Trust's Betrayal.

di ___CASYeSILVI___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una terribile scoperta. ***
Capitolo 2: *** Freddezza. ***
Capitolo 3: *** Con Elizabeth. ***
Capitolo 4: *** Misunderstanding. ***



Capitolo 1
*** Una terribile scoperta. ***


Una terribile scoperta.

Ciel: "Non riesco a dormire stamattina e non mi va di restare a letto finchè Sebastian non viene a svegliarmi, elencandomi chissà quale immensa lista del menù. Massì! Mi alzerò e gli farò una sorpresa! Sarà contento di vedermi.
Velocemente mi tolgo il pigiama e osservo il mio corpo, immagino le esperte mani di Sebastian mentre lo toccano e lo sfiorano… un brivido mi percorro la schiena. Ma cosa penso?! Scuoto velocemente la testa mentre le mie guance si tingono di un imbarazzato rossore.
Prendo i vestiti e, dopo aver dato un ultimo veloce sguardo alla mia bianca pelle, mi vesto. Corro in bagno mentre sono sempre più impaziente di vedere il mio maggiordomo, apro il rubinetto e velocemente lavo la faccia. Un qualcosa che luccica sul lavandino colpisce la mia attenzione… IL MIO ANELLO!! Impossibile… nella fretta lo stavo dimenticando!
Ritorno in camera mia e mi guardo intorno per capire se Sebastian è stato qui. Annuso l’aria, ma non percepisco tracce del suo dolce profumo… Bene! Ancora non è venuto a chiamarmi e posso fargli la sorpresa. Sguscio fuori dalla stanza molto silenziosamente cercando di capire dove possa trovarsi il mio maggiordomo. Mi fermo a pensare: sarà sicuramente in cucina a prepararmi la colazione.
Mi avvicino alla cucina in punta di piedi pere non far sì che si accorga della mia presenza, accosto il viso alla fessura della porta e mi metto a osservare.
Dalla mia prospettiva purtroppo non si vede nulla, questa fessura è troppo stretta! Ma prima che mi venisse il coraggio di aprire un poco la porta per osservare dentro sento una voce femminile. Per fortuna ha un tono di voce molto alto, un tono di voce che però mi sembra disperato... un tono di voce che mi è molto familiare...
«SEBASTIAN!! Ti prego! Pensa bene alle parole che ti ho detto! Io ti am-» COSA?!
Non credo alle mie orecchie. Lui mi appartiene, non deve essere di nessun altro, è il mio... maggiordomo. D’istinto spalanco la porta e non lascio che finisca di parlare. Vedo Sebastian girarsi verso di me, stava… sorridendo?! Non posso crederci! Abbasso la testa, facendo finta di nulla e sforzandomi riesco a dire «Allora, il menù di oggi?»
Vedo Mey Rin, la cameriera, rossa in volto, che da un’ultima occhiata a Sebastian e va via. Rimaniamo da soli. Sento il cuore che mi fa male. Cos’è questa sensazione?!
Sebastian inizia a elencare il menù, è già tornato serio. Sebastian cosa stai pensando? Perché hai sorriso?
«Ottimo lavoro, come sempre.» riesco a dire e mi volto per andare in sala da pranzo.
Qualcosa mi bagna la guancia… Ma che…? UNA LACRIMA?! Com’è possibile?! Cerco di contenermi, ma le lacrime sgorgano una dietro l’altra e piano piano mi accascio a terra con una mano sul viso…
MALEDIZIONE!"

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Capitolo 2
*** Freddezza. ***


Freddezza.

Sebastian: "Apro le porte della sala da pranzo e mi avvicino al tavolo stringendo in mano l’argenteria. Ciel è, come al solito, già seduto ad aspettare.
Si respira una strana aria oggi, ma spero che sia solo una mia impressione. Allungo il braccio per appoggiare le posate sul tavolo e di proposito sfioro una guancia al mio Bocchan.
Non mi ero sbagliato: oggi c’è veramente qualcosa di strano.
Di solito sarebbe arrossito e, a causa del suo carattere distaccato, avrebbe cercato di far finta di nulla. Ma quel rossore a me così caro, oggi non appare sulle sue guance. Poso come sempre in modo perfetto l’argenteria e, ritraendo il braccio, mi allontano dal tavolo e vado in cucina. Non riesco a capire cosa gli è successo … sarà forse per le parole della cameriera?! No… sa bene quali sono i miei interessi.
Quando ritorno ho in mano la colazione.
«Bocchan, il menù di oggi...» e mentre parlo lo osservo. Non mi sta ascoltando. Allora visto che non risponde lo lascio mangiare da solo.
In cucina incontro di nuovo Mey Rin che appena mi vede ha un sussulto e dice «C-Ciao… Sebastian…»
Scuoto la testa. Mi da quasi fastidio, quindi con la scusa di andare a prendere i piatti vuoti mi allontano da lei.
Al tavolo Ciel non c’è e la colazione è ancora tutta lì! Mi sforzo di pensare che è solo di cattivo umore oggi il mio piccolo Bocchan… anche se non riesco a convincermi del tutto.
Mentre sono immerso in questi pensieri sento il campanello suonare. In fretta rimetto a posto la tavola così da renderla presentabile a un probabile ospite e, mentre mi dirigo verso la porta per vedere chi è, rimango sbalordito dalla scena che mi si presenta davanti: Ciel è di fronte alla porta aperta e Elizabeth è sul punto di entrare.
«Ma… Bocchan… non dovevate…» dico.
Ciel si volta a guardarmi e risponde «Non fa nulla, va pure Sebastian.» e mentre lo dice prende Elizabeth sotto braccio.
Io rimango ancora più stupito. Lui deve essersi accorto della mia espressione accigliata perché fa un sorrido malizioso e conduce la ragazza in un’altra stanza mentre le stringe il braccio. Questa storia inizia a NON piacermi… PER NIENTE PROPRIO!!"

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Capitolo 3
*** Con Elizabeth. ***


Con Elizabeth.

Ciel
: "Dopo aver chiuso la porta dietro le nostre spalle, mi stacco bruscamente da lei.
«Oh, caro! Che ti è preso?! Comunque… MA COME SEI VESTITO?!» esclama spalancando gli occhi in quella sua tipica espressione inorridita. Apre immediatamente la sua borsa… sicuramente starà cercando qualcosa che abbia quegli odiosissimi merletti rosa. Sospiro profondamente e le dico «Risparmiati quei tuoi ridicoli vestiti; cosa sei venuta a fare?»
Si ferma a guardarmi e apre la bocca come per rispondermi, poi urla «NON RIESCO A PARLARE CON UNA PERSONA VESTITA IN MODO ROZZO!» e scoppia in lacrime.
Io sono impassibile e la osservo scocciato. Mentre la guardo mi viene in mente il MIO maggiordomo… Un’angoscia mi invade immediatamente l’animo. Per la prima volta sono invaso da molti dubbi… il mio maggiordomo non è mai stato meno mio di così.
Le urla di Elizabeth mi riportano alla realtà. Inizia veramente a darmi sui nervi.
«SE NON LA SMETTI TI BUTTO PERSONALMENTE FUORI DA QUESTA CASA» le dico a voce molto alta. Lei si blocca di colpo. Vedo che vorrebbe ricominciare a piangere e strillare anche in modo più forte di prima, ma , avendo capito che non stavo scherzando, si trattiene. Stiamo in silenzio qualche minuto… Sebastian tenta ancora di penetrare nei miei pensieri, ma stavolta scaccio l’immagine del suo dolce viso dalla mente, non senza, però, uno sforzo enorme.
È lei a rompere il silenzio dicendo «… Almeno questa cuffietta rosa la potresti mettere però…»
Il mio sguardo dalla sua faccia arriva all’oggetto che sta stringendo in mano: una cuffietta rosa chiaro con merletti in pizzo e nastrini bianchi che terminano con dei fiocchetti dello stesso colore. Inorridisco al solo pensiero di dover indossare una cosa del genere e cerco di far finta di nulla.
«Elizabeth… che cosa sei venuta a fare stamattina?» le richiedo.
«Non deve esserci per forza un motivo! No?! Sono solo venuta a trovare il mio caro fidanzatino!» mi dice con in volto un largo sorriso che, però, io non ricambio minimante, anzi, mi giro addirittura dall’altra parte, verso la finestra.
Da quì si vede il giardino e, dietro questo, posso scorgere parte della cucina che si intravede da una finestra aperta… Sebastian sta lavando i piatti e non si è accorto che lo sto fissando … meglio così! All’improvviso, però, solleva il volto e i nostri sguardi si incrociano per un attimo; arrossisco immediatamente e giro subito la testa. Spero non si sia accorto di nulla anche se so che è una speranza vana.
«Ciel? Ma mi stai ascoltando?!» sento Elizabeth dire mentre mi chiama.
«S-si, certo che ti ascolto!»
Allora riprende a dire: «Ti stavo chiedendo se vuoi metterti si o no questa cuffietta!» e allunga il braccio con quell’orribile cosa nella mano. Io la afferro bruscamente e la butto a terra dicendole «Non indosserò mai un oggetto del genere!».
Sento Elizabeth urlare un fragoroso «NOOOOOOOOOOOOOOOOO!» e la vedo gettarsi immediatamente a terra per raccogliere la cuffietta e pulirla. Ha le lacrime agli occhi.
«TU la indosserai che ti piaccia o no!». Suona quasi come se fosse una minaccia.
Scoppio in una perfida risata che, però, viene spezzata quasi subito dalla ragazza che mi si getta addosso cercando di infilarmi la cuffietta. Cado a terra con lei sopra di me.
«MA SEI IMPAZZITA?!» strillo afferrandola per le spalle e provando a spingerla via. In quell’attimo sento la porta aprirsi e una voce che MAI avrei voluto sentire in una situazione del genere… la SUA voce che dice «Signorini, ecco vi ho portato il…» e si blocca.
Mi giro di scatto a guardarlo, ha un’espressione che non avevo mai visto sul suo volto: ha gli occhi sbarrati.
Lo sento dire «S-scusate… ripasserò dopo col thè» e, chiudendo la porta, va via.
«SEBASTIAN!!» lo chiamo urlando, ma lui non ritorna.
«LEVATI DI DOSSO, MALEDETTA!» strillo.
Sono furioso e le do una spinta così forte da farla cadere a terra. Finalmente sono libero e mi alzo di scatto. Osservo la porta… il primo istinto che sento è quello di correre dal MIO Sebastian, saltargli al collo e spiegargli tutto cioè che per me è sempre esistito, esiste e esisterà solo LUI. Resto fermo però… Un’idea mi balena nella testa.
E se sfruttassi tutto questo a mio vantaggio? Un sorriso cattivo e perfido mi si stampa in volto. Gli farò provare ciò che io ho sentito stamattina.
Mi volto verso Elizabeth, le tendo una mano per farla rialzare e le dico «Perdonami, cara» e, mentre mi invade un sentimento di disgusto, indosso quella ridicola cuffietta che ora si è pure un po’ sgualcita. Che stupida che è, penso mentre un sorriso le si stampa radioso sul volto. Guardo le nostre mani stringersi… Sì… è perfetto!!"

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Capitolo 4
*** Misunderstanding. ***


Misunderstanding.

Sebastian: "Mentre lavo i piatti avverto una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando.
Alzo il viso indispettito e incrocio il suo sguardo. Dura, però, solo un attimo: lui arrossisce immediatamente a contatto con il mio sguardo e volta subito la testa verso Elizabeth. Sorrido.
Sono contento nel pensare che, nonostante oggi sia una giornata così strana, il mio Bocchan è arrossito di nuovo vedendomi solamente. Sento dentro di me ben delineato l’istinto di correre da lui e abbracciarlo forte, ma so che non posso farlo. Ricomincio a lavare i piatti, ma sono distratto: nella mia testa c’è solo l’immagine del Signorino con le gote leggermente arrossate.
Ho deciso, andrò da lui!
Penso a quale scusa usare per presentarmi lì da loro. La prima e unica che mi viene in mente è quella di preparare il tè per il mio Bocchan e per… quell’altra. Metto l’acqua sul fuoco e apro la credenza.
Resto fermo qualche secondo indeciso su quale prendere; ma poi deciso per uno di quei tè più pregiati. Chiudo gli occhi immaginando il Signorino bere e poi sorridermi.
Finisco in fretta di prepararlo per versarlo poi in un servizio di tazzine e teiera in porcellana con ricami dipinti a mano. Poggio tutto su un vassoio e mi dirigo in fretta verso la stanza in cui stanno parlando in mio Bocchan e la sua… fidanzata. Nella fretta scordo di bussare e apro la porta.
«Signorini, ecco a voi il t-» avevo parlato tutto d’un fiato, ma mi blocco e sbarro gli occhi: Ciel è a terra e tiene Elizabeth per le spalle sopra di sé, forse la sta abbracciando. Lei ha le mani sulla sua testa, sicuramente lo sta accarezzando.
Appena smetto di parlare vedo Ciel voltarsi di scatto verso di me, e i nostri sguardi ancora una volta si incrociano. Stavolta è diverso. Sono io ad abbassare il volto e a distogliere lo sguardo dal suo.
«S-scusate… ripasserò dopo» dico a forza e vado via chiudendomi la porta alle spalle.
Che stupido sono, come ho potuto pensare di piacergli?! È quella la sua ragazza… non lo sono di certo io!
Mentre mi allontano a passi lenti e pesanti sento Ciel chiamarmi.
«SEBASTIAN!»
Mi fermo all’istante per andare da lui, ma l’immagine della scena a cui ho appena assistito mi balena nella mente e mi toglie ogni forza e voglia di rivederli insieme.
Ricomincio a camminare e torno in cucina. Guardo il thè che avevo preparato per lui, afferro la teiera e ne verso un po’ in una tazza tanto da riempirla per i tre quarti. Mi siedo comodamente e, gustando quel tè raffinato che avevo preparato per il mio Bocchan, lo bevo tutto… menta proveniente dalla Francia!
Mi alzo, lavo la tazza e, dopo aver preso la teiera, verso ciò che rimanete della bevanda pregiata nel lavandino. Dopo di che rimetto velocemente tutto in ordine e guardo l’orario: è quasi ora di pranzo, ma non inizio a preparare nulla dato che non credo che i Signorini vogliano mangiare.
«S-Sebastian», sollevo lo sguardo… Ciel è sulla porta della cucina.
Mi alzo immediatamente e rispondo: «Ditemi, my Lord» aspettandomi di sentire chissà che cosa di nuovo, che magari risolva tutto.
«Sto per andare a casa della mia fidanzata» e a queste parole mi irrigidisco «vienimi a prendere alle 18:00 in punto.»
«Certo, Signorino, come desiderate, vi accompagno alla porta» rispondo e, precedendolo, arrivo al portone.
Elizabeth è già lì. Non riesco a trattenermi dal guardarla con odio e… invidia.
Apro il portone e mi abbasso in un inchino. Sento i due Signorini che mi passano davanti e Ciel per un attimo indugia. D’istinto gli afferro la mano e la stringo.
«Dimmi Sebastian» dice.
«S-stavate dimenticando questa», è la prima scusa che mi viene in mente e gli appoggio una mantellina sulle spalle.
«Non si sa mai...» aggiungo.
Lui mi guarda, sembra deluso, poi dice: «Allora… ci vediamo alle 18:00»
si gira allontanandosi e, avendo raggiunto la sua fidanzata, le prende la mano.
Li osservo fino a che la carrozza su cui sono saliti non sparisce all’orizzonte.
Rientro in casa e mi preparo ad affrontare questa lunga giornata… questa lunga giornata in cui sarò tormentato dall’immagine di Ciel e di Elizabeth… questa lunga giornata senza di lui…

Le 18:00 arrivano lente, ma puntuale a quell’ora sono davanti al portone della casa di Elizabeth.
Busso. È un maggiordomo ad aprire e a parlare.
«Salve, desiderate?»
«Sono venuto a prendere il Signorino Phantomhive.»
“Mi dispiace, Signore, ma il Signorino non c’è, né oggi è mai venuto qui…»"

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