It's a Wonderful World

di Unamuno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day Zero ***
Capitolo 2: *** Day One - Parte Prima ***
Capitolo 3: *** Day One - Parte Seconda ***
Capitolo 4: *** Day One - Parte Terza ***



Capitolo 1
*** Day Zero ***


Day Zero.




Buio. Luce. Un mescolarsi continuo di bianco e nero. Yin e Yang. Alfa ed Omega.
Insomma, ci siamo capiti, no? Sono morto.
 
Ricordo che stavo camminando per la strada. Era sera inoltrata, ed un forte vento mi sferzava il viso, facendomi rabbrividire ad ogni raffica. 
Da questo punto però non ho nessuna idea di cosa sia successo. Probabilmente sono morto senza neanche accorgermene, ma come?
 
E soprattutto, come diavolo faccio a pensare? Sono morto o no?
Magari sono i 6 minuti in cui il cervello è ancora attivo dopo la morte.
 
Sento dei suoni, in lontananza. Ma non penso che nell'aldilà ci siano le sirene della polizia.
Lentamente, una luce mi riempie la mente. Sono i miei occhi che si aprono.
E mi accorgo che questo non è il paradiso. E forse neanche l'inferno. Qualcosa di molto peggio, invece.
 
Mi trovo nell'incrocio tra la 5th Avenue e la 23rd Street. Mi trovo a Manhattan, nell'ultimo luogo che riesco a ricordare.
L'ultimo luogo che ho visto da vivo. O magari, prima di svenire. Almeno spero.
 
Cerco di alzarmi. Ce la faccio.
Mi guardo intorno. E' sera, e la folla sembra comportarsi normalmente, come se nessuna persona svenuta si fosse alzata da terra.
 
"Mi scusi, signora...", faccio ad una tizia, ferma a qualche passo da me.
Evidentemente, però, non riesce a sentirmi: probabilmente starà pensando ad altro aspettando il via libera del semaforo. Faccio per toccarle la spalla.
La mia mano, però, invece di trovare resistenza... la attraversa, da parte a parte. Quasi non cado per lo sbilanciamento.
Sono... davvero morto?!
 
Inizio a correre. "QUALCUNO SI VUOLE DEGNARE DI RISPONDERMI?!" grido alla gente, senza successo.
Non mi curo delle persone che trovo sulla mia strada, anzi. Spero proprio si accorgano di me, che io riesca ad ottenere una reazione.
Ma più corro, e più mi sento inutile. 
 
Arrivo davanti al Flatiron Building. Si staglia su di me, quasi come se volesse minacciarmi.
"COS'E', UNO SCHERZO?!" grido con tutte le mie forze. Non mi pare vero. Non riesco a crederci.
Sono morto e mi trovo nel limbo. Perché? Cosa diavolo devo scontare?
Tutto quello che dovevo patire l'ho già patito in vita. Neanche la morte mi ha liberato?
 
Non riesco a crederci. Sta accadendo davvero?
I miei occhi sono attirati in cielo. Il Flatiron Building si sta tappezzando di buchi neri e, proprio da quei buchi, sembrano prendere consistenza dei filamenti che hanno tutta l'aria di dirigersi contro di me.
...direi decisamente che questa è proprio una giornata NO.
 
Faccio per scappare, ma indietreggiando non mi accorgo che mi sono messo proprio in mezzo alla carreggiata.
Ed un camion è diretto proprio contro di me, troppo vicino per poterlo scansare.
 
Sembrano durare secoli gli attimi che mi precedono dall'impatto, ma... ho dimenticato la cosa più importante.
O meglio, non ci sono ancora abituato.
 
Il camion mi prende in pieno, ma mi passa semplicemente attraverso.
Tutto ciò è impossibile! Ho visto sfrecciarmi il motore sotto i miei occhi!
 
Il camion inizia ad allontanarsi. Fortunatamente, con lui se ne va anche la mia completa cecità temporanea.
Giusto in tempo per vedere questi filamenti raggomitolarsi per formare due grossi lupi grigi.
Che strano... le loro zampe sembrano strane... ed infatti sono completamente blu, come se fossero piene zeppe di segni tribali.
Cani che vanno in giro a tatuarsi?
 
Non sembrano comunque avere intenzioni amichevoli. La gente continua a passarci attraverso, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Ma non sono attratti da tutti quei brandelli di carne che penzolano sotto i loro occhi. Il loro obiettivo sono io.
Me ne accorgo proprio nel momento in cui sembrano per spiccare un potente balzo.
 
Inizio a correre. Senza curarmi della gente. Senza curarmi di niente. Cerco soltanto di scappare.
Ma i lupi mantengono il passo, come se volessero giocare con me. Sono io, però, che non voglio giocare con loro!
 
I miei piedi mi portano al Madison Square Park, un posto isolato per farsi sbranare in tutta tranquillità.
Ed anche i lupi sembrano iniziare a prendere terreno. Perfetto.
 
Continuo a correre, ma evidentemente ho finito la mia dose di karma positivo.
Inciampo in un ramo, e finisco con la faccia nell'erba.
Il tempo di girarmi, e sono circondato.
 
Che faccio? Non posso scappare, ma non posso neanche combattere... sono troppo grandi per me.
Cerco di prendere qualsiasi cosa che mi capita sotto mano in modo da risultare più minaccioso: il ramo che mi ha fatto cadere, sembra fare al caso mio.
 
Appena lo tocco, un lampo di luce mi acceca.
Parte dal mio braccio... e si estende fino al ramo.
 
Mi alzo in piedi, brandendo il ramo.
Incredibile... ora linee di luce si estendono dall'avambraccio fino alla punta del bastone.
Ma nel frattempo i lupi hanno iniziato ad attaccare.
Uno di loro salta contro di me, e mi schiaccia con le sue zampe.
 
Perdo la presa sul ramo, e cado di nuovo a terra.
Strano, ora è tutto tornato normale. Il braccio, il ramo, le linee sono sparite...
 
Cerco di riprendere il ramo, ma l'altro lupo fa più in fretta, e ci si piazza sopra, ringhiando.
Splendido... con la coda dell'occhio, senza perdere di vista i due lupi che nel frattempo cercano di braccarmi in cerchio, cerco un qualsiasi altro oggetto che possa servirmi.
 
C-che strano... è come se non sentissi più il mio corpo...
Come se non riuscissi più a controllarlo. Riesco a vedere con i miei occhi, ma il corpo si muove da solo.
Prende un rametto proprio ai miei piedi. Un nuovo lampo di luce.
Questa volta però, il mio corpo non se lo lascia sfuggire quando il primo lupo si avventa di nuovo su di lui, anzi.
Con una foga indescrivibile, glielo pianta nel fianco, proprio dopo aver schivato la sua ennesima spinta.
Un ululato incredibile squarcia il silenzio del parco. Ma il mio corpo non si ferma.
Dopo che il lupo si allontana, con uno slancio incredibile anche il mio corpo si lancia nella stessa direzione.
Un nuovo ululato spezza l'atmosfera. Ed un altro, ed un altro ancora.
Ogni volta che il mio corpo gli sferra un attacco, dalla pelle lacerata del lupo scaturiscono dei fasci di luce, fino a quando, stremato, il lupo si accascia a terra, diventa nuovamente un grosso filamento, e questo si dirige in alto, nel cielo stellato.
Il secondo lupo, nel frattempo, continua a ringhiare e, all'improvviso, si avventa su di me, mostrando le sue zanne lucenti.
Questione di un secondo, e non solo il mio corpo si è accovacciato per schivare l'attacco del lupo, ma con una capriola si è avventato sul grosso ramo che ormai era a pochi passi da lui, ed ora lo brandiva, gettando il rametto con noncuranza.
Boom... un nuovo lampo di luce. E probabilmente il lupo l'ha capito, che non gli restava molto tempo: i suoi attacchi si facevano sempre più frenetici.
Ma il mio corpo era più pronto, e non ci ha messo molto ad assestare due colpi che lo hanno fatto sparire con la stessa fretta con cui è comparso.
 
ARGH! Che mal di testa incredibile! Però ora sento di nuovo il mio corpo: sono di nuovo responsabile delle mie azioni.
Senza preoccuparmi di ciò che mi potrebbe capitare, mi accascio sul terreno fresco, respirando ad ampie boccate.
Che cosa sta succedendo? Che cosa MI STA succedendo? 
 
"Ne hanno portato giù un altro, a quanto pare."
Chi mi parla? Qualcuno mi ha visto, davvero?
Non riesco a muovermi... cerco di parlare, e tutto quello che riesco a dire è "Chi... chi sei?"
 
"Oh, non preoccuparti per me... presto faremo conoscenza. Scusa se ho messo il mio biglietto con su scritto il mio numero di telefono nella tua tasca senza permesso, ma sembra proprio che tu non abbia la forza di muoverti." 
Da quanto tempo mi trovo disteso nel parco, allora? Il mal di testa sembra allentare un po' la presa. "Tu mi vedi... dimmi dove mi trovo..."
"Questa giornata ti servirà da lezione per moooolte cose. Ti consiglio di non pensare troppo, goditi il riposino, ok? Chiamami appena ti svegli."
Sento i suoi passi che si allontanano. Cerco di alzare lo sguardo per capire con chi ho parlato, ma tutto quel che riesco a vedere sono le sue scarpe.
 
Sembra tutta una macchia confusa, ora. Il mal di testa non accenna a diminuire...
Non riesco a pensare, non riesco a restare lucido. Ma non voglio addormentarmi.
Che fine potrei fare? Non so neanche se mi sveglierò, poi.
 
Ma non riesco a trattenere a lungo il mio istinto, e dopo qualche minuto sprofondo nell'oblio.
 
 
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It's a Wonderful World
Day Zero: Renewing - Closed
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Capitolo 2
*** Day One - Parte Prima ***


NB: Visto che per alcune parti una semplice descrizione non basta, ho preferito inserire direttamente l'immagine corrispondente, in modo da non farvi avere dubbi. Sentitevi liberi di cliccare sui link quando ne trovate =)

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Day One. 



Mi risveglio proprio dove mi sono addormentato, nel Madison Square Park.
Il sole è alto nel cielo e mi acceca subito. Mi alzo in piedi: tutto sembra essere normale. Che mi sia sognato tutto?

In un lampo di reminescenza ricordo subito tutti gli ultimi avvenimenti, e mi frugo istintivamente la tasca in cerca di qualcosa.
Tutto quello che avevo l'altro ieri è con me: telefono, lettore MP3, soldi. Ma c'è anche un biglietto.

Lo prendo e lo leggo: "Chiamami. 932870"
Cosa? Questo sarebbe un numero di telefono? Stranamente, il mio telefonino inizia a vibrare. E' arrivato un messaggio.

Leggo pure questo: "Ci sono dei problemi al Bennett Park. Risolvili entro 60 minuti, oppure accetta l'estinzione."
L'estinzione? Che sono, una specie protetta? Saranno i soliti messaggi inutili. Lo cancello.

Il messaggio però, invece di finire dritto nel dimenticatoio, resta sempre sullo schermo del telefono. Come se non fosse cancellabile.
Un leggero prurito fa capolino sulla mano. Non ci faccio caso.
Argh... il prurito si fa sempre più insistente. Inizia quasi a farmi male...
Mi guardo la mano: sul dorso iniziano a formarsi strane macchie. Si fanno sempre più nitide, sempre più nitide...
Un timer? Un timer mi è appena apparso sulla mano. Bello a dirsi, no?

Il timer, con mio grande sgomento, inizia a prendere vita.
Segna esattamente 59:41 secondi. E scende. Sempre di più.
E mi accorgo che forse, quel messaggio sul mio telefono può essere vero.
Quindi... sono morto sul serio. Che bello.

Rileggo il messaggio che mi è arrivato. Bennett Park si trova dall'altra parte di Manhattan, come diavolo ci arrivo?!
...tutto ciò che posso fare risiede in quello strano numero nella mia tasca. Lo compongo.

Stranamente, tuttavia, non sento nessun suono dall'altro capo della chiamata. Però, in compenso, la luce inizia a farsi più diradata.
Si sta spegnendo il sole! Rimango al buio.

Improvvisamente, il pavimento sotto i miei piedi si illumina, estendendosi sempre di più e formando un ampio cerchio. Immagino abbia un raggio di una decina di metri, per quanto è grande.
Gradualmente appare un secondo cerchio, proprio davanti a quello in cui sono ora. Ed un altro ancora.
Immagino che stiano formando una pista da seguire. Che posso fare? Ormai non ho nulla da perdere.

Proseguo per questa via illuminata, e mi accorgo che è veramente lunga.
Finalmente arrivo alla fine. Appena entro nel quarto, grosso cono di luce, inizia a ritornare tutto normale. O meglio, quasi tutto.
Perché non mi trovo più al Madison Square Park. Mi trovo all'angolo tra la 5th Avenue e la Trentatreesima Strada.
Come sono arrivato qui? Mi guardo intorno: sembra tutto normale, come se nessuno avesse spento la luce del mondo. Sto impazzendo?
Nessuno sembra curarsi di me. A parte... un tizio sta guardando nella mia direzione, dall'altra parte della strada. Mi giro per controllare che cosa ci sia alle mie spalle, ma non noto nulla di rilevante, a parte lo Starbucks.
Che stia guardando me? Improvvisamente inizia a camminare. Ma... non ha notato le automobili che stanno passando! Si schianterà!
Con il cuore in gola, noto che anche per lui accade la stessa cosa che è accaduta a me soltanto ieri: le macchine lo attraversano, senza procurargli danno.
Continua a camminare nella mia dimensione, e soltanto ora inizio a distinguere i suoi dettagli: indossa dei jeans azzurri, con diverse cinture; porta poi una T-shirt bianca con indosso un gilet chiuso di colore nero fumo; al polso sinistro porta un grosso orologio nero, mentre a quello destro porta un braccialetto color arcobaleno; il viso è sottile, ma proporzionato rispetto al resto del corpo; i suoi capelli di un colore biondo spento formano ampi ciuffi, tenuti però ordinatamente; il naso è piccolo, e le orecchie sono quasi del tutto coperte dalla capigliatura; la pelle ha un colore poco abbronzato, tendente al rosa; è alto, e sembra avere una muscolatura non troppo atletica; infine, porta dei grandi occhiali da sole. Le sue scarpe... sono le stesse che ho visto ieri. E' stato lui a mettermi il biglietto nella tasca, quindi?

"Quindi ti sei svegliato. Cosa te ne pare di tutto questo?" inizia a parlare il tizio.
"Penso che non me ne frega niente, che io non l'ho chiesto e che non lo voglio. E che mi trovo qui soltanto perché è comparso un timer sulla mia mano, ed inspiegabilmente sono diventato un fantasma per tutti. E poi non so neanche come diavolo ti chiami, perché dovrei avere a che fare con te, eh?!" sbottai all'improvviso.
"Ehi, ehi, calmati innanzitutto. Come puoi vedere, entrambi ci troviamo nella stessa barca, quindi perché dovresti addossare su di me tutte le tue frustrazioni? Ieri ti ho notato perché passavo nei dintorni, tutto qua. E comunque, per la cronaca, mi chiamo Jeremy Lockstroke. E tu sei...?"
"..."
"Il gatto ti ha mangiato la lingua, per caso? O sei semplicemente ansioso di dirmi il tuo nome?"
"..." più mi spremo, più non riesco a trovare una soluzione. Non ricordo come mi chiamo!
"Ok, va bene. Fai come vuoi. Gioca pure fino a quand..."
"Non ricordo come mi chiamo."
"Cosa?"
"Non riesco a ricordare il mio nome! Te lo devo dire altre mille volte per fartelo entrare in testa?!" questa situazione è assurda! Mi trovo a Manhattan, nella mia città, nel mio posto, nella mia vita, e non ricordo neanche come mi chiamo!
"Oh, credo di capire, eheh..." Jeremy mi ride di sottecchi.
"Cosa c'è da ridere?!" questo Jeremy inizia a farsi sempre più antipatico.
"Niente, niente che tu possa comprendere. Ma andiamo per gradi. Sai dove ti trovi?"
"A Manhattan, che dom..."
"Sai dove ti trovi, di preciso? Che posto è questo, secondo te? O nella vera Manhattan tu vai in giro a passare attraverso le vetture?"
"..." Giusto. Che razza di posto è questo? "Allora dove ci troviamo, maestrino?"
"Tsk. Questo è quello che in gergo viene definito Livello 0. Il Livello 0 è una dimensione completamente diversa al mondo reale, o Livello 1. Ed è qui che quelli come noi partecipano al Gioco."
"Cosa? Un gioco?" Vuole scommettere?
"Non un gioco qualsiasi. IL Gioco. Vedila come una sorta di scommessa in cui tutti noi giocatori ci troviamo coinvolti. Il Livello 0 è la dimensione in cui noi esistiamo, mentre il Livello 1 sarebbe il mondo come tutti lo conoscono. E so già cosa stai per chiedermi. Come mai ti trovi qui, giusto? La risposta è semplice, ma hai notato il tempo che continua a scorrere? Avremo modo di parlare appena la missione sarà compiuta." questo Jeremy sa molto di più di ciò che vuol dare a vedere. Praticamente un classico.
La missione? Oh, probabilmente si riferisce all'SMS che mi è arrivato. Forse arriva a tutti quelli che si trovano qui.
"Ma parla del Bennett Park! Come pensi di poterci arrivare in così poco tempo? E' impossibile!"
"Qui nel Livello 0 le cose sono un po' diverse da come le ricordi tu quando eri in vita." dice Jeremy mentre tira fuori una mappa di Manhattan.
"Una mappa? Pensavo che tu fossi di queste parti."
"Oh, non è una mappa comune" inizia a dire, sempre scrutando la mappa "questa, oltre ad essere la mappa di Manhattan, ne visualizza anche i Portali."
"I che?" Ma a che gioco sta giocando? Ogni volta che parla ho più dubbi di prima.
"Manhattan è divisa in varie zone, ed ogni zona è contraddistinta da un Portale. Noi giocatori possiamo passare attraverso i Portali per arrivare in fretta nelle altre zone... ecco qui la nostra. Si trova all'angolo tra la Trentatreesima Strada e Park Ave. Quanto tempo ci resta?"
"Uhm... 46 minuti."
"Partiamo allora?"

Senza aspettare la mia risposta, eccolo che già si è fiondato nella Trentatreesima Strada. Ho dovuto correre per raggiungerlo, ha il passo veramente veloce.
"E cosa ci accade se il timer scende a zero?" sparai tutto d'un fiato.
"Non ricordi cosa c'è scritto nella missione? Vieni cancellato dalla faccia della Terra."
"Come posso essere cancellato? Sono morto!"
"Non sei propriamente morto. Nella vita reale sei in bilico tra la vita e la morte. E per ritornare alla normalità devi completare tutte le missioni che ti vengono affidate. Semplice, no?" è un sorriso quello che Jeremy sta accennando?
"No che non è semplice! Non ho scelto io di partecipare a questo schifo di gioco!" Jeremy ha la rara capacità di farmi diventare furente con ogni sua parola.
"Ci siamo. L'angolo tra la Trentatreesima e Park Ave. Uhm, dove sarà il portale?" Jeremy inizia a guardarsi intorno, incurante della folla che lo attraversa frenetica.
Tutto questo è assurdo.
"Eccolo, sulla saracinesca di quell'edicola!." E va dall'altra parte dell'incrocio, dritto al grattacielo della TransPerfect Translations. Si avvicina ad un edicola. "Faresti meglio a venire qui. Non hai intenzione di perderti, vero?"
Mi avvicino anche io all'edicola. C'è un simbolo su di essa. E' un grosso cerchio seghettato all'interno con numerose strisce che formano dei raggi. Ha tutta l'aria di voler simboleggiare un sole. Ma c'è qualcosa di strano... sembra aleggiare nell'aria, e pulsare di luce blu come animato da una energia propria... ( http://i.imgur.com/ymNz9.jpg )
"E' per indicare che è un Portale. Con questo possiamo muoverci in tutta Manhattan. E, visto che i Portali possono essere usati soltanto da una persona per volta, avrai l'onore di sapere come funzionano. Contento? Di solito nessuno conosce l'esistenza dei Portali già dal primo Giorno." Un altro sorriso appare sul volto di Jeremy.
"Ti dovrei ringraziare per questo?"
"Forse." disse Jeremy mettendo la propria mano sul simbolo. Dei sottili filamenti compaiono sulla mano ad ogni pulsazione, proprio come quando ieri ho preso in mano quel ramo.
"Non preoccuparti" continua a parlare "non è un processo complicatissimo. Ti aspetto dall'altra parte. Non sbagliare destinazione, perché non avresti tutto il tempo necessario per fartela a piedi. Ti aspetto a Washington Heights."
In un batter d'occhio, Jeremy sparisce con un lampo di luce. Mi sembra assurdo ma...
Metto anche io la mano sul simbolo. Sento l'energia pervadermi il braccio e, proprio come per Jeremy, sparisco in un lampo di luce.

Mi ritrovo in una grande stanza bianca circolare. Ci saranno una ventina di porte, tutte bianche. Che cosa...?
Mi guardo attorno. Sul pavimento c'è una gigantografia del tribale che fino a qualche secondo fa stavo toccando.
Le porte sembrano tutte uguali... come faccio a distinguerle? Mi avvicino. Tutte sono contrassegnate da un numero, da 1 a 19. Qual'è quella giusta?
Provo a guardarmi di nuovo attorno. C'è una cosa che prima non avevo notato... o forse non c'era. In mezzo alla stanza, è comparsa una grande bacheca.
Mi avvicino a guardarla. Raffigura Manhattan, e sembra divisa in tante zone. Sono i suoi quartieri! Sembrano esserci tutti... ( http://i.imgur.com/qUHRk.jpg )
Ad ogni quartiere è associato un numero. Uhm, il quartiere più vicino al Bennett Park sarebbe il Washington Heights. E' il numero 1.
Mi avvicino diffidente alla porta targata 1. La apro, e subito un altro lampo di luce mi invade. Prima che potessi pararmi gli occhi, mi son ritrovato nel bel mezzo di una via trafficata.



Fine Parte Prima.

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Capitolo 3
*** Day One - Parte Seconda ***


"Ma cosa..."
Ancora scombussolato dal veloce viaggio, mi accorgo che mi trovo a Nagle Avenue, vicino Brodway.
"Allora, che te ne pare, eh? Sei mai venuto a vederci un musical, qui? Io li adoro" fa una voce dietro di me.
"Oh, non ne ho mai avuto la voglia" rispondo mentre mi giro, sapendo già con chi stavo parlando "i musical non fanno per me." 
"Che peccato. Ci conviene metterci in marcia, il Bennett Park è un po' distante da qui." dice Jeremy, iniziando a camminare con il suo solito passo veloce. Ovviamente, data la mia non tanto alta statura, inizio a correre per stare al passo.
"Hai qualche idea per la missione?" chiedo tra un respiro ed un altro.
"Uh? Penso che sia la solita solfa. Bisogna disfarsi dei Lal 'Shi, robe di questo genere." Solita? Da quanto tempo si trova ESATTAMENTE in questo Gioco? Meglio tenermi questo dubbio dentro, almeno per il momento.
"Lal'shi?"
"Hai presente quei lupi che ti hanno attaccato ieri? Quello è uno dei tanti tipi di Lal'shi, e non tutti sono docili come quelli."
"Ce ne sono di diversi tipi?"
"No. La sostanza di cui sono fatti è sempre la stessa, ma è la quantità che li caratter... oh, vedo che possiamo fare pratica." Dei buchi iniziano a comparire sull'asfalto.
"Ho visto come combattevi, ieri. Sei uno che ha bisogno di oggetti per poter dare delle legnate, quindi cerca qualsiasi cosa che possa andare bene come arma, oppure non ti allontanare da me." continua a dirmi Jeremy. Intanto, proprio come ieri, anche ora una strana sostanza argentea stava uscendo da questi buchi, per formare delle masse informe. 
Aguzzo gli occhi per cercare un qualsiasi tipo di arma che possa andare bene. Dannata pulizia americana...
"Puoi farcela a sorreggere pesi consistenti? Cosa come un palo segnaletico ad esempio?" mi domanda Jeremy, con lo sguardo fisso su quelle masse informe che stavano prendendo forma.
"Penso di sì, ma perché..." non faccio in tempo a formulare la domanda, che subito Jeremy con uno scatto va al lato della strada e dà un sonoro calcio al palo segnaletico con una forza tale da buttarlo a terra. 
"Immaginavo che non si potesse interferire con il mondo reale..." faccio stupefatto.
"Non perdere tempo a parlare, ed agisci!" grida Jeremy, ed io mi fiondo subito a brandire quel palo. Appena lo tocco, proprio come è successo per il ramo ieri, un nuovo lampo di luce parte dal mio braccio per estendersi sul palo, ed al suo passaggio numerose linee iniziano a formarsi.
Nel frattempo, i Lal'shi hanno preso forma, ed ora hanno un aspetto più simile ad un leone che un lupo. Sono due, con il solito pelo argenteo, ed hanno un aspetto tremendamente minaccioso.
Non faccio in tempo a prepararmi, che subito i due leoni partono all'attacco, uno per ciascuno.
Stringo saldamente il mio palo mentre il leone si avvicina. Sembra famelico. Ad un tratto, con un possente balzo cerca di avventarsi su di me, ma con uno strattone lo colpisco dritto sulla spalla, facendolo cadere a terra. Si alza subito, e quasi con più forza si avventa su di me. 
Mi spinge a terra, e lo tengo a bada soltanto grazie al palo che continuo a tenere con entrambe le mani. 
Ha una forza immensa, non riesco a spingerlo tanto facilmente. Aiutandomi con le gambe, però, lo lancio in aria giusto il tempo di sfuggire alla sua presa e rimettermi in piedi.
Evidentemente non ha l'aria di arrendersi tanto facilmente. Con un pauroso ruggito, appena toccato terra balza di nuovo verso di me, senza che io abbia il tempo di prepararmi, ed affonda le sue unghie nella mia carne, buttandomi a terra.
"AAAAAAARGH!!!" non riesco a non trattenere le urla, il dolore è troppo vivido.
"J-JEREMY!!" invoco il suo aiuto mentre il leone è sopra di me, e sembra avere un aspetto tutt'altro che amichevole.
"Non ci si può mai divertire un po'... va bene, va bene..." fa Jeremy mentre cerco di guardarlo con la coda dell'occhio: ha uno sguardo quasi annoiato... come può...? Stiamo combattendo contro dei leoni che cercano di sbranarci, e lui è annoiato?!
 
Lo guardo mentre allarga le braccia, inspira profondamente, ed urla rilasciando una enorme quantità di energia.
Impressionante, non ho mai visto nulla del genere! L'energia gli esce dalle mani, e lui la sta indirizzando verso i due leoni!
Sento la presa del leone sopra di me allentarsi, e riesco a vedere soltanto che sembra essere colpito da decine di proiettili invisibili.
Muovo lo sguardo, ed anche per l'altro leone è lo stesso. Uno dopo l'altro, si accasciano a terra, perdono la loro consistenza e, di nuovo sottoforma di filamenti argentei, volano tra le nuvole.
 
"Perché... perché diavolo non lo hai fatto prima, eh?!" sbraito rivolgendomi a Jeremy. Che razza di idee ha? Ha la possibilità di eliminare dei... cosi come quelli in modo impressionante, e pensa a poltrire! "Quel leone poteva ammazzarmi!" continuo "Guarda che cosa mi ha fatto! Li vedi questi seg... dove sono?" 
Mi guardo il petto: i vestiti sono laceri, ma sul mio corpo non c'è nessuna ferita, neanche un graffio.
"Tu continui a pensare che questo sia ancora il mondo reale" inizia Jeremy "e che quel leone sia in realtà un vero leone. Dimmi, hai mai visto un leone sbucare da un portale infra-dimensionale? Immagino di no. Questo è un mondo a parte, e ciò comporta regole alquanto diverse. Tu non hai corpo, il leone non può ferirti. Perlomeno fisicamente, si intende. Più i Lal'shi ti fanno male, più tu perdi consistenza. Se arrivi a diventare nient'altro che aria, cessi di esistere. Il corpo non può vivere senza mente."
"Ed allora come lo spieghi il dolore?! Sentivo le unghie lacerarmi la pelle!"
"I Lal'shi si servono di numerosi stratagemmi per attingere alla forza vitale di noi giocatori. Immagino che le unghie di quel leone siano uno di quelli."
"...ma non è questo il punto, dannazione! Ti ho visto mentre facevi... quello che facevi, eppure hai dovuto aspettare le mie suppliche per entrare in azione! Si può sapere che hai fatto in tutto questo tempo?! Non vedevi che ero in difficoltà?!"
"Senti. Nel Primo Giorno quasi nessuno ce la fa a sopravvivere. E poi continui a credere che non sia colpa tua quello che è successo. Tu sei la proiezione del tuo corpo, puoi fare tutto quello che il tuo corpo può fare. E se quel leone per poco non ti staccava la testa, non ritenermi responsabile. Semplicemente ti ho evitato una tragica fine."
"Perché? Se non l'hai fatto per me, allora perché lo hai fatto?"
"Hai tutta l'aria di qualcuno che vuole tutto per sé, e non lascia niente agli altri. Mi stai facendo un sacco di domande, ma non mi hai neppure detto come ti chiami."
".Non l'ho fatto perché non me lo ricordo. Non è colpa mia." 
"Allora quando risponderai alla mia domanda, io risponderò alla tua. Mi sembra una cosa equa."
"Ma..."
"Nessun ma. Dopotutto... non sei proprio nella posizione di poter dettare condizioni." dice Jeremy con uno sguardo diverso dagli altri, serio ed aggressivo, ma alla fine si lascia scappare uno di quei sorrisi che mi fanno sempre infuriare. Cerco di frenare la mia rabbia.
"Proseguiamo, ci resta poco tempo." continua Jeremy, ed inizia a camminare di nuovo per la strada. Non posso fare altro che seguirlo, ma mi sento stranamente debole.
"Oh, non farci caso, mio tenebroso amico. Anche io mi sentirei debole se un leone affamato cercasse di sbranarmi. Cerca soltanto di non pensarci, non abbiamo tempo ora per farti ritornare in forze. Dopo la missione avrai tutto il tempo che vuoi." fa Jeremy, girandosi con lo sguardo. Quindi, prosegue a camminare normalmente.
Giuro che lui è proprio il genere di persone che non capisco. Prima fa il tenebroso, poi il dittatore, ora l'amicone?
"E comunque, tanto per restare in tema" sento di nuovo la voce di Jeremy "non è che io so fare quelle cose straordinarie. Anche tu le sai fare, solo che non te ne sei ancora reso conto."
"Cosa? Mi stai dicendo che anche io posso cacciare delle onde energetiche con le mani?" ha decisamente catturato la mia attenzione. 
"Tu guardi troppa televisione! Ad ogni modo, è la propria volontà che ci permette di influenzare il Livello 0. Questo è un concetto molto importante: ognuno di noi ha un diverso carattere, quindi diversi tipi di volontà. E questa volontà può manifestarsi in vari modi, come ad esempio le onde, le esplosioni, oppure le manipolazioni, come nel tuo caso. Utilizzi la volontà anche per muoverti, è la tua energia vitale. E per attingere ad essa, devi utilizzare la stessa quantità di energia che useresti se fossi nel Livello 1. E' tutta una questione di allenamento."
"Quindi... se mi allenassi abbastanza, riuscirei a fare ciò che fai anche tu?"
"Perchè no? In fondo tutto è possibile. Ti ci vorrebbe un bel po' di tempo, però. Questo è soltanto il tuo Primo Giorno."
"Ho capito: più ti trovi nel Gioco, più la tua volontà aumenta?"
"Esattamente. Ora, che ne dici di andare al Bennett Park? Dovremo essere ancora in tempo, se non ci sono altre complicazioni." ed aumenta il passo.
"Ma che ti costa aspettarmi? Io sono più basso di te!" se inizia a correre giuro che gli pianto un palo su per il... 
 
Arriviamo all'incrocio con Broadway, e proseguiamo fino all'incrocio con la Centottantasettesima. Giriamo a destra, e poi giriamo a sinistra per Fort Washington Avenue.
Ci abbiamo messo in tutto una decina di minuti: ne restano soltano 23. Nessun altro Lal'shi o come si chiamano è apparso sulla nostra strada, per fortuna. Non avrei saputo affrontarne altri.
 
"Eccolo, il Bennett Park." dice Jeremy, mentre sul suo volto inizia a comparire un largo sorriso "ora sì che ci sarà da divertirsi."
"In che senso?" sto iniziando a temere per la mia incolumità.
"Beh... diciamo che i problemi che dovremo risolvere sono altri Lal'shi."
"Altri di quei cosi? Ma è impossibile, non ce la farò mai!"
"Questo è perché tu vuoi ostinarti a non comprendere che questo non è il mondo reale e che tu non sei il mollaccione che eri! Qua puoi fare tutto quello che vuoi! Ti ricordi ieri?"
"Ieri sera?"
"Sì, quando ti ho messo il mio numero di telefono nella tasca."
"Sì, ma era diverso."
"Perché? Hai dato a quei Lal'shi quello che si meritavano. Invece ora sembra che tu sia addirittura un'altra persona."
"...infatti."
"Cosa?"
"Non so che mi è successo, ma ieri non ero in me. Era come se qualcun altro avesse preso possesso del mio corpo, e non lo riuscivo a controllare. Prima quello, poi questa dannata amnesia... che diavolo mi sta succedendo!? Voglio ritornare normale! Non l'ho deciso io tutto questo, voglio soltanto che tutto ritorni come prima, cazzo!"
"Senti. La gente che viene qui... non è una cosa casuale. C'è sempre un motivo se è stata portata qui, ed il tuo unico modo di scoprire il perché è andare avanti. Arrivare fino alla fine, ed affrontare faccia a faccia tutta la verità. Se ti arrendi non potrai mai più ritornare alla normalità. E' questo quello che vuoi? Sparire?"
"...no. Voglio solo riprendere la mia vita."
"Allora non hai altra scelta. Devi affrontare il Gioco, e devi vincerlo. Ora, tutto quello che ci separa dal prossimo Giorno si nasconde in quel parco. Andiamo."
 
Ancora pieno di pensieri, mi incammino con Jeremy nel Bennett Park. E' piccolo, e non ha tanti alberi, ma tutto sommato è carino.
"...ed ora?" inizio a fare io, mentre il timer non accenna a fermarsi.
"Beh, dobbiamo trovare il problema, no?"
"E scommetto che è una cosa simile al Portale, giusto?"
"Vedo che cominci ad afferrare i concetti. Almeno quelli basilari, diciamo. Vai da quella parte, io controllo qui."
Ci dividiamo, ed iniziamo a cercare nell'erba, tra gli alberi.
 
"Ehi, ho trovato qualcosa! Vieni a vedere!" esclamo io, mentre guardo il simbolo appena trovato su di un tavolino da campeggio.
Jeremy si fionda verso di me, ed in qualche secondo è al mio fianco vicino al nuovo simbolo, questa volta molto più complesso. Anche le sue pulsazioni, sembravano più vivide, ed il loro colore era più tendente al rosso che al blu. Tante linee che sembravano convergere su di una unica forma. ( http://i.imgur.com/Y1j5W.jpg ) 
 
"Sembra raffigurare quasi... un'aquila." chiedo io.
"Già. Questa volta non sarà come con quei due leoni. Ascolta: questi Lal'shi sono diversi dagli altri. Se i Lal'shi normali possono apparire a loro piacimento, come hai avuto modo di vedere, questi invece devono essere evocati, e per farlo c'è bisogno sempre di una certa quantità di energia. Vale a dire, nel nostro caso, della volontà. Dovrai indebolirti per poter evocare questo Lal'shi e sconfiggerlo."
"E perché tu non devi indebolirti?"
"Diciamo... che non ho questo potere. So che tutto quello che ti dico mi fa apparire tanto misterioso e rompiballe ma, credimi, non può essere altrimenti. Scoprirai tutto mentre resterai nel Gioco. Ritornando al nostro problema... te la senti di affrontarlo?" 
"...ho alternative?" faccio io scherzoso, ma tutto quello che esce dalla mia bocca è un filo di voce tremolante.
"Non preoccuparti, ricorda che non sei da solo, questa è una cosa che va affrontata insieme. Ora metti la tua mano sul simbolo."
 
Con il cuore in gola, lentamente avvicino la mia mano al simbolo, fino a quando non sento la sua energia permearsi nella mano.
Proprio come con il portale, ad ogni pulsazione nuove linee partono dal simbolo per legarsi al mio braccio, ed ogni volta che succedeva, il dolore era sempre più intenso.
Il simbolo prende forma continuamente e, ad un certo punto, tutte le linee sul mio braccio svaniscono, mentre il simbolo sul tavolo diventa sempre più nitido, fin quasi a diventare reale.
 
Non riesco a muovermi, la paura mi attanaglia. Riesco soltanto ad indietreggiare attonito alla vista dell'aquila argentea che si è appena formata.
Con gli occhi rossi, se ne sta appollaiata sul tavolo, come ad aspettare il momento propizio per lanciarsi contro la sua preda.
Mi supera di una ventina di centimetri. E' gigantesca.
 
"Tieni, usa questo." fa una voce dietro di me: è Jeremy, e sembra aver trovato un piede di porco.
Lo prendo, e con un lampo di luce si forma un collegamento tra il mio braccio e la sbarra.
All'aquila tutto ciò non piace, grida e si getta all'attacco.


Fine Parte Seconda.

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Capitolo 4
*** Day One - Parte Terza ***


Mi getto a terra per evitarla, per rialzarmi subito dopo. 
"Smettila di avere paura! Vuoi essere cancellato per sempre?!" mi grida Jeremy "E' un'aquila! Non hai altre chance, se ce la fai a sconfiggerla buon per te, continuerai a vivere, altrimenti verrai eliminato! Se hai paura ti scavi soltanto la fossa da solo!" 
La fa facile lui! Ma perché non si muove e viene ad aiutarmi?! 
Animato però dal coraggio delle sue parole, anche io mi butto nella mischia.
Raggiungo l'aquila che, nel frattempo, si è appollaiata su di un albero vicino. Lei si accorge di me, e cerca di tranciarmi con i suoi artigli.
Li scanso, e la colpisco al ventre con il piede di porco. Un grido rompe l'atmosfera del parco, e l'aquila si allontana.
Cerco di raggiungerla di nuovo, ma questa volta ha imparato la lezione e prende il volo, sparendo dalla mia vista.
"Occhi aperti! Può essere dappertutto." mi intima Jeremy.
Con la presa salda sul piede di porco, aguzzo lo sguardo cercando di cogliere uno spostamento qualsiasi.
Finalmente, l'aquila piomba su di me, ma sono preparato. Mi scanso all'ultimo e la colpisco con la punta del piede di porco. Penetra nel corpo dell'aquila, ed un nuovo grido echeggia nel parco.
Cerco di infierire sulla ferita, ma con un movimento repentino si gira, facendomi prendere la presa e mandandomi a schiantare contro un albero.
Il piede di porco, fino a quel momento infilato nel suo corpo, cade senza peso per terra.
Ancora intontito dalla botta, cerco di prendere di nuovo l'arma, ma l'aquila fa prima di me, e mi pianta contro l'albero, stritolandomi le viscere con i suoi artigli.
Questa volta l'urlo che si sente è il mio.
Senza fiato, cerco di liberarmi dalla presa, ma è davvero forte. I suoi occhi, iniettati di un rosso intenso, sembrano cedere il colore alle zone circostanti: la sua faccia è quasi tutta colorata di tribali rossi.
 
...sta succedendo proprio come ieri... sto perdendo il controllo del mio corpo! Sto per morire, no!
Ma... no!
Il mio corpo prende con vigore le zampe dell'aquila, anche se non si muovono di un centimetro.
"Cosa diavolo stai facendo?! Lascialo a me!" sento, in lontananza, Jeremy.
Però accade un fatto inaspettato. Il mio corpo stringe con tale forza le zampe dell'aquila, che ora l'unico suono che si sente è il loro CRACK.
Ho spezzato le zampe all'aquila! La presa perde subito consistenza, l'aquila si accascia a terra, cercando disperatamente di rialzarsi, ma invano.
Subito il mio corpo si fionda a prendere il piede di porco, ed in un baleno glielo piazza nel torace.
L'aquila si contorce, ma non riesce a sfuggire alla presa. Il suo corpo si colore via via di tribali rossi. Alla fine, quando si affloscia a terra esanime, tutto il suo corpo ne è ricoperto.
A poco a poco, di lei non rimane che il suo simbolo, impresso a fuoco sul terreno. Non si muove più.
 
"C-complimenti! Non mi sarei mai aspettato che..." Jeremy si avvicina ma... sto attaccando anche lui?!
"Ehi, cosa stai facendo!?" grida lui.
"Perché non lo hai aiutato, eh?! Sono dovuto intervenire io per evitarci la fine! Questo non sarebbe accaduto se tu ti fossi fiondato ad aiutarlo a distruggere questo Lal'zaj!" Lal'zaj? Sarebbe questo il loro nome? Ma che cosa sta succedendo, non ci capisco niente! Chi ha preso possesso del mio corpo?! Sono prigioniero del mio stesso corpo, dannazione!
"...capisco."
L'espressione di Jeremy cambiò di colpo e, con uno scatto fulmineo, lo ritrovai a pochi centrimetri da me. 
Poi, un boato, un lampo, e più nulla.
 
"Riesci a sentirmi? Riesci ad aprire gli occhi?"
"Ma... cosa..."
"Non affaticarti molto, dopotutto hai fatto un bel volo."
"C-cosa..."
"Beh, era l'unica cosa da fare. Tieni, bevi questo."
"Coca-cola...?"
"Fidati, ti sentirai meglio."
Un po' stordito, senza alcun pensiero logico prendo la lattina dalle mani di Jeremy e la porto alla bocca. Uhm... è bastato qualche sorso per sentirmi già meglio.
Ora riesco ad aprire gli occhi, anche se ci vedo ancora malaccio. Sono steso a terra, sento l'erba sotto di me, i polmoni non mi si aprono a sufficienza...
"Vieni, ti aiuto ad alzarti." Sento le mani di Jeremy che mi passano dietro la schiena. Mi alzo, e mi siedo su di una panchina lì vicino. Jeremy si siede al mio fianco.
"Cosa è... coca-cola magica? L'hai presa da Hogwarts per caso?"
"Pfft. Te l'ho già detto che qua le cose funzionano in modo diverso rispetto al mondo normale. Qui il cibo, le bevande e tutto quello che puoi mangiare è in grado di farti riacquistare energia. E visto che siamo tutti energia pura, la cosa è alquanto veloce."
"Ma... che cosa è successo? Non riuscivo a vedere niente, ad un certo punto hai fatto una mossa e mi son ritrovato a terra..."
"Beh, non è facile da spiegare... non so perché, ma dentro di te c'è un'altra entità, Xenoendo. Non credevo potesse essere possibile, però a quanto pare il Founder può farlo..."
"Il Founder?"
"Beh, sì, è colui che mantiene in vita questo Gioco. Dovresti ringraziare lui se ti trovi qui ora."
Quindi, ora la colpa di tutto si è concretizzata! E' merito del Founder se mi ritrovo qui senza un perché, con un'altra entità nella testa, senza il controllo del mio corpo! E questo è soltanto il primo Giorno!
"Ad ogni modo..." Jeremy si alza, e mi invita ad alzarmi "visto che la missione è finita... io direi di andare a fare compere."
"Cosa? Ora? E perché, nessuno ci vedrebbe!"
"Oh, non preoccuparti di questo, ci sono dei negozietti niente male che ti lascerebbero a bocca aperta. Finita la coca-cola?"
"Dammi un attimo di tempo..." faccio un ultimo sorso, accartoccio la lattina e la butto nel cestino. Ma la faranno la raccolta differenziata nel Livello 0?
 
Mi sento proprio bene... mi sento pieno di energia! Usciamo dal Bennett Park, e ci dirigiamo di nuovo verso Broadway.
E' già pomeriggio...?
"Ehi, Jeremy... è passato davvero tutto questo tempo? Insomma, quando abbiamo iniziato la missione era mattina, ed ora invece il sole sta già tramontando..."
"Nel Livello 0 il tempo passa molto più velocemente rispetto al mondo normale. Ecco perché sta già tramontando, probabilmente tra meno di un'ora sarà notte, e con il Blackout si darà inizio ad un nuovo giorno. Ovviamente, se la missione richiede più tempo, la durata del giorno aumenta."
"Capito. Ma dov'è che stiamo andando di preciso?"
"Dobbiamo riprendere il Portale, per andare nel Financial District. E' lì che hanno collocato tutti i negozi, ed è lì che ci stiamo dirigendo."
Non mi convince del tutto questa cosa. Con cosa dovrei pagare, con i dollari che ho in tasca?
"Ma qui valgono i dollari? Altrimenti non ho nulla!"
"Ovviamente il Founder ha pensato a questa sottile eventualità quando ha ideato questo Gioco. Vedi, quando completi le missioni, in base alle tue prestazioni ricevi un compenso. Per rispondere alla tua domanda, no, i dollari non vengono considerati però, come si suol dire, puoi sempre accedere ai Bytes, ossia la valuta locale. Puoi controllare la tua situazione finanziaria attraverso il telefono, è stato modificato apposta per il Livello 0."
"E'... possibile fare una cosa del genere? Ma è violazione di privacy!"
"Sì, certo, come no... vogliamo andare ora? Non c'è molto tempo prima del Blackout."
Ci incamminiamo, più silenziosi del solito, verso il Portale a Nagle Ave.
"Dobbiamo arrivare al Financial District. Ormai non ti dirò più come arrivarci, immagino che tu ora abbia un po' di esperienza. Ci vediamo li'." 
Jeremy tocca il simbolo del Portale e, proprio come è successo solo qualche decina di minuti prima, sparisce in un lampo di luce.
Faccio lo stesso anche io, e mi ritrovo di nuovo nella stessa stanza circolare. Ci sono sempre 19 porte e, proprio come prima, appena faccio qualche passo subito dietro di me compare la mappa di Manhattan. Controllo il numero del Portale del Financial District... è il 19. Mi dirigo verso la porta targata 19 e, con un bagliore accecante, mi ritrovo... a Rector Street! Sono davanti alla Borsa più importante del mondo!
 
"Pensavo ti fossi perso per la via..."
"Che simpatico che sei Jeremy. Piuttosto, dov'è che dobbiamo andare?"
"A Wall Street, l'unico grande negozio autorizzato del Livello 0."
"Dobbiamo entrare nella Borsa di New York?"
"Se hai qualche soldo da investire, perché no... però non è quello che ci interessa. Seguimi."
Svelti ci muoviamo per entrare nel grande palazzo della Borsa.
"Per dove stai passando?"
"...per l'entrata? Per dove dovrei entrare altrimenti!"
"Che seccatura che tu sia nuovo di queste parti... quella non è la vera entrata del negozio in cui ci stiamo dirigendo. Devi passare per di qua."
"Per una grata? Che bello che è questo Livello 0, escono dei mostri da dei varchi spazio-dimensionali e gli unici negozi disponibili si trovano nelle fogne!"
"Bella interpretazione, ma come ti ho detto, abbiamo delle compere da fare e poco tempo da spendere. Vuoi muoverti?"
Giuro che ogni secondo che passa più non riesco a capire tutto questo. E' assurdo!
Faccio come dice Jeremy, e mi avvicino alla grata. Lui la solleva dall'asfalto e la mette da parte.
"Vuoi andare prima tu?" mi fa Jeremy.
"Ed io dovrei buttarmi in questo fosso puzzolente?!" ma chi si crede di essere?!
"Dai, non fare lo schizzinoso. Un bel salto e siamo arrivati."
"Allora vacci prima tu se sei così tranquillo."
"Va bene, ma non dirmi che non ti avevo avvisato eh."
 In un secondo, Jeremy sparisce nel tombino. Ma... non sento nessun tonfo? Quanto è profondo?
"Vuoi muoverti o no?!" una mano sbuca dal buio, afferrandomi per la maglietta e trascinandomi giù.
 
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!"
"Ehi, smettila di fare tutto questo baccano! Siamo in un luogo pubblico qui!" grida una voce profonda, che non conosco.
Apro gli occhi... mi trovo in un piccolo negozio. Non vedo finestre, né porte, eppure mi trovo qui. Scommetto che se chiedessi a Jeremy come ho fatto a finirci, lui mi direbbe "Il luogo dove ci troviamo è diverso da quello normale", sempre la stessa cosa.
Mi guardo attorno, il locale è piccolo ma basta per contenere una decina di persone. Sui muri sono affisse numerose mensole, tutte piene di vari oggetti. Da una parte ci sono dei libri, da un'altra ci sono delle spade, da un'altra ancora vestiti, ed anche vari oggetti strani che non ho mai visto in vita mia.
"Dove mi trovo?" chiedo istintivamente.
"Jeremy, ma chi mi hai portato! Al Primo Giorno poi! Questo è già tanto se riesce a reggersi in piedi da solo!" fa l'uomo dall'altra parte del bancone. Lo guardo: indossa una semplice maglia color panna, e dei jeans probabilmente. La maglia mette in risalto la sua grande muscolatura. E' calvo, ed i suoi occhi neri sono messi in risalto dalla sua pelle scura.
"Per risponderti pivello, qua ci troviamo nel miglior negozio del Livello 0 che tu possa trovare, sia ufficialmente che ufficiosamente! Nessuno che esce da Nepero's può ritenersi insoddisfatto, non troverà mai nulla di neanche paragonabile a quello che c'è qui dentro! Ed ora, passiamo alle cose serie... se siete qui è perché volete acquistare qualcosa. Prendetevi tutto il tempo che volete: tutti gli articoli sono in vendita, ma questo non vuol dire che siano proprio accessibili... soprattutto per te, pivello. Sei qui al Primo Giorno, non mi sstupirei se te ne andassi a mani vuote..."
Che allegria quest'uomo! Inizio a guardarmi intorno: le mensole più vicine sono quelle dei vestiti. Li guardo, sembrano gli stessi vestiti che si trovano nei negozi, non molto diversi. Portano soltanto stampato il marchio Nepero's.
Mi avvicino alle mensole con i libri. La maggior parte ha titoli in lingue che non conosco, gli altri invece sono dei volumoni che hanno tutta l'aria di includere la verità del mondo. Che palle.
Passo avanti, e raggiungo le mensole con gli oggetti strani. Hanno tutti una forma più complessa dell'altra: ci sono piramidi, cubi, occhi, ricci, animali in salamoia... non riesco a capire cosa ci possa essere di interessante in queste cose.
Alla fine, mi avvicino al reparto che mi attirava già da tempo: quello delle spade. Ce ne sono di tantissime forme diverse, dentate, sciabole, katane, ed anche spade dalla forma mai vista prima, a 'mo di falce, a 'mo di catena. Ce ne è una, però, che sembra proprio chiamarmi: è lunga, sembra quasi una lancia. L'elsa è bella solida e robusta, ed anche quella è lunga e molto maneggevole. Il corpo della spada è composta da 4 lame che formano tra di loro 4 angoli retti. Vanno via via ingrossandosi verso la fine, dove si curvano formando una specie di 4 grossi ami da pesca taglienti. All'esterno, numerosi spuntoni rendono la spada molto pericolosa.
"Tutto sommato, hai buon occhio, pivello... quella è l'Ancora della Salvezza, benedetta dalla Chiesa nell'Anno Domini 1320. Sarebbe dovuta essere la punta di diamante delle Crociate, ma qualche buontempone ha pensato bene di farle fare un bel giro turistico... ed eccola qua. E' tua per la modesta somma di un milione di Bytes."
"U-un milione di Bytes?" deve essere una fortuna! Fammi controllare quanti ne ho...
Prendo il telefono, ed appena lo schermo di accende mi arriva un nuovo messaggio: ho in totale 45.000 Bytes. Cavolo...
"Prendi pure da qui."
"Sicuro di non esporti troppo, Jeremy? Non è molto convenzionale quello che stai facendo. Ti piace proprio fare infuriare lo Staff eh?"
"Diciamo... che è la mia piccola rivincita:"
"Io non mi metto in mezzo a queste faccende, lo sai. Il denaro prima di tutto: non mi interessa se sei un santarellino oppure un terrorista. Se hai abbastanza grana, puoi comprare quello che vuoi da me! Aspetta che ti scali i soldi dal tuo conto, e potrai andartene con il tuo bel regalino."
Jeremy mi ha comprato l'Ancora? Prima mi salva 2 volte, poi mi compra questa spada che costa un milione di Bytes! Che cosa ho di tanto speciale?!
"Ecco a te, Jeremy. E divertiti con questo gioiellino!" fa l'uomo nerboruto.
"Certo, sarà la prima Crociata del Livello 0!" Jeremy e l'uomo ridono di gusto. Che ci sarà di divertente?
"Vieni, possiamo andare." mi fa Jeremy. Con una mano prende la spada, con l'altra mi prende il braccio, e tutto ad un tratto ci ritroviamo di nuovo davanti Wall Street, ed è sera.
"Mi spieghi che c'entro io?" sbotto.
"In che senso?"
"Prima mi trovi CASUALMENTE al Madison Square Park, poi mi salvi due volte dai Lal'shi, poi questo. Mi spieghi il motivo di tutto questo?"
"Non dirmi che questa spada non ti piace, non posso cambiarla!"
"Vorresti farmi credere che tu hai fatto tutto questo soltanto perché ti sta a cuore la mia situazione? Oh, che carino che sei! Dimmi qual'è la verità! Dimmi cosa si nasconde dietro tutto questo! E dimmi soprattutto perché mi stai usando per i tuoi comodi!"
"Capisco che la situazione non ti è del tutto chiara... ma questo è il Primo Giorno. Se vuoi realmente capire che cosa sta succedendo, devi andare avanti. E' l'unico modo. Comunque, ti conviene riposare, perché domani sarà una gran bella giornata. Ci si vede." detto questo, Jeremy fa retrofront e sparisce tra la folla.
"Fermati! JEREMY, FERMATI! DOVE PENSI DI ANDARE?!" ho un nervoso bestiale. Mi guardo la mano: stringo la spada che proprio cinque minuti fa mi ha comprato Jeremy. Se la gettassi ora, potrei mettere a repentaglio la mia sopravvivenza nel Gioco. Ma se non la gettassi, farei soltanto il gioco di Jeremy.
Al diavolo l'orgoglio, me la tengo. Quando tutto questo sarà finito, potrò anche spaccargliela in faccia.
 
Com'è che funziona, ora? Come faccio a dormir...
Crollo a terra, pieno di sonno.
 
⁂⁂⁂
 
"Jeremy, Jeremy, che bel paladino che sei... lo voglio qui da me entro il Terzo Giorno."
"Sì, Founder. Come desidera. Ci penserò personalmente."
"Mi aspetto un lavoro impeccabile, Virus."
"Come sempre."
 
 
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It's a Wonderful World
Day One: Unconscious Flow - Closed
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