Principessa non è facile...

di Kate_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insufficienza - Prologo ***
Capitolo 2: *** Onda agitata ***
Capitolo 3: *** Principessa... anche se non sembra. ***
Capitolo 4: *** Un principe dai colori chiari. ***
Capitolo 5: *** Resurrezione ***
Capitolo 6: *** I quattro generali ***
Capitolo 7: *** Attacco all'Amore ***
Capitolo 8: *** Sparizione ***
Capitolo 9: *** L'incertezza di un cuore ***
Capitolo 10: *** Dondolando al chiaro di luna ***
Capitolo 11: *** Le cose che non ti ho detto ***
Capitolo 12: *** Suonando e cantando da solo: Principe Diamond. ***
Capitolo 13: *** Responsabilità sulle mie spalle. ***
Capitolo 14: *** Un inganno chiamato amicizia ***
Capitolo 15: *** Nello specchio dei miei sogni ***
Capitolo 16: *** Gli occhi con cui guardarti ***
Capitolo 17: *** Tempo, Saggezza ed Intelligenza ***
Capitolo 18: *** Marte - Nettuno ***
Capitolo 19: *** La potenza del cielo ***
Capitolo 20: *** Lei ***
Capitolo 21: *** Angeli custodi ***
Capitolo 22: *** Rivelazioni ***
Capitolo 23: *** Fratelli ***
Capitolo 24: *** I due cristalli ***
Capitolo 25: *** Nella terra dei nostri sogni ***



Capitolo 1
*** Insufficienza - Prologo ***


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Principessa non è facile...

 

 

Capitolo 1 – Insufficienza - Prologo

 

 

Usagi e Minako lasciarono la scuola con l'espressione della morte dipinta in viso, con le lacrime da sfogo e la schiena china in avanti, come se stessero portando le pietre nell'antico Egitto.

Portavano le borse davanti, quasi a sfiorare l'asfalto del marciapiede, in direzione del tempio di Rei.

« Ci sotterreranno » borbottò Minako ancora sull'orlo della disperazione.

« Ci sarà anche Mamoru al tempio. Però la Regina nel futuro poteva anche avvertirmi che sarebbe accaduto... » Usagi piagnucolava al seguito di Minako, fermandosi davanti le scale che portavano al tempio.

« E dobbiamo anche subirci la ramanzina di Luna e Artemis... »

« Al momento affronterei volentieri Galaxia... »

« Perchè solo noi due? Seiya e Yaten anche rischiavano e invece, solo noi »

« Facciamoci coraggio. In caso, io ho il cristallo d'argento e tu il tuo potere di Venus... se attaccano, possiamo provare almeno a distrarli per svignarcela »

Ancora disperate, le due iniziarono a salire le scale arrivando presto al tempio dove, sedute sugli scalini c'erano Ami, Rei e Makoto, intente a chiacchierare allegre.

« Direi che potremo dire subito che non è facile... » borbottò ancora Marta mentre s'avvicinava, insieme ad Usagi, alle ragazze.

« Finalmente! Le solite ritardatarie! » esordì Rei con i suoi soliti modi burberi.

« Mh si scusate... siamo state trattenute » parlò Usagi, sospirando e lasciando la cartella su un gradino.

« Ma sbaglio o v'hanno chiamato in presidenza? » Makoto osservava le due ragazze, indagando sulle amiche, sospetta.

Usagi e Minako quasi saltarono sul posto, restando per un attimo zitte.

« Usagi, Minako, che vi hanno detto in presidenza? » Ami si tolse gli occhiali che usava per leggere, posando il libro al suo lato destro.

Le due malcapitate sospirarono e con i lacrimoni dissero: « Bocciate! Dobbiamo frequentare i corsi estivi se vogliamo essere passate »

« Che cosa? Ma come avete fatto? Insomma, dovevate solo studiare, non ci sono neanche i nemici... » Rei incredula le osservava e Usagi, con una delle sue facce buffe, molto schietta, esclamò: « T'assicuro che al momento preferire incontrare dei nemici »

« Minako ma con voi non c'erano anche Yaten e Seiya »

« Si Makoto ma loro per un punto sono passati. Si sono solo raccomandati per il prossimo anno... »

« Ma non potevate chiedere non so, un piccolo aiuto? Quanti punti vi mancavano? » Ami indagava insieme alle amiche, nel tentare di scoprire qualcosa in più, quando arrivò Mamoru, che ingnaro della situazione, salutò tranquillo: « Ehi! Già qui? E io che m'aspettavo di vedervi arrivare in super ritardo »

« Ehm Mamoru non è il mom... » Rei non fece in tempo ad avvisarlo che Usagi corse dal ragazzo, buttandosi in lacrime tra le braccia del fidanzato.

« Le superiori sono difficili, la scuola non mi piace. »

« Eh? Ma che è successo? Avanti, un'altra insufficienza? »

Usagi scosse la testa, bagnando la camicia di Mamoru.

« Una punizione? »

Nuovamente scosse la testa mentre Minako si sedeva disperandosi ancora, tra la bocciatura e il caldo che la rendeva ancora più debole.

« Usa... non...? »

« La regina nel futuro poteva avvertirmi... »

« Bocciata? Dovrai rifare l'anno? »

Mamoru era quasi sconvolto mentre passava la mano sulla testa della ragazza per calmarla.

« No... dovrò fare i corsi estivi! »

« Allora vorrà dire che studierai anche al mare! »

« Ma il mare... sei crudele »

« Devi studiare la prossima volta... va bene? »

Usagi annuì, raggiungendo con Mamoru le altre ragazze, andando a consolare Minako che ancora chiedeva giustizia per quei corsi estivi.

 

In un vecchio palazzo, esteriormente deteriorato con i lavori in corso, un ragazzo manteneva le mani su di un libro, agitandole con lentezza, pronunciando delle formule.

Una voce parlò nella sua testa: « Quanto ti manca? Ricorda bene quello che ti ho detto. Ho bisogno di menti brillanti, persone che possano offrirmi la loro forza vitale. Dobbiamo impadronirci di questo pianeta, ora che nessuno se lo aspetta. Non mi deludere, Tanos »

« Non vi deluderò, Mia Strega »

Il ragazzo aveva dei capelli biondi lunghi che teneva legati con un nastro di velluto nero, in una cosa bassa; gli occhi erano come il colore del ghiaccio, la pelle piuttosto scura. Non sembrava umano, con le orecchie più appuntite, i canini un po' sporgenti e un mantello nero che copriva l'abbigliamento, lasciando vedere un pentacolo al collo come catalizzatore dei suoi poteri.

Ancora muoveva le mani sul libro, un innocente libro di fiabe dal quale in un momento si sprigionò una luce nera, in una colonna verso l'alto, lasciando che una piccola miniatura prendesse forma.

« Ciao Cinderella. Sai perchè sei stata chiamata? »

« Mio padrone Tanos. Menti brillanti e forza vitale » parlò quella piccola miniatura che sembrava quasi un ologramma.

« Bene. Vai e trova la tua vittima. Ricordati di condurla qui, una volta preso quel che devi prendere. »

« Si padrone »

La colonna di luce svanì nel libro e Tanos si rilassò sulla sua sedia, quasi un piccolo trono sulla quale rideva.

 

Seiya, Yaten e Taiki se ne stavano a chiacchierare in allegria, brindando con un analcolico al passaggio dei primi due al secondo anno.

« Seiya, spiegami una cosa: come hai fatto a ridurti a passare l'esame per un punto? »

« Hai presente Galaxia...? »

« Un anno fa... » puntualizzò Taiki inarcando un sopracciglio.

« Bè mi sono preso un anno sabbatico »

Yaten scoppiò a ridere, mettendo le mani dietro la nuca e assumendo un'aria un po' scomposta.

« Bè l'importante è essere passati. Noi ci accontentiamo del minimo, non come te Taiki che fai a gara con la Mizuno. Sbaglio o ne sei uscito sconfitto anche questa volta? »

« Yaten taci! E comunque, l'altro giorno, mentre voi fingevate di studiare, la principessa è tornata a farci visita. Dice che ha visto una macchia sulla terra, una strana macchia, insomma si fida poco e mi ha detto di dirvi che, dovremo tenere d'occhio la situazione e in caso di pericolo avvertire il principe e la principessa »

« Uh uh... Seiya combatterà di nuovo al fianco di Usagi »

« Yaten senti un po', ma oggi sei allegro? Cos'è, Minako ti ha rivolto di nuovo la parola? »

Seiya, con una frecciatina, si rivolse a Yaten che arrossì, alzandosi in piedi.

« Sbaglio o Minako non rivolge più la parola a Yaten da... sei mesi circa? »

« Esatto Taiki... da quando il nostro Yaten s'è fatto beccare in giro con un'altra... »

« Di fatto non faceva nulla di male ma... »

« Quello che più ha fatto infuriare Minako è stato il negare di Yaten, trovandolo poi su tutte le riviste e così... »

« La bella Sailor Venus ha dato due di picche a Yaten »

« Scusate voi due... avete finito? Io vado a suonare un po' »

Seiya e Taiki scoppiarono a ridere, intonando una canzone improvvisata, prendendo in giro l'amico: « Principessa del mio cuore, venere del mio amore... non mi lasciaaaare »

Yaten brontolava mentre i due cantavano, sospirando alla fine imprecando contro chissà chi.

 

« Il mare è di nuovo in tempesta »

« Michiru ne sei certa? »

Haruka parlava con Michiru, sul cofano di una macchina, parcheggiate fuori di un negozio.

« Anche Sidya se n'è accorta ed Hotaru non è da meno. Immagino che la principessa non si sia accorta di nulla, ma forse dovremo andare a parlare con le altre »

« Aspettiamo. Ancora non sappiamo contro cosa metterle in guardia » Hotaru era uscita dal negozio e si rivolse alle due.

Sidya si limitò ad annuire.

Tutte e quattro salirono in macchina, percorrendo la strada a tutta velocità.

 

Cinderella intanto scorreva nell'aria, come una piccola scintilla di luce, alla ricerca di qualcosa.

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Capitolo 2
*** Onda agitata ***


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Capitolo 2 – Onda agitata.

 

 

Ami aveva lasciato da poco il suo corso serale, decisa a raggiungere l'appartamento che divideva con la madre. Stirò le braccia verso l'alto, rilassandosi, sorridendo alla vista di una lucciola fuori dalla scuola.

Incuriosita iniziò a seguire quella lucciola che si muoveva in direzione della periferia della città.

« Una lucciola a Tokyo... è strano »

Esclamò Ami mentre continua a seguirla, seguita a sua volta da un'ombra che non la perdeva di vista.

La lucciola continuava a muoversi verso l'esterno della città, fermandosi vicino ad un prato.

La curiosità di Ami aumentava. Afferrò il suo computer piccolino, iniziando ad analizzare quella luce che tanto sembrava un animaletto, finchè la luce non s'ingrandì, rivelando la figura di Cinderella.

« Chi sei? »

Esclamò Ami indietreggiando un attimo, afferrando la sua penna così da potersi trasformare.

« Il padrone ha detto che devo prendere una mente. Una mente da assoggettare. Dammi la tua mente, la suprema Strega ne ha bisogno »

Cinderella, con l'abito da ballo e le scarpette di cristallo, iniziò ad agitare una bacchetta che aveva tra le mani.

« Me l'ha data la fata Turchina. Gliel'ho rubata. »

Ami stava alzando la penna per potersi trasformare quando, dalla bacchetta uscì un potente fascio di luce che fece cadere a terra la penna.

Il mostro, sotto le sembianze di una principessa e il volto deformato dalla malignità con gli occhi gialli, iniziò ad agitare la bacchetta, rivelando una formula incomprensibile, per poi aggiungere:

« Forza vitale voglio ardentemente, rubale quella e anche la mente! »

Dalla bacchetta uscì un fascio di luce azzurra che colpì in pieno Ami che cadde a terra, priva di sensi e quasi senza vita.

Dalla testa della ragazza uscì una palla bianca, quasi l'anima della sua mente, pregna di lucentezza e intelligenza, brillante come sempre era stata.

La palla era avvolta da un bagliore che non accennava a diminuire, tuttavia restia ad allontanarsi troppo dalla testa della ragazza.

Il mostro con forza tirava a se quella palla, con la sua bacchetta, finchè una voce non la interruppe.

Sailor Star Maker aveva fatto il suo ingresso, con quelle fattezze da donna che non lasciavano intuire, a chiunque l'avesse visto, che normalmente era un uomo.

In un attimo lanciò la sua potenza stellare contro il mostro che, perdendo il controllo con la mente di Ami, dovette lasciarla andare, permettendo alla palla di rientrare nella testa della ragazza che riprese piano conoscenza.

Sailor Star Maker continuava a lanciare attacchi contro Cinderella che tuttavia, come se usasse la magia, riusciva a controbattere.

Ami si alzò in piedi e stava per chiamare il suo potere di Mercurio quando il mostro, ridendo esclamò: « È tempo di andare. Tornerò perchè ho bisogno di tante menti. A presto » detto ciò la figura del mostro principessa sparì in un fascio di luce.

Taiki riprese le sue normali sembianze e guardò Ami, cinico come sempre.

« Dovresti stare attenta e non seguire la prima lucciola che vedi a Tokyo »

« Mi pedinavi? »

« Ovvio che no, ero incuriosito dalla lucciola. C'è un nuovo pericolo sulla terra »

« Già lo sapevi e non c'hai avvertito? » Ami, leggermente furiosa, osservava il ragazzo, stringendo nelle mani la sua penna.

« Ho avuto un avvertimento. Sulla terra c'è una macchina nera. »

« Potevi avvertirci subito! Sai bene che noi guerriere Sailor dobbiamo proteggere Usagi ovvero la Principessa e futura regina Serenity »

« Ovvio che lo so. T'assicuro che Seiya è più che felice di tornare a combattere »

« Si, appena lo saprà Mamoru sprizzerà gioia da tutti i pori! » sarcastica Ami si riferiva a Taiki, per poi aggiungere « Comunque grazie per avermi salvato. Adesso me ne vado »

« Bè magari dovresti passare meno tempo sui libri e più tempo a capire che ci sono altre cose »

« Taiki, sbaglio o ti da fastidio il fatto che sia di nuovo arrivata prima all'esame, lasciandoti il secondo posto? A me studiare piace, non lo faccio per combattere con te, a differenza tua »

« La solita. Comunque, potresti dire a Minako che Yaten la pensa tanto? » sarcastico ancora si rivolgeva a Ami che, da parte sua, iniziò ad incamminarsi, lasciando Taiki lì da solo a sbuffare, tornando anche lui verso casa sua.

 

Tornata a casa Ami chiamò subito Usagi e le altre, dando appuntamento per il giorno dopo al tempio di Rei.

La mattina mancavano solo Usagi e Minako all'appello, costrette dai corsi di recupero a frequentare le lezioni.

« Aveva le sembianze di Cinderella? Ma è assurdo! » Makoto era più che incredula mentre Ami parlava e Rei contemplava il fuoco.

In breve arrivò il verdetto: nuovi nemici, fruitori magici, avevano invaso la terra.

Era impossibile scoprire dove si nascondevano ma innegabilmente la terra era di nuovo in pericolo.

Al tempio furono raggiunte, poco dopo da Haruka, Michiru, Setsuna e Hotaru.

Le quattro portarono notizie riguardanti il nemico avvertito già da giorni.

« Il mare è in tempesta. Questa volta è un maremoto. » Michiru come al solito parlava per metafore, seguita da Haruka.

« I venti sono agitati »

« S'è risvegliato un nemico più forte. Qualcosa che sarà difficile da combattere. » Hotaru, ancora nelle sembianze di ragazzina, parlava forse fin troppo da adulta.

« Il tempo è stato leggermente distorto. È pericoloso. Anche Cristal Tokyo rischia grosso. La regina mi ha detto che nuovamente le guerriere si stanno preparando ma il nemico è di questo tempo. Loro sono pronte solo per la difesa » Setsuna concluse il discorso, permettendo così a tutte di meditare su quanto accadeva.

 

Usagi e Minako avevano la testa che penzolava da un lato, assonnate mentre il professore faceva lezione d'inglese.

Mille pensieri nella loro mente e neanche uno che si ricollegasse allo studio o qualcosa che vagamente gli somigliava.

Usagi disegnava cerchi sul foglio, Minako disegnava invece una miniatura di Yaten strozzato dalla coda di una mucca, che implorava pietà.

Il professore osservava le due ragazze che neanche s'accorsero di quello sguardo finchè la voce urlante del professore non interruppe i loro pensieri.

« Aino, Tsukino! Fate attenzione! » urlò lasciandole saltare sul posto, per poi aggiungere « Per punizione resterete anche un'ora dopo la fine delle lezione »

« No! » esclamarono disperate le due che quasi si spalmarono, sconsolate sul banco.

 

Mamoru era fuori la scuola di Usagi, ad attenderla in moto.

Dopo circa mezz'ora che attendeva decise di spegnere la moto, sbuffando per il ritardo della ragazza.

Anche Seiya e Yaten si muovevano verso la scuola, fermandosi alla vista di Mamoru.

« Ancora devono uscire? » domando perplesso Seiya che, con la sua voce, fece storcere la bocca a Mamoru.

« Come mai da queste parti? Usa mi ha detto che voi siete passati »

« Si ma qui Yaten ha fatto tardi e voleva vedere se beccava Minako. Direi che ha fatto in tempo. »

Mamoru rise per un attimo, parlottando ancora con i due finchè non vennero distratti da un urlo proveniente dalla scuola.

La scena era al limite della comicità.

Minako e Usagi che scappavano con la cartella in spalle e il professore sulla porta che inveiva contro di loro: « Aino! Tsukino! Guai a voi se la prossima volta v'addormentate durante l'ora di punizione! E studiate! »

Il professore rientrò e le due ragazze rallentarono, sbuffando.

« Quello non è mai stato giovane, non lo sa quanto sia difficile studiare d'estate » Usagi scuoteva la testa sconsolata.

« Andiamo a mangiare qualcosa? Magari studiamo più tardi! Un po' di cibo serve per tirarsi su di morale » puntualizzò Minako riprendendosi e mostrando la sua solita euforia che, in breve svanì, alla vista di Yaten, Seiya e infine Mamoru.

« E voi come mai qui? » esclamò Usagi avvicinandosi a Mamoru in moto.

« L'idea era venire a prenderti a scuola facendoti una sorpresa, ma devo ricordarmi che di solito ti piace restare a scuola ancora di più » una risatina fece il ragazzo, mostrandosi piuttosto divertito.

Usagi salì in moto mettendo il casco e scuotendo il capo, dicendo poi a Minako: « Scusa ma vado con lui, così magari mi fa studiare, se ci riesce. Ci sentiamo stasera che ti faccio sapere se ho scritto tutto così domani copi! » mostrò la punta della lingua, divertita, per poi dire ai due ragazzi: « Ciao ciao! »

Mamoru e Usagi sfrecciarono via in moto mentre Minako rimase lì a guardare Yaten e Seiya per poi fare spallucce e dire: « Ciao »

Non disse altro che se ne andò, lasciando lì i due malcapitati che sbuffarono, finchè Seiya disse: « Non hai fatto neanche in tempo ad essere scaricato »

« Predichi predichi e razzoli male »

I due ragazzi s'allontanarono dalla scuola, tuttavia sempre attenti a quanto poteva accadere a tutti loro.

 

Nella base del nemico, intanto, Cinderella era tornata da Tanos.

« Cinderella, hai individuato una mente brillante? »

« Si padrone »

« Bene. Portamela quanto prima. Sai bene che non voglio fallimenti »

« Non preoccupatevi padrone, avrete la mente di quella ragazza »

La finta principessa s'inchinò al padrone, svanendo poi in un raggio di luce.

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Capitolo 3
*** Principessa... anche se non sembra. ***


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Capitolo 3 – Principessa... anche se non sembra.

 

 

Usagi stava a casa di Mamoru quel pomeriggio, impazzendo a causa della matematica e dell'inglese.

Non c'era materia che dava tregua alla ragazza che, da parte sua, non ne voleva sapere della scuola.

Sospirava più volte, sotto lo sguardo vigile di Mamoru che a tratti, a stento tratteneva le risate per le facce buffe che a volte, faceva la ragazza.

« Mamo – chan io non capisco... perchè una lettera diventa un numero? »

« Usa, dovresti studiare la teoria per capire... »

« A me non piace studiare. Perchè non andiamo a prendere un gelato? Non usciamo mai! »

Usagi sbuffò nuovamente, mollando la penna al centro del libro, incrociando le braccia e mostrando un broncio.

« Oggi no, altrimenti domani dovrò vedere di nuovo la scena con te e Minako che scappate da scuola. »

« È colpa del professore »

« Dai studia ancora un po', insomma, sei pur sempre con me, non ti va bene? »

Usagi arrossì, non abituata a quelle dimostrazioni d'affetto da parte di Mamoru, annuendo così alle parole del ragazzo.

Mamoru era cambiato nell'ultimo anno, da quando era tornato a Tokyo a seguito della prigionia da Galaxia, e da quando aveva scoperto che in sua assenza, Seiya aveva provato a portarle via la ragazza.

Ogni singolo pensiero che lo riportava a Seiya gli causava un attacco di gelosia, rendendolo cupo per pochi secondi.

Seppure la presenza del rivale gli desse fastidio, gli aveva anche fatto capire quanto fosse profondo il legami con la sua ragazza e quando fosse forte il loro amore, dedicandole così più tempo e donandole più affetto.

Da quando faceva così, Usagi era anche più tranquilla e serena e non si sentiva più sola, nonostante la mancanza di Chibiusa che ormai era tornata nel trentesimo secolo.

Non gli pesava essere così con la sua ragazza, ormai era una cosa spontanea, qualcosa che era dettato dal cuore che lo guidava verso quella figura che, troppe volte, aveva rischiato di perdere.

« Come mai Seiya era lì? »

« Eh? Non so, credo per Yaten. »

Usagi fece spallucce, fregandosene probabilmente di quella conversazione, seppure Mamoru assunse una posa pensierosa, con le mani sulle ginocchia e la schiena un po' china.

« Non capisco perchè non siano tornati sui loro pianeti... »

« Sinceramente non l'ho capito bene neanche io. Insomma, capisco a Yaten che ha interesse per Minako ma Seiya e Taiki? »

Mamoru, perplesso, osservava la ragazza, scuotendo il capo.

« Sei davvero tonta »

« E perchè? »

Usagi osservava ora il ragazzo, incredula, arricciando le labbra, inquadrando e squadrando Mamoru che, da parte sua, mostra un sorrisetto.

« Ma sai che sono davvero fortunato ad averti al mio fianco, Principessa? »

Usagi arrossì, prima di sentirsi afferrare il braccio con delicatezza. Fu attirata verso il ragazzo che dolcemente la baciò, sorridendo.

« Non te lo dico mai ma, quando ho scoperto che Chibiusa sarebbe stata nostra figlia, sono stato davvero felice, insomma, vuol dire che un giorno avremo davvero una famiglia, è stato un contatto certo, qualcosa che mi ha fatto vedere che davvero saremo insieme per sempre e non ti stuferai di me. Usagi...? »

La ragazza guardava l'amato con gli occhi lucidi, non abituata a quelle attenzioni, a quelle parole, restando vicino a lui, mantenendo il contatto con il ragazzo.

« Mh? »

« Voglio sposarti. Voglio farlo al più presto ma non posso portare via una studentessa ad una famiglia, quindi diplomati in fretta che quanto prima ti voglio legata a me in ogni modo, mia principessa. »

Annuì lei. Non uscivano parole dalle sue labbra, lasciando che le lacrime stavolta le rigassero il volto.

Passarono diversi secondi prima che riuscì a parlare, stringendo tra le mani i polsi del ragazzo.

« Scusa se non sono una studentessa modello, e mi dispiace perchè Chibiusa tante volte diceva che avrebbe preferito altre donne a me, come madre, come quella tua compagna d'università, Sarah. Insomma, lo so, non sono perfetta ma ti amo e voglio essere solo tua e un giorno essere una madre eccezionale per Chibiusa, perchè le voglio bene già. »

Non ci furono altre parole per i due. Mamoru abbracciò la ragazza, prima di dedicarsi a dolci effusioni, mettendo da parte i libri e lo studio, donando attenzioni solo alla donna che amava.

 

Minako aveva raggiunto le ragazze al tempio, sotto lo sguardo stupito delle tre amiche che non credevano ai loro occhi.

« Minako sei in ritardo. Per di più, se fai sempre tardi, quand'è che studierai? » Ami da perfetta studentessa, calcava la mano sullo studio.

« Scusate. Io e Usagi siamo state trattenute, poi, lei è andata via con Mamoru che è passato a prenderla »

« Eh? Ma... si starà godendo il pomeriggio con il suo innamorato e noi qui a rischiare la vita » Rei come al solito, un po' acida, non poteva fare a me di criticare la ragazza assente.

« Dai Rei, ha fatto bene ad andare. All'uscita c'erano anche Yaten e Seiya e se non ci fosse stato Mamoru, Seiya avrebbe incalzato Usagi, continuando con la sua teoria del “Il tuo ragazzo non ti vuole bene” » Minako rispose un po' seccata, mettendosi seduta sullo scalino del tempio.

« Cosa? Yaten? Novità? » disse Makoto, in cerca di notizie.

« No, nessuna novità. Se sparisse dalla faccia della terra, sarebbe meglio. Comunque, perchè Rei ha detto che ha rischiato la vita? »

« Non proprio Rei, bensì Ami » rispose subito Makoto.

« Cosa? Spiegatemi »

« Un nuovo mostro. Voleva la mia mente. Non ho capito bene il motivo ma insomma, c'è una nuova minaccia e diciamoci la verità, quando c'è una nuova minaccia, Usagi è sempre in pericolo. Finchè la sua identità di Principessa è nascosta va bene ma... »

« Sinceramente credo che Usagi non avrà problemi con questo nemico. Insomma, vogliono le menti intelligenti ed Usagi non lo è » terminò Rei il discorso, alzandosi in piedi.

« Non essere cattiva. Lei ci ha salvate tante volte » Minako, un po' irrigidita, si rivolse all'amica.

« Lo so, non credere che me ne sia dimenticata, e per questo ho detto quello poco fa. Sinceramente, se lei stavolta non è in pericolo, è per noi un bene. Combatteremo, ma saremo da una parte, più tranquille »

« Da una parte hai ragione... quindi ora dobbiamo sconfiggere questo nuovo nemico. Chissà quando si rifarà vedere. Ci troverà pronte! » Makoto, energica, rispose alle amiche, quasi infondendo coraggio.

Il coraggio tuttavia, non servì a molto. Un fascio di luce inondò il tempio e in breve la figura di Cinderella si mostrò agli occhi delle ragazze.

Un solo attimo e tutte e quattro si trasformarono, prendendo le vesti di guerriere, inondate dai loro poteri.

« Chi sei? » esclamò Sailor Mars facendosi avanti.

« Non m'interessi tu » scialbo, il mostro ignorò Sailor Mars, indicando Mercury « M'interessi tu »

« Non mi avrai mai! Mercury! Acqua Rhapsody! »

Mercury lanciò il suo attacco che colpì Cinderella senza scalfirla.

Anche le altre guerriere attaccarono il mostro che tuttavia non sembrava avere alcun danno.

Le Sailor non sapevano più come attaccare, e in parte anche a causa della mancanza di Sailor Moon.

Cinderella riprese la sua bacchetta, recitò le parole e attaccò Sailor Mercury che urlò prima di perdere conoscenza.

Nuovamente la palla bianca, dai contorni sfocati, uscì dalla testa della ragazza caduta a terra, distesa , priva di sensi e quasi di vita.

Cinderella rideva mentre attirava a se la palla.

Venus si allontanò di poco e chiamò Usagi tramite l'orologio.

« Usa corri al tempio! Siamo state attaccate! »

Usagi rispose in tempo alla chiamata di Venus e con Mamoru iniziarono a correre, in moto, verso il tempio.

Le Sailor intanto ripresero ad attaccare il mostro che ancora non veniva scalfito.

Ormai la mente era quasi in mano della finta principessa quando, un raggio fatto d'acqua ed elettricità azzurra, colpì il mostro che, colto di sorpresa, mollò la presa sulla mente di Mercury che riprese conoscenza.

« Chi è stato? »

Il mostro, furente, si guardava intorno, finchè una figura vestita di bianco non terminò le scale, mostrandosi, davanti agli occhi increduli delle Sailor.

« Eppure mi avevano dette che le favole erano per bambini, non per mostri »

Il ragazzo parlò, mostrandosi ancora più chiaramente, incrociando le braccia.

« Diamond! » esclamarono le Sailor in coro, stupite e allo stesso tempo un po' terrorizzate.

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Capitolo 4
*** Un principe dai colori chiari. ***


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Capitolo 4 – Un principe dai colori chiari.

 

 

La figura di Diamond sorrideva, alla vista delle guerriere e del mostro che si preparava ad attaccare.

Diamond nuovamente agitò la mano verso l'avversario, privandolo della bacchetta.

« Come fai ad essere vivo? » Mars avanzò, parlando per prima.

« Ci sono tanti misteri, guerriera. »

Le Sailor guardavano ancora incredule il Principe Diamond, con quella luna nera rovesciata sulla fronte, quando arrivò anche Sailor Moon, già trasformata con quelle ali bianche, nella versione Eternity e Milord al suo fianco.

« Ragazze! » Sailor moon terminò le scale, quasi raggiungendo le ragazze quando la voce di Diamond la fermò.

« Regina, ci rivediamo »

Sailor Moon si fermò di colpo, Milord incredulo guardava il principe, muovendosi a difesa della ragazza.

« Cosa? Ci sei tu dietro tutto questo? » Milord interrogò Diamond che negò con un cenno del capo.

Non c'era tempo per pensare e parlare, così Sailor Moon agitò lo scettro e lanciò il suo attacco eliminando del tutto Cinderella che, in un vortice di luce, sparì dissolta.

L'attenzione ora non era sul mostro scomparso, non c'era tempo per gli interrogativi riguardanti il nuovo nemico poiché, Diamond era davanti a loro.

Milord proteggeva Sailor Moon, mettendosi davanti a lei, con le Sailor al fianco come a fare da muro.

« Cosa vuoi? Non toccherai la principessa » Minako avanzò di un solo passo parlando.

« Di certo non mi metterò a rapirla o altro, state tranquille. Sono sulla terra da un anno buono e non avete mai avuto mie notizie. »

« E allora cosa sei venuto a fare? » domandò Makoto, incrociando le braccia.

« Il fatto che non la voglia rapire non c'entra nulla... »

Le ragazze guardarono incredule il principe vestito di bianco, finchè questo non indicò in direzione di Sailor Moon.

« Conquisterò la Regina! Potremo quindi regnare insieme, dando vita ad una famiglia mistra tra Luna nera e l'antica stirpe di Silver Millenium »

« Ma te lo puoi anche scordare! » Milord, infervorato, avanzò, estraendo il bastone nero da sotto il mantello « Non toccherai la principessa »

« Principe, temi la concorrenza? »

« Ovvio che no. Sono certo dei sentimenti della Principessa, ma non ho intenzione di combattere contro un altro »

« Un altro? Ehi, non accetto altri rivali » Diamond sembrava aver preso davvero a cuore la questione, finchè Sailor Moon non avanzò, facendosi spazio tra le amiche.

« Io dico che qui state dimenticando di consultare la diretta interessata » con la sua espressione coraggiosa si contrappose tra i due rivali, allargando le braccia come ad evidenziare la distanza.

« Voglio che la smettiate »

La situazione era in stallo, finchè dalle scale non giunsero anche Taiki, Yaten e Seiya, ovviamente non trasformati, che osservavano la scena a loro volta increduli.

« Cos'è successo qui? Siete trasformate! C'è stato un attacco? » Yaten guardava Venus, quando Seiya parlò.

« Vi siete svegliati presto » pungente Venus rispose a Seiya per poi dire « Comunque abbiamo già risolto »

Seiya guardò Sailor Moon che si contrapponeva tra Milord e Diamond, a lui sconosciuto e s'avvicinò: « Che succede? »

Milord riprese in breve le sue sembianze da comune umano, idem Sailor Moon, non dovendo nascondere a Diamond il segreto, come fecero anche le altre Sailor.

Mamoru rifilò un'occhiataccia a Seiya, rispondendo: « Nulla che ti riguardi. Vecchie questioni »

Seiya non rispose a Mamoru, bensì si rivolse a Usagi: « Stai bene? »

Usagi annuì, abbassando le braccia e avvicinandosi a Diamond.

« Sono felice che tu sia vivo, non eri cattivo come volevi far pensare ma, sai bene che il mio principe è Mamoru, lo amo e voglio stare con lui »

« Ma quello chi è? » Yaten indicò Diamond che, mostrò loro un sorrisetto.

« Semplice. Sono il principe Diamond, capostipite della Luna nera, nonché rivale del Principe Endimyon per la conquista della futura regina Serenity »

« E io che parlo a fare? » Usagi scosse il capo sconsolata, facendo spallucce.

« Ehi! Il cuore di Usagi non ti appartiene! Sarò io a conquistarla » Seiya s'avvicinò minacciosa a Diamond, finchè Usagi non mise la mano destra sulla spalla di Minako « Ci pensi tu per favore? »

Minako annuì. In breve riprese le sembianze di Venus e lanciando la sua catena, intrappolò Seiya e Diamon insieme, stringendo bene.

« La principessa gradirebbe non essere disturbata. Ha studiato troppo oggi »

Mamoru non potè non ridere, beccandosi una gomitata da Usagi che arrossì.

Seiya e Diamon digrignarono i denti, calmandosi solo dopo essere stati liberati.

« Ragazzino non finisce qui! Principe, la Regina sarà mia » esclamò Diamon svanendo.

« Scordatelo latticino! Usagi sarà mia! Mamoru è guerra aperta » e anche Seiya se ne andò scendendo le scale.

Mamoru non potè non inarcare il sopracciglio destro, scuotendo il capo, sussurrando ad Usagi: « Non era il caso di dirgli che abbiamo deciso di sposarci quando ti diplomerai? »

« No, tanto lo sanno come va a finire. Te la ricordi quella prova schiacciante dai capelli rosa? »

« Oh si che me la ricordo, come ricordo la tua gelosia quei mesi »

« Bè, facevo bene. Tra qualche anno avrò una rivale forte »

Risero insieme i due, dimenticandosi per un attimo delle altre.

Yaten e Taiki si avvicinarono alle ragazze e il primo si rivolse a Minako.

« Minako, senti, tu stai bene? »

« Benissimo, puoi anche andartene. »

« E dai, ti ho detto mille volte che mi dispiace... »

« E io ti ho detto mille volte che di te, non ne voglio sapere più nulla. »

« Sei crudele »

« Lo sei stato anche tu. Ragazze vado a studiare. Preferisco i libri al signorino qui presente » dette queste ultime parole a Yaten, la ragazza se ne andò sotto lo sguardo sbalordito delle ragazze che parlottavano tra loro.

Taiki intanto si era avvicinato ad Ami con noncuranza, con la sua solita aria cinica e con la faccia di chi sa tutto.

« Nuovamente in pericolo eh »

« E salve non di certo grazie a voi » rispose con freddezza Ami.

« Sbaglio o ultimamente sei piuttosto fredda nei miei confronti? »

« Non sono io a gareggiare sempre con te. Se hai messo tutto sul piano di una gara, non è colpa mia »

« E così è questo il problema? »

« Perchè cosa pensavi? »

Taiki scosse il capo, come a negare qualcosa, prima di far cenno a Yaten di andare.

Rimasero al tempio solo le ragazze e Mamoru, piuttosto scosso e agitato.

« Non ti preoccupare. Proteggeremo tutti la principessa » Makoto tentò di fare coraggio a Mamoru.

« Lo so e so anche che Usagi non è stupida ma... mi scocciano tutte queste persone. Comunque, io torno a casa ad interrogare le pietre, vedrò loro cosa mi diranno su questo nuovo nemico »

Usagi e le altre annuirono e Mamoru andò via dopo aver baciato Usagi e salutato le altre.

 

Mamoru, in moto, era appena arrivato sotto casa e aveva parcheggiato, quando notò la figura di Diamond davanti al palazzo.

Sbuffò alla vista del Principe vestito di bianco, scuotendo il capo.

« Chi ti vede ti scambia per un pazzo. Dovresti utilizzare abiti comuni. »

« Bè, provvederò a procurarmeli. Devo parlarti. Mi ospiti? »

« Sinceramente non ho affatto voglia di farti entrare ma, se non lo facessi sono certo che farei uno sgarbo ad Usagi, quindi sali pure. »

Una volta in casa, non ci furono i soliti convenevoli verso gli ospiti, anzi si trovavano a tavolino, da perfetti uomini, a parlare.

« Sai bene che sono tornato per riprendermi la regina »

« Riprenderti? Non è mai stata tua. »

« Lo sarà. Mi ha amato. »

« Sai che non è così. Sai com'è fatta e sai che è buona. Non scambiare il suo buon cuore per un gesto d'amore. »

« Lei mi amerà. Non siete ancora uniti. »

« Tra un anno lo saremo. Dopo il suo diploma ci sposeremo, ormai dobbiamo solo iniziare i preparativi. »

Diamond s'infervorò tanto da sbattere il pugno destro sul tavolino che li divideva.

« Perchè così presto? »

« Ehi! Ti ricordo che è la mia fidanzata. Accetta la sua amicizia, credo sia l'unica cosa che possa darti e in ogni caso ogni decisione spetta a lei. »

Diamond si mosse verso la porta, furante, stringendo i pugni e urlando: « Sarà mia! La conquisterò! »

« Non farle del male oppure questa volta, non ci sarà resurrezione a salvarti. »

Non si dissero altro che Diamond uscì dalla casa di Mamoru, allontanandosi verso chissà quale meta.

Mamoru si distese sul divano in un fascio di nervi, teso e geloso di tutto quello che ruotava intorno alla sua principessa.

Prese le pietre e le fece levitare, lasciando che i quattro generali si mostrassero.

« Principe, è stato bene che tu c'abbia chiamato » parlò Kaspar.

« C'è una nuova minaccia e non sappiamo cosa sia, ne come affrontarla. »

« Questa volta serviranno tutte le vostre forze e forse non basteranno. Il mondo è in grave pericolo. Più dell'ultimo nemico, questo nuovo è forte. Utilizza le arti magiche nere ed è difficile combattere con il cuore qualcosa che proviene dalla mente. » seguì Zackar.

« Cosa mi consigliate di fare? »

« Per aiutarvi, Principe, dovete farci tornare » fu Jack questa volta ad intervenire, seguito da Nevius « Al momento dobbiamo risorgere per potervi realmente aiutare. »

« Come devo fare? »

« Domani fate venire la principessa. Servirà la forza di entrambi » finì Kaspar, prima che tutti e quattro tornarono ad essere semplici pietre.

Mamoru s'addormentò sul divano, sicuramente meno rilassato.

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Capitolo 5
*** Resurrezione ***


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Capitolo 5 – Resurrezione

 

 

Il giorno dopo, Mamoru si alzò con un solo pensiero in testa: andare da Usagi per parlarle.

La conversazione con i quattro generali gli rimbombava in testa, l'idea di averli potuti avere accanto era in qualche modo di conforto, avendo da sempre il problema del sentirsi inutile, dicendo spesso di non avere poteri. Questa volta poteva dare un aiuto importante alla sua amata, avrebbe potuto farle vedere che realmente l'amava, dimostrandoglielo in ogni modo.

Si vestì piuttosto di fretta, indossando una camicia bianca e un paio di jeans, mise il casco e montò in moto con le pietre in tasca.

In breve citofonò a casa di Usagi, dove la madre aprì.

Ormai era il benvenuto in casa, aveva conosciuto i genitori e aveva avuto l'approvazione del padre che, inizialmente perplesso, lo definì poi un bravo ragazzo, in grado di rendere felice la figlia.

Anche Shingo aveva dato la sua approvazione, soprattutto quando Mamoru gli regalò l'ultimo videogioco uscito sul mercato che tanto aspettava.

Il ragazzo salì in camera di Usagi, ancora in pigiama.

« Mamo – chan! Scusa ma mi sono svegliata tardi »

« Tranquilla. Anzi, se hai due minuti devo un attimo parlarti, perchè credo che oggi dovremo vederci con le altre »

« Che succede? »

Mamoru tirò fuori dalla tasca le quattro pietre e chiamò i generali che, come ologrammi, si mostrarono.

« Questi sono i quattro generali, lo sai bene chi sono. Mi hanno messo in guardia sui nemici attuali e... Non basteranno le nostre sole forze. Devono tornare in vita e non posso farlo solo, in più, egoisticamente, ti dico che mi farebbe piacere se tornassero »

« Mamo – chan, io vorrei aiutarti ma, come facciamo a farli tornare in vita? Io non ho questo potere »

« Principessa, voi avete il cristallo d'argento. Avete questo potere. » Kaspar parlò a nome dei quattro.

« Ma cosa vuol dire? »

« Lo avete già fatto ricordate? Con sailor Saturn... » continuò Kaspar.

« È vero Usa, lo hai già fatto »

« Io non credo di riuscirci... dobbiamo sentire le altre. Le chiamo e... prima però Mamo – chan devi uscire dalla camera, devo cambiarmi »

Mamoru arrossì e gli ologrammi subito sparirono scusandosi.

Dopo un po' di tempo, giusto il necessario per una partita con Shingo ai videogiochi, Usagi e Mamoru uscirono da casa, raggiungendo le altre al tempio.

Dopo una lunga spiegazione, Minako intervenì: « Quindi Kaspar, Zackar, Jack e Nevius torneranno. Quando vogliamo farlo? »

« Secondo me, a questo punto non c'è tempo da perdere » seguì Makoto alzandosi in piedi.

« Ragazze trasformiamoci. Forze unendo tutti i nostri poteri potremo aiutare il Principe e la Principessa » esclamò Rei afferrando la sua penna.

« Bene! Sono d'accordo ragazze! » terminò Ami.

Le ragazze si trasformarono, seguite da Mamoru e Usagi.

Non era facile quell'unione e così iniziarono a raccogliere i loro poteri richiamandoli insieme a Sailor Moon e Milord.

I due reali presero le sembianze di Serenity ed Endimyon e lasciando levitare le pietre, si strinsero in cerchio per avvolgerle e confluire i loro poteri.

Ancora non bastava.

Non c'era un vero convoglio di energie e in breve la prova fallì, lasciando le guerriere in ginocchio, esauste.

« Cos'è andato storto? » domandò Serenity al principe.

« Non lo so. Era come se il potere non fosse... ma certo! Ci sono loro ma serve anche il potere del guerriere del sistema solare esterno! Bisogna chiamare anche Haruka, Michiru, Setsuna e Hotaru. »

 

Mentre le guerriere riposavano e Mamoru interpellava le pietre, Usagi chiamò le altre guerriere che in breve la raggiunsero.

Tutti, dopo pranzo, erano pronti per riprovare quell'impresa.

Le guerriere si strinsero in un cerchio tenendosi per mano. All'interno del cerchio Serenity ed Endimyon si stringevano le mani, lasciando levitare le quattro pietre fra di loro. In tutto si formavano tre cerchi.

Le guerriere, nel cerchio più esterno, iniziarono a convogliare i poteri che arrivavano a sorvolare il principe e la principessa.

Serenity iniziò ad usare il cristallo d'argento che, uscendo dal suo petto, iniziò ad inglobare il potere, dirigendolo poi verso le quattro pietre.

Anche Endimyon collaborò, lasciando uscire dal suo petto il cristallo d'oro che potenziò maggiormente il potere del cristallo d'argento, dando inoltre maggiore energia a Serenity per sostenere lo sforzo.

Le guerriere perdevano energia, ogni secondo era sempre più dura resistere, finchè dalle pietre non scaturì una luce abbagliante che fece distrarre le guerriere che interruppero il contatto e che allontanò anche i due reali.

Quando la luce sparì, Zackar, Kaspar, Nevius e Jack erano lì, in carne ed ossa, con la loro divisa da generali.

« Bentornati! » disse Endimyon che si rialzò per primo, porgendo poi la mano a Serenity.

I quattro generali s'inchinarono davanti ai due reali, lasciando poi parlare Kaspar: « Grazie ad entrambi per averci riportato alla vita. Svolgeremo una vita tranquilla su questo pianeta per non gravare su di voi e ovviamente metteremo tutta la nostra vita al vostro servizio, specie in questa grande battaglia che c'aspetta. »

« Kaspar, Nevius, Zackar e Jack, alzatevi e non inchinatevi. Non dovete. Già il vostro aiuto sarà per noi importantissimo. » parlò Serenity che poco dopo, per il troppo sforzo, tornò ad essere semplicemente Usagi, come tutti gli altri presenti.

« Adesso siamo tutti stanchi, dovremo riposare. Dovremo trovare una sistemazione per voi quattro » continuò Usagi.

« Per la sistemazione ci ho pensato io. Non dubitavo delle tue capacità e ieri, sul tardi ho contattato un mio amico che affitta un appartamento. In quattro entrano tranquillamente. I primi mesi pagherò io l'affitto, poi si vedrà » affermò Mamoru verso la ragazza.

Le ragazze intanto si congedarono, tornando alle proprie famiglie, tranne Minako che per un attimo restò lì, quasi paralizzata alla vista di Kaspar.

Mentre gli altri restanti parlavano tra loro, Kaspar si allontanò un po', raggiungendo la ragazza.

« Sono felice di rivederti Venus »

« Porto il nome di Minako da quando sono rinata »

« Ma hai mantenuto la tua bellezza, come la dea che si dice in antichità, rappresenti il tuo pianeta »

« Kaspar, ora le cose sono diverse, lo sai, vero? »

« Immagino dovrò imparare le maniere di questo secolo, giusto? Quand'ero soggiogato da Metaria, sono stato l'unico dei quattro che non s'è mischiato molto con questo nuovo mondo. Ad esempio, quando si terrà il prossimo ballo di palazzo? Vorrei invitarti. »

« Kaspar, non si fanno più questi balli. Insomma, adesso le coppie escono, mangiano un gelato o vanno al cinema, oppure tante altre cose ma niente balli, e poi ricordo bene che un tempo eri così ribelle da ignorare i balli... comunque è inutile rivangare il passato. »

A Minako faceva uno strano effetto rivedere Kaspar, probabilmente al ricordo di quando era sulla Luna e aveva una cotta per quell'uomo. Eppure era tutto proibito. Non poteva legarsi a lui, ne farglielo sapere, perchè la Terra stava per attaccare la Luna e potevano anche diventare nemici.

I presagi poi s'avverarono e si ritrovarono a combattere, l'una contro l'altro, consci che uno dei due avrebbe causato la morte dell'avversario.

« Venus, anzi Minako, sono felice di averti rivisto. » in breve Kaspar si voltò e tornò dagli altri, lasciando una Minako rossa in volto e con il cuore a mille.

 

Tanos intanto, progettava un nuovo piano per rubare una mente forte, intelligente, qualcosa che poteva risvegliare la somma strega.

Nuovamente aveva aperto il solito libro di fiabe e pronunciò: « Tu che usi astuzia in ingegno, fa che per loro sia un avversario degno. Torna alla vita di tenebre condita.»

Dal libro, per magia, apparì quello che un tempo era il gatto con gli stivali, con la faccia deformata dalla malvagità e una bacchetta tra le mani.

« Devi trovare una mente che sia forte, pura e intelligente. Che sia una mente in grado di risvegliare la Somma Strega »

« Si Sommo Tanos. Troverò la mente e ve la porterò. Brillerà d'oscurità. »

In un fascio di luce, il gatto sparì e come Cinderella, quasi fosse una lucciola, iniziò a vagare per la città di Tokyo, alla ricerca di quella mente, forse non troppo difficile da trovare.

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Capitolo 6
*** I quattro generali ***


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Capitolo 6 – I quattro generali.

 

 

Andare a scuola d'estate, non era davvero l'idea che avevano Minako e Usagi, tuttavia erano obbligate e tra una lezione d'inglese e una di matematica, c'era sempre il tempo per parlare di quanto accadeva.

Era difficile capire chi era il nuovo nemico, cosa voleva e perchè ci voleva anche l'intervento dei quattro generali.

Era difficile capire perchè Diamond fosse tornato e i Three Lights ancora non rinunciavano a loro.

La confusione totale le spingeva a pensare a tutto tranne che allo studio.

« Aino! Tsukino! Ancora con la testa tra le nuvole! Basta! Oggi resterete tutto il pomeriggio! »

Il professore, arrabbiato, aveva sentenziato la loro condanna per quel giorno attorniato dalle risate dei pochi compagni rimasti in classe.

Le due ragazze, ormai rassegnate, annuirono e così, mentre nel pomeriggio pulivano l'aula, si ritrovarono a parlare.

« Mamoru mi starà aspettando. Poverino »

« Bè secondo me non s'aspettava che uscissi presto »

« Si però... non ce la faccio più. Sempre questa dannata scuola. Vorrei sapere come fa Mamoru. Tra qualche mese inizierà a lavorare all'ospedale di Tokyo. »

« Bè era il suo sogno... »

« Comunque, il ritorno dei quattro generali mi fa pensare. Rei interroga spesso il fuoco, Makoto la vedo un po' agitata ed Ami ha una certa avversione verso Taiki. E tu con Yaten e Kaspar, cosa pensi di fare? »

« Non lo so. A me Yaten piace, ma quella semplice bugia non la riesco a tollerare e perdonare e Kaspar... è stato il mio primo amore »

« Ehi Mina – chan, secondo me devi ascoltare di più il tuo cuore e dovresti confidarti anche con Artemis. Sono certa che un po' ci soffre se tu non gli chiedi consigli. Lo sai che dopo Luna, sei tu la sua ragazza preferita »

Minako arrossì, divertita dalle parole di Usagi che tuttavia aveva colpito nel segno.

Uscendo dalla scuola si salutarono: Usagi andò a passeggiare con Mamoru e Minako si muoveva verso il centro della città.

Si fermò in un negozietto e acquistò dei fiori e un vaso, in più fece un po' di spesa, muovendosi verso un piccolo appartamento.

Mentre camminava verso quell'appartamento, incontrò Yaten, in giro con una ragazza.

« Mina – chan ciao! »

Uno Yaten euforico aveva appena lasciato quella ragazza per correre da Minako.

« Mh? Ciao, che vuoi? »

« Ancora arrabbiata? »

« Ma ti sembra il caso di parlarne ora? Sbaglio o sei in compagnia? »

Con la testa indicò la ragazza dai capelli mori che, in disparte, osservava la scena.

« Mina chan ma io voglio solo. E dai... perdonami. Vediamoci domani sera, dammi un'ultima chance »

« Non devi prendere in giro le ragazze. Non lo so se verrò. »

« Ti passo a prendere io, così non avrai scuse. Ciao Mina – chan! »

Yaten prese la ragazza che era con lui e, velocemente, se ne andò lasciando lì Minako, fortemente infastidita.

 

Kaspar stava litigando con Jack mentre Nevius e Zakar muovevano un divano.

« Ma come non sei andato a fare spesa? » inveiva Kaspar mentre s'allacciava la camicia bianca.

« Ehi! Non ho ancora capito come funziona. Vado lì e? »

« Ma se sei stato più tempo di noi sulla terra »

« Guarda che ero cattivo e per di più, non pensavo alla spesa. Da quanto ho capito si usa andare lì e prendere la roba... »

« Bisogna pagarla... » intervenì Nevius che spostava una poltrona.

« Eh? » dissero i tre restanti in coro.

« Ma si, me lo spiegò Naru tempo fa. »

« Uh è vero. Come spiegherai a Naru che sei di nuovo in vita? Sbaglio o gli sei morto tra le braccia? » intervenì Zakar infilandosi una giacca.

« Poi ci penserò. Dove vai ora? »

« Da nessuna parte » si sbrigò a rispondere Zakar.

« Makoooooto » chiamò Jack ridendo seppure Zakar stesso rispose « Reiiii »

Nevius e Kaspar scoppiarono a ridere vedendo i due arrossire.

Zakar uscì velocemente, mentre Kaspar, con un nastro di velluto nero, legava i capelli candidi.

Dopo pochi minuti, qualcuno suonò alla porta.

« Zakar avrà scordato le chiavi » affermò Nevius facendo spallucce, mentre Kaspar andava ad aprire la porta, ritrovandosi incredulo, Minako lì davanti.

« Venus... anzi no, Minako, che ci fai qui? »

La ragazza mostrò la spesa e subito Jack sbucò fuori, facendola accomodare.

« Vieni, vieni, ci serviva proprio la spesa! » affermò Jack mentre Nevius aprì il frigo in cerca di qualcosa da offrire alla ragazza.

« Ho portato anche questo vaso con i fiori, per abbellire la casa »

Minako, forse un po' imbarazzata, poggiò il vaso sul tavolo mentre Jack metteva a posto la spesa.

« Grazie per la spesa, Jack non sapeva come fare »

« L'ho immaginato. Abbiamo dimenticato di dirvi tutto e Mamoru ultimamente va spesso in giro con Usagi... come se tramassero qualcosa. »

« Il principe e la principessa...? »

« Si ma non chiamarli così. Noi nascondiamo la nostra identità, quindi in pubblico non lo fare. »

« Va bene »

« Ah, dovrete trovarvi un lavoro, lo sapete si? Inoltre, per sapere, avete mantenuto i vostri poteri? »

Kaspar non riuscì a rispondere che, dalla cucina, si sentì un'esplosione.

« Si, li avete mantenuti » rispose Minako rassegnata.

« Jack è sempre il più irruento. »

« È per questo che andava d'accordo con Rei » afferma verso Kaspar.

« Ehi Minako, devi promettermi che penserai a noi. Sai che è stato difficile combattere contro di te, non sapevo quello che facevo. »

« Kaspar lo so, però dammi tempo. Non puoi piombare qui dal nulla, capisci? Ora vado, è ora per me di tornare. Spero di vedere presto tutti e quattro. Ah, stiamo organizzando con gli altri una giornata al mare, però non nei prossimi giorni. Io e Usagi... siamo state bocciate. »

Dalla cucina emersero delle risate, lasciando una Minako che, arrossita, uscì da casa.

 

Il gatto con gli stivali, intanto, si muoveva per la città in un fascio di luce. Aveva già scelto la sua nuova vittima.

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Capitolo 7
*** Attacco all'Amore ***


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Capitolo 7 – Attacco all'Amore.

 

 

Rei e Makoto stavano facendo avanti e indietro davanti al tempio, piuttosto nervose, senza alcuna meta precisa, semplicemente si muovevano.

Sembravano in attesa, giocando con le loro penne, con Rei che recitava le sue solite formule.

Mancavano Ami, Usagi e Minako, la prima a studiare nel tempio, nella stanza di Rei e le ultime due ai corsi estivi.

Il professore osservava le due ragazze, con la sua solita espressione depressa.

« Come procede? »

« Prof pietà! È estate. E poi io non ho capito. Radici, equazioni, figure geometriche. Pietà »

Era Minako ad implorare mentre Usagi lanciava, a destra e sinistra, fogli accartocciati a terra, borbottando qualcosa d'incomprensibile.

« Tsukino cosa c'è che non va? »

« Prof... non riesco a risolverle. Se non riusciamo a passare cosa succederà? »

« Verrete bocciate, ovvio. Questa è solo una prova. Per l'amor di Dio impegnatevi. Comunque, devo presentarvi una persona. »

Minako e Usagi posarono le penne osservando il professore, incuriosite.

« Chi? » Usagi si guardava intorno mentre Minako cercava di sbirciare sul foglio dell'insegnante.

« Dall'inizio del nuovo anno ci sarà un nuovo professore e per fare un po' di gavetta, mi aiuterà nei corsi estivi, così da aiutare anche voi. Signor Diamond entri pure. »

Usagi e Minako tacquero di colpo, si guardarono e squadrarono poi la figura di Diamond che entrava, con i capelli legati in un codino corto e un abito bianco con una camicia azzurra e cravatta chiara.

« Ragazze, in anteprima, questo sarà il vostro nuovo professore dal nuovo anno. Mi raccomando... »

« Ehm buongiorno... » esclamarono le ragazze imbarazzate mentre sul volto di Diamond si disegnava un ghigno piuttosto divertito.

« Bene professore, può provare a spiegare, per la quarta volta, le radici e le equazioni a queste due? Ovviamente se ha bisogno d'aiuto me lo dica. »

« Ma certo. »

Diamond si mostrava piuttosto cordiale, andando a sedersi al fianco delle ragazze, mettendole in gruppo, così da iniziare a spiegare.

Parlottavano tra loro seppure Usagi continuava a lanciare fogli e Minako imprecava contro qualcuno finchè Diamond non s'alzò scuotendo il capo.

« Ma voi, al secondo anno, come ci siete arrivate? »

« Ha visto anche lei che disastro che sono... sono arrivate al secondo anno solo perchè l'ho aiutate ma quest'anno proprio... » rispondeva il professore a Diamond.

« Prof possiamo andare. Giuriamo che oggi studiamo ma ci lasci andare... » Usagi si era alzata in piedi mostrando gli occhioni che imploravano pietà mentre Minako già preparava la cartella per uscire.

« Io con voi due non so più che fare... » il professore scuoteva il capo mentre Minako gli rispondeva « Prof, se ci diplomeremo, promettiamo che passeremo a trovarlo! »

« Aino, non c'è bisogno. Andate... »

Le due ragazze salutarono i professori e si sbrigarono ad uscire da scuola, trovando all'uscita stavolta la banda al completo.

I quattro generali, in abiti civili, facevano la loro bella figura fuori la scuola, attirando gli sguardi di tutte le ragazze che passavano da quelle parti, in più, i Three Lights avevano sempre una schiera di Fans che li seguivano.

Mamoru, in moto, squadrava Usagi con un piccolo ghigno.

« Mamo – chan non ridere. Io e Minako vorremmo andare al mare invece di studiare... »

« Ma se oggi vi hanno fatto uscire anche prima. Di che vi lamentate? »

« Ah è vero! Non sapete che novità! C'è un nuovo professore che fa il filo a Usagi! »

Minako era intervenuta mentre alternava lo sguardo tra Makoto e Zakar.

« E chi è? » domandarono in coro Mamoru e Seiya mentre Usagi scuoteva il capo.

« Purtroppo Diamond. Ma non preoccuparti Mamo – chan... neanche lui mi ha fatto capire le radici inutili e le equazioni. »

Come al solito, Usagi era piuttosto schietta nel parlare, mentre proprio dall'edificio scolastico uscì Diamond in quel completo elegante da professore.

« Usagi, ora sono il tuo professore. Devi trattarmi bene. »

Rei scoppiò a ridere, seguita da Makoto, mentre Ami rispondeva al principe: « Sarà un'impresa impossibile. Di fatto, Usagi e Minako sono riuscite a fare andare un professore, un altro ha chiesto la pensione anticipata e la capoclasse ha deciso di rinunciare all'incarico poiché ogni volta doveva sorbirsi le lamentele dei professori in merito a queste due. Se aggiungiamo anche la presenza di Taiki, Yaten e Seiya, la situazione della classe è notevolmente peggiorata, considerando che ad ogni ora le fans assaltano i tre poveri disgraziati. »

Ami aveva risposto mentre consultava il suo pc portatile, senza alzare mai lo sguardo verso Diamond o gli altri che, a loro volta, osservavano Ami increduli.

« Guarda che noi studiamo, non siamo elementi di disturbo eh... » era intervenuto Seiya, prima di ricevere una gomitata da Taiki che l'aveva fulminato con uno sguardo.

Mamoru fissava Seiya e Diamond, Rei non toglieva lo sguardo da Jack e Makoto parlottava con Usagi e Zakar, mentre Yaten e Taiki si guardavano intorno come se avessero una strana sensazione.

La pace di quel momento non poteva durare troppo che Ami urlò, indicando il piazzale della scuola.

« È lì! Il mostro! »

Il gatto con gli stivali, in un fascio di luce, apparve nel piazzale agitando la spada e sistemando il cappello.

La faccia deformata lasciava che un ghigno si formasse e puntasse verso il gruppo di ragazzi all'uscita da scuola.

In breve le Sailor si trasformarono, comprese le Starlights. Mamoru prese le sembianze di Tuxedo Kamen e i quattro generali, con un gesto, tornarono ad indossare le loro divise, come per Diamond.

Erano tutti pronti quando il Gatto, in un balzo, si spostò davanti ai ragazzi.

« Uh ho trovato la mia vittima. »

« Chi sei? Chi ti manda? »

Sailor Moon s'era fatta avanti, con lo scettro in mano, tuttavia venne scaraventata via con un colpo di frusta che apparve, per magia, dalla spada che altri non era che la bacchetta.

Tuxedo Kamen subito andò in soccorso a Sailor moon, seguito da Diamond e Sailor Star Fighter.

Sailor Moon si massaggiava un ginocchio, con uno sguardo dolorante, mentre le guerriere si mettevano a protezione del Principe e la Principessa, mentre i quattro generali si mettevano in prima linea.

« Lasciatemi passare. Ho bisogno di una mente brillante. »

« Lascia stare Sailor Mercury! » intervenì Taiki lanciando il suo attacco contro il mostro che, dal canto suo, lo evitò lanciando poi un incanto contro Sailor star maker che si ritrovò a terra.

« Voglio la sua mente brillante! »

Sailor Moon si era rialzata in piedi e si fece spazio così da puntare lo scettro contro il gatto, tuttavia con la bacchetta questo la colpì, lanciandole lo scettro lontano.

Il mostro era piuttosto forte e tutti tentavano d'attaccare finchè Sailor Venus non tentò di legarlo con la catena.

Inizialmente sembrava averlo preso, così sailor Moon tentò di andare a recuperare lo scettro e Diamond si preparava ad attaccare il mostro, aiutato dagli attacchi delle Senshi finchè il mostro non tirò la catena, lanciando Venus davanti agli attacchi venendo colpita da questi. La ragazza svenne e la catena sparì, finchè il gatto non puntò la bacchetta contro Venus.

« La tua mente sarà mia! »

« Lasciala stare! » esclamarono Sailor Star Healer e Kaspar lanciando i loro attacchi contro il mostro.

Il gatto venne distratto, solo per un attimo, il tempo necessario per garantire alle guerriere di aiutare Venus.

Tuxedo Kamen s'avventò contro il mostro, così da allontanarlo, aiutato da Sailor Star Fighter e Diamond.

Il mostro era a terra, confuso e questo permise a Sailor moon di usare il suo scettro così da annientarlo.

La creatura sparì in un fascio di luce, cancellandosi, così le ragazze andarono da Venus, tuttavia in un secondo fascio di luce, apparve la figura del Mago nero Tanos che, abbassando il cappuccio, rivelò i tratti dolci da ragazzo e i capelli biondi, legati nella coda bassa.

Le ragazze osservavano quella figura estasiate, finchè Sailor Moon non si portò davanti a tutti puntando lo scettro.

« Chi sei? Cosa vuoi da noi? »

« E così i miei mostri sono stati battuti da un gruppo di mocciosi... »

« Tu non sembri molto più giovane. Che vuoi da noi? » intervenne Sailor Mars, affiancando Sailor Moon.

« La strega tornerà e dominerà il mondo. Un cuore nero ha bisogno di una mente brillante. Attente ragazzine, avrò le menti che desidero e non sarete voi ad impedirmelo. A breve cadrà una notte perenne. In quella notte, nessuno potrà sconfiggermi. »

« Lasciaci in pace! La terra non è un posto per malvagi » esclamò Tuxedo Kamen, affiancando anch'egli Sailor Moon.

« Attenti ragazzini. Io avrò il permesso di affiancare la Strega e insieme regneremo sulla terra. »

« Non te lo permetteremo! »

« Tu sei Sailor Moon, vero? »

Tanos si avvicinò alla Sailor di un passo solo, squadrandola.

« Ho sentito parlare di te. La somma strega ha detto che hai dato filo da torcere agli altri. Bè, sappi che non ti riserverò nessun trattamento speciale. Un giorno avrò anche la tua mente e la plasmerò, rendendoti mia schiava. Godetevi tutti questi ultimi momenti, nessuno si salverà. »

Tanos rideva e in un fascio di luce sparì, lasciando lì i ragazzi che in breve, lontani da occhi indiscreti, ripresero le loro sembianze civili.

« Sembra essere forte. » esclamò Usagi pensierosa.

« Ma ammettiamolo, poco furbo. »

« Che intendi, Rei? » domandò Makoto, mentre tutti l'osservavano.

« Suvvia, cerca menti brillanti da plasmare, eppure l'unico attacco sensato era ad Ami. Che senso ha volere la mente di Minako o di Usagi che dopo un anno, non riescono ancora a risolvere una radice quadrata? Non è che siano molto brillanti eh... »

Usagi e Minako sbuffarono, inveendo contro Rei, finchè Mamoru non invitò Usagi sulla moto.

« Ragazze noi andiamo, dopo questa bella lotta abbiamo dimenticato che abbiamo da fare. Ci sentiamo stasera. Ciao ciao. »

I due innamorati se ne andarono, sotto lo sguardo dubbioso degli amici.

« Ma quei due, dove vanno tutti i giorni? Insomma, non sono mai usciti tutti i giorni, per di più Mamoru di solito fa studiare Usagi ma se vanno in giro... » Makoto s'interrogava sulla situazionare mentre Minako veniva affiancata da Kaspar.

« Stai bene? Ho avuto paura. »

« Si Kaspar, sto bene »

Stranamente con Kaspar sorrideva, stimolando la gelosia di Yaten che s'avvicinò.

« Mina – chan, t'accompagno a casa? »

« No Yaten, passo da Kaspar a sistemare una cosa a casa, sono ancora un po' fuori allenamento. »

Un po' alla volta, tutti andarono via, lasciando il piazzale vuoto, con solo Diamond che tornò a scuola.

 

Tanos, piuttosto arrabbiato, consultava una sfera trasparente. Pronunciava formule particolari, finchè del fumo non apparve nella sfera e un volto fece capolino.

« Bene. Con te non perderò. Sarai la mia mente brillante. »

In breve si rinchiuse in uno stanzino, al buio, sparendo.

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Capitolo 8
*** Sparizione ***


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Capitolo 8 – Rivali

 

 

Tanos aveva individuato un volto nella sua sfera, tuttavia doveva trovare il tempo di catturare quella mente e plasmare l'essere.

Non era facile. Anche se non voleva ammetterlo, quel gruppo s'era rivelato piuttosto unito e la presenza di tutte quelle persone, lo poneva in netto svantaggio.

Aveva individuato le ragazze, con una magia ne aveva stabilito l'identità anche se multipla e aveva individuato ogni loro attività.

 

In vista dell'esame di Usagi e Minako, Diamond stava in aula a farle studiare, incredulo davanti all'incapacità delle due.

« Domani è l'esame. Mi spiace dover recitare la parte del bravo professore ma non ho intenzione d'aiutarvi eh. Mi serve questo lavoro, altrimenti dovrò inventarmi non so cosa per vivere. Su Nemesis non c'era bisogno di monete e soldi per vivere »

« Su Nemesis eravate plasmati dal Saggio e vi nutrivate di sogni sbagliati » rispose Usagi mentre lanciò, con discreta forza, una palla di carta fuori la porta.

« Tsukinoooooooo » urlò il professore dal piano di sotto, colpito per sbaglio dalla carta.

« Urla sempre. Ma la voce non gli finisce mai? Comunque Diamond dovresti aiutarci. In fin dei conti di fronte a te hai una futura regina e io, fino a prova contraria, sono la Principessa di Venere »

« Minako, fino a prova contraria, voi sarete futura regina e principessa, ma sui vostri fogli, i voti li metto io. »

« Ma non stavi meglio su Nemesis? » borbottò Minako in tutta risposta.

Le due ragazze uscirono dalla scuola, come sempre con Mamoru che veniva a prendere Usagi, tuttavia stavolta i programmi erano diversi.

« Mamo – Chan in macchina? »

« Avanti, salite tutte e due. »

« Dove andiamo? » domandò Minako incuriosita.

« A casa degli altri. Abbiamo organizzato un gruppo studio per tutta la giornata, fino a domani mattina. Arriverete all'esame preparate e prenderete bei voti. »

« Ma... un intero giorno di studio? E la merenda? La facciamo, vero? » replicava e domandava Usagi montando in macchina.

« Makoto pensa alla cucina. »

« Qualcosa mi dice che domandi saremo promosse... » scosse il capo Minako, salendo anche lei in macchina.

 

Diamond stava sistemando alcuni fogli in aula, giocando ogni tanto a creare delle sfere d'energia con il suo potere, quando venne interrotto dalla figura di Setsuna che varcò la soglia dell'aula.

« Pluto o come ti fai chiamare qui, Setsuna. Cosa vuoi? Sbaglio o di solito sei nella scuola elementare? »

« Diamond. Infatti, e proprio per questo vengo a parlare con te. Michiru ed Haruka ormai si sono diplomate e hanno i loro studi, io sono alle elementari così posso controllare Hotaru, ora spetta a te controllare qui la principessa. »

« Cosa ti fa pensare che non ne approfitti per farle del male? »

« Non lo farai. La principessa ti sta molto a cuore anche se sei consapevole che il suo cuore non ti apparterrà mai. »

« Una volta non eri più dolce? D'altronde abbiamo lottato molte volte alle porte del tempo »

« Diamond, so bene che ci tieni al bene della principessa e ti ha scocciato molto quando i tuoi piani di alleanza sono andati in frantumi. »

« Setsuna, per capire, da me cos'è che vuoi? »

« Sorveglia la principessa nelle ore scolastiche. Sei stato assegnato a questa classe, giusto? Quindi la seguirai anche all'ultimo anno, fino al diploma »

« Ehm su questo non so. Usagi e Minako se domani non passano l'esame, non potranno passare al terzo anno. »

Setsuna iniziò a muoversi verso l'uscita dell'aula, rispondendo a Diamond in tutta velocità: « Domani, qualunque sia il risultato, loro dovranno risultare promosse. Ti ricordo che Haruka ancora non ti vede di buon occhio e vuole molto bene a Usagi. Vedi di rigare dritto. Ci sentiremo in settimana e mi aggiornerai. »

Setsuna se ne andò lasciando Diamond nuovamente a sistemare i fogli, pensieroso, giocando con una sfera d'energia che nuovamente prendeva forma dalle sue mani.

 

Seiya e Taiki se ne stavano seduti sul divanetto del camerino, il primo a suonare un po' e il secondo a leggere un libro.

« Secondo te, al prossimo esame, riuscirò a battere la Mizuno? »

« Taiki non ci sperare e comunque dobbiamo concentrarci sul prossimo concerto »

« Bè a te non importa, in fin dei conti sei passato con un misero 60. Ti bastava un 59 ed eri anche tu ai corsi di recupero »

« E smettila. A me dello studio non importa nulla. Comunque, dove diavolo è finito Yaten? Starà ancora correndo dietro a Minako »

« Tu anche corri dietro ad Usagi, nonostante sia palese che lei abbia Mamoru in testa »

« Prima o poi la conquisterò. Vorrei anche scoprire come mai il pomeriggio va sempre via con Mamoru. Stanno organizzando o confabulando qualcosa, quindi voglio scoprirlo »

« Non dovrebbe interessarti. Comunque, Yaten è davvero in ritardo. Dovremo chiamare a casa di Minako. Sbaglio o abbiamo tutti i loro indirizzi per le emergenze? »

« Si li abbiamo. Forse è meglio chiamare. »

 

Usagi e Minako sbadigliavano davanti ai libri mentre Mamoru, Ami, Kaspar e Zakar spiegavano solo diverse regole.

« Avete capito questo semplice passaggio? » faceva segno Ami sul libro.

« Mh credo di si. Possiamo mangiare, ora? Ho fame! » rispose Usagi brontolando.

« E dai Usa! È importante che passi al terzo anno! »

Mamoru le sorrise, provocandole un rossore sulle gote, un evento notato da tutto.

Minako rideva e si ritrovò a guardare Kaspar con Zakar che s'alzò dalla sedia, raggiungendo Makoto in cucina.

« Tutto bene qui? »

« Si. Avevo pensato di preparare qualche dolce per quelle due e anche per voi. »

« Bene. Non vedo l'ora di assaggiarli. Anche un tempo ti piaceva cucinare. »

« Si è vero. Comunque, Zakar, tu sai come mai è stata necessaria la vostra rievocazione per questo nemico? Lo conoscete già? »

« Non proprio. Noi eravamo sospesi da anni tra la vita e la morte. Solo un grande potere poteva restituirci i corpi che Beril ci aveva sottratto. In quella specie di universo dove ci trovavamo e meditavamo per proteggere il principe, abbiamo avvertito un cambiamento. L'universo aveva una distorsione e noi rischiavamo di abbandonare il principe, solo che questo non era possibile. La principessa ha voi, e se tutto si basa su un equilibrio, anche il principe deve avere i suoi aiutanti. Insomma, per farla breve, in qualche modo in quell'universo, tutte le nostre vite erano legate, ora invece siamo più slegati poiché abbiamo corpi mortali. »

« Ho capito. Quindi sarà una lunga battaglia. In ogni caso, sono felice che tu sia tornato Zakar. Mi è dispiaciuto combattere contro di te al tempo. »

« Anche a me »

Zakar posò un bacio sulla fronte di Makoto che arrossì, mormorando poi: « Per curiosità... dov'è Rei? É sparita. »

« Tranquilla. Starà recuperando il tempo perso. È con Jack. »

« Meno male che doveva aiutare. »

« Dai su... sono pronti i dolci? »

« Si andiamo a portarli ad Usagi »

Makoto e Zakar tornarono in salotto tuttavia la scena era come al solito comica. Usagi e Minako ancora scrivevono velocemente, fumando quasi dalla testa, finchè non esclamarono, piuttosto contente.

« Finito! »

Porsero i fogli ai loro esaminatori e si distesero sbadigliando, appisolandosi sul pavimento.

« Sarà la nostra regina. Fa quasi impressione » esclamò Kaspar, divertito nell'osservare Usagi che dormiva a terra, scomposta seppure sul volto aveva un'espressione beata.

« Bè anche la tua principessa non scherza quando dorme eh » rispose Mamoru.

« Ragazzi vado in cucina. » disse allora Makoto, tranquilla, seguita poi da Ami dopo aver segnato diversi errori sui fogli e anche da Zakar.

« Principe, state facendo qualcosa con la principessa? Ogni giorno girate per il centro della città. »

« Poi te lo dirò Kaspar. Io e Usagi siamo molto ansiosi e felici per questa cosa, quindi ci vuole tempo per parlarne. »

« Sta bene, vero? »

« Certo. Spero solo stia sempre meglio »

Mamoru sembrava davvero felice mentre osservava Usagi che dormiva, tuttavia quella situazione non era destinata a durare.

Makoto tornò in salone con il telefono in mano: « Minako! Sveglia! È Seiya! »

Minako si destò dal sonno, massaggiandosi la testa: « Che succede? Che vuole? »

« Minako, Seiya vuole sapere se Yaten ti ha cercato oggi. Sono ore che provano a rintracciarlo con i loro strumenti e non lo trovano. »

« Cosa? »

Minako si era alzata in piedi, preoccupata, sotto lo sguardo vigile di Kaspar.

« Seiya, Minako non credo l'abbia visto dalla sua reazione » rispondeva Makoto a Seiya.

« Vado da loro! Vado a cercarlo! »

« Mina aspetta! » anche Usagi si era svegliata e aveva tentato di fermarla, ma era inutile: Minako era uscita dalla porta, correndo alla ricerca di Yaten.

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Capitolo 9
*** L'incertezza di un cuore ***


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Capitolo 9 – L'incertezza di un cuore.

 

 

Minako stava correndo per tutta Tokyo alla ricerca di Yaten, con il fiatone e rincorsa da Artemis che non avrebbe mai lasciato sola la sua padroncina.

Correva in lungo e largo, non sapeva dove cercarlo, poi però, cambiò direzione, muovendosi verso la torre di Tokyo.

Stranamente si accorse che tutti erano fuori alla torre, delle ragazzine urlavano mentre dall'ultimo piano uscivano fiotti di luce.

Minako, seguita da Artemis, si sbrigò ad entrare nella torre, scavalcando i poliziotti che vietavano alle persone di entrare e trasformandosi nell'ascensore, salì fino all'ultimo piano, vedendo così Tanos che attaccava Yaten.

« Fermo lì! Cosa stai facendo a Yaten? »

« Ancora tu? Bene. Prenderò due piccioni con una fava! »

Tanos aveva ridotto Yaten in un pessimo strato. Rivoli di sangue rigavano il viso del bel giovane, la vista era offuscata, eppure era abbastanza forte da vedere la sua Minako lì, pronta a difenderlo.

Un lieve sorriso, un po' di gioia riempiva il cuore del ragazzo che, in un gesto veloce, cogliendo l'occasione, si trasformò.

Tanos rideva quando vide Yaten trasformarsi.

« Cosa pensi di fare? Avanti, non farmi ridere. Non hai speranze. »

Dopo aver parlato, tuttavia, non attaccò Yaten, bensì Minako che rispose con la sua catena che tuttavia fu respinta.

« Non toccarla! » urlò Yaten alzandosi in piedi, portandosi davanti a Minako per difenderla.

Tanos era piuttosto forte e gli aiuti ancora non arrivarono, così attaccò nuovamente, in contemporanea, sia Yaten che Minako che urtarono violentemente contro una parete, scontrandosi poi tra di loro.

Il nemico rideva, ormai la vittoria era nelle suo mani ma Sailor Moon arrivò in tempo con Milord, distraendo Tanos che venne colpito dalla freccia di Rei e dal Vortice acquatico di Ami.

Sailor Jupiter corse in soccorso di Minako e Taiki e Seiya andarono da Yaten.

Tanos era leggermente stordito e si stava riprendendo quando il Maremoto di Nettuno e la Bomba di Urano lo colpirono in pieno volto.

La vittoria sembrava davvero dalla parte delle Sailor ormai giunte, tuttavia il nemico si rialzò e invocando il suo potere, recitando qualche arcana magia oscura, invocò un nuovo personaggio delle fiabe: Biancaneve, con una mela nera tra le mani e il volto con il sorriso deformato, era appena apparsa.

« Occupati di queste scocciatrici! » ordinò Tanos mentre riprese a muoversi verso Yaten.

« Lascialo in pace! » esclamarono Taiki e Seiya mettendosi a protezione dell'amico.

Minako insieme a Makoto stavano cercando di correre in loro soccorso, tuttavia non riuscirono ad avvicinarsi che il mostro le colpì.

Biancaneva riusciva a tenere testa a tutti i presenti, lanciando contro le sailor i succhi della mela avvelenata che altro non erano che acidi in grado di sciogliere tutto.

Le Sailor erano decisamente in difficoltà e in breve anche le Starlight furono scagliate via, lasciando Yaten indifeso.

« Cosa vuoi da me? »

« Sei sofferente. Ti voglio! » esclamò Tanos puntando contro Yaten una sfera di cristallo.

« Lasciami in pace! »

« Tranquillo! Sarai una persona diversa. Ti piacerai anche di più! »

Le ragazze e Milord provavano a liberarsi ma ancora non si avevano risultati, intanto Tanos recitò alcune parole alla sfera e in breve, senza che Yaten o le altre se ne accorsero, sulla fronte del ragazzo apparve una stella nera che in breve sparì come assorbita dalla pelle.

In un attimo gli occhi del ragazzo s'offuscarono per poi ritornare in vita.

« Bene. Il mio compito al momento è finito. Sappi Yaten che ci rivedremo e non potrai fare a meno di rispondere al mio richiamo. »

In uno schiocco di dita Tanos sparì e fece segno a Biancaneve di seguirlo, lasciando così libere le Sailor e Milord.

Minako accorse subito da Yaten con le lacrime agli occhi.

« Che ti ha fatto? Che succede? »

« Non lo so. Ha detto che non potrò fare a meno di rispondere al suo richiamo. Non so cosa succederà »

Yaten riprese le sue sembianze civili e portò la mano alla fronte, avvertendo un lieve bruciore.

Guardò Minako e sorrise: « Cavoli, per avere un po' della tua attenzione, mi devo ridurre a questo eh »

« Idiota. Avresti dovuto combattere! »

« Ci ho provato ma mi ha immobilizzato e poi avevo paura che colpisse altre persone qui. »

« Già... come mai eri qui alla torre di Tokyo? Cioè, non ha senso venirci da soli... »

« Si bè... »

Minako si alzò in piedi e tornando ai suoi abiti civili lanciò un'occhiataccia a Yaten: « Salutamela! Era meglio se non venivo in tuo soccorso. »

Minako se ne andò lasciando lì gli altri.

« Voi state bene? » domando Seiya alle altre.

« Si... anche se questo nemico è davvero forte. » rispose Usagi accanto a Mamoru.

Taiki intanto aveva aiutato le altre a liberarsi, fermandosi poi davanti ad Ami.

« Tutto ok? »

« Si grazie... tu? »

« Si sto bene... bè ci voleva, una lotta prima di domani. »

Usagi rinsavì, lanciando un urlo.

« Gli esami! Non li passerò mai! » scosse il capo appoggiandosi a Mamoru.

« Dai su! Andiamo di nuovo tutti dai Generali, li abbiamo lasciati lì senza una spiegazione. » intervenne Mamoru, massaggiando il capo di Usagi.

« Si dovremo tornare! Avevo promesso a Zakar che gli avrei preparato la cena... » intervenne Makoto.

« e io avevo promesso a Jack che lo aiutavo con alcuni problemi d'abito. » seguì Rei.

« Bè allora andiamo. » esclamò Usagi.

« Io invece accompagno Yaten a casa. Già non studia di suo, direi che dopo oggi a tutto vuole pensare tranne che i libri. » Seiya fece poggiare Yaten contro di lui e iniziarono a camminare allontanandosi mentre Taiki rimanè con loro.

« Bè io invece vado a fare un giro al parco. Ci si vede. »

« Io vado a casa. Per stasera direi che non avete bisogno del mio aiuto. Ah. Dopo chiamate Minako, immagino che non starà molto allegra, magari vi raggiunge. » affermò Ami allontanandosi poco dopo Taiki.

 

Erano da poco rientrati dai Quattro Generali, quando Kaspar li fece sedere e, affiancato dagli altri con un'espressione seria, iniziò a parlare.

« Abbiamo seguito tutta la battaglia, vedendo ciò che altri non hanno visto, forse solo Rei l'ha visto. »

La ragazza annuì, sotto lo sguardo incredulo degli altri, confermando le parole di Kaspar.

« È magia nera e questo si era capito, solo che, non avevamo capito che volevano anche dei seguaci. Oggi, quel tipo ne ha dato la prova. »

« Nevius che intendi? » domandò Makoto.

« Lui voleva Yaten, non l'ha attaccato senza un motivo. Voleva un seguace e l'ha avuto. »

« No, Zakar stai sbagliando. Abbiamo visto Yaten che stava bene. » esclamò Usagi.

« Sembra così ma Tanos l'ha colpito. Sulla fronte di Yaten è apparsa una stella nera e questa è stata assorbita. Non sappiamo come potrebbe attaccare, ora, solo che Yaten potrebbe essere manovrato da Tanos e non sappiamo come si potrebbe liberare, ne se c'è un modo. » finì Jack mettendosi a sedere.

« Ma... com'è possibile? Perchè Yaten? Insomma, cercava menti brillanti da come ci avevano detto » Mamoru incrociò le braccia al petto, incerto.

« Yaten è debole. Tanos l'ha trovato debole. Ha il cuore debole ma di fatto ha una mente brillante. È pur sempre un ragazzo che ha l'arte nelle vene e usa il suo cuore debole per fare musica. »

« Cuore debole? » chiese Makoto a Kaspar.

« Si, è impensabile ma è così. Yaten ha subito un brutto colpo da Minako, anche se lui ne è stato la causa. Tanos ha visto tutto questo e Yaten, nel subconscio ha permesso a Tanos di penetrare. L'incertezza e la voglia di essere più forte, l'ha spinto a questo. » terminò Kaspar.

« Quindi Yaten, quando Tanos ha puntato la sfera ha accolto quella malvagità dentro? » chiese Makoto mentre Rei, in silenzio, annuiva.

« Dobbiamo avvertire subito Minako! È in pericolo! »

Usagi si alzò in piedi di corsa, andando verso il telefono ma Kaspar la fermò.

« A breve verrà qui, e comunque, dal cerchio, abbiamo visto tutti voi e... Minako credo abbia capito. In ogni caso, aspettiamola. D'ora in poi, finchè sarà possibile e finchè non avremo recuperato le nostre forze del tutto, seguiremo le battaglie da qui, unendoci in cerchio e raccogliendo quanti più indizi possibili. » terminò Kaspar.

Tutti i presenti annuirono e restarono in silenzio, in attesa di Minako, in quella notte prima degli Esami che non si annunciava divertente o di studio come inizialmente sospettavano.

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Capitolo 10
*** Dondolando al chiaro di luna ***


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Capitolo 10 – Dondolando al chiaro di luna

 

 

Il giorno dell'esame, tutti erano fuori ad attendere Usagi e Minako, tranne i Three Lights che non si erano fatti sentire.

Mamoru sembrava piuttosto agitato, buttando la maschera seria che sempre indossava e camminando avanti e indietro davanti al cancello mentre Makoto e Rei parlottavano ed Ami studiava.

Haruka e Michiru erano in macchina, parcheggiate lì vicino, con Hotaru che leggeva fumetti e rideva ogni tanto.

In classe, intanto, Usagi e Minako rispondevano alle domande, spesso con l'aiuto di Diamond che, passando tra i banchi, suggeriva le risposte.

Passò così il tempo e consegnarono il compito tirando un sospiro di sollievo.

Salutarono il professore e uscirono da quella scuola, mostrando una faccia buffa e una grande linguaccia.

Raggiunsero gli amici e sorrisero.

« Dovremo averlo passato, quindi, molto probabilmente saremo in terza! » esclamò Minako più che soddisfatta.

« Davvero? » Rei, stupita di quanto era stato detto, parlò incredula.

« Ha ragione Mina – chan. Però è strano... io avevo problemi e Diamond ci ha aiutate... »

« Per forza. Ha una cotta per te » esclamò Mamoru.

« Si ma è strano. Ci ha sempre trattato proprio da allieve e oggi non so, è come se il compito l'avesse fatto lui. Vabbè, l'importante è passarlo » Usagi fece spallucce raggiungendo Mamoru.

« Andate già via? » chiese Makoto affiancando Zakar.

« Si, abbiamo da fare ancora dei giri. Ragazze, ci sentiamo stasera o domani, sono certa che prima dell'inizio della scuola succederà qualcosa. Lo so che di solito sono poco affidabile ma dobbiamo impegnarci e lo farò anche io! » con un sorriso Usagi salì in moto, salutando Haruka e Michiru in macchina.

Zakar intanto afferò la mano di Makoto e la tirò un po', salutando gli altri e portando con se la sua bella, mentre Rei camminava al fianco di Jack ed Ami si allontanava da loro.

Solo Nevius non c'era, impegnato a raggiungere Haru in cerca del suo perdono.

 

Mamoru e Usagi erano fermi davanti ad una villetta al centro di Tokyo, piuttosto costosa con un muro che delimitava il giardino.

La casetta era tuttavia non del tutto lussuosa, bensì ricordava molto il calore e la struttura con delle parti in legno, creava un'atmosfera famigliare.

Mamoru stringeva la mano di Usagi che arrossì e sorrise.

« Senti Mamo – chan, ma a te non dispiacerà poi lasciare il tuo appartamento? »

« Un po' sì, in fin dei conti lì ho tanti ricordi con te, però secondo me stiamo facendo la cosa giusta, in fin dei conti, questa villetta dubito che tra un anno sarà ancora in vendita »

« È vero, solo che mi dispiace anche che io non abbia un lavoro. Prometto che dopo il diploma troverò qualcosa! »

« Tranquilla. Ho molti soldi da parte e poi a breve finirò il tirocinio e prenderò uno stipendio buono quindi stai tranquilla. Poi avremo un anno buono per arredarla. »

« Ancora non ci credo che lo stiamo facendo. Quando lo sapranno i miei gli prenderà un colpo »

« Tuo padre credo che potrebbe strozzarmi »

« Ormai ha accettato l'idea che stiamo insieme, tranquillo. »

« Entriamo? Ah e grazie Usagi per avermi accompagnato a firmare la vendita »

« Sarà casa nostra... è il minimo che posso fare. »

Usagi e Mamoru entrarono in quel giardino e all'interno della villetta firmarono il contratto, comprando quella casa da una vecchietta.

« Siete una bella coppia. È bello vedere giovani che pensano al futuro. »

« La ringrazio signora. » Mamoru, educato chinò il capo mentre Usagi con la mente era già sulla luna.

« Sono sicura che sarete felici e che i vostri figli saranno belli come voi »

« Sicuramente se sarà femmina sarà pestifera » rispose Mamoru ridendo mentre Usagi incrociava le braccia.

La signora si alzò e lasciò Mamoru e Usagi un po' soli, dopo averli invitati a cena, così, a fine pasto si ritrovarono sul balcone del primo piano ad osservare la luna.

« Si vede bene da qui »

« Si è vero. Comunque la signora è molto gentile, speriamo che dai figli poi si trovi bene »

« Credo di si Mamo – chan. Senti ma credi che dovremo dirlo agli altri di questo nostro acquisto? »

« Io direi di aspettare. Questo nemico mi preoccupa e vorrei che prima sia sconfitto. Un po' ho paura che ti faccia del male. Quel Tanos... era strano. »

Usagi annuì, stringendosi a Mamoru sorridendo.

« Sai, sono felice. È egoistico, lo so, ma combattere al tuo fianco è bellissimo, anche se spesso ho paura. Tu mi dai il coraggio, sei la mia forza Mamo – chan. Senza di te non potrei fare quel che poi faccio. Grazie. »

Quelle parole colpirono nel profondo Mamoru, sempre convinto di essere inutile alla donna che amava, tuttavia, felice strinse forte a se Usagi e sotto la luna piena la baciò, catturando l'essenza di quelle labbra.

 

Makoto era con Zakar, camminando con la mano nella sua, colta da un profondo imbarazzo mentre Zakar si guardava in giro, quasi incapace di parlare.

« Bella sera, vero? »

« Già. La luna oggi è piena. » Zakar allentò il colletto, deglutendo e tossendo un attimo.

« Stai male? »

« No no tranquilla. »

Passarono minuti di silenzio finchè, sotto quella luna candida, si fermarono davanti ad un laghetto.

« Che bello. La luna si riflette sull'acqua! » esclamò Makoto estasiata.

« È davvero bella! Mi mancano i tempi sulla luna. Il regno argentato era davvero bello. La principessa sono certo che lo ricostruirà »

« Usagi non ha questo come primo pensiero. Lei vuole soltanto il bene dell'umanità »

Per un attimo gli sguardi di Zakar e Makoto s'incontrarono e arrossirono finchè Makoto non poggiò la testa contro il petto del ragazzo.

« Che diavolo! Non so che fare! Questa battaglia, tu che torni! Sono egoista, lo so, ma ne sono felice perchè almeno sei tornato! Non sparirai, vero? Insomma, resterai? »

« Ehi! Ma non era il mio ruolo? Insomma, dovevo dirle io certe cose! Comunque ora siamo a tutti gli effetti in vita, quindi no, non sparirò a meno che non morirò. »

Makoto gli schiacciò un piede, con violenza, poi anche loro s'unirono in un bacio, sotto quella luna ammaliatrice.

 

Rei se ne stava seduta, fuori al tempio, accanto a Jack che l'abbracciava, stando in silenzio. La luna regava sovrana in quella notte che, preannunciando l'autunno, annunciava anche la battaglia.

Erano silenti, privi di parole, facendo mille discorsi con gli occhi, sorridendo ogni tanto.

Rei guardava la luna e sospirava finchè Jack non parlò, rompendo quel silenzio: « Sono felice di essere qui con te. »

« Jack, anche io. »

« Credi che sia egoistico essere felici per questa imminente battaglia? »

« No, non credo, perchè altrimenti lo sarei anche io. Se non fosse stato per questo nemico, non ti avrei più rivisto. »

Jack annuì poi anche lui fu stregato dalla luna e baciò quella ragazza che, in silenzio, sussurrava al suo cuore.

 

Ami stava davanti a Taiki e lo osservava piuttosto furente.

La luna non alleviava maggiormente il suo carattere bensì la rendeva stranamente nervosa davanti a quel ragazzo.

« Mizuno. Sai che questa battaglia non interferirà con i nostri esami, quindi cerca d'impegnarti. »

« Taiki, tu sei davvero uno scemo! E comunque, ti ricordo che non mi hai ancora superato! »

« Ma sentila! Sei troppo sicura di te, sai? »

Taiki stava quasi perdendo le staffe, davanti a quel volto così bello e deciso che, nel cuore lo faceva tremare.

« Certo che lo sono. Studio ed è giusto che abbia determinati risultati, anche per aiutare le mie amiche! »

« Io invece dico che sei solo egoista e che studi solo per sentirti elogiata »

S'avvicinò a lei, di qualche passo, mentre la provocava in quel modo, lasciando arrossire quella ragazza dai capelli blu.

« Dici idiozie e poi allontanati da me »

I pensieri di Ami erano molteplici. Per tanto tempo avevo voluto averlo così vicino e l'unica scusa erano quei maledetti esami.

Reggeva a stento lo sguardo del ragazzo rispondendo quasi tremando: « Allontanati. Dovresti andare a studiare! »

« Ora mi hai davvero stufato! »

Taiki sussurrò quelle parole, per poi afferrare il polso di Ami e tirarla a se, imprimendo un bacio su quelle labbra che mai ne avevano ricevuto uno.

Ami rimase sotto shock qualche secondo finchè non s'abbandonò a quel bacio.

Taiki, sulle labbra della ragazza sussurrava: « Preferisco perderti perchè rifiutato che vivere ogni giorno non sapendo che ti amo e rischiando la vita. Scusa. »

Ami quasi piangeva.

In tutti quegli anni di studio non s'era mai innamorata, così, imprimendo le labbra su quelle del ragazzo, sussurrò: « Si è vero. Sono egoista. Studio anche per me, perchè gareggiando contro di te ho la possibilità di starti accanto. Misa che ti amo anche io. »

E anche per loro la luna era un gioco di candore, facendo da cornice a quel bel quadro.

 

Minako si era fermata davanti alla sala giochi, chiusa, asciugando le lacrime e stringendo il petto.

La confusione era sovrana di quella ragazza, ora più che mai.

Sospirava e riprese a camminare, finchè non si fermò, stupita e impaurita allo stesso tempo.

« Yaten! »

Lo sguardo era fermo sul ragazzo che stranamente aveva gli occhi diversi dal solito.

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Capitolo 11
*** Le cose che non ti ho detto ***



Capitolo 11 – Le cose che non ti ho detto.

 

 

Minako era davanti a Yaten, ferma e con lo sguardo fisso sugli occhi vuoti, privi della vitalità che di solito il ragazzo mostrava a tutti.

Il simbolo sulla fronte era evidente, pulsava, sembrava vivo e sul volto il sorriso era malvagio, come manovrato.

« Yaten che hai? Che ti ha fatto ieri? Perchè lo hai accolto? »

Come un fantoccio, il ragazzo muoveva la testa, dondolandola a destra e sinistra, avvicinandosi a Minako di qualche passo.

« Shhh stai zitta e goditi questa magia... nera »

La ragazza era spaventata, tanto da indietreggiare e non allungare la mano in segno d'aiuto, cercando una via d'uscita, rendendosi conto che quel centro, improvvisamente s'era svuotato.

Un'aria gelida sembrava soffiare, era sinistro, cattivo e faceva paura.

Mentre continuava quel fuggi fuggi fi Minako, continuando ad indietreggiare, una voce si sentì nell'aria, o forse era solo nella sua testa, questo nessuno poteva saperlo.

« Venus. La paladina dell'amore. Intrappolata da colui che detiene una parte del tuo cuore. È stato così facile farlo cadere nella mia trappola. Un paio di promesse ed ha accettato di essere mio. Strani gli essere umani, strani davvero. Non ho mai visto un ragazzo vendere la propria anima e mente solo per avere una ragazza. »

Minako impietrì quando sentì la voce e velocemente si trasformò.

« Chi sei? Dove sei? Mi dici queste cose ma non m'impietosisci! Yaten svegliati! Sei sotto il controllo di un essere malvagio! »

« È tutto inutile, lui non risponde. La sua anima è mia. La sua mente è mia. Ora tutto di lui è mio e non potrà tornare mai più »

« Cosa stai blaterando? Vieni qui e affrontami! »

« Ma io ti sto affrontando... non vedi come ti affronto? Vuoi vedere quanto questo ragazzo è nelle mie mani? »

« Lascialo in pace! »

« E sia... »

In un attimo tornarono le pupille a Yaten che si mostrava con il suo solito sorrisetto gioioso.

« Mina – Chan! Come mai sei qui? Mi cercavi? Usciamo? »

Yaten era il solito, anche se ingenuo, tanto da osservare meglio la ragazza e restare un attimo sorpreso.

« Perchè sei trasformata? »

« Yaten... sei davvero tu? »

« Certo Mina – chan! Stai bene? »

« Perchè? Perchè ti sei venduto al nemico? »

Yaten venne colpito da quelle parole, tanto da sgranare gli occhi e mostrare un'espressione piuttosto nervosa.

« Ma che dici Mina – chan... io... »

« Un attimo fa eri manovrato da lui. Un attimo fa mia ha parlato dicendo di avere la tua mente e la tua anima. Perchè fai così eh? Hai distrutto tutto il nostro rapporto, hai distrutto l'amore che provavo per te e ora ti vendi per riavermi? Non hai capito, vero? Non potremo stare insieme mai più, perchè tu, anche se mi ami, non rinuncerai mai alle altre donne e io ormai ho il cuore in pace. Non ti amo più Yaten, mi dispiace, quindi scaccia via quest'essere e vivi la tua vi... »

Minako stava terminando il suo discorso quando nuovamente le pupille di Yaten sparirono, lasciando quel sorriso beffardo e perfido.

Nuovamente la voce nell'aria.

« Che scena dolce. Mina – chan, Mina – chan... devo dire che ho piacevoli informazioni dalla sua mente. »

« Lascialo in pace! Come ti sei permesso? Sei perfido! »

« Tu ancora non hai capito, vero? Yaten non c'è più. Sono io che governo quel corpo. Se smetto di comandarlo, lui sparisce. »

« Cosa stai dicendo? Lui è qui. Lascia andare tutto di lui! Non è giusto! »

« Non è giusto? Siete strani voi umani. Hai appena rivelato a questo ragazzo che non lo vuoi più ma lui lo sapeva già. Era disperato per colpa tua e per via di quel Kaspar. Credi di essere una brava ragazza? Credi di essere una ragazza ammirevole? Lui s'è venduto, lui sapeva che non ti avrebbe mai avuta normalmente, ma non sapeva che avrei preso la sua vita. Questo è solo l'inizio. La prossima vittima è stata già designata. Ricordalo anche a Sailor moon, non vincerete questa guerra. Ne uscirete sconfitte. E ora saluta il tuo Yaten. Questa è l'ultima volta che vedrai questo fantoccio. »

Minako aveva l'espressione della paura in viso, era terrorizzata da quelle parole, finchè qualcosa la fece rompere, come un oggetto distrutto: uno schiocco di dita e Yaten cadde tra le braccia di Minako prima di svanire in una strana luce nera.

Minako tremava, impaurita. La trasformazione venne meno e lo sguardo sembrava privo di esistenza, vuota, con il respiro spezzato.

Iniziò a muoversi, non sembrava avere una meta e camminava, camminava in quella Tokyo che aveva ripreso vita quasi al prezzo di quella del ragazzo.

Quasi senz'anima continuava a camminare, lasciando che la brezza del periodo le carezzasse il corpo, mentre le voci intorno si mescolavano e attraversavano la sua mente senza mai fermarsi.

Si fermò lei, una volta giunta davanti ad un palazzo, sembrava essere un burattino privo di volontà.

Salì le scale e bussò alla porta.

Un ragazzo dai capelli bianchi aprì.

« Venus che ci fai qui... ma che hai? Stai male? »

Kaspar, preoccupato, subito prese Minako e la tirò dentro, spaventato dalla faccia della ragazza.

« Cos'è successo? Mi fai preoccupare Minako. »

Minako non rispondeva. Una volta seduta, shockata, non diceva mezza parola.

Kaspar osservava impaurito la ragazza finchè non le diede uno schiaffetto per farla riprendere e in un attimo le lacrime uscirono copiose, buttandosi tra le braccia del generale.

Sarebbe stata una notte lunga, piena di lacrime e singhiozzi, con il cuore che s'apriva a quella che di fronte a loro era la verità.

 

Setsuna entrò nell'aula di Diamond e attese il ragazzo che finiva di correggere i compiti.

« Hai fatto il tuo dovere. Sei stato bravo. Ora sono al nuovo anno. »

« Già. Eppure sarà un anno difficile. Sai, mi domando come faccia la principessa ad avere tutta questa forza. Quanto dovrà soffrire prima della felicità? »

« Diamond, ti preoccupi per lei? »

« Non sarà mai la mia regina, anche se mi è difficile rinunciare a lei, tuttavia, continuerò a proteggerla, perchè è indifesa, è dolce e ha troppa fiducia nelle persone. Ne ho approfittato anche io al tempo. »

« Sembri il fratello più che l'amante, sappilo. »

« Già. Ma lo sai che sei davvero antipatica? Avanti, fuori da quest'aula e ti offro un caffè anche perchè domani sono certo che saremo indispensabili. »

« Un caffè con il principe Diamond? Non posso rifiutare. »

E mentre da una parte della città le lacrime abbondavano, dall'altra due giovani adulti consumavano un caldo caffè.

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Capitolo 12
*** Suonando e cantando da solo: Principe Diamond. ***



Questo capitolo è una sorta di Extra, ovvero, non s'incentrerà al momento sulla vera linea della storia, bensì sarà un po' spostato. Sarà incentrato su Diamond per far capire il ruolo di questa persona che spesso sembra rimanere in disparte, concentrandomi sul suo essere uomo e dipanando alcuni dubbi. Il titolo, lo ammetto, è ispirato da una persona che recensisce spesso e che ha a cuore questo povero uomo.

Da qui ringrazio inoltre tutti coloro che come sempre mi sostengono con le loro recensioni! Grazie!

 

 

Capitolo 12 – Suonando e cantando da solo: Principe Diamond.

 

 

Dopo il suo risveglio un solo pensiero era fisso nella sua mente, una sola persona che rappresentava la sua ragione di vita: la principessa.

Si limitava a lei poiché nella guerra aveva perso tutto ma, cosa peggiore, aveva perso Saphir, suo fratello e quella era una ferita che nessuno avrebbe potuto sanare.

Non c'era una tomba da visitare, non c'erano fiori da portare e nessuno piangeva la morte del fratello perchè si, lui era stato malvagio forse però ora era in un posto migliore, perchè s'era pentito prima della fine.

Era stata tutta colpa sua.

Con la sua idiozia s'era fatto manipolare dal Phantom, con sua smania di potere era stato plasmato ma maggiore era la voglia di avere la regina e questo aveva portato alla disfatta.

Nel momento in cui gli era stata data una seconda possibilità voleva rivedere quella donna, perchè l'amava, perchè la portava nel cuore e perchè mille dubbi affollavano la sua mente.

Diventare professore.

La scelta migliore per farsi odiare eppure in silenzio l'avrebbe potuta osservare in classe, studiare i suoi lineamenti e sentirsi in colpa.

Era un professore, lei un'alunna.

Era un principe, lei una principessa innamorata di un altro principe.

Eppure lui era un uomo e lei la donna che desiderava.

La vedeva già come una donna, eppure, nella realtà erano tanti gli anni che intercorrevano tra loro.

I pensieri di quella donna affollavano la sua mente, eppure, giorno dopo giorno le cose cambiavano, gli occhi sembravano vedere tutto in modo differente.

Usagi viveva la sua vita di studentessa, incontrandola a lezione di recupero, vedendola ridere tra i corridoi, correre con il pranzo in mano e arrivare tardi alla ripresa delle lezioni.

Aveva modo di vedere le sue espressioni più strane, diverse da quello sguardo di disprezzo che ricordava dal trentesimo secolo, frutto di Neo Queen della quale si era innamorato.

Cos'era quella strana sensazione quando vedeva quella ragazza?

« Incantato davanti alla nostra principessa? »

« Setsuna. Ultimamente ti vedo spesso nel lato delle scuole superiori. Hotaru non è ancora alle elementari? »

« Veramente passerà alla prima media a breve. »

« Capisco. Comunque non ero incantato. »

Setsuna. Lo beccava sempre nei momenti meno opportuni.

« Ho l'impressione che tu voglia parlarne ma non ne hai il coraggio. »

« Di solito non se l'infermiera nelle elementari e medie? Vuoi ora farmi da psicologa? »

« Se le parlerai negherà tutto perchè non vorrà mai essere ringraziata. Ha un cuore troppo grande. »

« Tu però lo sai... è stata lei vero? »

« Si. »

« Quando? E perchè? »

« In realtà, quando stava per giungere la tua morte, mentre lei lottava, ha pregato. Ha visto del buono in te e così ha deciso di creare una sottile barriera per proteggerti e purificarti. La barriera tuttavia era sottile perchè non poteva usare troppa energia altrimenti rischiava di far vincere il nemico, quindi il potere di Phantom t'ha colpito in pieno lasciandoti apparentemente morto. La barriera tuttavia, nel tempo, ha fatto il suo dovere, curandoti, purificandoti e riportandoti alla vita. Sei tornato e l'unico tuo punto di riferimento era la principessa, tuttavia ora vedi che lei è diversa... »

« È strano e provo rabbia. Voglio proteggerla. Se la vedo in difficoltà sono tentato ad alzarmi e correre da lei. Se vedo che non riesce a finire un compito vorrei farlo io, e ora che un nemico l'attacca così da vicino, vorrei aiutarla ma non so come fare. »

« Non ne sei innamorato, vero? »

« Già. Ora che vedo che intorno c'è un mondo, mi accorgo di quanto il mio affetto verso la principessa, sia simile a quello che provavo per Saphir. »

« Non credo che lei s'arrabbierà. Sai bene che vuole bene alle persone intorno a se. Saprai come aiutarla. »

Setsuna ultimamente passava troppo tempo con Diamond.

Tempo.

Quanto tempo era passato da quando Diamond era tranquillo nel parlare con qualcuno?

Non c'era una risposta a quella domanda, eppure, giorno dopo giorno, aumentava il tempo con quella donna.

Era fredda. Strana. Era protettiva verso la principessa e rispetto alle altre, avrebbe anche giocato sporco, se necessario, per salvare Usagi.

In silenzio ammirava quella donna.

Ultimamente sorrideva anche di più e questo era strano per Diamond.

La vita da uomo della terra gli piaceva. Quel pianeta, troppe volte sotto la mira dei nemici, era davvero bello e si rendeva conto che in tanti non lo apprezzavano.

Ogni mattina era più bello svegliarsi.

Ogni mattina andare a scuola, a lavoro, non era un peso.

La sera, ritrovarsi davanti ad un caffè era piacevole.

C'erano difficoltà da affrontare. C'erano pericoli imminenti e sentimenti che cambiavano, il sole sorgeva e la luna brillava.

Da quel pianeta era tutto piacevole, anche un semplice temporale.

Era in una giornata di pioggia che Diamond incontrò Usagi per i corridoi.

Lei lo salutò con il suo solito sorriso, chiamandolo per nome in assenza di altre persone.

Lui ormai sapeva tutto e forse si poteva leggere nei suoi occhi, anche se lei non diceva nulla.

Era in quel corridoio che Diamond le baciò la fronte, la ringraziò e le rivelò che avrebbe per sembre vegliato su di lei come un fratello maggiore.

Era un uomo che ora poteva vivere e poteva aiutarla con il suo potere. Non avrebbe potuto amarla ma avrebbe potuto costruire una sua vita, senza mai rinunciare alla protezione della sua principessa.

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Capitolo 13
*** Responsabilità sulle mie spalle. ***


Ringrazio tutti coloro che seguono questa mia Fan Fiction. Grazie per le recensioni! Spero continueranno sempre e spero di non deludervi.
Vi lascio con questo capitolo incentrato molto su Usagi e Mamoru. D'altronde si sa, Principessa non è facile...



 

Capitolo 13 – Responsabilità sulle mie spalle.

 

 

La notizia della morte di Yaten aveva scosso tutti.

Seiya aveva sviluppato un naturale odio per Minako, ritenendola responsabile di ciò, Taiki e Ami erano come una corda tesa. Haruka e Michiru erano totalmente schierate per la protezione della principessa, Hotaru e Setsuna cercavano di tirare su di morale Minako.

Rei e Makoto non povano fare molto e si limitarono a mantenere la pace anche tra i quattro generali che subivano la pressione di quegli scontri.

Non erano gli unici.

Mamoru s'era accorto che, da quando era morto Yaten, anche Usagi non era più la stessa.

Spesso la notava assorta nei suoi pensieri, oppure davanti allo specchio con lo sguardo vuoto.

« Va tutto bene? »

« Si Mamo – chan »

Usagi annuì debolmente, ricercando poi l'abbraccio dell'amato.

« Posso stare qualche giorno da te? Dirò a mia madre che resterò da Makoto. »

« Sai bene che puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, però dimmi che ti succede. Mi preoccupi. »

Scosse il capo, negando di avere qualcosa.

In casa era vitale quanto un fantasma e non era difficile accorgersene.

Lei che viveva di sorrisi e spensieratezza, si sentiva piuttosto turbata da quella morte, così improvvisa e come sempre, dentro di se i sensi di colpa la mangiavano.

Era consapevole di come si sentisse Minako, sapeva che lei più di tutti aveva ricevuto il colpo e ancora non si riprendeva.

Era passata una settimana e Kaspar non faceva arrivare mai buone notizie.

Non mangiava.

Dormiva poco.

Non rideva e aveva perso interesse per tutto.

Usagi sapeva che il problema della sua amica non era l'amore ma i sensi di colpa li conosceva bene e sapeva quanto potessero far male.

 

Usagi quella notte l'aveva passata da Mamoru e nel letto con lui si sentiva particolarmente serena.

Il calore che quell'uomo sapeva darle era immenso e lei se ne nutriva continuamente come se ogni attimo fosse un caldo abbraccio.

Stranamente lei si svegliò per prima e rimase per un po' ad osservare quell'uomo che le faceva battere il cuore.

Fare l'amore con lui era qualcosa che sfiorava il divino, probabilmente era così per il grande amore che li univa.

Ad osservarlo addormentato pensò che davvero aveva i tratti di un principe, ma lei? Si alzò infilando solo una vestaglia rosa per coprire le nudità, di seta, comprata apposta per le occasioni in cui restava da lui.

Andò di fronte lo specchio s'osservò attentamente, liberandosi poi di quell'indumento, riflettendo la sua immagine nuda.

Come si vedeva?

Vedeva un corpo debole.

Occhi ordinariamente azzurri.

Fianchi fin troppo dolci.

Vedeva ciò che non c'era.

Vedeva una persona vulnerabile, incapace di fare qualcosa senza il supporto di qualcuno accanto a se.

Faceva male.

Gli occhi erano lucidi, le mani portò alle labbra tremando un po'.

Lei era inutile a tutti e soprattutto a Minako perchè doveva aiutarla in qualche modo eppure non ci riusciva.

S'inginocchiò a terra racchiudendo il volto tra le mani, finchè avvertì sulla pelle il tessuto della vestaglia.

Mamoru era lì a coprirla, a sostenerla.

« Mamo – chan io non sono pronta. »

« Cosa intendi? »

Tra le lacrime, rivelò le sue più grandi paure.

« Non sono pronta a diventare regina. Non posso essere una regina se sono così inutile. Non ho potuto salvare Yaten e Minako soffre tanto. Non ho sconfitto il nemico e spesso per colpa mia siete tutti sotto le mire dei nemici. Non posso continuare ad essere una principessa, io... non è facile. »

« Shhh... calmati. Ascoltami attentamente. »

La fece girare, aiutandola ad infilare la vestaglia, osservandola nella dolcezza e la tristezza dei suoi occhi.

A terra, inginocchiati entrambi, Mamoru le carezzava le spalle.

« Tu sei eccezionale così come sei. Non dire che sei inutile, non darti colpe che non hai. Possiedi un cuore puro, ci hai salvate tante volte con la tua speranza, quando noi non sapevamo più cosa fare. E nel futuro, non dire che non puoi essere una regina perchè, anche se hai un piccolo dubbio, sai già che lo sarai, ricordi bene quando ci siamo andati...? »

« E se non sarò così? Insomma, il futuro cambia. La Serenity del futuro era eccezionale, una madre e regina stupenda ma io... non sono come lei. »

« È vero, tu non sei lei, perchè lei è già nel futuro, ma la Usagi che conosco non si arrende alle prime difficoltà. Non incolparti di ciò che è accaduto a Yaten, sono certa che Minako sappia che non eri lì, non potevi sapere nulla. Capito? »

Usagi annuì, tirando su con il naso e asciugando le lacrime.

Mamoru le baciò le labbra delicatamente, poi mormorò: « Senti, so che dovresti andare a lezione ma credo che se non vai un giorno, non succede nulla. Oggi devo andare nel pomeriggio qualche ora in ospedale, ci rimettiamo un po' a dormire? Ho proprio bisogno della mia Usako e del suo calore mattutino. »

« Bè non c'è bisogno di chiedermelo. Già non ci volevo andare, se poi sei tu a domandarmelo, direi che resto qui volentieri, con te. »

Mamoru tese la mano verso la sua principessa e la portò a letto.

Riposarono molto, poi lei rimase a casa mentre Mamoru svolgeva i suoi doveri in ospedale.

Quella sera voleva dimostrare a quell'uomo che sarebbe stata un'ottima moglie e non si sarebbe pentito della scelta fatta.

Se fosse stato un prodotto, per come la pensava lei, sul mercato ci sarebbero state tante alternative più buone, di ottima qualità, ma lui aveva scelto quel prodotto strano tra tanti e lei voleva dimostrargli che quella era la scelta ottima, non se ne sarebbe pentito nel tempo.

Indossando un abito semplice e un grembiule con un coniglio stampato, iniziò a tagliare le verdure, decidendo di preparare un semplice Ramen, buono e caldo per entrambi.

Assaggiò il brodo, preparò la carne, tagliò l'uovo, mischiò le verdure. Tutto era pronto.

Non preparò una tavola speciale. La cena doveva essere normale, simbolo della classicità della famiglia giapponese.

Si sentiva una neo sposina. Se la madre avesse saputo che era da Mamoru e non da Makoto probabilmente non si sarebbe arrabbiata ma il padre avrebbe mosso fulmini, tuono e chissà che altro, minacciando Mamoru di portargli via la sua bambina.

Era pur sempre il padre.

Mamoru rientrò stanco dal lavoro.

Trovare Usagi a casa, con quel grembiule era quanto di più dolce e seducente potesse vedere.

Di certo non si sarebbe mai abituato, ogni sera sarebbe rientrato con la speranza di vederla fino ad avere la conferma che era lì, in tutto il suo splendore.

Quella donna era tutta la sua vita e non vedeva l'ora di sposarla.

Chi conosceva Mamoru non l'avrebbe mai detto. Nascondeva i suoi sentimenti, appariva freddo e distaccato.

Molte ragazze avevano fatto il filo a quell'uomo, venendo rifiutate bruscamente, poi si sparse la voce che una ragazzina aveva fatto breccia nel suo cuore.

Quando lo videro in giro con una quindicenne, l'impatto fu forte, eppure accanto a quella ragazza lui cambiava.

Sorrideva, era dolce, spesso la carezzava e negli ultimi tempi non aveva timore a stringerla e baciarla in pubblico: era diventata una donna e se qualcuno glielo chiedeva, non avrebbe negato che di lì a poco l'avrebbe sposata.

In un turbine d'emozioni, Mamoru abbracciò Usagi e le baciò le labbra sempre con dolcezza.

« Odore di Ramen? L'hai preparato tu? »

« Ho pensato che non era necessaria una cena a lume di candela e che il ramen fosse più familiare. »

« Te l'ho già detto che ti voglio sposare? »

« Si e ti risponderò si ogni volta che vorrai. »

Era una serata davvero bella e magica.

Sedettero al tavolo ed iniziarono a mangiare, quando squillò il telefono.

« Vado a rispondere Mamo – chan. Tu continua a mangiare che devi avere fame dopo aver lavorato. »

Mamoru rischiava di svenire per il rossore sulle guance.

Da quanto tempo quella ragazza teneva i fili del suo cuore, maneggiandoli con dolcezza?

L'osservava mentre rispondeva al telefono, sorridendo.

« Ciao Kaspar. Cerchi Mamoru? »

« No Principessa, sapevo di trovarvi da lui. Sarebbe necessario il vostro intervento e anche quello del principe. »

« Cos'è successo? »

Mamoru s'alzò in piedi affiancando Usagi.

« Seiya sta attaccando Venus, Mars, Jupiter e Mercury. È stato preso anche lui. »

« Dove sono? In che senso è stato preso? »

« Tanos ha impresso il simbolo. Le ragazze sono in pericolo. »

« Andiamo subito. Kaspar voi continuare da casa a monitorare la situazione e avvertite, in caso di pericolo, le altre, altrimenti non diamo loro pensiero. »

Usagi attaccò subito il telefono e con le lacrime agli occhi guardò Mamoru.

Non c'era bisogno di parole.

Correndo nelle vesti di Sailor Moon e Tuxedo Kamen tornavano a svolgere il loro compito primario.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Un inganno chiamato amicizia ***


Buonasera! Finalmente un nuovo capitolo di questa Fan Fic!
Spero vi piaccia perchè ammetto per prima che non è facile narrare scontri e sentimenti insieme e sinceramente preferisco sempre basarmi maggiormente sui secondi.

Kate



Capitolo 14 – Un inganno chiamato amicizia.

 

 

Le senshi sono senza cuore. Sailor Moon non sarà mai tua se non la sedurrai. Prendila e falle sentire cosa vuol dire essere tua.

Una voce costante nella mente di Seiya che ormai presentava il simbolo nero sulla fronte.

Aveva attaccato le Sailor al completo e anche il suo amico Taiki.

«Taiki, Taiki, Taiki. Come ti sei ridotto. Sei passato dalla parte delle Senshi tutto per quella ragazzina. Ti sta sfruttando, non devi crederle. »

Seiya cercava di coinvolgere Taiki, di portarlo dalla sua parte ma Mercury colpì il nemico cadendo a terra priva di Energie.

« Taiki... non pensare a me. Sono solo un po' stanca. »

Seiya intanto aveva accusato il colpo ma la sua forza era nettamente superiore a quella delle senshi a causa del potere malvagio che era entrato nel suo corpo.

Colpiscili entrambi. Non meritano la felicità se tu non sei felici. Taiki ti ha ingannato. Ti ha dato false speranze con Sailor moon perchè lui mirava alla sua amica. Era una tattica.

Ancora quella voce nella testa di Seiya che caricò energia nelle sue mani da scagliare contro Taiki e Ami.

« Ehi non morire eh. » mormorava Taiki alla ragazza.

« Non ci penso nemmeno. » ostentò un sorriso mentre respirava a fatica.

Sailor mars e Pluto erano prive di sensi, Uranus in affanno copriva il corpo esausto di Neptuno che non riusciva a muoversi, Saturn aveva perso il suo bastone e non aveva abbastanza energie per recuperarlo, Venus e Jupiter provavano attacchi combinati ma l'effetto era minimo.

Seiya era particolarmente forte, più dotato rispetto alle altre Starlight e ancora più motivato a quell'odio che era alimentato dal nemico.

Aveva tenuto compagnia ad Usagi durante il periodo d'assenza di Mamoru, le aveva confessato il suo amore, l'aveva abbracciata e confortata. L'aveva quasi baciata eppure tutto quell'amore non aveva sfiorato il cuore di quella ragazza completamente devota al suo Mamoru.

Comprendeva quel sentimento e la odiava perchè doveva capire quanto lui si fosse legato a lei.

Non appena Mamoru era tornato, lei aveva ripreso il sorriso e l'aveva presentato come suo amico prezioso, come quell'amico che l'aveva aiutata a non sentirsi sola.

S'era sentito usato eppure era ancora così innamorato di quella testolina buffa e così fragile per la morte dell'Amico da rendersi debole e vulnerabile alle mire del nemico.

Era lì, a scagliare attacchi contro i suoi amici, pieno d'odio e voglia di avere quella donna solo per se.

Arrivò.

Insieme al suo Milord, arrivò Sailor Moon.

Un paio d'ali bianchi, lo sguardo deciso, determinata, lo scettro in mano e quell'uomo che tanto amava a spalleggiarla.

« Sailor moon... » la implorò con gli occhi lucidi.

« Seiya. Ti salverò. » iniziò ad avvicinarsi ma Milord la fermò afferrandole un polso.

« Ferma. È manovrato dal nemico. Ricordi cosa ci ha detto Minako? E guarda le nostre amiche... »

« Mamo chan per favore. Usa il tuo potere, restituisci loro un po' d'energia. Io starò bene. Dovrò diventare una regina. Devo essere forte, coraggiosa e poi non riuscirei mai a lasciare nei guai un amico. »

Seiya aveva ascoltato e nuovamente la parola amico urtava il suo cuore.

Sorrideva mantenendo lo sguardo basso e caricò energia in una mano prendendo la mira.

Sailor moon sgranò gli occhi e si mosse, venendo colpita in pieno da quella sfera d'energia destinata al suo Mamoru.

Cadde a terra in ginocchio.

« Seiya torna in te... »

Non darle ascolto.

« Seiya... perchè fai tutto questo? Siamo amici. »

« Usagi sei una sciocca. Davvero un giorno vorresti essere regina? »

« Cosa stai dicendo...? »

Mamoru ascoltava ma non interveniva. Aveva capito che non era la sua battaglia, non era il suo momento. Stava restituendo un po' d'energia a sailor Uranus ma manteneva lo sguardo su Sailor moon, la sua donna.

« Sailor Moon. Sei crudele. Davvero vuoi ferire ancora di più questo ragazzo? Ti ama... »

« Dove sei? Fatti vedere! Lascia stare Seiya! »

« Lasciarlo stare. Potrei ma in cambio poi voglio qualcosa. »

« Cosa vuoi? Lascia stare Seiya e lascia stare questo mondo. Fai tornare Yaten! Sei crudele! »

Urlava. Una ragazza di quasi diciottanni che nuovamente si ritrovava a combattere per la salvezza degli altri e anche di se stessa.

« Sailor Moon. Puoi salvare Seiya con uno scambio. Scambia la vita di Seiya per quella di Mamoru, il futuro re Endymion. »

Usagi rimase immobile.

Lo sguardo vuoto su Seiya, le lacrime che scendevano silenziose.

« Perchè sei così crudele? Non puoi chiedermi di scegliere... »

« Perchè tu sceglieresti lui! » urlò Seiya scaricando l'ennesima ondata d'energia contro Usagi che rimase ferma a terra.

« Seiya... ribellati. »

« Sei scorretta Sailor Moon. Sfrutti le persone, ti ergi a paladina e a futura sovrana ma sei così sciocca che un giorno tutti insorgeranno contro di te, oppure non c'arriverai ad essere sovrana perchè piuttosto che vederti ancora tra le braccia di quell'uomo, preferisco vederti morta. »

Seiya aveva un sadico sorriso sul viso e nuovamente caricava energia nella mano.

La voce nella testa gli diceva di continuare, di eliminare quella donna artefice della sua sofferenza, quella donna che lo voleva sacrificare per proteggere il suo egoistico amore.

Milord intanto aveva finito di controllare le Senshi che si erano alzate in piedi.

Barcollavano ma Sailor Uranus, avanti a tutte arrivò a proteggere anche Usagi.

« Sai cosa ti dico? Non mi sei mai piaciuto. Ti ho sempre ritenuto un idiota che in realtà non ha mai voluto aiutare Usagi. Hai sempre fatto ogni tua mossa con l'intento di dividere il principe e la principessa. Sei un debole, patetico piccolo ometto che ora se la sta prendendo con una donna solo perchè ha scelto un altro e non te. Sei così patetico che ti sei fatto manovrare da un malvagio, da un essere ripugnante e hai avuto il coraggio di ritenere anche Venus una donna sporca solo perchè ha preferito un uomo ad un traditore. Sai Seiya, mi spiace solo per la sofferenza di Usagi perchè io non ho problemi a dirti che se crepi non me ne frega nulla. »

Uranus era lì, in piedi con le braccia larghe a difesa della sua principessa, quella Usagi che ormai da anni aveva a cuore tanto da sacrificarsi, tanto da fregarsene della vita altrui se serviva a salvare quella ragazza dai codini lunghi e gli odango sulla testa.

Usagi era a terra, priva di forze.

« Haruka non ucciderlo. »

« Sailor Moon ma che dici? Lui ti sta uccidendo. Ragiona. Lui non è più Seiya. È manovrato dal nemico. »

« Sailor Uranus credi di convincere Sailor Moon? Lei è la paladina della legge. Non sacrificherebbe mai il suo amico, vero? »

« Lei no ma io si. Me ne frego di tutto il resto. Sono una guerriera Sailor per proteggere la principessa e se le altre erano amiche di quel viscido lì, a me non interessa. »

Uranus si preparò per un attacco ma sfumò subito quando un fascio di luce chiara tendente all'azzurro colpì Seiya.

« Adesso mi avete stufato. Uranus se pensi che poi Sailor Moon ti odierà, non colpire quell'essere. Lo colpirò io ora. »

Seiya aveva incassato il colpo lanciato da Diamond che entrò in scena affiancando Sailor Uranus.

Sailor Moon provava a rialzarsi, brandendo lo scettro affiancata da Milord che l'aveva raggiunta.

« Usa... Seiya non è più lui. Non posso dirti cosa fare ma pondera bene le tue scelte. Io ti starò sempre accanto. »

« Chiba sei un bastardo. Stai cercando di convincerla... » Seiya parlava con poca voce, indebolito dal colpo di Diamond.

« Diamond non ucciderlo. » sussurrò Usagi tuttavia Diamond scosse il capo.

« Sailor Moon, Principessa, forse mi odierai per questo ma ricordi quel bacio sulla fronte? Tempo fa con quel bacio, in silenzio, ho promesso a me stesso che t'avrei protetta. Odiami se vuoi, ma quest'essere t'ha fatto soffrire. La pagherà. »

« Diamond no. Uranus fermalo... »

Usagi era esausta e dolorante. Ricadde a terra mentre sailor Uranus scosse il capo.

« Scusami Usagi, non posso fermarlo e se avrà bisogno di aiuto, questa volta lo aiuterò. »

La voce nella testa di Seiya gli diceva di reagire mentre Milord cercava di far riprendere Sailor moon.

Le diede un paio di colpetti sul viso mentre anche le altre Sailor si riprendevano del tutto e si avvicinavano alla loro principessa.

Tanos ancora controllava Seiya ma a nulla serviva.

Usagi sentì il rumore del colpo di Diamond, le urla di Seiya e con gli occhi in lacrime girò un po' il capo notando che non c'era il corpo.

La presa di Tanos era stata così radicata in quel ragazzo che anche il corpo era scomparso.

Diamond si voltò ad osservare Usagi che perse la sua trasformazione.

« Perdonami. »

« Non potrei mai odiarti. Non ti ho mai odiato, neanche al tempo, ora però, voglio solo riposare. »

Usagi chiuse gli occhi.

Rimase priva di sensi tra le braccia di Mamoru, indebolita da tutto quello che le accadeva intorno.

Non se la sentiva di riaprire gli occhi e affrontare le difficoltà della vita, non più perchè troppe persone ci stavano rimettendo e sentiva che la colpa era solo la sua.

Pianse nella sua mente e le voci dei compagni si facevano sempre più lontane.

Voleva dormire solo un po' e pensare che al risveglio ci fosse la vita tranquilla che aveva tanti anni prima, quando ancora non conosceva Luna, quando ancora non sapeva chi era.

Si sarebbe persa molto o forse tutte quelle persone non avrebbero mai sofferto.

Voleva dormire. Un lungo riposo fino al giorno in cui si fosse risvegliata nel mondo felice che tanto desiderava.

 


Ed eccoci alla fine di questo capitolo.
Usagi era caduta in questo sonno profondo guidato dal suo animo.
Cosa succederà ora che ha visto Seiya morire quasi davanti ai suoi occhi?
E il nemico?
Tutto nel prossimo capitolo!
Grazie come sempre a tutti coloro che recensiscono!
Siete per me un grande aiuto poichè mi stimolate a continuare!

Kate

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Capitolo 15
*** Nello specchio dei miei sogni ***



Capitolo 15 – Nello specchio dei miei sogni.

 

 

Usagi dormiva ancora.

Mamoru l'aveva portata a casa sua, in quell'appartamento che profumava come quella ragazza che aveva tra le braccia.

Era la sua Bella Addormentata* eppure desiderava che si svegliasse.

Le guerriere osservavano quella scena eppure una di loro stava subendo un duro colpo.
Minako, sua compagna in ogni avventura e disavventura, avvertiva un peso all'altezza del petto, lì dove il cuore pulsava forte.

La sua amica era distesa su un letto, circondata dal suo ragazzo e dalle sue amiche, solo che mancava lei con il suo fiocco rosso e la sua allegria.

Era un po' che non sorrideva e non sapeva a chi imputare la colpa se non a se stessa.

Seiya aveva attaccato Usagi eppure nel cuore di quel ragazzo c'era rancore anche verso lei che aveva stroncato la vita al suo amico.

Guardava Ami.

E se il prossimo fosse stato Taiki? Ami l'avrebbe mai perdonata?

Quell'ambiente era stretto e chiedendo scusa alle amiche, ripresi gli abiti civili, uscì da quella casa seguita di nascosto da Artemis.

Un gatto bianco, con una mezzaluna sulla fronte che seguiva una ragazza, osservandola con lo sguardo triste, preoccupato per quella che non considerava una padrona bensì un'amica.

Minako camminò per qualche isolato fermandosi in un parco, là dove aveva passato pochi momenti romantici con Yaten.

Chiuse gli occhi e rimase a pensare.

Non voleva più commettere degli sbagli e ripercorse nella mente quei momenti in cui era felice con Yaten.

Si domandava se lo era davvero, se lo aveva amato e se lui realmente amasse lei.

C'erano mille domande, mille dubbi e tutto intorno taceva.

« Minako, torna indietro, per favore. »

Una voce la distrasse alle sue spalle.

Si voltò ed Artemis era lì con gli occhi lucidi, seduto in attesa della sua amica.

« Artemis... »

« Perchè ti dai colpe che non hai? Perchè ti tieni tutto dentro? Una volta mi dicevi tutto, adesso invece... »

« Io sto bene, davvero. »

« Sei bugiarda! Va bene, capisco se non vuoi dirmi nulla, d'altronde sono solo un gatto però almeno confidati con le tue amiche e sai che ti dico? Io credo che Usagi ti vorrebbe lì perchè lei era lì a lottare anche per te e forse sei stata la sua maggiore preoccupazione. »

« Artemis ma tu stai... piangendo? »

« Si perchè sei una stupida e ti tieni tutto dentro! »

Quel gatto bianco, troppo legato a quella ragazza, aveva lasciato crollare quelle lacrime che da troppo teneva dentro.

Minako s'accovacciò a stringere con tenerezza quel micio baciandogli la fronte.

« Grazie Artemis. Ti voglio bene. Torniamo da Usagi. Voglio esserci al suo risveglio. »

Artemis si limitò a pulire il musetto contro l'abito della ragazza per poi annuire ed avviarsi con Minako verso l'appartamento di Mamoru.

 

Usagi continuava a dormire senza accennarsi a destarsi da quel sonno profondo.

Sul volto di Mamoru era visibile l'agitazione e la preoccupazione e per un attimo s'allontanò da quel letto, spostandosi sul balcone e lanciando un pugno contro il muro, graffiando le nocche.

« Dannazione. »

Ogni punta del suo corpo sembrava vibrare dalla rabbia, incapace di stare accanto a quella ragazza senza pensare a chi fosse la causa di quel suo stare male.

Da sempre era stato geloso di Seiya per il periodo in cui non c'era stato, da sempre aveva odiato quel ragazzo che era riuscito a farla stare bene in sua assenza.

Ora, quello stesso ragazzo aveva causato dolore alla sua ragazza e tutto ciò era inaccettabile per lui che, da quand'era tornato aveva fatto di tutto per la felicità della sua Usagi per non farle mai pensare alla sofferenza che lui stesso le aveva causato.

Ami, Rea, Makoto ma soprattutto Luna rimanevano al fianco di Usagi mentre questa rimaneva chiusa nel suo sonno.

 

Correva. In una distesa verde correva inseguita da Seiya che tentava di colpirla.

Scappava.

Scappava da un nemico inatteso che si divertiva a lanciare incanti contro lei priva di trasformazione.

Provava a trasformarsi e non ci riusciva.

Era un incubo o un sogno?

L'incubo di vederlo in quello stato e il sogno di vederlo vivo.

Seiya era morto. Il suo amico.

Si ripeteva quella parola nella testa mentre tutto intorno cambiava.

C'erano degli specchi e li conosceva perchè erano gli stessi specchi di Nehellenia, questa volta però riflessa c'era lei e in ogni specchio c'erano i momenti in cui aveva fatto male a Seiya, tutti i momenti con Mamoru.

Qualcosa non andava. Era davvero così che doveva finire quella storia? Era destinata a rimanere sola per non subire la colpa di quella morte?

Si guardava intorno e sembrava impazzire, poi uno specchio s'infranse e ne uscì Seiya che stavolta le cantava Search for your love** e le tendeva una rosa.

La rosa.

In quel contesto c'era qualcosa che stonava. Lei gli voleva bene ma non lo amava così chiuse gli occhi e sussurrò: « Scusami Seiya ma io non ti amo. »

Tutti gli specchi s'infransero e rimase solo Seiya mentre alle spalle di Usagi prendeva forma Mamoru a darle forza.

« Rimarrai per sempre senza amici e senza amore. Soffrirai per avermi rifiutata. Sei egoista, perfida, non meriti di svegliarti. »

La figura di Mamoru le cingeva le spalle, poi alzò lo sguardo nel buio e si formò uno specchio luminoso che nulla aveva di malvagio.

Ne uscì una mano poi il volto di Minako.

« Usa chan non è colpa tua tutto quello che è successo. Restiamo unite. Io ti voglio bene così come sei e ti meriti tutto il bene di questo mondo. Prima d'essere la principessa, per me sei la mia migliore amica. »

Seiya sgranò gli occhi, Mamoru spinse dolcemente Usagi verso l'alto ad afferrare la mano di Minako.

Seiya sparì e Usagi attraversò quello specchio avvolta da quei sentimenti chiamati amore e amicizia.

 

« Usagi svegliati! Non puoi stare così per lui. Per favore Usa chan io ti voglio bene »

Minako era tornata e con le lacrime era seduta al fianco di Usagi che continuava a dormire.

Luna leccava un po' le guance della ragazza e le altre restavano lì a chiamarla, finchè la ragazza non si mosse un po'.

Subito Mamoru rientrò e si fermò ad osservare quella ragazza che si risvegliava come una principessa.

Aprì gli occhi e sorrise appena, poi con un filo di voce sussurrò: « Restiamo unite. Il nemico è forte ma lo siamo di più. Grazie amiche. Vi voglio bene e... » osservò Mamoru continuando a sorridere « Mamo chan, amo solo te. Non ho mai dubitato, neanche un attimo. »

Per la seconda volta pianse al suo risveglio*** e le ragazze si strinsero a lei: adesso erano più forti ed avevano un motivo in più per lottare contro quella forza malvagia.




Il Punto dell'Autrice


Eccomi con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto.
Prima di tutto ci tengo a ringraziare tutti coloro che recensiscono e che si sono appassionati a questa storia, davvero un grazie di cuore.
In questo capitolo ci sono degli asterischi che provvedo a specificare per evitare fraintendimenti:

(*) La bella Addormentata nel Bosco - Fiaba della Walt Disney. Nella Fiction è un riferimento a questa fiaba classica.
(**) Search for your Love è la canzone cantata dai Three Lights nella serie "Petali di stelle per Sailor Moon"
(***) Riferimento al Movie Sailor Moon R - La promessa della Rosa quando a fine film Usagi rischia di morire.

E con queste piccole spiegazioni spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto e che dire? Grazie ancora!


Kate

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Capitolo 16
*** Gli occhi con cui guardarti ***


Capitolo 16 – Gli occhi con cui guardarti.



Haruka silente osservava fuori dalla finestra, perdendosi nel paesaggio marino che si mostrava agitato, richiamando l'attenzione vanitoso.
La brezza marina carezzava i capelli corti di quella ragazza un po' mascolina che si concedeva qualche lacrima.
Erano ormai giorni che si crogiolava nei sensi di colpa, sfogandosi correndo in moto o in macchina lasciando le altre coinquiline in uno stato di preoccupazione.
Le parole dette a Seiya quella sera, le parole che era stata in grado di dire davanti agli occhi di Usagi, quella ragazza a cui teneva particolarmente e che voleva proteggere, risuonavano nella sua mente e la martellavano con i sensi di colpa.
Lei che non piangeva mai si era sfogata con Michiru, chiedendosi con quali occhi avrebbe nuovamente guardato Usagi, dopo aver detto quelle parole ed aver fatto capire che non si sarebbe dispiaciuta per quel ragazzo.
Michiru non s'avvicinava molto alla compagna, lasciandola un po' sola e sfruttando quei giorni per portare Hotaru al parco e farla svagare un po' dopo l'ultimo scontro.
Hotaru era piccola e non era facile andare avanti con il peso del mondo sulle spalle, così come non lo era per tutte le Sailor.
Setsuna rimase a casa e dopo aver terminato una telefonata, raggiunse Haruka in garage dove stava lucidando la moto.
« Ripresa? »
« Credo che per un po' sia meglio se non mi faccia vedere. »
« Cos'è il nemico ha preso la tua forza ed il tuo carattere? »
Setsuna se ne stava poggiata contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate ed uno sguardo che tradiva una certa eccitazione.
« Cosa intendi? Usagi mi odierà, non posso stare bene. Dubito che sia felice di vedermi combattere al suo fianco. »
« Da quando sottovaluti così quella ragazza? Te lo ricordi tempo fa, quando pensava che Mamoru fosse negli Usa e non riusciva a sfogarsi con nessuno? »
Haruka tacque e i ricordi si fecero vivi, presenti...


Usagi aveva ricevuto l'ennesima card con delle stelle, immagini astronomiche, simboli che attribuiva a Mamoru, card che vedeva come cartoline dagli Usa seppure non riportassero nessuna parola, simbolo o timbro postale.
La solitudine aveva messo le basi nel corpo di Usagi che di fronte alle amiche non riusciva a sfogarsi, a dire quello che provava così da non far pesare anche alle compagne quell'assenza.
Se ne stava seduta su una panchina al parco, situata quasi sul bordo della strada quando una moto si fermò quasi impennando.
Haruka si tolse il casco ed osservò quella ragazza che sul volto aveva i segni della solitudine, della tristezza e della paura per quell'assenza.
« Usagi monta su... »
« Haruka... »
« Avanti, salta su senza dire nulla. »
Usagi non replicò alla ragazza e montò in sella stringendosi alla ragazza.
Forse Haruka aveva capito tutto al primo sguardo, forse il loro rapporto era più stretto di quanto si pensasse, tuttavia Usagi pianse contro la schiena della ragazza, versò tutte le lacrime mentre il vento le muoveva i capelli, l'aria di Tokyo lasciava spazio alla brezza marina, il sole salutava quella parte di mondo per lasciare la parte di protagonista alla Luna.
Lunghe lacrime, ore in moto fin quando il serbatoio permetteva, fin quando il corpo non si fosse stancato.
S'addormentò contro la schiena di Haruka, esausta per tutte quelle lacrime versate, esausta per quella situazione che si mostrava più grande di lei.


« Dovresti smetterla di sottovalutare Usagi. Io credo che non le dispiacerebbe vederti e poi non hai dato tu il colpo di grazia a Seiya. »
« Diamond... non avrei mai creduto che volesse davvero proteggere Usagi. Credevo volesse sfruttare nuovamente il suo potere. »
Haruka continuava a lucidare la moto, parlando con Setsuna finchè non squillò il cellulare a quest'ultima.
« Si arrivo. » si limitò a dire attaccando subito, sentendo su di se lo sguardo dell'amica.
« Sbaglio o ultimamente ti vedo particolarmente euforica? »
« Ma no, che dici. Senti io vado, ho delle commissioni da sbrigare. Vai a trovare Usagi eh! »
« Si ora vado. »
Con un cenno della mano salutò Setsuna e montò in moto, stavolta diretta alla scuola di Usagi, certa di poterla trovare lì.


Setsuna arrivò a scuola in tarda mattinata, quando ormai gli studenti erano in ricreazione ed i professori si concedevano qualche attimo di pausa, lontani dal caos delle ore precedenti.
Spesso mangiavano in un giardino un po' dismesso, dove gli studenti non andavano mai, preferendo l'erba vicino ai campi da baseball oppure i posti all'ombra sotto gli alberi dei giardini curati.
Diamond stava parlando con alcuni colleghi quando arrivò Setsuna che le fece segno d'avvicinarsi.
« Andiamo in infermeria. È vuota. »
« Sembri una studentessa invaghita. » la riprese Diamond mentre seguiva quella donna che, nascondendosi allo sguardo dell'uomo arrossì.

Stare ferma lì, alla porta del tempo, per Sailor Pluto non era facile.
Rinunciava ad ogni piacere della vita per compiacere la regina, per aiutarla a preservare la pace.
Si sentiva a volte felice per quel compito, a volte tremendamente triste.
Di fronte a se, lo spazio e il tempo rendevano tutto vuoto ed alle sue spalle c'era quella porta che altro non era che il passaggio dal nulla al tutto.
La guerra incombeva oltre quella porta, lì dove la regina e l'uomo che amava lottavano per mantenere la pace: quell'uomo che era re, che portava il nome di Endymion e che lei portava nel cuore per la solidarietà che spesso gli aveva mostrato.
Si sentiva sporca a provare quei sentimenti eppure non riusciva a capire come mai il pensiero di quell'uomo la facesse sentire meno sola, come se ogni volta che sentiva di crollare, lui le tendesse la mano.
Non capiva e l'unico punto di congiunzione che aveva con il re era Chibiusa, la small lady, quella bambina che come lei si sentiva sola, avvertendo pesante le responsabilità di una piccola principessa.
Chibiusa era tutta la madre, eppure lei non la odiava, anzi provava un senso di dolcezza e un calore nel cuore ogni volta che quella bambina le sorrideva, la chiamava per nome o le tendeva la mano.
Col tempo si sentì di nuovo sola, capendo che quel sentimento provato per il re era solo gratitudine.
La guerra continuava a distruggere quel mondo dietro di lei, poi l'arrivo di Diana l'avvertì che questa volta era la Small Lady ad essere in pericolo e non ci pensò due volte: abbandonò la porta del tempo infrangendo un tabù e raggiunse il campo di battaglia per aiutare le sue compagne: lei era una guerriera Sailor e voleva lottare con loro.
Lì di fronte a lei non c'era solo la distruzione ma anche la small lady nelle vesti di cattiva e Diamond, ribellatosi al Death phantom, accecato dalla rabbia e l'ambizione.
Eppure era così bello.
Cattivo e bello, con quei cristalli in mano e la paura di vedere la sua andare in frantumi, perchè la paura di Diamond era quella di aver gettato la sua vita a rincorrere una donna che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti: la regina.
Sailor Pluto osservò ancora quell'uomo e con lo sguardo determinato e le lacrime agli occhi, fermò il tempo causando la sua stessa morte.
Chiuse gli occhi quella volta, ricordando il volto di Diamond e i racconti di Chibiusa su quell'uomo perfido che cercava solo la mamma.


« Allora, come va con Usagi? » domandò Setsuna chiudendo la porta dell'infermeria.
« A scuola è stata assente, ora è tornata ma ci limitiamo ad un rapporto tra professore ed alunna. »
« Dovresti parlarle. » mormorò Setsuna poggiandosi alla cattedra dell'infermiera.
« L'ho ucciso »
« Non avevi scelta »
« Potrebbe pensare che io sia quello di un tempo »
« Diamond sei un idiota! Sai, devo proprio dirtelo! Sei un idiota! » Setsuna tornò eretta, stavolta decisa a parlare, incrociando le braccia al petto e mostrando un'espressione matura « Un tempo l'hai quasi uccisa perchè tu avevi paura di morire, perchè tu una volta scoperto che eri stato manovrato hai avuto paura della morte. Hai tentato di averla, di forzarla, le volevi fare del male eppure non ti ha odiato. Hai fatto del male alle sue amiche, agli abitanti di Crystal Tokyo ma lei non ti ha mai odiata anzi, ti ha aiutato a tornare in vita e pensi che potrebbe odiarti ora, per aver salvato la vita non solo a lei bensì a tutti? Perchè ogni volta fai così? Sii uomo per una volta non fare il codardo! »
« Senti chi parla di codardia. Tu per prima che osservi quell'uomo in silenzio consapevole che nulla cambierà. »
« Non sai cosa osservano i miei occhi. Non sai cosa posso avere nel cuore. Al momento cerco d'assopire ogni mio sentimento perchè Usagi è in pericolo ed io voglio salvare lei, voglio salvare Mamoru ed un giorno vorrei essere con loro a palazzo a cullare la piccola principessa quando loro saranno impegnati, perchè voglio che cresca felice e non si senta mai sola. »
Setsuna uscì dall'infermeria senza neanche salutare Diamond.
Una luce in quella scuola tuttavia si muoveva, attirando l'attenzione degli studenti: una lucciola che di giorno brillava e sembrava cercare qualcosa.


La campanella suonò ed Usagi si sbrigò ad uscire, salutando le altre che avevano gli allenamenti ai club.
Al cancello stavolta non trovò Mamoru, visto che aveva il turno in ospedale, bensì vide Haruka poggiata alla sua moto.
Le sorrise con dolcezza e si avvicinò.
« Haruka come mai qui? Attendi Setsuna? »
« No perchè è qui? »
« Si l'ho intravista con Diamond... »
« Sei arrabbiata? »
Usagi osservava Haruka e scosse il capo in segno di negazione.
« Non posso essere arrabbiata con te e non lo sono neanche con Diamond. Ho sbagliato io e me ne assumo tutte le colpe. Spero solo che ci sia un modo per farli tornare. »
« Usa io volevo chiederti scu... »
« No per favore, non chiedermi scusa. Io ho avuto paura che tu non volessi più vedermi Haruka. Per me sei importante. »
Haruka si guardò intorno, un po' imbarazzata, poi si avvicinò ad Usagi e l'abbracciò.
L'affetto per quella ragazza era troppo grande per essere messo in discussione da un singolo episodio ed Usagi non avrebbe mai voluto perdere quella donna che rappresentava quasi una sorella maggiore.
Haruka c'era sempre stata nei momenti bui, non avrebbe mai voluto perderla.
Usagi rimase abbracciata ad Haruka per un po', ignorando gli sguardi degli altri, godendo quell'istante un po' materno, un po' amichevole, finchè una particolare Luce dal tetto non attirò l'attenzione di tutti.

Tanos devi trovare menti brillanti. Ne abbiamo bisogno!
« Mia padrona stia tranquilla. Quei due sono stati una perdita di tempo ma hanno indebolito il gruppo Sailor. Adesso ho trovato una nuova mente. L'ho seguita per un po', stia tranquilla. »
Chi è?
« È una sorpresa. Manderò una mia creatura. Vedrà che riusciremo ad indebolire Sailor Moon, a darvi tante menti brillanti ed infine... »
Tanos mi aspetto molto da te. Sei il mio fedele servitore.
Tanos sorrise ed aprì il libro di favole, pronunciò la formula Magica e la Bella Addormentata uscì dalle pagine.
« Vai all'istituto Juban » e non disse altro vedendo sparire la sua creatura dal sorriso deformato.



Ragazzi spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ho voluto lasciare un pò di spazio a dei personaggi che al momento sembravano secondari e che invece hanno importanza nella vita di Usagi che come sappiamo sarà futura regina.
Abbiamo anche scoperto che l'obiettivo di Tanos è alla fine Sailor Moon.
In seguito scopriremo il perchè!
A presto e ringraziando tutti coloro che seguono, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi qui ed anche su altre storie scritte da me!


Un bacione, 


Kate

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Capitolo 17
*** Tempo, Saggezza ed Intelligenza ***



Capitolo 17 – Tempo, saggezza ed Intelligenza

 

 

 

La luce che irradiò dal tetto era troppo forte, irreale e cupa tanto da destare l'attenzione di Haruka e Usagi che iniziarono a correre, rientrando nell'istituto.

I liceali osservava quella luce domandandosi cosa fosse, senza tuttavia muoversi ed avviarsi verso quella fonte che non infondeva alcuna sicurezza.

Dal tetto arrivò una forte ondata d'acqua mentre qualcuno iniziava ad urlare.

Usagi non perse tempo e si trasformò, seguita a ruota da Haruka che prese le sembianze di Sailor Uranus.

In breve furono raggiunte anche da Diamond che dalla sala professori aveva preso la via per il tetto.

« Un altro attacco! » esclamò Sailor moon mentre saliva gli ultimi gradini che la portavano a quello scenario inverosimile: una ragazza dalle sembianze della Bella Addormentata, con la faccia deformata dalla malvagità, stava estraendo qualcosa come una palla luminosa e gelatinosa dal corpo di Setsuna in veste d'infermiera.

Ami era già lì e cercava di attaccare quel mostro che tuttavia respingeva ogni suo attacco.

« Ami che succede? » intervenne Sailor moon mentre Uranus e Diamond cercavano di liberare Setsuna.

« Vuole la mente di Setsuna! Dobbiamo aiutarla. »

I presenti annuirono e subito Sailor Uranus cercò di neutralizzare il mostro con una bomba, tuttavia questo la neutralizzò con facilità e la indirizzò a Diamond che venne colpito in pieno.

Sailor Moon tentò di usare il suo scettro tuttavia il mostro si spostò, deviando dalla mira della ragazza.

La mente di Setsuna fluttuava davanti a lei mentre questa urlava, tuttavia il mostro non sembrava soddisfatto e con una bacchetta, ripetendo alcune parole, puntò Ami e in un attimo la mente della ragazza fu fuori, accanto a quella di Setsuna e urlante come lei.

Sailor moon rimase per un attimo interdetta, tuttavia una luce potente esplose da quelle due menti e per un attimo il tempo si fermò, o almeno così sembrava.

 

« Svegliatevi. Risvegliate il vostro essere. »

Una voce profonda e maschile riecheggiava in un vuoto dimensionale, in quel luogo dove sembravano muoversi strane luci velocemente.

« Chi sei? » domandò Ami avvolta in un abito azzurro fatto di veli.

« Io? Sono ciò che vi manca e che ancora non donate al vostro cuore. »

« Il nostro cuore? Dove siamo? » Setsuna si guardava intorno, vestita con dei veli verde scuro.

« Sailor Pluto, tu più di tutti dovresti riconoscermi. Ti ho concesso tempo fa un potere ed anche se hai subito una punizione, l'hai usato a dovere. Hai fermato il tempo, hai usato quel dono che io t'avevo impedito d'usare. »

« Crono! Tu? Siamo forse morte? »

« No Sailor Pluto, ho solo rallentato il tempo. Il nemico continua ad attaccare con lentezza e Sailor Moon, Uranus e Diamond cercano di difendersi ma non è facile per loro, d'altronde stanno tentando di salvare le vostre menti. Guardate. »

In quel vuoto, là dove le luci scorrevano veloci, si aprì uno spazio ed in un attimo c'era la proiezione di ciò che accadeva sul tetto.

Ami e Setsuna sospese a mezz'aria, le menti fuori il loro corpo e gli occhi privi di vita. Sailor Moon a rilento cercava di attaccare il mostro che tuttavia stava per sovrastare Diamond e Uranus a terra.

« È una visione estremamente brutta. Come possiamo fare? Siamo già morte? » chiese Ami guardando quella visione con gli occhi lucidi.

« No, ancora no, tuttavia devo rimproverarvi prima di rimandarvi sulla Terra e spero comprendiate il mio discorso prima che sia troppo tardi. »

« Ti ascoltiamo. » esclamò Setsuna con quei veli che svolazzavano, mossi da un vento inesistente.

« Sailor Pluto, tu che per me sei come una figlia, tu che non hai il mio sangue ma il mio potere, non credevo fossi arrivata al punto di deludermi. Hai compiuto un gesto tempo fa, tutto per salvare l'anima ad una persona che neanche conoscevi, eppure lì, per un attimo hai seguito il tuo cuore ed hai aiutato Sailor Moon a salvare Diamon. Un principe dalla luna nera sulla fronte, un principe che tuttavia aveva un cuore che doveva essere salvato. »

« Crono... »

« Ti è stata donata nuovamente la vita ed hai iniziato a comportarti come una rispettabile donna della tua età, però mi domando, perchè questa donna si chiude in se stessa? Nel tuo cuore, nel profondo, c'è la giusta energia per rendere più grande il tuo potere, ma non potrai sprigionarlo senza aver liberato il cuore da quelle catene che tu stessa tieni strette. Non deludermi Pluto, tu che continui ad avere un po' del mio potere, usa il tuo cuore per esprimere i tuoi sentimenti, che siano essi ricambiati o meno. »

« Crono, cercherò di non deluderti mai più. »

« Sailor Mercury. Tu hai sempre usato la tua spiccata intelligenza per aiutare le tue amiche e in questa battaglia sei spesso un soggetto a rischio. Non ti ho dato alcun potere ma spetta a me risvegliare quell'energia che hai nel cuore che potenzierà la tua Rapsodia. Ricordi cosa accadeva anni fa, in classe? »

« Non potrei mai dimenticarlo. Ero sola ed ero considerata una secchiona. »

« Poi hai incontrato Usagi e solo con lei riuscivi ad aprirti un po', perchè lei forte della sua naturalezza ti toglieva i libri dalle mani, ti aiutava a sorridere. Per quanti anni non hai sorriso? Eppure nuovamente la situazione è cambiata, perchè nel tempo tutte hanno avuto quell'interesse che non t'apparteneva, fino a che non hai incontrato una persona. L'Amore ha invaso anche te, guerriera di Mercurio. »

« Parli di Taiki? »

« Sailor Mercury, troppi calcoli nella tua vita, troppi momenti in cui prima di agire pensi, là dove non servirebbe neanche pensare. A te che usi l'intelligenza sopra ogni cosa, chiedo di usare l'istinto, agire secondo gli impulsi che il momenti ti da. Solo così potrai aumentare il tuo potere. »

« Come faremo se il mostro ci ha ridotte in quello stato? » chiese Ami guardando quella scena che vedeva ora Uranus soffrire.

« Stavolta ci metterò il mio tocco, tuttavia devo dirvi ancora un'ultima cosa, tuttavia non dovrete dire a nessuno di questo incontro. »

« Dovremo tenere tutti all'oscuro? » domandò Setsuna mentre i suoi veli iniziavano a prendere la forma della sua divisa da guerriera.

« Si. Dovete stare attente a questo nemico perchè in realtà, non siete voi i veri bersagli di questo nemico. Il suo sguardo è puntato su una di voi, colei che porta la salvezza e possiede l'unico grande potere. Dovete aprire il vostro cuore, sprigionare l'energia che aumenterà anche il suo potere. L'unione sarà l'unico modo di sconfiggere questo nemico. »

Dopo queste parole, Ami perse i veli in favore della sua divisa da Guerriera Sailor.

« Crono, non ti deluderemo. So che ora devo proteggere più di una persona, quindi libererò il potere dentro di me, sprigionerò la vera rapsodia acquatica e sconfiggerò quel mostro! »

« Non dubitare mai più del mio potere. Sconfiggerò questo mostro con il potere di Plutone e correrò a liberare il cuore da ogni catena. Colei che porta la salvezza non deve essere toccata. »

« Bene. Adesso vi farò tornare sulla Terra. Questo è l'inizio, ricordatelo. »

Le due ragazze annuirono ed in breve il vuoto sparì.

 

 

Il mostro non capiva. Ogni sua mossa sembrava rallentare eppure riusciva a colpire quelle guerriere e quel cavaliere strano che sembrava soccorrerle.

Diamond non riusciva ad attaccare tuttavia la luce chiara che in un attimo li aveva avvolti, in un attimo sparì e le menti delle ragazze rientrarono nel corpo delle due che subito risultarono trasformate in guerriere.

« Pluto! Mercury! Come avete fatto? » chiese Sailor moon a terra, sfinita dagli attacchi.

« Non potevamo lasciare sola la nostra principessa. » rispose Sailor Pluto mentre Sailor Mercury sorrise, rispondendo con un tono di voce dolce « Non potevo lasciare sola la mia salvezza. Fidati di noi, sapremo come aiutarti. »

Il mostro sciolse la presa su Uranus e Diamond, attaccando subito Pluto e Mercury che tuttavia respinsero l'attacco.

« Cosa succede? » il mostro si guardava intorno, senza capire il motivo di ciò che accadeva.

« Succede che è la fine. » Sailor Pluto alzò in alto il suo bastone e lanciò il suo meteorite, combinato alla rapsodia acquatica di Sailor Mercury che colpì in pieno il mostro.

Sailor Moon si alzò in piedi e raccogliendo le ultime forze, riuscì a scagliare il suo attacco, eliminando il mostro che svanì, senza lasciare nulla del suo corpo.

La pace tornò a regnare, forse temporaneamente, sul tetto di quella scuola.

 

Al termine della battaglia, Usagi tornò a casa da Mamoru per riposarsi, nuovamente attaccata e sfinita da quella battaglia.

Ami e Setsuna erano state colpite in quella battaglia e nonostante la stanchezza dovevano chiarire alcune cose, ciò che Cronos aveva loro indicato.

Setsuna aveva raggiunto Diamond nella sua aula, quando ormai gli studenti erano tornati a casa e avevano abbandonato del tutto i banchi di scuola, verso la vita al di fuori di quelle mura.

Diamond stava sistemando i vari compiti dei ragazzi quando notò la presenza di Setsuna alla porta, con lo sguardo basso e le braccia con alcuni ematomi.

« Cosa fai qui? Dovresti farti curare, hai affrontato una dura battaglia. »

« Non pensavo d'essere presa di mira. »

« Sottovaluti così la tua mente? »

« Devo parlarti. Oggi ho avuto paura di morire. »

« Siediti, non rimanere in piedi. »

Diamond spostò lo sguardo su Setsuna che in quel momento sembrava quasi una liceale in procinto di confessarsi al ragazzo che amava.

« No, preferisco rimanere in piedi. Io sono una grande bugiarda... »

« Che intendi? »

Diamond si alzò in piedi e raggiunse con pochi passi la donna.

« Al tempo ero gelosa della regina perchè credevo che lei era felice a mio scapito, poi ti ho conosciuto e la gelosia è aumentata perchè tu volevi lei. Però, ora che tu hai detto che per te è come una sorella, io non voglio rinunciare. Mi sento come una ragazzina in questo momento e ti vieterò di ridere di me, ma dovevo dirti che anche se sono adulta e bevo il caffè, le emozioni sono uguali in ogni persona innamorata, ed il cuore batte, quindi se mi confesso non ridere di me. »

« Io non so che dire... diavolo non me l'aspettavo... »

« Non fa niente. Ora vado. »

Setsuna si girò dando le spalle a Diamond ed uscì dall'aula finchè Diamond non s'affacciò da questa e osservando Setsuna correre via, urlò: « Comunque a me piace prendere il caffè con te! » e Setsuna sorrise.

 

Fuori aveva iniziato a piovere ed Ami attendeva sotto la pioggia Taiki che terminava di annaffiare la serra.

Il ragazzo si accorse della presenza di Ami e la invitò ad entrare.

« Se stai lì fuori ti bagnerai. Oggi non sono venuto, perchè hai dei lividi? »

« Siamo stati attaccati... »

Ami era in imbarazzo e guardava a terra.

« Ehi ma che ti succede? Stai male? Senti vuoi che ti porto in ospedale? »

« Io ti amo... » sussurrò quelle parole senza guardarlo in faccia.

« Ripeti che non ti ho sent... »

« Ti amo. » alzò la voce andando ad osservare il ragazzo « Ti amo però ogni volta ho paura di dirtelo e lasciarmi andare. Si è vero, stiamo insieme ma ogni volta ho paura perchè temo che se abbasso la guardia, se i miei voti calano, poi tu non mi riterrai più alla tua altezza, quindi mi chiudo. Ora però te lo devo dire. Io ti amo e non voglio essere razionale con te. Voglio baciarti quando ne ho voglia e non voglio reprimere tutto dentro di me. Non odiarmi... »

« Ami ma che ti prende? Io non ti odio, cavoli il contrario direi! Sai un po' mi domandavo quando ti saresti lasciata andare. Ti amo come sei e amo quelle parti di te quando ti lasci andare. Mi sento in imbarazzo io a dirti tutte queste cose ma... io ti amo e voglio tutto di te. Sai, se un giorno dovessero mai calare i tuoi voti, potrei sfruttare l'occasione per venire a casa tua, studiare con te e semplicemente baciarti quando voglio, quindi, non trattenerti più e se vuoi fallire un compito in classe, sappi che ci sarò io a sostenerti. »

« Così mi stai corrompendo... »

« Pur di baciarti, corrompo tutti. »

Ami sorrise e in quel momento si lasciò andare ad un abbraccio, cercando le labbra di Taiki e concedendosi un bacio, sotto quella pioggia che cessò quando il ragazzo la trascinò in quel luogo al profumo di fiori.





Ecco qui il nuovo capitolo.
Scusatemi la lentezza con il quale l'ho pubblicato ma oltre a problemi di salute, ho anche dovuto pensare alla linea da adottare in questo punto della storia.
Spero che questa Fan Fiction continui a piacervi.
Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo questa storia, che lasciano recensioni e anche chi solo la legge.
Spero di finire la storia entro una decina di capitoli.
A presto.

Kate_88

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Capitolo 18
*** Marte - Nettuno ***



Capitolo 18 – Marte – Nettuno

 

 

 

Piume nere e corvi che volano, lasciando cadere a terra quelle parti del loro corpo, richiamando con il loro verso la sacerdotessa.

Lei dormiva sulle scalette del tempio, avvolta da una luce rossa, con i capelli neri sciolti che carezzavano i vari gradini ed il kimono da sacerdotessa che veniva scosso dal vento.

« Svegliati »

I corvi parlavano la sua lingua ed iniziarono a volare su quella figura che sembrava morta davanti a quel tempio, poi gli abiti si trasformarono e diventarono veli rossi mentre il corpo si sollevava in aria e la luce rossa si faceva più intensa.

« Svegliati » nuovamente i corvi avevano parlato.

Volteggiavano intorno a questa figura fluttuante finchè non apparse una fiammella che lentamente si diresse verso questa ragazza e parlò: « Svegliarti, Mars. »

Rei aprì gli occhi, vestita di veli rossi mentre i corvi prendevano sembianze umane e con le mani creavano una grande coppa per accogliere quella fiammella.

« Marte vi rendiamo omaggio » esclamò una delle due ragazze che avevano preso il posto dei corvi.

« Grazie Phobos. Grazie Deimos. »

« Dove sono? » chiese Rei osservando le due ragazze con la fiammella.

« In un sogno. Ti siamo apparse in sogno mentre riposi sulla scalinata del tempio. Ti sei addormentata in attesa di Jack e le altre. Devono parlarti dell'ultimo attacco a Pluto e Mercury ma sei molto stanca ultimamente e senza energie ti sei addormentata » Phobos raccontò in breve la situazione prima di passare la parola a Deimos.

« Senti il fuoco più debole, vero? L'ultima battaglia ti ha debilitata e non capisci perché la tua freccia sia così debole, tanto da essere inefficace contro il nemico. »

« Come lo sapete? » domandò la ragazza che ancora fluttuava.

« Perchè la freccia è un'espressione diretta del cuore. » parlò la fiammella sostenuta dalle mani delle due ragazze.

« Chi sei? »

« Sono Marte, il tuo Dio. Svegliati Mars o la tua freccia non sarà abbastanza potente da aiutare colei che in questo momento rischia tutto. Il futuro, se lei verrà presa e plasmata, sarà in serio pericolo. »

« Marte!? Io non vi rendo omaggio come dovrei. È per questo che il fuoco non mi risponde più e la freccia non raggiunge la destinazione? »

« Non cercare il problema nelle preghiere rivolte a me, bensì nella tua anima. Tu sei la guerriera della passione e della guerra e hai messo da parte il tuo vero spirito, chiudendolo in una parte nascosta di te. Non posso aiutarti donandoti la mia freccia se tu per prima non hai il cuore giusto per scagliare il colpo. »

« Come posso fare per avere nuovamente la vostra fiducia? »

« Non hai mai perso la mia fiducia, non temere questo. Ho sempre lo sguardo puntato su di te, Phobos e Deimos mi raccontano tutto ed io so bene cosa attanaglia la tua mente, ma dovrai essere tu ad ammetterlo. Piangi Mars, sfoga la tua rabbia e urlami contro. Dimmi cosa realmente stai pensando in questo momento. »

Marte istigava, da bravo guerriero, Rei che si limitò inizialmente ad osservare incuriosita Phobos e Deimos.

Le due ragazze osservavano oltre quel sogno, scrutando le ragazze che iniziavano ad arrivare al tempio e si avvicinavano a Rei, addormentata sulla scalinata.

« Marte... io non so cosa mi succede, so solo che sono arrabbiata. Non riesco ad aiutare nessuno ultimamente. Vengo atterrata in un attimo, non riesco a fare previsioni con il mio fuoco, le preghiere vanno a vuoto. Sono stata atterrata con un solo colpo di Seiya, Jack osserva i miei movimenti dal suo appartamento ed ha notato un mio indebolimento. Sono inutile. Usagi non ha bisogno di me in questa lotta. »

« Menti! Sei indispensabile per lei. Il fuoco, l'ultima volta che ti ha risposto ti ha dato una visione, la ricordi? L'ultima volta che ti ho mandato un'immagine, aveva un segno preciso. »

« L'ultima immagine è stata alla prima apparizione di Tanos. Anzi, non è stata un'immagine ma un fuoco nero. Ho visto noi tutte con una stella nera sulla fronte poi l'immagine si è interrotta. »

« Quella stella nera è il segno del nemico, la presa su voi guerriere. Tornerai a vedere l'immagine e vedrai che Mercury e Pluto non hanno più quella stella e se tornerai ad essere la mia guerriera, anche tu non avrai più quel segno. Guarda cosa sta succedendo. »

Phobos e Deimos indicarono a Rei ciò che intanto accadeva al piazzale: le ragazze al completo si erano riunite insieme ai generali, Diamond, Mamoru e Taiki.

Erano tutti trasformati, pronti ad attaccare un mostro appena apparso: una raperonzolo dal volto deformato e dai capelli fatti di fili taglienti.

Attaccava Neptune, tentando di rubarle la mente artistica.

« Devo andare ad aiutarle. Non voglio sentirmi ancora inutile ed incapace. »

« Mars, devi credere in te stessa. Hai una freccia, da sempre un simbolo di Amore grazie a Cupido e segno di Guerra a causa delle tante battaglie. » dalla fiammella che parlava, si staccò un pezzo di fiamma.

Phobos e Deimos indirizzarono altre fiamme a quella piccola fiammella che prese la forma di una freccia.

« Credo in te Mars ma non c'è bisogno di dedicarmi la tua intera vita con le preghiere. Proteggi Sailor Moon, la regina del futuro, il suo consorte e la figlia che un giorno avranno. Non raccontarle di questo incontro. A lei spetterà un compito più arduo. Ora vai e segui il mio consiglio: indirizza questa freccia al Maremoto di Nettuno. Dovrai aiutare colei che ammiri in silenzio. »

« Lo farò! Marte vi renderò onore salvando la nostra regina e non reprimerò più i miei sentimenti. Esprimerò ciò che ho dentro, sia questa rabbia, passione o altro! »

A quelle parole, la Fiammella tornò da Phobos e Deimos che indirizzarono altre fiamme a Rei che vide i veli cambiare e prendere la forma della sua divisa.

« Vai Sailor Mars. Salva il futuro. »

 

Raperonzolo attaccava senza tregua ed aveva già legato tutti gli avversari, eccetto Sailor Neptuno che stava caricando il suo Maremoto da indirizzare contro il nemico che, da parte sua, cercava di rubare la mente della ragazza.

Rei si svegliò improvvisamente, ritrovandosi già trasformata e con una piuma di corvo tra i capelli.

Osservò la scena e richiamò l'attenzione del mostro e della Sailor caricando la sua freccia.

« Michiru carica il Maremoto e lancialo contro di me! »

« Sei impazzita? Non dire idiozie! »

« Fidati di me! Carica e lancialo contro di me! »

Sailor Mars aveva la freccia di fuoco tesa nel suo arco in attesa della Sailor.

Il mostro stava iniziando a puntare anche Mars quando Neptuno scagliò il maremoto contro la sua stessa compagna.

Sotto lo sguardo stupito delle compagne sofferenti, Mars scagliò la sua freccia contro il maremoto, colpendo in pieno quella palla minacciosa che ben presto si allargò, creando una cupola fatta di gocce d'acqua, dove il tempo sembrava bloccarsi completamente.

 

La gabbia d'acqua aveva creato un blocco temporale e solo Michiru all'interno riusciva a muoversi, osservando le sue compagne ferme nel momento in cui la gabbia aveva preso forma grazie alla freccia di Sailor Mars.

« Cosa succede? »

Michiru si guardò intorno e in un attimo la sua divisa divenne un insieme di veli color del mare che copriva le forme del suo corpo.

« Neptune, non stupirti di ciò che accade. »

« Chi parla? »

Una voce profonda riecheggiava nella gabbia, come se quel suono provenisse proprio dall'acqua che formava quella cupola.

« Il mio simbolo è impresso sulla tua fronte. Il mio nome pronunci ormai molto spesso. Sono Nettuno, colui che t'ha donato tutto ciò che adesso hai. »

« Nettuno? Perchè accade tutto questo? Perchè le mie compagne sono bloccate? Haruka sta per essere colpita... »

« Ci tieni a lei, non è vero? »

« Si... »

« Eppure un tempo sei stata gelosa, una gelosia che hai portato avanti e che ha intaccato il tuo cuore. »

« Non sono gelosa. La gelosia è un'idiozia. »

« Neptune non tentare di convincerti ora. Sono anni che sei gelosa del rapporto tra Uranus e la futura Regina, anche se sai che quel rapporto non porterà a nulla, se non un amore fraterno. Nell'immensità del mare, hai fermato il tuo sguardo a ciò che si vede a prima vista. »

« Io... è difficile essere sempre perfetti. »

Michiru abbassò lo sguardo, forse per la prima volta in tanti anni e chinò il capo, giudicata da quell'enorme gabbia.

« Non ti ho mai chiesto la perfezione. Nessuna delle mie onde è perfetta, tutte formano una spuma diversa l'una dall'altra. Neptune, tu porti il mio simbolo, tu muovi le mie onde facendo le mie veci. Non chiedere a te stessa una perfezione che non esiste. Sei il mare, comportati come esso, buttati in balia delle emozioni, danza sulle note del tuo violino che come un mare in tempesta avvolge e coinvolge ogni tuo ascoltatore. Neptune, sii imperfetta ogni tanto perchè è nella tua imperfezione che si nasconde il tuo vero potere. Sei rimasta in disparte per troppo tempo e la principessa ha bisogno anche di te. Tutti gli Dei si stanno riunendo perchè voi guerriere dovete dare il vostro supporto a colei che rischierà di perdere tutto. »

« Cosa succederà alla futura erede al trono? »

« Non possiamo rivelare cosa è stato visto, ma dovete dare il vostro supporto a quella ragazza che ancora non riesce a portare sulle spalle il peso del futuro. Non rivelare a nessuno di questo nostro incontro. Ogni Sailor avrà il suo momento, ora preparati ad accogliere il potenziamento del tuo maremoto, sarà la mia ira che scaglierai contro il nemico, sarà la vera imperfezione di Nettuno! »

« Sono pronta! »

Michiru allargò le braccia e dalla gabbia partirono vari getti d'acqua che colpirono in pieno la ragazza, vestendola nuovamente con la sua divisa e lasciandola fluttuare in aria per qualche secondo.

« Neptune hai pochi secondi per salvarle tutte. Preparati e ricordati, osservando il mare avrai sempre una mia risposta. »

Il segno di Nettuno brillò sulla fronte di Sailor Neptune ed in breve la gabbia d'acqua sparì.

 

 

Nei secondi che seguirono, le Sailor e i vari aiutanti cercavano di liberarsi dalle loro prese mentre il mostro aveva lanciato un attacco contro Sailor Neptune.

Sailor Mars osservava impaurita, iniziando a caricare una nuova freccia, prendendo la mira, ma in pochi attimi il mostro sparì, colpito in pieno da un maremoto di Nettuno con una potenza devastante di uno Tsunami che travolse solo il mostro e liberò gli altri presenti.

Non c'era bisogno per Sailor Moon di usare lo scettro e portò le mani alla gola per riprendere fiato.

Dai giorni precedenti aveva ancora i lividi sulle braccia, ora aveva anche i segni dello strangolamento sul collo.

« Usako stai bene? » chiese Mamoru decisamente preoccupato mentre Jack correva da Rei, ancora sugli scalini del tempio, stavolta in piedi.

« Si sto bene » rispose la futura regina mentre si appoggiava a Mamoru.

« Tu stai bene? Mi hai fatto preoccupare prima! Stai diventando dormigliona! » esclamò Jack in quel rimprovero misto ad un urlo.

« Smettila di urlare, sai? Anche io ho i miei problemi eh! Razza di antipatico, fannullone! »

« Vuoi la guerra? Razza d'ingrata! Ed io che mi preoccupo per te! La prossima volta ti porto di peso all'ospedale senza neanche chiederti il permesso. »

Entrambi urlavano l'uno contro l'altro finchè Rei, aiutata dagli scalini che colmavano il dislivello tra i due, si sporse verso il ragazzo e lo baciò con delicatezza, prendendolo piacevolmente alla sprovvista.

« Jack, sai una cosa? Parli troppo! » aggiunse la mora mentre gli altri si riprendevano da quella lotta.

« Michiru stai bene? »

Haruka subito annuì e strinse Michiru, un po' più piccola rispetto a lei.

Le cose nel gruppo stavano cambiando: Rei stringeva la mano di Jack mostrando il suo animo anche in quella semplice stretta; Michiru nascose alcune lacrime contro il petto di Haruka, regalandosi quell'abbraccio; Setsuna arrossì accorgendosi degli occhi di Diamond puntati su di lei; Ami si scambiò uno sguardo di complicità con Taiki senza aver bisogno d'altro; Usagi e Mamoru sorrisero, realizzando tutto ciò che stava accadendo intorno a loro.

C'era aria di cambiamento.

 

Tanos! Troppi insuccessi! Perchè non agisci?

« Mia Suprema Strega, non capisco cosa accade. I miei mostri è come se fossero più deboli di fronte alle Sailor. Si stanno verificando strani fenomeni. »

È l'influsso della Luna e degli Dei che la proteggono! Dannati! Hanno mosso le loro mani! Lei ancora non è pronta per la battaglia finale. Cerca di distruggere le Sailor più deboli, colpisci anche il Principe! Colpiscili tutti! Voglio regnare su ogni cosa! Non temo l'ira degli Dei!

« Ho già individuato una preda debole nel gruppo. Una ragazza fin troppo insicura a mio avviso. Vedrete Suprema Strega, non vi deluderò. »

Tanos aprì nuovamente il suo libro: un nuovo mostro avrebbe colpito il gruppo.

 

 

 

 

 

 

Eccomi nuovamente qui!
Volevo aggiornare ieri ma si era fatto troppo tardi e non avevo finito il capitolo.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo dedicato a Rei e Michiru che ammetto non sono le mie sailor Preferite, quindi mi scuso se non le ho trattate benissimo, purtroppo è difficile trovare "punti deboli" in personaggi che proprio non ci piacciono.
Nel prossimo capitolo vedremo chi sarà la predestinata del prossimo attacco.
La battaglia finale si avvicina. Spero di non farla durare in eterno questa storia che per quanto mi stia a cuore, comprendo che si sta allungando molto.

Un bacione a tutti!

Spero abbiate passato una Buona Pasqua!

Come sempre ringrazio chi segue, chi recensisce, chi l'ha messa tra i preferiti/seguite/ricordate etc... Ringrazio anche chi semplicemente legge, rinnovando il mio invito a lasciare una recensione con i vostri pareri perchè mi fanno sempre piacere e stimolano la scrittura.

A presto!


Kate!

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Capitolo 19
*** La potenza del cielo ***



Capitolo 19 – La potenza del cielo.

 

 

 

Non basta correre veloce come il vento, affronta le tue paure. Salva quella ragazza.

Una voce da giorni disturbava Haruka che non capiva da chi provenisse.

Aumentava quando era in moto e diminuiva quando era con le altre, in quelle occasioni dove si divertiva a passare il tempo con le ragazze al Crown.

La notte però quella voce tornava prepotente e non lasciava dormire la ragazza che si svegliava di colpo.

Non basta correre veloce come il vento, affronta le tue paure. Salva quella ragazza.

Di nuovo quella voce che in ogni istante le martellava la testa, costringendola a fermare ogni suo movimento per riprendersi.

Il vento ultimamente le era nemico ed il cielo si mostrava sempre arrabbiato, fin troppo scuro per la stagione autunnale, tuonando spesso quando Haruka non gli rivolgeva lo sguardo.

Maestoso il cielo cercava l'attenzione di quella ragazza.

« Cosa sta succedendo ultimamente? »

Michiru, con un velo di preoccupazione, contemplava il mare oltre quell'orizzonte dove forze sconosciute sembravano lottare tra di loro, dove i fulmini incontravano il cielo e si annunciavano con forti tuoni.

« Tutto ciò ti preoccupa? »

Haruka osservava insieme a lei quella strana manifestazione mentre il vento potente le scuoteva i capelli.

« Dovrebbe preoccupare te. Andiamo dalle altre, ti va un po' di pace? »

Con uno sguardo che trafiggeva l'anima, Michiru sembrava leggere dentro Haruka che si limitò ad annuire con un debole sorriso.

 

Le ragazze erano al Crown, tutte accompagnate dalle rispettive metà o quasi.

Nevius aveva deciso di provare una nuova tecnologia, qualcosa di particolare ed unico o almeno lui così la pensava, vantando con gioia il suo nuovo cellulare che s'illuminava ogni volta che Naru gli mandava un messaggino.

« Mi ha scritto! » esordì allegro davanti la sua coppa di gelato.

« Scusa Nevius ma davvero sei così eccitato per un cellulare? »

Ami osservava il generale con una certa curiosità mentre Usagi mangiava il suo gelato stretta a Mamoru e le altre parlavano in attesa di Michiru ed Haruka.

« Ma scusa, tu non sei eccitata? Cioè posso parlare con Naru premendo dei bottoncini. Al tempo dovevo per forza sfruttare i miei poteri per viaggiare da un pianeta all'altro, oppure dovevo fare affidamento sui paggi. »

« Si ma i tempi sono cambiati. Insomma, sai che vi potete anche parlare? Insomma se premi il tasto verde... »

« Cosa? »

Nevius era incredulo così Ami schiacciò il tasto verde del cellulare del generale e poco dopo una voce si sentì dal microfono.

« Nevius? Sei tu? »

Inizialmente il ragazzo si sentì un po' spaesato, poi portò il telefono all'orecchio ed urlò: « Naru! Ma lo sapevi che ci possiamo parlare attraverso il cellulare? »

« Certo ma abbassa la voce! Si sente lo stesso. Avevo dimenticato di spiegartelo! Dove sei? »

« Sono al Crown! Stiamo discutendo di alcuni dettagli! »

« Allora salutami tutte e ricorda a Usagi e Mina che domani il professore di letteratura giapponese interrogherà e loro sono probabili candidate. Un bacio amore. A domani. »

« Ciao Naru! Glielo ricorderò! Ti amo » e dopo quelle parole attaccò la chiamata rivolgendosi poi a Minako e Usagi « Domani siete interrogate in letteratura giapponese »

Le due ragazze rimasero incredule ed Usagi per prima si ritrovò a sbuffare: « Giuro che quando divento regina la scuola la faccio frequentare solo a chi vuole studiare. »

« Brava Usa chan! »

Minako appoggiava quella scelta mentre le altre ammonirono la ragazza che sbuffò nuovamente.

Michiru ed Haruka arrivarono poco dopo quella scenetta, accolte nel locale da Motoki che salutarono con la loro pacata gentilezza.

« Siamo qui! »

Makoto si alzò in piedi sventolando la mano ed incrociando lo sguardo di Haruka, avvertì una strana voce nella testa, potente e profonda, come un grosso uomo che tuonava la sua rabbia.

Il tuo fulmine è debole! Scuoti l'ira del cielo! Sei o non sei la mia combattente?

Makoto ritornò a sedere un po' spossata, picchiettandosi la fronte con una mano mentre le voci intorno tornavano normali e quella nella testa spariva.

« Mako chan tutto bene? » Rei osservava un po' preoccupata la ragazza.

« Si è tutto a posto. Ho avuto solo un capogiro. Dicevamo? »

« Niente. Stavamo salutando Haruka e Michiru »

Makoto si limitò ad annuire e si strinse un po' sul divanetto, così da far posto anche alle due nuove arrivate.

« Insomma, vi siete perse Nevius che ha scoperto il cellulare e Naru l'ha dovuto tranquillizzare con una chiamata. » Minako fece spallucce voltandosi poi verso Kaspar « Comunque dovremo parlare di quello che accade. Non capisco una cosa. Ami, Setsuna, Michiru e Rei siete cadute in uno stadio di sonno profondo, chi in un modo, chi in un altro e vi siete risvegliate con i poteri amplificati. Che succede? Come avete fatto? »

Le ragazze si guardavano tra di loro ed abbassarono lo sguardo.

« È stata una semplice scarica d'energia. Credo succederà a tutte! » si giustificò Ami ricordando che non poteva dire a nessuno ciò che era realmente successo.

« Non mi convince questa spiegazione. Insomma abbiamo un nemico che ci attacca in continuazione e non sappiamo a chi miri realmente. Sappiamo solo che ultimamente attacca noi sailor. » intervenne Usagi mentre Mamoru seguì a quel discorso « Dobbiamo restare tutti uniti. Non so di preciso a chi mira questo Tanos ma noi non dobbiamo proteggere solo questo mondo ma anche il futuro. Non sappiamo quando ci sarà la glaciazione ma insomma, non dovremo avere segreti... »

« Senti chi parla di segreti... » intervenne Zakar con un tono malizioso « Sbaglio o tu ed Usagi ve la svignate spesso per andare chissà dove? A me è preso un dubbio... »

« Anche a noi... » affermarono in coro tutti gli altri.

« Che dubbio? » Usagi era piuttosto imbarazzata nel porre quella domanda.

« Non è che Chibiusa arriva prima del solito? » domandò Rei a bruciapelo mentre Usagi si ritrovò quasi a morire soffocata dal suo succo di frutta.

« No no. Oddio ma che pensate. È ancora alle superiore e poi certe cose... »

« Mamoru non dirci che certe cose non le fate che non vi crede nessuno... » lo ammonì Jack con malizia.

« Ah si? Sbaglio o l'altro giorno hai voluto casa libera con qualcuno di nostra conoscenza? » Usagi guardò Mamoru sbalordita nel sentire quelle parole pronunciate dal ragazzo che amava, così guardò Rei e Jack con uno sguardo malizioso e ghignò: « Ah ecco perchè quando siamo andate al tempio, il nonno ha detto che stavi studiando da un'amica. »

« Sta zitta Usagi! Anche Ami fa certe cose ma a lei non lo dici mai! »

« Eh? No no io certe cose... »

Ami iniziò a gesticolare in preda all'imbarazzo mentre Taiky si ritrovò ad arrossire dopo quelle parole.

« Noi studiamo solo! » cercò di dire Taiky, sopraffatto dalla voce di Minako che mormorava: « Era ora che combinaste qualcosa... »

« Eh si perchè Mina chan ha già battezzato... » Makoto stava per rivelare qualche particolare scottante ma Minako si sporse velocemente a tapparle la bocca mentre Michiru ed Haruka scoppiarono a ridere ed Hotaru osservava incredula senza capire nulla di quegli argomenti.

« Comunque, direi che è il momento di capire cosa vuole Tanos... » mormorò Haruka mentre Hotaru chiuse gli occhi mormorando: « è arrivato. »

Non disse altro che la vetrina del Crow venne rotta da un'esplosione ed alcuni pezzi di vetro graffiarono Usagi sulle braccia e sul volto come se tutte quelle schegge fossero indirizzate a lei.

« Usagi! » urlò Mamoru mentre la ragazza perdeva un po' di sangue da quei graffi « Non muoverti. Ami mi serve aiuto. »

La ragazza annuì e si trasformò, seguita da tutte le altre sotto lo sguardo di Motoki che ormai da tempo conosceva il segreto delle ragazze.

Tutte le sailor uscirono fuori al locale vuoto, lasciando all'interno solo Usagi assistita da Sailor Mercury e Mamoru.

La Sailor subito congelò la vetrina rotta creando una parete di ghiaccio per proteggere Usagi e permettere a Mamoru di operare con strumenti d'emergenza per rimuovere eventuali schegge dalle ferite.

 

Fuori dal negozio intanto, le sailor combattevano contro il nuovo mostro: una bestia dalla faccia deformata, probabilmente creata dalla fiaba della Bella e la Bestia.

« Dov'è? »

La Bestia scrutava le varie Sailor tuttavia attraverso la parete di ghiaccio notò due codini facilmente riconoscibili.

« Eccola. Datemi quella donna e vi risparmierò la vita. »

Quando la Bestia pronunciò quelle parole, il cielo tuonò e sia Haruka che Makoto caddero a terra prive di senso e con le pupille dilatate.

Le Sailor le osservarono incredule e subito corsero da loro tuttavia in un attimo il tempo rallentò fino a fermarsi, opera di Crono che interveniva sempre ultimamente per dare spazio a coloro che nell'alto erano colleghi.

In quello spazio che nuovamente era stato distorto, Haruka e Makoto si svegliarono vestite con dei veli colorati come il loro spirito.

Intorno tuonava ed il cielo era sempre più cupo mentre sotto i loro occhi tutti gli altri erano fermi come paralizzati.

« Sailor Uranus, colei che combatte in mio nome, nel nome del cielo e dei venti, dov'è finita la forza che ti avevo donato? Perchè la sperperi così? »

Haruka non capiva ed anche Makoto si guarda intorno, indirizzando poi il suo sguardo al cielo.

« Sailor Jupiter! Un fulmine è nullo se il cielo non è dalla tua parte. Perchè non raccogli la forza dentro di te e la fai esplodere? Il tuo fulmine è potente se lo vuoi! »

Le ragazze si guardavano intorno poi sulla fronte s'illuminarono i loro simboli e tutto divenne più chiaro.

« Urano! » esclamò Sailor Uranus che s'inginocchiò con lo sguardo rivolto al cielo.

« Giove! » ed inginocchiandosi, dal diadema di Sailor Jupiter scaturì un piccolo fulmine.

« Uranus la potenza della tua Bomba si è indebolita nel momento in cui hai esitato di fronte a quel ragazzo, Seiya. L'amore per la principessa ti ha portato a temere ogni gesto per non deluderla eppure adesso lei ha bisogno di forza in ogni sua forma e tu puoi darle la migliore protezione in questo senso. » Urano aveva parlato lasciando tuonare il cielo mentre Haruka abbassò lo sguardo, mortificata da quelle parole.

« Jupiter! Hai visto le tue amiche soffrire, la principessa salvata da altre e per un attimo ti sei sentita messa da parte, come poco importante per quel gruppo ma ricorda, ogni tassello è importante per completare il puzzle. Lei ha bisogno anche di te e della potenza del suo fulmine. Presto, molto presto, affronterete il nemico che oltre Chaos vi metterà alla prova, che riuscirà a distruggere non i vostri corpi ma la vostra anima se non starete attente. La principessa rischia e riporta ferite sul corpo. Solo quando tutte sarete pronte potrete proteggere il suo corpo ed il suo spirito, solo in quel momento potrete invocare davvero il nostro aiuto per salvare la Tokyo del presente e Crystal Tokyo! »

Giove lanciava fulmini da quel cielo nero fino a che uno non colpì Makoto che vide il suo corpo avvolto dai fulmini che tessevano la sua divisa, conferendole più potenza.

« Sailor Jupiter, il tuo attacco sarà potente ed aiuterai la Principessa. È lei il loro obiettivo e tutti sarete indispensabili per lei e per questa Terra. »

« Non sta a voi, tuttavia, parlare di quanto accade con noi Dei! Spetterà all'ultima parlare di tutto, spetterà a Lei informare la principessa ed il principe e muovere le fila della nuova battaglia. Nuovi poteri e nuove speranze s'affacciano al futuro se sarete degne combattenti! » Urano aveva terminato il discorso ed Haruka si alzò in piedi.

« Urano, posso davvero tornare a combattere per proteggere la principessa? »

« Devi! È il tuo compito e devi esserne onorata. Ricorda che ogni gesto ti verrà perdonato se verrà fatto per una giusta causa. Agisci con la forza del tuo cuore. Adesso andate! »

Urano mosse le nubi ed una folata di vento investì in pieno Uranus che vide la sua divisa prendere forma.

I simboli sulla fronte di entrambe brillavano e senza neanche rendersene conto erano lì, in piedi davanti alla bestia con i simboli luminosi e la forza potenziata.

Sia Jupiter che Uranus lanciarono in loro attacco contro la Bestia, prima che questa potesse avvicinarsi o attaccare gli altri che stavano venendo in loro soccorso.

In un attimo la Bestia sparì ed al suo posto comparve Tanos, avvolto come sempre nel suo manto nero.

« Nuovamente avete osato toccare le mie creature! Sapete bene cosa cerco! Fatevi da parte! Lei diverrà nostra! »

L'effetto donato dagli Dei a Jupiter ed Uranus non era ancora svanito ed indirizzando una scarica del loro potere contro Tanos lo colpirono in pieno.

« Dannate piccole ragazzine! Il momento è vicino! Abbiamo deciso che prenderemo direttamente Lei e voi non potete fare nulla a riguardo. Io dalla mia parte ho la Suprema Strega che per questo mondo ha progetti ben più grandi dei vostri! »

« Sono delle frasi che abbiamo già sentito! Sparisci Tanos e con te fa sparire anche questa Suprema Strega! Noi non te la faremo toccare! »

Rei stava indirizzando la sua freccia contro Tanos e Sailor Saturn lo stava per colpire con il suo attacco quando lui sparì, lasciando le ragazze al momento vittoriose.

 

Tornate ai loro abiti civili, le ragazze rientrarono nel locale per controllare come stesse Usagi.

« Scusatemi. Avete combattuto da sole. Mi dispiace. La prossima volta starò più attenta, promesso. »

La ragazza era un po' debole. Il sangue perso non era molto, esiguo per le ferite riportate, ma la stanchezza di quella situazione cominciava a pesarle sull'anima che sembrava indebolirsi.

A modo suo Tanos stava colpendo Usagi senza destare sospetti nelle Sailor o almeno non in tutte.

 

« Mio Dio, sono qui come tua fedele servitrice a chiedere consiglio. So cosa sta accadendo e sono consapevole della forza della mia arma ma il futuro va vissuto non distrutto. »

« Sailor Saturn, non temere. Tu a differenza delle altre, non riceverai il potenziamento ma il potere della decisione. Se vedrai che tutto sarà davvero perso, scuotilo e vedrai che il mondo ricomincerà da capo. »

« Crono, affido a voi la mia vita. Ho a cuore la vita del principe, della principessa e della sua stirpe, oltre alla vita di tutti gli altri. »

« Sei dotata di pazienza Sailor Saturn e te ne rendo atto. Spetterà all'ultima parlare e dare la giusta sentenza, lei che è più vicina alla principessa. Il tempo, lo spazio, tutto rischia di essere distorto ma tutto può restare alla normalità se vi unirete voi tutte e combatterete. Lo vogliono Marte, Nettuno, Giove, Urano, Mercurio, io, Plutone che non desidera nessuno in Ade al momento ed anche lei che giusta e bella ci rappresenta. Siamo sempre al fianco di voi sailor, anche quando non ci vedete. Mi fido del tuo sguardo di fanciulla, Saturn, continua così, è questa la tua forza. »

Sailor Saturn, da sola in un piccolo tempio, aveva finito di pregare dopo essersi allontanata dalle altre.

Gli Dei, sopra di loro, le stavano osservando.



Piccolo appunto: Saturno per i Romani è quello che è Crono per i Greci. La doppia scelta è dovuta a due cose: prima di tutto perchè Sailor Pluto era guardiana alle porte del tempo quindi era giusto che fosse crono a parlarle, la seconda è perchè essendo Crono e Saturno la stessa persona, è giusto che fosse lui a parlare ad Hotaru.



Ecco un nuovo capitolo.
Come avrete letto sul mio spazio autore, ho dovuto posticipare la pubblicazione di un giorno.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la trama v'ispiri ancora.
Se tutto va bene, non supereremo i 25 capitoli, quindi diciamo che la fine s'avvicina.
Tanos ha colpito ancora ed adesso, più che mai, è evidente che il bersaglio è Usagi.
Vedremo bene come si finirà di sviluppare questa storia.

Spero continui a piacervi e come sempre ringrazio coloro che recensiscono, che la leggono, seguono e altro ancora!
Siete per me un valido sostegno.
Anche qui ricordo che a breve partirà una nuova Long fic che verrà annunciata nell'ultimo capitolo di L'amore è un gioco?
A presto.


Bacioni,


Kate (non la moglie di will XD)

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Capitolo 20
*** Lei ***



Capitolo 20 – Lei

 

 

Non sta a voi, tuttavia, parlare di quanto accade con noi Dei! Spetterà all'ultima parlare di tutto, spetterà a Lei informare la principessa ed il principe e muovere le fila della nuova battaglia.

 

 

Studiare e combattere per tutte non era davvero l'ideale e la stessa Ami, nell'ultimo periodo, faticava a mantenere la sua media tanto alta a differenza di Usagi e Minako che non faticavano affatto a mantenerla al limite della sufficienza, aiutate da Diamond minacciato da Setsuna.

Gli avvenimenti dell'ultimo periodo non avevano giovato all'umore delle ragazze, specie a quello di Usagi che spesso rimaneva da sola sul tetto dell'Istituto a guardare il vuoto.

Mamoru poteva rimanere accanto a lei quasi sempre ma quand'era a scuola doveva dimostrare agli altri di essere forte anche senza l'uomo che la supportava.

Da sopra il tetto si poteva vedere il giardino e la vicinanza al Natale comportava la nascita di altre coppie.

Setsuna se ne stava spesso in un angoletto a complottare con Diamond, Nevius incontrava Naru alla rete che separava la scuola dalla strada, concedendosi attimi romantici con quella ragazza; stessa cosa facevano i restanti generali quando l'occhio dei professori era lontano e potevano corteggiare le loro metà e poi c'era Ami che non aveva bisogno di scuse o altro: aveva Taiki al suo fianco in ogni momento, sempre pronto a sostenerla.

Essere nel mirino del Nemico significava essere in pericolo ma non era solo lei a rischiare bensì tutte le sue amiche e poi qualcosa stava accadendo anche a loro, ma lei che in futuro sarebbe stata Regina non capiva chi fosse a manovrare tutti quei cambiamenti.

Una cosa però la sapeva: nuovamente la paura di diventare Regina si era impadronita di lei.

I graffi sulle braccia, i lividi sul corpo, i segni delle battaglie questa volta non sparivano facilmente, destando anche la preoccupazione della madre che arrivò a chiederle se Mamoru la picchiasse, consapevole che mai quel ragazzo potesse mai fare una cosa del genere, eppure le preoccupazioni di una madre erano arrivate a tanto.

Lo sguardo spento di quegli occhi azzurri, l'allegria svanita e la pesantezza dei suoi sospiri, tutto faceva capire che quella futura Regina aveva paura di ogni passo.

Si sentiva nuovamente come nello scontro con Galaxia: ogni passo era incerto, ogni attimo tremava mossa dalla paura di sbagliare e far crollare quel pianeta nel buio e nella disperazione.

Usagi in quel momento si sentiva persa.

Non bastava più essere Eternity, era troppo poco per sconfiggere il nuovo nemico.

 

Minako, dopo aver salutato Kaspar alla rete della scuola, lontana dallo sguardo di tutti, entrò nella vecchia palestra abbandonata della scuola, là dove l'aspettava Artemis.

« Sei pronta? »

« No. Non sono pronta. Artemis, che devo fare? »

« Sei tu e lo sai. Sei stata tu fin dall'inizio. Sapevi che prima o poi sarebbe giunto il momento, sapevi che non eri stata messa a capo delle Sailor senza un motivo. »

« Ho paura di non farcela. »

« Non sarai sola. Ci sono le altre con te. »

Minako si limitò ad annuire facendo poi segno ad Artemis di avvertire gli altri: il pomeriggio si sarebbero incontrati tutti al tempio di Rea.

 

Al tempio, l'ultima ad arrivare fu Usagi preceduta da Mamoru.

« Ragazze, come mai questa riunione? »

Sul volto di Usagi si notava una certa stanchezza, data anche dalle ferite che riportava ancora sul corpo, dure a guarire.

« Usako stai bene? » chiese Mamoru mentre la ragazza annuiva.

« Usa chan, Minako ci ha chiesto di vederci tutti. » intervenne Makoto mentre tutti le altre, i generali, Diamond e Taiki rimanevano seduti sui gradini del tempio.

Minako si alzò dalla gradinata e si portò al centro del piazzale, affiancata da Artemis.

« Scusate se vi ho chiesto di venire oggi, ma una questione importante che non potevo affrontare prima. »

Minako era piuttosto seria mentre intorno al tempio si formò una cupola d'oro, uno scudo protettivo per quella riunione.

« Che sta succedendo? » si alzò Uranus ed in quel momento il simbolo sulla sua fronte iniziò a brillare come alle altre Sailor.

I generali avvertirono una particolare energia raggiungerli, sulla fronte di Diamond spuntò prepotente la luna rovesciata e dai cuori di Mamoru e Usagi uscirono i rispettivi cristalli.

« Cosa sta succedendo? » chiese Kaspar indicando Minako in piena trasformazione.

La ragazza si vestì per un attimo di veli color arancio per poi lasciar spazio ad una tunica bianca ed una corona d'alloro posata sul capo.

Risplendeva di bellezza come la dea che la proteggeva.

« All'insaputa di tutti voi, ho sempre saputo cosa vi stava succedendo. Setsuna, Ami. Voi avete ricevuto da Crono stesso un potenziamento dei vostri attacchi. Non sono intervenuti né Plutone né Mercurio affidando ad un Dio come Crono il potere di risvegliarvi. Rei, Michiru. Voi siete state scosse da Marte e Nettuno e come loro avete ricevuto i potenziamenti. Haruka, Makoto. Urano e Giove hanno parlato per voi e ve l'hanno detto che il compito di parlare sarebbe spettato a colei che Giusta e bella era più vicina alla futura regina. »

« Ma tu Minako, perchè sei vestita così? » Rei indicò la ragazza senza dire altro.

« Perchè Venere è con me, parlo per nome suo. Si è tenuta in disparte perchè prima tutte voi dovevate ricevere il potenziamento, poi avrebbe parlato. Al tempo, quando Silver Millennium fu distrutta e la regina Selene usò il cristallo d'argento, tutte noi fummo rinchiuse in alcune bolle quasi fossero di sapone, per rinascere sulla Terra. Tutte voi siete giunte subito ma io, la principessa ed il Principe siamo arrivati più tardi. Per salvaguardare la vita della principessa, serviva colei che dalla nascita per natura le somigliava e così presi il suo posto per un po', combattendo con il nome di Sailor V finchè Luna non risvegliò Sailor Moon, inconsapevole d'essere la principessa. Fin dal principio ero stata messa a capo delle guerriere Sailor, fin dal principio ho dovuto fare tutto questo ma adesso tutto sta cambiando. Tanos usa la magia, una magia che noi non conosciamo » Minako guardava le altre con lo sguardo quasi assente, posseduta dalla dea Venere « I generali, che un tempo le regina non riuscì a salvare, sono tornati per mano del Silver e Golden Crystal. Il ritorno di Diamond, tutto è stato programmato per creare una squadra unita. Taiki, tu vuoi farmi una domanda, vero? »

« I miei fratelli. Loro anche erano nel piano? »

« No o meglio, in parte. Tu ed i tuoi fratelli eravate le tre stelle giunte da lontano, tre stelle protettrici non della nostra principessa e che tuttavia avevano deciso di restare qui, guidati dai buoni sentimenti ma... il nemico ha piantato il suo seme in Yaten e Seiya e quando questi sono stati sconfitti, sono tornati ad essere stelle. Non potranno al momento riprendere un corpo e vivere insieme a tutti voi ma in futuro torneranno, ve lo prometto. Se il futuro verrà salvato allora loro torneranno. »

Taiki abbassò lo sguardo ma la sua mano incontrò quella di Ami, donandogli quel po' di coraggio di cui disponeva.

« Il loro seme di stella è intatto. Abbi fiducia ed il fato te li restituirà, intanto in questa forma, assegno a te i loro poteri, potenziando i tuoi attachi. Generali, voi siete stati riportati in vita ma ancora non avete riacquistato il massimo della forza. Adesso io ve la dono ed aumento. La vostra energia sarà importante per questa battaglia e poi tu, Diamond. Il cambiamento ed il senso di protezione che provi verso la Principessa, ha indotto il consiglio degli Dei ha darti un'altra opportunità: avrai un fulmine bianco molto potente, sarà scaturito dalle tue mani e potrà bruciare e ghiacciare nello stesso momento. Usalo al momento opportuno. »

In un gesto quella cupola si riempì di luce ed i generali, Taiki e Diamond furono invasi da quella luce.

« Principessa, Principe, ora tocca a voi. Avrete capito ormai che il nemico mira a voi. Gli Dei l'hanno osservato ed hanno capito che questa volta non toccherà solo a voi salvare la terra, ma sarà l'unione di tutti a proteggerla. Non si può rivelare altro riguardo al nemico perchè la sfera d'osservazione s'è un po' oscurata. Per questa battaglia, gli Dei hanno dei consigli per voi che rappresentate la Terra e la Luna. Principe, troppo spesso vi siete sentito inutile in confronto alla Principessa ma questo è sbagliato. Il coraggio, l'amore e l'energia che le infondete sono importanti e senza questi non potrebbe agire come sempre fa, nel modo giusto. Principessa, il vostro futuro già visto è continuamente incerto. Abbiamo sempre visto il vostro comportamento e gli Dei vorrebbero dirvi che è giusto preoccuparsi per il bene della Terra, dell'Universo e di tutti i vostri cari però sarebbe giusto che ogni tanto siate un po' Egoista e pensiate un po' a voi stessa, al vostro Principe ed alla famiglia che creerete. Siete generosa, lo sappiamo ed ogni tanto potete concedervi un capriccio. Vi servirà. »

Usagi e Mamoru annuirono ed in quel momento, Minako riprese le sue sembianze ed abiti, tornando alla normalità.

« Perdonatemi tutti se non ve ne ho parlato prima. Ora che tutto è spiegato, siamo pronti per affrontare il nemico. Dobbiamo sfoderare tutte le nostre armi per garantire un futuro agli altri ed anche a noi stessi. »

Usagi a quelle parole abbassò lo sguardo e carezzandosi le braccia, apparve quasi stupita: « Le mie ferite... »

« Un dono di Venere. »

Minako le fece l'occhiolino e lei sorriso per poi rivolgersi a tutti gli altri presenti, tirando un grande sospiro.

« Io lo so, la battaglia decisiva si sta avvicinando. Ho tirato un sospiro di sollievo ed ho abbassato la guardia quando Galaxia e Chaos sono stati sconfitti, ed ho sbagliato. Stavolta però, ho paura. Ho paura perchè oltre questa battaglia c'è il futuro. Oltre questa battaglia sarò regina ed io non so se ne sarò in grado. Ho paura ora e mi sento chiamare Principessa, io un giorno non potrò essere Regina. »

« Usagi ma cosa stai dicendo? Non devi gettare la spugna... » Haruka avanzò di qualche passo, alzando la voce e mostrando l'espressione indignata.

« Scusami, davvero, ma non ce la faccio. Siete sempre in pericolo per colpa mia. Pensavo di aver superato il problema ma non credo sia così. »

« Usagi non puoi! Gli Dei... »

« Anche loro capiranno. Scusate, voglio rimanere un po' da sola. Scusami Mamo chan, voglio andare un po' da sola. »

« Usako... perchè? »

« Scusa... »

Usagi non disse altro e semplicemente indietreggiò scendendo poi velocemente le scale.

Era difficile essere una liceale, lo era ancora di più se si era a conoscenza del futuro e delle varie lotte.

Ami a causa sua aveva difficoltà a mantenere la sua media, Rei passava meno tempo al tempio, Makoto non poteva trovarsi un lavoretto part time e Minako aveva rinunciato ad essere un'idol.

Haruka aveva lasciato la sua carriera di motociclista, Michiru aveva rinunciato ai concerti, Setsuna si era accontentata di fare l'infermiera in una scuola ed Hotaro aveva già rischiato troppo in passato, poi c'era Mamoru. Lui che rappresentava tutta la sua vita, l'uomo che amava e che a causa sua aveva rischiato fin troppe volte la vita, perdendola anche in alcune occasioni.

Adesso aveva bisogno di respirare.

Non doveva pensare agli altri, né ai sensi di colpa per aver tolto a Taiki i suoi fratelli, adesso voleva stare sola, dondolare su un'altalena nel parco, piangere, sfogare la sua rabbia e dondolarsi fino ad arrivare così in alto da poter volare senza ali.

Essere Principessa non era facile.

Essere Lei voleva dire essere al centro dell'attenzione del nemico.




Ed eccoci alla conclusione di questo capitolo.
Il titolo gioca su due persone: Lei intesa come Minako, la prescelta per parlare e poi Lei, Usagi la principessa che vuole rinunciare a tutto.
Il capitolo ho preferito interromperlo qui perchè nel prossimo spero di avviare gli scontri per la battaglia decisiva dove tutto verrà svelato.
Spero vi sia piaciuto!
Come sempre ringrazio tutti coloro che seguono, recensiscono ed altro la mia storia e voglio scusarmi se non sempre ricevete una risposta alle recensioni, purtroppo il tempo spesso è davvero poco e lo utilizzo anche per leggere alcune delle vostre storie!
Il prossimo capitolo verrà annunciato nel mio spazio autore, oggi è stata un pò una sorpresa la pubblicazione ^-*
A presto e grazie come sempre di tutto.
Un bacio.


Kate che piange perchè Mamo chan non c'è nella 5° serie e lo vorrebbe tanto stringere e coccolare.

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Capitolo 21
*** Angeli custodi ***



Capitolo 21 – Angeli custodi

 

 

 

Tanos! Il momento è giunto! La principessa ha toccato il fondo! Portala da me al più presto, ho intenzione di farle un bel regalo prima della fine.

« Si! Mia Sovrana! »

Una risata malvagia echeggiava nella stanza occupata da Tanos, mentre quest'ultimo agitava le mani intorno ad una sfera, osservando nitida l'immagine di Usagi seduta su un'altalena.

Sorrise. Il suo obiettivo era in lacrime.

 

« Ancora qui? Sta per venire a piovere, dovresti tornare indietro. Sono tutti preoccupati per te. »

« Perchè sei venuto tu? »

« Perchè hanno ritenuto fossi quello più adatto. Tu credi che dovrei odiarti, vero? »

Usagi annuì, continuando a dondolarsi sull'altalena, osservando quel ragazzo di fronte a lei.

« Io non ti odio, Usagi. Io lo so, ora vedi tutto nero perchè sei stata attaccata vicino al cuore, tutti sono in pericolo è vero, ma la colpa non è tua, è solo del nemico. Vogliono distruggere te perchè sei il raggio di speranza di questa umanità. »

« Non posso. Taiki non posso. Sono morte troppe persone a causa mia. Se evitassi di diventare regina, rinunciando al trono, tutto tornerebbe al proprio posto. »

Taiki osservava Usagi con la fronte aggrottata ed un'espressione contraria, mentre manteneva le braccia incrociate al petto ed iniziava a bagnarsi con le prime gocce d'acqua.

 

Mamoru era poco distante, accompagnato dai generali mentre osservava quella scena così triste e delicata.

La sua Usagi nel pieno di una crisi, la stessa Usagi che un tempo reagiva con forza di fronte ad ogni difficoltà; cosa l'aveva resa così insicura?

Era stato lui con la sua assenza, i ripetuti nemici oppure semplicemente tutta quella situazione era diventata fin troppo grande per una ragazza della sua età?

La mano di Kaspar sulla spalla, lo fece tornare alla realtà.

« Lei è forte. »

« Sai Kaspar, a volte credo che il nostro errore sia questo. Io devo essere forte, lei deve potersi permettere di essere debole, invece, allo stato attuale delle cose, se lei è debole è la fine per tutti. »

« Principe, questa battaglia è l'ultima per lei. Affronterà qualcosa che neanche potete immaginare. »

« Perchè non mi dici chi è questo nemico? »

« Perchè sarà la Principessa a doverlo affrontare ed al momento giusto chiederà aiuto, ma deve riprendersi. Se lei s'indebolisce, il nemico si fortifica. »

« Da come parli, sembra che siano collegati. »

« Lo sono. Sono strettamente collegati. »

Mamoru osservò Kaspar mentre gli altri restavano a pochi passi di distanza, osservando la scena tra Taiki e Usagi.

 

« Devi essere forte Usagi! Abbiamo capito tutti che questa battaglia sarà grande e dura! Affronteremo qualcosa di troppo grande, altrimenti non sarebbero intervenuti gli Dei! »

« Loro sono grandi, potrebbero risolvere tutto ma come sempre si fanno gli affari loro... »

« Basta! » Taiki alzò la voce, stringendo le mani in due pugni « Smettila di piangerti addosso! Qui non si tratta di te, si tratta di questo pianeta! Se tu molli, questo crollerà! Perchè ti stai... »

Taiki tacque sgranando gli occhi.

Usagi si era alzata in piedi ma stranamente gli occhi erano diventati spenti, privi di vita e pupille.

Quella situazione durò un attimo e tutto tornò alla normalità mentre Taiki osservava incredulo la ragazza.

« Che succede? »

« Avevi gli occhi... »

Nuovamente non riuscì a terminare la frase che la pioggia aumentò ed un fulmine si notò nel cielo, così vicino da cadere in quel parco, di fronte ad Usagi e Taiki.

« Tanos! »

« Principessa, devo portarvi via. La Suprema vi desidera. »

« Non toccherai la principessa! »

Subito Taiki si trasformò mettendosi a protezione di Usagi che eseguì la trasformazione, regalando quel tripudio di ali bianche.

Mamoru stava per intervenire ma Kaspar lo trattenne.

« Aspettate. Principe dobbiamo donarvi una cosa, vi aiuterà nel proteggere questo pianeta, fino al momento in cui tutto si risolverà. »

« Kaspar, devo aiutarla! »

« Ci vorrà qualche istante! » concluse Jack senza cercare replica in quel tono di voce.

I quattro generali circondarono Mamoru, tenendosi per mano mentre lontani dal nemico, iniziavano a pronunciare diverse parole in una lingua antica.

Mamoru iniziò ad urlare; quella pratica sembrava dolorosa ma durò solo qualche secondo: un paio d'ali bianche spuntarono dalla schiena di Mamoru che subì una trasformazione anche nella divisa da Milord.

Lo smoking aveva cambiato colore, diventando bianco come la panna mentre il papillon era rimasto nero, spiccando sulla camicia candida; non aveva più il cappello ma rimase la maschera, simbolo eterno della sua identità segreta.

« Cos'è successo? » istintivamente Mamoru batté un colpo d'ali innalzandosi in volo di pochi centimetri.

« Principe, il nostro compito era quello di rendervi ancora più forte, in grado di salvare la Principessa. Continueremo a vegliare su di voi e ad aiutarvi in questa battaglia. Questa è la vostra versione Eternity, la più vicina a King Endymion. Solo voi potrete aiutare Eternity Sailor Moon e se ci riuscirete, ci sarà la luce. »

« Andate! Noi creeremo da qui una barriera per proteggervi » concluse Zakar che iniziò ad innalzare la sua energia, seguito dagli altri per proteggere i tre combattenti.

 

Il nuovo Milord raggiunse Usagi e Taiki in volo lasciando apparire in mano il suo bastone dal quale scaturì una forte energia che indirizzò alla volta di Tanos.

Il nemico si voltò e sorrise.

« Principe. La Suprema mi ha detto che sareste intervenuto ed anche se adesso sembrate più forte, non potrete impedirmi di prendere la Principessa. Deve vedere una cosa! »

« Non mi avrai mai! »

Sailor Moon urlò quelle parole e dalle mani fece apparire il suo scettro mentre Taiki continuava ad attaccare Tanos.

Gli attacchi erano più forte, il potenziamento si avvertiva e questo era favorito anche dalla protezione dei generali poco distanti, che impedivano a Tanos di colpire gli altri.

« Perchè non riesco a colpirvi? »

Tanos stava perdendo la pazienza e riprese ad attaccare gli avversari senza riuscire a colpirli; in breve pronunciò alcune formule magiche e l'attenzione si focalizzò sui generali che invocavano quella barriera: gli bastò un colpo per distrarli per rompere quella barriera.

« Sciocchi! Davvero pensavate di poter fare qualcosa contro il mio potere? La mia è magia! » puntò la sua bacchetta al terreno e da questo ne uscirono diverse rampicanti che iniziarono ad attaccare Taiki, imprigionandolo.

Usagi e Mamoru si levarono in volo e quest'ultimo indirizzò il suo bastone alle piante per tagliarle e liberare Taiki, tuttavia il suo gesto si rivelò inutile e fu colpito lui stesso, dalla magia di Tanos che lo fece cadere a terra e lo intrappolò con le piante.

« Ora principessa come farete? Siete sola! »

« Io combatterò! »

« Non puoi. Lei ti ha presa. Mia! » e quando Tanos pronunciò quelle parole, gli occhi di Usagi persero nuovamente la vita e la pupilla sparì. Iniziò a cadere ma fu prontamente mantenuta in volo da Tanos.

« Addio. Adesso la principessa è nostra » e sparì portando con sé Sailor Moon.

 

Le piante, quando Tanos sparì, morirono a terra e Mamoru subito provò a levarsi in volo ma tutto fu inutile: Tanos era sparito con Usagi in qualche dimensione esterna.

Tornò a terra ed afferrò una delle piume che la sua Usagi aveva perso; la osservò più volte e chiamò urlando i generali.

« Zakara! Jack! Nevius! Kaspar! Voi lo sapete! Perchè la sua piuma tende al grigio? Perchè non è candida? »

Taiki si rialzò in piedi riprendendo i costumi civili come Mamoru, mentre Kaspar avanzava parlando a nome dei quattro.

« Ve l'ho detto: il nemico è strettamente collegato a Sailor moon. Non possiamo parlare. L'abbiamo promesso all'intero concilio degli Dei. È la vostra battaglia Principe e soprattutto la sua: se finirà bene sarà l'inizio di tutto. Fidatevi Principe. »

Mamoru annuì solamente mentre tra le mani stringeva quella piuma calda, grande eppure grigia.

 

« Sailor Moon, finalmente sei in trappola. »

Usagi aveva perso la sua trasformazione ma la sua spilla era sempre lì, al suo posto, appuntata al petto.

« Tanos! Cosa vuoi da me? Cosa mi stai facendo? »

« Io nulla. Ti presento ora alla suprema strega. »

Tanos si spostò di lato e nella stanza buia dove Usagi era rinchiusa, si accesero diverse candele che iniziarono ad illuminare il luogo, schiarendo il volto della Suprema Strega che finalmente si rivelava a Sailor Moon.




Ed eccoci giunti a questo capitolo.
Come vi avevo annunciato, la battaglia finale si avvicina ed anche il nemico che si rivela.
Vi svelerò un piccolo segreto: inizialmente il nemico non doveva essere chi scoprirete ma... ho cambiato idea di recente pensando a diversi avvenimenti ed al titolo che avevo dato a questa storia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre vi chiedo di lasciarmi una recensione se vi è piaciuto, se non vi è piaciuto, se Seiya puzza... insomma, come vi pare, a me fa sempre piacere leggere i vostri fantastici commenti.

Vi lascio anche, per chi non l'avesse visto, l'indirizzo alla mia pagina Fb, dove ci sono aggiornamenti in tempo reale, link ed altro sulle mie storie. Siete tutti i benvenuti, anche i fans di Seiya eh u.u

L'angolo di Kate_88 • Fan Fiction su Sailor Moon

Detto ciò, vi mando taaaaanti baci.


La vostra Kate che ha iniziato una campagna di Sensibilizzazione per evitare a Mamo chan di prendere l'aereo!

 

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Capitolo 22
*** Rivelazioni ***



Capitolo 22 – Rivelazioni

 

 

Mamoru aveva subito avvertito le sailor di quanto accaduto e prima delle altre, Haruka montò in moto per raggiungere il principe in quel parco dove Usagi era stata presa.

Le altre seguirono dopo, con mezzi di fortuna ed il teletrasporto Sailor.

« Dov'è finita? »

« Uranus calmati. Sailor moon dovrà affrontare da sola questa battaglia »

Kaspar si mostrava sempre fin troppo calmo, un comportamento che faceva andare su tutte le furie Haruka.

« Adesso ascoltatemi bene, miei quattro damerini da strapazzo. Voi quattro siete tornati ed avete sempre saputo tutto. Sbrigatevi a dirvi cosa sta succedendo ad Usagi, la nostra principessa, altrimenti proverò direttamente su di voi la mia nuova potenza del vento. »

Le altre Sailor arrivarono in tempo per ascoltare tutto e Minako si avvicinò ad Haruka osservando Kaspar.

« Ha ragione Haruka. Noi vogliamo saperlo perchè dobbiamo aiutarla. Cerca di capirci. È la nostra principessa ma prima di tutto è nostra amica. Noi le vogliamo bene. »

« Kaspar, Jack, Nevius, Zakar... parlate, ve ne prego. Usagi la rivoglio qui. »

Intervenne Mamoru questa volta osservando quasi supplichevole i quattro generali.

« Vi diremo tutto... »

 

Usagi osservava dalla sua gabbia quella figura che piano piano arrivava, facendosi lentamente nitida ai suoi occhi.

Tanos aveva uno sguardo compiaciuto mentre muoveva la bacchetta nelle mani senza fare rumore.

« Ciao, Principessa Serenity. »

« Chi sei? »

Usagi guardò quella figura terrorizzata e tremante, incredula di fronte a quella donna.

« Io sono semplicemente te. »

« Menti!! »

La strega si era ormai fatta avanti, vestita con un abito privo di bretelle completamente nero con dei cerchi argentati, i capelli neri legati con degli odango, la pelle olivastra e la luna come Serenity ma Nera.

« Principessa io sono te ed adesso ho preso anche la tua mente. Sei semplicemente in mio potere! »

« Stai mentendo! Io sono io, non può esistere una me malvagia! »

« Si che può. Ho preso vita proprio da te, da quella parte del tuo cuore che tu hai sempre gettato via. »

« Io non l'ho mai gettata via... »

« Si che l'hai fatto. Quando Luna ti ha consegnato la spilla ed hai affrontato il tuo primo nemico, tu hai desiderato tornare quella di sempre, non volendo combattere. Quando hai rinunciato ai tuoi pomeriggi con le amiche, il tuo subconscio iniziava a ribellarsi. Nella battaglia con Beryl hai desiderato quasi di morire e da egoista volevo tornare alla vita di tutti i giorni e non combattere. Sei stata codarda. Tuttavia era solo l'inizio... »

Usagi ascoltava incredula, mentre Tanos si divertiva a torturare piccole cavie.

« Quando sono arrivati i sovrani della Luna nera e la tua figlia del futuro, quando non sapevi chi fosse lei, hai desiderato che sparisse, che lasciasse in pace il tuo uomo poi in quel periodo, il culmine della rabbia è giunto quando Diamond ti ha baciata senza consenso e Mamoru è stato sedotto dalla Lady Nera. Tu hai odiato tua figlia. »

Usagi iniziava ad avere le lacrime agli occhi mentre il cuore accelerava i battiti.

« E vogliamo parlare del tuo odio per Michiru, Sailor Neptune? »

« Io non la odio! »

« Non dire idiozie. Forse ora un po' meno, ma all'inizio la odiavi, la gelosia corrodeva il tuo animo che tanto credevi puro. Lei si avvicinava a Mamoru, mostrava una certa predisposizione verso il tuo uomo e tu non sopportavi quell'idea. E non è finita. Nehellenia e la sua mania di potere, piuttosto sciocca a mio avviso, ma di fatto ha creato abbastanza odio nel tuo cuore specie quando Mamoru ha rischiato di morire a causa sua e poi, l'apice è giunto con Galaxia. Il tuo Mamoru è morto, hai subito la corte di un altro, hai sentito la debolezza dentro di te, la solitudine ed hai desiderato che lui non fosse mai partito. I sentimenti di rabbia e l'egoismo hanno preso il sopravvento ed io, in una nuvola d'odio e rabbia, mi sono formata. Inizialmente non avevo corpo, ero molto debole e così, dopo essere scesa sulla terra insieme a te dal ritorno dalla battaglia con Galaxia, ho cercato qualcuno che potesse accudirmi... »

Tanos si fece avanti smettendo di torturare le cavie.

« Tanos era un ragazzo del tuo stesso liceo, un ragazzo con la passione per la magia nera che non ha esitato a darmi un corpo di fronte alla proposta di un grande potere. Ed eccoci qui, Sailor Moon, adesso io sono la parte più grande di te. »

« Non ti credo! E poi perchè te la sei presa con Seiya e Yaten? Perchè li hai uccisi? »

« Uccisi? Io non ho ucciso nessuno. Sei tu che li hai uccisi con il tuo egoismo. »

« No. Io non li ho uccisi. Sei stata tu e Tanos, davanti ai nostri occhi! »

« No. Sei stata tu. Se io sono te, sono la tua parte cattiva, perchè dici che non sei stata tu? Sailor Moon, non darti sempre delle giustificazioni. Tu non sei pura come volevi far sembrare. Sei perfida. Sei una ragazzina calcolatrice che finge d'essere perfetta per tenere strette delle amiche ed un uomo che non avresti se mostrassi il tuo vero carattere! »

La strega puntò il dito contro Sailor Moon che nuovamente svenne mostrando gli occhi vuoti, con le lacrime che scendevano ai lati del viso, su quel volto pallido come fosse morta.

La strega sorrise e ordinò a Tanos di creare una barriera intorno alla gabbia, impedendo in ogni modo alla prigioniera di uscire.

 

Kaspar aveva finito di narrare la storia alle altre che, allibite, osservavano il generale.

« Quindi dovremo lottare contro sailor moon in persona? »

« Non proprio » intervenne Nevius iniziando a fluttuare in volo, restando seduto insieme a Zakar come spesso facevano al tempo quando pensavano.

« La parte che bisognerà affrontare è quella malvagia. Gli dei stessi sono intervenuti perchè quella parte è più grande del cuore buono e puro di Sailor Moon, hanno paura che il male prenda il sopravvento, poiché la mente di Usagi è stata gravemente compromessa.

« Inoltre... » seguì Zakar « il futuro anche questa volta rischia di essere compromesso. In realtà i pensieri che ha avuto Usagi in questi anni, sono da attribuire alla sua età. Nessuno ha mai ritenuto Usagi cattiva perchè si è sempre sacrificata per tutti e se a volte ha avuto delle debolezze è normale, tant'è che il suo cristallo ha sempre brillato di una luce bianca e pura. Adesso però questa sua parte opposta che ha preso vita, tenterà di farle capire che la sua esistenza è sbagliata. Ho avvertito la presenza di un secondo cristallo, diverso da quello corvino, bensì un reale opposto del cristallo d'argento. »

« Come faremo a salvarla? »

Mamoru si mostrava realmente preoccupato mentre carezzava Luna in braccio, provata da quella situazione che vedeva coinvolta la sua padroncina.

« L'unica cosa che possiamo fare è sconfiggere Tanos ed indebolire un po' la Strega ma la battaglia sarà solo ed esclusivamente di Sailor Moon. Solo la Luna può sconfiggere la Luna opposta » terminò Jack che manteneva lo sguardo serio e le braccia incrociate.

« Dobbiamo aiutare Sailor Moon! Se davvero questa strega è il suo opposto e vuole prevalere, tenterà d'indebolirla in ogni modo, sfruttando i suoi punti deboli. »

« Rei che intendi? » chiese Makoto.

« Usagi si è sempre fatta carico dei nostri problemi ma è umana, a volte anche lei crolla. È crollata tempo fa con la morte di Yaten poi con quella di Seiya... »

« … ed è crollata pensando al suo futuro di Regina. Usagi non si sente pronta per questa prova » continuò Mamoru abbassando lo sguardo « la verità è che Usagi davvero vorrebbe una vita normale ed è disposta anche ad essere un giorno sovrana se riuscisse a mantenere la pace, ma l'avete vista prima, no? Ha paura che tutto ciò che accade sia colpa sua e questo causa in lei un senso di distruzione e debolezza. »

« Dobbiamo andare ad aiutarla! Non può lottare senza di noi! » intervenne Setsuna che osservò Diamond arrivato poco dopo.

« Diamond servirai anche tu in questa battaglia. Sono sicura che quella strega userà ogni ricordo della principessa per farle del male, quindi dobbiamo aiutarla a vedere il buono in tutto. »

« Non avevo intenzione di rimanere fermo e poi se combattono loro, perchè io dovrei restare qui? A fare la guardia ai gatti? »

« Mamoru verrò anche io! »

« Luna ma che dici? Sai che in battaglia rischi di morire. »

« Non m'importa. È Usagi ed io le voglio bene. Ogni volta sono rimasta a guardare ma questa volta sarà peggio di Galaxia... »

« Luna... »

Artemis guardava la gatta che parlava con Mamoru, poi incrociò il suo sguardo e sorrise.

« Ehi Luna, vengo anche io. Non ti lascio sola, però al nostro ritorno ricordami che devo parlarti! »

Ormai si erano tutti decidi: sarebbero entrati in battaglia per salvare Sailor Moon.

 

Sailor Moon, svenuta a terra intanto, sognava e viveva nel suo subconscio.

Era tutto buio intorno a sé, tutto le ricordava il vuoto e la disperazione, la solitudine e la tristezza.

Era sola.

Questa volta non c'erano le sue amiche a farle forza ne il suo Mamoru.

In quel buio delle voci iniziavano a farsi strada.

È tutta colpa tua

Ripetevano in continuazione quelle parole, martellando la testa della ragazza priva di sensi.

È tutta colpa tua!

Riconobbe diverse voci, una alla volta mentre ripetevano quella frase che portava alla distruzione.

Seiya.

La voce che un tempo si dedicava a Search for Your love, adesso inneggiava alla colpa di quella ragazza.

Yaten.

Il ragazzo così dolce che cantava con i fratelli quelle fantastiche melodie.

Riconobbe Saphir.

È colpa tua se non sono più con mio fratello.

Si sentiva in colpa.

Quelle tre voci, quelle persone che per colpa sua erano state strappate ai loro cari.

Crollò.

I sensi di colpa la fecero scivolare in un burrone ancora più buio, un luogo dove anche la luce più intensa avrebbe fatto fatica a penetrare.

 



Tadan! Eccoci qui!
Finalmente ho preso di petto l'ispirazione ed ho scritto questo capitolo che doveva arrivare ieri. Spero di essermi fatta perdonare con le rivelazioni.
Finalmente si scopre chi è questo nemico e qualcuno di voi aveva anche un pò indovinato.
Ho sempre pensato che Usagi forse un lato un pò nascosto lo aveva, è pur sempre una ragazza che invece di poter uscire a volte liberamente con le amiche, deve trasformarsi e salvare il mondo!
Adesso vedremo anche le altre come potranno aiutarle e come e se verrà sconfitta questa strega che altri non è che la parte malavagia uscita da Usagi stessa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un pò e spero di leggere vostri pareri a riguardo. Voglio però intanto ringraziarvi perchè siete davvero gentili con me, seguite questa storia da mesi ormai ed ancora non mollate! Grazi di cuore.
Ringrazio quindi chi la legge, chi la recensisce e chi l'ha inserita tra i preferiti/seguite/ricordate. Insomma: Grazie!
Come sempre vi ricordo per per Link e Aggiornamenti oltre alla mia pagina Autore su Efp, potete seguire la mia pagina su Facebook intitolata • l'angolo di Kate_88 • Fan fiction su Sailor Moon


Insomma un bacione a tutte voi e grazie ancora!


Kate

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Capitolo 23
*** Fratelli ***



Capitolo 23 – Fratelli

 

 

È colpa tua se non sono più con mio fratello.

Parole che rimbombavano nella testa di Usagi mentre si abbandonava a quell'oblio.

Il vuoto intorno e le voci erano il connubio perfetto per la morte di quella ragazza dai sogni puri.

I sogni.

Pensò ai suoi sogni ed a tutto quello che era intorno a lei. C'era davvero solo il vuoto?

Vestita di veli neri muoveva i primi passi in quel nulla, andando verso quelle voci che provenivano dalle pareti inesistenti.

Sailor moon. È un bugia. Tu non hai il cuore puro! Sei stata una bugiarda.

Seiya. Riconosceva in quel vuoto la voce di Seiya, la voce di quel ragazzo dai sogni infranti ed il cuore debole.

« Non è vero. Non sono bugiarda. »

Lo sei. Tu, piccola bugiarda ed intrigante, hai provato in ogni modo a farmi capitolare per poi abbandonarmi ad un destino nefasto!

« Non è vero! Tu lo sapevi che per me eri un amico prezioso! »

Qualcosa la colpì; come uno schiaffo in volto un soffio d'aria la scosse, graffiandole il viso facendola sanguinare.

È colpa tua se sono morto. Adesso devi morire anche tu.

Aveva paura, una paura mai provata prima.

Poteva morire, non era un problema, ma voleva sapere come stavano gli altri, voleva sapere qualcosa di loro.

 

Le guerriere insieme agli altri erano appena arrivati nella dimora di quella strega quando Tanos li accolse, aprendo i cancelli.

« Benvenuti. Vi stavamo aspettando. »

« Una novità. Ci aspettano sempre » borbottò Makoto mentre Ami con il computerino iniziava a cercare Usagi.

« Non la trovo. Dovremo entrare dentro. »

« Allora andiamo. » Mamoru era il più deciso del gruppo in quel momento, voleva salvare la sua Usagi.

Gli altri annuirono ma Ami si fermò indicando il tetto di quella dimora: « Lì! Ho individuato per un attimo la presenza di Usagi! Credo sia una soffitta! »

« Io vado avanti con i generali in volo! Voi seguiteci con il teletrasporto! Tanos ci aspetterà lì! »

« Vengo anche io! » esclamò Diamond che sorrideva in vista della battaglia.

« Aspetta a venire. Controlla prima che le ragazze siano salite. È giusto proteggerle »

« Per una volta, Mamoru, hai ragione. »

Mamoru con la sua nuova divisa e le candide ali, si levò in volo seguito dai generali per dirigersi verso quella soffitta mentre le ragazze iniziavano a concentrarsi per il teletrasporto.

Fuori dalla finestra, Mamoru la vide; Usagi era sdraiata a terra, in una gabbia, con una guancia che sanguinava, sotto lo sguardo di una donna crudele.

Fece segno ai generali di attaccare e rompendo la finestra entrarono in quella soffitta, seguiti subito dopo dall'arrivo delle Sailor e da Diamond.

« Eccovi! Ben arrivati! » esclamò la strega alzandosi in piedi, mostrando le sue sembianze.

« Lascia in pace la nostra Usagi! Sei perfida! » Rei avanzò caricando subito il suo attacco, tirando il filo del suo arco di fuoco.

« Io perfida? Io sono Usagi, è lei che è perfida. Guardatemi. Sono Lei! »

« Stai dicendo un mare di bugie! Lei è lì! » Mamoru indicò la ragazza nella gabbia. Si muoveva in preda alle convulsioni. Aveva gli incubi.

« Lasciala! Lei non ha fatto nulla di male! » Minako avanzò mentre i generali preparavano le sfere di energia, notando l'arrivo di Tanos.

« No. Lei non ha fatto nulla di male perchè in realtà, il male l'ha cacciato via. Io sono la sua reale forma. Lei è malvagia e vi ha solo presi in giro, a tutti! Sono io che merito qualcosa di meglio, non lei con la sua falsità! Tanos. Liberami di questi scocciatori. Non mi servono a nulla se continuano a difendere questa ragazzina. Devo eliminare Sailor Moon quanto prima, io e lei non possiamo esistere insieme. »

Mamoru sgranò gli occhi e mentre i generali lanciavano velocemente le sfere contro Tanos, Rei e Makoto iniziarono ad attaccare la gabbia nella speranza di romperla.

« Non riusciamo a tirarla fuori! La gabbia respinge i nostri attacchi! »

« È ovvio. È magica » l'informò Tanos che intanto attaccava Jack ferendolo ad un braccio e ricevendo in cambio un attacco di Diamond.

« Ragazze noi pensiamo a Tanos, voi occupatevi di Sailor Moon »

 

Nel suo vuoto lei continuava a vagare.

Lo schiaffo immaginario di Seiya l'aveva fatta sanguinare ma quello sembrava solo l'inizio.

Un'altra voce. La conosceva.

È tutta colpa tua. È colpa tua se sono qui, è colpa tua se Mina chan mi odia. Potevamo essere felici!

« Yaten! Hai sbagliato tu! Lei ti amava! »

È colpa tua. Hai fatto tutto questo solo perchè sei smaniosa di diventare una regina. Il popolo non merita una sovrana come te. Sei malvagia. Sei falsa. Povero Mamoru... tu non meriti il suo affetto.

« Non è vero. Io voglio essere migliore e donare un bel mondo agli altri... »

Piangeva e mentre le lacrime bruciavano sulla ferita, qualcuno sembrò colpirla nuovamente, stavolta al braccio, provocandole un grande ematoma, una ferita ed un dolore senza paragone.

« Non è finita, vero? »

Quelle lacrime l'accompagnavano ancora.

Forse era cresciuta nel tempo ma restava sempre un po' piagnucolona, priva in quel momento del supporto delle sue amiche.

Mi hai separato da lui. Non ti perdonerò mai. Mi hai separato da mio fratello. Siamo caduti in rovina per colpa tua. Non sei perfetta come vuoi far sembrare. Solare, allegra e che altro? Ah si! Coraggiosa. Non lo sei! Sei perfida, meschina e la corona non si addice alla tua testa!

« Saphir... »

Riconosci la mia voce? Io ti odio Sailor Moon. Tu hai portato la mia famiglia alla rovina, alla mia morte ed a quella di Diamond!

« Saphir... Diamond è vivo. »

Il vuoto tremò.

Era successo qualcosa nel passato, qualcosa che nessuno aveva previsto e che non si sapeva. Diamond era tornato in vita e tutto grazie alla bontà di Sailor moon e delle altre Sailor.

« Diamond è vivo ed è felice »

Menti! Sei una bugiarda!

« Non sto mentendo! Puoi colpirmi, odiarmi ed avete ragione tutti! Quel che accade è sempre colpa mia, cercano me e feriscono le persone intorno ma... Seiya io ti ho voluto bene, sei stato un amico prezioso. Yaten sei diventato importante ed ho sofferto per la tua morte poiché non sono riuscita a salvarti e tu Saphir... non ho potuto salvarti a causa degli eventi ma ho salvato Diamond per permettere almeno a lui di ricominciare da capo. »

Il vuoto tremò ancora.

Iniziò ad avvertire la voce delle ragazze, la gabbia iniziava ad incassare i colpi sempre più forti, poi arrivò la voce che diede la scossa più forte.

« Lascia stare Sailor Moon! Lei è più forte di te! Lei non è malvagia! »

Diamond.

La voce di Diamond era penetrata in quella gabbia che iniziava a presentare delle crepe. Sailor moon venne avvolta da una luce bianca mentre camminava in direzione della crepa.

Dove vai? Tu ci hai condannati alla morte.

Seiya e Yaten non mollavano ma la voce di Taiki arrivò all'interno di quella gabbia.

« Sei malvagia. Hai manovrato gli eventi ed hai fatto morire i miei fratelli, ma sai la verità? Loro sono più forti di te! Io credo in Sailor Moon. Ci ha già salvati una volta. »

Taiki.

Quella voce creò un'altra crepa nella gabbia, una crepa più profonda che faceva arrivare i suoni della battaglia.

« Venite con me. Io vi permetterò di tornare ad una nuova vita ma dovete avere fiducia in me. È vero, io non sono pronta ad essere regina, non ho la forza neanche di essere una principessa ma una cosa la so: vorrei essere felice con le persone a cui voglio bene. Sono egoista, capricciosa e piagnucolona, ma non ho mai voluto il vostro male. Saphir, io avrei voluto scusarmi con te e non ho potuto, Yaten, Seiya, voi siete stati un valido sostegno per me, come potevo volere il vostro male. Continuerò a volervi bene, per questo vi chiedo di fidarvi. »

La luce continuava ad avvolgere Sailor moon finchè i veli non diventarono rosa e la gabbia crollò. Le tre voci sparirono ed una sensazione di calore arrivò al petto di quella ragazza che adesso osservava gli amici, continuando ad essere vestita di veli.

« Usagi! » Mamoru stava avanzando ma venne colpito da Tanos.

« Dove stai andando? Lei è la preda della strega! »

Tanos rideva ma Mamoru si rialzò a pochi centimetri da terra e richiamando nelle sue mani il potere del suo cristallo, lanciò contro Tanos una sfera d'energia che venne avvolta dai fulmini celesti di Diamond e colpì in pieno il nemico.

Tanos crollò a terra senza forze e proprio in quel momento, i generali si unirono in cerchio attorno a quella figura, avvolgendolo con il potere che era stato loro conferito e lo privarono di ogni forma vitale, estirpando il male che radicato nel cuore di quel ragazzo; forse in un'altra vita Tanos avrebbe fatto semplicemente scelte diverse.

 

La strega si era contrapposta tra Sailor moon e le amiche che stavano andando ad abbracciarla.

« Tu, Sailor moon, sei me. Non puoi essere avvolta da quella luce. Il tuo cristallo è incrinato! »

« Si è vero. Il mio cristallo è incrinato dalle mie paure. Ma una cosa la so. Io non ho cacciato fuori dal mio corpo nessuno! Sono paurosa, piagnucolona, capricciosa e sinceramente avrei preferito rimanere una ragazza normale, con i voti brutti ed i pomeriggi alla sala giochi, ma a quanto pare il mio destino è differente e se da una parte volevo una vita diversa, dall'altra ho ricevuto amicizia, amore, forza e sogni! Tu non sei me perchè io sono me stessa e basta! »

Continuava ad avere i veli addosso, su quel corpo nudo e coperto solo da quelle stoffe trasparenti quando portò le mani al petto ed estrasse il suo cristallo, come la storia insegnava negli anni passati, era l'unico modo per sconfiggere il nemico.

« Non basterà il tuo cristallo. Perchè il mio è più forte » ed in quel momento compiendo i medesimi gesti di Usagi, estrasse dal suo petto un cristallo completamente uguale ma grigio con delle sfumature nere. Era un cristallo completamente opposto a quello d'argento e diverso da quello corvino; era la copia esatta ed era stranamente più forte.

La battaglia finale era iniziata. Ora erano l'una contro l'altra, di fronte allo sguardo degli amici con il cuore sospeso in quella battaglia che decideva tutto: la vita o la morte.






Ragazze finalmente ecco il nuovo capitolo.
Spero vi sia piaciuto. Ormai la fic è agli sgoccioli, credo che avremo massimo altri 3 capitoli e poi ciao ciao XD
Spero davvero che questa mia prima long fic vi sia piaciuta e v'abbia un pò entusiasmata.
Spero di aver dato spazio un pò a tutti e vedremo poi come finirà.
Ringrazio sempre tutte voi per le recensioni e le parole che mi dedicate e scusatemi se le risposte alle recensioni arrivano sempre con qualche giorno di ritardo.
Detto ciò, vi lancio un grande bacio e grazie come sempre di tutto!



Baci Baci


Kate

 

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Capitolo 24
*** I due cristalli ***



Capitolo 24 – I due cristalli

 

 

Usagi aveva estratto il cristallo dal suo cuore così come aveva fatto la sua parte malvagia, quando lo scontro fu interrotto da una bomba di Urano che colpì in pieno la strega.

« Perdonate il ritardo. Sulle scale ci hanno fatto trovare strani esseri che intralciavano il cammino »

Uranus, Neptuno, Pluto e Saturn erano arrivate, consapevoli di quella battaglia così difficile.

Hotaru era pronta a muovere il Silence Glaive, mostrando una certa decisione nello sguardo da fanciulla che le era stato donato.

« Ferma! » la intimò Setsuna mentre Uranus e Neptuno si concentravano su Usagi.

« Non farlo. Potresti morire »

Ad Haruka tremavano le mani e nuovamente il senso d'impotenza colpì il suo cuore mentre Michiru volgeva alla Strega la sua attenzione.

« Perchè cercavi le menti? A cosa ti servivano se sei semplicemente una brutta copia di Usagi? »

« Perchè sono una semplice anima fatta di cattiveria pura. Ho sfruttato la mente di Tanos per un po' di tempo ma necessitavo di altre menti, e quelle delle guerriere Sailor sono piuttosto soddisfacenti, oltre al fatto che così ho preso due piccioni con una fava: Usagi si è indebolita, il principe se n'è accorto dalla piuma grigia, no? »

Rise.

Iniziò a ridere puntando contro Usagi il suo cristallo nero ed allargando le mani per lasciar fluire maggiormente l'energia negativa.

Usagi iniziò ad avvertire una spossatezza interiore e solo Mamoru in quel momento poteva aiutarla, avvicinandosi a quel corpo così piccolo e forte che dalla schiena perdeva piume opache e grigie, senza avere le ali.

« Sono con te » non disse altro, supportandola con la sua vicinanza, infondendo quel coraggio e quel calore che solo lui riusciva a darle, al di là del cristallo che aveva nel petto, al di là del suo seme di stella che reggeva gli equilibri della Terra.

C'era una forza superiore nel cristallo della strega, che seppure fosse sola riusciva a sovrastare la potenza di quello d'argento, indebolendo maggiormente Usagi che nuovamente era sovrastata dalle forze negative nel suo corpo e dalla rassegnazione di un futuro fatto di responsabilità.

« Usagi noi siamo con te. Puoi sconfiggerla facendo affidamento sulla tua mente »

Ami cercava di smuoverla mentre il volto di graffiava a causa delle forse del cristallo nero.

« Fai affidamento sulla passione che hai verso la vita » Rei chiuse gli occhi cercando d'infonderle un briciolo di coraggio.

« Hai la forza di mille saette. Non puoi farti battere da te stessa! » Makoto stringeva i pugni, incapace di stare buona.

« Amica mia, liberati dai sensi di colpa. L'amore che hai nel cuore è tanto » Minako speranzosa aveva gli occhi lucidi.

Mamoru intanto stava ricevendo l'influsso di quel cristallo nero, assorbendo la negatività e girandola in modo positivo verso Usagi.

« Amore mio, puoi farcela. Tu sei Usagi. Solo tu »

Qualcosa scosse Usagi ed in quel momento Hotaru abbassò il Silence Glaive mormorando: « Gli dei ti proteggono, principessa della Luna. Proteggono l'essere che dal passato abita in te e proteggono maggiormente la donna che sei ora, Usagi. »

« Ce la puoi fare. Le mie onde ti avvolgeranno nella tua mente, proteggendo il tuo spirito » Michiru rivolse il suo specchio verso Usagi, investendola con una luce acquamarina.

« Il cielo ti sovrasta, pura come sei, ti avvolge e ti protegge. Spazzerà via le nubi dal tuo cuore » Haruka puntò la spada verso Usagi, senza sfiorarla, restando lontana ad assistere allo scontro.

« Il tempo è dalla tua parte. L'eternità ti appartiene così come quelle candide ali che hai voluto perdere. A te, Usagi il tempo ha deciso di dare una seconda opportunità, devi solo credere che il tuo cuore possa supportare questo peso. Non saranno solo responsabilità, sarà la felicità tua e quella di tutti gli altri abitanti. Devi solo crederci e noi saremo con te » Setsuna puntò il suo talismano contro Usagi e strane forze avvolsero dall'esterno la ragazza che continuava a lottare, alla ricerca della giusta forza per combattere il nemico.

Resisteva ma non vinceva.

Ogni istante che passava il suo corpo s'indeboliva, poi dal petto uscirono tre semi di stella: Seiya, Saphir e Yaten che formarono uno scudo di luce per proteggere quella ragazza.

Sappiamo che tu puoi darci qualcosa di molto prezioso. Il bene.

I generali intanto, insieme a Taiki e Diamond, formarono uno scudo dietro Mamoru, così da reggere eventuali balzi alla fine della battaglia, indipendentemente dal risultato.

La situazione era ancora a favore della parte malvagia di Usagi quando Mamoru sorrise e sussurrò alla sua Usagi, verso il suo orecchio: « Pensa alla casetta che abbiamo comprato. Se non te la senti di diventare Regina, nessuno t'imporrà di diventare qualcuno che non vuoi e nessuno ti rinfaccerà nulla. Il futuro appartiene a chi già l'ha vissuto, noi dobbiamo viverlo come meglio vogliamo e non temere, Chibiusa arriverà lo stesso, sia in un palazzo di Cristallo che nella casetta che abbiamo comprato, adesso però lotta con tutta te stessa perchè se ti lasci sopraffare non solo io perdo ma tutti noi perdiamo una persona che amiamo e Chibiusa perderà la madre ancora prima di conoscerla. Lotta Usagi. Tu sei buona ed avere paura è lecito! »

Quelle parole, sommate alle scosse ricevute dalle altre, furono determinanti per tornare a dare luce a quel cristallo un po' incrinato.

« Io non sono forte ed hai ragione. Sono malvagia nel momento in cui desidero tutto quello che non ho, la stranezza nei momenti di Normalità e la Normalità nei momenti di stranezza ma la verità è che io, a differenza tua, so chiedere scusa di questi momenti di debolezza. Adesso sparirai e se nuovamente comparirai dentro di me, sappi che saprò come mandarti via, perchè io ho delle persone intorno da proteggere e delle persone che danno l'anima per proteggermi. »

Spingendo il suo cristallo contro quello della Strega, riuscì a sprigionare una luce diversa, più forte ed intensa, supportata ancora dalla forza di Mamoru e dal cristallo d'oro.

Non vi fu replica da parte della strega perchè si ritrovò avvolta da una luce pura, fatta di lealtà e buoni sentimenti: crollò, svanendo davanti agli occhi altrui, lasciando quel pianeta nuovamente libero.

Usagi aveva nuovamente vinto la sua battaglia, tuttavia con le ultime forze, si rivolse ai semi di stella che l'avevano protetta.

« Seiya, Yaten, Saphir. Grazie. È anche grazie a voi se sono ancora qui. Potrete tornare, con delle nuove vite, senza il passato tragico che avete vissuto. Rinascerete un giorno, pazientate solo quel momento e vi prometto che sarà in un mondo di pace e felicità »

Quei tre semi di stella non dissero niente, si limitarono a svanire in una pace fatta di luce.

Usagi sorrise e dopo quel semplice gesto, usando le ultime forze, cadde svenendo tra le braccia di Mamoru che la prese in tempo.

 

L'odore in quella casa non era familiare, c'era qualcosa di diverso nel profumo delle lenzuola e nel sole che arrivava dalla finestra, diversa da quella di casa sua, colma di un calore fatto di novità.

Le lenzuola erano di un fresco cotone, una dolce carezza sugli arti indolenziti, con la testa che doleva per una strana stanchezza.

Si domandò più volte dove fosse, poi una mano calda le sfiorò la fronte, spostando i capelli biondi.

« Buongiorno principessa »

« Mh? Mamo, dove sono? » parlava a fatica, sbattendo le palpebre pesanti dal sonno.

« A casa nostra. Solo per oggi. »

Usagi sorrise, spingendo il volto contro la mano di quel ragazzo, cercando un contatto maggiore.

« Cos'è successo? »

« Hai dormito per tre giorni, eri stanca. Adesso riposati, poi avremo tempo per parlare dell'avvenire, dopo la scuola »

« Che intendi? » la voce di Usagi fu rotta da un principio di lacrime, arricciando le labbra preoccupata.

« Non temere. Non smetterò di sognare un futuro con te ma se non desideri un regno e tutte quelle responsabilità, è giusto che tu viva la tua vita ed io ti seguirò »

« Mamo chan, va bene così. Ho capito che è giusto che io accetti il mio futuro solo che voglio viverlo giorno per giorno, senza pensare a quelle responsabilità. Mi diplomerò, verrò a vivere qui con te e lavorerò. Continuerò a dedicarmi alle persone che amo e probabilmente eviterò di correggere tutti i difetti che ho, però il futuro troverà una Usagi diversa, una persona in grado di affrontare anche una glaciazione »

« Ne sei sicura? »

« Tu Mamo chan, resterai al mio fianco? »

« Certo »

« E allora sono ancora più sicura »

« Ti amo Usako. Dormi ancora un po' »

Con un po' di moine, quel giorno Usagi ricevette un po' di quelle coccole che non ricordava aver ricevuto nei giorni di sonno, poi si preparò alla nuova vita.

Il futuro attendeva quella ragazza che sul capo portava il peso non solo della corona, ma dell'intera umanità.

Il futuro le avrebbe dato ragione?




L'angolo di Kate


Anche questo capitolo è giunto alla fine.
Come vi avevo detto, probabilmente il prossimo sarà l'ultimo, forse un pò più lungo ma comunque sarà l'ultimo.
Mi dispiace per il ritardo nella pubblicazione, il lavoro è stancante anche se ammetto, decisamente soddisfacente visto che sono immersa dai libri.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se incentrato particolarmente su Usagi, siamo arrivati ad una fine dove in realtà tutto è in sospeso e l'amicizia tra le ragazze è sempre più forte.
Spero di non avervi deluso, in realtà la battaglia poteva essere banale però ho pensato che forse erano proprio quelle persone che avrebbero potuto dare ad Usagi la giusta forza.
Spero mi direte cosa ne pensate anche con delle recensioni, così capirò sempre cosa non vi piace.
Vi ringrazio come sempre per tutte le belle parole che mi dedicate, ringrazio coloro che leggono e tutti tutti tutti.
Al prossimo capitolo.

L'ultimo della prima fic scritta dopo anni di pausa.

Baci baci


Kate

 

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Capitolo 25
*** Nella terra dei nostri sogni ***



Capitolo 25 – Nella terra dei nostri sogni

 

 

Dopo la battaglia contro quella Usagi più cattiva, il futuro non si era più mostrato spaventoso come tutti immaginavano e la glaciazione trovò delle guerriere forti e pronte con dei validi aiuti che le sostennero durante quell'ultima battaglia.

Nacque Crystal Tokyo e con lei tante vite trovarono il giusto sbocco per la felicità.

Usagi non trovava pace; essere regina iniziava ad essere stressante spettando a lei tutta quella parte burocratica che non riusciva a comprendere.

« Dovremo parlare della riforma scolastica Serenity. Secondo me le ore in aula sono poche, dovremo incrementare i corsi » Ami partecipava alla riunione mentre sistemava dei fogli.

« Ami non dire idiozie. Secondo me bisogna ridurre le ore scolastiche e dare più libertà a quei benedetti ragazzi » Minako sbatté le mani sul tavolo alzandosi in piedi.

« In effetti Minako non ha tutti i torti. Me lo ricordo com'era andare a scuola.. sentite ma è necessario chiamarmi Serenity ed indossare questo abito? Sto scomoda. Era più comodo quello del matrimonio »

« In effetti con quella pancia... »

« Rei sei sempre così cattiva! Ti sembro cicciona? »

« Dai Usagi, Rei scherza, che poi parla lei, vorrei vederla tra qualche mese » Makoto ghignò mentre Usagi s'alzò in piedi uscendo dalla sala.

« Mi sono stufata della riunione »

Usagi non era cambiata molto.

Essere regina era appagante, era ben voluta da tutti e sapeva sempre come gestire le varie situazioni tuttavia capitavano i momenti neri, quegli attimi in cui le piaceva tornare ad essere una ragazza normale e fuggire da quel palazzo di cristallo per dedicarsi a sé stessa ed al suo matrimonio.

C'era un posto dove Mamoru spesso l'aspettava, un piccolo cantuccio dove entrambi potevano ripararsi e sfuggire alle responsabilità di regnanti.

Era una villetta acquistata prima della glaciazione, arredata con pochi mobili e tante foto dei tempi in cui erano semplici ragazzi.

« Sapevo che saresti fuggita anche oggi »

« Mamo chan! »

Mamoru non era cambiato molto; il suo tempo si era fermato prima dei trent'anni ed aveva marcato solo un po' i lineamenti del viso, rendendolo più uomo con una barba che a volte faceva crescere un po' per poi tagliarla e tornare ad avere un volto più giovanile; Usagi adorava quel continuo alternarsi tra il nuovo uomo ed il vecchio ragazzo, un tuffo nel passato ed un'immersione nel futuro.

« Mamo chan secondo te a Chibiusa piacerà questa casa o preferirà il castello? »

« Sinceramente? Temo le piaceranno di più i suoi amichetti »

« E il suo nome? Le piacerà avere il mio stesso nome, avendo rinunciato a farmi chiamare Serenity dagli amici? »

« Usako, Chibiusa ti amerà sopra ogni cosa, se ne fregherà del nome o del luogo, le basterà averti accanto. Ricordi che anche le altre avevano le stesse paure? » Mamoru abbracciò la donna da dietro, passando la mano su quella pancia evidentemente sporgente.

« Già... »

 

Due anni prima

 

 

Un'esplosione invase interamente l'ala est del castello mentre le guerriere nuovamente si trasformavano, credendo fosse un nuovo nemico.

Le forme di Minako erano addolcite dalla gravidanza in corso, le altre invece mantenevano la forma di guerriere.

« Chi è là? Siamo le guerriere che proteggono questo palazzo! » Ami si fece avanti quando da dietro qualcuno iniziava a caricare una Bomba di Urano.

« Non v'azzardate a toccare la regina! » Haruka era arrivata e manteneva alta la sua bomba, affiancata da Michiru.

« Smettetela! Che diavolo! Aiutatemi! Come cavolo si fa? » Diamond si avvicinò, uscendo dalla nuvola di fumo che aveva creato, con i capelli legati in una coda bassa, la luna nera sulla fronte e lo sguardo affascinante di un uomo adulto dai tratti principeschi.

« Diamond? Mi spieghi perché hai fatto saltare in aria l'ala del castello? Adesso che arriva Usagi ti tira le orecchie! »

« Basta! Minako parli troppo! Come cavolo si fa a farla partorire? Mi ha stritolato una mano, sta urlando e ha sporcato tu... »

Diamond non riuscì a finire la frase che Ami corse nella stanza dove riposava Setsuna seguita da Mamoru che era appena accorso con Usagi.

« Voglio vedere anche io! »

« Usagi tu resta qui! » Mamoru ed Ami l'ammonirono mentre Usagi borbottava su quanto fosse amara la vita da Regina.

L'attesa era estenuante, Diamond aveva colpito un paio di volte una parete rimasta intatta mentre gli altri abitanti del palazzo erano arrivati per capire cosa fosse accaduto.

Kaspar interrogava Minako mentre Jack cercava di calmare Rei e gli altri si limitavano a fare avanti ed indietro con Taiki che precisava che anche lui avrebbe potuto aiutare Ami ed il re.

Dopo un'interminabile attesa dalla stanza arrivò un urlo ed ignorando la richiesta iniziale dei due dottori, tutti quanti entrarono capeggiati da Diamond.

« Che succede? V'ammazzo! »

« Sta calmo! » Ami cercava di tranquillizzarlo mentre Mamoru cullava il neonato che piangeva per la prima volta.

Setsuna aveva le guance gonfie, coperta da un telo fino al busto, rilassata ora da quel parto estenuante, madida di sudore e con un sorriso di gioia finalmente sul viso.

La vita con lei si era riscattata donandole un po' d'amore e la gioia di un figlio, tuttavia aveva fatto un regalo al marito, un dono che lui avrebbe apprezzato sopra ogni altra cosa, al di là di ogni oggetto materiale.

Usagi sorrideva e strizzò l'occhio in direzione di Setsuna; lei sapeva cosa era appena successo poiché era merito suo, lei che portava in sé il potere della rinascita.

« Come lo chiamerai? » con la voce un po' allegra e carica di dolcezza, Usagi indicò Setsuna mentre Diamond l'osservava senza capire.

« Si chiamerà Saphir. Non credo ci sia migliore nome per lui. »

Mamoru avanzò verso Diamond porgendo quel bambino dal ciuffo dai riflessi blu ed una luna nera sulla fronte.

Il piccolo Saphir donò il suo primo sorriso al papà mentre Diamond avvertiva un'esplosione di gioia nel petto: aveva ricevuto il dono più bello dalla donna che amava e con la quale aveva preso il suo primo vero caffè da adulto.

 

 

« Ricordi anche quando Ami ha ricevuto la proposta di matrimonio da Taiki? Quella volta stavo morendo dal ridere »

« Usa ma li hai spiati? »

« Passavo da quelle parti con Mako, Mina e Rei »

« Non cambierai mai »

 

 

« Ami devo dirti una cosa, quindi resta un attimo qui perché le altre sennò vengono a spiare »

« Si ma Taiki, era necessario stare qui nello sgabuzzino delle scope? »

« Lo sai che le tue amiche ci trovano sempre, stavolta però ho un piano perfetto e qui non ci scopriranno mai »

Ami indossava un abito azzurro con delle morbide spalline ed una fascia sotto il seno sulla quale era appuntata una spilla per la trasformazione; Taiki invece aveva una classica divisa fatta con una giacca ed un pantalone e la sua stella per la trasformazione appuntata al taschino.

Usagi, Rei, Minako e Makoto ascoltavano fuori la porta, non era stato difficile trovarli dopo aver sottratto ad Ami il suo computer ed averla cercata con quell'apparecchio.

« Taiki mi spieghi cosa devi dirmi nello stanzino delle scope? Dai è imbarazzante »

« Bè adesso che mi ci fai pensare qui potrei dire e fare mille cose... »

Le ragazze fuori lo stanzino arrossirono e scossero il capo mentre Minako sussurrava che non voleva assistere al loro rituale d'accoppiamento.

« Ami devo dirti una cosa importante. Non ridere »

« Ti hanno bocciato all'esame per diventare chirurgo? »

« Ma ovvio che no! E poi ti ricordo che è una cosa in più quella. Sono il miglior medico di Crystal Tokyo »

« Non proprio... »

« Ami dai ascoltami » Taiki stava soffrendo per quella situazione ed infilò la mano in tasca per prendere una scatolina che per ironia della sorte cadde a terra, finendo in quel mondo infinito di scope.

Ami si chinò per raccoglierla nello stesso istante di Taiki, ricevendo al posto dell'anello, una testata.

« Ahi! »

« Scusa. Aiutami a ritrovarla. Tutta colpa di Diamond! A me e quando gli do retta »

« Eh? »

« Niente. Zakar e Diamond. Ricordami che devo ammazzarli »

Ami rise in quella situazione mentre continuava a cercare quella scatolina finché, tra scope e stracci, afferrò la scatolina sospirando.

« Trovata! Ma mi spieghi che ci devi fare? Fa caldo, voglio uscire da qui! »

« Aspetta devi prima sposarmi! »

« Che? »

Taiki iniziò a scuotere il capo ed imprecare qualche pianeta, oggetto o qualsiasi cosa gli capitasse a tiro per poi tornare a guardare Ami, afferrandole la mano imbarazzato.

« Sposami. Va bene, ammetto che la proposta non è nel migliore dei modi ma sicuramente è lontano da quelle impiccione. Sposami Ami. Ormai condividiamo la nostra vita da tempo. »

« E tu hai fatto tutto questo casino per avere una risposta che già conoscevi? »

« Eh? »

« Ti sposo Taiki Kou! Ti sposo! »

Si baciarono ed a loro insaputa, le ragazze fuori la porta si allontanarono, seguite dai generali che erano arrivati alla fine.

 

 

« Cosa? C'erano anche gli altri? »

« Eh si! Zakar ha trattenuto le risa tutto il tempo! »

« Sai invece una volta cosa ti sei persa, mia bella regina? »

« Cosa? »

Mamoru sorrise carezzando ancora il ventre della donna, iniziando a raccontare...

 

 

Jack l'aveva fatta grossa: aveva riverniciato la parete della camera da letto, sporcando irrimediabilmente di vernice le scarpe di Rei e tutti i mobili della stanza, non avendoli riparati con il cellofan.

Lo stato d'ansia che s'impadronì di Jack, trovò l'apice massimo quando Rei si accorse del danno.

In breve, si ritrovarono sulle torri opposte del palazzo a lanciarsi sfere di fuoco.

« Jack! Sei sempre il solito! Quante volte ti ho detto che devi smetterla? É la seconda volta che distruggi la stanza per la tua mania di dipingere quella parete! »

« L'ho fatto solo perché volevo togliere quel tuo rosso orrendo! E smettila di lanciarmi sfere di fuoco! Rischi di farmi male! »

« Jack! Erano le mie scarpe preferite! L'ultima volta mi hai distrutto la divisa da miko, stavolta le scarpe! Ti distruggo io prima che tu distrugga altro! E non rispondere ai miei attacchi! »

Jask stava imparando una cosa importante del rapporto di coppia con Rei: lei aveva sempre ragione e non doveva mai contraddire quella ragazza protetta da Marte.

Gli scontri infuocati continuavano e dal basso le guerriere ed il re osservavano la scena, mentre i generali procedevano alle scommesse di routine, puntando tutto su Rei.

La situazione stava degenerando finchè Jack trovò l'arma finale, l'uscita d'emergenza e salvataggio.

« Tesoro... ti porto a comprare nuove scarpe! Pago io! »

Le sfere infuocate terminarono e Rei scese dalla torre andando incontro al suo principe: meno soldi, più amore e tante scarpe. Rei era felice.

 

 

Usagi non la smetteva più di ridere, tornando la ragazza di un tempo così euforica ed emozionata allo stesso tempo da quei racconti.

Si sentiva coccolata in quella casa, in quella situazione mentre Chibiusa scalciava e faceva sentire la sua presenza, urlando come possibile da quella pancia tonda per far capire che anche lei rideva di quei racconti.

« Zia Usa Apriii! »

La voce di un bambino urlava dalla porta di quella casa mentre la voce di Minako iniziò a sovrastare quella del piccolo e Kaspar tentava di mettere a tacere entrambi.

« Chi è? Ma come...? » Mamoru andò ad aprire la porta e veloce come una scheggia, Yaten andò ad abbracciare Usagi mentre veniva raggiunto da Seiya che si era unito alla coppia.

« Zia Usa! Zia Usa! Luna piange! »

« Eh? E perchè piange? E tu Seiya perchè non sei da tua madre? »

« Perchè mamma mi vuole far fare i compiti! »

« Ami non cambia mai! Questo povero cucciolo non dovrebbe fare tanti compiti! » mormorò Minako mentre Usagi annuiva e Kaspar prontamente rispondeva « Veramente anche Yaten dovrebbe almeno iniziare a scrivere ma tu ogni volta gli dici che da grande farà il cantante ed invece di aprire i libri, salta sul letto per cantare »

« Kaspar, io te lo dicevo che essere padre non era facile. Tempo fa ho avuto un assaggio. » Mamoru sorrise mentre Usagi iniziò a pizzicare il braccio di Minako e con l'altra mano alternava delle carezze sulla testa di Yaten e Seiya.

« Perchè Luna piange? »

« Crisi pre – matrimonio. Dice che Artemis non la vuole sposare e che finirà a guardare le altre donne come fanno tutti »

Usagi scoppiò a ridere e guardò il marito: era il momento di tornare al palazzo.

 

Luna era in preda al panico e per la quarta volta aveva fatto colare il trucco che Makoto prontamente aveva rimesso.

Artemis era fuori la stanza e faceva avanti ed indietro, impaurito da quei pianti, quando arrivarono di corsa tutti gli altri ed osservarono il gatto in sembianze umane con un abito color grigio perla ed i capelli bianchi e lunghi perfettamente pettinati.

« Artemis! Come sei grande! » Yaten lo osservava estasiato mentre Minako studiava il figlio, tormentandosi su quei momenti di estasi che facevano sembra il bambino un piccolo ubriaco.

« Senti Kaspar, ma siamo sicuri che questo figlio è uscito bene? Se c'è qualche danno è colpa del papà »

« Ah si? Io credevo che i danni provenissero dalla madre »

Seiya intanto era sgattaiolato nella stanza di Luna ed aveva iniziato a tormentare Makoto sul gusto della torta, sui strati e su quanti pezzi gli spettavano.

« Luna ma che ti succede? »

Usagi era entrata con Minako nella stanza mentre Rei finiva di sistemare gli addobbi, quando la gattina dalle sembianze umane corse incontro alla padroncina abbracciandola.

« Artemis non mi vuole. Mi sposa solo perchè sa che poi non nasce Diana! »

« Ma che dici? Ma se spera di sposarti da quando ti ha conosciuta »

« Mina chan, dici davvero? »

Makoto agitava il pennello del phard per aria mentre ammoniva Seiya che continuava a parlare.

« Si. Quando ti ha rincontrato, prima che Serenity si mostrasse, mi disse che si sarebbe impegnato per conquistarti, quindi adesso fatti truccare, sistema gli odango e corri in chiesa! E Seiya basta stressare Makoto! La torta non la mangi se continui così! »

« Lo dico a mamma! Le dico che Zia Minako è cattiva »

La situazione nella stanza, piano piano, tornava alla normalità e ben presto la sposa si fece vedere all'ingresso della chiesa, adornata di bianco ed oro, con dei fiori che profumavano di novità.

Helios stava all'altare, attendeva gli sposi.

Dalla fondazione di Crystal Tokyo tante cose erano cambiate e tutte in positivo almeno per quegli anni.

Diamond aveva sposato Setsuna dopo la nascita di Saphir, impazzendo ogni giorno tra pappe e pannolini.

Haruka e Michiru erano rimaste al palazzo, facendo da madri ad Hotaru.

Rei era finalmente rimasta incinta, regalando a Jack maggiori preoccupazioni.

Makoto aveva fatto ingrassare Zakar a furia di fargli assaggiare dolci, regalandogli la gioia di un bel matrimonio.

Ami cercava di organizzare il matrimonio con Taiki mentre lui cercava di catturare Seiya per farlo studiare un po'.

Minako aveva partorito Yaten e cercava di ritornare in forma, urlando spesso contro il povero Kaspar.

Nevius ancora cercava di comprendere la tecnologia di quegli anni, aiutato da Naru che invece cercava di capirne di più di quel nuovo mondo.

Usagi attendeva Chibiusa, Mamoru si preparava a diventare padre ed entrambi si domandavano quanti regali di nozze avrebbero dovuto continuare a comprare.

La vita a Crystal Tokyo trascorreva; nessuno sapeva cosa ci sarebbe stato per loro ma una cosa la sapevano: vivevano il presente e avanzando incerti per il futuro vivevano ogni giorno come una grande avventura, d'altronde loro il futuro l'avevano già cambiato.




Squillino le trombe! La storia è finita.
Magari a voi non piace ma io mi sento soddisfatta di questo finale anche per lo spazio dedicato alle Sailor con Usagi e Mamoru sullo sfondo.
Alla fine ognuno ha in qualche modo accettato il proprio dovere ma tutti sono riusciti ad avere il loro miglior futuro!
è stata la mia prima Long fic iniziata dopo tanto tempo e finalmente è giunta a termine! Io sono felice.
Lasciatemi le vostre impressioni se vi va!
Un bacione a tutte voi!


Kate

 

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