Qui dove batte il cuore

di cloe cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Video a sorpresa ***
Capitolo 2: *** Sorprese ***
Capitolo 3: *** Separazione ***
Capitolo 4: *** Perchè non ne faccio mai una giusta? ***
Capitolo 5: *** Peace and love ***
Capitolo 6: *** Sorpesa, voglia e anno nuovo ***
Capitolo 7: *** Quando meno te lo aspetti ***
Capitolo 8: *** Solitudine ***
Capitolo 9: *** Il nostro cuore ***
Capitolo 10: *** Bafta ***
Capitolo 11: *** Credimi ancora ***
Capitolo 12: *** Come what may ***
Capitolo 13: *** Il sole esiste per tutti ***
Capitolo 14: *** Tutto quello che ho ***
Capitolo 15: *** La migliore famiglia ***
Capitolo 16: *** Vacanze romane ***
Capitolo 17: *** Gioia infinita ***
Capitolo 18: *** Falsi allarmi ***
Capitolo 19: *** Joy ***
Capitolo 20: *** Family time ***
Capitolo 21: *** Falling in love for the last time ***
Capitolo 22: *** Buon complemese Joy! ***
Capitolo 23: *** Beautiful day ***
Capitolo 24: *** On the road ***
Capitolo 25: *** New home ***
Capitolo 26: *** I miss you ***
Capitolo 27: *** I'll never leave you alone ***
Capitolo 28: *** You drive me crazy ***
Capitolo 29: *** On the left ***
Capitolo 30: *** Primi passi ***
Capitolo 31: *** London Party ***
Capitolo 32: *** Forever ***
Capitolo 33: *** You are my heaven ***
Capitolo 34: *** Moments ***
Capitolo 35: *** Lies ***
Capitolo 36: *** Consequences ***
Capitolo 37: *** Love never fails ***
Capitolo 38: *** Shattered ***
Capitolo 39: *** Tears in heaven ***
Capitolo 40: *** Fearless ***
Capitolo 41: *** True companion ***
Capitolo 42: *** Us against the world ***
Capitolo 43: *** Solo una volta o tutta la vita ***
Capitolo 44: *** "Papà...Tolni?" ***
Capitolo 45: *** Legami di sangue ***
Capitolo 46: *** Una serata movimentata ***
Capitolo 47: *** Not a dream ***
Capitolo 48: *** Goodnight, my angel ***
Capitolo 49: *** Non può piovere per sempre ***
Capitolo 50: *** E vissero per sempre felici e contenti... ***
Capitolo 51: *** Like the first time ***
Capitolo 52: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Video a sorpresa ***


fiooooo Ehm ehm. Salve a tutte! Siamo Claudia e Fiorella (cloe cullen e Fiorels). Probabilmente alcune di voi ci conosceranno già qui su efp. Beh, siamo qui ora, insieme per un nuovo progetto. Una ff a quattro mani sulla nostra coppia preferita….ROBSTEN of course! Diciamo che l’ispirazione è nata un po’ per caso, per gioco. All’inizio erano poche frasi che poi sono diventate…beh, si sono trasformate in qualcosa di speciale. La storia verrà postata sull’account mio cioè  di claudia (cloe cullen) come potete vedere, ma prima di ogni capitolo verrà specificata l’autrice. Bene…speriamo che questa storia possa piacervi ed entusiasmarvi almeno quanto a noi piace scriverla. Vorremmo ringraziare La fantastica “Manu the best” che ha creato la nostra skin e poi una persona speciale senza la quale noi non avremmo mai scritto nulla. Lei sa chi è.
Bene…allora siete pronte per il primo capitolo?? Teniamo le dita incrociate e aspettiamo i vostri commenti. Un bacione da Cloe e Fio.

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CAPITOLO 1 (claudia)
VIDEO A SORPRESA

KRIS POV
Fissavo rapita le televisione.
Una giovane donna aveva appena preso in braccio il suo bambino per la prima volta. Piangeva e lo guardava come...come se fosse un angelo.
Piangeva ed era talmente assorta da non badare nemmeno alla telecamera che, inopportunamente, rovinava quel mondo perfetto. Un mondo in cui c'era posto solo per loro due.
Prima che me ne rendessi conto la mano corse veloce alla mia pancia, ancora totalmente piatta.
Non si vedeva nulla. Per ora era  un segreto che condividevamo solamente io e il piccolo esserino che portavo in me.
"Sono già sette settimane che sei dentro di me..." mormorai sorridendo e spegnendo la tv.
Mi accoccolai meglio sul divano ripensando a tutto quello che era successo negli ultimi tempi.
Non avevo avuto il ciclo a Novembre ma, con tutto lo stress accumulato durante le presentazioni di New Moon in giro per il mondo, non ci avevo prestato troppa attenzione.
Io e Rob ci eravamo presi finalmente del tempo solo per noi. Lontano dai media, dai paparazzi...dalle nostre famiglie persino.
Dopo le luci accecanti e insopportabili di tutti i fan event a cui avevamo partecipato ora eravamo soli.
Io e lui. In un posto segreto a LA.
Avevo quasi perso la cognizione del tempo in quelle settimane di vacanze passate a guardare vecchi film, a fare l'amore o semplicemente abbracciati sul letto ad ascoltare l'uno il respiro dell'altra. Niente poteva turbare la nostra armonia.
Anche se...anche se a volte tornavo a fissare la x rossa sulla mia agenda. Quella x che ero così abituata a segnare ogni mese e che, in quei giorni, fissavo con una punta d'ansia.
E poi era successo.
Tre giorni prima Rob era uscito per incontrarsi col suo agente e io...ero corsa alla prima farmacia.
Non sopportavo di comportarmi da codarda.
Mi ero sempre considerata una ragazza forte, che sapeva affrontare i problemi e non scappava davanti alla prima difficoltà. E così avevo fatto quel test.
E una parte di me non era rimasta troppo sconvolta dalla risposta.
Positivo.
Era come se, in qualche modo, sentissi che c'era qualcosa di diverso in me. Come se stessi semplicemente ignorando l'inevitabile.
Mi alzai dal divano, mettendomi seduta. Mi allungai quel tanto che bastava per afferrare i due oggetti in bella mostra sul tavolino.
Uno era il test di gravidanza e l'altro l'esito degli esami di laboratorio che avevo eseguito per sicurezza e che mi avevano informato sullo stato della mia gravidanza.
Sette settimane. Sorrisi di nuovo senza riuscire a smettere. Era incredibile il fatto che un bimbo stesse crescendo lentamente, secondo dopo secondo dentro di me.
Tra qualche mese sarei stata una mamma e Rob, il mio Rob...un papà.
Certo...tecnicamente lui non lo sapeva ancora.
Non avevo trovato il modo migliore per dirglielo.
Era una notizia così...enorme. Bella, ovviamente. Magnifica. Ma pur sempre sconvolgente. Le nostre vite sarebbero cambiate per sempre.
Non potevo soltanto entrare in camera e urlare "Ehi sono incinta!"
Volevo fare qualcosa di diverso, di speciale.
Mi alzai dal divano ed entrai in cucina, alla ricerca di qualcosa da bere. Per fortuna trovai una bottiglietta d'acqua fuori dal frigo. All'ora di cena lo avevo aperto per prendere da mangiare e un forte odore di cipolla mi aveva colpita causandomi una nausea che non era ancora del tutto scemata.
Sorseggiai lentamente e i miei occhi si posarono sul post-it che avevo trovato  al mio ritorno a casa quella sera.
Amore mio,
mi dispiace tantissimo ma devo fare un salto al compleanno di Shannon, la ragazza del mio amico..
Probabilmente neppure mi divertirò ma glielo avevo promesso e non me la sono sentita di annullare. Ti giuro che al mio ritorno saprò farmi perdonare.
Ti amo da morire.
Rob.
Sbuffai. Mi mancava terribilmente, anche se ci eravamo visti soltanto poche ore prima. Controllai l'orologio e mi resi conto che erano già le 12 e 30.
Probabilmente avrei fatto meglio ad andare a letto e ingannare il tempo nell'attesa del suo ritorno.
Spensi le luci e mi diressi al piano superiore.
In meno di dici minuti ero sotto le coperte ma, siccome non avevo ancora molto sonno, decisi di dare un'occhiata alle mail.
Ne lessi un paio di mia madre, arrabbiata perchè tenevo sempre il cellulare spento. Lasciai perdere e andai al mio motore di ricerca preferito: forse su internet sarei finalmente riuscita a trovare un modo carino per dargli la notizia della gravidanza o...
Improvvisamente mi bloccai, attirata dalla foto di Rob che rimandava ad un sito di gossip.
Ci cliccai sopra presa dalla curiosità e iniziai a leggere.

La star di Twilight Robert Pattinson e la principessa del pop Katy Perry sembravano molto intimi questa sera al Dimples Supper club di Burbank, California. E radaronline era  lì mentre la situazione si faceva piccante.

Piccante????
Con gli occhi fuori dalle orbite continuai a scorrere l'articolo corredato da due splendidi video in cui si vedeva Robert leggermente brillo e barcollante trotterellare al fianco di Katy Perry.
E in un lampo mi ritornarono in mente le paroline che mi aveva scritto sul bigliettino "..Probabilmente neppure mi divertirò...."
Chiusi il pc con violenza, lasciando che scivolasse sul pavimento.
Certo, si vedeva quanto poco si stesse divertendo.
Io quì ad affannarmi a pensare a come dargli la notizia più importante delle nostre vite e lui a bere birra e fare l'idiota in giro.
Sei gelosa, mi punzecchiò una vocina nella mia testa.
No.
Mi affrettai a scacciarla. Io non ero gelosa.
Non ero una ragazza gelosa.
 Assolutamente no.
No.
Sapevo che quelle erano tutte cose esagerate. Io per prima ero stata vittima di tantissime bugie scritte dai siti di gossip ma.. La cosa che mi infastidiva era che lui si stesse divertendo senza di me, in mezzo a tutte quelle galline.
Sempre pronte a girargli intorno e a fare le stupide per un suo sorriso. Che puntualmente lui non negava certo, perchè era sempre gentile e carino con tutte. Perchè era un gentiluomo..perchè...
Presi un profondo respiro sprofondando sotto le coperte.
E poi quella non era la festa di Shannon... cosa?
Che diavolo ci faceva Lui con Katy Perry?
Perchè Katy Perry gli stava parlando?
Perchè Katy Perry si era avvicinata a lui? Al MIO ragazzo? Al futuro padre del MIO bambino?
Ok, dovevo calmarmi. Chiaramente io non ero gelosa.
No..no ..no.
E tutto quello stress non faceva bene al bimbo. Tutto quello che dovevo fare era stendermi e cercare di dormire.
Ci provai ma non feci altro che rigirarmi continuamente nel letto per le restanti due ore, finchè all'alba delle 2 e 40 del mattino sentii la porta d'ingresso sbattere e il rumore di un paio di chiavi che si posavano sul tavolino.
Mi sistemai su un fianco, voltando le spalle alla sua parte di letto.
Non avevo la minima intenzione di dargli la soddisfazione di sapere che ero stata sveglia perchè ero gel...
Scossi il capo. Io non ero gelosa, che diavolo mi passava per la testa?
Cercai di respirare piano e con regolarità.
"Ehi amore...sono tornato..." biascicò con un tono di voce che mi confermò chiaramente che aveva bevuto un pò troppo. Certo, io qui  a casa con in grembo suo figlio e la nausea e lui in giro a bere alle feste di compleanno...
Dopo pochi minuti lo sentii entrare nel letto abbracciandomi da dietro. Se sperava di cavarsela con così poco si sbagliava di grosso.
"Casualmente" il mio piede scattò tirandogli un sonoro calcio nella gamba. Lo sentii gemere in silenzio, staccandosi un poco da me.
 Non mi piaceva quel’assenza di contatto, ma ero troppo arrabbiata per voltarmi a parlargli. Avremmo fatto i conti la mattina dopo. Nel frattempo poteva iniziare a scontare la punizione beccandosi qualche altro "accidentale" calcetto notturno.
Rimasi ferma in quella posizione per tutto il resto della notte riuscendo a dormire a mala pena un paio d’ore.
Finalmente arrivarono le sette e, benché fossi più esausta di quando ero andata a letto, scesi in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare. Evitai di lanciare un’occhiata alla parte opposta del letto.
Guardare lui dormire, con la bocca leggermente dischiusa e i capelli arruffati mi avrebbe intenerita e invece…invece io…
Sospirai appoggiando il capo contro la credenza. Un paio di lacrime silenziose rotolarono giù dalle mie guance.
Le scacciai con rabbia.
Io non ero così. Non badavo ai gossip, sapevo che erano tutte sciocchezze. Sapevo che lui mi amava e che potevo fidarmi eppure…
Eppure ultimamente piangevo per un nonnulla, ero sempre nervosa, in ansia.
Maledetti ormoni in subbuglio, pensai rigirando la frittella un po’ troppo energicamente in un moto di stizza.
Ero così presa dai miei pensieri che sussultai quando sentii due mani calde posarsi sulla mia pancia e poi scivolare lungo le mie cosce, alzando leggermente la stoffa della camicia con cui dormivo.
“Pensavo di farmi perdonare per ieri sera…” lo sentii sussurrare roco al mio orecchio.
Mi staccai senza pensarci afferrando un fazzoletto per tamponarmi gli occhi. Non volevo che mi vedesse così.
Non volevo iniziare la conversazione già in lacrime.
Subito Rob fu al mio fianco. Mi fissava preoccupato, tenendomi il viso fra le mani.
“Kris amore stai male?” domandò.
“No” scossi energicamente il capo allontanandomi e posando le frittelle su un piatto “Solo un po’ di nausea..Ieri quando non c’eri stavo poco bene”
Sottolineai quel quando non c’eri sperando di farlo sentire in colpa.
“Scusa” sussurrò sedendosi al tavolo e fissandomi accigliato.
“Non fa nulla. “ ribattei “Ti sarai divertito almeno tu”
“Sì, era un posto carino, bella gente…”
A quelle parole scattai.
Bella gente??
“Sì?” sbattei il mio piatto sul tavolo e presi posto davanti a lui “Anche Katy Perry?”
Mi continuava a fissare con un misto tra il confuso e lo sconvolto. “Sì…in effetti c’era anche lei ma…tu come lo sai?”
“Ho visto un video su un sito di gossip dove c’eravate tu , lei e…” e fui incapace di continuare la frase.
Fu come se un torrente in piena debordasse dai miei occhi e io non potessi fermarlo.
Improvvisamente mi ritrovai scossa dai singhiozzi.
“Io…io ho vvvisto come ti guardava! Ccii ha ppprovato con te…”
“Cosa?!” Rob allibito allungò una mano per accarezzarmi il viso, ma io mi tirai indietro.
“Kris amore…io non so cosa hai visto ma ti assicuro che a malapena ci siamo salutati e poi lei era con il suo ragazzo e..”
“Ah beh allora!” lo interruppi strillando “Qqquello sarà stato tttalmente drogato da nnon accorgersi di nulla..”
Mi alzai in piedi di scatto per cercare di calmarmi ma fu una pessima idea. Improvvisamente tutto vorticò intorno a me e vidi il pavimento a due centimetri dalla faccia. Ma, prima che mi schiantassi, due braccia forti mi avevano afferrato.
Rob mi stringeva al suo petto e riuscivo a sentire il suo cuore battere frenetico per l’ansia.
“Kris..Oddio kris ti prego parlami. Ti senti male? Kris per favore dimmi qualcosa. Che succede? Ti senti male ti…”
Spalancai gli occhi. La stanza aveva smesso di girare ora ma…
Portai una mano alla bocca.
“Rob,ti prego…” lo allontanai e rapidamente corsi fuori dalla stanza. Feci appena in tempo a raggiungere il bagno prima di accasciarmi sul gabinetto.
Fui scossa dai conati per alcuni minuti ma potevo avvertire la presenza di Rob al mio fianco: mi teneva i capelli e mi carezzava la fronte, sussurrando parole nel tentativo di calmarmi.
Ancora spossata mi lasciai trascinare gentilmente fuori dal bagno, verso il salotto.
Aspetta…il salotto?
“Voglio mangiare…” sussurrai, non sapevo se a lui o a me stessa.
“Kris..non dire cavolate” Abbozzò un sorriso “Devi aspettare un po’ almeno prima di..”
Incurante delle sue parole mi diressi in  cucina.
Io avevo fame e avrei mangiato a qualunque costo.
Puntai al tavolo ma, prima che potessi fermarlo, Rob mi tolse il piatto da sotto il naso.
“Che stai facendo?” domandai acida. Sentivo che il nervosismo che mi aveva abbandonato momentaneamente per pochi minuti stava ritornando più forte di prima.
“Kris..tu non stai bene. Mi svieni tra le braccia, vomiti  e prima..vaneggiavi…”
“Ahahah ora vaneggio anche??” sbottai puntandogli il dito contro. “Vuoi anche convincermi che quei video sono solo il frutto della mia immaginazione?” Gli strappai il piatto dalle mani e lo sbattei sul tavolo. Tentando di mantenere la calma mi accomodai e affondai la forchetta in quelle che erano state delle frittelle.
Ormai somigliavano più che altro a una poltiglia.
Senza neppure riuscire a spiegarmi il vero motivo sentii una gran tristezza dentro e le lacrime riaffiorare di nuovo prepotenti.
Le mie frittelle erano distrutte…e io…io avevo fame!
“Kristen ti prego” il suo tono di voce era supplichevole ora, al limite del terrorizzato “Ti prego..lascia che ti porti da un medico..”
Scossi il capo “No..non voglio andare dal dottore...”
Tentai di addentare un boccone di quella roba e scoprii che in fondo non era tanto male.
Un piccolo sorriso comparve sulle mie labbra mentre ne addentavo un altro morso.
Non erano male per niente. Anzi…mi piacevano!
“Kristen” iniziò
“Mmmmmm…se mi dici ancora una volta che vuoi portarmi in ospedale ti tiro un calcio!” Urlai spruzzando una generosa dose di sciroppo d’acero nel mio piatto.
“Bene tiramelo..ma io farò qualcosa!” ribattè
“Vuoi fare qualcosa? Perché non torni a ubriacarti con le tue amichette?”
“Kris tu… non sei in te. Io ti amo e sono solo preoccupato. Non è normale piangere, svenire, vomitare, urlare nell’arco di due minuti e…”
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’ normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e ingozzarsi se sei incinta ok?”
Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza.
O merda…
Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo.
Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito
Poi accadde tutto molto velocemente.
Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto.
L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia
.

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Capitolo 2
*** Sorprese ***


CAPITOLO 2 FF FIUCCIA Allora...ragazze. Non sappiamo come ringraziarvi per l'appoggio per il primo capitolo. Avete scritto cose bellissime. Siete davvero le migliori. Siamo praticamente commosse, non stiamo scherzando ! Grazie ancora. Bene, rispondiamo alle vostre super gradite recensioni (continuate così!) e poi vi lasciamo al secondo capitolo!! A presto ragazze!

yesido
: Melllllll!!!! O mio Dio..arrossiamo se ci dici così. Un capolavoro? Beh... qst non lo so. Ma faremo del nostro meglio promesso. Grazie di tutte le cose carine che hai detto.

Anto_Pattz : anto!!! Beh, sì direi che alla vista di quei video ci è salita a tutte la voglia di saltare al collo di Katy e dissanguarla ma...beh..alla fine Rob è un bravo ragazzo e beh Kris ha un pò gli ormoni in subbuglio!! Rob che cade dalla sedia sì...beh vedrai che altre cazzate combina ora.
Fiorels : Gemeeee!! Accidenti ..ehm mi sento cretina a risponderti ma.. lo faccio. Davvero la grafica è ok?? *.* meno male xd..lol. Speriamo che la nstr storiella abbia successo ... *.*  *.* sono sicura che sarà così con tutta la pubblicità occulta di una certa persona...hihihih.
Roxisnotdied : Ross cess!!! Sì io e il mostro abbiamo fatto squadra! Cosa dici?? Ancora più brave in due??? *.* Ross..così ci farai commuovere. Sì, Robb è proprio assurdo, ma noi ce lo immaginiamo così. Un pò scemo ma tanto tanto dolce!!! A presto Ross. lol
crazyfred: OMG!! Grazie mille! Sì effettivamente la scena faceva molto casa vianello ma secondo noi robsten sono un pò così!! due scemi..ahahahah. Grazie per i bellissimi complimenti! Vedrai delle belle ora!
ledyang: Una sola parola...paura. Tanto abbiamo già stipulato un patto noi tre...fidati ehm ehm ehm. Grazie di tutto comunque. Sei the best, lo sai. Ma per il fatto che abbiamo tenuto tutto segreto ci devi perdonare..perchè la sorpresa è stata  gradita, no?? LOL Mogliettina...
SeaOfLove: Oriiii..sese..le robstenine spinte dall'ossessione della queen hanno partorito questa splendida ff. continua a seguirci perchè riveleremo il nostro lato mogliore con i futuri capitoli sadici..ahahah LOL.
ariel7: Leti...non vivi senza le nostre ff? grazie...teso noi senza di te che recensisci!! Grazie mille dell'appoggio..vedrai, ci sarà da ridere con qst. LOL P.S.= W isabella!!!! Kiss kiss
bbird: Grazie...continua a seguirci!!! Non ne rimarrai delusa..LOL
Enris: Grazie dell'appoggio. E' davvero importante per noi. Speriamo che tu ti emozioni leggendo questo!! *.*
chi61: oddio grazie!!! Ma non siamo responsabili di cadute ed eventuali contusioni!! LOL Spero ti piaccia anche questo.*.*
dot: Sognare!!!??? Oddio speriamo tanto di riuscirci!!!!!!! A prestooo..lol.
ely_leyton: Sìììììì Kris è una grandissimaaaaaaaaaaaaaa!!! anche gelosa è dolce ma allo stesso tempo un pò bitch. Fio ti invia i suoi saluti attravero me. E ti dice..continua a seguirci..LOL!!!!
kiki_88: Dici di non essere brava nelle recensioni??! La tua era bellissima. Grazie di tutto l'appoggio. Sì, cercheremo di seguire una linea di fatti reali o quanto meno verosimili. Anche se ovviamente la gravidanza di Kris modifica e non poco la relatà visto che lei non è incinta al momento *depressione* peccato però..*.*  *.* A prestooo...spero che 5 gg non siano stati troppi..lol
adry91 : Grazie, cerchiamo di essere più vicini possibile a come sono loro due..o quanto meno a come appaiono a noi!!  Grazie di tutto. LOL.
sbrilluccica : ecco a te il seguito!! Spero sia buono come il primo..!!! *.*  *.*

CAPITOLO 2 (FIORELLA)
SORPRESE


POV ROB

Accadde tutto troppo velocemente. Un secondo prima ero lì che la fissavo interdetto mentre divorava una forchettata dietro l’altra e l’attimo dopo ero a terra, ad avere un incontro ravvicinato col pavimento.
Sperai che la botta mi risvegliasse da quel sogno, da quella realtà assurda, ma Kristen era ancora fuori di sé.
Doveva essere tutto vero.
“Rob…stai bene?” chiese preoccupata e, allo stesso tempo, sbuffando mentre continuava con nonchalance a mangiare quel che rimaneva di quelle povere frittelle.
“Sto..bene..” ansimai aggrappandomi al tavolo per ritornare su. “Anzi no…non sto affatto bene..”
Mi fissò preoccupata. “Cadere dalla sedia non è una cosa tanto normale…”
Ecco! Era assurda! Cosa avrei potuto risponderle in quel momento?
“No, sai cosa non è normale? Darmi una notizia del genere in questo modo!”.
Sospirò rumorosamente alzandosi dal tavolo e portando il piatto nel lavandino.
“E come avrei dovuto dirtelo?”
“Bèh  tanto per cominciare…potevi dirmi di stare seduto..”
“Rob…eri seduto” disse ovvia.
“Intendevo sul pavimento..”
“Ma come potevo immaginare che cadessi dalla sedia?!” rispose isterica.
Non riuscivo nemmeno a trovare le parole per risponderle, per esprimere quello che sentivo. Non poteva essere vero.
“Quando avevi intenzione di dirmelo?” ripresi serio. Chissà da quanto tempo lo nascondeva? Settimane? Mesi? Mi sentii ferito al pensiero che fosse capace di tenermi le cose nascoste. Credevo che tra noi non ci fossero segreti.
“Te lo sto dicendo adesso”. Il suo tono era decisamente seccato mentre, noncurante, si dirigeva nel piccolo e accogliente salottino che quella casetta ci riservava. Iniziò a camminare nervosamente senza un fine preciso, spostando le cose qua e là per tenersi le mani impegnate.
Ancora non riuscivo a credere alle sue parole.
Incinta. C’era una sola spiegazione nel mio modesto vocabolario per quella parola, eppure mi sembrava tutto ancora così assurdo. Forse stava solo scherzando.
Ecco spiegato il tutto! Doveva essere uno scherzo. Scoppiai improvvisamente in una sonora risata mentre quella nuova idea si faceva spazio dentro di me.
Kristen mi guardò perplessa.
“Mi fa piacere che la cosa ti diverta tanto..” Era notevolmente irritata.
Di tutta risposta continuai a ridere. “Scusa amore..” ansimai avvicinandomi e attirandola per i fianchi a me. “Non avevo capito che stessi scherzando, credevo parlassi seriamente..”.
Riuscii finalmente a smettere di ridere e aprii gli occhi incontrando i suoi.
Duri. Freddi. Feriti.
Cazzo!
Cosa avevo fatto?
“Bè…questo la dice lunga..”. Una lacrima le rigò il viso mentre sentii il cuore sprofondare, abbattuto dalle mie stesse parole.
Che cazzo avevo fatto? Come avevo potuto?
“Kris..io..” sussurrai alzando una mano per accarezzarle la guancia ma si scostò, ritirandosi dalla mia presa.
“Vattene Rob..” mormorò chinando il capo e asciugandosi le lacrime con le mani.
“Amore, lasciami spiegare..”
“VATTENE!” urlò prendendomi a pugni sul petto e  costringendomi ad indietreggiare finchè fui messo alla porta.
“Kris ti prego..”
“FUORI!” sbraitò in preda ai singhiozzi sbattendomi la porta in faccia.
Accostai leggermente l’orecchio al legno e la sentii accasciarsi e scoppiare in lacrime. Mi mancò l’aria.
La gola secca, le gambe che non riuscivano a muoversi. Ero davvero uno stronzo!
Alzai la mano per bussare, tentai di chiamare il suo nome ma le parole mi si fermarono in gola e una fitta percorse la mano, bloccandola a due centimetri dalla porta. Non mi avrebbe mai aperto, non lo avrebbe fatto. Non dopo quello che avevo fatto.
Avevo praticamente detto di non volere quel…bambino. Almeno questo era quello che doveva aver percepito dalle mie parole, quello che avevo letto nei suoi occhi. L’avevo ferita. Ma… era semplicemente tutto così inconcepibile per me. Diverse volte avevamo parlato di “famiglia” ma mai eravamo arrivati a un punto preciso. Quanto volte le avevo detto che avrei amato averne una con lei? Che avrei voluto sposarla?
Come poteva credere che non lo desiderassi?
Era tutta colpa mia. Ero stato un vero idiota. Ed ora ero lì contro la porta a sentirla piangere. Mi si strinse il cuore. Non sopportavo di vederla soffrire e il pensiero che fossi io a renderla tale mi tormentava ancora di più. Tutto quello stress non era l’ideale, né per lei né per il bambino.
Dio! Ne ero a conoscenza da mezz’ora e già lo volevo, lo desideravo. Come avevo potuto credere che stesse scherzando?
Avrei voluto entrare, stringerla a me e dirle che andava tutto bene, che sarebbe andato tutto bene. Ma sapevo che non sarebbe bastato, non sarebbe servito a convincerla. Avrebbe pensato che fossero frasi di circostanza. Avrei dovuto pensare ad altro per farmi perdonare, per farle capire quanto l’amavo e quanto desideravo quel bambino.

POV KRIS

Rimasi lì, a terra, spalle alla porta, a piangere tutte le lacrime che avevo in corpo, a piangere l’anima, a piangere sulle sue parole che ancora mi rimbombavano nella testa. Come aveva potuto farmi, dirmi una cosa simile?
Uno scherzo. Ecco cos’era per lui. Ed era rimasto così sollevato dalla sua falsa supposizione. Che bastardo!
E ora? Cosa avrei fatto ora? Non potevo crescere un bambino da sola, non a diciannove anni. Non potevo crescerlo senza suo padre.
Forse stavo esagerando, forse Rob era semplicemente scioccato. Eppure non riuscivo a smettere di piangere. Non riuscivo a immaginarmi un lieto fine.
Lui non lo voleva.
Questo era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Niente potè a distogliermi da quel pensiero mentre, con la testa tra le braccia, continuavo a piangere.
D’un tratto sentii qualcosa risalire per lo stomaco e fermarsi alla gola.
Accidenti! Non era abbastanza il senso di solitudine! Ovviamente no!
La mattinata non era completa senza un’altra bella crisi di vomito. Feci giusto in tempo ad arrivare al water e vomitai quelle poche cose che ero riuscita a mangiare  prima. Vomitai anche l’anima.
Quanto avrei voluto Rob lì, in quel momento, a reggermi i capelli e sostenermi come la mattina. Ma lui non c’era, e non sapevo se ci sarebbe mai stato.
Meglio che ti ci abitui Kris.
Dio! Ma da quando ero così melodrammatica? Ah si! Da più o meno un’ora.
Sospirai distrutta accasciandomi sul pavimento freddo del bagno per darmi sollievo. Rimasi lì per terra a pancia in giù per un po’, finchè brividi di freddo mi percorsero tutto il corpo. Pensai subito al bambino. Chissà come stava. Forse aveva freddo anche lui, forse era scomoda per lui quella posizione. Era diventato subito naturale per me preoccuparmi di quell’essere che cresceva pian piano dentro di me. A volte mi sentivo stupida. Quanto poteva sentir freddo un puntino poco più grande di un fagiolo?
Eppure, non potevo farci niente. Ormai era parte di me. Era me ed era…Rob.
Mi rifiutai di pensare oltre a lui, soprattutto col senso di nausea che aleggiava ancora intorno a me. Mi alzai a fatica e, trascinandomi per casa, arrivai al letto e mi ci buttai sopra, raggomitolandomi sotto le coperte per darmi calore. Niente. Non volevo pensare a niente. Ma più cercavo di svuotare la mente più le sue parole tornavano a colpirmi e martellarmi il cuore. Nuove lacrime si accumularono sui miei occhi e non feci niente per trattenerle. Cosa mi restava se non piangere?
Così le lasciai scorrere mentre gli occhi si chiudevano, distrutti.

Dlin dlon.
Fui svegliata dal suono antipatico del campanello. Sprofondai la testa nel cuscino portandomi automaticamente una mano alla pancia.
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Perfetto! Ora anche il campanello era contro di me! Mi alzai dal letto dando un’occhiata all’orologio. Wow! Erano le cinque del pomeriggio! Ma quanto avevo dormito?! Doveva essere normale date le condizioni e considerando che la notte prima non avevo praticamente chiuso occhio.
Mi avvicinai alla porta terrorizzata da quello… da chi vi avrei trovato dietro. Non ero pronta a vederlo. Non ora. Senza pensarci troppo però la aprii.
“Rob se sei venuto per…”. La mia voce incontrò il vuoto. Nessuno.
Feci per mettere il piede fuori dalla porta ma fu bloccato da qualcosa. Abbassai lo sguardo e vidi un mazzo di rose. Furbo il ragazzo. Credeva davvero che sarebbero bastate quelle per farsi perdonare?
Farsi perdonare di cosa poi? Non aveva colpa, aveva solo detto quello che pensava. Non lo voleva. E io avrei dovuto vedermela da sola. Non avrei abbandonato il mio bambino.
Nonostante tutto mi chinai a prendere i fiori e mi trovai tra le mani un foglio bianco. Solo un indirizzo sopra. Ugualmente non avevo bisogno della firma per capire di chi fosse.
Ah, quanto avrei voluto fumarmi una sigaretta!
Ma non potevo. Non più, almeno per i prossimi sette mesi.
Lo sconforto lasciò spazio alla rabbia. Gettai i fiori sul pavimento e mi buttai di nuovo sul letto, intenzionata a dormire almeno fino al giorno dopo. Non avevo sonno, ma avrei chiuso gli occhi, non avrei pensato più a niente.
Più facile a dirsi che a farsi. Come potevo non pensare a niente? Non potevo.
Non andare Kris. È inutile. Ormai ha detto quello che pensa.
E se invece ti sbagliassi? Se fosse stato tutto un malinteso?
Angelo e diavolo si contendevano la mia coscienza mentre io non sapevo a chi dare ascolto, non sapevo chi poteva avere ragione. A chi credere? A cosa credere?
Non sapevo più niente. Forse quelle parole erano state dettate dalla sorpresa, forse aveva sbagliato ad esprimersi, forse avrebbe voluto spiegarmi. La possibilità che volesse quel bambino mi invase con un filo di speranza, prima che la realtà mi piombasse di nuovo addosso.
Chissà però… magari lo voleva. Non lo sapevo più, l’unica cosa di cui ero sicura era che non l’avrei mai scoperto se non l’avessi visto.
Mi alzai dal letto sperando di non avere i capogiri e infilai i primi jeans che trovai, gli stessi che presto non mi sarebbero più entrati, maglia col cappuccio e occhiali. Controllai velocemente l’indirizzo e, senza pensarci, chiamai un taxi.

Ma dov’ero?
Il taxi mi lasciò sul ciglio della strada coperta di sabbia, a pochi metri dal mare.
Mi guardai attorno stranita. Ero stata altre volte a Venice Beach ma quella zona non l’avevo mai vista.
Esplorai il quartiere con gli occhi, ma non lo vidi. Rob non c’era.
Con il vuoto nello stomaco portai una mano sulla pancia e iniziai già a sentire le lacrime accumularsi per la delusione, per il dolore di sentirlo così lontano in quel momento. Quanto lo avrei voluto vicino a me. Mi buttai a sedere su una panchina con la testa tra le mani e le prime lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
D’un tratto sentii qualcuno avvicinarsi e una mano improvvisamente fu sotto il mio viso.
Alzai il volto bagnato e lo vidi. Tutta la rabbia, tutto il dolore, tutta la delusione sparirono mentre lentamente afferravo la sua mano. Volevo solo sentirlo con me, vicino. Volevo solo piangere. Tirandomi su mi asciugò le lacrime con un bacio e mi cinse i fianchi affondando il capo nel mio collo.
“Rob..” piansi più forte contro la sua camicia.
“Ssssh” sussurrò cullandomi dolcemente.
Restai stretta a lui versando tutte le lacrime che avevo in corpo. Volevo godere della sua presenza prima di sapere quello che aveva da dirmi, prima di sapere se avrei dovuto affrontare tutto da sola.
“Amore mio..” sussurrò tra i miei capelli. “Mi dispiace così tanto..”
Quando fui abbastanza calma da non singhiozzare affannosamente mi scostò l afferrando il mio viso tra le sue mani.
“Mi dispiace…così tanto..” ripetè. La sua fronte, il suo viso erano tutti corrugati dal dolore, dalla sofferenza. “Io ti amo..e voglio tutto di te. Voglio te e voglio questo bambino!”. Nello stesso istante in cui l’ultima lacrima rigò il mio viso, una gli scese dagli occhi accumulandosi sulla sua bocca.
Come potevo non credergli? Come potevo aver dubitato di lui?
Mi si strinse il cuore, per la gioia, per la tristezza, per i ricordi di quella giornata. Per tutto.
Mi alzai sulle punte e stringendogli le braccia al petto lo baciai lasciando che le mie labbra assaporassero quella lacrima di dolorosa sincerità.
Finalmente un sorriso apparve sui nostri volti, insieme. Ridendo mi prese di nuovo tra le sue braccia portando la mia testa sul suo petto e baciandomi i capelli.
Mi sentii improvvisamente bene, così completa. Non avrei dovuto temere più niente. Non c’era più bisogno di parole. Tutto era stato perdonato, tutto era stato chiarito. Tutto era perfetto.
Sarebbe andato tutto bene. Con lui al mio fianco sapevo di non essere sola, di non dover avere paura.
“Andiamo”
“Dove?” chiesi contro il suo petto.
Mi baciò un’ultima volta i capelli e si staccò prendendomi per mano. “Non crederai mica che pensassi che le rose sarebbero bastate..” disse ovvio iniziando a incamminarsi verso il mare.
Solo allora mi resi conto di come stavo combinata. Ero inguardabile.
Jeans e maglietta mentre lui era impeccabile. Non avevo nemmeno messo un filo di trucco.
“Rob ma io sembro un mostro..” protestai impuntando i piedi. Sbuffò rumorosamente e si voltò verso di me.
“Però..un mostro davvero attraente..” sussurrò sorridendo sulle mie labbra.
Ero troppo infatuata dal suo respiro per rispondere.
“Amore..tu sei sempre perfetta..” bisbigliò ancora indugiando sulle mi labbra e, come se niente fosse ,riprese a camminare.
Ci togliemmo le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi e continuammo a camminare finchè non arrivammo a un ristorante a due passi dal mare.
Già morivo dalla vergogna a presentarmi lì dentro conciata in quel modo, ma quando entrammo vidi che non c’era nessuno.
Ci fecero accomodare in una piccola saletta riservata, con luci soffuse, un piccolo caminetto acceso e un pianoforte in un angolo da cui proveniva una dolcissima melodia.
Rob spostò la mia sedia da perfetto gentiluomo, baciandomi la mano prima di andare a sedersi.
“Hai fatto tutto tu?” chiesi incredula.
“Oh si…prenotare un ristorante è davvero difficile” disse ironico.
Sorrisi sfogliando il menu. Dopo il pomeriggio passato a vomitare la nausea non mi aveva ancora abbandonato e solo leggere tutti quei piatti mi dava il voltastomaco. Ma era stato così carino ad organizzare quella serata per farsi “perdonare” che cercai disperatamente qualcosa che non fosse pesce e che non mi desse la nausea. Magari un’insalatina.
“Puoi anche non mangiare..” disse Rob notando, evidentemente, la smorfia sul mio volto.
Mi sentii un po’ in colpa per sciupare tutto quel ben di Dio. “Oh..prenderò un’insalata” dissi cercando di apparire convinta.
“Va tutto bene Kris, non c’è problema.”
“Scusami Rob” piagnucolai. “E’ solo…questa nausea che non si decide a passare..”. Sussurrando quelle parole mi resi conto che, dopo tutto, non avevamo ancora parlato del bambino. Non apertamente almeno. Non volevo essere io a fare la prima mossa.
Rob si alzò lentamente e venendomi vicino mi porse una mano. “Mi concede l’onore di questo ballo?”.
Non era quello che mi aspettavo, ma accettai volentieri la sua mano con un sorriso e dondolando con lui appoggiandomi al suo petto.
“Com’è Kris?” disse a un tratto mentre la musica invadeva la sala.
“Com’è cosa?”
“Com’è…sentirlo dentro? Cosa senti? Cosa…provi?”.
Rimasi sorpresa da quella domanda, ma allo stesso tempo sollevata. I miei pochi dubbi mi abbandonarono definitivamente.
“E’..strano. E’ come..sentirsi più grande, più completa. È sapere che non sono mai sola..che c’è qualcun altro con me, che siamo in due. È come essere due persone nello stesso tempo. E’ come avere..te..dentro di me. Siamo noi due”. La mia voce aveva iniziato a tremare mentre parlavo e riuscii a stento a trattenere le lacrime.
“Deve essere…bellissimo” sussurrò Rob emozionato e mi trovai a sorridere contro il suo petto. Mi voltai e poggiai la mia bocca sulla sua.
“Lo è..” bisbigliai sincera sulle sue labbra.
I suoi occhi brillarono di felicità e facendomi rotare su me stessa mi portò con le spalle contro il suo petto. Sentii la sua bocca sul mio collo e intrecciò le nostre mani portandole sotto la mia maglietta larga, a contatto con la mia pancia ancora piatta.
“Ti amo Kris” mi sussurrò all’orecchio accarezzando il mio ventre nudo.
Strofinai la testa contro la sua tremando al contatto. “Ti amo Rob”.
Finalmente potevo non pensare a niente, finalmente tutto andava per il verso giusto. Tutto perfetto. Se solo non ci fosse stato il vuoto nello stomaco all’improvviso pensiero che presto sarebbe partito
.

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Capitolo 3
*** Separazione ***


capitolo 3 ff Ragazze!!!!!!! Dopo cinque giorni siamo di nuovo quì a deliziarvi con una altro meraviglioso capitolo!!! W la modestia...sì, vabbè..è solo che voi ci state facendo un vero onore ad apprezzare così tanto la nostra storia. Non credevamo possibile che potesse avere tutto questo successo  sin dall'inizio *.*  *.* davvero, grazie di tutto il sostegno e per le meravigliose recensioni che ci lasciate. Sono veramente importanti, anzi fondamentali =)))
Ed ora...vi rispondiamo singolarmente!!!

ely_leyton
: Grazie mille Ely! Che strano leggerci qui sopra xD Siamo felici che la storia ti piaccia! Troppo buona come sempre *.*
crazyfred: haha! Grazie tesoro! Non ti dico cosa abbiamo pensato appena abbiamo visto “c***o”. Ehm.. sorvoliamo.. xD Mi sa che tutte vorrebbero ballare un lento con lui! xD
simo1726: Simo! ^.^ Che bello sei anche qui! Allora mi perseguiti! xD haha.. scherzo ovviamente!
Però non mi sono ispirata a quelle foto.. perché l’ho scritto prima che uscissero! Hehe. Grazie!
piccolinainnamora: grazie mille! Siamo felici che ti piaccia! Muhamuha! Continua a seguirci! ^^
kiki_88: More! *.* Grazie mille a te! E meno male che dici sempre di non saper lasciare commenti! Sei favolosa!!!
Angelocustode_sere: Grazie mille! Continua a seguirci che il bello non è ancora iniziato! xD
garakame: Grazie! Speriamo che ti sia piaciuto anche questo capitolo! ^^
ariel7: Grazie mille Leti! Poi quando ci darai una bella Isabellina fammi sapere se più o meno è quello che si prova! xD a me ci vuole ancora tempo! xD
ledyang: … …. … senza parole.. -.-“
emmettina 1990: Grazie mille Luce! Siamo troppo feliciiiiii! Muhamuha.. mi raccomando recensisci! Hauahaua
Enris: J non c’è che dire.. è proprio bravo Robertino! *.* Contente che ti sia piaciuto! ^^
chi61: Grazie! Bè.. se ti fanno esaurire ora.. meglio non immaginare il seguito! xD siamo appena all’inizio! xD ma noi siamo pro-Robsten convinte.. quindi tranquille ^^
SeaOfLove: Ori! ^^ graaaaaaaaazie milleeeee! Hihi! Siamo commosse! *.*
yesido: hauahua! Mel.. tu e le tue minacce.. chissà da chi hai imparato! -.-“ hihi.. grazieee! E un bacioneee
shine_gr: moreeee *.* sei qui! Grazie mille davvero! Siamo contente che la storia ti piaccia! *.* questi due sono troppo belli.. praticamente si scrivono da solii! xD hihi.. ti lovvissimo!


CAPITOLO 3 (claudia)

SEPARAZIONE

KRIS POV
"Amore.." iniziò a sussurrarmi una voce all'orecchio "Amore, alzati."

"Mmm" mugolai stiracchiandomi e affondando ancora di più la testa nel cuscino "No..."
Non volevo svegliarmi. Stavo facendo un sogno bellissimo. Vedevo Rob camminare verso di me con un fagottino in braccio; io mi avvicinavo sempre di più per raggiungerli, perchè volevo vedere il nostro bambino ma...
"Kris...Kris svegliati"
Aprii gli occhi, facendo uno sforzo immenso per lasciare il paradiso in cui mi ritrovavo e scoprii che...in effetti il mio paradiso non era un sogno.
Era la realtà.
Rob mi sorrideva, il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Mi sollevai leggermente, piano piano. Avevo capito che la mattina il mio stomaco era ancora più delicato del solito e che l'unico modo per trattenere la colazione era alzarmi dal letto con calma, senza troppa fretta.
Rob mi aiutò, sistemandomi il cuscino dietro la schiena. Spostai lo sguardo al mio fianco e notai un vassoio con sopra l'unica cosa che non mi desse la nausea a quell'ora: lo yogurt.
Non potei fare a meno di avvertire una fitta al cuore per l'emozione. Quello non ero solo un vasetto di yogurt. Rappresentava Rob e tutto l'amore con cui si prendeva cura di me, anzi...di noi.
Come se mi avesse letto nel pensiero la mano del mio ragazzo volò a coprirmi la pancia. Le sue labbra si posarono sulla mia fronte.
"Come state oggi?" domandò premuroso.
"Bene" risposi abbracciandolo. Gettai un'occhiata al di là della sua spalla e, improvvisamente, tutta la felicità che provavo in quel momento si sgretolò come un castello di carte.
Valige. Tutte le nostre cose erano dentro a delle valige ora.
Era arrivato il giorno. Il giorno per dire addio al nostro rifugio segreto, alla nostra vita da coppietta qualunque e, cosa ancora peggiore, per...separarci.
Il solo pensiero che, entro poche ore, io sarei stata a casa dei miei genitori e lui su un aereo diretto a Londra con un intero oceano a dividerci mi fece sentire male.
"Kris tutto bene?"
Annuii abbassando il capo e fissando il copriletto.
Rob non me lo permise: mi fece alzare il mento e i miei occhi si scontrarono con i suoi.
"E' che per un attimo mi ero scordata che era oggi...ecco tutto..." balbettai nel disperato tentativo di non scoppiare in lacrime.
Lo sentii sospirare un attimo e poi tirare fuori il cellulare dalla tasca dei jeans "Ci metto un attimo. Adesso disdico il volo e..."
"No" lo interruppi "No, non voglio" In realtà avrei voluto gettargli le braccia al collo e implorarlo di comporre quel numero ma...ma sapevo che non lo avrei  fatto. Non avrei mai potuto.
Chiedergli di non passare il Natale con i suoi genitori, con le sue sorelle sarebbe stato solo un atto di egoismo. Vedevo quanto gli mancavano e volevo solamente che lui fosse felice.
"Sono la tua famiglia Rob, e glielo hai promesso. Non puoi deluderli così"
"Anche voi siete la mia famiglia" disse "Tu e il bambino siete la mia priorità ora"
Presi un lungo respiro, cercando di fare la cosa giusta "Sono solo pochi giorni, e i miei genitori si prenderanno cura di me, specialmente quando scopriranno di star per diventare nonni"
Tentai di abbozzare un sorriso ma lui rimase serio. Abbassò il capo fino a posarlo sulla mia pancia "Sapevo che separarmi da te sarebbe stato orribile  ma, ora che so di lui...Sapere di lasciarvi da soli è una cosa che non riesco a sopportare."
Gli carezzai i capelli "Noi non saremo soli. Io ho lui, e lui ha me. Ce la caveremo, vedrai."
Sentivo gli occhi pungere per lo sforzo di trattenere le lacrime. Ma non volevo piangere, non volevo farlo sentire peggio di quanto già non stesse.
"Ho bisogno di una doccia" biascicai.
Rob si alzò da letto e dopo aver scostato le coperte mi prese in braccio, posandomi a terra molto lentamente.
Mi teneva ancora saldamente per la vita quando mi chiese: "Hai la nausea?"
Scossi il capo.
"Senti per caso un senso di vertigini o ti gira la testa?"
Lo fissai un pò confusa e, malgrado l'angoscia per l'imminente separazione, non riuscii ad impedire a me stessa di sogghignare.
Era così premuroso da quando gli avevo rivelato tutto sul bambino.
Si prendeva cura di me, attento ad ogni dettaglio e ad ogni mio bisogno. Non mi sarei stupita più di tanto se avesse iniziato a leggere libri sulla gravidanza ancora prima di me.
"E' tutto ok, ce la faccio. Mi sento abbastanza in forze stamattina" lo rassicurai
"Va bene" rispose "Allora io porto giù le valigie e chiamo un taxi nel frattempo."
Annuii mesta dandogli un ultimo bacio ed entrando in bagno.
Fu piuttosto piacevole entrare finalmente sotto il getto potente della doccia. In parte perchè riuscii a riacquistare un pò di lucidità, e in parte perchè potevo fingere che quella che scorreva sul mio viso fosse solamente acqua, invece delle lacrime che non riuscivo a controllare.
Mi vestii lentamente, cercando di far durare il più possibile il tempo che mi rimaneva da trascorrere sotto lo stesso tetto di Rob.
Ma stavo solamente cercando di rimandare l'inevitabile e, pochi minuti dopo, mi ritrovai mano nella mano con lui sulla soglia di quello che per noi era stato una sorta di rifugio dal mondo a cui eravamo abituati.
"Sapevamo che sarebbe finita prima o poi" dissi mentre entravamo nel taxi che ci avrebbe condotti all'aeroporto.
Sospirai, posando il capo sulla sua spalla.
Lui affondò le labbra tra i miei capelli. "Presto ne avremo una tutta nostra, te lo giuro"
Alzai lo sguardo meravigliata. "Sul serio?"
"Certo" rispose sorridendo "Ci servirà pure un posto dove crescere nostro figlio"
Ritornai ad accoccolarmi su di lui, cullata dalla dolcezza di quelle parole. Mi piaceva come suonava...nostro figlio.  
Casa nostra...
Una vita nostra....insieme.
Dovetti sonnecchiare per un pò perchè, quando aprii gli occhi, mi resi conto che eravamo arrivati nel luogo che più temevo.
LAX. L'aeroporto di Los Angeles.
Cercai disperatamente di ignorare il nodo che mi si formò proprio alla bocca dello stomaco. Inforcammo entrambi un paio di occhiali scuri e uscimmo dalla macchina.
"Mi aspetti quì per favore, io ritorno subito" dissi al taxista.
Non so con precisione descrivere i minuti che seguirono. Rob mi guidava tra la folla, tenendomi saldamente per mano. Sentivo che mi carezzava il dorso con il pollice nel tentativo di farmi coraggio.
Avrei voluto avere la forza di parlargli, di dirgli qualcosa ma il fiato mi era rimasto bloccato in gola.
Mi ritrovai saldamente aggrappata al suo braccio mentre imbarcava il suo bagaglio. Eravamo nella zona per la prima classe e c'erano pochissime persone oltre a noi. Solamente alcuni uomini d'affari che non ci prestavano attenzione.
"Kris" Rob mi chiamò, facendomi riscuotere dalla mia apatia "Kris...io devo andare..."
Aveva ragione.
Adesso lui avrebbe dovuto passare i metal detector e questo significava solo una cosa.
Dovevamo separarci.
Annuii, cercando di essere forte. Non dovevo, non volevo piangere.
"Passerà presto, te lo giuro" disse stringendomi al suo petto "Presto verrai a Londra da me e staremo insieme. Non ti lascerò mai più"
"Lo so" sospirai "Solo ...mi mancherai da impazzire"
"Anche tu" sorrise "Anzi, anche voi." Si chinò un poco, come a prendere qualcosa dalla borsa, ma non capii quello che stava facendo finchè non lo sentii parlare.
"Ehi piccolino, prenditi cura della mamma, ok?"sussurrò a pochi centimetri dalla mia pancia "Mi fido di te per non farla essere triste..."
Ritornò in piedi e prese il mio viso tra le mani "Non voglio vederti piangere, amore mio.."
Scossi il capo "No...no, non piango"
"Ti amo, vi amo" sussurrò guardandomi negli occhi.
"Anche noi, anche noi" lo assicurai.
Sapevamo cosa significavamo l'una per l'altro, non c'era altro da dire.
Rob sbuffò guardandosi intorno.
"Vai" lo incitai "Vai o perderai l'aereo."
Annuì e dopo avermi sfiorato le labbra con le sue , in un bacio carico di promesse, si allontanò.
Lo guardai camminare finchè potei, finchè i miei occhi furono in grado di scorgerlo.
Ma quando non fu più così mi sentii improvvisamente persa.
Ero circondata da migliaia di persone e non ero mai stata così sola in tutta la mia vita.
Anche se gli avevo promesso che non avrei pianto non potei impedire alle lacrime di iniziare a scendere copiose lungo il mio viso.
Girai le spalle e feci qualche passo ma, improvvisamente, sentii di nuovo una voce chiamarmi.
La sua voce.
Non ebbi neppure il tempo di voltarmi  che mi ritrovai nuovamente fra le sue braccia.
Mi ci aggrappai, come ad un'ancora di salvezza.
"Lo sapevo, lo sapevo che avresti pianto" sussurrò tremando "Come faccio...come faccio a lasciarti?"
Prese a baciarmi con foga il viso, asciugando con le sue labbra le mie lacrime.
"A casa starò meglio vedrai" balbettai mentre la voce mi si spezzava "I miei fratelli...loro sapranno farmi ridere. Sono dei buffoni lo sai..."
Mi scrutò sospettoso "Però mi giuri che non ti affaticherai?"
Annuii.
"E che lo dirai almeno a tua madre? Nel caso che tu ti senta male o..."
"Sì" lo bloccai prima che iniziasse con la serie di raccomandazioni che già avevo sentito negli ultimi due giorni. Sarebbe stato davvero un papà perfetto. "Farò tutto quanto, ma tu ora vai"
Annuì sorridendomi e iniziando ad indietreggiare "Ti chiamerò tutti giorni, tutto il giorno..."
"Ci conto" sussurrai emozionata, mentre lo perdevo di nuovo tra la folla.
Ritornai a camminare uscendo nell'aria tiepida di Los Angeles. Entrai nel taxi e mi abbandonai sul sedile posteriore, dopo aver dato l'indirizzo di casa al tassista.
Casa...
Ma era davvero quella casa mia? Non potei fare a meno di pormi quella domanda.
Lo era stata. Lo era stata per tanti anni.
Eppure ora sentivo comunque un vuoto nel cuore.
Perchè la mia vera casa adesso non era a LA.
Era su un volo diretto dall'altra parte dell'oceano.

                                                                                                     ***************************************************+

Me ne stavo accoccolata sul letto di camera mia, giocherellando col cellulare. Non facevo nulla di particolare.
Mi limitavo ad osservare gli oggetti attorno a me. Tutte le cose che avevo accumulato durante la mia infanzia e che mia madre non aveva mai gettato, nonostante ora fossi grande.
I disegni che avevo fatto all'asilo, le barbie che i miei fratelli si erano divertiti a decapitare, le conchiglie che raccoglievo sulla spiaggia di Malibù.
E la cosa più strana era che, riguardare tutte quelle cose ora, non mi procurava il senso di nostalgia che pensavo avrei provato.
Non riuscivo a provare nostalgia per il passato, non ora che l'unica cosa che desideravo era vivere intensamente il presente ed occuparmi del futuro.
Pensai che presto quella sarebbe stata la cameretta dove avrebbe dormito il mio bimbo o bimba quando fosse venuto a trascorrere il week end dai nonni. Si sarebbe ranicchiato nello stesso punto dove io mi ranicchiavo da piccola, avrebbe usato i giochi un pò mal ridotti che ancora erano ammucchiati nella cassapanca e...e sarebbe stato un bimbo felice. Ed amato.
Io ero una mamma felice e, anche se giovane e un pò spaventata,pronta.
Mi sentivo pronta a dare a quella creaturina tutto l'amore di cui aveva bisogno.
Diedi una grattatina dietro alle orecchie alla mia gatta Jella, acciambellata in fondo al letto e poi mi sistemai meglio le coperte in modo da stare al caldo.
In quell'istante il telefono iniziò a vibrare.
"Ciao" risposi emozionata. Non avevo bisogno di guardare il display per sapere chi fosse a quell'ora della notte.
"Buon Natale, amore mio" La sua voce ancora leggermente arrochita per il sonno fece schizzare la mia felicità alle stelle. Controllai l'ora velocemente e mi resi conto che era davvero Natale. La mezzanotte era passata da pochi minuti. Quindi a Londra dovevano essere all'incirca le otto del mattino.
"Buon Natale anche a te" sussurrai piano. Sentivo il rumore della tv al piano di sotto quindi, molto probabilmente, la mia famiglia era ancora sveglia e non volevo rischiare che uno dei miei fratelli origliasse la mia conversazione per poi prendermi in giro. "Che fai già sveglio?"
"Beh, diciamo che mia madre mi ha assoldato come suo aiuto cuoco oggi. D'altronde entrambe le mie sorelle sono negate perciò..."
Cercai di contenere le risa "Non sapevo che fossi anche una perfetta donna di casa"
"Oh sì" rispose "Sei riuscita ad impalmare l'uomo perfetto"
Dopo qualche attimo di silenzio lo sentii continuare "Ci pensi?"
"A cosa?" domandai curiosa.
"Che tra un anno saremo una vera famiglia noi tre. Con un albero di Natale tutto nostro in salotto..."
Sospirai, immaginandomi la scena. "Sai, a proposito del bambino...domani glielo voglio dire. Ai miei genitori intendo. Saremo tutti e sei insieme e mi sembra giusto ormai. Anche perchè francamente temo che mia madre sospetti qualcosa. L'altro giorno non ho mangiato quasi nulla per la nausea mentre oggi...beh, ho finito tutti biscotti che aveva preparato e poi li ho vomitati"
"Mi dispiace di non essere lì con te quando lo farai" rispose serio.
"Non fa nulla" ridacchiai "e' meglio per te. Sennò avresti dovuto affrontare l'ira di ben quattro uomini pronti a difendere il mio onore..."
Ridemmo entrambi ma, improvvisamente, cacciai un urlo sentendo qualcosa di bagnato e ruvido toccarmi la faccia.
Ricaddi sollevata sui cuscini quando capii cos'era stato. O meglio, chi.
Minou.
"Kris, kris...va tutto bene?" la voce preoccupata di Rob arrivava forte dall'apparecchio.
"Sì" risposi cercando di fermare la corsa impazzita del mio cuore "E' stato solo il gatto "
"Kris allontanalo subito!"
Quasi mi prese nuovamente un infarto sentendolo strillare "Ma sei pazzo, perchè?"
"Guarda che i gatti portano malattie!"
"Rob " cercai di tranquillizzarlo "Jella vive in casa con noi. E' sterilizzata. Che malattie vuoi che si prenda?"
"Ma potrebbe avere le unghie sporche e graffiarti"
Uff. Quando ci si metteva aveva proprio la testa dura!
"Non mi ha mai graffiata in sette anni di vita. " sillabai ogni parola per tranquillizzarlo "E comunque ora dorme sdraiata sulla mia pancia, rilassati"
Capii immediatamente di aver commesso un grave errore.
Dall'altra parte solo silenzio.
"Ok" mi affrettai a dire "Adesso non tirerai fuori la storia che sta schiacciando il..."
"..Il bambino!" finì lui per me "Ho letto su internet che ora dovrebbe essere grosso circa tre centimetri. E' piccino Kris e il gatto peserà almeno quattro chili e..."
Scossi il capo sorridendo, lasciando che continuasse il suo monologo.
Era andato addirittura su internet...
Mi piaceva quel nuovo lato di lui che avevo appena scoperto: dolce, tenero, protettivo, da...da papà.
"Ok" lo interruppi "La sto mettendo sul tappeto, contento paparino?" lo presi in giro.
"Scusa" rispose "E' che sei lontana e dentro di te c'è una creaturina delicata. La nostra creaturina delicata..."
Chiusi gli occhi beandomi delle sue parole. Riusciva a scaldarmi il cuore quando mi diceva quelle cose. Mi faceva sentire amata, protetta al sicuro.
"No vedo l’ora che siate quì. così potrò prendermi cura di voi personalmente" continuò.
Mi raggomitolai sotto le coperte e non riuscii a contenere uno sbadiglio.
"Ora dormi Kris. E' tardissimo"
"D'accordo. Ti telefono domani appena l'ho detto ai miei"
"Ci conto" sussurrò "ehm...posso dargli la buonanotte?"
"A chi?" domandai senza capire
"Al bimbo...Poggia il telefono sulla pancia."
Alzando gli occhi al cielo feci come mi aveva detto e feci scivolare l'oggettino sotto la maglietta. Dopo qualche secondo riportai il cellulare all'orecchio.
"Conversazione interessante?" domandai ridendo.
"mmm..sì. Sai, cose padre figlio..Ti amo Kris"
"Ti amo anche io, amore. Buona notte." biascicai chiudendo la chiamata.
Mi accoccolai meglio su me stessa e in pochi secondi scivolai nell'incoscienza più totale.
...
...
"Ma quanto dorme?"
"E io che ne so. Svegliala!"
"E se poi mi picchia? Lei odia essere svegliata..."
"Tay ma sei scemo? Adesso sei il doppio di lei e hai paura?"
"Ma se sei tanto coraggioso svegliala tu, no?"
"Mmmm" mugolai spalancando gli occhi per tutto quel rumore "Che succede?"
Sapevo a chi appartenevano le voci. A quei rompiscatole dei miei fratelli, ovvio.
"Kris" iniziò Dana "Mamma ha detto di venire a chiamarti. E' quasi mezzogiorno"
Mezzogiorno? Ma quanto avevo dormito?
Questa gravidanza aveva scombussolato completamente il mio bioritmo.
Rotolai a pancia in giù "Ok" sbadigliai "Scendo subito..."
Non appena sentii la porta richiudersi mi alzai e avvertii una morsa allo stomaco. Però questa volta non era la solita nausea.
Era più che altro ansia. Dovevo dirlo ai miei genitori.
Aprii l'armadio per scegliere qualcosa di appropriato all'occasione. Non che io avessi paura della loro reazione. Erano sempre stati molto aperti con me, specialmente mia madre,soltanto non volevo che si preoccupassero.
Per la mia carriera, per il fatto che fossi troppo giovane.
Optai per un vestitino nero molto semplice e un paio di scarpe con un pò di tacco. Avrei fatto felice la mamma visto che si lamentava sempre delle mie all star.
Scesi al piano di sotto e vidi tutti già riuniti in salotto.
"Buon Natale a tutti gente" mi avvicinai e abbracciai mamma e papà.
"Buon Natale piccolina" Papà mi baciò la fronte e io presi posto a tavola, dopo aver scompigliato i capelli a Tay. Sapevo che lo odiava sin da  quando era piccolo ma io mi divertivo a fargli perdere le staffe.
"Buongiorno Sten!!!!" dissero i miei fratelli tutti e tre in coro.
Sten?????
Loro non mi avevano mai chiamato così.
Io ero Kris, Kris e basta.
Sicuramente stavano architettando qualcosa.
I miei sospetti furono confermati dal fatto che durante tutto il pranzo continuavano a chiamarmi con quel nome ridicolo.
"Sten, mi passi il sale?"
"Sten, vuoi un pò di pane?"
All'ennesima frase iniziata con la parola Sten, sbottai "Basta, io mi chiamo Kris!"
Cameron fissò Dana e poi Taylor. Mi scoppiarono a ridere in faccia tutti e tre.
Ok ora stavano davvero esagerando "Mi spiegate cos'è questa storia, per favore?"
"Beh" fu Cameron a prendere la parola "Ci sembra giusto chiamarti così, ora. Tu non sei più Kris" Dicendolo si poggiò le mani sul cuore con fare teatrale "Tu sei Sten, l'altra parte di Rob. Ed insieme formate Robsten, la storia d’amore del decennio!"
“Del decennio?” continuò Dana “Ma non essere assurdo. Vorrai dire del secolo come minimo! “
"Siete dei deficienti!" sbottai lanciando a Cam il tovagliolo "E io che volevo darvi una bella notizia e voi siete tre idioti..."
"Ok ok ragazzi, basta!" mia madre arrestò con fermezza le loro risa "Kris tesoro, dicci la novità, su..."
Presi un bel respiro cercando di far sbollire il nervoso e mi alzai in piedi "Ok, è una cosa importante. E bella, anzi no...bellissima"
“E’ un nuovo lavoro?” domandò mio padre “ti hanno offerto una nuova parte importante?”
Scossi il capo. “No, è qualcosa che riguarda me e…Rob.”
Mi fissarono tutti curiosi.
“Beh ecco…io e Rob ..avremo un bambino.”Automaticamente mi portai una mano alla pancia “sono incinta”
Mi ero aspettata quello che successe dopo.
Cinque bocche spalancate e silenzio per..
5, 4, 3, 2, 1.e…
“Oh mio Dio”
“Stai scherzando?!”
“Non ci posso credere…ecco perchè vomitavi sempre!”
Soltanto mia madre riuscì a mantenere il controllo. Mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio.
Aveva le lacrime agli occhi, come me “Sai avevo sospettato qualcosa. Una madre certe cose le capisce la volo. Congratulazioni mammina”
Mi lascia cullare per qualche minuto dalle sue braccia e quando tornai a focalizzare l’attenzione sugli altri li trovai a fare dei discorsi assurdi.
“Cioè..io sarò uno zio?” Cameron aveva la bocca ancora aperta “Io, a soli 25 anni?”
“Beh” mio padre si consolava con la birra “Io sarò un nonno? Un nonno capite?Sono vecchio!”
Alzai gli occhi al cielo. Che famiglia di pazzi…
In quel momento mi accorsi di Taylor che ritornava in sala da pranzo. Non mi ero neppure accorta che era uscito. Reggeva in mano una palla da football.
“Ehi kris! Se sei una mamma significa che ormai sei una vecchia signora e le vecchie signore non riescono a fare una presa decente, scommetto”
Ghignai. “Ah sì?…scommettiamo venti dollari”
Successe tutto in pochi secondi.
Tay lanciò la palla troppo in alto e dovetti saltare per afferrarla.
Purtroppo però non avevo calcolato una cosa fondamentale. I tacchi.
Sentii la caviglia cedere e, attraversata da una fitta di dolore, ebbi a malapena il tempo di aggrapparmi al tavolo per non precipitare a terra.
In un secondo mi ritrovai tutti quanti intorno.
“Kris come stai?” le braccia di mio padre mi aiutarono a mettermi in piedi “hai sbattuto la pancia o..”
Scossi il capo “No, no..però la caviglia fa male…”
E capii molto presto il perché.
Un’ora e tre borse del ghiaccio dopo era…enorme.
Era gonfiata in maniera spropositata raggiungendo le dimensioni di quella di un elefante.
Due ore dopo  aveva anche uno strano colore tendente al blu e mio padre decise di portarmi in ospedale.
Non ero preoccupata. Il mio primo pensiero volava al bimbo, e sapevo con sicurezza che lui non correva rischi.
In pronto soccorso c’era poca gente e, fortunatamente, subito un dottore riuscì a visitarmi.
“Dovremmo fare una radiografia” mi disse tranquillo.
Scossi il capo “No..no. Sono alla ottava settimana di gestazione e..ho letto che è rischioso”
“Sarebbero rischi minimi, glielo assicuro.”
Scossi nuovamente il capo. Minimi ma c’erano. Il bambino veniva prima di tutto. Prima di me.
Riuscii a convincere il medico che si limitò a visitarmi.
“Penso che sia una semplice distorsione. E’ comunque meglio fare una fasciatura stretta. Un po’ di giorni a riposo e passerà, vedrà signorina”
Annuii e mentre mio padre sistemava i documenti per l’assicurazione decisi di accendere il cellulare. L’avevo spento appena entrata in ospedale ma ora sentivo una strana sensazione…
Come un bisogno riaccenderlo.
Lo feci. E rimasi scioccata.
28 chiamate senza risposta.
1 di mia madre e…27 di Rob.
Oh mio Dio.
Decisi di chiamare prima a casa per tranquillizzare velocemente il resto della famiglia e poi pensare con calma a Rob. Non poteva avere saputo dell’incidente..non poteva. A meno che non avesse telefonato a casa spaventato dal mio non rispondere al cellulare  e..
Non osavo neppure pensare a quell’ipotesi.
“Pronto mamma?” dissi rapida “sto bene era solo una slogatura”
La sentii sospirare di sollievo.
“Ti prego dimmi che non hai detto nulla a Rob…” dissi tenendo le dita incrociate.
“Ehm..veramente ha chiamato e io…beh, non sapevo che dirgli e ho detto che eri in ospedale e poi lui ha riattaccato e…”
Riattaccai immediatamente senza neppure salutare e composi il numero del mio ragazzo.
Rispose al primo squillo.
“Kris..amore che è successo? Tua madre ha parlato di un incidente? Il bambino..sei ferita..o..”
“No..no. Rob è tutto ok. Sto bene, stiamo bene. Solo una caviglia slogata..”
“No..non va bene. Lo sapevo che non starti accanto era un errore, me lo sentivo io..” Percepivo degli strani rumori provenire dall’apparecchio.
Ma che accidenti faceva?
“Ma cos’è questo casino?”
“Sto preparando la borsa..Torno subito da te…”
“No!” quasi strilla. Non volevo rovinargli il Natale per un…un niente. Ci saremmo rivisti da lì a due giorni. Potevo resistere. Dovevo resistere. ”Non farlo. Tra un paio di giorni sarò da te. E non è successo nulla…ho solo la caviglia un po’ gonfia”
Lo sentii sospirare per recuperare la calma “Mi giuri che non è grave?”
“Sììì” esclamai “e’ stata tutta colpa mia. Ma il bimbo sta bene. Ti prometto che ora me ne vado a casa, mi infilo a letto e ci sto fino a quando prendo l’aereo per Londra.”
Sospirò di nuovo. Se lo conoscevo abbastanza era ancora combattuto dalla voglia di venire a prendermi immediatamente
“Non preoccuparti” sussurrai.
“Kris voi siete la mia vita è ovvio che mi preoccupi”. Mi si sciolse il cuore alle sue parole.
Un’infermiera però distrusse l’idillio del momento. Mi lanciò un’occhiataccia indicando il cellulare.
“Ti devo lasciare” sussurrai rapida “Non posso parlare.Ti chiamo appena sono a casa…”
“…al sicuro” concluse per me.
Sbuffai ridendo “Ti amo” soffiai nella cornetta prima di riagganciare.
Non vedevo l’ora di rivederlo. Di riabbracciarlo. Di sussurrare sulle sue labbra quanto lo amassi.
Due giorni. Potevo resistere…e poi saremmo stati insieme finalmente.
Tutti e due insieme.
Anzi no, mi ritrovai a pensare con un sorriso. Tutti e tre. 
Eh sì...come avete potuto vedere in questo capitolo i nostri piccioncini sono separati..sob sob. Ma non temete, se avrete fede nel loro amore sapete già che tutto alla fine si aggiusterà.
Ehm...
Alla fine fine...
Forse...
Claudia e Fiorella annuiscono tossicchiando nervosamente. Abbiate fede, noi siamo brave ragazze dal cuore d'oro. Ciao a tutte e alla prossima. LOL

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Capitolo 4
*** Perchè non ne faccio mai una giusta? ***


giornata no.argg Ragazze!!!!!! che dirvi se non che siamo sempre più piacevolmente sorprese dall'affetto con cui seguite la nostra piccola storiella??? *.* Davvero..ci emozionate, sia voi sia le vostre splendide recensioni. Grazie di tutto e finalmente per la vostra gioia.....ecco i due innamorati riuniti!! Per tanto tanto amore in terra britannica!!! Grazie ancora di tutto..siete le migliori!!


ely_leyton
:grazie tesoro , si noi immaginiamo cosi rob, dolce e premuroso.
kiki_88 ;grazie a te tesoro che ti emozioni con cio che leggi, per noi è importante trasmettere queste emozioni, sono contenta che ti arrivino. Per quanto riguarda robsten  adesso staranno vicini vicini ah.
crista : grazie , si in questo capitolo di nuovo insieme per la tua felicita, in futuro vedremo AHAH.
Roxisnotdied: ross cess vuoi comandare ora?? anche se quella cessa ha fatto il fioretto non puoi farlo ahahah...
dai tutto andra per il meglio, te scrivi london, perche se lei non puo minacciarti, lo facciamo noi capito!!! U_U.
grazie tesoro per il sostegno.
crazyfred :non essere triste per robsten, ormai sono reali da piu di un anno, è meraviglioso saperli insieme.
e per la storia non preoccuparti, ora goditi questo capitolo, grazie da cloe e fio.
chi61 : grazie per il tuo sostegno, si rob noi lo immaginiamo cosi dolce anche nella realta, lui è troppo buono.
alla prossima..ancora grazie.
ledyang : omg...te e le tue recensioni autocelebrative!! aahahah comunque grazie tesoro sei the best. Grazie per l'affetto con cui ami la storia e soprattutto noi...Ricordatelo in futuro quando la sadicità verrà fuori...ehm..scherzavo, ovvio..ehm ehm...
Anto_Pattz : grazie  a te tesoro che continui a dare forza alla nostra storia , per noi è importante, per adesso nella storia goditi il ritorno lol, in futuro si vedra, ci conosci no, siamo sadiche ahahah , scherziamo lol.
piccolinainnamora: per il sesso del bambino noi abbiamo gia deciso, ma sara una sorpresa per tutte ahah, grazie a te.. continua a seguirci.
Lorena1992 :grazie a te, grazie per il tuo splendido commento, speriamo di esserne all'altezza anche nei prossimi.
yesido:oh ottima idea quella dei libri sulla gravidanza, grazie lol..
grazie anche che continui a seguirci con tanto entusiasmo..
per la questione minaccia, perche non fai un fioretto anche tu?? ahaha
SeaOfLove :infatti in questo capitolo si rivedono ah
per quanto riguarda  rob noi lo vediamo cosi nella realta, dolce , premuroso, si preoccupa per tutto, sara un papà magnifico anche nella realta, ne siamo certe.
Enris: grazie  a te, si i fratelli di kris nella nostra storia sono veri comici.
ariel7 :nostra dolce letizia ti fidi di noi?? allora non piangere... in questo capitolo saranno di nuovo insieme, nel futuro si vedra.. ancora grazie tesoro.
dorel :grazie a te che leggi la nostra storia, ecco un nuovo capitolo.alla prossima..




CAPITOLO 4 (FIORELLA)
POSSIBILE CHE NON NE FACCIO MAI UNA GIUSTA?


ROB POV
“Rob! Vuoi calmarti o no?”

La voce di Lizzie mi giunse lontana, come se non si trovasse nella stessa macchina, accanto a me. Non riuscii ad ascoltarla. Continuavo a torturarmi le mani e a gesticolare con il cellulare guardando l’orario ogni cinque minuti. Londra non mi era mai sembrata così trafficata come quella mattina. Mi sembrava di non arrivare mai, anche se ero ben consapevole dell’anticipo con cui ci eravamo avviati.
Il suo aereo sarebbe atterrato tra un’ora ma io non stavo più nella pelle. Non so quale grazia divina mi aveva dato la forza di resistere quei quattro giorni senza di lei, senza poterle accarezzare il ventre come avevo fatto ogni sera nell’ultima settimana prima di partire. Avrei voluto restare lì con lei, ma non me lo aveva permesso. Avevamo già stabilito di passare il Natale con le famiglie e non mi avrebbe mai permesso di stare lontano dalla mia, ma mi pentii subito di averlo fatto. Come aveva potuto essere così incosciente? Non solo il gatto sulla pancia, ma anche la caduta! Più ci pensavo più mi torturavo le mani. Non avrei mai dovuto lasciarla.
Lizzie evidentemente disperata, mi prese le mani togliendomi l’unica fonte di distrazione.
“Se continui così, dalla tua Kris ci arrivi coi nervi a pezzi!”
Aveva ragione, ma lei non capiva. Non sapeva e non poteva capire da cosa fosse dettato tutto il mio nervosismo. Oltre ad essere preoccupato per lei e per il bambino ero egoisticamente in astinenza. La volevo. Il mio corpo iniziava a tremare automaticamente al solo pensiero che l’avrei presto rivista e riavuta tra le mie braccia. Ormai era come una droga per me, starle lontano mi nuoceva gravemente alla salute. Ne avevo bisogno, ne ero dipendente e completamente assuefatto. Dio! Quanto la volevo.
“Fossi in te..mi calmerei..sarebbe un peccato se arrivassi a stasera senza forze..”
“Lizzie” sbuffai cogliendo il senso nascosto delle sue parole.
“Scusami..è solo che non vorrei che rimanessi a secco..” disse ammiccando.
“Bene..grazie mille per l’appoggio, ma ti preferivo quando stavi zitta e tranquilla..”
“Ma se io non sto mai zitta e tranquilla!”
“Ottimo motivo per iniziare! È sempre buono provare qualcosa di nuovo..” dissi cercando di zittirla, ma fu ovviamente inutile. Dopo due secondi riprese a parlare e a darmi il tormento.
“Sai..non capisco cosa ci trovino le ragazze in te. Cioè.. guardati.. sempre trasandato.. con queste camicie larghe.. i capelli spettinati..”
La guardai storto senza parlare e si limitò a regalarmi un sorriso ammiccante.
“Scherzo fratellinooo! Sai che ti adoro! E poi hai guadagnato punti scegliendo una ragazza come Kristen..”
“Oh, cielo! Ma non poteva venire Victoria?”
Ne frattempo mio padre assisteva al nostro dibattito e se la rideva divertito.
“Senti un po’..problema più importante.. cosa hai intenzione di fare con la schiera di ragazze appostate fuori casa?”
Ah già. Incredibile! Ancora mi saltavano i nervi se ci pensavo. Una cinquantina di ragazze si erano praticamente accampate fuori casa nostra il giorno dopo il mio arrivo, e le mie sorelle erano riuscite appena in tempo a fermare mamma che aveva già preparato termos con tè caldo da portare fuori a tutte.
“Ma, povere ragazze! Fa freddo fuori!” aveva detto clemente.
Era uscita fuori di testa. Letteralmente. Lizzie le si era parata davanti la porta impedendole il passaggio mentre io e Victoria con abile gesto le avevamo portato il vassoio via da mano. Solo quello ci mancava e non sarebbero andate più via.
“Sfrutterò l’entrata posteriore, finché non andranno via. In fondo è Natale..dovranno pur stare con le loro famiglie prima o poi..”
“Rob..non si sono fatte scrupoli il 25, secondo te si faranno problemi due giorni dopo?”
Non aveva tutti i torti, ma poco mi importava. Non saremmo rimasti lì a lungo. “Peggio per loro..” sussurrai.
“NO! peggio per me, vorrai dire! Il mio facebook è intasato! Ho avuto 250 richieste di amicizia in due giorni, tag su migliaia di foto, nonché auguri di gente da tutto il mondo..”
“Uuuu poverina..che tragedia.” La presi in giro.
“Tu ridi! Guarda che è stressante!”
“Benvenuta nel mio mondo! Ecco perché non uso queste reti internet..”
“Bè, grazie tante. Tu sei libero e io mi becco le seccature..”
Non si rendeva nemmeno conto di quello che diceva. Se quelle per lei erano seccature, cosa avremmo dovuto dire io e Kristen?
“Scusa, ma perché accetti?”
“Non voglio mica fare la parte della sorella snob e scostumata che se la tira solo perché una sfilza di ragazze ti reputano, a mia totale incomprensione, il ragazzo più bello del mondo.. Io ci tengo alla mia immagine..”
Bene..dopo quella uscita avrei anche potuto anche mandarla a quel paese ma non potei fare a meno di sorridere della sua ingenuità e semplicità.
“Sei davvero assurda..” bisbigliai tornando a guardare l’orologio.
Arrivammo all’aeroporto riuscendo ad entrare dall’entrata riservata ai VIP. Pensare che nemmeno un anno fa non sapevo nemmeno che esistesse una simile entrata/uscita. Non ce ne preoccupavamo per le premiere e spostamenti di routine, ma in quei casi, era di vitale importanza. Non ce l’avrei fatta a trattenermi e le foto di Kristen Stewart che usciva dall’aeroporto di Londra mano nella mano con Robert Pattinson avrebbero fatto il giro del mondo in pochissime ore.
Bene, ora ci toccava solo aspettare. E io odiavo aspettare. Soprattutto in quei casi. Il tempo sembrava non passare mai, come se quei quattro interminabili giorni si fossero concentrati in quegli ultimi venti minuti.
Lizzie e mio padre gironzolavano per l’area esplorando i minimi angoli e attaccandosi alle vetrine di ogni negozio.
Girai un po’ anche io per cercare di distrarmi osservando i pochi negozi d’elite che si trovavano in quell’area.
Louis Vitton. Prada. Bendel. Gucci. Chanel.
Insomma. Tutti posti in cui ti facevano pagare anche la carta dello scontrino. Avrei voluto comprare qualcosa a Kris, un vestito, una borsa. Ma la conoscevo. Sapevo che non le avrebbe fatto piacere, non come un paio di converse almeno. Era quello uno dei motivi per cui l’amavo. La sua semplicità, il suo essere sempre se stessa e mettere in mostra il suo fascino solo in determinate occasioni. Eppure per me, era sempre uno schianto, che stesse in jeans e camicia o in abito da sera. Lei era unica.
Infine, a un angolo, notai un piccolo negozietto insolito in un aeroporto. Chissà, forse si addiceva alla situazione. Sicuramente qualcosa da lì le avrebbe fatto più piacere di un bauletto o un tubino che non avrebbe mai messo.
Pensai inevitabilmente al piccolo. Chissà se era cresciuto. Wow. Non poteva esserci domanda più stupida di quella. Come poteva crescere in quattro giorni? Che idiota. Mi ero anche documentato su internet, eppure non potevo fare a meno di immaginarla diversa, come se quel piccolo che cresceva in lei, la cambiasse minimamente ogni giorno. Ed era così. Per quanto assurdo potesse essere, l’avevo vista cambiare, ogni giorno il suo viso era più luminoso di quello precedente. Di questo passo, al nono mese avrebbe riflesso di luce propria.
Il nono mese.
Più ci pensavo più mi si stringeva il cuore al pensiero che di lì a sette mesi avrei avuto nostro figlio tra le braccia. Nostro! Mio e suo. La vita era un vero miracolo.
Finalmente, il suo volo fu annunciato e iniziai a sentire le farfalle nello stomaco.
Mi riunii a Lizzie e mio padre che mi guardarono con un sorriso compiaciuto e rilassato, felici per me e restammo in attesa, sperando che almeno la sua valigia fosse la prima ad uscire e che non fosse troppo pesante. Ma conoscendola, si era portata sicuramente il minimo indispensabile.
Dopo minuti che parvero interminabili, e dopo gente che continuava ad uscire, finalmente la vidi. Non appena i miei occhi si posarono sulla sua dolce figura, non potei controllare le gambe che presero a camminare svelte verso di lei.
Alzò il viso in cerca del mio e si illuminò in un sorriso quando mi vide. Fui da lei prima che avesse il tempo di abbassare il capo e in meno di due secondi la presi tra le braccia.
“Finalmente!” esclamai girando su me stesso un paio di volte per poi metterla a terra delicatamente. Presi il suo viso tra le mani e la baciai. Non potevo più aspettare. Mi strinse le braccia al collo lasciandosi trasportare dal bacio senza alcun pudore.
“Mi sei mancato da morire..” sussurrò sul mio collo abbracciandomi forte.
“Anche tu amore mio! anche voi!” esclamai baciandole più volte la fronte, il naso e di nuovo le labbra. “Come stai? Come ti senti? Va tutto bene? Sei stanca?”
Le stavo facendo il terso grado, ma era più forte di me. “Il bambino?” chiesi infine portando una mia mano sulla sua pancia.
“Va tutto bene Rob, stiamo benissimo” mi tranquillizzò. E quel poco bastò per riportare le mie labbra alle sue.
“Non ti lascerò mai più. Sappilo. Non ce la faccio a stare lontano da te. Ho rischiato di impazzire!”
Mi rispose con un risolino e si staccò da me ricomponendosi.
“Kristen!” esclamò mio padre venendoci incontro dopo averci lasciato quell’attimo di privacy.
“Salve Richard! La trovo benissimo!” rispose mentre mio padre la abbracciava con affetto.
“Ah! Quante volte devo dirti di darmi del tu! Ormai sei di famiglia!”.
Non riuscivo a staccare gli occhi dal mio amore, che rideva un po’ imbarazzata per poi passare ad abbracciare Lizzie che le si era praticamente buttata addosso.
“Kris! Tesoro! Stai una favola!” notò mia sorella. “Hai..fatto qualcosa ai capelli? Non so..sembri diversa..raggiante!”.
Ci scambiammo un’occhiata di intesa sorridendo dolci mentre notai la mano di Kris ferma sulla sua pancia. Voleva dire così tanto per me qual gesto ora, lo avrei notato in ogni situazione.
“Ehm..non saprei..” rispose Kris con l’aria di chi invece la sapeva lunga.
Intrecciai finalmente la mia mano con la sua mentre mio padre da gran cavaliere si occupava dei bagagli.
“Per te..” le dissi cacciando dalla tasca la rosa che le avevo preso poco prima.
Mi guardò con un sorriso sorpreso e con gli occhi lucidi accettò lentamente la mia offerta. Semplice, riservata e sincera. Come noi.
Solo quando iniziammo a incamminarci verso l’uscita notai che.. oddio…zoppicava!!!
“Amore! Stai zoppicando!!! Perché stai zoppicando?”
Mi guardò con aria colpevole.
“Avevi detto che non era niente di grave!” ripresi abbassandomi per palpare dolcemente la caviglia gonfia sotto le mani.
“Rob, non è niente di grave infatti..”
Scossi leggermente la testa sospirando preoccupato. “Tesoro, ti prego. Devi stare più attenta..” le sussurrai senza farci sentire. “Soprattutto ora che siete in due”.
Annuì seria e mi diede un bacio per impedirmi di replicare.
“Ma dico io.. in venti anni della tua vita non hai mai messo i tacchi se non per occasioni particolari..ti sembrava il caso di iniziare adesso?!” la rimproverai quando mi lasciò respirare.
“Era solo per far contenta la mamma..” borbottò mettendo su un finto broncio e facendo gli occhi dolci.
“Eh! No! inutile che fai così! Non mi incanti!”
“E daaaaaaai…”
Ma come facevo ad essere arrabbiato con lei? non potevo, soprattutto non ora. Mi limitai a sorriderle e baciarle le mani.
“Se prometti che starai più attenta.. prometti Kristen! Io.. non riesco nemmeno a pensare che vi capiti qualcosa..” la mia voce aveva iniziato a tremare a quel pensiero.
Mi posò le mani sul viso carezzandomi i capelli dietro la nuca e avvicinandosi sempre più a me. “Lo prometto” bisbigliò. “Finché sono con te, andrà tutto bene. Non ci succederà niente”.
Sospirai di felicità stringendola più forte a me e avvolgendola con le mie braccia sprofondai il viso nel suo collo.
“Ti amo” bisbigliai e la sentii sorridere sulla mia guancia.
“Ehi, voi due. Non vorrei interrompere.. ma se non ci muoviamo mamma farà fare una brutta fine al tacchino..”.
“Mmm..sempre la solita rompiscatole..” mugugnai sulle labbra di Kristen che rideva divertita contro le mie.
Ci staccammo e prima che potesse protestare mi chinai e la presi in braccio.
“ROB!” urlò attaccandosi al mio collo.
Le regalai un sorriso maligno e compiaciuto.
“ROBERT THOMAS PATTINSON! METTIMI SUBITO GIU’!”
“Hai promesso..”
“Robert! Te lo dico per l’ultima volta!” continuò abbassando il tono di voce e parlandomi all’orecchio. “Mettimi giù o stanotte te la fai in bianco..”.
Risi divertito. “Correrò il rischio.. mi spiace amore..devo prendermi cura di voi!”.
“Bè.. poi non dire che non te l’avevo detto..”
Sapeva che non avrei desistito e poggiando il capo sulla mia spalla placò presto le proteste mentre io imperterrito continuavo a camminare verso la macchina.

“Oddio! Guardatelo quiii!”
“Hahaha..ma è troppo buffoooo!”
“E qui inveceeee?! Mio dioooo!”
“Qui però è davvero orribile!”
“Qua si era fatto la pipì addosso!”
Il mio limite di sopportazione era arrivato al massimo. Che le mie sorelle fossero due vipere lo sapevo bene, eccome se lo sapevo bene, ma che anche mia madre e Kristen si unissero alla comitiva non lo avrei mai immaginato. Per quanto ancora sarebbero andate avanti a spulciare le mie foto da bambino?!
“Bene..quando avete finito di prendervi gioco di me..fate un fischio” dissi indignato facendo per alzarmi dal divano ma Kristen rapida mi bloccò per un braccio e mi riportò giù accanto a lì.
“Dai..non fare il bambino! Eri troppo carino” rise e mi diede un bacio sulla guancia. Mi sciolsi come neve al sole e tornai a poggiare la mia mano sul suo fianco avvolgendola da dietro. Pazienza. Avrei sopportato ancora un po’ il loro beffarsi di me.
“Peccato che si è perso strada facendo..” scherzò Lizzie e le feci la linguaccia.
Ma ovviamente non era finita lì. Sfogliare le foto divenne presto troppo monotono e mia madre e zia Julie passarono agli aneddoti sulla mia infanzia, raccontando di come le mie sorelle si divertissero a vestirmi da femmina e chiamarmi Claudia, piccolo particolare che avrei evitato con piacere e che invece non perdevano occasione per mettere in mezzo. Era un vero miracolo che fossi cresciuto in modo normale. Ridevano tutti divertiti, i miei genitori, le mie sorelle, gli zii che non vedevo da tanto tempo. Mi aveva fatto davvero piacere rivederli, ma sospettavo che uno dei motivi che li aveva spinti ad unirsi al pranzo era conoscere Kristen. La famosa Kristen. Ormai per i miei era parte integrante della famiglia, la consideravano già una figlia, ma il resto della famiglia, i rami più lontani,  erano ansiosi di conoscere la donna che finalmente mi aveva messo la testa a posto, o forse me l’aveva fatta perdere ancora di più.
Non ci fu bisogno di dire niente. Kristen, come sempre, aveva sorpreso tutti. Vedere interviste, leggere cose su di lei, sapere della sua vita non era niente in confronto ad incontrarla e parlarle di persona. Lo avevo saputo bene la prima volta che la vidi. Tutto quello che credevo di sapere su di lei era amplificato all’ennesima potenza. Era una forza della natura e nessuno poteva fare a meno di notare la donna eccezionale che era. A volte mi dimenticavo che era poco più che una ragazza. Non aveva ancora vent’anni e parlava come una donna di trenta. Ma come faceva ad avere quella maturità? Chiunque potrebbe aver pensato che fosse la gravidanza a renderla più saggia, ma lei invece era sempre stata così. Sempre. A quattordici, a diciassette e a vent’anni. Lei era semplicemente Kristen. La donna della mia vita, la ragazza che mi aveva stregato il cuore due anni prima, la madre di mio figlio.
Notai con estremo piacere che aveva divorato tutto il pranzo e vederla ridere felice ora, mi riempiva il cuore di gioia. Poco importava che fossi io l’oggetto delle beffe.
“Aaaah era un vero monello da piccolo! Quante me ne ha fatte passare!” sospirò mia madre. “I bambini..così piccoli..poi crescono..e…” non terminò la frase piena di malinconia e sorrise guardando quell’album di foto.
Vidi Kristen sorriderle con affetto e poi schiarirsi la voce “Ehm.. io.. noi.. vorremmo dirvi una cosa..” disse prendendomi completamente alla sprovvista.
“Ora?” chiesi strabuzzando gli occhi.
Scrollò le spalle e con un movimento del capo mi incitò a proseguire.
“Oh..ok. ehm..bene”. Non sapevo da dove iniziare. “Quello che vorremmo dirvi..è.. una bella notizia..bellissima..”.
Osservai i visi eccitati di tutta la mia famiglia, dalle mie sorelle, agli zii, infine ai miei genitori che aspettavano trepidanti.
Kristen riprese la parola. “Sappiamo che siamo molto giovani.. e che non sarà del tutto facile però..”
La voce di Lizzie trillò per tutta la stanza più squillante che mai. “OH MIO DIO! SEI INCINTAAAA!”.
Kristen cacciò fuori un respiro profondo e annuì leggermente col capo mordendosi le labbra. Sembrava così fragile.
“Tesoro! È una notizia stupenda!” esclamò mia madre abbracciando Kristen che era sul divano accanto a lei e mi parve di vedere mio padre commuoversi e sussurrare un debole “Congratulazioni” mentre con un fazzolettino si tamponava gli occhi. Wow! Non lo avevo mai visto emozionarsi così. In un secondo fummo invasi dagli abbracci e Kristen si trovò letteralmente sommersa dalle mie sorelle.
“LO SAPEVO! LO SAPEVO! LO SAPEVOOOO!” urlò Lizzie.
“Scusa, ma come facevi a saperlo?” chiesi curioso stringendo forte la mano di Kristen.
“Ho origliato le tue telefonate” confessò senza farsi alcun tipo di problema.
“Grazie mille per la privacy..” dissi ironico. “Ma se lo sapevi, perché non hai detto niente?”
“Scusa Rob, ma era troppo divertente vederti gironzolare nervoso in giro per casa..” disse ridendo e Kristen si unì a lei.
“Povero amore mio..” sussurrò dandomi un bacio veloce sulle labbra. La strinsi più forte al petto.
“Perfetto!” urlarono Lizzie e Vicky insieme. “Meno male che non me lo sono tenuto per me.. Quando l’ho detto a Vicky siamo subito uscite a fare compere e abbiamo preso un po’ di roba!” disse Lizzie entusiasta piombandoci addosso con una marea di scatole e buste.
“Oddio, ma che avete combinato? Non dovevate” disse Kristen sorpresa almeno quanto me.
“Non è niente..” disse Vicky sedendosi accanto a Kristen mentre Lizzie saltellava ripetendo “Avrò un nipotino! Avrò un nipotino! Avrò un nipotino!”.
Per quanto fossero due rompiscatole, erano davvero adorabili. Avevano comprato giocattoli, carillon, tutine e calzini minuscoli da poter cambiare in caso di taglia sbagliata, e non potei fare a meno di ridere quando apparve una bavetta con su scritto “ADORO LE MIE ZIE!”. Ma dove erano riuscite a trovarla?!
Kristen emozionata come mai, continuava a scartare i regali finché non si trovò tra le mani un paio di scarpette rosse, minuscole, grandi abbastanza da farci entrare solo due pollici. Le osservava commossa, mordendosi le labbra per trattenere le lacrime.
“Grazie mille!” disse con gli occhi luci alzandosi per abbracciare le mie sorelle che ricambiarono con affetto.
Restammo ancora tutti in salotto per un po’, rispondendo pazientemente alle domande di mia madre e delle mie sorelle che eccitatissime vollero sapere tutto. Anche se a due mesi di gravidanza, c’era ancora poco da sapere. Addirittura volevano sapere il nome! Ma se non sapevamo nemmeno se era maschio o femmina!
Quando il cielo iniziò a scurire e l’euforia per la notizia diminuì un po’, ci lasciarono un po’ soli.
“Direi che l’hanno presa bene” notò Kristen.
“Più che bene!” aggiunsi mentre le carezzavo i capelli con una mano e la pancia con l’altra.
“Sono felice” disse Kristen.
“Sono felice anche io”. Alzai il mento per baciarle le labbra quando ricordai una cosa.
“Uh! Anche io ho un regalo per te! Bè, è sia per te che per lui in realtà” dissi facendola alzare dolcemente da me e porgendola la busta che era dietro al divano. “E’ una sciocchezza..” aggiunsi notando già il suo sguardo eccitato.
Aprì la busta lentamente estraendo fuori il contenuto, ma il suo sorriso si stampò in uno sguardo serio quando capì di cosa si trattava.
“E’ uno scherzo vero?” disse seria.
“Ti piacciono?” risposi ammirando quei jeans pre-maman che non avevo potuto fare a meno di comprare. Erano così teneri con quella fascia che avrebbe circondato la sua pancia.
“Cos’è? Uno strano modo per ricordarmi che presto sarò una balena e che non riavrò mai più il mio fisico?!” disse d’un tratto arrabbiata e nervosa.
Rimasi interdetto. “Ma no amore..che dici?”
“Sei un idiota Rob..” sbottò buttando i jeans sul divano e lasciandomi da solo al buio di quella stanza. Ma che avevo fatto di male? Possibile che non ne facessi mai una giusta?

Decisi di andare fuori a fare una passeggiata. O meglio.. passeggiare nel retro del giardino di casa. Sarebbe stato sicuramente più sicuro. Che senso aveva restare dentro? Kris si era rinchiusa in camera dalle mie sorelle e non mi aveva parlato tutto il resto del pomeriggio, mentre io non sapevo che cavolo avevo fatto. Mia madre mi aveva spiegato che per una donna incinta, il prendere peso senza la sicurezza di tornare come prima può essere una bella botta emotiva e probabilmente quei jeans erano stati un attentato alla sua sensibilità, ma non l’avevo di certo fatto intenzionalmente.  Uff! che ne potevo sapere io?! E dire che pensavo anche che le avrebbero fatto piacere. Valle a capire le donne.
Restai fuori per un po’, dondolandomi sul divano-altalena, finché non vidi la luce della mia camera accendersi e spegnersi poco dopo.
Entrai in casa chiedendo di Kristen.
Mio padre mi sorrise comprensivo, con l’aria di chi ci era già passato e mi aveva detto che era stanca e aveva preferito andare a letto.
Cercando di non fare rumore, entrai in camera e mi infilai sotto le coperte, in quel letto a una piazza e mezzo in cui entravamo perfettamente.
“Sei ancora arrabbiata?” sussurrai allungandomi su di lei per vedere al buio se aveva gli occhi aperti.
“Si..” rispose voltandosi di fianco.
“Mi dispiace amore.. non volevo ferirti. Credimi!”
Non rispose.
“Non mi parli?” chiesi.
Ancora niente.
“Ti preeeeego. Perdonami!” dissi sincero.
Niente.
Bene. Dovevo passare alle maniere forti.
Mi leccai le labbra e presi a baciarle il braccio. La sentii rabbrividire.
“Eh no! non credere di farti perdonare così!”
“Mmm-mm” mugugnai risalendo sulla spalla. Non si tirava indietro ed era un buon segno. Stava per cedere.
“Però..così..non vale..” sospirò.
“Io dico di si..” bisbigliai mordendole l’orecchio.
“Sei..incredibile..e…sleale..”
Proseguii la mia opera scendendo sul collo mentre pregustavo già la vittoria.
E infatti, in preda ai brividi che le stavo creando si voltò di scatto, unì le sue labbra alle mie e le nostre lingue divennero una cosa sola.
Le sue mani divennero subito esigenti, sbottonando esperte i bottoni. Nello stesso istante in cui mi sfilai la camicia si privò della sua magliettina e le mie mani furono subito sui suoi seni e la mia bocca al suo collo.
“Rob..” sospirò mentre le sue mani ansiose mi slacciavano i pantaloni. La aiutai e velocemente fui libero dagli indumenti.
Si mise sopra di me iniziando a baciarmi il petto. E poca importava che i miei erano a qualche metro di distanza. La volevo, la desideravo. Le mani avide furono nei miei boxer pronte a sfilarmeli, quando un pensiero improvviso e del tutto inaspettato, mi bloccò come un fulmine a ciel sereno.
“Kris aspetta..” bisbigliai fermando le sue mani.
“Cosa..?” sospirò sulla mia bocca.
“Aspetta” ripetei e si fermò.
“Io..non.. forse è meglio di no.. Non me la sento..” confessai non riuscendo nemmeno a capire da dove mi venisse la forza per dire quelle parole.
“Oh..” esclamò sorpresa.
“Ooooooh” ripeté d’un tratto imbarazzata. “Ehm..uhmm.. d’accordo.. se non te la senti..non importa.. Insomma.. è la prima volta però.. non fa niente.. Una défiance può capitare a tutti..” continuò mordendosi le labbra ed evitando il mio sguardo.
Ma che diavolo aveva capito!?
“Kris ma che dici!?” esclamai quasi indignato.
“Non te la senti Rob. Va bene, non preoccuparti. Certo, è un po’ un colpo per la mia autostima, però davvero, non importa..”
“Ma che hai capito?! Non me la sento per il bambino! Non vorrei fargli del male!” risposi quasi indignato.
Mi guardò sorpresa. “Oh… aaaaaaaaaaaaaaah!” e prese a ridere come una scema.
“Sai, sono profondamente offeso dalle tue allusioni. Ti risulta che abbia mai fatto cilecca?!”
Di tutta risposta, continuò a ridere divertita dal malinteso. Assurdo! Come aveva potuto pensare una cosa simile! Mah!
“Scusa amore..” disse tra una risata e l’altra. Quando si calmò tornò a baciarmi il petto risalendo fino alla bocca. “Però..andiamo.. non dirai sul serio? Che male può fare un piccolo pesciolino?”
Oh mio dio!
“Scusa, potresti ripetere?” ripresi incredulo. “Se hai qualcosa da obiettare dillo subito!”
Continuò a ridere senza darmi una risposta.
“Ritira quello che hai detto!” dissi spostandomi sopra di lei.
“No!” mi sfidò.
“Ah..allora vuoi la guerra!” esultai iniziando a farle il solletico.
“Rob..ti prego..basta..non respiro..” diceva tra una risata e un’altra.
“Ritira quello che hai detto!”
“Rob..bastaaaa.. ti pregooo”
“Non mi fermo se non ritiri tutto.. e sostituisci squalo al posto di pesciolino” continuai torturandola a morte.
“D’accordo..d’accordo.. ritiro tutto..” disse nei brevi istanti in cui riusciva a respirare.
“Non mi basta..” continuai maligno.
“D’accordo.. è uno squalo..contento..?!”
La lasciai stare e tornando a respirare regolarmente mi rimise su di me ancora ridendo. “Il mio squalo..”
Bè, ora avevo voglia io di prenderla un po’ in giro. “Parli tu poi..che hai due bottoni al posto del seno..” dissi scherzando e continuai. “Ma come fai ad aver creduto che.. insomma..so che eri abituata ad altre prestazioni a fare l’amore con quella specie di scimmia.. però credevo che con me fosse diverso..” dissi mettendola sullo scherzo, anche se a pensarla con quell’essere ancora mi ribolliva il sangue nelle vene.
D’un tratto divenne seria. I suoi occhi si spensero e abbassò il viso.
“Che succede?” chiesi preoccupato. “Ti senti male?”
Non rispose.
“Kristen?”
“Con Michael ci sono andata a letto, ma ho fatto l’amore solo con te..” disse sospirando triste e offesa e tornò a mettersi sul fianco, dandomi le spalle.
“Kristen..ma..”
“Buonanotte!” mi freddò. E allora capii di essere stato uno stronzo. Lei mi amava, mi aveva sempre amato e io avevo dubitato così tanto di lei.
Ero davvero un’idiota. Chi l’avrebbe detto che quella sera sarei finito in bianco davvero?!

Era quasi tutto pronto. Almeno le mie cose lo erano. Fortuna che non aveva svuotato quasi niente dalle valigie. Sarebbe stato tutto molto più facile. Dopo la notte completamente distanti, mi sentivo peggio della sera prima, ma contavo di farmi perdonare subito. Se entro quella sera sarebbe stata ancora distante, allora potevo iniziarmi a preoccupare seriamente.
Facendo avanti e dietro tra bagno e camera da letto preparai le ultime cose quando la vidi aprire gli occhi evidentemente disturbata dai miei rumori, e inarcarsi per scrocchiare la schiena.
“Che succede?” bisbigliò con voce roca.
Mi parlava. Era un buon segno.. o forse era semplicemente appena sveglia e non si rendeva conto di quella che diceva. Bè, l’avrei scoperto presto.
“Prepara le valigie!” esclamai. “Si parte!”
“Cosa!? Per dove?”
“Il tuo vero regalo di Natale”
.

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Capitolo 5
*** Peace and love ***


CAPITOLO 5 MIO Ma buongiorno!!!!!!! Dopo cinque giorni eccoci di nuovo qui con un nuovo fantastico capitolo solo per voi. visto come siamo sempre puntuali come un orologio? (Di questo dovete ringraziare solo Fio perchè se fosse per cloe cullen leggereste una volta ogni due settimane =)). Lo sappiamo che avete pensato tutte la stessa cosa...Rob ma come hai fatto a essere così deficiente?Dovete capirlo lui è un pò...un pò scemo a volte, un pò sbadato, un pò stordito ma...ma non trovate che in fondo siano proprio queste sue caratteristiche a renderlo così...totalmente insostituibile? *.*  *.* Okkkkk...siamo entrate in modalità "adoriamo Robert"...addio per sempre.  
Ok, fine momento adorazione.
Ragazzeeeeee...siete fantastiche!!! assolutamente, totalmente uniche! Tutte queste recensioni, i preferiti e seguiti che aumentano..per noi il vostro suppporto è fondamentale. Grazie di tutto.
Detto questo vi lasciamo alle risposte e poi al capitolo.
Forza Rob fatti perdonare e tira fuori le palle. ehmmm...in effetti in questo capitolo le tirerà fuori...letteralmente. =) Cosa che mi porta ad avvertirvi che il rating del capitolo si alza a rosso a partire dal KRIS POV. Adesso che lo sapete però leggete tutto dall'inizio e non correte alla parte zozza, che vi conosciamo... =)))))))
ci si vede tra 5 giorni. Un beso chicas!!!


kiki_8
8 : tesoro grazie a te, è davvero bello per noi leggere i vostri commenti, ecco il nuovo capitolo alla prossima.

elviraj: grazie a te, beh rob è rob, non ci sono termine per descriverlo ahaha, noi lo vediamo cosi, goffo , timido, riservato, che cerca di rendere felice la sua lei, dove si trova un uomo cosi?? vabbe tralasciamo sta cosa.
per la tua domanda su michael, mi sa che non segui molto robsten , sto michael è l'ex ragazzo di kris, ci stava ai tempi di twilight, poi dopo lei lo ha lasciato per rob...
nella nostra storia questo personaggio potrebbe causare danni ahah.
alla prossima.
Roxisnotdied :brava ross cess non puoi minacciare ahah...
si la scimmia deve fare sempre del suo, che ci vogliamo fare ahah....
eccoti il nuovo capitolo e mi raccomando scrivi london lol..
grazie mille ross cess...
yesido : noi questo mese di non minaccie lo vediamo come un miracolo, un po di pace!! ahah ora ci banna di sicuro lol..
tornando a te, grazie per il tuo sostegno,eccoti il capitolo nuovo, alla prossima mel..
crista :povero rob in che guaio si è cacciato lol...
Luna Renesmee Lilian Cullen :grazie a te tesoro, ecco il nuovo capitolo, alla prossima.
Nessie_06 : grazie  a te per i tuoi complimenti, grazie ci fai commuovere, ecco il nuovo capitolo alla prossima.
chi61:oh si rob è un coglione ahah, no dai nella nostra storia sara un meraviglioso papà, noi lo vediamo come lo hai descritto tu, tanto premuroso..
grazie.
SeaOfLove :ahahh pesciolino ahha, si una bella trovata secondo noi aha
grazie  a te ..
ledyang : grazie mogliettina!!!! Beh d'altronde si sa, noi siamo brave ma con sti due scemi la storia si scrive quasi da sola!!! hihihihihi. Grazie di tutto teso!! Goditi la dolciumeria  e ricordati che mi vuoi tanto tanto bene anche tra qualche capitolo...scherzo..sai che io sono sempre buona !!! LOL
Anto_Pattz:tesoro in questi due giorni ci stai faccendo preoccupare, dove sei??
per quanto riguarda la tua recensione, grazie mille anto, sei sempre gentile con noi e per finire VIVA il calippo lol.. alla prossima
simo1726 : grazie  a te tesoro, non preoccuparti!!
si secondo la nostra visione i padri sono sempre goffi in queste circostanze e anche rob lo è per noi lol.. eccoti il capitolo alla prossima.
ariel7 :oh tesoro tu adori noi e noi adoriamo te(anche la cessa ti adora ah), grazie tanto.. ecco il nuovo capitolo, alla prossima.
shine_gr : non preoccuparti tesoro, ora ti lascio la nuovo capitolo.
ely_leyton: il pesciolino sta diventando un cult ahah
grazie a te alla prossima...
Enris : si rob cattivo ahah, no dai voleva essere gentile con le due persone a cui tiene..
mah vedremo che accadra in seguito, ecco il nuovo capitolo e grazie..


capitolo 5 (claudia)
PEACE AND LOVE



ROB POV
Era ancora decisamente arrabbiata. Su questo, non c'erano dubbi.
Nonostante le avessi detto del vero regalo che avevo in serbo per lei… per noi, il suo umore non era migliorato minimamente. Si era limitata a farsi una doccia, vestirsi e poi chiudersi in camera di mia sorella Lizzie per un'ora intera, finchè non era stata ora di partire. E la cosa peggiore è che aveva fatto tutto questo ignorandomi completamente.
Non un gesto, un saluto, uno sguardo...
Beh, non la potevo di certo biasimare.
Io Robert Thomas Pattinson ero un coglione.
Ma non un semplice coglione. Un coglione patentato.
In meno di 24 ore ero riuscito a fare tre enormi cavolate. Prima l'avevo offesa facendole praticamente capire che sarebbe diventata una balena.
Poi avevo fatto commenti poco carini sul suo seno. E infine, ultima ma non per importanza, avevo avuto la brillante idea di tirare fuori il suo ex.
Quello stupido scimmione di cui ero ancora geloso.
Sì, ero geloso. Me ne rendevo perfettamente conto.
Ero assurdo, ma immaginare lei con quello...mi faceva ribollire il sangue, letteralmente. Sapere che lui l'aveva baciata, accarezzata e addirittura...
Ma la cosa peggiore era che usava la tattica dell’amicizia per essere ancora nella vita di Kris, e lei, ovviamente, non voleva ferirlo. Ma io sapevo perfettamente che lui sperava ancora di avere una chance.
Sbuffai così rumorosamente che la vecchietta che passava al mio fianco mi guardò storto.
Ok, dovevo cercare di darmi un controllo e ricordare che eravamo in incognito su quel cavolo di traghetto diretto all'isola di Wight. E io che mie ero sognato una traversata romantica abbracciato alla mia ragazza guardando il mare.
Mai sogno era stato più lontano dalla realtà.
Io mi ero seduto dentro mentre lei era passata al mio fianco e si era diretta all'esterno, sul ponte.
Sul ponte e senza giubbotto per giunta. Era di spalle ora, guardando il mare e la costa dell'isola avvicinarsi sempre di più.
Avevo cercato almeno venti volte in quella mezz'ora di andare fuori e parlarle ma…ma ogni volta ero tornato sui miei passi. L'avevo ferita, l'avevo offesa e ora forse aveva bisogno di stare un pò sola per sbollire la rabbia. Forse ero proprio l'ultima persona che voleva al suo fianco, pensai sentendo il mio cuore incrinarsi pericolosamente.
Però lì al freddo…con in grembo il nostro piccolino. Chissà se anche lui lo sentiva?Chissà se anche lui provava le stesse emozioni di Kris, la stessa sofferenza?.
Strinsi i pugni inconsapevolmente.
Io dovevo proteggerli, dovevo renderli felici. Non causare solo...
Il flusso dei miei pensieri fu interrotto improvvisamente dalla vibrazione del  telefono in tasca.
Lo presi e risposi senza neppure pensarci.
"Robert sei un grandissimo coglione" Evvai, oggi eravamo molti a pensare la stessa cosa.
"A cosa devo questa gentilezza Lizzie?" Francamente sentire lei e i suoi problemi non era una priorità oggi.
"E me lo chiedi anche?" sbraitò "Cioè..ma ti rendi conto dei casini che combini? Lei porta in grembo tuo figlio e tu la fai solo piangere! Perchè lo sai che stamattina ha pianto mentre mi raccontava tutto?"
"Lizzie..mi sento uno schifo già da solo" brontolai
"E fai bene! Sei un idiota! Proprio mentre stavate per fare l'amore tu la fai sentire inadeguata fisicamente! Per non parlare dei jeans che le hai regalato, cioè...agghiacciante. Se fossi stato il mio ragazzo ti avrei schiaffeggiato"
"Concordo in pieno!" Sentii la voce di Victoria soffocare quella di Lizzie per un attimo. Ma che avevano fatto? Una riunione di famiglia per decidere quanto mi fossi comportato da idiota? Ci mancava solo che avessero coinvolto anche la mamma.
Non avevo fatto in tempo a pensarlo che avvertii un pò di trambusto dall'altro capo dell'apparecchio e poi la voce di mia madre.
Perfetto.
"Signorino. Da te mi aspettavo più sensibilità. Che ti è saltato in testa? Non fare soffrire quella ragazza o te la vedrai con me, capito?"
"Sì sì.." sussurrai. Mi sentivo tanto un ragazzino di dieci anni che veniva rimproverato per aver rubato la cioccolata.
"Robert" riprese seria "lei ha solo bisogno di essere rassicurata. Di sapere che la ami. E' l'unica cosa che conta, ora. Va da lei e diglielo, d'accordo?"
Non riuscii a trattenere un sorriso. La mamma era sempre stata così saggia. Era la persona che mi capiva di più, che sapeva consigliarmi quando mi sentivo perso o non sapevo cosa fare.
"D'accordo. Ti voglio bene mamma. Grazie di tutto."
"Di nulla tesoro."
"Ah mamma" mi ricordai di una cosa prima di riattaccare "Dì alle due pazze di dimenticarsi del mio numero di cellulare almeno fino al 2010,per favore"
Ritornai ad osservare Kris e mi accorsi che era ancora dove l'avevo lasciata. Solo che ora...c'era un ragazzo vicino a lei.
Si sorridevano e parlavano tranquillamente.
Ma chi era?? Improvvisamente lui si sporse e le toccò il braccio.
Ma come si permetteva? Insomma, chi era questo idiota che andava in giro a toccare le ragazze? A toccare la mia ragazza soprattutto...
Vidi Kris dire qualcosa e poi lui allontanarsi dopo averle sorriso di nuovo.
Che sfacciato.
In quell'istante l'autoparlante ci informò che saremmo attraccati da lì a cinque minuti. Approfittai della cosa per andare subito da lei. Dovevamo parlare, doveva ascoltare le mie scuse e perdonarmi, se poteva. Mi incamminai veloce nell'aria fredda, terrorizzato da una possibile reazione di Kris. Se mi avesse respinto? Se non avesse voluto parlarmi? Che avrei fatto?
Avvertendo la brezza gelida proveniente dal mare mi sfilai il giubbotto e, dopo aver preso un lungo respiro, lo posai sulle sue esili spalle.
Kris sobbalzò stupita da quel contatto e si voltò per guardarmi. La sentii tirare su col naso e certamente, se non avesse avuto un paio di occhiali scuri, avrei visto i suoi occhi rossi.
Sentii lo stomaco contorcersi dal dolore…l’avevo davvero ferita.
“Fa freddo” sussurrai.
“Grazie” rispose flebile infilando le braccia e avvolgendosi nell’indumento troppo grande come a volersi proteggere. “Mi piace il mare d’inverno…Ha un non so che di poetico…quasi malinconico. Anche se tutti pensiate che faccia tanto freddo…a me non sembra..”
“Tutti? Tutti chi?” domandai curioso.
“Prima è venuto un ragazzo. Mi ha chiesto se volevo una coperta o qualcosa di caldo e..”
“Patetico” le parole mi uscirono di bocca da sole “cercare di abbordare una ragazza con la scusa del freddo. Certo che anche tu potevi non sorridergli”
Si irrigidì all’istante aumentando la distanza fra noi. “Senti  non ho bisogno di essere osservata a vista. E poi cos’è? Adesso nemmeno ti fidi di me oltre… a tutto il resto?”
No non no! La conversazione non stava prendendo la piega che avevo sperato. Certo che mi fidavo di lei. Come poteva pensare altrimenti? Era del resto del genere maschile che non mi fidavo affatto.
Era ovvio.
Lei era attraente, simpatica, dolce…bellissima. Quello che dovevano capire è che era anche mia. Solo mia.
“Sai Robert?” continuò calcando la voce sul mio nome.
Sul mio nome per intero oltretutto. Niente abbreviazione. Niente nomignoli.
Era davvero furiosa. “Se tu avessi osservato meglio avresti visto che indossava una felpa blu. E sai chi indossa le felpe blu? Il personale di questo traghetto. E visto e considerato che trenta secondi dopo ha rivolto le stesse domande anche ad una vecchietta di 85 anni escluderei che stesse cercando di sedurmi. E scusami ancora se per gentilezza sorrido alle persone quando  mi rivolgono la parola…”
“Kris” risposi mortificato sentendomi sprofondare dalla vergogna “Io..non volevo dire che non mi fido di te… Io, per quello che è successo ieri poi…”
“Senti” mi interruppe “Possiamo…possiamo parlarne dopo per favore? Sono stanca, ho mal di testa e vorrei davvero..scendere da questa barca..”
“Ok “ balbettai “Io prendo le valige”
“E io chiamo un taxi”. Si avviò verso la fila che le persone stavano formando per scendere dal traghetto ancora prima che avessi il tempo di darle un bacio sui capelli o anche solo sfiorarglieli.
Non avevo migliorato nulla anzi, se possibile, avevo peggiorato tutto.
Che cosa avevo detto prima? Che in meno di 24 ore avevo fatto tre cazzate? Beh, ora le cazzate erano diventate 4. Incredibile.
Dovevo assolutamente trovare il modo di farmi perdonare. Di farle dimenticare le parole assurde che mi erano uscite di bocca dal giorno precedente. Di farle capire cosa significasse per me in ogni istante.
E forse avevo già qualcosa in mente.


Il taxi si fermò proprio di fronte alla casetta a pochi passi dagli scogli. Mia madre aveva fatto decisamente un buon lavoro nel trovarci quel posto. Intimo, appartato...era proprio quello di cui avevamo bisogno.
Scendemmo entrambi dalla macchina insieme ai nostri scarsi bagagli. Sentii Kris ispirare a pieni polmoni l'aria del mare e guardare meravigliata la casa. Sembrava piacerle il posto.
"E' davvero...è davvero un posto ..non so, speciale." sussurrò "Come lo hai trovato?"
"E' stata mia madre in realtà. Le ho chiesto di cercare un luogo un pò fuori mano e così..eccoci quì." risposi tenendo le dita incrociate e ringraziando il cielo che almeno mi avesse rivolto la parola.
Girai la chiave e ci ritrovammo in un ampio salone perfettamente arredato. Per fortuna era praticamente tutto sistemato ed in ordine. Per una volta benedissi i soldi e i vantaggi che ti potevano dare.
"Però non è un pò grande?" domandò.
"Beh..in effetti no." risposi rabbuiandomi "Purtroppo sono stato così stupido da parlarne con Tom e lui si è autoinvitato con gli altri...Scusa"
Lo avrei volentieri preso a calci a dirla tutta. Loro riuscivano a fare casino e baldoria anche nei posti più impensabili e io ero stato uno stupido ad accennare solamente alla cosa.
Vidi un tiepido sorriso aprirsi sul viso di Kris. "Non mi dispiace...sai che li adoro. Sarà divertente passare il capodanno insieme". Erano andati d'accordo sin da subito quel branco di matti dei miei amici e Kris. Si divertivano, scherzavano e...e in pochissimo tempo avevano legato come se si conoscessero da anni. Probabilmente avevano capito che lei era la ragazza giusta per me. La mia metà perfetta.
Kris si levò il mio giubbotto che ancora indossava e si sdraiò sul divano, affondando il capo nel cuscino. Doveva essere esausta poverina.
Quella notte non aveva di certo riposato bene e poi si era preso tutto il freddo del viaggio.
Mi chinai così da posarle un bacio sui capelli.
"Amore vado ad accendere il riscaldamento, d'accordo?"
Non rispose, limitandosi ad annuire , ma quanto meno non mi aveva respinto quando le mie labbra avevano toccato il suo capo. Forse dopotutto avevo una chance per farmi perdonare.
Rincuorato da quel pensiero mi diressi in cantina, cercando di fare il più in fretta possibile. Ovviamente non fu così: diciamo che capire il funzionamento degli oggetti tecnologici non era mai stata una mia particolare abilità e ci misi 10 minuti buoni a regolare il termostato alla temperatura giusta.
Risalii di corsa le scale, precipitandomi in salotto, ansioso di vedere come stesse Kris.
La ritrovai ancora stesa sul divano ma ora...si era addormentata. Doveva avere cambiato posizione durante il sonno: se ne stava supina, un braccio abbandonato sui cuscini, l'altro poggiato sul suo ventre, come a volerlo proteggere.
Sorrisi alla mia dolce mammina.
Mi chinai al suo fianco, scostandole delicatamente i capelli che le ricadevano sugli occhi e avvicinando il mio viso così da poter sentire il suo respiro mescolarsi col mio. Era da troppe ore ormai che non lo percepivo.
Era come una droga per me. Più ne avevo e più ne volevo.
Avevo il bisogno fisico di stringerla, di baciarla, di fare l'amore con lei..semplicemente di averla accanto.
Ma ora avevo rovinato tutto, dicendo una sciocchezza dietro l'altra e facendola star male. Non meritava questo. Meritava molto di più. Meritava di essere trattata come una principessa, di sentirsi una principessa.
E io avevo un piano per farmi perdonare.
Un piano che prevedeva proprio che lei dormisse qualche ora. In questo mi aveva facilitato il compito.
Passai un braccio dietro la sua schiena e uno dietro alle sue ginocchia e mi avviai al piano superiore. Fu piuttosto semplice trasportare Kris fin dentro la camera da letto: era sempre stata uno scricciolo e adesso, addormentata fra le mie braccia, mi fece un'enorme tenerezza. Dovevo assolutamente far sì che prendesse qualche chilo, sia per lei che per nostro figlio.
La adagiai con estrema delicatezza sulle lenzuola. Improvvisamente però le sue dita si aggrapparono alla mia maglietta e le sue labbra si schiusero pronunciando il mio nome.
Per un attimo temetti seriamente di averla svegliata, ma  capii che stava sognando quando parlò ancora. "Non...non ti piaccio...non ti piaccio più"
Sentii il mio cuore spezzarsi.
Era questo che era arrivata a credere...a pensare.
Che non la trovassi più attraente. Una bestemmia praticamente. Le sbottonai i jeans sfilandoglieli lentamente insieme alle scarpe e poi la coprii col piumone in modo che stesse bene al caldo.
Posai un ultimo bacio sul suo capo prima di alzarmi ed uscire dalla porta.
Le avrei fatto cambiare idea. Le avrei dimostrato che era tutta la mia vita ormai, anche a costo di camminare sui carboni ardenti. Ma forse, se mi fossi impegnato, non sarebbe stato necessario.
Volai fuori di casa e feci una corsa al vicino supermercato che avevo adocchiato mentre arrivavamo in taxi. Comprai velocemente tutto l'occorrente  per la cena e pagai passando, fortunatamente, inosservato. Beh, probabilmente con gli occhiali scuri e il cappuccio calato fin sugli occhi avevo quasi rischiato di passare per un rapinatore ma non me ne curai.
Per le due ore successive il mio unico pensiero fu mettere insieme una cenetta speciale senza svegliarla. E ci riuscii.
Beh più o meno.
Temetti seriamente di aver fatto troppo rumore sia quando mi tagliai il dito affettando la frutta, sia quando mi bruciai facendo fondere il cioccolato, sia quando feci schizzare la panna montata sul soffitto.
Avevo posato il vassoio con tutto il cibo sul tavolino di fronte al divano, e stavo proprio finendo di accendere il caminetto quando sentii dei passi dietro di me.
Mi girai...e la vidi.
Dire che era bella sarebbe stata un'eresia.
Lei non era bella. Sembrava un angelo sceso direttamente dal paradiso. Indossava semplicemente una mia camicia a righe troppo lunga per lei; ma non abbastanza lunga da impedirmi di scorgere le sue gambe snelle e il bacino coperto solo dalle coulotte nere. I miei occhi seguirono inconsapevolmente il profilo del suo collo e della sua gola fino ad arrivare lì dove purtroppo la stoffa mi impediva la visuale.
Mi mancò il respiro.
Scalza avanzò fino al divano, poggiando le mani sullo schienale.
"Ciao" sussurrò talmente a bassa voce che faticai a sentirla. Non era a proprio agio e si vedeva chiaramente: continuava a mordicchiarsi le labbra, teneva lo sguardo basso e si passava frenetica le mani tra i capelli.
La conoscevo troppo bene, ormai. Conoscevo ogni più piccolo dettaglio del suo corpo, dei suoi gesti.
Finalmente si decise ad alzare lo sguardo e a mostrarmi i suoi occhi. E fu una pugnalata al cuore.
Le lacrime scendevano lente, bagnandole le guance e facendo sì che i capelli le si appiccicassero al volto.
Capii in quell'istante, come un'epifania improvvisa, che cosa dovessi fare. Sapevo che cosa voleva, sapevo di che cosa aveva bisogno.
Di me.
In meno di un secondo fui al suo fianco e la strinsi forte. Fortunatamente non mi respinse, anzi. Si aggrappò ancora di più...come se fossi un'ancora per lei.
La sollevai tra le braccia e mi sedetti sul divano stringendola più che potevo al mio petto.
"Tesoro, non piangere" mormorai nel tentativo di tranquillizzarla. Quelle parole però sembrarono soltanto farla stare peggio. Era scossa da singhiozzi profondi, come se li stesse liberando dopo ore di agonia.
"Kris, ti prego..va tutto bene"
"No. Non..è ..vero. Io..io non...non  ti...piaccio" riuscì a dire tra i singhiozzi "Tu non mi trovi attraente...Pensi che..che .." Neppure riuscì a terminare la frase, scossa da una nuova ondata di lacrime.
"Kris ..Kris. Scusami scusami. Era una stupida battuta. Io sono uno stupido. Tu sei splendida, sei meravigliosa. Sei ben proporzionata e il tuo è il seno più bello che abbia mai visto..te lo assicuro.."
"Non..non è ..solo questo" sospirò cercando di trovare la forza di parlare "Tra..tra poco ingrasserò e..e sarò orribile.."
"Ma che dici? Amore sei incinta. Vedrai che sarai ancora più bella con il pancione e..e comunque io ti amerò sempre. Non devi mai dubitare di questo. Per me tu sarai la creatura più bella di tutte...sempre"
"Davvero?'" balbettò guardandomi fisso.
"Ma certo" Come poteva dubitare di una cosa simile? Io l'avrei amata sempre e comunque, a prescindere da tutto.
"Però...però oggi eri arrabbiato con me.." sussurrò mentre altre lacrime scendevano dalle sue guance.
Non potei evitare di rimanere sorpreso.
Io arrabbiato con lei? Ma quando, come, perchè...?
"Tu credevi che pensassi ancora a...a ..Mike e..oggi ..pensavi che..che stessi flirtando con quel tipo.." Altre calde lacrime mi inzupparono la maglietta "Tu..tu mi odi. Stiamo per avere un bambino e mi odi..Tu non ti fidi di me..."
Ok la situazione si stava aggravando sempre di più. Non era solo arrabbiata. Quì c'era una vera e propria tempesta ormonale in corso.
Ripensai all'improvviso alle parole di mia madre
Presi il suo viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi.
“Kristen, non voglio sentirti dire più queste sciocchezze.”Affermai deciso “Io non potrei mai, mai odiarti. Arriverei a detestare me stesso, la mia anima ma te…no, non potrei.Tu sei la mia vita, la madre di mio figlio..il mio tutto. Senza di te non riesco nemmeno a respirare…”
La vidi abbozzare un mezzo sorriso e così continuai “Io mi fido di te. E’ che..tu sei talmente perfetta che ho paura che qualcuno prima o poi ti porti via da me. E..e ammetto che a volte dovrei accendere il cervello prima di parlare o agire. Comprarti quei pantaloni è stato stupido e ti chiedo scusa… Ma quando li ho visti lì non ho potuto fare a meno di pensare a te, a quanto saremo orgogliosi di dire a tutti che dentro di te c’è nostro figlio che cresce…”
“In realtà è stato un gesto premuroso” sussurrò posando il capo sul mio petto “Ti preoccupi per me, per questa gravidanza… Non sai quanto ti amo”
Posai le labbra sui suoi capelli e, in quell’istante sentii il suo stomaco gorgogliare.
Subito afferrai il vassoio e glielo misi sotto il naso. “Mangia. Ho cucinato tutto il pomeriggio. Prendila come un’offerta di pace.”
Finalmente, dopo tante ore, la sentii ridere. Afferrò una fragola e la intinse nella ciotolina di cioccolata, mordicchiandola e gustandola.
Solo in quel momento il mio cervello tornò a realizzare la situazione in cui eravamo: lei a cavalcioni su di me con indosso solo un paio di miseri slip e una camicia mezza sbottonata. I miei occhi seguivano tutti i suoi movimenti: il modo in cui si leccava il dito sporco di cioccolato, il modo in cui le sue labbra succhiavano la polpa rossa della fragola.Mi stava deliberatamente provocando.
D’un tratto intinse un'altra fragola nella panna e me la passò sulle labbra. Scoppiò a ridere.
“Scusa..ti ho sporcato tutto” Avvicinò pericolosamente il suo viso al mio e passò la sua lingua sul mio labbro superiore, leccando via la panna.
Le sue mani si perdevano fra i miei capelli.
Sì, decisamente mi stava provocando.
Prima che potesse protestare mi alzai in piedi sempre tenendola in braccio, le sue gambe allacciate al mio bacino. Mi diressi su per le scale, verso la camera da letto.
Avrei saputo farmi perdonare anche per lo stupido comportamento della sera precedente.
Non appena fummo in camera la staccai da me, pronto a sfilarmi la maglia quando notai che sembrava in imbarazzo.
"Ehm..Rob, scusa. Io..ho ancora un pò di mal di testa e sono un pò stanca. Ti dispiace se dormiamo?"
Rimasi di sasso. Voleva dormire? Dopo avermi leccato la panna dalla bocca io pensavo che anche lei volesse...insomma...
"Scusa" continuò spalancando i suoi occhi verdi "Tu..tu volevi.."
"No" la bloccai subito, intenerito dal suo sguardo. Io volevo solo che lei stesse bene e che fosse serena. Di certo non l'avrei forzata a fare qualcosa che non si sentiva, tanto meno ora che aveva un bimbo in grembo. "No Kris. Anche io sono stanco. Andiamo a dormire"
"Va bene" rispose sorridendomi "Vado un secondo in bagno e torno subito"
Premette le sue labbra leggere sulle mie prima di chiudersi dietro la porta.
Iniziai a spogliarmi pensieroso. Avevo letto che gli ormoni in gravidanza causavano sbalzi d'umore non indifferenti e ora ne stavo testando personalmente gli effetti.
Ma poi mi venne da sorridere. Se questo era il piccolo prezzo che avrei dovuto pagare per tenere mio figlio tra le braccia, per formare una famiglia con Kris lo avrei fatto. E anche molto volentieri.
Indossavo soltanto più i jeans quando sentii la porta alle mie spalle riaprirsi.
"Kris vieni a letto. E' piuttosto tardi e.." le parole mi morirono in gola quando mi volta e vidi quello che aveva addosso.
O meglio, che non aveva addosso.

KRIS POV

Aprii la porta leggermente imbarazzata da quello che mi ero messa addosso. Insomma, non era proprio da me presentarmi con una cosa del genere : slip e reggiseno in pizzo neri, entrambi molto...molto trasparenti. Ma quello era il regalo di Natale per Rob, lo avevo deciso già da qualche tempo, anche se ad essere pienamente sincera avevo valutato l'opportunità di gettarlo nell'immondizia nelle ore precedenti. Ma poi, quando si era scusato in modo così dolce e avevo sentito tutta l'intensità e la verità della sue parole,...era come se la giornata precedente fosse sparita, risucchiata in un luogo che volevo dimenticare.  E poi, forse, avevo un tantino esagerato.
Sentivo che piano piano questa gravidanza mi stava cambiando. Mi sentivo più fragile, più bisognosa di sentirmi amata, al sicuro. Ma ero tranquilla. Rob sapeva amarmi come nessuno, sapeva proteggermi come nessuno.
Lo vidi voltarsi verso di me e rimanere a bocca aperta.
Decisamente si era rassegnato ad andare in bianco anche stasera.
"Ma tu non avevi sonno?" domandò riprendendosi .
"Ehm..diciamo che mi è passato" lo stuzzicai "Mi proponi qualche valida alternativa?"
Si avvicinò veloce e in mezzo secondo mi ritrovai adagiata tra le lenzuola, con Rob poggiato su di me.
"Io un idea ce l'avrei in effetti" sussurrò roco al mio orecchio prima di mordicchiare piano la mia pelle. Prima quella del collo, poi quella delle spalle abbassando con i denti la spallina del reggiseno.
Sospirai, intrecciando le mani fra i suoi capelli e avvicinandolo di più al mio patto. Sapeva sempre come mandarmi in estasi con un solo bacio, una semplice carezza.
Sentii le sue mai scivolare sotto la mia schiena e slacciare il gancetto del  reggiseno.
Volò ai piedi del letto.
Aprii gli occhi e lo trovai intento a fissare il mio corpo. Col dito percorse la mia gola, le mie scapole, fino a tracciare il contorno del mio seno.
Mi mordicchiai il labbro per soffocare un gemito.
"Sei bellissima" soffiò sulla mia guancia, scendendo lentamente "Adoro tutto di te."
Le sue parole mi carezzavano le orecchie mentre le sue labbra il mio corpo.
"Adoro la tua pelle" disse lambendo il mio petto.
"E adoro il tuo seno..." Vi posò sopra le labbra, assaporando piano.
"...e adoro la tua pancia dove cresce nostro figlio..." continuò baciando il mio ombelico. Sorrisi emozionata alle sue parole.
"...e adoro il tuo sapore, e il tuo profumo..." disse mentre le labbra si posarono sul mio interno coscia, succhiando piano. Mi aggrappai forte ai suoi capelli.
"Rob…Rob ti prego non ce la faccio più" mugolai sotto  il suo tocco.
La bocca de mio ragazzo fu nuovamente sul mio ventre. "Piccolino chiudi gli occhi adesso perchè ho intenzione di mostrare alla mamma quanto la amo"
Si staccò leggermente in modo da potersi spogliare e poi si riposizionò su di me. Presto anche il mio ultimo indumento intimo fu solo un ricordo sul pavimento.
Lo sentii entrare dentro di me piano, con estrema delicatezza. Sicuramente una piccola parte del suo cervello aveva ancora paura di fare male a me o al bimbo. Aprii gli occhi e lo vidi guardarmi fisso, attento ad ogni mio gemito ,ad ogni mia più piccola espressione.
Gli carezzai la guancia come a volergli confermare che andava davvero tutto bene e lui si rilassò al mio tocco. Entrò più profondamente dentro di me facendomi boccheggiare alla ricerca d'aria.
Non sarei mai riuscita a descrivere a parole quello che provavo in quel momento. Mentre la sua voce sussurrava il mio nome, mentre le dita delle nostre mani si intrecciavano sul cuscino, mentre ci fondevamo in una cosa sola...
Ero felice. Davvero felice..come mai ero stata prima.
Ero pervasa dalla consapevolezza che ci appartenevamo. Che le nostre anime erano legate...in quel momento come mai prima.
Quelle sensazioni aumentarono ancora di più quando sentii il suo corpo irrigidirsi e il scosso da migliaia di brividi impossibili da controllare.
Ci ritrovammo avvinghiati a guardarci negli occhi sorridendo come due idioti. Rob ribaltò le posizioni e mi strinse al suo petto, avvolgendo entrambi nel lenzuolo, così che non prendessi freddo.
"Avevi ragione sai.." Rob fu il primo a parlare dopo alcuni minuti.
"Che vuoi dire?"
"Su quello che hai detto ieri. Che io ero l'unico con cui avessi mai fatto l'amore. Anche per me è così. Quando siamo insieme...è sempre una magia. Tu sei l'unica con cui abbia provato queste cose. Sei l'amore della mia vita Kris"
Mi morsi il labbro per non rischiare di piangere "Lo so...è una magia. E' il modo in cui abbiamo creato il nostro bambino.."
"Ti amo" posò le sue labbra bollenti sulle mie.
"Anche io ti amo" risposi maliziosa "Mio piccolo pesciolino.."
Le sue mani furono immediatamente sui miei fianchi "Pesciolino? Vuoi morire di solletico di nuovo?"
"No, no!" lo pregai ridendo "Volevo dire... mio forte ed enorme squalo"
"Molto meglio così"
"Sai a che pensavo?" domandai sistemandomi meglio a cavalcioni su di lui "Che domani arrivano i ragazzi e quindi...avremo molta meno intimità. Perciò forse è il caso che..ehm io prosegua la mia battuta di pesca. .."
La sua bocca si posò sul mio collo
"Sai, penso sia un'ottima idea…" sussurrò roco mentre l'aria si riempiva nuovamente dei nostri sospiri.
Scusate, non eccello nello scrivere scene hard..cerco sempre di non essere esplicita e puntare sulla dolcezza. Quindi sono sicura che nessuna di voi è rimasta scioccata xd....spero -.-
Un bacione e a presto!!!!!! =)))))

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Capitolo 6
*** Sorpesa, voglia e anno nuovo ***


capitolo napoli
Ragazze ho poco tempo che se non posto al volo le lettrici trepidanti di leggere ci ucidono. Grazie a tutte per il fantastico supporto che continuate a regalarci =))) Godetevi questo fantastico capitolo di fio..veramente bello ed emozionante...anche se il finale...vi metterà un pò d'ansia secondo me. No, non siamo sadiche..ma dovete capire...ci vuole suspence. bene, visto che starete friggendo per leggere la storia vi lascio al capitolo!!! Un mega abbraccio a tutte quante!!!
intanto rispondiamo alle recensioni (grazie fatina!)


kiki_88
: grazie a te, si rob come diciamo sempre è un coglione ma allo stesso tempo tanto buono e innamorato di kristen...

per quanto riguarda il nostro postare in modo regolare speriamo di mantenere il ritmo..
alla prossima...
ariel7 : o.o tesoro grazie, sei troppo buona con noi, strano se pensiamo al tuo nome , dovresti essere una tiranna, invece sei la nostra adorata letizia..
eccoti il capitolo e ancora grazie.
Roxisnotdied : ross hai sempre cosi poca fiducia in noi, abbi fede ahahahah..
u_u una cosa quando ti decidi a scrivere?? stiamo aspettando ah..
ps: grazie di tutto tesoro..
chi61 :grazie te, si cerchiamo di renderla leggera ma allo stesso tempo originale e fatta di colpi di scena ...
eccoti il nuovo capitolo alla prossima...
Nessie_06 : grazie che ci riempi di tutti questi complimenti, per quanto riguarda la regolarita nel postare, l'uni ci sta massacrando, quindi speriamo di mantenere il ritmo, eccoti il capitolo tesoro, cercheremo di leggere la tua ff...
frate87 : grazie a te, si viva robsten sempre..
ledyang: vi venero nella mia vanitosità...bella frase..da citazione xd hihihihi. Letii sai qnt ti adoriamo anche noi...e grazie per il lavoro segretaria fatina buona...se continui così ci toccherà pagarti lo stipendio!!!

Crazy_La: ahah lara sei sempre cosi divertente, ci fa piacere che ti piaccia la storia, eccoti il nuovo capitolo alla prossima..
yesido: grazie mel, si dopo 4 giorni abbiamo postato, speriamo di mantenere questo ritmo, eccoti il capitolo...
dorel : o.o terva volta?? grazie tesoro sei troppo buona con noi, eccoti il capitolo..
piccolinainnamora : ahha robsten bollino rosso ahahha,
omg povero marito ah...
SeaOfLove: ah sto club del calippo sta diventando una moda ah, beh ormai ci siamo tutte abbonate al club, viva il calippo..
grazie di cuore tesoro eccoti il capitolo..
elviraj :si robsten fanno sognare, noi li amiamo molto , siamo contente che stiano insieme nella realta, sono perfetti insieme...
dopo questa premessa su robsten ti lascio leggere il capitolo alla prossima!!
Luna Renesmee Lilian Cullen: grazie  a te, ci fa piacere che la storia ti sia d'aiuto con l'umore ah, eccoti il capitolo...
lampra : grazie, eccoti il seguito alla prossima..

 

 

 CAPITOLO 6(FIO)

SORPRESA, VOGLIA E ANNO NUOVO



POV Kristen

I raggi tiepidi del sole mi colpirono la schiena nuda e socchiusi gli occhi ancora troppo poco abituati alla luce che, leggera, entrava dalla finestra. Avrei voluto continuare a dormire ancora un po’, ma un contatto mi solleticò la schiena creandomi brividi di piacere e rendendomi impossibile “concentrarmi” sul sonno che non volevo abbandonare. Cercai di far finta di niente mentre le sue dita continuavano a percorrere indisturbate la mia schiena su e giù, le mie braccia, il mio collo. Infine vinta dalla pelle d’oca e dalla voglia che mi stava scatenando voltai il viso ancora sul cuscino e aprendo leggermente gli occhi lo vidi, leggermente eretto, appoggiato alla testiera del letto, con un sorriso dolce e sincero sul viso.
“Buongiorno..” sussurrai con voce roca.
“Buongiorno amore mio..” rispose baciandomi la fronte e passando ad accarezzarmi i capelli. Mi sentivo così amata con quei semplici gesti, non si rendeva conto di quello che mi regalava con tutta quella semplicità.
Mi fece segno di mettermi su insieme a lui e aggiustandomi mi sistemai sul suo petto circondandolo col braccio libero.
Mi abbracciò portando subito una mano sotto le coperte, sul mio stomaco che brontolò senza farsi scrupoli.
“Mi sa che questo piccolino ha fame” disse aprendosi in un sorriso un po’ preoccupato.
Sorrisi imbarazzata. “Mi sa di si..”
“Andiamo a fare colazione..” esclamò pieno di entusiasmo per il mio appetito, ma lo bloccai prima che potesse alzarsi.
“Stiamo ancora un po’ qui” sussurrai inchiodandolo al letto.
“Kristen” disse con tono ammonitore guardandomi negli occhi.
“Robert” risposi con lo stesso tono per scherzare.
“Devi mangiare qualcosa.. Non hai mangiato niente ieri sera..”
“Bè.. è colpa tua. Mi hai.. distratta..” sorrisi maliziosamente lasciandogli un bacio sul petto, poi un altro, e un altro ancora.
“Ah..colpa mia? Che coraggio!” disse gemendo di piacere. Sapevo che lo stavo facendo eccitare, e non chiedevo di meglio.
Spostando le coperte mi portai sopra di lui e stendendomi sul suo petto gli baciai il collo per poi passare a setacciare lentamente la sua gola con la lingua.
“Kris.. sei.. scorretta..” disse mentre le sue mani furono subito sulla mia schiena per avvicinarmi di più a lui. Affondò le dita nella mia pelle cercando avidamente la mia bocca. Gliene offrii un po’ prima di parlare di nuovo.
“Sempre colpa tua..scateni la perversione che è in me..” mugugnai cercando di essere sensuale e continuando a strusciarmi sul suo corpo.
“Kristen..” gemette. Lo stavo perdendo, e stavo vincendo. Presto sarebbe stato mio di nuovo. Sapevo che non poteva resistermi quando facevo così. Ma invece, mi sbagliavo.
Con le braccia mi avvicinò a lui circondandomi bene e con un movimento assurdo e veloce riuscì a mettersi in piedi con me tra le sue braccia e le gambe intrecciate al suo bacino.
Lo guardai stupita e un po’ delusa.
“Inutile che mi guardi così! Dio solo sa chi mi da la forza di resisterti..sei.. così…” non terminò la frase mentre lo guardavo compiaciuta.
“Così?” lo incitai a proseguire.
“Così… testarda! Devi mangiare prima, altrimenti sciopero!”
“Oh, povero pesciolino.. Torna a casa tutto solo?!” lo presi in giro mettendo su un finto broncio. Cacciò fuori un respiro profondo e anche divertito dal nuovo tormentone.
“Farò finta di non aver sentito, solo perché non voglio che questo bimbo crepi di solletico insieme a te..”
Risi divertita e ancora un po’ incredula per quelle parole. Sentirlo parlare del bambino mi metteva sempre di buon umore. Rendeva tutto più reale e semplice. “Tranquillo.. se non gli è successo niente stanotte.. può sopravvivere a tutto” ammiccai ripensando alla notte passata. Mi guardò estasiato baciandomi dolcemente le labbra.
“Davvero Kristen. Devi ricordare che ora devi mangiare per due..”
“D’accordo!” acconsentii infine commossa dal modo in cui si preoccupava tanto per me.
“Ti preparo qualcosa..” disse mentre scendevo dal suo corpo e indossavo la sua camicia del giorno prima. Mi piaceva mettere i suoi vestiti.
“Tranquillo. Hai cucinato ieri, è avanzata tanta roba. Vai a farti una doccia e io nel frattempo mi riempio come una balena..” dissi calcando la parola balena.
Non se lo lasciò sfuggire e soffocò un ghigno.
“Vieni qui..” sussurrò portando di nuovo il mio corpo a contatto col suo ancora nudo. Senza fretta mi baciò dolcemente le labbra e infine si decise ad andare in bagno.
Fui io stessa a sorprendermi della fame che avevo e che avevo soffocato negli ultimi giorni. Nel giro di un quarto d’ora fui capace di mangiare di tutto: latte, biscotti, pan cakes, cioccolata, frutta, nonché due uova al tegamino. Se non avessi saputo che ero incinta mi sarei preoccupata seriamente.
Avevo finito di mangiare e lavare i piatti ma lui era ancora sotto la doccia. Sapevo che gli piaceva passare il tempo sotto il getto dell’acqua senza pensare a nulla, ma io non avevo nulla da fare, e in fondo una doccia serviva anche a me.
Senza farmi sentire entrai lentamente nel bagno mentre lui cantava sotto la doccia. Sbottonai la camicia lasciando che scivolasse via e con un movimento impercettibile aprii l’anta della doccia. Si voltò a guardarmi stupito, ma prima che potesse farmi la predica per farmi una doccia subito dopo mangiato, mi avvinghiai e lo baciai senza dargli il tempo di respirare. Ricambiò il bacio ansante, muovendo le mani sul mio corpo.
L’acqua calda scorreva sui nostri corpi a contatto creandomi brividi di piacere non indifferenti. Sentii il suo corpo premere contro il mio, in cerca di contatto e non potei fare a meno di accontentarlo.
“Credevo di essere stato chiaro..” sussurrò sul mio collo dopo avermi messo l’accappatoio.
“Ho mangiato..” replicai lasciando che mi abbracciasse da dietro.
“Sarà meglio per te..” disse con un velo di falsa malignità. “..altrimenti..” la sua voce si trasformò in un ghigno mentre le sue labbra passarono a mordermi l’orecchio e le sue mani iniziarono a solleticarmi i fianchi.
“Rob..no.. non ti permettere..” riuscii a dire soffocando una risata, ma lui continuò imperterrito la sua opera.
“Rob! Smettila!” urlai scoppiando a ridere e riuscii a svincolarmi dalle sue braccia scappando in camera da letto. Me lo trovai dietro in un attimo e in un secondo fui sul letto e lui sopra di me.
“Ti amo Kristen..” sussurrò guardandomi negli occhi facendomi sciogliere e levandomi anche la capacità di potergli rispondere. “Scusami se sono un po’ assillante su questa storia, ma.. Voglio solo assicurarmi che vada tutto bene.. se penso che presto, o che anche ora, siamo in.. tre. Non lo so.. io.. io.. Sono davvero felice Kris, sono felice di aver trovato te e di costruire qualcosa con te, e voglio che tu sappia che sono.. pazzamente innamorato di te. Ormai siete la mia vita..”
Sentii gli occhi inumidirsi mentre quelle dolci parole mi attraversavano la mente come un fiume lento e calmo.
“Rob..” riuscii a sussurrare con voce roca tirando su con il naso. Sorrise sincero carezzandomi la fronte e i capelli prima di lasciare un dolcissimo bacio sulle mie labbra. Lo incollai a me stringendogli le gambe attorno al bacino e continuai a baciarlo lasciando che le nostre lingue si divertissero un po’ insieme.
“Kristen.. forse..”
“Ssssh” lo zittii e continuai la mia opera, finché non fui interrotta dal suono di una serratura che si apriva.
“Cosa è stato?” chiesi staccandomi da Rob.
“Cosa?” bisbigliò contro la mia pelle.
“Quel rumore..”
“Non ho sentito niente..” disse e riprese a baciarmi. Pensando di essermi suggestionata mi lasciai andare di nuovo concentrandomi su di lui. Dovevo essermi impressionata, o almeno questo era quello che credevo prima di sentire qualcuno urlare “SORPRESA!” sulla porta della camera.
Rob si scostò subito coprendosi meglio con l’accappatoio che per fortuna avevamo ancora addosso.
“TOM! Che diamine ci fate qui!” urlò Rob sorpreso mentre io sprofondavo dalla vergogna sotto le coperte. “Non dovevate venire oggi pomeriggio?”
“Cambio di programma! Sorry! Ciao Kiki!” disse allungando la testa per salutarmi. Abbozzai un debole sorriso rossa come un peperone. “Oh, scusate l’irruenza.. non ho interrotto niente vero?”
“Fuori di qui!” urlò Rob lanciandogli un cuscino così da farlo ritirare e chiudere la porta dietro di se.
“Mi dispiace amore..” sbuffò Rob.
“Non importa” sorrisi divertita. “Ci rifaremo un’altra volta” dissi ammiccante anche se non sapevo quanto potesse essere vero. Presto non avremmo più potuto avere tutta quella libertà e il solo pensiero di doverci contenere mi infastidiva un po’, ma per il nostro bambino, non avremmo potuto fare altrimenti.
Sbuffò di nuovo e mettendomi a sedere sulle ginocchia sul letto mi allungai per baciarlo. “Andiamo”
.
“Rob, ho voglia di succo di alchechengi”
Le risate si placarono e ,d’un tratto, sentii improvvisamente sette sguardi puntati su di me e quattordici occhi guardarmi scettici.
“Cosa?” chiese in difficoltà.
“Sarebbe un frutto?” disse Sam con gli occhi fuori dalle orbite. Annuii timida e un po’ contrariata.
“Non so nemmeno cosa sia..” disse Marcus.
Poi fu Rob a parlare. “Kris, tesoro.. dove lo prendo un succo di alchechengi ora?”
Scoppiarono tutti a ridere per l’assurdità della mia richiesta, ma.. io davvero volevo il succo di alchechengi.
“Bè, c’è sempre l’orticello qui vicino..” lo prese in giro Marcus.
“Già.. potresti metterti con lo spremi arance..” incalzò Bobby.
“A meno che tu non voglia che tuo figlio nasca con una qualche macchia in faccia o chissà dove..” si aggiunse Sam.
Adoravo gli amici di Rob. Erano come lui: semplici, alla mano, spontanei, ma adesso mi stavano dando un po’ sui nervi. Insomma, loro tranquilli a fare colazione mentre a me dava tutto la nausea. L’unica cosa che chiedevo era un dannato succo di alchechengi! Era chiedere troppo?
“Ragazzi, vi consiglio di smetterla..” disse Grace notando il mio umore. “Non avete idea di cosa voglia dire..” continuò prendendo le mie difese e le sorrisi grata.
“A proposito.. ma voi come facevate a saperlo?” chiese Rob curioso a Tom. “No aspetta, non me lo dire! Lizzie?!”. Scoppiarono tutti a ridere e fu la conferma della sua ipotesi.
“Siamo davvero felici per voi..” disse Johnny sincero accompagnato dagli auguri di tutti gli altri.
Io nel frattempo sbuffavo rumorosamente.
“Grace ti andrebbe di accompagnarmi a cercare un supermercato?” dissi alzandomi per prendere il giubbino.
“Certo..” disse ma prima che potesse alzarsi, Rob la face sedere di nuovo e mi seguì all’ingresso per mettere il cappotto.
“Amore non dirmi che ti sei offesa” sussurrò afferrandomi per i fianchi e portandomi vicino a lui.
“No..” dissi sincera a voce bassa. “Voglio solo il succo di alchechengi” piagnucolai come una bambina di due anni e rise divertito baciandomi la fronte.
“D’accordo!” sospirò. “Copriamoci bene.. non vorremmo certo far prendere freddo al piccolo..” disse alzandomi il cappuccio e assicurandosi che non avessi un minimo lembo di pelle scoperto. Gli sorrisi grata.
“Bene.. e succo di alchechengi sia!”

POV Rob

“Ma come è possibile?” disse affranta mentre camminavamo per quella cittadina così tranquilla e calma. Ringraziai mia madre per aver scelto un posto simile. Ventnor: non avremmo trovato un paparazzo nemmeno a pagarlo né tanto meno si sarebbero mai immaginati che la coppia/non-coppia più discussa dell’ultimo anno passasse il capodanno su una piccola, sconosciuta isoletta per vecchi. Non ci conoscevano così bene come credevano. Avevamo fatto tanto per mantenere la nostra privacy, Kristen ci teneva in modo particolare ed ero felice di essere riuscito a portarla in un posto dove potessimo stare in pace, soprattutto date le sue condizioni. Ero un po’ preoccupato per il bambino. Kristen aveva sbalzi d’umore troppo radicali. Sperai che fosse una conseguenza della gravidanza e non un modo per arrabbiarsi con me. Ora voleva assolutamente quel dannato succo all’alchechengi! Ma dove cavolo potevo andare a prenderlo un succo all’alchechengi su quell’isola?
“Non preoccuparti tesoro, vedrai che lo troveremo” la rassicurai conscio che invece le stavo mentendo sperando che le passasse quella voglia assurda. “Entriamo qui!” le feci segno verso l’ennesimo supermercato ma prima che potessimo entrare una bambina si avvicinò a noi timida ma determinata al tempo stesso.
Era graziosa. Piccolina, capelli biondi, con una magliettina leggera addosso che mi dava i brividi per lei. Insomma, noi stavamo tutti imbacuccati come se stessimo al Polo Nord e stavo bene. Non avevo freddo, ma nemmeno caldo.
“Potrei fare una foto?” disse timida non sapendo come rivolgersi a noi.
“Certo tesoro” disse Kristen dolce, facendo evidentemente affiorare l’istinto materno che iniziava ad accompagnarla. Presi la macchina fotografica dalle mani della bambina scattando loro una foto e lo stesso fece Kristen con me.
“Grazie mille!” disse la piccola raggiante e scappò via.
Bè, che dire! Ce l’aveva fatta! Se eravamo riusciti a non far sapere a nessuno dove fossimo, ora tutti avrebbero saputo che RobSten passava il capodanno insieme in una piccola isola dell’Inghilterra del Sud.
Guardai Kristen un po’ afflitto.
“Come facevamo a dirle di no?!” disse scrollando le spalle tranquilla mentre entravamo nel supermercato. Ovviamente, altro buco nell’acqua. Niente succo di alchechengi.
“Come ti senti?” chiesi a Kristen prendendola per mano mentre tornavamo a casa.
“Va bene Rob. Davvero! Sono felice” disse stringendo la mia mano.
Le sorrisi.
“Mi spiace per il succo..” dissi sperando di non aver fatto un azzardo.
“Oh, non importa! Tanto non mi andava più!”


“Possiamo anche stare a casa amore” le avevo detto sperando che mi ascoltasse. La prospettiva di andare a ballare in un locale nelle sue condizioni non mi entusiasmava per niente. Inconsciamente immaginavo il bambino sballottato nella pancia avanti e dietro e disturbato dalla musica assordante. Sapevo che era stupido, sapevo che era appena un fagiolo e che non aveva orecchie, ma quel pensiero non mi abbandonava, e restare a casa da solo con Kristen non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Ma lei aveva insistito. Aveva detto che presto saremmo stati genitori, che il prossimo capodanno avremmo avuto una creatura di cinque mesi (gongolavo al solo pensiero), e che fosse giusto che quel capodanno lo passassimo con gli amici, divertendoci. Non ne avremmo avuto più occasione, o quanto meno, non sarebbe stato lo stesso. Certo non potevamo andare in discoteca col passeggino e col biberon in mano. Ma a me non dispiaceva per niente l’idea che presto avrei davvero portato un passeggino. Per quanto fossi terrorizzato e cercassi di non pensarci, non vedevo l’ora che nascesse nostro figlio e sapevo che per Kristen era lo stesso. Per questo motivo non avevo potuto contraddirla. Volevo il meglio per lei… e il meglio per me. Iniziavo ad accorgermi che contraddire o mettersi contro una donna incinta può diventare pericoloso, così la maggior parte delle volte mi limitavo ad assecondarla.
Continuavo a pensare che fosse una pessima idea essere lì in quel locale, ma mi sforzavo di sorriderle per non mostrarle la mia preoccupazione.
Tom, che aveva ben capito il mio stato d’animo, continuava a ripetermi di stare tranquillo, ma non ci riuscivo.
Bè, per il momento era con la schiena poggiata al mio petto, lontana da quella folla e da spinte pericolose. Avevo le mani sulle sue intrecciate al grembo e assaporavo il profumo dei suoi capelli lasciandole dolci baci sul collo. Ogni tanto voltava il viso per far incontrare le sue labbra con le mie. Andava tutto bene fin quando Grace non venne verso di noi pretendendo la presenza di Kristen in pista. La fulminai con gli occhi ma non se ne curò.
“Andiamo Kris! Devi ballare su questa canzone!” urlò prendendo la sua mano e invitandola a seguirla.
Si voltò per darmi un veloce bacio prima che potessi fermarla.
Continuavo a tenerla d’occhio da quando Grace l’aveva portata via dalle mie braccia sicure per ballare al ritmo di “I love Rock n’ roll”. Dovevano essersi accorti che Kristen Stewart era lì per mettere una canzone delle Runaways.
“Rob, amico! Stai tranquillo! Si sta divertendo.. se lo merita, e anche tu” disse Tom ordinando due drink.
“Lo so Tom.. lei.. si merita tutto. Sono solo preoccupato per il bambino. Non vorrei che tutto questo dimenarsi le facesse male..”
Vidi Tom sorridere.. compiaciuto e un po’ sorpreso.
“Cosa?”
“Sai.. devo dire che ti ci vedo proprio come papà. Sono davvero felice per voi Rob. Vi amate così tanto e vi meritate tutta la felicità di questo mondo”
Quasi mi commossi alle sue parole e dandogli una pacca sulla spalla sussurrai un debole grazie che dovette capire solo dal labiale.
Tornai a volgere lo sguardo su Kristen, ma non la vidi più. Percorsi la stanza con gli occhi cercando tra quelle teste, ma non riuscivo a riconoscerla, finché non mi si piombò tra le braccia.
“Eccoti!” esclamai abbracciandola sollevato.
“Oh, rilassati Rob!” disse Kristen baciandomi la guancia.
“Come ti senti?” le sussurrai all’orecchio per farmi sentire.
“Bene! Esattamente come le altre dieci volte che me lo hai chiesto!”
“Sicura? Non sei stanca?”
“Amore, sono incinta, non malata..” disse guardandomi ovvia.
“Perché non andiamo via?” chiesi sempre più in ansia.
Alzò gli occhi al cielo decisamente stufa. “Mmm… ora basta.. vieni a ballare” disse trascinandomi con se nel bel mezzo della pista.
Si voltò verso di me intrecciando le braccia al mio collo e muovendosi al ritmo della musica con sguardi ammiccanti. Era.. assurda. Possibile che ogni volta che la guardavo mi salisse il cuore in gola per i brividi che mi dava?
Istintivamente iniziai a sciogliermi e mi lasciai andare cingendole i fianchi con le mani. Se proprio voleva ballare, meglio farlo tra le mie braccia.
Ballammo per un po’. Sorrise divertita quando fulminai un tizio che aveva provato ad avvicinarsi. I miei amici, protettivi come non li avevo mai visti, non si lasciarono sfuggire il particolare e ci circondarono impedendo il passaggio a chiunque. Era quasi comica la situazione. Sembrava di avere le guardie del corpo.
Kristen si strusciava delicatamente su di me facendomi impazzire, quando a un tratto mi avvertì che doveva andare in bagno. Di nuovo.
“Ci sei andata mezz’ora fa..” esclamai sconcertato.
“Mica è colpa mia! Prenditela con tuo figlio!” mi disse all’orecchio facendomi sciogliere. Mio figlio. Ogni volta che le parole mio e figlio erano messe insieme nella stessa frase, mi si stringeva il cuore dall’emozione. Forse lei non se ne rendeva conto.
“Ti aspetto qui” dissi accompagnandola alla porta del bagno.
“Sai.. so ancora andare in bagno da sola, o per caso vuoi venire anche ad abbassarmi le mutande?”
“Non mi tentare..” dissi ammiccante facendola sorridere.
“Perché non prendi qualcosa da bere?” disse infine dileguandosi dietro la porta del bagno delle signore, al quale avrei voluto avere accesso.
Mi distrassi al bar ordinando due bibite, di cui una ovviamente analcolica. Ci mancava solo che facesse assimilare alcol al bambino. L’immagine di un ragazzo stile punk, con tatuaggi, buchi alle orecchie e una birra in mano si fece largo nella mia mente.
No. quello non poteva essere nostro figlio. Non sarebbe andata così.
Cercai di non pensarci mentre l’aspettavo pazientemente fuori la porta del bagno da una quarto d’ora buono. Ma quanto ci voleva per fare una pipì?!
Finalmente si decise ad uscire.
“Ma che diavolo di fine avevi fatto?” la ripresi.
“Scusa, ho avuto problemi con le mutande..” disse seria mentre le passavo la bibita.
“Davvero?”
“No!”. Ovviamente. “Mi hanno trattenuta delle ragazze per un autografo”
“Ah ecco..” dissi prendendola per mano e portandola verso l’uscita.
“Dove andiamo?”
“Via”
“Ma.. è quasi mezzanotte..”
“Lo so..” urlai facendomi spazio tra la gente e facendola camminare avanti a me per evitare gomitate indiscrete.
“Ma.. gli altri?”
“Ci raggiungono dopo..”. Non replicò e lasciò che l’aiutassi a infilare il giubbino e a coprirsi per bene. Finalmente fummo fuori da quel posto e non ebbi più bisogno di urlare per farmi sentire. Iniziai a correre leggermente verso la spiaggia lì vicino. Non potevamo fare tardi.

POV Kris

“Rob, posso sapere dove stiamo andando?” urlai sorpresa che non si facesse scrupolo che stessi correndo insieme a lui.
“Zitta” mi liquidò.
Perfetto.
Rallentò leggermente il passo quando fummo sulla sabbia, infine, a qualche metro dal mare, si fermò definitivamente.
L’aria era fresca e pungente, ma nel piumone che mi aveva costretto ad indossare mi sentivo calda e dovevo essergliene grata. Intorno non c’era nessuno e si sentiva ancora la musica nel locale che avevamo appena lasciato dall’altra parte della strada. Una serie di fiaccole facevano luce su quel pezzo di spiaggia riscaldando per quanto possibile l’aria attorno a noi.
Si posizionò dietro di me stringendo le sue e le mie mani sulla mia pancia.
“Ci pensi che a quest’ora tra un anno.. Avremo un bambino di cinque mesi..”
“Ci penso.. ogni giorno della mia vita..” risposi commossa premendo le sue mani contro il mio grembo. “E anche se mi fa paura.. io.. non vedo l’ora..” continuai timorosa.
“Ho paura anche io..” confessò insicuro. “Ma andrà tutto bene, vedrai. Andrà tutto bene..”
Sollevai il capo per poggiarmi al suo collo, felice.
“Ti amo Kristen” sussurrò. “Lo sai vero?”
Sorrisi.
10, 9, 8…
Si sentiva il conto alla rovescia da ogni angolo di quel piccolo paradiso.
7, 6, 5…
Ma non me ne importava. C’eravamo solo io e lui.
4, 3, 2…
“Guarda le stelle..” mi sussurrò e istintivamente aprii gli occhi e guardai il meraviglio cielo stellato che ci offriva la notte.
1.
Fuochi di artificio invasero il cielo creando scie luminose che rimpiazzarono le stelle, quando d’un tratto le linee iniziarono a condensarsi in forme più chiare e delineate.
Restai immobile a fissare quello spettacolo inconscia di tutto, quando capii.
Le parole Ti amo, mammina! presero possesso dello spazio blu sopra di noi, mentre gli occhi increduli iniziavano a bagnarsi inevitabilmente delle prime lacrime.
“Rob..è..” balbettai con voce roca incapace di terminare la frase.
“Buon anno, amore mio”
Restai a fissare quella scritta nel cielo incredula, senza staccare gli occhi per un secondo finché non svanì lentamente e potei voltarmi a guardare il mio vero amore.
Le lacrime ormai bagnavano il mio viso indisturbate. Prendendomi il viso tra le mani mosse i pollici per asciugarmi le guance.
“Io.. ti amo da morire” bisbigliai commossa. “Grazie..”
“Sono io che devo ringraziare te. Per questo anno fantastico, per quello che mi hai dato, per quello che ancora mi dai, e per quello che mi darai..” sussurrò dando uno sguardo veloce al mio ventre. “Tu sei unica Kris e io non posso credere di essere così fortunato. Grazie per rendermi ogni giorno l’uomo più felice della terra..”
A quel punto fu davvero impossibile bloccare le lacrime e il suo ultimo sorriso mi fece sciogliere così tanto che dovette sollevarmi per evitare che cadessi tra le sue braccia. Mi prese il viso tra le mani e avvicinandolo al suo assaporai il dolce sapore delle sue labbra bagnate dalle mie stesse lacrime e capii che l’amavo più della mia stessa vita.

Prima che potessi accorgermene, i giorni passarono e la vacanza giunse al termine. Tra serate passate a vedere DVD e passeggiate al tramonto, quei dieci giorni erano volati. La pacchia era finita e presto saremmo dovuti tornare alla realtà, e già sentivo lo stomaco contorcersi al pensiero come se anche il bambino si lamentasse per la prossima mancanza del padre. Purtroppo non avevamo scelta. Io avevo il Sundance e lui la pre-produzione di Bel Amì. Avremmo dovuto fare a meno l’uno dell’altra per qualche giorno. Quanto avrei voluto che Rob potesse venire al Sundance, lo avrei voluto lì accanto a me, ma sapevo che non era possibile. Avrebbe creato troppo trambusto distogliendo l’attenzione dai film.
No. meglio di no. Ce la potevo fare a resistere.
Quanto avrei voluto che quella vacanza non fosse mai finita, avrei voluto passeggiare mano nella mano con lui ovunque, senza la paura di essere fotografati da un momento all’altro. Lì invece, in quel posto dimenticato da Dio, era il paradiso.
Non dovevamo preoccuparci di niente e di nessuno.
“Ti stai divertendo?” mi aveva chiesto Rob uno dei primi giorni dell’anno durante una nostra solita rilassante passeggiata.
“Da morire” gli risposi sincera continuando a camminare in mezzo agli altri. Prendendomi alla sprovvista mi si avvicinò e mi mise un braccio sulla spalla. Lo guardai stupita.
“Tranquilla, qui non c’è nessuno.. Niente paparazzi.. A parte Grace..” disse sbuffando e allora notai la sorella di Sam accovacciata su una roccia intenta a farci delle foto.
“Grace!” la riprese il fratello.
“Ti sembra il caso? Abbiamo fatto tanto per non far sapere a nessuno dove eravamo..” disse Johnny.
“Oh andiamo! Tanto si sono già fatti beccare, mezzo mondo sa già dove siete. È troppo chiedere un ricordo di questa vacanza? E poi non vi si riconosce nemmeno!”.
Io e Rob sbuffammo insieme divertiti. In fondo ci aveva sempre importato poco quello che la gente pensava.
Che pensassero quello che volevano. Noi non avevamo nulla da nascondere. Stavamo insieme, ci amavamo, ma dichiararlo non avrebbe cambiato niente. Avrebbe solo potuto peggiorarle, quindi perché complicarsi la vita? Tanto erano tutti sicuri della nostra relazione, quindi, che credessero quello che volevano. Per me preoccuparsi di milioni di persone che nemmeno conoscevo, era assurdo.
“Suuu! Un bel bacio!” disse Grace correndo verso di noi con la macchina fotografica. Ma era impazzita o le era presa la mania delle foto?
Alzai gli occhi al cielo sbuffando divertita, ma prima che potessi accorgermene Rob voltò il mio viso verso il suo e mi stampò un bacio in bocca giusto il tempo necessario a Grace per riprendere quel momento.
“Voglio sperare che tu non intenda mettere anche questa su facebook” dissi quando Rob si staccò lasciandomi con un sorriso ebete.
“Vedrò che posso fare” rise divertita. “Sapete quanto mi pagherebbero per una foto del genere?”
Eh già. Migliaia di dollari. Incredibile che un nostro bacio, qualcosa che ormai facevo quotidianamente senza nemmeno pensarci, potesse valere così tanto. Era assurdo.
Quel pomeriggio era stato perfetto. Avevamo camminato per quei sentieri e su quelle rocce mentre il sole tramontava debolmente preparandosi per la sera. Grace continuava a farci foto, molto delle quali controluce. Sarebbero impazziti nell’incertezza delle nostre mani intrecciate o no. Il pensiero di mandare i fan al manicomio la divertiva e non era affatto preoccupata delle bestemmie che le avrebbero mandato per non aver postato una foto decente.
In cuor mio ridevo a quel pensiero. Dopo tutto, era davvero divertente.
“Perché ridi?” Rob mi ridestò dai pensieri.
“Pensavo a questa vacanza..” continuai a sorridere per un po’, infine tornai sulla valigia ancora da riempire.
Rob mi si avvicinò togliendomi di mano i vestiti che avevo preso e buttandoli sul letto. Mi abbracciò.
“Grazie per tutto questo” sospirai.
“Per voi questo ed altro”
Mi carezzò il viso poi si chinò sulla mia pancia.
“E tu piccolino? Ti sei divertito con me e la mamma? Eh?” sussurrò contro il mio ventre per poi avvicinarsi e lasciarci un bacio. Lo guardai estasiata ma lui non sembrò nemmeno farci caso. In quei momenti mi veniva tanta voglia di piangere. Gli occhi mi si inumidivano e gli ormoni partivano. Quanto lo amavo.
Tornò su e mi baciò dolcemente.
“Vi amo” sussurrò sulle mie labbra lasciandomi con le parole in gola.
“Fai con calma eh, non ti affaticare..” disse dirigendosi verso la porta. “Ah Kris, ricorda di fissare l’ecografia.. che non vedo l’ora di vederlo” sorrise e sparì dalla camera mentre io ero ancora in trance dalla sue parole.
Come avrei fatto a stare lontana da lui anche solo per un paio di settimane?
Lo squillo del cellulare mi ridestò dalle mie paure facendomi saltare sul posto.
Ancora con gli occhi lucidi aprii e fissai il display incredula.
Kristen, non vedo l’ora di rivederti al Sundance. Mi sei mancata. Michael.
Michael?
Cosa?
Dove?
Quando?
Perché?
Rimasi a fissare quel numero con la bocca aperta cercando di fare mente locale. Sapevo della possibilità che Michael fosse al Sundance, ma non ne avevo avuto la conferma, fino ad ora almeno. Accidenti. Avevo davvero sperato di risparmiarmi un incontro con lui, non tanto perché mi desse fastidio vederlo, quanto per Rob. Quando gli dissi che c’era la possibilità che ci sarebbe stato anche lui cambiò umore divenendo nervoso e… arrabbiato, come se temesse ancora che potesse avere una qualche rilevanza per me. Come avrebbe reagito ora se gli avessi dato la conferma della presenza di Michael? Sicuramente avrebbe frainteso e sarebbe venuto con me, e sarebbe stato il finimondo.
“Non dimenticare lo spazzolino!” disse Rob uscendo dal bagno e affacciandosi nella stanza.
“Tutto bene Kristen?” chiese notando evidentemente il mio sguardo scioccato ancora fisso sul cellulare.
“Cattive notizie? E’ successo qualcosa?” chiese preoccupato avvicinandosi a me. Chiusi subito il cellulare buttandolo sul letto.
“No..” dissi con un groppo in gola preoccupata di quello che stavo per fare. Non avrei voluto, eppure l’istinto in quel momento fu più forte di me, la paura che la prendesse male prese il sopravvento bloccando la verità che avrebbe voluto venire a galla e prima che potessi accorgermene, gli mentii.
“No.. va tutto bene”.
Ehm ehm ehm.....state calme calme....non abbiate istinti omicidi verso Kris che è pure in dolce attesa. Lei ha le sue ragioni...forse..credo..spero...mah...lo scoprirete next chapter!!!=))))
Intanto diciamo tutte insieme "io odio il makako..." hihihihihihi

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Capitolo 7
*** Quando meno te lo aspetti ***


capitolo 7 fio Eccoci quì. Puntuali come sempre!!!! Anche se...beh capiamo che questo capitolo è piuttosto...ehm...coinvolgente. Deponete le accette e ricordate che amate la storia e amate noi due con tutti i vostri cuoricini. Ricordatelo..ricordatelo...ehm..nel caso noi emigriamo. Però arrivate alla fine frenate gli istinti omicidi e abbiate fede... E comunque povera scimmietta..avreste il cuore di prendervela con lui???? Mi sa di sì..beh meglio con lui che con noi xdxdxd
Vorremmo ringraziare immensamente la nostra Anto che ci ha consigliato l'alcachengi...grazie tesoro..dico solo una cosa...na cippa!!! Muhamuhamuha. E poi vogliamo ringraziare voi...e le vostre recensioni..siamo già a cento!!! ragazze, continuate così, siete le migliori. =))
Infine una piccola precisazione: come avete notato cerchiamo di restare in linea con gli eventi realmente successi ma, ovviamente, li dobbiamo modificare un pò. E poi tra qualche capitolo entreremo nel mondo della completa fantasia perchè ovviamente Kris non è incinta ora. * momento depressione* =(((((((( Ok, fine momento depressione.
Vi ribaciamo tutte e vi lasciamo a qst bel capitolo lungo lungo lungo..
lol a tutte!!!



julietta__
: grazie cara  giulcess, ma sei veramente convinta che sara femmina il bambino?? mai avere certezze con noi ahah..
si michael fara il suo ritorno, non ucciderci ahah alla prossima e grazie.
lampra: o.o mi sa che abbiamo gia fatto il danno ahah, dai scherziamo, forse u_u.
ahahah grazie eccoti il capitolo.
Anto_Pattz : grazie anto per il tuo meraviglioso sostegno, mi raccomando ricorda che ci vuoi bene, eccoti il capitolo non liciarci lol...
iosi:wow le tue motivazioni sulla scimmia sono molto buone, cioe sono vere tutte e tre, anche noi non lo sopportiamo, detestiamo sia lui che ormai è out, fuori dal contesto robsten, che quell'essere odioso di taylor, omg sempre in mezzo..
tornando al capitolo, beh tesoro pensa che noi odiamo la scimmia quindi non preoccuparti ah, eccoti il capitolo lol.
ledyang : omg. Che recensione grandiosa. Anche se per metà ti sei autolodata noi ti amiamo incondizionatamente=)))) E non preoccuparti...continuo ad essere dolce anche se la vicinanza con Fio mi ha fattoo ammalare di sadicità. Cercherò di riprendermi..muha muha muha Grazie per la splendida recensione e lo so che adori qst capitolo dove cè il tuo amore segreto...il makako..arrivato dalla giungla per te!! ahahah scherzo amore...kiss kiss
Nessie_06 :grazie a te...eccoti il nuovo capitolo...
Roxisnotdied: noi vogliamo uccidere te, nemmeno una one shot su joy, vergognati u_u
adesso perche tu non posti facciamo succedere il finimondo ahah, quindi posta cosi noi sistemiamo il caos creato in questo capitolo tanto sadico ahahah..
grazie tesoro lol ( ti vogliamo bene anche noi.. compresa la letizia che ti chiama cess lol)
yesido: awww grazie di cuore mel, sei super gentile con noi, ma credo che dopo questo capitolo vorrai ucciderci ahah, beh speriamo nel tuo buon senso ahahah..
omg anche tu alla prese con una one shot, sara incredibile me lo sento lol ahah
non farti molti complessi non devi, sara grandiosa lol...
frate87 : ahha grazie mille, si abbasso la scimmia u_u( non ucciderci)
elviraj : ah si rob dolce awww, grazie mille ,, eccoti il nuovo capitolo..
BabyVery: grazie  a te, le tue parole ci fanno felice.. alla prossima.
piccolinainnamora : grazie mille, si povera kris senza succo ah..
grazie ancora.. alla prossima
Crazy_La :ah lara sei troppo divertente ahah, ti lovviamo molto, si sarebbe bello essere amici di rob, mondo infame ah..
beh si il makako torna, ma non fara nessun danno.. ok iniziamo a correre ah.
dorel : ah grazie a te, si rob cucciolo cucciolo ah..
chi61 :grazie  a te che segui noi ah, si povero rob che deve fare per la sua donna e per suo figlio ah..
beh si il makako ritorna , fara qualche danno, poi lo manderemo via, almeno crediamo che andra cosi lol...
Enris : ah si rob povero uomo lol.. si anche noi detestiamo il macaco, moltooooooooooo ah..
eccoti il capitolo alla prossima e grazie.
simo1726: ahahahhaha si horror ah.. kris era spendida , tay un cesso ah..
ritornando alla storia grazie di tutto, si cerchiamo di rifarci alla realta con un po di fantasia, beh per quanto riguarda il macaco, fidati di noi ah.
shine_gr : grazie a te, non preoccuparti, ancora grazie ...
ti lasciamo il nuovo capitolo alla prossima.

CAPITOLO 7 (cloe)
 
QUANDO MENO TE LO ASPETTI


POV KRIS
"Signorina Stewart? Signorina Stewart si svegli..." Una voce femminile mi svegliò riscuotendomi dal mio torpore. Aprii gli occhi e incontrai quelli di una signora di mezza età che mi sorrideva. Riconobbi la hostess che mi aveva dato il benvenuto quando ero salita a bordo.

"Abbiamo iniziato la procedura di atterraggio e dovrebbe allacciarsi le cinture di sicurezza."
Annuii ringraziandola e rimettendomi in una posizione accettabile. Mossi lentamente il collo dolorante. Dovevo essermi addormentata con il capo schiacciato contro il finestrino e adesso era già tanto se riuscivo a girarlo.
Fissai fuori dal finestrino la terra farsi sempre più vicina. Mi rifiutavo di mettermi a guardare intorno a me. Avrei visto solamente i posti vuoti di fronte , dietro e, cosa ancora peggiore,al mio fianco.
In tutta quella maledetta prima classe c'era solamente un uomo d'affari che era  stato collegato al pc tutto il viaggio da LA. Da un lato ero contenta di quella mancanza totale di interesse, anzi, probabilmente il giorno seguente, accecata dai flash dei fotografi l'avrei rimpianta con tutto il cuore. Ma ora... ora mi sentivo sola. Tremendamente sola.
Non potei impedire ai miei occhi di posarsi sul posto vuoto al mio fianco.
Avrei tanto voluto vedere i suoi capelli biondi scompigliati e il sorriso dolce che riservava solo a me. Avrei tanto voluto potermi accoccolare sul suo petto mentre le sue mani mi carezzavano amorevolmente i capelli.
Avrei tanto voluto vedere lui lì con me.
Ma non c'era.
Non c'era da ben due settimane.
Ancora stentavo a credere di aver fisicamente sopportato la lontananza da Rob. Ma ci ero riuscita seppur a fatica. A volte avevo avuto delle vere e proprie crisi di nostalgia: mi veniva da piangere e avrei voluto rompere qualcosa. L'unico posto in cui avevo trovato veramente un poco di conforto era stato tra le braccia di mia madre. Mi aveva consolata e mi aveva aiutata a passare quegli istanti in cui vedevo tutto nero. In cui mi chiedevo perchè non potevamo stare insieme come qualunque altra coppia al mondo.
Non avrei mai immaginato che sarei arrivata a dipendere così tanto da una persona. Ma si sa, l'amore ti cambia. Totalmente, incondizionatamente.
Ti ritrovi a non riuscire neppure ad immaginare una vita senza colui che ami.
Coloro che ami in realtà, pensai.
A quel pensiero mi sentii immediatamente un poco meglio. Feci scivolare le mani sotto la cinghia della cintura che, forse un pò stupidamente, avevo tenuto piuttosto larga.
L'aereo subì una leggera scossa quando toccò terra e io mi massaggiai la pancia.
"Tutto bene fagiolino?" domandai sussurrando. Era diventata una consuetudine ormai per me e Rob parlare col nostro piccolino...o piccolina. Per noi era già vero, era già..reale. Eravamo già una famiglia, malgrado la lontananza.
Finalmente tutti i segnali si spensero e potei alzarmi in piedi e prendere il borsone che mi ero portata come bagaglio a mano. Aspettai svariati minuti che tutti i passeggeri della classe turistica scendessero.
Purtroppo era una precauzione necessaria:sarei scesa per ultima e avrei preso una navetta da sola fino alla macchina per l'hotel.
Firmai un autografo ad una giovane hostess e poi potei uscire nell'aria fredda del pomeriggio dello Utah. Rimasi incantata dal paesaggio che mi ritrovai attorno.
Nevicava. Nevicava tantissimo.
Anche se durante le vacanze in Inghilterra ne avevo fatto una bella scorpacciata non me ne sarei mai stancata. Forse perchè ero abituata a LA dove un Natale con la neve era un'utopia.
Sulla navetta che mi portava al parcheggio accesi il cellulare e composi rapidamente il numero che ormai nessuno mi avrebbe cancellato dalla mente.
Rispose al primo squillo. Probabilmente era stato cinque ore in attesa di una mia telefonata.
"Ce ne hai messo di tempo" mi rimproverò bonariamente.
"Scusa. Sono atterrata pochi minuti fa" risposi emozionata di sentire la sua voce dopo quelle ore di agonia "Non hai idea...quì è bellissimo. Nevica e anche se fa un freddo da morire il paesaggio toglie il respiro."
"Ma tu e il bimbo siete al caldo?" domandò premuroso.
Non potei fare a meno di sorridere. Dio, era così...così dolce e tenero quando si comportava come un papà. Lo amavo alla follia.
"Sì sì" risposi felice "Lo tengo al sicuro e protetto il tuo piccolino. Non temere"
"Bene, perchè voi due siete i miei tesori e quando non vi ho tra le braccia ho sempre il terrore che vi capiti qualcosa..."
Scesi dalla navetta con un sorriso a trentadue denti, emozionata dalla dolce piega che stava prendendo la nostra conversazione. Sapeva sempre quello che avevo bisogno di sentirmi dire.
Intravidi il grosso suv nero parcheggiato poco distante e mi ci diressi spedita. Immediatamente, però, notai qualcosa che rovinò totalmente il mio umore. Fotografi.
Almeno sei, fuori dalla recinzione.
Sbuffai sconsolata.
"Kris che c'è?" domandò Rob preoccupato.
"Nulla. Fotografi. Ti posso ...ti posso richiamare quando sono in hotel?"
Ero così nervosa che chiusi ancora prima di sentire davvero la sua risposta.
L'autista era un ragazzo giovane. Se ne stava appoggiato allo sportello dell'auto fumando una sigaretta e guardando truce i paparazzi.
Scattò subito verso di me quando mi vide arrancare col borsone in un braccio e il trolley nell'altro.
"Lasci faccio io." disse "A proposito mi chiamo Tom"
"Kristen" risposi ignorando il nervosismo e cercando di essere cortese. Allungò le mani per prendere i miei bagagli ma si accorse di avere ancora la sigaretta in mano.
Fece per buttarla a terra ma io lo fermai.
"Lascia, te la tengo un secondo" mi offrii.
"Grazie" Me la passò e poi si mise a caricare le valige sulla macchina "So che è un brutto vizio ma... a volte non riesco a farne a meno."
"Non dirlo a me" mugugnai. Era in momenti come quelli, quando mi sentivo una specie di fenomeno da circo fissato da tutti che avrei voluto più di qualunque altra cosa fumare una sigaretta. Ma ora non potevo. Avevo il mio bambino e dovevo prima di tutto pensare a lui.
In poche boccate ebbe terminato e potemmo partire.
Finalmente un pò di pace lontana dai paparazzi.
 Nel giro di una mezz'ora mi ritrovai nella mia anonima camera d'hotel. Certo non si poteva dire che non fosse lussuosa o ben arredata.
Lo era. Lo erano sempre.
Eppure mi sembravano tutte così fredde. Tutte così impersonali. Tutte così...solitarie.
Ecco il reale problema. Mi sentivo così sola..
Scossi il capo prima che i brutti pensieri si impadronissero di nuovo di me.
Io non ero sola. Non più. Forse Rob non era presente fisicamente ma..ma c'era un pezzetto di lui che cresceva dentro di me e che mi faceva compagnia sempre. Non dovevo scordarlo.
Cercando di tenere a mente quel pensiero confortante mi feci una doccia veloce e poi infilai il pigiama di flanella che mi ero portata da casa e che io adoravo. Me lo aveva regalato mio fratello Tayler per il compleanno ed era l'indumento più caldo e morbido che avessi mai indossato. In più, cosa ancora decisamente importante, profumava di casa. Certo...non si poteva di che fosse sexy. Era azzurro con delle pecorelle bianche che pascolavano l'erba..non il massimo per sedurre il proprio ragazzo.Ma lui non era lì perciò...
Prima di scoppiare a piangere presi il telefono e finalmente richiamai Rob.
"Amore ero preoccupatissimo". Furono le sue prime parole.
"Scusami. E' che volevo...solo sbollire un pò il nervoso. Scusami per prima" mugugnai.
"Non lo dire. Non sai che darei per essere lì a proteggerti"
"Ma tu ci sei"risposi sincera "Sei dentro di me. E ci proteggi..."
Dicendo quelle parole portai inconsciamente la mano sul mio ventre e fissai la pelle nuda lì dove la camicia era sbottonata. Meravigliata ne tracciai il profilo e, trattenendo il respiro, mi avvicinai allo specchio dall'altra parte della stanza per vedere meglio.
"O mio Dio" sussurrai
"Kris..Kris che c'è?" la voce un pò preoccupata di Rob mi giungeva come un eco dall'altra parte dell'apparecchio.
"O mio Dio..Rob si vede..."
"Si vede cosa?" domandò confuso.
"Nostro figlio.." balbettai. Ed era vero. Era vero.
Ora che guardavo attentamente riuscivo a vederla. Una piccola sporgenza. Una piccolissima collinetta. Era davvero minima e sarebbe stata impercettibile all'occhio di chiunque altro probabilmente. Ma quello era il mio corpo, e io lo conoscevo. Non sapevo da quanto tempo ci fosse o come avessi fatto a non notarla prima ma...ma ora la vedevo. Probabilmente ero stata semplicemente troppo triste e troppo concentrata su quanto mi mancasse Rob per accorgermi di alcunchè.
Ma adesso la vedevo lì...concreta e reale sotto le mie dita..
"Si..si vede...si vede un pò la pancia.." Sentii la voce spezzarsi mentre le lacrime cominciavano a farsi strada sul mio viso.
"Amore..è...wow.." La sua voce era rotta dall'emozione.
Annuii stupidamente, come se lui davvero avesse potuto vedermi.
"E io...e io non sono lì con te..." aggiunse sconsolato.
Sentii il mio cuore incrinarsi sotto il peso delle sue parole. Non volevo che lui stesse male, che si sentisse in colpa. Non ne aveva motivo. Lui era perfetto e sarebbe stato un ottimo padre molto presto.
"Non ..non è colpa tua" dissi asciugandomi le lacrime.
"Kris ti giuro che rimedierò" rispose serio "Ti giuro che domani vedrò nostro figlio a qualunque costo..."
"Perchè..perchè domani?" chiesi senza capire
Sembrò preso in contro piede "Domani..domani possiamo usare la web cam. Così mi fai vedere. Non sarà il massimo..ma è meglio di niente"
"Certo.." risposi cercando di nascondere la punta di delusione che stavo provando. Per qualche secondo una parte del mio cuore aveva seriamente sperato che sarebbe saltato sul primo aereo e sarebbe venuto da me...
Mi detti mentalmente della stupida. Lui aveva il lavoro. Esattamente come me. La preparazione di un film non era una parte da sottovalutare anzi...
Non poteva semplicemente mollare tutto e correre da me, per quanto io lo volessi.
Senza smettere di accarezzare nostro figlio mi sdraiai sul letto, contenendo a mala pena gli sbadigli.
"Amore, dovresti riposarti. Domani sarà una giornata importante per te."
"Già..." biascicai stremata.
"Ti amo Kris. Sogni d'oro..."
"Ti amo anche io" risposi "E i miei sogni saranno bellissimi se ci sarai tu..."
Lo sentii ridacchiare "Farò del mio meglio per esserci.Buona notte amore..."
Riagganciai di mala voglia. Anche se ero stanchissima sarei stata sveglia a parlare con lui tutta la notte,ma sapevo che non me lo avrebbe mai permesso. Dopo pochi istanti sentii il cellulare vibrare.
Era un suo  messaggio "Sarai splendida. E ci renderai molto orgogliosi. Ti amo."
Non ebbi il tempo di rispondere a quelle incoraggianti parole che avvertii un'altra vibrazione. Probabilmente si era dimenticato di dare la buona notte al piccolo o forse voleva ..
Rimasi di sasso quando lo aprii e vidi il mittente.
Mike.
Lessi velocemente.
Kris mi piacerebbe vederti domani dopo la premiere. Ti va un caffè?
Un caffè...
Rilessi quel messaggio almeno venti volte, soppesando attentamente ogni singola parola. Sarebbe stato così sbagliato uscire a bere qualcosa con lui? Mike era stato...così importante per me. Eravamo cresciuti insieme, avevamo condiviso tante cose, tanti bei momenti. E lui mi voleva bene, me ne aveva sempre voluto. Non era riuscito ad odiarmi neppure quando lo avevo lasciato per Rob. Aveva accettato la mia scelta, mi aveva lasciata andare perchè potessi essere felice senza rinfacciarmi nulla.
Ed ora l'unica cosa che mi stava chiedendo era passare qualche ora insieme a parlare un pò delle nostre vite, di come fossero cambiate. Di come fossimo cambiati.
Potevo dirgli di no?
Lui non se lo meritava
Risposi veloce al messaggio. Mi piacerebbe, ci vediamo domani.
Avevo fatto la cosa più giusta. Sì, decisamente.
E allora perchè sentivo che presto me ne sarei pentita?


"Kris...Kristen!" Sentivo la folla ed i fotografi strillare il mio nome da qualunque parte mi voltassi. Erano tutti lì alla ricerca di un pezzo di me, di un mio sorriso. Cercavo di essere spontanea, di essere gentile e concedermi a chiunque anche se i flash accecanti mi stavano pian piano facendo iniziare a girare la testa. Mi concentrai a firmare qualche autografo per poter evitare tutte quelle luci. C'erano molte ragazze giovani vestite, notai con stupore, quasi come me. Adoravo il sundance proprio per questo motivo: benchè fosse un festival prestigioso e apprezzato dalla critica era piuttosto informale. E così mi ero potuta presentare indossando jeans e converse rivestite di pelo per stare al caldo. Nulla di più comodo per me.
Attraversai il red carpet firmando autografi e concedendomi alle macchine fotografiche finchè non arrivai, con mio rammarico, alla zona che più temevo. Le interviste.
Non le avevo mai sopportate troppo. Non che avessi qualcosa in particolare contro i giornalisti, solo che...mi innervosivano. Iniziavano sempre tutti con domande apparentemente innocue e molto interessate al film per poi passare di botto a...tutt'altro. Altro che solitamente aveva un nome ben preciso: Rob. Io mi agitavo farneticando cose senza troppo senso e loro mi pressavano cercando di farmi dire cose che non volevo dire. O meglio,che non potevo dire. Io non avrei avuto alcun problema a rispondere con sincerità, chiudendo l'argomento e le speculazioni una volta per tutte. "Sì lo amo, stiamo insieme. Punto" Sei semplici parole che avrei volentieri urlato al mondo intero. Ma non si poteva. I nostri agenti erano concordi al riguardo. Mantenere un basso profilo. Lasciare che le cose venissero fuori pian piano evitando scandali e copertine shock.
Per me la cosa andava bene, per adesso. Ma avevo già messo in chiaro con Stephanie che non avrei nascosto la mia gravidanza in alcun modo. Io ero orgogliosa di mio figlio e della pancia che presto avrebbe iniziato a vedersi.
Arrivai davanti al plotone d'esecuzione con un finto sorriso stampato in faccia. Molti di quei giornalisti li conoscevo. Erano di testate che mi avevano già intervistata ad altri eventi, soprattutto legati a Twilight.
Le domande iniziarono a raffica.
."Kristen come è stato interpretare un personaggio così controverso?Così fuori dagli schemi?"
"Beh, non è stato affatto semplice. Mi ritrovo quasi sempre a confrontarmi con donne da una personalità fortissima. Che affrontano situazioni al limite della sopportazione eppure se la cavano grazie al loro immenso coraggio e...beh è bello perchè ciascuna di loro mi lascia qualcosa."
"kris in questo film ti vediamo vestire i panni di una ragazza molto diversa dalla Bella di Twilight. Credi che possa in qualche modo attirare ugualmente i tuoi fan affezionati  a quel personaggio?"
"kris ti piacerebbe recitare in una commedia romantica un giorno?"
"E' stato difficile interpretare una prostituta?"
"kris per favore sai dirci qualcosa riguardo le riprese di Breaking Dawn?"
Quella domanda non mi sorprese più di tanto. Me la facevano ogni volta, e io non sapevo mai come rispondere. Gettai una rapida occhiata all'addetta stampa che Stephanie mi aveva messo alle calcagna. Annuì impercettibilmente e io mi preparai a rispondere diplomaticamente come sempre.
"Beh ancora non sappiamo nulla per certo. Si farà ma..è tutto ciò che posso dire"
"Ma qual’è la scena che non vedi l'ora di interpretare?"
"Beh...francamente non vedo l'ora di tenere in braccio mia figlia" risposi senza pensare. La giornalista mi fissò confusa per un attimo.
Accidenti,questa era quasi più stupida della frase "Non vedo l'ora di rimanere incinta che mi era scappata al comic con.
"Cioè" tentai di giustificarmi "Quando terrò Renesmee in braccio spero di poter trasmettere le stesse emozioni di una madre che abbraccia per la prima volta il proprio piccolino ecco.."
Anche perchè io stessa, per allora, sarei stata una madre ormai. Entro ottobre io avrei già avuto una creaturina tutta mia di cui occuparmi, e io e Rob avremmo probabilmente iniziato a vivere insieme..in una casa tutta nostra.E poi una cosa a cui ancora non avevo pensato mi colpì come un fulmine a ciel sereno. A chi avrei lasciato il mio bimbo? Ad appena tre mesi aveva bisogno di me, della sua mamma. Certo avrei potuto affidarlo alle cure di mia madre ma...ma spesso le riprese si protendevano per molte ore, magari anche in notturna e...
Oddio, non avevo assolutamente pensato prima a questi problemi.
Ma ci doveva essere una soluzione. Ci doveva essere. Non ero la prima attrice a diventare madre e continuare a lavorare. Io e Rob insieme ci saremmo di certo inventati qualcosa.
Ero così assorta dai miei pensieri da accorgermi a mala pena che mi era stata rivolta un'altra domanda.
"Come scusa?" domandai.
"Fa più freddo quì o in Inghilterra?" chiese di nuovo sorridendomi.
Ci misi qualche secondo ad elaborare le sue parole. In Inghilterra? Cioè..quel tizio credeva davvero che...che..che avrei risposto così alla sua domanda? Eh...cosa? ma era stupido..?
Lo fissai allucinata per alcuni istanti, la lingua incollata al palato. Che si faceva in questi casi? Un diplomatico vaffanculo o si batteva in ritirata dando la colpa alla mancanza di tempo?
In meno di mezzo secondo Katherine fu al mio fianco "Grazie a tutti ma ora dobbiamo proprio andare. La proiezione sta per cominciare"
Capito tutto, si batteva in ritirata.
Sospirai sollevata, rendendomi conto di essere finalmente libera da quell'inferno mentre mi accomodavo in sala. Non era andata poi così male. Certo avevo balbettato e detto alcune enormi cavolate che entro un'ora sarebbero di certo finite su youtube ma..almeno era finita. E ora potevo concentrarmi sulla cosa che davvero mi tormentava di più.
La mia uscita con Mike.
Gli avevo scritto almeno una cinquantina di messaggi per disdire il nostro appuntamento  e , ovviamente, non ne avevo inviato neppure uno.
 Non ne avevo avuto il coraggio. In fondo non c'era nulla di male nel bere qualcosa con un vecchio amico.
Nel bere qualcosa con un vecchio amico no, ma nel non dire nulla al tuo ragazzo sì.
Era questa la cosa che mi tormentava e mi faceva stare male. Rob non ne sapeva nulla. Stupidamente forse avevo avuto paura della sua reazione e gli avevo tenuto nascosto tutto quanto sin dalle vacanze.
E' che...Rob era ancora così geloso di Mike. Lo vedevo nei suoi occhi ogni volta che per caso toccavo l'argomento. Si rabbuiava per ore. Probabilmente per lui era ancora una minaccia.
Passai tutta la proiezione a cercare una soluzione ma non venni a capo di nulla. Quando anche le foto finali finirono io mi ritrovai libera di andare. Feci velocemente un salto al mio hotel vestendomi già per il concerto di Joan Jett a cui avrei presenziato quella sera insieme a Dakota. Non vedevo l'ora di reincontrarla. Era nata una bella amicizia fra noi l'estate scorsa e rivederla sarebbe stata una bella rimpatriata.
Mi incamminai verso il bar a cui ci eravamo dati appuntamento. Era piccolo, ma lo avevo notato già l'anno precedente perchè aveva delle salette riservate in cui si poteva avere un pò di Privacy. L'ultima cosa che volevo era che mi si appioppasse un ritorno di  fiamma con Michael Angarano.
Notai la sua figura ancora prima che lui si accorgesse di me.
Coperto come me da svariati strati di lana fumava una sigaretta nell'attesa.
Presi un bel respiro e mi avvicinai agitando la mano. Vidi il suo volto illuminarsi in un sorriso.
"Kris!" gettò la sigaretta a terra e mi abbracciò stretta.
Mi guardai intorno, terrorizzata che qualcuno ci potesse vedere e fraintendere. Ecco perchè non mi piaceva fare le cose di nascosto:mi sentivo sempre come una ladra che rischiava di essere scoperta.
"Mike. Stai...stai benissimo". Lo osservai bene in viso. Era dimagrito e aveva l'aria stanca, ma sembrava sinceramente entusiasta di vedermi. E non potevo nascondere di esserlo anche io. Quel ragazzo era stato per anni un fratello, un amico, un confidente. E non vederlo per mesi mia aveva fatto tremendamente male.
"Mai quanto te" mi rispose mentre entravamo nel locale al caldo e prendevamo posto in un tavolino appartato "Sei stata meravigliosa. Anche se devo dire che le sene migliori sono state quelle in cui avevi pochi vestiti addosso..."
Lo colpii scherzosamente sulla spalla "Stupido..."
"Scusa scusa" borbottò. "Allora...come va col piccolo Lord?" scherzò
Gli lanciai un occhiataccia ma aspettai a rispondere finchè la cameriera non se ne fu andata dopo aver posato di fronte a noi due caffè bollenti.
Aveva sempre preso in giro Rob chiamandolo in questo modo per via della sua nazionalità e, nemmeno c'era bisogno di dirlo, mi aveva sempre dato fastidio.
"Mike...ti prego." sussurrai
"Ok, capito. E' che a capodanno sono passato dai tuoi a salutarli e..beh mi hanno detto che eri a Londra. Ho iniziato a pensare a quanto tempo non ci vedevamo e mi sono reso conto che...che mi mancavi tanto."
"Mike. Anche tu mi mancavi. Anzi, mi manchi" mi corressi sincera. "E vorrei trovare un modo per...per mantenere un equilibrio..."
"Non puoi Kris. Non penso che io e Rob potremmo mai essere amici o anche solo avere un rapporto decente.Non ci incontreremo mai. Lui mi vede come un rivale e io non riesco a pensare che lui sia la persona più adatta a te. Semplicemente."
Sbuffai "Non pretendo che vi mettiate a scherzare o a bere una birra insieme. Solo vorrei che i vostri rapporti fossero più civili, specialmente ora che..." Mi interruppi non sapendo se continuare o meno.
"Ora che...?" mi incalzò lui.
Dovevo dirglielo? Potevo fidarmi di lui? Incontrai i suoi occhi e in pochi istanti decisi di sì. Quel ragazzo era stato il mio sostegno e il mio punto d'appoggio per tanti anni. Aveva diviso tutto con me. Era l'uomo con cui avevo fatto l'amore per la prima volta...
"Mike..io e Rob aspettiamo un bambino. Sono incinta."
Mi fissò stralunato per un minuto abbondante. "Oh..."
"Oh?" lo incalzai. "Ti dico che sono incinta e tutto quello che mi sai dire è oh?"
"E' solo che..." balbettò "Di quanto sei?"
"Tre mesi"
"Tre mesi...wow..." Mi venne da ridere osservando la sua espressione. Sembrava gli si stesse staccando la mascella.
"Beh, sì. Devo dire che wow è la reazione più appropriata" concordai "e' la stessa cosa che ho pensato quando l'ho scoperto"
Tutto a un tratto però mi osservò con uno sguardo diverso. Come...triste.
"Mike che c'è?" domandai mentre il sorriso si spegneva dalle mie labbra.
"Allora ti ho persa davvero" sussurrò "Ti ho persa per sempre..."
A quelle parole mi sentii morire. Lui ancora soffriva. E tanto. E solamente per colpa mia. Forse se fossi stata sincera sin da subito con lui e con me stessa sui sentimenti che provavo per Rob lui avrebbe sofferto meno. Mi avrebbe dimenticata prima...
"Mike.." iniziai, ma lui mi bloccò abbozzando una mesta risata.
"Non fa nulla Kris. E' giusto così. Tu vai avanti con la tua vita...io farò lo stesso con la mia, non ti preoccupare."
Annuii e senza farlo apposta lanciai un'occhiata all'orologio.
"Devi andare al concerto, vero?" domandò "Kris vai su...non fa nulla. Mi ha fatto piacere rivederti."
"Anche a me" risposi alzandomi e infilandomi il cappotto. Mi dispiaceva lasciarlo solo dopo la conversazione che avevamo avuto ma non potevo annullare il...
"Il concerto!" esclamai "Miake, perchè non vieni anche tu?"
"Beh..Kris..ci saranno i fotografi e.."
"Oh dai! Ti siederai lontano da me. Scommetto che i fotografi neppure si accorgeranno di te al buio. Saranno super concentrati a sparare luci accecanti in faccia a me e a Dakota."
"Non so.."
"Per favore" implorai "e' una vita che non facciamo qualcosa insieme"
"E va bene" rispose ridendo alla fine e indossando il giubbotto "Verrò, verrò."
Uscimmo fuori nell'aria gelida della sera. Guardai in alto e vidi i fiocchi continuare a scendere vorticosamente. Ero felice di fare qualcosa con Mike. Era davvero da troppo, troppo tempo...
Mai per un attimo però, mentre attraversavamo le strade illuminate di Park City, riuscii a togliermi dalla mente l'immagine di Rob e del fatto che forse avrei dovuto dirgli tutto.
Una parte del mio cuore sentiva di essere nel torto. E forse, se l'avessi ascoltato, non mi sarei trovata nell'incubo che stava per investirmi.


"Guarda che davvero. Brillavi sul palco." si complimentò di nuovo Mike "La vera rockstar sembravi tu!"
Risi di gusto alle sue parole "Beh, io ne avrei fatto a meno. Tutta quella gente che urlava...l'avrei volentieri evitata.Comunque...visto che ti sei divertito? Te l'avevo detto..."
Era stata davvero una serata divertente. Se toglievamo i fotografi e l'essere al centro diretto dell'attenzione, tutto era filato liscio. Io e Dakota avevamo riso e scherzato come delle ragazzine cantando le canzoni che praticamente conoscevamo a memoria. E potevo dire che anche Mike aveva apprezzato la serata. E di questo ero molto felice, mi sembrava decisamente più sereno di prima.
Percorremmo in silenzio i pochi metri che ci separavano dalle luci della hall del mio hotel.
"Ti accompagno dentro. Non posso lasciare sola una donna nelle tue condizioni. E poi sono l'1 e 45. Non ci sarà nessuno a quest'ora."
"Adesso sembri proprio Rob, anche se so che non ti piacerà sentirtelo dire" sbuffai esasperata "Cioè solo perchè una è incinta la trattate come un'idiota incapace.."
"Aahaahah. La solita esagerata" mi rimproverò scherzosamente "Anche da ragazzina eri così. Tendevi a melodrammizzare tutto"
Entrammo finalmente nell'hotel e lanciai una rapida occhiata alla zona della hall illuminata. Nessuno, bene.
 Mi voltai verso Mike.
"E' stata una bella serata" mi disse "Grazie..."
"Non mi devi ringraziare" affermai finalmente felice "Lo è stata anche per me."
"Un abbraccio della buona notte è d'obbligo allora" abbozzò un sorriso che ricambiai.
"Certo scemo..." Mi avvicinai stringendolo. Come era bello sapere di non aver perso un amico. Dopo mesi e mesi di...di nulla..ora finalmente sapevo che la mia amicizia con Mike aveva una possibilità per rimanere intatta. Certo, eravamo cambiati. io sicuramente almeno. Avevo trovato il mio vero amore e stavo costruendo una famiglia con lui ora. Ma sapere di avere ancora un buon rapporto con qualcuno che era stato importante come Michael per me....era fondamentale.
Ad un tratto lo sentii irrigidirsi
"Kris" sussurrò improvvisamente mentre mi staccavo da lui.
Sembrava imbarazzato e fissava un punto alle mie spalle. "Kris...c'è..."
Non gli diedi il tempo di finire la frase. Mi girai e quasi feci cadere la borsa per lo shock.
Non ci potevo credere. Non...non poteva essere reale. Non poteva.
Doveva essere solamente uno dei miei tanti sogni ad occhi aperti perchè...perchè lui era lontano centinaia di chilometri, dall'altra parte dell'oceano Sbattei un paio di volte le palpebre ma lui continuava ad essere lì, in carne ed ossa.
Era lì, con me.
Era lì, concreto.
Era lì ed era...
"Rob" sussurrai percorrendo i pochi metri che ci separavano e gettandomi fra le sue braccia.
Non ci potevo credere. Era un miracolo, era un sogno che diventava realtà.
Lo strinsi forte per paura che potesse scomparire da un momento all'altro e, in quell'istante, capii che c'era qualcosa che non andava.
Lui non ricambiava il mio abbraccio. Le sue braccia erano rigide lungo i fianchi, il suo respiro quasi assente. Mi scostai e vidi che i suoi occhi non guardavano dolci i miei, ma fissavano Mike alle mie spalle.
"Rob...è meraviglioso che tu sia quì, ma..come hai fatto?" domandai tentando di attirare la sua attenzione.
Attirato dalla mia voce mi guardò. Ma, forse, avrei preferito che non lo facesse. I suoi occhi erano freddi, feriti. Mi trapassarono come una lama ghiacciata.
"Volevo farti una sorpresa ma...forse avrei dovuto avvisare"
"No..ma..ma che dici..? Mike mi ha..semplicemente riaccompagnata e.."
"Kris forse è il caso che vada ora" disse il Mike.
"Bravo, vattene" Rimasi stupita dalla voce di Rob; non l'avevo mai,mai sentito parlare in modo così furioso.
Mike azzardò un passo verso di noi, come a dire qualcosa, ma lo bloccai subito. Non volevo una rissa lì davanti a possibili spettatori.
“Vai in hotel…” lo supplicai. Lui mi fissò per un istante e poi annuì, uscendo dall’ingresso principale.
Ritornai al fianco del mio ragazzo “Andiamo in camera…” Era arrabbiato, e si vedeva chiaramente. Lo precedetti e gli feci strada fino alla mia stanza.
Entrai e col cuore in gola avanzai verso di lui di qualche passo.
Si era tolto il giubbotto, gettandolo sul letto e ora se ne stava lì appoggiato alla piccola scrivania: le mani in tasca, gli occhi bassi.
Era così vicino che avrei potuto sfiorarlo solo allungando un braccio. Eppure non l'avevo mai sentito tanto distante.
Osservai attentamente il suo viso: aveva delle occhiaie scure e profonde e l'aria tremendamente stanca. Si era fatto dieci ore di volo mollando tutto per venire quì da me e dal bimbo.
"Io...Rob ..tu sei pazzo... sei venuto perchè sapevi che mi sentivo sola.."
"Già" disse sarcastico "Ma forse dopotutto non eri così sola"
Presi un profondo respiro. Dovevo parlargli, spiegargli esattamente come erano andate le cose prima che potesse pensare che..
"Io e Mike siamo andati solamente a prendere un caffè e.."
"Dimmi solo una cosa" mi interruppe ritornando a fissarmi con quello sguardo gelido a me sconosciuto "Lo sapevi che lui sarebbe stato al  festival?"
Non pensai neppure un minuto alla risposta. Dovevo essere sincera, dovevo dirgli la verità.
"Sì"
"Bene..." sussurrò mesto "E da quando?"
"Dall'...dall'isola di Wight. Mi ha mandato un messaggio e...e io volevo dirtelo ma..ma non avresti capito e saresti voluto venire con me..."
"Certo. Certo che sarei venuto. Dio Kris, ma non lo vedi?" si passò nervoso una mano tra i capelli "Non vedi come ti guarda? E' ancora innamorato di te!"
"Forse..forse prova ancora qualcosa per me. Ma non è come credi. Lui è molto legato a me, ma rispetterà il nostro rapporto, di questo sono sicura"
Sbuffò "Rispettare il nostro rapporto? Kris lui non l'ha mai rispettato.."
"Adesso stai esagerando" sbottai innervosendomi. "Ora capisci perchè non ti ho detto nulla? Stai reagendo esattamente come pensavo. Non provi neppure a capire."
"A capire?" Iniziò a camminare per la stanza "No, hai ragione. Non capisco. Non capisco perchè a causa di Mike tu abbia dei segreti con me. Non capisco perchè tu non sia sincera. Non capisco da quando tu sia così superficiale da metterti a fumare con nostro figlio dentro di te. Non capisco tante cose Kris."
Lo guardai sconvolta, cercando di afferrare il senso delle sue parole, senza però riuscirci.
"Ti ho vista. Ho visto le foto di te nel parcheggio dell'aeroporto" rispose "Dio Kris ma a che pensavi?!"
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando disperatamente di ricordare a cosa diavolo si riferisse. E poi capii.
Il giorno prima nel parcheggio avevo tenuto la sigaretta all'autista e c'erano tanti paparazzi e Rob doveva aver creduto che io...
Aspetta, Rob aveva davvero creduto che io...che io avessi messo in pericolo la vita di mio figlio per uno sfizio. Per un capriccio...
Lacrime di delusione e rabbia iniziarono a pungermi gli occhi. Lui pensava questo di me e dell'amore che provavo per il nostro bambino?.
"Questa te la potevi anche risparmiare" sibilai "Tu...tu non sai niente..di come sono andate le cose, niente."
"Kris..." iniziò ma lo bloccai.
"No, sai qual'è il vero problema quì?" continuai imperterrita "Il problema è che non hai la minima fiducia in me. In noi.."
"Sai che non è così.."
"Ah no?" Mi scacciai col dorso della mano le lacrime che stavano scivolando lente " Eppure sei quì ad accusarmi di cose che non esistono. Quella stupida sigaretta la stavo solo tenendo all'autista. Ma tu non hai chiesto spiegazioni a me, vero? No. Ti sei limitato a sputarmi addosso accuse su accuse.."
"Se tu fossi stata sincera sin dall'inizio tutto questo non sarebbe successo"
"Bene.." risposi ironica "La conclusione quindi è che è tutta colpa mia..."
Non volevo sentire altro. Non sapevo se potevo sentire altro.
Afferrai il borsone che la sera precedente non avevo sfatto, senza neppure guardarlo negli occhi.
"Che fai ora?" domandò.
"Me ne vado via da quì" sussurrai tra le lacrime, dirigendomi verso la porta.
"Non essere assurda." sbottò "Dove vuoi andare a quest'ora.?Certo...se ti infilassi nel letto di Mike lui ne sarebbe felice. Non aspetta altro."
Mi voltai di scatto e presa dalla rabbia non riuscii a controllare la mia mano. Si abbattè con violenza sul suo viso.
Come...come aveva potuto dire una cosa simile?
"kris" sussurrò sconvolto dalle sue stesse parole "Kris ..io non.."
"Basta..basta" biascicai tra le lacrime "Basta, non ce la faccio ad ascoltarti ancora..."
Uscii e mi misi a correre per il corridoio, e poi fuori nell'aria gelida che mi faceva congelare le guance bagnate. Camminai e camminai senza sapere bene dove sarei andata.
Senza neppure pensare a dove andare.
Non avevo una meta. Non riuscivo a pensare a nulla che non fossero le parole terribili che mi aveva detto. Che ci eravamo detti.
La neve vorticava ancora intorno a me, ma non sentivo freddo. Non quel tipo di freddo perlomeno. Avevo un gelo diverso, dentro il mio cuore. Che trapassava tutto il resto.
Che mi impediva di percepire tutto il resto.
Poi però ebbi un flash. Il mio bambino sentiva. Sentiva tutto ciò che sentivo io. Dovevo fare qualcosa. Cercare di riprendermi almeno per lui.
Facendo uno sforzo enorme riuscii a fermare un taxi. Avevo bisogno di un posto caldo, di un posto in cui sdraiarmi un secondo.
E sapevo anche dove andare.
Sapevo che quella persona non mi avrebbe respinta. Che mi avrebbe aiutata ed accolta.
In pochi minuti arrivammo davanti all'hotel che cercavo. Conoscevo il numero della sua stanza e mi ci diressi spedita, bisognosa del conforto di qualcuno.
Bussai. Sapevo che era tardi e speri vivamente che non mi avrebbe preso per pazza.
Dopo alcuni secondi aprì la porta, scarmigliata e stanca.
"Kris?" domandò la mia amica "Kris che succede?"
"Dakota io..." Non riuscii a finire la frase e scoppiai a piangere tra le sue braccia esili. Da quel momento in poi tutto fu estremamente confuso.
Le raccontai tutto. Tutto quello che era successo. La gravidanza, la nostra vacanza, le mie bugie, il litigio...
Non sapevo dove trovavo le parole per andare avanti. Forse, semplicemente, l'atto meccanico di parlare mi faceva evitare di pensare...di pensare a lui...
Dakota mi carezzò i capelli, cercando di confortarmi come meglio poteva, finchè si addormentò stremata al mio fianco, tenendomi la mano.
Io non lo feci. Non avrei mai potuto. Restai sdraiata su quel letto a fissare il soffitto e le ombre che, lentamente, si facevano sempre meno scure mentre le lacrime silenziose bagnavano il cuscino.
C'era silenzio assoluto ma le sue parole mi rimbombavano ancora nelle orecchie. Le sue accuse, la sua mancanza totale di fiducia..non avrei mai creduto di poter provare tutto questo..dolore. Pulsava nel mio petto come un male fisico che non guariva, che non passava mai. Non avevo mai provato una cosa simile. Avevo recitato migliaia di scene tristi, letto libri e ascoltato canzoni ma..era tutto diverso ora. A volte ti facevano credere che fosse un sentimento profondo...quasi poetico. Ma non era così. E io lo capivo in quegli istanti di agonia.
Il dolore era sempre e solo dolore, e ti uccideva lentamente.
"Kris..." venni riportata bruscamente alla realtà dalle parole che la mia amica, accucciata al mio fianco, mi sussurrava. Notai che era vestita e pronta. Quando..quando si era alzata e cambiata? Non mi ero resa conto di nulla...
"Kris.." continuò "C'è il brunch...ricordi? Se non te la senti posso dire che stai male o..."
"No..No" mi alzai e lentamente mi diressi verso il borsone che avevo gettato ai piedi del letto. Non potevo restare lì da sola con i miei pensieri. Non potevo.
Indossai il primo paio di jeans e la prima maglietta che mi capitarono sotto mano. Dakota mi spazzolò i capelli e mi truccò leggermente il viso.
Storsi comunque la bocca di fronte alla mia immagine allo specchio. Non potevo credere di essere io quella ragazza pallida e distrutta che mi fissava di rimando.
"Non preoccuparti. Diremo che hai un pò di influenza...nessuno lo noterà."
Annuii mesta.
"Kris. Io..io credo che vi siate detti delle brutte cose ma..ma non le pensate davvero." cercò di consolarmi "Quando si litiga si apre la bocca a sproposito e poi ci si pente. Cerca di stare tranquilla. Sono certa che questa sera vi chiarirete e magari ora riuscirai a distrarti un pò ."
Ma non fu affatto così.
Tante..tante persone intorno a me che parlavano, ridevano, chiacchieravano divertite, a loro agio. Mi sembrava che fosse assurdo: come poteva tutta quella gente essere felice..mentre il mio mondo crollava a pezzi? Mi chiamavano, mi chiedevano foto, autografi...e io mi muovevo come un automa, rispondevo a monosillabi, inventavo labili scuse per spiegare la mia apatia.
Mi sembrava di vivere in un altro pianeta, tanto che ad un certo punto durante il brunch ordinai un bloody mary per carcare di riacquistare un pò di lucidità. Ne bevvi un paio di sorsi ma, per fortuna, Dakota mi fermò in tempo.
"Kris..il bimbo.."
Quelle parole mi bastarono per allontanare il bicchiere inorridita da ciò che stavo facendo. Mi passai una mano fra i capelli.
Mi ero addirittura dimenticata di mio figlio...di mio figlio!
Forse aveva ragione Rob...forse era davvero colpa mia. Forse sarei stata davvero una pessima madre...
Continuai ad aggirarmi attraverso i  miei impegni tutto il pomeriggio, spinta ed incoraggiata dalle parole di sostegno di Dakota. Non credevo che avrei mai potuto farcela senza di lei.
Soprattutto sul red carpet. Quasi faticavo a capire le domande inutili e superficiali dei fotografi.
Un unico pensiero fisso in testa.
Rob.
Chissà dov'era. Chissà cosa stava facendo. Chissà se era ancora arrabbiato con me...
E io? Io ero arrabbiata con lui?
Non sapevo rispondere con esattezza. Una parte del mio cuore sì. Per quello che aveva detto, per la poca fiducia che nutriva in me...
Ma l’altra parte...si sentiva colpevole. Di avergli mentito, di aver agito alle sue spalle, di...
"Kris" Dakota mi raggiunse nel corridoio fuori dalla sala "La proiezione sta per cominciare"
"Io...io non ce la faccio" sussurrai. Non potevo andare avanti così. Essere lontana da Rob era come essere lontana da una parte della mia anima.
Dovevo fare qualcosa.
"Devo..devo andare a parlargli..devo"
Lei stupendomi non obiettò nulla. Si limitò ad annuire "Vai...vai da lui. qualcosa mi inventerò"
Le rivolsi un debole sorriso e uscii velocemente fuori dall'edificio. Inforcai gli occhiali scuri che portavo sempre con me e alzai il cappuccio della felpa.
Non avrei voluto essere vista, ma se anche fosse accaduto non me ne sarei preoccupata più di tanto. C'era una sola ed unica cosa importante in quel momento.
Ed era trovare Rob. Dirgli che lo amavo, che avevo bisogno di lui per sopravvivere e che potevamo dimenticare quello che era successo la sera precedente.
Che potevamo ricominciare da capo....
Corsi a per di fiato per dieci minuti buoni e, alla fine , arrivai trafelata al mio albergo. Entrai precipitandomi direttamente in stanza.
"Rob!" strillai al vuoto. Non c'era nessuno.
E, notai subito, non c'era neppure la sua borsa, nè la sua giacca. Nulla.
Forse...forse era andato in un altro hotel per lasciarmi sola o forse...
Mi bloccai quando notai qualcosa di bianco sul copriletto. Un foglietto. Lo presi e con mano tremante lo aprii.
Sono tornato a casa. Ti chiamo appena arrivo. Scusami se puoi..
Sentii il respiro mozzarmisi in gola e le lacrime oscurare tutti i colori dai miei occhi. Lentamente scivolai a terra mentre il mio cervello capiva quello che era appena successo.
Mi aveva abbandonata.
Mi aveva lasciata da sola.
Mannaggia a quella scimmia che rompe. Mannaggia a Kris che non dice le cose a Rob. Mannaggia a Rob che è stato davvero pesante...Mannaggia a tutti in pratica. Tutti tranne ovviamente la vostra dolce Cloe...che è sadica per necessità ma vi vuole tanto bene.  =))))) Ooooook, sto scappando......

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Capitolo 8
*** Solitudine ***


CAPITOLO 8 FFF Ragazze, eccoci qui puntuali come sempre. Non siamo emigrate in africa...siete state buone e ci avete capite ...in fondo è tutta colpa di quei due stupidi, mica nostra..U.U E non ve la siete presa neppure troppo col nostro makako: avete fatto bene, alla fine lui non ha fatto nulla di male, si è comportato da brava scimmietta. Cooomunque adesso lui se ne ritorna nella sua gabbia allo  zoo. Per ora..in futuro non è detto che non torni a fare un giretto fra noi per la vostra gioia.
*.*  *.*  *.* Ci inchiniamo onorate di fronte a voi e alle splendide recensioni sempre così numerose *.*  *.*  *.* Grazieeee...continuate così, siete fantastiche!!!! Mi sembra il caso di lasciarvi il capitolo ora che molte cose devono essere risolte...notate, DEVONO... nn è detto che si risolvano muha muha muha...
In realtà il capitolo era lungo il doppio...cioè troppo lungo e abbiamo pensato di spezzarlo. Sorry...ok, Fio ha voluto che lo dicessi, io non volevo . Ho paura che ci prendiate a legnate ora. Ma spero che non lo facciate. Perchè il prossimo capitolo sarà mooolto presto. Ehm ehm...no, nn è vero sarà tra cinque giorni come sempre ma...se ci riflettete bene: cosa sono 5 giorni nell'economia dell'eternità??  okkkkk..dopo questa ci ritiriamo...ancora un mega grazie a tutti...
Intanto rispondiamo alle recensioni...un mega kiss da Cloe e Fio (anzi Fiò con l'accento sulla o) =)  =)

kiki_88: grazie a te , e non temere tutto andra per il meglio, non siamo cosi sadiche, almeno crediamo di non esserlo ahahah....
yesido: grazie mel, ma ti conviene non dire mai davanti alla queen che il makako i fa pena, potrebbe bannarti ah...
per quando riguarda la storia abbi fiducia in noi.. eccoti il capitolo, e speriamo anche di leggere la tua one shot molto presto ah...
ada90thebest : anche noi odiamo quell'essere odioso, beh rob si è sentito tradito, e aveva capito di avere sbagliato con lei nei modi per questo lascia l'america, pero non preoccuparti, fidati di noi.
Anto_Pattz : nei cosi convinta anto che i due faranno pace cosi presto, il nostro sadismo si fara vedere nel suo splendore piu alto ahaha.. scherziamo lol
eccoti il capitolo e grazie tesoro!!
frate87: si maledetti tutti ahah, no dai tutto andra per il meglio, alla prossima...
Roxisnotdied: ross cess non puoi ucciderti, potremmo fare lo stesso con te, quindi fai funzionare quella testa e scrivi su joy ahah
eccoti il capitolo alla prossima ross!! ahahahahah
crista: si mike è un rompipalle, ma ormai è fuori dalla nostra storia non temere ah..  alla prossima e grazie.
elviraj :non esageri a morte scimmia ahah, no dai tutto si risolvera nel giro di tipo 30 capitoli?? ahah scherziamo u_u
ariel7 :o_o letizia cara, anche noi adoriamo te, non preoccuparti la scimmia tornera subito nel suo zoo ah.
chi61 : parole sante le tue sulla gravidanza, ma non temere tutto andra per il meglio.. siamo buone noi nel profondo ah..
lampra: tesoro la pace arrivera molto presto, non temere.... eccoti il capitolo alla prossima.
piccolinainnamora: noi non siamo cattive u_u perfide vorrai dire ahahah, non temere la pace è prossima ah...
simo1726:ahahah anche tu odi il macaco, fai bene ah..
beh dai non preoccuparti, i due faranno pace molto presto.... alla prossima e grazie.
bbird:grazie a te.
ledyang:grazie per i complimenti mia dolce mogliettina!!!!! ma anche Fio è molto brava a...rimediare lì dove io creo scompiglio e caos...vedrai vedrai. Anzi, adesso che ci penso tu hai già visto tt...hihihihihii Grazie di tutto e...non temere ricordiamo quella parola che inizia per E e finisce per o..ce la sognamo pure di notte...EQUILIBRIO. LOL
julietta__ :ahaha giulicess troppo divertente ah.. non preoccuparti tutto andra per il meglio lol... te mi raccomando posta anche tu ah.
ely_leyton : grazie a te, non preoccuparti staranno di nuovo insieme ah...
dorel : grazie a te... siamo contente di trasmettere qualcosa, alla prossima.
Enris :si i problemi andranno via, almeno crediamo ahah.. grazie alla prossima.




CAPITOLO 8 (Fio)


SOLITUDINE

POV Kris

Due settimane. Mi sembrava assurdo anche solo a pensarci. Due settimane. Quattordici giorni. Trecentotrentasei ore.
Mai il tempo mi era sembrato così inesorabilmente nemico, eppure stavolta ogni rintocco dell’orologio era una pugnalata al cuore.
Seduta nella veranda di casa con le gambe al petto fissavo il vuoto mentre la camomilla che non avevo toccato per niente si raffreddava sempre di più e la mia mente tornava inevitabilmente a quella sera, quella sera in cui avevo trovato la stanza vuota.
Mi aveva abbandonata. Mi aveva lasciata. Aveva fatto le valigie ed era volato via lasciando un misero biglietto, un freddo pezzo di carta. Credeva forse che sarebbe bastato? E dire che ero anche disposta a perdonarlo, ero corsa lì per chiedergli scusa, per dirgli che lo amavo e che non mi importava di niente se non di lui, ma quel vuoto mi aveva riempito il petto e ora avevo il nulla dentro me. Continuavo a rivedere quella stanza vuota nella mia testa e a rileggere quelle quattro parole sperando scioccamente di aver letto male. Doveva esserci una spiegazione. Non poteva avermi abbandonata.
Eppure le parole erano sempre le stesse.
Sono tornato a casa. Ti chiamo appena arrivo. Scusami se puoi..
Scusami, se puoi.
Non potevo, non dopo quello che aveva detto e soprattutto non dopo quello che aveva fatto. Come aveva potuto lasciarmi lì, da sola, con suo figlio in grembo?
Certo, del bambino continuava a preoccuparsi.
Aveva chiamato la sera stessa, come promesso nel bigliettino, ma avrei preferito che non l’avesse fatto data la piega gelida che aveva preso la conversazione.
“Sono arrivato. Come stai?”
“Bene..”. Non sapevo nemmeno da dove avessi preso la forza per parlare e soprattutto mentire in quel modo. Ma non volevo che mi sentisse ferita.
“Bene.. il bambino?”
Allora capii che era quello il suo scopo, era quello che voleva sapere. In realtà di me non gli importava. Il bambino. Era tutto quello che voleva sapere.
“Sta bene..”
“Bene..”.
Piombò un silenzio tombale. Nessuno parlava. Lui non parlava. Non un accenno di scusa, non il minimo interesse per come l’avessi presa, per come mi sentissi. Niente.
Presi io la parole prima che quel silenzio potesse ferirmi ulteriormente. “Devo andare. Notte”. Attaccai il telefono, gelida e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo.
Come era possibile che due persone come noi potessero arrivare al punto di non parlarsi per due settimane? Se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto, eppure era così. Non parlavamo da quella maledetta sera, non realmente. Chiamava una volta al giorno, di solito prima che andassi a dormire, per chiedere del bambino, ma le nostre conversazioni (se così potevano chiamarsi) erano sempre più fredde, sempre le solite.
Lo rassicuravo della salute del bambino quando invece io stessa mi chiedevo se stesse bene. Certo, se stava come me.. allora era davvero a terra. Mi contorcevo l’anima al solo pensiero, cercando di essere forte e di stare meglio, per lui, ma a volte non ce la facevo proprio. Mamma era sempre più preoccupata. Nonostante avessi una casa tutta mia a Los Angeles, non me l’ero sentita di tornare in quelle stanze vuote. Troppi ricordi di sere passate lì con lui. I miei erano stati ben felici di “ospitarmi” per un po’ e tutti si prendevano cura di me come se fossi una malata terminale. E forse lo ero. Stare lontana da Rob mi uccideva, ma non potevo costringerlo a fare qualcosa che non voleva. Lui era andato via, lui sarebbe dovuto tornare e il fatto che fossero passati tredici giorni senza che bussasse alla mia porta la diceva lunga. Ogni giorno mi svegliavo con la speranza di trovarlo in cucina a bere una tazza di caffè con mia madre, con i capelli scompigliati e il viso un po’ stanco dal volo, ma ogni giorno mi illudevo. La cucina era vuota, come me, e piombavo di nuovo nel mio malumore. Tutti cercavano di essermi vicini e starmi alla larga al tempo stesso, cercando di darmi un po’ di spazio ma io di spazio ne avevo abbastanza e l’unica persona che avrebbe potuto riempirlo non era lì.
“Tesoro.. come va?” La voce di mia mamma ruppe il flusso dei miei pensieri e non potei che esserne felice.
“Così..” sospirai scuotendo le spalle. Inutile dire che andava bene, non mi avrebbe creduto. Non più almeno, non dopo le ultime 12000 volte che me l’aveva chiesto e le avevo mentito.
“Amore.. vedrai che questa storia si risolverà. È solo un litigio..”.
“Tredici giorni mamma. Tredici”. Ormai ero anche stufa di sentire quei discorsi. Non facevano che ricordarmi ancora di più il fatto che lui mi avesse abbandonata. Era assurdo eppure non trovavo modo migliore per definire la sensazione che avevo provato aprendo quella porta e trovando quella dannata stanza vuota.
“Ti dico che andrà tutto bene. Fidati di me”. Avrei davvero voluto fidarmi, ma come potevo? Lei non sapeva cosa si provava, non sapeva quello che mi aveva detto, il modo in cui mi aveva sputato in faccia quelle parole assurde e.. maligne, dimostrando di non avere alcuna fiducia in me. Quella era la cosa che mi faceva più rabbia in assoluto. Non era successo niente, cazzo! Eppure lui non aveva esitato a dubitare di me, proprio di me che lo amavo alla follia e portavo in grembo suo figlio.
Prima che potessi impedirlo altre lacrime presero a scorrere lentamente sulle mie guance cadendo nella nuova tazza di camomilla bollente che mia madre mi aveva messo tra le mani.
“Amore mio.. ti prego.. fidati. Sono tua madre.. so quello che dico”.
Oh mamma, quanto avrei voluto crederle.
“Ti fidi?” sussurrò asciugandomi le lacrime.
Accennai un debole si con la testa per farla contenta e strinsi forte la tazza per riscaldarmi le mani.
Mia madre mi fissava con aria preoccupata ed esitante, come se avesse paura di dirmi qualcosa. Tirando su con il naso le feci cenno di esprimersi, ma aspettò un po’ prima di parlare mentre arrancava nelle parole per paura di dirmi qualcosa di sbagliato.
“Tesoro.. volevo dirti.. che ho fissato una visita con la ginecologa..” disse tutto d’un fiato.
“Tu sei al terzo mese e ancora non hai fatto un’ecografia.. perciò..”.
Rimasi di sasso mentre quelle parole mi penetravano la mente rivelandomi la realtà che nascondevano: Ero.. pessima. Il mio bambino non era nemmeno nato ed io ero già una pessima madre. Mi sfiorai la pancia delicatamente come a scusarmi col mio piccolino ma non fu abbastanza e non riuscii a fermare le lacrime che ripresero a scorrere copiose, come un fiume in piena.
“Tesoro..”
“Sono.. una pessima madre!” scoppiai a piangere. “Sarò una pessima madre..”
“Ma no amore, che dici?”
“Non so nemmeno prendermi cura di mio figlio..”. La mia voce rotta dal pianto invase la veranda scontrandosi con il petto di mia madre che in un secondo mi aveva accolto tra le sue braccia carezzandomi i capelli per consolarmi.
Mi cullava dolcemente tentando di calmarmi. “Ssssh.. va tutto bene. Andrà tutto bene. Sei stata molto impegnata.. Non è colpa tua.. Sei ancora così piccola..”.
L’abbracciai forte lasciando che le lacrime si posassero sul suo maglione e mi lasciai cullare da quelle parole. Aveva ragione in fondo. Avevo solo 19 anni. 19. Ero praticamente una ragazza madre. In quel momento più di ogni altra cosa avrei voluto Rob lì accanto a me. Non ce l’avrei fatta da sola. Avrei voluto abbracciarlo, dimenticare tutto. Avrei voluto che fosse lui a dirmi che sarebbe andato tutto bene, avrei voluto che mi prendesse il viso, mi dicesse che mi amava e mi baciasse dolcemente. Ma lui non c’era. C’eravamo solo noi. Io e il mio bambino. Lui era la mia priorità in quel momento e io non sapevo nemmeno prendermene cura. Rob me lo aveva detto.
 Ricorda di fissare l’ecografia.
Ed io invece.. ero stata così stupidamente presa dai miei impegni che l’avevo completamente dimenticato. E ora mi trovavo a fare un’ecografia a tre mesi, quando il mio bimbo iniziava già a svilupparsi. E se ci fossero stati dei problemi? E se fosse andato storto qualcosa? E se fosse troppo tardi?
No. Andava tutto bene! Mi ripetei mentre mia madre continuava a cullarmi. Doveva andare tutto bene. Doveva essere così.
Quando finalmente mi calmai ripresi il fiato che i singhiozzi mi avevano tolto e chiesi a mia madre quando avesse fissato la visita.
“Ehm.. domani..”
Rimasi basita. “D-domani? Ma.. ma è.. S. Valentino..”.
Perfetto! Davvero non poteva andare meglio di così. Non che avessi mai creduto a quella festività ma inevitabilmente mi avrebbe ricordato Rob e non ce la facevo più a piangere.
“Si.. ma siamo state fortunate. È già tanto che ci abbiano fissato una visita con così poco preavviso..”.
Annuii asciugandomi gli occhi per l’ennesima volta. Pazienza. Avrei festeggiato l’amore che provavo per il mio bambino.
Un brivido di freddo mi percosse il corpo quando una leggera e insolita ventata fredda mi carezzò le guance. L’aria californiana era tiepida anche nel mese di febbraio tanto da permettermi sempre di andare in giro a maniche corte, ma quella sera invece faceva leggermente freddo, come se anche il tempo si fosse adeguato alla mia condizione e al gelo che sentivo dentro.
“Ora entriamo..” disse mia madre dandomi una mano ad alzarmi. “Tutto questo vento non fa bene al bambino..”.
E con quelle parole mi convinsi ad entrare in casa e bere la terza camomilla mi aveva preparato con la speranza che non lasciassi freddare anche quella, come me.

Come se potesse essere possibile, mi svegliai ancora più di malumore. Ma questa volta non era tristezza o malinconia. Era.. rabbia. Rabbia verso di Rob. Lui che avevo visto in giro con Tom a strafogarsi da Nando’s e a comprare mutande e giochi per l’xBox. Cioè.. era assurdo: io che tra qualche ora avrei avuto la mia prima ecografia e lui in giro per Londra a comprare mutande e calzini.
Che doveva farci poi?
Era tutto così sbagliato. Non doveva andare così, non doveva essere così. Non era questo quello che mi ero immaginata, quello che avevo sognato.
Avevo sempre visto Rob lì, accanto a me, a stringermi la mano mentre ascoltavamo il cuore di nostro figlio. Invece.. avrei dovuto accontentarmi di mia mamma.
Non avevo nemmeno avuto bisogno di chiederle se volesse accompagnarmi. Sapeva che ero spaventata e senza che dicessi una parola si era offerta di accompagnarmi. Non che non mi facesse piacere.. ma.. il solo pensiero che al mio fianco avrebbe dovuto esserci qualcun altro mi trasmetteva rabbia.
Lui non era lì.
Questo era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Oggi avrei visto nostro figlio e lui se lo sarebbe perso. Quante altre cose avrebbe perso di suo figlio se iniziava già dal terzo mese di gravidanza?
Prima che potessi accorgermene una lacrima mi rigò il viso. No, non potevo piangere ancora. Doveva essere solo la posizione a farmi versare lacrime. Per evitare di scoppiare in lacrime mi misi seduta sul letto e guardai quel piccolissimo rigonfio della mia pancia. Era davvero minimo ma c’era, e iniziava anche a vedersi. Certo, non sarebbe stato evidente a tutti, ma chi sapeva che ero incinta ci avrebbe fatto caso sicuramente.
Intrecciai le mie braccia attorno al ventre.
“Andrà tutto bene piccolino.. stai tranquillo. Ce la caveremo..”. Piansi un’ultima lacrima sussurrando quelle parole. Era vero, ce la saremmo cavata. Ma io non volevo solo cavarmela, volevo essere felice, volevo avere una famiglia, volevo qualcuno che mi proteggesse quando ne avessi bisogni, volevo Rob.
Presi un lungo sospiro e carezzandomi di nuovo il ventre mi alzai per dare inizio a quella giornata.
Una volta pronta e vestita, uscii da camera mia e feci per scendere le scale ma incontrai Cameron che come sempre mi chiedeva come stessi. Gli rispondevo che andava tutto bene, che il bambino stava bene e che non avrebbe dovuto preoccuparsi di niente, ma avevo visto l’espressione sul suo volto, il modo in cui mi aveva guardato nelle ultime due settimane in cui avevo toccato cibo poco e niente. Fosse stato per me, avrei anche potuto evitare di mangiare. Tutto mi scivolava dentro e addosso senza che potessi sentire niente, e lo stomaco ormai era diventato solo un buco per raccogliere il cibo per il bambino. Per lui mi sforzavo a mangiare almeno il minimo indispensabile.
Cameron, peggio degli altri, mi guardava con aria accigliata e preoccupata e sapevo che ce l’aveva con Rob, che gli associava la colpa del mio stato. Dopotutto, lui era il mio fratello biologico. Era sangue del mio sangue, vedermi in quel modo lo devastava e faceva venir fuori il suo istinto da zio sul bambino. Eppure, non volevo che ce l’avesse con Rob. Solo io potevo avercela con lui.
“Ce la fai?” chiese premuroso avvicinandosi alle scale insieme a me. Lo guardai con aria assurda e si ritirò immediatamente lasciandomi scendere. Era incredibile il senso di proiettività che si era risvegliato in tutta la mia famiglia però Cam era ogni giorno così carino e premuroso. Mi portava la colazione a letto, mi aveva aggiunto una coperta al letto, mi aspettava fuori dal bagno dopo aver fatto la doccia per assicurarsi che non fossi scivolata nella vasca. Non avevo mai conosciuto quel lato di lui, quella specie di istinto paterno che stava cercando di non farmi mancare.
Ripensando alla dolcezza che mi aveva mostrato in quei giorni non potei fare a meno di lanciargli un sorriso arrivata a fine rampa. Ricambiò felice.
Presi un lungo respiro e mi preparai ad andare in cucina, fonte della mia più grande illusione. Preparai già lo stomaco alla sensazione di vuoto che avrei avuto entrando e sperai davvero che non mi desse la nausea che mi aveva ripreso a tormentarmi quei giorni. Feci un passo avanti quando d’un tratto sentii una leggera risata, quasi impercettibile, forse era appena un sorriso, ma lo conoscevo troppo bene. Mi bloccai di colpo. Possibile che la mia illusione fosse così reale?
Senza rimuginare ancora a lungo presi forza e mi diressi spedita in cucina, pronta al vuoto, ma invece il vuoto era niente paragonato all’abisso che si creò dentro di me quando lo vidi.
Mi fermai sulla soglia della cucina, immobile, con i piedi piantati a terra, una mano sulla pancia e gli occhi fissi su di lui che abbandonando il leggero sorriso che aveva assunto parlando con mia madre, si era voltato a guardarmi.
“Ciao..” disse subito alzandosi dallo sgabello.
Mi ci volle qualche secondo prima di trovare la forza di rispondere. Mille emozioni attraversarono la mia mente e il mio corpo: rabbia, gioia, tristezza, sollievo, paura..
“Che ci fai qui?”
Si avvicinò verso di  me. “Kristen.. devo chiederti scusa..”
“Bene.. ho delle faccende da sbrigare. Vi lascio soli..” . Mia madre uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé e mi trovai a quattr’occhi con lui.
Avrei tanto voluto abbracciarlo, buttarmi tra le sue braccia, ma stranamente la rabbia era troppo forte. Lo guardavo e pensavo al suo viso quella sera, alle sue parole mirate, al suo sguardo deluso, come se davvero avessi fatto qualcosa di sbagliato.
“Scusa per cosa..?”
“Per tutto.. per come ti ho trattata l’altra sera..”
Mi sembrava assurdo anche sentirlo parlare di quel momento come se fosse successo un paio di giorni prima. Ma non si rendeva conto che erano passate due settimane? Due settimane senza farsi vedere, senza preoccuparsi di come stessi, chiedendo solo del bambino. E infatti..
“Come stai? Il bambino?”
Un sorriso amaro mi apparve sul viso a quelle parole. Possibile che fosse tutto quello a cui riusciva a pensare? Mi aveva abbandonata per due settimane e pensava solo al bambino.
Quelle erano le sue scuse!? Non aveva capito niente. Avrebbe dovuto fare molto di più e non gli avrei assicurato che sarebbe bastato.
“Tutto qui..? è tutto quello che hai da dire?”. La mia voce era fredda e stabile. Come se non provassi niente nel dire quelle parole che invece mi stavano uccidendo. Continuavo a stare spalle alla porta, con le braccia conserte mentre lui era in piedi, ancora distante da me, con una mano in tasca e l’altra appoggiata al tavolo. Era in evidente disagio. Non sapeva come muoversi e io non ero da meno. Non avevo mai sentito tanto spazio tra di noi. Poteva esserci stato anche l’oceano a dividerci ma l’abisso che c’era tra di noi in quel momento, era incolmabile. Nemmeno avvicinandomi avrei potuto riempire quel vuoto soprattutto dopo quelle parole che mi fecero collassare il cuore.
“Bè.. tua madre mi ha detto dell’ecografia..”.
Sentii il petto stringersi, le lacrime salire agli occhi, la bocca tremante.
“Sei.. tornato ..solo per quello?”. Sperai che la mia voce non sembrasse più rotta di quanto mi sentissi io dentro, ero spezzata in due.
“Nono!” si affrettò a dire avvicinandosi a me e cercando un contatto che non trovò. Rimase sorpreso quando feci un passo indietro. “Tua madre me lo ha detto stamattina..”.
Provai un’improvvisa sensazione di sollievo che però mi abbandonò subito lasciando spazio alla delusione e alla rabbia e trasformando il mio tono da triste a duro. “Questo non cambia le cose.. Te ne sei andato Rob.. Per due settimane!”. Sottolineai quelle ultime tre parole sperando che si rendesse conto di quello che significavano. “Due settimane!” ripetei.
Abbassò il viso con aria del tutto colpevole. “Mi dispiace.. io.. avevo solo bisogno di pensare..”
A quel punto sbarrai gli occhi e scoppiai. Era davvero troppo. “TU AVEVI BISOGNO DI PENSARE!?! E IO?” prima che me ne accorgessi stavo praticamente urlando. “Mi hai lasciata sola! Con tuo figlio in grembo, in una camera d’albergo! Con due righe su un pezzo di carta!!! A me non hai pensato Rob?! Eh?!”
Non parlò e io continuai. “Pensare a cosa poi?! Non avevo fatto niente di male cazzo! Ma tu, no! tu devi sempre dubitare di me! Sempre! Possibile che tu non abbia alcuna fiducia in me?”. Sentii la bocca piegarsi, gli occhi appannarsi. Mi portai subito le mani agli occhi per bloccare le lacrime.
“Amore.. ti prego.. devi perdonarmi.. mi dispiace.. davvero tanto. Non so.. cosa posso fare per farmi perdonare?”
La sua voce era un sussurro mentre cercava la mia mano. Mi scostai ancora e nonostante non lo stessi guardando negli occhi, capii che stava soffrendo per i  miei movimenti che mi allontanavano da lui ad ogni passo.
“.. non puoi.. è tardi Rob..”.
Non ebbi la forza di guardarlo negli occhi mentre dicevo quelle parole, che al 90% non erano nemmeno vere. Sapevo che non sarebbe durata per sempre, sapevo che prima o poi l’avrei perdonato. Ma non adesso.
“Vieni pure all’ecografia.. non posso impedirti di vedere tuo figlio. Ma non parlarmi..” avrei rischiato di innervosirmi ancora di più e non volevo fare agitare il bambino. “E vieni con la tua macchina..”. Sapevo che non aveva una macchina lì.
“Kristen.. ti prego.. sai che..”
“Non mi interessa! Prendi un taxi, una bicicletta, vieni a piedi! Fai come vuoi! Non sono problemi miei!” e detto questo spalancai la porta della cucina e senza nemmeno prendere il giubbino, afferrai le chiavi della macchina e uscii.
Il prossimo capitolo sarà ancora della nostra Fiorelluzza. Omg...cioè io kris la vedo nervosa...cioè, voi lascereste guidare una ragazza che sta così incavolata? Sono un pò preoccupata...mah ho una brutta sensazione però...ma no no..mi sbaglierò xdxdxd. Ok, questa ero io..Cloe..mi piace lasciarvi con commenti criptici e cattivi..hihihihihihi non odiatemi. Un bacio. Alla prossima!!

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Capitolo 9
*** Il nostro cuore ***


cap nuovo sob Ragazze!!!!! Sono sei giorni, lo sappiamo. E' colpa mia, lo so lo so lo so. (di cloe...). Sono stata poco bene ieri purtroppo e proprio nn ce l'ho fatta. =))))) Ma ora siamo quì a ringraziarvi col cuore per tutte le fantastiche recensioni ed il meraviglioso seguito di questa storia...siamo quasi commosse, veramente. Ok ehm...scusate se sono di poche parole ma Fio si sta guardando la sua deluxe edition di NM (mannaggia a lei) e io mi sono appena svegliata e sto...fusa..e depressa perchè quando è passato il corriere nn c'era nessuno e torna domani e io non ho il mio DVD.Okkkkk...finisco di disperarmi...ragazze ancora un bacio e....alla prossima settimana.
love Cloe e Fio


yesido
:o_o mel stai diventando peggio della queen, lei è li che aspetta come tutte voi, noi postiamo ogni 5 giorni, abbiamo difficolta ad avere gia i capitoli pronti, e quindi siamo lente, molto lente, ahah ma poi dai 5 giorni passano, e sta volta non ci saranno finali amari...
continua a scrivere anche tu.. se non scrivi tu non scriviamo nemmeno noi ahahah...
grazie di tutto, alla prossima!!!
ariel7: adorabile letizia, sei troppo buona con noi, non preoccuparti nessun pericolo macchina, ma poi dai con questo ci facciamo perdonare lol...
e poi dai 5 giorni passano velocemente.... grazie come sempre.
kiki_88 : non preoccuparti siamo qui a postare un nuovo capitolo in tempo record..
poi per il sadismo di fio ci penso io lol, non ti fidare di me ...
grazie di tutto alla prossima...
julietta__ :giulcess non siamo tante sadiche da far accadere qualcosa a kris con la macchina, nooooooooooooooooooo u_u.. iniziamo a correre, no sai scherziamo, grazie di tutto tesoro alla prossima..
crista: si quei due sono esagerati u_u, non preoccuparti per la questione macchina, leggi e vedrai come le cose si sistemano in questo capitolo, alla prossima..
dorel : grazie  a te tesoro, non preoccuparti tutto andra per il meglio..
chi61: nessuno incidente, non preoccuparti siamo state moltoooooo buone in questo capitolo, grazie alla prossima.
piccolinainnamora : o_o non è vero non siamo cattive, conoscerai la nostra bonta leggendo questo capitolo cosi non vorrai nemmeno piu ucciderci , almeno spero, alla prossima!!!!
Anto_Pattz :anto questa logica dell'essere accomunate dalle emozioni è interessante ahaha, dai tesoro tutto andra per il meglio, poi fio con questo capitolo come ti ha promesso sistemera tutto, in futuro vediamo come alimentare un po la storia, lo sai no!! siamo sadiche muahahahah.. scherziamo.. grazie ancora.
ada90thebest :non piangere , eccoti il nuovo capitolo alla prossima.
ledyang: tesoro...amore...fatina buona. Non sappiamo più come adorarti e amarti. Senza di te qst storia nn esisterebbe. Piango...oggi sono molto triste...stupido corriere...UFF UFF UFF teso meno male che ci sei tu.. ti vogliamo tanto beneeeee
elviraj ;ognuno ha sbagliato nei confronti dell'altro secondo noi, ma questa storia non sarebbe robsten se i protagonisti non starebbero insieme.. non preoccuparti, alla prossima.
simo1726: grazie mille sei troppo buona ahaha, non preoccuparti la solitudine andra via.. sicuro!!!
frate87 :il makako è stato chiuso, non uscira dalla sua gabbia e non preoccuparti per i nostri amati robsten tutto andra per il meglio.. alla prossima e grazie.
BabyVery : grazie a te, nessun incidente per kris nella storia, almeno per ora muahahahahaha...u_u
lampra:o_o hai un  intuito buono complimenti ahaha, si la il bimbo fara ritornare la tranquillita tra i due ah.. alla prossima..
Roxisnotdied :u_u non puoi parlare tu, muoviti a scrivere su joy, go go ahaha
grazie di tutto ross, non preoccuparti con sto capitolo tutto andra per il meglio!!!
SeaOfLove : brava, il nostro spirito robsten è molto buono ahahah
eccoti il capitolo alla prossima speriamo presto!!!
Lorena1992 :u_u la pace ci sara ma pensiamo tra 10 capitoli muaahahah, scherziamoahaha, eccoti il nuovo capitolo alla prossima ..
Enris :povero rob, ma non preoccuparti si fara perdonare.. alla prossima!!


CAPITOLO 9 (fio)

IL NOSTRO CUORE



POV KRIS
Mancava ancora più di un’ora alla visita ma non potevo restare in quella casa un minuto di più. Senza nemmeno pensarci presi a guidare, non sapendo bene dove andare, lasciandomi trasportare dal lungomare che si apriva davanti a me.

Avrei voluto non pensare a nulla, ma non potevo. Per quanto potessi essere arrabbiata con lui, per quanto avessi il dubbio che fosse tornato solo per il bambino, sapevo che non poteva essere così dopo tutte le volte che mi aveva detto che mi amava. Eppure in quel momento lo odiavo così tanto avrei voluto buttarmi tra le sue braccia e spingerlo giù da un burrone allo stesso tempo. Perché non capiva mai niente? Era tanto difficile per lui mettersi nei miei panni?
Iniziai a piangere mentre tenevo fermamente le mani sul volante. La vista iniziava ad appannarsi. Forse avrei dovuto fermarmi.. ma notai l’orario e asciugandomi velocemente le lacrime misi su un paio di occhiali e mi diressi in clinica.
Scesi dalla macchina e percorsi il parcheggio che mi separava dall’entrata dove lui mi stava aspettando da chissà quanto tempo.
Mi venne subito incontro notando probabilmente la mia aria sbattuta.
“Tutto bene..?” chiese esitante ed evidentemente preoccupato. Aveva addirittura paura di parlarmi, di dire qualcosa di sbagliato, paura che lo mandassi ancora a fanculo.
Annuii impercettibilmente. Non potevo vederlo così. Ero ancora arrabbiata ma dopotutto mi era mancato. Avrei voluto dimenticare tutto e lasciarmi abbracciare ma il mio orgoglio ferito era troppo forte. Accettai però che mi poggiasse una mano sul fianco per guidarmi tra le porte. L’accettai e basta, passivamente. Ero ancora troppo arrabbiata per lasciarmi andare.
Non parlammo per tutto il tempo in cui stemmo seduti in sala d’attesa, mentre la dottoressa finiva la visita precedente. Sentivo che mi scrutava, che avrebbe voluto dirmi qualcosa, ma le parole gli si bloccavano in gola, proprio come le mie. Odiavo quella situazione. Fortuna che non dovemmo aspettare molto. Dovevano aver saputo che Kristen Stewart e Robert Pattinson erano lì, altrimenti non saremmo mai entrati un quarto d’ora prima dell’appuntamento.
Entrando nella stanza ero terrorizzata a morte, e non sapevo nemmeno il perché. Forse tutti quei macchinari, quei medicinali, quelle locandine sulla gravidanza. Mi sembrava quasi di stare facendo tutto sbagliato. Mi sentii improvvisamente piccola, come se i miei 19 anni si facessero sentire tutti in quel momento. Mi guardai attorno stranita finché la dottoressa non mi invitò a sdraiarmi sul lettino.
Non potei fare a meno di lanciare un’occhiata a Rob che non smetteva di guardarmi. Poggiò le mani sulla mia pancia con sguardo quasi triste ma allo stesso tempo emozionato mentre io ero immobile. Prima che potessi capire cosa stesse facendo, mi carezzò il ventre e poi alzò la mia maglietta fino a sotto il seno. Lasciai che mi poggiasse una mano sulla spalla per invitarmi a mettermi stesa e prima di sedersi lasciò un bacio al bambino. Mi sentii improvvisamente meglio.
Iniziavo già a dimenticare.
“Bene Kristen..” esordì la dottoressa Grace raggiungendoci. La conoscevo da molto ormai, eppure in quel momento mi sembrava un’estranea. “Tua madre mi ha detto che è la prima ecografia.. Come mai non ne hai fatta una prima?”
Speravo tanto di potermi evitare quella domanda per nascondere quale madre degenere fossi. “Io..l’ho.. L’ho dimenticato..” Sussurrai chiudendo gli occhi.
“Non è un problema vero?” chiese subito Rob ansioso.
“No, assolutamente! Non è niente di grave.. Siamo in ritardo di circa tre settimane, ma non importa..”
Mi sentii subito meglio e sospirai sollevata.
“Bene, ora vediamo un po’ questo piccolino..”
Mi emozionai solo a sentire quelle parole. Tra poco avrei visto il mio bambino. Senza nemmeno pensarci sorrisi furtivamente a Rob, un gesto spontaneo ma molto rapido.
Un gemito di freddo mi percossa il corpo quando mi sparse il gel sulla pancia ma un secondo dopo era già passato. Un secondo dopo i miei occhi erano già puntati al monitor, increduli.
Non potevo credere a ciò che vedevo. Pensandoci bene non sapevo cosa aspettarmi, ma di certo non quello che vedevo. Presa com’ero stata non avevo nemmeno avuto il tempo di documentarmi e scioccamente quello che mi aspettavo di vedere era ancora un fagiolino. Ma invece.. il mio bambino era lì. Già formato.
“Ma..è.. è normale che sia così grande?”
Sentii la dottoressa ridere mentre continuava a far scorrere l’ecografo da una parte all’altra della mia pancia. “E’ normalissimo. Le misurazioni sono buone, circa 6 cm. Vedete..” indicò un punto del monitor. “Questa è la testa.. è normale vederla un po’ più grande rispetto al corpo..”
Mi misi leggermente più alzata. Riconobbi la testa senza difficoltà, le manine, e molti particolari del viso. Vidi le sue labbra muoversi quasi al ritmo del suo cuore che vedevo pulsare, come se volesse succhiare. D’un tratto, il mio bambino divenne reale, forse per la prima volta da quando l’avevo scoperto e sentii gli occhi inumidirsi di gioia.
Senza pensarci due volte guardai Rob che estasiato lasciava scorrere gli occhi dal monitor a me, non sapendo su chi soffermarsi. Gli sorrisi e afferrai la sua mano.
Era andata ormai. Tutto era passato.
Non mi importava più di niente se non del nostro bambino, quello stesso che avevamo creato noi. Il nostro amore.
Sentii il cuore riempirsi di calore e stringendo più forte la mia mano Rob si alzò e mi baciò la fronte e poi la guancia.
“E’ bellissimo..” sussurrò sui miei capelli. Sentivo dalla sua voce che era emozionato almeno quanto me, ma io non riuscivo nemmeno a parlare per esprimere quello che stavo provando.
“Sta bene, vero?” chiesi quando riuscii a sciogliere il nodo che avevo in gola.
“Sta benissimo.. Sentite?”
D’un tratto ci fu un silenzio assurdo e tutto quello che riuscii a sentire fu un battito, un rumore nuovo, ritmico, regolare. Chiusi gli occhi beandomi di quel di quel suono così rilassante mentre una lacrima scendeva sul mio viso. Rob me l’asciugò con un bacio.
“Oh! È in una buona posizione da vedere il sesso.. volete saperlo?”
“NO!” esclamai nello stesso istante in cui Rob urlò un “SI!” troppo entusiasta.
Lo fulminai con gli occhi mentre la dottoressa non sapeva che fare.
“Perché no?” si lamentò Rob non riuscendo a capire.
“Voglio che sia una sorpresa.. è più bello così..”
Mi guardò interdetto ma non disse niente. Forse sentiva di non poter ribattere niente visto la piega positiva che stava prendendo la situazione confrontata al freddo glaciale di un paio d’ora prima. Sospirando mi aiutò a rimuovere il gel dalla pancia e sorridendo mi diede la mano per  alzarmi e scendere dal lettino.
La dottoressa ci diede delle cartelle, contenenti le foto dell’ecografia che non vedevo l’ora di mostrare agli altri e dopo aver fatto mille raccomandazioni potemmo essere liberi di uscire. Quasi mi dispiaceva lasciare quello studio. Ora invece di farmi paura mi trasmetteva calma e tranquillità.
Mi preoccupai di un piccolo particolare appena prima di uscire. “Ah, a proposito. Vorrei solo che..  insomma.. che nessuno..”
“Tranquilla Kristen! non dirò niente a nessuno. Segreto professionale..” disse dandosi un’aria a cui sorrisi grata.
“E congratulazioni! Starete benissimo insieme..” disse infine.
Felice, con un sorriso ebete stampato sul volto, non mi ero nemmeno accorta che camminavo tra i corridoi mano nella mano con Rob. Nonostante ci fosse ancora un po’ di tensione tra di noi, mi voltai e gli sorrisi. Ricambiò raggiante, ma nessuno dei due fu in grado di dire una sola parola.
“Oh, accidenti! Ho dimenticato la giacca! Torno subito!” disse dandomi un veloce bacio sulla fronte. “Aspettami alla macchina!”.
Prima che potessi rispondere lo vidi scivolare via verso il corridoio che avevamo appena percorso.
Mi appoggiai alla macchina mentre lo aspettavo, ripensando al mio bambino. Istintivamente portai le mani al piccolo rigonfio della mia pancia, dove si stata già formando una nuova vita.
Vidi Rob venire pacato verso di me con la giacca tra le braccia.
“Ci vediamo a casa tua..” disse quando mi fu vicino.
“Non fare l’idiota.. Sali..” risposi con uno sguardo fin troppo eloquente.
“Ma quale onore..” disse sarcastico mentre mi stringeva tra lui e la macchina alle mie spalle.
“Non ti conviene giocare con la tua buona sorte..” scherzai guardandolo negli occhi, un secondo prima che le sue labbra si posassero leggere e dolci sulle mie. Quanto mi era mancato quel contatto, quanto l’avevo voluto, quanto l’avevo cercato.
Senza porre fine al bacio mi strinse le braccia attorno alla vita tirandomi leggermente su mentre le mie mani si intrecciavano ai suoi capelli e la mia lingua si ricongiungeva con la sua.
Mi mise giù dopo qualche secondo e staccò le sue labbra dalle mie con aria vittoriosa.
“Guido io!” esclamò con le chiavi della macchina tra le mani. Ma quando me le aveva fregate?
Cercai di obiettare mettendo il broncio, ma non servì a nulla, così mi accomodai sul sedile da passeggero.

Mamma fu davvero sollevata dal notare subito che le acque tra me e Rob si erano calmate. Doveva aver sentito la nostra litigata quella stessa mattina e nessuno fu più felice di lei nel vedere che entravamo in casa mano nella mano.
Non potevo dire lo stesso di Cameron che mandò a Rob uno sguardo assassino. La presi sullo scherzo, sapevo che non sarebbe durata. Presto avrebbe abbandonato quella specie di astio che era nato. Tutti in famiglia mia adoravano Rob, sapevano che mi aveva cambiato la vita, che era la cosa giusta per me. In fondo le liti capitavano anche alle coppie migliori.. e noi non avremmo certo fatto eccezione. Anzi, sapevo che nelle coppie troppo “felici” c’era qualcosa che non quadrava, troppo poco dialogo, troppi segreti.
Tutti ci piombarono addosso chiedendo del bambino.
Come sta? Quanto è grande? Maschio o femmina? Com’è?
Non feci nemmeno in tempo a rispondere alle domande che mamma mi aveva già sfilato la cartella di mano spargendo tutte le foto sul tavolo del soggiorno. I miei fratelli e i miei genitori erano talmente chini sulle foto e impegnati nelle urla che dovetti quasi tapparmi le orecchie. Erano tutti su di giri.
Rob posò il cappotto e mi cinse i fianchi con le braccia poggiando la bocca sull’incavo del mio collo.
“Come stai?”
Per la prima volta da due settimane sentivo che me lo chiedeva davvero. “Ora bene..” sussurrai intrecciando le nostre mani.
“Kristen.. ti prego. Dei mangiare. Sei troppo sciupata..”.
Non potevo dargli torto. Avevo mangiato davvero poco in quei giorni. Senza contare che.. avevo fame. Da morire.
Senza fare troppe storie lasciammo i miei nel soggiorno a rivedere quelle foto ripetutamente, non prima però che Cam con un nuovo sorriso sulle labbra dicesse a Rob : ”Falla soffrire di nuovo e ti ammazzo”.
Ci chiudemmo i cucina e notai lo sguardo triste di Rob. “Hey..” sussurrai cercando i suoi occhi. “Va tutto bene” lo rassicurai.
Non disse niente ma sospirò pesantemente. Non sopportavo vederlo così. Sapevo che si sentiva in colpa ma non volevo più vivere quell’atmosfera pesante.
“Ora mi ingozzo come un porcellino, ok?” dissi con un sorriso raggiante sperando di fargli tornare il buonumore.
Di tutta risposta mi sorrise e mi diede un leggerissimo colpetto sulla pancia che avrei dovuto riempire per farlo felice.
Passammo il resto del pomeriggio stesi sul divano del salone a guardare qualche film. Dopo aver mangiato così tanto mi sentivo scoppiare e proprio non ce la facevo a fare altro che non fosse starmene un po’ sdraiata. Se poi dovevo stare sdraiata accanto a lui, tanto meglio.
Ero stesa su un lato davanti a lui che mi stringeva da dietro carezzandomi la pancia. Era dolcissimo sentirlo in quel modo ma sapevo che ancora c’era qualcosa che non andava.
“Stai ancora pensando a quello che ha detto Cam?”
Non rispose.
Cambiai lato e mi trovai a due centimetri dai suoi occhi.
“Hey..”
“Aveva ragione lui.. Sono stato un vero stronzo. Mi chiedo come fai a stare ancora con me..”
Non potei fare a meno di sorridere a quel pensiero. Quante volte mi ero chiesta la stessa cosa. “Semplice.. Io ti amo..”
“Ti amo anche io.. però..”
“Sssh..” gli tappai le labbra sussurrando contro la sua bocca. “Ho sbagliato anche io. Avrei dovuto dirtelo. Non l’ho fatto solo perché non volevo che pensassi qualcosa di sbagliato.. che ti innervosissi. Ma forse ho peggiorato solo le cose..”
“Amore.. mi dispiace così tanto. Io non dubitavo di te, mi sono sempre fidato di te. Non so perché ho reagito così.. Però vederti con lui mi ha fatto scattare. Ripenso a tutto quello che abbiamo passato, penso che lui ti ha avuta e non lo sopporto. Voglio che tu sia solo mia”.
“Rob..” sussurrai il suo nome carezzandogli i capelli. “E’ vero.. lui mi ha avuto, ma mi ha persa. Tu.. sei venuto e.. mi hai.. rapita. Mi hai salvata. E io voglio stare solo con te, sono già tua. La mia stessa vita è tua..”
Mi sorrise ma non disse niente. Mi strinse a lui più forte, facendomi affondare il viso nel suo petto.
Continuando a sentire il suo respiro sui miei capelli e il suo profumo nell’aria che ci avvolgeva, mi addormentai cullata dal suono dei nostri tre cuori che battevano all’unisono.

Mi risvegliai in camera mia, nel mio letto, sotto le coperte.
Un fiume di domande mi assalirono ancora prima che aprissi gli occhi completamente. Come ci ero arrivata? Che ore erano? Dov’era Rob?
Mi alzai di scatto non trovandolo a mio fianco e dopo aver preso un lungo respiro per il capogiro che l’improvviso movimento mi aveva causato, corsi giù per le scale. Diedi una rapida occhiata all’orologio. Le8! Oddio, quando avevo dormito! Ma dov’era Rob?
Mi diressi subito in cerca di mia madre che trovai sul retro indaffarata con dei copioni.
“Ben svegliata tesoro..”
“Mamma dov’è Rob?”
“Oh.. è andato in albergo..”
“Cosa? Perché?
“Ha detto che aveva già la prenotazione.. Voleva dirtelo ma non voleva svegliarti. Ti ha portato in camera e poi è andato via circa un’ora fa”
Rimasi a dir poco delusa da quella notizia. Perché era andato via? Sarebbe potuto restare da noi. Non sarebbe stata certo la prima volta, i miei erano di mentalità aperta, non si sarebbero certo scandalizzati..
Mamma interruppe nuovamente il flusso dei miei pensieri.
“Ah tesoro! A proposito.. Volevo chiederti un favore. Qualche tempo fa dimenticai un blocco di appunti a casa tua.. Ne ho assolutamente bisogno, sono indietrissimo con il lavoro, ti spiacerebbe farci un salto?”
Annuii senza nemmeno aver ascoltato cosa le serviva. Pensavo ancora a Rob, e pensavo a lui mentre mi infilavo un jeans e una maglietta e pensavo a lui mentre guidavo. Pensavo ancora a lui quando arrivai a casa mia e finalmente la mia mente si riprese quando aprii la porta ed elaborò un pensiero diverso.
“Ma.. che cosa..?”
C’erano candele, candele ovunque. Illuminavano tutto il vano soggiorno, tutto il salone. Saranno state almeno un centinaio. Alcune lunghe, altre corte, altre galleggiavano in apposite bacinelle riempite d’acqua, altre pendevano dai lampadari.. erano dappertutto e illuminavano l’ambiente di un arancione dello stesso colore del sole al tramonto. Feci qualche passo avanti vagando per la stanza e scrutando ogni angolo della sala. Sul tavolo c’era un enorme mazzo di rose e diversi petali erano sparsi qua e là per tutta la casa fino ad arrivare alle scale completamente cosparse di petali rossi.
Mi avvicinai ai fiori e notai un bigliettino sul tavolo.
 …Ti amo…
Nonostante fosse scritto solo quello il cuore prese a battermi forte, presi una rosa dal vaso e la portai al naso respirandone il dolce profumo, quando notai un altri bigliettino incollato allo scaffale dei Dvd. Mi avvicinai lentamente e lo aprii.
…perché non sai nascondere se un film non ti piace…
Aggrottai le sopracciglia spiazzata da quello strano gioco e prima che me ne rendessi conto mi misi in cerca di un altro bigliettino. Lo trovai appeso all’attaccapanni.
…perché lasci sempre il giubbino sul divano…
Sorrisi e mi guardai ancora intorno. La libreria.
…perché dici sempre quello che pensi…
Continuavo a tenere tra le mie mani i tre biglietti che avevo raccolto, avida di trovarne subito degli altri. La vetrata che dava sul balcone.
…perché sei così sbadata che saresti capace di non vedere il vetro e sbatterci contro...
Risi ripensando a quante volte mi era capitato e a quante volte aveva riso nel vedermi prendere quella vetrata in faccia.
Mi diressi in ogni angolo della casa. Trovai un altro bigliettino sullo specchio del bagno.
…perché sei bellissima e non te ne vanti…
Perlustrai anche la cucina e ne trovai uno sui fornelli.
…perché sai cucinare solo la torta di mele, ma la fai buonissima…
Ormai avevo un sorriso fisso stampato sul volto. Tornai all’ingresso diretta al piano di sopra. Avevo quasi paura di calpestare quei petali, ma era impossibile non farlo. Sulla ringhiera c’era un altro biglietto.
…perché non ti sfugge niente.. e scommetto che stai per salire le scale…
Salii ogni gradino con trasporto ansiosa di arrivare alla fine, dove avevo adocchiato già un altro biglietto.
…perché raggiungi sempre i tuoi obiettivi…
Sorrisi ancora. Anche il piano di sopra era decorato con rose e candele, ovunque. Da lontano vidi la porta del bagno aperta e un altro bigliettino allo stipite della scarpiera.
…perché hai 200 paia di tacchi, ma non ne vorresti mettere nemmeno uno…
Risi di gusto stavolta. Aveva ragione. Fosse stato per me, avrei evitato volentieri quella tortura. Perché non poter stare sempre comodi in scarpe da ginnastica?
Uscii dal bagno e notai una bavetta e un paio di calzini minuscoli sul mobile del corridoio.
…perché riesci a sorprendermi ogni giorno e stai per farmi il regalo più grande…
A quel punto i miei occhi si inumidirono e non potei non trattenere una lacrima.
Feci un rapido giro del piano superiore, finchè non capii che le rose segnavano un percorso che mi portava in camera da letto. Altro biglietto sulla porta chiusa.
…perché hai avuto la pazienza di arrivare fin qui…
Basta! Non ce la facevo più! Volevo vederlo, volevo averlo lì accanto a me. Il mio cuore non avrebbe retto oltre, sarebbe esploso da un momento all’altro, senza pensarci due volte aprii la porta della mia camera ma non trovai nessuno. Solo altre rose e altre candele..e.. qualcosa sul letto. C’era un pacchetto e un altro bigliettino.
Apri dopo.
C’era scritto sul bigliettino, perciò puntai gli occhi sul pacchetto. Era piccolo. Lo scartai con cura e aprii la scatolina lentamente. Avevo quasi paura di quello che potesse esserci all’interno, ma rimasi piacevolmente sorpresa. Era una collanina, o meglio, un medaglione di quelli che si aprono per contenere una foto all’interno. Non sembrava per niente antico o antiquato. Era d’argento, piccolo, con una puntina di diamante che brillava. Rimasi senza parole per qualche minuto buono, poi aprii il biglietto. Sapevo che sarebbe stato il più lungo e infatti era così.
Amore mio…
È troppo difficile esprimere a parole quello che provo per te, ecco il motivo di tutto ciò. Ma questi sono solo pochissimi dei motivi per cui ti amo. La lista è bella lunga, ma non potevo tappezzare la casa di post-it…
Sappi che tu sei l’unica, che mi abbia mai fatto battere il cuore, l’unica che abbia mai amato, l’unica per la quale darei la mia stessa vita.
E io.. non so nemmeno come fai a stare con un barbone come me. Ogni giorno mi ripeto quanto sono stato fortunato, ogni giorno mi rendo conto di quanto la vita sia stata generosa con me regalandomi te, ogni giorno ti vedo e capisco che i sogni possono diventare realtà. E tu sei il mio sogno, amore mio.
Non c’è niente da capire in ciò, niente da spiegare, niente da sapere perché a volte anche solo il silenzio può bastare tra di noi. E sai che quando non so cosa dire preferisco stare ad ascoltare.. Ogni mio equilibrio è momentaneo, la mia anima corre veloce con la tua e un solo istante con te mi cambia la vita.
Grazie per aver seguito il tuo cuore.
Buon S. Valentino
Ti amo

Non potei davvero più fermare le lacrime che presero a scorrere veloci. Le asciugai prima che potessero bagnare il foglio quando sentii due braccia stringermi da dietro.
Mi voltai di scatto e mi buttai tra le sue braccia piangendo.
“Rob.. Non.. non dovevi fare tutto questo..”
“Si invece. Dovevo farmi perdonare per bene.. ci sono riuscito?”
Di tutta risposta mi piombai sulle sue labbra dando inizio ad un bacio tutt’altro che casto.
“Ma come.. come hai fatto?” sussurrai quel breve istante che ci staccammo.
“Tua madre mi ha aiutato.. un po’..”
Ora era tutto chiaro. I discorsi di mia madre, il suo volermi tranquillizzare a tutti i costi, e quegli appunti che ovviamente non esistevano.
Si allungò sul letto per prendere la collanina.
“Potrai metterci una nostra foto quando sarà nato..” disse sfiorandomi la pancia per poi darmi girare e legarmi il medaglione al collo.
“Sei bellissima..” sussurrò e mi bacio di nuovo dolcemente.
“Ma.. io mi sento in colpa. Non ti ho preso nessun regalo per S. Valentino..”
Ci avevo anche pensato ma il giorno precedente ero troppo arrabbiata per poterne comprare uno e poi avevo anche dimenticato della festività con tutto quello che era successo.
“Il mio regalo siete voi..” sussurrò sfilandomi la maglia e abbassandosi per baciare prima il mio ventre e poi risalire fino al mio petto e poi di nuovo al mio viso facendomi sospirare.
“Grazie..” sussurrai prima di avvinghiarmi a lui. In un secondo fummo sul letto tra i petali di rosa, con le candele che creavano quella dolce e perfetta atmosfera.
Finalmente, lo avevo di nuovo con me.
“Quanto mi sei mancato..” sussurrai intrecciando le mani ai suoi capelli.
“Anche voi..”
“Posso chiederti una cosa però..?” Era davvero difficile parlare con lui che mi baciava ogni parte di pelle scoperta.
“Tutto quello che vuoi..” Sussurrò sul mio ventre che continuava a baciare senza sosta.
Quando tornò su di me e potei guardarlo negli occhi parlai. “Ma si può sapere che dovevi farci con tutte quelle mutande?”
“Pura prevenzione..” disse ammiccando.
Sorrisi divertita e riprese da dove aveva lasciato.
Se non avete capito l'ultima battuta sulle mutande ve la spiego un attimo:In quel periodo mentre era a Londra Rob è stato paparazzato con il suo amico Tom mentre comprava della biancheria...hihihihihi.Ci sembrava un piccolo aneddoto divertente. Provo a mettere l'immagine. spero vivamente che si veda...perchè avendo il cervello fuso nn mi ricordo bene come si faccia in qst momento ahahaahah. O.O

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Capitolo 10
*** Bafta ***


cap pesce PESCE D'APRILE, PESCE D'APRILE, PESCE D'APRILE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
http://i39.tinypic.com/2yto4sg.jpg





OK, lo ammettiamo..siamo state cattive..molto molto cattive!!! Perdonateci..ma oggi tutti, tutti quanti si sono divertiti a fare scherzetti e a scrivere notizie false e così abbiamo pensato..."Perchè non possiamo anche noi fare un pò le monelle??" E così...^^  ^^ ^^
Ci volete ancora bene, vero??? Niente tentativi di omicidi..o altro spero...ehm, ehm..
Ci dispiace di avervi fatto penare, anche se comunque molte di voi avevano intuito che fosse uno scherzetto. Dobbiamo soprattutto chiedere scusa ad Anto e a Ross..forse una parte di voi pensava che fosse uno scherzo ma..siete state comunque dolcissime oggi mentre noi due fingevamo di litigare su msn tentando di farvi ammattire. LOL LOL LOL
Ragazze non preoccupatevi, il nostro sodalizio è sempre unico e forte e non verrà rotto, tantomeno da una ff . =))))))
Chiedendovi ancora perdono (ma tanto lo sappiamo che senza di noi vi sentireste perse e quindi nn ci uccidete) rispondiamo alle vostre magnifiche recensioni!!!!!


frate87
:non preoccuparti per ora siamo propense ad un periodo di pace, ma chi conosce le nostre ff sa che la pace non durera molto u_u, grazie alla prossima.
Lorena1992 :o_o grazie  a te che ci sostieni cosi, grazie mille... ecco il nuovo capitolo!
kiki_88: grazie mille, mi fai commuovere, anzi ci fai commuovere, per adesso robsten vivranno questo periodo molto bello, il resto si vedra muahahah
Nessie_06 : non preoccuparti grazie, alla prossima.
BabyVery : per il sesso del bambino se hai seguito due nostre one shot capirai quale sara muahahah, per il resto grazie, alla prossima!!
SeaOfLove :o__o grazie a te tesoro, siamo contente di trasmettere qualcosa, eccoti un nuovo capitolo sfornato da cloe, ciao!!!
yesido: o___o abbiamo lasciato senza parole mel, un miracolo!!! muahaha scherziamo, grazie per tutto il tuo sostegno, mi raccomando scrivi anche tu, perche qualcuno dall'alto potrebbe farti fuori tranquillamente ahah, siamo tutte nelle sue mani lol.
julietta__ : giulcess sai noi abbiamo scommesso quanto resisterai , cioe lei è incazzata nera con te, non so quanto riuscira a placare la sua ira, quando si incazza è tremenda, poi metti che è finito anche il fioretto, stai messa proprio bene muahahahah..
per quanto riguarda il capitolo grazie come sempre, alla prossima!! te posta invece.
Roxisnotdied : beh ross cess nemmeno un po di fiducia nelle tue amiche tanto adorate ahahha... non preoccuparti per ora sarà tutto peace and love muahahah
te posta mi raccomando ahaha...
lampra :ooooooo grazie mille, si rob ha superato se stesso ahah.. beh ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima!!!
ledyang : grazie per i complimenti mogliettina!! Fio diciamo che si impegna il più possibile ed è brava dai...molto brava. Tesoro sei contenta delle minacce che abbiamo dato a tutte le scrittrici?? Abbiamo minacciato tutte...da mel a ross cess e giul cess. Tsè..così imparano a non scrivere e a non produrre in modo adeguato. Un grosso meega bacio da entrambe..ah no, scusa Fio dice che lei si astiene... Love!!!!
chi61: non preoccuparti ci sara un bel periodo, dove saranno molto tranquilli muahahahaha
alla prossima e grazie!!!
dorel : ma noi non siamo sadiche, siamo perfide è diverso muahahaha scherziamo u_u, behc non preoccuparti periodo di pace per tutti ahaah.
Enris : grazie mille, si rob si è fatto perdonare nei migliori dei modi, ora ti lasciamo al nuovo capitolo, grazie come sempre!!!
Anto_Pattz: anto tesoro grazie mille, non preoccuparti la prossima litigata sara in questo capitolo, sappiamo quanto adori il nostro sadismo ahahaha, scherziamo!! anche perche tu e un altra persona potresti farci fuori senza nessun problema u_u.. grazie ancora, alla prossima nostra adorata anto.
ariel7 : oh tesoro non essere triste robsten stara presto di nuovo insieme, anche se abbiamo un piccolo uccellino che dice che stanno gia insieme muahahah, per il capitolo grazie, ti lasciamo al nuovo, alla prossima!!!






CAPITOLO 10 (cloe)

BAFTA



POV ROB

Mi accasciai stremato sul sedile del taxi.
Detti l'indirizzo di casa dei miei genitori, massaggiandomi le tempie. Ero distrutto, la notte precedente avevo dormito cinque ore scarse e ora me ne sarei volentieri andato in hotel per infilarmi nel letto, altro che cena a casa dai miei...
Sbuffai esasperato per la richiesta senza senso di mia madre. Lei sapeva quanto fosse faticoso lavorare ad un film come Bel Ami praticamente 15 ore al giorno eppure aveva insistito perchè andassi a cenare a casa. Mi aveva tempestato di telefonate, parlando di una sua amica che non vedeva da tantissimo tempo che io dovevo assolutamente conoscere. Io avevo gentilmente declinato l'offerta finchè mamma non aveva usato il tono "Robert Thomas Pattinson vieni immediatamente a casa o me la pagherai cara"
E ovviamente, a una richiesta del genere non avevo saputo, o potuto, dire di no.
Io, oltretutto, ci sarei andato anche con uno spirito più sereno se solo la mia ragazza avesse risposto al cellulare. Già perchè erano ore che Kris non rispondeva mai alle mie chiamate e ai messaggi. E io stavo impazzendo.
Non averla con me, tra le mie braccia era abbastanza brutto anzi, a dirla tutta, era tremendo. Sapere che c'era un intero oceano a dividerci, che non potevo essere lì con lei a sorreggerla se fosse inciampata, a cullarla se avesse fatto un incubo, ad accarezzare il suo ventre così pieno di me...di noi. E sentire almeno la sua voce era una consolazione, invece così...poteva esserle capitato qualcosa o...
Cercai di scacciare quei brutti pensieri ma, non appena vidi che non c'era nessuna nuova chiamata sul cellulare, decisi di agire.
Composi il numero di casa dei suoi genitori e, al terzo squillo, mi rispose una voce maschile: Cameron.
"Ehi...ciao sono Rob"
"Ah ciao. Chi non muore si risente..." rispose un pò acidamente. Bene, evidentemente ce l'aveva ancora con me. Non che lo biasimassi, anzi. Io stesso ce l'avevo ancora con me per il modo totalmente assurdo e insensato in cui avevo lasciato la mia piccola sola in quella camera d'hotel con nostro figlio in grembo, tutto per uno stupido malinteso.
"Kris è per caso lì da voi?"
"No" rispose "Non la vedo da ieri dopo la premiere di The yellow Handkerchief. E' andata a dormire a casa sua"
"Ah" ebbi solo la forza di dire
"Senti, probabilmente ha fatto molto tardi all'after party e sta ancora dormendo. Cerca di non preoccuparti, quì sono appena l'una di pomeriggio e sai quanto adora poltrire"
"Sì sì...hai ragione sicuramente" Cercai di convincere me stesso con quelle parole, mentre il cuore mi accelerava nel petto a causa dell'ansia.
"E poi senti" Lo sentii prendere un lungo respiro "Per quello che ti ho detto la settimana scorsa...io non volevo essere maleducato o....ma cerca di capirmi. Lei è la mia sorellina e...non riesco a vederla triste.."
"Lo so. Nemmeno io ci riesco, te lo assicuro. E la renderò felice ad ogni costo, te lo prometto." risposi serio. Capivo il suo punto di vista: se ci fosse stata Lizzie a casa disperata e incinta avrei organizzato come minimo una spedizione punitiva contro quell'idiota.
"Ok" sussurrò "allora pietra sopra?"
"Pietra sopra"
"Bene" continuò un pò in imbarazzo "E vedi di non preoccuparti. I bafta sono domani, la rivedrai prestissimo...ne sono certo."
Lo ringraziai e riagganciai.
Avevo risolto con Cameron ma...ancora non avevo notizie della mia ragazza.
Composi nuovamente il numero. Niente, ancora staccato.
Magari c'era qualcosa che non andava nel mio telefono. Forse era solo un problema di linea.
Pagai velocemente il tassista e scesi, pronto ad attaccarmi al telefono di casa tutta la sera se necessario. Percorsi il vialetto e andai incontro a mia madre che mi aspettava sulla porta: doveva avermi visto arrivare dalla finestra.
"Rob è tardissimo..sono le nove passate" mi rimproverò bonariamente, col sorriso sulle labbra.
"Scusa mamma. Non potevo andare via prima"
Mi diressi direttamente in sala da pranzo, guidato da due voci che ridacchiavano e che io conoscevo molto bene.
"Non sapevo che ci fossero anche le mie due ochette starnazzanti preferite" presi in giro le mie sorelle.
"Aahahah" mi rispose Lizzie facendomi la linguaccia  "Meglio ochette che vampiri verginelli..."
"Giusto" le diede manforte Vicky sorseggiando il suo vino "E poi ti rendi conto di essere in un ritardo madornale? Ancora un pò e ci mangiavamo il tavolo.."
Alzai gli occhi al cielo esasperato "Scusate, ma visto e considerato che sono il protagonista non posso mollare lì le scene a metà.."
"Certo certo.." continuò mia sorella "Il protagonista di tutte quelle scene bollenti. Mi sbellicherò dal ridere quando vedrò la piccola Claudia in azione. Aahahahah secondo me era meglio se certe parti le affidavano tutte a una controfigura più...come dire esperta..."
Tutti e quattro i miei famigiari scoppiarono a ridere alle parole di Victoria.
Ma bene...che bella famiglia...
Li lasciai perdere e feci vagare lo sguardo per tutta la stanza, alla disperata ricerca del cordless che, ovviamente, non era al suo posto.
"Mi serve il telefono." sbottai "Prima di mangiare voglio sentire Kris."
Vidi le mie sorelle continuare a ridacchiare e fissare alle mie spalle.
Ok, ora mi stavano davvero facendo venire i nervi. Io ero seriamente preoccupato per la mia piccola e loro non facevano altro che...
"Perchè mi vuoi telefonare se puoi avermi in carne e ossa?"mi chiese una voce che avrei riconosciuto anche tra milioni.
Mi bloccai, probabilmente spalancando la bocca come un pesce lesso.
Non era possibile. O avevo le allucinazioni oppure lei era...
Mi voltai di scatto e la vidi. Appoggiata allo stipite della porta, una tazza di tè in mano, Kris mi sorrideva con gli occhi lucidi.
Sbattei le palpebre spaventato che fosse solamente un sogno ma, quando il mio cervello riuscì a capire che non era cos,ì mi mossi verso di lei.
Kris fece la stessa cosa nel medesinmo istante e, attirati come due calamite,ci ritrovammo avvinghiati.
La strinsi forte, affondando il volto fra i suoi capelli scuri e respirando quel profumo di fiori che mi era mancato come l'ossigeno in quei sette giorni.Tutta l'ansia e la paura che avevo provato nei precedenti minuti  si era dissolta come una bolla di sapone al vento.
Era tra le mie braccia. Finalmente le mie piccoline erano di nuovo a casa.
Già piccoline.
Sorrisi ancora di più a quel pensiero e, dimentico del resto del mondo, la feci volteggiare e ridere.
Era una bambina, anche se questo Kris non lo sapeva...e teoricamente non avrei dovuto saperlo neppure io. Ma non ce l'avevo fatta: avevo voluto la conferma di quello che il mio cuore già sapeva da molto tempo. Forse addirittura dal giorno in cui avevo scoperto che sarei diventato padre.
C'era la mia bambina dentro Kris e bastava quel semplice pensiero per farmi  impazzire dalla  felicità.
Il giorno dell'ecografia ero tornato dentro a prendere la giacca dimenticata e...e avevo  trovato il monitor ancora acceso con l'ultima immagine del nostro fagiolino e mi ero rimesso a fissarlo, incantato dalla magia di quell'esserino che cresceva dentro la mia donna. La dottoressa si era avvicinata e aveva sorriso al mio sguardo.
"Voleva sapere il sesso vero?" mi aveva chiesto
Avevo annuito sorridendo "Sì ma...con Kris c'è stata un pò di tensione..non volevo insistere.."
Lei aveva sospirato indicandomi un punto preciso col dito "Guardi bene l'immagine. Quì dovrebbe vedersi chiaramente se fosse un maschietto"
Avevo assottigliato gli occhi, cercando di capirci qualcosa "io non vedo niente"
"Appunto" aveva sussurrato, facendomi capire quello che tanto desideravo sapere. "Guardi che non potrei...faccio uno strappo alla regola perchè lei è il padre ma..."
"Perciò...è..è una bimba..." Avevo quasi voglia di piangere dalla gioia.
"Le consiglio di iniziare a prendere qualcosa di rosa.."
Quello era stato il giorno più bello in assoluto della mia vita e avrei tanto voluto condividere subito la notizia con Kris, ma lei mi aveva appena perdonato e sapevo che si sarebbe infastidita nuovamente e...
E forse era un pò infantile..ma era come se io e mia figlia condividessimo un piccolo segreto solo nostro. Ovviamente presto lo avrei detto anche a Kris, solo dovevo pensare a come farlo senza solleticare troppo i suoi ormoni instabili.
"Rob, Rob...Mettimi giù" strillò Kris "O rovescerò tutto il thè"
La riappoggiai delicatamente sul tappeto, senza però allontanare il suo corpo dal mio, senza privarmi del suo tepore.
"Da..da quando bevi il thè?" domandai scioccamente.
"Veramente non lo so" rispose facendomi beare del suono della sua risata "Devono essere i geni inglesi di qualcuno qui dentro che si risvegliano"
Porto la mano a coprire la pancia e subito la mia volò sopra la sua.
"Mi siete mancati da morire"
"Anche tu" le sue parole non furono più di un sussurro. I suoi occhi erano lucidi.
Non volevo vederla piangere, non in quel momento.
Le baciai le palpebre, le guance ed infine le mie labbra scesero sulle sue schiudendole ed assaporandole.
"Shhh. Va tutto bene, ora siete qui"
Kris annuì e si aggrappò ancora più a me, affondando il volto nel mio petto. Io intanto le massaggiavo il piccolo rigonfiamento sotto la camicia. Adoravo il fatto che iniziasse a vedersi: mi faceva sentire quella bambina ancora più vera, più reale...
"Ehm..ehm.."
Solo quando qualcuno, probabilmente mio padre, si schiarì la voce mi ricordai che avevamo pubblico. Kris si allontanò un pò in imbarazzo.
I miei genitori si erano seduti al tavolo, fingendo di parlare d'altro mentre le mie due sorelle ci guardavano facendo teatralmente finta di piangere.
"Ohhhh..molto commovente. Quasi più di Edward e Bella che si reincontrano a Volterra..Però avremmo anche fame adesso quindi.." iniziò Lizzie
"...quindi Kris vieni a sederti qui vicino a noi, dai!" continuò Victoria.
La mia piccola fece per spostare la sedia ma io la fermai e la trascinai al posto vicino al mio. Dov'era giusto che stesse.
"Scusate ma lei è solo mia...non la spartisco con nessuno" obiettai facendo loro la linguaccia.
Feci sedere Kris al mio fianco e mi assicurai per tutta la cena che mangiasse adeguatamente. Non volevo essere paranoico ma mi sembrava che fosse sempre troppo magra.
Con mia sorpresa però non ci fu alcun bisogno di un mio incitamento. Kris mangiò tutto quello che mia madre aveva cucinato, soprattutto il pudding. Addirittura alla fine della cena la trovai a fissare titubante l'ultimo pezzo di zuppa inglese.
"Kris mangiala.." dissi mettendogliela nel piatto.
"Rob...io domani devo entrare in un vestito di Chanel senza sembrare una balenottera..." iniziò a protestare ma io la zittii infilandole rapido il cucchiaino carico di dolce tra le labbra.
"Per favore" sussurrai contro il suo orecchio "fallo per me..."
La sentii rabbrividire per quel contatto. Sapevo di essere scorretto..lei non sapeva resistermi...
"A proposito" disse improvvisamente alzandosi e tirando fuori qualcosa dalla borsa. Erano due cartelline di colori diversi.
"Sono le foto dell'ecografia. Ne ho fatte della copie. Una per i nonni" disse porgendone una ai miei
"e una per il papà.." si avvicino, consegnandomi la seconda sorridendo.
Ricambiai il sorriso emozionato. Sapeva quanto volessi avere le foto del mio piccino sempre con me. In questo modo avrei potuto tenerle con me sul set.
La mia famiglia ovviamente impazzì a quella vista. Piansero vedendo il bimbo e poi litigarono sulle copie da spartirsi: tipico di loro.
Approfittai della loro distrazione per catturare di nuovo kris tra le mie braccia.
"Non sai quanto ti amo..."
"Ohhh credo di averne una vaga idea.." replicò.
"Però la prossima volta avvisami..Ho passato le ultime ore impazzendo perchè non rispondevi al telefono"
Mi carezzò il volto "Scusa...la prossima volta non ti farò preoccupare"
La guardai curioso quando la vidi trattenere a stento la gioia "Che c'è?'"
"E'...è solo che..possiamo stare insieme davvero per giorni interi. E poi prenderemo un aereo insieme per New York e..e mi sembra incredibile che ti avrò tutto per me. So che devi lavorare e tutto ma...saremo comunque nella stessa città per una volta e non lontani migliaia di chilometri..."
Era emozionata e felice come una ragazzina. Avrei tanto voluto che fossimo soli per poterla baciare, per poterle dire ciò che sentivo in quel momento, per poter trovare le parole per spiegare o anche solo tentare di quantificare l'amore che provavo per lei ma...ma ovviamente questo non fu possibile.
Non con gli urletti e strilli delle mie sorelle in sottofondo.
Ma in fondo era bello anche così. Tutta quanta la mia famiglia, insieme..
D'un tratto Kris guardò l'orologio e il suo sorriso si spense per un attimo.
"Forse è meglio che io vada. Domani dovrò alzarmi presto e sono distrutta"
"Andare dove?" domandò mia madre
"In..in hotel"
Mia madre scoppiò a ridere scuotendo la testa "Kris..non te lo permetto. Non lascio sola nè te nè il mio nipotino. Puoi dormire qui tranquillamente"
"Ma..ma io non voglio abusare della vostra ospitalità" balbettò Kris arrossendo.
"Ma tu non sei un ospite. Sei di famiglia ormai"
"Rimani amore" la incoraggiai "Non voglio che stiate soli. Mi mette l'ansia"
"Davvero. Puoi stare in camera di Rob. E' stranamente in ordine visto che pur lavorando a Londra vive in albergo..." Colsi una punta di fastidio nella sua voce: lei avrebbe sempre voluto avermi in giro per casa, ma davvero l'hotel era molto più comodo e vicino al set.
"Allora rimango" rispose Kris felice.
"E rimango anche io stasera. Così sarete contenti.."esordii per far piacere a mamma.
"O quale onore. Tu mio caro rimani solo per fare cose sconce con Kris" ribattè Victoria "Non sei ancora stanco...dopo tutta la giornata su quel set pieno di donne nude.."
"Vic" sbuffai "Guarda che è un film...è tutto finto."
"sì sì" ridacchiò Lizzie "Comunque secondo me è questo il motivo per cui l'hai scelto"
Alzai gli occhi al cielo. Stavano dicendo una marea di sciocchezze solo per provocarmi ma, forse, non si rendevano conto di stare giocando con l'umore poco stabile di Kris.
Prima che creassero una crisi tra me e la mia fidanzata, presi la mano di Kris e la condussi  di sopra dopo aver salutato mamma e papà. Mentre salivamo le scale la notai slacciarsi il bottone che le chiudeva i Jeans e sospirare di sollievo.
Arrossì di botto quando si accorse del mio sguardo sulla sua vita.
"Non riesco più a chiuderli dopo che ho mangiato" ammise in imbarazzo "Spero di non diventare sul serio una balena."
"sciocchina" risposi mentre mi adagiavo distrutto sul letto "Tu sei sempre bellissima."
Mi sollevai meglio così da poterla ammirare mentre si spogliava. Era vero, forse aveva preso un paio di chili e la cosa mi rendeva estremamente felice. Non riuscivo a togliere gli occhi dal suo ventre dove faceva bella mostra di sè la collinetta dove viveva al calduccio la bimba. Era un immagine che mi faceva scaldare il cuore.
"Non guardare la mia ciccia" protestò dopo essersi infilata i pantaloni della tuta, avvicinandosi.
La attirai a me e mentre aveva ancora le braccia alzate per sfilarsi la camicia portai il mio viso sul suo pancino, iniziando a baciarlo. La sentii ridere e, con un rapido gesto, la portai stesa sul letto.. Mi puntellai sui gomiti così da non pesarle e ripresi la mia opera di venerazione, baciando quello scrigno che conteneva il nostro più prezioso tesoro.
Kris intanto mi carezzava i capelli. Mi sembrava di essere in paradiso. La sua pelle aveva un profumo ed un sapore diversi ora che era incinta: più dolce, più...non sapevo spiegare quella sensazione a parole, ma il mio cuore iniziava davvero a vederla come una mamma.
"Rob" esordì ad un certo punto "Lizzie..scherzava, vero? Sul fatto che hai scelto Bel ami per le donne..."
Lo sapevo...lo sapevo che lo avrebbe pensato.
alzai il capo per guardarla negli occhi "Per me c'è solo una donna. Le altre non esistono." risposi baciandole l'anello nero che era da tanto il simbolo del nostro amore.
Arrossì, probabilmente imbarazzata da quella piccola gelosia e la sentii rilassarsi mentre le mie labbra percorrevano il contorno del suo ombelico. Dopo alcuni minuti sentii il suo respiro farsi regolare e sorrisi quando mi resi conto che si era addormentata.
"Piccolina. Anche tu sei la donna del papà, non preoccuparti. Ma non diciamolo ancora alla mamma, perchè lei non sa che sei una femminuccia." sussurrai alla pancia di Kris con adorazione.
Stremato mi sistemai meglio vicino a lei, che si accoccolò contro di me.
E ci addormentammo così.
Col suo ventre gonfio che sfregava contro il mio.
Come due bambini sospesi in uno spazio senza tempo che respirava dentro di noi e ci cullava.


Sentivo il rumore della folla anche da dentro la limousine. Wow sembrava che stessero aspettando più me che il principe William. E probabilmente era così, mi ritrovai a pensare sconsolato. Mi massaggiai le tempie e mi sfregai gli occhi cercando di scacciare la stanchezza. Mi ero dovuto svegliare alle cinque per arrivare puntuale sul set. Certo, dormire di nuovo abbracciato al mio amore valeva un pò di stanchezza, solo speravo di non crollare addormentato sul palco. Anche perchè il premio che dovevo presentare...era proprio quello che avrebbe vinto Kris.
Se mi avesse sentito parlare così, mi avrebbe come minimo picchiato.
Lei era certa di non vincere, di non meritarlo ancora.
Io ero certo del contrario.
Lei se lo meritava più di tutti gli altri candidati. Per lo sforzo che aveva fatto, per i sacrifici, per le notti insonni a lavorare sui personaggi...lei meritava tutto. E anche qualcosa in più.
Chissà come stava? Era da quando l'avevo lasciata addormentata nel mio letto che non la sentivo. Sicuramente stava impazzendo dall'ansia del red carpet, delle luci e dei paparazzi. La conoscevo bene. Per quanto fosse un'attrice esperta ancora non riusciva ad estraniarsi da quelle situazioni.
E ora...ora toccava a me.
Aprii la porta e scesi per affrontare la giungla che mi attendeva.
E fu ..piuttosto scioccante...soprattutto per i miei timpani. Però sapere che tutta quella gente della mia città era lì per me..mi fece sentire amato, e apprezzato. Anche se non capivo come potessero avere tutte quelle fiduciose aspettative nelle mie capacità.
Firmai autografi, feci foto su foto, scambiai qualche battuta senza troppo senso con quelli di E! e, dopo quelle che mi sembrarono ore, finalmente la parte peggiore della serata fu terminata.
Mi ritrovai all'interno del teatro su cui si sarebbe svolto l'evento con un unico pensiero fisso: trovare al più presto Kris. Mi ritrovai a vagare con lo sguardo per la sala in cui le persone stavano lentamente prendendo posto.
Che stupido! Neppure sapevo come si sarebbe vestita, che tipo di acconciatura avrebbe avuto o...
Il respiro mi si bloccò in gola quando capii che mi sbagliavo di grosso.
Era impossibile non riconoscerla. Impossibile.
Era da quando era incinta che pensavo splendesse più del normale ma...quella sera era qualcosa di etereo. Irradiava luce propria, letteralmente.
Il vestito bianco che le arrivava appena sopra il ginocchio si sposava perfettamente con la sua pelle pallida: sembrava un raggio di luna caduto per sbaglio tra tutte quelle persone.
Stava salutando Anna e , non appena quest'ultima se ne fu andata, i suoi occhi si posarono su di me ...e si illuminarono.
Incapace di starle lontano mi avvicinai a grandi falcate. Avevo un bisogno fisico di stringerla, di accarezzarla, di baciarla...di farle capire che non doveva essere nervosa, perchè ci sarei stato io con lei. Sempre.
Purtroppo dovetti limitarmi a sfiorarle le braccia: sapevamo entrambi di doverci contenere in pubblico.
Sfregai le mani sulla sua pelle nuda nel tentativo di riscaldarla un pò: quel vestito era troppo leggero per Londra e sperai con tutto il cuore che non si prendesse qualche malanno. La sua salute e quella del piccolo venivano prima di tutto.
"Come stai?" domandai
"Bene" rispose titubante sbuffando.
"Amore non devi essere nervosa. Se vincerai te lo sarai guadagnato. E se non vincerai...beh, non importa. Per me sei e sarai sempre la migliore."
Abbozzò un sorriso poco convinto "Non so neppure se merito di essere qui. C'è tanta gente molto più brava di me. Io..io ho paura di stare qui solo per Twilight e.."
"No" la interruppi "Tu sei qui perchè sei brava. Devi capire che la gente ti ha conosciuta grazie a Twilight ma poi...ha capito che il tuo talento va al di là. Credimi, se sei qui è perchè le persone credono in te."
Prese un lungo respiro e sorrise un poco più convinta "Odio i giornalisti e le interviste" sbottò
Scoppiai a ridere. Quanto la conoscevo ormai!
"Quelli di E! facevano delle battute stupidissime che io nemmeno capivo e...e tutti continuavano a guardarmi la pancia. Lo sapevo che non dovevo mettere questo vestito. Domani ci saranno decine di articoli idioti sullo stile "KStew ha mangiato troppa zuppa inglese o aspetta un baby vampiro?"
Le presi il volto tra le mani, tornando serio. "Se lo diranno dobbiamo..dobbiamo esserne orgogliosi. C'è il nostro bambino lì dentro, e io lo urlerei al mondo quanto vi amo.."
Un sorriso comparve sulle sue labbra "Come fai a dire sempre la cosa perfetta?"
"Perchè so che cosa passi Kris, lo so. E sono qui per te." risposi massaggiandole la schiena. la sentii rilassarsi un pò.
"Ti amo da impazzire" sussurrò
"Ti amo anche io" risposi continuando ad accarezzarla.
Restammo in quella posizione per alcuni minuti, finchè non fummo costretti a prendere posto.
Fortunatamente ero seduto soltanto nella fila dietro di lei così durante lo show potevo accarezzare furtivamente la pelle della sua schiena e i suoi capelli che, ancora corti, a mala pena le sfioravano le spalle.
Ad un certo punto però, arrivò il momento. Dovevo andare dietro alle quinte e prepararmi a presentare il premio di "Best Orange rising star".
Il premio di Kris.
Mi alzai dal mio posto e quando vidi che mi stava guardando le mimai con le labbra un rapidissimo "Ti amo.."
Lei cercò di sorridere, ma osservando il modo compulsivo con cui si stava torturando le mani capii che doveva essere ancora molto nervosa..
E francamente lo ero anche io. Speravo davvero di poter urlare il suo nome su quel palco.
E non perchè era la mia fidanzata e la madre di mia figlia.
Ma perchè trasmetteva emozioni. Ogni film, ogni scena, ogni battuta che lei recitava le costava ore e ore di fatica e dedizione. Perchè la mia Kris non prendeva mai nulla sottogamba..
Trascorsi quei pochi minuti col cuore che mi martellava nel petto e, quando mi ritrovai a camminare su quel palco inondato dalle luci, mi sembrò quasi di morire dall'agitazione.
Cercai di rimanere calmo per lei, per darle forza.
Passò il video che riassumeva tutti i candidati in lista.
Quando le luci ritornarono normali puntai lo sguardo in quello di Kris mentre aprivo la busta.
Mi schiarii la voce. "And the Bafta goes to...."
Trattenni il respiro mentre facevo scorrere il biglietto.
Le mie labbra si piegarono in un sorriso mentre leggevo il nome ad alta voce.
Il suo nome.
"...Kristen stewart!"
Vidi la mia bambolina sgranare gli occhi incredula e poi ricomporsi immediatamente.  Lei era così...cercava di non far vedere troppo quello che la sconvolgeva ma...io sapevo quanto fosse emozionata.
Si mosse piano seguendo la musica in sottofondo e passo dopo passo, gradino dopo gradino giunse di fronte a me
La abbracciai baciandole la guancia e, senza farmi vedere,cercai di accarezzare la curva di quel ventre che racchiudeva il senso delle nostre vite. Mi ritrovai in cima a quella scala cercando di tenerla ferma, di sorreggere la sua emozione e, per la prima volta nella vita, sentii che,malgrado fosse su un palco enorme, non aveva paura. Perchè con lei c'ero io.
Anzi. C'eravamo noi.

Ed ora qualche immagine per rinfrescare la memoria a tutte. Ovviamente i "nostri" bafta sono un pò diversi dagli originali. Ok...non ci si avvicinano manco di striscio =((( Diciamo che abbiamo creato ciò che avremmo tanto desiderato vedere: Rob che consegna l'ambito premio alla nostra Kris..non è stato così ahimè, ma è stata comunque una serata memorabile per lei e ha reso tuutte noi fan mooolto orgogliose. Come potrete capire da adesso in poi la realtà verrà sempre più accantonata e ci inoltreremo nei più ampi sentieri della fantasia. Certo, a meno che Kris e Rob non decidano di sfornare un pargoletto...  *cloe e fio si inginocchiano pregando il cielo per questo miracolo*
Ci sembra che sia tutto... quindi vi lasciamo e...ci si rivede fra sette giorni. Un mega bacio dalle vostre pescioline preferite
Kiss kiss

QUI  SE VOLETE VEDERE IL VIDEO DI KRIS CHE RICEVE IL SUO BAFTA


ROB E KRIS AI BAFTA


http://i40.tinypic.com/2nw2vqw.jpg

I DUE PICCIONCINI CHE SE NE VANNO SULLA STESSA AUTO DOPO L'AFTER PARTY
http://i43.tinypic.com/2vucxsk.jpg

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Capitolo 11
*** Credimi ancora ***


cap 11 Ragazze!!!! Ecco qui la vostra coppia preferita di scrittrici senza cui non potreste affrontare la settimana!!! Vero?? eheh w la modestia!! No, scherzi a parte...vediamo nelle vostre recensioni quanto amate la nostra storia e con quanto affetto ci seguiate capitolo dopo capitolo e....continuate così. Credeteci, siamo davvero contente che la storia piaccia così tanto nonostante in giro ce ne siano anche di simili...molto simili. Diffidate dalle imitazioni mi raccomando.^_^
Cooooooomunque detto questo vi lasciamo a questo bel capitoletto fatto di tanto amooore e qualche casino (se nn ci fossero i guai non saremmo più noi, giusto?) ma prima rispondiamo alle recensioni.
Oh, speriamo abbiate passato delle buone vacanze!!
un bacio enorme da Cloe e Fio!! kiss kiss


Lorena1992
: grazie a te, muahah lo scherzo d'aprile è stato divertente all'inizio u_u meglio non ricordare!!!! ok siamo contente che ti sia piaciuto il capitolo.. si noi abbiamo sempre immaginato l'ipotetica scena dei bafta descritta nel capitolo, per il resto speriamo che non succedano piu casini, rob sa il sesso della bimba, lei no.. u_u guai in arrivo muahhahahaha!!!!!! grazie ancora!!!

kiki_88 : grazie mille... si è femmina, noi adoriamo le femmine muahhahaha chissa come la chiameremo??? *.* vedremo!! muahaha grazie ancora alla prossima!!!
yesido:o_o abbiamo fatto piangere mel, o_o oddio!! ahah a parte gli scherzi grazie di tutto...
ps: sappiamo che stai scrivendo un altra one shot, posta presto u_u poi goditi la spagna lol.
chi61 : u_u noi il termine tranquillita non sappiamo che sia(il termine equilibro si muahah) non preoccuparti pero per adesso sara tutto peace and love, per adesso u_u!!!
alla prossima e grazie come sempre!!!!
Anto_Pattz : scusaci tesoro ancora per lo scherzo, di sicuro non faremo piu scherzi idioti, scusaci ancora *:*... tornando alla storia , grazie di cuore, come sempre sei li a sostenerci, ti lasciamo al prossimo capitolo e mi raccomando non lasciare una recensione piu lunga del capitolo muahhhahahaha...
birilloorsettokinder :grazie mille, ci fa piacere che ci segui, alla prossima!!!!
simo1726 : se i bafta fossero andati come volevamo, crediamo che meta popolazione di fans robsten sarebbe morta muahhaah, ma vabbe, ci siamo consolate raccontandolo noi u_u... ancora grazie e alla prossima!!!
Roxisnotdied: scusaci tesoro, si non preoccuparti avra tanti capitolo peace and love, u_u pero poi cambiamo rotta ahahah.... grazie di cuore!!!
BabyVery :si femmina!! noi adoriamo le femmine, principalmente una u_u ahhaha..
grazie e alla prossima!!!
kiki1988: grazie mille, continua a seguirci, ti lasciamo al nuovo capitolo...
ely_leyton: tutti avrebbero voluto che i bafta fossero stati cosi, ma vabbe non fa niente, avremo le nostre rivincite robsten u_u ah..
ora ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima!!!
ledyang :u_U...è ovvio che "we love equilibrio". Fedele commentatrice e fatina buona..questo capitolo è ancora della tua splendida adorata amica cloe..goditi la dolcezza perchè sai che nel prossimo....*depress*
julietta__:u_u speriamo ci sia riuscita a raggiungere una citta europea, perche se non è arrivata, la facciamo fuori u_u ahahahahah sembriamo tanto lei quando la minacciamo muahahaha(ogni riferimeto a puramente causale) aahah..
a proposito giulcess è piu di un mese, solo una parola vergogna u_u
ariel7 : anche noi siamo depresse per l'assenza di news nostra adorata letizia, ma non preoccuparti ci rifaremo... per quanto riguarda la nostra storia, ancora grazie alla prossima!!!!
piccolinainnamora: grazie mille, per la scimmia non preoccuparti è fuori ormai in tutti i sensi muahaha, grazie ancora e alla prossima!!!
elviraj : non preoccuparti per le recensioni e grazie ancora.. alla prossima!!!
dorel :si la nostra versione piace a tutti, peccato che esista solo sulla penna, ma non fa niente.. per il capitolo grazie mille , ti lasciamo al nuovo capitolo !!!!!



CAPITOLO 11 (CLOE)

CREDIMI ANCORA


KRIS POV


"Andiamo via" sussurrai al suo orecchio non appena ci fummo accomodati al tavolo dell’after party.
Mi guardò confuso "Ma siamo appena arrivati. Non hai mangiato nulla..."
Scossi il capo "Voglio stare con te. Voglio solo te.."
Vidi i suoi occhi accendersi e animarsi della medesima passione che albergava nei miei. Avvicinò il suo volto al mio. "Andiamo al mio hotel allora..così siamo soli.."
Rabbrividii sentendo la sua voce calda e roca. Mi aiutò ad alzarmi e non so dove trovai la forza per non saltargli addosso e baciare le sue morbide labbra li di fronte a tutti. Invece dovetti contenermi e,addirittura, separarmi da lui mentre salutavamo chi di dovere e uscivamo dal locale. Mi sembrava sempre assurdo: dover sgattaiolare dentro alla macchina il più velocemente possibile, come se fossimo due ladri, come se facessimo qualcosa di sbagliato, qualcosa da nascondere...
Una volta sui sedili posteriori mi accoccolai sul suo petto, inebriandomi del suo profumo.
"Hai freddo?" domandò premuroso. Scossi il capo: con lui stavo sempre bene, mi sentivo sempre al sicuro. Passò tutto il viaggio ad accarezzarmi la schiena e a baciarmi i capelli, passandoci le dita e giocherellandoci. Quando finalmente arrivammo all'hotel tirai un sospiro di sollievo. Non ce la facevo più: avevo bisogno di sentirlo, di baciarlo, di percepire la sua pelle contro la mia, di fare l'amore con lui. Erano giorni che lo volevo, ma la tensione di quella sera aveva amplificato il tutto...
Il più velocemente possibile entrammo in hotel e ci dirigemmo verso gli ascensori ridendo come dei bambini: senza un vero motivo, senza un perchè...solo perchè eravamo insieme, soli e felici.
Una volta arrivati al piano giusto Rob mi sorprese prendendomi teatralmente in braccio e camminando spedito verso la porta della sua camera.
"Che fai? domandai ridacchiando.
"Mi sembra ovvio. Scorto la mia piccola rising star al sicuro" disse strisciando il badge ed entrando con me all'interno. Allungai la mano per accendere la luce e contemporaneamente mi levai le scarpe.
Robert mi appoggiò delicatamente sul pavimento e mi circondò da dietro con le braccia: entrambi guardavamo quel premio che non avevo smesso un minuto di stringere tra le braccia.
"Ancora non ti ho detto quanto sono orgoglioso di te..." disse baciandomi l'orecchio.
Scossi il capo "Non devi..non..ancora non ci credo. E poi non so se ..non so neppure se ce l'avrei fatta senza te lì con me. Senza sapere che c'eri tu..e lui ovviamente..." risposi posando le sue mani sulla mia pancia.
"Noi non abbiamo fatto nulla. Hai solo ottenuto ciò che ti meritavi."
Non credevo davvero alle sue parole. Insomma, sapevo che lui lo pensava davvero, che mi riteneva un attrice fantastica ma...ma io ero ancora molto insicura al riguardo e francamente non ero affatto convinta di meritare il trofeo che reggevo in mano.
"Comunque sia...qui la vera rising star non sono io" dissi girandomi e facendo incontrare i miei occhi con i suoi. Battei leggermente la sua mano sul mio ventre con la mia. "L'unica vera, sola rising star è qui dentro..."
Rob sorrise estasiato e si inginocchiò di fronte a me, così che il suo viso si trovasse a pochi centimetri da nostro figlio.
"Ehi..ciao mia piccola rising star..La mia piccola Miss rising star" sussurrò posando dolcemente le labbra sulla stoffa del mio vestito.
"Come fai a sapere che è una miss e non un mister scusa?" domandai curiosa.
"Beh ..no" balbettò passandosi nervoso le mani fra i capelli "Così...istinto..."
Aggrottai le sopraciglia. Sembrava strano e, soprattutto, non mi aveva guardata negli occhi quando lo aveva detto. Quello era il chiaro segnale che mi stava nascondendo qualcosa...ormai lo conoscevo troppo bene.
"Sai qualcosa che io non so?" domandai improvvisamente accigliata. Lui si tirò in piedi leggermente arrossato in viso, continuando a tormentarsi i capelli.
Bingo: era nervoso. Lo faceva sempre durante le interviste, specialmente se le domande toccavano questioni che a lui non piacevano.
"Ma no Kris..io ti dico tutto lo sai..." Il suo sguardo continuava a posarsi sulla mia pancia, imbarazzato.
Perciò doveva essere qualcosa che riguardava il bambino. Ma..cosa?. Insomma, eravamo rimasti insieme per tutta l'ecografia, lui era ritornato dentro solo per riprendersi la giacca e...e se ci fosse stato qualche problema la dottoressa ne avrebbe parlato anche con me e...
E poi pensai alle parole di Rob: "Miss rising star.." Miss...miss miss
"Oh mio Dio!" esclamai "Tu lo sai!!! Sai che è una bambina!"
"Io...no!" rispose arretrando di un passo "Cioè...forse..ehm. Io volevo dirtelo..."
Lo fissai truce sentendo l'irritazione crescere dentro me "Hai parlato con la ginecologa e te lo sei fatto dire..."
"No!!" si difese "E' stato un caso..e poi sapevo che volevi fosse una sorpresa"
"Sì" sbottai "ma una sorpresa per tutti e due! Se sono l'unica a non saperlo non è più una sorpresa...mi fai sentire una scema!"
"Kris io non volevo..."
"Lascia stare. Vado in bagno a levarmi il vestito..."
Entrai nella stanza adiacente, sbattendomi la porta alle spalle.
Mi spogliai veloce infilandomi una camicia di Rob che era adagiata sul bordo della vasca e inspirandone il profumo. Sentii le lacrime causate dal nervosismo bruciarmi gli occhi: era davvero un idiota. Un idiota patentato. Cosa gli costava aspettare ancora un pò? Per me era importante che fosse una sorpresa. Era importante scoprire la cosa con Rob..vivere l'emozione di quella scoperta insieme. E non volevo necessariamente aspettare fino al parto. Magari solamente fino alla prossima ecografia...in cui fossimo stati più sereni della prima.
Ricacciai indietro quelle stupide lacrime e uscii dal bagno. Trovai Rob seduto sul letto, con indosso solamente i boxer ed una maglietta.
"Senti Kris.." iniziò ma lo bloccai
"Scusa, sono davvero esausta. Vorrei dormire se non ti spiace" Una parte di me si sentiva davvero stupida: forse stavo facendo una tragedia per niente, forse erano gli ormoni che mi rendevano ipersensibile, fatto sta che non riuscivo assolutamente a passare sopra alla cosa.
"Sei arrabbiata.." disse mentre mi stendevo dandogli le spalle.
"Sì..."
"Kris, ti prego, ti giuro che..."
"No ti giuro niente. Io e tua figlia siamo incazzate nere. Quindi per favore lasciaci in pace prima che ti spedisca a dormire sul pavimento"
Le parole mi uscirono dalla bocca prima che potessi fermarle. Forse ero stata un pò brutale ma..davvero non avevo la forza di sopportare una litigata.
Lo sentii sistemarsi tra le coperte e spegnere la luce, sospirando.
Le ore passarono lente mentre tentavo disperatamente di addormentarmi e sapevo che Rob stava facendo lo stesso al mio fianco. Mi sarebbe bastato poco;avrei potuto allungare un braccio e sfiorarlo, accoccolarmi sul suo petto e dirgli che era un idiota e che lo amavo comunque ma...ma non lo feci. L'orgoglio me lo impedì, anche quando all'alba si alzò e ,prima di uscire, si chinò a posarmi un delicato bacio sulla fronte e una carezza sulla pancia.
Continuai a fare finta di dormire finchè non sentii il rumore della porta chiudersi.
Immediatamente spalancai gli occhi, rigirandomi tra le lenzuola e spostandomi sul suo lato ancora tiepido. Rimasi lì svariati minuti a pensare a..a tutto. A quanto lui fosse stato stupido, a quanto forse anche io fossi stata stupida..
Mi alzai sbuffando. Non potevo poltrire tutto il giorno.
Avevo degli impegni...una miriade di impegni


"L'Inghilterra ormai ti ama, Kris" disse Lizzie mentre insieme apparecchiavamo la tavola quella sera. "Anche il premio di Elle..wow..."
"Già" risposi senza neppure ascoltarla veramente. Non avevo prestato la benchè minima attenzione a niente di ciò che mi era successo in quella giornata.
Avevo vissuto tutto come un automa. Ormai ero diventata bravissima a indossare un sorriso di circostanza e a fingere che andasse tutto meravigliosamente. Certo ero brava con tutti tranne con quella che ormai era praticamente la mia seconda famiglia.
Loro sapevano che c'era qualcosa che mi tormentava. E probabilmente sapevano anche che c'entrava Rob. Ripensandoci era ovvio: il mio mondo ormai ruotava intorno a lui e al bambino. Anzi ...alla bambina.
Quel pensiero mi riportò alla mente il motivo della nostra discussione e avvertii una fitta fastidiosa allo stomaco. Ripensai alle sue parole, ai suoi tentativi di scusarsi e..e al mio atteggiamento esagerato e..
E non potei frenare la lacrima che scese dai miei occhi. Come avevano avuto il coraggio di darmi il premio di "Donna dell'anno?" Io..io che combinavo solo guai. Io..che dicevo solo sciocchezze..
Subito sia Lizzie sia Claire furono al mio fianco preoccupate.
"kris..tesoro che succede? Ti senti male? Il bambino..."
Scossi il capo prendendo un profondo respiro.
"No..no" risposi "La gravidanza va bene. E'...è che abbiamo scoperto che..che è una bimba.."
Claire mi abbracciò stretta "Ma è una notizia splendida!"
"Sì sì.." confermai "E' splendida .."
"Ma non volevate che fosse una sorpresa?" domandò curiosa Lizzie
"Sì, cioè no." risposi "Io avrei voluto ma..beh ieri sera è venuto fuori che Rob lo sapeva e..non so nemmeno che mi succede. So che è una sciocchezza ma avevo i nervi a fior di pelle e mi sono arrabbiata e.."
"Ma quello è davvero un grandissimo idiota!" sbottò Lizzie "Cioè..mi rifiuto di credere che condivido il suo patrimonio genetico."
Non potei fare a meno di trattenere una piccola risata alle sue parole. Era assurdo: avevo ancora gli occhi bagnati di lacrime eppure mi veniva da sorridere alle battute stupide di Lizzie. I miei ormoni dovevano essere in piena crisi..
Anche Claire abbozzò un risolino guardando la figlia.
In quel momento sentii la porta di casa aprirsi e richiudersi e il cuore iniziò a martellarmi nel petto. Era ancora abbastanza presto ma doveva essere sicuramente lui.
Chissà se ce l'aveva con me?
Chissà se mi considerava una pazza isterica che faceva tragedie per nulla?
Chissà se...
Le mie domande senza senso logico si interruppero non appena lo vidi squadrarci dalla soglia della cucina.
Appena notò i miei occhi lucidi e arrossati si precipitò vicino a me, carezzandomi il viso.
"Amore stai male..?"
E in quel momento tutte le mie domande ebbero risposta. Lui non ce l'aveva con me. Lui non ce l'aveva mai con me.
Prima che potessi controllarmi seguii i miei istinti e lo baciai con foga.
Lui rimase sorpreso all'inizio ma, poi, ricambiò il bacio mentre percepivo le sue labbra curvarsi in un sorriso.
"Io..non sono arrabbiata. Non mi importa se lo sai, non voglio che tu pensi che ti odio..o.."
"Shhh" mi fermò posando le dita sulla mia bocca. Mi fissò un secondo e poi sorrise "Prendi la giacca. Voglio portarti in un posto"
Lo guardai confusa per qualche secondo poi afferrai il giubbotto e lo seguii fuori casa mentre mi teneva per mano, tutto sotto lo sguardo un p divertito un pò stupito della sua famiglia.
Probabilmente pensavano che fossimo completamente fuori di testa.
Salimmo sul taxi che lui aveva preso per venire e che, fortunatamente era ancora lì.
Il viaggio durò una mezz’oretta scarsa e nessuno dei due fiatò. Ci limitavamo a tenerci stretti l'una all'altro, senza sapere quello che sarebbe successo, o che ci saremmo detti.
Quando scendemmo ci ritrovammo in una stradina che non avevo mai visto. Davanti a me l'insegna di un pub.
Rob mi riprese la mano e mi condusse all'interno. Salutò veloce il barista e si diresse rapido verso una porta che dava sul retro. Sembrava conoscere molto bene quel luogo.
"Rob ma dove.." iniziai la domanda ma rimasi scioccata da quello che vidi di fronte a me. Eravamo in un piccolo giardino recintato sul retro del locale. Non era particolarmente curato: le piante erano lasciate crescere libere, senza troppe costrizioni, acquisendo così un aspetto un pò...selvaggio. Ma era questo il bello: dava una sensazione di libertà, di trovarsi davvero in mezzo alla natura.
E poi...la cosa più spettacolare era ciò che si poteva scorgere in lontananza. Il London Eye illuminato spiccava nel cielo scuro della sera di Londra.
Sentii le sue braccia avvolgermi la vita.
Mi voltai per poterlo guardare negli occhi.
"Scusa.." soffiò a pochi centimetri dalle mie labbra. Scossi il capo, cercando di bloccarlo: volevo dirgli che non mi importava più, che non volevo essere arrabbiata, che quella assurda ero stata solamente io ma lui mi sfiorò le labbra con l'indice, come a volermi fermare.
"Io..ho sbagliato Kris. Ho sbagliato così tante volte perchè..perchè sono un idiota. E tu..sei magnifica, unica,bellissima, e penso sempre di non essere abbastanza per te" Prese un lungo respiro passandosi una mano fra i capelli "Ma voglio che tu sia certa di una cosa. Malgrado tutte la stupidaggini che posso fare...ho bisogno di essere sicuro che tu sappia che tu sei tutto per me...sei tutta la mia vita."
Annuii con le lacrime agli occhi "Anche tu..anche tu .." mormorai mentre la voce mi si spezzava in gola
"Io venivo sempre qui sai? Quando non eravamo insieme...Quando nessuno ci voleva insieme" continuò mesto, un sorriso amaro sul volto "Venivo qui a bere una birra con Tom e..e a guardare il cielo di Londra. E mentre credevo di averti persa in fondo stavo perdendo anche me stesso. Perchè io non sono nulla senza di te..."
Mi avvicinai ancora e affondai il viso nel suo petto, stringendolo a me.
"Nei miei sogni non..non c'è mai stata l'illusione che sarebbe stato facile. Specialmente durante quei mesi in cui ti sentivo lontana" sussurrò, le labbra sfioravano la mia fronte " Ma..ma ora siamo insieme e..e sono felice in un modo totalmente nuovo ed assurdo che..che mi sembra quasi impossibile. E quando abbiamo visto l'esserino dentro di te...l'ho sentito così, vero, reale, così...vivo."
Le sue labbra scesero lungo il profilo del mio viso facendomi rabbrividire "Sapere che era una bimba mi ha reso felice perchè ha reso tutta questa storia ancora..ancora più reale, ancora più concreta. Perchè ho paura che tutto questo possa finire, ho paura che ti possa capitare qualcosa e...e la sola idea che se avessi fatto una sola scelta sbagliata adesso sarebbe tutto diverso...mi uccide. Non avrei te...non avrei lei" disse mentre le sue mani si intrecciavano con le mie sul mio ventre.
"Scusa se ti ho delusa. Ma prima che fosse troppo tardi lo sapevo e...e scusami..."
"Non lo dire dissi "Non mi hai mai mai delusa". Le mie labbra si aprirono in un sorriso nonostante le lacrime mi accecassero gli occhi. "Io sono felice Robert. Sono felice che sia una bambina. Sono felice che sia la nostra bambina: solo mia e tua. Perchè sono orgogliosa che tu sia suo padre..."
"Ti amo kristen. Ti amo da impazzire" disse posando piccoli baci sulla mia bocca. Lentamente mi fece girare così che portassi la schiena contro il suo petto.
Davanti a noi si stagliava il cielo illuminato dalle luci splendenti della città.
"Voglio che sia per sempre così. Voglio stare con te...voglio te per sempre" mormorai mentre le sue mani mi accarezzavano la pelle sotto la stoffa del giubbotto.
Lì persa a fissare l'orizzonte sentivo che Rob era davvero tutto ciò che volevo. Tutto ciò che avevo sempre cercato era lì, a condividere con me quel momento perfetto di eternità.
"E sarà così amore mio" rispose contro il mio orecchio "Saremo per sempre io te e i nostri bambini..."
Risi e mi girai a guardarlo. "Bambini?? Pensavo che per ora ce ne fosse solo una in cantiere"
Ammiccò divertito mentre posava il volto nell'incavo del mio collo. "Per ora. Ma io ne voglio tanti..almeno sei o sette.."
Risi forte e mi girai allacciando le braccia dietro al suo collo. I nostri nasi si sfiorarono. "Sei sicuro di poter gestire la cosa? Sette piccoli Pattinson in giro per casa non saranno una cosa facile..."
Avvicinò le labbra alle mie, inebriandomi del profumo del suo respiro. "Con te sì. Con te posso affrontare tutto" rispose prima di abbassarsi e sfiorarmi con un bacio che, per me, valeva più di cento promesse.


POV ROB
Mia madre venne ad aprirmi la porta con un sorriso abbagliante sul volto. Non ci voleva di certo un genio per capire quanto avere Kris per casa la rendesse felice. E rendeva felice anche me, ad essere sincero. Mi faceva stare tranquillo il fatto che la mia famiglia si prendesse cura della mia ragazza e della mia bambina: loro erano le mie sole ragioni di vita ora e...e saperle sole non mi avrebbe permesso di lavorare al meglio. Anzi, non mi avrebbe permesso di lavorare affatto. Sapere le mie due ragazze solo in una stanza d'hotel...no, non lo avrei sopportato.
Erano dove dovevano essere. A casa: in famiglia.
"Ciao tesoro. Come è andata la giornata" mi domandò premurosa "Sei stanco?"
"No" sminuii "Va tutto bene. Sul serio. Kris?" domandai in apprensione non vedendola nè in salotto nè in cucina.
"Non riesci proprio a stare senza di lei.." mi punzecchiò.
"In effetti no" risposi senza imbarazzo "E'..è come l'aria che respiro. E'…non sono nemmeno capace di trovare le parole per dirti quanto la amo.."
Mamma mi fissò emozionata e poi disse qualcosa che mi stupì veramente "Grazie Rob."
La guardai confuso per un istante. "Grazie di aver trovato una ragazza così. Lei è splendida e...è perfetta per te. E adesso mi darai anche un nipotino.Io..noi siamo così felici. Tutti quanti credimi."
La abbracciai stretta. Mia madre era una donna forte ma..ma sapevo quanto fosse felice di averci per casa, di avere tutta la sua famiglia lì con lei, specialmente io che passavo il mio tempo sempre in giro per il mondo e pochissimo a Londra
"Dovete proprio partire domani?" domandò un pò triste.
Lo sapevo che se ne sarebbe venuta fuori con quella domanda. "Mamma..verrete anche voi a NY per la premiere. Ci rivedremo tra pochi giorni"
Annuì "Ma sì, lo so. Non dare retta alla tua mamma lamentosa. Ora andate o farete tardi a..."
Improvvisamente dal piano di sopra si udì un sonoro tonfo sul pavimento.
Sbiancai di colpo.
"Mamma Kris.." iniziai senza avere la forza di parlare
"Non preoccuparti ..era con Lizzie..non sarà successo nulla" rispose tranquillamente.
A quelle parole mi sentii ancora peggio e corsi su per le scale. Era con Lizzie: questo avrebbe dovuto farmi stare meglio? Assolutamente, totalmente, completamente NO!
Mia sorella era completamente matta ed irresponsabile, non si rendeva conto che Kris aspettava una bambina, che doveva evitare lo stress, i colpi, le...le cadute.
No, no,no. Non era caduta. Non si era fatta male. Lei e la bambina stavano bene.
Mi diressi col cuore in gola in camera mia. Vuota.
Entrai in bagno ma vidi che era vuoto anche quello.
Accidenti...mi restava solo un posto in cui poteva essere Kris.
In pochi passi mi ritrovai davanti alla camera di mia sorella e spalancai la porta, senza pensarci. Mi ritrovai davanti Kris e Lizzie che prese da una totale frenesia cantavano saltando sul letto.
E che cosa cantavano.
"Hello daddy, hello mum! I'm your ch ch ch ch ch ch cherry boooooomb! I'm your ch ch ch...."
Si fermarono di colpo non appena si accorsero di me appoggiato alla porta.
Scoppiarono a ridere sostenendosi a vicenda, per non cadere. Immediatamente mi precipitai sotto kris, terrorizzato dall'idea che perdesse l'equilibrio e si facesse male.
"Lizzie ma sei completamente impazzita? Kris è incinta non dovrebbe fare questi movimenti!" sbottai.
Mia sorella sbuffò saltando giù dal letto "Mi stava solo insegnando le parole di Cherry Bomb! Sei così antiquato e noioso...inizierò a chiamarti Edward"
"Ma brava, sto morendo dal ridere" replicai, lanciandole uno sguardo truce .
"Amore amore" mi disse la mia ragazza sorridendo "Sto bene. Ci stavamo solo divertendo un pò.."
Anche lei fece un piccolo saltello atterrando sul pavimento. Saltello seguito da un mio immediato sguardo terrorizzato alla sua pancia. Chissà se la bambina poteva sentire tutti quei movimenti bruschi, se le davano fastidio o se...
I miei pensieri angosciati furono interrotti dal ridacchiare delle due ragazze.
Sì..sì..che mi prendessero pure in giro.
Prima che potesse rendersene conto mi avvicinai a Kris e me la caricai sulle spalle, uscendo dalla camera. Sentii la mia ragazza agitarsi ma non era abbastanza forte da riuscire a liberarsi.
"Lizzie muoviti a scendere. Il taxi ci aspetta fuori e visto che il concerto è il tuo ti conviene darti una mossa o faremo tardi." strillai "E tu mia cara Kiki smettila di muoverti o cadremo dalle scale"
"Rob, mettimi giù immediatamente. Sotto ci sono i tuoi genitori!"
"Mi dispiace tesoro ma non posso permettere che tu ti affatichi troppo." la ammonii ridacchiando " O che la bambina si stanchi"
Attraversai la porta di casa e la lasciai solamente quando fu al sicuro sul sedile posteriore del taxi. Entrai anche io e, mentre aspettavamo che Lizzie ci raggiungesse, avvicinai il mio volto al suo. Mi fissò truce incrociando le braccia al petto.
"Mi hai fatto fare una figura tremenda. Tua madre ci avrà visti..." borbottò. "Mi vendicherò, mio caro signor Pattinson. Andrai in bianco per il resto della gravidanza...sappilo..."
Ridacchiai. Era adorabile quando faceva l'offesa.
"Ah sì?" sussurrai sfiorando il suo collo con le labbra e la punta del naso.
La sentii trattenere il respiro. "Sì" disse decisa
Forse aveva bisogno di un pò di persuasione.
La mia mano sfiorò il suo ginocchio. "Ancora sicura?"
"Ss..ssì" ansimò leggermente.
Era testarda la ragazza.
Risalii con le dita sul suo interno coscia massaggiandola su e giù.
La sentii trattenere il respiro.
"Ancora sicura?"
"Mmmmmm" mugolò solamente.
"Lo prendo come un no" sussurrai.
In quel momento mia sorella entrò in auto e io tolsi immediatamente la mano dalla sua coscia mentre Kris si ricomponeva spalancando gli occhi, rossa in volto e accaldata. Per fortuna Lizzie era troppo presa ad ascoltare l'i pod per ripassare le canzoni che avrebbe dovuto cantare al concerto per interessarsi a noi.
Presi Kris e la strinsi a me.
"Scusa se a volte rompo" le sussurrai all'orecchio "Ho solo paura per voi"
La sentii ridere, abbandonando il musetto scocciato di prima "Lo so. Ti amo anche per questo"
"Sai per me c'è un solo posto dove voi due siete davvero al sicuro" continuai.
Mi guardò curiosa con i suoi grandi occhi verdi. "Ah sì? E quale sarebbe?"
"Tra le mie braccia" soffiai sulle sue labbra prima di baciarla.

Tre ore dopo eravamo ancora al concerto di Lizzie. Per carità, era carino e la musica di mia sorella mi piaceva molto ma..ma non potevo evitare di essere un pò preoccupato per Kris. Anche se sembrava divertirsi, al mio sguardo attento non sfuggivano di certo i segni della stanchezza sul suo viso: era pallida e gli occhi erano cerchiati da profonde occhiaie.
Spinto da un impulso che non potei fermare le carezzai la guancia. C'erano stati troppi impegni per lei in quei giorni...troppe emozioni: i Bafta, il litigio che avevamo avuto per la bimba, tutti gli eventi a cui aveva presenziato. Non poteva andare avanti così: doveva assolutamente ridurre la sua agenda il più presto possibile o non avrebbe più retto il ritmo.
Kris si voltò sentendo la mia pelle contro la sua e mi baciò le dita della mano "Ehi"
"Ehi.." replicai "Sei stanca?"
"No.." Ma io notai la smorfia sul suo viso.
"Kris.." la ammonii
"Ok..un pò. Ma non voglio che andiamo via. Mi diverto e Liz ci tiene"
"Kris non ti reggi in piedi" mi imposi "Liz capirà"
Scosse il capo ostinata "Io...Sai non ho mai avuto molte amiche e..e lei è davvero come una sorella per me. Ci tengo a restare fino alla fine. Per favore.."
Mi guardò mettendo su il suo sguardo da cucciolo indifeso a cui, e lei lo sapeva benissimo, io non ero in grado di resistere.
Roteai gli occhi al cielo "Va bene. Ma al massimo all'una e ce ne andiamo"
Si porto la mano sul cuore, contenta di averla spuntata "Lo giuro sul mio onore"
Prese la mia mano tra le sue e se la infilò sotto la maglietta, a contatto col suo ventre tiepido.
Abbassò lo sguardo e ero certo che, se non fosse stato buio, avrei visto il suo viso leggermente arrossato. "Rob ho fame..."
Sospirai. La mia Kris così dolce e fragile. La adoravo ancora di più da quando era incinta: sembrava più fragile, più bisognosa della mia protezione; si imbarazzava per delle sciocchezze. Probabilmente sentiva il suo corpo cambiare e in qualche modo doveva abituarsi.
"Vado al bar e ti prendo qualcosa" mi offrii
Le sue labbra si aprirono in un dolcissimo sorriso " prendimi una lattina di coca e un pacchetto di patatine."
"Che gusto?"
"Allora..." rispose pensierosa, come se stesse valutando una questione della massima importanza "Direi...formaggio e cipolle."
Le schioccai un bacio a fior di labbra e mi diressi verso il bar, evitando accuratamente di chiederle come potesse mangiare delle patatine del genere. Per fortuna la maggior parte delle persone era impegnata ad ascoltare mia sorella cantare quindi riuscii a comprare quello che Kris mi aveva chiesto senza farmi riconoscere.
Tornai indietro il più velocemente possibile e senza spaventarla mi sedetti , prendendola per la vita e facendola scivolare sulle mie gambe.
"Rob se qualcuno ci fa una foto.." esclamò preoccupata.
"E' troppo buio Kris" risposi senza la benchè minima intenzione di lasciarla allontanarsi da me " E poi te ne importerebbe davvero a questo punto?"
La vidi rifletterci per qualche secondo e poi scoppiare a ridere "No, hai ragione" Si accoccolò sul mio petto "Chissene importa se ci vedono. Non dobbiamo nascondere la nostra famiglia"
"Giusto” confermai mentre le infilavo una patatina in bocca.
Mi piaceva prendermi cura di lei e, così, anche della bimba. Mi faceva sentire utile, anche se era qualcosa di stupido come imboccarla. Volevo fare di tutto per renderla felice, per sopportare o almeno condividere con lei tutte le fatiche della gravidanza.
Sarebbero stati dei mesi duri e faticosi ma, come aveva detto kris, il risultato ne sarebbe valso la pena.
Avremmo avuto una famiglia. La nostra famiglia.
Una bimba nostra, una casa nostra. Sarei dovuto essere spaventato data la mia giovane età, ma...stranamente non lo ero. Ero solamente tanto impaziente di tenere quel fagottino rosa fra le braccia.
Dopo qualche minuto mi resi conto che Kris aveva smesso di mangiare. Teneva un braccio mollemente adagiato sul mio petto, l'altro poggiato sul ventre e il suo respiro era leggero e regolare.
Le scostai una ciocca dagli occhi e mi resi conto che...si era addormentata.
Sorrisi. E per fortuna che non era stanca.
Dovevo svegliarla. La cosa migliore era portarla direttamente a casa e lasciare che riposasse qualche ora almeno, prima della partenza per NY.
Allungai la mano per sfiorarla ma a pochi centimetri dal suo viso mi bloccai. Stava parlando nel sonno.
"Rob..." le sue mani si aggrapparono alla mia camicia "Non lasciarci..."
A quelle parole sentii il mio cuore incrinarsi. Anche in sogno non riusciva a restare completamente tranquilla. E come avrebbe potuto? Aveva ragione...
Ancora una volta avevamo poco tempo. La premiere di Remember Me, qualche altro giorno insieme e poi...poi saremmo stati di nuovo divisi, di nuovo lontani migliaia di chilometri.
E in quel momento ebbi un ì'idea . Fui pervaso da una consapevolezza improvvisa che quello che stavo facendo, quello che ci costringevo a sopportare non era giusto. Non era più tollerabile.
"Andrà tutto bene amore" sussurrai carezzandole i capelli "Non avere più paura.."
La sentii rilassarsi cullata dal suono delle mie parole.
La fissai dormire ancora un pò, mentre l'idea che stavo maturando si cementava sempre più dentro me.
Questa volta ero deciso.
Le cose sarebbero cambiate. Le avrei fatte cambiare.
E nessuno mi avrebbe più separato dalla mia nuova famiglia
.
Che avrà in mente il nostro Rob??? mah...chi lo sa? Lo scoprirete solo leggendo...alla prossima girls

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Capitolo 12
*** Come what may ***


cap 12 f BUONASERAAAAAAA!!!! 20 recensioni!!! Ormai non sappiamo più cosa fare per sfogare la nostra gioia:cantare, ballare, saltare...sì va bene ok siam matte. Ma ci volete tanto bene anche per questo vero??? *.*  *.*  *.*  E poi questa settimana per noi robstenine è stata già di suo particolarmente intensa(ehm..certe foto di due certe persone INSIEME in un certo aeroporto..hihhihihi) quindi ci sembrava d'obbligo darvi un capitolo altrettanto...ehm, intenso va. Diciamo così. E' lungo ..leggetelo con calma che  così ci date il tempo di rinchiuderci in un bunker da qlc parte...ehm ehm..
Cloe..*Fio inizia a correre..*
Fio...*Preparo le valigie..*
E dopo questa serie di cavolate...vi lasciamo alle recensioni...alla prossima.

ledyang
: GRAZIE U_U. Muha muha..è vero tu sai sempre quello che succederà. Questo capitolo è di Fio...infatti io me ne lavo le mani..anche se forse potrei avere consigliato il piccolo dettaglio del sangue..*tè* ormai so sadica. Amore mio la punteggiatura andava molto bene e tu sei sempre the best. Un mega beso para ti!!!!!
Roxisnotdied : u_u wow ross come sei pessimista, non essere cosi pessimista, u_u fai bene ad esserlo muahahahahah, scherziamo tesoro, ti lasciamo alla lettura, ancora grazie!!!ti adoriamo anche noi!! ps: posta pure tu, ti stai rilassando troppo non è giusto, scrivi u_u muahhaha!!!!!
frate87 : non preoccuparti per il capitolo precedente , siamo sempre contente di leggere i vostri commenti, ci fanno andare !! grazie a te invece che ci segui lol!!!!!
non preoccuparti con questo nuovo capitolo non ti lasceremo in sospeso muahahhaha non crederci!!! ahahha
yesido: grazie mel, sei troppo dolce, ma dopo sto capitolo crediamo che vorrai ucciderci u_u.. vabbe confida sempre nel nostro buon senso ahahaha, non ci conterei troppo ahaha!!!
ps: posta pure tu, son guai se non posti u_u
Anto_Pattz: o_o tesoro leggerei un tuo commento, è sempre un emozione, grazie di tutto, sei un supporto importante per noi, grazie di tutto!!
ti lasciamo al nuovo capitolo, dopo questo sicuro che vorrai ucciderci, ce ne andiamo, lasciamo l'italia, andremo in antartide, ma siamo sicure che ci troverete!!! (se lei organizza la spedizione, sicuro che ci trovate ahahahah)
piccolinainnamora : si robsten a budapest, grande cosa per noi fans, ma alla fine siamo contente che siano riusciuti a stare insieme!! ora si godono londra!!
dopo questa parentesi sulla nostra coppia preferita, ti lasciamo alla lettura del capitolo, ogni tua domanda avra una risposta, mi raccomando non ucciderci!! u_u muahaha
Kia_Twilighter : grazie a te che ci concedi minuti della tua giornata per seguire noi, grazie mille, ti lasciamo al nuovo capitolo alla prossima!!!
birilloorsettokinder :siamo contente di farti sognare !! speriamo che con questo tu non abbia gli incubi ahaha.. grazie alla prossima sempre se siamo ancora vive u_u
kiki1988: grazie mille, alla prossima!!!!
chi61: oh si gli ormoni di kris fanno uscire pazzo il povero rob u_u ahah poverino!!! u_u
con questo capitolo i tuoi dubbi saranno spiegati, ma forse ne avrai altri u_u, ricorda se uccidi noi, non leggerai il resto u_u
lampra: pure noi siamo curiose di sapere cosa ha in mente rob u_u ahahahahah scherziamo certo che lo sappiamo aahha!!!
ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima ...
kiki_88 :grazie mille,ti lasciamo al nostro nuovo capitolo!!!!
francypattinson: anche noi speriamo che un giorno questa ff si realizzi in parte, e noi abbiamo ottime sensazioni u_u...
grazie a te che ci segui e ora ti lasciamo al nostro nuovo capitolo!!!
elviraj: ahah ci divertiamo a scrivere sugli ormoni di kris muahhaah, troppo divertente, bastano i suoi ormoni per creare danni, beh pero con sto capitolo kris non avra colpe, povera cucciolina ahah!!!
grazie a te, alla prossima, non ci uccidere !!!!u_u
BabyVery : alla fine scoprirai cosa rob ha in mente, speriamo ti piaccia ah!!!
alla prossima!!!
Lorena1992: grazie a te tesoro, infatti ora anche kris sa il sesso, una bella bambina, dobbiamo decidere ancora il nome u_u, no non è vero, abbiamo gia in mente un  nome super super magnifico ahah...
ti lasciamo al nuovo capitolo alla prossima!!!
ariel7 :ci fai piangere dolce lety, grazie di tutto, speriamo che ti piaccia anche questo, grazie di tutto, ti vogliamo bene !!!!
KStewLover: grazie a te , siamo contente che ci segui alla prossima!!!
julietta__ : cara giulcess, proviamo pena per te, domani avrai un incontro molto turbolente, ti conviene postare se tieni a cuore la tua vita u_u ahaha, a parte questo grazie di cuore alla prossima!!1
dorel : grazie a te, speriamo il capitolo ti piaccia, noi ci andiamo a nascondere nella nostra tana sperando che nessuno ci trovi ahah!!!alla prossima!!


CAPITOLO12 (fio)

COME WHAT MAY



POV KRIS

“Non lo so ragazze.. forse non è il caso..”
Ecco che per la centesima volta i dubbi mi assalivano, sempre la stessa domanda, sempre lo stesso problema, sempre la mia onnipresente esitazione. Ma era più forte di me. Erano due giorni che non dormivo bene. Mi agitavo nel sonno e mi svegliavo di soprassalto tra le braccia di Rob che mi stringeva e mi cullava cercando di calmarmi. Avevo paura, una tremenda paura. Quella sera sarebbero cambiate molte cose, sarebbe stato il nostro primo vero passo verso la verità e non sapevo proprio cosa aspettarmi. Avrebbero sparlato, saremmo stati su ogni rivista di gossip, sarebbe stata la conferma di tutto e io mi sentivo persa: non perché avessi vergogna di lui, del nostro amore o della nostra bambina, ma perché il giorno dopo sarebbe stato tutto finito. Distanti, di nuovo, per molto tempo. Lontani migliaia di Km con un oceano a separarci. Era quel pensiero a farmi crollare la forza, la paura di dover affrontare tutto da sola. Sapevo che lui sarebbe stato al mio fianco, sempre, eppure le gambe continuavano a tremare e i tacchi non aiutavano. Non riuscivo a fare un passo senza la paura di inciampare e infatti Lizzie e Vicky mi presero giusto in tempo prima che sbattessi contro il comò e sorreggendomi mi portarono a sedere davanti lo specchio.
“Tesoro.. qual è il problema?” Lizzie si sedette su uno sgabello accanto a me mentre Victoria mi raccoglieva i capelli.
Sospirai rumorosamente cercando di non scuotere troppo la testa. “Non lo so.. è che.. la pancia si inizia a notare.. e.. tutti parleranno.. e io.. non so se sono pronta. E poi questa è una grande occasione per Rob.. non voglio togliergli spazio..”
Le vidi guardarsi e scambiarsi un sorriso. A volte mi sentivo così piccola quando ero con loro, come se fossero due sorelle maggiori, quelle che avrei tanto voluto in alcune occasioni, anche solo per parlare.
“Kris tesoro..” Iniziò Vicky mentre continuava a mettere mollettine nei miei capelli. se conosco mio fratello almeno un po’.. non vuole altro che averti lì con lui. E’ importante che tu ci sia..”
“Lo so..” sussurrai ancora poco convinta.
“E poi glielo hai promesso..” aggiunse Lizzie.
Era vero. Glielo avevo promesso. Lui non aveva mai preteso niente da me. “Se non te la senti,non importa” mi aveva detto, ma sapevo quanto fosse importante per lui, sapevo che mi avrebbe voluta lì e io volevo essere lì, per lui.
“Avete ragione..” sussurrai con un filo di voce portandomi una mano alla pancia ancora preoccupata per la mia bambina. Non sapevo se ero pronta a mostrarla a tutti. Volevo che fosse ancora un po’ solo mia, solo nostra. Il nostro segreto.
Sospirai di nuovo. Possibile che dovessi essere così preoccupata? Avrei tanto voluto calmarmi un po’, ma non riuscivo proprio a tranquillizzarmi.
Mi alzai dalla sedia e  mi trovai Lizzie di nuovo davanti. “Ecco.. metti questa” disse mostrandomi una maglietta nera, larga con una molla in vita.
“Grazie..” sussurrai debolmente quando mi resi conto che aveva capito il vero motivo della mia insicurezza.
“Che ci sono a fare la cognate altrimenti?!” disse Victoria venendo di nuovo verso di me col trucco in mano.
“Grazie mille ragazze.. non so che farei senza di voi”. Dissi sincera rendendomi conto che ormai non erano solo delle cognate. Erano delle amiche.
Sorrisero e presero a parlare con la mia pancia. “Ah amore della zia. Ma come dobbiamo fare con la tua mamma?!”
Come dobbiamo fare con la tua mamma?
La tua mamma.
Mamma.
Ancora non mi ero mai nemmeno fermata a pensare bene a quelle parole che mi giunsero come un fulmine a ciel sereno. Mamma.
Presto sarei stata una mamma. E non sapevo ancora niente. come avrei fatto?
Ed ecco che altri dubbi mi assalivano nei momenti meno opportuni.
Basta. Preferii non pensarci troppo altrimenti sarebbe stata la fine. Avevo ancora altri cinque mesi per preoccuparmi delle mie paranoie. Ma quella sera dovevo dedicarla a Rob. Se lo meritava e io non ero nessuno per disturbarlo con i miei problemi.
Abbozzai un sorriso insicuro carezzandomi la pancia.
“Forza fatti truccare..” riprese Vicky e mi lasciai andare alla nuova opera di tortura.

Presi un lungo respiro e scesi dal taxi trovandomi sommersa da urla impazzite delle ragazze appostate là fuori che gridavano il mio nome. Ecco. Adesso Twitter sarebbe impazzito per comunicare la notizia che Kristen Stewart era arrivata alla premiere di Remember Me.
Agitai amichevolmente la mano per salutare le fan dall’altro lato della strada e prima che me ne rendessi conto ero a due passi da quel tappeto rosso. Altro lungo respiro.. ed entrai.
Rimasi accecata per un minuto dai continui flash e dalle grida degli stessi giornalisti che mi urlavano quanto fossi splendida. Contai venti secondi esatti prima di spostarmi in un altro punto cercando di sorridere in modo quanto più spontaneo possibile. Altri venti secondi. Posa. Fine.
Mi guardai velocemente in giro e adocchiai Tom dall’altra parte della sala. Percorsi velocemente quei pochi metri evitando accuratamente la stampa, ma a un tratto mi voltai e li vidi: Rob, Emilie e la bambina che aveva interpretato la sorellina di Rob.
Lei in mezzo e loro chinati leggermente per arrivare alla sua altezza. Sembravano.. una famiglia. Non era giusto. Avrei dovuto esserci io lì. Avrei dovuto essere io accanto a lui, avremmo dovuto esserci noi. Io e la nostra bambina. Una strana ondata di gelosia mi invase percorrendo ogni fibra del mio corpo e portandomi a respirare affannosamente. Improvvisamente, per un secondo impercettibile, si oscurò tutto, e sentii solo due braccia sorreggermi mentre mi portavo le mani alla testa.
“Kris tutto bene?” disse una voce preoccupata. Lo riconobbi subito.
“Tom..” sussurrai ricomponendomi. “Si tutto bene.. solo un capogiro. Grazie..” sospirai tornando a guardare verso Rob che ora posava solo con lei.
“E’ solo un film Kris..” sussurrò Tom notando evidentemente il mio sguardo assassino.
“Si lo so..”. Che stupida che ero. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Conoscevo benissimo gli impegni e i doveri che derivavano da eventi come quello, eppure avevo gli ormoni a mille. Doveva essere la gravidanza. Era evidente che nemmeno alla bambina faceva piacere vedere il suo papà vicino a un’altra donna. Soprattutto vicino a quella donna. Non mi fidavo, e non perché avesse girato un film d’amore con il mio ragazzo, ma semplicemente perché non mi piaceva. Non me l’aveva mai contata giusta, dal primo momento in cui l’avevo vista con Rob nel video del provino. A dirla tutta.. non l’avevo mai sopportata, in nessuno dei ruoli che aveva interpreto, quindi potevo benissimo nascondere la mia gelosia dietro quell’aspetto. Ero completamente giustificata.
“Allora perché la guardi come se volessi fulminarla con gli occhi?”
“Ma hai visto come lo guarda! Che sfacciata! Cerca di copiarmi quella gatta morta! Povera illusa!”
Notai che Tom mi fissava accigliato e sconvolto dalle mie parole. “E meno male che non sei un tipo geloso..” rise.
“Io non sono gelosa!” mi impuntai mentendo. “E’ solo che quella non mi piace. Guardala.. cerca sempre il suo sguardo!”
In quello stesso istante Rob si voltò a guardare verso di me ma istintivamente girai il viso.
“Kris!” mi posò le mani sulle braccia facendomi voltare verso di lui. “Calmati! Rob ama te..”
“Lo so Tom..” piagnucolai scuotendo la testa. “Scusami.. sono solo un po’ nervosa..”.
Mi carezzo dolcemente le braccia. “Hey. Devi stare tranquilla.. altrimenti questa bimba nascerà con i capelli drizzati..”
Mi fece sorridere. Era così dolce Tom. Sempre pronto a consolarmi. Rob era davvero fortunato ad averlo come amico.. e anche io.
“Andiamo dentro.. ti va?”
“Volevo aspettare Rob.. ma non fa niente.. Andiamo”.
Iniziai a incamminarmi verso di lui ma d’un tratto sentii il braccio tirare.
“Hey dove pensi di andare?”
Prima che potessi anche ribattere, mi attirò a sé, di nuovo su quel tappeto rosso  e mi trovai tra le sue braccia, sotto decine di macchine fotografiche che ci puntavano addosso i loro flash continui. Rimasi a bocca aperta mentre lui mi stringeva la mano in vita e imperterrito guardava le macchina fotografiche come se quel gesto fosse la cosa più normale del mondo e si voltò verso di me per sorridere. Scossi leggermente il capo incredula e sorrisi. Si accostò al mio orecchio.
“Niente più segreti..” sussurrò e poi mi lasciò un bacio sulla guancia lasciandomela in fiamme. In quel momento intravidi da lontano lo sguardo di quella Emilie puntato su di noi. La guardai con aria di sfida e con un sorriso smagliante tornai a voltarmi verso le macchine fotografiche stringendomi di più a Rob che aveva una mano sulla mia pancia.
Ecco. Ormai era fatta.  Eravamo.. usciti allo scoperto. Non poteva esserci conferma più evidente di quella e lui mi aveva preso in contropiede decidendo di fare una cosa del genere alla sua premiere. I pezzi alti si sarebbero sicuramente infuriati a morte, probabilmente stavano già sbattendo la testa contro il muro, ma poco importava. Ormai eravamo una famiglia, presto saremmo stati in tre, presto sarebbe diventato tutto reale e io di certo non avrei mai rinunciato alla mia bambina. Mai quella idea mi aveva sfiorato, nemmeno per un secondo e non sarei stata più alle loro regole. Io e Rob stavamo insieme, da molto ormai ed era ora che il mondo lo sapesse, anche perché presto non avrei più potuto nascondere la pancia solo con una maglia larga.
Restammo ancora per qualche secondo infine, tra le urla dei fotografi e gli sguardi attoniti degli agenti di Rob, entrammo nel teatro mentre tutti ci guardavano. Non erano sguardi increduli o sorpresi, erano sguardi ammiccanti e furtivi di chi sapeva che presto o tardi sarebbe successa una cosa del genere. Ma la cosa fondamentale era che non me ne curavo. Avevo Rob al mio fianco e non mi importava del resto del mondo.
“Tu sei pazzo..” gli sussurrai mentre scendevamo i gradini per arrivare ai nostri posti.
“No.. sono innamorato. È diverso..”
Presi posto accanto a lui. “Wow.. deve essere una ragazza davvero fortunata allora..” dissi stando al gioco.
“In realtà.. sono due le ragazze fortunate..” continuò guardando la mia pancia con aria adorante. Sapevo bene che se non fosse stato per gli altri si sarebbe chinato per baciarla, ma sarebbe stato davvero troppo. Una passo per volta.
Lo fissai incantata finché l’urgente e sempre più presente bisogno di andare in bagno mi costrinse ad allontanarmi da lui.
Non solo la gravidanza aveva incrementato il mio bisogno di fare pipì, ma quelle pipì erano davvero lunghissime. A volte mi trovavo a pensare come fosse possibile espellere tanti liquidi senza che avessi bevuto niente. Sentii la voce del presentatore che annunciava l’inizio del film di lì a pochi minuti e cercai di darmi una mossa. Dovevo ancora lavarmi le mani.
Uscii dalla cabina nello stesso momento in cui qualcuno usciva da quella affianco alla mia.
Emilie. Perfetto. L’ultima persona sulla terra con cui avrei voluto trovarmi da sola in un bagno. Non sapevo se era solo sfiducia quella che provavo nei suoi confronti o vero odio profondo. Sapevo che non mi era indifferente, che mi era bastato trovarmela di faccia per farmi ribollire il sangue nelle vene. Non la sopportavo. Non potevo farci niente. Sapevo che il lavoro è lavoro, sapevo che non c’è possibilità di scegliere i partner in un film, ma a lei non potevo vederla nemmeno di striscio.
“Ciao Kristen..” mi salutò con voce fredda fissandomi negli occhi.
“Ciao” risposi mantenendo lo sguardo per poi dirigermi ai lavabi. Notai che faceva praticamente le mie stesse mosse. Il modo in cui aprì l’acqua, prese il sapone.
“Spero che il film ti piaccia” disse a un tratto. Ma era idiota?
“Io l’ho già visto..” risposi sicura di me.
“Davvero?”
“Si! Rob mi portò con se allo screening.. e c’eri anche tu”. Le ricordai. Ma mi stava prendendo in giro?
“Ah scusa.. Forse non ti avrò notata..”
Che stronza! I miei presentimenti dopotutto non erano totalmente sbagliati. Quella era un vera cessa.
Calmati Kristen!
Dovevo stare calma, dovevo lasciar perdere. Ribattere non avrebbe portato a nulla e non volevo che la bambina si agitasse.
“Comunque che ne pensi?” riprese dopo un po’ mentre io avevo tutta intenzione di ignorarla.
Non sapevo nemmeno spiegare le sensazioni che mi trasmetteva quella ragazza.. quella donna in realtà. Era frivola, anche solo la voce mi dava sui nervi. E poi aveva le gambe corte. Se le poteva solo sognare un paio di gambe come le mie!
Perfetto. Ora ero anche gelosa del mio corpo. Incredibile. Non era da me. Non ero mai stata così, eppure sentivo quasi di essere in competizione.
“Penso che Rob è stato bravissimo” risposi incurante tralasciando un qualsiasi commento sul suo stile recitativo che da un punto di vista obiettivo non era male ma che a me, dato il mio profondo astio incondizionato, urtava la sensibilità.
“Si è molto dotato”
“Infatti, non ne hai idea..” risposi subito cogliendo la balla al balzo. Ma con chi credeva di parlare quella? Cioè.. ma non si rendeva conto di essersi messa in competizione con me?! Con me che ero la sua ragazza! Povera illusa.
Mi asciugai velocemente le mani felice di poter finalmente uscire da quel bagno e togliermi davanti quella ciabatta, ma la sua voce mi fermò di colpo.
“Ah a proposito..” iniziò e mi voltai di nuovo per incontrare il suo sguardo. Non gliel’avrei data vinta mostrandomi debole ed evitando di guardarla negli occhi. Appena mi voltai notai che i suoi occhi erano fissi in basso, sulla mia pancia e spinta da un giustificato impulso protettivo e dalla rabbia che mi creava il suo sguardo puntato sulla mia bambina, portai le braccia al ventre circondandolo al meglio e aspettando che terminasse quella dannata frase.
“Congratulazioni” disse con voce gelida indicando in direzione del mio stomaco. “Maschio o femmina?”
Rimasi senza fiato per qualche secondo mentre uno strano senso di inadeguatezza mi stringeva il ventre. “Come.. come fai a saperlo?”.
“Me l’ha detto Rob. Abbiamo parlato molto.. è davvero entusiasta..”
No! non potevo crederci. Rob le aveva detto della bambina. Ma come.. come poteva essere? Perché l’aveva fatto? Perché aveva raccontato a lei, a quella estranea, quello che non avevamo ancora detto nemmeno ai nostri amici?! Non poteva essere vero. D’un tratto tutta la sicurezza che avevo cercato di mantenere mi abbandonò e mi trovai a sussurrare un debolissimo “Grazie”.
La stavo ringraziando.. assurdo. Non ero davvero padrona di me.
“E complimenti a te. Non solo hai trovato uno come Rob, hai anche escogitato il modo perfetto per tenertelo stretto. Complimenti! Immagino che ti abbia anche già chiesto di sposarlo..”
Ero senza parole. Ormai la mia capacità di formulare anche una sola piccola frase di senso compiuto mi aveva abbandonato completamente. “Tu.. non sai niente..”
“Oh bè.. se non l’ha fatto, lo farà presto. Di certo saprà prendersi le sue responsabilità”. Finì di asciugarsi le mani lentamente mentre io interdetta, restavo lì con le mani sulla mia bambina, senza sapere cosa dire.
“Sei un po’ pallida Kris.. sicura di stare bene? Spero di non aver detto nulla che potesse farti agitare”. Si avvicinò a me. “Auguri e figli maschi” mi sussurrò malignamente all’orecchio e infine sentii la porta sbattere dietro di me.
Sola.
Mi sentii persa, le gambe iniziarono a tremare e prima che potessi cadere mi accostai con la schiena alla parete e mi lasciai scivolare per terra. Portai le ginocchia al petto affondando la testa tra le braccia.
Possibile che mi sentissi tanto sola con centinaia di persone a un passo da me? Con Rob che mi aspettava di là. Già.. Rob. Lui era lì, fuori quella porta. Ma se non ci fosse stato? Se in realtà fosse stato lì solo per la bambina? E se fosse successo qualcosa? E se avesse voluto lasciarmi? Come facevo a sapere che restava al mio fianco non solo per la bambina? Come facevo a sapere se avesse chiesto di sposarmi solo per lei?
Emilie forse aveva ragione. Forse lo avrebbe fatto. Si sarebbe preso le sue responsabilità. In fondo ero anche quello ormai. Una responsabilità. Dopotutto era stato improvviso, nessuno dei due l’aveva programmato, nessuno dei due se lo sarebbe aspettato. Non avevamo deciso di averlo. Avevamo deciso di tenerlo, ma non di averlo. Odiavo me stessa per i ragionamenti che mi giravano contorti per la testa. Ma purtroppo la mente è una cosa strana, quanto più si cerca di non pensare a qualcosa, tanto più si va a finire lì. Ormai non riuscivo a immaginarmi senza mia figlia. Ormai era reale. Non l’avrei mai abbandonata, nemmeno se avessi dovuto affrontare tutto da sola, ma restava il fatto che non era stato deciso, e ciò bastava a insinuare nella mia mente il dubbio.
Sentii la porta del bagno aprirsi di scatto e feci subito finta di cercare qualcosa per terra mentre due signore mi guardavano probabilmente accigliate. Mantenni la testa bassa evitando di guardarle troppo sperando che non mi riconoscessero, ma sapevo che le possibilità erano davvero poco.
Mi alzai velocemente e andai fuori proprio mentre le luci si abbassavano. Riuscii ad arrivare al mio posto senza inciampare e quando fui vicino a Rob mi prese la mano e la baciò dolcemente.
“Ci hai messo tanto.. tutto bene?”
Tenni lo sguardo fisso sullo schermo che iniziava a colorarsi davanti a noi e annuii impercettibilmente.
Nonostante tutto, adoravo quel film. Rob mi aveva sorpreso. Non lo avevo mai visto in un film del genere e la sua performance mi aveva lasciata di stucco. Tuttavia.. non riuscivo nemmeno a concentrarmi sulle immagini. Vedevo tutto sfocato. Stavo pensando a ben altro. Stavo pensando alla bambina. Alla nostra vita. Eravamo davvero pronti?
Le parole di Emilie continuavano a rimbombarmi nella testa e dovetti abbassarmi in avanti per sorreggerla. La sentivo stranamente pesante.
“Amore tutto bene?” sussurrò Rob curvandosi alla mia altezza.
Senza rispondere rialzai il viso e sembrò passare finché non mi trovai davanti la scena di sesso tra Rob e.. quella. Non sapevo se fosse una reazione a quelle immagini o se il mio corpo si fosse improvvisamente ricordato che ero incinta.. ma sentii un conato salirmi dallo stomaco fino alla gola.
“Kris..”
“Vado a vomitare” dissi d’un fiato e facendomi spazio tra i sedili corsi nel bagno fiondandomi sul primo gabinetto che trovai sotto mano.
La testa girava sempre di più e in un secondo caccia tutto fuori: tutto quello che avevo mangiato a pranzo e durante il pomeriggio. Mi tenni fermamente al water sperando che fosse finita ma invece un altro round mi aspettava.
Mi chinai di nuovo sulla tazza quando sentii due mani sorreggermi la testa e mantenermi i capelli. Vomitai di nuovo finché non sentii lo stomaco sfinito, vuoto.
“Finito?” chiese Rob e annuii con la testa. Era il meglio che potessi fare in quel momento.
Mi sorresse per aiutarmi ad alzarmi ma quando ebbi preso equilibrio lo allontanai.
“Vattene” biascicai col sapore di vomito che mi abitava la bocca. “Non voglio che mi vedi così.. vattene..”
“Kristen non dire stronzate”.
Di tutta risposta mi allontanai di più e andai a sciacquarmi la faccia e cercare di levare quel sapore acido dalla bocca.
“Rob.. ho detto di andartene” ripetei mentre mi asciugavo il viso. Si avvicinò cercando di prendere l’asciugamano per aiutarmi ma istintivamente mi scansai. “Faccio da sola”
“Amore ma che succede?”
Aveva chiesto, tanto valeva rispondere. “Perché hai detto ad Emilie che sono incinta?”. Sentivo dal mio stesso sguardo che lo stavo sfidando.
Rimase senza parole per qualche secondo finché abbassò lo sguardo colpevole.
“Lo so.. scusa. Ti giuro.. mi è scappato! Non volevo! Oggi pomeriggio mi ha chiesto come stavi e io le ho detto che i vomiti erano passati e da lì poi.. non ho saputo come uscirmene. Ma ti giuro! È stato un caso! Non lo avrei mai detto”.
“Quindi lei ti chiede di me? Come mai tutto questo interesse per la mia salute?”
Rob mi guardò un secondo sbattendo diverse volte le palpebre e cercando di venirmi incontro ma gli feci segno di restare al suo posto. “Kristen.. non sarai mica gelosa?”
Non potevo credere alle mie orecchie! Gelosa io?! Avevo imparato a superare quello scoglio molto tempo fa quando avevo capito di dover convivere con la consapevolezza che altri due miliardi di ragazze vorrebbero il tuo ragazzo.
“Non capisci niente Rob” dissi fredda per poi uscire dalla porta del bagno e tornare silenziosamente al mio posto. Fu di nuovo accanto a me in meno di trenta secondi e sentivo il suo viso fisso sul mio mentre io imperterrita fissavo lo schermo.
Ero proprio un’idiota. Perché dovevo prendermela sempre con lui? Cercai di dare la colpa agli ormoni ma sapevo che non erano loro la causa. La verità era che avevo paura. Non sapevo nemmeno bene di cosa, avevo solo paura. E invece di tenermela per me o rivelarla, mi ero comportata da perfetta immatura e ora gli stavo rovinando la serata più importante della sua vita. Persa nel mio senso di colpa mi ritrovai ad applaudire quando le luci si riaccesero. Lanciai una veloce occhiata a Rob che ricambiò preoccupato. Stare lì e non avere possibilità di parlare e chiarire era atroce, soprattutto con la consapevolezza che era colpa mia.
Cercai di comportarmi nel modo più normale possibile all’After Party. Avrei voluto stargli accanto, fargli capire in qualche modo che mi dispiaceva, che non era colpa sua, che non aveva fatto niente.. ma era sempre troppo impegnato a parlare con qualcuno per notare me. Ed era giusto così. Quella era la sua serata e io gliela stavo rovinando con le mie paranoie. Che stupida che ero. Stupida ed egoista.
Rimasi in compagnia della famiglia di Rob per la maggior parte della serata che sembrava non finire mai. Sorridevo continuamente sperando che nessuno notasse il mio umore e cercando di ignorare la sensazione di acidità che ancora avevo nello stomaco. Non vidi Emilie da nessuna parte. O meglio, da nessuna parte che fosse vicino a Rob e fu un sollievo. Anche perché non sapevo se avrei resistito da tirarle i capelli se l’avessi vista vicina a lui. Ogni tanto, mentre parlava con qualcuno, Rob si voltava velocemente per guardare dove fossi. Gli regalavo un sorriso forzato a cui rispondeva con uno sguardo sempre più preoccupato. Povero amore mio.. mi rendevo conto anche io che lo stavo facendo impazzire.
Lo osservavo da lontano mentre parlava insieme a Claire con quella bambina. Mi faceva uno strano effetto vederli insieme, come se avessi una visione del futuro.
“Kris ti senti bene? Sei un po’ pallida”. Victoria era davvero impeccabile. Non si faceva sfuggire niente.
“Si si. Tutto bene. Ho solo un po’ di nausea..” risposi scuotendo la testa e portandomi una mano al naso mentre l’altra allontanava il piatto con le tartine al salmone che era sul tavolino a un metro da me. Tornai a guardare Rob giusto in tempo per vederlo aprire le braccia facendo in modo che la bambina si adagiasse su di lui e la tirò su stringendola a lui per fare una foto insieme. Sorrisi istantaneamente. Vederlo con una bambina mi riscaldava il cuore e le mie paure sparivano. Sarebbe stato un padre perfetto. Forse.. avevo solo paura di me.
Le braccia di Claire che mi stringevano da dietro mi ridestarono dai miei pensieri.
“Oooh che carini!” disse con la tipica voce di una bambina di due anni. “Non posso credere che tra poco mi darete una nipotina vera!” continuò sedendosi accanto a me e carezzandomi la schiena.
Le sorrisi. Ormai non facevo altro da tutta la serata. Un sorriso in più non mi sarebbe costato niente. Sarebbe andato tutto bene. Dovevo solo convincermene.
Passarono almeno due ore, due lunghissime ora in cui non potei scambiare una parola col mio ragazzo. Iniziavo davvero a pensare che il tempo non passasse più quando finalmente Lizzie si avvicinò dicendomi che era ora di andare.
Anche il ritorno in hotel fu.. silenzioso. Rob aveva tanto insistito perché tornassimo con la stessa macchina eppure non fiatava. Non diceva una parola e aveva anche smesso di guardarmi. Stargli così vicino e sentirlo così distante mi uccideva, anche perché sapevo che era colpa mia. Istintivamente allungai la mano e cautamente intrecciai le mie dita con le sue. Si voltò a fissarmi per un secondo e sorrise stringendo la presa.
“Allora buonanotte!” esclamarono Claire, Lizzie e Vicky quando ci trovammo fuori la porta delle nostre camere.
“’Notte!” rispondemmo io e Rob insieme prima di sparire dietro la porta della nostra camera. Finalmente soli. Ora avrei solo dovuto trovare le parole per spiegargli il mio comportamento, ma non ce ne fu nemmeno bisogno.
“Bene.. ora Kristen, spiegami cosa diavolo è successo per favore”
Mi prese in contropiede arrivando dritto al punto e facendo in modo di voltarmi per avere i suoi occhi nei miei. Lo fissai fingendo di non sapere di cosa parlasse. “Non posso credere che il problema sia Emilie o la bambina, o il fatto che sappia della bambina. C’è qualcos’altro, vero? Ti prego dimmelo”
Sentii gli occhi iniziare a pungermi e senza nemmeno staccare il mio sguardo dal suo lasciai che mi scendessero le lacrime. Non le fermai. Volevo piangere. Ne avevo il bisogno e volevo cacciare tutto fuori. “Mi chiederai di sposarti.. lo so.. e lo farai solo per la bambina..”. Scoppiai a piangere abbassando il viso mentre arrossivo di vergogna per rivelargli ad alta voce le mie paura.
“Kristen.. ma che stai dicendo?! Perché pensi una cosa del genere?” disse abbassandosi per vedermi negli occhi.
“Perché è così. Emilie ha ragione.. tu ti prenderai le tue responsabilità e mi avrai sposata solo perché sono incinta..” sussurrai tra un singhiozzo e un altro mentre mi imponevo di calmarmi.
“Emilie?! È stata lei a metterti questa cosa in testa?”
Annuii debolmente e lui sbuffò estremamente seccato. Non poteva farci niente nemmeno lui.
“Se me la trovo sotto mano..” ruggì lasciando la frase a metà.
“Lascia stare. Non metterti nei casini per me”
“Amore mio” portò le sue mani sul mio viso e inchiodò i miei occhi ai suoi. “Ascoltami bene! Io ti amo, hai capito? Amo te e amo nostra figlia. E quando ti chiederò di sposarmi non sarà solo per lei..” portò una mano al grembo. “..ma sarà per tutte e due, perché saprò di volere te, per sempre”. Mi asciugò le ultime lacrime muovendo i pollici sul mio viso. “E se tu mi vorrai allora mi dirai di si..”
“Tanto io ti vorrò per sempre”  risposi subito senza nemmeno pensarci.
“Allora è perfetto” sorrise e avvicinò le nostre labbra stringendomi a se.

“Hey straniero!”
Purtroppo nei periodi di lontananza in cui il telefono era l’unico mezzo di comunicazione, mi veniva spontaneo chiamarlo in quel modo. Ovviamente non perché lo sentissi davvero uno straniero, ma perché sdrammatizzare era l’unica cosa che mi faceva sopportare i chilometri che ci separavano.
“Buona sera zingara”.
Sorrisi.
“Cosa fai?”
“Penso a voi”
“E prima cosa facevi?”
“Mmm.. pensavo a voi..”
“Oh.. e prima ancora..?”
“Fammi pensare..uhmm.. mi sa che pensavo a voi..”
Non potei trattenere una risata spontanea. “Però.. non hai proprio niente a cui pensare, eh? E ci pensi anche quando giri scene hot con donne molto sexy?”
Mi piaceva stuzzicarlo sull’argomento. Non me l’ero mai presa a riguardo. Oddio.. sapere che avrebbe girato scene di sesso spinte con almeno tre attrici diverse non mi faceva di certo piacere, ma sapevo che era per lavoro e anche quel pensiero non mi dava fastidio come il ricordo di Emilie. Dovevo smettere di pensarci. Ormai era acqua passata.
“Bè no.. ho anche io i miei momenti di svago, no?”
“Simpatico..” dissi ironica.
“Amore, vi penso sempre. Ogni momento della giornata..”
Sapevo che era la verità, anche perché chiamava continuamente per sapere come stessi, se avessi bisogno di qualcosa, se avessi la nausea o per sapere se la bambina si era mossa. Quel pensiero lo assillava. Non riusciva a capire perché ancora non avesse nemmeno tirato un calcio.
“Niente ancora, eh?”
Infatti capii subito a cosa si riferiva.
“Amore perché ti preoccupi tanto? Vedrai che prima o poi si farà sentire” dissi attraverso la cornetta carezzandomi il pancino che iniziava a farsi sempre un po’ più evidente. “Sono sicura che sta aspettando il papà..” sussurrai convinta di quelle parole. Volevo davvero sentire mia figlia che mi faceva partecipe della sua presenza, ma avrei tanto voluto che ci fosse anche Rob in quel momento che quasi temevo che si facesse sentire proprio in quel periodo in cui lui era lontano.
“E io sarò presto lì. Tra una settimana sarò di nuovo da voi. Nel frattempo dalle un bacio da parte mia”
“Rob ma non posso baciarmi la pancia.. non sono una contorsionista..”
“Oh.. allora dalle una carezza..”
Guidata da quelle parole continuai a carezzarmi il ventre, sopra, sotto, a lato. Dappertutto.
“Oddio.. credo.. credo che si sia mossa!” esclamai con tono sorpreso prevedendo la reazione di Rob.
“Davvero?!”
“No..”. Scoppiai a ridere da sola come una scema. Mi divertiva troppo prenderlo in giro.
“Simpatica..” disse con lo stesso tono ironico che avevo usato io prima. “Sai che potrei restarci secco?! Non vorrai mica lasciare la piccola Orange senza padre..?”
Ancora con quella storia! “Rob.. credevo che ne avessimo già parlato. Non darò a mia figlia il nome di un frutto”.
“Ma perché no? lo fanno tutti.. e poi lo trovo grazioso..”
“Primo, noi non siamo tutti, secondo, la sfotterebbero a vita, terzo, è semplicemente orrendo”.
“Allora Strawberry?”
“No..”
“Pear?”
“Nooo..”
“Chanel?”
“Siamo passati ai profumi?”
“Andiamo Kris.. dobbiamo scegliere un nome. Abbiamo solo altri cinque mesi!”
“Solo?! Rob.. calmati. Il nome è l’ultima cosa da decidere. I nomi non si scelgono in fretta.. sono loro che ti si presentano davanti. Quando lo avremo davanti, lo capiremo e sarà fatta..”
“La fai così semplice..”
“Infatti.. niente di più semplice.. te lo assicuro..”
Sbuffò scherzosamente attraverso la cornetta. “Sei assurda..”
“Lo so.. per questo mi ami..”
Lo sentii sorridere. “D’accordo.. visto che ti amo da morire.. rinuncio ai frutti..”
“Hallelujah..”
“Fai poco la spiritosa e piuttosto dimmi come ti senti. Nausea? Mal di testa? Vuoti? Voglie?”
“Mmm.. nausea zero. Ogni tanto qualche capogiro ma passa subito e.. tante voglie. Credo che i miei mi manderanno presto a quel paese. Ieri avevo una voglia assurda di salame di cioccolata. Cam e Taylor hanno girato tutta la città ma niente.. Alla fine mamma si è fatta comprare gli ingredienti e ha deciso di farlo lei! Sto diventando un porcellino.. non sono sicura di quello che troverai tra una settimana”
Rise di gusto. “Fai bene. Mangia quanto vuoi, amore mio. Tanto ti amo anche se diventi una vacca..”
“Hey!” Ribattei fingendomi offesa mentre lui rispondeva con una risata che ovviamente mi faceva capire che scherzava.
“I giornalisti? Chiedono?”
Risi al pensiero di tutte le interviste che avevo fatto quella sera. “Credo abbiano intuito qualcosa.. Dovresti vederli.. Mi fissano la pancia! Ma nessuno si azzarda a fare la domanda. È troppo divertente. Chiedono solo di te e se stiamo insieme..”
“E tu?”
“E io dico che mi sono stufata di te e ti ho piantato per Orlando Bloom”
“Oh bene. Mi piace Orlando. È un bravo ragazzo..”
Adoravo quelle conversazioni telefoniche. Certo, non quanto avrei adorato averlo accanto a me, ma lui trovava sempre il modo di non farmi sentire la sua assenza.
“Scemo! Stasera l’ho detto agli altri, sai?”
“Davvero?”
“Si.. eravamo all’After Party. C’erano Joan, Dakota e gli altri, e Taylor non faceva che chiedermi come stavo. Credo che lo sapessero ma aspettavano una conferma. Così l’ho buttata lì”.
“E..?”
“Mi sono saltati addosso! Come pensavo se l’aspettavano. Non sei arrabbiato, vero? Cioè.. avrei voluto dirlo con te, ma ero alle strette..”
“No amore, hai fatto bene. E poi tra poco non sarà più possibile nasconderlo nemmeno alla stampa..”
“Già..” sussurrai rabbrividendo un po’ al pensiero del mio pancione sotto il flash delle macchine fotografiche.
“Te l’ho detto che eri bellissima stasera?”
“In effetti.. non ancora..”
“Bè.. eri bellissima. Il rosa ti dona sai..”
“Davvero?”
“Non quanto il blu, però..”
Eccolo che ricominciava. Dalla sera degli Oscar non c’era stato giorno in cui non mi ripetesse quanto ero stupenda.
“Te l’ho detto che eri stupenda?”
“Si.. circa 15973 volte..” risi lusingata.
“Oh.. allora non c’è 15973 senza 15974. Eri stupenda. Sei stupenda” soffiò attraverso la cornetta mentre io sorridevo tra me e me.
“Cosa sono tutti questi complimenti? Non dovrai mica farti perdonare qualcosa? Devo preoccuparmi?”
“Non posso dire alla mia ragazza, nonché madre di mia figlia, che è stupenda?” chiese leggermente indignato dalle mie supposizioni.
“Finché lo dici solo a me..”
“Non potrei dirlo a nessun’altra..” Fece una pausa. “O forse solo a un’altra ragazza..”
Cosa?! “Chi?” chiesi subito allarmata.
“Non posso dirti come si chiama.. visto che quella testarda di sua madre ha una teoria assurda sui nomi e non si decide a sceglierne uno..”
Mi rilassai istantaneamente. Lo adoravo sentirlo parlare della bambina. Me lo faceva sentire vicino e reale.
“Avrà le sue buone ragioni..” risposi stando al gioco.
“Se se, piuttosto. Cosa stai facendo adesso?”
“Bè, da circa mezz’ora sono stesa sul letto e parlo al telefono col mio super ansioso ragazzo che tra poco dovrà andare via se non vuole che lo licenzino. Quanto dura la pausa?”
“Sempre troppo poco..” sospirò. “Devo andare. Si ricomincia. E tu devi dormire. È tardi lì ed è stata una serata faticosa. Non voglio che ti stanchi troppo. Ti prego.. riposati. Non affaticarti..”
“Rob.. sto bene. Davvero..”
“Lo so.. però non forzare troppo la mano. Vorrei solo poter essere lì con te..”
Ed ecco il momento malinconia che invece era sempre la pugnalata al cuore tipica del fine telefonata.
“Ancora sette giorni. Ce la faremo vedrai..”
“Si.. come sempre. Devo scappare amore. Chiamami appena ti svegli. Vi amo tanto!”
“Ti amiamo anche noi”. Malvolentieri chiusi la telefonata. Se non lo avessi fatto io lui avrebbe continuato ad aspettare in linea senza mai chiudere il cellulare.
Sospirai rumorosamente ripensando alla serata. Era stata davvero importante. La prima premiere di “The Runaways”. Ero abituata alle premiere ma quella era stata la prima a cui partecipavo non più da attrice o ragazza, ma da madre. La pancia si iniziava davvero a notare. Chiunque poteva pensare che fossi incinta o che avessi messo su qualche chilo. Comunque non mi importava di quello che potevano dire o pensare. Avrei solo voluto Rob con me.
Affondai la testa sul cuscino stringendo al petto la camicia che mi aveva lasciato dieci giorni prima. Adoravo mettere le sue cose. Era un modo per ricordarmi che era sempre con me e lui allo stesso modo adorava vedermele addosso e capire che era il mio modo per dirgli che mi mancava da morire. Ero felice. Nonostante lui fosse lontano, nonostante sapessi che sarebbe stato complicato, ero davvero felice e ringraziavo ogni giorno il cielo della fortuna che avevo, della vita che mi aveva donato e di quella nuova che nasceva dentro di me.
Cullata da quei pensieri mi addormentai beandomi del suo profumo che mi riscaldava il cuore.

Anche un’altra settimana era passata. Peccato che non fosse giunta al termine che speravo. Io a New York e lui ancora a Londra. Tutti i nostri piani erano saltati. Avrebbe dovuto essere lì con me e invece.. invece era su un dannato tappeto rosso che non avrebbe mai dovuto esserci. Avevamo azzardato talmente tanto con la mia presenza alla premiere di Remember Me che quei grandi bastardi avevano pensato bene di fissare una seconda premiere a Londra, il 17, stesso giorno della mia premiere a New York e per giunta due ore prima, in modo da rendergli impossibile prendere un volo e venire da me.
Rob era letteralmente furioso. “Non ci posso credere! Ti prego! Fermami! Sto per prendere a calci il muro! Ma non è possibile! Che gran figli di puttana! Credono di fermarmi così?! Non hanno idea di chi hanno sfidato! Ora vado lì e gli dico che sei incinta così vediamo come la mettono!”.
Avevo cercato di calmarlo, perché dovevo essere io la prima a stare calma. Gli avevo detto di tenere duro un altro po’, di stringere i denti, di sopportare quella che sarebbe stata sicuramente l’ultima trappola in cui rimanevamo incastrati.
Cercavo disperatamente di stare calma, ma non era semplice. Avevamo progettato molto tempo prima che lui venisse con me e mi ero talmente abituata all’idea che il solo pensiero che avessero il potere di tenerci così divisi mi faceva male e saperlo in un altro continente, con Emilie per giunta, non mi facilitava per niente il compito.
Eravamo davvero abbattuti. Vivere quell’ultima settimana senza sapere quando ci saremmo rivisti era stato terribilmente frustante.
“Mi mancate troppo! Io non ce la faccio più.. voglio solo poter abbracciare la mia ragazza e mia figlia. E’ forse chiedere troppo?” mi aveva detto durante una delle tante nostre telefonate.
No, non era troppo. Era il minimo. Ma per noi, no. Quando avremmo potuto vivere la nostra vita in santa pace? Non volevo che mia figlia crescesse in quell’ambiente. Dovevano cambiare delle cose, molte cose. Innanzi tutto, appena si sarebbe presentata la possibilità avremmo annunciato insieme la mia gravidanza. Non avrei mai voluto farlo, avrei voluto che si scoprisse tutto in modo naturale, ma se era l’unico modo per avere un po’ di tranquillità subito, sarei scesa a compromessi. Non avevo intenzione di farmi mettere ancora i piedi in testa, soprattutto in quel periodo in cui la mia sensibilità era alquanto.. sensibile.
Sforzavo di sorridere davanti le telecamere, cercando di apparire rilassata ma la verità era che avevo un gran mal di testa. Ogni tanto mi si oscurava la vista e mi aggrappavo a Dakota che accanto a me mi sorreggeva dandomi la forza di far sembrare che andasse tutto bene.
“Kristen stai bene?” mi chiese all’orecchio a un certo punto.
No, non stavo bene. Volevo Rob lì, con me. In alcuni momenti mi aspettavo quasi di vederlo comparire da un momento all’altro, come se fosse riuscito nell’opera titanica di prendere un volo all’ultimo minuto approfittando del fuso orario ma ovviamente illudevo me stessa. Non mi aspettavo niente da lui, sapevo che sarebbe stato impossibile.
“Si..” mentii.
“Forse è meglio se ti siedi un po’..”
Si. Forse era meglio, così se avessi dovuto giustificare in qualche modo quel malore, avrei semplicemente detto che ero incinta.
Ero stanca. Stanca di dover nascondere tutto, di dover sempre vivere lontana dalla persona che amavo, di dover preoccuparmi delle parole che mi uscivano dalla bocca.
Ero stanca e la bambina lo avvertiva. Dovevo sedermi un po’.
Ecco un altro capogiro. Chiusi gli occhi spiazzata dalle immagini che giravano come un frullatore e mi aggrappai a Dakota.
Passò subito fortunatamente. “Va tutto bene” la rassicurai.
Forse aveva ragione Rob. Mi stavo stancando troppo. Troppi viaggi, troppi aerei, e pensare che di lì a due giorni ne avrei dovuto prendere almeno altri due per il Texas e poi di nuovo per Los Angeles. Mi sentii male al solo pensiero. Volevo solo riposare un po’. Volevo stendermi.
Joan e Cherie vennero in aiuto a Dakota preoccupate.
“Va tutto bene” dissi di nuovo ricomponendomi e riprendendo l’equilibrio. Mi guardarono perplesse e in pensiero ma cercai di mostrarmi forte e iniziai a camminare verso la stampa quando alzando la testa davanti a me, vidi.. lui.
Non poteva essere. Forse stavo immaginando. Doveva essere solo il mio desiderio di lui che me lo faceva vedere così reale a pochi metri da me. Eppure non ero pazza né visionaria. Mi sorrise e capii che era davvero lì.

POV ROB

Credevano davvero che sarebbe bastata una stupida trappola di impegni a fermarmi?!
Non sapevano con chi avevano a che fare.
Volevo vedere Kristen, volevo starle vicino, volevo accarezzarle il ventre e lo avrei fatto.
D’altronde si erano incastrati con le loro stesse mani. La premiere londinese era stato un vero mortorio, un maligno tentativo di tenermi lontano da New York, ma non avevano capito niente. Non sapevano che non sarebbe bastato a fermarmi.
Passai su quel tappeto rosso che mi sembrava così triste, qualche foto, qualche domanda, presentazione del film, e via: dritto all’aeroporto dove già mi aspettava un jet privato informato di tutto.
Non era solo una questione di orgoglio, non era una guerra che volevo vincere o un punto che volevo segnare, era bisogno. Avevo disperatamente bisogno di essere vicino a lei. Non ce la facevo più. Dio solo sapeva come avevo fatto a resistere sedici giorni senza di lei. Erano stati i più lunghi della mia vita e non avevo per nulla intenzione di prolungare quell’attesa. Non avevo detto niente a nessuno. Solo Nick sapeva del mio piano in modo che non avrebbero potuto fermarmi. Ad Emilie non avevo rivolto la parola se non per sussurrarle : “Non azzardarti di nuovo a parlare con Kristen”. E mi ero trattenuto altrimenti sarei stato denunciabile per minaccia.
Basta. Non mi importava di niente.
Ora ero lì, davanti a lei che mi fissava incredula e non mi importava più di nulla. Lei era lì, e io ero lì. Il resto non contava. La corsa dall’aeroporto aveva avuto i suoi effetti e ora potevo finalmente rivederla.
Continuava a fissarmi incredula. Decisamente non si aspettava di vedermi proprio in quel momento. Dal primo momento in cui avevo saputo di quell’infamia avevo progettato il tutto contando sul fuso orario, ma glielo avevo tenuto nascosto per farle una sorpresa e c’ero riuscito.
Le sorrisi da lontano iniziando già ad eliminare quei pochi metri che ci separavano. Probabilmente realizzò che dovevo essere reale perché sorrise raggiante di rimando e iniziò a camminare a passo svelto verso di me.
Già pregustavo la sensazione di sollievo che avrei avuto di lì a poco riabbracciandola quando.. quando d’un tratto a pochi metri da me si bloccò di colpo piegandosi in due e contorcendosi sulla pancia.
Sbarrai gli occhi e corsi subito verso di lei. “KRISTEN!” In meno di due secondi la presi tra le mie braccia.
Aprì debolmente gli occhi. “Sei qui..” disse con un debole sussurro prima di chiudere gli occhi e perdere i sensi. Riuscii ad afferrarla in tempo prima che cadesse e mi ritrovai a terra con lei tra le mie braccia.
Sentii il respiro mancarmi, le parole che volevano uscire dalla mia bocca, il cuore stringersi in petto. “No, no! Kristen.. ti prego! Ti prego! Svegliati!” mi trovai a sussurrare con voce rotta dandole debolissimi colpetti sul viso. Calò il silenzio e sentii mille occhi puntati su di me.
“KRISTEN! Amore! Ti prego! Ti prego! No!” la strinsi a me mentre sentivo gli occhi bagnarsi di lacrime.
Solo allora mi resi conto di una macchia. Una macchia rossa.
Una macchia rossa. Sul vestito.
Una macchia rossa. Sulle gambe.
Una macchia rossa. Per terra.
Sentii il cuore sprofondare. Il vuoto dentro. Mille parole che volevano uscire ma non trovavano uno spiraglio di luce tra i singhiozzi che mi pervadevano il corpo.
No! NO! NO!
Un solo urlo di dolore invase la sala squarciandomi il cuore mentre urlavo. “CHIAMATE UN’AMBULANZA!”
Giù le mazze le asce i bastoni e tutti gli oggetti contundenti...per favore!!!!!!!!!!!!!! Certo che tutto quel sangue..alla fine...povera Kris, povera bimba!!! T.T  T.T  T.T
ok, ci ritiriamo in silenzio...alla prossima settimana!!!

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Capitolo 13
*** Il sole esiste per tutti ***


cap ospedale Salve a tutte.. o tutti.. ma dubito fortemente xD. Wow! 31 recensioni! O.o Davvero non sappiamo come ringraziarvi! Di certo il finale tragico vi ha fatto preoccupare un bel po’! hauahua.. Ma insomma.. u.u non avete proprio fiducia in noi?!
Ehm.. non rispondete…
Cooooooooooooomunque per chi se lo stesse chiedendo sono Fio. Di solito lascio scrivere a Cloe le introduzioni perché le sue mi fanno morire e io non sono capace xD
Stavolta però volevo, anzi dovevo scriverla io perché ogni tanto sento il bisogno di lodare la mia collega di scrittura che con questo capitolo mi ha fatto letteralmente piangere e commuovere. E tra l’altro è riuscita a trattenersi entro le 20 pagine xD Dovete sapere che quando inizia a scrivere potrebbe andare avanti per ore e non so mai cosa aspettarmi. Perciò.. grazie mille Cloe! Grazie per farmi sognare ogni volta, con tutto quello che scrivi! Perciò sono sicura che piacerà moltissimo anche a voi!
Grazie mille per l’appoggio! Magari dovremmo mettere qualche finale così più spesso, tanto per sentirvi di più xD
Continuate a farci sapere che ne pensate, anche perché non so se avete notato ma è ancora mercoledì u.u e visto che siamo tantoooo buone e ci avete dimostrato tantoooo affetto, abbiamo deciso di farvi questo piccolo regalo 
Hahahha speriamo apprezziate ^^
Ok.. la smetto con questo sproloquio.. godetevi il chappy.
Un bacione! Cloe e Fio. 



ariel7
: o_o letizia ti fidi troppo di noi, chi ti dice che tutto altro per il meglio ?u_u noi due siamo sadice tzè muahahahah, hai ragione tesoro ahah... noi non andremo mai contro robsten *:*... grazie alla prossima!!!

kristen200996: noooooooooooooooo kris non perdera la bimba, non preoccuparti!!! mm marika?? ah perche questo nome? muahah, noi un nome per la bimba lo abbiamo gia u_u.. ah grazie e alla prossima!!!
Roxisnotdied: o___o no ross non puoi ucciderci u_u come faresti senza di noi u_u, a parte gli scherzi con questo nuovo cap ci facciamo perdonare, alla prossima tesoro!!!
Anto_Pattz:ueueueueueueeu non puoi volerci male ahahah... dai anto ti facciamo sorridere in questo nuovo capitolo, noi tanto buone .. per ora u_u muahahah
yesido : wow mel ti fidi troppo di noi u_u ci dispiace ma questo capitolo avra ancora molti problemi u_u, no dai scherziamo muahahahah, buona lettura e grazie!! u_u posta prima di partire, se non lo fai, avrai guai seri u_u!!!! ahahah
lampra: orange? oh si la bimba si chiamera cosi muahahah, ne dubitiamo, anche perche un nome in mente lo abbiamo giaa awwwwwwwwwwwwwwww... eh si hai ragione, tutto è nella nostra testa muahha!! grazie mille e ti lasciamo al nuovo capitolo!!!
mm86: la de revin noi la odiamo u_u , non la sopportiamo e nella storia l'abbiamo resa ancora piu antipatica muahahah!!!ti lasciamo al nuovo capitolo, grazie!!!
ste87 : ahha non preoccuparti, ci teniamo troppo a quella bimba !! e comunque grazie!! alla prossima!!
birilloorsettokinder : ahha non preoccuparti con questo capitolo ora sai cosa succede!! u_u non siamo sadiche ahahaha!!!
ledyang : oddio ahahahahahahah. Tutte queste lodi a Fio..U___________U pretendo un commento altrettanto gentile anche nei confronti di tuo marito. Tra l'altro non so se fio ha capito i complimenti eheheheh...ma spero di sì. Perchè tutto ciò che hai scritto è vero!! Un beso y muchas gracias querida y hermosa queen  *.*   *.*   *.*
frate87 :O______O non preoccuparti ci teniamo alla nostra vita, con questo nuovo capitolo ci facciamo perdonare ahaha!!!
chi61 : emile il diavolo!! vabbe ormai è fuori pure lei.. ora rob pensera solo alle sue tenere bimbe ahaha!! grazie e alla prossima!!
prudence_78 : fidati di noi ahah!!
kiki_88 : non preoccuparti, tutto andra per il meglio, parola di scout!! no vabbe non fidarti troppo muahhaha, grazie e non temere u_u
Kia_Twilighter: o_o grazie che ti sei trattenuta, infatti con questo nuovo capitolo forse ti facciamo sorridere! alla prossima e grazie...
dado : o_o wow ahah, non preoccuparti tutto andra per il meglio, ora ti facciamo leggere questo nuovo capitolo che forse ti dara nuovamente gioia *:*. grazie!!!
simo1726 : non preoccuparti dopo fio, arriva cloe che sistema tutto. ps: cloe puo essere piu sadica di me muahahahha!
no dai scherziamo, con questo forse ti facciamo versare lacrime di gioia, *:* alla prossima e grazie come sempre!
elviraj :ahah non preoccuparti kris e la bimba staranno bene almeno per ora "tosse" ahah, non preoccuparti! comunque la bimba si chiamera Pera, bel nome u_u ahaha stiamo scherzando, la nostra bimba ha gia un nome awww, alla prossima e grazie!
Twilighterina : 8 o_o oddio!! una famiglia numerosa, e tante minaccie per noi, oddioooooooo!!! ahaha ma vabbe vi diamo una bella notizia, con questo capitolo ci facciamo perdona, ciao a tutte ahah!
Lorena1992 : l'ansia è finita, eccoti il capitolo, con questo ci facciamo perdonare, ancora grazie!! non preoccuparti non ti avremo sulla coscienza ahahahaha
Vampiretta333 : non preoccuparti, tutto andra per il meglio!!!
BabyVery:o_______o con questo nuovo capitolo non ci ucciderai, ne siamo sicure, deponi le armi ahahah, dai non siamo tante sadiche, ci teniamo troppo a questa bimba , vabbe in futuro vedremo ahahahah, grazie ancora!!
piccolinainnamora: grazie mille, e non preoccuparti, ora emile è fuori e sia kris che la bimba staranno bene , alla prossima!
patatapiccolina: ueueueu eccoci, abbiamo aggiornato, non preoccuparti la bimba stara bene e quell'essere ormai è scomparso dalle loro vite, grazie ancora!
francypattinson : non volevamo farti piangere, ma ti promettiamo che con questo nuovo, tutto andra per il meglio u_u..  grazie mille, ti lasciamo alla lettura .
aliena: la tua faccia parla per te  ahahahha!
Antonya: non preoccuparti tutto andra per il meglio, grazie per aver commentato alla prossima!
julietta__: ciao giulcess, non preoccuparti con questo ci facciamo perdonare, per quanto ruguarda te ti conviene seriamente postare, ti uccidera, credici muahahah..
grazie ancora, sei troppo buona con noi *:*.. alla prossima!!
dorel : non preoccuparti ora inizia un periodo di pace per  i due,almeno per ora, le nostri menti sono troppo sadiche muahahah, scherziamo u_u, grazie ancora ti lasciamo alla lettura!
honeymoon : la bionda ormai è fuori, nessun problema u_u anche noi la detestiamo, Per quanto riguarda kris tutto andra per il meglio! grazie alla prossima.
KatyCullen
: grazie mille per i tuoi complimenti, e non preoccuparti tutto andra per il meglio!!

CAPITOLO 13 (CLOE)

IL SOLE ESISTE PER TUTTI


ROB POV
L'ambulanza..le luci..i suoni... Tutto mi pareva sfocato, vuoto, privo di qualunque possibile logica in quel momento.
Un attimo prima eravamo felici, insieme, di nuovo dopo quei giorni che mi erano sembrati lunghi come mesi. Mi aveva guardato raggiante per quella sorpresa inaspettata e poi...poi tutto era cambiato. Tutto era crollato improvvisamente, come un castello di carte buttato giù da un soffio di vento.
Senza un motivo, senza un perché.
Solo lei svenuta, il suo corpo tra le mie braccia, il suo sangue sul suo vestito e sulle mie mani.
Lo stesso sangue che in quel momento cercavo di lavare via dalla mia pelle, cercando disperatamente di non pensare al fatto che era anche un po’...la nostra piccola bambina.
Che forse c'era ancora..o forse no..
Mi asciugai le mani e non riuscii a trattenermi dal lanciare un calcio al lavandino. Volevo solo piangere, urlare, trovare qualcuno con cui prendermela per quello che era successo.
Perché non era giusto: non a noi, non dopo tutto quello che avevamo già passato, non ora che avevamo un'occasione per essere felici.
Sentii la porta aprirsi e mi ricomposi, afferrando la giacca e uscendo prima che qualcuno potesse riconoscermi.
Percorsi il corridoio che in quelle ore avevo imparato a riconoscere e ad odiare con tutto me stesso, finché non intravidi Jules seduta sulla stessa sedia in cui l’avevo lasciata pochi minuti prima.
Mi accomodai al suo fianco e lei non mi disse nulla, non mi chiese nulla. Si limitò a sfiorarmi il braccio.
Avrei tanto voluto trovare qualche parola per poterla confortare ma...ma purtroppo non potevo. Come avrei potuto dirle che sarebbe andato tutto bene quando nemmeno io ne ero sicuro?
Affondai le dita tra i capelli, sospirando.
Che cosa stava succedendo?
Erano ore che nessuno veniva a dirci nulla. E io ero il suo fidanzato, il padre della bimba dentro di lei  che rischiava la vita. Avevo tutto il diritto di sapere, tutto il diritto che mi dicessero cosa cazzo succedeva.
Cazzo!
Strinsi forte i pugni, cercando di contenere la rabbia che quel senso di impotenza mi gettava sul cuore.
"Signora Stewart?" una voce tranquilla mi riscosse dai miei pensieri.
Scattai in piedi nello stesso istante di Jules, mentre un medico di mezza età si avvicinava a noi.
"Co..come sta?" balbettò la madre di Kris, allo stremo delle forze.
Le circondai le spalle con un braccio, per sostenerla mentre ascoltavamo il verdetto del medico.
"Ora sta bene" spiegò cercando di tranquillizzarci "Ha avuto una piccola emorragia...ma ora sta meglio"
"Un'emorragia?" domandai sconvolto.
Se era un'emorragia allora...allora significava che la bambina era...
"La bambina è viva" aggiunse subito notando la mia espressione chiaramente terrorizzata "Ma non le nascondo che la situazione non è delle migliori. C'è un considerevole distacco di placenta...è questo che ha causato l'emorragia e le fitte improvvise"
"Che significa esattamente?" lo incalzai.
"Probabilmente c'è stato sin dall'inizio, ma doveva essere di pochissimi millimetri mentre ora si è aggravato raggiungendo qualche centimetro. Questa ragazza fa una vita per nulla adatta alle sue condizioni: troppi viaggi, troppo stress, troppe ore in piedi." Prese un lungo respiro e continuò "Non porterà a termine la gravidanza se non fa qualcosa ora."
Sentii le gambe quasi  arrivare a cedermi.
Il breve sollievo che mi aveva pervaso alla notizia che, dopotutto, mia figlia era viva si stava volatilizzando, distrutto dalle parole di quel dottore.
Poteva perdere la nostra bambina.
Anzi, c'erano buone possibilità che succedesse.
Era questo che mi stava dicendo
"Cosa..cosa possiamo fare?" balbettai passandomi una mano fra i capelli con forza.
"Riposo. Deve restare a letto per almeno un mese, senza fare alcuno sforzo. Inoltre parlerò con la sua ginecologa di Los Angeles e le spiegherò la situazione" rispose. "Credo che le prescriverà iniezioni di progesterone e antispastici in caso di crampi. Ma ripeto, la cosa fondamentale in questi casi è restare a letto. Io so che lei è un'attrice famosa e che la sua carriera è importante ma.."
"Non come nostra figlia" sussurrai bloccandolo "Lei è..è tutta la nostra vita..."
Annuì mesto iniziando a parlare con Jules di alcuni dettagli sulla ginecologa di Kris a cui avrebbero dovuto telefonare. Dettagli superflui per me.
Non riuscii a fare altro se non isolarmi nella mia bolla privata, lasciando fuori tutti i suoni, tutti i rumori, tutte le voci.
Io e Kris potevamo perderla.
Ancora prima di averla potuta baciare.
Ancora prima di averla potuta accarezzare.
Ancora prima di averla potuta stringere.
Erano tutte cose che avevo sempre dato per scontate. Avevamo sempre pensato che sarebbe andato tutto bene, che presto sarebbe stata tra le nostre braccia. Mai avevamo anche solo lontanamente valutato la possibilità che...che...
Non ...la mia mente non riusciva neppure a concepire l'idea di perdere la nostra piccolina.
"Voglio vederla..voglio vedere Kris" biascicai improvvisamente conscio di quel mio necessario bisogno. Dovevo essere con loro ad aiutarle, a confortarle...e ad incitare la nostra piccolina a continuare a lottare per i suoi genitori.
Perché non potevano vivere. Non senza di lei almeno.
"Ora è sotto sedativo e dorme" rispose il medico "Probabilmente si sveglierà tra qualche ora. Ma credo che sarebbe meglio se ci fosse qualcuno che ama a spiegarle tutto.."
"Vai tu Rob" disse Jules abbozzando un sorriso tirato "resta tu con lei. Io mi occupo delle scartoffie.."
La ringraziai a fior di labbra: probabilmente sapeva e conosceva benissimo il mio bisogno di vedere Kris da solo, anche solo per un attimo.
Mi diressi rapido alla stanza in fondo al corridoio, dopo essermi fatto dire da un infermiera il numero.
Percorsi quei pochi metri con i passi di piombo, terrorizzato dall'immagine che mi sarei ritrovato davanti. E infatti, quando entrai sentii il cuore incrinarsi inevitabilmente davanti a lei.
Stesa su quel letto bianco.
Le braccia adagiate ai lati del suo corpo.
Pareva così inerme..così indifesa.
Sfiorai con la punta delle dita la sua pelle, proprio lì dove l'ago della flebo entrava nella sua carne delicata.
Accarezzai dolcemente la sua fronte coperta dai capelli scuri, gli occhi cerchiati di stanchezza, le guance pallide quasi quanto le lenzuola. La mia mano scese sempre più verso il basso finché si posò appena impercettibilmente sulla curva del suo ventre.
Avevo quasi timore di sfiorarlo, quasi paura di fare male alla bimba, di peggiorare le condizioni critiche in cui già si trovava.
Mi accomodai sulla poltrona al fianco del letto e intrecciai la mano in quella di Kris. L'unica cosa che potevo fare per loro in quel momento: essergli accanto, fargli sentire che ero lì con loro, che le avrei aiutate a sopportare tutto, che avrei diviso con loro ogni singola fatica..
Non so quanto rimasi così...perso nella contemplazione di quell'immagine così splendida e al tempo spesso così straziante.
Probabilmente ore.
Rifiutai qualunque cosa: cibo, caffè, riposo. Come potevo dormire e lasciare Kris in un momento simile?
No, era impensabile.
Era tardo pomeriggio quando mi ritrovai di nuovo completamente solo con lei. Le infermiere erano appena passate a controllare i monitor e avevo convinto Jules ad andare in hotel a cambiarsi  e a farsi una doccia.
Ripresi a giocherellare con le dita di Kris, mentre gliele baciavo una ad una.
"Ti amo sai?" sussurrai ad un certo punto nella penombra della stanza. Le parole mi erano uscite prima che potessi accorgermene.
Probabilmente era sciocco...probabilmente neppure poteva sentirmi.
"Non so..non so neppure se te lo dico abbastanza." sospirai "Non so neppure se sono capace di renderti felice. Se sono capace di proteggerti o..."
Non fui più in grado di continuare a dire alcunché quando avvertii gli occhi pungermi fastidiosamente e le lacrime iniziare a scendere.
Non cercai di fermarle o di contenerle.
Non volevo.
Non potevo.
Mi sentivo morto dentro.
Appoggiai la fronte appena impercettibilmente sulla sua piccola pancia.
"Ti prego piccola" mormorai avvertendo il sapore salato delle mie lacrime "Per favore..per favore..devi lottare, devi farcela. Fallo per il tuo papà. Io non posso vivere senza di te...Fino a qualche mese fa non..non avrei mai creduto di poter amare qualcuno quanto amo la tua mamma sai? Ma ora..ora è così. Ora ci sei tu e io non ti posso perdere amore mio. Quindi ti prego...metticela tutta per non m..."
Un enorme groppo alla gola mi si formò al solo pensare quella parola.
No..non sarebbe successo...l'avrei impedito. Ad ogni costo.
"Metti..metticela tutta per cosa?" domandò d'improvviso una voce flebile e stanca.
"Kris!" Di scatto alzai il capo, incontrando i suoi occhi verdi leggermente socchiusi.
Ringraziai mentalmente il cielo e avvicinai il mio volto al suo, baciandole la fronte. Era sveglia..era davvero sveglia...lì , con me..
"Dio Kris..mi hai fatto morire di paura.."
"Rob..tu.." fissò il mio viso preoccupata "Tu stai piangendo...ma che...è successo?"
"Sei..sei svenuta"
Improvvisamente si portò le mani alla pancia, terrorizzata "La bambina! Ho avuto dei dolori tremendi e..la mia bambina!"
"Shh shh" tentai di tranquillizzarla "Kris ora tu stai bene e..dopo parleremo di quello che è successo. Ma ora calmati.."
"Io..io sto bene?" domandò allibita mettendo tutta la poca forza che aveva per puntellarsi sui gomiti "Rob non mi importa di come sto io! Ti ho chiesto della bambina!"
Non avrei voluto affrontare l'argomento così. Volevo prepararle il colpo, evitare che si colpevolizzasse ma...ma Kris era testarda, lo era sempre stata e non sapere l'avrebbe solamente fatta agitare di più.
E così le dissi tutto.
Tutto quello che il dottore mi aveva riferito, tutto quello che avevamo rischiato..che ancora rischiavamo di perdere.
Mentre parlavo le mie mani erano strette nella sua, e l'altra era posata sul suo ventre, come a volerlo proteggere.
"Poteva morire?" sussurrò quando non mi rimase nient'altro da dire.
"Kris, non.." tentai di minimizzare "Il dottore dice che se faremo come dice noi..."
"Non ti ho chiesto questo." mi zittì mentre le lacrime le inumidivano le guance "Ti ho chiesto se poteva morire..."
"Sì" risposi. Non avrei potuto mentirle "Sì ma non è successo e ti giuro che..."
Le mie parole vennero interrotte dall'ingresso prepotente di un’infermiera, venuta per l'iniezione di Kris.
"Vorrei restare se è possibile" dissi.
"No" Con mia enorme sorpresa non fu l'infermiera a rispondermi negativamente, ma Kris abbassando lo sguardo sul lenzuolo e strofinandosi gli occhi con le mani "Vai..vai a prendermi dell'acqua"
"D'accordo.." Titubante mi avvicinai per accarezzarle il capo ma lei si voltò improvvisamente, evitando esplicitamente il mio tocco.
"Vai..per favore.." mormorò solamente.
Quel gesto fu come una pugnalata al cuore.
Uscii dalla camera e mi diressi verso il distributore automatico del corridoio. Era chiaro come il sole che voleva restare sola...che non voleva nessuno.
Ma io non ero nessuno.
Io ero l'uomo che la amava. Ero il padre di sua figlia. Ero l'uomo che sapeva benissimo tutto il dolore che stava provando in quegli istanti perché...perché era lo stesso che provavo io.
E il fatto che non volesse me..che non volesse parlarne con me..mi feriva.
Di più, mi uccideva.
Mi attardai il più possibile nel corridoio, concedendole svariati minuti anche dopo che l'infermiera fu uscita ma ad un certo punto rientrai, incapace di starle lontano o anche solo di assicurarmi che stesse davvero bene.
Entrai e la trovai all'incirca nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata: adagiata sui cuscini, leggermente seduta. Guardava fuori dalla finestra l'orizzonte lontano, in cui il pallido sole newyorkese non era altro che una macchiolina rossa.
Mi avvicinai lento.
"Ti ho preso l'acqua.."
"Grazie.." balbettò solamente.
Mi sedetti al suo fianco concentrandomi sul suo viso che continuava a sfuggire al mio. Sbatteva le palpebre e si tormentava le labbra, come se stesse cercando disperatamente di non piangere.
Le carezzai il braccio "Kristen ti prego guardami. Io lo so che stai male, sto male anche io ma..."
"Tu mi odi...Dovresti."
Sbattei gli occhi frastornato e confuso dalle sue parole.
"E' così." sibilò "E faresti bene...perché io mi odio.."
Afferrai il suo viso tra le mie mani e la costrinsi a guardarmi, nonostante le lacrime ricominciassero a scorrere sulle sue guance incavate.
"Non ti azzardare Kris" dissi "Non ti azzardare. Non è stata.."
"E invece sì" sbottò scrollandosi dalla mia presa "E' stata tutta colpa mia invece. Io avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto prendermi cura di lei. Io sono sua madre e...e l'ho quasi uccisa. Ho quasi ucciso nostra figlia! Io...io faccio schifo.."
No..no..no..
Come poteva dire una cosa simile? Come poteva pensare che io potessi odiarla?
La sola idea mi faceva quasi..quasi arrabbiare. La colpa se qualcuno l'aveva non era di certo sua.
"Le uniche persone con cui dovremmo prendercela sono quei" sbottai "Quei bastardi che ci manovrano da sempre. Manovrano le nostre vite come se fossimo dei burattini, come se potessero darci ordini o.."
"Io ho accettato...ho accettato tutto. Perché non volevo mollare la mia carriera..perché..."
"Kristen ti prego..quelle che dici sono solo..Io ti amo alla follia, non potrei mai mai odiarti..." la implorai costringendola a guardarmi.
Tamponai le sue lacrime con le mie labbra "Nascerà Kris, la nostra bimba nascerà. E la cresceremo e la ameremo e la stringeremo...devi solo avere fiducia, e crederci. Abbi fiducia in lei. E' forte...proprio come la sua mamma."
Senti che si rilassava un po’ mentre i nostri respiri si fondevano. Le feci poggiare il capo sulla mia spalla.
Le mie dita le massaggiavano la schiena mentre i singhiozzi la scuotevano.
"Dimmi solo..dimmi solo che andrà tutto bene..ti prego.." sussurrò "Anche se non lo sai..anche se non è vero..."
La scostai per poter annegare in quelle pozze verdi e profonde. "Kris..andrà tutto bene. E ti giuro che è la verità. Mi prenderò cura io di voi adesso..."
Annuì lentamente. "E..e scusami...se.."
Bloccai le sue parole con un bacio "Non è stata colpa tua" scandii bene le parole "Hai solo chiesto troppo a te stessa. Ora ti prenderai un periodo di riposo e io mi prenderò cura di voi due. Non vi lascerò neppure per un momento"
"Ma ..hai Bel Amì a Londra.." disse sconsolata.
"Sai che ti dico?" risposi abbozzando un sorriso per tirarla su di morale "Vaffanculo Bel Amì. Vaffanculo la summit..Vaffanculo Twilight.."
Malgrado le lacrime vidi un minuscolo sorriso spuntarle sulle labbra. "Sei assurdo.."
"Lo so, mi ami per questo" sospirai. "Kris..tu e la bimba siete le cose importanti. Le uniche. Ma ho bisogno che tu non ti abbatta, ok?"
Annuì impercettibilmente "Ce la metterò tutta Rob, te lo giuro. Farò tutto quello che mi diranno perché lei viva..."
"E vivrà.." sussurrai intrecciando la mano alla sua sopra la nostra piccola "E lo sai perché?"
Mi guardò negli occhi scuotendo il capo.
"Perché ha me. Perché ha te." risposi "Perché ha la sua famiglia.."


KRIS POV
Riemersi dalla vasca da bagno prendendo un lungo respiro. Mi guardai intorno, stupita di essere stata lasciata da sola per ben otto minuti di orologio. Adesso ero a casa, nella mia casa di Los Angeles, insieme a Rob. Erano passate un paio di settimane dal giorno dell'...dell'incidente ormai. Rabbrividii ripensando a quei momenti assurdi.
Al dolore al ventre, alla paura e, soprattutto, all'angoscia che avevo provato quando mi ero svegliata in quell'ospedale e...e avevo scoperto che era stata tutta colpa mia.
Robert ovviamente non sopportava di sentirmi parlare così: diceva che era stato un incidente, che queste cose non si potevano controllare ma...io sapevo che avrei potuto fare di più...o meglio, di meno.
Meno sforzi, meno lavoro, meno ore in piedi.
Sarebbe bastata più attenzione da parte mia e la mia bambina non avrebbe corso alcun rischio.
Scossi il capo cercando di scacciare i brutti pensieri e le lacrime che, ne ero certa, sarebbero seguite.
Dovevo essere forte adesso, per tutte e due. Piangere non avrebbe aiutato né me né lei e io, invece, volevo fare di tutto per farla stare bene e sicura.
Il passato era passato. Dovevo concentrarmi sul presente e soprattutto sul suo futuro.
Tracciai piccoli cerchi con le dita sulla mia pancia, coperta dalle bollicine del bagnoschiuma. La dottoressa diceva che se avessi rispettato tutte le sue condizioni le cose si sarebbero sistemate e io volevo disperatamente crederci.
Persa nelle mie riflessioni, sobbalzai spaventata quando sentii un tonfo provenire da qualche parte nell'appartamento.
"Cazzo!" Ecco, questo era Rob che imprecava.
"Ma cosa diavolo sta facendo il tuo papà" sussurrai rivolta alla mia pancia prima di strillare a gran voce "Rob!!! Tutto bene?? Che è successo?"
Come risposta ottenni solamente un altro colpo e un'altra imprecazione.
"Rob!"
"Sto bene Kris!" rispose con una voce leggermente alterata "Tutto bene. Mi è..solo..solo caduta una cosa. Sul piede. Cazzo!"
Non riuscii a trattenere le risate e mi si strinse il cuore a pensare a lui e a quanto fosse stato dolce con me.
Non appena eravamo tornati da New York aveva fatto slittare le ultime riprese di Bel Amì, che si sarebbero dovute tenere a Budapest, di due settimane per potermi stare vicino.
E l'aveva fatto in ogni modo possibile.
Mi aveva accarezzato quando ero triste.
Mi aveva coccolata e aveva fatto di tutto per distrarmi quando mi sentivo di cattivo umore e le lacrime minacciavano sempre di uscire. Il fatto era che, per quanto avrei fatto qualunque cosa per mia figlia, stare ferma..non era proprio l'attività che preferivo. Mi faceva letteralmente impazzire a dire il vero. Ma con Rob..beh, tutto era stato molto più semplice.
Certo, il giorno dopo sarebbe dovuto andare via. A Budapest. Fino al giorno del mio compleanno.
Ma era necessario. Non poteva assolutamente rimandare ancora.
Sospirai triste a quel pensiero.
In quello stesso istante vidi la testa di Rob fare capolino da dietro la porta.
Mi sorrise ed entrò con un asciugamano caldo fra le braccia.
"Che stavi facendo?" domandai curiosa.
"Niente..una cosa qui una cosa là.." rispose evasivo "Davo una sistematina alla casa.."
"Oh ma che bravo!" lo presi in giro io "Che perfetta donna di casa sei diventato!"
"Sì sì, brava. Sfotti pure" ribatté "Tu piuttosto vedi di uscire da lì dentro o ti congelerai"
Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto. "Grazie ma ce la faccio da sola"
Tutti i giorni si ripeteva la stessa identica storia: io facevo il bagno e al momento di uscire Rob pretendeva di prendermi tra le braccia, asciugarmi, vestirmi. Il tutto come se fossi una bambola.
In realtà non mi faceva fare niente che non fosse più pesante di sollevare la tazza di tè. Sospettavo che, se non lo avessi tassativamente escluso, mi avrebbe accompagnato anche in bagno.
"Kris non ricominciare a protestare".
Sbuffai pronta a ribattere ma, prima che potessi fare alcunché, lo trovai chino su di me, pronto ad afferrarmi.
"Rob mettimi giù" protestai mentre mi tirava fuori dalla vasca "Sai benissimo che la dottoressa dice che posso stare in piedi per un'ora al giorno"
Sorrise, le labbra poggiate sulla mia guancia "Ma io non voglio rischiare che alle mie ragazze capiti qualcosa".
Mi ritrovai gocciolante e nuda fra le sue braccia.
Tentai di coprirmi con l'asciugamano. "Kris sei assurda, ti ho vista nuda un sacco di volte"
"Che c’entra!" sbottai "Mentre facciamo l'amore è...è diverso. Cioè non è che mi stai a fissare.”
Mi fissò malizioso "E secondo te cosa faccio io quando tu ti addormenti?"
Avvampai "Stupido!"
Avvolta nell'enorme asciugamano mi portò fuori dal bagno ma, stranamente, non in camera da letto come mi sarei aspettata.
Finii invece adagiata tra i cuscini del divano.
"Rob che facciamo qui?" domandai "ho gli abiti in camera.."
"Lì non ci possiamo andare per adesso...o meglio, tu non ci puoi andare" precisò mentre mi asciugava, sfregando la stoffa sulla mia pelle nuda.
"Dimmelo..per favore" Misi fuori il mio migliore musetto triste.
"Non attacca Kris..ho detto no"
Incrociai le braccia al petto "Come ti pare"
Ridacchiando mi cinse la vita, infilando le mani sotto l'asciugamano "Non ti arrabbiare...tra pochi minuti lo saprai.."
Volevo fare ancora un po’ la finta arrabbiata ma, quando si chino e poggiò la guancia sulla mia pancia scoperta, non potei impedire alle mie labbra di arcuarsi in un sorriso.
"Ciao piccolina" sussurrò "Ti è piaciuto il bagnetto con le bollicine?"
Mi mordicchiai il labbro nel tentativo di non piangere: nemmeno si rendeva conto di quanto era dolce e perfetto in ogni singolo istante.
Infilai le dita fra i suoi capelli, giocherellando con quelle ciocche spettinate. "Grazie per..per tutto quello che fai per noi. Non so cosa avrei fatto senza di te queste settimane"
Alzò gli occhi fino ad incontrare i miei "Non lo dire neppure. Voi siete la mia vita...è normale che mi preoccupi e mi occupi di voi. Siamo una famiglia ora.."
Posò delicato le labbra sulle mie, sfiorandole appena. "Ora vestiti. Poi ti porto di là e...ti faccio vedere, ok?"
Annuii, mentre lui scompariva in fondo al corridoio.
Pensierosa indossai la biancheria e la tuta leggera che mi piaceva tanto finché lui non arrivò e mi prese in braccio.
Non dissi nulla, sapevo che non mi avrebbe permesso di fare quei pochi metri e, anche se mi sentivo un po’ invalida, dovevo ammettere che amavo il modo in cui si prendeva cura di noi.
"Chiudi gli occhi ora" disse davanti alla porta chiusa.
Obbedii e dopo alcun secondi sentii che mi stava depositando su qualcosa di..morbido.
In realtà non era proprio morbido, di certo non si trattava del letto. Più che altro era qualcosa in cui sembrava...sprofondassi.
Lo sentii sedersi al mio fianco.
"Adesso puoi aprirli.." sussurrò.
Non me lo feci ripetere due volte e...e mi ritrovai sulla spiaggia.
No, insomma era camera mia però...ora era diventata una spiaggia. Il pavimento era interamente ricoperto di sabbia finissima, la sabbia chiara e profumata del pacifico, la sabbia che conoscevo così bene.
Qua e la spuntavano piccole conchigliette colorate e delle palme nane facevano bella mostra ai piedi del letto.
E poi, davanti a me, una tovaglia imbandita con tantissimo cibo. Lanciai una rapida occhiata: tutti i miei cibi preferiti.
Fissai Rob sotto shock "Ma..come..come hai fatto?"
"Beh...a volte la fama aiuta..diciamo così" rispose felice "E poi..l'altra settimana è iniziata la primavera e ricordo che da bambina facevi sempre un pic-nic sulla spiaggia con i tuoi genitori. Quest'anno non è stato possibile e..e volevo che tu fossi felice.."
Gli sfiorai il dorso della mano con le mie dita "E'..è tutto perfetto. E hai cucinato tu deduco, dal casino che stavi facendo prima!"
Rise "Mi ha aiutato anche tua madre in effetti. Cosa vuoi mangiare?"
"Allora una fetta di torta agli spinaci e poi...del tè" risposi "Io non ho mai bevuto il tè ma...adesso non riesco a farne a meno, giuro!"
Affondai i piedi nella sabbia  e chiusi gli occhi, immaginando di essere davvero in riva la mare.
Li riaprii tuttavia, quando sentii qualcosa posarsi sulle mie gambe. Pensai fosse il piattino col cibo, invece era...era un pacchettino argentato.
"Ehm..Buon anniversario, amore"
Sgranai gli occhi. "Ehm, Rob..oggi..è..è il nostro anniversario?"
Scoppiò a ridere mentre mi carezzava la guancia "Di solito sono gli uomini a dimenticarsi di queste cose.."
"No, è che..non abbiamo mai scelto una data precisa." spiegai "Ci sono stati così tanti giorni importanti"
"Per esempio quando TU mi hai baciato per la prima volta nella mia roulotte. O la prima volta che abbiamo fatto l'amore in quell'hotel a Monaco. Accidenti, quelli sì che sono stati dei veri assalti da maestra"
Gli tirai uno scappellotto "E il Giappone lo stiamo dimenticando? Non mi hai fatto uscire dalla mia camera per un giorno intero. E se non ricordo male quello ad assalirmi fosti TU"
"Vero.." sussurrò sfiorandomi i capelli con le labbra. "Quella fu colpa mia...ma non potevo proprio resisterti."
"Ma allora..non capisco perché oggi.." chiesi "Non ricordo che sia successo nulla di speciale o..."
"L'anno scorso, oggi..mi hai detto che mi amavi" mi bloccò improvvisamente "Ed erano le parole che aspettavo di sentire da tutta la vita. E..e in quel momento ho capito che tra noi avrebbe funzionato in qualche modo. Che sarebbe stato per sempre"
"Oh, Rob.." ero senza parole, frastornata dalle lacrime che cercavano prepotentemente di uscire.
"Non piangere Kris" cercò di consolarmi sfoderando un bel sorriso "Non hai ancora aperto il regalo.."
"Non dovevi. Insomma, il pic-nic, la sabbia...era già tutto perfetto"
"E' solo una sciocchezza" mi incitò
Presi tra le mani il piccolo pacchettino e lo scartai, attenta a non sgualcire la carta.
"E'..è un cd" mormorai sorpresa. La custodia era anonima, nessuna scritta, nessun disegno. Sembrava uno di quei cd vergini usati per registrare e masterizzare.
Lo fissai inarcando un sopracciglio.
"Per spiegarti...dobbiamo usare il proiettore" disse alzandosi "Lo vado a prendere"
Annuii senza pensarci, prima di rendermi conto che effettivamente...in casa mia non c'era nessun proiettore.
"Rob guarda che io non..." iniziai ma mi bloccai da sola quando lo vidi entrare spingendo un carrellino e con il mio PC portatile sotto braccio.
Aspettai pazientemente che collegasse tutti i fili e quando ritornò seduto al mio fianco, mi accoccolai tra le sue gambe, poggiando la schiena contro il suo petto.
Lo sentii sospirare "In realtà è ..è una sciocchezza. Cioè, non è nulla di che come regalo. In effetti avrei potuto darti qualcosa di meglio..."
Sembrava nervoso adesso. "Rob, fallo partire...Per favore..."
Schiacciò il telecomando che teneva in mano e iniziò il ronzio del proiettore.
Sulla parete...un video.
Non capii subito di cosa si trattasse finché, guardandolo meglio, intuii la verità.
"Sono dei video dei tuoi fan.." sussurrò al mio orecchio "Io lo so che di solito non ami guardarli..o rivederti in video ma questi dovresti proprio vederli. Da quando sei stata male.." Le sue mani volarono a coprire la mia pancia mentre pronunciava quelle parole "Non hai idea di quanti ce ne siano. Non hai idea di quanto la gente ti ami. Io ho preso soltanto i più belli ma...ti assicuro che vale la pena vederli. Perché devi sapere quante persone ti apprezzano e ti vogliono bene.."
Annuii in silenzio.
Sapevo che Rob aveva ragione, sapevo che era così. Anche se trovavo assurdo che così tante persone mi considerassero un'attrice di talento e mi volessero bene. Tanta gente mi aveva dimostrato il suo affetto su Twitter e gli altri social network da quando ero stata male alla premiere. Non che io li usassi, ma mi era stato riferito, in particolar modo da Lizzie. I giornali si erano sbizzarriti in speculazioni varie arrivando a dare ormai per certa la mia gravidanza e la mia, ormai palese, storia con Rob. Ma i miei fan erano... erano speciali.
E mi emozionai tantissimo vedendo quelle raccolte di foto, quelle parole piene di affetto. Era bello sapere che tutte quelle persone credevano in me e nel mio lavoro. Mi dava tanta forza.
Ed era proprio ciò di cui avevo bisogno e, ovviamente, Rob lo aveva capito  meglio di me.
"Grazie..era..era quello di cui avevo bisogno.." dissi mentre lui mi stringeva di più.
Ad un tratto, però, partì l'ultimo video. Ed era...era diverso
"E questo?" domandai con un sorriso sulle labbra.
"Diciamo che questo..è un piccolo video sulla nostra storia. L'ho trovato e..mi è piaciuto troppo...E poi è la canzone è perfetta..."
Annuii mentre le parole di Collide, di Howie Day, si diffondevano nella stanza.
"Guarda come mi fissavi estasiato in quella foto" esclamai ridendo.   
"E tu guarda la tua faccia in quella!" ribatté "Sembra che tu mi voglia saltare addosso.."
"Non è vero" protestai.
"Sì" ridacchiò.
"No.."
"Ok" acconsentì "Allora diciamo che ci amiamo a vicenda alla follia"
"Va bene. Questa è la pura verità."
Posai le mani sopra quelle di Rob,  sulla mia collinetta ormai più che evidente "Vedi amore...la mamma e il papà si amano tantissimo. E amano tantissimo anche te"
"Giusto" sussurrò con le labbra vicino al mio orecchio "E..e ti giuro che dopo queste riprese...non ti lascerò più. "
"Non temere. I miei si occuperanno di me...anzi scommetto che saranno quasi più assillanti di te" dissi cercando di allontanare la sensazione di angoscia che era nata nel mio petto al pensiero della sua partenza, l'indomani.
"Tornerò per il tuo compleanno..e festeggeremo insieme.."
"Me lo prometti?" domandai sentendomi come una bambina.
"Sicuro, te lo prometto. Lo giuro."
Mi accoccolai meglio contro di lui "Ti prometto che quel giorno festeggeremo i venti anni della mia mammina"
Dovevo aspettare solo qualche giorno e poi...e poi sarebbe stato di nuovo con me e la piccola. E questa volta non se ne sarebbe più andato via.
Sì, potevo resistere.
In fondo aveva promesso.


Aveva promesso. E ancora una volta era successo qualcosa.
Qualcos'altro.
Qualcosa di più importante.
Gettai il cellulare e il portafogli con rabbia nella borsa.
Sapevo che non era colpa sua. Sapevo che  non poteva mandare tutto al diavolo solo perché era il compleanno della sua fidanzata. In fondo sarebbe arrivato il giorno dopo e rimandare i festeggiamenti di 24 ore non era poi una tragedia, però...
Però la vera delusione per me era un'altra.
Due giorni prima aveva chiamato la dottoressa per fissare, finalmente, la visita di controllo, per vedere se il distacco si stesse rimarginando e come stesse la bimba. E ovviamente avevo scelto il giorno del mio compleanno, perché credevo che Rob sarebbe stato lì, perché credevo che avremmo affrontato la cosa insieme e invece...invece mi ritrovavo a doverci andare con mia madre.
Scesi  le scale appoggiandomi al corrimano e muovendomi lentamente. Cercavo di muovermi piano le poche volte che camminavo e comunque di limitare al minimo ogni movimento.
Salii in macchina di mia madre, senza dire una parola per tutto il viaggio.
Ero nervosa, agitata, spaventata. Da tutto: da quello che avrei potuto sapere, dalle parole della dottoressa, dall'esito dell'ecografia.
E l'unica persona che avrebbe potuto consolarmi non c'era. Non era lì con me.
Sbuffai sconsolata sprofondando nella sedia della sala d'aspetto. Mia madre, stranamente, mi stava piuttosto ignorando. Di solito mi assillava ogni due minuti con domande su come stessi, cosa provassi....
Invece, da quando eravamo arrivate, non aveva fatto altro che mandare messaggi dal cellulare.
"Mamma..va tutto bene?" domandai all'ennesimo sms.
Alzò lo sguardo arrossendo "Sì...sì. Solo qualche problema col lavoro.."
"Spero nulla di grave.."
"Oh..no." sorrise e ritornò concentrata sul cellulare.
Forse aveva qualche problema di cui non voleva parlarmi per non farmi preoccupare: di solito, però, ci dicevamo sempre tutto...
Ad un tratto il cellulare di mamma si mise a squillare e lei si allontanò di qualche metro per rispondere. Mugugnai qualche secondo su cosa stesse succedendo ma i miei pensieri e le mie congetture furono interrotti dalla dottoressa che chiamò il mio nome, invitandomi ad entrare.
Mi alzai nervosa e, dopo aver attirato l'attenzione di mamma, le feci cenno che stavo entrando.
Lei mi sorrise, mimando con le labbra un "due minuti".
Mi accomodai nello studio tanto famigliare, sedendomi sul lettino.
"Allora, Kristen. Sei nervosa?" domandò mantenendo un tono tranquillo.
"Un po’" ammisi "Sono stata così preoccupata per la bimba"
Mi sorrise, invitandomi a sdraiarmi "Sono certa che stia bene. Ti sei comportata più che bene in queste settimane e questo avrà dato i suoi frutti, vedrai."
Annuii speranzosa.
"Ma non c'è nessuno con te?" domandò.
"C'è mia madre ma..sta parlando al cellulare. Dovrebbe arrivare tra poco" risposi sussultando lievemente avvertendo il contatto con il gel freddo.
Proprio in quell'istante si sentì qualcuno bussare piano, quasi timidamente, alla porta.
Sicuramente era mamma..
"Avanti" disse la dottoressa.
La porta si aprì piano rivelando ....Rob.
Rob?
Mi sollevai di scatto dallo schienale, sbattendo le palpebre più e più volte, cercando di dare un senso alla sua presenza lì. Forse sognavo ad occhi aperti.
"Ah, allora alla fine è arrivato anche il papà." disse la dottoressa.
Ok, quindi non stavo sognando.
"Cosa...perché..come....avevi detto.." balbettai sconclusionatamente mentre lui si avvicinava.
Abbassò il capo fino a posare la sua fronte sulla mia. Sfiorai il suo viso stanco, gli occhi leggermente cerchiati, i capelli ancora più in disordine del solito.
"Diciamo che un aereo molto veloce e il fuso orario dalla mia mi hanno notevolmente aiutato" ridacchiò
"Tu..tu sei pazzo" lo rimproverai "Un giorno di questi ci resti secco a fare queste follie, chissà da quanto non dormi..."
Scosse il capo "Volevo vedere la mia piccolina. Accertarmi che stesse bene.."
"Pazzo" sussurrai ancora. In realtà però...stavo scoppiando di gioia. Lui era lì. Era lì con noi a darci forza.
Non ci aveva deluse. E una parte del mio cuore, non ne aveva mai dubitato.
"Allora" esordì la dottoressa "Vogliamo vedere come sta vostra figlia?"
Annuimmo entrambi emozionati, le nostre mani intrecciate sul lettino.
Trattenni il respiro quando iniziò a premere sul mio ventre con l'ecografo.
"Allora?" domandai impaziente, dopo alcuni secondi di silenzio.
La mia mano sudata stringeva convulsamente quella di Rob.
La dottoressa rimase seria per un attimo e poi...poi si sciolse in un enorme sorriso.
"Molto bene..c'è ancora un piccolo distacco ma...è nettamente diminuito." disse spostando l'apparecchio "E direi che è forte e sana. Nessun segno di sofferenza fetale...Sentite il cuore."
E lo sentimmo. Risuonò forte e potente per tutta la stanza, facendo battere anche i nostri insieme a lui. Quel rumore che per noi significava speranza, che significava famiglia, che significava...vita.
Senza rendermene conto scoppiai a ridere dalla felicità e, mentre ridevo, sentivo le lacrime bagnarmi il volto.
Le labbra di Rob le spazzarono via "Lo sapevo..lo sapevo che ce l'avresti fatta..."
Lo strinsi forte a me, perdendo il contatto con la realtà, persa nel mio mondo fatto solo di gioia, un mondo in cui ce l'avevo davvero fatta.
A rimediare agli errori che avevo fatto.
Ad aiutare mia figlia.
A proteggere mia figlia.
Un mondo dove, finalmente, mi sentivo una buona madre.
La mezz'ora dopo volò, o almeno mi sembrò così, mentre ero persa nelle mie fantasie, nella mia piccola bolla felice. So solo che, ad un certo punto, mi ritrovai in un taxi con Rob.
"Chissà mamma.." dissi piano, accoccolata contro il suo petto.
"Oh, lei sapeva che stavo arrivando. Mi ha..aiutato.."
Sorrisi "Voi due state diventando davvero troppo bravi a nascondermi le cose..e io che temevo avesse dei problemi al lavoro. Appena arriviamo a casa mi sente.."
"Ma noi non stiamo andando a casa" rispose tranquillo con un enorme sorriso sulle labbra. "O meglio..non a casa dei tuoi genitori...Stiamo andando a scartare i tuoi regali"
Lo guardai confusa. In effetti, dopo alcuni secondi, il taxi si fermò..in un posto che di certo non mi era famigliare. Insomma, una volta scesa, riconobbi in lontananza il lungomare di Santa Monica ma...ma quello doveva essere un quartiere residenziale.
C'erano parecchi cancelli che davano l'accesso a ville in stile coloniale.
E noi ci trovavamo proprio di fronte ad una di queste. Notai che, stranamente, il cancello era aperto.
"Non capisco.." dissi.
Rob mi prese per mano e mi condusse all'interno del giardino.
Bellissimo, pieno di fiori colorati ma allo stesso tempo non troppo rigoglioso. Sul retro riuscii ad intravedere una porzione di quella che doveva essere una piscina.
Senza fiatare salimmo i gradini del portico e, quando mi ritrovai davanti alla porta d'ingresso, il mio cervello iniziò a comprendere...
Quella casa...noi due lì...
"Rob..tu.."
Mi sorrise avvicinandomi a lui e stringendomi per la vita "Ti piace?"
"Sì.." ebbi solo la forza di dire mentre le mie labbra si tendevano in un sorriso "Ma tu..tu l'hai..."
Annuì felice. "Per te, per me.." posò le mani sulla mia pancia "per la nostra bambina. Devi solo dire sì..ed è nostra.."
"Stai scherzando?" esclamai aggrappandomi al suo collo "Ma certo che..che voglio venire qui con te..con la bimba!" Allacciai le braccia e lo fissai, trasmettendogli tutto il mio consenso e la mia gioia, non solo con le parole, ma anche con la mia anima.
"Bene" sfiorò appena la mia bocca "Allora devo fare una cosa essenziale."
Improvvisamente non sentii più la terra sotto i piedi e mi ritrovai tra le sue braccia, mentre oltrepassava teatralmente l'ingresso.
"Dovevo farlo" disse ridendo insieme a me "Rispettiamo le tradizioni. Benvenuta a casa..."
Affondai il viso sul suo petto, raggiante "E' tutto perfetto. Tu sei perfetto."
Lanciai un'occhiata all'ingresso e alle stanze adiacenti, per ora, ancora spoglie. E iniziai ad immaginare noi due che davamo vita a quella casa insieme.
Che sistemavamo i miei libri, i suoi cd. Noi due abbracciati sul divano, noi due davanti al caminetto, e poi...
E poi un futuro in cui saremmo stati in tre.
Un futuro che sarebbe arrivato presto, molto presto.
Un futuro pieno di pianti, pappette, pannolini.
Un futuro che non vedevo l'ora di vivere.
"Sarà bellissimo...creare questo posto insieme.." dissi mentre lui saliva le scale, tenendomi ancora in braccio "ma dove mi porti adesso?"
Sogghignò "In un posto che...beh diciamo ha già iniziato a prendere vita..."
Ci fermammo davanti ad un porta e, quando la ebbe aperta, capii le sue parole. E rimasi estasiata.
Era una cameretta con le pareti rosa pallido, decorate con immagini di animaletti. Era pressoché ancora spoglia, eccetto che per una parete in cui si trovava uno scaffale, completamente pieno di peluche e bambole.
Mi posò delicatamente sul pavimento.
"Ne ho comperato uno.." iniziò indicando i giochi "ogni giorno da quando..da quando sei stata male. Forse era stupido, o da incosciente ma...ma io ho sempre creduto nella tua forza, e nella forza di questa bambina. C'era qualcosa che mi diceva che questi giochi sarebbero serviti, che li avremmo usati con nostra figlia...perché lei ce l'avrebbe fatta...perché lei sarebbe venuta al mondo..."
"Oh, Rob.."
Mi bloccò piano, sfiorandomi le labbra con le dita.
Poi, quelle stesse dita scesero e si intrecciarono alle mie.
"Ora" deglutì "ora..ho bisogno che tu mi ascolti molto attentamente. Perché devo, anzi no, perché voglio fare una cosa che...che avrei voluto fare dal primo secondo che ti ho vista..."
Annuii, sentendo il cuore battermi frenetico nel petto, come se lui, in qualche modo, sapesse che stava per succedere qualcosa di unico.
Qualcosa che avrebbe cambiato tutto per sempre.
Si inginocchiò davanti a me.
Oh mio Dio.
Il respiro mi si mozzò in gola.
"Kristen, io non voglio che tu pensi che io lo stia facendo perché...perché mi sento in dovere. Non è così. Lo faccio perché voglio solo te, e ti voglio per sempre. Voglio svegliarmi con te, addormentarmi con te, invecchiare con te e voglio una famiglia solo con te..."
I suoi occhi erano umidi per l'emozione quando tirò fuori dalla tasca dei jeans un cofanetto di velluto.
Dentro un piccolo e luccicante solitario.
"Non dobbiamo farlo subito. Possiamo aspettare ancora un po’: che tu stia meglio, che la piccolina sia nata ma, un giorno, voglio giurare davanti a Dio quello che nel mio cuore so già. Che noi due ci apparteniamo e che ti amerò, qualunque cosa accada, per sempre"
Lo guardai sconvolta e aprii la bocca per dire qualcosa quando...quando sentii una cosa dentro di me.
Anzi, qualcuno dentro di me.
Per la prima volta, sentii lei.
Immediatamente le mie mani volarono al mio ventre.
"Kris" Rob mi fissava, gli occhi sgranati, ancora in ginocchio "Che succede?"
"Si è...si è..mossa" sibilai prendendo la sua mano e portandola sotto la mia maglietta "Dio Rob..è lei! La sento!"
I suoi occhi brillavano carichi di sentimento, specchio dei miei.
 Lo guardai, per quel che potevo, accecata dalle lacrime.
Gli feci segno di alzarsi e mi ritrovai di fronte a lui e, prima che potesse fare alcunché, lo attirai a me, baciandolo.
Come non avevo mai fatto prima.
Profondamente, totalmente.
Come se quello fosse il primo ed ultimo bacio di sempre.
Si staccò solamente per poter sussurrare sulle mie labbra:"Lo prendo come un sì?"
Sorrisi.
E dissi l'unica parola che avrei potuto dire.
L'unica che avrebbe avuto senso ripetere ogni singolo istante della mia vita.
"Sì"
E strinsi un po’ di più la sua mano nella mia, mentre percepivamo, per la prima volta, il nostro pesciolino muoversi.
"E la senti?" domandai felice come mai ero stata "Te lo sta dicendo anche nostra figlia..."
Angolo di cloe
Nel  caso vogliate vedere il video guardato da Kris e Rob..vi lascio il link. eccolo L'autrice è sicuramente la migliore creatrice di video robsten che cè in circolazione..U_____U Guardate un pò il suo nome...scommetto che capirete chi è...ahahahahah
Un bacio e alla prossima

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Capitolo 14
*** Tutto quello che ho ***


cap boh Salveeeeeeeeeeeee  .. mmm.. ecco un altro capitoletto. Scusate stasera siamo fuse entrambe.. quindi questa introduzione fa un pò cac**e. Coooomunque.. abbiamo deciso di divedere il chappy per questioni di *colpo di tosse* tempo.. *colpo di tosse* quindi accontentatevi . Grazie mille per le recensioni!  Teniamole sempre alte!  un bacio! Fio e Cloe
kiki_88 : *:* grazie mille, sei troppo gentile con noi! comunque per il capitolo, hai visto? tutto è andato per il meglio muahaah.. comunque siamo tutte e due sadiche muahah, sta cosa ci piace ahah, ti lasciamo al capitolo alla prossima!


prudence_78: grazie mille....
ANNALISACULLEN: diciamo che alla fine siamo state fin troppo buone u_u muahahah scherziamo! comunque tutto è andato per il meglio, contenta? pensiamo di si, ti lasciamo la nuovo cap.
dublino :grazie mille dublino!
Anto_Pattz :anto tesoro grazie mille ueueu, siamo contente pure del fatto che stiamo realizzando un sogno che siamo certe un giorno vedremo anche nella realta awwwwwwwwwwwww.. ancora grazie , ti lasciamo al nuovo capitolo !
francypattinson:grazie per il tuo favoloso commento, e per la tua segnalazione sulla ff, non abbiamo molto tempo ma ci proveremo a leggerla, ancora grazie.
elviraj: wow ti abbiamo distrutta? uueue ci dispiace, comunque con questo ti rendiamo piu felice... grazie e alla prossima!
chi61 : grazie mille, si in questo capitolo siamo passate dal drammatico al romanticismo, siamo contente che ti sia piaciuto , ora ti lasciamo al nuovo capitolo e ancora grazie.
yesido : mel in questo momento starai in spagna con il tuo boy,chissa che starai facendo muahahahah... comunque quando torni vogliamo subito una tua one shot , è un ordine u_u muhahah..
ancora grazie per il tuo commento, sempre gentile con noi.
KatyCullen : siamo contente che ti sia giunta l'emozione del capitolo, ora ti lasciamo a questo nuovo capitolo che è molto piu tranquillo.. grazie ancora.
ely_leyton :ueueu grazie mille, si fai commuovere anche a noi... grazie ancora.
ti lasciamo a questo nuovo capitolo sperando che ti piaccia , alla prossima!
simo1726: grazie di cuore, ci fa piacere che le emozioni che scriviamo arrivino a voi, grazie mille, per quanto riguarda rob, ne esiste solo uno , peccato muahah.
Roxisnotdied : ma ma ma ma grazie mille ross, sempre gentile con noi, ti vogliamo bene tesoro! comunque a parte questa parentesi dolce, adesso vogliamo la tua one shot, sono guai se non posti, guai grossi muahahahahah.
scherziamo ross, ancora grazie.
ledyang: U_________________U moglie adorata..nemmeno ti scrivo speriamo che questo capitolo ti piaccia perchè tanto, ovviamente, hai già letto e approvato tutto da molto tempo.muha muha muha. Grazie per i complimenti. Sei un pilastro per la storia e senza la nostra fatina...non riusciremmo mai a postare ahahaha. grazie, un bacio enorme.!!!! Love love
Kia_Twilighter : hai pienamente ragione , loro per noi sono come li hai descritti tu, troppo awwwwwwwwwwww, grazie per la recensione, ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia.
lampra : grazie mille si alla fine la proposta è arrivata aahhah, ti lasciamo al nuovo capitolo , alla prossima.
Lorena1992 : ueue ci dispiace averti fatto piangere, beh con questo nuovo capitolo sperimao di farti ridere lol.. e grazie.
ste87 : grazie a te, siamo contente di avert trasmesso tanto.. alla prossima!
Nessie_06:  ti abbiamo spiegato tutto in un email, speriamo ti sia giunta!!!
julietta__ :  grazieeeeeeeee giulcess, sempre buona!!
comunque giulcess ormai l'esame l'hai dato, ti vuoi muovere, sono piu di 3 mesi, vuoi proprio morire e lasciare il tuo adorato fidanzato u_u muahahah....
BabyVery :ahah siamo contente che hai deposo le armi, per ora u_u muahahah comunque grazie come sempre.
KStewLover :ahha siamo contente che ti sia piaciuto, ti lasciamo al nuovo e alla prossima!
ariel7 : nostra adorata lety sempre fin troppo buona con noi, grazie awwwww
Enris: grazie mille come sempre.
marty96 : ahahha non preoccuparti, leggere una vostra recensione ci rende molto felici..
ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia.
dorel : grazie  a te, siamo contente di averti fatto emozionare, alla prossima!
little lamb in love95 :o_o siamo contente che ti piaccia questa storia, non preoccuparti , grazie ancora..!!!
Antonya : noi possiamo apparire sadiche, molto sadiche, ma in realta siamo buone buone dentro,ma molto dentro muahahah, scherziamo, comunque grazie a te e alla prossima.
bika95 : grazie a te ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia. ciao.



CAPITOLO 14 (fio)

TUTTO QUELLO CHE HO


POV KRIS

“Che ne dici di questa?” esclamò con un entusiasmo che personalmente non riuscivo a capire. Quella camera da letto era semplicemente orrenda, come ogni altra che avevamo visto fin ora del resto. Era assurdo che fossimo riusciti a trovare mobili per tutta la casa e ci trovassimo a dormire sui divano letti del salone. Erano comodi, niente da dire a riguardo, ma ormai erano due settimane che ci eravamo trasferiti da casa mia a quella nuova. Un mese da quando Rob mi aveva mostrato quella che sarebbe diventata la nostra casa, quella che era già la nostra casa! Eravamo la coppia più assurda che potesse esistere, l’unica che dormiva nel salone perché nonostante i mille giri non era ancora riuscita a trovare la camera da letto perfetta.
“Amore.. è semplicemente orrenda..” risposi senza peli sulla lingua.
“Kris, io ti amo, lo sai. Ma mi stai facendo impazzire! Non possiamo continuare a dormire nel salone! Non ti fa bene..”
“La dottoressa ha detto che il pericolo ormai è passato e che è tutto sotto controllo. Perché ti preoccupi così tanto?”
“Non fa bene alla schiena..”
Era una scusa assurda data l’estrema comodità di quei divani e sapevo che lo stava dicendo solo per farmi approvare la prossima camera che avremmo visto, ma non ci sarei cascata tanto facilmente.
Non mi fece nemmeno rispondere che continuò. “E se proprio devo dirla tutta.. stai iniziando a diventare ingombrante..” disse infine alzando gli occhi al cielo.
Che cretino che era. Un adorabile cretino. “Ah.. bella cosa da dire alla tua ragazza al settimo mese di gravidanza..” dissi fingendo di essermi arrabbiata.
La sua mano intrecciata con la mia andò subito al mio ventre mentre mi stringeva da dietro. Adoravo quando mi prendeva in quel modo. Mi faceva sentire così protetta e amata. Ogni problema spariva, ogni camera da letto sarebbe andata bene se mi avesse stretta sempre così. Prese a carezzarmi il pancione che ormai era davvero evidente e non potevo esserne più fiera. Ormai ogni giornale parlava di noi, della nostra rivelata rivelazione con annessa gravidanza. Ne dicevano di tutte i colori e a volte mi era persino capitato di leggere che il bambino potesse essere frutto di un mio tradimento con Orlando Bloom.
Non sapevo come prendere quelle notizie. Per lo più erano gli ormoni a controllare le mie reazioni. A volte non riuscivo a smettere di ridere per quello che leggevo altre volte invece mi veniva da piangere. Odiavo in ogni caso le speculazioni che erano capaci di costruire su di noi. Potevano toccare me ma non dovevano permettersi di toccare la mia bambina anche solo per fare pubbliche scommesse sul suo sesso.
Era inammissibile. Cercavo di ignorare e non leggere niente di tutto ciò ma quando mi trovavo un semplice quotidiano davanti con una nostra foto in copertina non potevo proprio farne a meno. Dopo tutto si trattava della mia vita.
E invece.. avrei davvero fatto meglio a farne a meno. Non mi faceva bene leggere tutte quelle cose, così, dopo avermi trovato in un mare di lacrime per un articolo in cui si criticava la mia giovane età e la mia spudoratezza, Rob aveva pensato bene di far sparire da casa ogni tipo di foglio cartaceo che ci riguardasse.
Ero ancora tra le braccia di Rob che mi cullava dolcemente da dietro quando mi mossi leggermente in  avanti per una leggerissima fitta di dolore.
“Amore tutto bene?” chiese Rob in ansia mettendosi al mio fianco e sorreggendomi per quanto gli fosse possibile.
Sorrisi. “Benissimo.. ha solo scalciato” dissi con la voce emozionata. Non era certo la prima volta ma sentire mia figlia dentro di me mi lasciava sempre una strana sensazione, un senso di completezza, di gioia.
“Posso?” chiese lui con gli occhi illuminati.
“Certo che puoi.. non devi chiederlo..” dissi subito prendendo la sua mano e portandola sulla pancia dove la sentivo muoversi. “Ora non la senti ma.. sta per arrivarne un altro. Lo percepisco..”
Rob fissava incantato la mia pancia in trepidante attesa e infatti pochi istanti dopo, un altro calcio. Lo vidi illuminarsi e un larghissimo sorriso gli si stampò in volto. Era sempre così. Non poteva fare a meno di emozionarsi ad ogni movimento della bambina, proprio come me. Ma lui, lui era semplicemente perfetto. Anche con quello sguardo era imparagonabile. Sembrava un bambino di quattro anni che ha appena trovato una scatola piena di caramelle.
“Com’è Kris?”
“E’ bellissimo Rob. Non ci sono parole per descriverlo. Vorrei che potessi provare quello che provo io” dissi commossa.
“Mi basta guardare te..” sussurrò prima di darmi un bacio a fior di labbra. Ormai era inutile nascondersi. Finalmente eravamo usciti completamente allo scoperto, finalmente potevo baciare il mio ragazzo in pubblico.
“Continuiamo..” sussurrai contro le sue labbra prendendolo per la mano libera. L’altra teneva la busta con i nuovi vestiti che avevo dovuto comprare. Ormai non mi entrava più niente e avevo dovuto comprare dei vestiti pre-maman. Rob mi trovava adorabile con quei vestiti, diceva che mettevano in risalto il mio stato ed era così. Mi sentivo così. Indossavo quegli stessi jeans premaman che qualche mese prima mi avevano urtato terribilmente e ora invece ne andavo fiera.
“Questi jeans ti stanno benissimo..” disse Rob come se mi stesse leggendo nel pensiero. Fece un sorrisino ripensando probabilmente ai problemi che avevano causato quando me li aveva mostrati la prima volta.
Sorrisi anche io ripensando a quanto fossi stata stupida a prendermela per qualcosa che ora invece mi faceva così piacere. “Si e sono comodissimi!” esclamai di tutta risposta.
“E tu sei uno schianto..” sussurrò fermandosi di nuovo e attirandomi a se. “Sai, credo di non aver mai visto una donna più bella di te, sei fantastica in tutto quello che fai, sei assurdamente sexy anche col pancione, anzi, soprattutto col pancione..”. Mi fece rabbrividire mentre respirava piano sulle mie labbra ma sapevo bene dove voleva andare a parare.
“Grazie amore mio..” sussurrai ansimando con lo stesso tono per poi staccarmi subito a guardarlo negli occhi. “Ma non riesci ad abbindolarmi! Non ce ne andremo da qui prima di aver trovato la camera perfetta!” Sorrisi con sguardo vittorioso contenta di non aver capitolato alle sue lusinghe.
Lui invece sospirò sorridendo. Pensava davvero di prendermi in giro?
“Ma ne abbiamo viste moltissime.. perché è così importante?”
“Rob.. non capisci? Non sarà una camera qualsiasi. Sarà la nostra camera, solo nostra. Quella dove dormiremo..” mi avvicinai al suo orecchio “.. dove faremo l’amore..”
“E dove daremo un fratellino alla bambina..”
Rimasi di sasso a quelle parole, indecisa e incredula. Mi allontanai un po’ per guardarlo in facci e capire se stesse dicendo sul serio o no.
“Stai scherzando vero?” chiesi leggermente allibita ma sicura che si trattasse di uno scherzo.
Lui ci rimase quasi male, come se non riuscisse a capire le mia parole. “Bè.. no. Perché, non ti piacerebbe?”
Ok. Ora ero letteralmente senza parole. “Cioè, nostra figlia non ha nemmeno un nome, mancano ancora due mesi al parto, noi dormiamo sul divano da due settimane.. e tu già stai pensando al prossimo?!”.
“Prima di tutto, se ben ricordi non è colpa mia se ancora non ha un nome o se dormiamo sul divano, ma solo di quella cocciuta della mia ragazza.. però.. perché no?”
Wow. Ma allora faceva sul serio. Non sapevo se ridere e prenderla sullo scherzo o essere seria, ma probabilmente avrei urtato i suoi sentimenti se gli avessi riso in faccia perciò.. meglio scegliere una via di mezzo.
“Direi di vedere prima come ce la caviamo con lei.. poi si vedrà..” dissi abbozzando un  mezzo sorriso nemmeno sincero. Anzi.. quella conversazione mi aveva innervosita un po’. Più cercavo di non pensare a quello che sarebbe accaduto più avevo paura. E se non fossi stata capace? Se fossi stata una pessima madre? Dopo tutto non sapevo niente di bambini.. Non avevo mai nemmeno cambiato un pannolino.
Come se non bastassero i miei dubbi, delle grida interruppero i miei pensieri e ci voltammo entrambi a guardare una coppia poco distante da noi. Un bambino, avrà avuto quattro anni, era buttato a terra e si dimenava senza tregua mentre il padre gli urlava di smetterla, l’altra bambina più piccola piangeva in braccio alla madre che cercava inutilmente di calmarla e il padre continuava a sgridare il piccolo che urlava sempre più forte.
Cercando di ignorare la possibilità che capitasse anche a noi mi voltai a guardare Rob allibito come me. “Sei ancora sicuro di volerne due?”
“Nostra figlia non sarà così..” rispose subito.
“Ah sicuramente..” risposi temendo che le mie paure si sarebbero avverate. Non mi resi nemmeno conto che stavo camminando di nuovo mano nella mano con Rob finchè non si fermò poco più avanti.
“Amore..” sussurrò e alzai lo sguardo vedendo davanti a me e capii.
Eccola, l’avevamo trovata, la camera da letto perfetta. Lasciai andare i brutti pensieri ed entrai in punta di piedi dentro la stanza. Era bianca, spaziosa, proprio come la volevo io. Era luminosa, dava un senso di tranquillità. Il letto e i mobili erano di un legno color betulla, il letto abbastanza basso e adoravo già il copri piumino bianco. C’era un armadio enorme con anta scorrevole, due cassettiere e una specie di tavolino ai piedi del letto.
“E’.. perfetta..” sussurrai felice. Era davvero perfetta.
“Si.. è luminosa. E va benissimo con la finestra che affaccia sul mare.. E il letto è basso così se dovesse avere gli incubi potrà arrampicarsi e dormire in mezzo a noi..”. Mi si inumidirono gli occhi sentendolo parlare in quel modo. Non importava se avessimo avuto delle difficoltà, sarebbe stato un papà perfetto.
“Avevi ragione..” disse lui facendomi segno di stendersi sul letto accanto a lui. Mi abbracciò forte e restammo per qualche minuto stretti in quel modo finchè non sentimmo qualcuno tossire. Ci alzammo di scatto. O meglio, Rob si alzò di scatto e mi allungò una mano per aiutarmi ad alzarmi mentre un uomo che immaginai essere il responsabile ci guardava un po’ interdetto.
“Scusi stavamo solo provando il letto..” disse Rob non riuscendo a trattenere una risata mentre io diventavo rossa d’imbarazzo. Feci finta di niente e continuai a guardarmi in giro esplorando ogni angolo di quel piccolo paradiso. Vasi con fiori, decorazioni sui muri, soffici tappeti per terra. Era tutto perfetto. Mi estraniai completamente dalla conversazione tra Rob e il tizio, ormai ero persa in quel mondo, quello della mia nuova famiglia, della mia nuova casa. Non avevo avuto molte pretese riguardo l’arredamento. La mia unica richiesta era che fosse luminosa e le ampie finestre che erano ovunque erano di grande aiuto. Non avevo mai parlato a Rob di come volessi un’ipotetica casa, eppure lui era stato capace di prenderne una perfetta. Era grande, ma non eccessivamente. Non era la tipica villa dei ricconi di Hollywood. Era una villetta in riva al mare, con un giardino che le costeggiava il perimetro, prato inglese dappertutto e dietro una piscina non eccessivamente grande. L’interno era spaziosissimo, dalla porta di ingresso c’erano un paio di scalini che permettevano di accedere al salone sulla destra e alla cucina sulla sinistra e in fondo c’era una camera per gli ospiti e un bagno molto spazioso. Le scale portavano al secondo piano dedicato alla zona notte. C’era la nostra camera ancora vuota e la camera della bambina leggermente decorata. Quello era un altro tasto dolente. Non riuscivamo a trovare un punto di incontro riguardo quella cameretta. Io ne avevo vista una carinissima, mobili sempre di legno betulla con copertura di rosa chiaro e cuscini rosa scuro. Non ero mai stata amante del rosa, eppure sapendo che era una bambina non riuscivo davvero ad immaginare colore diverso. Rob diceva che era troppo rosa, avevo cercato di convincerlo facendogli notare che la comodità dei mobili color legno era proprio quella di poter cambiare i colori delle coperture ma lui non ne aveva voluto sapere niente. Non potevo controbattere. Io gli avevo ucciso l’anima con la camera da letto e non potevo pretendere di scegliere una stanzetta alla bimba che piacesse solo a me.
C’erano anche un paio di altre stanze vuote ognuna con bagno annesso e infine un terzo piano che racchiudeva il relax totale. Non sapevamo ancora bene cosa farci, era ancora vuoto ma avevamo stabilito che sarebbe stato il nostro angolo di paradiso, di pace. Solo nostro. Di me, di lui e di nostra figlia.
“La prendiamo!” le parole decise di Rob mi riportarono alla realtà e in un secondo mi trovai tra le sue braccia.

La tranquillità di quel primo pomeriggio stava per finire, o almeno per interrompersi. Uscire dal centro commerciale mi terrorizzava quasi, mi rendeva nervosa. Sapevo che appena avrei messo piede fuori da quelle porte scorrevoli sarei stata invasa dai flash. La bambina era agitata. Riuscivo a sentirlo. La sentivo muoversi e riuscivo a capire quando scalciava per farsi sentire oppure quando lo faceva perché avvertiva anche lei il mio umore. Rob mi strinse la mano dandomi un veloce bacio sulla guancia.
“Tranquilla.. ci sono io..” sussurrò e bastarono quelle parole a farmi calmare, almeno un po’. In fondo c’ero abituata ma la mia bambina no, non volevo che avesse quella vita fatta solo di flash indiscreti.
Presi un lungo respiro e insieme uscimmo dalla struttura. Come avevo previsto, come sapevo, fummo invasi dai paparazzi e non solo. C’erano anche giornalisti con microfoni che ci puntavano contro.
“Kristen come ti senti?”
“Kristen ti sei ripresa?”
“Robert le hai già chiesto di sposarti?”
“Quella nuova casa è vostra?”
Avanti Kristen. Cammina, non ascoltare. Rob mi teneva per mano facendomi spazio tra la folla. Cercai di tapparmi le orecchie e la bocca, non era difficile per me ma quando sentii: “Kristen è vero che sei incinta?” non potei proprio trattenermi.
“NO! in realtà metto un cuscino solo per farvi impazzire!” sbottai senza nemmeno accorgermene.
Rob mi attirò a se intimandomi di continuare a camminare, eravamo quasi al taxi quando sentii tirarmi la maglia. Rob se ne accorse e in un secondo spintonò uno dei paparazzi che mi aveva afferrata.
“Non la toccare!” ringhiò. “Azzardati un’altra volta e sei morto!”. Mi gelai un secondo mentre la folla attorno a noi si calmava e si apriva spontaneamente per farci passare e permetterci di entrare finalmente in taxi. Al sicuro.
“High Street grazie”. La sua voce era fredda. Spaventata. Sapevo perché. Rob era molto suscettibile riguardo la mia salute, soprattutto dopo l’incidente. Ero lieta che il mese d’Aprile fosse passato. L’avevo passato quasi tutto a letto oppure in braccio a lui che mi portava da sopra a sotto come se fossi una bambola di pezza. Non mi dispiaceva avere tutte quelle attenzioni da lui ,ma stare a letto tutta la giornata mi uccideva. Non potevo leggere i giornali, per ovvi motivi, e il lettore DVD era l’unica fonte di svago. Avevo visto più film in quel mese che negli ultimi due anni. Anche la musica mi aiutava molto. Ascoltavo musica classica, per lo più pianoforte. Ogni sera, prima di addormentarci, Rob premeva play, mi stringeva a se e carezzandomi la pancia ci lasciavamo cullare da quelle melodie. Mi tranquillizzavano in modo incredibile e anche la bambina lo avvertiva.
Allungai la mano sul sedile, presi quella di Rob e la strinsi forte nelle mie. “Amore va tutto bene..” lo rassicurai. “Sto bene..”
Strinse i denti continuando a fissare davanti a se prima di voltarsi. I suoi occhi, erano così dolci, così sinceri.
“Non.. voglio che ti capiti niente. Kristen voi siete tutta la mia vita, lo capisci?”.
Le sue parole erano un sussurro che potevamo sentire solo io e lui.
“Ti prego, devi capirlo. Non deve capitarvi niente. Non più. Ho rischiato una volta e.. e se sono così protettivo è solo perché non saprei cosa fare senza di voi..”
Gli carezzai lentamente il viso e avvicinandomi piano lo baciai. “Non accadrà niente. te lo prometto!”.
Annuì debolmente e mi fece spazio per farmi accoccolare sul suo petto mentre una mano proteggeva nostra figlia.
No lo lasciai un secondo se non per permettergli di pagare il tassista. Appena la sua mano fu libera di nuovo l’afferrai e mi ci avvinghiai come una cozza. Avevo di questi momenti nell’ultimo periodo. Senza una ragione precisa lo afferravo e non lo lasciavo più andare. Percorremmo il vialetto che portava alla porta. La porta di casa nostra. Mi suonava ancora strano dirlo o anche solo pensarlo. Eppure era vero.
Stavo camminando con lui quel viale nel nostro giardino. Nel giardino di casa nostra.
Adoravo quella casa. Senza chiedermi nulla Rob era riuscito a comprare la casa dei miei sogni. Luminosa. Mi dava tantissima tranquillità e già pensavo ai pomeriggi che avrei passato nella veranda con Rob e nostra figlia. Era tutto perfetto.
Entrammo in casa e Rob mi aiutò a togliere il cappotto. Quando si voltò mi avvinghiai al suo collo. Lui mi strinse le braccia attorno ai fianchi chinando il viso nell’incavo del mio collo lasciando dolci baci sulla mia spalla. Presto risalì lungo le guance ed arrivò alla bocca mentre lentamente avanzavamo verso l’interno della casa. Ero ancora persa nel suo bacio quando sentii tossire. Mi staccai immediatamente.
Una rapida occhiata al salotto..
Ma che stava succedendo?
“No continuate pure eh!”. Lizzie? Era davvero lei?
Lanciai un veloce sguardo a Rob che aveva l’aria di chi sapeva tutto ma se l’era appena ricordato.
Passai a guardarmi in giro. C’erano palloncini rosa ovunque, cappellini e un grosso festone con la scritta “Auguri mamma!” che attraversava tutto il salotto.
Ero a bocca aperta mentre osservavo tutte loro che stavano in piedi davanti a me.
Lizzie e Victoria, Claire, mia madre, Ashley, Dakota, Joan e Cherie..e.. Cath??
“Ragazzi.. fate nascere prima questa bambina e poi magari le date un fratellino!”
“Oh mio Dio! Cat che ci fai qui!?” esclamai mentre mi veniva incontro e mi abbracciava. “Credevo stessi non so dove a girare un film..”
“Tesoro.. non potevo perdermi la festa per la bambina. Dopotutto.. è anche un po’ merito mio..”
Era vero. Le sorrisi grata mentre lei mi carezzava il ventre e Rob da dietro mi faceva avanzare nella stanza. Ero senza parole.
“Ma..ma che ci fate tutte qui?” dissi rivolgendomi soprattutto alla mamma e alle sorelle di Rob che avrebbero dovuto essere dall’altra parte del mondo. “Che avete fatto?”. Ok.. mi stavo decisamente commuovendo. Maledetti ormoni.
“E’ stata un’idea di Lizzie..” mi sussurrò Rob all’orecchio.
“Non avevo dubbi..” risposi sorridendole. “Grazie ragazze..” dissi commossa mentre tutte mi venivano incontro per abbracciarmi.
Dopo saluti e abbracci vari, e migliaia di carezze al mio pancione Rob mi obbligò praticamente a sedermi sulla poltrona mentre lui era sul bracciolo. Si chinava ogni tanto a baciarmi i capelli.
“Certo però.. fa uno strano effetto. Due anni fa stavate iniziando a conoscervi e ora..”. Ecco Cath con uno dei suoi momenti malinconici.
“Si bè.. sono cambiate un po’ di cose..”. Non sapevo che altro dire.
“Mi sembra ieri che Rob prese quella bella caduta dal letto della mia camera!” esclamò e tutti scoppiammo a ridere.
“Poverino..” sussurrai falsamente comprensiva. “Si era eccitato un po’ troppo..”
Altra risata generale. Lo guardai e sorrideva mesto fingendo di essere seccato.
“E quando stava per prendere a pugni Taylor perché non lasciava andare Kris durante il bacio?”
“Dakota!” esclamai. Ricordavo bene quel giorno. Rob era incazzato a morte e se l’era presa anche con me. Come se fosse stata colpa mia poi.. Taylor stava solo scherzando.. ma lui.. non c’aveva visto più, era sbottato urlando di lasciarmi. A ripensarci bene, era una situazione comica e ora mi faceva ridere. Rob invece diventava sempre più seccato..
“Oh! E quando vi trovammo a pomiciare nella roulotte?!” disse Ashley divertita.
Oddio! Che ricordi! Ecco come l’avevano scoperto gli altri.
“Siiiii!” continuò Cath. “E lui era tutto ‘possiamo spiegare.. non è come sembra..’ haha.. Sì.. abbiamo visto! Infatti ora ci sfornate una bella bambina..”
Non sapevo più descrivere le espressioni della faccia di Rob. Ne aveva cambiate così tante nel giro di due minuti! Ma era adorabile.
“A proposito..” s’intromise Claire tutta ansiosa. “Avete scelto il nome?”
Aja. Tasto dolente..
Rob alzò gli occhi al cielo mentre io dicevo che ci stavamo pensando.
“In realtà è lei che ci sta pensando. Io avrei tante idee.. ma me le ha bocciate tutte..”
“Bè lui voleva chiamare nostra figlia Orange! Vi sembra normale?!”
“Ma è carino..” riprese lui.
“Rob! Non se ne parla! Avevi detto che avresti abbandonato i frutti perciò fattene una ragione!”
Quel nostro piccolo battibecco scatenò l’ilarità generale.
“Però dovreste muovervi.. mancano solo due mesi..” disse Victoria.
“Già cosa fate se non avete ancora scelto quando nascerà..?” si aggiunse Joan.
Ma cos’era una coalizione contro di me? Cosa c’era di sbagliato nel voler aspettare a scegliere un nome? Anche io ne avevo pensati molti.. ma nessuno mi convinceva pienamente ed ero sicura che quello giusto l’avrei trovato nel momento meno aspettato.
Tutte mi guardavano. “Ehm.. Ci penseremo poi. Rob perché non.. non vai a farti un giro? Queste sono cose da ragazze..”
“Dovrei uscire di casa?!” disse lui incredulo.
“Sì.. A meno che tu non voglia girare per casa..”
“Non se ne parla”
“Rob!”
“Kris non ti lascio da sola!”
“Ma non sono sola!”
“Ho detto di no!”
“Ma..”
“Ti prego.. non farmi stare con l’ansia..”
Inutile controbattere ancora. Sarebbe stato inutile.
“Vado a farmi un giro di sopra.. ok?”
Annuii debolmente. In fondo voleva solo essere sicuro che stessi bene e non corressi rischi.. cosa potevo volere di più?
Mi alzò il viso con un dito e dopo un leggero bacio sulle labbra. “A dopo piccolina..” sussurrò carezzando la pancia con un dito e poi andò di sopra.
“Scusatelo.. tende ad essere un po’.. iper-protettivo..”
“E’ normale tesoro..” disse Cherie. “Anzi tu come stai?”
Da lì in poi parlammo un po’ di tutto, dalla mia salute, ai progetti, ai film, alla camera della bambina, ai nomi ancora..
Tra una cosa e l’altra aprivo le decine di pacchetti che mi avevano portato. Bavette, calzini, tutine, ciucci, giocattoli, peluche..
“E’ uno scherzo?!” dissi quando scartai un tiralatte.
“Per niente tesoro.. Aimè.. non sei venuta fuori molto dotata.. può esserti utile..”
“Oh.. grazie mille mamma! Lo userò di sicuro..” dissi ironica mentre consideravo davvero la possibilità di usarlo.
Continuammo così tutto il pomeriggio, fummo interrotte solo da un rumore assordante, qualcosa che sbatteva per terra e un’imprecazione di Rob.
“Rob che stai combinando?!” urlai.
“Niente amore.. tranquilla.. continuate pureeeee” aveva risposto dall’alto delle scale.
Non ci diedi troppo peso e continuai a scherzare con le mie amiche. Non avevo mai avuto molte amiche, ma quelle poche che avevo erano le migliori che potessero esserci e mi andava bene così.
Erano le sette e mezza quando Rob scese per salutarle insieme a me. Abbracciai e ringraziai di nuovo tutte. Mi offrii di prenotare un albergo a Claire, Lizzie e Vicky ma venni a scoprire da mia madre che in realtà stavano a casa mia, cioè a casa loro, della mia famiglia insomma. Rimasi un po’ sorpresa ma molto felice che le nostre famiglie andassero così d’accordo. La bambina sarebbe cresciuta in un ambiente confortevole.
“Che pensiero carino da parte loro..” dissi a Rob quando chiuse la porta dietro di se.
“Si.. tutte ti amano..”
“Ma tu di più vero?” dissi ammiccando un po’ vero.
“Nessuno ti ama quanto me..” rispose e prese il viso per baciarmi.
“Allora..” dissi quando mi lasciò andare. “Hai fame? Cucino qualcosa?”. Ero fieri dei miei progressi culinari. Fino a un mese prima sapevo fare solo la torta di mele ma dovendo stare a letto avevo avuto modo di leggere molto per poi mettere in pratica quello che avevo imparato e sorprendentemente ero migliorata moltissimo.
“Magari dopo.. devo farti vedere una cosa” disse ansioso accompagnandomi dolcemente su per le scale. “Ce la fai? Vuoi che ti prenda in braccio?”
“No sto bene..” dissi sorridendo e col suo aiuto arrivai in cima alle scale. “Allora?”
“Chiudi gli occhi!”
“Oddio ma è una fissa?!”
“Tu chiudili e basta!”
Feci come mi disse e sospirando chiusi gli occhi. Mi prese le mani facendomi avanzare dolcemente.
“Ci siamo quasi”. E dopo un po’ si fermò. “Non aprire!”
Si mise dietro di me, intrecciò le mani sul pancione, mi diede un bacio sul collo e poi sussurrò: “Ora puoi aprire..”
Aprii gli occhi.. e..
E rimasi senza parole. Guardai nella stanza per qualche secondo e poi Rob che sorrideva soddisfatto. Lasciandogli le mani, camminai lentamente dentro la stanza mentre già gli occhi mi si inumidivano. Carezzai quei mobili, la culla, il fasciatoio, la cassettiera..
Era la camera della bimba, quella che avevo visto, quella che mi aveva colpito, quella che volevo..
“Ma.. come..? L’hai montata tu?”
“Già.. e non è stato per niente facile eh! Quindi merito un bacio..” disse venendomi incontro.
Senza farmelo ripetere due volte gli presi il volto e presi a baciarlo ovunque. “Te ne darei mille di baci!” esclamai con le lacrime agli occhi mentre mi stringeva.
“Ma.. credevo che non ti piacesse.. Non è troppo rosa?”
“Mi piace. Mi è sempre piaciuta. Volevo farti una sorpresa..”
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? “Grazie..” sussurrai. “Ti amo..da morire..”
“Anche io Kristen..”
Ero davvero la donna più felice della terra. Come potevo non esserlo? Cosa potevo desiderare di più? Avevo un marito perfetto..
Wow.. un marito. L’avevo pensato veramente. Mio marito. Non riuscivo quasi a immaginarci come marito e moglie, dopotutto non sarebbe cambiato niente.. l’amore sarebbe stato sempre lo stesso ma desideravo sentire di appartenere a lui per sempre. Lui e solo lui.
Presi dalla tasca quell’anello che avevo deciso, con sua comprensione, di non indossare in pubblico fino alla nascita della bambina per non creare altro scalpore. Ma in privato era diverso. Glielo passai, lui mi baciò la mano, infilò l’anello all’anulare sinistro e poi mi strinse a se.
Ed ora vi lasciamo con qualche fotina per farvi vedere come abbiamo immaginato noi la loro casetta delle meraviglie!!!
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Ed ora passiamo alla camera da letto che ha costato tanta fatica. Hihihihihi ;)

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Ed ecco la cameretta della nostra piccola principessa!! *.*   *.*   *.*  
P.S di Cloe = Io adoooro il rosa..!!!!

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Capitolo 15
*** La migliore famiglia ***


cap 15 Allora...fanciulle!!!!!Come ve la passate?? Bene, male...impegnate con una odiosa parole chiamata "studio"?? Noi si..purtroppo. Ma sapete una cosa che ci fa sempre stare meglio? Leggere le vostre meravigliose e splendide recensioni: le leggiamo e commentiamo tutte accuratamente per cercare di migliorarci e darvi sempre il meglio. Oooook, questo capitolo è nuovamente di Fio visto che era stato diviso in due. Eh, sì..stasera vi dovete accontentare di me per il commento...Fio è andata in un luogo che ama molto e in cui trascorrerebbe tutte le sue giornate: la palestra.Aahahahah...no, non è proprio così. Cooomunque la smetto di dire sciocchezze e vi lascio ai commenti alle recensioni e poi ad un altro dolcissimo capitolo della nostra coppietta con bebè. Un mega bacio da Cloe e Fio.
Kiss kiss.


kiki_88
: ahhahah grazie mille, fin troppo gentile con noi, ti lasciamo al nuovo capitolo, sperando che ti piaccia.
prudence_78: ahahha la tranquillita non è il nostro forte u_u, ma vabbe per ora siamo tranquille, per ora muahahahahah. comunque grazie mille.
ste87:il nome si scoprira presto, pensiamo nei prossimi capitoli, noi gia sappiamo il nome che vogliamo dare a questa bimba, è molto significativo per noi. comunque tornando al capitolo ancora grazie per il supporto, ti lasciamo al nuovo, alla prossima.
ANNALISACULLEN :ueue grazie mille, ci fa piacere trasmettere emozioni, grazie, ti lasicamo al nuovo capitolo ....
Anto_Pattz :ueuueue grazie mille anto, ci fai commuovere, ti vogliamo bene anche noi..
Roxisnotdied :ross che ne sai se i prossimi capitoli non saranno tranquilli? u_u fidati di noi, no meglio che non lo fai lol.. grazie di cuore come sempre ross ... ti vogliamo bene.
KatyCullen: grazie mille, siamo contente che ti sia piaciuto, con il nuovo capitolo ti diamo un altra dose di zucchero ahah, alla prossima.
elviraj :ahahah siamo felici che la stanza e il capitolo ti siano stati di gradimento ahahah, speriamo che anche questo nuovo cap ti piaccia, ti lasciamo leggere, e grazie ancora.
ledyang: GRAZIE U_U. Sai che sei la nostra salvatrice, lol. Cooomunque sulla parte relativa al dormire ci sto, quella sullo studio..ehm...ci proveremo. Comunque hai ragione, il prox capitolo di Fio sarà splendido come tutti quelli che scrive..U____U. Io ho già dato questa settimana ma...tenterò di postare prima possibile ahahahah.Un enorme bacione..fatina buona!! Love u.
lampra: grazie mille, alla prossima.
bika95 :ahah si rob è davvero dolce, comunque ti lasciamo al nuovo capitolo e grazie per la recensione ahah...
julietta__:u_u giulcess non capiamo perche reputi le nostre risposte cosi cattive, invece ti dimostriamo tutta la nostra gratitudine.. e poi allo stesso tempo facciamo anche il nostro dovere di admin aahahha, comunque grazie mille come sempre, e cosa importante posta, non riuscirai a rimanere viva per altri due mesi muahahahah..
EmoTrilly :awwwwwwwwwwww grazie mille, ti lasciamo al nuovo capitolo, ancora grazie *:*.
simo1726 :ahaha wow stessa camera ahhaha.. comunque grazie a te, non sei ripetitiva, è sempre bello leggere cose belle su cio che scriviamo, ancora grazie , ti lasciamo al nuovo capitolo , alla prossima.
francypattinson :anche noi speriamo tanto che diventi reali, ahaha ma vabbe ora ci limitiamo a descrivere questo futuro e grazie a te che ci segui come sempre ah..
Lorena1992 :grazie mille , siamo contente che ti sia piciuto il capitolo ti lasciamo al nuovo... alla prossima!
Kia_Twilighter: awwwwww eueue grazie mille, ci fai contente, fin troppo contente, grazie ancora alla prossima.
BabyVery: di rob al mondo c'è ne uno solo, peccato! comunque siamo contente che ti sia piaciuto, ancora grazie .
little lamb in love95 :non sono ancora sposati, l'anello è quello di fidanzamento, facciamo nascere prima la bimba, comunque grazie per la recensione, ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia.
KStewLover : ahhaha grazie per il commento, il nome si sapra presto, molto presto ahah, grazie di cuore come sempre alla prossima.
Enris :si manca poco al parto, anche noi vogliamo la bimba, vogliamo descrivere di lei, comunque ti lasciamo al capitolo nuovo e grazie ah.
chi61:ahaha non preoccuparti per ora tanto love ci sara, per il futuro non sappiamo muahhaaha, comunque grazie come sempre *:*.
ila_cullen :siamo contente che ti piacciono le storie, ci fai contente, comunque anche noi siamo fans di quei due, li adoriamo, grazie ancora e alla prossima.
yesido : dopo una settimana in spagna con il tuo love sei tornata muhaha, peccato per le foto, le volevamo tanto vedere, comunquea parte questo grazie per la recensione siamo contente che ti sia piaciuto, ti lasciamo al prossimo, grazie ancora mel.
piccolinainnamora:awww grazie mille, ora ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima .




CAPITOLO 15 (Fio)


LA MIGLIORE FAMIGLIA

POV KRIS
Il parto è un'esperienza che segna la donna per tutta la vita: può darle un'estrema forza e vitalità o al contrario farla sentire incapace e inadeguata. La donna deve sapere: perché prova dolore durante il travaglio e il parto, perché è importante provare dolore, che il dolore può essere intensificato da interventi esterni non necessari,  che il dolore può essere gestito in che modo può contrastare il dolore.

Per quanto quelle parole mi facessero paura, sapevo che leggerle mi avrebbe aiutata molto. E poi non sapevo cosa fare. Da quando ero incinta dormivo molto, soprattutto il pomeriggio e la sera invece non riuscivo a chiudere occhio. Rob aveva cercato di resistere e farmi compagnia ma alla fine era crollato come un bambino chinando il viso sulla mia spalla.
Il parto rappresenta il momento in cui mamma e bambino da un solo corpo diventano due.
Il primo distacco comincia da qui ed è quindi importante che il primo modello di separazione tra madre e figlio lasci in entrambi sensazioni e ricordi positivi, poiché probabilmente influenzerà tutte le separazioni successive.
Il distacco avviene tra due persone, il parto avviene con due persone!
Nel parto il bambino è non solo presente, ma un fattore critico per la buona riuscita dello stesso.
Leggendo quelle parole senza nemmeno accorgermene mi trovai a carezzarmi il pancione. Mi faceva paura e allo stesso tempo mi dava una calma incredibile. Mancava poco meno di due mesi al parto e più ci pensavo più l’idea mi sembrava irreale. Me e Rob con una bambina, con una piccola neonata tra le braccia. Non riuscivo a figurarci. Bè.. più che altro non riuscivo a immaginare me, ma sapevo che Rob sarebbe stato un padre dolcissimo. Lo capivo da come gli si illuminavano gli occhi ogni volta che parlavamo della bambina, da come saltava felice ogni volta che vedeva una tutina che gli piaceva da morire, come mi toccava delicatamente la pancia parlando alla bambina.
Probabilmente era colpa della gravidanza, ma mi trovai con le lacrime che mi rigavano il viso. Non sapevo nemmeno perché..
Forse per la paura, forse per l’ansia, forse per la gioia..
Forse per tutto, per la mia vita, per quella della nostra bambina.
La immaginavo, la tenevo tra le braccia, la cullavo dolcemente, la tenevo per mano per i suoi primi passi, le facevo le codine prima di portarla a scuola..
Sentii la spalla più leggera e un bacio dolcissimo.
“Hey..” sussurrai cercando di nascondere l’emozione di quel momento.
“Che succede?” disse subito allarmato.
“Niente! va tutto bene!”. Meglio tranquillizzarlo subito. “Sono solo.. felice.. E gli ormoni non aiutano..”. Gli baciai la fronte per tranquillizzarlo ancora.
Lui si mise seduto e mi prese il viso tra le mano asciugandomi quelle due lacrime con le dita. “Non farmi morire di paura per favore!”
“Scusa..” dissi sorridendo.
Ricambiò il sorriso e il mio cuore si sciolse. “Ma come.. fai?”
“Come faccio cosa?”. Sorrideva ancora e io volevo morire.
“Come fai a farmi ancora questo effetto dopo due anni? Cioè.. ormai dovrei essermi abituata e invece..”. Non terminai nemmeno la frase.. non c’era altro da dire. L’amore che provavo per lui andava oltre le parole, oltre un semplice ti amo che non riusciva a contenere quello che provavo per lui.
“Non è una brutta cosa.. dovrei preoccuparmi del contrario..” disse ridendo. Anche la sua risata era così.. così tranquilla. Non era cambiata di una virgola, sempre uguale, la stessa che mi aveva colpito due anni prima. La stessa senza la quale non avrei più potuto vivere.
Non riuscivo a parlare, era troppa l’emozione che sentivo dentro, troppa la gioia, troppa felicità. Si può morire di felicità?
Probabilmente si.. perché senza di lui non avevo motivo d’esistere ed ero felice..
“Sei preoccupata per domani?” chiese d’un tratto notando forse la mia espressione indecifrabile.
“No.. perché dovrei?” mentii.
“Non so.. forse perché sarà la prima apparizione pubblica e ci saranno centinaia di persone a guardarci?”
“Però.. ora si che sto meglio..”
“Allora è vero che sei preoccupata..”
Non era una domanda, ed era vero. Ero preoccupata. In realtà più che preoccupata ero un po’ in ansia. Occhi indiscreti, pettegolezzi, voci, senza contare la quasi certezza di salire sul palco.
“D’accordo.. in effetti non è che la cosa mi ecciti tanto..”. Avrei preferito di gran lunga restarmene a casa a vedere un film, invece non potevo proprio tirarmi indietro.
“Potremmo sempre non andare, non  è detto che vinciamo..”
“Non ce lo perdonerebbero mai.. e tanto sicuramente vinciamo. Figurati.. Dopo lo scherzetto dell’anno scorso non aspettano altro. Forse avrei fatto meglio a baciarti..”. Non potevamo davvero tirarci indietro.
“Forse si.. però non avresti mai potuto immaginare che sarebbe successo questo..” disse poggiando una mano sul ventre gonfio. “Davvero Kristen, nessuno ti obbliga, soprattutto nelle tue condizioni. Anzi, avremmo un’ottima scusa per disertare..”
Lo interruppi prima che potessi davvero considerare le sue parole. “No Rob, voglio farlo. Prima o poi dovrei farlo lo stesso, non possiamo proprio evitare le premiere, perciò meglio farlo subito..”. Dovevo essere forte.. ce l’avrei fatta.
“E’ solo una serata in fondo.. basta che non mi lasci mai..”
“Mai! non ti lascerò un secondo!” Disse subito senza nemmeno farmi finire la frase. Mi diede un dolce bacio a fior di labbra e mi sentii subito meglio.
“Comunque che stavi facendo?” continuò nel tentativo di cambiare argomento e lo assecondai volentieri. Alzai leggermente il libro per fargli vedere la copertina. “Mi informavo un po’..”
“Perché non leggi ad alta voce?”. Mi sussurrò all’orecchio indugiando con le labbra sulle mie guance.
“Ehm.. non credo che vorresti sapere..”
Lo sentii sorridere divertito. “Andiamo.. che può esserci di tanto male?!”
Poverino, non sapevo quanto avrebbe retto. “D’accordo.. come vuoi..”
Potevo divertirmi un po’ anche io in fondo.
Iniziai a leggere: “Alla fine del processo di mediazione tra madre e figlio anche il corpo risponderà passando da contrazioni non dolorose alle prime contrazioni valide; il collo dell'utero comincerà a dilatarsi, dopo essersi ammorbidito e assottigliato. Affinché il bambino possa nascere la dilatazione deve essere massima, raggiungere cioè all'incirca i dieci centimetri..”
“Cioè.. fammi capire!”. Sapevo che mi avrebbe interrotto. “La tua..ehm……cosa.. dovrà aprirsi di dieci centimetri?!” esclamò mentre con indice e pollice misurava approssimativamente quanto fossero dieci centimetri in termini di larghezza.
“Si bè.. da dove pensi che esca?! Anzi.. mi meraviglio che bastino dieci centimetri..”
Mi divertivo a prenderlo in giro. Vedere la sua faccia che cambiava espressione ogni due secondi era uno spettacolo imparagonabile.
“Poi perché ti fai tanti problemi? Si tratta della mia.. cosa.. Dovrei essere io quella impressionata..”
Mi guardò abbastanza perplesso incapace di rispondere. Adoravo vederlo in difficoltà in quel modo. “Sto attutendo il colpo. Ti prego.. lasciami riprendere..”
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere. “D’accordo.. forse meglio leggere qualcosa di più carino.. Vediamo...
Se la madre riceve in qualsiasi momento del travaglio messaggi negativi, se sente di non trovarsi nel posto adatto per mettere alla luce il proprio bambino, se non si sente ascoltata, protetta e rassicurata, il travaglio può risentirne negativamente..”
Mi fermai un secondo a pensare e mi resi conto che non era tanto più carino di ciò che avevo letto prima. Anzi.. mi metteva addosso un’ansia incredibile. Il pensiero che per qualche motivo Rob potesse non essere lì con me mi fece irrigidire e stringere il libro con forza e serrare la mascella.
Sentii una carezza sul viso, mi voltai e incontrai i suoi occhi concentrati.
“Io ci sarò Kris. Sarò lì. con te. Ti terrò la mano.. e resterò con te”.
Possibile che quell’uomo riuscisse a capirmi così bene? Possibile che riuscisse a dire la cosa adatta, proprio quello che volevo sentire nel momento in cui lo volevo sentire?
“Ti amo Rob..” sussurrai avvicinando le mie labbra alle sue per un bacio dolcissimo.
“Andrà tutto bene amore mio.. Ora però che ne dici di leggere qualcosa di veramente carino?”
Mi sfuggì un risolino. “D’accordo..mmm…” sfogliai un po’ le pagine finché non trovai un paio di righe che prima mi avevano fatto commuovere: “Capita a molte donne di avvertire durante gli ultimi giorni di gravidanza, sempre all'incirca alla stessa ora, un'intensificazione dei dolori e delle contrazioni: molto probabilmente la mediazione che stanno vivendo sta giungendo al suo esito e molto probabilmente il travaglio vero e proprio comincerà sempre a quella stessa ora.
Rilassatevi e parlate al vostro bambino, dovete inviargli messaggi positivi e rassicuranti: ‘io sono qui, il luogo in cui tu verrai è meraviglioso. Io e il papà siamo qui per proteggerti. Tutto andrà per il meglio, saremo bravissimi e io non vedo l'ora di poterti tenere tra le mie braccia’".
Mi trovai a sorridere di nuovo come prima mentre Rob, con un movimento dolcissimo, si chinò sulla pancia poggiandoci le labbra. “Io sono qui, il luogo in cui tu verrai è meraviglioso. Io e la mamma siamo qui per proteggerti. Tutto andrà per il meglio, sarete bravissime e io non vedo l’ora di poterti tenere tra le mie braccia”.
Perfetto, ci mancava solo quello. Perché? Perché doveva essere così dannatamente perfetto? Perché aveva la capacità di farmi sentire la donna più felice della terra?
Improvvisamente sentii un pressante bisogno di sentirlo vicino a me. Posai il libro sul comodino e intrecciando la mia mano alla sua, la porta alla bocca e iniziai a baciargli ogni dito. Dio! Avevo così tanta voglia di lui!
Alzò il viso e notai il desiderio nei suoi occhi. Portò le nostre mani intrecciate alla sua bocca e fece lo stesso. Si aggiustò delicatamente sopra di me facendo in modo di non pesare sulla pancia e iniziò a respirare sul mio collo, avanti e indietro lasciando dolci baci ogni tanto mentre io lo tenevo per i capelli assecondando i movimenti della sua testa.
Strinsi più forte e portai le sue labbra alle mie. Dapprima dolci e tranquille, poi sempre più avide. Era come uno dei nostri primi baci, quando le nostre lingue dovevano ancora imparare a conoscersi. Eppure, i suoi baci non erano mai uguali. Ogni volta mi sembrava di esplorare una parte di lui che non avevo visto, ogni volta era un’emozione diversa. Poteva essere amore, tenerezza, dolcezza, foga, timore, gioia, ansia, passione…
Poteva essere tutto insieme.. Non sapevo mai cosa aspettarmi dalle sue labbra, erano una sorpresa continua.
E io non potevo fare altro che assecondarle cercando di trasmettere almeno un minimo di quello che riusciva a darmi.
“Kris..” ansimò tra un bacio e un altro. “Non possiamo..”
Niente sesso. La dottoressa era stata categorica, senza contare che all’ottavo mese di gravidanza forse non avremmo potuto in ogni caso, però il bisogno di lui era così grande.
“Lo so..” sussurrai sulle sue labbra. “Però ti voglio così tanto..”
Sentivo dai suoi baci che quelle poche parole sussurrate lo facevano stare male, sentivo il desiderio che aveva di me, sentivo come volesse che i nostri corpi si appartenessero ancora. E mi sentivo morire. Lo avrei voluto dentro di me, in quello stesso istante, ma non potevo. Mi aggrappai alla sua schiena mentre lui mi sbottonava la camicia. Lo lasciai fare godendo di quel poco che ci era concesso. Iniziai a baciargli il collo finché non si abbassò all’altezza del ventre. Prese a baciarlo, delicatamente, ovunque, risalendo pian piano sul mio seno e torturandolo con la lingua. Sentivo il suo respiro ovunque, su ogni parte del mio corpo..
“Rob.. ti prego..”
Non rispose e per un attimo pensai quasi che si stesse lasciando andare a quella preghiera del tutto sconsiderata e assurda. Lo volevo così dannatamente.
Quando sentii che scendeva di nuovo sulla pancia, ricordai che non potevamo. Non potevamo rischiare di fare del male alla bambina.
“Rob.. smettila.. ti prego..”.
Doveva smetterla o rischiavo di perdere la lucidità che per qualche assurda ragione ero riuscita a mantenere fino ad allora. Lo tirai a me e incollai di nuovo le nostre labbra che si muovevano insieme, finché si spostò su un lato sciogliendo il bacio e accogliendomi nel suo abbraccio.
Mi accoccolai sul suo petto mentre lui mi copriva con le lenzuola, nonostante fosse giugno. Mi diede un bacio sulla fronte.
“Un giorno di questi mi farai impazzire..” sussurrò.
“Io?! E tu allora?!”
“Io almeno non faccio proposte indecenti..”
“No infatti.. ti diverti solo a torturarmi..”
Rise stringendomi di più a se e carezzandomi i capelli.
“Ma quanto ti amo?! Dimmelo tu.. perché io non so definirlo a parole..”
Gli lasciai un bacio sul petto. “Probabilmente almeno quanto io amo te..”
Sorrise. Lo sentivo dal suo respiro.
“Sai.. potremmo anche non vincere il miglior bacio.. ma di sicuro siamo la migliore famiglia..”
“Sicuro..” sussurrai anche io mentre lui intrecciava la mia mano con la sua e la portava al ventre.
“Sicuro..” ripeté lui e lasciandomi cullare dal suo respiro mi addormentai.

Ma chi volevo prendere in giro? Altro che calma e tranquillità. Sudavo freddo, tremavo, ero agitatissima e non sapevo nemmeno esattamente il perché. Rob era lì con me, in quella macchina che presto ci avrebbe fatto scendere su quel tappeto rosso. Eppure avevo paura. Di cosa poi?
Non avevo mai dato peso a tutte le voci che giravano su di noi, ero sempre riuscita ad estraniarmi dal mondo esterno per vivere con Rob nella nostra bolla privata, ma ora la bolla era diventata più grande, era diventata un pancione e non sapevo se sarebbe stata la stessa cosa. Ce l’avrei fatta a camminare senza curarmi degli sguardi della gente? Con Rob al mio fianco ce l’avrei fatta sicuro, lo sapevo. Eravamo in due, non ero sola in questo, eppure non riuscivo a calmarmi. Avevo le mani sudate.
Rob prese un fazzoletto e me le asciugò passandomi una salviettina bagnata sul collo.
“Kris va tutto bene? Ti senti male?” sussurrò.
“No no..” ansimai. “Solo.. Mi manca l’aria.. fa caldo..” mentii. Subito abbassò i finestrini e iniziò a crearmi vento sventolando un giornale che aveva preso dalla tasca dei sediolini davanti. Mi fece ridere. Sembrava impazzito. Non sapeva che altro inventarsi.
“Rob sto bene..” lo rassicurai sorridendo ma sospirai pesantemente e ripresi il tono preoccupato di prima. “E’ solo che la bambina è agitata, non smette di muoversi, non so perché..”
Mi poggiò una mano sulla pancia e con l’altra mi fece poggiare la testa al sediolino. “E’ agitata perché lo sei anche tu.. Devi stare calma.. Non ti abbandono un attimo. Siamo insieme.”
“Si..” sussurrai socchiudendo gli occhi. Avrei tanto voluto essere nel letto a dormire. Avrei voluto essere da un’altra parte, ma invece ero lì. E dovevo affrontarlo. Non potevo lasciarmi abbattere. Che esempio avrei dato a mia figlia?
Riaprii gli occhi e annuii più sicura di prima.
Prima che me ne rendessi conto eravamo arrivati.
“Pronta?”
Avevo scelta?
“Si” sospirai.
Scese dalla macchina e prendendomi la mano mi aiutò a scendere. Ringraziai almeno di aver messo i pantaloni e le converse. L’anno scorso avevo preso una storta in Italia ed ero stata criticata per le scarpe che avevo messo ma quest’anno non avrebbero potuto dire niente. A parte spettegolare, ovviamente.
Mia madre si era preoccupata un mese prima di trovare qualcosa che mi stesse bene, che mi entrasse e non fosse troppo casual.
Diceva che sembravo più magra con quelli addosso ma io invece mi sentivo ugualmente una balena. E infatti..
“Wow Kiki sembri una balena!” disse Kellan sorridente venendomi ad abbracciare.
“E tu invece hai il tatto di un elefante..” lo riprese Jackson.
“Non ascoltarli tesoro, stai benissimo!” si aggiunse Elizabeth.
“Sei raggiante!” disse Peter.
Taylor senza troppe parole mi venne vicino e mi abbracciò. Gli altri sorridevano, Chris mi diede un bacio sulla guancia. “Siamo tutti con te..” sussurrò.
Riuscii a stento a trattenere le lacrime. Erano tutti lì, per me, per sostenermi e non avevo nemmeno la forza di ringraziarli. Non riuscivo a parlare.
Rob mi diede un bacio sulla guancia. “Insieme..” sussurrò all’orecchio e prendendomi per mano iniziò a camminare.
Mi resi conto che la gente ci guardava, ma non con sguardo truce e con malignità. Ci guardavano e basta, guardavano la mia pancia e sorridevano.
E facevano bene. Perché ero la donna più felice del mondo, avevo tutto, e degli altri non mi importava. Presi a camminare sicura mano nella mano con Rob finché non ci fermammo davanti le macchine fotografiche. Sorridevo, ridevo, spontaneamente. Guardavo Rob e mi sentivo bene.
“Visto? Non è stato così difficile..” Disse mentre prendevamo posto.
“Perché c’eri tu..”
Mi teneva ancora la mano. “E ci sarò sempre..
E tu piccolina sei più tranquilla ora?” continuò carezzandomi il pancione.
“Oh si.. si è calmata ora..”
“Che brava bimba..”
“Non sa quello che le aspetta, poverina..”. Nello stesso momento in cui lo dissi si spensero le luci e iniziò lo spettacolo. Tutti si alzarono in piedi.. eccetto me e Rob. Apertura con parodie dei film in perfetto stile dei Movie Awards e poi musica. Pensai alla bambina. Chissà se le dava fastidio quel volume così alto.. però non scalciava. Era tranquilla quindi cercai di non pensarci troppo.
Non mancarono riferimenti a gravidanze durante lo show ma non me la presi. I Movie Awards erano così e nessuno si sarebbe certo preoccupato degli ormoni sensibili di una ragazza incinta e io non gliel’avrei data vinta perciò sfoderai il mio sorriso migliore sicura che le telecamere avrebbero inquadrato noi.
Solo quando furono annunciate le nominees per Best Female Performance sentii l’ansia crescere di nuovo. Cazzo! Non L’avevo calcolato. Ero stata tanto presa da dimenticare che se avessi vinto sarei dovuto salire sul palco, da sola.
Come avevo fatto a non pensarci?!
“E Il Best Female Performance va a..”
Ti prego, non Kristen Stewart, non Kristen Stewart, non Kristen Stewart.
“Kristen Stewart!”
Cazzo! E ora? Rob si alzò in piedi allungando una mano. L’accettai passivamente. Ancora non mi ero resa conto della situazione. Mi aiutò a tirarmi su e mi abbracciò lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Vengo con te..” sussurrò.
In quello stesso istante la bambina scalciò. E capii. Capii che non ero sola. Non lo sarei mai stata. Eravamo in due. Eravamo io e lei. E l’avrei mostrato a tutti.
“No!” dissi sicura. “Andiamo solo io e lei”.
Con un sorriso orgoglioso si fece da parte e mi fece passare.
Io avanzavo con la pancia che non mi era mai sembrata tanto grossa. La maglia premaman aderiva bene mettendo in mostra i miei otto mesi di gravidanza e non potei esserne più orgogliosa. Salii su quel palco e accettai quel premio cercando di ricordare il discorso che avevo preparato. Niente. Mente vuota. Ma non mi serviva sapere niente.
“Bè.. grazie. Io.. avevo preparato un discorso ma ora non ricordo più niente. Saranno gli ormoni che mi fanno questo effetto” scherzai e sentii ridere. “In realtà non ho molto da dire. Voglio ringraziare tutti, tutti coloro che mi hanno votata nonostante tutto.. Il cast, Stephanie Meyer, Catherine Hardwicke, Chris e tutti quanti perché.. forse non lo sanno.. ma mi hanno cambiato la vita. E vorrei ringraziare i fan ovviamente. Perché sono i migliori che potessi avere e ancora oggi mi sembra tutto assurdo. Perché.. le cose migliori capitano quando meno te lo aspetti.. Però diventano le cose più belle che potessi desiderare e senza cui non riesci a vivere.. Perciò grazie a tutti. Ah e anche alla mia famiglia!”
Non sapevo nemmeno cosa avessi detto. Probabilmente era stato uno dei miei tanti discorsi insensati in cui dicevo le prime cose che mi passavano per la testa, tutto quello che sapevo era che mi sentivo bene e sentivo gli applausi e le urla mentre prendevo il premio e mi ritiravo nel backstage.
Come sospettavo, trovai Rob ad aspettarmi. Letteralmente a braccia aperte. Sorridendo mesta mi lasciai abbracciare da lui.
“Sono orgoglioso di te..” sussurrò. “Bel discorso..”
“Grazie..” risposi contro il suo petto. “Ovviamente ogni riferimento a cose o persone era puramente casuale..”
“Ovviamente!” acconsentì stando al gioco. Mi diede un veloce bacio e poi prendendomi per mano tornammo in sala. Le luci erano accese e capii che si trattava dello stacco pubblicitario.
Tornammo ai nostri posti, ma non feci in tempo a sedermi che fui assalita. Tutti mi facevano i complimenti, tutti ci facevano gli auguri, volevano sapere della bambina, come stessi.. Era assurdo.
Ero andata lì quella sera con una precisa idea di quello che sarebbe successo e invece mi ero sbagliata.
Era piacevole.
Riuscii ad alzarmi in piedi quando Rob vinse il Best Male Performance per Remember Me. Da una parte ero felice che lo avesse vinto per quel film, dall’altra ancora mi ribolliva il sangue nelle vene. Emilie doveva essere nei paraggi, doveva essere lì anche lei ma non l’avevo vista per niente. Ed era meglio così.. Meglio per la mia sanità mentale e per la sua sanità fisica.
D’un tratto immaginai lei e Rob su quel palco. Il Best Kiss.
E se l’avesse vinto lei?’ E se Rob avesse dovuto salire lì sopra e baciare lei?
No, non poteva essere. I nostri fan non ci avrebbero mai fatto un torto simile. Sapevo bene che c’era molta gente che preferiva lei e che odiava che stessi con lui ma sapevo anche che erano molti di più i sostenitori. Dovevamo vincere noi.
Sentii la voce di Rob sul palco e mi destai dai miei pensieri. Che idiota.. mi ero persa il suo discorso..
“.. e infine.. Vorrei ringraziare una persona molto speciale. Vorrei ringraziare la donna che amo per ogni momento che vive con me e perché mi sta per fare il regalo più grande che potessi desiderare. Se sono arrivato fin qui il merito è anche suo. Perciò Grazie Kristen..”
Rimasi senza parole. I miei occhi incontrarono i suoi ed ero a bocca aperta. Non sapevo esprimere nemmeno con uno sguardo quello che stavo provando. Prima che me ne accorgessi fu di nuovo vicino a me. Mi prese la mano e mi diede un bacio.
“Grazie a te..” sussurrai.
Non avemmo nemmeno un momento per respirare che fu annunciato il Best Kiss.
Iniziai a tremare, ma stavolta per la felicità.
“E il best Kiss va a..”
“HA SCALCIATO!” urlò Rob.
Rimasi di sasso. Si, la bambina aveva scalciato ma.. c’era davvero bisogno di urlarlo così?!
Tutti si girarono verso di noi. Silenzio in sala.
Volevo sprofondare.. Rob mi guardava con aria di scuse. Alzai gli occhi al cielo sospirando.
E ora?
“Benissimo! Allora.. visto che ha scalciato venite qui a prendere il vostro premio! Il Best Kiss va a Robert Pattinson e Kristen Stewart!”
Tutto il pubblico scoppiò a ridere e ad applaudire. Eravamo diventati i buffoni dei Movie Awards e la cosa mi divertiva quasi.
Non sapevo se ringraziare o sprofondare ancora di più. Rob scoppiò a ridere e io con lui. Non sapevo nemmeno perché ma stavamo ridendo. Mi prese per mano e insieme salimmo quelle scale che un anno prima erano sembrate tanto diverse. Sorridendo accettammo il premio. Mi misi di fronte a lui ripensando allo scherzo che avevo giocato a tutti l’anno precedente.
Silenzio assoluto. Nessuno fiatava. Non volava una mosca.
Rob si avvicinò lentamente, proprio come avevo fatto io l’anno prima. Poi, un secondo prima che le sue labbra incontrassero le mie, si chinò e mi baciò la pancia.
Mi pietrificai. Ok.. era decisamente impazzito. Iniziai a pensare seriamente che avesse bevuto prima di uscire. Ma che importava? Ormai era fatta, eravamo lì. Tanto valeva arrivare fino alla fine. Afferrai il suo viso con le mani portandolo di nuovo alla mia altezza e attirandolo a me lo baciai. Sentii il pubblico esplodere in un applauso rumoroso ma non me ne curai. Continuavo a baciare il mio uomo. Il padre di mia figlia. Troppo tempo eravamo stati nascosti e ora che potevo mostrare al mondo intero quanto lo amavo non intendevo farmi da parte. Fu lui a interrompere il bacio dopo diversi secondi. Fosse stato per me non l’avrei mai fatto.
“Grazie a tutti!!!” urlò e tenendomi per mano mi tirò a sé per andare dietro il backstage.
“Sei pazzo!” sussurrai eccitata.
“Solo di te!” rispose.
Era stata una serata perfetta, speciale. Non avrei mai pensato di poter ottenere tanto in tutta la mia vita. Eravamo stati due pazzi, eravamo stati noi, semplicemente noi.
“Grazie a tutti ragazzi.. per stasera..”.
Eravamo tutti seduti nella hall dell’hotel ripensando alla serata e a come noi due avessimo fatto spettacolo. Ridevamo, proprio come i tempi di Twilight, come i vecchi tempi. Eppure era tutto nuovo. C’eravamo portati a casa anche il Best Movie e non potevamo desiderare di meglio. Io non potevo desiderare di meglio.
Mi guardarono chiedendomi spiegazione. “Grazie per stasera. Senza di voi non ce l’avrei fatta..”. Chiarii.
Ci fu un silenzio assurdo. Le risate si placarono e mi sentii quasi a disagio per quello che avevo detto poi improvvisamente furono tutti intorno a me ad abbracciarmi e baciarmi.
Cosa potevo volere di più dalla vita?
Ero felice. Ero davvero felice.

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Capitolo 16
*** Vacanze romane ***


CAP16 Ragazze, vogliamo ringraziarvi come sempre per tutte le splendide recensioni. Purtroppo stasera non riusciamo  a rispondervi singolarmente perchè siamo piuttosto incasinate e tutto il resto ma la prossima volta non mancheremo non temete. ;)
Grazie grazie grazie ...a tutte quante, siete meravigliose. Qst capitolo è stato diviso a metà perchè altrimenti era troppo lungo: scriviamo capitoli davvero trooooppo lunghi. Comunque siamo piuttosto prese con lo studio in questo periodo ma faremo il possibile per mantenere gli aggiornamenti regolari una volta alla settimana. Se per caso non dovessimo riuscirci sempre...perdono in anticipo. per questo mese comunque non dovrebbero esserci problemi.
Vi la sciamo al capitolo...un bacio enorme
Cloe e Fio


CAPITOLO 16 (Cloe)

VACANZE ROMANE


POV ROB


“Io continuo a pensare che questa sia stata una pessima idea. Non so se l’ho già detto” Ribadii di nuovo ad alta voce.
Kris alzò gli occhi al cielo. “Sì, lo hai già detto almeno 2500 volte”
“Bene” ribattei sempre più convinto “Allora te lo dico 2501. Penso che questa sia stata una pessima idea.”
Il tour promozionale, incinta di otto mesi.
Avrei preso volentieri a testate il finestrino dell’aereo su cui ci trovavamo in quel momento. Come potevo averglielo permesso?
Sarebbero potute succedere tante di quelle cose: incidenti, cadute, abbassamenti di pressione dovuti al caldo. In fondo era giugno ed eravamo diretti a Roma.
Roma, cioè Italia, cioè sud dell’Europa dove si presumeva si morisse di caldo in quel periodo.
Eppure sembravo l’unico ad essere vagamente preoccupato delle potenziali catastrofi in agguato. Tutti, da Kris alla sua ginecologa, sembravano convinti che quei giorni di trasferta europea non avrebbero fatto male né alla mia fidanzata né alla nostra piccolina.
In fondo si tratta solo di Roma e Parigi…
Pochi giorni..che vuoi che succeda?
Un cambio d’aria le farà sicuramente bene.
Queste erano solo alcune delle frasi con cui le mie obiezioni erano state prontamente zittite sul nascere.
E ora Kris si trovava seduta qui al mio fianco, su questo dannatissimo aereo, quando avrei tanto preferito saperla a casa a letto.
Leggeva una rivista sulla gravidanza, sorridendo impercettibilmente davanti all’immagine di tutte quelle donne che, dopo tanta fatica, finalmente tenevano fra le braccia i loro bambini.
Teneva la cintura di sicurezza allacciata molle sul pancione e si era tolta le converse, massaggiandosi le caviglie gonfie.
Le sfiorai la fronte leggermente accaldata.
“Tutto bene?” domandai.
“Sì, solo il jet lag credo” rispose legando i capelli in un codino “Mi ha destabilizzata un po’”
Mi morsi la lingua nel tentativo di non dire quello che avrei voluto dire in quel momento.
“Senti..lo so che muori dalla voglia di dirmi ..Te l’avevo detto io..” disse Kris acida probabilmente notando la mia espressione “Ma evita ti prego.”
Stavo quasi per ribattere quando, per un attimo intravidi un’espressione di dolore attraversare il suo viso.
Mi gelai all’istante.
Ecco, una delle mie peggiori paure si stava per avverare.
“Kris, mio Dio. Ti prego, ti scongiuro, parlami. Senti delle fitte? Oddio, lo sapevo che sarebbe successo qualcosa di simile…” Abbassai il capo per guardarla meglio e notai che mi fissava di rimando, stupita.
Il suo sguardo vagava dal mio volto, ovviamente ancora paralizzato dallo shock, a quello di Ashley che si era voltata richiamata dalle mie urla.
Si fissarono per qualche istante e poi, senza darmi la possibilità di capire che diavolo stesse succedendo, scoppiarono a ridere.
A ridere…
Kris si teneva addirittura le mani sulla pancia, nel tentativo di frenare le lacrime e Ashley non era certo da meno.
“Amore..” disse alla fine Kris col poco fiato che le restava in gola “La tua espressione era..credimi, era impagabile…Io ti giuro, non sto male. O meglio, mi da solo fastidio l’orecchio”
“L’orecchio?” chiesi confuso.
Lei annuì “Mi capita spesso in fase di atterraggio. E’ solo dovuto al cambiamento di pressione atmosferica. Davvero, è tutto ok…”
“Rob ti giuro” continuò Ashley “la tua faccia… Sembravi uno dei protagonisti di quei film tragici dove l’aereo ha qualche terribile guasto e immancabilmente c’è una donna incinta che deve partorire. Hai presente il tizio che urla sempre ‘C’è un medico a bordo?’”
“Sì certo, molto divertente..” commentai “Peccato che in quei film la donna incinta non ci dovrebbe essere..e nemmeno su questo aereo a dire la verità”
Kris mi colpì al braccio con la rivista arrotolata “Piantala”
In quel momento arrivò Kellan seguito a ruota da Taylor.
“Dove vi eravate cacciati?”
“Oh nulla, davo qualche lezione a Tay su come si conquistano le hostess…” disse Kellan “Comunque ci pareva di aver sentito che qualcuno sta per partorire..”
“Avete sentito male” disse Kris, con aria alquanto terrorizzata “E’ un’esperienza che preferisco tanto non vivere su un aereo”
“Peccato” continuò il nostro scimmione preferito “Avrei potuto essere utile”
Tutti lo fissammo sconvolti. Era impossibile credere che Kellan sapesse far nascere un bambino. La sola idea era ridicola, anzi, agghiacciante.
Specialmente visto che quello era il mio bambino.
“Beh, non guardatemi come se fossi pazzo!” esclamò “Mio nonno ha una fattoria in campagna e quando avevo 15 anni lo aiutai a far nascere un agnellino… Più o meno deve essere la stessa cosa, credo..”
“Credi male” esclamò nervosamente Kris “io non sono mica una pecora, scusa.”
“Andiamo Kiki” si intromise Taylor “Io gli avrei dato una mano volentieri. In fondo in Breaking Dawn ti devo vedere nuda mentre nasce Renesmee, no? Tanto vale eliminare sin da subito l’imbarazzo.”
Lei rise di gusto “Ah già, giusto. E poi dopo il nostro passionale bacio in Eclipse..”
Taylor le fece l’occhiolino e, involontariamente, la strinsi più forte a me.
Fortunatamente in quel momento le hostess ci richiamarono, invitandoci a sederci ognuno ai propri posti per l’atterraggio.
Non volevo ricordare il malumore che mi aveva causato vedere girare quella scena. Insomma, inconsciamente sapevo che era ridicolo provare gelosia di Taylor. Era un buon amico per Kris, praticamente un fratellino… eppure secondo me aveva lasciato andare un po’ troppo i suoi ormoni da sedicenne.
“Siamo gelosi?” sussurrò languida Kris avvicinandosi al mio orecchio.
“Delle mie donne, ovviamente..” risposi circondandole il pancione con la mano. “Della mia mammina Kris e della mia piccola Orange..”
“Smettila. Non sarà una Orange” ribatté  ridacchiando “Scordatelo..”
“Kris io vorrei ricordarti che siamo all’ottavo mese. Ci ritroveremo in ospedale con la bimba tra le braccia  senza sapere che nome darle se continuiamo ad aspettare..”
“Vedrai che lo sapremo” rispose tranquilla, poggiando il capo sulla mia spalla “Ho una buona sensazione che succederà qualcosa di positivo in questo viaggio. Me lo sento.”
“E questa sensazione non prevede che partorirai sul palco del fan event di Roma vero?”
Rise forte “No, mio paparino apprensivo. Vedo di aspettare la premiere di LA per farmi teatralmente rompere le acque sul red carpet” mi prese in giro.
“Amore, non scherzare nemmeno” la ammonii sconvolto dal solo pensiero.
Kris prese il mio viso tra le dita e mi guardò seria “Rob, rilassati. Lo so che sei in pensiero ma…non accadrà nulla. Non è ancora il momento giusto, me lo sentirei se fosse così, credimi”
Sembrava serena e tranquilla e decisi di fidarmi. Forse era una cosa che le donne si sentivano.
Si accoccolò meglio.
“Ti prometto che in quel momento non ci sarà nessun fan event, nessuna premiere, nessun fotografo e nessuna fan” continuò “Ci saremo solo io e te pronti ad aiutare nostra figlia a venire al mondo. Come è giusto che sia…”
Le scostai una ciocca di capelli dal viso e le baciai le labbra “Sei così forte. E’ incredibile, sei tu che consoli me… Dovrebbe essere il contrario.”
Non disse nulla, si limitò a strofinare il naso contro il mio collo, inspirando il mio profumo.
“Ti amo” sussurrò ad un certo punto.
“Ti amo anche io” risposi solamente mentre, dopo tante ore, toccavamo il suolo italiano.

“Sei stanca?” Sussurrai accomodandomi al suo fianco al tavolo.
Kris scosse il capo, interrompendo per un attimo la conversazione con Ashley e Kellan e rivolgendomi un sorriso smagliante.
Ero felice che questa volta anche gli altri partecipassero alla promozione in Europa. Beh, visto che io e Kris saremmo stati presenti solo al fan event di Roma e a quello di Parigi ovviamente la Summit aveva dovuto rimediare in ogni modo possibile. E Ashley e Kellan erano di certo quelli con cui mi trovavo più a mio agio. E vedere Kris tranquilla e felice mangiare la pizza al ristorante era…era bellissimo.
Lei era bellissima.
Con quel semplice vestitino bianco che metteva in risalto le sue forme piene.
Al fan event di poche ore prima non sembrava aver risentito di nulla: né delle urla delle fans, né del casino, né del pancione che a volte la sbilanciava in avanti.
Era rilassata. C’era quasi un’aura di..di magia attorno a lei. Ogni volta che mi ritrovavo perso a fissarla mi pareva vederla risplendere di luce propria e brillare come una stella.
Ero così incantato da lei che, inavvertitamente, spostai la mano, urtando il bicchiere in cui la cameriera mi stava servendo del vino.
Un po’ se ne versò sulla mia camicia.
“Oh..” balbettò completamente mortificata “Io..è stata tutta colpa mia. Mi dispiace tantissimo..”
Cercai di tranquillizzarla ma non appena capì che mi stavo rivolgendo proprio a lei e che era a lei che stavo sorridendo, avvampò imbarazzata.
Ok, ormai sapevo che la fama mi aveva portato a fare quell’assurdo effetto alle donne ma la cosa ancora mi metteva un po’ a disagio francamente.
“Sono stato io, davvero” cercai di tranquillizzarla. “Non ti preoccupare”
“O.ook” rispose flebilmente, probabilmente tentando di ricordare come si facesse a parlare inglese. Insomma, era ridicolo. Potevo essere Robert Pattinson ma..ma ero anche sempre e solo Rob.
“E’ che il mio capo mi licenzia in due minuti se lo scopre..”
“Allora facciamo che rimane un segreto tra di noi..” La sentii trattenere il respiro al mio ennesimo sorriso. Smisi immediatamente, non volendo procurarle un infarto.
Ma che aveva di così speciale quel mio cavolo di sorriso?
“Gr..grazie..” sussurrò timida, tirando fuori un blocco e una penna “Mi chiedevo se magari..se per te non era un problema farmi..”
Oh …voleva un autografo.
“Ma certo” risposi tranquillo “Come ti chiami?”
“Letizia..” sussurrò emozionata
Iniziai a scrivere: A Letizia, ti auguro di avere clienti meno sbadati di me. Un bacio Rob.
Mi sorrise grata e, dopo avermi tamponato la camicia col tovagliolo, se ne andò porgendomene uno pulito di carta.
“Ehi Rob” mi prese in giro Kellan “hai fatto colpo con la bella italiana”
Non capii di che parlasse finché non mi fece un gesto del capo indicando il tovagliolo e..e quello che c’era scritto sopra.
Un numero di telefono.
Voltai rapido il capo verso Kris che, però, sembrava troppo assorta nella conversazione con Ash per accorgersi di alcunché.
Passai il tovagliolo a Kellan “Magari a te interessa…”
A me di certo no. Io avevo Kris, la nostra bambina e..e la cosa assurda era che quella ragazza doveva esserne a conoscenza. Insomma, tutto il mondo lo era. E nonostante questo aveva comunque provato a..
Scacciai il pensiero, contenta che Kristen non avesse visto nulla. Si sarebbe infuriata e, probabilmente, la testa di quella povera ragazza non sarebbe rimasta sul suo collo ancora a lungo.
Cercai di rimanere freddo e scostante con la cameriera per tutto il resto della serata e, quando finalmente ci ritrovammo in hotel, non potei fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Finalmente sarei riuscito a trovare un po’ di pace.
L’unico tasto dolente era Kris. Sembrava essere entrata improvvisamente in modalità mutismo e ogni volta che le chiedevo cosa avesse rispondeva con un semplice “Va tutto bene”
Sperai che fosse solamente stanca e arrivai anche a crederci quando la trovai profondamente addormentata, una volta finito di fare la doccia. Mi sdraiai sotto le coperte al suo fianco e anche io, stremato dalla giornata, mi addormentai cadendo in quello che credevo sarebbe stato un sogno ristoratore.
Credevo.
Clic.
La luce dell’abat-jour mi fece aprire gli occhi di scatto ma si spense di nuovo talmente velocemente che, per un istante, credei di essermela solamente sognata.
Richiusi le palpebre, desideroso di ritornare nel mondo dei sogni il più in fretta possibile, quando intravidi un altro flash.
Ok..stavo impazzendo e iniziavo ad avere allucinazioni visive visto che Kris era immobile e sembrava addormentata?
D’un tratto la sentii muoversi al mio fianco, sbuffando sonoramente.
Allora non stava dormendo, dopotutto.
Non appena il mio cervello registrò il fatto che Kris fosse ancora sveglia a quell’ora certamente tarda, mi voltai preoccupato.
Che avesse delle contrazioni?
Che non si sentisse bene?
Che avesse la nausea?
Ok, cercai di ripetermi mentalmente.
Stai calmo. Forse semplicemente non riesce a prendere sonno. Le è capitato spesso  durante la gravidanza.
“Kris?” le domandai al buio “Kris va tutto bene?
“Mmmmm” Fu la sola ed unica risposta che ottenni.
“Non riesci a dormire?”
“No, mi sembra ovvio.”
“Ma sei stata tu ad accendere la luce prima?” continuai cercando di rompere il mutismo  della mia fidanzata.
Non rispose e così  decisi di agire io. Accesi la luce del mio comodino e mi voltai a guardarla.
“Kris io..”
“Oddio Rob, certo che sono stata io ad accendere quella cavolo di luce. Chi volevi che fosse, scusa? Il fantasma formaggino?” sbottò roteando gli occhi lucidi verso il l’alto.
Aspetta… Lucidi…??
“Amore, piangi?” domandai preoccupato, sentendo una morsa improvvisa allo stomaco.
Lo sapevo, lo sapevo che c’era qualcosa che non andava.
“Kris, per favore ti prego, ti scongiuro..stai male? Ti imploro dimmi se c’è qualcosa che non va..”
Lei prese un profondo respiro e si voltò, dandomi le spalle.
“Mi sento bene, non preoccuparti. La bambina è ok..lo capirei se ci fosse qualcosa che non va. Sono solo stanca…”
“Ok..” balbettai poco convinto.
Avrei voluto dirle che era normale che si sentisse così. Che nelle sue condizioni sarebbe dovuta restare a casa tranquilla a riposare ma..ma forse tirare fuori quell’argomento ora sarebbe stato controproducente.
Decisi di agire.
Spensi la lucina e mi rinfilai sotto le coperte. Intrecciai le gambe alle sue e la circondai con un braccio proprio sotto il seno, facendo aderire la sua schiena contro il mio torace. Col pollice tracciai cerchi immaginari sulla pelle tesa del suo ventre, finché non sentii un punto più duro del resto e un colpetto provenire dell’interno.
Non potei trattenere un sorrisino, mentre immergevo il naso tra i capelli di Kris, respirando forte il suo profumo.
Quello per me era il paradiso in terra. Stare lì, abbracciato alla donna che amavo, riuscendo a sentire mia figlia muoversi sotto le mie dita era qualcosa di…inspiegabile.
Era la felicità più piena e completa.
E non mi importava nemmeno di non poter fare l’amore con lei. Certo, era difficile resisterle a volte, specialmente in momenti come questi, quando eravamo soli, al buio, il suo corpo mezzo nudo così vicino al mio…
La mia mano si intrufolò meglio sotto  la sua canottiera, fino a sfiorarle il seno decisamente più prosperoso di una volta.
“Sei così bella.” Sussurrai mordicchiandole il lobo dell’orecchio “Dio quanto sei bella..”
Ok decisamente il mio cervello era partito verso pensieri molto poco casti e, anche se non avessimo potuto andare fino in fondo, avremmo sempre potuto passare la notte tra baci e carezze.
Non protestò e io continuai a massaggiarla piano, fino a che non la sentii rabbrividire.
“..e sei così morbida..” continuai.
Si bloccò in meno di mezzo secondo.
Era ferma, dura e rigida come una statua.
Scostò la mia mano con forza e allontanò le gambe dalle mie non senza avermi prima tirato un ‘accidentale’ calcio al ginocchio.
“Ahi..” mi lamentai massaggiandomelo.
“Scusa Rob” disse acida “Non l’ho fatto apposta. Ora se non ti dispiace dormo. Ho sonno..”
Anche se aveva affondato il volto nel cuscino riuscii comunque la sentire la sua voce incrinarsi mentre pronunciava le ultime parole.
Non riuscivo a capire cosa avessi detto o fatto per farla stare così ma, di una cosa ero certo. Era stata colpa mia.
Accesi nuovamente la luce e mi chinai su di lei, tentando di scostarle i capelli dal volto ma, come risultato ottenni solo che affondasse ancora di più il viso nel cuscino ormai, quasi certamente, bagnato dalle lacrime.
“Amore, ti prego” la implorai sull’orlo della disperazione “ Io..non so che succede. So solo che agitarti così fa agitare anche la piccola…Volevo solo farti un po’ di coccole…”
“Non è per le coccole. E poi, a dirla tutta, a me quello agitato stasera sembravi tu…” riuscii a malapena a capire il suo mugolio soffocato dalla stoffa.
Io? Agitato?
Scandagliai con la mente la serata appena trascorsa, ma non trovai nulla che mi facesse credere di averla in qualche modo ferita. Avevamo cenato, chiacchierato con gli altri. Ci eravamo divertiti insomma, anche se, effettivamente avevo notato che era un po’ strana.
Ma pensavo fosse solamente la stanchezza.
“Kris, io non capisco..” ammisi.
Lei si voltò di scatto mettendosi supina e passandosi una mano tra i capelli, esasperata.
“Certo che non capisci..perché sei uno..uno…” sembrò concentrarsi per riuscire a trovare un termine abbastanza brutto per definirmi “..sei uno zuccone, ecco.”
Scacciò una lacrima con prepotenza dalla guancia e aggiunse in un soffio, quasi imbarazzata: “Potevi evitare di dare corda a quella..”
Oh…oh cavolo.
La cameriera, il tovagliolo, il numero di telefono..
“Nega dai” mi sfidò “Credi che sia così cieca da non vedere? Chissà quante altre volte mi hai mentito sulle tue corteggiatrici. Chissà quante proposte indecenti ricevi ogni volta che metti piede fuori di casa e io…”
Sbuffò.
Fissai per un istante il suo musetto triste e arrabbiato e, per quanto vederla con le lacrime agli occhi fosse una pugnalata ogni volta, non potei trattenere un risolino di fronte alla gelosia della mia mammina.
“Ma che bravo!” sbottò lanciandomi un’occhiata assassina “Complimenti. Ridimi pure in faccia, calpesta i miei sentimenti, fammi sentire una…”
Bloccai il suo flusso assurdo di parole posando le labbra sulle sue. In un primo momento la sentii riluttante ad acconsentire al bacio ma poi, mi bastò una lieve pressione, per convincerla a lasciarmi libero accesso alla sua bocca. Pian piano si rilassò…le mani abbandonate tra i miei capelli.
Mi scostai quel tanto che bastava per permetterci di respirare.
“Sei scorretto…non vale, io stavo parlando..” protestò, piegando le labbra verso il basso.
“Kris..ma seriamente.” Risposi  “Io voglio sposarti, voglio costruire una famiglia con te, voglio..voglio passare ogni singolo minuto della mia esistenza con te e nostra figlia. Pensi davvero che potrei guardare qualcun’altra?”
Scosse il capo, distogliendo lo sguardo dal mio “No, io lo so che ci ami. E’ solo che tutte quelle belle ragazze ai tuoi piedi e invece io mi sento…ma che ne so..una balena?”
“Pensavo che fossi orgogliosa del tuo pancione..”
“E lo sono” rispose “Non sai come sto..elettrizzata e felice di portare dentro di me la nostra bimba ..E’ solo che..oddio Rob, a volte non so che mi succede. Mi viene da piangere e nemmeno so perché.”
Asciugai una lacrima silenziosa che solcava il suo viso con le mie labbra. “Penso..penso che sia normale sentirsi così Kris. La gravidanza ha un po’ scombussolato i tuoi ormoni.. Ma vedrai che quando saremo di nuovo a casa nostra saremo più tranquilli.”
“Quindi non pensi che sia un’insopportabile frignona?” borbottò a mezza voce
Le sollevai il mento , incontrando i suoi smeraldi verdi. “Tu sei la mia insopportabile frignona e non ti cambierei con nessun altra nell’ universo. Intesi?”
Annuì abbozzando un sorrisetto.
La mia mano si posò sul suo ventre e, proprio in quell’istante, sentii provenire uno strano movimento.
“Era la bambina?” domandai alzando un sopraciglio.
Kris scosse il capo divertita “No, quello era il mio stomaco. Ho fame…”
Lanciai una rapida occhiata alla sveglia, preso da una nuova idea che si era formata nella mia mente.
Le 11 e 30. Non era poi così tardi, dopotutto.
Mi alzai e iniziai a vestirmi velocemente. Kris mi guardò curiosa.
“Ma che diavolo fai?” domandò.
“Mi sembra logico, no? Le mie donne hanno fame e non riescono a dormire, perciò provvediamo..”
“Ma, no. Dai non fa nulla..” cercò di obiettare.
La zittii aiutandola a mettersi seduta “Shhh. Madamigella le va un bel gelato al cioccolato con doppia porzione di panna montata?”
Kris annuì felice e io mi beai finalmente, del suono della  risata sulle sue labbra.
Le diedi una mano  a infilarsi i jeans le infradito ed una giacchetta e, dopo qualche minuto,ci ritrovammo insieme a passeggiare per le vie del centro di Roma.
Camuffati con cappellino e occhiali da sole sperai seriamente di non essere riconosciuti. Non quella sera per lo meno.
Volevo poter dare a Kris almeno una serata normale.
In cui non eravamo Robert Pattinson e Kristen Stewart, quelli di Twilight, quelli che forse stavano insieme o forse no, o  qualunque altro soprannome ci avessero  mai affibbiato nel corso di quegli anni.
Eravamo solo noi, Rob e Kris. Una coppia normale a passaggio con la loro bambina.
Comprai due gelati e tornai dalla mia piccola, che mi aspettava un po’ in disparte dal resto della gente.
Le presi la mano e, insieme, iniziammo a camminare sul lungotevere.
Le luci di Roma illuminavano l’acqua sotto noi, creando meravigliosi giochi di luce e la luna piena ci osservava curiosa dal blu profondo dell’universo.
“E’ meraviglioso” sussurrò Kris ad un certo punto “Quando la gente dice che Roma ha qualcosa di magico..beh, ha ragione. Riesco a sentirlo nell’aria”
Mi voltai a fissarla.
Se ne stava li, incantata a guardare l’acqua e le luci, il labbro inferiore sporco di cioccolata.
E non resistetti alla tentazione di baciarla. Mi chinai e assaporai piano la sua pelle dolce..
Sentii le sue labbra tendersi in un sorriso. “La luna è bellissima stasera” sospirò.
“Non se il confronto è con te..” risposi sfiorando il suo naso col mio.
“Ah, ma dai?” mi prese in giro “Adesso citi anche Edward Cullen?”
Annuii sogghignando “Mmmmm, sì, però..Edward era uno che parlava un po’ troppo per i miei gusti…”
“Ah sì?” soffiò lei.
“Sì” confermai “Io preferisco agire…”
Piegai il capo e, prima che potesse dire alcunché, ricominciai a baciarla. Prima piano, con dolcezza. Poi, sentii il bacio crescere automaticamente d’intensità e le sue mani farsi strada fra i miei capelli, spettinandoli.
Senza rendermene conto ci ritrovammo avvinghiati, la sua schiena appoggiata contro il muro, il mio corpo premuto contro il suo.
Le mie dita si intrufolarono tra la stoffa, cercando smaniose un po’ della sua pelle chiara e profumata.
“Rob..Rob..” mi bloccò ridendo. Si allontanò turbata almeno quanto me dall’intensità di quel momento. Mi guardai intorno e , per fortuna, ci trovavamo in una stradina  semi deserta.
“Rob ..non vorrei che ci arrestassero per atti osceni in luogo pubblico. Sai, si presume che saremo genitori a breve…dovremmo dare il buon esempio.” Ridacchiò.
Sorrisi e la avvicinai nuovamente a me. Lentamente percorsi con le dita il profilo della sua gola, del suo mento fino ad arrivare alla sua guancia.
“Ti amo Kristen Stewart” sussurrai.
Arrossì “Anche io. E grazie..per questa serata. E’ magnifica.”
“Beh..vedi di abituarti. Perché ho intenzione di stupirti ancora, e ancora, e ancora per i prossimi 50 o 60 anni che passeremo insieme, sai?
“Me lo prometti? Che sarà sempre così, che tra noi non cambierà mai?” sussurrò avvicinandosi nuovamente al mio viso.
“Te lo prometto” risposi serio sotto il cielo di Roma “Insieme, per sempre.”

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Capitolo 17
*** Gioia infinita ***


cap 17 Ragazze!!! Buongiorno...scusate il ritardo di qualche ora ma ieri sera abbiamo avuto impegni urgenti che ci hanno trattenute dal postare U___U Ehm...no in realtà Cloe aveva troppo sonno per capire come fare e postare in modo corretto, ma sorvoliamo. Purtroppo siamo molto incasinate e non abbiamo fatto in tempo a rispondere alle recensioni  :(( Sorry ma tanto penso che a voi interessi di più il capitolo ;)
Speriamo che vi piaccia e vi emozioni come al solito e se è così...lasciateci tante belle recensioni mi raccomando *.*  *.*
Visto che siamo un po prese magari posteremo tra dieci giorni. Ancora non sappiamo con sicurezza, ma non preoccupatevi, faremo del nostro meglio per essere quanto più regolari :)
Un bacione da Cloe e Fio e...ci si rivede in fondo!
Kiss Kiss



CAPITOLO 17 (Cloe)

GIOIA INFINITA


POV KRIS

Guardavo estasiata fuori dal finestrino della Mercedes le luci scintillanti di Parigi.
Parigi…
La città delle luci, la città dell’amore…Mi sembrava ancor assurdo essere di nuovo lì con Robert, come due anni prima, come l’anno prima.
Era come vivere un eterno deja-vu. Era, allo stesso tempo, tutto uguale e…tutto diverso.
Già, diverso.
E la cosa, o meglio, la persona che lo testimoniava era la piccola bambina che si muoveva come un pesciolino nella mia pancia, proprio in quel momento.
La piccolina che forse sapeva, o forse no, che il viso del suo papà si trovava proprio a pochi centimetri da lei.
Sorrisi guardando il volto addormentato di Rob sulle mie gambe. Poverino,doveva essere davvero distrutto. Non appena eravamo saliti in auto aveva appoggiato il capo vicino al mio ventre, per calmare la bimba e invece…invece era crollato lui. In meno di trenta secondi l’avevo trovato bello addormentato su mio grembo.
Non mi fu difficile immaginare il motivo della sua stanchezza: io. Era sempre con me, pronto ad aiutarmi, a soddisfare ogni più sciocco e piccolo capriccio. E poi, come se non bastasse, si aggiungeva il fatto che non era affatto tranquillo.
Nonostante l’avessi tranquillizzato sulle mie condizioni di salute io sapevo benissimo quanto fosse ancora terrorizzato dal ricordo di quello che era successo a NY, del rischio che io e la bimba avevamo corso.
Ma ora che l’allarme era rientrato aveva assolutamente bisogno di rilassarsi, di pensare positivo e di smetterla di passare le ore destinate al suo sonno a vegliare il mio.
Passai delicatamente le dita fra i suoi capelli setosi, analizzando minuziosamente il suo profilo delicato, le labbra piene, le guance leggermente arrossate. Sembrava quasi un bambino, o un piccolo angelo addormentato.
Un angelo estremamente testardo che metteva sempre in primo piano me e i miei bisogni.E che, ogni singolo giorno, faceva di tutto per stupirmi e farmi capire quanto mi amasse.
Proprio come in quel momento.
Eravamo appena usciti dall’intervista a Le grand Journal, dove eravamo stati sottoposti a La boite a question, esattamente come due anni prima. Rob mi aveva fatta salire sulla mercedes ed eravamo partiti per una destinazione che solo lui e l’autista conoscevano.
Guardai nuovamente il paesaggio che, man mano, si facevano sempre più illuminato. Questo significava che stavamo rientrando in città, abbandonando la periferia dove si trovavano gli studi televisivi che avevamo appena lasciato.
Sorrisi al ricordo dell’intervista appena fatta, soprattutto ripensando alle analogie e differenze con la  precedente, di quasi due anni prima…
Questa era stata totalmente diversa. Almeno per le risposte

Cosa preferisci della persona vicino a te?
Questa volta presi al volo l’occasione e risposi prima di lui “I suoi capelli”
Mi guardò accigliato.
“Che c’è? L’altra volta avrei voluto dirlo io ma mi hai rubato la battuta..” dissi.
“Beh tanto non era quello che volevo dire io..” ribattè e con un sorriso smagliante posò la sua mano calda sul mio ventre “La cosa che amo di più di te è la tua pancia..C’è la cosa più importante per noi li dentro..”
Arrossi leggermente: perché doveva dire quelle cose così terribilmente dolci proprio in diretta tv..lo sapeva che avevo gli ormoni fuori controllo.
Mi concentrai sulla domanda successiva.
Che cosa non sopporti della persona vicino a te?
Anche questa volta lo anticipai “Ribadisco..il suo odore. Ancora non riesco a costringerlo a lavarsi..” Alzai gli occhi al cielo, fingendomi esasperata.
“Ribadisco..la sua personalità..e i suoi ormoni impazziti..” finì ridendo.
Mi girai dandogli un leggero scappellotto sulla nuca. Mi scappava da ridere per quella situazione talmente assurda: ci stavamo comportando come dei ragazzini davanti a migliaia di persone. Noi, noi sempre così riservati…
Facemmo ovviamente di nuovo sfoggio della nostra scarsa cultura europea, ribadendo che l’unica cosa che conoscevamo del presidente francese era il nome…e il fatto che avesse una moglie carina.
A quell’affermazione Rob si beccò un’altra occhiata assassina.
Potreste innamorarvi nella vita reale?
Entrambi ci guardammo e, dopo che Rob ebbe  lanciato una veloce occhiata al mio pancione, mi prese la mano e scoppiò a ridere.
“Beh, direi di sì..” mormorò sogghignando
Lo seguii a ruota. Questa volta non avevamo bisogno di strani pulsanti per evitare la domanda. Questa volta potevamo essere sinceri.
Conoscete delle parolacce in francese?
“Merde” dissi io.
Immediatamente Rob mi coprì la pancia con le mani “Ehi..ci sono dei minori nella stanza!”
Che cosa volete assolutamente vedere mentre siete a Parigi.
Questa volta fu Rob a parlare per primo “Beh non lo posso dire..perchè è una sorpresa per Kristen..”
Lo fissai immediatamente stupita e sconvolta. Stava scherzando o..
Ammiccò nella mia direzione.
“Beh..allora voglio andare assolutamente a vedere la mia sorpresa…”risposi. Se non ne aveva davvero una questa volta si era fregato da solo.
Kris, chi è il più sexi? Zac Efron o Robert?
“Eeeee” feci finta di pensare “Direi Zac..assolutamente. Cioè, quel fisico, quei pettorali…non cè paragone..” terminai trattenendo a stento le risa e vedendo Rob lanciarmi uno sguardo alla dopo –me- la paghi.
E il dopo venne alla domanda sulla tecnica per un ottimo bacio.
“Beh..ho cambiato opinione riguardo a come baciare Kris..” sussurrò languido avvicinando il viso al mio.
“Rob ..che cavolo fai..?” domandai a fior di labbra .
Non rispose. Continuò ad avvicinarsi, finchè le sue labbra non si posarono sul lobo del mio orecchio. Rabbrividii.
Scese lentamente, lasciando una scia di baci lungo la mia mascella, fino ad arrivare all’angolo della mia bocca.
In quel momento non capivo più nulla. Non sentivo la presenza delle telecamere, delle persone intorno a noi, solo…solo il reespiro di Rob che si mescolava al mio.
Schiusi la bocca e…
 “Beh, ripensandoci, forse questo non è il luogo più adatto per mostrarvelo…”
E si staccò la sciandomi li, mezza sconvolta per la sua vicinanza a fissare il vuoto come un’idiota…

“Kris?” mi chiamò piano, riscuotendomi dai miei pensieri “Perché stai sogghignando?”
“Oh niente. Pensavo” risposi “Piuttosto tu..sei crollato come una pera cotta. Non possiamo semplicemente andare in hotel? Sei distrutto”
Carezzai ancora i suoi capelli e lui chiuse gli occhi beandosi del mio tocco. Spostò il volto di lato così che le sue labbra potessero sfiorare la stoffa che ricopriva il mio ventre rigonfio.
“Si muove tantissimo..” borbottai
Sorrise “Lo so, la sento anche io.”
E poi iniziò a parlare con lei “Ciao piccolina di papà. Lo sai quanto ti amo?E adesso porto te e la mamma a cena in un bel posto…”
Da dentro di me provenne un calcetto, come se in qualche modo nostra figlia stesse cercando di rispondergli che sì, lei era felice di fare qualunque cosa il suo papà le dicesse.
“Rob, possiamo cenare in hotel..”
Scosse il capo e, dopo aver posato un ultimo bacio sulla mia pancia, si alzò e si rimise seduto al mio fianco.
“Assolutamente no. Voglio portarti in questo posto e ci andremo costi quel che costi…E so per certo che anche tu ci vuoi andare”
Alzai il sopraciglio confusa e non capii dove mi stesse portando finchè non ci ritrovammo ai piedi della…della Tour Eiffel.
Prima che potessi dire qualunque cosa Rob uscì dall’auto e, molto galantemente, mi aprì la portiera sostenendomi con il braccio nel mio goffo tentativo di muovermi.
Parlò velocemente con l’autista che, dopo qualche secondo, ripartì e scomparve.
“Madame” disse in un sussurro al mio orecchio “Se vuole seguirmi…”
Mi prese a braccetto e molto lentamente ci avviammo verso uno degli ingressi della torre.
“Ma ..ehm..non facciamo la fila?” domandai un po’ scioccamente
“Direi di no. Abbiamo un’ entrata speciale…”
E così ci ritrovammo all’interno della struttura, a salire verso l’alto, mentre tutta Parigi si faceva sempre più piccola sotto ai nostri occhi. Inconsciamente mi aggrappai al braccio di Rob.
“Ehi..chè c’è? Hai paura?”
Scossi il capo “No, è solo l’altezza credo. Ma con te non ho paura di nulla.”
Ci scambiammo un rapido bacio e poi dissi:”Rob io adoro la Tour Eiffel ma…ma conoscendoti hai organizzato qualcos’altro. E voglio saperlo…ti prego..”
“Non implorare” rise “Non serve. Siamo arrivati”
In quell’istante le porte si aprirono rivelando un luogo in cui, Rob aveva ragione, non ero mai stata.
“Ma questo è il ristorante. E’ il ristorante in cima alla torre!” esclamai felice.
Non ci potevo credere. Ero certa di avergliene parlato soltanto una volta, tantissimo tempo prima e per puro caso. Avevo detto a Rob che quando ero stata a Parigi con i miei genitori da bambina non ci ero potuta venire. Mi avevano lasciata in hotel con la babysitter, dicendomi che quello non era un luogo adatto ai bimbi piccoli.
E io ci ero rimasta così male che in qualche modo, cenare lì era uno dei pochi sfizi che nella vita, una volta o l’altra, mi sarei voluta togliere.
“Te..te ne sei ricordato..” sussurrai trascinandolo contro di me, senza smettere di guardarmi in giro “E’ splendido. Davvero, hai esaudito una mia fantasia segreta sin da quando avevo sei anni. Così bello, così elegante, così…vuoto?”
Improvvisamente venni colpita da quella verità.
Era venerdì sera. Com’era possibile che ci fossimo solo noi due?
“Rob, non avrai…?” iniziai colta da un improvviso più che fondato sospetto.
“Beh, diciamo che a volte essere famoso ha i suoi lati positivi?” domandò abbozzando un mezzo sorriso “Dai Kristen non ti arrabbiare. Volevo che fossimo solo noi due, senza sguardi indiscreti, senza persone che muoiono dalla voglia di chiederci una foto. Non lo vuoi anche tu?”
Ecco, adesso si metteva a farmi gli occhi da cucciolo e il suo sorrisetto da infarto per non farmi protestare.
E io…io ovviamente ci cascai come una pera.
Affondai il viso nel suo petto senza riuscire a smettere di sogghignare come una stupida. Oh Dio, a volte era imbarazzante l’effetto che riusciva a farmi.
Entrammo mano nella mano nel locale e, dopo aver parlato con un maitre ovviamente elettrizzato di avere li a cena Kristen Stewart e Robert Pattinson, ci accomodammo ad un tavolo vicino alla vetrata principale.
Parigi al tramonto come cornice per la nostra cenetta romantica. Cosa avrei mai potuto chiedere di più dalla vita?
Mangiammo lentamente, gustando le piccole e raffinate porzioni che mano a mano ci portavano, godendo semplicemente del tempo che potevamo passare insieme, senza interferenze da parte di qualcuno.
Erano così rari momenti del genere nella nostra relazione.
Lo erano sempre stati.
Era quasi mezzanotte quando Rob mi prese la mano e, dopo avermi aspettata mentre facevo un giro veloce alla toilette delle signore,mi condusse verso l’uscita. Avrei voluto protestare, avanzando la pretesa di un piccolo dolce che, per quanto sembrasse impossibile, avrebbe trovato ancora spazio nel mio stomaco , ma poi vidi che non ci saremmo diretti verso il basso.
Riprendemmo l’ascensore e, questa volta, ci ritrovammo fin sulla cima. Gli ultimi turisti si avviavano verso le uscite e nessuno ormai poteva più salire. Doveva essere finito ormai l’orario di accesso alla struttura.
Intravidi con la coda dell’occhio Robert fare un gesto col capo ad uno degli addetti  ai biglietti e questo rispondere pronto al suo gesto.
Alzai gli occhi al cielo mentre uscivamo nell’aria fredda del terrazzo esterno.
“Un giorno mi spiegherai seriamente come fai a corrompere chiunque nell’universo.”
Fece teatralmente il gesto di chiudersi le labbra “Non posso rivelare i miei segreti ma..io e Sarkozy siamo intimi amici.”
Risi forte “Mmmm, certo. Sono sicura che si rivolga a Robert Pattinson ogni volta che ha una questione di stato da risolvere..”
“Beh no” continuò abbracciandomi da dietro e stringendomi fra le sue braccia calde “In effetti se devo essere sincero di solito tratto direttamente con Carla Bruni…”
Gli tirai scherzosamente una gomitata, cercando di divincolarmi.
“Eddai mammina gelosa. Sai che per me ci sei solo tu..” sussurrò mordicchiandomi il collo e facendomi il solletico
“Sarà meglio per te, o presto diventerai paparino castrato, credimi…” lo presi in giro.
Ridemmo insieme mentre guardavamo la città luminosa sotto di noi.
Rabbrividii.
“Hai freddo?”
Scossi il capo “No, è solo che…toglie il respiro.” Arrossii “E poi..beh, a dire la verità ho una voglia di..”
“Di…me?” domandò stringendomi di più.
Non riuscii a trattenermi dal roteare gli occhi “Veramente stavo per dire che ho voglia di qualcosa di dolce. Però si..beh ho anche voglia di te, se è per questo..” ammisi leggermente imbarazzata.
Rob sorrise e poi frugò nella tasca della giacca.
“Li ho presi stamattina al bar del nostro hotel” disse porgendomi due cioccolatini.
“Che belli. Sono quelli con le frasi d’amore” dissi scartando il primo e leggendo ad alta voce “Omnia vincit amor..Beh, vecchia ma sempre attuale devo dire..”
Mi gustai a fondo il cioccolatino ripieno di crema alla nocciola, prima di scartare il secondo.
Lessi attentamente.  “ To get the full value of joy you must have someone to share it with."
Non sapevo nemmeno io perchè ma..ma non appena avevo pronunciato quelle parole avevo percepito qualcosa di strano dentro di me. Come se mille farfalline avessero iniziato a svolazzare nel mio stomaco e, cosa ancora più strana, la bimba aveva scalciato forte. Tanto, tanto forte. Come se volesse farmi capire qualcosa.
"Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla."rilesse Robert.
Improvvisamente i suoi occhi si accesero di una strana luce. Grandi, brillanti ed eccitati mi fissavano emozionati.
“Che c’è?” domandai
“Kris..l’abbiamo..l’abbiamo trovato..è..è perfetto..” balbettò. Prese un profondo respiro e continuò. “Qual è la nostra più grande gioia? La più grande gioia che noi condividiamo?”
Mi portai immediatamente le mani sul pancione “Questa piccolina, ovvio. Ma Rob io..”
E mi bloccai, mentre il significato di quelle parole penetrava lentamente dentro di me. E, immediatamente capii: quello che avevo sentito leggendo quelle parole, quello che voleva dirmi Rob.
“Vuoi dirmi che ..che lei è la nostra Joy..la nostra piccola Joy?” domandai, ancora sconvolta da quell’improvvisa presa di coscienza.
Era sempre stata lì davanti ai nostri occhi. Quante volte avevamo detto che lei era il dono e la felicità più grande che potessimo avere? Quante volte avevamo pensato a lei come alla nostra “gioia” accarezzandola?
E ora..era bastato un cioccolatino a farcelo capire.
“Joy..Joy Pattinson” disse Rob.
Mi beai del suono di quel nome che presto sarebbe stato nostra figlia.
Non riuscii a trattenere una lacrima che scivolò dall’angolo del mio occhio.
“E’ perfetto..” Non c’erano altre parole per descriverlo “Te l’avevo detto che lo avremmo capito al momento giusto…”
Mi bacò la guancia, asciugando la gocciolina salata “Tu hai sempre ragione amore mio. Però..penso che dovremmo chiederlo alla diretta interessata..”
Sì abbassò in modo da portare il capo precisamente all’altezza del mio ombelico. “Ti piace il tuo nome..piccola Joy?”
Quasi in risposta arrivo un calcione che mi destabilizzò un poco.
“Tutto bene?”
Annuii felice “Direi che le piace..”
Ritornò alla mia altezza e mi fece volteggiare tra le sue braccia. Non riusciva a smettere di ridere, entusiasta e felice di quel momento.
“Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo…” continuava a dire “E amo te piccola principessa di papà..”
“E noi amiamo te Rob” risposi “ma se continui così vomiterò tutta la costosissima cena che ho appena mangiato “
Mi rimise con i piedi a terra senza, però, lasciarmi andare.
“Sono felice sai? Che domani torniamo a casa nostra..” disse “Potrei dipingere il suo nome sulla parete della cameretta ora che abbiamo deciso, oppure comprare degli stencil e decorare il lettino con tante piccole ‘J’, oppure…”
Arrestai il suo flusso di parole, bloccandogli le labbra con le mie dita “Non c’è fretta. Ci penseremo poi. Io sono sicura che anche a lei basta solo tornare a casa con mamma e papà.”
Si aprì in un enorme sorriso. “Allora, io te e la piccola Joy..a a casa finalmente..”
“A casa” confermai. Anche se in cuor mio sapevo che, fra le sue braccia, io e Joy saremmo sempre state a casa.

“No..no..no” borbottai “No, no..no!”
Immediatamente Rob fu al mio fianco, precipitandosi fuori dal bagno.
“Che succede?” domandò preoccupato.
“Mmmmm” mormorai  “Niente, stai calmo. Ma forse non dovevo sceglierlo rosa questo vestito”
Tornai a guardare il mio riflesso sul grande specchio della nostra camera da letto.
Era arrivata finalmente: la sera della premiere di Eclipse. Il che , per me, significava solamente due cose: fotografi e domande.
Gemetti piano al solo pensiero e per un istante mi chiesi perché fare l’attrice comprendesse anche dover sopportare certe torture. Sbuffai sonoramente, consapevole che la celebrità era parte del gioco…una parte che avrei volentieri  evitato.
Specialmente se comprendeva dover camminare su un tappeto rosso, sotto il caldo di LA, incinta di 8 mesi, con un vestito che , per quanto bello e raffinato, non sarebbe riuscito a mascherare le tue forme non proprio longilinee.
Non che ci fosse qualcosa che non andava ma…non lo sapevo nemmeno io. Semplicemente avrei tanto preferito poter stare a casa a mangiare patatine guardando un vecchio film in tv, piuttosto che andare la fuori.
“Tu dici che mi sta bene..il vestito intendo?” domandai concentrando la mia attenzione su Rob.
Era…beh, splendido sarebbe stato riduttivo.
Un dio greco sceso a farsi un giro per le strade di LA: ecco quello che mi sembrava in quel momento.
Lo smoking nero fasciava la sua figura perfetta e longilinea e i suoi capelli…cielo quei capelli spettinati che qualunque donna avrebbe pagato oro per poter accarezzare.
“Ehi..frena gli ormoni e asciuga la bava Kiki” mi prese in giro notando il mio sguardo, evidentemente, assatanato.
“E tu smettila di sorridere così allora..” ribattei.
“Così come?” domandò innocentemente arcuando ancora di più le labbra.”Kris..ho un orda di ragazze in preda ad una crisi ormonale da accontentare stasera..compresa la mia fidanzata a quanto pare. Non posso smettere di sorridere..”
“Si, si bravo” lo minacciai “Un sorriso di troppo e finisci a dormire sul divano finchè Joy non è maggiorenne. Comunque..dicevamo del vestito. Tu che ne pensi?”
La cosa che mi convinceva di meno era il colore. Rosa.
Sì, era un rosa estremamente pallido e comunque l’abito era piuttosto morbido e svolazzante da sembrare quasi bianco ma…
Non ero comunque certa di essere il tipo di ragazza a cui donava il rosa.
“Mi piace come ti sta questo colore” disse Rob quasi sapesse esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire “A me tu piaci sempre ma stasera sembri più eterea…così assurdamente bella..”
Arrossii baciandogli la guancia e abbracciandolo “Grazie. Temevo di sembrare più una pallina di gelato alla fragola..ma tu sai sempre cosa dire per farmi stare meglio invece.”
Sorrise e mi strinse, aiutandomi così a scendere al piano di sotto.
La limousine dai vetri scuri ci aspettava già fuori dal cancello e in men che non si dica mi ritrovai seduta nei sedili di pelle posteriori, mano nella mano con Rob.
Mi sembrava che tutto corresse velocissimo. Il tempo, le strade stranamente senza troppo traffico. Tutto scivolava via così velocemente che, prima che potessi davvero avere il tempo di riflettere, eravamo pronti per affrontare il red carpet.
O meglio, Rob era pronto.
Io…non ne ero del tutto certa.
Insomma, da un lato era solo un red carpet, questo lo sapevo. Ne avevo affrontati tanti nella mia carriera. Si sorrideva, si rispondeva a qualche domanda dei giornalisti e si entrava alla proiezione.
Dall’altro lato però…una parte di me sentiva che quello non era un semplice red carpet. Era il primo red carpet della saga dove potevamo essere veri. Dove potevamo essere noi stessi. Dove non ci sarebbe stato nessuno a ordinarci cosa dire, cosa fare, cosa..negare.
Era finito il tempo per negare, per nasconderci.
Quelli che avrebbero camminato li fuori, quelli che si sarebbero guardati davanti ai fotografi innamorati, desiderosi di passare una vita insieme, non erano solo Edward e Bella.
Erano anche Robert e Kristen.
“Amore?” mi chiamò Rob “Amore..dovremmo uscire..”
Intravidi fuori dall’auto uno degli addetti, pronto ad aprire la porta dell’auto.
“Sicura che sia tutto ok?” continuò
Annuii “Sì..solo, non so. E’ come se sentissi che questa è la sera che cambierà tutto..ma non lo so Rob..sono solo nervosa.”
“Non esserlo” disse prendendo la mia mano nella sua “Ci sono io con te.”
Presi un profondo respiro e, insieme, scendemmo dall’auto.
E fu…un boato.
Grida, strilli, flash accecanti.
Questo era l’universo di Twilight, che lo amassi o lo odiassi..era così.
Il mondo in cui, da quasi tre anni a quella parte, ero stata catapultata dentro.
Rob non lasciò mai la mia mano mentre ci mettevamo in posa per i fotografi e io, grazie al suo tocco magico, stavo iniziando a rilassarmi.
Ebbi a mala pena il tempo di salutare Taylor e gli altri da lontano, prima di essere catturata da quegli squali dei giornalisti.
E, ovviamente, le prime domande non c’entravano assolutamente nulla con il film.
“Kristen..Kristen, come ti senti ora dopo i problemi di salute della primavera scorsa?”
“Molto meglio. Ora sia io che la piccola stiamo bene, grazie”risposi, desiderando istantaneamente mordermi la lingua. Capii di aver fatto un grossissimo errore. Avevo detto piccola..non piccolo.
Ci stai forse dicendo che ci sarà presto una bimba in casa Pattinson- Stewart?”
Guardai Robert per chiedergli il muto permesso di continuare e lui mi sorrise.
“Sì, sarà una femminuccia..” confermai.
Rob sei felice o avresti preferito un maschietto?”
“In realtà all’inizio la sola cosa importante era che fosse sano e forte. Ma se devo essere sincero..sono incredibilmente emozionato che sia una bimba. E spero che assomigli alla mamma” aggiunse.
“E avete già scelto il nome?”
“Beh…sarà un nome che trasmetterà gioia e serenità” rispose criptico carezzandomi il pancione“Visto che questo tesoro è la nostra gioia più grande..”
“E a proposito di tesori..” a quella domanda la giornalista mi rivolse uno sguardo strano “Ci vuoi forse  dire che l’anello che sfoggi stasera è la conferma a tutte le indiscrezioni su un vostro possibile matrimonio?”
Non sapevo proprio cosa dire. Non mi sentivo pronta a confessare anche quella novità ad essere sincera.
Fortunatamente l’addetta stampa della summit decise, proprio in quel momento, che avevamo già parlato troppo della nostra vita personale e che bisognava riportare l’attenzione sul film.
Basta domande personali, era una frase che avrei amato per sempre.
Fu proprio mentre rispondevamo ad alcune domande sugli effetti speciali e sul lavoro in palestra che la maggior parte degli attori aveva dovuto svolgere per alcune scene, che iniziai a sentirmi…stanca.
Un leggero dolorino mi tormentava la schiena e il basso ventre, rendendomi quella posizione in piedi estremamente fastidiosa.
La dottoressa mi aveva detto che era normale sentire certi tipi di fastidi l’ultimo paio di mesi ma, improvvisamente, mi sentii a disagio, strana.
Per fortuna le domande si esaurirono in fretta e, dopo qualche altra foto di gruppo con tutto il cast,entrammo per assistere alla proiezione.
E in quell’istante avvertii una strana fitta alla pancia. Non era stata fortissima o estremamente dolorosa, ma era arrivata all’improvviso, inaspettata, lasciandomi uno strano indolenzimento al basso ventre.
Presi un lungo respiro e mi avvicinai alla parete, senza staccare lo sguardo da quello di Rob che, distante appena qualche metro rispondeva alle ultime domande.
Passarono alcuni minuti ed un’altra fitta di dolore mi colpì, costringendomi ad appoggiarmi al muro.
E fu panico.
Poteva..poteva davvero essere il momento?
No, non poteva, non doveva.
Non era il momento.
Joy non era pronta.
Io non ero pronta.
Non lì, non così…non…
“Kris..Kristen, che succede?” Le braccia di Robert mi circondarono la vita.
“Io, non lo so” risposi sentendo gli occhi pungere e il battito del cuore accelerare “Io..sono delle fitte..”
“Ogni quanto le hai?” domandò mantenendo stranamente un enorme sangue freddo.
“Non..Rob ma che ne so?” risposi scioccata “Circa sette o otto minuti credo..io..non so..”
“Kris..pensi che..possa essere..ora?”
Rabbrividii alle sue parole.
No, no, no.
“E presto” iniziai a piangere sentendo le lacrime scendere. Non avevo la forza di fermarle. “E’ ancora così piccina”
Le mani di Rob circondarono il mio viso. “Andrà tutto bene Kris, guardami”
Ci provai nonostante le lacrime.
“Ora andiamo in ospedale, e qualunque cosa sia…alla fine si risolverà tutto. Ok?”
Annuii, desiderosa di credergli, ma consapevole soltanto di una cosa.
Mia figlia forse stava per nascere.
E decisamente ancora non era il momento
.

Allora, due piccole precisazioni :)
La frase che Kris legge nella carta dei cioccolatini è una citazione di M. Twain, presa veramente (giuro!) dalla carta dei cioccolatini...ahahah. Fio ne ha aperto casualmente uno mentre stava al bar e..beh questa frase era perfetta per spiegare il modo in cui scelgono il nome della piccola. E a proposito del nome...per noi due la bimba è sempre stata Joy. Sin dall'inizio tra le certezze che avevamo c'era il nome. Per noi è estremamente speciale e importante chiamarla così e ormai, francamente, non riusciremmo a pensarla altrimenti , cosa che si vede dalle nostre precedenti shot. (se non lo avete ancora fatto leggerle è d'obbligo U___U ). Quindi che posso dirvi se non....W JOY!!! Spargete e diffondete il suo nome nel mondo o quanto meno su efp, perchè ormai Joy è una leggenda!!! Ok, vi lasciamo sul serio...un mega gigantesco bacio e...alla prossima!!!

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Capitolo 18
*** Falsi allarmi ***


CAP 18 Ragazzeeeeeeeeeeee!!!! Vi siamo mancate eh?? Dite la verità ^^...lo sappiamo che siete totalmente incondizionatamente innamorate della nostra storia!! Wooow, viva la modestia XD. Vi dobbiamo come al solito ringraziare per le meravigliose recensioni che ci lasciate ogni volta *.*  *.* Siete fantasmagoricamente fantastiche!!! Purtroppo non siamo riuscite a rispondere neppure qst volta =(( ma l'importante è il capitolo giusto?? =)))  Che tra l'altro è abbastanza lungo, non ce la siamo sentita di dividerlo. Vogliamo che ve lo godiate tutto insieme fino alla fine...e che fine..muhamuhamuha..vabbè...
Leggete e enjoy...ci si rivede in fondo!!!!
Kiss Kiss Cloe e Fio
P.S= Tra l'altro siete tutte convinte che Kris stia scodellando Joy li sul red carpet...hihihihi ora i vostri dubbi saranno tutti risolti.
P.P.S= Ma quanto sarebbe bello se alla premiere di Breaking Dawn Kris avesse davvero il pancione??? *.*  *.*   *.*
P.P.P.S= In fondo c'è un appello importante. leggete con attenzione please.


CAPITOLO 18 (Fio)

FALSI ALLARMI



POV ROB


In un secondo furono tutti attorno a noi. Mille domande, mille preoccupazioni e io come un impedito continuavo a fissare Kristen non sapendo che fare.
“Ragazzi.. non la fate respirare!” ringhiai a un certo punto e la cerchia attorno a noi si aprì. Vidi Kristen prendere un lungo respiro socchiudendo gli occhi. Sembrava fosse passato. ..
“Come va?” chiesi preoccupato continuando a reggerla. Di tutta risposta continuò a respirare profondamente e in un attimo si rilassò.
Gli altri erano attorno a noi lasciando abbastanza spazio per darle aria ma con lo sguardo apprensivo volevano sapere quello che anche io mi stavo chiedendo.
Mi guardò velocemente annuendo con la testa per farmi capire che era passato.
“Forse.. forse era solo una fitta. È passata. Non può essere il momento. Manca ancora un mese.. La bimba non è pronta..”
Le carezzai il viso non sapendo cosa rispondere ma proprio quando sembrava essersi calmata, un’altra fitta la percorse costringendola ad aggrapparsi ancora più forte a me. Era totalmente appoggiata a me. Quando un suo lamento doloroso invase la sala sentii tutti gli occhi puntati addosso e il silenzio era riempito solo da un rumoroso mormorio di sottofondo.
“Rob.. mi fa male..” sussurrò con la voce rotta dal dolore.
“Ok amore.. tranquilla! Ora ti porto in ospedale!” esclamai ma notai che non riusciva a muovere un muscolo contorta com’era dal dolore.
Dio.. non riuscivo a vederla così.
Mi lanciò uno sguardo distrutto e capendo che non ce l’avrebbe fatta a fare un solo passo, passai la sua mano attorno al mio collo e la presi in braccio, con cautela, cercando di non procurarle altro dolore.
“La macchina è già fuori!” urlò qualcuno. Non sapevo chi fosse, probabilmente Chris. Non riuscivo a capire niente e con fluidità mi muovevo accanto alle poltrone della sala mentre la folla di persone si apriva davanti a noi come il mar Rosso davanti a Mosè.
Tutti ci seguirono fuori, qualcuno mi aprì la porta della macchina ma non sarei riuscito ad entrare con Kristen in braccio. Kellan venne subito in mio soccorso.
“Dalla a me!” esclamò e con sguardo riconoscente gli passai Kristen. Entrai in macchina e lui si abbassò per poggiarla accanto a me.
“Andrà tutto bene piccola” sussurrò e le diede un bacio tra i capelli. Non mi diede per niente fastidio, anzi, era stato un gesto dolcissimo e pur volendo non avrei potuto pensare alla gelosia in quel momento.
Kristen sorrise debolmente finché una nuova fitta la percosse portandola a stringere i denti e affondare il viso nel mio petto con un ringhio di dolore.
“Andate! E fateci sapere!” urlò chiudendo lo sportello e la macchina partì.
E ora.. ora che ero solo con la mia piccola Kristen tra le braccia mi sentii così impotente e insignificante. Non potevo fare niente, avevo anche paura di carezzarle il pancione. E se avessi peggiorato le cose? Se le avessi fatto ancora più male?
Poggiando il capo sul mio petto portò una mano alla mia giacca e strinse in un pugno e poi.. un singhiozzo.
No.. no! Non poteva piangere. Non poteva! Il mio cuore non avrebbe sopportato altro dolore oltre quello che stava provando nel vederla così.
“Rob.. ho paura..” riuscì a dire con un filo di voce e io persi un battito. “Non.. non è pronta.. è troppo piccola..” disse scoppiando in singhiozzi.
“Sssh.. andrà tutto bene amore! Andrà tutto bene..”
“Ti prego.. dimmi qualcosa.. dille qualcosa..” supplicò e senza farmelo ripetere due volte chinai il capo sul pancione.
“Amore mio.. che ci combini eh? Avevamo detto niente cose teatrali e invece vuoi venire fuori così presto?”. Ok.. potevo decisamente fare di meglio, ma non riuscivo nemmeno a parlare ed esprimere i miei pensieri. La verità era che ero terrorizzato a morte. Non sapevo niente in quel momento e tutto quello che sapevo mi toglieva il respiro. Cosa sapevo? Che avevo la mia ragazza tra le braccia, che non potevo fare niente per aiutarla e che nostra figlia forse stava per nascere e io non ero per niente pronto.
E lei.. era ancora così piccola. Non doveva succedere tutto adesso. Era troppo presto.
Guardai Kristen che sorrideva stranamente rilassata, poi chiuse gli occhi distrutta e si appoggiò al mio petto.
Tenendola saldamente per la schiena con una mano portai l’altra al suo viso scuotendola dolcemente.
“Kristen! Non dormire! Resta sveglia!”
Come se si riprendesse da un sonno durato già molte ore aprì gli occhi e li strabuzzò diverse volte.
“Ho sonno Rob.. sono stanca..” sussurrò.
“Lo so amore. Ma devi stare sveglia! Ti prego! Guardami!” e mantenendole il viso inchiodai i suoi occhi ai miei e le asciugai una lacrima che le scendeva sul viso.
“Andrà tutto bene! Te lo giuro!”. Non sapevo quanto vere fossero quelle parole ma dovevo dirle, dovevo fare in modo che stesse calma. Dovevo crederci anche io. La nostra bambina, la nostra piccola Joy, sarebbe stata sana. Sicuramente. E Kristen sarebbe stata bene. Sarebbe andata così. Doveva andare così.
L’ospedale non mi era mai sembrato tanto lontano ma fui felice di notare che quando arrivammo Kristen stava decisamente meglio.
Scesi dal mio lato della macchina e andai ad aprirle la porta per prenderla in braccio ma afferrò solo la mia mano dicendo di stare bene e riuscì a mettersi in piedi da sola. Sorreggendola al meglio entrammo dal pronto soccorso e ancora prima che potessi parlare un medico ci fu vicino.
“I signori Pattinson?”
Mi fermai solo un secondo a valutare la risposta. Eravamo noi? Sì.. per forza. Cioè non eravamo sposati ma quante possibilità c’erano che qualcuno di nome Pattinson si presentasse al pronto soccorso nel nostro stesso istante?
Annuii stringendo Kris a me.
“Da questa parte..” disse il medico con voce statica.
Ma.. cosa? Come sapevano del nostro arrivo? Possibile che qualcuno li avesse avvisati.. ma chi? Forse Jules, o Chris o.. Bah. Ma cosa me ne importava. Eravamo lì ed ero grato di non dover aspettare tempo inutile per capire che cazzo stava succedendo.
Kristen riusciva a camminare bene ora, come se il dolore fosse passato.
“Come ti senti?” sussurrai mentre seguivamo il medico. “Vuoi che ti prenda in braccio?”
Scosse subito la testa. “No Rob. Sto meglio.. davvero..”
“La bambina?”
“Ha appena scalciato..” disse lei con le lacrime agli occhi. Non sapevo se fosse per gli sforzi che stava facendo o per la gioia di sentire nostra figlia che stava bene.
“Andrà tutto bene” ripetei per la centesima volta. Mi sentivo uno stupido a ripetere sempre la stessa frase ma era l’unica che avrei voluto sentire se non avessi saputo cosa sarebbe successo di lì a qualche minuto. E poi doveva essere così.
Entrammo nello studio attrezzato appositamente per gravidanze.
Sotto indicazione del dottore aiutai Kristen a stendersi sul lettino e continuai a tenerle la mano.
“Allora..” iniziò il medico venendo verso di noi. “Che succede?”
Guardai Kristen un secondo prima che iniziasse a parlare. “Non lo so.. ho iniziato a sentire delle fitte.. fortissime. Credevo fossero contrazioni.. poi.. all’improvviso sono sparite”
Ero completamente in ansia. Sentivo la mano sudare in quella di Kristen mentre il Dr… Oaks, come lessi sulla targhetta, ispezionava il pancione di Kris con lo stereoscopio.
“Il battito è buono.. le fa male se premo qui?” disse mentre col dito spingeva un po’ a fondo nel fianco di Kristen che saltò sul lettino scossa dal dolore.
“Un pò..” sussurrò infine.
“A che mese è?”
“Ottavo!” risposi subito io. “Inizia il nono tra cinque giorni”. Strinsi i denti in attesa di un responso. Uno qualsiasi purché Kristen e la bambina stessero bene.
“Dottore ma sta bene? È ancora presto.. non voglio..” La voce di Kristen le si bloccò in gola e strinse più forte la mia mano.
“Il bambino sta benissimo.. e non ha nessuna intenzione di venire fuori adesso. Non si preoccupi..”
Istantaneamente ci rilassammo entrambi e allentammo la presa alla mano che non sentivo più. Il viso di Kristen si illuminò di sollievo mentre mi guardava con le lacrime agli occhi.
Dio, grazie!
“Vede quelle che ha sentito sono chiamate contrazioni di Braxton- Hicks, conosciute anche come false contrazioni, proprio perché mettono le donne in allerta. Possono venire a intervalli irregolari, soprattutto nell’ultimo mese di gravidanza, e poi cessare all’improvviso..”
Mi sentii improvvisamente un idiota. Un idiota di 24 anni che stava per diventare padre e non aveva la minima idea di cosa fossero quelle dannate contrazioni di Braxton-non-so-che. Mi sentii improvvisamente inadeguato ma non potei nascondere il mio sollievo. Avrei rimuginato in seguito sul mio senso di incompetenza. Ora dovevo stare vicino a Kristen.
“Si può alzare” disse il dottore e aiutai Kristen a mettersi su e ad aggiustarsi il vestito.
“Ma quindi cosa facciamo?” chiese Kristen stringendosi al mio braccio e le baciai i capelli. “C’è qualcosa che posso fare.. qualcosa da prendere se dovessero tornare..?”
“Purtroppo le contrazioni vengono nei momenti più impensati”.
Bè.. questo era ovvio!
“Sono una specie di prova generale. Il mio consiglio è di cercare di pensare ad altro. Tenetevi impegnata senza sforzarvi troppo. Non saprete se e quando possono tornare perciò conviene non pensarci. Rilassatevi e pensate ad altro”.
Furono quelle le ultime parole del medico prima di salutarci cordialmente con una stretta di mano e augurarci il meglio.
“Vuoi tornare a casa?” chiesi dolcemente mentre rientravamo in macchina.
Mi guardò incerta. “Potremmo anche tornare lì..”
“Kris non c’è bisogno. Le interviste le abbiamo fatte, le foto pure, il film lo conosciamo.. Vorrei solo fare una chiamata agli altri. Erano in pensiero..”
“D’accordo” sussurrò lei felice carezzandosi il pancione e accoccolandosi sulla mia spalla. “In effetti.. ho troppo sonno.. Questa piccola mi fa stancare parecchio..”
“Nemmeno è nata e già ci fa prendere i colpi..”
Kristen sorrise. “Non vedo l’ora di averla tra le braccia..”
“Anche io” sussurrai senza nemmeno pensarci.
“Chissà come sarà.. Magari sarà un angioletto o forse non chiuderà occhio tutta la notte..”
“Se prenderà dalla mamma sarà più testarda di un mulo, questo è sicuro..”
“Vero.. e se prenderà dal papà sarà l’imbranataggine fatta persona” mi prese in giro ridendo. “Se non riuscirà a saltare la corda chiederò il cambio del patrimonio genetico..”
Non potei fare a meno di ridere. Stavo troppo bene per pensare a una risposta che reggesse la sfida e lo scambio di battute.
“E chissà a chi assomiglierà di più..” continuò dopo un po’.
“Io vorrei che avesse i tuoi occhi e il tuo naso.. e poi la tua bocca e i tuoi capelli. Oddio.. vorrei che avesse tutto di te..”
Scoppiò a ridere. Una risata cristallina e finalmente rilassata del tutto. “Bè io sono convinta che avrà una giusta dose di entrambi.. però vorrei avesse il tuo sorriso..”
“Ti avviso che se avrà le tue gambe metterà solo pantaloni altrimenti la chiudo in casa fino ai trent’anni minimo..”
“Dovrai passare sul mio corpo. Però.. trent’anni. Ci pensi? A cinquant’anni avremo una figlia di trent’anni..”
“E magari un nipotino..”
“Oddio.. mi sento vecchia solo a pensarci. E comunque ce ne vuole di tempo.. pensiamo al presente che è meglio..”
“Vero.. pensiamo a lei ora..” dissi chinandomi un secondo a baciarle la pancia. “..e a te..” aggiunsi stringendola tra le braccia.
Chiuse gli occhi. “Posso dormire ora..?” farfugliò con un piede già nel mondo dei sogni. Guardai veloce l’orologio. Ne avremmo avuto almeno per un’altra ora prima di arrivare a Santa Monica.
“Certo amore mio. Dormi” le baciai i capelli e con un piccolo movimento si accoccolò contro il mio petto mentre la macchina scorreva per le strade di Los Angeles.

“ROB! E’ ORA!!!”.
Sentii il suo urlo provenire probabilmente dalla cucina. Continuai a stare seduto sul divano e allungai leggermente la testa per accertarmi che stesse bene.
Come pensavo uscì dalla cucina tenendosi la pancia. “Che ci fai ancora lì?!?! ti ho detto che è il momento!!!” sbraitò sbarrando gli occhi e di tutta risposta sospirai forte.
Quante volte avevo sentito quella frase negli ultimi tempi. Decisamente troppe volte. Quattro falsi allarmi negli ultimi venti giorni. Credevo che dopo le prime tre corse all’ospedale avesse capito, credevo fosse riuscita a distinguere le fitte dalle contrazioni, in fondo il dottore ci aveva avvisati, eppure ogni volta mi costringeva a prendere tutto l’occorrente e correre all’ospedale. E tutto per cosa? Per sentirci dire dell’ennesimo falso allarme.
Mentre pensavo tra me e me continuavo a fissarla, indeciso sul da farsi. Avrei voluto provare a convincerla di desistere. Sarebbe stata un’andata a vuoto, già lo sapevo. “Amore.. mancano ancora due settimane” iniziai continuando a guardare la televisione. “Sei sicura?”
“Si!” sbraitò. “Questa è quella giusta! Me lo sento!”
“Giusta come le ultime tre volte?” dissi ironico.
“NO Robert! Stavolta sul serio!”
Già. Ogni volta era sul serio. Ogni volta carico di speranza e anche di paura mi alzavo di soprassalto e prendendo il minimo indispensabile la facevo gentilmente salire in macchina per poi andare all’ospedale. Stavolta.. non accennavo proprio a muovermi. Era come se avessi perso le speranze, come se tutto mi scivolasse addosso.
“Sono sicuro che non è niente.. devi stare rilassata..”
“AH SI?! Prova un pò a sentire il dolore che sto provando adesso.. e vediamo se non è niente! E smettila di dirmi di rilassarmi!”
Sospirai profondamente. Mi dispiaceva per lei. Potevo solo immaginare il dolore che provava, cosa di cui tra l’altro ero segretamente sollevato, ma non potevo fare niente. Quando cercavo di avvicinarmi durante le fitte o mi respingeva dicendo che non potevo capire oppure si aggrappava a me e iniziava a piangere. Ognuna delle due opzioni era insopportabile.
Continuavo a fissare la televisione.
“Robert Thomas Pattinson!”
Oh-oh. Stava per iniziare ad urlare.
“La tua ragazza sta per partorire, perciò spegni quel maledetto aggeggio, alza quel cazzo di culo da quel divano e portami in ospedale!!!” urlò per poi piegarsi su se stessa a causa delle fitte.
In un secondo fui accanto a lei e la sostenni per aiutarla a stare in piedi.
“Stai bene?” chiesi preoccupato.
Sorrise malignamente e affondò le unghie nel mio braccio. “No.. non sto per niente bene.. perciò MUOVITI!” ringhiò premendo affondo contro la mia pelle.
Cazzo! Soffocai un lamento di dolore. “K-Kris..” dissi col fiato in gola. “Mi stai facendo male”
Strinse ancora di più. “Ma no.. sono sicura che non è niente..” soffiò con la voce carica di vendetta. “Vero Rob?”
Strinsi i denti mentre le sue unghie affondavano nella pelle e non riuscii a trattennero un respiro di dolore.
“Rilassati.. e vedi che.. passa tutto..” disse infine premendo un’ultima volta a fondo prima di lasciarmi il braccio.
“Ah..” sospirai con voce rotta quando fui libero dalla sua morsa.
“Ora prendi la roba e portami all’ospedale!”
“Che dolore..” fu tutto quello che riuscii a dire massaggiandomi il braccio.
“NON PARLARE DI DOLORE CON ME!” urlò sull’orlo di una crisi.
Cazzo! L’avevo fatta grossa. Evitando il suo sguardo corsi su per le scale e presi la valigia che avevo preparato dopo la terza corsa inutile all’ospedale. Ogni volta mi ero trovato a dover prendere il minimo indispensabile di fretta e furia perciò, quando capii come sarebbero andate le cose, avevo pensato bene di preparare l’occorrente in modo da avere tutto a portata di mano.
Scesi velocemente e la trovai ad aspettarmi giù alle scale con uno sguardo a metà tra il furioso e l’esasperato e capii solo una cosa.
Mai mettersi contro una donna incinta!

“Mi dispiace amore” sussurrò mortificata mentre mettevo in moto. “Credevo davvero che fosse la volta buona..” continuò col viso chino.
La guardai intenerito. Povera cucciola mia. Non era colpa sua.
Spensi il motore. “Amore guardami” la chiamai portando una mano sotto al suo mento. “Non è colpa tua..” le dissi negli occhi. “Anzi, scusami tu.. Sono stato un coglione prima..” ammisi.
Sospirò. “No.. tu avevi ragione. Sono io che non riesco a capire il momento giusto.. Sono pessima..” sussurrò e mi si strinse il cuore.
“Tu non sei affatto pessima. Non permetterti più di pensarlo. Sei solo.. molto incinta” le sorrisi. “E’ normale” dissi infine carezzandole la guancia.
Col viso si strusciò contro la mia mano e mi diede un bacio sul palmo.
“E’ che non ce la faccio più. Quest’attesa è snervante. Ora che sono gli ultimi giorni mi sono scocciata. La voglio adesso..”
Quanto la capivo! Mi era salito il cuore in gola minimo una ventina di volte per tutte le corse e i falsi allarmi. Il pensiero di avere mia figlia tra le braccia mi perseguitava e quasi restavo deluso ogni volta che l’andata si rivelava inutile.
Da una parte però era meglio così. Almeno avevo avuto tempo per informarmi meglio e prendere coscienza di quello a cui stavamo per andare incontro. Avrei dovuto avere paura, e ne avevo, ma l’emozione per tutto quello che leggevo superava di gran lunga il terrore.
“Anche io Kris..” ammisi e poi mi chinai sul pancione. “Non vediamo l’ora di conoscerti amore..” sussurrai e poi lasciai un bacio al ventre ormai enormemente rotondo e proprio dove avevo posato le labbra sentii un forte colpo provenire dall’interno.
“Oh!” sussultò Kris. “Sembra che ricambi” disse con un sorriso nella voce e mi baciò i capelli.
“Brava bambina” sussurrai e la carezzai dolcemente.
Diedi un rapido bacio a Kris e misi di nuovo in moto.
“E dopotutto questa corsa non è stata inutile. Almeno ci troviamo già per strada..” le dissi ammiccando.
Lei mi guardò perplessa non capendo cosa volessi dire.
Tenendo gli occhi sulla strada le lancia un rapido sguardo alzando le sopracciglia e sorridendo furbamente.
Vidi il suo sguardo farsi seccato e indeciso. “No.. non dirmi che.. No.. ma oggi è martedì!”  disse sicura di sé.
“No amore mio. Mi spiace.. è mercoledì. Ti tocca”
“Mmmmmmm” mugugnò un suono lamentoso per alcuni secondi, finché inizio a piangere teatralmente. “No-ooooo” prese a lamentarsi sempre più fastidiosamente.
“Ti prego Rob.. ti preeeeeego. Oggi no..”
Mi faceva ridere. Ogni volta, ogni santo giorno da quando ci avevo iscritti a quel corso pre-parto, sempre la stessa storia e le stesse lamentele.
Non le era mai andato giù. Dal momento in cui glielo avevo detto aveva messo il broncio rifiutandosi perentoriamente di partecipare a delle sedute in cui tutto quello che si fa è respirare.
“Kristen non cominciare.. “
“Rob ma è una rottura” disse esasperata. “Non dirmi che non ti rompi anche tu?!”
“Per niente. Anzi, mi rilasso..”
“Ci credo! Con tutto quell’ispirare ed espirare! Ma a me da sui nervi! Cioè.. ho imparato a respirare vent’anni fa..”
“Ma non a respirare correttamente” la corressi io.
Alzò gli occhi al cielo sbuffando. “Balle.. e comunque continuo a trovarla un’idea assurda e inutile a otto mesi e mezzo di gravidanza..”
“Ed è qui che ti sbagli” le feci notare attento a tenere gli occhi tra lei e la strada. “E’ proprio in questo periodo che è indispensabile.. non può che farti stare meglio”
Mi fissò acida. “Starei meglio se questa bella bimba si decidesse a venire fuori prima che scoppi..”
Risi divertito e prima che potessi rispondere riprese con i suoi tentativi di convincimento, sempre inutili.
“Amore ti prego, non mi va proprio oggi.. Un’ora lì dentro tra tutte quelle donne incinte, a respirare. E poi ci guardano sempre tutti come se fossimo un fenomeno da baraccone..”
Scoppia a ridere. “Ma non è vero..”. Bè, forse all’inizio quando ci eravamo presentati la prima volta non avevano smesso di toglierci gli occhi di dosso ma dopo un po’ ci avevano fatto l’abitudine e lanciavano occhiatine solo ogni tanto.
“.. e poi non sopporto quella Sharon..” soffiò con un filo di acidità nella voce.
“Cos’ha che non va?” chiesi pensando alla levatrice che teneva il corso.
“Bè.. tanto per cominciare è bionda..”
“Sei stata bionda anche tu..” le feci notare. La conversazione stava decisamente prendendo una piega strana.
“Era diverso.. Ero tinta.. Il mio colore naturale è castano”
“Ma posso capire qual è il problema?”
“Mai fidarsi delle bionde naturali..” disse scrollando le spalle e una piccola parte di me pensò che il suo subconscio elaborasse ancora il brutto ricordo di Emilie.
“Come fai a sapere che non è tinta anche lei?”
“Credimi.. è naturale..”
Cercai di deviare l’argomento. “Le mie sorelle sono bionde.” Dissi per scherzare anche se era vero.
“Per loro è diverso”
“Quindi se ho capito bene... è diverso per tutti tranne che per Sharon..”
“Esattamente!” confermò non notando il tono ironico della mia affermazione.
“E il punto è..?” chiesi divertito da quell’assurda conversazione.
“Il punto è che ti sbava dietro!” scoppiò d’un tratto.
Aggrottai le ciglia sorpreso da quella rivelazione. “Davvero?”
“Oh.. non dirmi che non l’hai notato”
“In realtà no.. e sai perché?” Non rispose e continuai. “Perché guardo solo te..” dissi sincero e le lanciandole una rapida occhiata la vidi sorridere.
“E comunque anche tu mi sbavi dietro. Sembra che tu e Sharon abbiate parecchie cose in comune..” la presi in giro.
“Prima di tutto io non ti ho mai sbavato dietro semmai è stato il contrario. Secondo, se anche fosse – cosa che forse, e dico forse, è successa un paio di volte massimo -  io sono la tua ragazza e posso permettermelo, e terzo, l’unica cosa che abbiamo in comune io e quella zoccola sono le ora che passiamo in quella dannata stanza..”
Wow. Era divertente quando era gelosa.
“Zoccola?” chiesi divertito dall’affermazione.
“Dai.. lo dice anche il nome. Sharon è proprio nome da zoccola..”
Scoppiai a ridere prendendole una mano e portandomela alla bocca per baciarla.
“Sei deliziosa quando sei gelosa..”
“Rob non sono gelosa”
“D’accordo..”
“Davvero!” ripetè.
“Come vuoi..”
“Non lo sono!”
“Ho capito!” risposi infine con un sorriso sul viso.
Sentivo il suo sguardo addosso poi posò la sua mano sulla mia che era sul cambio.
“Guida che è meglio” disse in un ghigno.
“Oh, ma che fortuna! Siamo arrivati” esclamai e kris prese a disperarsi di nuovo. Non si mosse di una virgola finchè non andai dal suo lato della macchina e le slacciai la cintura. Mi guardò prima con aria afflitta, poi mise il broncio.
“Tutto inutile” dissi scuotendo il capo.
“Sei una palla” sbuffò e finalmente si arrese e prendendomi la mano entrammo.
Erano già tutte accucciate in posizione e respiravano ritmicamente. Entrando si impigliò nella porta la giacca che portavo sempre nel caso Kristen sentisse freddo, mi strattonò un po’ e poi con un tonfo la porta si chiuse dietro di noi e ci trovammo 15 paia di occhi a fissarci.
“Ehm.. scusate il ritardo..” mi schiarii la gola imbarazzato.
“Altro falso allarme?” chiese Sharon venendoci incontro e ora che Kristen me l’aveva fatto notare, vidi che non distoglieva gli occhi da me.
Da canto mio presi a fissare Kristen che la fulminò con gli occhi. Ah, se gli sguardi potessero uccidere quella starebbe già tre metri sotto terra.
“In realtà no..” sussurrai stringendo Kris a me. “Ci siamo dedicati un po’ a noi e abbiamo perso la cognizione del tempo” dissi sfiorando col naso l’orecchio di Kristen. Mi guardò e si aprì in un sorriso grato e dolcissimo.
“B-bene..” parlò incerta Sharon e dentro fremevo di vittoria. “Prendete posto..”
Mi allungai a un angolo della sala prendendo un tappetino e dopo averlo posizionato per terra aiutai Kristen a mettersi a terra con le ginocchia incrociate e mi misi seduto accanto a lei nella stessa posizione.
“Grazie..” sussurrò avvicinandosi all’orecchio.
“Questo e altro per la mia mammina gelosa” risposi sorridente.
Lei ricambiò e poi con un sospiro pesante si lasciò trasportare dai respiri, e io insieme a lei. Ma lì in mezzo eravamo senza dubbio i meno diligenti. Ogni tanto aprivo gli occhi e trovavo Kristen a sbirciare e quando capitava ci trovavamo a fare commenti sulle altre coppie in sala. Sulla quantità smisurata di peli di una, il moccolo che usciva dal naso di un altro, o i capelli tricolore di un’altra ancora. Ci divertivamo così e l’ora passava più velocemente.
La musica dallo stereo si abbassò e capimmo che la lezione era finita.
“Allora a venerdì!” esclamò Sharon per poi venire verso di noi. E che palle! Ma era una persecuzione!
“Tutto bene?” chiese a Kristen con falso sorriso.
La mia ragazza si limitò ad annuire e d’un tratto la vidi alzare le mani sul pancione e giocherellare con l’anello all’anulare sinistro, girandolo e rigirandolo, come a farle capire i motivi per cui ero off-limits: figlia in arrivo e prossimo matrimonio.
Niente di più chiaro e lampante.
Andandole dietro poggiai il mento sulla sua spalla. “Amore andiamo?” sussurrai e lei annuì.
“Ah Sharon.. una curiosità” dissi guardandola. “Il tuo è un biondo naturale?”
Strabuzzò gli occhi un paio di volte. “Si perché?”
Kristen rise stringendomi la mano.
“No niente..” risposi e prendendo per mano la mia ragazza uscimmo ridendo come due bambini fino alla macchina.
“Adoro vederti ridere..” le sussurrai prendendole il viso tra le mani.
“E io adoro ridere.. quando ci sei tu.. Grazie”.
Poggiai delicatamente le mie labbra sulle sue e poi la feci entrare in macchina.


POV KRIS

Era sera quando entrammo in casa con le scatole delle pizze, altra mia improvvisa voglia. Ci avevo fatto mettere sopra l’impossibile, ma finché non fosse pesce crudo Rob era contento del mio buon appetito.
Ancora ridevamo come due idioti mentre chiudevamo la porta dietro di noi.
“Ti va di vedere un dvd?” mi chiese Rob mentre andava in cucina probabilmente per posare i cartoni.
“Certo!” urlai dall’ingresso e fu subito di nuovo da me.
“Qualche preferenza?” chiese avvicinandosi e prendendomi tra le braccia.
Scosse il capo. “Fai tu! Io preparo la cena..”
“Kris abbiamo preso le pizze” mi fece notare.
“Infatti il mio ‘preparare la cena’ consiste nel tagliarle e metterle in un piatto”.
Rise e dopo un rapido bacio mi lasciò andare in cucina.
Con molta calma aprii i cartoni delle pizze e prendendo un paio di forbici dal cassetto iniziai a tagliare. Mi resi conto di non aver scelto nemmeno un gusto che stesse bene con l’altro. Chissà Rob come avrebbe fatto a mangiare quell’accozzaglia di roba. Vabbè.. tanto lui mangiava di tutto, soprattutto se vedeva mangiare me.
Presi un vassoio dalla credenza e ci misi tutte le fette che avevo tagliato. Messe tutte insieme sembravano decisamente un quadro astratto e il pensiero mi faceva ridere.
Sentii la bambina scalciare, come se anche lei fosse divertita. Potevo già immaginarla ridere tra le mie braccia, stringermi l’indice nel suo pugno piccolissimo, sbrodolare con la bocca.
Dio.. quanto la volevo.
Essere madre non era mai stata una delle mie ispirazioni, non ci avevo mai nemmeno pensato finché quel test era risultato positivo. E la mia vita era cambiata. Io ero cambiata. All’inizio avevo paura e ne avevo ancora ora, ma mia figlia c’era e il desiderio di averla era più forte della paura stessa.
Persa nei miei pensieri mi resi conto che stavo fissando quel ‘quadro astratto’ da almeno un quarto d’ora. Sorridendo tornai alla realtà e prendendo il vassoio andai in salone e lo trovai in penombra.
Le luci erano soffuse e c’erano due candele accese sul tavolino tra la TV e il divano. Rob armeggiava vicino al lettore DVD e quando si accorse di me mi venne incontro e prendendo il vassoio lo poggiò sul mobile accanto a noi e mi abbracciò.
Lo bacia sulla guancia, diverse volte prima che con la mano mi portasse accanto al divano.
“Cosa guardiamo?” chiesi.
“Sssh.. prima ti spogli.. Anzi.. ti spoglio..”
Notai allora il mio pigiama sul divano e sorridendo alzai le braccia e lui mi sfilò la maglietta. La lanciò ad un angolo del divano e avvicinando le labbra al petto mi baciò i seni e rabbrividii. Dio.. quanto mi mancava. Volevo fare l’amore con lui. Era così tanto che non lo facevamo..
Le mia mani furono tra i suoi capelli mentre scendendo baciava la linea curva della mia pancia. Infilò le mani nei pantaloni elastici e scendendo ancora di più me li abbassò. Sorreggendomi a lui li sfilai dai piedi e finalmente tornò su.
“Mi manchi..” sussurrò sulla mia bocca.
“Anche tu..” ansimai e lo avvicinai alle mie labbra. Mi lascia andare a un bacio di quelli che non davo da tanto.. o almeno.. dalla scorsa notte. Sentivo un necessario bisogno di averlo vicino.
Ricambiò il bacio stringendo un braccio attorno alla mia schiena e una mano nei miei capelli, e non era il massimo della comodità col pancione che tendeva ad allontanarci. Mentre la sua lingua cercava la mia, la bambina scalciò tanto forte da costringermi a staccarmi.
“Ahi..” sussurrai.
Rob rise sorreggendomi la pancia. “Credo che sia troppo per lei..” disse e si abbassò per prendere il mio pigiama.
Mi fece segno di alzare le braccia e feci come indicava. Infilai le braccia e quando sbucai con la testa mi diede un rapido bacio sulla fronte e lasciò che la vestaglia scendesse libera sul mio corpo.
“Sei bellissima” sussurrò baciandomi a fior di labbra e mi trovai a sussurrare un debole “Anche tu..”
Mi fece sedere sul divano e con nonchalance si tolse la maglietta e i jeans e li sostituì con un paio di pantaloncini e una canottiera.
Cazzo! Perché ci aveva messo così poco tempo? Se l’avessi saputo lo avrei spogliato io.. ma lui era sempre restio a farmi stare in piedi più del dovuto soprattutto nell’ultimo periodo.
“Credevo che tu non mi sbavassi dietro” disse a un certo punto e mi accorsi che lo stavo guardando con la bocca aperta. La chiusi istantaneamente cercando di elaborare una battuta ma tutto quello che mi venne da dire fu: “Cretino!”
Ridendo prese le pizze, si sedette accanto a me e poggiò il vassoio sulle sue cosce.
Mi diede un rapido bacio e poi premette play.
Presi una fetta di pizza ma tutto quello che c’era sopra cadde sul vassoio quando capii che film era.
“Twilight?”
Mi guardò sorridente.
“Come mai questa scelta?” chiesi senza capire.
“Bè.. cercavo un film che ci coinvolgesse, che ci facesse stare bene e che non vedevamo da molto tempo.. Cercavo qualcosa di magico..” sussurrò guardandomi negli occhi.
“E’ perfetto..” risposi baciandogli la spalla.
Ci mettemmo un’ora per mangiare qualche pezzo di pizza, presi com’eravamo al film. Incredibile. Di solito non amavo rivedermi, ma quello era stato l’inizio di tutto e sapevo che Rob pensava lo stesso. Quante ne avevamo passate, quanti ostacoli, quanti pianti, quanti problemi, quante incertezze, quante incomprensioni, quante emozioni, quante riunioni, quanti sorrisi.
Era incredibile che in due anni avessi trovato l’uomo della mia vita e che stessi per costruire una famiglia con lui.
Twilight. Era partito tutto da lì. Da quel provino.
“Perché sorridi?” mi chiese Rob a un certo punto. Non mi ero nemmeno resa conto che stavo sorridendo.
Scossi la testa felice. “Ripensavo.. al provino. Ti ricordi? Avevi dovuto prendere mezza pasticca di valium tanto eri agitato..”
Sorrise anche lui. “Non ero stato io però a dire di voler ripetere la scena..”
“Touchè”. Mi accoccolai sul suo petto mentre le immagini scorrevano e noi rievocavamo alcuni dei momenti migliori della nostra storia.
Si poteva essere più felici di così?
“Cos’altro vuoi vedere?” mi chiese Rob quando apparirono i titoli di coda. Mi spostò dolcemente e si alzò per prendere un altro DVD.
“Qualcosa di divertente..mmm..”
“Ricatto d’amore?”
“Perfetto!” dissi esaltata. Adoravo quel film e Sandra Bullock era uno dei miei idoli. L’adoravo.
Quando fu tutto sistemato Rob tornò accanto a me e mi fece accoccolare su di lui mentre il film partiva.
“Ma io bacio meglio di lui vero?” chiese a un certo punto nel bel mezzo del film.
Lo sapevo! Sapevo che lo avrebbe detto! Di solito non faceva quel genere di domande nemmeno quando aveva visto i miei film. Non era mai stato un tipo geloso riguardo il lavoro. Se lo fosse stato lui avrei dovuto esserlo anche io ma era chiaro che conoscevamo ogni aspetto del nostro lavoro. Sapevo che lo stava dicendo per scherzare.
“Bè.. non so decidere sai..”
Mi guardò accigliato e non riuscii a tenere il gioco.
“Robert.. i tuoi baci sono gli unici che mi hanno fatto provare qualcosa.. e io ne ho baciati un sacco.. “. Quanti erano stati per lavoro? Tredici, quattordici, forse quindici..
Senza contare Michael.. ma lui era un’altra storia e sperai davvero che non lo mettesse in mezzo.
“Davvero?” la sua voce era come dolce miele che mi deliziava il palato.
Mi alzò il mento e posò le sue labbra sulle mie, muovendole piano, assaporando ogni centimetro di carne, schiudendo le mie senza forza, lasciando che fossero loro a muoversi per noi.
“Confermo..” sussurrai sulle sue labbra e approfondii il bacio.

Sentivo il suo naso che percorreva la mia guancia e la sua mano che mi carezzava il pancione. Sospirai. Non volevo svegliarmi. Stavo avendo un bel sogno.
“Amore..” sussurrò baciandomi a fior di labbra.
“Mmm..” fu tutto quello che riuscii a dire, o meglio a mugugnare.
“Devo andare” disse sottovoce.
Solo allora ricordai e aprii gli occhi di scatto. Oh no! era già mattina.
“Già? Ma che ore sono?”
“Le cinque e mezza. Ho l’aereo alle sette. Volevo solo salutarti.. tu continua a dormire. Ho chiamato tua madre e sarà qui a minuti..”
D’un tratto non ebbi più sonno. Aprii gli occhi definitivamente e mi misi a sedere meglio sul letto.
“Perché non mi hai svegliata prima.. volevo salutarti come si deve..”
“No ti prego.. torna a dormire. Hai bisogno di riposo.. e sarò di nuovo a casa nel pomeriggio..”
“Mi mancherai” sussurrai senza badare alle sue parole.
Mi guardò dolcemente. “Anche voi amore” disse carezzando la pancia. “Posso sempre non andare..”
“No!” esclamai subito. “Devi andare. È pur sempre un’offerta di lavoro..”
“Sai che al 90% non accetterò. Non potrei stare lontano a voi..”
“Bè i termini e i luoghi non li sai ancora, perciò tentar non nuoce. Non si rifiuta niente nella vita. E poi l’hai detto tu stesso.. Sarai di nuovo qui nel pomeriggio. Sopravvivrò un giorno sola con mia madre, non preoccuparti..”
“Sei sicura? Perché io..”
Lo zittii chiudendogli la bocca con un dito. Lo avvicinai un po’ a me e lo baciai.
“Staremo bene..”
“Chiama per qualsiasi cosa.”
Sorrisi. “Tranquillo. E tu fammi sapere come va..”
“D’accordo. Ora torna a dormire però” mi fece stendere di nuovo coprendomi col lenzuolo. “E vedi di non farti rompere le acque proprio oggi” scherzò e sospirai.
Si chinò sul pancione. “E tu fai la brava, non far stancare la mamma”.
Mi baciò la fronte. “Ti amo” sussurrò.
“Ti amo” risposi dandogli un ultimo bacio. “Ora vai però!” lo spinsi via. Fece qualche passo verso la porta, si fermò e mi mandò un bacio prima di uscire definitivamente.
Lentamente mi posizionai su un lato tenendomi il pancione e carezzandolo dolcemente per calmare la bimba che non faceva che muoversi.
Forse perché ero un po’ in ansia. Odiavo sapere Rob lontano da me, ma non gli avrei permesso di rifiutare un possibile lavoro solo per stare con me, anche perché si trattava solo di una giornata. Entro sera sarebbe stato di nuovo a casa. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Con quell’ultimo pensiero istantaneamente la bambina si calmò e mi addormentai di nuovo.
Quando mi svegliai trovai mia madre stesa accanto a me sul letto intenta a leggere una rivista.
Si accorse che ero sveglia e posò la rivista. “Buongiorno tesoro” disse carezzandomi i capelli.
“Ciao mamma..” bisbigliai con la voce ancora impastata dal sonno.
“Come ti senti?”
“Bene.. ma che ore sono?”
“Appena le dieci. L’ora perfetta per una bella e abbondante colazione. Vuoi qualcosa in particolare?”
“Già le dieci? Ha chiamato Rob?”
“Ha chiamato una mezz’oretta fa. Era atterrato da poco.”
“Perché non me l’hai passato?” dissi un po’ seccata.
“Amore stavi dormendo.. e nemmeno lui voleva svegliarti. Gli ho detto che l’avresti chiamato appena sveglia..”
Afferrai il cellulare sul comodino. “Ha il colloquio a minuti” sospirai componendo il numero e sperando che rispondesse.
Dopo il terzo squillo.. sentii la sua voce. “Buongiorno amore mio”
“Buongiorno a te..”
“Come ti senti? Riposata? Sono felice che sei riuscita a dormire..”
“Sto benissimo” lo rassicurai anche se non era esattamente così. Sarei stata meglio se fosse stato accanto a me.
“Perfetto. Amore scusami, stavo giusto entrando.. devo attaccare..”
“vai vai, scusami. Volevo solo farti un in bocca al lupo!”
“Crepi! Ora vado. Ti richiamo dopo! Ti amo!”
“Anche io.. a dopo..” e attaccai, sentendomi già meglio dopo aver sentito la sua voce.
“Bene.. ora andiamo a fare colazione” esclamò mia madre.
La mattinata passò abbastanza tranquilla. Dopo un’abbondante colazione e l’ansia che cresceva sempre di più in attesa di una chiamata di Rob, ci sedemmo sul divano a parlare del più e del meno. Mia madre iniziò a raccontarmi di quando eravamo nati io e Cameron, delle crisi di mio padre e del lungo travaglio che aveva dovuto affrontare per darmi alla luce. In compenso ero stata una bambina abbastanza tranquilla.
Verso le undici e mezza squillò il cellulare e finalmente l’ansia sparì quando vidi che era Rob. Parlammo mentre lui era in taxi diretto all’aeroporto. Il colloquio sembrava essere andato bene. Doveva essere una specie di film d’azione o qualcosa del genere, ma mi disse che ne avremmo parlato a casa. Preferiva concentrarsi su me e la bambina. Mi informò di aver prenotato il volo dell’una e mezza quindi per le cinque massimo sarebbe stato di nuovo a casa. Non vedevo l’ora.
Dopo aver mangiato qualcosa per pranzo, mi misi di nuovo seduta sul divano continuando a lavorare a maglia. Mi sentivo una vecchia ma mi piaceva, mi rilassava e avere mia madre ad aiutarmi era un sollievo. Lei era bravissima. Aveva già fatto dei cappellini e dei calzini graziosissimi e ora mi stava spiegando come creare il tallone al calzino, quando squillò il telefono.
“Vado io!” esclamai e con un po’ di fatica mi alzai dal divano e raggiunsi il telefono.
“Pronto?”
“Amore!”
“Rob!” esclamai sorpresa di sentirlo. “Come mai chiami a casa?”
“Il tuo cellulare è irraggiungibile..”
“Oh.. si sarà scaricato.. Scusami..”
“Tranquilla.. volevo solo dirti che sto per imbarcarmi, perciò devo spegnere il cellulare. Lì tutto bene?”
“Si si, tralasciando talloni e lana, tutto bene..”
“Eh?”
“Niente..” risi. “Sto lavorando a maglia con mia madre..”
“Oh benissimo! Così mi farai vedere appena torno”
“D’accordo” sussurrai con la voce stranamente emozionata.
“Amore ti devo lasciare. Ti chiamo appena atterro. Un bacio a te e a Joy.”
“E uno a te.. Buon viaggio amore.” Dissi infine e attaccai.
Dopotutto la mattina era passata. Qualche ora in più lontana da lui non mi avrebbe di certo uccisa. Potevo farcela, ma proprio quando posai la cornetta del telefono.. sentii.. qualcosa. Un liquido caldo scendermi giù per le gambe. Mi pietrificai.
No, non poteva essere. No! avevo paura di guardarmi i piedi e vedere la pozza che si era creata per terra.
Cazzo! No! perché?! Perché ora? Mancavano ancora dieci giorni, avevo prenotato l’epidurale per la fine di quel mese. Non poteva accadere tutto adesso. Era programmato. Rob doveva esserci. E invece non c’era.
No, no, no! era tutto sbagliato. Non era quello il momento, non ora che lui era via. La bambina.. io.. Rob. No!
Una lacrima mi scese sul viso mentre ancora ferma fissavo il nulla davanti a me.
“Mamma..”
“Kristen.. che succede?”
La voce di mia madre giunse lontana anche se la sentii subito vicina a me.
“Mi si sono rotte le acque”.

POV ROB

Finalmente quella giornata era passata. Ero completamente in ansia. Lasciare Kristen da sola mi terrorizzava, ma lei aveva insistito tanto. In fondo si sarebbe trattato di un giorno solo e la mia tortura era anche quasi terminata.
Non mi importava di come fosse andato il colloquio, volevo solo tornare da Kristen e dalla bambina.
Col solo bagaglio a mano che portavo con me, uscii dall’aeroporto di Los Angeles assaporando il caldo piacevole del primo pomeriggio. Mi fermai qualche secondo e presi il cellulare dalla tasca.
Lo accesi e appena ebbi un minimo di linea iniziarono ad arrivarmi messaggi di avviso di chiamata. Erano tutte di Jules.
13:15.
13:45.
14:02.
14:28.
14:48.
15:12.
E l’ultimo delle 15:40. Appena qualche minuto fa.
Andai immediatamente in ansia. Ma che cazzo era successo?!
Provai subito a chiamare Jules, ma non rispose.
Kristen, niente.
Cazzo! Iniziavo davvero ad essere agitato. Che fosse successo qualcosa?!
In quell’istante mi arrivò un nuovo messaggio dalla segreteria telefonica che mi avvisava della presenza di un messaggio vocale.
Era delle 13:20.
“Robert, sono Jules! Si sono rotte le acque! Siamo al St.Johns Memorial. Raggiungici appena puoi!”
Oh cazzo! Il mio cuore perse un battito, le mani mi si gelarono e rimasi pietrificato per qualche secondo.
Kristen. la bambina. Le acque.
La bambina stava per nascere.. o forse..
Cazzo! Il messaggio era di due ore fa. E se fosse già nata? Non potevo essermi perso la nascita di mia figlia! Colloquio di merda! Sapevo che non sarei dovuto andare! Me lo sentivo!
Ma come era possibile? Mancavano ancora dieci giorni al parto. Non doveva andare così. Io dovevo esserci!
Idiota! Fai qualcosa, muoviti!
Cercai di dare retta a quella voce nella mia testa ma non riuscii a muovermi finchè il messaggio che si ripeteva automaticamente mi riportò alla realtà.
Potevo farcela. Non sapevo niente. Magari non era tutto perduto! magari non era troppo tardi!
Spinto da quella speranza mi fiondai in mezzo alla strada e bloccai un taxi qualsiasi.
Fortunatamente era vuoto.
Mi piombai dentro ma prima ancora che potessi aprire bocca sentii un clacson prepotente e disperato e l’ultima cosa che vidi fu un’auto venirci addosso.
Buio.

O_______________________________________O OH MIO DIO!!!  Oh my God!! Oh mon Dieu!! Oh Dios mio!! Oh mammina santissima!!! O______O Scommettiamo che siete lì, disperate sulle vostre sedioline...frementi e palpitanti per conoscere la sorte di Rob e della piccola Joy!!!  La volete sapere vero???? Eh vi tocca aspettare 10 giorni U______U a meno che....
Diciamo che forse forse..potremmo stipulare tutte insieme un patto  *.*  *.*  *.*
Allora, visto che leggete questa storia siete tutte quante fan della splendida coppia ROBSTEN e quindi siete tutte ragazze molto intelligenti e lungimiranti. Premesso questo voi saprete che tra sette giorni esatti si terranno gli MTV movie Awards e saprete anche che Rob e Kris insieme concorrono per la categoria BEST KISS. Ora, probabilmente molte di voi ritengono che una loro vittoria sia scontata, ma noi diciamo...MAI cantare vittoria troppo presto e abbassare la guardia. Per ottenere la vittoria bisognare essere tutte unite e lottare unite fino alla fine!! Non credete anche voi??? Siamo certe di sì ;)
Beh tutto questo per dirvi...ragazze VOTATE!!! Quando avete un pò di tempo libero,quando vi annoiate, prima di andare a letto...VOTATE, VOTATE, VOTATE. Soprattutto focalizzatevi sul BEST KISS.Perchè quel premio è per forza loro, perchè sono gli unici che sanno farci sciogliere con un solo sguardo, perchè...perchè...beh perchè si amano davvero e meritano di vincere. E nessuna di voi vuole vedere su quel palco Taylor Swift e Taylor Launtner vero? (niente contro i due taylor...solo sarebbe ingiusto se lo vincessero loro due). Ho cronometrato e più o meno a dare 100 voti ci si mette al massimo 7 minuti. Ragazze cosa sono 7 minuti al giorno paragonati alla gioia di vederli magari scambiarsi un bacetto sul palco?? Ve lo diciamo noi...non sono niente.
Quindi girls x favore impegnatevi in questa cosa,spargete la voce con amiche e parenti, aiutateci a farli vincere e noi in cambio vi giuriamo, vi promettiamo che se quel premio andrà a loro non vi faremo aspettare 10 giorni anche se siamo con l'acqua alla gola per gli esami. Vi promettiamo che se quel premio sarà loro quella notte voi lunedì 7 giugno vi alzerete, accenderete il pc e troverete il prossimo capitolo pronto da leggere. E sarà un capitolo importante, anzi fondamentale... con un "nuovo arrivo"...beh bocca cucita ahahah.
Cmq ragazze sul serio...ogni voto è importante, quindi lottate fino alla fine!!!
Alla prossima!! Bacio!!
P.S= Ok...ehm c'è da dire che se vi state dicendo 'Queste due sono totalmente pazze' possiamo capirvi ahahah.






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Capitolo 19
*** Joy ***


cap 19 Che possiamo dire se non...eccoci come promesso!!! *.*  *.* Lo sapevamo..lo sapevamo..lo sapevamo che avremmo postato stasera!!!! Hahahahaha. Quindi grazie!!Grazie perchè ci siete state, grazie perchè avete accolto il nostro appello con tutto il vostro impegno e la vostra dedizione!!! Grazie perchè siete uniche, fantastiche, attente e...e questo capitolo è dedicato a tutte voi che ci avete aiutate a vincere qst battaglia contro Tay Tay!!! Mitiche!!!
Ragazze volevamo ringraziarvi ancora per le splendide recensioni che ci lasciate!! T.T ci commuovete..sempre troppo buoneee. Vi vogliamo  un sacco di bene!!!!
P.S= ragazze se ho scritto delle cavolate assurde in ambito medico mi dispiace molto ma le mie conoscenze mediche vengono tutte da vari forum del web ...ahahahah quindi capitemi e sorvolate XD



CAPITOLO 19 (Cloe)

JOY


ROB POV


C’era qualcosa che dovevo fare…
Qualcuno che..aveva bisogno di me.
Disperatamente di me..
Ma per quanto mi aggirassi tra i pensieri cercando e ricercando i miei ricordi, non capivo nulla.
Solo il buio.
Solo quella pesantezza che mi opprimeva il capo e che mi faceva avere sonno, così tanto sonno.
Per un attimo fui tentato di abbandonarmi completamente al torpore che continuavo ad avvertire ma, quando l’ennesima ondata di apprensione mi colpì, cercai di combatterlo.
Lentamente mi concentrai sui rumori che mi circondavano, ignorando il ritmico e pulsante martellare alla testa.
C’erano strani ronzii e delle voci e..alcuni beep?
Tanti beep.
Mi azzardai ad aprire gli occhi.
Una luce accecante mi investì e li richiusi all’istante.
Faceva male. Perché qualcuno non spegneva la luce, mi faceva passare quell’ansia e mi permetteva di dormire tranquillo ed in santa pace?
Mi detti mentalmente dello stupido.
Io non POTEVO dormire: c’era ancora quel qualcuno, in giro da qualche parte che aveva bisogno di me. Che aspettava me, che contava disperatamente su di me…
Riprovai di nuovo ad aprire gli occhi.
Questa volta ce la potevo fare. Ce la dovevo fare.
Sbattei le palpebre velocemente, costringendo il mio cervello a non richiuderle alla vista della luce. La testa pulsava dolorosa come non avrei mai creduto possibile.
Gemetti.
Improvvisamente una sagoma si stagliò al mio fianco.
“Signore?” domandò “signore riesce a sentirmi?”
“Mmmm” mugolai cercando di articolare una frase coerente “Mmmm sì..che ..che succede?”
“C’è stato un incidente” mi spiegò la voce che sembrava appartenere ad una donna. Non potevo esserne certo: la testa faceva così male che riuscivo a tenere aperti gli occhi solo lo stretto necessario.
“Il suo taxi ha avuto un incidente fuori dall’aeroporto signor Pattinson” continuò.
Cercai di collegare e dare un filo logico a quelle parole.
Ero all’aeroporto, ero stato ad un colloquio e…cercavo un taxi e..e poi c’era solo buio.
Un taxi..
Perché avevo così tanta fretta?
Ah certo..per via di kris. Era lei che aveva bisogno di me. Noi stavamo per avere una bambina e…
Appena quell’immagine colpì la mia mente, spalancai immediatamente gli occhi,
e, improvvisamente, ricordai tutto quanto.
Il colloquio.
Il volo.
Le nostre telefonate.
Il mio saluto quella stessa mattina.
Io e lei, insieme.
Il taxi su cui ero salito quel pomeriggio col cuore in gola per via di..di joy.
“Oh no..” blaterai “No..no..no..fa che non sia vero. Fa che sia solo un sogno. Ti prego, ti prego, ti prego”
Mi tastai i pantaloni, sentendo qualcosa di duro in tasca: il cellulare. Controllai frenetico le ultime chiamate ricevute.
Erano tutte li: più di una decina di chiamate da Jules.
Merda.
Era tutto vero. Kris stava partorendo. Mia figlia stava per venire al mondo, o forse…o forse era già nata, e io non c’ero. Io ero lontano chilometri e chilometri e…
“Devo andare in ospedale” dissi a me stesso.
“Siamo arrivati all’ospedale non si preoccupi”
Mi voltai verso la voce che aveva pronunciato quelle parole e mi ritrovai a fissare allucinato una donna di colore sulla quarantina. Mi guardava preoccupata, forse leggermente spaventata dal mio comportamento.
“Ora scendiamo dall’ambulanza e vedrà che andrà tutto bene”
Non aveva fatto in tempo a dire quelle parole che le porte si aprirono, rivelando altri due paramedici che senza sforzo scaricarono la barella su cui mi trovavo.
Era assurdo.
Che cosa ci facevo sdraiato su una barella?
Io dovevo correre da Kris ora. Immediatamente. Seduta stante.
Jules aveva parlato dell’ospedale in cui si trovavano.
Mi premetti le tempie nello sforzo di ricordare.
Il ******* sì…sì, era quello.
“Che ospedale è questo?” domandai sempre più angosciato.
“Il LA Sacred Heart” rispose un uomo in camice bianco che ci venne incontro.
No..cazzo. Ero almeno a mezz’ora da santa Monica.
Cazzo cazzo cazzo.
Non sapevo nemmeno che ora era.
Lanciai di nuovo un occhiata al telefono. Nero: doveva essersi scaricato.
Mi sentii improvvisamente morire. Avrei voluto piangere per la disperazione.
“Sentite” mugolai “Io sto bene. Non dovete preoccuparvi di me..è Kristen che ha bisogno di aiuto e..”
“Non c’era nessuna donna nel taxi con lei” obiettò la donna che avevo visto per prima sull’ambulanza.
“No..Kris” biascicai “Kris è mia moglie..cioè la mia fidanzata..stiamo per avere un bambino. In questo momento per l’esattezza. Quindi grazie di tutto ma io devo scappare..”
Feci per alzarmi ma due braccia mi trattennero sul lettino che ricominciò a muoversi attraverso le porte del pronto soccorso.
La donna e il medico si scambiarono uno sguardo eloquente proprio sotto i miei occhi, come se in qualche modo io fossi il pazzo della situazione.
“Maschio, bianco, vent’anni circa. Vittima di uno scontro in auto. Ha svariate escoriazioni e ha un brutto taglio sopra l’occhio sinistro. Possibile commozione cerebrale in atto”
Cosa?
Io non avevo nessuna commozione cerebrale in atto. Io dovevo solo andare dalla mia famiglia!
“Grazie” la congedò secco il medico.
Ora ci trovavamo in una piccola saletta vuota.
“Senta, io sto benissimo davvero. Se solo mi ascoltasse per un attimo..” iniziai.
“Signor pattinson” rispose “Il medico sono io e spetta a me decidere se lei sta bene o meno. Non potremo sapere nulla con assoluta certezza comunque senza una tac al cervello. Ma prima facciamo qualcosa per quel brutto taglio. Ci vorranno assolutamente dei punti”
“No, senta, io” ricominciai stavolta più deciso, ma venni interrotto dall’ingresso di una ragazza nella stanza.
Non appena i suoi occhi si posarono su di me la sua espressione si tramutò in uno sguardo stralunato ed emozionato.
Oh, no no ti prego anche questo no…
“O mio Dioooo, ma tu sei Roob!!” strillò esaltata, frenata dal saltarmi addosso solo dallo sguardo freddo e severo del medico.
“Si, si certo sono io “ chiusi il discorso senza darle corda “Dottore le stavo dicendo che la mia ragazza sta partorendo e il mio cervello non ha assolutamente nulla che non va e..”
“kris sta partorendo?” domandò la ragazza “Davvero? Ed è qui? Posso conoscerla? Oddio vorrei così tanto abbracciarla!”
“No, non è qui!” sbottai esasperato trattenendomi dall’aggiungere E comunque non te la presenterei perché Kris in preda al dolore ti mangerebbe viva. “ed è proprio questo che intendevo..io devo andare..lei ha bisogno di me.”
“Kris sta per avere il vostro bambino?” continuò la ragazza “E tu cosa ci fai qui allora? Dovresti stare con lei”
Oh finalmente qualcuno che capiva la situazione santo cielo!
“Giusto..ti prego, di a quest’uomo che deve lasciarmi andare via!” la implorai.
L’infermiera mi guardò adorante, probabilmente incredula di poter davvero aiutare Robert Pattinson in carne ed ossa, e si girò verso il medico determinata a farlo.
“Dr Greene. Ha una vaga idea di chi è questo dio..ehm cioè ragazzo? E’ Robert Pattinson, l’attore.”
Lui la fissò accigliato e confuso.
“Il vampiro di twilight? Edward Cullen?” continuò senza successo “Mi scusi ma lei in che mondo vive?Comunque non è questa la cosa importante. La cosa di fondamentale importanza è che Kristen Stewart sta per mettere al mondo la loro bambina! Capisce la figlia di Robsten sta per nascere…è un giorno epico!”
Oddio, questa ragazza ora sembrava un tantino esaltata, ma non avrebbe potuto esprimere il concetto in modo migliore.
Il dottore sbuffò “Signorina, mi sta dicendo che questo ragazzo non sta completamente delirando ma dice la verità?”
“Sì” strillammo all’unisono io e lei.
“E lei è sicuro di non avere nausea, vertigini, confusione.. vero?”
“Si” dissi convinto, cercando di spiegarmi “Cioè no…cioè SI,sono sicuro che NO, non ho una commozione cerebrale. Mi creda la prego. Io DEVO andare via. ORA”
Il medico sembrava sull’orlo di una crisi di nervi “Va bene, io non ho il potere di trattenerla. Se lei firma i moduli e si prende ogni responsabilità…”
Cosa?
Tutto qui?
Bastava firmare un semplice foglio ed era fatta, me ne potevo andare? Perché accidenti nessuno me l’aveva detto prima?
“Sì..sì firmerò tutto quanto..”
“D’accordo allora infermiera vada a prendere i moduli” disse iniziando a tamponarmi la ferita alla fronte levando quella che vidi essere un ingente quantità di sangue “Comunque non metterà piede fuori da qui finchè non le avrò messo dei punti. E su questo non discuta..”
Annui. Bastava solo che facesse in fretta.
Il solo pensiero che Kris  stesse disperatamente tentando di telefonarmi senza riuscirci mi fece contorcere lo stomaco. Probabilmente stava impazzendo, temendo che mi fosse successo chissà che cosa. Forse si era già sparsa la notizia del mio quasi incidente.
Forse aveva sentito qualcosa in tv
Forse…
Cazzo, cazzo, cazzo.
Ero così preso dai miei pensieri e dalla frustrazione che nemmeno sentii il medico darmi ben 10 punti sulla fronte. Probabilmente era doloroso ma..ma io non riuscivo a sentire nulla. Nulla se non l’angoscia nell’immaginare Kris che metteva al mondo Joy da sola. Le avevo promesso che ci sarei stato sempre per loro e invece..invece stavo rompendo la promessa. Ce l’avrebbe avuta con me per tutta la vita e, anche se non fosse stato così, non sarebbe importato: ci avrei pensato da solo a maledirmi per l’eternità.
“Ecco fatto” disse il medico “Ora firmi qui e..e se ne può andare. Ma mi raccomando appena può si faccia fare una tac e..”
Non gli diedi nemmeno il tempo di finire la frase che ero già scattato in piedi, lottando con l’improvviso senso di vertigine che mi colse per un attimo.
Afferrai la penna e scarabocchiai veloce.
“Grazie..grazie..” non riuscii a dire nient’altro mentre volavo fuori dalla stanza e fuori dalle porte dell’ospedale, alla disperata ricerca di un taxi.
Per un secondo mi bloccai titubante davanti ad uno che si era fermato di fronte a me. Secondo le leggi della probabilità era impossibile che mi succedesse lo stesso incidente per due volte nello stesso giorno, vero?
Vero…?
Scossi il capo, scacciando quel pensiero. Avrei rischiato. Avrei rischiato qualunque cosa, anche la vita per arrivare in tempo dai miei due amori.
Saltai sopra, pregando l’autista di raggiungere l’ospedale il più in fretta possibile e sbirciando finalmente l’ora che lampeggiava sul cruscotto.
Le 18 e 30.
Gemetti, infilandomi le dita tra i capelli spettinati e ancora leggermente sporchi di sangue.
Ricordavo che le prime chiamate di Jules risalivano a…alle 13 e 30 più o meno.
Erano passate quasi cinque ore.
Cinque ore.
In cinque ore potevano essere successe tantissime cose. Anche se le riviste sulla gravidanza di Kris dicevano che il primo parto aveva un travaglio molto lungo, non significava nulla. Il parto era un evento imprevedibile e ogni donna poteva reagire in modo totalmente diverso ed inaspettato.
Oddio, perché proprio adesso mi venivano in mente ogni singola parola di quelle maledette riviste? Perché?
Perché proprio oggi?
Perché proprio noi due?
Cosa avevamo fatto di male per meritarci tutti quei problemi? Tutti quei casini..tutti quei..
Sentii un singhiozzo rompere il silenzio all’interno dell’abitacolo e, per un istante, alzai la testa  domandandomi cosa potesse essere, finche mi accorsi di..di essere io.
Con le dita mi sfiorai le guance e le sentii bagnate.
Stavo piangendo.
Perché non potevo accettarlo.
Non potevo accettare di essermi persa il primo suono di mia figlia, il suo primo vagito, la sua prima piccola smorfia, il suo primo…respiro.
Semplicemente non potevo.
Non potevo.
Quando ci ritrovammo di fronte all’ospedale giusto mi precipitai a rotta di collo fuori dall’abitacolo lanciando all’autista un paio di banconote da 100$. Corsi al banco dell’accettazione e mi ritrovai di fronte all’ennesima donna che mi fissava sconvolta.
“Signore, l’ingresso del pronto soccorso è dall’altra parte” disse probabilmente notando il mio aspetto distrutto e la mia camicia leggermente macchiata di sangue.
“Non” cercai di riprendere fiato e di mettere insieme un discorso coerente “Io sto bene sono qui per la mia ragazza. Sta partorendo e.. Kristen , kristen Stewart..”
“Ostetricia è al terzo piano” rispose “le ascensori sono in fondo a destra”
Senza neppure ringraziare le voltai le spalle, ricominciando a correre nella direzione opposta, fino a che no fui dentro ad uno degli ascensori. Prima che le porte si chiudessero di fronte a me riuscii a sbirciare l’orologio sulla parete di fronte.
Le 19:10.
Mi sentii morire.
In testa un solo pensiero: Ti prego…fa che non sia troppo tardi


POV KRIS

Bianca, asettica, impersonale.
Quella era la stanza dove avrei messo al mondo la mia bambina.
Non mi piaceva, non volevo, non ero pronta, non ero…non ero con Rob.
Avrei potuto partorire ovunque, con chiunque, in qualsiasi modo ma..ma non senza il padre di mia figlia. Non senza Rob.
Cercai di scacciare via quell’orribile pensiero e di farmi forza almeno per la piccola.
“Mamma puoi lasciare un altro messaggio, per favore?” domandai.
“Certo tesoro ma sono appena le 15 e 20. Probabilmente è ancora sull’aereo. Vedrai che appena scende e vedi i miei messaggi si precipiterà qui”
Mi limitai ad annuire, prendendo un bel respiro.
Subito mia mamma si inginocchiò di fronte al mio letto.
“Tesoro vedrai che andrà tutto bene. Presto Rob sarà qui e ..e prima che ve ne accorgiate sarete una famiglia.”
Non potei trattenere una lacrima che rotolò giù per la mia guancia.
“Oh la mia bambina…” mamma mi strinse e io affondai il viso nel suo petto, alla ricerca di un po di consolazione.
Si, forse stavo esagerando.
Dovevo solo pensare positivo e avere un po’ di fiducia che, alla fine, le cose si sarebbero risolte.
Proprio in quel momento la porta si aprì, rivelando la mia ginecologa.
Mi salutò con un sorriso “Allora Kristen, sembra che sia arrivato il momento tanto atteso”
“Pare di sì” risposi flebile.
“Allora. Mi han detto che ti si sono rotte le acque due ore fa e che hai perso il tappo mucoso”
“Se intende quella cosa viscida e rossastra che mi è scesa giù per la coscia…allora sì” dissi cercando di spezzare la tensione.
Ridacchiò. “Molto bene. Ora Kristen visto che siamo in anticipo di un po’ di giorni rispetto alla data del parto ho bisogno di farti un’ecografia”
La fissai confusa.Di solito nei libri che avevo letto non si accennava a nessuna ecografia durante il travaglio.
“Perché..c’è qualcosa che non va?”
“No, non preoccuparti.”rispose spalmando il gel freddo sul mio addome e iniziando a muovere l’ecografo sul mio pancione dolorante “Resta rilassata e…accidenti..”
A quella parola rabbrividii.
“Cosa ..cosa succede? Dottoressa la bimba..cosa..?” chiesi allarmata. In  preda all’ansia, il cuore a mille.
Il mio sguardo saettava disperato dal viso di mamma a quello del medico, alla ricerca di qualche risposta.
“Kris. La bimba sta bene. Il battito è forte e non ci sono segni di sofferenza fetale. Quindi resta calma.” Spiegò aiutandomi a ripulirmi “C’è solo un piccolissimo problema. Ricordi quando abbiamo fatto l’ultima ecografia tre settimane fa? Ti dissi che la bimba era podalica ma che molto probabilmente si sarebbe girata”
Annuii.
“Beh purtroppo non è così” continuò “E’ ancora podalica. Dove ci dovrebbe essere la testa lei ha il sederino..”
“Quindi..come facciamo adesso?” domandai stringendo la mano di mia madre nella mia con forza.
“Abbiamo due alternative” spiegò professionale. Adoravo quella donna proprio per questo motivo: riusciva sempre a restare calma e a darmi sicurezza anche quando io stavo praticamente per impazzire: Era stato così quando avevo rischiato l’aborto e anche ora che..che c’era quest’altro casino.
“Possiamo optare direttamente per un cesareo. In tal caso tra meno di un paio d’ore vedrai la tua bambina. Oppure possiamo procedere per via naturale”
“Non capisco, è possibile?” chiesi titubante.
“Sì. Lasciamo che il travaglio proceda normalmente finche non ti sarai dilatata e non riusciremo a vedere il sederino. Poi basterà praticare una piccola incisione e ruotare il bimbo in modo da farlo uscire correttamente..”
Deglutii terrorizzata.
Incisione…ruotare..
Queste erano parole che mi facevano rabbrividire al solo pensiero.
“Kris ti devo tranquillizzare. Lo so che detto così fa davvero paura e sembra una cosa spaventosa ma ti posso assicurare che è molto peggio a parole che a fatti. Ho un master su questo tipo di parti e ti prego di credermi quando ti dico che sei giovane, forte e la posizione della bimba è ottimale per la riuscita di un parto naturale. Ma ovviamente la scelta è solo tua e se preferisci un cesareo la sala operatoria è già pronta”
Oddio, e ora?
Cosa dovevo fare?
Potevo rischiare quello che mi suggeriva la dottoressa?
Sarebbe stato pericoloso per Joy?
E se qualcosa fosse andato storto?
Mi passai le dita fra i capelli. Avrei solo voluto avere Rob lì con me. Se solo ci fosse stato ero certa che mi sarebbe stato subito chiaro cosa fare, come agire, come…
Sospirai, tentando di valutare la situazione con lucidità
Quando avevo letto le riviste, visto delle trasmissioni in tv o…o avevo anche solo immaginato quel momento avevo sempre pensato che ce l’avrei fatta da sola e che sarebbe avvenuto naturalmente.
Avevo pensato a me e a Rob che, insieme, aiutavamo la nostra piccina a venire al mondo. Non a una fredda e asettica sala operatoria dove, con molta probabilità, mi sarei ritrovata sola senza nemmeno sentire il momento in cui mia figlia fosse venuta alla luce.
No, non era questo quello che volevo.
“Io..” balbettai “Io non..no vorrei il cesareo..ma lei mi deve giurare che la bimba non correrà alcun rischio..mai..”
“Ma certo Kris, siamo esperti e attrezzati per ogni evenienza” mi assicurò “ma devi sapere che non potremo fare l’epidurale e che la piccola incisione che dovrò fare sarà fastidiosa.”
Annuii. Tutto, tutto pur di tenere fra le braccia Joy.
La dottoressa si alzò e mi fece allargare con gentilezza le gambe “Ora devo vedere se la dilatazione è già iniziata..”
Chiusi gli occhi, combattendo il fastidio e, in pochi minuti ,ebbe finito.
“Sei di un paio di centimetri. Ancora molto all’inizio, quindi. L’infermiera ora verrà a metterti un apparecchio sulla pancia per il monitoraggio delle contrazioni. Tornerò a controllarti di tanto in tanto. D’accordo?”
Annuii, abbozzando un vago sorriso.
La ginecologa mi accarezzò il braccio.
“Sei una donna molto coraggiosa Kristen. La paziente più coraggiosa che abbia mai avuto. La tua bambina sarà molto orgogliosa di avere una madre come te, credimi” disse uscendo.
Mi abbandonai allo schienale del letto, senza lasciare la mano di mamma.
“Il medico ha ragione, tesoro”. Aveva gli occhi umidi mentre parlava “sei lo scricciolo più forte che io conosca”.
Riuscii a stento a trattenere le lacrime. “Vorrei solo…solo che Rob fosse qui con me…”
“Arriverà” disse sedendosi sul letto accanto a me “Arriverà prestissimo e non ti lascerà più e, mentre lo aspettiamo, io ti faccio compagnia piccola mia”
Mi abbracciò stretta. “E poi hai sentito la dottoressa, no? E’ il tuo primo parto. Le cose vanno per le lunghe.”
Sì, mi auto convinsi.
Le cose sarebbero andate per le lunghe e Rob…Rob sarebbe arrivato.


“Tesoro stenditi ti prego, agitarsi così non serve a nulla”

“No mamma, no” obiettai, prendendo un lungo respiro. Ne uscì solamente un sibilo inquietante.
Mi aggrappai con le mani alla sbarra del letto mentre una contrazione terribile mi faceva tremare sin fino al midollo.
Cazzo, cazzo cazzo.
Strinsi i denti disperata: questa era lunga, troppo lunga.
Dio, mio Dio ti prego, ti scongiuro fa che passi, mi ritrovai a pensare finchè, con mio grande sollievo il dolore scemò, lasciandomi comunque un dolore che non lasciava scampo.
E il solo pensare che di lì a qualche minuto il male sarebbe ritornato all’attacco mi faceva solo venire voglia di mettermi a piangere e ad urlare come una pazza.
“La lasci stare signora. Per molte donne è di gran lunga meglio camminare piuttosto che rimanere inchiodate al letto, mi creda” disse l’infermiera.”comunque ora le contrazioni sono molto ravvicinate. Sono stabili a circa due minuti. Lei è davvero molto fortunata signorina. Questo è uno dei travagli più veloci che io abbia mai visto nella mia vita..e mi creda faccio questo lavoro da quasi quarant’anni, so di cosa parlo”
Gemetti completamente nel panico, presa dall’improvvisa voglia di staccarle la testa.
Molto fortunata. Nooo, non era affatto vero!
A me non importava nulla di avere il travaglio più rapido della storia, non mi importava nulla di partorire a tempo di record.
Io volevo Rob…volevo solo che Rob avesse il tempo di arrivare e di stare al mio fianco, dove aveva promesso di essere!
“Ahhhhhhh” strillai colta da un'altra improvvisa ondata di dolore.
Mia madre fu immediatamente vicino a me e cercò di darmi un po’ di conforto carezzandomi le braccia. Una parte di me le era grata per tutto il supporto e l’affetto che mi stava dando ma…ma un’altra parte era pervasa dalla voglia totale di scacciare malamente le sue mani dalla mia pelle.
“Mamma, ti prego, ti prego mi da fastidio” mormorai “Non toccarmi…fa troppo male”
Subito si allontanò di qualche passo, permettendomi così di prendere lunghi respiri nel tentativo, piuttosto vano, di allontanare il dolore.
L’infermiera si diresse alla porta. “Credo che sia meglio chiamare la dott Cameron per un controllo.”
Sentii la porta chiudersi alle mie spalle e lanciai una rapida occhiata all’orologio.
Le 18 e 45.
Le 18 e 45.
Le 18 e 45.
A quella vista mi sarei volentieri messa ad urlare con tutta la forza che mi restava nei polmoni. DOVE CAZZO ERA ANDATO?
Io ero lì a morire di dolore nel tentativo di dare alla luce sua figlia e lui dove cazzo era finito?
“Mamma ti prego” chiesi cercando di respirare e di non essere maleducata “ti prego richiama Rob..”
“oook..” balbettò
Fece velocemente il numero ma, dopo qualche secondi scosse il capo e mormorò C’è la segreteria
Mi trattenni dalla voglia di sferrare un calcio al letto, conscia che mi sarei solamente rotta qualcosa.
“Rob senti…sono Jules, di nuovo. Scusa per tutti questi messaggi, probabilmente ti si è scaricato il cellulare o sei imbottigliato nel traffico però le cose procedono veloci a quanto pare e Kris è molto nervosa e…”
Mi girai a fissarla allucinata.
Ah, kris è molto nervosa…scusa per tutti questi messaggi..???
Prego? Avevo capito bene?
Io stavo partorendo tra atroci tormenti e lui era autorizzato a starsene in giro chissà dove? Anzi, bisognava pure chiedergli scusa?
Il tono gentile con cui mia madre gli stava parlando mi fece inacidire ancora di più e allungai la mano, chiedendo che mi passasse il cellulare.
“Kris…non credo che sia..” iniziò
“Mamma, passami il telefono. ORA” ribadii.
Me lo porse all’istante.
“Robert Thomas Pattinson” sibilai “mi dispiace tanto disturbarti, ma sai, sono solo le 18 e 45..anzi e 47. Quindi mi perdonerai se oso chiamarti per la milionesima volta visto che tu non ti degni nemmeno di accendere questo cazzo di telefono!Io non ho la più pallida idea si ti trovi in mezzo ad una fila chilometrica di automobili, se il tuo telefono si è scaricato perché come al solito non ti sei preso il caricabatterie, se ti hanno rapito gli alieni o qualche altra creatura di qualsivoglia genere. E sai una cosa? Neppure mi interessa.Non mi importa come, ma tu devi venire qui ORA! Materializzati, teletrasportati, corri a velocità vampiresca…non mi importa!!!Porta quel tuo culo qui…SUBITO!”
All’improvviso un’altra contrazione mi fece contorcere e sentii gli occhi inondarsi di lacrime.
“Rob avevi promesso..” strillai tra le lacrime “Avevi promesso e..e invece non ci sei…”
Cercando di respirare riagganciai e scaraventai l’oggettino sul letto.
“Perché…perché..mamma, dove è finito??” chiesi sull’orlo della disperazione più totale.
Mia madre sembrava stare quasi peggio di me “Io Kristen..non lo so. Ti giuro darei qualunque cosa per..saperlo. Tutto quello che so è che non è da Rob. Lui non si sarebbe perso questo momento per nulla al mondo.”
Aveva ragione, lo sapevo. E in qualche modo saperlo era ancora più frustrante.
Rob ci amava: amava me, amava Joy…e allora perché non era ancora arrivato?
A meno che…
Un pensiero mi fulminò, deciso e doloroso come una scarica elettrica.
No.
No.
No..non poteva. Non a me, non a lui..non a noi. Non poteva accadere.
Eppure…non ne avevo la certezza. Anzi, quel dubbio stava sempre più mettendo radici dentro di me.
Mi ritrovai a guardare mia madre terrorizzata “Ma..mamma, e se gli fosse successo qualcosa? Qualcosa di brutto?”
“Kristen, per favore non pensare subito al peggio!” mi rimproverò “Sono sicura che c’è una spiegazione molto meno tragica, vedrai.”
Ma ormai il cervello era partito in quarta e, insieme al mio cuore, si rifiutava di rispondere alla logica della razionalità.
“Mamma pensaci. E se avesse avuto un incidente d’auto? O peggio…se il suo volo fosse scomparso o..o precipitato? Queste cose succedono ogni singolo giorno. Magari..”
“Kristen..” mi disse tranquilla ma, per un piccolo istante, vidi un lampo di paura e preoccupazione attraversarle il volto.
Oddio…allora non ero solo io. Iniziava a temerlo anche lei.
Oddio.
Prima che potessi dire altro la porta si riaprì e l’infermiera ci fece il gesto di seguirla.”Kristen, la dott. Cameron preferisce visitarti in sala parto. Ce la fai a camminare o prendo una sedia a rotelle?”
“Ce la faccio” risposi automaticamente prima che le sue parole mi  trapassassero da parte a parte “Come sala parto? Perché? Io sto bene qui..è ancora presto per andare in sala parto vero? Manca ancora un bel po, no? Eh? Vero..vero?”
“La dottoressa sarebbe più comoda se tu la facessi li” rispose tranquilla “Per favore vieni con me”
La seguii come un automa, tentando di metabolizzare il dolore al bassoventre e il terrore per la vita del mio fidanzato.
Quando vidi che mia mamma mi stava seguendo all’interno della sala parto la bloccai. “Mamma, per favore. Resta qui e prova ancora a chiamarlo. Se non risponde prova a casa nostra, chiama i suoi genitori o..o le sue sorelle o..o chiunque possa avere sue notizie…per favore.”
“D’accordo, d’accordo tesoro” mi assicurò seria “Ma tu cerca di essere forte. Vedrai, sono sicura che si risolverà tutto…andrà tutto bene.”
Annui, desiderosa di poterle credere.
Le diedi un bacio ed entrai nella stanza. L’infermiera mi fece accomodare sul lettino, molto simile a quello ginecologico, e fremente aspettai l’arrivo del mio medico. Per fortuna in un paio di minuti fu li con me o avrei ricominciato a pensare. Non che comunque riuscissi a smettere ma…ma stare sola aggravava tutto. Specialmente sapendo che non avrei dovuto essere sola.
Mi scacciai un paio di lacrime quando sentii la porta aprirsi.
“Allora Kristen” disse la dottoressa Cameron “Ho pensato che vista la vicinanza delle contrazioni fosse comunque stato meglio farti stare qui da adesso. Ti visito e vediamo come procede la dilatazione, d’accordo?”
Mi limitai ad annuire, prima di venire colta da una nuovo spasmo, questa volta peggiore di qualunque avessi mai sentito in precedenza. Ed era passato pochissimo dalla precedente…molto meno di due minuti.
Affondai le dita nel lenzuolo mentre mi visitava, cercando di concentrarmi su pensieri positivi.
Io sarei stata bene.
Rob sarebbe stato bene.
Joy sarebbe stata bene.
“Wow” disse il medico sorridendo “Questa bimba è un razzo Kris”
“Che..che vuoi dire?” chiesi confusa.
“Vuol dire che..che sei già dilatata di 8 cm” rispose “Vuol dire che..beh, direi che ha fretta di venire fuori. Se continuiamo di questo passo tra poco la dilatazione sarà completa e..e inizierà la fase espulsiva.”
Spalancai la bocca. Cosa? No, no, no. Assolutamente no.
Lei poteva anche essere pronta ma io…io non lo ero per niente. Doveva aspettare ..doveva aspettare il suo papà. Non poteva, non ancora…
“No..no piccola traditrice, ancora no, ti prego..” sbottai con le lacrime agli occhi.
“Kris…” la dottoressa si avvicinò, cercando di calmarmi e invitandomi a prendere lunghi e profondi respiri regolari “Kris..è il momento. Lo so che è stato tutto veloce, lo so che hai paura. So tutte queste cose. Ma so che tu sei forte e in gamba. E so che non siamo noi a decidere…è la piccolina che comanda. E lei sta strillando a squarciagola: Sono pronta.E se lei è pronta lo devi essere anche tu, ok? Perché sei la sua mamma e..e ha bisogno di te, del tuo aiuto. Ora più che mai.”
Aveva ragione. Io ero la sua mamma.
E solo io potevo fare qualcosa per lei.
Non importava che avessi paura, che fossi angosciata per Rob, che non mi sentissi all’altezza.
Erano tutti dettagli di fronte alla richiesta di mia figlia. Io dovevo farla venire al mondo.
“O..ok..” biascicai, colta nuovamente dal dolore.
Dolore che non migliorò…anzi.Malgrado non volessi, malgrado tentassi di pensare ad altro era l’unica cosa su cui si focalizzava la mia attenzione.
Le fitte, sempre più forti, sempre più lunghe, sempre più vicine.
Non riuscivo a capire, a rendermi conto di quanto tempo passasse tra una e l’altra: Pochi secondi solamente, in cui cercavo con tutta me stessa di riprendere fiato e pensare solo alla mia bimba che tra poche ore avrei stretto tra le braccia. Volevo focalizzarmi solo sul suo ipotetico visino, sulle sue manine, sui suoi piedini minuscoli, su….
Scoppiai in lacrime: l’unica bimba che la mia mente riusciva ad immaginare era una piccola copia di Rob, sempre insieme al suo papà.
Joy, tra le braccia di Rob…
Joy, in piscina con Rob..
Joy, mano nella mano con Rob…
Joy…che veniva al mondo senza Rob.
No, era tutto così..così sbagliato…
“Ahhhh” strillai contratta dal dolore al ventre e soprattutto al cuore “No,no,no,no..non posso farlo..fa troppo male. Fa troppo male!!”
“Kris sei forte. Ce la fai, sì che ce la fai” sentii la voce della dottoressa incitarmi.
Scossi il capo senza nemmeno aprire gli occhi.
“No, non è vero. Io non sono forte…da sola io non sono niente.” Mugolai.
“Forse è meglio se esco a chiamare tua madre…”
“Io non voglio mia madre” Ero consapevole di stare strillando, di sembrare una pazza scatenata in piena crisi e che la dottoressa non c’entrava assolutamente nulla, ma le parole mi uscivano da sole, senza che potessi controllarle, mosse solo dal flusso continuo e, a tratti terrificante, del dolore.
“Rob…Rob ti prego…io non ce la faccio senza di te..” sussurrai tra le lacrime “Non ce la faccio…”
Non volevo mollare, non volevo ma…
“Kris…”
Spalancai gli occhi.
Quella voce…o stavo sognando o..
Scacciai le lacrime dagli occhi per vedere introno a me e..e di fronte alla porta scorrevole della sala parto, vestito con un camice azzurro e una mascherina…
“Rob..” mormorai, spaventata che quello potesse essere solo un sogno o un’allucinazione causata dal dolore.
Lui si avvicinò così velocemente che non ebbi quasi il tempo di rendermene conto e, prima che l’assurda paura che una volta che mi avesse toccata sarebbe svanito come per magia, mi ritrovai col capo premuto contro il suo petto.
E sfiorai la sua pelle.
E respirai il suo profumo.
E sentii la consistenza dei suoi capelli tra le mie dita.
E capii che non era né un sogno, ne follia, ne il frutto della mia immaginazione. Era reale…era la mia vita.
“Sei qui, sei qui, sei qui” cantilenai incapace di staccarmi da lui finchè un’altra contrazione mi fece ricominciare ad urlare.
Preoccupato si allontanò leggermente per potermi guardare in viso. “Oddio Kris che succede? Fa molto male?Oddio amore scusami…”
Non risposi, incapace di aprire bocca e lui rivolse uno sguardo terrorizzato al medico.
“E’ tutto normale stia tranquillo. E’ quasi completamente dilatata” Sorrise “direi che è arrivato giusto in tempo per il gran finale”
“Per forza, aspettava il suo papà” mormorai infine, cercando di non piangere
Lui mi sorrise dolcissimo “Oh amore mi dispiace tantissimo. Quando sono atterrato ho sentito tutti i messaggi e…mi è sembrato di morire. E poi..poi sono successe una serie di cose assurde, una dietro l’altra. Se te lo dicessi non ci crederesti..”
D’un tratto mi resi conto del taglio e della sutura sulla sua fronte “O mio Dio..ma che..che ti sei fatto?”
Ascoltai la sua veloce spiegazione, digrignando di tanto in tanto i denti per contenere il dolore sempre più forte.
“…e poi sono arrivato quasi un’ora fa ma..ma mi sono perso, questo posto è enorme e..e poi ho fatto un casino nel tentativo di piazzarmi questo dannato camice e sono anche caduto per terra..”
Avrei riso della sua eterna imbranataggine se non fossi stata così schifosamente male.
In una piccolissima pausa di dolore allungai il braccio e lo attirai a me.
Posai le labbra sulle sue “Non fa niente mio piccolo flippy. Mi importa solo che sei qui e che..che non te ne vai mai più..”
“Più” promise sorridendo “Mai più”
Mi strinse forte e non so quanto tempo rimanemmo così. Minuti, ore, giorni…lo scorrere del tempo era diventato qualcosa di totalmente relativo ed irrilevante, soprattutto di fronte alle ondate di dolore che mi colpivano forte come la marea che si infrange sugli scogli. Avere Rob li, che mi sussurrava parole di conforto all’orecchio e mi carezzava delicato la schiena, era la sola cosa che mi faceva resistere senza impazzire.
Ma ad un certo punto tutto, tutto quello che sentivo divenne…semplicemente troppo. Era il massimo che potessi sopportare, il massimo che potessi gestire.
“Non ce la faccio più..per favore , per favore…fatela uscire..” sussurrai stremata.
“Direi che è la stessa cosa che sta dicendo tua figlia Kris” ci informò il medico “Riesco a vedere il sederino, direi che ci siamo…”
A quelle parole sentii Rob irrigidirsi “Il sederino? Ma non dovrebbe uscire la testa?”
“La bimba è podalica Robert”
“Podalica? Ma non sarebbe stato meglio un cesareo”
Scossi il capo decisa “No, volevo farlo io. Non potevo essere lì da sola, non potevo essere lì senza di te…non potevo..”
“Ma Kris..”
“No” lo fissai decisa “Tutto quello di cui ho bisogno sei tu. Ho solo bisogno di te per farcela..”
Mi asciugò la lacrima col pollice “Insieme. Insieme ce la facciamo..”
Non ebbi il tempo di annuire che la dottoressa tornò a rivolgersi a me. “Ok Kris, ora devi fare esattamente come ti dico. Sarà tutto piuttosto veloce e ho bisogno che tu rimanga concentrata”
Annuii veloce.
“Ok allora dimmi quando senti il piccolo intervallo tra la prossima contrazione. Io dovrò farti una piccola incisione”
Trattenni il respiro, terrorizzata. Non sapevo quasi se augurarmi che quella contrazione durasse in eterno. Così non fu: quando la sentii scemare le feci un gesto e , in meno di un secondo, sentii dolore e poi un forte bruciore.
Mi morsi forte il labbro.
“Ok, brava, sei stata bravissima”
Quasi mi stupii. Non aveva fatto poi così male, beh non se il confronto era col tipo di dolore delle contrazioni. Quello si che era davvero indescrivibile.
Totale, completo , assurdo. E in meno di dieci secondi infatti ricominciò, forte come non avrei mai creduto possibile.
“Ok, brava. Adesso spingi, spingi più forte che puoi”
Lo feci, tenendo la mano di Rob saldamente ancorata nella mia e strillando, finchè non avvertii qualcosa di viscido sgusciarmi tra le gambe.
Non ebbi neppure il tempo di adagiarmi sui cuscini e riprendere fiato che dovetti ricominciare a spingere, tentando disperatamente di mettere insieme le poche forze che ancora mi restavano in corpo.
E spinsi.
E ancora, e ancora, e ancora…
“Non..non ce la faccio più” piansi, sentendo solo le labbra di Rob sulla mia fronte.
“Sei bravissima, sei bravissima…sì che ce la fai” sussurrò
“Ha ragione Kris, stai andando molto bene” mi incitò la dottoressa Cameron “Le gambe e il busto sono fuori. Ora alla prossima contrazione non devi spingere, capito? Anche se ti viene di farlo non devi spingere o non mi dai il tempo di ruotarle le spalle nel modo corretto.
“Ok..” balbettai, trattenendo i muscoli  dallo spingere verso il basso. Invece sentii qualcos’altro: qualcosa …muoversi.
“Ok, kris spingi…spingi di nuovo.”
Digrignai i denti, spingendo come un ossessa.
“Ahhhhh” urlai, stritolando la mano di Rob “Ahh non farò mai più sesso lo giuro…lo giuro…”
Ebbi appena il tempo di sentire qualcuno ridere che dovetti ricominciare di nuovo.
Non so per quanti minuti continuò quel tormento ma ad un tratto mi fu permessa una piccola pausa. Crollai sul lettino.
“Kris” mi spiegò il medico “Raccogli tutte le energie, perché questa sarà l’ultima. Sarà veloce perché io aggancerò il bambino per la mandibola e ti darò una mano. Quindi un ultimo sforzo e…e poi sarai una mamma.”
Presi un lungo respiro.
Un ultimo sforzo per lei. Per la mia Joy.
Mi voltai a fissare Rob, il viso a pochi centimetra dal mio.
“Sei bellissima..” sussurrò, gli occhi brillanti per l’emozione.
“Bugiardo..” risposi flebile.
“Lo sei. E sei forte, e meravigliosa e coraggiosa. E io ti amo così tanto..”
“Anche io ti amo” piagnucolai “Anche io…”
“Siamo insieme. E insieme possiamo fare tutto..” mi incitò.
Sì, aveva ragione.
Raccolsi tutta la forza che avevo ancora e, quando il dolore ricominciò, iniziai a spingere.
“Forte ..ancora, ancora e..eccola!”
“Aahhhhh” stavo ancora urlando quando…quando mi accorsi che non ero la sola a farlo.
Tra le braccia della dottoressa c’era una piccola creaturina, sporca di sangue e liquido amniotico che si dibatteva e…e piangeva a pieni polmoni. Era il suono più bello del mondo.
“Rob ..” mormorai, totalmente incurante del dolore che ancora avevo al ventre.
Non mi rispose e mi voltai a guardarlo e…e stava piangendo mentre rimirava estasiato nostra figlia. Rob piangeva e tra le lacrime la guardava come lo avevo visto guardare solo un’altra persona in tutta la mia vita.
Me…
D’un tratto la dottoressa passò la piccola all’infermiera al suo fianco, pronta con un telo pulito.
“Dove..dove la portate? Io voglio vederla..”
“Te la riportano subito Kris. Devono liberarle le vie respiratorie e pulirla mentre io devo suturarti, ti sei lacerata..”
Improvvisamente mi sentii circondare dalle braccia di Rob e le sue labbra furono sulle mie. Le nostre lacrime salate si  mescolavano, insieme alle nostre risa. Il mio cuore stava scoppiando letteralmente di felicità mentre ci stringevamo a vicenda. E non sentivo altro che il nostro amore intorno a noi: né i punti che mi diedero, né le ultime contrazioni al ventre.
Solo quando finalmente la voce dell’infermiera ci parlò, mi riscossi veramente e, con me, anche Rob.
“C’è una bimba qui che vuole conoscere la mamma…” disse piano.
Lanciai un’occhiata emozionata al mio fidanzato e poi, nel gesto più naturale del mondo, allungai le braccia verso di lei.
Mia figlia.
E fu come se l’avessi presa da sempre, come se l’avessi stretta da sempre. Ogni paura, ogni pensiero negativo che avevo avuto durante la gravidanza sparì improvvisamente, distrutto da quel momento perfetto.
La strinsi al petto e lei vi si accoccolò, premendo il nasino contro il mio seno. Sfiorai con dolcezza il profilo del suo naso e dei suoi occhietti chiusi…si era addormentata.
Robert seguì la mia mano e, una volta che si furono intrecciate, ci ritrovammo a sentire il suo respiro regolare sotto alle nostre dita.
“E’ bellissima..” mormorai.
“Per forza, ti somiglia…” disse prima di chinarsi su di me e sfiorare con le labbra la sua testolina morbida “Siete splendide…le cose più belle ed importanti della mia vita”
Una lacrima rotolò giù dalla mia guancia “E’…è come una favola”
“No” mi contraddisse posando la testa sulla mia spalla “E’ meglio…è molto meglio. E’ la realtà, la nostra realtà.Kris, io non posso prometterti che ..che la nostra vita sarà sempre facile o perfetta, ma posso giurarti che amerò te e nostra figlia sempre. Per sempre”
Gli carezzai la guancia “Anche io ti amo. E anche Joy”
Lui sorrise, stringendomi forte e abbracciandoci entrambe. “Papà ci sarà sempre per te piccolina e qualunque…qualunque cosa accada resterà al tuo fianco. Perchè sei parte di lui..e della mamma…”
Ci stringemmo forte l’uno agli altri, riscaldati dal calore del nostro abbraccio. E io, in fondo al mio cuore, sapevo che Rob aveva ragione.
Non mi serviva la perfezione, la ricchezza o qualunque altra sciocchezza che di solito la gente considerava importante.
Non mi serviva la fiaba.
Io avevo la mia famiglia, ed era la sola realtà che volevo vivere
.

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Capitolo 20
*** Family time ***


cap kristen Ragazze siamo super ultra mega commosse!!! 35 recensioni!!! Ci avete fatto battere il record T_____T siete le migliori davvero. Non sappiamo che dire..siamo quasi commosse. Cioè il successo di questa storia è così...assurdamente fantastico e ci fa così tanto piacere che quasi non riusciamo ad esprimerci *.*   *.*  *.*  *.* Cooomunque scusate se non ho aggiornato ieri ma purtroppo non trovavo più qst capitolo e dovevo aspettare che Fio tornasse da Roma dove ha incontrato Kristen e si è fatta fare l'autografo!!!! Awwww cioè...no words.  Vi lasciamo alla lettura e a presto ragazze!!
P.S= Non preoccupatevi...non abbiamo alcuna intenzione di finire la storia ora!! Anzi..il bello deve ancora venire eheh.


CAPITOLO 20 (Fio)

FAMILY TIME



KRIS POV


“Ma quanto è bella questa bimba”

“E shi! Shei troppo bella amore di nonna!”
“Oh lasciatemela tenere un po’”
“Ma l’ho appena presa”
“Ma ti attira come una calamita!”
“Guardate come muove la boccuccia!”
Non potevo fare a meno di sorridere. Certo.. casa nostra era diventato una specie di porto da una settimana, ma come potevo non essere felice di tutto quell’amore?
Ora erano tutti lì, riuniti nel nostro salone per l’ennesima volta a mangiarsi di coccole quel piccolo scricciolo che da sette giorni avevamo portato a casa nostra.
Era difficile riuscire ad accontentare tutti. Ognuno avrebbe voluto tenere Joy tra le braccia per più di dieci minuti, ma era impossibile non fare i turni. E io avrei voluto sempre tenerla in braccio. L’affidavo agli altri con riluttanza, non perché non mi fidassi di loro, ma solo perché lei era la mia bambina, era mia e per il momento volevo che restasse solo nostra.
Mi sembrava ancora assurdo, come se dovessi ancora realizzare che stava davvero accadendo a me, come se dovessi ancora realizzare di avere una figlia. Io, ero diventata madre. Rob era un papà. Eravamo genitori, di una bambina bellissima.
Guardavo Rob che ogni tanto mi sorrideva, distrattamente. Era troppo impegnato ad assicurarsi che tenessero Joy senza farla cadere.
Certo non si preoccupava dei nostri genitori, quanto dei miei fratelli e delle sue sorelle. Io invece ero stranamente tranquilla. Forse mi calmava il fatto che sia io che Rob eravamo gli ultimi di famiglia, quindi inevitabilmente i nostri fratelli ci avevano tenuti in braccio ed eravamo cresciuti senza alcun tipo di trauma. Eppure Rob non sembrava per niente tranquillo.. troppo preso dal tenere d’occhio l’irruenza delle sorelle.
Le nostre famiglie al completo avevano occupato l’intero divano dimenandosi il possesso di Joy mentre io e lui ce ne stavamo seduti sulla poltrona poco distante.
Era difficile reprimere la voglia di farmi spazio tra la folla dei nostri parenti e prendere la mia bambina tra le braccia, ma era l’ultima sera per i genitori e le sorelle di Rob da poter trascorrere lì e mi sembrava giusto lasciare che si spulciassero un po’ la piccola. Erano stati tanto carini da venire il giorno dopo il parto offrendo il loro aiuto per qualsiasi cosa e non avrei potuto negargli quegli ultimi momenti con la loro nipotina prima di partire di nuovo.
A Rob, dal canto suo, non importava per niente. Nonostante fosse passato una sola settimana, era gelosissimo di Joy. Non riusciva proprio a starle lontano e coglieva ogni occasione per toglierla dalle braccia di qualcuno e adagiarla nelle sue. E io mi scioglievo come neve al sole. Lo sguardo che Rob riservava alla nostra piccola non aveva paragoni. Non guardava nemmeno me in quel modo.. così.. adorante. Mi amava, lo sapevo bene, ma guardava Joy come se davvero la sua esistenza dipendesse da quella piccola creatura di 3 Kg e 100 scarsi.
“Rilassati..” sussurrai carezzandogli una spalla e avvicinandomi a lui che pian piano avanzava sempre di più alla punta della poltrona.
Mi sorrise velocemente. “Guarda come le stanno addosso”
Mi lasciai scappare un risolino. “Amore rilassati” ripetei sperando che mi ascoltasse.
“Finché è con Victoria ok.. è di Lizzie che mi preoccupo” bisbigliò nello stesso istante in cui la sorella reclamò la bambina.
Rob scattò subito in piedi. “Lizzie..” disse schiarendosi la voce con un colpo di tosse che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, intimare la sorella dal prendere la bambina.
“Rob non cominciare!” rispose subito Lizzie mentre con molta cura prendeva Joy dalle braccia di Victoria. “Ti ho tenuto tante volte e fino a prova contraria non ti ho mai fatto cadere” continuò reggendo con cura la minuscola testolina di Joy.
“Bè.. veramente..”. Victoria si fermò di scatto quando Lizzie la fulminò con gli occhi.
Oh perfetto.
Cercai di ignorare la piccola sensazione di ansia che improvvisamente mi invase il corpo a quella mezza-rivelazione. Gettarmi a capofitto su di loro reclamando mia figlia sarebbe stato poco carino. Repressi il bisogno e per la prima volta non bloccai Rob che spalancando gli occhi avanzava verso di lei.
“Rob! Ti giuro! È successo solo una volta! Ed ero seduta a terra.. hai solo sbattuto un po’ la testa.. niente di grave..”.
L’ilarità della situazione mi fece ridere, come tutti gli altri che erano lì con noi.
Richard cercò di venire in aiuto alla figlia con scarsissimi risultati. Nel frattempo Joy era passata nelle braccia di Cameron con grande sollievo di Rob. Era stranissimo vedere mio fratello così.. preso da qualcuno. Sembrava catturato da Joy, come se quella bambina avesse il potere di far innamorare chiunque la vedesse.
Rob sembrò finalmente rilassarsi definitivamente quando sua madre prese la bambina in braccio. Le sue mani erano così esperte che fu subito tra le sue braccia con un movimento fluido. Io ci mettevo anni per prenderla dalle braccia di qualcuno, abbattuta sempre dal terrore di mettere le mani in modo sbagliato, di non supportarle la testolina, di..
Non sapevo nemmeno di cosa, ma a volte mi sentivo una totale incapace e vedere gli altri che invece riuscivano ad essere così tranquilli e spontanei con mia figlia mi faceva saltare ai nervi e allo stesso tempo mi lasciava uno strano senso di inadeguatezza. Possibile che io non riuscissi ad essere naturale con mia figlia?
Proprio quando i pensieri iniziarono a invadere la mia testa un gridolino mi ridestò e subito un pianto invase la sala.
Io e Rob scattammo in piedi e in meno di due secondi fummo da lei. Claire la lasciò a Rob senza esitare e lui posizionò le braccia e come se fosse la cosa più naturale del mondo l’accolse e iniziò a cullarla dolcemente cercando di placare il pianto. Io le afferrai la manina strofinandola dolcemente mentre mi crucciavo per capire perché piangesse.
“Cos’ha?” chiesi preoccupata.
Rob inarcò le sopracciglia e senza rispondere continuava a cullarla con un ritmico “Ssssh”
“Perché non smette?” chiesi di nuovo sperando di ottenere una risposta.
“Quando ha fatto l’ultima poppata?” mi venne incontro mia madre.
“Circa tre ore fa..”. Sì.. verso le cinque. Poco prima che arrivassero tutti.
“Allora ha fame” concluse Claire con un sorriso.
“Oh..”. Perché? Perché tutti riuscivano a capire cosa volesse e io no?
“Bè.. mi sa che è arrivata ora di levare le tende e lasciare la famigliola da sola” disse mio padre avvicinandosi a Joy che iniziava a calmarsi un po’.
Le prese la manina e gliela baciò dolcemente. “A domani piccolina” sussurrò e si fece da parte per lasciare che gli altri la salutassero.
Rimasi scioccata nel vedere Lizzie e Victoria quasi con le lacrime agli occhi al pensiero di dover lasciare la loro nipotina. Evidentemente una settimana non era bastata, non a caso avevano già progettato una vacanza più lunga il prossimo mese.
Mi allontanai un po’ per lasciare che i genitori e le sorelle di Rob salutassero la piccola riempiendola di dolci bacetti sulle manine e sui piedini.
“Mi raccomando.. trattale bene..” sussurrò Claire a Rob per poi baciargli una guancia.
“Tranquilla mamma”
Accompagnammo tutti alla porta e augurammo loro buon viaggio. Sembravano davvero non volere andare più via, ma dopotutto era comprensibile, no? Nemmeno io avrei mai voluto allontanarmi da quella piccola creaturina. Ma per me era diverso.. io non avrei mai potuto. Non potevo farne a meno.
“Tesoro ci vediamo domattina alle sei allora?”
Annuii impercettibilmente a mia madre rabbrividendo al pensiero. Non mi andava per niente di lasciare mia figlia da sola. Cioè.. sarebbe stata con mia madre tecnicamente, ma non volevo allontanarmene. Non volevo pensarci, ma dovevo farlo.
“Andrà tutto bene tesoro” mi rassicurò lei carezzandomi il viso.
“Si lo so”. Non ero certo preoccupata per una misera operazione di mezz’ora scarsa. Era il pensiero di lasciare Joy che mi distruggeva.
Le sorrisi per rassicurarla e ricambiò. Carezzò il visino di Joy dolcemente e salutandoci un’ultima volta raggiunse gli altri.
Con un profondo respiro chiusi la porta dietro di me e sorridendo guardai Rob e poi Joy.
Non feci in tempo ad allungare le braccia che riprese a piangere. Odiavo sentirla piangere, non perché odiassi il suono della sua voce ma perché mi sentivo quasi impotente, la maggior parte delle volte. Almeno ora sapevo che fare.
“Ora della pappa” esclamò Rob avviandosi al divano dove ci sedemmo.
Mi sbottonai la camicetta fino a lasciare abbastanza scoperto il seno e mi porsi verso Rob per prendere la piccola. Rob l’appoggiò delicatamente alle mie braccia e le mie mani seppero subito come muoversi sorreggendole il corpicino e la piccola testa. Incredibile. Quando avevo mia figlia tra le braccia mi sembrava tutto così naturale.. eppure vederla con gli altri mi faceva sentire un’incompetente.
L’aiutai a trovare il capezzolo e la sua boccuccia si attaccò subito e iniziò a succhiare con forza.
Rob la osservava estasiato mentre io invece ero un po’.. preoccupata.
Dovette notare la strana espressione sul mi volto. “Cosa c’è? Fa male?”
Scossi leggermente il capo sospirando un po’. “Credo che non mangi.. succhia ma non esce niente. Ho il seno troppo piccolo” mi lamentai cercando di non affliggermi troppo, ma era tardi.
“Kris, è il colostro”
“Il che?”
“Il colostro..  è il latte delle prime poppate. All’inizio arriva solo quello perciò ti sembra che succhi invano. Ma è pieno di vitamine e anticorpi. È normale”
Rimasi allibita. Come.. come faceva a sapere tutte quelle cose?
“E tu che ne sai?” chiesi scioccata.
“Ho letto”
“Anche io ho letto ma questo non c’era scritto”
“Ti sarà sfuggito.. Amore, ti prego, non prendertela per così poco. Joy mangia.. altrimenti come avrebbe fatto una settimana senza cibo?” mi fece giustamente notare.
Uff! Cercai di rilassarmi e di non pensarci troppo eppure continuavo a sentirmi un’idiota. Perfino sulla teoria era più preparato di me. Perché? Perché non avevo letto quel pezzo io? Perché c’erano tante cose che ancora non sapevo? Improvvisamente mi sentii.. piccola. Una bambina, una ragazza. Una ragazza di vent’anni con una bimba di cui non sapeva prendersi cura.
Scossi mentalmente la testa cercando di scacciare quei pensieri negativi e mi concentrai sulla mia piccola. Aveva gli occhi chiusi e continuava a succhiare poggiando una manina sul mio seno.
Nonostante il senso di inadeguatezza, era la sensazione più bella del mondo. Stavo nutrendo mia figlia, la stavo crescendo. Io.
Mi incantai a vedere le sue piccole labbra che si muovevano ritmicamente quando vidi una goccia di latte accumularsi sulla sua boccuccia e bagnarle le labbra.
Aprii leggermente la bocca ed ogni pensiero negativo svanì.
“Visto?” mi sussurrò Rob all’orecchio per poi darmi un dolce bacio sulla guancia.
Sorrisi mentre tenevo la manina di mia figlia e continuavo ad osservarla succhiare quando aprì gli occhi rivelando il loro azzurro mare. Bellissimi.
“Mi spiace che non abbia i tuoi occhi” Sussurrò Rob sul mia spalla con lo sguardo fisso su nostra figlia proprio come me.
“Potrebbe sempre cambiarli..”
“In che senso?” chiese con voce un po’ perplessa.
“Bè.. all’inizio tutti i bambini hanno gli occhi azzurri, o almeno la maggior parte.. poi possono assumere un colore diverso..” spiegai contenta di potergli rivelare qualcosa che non sapeva.
“Oh.. allora c’è ancora speranza..”
“Non essere ridicolo.. i tuoi occhi sono bellissimi”
“Non quanto i tuoi però”
Mi limitai a sorridere e scuotere leggermente il capo. Inutile controbattere ancora, sapevo che sarebbe stato inutile.
Joy continuava a mangiare mentre Rob dolcemente le carezzava ogni tanto la guancia leggermente paffuta. Anche senza toccarla avrei potuto dire che non c’era niente di più morbido e candido al mondo. Niente di più puro.. di più bello. Era una sensazione bellissima.. essere lì con Rob e nostra figlia e sentire che niente al mondo mi avrebbe mai reso più completa. Persa nell’adorazione per Joy la lasciai a Rob senza staccarle gli occhi di dosso quando ebbe finito e stranamente era tranquilla, ma lo era sempre nelle braccia del padre. A volte mi sentivo una vera deficiente. Iniziava a piangere e per quanto provassi, non riuscivo a capire cosa volesse e poi appariva Rob e anche solo prendendola in braccio riusciva a calmarla.
Non feci in tempo a distogliere lo sguardo per abbottonarmi la camicetta che aveva già chiuso gli occhi e si era accoccolata sul braccio di Rob.
Assurdo! Doveva essere distrutta da tutte le attenzioni della giornata per essersi addormentata così presto. Di solito non chiudeva occhio fino alle undici. Bè.. per essere precisi, non chiudeva occhio per più di cinque ore a notte. Dormiva pochissimo al punto da far preoccupare seriamente me e Rob. Cercavamo di convincerci che fossero solo i primi tempi e che presto avrebbe preso a dormire di più, eppure ancora non accennava a voler smettere di piangere durante la notte senza alcun valido motivo.
“Sssh..” sussurrò Rob alzandosi lentamente dal divano. “Magari stasera si dorme..” continuò con un evidente filo di speranza nella sua voce.
“Non canterei presto vittoria” lo smontai subito. “Se si addormenta ora alle due si sveglierà e non vorrà più dormire..”
Rob si immobilizzò per qualche secondo valutando le mie parole e cercando di negare quella possibilità.
“Ma no.. magari questa è la volta buona. Abbi fiducia..” disse mentre camminando pian piano eravamo arrivati alla sua cameretta.
Le baciai dolcemente la fronte prima che Rob la depositasse nella culla poggiando il lenzuolino sopra quel corpo piccolissimo.
Restammo entrambi appoggiati ai bordi della culla, imbambolati davanti quella bambina che ci aveva già stravolto la vita.
“E’ bellissima..” sussurrò Rob a un certo punto.
“Si.. ti somiglia molto..”
“Io credo che somigli più a te”
“Direi che ha una giusta porzione di entrambi..” conclusi infine mantenendo la mia voce al minimo dell’udibile.
“Vuoi mangiare qualcosa?” mi chiese Rob socchiudendo la porta dietro di sé.
Mi stiracchiai sbadigliando, risultato delle ormai perenni notte insonni. “Mmm.. meglio che non mangi niente per domani.. e poi.. sono stanca.. andrei volentieri a dormire..” confessai e notai la sua espressione pensierosa.
“..però.. se vuoi fare qualcosa..”. Non sapevo bene cosa ci fosse in quella mia affermazione. Da quando era nata Joy non avevamo ancora avuto un momento per noi, ma dopotutto era normale. Era passata appena una settimana.. Eppure ero troppo stanca per dedicarmi a qualsiasi  cosa.
Lui di rimando sorrise e si avvicinò prendendomi le mani. “Mi basta vederti dormire..” sussurrò e chiusi gli occhi mentre mi lasciava un bacio sulla fronte.
Lasciai che mi circondasse con le braccia e mi aggrappai a lui con tutte le forze che avevo. Non so quanto tempo restammo così, forse secondi, forse minuti, forse ore.. Di certo il tempo necessario per far crescere il mio sonno e farmi chiudere gli occhi sul suo petto.
Mi sentii tirare su e mi accoccolai meglio su di lui, e prima ancora di arrivare in camera, sprofondai nel sonno.
Non mi sembrava nemmeno di aver dormito quando fui svegliata da quel suono ormai tanto familiare e.. temuto.
Joy piangeva, come ogni notte d’altronde.
“Ci risiamo..” biascicò Rob.
“Vado io..” sbadigliai mentre Rob si alzava insieme a me. Era sempre così: nonostante gli dicessi di restare a letto lui si alzava e veniva con me e ringraziavo il cielo che non fosse uno di quei padri che fingevano di non sentire pur di non doversi alzare dal letto. Avrei sempre potuto contare su di lui. Sempre.
Mi abbassai sulla culla e attentamente presi mi figlia in lacrime iniziando a cullarla e sforzandomi come ogni volta di capire cosa avesse. Tutto inutile.
Eppure mi ero alzata per farla mangiare solo un’ora fa. Non era possibile che avesse di nuovo fame.
“Dalla a me” disse Rob allungando le mani e con un po’ di frustrazione gliela cedetti.
Lui la portò sul fasciatoio e iniziò a sbottonarle la tutina con un’esperienza che non riuscivo a concepire. Da dove era nato tutto quell’istinto paterno? Dove poteva aver fatto pratica?
Lo osservavo muoversi con destrezza sbottonando il pannolino che rivelò una sgradevole visione di cacca. Letteralmente.
Come facevo a non accorgermene? Non avrei dovuto sentire almeno un minimo di puzza?
Mah.. più pensavo a me stessa come madre più non mi ci vedevo. E avrei dato tutto per riuscire a capire mia figlia come chiunque altro.
Non dissi una parola mentre Rob borbottava qualche parolina con quel linguaggio incomprensibile che riservava alla figlia. Io non riuscivo a parlarle in quel modo.. mi sentivo nervosa, verso di lei e verso me stessa.
“Ecco fatto” sentii dire a Rob e istintivamente corsi da lei e la presi in braccio sperando che riacquistasse sonno.
Sorrisi per qualche secondo mentre la guardavo calma tra le mie braccia, finché non riprese a piangere. A quel punto scoppiai.
“Ma perché? Perché piange??” urlai esasperata.
Rob mi guardava quasi con compassione mentre con passo ansioso andavo avanti e dietro cercando di calmare quella bambina.
Quando mi resi conto che sarebbe stata inutile mi avvicinai a Rob e gliela porsi.
“Basta! Prendila tu! Tanto con me non ci vuole stare!” sbottai nervosissima.
Rob l’accolse subito prima che la situazione degenerasse e dopo nemmeno due minuti, si calmò.
“Ecco! Ecco vedi!?” sbraitai scrollando le braccia.
“Sssh.. Kris..”
“Ma perché? Perché solo con me non vuole stare? Eppure sono la madre, cazzo! Dovrei sapere cosa vuole, perché piange. Dovrei riuscire a calmarla! Invece con me non fa altro che piangere, e poi.. poi viene da te o da chiunque altro e Boom, smette di piangere.. perché? Possibile che non le vado proprio a genio?..”
Non mi ero nemmeno accorta che stavo praticamente urlando finché non sentii gli occhi pungermi per la frustrazione.
Rob si avvicinò con sguardo comprensivo indicandomi di sedermi sulla panca dietro di me. Prese posto accanto a me e continuando a tenero lo sguardo basso evitavo di vedere mia figlia.
“Kristen..” bisbigliò Rob. “Sei troppo dura con te stessa..”
Scossi il capo. “No.. sono giusta..”
“Non è vero..”
“Si invece. Guardami! Non riesco nemmeno a guardarla! Non le piaccio!”
“Kristen non essere assurda.. sei sua madre..”
“Appunto! A maggior ragione dovrei essere capace di farla smettere di piangere almeno! Invece..” non riuscii a terminare la frase e cercando di calmarmi scossi il capo sospirando pesantemente.
“E’’ questo il problema.. ti aspetti troppo da te stessa perché sei una madre ora. Ma non è così.. Non devi smettere di essere come sei solo perché hai una bambina ora..”. Si aggiustò meglio Joy sul braccio destro in modo da poter allungare una mano e sfiorarmi.
“Lei lo capisce che sei nervosa.. lo capisce se non sei calma e se non lo sei tu non lo è nemmeno lei..”
Lentamente alzai il viso e lo guardai. “Forse hai ragione..” sussurrai abbassando gli occhi su Joy che sbatteva dolcemente le palpebre. Stava per riaddormentarsi e riuscivo solo a pensare che avrei voluto essere io ad averla tra le braccia, avrei voluto essere io quella capace di farla calmare.
“Si.. Però.. perché non vai a dormire? Resto io qui..”
“Rob non..”
“Devi alzarti presto domani”
“Anche tu” gli feci notare.
“Ma tu sei stanca.. vai tranquilla.. io ti raggiungo tra poco..”
Non volevo andare.. volevo restare lì, ma in fondo, che senso avrebbe avuto? Lei era tra le sue braccia e non avrei mai osato prenderla per farla piangere di nuovo..
Istintivamente allungai la mia mano e afferrai quella piccolissima di Joy che strinse il mio dito in un debole pugno. Sorrisi.
“Vai..” mi incitò di nuovo Rob.
“D’accordo..” acconsentii infine e lasciando andare la manina tornai in camera.
Non riuscii a dormire granché e la notte sembrava non passare più.
Mi svegliai circa tre ore dopo trovando Rob addormentato accanto a me. Cercando di non svegliarlo mi liberai del suo braccio che mi circondava la vita e senza nemmeno pensarci sgusciai in camera di Joy. Mi affacciai sulla culla e stava ancora dormendo. Chissà a che ora si era addormentata per dormire ancora alle cinque del mattino quando di solito era già sveglia e pimpante. Rimasi lì assorta nei miei pensieri a fissare mia figlia.. per molto tempo. Sarei potuta restare lì a guardarla in eterno.. a vederla cambiare lentamente sotto i miei occhi, e sarebbe stato così.
Non mi resi conto di che ore fossero finché non sentii due braccia stringermi da dietro.
“Dovresti prepararti..”
Alzai il viso verso l’orologio appeso alla parete. Le sei meno venti! Già?!
Possibile che fossi rimasta lì per più di mezz’ora senza accorgermi del tempo che passava regolato solo dal respiro di mia figlia?
“Ora vado..” Risposi voltandomi verso di lui e strusciando la mia fronte contro la sua. Mi diede un bacio sulla guancia e mi strinse di più da dietro.
“Va meglio stamattina?”
Sospirai cercando di non rispondere alla domanda. “Scusami per ieri sera.. non so cosa mi è preso..”
“E’ normale Kris, tranquilla. Non devi scusarti con me..”
Annuii un po’ insicura. “Vado a prepararmi..” e uscii dalla camera.
Mia madre arrivò puntuale come suo solito. Appena pronta le aprii la porta alle sei spaccate. Joy ancora dormiva.. assurdo.
Avrei quasi voluto svegliarla per salutarla, ma non avrei potuto. Era così bella quando dormiva, e soprattutto era tranquilla e visto che non accadeva molto spesso mi limitai a carezzarla la guancia.
Un’intera giornata senza poterla vedere, senza potermi accertare direttamente che stesse bene.
“Starà bene” mi tranquillizzò Rob coprendola di più col lenzuolo.
“Lo so.. è che.. non vorrei andare.. e mi spiace che tu debba venire con me..”
“Kris, io non devo venire con te. Io voglio venire con te. Joy non cambia niente tra di noi. Siete le mie priorità.. e io ci sono per lei come ci sono per te”
Gli sorrisi dolce e riconoscente. Ero così fortunata ad aver trovato Rob. Era assurdo come il destino avesse inciso tanto sulla mia vita, era assurdo il modo in cui c’eravamo trovati, come se ci stessimo aspettando da sempre.
Riuscimmo finalmente ad uscire da quella stanzetta e dopo le ultime nonché inutili raccomandazioni a mia madre, uscimmo di casa.
Sarebbe stata una lunga giornata. Lo sentivo
.

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Capitolo 21
*** Falling in love for the last time ***


cap 21 Allora ragazze siamo qui puntuali come sempreeee *____* saremo rapide perchè devo correre a preparare la cena(io Cloe..) e vogliamo come sempre ringraziarvi per le splendide e meravigliose recensioni che incredibilmente aumentano ad ogni singolo capitolo..non sapete quanto ci faccia piacereeee!!!
Grazie, grazie, grazieee!!!
Vi lasciamo alla lettura sperando che il capitolo non vi deluda *____*
Un mega bacione ragazze!!!
P.S= Qualcuno ci ha chiesto la data di nascita di Joy. ahahah è vero, avete ragione, stupidamente non l'abbiamo precisato. Cmq è nata il 24 luglio ed è del segno zodiacale del leone :)))


CAPITOLO 21 (Fio)


FALLING IN LOVE FOR THE LAST TIME


KRIS POV

Erano stati tutti molto gentili. Volendo avremmo potuto tranquillamente richiedere una camera singola e isolata, ma non ce n’era affatto bisogno per mezza giornata. Non amavo essere trattata in modo speciale e in un ospedale dopotutto un letto vale l’altro. Entrai nella camera e vidi solo diverse tende che separavano i lettini. Rob era dietro di me e mi teneva dolcemente i fianchi mentre avanzavamo nella desolazione di quella stanza vuota. C’era un letto disfatto, segno probabilmente che qualche triste donna era in sala operatoria. Presi posto al letto all’angolo della sala, proprio accanto all’unico letto sulle cui lenzuola, stesa, una ragazza, o una donna, non riuscii bene a carpirne l’età, fissava il soffitto.

Le mani Incrociate sul ventre e lo sguardo perso nel vuoto.
Cercai di non guardarla troppo ma non potei fare a meno di notare il camice e le ciabatte che aveva ai piedi. D’un tratto mi assalì l’ansia.
“Rob” lo chiamai con un labilissimo sussurro e lui si avvicinò a me curioso. “Io.. non ho portato niente.. Non sapevo che avrei dovuto portare qualcosa..”
“Ma cosa non hai portato?”
“Ma non lo so.. Un camice.. le ciabatte. Dio, che idiota, non mi sono nemmeno portata un paio di mutande di ricambio” scossi la testa dandomi della scema.
“Magari le danno qui.. perché non chiedi?” mi disse indicando col capo la ragazza a qualche passo da noi.
Mossi lo sguardo da lui a lei, mi fermai sul suo corpo esile per qualche istante e poi tornai di nuovo a guardare Rob. Non volevo disturbare quella ragazza.. ma magari.. magari sarebbe servito anche a lei svegliarsi dallo stato di trance in cui sembrava essere caduta.
Mi avvicinai lentamente alla tendina leggermente aperta che separava i nostri letti e l’afferrai. Istintivamente strinsi quella tenda in un pugno mentre mi schiarivo debolmente la voce.
“Ehm.. scusami..” azzardai e dopo qualche istante voltò il capo quel tanto che bastava per incontrare il mio sguardo.
Ebbi una stretta al cuore quando vidi i suoi occhi. Azzurri, lo stesso colore del mare..ma.. spenti. Vuoti. Due biglie senza vita.
Presi un profondo respiro raccogliendo le forze per parlare. “Scusami.. volevo sapere.. ehm.. Danno qui l’occorrente per l’operazione.. i vestiti.. ?”
Abbassò leggermente gli occhi. “Li danno qui.. ma è più igienico portarli da casa..”. Anche la sua voce era spenta, come se fosse morta, come se le parole uscissero esanimi.
“Grazie..” sussurrai maledicendomi per aver chiesto una cosa tanto stupida mentre quella donna era evidentemente invasa dal dolore.
Improvvisamente avrei voluto avere mia figlia tra le braccia. Volevo avere la sicurezza che stesse bene, volevo poterla baciare e stringere a me.
“Allora?”
“Rob faresti un salto a casa a prendermi delle cose?”
Annuì subito alzandosi dal letto.
“Prendimi una camicia da notte, quella blu con bottoni, e.. ehm…” Perché d’un tratto non riuscivo a parlare? “..e.. un.. un paio di pantofole e.. e un paio di mutande” dissi col fiato che mi si bloccava in gola.
Rob mi fu subito vicino e mi carezzo il viso alzandomi il mento per vedere i miei occhi. “Kris che succede? stai bene?” chiese preoccupato corrugando la fronte.
“Si si, sto bene. Voglio solo che.. Ti prego.. vai a casa e controlla Joy. Vedi se sta bene. So che è con mia madre ma vai.. e dalle un bacio per me..”
Annuì dolcemente. “D’accordo.. ma sei sicura? Non voglio lasciarti qui da sola..”
“Ci metterai poco.. non preoccuparti per me. Preferisco che vai” sussurrai decisa.
“O-ok..”.
Mi diede un dolce bacio sulle labbra. “Tornerò presto” promise mentre mi aggiustava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Annuii indecisa abbozzando un sorriso e dopo un ultimo rapido bacio lo vidi sparire dietro la porta.
Ecco.. ora ero sola. Tecnicamente non lo ero, ma mi sentivo quasi persa e in colpa. Non avevo il diritto di sentirmi così, non io che avevo avuto la più grande fortuna dalla vita, non io che stavo bene, non io che avevo mia figlia ad aspettarmi a casa.
Eppure un enorme vuoto mi riempiva il cuore. Forse era quella stanza spoglia, forse era l’odore dell’ospedale, o forse era solo l’immagine di quella donna che fissava il soffitto.
Mi misi a sedere sul letto e presi una rivista appoggiata al comodino.
Che ironia della sorte. Io e Rob in prima pagina su quella rivista di gossip. Era una foto vecchia, una della premiere, quando avevo ancora la pancia in bella mostra.
JOY PATTINSON E’ NATA! MA DOV’E’?
Quella scritta a caratteri cubitali occupava l’intera pagina e un ghigno di ironia mi si aprì sul viso. Nostra figlia aveva appena una settimana e pensavano davvero che l’avremmo portata fuori sotto i flash impazziti dei paparazzi?
No, non era questo quello che volevo per lei. Sapevo che non avrei potuto evitarlo a lungo, sapevo che presto o tardi avremmo dovuto mostrarla al mondo se volevamo chiudere la faccenda una volta per tutte, ma per il momento volevo tenerla per me. Dopotutto era mia figlia. Scuotendo il capo misi la rivista al suo posto senza nemmeno aprirla per leggere le duemila speculazioni che sicuramente vi avrei trovato. Non ero dell’umore e avevo imparato bene a stare alla larga dai pettegolezzi. Il segreto stava nel non lasciare che ti toccassero.
Presi a guardarmi le unghie e a mordermi qualche pellicina quando il mio sguardo cadde inevitabilmente di nuovo sulla donna accanto a me.
Mi bloccai di colpo quando mi resi conto che mi stava fissando. Lentamente lasciai cadere le mani e cercai di evitare il suo sguardo ma era inutile. Continuava a fissarmi.
“Quante settimane?” bisbigliò a un certo punto.
Oh no.. voleva sapere a quante settimane ero..
E ora? Come avrei fatto a dirle che per me era andato tutto bene, che mi figlia era nata e in salute e che non ero lì per un aborto?
“Oh..ehm..”. Cercavo disperatamente le parole giuste, quelle che avrebbero fatto meno male ma mi resi conto che non esistevano. La possibilità di mentire si fece largo nella mia testa ma non me la sentivo, non a quella ragazza che sembrava così reale nel suo dolore. Non potevo.
“In realtà.. ho partorito una settimana fa..ma.. durante la gravidanza ho avuto una minaccia d’aborto dovuta a un distacco di placenta e.. devono togliermi il materiale rimasto..” sussurrai sperando dentro di me che quella donna non mi odiasse.
Un sorriso amaro ma sincero le si aprì in viso. Potevo solo immaginare quello che stava pensando, la frustrazione e la rabbia per non essere stata altrettanto fortunata. Mi piangeva il cuore vederla così.
“Beata te..”
Mi gelai. Ero davvero beata. La fortuna che avevo avuto andava ogni oltre grazie che avrei mai potuto chiedere al cielo.
“Tu..?” iniziai ma non riuscii a finire la frase.
“Decima settimana” mi interruppe con voce fredda.
Rimasi in silenzio per qualche istante non sapendo cosa dire e infine sussurrai un debolissimo “Mi dispiace..”
Era banale, era inutile, ma era tutto quello che ero riuscita a dire.
“Comunque l’operazione non fa male.. il dolore forte è quello dell’anima..” sussurrò con sguardo triste. “Un secondo prima è lì.. e il secondo dopo.. non c’è più”.
Vidi una lacrima rigarle il viso e mi sentii così male per lei. Pensai a quanto ero stata fortunata. Se fosse capitato a me? Se non l’avessimo preso in tempo?
A quest’ora come starei? Mi sarei già ripresa o avrei vissuto maledicendomi per la mia stupidità? Non volevo nemmeno pensarci.. Non volevo immaginarmi in una situazione del genere..
E pensare che sarebbe potuto succedere..
Avevo rischiato..
Eppure Joy stava bene. Era viva, era in salute, e stava bene. Cercai di scaldarmi il cuore con quella consapevolezza ma era inutile.
Mi trovai accanto al lettino di quella ragazza a porgerle un fazzoletto che avevo probabilmente preso dalla borsa. Non mi ero nemmeno resa conto dei miei movimenti ma ora ero a due centimetri da lei.
“Grazie” sussurrò afferrando il fazzolettino. “Scusami.. non volevo rattristarti”
Solo allora mi resi conto delle lacrime che mi scendevano giù per le guance. Non sapevo nemmeno perché stavo piangendo. Per il suo dolore, per il mio senso di colpa, per la mia fortuna, per la mia gioia.. Avevo solo voglia di piangere insieme a quella ragazza.
Scuotendo il capo mi asciugai velocemente il viso con le mani. “Scusa tu..”
“Comunque io sono Sam” disse prendendo un respiro.
“Oh.. Kristen” risposi afferrando la mano che aveva allungato.
“Ah, allora sei tu.. Credevo semplicemente che le somigliassi..”
Di rimando sorrisi non sapendo bene cosa dire finchè non mi fece segno di sedermi sulla sedia accanto al suo lettino. Si sistemò meglio mettendosi seduta sul letto e iniziò a parlare: di quanto adorasse la saga, di quanto fossi una brava attrice, di quanto dovesse essere difficile una vita senza privacy.
Mi trovai a chiacchierare con quella ragazza di cui sapevo solo il nome con una tale naturalità che mi sorpresi di me stessa. Era raro che riuscissi a parlare così liberamente della mia vita con qualcuno, soprattutto uno sconosciuto, ma con lei era diverso. Non era una fan euforica, scatenata o fuori di testa. Era molto pacata nel suo modo di parlare, come se le sue parole le arrivassero dirette dal cuore e fui felice di notare ch sembrava più viva rispetto a poco prima.
“E Rob deve essere un ragazzo molto dolce vero?”
“Oh si.. lo è. Ed è così.. determinato. Mi ha aspettata per molto tempo..”
“E’ innamorato.. si vede da come ti guarda. Sei molto fortunata Kristen” disse con lo stesso tono triste di prima e si assentò per qualche secondo. Chissà cosa stava pensando.. chissà cosa aveva passato. Non c’era nessuno lì con lei.. era sola. Era davvero sola? Nessuno che le facesse compagnia? Nessun compagno? Nessun marito?
Non aveva fede al dito e lo stomaco mi si strinse sempre di più al pensiero di quella povera ragazza abbandonata a se stessa.
“Lo so” sussurrai cercando di rompere il silenzio e dopo qualche secondo tornò a guardarmi sorridendomi lievemente.
“Dimmi di tua figlia. Com’è? Come si chiama?”
Non sapevo se parlare di lei le avrebbe fatto bene o l’avrebbe ferita ancora di più, ma non potevo evitare semplicemente le sue domande e pensai che per chiederlo evidentemente sapeva quello che sarebbe riuscita a sopportare. Magari le avrei trasmesso un po’ di speranza.
“Si chiama Joy ed è.. bellissima..”
“Con due genitori così..”
Arrossi di imbarazzo. “E’ ancora così piccola, ho quasi paura a prenderla. Sembra che possa spezzarsi da un momento all’altro.. ma poi quando ce l’ho tra le braccia.. mi sento completa..”
“Deve essere bello..”
“Si.. lo è” non potei fare a meno di ammettere e in quello stesso istante fummo interrotte da qualcuno che bussava alla porta. Poco dopo Rob si affacciò piano ed entrò.
“Eccoti!” esclamai restando al mio posto.
“Eccomi”. Mi guardò confuso e dopo che ebbe poggiato la borsa sul letto venne verso di me chiedendo il permesso di entrare in quello spazio riservato.
“Rob.. lei è Sam. Sam, Rob”
Si presentò a Rob così come si era presentata a me. Vera, reale e per la prima volta mi sorpresi che ci fosse qualcuno ancora abbastanza maturo da non saltargli addosso.
Ma in fondo, quella ragazza aveva appena detto addio a suo figlio. La sua solitudine era la sua priorità. Fatte le presentazioni fu facile riprendere a parlare come se niente fosse. Sam sembrava una ragazza davvero in gamba e fui lieta di vederla ridere a qualche battuta di Rob che cercava di portare un po’ di allegria in quella stanza.
Quanto lo amavo. Quanto ero stata fortunata.
Tra una chiacchiera e l’altra mi preparai con la mia vestaglia finché verso le undici vennero a prendermi per portarmi in sala operatoria.
Rob sarebbe voluto venire con me, ma ovviamente non poteva e sarebbe stato inutile. Non sapevo praticamente nulla del processo di raschiamento se non che si operava con anestesia totale. Sarebbe stato inutile per lui stare lì ma sapevo che l’avrebbe fatto anche solo per tenermi la mano e accompagnarmi nel sonno.
“Andrà tutto bene tesoro. Non hai paura vero?” chiese mentre insieme a me e all’infermiera camminava nel corridoio.
“Certo che no. Non vedo l’ora di tornare a casa però..”
“Presto amore mio”.
Gli baciai le labbra e lo lasciai dietro le porte che non poteva oltrepassare.
Da quel momento in poi cercai di non pensare più a nulla e senza accorgermene mi trovai stesa su un lettino. Sentivo le voci dei medici che mi rassicuravano ma non mi importava.
Joy. Solo Joy. Solo mia figlia esisteva nella mia mente. Le sue manine, i suoi occhi, i suoi gemiti.
Non vedevo l’ora di uscire da lì e riabbracciarla.
Cullata da quel pensiero.. e dall’anestesia.. chiusi gli occhi e mi addormentai.
Mi svegliai quando ero di nuovo in camera. Sul mio lettino.
“Finalmente bella addormentata”. Rob mi carezzava la mano dolcemente.
“Hey..”
“Come va?”
“Bene” risposi sicura con la voce ancora un po’ assonnata. “Ma quanto ho dormito?”
“Non molto, ti hanno riportata qui da poco”.
Mi voltai a guardare l’orologio che segnava appena le dodici. Sapevo che l’operazione durava massimo una mezz’oretta ma avrei voluto dormire ancora e svegliarmi direttamente quando sarei potuta tornare a casa.
“Mi dai un bacio?” lo pregai non sapendo bene da dove nascesse quel piccolo bisogno.
Mi sorrise dolcemente, quasi emozionato, mentre mi carezzava i capelli. Piano si avvicinò al mio viso e poggiò le labbra sulle mie.
“Grazie” sussurrai tenendogli il viso tra le mani.
“Quando vuoi” sorrise.
“Hai sentito mia mamma? Come sta Joy?”.
Avrei voluto chiederglielo prima ma non avevo avuto il coraggio di farlo davanti a Sam.
“Sta bene.. e ha mangiato tutto.. Sembra che dopotutto il latte in polvere le piaccia”
“Meno male. Mi manca già, sai? Non vedo l’ora di tornare a casa” sospirai.
“Ancora poche ore” mi tranquillizzò e mi rilassai.
Poche ore e avrei riavuto mia figlia tra le braccia.
Nonostante il tempo sembrasse scorrere più lentamente del solito, il pomeriggio passò e tra un tè con biscotti e qualche chiacchiera con Sam, si fecero le 18:00 e a quel punto potevo essere dimessa.
Mi vestii e Rob mi aiutò a raggruppare le poche cose che avevo portato.
Andai da Sam e la trovai altrettanto pronta, in piedi, vestita, sistemata, i capelli neri alzati in una coda.
“Vai via anche tu?” le chiesi.
“Si” sospirò felice. “Mia madre viene a prendermi tra poco”
“Ma il tuo ragazzo?”. Parlai prima di pensare e mentalmente iniziai a colpirmi in testa con un martello.
Dio Kris! Perché sei tanto stupida?!
Sam abbassò il viso e si morse le labbra trattenendo le lacrime. Non sapevo cosa fosse successo, non potevo saperlo e in fondo non volevo saperlo.
“Scusami..” dissi per la decima volta quella giornata.
“Tranquilla Kristen. Va tutto bene. Tieniti stretta la tua famiglia.. sei davvero una ragazza fortunata. Lo siete entrambi.. e vi auguro tutta la felicità che meritate”
“Troverai anche tu la tua felicità” le carezzai il braccio e spinta da chissà quale impulso l’abbracciai. Era assurdo, per la prima volta mi sembrava quasi di poter essere me stessa con qualcuno che conoscevo da poche ore.
“Kris andiamo?” Rob si affacciò carico delle mie borse e mi scappò un risolino.
“E’ stato un piacere conoscerti Sam” allungò una mano che lei afferrò subito.
“Anche per me, davvero. Grazie per la compagnia. Sarebbe stato molto peggio senza di voi”
“Prenditi cura di te”
“E tu di Joy..”
Le sorrisi annuendo. “Ciao..” bisbigliai e afferrando la mano di Rob uscimmo finalmente da quella stanza e da quell’ospedale.
“Hey Rob?” lo chiamai a un certo punto.
Si fermò e si voltò per fissarmi. “Dimmi”
Scrollai le spalle. “No niente.. volevo solo dirti che ti amo..”.
Lui non rispose ma aggrottò la fronte assumendo un’espressione dolcissima.
“..e.. grazie.. per amarmi.. e per esserci sempre..” terminai fissando il pavimento.
Lui mi alzò il mento con un dito. “Non ringraziarmi.. amarti è tutto per me..” disse con un sorriso che ricambiai subito. Gli strinsi forte la mano e riprendemmo a camminare verso l’uscita.
Cercai di non pensare al fastidio che camminando mi procurava il pannolone che mi avevano messo per le perdite ed entrai in macchina il più presto possibile.
Rob fu subito al posto di guida e mettendo in moto sorrise e sapevo che stava pensando quello che pensavo io: casa, Joy.

Dopo i quindici minuti in macchina che mi erano sembrati i più lunghi della mia vita arrivammo finalmente a casa. Rob non fece nemmeno in tempo a parcheggiare nel vialetto che io avevo già la portiera aperta, pronta a precipitarmi fuori appena la macchina si fosse fermata.
Scesi di corsa e mia madre mi aprì la porta prima ancora che bussassi.
“Dov’è?” chiesi appena la vidi.
“Tesoro calmati.. come è andata?”
“Tutto bene mamma tranquilla. Dov’è Joy?” dissi tutto d’un fiato.
Lei rise scrollando gli occhi al cielo e facendosi da parte mi indicò il passeggino all’angolo del salone. Fui subito lì e in meno di due secondi l’ebbi di nuovo tra le braccia.
“Amore mio”. Cercai di stringerla più dolcemente che potevo al mio petto mentre le sorreggevo il capo. Non volevo lasciarla più, non volevo allontanarmene.
Mi cullavo col corpo stringendo mia figlia e finalmente mi sentii bene. Dio, quanto mi era mancata. Solo in quel momento me ne resi davvero conto.
Era possibile che la mia vita già dipendesse da lei in quel modo? Come se un sottilissimo filo mi unisse a lei..
Con la coda dell’occhio vidi Rob entrare, posare la borsa all’ingresso e parlare con mia madre. Non ascoltavo quello che stavano dicendo, non m’importava.
Riemersi dal mondo in cui mi ero isolata con mia figlia solo quando mia madre mi venne vicino per salutarmi e avvisarmi che stava per tornare a casa.
Solo allora mi ricordai di chiederle com’era andata la giornata. Mi informò con mio grande piacere che Joy aveva mangiato tutto nonostante fosse la prima volta che prendeva il biberon e che era stata tranquilla tutto il giorno.
Ovviamente..
Si divertiva a fare i capricci solo quando stava con me..
“Grazie di tutto mamma..”
“Ma non dirlo nemmeno tesoro!” esclamò. “Ciao piccolina, fai la brava” si chinò su Joy per darle un bacino sul naso e dopo aver salutato Rob con un abbraccio sparì dietro la porta di casa dove un taxi già l’aspettava sul vialetto.
Rob mi preparò qualcosa da mangiare visto che avevo solo quei miseri biscotti sullo stomaco da un’intera giornata. Mangiai con appetito mentre lui cullava il passeggino avanti e indietro per la cucina. Joy era più calma del solito, troppo calma.. e la cosa mi preoccupava parecchio. Non volevo che scatenasse la foga repressa tutta insieme durante la notte.
Dopo mangiato mi preparai a farla mangiare, sperando che non rifiutasse il mio latte dopo quello in polvere che aveva avuto per un’intera giornata. Mi sistemai sul divano mentre Rob azionava il lettore DVD e con mio grande piacere Joy si attaccò e iniziò a succhiare con foga.
Guardai poco il film troppo concentrata a fissare la mia bambina finché verso le undici non si addormentò. Sorridevo da sola come una scema vedendola così calma tra le mie braccia. Finalmente.
Forse avevo un po’ esagerato, magari ero stata davvero troppo dura con me stessa. In fondo aveva solo una settimana..
Rob mi circondò con un braccio e mi attirò a lui. Poggiai il capo sulla sua spalla mentre una sua mano carezza dolcemente il braccino di Joy.
A malincuore decisi che sarebbe stato meglio metterla almeno nel passeggino prima che si svegliasse di nuovo e quando decidemmo di portarla a letto dormiva talmente beata che non avemmo il coraggio di prenderla in braccio rischiando che si svegliasse. Rob spinse un paio di clip ai lati del passeggino e si trovò col portenfant libero dal resto dell’aggeggio.
Ringraziai la tecnologia che creava passeggini smontabili e così pratici.
La portammo sopra e rimontammo il tutto nella cameretta evitando così di spostarla nella culla.
Rob mi guardò con un sorriso trionfante alternando gli occhi tra me e lei.
“Forse stasera è davvero la volta buona..” sussurrai. “La vedo davvero tranquilla. Non è che mia madre le ha dato camomilla al posto del latte?”
Rob rise sottovoce. “Se è così.. ricordami di ringraziarla..”.
Restammo ancora per qualche minuto abbracciati sulla soglia della porta finché il sonno catturò entrambi.
Mi svegliai verso le tre. Automaticamente. Ormai il mio corpo si era già praticamente abituato alle poppate notturne e all’orologio biologico che suonava ad intervalli regolari durante la notte.
Mi alzai cercando di fare meno rumore possibile cercando di non svegliare Rob. Non volevo che si alzasse con me, non ce n’era bisogno e poi era davvero distrutto. Doveva aver dormito pochissimo la notte scorsa.
Joy era sveglia ma tranquilla nel passeggino. Mi sorpresi di vederla così, ma forse perché sapeva che sarei andata a darle quello che voleva.
“Ciao amore mio..” sussurrai prendendola tra le braccia e sedendomi sulla sedia a dondolo nella penombra di quella stanza.
Premeva contro il mio piccolo seno aiutando il latte ad uscire e mi incantavo a vedere le sue labbra muoversi così sinuosamente.
Un’ondata improvvisa di tristezza e malinconia mi invase il corpo. Pensai a Sam, a quanto dovesse soffrire pensando a quello che le era stato portato via. Perché se davvero esisteva un Dio doveva dare la vita per poi toglierla?
La mia mente elaborava molte immagini diverse: la mia vita senza Joy, il sangue sui miei vestiti, quella dannata sera, il mal di testa, la stanchezza..
Quanto ero stata stupida..
“Hey”. La voce di Rob mi fece alzare il viso all’improvviso e i miei occhi presero di nuovo vita.
“Rob”
“Perché non mi hai chiamato?”. Avvicinandosi penzoloni si sedette sulla piccola poltroncina accanto la sedia.
“Non ce n’era bisogno. Sei stanco.. torna a dormire..”
Scosse il capo impercettibilmente. “Cos’hai?”
Gli lanciai uno sguardo cercando di capire cosa volesse dire ma immaginai che mi avesse vista poco prima assorta nei miei tristi pensieri.
“A cosa pensavi? Avevi lo sguardo perso nel vuoto.. come oggi in clinica..”
Ovviamente non si lasciava sfuggire niente. Mi conosceva troppo bene ed era quasi assurdo visto che stavamo insieme da appena due anni.
Per una volta decisi di parlargli apertamente. Ormai era acqua passata, parlarne mi avrebbe fatto più bene che male.
“Pensavo.. a quanto sono stata stupida..a quanto.. abbiamo rischiato..”
Senza dire niente Rob mi carezzò la guancia.
“Avremmo potuto perderla Rob.. e sarebbe stata tutta colpa mia.. Come.. come avevo potuto..”
“Sssh..” con quel sussurrò riuscì a bloccare in tempo le lacrime che stavano per scendermi. “Non è successo.. Non è successo niente..”
“Si..ma.. ma se penso che poteva succedere..”
“Non pensarci.. Non pensarci. Guardala Kris.. è qui.. e sta bene..”.
Quasi come se anche lei volesse consolarmi e rassicurarmi, Joy si staccò dal mio seno e mi strinse forte il dito.
“Si..” sussurrai decisa.
“Torniamo a letto.. Approfittiamo della serata tranquilla”
Passai Joy a Rob che le tolse la bavetta per poi posarla nella culla e in  meno di due minuti era sorprendentemente di nuovo addormentata.
La cosa iniziava a farsi preoccupante…
Tornammo a letto rilassati e speranzosi per le notte insonni ormai andate.
“Che ti avevo detto? Era solo questione di tempo..
Senti..”
Rimasi in silenzio per qualche secondo, stesa immobile sul letto. Alla fine mi voltai verso di lui. “Non sento niente..”
“Esatto!” esclamò trionfante e capii.
Risi avvicinandomi a lui. “Buonanotte amore mio..” sussurrai baciandolo prima di chiudere di nuovo gli occhi.
Presto detto. Non feci nemmeno in tempo a riaddormentarmi che sentii di nuovo il pianto irrompere nella stanza vicina.
“Lo sapevo” borbottai. “Era troppo calma.. troppo bello per essere vero” sospirai mentre ci alzavamo.
Lasciai che fosse Rob a prenderla e dovevo ammettere di essere un po’ sollevata nel vedere che stavolta nemmeno lui era capace di calmarla.
Era frustrante non sapere cosa volesse. Aveva appena mangiato, non doveva essere cambiata.. Non poteva dormire così poco ogni notte altrimenti non saremmo arrivati a fine mese..
“Amore di papà.. perché piangi?” bisbigliava Rob un po’ esasperato. “Fammi capire”. Certo.. come se una bambina di appena una settimana potesse davvero indicargli quello che voleva. Magari fosse stato così facile.
“Forse si era abituata al passeggino..” azzardai stropicciandomi gli occhi e lanciando una veloce occhiata all’orologio.
Le quattro meno venti. Vi prego, uccidetemi!
Non potevamo iniziare ogni giornata così..
Rob accolse la mia idea e la poggiò nel passeggino iniziando ad andare avanti e indietro e canticchiando qualcosa che non riuscivo ad identificare. Non era una ninna nanna conosciuta, nemmeno una delle sue canzoni, era una melodia nuova di cui sicuramente non avrei ricordato nemmeno il ritmo la mattina dopo. Ma era dolce.
Appena chiudeva gli occhi fermava il passeggino e lei li riapriva immediatamente. Fu così per almeno una mezz’ora finché sembrò essersi addormentata di nuovo.
Rob lasciò dolcemente il passeggino affievolendo il cullare pian piano e facendomi segno di fare silenzio mi spinse fuori dalla camera e di nuovo sul letto.
“Ti prego, uccidimi” lo implorai sarcastica mentre mi arrampicavo sul letto.
“E poi chi uccide me?” scherzò lui e nonostante la stanchezza risi leggermente.
Sbadigliai e piombammo nello stesso istante sul letto.
“Pensi che torneremo mai a dormire ininterrottamente per almeno cinque ore a notte?” gli chiesi fissando il soffitto.
E nello stesso istante in cui lo sentii prendere un respiro, di nuovo piangeva.
Ma non era possibile! Non era possibile! Perché? Perché piangeva?
“..credo proprio di no..” mormorò Rob trattenendo un finto pianto disperato.
“Ora basta!” esclamai scattando in piedi.
“Che vuoi fare?”
Non risposi e uscii dalla stanza facendogli segno di restare lì.
Sicura entrai nella stanza dove le urla rimbombavano più che mai, svegliandomi completamente la presi dal passeggino con tutta la copertina in cui era avvolta e mentre la cullavo tornai in camera da letto dove Rob era nella stessa posizione. Ora mi fissava stranulato.
“Che vuoi fare?”
“Fatti più in là..” lo intimai e subito lui mi fece spazio.
Facendo attenzione a maneggiare bene la fragile testolina di Joy, mi sedetti sul letto e la poggiai al centro, ancora in lacrime.
“Sssh” sussurravo mentre con le mani muovevo dolcemente il materasso attorno a lei sperando che funzionasse come per il passeggino. Rob capì subito le mie intenzioni e la coprì con la leggera coperta per poi prenderle la manina.
Dopo qualche minuto le lacrime sparirono e le urla andarono pian piano ad affievolirsi finché non cessarono definitivamente.
Fermai il movimento sperando che non riprendesse a piangere e infatti fu così. Ora era lì, tranquilla, che ci fissava.
Mi stesi dolcemente accanto a lei che stirava le sue braccine in avanti. Le afferrai la mano libera e subito lei strinse il mio mignolo.
Dopotutto.. era solo questo il problema. Non voleva stare sola.
“Geniale..” sussurrò Rob e alzando lo sguardo vidi che mi guardava in modo adulatorio. “Vedi che sei una mamma perfetta?”
Non risposi e sorridendo scossi leggermente il capo mentre la presa di Joy si faceva sempre più debole e le sue palpebre battevano sempre più piano.
“Immagino che ora possiamo dormire”
“Già.. peccato che non ho più sonno..” confessai con una piccola risatina.
“Già.. nemmeno io. Potrei stare sveglio tutta la notte a guardarla..” sussurrò leggendomi nel pensiero.
“Si.. anche io..”
E senza dire altro.. restammo svegli a guardare nostra figlia che dolcemente chiudeva gli occhi e finalmente raggiungeva il mondo dei sogni
.

P.S= Girls il titolo del capitolo richiama quello di una bellissima song di cui Fio ha fatto un video Robsten F.A.V.O.L.O.S.O!! Guardatelooo QUI

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Capitolo 22
*** Buon complemese Joy! ***


cap 22 BUONASERA GIRLS!!! Eccoci qui dopo soli 9 giorni! U__U siamo terribilmente buone lo sappiamo. Beh che vi possiamo dire? vi vogliamo trooppo bene per le recensioni bellissime che ci lasciate e che ci spronano a scrivere sempre meglio  *___* davvero senza di voi questa storia non sarebbe lo stesso, anche se ve lo diciamo sempre.  Vi lasciamo a qst dolcissimo capitolo molto molto tenero, sperando vi faccia sciogliere...sempre che non ci abbia già pensato il caldo hihihi.  Cmq il prossimo capitolo che verrà postato sarà super speciale perchè... perchè  lo posteremo insieme!! Ebbene sì Cloe se ne va a casa di Fio a scrocco una settimana U___U  ahahahah.
Allora gente ci si rivede tra 10 giorni!!
Bacio e..enjoy the chapter!! ;)


CAPITOLO 22 (Cloe)


BUON COMPLEMESE JOY!




KRIS POV

“Ueueueueueueueu”
Mi svegliai di soprassalto, terrorizzata e completamente sudata. Oddio…oddio..
Joy stava piangendo, dovevo andare a prenderla e vedere come stesse…
Sbattei le palpebre un paio di volte, mentre i miei occhi si abituavano alla scarsa luce che entrava dalla finestra e lentamente riacquistavo lucidità.
E mi resi conto che, in realtà, non c’era nessun rumore in casa.
Nessun lamento, nessun pianto.
Mi passai una mano tra i capelli e il battito del mio cuore decelerò automaticamente. Lanciai una rapida occhiata all’orologio sul comodino e mi stupii.
Erano le 6 e 30 passate e Joy non si era ancora svegliata?
Forse dovevo andare a controllarla. Di solito all’alba si svegliava per la poppata: non era normale che dormisse così tanto..
Mi voltai per dare uno sguardo a Rob e, prima che potessi iniziare di nuovo a preoccuparmi inutilmente, capii il perché di quell’innaturale tranquillità.
E sorrisi.
I miei due bambini se ne stavano tranquillamente abbracciati, placidamente addormentati proprio a pochi centimetri da me.
Rob era accoccolato vicino a Joy, il naso premuto nell’incavo del suo piccolo collo mentre nostra figlia era aggrappata ad una della sue mani, succhiando avidamente il dito di Rob quasi fosse un succhiotto.
Erano così…dolci che dimenticai perfino di arrabbiarmi perché l’aveva portata di nuovo nel lettone con noi. Doveva essersi alzato lui a darle il biberon e a cambiarle il pannolino nel bel mezzo della notte e certamente, quella piccola furbetta aveva pianto finchè Rob, esausto l’aveva accontentata.
Aveva oggi, appena un mese di vita e già si rigirava il papà intorno al suo piccolo dito soltanto con uno sguardo.
Allungai il busto e le posai un bacino sulla fronte, così delicato che a mala pena lo percepì. Rob mugolò qualcosa invece ma, non appena carezzai i suoi capelli con le dita,si rilassò all’istante.
Scesi piano, infilai le infradito e feci il giro del letto così da trovarmi in piedi di fianco a lui. Rimboccai il semplice lenzuolo leggero con cui erano coperti e rimasi per qualche minuto impalata a fissare i loro petti che si alzavano e si abbassavano quasi all’unisono. Era così bello vederli insieme, vedere quanto fossero uno parte dell’altra.E non solamente fisicamente anche se, anche in quell’ambito, erano davvero simili: si capiva che i riccioli chiari di Joy sarebbero diventati presto dello stesso color grano di quelli di Robert. Ma la vera magia era…era il modo in cui si comprendevano senza nemmeno doversi parlare. Lui sapeva sempre cosa fare, come tenerla per farla smettere di piangere o per strapparle uno dei primi stentati sorrisi che ci aveva rivolto.
Sorrisi per un attimo ripensando che i primi giorni ero quasi stata un po’ gelosa di questo loro rapporto speciale. Ora invece anche io iniziavo a prendere confidenza col mio ruolo di madre e a identificare i diversi tipi di pianto di mia figlia: quello di quando stava male, quello di quando aveva fame e quello…beh quello di quando voleva semplicemente fare un po’ i capricci.
E la gelosia era scomparsa da sola in un soffio, così come era arrivata. Anzi, ora vederli così uniti, così legati non mi procurava altro che una sensazione di totale e completa pace e gioia. Oltre che una certa tranquillità, perché sapevo che qualunque cosa fosse successa lui l’avrebbe protetta sempre.
Per sempre.
Rivolsi loro un’ultima tenera occhiata e poi scesi al piano di sotto, anche se era ancora molto presto. Sapevo che non sarei più riuscita ad addormentarmi perciò tanto valeva preparare la colazione per entrambi.
Preparai il caffè e, presa da un improvvisa ispirazione, iniziai a mescolare in una ciotola il latte e la farina.
Frittelle.
Sì, avevo decisamente voglia di frittelle quella mattina e sapevo per certo che anche Rob non avrebbe detto di no all’offerta. Ultimamente non diceva mai di no all’offerta di un pasto preparato da me. Non sapevo ancora se per non offendermi o perché apprezzasse veramente.
La verità era che avevo un po’ più di tempo disponibile ultimamente e, durante le ore in cui la bambina dormiva, ero diventata totalmente ossessionata dal canale di cucina. Poteva anche essere assurdo ma..ma volevo essere una buona madre e una buona futura moglie. Chi l’avrebbe mai detto che io, Kristen Stewart, così scostante, così bitchface come mi definivano gli altri, avrebbe mai fatto un discorso così tradizionalista? La verità era che io non ero mai stata né scostante, né fredda né…né in tutti gli altri modi che mi avevano definita nel corso degli anni.
Solo la mia famiglia e Rob avevano imparato a conoscermi davvero per quello che ero.
Presa da un’improvvisa allegria accesi la radio e, quando sentii la canzone che passavano, non riuscii a trattenere le risa.
“California Girls” di Katy Perry.
Probabilmente era un qualche strano gioco del destino. Ricordavo perfettamente un’altra mattina in cui mi ero svegliata e mi ero messa a preparare le frittelle pensando a Katy Perry. Certo, quella volta avevo finito per spappolare il cibo mentre la immaginavo a rotolarsi su un letto col mio fidanzato.
Dio, come ero stata assurda!
Non ricordavo esattamente come fossero andate le cose quel giorno  ma ero sicura al 100% di aver mandato almeno un centinaio di maledizioni contro Katy. Poverina…
In fondo mi era anche simpatica. Certo, più restava lontana da Rob più avrebbe continuato a restarmi simpatica.
Trascinata dalla canzone che mi aveva tormentato per tutta l’estate iniziai a canticchiare, usando la spatola come microfono mentre aspettavo che la piastra su cui versare il liquido fosse sufficientemente calda.
“California Girls were unforgettable, Daisy Duke bikinis on top…”
Feci una piccola giravolta e rimasi impietrita quando mi accorsi di Rob, tranquillamente appoggiato allo stipite della porta della cucina, intento a fissarmi divertito.
La spatola cadde a terra.
Sentii il viso andarmi a fuoco, probabilmente attraversando ogni singola gamma di colorazione del rosso.
Raccolsi la spatola  e la risciacquai sotto l’acqua , mordendo il labbro e maledicendo la mia sfortuna per averlo fatto svegliare proprio durante la mia performance.
Sentii le sue braccia avvolgermi da dietro e le sue labbra posarsi sulla mia guancia, ancora arcuate in un mezzo sorriso.
“Non ti azzardare a ridere di me..” borbottai “O salti la colazione, giuro”
“Non sto ridendo..” disse piano appoggiandosi al bancone di fianco a me. Azzardai un’occhiata nella sua direzione e lo vidi mordersi disperatamente il labbro inferiore nel disperato tentativo di trattenersi. Ma, quando i suoi occhi incontrarono i miei, non ce la fece più e scoppiò, tenendosi la pancia.
E..e anche io risi con lui, appoggiandomi al ripiano.
Mi asciugai le lacrime che si erano formate ai bordi dei miei occhi e rigirai la frittella così che non si bruciasse e Rob mi abbracciò di nuovo, affondando il capo tra i miei capelli.
Ispirò forte “Non sapevo avessi anche ispirazioni da cantante..”
“Beh, ci sono così tante cose che non sai..” risposi provocatoria raccogliendo una goccia di sciroppo ai lamponi che colava dal barattolo e portandola alla bocca.
Vidi i suoi occhi seguire i miei movimenti, avido.
“Sai cosa vorrei sapere adesso?” domandò roco.
Scossi il capo “Vorrei sapere che sapore hanno le tue labbra. Vorrei sapere che sapore ha il tuo corpo..”
Arrossii alle sue parole. Le aveva dette in un modo così…wow.
“E allora vieni a scoprirlo..” sussurrai e prima che potessi pensare a ciò che stavo facendo, lo attirai verso di me e la sua bocca fu subito sulla mia.
All’inizio fu un bacio lento e dolce, mentre Rob giocherellava e torturava il mio labbro con i denti ma, poi,crebbe d’intensità, finchè senza sapere come sentii qualcosa di duro dietro di me: il tavolo da pranzo.
“Direi che sanno di lampone..sono così dolci..” mugolò senza staccarsi da me anzi, si spinse ancora un po’ contro di me e io mi ritrovai seduta sul tavolo con Rob tra le mie gambe.
Esattamente dove desideravo che fosse da un sacco di mesi.
Dio, era una vita che non facevamo l’amore!
Decisamente era quello che doveva pensare anche Rob visto il modo in cui le sue mani stavano giocando col bordo della mia leggerissima camicia da notte, ormai salito fino alla mia vita.
Fremetti quando il suo pollice mi sfiorò l’intimo.
“Dio, Kris ti voglio così tanto”
“Anche io..” mormorai ma, in un attimo di lucidità, mi ricordai di qualcosa di più fondamentale “La bimba…Dov’è..Joy?” chiesi tra un bacio e l’altro.
“Dorme..”
“Non..non nel ..lettone da sola”
Scosse il capo, mentre leccava piano il mio collo “L’ho messa nella culla. Siamo solo io e te Kris...”
Risposi qualcosa senza senso abbassandomi e sdraiandomi completamente sul tavolo.
Mi fissò un attimo incerto. “Sicura? Non è molto comodo..” In realtà vedevo dai suoi occhi che non desiderava altro che saltarmi addosso e io non stavo di certo messa meglio. Poteva essere sul tavolo , sul divano, in cima ad una montagna…non mi importava.
Lo afferrai per il colletto della maglietta e lo feci sdraiare su di me. “E’ eccitante..”
Rob rise , ricominciando il lavoro di venerazione del mio collo che prima si era interrotto.
Le sue labbra scesero delicate ma decise sul mio petto e, quando finalmente le avvertii attraverso la stoffa sottile della camicia gemetti. Non sapevo quanto sarei stata in grado di resistere  a questo punto. Era da troppo tempo che lo volevo sentire dentro di me e, quando le sue dita iniziarono a giocherellare e ad abbassare il mio intimo chiusi gli occhi e tremai.
Dio, volevo che mi toccasse..volevo sentirlo..
Non ce la facevo più, mi sembrava di andare a fuoco. Letteralmente.
Quasi quasi riuscivo a sentire l’odore di bruciato..
Aspetta.
C’era davvero odore di bruciato.
Immediatamente spalancai gli occhi e vidi una piccola nuvoletta di fumo sopra la testa di Rob.
Oh mio Dio, la casa andava a fuoco!
Lo scostai in malo modo e lui, preso alla sprovvista cadde a terra. Proprio in quel preciso istante si accese l’allarme antincendio e iniziò a risuonare per tutta la casa facendo un rumore assordante.
Mi voltai verso l’angolo cottura e mi resi immediatamente conto di cosa aveva procurato tutto quel trambusto: avevo lasciato le frittella sulla piastra e ora erano diventate un appetitoso pezzo di roccia nero e fumante. Subito mi fiondai a spegnere tutto e dopo aver raccolto i miseri resti della colazione non consumata, mi concentrai su come spegnere quel dannato aggeggio prima che svegliasse…
“Ueueueueue”
Sbuffai. Ecco, come non detto.
Mi voltai e mi resi conto che Rob, nel frattempo, era ancora a terra a fissarmi con sguardo inebetito.
Oddio doveva esserci rimasto davvero male. Gli toccava andare di nuovo in bianco… Avrei quasi riso della sua espressione afflitta se l’allarme non avesse continuato a spaccarmi i timpani insieme al pianto dirotto di mia figlia proveniente dal piano di sopra.
“Rob..” lo chiamai e non appena sentì la bimba si riscosse e saltò in piedi. Sapevo che non sopportava di sentirla piangere per più di due minuti. Diceva sempre che gli spezzava il cuore.
Uscì in fretta dalla cucina e, dopo aver preso una sedia e aver dato un leggero colpetto all’aggeggio infernale, finalmente la casa tornò al consueto silenzio mattutino.
Sospirai di sollievo. Non sentivo nemmeno più la piccola piangere.
“Ehm ehm” disse una voce alle mie spalle “possiamo entrare? Non vorremmo interrompere altre performance private”
Risi “Vieni scemo”
Rob entrò in cucina con il mio piccolo pulcino tra le braccia che, non appena mi vide si abbarbicò contro il mio petto, alla ricerca del seno.
Rob mi aprì la sedia e io mi sedetti, permettendo finalmente a Joy di nutrirsi, dopo aver abbassato la spallina del mio indumento. Si attaccò con una forza tale che mi fece quasi male.
“Accidenti amore, stavi morendo di fame..”
“Strano, alle tre si è alzata e ha mangiato tutto il latte in polvere” rispose sedendosi accanto a me e prendendo ad accarezzarle la testolina chiara.
“Grazie per esserti alzato. Non vi ho nemmeno sentiti”
“Non dirlo neppure per scherzo amore” mi baciò la guancia e io arrossii.
“Credi riusciremo mai a stare insieme di nuovo? A fare l’amore senza far capitare qualche disgrazia o mandare a fuoco la casa?” domandai ridacchiando
“Non lo so..” rispose “Beh mal che vada a me resta sempre Katy Perry con cui consolarmi”
“Ahahaha” scimmiottai il verso di una risata “Molto divertente. Non farmela ricominciare ad odiare. Iniziava a starmi simpatica..”
“Forse è una donna di casa migliore..” rise “Cosa sono tutti quegli aggeggi in salotto e quelle scatole?”
Alzai gli occhi al cielo.
Erano due settimane che glielo avevo detto.
Due settimane che ripetevo la stessa cosa e ovviamente, lui cadeva dalle nuvole.
“Mmmm le parole Elle e servizio fotografico non ti dicono nulla?”
Era stata un’idea dei nostri agenti. Presentare la bambina e la nostra nuova vita formato famiglia dando l’esclusiva ad una sola rivista sarebbe stato meglio. O almeno, secondo loro, avrebbe fatto sì che i giornalisti e la gente finalmente smettesse di ossessionarci.
Rob si battè una mano sulla fronte. “Cavolo me n’ero scordato! E’ che oggi è il compimese di Joy e..tutto il resto è passato in secondo piano”
Scattò in piedi. “Forse è il caso che io vada”
“Dove?”
Questa volta fu lui ad alzare gli occhi al cielo “A telefonare a Katy Perry… Kris vado a vestirmi. Non posso mica accogliere giornalista e fotografi in boxer”
“Beh..” gli lanciai un’occhiata ammiccante “La maggior parte delle donne ucciderebbe per avere quella visuale.
Si chinò fino a sfiorarmi le labbra “Sì ma l’esclusiva ce l’hanno solo due donne. Joy e…Katy…”
Gli diedi uno scappellotto, ridendo e lui mi baciò più a fondo “Scherzo amore..vedrai che riusciremo a restare soli. Noi due soltanto..e allora vedrai che non mi scappi..”
Annuii mentre lui si alzava e dopo aver accarezzato nuovamente Joy, usciva dalla cucina.
“E comunque io non mi preoccuperei di Katy…piuttosto tu non sai che cosa mi ha sussurrato Vanessa Hudgens quando mi ha consegnato il premio ai MMA…”
Sentii il sorriso spezzarmisi sulle labbra.
Scherzava, vero?
Vero?
“Rob..Vanessa Hudgens cosa???” strillai mentre avvertivo l’eco della sua risata.

“Ok..ora Rob circondale con un braccio e tutti e due guardate la bambina” disse il fotografo a quella che mi parve essere perlomeno la trecento milionesima foto. Eravamo in posa sul divano e Joy iniziava a spazientirsi a stare in braccio. Probabilmente voleva riposarsi tranquilla nella sua carrozzella.
“Ok..direi che abbiamo finito” disse qualcuno e finalmente potei tirare un sospiro di sollievo. Mi alzai e posai la piccola tra le copertine e immediatamente si rilassò, chiudendo gli occhi e abbracciando il suo coniglietto.
Anche Rob si avvicinò e insieme potemmo rimirare nostra figlia. Anche se, a dire la verità io mi ritrovai presto a rimirare lui.
Vestito nell’elegante completo firmato che gli avevano fatto indossare per il servizio.
“Pensi che sono bellissimo?” mi stuzzicò notando la mia espressione.
Alzai gli occhi al cielo. “Veramente pensavo a Vanessa Hudgens..”
“Dai amore ti ho già detto che scherzavo..”
Si …forse.
Insomma, comunque non mi piaceva.
Quando gli aveva consegnato il premio sembrava in estasi, nemmeno aveva finto di essere dispiaciuta per il suo fidanzato che aveva perso. E poi perché Jessica Alba non aveva baciato Rob mentre lei si era gettata fra le sue braccia e..
“Ancora un paio di domande e poi abbiamo davvero finito” Le parole della giornalista mi riportarono alla realtà e ci sedemmo fianco a fianco tutti e tre sul divano.
“Allora..parliamo un po’ di Breaking Dawn” iniziò “Pensate che l’essere genitori possa in qualche modo aiutarvi a calarvi nella parte?”
“Decisamente si” risposi “Ormai immagino me stessa soprattutto come una madre e la mia giornata è completamente legata ai ritmi della bimba. Quindi ora so cosa vuol dire provare quell’amore incondizionato e..e credo di poter rendere giustizia a Bella..”
“Per me invece credo che ora sarà ancora più difficile interpretare Edward” rispose Rob sorprendendomi “Pensare di poter odiare il proprio figlio è qualcosa che..che è difficile anche solo da concepire ormai per me. Anche se capisco il punto di vista di Edward ora che sono padre…non so. Sarà davvero dura..”
La giornalista sorrise, commossa dalle sue parole almeno quanto me e poi, mi lanciò un’occhiata penetrante “E c’è profumo di fiori d’arancio nell’aria?” chiese.
Guardai Rob, chiedendogli supporto e fu lui a parlare “Per ora non c’è una data precisa tra gli impegni sul set e la bimba ma..ma può scrivere questo. Può scrivere che amerò questa donna per tutta la mia vita e che prima o poi la porterò all’altare, può starne certa.”
La donna rise “Penso proprio di iniziare a capire perché tutte le donne siano pazze di te..Beh, direi che allora è tutto. Verrà un’intervista coi fiocchi e la rivista andrà a ruba..”
Oh, su questo non avevo dubbi. Già solo il fatto che ci avevano pagato più di 1 milione e mezzo di dollari per l’esclusiva faceva capire quanto pensavano di ricavare. Non che avessimo pensato di tenere davvero il denaro: avevamo devoluto tutto al reparto pediatrico dell’ospedale dove era nata Joy. Quando ero stata ricoverata li avevo visto tantissimi bambini malati con i loro genitori disperati e impotenti per non poter fare niente e la cosa mi aveva spezzato il cuore. Con quei soldi forse avrebbero potuto costruire delle sale adatte a far giocare i bimbi malati o qualcosa di simile…
Presi la piccola e, dopo aver salutato e ringraziato, la portai di sopra, sdraiandomi sul letto accanto a lei così che non si svegliasse per tutto il rumore in casa. Ma, neppure un’ora dopo la peste aveva già gli occhioni spalancati e visto che la casa era all’apparenza silenziosa, scendemmo di sotto, entrando in salotto.
Rob ci aspettava seduto sul divano, ancora vestito di tutto punto e notai che sul tavolino troneggiava…una piccola torta di complemese coperta di glassa rosa.
“Guarda amore!” esclamai emozionata “papà ti ha comprato una torta tutta per te!
Mi avvicinai e Rob ci accolse fra le sue braccia, facendomi sedere sulle sue gambe.
Ma Joy, più che alla torta sembrava interessata a slacciare i bottoni del mio elegante vestitino.
“Direi che ancora predilige il latte” sogghignai.
Abbassai la spallina e lei si attaccò vorace a pretendere ciò che le spettava. Stava diventando davvero una mangiona.
“Ma la mamma gradisce un pezzetto di dolce, invece..” sussurrò lui e prima che potessi protestare me ne infilò un cucchiaino in bocca.
“Mmmm Rob..ti ricordo che tra un paio di mesi devo iniziare a girare Breaking Dawn e Bella deve essere magra a sufficienza da entrare nel suo vestito da sposa e da farsi filmare in bikini su un isola..”
Alzò gli occhi al cielo “Stai benissimo. E poi io sono Edward, no? E se Edward dice che vuole la sua Bella esattamente così come è adesso…”
“Ah beh..se lo dice Edward…” sorrisi.
“E’ andato tutto bene visto?” domandò dopo poco “Vedrai che prima o poi la gente smetterà di stressarci e ossessionerà qualcun altro. Specialmente dopo la fine della saga..”
“Vero, speriamo.” Sospirai scuotendo il capo come a scacciare brutti pensieri “Comunque oggi conta solo la nostra principessa e il fatto che ha bene 30 giorni! Dio, se ripenso che un mese fa a quest’ora stavo morendo dal dolore mentre tu girovagavi per la città..”
“Ehi” rispose dandomi un leggero colpetto sul braccio “Avevo appena avuto un incidente!”
Ridemmo entrambi per dimenticare la tensione di quel giorno.
“E’ cresciuta così in fretta” mormorò “Non dobbiamo perderci nemmeno un istante con lei perché…beh il tempo passa così velocemente e le cose possono cambiare da un momento all’altro.”
“Lo so..” sussurrai.
“Ma c’è una cosa che non cambierà mai” disse deciso stringendoci entrambe mentre Joy giocherellava con la mia catenina “Ed è il fatto che vi amerò per sempre. Qualunque cosa accada. E che festeggeremo ogni singolo complemese in modo epico!”
“Oddio, non voglio che sia viziata!” esclamai
“Oh non temere kris. Io sarò il padre permissivo e buono ma tu compenserai facendo la mamma terribile e cattiva!” disse “Così ci sarà un giusto equilibrio…”
Gli feci la linguaccia seria e lui prese a solleticarmi il fianco per farmi ridere di nuovo. Inutile dire che ci riuscì e in pochi secondi mi ritrovai sotto di lui, la bimba per fortuna al sicura sulla poltrona al nostro fianco.
Smise solo quando gli implorai di smettere fra le lacrime e le risa.
“Stupido” sospirai.
“Stupida” replicò
“Ti odio” dissi
“Ti odio anche io”
“Non è vero. Tu mi ami” dissi ammiccante “O per lo meno una parte del tuo corpo mi ama di certo in questo momento…”
Riuscii quasi a farlo arrossire con quel commento che, oltretutto, era solo la pura verità.
Riprese col solletico e non riuscii a trattenere le grida. Ci fermammo solo quando Joy emise un versetto e girandoci notammo il musetto confuso con cui ci guardava.
E iniziammo a ridere come due ragazzini.
Probabilmente stava pensando che i suoi genitori erano pazzi.
E non era molto lontana dalla realtà
Eravamo pazzi d’amore l’uno per l’altra.

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Capitolo 23
*** Beautiful day ***


cap 23 Salveeeeeee! Muhamuha. Ok non c'entra un cavolo sta risata ma siamo super emozionate.. e sapete perchè?? Perchè questo capitolo lo stiamo postando insiemeeee *__* Awwww, cioè: insieme insieme, proprio nel senso fisico del termine, nel senso che siamo nella stessa stanza, cioè allo stesso pc, cioè a due cm l'una dall'altra, cioè.. ok.. la smettiamo di rompere XD Il concetto è chiaro u__u Coooomunque eccoci qui con l'aggiornamento, come sempre molto puntuali u__u anzi di più, visto che siamo un giorno in anticipo,  anche se.. ehm..ehm.. approfittiamo per dirvi che i prossimi capitoli verranno postati ogni 15 giorni per il semplice motivo che è estate e non saremo a casa.
Grazie tantissimo per le recensioni, come sempre graditissime *__+ Siete the best!
Vorremmo ringraziare una persona speciale che è qui con noi in questo momento (e tra l'altro ha appena ripreso in un video questo epic moment XD), senza la quale davvero non saremmo qui! *__*
Grazie Sister! Ti vogliamo bene! Anche se sei una cessa u__u
Bwhuahau, dopo sto sproloquio eccovi il chappy! *__*
Ce la faranno sti due ad avere una bella notte di sano sesso??
Ahahahah.. Ci pensa Cloe! Muhamuha.
*Lo scoprirete solo leggendo* hihi.
Baci a tutti! Fio e Cloe.

CAPITOLO 23 (Cloe)


BEAUTIFUL DAY


Kris pov

“Mamma..mammina…”
Sentii le labbra di Rob posarsi sul mio orecchio, mordicchiandolo leggermente e, malgrado avessi ancora sonno, aprii gli occhi.
Rob non era coricato come mi sarei aspettata. Era seduto al mio fianco, completamente vestito e con Joy tra le braccia che, serena e contenta, giocherellava con una sua ciocca di capelli.
“La principessina ha fame” mormorò baciandomi la guancia. Mi sollevai anche io leggermente e la presi tra le braccia senza riuscire a contenere uno sbadiglio.
“Non l’ho sentita piangere dal baby phone..”
“Non stava piangendo. La stavo guardando dormire” sussurrò sfiorandole la testina con la bocca “E ad un certo punto ha aperto gli occhi e ha iniziato a guardarmi e mi ha sorriso Kris. Cioè di solito sorride quando vede qualcosa di colorato o sente una musica e invece…invece questa volta guardava me e sorrideva….”
Mi voltai per poter osservare il viso del mio ragazzo e lo trovai pieno di amore e venerazione per il piccolo esserino che tenevo tra le braccia.
Rob mi stupiva ogni giorno di più con la sua dolcezza sempre presente nei confronti miei e soprattutto della piccola. Era come se ogni giorno ci amasse un po’ di più…e non credevo fosse possibile sentirmi più coccolata e felice.
Gli carezzai la guancia “Certo che ti ha sorriso. Lei..ti adora indiscutibilmente. Si vede lontano chilometri”
Robert si accoccolò meglio contrò di me senza staccare le labbra dalla testolina di Joy e io lo cinsi con un braccio. Era come stringere entrambi i miei bambini: quella piccolina e anche il mio bimbo “un po’ cresciuto”.
E poi il momento in cui allattavo Joy era qualcosa di intimo e solo nostro e Rob era sempre presente. Qualcosa che condividevamo solo noi tre, come famiglia, e io cercavo di godermelo finchè era ancora possibile. Per ora cercavo fermamente di non pensare a quando avremmo ricominciato a lavorare per Breaking Dawn e in cuor mio sapevo che, anche se l’idea non ci entusiasmava avremmo dovuto affidare per diverse ore la piccola ad una baby sitter. Ero certa che con mia madre sarebbe stata bene ma…l’idea di separarmi da mia figlia per giorni interi era troppo anche solo da concepire. No, sarebbe venuta con noi e…e in qualche modo avremmo gestito le cose.
“Kris tutto bene?”
Mi riscossi grazie alla sua voce e mi resi conto che ora Joy aveva smesso di mangiare e agitava i pugnetti soddisfatta.
“Dalla a me. Le faccio fare il ruttino” disse Rob alzandosi e iniziando a passeggiare con lei in braccio su e giù per la camera “E così tu puoi farti la doccia”
Fu in quel preciso momento che trovai strano che Rob, che adorava dormire più dell’orso Yoghi, fosse già sveglio e bello vestito per uscire alle nove del mattino di domenica.
“Dove devi andare?” domandai assottigliando gli occhi
“Dove dobbiamo andare, vorrai dire” rispose criptico “Io, te e Joy..”
“Ok, riformulo. Dove dobbiamo andare?”
“Non te lo dico. Ma ti consiglio di sbrigarti a vestirti…sarà meglio uscire prima che faccia troppo caldo. Ed è inutile che insisti…”
Misi il broncio “Io odio le sorprese”
“Tu adori le sorprese, Kris. O comunque adorerai questa, credimi”
Alzai gli occhi al cielo, dirigendomi verso il bagno e facendogli la linguaccia, certa che con lui non avrei cavato un ragno dal buco. Quando si metteva in testa qualcosa era peggio di un bambino.
Certo avevo voglia di uscire un po’ con lui e Joy, però…
Mentre l’acqua scorreva fresca sulla mia pelle non potevo smettere di pensare che avevo anche un po’ paura. Insomma, ultimamente ero restia a mettere piede fuori casa, specialmente con la bambina. Mi faceva sentire vulnerabile, ecco. Non c’era più un posto dove ero certa che non mi avrebbero riconosciuta, fotografata, assediata. Era qualcosa che mi aveva sempre dato fastidio ma ora era ancora peggio: non volevo assolutamente che mia figlia fosse costretta a vivere quella vita. Volevo per lei qualcosa di diverso, qualcosa di più tranquillo. Ma forse, essendo la figlia di Robert Pattinson e Kristen Stewart, la sua vita non sarebbe mai stata veramente normale.
Avevo ancora quei pensieri in testa quando scesi le scale e mi ritrovai in cucina con…
Spalancai gli occhi.
Joy era accoccolata sul petto del padre e indossava il vestitino più grazioso che avessi mai visto: bianco con piccole fragoline rosse stampate sopra. Ma la cosa che mi fece stringere il cuore per la tenerezza erano i piccoli occhiali da sole appoggiati sulla sua testolina.
Non riuscii a trattenere un risolino avvicinandomi e catturandola tra le mie braccia.
“Amore, sei così bella che ti mangerei tutta!” esclamai iniziando a sbaciucchiarla su ogni lembo di pelle libera “Direi che sei pronta…mmm per il mare?”
Lanciai uno sguardo fugace a Rob e quando vidi le sue guance leggermente arrossate capii di aver fatto centro.
“Forse…ma comunque non avrai altri dettagli fino all’arrivo” mi intimò baciandomi le labbra e prendendomi per mano. Salimmo sull’auto e, dopo aver sistemato Joy sul seggiolino posteriore, partimmo.
Stavamo viaggiando  da un po’ in silenzio, cullati semplicemente dal respiro e dai vagiti di nostra figlia quando il sole spuntò proprio da dietro una curva e…e Rob  fece qualcosa di dolcissimo.
Mi abbassò il parasole  ancora prima che avessi il tempo di farlo io, ancora prima di abbassare il suo.
Non sapevo se era colpa degli ormoni ancora sballati nel mio corpo per via della gravidanza ma non riuscii a trattenere le lacrime.
Quell’uomo, quel fantastico uomo al mio fianco che aveva promesso di prendersi cura di me…di noi, era davvero, davvero mio. E mi avrebbe protetta sempre, e ci sarebbe sempre stato e mi avrebbe amato per tutta al vita e…e ancora non sapevo come potevo essere così fortunata.
Ma era lì…ed era mio.
“Ti amo, ti amo, ti amo…” esclamai baciandogli la guancia.
Mi fissò stranito, probabilmente preoccupato dalla fonte delle mie lacrime e io distolsi lo sguardo, leggermente imbarazzata e… e mi accorsi che ci eravamo fermati  proprio davanti ad uno dei posti che mai, mai avrei dimenticato in tutta la mia intera esistenza.
“Venice…” mormorai solamente, aprendo la portiera e scendendo dall’auto. Sentii la brezza marina leggermente salata scompigliarmi i capelli e, quasi sotto shock, percorsi i pochi metri che mi separavano dalla balconata al bordo della strada. Sotto di noi l’oceano e la spiaggia…
Quella spiaggia.
E improvvisamente rividi quella stessa spiaggia, quel giorno di tanti mesi prima, quella ragazza spaventata di essere rimasta sola. Quel giorno in cui insieme  avevamo accarezzato per la prima volta il mio ventre ancora piatto ma dove già cresceva piano il nostro fagiolino. Quella ragazza che non aveva avuto più paura quando l’uomo che amava l’aveva finalmente stretta a sé e le aveva detto che non desiderava nulla di più che creare quella vita con lei…
Sentii Rob cingermi la vita con il braccio e quando mi voltai a guardarlo vidi che mi fissava pensieroso. Accanto a lui, Joy dormiva nella sua carrozzina.
Doveva essersi addormentata in macchina
“Volevo che fosse una bella sorpresa, ma non vedo altro che lacrime..”
Scossi velocemente il capo “E’ tutto perfetto. Questo posto..quello che rappresenta..”
“E ho prenotato tutto il ristorante e sai cosa significa questo?” domandò scostandomi una lacrima col pollice “Significa che anche tutta la loro spiaggia privata è nostra per oggi. Quindi niente fan, niente paparazzi, niente foto, solo..”
“…solo noi tre..” finii per lui.
E improvvisamente mi sentii una stupida per avere avuto paura, per avere anche solo pensato che potesse portarmi in un posto dove mi sarei sentita a disagio o…
Non riuscii a trattenere una nuova ondata di lacrime e Rob mi strinse forte a sé, cullandomi fra le sue braccia.
“Se non vuoi restare..” iniziò.
“Shhhh” lo bloccai, tentando di abbozzare un sorriso “Non..non è questo. Vuoi davvero sapere perché piango? Piango perché..perchè ogni volta che penso di non poterti amare più di così tu mi provi che sbaglio. Mi provi che sei un uomo meraviglioso e un padre ancora migliore e io…io ti amo così disperatamente e..”
Improvvisamente sentii le sue labbra premere sulle mie e, senza pensarci, le schiusi assaporandole e godendo del loro calore sulle mie umide per le lacrime.
“Anche io ti amo, sciocchina” sussurrò scostandosi un poco “E ora basta lacrime…d’accordo..?”
Annuii sentendomi leggera e felice come mai prima.
Tenendoci per mano scendemmo i gradini che davano accesso al ristorante e tutti e tre entrammo all’interno. Il proprietario ci accolse calorosamente, lodando la bellezza di nostra figlia e invitandoci a chiedere di qualunque cosa avessimo avuto bisogno.
Non azzardavo neppure ad immaginare quanto Rob avesse speso per quell’ennesima meravigliosa sorpresa.
Mi stavo quasi per sedere ad uno dei tavoli quando lui mi fermò e mi indicò una porta che dava sull’esterno.
Lo guardai confusa, spingendo la carrozzella.
“Ti avevo promesso la spiaggia..e spiaggia sia…” mormorò.
Sorrisi quando vidi uno splendido gazebo bianco proprio al centro della piccola spiaggetta, sotto cui si trovavano svariate coperte e alcuni cuscini. Su di essi un cesto che, pensai subito, doveva essere pieno di cibo.
Ecco cosa aveva organizzato: un pic nic sulla spiaggia. La nostra prima vera gita in famiglia. E, ovviamente, aveva pensato a tutto: all’ombra per la piccola, a un posto che fosse allo stesso tempo speciale ma anche adatto alle sue esigenze.
“Madame..prego, si accomodi” mi invitò, allungando il braccio e invitandomi a sedermi su un morbido cuscino.
Lo feci, dopo essermi accertata che la bimba fosse addormentata all’ombra.
Lui si sedette al mio fianco e immediatamente mi strinse tra le braccia.
Lo sentii affondare il naso fra i miei capelli.
“Non ti ho detto grazie..” sussurrai
“Sai che non devi.”
“Non solo per questo” risposi sincera “Grazie di esserci, grazie di esistere..grazie di essere così come sei con noi due”
“Lo stesso vale per me” rispose carezzandomi le braccia “Te l’ho già detto. Noi tre siamo una famiglia…la migliore famiglia..”
Risi forte e lui ne approfittò per infilarmi un pezzo di mango fra le labbra.
“Devi mangiare di più” mi ammonì “ Ti piace? Com’è?”
“Mmmmm” risposi “E’ fresco, buono e..dolce..”
“Come te allora. Deve avere lo stesso sapore che hanno le tue labbra” sussurrò avvicinandosi pericolosamente, finche non fui io ad annullare totalmente la distanza fra noi e a farci unire in un nuovo splendido bacio.
Prima che me ne fossi resa conto mi ritrovai schiacciata sotto il suo corpo tiepido, le braccia allacciate dietro il suo collo, le labbra incollate alle sue mentre le nostre lingue giocavano insieme.
“Niente più lacrime, ok?” sussurrò.
Annuii.
“Niente più pensieri tristi, niente più paure, niente più insicurezze?”
Annuii convinta, protetta nel suo abbraccio.
La sua bocca tornò sulla mia e, proprio quando mi stavo lasciando completamente andare scordando il mondo che ci circondava, sentii qualcosa.
“Ue ue ue..”
Non riuscii a trattenere una risata e lo stesso fece Rob.
“Questa bambina ha un tempismo perfetto” disse divertito.
“Direi che vuole tutte le attenzioni del suo papà per lei..” gli feci notare. Non appena Joy aveva iniziato a strillare infatti, Rob era scattato in piedi e in meno di tre secondi la furbetta era già tra le braccia del suo papà.
“Ciao bambolina..” mormorò cullandola e in men che non si dica lei si placò, incantata a guardare la realtà intorno a lei.
Ma che gli faceva Rob alle donne…
Alzai gli occhi al cielo sistemando sulla coperta i piatti con il cibo, mentre Rob coccolava la piccola.
“Ti piace questo posto Joy? Quello è l’oceano vedi? E’ bellissimo…” disse avvicinandosi all’acqua “Adesso il tuo papà te lo fa conoscere..”
Non dissi nulla, in parte per non scoraggiare il suo proposito in parte per non interrompere quel dolcissimo quadretto che si dipingeva davanti ai miei occhi.
Quando Rob raggiunse il bagnasciuga si accucciò in modo che anche Joy fosse abbastanza vicina alla superficie cristallina e, tenendola sotto le braccine, gliela fece toccare con la punta dei piedini.
Beh, non parve gradire particolarmente.
Risi quando vidi l’espressione del suo visino contrarsi in una smorfia di fastidio al contatto con l’acqua fredda e i suoi piedini ritirarsi immediatamente. Rob la alzò e la strinse al suo petto, cercando di confortarla prima che la cosa degenerasse in un irrefrenabile pianto. Prese i suoi piedini rosa pallido tra le mani e iniziò a baciarli e a soffiarci sopra per scaldarli.
“No, no amore non piangere. Ci pensa papà a scaldarti…” sussurrò con voce implorante.
Joy parve apprezzare notevolmente il calore del fiato di Rob perché si quietò all’istante, godendosi buona buona le coccole.
Attratta come una calamita dai miei due amori mi alzai e feci una piccola corsetta verso di loro finchè i miei piedi non incontrarono l’acqua gelata dell’oceano. Per essere inizio settembre era parecchio fredda: non c’era da stupirsi che Joy non ne fosse stata entusiasta.
Allacciai le braccia intorno alla vita di Rob, stringendolo da dietro e sporgendomi oltre alla sua spalla per vedere la piccolina.
“Vieni a mangiare?” mormorai mordicchiandogli l’orecchio.
Annuì e per una attimo vidi la sua espressione farsi seria, senza smettere di osservare nostra figlia.
“Che succede?” domandai.
“Niente. Solo per un attimo ho pensato…all’ultima volta che sono venuto qui. Alla paura che avevo che tu non mi volessi più dopo le idiozie che avevo detto”
Scossi il capo decisa. “Il mio modo di darti la notizia non è stato decisamente..il migliore..”
“Forse, ma non ci sono scusanti per la reazione da scemo che avevo avuto”
“Ehi” lo consolai “Poi però in questo posto ti sei fatto più che perdonare”
Sospirò e, dopo avermi preso la mano, mi portò di fronte a lui in modo che potessimo guardarci negli occhi.
“Quello che ti dissi allora vale ancora e varrà per sempre, lo sai vero? Ti amerò e ti proteggerò per tutta la vita. E amerò e proteggerò la nostra cucciolotta” disse ammiccando verso il fagottino tra le sue braccia. Col pollice sfiorò l’anello di fidanzamento al mio anulare sinistro. “E anche se ancora non siamo tecnicamente marito e moglie…questo non significa nulla, lo sai vero? Tu per me sei mia moglie. L’unica e sola donna che amerò mai. E se hai qualche problema o qualche paura voglio essere certo che verrai sempre da me. Perché io sono qui…per te…”
Annuii commossa e carezzai il suo viso. Lui afferrò la mia mano e baciò il solitario al mio dito.
“Ti amo con tutto me stesso” ribadì
“Anche io ti amo…”
“Non ti libererai di me quasi signora Pattinson” sussurrò avvicinandomi maggiormente, così che i nostri corpi fossero divisi ma allo stesso tempo uniti dalla meravigliosa presenza della nostra piccola fra noi.
Sorrisi e quando le mie labbra si trovarono solamente a pochi millimetri dalle sue mi bloccai.
“Non chiedo di meglio..” mormorai, col cuore che mi scoppiava di felicità, prima di unire le nostre bocche con un bacio.

Quando ritornammo in macchina, quella sera al tramonto, ero così felice e innamorata che nemmeno mi accorsi subito della strada che Rob aveva preso. Ero troppo intenta a sentire le sue dita che mi accarezzavano la gamba e le sue labbra posate fra i miei capelli mentre ero accoccolata col capo posato sulla sua spalla.
Solo quando imboccammo una strada a me molto familiare ma che non era quella di casa nostra, mi riscossi.
Robert parcheggiò proprio nel vialetto di una di quelle abitazioni.
Casa di mamma e papà.
Lo guardai confusa. “Perché siamo qui?”
“Mi dispiace di non avertene parlato prima ma…rientra tutto nel mio piano di sorprenderti” disse ammiccando.
“Altre sorprese? Rob..” lo rimproverai.
“Shhh” mi zittì “Non è nulla di che ma..beh, diciamo che per goderne appieno stanotte Joy deve restare con tua madre..”
“Ok, non è un problema ma…”
Mi bloccò prima che avessi il tempo di fare altre domande con un semplice bacio e un “aspetta qui”, dopo avermi fatto salutare Joy addormentata, la prese dal seggiolino e andò dentro casa.
Intravidi mia madre sulla porta. Mi rivolse un enorme sorriso e mi fece l’occhiolino prima di scomparire dentro casa con mia figlia.
Non ebbi il tempo di capire che cosa stesse realmente accadendo che Rob era già dentro la macchina e in men che non si dica eravamo di nuovo in viaggio.
“Voglio sapere” borbottai.
“Assolutamente no.” Replicò
“Daiiii”
“No”
“Nemmeno se ti do un bacio?” sussurrai avvicinandomi al suo viso.
“Oh, non mi corromperai con un bacio” rise
“Nemmeno se ti dico dove volevo dartelo il bacio?” lo stuzzicai facendogli l’occhiolino.
“Ehm…” sembrò pensieroso per qualche secondo “Assolutamente no!”
“Rob..dai sono curiosa!”
“Beh..siamo arrivati a destinazione”
Mi sorpresi immensamente quando mi resi conto che non eravamo altro che fuori  casa nostra.
Rob mi schioccò un bacio sulla fronte. “Curiosona” mormorò prima di scendere e fare il giro dell’auto per aprirmi la portiera.
Adoravo questo suo essere cavaliere.
Scesi dall’auto e lo vidi intento a sogghignare.
“Che c’è?” domandai.
“Ora non ti arrabbiare Kris..” disse
Arrabbiarmi? Perché mai avrei dovuto arrabbiarmi? In fondo non aveva mica fatto…
Ma improvvisamente mi ritrovai fra le sue braccia, con lui che camminava a passo spedito verso la porta di casa.
“Rob..dai mettimi giù..daii!!!” borbottai.
“Lo sapevo che avresti protestato. Ma lasciamelo fare, ti prego..” Mise su uno dei suoi migliori sguardi da cucciolotto indifeso che proprio non riuscii a evitare di aprirmi in un sorriso e affondare il volto nell’incavo del suo collo.
All’inizio non notai alcun cambiamento all’interno della stanza ma, quando entrammo in salotto, rimasi a bocca aperta.
Il pavimento era completamente coperto di petali di rose rosa che formavano una scritta che, dall’alto delle sue braccia, potevo leggere benissimo.
I love you.
“Oh Rob..è..magnifica..” mormorai.
“Pensavo..” disse piano arrossendo “Pensavo che potevamo stare io e te..finalmente soli..”
Mi mordicchiò l’orecchio e io scivolai dalle sue braccia mettendomi in piedi.
Lo guardai diritto negli occhi, abbassandogli la giacca.
“Solo se vuoi Kris, solo se sei sicura…”
“Ti voglio. Pazzamente, disperatamente, totalmente..” sussurrai prima che le sue labbra catturassero le mie.
Le sue mani corsero sulla mia vita e sollevò la mia maglietta, sfilandola con facilità. Non portavo il reggiseno come al solito anche se ora che allattavo Joy era leggermente aumentato di dimensione. Rob lo sfiorò piano, con venerazione, spaventato di potermi fare male o di mettermi a disagio.
Gli baciai la guancia , facendo fare alla sua maglietta la stessa fine della mia.
Chiusi gli occhi quando lo vidi inginocchiarsi di fronte a me e baciare leggero il mio petto mentre le sue dita slacciavano i bottoni dei miei jeans e li abbassavano piano, attente a ogni fremito del mio corpo.
“Ti..ti piaccio ancora?” domandai improvvisamente, presa da una stupida e forse assurda paura. Non che la gravidanza mi avesse cambiata moltissimo ma forse avevo ancora un paio di chili da perdere.
La sue labbra si fermarono sul mio ventre e mi lanciò una penetrante occhiata dal basso.
“Sei bellisima…ancora più di prima, credimi..” mi rassicurò facendomi sdraiare sul tappeto.
Sembrò improvvisamente insicuro “Vuoi andare di sopra?”
Scossi il capo, afferrandolo per le spalle e portandolo sopra di me.
“Non farmi aspettare più” dissi “Ti voglio qui. Adesso..”
Mi sorrise semplicemente mentre io toglievo anche i suoi jeans e in quelli che mi parvero pochi minuti ci ritrovammo completamente nudi, avvinghiati l’una all’altro.
Sentire di nuovo la sua pelle contro la mia, i nostri profumi che si mescolavano insieme creando la fragranza più unica che avessi mai sentito…
Le sue mani mi sfioravano  e mi accarezzavano e quando lo sentii toccarmi più in profondità emisi un gemito.
“Tutto..tutto bene?”
Annuii. “Si ma..ti voglio..ti prego..”
Sapevo che per lui era la stessa cosa, lo avvertivo chiaramente. Era troppo, troppo tempo che non facevamo l’amore…
“Anche io ti voglio..” mormorò roco “Ma non dimentichiamo nulla?”
Lo guardai confusa per una attimo. Io sapevo solo che avevo bisogno di sentirlo dentro di me…tutto il resto faceva parte del mondo esterno…
“Kris non prendi la pillola” sussurrò ridacchiando “E per quanto voglia avere un decina di bambini con te, forse è meglio aspettare ancora un po’..”
Arrossii. Che stupida! Certo non potevamo rischiare. Era troppo troppo presto per avere un altro bimbo.
Rob allungò il braccio, frugando nella tasca dei jeans, e dopo qualche minuto era di nuovo su di me, pronto a riprendere da dove avevamo lasciato.
Mi baciò la punta del naso.
“Dimentico il resto del mondo quando siamo insieme…”
Sorrise e lentamente si fece strada dentro di me. Mi irrigidii un attimo quando avvertii un leggero bruciore.
“E’..è passato. Solo è da tanto che..” mormorai
“Shhh, rilassati..” sussurrò piano, muovendosi dentro di me e accarezzandomi le gambe.
E lo feci e..e fu bellissimo.
Fu di nuovo una magia come ogni singola volta che eravamo insieme. I nostri corpi si muovevano insieme, fondendosi e giocando l’uno con l’altro, allacciati. Finchè non mi ritrovai ad ansimare più forte sulle sue labbra e mi lasciai andare, avvertendo, poco dopo, anche la sua pelle tremare a contatto con la mia e le sue braccia stringermi con più forza.
Lo trattenni dentro di me, mentre i nostri respiri si regolarizzavano e lui mi lasciava una scia di baci sul collo.
“Non so se hai una vaga idea di quanto ti amo..” disse poggiando la guancia sul mio cuore.
“Oh ce l’ho, tranquillo” lo rassicurai “Anzi, forse mi stai viziando un po’ troppo. Presto inizierò a pretendere cornetti caldi e fiori tutte le mattine a letto..”
“Mmmm cornetti e fiori…che tipo di fiori?” domandò ridendo.
“Non lo so” pensai per un secondo “Mimose magari…hanno un buon profumo..”
Poi, improvvisamente, scoppiai a ridere.
“Che c’è?”
“Pensavo solo che..viviamo in questa casa da mesi e abbiamo ehm battezzato soltanto il salotto e ci mancano un sacco di stanze ancora” dissi.
Prima che potessi rendermene conto mi ritrovai caricata sulle sue spalle, diretti verso il piano superiore.
“Rob..Rob dove vai??”
“A battezzare il letto..” disse.
Mi aggrappai più forte mentre l’eco delle mie risate si spargeva per tutta la casa.

La mattina dopo mi svegliai col caldo sole di settembre che mi carezzava la schiena. Non aprii gli occhi, perdendomi ancora nel ricordo della notte precedente.
Splendida.
Magnifica.
Unica.
Riuscivo comunque a sentire l’acqua della doccia scrosciare e profumo di…
No…non potevo crederci.
Non poteva averlo fatto veramente..
Aprii lentamente gli occhi e sul cuscino al mio fianco non mi stupii di vedere un vassoio con succo d’arancia, caffè e due cornetti caldi alla crema.
Ma la cosa che mi fece aprire in un radioso sorriso furono i fiori posati a fianco del cibo.
Li presi in mano e inspirai forte, ricordando la nostra conversazione della sera precedente.
Ma dove era andato a pescare un mazzo di mimose al mese di settembre?

Nota di Fio: Cloe sta pericolosamente iniziando a parlare napoletano O___o e, visto che è piemontese, la cosa è alquanto preoccupante o___O

http://i.dailymail.co.uk/i/pix/tm//2008/12/23/baby_on_beach.jpg

Ok.. lo sappiamo che questa bimba è molto più grande di come dovrebbe essere Joy, ma non ne abbiamo trovate di più adatte  quando abbiamo visto questa non abbiamo proprio resistito! *___*
Quindi.. un pò di immaginazione! XD

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Capitolo 24
*** On the road ***


CAP 24 Ok girls...eccoci qui puntuali come sempre. In realtà stasera ci sono solo io (ueueueueueue) Cloe, visto che Fio fa l'animatrice tutto agosto. L'ultimo capitolo l'abbiamo postato insieme invece ora siamo separate..eueueueu..ok fine momento depressione.
Mi spiccio a postare che so che siete mooolto curiose..capitolo di passaggio...speriamo che vi piaccia (anche se io odio definire i cap capitoli di passaggio..cioè, ma che vuol dire? mah..) Coooomunque ecco a voi l'aggiornamento e...ENJOY!!!!!
P.S= Grazie millissime per le recensioni *_____* nn fermatevi mai!!!!

CAPITOLO 24 (Fio)


ON THE ROAD


POV KRIS


“Vuoi far guidare un po’ me?” gli chiesi per la centesima volta nonostante sapessi già la risposta..

E infatti..
“No..” disse stufo di quella domanda.
“Rob è da ieri che guidi”
“Ma mi sono riposato.. tranquilla..”
“Come vuoi..” sbuffai e lo vidi lanciarmi un’occhiataccia mentre addentavo l’ultimo pezzo del mio panino.
“Mmm.. ma lo sai che questi cosi al tonno e questa strana roba gialla sono proprio buoni?” farfuglia masticando.
“Te l’avevo detto..”
“Come lo sapevi?”
“Bè.. diciamo che qualche anno fa vivevo solo di musica e questi cosi al tonno con quella strana roba gialla” mi fece l’eco sorridendo.
Mi pulii la bocca col fazzoletto e bevvi un sorso di coca cola. Diedi una rapida occhiata a Joy dietro, ancora addormentata nel seggiolino, e poi poggiai le gambe al cruscotto per rilassarmi un po’.
“E te li facevi portare fino dal Texas?” chiesi alquanto stupidamente.
Mi guardò inarcando le sopracciglia. “Ovviamente no Kris..” Si fece una risata. “Credo che li facciano solo in Texas? Anzi, non posso credere che non ne avessi mai assaggiato uno..”
Scrollai le spalle. “E’ strano vero? Quante cose ancora non sappiamo l’uno dell’altra..”
Mi lanciò una rapida occhiata per poi tornare a fissare la strada concentrato. “No.. non credo. E’ normale. Di certo non è un panino al tonno a farmi dubitare di quanto ti conosco..”
Sorrisi e mi portai gli occhiali da sole tra i capelli. Ormai il sole era completamente andato dietro le nuvole.
“Hai mai pensato a come.. sarebbe stata la tua vita se fossi rimasto in Inghilterra?”. Mi ero posta quella domanda molte volte ma mai avevo avuto occasione di chiederglielo. E ora.. ora stavamo in trappola in una macchina nel bel mezzo del Texas e non trovavo motivo per non chiederglielo.
“Si” rispose semplicemente senza aggiungere altro.
Rimasi ad aspettare qualche secondo pensando che finisse la frase ma non parlò.
“E..?” lo spronai.
“E non voglio pensarci..”
“Perché?”
Lo vidi sorridere amaramente. “Perché.. non avrei te.. non avrei Joy.. ed è triste.. anche solo il pensiero..”
Mi trovai a fissare il suo profilo incantata come mi capitava spesso ultimamente. Non potei fare a meno di sorridere e dolcemente poggiai la mia mano sulla sua gamba.
“Bè.. allora meno male che ti sei presentato a quel provino” fu tutto quello che riuscii a dire. Ero quasi emozionata.. e non sapevo nemmeno il perché.
Regalandomi uno sguardo veloce e un sorriso adorabile, afferrò la mia mano e la strinse nella sua mentre la sinistra continuava a tenere il volante.
“Già..meno male” sussurrò baciandomi la mano e io sorrisi guardando la strada che si apriva davanti a noi.
“Mi passi un altro panino?” esclamò dopo un po’.
“Rob dai.. fermati e facciamo cambio.. almeno mentre mangi! Per me non ci sono problemi.. davvero!”
“Oh lo so che per te non ci sono problemi.. Il problema è mio..”
Mi bloccai qualche secondo elaborando le sue parole. “Scusami che vorresti insinuare?”
Scrollò le spalle. “Bè.. donna al volante, pericolo costante.. lo sanno tutti..”
Rimasi di sasso.. Allibita dalle sue parole. “Carissimo.. ti ricordo che ho preso la patente prima di te!” risposi indignata.
“Non proprio cara. Se fai qualche calcolo.. io l’ho presa a 20 anni e ne ho 24, tu l’hai presa a 16 e ne hai 20, a conti fatti.. è come se l’avessimo presa insieme..”
“Non posso credere alle mie orecchie! Stai dubitando della mia guida?”
“Certo che no amore..” disse comprensivo ma con un tono del tutto ironico.
“Voglio ricordarti che ti ho insegnato io a fare la retromarcia fino a prova contraria! Per non parlare dei parcheggi!”
“Dettagli.. e poi qui siamo su una strada spianata. Non devo fare nè retromarcia nè parcheggi.. quindi..”
“Ma Rob.. abbiamo appena passato Austin, ci vorranno almeno altre quattro ore.. che ti costa farmi guidare un po’?”
Senza parlare mi lanciò un’occhiata e tornò a fissare la strada.
“Sai che ti dico? Fottiti” dissi falsamente indignata.
“Oh Kris, mi sconvolgi con queste dichiarazioni..”
“Ha-ha-ha. E comunque ancora non ho capito perché diavolo hai voluto che andassimo in macchina quando ci avremmo messo due ore di aereo..”
“Te l’ho detto Kris.. volevo solo darti un po’ di normalità..”
“.. detto da uno che stamattina ha pagato il pernottamento in un albergo a cinque stelle con tanto di suite..” risposi sarcastica.
“Bè.. allora diciamo che sarà più comodo avere una macchina lì..”
“Potevamo affittarne una..”
“Mmm.. ci siamo svegliate polemiche stamattina?”
Sospirai. “Scusa..”
Di tutta risposta si mise a ridere. “E poi che c’è di meglio di un bel viaggetto on the road per consolidare il legame familiare?”
Ok.. stava davvero iniziando a farmi preoccupare.
“Rob, non credo che io e te possiamo consolidare più di così.. e Joy ha appena tre mesi.. che vuoi che consolidi? Il legame col seggiolino?”
Si mise a ridere di nuovo. “Ti adoro quando fai la polemica.. mi fai morire..”
E allora capii che lo stava facendo apposta per provocarmi.
Lasciai la sua mano. “Bene. Non parlo più!” dissi indignata incrociando le braccia al petto, ma non feci che farlo ridere ancora di più.
“Dai scema.. vieni qui”.
Con un rapido gesto mi prese il mento e si avvicinò per darmi un bacio veloce.
“Guarda la strada.. scemo..” lo ripresi con un sorriso divertito e prima di tornare a sdraiarmi sul sediolino mi voltai dietro per controllare Joy, che ora aveva gli occhi aperti.
“Awww, ciao amore mio! Ti sei svegliata”.
Mi misi di spalle al vetro della macchina e mi allungai sul mio sediolino per arrivare alla mia piccola. Le massaggiai il pancino e subito lei afferrò il mio dito e iniziò a sbrodolare sulla bavetta.
“E’ sveglia?” sentii Rob dietro di me.
“Si..” sussurrai appena, incantata da mia figlia. Era così facile restare incantati da lei, dal suo corpicino, da quei pochi capelli chiari che già sapevo si sarebbero trasformati in ricciolini biondi e dai suoi occhi. I miei occhi. Come avevo immaginato avevano cambiato colore, e con grande felicità di Rob, si erano avvicinati ai miei. Lui diceva che erano uguali ma io trovavo i suoi ancora più chiari dei miei se possibile, ma forse solo perché mi somigliava molto.
Un orrendo odore mi ridestò costringendo a storcere il naso.
Oh.. perfetto!
“Ehm.. Rob.. credo che dovresti fermarti..”
“Cosa.. perché?
“Temo che Joy abbia consolidato i suoi legami col pannolino..”
“Oh.. grande.. La prossima aria è a 50 Km”
“Accosta da qualche parte allora..”
Non feci in tempo a girarmi che Rob aveva già accostato su una piccola rientranza. Scesi dalla macchina seguita da Rob e aprii lo sportello posteriore. Sciolsi le cinture del seggiolino e presi Joy.
“Ora ci cambiamo amore eh!” le schioccai un bacio sulla guancia e la diedi a Rob.
“Hai fatto tanta cacchina amore di papà?” lo sentii blaterare con quella vocina che riservava sempre a lei mentre io attrezzavo il sedile.
“Mettila lì”
Rob la stese delicatamente sul sediolino e iniziai quell’opera di cui ero ormai esperta.
Allungai a Rob dietro di me la mano col pannolino sporco ma non lo prendeva. Lo agitai un paio di volte sperando che capisse ma niente.
“Rob!” urlai ma cercando di uscire sbattei la testa contro il soffitto della macchina. “Ahi!!!”
“Tutto bene Kris?”
Oh.. finalmente si era ripreso!
“Ma si può sapere che cavolo stai facendo? Prendi ‘sto coso!” gli urlai passandogli di nuovo il pannolino sporco.
Si allontanò di qualche passo con aria schifata. Ma che cazzo gli prendeva? Aveva cambiato Joy tante volte anche lui..
“Rob!”
“Kris puzza, mi viene da vomitare..”
Oh santo cielo! Ma con chi avevo a che fare?!
“Robert Thomas Pattinson! Se non prendi questo coso immediatamente giuro che te lo sbatto in faccia e ti spalmo addosso tutto quello che c’è dentro!!!” lo minacciai abbastanza irritata. Era già sconveniente dover cambiare la bambina su una piazzola in mezzo a una strada del Texas, dove stavamo per sua libera decisione; non mi sembrava proprio il momento adatto per mettersi a fare lo schizzinoso.
Dovette notare la mia irritazione perché finalmente si avvicinò allungando il braccio e prese il pannolino dalle mie mani facendo attenzione a tenerlo il più lontano possibile da sé mentre io lo guardavo allibita.
Quel ragazzo non smetteva mai di sorprendermi.. Poteva essere tremendamente dolce e allo stesso tempo assurdamente idiota.
Mi concentrai di nuovo sulla mia piccola.
“Non fare caso a papà.. è tutto scemo..” bisbigliai mentre le pulivo il culetto con le salviettine. Ovviamente avevo preparato una borsa appositamente in modo da avere tutto a portata di mano quindi non mi fu difficile trovare crema e pannolino pulito.
“Eccoci qui!” esclamai quando ebbi finito di vestirla di nuovo.
La tirai su e Rob allungò le braccia per prenderla.
“Cos’è? Ti è passato lo schifo? Dove hai buttato il pannolino?”
Con lo sguardo indicò un cespuglio secco poco distante.
“Rob!”
“Kris.. non ci sono secchi qui e levati dalla testa che avrei continuato il viaggio con quel coso in macchina. Ora mi dai questa bambolina?”
“Ma dobbiamo ripartire!” gli feci notare.
“Oh solo due secondi..”. Si avvicinò a Joy e me la prese dalle braccia.
“Ma ciao amore mio! Ciao!”. Ecco di nuovo quella vocina stupida.. ma adorabile. A volte mi sembrava di avere a che fare con un dodicenne capriccioso e mi veniva voglia di sbattergli qualcosa in testa, ma poi lo vedevo con Joy e il mio cuore si scioglieva. Proprio come in quel momento.
“Cos’è questo? Cos’è questo? Oooh un ragnettoooo! Arriva il ragnettoooo!”. Le faceva il solletico sulla pancia e lei rideva. Una piccola risata così cristallina, così pura. Sarei stata ore a sentirla ridere. Mi si stringeva il cuore.
“Ok.. possiamo andare!” esclamò Rob dopo essersela spupazzata un po’. Sorrisi salendo in macchina mentre lui sistemava di nuovo Joy nel suo sediolino su misura.
Dopo qualche secondo mise in moto mentre prendeva dalla mia borsa quel panino che ancora desiderava.
Gli lancia un’occhiataccia e rispose con un sorriso beffardo.
“Sei davvero un bambino a volte” lo presi in giro.
“Oh lo so che mi ami..” continuò con la stessa aria beffarda e poi diede gas e morse il panino.
Io mi girai a guardare la mia bambina che osservava lo spazio attorno a lei quasi stupita. Certo non capiva dove si trovava o cosa stava succedendo ma mi si strinse il cuore appena i suoi occhi si posarono sul mio viso e allungò una manina verso di me.
Non la feci aspettare e subito mi posizionai verso di lei e allungai la mia mano che afferrò subito.
Rob interruppe quel momento. “Amore vuoi controllare un po’ questo coso per favore?”
Ok.. più andavamo avanti in quel viaggio più la trovavo un’idea assurda. Lasciando a malincuore la manina di Joy mi girai di nuovo avanti dove trovai Rob a tendermi il TomTom. Lo fulminai con lo sguardo e ignorandolo presi la cartina dal cruscotto.
“Perché ti ostini ad usare quella cosa?”
“E tu perché ti ostini ad usare quel coso?”
“Si chiama tecnologia Kris” mi punzecchiò.
“Allora visto che te ne intendi non hai bisogno di me vero?” risposi a tono. “E poi scommetto che non l’hai aggiornato.. meglio la cartina credimi..”
Dopo 2000 tentativi di lettura di quel dannato pezzo di carta rinunciai e mi abbandonai sconfitta alla tecnologia.
“E’ la cartina che è scritta male..” bofonchiai mentre Rob se la rideva sotto i baffi.
“Se se.. come no..”
Abbandonai entrambi gli aggeggi e mi stiracchiai un po’ sul sedile, proprio nello stesso momento in cui sentii Joy lamentarsi un po’.
Mi voltai verso di lei e di nuovo allungai il mio dito per lasciarglielo afferrare. E lo afferrò con forza. Mi sembrava quasi assurdo che avesse già tutta quella forza a soli tre mesi, eppure continuava a lamentarsi. E sapevo anche il perché. Finalmente sapevo bene quello che voleva mia figlia, sapevo perché piangeva, cosa voleva, cosa cercava, e sapevo che ora voleva me ed era la sensazione più bella del mondo.
Mi alzai in ginocchio sul mio sedile e mi allungai quanto bastava per arrivare a lei e per slacciare le cinture del porte-enfant. La presi in braccio e non so come riuscii a voltarmi e a rimettermi seduta e composta sul sedile, con Joy sulle mie gambe, mentre Rob alternava lo sguardo tra me e la strada, scioccato.
“Ma sei impazzita?” disse con un tono fermo che non riuscivo a concepire.
“Perché?”
“Rimettila subito dietro!”
“Dai Rob..”
“Kris.. sai quanti incidenti capitano? Mai letto i titoli sui giornali? E guarda caso la bambina era sempre in braccio alla mamma davanti..”
“Oddio ti prego! Smettila!”
“Kris dico sul serio!”
“Rob! Stiamo su una strada praticamente deserta, senza macchine, e stai andando a 80 all’ora. A meno che non sbuchi un camion dal deserto che abbiamo attorno credo proprio che andrà tutto bene.. Quindi per cortesia.. Taci.. prima che sia la tua paranoia ad ucciderci”
Terminai la mia arringa e mi sentii quasi in colpa non sentendolo rispondere. Forse se l’era presa, forse avevo esagerato..
Stavo quasi iniziando a preoccuparmi vedendolo con lo sguardo fisso sull’asfalto davanti a noi quando sospirò e sorrise lanciando una rapida occhiata a Joy che era teneramente appoggiata sul mio petto. Le carezzò dolcemente la testolina e diede un rapido bacio alla mia mano.
Quanto amavo quell’uomo. Me ne rendevo conto ogni giorno di più.
Joy sembrò risvegliarsi dal contatto col padre e prese a premere con una manina contro il mio seno e capii che aveva fame. Era ancora abituata al mio latte ma stavo cercando di farla abituare al biberon.
“Hai fame amore?” Le baciai la fronte e la poggia stesa sulle mie gambe con la testa poggiata sul mio braccio. Presi il biberon dal termos che avevo in borsa e fortunatamente era ancora caldo, il che era perfetto visto che sarebbe stata l’ultima poppata prima di arrivare.
L’adagiai su di me contenta di sentire il suo peso perfetto. Aveva raggiunto i 5 Kg e i 60 cm di lunghezza. Era perfettamente sana e nella norma.
Si attaccò subito al ciuccio del biberon e in meno di mezz’ora aveva già finito i suoi soliti 120 ml di latte e ora sbrodolava sulla bavetta.
Era difficile tenerla occupata, non sapevamo mai che farle fare. Era nella fase di quasi scoperta del mondo, ma ancora troppo piccola per afferrare bene le cose in mano. L’unica cosa che riuscivo a fare era farla giocare un po’ con i miei capelli che puntualmente voleva mettere in bocca. Era una lotta ogni volta strapparglieli dalle mani e tenerla impegnata in modo diverso.
Tuttavia lei non sembrava mai annoiata. Anche ora tra le mie braccia stringeva il mio dito e ogni tanto allungava e stendeva le gambine stiracchiando i piedi. Si guardava in giro, con quegli occhioni che avrei tanto voluto mangiare.
Era stupenda. Mi sembrava quasi un sogno che fosse davvero mia figlia.
Abbassai il sediolino e mi stesi con lei sul mio petto sperando che si addormentasse, ma invece continuava a giocare con i miei capelli e restò sveglia per le tre ore successive quando finalmente il cartello “WELCOME TO LOUISIANA!” si stagliò davanti a noi.
Grazie a Dio!
La tortura era quasi finita.
Mi alzai sbadigliando. Praticamente avevo più sonno io che la bambina.
Rob mi guardò soddisfatto indicando il navigatore come a segnare la sua vittoria per essere giunti finalmente a disposizione con i suoi mezzi, ma ero troppo stonata per dargli retta.
“Siamo quasi arrivati..” sussurrò mentre carezzava i piedini di Joy che ne godeva felice.
La strinsi al petto e respirai il suo profumo.. che poi tanto profumo non era.
“Direi che la prima cosa da fare.. è un bel bagnetto..” affermai annusando il pannolino.
“Pochi kilometri e ci siamo..”
“Chissà come sarà la casa..” mi chiesi tra me e me.
“Se l’ha scelta tua madre, sicuramente di buon gusto..”
E infatti era così.
“GIRARE A DESTRA, POI ARRIVO!” disse calma la voce della signorina nel navigatore mentre Rob parcheggiava nel vialetto di “casa”.
Era strano chiamarla così. Non c’eravamo mai stati eppure sarebbe stata casa nostra per almeno sei mesi, la durata delle riprese di Breaking Dawn. Vivere in un albergo sarebbe stato uno stress e poco appropriato perciò prendere in affitto una casa nostra era sembrata la soluzione più ideale per avere un po’ di privacy, soprattutto ora che avevamo Joy. Mia mamma era stata così gentile da mettersi a disposizione ed era riuscita a trovare una casetta vicina al set e già ammobiliata. Pare che appartenesse a una coppia con due figli o qualcosa del genere, poi lui aveva fatto fortuna e si erano trasferiti in una villa più grande affittando quella casetta che non volevano abbandonare perché troppo legata ai ricordi di infanzia. Mi sentii quasi male al pensiero che avrei profanato l’intimità di altre persone. I loro mobili, le loro stanze, le loro pareti. Ma in fondo sarebbe stato per poco. Dovevo solo farci l’abitudine.
Era una casa modesta, una piccolissima villetta che si alzava su due piani, praticamente perfetta per le nostre esigenze. Dormire, mangiare e crescere Joy.. almeno per quei sei mesi.
Mentre Rob trafficava con le presunte chiavi di casa cullavo Joy che iniziava a lamentarsi probabilmente perché sentiva il bisogno di essere cambiata.. e anche io in effetti dovevo andare in bagno.
“Muoviti Rob” lo incitai iniziando a saltellare un po’ sul posto. Cazzo.. dovevo proprio andare in bagno. E poi ad essere sincera ora iniziavo davvero a essere curiosa di vederla coi miei occhi e non solo in fotografia come era stato fin’ora.
Mi sarebbe piaciuta? Mi sarei trovata a mio agio?
Sospirai. Ancora pochi secondi e avrei avuto una risposta
.

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Capitolo 25
*** New home ***


cap 25 Sìììììììììììììììììììì..lo so lo so, lo so. Ritardo di un giorno...sorry sorry sorry. Colpa mia (di Cloe, of course..). Scusate, ovviamente aspetto sempre di postare la sera e poi ieri c'è stato un temporale epico, è saltata la corrente e bunanotte...mi sono messa a dormire ahahah U___U chiedo perdono a voi fantastiche lettrici che ci riempite sempre di complimenti e di recensioni favolose anche se magari siete al mare a divertirvi. Trovate sempre un pò di tempo per la nostra storiella awwwwwwwwwwwww.
Vi amiamo girls..ok commento veloce visto che sono due settimane che aspettate il capitolo *___*
Un beso e...enjoy!!
Xo Xo


capitolo 25 (Fio)

NEW HOME



KRIS POV


“Ci sono..”esclamò un secondo prima che la serratura scattasse e la porta si aprisse.

“Oddio reggila un secondo. Non ce la faccio più!” quasi urlai mentre gli passavo Joy con ansia. Entrai in casa guardandomi velocemente in giro e cercando il bagno. Passai un salottino, la cucina, le scale che probabilmente portavano alla zona notte e finalmente arrivai al bagno. Quando ne uscii potei concentrarmi meglio sulle stanze e tornando all’ingresso mi affacciai per vederle meglio. Erano tutte di media grandezza, forse la cucina era un po’ piccola ma non avevamo bisogno di molto in fondo. Mi piaceva molto il salone, concentrato, con un divano che faceva ad angolo di fronte un tv mentre gli altri erano occupati da lunghe lampade, una libreria, una poltrona.  Niente di eccessivo e mi piaceva.
Rob mi venne incontro mentre Joy ancora si lamentava tra le sue braccia. La allungò e l’accolsi tra le mie.
“Vado a prendere la vasca.. ha davvero bisogno di un bagno..”
“Prendi anche la borsa con le sue cose” sussurrai emozionata per non so quale motivo. Ogni tanto mi fermavo a pensare a noi, a Joy e ancora mi sembrava tutto uno strano sogno. Un anno fa non avevo ancora nemmeno scoperto di essere incinta, e ora eravamo lì, insieme e io avevo nostra figlia tra le braccia e non potevo sentirmi meglio.
“Che stai facendo lì impalata?” chiese Rob curioso cercando di farsi strada attraverso la porta con la vasca e la borsa di Joy che riuscì a posare per terra davanti a me.
“Tutto bene?”. Preoccupato come sempre. Non potevo assentarmi col pensiero per più di qualche secondo senza avere paura che si preoccupasse.
Gli sorrisi e mi avvicinai un po’ per baciargli le labbra. “Si.. tutto bene”.
Mi carezzò una guancia prima di lasciarci un bacio.
“Forza.. questa bella bimba ha bisogno di essere lavata!” esclamò caricandosi di nuovo la vasca e vagando per la casa in cerca della cucina o del bagno.
Lo seguii e optò per la cucina. Sembrava strano che lavassimo nostra figlia in cucina ma eravamo abituati così. Sistemò due sedie in modo che si incontrassero e formassero un buono appoggio per la vasca che riempì di acqua calda.
“Ssh-ssh-shh” cercavo di intrattenere Joy mentre le toglievo la tutina.  “Facciamo il bagnetto ora amore..” cantilenavo e quando fu libera di tutti i vestitini raggiunsi Rob e dolcemente la immersi in quei pochi litri d’acqua sorreggendole il corpo e facendo attenzione che non immergesse la testa.
Joy si calmò subito come sempre. Il bagno era una cosa che la rilassava molto e diverse volte io e Rob glielo avevamo concesso durante i momenti di crisi anche se non ce n’era bisogno.
“Ma che brava bimba..ti piace il bagnetto, si?”.
Adoravo quella voce di Rob, lo faceva sembrare così vulnerabile e così dolce.. così.. papà. Sì. Lo faceva sembrare davvero un papà.
Mentre se la spupazzava con quella vocina le passava una mano sulla testa lavando quei pochi capelli che sembravano ancora di meno bagnati dall’acqua.
Dopo un po’ la tirai fuori, nello stesso istante in cui Rob prendeva l’asciugamano. Ormai eravamo perfettamente coordinati. Con una mano sorreggevo il corpo e con l’altra la testa e la passai a Rob che l’accolse nel suo abbraccio.
“Vieni amore di papà..”
Ormai quelle frasi erano diventate una specie di intercalare. Non c’era momento in cui non infilassimo qualcosa del genere.. non lo facevamo nemmeno di proposito; parlare con Joy era diventato del tutto normale, lo era sempre stato e da quando era nata avevo subito capito il rapporto che lega una madre al figlio. Come se non ci fosse nient’altro. Joy era diventata la mia ragione di vita, il mio tutto. Il centro del mio universo.
Rob le faceva dolcemente il solletico mentre l’asciugava. Poggiava delicatamente l’asciugamano sul suo corpicino e sulla testa quasi avesse paura di romperla.
Il dopo era sempre la parte peggiore del bagnetto e una volta fuori Joy prese a lamentarsi di nuovo. Non era un vero pianto erano più che altro versi mugolati che non sapevano se trasformarsi in urla oppure se lasciar perdere. Mi allungai sulla sua tutina e dopo aver staccato e lavato il ciuccio mi chinai su di lei offrendoglielo in bocca. Rimasi sorpresa nel vedere che lo succhiava per qualche secondo ma dopo poco lo sputò pieno di saliva, come sempre.
“Rassegnati Kris” sorrise Rob mentre espertamente metteva pannolino e body.
Sbuffai e mi sedetti sul tavolo proprio accanto a Joy e lasciai che fosse Rob a fare tutto. Due mani in più sarebbero state decisamente ingombranti.
“Proprio non capisco perché non lo vuole”. Avevamo provato anche con una punta di miele per farle assaporare il ciuccio, ma niente.
“Sai che pare che i bambini che non lo prendono siano più intelligenti?”
“Davvero?”
Scrollò le spalle. “Così ho sentito”
“Oh.. infatti io non lo volevo. Ora si spiega tutto”
“Della serie: viva la modestia”
Risi e mi chinai per lasciare un bacio sulla fronte di Joy che allungò subito le braccia.
“Ecco qui” esclamò Rob e la prese in braccio lasciandole un bacio sulla testolina. “Belle pulite e profumate” sussurrò cullandosi un po’ sul posto.
“Senti, se la fai mangiare io aggiusto un po’ di cose”
“Certo!” esclamò subito. Ovviamente..
Per lui stare con Joy era come dare le caramelle ad un bambino.
“Bene.. allora nella sua borsa sta il biberon e il latte in polvere. Lava il biberon e ricordati di controllare il calore del latte prima di..”
“Kris.. so come si fa..”
Arrossii senza motivo, forse un po’ in colpa. “Si.. scusa. Allora vado a prendere le borse dalla macchina..”. Gli diedi un rapido bacio sulla guancia e sparii fuori dalla cucina.
Passai l’ora successiva a mettere in ordine le nostre cose che fortunatamente non erano molte: cose essenziali, vestiti per lo più. Sarebbe stato di certo inutile portare tutta la nostra roba da una casa all’altra solo per un periodo ristretto di tempo e non mi andava per niente di fare due traslochi nell’arco di sei mesi, senza contare che Rob mi aveva tranquillizzato dicendomi che avremmo potuto benissimo comprare quello di cui avevamo bisogno. La camera da letto era carina, un po’ più grande delle altre stanze ed era proprio accanto alla camera che sarebbe stata di Joy. Avrebbe anche potuto dormire nella nostra stanza ma non sarebbe stato il caso nelle notti in cui io e Rob avremmo..
Bè.. non sarebbe stato il caso, e poi quella cameretta era davvero carina. Un verde chiaro che non permetteva di capire se i bambini che ci stavano prima fossero maschi o femmine ma mi piaceva molto. Mi dava l’idea di speranza. C’era una culla richiesta all’agenzia da mia madre, che aveva ritenuto inutile che portassimo la nostra avanti e indietro, e poi una cassettiera e un armadio. Molto spartana come cameretta ma dopotutto Joy aveva appena tre mesi e non avrebbe potuto fare molto in ogni caso, almeno per il momento.
Nel silenzio della casa sentivo Rob che cantava per Joy. La sua voce riusciva a farla addormentare subito ed era così dolce che sarei riuscita ad addormentarmi anche io. Rimasi ad ascoltarlo per un po’ mentre mettevo in ordine le ultime cose, poi si fermò per un po’ e proprio quando ebbi finito lo sentii armeggiare con uno stereo che evidentemente non avevo notato finché non si fermò su una canzone e la musica invase la casa.
Scesi le scale sotto le note di “The only exception” dei Paramore e lo raggiunsi mentre mi guardava con un sorriso indecifrabile in volto.
“Rob ma sei scemo? Si sveglierà così..”
“Rilassati Kris.. Ricorda che è nostra figlia. Ama la musica..”
E in effetti lanciando una rapida occhiata a Joy nel passeggino constatai che dormiva beata. Tornai a voltarmi verso Rob.
“Perché sorridi come un idiota?” dissi con un sorriso forse altrettanto idiota.
“Vuoi ballare con me?”
“Cosa?”
“Balla con me” ripeté e mi attirò per i fianchi portando le sue mani dietro la mia schiena mentre le mie erano sul suo petto.
Iniziammo a muoverci sul posto, lentamente, al ritmo di quella canzone così.. perfetta per quel momento.
“Sai.. pensavo al matrimonio..”
Mi prese alla sprovvista con quella frase. “Ah si?”
“Si.. pensavo che prima o poi dovremmo fissare una data..”
Mi morsi le labbra un po’ insicura. “Bè.. è ancora presto.. Magari potremmo.. potremmo aspettare che Joy faccia un anno..”
“Ma significherebbe sposarsi ad agosto..”
“..cioè caldo atroce” terminai la frase per lui.
“Già..”
“Allora potremmo rimandare a settembre oppure ottobre”
“Troppo tempo..”
“Che fretta hai?”
“E tu perché non ne hai?”
Di nuovo non sappi che dire per un po’. Perché continuavo a rimandare?
“Oh.. ehm.. ma no.. è che ci siamo appena sistemati qui.. e ci sono le riprese.. e poi dovremo ritornare in California.. e Joy è ancora così piccola..”
Si fermò per un secondo cercando il mio sguardo.
“Non.. non ci stai ripensando vero?” chiesi d’un tratto terrorizzato.
“No!” esclamai subito. “No, che dici?! Voglio solo non fare le cose di fretta. Insomma.. tu non devi sposarmi solo perché abbiamo una bambina ora..”
Lo sentii sorridere sul mio collo. “Sei assurda Kris. Credevo che avessimo già chiarito perché voglio sposarti..”
“Oh davvero?” lo provocai. “Devo avere un vuoto di memoria.. non ricordo proprio..” lo presi in giro e lui rise.
“Fai uno sforzo..” sussurrò chinandosi a baciarmi il collo.
“E’.. è.. difficile concentrarsi così..”
“Sono sicuro che invece aiuta..” continuò passando dal collo al mio viso.
“Non lo so..” ansimai.
“Proviamo così..” in un secondo fu sulle mie labbra, prima dolce ed esitante e poi sempre più esigente si fece spazio con la lingua e lo lasciai passare senza remore abbandonandomi a lui mentre assaporavo ogni angolo delle sue labbra.
“Allora?”
Ansimai un  po’ prima di rispondere e mi dichiarai sconfitta. “Forse.. forse perché mi ami alla follia?”
“Vedo che ti è tornata la memoria..” bisbigliò sulle mie labbra. Mi diede un bacio veloce sul naso e poi si fermò sulla mia fronte e stringendomi più a lui riprese a muoversi.
Respirai a fondo il suo profumo e chiusi gli occhi mentre una sensazione di benessere e sicurezza invadeva ogni fibra del mio corpo e capii che avrei voluto restare così, tra le sue braccia, in eterno.
“Maggio” bisbigliai a un certo punto contro il suo petto.
“Eh?”
Alzai il viso per guardarlo negli occhi. “Maggio.” Ripetei. “Maggio è perfetto.”
Lo vidi illuminarsi in viso e annuire con un sorriso che parlava per lui e non potei fare a meno di aprirmi in un sorriso anche io.
“Si, si è perfetto” sussurrò emozionato e mi strinse di più a lui.
Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare fino alle ultime note di quella canzone.
“Vuoi ballare ancora?” chiese mentre la musica pian piano sfumava.
“Credo che un lento basta e avanza” risposi divertita.
“Bene.. perché.. non so tu.. ma io avrei proprio bisogno di una doccia..”
Lo guardai ammiccante per qualche secondo ricambiando le sue occhiate finché non mi ricordai della bambina.
“Ma.. Joy..”
“Sta dormendo.. lasciamo la radio accesa..” disse e in quello stesso istante una nuova canzone dolce iniziò a suonare dallo stereo.
“Dipende da quanto tempo hai intenzione di trattenermi..”
“Il tempo necessario.. Non mettermi fretta..” soffiò al mio orecchio.
Sentivo già il cuore iniziare a battermi più forte e il desiderio iniziare a crescere dentro di me. Era insopportabile e sapevo già che avrei ceduto. “In effetti.. sono tutta accaldata..”
“Kris così non faciliti per niente le cose..”
“Sono in un bagno di sudore..”
“Continui?”
“Avrei davvero bisogno di una doccia fredda..” sussurrai sulle sue labbra.
“Come desidera” sussurrò e lasciai che mi prendesse in braccio sapendo già che gli avrei dato tutta me stessa.

“Comunque l’ultima mi piaceva proprio”
“Tu dici?”
“Si” confermai. “Mi sembra una con  la testa sulle spalle e non era fuori di testa come la altre..”
“C’era anche quella Annie che mi ha fatto una buona impressione”
“Si ma..non è che mi fidi tanto a lasciare mia figlia a una persona la cui aspirazione in un curriculum è fare da babysitter a Joy Pattinson..”
“E perché no? Non è perfetto?”
“Decisamente no. Troppo fanatica.. non vorrei che le venissero strane idee in testa..”
“Forse hai ragione..” mi appoggiò mentre spingeva il passeggino tra il labirinto che era quel centro commerciale. “Ah e che mi dici di Mary?”
“No” risposi subito secca.
“Perché no?”
“Non mi piace.. troppo spavalda”
“Davvero? A me invece è sembrata tanto garbata..”
“Si.. garbata tanto quanto attenta a farti una radiografia da cima a fondo..”
“Ma dai..”
“Rob.. tu non ti rendi conto..”
“Ma mi sembra di ricordare che portasse anche una fede.. o forse era un’altra..”
“Credimi.. non è una fede a trattenere l’ormone femminile..”
“Ma fammi capire.. tu forse non ti fidi di me?”
“Certo che mi fido.. E’ delle donne che non mi fido. Fanno tanto le fedeli e quando meno te lo aspetti ti pugnalano alle spalle”
“Ma stiamo parlando di me, non di loro. Non capisco perché ti fai tanti problemi..”
“Senti..che problema c’è se voglio stare semplicemente tranquilla?”
“Okok, nessun problema, figurati..”
“E poi Mary è nome da zoccola..”
“Come mai tutte quelle che pensi che mi vengano dietro hanno nomi da zoccole?”
“Perché è così e basta. Insomma.. Mary.. Non dirmi che non è un nome da zoccola..”
“Bè no. Pensa alla vergine Maria..”
“Tutta una copertura”
Non poté fare a meno di ridere, quella risata che amavo tanto perché sapevo di essere io a farlo ridere.
“D’accordo.. niente Mary. Allora che ne pensi di Jaymes?”
“Certo che però te li ricordi tutti i nomi, eh? Forse dovremmo pensare ad assumere un uomo. Dove sta scritto che le baby-sitter devono per forza essere donne?”
“Istinto materno. E non pensare nemmeno ad assumere un uomo se non vuoi dormire sul divano..”
“Tse.. questa è bella. Da che mondo è mondo sono sempre gli uomini a finire sul divano..”
“Ma tra noi due sei tu che porti i pantaloni, rimembri?” mi stuzzicò richiamando alla memoria tutte le volte in cui gli avevo dato della femminuccia appoggiando le sorelle che ancora oggi si divertivano a chiamarlo Claudia.
“Bè comunque Jaymes era troppo carina..”
“Niente nome da zoccola lei?”
“No..”
“Ma dai.. chissà perché..”
Mi sforzai di non ridere e mi morsi le labbra per continuare a stare sulle mie.
Ogni tanto Joy faceva qualche verso dal suo passeggino come se volesse in qualche modo partecipare alla nostra diatriba o volesse dire la sua su quella che sarebbe stata la sua baby-sitter.
“Sai.. credo che non mi piacerà nessuna. E’ proprio l’idea che mi da fastidio. L’idea che qualcun altro si prenda cura di lei. Non è giusto..” ammisi con rammarico.
“Lo so amore, ma non possiamo certo tirarci indietro. Vedrai che andrà tutto bene.. tranquilla..”
Mi fermai e sbuffai. Per un secondo sentii quasi le lacrime addensarsi agli angoli degli occhi. “E se poi.. se poi si abitua troppo a lei? E se non mi riconoscesse più?”
“Non dire idiozie Kris..”
“Rob io voglio crescere mia figlia, non voglio essere come quelle star che non pensano nemmeno ad avere figli solo perché potrebbero rovinarsi il fisico, voglio che lei sappia chi sono, chi siamo..”
Lasciò andare le mani dalla carrozzina per portarle sotto il mio mento e alzarmi il viso. “Lo saprà Kris, lei lo sa già. E poi non sarà per sempre.. E’ solo un periodo e possiamo sempre portarla con noi qualche volta se proprio ne senti il bisogno..”
Mi calmai un po’ con le sue parole e ricacciai dentro le lacrime prima che potessero scorrere giù per le guance. Che stupida che ero.
“D’accordo..” sussurrai.
“Stai tranquilla” ripeté e mi carezzò il viso lasciandolo solo quando mi fui calmata del tutto.
“Allora.. qualcuna deve pur esserti piaciuta. Ti lascio campo libero. Scegli tu.. Mi stavi dicendo dell’ultima..”
Indugiai un po’ mentre lentamente riprendevamo a camminare. “Mmm.. si. Mi sembra la più normale e poi Cloe è un nome simpatico. Mi piace”
“Un giorno mi spiegherai questa cosa che hai con i nomi..” disse sorridendo e io con lui.
“E’ solo.. sesto senso..”
“D’accordo. Come dici tu.. Allora andata per Cloe”
“Perfetto” concordai con un sorriso a metà tra l’eccitato e l’ironico.
“Oh eccoci!” esclamò Rob quando ci trovammo davanti il negozio di giocattoli e articoli per bambini.
Eravamo andati al centro commerciale con la precisa idea di comprare qualcosa a Joy, qualcosa che l’aiutasse a tenerla impegnata e le stimolasse i processi cognitivi. Diverse volte avevo visto in TV pubblicità di quei giochi con strani suoni e tasti colorati che si diceva aiutassero i bambini a crescere ma personalmente non ci avevo mai creduto e mai mi sarei immaginata di trovarmi a caccia di uno di quei cosi. Bè.. non proprio uno di quelli. Joy era ancora troppo piccola perciò ci orientammo per quelle specie di tappetini attrezzati con sediolino e arco da cui pendevano gli.. aggeggi.
Trovammo quello che faceva al caso nostro, o almeno così speravamo, e quando uscimmo ci trovammo proprio di fronte al Burger King.
“Ti va?” mi chiese Rob lanciando un’occhiata ai tavolini di fronte a me.
“Rob..” mugolai. “Sai che sto cercando di mantenermi.. e che non mangio la carne di buon grado..”
“Amore hai ripreso il tuo peso perfettamente e fanno anche gli hamburger vegetariani. Dai..Non è mai morto nessuno e una volta ogni tanto non può far male..”
Ci pensai un po’ su e alla fine cedetti.
Mi sedetti a un tavolino mentre Rob prendeva da mangiare. Il centro commerciale era quasi vuoto e non potevo esserne che felice. Nessun paparazzo, nessun rompipalle. Era un po’ come stare a Portland nel lontano 2008. Non c’era nessuno, o forse era solo la conseguenza di una noiosa mattina di Ottobre.
Presto detto. Non feci nemmeno in tempo ad elaborare il pensiero che un gruppo di ragazzine si avvicinarono timide, ma finché erano fan non c’erano problemi.
“Ciao.. scusa.. possiamo.. possiamo avere.. un..” balbettò una di loro allungando una penna e un pezzo di carta.
“Oh certo” sorrisi e firmai per ognuna di loro che sorridevano emozionate.
“Comunque volevamo dirti che siamo davvero felici per voi”
 “Oh grazie..” risposi altrettanto timida.
“Possiamo.. avere una foto?”
“Certo” risposi di nuovo e mi alzai per mettermi a loro disposizione ma dopo un paio di foto Joy iniziò a lamentarsi vivacemente.
“Scusate..” sussurrai.
“Nono tranquilla!” esclamarono praticamente all’unisono e subito mi chinai su di lei e la presi in braccia.
“Che c’è amore? Hai fame? Hai visto queste signorine? Fai ciao.. fai ciao con la manina..” dissi cullandola un po’ e facendole fare ciao.
“E’ davvero bella..” sussurrò una di quelle ragazze allungandosi e accarezzando la mano di mia figlia. Non seppi nemmeno come rispondere dato che ormai anche un grazie mi sembrava troppo scontato, così mi limitai a sorridere.
In quell’istante Rob tornò con un vassoio pieno di roba e quelle poverette ebbero quasi un infarto.
Rimasero imbambolate per qualche minuto mentre io me la ridevo.
“Ehm.. salve..” esordì Rob mentre poggiava il vassoio sul tavolino.
Ci fu qualche attimo di delirio ma più che buttarsi su di lui le ragazze si abbracciavano tra di loro come se avessero appena realizzato un sogno. Mi misi a sedere contenta di non avere più l’attenzione su me e Joy e mentre Rob faceva il suo dovere di attore super affermato io preparavo la mia piccolina per la sua pappa.
“Grazie! Grazie milleee!!!” urlarono in coro e poi tutte eccitate si allontanarono lentamente non staccandoci gli occhi da dosso.
“Ormone femminile eh?”
“Già..” confermai stendendo Joy su di me e circondandola con un solo braccio in modo da poter avere l’altro libero per mangiare.
Ero diventata abbastanza pratica e ormai riuscivo a reggere il biberon con la mano dello stesso braccio su cui era appoggiata. Ne andavo quasi fiera visto che era sempre comodo avere una mano libera a disposizione.
“Vuoi che faccio io?”
“No, vado bene” dissi sicura e afferrai una patatina.
“E meno male che non avevi fame!” esclamò Rob dopo che ebbi divorato il mio panino.
“Non ho mai detto di non avere fame.. anzi.. ne ho fin troppa ultimamente..”
“Non sarai mica incinta?” chiese ammiccando.
“Divertente. Ma ti ricordo che prendo di nuovo la pillola..”
“Oh.. ehm.. in realtà le ho sostituite con le mentine”
Mi gelai. Immobile. Lo sguardo fisso su di lui. Il sorriso sparì in un secondo.
“Stai.. stai scherzando ..vero?” riuscii a balbettare con voce rauca.
Le sue labbra dapprima pericolosamente serie si trasformarono lentissimamente in un debole sorriso. “Certo che sto scherzando Kris..” sussurrò debole e mi rilassai all’istante.
“Dio! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita!” esclamai ancora con il cuore in gola mentre lui scoppiava in una sonora risata.
“Non c’è niente da ridere! Mi stava quasi venendo un infarto!”
“Hahaha, ma ti pare che mi metto a sostituire le pillole con le mentine?!”
“Bè c’è stato un periodo in cui eri così fissato che temevo quasi che l’avresti fatto”
Si calmò poco a poco. “Vero.. in realtà ci avevo anche pensato ma non potrei mai farti una cosa del genere e poi era prima di avere lei..” terminò mentre la sua voce si addolciva man mano.
“I miei sogni si sono avverati. Ora ho tutto quello che potessi desiderare.. e se decideremo di dare un fratellino o una sorellina a questa piccolina di certo sarà tra un po’.. e con il consenso di entrambi. Lei è stata inaspettata.. La volevo così tanto.. eppure quando me lo dicesti rimasi sotto shock”.
“Si” risi. “Ricordo ancora il tuo tonfo sul pavimento”
“Bè dovevi ammetterlo che non era stato il modo più sensibile per darmi una notizia simile..”
“Forse no.. ma anche io non me l’aspettavo. Eravamo sempre stati attenti.. non credevo certo che una sola volta potesse.. portare lei..”
“E invece ha portato lei..”
“Di certo tu mi stavi tirando i piedi da un po’..” affermai sarcastica.
Rise di gusto. “D’accordo.. ammetto che forse esageravo un po’ ma davvero lo desideravo e quel giorno mi hai fatto il più bel regalo che potessi ricevere..”
“Si.. sono d’accordo..” sussurrai e restammo in silenzio a fissare il viso di nostra figlia che succhiava le ultime gocce della sua pappa.
“Vado a prendere un’altra coca-cola” disse Rob dopo un po’. “Vuoi qualcos’altro?”
Scossi il capo.
“Ok torno subito”
“D’accordo” dissi e quando ebbe finito posizionai Joy dritta sul mio corpo in modo che potesse fare il ruttino che non tardò ad arrivare.
La tenni così ancora un po’ nel caso dovesse digerire ancora e notai da lontano che Rob era al telefono. Chissà con chi..
Attaccò un secondo dopo e tornò frettoloso al tavolo.
“Dobbiamo andare” esclamò.
“Cosa? Perché?”
“C’è stato un imprevisto. Il regista ha una specie di convegno non so dove e non ci sarà le prima due settimane di pre-produzione perciò vuole parlarci adesso..”
Rimasi basita e incredula mentre cercavo di dare un veloce senso alle sue parole.
“Ma.. cosa.. come.. e la bambina?”
“La portiamo con noi. Su forza, andiamo”.

“Certo però.. che seccatura. Non so te, ma questo regista non è che mi convinca tanto” parlavo a bassa voce per non farmi sentire mentre percorrevamo il corridoio che avrebbe portato alla sala riunioni del residence.
“L’abbiamo visto solo un paio di volte.. magari non è male come sembra..” bisbigliò lui.
“Bah.. speriamo..” dissi in fine dando un’ultima spinta al passeggino prima di entrare in sala.
Erano già tutti lì e d’un tratto mi sentii duemila occhi puntati addosso.
“Salve a tutti.. scusate il ritardo..” esordì Rob intimandomi ad andare avanti.
E io avanzai timida all’interno della sala spingendo il passeggino quasi con timore.
“Buon pomeriggio ragazzi!” ci salutò Bill, il nuovo regista.
“Oddio, avete portato Joy!” esclamò qualcuno in coro e in un secondo la carrozzina fu accerchiata.
“Si..ci dispiace ma non sapevamo proprio a chi lasciarla..” dissi rivolgendomi a Bill.
“Non preoccupatevi, sono io a dovermi scusare per il poco preavviso”
Sorrisi grata sperando che l’attenzione verso Joy scemasse pian piano ma invece sembrava peggiorare ogni secondo di più.
“Che amoreeee”
“Kris ha proprio i tuoi occhi!”
“E le sue labbra!”
“Però ha le guance di Rob!”
“Posso prenderla in braccio?”
Mi stupii che fosse Kellan a farmi quella domanda e sorrisi annuendo decisa.
Lui si fece spazio tra gli altri e con fare esperto prese Joy dal suo giaciglio.
“Vieni dallo zio, Lily”
Ancora una volta rimasi senza parole.
“Sai che sei l’unico a chiamarla così? Cos’è? Joy proprio non ti piace?”
“Joy è bellissimo ma ho sempre adorato Lily.. e poi i secondi nomi servono pure a qualcosa no? Se nessuno la chiama così che senso ha?”
Però! Non faceva una piega! Ridendo lancia un’occhiata a Rob che avevo il solito sguardo di quando era davvero felice.
Era stato lui a scegliere quel secondo nome. Diceva che aveva sempre adorato il nome Lilian e in effetti anche io e quando me lo disse non avevo potuto fare a meno di chiedermi come avevo fatto a non pensarci prima. Ma.. Joy era Joy. In ogni caso non ci sarebbe stato nome migliore per lei.
Fui sorpresa di vedere che Kellan se la cavava davvero bene con lei. Non l’avrei mai detto! Comunque non ebbe occasione di tenerla a lungo visto che doveva praticamente fare il giro di tutti che se la passavano a turno.
“Posso?” Nikki fu l’unica a chiedermi il permesso prima di prenderla e sebbene le cose fossero ancora fredde tra noi non mi sentivo di portarle rancore anche in vista del rapporto che avremmo avuto nel film.
“Certo..” sussurrai schiarendomi la gola e lei la prese dalle braccia di Peter e iniziò a parlare dolcemente. Non poteva di certo farle nulla di male.
“Ehm.. ragazzi.. forse è il caso di smetterla..” disse a un certo punto Rob lanciando uno sguardo al regista che nonostante tutto non sembrava per niente spazientito.
“Eh prima tocca a me” esclamò lui subito dopo creando un silenzio assurdo e  lasciandoci tutti a bocca aperto. Riuscii a stento a trattenere una sonora risata.
Così Joy aveva conquistato tutti in meno di dieci minuti e mi rilassai al pensiero che magari qualche volta avremmo davvero potuto portarla con noi.
“E’ davvero una bambina bellissima..” bisbigliò Bill porgendomi di nuovo la piccola.
“Grazie” risposi cortese.
“Di niente” sorrise. “Ora iniziamo!”
Presi posto ovviamente accanto a Rob che reclamò Joy. Gliela cedetti sapendo quanto lui avesse bisogno del contatto con la figlia almeno una volta ogni mezz’ora e mi rilassai ascoltando il discorso.
Dopotutto questo Bill non era tanto male. Magari mi ero fatta paranoie inutili, magari non sarebbe stato tutto difficile, magari sarebbe andato tutto liscio come l’olio.
In fondo.. avevo tutto quello che potevo desiderare.. Non potevo davvero lamentarmi di niente.
Lanciai un’occhiata a Rob e lo vidi chinarsi per baciare la testolina di Joy, poi voltarsi e sorridermi; improvvisamente mi sentii davvero tranquilla e capii che non c’era bisogno di preoccuparsi o farsi inutili problemi. Finché avessi avuto Rob accanto a me sarebbe andato tutto bene, e sapevo che lo avrei avuto accanto a me per sempre quindi.. perché preoccuparsi?
Mi rilassai al nuovo pensiero che mi invadeva la mente e lasciai scivolare via ogni preoccupazione.
Sì. Sarebbe andato tutto bene.

P.S= Sono la tata di joy!!!!!!! Awwwww il sogno della mia vita ueueueueue. Me commossa ahahahha Alla prossima LOL

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Capitolo 26
*** I miss you ***


cap 26 Awwwww ragazze buona sera!!!! Visto appena 13 gg dopo sono qui col capitolo che, udite udite, è anche l'ultimo senza la nostra dolce Fioooo..che torna a casa la prossima settimana (anche se probabilmente non sola perchè rapirà una bimba troppo bellina). Ok ho parecchio da fare stasera (tipo scrivere ehm..ehm..) quindi vi lascio velocemente all'aggiornamento ;) Spero vi piaccia LOL. Anche se il titolo è leggermente deprimente non disperate hihihihi.
Un mega bacio.
Xo Xo Cloe & Fio


CAPITOLO 26 (cloe)



I MISS YOU


KRIS POV

Sarebbe andato tutto bene.

Certo.
Sì, come no.
Me lo ero detto per autoconvincermi e …e infatti le cose andavano una schifo.
Una tragedia.
Una catastrofe.
Ok, forse stavo un tantino esagerando. In fondo se prendevo un lungo respiro e guardavo le cose sotto una diversa prospettiva mi potevo perfettamente rendere conto che…
CHE NON CE LA FACEVO PIU’!
Volevo mia figlia. E la volevo subito. Sì, perché io mi trovavo sul set in quel preciso momento, mentre la mia bambina, la mia piccolina, il mio dolce pulcino indifeso che non era mai stato così tanto lontano da me adesso era a casa nostra, lasciata alle mani inesperte e sconosciute di Cloe, la nuova tata che, per quanto fosse una ragazza adorabile, non aveva..cioè le mancava…non era…
Non era me.
E questa cosa mi tormentava perché non riuscivo a pensare ,a imparare le battute, a concentrarmi.
Ed erano solo pochi giorni che le riprese erano iniziate e io già stavo così. Uno schifo completo.
Uno schifo completo che non riusciva a lavorare.
“Ehi kris sei sicura che vada tutto bene?”
Rob si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla. Era già da qualche minuto che vedevo i suoi sguardi mentre veniva truccato.
“Sei quasi più pallida di me. E io ho tre dita di trucco sulla faccia” ridacchiò.
Tentai anche io di abbozzare un sorriso, senza riuscirci veramente. “Sono solo stanca. Stanotte Joy ha fatto un po’ i capricci. Proprio non ne voleva sapere di dormire nel suo letto. Siamo state tutta la notte sul divano abbracciate..”
“Non capisco perché non mi hai svegliato. “
Mi fissò leggermente accigliato e questo sì, mi fece sorridere davvero. Si stava pian piano trasformando in un padre super presente che non voleva perdersi neppure un minuto con sua figlia. Neppure un pianto, neppure una colichetta.
Gli carezzai il volto. “Non avrebbe fatto alcuna differenza. Almeno così tu hai dormito”
Scosse le spalle. “Avrei potuto stringervi e cantarvi qualcosa finche entrambe non vi foste addormentate”
Si chinò in avanti baciandomi la punta del naso e mi sentii istantaneamente meglio. Avrei tanto voluto ricambiare il gesto ma sapevo che se avessi tolto anche solo un po’ di trucco e fatto ritardare le riprese come minimo sarei stata linciata da almeno cinque diverse persone, perciò mi limitai ad abbracciarlo forte.
“Ti amo”
“Ti amo anche io” rispose “Ma ancora non mi hai detto che ti frulla oggi in quella testolina”
“Io..” replicai tentennando “E’ solo..mmm cioè..”
“Ehi piccioncini!” la voce del regista Bill, mi fece quasi saltare dallo spavento, talmente ero concentrata nella mia conversazione con Rob.
Lo vidi sbracciarsi dall’altro lato del set dove era stata ricostruita la mia camera da letto, o per meglio dire la camera da letto di Bella, che quel giorno era la nostra sede per le riprese.
“Sono davvero felice che siate entrati nella parte ma vorreste essere così dolci davanti alla macchina da presa per favore?” continuò, lanciandoci un’eloquente occhiata che ci invitava a darci una mossa.
Sia io che Rob ci mettemmo a ridere piano. Bill era fantastico, davvero. Competente ed esperto si capiva lontano un miglio che sapeva fare il proprio lavoro. Ed era anche una splendida persona ma… ma se si rispettava la sua tabella di marcia era molto meglio per la sanità mentale di tutti quanti.
Mano nella mano mi avviai con il mio fidanzato verso il letto su cui avremmo dovuto sdraiarci e io mi tolsi l’accappatoio che indossavo sopra un paio di leggerissimi  short e una maglietta. Saltai sul letto e quando vidi Rob imitare il mio gesto e sdraiarsi al mio fianco senza camicia quasi arrossii. Un po’ dall’imbarazzo, cosa assurda visto che l’avevo visto molto più nudo di così quella stessa mattina a casa. Però non era la stessa cosa: quando eravamo insieme eravamo soli mentre ora..circondati da tutte quelle persone che sapevano che stavamo davvero insieme , era un po’ strano. E poi, a dirla tutta, forse era arrossita anche un po’ per il fastidio: avrei volentieri voluto coprirlo con qualcosa e impedire che tutte quelle donne sul set lo vedessero.
Mi avvicinai di più a lui e, come prevedeva la scena, mi accoccolai bene contro il suo petto mentre due assistenti  sistemavano ogni piega delle coperte in modo che l’inquadratura risultasse perfetta.
Ok, potevo farcela. Dovevo farcela.
Ora non ero più Kristen e i miei problemi dovevano restare fuori da questo set. Adesso ero Bella. Una Bella eccitata e ansiosa la sera prima del suo matrimonio. Solo a questo dovevo pensare.
“Ehi..dopo parliamo” mormorò Rob proprio prima che, una volta allontanatosi tutti, il regista dicesse “Azione”
Robert iniziò a passare le dita sulla pelle del mio braccio, sfoderando l’aria tenebrosa e tormentata alla Edward che solo a lui riusciva perfettamente.
Avrei tanto voluto che Charlie avesse ragione.” Iniziò a recitare le sue battute “Avrei tanto voluto che..che tu fossi incinta. Non è giusto che io ti privi di questa possibilità”
La sua mano scese piano a carezzarmi il ventre e io cercai disperatamente di ricordarmi quello che dovevo rispondere e di non farmi distrarre dal tocco gentile delle sue dita.
Io..” mormorai “ Io..voglio solo te. Del resto posso fare a meno”
“Ma immagina nostro figlio” continuò “o magari una bambina, con i tuoi occhi..”
A quelle parole sentii stringermi il cuore e improvvisamente i miei pensieri corsero nuovamente a Joy, a casa lontana da me. Alla nostra bambina, con i miei occhi, che era vera..era reale e..
Noi avevamo davvero una bambina accidenti! E il mio posto era con lei..
“STOP”
Sussultai quando sentii qualcuno urlare e, improvvisamente riportata alla realtà, mi resi conto che avrei dovuto rispondere con la mia battuta e non stare li a…
Mi sfiorai la guancia bagnata col dorso della mano.
Stavo piangendo.
“Kristen..kristen che cosa succede’” Rob allungò il braccio sfiorando il mio viso. “ti senti male?”
Mi guardai intorno sconcertata, notando lo sguardo di tutti puntato su di me.
Ma che stavo facendo? Che mi stava succedendo?
Presi un profondo respiro. Non potevo, non potevo stare ancora lì…
 “Kristen..”
“Sto bene, sto bene” sbottai saltando in piedi e dirigendomi a passo spedito verso il mio camerino, ignorando gli sguardi e le mute domande di tutti quanti, finchè non raggiunsi la stanza e mi ci chiusi dentro sbattendo la porta e isolando il mondo dietro di me.
Sentivo di stare per fare una scena e non volevo che accadesse davanti all’intero cast.
Mi sedetti sulla poltrona davanti allo specchio e portai le ginocchia contro il mio petto, avvolgendo le braccia intorno alle gambe mentre sentivo l’ennesima ondata di lacrime salirmi agli occhi.
Ok ero ridicola. La parte razionale di me continuava a dirmi che stavo esagerando,che sicuramente Joy a casa con Cloe stava benissimo e che dovevo solo cercare di rilassarmi…
Ma l’altra parte. La parte irrazionale non faceva che ripetermi quanto fosse sbagliato che io, sua madre, la donna che l’aveva portata dentro di sé per nove mesi e che era sempre rimasta on sua figlia, ora fosse lontana per tutte quelle ore al giorno quando la mia bambolina era ancora così piccola…
Toc toc.
Sbuffai. Sapevo benissimo chi era: ero certa che sarebbe venuto e che non mi avrebbe lasciata sola a cuocere nel mio brodo.
“Entra” dissi a voce abbastanza alta perché potesse sentirmi.
Rob aprì piano la porta e scivolò all’interno, chiudendosela alle spalle. Non avevo il coraggio di guardarlo, ancora troppo imbarazzata per la scena di prima; ma lo sentii comunque fare qualche passo e sedersi sul pavimento di fronte a me.
“Va tutto bene” dissi rapida prima che lui potesse dire alcunché.
“Non va affatto tutto bene” replicò.
“Si invece”
“no invece”
“Sì”
“No”
“kris..”
“Rob..”
Improvvisamente avvertii le sue dita sul mio mento: rapide mi costrinsero a fissare lo sguardo nel suo. E, quando i miei occhi incontrarono i suoi, così dolci e preoccupati, scoppiai.
“Sono una pessima madre..”
Mi fissò sconvolto per moltissimi secondi prima di trovare le parole per rispondermi. “Ma cosa dici kris?Tu..tu sei una madre fantastica…dove..come ti è venuta un’idea simile?
“Una madre fantastica?” domandai alzandomi in piedi di scatto “Una madre fantastica dici? Quale madre fantastica lascerebbe la propria bambina di cinque mesi in mano a quella che in pratica è una sconosciuta per..per..”
“Kris, ora stai vaneggiando” Rob mi bloccò ancora prima che potessi esporre davvero il problema “Quello che dici non ha senso. Sai quante donne ogni giorno devono lavorare per mantenere i loro figli? E non c’è nulla di male nel lasciare i bambini a persone esperte e competenti..”
“Ma” replicai scacciando con rabbia le lacrime che mi imperlavano le ciglia “ma la maggior parte delle donne lavora perché ha bisogno di farlo. Io….”
“No kris. Questo discorso non te lo lascerò nemmeno iniziare. Sentirti in colpa perché ami il tuo lavoro è…è assurdo. Kris, è normale che ti manchi Joy. Manca terribilmente anche a me e non faccio che pensare ogni minuto a lei. Ma poi sai cosa penso anche? Penso che noi dobbiamo essere dei modelli per nostra figlia e che un giorno lei vedrà con quanta passione e dedizione abbiamo svolto il nostro lavoro e sarà orgogliosa di noi…”
Prese un profondò respiro e mi posò le mani sulle spalle. “E’ giusto amare quello che facciamo. E’ quello che ci ha uniti, che ci ha portati a stare insieme…Lei sarà orgogliosa di avere dei genitori come noi. Perciò non sentirti mai neppure per un minuto in colpa per amare anche il tuo lavoro..”
Affondai il capo nel suo petto, respirando a fondo il suo profumo e, stranamente le lacrime si quietarono un poco. Rob riusciva sempre a far prevalere un pòchino la mia parte razionale quando stavo male. Dio non sapevo cosa avrei fatto senza di lui!
“Non..non l’avevo vista sotto questa prospettiva in effetti” ammisi.
“Eh, lo so. Questo perché io sono un genio” sogghignò.
Lo colpii scherzosamente contro il petto. “scemo..”
Sentii le sue labbra posarsi sul mio capo. “Seriamente kris. Mi rendo conto che questi mesi di riprese saranno difficili per entrambi ma dobbiamo essere forti. E poi..poi pensavo che magari in futuro potremmo organizzarci e lavorare a turno. Così non saremmo mai lontani da Joy contemporaneamente ed entrambi saremmo più sereni. Che ne dici?”
Mi scostai leggermente e lo fissai con i miei occhi molto probabilmente rossi e gonfi, sentendo nel cuore una nuova emozione. “Sì..probabilmente è una buona idea. Anzi, è una fantastica idea..”
“Visto?” mi sorrise “Sono un genio..”
Ricambiai il suo sorriso che, però, si congelò sulle mie labbra quando pensai ad una cosa. “Ora dobbiamo tornare di là vero?”
Con mia grande sorpresa scosse il capo. “no, visto che è pomeriggio hanno deciso di..spostare direttamente tutto a domani..”
Notai il suo sguardo vago e mi sentii immediatamente in colpa ed umiliata. “E’ per me vero? E per la scena che ho fatto di là? Dio, non volevo sconvolgere il programma..”
“Ehi” mi tranquillizzò “Non hai sconvolto proprio un bel niente. Che cosa vuoi che cambino poche ore? E poi sei una mamma preoccupata…non hai mica commesso un crimine.”
“Già una mamma preoccupata” mormorai flebile.
Dio, quanto desideravo abbracciare la mia piccola, cullarla, baciarla, stringerla al mio petto, accertarmi che stesse bene.
Non potevo assolutamente più farne a meno ormai.
“Rob” sussurrai stringendomi nuovamente a lui. “Portami a casa. Portami da Joy.”

Non appena Robert parcheggiò l’auto nel vialetto mi precipitai all’esterno, percorrendo a velocità supersonica quei pochi metri che mi separavano dalla porta d’ingresso.
Forza kris, forza ce la puoi fare..
Aprii l’uscio e mi guardai intorno spaesata, cercando disperatamente la mia bambina ma, tutto quello che vidi fu il salotto illuminato debolmente dalla luce del tardo pomeriggio che entrava dalla finestra.
Mossi qualche passo facendo inevitabilmente scrocchiare le assi del pavimento e sentii un rapido movimento in cucina. Dopo qualche secondo Cloe entrò nella stanza con in mano una rivista. Mi fece segno di tenere la voce bassa non appena aprii la bocca.
“Si è addormentata poco fa” sussurrò abbastanza vicino perché potessi sentirla. “Oggi era un po’ nervosa”
“Anche ieri notte. Ha dormito pochissimo..”
“Sì, lo immaginavo. Sai sono praticamente sicura che le stia per spuntare il primo dentino” mi informò lei con fare esperto “Fa tantissime bavette e ha continuato per ore a mordicchiare quel giochino di gomma. Oh e poi ho visto la sua gengiva. Non hai notato che era gonfia e dura per caso?”
Mi bloccai un attimo, cercando di assorbire le sue parole.
Ehm…
Mmmmm..
Oddio, che cosa si aspettava che dicessi?
Probabilmente quello che ci si sarebbe aspettato da ogni buona madre. “Certo che me ne sono accorta.”
Ma io non potevo, non potevo dirlo. Perché non me n’ero accorta.
Sentii una fastidiosissima sensazione a livello del cuore mentre mormoravo flebile: “No..”
“Oh beh…insomma..non che lo fosse poi così tanto” balbettò “Ci ho pensato solo perché..perchè di solito a questa età è normale iniziare coi dentini e..beh sì..”
Sembrava imbarazzata, probabilmente avendo notato il mio disagio e si rilassò un poco solo quando fu strappata da quel fastidioso momento dall’ingresso in casa di Rob.
“Ehi Cloe..” salutò sfoderando il suo miglior sorriso.
“Cia..ciao Rob..” rispose lei mentre le guance le si imporporavano leggermente. Probabilmente, se in quel momento non fossi stata troppo impegnata a pensare a mia figlia e a colpevolizzarmi per non aver capito prima il suo disagio, avrei trovato la scena comica. Da quando l’avevamo assunta Cloe aveva fatto dei netti passi avanti: era riuscita a superare l’iniziale imbarazzo di lavorare con due personaggi famosi come noi, di badare davvero alla famosa e super conosciuta Joy Pattinson ma…ma evidentemente quello che ancora non aveva superato era vedere Rob ancora acconciato alla Edward Cullen apparirle di fronte così improvvisamente. Doveva essere troppo per lei. Beh, forse sarebbe stato troppo per qualsiasi donna.
Rob allungò il braccio per posare le chiavi della macchina sul tavolino dell’ingresso ma mancò il bersaglio e caddero a terra, con un tonfo che risuonò per tutta la casa.
Trattenemmo entrambe il respiro e il mio ragazzo spalancò gli occhi.
“Non ditemi che stava..”
“UEUEUEUEUEUEUEUEUEU”
“Cazzo” imprecò Rob.
Cloe sorrise. “Non fa niente vado io a vedere se riesco a farla riaddormentare”
“No, davvero” le bloccai il braccio e mi diressi spedita verso le scale “Ci penso io. Ho  così voglia di stringerla..”
Scattai ancora prima di sentire un’eventuale risposta, precipitandomi dentro la cameretta in penombra della piccola che, agitava le gambine sbattendo la coperta in cotone.
La presi in braccio e con molta dolcezza la strinsi al petto, affondando il naso nei suoi radi capelli chiari, inspirando a pieni polmoni il suo profumo. E finalmente mi sentii davvero a casa. Era quella casa per me: il profumo del corpicino di mia figlia…
La cullai leggermente, asciugando a fior di baci le sue guance bagnate da grossi lacrimoni quasi desiderosa anche io di lasciare qualche lacrima al sollievo che averla tra le braccia mi dava.
Erano state ore infernali. Tutti i giorni della settimana appena trascorsa in cui ero dovuta starle lontana per lunghe ore erano stati infernali. Ma oggi..oggi era stato peggio. Ogni minuto mi sembrava una pugnalata al cuore.
“Mi sei mancata tanto. Mi sei mancata da morire piccola mia” sussurrai massaggiandole la schiena mentre lei strofinava il nasino contro il mio petto e i suoi occhioni spalancati perlustravano la stanza. Erano grandi, di quella meravigliosa tonalità così simile alla mia e allo stesso tempo così unica e, malgrado la giornata movimentata e la precedente notte priva di sonno, non sembravano assolutamente stanchi.
“Vuoi scendere a salutare papino?” domandai felice, desiderosa di essere di nuovo solo noi tre insieme.
Uscii dalla camera e mi diressi al piano inferiore e vidi Rob e Cloe che parlavano nell’ingresso. Lei teneva in mano la sua borsa e gli stava dicendo qualcosa a proposito di una specie di pomata.
“..è ottima, la consigliano i pediatri. Domani ne porto un tubetto..”
Appena sentirono i miei passi si voltarono entrambi e un norme sorriso comparve sui loro volti quando videro Joy tra le mie braccia.
Anche Joy, ovviamente, si agitò come una pazza e, non appena arrivai ai piedi delle scale sporse le braccine verso Rob. In meno di due secondi volteggiava fra le braccia del papà, mentre lui le baciava il collo facendola ridere. Quasi mi commossi a sentire i suoi versetti che accendevano la casa di allegria: era così dolce, così innocente..
Non appena Rob smise la sua dolce tortura i suoi occhietti si posarono su Cloe che ci guardava felice appoggiata al divano e.. e mia figlia si aprì in un enorme sorriso.
Cloe allungò le braccia e la prese senza sforzo, rispecchiando il sorriso felice di mia figlia, presto seguito da uno identico sul volto di Rob.
Mentre io…mentre io li fissavo congelata.
Joy guardava Cloe come se fosse parte della famiglia. Come se la conoscesse da sempre. La guardava come..come guardava me.
“Probabilmente è solo per la collana che ho oggi” disse Cloe veloce, arrossendo nuovamente. “Le piace. E’ tutta la mattina che ci gioca”
“Ahh non sminuirti” Rob si intromise “Sei assolutamente fantastica con lei. Si vede lontano un miglio che ti adora”
Alzai gli occhi veloce, lanciandogli un’occhiata che avrei tanto voluto potesse fulminarlo all’istante. E il premio per la frase sbagliata al momento sbagliato va a ..Robert pattinson!
“Si’..ehm.. Credo che sia meglio che io vada a casa. Si è fatto piuttosto tardi” Cloe prese la sua borsa e, dopo aver ridato Joy a Rob, uscì salutando e agitando la mano dall’auto.
“Preparo la cena..” borbottai allontanandomi verso la cucina senza degnare il mio ragazzo di uno sguardo. “Bada a lei per favore.”
“Ok ma volevo farmi la doccia prima”
“Beh, mettila nel box e portala in bagno con te” La voce mi uscì più acida di quanto volessi o mi aspettassi.
“D’accordo” mormorò flebile e, anche se non potevo vedere la sua espressione perché ero girata di spalle, sapevo esattamente quale fosse.
Quella del Rob preoccupato.
“Vai vai davvero. La cena la inizio io” mormorai cercando di addolcire la voce, mettendoci la parvenza di un sorriso, finchè non sentii i suoi passi dirigersi su per le scale e il clic di una porta che si chiudeva.
Iniziai a prendere la pentola e a riempirla d’acqua. Avevo deciso di fare gli spaghetti visto che avevo già il ragù pronto che mi aveva portato…
Quasi rovesciai la pentola quando mi ricordai che il sugo l’aveva fatto Cloe. Già perché oltre a essere gentile, oltre a stare super simpatica sia al mio fidanzato sia a mia figlia , lei sapeva anche cucinare il sugo per la pasta visto che era di origine italiana.
Beh…allora poteva andarci dritta filata in Italia se le piaceva tanto…
Mi sentii immediatamente un po’ in colpa per qual pensiero. Non era stata colpa sua se oggi era stata una pessima giornata e se io mi sentivo in colpa per essere una pessima madre. Però..però come diavolo poteva essere possibile che Joy avesse legato subito con lei?
Con me ci era voluto un sacco di tempo, mentre Cloe era arrivata, era piaciuta a tutti e bam…Miss perfezione mi faceva sentire uno schifo.
Non riuscii a togliermi quel pensiero dalla testa per tutta la durata della serata e di certo Joy non aveva migliorato il mio umore né la fiducia nelle mie capacità di madre.
Non aveva quasi toccato nulla della sua pappetta di verdura, anzi avevo dovuto pulire il pavimento perché si era divertita a sputarla tutta quanta a terra. E ora sembrava che anche mettere il pigiamino fosse un’impresa più ardua dello sbarco in Normandia.
“Dai amore mio…ti prego, fallo per la mamma. Infila il braccino.” Mugugnai, quasi anche io sull’orlo di scoppiare a piangere per la frustrazione. Non so come ma, in qualche modo, riuscii a prepararla per la notte ma non a farla smettere di piangere. Per quanto la cullassi e la stringessi contro il mio petto lei continuava a lamentarsi nervosa e ad agitarsi finchè, addirittura, non si ancorò con la manina ai miei capelli, tirando forte.
“Ahi..Joy no, non si fa!”
Alzai un po’ troppo la voce e, come se le cose non stessero già andando malissimo, lei si mise a piangere ancora più forte.
Rob accorse in camera con indosso solamente un paio di boxer e una maglietta.
“Che succede?”
“Io..niente..non lo so..non vuole dormire e..mi ha tirato i capelli e forse ho alzato la voce..”mormorai.
“Non l’ha fatto apposta” replicò lui accigliato.
“Ma dai! Lo so che non l’ha fatto apposta ma mi ha fatto male ed è stata una reazione istintiva. Scusa d’accordo?” Sentii di nuovo le lacrime al bordo dei miei occhi e, molto probabilmente, le notò anche lui perché allungò il braccio come a volermi sfiorare il viso.
Mi allontanai prima che potesse farlo. Non..non avevo bisogno di far vedere a tutti quanto fossi fragile: dovevo solo sdraiarmi un attimo e dormire un po’.
Gli passai la bimba, ignorando il suo sguardo.
“Ti prego..ho bisogno di andare a letto..” sussurrai.
Uscii dalla stanza precipitandomi nella nostra e gettandomi sul letto, scacciando con rabbia le lacrime che premevano per uscire e affondando il capo nel cuscino. Un po’ di riposo e le cose sarebbero migliorate. Sì..
Chiusi gli occhi e scivolai in un sonno agitato.


“Su su piccolina. Va tutto bene. Tutto bene.” La cullai dolcemente, cercando di calmare i suoi strilli.
Niente.
Era un’agonia vederla così. Le guance arrossate e gonfie per il pianto, gli occhi pieni di lacrime che veloci le gocciolavano dalle guance.
Eravamo riusciti a dormire giusto un paio d’ore prima che Joy si svegliasse urlando così disperata che eravamo stati completamente incapaci di rifarla addormentare, o anche solo di tranquillizzarla
Rob stava seduto sulla poltrona, le mani fra i capelli. “Cosa..cosa pensi che abbia?”
“Non lo so” mormorai flebile, la mia voce coperta dagli strilli della bimba.
“Ma secondo te sente molto dolore?”
“Rob non lo so!” esclamai esasperata. Perché continuava con quelle domande assurde? Se avessi saputo cosa aveva avrei fatto qualcosa no?
“Cloe ha detto che sta mettendo i dentini. Forse sono quelli a farle male..”
“Probabilmente sì”
D’un tratto si alzò in piedi, come se si fosse ricordato di qualcosa molto importante. “La pomata! Cloe prima mi aveva detto che lei aveva una crema che faceva diminuire il dolore alle gengive”
Presi un profondo respiro. Se  lo avessi sentito dire ancora una volta la frase “Cloe ha detto” lo avrei ucciso seduta stante con le mie mani, me lo sentivo.
“Non possiamo di certo chiamarla ora, sono le due del mattino” mormorai fra i denti.
“Beh però con quello che la paghiamo..”
“D’accordo! Chiamo Cloe!” sbottai. Voleva che chiamassi Cloe? Perfetto avrei chiamato Cloe visto che lei era così brava a risolvere ogni nostro problema!
Composi velocemente il suo numero di cellulare e quasi fui sollevata quando sentii  la voce dirmi che non  era al momento raggiungibile.
“E’ spento”
“Beh..ha il numero di casa..” disse lui tranquillo.
Ok, adesso stava esagerando. “Vuoi chiamarla a casa? Non sappiamo neppure con chi vive.”
“Beh” sbottò lui “mi sembra ovvio che non sai cosa fare, perciò..”
Mi bloccai, fissandolo negli occhi, mentre il mio cuore si spezzava sentendo le sue parole.
Io..io non sapevo cosa fare..
Che cosa voleva dire con quelle parole? Che non stavo facendo abbastanza? Che non facevo nulla per far star meglio mia figlia? Che..
“Kris..” si passò la mano fra i capelli sospirando “Non è quello che volevo dire lo sai. Sono solo..davvero sono solo..”
Mi avvicinai a lui, passandogli sia la bimba che il telefono. “Pensaci tu visto che sei così bravo. Fai come vuoi”
Rob chiamò davvero Cloe che venne a casa nostra e mise una specie di gel fresco sulle gengive di Joy. Di li a pochi minuti iniziò a smettere di piangere e, cullata dal mio massaggio al suo pancino, si addormentò lentamente. La presi e la portai nel suo lettino mentre io mi ranicchiai sulla sedia a dondolo li vicino, pensando a tutto quello che era appena successo.
Ero grata a Cloe di essere venuta. Ero grata perché aveva fatto passare il dolore a mia figlia eppure…e poi Rob con quella sua uscita mi aveva davvero ferita. Passai lì l’intera notte finchè la mattina mi preparai velocemente, sedendomi già in macchina aspettando Rob e pronta a partire per il set.
Fu uno dei viaggi più strani che avessi mai condiviso con lui. Di solito parlavamo e ridevamo. O comunque anche il silenzio non era mai stato strano tra noi mentre quella mattina. Sembrava che non riuscissimo neppure a respirare la stessa aria.
“Senti Kris” iniziò quando ebbe parcheggiato l’auto.
Scesi dall’auto , ignorando il resto della sua frase. Veramente cercai di ignorarlo durante tutta la preparazione e il trucco. Non sapevo neppure se ce l’avrei fatta a lavorare con lui. A stare lì, a fissarlo ad abbracciarlo, a fare finta che andasse tutto bene.
E infatti..
“Kris per favore appoggiati meglio contro il suo petto”
Fantastico, di nuovo la splendida scena di ieri da ricominciare.
Sempre evitando il suo sguardo mi accoccolai meglio, finchè non sentii la parola azione.
Ti tremano ancora le ginocchia? Qualche ripensamento?” mormorò cercando di sembrare divertito, quando io potevo benissimo leggere la sua tensione mascherata sotto il suo tono leggero.
Ok ora io dovevo dire..
Che cazzo dovevo dire?
Cazzo..
“Ehm..sì..cioè no.” Blaterai.
“STOOOP”
“Cazzo!!” urlai e ancora prima che qualcuno potesse dirmi qualsiasi cosa o fare un qualsiasi tipo di commento, saltai di nuovo fuori da quel maledetto letto e corsi arrabbiata verso il mio camerino.
Arrabbiata..non sapevo nemmeno con chi.
Tentai di chiudermi la porta alle spalle ma non potei e mi accorsi presto del perché. Rob la teneva aperta e scivolò piano all’interno.
“Sì cioè no?” chiese “Kris che cosa ti sta succedendo?”
“Niente,  mi andava di dire così”
“Beh la scena non è così” replicò lui, avanzando di qualche passo.
“Forse dovrebbe esserlo” risposi acida iniziando a muovermi avanti e indietro come un leone in gabbia. “Forse Bella dovrebbe pensarci bene o un giorno finirà che Edward le rinfaccerà di essere una pessima madre, di non sapere prendersi cura della loro figlia. E lei finirà per sentirsi un completo fallimento perché anche la tata riesce a capire quello che ha sua .sua figlia e ..e lei…”
Non mi resi conto di essere scoppiata a piangere finchè i singhiozzi mi impedirono di parlare coerentemente. Immediatamente sentii due braccia calde cingermi per la vita e stringermi contro il suo petto.
“Shhhh smettila..smettila di dire sciocchezze..” mormorò Rob al mio orecchio, massaggiandomi la schiena lentamente, senza fretta, finchè il tremore del mio corpo non si placò un poco.
Mi prese il mento fra le dita, costringendomi a fissarlo. “Non puoi crederlo davvero. Non puoi davvero pensare di non essere una buona madre quando io ti guardo e vedo..vedo..”
“Ti prego se ci tieni alla mia salute mentale non dire che sono la migliore mamma del mondo” ebbi la forza di dire.
“Ok non lo dirò” rispose convinto senza rompere i collegamento dei nostro sguardi “perché so che hai ragione. Non sarebbe la verità. Non sei la mamma migliore del mondo.E io non sono il papà migliore del mondo. Non esistono i genitori perfetti. Non esistono le famiglie perfette”
Prese un lungo sospiro e continuò. “Quando diventi un genitore e ..e sei la persona più felice al mondo ma..ma nessuno ti dice dei problemi che avrai dopo. Dei casini, delle notti insonni dei..di come ti senti un fallimento quando tuo figlio piange e tu non sai cosa puoi fare per aiutarlo. E’ come mi sono sentito ieri sera..”
Lo interruppi. Guardandolo confusa. “e’ come mi sono sentita anche io. E poi hai detto..”
“Amore, hai frainteso. Volevo dire che entrambi non avevamo idea di cosa fare. Non volevo dire che..cavolo kris ma come hai potuto anche solo pensare che potessi dirti una cosa simile?”
Scrollai le spalle, quasi incapace io stessa di spiegare come mi ero sentita. “E’ solo che..che mi manca sempre. E mi manca in un modo così assurdo e..totale che..che non riesco a fare altro che pensare a lei. E poi..”
Mi bloccai, non sapendo se continuare senza sentirmi una totale imbecille.
“E poi?” chiese alzando un sopraciglio. “Kris ti conosco troppo bene per non capire che c’è anche dell’altro.”
Presi un profondo respiro, arrossendo. “Sono..sono..un po’..beh sì, forse sono un pochino gelosa di Cloe..”
Lo vidi sbattere le palpebre un paio di volte, come se avessi appena detto qualcosa di assolutamente assurdo e privo di senso. “Tu cosa?”
“Oh andiamo!” sospirai abbassando lo sguardo “Lo hai detto anche tu che lei e la bimba sono estremamente legate. E poi sembra sempre sapere di che cosa Joy ha bisogno e invece io...”
“Kris, questa è la cosa più assurda che abbia mai sentito. Devi capire una cosa; Cloe è brava con Joy perché è brava coi bambini in generale.”
“Che vuoi dire?” domandai senza capire.
“Che è il suo lavoro. E’ ovvio che conosca i nomi dei medicinali o che capisca subito se Joy è abbastanza grande per avere effettivamente problemi coi denti oppure no. Si è laureata, ha dato degli esami. Lei sa come comportarsi coi bimbi. Non significa assolutamente che Joy preferisca lei a te. Te lo ripeto, forse non sarai la mamma perfetta. Ma sei la sola e unica mamma perfetta per Joy.”
Mi baciò la punta del naso finchè, totalmente inaspettato, un sorriso spuntò sulle mie labbra. Certo vista da quella prospettiva..forse avevo un tantino esagerato.
“Allora, va un po’ meglio?” domandò qualche minuto dopo.
Annuii. “Sì, grazie..io, io non so come fai ma riesci sempre a farmi stare meglio.”
“Mmmm” ridacchiò “Allora non pensi più che Bella non debba sposare Edward.”
Scossi il capo ridendo a mia volta. “No, anzi. Bella non vede l’ora di sposare il suo Edward..”
Si chinò così da poter sfiorare le mie labbra con le sue in un bacio prima lento che, poi, crebbe d’intensità, fino a che..
Toc toc.
“Mmmmm” mugugnai “non rispondiamo..”
Toc toc.
Rob mi lanciò un’occhiata divertita e aprì la porta, rivelando Catherine, una delle assistenti di Bill.
“C’è una ragazza qui” disse semplicemente “Con ehm..vostra figlia.”
Subito mi sentii gelare mentre insieme a Rob mi precipitavo fuori.
O mio Dio. Stava male? Era successo qualcosa? Oddio
Svoltammo l’angolo e ricominciai a respirare un po’ quando le vidi entrambe vicino a Bill. Joy aveva il visino un po’ stanco per la nottata insonne e gli occhietti arrossati ma..ma non sembrava che stesse male..
“Cloe che succede?” Rob precedette la mia domanda.
Lei ci sorrise. “Credo che volesse te..” mormorò arrossendo e guardandomi spaesata.
La ricambiai con uno sguardo ancora più scioccato. “Come?”
“Quando sei uscita stamattina ed eri..ehm nervosa non l’hai salutata. Non ha smesso di piangere un minuto da allora, e di certo non era per il dentino perché ormai ha tagliato la gengiva vedi? Direi che voleva semplicemente la mamma”
A quelle parole quasi scoppiai di nuovo a piangere. O mio Dio, non avevo salutato il mio tesoro e lei..lei voleva me..
Prima ancora di capire quello che stavo facendo presi Joy fra le braccia e, trattenendo a stento i singhiozzi, la strinsi forte a me, abbracciando di rimando anche Rob.
Lo sentii circondarci entrambe tra le sue braccia.
Mi sporsi per vedere meglio il visino di mia figlia. Le sfiorai la boccuccia con il dito finchè lei non la aprì, mostrandomi la puntina bianca nella sua gengiva.
“Oh amore sono molto orgogliosa di te. Vedrai che adesso non ti farà più così male, la mamma te lo promette.”
Sentii Bill ridere. “Non sapevo di essere finito a girare Beautiful con tutti questi drammi famigliari. Kris se la cosa può aiutare, la baby sitter e la piccola possono restare. Non è un problema.”
Immediatamente mi illuminai. “Oddio sì, grazie. Sarebbe meraviglioso.”
Lasciai Joy alle braccia amorevoli di Rob e presi Cloe per  mano, facendole vedere dove avrebbe potuto sedersi e guardare senza dare fastidio a nessuno.
Lei sembrava totalmente meravigliata e si guadava intorno come se quella fosse la realizzazione di un sogno. In effetti mi aveva confidato di aver letto tutti i libri e di aver visto tutti i film della saga e di essere stata molto nervosa quando aveva presentato il curriculum per lavorare per noi.
“Cloe, volevo solo dirti che..che mi dispiace per come mi sono comportata. Tu sei stata davvero gentile, sei venuta da noi alle due del mattino e io..beh..è solo che stare lontano da lei mi manda letteralmente fuori di testa”
Mi sorrise “Tutto dimenticato. Non gestisci la cosa peggio di Robert credimi.”
“Che vuoi dire?”
Si morse il labbro. “beh, ecco..lui mi ha fatto giurare che non te lo avrei detto ma..ma il primo giorno in cui ho tenuto la bimba lui..beh, ha telefonato a casa 22 volte per controllare.”
“Ventidue volte??” esclamai spalancando gli occhi “stai stai scherzando?”
Scosse il capo ed entrambe scoppiammo a ridere.
“Se vuoi qualche volta durante la settimana possiamo venire sul set così stai con Joy durante le pause.” Propose.
“Sarebbe fantastico” risposi sinceramente commossa “Eh..grazie..grazie davvero”
Tornai sui miei passi, per prendere la bimba e riportarla a Cloe.
“Abbiamo una scena da girare” dissi entusiasta “fammi dare la piccola a Cloe”
“Ti vedo molto più positiva”
“Si’ beh sai..” indugiai prima di scoppiare a ridere “per quanto io possa essere gelosa, non sarò mai così pazza da chiamare casa 22 volte..”
Lo vidi arrossire imbarazzato.
“Solo per sapere, cosa le avevi promesso in cambio del silenzio?”
“Una cena con kellan. Ma non penso che l’avrà ora”  borbottò
Mentre camminavo mi voltai un attimo verso di lui ed entrambi scoppiammo a ridere guardandoci.
Sì, forse sarebbe andato tutto bene davvero
.

P.S= Non ve li abbiamo mai dati..ma se vi interessa qst sono i nstr account twitter :) Se facciamo qlcs di male nella storia potete linciarci anche li hihihi.

http://twitter.com/rockycloe

http://twitter.com/Fiorels90




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Capitolo 27
*** I'll never leave you alone ***


capitolo 272 bis Giorno a tutte ragazze!!! Avrei postato ieri sera ma ho avuto un piccolo inconveniente tecnico u__U ( giuro non è una bugia perchè me ne sono dimenticata..donne di poca fede ) Ok  tralasciamo la parentesi e...mamma mia girls siamo sconvolte..26 recensioni..*_____*. Non vi stancate mai di questa storia ed una cosa meravigliosaaaaa!!! Cioè ci amereste e continuereste a seguirci anche se facessimo morire Rob muahahahahaha..non che abbiamo intenzione di far morire Rob ehm ehm..coooomunque...
Grazie, davvero grazie ancora per il costante supporto. Siete magnifiche.
Detto questo vi lasciamo al capitolo. E' tempo di Natale nella nostra family.
Cavolo è passato un anno dal primo Natale che abbiamo raccontato...loro sull'isola di Wight, Joy nella pancia, Kris che risponde in segreto a sms del makako... cosa che ci fa ricordare che siamo buone sin da trp tempo U___U il popolo chiede un pò di sadicità.
Vedremo di accontentarvi muahhahahah
Bacio girls
Cloe e Fio

Ness_:  oh grazie mille per il tuo supporto, si il rapporto tra madre e figlia è un rapporto speciale, e la gelosia di kris è comprensibile..
grazie ancora per il supporto, segui questa storia con costanza, grazie ancora..
ps: una mia amica chiede se tornerai a postare smile, lei adorava quella ff, anche io e fio incomincieremo a leggere, noi adoriamo le storie con i bambini :)...

Mabel :ahhahah no ç_ç niente cena con kellan, che schifo ahahah, comunque grazie mille, a noi ogni commento fa felice, siamo contente quando le nostre lettrici adorano cio che scriviamo, grazie ancora e alla prossima :)

KStewLover :ahahah oh tesoro il boy arrivera da se, non serve cercarlo, arriverà nel momento giusto :), comunque grazie ancora come sempre, tu adori noi e noi adoriamo te , parlo anche a nome di letizia, quando rivedremo un tuo capitolo, allora si che saremo al cento per cento felici, perche tu scrivi cose meravigliose *:*.. comunque grazie ancora tesoro, alla prossima :)

prudence_78:  ahahahahah alla tata sarebbe dispiaciuto piu che altro perdere una cena con rob, ma ahime.. che deve farci AHAHA.. comunque grazie per la tua recensione, eh si procurati un cardiologo u_u

BabyVery : grazie a te che ci segui con cosi tanta costanza, ti lasciamo al nuovo, questo è molto piu tranquillo :)


sydney90 : aww sono una famiglia molto bella, vediamo come saranno nei prossimi capitoli muahhaha.. comunque grazie ancora e alla prossima..

kristen200996: ci dispiace per la tua amica tesoro, joy era gia stato deciso fin dall'inizio, questa storia è nata per joy, ma siamo contente che alla fine il nome ti sia piaciuta..
ti ringraziamo anche per come segui la nostra storia.. grazie di cuore, alla prossima.

ANNALISACULLEN :se abbiamo viste le foto del bacio, assolutamente si, magnifiche..
aspettiamo per un futuro epico, new orleans è vicino, comunque grazie ancora per la recensioni, siamo contente che il vecchio capitolo ti sia piaciuto :)

_UryBlack_ :ahahahah grazie, si joy è un nome dolce, siamo contente di aver scelto questo nome ahahah.. grazie ancora...

serve :a te abbiamo deciso di mandare un email, ho letto la risposta:) grazie per il commento..

Nina960 : l'altra storia, lo postata da poco, comunque manca poco alla fine, per questa, grazie per la recensione, siamo contente che ti piaccia :)

KatyCullen : siamo sempre contente di trasmettere qualcosa :). grazie a te :)


ste87 :grazie grazie grazie :)

julietta__ :se vuoi giulcess possiamo farti fare la parte del ciuccio di joy u_u ahahah. ah scherziamo, comunque grazie ancora, sei sempre super gentile con noi..

Struppi : oh yeah :) grazie

Lorena1992 ; ti capiamo, i filmini mentali ce li facciamo pure noi awwwwwww, comunque grazie mille lola :)

yesido : grazie mel, ahahha fa ridere a tutte la storia delle 22 telefonate ahaha... grazie ancora :)


camy83 :eh tutte vogliono rob, ma per fortuna kris lo tiene per se .. grazie ancora e alla prossima :)


elviraj: si joy è una bimba cosi tenere awww, comunque grazie e bentornata dalle vacanze :)

ila_cullen :o_o noi avremmo fatto questo per una cena con rob ahahha,comunque grazie e alla prossima :)


francypattinson: la storia non finisce qui, questo per noi è solo l'inizio ahah, ci saranno altre cose muahahhaha preparati ah..
comunque grazie per il sostegno, ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia :)



chi61 : ahah lo speriamo anche noi,ora ti lasciamo a questo piccolo capitolo alla prossima :)

_Giorgy_ : ahah siamo contente che ti sia piaciuto il capitolo, ti lasciamo al nuovo .. alla prossima..

ariel7 ledyang Anto_Pattz: T_____T
 grazie di cuore ragazze, sempre cosi gentili con noi ç_ç, vi lasciamo al nuovo capitolo, mi sa che questo vi farra sorridere tanto, ehm in futuro mi sa che faremo una brutta fine, se portiamo avanti le nostre idee muahhahaha..
u_u comunque grazie ancora di cuore, alla prossima :)




CA
PITOLO 27 (CLOE)

I'LL NEVER LEAVE YOU ALONE


ROB POV

“Casa dolce casa…” mormorò Kris mentre entravamo dalla porta d’ingresso.Non ci potevo credere: finalmente eravamo di nuovo a casa nostra. Anche se solo per le due settimane di vacanze natalizie era comunque fantastico. Noi tre nella quiete della nostra casa…

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
Beh..quiete forse era una parola grossa. Recentemente Joy aveva scoperto la bellezza di ..urlare. Sì, esatto semplicemente si divertiva terribilmente ad urlare come un piccolo aquilotto, soprattutto quando doveva mangiare e poteva accompagnare le grida anche sbattendo le mani sul seggiolone.
Ma per me non c’era nessun altro suono al mondo migliore di quello. Forse soltanto quello del suo cuoricino o del respiro delle due donne più importanti della mia vita quando dormivano abbracciate nel lettone. Se li pensavo insieme ..riuscivo quasi a sentirli fluire fuori dalla mia mente e prendere vita propria…come una melodia…
Sentii le braccia di Kristen circondarmi la vita e iniziare a baciarmi il collo.
“Tanto non avrai alcun regalo anticipato” mormorai ammiccando.
Mi fissò corrucciata.
Aveva chiesto, si era arrabbiata ed era quasi arrivata ad implorarmi perché le dessi qualche piccola anticipazione…ma io ero bravo a non cedere. Non le avrei rovinato  la sorpresa del suo regalo di Natale per nulla al mondo.
“Sei cattivo..ti odio..” protestò.
“Ti amo anche io, Kris” risposi ridendo. Era così adorabile quando si irritava per queste piccole sciocchezze. Non lo avrebbe mai ammesso ma era una maniaca del controllo la maggior parte del tempo.
Prese la piccola dal passeggino e se la strinse tra le braccia facendomi la linguaccia.
“Ma Natale è domani…anzi tecnicamente alla mezzanotte mancano solamente 8 ore..quindi tra otto ore…”
Risi più forte “Scordatelo mia cara. Devo ancora mettere a punto alcuni piccoli dettagli e domani saremo impegnati tutto il giorno con i nostri genitori e fratelli. Direi che quando se ne andranno, domani sera e se avrai fatto la brava ragazza…”
“Domani sera?” esclamò “Ma manca un’eternità e io lo voglio sapere adesso”
Mi fissò con sguardo da cucciola ma vedendomi fermo sbattè il piede a terra. “Bene…domani chiederò a Taylor di picchiarti. Anzi..lo chiederò a Lizzie. Aspettati una giornata divertentissima.”
Sbuffai. Questo non me lo poteva fare. Già mia sorella era una grandissima palla al piede di suo, se poi veniva istigata…per carità.
“Ok” concessi “Facciamo così. Ti do un indizio a cui pensare.C’entra la musica”
Si illuminò. “E’ una chitarra? No, un disco. Aspetta…forse un vinile di qualche collezz..”
La bloccai tappandole le labbra con la mia mano. “Ho detto indizio. Niente di più. Domani sera ci scambieremo i nostri regali, così dovremo aspettare in due..”
“Ok..” acconsentì.
“Bene. E ora venite qui…pretendo un bacio..” mormorai trascinandole entrambe contro il mio petto.

“Rob? Rob?”
Mi riscossi  dai miei pensieri sul pomeriggio precedente quando sentii la voce di Kris chiamarmi e focalizzai la sua mano passarmi davanti agli occhi.
“A che stai pensando?” domandò ridendo.
“A te” risposi sincero. “A voi…”
Kris arrossì leggermente stringendosi la piccola al petto. Non era di certo una ragazza timida ma una volta mi aveva confidato che il modo in cui la facevo sentire, come se la adorassi, come se davvero la considerassi la cosa più bella dell’intero universo, la faceva quasi sentire una ragazzina alla prima cotta.
Ed era il modo in cui avevo programmato di farla sentire per tutta la vita.
Presi Joy dalle sue braccia e la sollevai in aria, facendola ridere e mostrarmi i suoi dentini appena sbucati. Sentii il mio cuore quasi farmi male in quell’istante: non sapevo se era possibile essere così innamorato di  qualcuno come io lo ero di mia figlia e della mia ragazza.
Non c’erano confronti che tenessero.
Non c’erano termini di paragone.
Era la cosa più assoluta che si potesse provare.
“Ciao principessa..sei bellissima.”
Ed era vero. Indossava una tutina rossa con stampata sul davanti la renna Rudolph dal naso rosso.
Le solleticai il pancino col dito, avvicinando il mio viso al suo e sfregando i nostri nasi.
“Rudolph è carino ma il tuo nasino lo è molto di più” dissi provocandole altre risa mentre le sue mani correvano  ai miei capelli, tirandoli leggermente.
La strinsi al mio petto baciandole il visino e allungando il braccio per attirare anche Kris vicino a me. Kris appoggiò il capo sulla mia spalla accarezzando la tutina di Joy.
“Vi amo..” sussurrai.
“Anche io..Ma ti amerei di più se avessi il mio regalo”
Alzai gli occhi al cielo e Kris sollevò le mani. “Ok ok ok.. lo so stasera, mi sono rassegnata. Comunque non batterà mai il regalo che ho fatto a te. Ne rimarrai scioccato.”
“Vedremo” mormorai, le mie labbra sulle sue.
Stavo iniziando ad approfondire il bacio quando Joy mi colpì sul viso con una manata.
“Ahia” esclamai.
Kris scoppiò a ridere e sentii anche qualcuno sulla porta.
Mi voltai e vidi Lizzie poggiata allo stipite, che ci osservava   piegata in due dalle risate.
“Ah quella bambina è così piccola ed è già il mio orgoglio” disse tra le lacrime.
Anche kris continuò a ridere, seguita a ruota da Joy. Se c’era una cosa che amavo di quella bambina era il suo carattere perennemente allegro.
“Piccola traditrice” Le solleticai il pancino provocando altre risa.
“Ora per quanto siete estremamente carini, di la stiamo morendo di fame” si lamentò mia sorella.
“Te l’hanno mai detto che sei estremamente irritante?” domandai
Lei mi fece al linguaccia ed uscì.
Kris mi prese per mano e mi costrinse a seguirla.
“Dimmi perché non potevamo passare la giornata solamente noi tre invece di invitare entrambe le nostre famiglie. E’ un casino da stamattina alle sette.” Mi lamentai.
“Dai su..i tuoi genitori e le tue sorelle sono venuti da Londra solo per stare con noi. Anche se devo ammettere che l’accoppiata tue sorelle e miei fratelli è qualcosa che ucciderebbe anche un santo” ammise.
“Appunto” esclamai, avvicinandomi di più a lei , sfiorandole la schiena. “Pensa potevamo stare soli, aprire i regali nel lettone tutti e tre, mangiare guardando la tv e poi mettere a dormire Joy e…”
“E..?” domandò alzando il sopraciglio. “Ah Robert..fai il bravo bambino e forse..stasera ci sarà un ‘e…’.”
Mi diede una pacca sul sedere proprio mentre entravamo in sala da pranzo.
Partì quasi un applauso.
“Ecco ce l’avete fatta. Che stavate facendo di là?” domandò Victoria.
“Non credo che vorresti saperlo. Sono da far venire il diabete alle volte..” si lamentò Liz.
“Non dirlo a noi” disse Dana “Dovevi vedere quando Kris viveva ancora con noi e Rob la veniva a trovare. Stavano li sul divano a sbaciucchiarsi per ore ..”
“Aahahahaah” continuò Taylor “E’ vero e poi se mamma e papà uscivano andavano direttamente in camera a fare..”
Vidi gli occhi del padre di Kris spalancarsi leggermente mentre beveva un bicchiere di vino.
“Okkkk” Kris esclamò “Taylor non dire cavolate!”
“Che c’è? Non è mica colpa mia! E poi io non dico bugie, specialmente non a Natale. E comunque la prova vivente che le mie parole sono vere è seduta sul seggiolone davanti a me..”
I nostri fratelli e sorelle scoppiarono a ridere come dei pazzi mentre i nostri genitori sogghignavano lanciandoci occhiate strane. Vidi Kris tentare con scarsi risultati di seppellire la propria faccia nell’insalata di patate.
Lo sapevo che mettere insieme due pazze  e tre pazzi non avrebbe portato a nulla che non fossero scene quanto meno umilianti.
“Aehmm..si si” improvvisamente mi venne in mente un argomento per spostare la conversazione fuori dalla vita sessuale mia e di Kris.
“Ok allora io e Kris ..beh dobbiamo dire una cosa. A tutti voi.”
Lanciai un sorriso alla mia ragazza, afferrandole la mano sotto il tavolo e stringendola. Lei mi sorrise di rimando, segno che aveva capito cosa volessi fare.
“Oh santo cielo ancora?!!!!” Questa volta fu Cameron a parlare. Anzi non solo si limitò a parlare ma alzò il pugno al cielo con un grosso sorriso sulle labbra.
“Ragazzi, ora pagate avete perso la scommessa!” strillò agitando la mano di fronte ai suoi fratelli.
Taylor sbattè il pugno sul tavolo. “ E che cavolo, ma non è possibile! Non può succedere la stessa cosa dell’anno scorso! Kris cavolo…mettiti un tappo.”
Lizzie e Victoria si fissarono sconvolte. “Kris o mio Dio sei incinta e non ci hai detto nulla!”
“Di questo passo dovrò davvero iniziare a cercarmi un lavoro, avrò una sacco di nipoti e non un centesimo per fargli dei regali decenti.” Si lamentò Dana.
“Oh tesoro di quanto sei?” Jules sfiorò il braccio di Kris “Potevi dirmelo. Sei ancora nel primo trimestre? Pensavo prendeste precauzioni…”
Kris aprì la bocca per dire qualcosa ma venne di nuovo interrotta da Lizzie. “Noi dovevamo saperlo per prime..siamo le zie!! Saremmo andate a fare shopping!Tu” indicò Cameron “Come facevi a saperlo?”
“Ehi ho tirato a indovinare. Mi sembrava un po’ ingrassata e così…”
Kris che già si stava massaggiando il ponte del naso con fare esasperato a quelle parole alzò il capo lanciando uno sguardo di fuoco al fratello.
Riuscivo quasi ad immaginarmela mentre tentava di ucciderlo con un osso del tacchino.
“Ok ok ok” Battei la forchetta contro il bicchiere finchè non ebbi l’attenzione di tutti. “Io e Kris non aspettiamo un bambino per adesso, ok? Magari tra un po’…ma di certo non ora. Quindi calmatevi tutti.”
Un mormorio tornò a percorrere la tavola.
“Ma allora..”
“Cameron lo sapevo che dicevi solo stronzate..”
“Io pensavo..”
“Shhhh. Solo perché Kris non è incinta non significa che non ci siano altre belle notizie.” Dissi. Afferrai la mano di Kris e  la baciai.
“Abbiamo fissato una data per le nozze” sussurrò lei emozionata.
“Già. Il 25 maggio questa ragazza mi farà l’onore di diventare la signora Pattinson”
I suoi occhi mi guardarono pieni di amore  e si porse a darmi un bacio sulla guancia, le nostre mani sempre unite.
Dal tavolo si levarono un coro di ‘Awwww’ ‘Come sono dolci’ ‘Voglio fare la damigella’ ’Non uccidermi per averti detto che sei grassa’. Coro che continuò indisturbato e ininterrotto durante tutto il pranzo e durante il pomeriggio passato ad aprire i regali sotto l’albero che la madre di kris aveva preparato durante la nostra assenza.
Erano soprattutto regali per Joy, anche se era ancora troppo piccola per gustare davvero il momento. Non per questo comunque i suoi nonni  e i suoi zii evitarono di riempirla di tanti di quei vestiti, tutine, scarpine e giocattoli da bastarle per una vita intera. Neanche cambiandosi d’abito tre volte al giorno sarebbe riuscita a mettere tutto prima di diventare troppo grande per starci dentro.
Finalmente a sera tardi ci ritrovammo , per la prima volta nella giornata, davvero solo noi tre. Io e kris  eravamo sdraiati sul divano in overdose da cibo (specialmente la zuppa inglese di mamma) e Joy dormiva sdraiata sulla mia pancia, col faccino premuto nell’incavo del mio collo.
I genitori di Kris erano tornati a casa loro e i miei al Four Season.
Improvvisamente Kris si mise seduta e mi fissò ammiccante.
“Allora, il momento dei nostri regali è finalmente arrivato??”
Risi e feci cenno di sì col capo, senza svegliare la piccola.
Entrambi la guardammo e, prima che potessi dire la stessa cosa, Kris parlò. “Voglio che lei ci sia quando ti darò il mio regalo” disse.
“Anche io voglio che lei ci sia…” risposi.
Mi alzai e lei mi prese la mano, conducendomi su per le scale, davanti alla porta di una camera che non avevamo ancora adibito ad alcun uso particolare. Era sempre rimasta chiusa…
“Allora..il mio regalo è li dentro?” domandai adesso davvero curioso.
Kris annuì, mordendosi il labbro. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì piano la porta rivelando…
Avvertii le sue labbra sul mio orecchio mentre fissavo l’interno della stanza, sbalordito.
“Buon Natale amore mio” sussurrò.

KRIS POV
“Buon Natale amore mio” sussurrai.
“Kris… ma è…”
Mi scostai leggermente per poter guardare il suo viso. Sembrava…senza parole. Avevo fatto qualcosa di male?Forse avevo speso così tanto per qualcosa che non gli piaceva davvero o forse…?
“E’..un pianoforte..” continuò, muovendosi leggermente verso di esso dopo avermi passato Joy. Arrivammo vicino al piano e vidi Rob sfiorarne la superficie lucida con le dita.
Ma ancora non diceva una parola: si limitava a guardarlo e guardarlo.
“Mi hai comprato un piano?” domandò guardandomi scioccato.
“Beh sì..” risposi cauta. “Ora..so che a confronto tuo di musica non so molto. Specialmente di pianoforti ma..ma mi hanno detto che è un’ottima marca e comunque se non ti piace possiamo sempre cambiarlo con un altro. Oddio non dirmi che l’avresti voluto bianco? Insomma l’ho visto però non credevo che il bianco potesse essere…”
Le labbra calde di Rob si impossessarono delle mie fermando il mio flusso senza senso di parole. Si mossero piano sulle mie, attente, le sue mani mi cingevano il viso avvicinandomi quel tanto da permettere ai nostri volti di sfiorarsi senza schiacciare nostra figlia.
Prima di accorgermene mi ritrovai seduta sulla panchina di fronte al piano: Rob inginocchiato di fronte a me.
“Aspetta qui” mormorò staccandosi “Vado a prendere il tuo regalo..”
Annuii completamente senza fiato. Tempo 20 secondi ed era di nuovo li, ora seduto al mio fianco.
Mi porse un pacchetto. Sistemai meglio la bimba nella sua copertina e riuscii a scartarlo. Mi ritrovai tra le mani …un cd.
Non era un cd con una qualche etichetta o copertina. Sembrava un semplice cd vuoto, di quelli che si comprano al supermercato per registrarci sopra. Ero confusa ma prima che potessi dire qualcosa mi resi conto che dentro il pacchetto c’era anche qualcos’altro:un quaderno..
Un quaderno con una scritta sulla copertina.
                                                       
                                                                                   JOY’S LULLABY   LINK  

Lo aprii e mi accorsi che il quaderno era in realtà un pentagramma con scritta quella che mi sembrava essere…
“Oh mio Dio…” sussurrai, fissandolo. “Rob hai scritto..hai scritto una ninna nanna per ..”
“Per Joy..sì” ammise con un sorriso “Beh in realtà l’hai ispirata anche tu. Una notte vi guardavo dormire e..e in meno di un paio d’ore era li, scritta davanti a me. Sono andato in uno studio di registrazione e l’ho fatta incidere. Lo so…forse non è molto come regalo di Natale per voi ma..”
Gli afferrai la mano. “E’ il regalo più perfetto che..che io e Joy volessimo. Credimi. E’ la cosa più dolce che…”
Rob mi sfiorò nuovamente la bocca con la sua e poi baciò Joy sulla guancia “Direi che visto il pianoforte..potrei suonarvela dal vivo.”
Annuii.
“Buon Natale amori miei. Questa è per voi due.” Disse in un soffio prima che le sue mani toccassero  i tasti.
La musica partì lenta, dolce, prima di trasformarsi in una melodia così delicata, così lieve che dovetti chiudere gli occhi per paura di perdermi anche un solo istante di quella magia. E, mentre me ne stavo lì, a occhi chiusi, riuscii veramente a vederla:Joy. La vedevo mentre correva, mentre giocava, mentre si sbucciava il ginocchio, mentre nervosa e agitata la accompagnavamo al primo giorno di scuola, mentre la aiutavamo a fare i compiti, mentre la aiutavamo a crescere. Rob aveva ragione: quella era la canzone di Joy. C’era lei li dentro: ogni suo sorriso, ogni suo respiro era lì. Comunemente si dice che non si può vedere l’amore. Che non lo si può sentire o respirare o toccare…
Ma per me in quel momento, non era vero. Perché li, a occhi chiusi riuscivo forse per la prima volta nella mia vita ad ascoltare davvero che cosa fosse l’amore. Tutto l’amore di Rob per nostra figlia.
Nel momento in cui terminò le lacrime avevano ormai  preso a scorrere liberamente sul mio viso. Singhiozzai e Rob si voltò immediatamente verso di me, preoccupato.
“Kris che c’è? Volevo rendervi felici e invece…”
Col pollice scostò le gocce salate lungo la mia pelle.
Scossi il capo. “E proprio per questo che piango. Perché guardo te e guardo Joy e..e sono felice Rob”
Ripresi la mia mano nella sua. “Piango perché tu..tu non ti rendi conto di quello che sei per noi. Piango perché ti amo, piango perché so che mia figlia dorme tranquilla perché ha e avrà sempre un padre che la ama come la sua stessa vita. Che la farà sempre sentire sicura e protetta. Proprio come hai sempre fatto sentire me sicura e protetta…sin da quella volta…”
“Quale volta?” domandò lui curioso.
“Forse non ricorderai ma…” scossi il capo, sentendomi stupida. “A Roma..durante il tour promozionale di Twilight..la notte che mi dicesti Ti amo per la prima volta..” Presi un lungo respiro e continuai. “Litigammo…”
Ridacchiò nervoso. “Erano le 2 e 30 del mattino…”
Annuii. “Sì..litigammo. E sentivo che ..che non sapevo che fare con la mia vita e ti dissi che dovevi darmi tempo, che avevo paura e che ero confusa. E urlavamo e…e ad un certo punto sono scappata fuori dalla camera, fuori dall’Hotel. E tu….tu alle due del mattino mi sei venuto dietro in strada. E io ero così convinta che fosse finita. Che stessi per dirmi addio, che mi avresti detto che ti eri stancato delle mie insicurezze. E invece andando contro a tutto quello che mi aspettavo hai detto solo una frase…”
“Non ti lascerò mai da sola…”mormorò Rob finendo per me.
Alzai gli occhi e incontrai i suoi, brillanti come mai.
Annuii, sentendo nuove lacrime pungermi gli occhi.
“In quel momento ho capito che eri il mio porto sicuro. E ora lo sei anche per Joy. E ogni volta che lei sentirà questa canzone se lo ricorderà e sarà felice..” Abbozzai un sorriso e Rob mi strinse, facendomi sedere sulle sue gambe abbracciandoci così entrambe.
Rimanemmo così svariati minuti, ascoltando soltanto il respiro tranquillo e sereno di nostra figlia.
Rob mi baciava il collo, mentre col dito tracciava il profilo del nasino di Joy.
“Kris..” la sua voce era leggera, quasi impercettibile.
“Sì?”
“Ti amo. E..”
“E…?” Voltai il capo per poterlo vedere.
“E quello che ti dissi è sempre uguale. Solo ora lo devi moltiplicare per due. “
“Che vuoi dire?” chiesi
“Non vi lascerò mai sole”.
                                           

Sentii l’auto di Rob che veniva parcheggiata in garage e immediatamente mi sentii un po’ ridicola. Ma che razza di idea avevo avuto? Non sapevo nemmeno se ce l’avrei fatta ad arrivare fino in fondo restando sensuale e senza scoppiare a ridere. Tutto quello che sapevo era che, finalmente, potevamo passare una serata insieme solo noi due. Senza amici, senza parenti e, per quanto quest’ultimo punto un po’ mi dispiacesse, anche senza Joy. Mia madre si era offerta di tenerla quella notte anche se era l’ultimo dell’anno, sostenendo che avevamo bisogno di stare un po da soli e poi sapevo che lei adorava prendersi cura della piccola perciò…

Perciò io come un idiota avevo deciso di mettere in scena proprio quella sera il mio numeretto di seduzione…
Ed ora Rob era tornato dopo aver portato Joy da mamma e quindi…
Immediatamente mi sentii ridicola. Forse facevo ancora in tempo a cambiarmi e..
“Kris sei di sopra?”
Sentii i suoi passi rapidi salire le scale mentre mi chiamava.
Ok, bene era troppo tardi per tornare indietro. Forza Kris, forza! Hai recitato momenti anche più imbarazzanti di questo.
Cercai di darmi un contegno prima che lui aprisse la porta e mi vedesse.
Entrò e, nel momento in cui si guardò intorno, rimase sconvolto. Osservò attentamente le candele e la luce soffusa che avevo preparato.
La sua espressione era confusa finchè…finchè i suoi occhi non si posarono su di me.
Vidi praticamente la sua mascella staccarsi e rotolare sul pavimento.
Trattenni un risolino, compiaciuta che la mia scelta di vestiario avesse sortito i risultati sperati: una sottoveste nera trasparente e sotto un completino in pizzo coordinato. Non quello che indossavo di solito ma per far felice Rob stasera..
“Kris..”
“Shhh” mi avvicinai  e feci scivolare il suo giubbotto sul pavimento. Lo afferrai per il colletto della camicia e lo feci sedere sul letto.
Deglutì, gli occhi spalancati.
Mi allontanai di qualche passo iniziandomi a muovere a ritmo della musica che avevo messo come sottofondo.
E immediatamente ogni imbarazzo sparì. Eravamo solo noi due. Solo io e Rob.
Abbassai la spallina della sottoveste e lentamente la feci scivolare giù per il mio corpo. La stoffa si raggruppò ai miei piedi e la scalciai lontano, compiaciuta dall’effetto positivo che vedevo sul suo viso.
“Che c’è..mi hai già vista così..” lo punzecchiai.
“Si ma..ma non sei mai stata così.. così…” Sembrava senza parole, troppo concentrato a fissare il mio corpo stretto in quel completino.
Ancheggiai leggermente mentre mi avvicinavo e slacciavo lentamente ogni singolo bottone della sua camicia. Mi aiutò a farla scorrere lungo le sue braccia finchè non si ritrovò nudo dalla vita in su.
Lo feci sdraiare con la schiena poggiata contro il materasso. Cercò di attirarmi a sé ma io gli bloccai i polsi sopra la testa.
Scossi il capo iniziando a baciargli tutto il petto fino ad arrivare all’ombelico.
“No Rob..stasera..mi occuperò io di te. Solo di te..Non preoccuparti…so cosa ti piace” sussurrai.
Ammiccai riprendendo il mio viaggio lungo il suo corpo.
Eh sì, sarebbe stato un capodanno interessante
.
Ragazze...visto che la nostra Fio è una ragazza di super talento ha composto veramente la ninna nanna per Joy...vi ho lasciato il link quando Rob da il regalo a Kris...ascoltatela assolutamente!!! E altro regalino per voi....
Un immagine che ci sembra adatta a rappresentare la piccola Joy a Natale awww...non è trp dolce???
http://i53.tinypic.com/mug7zn.jpg

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Capitolo 28
*** You drive me crazy ***


cap28 Cloe avanza lentamente in punta di piedi cercando di essere ignorata, fischiettando spensierata. Lallalaala. Ma le lettrici non sono sceme e le chiedono 'Non dovevi postare giovedì cioè ieri?'.  Ah ehm..ragazze guardate che vi sbagliate..ehm..ehm..giovedì è oggi ehm..ehm.. 'Sì certo Cloe chi caspita credi di fregare??' Buonaseraaaaaaaaaaaa..allora sorvolando sul fatto che vabbè è venerdì..ehm..ehm.. si vabbè giovedì era ieri ma..ehm.. mi è scappato il cane, il gatto ha mangiato il mio pesce rosso, Edward Cullen è entrato dalla mia finestra e abbiamo passato la notte teneramente abbraciati mentre lui si perdeva nei miei occhi color cioccolato *______*
Vostre faccie = -_-"
Oooook..mi sn dimenticata O___+ ahahahahhahaha (rido solo io ok capito ). Ueueuueueue sorry me ne sono ricordata stanotte nel letto mentre stavo per addormentarmi xD. Ma obbiettivamente cioè io mi ricordo a malapena come mi chiamo (non scherzo una volta ho sognato di incontrare Rob e mi chiedeva il nome per farmi l'autografo e io ero talmente scioccata che non lo ricordavo più  O_O..ok vabbè sorvoliamo eh..)
Questo per dirvi..mi amate anche se sono un pò sbadata no?? Certo sennò chi vi scrive Joy? U__U Vabbè si tecnicamente ci sarebbe sempre Fio  se voi mi uccideste ma..non sarebbe la stessa cosa, no? Cioè io e lei siamo un duo..come il pane e  la nutella, come  il latte e il nesquick, come...sì ok ci siamo capite.
Oddio sembro drogata stasera..O__o vi lascio al capitolo ..meglio!!
Un beso enorme da Cloe e Fio
P.S= Fio vi saluta..è relegata a casa senza linea internet..una tragedia. Se sopravvive la prossima volta vi fa lei un introduzione da persona seria U__U.Che poi Fio..seria .pffff..ok ok fatemi stare zitta xD non la smetto di dire cavolate..beso, a presto!!
P.P.S= recensite *___*


CAP 28 (Fio)


YOU DRIVE ME CRAZY



KRIS POV

"Cosa hai detto?”

“Io? Niente..”
“A cosa stavi pensando un secondo fa?”
“Ehm.. veramente.. all’isola Esme.. e alle piume..”
Rimasi qualche secondo in attesa mentre piano si avvicinava a me.
“Dì qualcos’altro..”
“Ma perché Edward? Che succede?”
Rob si chinò piano sulla pancia enorme e sussurrò le sue battute, come da copione.
“Gli piace il suono della tua voce..”
“Oh mio dio! Riesci a sentirlo?!”
“Sssh.. lo spaventi così..”
Immedesimarsi in quel ruolo era estremamente facile, almeno lo era stato per me fino ad ora. Rob aveva avuto qualche problema ad accettare di interpretare la parte di un padre che vuole uccidere il figlio non ancora nato, ma era riuscito a passarci su col passare del tempo. Dopotutto era solo un film. La nostra vita non poteva certo condizionarlo a quel punto!
“Oh.. scusami piccolino..” sussurrai carezzandomi la pancia finta.
“Gli piace anche la mia voce..”
“Certo che gli piace.. hai la voce più dolce del mondo..”
Ed era assolutamente vero. Ricordavo ancora il periodo in cui si chinava sul mio pancione per baciarlo o parlare con la piccola ed erano i momenti in cui sentivo che sarebbe andato tutto bene, nonostante tutto. Erano momenti in cui sapevo che lui sarebbe stato sempre lì, pronto a tutto per noi.
Erano momenti che quasi mi mancavano, soprattutto ora che li stavo vivendo di nuovo dietro le quinte, se così si può dire.
Quasi mi mancava quel lato così dolce e sensibile di Rob. Non che non lo dimostrasse più ora che Joy era nata ovviamente, ma addormentarmi tra le sue braccia mentre mi carezzava il pancione era qualcosa che non avrei mai dimenticato, qualcosa che avrei ricordato per sempre come gli attimi più dolci della mia vita.
E ora le nostre mani erano di nuovo intrecciate su una pancia che mi sovrastava e che anche se finta era tre volte più grande di quella che avevo avuto io.
Era strano vivere un’esperienza del genere dopo essere uscita da poco da una gravidanza vera. Era come immergermi di nuovo in un mondo che avevo lasciato sette mesi prima.
“STOP!”
L’urlo di Bill mise fine alla scena che ero riuscita a portare a termine senza nemmeno accorgermene visto che ero totalmente assorta nei miei pensieri.
“Perfetta ragazzi! Grazie mille a tutti! Ci vediamo domani!”
Erano appena le cinque del pomeriggio e non potevo essere più contenta. Non mi erano mai andati a genio i dirigenti Summit ma mai come quella volta li avrei ringraziati semplicemente per aver fissato una riunione con lo Staff quel pomeriggio stesso.
Rob e Taylor mi tesero le mani per alzarmi da quel divano sui cui passavo la maggior parte del tempo durante le riprese. In effetti le mie scene erano abbastanza limitate dal punto di vista fisico. Non mi muovevo quasi mai, anche perché con quella pancia era impossibile. Era fatta di silicone in modo da farla sembrare il più possibile vera e pesava davvero tanto per essere finta. Mi sembrava davvero di essere tornata ai tempi in cui aspettavo Joy e analizzavo con cura ogni movimento per paura di farle del male.
Mi tirarono su senza troppi sforzi ma Taylor mi lasciò andare mentre la mano di Rob mi attirò a se, per quanto fosse possibile dato l’ingombrante ostacolo.
“Mi ero dimenticato quanto è bello..”
“Cosa?” sussurrai incerta anche se ero certa di aver capito a cosa alludesse.
“Vederti così.. col pancione. Quasi mi manca, sai?”
“Un po’ anche a me..”  ammisi sperando di non dovermene pentire.
Quando Rob partiva con le sue fantasie sull’avere un altro figlio era difficile fermarlo e se gli avessi dato corda sarebbe stata la mia fine.
“Davvero?” chiese speranzoso. “Possiamo sempre rimediare. Mi ci vorrebbe un minuto solo..”
Non potei trattenere una risata pensando all’assurdità delle sue parole. “Davvero hai così tanta fiducia nei tuoi spermatozoi da credere che un minuto sarebbe sufficiente?”
“Ovvio” rispose impostando la voce. “Anche perché è così che abbiamo concepito la prima, no?”
Ecco, il modo in cui diceva la prima riferendosi a Joy non alludeva a nulla di buono e gli dava troppe speranze che presto ci sarebbe stato anche un secondo.
“Vero, e facciamo in modo che Joy resti prima e sola ancora per un po’ di tempo, eh?”
“Come vuoi tu mammina..” rispose divertito e mi sfiorò le labbra. “Ti ho mai detto che col pancione sei ancora più bella?”
Risi contro la sua guancia e respirai piano. “Inutile caro, non attacca..” e mi persi a guardarlo qualche istante negli occhi finché non fummo interrotti da qualche strano urlo di gioia.
“Awwwwwwwwwwww Guardate chi c’è! Awwwww!”
Sia io che Rob ci voltammo a guardare prima Kellan e poi il punto che indicava con l’indice finché gli occhi caddero inevitabilmente su Cloe che avanzava quasi in un punta di piedi spingendo il passeggino col nostro pulcino.
Sorrisi istintivamente e prima ancora che potessi andare da lei il passeggino era già circondato. Assurdo l’effetto che aveva Joy su tutti quanti. Era come una calamita, proprio come Renesmee.
Rob riuscì a farsi largo meglio di me ed estrasse Joy dal passeggino.
Un gridolino di gioia le uscì quando si trovò a volteggiare in aria per poi atterrare sicura nelle braccia del padre.
“Amore di papà” iniziò Rob con la solita vocina. “Abbiamo fatto il sonnellino, si?”
“Oh si!” esclamò subito Cloe che ancora mi guardava con soggezione, come se avesse paura a parlare davanti a me dopo le piccole incomprensioni che c’erano state. La rassicurai con un sorriso e continuò.
“Ha dormito fino a mezz’ora fa! E visto che mi avevate chiesto di portarla qui mi sono permessa di entrare.. E’ troppo presto forse?”
“No!” risposi subito “Tranquilla Cloe! Hai fatto bene. Sei puntualissima e puoi entrare qui quando vuoi..” affermai sicura che a nessuno avrebbe dato fastidio visto che già Bill in precedenza aveva mostrato la sua disponibilità alle possibili visite di Joy sul set.
“Vieni da zio!” Kellan reclamò Joy che si buttò tra le sue braccia senza storie. Era una bambina davvero dolcissima. Andava in braccio a chiunque senza fare moine, anche se non per molto tempo.
Se la passarono per un po’ mentre io aspettavo paziente il mio turno.
Assurdo. Ero la madre e dovevo stare in fila per tenere mia figlia in braccio, ma ovviamente era una mia scelta. Non volevo sembrare una madre troppo appiccicosa e poi mi sembrava brutto portare Joy lontana dalle braccia di loro che avevano solo quelle occasioni per tenerla un po’. Senza contare che se l’avessi presa per ultima l’avrei tenuta più a lungo.
Non feci nemmeno in tempo ad elaborare i miei pensieri che sentii la mia bambina urlare (maledetto il giorno in cui aveva imparato a farlo). Mi avvicinai di più a lei che era tra le braccia di Taylor e non appena mi vide tese in avanti le sue braccine verso di me reclamando la mia attenzione.
“Vai dalla mamma” sussurrò Taylor mentre io prendevo mia figlia senza difficoltà.
Le stampai un bacio sulla guancia per poi poggiarla sulla mia finta pancia.
“Ciao amore mio” le dissi con un sorriso a 64 denti. Ricambiò felice con qualche versetto e poi prese a battermi le mani in faccia in segno di riconoscimento.
“Joy” la riprese Rob.
“Dai lasciala stare..” dissi schivando le sue manine e continuando a farla ridere con le facce più assurde.
“D’accordo, sarà colpa tua se diventa violenta e picchierà i bimbi a scuola”
“Oddio Rob! Non essere ridicolo!”
“Se avesse un fratellino sarebbe tutto risolto!”
Mio dio. Era proprio incorreggibile.
“Perché mai?”
Sospirai mentre gli occhi viaggiavano tra lui e Joy e aspettavo la sua spiegazione curiosa come gli altri che erano attorno a noi.
“Semplice: sfogherebbe la sua ira e la sua gelosia su di lui, quindi non sentirebbe il bisogno di farlo a scuola e non diventerebbe violenta..”
Rimasi pietrificata davanti l’immagine mentale di mia figlia che picchiava un possibile fratellino e notai che gli altri lo guardavano altrettanto esterrefatti.
“Tralasciando l’immagine orrenda che mi hai creato..” iniziai. “Ti rendi conto delle assurdità che stai dicendo, vero?”
“Dai Kris” implorò esasperato. “Solo uno!”
“Rob no..” dissi scoppiando a ridere per la situazione.
Ecco. Tutti ci guardavano divertiti e come al solito avevamo iniziato a dare spettacolo.
“Ma che ti costa?”
“Tanto per cominciare nove mesi di agonia, preoccupazioni, voglie e contrazioni..”
“Tutto qui? E’ solo la parte dolorosa che ti frena?”
Povera me. Cosa avevo fatto per meritarmi questo?
“No, non è solo quello ma è già tanto. Comunque Rob, smettila. Mi sembri un bambino di quattro anni quando fai così..”
Onestamente non capivo se lo faceva per esasperarmi oppure perché si divertiva.
Non poteva davvero volere un altro figlio. Già riuscivamo a malapena a conciliare i nostri tempi con quelli di Joy, figuriamoci se avessi dovuto fare tutto con un nuovo pancione e la prospettiva di dover ripetere subito tutto quello da cui ero appena uscita.
“Bè ti avviso però. Crescerà viziata. I figli unici sono sempre viziati..”
Che qualcuno mi salvi!
Alla fine decisi di assecondarlo. Non avevo altra scelta. Qualunque cosa dicessi avrebbe sempre trovato un modo per replicare.
“D’accordo. Come dici tu. Comunque meglio che vada a togliermi questa mongolfiera che ho addosso prima che cada all’indietro”. A quelle parole Rob porse le mani verso Joy e l’afferrò per lasciarmi libera.
“A tra poco scricciolo mio” le baciai una guancia e mi avviai.
“A dopo amore” disse Rob.
Ma era scemo?
“Ma che “a dopo amore”? Vieni anche tu che ti devi struccare! A meno che tu non voglia uscire per strada conciato così..”
Avevamo pensato di andare a fare la spesa visto che le risorse iniziavano a scarseggiare. Di solito la faceva Cloe quando poteva ma visto che avevamo avuto il pomeriggio libero, perché non farlo noi stessi? Sarebbe stato qualcosa di molto normale, e avevamo bisogno di un po’ di normalità..che certo non avremmo avuto se Rob fosse uscito con il look alla Edward Cullen.
“Ma se vengo anche io a chi la lascio?”
“A MEEEE!” un coro si alzò per tutta la stanza e risi divertita.
“Vedi, le persone non mancano, e Cloe è ancora qui nel caso non l’avessi notato..”
Mise su un finto broncio. “L’avevo notato.. era solo una scusa per tenerla un altro po’..” ammise infine.
“Awww datela un po’ a me!” esclamò Ashley.
“D’accordo.. vai da Ash amore. La mamma e il papà tornano subito”.
Ma come potevo avercela per più di due minuti con un uomo così?
Lo amavo, con tutta me stessa.
Con gli occhi fissi sul volto di nostre figlia la passò ad Ash e finalmente si decise a venire con me mentre Joy calma ci indicava mentre ci allontanavamo.
“Mi farai ammattire un giorno di questi” parlai a bassa voce.
“E’ lo scopo della mia vita!” mi sorrise e dopo un rapido bacio ci separammo per andare ognuno nel proprio camerino.
Tornai dagli altri giusto in tempo per assistere da lontano alla scena di Joy che si colpiva col giocattolino in testa e scoppiava in un pianto prima calmo e poi disperato.
Gli altri le furono subito attorno cercando di calmarla e in due secondi fui da lei e la presi dalle braccia di Jackson.
“Mi dispiace Kris” si scusò “Stava giocando e poi..”
“Oh non preoccuparti!” lo fermai subito prima che potesse continuare o sentirsi in colpa. “Lo fa spesso, non è colpa tua” gli sorrisi cullando la piccola con dolci parole.
“No, no, no, no, no. Dai amore, ora passa..” cantilenavo baciandole la testina mentre lei mi sbavava un po’ dappertutto.
“Cosa è successo?!” Riconobbi subito la voce preoccupata e affannata di Rob alle mie spalle.
“Non è successo niente amore, si è solo colpita col suo giocattolo..”
Vidi il volto preoccupato di Rob rilassarsi un po’.
“Posso?” chiese allungando le mani.
“Certo..” sussurrai passandogli Joy e sorprendendomi del fatto che mi avesse chiesto il permesso prima di prenderla.
“Sssh.. va tutto bene..” iniziò a sussurrare mentre dondolava sul posto e massaggiava la schiena di Joy.
Inizialmente sembrò non servire a nulla ma pian piano la piccola iniziò a calmarsi e finalmente si mise di nuovo su con la schiena e tornò sveglia come prima.
“Guarda papà Joy!” Rob chiamò la sua attenzione e un secondo dopo si battè sulla testa il giocattolo facendo una faccia assurdamente comica.
Joy si aprì in un sorriso che mostrava i suoi piccoli dentini.
Rob ripetè il suo show e contenta iniziò a battere le mani facendomi illuminare in un sorriso.
Quanto erano teneri insieme..
“Ti diverti eh?” chiese Rob prima di colpirsi per la terza volta.
Una sonora e cristallina risata invase l’aria attorno e tutti ridevamo divertiti mentre Joy rubava il piccolo martello di plastica dalle mani di Rob e lo picchiava sulla testa.
“Brava amore! Così si fa!” incitai mentre Rob mi lanciava un’occhiataccia.
“Mi farai impazzire un giorno di questi” disse.
“E’ lo scopo della mia vita!”.


“La prendi tu?”

“Sisi, tu prendi il carrello..”
Chiusi la portiera della macchina cercando qualche moneta in tasca mentre mi avviavo all’entrata del supermercato insieme alla mia fidata guardia del corpo.
Avevo quasi cercato di convincere Rob che non ne avevamo affatto bisogno ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
“Per i primi tempi va bene, ma ora no Kris. La gente sa che stiamo qui, non puoi mai sapere cosa potrebbe succedere, non si sa mai a che livelli può arrivare il fanatismo..” e bla bla bla.. più di un’ora di predica per farmi capire i rischi che correvamo e che conoscevo benissimo. Solo che mi ero abituata a vivere la nostra vita in completa privacy e fino ad allora non era mai successo niente.
Tuttavia gli era bastato toccare il tasto Joy ed ero rimasta senza argomenti per controbattere. Aveva ragione. Più di noi due Joy aveva bisogno di protezione  sarebbe stato da incoscienti andare in giro senza. Così dopo le vacanze di Natale avevamo fatto ritorno in Louisiana con la scorta, bè, due della nostra scorta intera in realtà.
Non avrei mai accettato di andare in giro con sei guardie del corpo, ottimo modo per attirare l’attenzione e far sapere a tutti dove eravamo.
Mantenere un basso e normale profilo era la cosa ideale.
Già odiavo il fatto  che dovessero per forza stare in divisa. Più volte gli avevo detto che volendo potevano anche stare in borghese ma loro rispondevano che era il loro lavoro e quindi comprendeva anche la divisa; dopotutto non potevo dar loro torto. Era come togliere il palco ad un attore, come se mi avessero privato del copione prima che potessi imparare la parte.
Persa com’ero nelle mie considerazioni feci scivolare degli spiccioli dalla tasca senza accorgermene.
“Aspetti li prendo io!” subito Dean si chinò e raccolse i soldi.
“Prego signora”
“Oh Dean ti prego! Sono due mesi che mi chiami signora! Mi fai sentire vecchia.. non sono nemmeno ancora sposata.. E ti prego, dammi del tu!”
“Ma..”
“Niente ma! Non voglio ripeterlo più. Sono sempre io.. non è cambiato niente.. E posso raccogliere i soldi da sola.. davvero.. non devi preoccuparti di ogni minima cosa. Intesi?” gli sorrisi grata.
“Intesi..”
Alzai un sopracciglio aspettando il resto.
“..Kristen”
Annuì sorridendo. “Ecco, molto meglio!”
Nello stesso momento vidi Rob raggiungerci con John e ovviamente Joy che era tra le braccia del papà.
Era adorabile. Con quel vestitino che fino a due mesi fa era troppo grande per lei. Era stato un regalo delle zie molto apprezzato. Era davvero carino: verde, semplice, a maniche lunghe e la scritta “BabyPunk” in arancione. L’avevo adorato fin da subito ed era stato un peccato scoprire che era troppo grande, ma ora le andava alla perfezione.
Rob sistemò Joy nel sediolino del carrello e mi guardò dolce, come se fare la spesa fosse una nuova avventura.
Dean e John accettarono di aspettare fuori. In fondo la situazione in quella città era molto calma e non avevamo mai avuto problemi. Una volta resisi conto della poca folla nel supermercato non avevano motivo di seguirci anche dentro.
Rob partì in quarta. “Bene, per prima cosa prendiamo un po’ di insalata, spinaci, fagiolini..”
“Scusa da quando mangi così ante verdura..?!”
“Da sempre..”
“Rob.. tu odi la verdura..”
“Non è vero..”
“Forse non la odi ma non la preferisci. E ora hai quasi riempito mezzo carrello solo di insalata..”
“..e spinaci..” aggiunse. “Non dimenticare gli spinaci. Sono importantissimi..”
“Oh d’accordo Braccio di Ferro. Mi spieghi?”
Scosse le spalle. “Bè dobbiamo dare il buon esempio a Joy..”
Riflessi un secondo sulle sue parole poi mi lasciai andare a una risata. “Rob ha sei mesi e mezzo. Cosa vuoi che gliene freghi di quello che mangiamo noi?”
“Magari non gliene frega, però può essere che vedendo i genitori che mangiano tutte queste belle cosine verdi le viene la voglia e quando crescerà non farà capricci a mangiare verdura..”
Risi divertita. Quanto amavo quell’uomo. Riusciva sempre ad essere così semplice e divertente in ogni occasione.
“Ti amo, sai?” sussurrai mentre lui era di spalle a prendere altra insalata.
Si voltò e mi guardò dolce. “Ti amo anche io..”
“Mi fa piacere sentirtelo dire.. ma se non rimetti a posto quei due pacchi di insalata giuro che ti spedisco da qualche parte a pascolare con le pecore..”
Guardò prima me e poi l’insalata che aveva in mano. Infine sconsolato la mise via proprio mentre mi accorsi che Joy stava per allungare la bocca su un pezzo di carrello.
“No amore! No!” la ripresi prima che addentasse e si fermò.
“E’ cacca” le disse Rob facendomi ridere.
“Perché ridi?”
“Ahah niente..” e continuai a ridere più forte. “Pensavo che per tutte le volte che i bambini si sentono dire che quello che non possono toccare è cacca, cresceranno convinti di stare in mezzo alla merda.. ahahahaha”
“Kris! C’è una minore.. non si dicono queste cose..”
“Ahahahahaha.. lo so scusa.. ma sono in preda ahaha a una risata isterica ahahaha”
Mi sentivo morire, non sapevo nemmeno perché stavo ridendo. Era una stronzata ma mi faceva ridere da matti. E più pensavo alla mia risata e al fatto che stessi ridendo per niente più m veniva da ridere. Non riuscivo a vedere la faccia di Rob ma sapevo che mi stava guardando accigliato.
“Kris ti senti bene?” chiese sconcertato.
Ancora ridendo cercai di mettermi di nuovo dritta ma quando mi resi conto che anche Joy stava ridendo come una matta mi piegai di nuovo in due.
“E’ divertente amore, vero?” chiesi alla piccola come se potesse capirmi, e sentendomi ridere anche lei batteva le mani e rideva forte.
Improvvisamente mi interruppi.. “E…e…e.. ecciùùù!”
Rob saltò sul posto, Joy lanciò un piccolo urlo di approvazione e finalmente mi ricomposi.
“Ah, ora mi sento meglio” affermai mentre Rob mi guardava ancora spaesato e con gli occhi sbarrati.
“Ma è una specie di rito che usi prima di fare uno starnuto?”
“No scemo.. ahaha..” risi leggermente ancora un po’ e finalmente mi calmai del tutto.
“Il giorno in cui ti capirò..”
“..non arriverà mai” finii per lui scherzando e sorridemmo insieme finchè non ricordai quello che avevo intenzione di fare prima della risata isterica.
Presi un Plasmon dallo scatolo nella mia borsa e lo porsi a Joy aspettando pazientemente che lo prendesse con la sua mano.
Finalmente si accorse del biscotto e iniziò a mangiucchiarlo.
“Meglio del metallo no?” le sorrisi e stavo per carezzarle la testa quando sentii un altro starnuto salirmi in gola.
“Ecciù!”
Rob mi passò subito un fazzoletto.
“Ah, grazie..” borbottai da sotto la mano che mi copriva il naso e soffiai forte.
“Wow Kris.. che hai lì dentro?!”
“Ma che ne so.. stamattina mi sentivo tutto otturato, ma ho preso qualche caramella e sembrava passato..”
“Non è che stai covando influenza?” si avvicinò e pose la sua guancia sulla mia fronte.
“Non gufare per cortesia. Niente influenza. Dobbiamo girare.. o non ce la faremo con i tempi..”
“La tua salute viene prima delle riprese”
“Lo so Rob, ma è solo un raffreddore. Niente di che..”
“Perché hai quel maledetto vizio di non asciugarti i capelli..”
Non risposi. Aveva ragione. Era un brutto vizio ma non mi trovavo proprio ad asciugare i capelli se non in pieno inverno.
“Ehm.. andiamo avanti.. se no a casa non torniamo nemmeno per ora di cena..”
Così mentre Joy mangiava il suo biscotto avanzavamo tra i vari reparti riempiendo il carrello. In un intero supermercato avevamo incontrato solo un paio di fan visto che la maggior parte delle persone lì dentro erano sopra i 40 e probabilmente non sapevano nemmeno chi eravamo.
Meglio così.
Mi fermai davanti gli scaffali dei dolci e meditai qualche secondo prima di iniziare a prendere tutti gli ingredienti necessari per fare una torta.
Ne ho voglia..” dissi a Rob scrollando le spalle e lui quasi si illuminò in viso alle mie parole.
“Ah ah! Vedi? Hai già le voglie.. interessante..
“Ancora con questa storia?!” esclamai.
“Kris.. sei tu che hai le voglie non io..”
Mi stava proprio stufando. “Sai che c’è? Non mi va più..” sbuffai scocciata e iniziai a rimettere a posto le cose ma lui mi fermò ridendo.
“Dai amore, stavo scherzando” mi sussurrò sulle labbra. “Falla la torta..”
“Non mi va più..”
“Dai.. falla per me.. mi mancano le tue torte..” supplicò baciandomi dolcemente la guancia e mi sciolsi come neve al sole.
“D’accordo..” sospirai e mi avvicinai per baciarlo quando..
“E..e..ecciù!”
“Scusa..” sussurrai dopo aver soffiato il naso per la centesima volta e lui sorrise.
Ci mettemmo finalmente in fila per pagare, giusto in tempo visto che Joy stava iniziando a diventare insofferente. Iniziò a sbattersi e allungare le braccia per venire in braccio.
La presi e l’appoggia sul fianco mentre notai che lo sguardo di Rob era distratto ad osservare.. Oh no! Stava guardando una donna incinta.
Ma era un incubo.
Pensai davvero che potesse risparmiarmi almeno per una volta ma ovviamente chiedevo troppo.
“Guarda che carini..” sussurrò osservando la donna che si teneva la pancia mentre quello che doveva essere il marito teneva in braccio un altro bimbo che poteva avere massimo un anno.
“Si.. sono carini..” confermai.
“Non capisci Kris? Sono segni.. tutti segni..”
“Ehm.. credo di essermi persa qualche passaggio..”
“Bè.. i segni”
“Ma quali segni?” feci l’errore di chiedergli invece di lasciarlo vagare nel suo mondo di fantasia.
“Tu con il pancione..”
“Non è un segno, è un film. Poi?”
“La voglia di torta..”
“Non è un segno, è un desiderio. Poi?”
“La donna incinta..”
“Non è un segno, è una famiglia. Poi?”
“Oh ma insomma! Ti sembra il caso di distruggere tutte le mie prove così?”
“Non sto distruggendo proprio niente perché le prove semplicemente non sussistono.. E ora smettila con questa storia.. Anche se ho l’impressione che tu lo faccia di proposito perché ti piace farmi impazzire..”
Di tutta risposta lui rise e capii che avevo ragione.
“E’ così vero? E’ come penso?” chiesi mentre Joy guardava il padre come se aspettasse una risposta anche lei.
“Si” scoppiò infine ridendo. “Però non è come credi..”
Lo guardai accigliata.
“Cioè, mi diverto sì, ma dico sul serio..”
“Ok.. allora ne riparliamo tra un paio d’anni eh?”
“Dittatrice”
Scrollai le spalle e feci per rispondere ma..
“Prendila” dissi veloce passandogli Joy.
“E…e.. ecciù! Aaah..”
“Insisto.. secondo me è influenza..”
“Insisto..chiudi il becco!”

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Capitolo 29
*** On the left ***


on the left Buonaseraaaaaaaaaaaaaaa!!! Visto..l'altra volta abbiamo fatto ritardo e oggi posto con un giorno di anticipo U___U che brave che brave che brave U____U. Questa volta niente commento da pazze ubriache...siamo normali U.U Ovviamente vi ringraziamo in modo totale e completo per le sempre numerosissime recensioni che ci lasciano *____* Non sappiamo proprio che faremmo senza di voi e i vostri commenti!!
Bene con questo vi lasciamo al nuovo capitolo.
Kiss Kiss Cloe
P.S= C'è un piccolo regalino in fono al capitolo *__*




CAP 29 (Fio)

ON THE LEFT




POV Rob


“Ok.. mi spieghi di nuovo perché stiamo vedendo The fabulous life of..?
“Perché è divertente”
“Si.. questo l’avevo capito.. E’ un po’ il tuo concetto di divertente che mi sfugge al momento..”.
Kristen che guardava il gossip? Stare qualche giorno a casa doveva averle fatto proprio male.
Con un braccio la circondavo carezzandole dolcemente la schiena sotto la coperta mentre lei lasciava dolci grattini sull’altra mia mano e si strusciava ogni tanto sul mio petto.
“Bè.. ricordi che all’inizio i gossip mi davano fastidio? Poi ho deciso di ignorarli deliberatamente.. ma ora.. ora invece li guardo perché sono divertenti!”
Ancora non seguivo molto bene il filo. Mi limitavo ad osservare la televisione dall’alto del letto e guardare le immagini delle case extra-lussuose dei divi di Hollywood.
Rimasi un po’ scioccato dalla sua affermazione, così come ero rimasto allibito quando facendo zapping si era fermata proprio su quel programma.
“E credimi.. influenza e televisione sono una pessima combinazione..”
“Ma influenza e lettore DVD no però..” risposi avvertendo sempre più accentuati i brividi sulla sua schiena mentre la mia mano procedeva su e giù sotto la maglia, sulla sua pelle.
“Ma non sempre un DVD è divertente.. Invece questo sì. Cioè.. potevi anche dirmelo che hai una cotta per Cloe, non me la prendo eh!”
“Cosa?” chiesi preso alla sprovvista e lei scoppiò a ridere.
“Le cose che si inventano su noi due sono le più divertenti” mi spiegò e continuò a ridere.
D’accordo.. non era in sé. Era evidente.
“Mi dai un bacio?” le chiesi ma lei continuava a fissare la televisione.
“Kris..”
“Rob.. aspetta.. fammi vedere..”
Le alzai il mento con la mano ma si liberò subito. “E dai, potrei contagiarti..”
Ma come? Non si era fatta di questi problemi da quando aveva la febbre e ora poteva contagiarmi?
Le ero stato quasi sempre vicino e se davvero ci fosse stata possibilità di prendermi qualcosa sarei stato a letto anche io in quel momento.
“Cioè guarda la figlia di Katie Holmes! E’ una bimba bellissima ma ha quattro anni e già la madre le fa mettere i tacchi e le borsette! Ma ti rendi conto? E poi le sta facendo crescere quei capelli così lunghi che sembra la gioconda..”
Oddio.. doveva avere la febbre un po’ alta per fare discorsi del genere. Mai avevo sentito Kristen parlare della vita degli altri o interessarsi ad affari che non fossero i suoi.
“Lo sai che Tom Cruise le voleva far mangiare la placenta?! Cioè se me l’avessi proposto tu, sai dove ti avrei mandato?”
“Posso immaginare..” l’assecondai posando la mia guancia sulla sua fronte e notando che in effetti scottava ancora parecchio.
Povero amore mio..
“UEUEUEUEUEUEUEUE”
Un pianto disumano e improvviso irruppe dal baby phone facendoci quasi saltare dallo spavento.
“Gesù.. secondo me dobbiamo far controllare quella bambina. Non è normale che urli così tanto..” constatai mentre dolcemente mi liberavo dalla presa di Kris.
“Come se non le dessimo da mangiare poi..” aggiunse lei arricciando il naso per lo straziante lamento.
Risi e mi alzai diretto in camera della piccola.
Joy era nella sua culla che si dimenava come una pazza. Mi chinai e subito la presi tra le mie braccia cullandola.
“Che c’è amore? Mmm?”
Lei continuava a piangere e mi ci volle poco per capire il perché.
Da esperto quale ero diventato la poggiai sul fasciatoio e in poco tempo la liberai del pannolino sporco.
Salviettine, pomata, talco e..
Bene.. era rimasto un solo ultimo pannolino.
Come era potuto succedere? Di solito eravamo attenti ad averne sempre una scorta.
Ricordai che era Cloe che li comprava la maggior parte delle volte ma lei ovviamente non veniva da quattro giorni. Kris era stata esonerata dalle riprese per qualche giorno e io insieme a lei visto che avevamo praticamente tutte scene in comune.
Avevo quindi ritenuto inopportuno far venire Cloe visto che potevo occuparmi benissimo io di Joy.. e di Kris. O almeno credevo.
“Amore sono finiti i pannolini!!!” urlai per poi chinarmi su Joy e cambiare tono in un secondo.
“Di chi è questa farfallina? Di chi è? Oh, è  di Joy!” cantilenai come un bimbo di cinque anni mentre lei rideva per il solletico.
“Davvero?! MA COMEEE??”
Mi misi di nuovo dritto. “SI KRIS! SONO FINITIIII!” urlai in risposta e iniziai a coprire Joy con l’ultimo pannolino rimasto.
“ALLORA VALLI A COMPRAREEEE!”
Però, che scoperta!
“ORA VADOO!”
“PORTA JOY CON TEEEE!”
Ovviamente. Lasciarla con lei era impensabile.
Finii di vestire Joy e scesi in cucina. Presi un cucchiaino e un omogeneizzato alla frutta e la sedetti sul tavolo, proprio di fronte a me.
L’omogeneizzato le piaceva parecchio e nonostante fosse ancora un po’ assonnata lo mangiava volentieri e con appetito.
Le pulii la boccuccia e le feci qualche cerimonia mostrandomi felice perché aveva finito tutto.
La presi di nuovo tra le braccia e mi preparai ad uscire.
Le misi cappotto, cappello e sciarpa visto che quel giorno il tempo aveva deciso di voltarsi a vento e quando fummo pronti andai sopra da Kris ad avvisarla.
“Amore.. noi andiamo..” le dissi affacciandomi alla porta.
“Awww quanto siete bellini! Fatevi fare un foto!”
“Dai Kris..”
“Una sola!” insistette prendendo la macchina dal cassetto del comodino. “Sorridete..”
“Guarda la mamma Joy..” le sussurrai e quasi come se avesse capito si girò verso Kris.
“E’ stupenda..” bisbigliò Kris soddisfatta.
“D’accordo.. allora a tra poco..” dissi e feci per andarmene ma mi bloccò.
“Ah Rob!”
Mi voltai.
“Potresti passarmi il telefono?”
“Certo!”
Mi voltai in giro e le passai il telefono che trovai sul comò.
“Grazie!”
“Quando vuoi amore..”. Mi diressi di nuovo alla porta ma..
“Rob!”
Mi voltai per la seconda volta.
“Si?”
“Ehm.. credo che ti sia portato il telecomando di là prima..”
Sospirai e con pazienza presi il telecomando dalla camera di Joy e glielo passai.
“Grazie amore.. scusa..” sussurrò.
“Non preoccuparti..”. Per la terza volta stavo per andare ma come mi aspettavo..
“Rob!”
“Cosa?!” chiesi cercando di non sembrare esasperato.
“Mi compreresti le caramelle per la gola? Le ho finite..” disse serena scrollando le spalle.
Inspirai profondamente. “Certo amore mio..” dissi con un sorriso un po’ forzato.
“E non fare così, perché è colpa tua se sto così”
“E perché mai?”
“’E’ influenza.. te lo dico io..’” disse imitando la mia voce. “Colpa tua e delle tue calunnie..”.
Assurda. Era assurda.
Non era un segreto che Kris si fosse un po’ approfittata della situazione in quegli ultimi giorni. Evidentemente essere servita e riverita era di suo gradimento, ma in fondo forse era colpa mia ad averla abituata così. Sempre pronto a darle qualsiasi cosa di cui avesse bisogno..
“Ah Rob!”
“Kris.. hai solo la febbre.. non sei invalida..” le feci notare forse anche un po’ acido.. e me ne pentii subito. Cambiai tono in un secondo. “Dimmi amore..”
Alzò le spalle guardandomi con un sorriso lieve. “Niente.. Volevo solo dirti che ti amo..”
I miei occhi restarono fermi su di lei qualche secondo, come la prima volta in cui me l’aveva detto. Era così per noi. Era come se ogni volta fosse la prima.
“Ti amo anche io..” bisbigliai sincero.
“Me lo dai un bacio?”
Ah ah! Vendetta-time!
“Meglio di no amore. Sai com’è.. potresti contagiarmi..” ripresi il suo tono di prima lasciandola senza parole.
“Fai ciao alla mamma..” presi una manina di Joy e l’agitai in direzione di Kristen.
“Ciao mami.. ciao..”. Risi.
“Non fate tardi..” disse in un sorriso.
“Tranquilla.. Tu misura la temperatura e cerca di non acculturarti troppo mentre non ci siamo..” la presi in giro beccandomi una linguaccia e  infine uscimmo di casa.

“Non preoccuparti amore. Non ci siamo persi.. Siamo solo.. solo.. dove non dovremmo stare.. Ma ora papà trova la via di casa.. tranquilla…”
Parlavo a Joy per tranquillizzarla ma in realtà lo facevo per calmare me. Ma come diamine ero finito su quella strada?!
Cioè.. dalla farmacia a casa nostra doveva essere una passeggiata..
Bisognava essere davvero stupidi per svoltare nel vicolo sbagliato e trovarsi in una strana stradina circondata da alberi e piante. Mi sentivo quasi in trappola, in un labirinto a senso unico e senza via d’uscita. L’unica consolazione era che la strada era unica quindi prima o poi sarei dovuto sbucare da qualche parte. Finché non c’erano altre stradine sarebbe andato tutto bene.
Non feci nemmeno in tempo a pensarlo che eccolo apparire davanti a me.. un bivio.
Un incrocio. Destra o sinistra. Cercai di elaborare una scelta sensata prima di andare a finire nelle piante che avevo di fronte, ma come potevo pensare in modo sensato?
Mi sentii perso e non sapendo che fare fermai la macchina.
Rimasi qualche secondo seduto guardando il bivio di fronte a me.
“Destra o sinistra?.. E chi lo sa.. Tu che dici amore?”
Mi voltai verso Joy ma lei era troppo impegnata a cercare di mettersi i piedi in bocca.
Beata lei..
Scesi dalla macchina e mi fermai all’incrocio in cerca di qualche cartello, ma niente.
Mi misi le mani nei capelli cercando un qualche segno divino quando sentii uno strano rumore, come quello di un fiume o di un ruscello. Era forte, fortissimo e sembrava provenire dalla cascata di foglie che stavano proprio di fronte l’incrocio. Non potevo sbagliarmi! Era un rumore troppo forte per non capire da dove provenisse!
La curiosità quasi mi uccideva..
Tornai alla macchina e presi Joy dal suo sediolino. Le aggiustai il cappellino e la sciarpa anche se coperti in quella specie di foresta il vento non arrivava quasi a colpirci.
Camminai lentamente e cercai in qualche modo un’entrata o uno spazio da cui passare attraverso le piante. D’un tratto sentii il vuoto sotto di me, spostai le foglie che scendevano e si aprì un varco abbastanza largo da farmi passare.
Lo attraversai carezzato dalle sottili liane delle foglie e rimasi incantato dal paesaggio che mi trovai davanti.
Una piccola cascata scendeva un po’ ripida verso quel piccolo angolo paradiso che si apriva sotto i miei occhi. L’acqua scorreva con tranquillità aprendosi in un ruscello di cui non si vedeva la fine e che divideva il terreno in due parti.
Accanto a me si stagliava un enorme salice piangente e attorno come dall’altro lato alberi in quel momento spogli. Riconoscendoli mi sembravano alberi di pesco e non potei non pensare a quanto doveva essere bello quel posto in piena primavera o in estate quando gli alberi erano in fiore e i petali volavano ovunque.
Mi resi conto che ero rimasto a bocca aperta e solo quando Joy mise una sua manina sul volto tornai in me.
Mi voltai a guardarla e lei mi osservava seria e concentrata su di me. Le sorrisi e non potei fare a meno di stringerla forte a me.
“Ti amo amore mio..” le sussurrai sperando in qualche modo che potesse davvero capire.
Non sapevo se fosse stata la suggestione del posto, l’atmosfera, l’aria.. ma sentivo un improvviso bisogno di mia figlia. E fortunatamente l’avevo lì, tra le mie braccia e mi sembrava un miracolo. Il più bel regalo che la vita potesse farmi.
Come potevo essere stato così fortunato ad avere tutto quell’amore al mondo?
Improvvisamente mi sentii completo, mi sentii bene dentro. Avevo nella mia vita tutto quello di cui avevo bisogno per essere felice. Avevo tutto.
Lasciai una scia di baci sulla guancia della piccola e la lanciai in aria un paio di volte deliziandomi delle sue urla felici.
Dopo un po’ riuscii a notare il cielo farsi più scuro e tornai alla realtà.
“Dobbiamo assolutamente tornarci con mamma” sussurrai a Joy mentre lasciavamo quel posto incantato.
Ed ecco che ero tornato alla realtà.. la triste e sconfortante realtà da cui non sapevo uscire.
“Bene.. destra o sinistra?” ripetei tra me e me mentre Joy allungava piano la sua manina indicando la sinistra.
Rimasi un secondo sconcertato credendo che davvero avesse capito la mia domanda, poi mi accorsi che stava indicando una farfalla bianca che volava poco lontano da noi. Verso sinistra..
“Sinistra eh?”.
Gli occhi di Joy viaggiavano da me al suo dito che indicava la farfalla che ormai non c’era più.
Bè.. non avevo molta scelta.. e in fondo la sinistra è la via del cuore..
Mi misi in macchina e senza esitazione seguii il mio cuore e fu la cosa più sensata che potessi fare visto che riuscii a rimettermi sulla strada e tornare a casa.
“Kristen siamo tornati..” dissi spalancando la porta della camera da letto e trovandola dolcemente addormentata. Mi fermai a fissarla per qualche secondo ripensando a quanto ero stato fortunato finché Joy iniziò a lamentarsi.
“Sssh.. shh.. la mamma dorme..” bisbigliai cullandola e chiudendo di nuovo la porta dietro di me.
“Bene amore..stai un po’ qui..” le dissi posandola nel suo box. Erano le sette di sera, perciò avevo almeno un’altra mezz’ora prima di far da mangiare a Joy e la impiegai per mettere un po’ a posto casa.
Rimasi soddisfatto del mio lavoro anche perché avevo finito giusto in tempo per preparare la pastina a Joy. Mentre cuoceva la sua mi azzardai a preparare qualcosa anche per me. Non sapevo se Kristen avesse mangiato o meno e nell’eventualità che si svegliasse e avesse fame decisi di preparare qualche tramezzino che avrebbe potuto tostare appena sveglia. Era il massimo che potessi fare visto che riuscivo a stento a tenere d’occhio la pentola di Joy.
La sistemai sul seggiolone con la televisione accesa ai cartoni animati mentre ansiosa batteva mani e piedi.
“Aaaa…e….. guuu.. ba….”
Mi divertivo un mondo a sentirla parlare in quella lingua tutta sua. Chissà se i bambini si capivano in qualche modo.. Chissà se quei loro versi volevano dire qualcosa..
Sciolsi il formaggino nella pastina e soffiando ad ogni piccolo boccone facevo l’aeroplanino per farla mangiare. Non che ce ne fosse bisogno visto che non faceva mai storie.. era più un mio sfizio personale.
D’un tratto però iniziò a sputare tutto.
“No Joy.. no..”. Le pulii la bocca con la bavetta e proprio quando le diedi un altro boccone starnutì sputandomi tutto in faccia.
Rimasi fermo immobile mentre lei scoppiò a ridere divertita.
Ovvio.. io avevo i semini al formaggino che mi colavano dal mento e lei rideva felice.
“Grazi Joy.. grazie mille.. non potevo vivere senza..”
Mi sciacquai la faccia e tornai da lei che mi buttò le mani in faccia ridendo come una pazza, e non potei fare a meno di ridere insieme a lei.
Come poteva un piccolo essere farmi quell’effetto? Poteva esistere creatura più dolce al mondo?
Mangiai velocemente e dopo aver dato un’occhiata a Kristen che dormiva ancora beata misi il pigiamino a Joy e insieme a lei mi stesi sulla poltrona.
Joy aveva il volto chinato nell’incavo del mio collo e le carezzavo dolcemente i capelli mentre lei stringeva il mio dito libero con le sue manine.
Fermai la televisione su qualche vecchia replica di Tom&Jerry per farla distrarre ma invece mi trovai a ridere da solo come uno scemo.
Dopo un paio d’ore Joy iniziò a chiudere le palpebre e capii che era ora di metterla a letto.
Le scaldai velocemente il latte e mi avviai in camera sua.
Sembrava quasi uno spreco darle il latte coi biscotti proprio quando stava per addormentarsi ma invece era il momento più propizio così avrebbe dormito fino alla mattina.
La sistemai nella culla sotto le sue coperte col biberon ma lo rifiutò e allungò di nuovo le braccia verso di me.
“Sei proprio una piccola furbacchiona!” sospirai.
Ma come potevo dirle di no?
“E va bene..” La riprese in braccio. “Ma solo perché è la festa degli innamorati e sono follemente innamorato di te. Non ti ci abituare..” sussurrai e premetti Play.
Mi sistemai sulla sedia a dondolo avvolgendola alla coperta e rimasi ad osservarla ciucciare dal biberon incantato e perso finché non vidi i suoi occhi chiudersi pian piano e cullato dalle mie stesse note.. chiusi gli occhi insieme a lei.

POV Kris

Mi stiracchiai un po’ e istintivamente allungai una mano accanto a me ma incontrai il vuoto. Mi svegliai completamente in un attimo e un’ondata di terrore mi avvolse.
Dov’era Rob? E Joy?
Che ore erano?
Le undici..
Oddio! Le undici. E dov’erano loro?
Erano usciti cinque ore prima, possibile che non fossero ancora tornati?
Calma Kris! In un secondo fui in piedi ed ebbi la sensazionale idea di controllare casa prima di lasciarmi prendere dal panico. E infatti ero morta di paura inutilmente. Aprii la porta di camera di Joy ed erano lì. Sulla sedia a dondolo, Joy stretta contro il corpo di Rob e la ninna nanna che invadeva la stanza.
Quanto erano belli.. Così dolci e vulnerabili. Così simili. Avrei tanto voluto fargli una foto ma il flash li avrebbe sicuramente svegliati e non me lo sarei perdonata.
Rimasi a fissarli incantata per minuti interminabili pensando a quanto ero stata fortunata a trovare un uomo che mi amava in quel modo e che mi aveva fatto il più bello e inaspettato regalo che potessi avere.
Ero ancora lì dopo non so quanto tempo finché non sentii il mio stesso stomaco portarmi alla realtà.
Mi sentivo davvero bene e infatti la febbre era scesa e ora avevo una fame da lupi.
Scesi in cucina e non potei non notare l’ordine estremo in tutta la casa.
Wow.. doveva essere stato lui, per forza.
Come potevo meritare un uomo come lui.. come?
Ovviamente aveva pensato anche alla mia cena.
Scusa, non ho potuto fare altro! Ma sono fatti con tanto amore..
Diceva un fazzolettino sotto il quale c’erano tre tramezzini al mio gusto preferito.
Aveva decisamente deciso di farmi commuovere quella sera..
Certo.. non era molto impegnativa come cena.. ma era il modo in cui mi aveva sempre nei suoi pensieri a farmi capire quanto avessi fatto bene a seguire il mio cuore due anni prima.
Chissà dove sarei stata se non avessi..
Ma non volevo pensarci.. le cose erano andate così per noi. Era destino. Nessuno mi avrebbe mai convinto del contrario.
Aprii il forno dove avevo lasciato la torta che avevo fatto quel pomeriggio e notai che era ancora intatta. Evidentemente non l’aveva nemmeno vista altrimenti non l’avrei di certo trovata intera.
Gironzolai un po’ per casa, ormai il sonno era passato e non sapendo che fare.. tornai sopra.
Quale passatempo migliore di guardare i miei più grandi amori dormire?
Mi affacciai di nuovo alla porta ma poggiandomi allo stipite scricchiolò leggermente, eppure bastò a far svegliare Rob.
“Hey..” disse rauco.
“Scusa.. non volevo svegliarti..” sussurrai dispiaciuta.
“No tranquilla.. Non mi sento più la schiena..” rispose un po’ dolorante.
Subito fui da lui e presi Joy tra le braccia. Oh quanto mi era mancato tenerla.
Mi ero tenuta un po’ a distanza negli ultimi giorni ma ora stavo bene e due minuti di certo non l’avrebbero uccisa.
“Come ti senti?” mi chiese Rob alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
“Bene..” risposi con lo sguardo fisso su mia figlia che dormiva beata. “La febbre è scesa..”
“Si lo sento..” disse subito lasciando la sua guancia contro la mia fronte e inconsciamente iniziammo a cullarci entrambi mentre la musica ancora andava..
“Hai mangiato?”
“Si.. grazie per i toast..”
Lo sentii sorridere.
“Anche io ho cucinato qualcosa però..”
“Cosa?!”
“Non te lo dico..”
“E’ una torta allora..”
“Come fai a saperlo?”
“Ogni volta che dici ‘non te lo dico’ è sempre una torta..”
“Ah..” sospirai.
“Grazie.. non dovevi..” mi baciò i capelli.
“Invece si.. te la dovevo da cinque giorni..” lo guardai negli occhi sorridendo e dopo aver dato un bacio a Joy la posai nella culla lasciandola addormentata beata.
“Prima però.. voglio darti una cosa..” disse prendendomi alla sorpresa.
Rimasi in attesa finché non cacciò dalla tasca della sua maglietta un Bacio.
“Volevi un bacio oggi no? Eccolo qui. Buon S. Valentino amore mio..”
Oh cazzo.
“Oggi.. oggi.. è…?”
Annuì.
“L’hai dimenticato vero?”
Mi presi una breve pausa prima di rispondere. “Ehm.. ma no! Certo che no!” cercai di uscire in qualche modo dalla situazione. “Secondo te perché ho fatto la torta?” gli dissi con un falsissimo sorriso.
Di tutta risposta alzò le sopracciglia e crollai.
“D’accordo, sì. L’ho dimenticato! Ma lo sai.. sono una frana in queste cose..e poi..”
Mi tappò la bocca. “Accetta solo questo bacio da me..” sussurrò tendendo la mano aperta col cioccolatino in mano.
Un Bacio. Niente di più semplice. Come noi. Il S. Valentino passato era stato molto più teatrale di quello ma doveva farsi perdonare. Dopotutto sapeva che per me quelle feste non significavano molto.
Presi il cioccolatino ripensando a quando sulla torre Eiffel era stato proprio uno di quelli a scegliere il nome di nostra figlia.
“Sai perché dimentico sempre queste cose?”
Mi guardò in attesa di risposta e nel frattempo mi cinse i fianchi con le braccia avvicinandomi a se.
“Perché non ho bisogno di un giorno particolare per ricordare quanto ti amo..” dissi in un sussurro guardandolo negli occhi.
Ci perdemmo nei nostri sguardi che si scioglievano sempre di più.
“Nemmeno io.. e ti sembrerà strano ma.. se stasera sono qui è perché ho seguito il mio cuore..”
Cercai di capire bene il senso delle sue parole senza riuscirci.
“E’ una storia lunga.. te la spiegherò..”
Annuii. “Bè.. ora che abbiamo questo Bacio.. che ne diresti di un bacio vero?”
“Direi che.. potresti contagiarmi..” sussurrò sulle mia labbra sfiorandole dolcemente.
“Nel caso.. qualche giorno a casa.. non ti farà male..”
Risposi e poggiai le mie labbra sulle sue. Finalmente
.

Ecco il regalino. Una foto della nostra  joy ideale (anche se presto sarà reale...U__U ) con cappellino a spasso con papà Rob. Awwwww
http://i54.tinypic.com/35hmmuf.jpg

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Capitolo 30
*** Primi passi ***


primi passi Buonasera ragazze!!!!!!!!!!!!!!! Lo sappiamo che non vi aspettavate di trovarci qui ma abbiamo una notizia bella per voi: visto che abbiamo qualche capitolo pronto  abbiamo deciso di tornare a postare  una volta a settimana!!! Evvaiiii squillino le trombe, fate festa!!! Si ok ok U____U
Allora eccovi il 30 capitolo (mamma mia già siamo a 30 T___T mi sembra ieri che abbiamo iniziato ueueueueu) Per voi c'è un piccolo regalino alla fine come la volta scorsa *______*
Vi mandiamo un enorme bacio e....enjoy!!


CAP 30 (Fio)

PRIMI PASSI


POV KRIS


“Vieni amore!” incitai Joy con tutta la grinta possibile.. ma lei se ne stava semplicemente in piedi a fissarmi e come sempre dopo appena due secondi si trovò di nuovo col culetto per terra.

Sentii Rob ridere ma senza demordere abbandonai la posizione accovacciata che avevo assunto e tornai dal mio pulcino che si era comodamente seduta sul tappeto del salotto.
La misi di nuovo in piedi e lei si aggrappò alla mia mano con forza. Ovviamente..
Con il mio aiuto riusciva a camminare senza cadere.. ma avrei tanto desiderato vederla camminare da sola. Qualche volte le capitava di mettersi in piedi ma così restava. Immobile per qualche secondo per poi cadere di nuovo.
Ah ma io non avevo nessuna intenzione di abbandonare il mio scopo.
Sapevo che era pronta.. era solo troppo pigra per muovere quei piedini e venire da me. Immaginavo che avesse bisogno di uno sprono, che se le avessi messo sotto gli occhi qualcosa che voleva allora sarebbe venuta a prenderselo, ma i miei tentativi con giochi, biscotti e pupazzi erano andati tutti a vuoto.
Quella bambina riusciva ad avere una nonchalance non indifferente per avere appena dieci mesi. Sapevo che capiva quello che volevo da lei.. ma non sembrava avere la minima intenzione di accontentarmi. Mi abbassai alla sua altezza e mi guardò con aria accigliata, come se volesse dirmi “Che vuoi da me? Ho solo dieci mesi..”
Ma sapevo che era intelligente e furba.. Se avesse voluto avrebbe potuto iniziare a camminare anche da sola senza i miei continui incitamenti, ma in fondo mi divertivo..
Era un cliché così classico che non volevo perdermelo per nulla al mondo.
Rob era invece stranamente indifferente.
“Quando sarà pronta camminerà..” aveva detto, ma io ero troppo impaziente per aspettare i suoi comodi.
“Amore mio.. tu vuoi bene alla mamma vero? E vuoi farla felice no?” dissi a mia figlia non avendo risposta ovviamente. “Bene.. se fai due passi farai la mamma molto molto felice!” continuai il mio monologo nella remota e assurda illusione che mi capisse davvero ma di tutta risposta si stese completamente sul tappeto come se volesse farmi un dispetto.
“Piccola monella!” esclamai chinandomi su di lei e facendola un leggero solletico alla pancia. Iniziò a ridere senza smettere mai. Una risata cristallina come nessun’altra, squillante e piena di vita. Mi faceva bene davvero sentirla ridere così..
“La volete finire voi due?” sentii Rob dall’alto del tavolo su cui stava appoggiato con decine di fogli.
Avrei voluto dirgli di no.. ma ero troppo presa dalla risata di Joy e dalla mia per poter parlare.
“Non fare il rompipalle” riuscii ad esclamare tra una risata e l’altra ma non feci in tempo ad alzarmi che Rob fu dietro di me e stringendomi le braccia ai fianchi mi mise al tappeto. Non riuscii nemmeno ad oppormi che subito le sue lunghe dita furono sui miei fianchi veloci e agili in quei punti particolari che sapeva mi facevano morire dal solletico.
“No..n-no… Rooob.. Ti prego..” ridevo. “Ti prego.. smettila..”
“Chi è il rompipalle, eh?” continuava imperterrito divertito dal modo in cui mi aveva in pugno.
Non ce la facevo più.. ma il desiderio di non dargliela vinta era troppo forte..
“Allora?” mi sfidò mentre sentivo il respiro allo stremo delle forze.
“Ne-nessuno..” ansimai con un soffio di fiato. “Rob.. dai..” risi. “Mi manca l’aria..”
E finalmente si fermò mentre io riprendevo a pieni polmoni il fiato che avrei recuperato entro un paio d’anni.
Si accoccolò di fianco a me ed ora eravamo entrambi faccia a faccia con Joy che stesa su un fianco si era goduta lo spettacolo con un piede in bocca.
Un sorriso innocente e deliziato le illuminava il viso scoprendo quei quattro dentini così simili a stelle luminose nel cielo.
Rob allungò una mano e le sfiorò il piedino così da farle solletico e costringerla a toglierselo dalla bocca.
Un riso assurdo risuonò per tutta casa e ormai stuzzicata dal padre Joy si mise a carponi e con un paio di gattonate ci raggiunse.
Rob aprì le braccia e lei prese ad arrampicarsi sul mio corpo passandomi completamente sulla pancia finché non l’aiutai con una spinta a finire nelle braccia del papà che finalmente tornò a stendersi accanto a me con la nostra bambina sul petto.
Dio.. quanto erano teneri..
Mi voltai di lato così da poterli avere di faccia..
Joy aveva la sua guancia poggiata sul petto di Rob mentre le gambe scendevano sui suoi fianchi. Era a cavalcioni su di lui e la sua manina era già allungata verso l'orecchio di Rob. Era una cosa che aveva iniziato a fare da poco..molto spesso.. anche con me. Si divertiva a giocare con i lobi delle nostre orecchie ogni volta che erano a portata di mano.. Beh più che un gioco era una specie di calmante, come una di quelle palline anti-stress oppure il ciuccio che non aveva mai voluto.
Avrei voluto stampare quell’immagine nella mia memoria per non dimenticarla mai più.. e un secondo dopo ricordai che potevo farlo. Mi alzai velocemente per afferrare la macchina fotografica sullo scaffale e tornai a stendermi nella stessa posizione di prima e in un click avevo immortalato uno dei momenti più teneri della mia vita.
Joy allungò la mano verso la macchina fotografica reclamandola. Onde evitare spiacevoli danni alle mie preziosissime foto non gliela diedi ma mi avvicinai a Rob. Capendo le mie intenzioni invertì la posizione di Joy mettendola a pancia su sul suo petto in modo che potesse vedere anche lei la macchina che avevo allungato sopra di noi.
“E’ una foto molto bella..” sussurrò Rob dolcissimo.
E così ci trovammo a vedere tutte le altre foto, una di seguito all’altra.. una più bella dell’altra. Insieme ai video..ne avevo fatte in continuazione dalla nascita di Joy non volendo perdermi ogni istante della sua vita. Ce n’erano moltissime e abbastanza varie: una in cui dormiva con il culetto in su, una in cui fissava un pupazzo accanto a lei nella culla, una in cui si metteva sorridente un dito in bocca..
Mi piaceva avere già così tanti ricordi della sua vita e il pensiero che era solo l’inizio era ancora più allettante..
A un certo punto Rob mi strappo la macchina da mano e la girò verso di noi.
“Sorridete!”
E scattò.
“Non avevi avvisato!” lo accusai scherzando e in minuto ci trovammo a farci qualcosa come cinquanta foto nelle posizioni più buffe e facendo smorfie con l’intento di far ridere Joy.
Quando ci fu impossibile maneggiare tutto con una mano Rob non si perse d’animo e posizionò la macchina sul tavolino davanti a noi impostando l’autoscatto.
Continuammo per quasi mezz’ora e nonostante tutto non si stufava di alzarsi ogni tre secondi per impostare puntualmente lo scatto automatico.
Ci perdemmo di nuovo sul tappeto nella stessa posizione in cui eravamo poco prima e mentre Joy tranquilla faceva i suoi gorgheggi allungando le mani verso l’aria.. ci gustavamo tutte le foto che avevamo appena fatto. Alcune erano sfocate oppure mancanti di qualche pezzo del nostro corpo, ma altre erano venute davvero bene.
Una era l’immagine della perfezione: Joy rideva in piedi in mezzo a noi poggiandosi sulle nostre mani unite mentre noi in ginocchio uno di fronte l’altra le scoccavamo un bacio su ogni guancia.
Decisi che ne avrei fatto una stampa grande e l’avrei incorniciata e appesa da qualche parte. Era troppo bella per restare nascosta in una cartella di un computer. Ma d’altronde avevo già stampato la maggior parte delle nostre foto, solo che non le avevo sistemate in giro per casa. Non quella casa che presto avremmo abbandonato di nuovo. Le riprese erano quasi finite; mancavano quei ritocchi che con un po’ di fortuna ci avrebbero portato via una sola giornata o al massimo due e ancora non volevo pensare alla stretta allo stomaco che già avvertivo al pensiero che era tutto finito.
Decisi di non pensarci fino allo STOP definitivo.. anche se era troppo strano..
Sembrava passato un secolo dal primo ciak di quella avventura e ora stava per finire tutto..
Tra una settimana massimo saremmo tornati in California, nella nostra casa.. E tutto mi sembrava terribilmente irreale..
Tra un mese mi sarei sposata..
Oddio. Detto così faceva davvero paura. Un mese.
Era una cosa stupida forse, ma già mi sentivo nervosa alla sola idea che mancavano trenta giorni al matrimonio.. E c’era ancora così tanto da organizzare..
Non mi ero nemmeno accorta che Rob aveva posato la macchina fotografica e mi guardava assorto probabilmente già da parecchi minuti.
“Posso sapere cosa sta pensando la tua testolina?” chiese storcendo un braccio per sistemarmi i capelli dietro l’orecchio.
Non potevo mentirgli ma non potevo nemmeno dirgli che avevo paura per l’imminente matrimonio. Avrebbe frainteso.. avrebbe pensato che avessi qualche ripensamento..
“E’ che.. sta per finire tutto..” sussurrai. “Non è strano? Cioè.. Fine. Niente più riprese, niente più saga.. Non so.. mi fa uno strano effetto pensare che siamo davvero arrivati alla fine.. Sembrava ieri quando..”
“..quando caddi dal letto di Catherine dopo averti baciato?”
Sorrisi ricordando quel momento tremendamente comico.. e imbarazzante. Era così chiaro anche allora che gli facevo uno strano effetto.. E i risultati si erano mostrati subito..
“A me sembra ieri che guardavo quel film nella mia solitaria casa di Londra.. quando desideravo solo conoscerti..”
“Galeotto fu il film e chi lo guardò!” scherzai.
“Già..” sussurrò con un sorriso malinconico sul volto. “E’ assurdo.. come il destino si sia fatto strada così facilmente tra noi..”
“Credi che sia stato il destino?”
“Non ho dubbi..” rispose senza aver bisogno di pensarci.
Mi avvicinai e ci scambiammo un bacio dolce e innocente prima che riprendesse a sdrammatizzare come suo solito.
“E comunque non è mica la fine.. Abbiamo ancora più di un anno prima di chiudere questo capitolo. Due film da promuovere, paesi da girare per l’ennesima volta, aerei da prendere..”
“Già” concordai. “Ma stavolta saremo in tre..”. Carezzai dolcemente la guancia di Joy, così soffice come può esserlo solo la pelle di un bambino.
“E saremo sposati..” continuò lui riportandomi lo stato d’ansia che mi aveva abbandonato per un po’.
“E questo mi ricorda che stavo facendo qualcosa di importante.. prima che mi distraeste con le vostre risa..”
Si mise seduto sul tappeto e io insieme a lui. Diede un bacio tra i radi capelli di Joy e dopo avermela passata si alzò e tornò al tavolo a fare quello che stava facendo: la lista degli invitati. La parte che più avrei voluto evitare. Avrei quasi voluto avere solo la famiglia ma come potevamo non invitare gli amici?
E così, un amico tira l’altro e mi trovavo nella scomoda posizione di non sapere chi considerare tanto amico stretto da dover essere invitato e chi no. Odiavo queste situazioni.
“Allora.. questa lista..”
Facendo finta di non ascoltarlo sistemai di nuovo Joy in piedi e spostandomi di qualche passo presi ad incitarla come sempre, ma fu il solito buco nell’acqua.
Sederino a terra.
“Kris.. ti prego.. abbiamo poco tempo.. dobbiamo mandare gli inviti..”
“Oh Rob.. stai tranquillo.. Non credi che i primi passi di tua figlia siano più importanti?”
“Se li facesse.. sì..”
“Come fai a sapere che non li farà stasera?”
“Perché ho passato ogni sera dell’ultima settimana a filmarla sperando di vederla venire verso la telecamera mentre invece mi trovo solo duemila registrazioni di lei che puntualmente cade a terra..”
“Vedi.. sono le mentalità come le tue che non fanno camminare i bambini. Se non ha camminato le ultime sette sere non vuol dire che non lo faccia stasera o domani.. E se tu la spronassi insieme a me magari mi risparmieresti metà della fatica..”
“Ma perché non abbiamo preso un girello?”
“Perché ho letto che fanno le gambe storte..”
Mi guardò accigliato come se avessi sparato la stronzata del secolo.
“Guarda che è provato! Avendo un appoggio stabile il bambino non sforza i palmi dei piedi caricando invece il peso sulle punte semplicemente per spostarsi da un posto all’altro, quindi senza perderebbe facilmente l’equilibrio”.
Lo lasciai spiazzato e incapace di replicare anche perché era una tesi più che giusta.
“E poi lei sa camminare quasi bene, cioè, non si muove, questo sì.. ma è solo perché ha bisogno di un motivo valido per farlo..Quindi… se tu venissi vicino a me e la chiamassimo insieme magari si decide..”
Lo guardai speranzosa e dopo pochi secondi si alzò anche se poco convinto e dopo aver rimesso Joy in piedi per l’ennesima volta venne accanto a me e iniziamo a chiamarla insieme.
“Vieni amore! Vieni dalla mamma..”
“Vieni da papà..”
Restò in piedi un po’ più a lungo del solito e quasi mi macò il respiro quando la vidi fare un passo incerto.. per poi cadere nuovamente a terra.
Sentii lo sguardo di Rob fisso su di me ma non mi voltai.
“Credo che quando sarà pronta camminerà..” concluse e tornò a quel dannato tavolo.
“Apatico..” ghignai
Mi fece una linguaccia e sorrise.
“Ora che abbiamo fatto tutti i tentativi possibili.. possiamo concentrarci sulla lista un secondo solo per favore?”
Sbuffai alzandomi e prendendo Joy in braccio mi sedetti sulla sedia di fronte a lui.
“D’accordo, spara!”
“Oh! Allora.. molto semplice.. Lista. Dimmi i nomi..”
Ci pensai qualche secondo cercando di fare mente locale delle prime persone che erano scontate. “Beh.. le famiglie e gli amici…”
“Amici.. nomi?”
“Dai Rob.. I più stretti. Tom, Sam, Dakota, Ashley, Jackson, Chris.. bè.. un po’ tutto il cast.. il resto del britpack.. I soliti diciamo..”
Annuì scrivendo velocemente una sfilza di nomi.
“Ah e poi Michael..” aggiunsi giocando con le mani di Joy.
Vidi la mano di Rob fermarsi di botto e il suo viso alzarsi lentamente fino ad incontrare il mio.
“Michael chi..?” chiese come se non conoscesse la risposta.
“Michael Michael, Rob. Sai chi..”
“Stai scherzando?!” non capii se era un’affermazione o una domanda ma risposi lo stesso.
“No.. non sto scherzando. Perché dovrei?”
“Esatto.. perché dovresti invitarlo?”
“Perché no?”
“Kristen!”
“Robert!”
“Rispondimi!”
“Cosa?!”
“Perché vuoi invitarlo?”
“Beh perché ha fatto parte della mia vita e nonostante tutto l’ho fatto soffrire..”
“Infatti non credi che evitando gli risparmieresti ulteriore sofferenza?”
“Prima di tutto lui non prova più niente per me..”
“Questo lo dici tu..”
“E poi sa bene come stanno le cose. Lo sa da sempre.. Sa anche di lei..” dissi indicando Joy. “E poi da quando ti preoccupi dei suoi sentimenti?! Non nasconderti dietro tutta questa magnanimità che non hai mai avuto nei suoi confronti..”
“Oooh scusami tanto se non faccio i salti di gioia quando mi dici che vuoi invitare il tuo ex ragazzo al NOSTRO matrimonio..”
“ESATTO ROB! Ex-ragazzo!” scandii bene ogni sillaba.
“NON E’ QUESTO IL PUNTO!” disse  alzando la voce e già iniziavo ad innervosirmi solo per quello.
“E ALLORA QUAL’E’ IL PROBLEMA?!”
“Non lo voglio lì! Su questo non si discute!!!”
Rimasi senza parole per un secondo, presa troppo alla sprovvista da questa.. lite? Cos’era? Non lo sapevo.. Avevo solo una gran voglio di urlare.. Ma mantenni la calma.
“Allora.. fammi capire.. Decidi tutto tu? E’ così? E quando saremo sposati come funzionerà? Tu porterai i soldi e io baderò alla casa e ai figli?”
Alzò gli occhi al cielo. “Non essere melodrammatica ora..”
“NON LO SONO ROB!!!” esplosi. Avrei voluto continuare ma avevo Joy tra le braccia che già si guardava attorno spaesata. Non volevo spaventarla.
Senza dire altro salii al piano di sopra e misi Joy nella sua culla sperando che il biberon bastasse a farla addormentare. Dopo di che andai in camera, presi il cuscino di Rob dal letto e tornai giù
“Che fai ora? Che vuol dire?” disse quando mi vide buttare il cuscino sul divano.
“Vuol dire che visto che anche a me piace decidere.. stasera dormi sul divano!!!”
“COSA?!”
“Beh finchè non siamo sposati non dividiamo quindi..”
“Forse allora non dovremmo sposarci!”
Rimasi di sasso.. come lui. Sorpreso dalle sue stesse parole.
Calò un silenzio tombale che forse uno dei due avrebbe riempito se avesse avuto la forza di parlare.. Ma io non sapevo che dire. Ero ferita..
“Già.. forse non dovremmo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrare con voce rauca e corsi via.
Mi chiusi la porta della camera alle spalle sbattendola forte, mi buttai sul letto.. e furono solo lacrime.


"Ok Tesoro.. ora basta. Dimmi che è successo.."
Mia madre non demordeva certo e mi conosceva troppo bene per bersi la mia scusa del mal di testa. Non attaccava con lei e lo sapevo bene.
Aveva inteso che qualcosa non andava dal momento in cui aveva passato il gate dell'aeroporto ma d'altronde, come potevo nasconderlo?
Nonostante gli sforzi non riuscivo a fingere che andasse tutto bene. Perché non era così..
Mi ero svegliata sperando di aver sognato tutto ma invece no. L'avevo trovato in cucina a girare il cucchiaino in una tazza di latte. Aveva alzato lo sguardo, ci eravamo guardati e niente..
Avevo preparato Joy e sarei anche uscita di casa senza dire niente se non mi avesse chiesto cosa avevo intenzione di fare.
"Vado a prendere mia madre..torno stasera" avevo detto fredda sicura che nonostante tutto ricordasse che mia madre veniva a trovarci. In realtà veniva per non so che lavoro e visto che era in zona sarebbe rimasta da noi un paio di giorni.
"Lasciami Joy.." aveva chiesto.
Indugiai per un secondo ma non avevo intenzione di lasciarlo vincere.
"Ormai è vestita.. la porto con me.."
E così ero uscita di casa e ora ero seduta sulle panchine del centro commerciale con mia mamma mentre Joy dormiva beata nel passeggino e ovviamente Dean ,che non mancava di "proteggermi", soprattutto quando uscivo da sola.
"Sai che ti dico? Ci vuole un bel gelato!" esclamò mia madre entusiasta.
Scossi il capo. "No grazie.. non mi va.."
Mi mise un mano sotto il mento alzandomi dolce il viso. "Amore mio.. cosa è successo?"
Me lo chiese così preoccupata e desiderosa di poter aiutarmi in qualche modo che non potei proprio fare a meno di raccontarle tutto.
"Tutto qui?" disse tranquilla quando ebbi finito la mia sintesi.
"Come.. come tutto qui? Hai sentito che ho detto? Rob non vuole più sposarsi.."
"Oh sciocchezze.. sono cose che si dicono.. E anche tu gli hai detto che non dovreste.."
"Ma perché ero arrabbiata.."
"Appunto.. eri arrabbiata. Come lui"
"Si ma perché? Non mi sembra di aver fatto niente di male.. Michael è un capitolo chiuso.. Non posso credere che dopo tutto questo tempo non abbia alcuna fiducia in me.."
"E non hai pensato che magari è in lui che non ha fiducia?"
"Che vuoi dire?"
"Questo dovresti capirlo da sola.. Dovresti capire se lui è quello che vuoi davvero.." disse eludendo la domanda. "Amore il matrimonio è una cosa importante.. ti segna per il resto della vita.."
"Stai dicendo che sto sbagliando?"
"No! Assolutamente! Io sono convinta che Robert sia il tuo destino.. ma tu.. devi pensare a tante cose.. devi esserne sicura.. Lo sei?"
Non risposi subito benché sapevo la risposta a quella domanda. Eppure qualcosa mi bloccava, forse la rabbia che ancora provavo per la sera prima. Chinai il capo confusa.
"Quando ho sposato tuo padre l'ho fatto consapevole anche dei suoi difetti.. L'ho fatto pensando che avrei visto il suo viso per il resto della mia vita.."
Sospirai abbattuta.
"D'accordo.. chiudi gli occhi.."
La guardai stranita qualche secondo e poi feci come mi disse.
"Ora.. dipingi il tuo futuro.. Che cosa vedi?"
Restai assorta nei miei pensieri qualche secondo poi aprii gli occhi e capii.
Le sorrisi. "Grazie mamma.."
Solo ora mi resi conto che Joy si era svegliata e stava tra le braccia di mia madre. Dio.. ero così assorta nei miei problemi da non averci nemmeno fatto caso.
"Sono qui per questo.." rispose serena mentre si spupazzava Joy e ringraziai il cielo di averla avuta lì in quel momento, proprio quando ne avevo bisogno.
"Sai una cosa? Ora mi va proprio quel gelato.."
Si aprì in un sorriso smagliante e prima che potessi avere il tempo di scegliere il gusto mi aveva già passato Joy ed era corsa verso la gelateria proprio di fronte a noi. In fondo sapeva quali erano i miei gusti preferiti.
Tornò poco dopo con due coppette alla nocciola e vaniglia. Come piaceva a entrambe.
Iniziai a mangiare mentre Joy seduta nel suo passeggino mi guardava vogliosa allungando una manina verso il gelato.
Oddio.. poteva mangiarlo?
Non lo sapevo ma non potevo rischiare che le venisse qualcosa. "Amore non posso darti il gelato.. lo vuoi un biscotto?"
"Perché non le dai un po’ di gelato?" chiese mia madre stupita.
"Beh.. non.. non lo so. Non le fa male?"
"Tu l'hai mangiato ad otto mesi.."
"Davvero?"
Annuì e sotto suo consiglio decisi di fare una prova. Raccolsi col cucchiaino un po’ di gelato alla vaniglia e lo allungai a Joy che aprì subito la bocca. Dapprima contorse il faccino in una smorfia tenerissima presa alla sprovvista dal cibo freddo a cui non era abituata ma subito dopo allungò di nuovo le mani e capii che le piaceva. D'altronde.. a chi non piaceva il gelato?
Dopo un po’ mi alzai per buttare le coppette vuote ma alzando gli occhi davanti a me rimasi colpita notando qualcosa che prima non avevo minimamente visto troppo presa dai miei sfoghi. Era lì.. davanti a me.. e ne ero stranamente incantata. E non mi capitava spesso in situazioni del genere.. eppure ora era tutto così.. perfetto..
"Kristen.. tesoro.. che succede..?"
"Mamma.. è perfetto.. l'ho trovato.."
"Cosa?"
"Il mio abito da sposa.."



Uscimmo dalla macchina ridendo come due ragazzine mentre non so come riuscivo a portare Joy e le duemila buste con tutte le cose che mia madre aveva "dovuto" comprare alla nipotina. Le avevo detto di no, che sarebbero stato un peso in più per il trasloco, ma non ero riuscita a fermarla.
Appena aprii la porta mi bloccai trovandomi Rob davanti con quello sguardo così.. sincero.. pentito..
Lo odiavo quando mi faceva quello sguardo.. Mi faceva quasi male..
"Ciao.." sussurrai
Sorrise. "Ho provato a chiamarti un sacco di volte.. Ero preoccupato.."
"Oh.. scusa io.. avevo staccato il telefono.."
Mia madre ci salvò dalla quella situazione quasi imbarazzante.
"Ciao Robert!" esclamò entusiasta entrando subito dietro di me.
"Jules! Ciao! Che piacere vederti!"
Si abbracciarono affettuosamente.
"Che bello che sei qui.. quanto resti?"
"Oh solo un paio di giorni.. non voglio creare problemi.."
"Mamma!" l'ammonii.
"Non farti nessun problema! Puoi restare quanto vuoi!" terminò Rob per me.
In quello stesso istante Joy iniziò ad agitarsi e a gridare tra le mie braccia, Rob si voltò e lei automaticamente allungò le braccia verso di lui.
"Amore di papà.. vieni qui..". In un secondo la prese e lei si strinse a lui che l'abbracciava stretta baciandole le guance diverse volte. "Mi sei mancata da morire."disse in un sussurro ma io lo sentii e mi si strinse il cuore.
"Hai mangiato..?" chiesi con un fil di voce sapendo già che avrebbe risposto di no e infatti mi scrutò e scosse il capo.
"Bè.. io.. ti ho portato del pollo.." balbettai indicando lo scatolo di cartone che avevo poggiato sul mobile all'ingesso.
"Grazie.."
Vidi Joy sbadigliare e stropicciarsi gli occhi e fu un'ottima scusa per allontanarmi un po’.
"Meglio che le dia il biberon e la metta a letto.. è stanchissima. Ha voluto camminare mano nella mano tutto il pomeriggio.."
Scoccandole un bacio mi passò la bimba e trascinò mia madre in salotto. Joy poggiò la sua guancia sulla mia spalla e prese a giocare con il mio orecchio, segno che stava davvero per cedere. Perfetto! Il solito biberon con latte e biscotti e sarebbe crollata in meno di dieci minuti. Scaldai il latte mentre dalla cucina sentivo Rob e mia madre parlare del lavoro per cui era venuta e per guadagnare tempo misi il pigiamino a Joy. Restai sulla sedia a dondolo aspettando che finisse il suo latte e chiudesse gli occhi definitivamente. Quando fui sicura che era ormai persa nel mondo dei sogni la posai nella culla e la coprii delicatamente lasciandole un bacio in fronte.
E ora? Che facevo? Era assurdo sentirmi così.. come se fossi un'intrusa..
Senza farmi sentire scesi piano le scale pensando a qualche scusa per irrompere nella stanza senza sembrare in difficoltà.. ma mi bloccai sull'ultimo scalino quando sentii la voce di Rob..
"Io non voglio perderla Jules.."
"Non la perderai Robert.. lei è lì.. Ha solo paura che tu non abbia fiducia in lei.."
"Non è così.." la sua voce era a dir poco stupita dalla rivelazione che mia madre gli aveva appena fatto. "Io ho fiducia in lei.. ho solo paura..
Vedi.. ho fatto.. tanto.. per averla. Ho fatto cose che non avrei fatto per nessuna.. Ma con lei era tutto dovuto.. Non era un peso.. Sapevo che ne valeva la pena. Ho lottato per arrivare a questo.. e.. e.. il pensiero che qualcuno me la porti via o che possa stancarsi di me non.."
Non terminò la frase e potevo giurare quasi di sentire le sue lacrime che scendevano sul suo viso. Avrei voluto colmare quel silenzio entrando nella stanza e buttandomi fra le sue braccia ma non era ancora il momento..
"Robert.. non si può eliminare il passato così come non si possono cancellare persone che hanno fatto parte della tua vita. Michael è il suo passato.. ma il suo futuro sei tu. Il suo presente sei tu. Pensa a vivere questa vita invece di preoccuparti di come sarebbe se non fosse andata così.."
Mia madre era davvero l'unica che riusciva a trovare le cose più giuste da dire nel momento in cui andavano dette. Mi trovai a sorridere da sola nella penombra delle scale.
"Grazie Jules.. davvero.."
"A disposizione.. Ma ancora per poco. Sai come si dice.. Tra moglie e marito.."
".. non mettere il dito.." terminò Rob ridendo per poi continuare. "Ammesso che voglia ancora diventare mia moglie.."
Sentii mia madre sbuffare quasi divertita. "Uuuh! Siete davvero uguali certe volte.." disse e sentii dei movimenti. Salii qualche gradino per poi far finta di scendere di nuovo.
Me li trovai di faccia come se davvero non avessi ascoltato niente e stessi scendendo in quel momento..
"Tesoro.. vado a letto, sono distrutta. Quella bambina è instancabile" disse roteando gli occhi e risi.
"Buonanotte mamma.. la tua camera è in fondo a destra" le indicai.
"Grazie tesoro.. Buonanotte ragazzi.."
"Anche a te Jules, grazie mille.. davvero.."
Mia madre gli fece un occhiolino e sparì dietro la rampa delle scale.
Così.. ci trovammo soli.. faccia a faccia nella fioca luce che veniva dal salone.
Ed era il momento per parlare davvero.. o forse non parlare per niente..
"Tu.. tu non devi.."
"lo so.." mi fermò prima che potessi anche solo iniziare la frase. Mi prese le mani e lentamente si avvicinò per baciarmi.
Come era possibile? Come potevamo essere così stupidi e così innamorati da riuscire a capirci senza nemmeno parlare?
Questa era una delle cose che più mi convinceva di noi. Il modo in cui eravamo capaci di perdonare e capire senza bisogno di dire nulla.
"Mi dispiace.." sussurrò abbandonando il viso contro la mia spalla.
"Anche a me amore!" dissi subito circondandolo con le mie braccia e affondando il viso nel suo collo. Subito anche le sue braccia furono strette alla mia vita e restammo immobili in quella posizione per un tempo infinito. Il tempo sembrava essersi fermato in quell'attimo in cui tutto era perfetto.. e sapevo che sarei potuta rimanere così in eterno.



"E STOOOOP!"

E con quell'ultimo grido.. avevamo dato l'addio definitivo a un'avventura durata tre anni. Assurdo..
"E' buona ragazzi! Abbiamo ufficialmente finito!"
Partirono pianti, baci, abbracci e io non sapevo se ridere o piangere per l'emozione. Abbracciai Bill, Ashley, Kellan, Peter, tutti.. finché non mi trovai tra le braccia di Rob. Mi fece girare un paio di volte mentre mi tenevo stretta a lui ridendo, infine si decise a mettermi giù e continuando a tenermi stretta mi baciò con passione.
"Rob.. dai.." lo intimai dopo un po’ staccandomi mentre gli altri si erano dati ai festeggiamenti. Prendemmo un paio di bicchieri di champagne e brindammo insieme. Alla vita, al film, al futuro.. a noi.. a tutto in pratica.
Peter fece partire anche un brindisi a Joy e istantaneamente mi voltai per trovarla a pochi metri da me completamente dipendente dal braccio di mia madre che si era offerta di tenerla a bada visto che Cloe aveva l'influenza.
"Un brindisi a Joy!!!" urlò di nuovo Kellan andando verso la mia bambina per poi prenderla e farla saltare in aria.
Sarebbe stato davvero un padre fantastico.. Non avrei mai pensato che potesse stringere così tanto con lei.. Eppure ne sembrava dipendente come da una droga. Mentre le risate di Joy invadevano la stanza si alzò un altro brindisi a Mackenzie. Era stata davvero brava e sicuramente mi sarebbe mancata da morire. Mi somigliava in un modo impressionante e non potevo non chiedermi se anche Joy mi sarebbe assomigliata così alla sua età. Aveva appena nove anni ma per la sua maturità e la bravura nel recitare ne dimostrava quasi di più. Era tenerissima, con quei capelli ramati e gli occhi color nocciola. Avevano cambiato diverse bambine per la parte della piccola Renesmee ma lei era quella che era rimasta con noi per più tempo e a cui non avevamo potuto fare a meno di affezionarci.. Sì, decisamente mi sarebbe mancata molto.
Io e Rob ci abbassammo alla sua altezza e lei d'istinto si buttò fra le nostre braccia.
"Mi mancherete.." mormorò dolcissima.
Ci guardammo inteneriti mentre le carezzavamo la schiena.
"Tesoro.. ci vedremo spesso.. tranquilla.." cercai di rassicurarla..
"Si.. dobbiamo andare in tanti posti ancora.. ci vorrà molto tempo prima di salutarci davvero.." continuò Rob ma ormai una lacrima era scesa sulla sua guancia morbida.
"E poi quando vuoi puoi venire a trovarci.."
"Si e noi verremo a trovare te.. Però ora basta piangere ok?" le sorrisi asciugandole le lacrime.
Annuì e poi si aprì in un sorriso smagliante rivelando i suoi denti bianchissimi.
"Brava.. così ti voglio.." sorrisi di nuovo e nello stesso istante sentii mia madre chiamarmi.
" Kristen!!!"
Mi voltai subito, appena in tempo per vedere Joy che lasciava la mano di mia madre e con passi dapprima incerti poi più sicuri si faceva pian piano strada per venire da noi. Prima che potessi capire cosa stava succedendo mi chinai e aprii le braccia per accoglierla. Ci si buttò con tutto il peso di cui era capace e me la trovai in braccio sorridente.
La guardai per qualche secondo prima di realizzare e scoppiare in urla di gioia.
"Amore!!! Hai camminato!!!" esclamai al settimo cielo. "Rob l'hai vista?! L'hai vista? Ha camminato! Da sola! E' venuta da noi!!!" continuai e in un secondo Rob me la prese dalle braccia e iniziò a farla girare veloce ridendo come un bambino. Tutti presero a parlare di nuovo battendo le mani e circondandola come se fosse un fenomeno da circo.
"Ma.. come.. come è successo? Perché l'ha fatto?" chiesi a mia madre che mi era accanto.
"Vi aveva visto con la bambina e ha iniziato a tirare.. e poi.. si è lasciata andare.."
Non potevo crederci! Dopotutto avevo ragione! Aveva solo bisogno di un buon motivo e come una scema non avevo pensato alla gelosia. Che dolce la mia bambina..
Per tutta la sala si innalzò una specie di coro come se i primi passi di Joy fossero stati un evento fondamentale nella vita di tutti.
Dopo circa un quarto d'ora le cose iniziarono a tranquillizzarsi e Rob tornò al mio fianco mentre Joy scivolava dalle sue braccia per scendere a terra ma rimase comunque aggrappata alle nostre mani. Aveva già dato per oggi..
"Mi dispiace solo di non aver ripreso.." mi lamentai ma nello stesso istante Paul si avvicinò con la telecamera puntata su di noi. "Tranquilla.. ho tutto qui!"
Spalancai gli occhi "Oh mio dio! Dici davvero!?" urlai incredula.
Mi fece l'occhiolino.
"Awwwww grazie grazie grazieeeee!!!" strillai emozionata.
Non potevo crederci..
"Te l'avevo detto io!" dissi puntando il dito contro Rob "Aveva solo bisogno di uno sprono!"
"Se non sbaglio ero stato io a dirti che avrebbe camminato quando sarebbe stata pronta.."
"Ma perché vuoi avere sempre ragione tu?!"
"Sei tu che non ammetti mai di avere torto!" rispose e stavo quasi per replicare ma mi bloccai.
Ci guardammo negli occhi e scoppiamo entrambi a ridere.
Cingendomi il fianco con la mano libera mi avvicinò a lui chiudendo il cerchio che avevamo formato con Joy.
"Ti amo.." sussurrò sulle mia labbra.
"Ti amo anch'io.."

La piccola Joy che cammina awwwwwwwwww

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Capitolo 31
*** London Party ***


london party Buon pomeriggio ragazze!!!! Eccoci qui con un nuovo capitolo...cavolo fa così freddo e ho le dita completamente ghiacciate e non riesco quasi a scrivere..questo perchè mia mamma vuole passare lo straccio anche con -20 gradi e lasciare le porte aperte...ma dico io T___T
Per fortuna che ci siete voi che ci volete bene e riscaldate il nostro cuoricino con le vostre recensioni *______*. Bene vi lasciamo a questo capitolo molto leggero sperando che vi diverta ahahah. Io mi sono divertita un sacco a scriverlo ;D
Un bacio
Cloe e Fio

CAP 31 (Cloe)



LONDON PARTY        
                            

                                                 


KRIS POV

“E se le facesse male?”

Alzai gli occhi al cielo, per quella che doveva essere la centesima volta.
“Rob..non sta piangendo, perciò dubito che le faccia male.”
“Mmmm..non so” protestò “Forse avremmo dovuto lasciarla da tua madre, dopotutto.”
Questa volta fui io ad alzare gli occhi al cielo: era stato proprio lui quello che tra i due aveva insistito di più per portarla con noi a Londra e adesso si faceva tutti questi problemi per…niente.
“E così piccola..solo dieci mesi e noi le facciamo già prendere l’aereo. Non è abituata, secondo me sente dolore ora che stiamo atterrando. Sai sbalzi di pressione  e roba simile..”
“Secondo me invece no. E poi non ti lamentare: di chi è stata l’idea di festeggiare addio al nubilato e celibato a Londra? Tua. E poi Joy sta benissimo, vedi sorride pure nel sonno..”
Rob sembrò tranquillizzarsi e si sistemò nel sedile al mio fianco,riallacciandosi la cintura di sicurezza dopo l’ennesima occhiataccia della hostes. Era preoccupato che Joy patisse il mal d’aereo e non sapevo più come convincerlo che non era così. Dormiva tranquilla tra le mie braccia, ignara che proprio in quel momento iniziavamo a sorvolare la città che sarebbe sempre stata la casa del suo papà.
Io e Rob avevamo accettato di festeggiare l’addio alla nostra vita da single proprio trascorrendo un week-end  qui, visto che sia le sorelle che gli amici di Rob avevano insistito tanto. E poi sapevo che Rob moriva dalla voglia di far vedere la città alla bimba.
Le luci di Londra si facevano sempre più vicine, segno che non mancava molto all’atterraggio.
Rob mi prese la mano e iniziò a giocare con il mio anello di fidanzamento.
“Lizzie ti ha dato un idea di che cosa farete domani sera?” domandò.
“Mmmmm, non lo so” mormorai “Penso che andremo in un locale di spogliarellisti, pieno di uomini superdotati. Ma non preoccuparti, farò in modo di evitare i paparazzi. Non vorrei mai che nel prossimo numero del Sun la prima pagina sia intitolata ‘Kristen in un locale a luci rosse perché Rob non la soddisfa’….”
Non terminai la frase visto che sentii le dita di Rob solleticarmi il fianco e scoppiai a ridere.
“No..no smettila!!” strillai.
Joy si mosse un po’ tra le mie braccia e gli altri passeggeri della prima classe si voltarono nella mia direzione.
“Scemo…” dissi sottovoce tirandogli una gomitata.
“Sarà meglio che le mie sorelle non ti facciano fare una cosa simile!” rispose alzando un sopraciglio.
Ma davvero pensava che io..
“Rob se mi propongono una cosa simile le butto di filato nel Tamigi io stessa, ma ti pare!” risposi sorridendo. Mi avvicinai e posai le labbra sulla sua guancia “Te l’ho sempre detto..l’unico pesciolino che voglio è il tuo..”
Sbuffò. “Mi pareva avessimo stabilito squalo..”
“Ok, allora squalo.” Approvai “ma perché non mi dici tu che cosa farai domani sera?? Fai tanto il santarellino adesso ma..guarda che se ti becco in uno streap club o con addosso una ragazza uscita da una torta sappi che lo ‘squalo’non andrà a pesca fino alle nostre nozze d’argento come minimo..”
Questa volta fu il suo turno di ridere. “Ma dai kris, ci sarà anche Tom. Cioè ti immagini Tom in un posto simile. Lui che quasi balbetta se deve parlare con una ragazza?”
“Ha parlato quello che ha dovuto prendere una pastiglia di tranquillante per fare un provino, solo perché sapeva che avrebbe incontrato me..” lo presi in giro.
Si avvicinò fino a posare le labbra quasi sulle mie. “Era mezza pastiglia…mezza. E poi l’ho presa perché sapevo che stavo per incontrare la donna della mia vita…”
Sfiorò piano le labbra con le sue e immediatamente mi persi nel bacio. Ma come faceva a farmi dimenticare anche solo di quello che stavo parlando con un semplice tocco.
Rimanemmo avvinghiati con Joy sdraiata sulle mie gambe finchè non avvertii il rullare delle ruote sulla pista.
“Ma ma ba babab ga..”
Sentii la vocina di Joy e mi staccai lasciandogli un ultimo bacio a stampo sulle labbra.
La piccola aveva aperto gli occhi e ora si guardava in giro ancora più curiosa che alla partenza. Si mise a battere le mani e a ridere quando vide un’altra bimba seduta vicino ad una donna in fondo al corridoio. Joy adorava gli altri bambini, specialmente se erano più grandi e la potevano prendere in braccio o avevano giochi rumorosi e colorati.
“Ciao piccolina..ti sei svegliata..” Rob la prese dalle mie braccia e la alzò in aria. Ormai l’aereo era fermo e dovevamo aspettare che tutto il resto dei passeggeri scendesse prima che toccasse a noi della prima classe.
“Ciao..lo sai dove siamo?” continuò lui “Siamo a Londra..sì dove è cresciuto il tuo papà! Lo sai che domenica ti porto a vedere un sacco di bei posti. Un parco enorme e una ruota panoramica grande grande grande dove ti sembra di toccare il cielo…”
Mi commossi quasi ascoltando le sue parole. Non lo avrebbe mai ammesso, non di certo con me, ma io sapevo quanto gli mancava Londra. Certo, ero sicura che lui fosse felice a LA con me e Joy ma questa città rappresentava la sua infanzia. Bene o male era un pezzo di lui ed era normale che fosse eccitato di condividerla con sua figlia.
Mi sporsi per carezzagli la guancia e notai la ragazzina a cui Joy aveva riso correre verso di noi, mentre la madre estraeva uno zaino dal portabagagli. Mi ero accorta che ogni tanto durante il volo fissava Rob..probabilmente lo aveva riconosciuto e voleva un autografo…
Si bloccò davanti a Rob, rimanendo completamente muta, con gli occhi spalancati.
Rob la guardò con un sorriso e poi fissò me, confuso. Mi trattenni dal ridere e presi Joy di nuovo tra le mie braccia.
“Tu sei..” iniziò la piccola “Tu sei Edward!!”
Gettò le braccia al collo di Rob e ..e iniziò a riempirgli il viso di baci. A quel punto non ce la feci davvero più e scoppiai stringendo Joy ma riuscendo comunque a non perdermi l’espressione del mio ragazzo.
“Edward ti prego sposa me, io ti amo” continuò la piccola, quasi con le lacrime agli occhi.
In quel preciso momento arrivò la madre correndo, col viso in fiamme per l’imbarazzo.
“Mi dispiace, Jenny cosa..cosa stai facendo!”
“Mamma c’è Edward io amo Edward!” rispose lei cercando di gettarsi nuovamente su Rob.
La madre glielo impedì trattenendola per la giacca.
“Sono mortificata..io..lei è leggermente ossessionata da Twilight… Ma ora ce ne andiamo, vero Jenny? Chiedi scusa ai signori e scendiamo..”
“Ma mamma!!” strillò “Edward…”
Voltò i suoi enormi occhi blu verso Rob e in quell’istante sapevo che lui avrebbe ceduto.
“Non fa nulla signora..” Rob sorrise  alla bambina “Ehi tesoro mi sa che sei ancora un po’ troppo piccola per Edward o per chiunque altro, sai?”
“Ma io voglio sposarti..” protestò quella incrociando le braccia al petto.
“Facciamo così..per adesso io ti faccio un autografo e facciamo una foto. E ti prometto che tra qualche anno sposerai il tuo Edward..”
Gli occhi della bambina si illuminarono. “Me lo prometti? E sarà alto, bello e assetato del mio sangue”
“Ehm..sicuro..”
Mentre Rob si occupava di firmare il diario della piccola e di farsi scattare un paio di foto io presi il piccolo trolley e preparai Joy, infilandole la giacchetta di jeans. Anche se ormai era maggio erano quasi le dieci di sera lì e non volevo si prendesse un colpo d’aria.
“Hai visto che tutte le ragazze sono innamorate del tuo papino?”
Joy a quelle parole ridacchiò, mostrandomi la sua fila di dentini bianchi e perfetti.
La presi in braccio e, visto che Rob era ancora preso da mamma e figlia, gli feci segno che ci saremmo visti fuori.
Finalmente dieci minuti dopo, quando eravamo davanti ai rulli delle valigie, lo vidi venirci incontro.
“Ti ha fatto autografare ogni suo quaderno di scuola?” ridacchiai.
“Lascia stare. In pratica le ho scritto una lettera d’amore ..penso che la renderà felice.” Mi rispose “Sai…ripensandoci avrei dovuto lasciarle il mio numero. Tra dieci anni quando mia moglie sarà ormai una vecchia..”
Gli mollai una gomitata fra le costole a cui non potè fuggire perché stava scaricando la nostra unica valigia.
“Guarda che tra dieci anni la tua vecchia moglie sarà solamente una trentenne..quindi modera i termini..”
Immediatamente le mani di Rob mi circondarono la vita, prendendo a solleticare sia me sia il pancino di Joy. Entrambe iniziammo a ridere, rimanendo ben presto senza fiato.
“Babababba ahahah” strillò la mia piccola contorcendosi tra le mie braccia.
Smise di muovere le dita ma non di sorridere. Sentivo le sue labbra arcuate contro la pelle del mio collo.
“Ah Kris ti amerò quando avrai trenta, quaranta, cinquanta o..ottant’anni…”
Prese nostra figlia in braccio e, senza staccare l’altro dal mio fianco ci dirigemmo verso l’uscita vip dell’aeroporto.
Mi guardai intorno e vidi Claire e Richard in lontananza. Un soffio di aria fresca entrò attraverso le porte scorrevoli e io mi sporsi a chiudere meglio la maglietta di Joy.
Vidi Rob prendere un bel respiro.
“Che fai?” chiesi incuriosita.
“Forse potrà sembrarti stupido ma..” mi lanciò una veloce occhiata “Quest’aria..ha un odore diverso...è particolare.”
Gli strinsi la mano nella mia. “Hai ragione, sa di casa..
                                              


Mi mancava Joy.
Forse ero assurda o forse ero semplicemente una madre ma mi mancava mia figlia anche solo per quelle poche ore.
E stare lì con Liz e Victoria mi faceva sempre più capire di quanto fossi felice della mia vita e di come, l’essere single, non fosse qualcosa a cui mi dispiaceva rinunciare.
Per carità, ero contenta di trascorrere la serata del mio addio al nubilato con le sorelle di Rob. Eravamo diventate molto amiche, quasi sorelle ormai e poi avevano organizzato una cosa semplice visto che mi conoscevano molto bene: una semplice serata tra ragazze con take-away, un film strappalacrime e qualche regalo.
Ed eravamo proprio arrivate alla parte dei regali.
E qualcosa mi faceva pensare che non fosse nulla di buono per me.
Avevano dei sorrisetti quelle due che…mi preoccupavano non poco.
“Allora…c’è un regalo da parte di Victoria e uno da parte mia, quale preferisci  aprire per primo?” chiese Liz.
“Quello di Vic..il male minore all’inizio..” sospirai.
Vic mi passò il pacchetto non troppo grande e io lo scartai con cura, rivelando una scatola di cartone con dentro un…un completino intimo bianco.
Beh…mi aspettavo di peggio in effetti…
Lo presi tra le mani e sentii che sia il reggiseno sia gli slip avevano una consistenza leggerissima: sembravano pronti a spezzarsi con un semplice movimento brusco.
“Sono commestibili..” se ne uscì Victoria tutto ad un tratto facendomi quasi strozzare col cocktail che stavo bevendo.
“Cosa??”
“Vuol dire che Rob te li può mangiare mentre state..” iniziò Liz ma io la interruppi.
“Avevo capito questo grazie. Quello che mi chiedevo era come ti fosse venuto in mente: Vic tra le due tu dovresti essere quella normale!”
“Aahahah dovresti vedere il regalo di Liz allora!”
Ecco, io lo sapevo che quelle pazze avrebbero seguito la tradizione del ‘facciamo regali imbarazzanti alla povera sfigata che festeggia l’addio al nubilato’.
Liz mi ficcò in mano il suo pacchetto.
“Questo necessita di un minimo di introduzione” spiegò seria “Diciamo che ti servirà quando tu e Rob sarete lontani per lavoro. A meno che tu non ne abbia già uno…ma questo è meglio perché è a tema…”
Fissai il pacchetto, toccandolo con la punta delle dita mentre strappavo la carta. Avevo un vago timore che fosse…
“Oh cielo Liz!!” esclamai quando gli ebbi dato un’occhiata veloce. Era esattamente quello che temevo “Un vibratore?? Seriamente?”
“Che c’è??” esclamò “guarda che in certi momenti della vita può risultare utile!”
Tutte e tre scoppiammo a ridere come delle pazze. Probabilmente quelle due mi avrebbero imbarazzata per il resto della vita ma..ma ero felice di poterle considerare finalmente ed ufficialmente mie sorelle a tutti gli effetti di lì a 20 giorni.
“Dai kris, non dirmi che non ti piace! E’ anche a tema ‘Twilight’: si illumina al buio e brilla…”
Quelle parole di Liz provocarono un altro eccesso di risa assurdo, che terminò solamente quando sentii il cellulare suonare.
Era Claire e, a quanto pareva, Joy non voleva dormire in nessun luogo o superficie della casa e stava facendo letteralmente impazzire i miei futuri suoceri.
Promisi che sarei tornata immediatamente a casa, tanto ormai la serata e i regali imbarazzanti erano finiti fortunatamente. Salutai le mie sorelline e scesi in strada chiamando un taxi.
In quell’istante mi venne in mente Rob. Era ancora presto e dubitavo che la sua serata fosse già terminata.
Salii in macchina ed estrassi il cellulare, mandandogli un breve messaggio. Anche se sapevo che era perfettamente superfluo visto il modo assurdo in cui mi amava.
Fai il bravo!


ROB POV

“Allora…cosa avete in mente?” domandai sfregandomi le mani, impaziente.
Già mi mancavano Kris e Joy ma per una sera era piuttosto divertente essere di nuovo a zonzo per le strade di Londra senza pensieri e, almeno che io sapessi, senza una meta ben precisa. Mi faceva quasi pensare di tornare per un po’ indietro nel tempo…
“Mmmm..niente di che. Una puntatina al pub in cui andavamo di solito, qualche birra” borbottò  Marcus passandomi un braccio attorno alle spalle e allontanandomi dagli altri.
Forse sperava che, in questo modo, avrei ignorato il fatto che alla mia domanda tutti avevano iniziato a ridacchiare come degli idioti dandosi gomitate.
“Ti prego, non uno squallido night club pieno di spogliarelliste…” lo pregai a denti stretti. Ero certa che, anche se fosse stato tutto pensato come gioco divertente, Kris si sarebbe innervosita e di certo non le avrei mai mentito se mi avesse chiesto della serata.
“Cosa?? No..niente spogliarelliste e locali squallidi. Mi ferisce che tu possa pensare una cosa simile..non è nello stile del Brit pack..” rispose sorridendo “vero ragazzi?”
Mi voltai a guardare tutti gli altri dietro di noi e, non appena lo feci, smisero di confabulare e si misero a fissarmi più innocenti che mai.
Certo…e io l’avrei bevuta…
“Ragazzi…” iniziai ad implorare.
“Ragazzi cosa?” chiesero in coro.
Mi spinsero davanti ad una porta e io riconobbi immediatamente uno dei pub che eravamo soliti frequentare quando stavamo in città. Non era molto conosciuto e di solito venivamo ignorati visto che non c’erano fan impazzite pronte a saltarci addosso. Io avevo già dato la mia parte con la bambina dell’aereo perciò…
Entrammo nel locale e ci sedemmo nel solito nostro posto un po’ isolato. Immediatamente mi rilassai, grazie alla musica e all’atmosfera così famigliare.
Era bello stare di nuovo tranquillamente con i miei amici nella città che, bene o male, sarebbe rimasta per sempre nel mio cuore. Ben presto ci ritrovammo a mangiare e lanciarci noccioline addosso bevendo quella che, ormai, doveva essere almeno le quarta birra per ciascuno di noi.
Iniziavo a sentirmi la testa leggera mentre li guardavo giocare come dei ragazzini. Forse li avevo davvero giudicati male. Erano bravi ragazzi, i miei migliori amici in pratica. Non mi avrebbero mai portato in un postaccio pieno di ragazze mezze nude…
O almeno era quello che pensavo in quel momento.
Il proprietario del locale si avvicinò al nostro tavolo, sorridendomi in modo sospetto. Si mise a parlare con Marcus e Bobby di qualcosa che non riuscii ad afferrare bene…cazzo, forse avrei dovuto andarci piano con la birra….
L’uomo mi diede una pacca sulla spalla e si avviò di nuovo sul retro del locale.
Ma che diavolo stava..
“Bene Rob” iniziò Bobby “Credo che questo sia finalmente il momento dei discorsi seri. Visto che ci conosciamo da tanto…alcuni di noi sin da quando eri un ragazzino, vogliamo dire due parole che sentiamo dal profondo. Bene o male eravamo lì da sempre. Quando eri solo un ragazzino che..beh diciamolo con le donne aveva davvero poche chance..”
Gli mollai scherzosamente un pugno sulla spalla.
“Ed eravamo lì quando strimpellavi con la tua chitarra e pensavamo tutti che un giorno saresti diventato famoso e ricco sfondato..” iniziò Tom ma Sam lo interruppe.
“Beh in realtà pensavamo saresti diventato un musicista squattrinato ma..”
“Siete degli stronzi..” borbottai ridendo. Oddio la birra stava avendo pessimi effetti non soltanto su di me, a  quanto pareva
“Ehi ehi zitti cazzo. State rovinando il mio discorso” li rimproverò Bobby prendendo la parola. “stimo dimenticando che Tom era addirittura lì presente quando Rob vide il film che gli cambiò la vita per sempre…’Into the wild’. E Rob capì subito che kris era la donna della sua vita, vero Tom? Disse addirittura una frase che sarebbe risultata profetica. Disse:’Un giorno quella ragazza me la sposerò.’ Puoi confermare Tom?”
Tom ingoiò ancora un sorso di birra e se ne uscì con una frase che mi fece capire all’istante che quella birra doveva avere davvero un’alta gradazione alcolica.
“Veramente..sono confuso..” disse “Non so più se ha detto ‘Io me la sposerò’ oppure ‘Io me la scop..’”
“Tom!” lo rimproverai tenendomi la pancia dalle risate “Ero mezzo ubriaco anche io quella sera ma te lo assicuro che ho usato il verbo sposare..”
“Beh, non è importante” continuò Sam “Quello che conta è che comunque entrambe le cose si sono avverate. Presto sposerai kristen e te la sei anche…si vabbè..ci siamo capiti. Per questo motivo facciamo un brindisi a Kristen, la donna della tua vita..”
Alzammo tutti quanti le nostre birre, facendo scontrare il vetro.
Mi stavo quasi commuovendo per il loro discorso quando, tutti quanti all’unisono, iniziarono a borbottore ‘Ma..’ ‘però..’
“Però che cosa?” chiesi nuovamente sospettoso.
“Però questo non vuol dire che tu non debba rispettare la regola numero 1 del brit pack.” Rispose Marcus.
“Noi non abbiamo regole ahahah…non siamo mica una setta…” li contraddissi. In realtà ridevamo sempre un sacco su questo appellativo che ci avevano rifilato.
“Oh sì è vero ma…adesso c’è una regola ed è ‘Divertirsi prima di sposarsi!’” continuò il mio amico “il che ci riporta al regalo che è pronto vicino a te!”
Mi voltai e quasi mi prese un colpo quando mi resi conto che al mio fianco si era improvvisamente seduta una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri.
Prima che potessi anche solo capire che stava succedendo mi trovai stretto tra le sue braccia e avvertii la sua bocca calda lasciarmi una scia di baci sul collo.
No..
Oddio..
Cosa..
La allontanai immediatamente fissando prima la ragazza e poi i miei amici con sguardo misto tra l’arrabbiato e lo scioccato.
“Avete pagato una..spogliarellista per venire qui?” domandai “ragazzi ma vi siete bevuti il cervello? Avevamo detto niente di queste cose..niente.”
Sam si avvicinò con fare cospiratorio e mi sussurrò all’orecchio “In realtà è molto più esperta..”
No… no.
Mi rifiutavo di crederlo. Non potevano avere ingaggiato una..
Sbiancai e, in quell’istante scoppiarono a ridermi in faccia, compresa la misteriosa ragazza.
“Oddio Rob sei uno spasso” strillò Tom contorcendosi sul tavolo per fermare le lacrime “Volevamo farti credere di aver ingaggiato una prostituta ahaha ma tu ti bevi tutto sin troppo facilmente..ahahahah.”
Io non ci trovavo niente da ridere, anche se sentii la tensione svanirmi dal corpo man mano che capivo che era tutto uno scherzo. Che razza di idioti patentati…
“Studiava scultura insieme a me l’hanno scorso..Fiorel questo idiota è Rob. Rob, beh questa è la mia amica Fiorel..che è stata così gentile da prestarsi allo scherzo..”
Allungai la mano stringendola alla ragazza e avvertendo finalmente un briciolo di divertimento.
“Piacere…” borbottò lei ridacchiando, vagamente imbarazzata.
Feci portare un paio di birre anche per lei e mi feci raccontare come quell’idiota di Marcus fosse riuscito a convincerla.
A quanto pareva era una grande fan di Kristen e lui le aveva promesso un autografo.
Ridemmo ancora per almeno un’altra ora continuando a bere, finche decisi che forse era il caso di darci un taglio e tornare a casa.
Era davvero molto tardi..non volevo che Kris si preoccupasse..
Ci alzammo in piedi e chiamammo dei taxi, tutti e cinque barcollanti, senza smettere di ridere per un qualche motivo non ben definito.
Era sempre così..quando eravamo ubriachi iniziavamo a ridere come degli idioti.
Ognuno si diresse verso casa propria dopo numerose pacche sulle spalle e abbracci. In fondo anche se la maggior parte delle volte erano degli imbecilli erano tutti come dei fratelli per me.
Fratelli…
Ah io adoravo le famiglie numerose. Volevo tanti tanti bambini con Kris, tanti fratellini per Joy…
Arrivai davanti a casa e riuscii ad aprire la porta senza fare troppo rumore. Era tutto buio e silenzioso, probabilmente kris già dormiva da un pezzo. Mi diressi dentro la nostra camera ma vidi il letto intatto e vuoto. Strano…doveva essere ancora in giro con le pazze..
Dentro il piccolo lettino portatile però il mio  pulcino se ne stava sotto la copertina a succhiarsi il pollice. Non dormiva e mi fissava sorridente e con gli occhioni spalancati.
“Ehi piccola..ti sei svegliata…vieni da papà. Mi sei mancata tanto..vuoi che beviamo un po di latte? Andiamo a prepararlo su…” La presi tra le mie braccia e mi diressi nuovamente verso le scale.
“Da adada pa apapa” iniziò ad urlettare e a toccarmi le guance con le sue manine calde.
In quel momento, in cima alle scale, non vidi la paperella di gomma di Joy e, prima che mi rendessi conto di ciò che stava succedendo, mi ritrovai a fare almeno cinque o sei gradini solamente con il mio fondoschiena. Per fortuna Joy era stretta tra le mie braccia e non si era fatta niente.
Io invece..
“Cazzo cazzo cazzo che male” mi misi a imprecare a denti stretti.
“Ca..ca to  catto..”
“No, no Joy no!” implorai “Assolutamente no, schifo ..è una parola brutta brutta brutta. Facciamo un patto: questo piccolo incidente rimane tra me e te e la mamma non lo saprà mai mai mai…”
“La mamma veramente è qui..”
Sobbalzai quando vidi kristen seduta sul bracciolo del divano che ci fissava, con un espressione tre il furioso ed il divertito. Aveva il pigiama e i capelli in disordine: probabilmente si era addormentata per aspettarmi e quando ero entrato non l’avevo vista..
Forse avrei dovuto avere paura della sua espressione ma invece scoppiai a ridere come un deficiente. Mi alzai e mi avvicinai a lei, appoggiandomi alla sua spalla, senza riuscire a smettere.
“Sono ubriaco…” confessai.
“Lo avevo notato” rispose abbozzando un risolino “Puzzi di birra in modo assurdo..bleah..”
Ci dirigemmo in cucina e presto ci ritrovammo a chiacchierare della nostra serata, anche se per me era tutto un po’ confuso, mentre nostra figlia beveva  il latte dal biberon fra le mie braccia.
Stavamo tranquillamente parlando mentre gli occhi di Joy ritornavano a chiudersi, quando la vidi improvvisamente iniziare a fissarmi con sospetto.
“kris che hai?” domandai.
Prese un bel respiro e mi guardò in modo strano.
“Non ti prendo a calci perché hai nostra figlia tra le braccia ma sappi che quando l’avrò rimessa a letto vorrò una risposta sincera alla mia domanda.”
“Quale domanda?” chiesi confuso
“Perché hai del rossetto rosso sul collo?”
Oh cazzo…

“Kris forza ho preso i biglietti” la incitai, facendole un gesto con la mano. Era rimasta seduta su una delle panchine a dare l’omogenizzato di frutta a Joy mentre io facevo la coda per prendere i biglietti per salire sul London Eye.
Era uno dei miei posti preferiti da bambino perché mi faceva sempre sentire come se fossi il padrone del mondo. Da lassù potevo vedere tutto quanto e, nella mia fantasia di bambino, credevo anche di scorgere la mia casa in lontananza.
Ci avevo portato kris tanto tempo prima e ora ci avrei portato anche la mia principessa.
Presi Joy dalle braccia di kris e la caricai sulle mie spalle, facendola ridere. Adorava l’altezza e soprattutto essere sballottata qua e la. Infilò le dita tra i miei capelli aggrappandosi forte.
Un’altra donna che adorava i miei capelli.
Salimmo sulla cabina e mentre si metteva in movimento sentii Kris avvicinarsi e appoggiarsi al mio fianco.
“Senti ma…la cassiera l’hai pagata in sterline o baci sul collo?”
Alzai gli occhi al cielo, stringendola  più forte contro di me con una mano mentre con l’atra tenevo stabile la bimba sulle mie spalle.
“Ancora gelosa?”
“Io non sono gelosa..” protestò. In realtà lo sapevo benissimo che un po’ lo era, ma sapevo anche bene che si fidava ciecamente di me. Anzi, aveva riso quando le avevo raccontato dello scherzo dei ragazzi e aveva firmato volentieri un autografo per la ragazza amica di Marcus.
“Meno male che non sei gelosa..perchè le sole donne che amo le stringo in questo momento perciò..” sussurrai chinandomi finchè non intrappolai le sue labbra tra le mie.
Le sentii arcuarsi in un sorriso. “Meglio per te..”
Ci staccammo solamente quando sentii qualcosa di umido sulla mia fronte e kris ridere.
“Joy ti sta sbavando sulla testa..”
Con un fazzolettino ripulì sia me sia la boccuccia della bimba e mi resi conto che Joy fissava incantata fuori. Aveva poggiato le manine sul vetro e guardava i raggi di sole del pomeriggio che riuscivano a lacerare la spessa coltre di nubi creando degli effetti bellissimi.
Dio, non sarei mai voluto andare via.
Una parte del mio cuore sarebbe sempre rimasto lì, nella mia città, nonostante tutto. La bellezza, la vitalità di Londra era qualcosa di..inspiegabile. E, invece, tra poche ore saremmo già dovuti ripartire.
“Sai, pensavo che magari potremmo comperare..qualcosa qui” sussurrò Kris, senza smettere di guardarmi. “Intendo una casa. Niente di troppo impegnativo..magari un loft a Soho o..niente di enorme..”
Capii immediatamente dove voleva andare a parare. Era ovvio: Kris aveva percepito il mio umore sin dal primo istante in cui eravamo atterrati. Lei mi conosceva meglio di qualunque altro al mondo: era la mia migliore amica.
“kris non devi farlo solo per..”
Non mi lasciò finire. “Non lo faccio solo per te. Credimi. Io penso che a Joy farebbe davvero bene stare qui. Lontana dalla follia di Hollywood…sarebbe bello avere un posto tutto nostro per quando veniamo per le vacanze o cose simili. E poi un giorno…non possiamo sapere dove ci porta la vita Rob. Magari un giorno vivremo qui…non dirmi che non ti piacerebbe..”
“Conta anche quello che vuoi tu” risposi serio.
“A me importa solo che stiamo insieme, davvero. Io, te, i nostri figli…dove non è importante…” sussurrò baciandomi la guancia e poggiando il capo sul mio petto.
“Hai detto figli al plurale?” domandai prendendola in giro “Non è che mi nascondi qualcosa?”
Roteò gli occhi. “Noo, parlavo di un futuro ipotetico con altri figli ipotetici, scemo..”
Sorrisi, baciandole i capelli. “Hai ragione, non sarebbe male vivere qui un giorno..”
“E poi ci saranno ottime scuole anche qui. Per esempio quella in cui andavi coi fratelli di Tom…
Tossii leggermente. “Oh credo che la Harrodian sia l’unico istituto inglese in cui Joy non entrerà mai solo perché si chiama Pattinson.”
Mi fissò confusa.
“Mi hanno espulso kris..”
“Oh già..”
Scostò lo sguardo ma poi tornò a fissarmi curiosa. “Sai che non mi hai mai detto perché ti hanno sbattuto fuori..”
Ridacchiai nervoso. “E non te lo dirò..”
“Rob!”
“Kris”
“Daiiii”
“Nooo”
Incrociò le braccia sul petto “Bene…se non me lo dirai vorrà dire che..non faremo sesso fino al matrimonio..”
Scoppiai a ridere. “Ah kris…non saresti mai capace di stare così tanto senza..”
“Forse grazie al regalo delle tue sorelle sarò capace” rispose subdola.
Cosa potevano mai averle regalato?
Di certo non un..
“Dimmi che non ti han comprato un..” iniziai e capii di avere ragione quando mi sorrise maliziosa.
Mi fece la lingua e l’occhiolino. “Sì, esatto. Un pesciolino molto molto grosso.”
Io avrei ucciso le mie sorelle, era ufficiale.

P.S= Volevo fare lo stesso regalo di Kris anche a Fio per il compleanno U__U ma nn avrebbe apprezzato credo u.u. O forse sì ..mmmmmmm ahahahahah


E ora vi lasciamo con due piccole immagini della nostra Joy pronta per salire sul London Eye *_____* mamma mia quanto è bellina *____*


http://i55.tinypic.com/64fc5e.png


http://i53.tinypic.com/53703r.png

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Capitolo 32
*** Forever ***


wedding Salve a tutte!!! Devo assolutamente postare ora perchè dopo accompagno sorella a fare dolcetto o scherzetto (no comment -_-") e ci teniamo davvero tanto a mantenere la nostra promessa di un capitolo a settimana finchè possiamo :) :). Questo è un capitolo a cui teniamo tantissimo perchè, come avrete capito dalla foto di apertura, è finalmente arrivato il fatidico giornooo..*__* Awwww cioè noi due solo ad immaginare un matrimonio ROBSTEN andiamo in iperventilazione, quindi potete ben immaginare che scriverlo è stato estremamente emozionante (ho pianto un sacco ahahah).
Ok spero tanto di essermi ricordata di mettere tutte le foto e i link che dovevo mettere...spero eheheh nel caso mia cara Fio non uccidermi LOL! ;D
Lasciateci tante recensioni perchè vogliamo davvero sapere se questo matrimonio vi ha emozionate! *__*
Un beso
Cloe e Fio




CAPITOLO 32 (Cloe)



FOREVER

http://i55.tinypic.com/10shslt.jpg



KRIS POV


Tutto era perfetto. Come avevamo programmato. Come avevo sempre sperato che il giorno più bello della mia vita dovesse essere.

Semplice ma, allo stesso tempo da togliere il fiato.
Tenevo stretto il braccio di mio padre mentre insieme percorrevamo i metri che mi separavano da lui.
Dall’uomo della mia vita.
Avanzai decisa finchè finalmente non fui al suo fianco.
Non avevo occhi che per lui. Non riuscivo quasi a percepire le persone che dovevano essere dietro di me a guardarci né, tantomeno,la voce del parroco.
I suoi occhi catalizzavano la mia completa attenzione.
“Kristen, vuoi prendere Robert come tuo sposo e promettere di amarlo e onorarlo per sempre. In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finchè morte non vi separi?”
“Sì” la mia risposta fu chiara, ovvia, scontata…era tutto quello che avevo sempre desiderato.
“Vuoi tu Robert prendere la qui presente Kristen come tua sposa e promettere di amarla e onorarla per sempre? In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finchè morte non vi separi?”
D’un tratto tutto quanto cambiò.
Il sorriso che fino ad un istante prima Rob mi aveva rivolto svanì dalle sue labbra. Con un passo si allontanò da me.
Il suo sguardo saettò dal prete a  me e poi..
“No, Kristen…non posso”
Le sue parole mi trapassarono come una lama ghiacciata.
No, no, no..
Lui mi amava, lui mi voleva sposare, voleva restare per sempre con me e con Joy, lui…
Mi guardai intorno, spaesata, ma non c’era nessuno.
Nessuno pronto ad aiutarmi, pronto a dirmi che era tutto uno scherzo…
Tornai a fissare davanti a me e…e neppure Rob era più lì.
Se n’era andato.
Mi aveva lasciata da sola…
“No, no, no!” strillai

“No, No!!”
Mi alzai di scatto, urlando, sentendomi persa. Perché lo aveva fatto? Perché aveva detto no? Perché..?
Mi guardai attorno impaurita dall’oscurità improvvisa. Il posto in cui ero fino a pochi secondi prima era così vivido al confronto, così inondato dalla luce del sole…
Mi carezzai la fronte umida e non appena il mio cuore iniziò a decelerare capii dove mi trovavo. Riconoscevo perfettamente il profilo della scrivania, della cassapanca sotto la finestra, perfino il profumo delle lenzuola aggrovigliate tra le mie gambe…
Ma certo, ero in camera mia.
Anche se ormai non la consideravo più davvero tale da quando mi ero definitivamente trasferita con Rob nella nostra nuova casa. Quella che dividevo con il mio fidanzato-presto marito era la mia vera stanza ora…
Questa però raccoglieva tutti i bei ricordi di quando ero bambina e, bene o male, l’avrei sempre portata nel cuore.
Ritornai a coricarmi mentre il mio respiro si regolarizzava. Era stato solo un sogno. Anche se era sembrato tutto così vivido e terribilmente reale…
Ma era soltanto un sogno. Probabilmente dovuto alla stupida ansia che provavo.
Chissà perché poi?
Vivevo con Rob da praticamente un anno, avevamo una bellissima bambina, ci comportavamo come se già fossimo sposati. Quella di domani, o meglio di oggi visto che la mezzanotte era passata giusto da una decina di minuti, era solo una formalità in fondo…
Certo, una formalità che, però, rappresentava molto di più per me. Per noi.
Mi girai su un fianco e abbracciai la sola persona che sempre, sempre riusciva a rendermi felice con un solo tocco.
Affondai il volto tra i riccioli chiari di Joy, così simili a quelli del suo papà, e inspirai il suo profumo avvertendo il calore del suo corpicino arrivarmi fin dentro al cuore.
Il suo petto si alzava e si abbassava in un riposo tranquillo.
Domani sarebbe stata una giornata impegnativa anche per lei e, come se l’avesse capito, non aveva fatto nemmeno un capriccio per addormentarsi. Alle nove aveva bevuto il suo biberon di latte caldo ed era crollata al mio fianco sul letto, nel suo solito sonno super profondo.
Ero grata di questo o io e il mio stupido incubo l’avremmo svegliata e non sapevo se sarei riuscita a farla riaddormentare. Era molto legata ai suoi ritmi: guardare le apine sul suo lettino, farsi cantare una canzone da Rob…
Non era abituata a dormire in quella stanza sconosciuta.
Ma era stato necessario per quella sera. La tradizione voleva me e Rob separati quella notte: trovavo la cosa piuttosto idiota a dire il vero ma non avevo avuto il coraggio di contraddire quelle che erano le capo organizzatrici della intera cerimonia: mia madre, quella di Rob e le sue sorelle.
I Pattinson avrebbero trascorso la serata a casa nostra, con Rob.
Poverino, sapevo che adorava la sua famiglia ma di certo Liz e Victoria avevano l’innata capacità di mandarlo letteralmente fuori di testa.
Chissà che stava facendo ora?
Tutto solo nel nostro letto…
Proprio in quel secondo sentii il telefono vibrare tra le coperte. Lo cercai alcuni secondi, maledicendo la mia abitudine di addormentarmi col cellulare nel letto ogni volta che Rob non era con me: avevo sempre paura che mi mandasse un sms o mi telefonasse e io avrei finito per perdermi la chiamata.
Finalmente lo trovai e quando lo aprii il mio umore si risollevò all’istante.
Tra 24 ore starò facendo l’amore con mia moglie. La signora Pattinson.
Scrissi una risposta veloce.
Pervertito. Scommetto che il solo motivo per cui mi sposi è la luna di miele.
Inviai e la risposta mi arrivò in pochissimi secondi.
E’ uno dei motivi ;) Ma la vera ragione è perché non vivo senza di te.
Rimasi come una stupida a fissare lo schermo. Come faceva a dire sempre qualcosa di totalmente spiazzante? Qualcosa di così semplice eppure così dolce da farti venire le lacrime agli occhi?
E io le avevo, le avevo davvero.
E anche se era stupido e senza senso ripensai al sogno di poco prima. Non sarei mai potuta vivere neppure io senza di lui, e avevo l’assurdo bisogno che Rob lo sapesse.
Ti prego domani rispondi ‘Sì’.
Passò un minuto buono senza che lui rispondesse.
Probabilmente l’avevo scioccato, o forse stava pensando che mi fossi totalmente bevuta il cervello o che..
Improvvisamente il cellulare iniziò a vibrare senza smettere, segno di una chiamata in arrivo. Non ebbi neppure bisogno di controllare chi fosse prima di rispondere.
“Ciao..” sussurrai piano  per non svegliare Joy.
“Kris sei completamente impazzita?” disse ridacchiando nervoso.
“Sì..forse..” borbottai “No è stato solo un incubo..davvero non era niente..”
“Ne vuoi parlare?”
“A dire il vero ..no. Mi basta sentire la tua voce..ora sto davvero bene.”
“La piccola dorme?”
“Sì” risposi mentre le carezzavo una guanciotta “come un sasso. Ma sono sicura che le manchi.”
“Mi manca da morire anche lei. Avrei davvero preferito che fossimo rimasti insieme. Avremmo potuto dormire nel lettone un’ultima sera prima della luna di miele..invece..”
Sentivo l’irritazione nella sua voce e lo capivo perfettamente. Separarci da Joy per un’intera settimana non sarebbe stato affatto facile ma dovevamo cogliere l’occasione favorevole. Se avessimo rimandato non ci saremmo andati mai più, già lo sapevamo: ci sarebbe sempre stato qualche impegno, qualche film, qualche promozione…
E poi se c’era una persona al mondo a cui avrei affidato la mia bambina senza alcun pensiero, beh quella era proprio mia madre.
“Andrà tutto bene” lo tranquillizzai “E poi non potevamo di certo andare contro i generali…ci avrebbero sterminato.”
“Saremmo dovuti scappare a Las Vegas mesi fa..”
“Forse sì..” sospirai ridendo.
Rimanemmo alcuni secondi così, ad ascoltare semplicemente l’uno il respiro dell’altra.
“Dovresti dormire..” mormorò ad un certo punto.
“Lo so..” risposi “E’ solo che è strano senza di te a fianco. Non so se ci riuscirò..”
“Provaci. E poi vedila così: questa è l’ultima notte che dovrai farlo. Da domani…mi avrai tutto per te per il resto dell’eternità.”
Un enorme sorriso si dipinse sul mio viso. “Mi piace come suona…”
“Piace anche a me” confermò “E ora dormi signora Pattinson. Non la voglio una moglie con le occhiaie.”
Risi. “Bene. Allora a domani. Non ti sbagliare…sarò quella in bianco..”
“Ti amo”
“Ti amo” soffiai nella cornetta prima di riagganciare.
Mi sistemai meglio sotto le coperte, stringendomi nuovamente a mia figlia. Mi aveva fatto bene parlare con lui: non c’era niente che potesse aiutarmi a restare lucida come Rob. Lui era la mia forza..
Stavo quasi per addormentarmi cullata da quella ritrovata serenità quando sentii nuovamente una vibrazione.
Aprii e trovai un nuovo suo messaggio, che mi andò dritto al cuore.
E’ ovvio che dirò di sì. Ho lottato così tanto per te e non mi arrenderò mai. Crederò in te, in noi per sempre. Ti amo.


Inspirare, espirare, inspirare, espirare…

Ricordavo qualcosa del corso pre-parto che avevo frequentato quando doveva nascere Joy. In teoria, questo tipo di respiro avrebbe dovuto calmarmi.
In pratica non funzionava.
Non era funzionato per il parto e non funzionava per il mio matrimonio.
Perché sapevo che c’era una sola persona in grado di farmi stare sempre e istantaneamente meglio e per una stupida tradizione ora quella persona non era lì con me.
“Kris rilassati..” mormorò mia madre.
Abbassai lo sguardo e abbozzai un sorriso. Se ne stava inginocchiata a terra a sistemarmi la gonna dell’abito, anche se orma probabilmente  non poteva essere più perfetto di così.
Ormai era tutto perfetto. I capelli acconciati, il mio viso leggermente truccato, il luogo della cerimonia impeccabile, il ricevimento nell’enorme giardino della casa dei miei pronto.
Solo la sposa…solo la sposa era un fascio di nervi.
Avvertii improvvisamente le labbra di mamma sfiorarmi la guancia, le sue mani ora mi stringevano la vita.
“Sai cosa ti farebbe stare meglio?” domandò “Guardarti allo specchio Kristen…”
Alzai gli occhi e feci quello che non avevo ancora avuto il coraggio di fare: guardare il mio riflesso.
Mi mancò il respiro.
Ero io, ero bellissima, ero lì con indosso il mio abito da sposa. L’avevo già indossato numerose volte per le prove nei mesi passati, ma in quel momento era diverso.
Mi stavo per sposare. Mi stavo davvero per sposare.
Avvertii una lacrima scorrere lungo la mia guancia e presto mi resi conto che non ero la sola. Il volto di mamma era rigato di lacrime quanto il mio.
“Perché piangi?” sussurrò
“Non lo so” scossi il capo, prima di guardarla profondamente negli occhi “Dimmi solo una cosa. Dimmi che il mio matrimonio sarà come il tuo. Dimmi che io e Rob supereremo tutto insieme…”
Lei sorrise. “Oh kris..questa è la cosa di cui sono più certa in tutta la mia vita.”
“Come fai a dirlo?” domandai confusa, scacciando la lacrima col dorso della mano.
http://i51.tinypic.com/2qia82b.jpgLei la prese nella sua e mi condusse sul mio letto, dove Joy giocava con dei cubi di plastica, già agghindata nel suo splendido abitino bianco e lilla.
La presi tra le braccia e la feci sedere sul mio grembo, stringendola forte a me.
Mia madre le carezzò la guancia con amore.
“Per lei..” disse “Mi basta guardare Joy, o tutto quello che avete superato insieme per capirlo. Kris guardati indietro. Le cose che avete affrontato e superato anche senza essere sposati, anche senza avere un vincolo che vi costringesse , se vogliamo dire così, a provarci. La sola cosa che vi spingeva a non mollare, a non gettare mai la spugna era il vostro amore. Avete superato più prove in questi pochi anni di quante io e tuo padre ne abbiamo superate in tutta una vita.”
“Hai ragione sai..?” sussurrai sorridendo.
“Certo che ho ragione!” rispose “E sapevo che saremmo arrivati qui sin dal giorno di quello stupido provino per Twilight. Mi hai telefonato quella sera e mi hai detto ‘Mamma ho trovato quello giusto’..”
“Ma io parlavo dell’Edward giusto!”
“Sì certo kris, continua a ripetertelo..”
Scoppiammo entrambe a ridere, seguite a ruota da Joy, incantata dallo sbrilluccicare delle poche perline del mio corpetto.
“Stai meglio ora?”
“Molto” la rassicurai.
“Bene, perché è ora di andare” mormorò, facendomi ritornare il cuore a battere furiosamente in gola.
“Oook..ok” risposi alzandomi in piedi, senza staccarmi da mia figlia.Riuscii a scendere al piano di sotto senza inciampare nel vestito e in salotto vidi Jessica, la mia amica più cara sin dalle elementari.
Non ci vedevamo mai perché lei studiava a Washington ma, dovendo pensare a chi scegliere come testimone, la mia scelta era stata ovvia. Era quella che conosceva meglio la vera me stessa, che aveva vissuto tutte le tappe della mia vita sin da bambina.
Un paio di sere prima eravamo uscite con Liz e Victoria, appena arrivate da Londra, ed erano subito andate d’accordo. Anche se forse Jess segretamente le considerava un po’ delle pazze, visto che lei era così riservata e assolutamente poco amante della celebrità.
Feci un giro su me stessa davanti a lei e a mio padre, facendoli rimanere a bocca aperta.
“Tesoro sei..” papà era letteralmente senza parole.
“Bellissima..” sussurrò solamente Jessica “Fino a cinque anni fa non avrei mai pensato che ti avrei vista così..bella, felice  e raggiante..davvero..”
“Nemmeno io..” risposi sincera. In un paio d’anni era cambiato tutto quanto. Rob aveva cambiato tutto quanto.
Rob..Dio come avevo bisogno di lui..
Scacciai le nuove lacrime che minacciavano di uscire e decisi di passare ad un argomento diverso.
“E comunque è tutto merito del vestito” borbottai.
“Naaaa sei tu” rispose papà “Anche se il vestito fa il suo figurone”
Ed era assolutamente vero.
Era splendido e, soprattutto, era mio.
http://i53.tinypic.com/2vdp6xl.jpgLo avevo capito dal primo istante in cui i miei occhi si erano posati su di lui nel negozio.
Il corpetto mi fasciava il busto che si chiudeva con un fiore sul fianco, proprio dove iniziava la gonna. Sembrava creato su misura per me, per esaltare il mio corpo: non avevo mai indossato qualcosa che mi stesse meglio prima d’ora..
“Ragazzi dobbiamo andare, su su..” Mia mamma mi riscosse dai miei pensieri. “Kris tu andrai in macchina con papà e Jessica, mentre io porterò Joy nella mia auto. Tutto chiaro?”
“Signor sì signora” la prese in giro papà beccandosi un occhiataccia.
Ci dirigemmo alle macchine e strinsi forte Joy contro di me, una volta arrivato il momento di separarci.
“Sei splendida amore mio..non finirò mai di dirtelo” sussurrai sfiorando con le labbra i suoi riccioli “E oggi saremo davvero una famiglia noi tre…”
Lei mi osservò seria, come se davvero mi capisse in quell’istante, e mi carezzò il viso.
Strofinai il mio nasino contro il suo, facendola ridere.
“Presto vedrai il papino..siii” dissi “Fai la brava con la nonna, mi raccomando”
Sentendomi di nuovo gli occhi pungere terribilmente, la passai a mamma e mi affrettai ad entrare in macchina prima di scoppiare per l’ennesima volta nella giornata.
Probabilmente non avevo mai pianto tanto come quel giorno.
Fortunatamente il viaggio non fu molto lungo: una semplice mezz’ora che, però, a me sembrò un’eternità.
Ora che stava davvero succedendo, ora che mi rendevo conto che in meno di un’ora sarei stata la signora Pattinson, volevo soltanto che i minuti volassero per poter stare al fianco di Rob.
E questa volta per sempre.
Notai a malapena cosa successe in quel viaggio. Probabilmente Jess e papà parlavano e la mia amica faceva battutine cercando di rilassarmi ma io non ascoltavo nessuno. Guardavo fuori dal finestrino e quando, finalmente, arrivammo alla piccola spiaggia privata proprio fuori da Santa Monica riuscii a tirare un sospiro di sollievo.
http://i53.tinypic.com/2hmq244.gifEra stata una benedizione trovare quel luogo e poterlo affittare. Rob sapeva che il mio sogno era sempre stato sposarmi in riva al mare e aveva fatto di tutto per accontentarmi. E quando avevamo quasi perso la speranza di trovare un luogo abbastanza adatto…ecco il miracolo.
Una villa con spiaggia privata annessa. Vi si poteva accedere solo dalla casa e questo ci consentiva una totale e completa privacy da fan e paparazzi a caccia di scoop
Prima che me ne rendessi conto ci ritrovammo in uno dei numerosi gazebo  che erano stati allestiti per il matrimonio e lanciai subito un occhiata fuori dalla tenda. Da quella postazione non riuscivo a vedere le sedie con gli invitati né, tantomeno, l’arco sotto cui Rob mi aspettava..
Rob…
Dovevo solo arrivare da lui, possibilmente senza cadere, e entro un ora sarei diventata sua moglie.
“Kris!”
Lizzie e Victoria entrarono e in men che non si dica me le ritrovai strette addosso in un abbraccio collettivo.
“Cavolo sei meravigliosa!” esclamò Liz “Davvero sei..wow..”
Arrossii leggermente.
“Rob?” chiesi curiosa.
“Beh..per me non è bellissimo, ma immagino che per il resto del mondo sia ok..” rispose facendomi scoppiare a ridere.
“Intendevo se lui è tranquillo! Insomma, voglio dire..è lì?” domandai imbarazzata.
Vic alzò gli occhi al cielo. “Certo come se Rob potesse mai mollarti sull’altare. Kris ormai te lo sei preso…ora te lo tieni per l’eternità.”
“Non chiedo di meglio” mormorai.
“Ok allora è tutto in ordine. Tutti sono arrivati, tua madre è seduta con Joy in braccio che, tra parentesi, è super calma ora. Rob è li sull’altare pronto a sposarti e ti assicuro è un fascio di nervi ahahah. Fa morire dal ridere”
“Liz dai!” la rimproverai “Oggi lascialo stare..poverino.”
“Ok ok sarò buona!” promise dandomi un bacio “Ora noi andiamo. Tu sei dieci minuti in ritardo..perfetto, come da tradizione. Perciò appena senti la musica iniziare…beh entri in scena.”
Annuii, prendendo un bel respiro mentre loro uscivano.
Jessica si avvicinò e mi strinse in un ultimo abbraccio.
“Sei perfetta, bellissima. Perciò non cadere, non farti prendere da strane paranoie e…e se proprio cambi idea sull’altare fingi di svenire. In qualche modo ti carico in macchina e scappiamo..”
Le diedi un pugno scherzoso sul braccio “Scema..ora vai al tuo posto. Ma guarda un po’ che razza di testimone mi tocca..”
Mi fece la linguaccia e, in pochi secondi ero rimasta sola con papà.
Si avvicinò lentamente a me e prese la mia mano nella sua.
“Kris sono molto orgoglioso di te”
La sua frase mi lasciò spiazzata.
“Sono orgogliosa della donna che sei diventata. Della madre che sei, della figlia che sei..e ora anche moglie. E anche se sei la mia bambina sono felice che sia Rob a dividere questo giorno con te. Perché so che..che è l’unico uomo adatto a te..”
“Grazie papà..” mormorai sull’orlo delle lacrime.
“Ehi signorinella, non piangere ora, intesi?” rise mentre mi prendeva sottobraccio “Devi solo ridere oggi. E poi è ora..la musica è partita e io non voglio scortare una sposa in lacrime..”
“E’ già ora?” chiesi d’un tratto avvertendo le note risuonare nell’aria.
Era ora..oddio era ora.
Ok bastava stare calma. Era tutto ciò che volevo, tutto ciò che avevo sempre sognato…
“Andiamo papà” dissi sicura “Andiamo”
Lui mi sorrise e mi scortò fuori.
E nell’esatto istante in cui incontrai gli occhi di Rob e il suo sorriso smagliante e nervoso capii quanto ero stata sciocca, quanto il nervosismo e il sogno che avevo fatto erano sempre stati inutili.
Lui avrebbe detto sì.
Lui mi avrebbe sposato.
Io non sarei caduta.
Nulla sarebbe andato storto.
Perché le cose non vanno storte quando è destino.
E Rob lo era: era il mio destino.



ROB POV

Alzai gli occhi e la vidi.
E tutto il resto sparì in un soffio di vento. Avevo sempre creduto che fosse un clichè, una frase fatta. Avevo sempre creduto che vedere kris così sarebbe stato bellissimo ma questo…questo era al di là.
Al di là di tutto quello che avevo sempre immaginato.
Era il sogno della mia vita che, finalmente si trasformava in realtà.
Camminava lentamente verso di me, tenendo la gonna dell’abito un poco sollevata con la mano libera. Era un angelo…era il mio angelo.
La vedevo muoversi veloce, quasi rompendo il ritmo della musica, trascinando il padre. Non vedeva l’ora di essere al mio fianco almeno tanto quanto me.
Le sorrisi e quando, finalmente, intrecciai le dita della mia mano con le sue riuscii a sentirla. Sentii Kris vicina come mai prima.
Ed ora stava per essere mia. Mia per sempre.
“Ti amo” mormorai.
Era la sola cosa che riuscivo a dire in quell’istante e forse, la sola cosa che contava davvero. Il motivo profondo per cui ci trovavamo li l’uno di fianco all’altra.
Non riuscii a trovare la forza di staccare gli occhi da lei neppure per un secondo. Forse avrei dovuto, forse avrei dovuto ascoltare le parole del parroco davanti a noi.
E una parte di me, inconsciamente,lo stava facendo. La mia mente registrava le parole della cerimonia, sapeva che cosa stava succedendo eppure…eppure c’era l’altra parte, quella comandata dal mio cuore, che aveva escluso tutto il resto, tutto ciò che non eravamo noi due.
Mi riscossi solamente quando sentii la presa di kris sulla mia mano farsi leggermente più forte e capii che era arrivato il momento.
“Vuoi tu Robert prendere la qui presente Kristen  e promettere di amarla e onorarla per tutta la vita?”
“Sì, lo voglio” risposi, certo e sicuro come non lo ero mai stato di qualcosa prima.
“Vuoi tu Kristen prendere il qui presente Robert e promettere di amarlo e onorarlo per tutta la vita?”
Prese un profondo respiro e poi pronunciò le tre parole che mi avrebbero per sempre cambiato la vita. “Sì, lo voglio.”
L’unica cosa che volevo fare in quell’istante era prendere il suo viso fra le mani, avvicinarla a me e baciarla, per dimostrarle tutto l’amore e la passione che provavo. Ma mi trattenni dal farlo perché sapevo che avevo ancora bisogno di dirle quello che sentivo. Perché era tutta la vita che aspettavo di dirle quelle parole.
“Robert e Kristen hanno deciso di scrivere personalmente le loro promesse”disse il prete , sorridendoci.
Non avrei voluto piangere ma, in quel momento, non sapevo come evitarlo. Avvertivo le lacrime premere prepotenti al bordo dei miei occhi. Le ricacciai indietro perché non potevo crollare ora. Dovevo riuscire a dire a kris lì, davanti a tutti colore che amavamo, quanto lei fosse la sola donna che avrei per sempre visto nel mio futuro.
“Kristen, ti amo.” Iniziai “Forse è la frase più scontata e banale che ci si aspetta di sentire in un momento come questo. Ma sai, è da quando ti ho incontrata che ho capito che le cose semplici sono quelle che vanno diritte al cuore. Perché è bastato un tuo semplice ‘ciao’ quando ci siamo conosciuti per…per cambiare tutto e per trasformare te nel mio tutto. Tu sei tutto per me kris..”
La mia voce tremò leggermente quando vidi una lacrima scorrere sulla sua guancia.
“Sei la sola cosa di cui ho perennemente bisogno per sopravvivere. Sei come la luce che mi guida e mi aiuta a trovare pace, sei la mia forza, la mia roccia. E sai che è vero kris. Senza di te..non so dove sarei ora. Mi sostieni, mi dai speranza quando non ho motivo per averla. Sei..sei la sola cosa , insieme a Joy,per cui ringrazio davvero Dio ogni giorno. Ed è per questo che ho deciso di dirti semplicemente le due parole più semplici e, allo stesso tempo, più complicate del mondo. Ti amo, ti amo dal primo momento in cui ti ho vista. Ti amo dal tuo primo semplice ‘ciao’.” Sorrisi prendendo un profondo respiro “E la cosa che mi sorprende e che mi destabilizza è che ogni giorno ti amo un po’ di più.”
Avvicinai un poco la sua mano a me e presi l’anello che Tom mi porgeva “E ora con questo anello voglio mostrare al resto del mondo il nostro amore. Voglio mostrare a tutti che io ho trovato la parte della mia anima che nemmeno credevo mi mancasse. Ma, soprattutto, voglio promettere a te che mi prenderò cura di te e di Joy e che vi amerò finchè vivrò. In salute ed in malattia, nella buona e nella cattiva sorte. Finchè morte non ci separi. Per sempre”
A quel punto riuscivo a mala pena a vedere davvero Kristen. Le lacrime che avevo cercato di reprimere mi velavano gli occhi ma non me ne curai. Sapevo che era lo stesso per lei. Le allontanai  e vidi che anche il volto di kristen era bagnato. Allungai la mano libera e sfiorai la pelle sotto i tuoi occhi.
“Non piangere amore mio..” sussurrai.
Annuì leggermente e si girò verso Jessica per prendere la mia fede.
“Rob..” strinse con forza la mia mano nella sua “Ne abbiamo passate così tante insieme..”
Non potei fare a meno di trattenere una risata…quanto aveva ragione..
“E ora..ora sono proprio quegli ostacoli che devo ringraziare. Perché senza di loro non sarei qui. Senza di loro non avrei mai capito quello che tu sei davvero per me. Ma adesso sono qui di fronte a te, consapevole che tu..tu non sei solo l’uomo che amo. Sei la mia spalla, sei la persona che affronta con me ogni piccolo problema che la vita ci mette davanti, sei la persona che non mi lascia da sola mai, sei…sei il mio migliore amico. Hai sempre creduto in me, in noi…e anche quando io ero confusa e persa..tu eri li per entrambi. Eri li’..mi venivi a salvare e ogni volta avevo paura. Avevo paura perché dipendevo così totalmente da te come mai prima. Ma ora non ho più paura…perché so che non sono da sola. Anche se ci saranno giorni grigi, difficoltà, litigate…so che non mi volterai le spalle, so che non mi lascerai cadere. E so, so che crederò per sempre in noi. Per sempre”
L’anello scivolò perfettamente sul mio anulare.
“Prometto di amarti sempre. Nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia, finchè morte non ci separi”
Le nostre mani rimasero così, incatenate, come lo erano i nostri occhi. Non volevamo rompere quel contatto che, in quel preciso istante, ne rappresentava uno ben più profondo.
Quello delle nostre anime.
Le stringevo forti, riuscendo ad avvertire ogni singola particella di calore che dal suo corpo si trasmetteva al mio, desideroso solamente di sentire le parole che mi avrebbero portato ad averla ancora più vicina al mio cuore…
“Con il potere conferitomi dalla chiesa io vi dichiaro marito e moglie” disse il parroco “Può baciare la sposa”
“Finalmente..” mormorai.
La trascinai a me, avvertendo l’elettricità tra i nostri corpi crescere, farsi sempre più pressante, sempre più palpabile e quando, alla fine, le sue labbra erano così vicine che potevo sentire il suo respiro sfiorarle delicato, la sentii mormorare “Ti amo..”
“Ti amo…Mi hai reso l’uomo più felice del mondo” risposi.
E quando le nostre bocche si sfiorarono per la prima volta in cui eravamo diventati marito e moglie capii che era vero. Non ero mai  stato così felice e forse non lo sarei stato mai più.
Perché in quel momento ero completo, perché kris era la sola cosa che mi era sempre mancata. Ed ora lo sapevo, me ne rendevo conto.
Mi allontanai leggermente, completamente ignaro degli applausi e delle risa degli invitati, sentii quel sentimento radicarsi ancora più profondamente dentro me.
Sì.
Sì, non c’erano dubbi. Ero tra le braccia di kris. Ero finalmente a casa.


KRIS POV

Non ero mai stata così felice. Letteralmente.
Era una felicità nuova, assurda abbagliante. Una felicità che non avevo mai neppure pensato potesse esistere.
E invece la stavo provando lì, in quel perfetto momento, in quella casa dove avevo trascorso la mia infanzia, in quel giardino dove tante volte avevo giocato.
Mai ero stata così..completa. Solo con Rob che mi stringeva la mano ero finalmente completa e mi sentivo così stupida per averci messo 21 anni a capirlo..
Strinsi la mia presa e lo guardai osservare nostra figlia davanti a noi che giocava con un bambino di circa due anni sul prato. Probabilmente era un cugino alla lontana di rob perché gli somigliava vagamente…
Sentii il braccio di mio marito circondarmi il fianco. “Ti amo sai? Questo è stato un matrimonio…meraviglioso..”
Annuii “Sì, tutto perfetto. La cerimonia, la spiaggia, il ricevimento qui a casa mia..”
E lo era stato davvero. Mi guardavo attorno, osservando lo splendido giardino decorato dalle luci scintillanti nella sera, la musica che inondava l’aria, gli invitati seduti a chiacchierare e non potevo desiderare di meglio.
“Mmmm” poggiò le labbra sulla pelle del mio collo “La vera cosa perfetta di oggi era la sposa però..”
Ridacchiai e lo abbracciai ancora ma, in quell’istante, uno strillo ci fece correre verso i due bimbi.
Capii subito quello che doveva essere successo visto che quello che aveva pianto era proprio il cuginetto di Rob e visto che Joy se ne stava sdraiata sopra di lui prendendo tranquillamente a pugni il petto del piccolo…
Scoppiai a ridere, non riuscendo minimamente ad arrabbiarmi in quel giorno. E poi sapevo che non l’aveva fatto apposta, probabilmente voleva solo giocare a fare la lotta come faceva spesso col suo papà. Il problema è che ancora non capiva che il suo papino aveva una stazza leggermente diversa.
Presi Joy in braccio e la feci volteggiare in aria “Ehi piccola monella”
“Ma..mama!!” urlò felice ridendo.
Vidi Rob aiutare il bimbo a rialzarsi e indicargli il tavolo dove avrebbe trovato la sua mamma. Trotterellò rapido verso di lei.
Rob si avvicinò e ci strinse entrambe tra le sue braccia.
“Ehi che mi combini?” domandò sfiorando il nasino della piccola col suo “Non bisogna saltare addosso ai ragazzi diciamo almeno finchè non avrai 25 anni..ok?”
Joy lo guardò seria ed annuì, senza neppure capire ciò che il padre le diceva. Ma ormai era diventata una cocca di papà e diceva ‘sì’ qualsiasi cosa Rob le chiedesse.
“Brava principessa..”
Restammo ancora per un po’ li giocherellare finchè mia madre non arrivò a chiamarci per il taglio della torta.
E fu…esilarante a dir poco.
Joy non volle staccare le braccia dal collo di Rob per nessuna ragione al mondo e, per questo motivo, ci ritrovammo a tagliarla tutti e tre insieme.
Ma proprio nel bel mezzo del momento Joy si sporse e, ridendo, affondò entrambe le manine con forza sullo strato più alto, facendo schizzare glassa e crema sui visi di tutti e tre.
“Joy!” io e Rob strillammo all’unisono ma, quando la sentimmo ridere di gusto, non potemmo trattenerci. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere con lei.
E la nostra foto fu la più splendida che potessimo avere:io e Rob che mangiavamo la torta direttamente dalle manine della nostra bambina.
Riuscimmo a ripulirci bene o male e tornammo a sederci al nostro tavolo, pronti a sentire uno dei momenti che aspettavo con più impazienza: il discorso del testimone di Rob.
E cioè il nostro Tom.
“Non credi che abbia bevuto troppo per fare un discorso ehm..” chiesi scettica “Diciamo che vorrei si mantenesse sotto il rating PG-13..”
Rob ridacchiò, anche se notai un suo certo nervosismo. “No, penso si comporterà bene..E poi credo se lo fosse preparato qualche giorno fa..”
Tom si schiarì la gola e tornò a guardarci sorridente. Anche se di solito era timido era anche un attore e di certo parlare di fronte a tante persone non lo spaventava.
“Ok..bene, allora” iniziò “E’ difficile trovare l’esatto modo  con cui iniziare questo discorso..ma penso che ..che una frase racchiuda tutto. ‘Un giorno sposerò quella ragazza’. Questo lo disse Rob il primo istante che posò gli occhi su kristen..”
Un coro di ‘awwww’ si alzò dalle tavole degli invitati mentre Rob sussurrò qualcosa di simile a ‘Non ancora quella storia..’
“Shhh” lo ammonii “Voglio sentire..io questa storia non la so..”
“Bene…” continuò Tom “E’ scontato dire che pensai avesse bevuto troppe birre visto che aveva visto quella ragazza per circa dieci minuti sullo schermo della tv, perciò non ci prestai molta attenzione. Ma poi le settimane passavano e..e venne un giorno molto speciale. Venne il giorno in cui Rob salì su un aereo per un provino che credeva non avrebbe mai superato, solo per poter vedere per qualche secondo la ragazza di cui non aveva mai mai smesso di parlare…”
Gli strinsi la mano sotto al tavolo e lui mi sorrise imbarazzato.
“…E quella sera mi chiamò al telefono e mi disse “Tom Tom..le ho parlato e l’ho anche baciata’”
Tutti quanti gli invitati scoppiarono a ridere, compresa me, mentre Rob nascose il viso dietro ai capelli di Joy.
“Al che io gli chiesi se la sua fantasia si fosse finalmente scontrata con la realtà e se aveva finalmente capito che non avrebbe sposato quella ragazza dopotutto. Lui mi rispose qualcosa che..beh disse solamente ‘Oh Tom, non solo un giorno la sposerò…ma passerò anche il resto della mia vita a renderla felice perché la amo..dal primo istante in cui sono entrato nella stanza e lei ha sorriso..’. E da allora…beh direi che il resto è una storia che bene o male conoscete tutti quanti. E quello che io pensavo fosse solo un sogno..beh si è rivelato molto di più. Perciò credo che dovremmo tutti dire grazie a Robert e kristen. Perché la loro storia è speciale. Perché la loro storia ci ricorderà ogni giorno che l’amore a prima vista, l’amore vero esistono…E l’amore..l’amore può vincere ogni difficoltà e arrivare a creare qualcosa di meraviglioso come Joy. Perciò Rob, Kris” alzò il calice di champagne e guardò nella nostra direzione “Grazie per il vostro amore. Sono certo che sarete felici per sempre…”
Tutti gli invitati applaudirono e sentii le lacrime pungermi gli occhi.
Rob aveva ..aveva davvero detto quelle cose…
Sapevo che si era preso una cotta per me quando mi aveva vista in ‘Into the wild’ ma..ma non credevo che …
Non pensavo…
Mi voltai a guardare mio marito e lo vidi sorridermi.
Si chinò a darmi un delicato bacio.
“Te l’ho detto che ti ho amata dal primo istante..” sussurrò sulle mie labbra
“Ed ora” Tom parlò prima che avessi il tempo di rispondergli “Ora è il momento per i nostri piccioncini del primo ballo come marito e moglie…”
Rob si alzò e passò Joy a sua madre.
Allungò la sua mano verso di me “Mi concede questo ballo signora Pattinson?”
Solo sentirmi chiamare così da lui mi faceva venire voglia di piangere ancora. Suonava così bene..così perfettamente.
Afferrai la sua mano e lui mi condusse sul piccolo gazebo che i miei erano riusciti con maestria a convertire in pista da ballo.
“Mmmm..la musica l’hai scelta tutta tu” sussurrai al suo orecchio mentre le sue mani mi stringevano i fianchi e mi avvicinavano a lui “vediamo se saprai sorprendermi piacevolmente..”
“Oh io credo di sì..”
Appoggiai il mio capo sul suo petto e aspettai che le  prime note avvolgessero l’aria. Non mi pareva di conoscerla ma era…era bellissima.  LINK (ascoltatela assolutamente da qui in poi u.u)
Le parole…
“La dedico a te amore mio. Dice tutto ciò che provo per te..” mormorò.

Forever could never be long enough for me
To feel like I’ve had long enough with you
Forget the world now we won’t let them see
But there’s one thing left to do…
Now that the weight has lifted
Love has surely shifted my way

“Per me ‘per sempre’ non è abbastanza”
Parlava poggiando le labbra sui miei capelli, così che solo io potessi sentire quello che mi diceva. Era un momento così intimo, così nostro..
“Non sentirò mai di avere abbastanza di te…Mai.”
Marry me…today and every day..” canto lentamente il ritornello della canzone, facendomi rabbrividire “Io ti giuro che lo faro. Ti amerò ogni singolo giorno come ti amo oggi…forse di più…”

Together could never be close enough for me
To feel like I am close enough to you…
You wear white and I’ll wear out the words , I love you
And you’re beautiful…
Now that the wait is over
And love has finally showed her my way…

“Rob..” mormorai mentre le parole entravano dentro di me. Volevo dire qualcosa, ringraziarlo ma…
Provai a parlare ma dalle labbra mi uscì solo un singhiozzo soffocato.
Stavo piangendo. Perché era assurdo il modo in cui amavo quell’uomo e, ancora di più, il modo in cui lui amava me.
In cui mi sorprendeva, mi sorreggeva ogni singolo istante delle nostre vite.
“Shhh” scacciò le lacrime col pollice “Non piangere…ci sono io con te..”
Mi strinse più forte a sé e avvertii il suo respiro caldo sfiorarmi l’orecchio.
Promise me you’ll always be happy by my side” canticchiò piano “I promise to sing to you, when all the music dies…
Mi aggrappai alle sue spalle, sorreggendomi.
“Io ci sarò sempre Kris. Ti amerò ogni singolo giorno, anche in quelli difficili. Sarò con te, Joy e..e i nostri altri bambini..”
Non potei fare a meno di rivolgergli un sorriso a quella sua affermazione. “Non demordi mai eh…”
“Che ci posso fare, voglio fare un favore al mondo. Facciamo dei bambini davvero bellissimi…”
“Sì” risposi.
Entrambi ci voltammo a guardare Joy che tra le braccia della nonna, cercava di protendersi e distruggere una fetta di torta sul suo bel vestito.
Ma in quel momento non me ne sarebbe importato nulla: era così felice, almeno quanto lo ero io…
“Ti amo Kris..” sussurrò prendendo il mio volto tra le mani. “Ti amo, e ora conta solo questo…”
“Ti amo..” Avvicinai il mio viso al suo per un bacio che avrei tanto voluto non finisse mai. E per me sarebbe anche potuto essere così: avevo isolato tutto quanto, la musica, le voci, le risa degli invitati al nostro bacio forse un po’ troppo focoso..
Non esisteva nient’altro in quell’istante.


Ondeggiavo piano tra le braccia di mio padre.
Il ballo padre e figlia era leggermente ridicolo con noi due. Io non mi sentivo sicura a ballare con chiunque non fosse Rob, mentre invece mio padre…beh lui era sempre il solito.
Sempre a suo agio, sempre un po’ folle.
Mi fece fare un’intera giravolta  e finalmente potei sfuggire dalle sue braccia e appoggiarmi a una colonna, al bordo della pista da ballo a guardare..
A guardare Rob e Joy ballare.
O meglio, Rob ballava mentre lei…lei se ne stava coi piedini su quelli di Rob, le mani strette in quelle del suo papà ..e si guardavano.
E il modo in cui lo facevano..era qualcosa di unico.
Come se ci fosse qualcosa che legava i loro sguardi e cancellava il mondo tutto intorno. Era sempre stato così, fin da quando joy era piccolissima. Si capivano senza parlarsi, si sentivano senza guardarsi.
E io non ne ero mai stata gelosa. Non avrei potuto, non quando mi ritrovavo a godere di momenti simili. In cui sentivo, sapevo, che saremmo stati una famiglia unita per sempre.
Volteggiarono ancora un po’ sulla pista da ballo finchè non venne il momento del lancio del bouquet. Gli feci segno di aspettarmi al nostro tavolo mentre io salivo sul palco e tutte le ragazze single si radunarono dietro di me.
Guardai tra la folla e cercai di trovare Liz e Victoria visto che avevo fatto una specie di patto segreto con loro due: diminuire le prese in giro a Rob in cambio di un lancio’ casuale’ nella loro direzione.
Purtroppo non le trovai e quando lanciai i fiori lo feci in maniera davvero del tutto casuale.
E infatti..
Quando mi voltai a vedere chi li avesse presi quasi scoppiai a ridere.
Ashley se ne stava tra le altre, completamente felice ed entusiasta agitando il bouquet. O mio Dio…tra tutte proprio Ash..
Era una ragazza dolcissima, una fantastica amica e Joy si divertiva un mondo con lei ma..
Ma francamente non la vedevo pronta per un passo simile. Aggrottai le sopraciglia, rendendomi conto improvvisamente che neppure sapevo con chi stesse al momento, mentre baciavo tutte e tornavo verso Rob e Joy.
“Ashley eh..” Rob rise.
“Il destino ha uno strano senso dell’umorismo a volte..” risposi inginocchiandomi di fronte a lui e osservando nostra figlia accoccolata sul suo petto.
Faticava a tenere gli occhi aperti ormai. Doveva essere molto tardi, di li a poco gli ospiti se ne sarebbero andati e..
Sentii il cuore spaccarsi a metà. Una parte era eccitata di partire per le Fiji per la nostra romantica e meritata luna di miele mentre l’altra..l’altra si sentiva uno schifo per lasciare Joy, anche se solo per sette giorni.
“Starà benissimo..” sussurrò Rob carezzandomi il viso, come se mi avesse letto la mente.
“Lo so..”
Razionalmente lo sapevo, ma…ma lasciarla era comunque assurdo. Non ci eravamo mai separate sin da quando aveva iniziato a crescere dentro di me.
La presi in braccio e mi sedetti sulle gambe di Rob, appoggiandomi al suo petto e carezzando i capelli di mia figlia, i cui occhietti si stavano mano a mano chiudendo.
Ci mettemmo ad osservare la festa che intorno a noi  scemava lentamente.
“Sai” borbottai ad un certo punto “Quella cosa che hai detto a Tom la prima volta che mi hai visto..è stato così..”
“Avevo detto che ti avrei sposata e l’ho fatto” rispose accarezzandomi “Io mantengo sempre le promesse..come quella di ieri sera, per esempio..”
Alzai un sopraciglio confusa.
“Farò l’amore con te tutta la notte..” sussurrò “Non appena saremo da soli”
Risi, tornando a venerare le sue labbra. “Ci conto..”


E per finire una bella immagine della piccola Joy che gioca in spiaggia prima del wedding!  *___*

http://i53.tinypic.com/o8aohd.jpg
Ok scappiamo ora! Buon Halloween a tutte voi!! Lo festeggiate? Da che vi travestite? Vampire, licantrope, Nikky Reed..?? Muhahhahahaha senza offesa  Nikky ovvio ehm..ehm..u.u. Vabbè comunque qualunque cosa facciate speriamo che vi divertiate e se vi divertite con un bel vampiro ancora meglio ;D !!!
Ancora un enorme bacio!

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Capitolo 33
*** You are my heaven ***


HEAVEN Sera girls!!! Finalmente siamo qui a postare !!! E postiamo la luna di miele dei nostri piccioncini  virtuali mentre quelli  reali stanno girando proprio la honeymoon di BD!! Che bella coincidenza *___* E che belle le foto e i video che sono usciti...cioè come si tenevano la mano, come lei sfiorava il petto di Rob awwwwwwww..noi siam morte e credo anche voi  ;D Altro che Edward e Bella...quelli erano Rob e Kris *___* cioè...no words.
Ok passiamo al capitolo. Che dire? Grazie per tutte le recensioni, preferiti, seguiti ecc e speriamo che questa nostra luna di miele vi soddisfi come il matrimonio.
Un beso Cloe & Fio.
P.S= Vi lascio il link del resort a cui mi sono ispirata x la descrizione. E' molto bello io ci sono stata in vacanza U__U Ahahahah eh sisi magari xD  LINK
P.P.S= Ahhhhhhhh un ultima cosa. Leggendo qualche vostra recensione ci è parso che qualcuna di voi pensi che questa storia stia per finire. Ahahah vi assicuriamo che non è assolutamente così...assolutamente no. Ci avrete tra le scatole per ancora un bel po di mesi mi sa LOL. Quindi ..relax ;D




CAPITOLO 33 (Cloe)

YOU ARE MY HEAVEN





KRIS POV
“Siamo sposati…cioè davvero davvero sposati. Quasi non ci credo” mormorai accoccolandomi meglio contro il suo petto, sdraiata sui comodi sedili della prima classe.

Probabilmente stavo ripetendo la stessa frase da almeno 10 ore, cioè da quando avevamo messo piede sull’aereo verso la nostra meta: Fiji.
Quasi non ci potevo credere: una settimana, sette interi giorni da sola con mio…marito. Marito.
Ridacchiai, pensando a Rob come a mio marito. Era ancora tutto così nuovo, così..strano. Strano in senso positivo ovviamente ma comunque mi faceva un certo effetto.
“Ehi, non ti senti più vecchio?” lo punzecchiai “Insomma, io a 21 anni sono una moglie e una madre, non l’avrei mai pensato. Mai…”
Rob non mi rispose di nuovo e alzai gli occhi per controllare. Forse si era addormentato.
E invece no che non si era addormentato.
Mentre con una mano mi accarezzava distrattamente i capelli con l’altra stava..stava mandando sms col cellulare. Su un aereo in volo e, per di più, in fase di atterraggio.
“Rob spegnilo subito!” borbottai scioccata “Che diavolo credi di fare?”
Sussultò, fissandomi come un bimbo colto con le mani nella cioccolata e cercando di nascondere ancora di più il telefono sotto il sedile.
“Non faccio niente. Dovevo mandare un sms urgente..”
“Urgente?” Alzai un sopraciglio “Urgente a chi scusa?”
“Ehm…lo sai..a ehm..”
“Chi scusa?” chiesi senza capire.
Sbuffò “A Joy ok? Voglio sapere come sta Joy”
Mi trattenni dal ridere. Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe finita così.
“Eh..ehm” mi schiarii la gola “Pensi che ti risponderà? Ok che è una bimba intelligente ma…”
“Ovviamente lo stavo mandando a tua madre” rispose ma, prima che potesse continuare afferrai  il telefono e lo ficcai prepotentemente nella tasca dei miei jeans, riuscendo anche a spegnerlo.
“Dai kris ridammelo!”
“No” risposi “Non voglio rischiare di morire perché sei stato così stupido da tenere il cellulare acceso.”
Si protese verso di me e mi afferrò per i fianchi, cercando di infilare la mano nella mia tasca.
“Dai” rise sussurrando “Guardo che in realtà le possibilità che le onde del telefono interferiscano con il computer di bordo sono abbastanza rare. Saranno una su diecimila..”
“Con la fortuna che abbiamo di certo noi due non facciamo parte di quei novantanovemila”
Lo sentii muovere ancora un po’ le mani e bloccai i suoi polsi tra le mie.
“Guarda che se continui chiamo qualcuno e dico che mi molesti.” Lo minacciai.
Rise affondando il volto nel mio collo. “Ah sì, e io chiedo l’annullamento.”
“Non puoi..”
“Tecnicamente sì. Ancora non abbiamo consumato il nostro matrimonio..” Rispose e sentii le sue labbra aprirsi in un sorriso contro la mia pelle.
“Hai ragione. E se vuoi consumarlo prima dei tuoi ottant’anni ti consiglio di non cercare di prendere il telefono di nuovo..”
Si arrese, senza però allontanarsi da me. Mi cinse ancora più forte e posò il capo sulla mia spalla.
“Cattiva” borbottò
Gli baciai i capelli, inspirando forte il suo profumo.
“Sei peggio di Joy a volte sai” dissi “ma visto che sei il mio papino super geloso ed iperprotettivo sei perdonato.”
Le sue dita tracciarono cerchi leggeri sulla mia pancia alzando leggermente il top di cotone che indossavo.
Incredibile, fino a poche ore prima era stato lui a tranquillizzarmi e ad assicurarmi che Joy sarebbe stata bene e ora si faceva prendere l’attacco di panico.
“Vedrai con mia madre starà benone. Anzi la vizierà talmente tanto che quando torniamo secondo me non vorrà più venire via..”
“Probabilmente sì” ridacchiò.
“E poi” continuai “Li sono appena le 2 del mattino…dormono”
Mi guardò accigliato “Davvero?”
“Mi pare di sì..”
“Ma di quale giorno scusa?”
Lo fissai confusa. “Come di quale giorno?”
“Beh sì cioè è oggi o tecnicamente già domani? C’è tutta quella storia della linea del cambiamento di data”
Ci fissammo per quelli che dovevano essere parecchi secondi finchè non vidi il labbro di Rob iniziare a tremolare e, insieme, scoppiammo in una fragorosa risata che attrasse gli sguardi di alcuni altri passeggeri.
“Hahaha ti importa davvero?” chiesi tra le risa.
Scosse il capo stringendomi più forte e baciandomi la fronte. “No, so che sta bene per cui..no. Non mi importa di niente. Non mi importa del resto del mondo…”
“…del fatto che non sappiamo nemmeno bene dove sono queste Fiji o che non siamo sicuri del giorno in cui stiamo vivendo”
“Infatti” rispose “So che sto guardando il sole tramontare da questo finestrino e so che ti amo e so che sono l’uomo più fortunato del mondo visto che hai accettato di sposarmi.”
“Davvero?”
Annuì “Certo, Kris. Ti amo..più di qualunque altra cosa al mondo.” Sussurrò “però me lo fai un piacere?”
“Quale?” chiesi curiosa.
Scoppiai a ridere quando sentii la sua richiesta.
“Stasera per favore lo consumiamo questo matrimonio?”

Invece quella sera non consumammo alcun matrimonio.  Dopo ore arrivammo al nostro meraviglioso e super lussuoso resort ed ero così stanca che a malapena riuscii a sentire le parole della ragazza che ci spiegava ogni singolo confort presente  nella nostra villa. Avevamo scelto quel luogo in particolare perché era su una piccola isola dell’arcipelago, dove era garantita totale pace e tranquillità.
Che per noi significava solo una cosa veramente importante: nessuna macchina fotografica eccetto la nostra. Un sogno in pratica.
http://i56.tinypic.com/2vdic86.jpgMI gettai sul letto mentre Rob dava la mancia alla ragazza e chiusi gli occhi, constatando la morbidezza del materasso e inspirando l’aria tiepida della notte.
Pochi istanti dopo avvertii un peso al mio fianco e Rob crollò direttamente sul mio corpo avvolgendomi il fianco col braccio e affondando il viso nel mio collo.
Assaporai con le labbra la consistenza dei suoi capelli profumati e con le mani sfiorai la pelle sotto la sua maglietta.
Mmmmm..forse non ero poi così stanca…
Sentii la mano di Rob afferrarmi un fianco e io mi mossi piano contro di lui mentre le mie carezze si facevano così audaci da arrivare a togliergli la maglietta.
Si puntello sui gomiti così da guardarmi negli occhi, le nostre labbra a pochi millimetri.
“Non così signora Pattinson…” mormorò
“Perché…”
Mi bloccò “Non voglio che la nostra prima notte da marito e moglie sia così..assolutamente no…”
Ridacchiai confusa. “pensavo mi avessi implorato di ehm..consumare solo poche ore fa”
“Forse ma..non voglio” accarezzò la punta del naso col mio “Non voglio ora. Kris quanto tempo ho aspettato per renderti mia totalmente? Anni…E non posso accettare che la prima volta fra noi sia qualcosa di veloce perché  non abbiamo chiuso occhio nelle ultime 20 ore.”
Fece scorrere le labbra lungo il mio collo e rabbrividii. Le sue mani vagarono di nuovo sulla mia pancia e slacciarono il bottone e la zip dei miei pantaloncini.
Se non voleva fare sesso quello non era certo il modo migliore per farmi stare buona…
Fece scivolare i miei pantaloncini giù per le mie gambe e riuscii a scalciarli in modo da farli cadere sul pavimento.
Riportò la bocca sul mio orecchio.
“Invece ho in programma qualcosa di speciale e farò l’amore con te per ore e ore e ore, baciandoti e accarezzandoti…che ne dici?” mormorò
“Mmmm” gemetti “per me va bene ma..Rob se continui così ti stupro in questo momento…”
Rise facendo per allontanarsi ma io lo riavvicinai a me aggrappandomi con le gambe a lui e riportandolo quasi sdraiato su di me.
“Non ti azzardare ad allontanarti di un solo centimetro da me, intesi?” ordinai “Voglio sentirti vicino…”
“Non volevo pesarti” rispose affondando di nuovo il viso sul mio collo.
“Non mi pesi” lo rassicurai “Ma voglio dormire abbracciata a te, sentire il tuo corpo..”
“Ti amo Kristen lo sai?” disse “Ti amo e domani …beh domani vedrai cosa ho in mente..”
Chiusi gli occhi nonostante lui sapesse perfettamente quanto io fossi curiosa di natura e non riuscissi mai a accettare le sorprese. Stavo quasi per iniziare la mia solita pantomima per estorcergli qualche informazione ma…all’improvviso mi fermai.
Lui era fatto così. Mi amava ed amava stupirmi. Come sulla Tour Eiffel, come con la canzone al nostro matrimonio… E ogni singola sua sorpresa era perfetta. Sempre.
“Buonanotte amore mio..”
“Buonanotte” sussurrai solamente, affondando il viso nella massa di capelli e inspirando il suo dolce profumo.
Chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quelle sensazione e, quando li riaprii, mi sembrò che fossero passati pochi semplici minuti ma, evidentemente, non era affatto così.
Mi guardai attorno e vidi il sole entrare dalle finestre. E quello non era certo il sole del mattino o del mezzogiorno…doveva essere pomeriggio inoltrato. Confusa adocchiai  il piccolo orologio a muro. Le 17 e 16.
Wow..eravamo arrivati di notte quindi dovevamo aver dormito molto più di dodici ore.
O perlomeno, io avevo dormito.
 Rob..non c’era.
Mi alzai dal letto e iniziai a chiamarlo ma di lui non c’era traccia né in bagno, né nel salotto adiacente alla camera da letto.
Forse era andato a fare un giro ma era strano che non mi avesse detto nulla.
Mi guardai ancora attorno spaesata quando notai un foglietto attaccato alla porta finestra che dava sulla terrazza.
Sopra c’era scritto semplicemente il mio nome.
Lo aprii e non potei impedire alle mie labbra di arcuarsi in un sorriso.

Cara kris,
Te l’avevo detto che avevo in mente qualcosa di speciale, no?
Togliti tutto quello che hai addosso e raggiungimi in spiaggia.
                                            Ti amo, Rob.
P.S= ripensandoci forse è meglio che indossi qualcosa. Non vorrei che qualcuno per sbaglio vedesse quello che è solo mio. Ma un semplice vestitino è più che sufficiente.
P.P.S= Mi raccomando solo il vestitino. Niente costume o intimo…sarebbero inutili ;)

Mi precipitai verso la valigia, la aprii e tirai fuori un semplice abitino bianco in cotone che mi arrivava circa a metà coscia. Lo infilai rapidamente gettando la maglietta e gli altri indumenti sporchi a terra, senza curarmene.
Solo ora che avevo letto le sue parole mi resi veramente conto di quanto lo desiderassi. Era un bisogno bruciante, potente. Avrei abbandonato qualunque cosa per correre da lui e gettarmi tra le sue braccia.
Nient’altro aveva importanza. Per un attimo contemplai l’idea di una doccia ma la scartai subito. Ne avrei avuto bisogno dopo probabilmente…
http://i51.tinypic.com/2isxilx.jpgCon un sorrisetto uscii nella veranda e quasi rimasi incantata dalla vista di fronte a me. Una piscina tutta nostra faceva bella mostra di sé ed era solo l’inizio di uno spettacolo ancora più magnifico aldilà.
Decine e decine di palme si innalzavano sulla spiaggia bianchissima, lambita dal mare più azzurro che avessi mai visto in tutta la mia vita. L’aria era satura di profumi: salsedine e uno strano aroma dolce, probabilmente un fiore locale, che si mischiavano creando una fragranza perfetta per quella calda sera.
Scesi le scalette di legno e quando affondai le dita dei piedi nella sabbia chiusi un attimo gli occhi per godermi il momento. Ma non appena mi ricordai di Rob che aspettava solo me, mi misi a camminare impaziente.
Arrivai in riva al mare e mi guardai attorno, ma non c’era nessuno.
L’acqua tiepida mi lambì le caviglie e quando stavo per girarmi avvertii un braccio stringermi la vita e farmi voltare. Non ebbi il tempo di avere paura che le labbra. Le sue labbra si avvinghiarono alle mie, in un bacio dolce quanto passionale.
“Ciao Bella addormentata..” soffiò sulle mie labbra.
Sorrisi e lui si allontanò quel tanto che bastava per appuntarmi tra i capelli un enorme fiore fucsia. Riconobbi immediatamente il  medesimo profumo che avevo avvertito in terrazza pochi minuti prima…
Afferrò la mia mano e mi trascinò con sé. Lo seguii senza concentrarmi minimamente sui passi che percorrevo: mi fidavo di lui ciecamente e poi ero troppo presa dall’osservare i suoi pantaloni di chiari che gli fasciavano le gambe e il suo petto nudo.
Non ero mai stata così felice che non avesse indossato una camicia.
Camminammo un poco e quando tornai consapevole del mondo attorno a me mi accorsi che eravamo in una piccola rientranza della costa, nascosta alla vista, e che c’erano…
http://i54.tinypic.com/2eluj5i.jpg“Rob..hai fatto tutto questo per me?” mormorai osservando i teli stesi sulla sabbia su cui erano poggiati acqua, succo, champagne e frutta fresca, nonché alcune candele accese la cui fiamma bruciava piano, ma intensamente.
Proprio come me.
“Io farei qualunque cosa per te” mi attirò a se “qualsiasi cosa..”
Affondai il volto sul suo collo baciando la sua pelle.
“Sei stanca?” domandò
Scossi il capo.
“Hai fame?”
“Non di cibo…di te si però.” Risposi.
Non persi tempo e avvicinai le labbra alle sue catturandole e Rob mi strinse per i fianchi e insieme ci ritrovammo a terra, a rotolare sulla sabbia chiara.
Lo spinsi sotto di me, sfiorando la sua pelle e i nostri sguardi si incrociarono per quel breve ma intenso istante.
L’intensità del suo amore per me era tutta scritta lì, in quelle due pozze limpide che mi fissavano con un’adorazione tale e completa a cui ero certa non mi sarei mai abituata. A cui non avrei mai voluto abituarmi..
Mi attirò ancora più contro il suo corpo e la sua bocca vagò sul mio collo mentre le sue dita sfiorarono piano le mie spalle e con accurata lentezza fecero scendere le spalline dell’abito. Si ammucchiò sui miei fianchi lasciandomi esposta ai suoi occhi.
“Sei bellissima, sai?” sussurrò roco posando un bacio dopo l’altro lungo le scapole, sopra al mio cuore, fino ad arrivare all’incavo tra i miei seni.
Ne sfiorò uno delicatamente con un dito per poi circondarlo completamente con la mano e soffiare sopra l’altro.
“Ho detto che ti avrei venerato ed è ciò che ho intenzione di fare signora Pattinson…” mormorò.
In men che non si dica mi ritrovai sdraiata sotto di lui, il suo sguardo innamorato perso su di me.
“Ti amo..” ebbi solo la forza di dire.
Circondai il suo collo con le braccia avvicinandolo a me ma lui si limitò a sfiorarmi le labbra velocemente, preferendo riprendere la scia che aveva interrotto pochi istanti prima. Baciò e venerò ogni singolo poro della mia pelle, partendo dal collo, i seni…Posò un bacio leggero su ognuna delle mie costole e mordicchio leggermente i bordi del mio ombelico.
“Rob..” gemetti.
Ancora non mi aveva toccata e già stavo bruciando.
Afferrò con le dita i lembi del mio vestito arrotolato nel mio bacino e col mio aiuto lo fece scorrere lungo le mie gambe.
Lo vidi sorridermi compiaciuto.
“Avevi detto di non mettere niente sotto..” mormorai.
Le sue dita percorsero lo stesso tragitto della sua bocca finchè non arrivarono ai miei fianchi e molto delicatamente mi fece aprire le gambe posizionandosi in mezzo.
Mi stupii per quel momento così ..dolce. Rob era sempre amorevole e delicato ma..ma in quell’istante mi ricordò molto come era stato durante la prima volta che avevamo fatto l’amore.
E forse era in un certo senso, nuovamente una prima volta per noi. Per la prima volta facevamo l’amore come marito e moglie. Uniti, davanti a Dio, davanti al mono. Quel momento, quell’atto era il primo passo del nostro per sempre.
Affondò nuovamente il volto nel mio ventre morbido, assaporandolo quasi e scendendo sempre più verso il basso.
Inarcai la schiena affondando le dita nella sabbia tiepida.
Trattenni il respiro quando, con molta delicatezza, raggiunse la sua meta e iniziò ad assaporarmi piano, continuando quella dolcezza che aveva dimostrato da quando aveva catturato le mie labbra nel primo bacio di quella sera.
Si muoveva lieve, con soffi e baci e in quegli istanti sembrava quasi che il mare tentasse di muoversi al nostro stesso ritmo. Lento, incalzante, a ondate ritmiche colpiva i nostri corpi nell’esatto momento in cui le mie dita stringevano con più forza i capelli di mio marito. E, quando lui capì che non avrei retto ancora molto quel piacere così intenso che sfiorava il dolore per l’intensità con cui lo volevo , e le spinte e i baci si fecero più frequenti anche il mare sembrò comprendere il nostro avanzare verso l’esplosione di quella dolce e perfetta tortura.
Sbatteva con più forza contro di noi, contro le mie mani che tracciavano solchi più profondi nella sabbia finche non mi lasciai andare ed esplosi, lasciandomi travolgere da quell’emozione che a parole non sarei mai stata capace di definire.
Chiusi gli occhi e lo sentii avvolgere il mio corpo tra le sue braccia, quasi volesse dimostrarmi che mi avrebbe protetta sempre, che sarebbe stato il mio scudo contro il mondo.
Avvertivo il suo petto premere contro la mia schiena e le sue mani scorrere lungo i miei seni, il mio ventre.
Le sue labbra succhiarono piano il mio collo, ispirando forte.
“Sai di sale e fiori..” mormorò.
Sorrisi mentre aprivo le gambe e lo accoglievo dentro di me, con una sola spinta. Lo volevo di nuovo, anche se erano passati a malapena una manciata di secondi. Lo volevo sempre, per sempre.
“Facevamo sempre l’amore così quando aspettavi Joy, ricordi?”
Ebbi solo la forza di annuire.
Se ricordavo? Certo che ricordavo…ogni cosa. Il modo in cui la sua pelle premeva contro la mia schiena, come facesse scorrere le sue dita lungo il mio ventre rigonfio, le nostre gambe intrecciate. Ogni cosa era stampata nel mio cervello per l’eternità…
Chiusi gli occhi abbandonandomi alle sensazioni e alla spirale di piacere che mi avvolgeva sempre più forte ad ogni spinta, prima più lente e poi via via più veloci e incalzanti, passionali
“Rob …” gemetti il suo nome mentre lui pronunciava il mio e, capii di non essere mai stata così innamorata di quell’uomo come in quel singolo istante.
E mi lasciai andare. Lasciai che il mio corpo si espandesse. Lasciai che volasse  consapevole che, comunque, non avrebbe mai volato alto come il mio cuore.



ROB POV
“Rob vai via..non è il caso..”
Scossi il capo. Era così testarda.
“Non dire idiozie” sussurrai mentre sentivo gli spasmi di un nuovo conato scuoterla.
Mi impegnai a tenerle i capelli raccolti sulla nuca e a massaggiarle la fronte sudata di tanto in tanto.
Alla fine dopo dieci minuti buoni si accasciò stremata sulle pianelle fredde del pavimento. Senza pensarci la presi tra le braccia, nonostante sapessi perfettamente che non avrebbe gradito affatto.
E infatti…
“Rob mettimi giù” protestò “Dai posso camminare, davvero”
Certo che poteva…
Lanciai una rapida occhiata al suo viso pallido, ai suoi capelli sfatti e alle occhiaie.
Povero amore mio..
Mi si spezzava il cuore a vederla in quel modo ma, allo stesso tempo, non potevo fare a meno di sorridere pensando alla scena di ieri.

“Mmmm ma quanto ci mette il cibo ad arrivare?” protestò seduta sul letto con solo indosso una mia camicia “Sto morendo di fame!”

“Io mangerei solo te invece…”
Kris alzò gli occhi al cielo “Beh io no. Sono tre giorni Rob, tre giorni che non facciamo altro che fare sesso smettendo solo per..ehm andare in bagno e mangiucchiare le cose che ci sono in cucina ma…”
“Non ti sentivo protestare..”
“Non sto protestando” disse sorridendo “ma ho bisogno di riprendere le forze e quindi mangiare cibo vero..qualcosa che non siano Cracker o lattine di Coca del frigo bar..”
La afferrai e la trascinai sotto di me, solleticandole i fianchi. Non appena la sfiorai iniziò a ridere come una pazza: quella ragazza aveva una resistenza minima al solletico.
“No..no..nooooooooooo” strillò “Dai daiiiiiiiiiiii..ahhaha.basta basta..”
In quel momento si sentì un bussare alla porta e una voce con uno strano accento dire ‘Servizio ristorante’
Lascai kris che scattò in piedi lanciandomi un’occhiataccia.
“Scemo adesso penserà che stessimo facendo qualche strano gioco erotico!”
“Beh, che lo pensi” ridacchiai “Siamo in luna di miele, possiamo fare tutti i giochini che vuoi…”
Senza rispondermi corse verso la porta e dopo pochi secondi la vidi tornare con in mano una enorme coppa di vetro piena fino all’orlo di gamberetti ricoperti di una strana maionese color rosa.
Si sedette sul letto e ne afferrò uno con le dita, portandoselo alla bocca. La vidi chiudere gli occhi e prendere un lungo respiro.
“Mmmm” mugolò “Dio..siiii”
Alzai un sopraciglio, sconvolto, anche se vederla così era piuttosto eccitante.
“Scusa..ma quel gamberetto ti sta dando un’orgasmo migliore di me?” domandai.
Kris sembrò pensarci su e poi si sciolse in un sorriso.
“Vieni qui gamberetto mio..” mormorò.
Non me lo feci ripetere due volte e poggiai il capo sul suo ventre, adagiandomi sulle sue gambe.
“Scusa ma al momento ho questa voglia assurda di gamberetti e sono così buoni che…mmm, Dio ne mangerei a quintali…”
“Mmm hai detto che hai questa strana voglia?” la punzecchiai.
“Haha” confermò, prima di rendersi conto di dove volevo andare a parare.
“Non ti azzardare a ricominciare Rob. No, non sono incinta. No, non mi hai messa incinta in questi tre giorni e no non sarò incinta nei prossimi due o tre anni..ok?”
“Se lo dici tu..” buttai lì. Io volevo un altro bambino e sapevo che con kristen era tutta questione di usare la tecnica di persuasione corretta…
“Lasciami continuare il  mio orgasmo col gamberetto” disse ridendo.
“Fai pure ma guarda che se li mangi tutti starai male” la ammonii.
Anche se non la vedevo potevo scommettere che stava alzando gli occhi al cielo.
“Non portare sfiga. Vedrai che starò benissimo.”

E infatti…

Adagiai Kris sui cuscini e lei si raggomitolò su se stessa.
Mi stesi al suo fianco stringendola in modo che la sua schiena fosse contro il mio petto e portai le mani sul suo ventre, massaggiandolo delicatamente.
“Come sta il pancino?” domandai.
La sentii abbozzare una risata. “Mi sembra che tu stia parlando a Joy..”
“Beh mi prendo cura di entrambe le mie principesse”
“Lo so” strinse la mia mano “Grazie mille..e…mi spiace di..aver rovinato..tutto..”
La sentii tirare su col naso e la strinsi più forte. “Kris non dire sciocchezze, può capitare a tutti di star male in vacanza..”
“Ma questa non è una semplice vacanza!” protestò “Questa è la nostra luna di miele e se non mi fossi ingozzata…”
La sua voce fu interrotta dallo squillare del cellulare sul comodino. Kris lo afferrò e non appena rispose il suo viso si illuminò, cosa che mi fece immediatamente capire chi era.
“Ciao mamma!” esclamò “Sì, sì tutto bene. Oggi ho avuto un po’ di nausea ma solo per…No, ti prego non anche tu! Non sono incinta!Si si…mamma!”
http://i55.tinypic.com/mrtuea.jpgLa conversazione mi fece scoppiare a ridere e lei mi fissò truce ma si addolcì immediatamente quando sentì la voce di Joy. Premette il tasto del vivavoce e anche io riuscii a sentire la mia piccola.
“Amore!” urlammo entrambi e, dall’altro capo, sentimmo Joy iniziare a strillare estasiata di sentirci, come accadeva in pratica ogni giorno.
“Amore della mamma! Come stai?”
“Ma..ma mama!” rispose la piccola. Ovviamente non capiva le nostre domande ma solo sentendoci ci rispondeva, chiamandoci rispettivamente ‘mama’ e ‘dada’. Era così dolce la mia bambina…
Avvertii una stretta al cuore a saperla lontana migliaia di chilometri ma entro un paio di giorni l’avremmo rivista perciò scacciai immediatamente quella sensazione di nostalgia.
Ovviamente la stessa cosa non si poteva dire per kristen.
Non appena ebbe riattaccato il telefono scoppiò in un pianto dirotto.
“Faccio schifo in tutto! Sono una pessima madre e rovino anche la luna di miele!”
Mi passai una mano fra i capelli senza sapere che fare ma, improvvisamente, mi ricordai che di solito quando era arrabbiata si scordava la tristezza.
“Kris sei sicura di non essere davvero incinta? Gli sbalzi d’umore, la nausea, le voglie…” la provocai.
Capii che aveva funzionato.
Il suo viso ora era rosso per la rabbia e non più per le lacrime che si erano fermate.
“Rob giuro che la prossima volta che ti sento dire ancora una volta una cosa simile io ti..ti..” sbattè con forza la mano sulla mia coscia e alzai le mie in segno di arresa.
“Ok, ok ok” sussurrai “Scherzavo. Diciamo che ci servirà da lezione. La prossima volta che vorrai un orgasmo lo chiederai a tuo marito e non a un gambere…”
“Ti prego non dire quella parola o ricomincio a vomitare!”
Si accoccolò col capo contro il mio petto e io la strinsi forte ridacchiando.
Spensi la luce principale lasciando accesa solo la piccola abat-jour.
“In caso che tu ti senta male , così non inciampi..”
Mi rivolse un debole sorriso. “Grazie per prenderti cura di me..”
“Sempre amore mio” le posai un bacio sul capo e presi ad accarezzarla finche non vidi i suoi occhi chiudersi lentamente per la stanchezza accumulata.
La guardai dormire tranquilla per alcune ore e solo quando fui certo che probabilmente non si sarebbe più sentita male mi azzardai a chiudere gli occhi.
Mi svegliai quando sentii una scia di baci posarsi lungo il mio petto fino al bordo dei miei boxer.
Era un sogno o era..
Spalancai gli occhi e vidi Kris fissarmi sorridente. Si era cambiata e ora indossava una camicia da notte leggera blu e mi sorrideva. Le occhiaie erano diminuite e sembrava stare molto meglio anche se forse non era il caso che noi ancora…
“Ehi” sussurrò “Sto bene ora. Sono otto ore che non vomito..doveva essere solo una semplice indigestione come aveva detto il medico.”
Mi fissò ammiccante. “Perciò ora possiamo tornare a divertirci, no?”
“Kris, non so” risposi serio “Forse è il caso che riposi un pochino, no?”
“No, dai non rovinarmi il divertimento..” protestò con sguardo da cucciola sedendosi su di me “ti pregoooo”
Alzai gli occhi al cielo e ribaltai le posizioni portandola sotto di me.
“Voglio il tuo gamberetto..” disse ridendo.
“Prima pesciolino, poi squalo, ora gamberetto. Cos’è questa fissa di dare nomi marini al mio..beh hai capito?”
“Non lo so, mi piace..” disse baciandomi con foga.
Ricambiai, staccandomi solo quel tanto che bastava per mormorare.
“Ti giuro che di questo gamberetto non farai mai e poi mai indigestione…”

“Rob mettiti la crema”
“No dai..sto dormendo” protestai affondando il capo sull’asciugamano.
“Uffa..sei proprio un bambino”
Sorrisi quando sentii le sue piccole mani iniziare a spalmare la crema sulla mia schiena.
“Mmmm si brava piccola…continua così..” mormorai rilassandomi. Ad un tratto avvertii le sue labbra iniziare a lasciare una scia di baci sul mio collo.
“Voltati..voglio darti un bacio” soffiò.
Adoravo quando era così audace, perciò mi girai aspettandomi di sentire le sue labbra su di me, e invece…
“Kriiis che cavolo…” strillai quando una sua mano mi colpì sulla faccia piena di crema solare
“Ho detto mettiti la crema perciò tu ti metti la crema” disse ridendo.
Eliminai l’eccesso dal viso e le feci la linguaccia. Era l’ultimo giorno di vacanza e ormai la mia pelle aveva preso un po’ di colore, non era necessario continuare a mettere quell’inutile impiastro sulla faccia.
“Ahi sì? Perciò il nostro matrimonio sarà così? Tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio?”
“Ehm…” sembrò pensarci un  attimo “Direi di sì. Sarai il mio piccolo schiavo..”
“Ah sì…” alzai un sopraciglio e la guardai con un sorrisino maligno.
Il suo si spense all’istante.
“Significa che mi devo vendicare ora..” mormorai.
“Rob no..” disse capendo immediatamente le mie intenzioni “Non ti azzardare oppure…”
Non la feci nemmeno finire di parlare che la caricai in spalla dirigendomi di corsa verso il mare.
“Rob no! No, dai mi sono appena messa la protezione solare Rob!!” protestò inutilmente battendo i pugni contro la mia schiena.
Quando arrivai ad un livello abbastanza profondo dell’acqua la gettai scoppiando a ridere.
La amavo disperatamente ma prenderla in giro era qualcosa che…beh, diciamo che non mi sarei mai annoiato di farlo.
Ritornò a galla e non perse un minuto per iniziare una battaglia di schizzi.
“Idiota…sei un vero idiota” si lamentò ma riuscivo a sentire le risata tra le sue parole.
Mi avvicinai e la strinsi per i fianchi posando alcuni baci sulla pelle bagnata del suo collo.
“Mmmm” mugolò “Non credere di cavartela con così poco. Se mi brucio e passo tutta la notte ad urlare tra le lenzuola io…”
“Kris” le lanciai un sorrisetto “L’unico motivo per cui urlerai stanotte sarò io, e ti assicuro che non saranno urla di dolore…”
“Scemo..” Arrossì alla mia affermazione e io la strinsi più forte trascinandoci verso un punto più profondo.
Allacciò le gambe al mio bacino.
“E’ stata una luna di miele fantastica” sussurrò “Anche se mi sarebbe piaciuto andare a vedere quella riserva dove ci sono le scimmie. C’erano anche le mamme con i cuccioli…”
Mi morsi il labbro per evitare di fare una battuta davvero spiacevole che però, era così perfetta..
Non farlo Rob, non farlo. Si arrabbierà
Kris mi mollò una sberla sul petto. “So cosa stai per dirlo e non dirlo. Non dirlo o..”
“Non ho detto niente!” esclamai scoppiando a ridere
“Tanto lo so che era una qualche frase idiota tipo ‘Ancora appassionata di scimmie?’ o una qualche sciocchezza del genere” si lamentò.
“Ok” ammisi continuando a ridere “Era qualcosa di simile.”
Le scostai una ciocca bagnata dagli occhi. “A proposito, ancora non ho capito perché non è venuto al matrimonio. Ci è costato una litigata per nulla.”
“La litigata c’è stata perché tu sei scemo” obiettò “E comunque stava girando un film e poi..”
Si morse il labbro e alla fine continuò “Beh pare che abbia una specie di nuova fidinzata…”
Scoppiai a ridere  incapace di trattenermi “Oddio e chi è una babbuina? Ahahahah o mio Dio povera ragazza, ma che gusti ha?”
Kris incrociò le braccia sul petto allontanandosi da me. “Guarda che ci sono stata anche io eh!”
La riavvicinai a me, sentendo nuovamente la sua pelle scontrarsi con la mia sott’acqua.
“Beh i tuoi gusti sono molto migliorati”
“Mmm, non lo so. Ho sposato te.” Ribattè.
“Cattiva” mormorai “Mi tratti così dopo la splendida luna di miele che ti ho organizzato..”
Le sue labbra si tesero in un sorriso prima di sfiorare le mie.
“Vorrei che Joy fosse qui” disse “Se ci fosse lei ti giuro sarebbe così perfetto che non vorrei mai tornare a casa. E invece…”
“Ehi” le carezzai la guancia “Ci torneremo con la bimba, se vuoi. Te lo prometto.
Annuì.
Io sospirai, capendo benissimo come si sentisse.
Era come se in quella settimana avessimo vissuto in un mondo a parte e pensare che da qualche parte ora c’era gente che viaggiava, che cucinava, che lavorava era…quantomeno assurdo. Eravamo riusciti a ritagliarci per una volta il nostro piccolo angolo di paradiso e lasciarlo  era davvero dura. Ma dovevamo farlo.
“Senti ho un’idea” proposi “Questa estate, non importa quanti impegni abbiamo, troveremo una settimana per fare una piccola vacanza con Joy. Forse non saranno le Fiji ma saremo tutti insieme, che ne dici?”
Kris si aprì in un enorme sorriso e fece scontrare le sue labbra salate contro le mie prima di sussurrare : “Dico che ti amo!!”
La strinsi, imprimendo nella mia mente il suo sorriso reso ancora più brillante dal sole e dall’acqua cristallina che trasformava i suoi occhi verdi in due smeraldi.
“E lo sai cosa dico io?” mormorai “Dico andiamo a goderci le nostre ultime ore di luna di miele!”
Kris mi baciò ancora spingendomi nell’acqua profonda. “La migliore che si sia mai vista…”

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Capitolo 34
*** Moments ***


cap 34 Sera girls!!!! Allora siete felici che finalmente dopo addii al celibato e nubilato folli, matrimoni strappalacrime e lune di miele esotiche siamo ....tornati alla realtà??? Mmmmm ripensandoci forse fossimo i robsten ce ne saremmo rimasti alle Fiji... perchè diciamo così?? Muhahahahah vedrete ....LOL
Voi ricordate sempre  sempre che ci volete tanto tanto bene e sopratutto continuate a lasciarci tante recensioni che sono sempre meravigliose da leggere. O___+
Detto questo vi lasciamo al capitolo...molto lungo tra l'altro!!!
Un bacio
Cloe & Fio
P.S= Volevamo rispondere a maia96 che ci ha recensito il primo capitolo. Per prima cosa grazie mille dei complimenti...sono davvero meravigliosi e speriamo di esserne all'altezza. Per quanto riguarda la tua domanda ahahah è una storia un pò strana, ma diciamo che la cosa di immaginarci un'ipotetica figlia robsten col nome Joy è nata come un gioco con una nostra amica, assidua lettrice di ff. La cosa poi si è sparsa tra le varie scrittrici e...beh diciamo che ormai Joy è diventatat una specie di istituzione. ;D
Ah e anche a Mortogola. Grazie tantissimo dei complimenti e se ahi qualche domanda o curiosità chiedi pure e ti risponderemo!
E ovviamente...abbiamo notato che ci sono nuove fans che hanno appena scoperto la storia. Benvenute....speriamo che continuerete a leggerci fino in fondo :D
Ed ora...capitolo!!!!



CAP 34 (Fio)


MOMENTS


POV KRIS


Col capo chino sulla spalla di Rob guardavo fuori dal finestrino, le nuvole che incombevano attorno a noi scurendo il cielo attorno sempre di più. Dovevo essermi addormentata un'altra volta perché avevo perso la cognizione del tempo. In fondo cos'altro c'era da fare su un aereo?
Affondai il viso nel suo collo ispirando a fondo il suo profumo. Avrei voluto non espirare più per tenerlo sempre dentro di me ma la sicurezza che ormai era mio per sempre mi diede la forza di cacciare fuori il mio sospiro leggero.
Mio. Lo era sempre stato ma ora era diverso. Ora era tutto sigillato, tutto stabilito e regolare. Come se avessi semplicemente avuto una garanzia a vita su quello che già sapevo.
Mi trovai a sorridere contro la sua giugulare e vi lasciai un dolce bacio.
“Ben svegliata...”
Allungai il viso fino ad arrivare al suo orecchio e baciarlo..
“Kris..” sibilò.
“Mmm...” mugugnai desiderosa di lui e del suo corpo. Maledii quell'unico passeggero che era in prima classe con noi.
Che cazzo.. non poteva starsene in economica?
Incurante continuai. Le mie labbra lente si spostavano lungo il suo collo mentre le mie mani liberavano un lembo della sua spalla su cui poggiai un bacio delicato e voglioso.
“Kristen..” biascicò di nuovo. Lo sentii fremere sotto il tocco delle mie labbra e mi resi conto che forse era davvero il caso di fermarmi prima che si eccitasse lì.. anche se forse era troppo tardi..
Mi ritirai tenendogli semplicemente la mano e prendendo a tracciare leggere cerchi sul suo palmo.
“Sei proprio uno disgraziata” ansimò leggermente mentre io sorridevo maliziosa.
“Non posso sedurre mio marito?”
“Non puoi infatti.. Devi. Ma non quando lui non può rispondere alle provocazioni..”
Mi avvicinai lentamente al suo viso.
“Oh.. scusa.. non lo faccio più..” con la punta della lingua tracciai la linea delle sue labbra..
In un attimo mi afferrò il viso stringendolo tra le sue mani e mi baciò con passione lasciando la sua lingua calda scivolare in cerca della mia mentre le mie mani si intrecciavano tra i suoi capelli.
Dio, quanto lo volevo...
Malvolentieri mi staccai un po' da lui per prendere fiato e sorrisi.
Mi lasciò un bacio casto e leggero prima di attirarmi a sé tra le sue braccia. Mi ci adagiai riprendendo la sua mano tra le mie e ripensando all'ultima settimana passato solo a fare l'amore, eccetto il piccolo inconveniente dei gamberetti. Ma poco importava.. avevo pescato un gamberetto decisamente migliore e più appetitoso. Risi di me stessa e dei pensieri che albergavano la mia mente.
“Che hai da sghignazzare?”
Continuai senza rispondere per un po'. “Pensavo ai gamberetti..” dissi infine.
“Ti senti ancora male?”
“No anzi.. non vedo l'ora di mangiarne ancora..” replicai con voce ammiccante sperando cogliesse il doppio senso.
“Sembra che tu parli di un ristorante..”
“Un ristorante molto buono”
“Oh.. ma ti pare che devi usare questi mezzi per dire che ti piace da morire fare l'amore con me?”
“Mi piace di più quando sei tu che fai l'amore con me..” sussurrai baciandogli dolcemente la mano mentre sentii il suo sorriso tra i miei capelli.
“Il tuo profumo.. mi fa impazzire..”
Risi. “Ma se stiamo qui dentro da.. quanto? Dieci ore? Avrò l'odore dei sedili ormai..”
“No” disse subito. “Sai.. sai di lenzuola pulite.. e di desiderio... Mi fa impazzire questo mix assurdo..”
Arrossii mentre mi sussurrava quelle parole all'orecchio baciandomi la fronte diverse volte.
“Quanto manca all'atterraggio?” chiesi ansiosa di stare di nuovo sola con lui. Era come se non potessi più farne a meno soprattutto ora che tornavamo dalla nostra piccola ma stupenda luna di miele. Ma era niente confrontato alla voglia che avevo di rivedere la mia piccola.
“Poco..”
“Non vedo l'ora di riabbracciare Joy..” sussurrai emozionata.
“Anch'io..” rispose con lo stesso tono. “Chissà com'è cresciuta!”
“Oh Rob.. siamo stati via solo una settimana” gli feci notare.
“Si ma.. loro crescono così velocemente.. Non vedo l'ora di rivederla..”
Le sue parole mi davano ancora più ansia di quanto non ne avessi già e la parte peggiore sarebbe stata l'attesa nell'attendere le valigie e nel viaggio in taxi dall'aeroporto a casa dei miei.
Avremmo potuto andare a prenderla la mattina seguente visto che atterravamo a un'ora piuttosto tarda ma non ce l'avrei mai fatta a scendere dall'aereo consapevole di stare nella stessa città in cui era lei e tornare semplicemente a casa senza il nostro scricciolo. No.. decisamente no. Saremmo passati dai miei per prenderla e fare un saluto veloce. Non c'era altra opzione per me.
“E' in corso la fase di atterraggio al Los Angeles International Airport. Si prega i gentili passeggerei di allacciare le cinture di sicurezza e restare seduti fino alla fine dell'operazione. Grazie.”
Istantaneamente strinsi forte la mano di Rob e lui ricambiò senza esitazione. Ci trovammo a sorridere mentre le luci della città ormai erano attorno a noi. Sempre più vicine, tanti minuscoli punti gialli, blu, rossi che diventavano man mano più chiari e sempre più luminosi, proprio come la voglia che cresceva sempre di più.
Le rotelle rullavano sulla pista in un viaggio che sembrava interminabile.
Finalmente l'aereo fu completamente fermo e fummo liberi di scendere.
Era tardi. Guardai l'orologio ed erano le 22:10. Ci avremmo messo almeno un'altra ora tra bagagli e altro. Ancora un'ora prima di rivedere la nostra piccola che probabilmente avremmo trovato già addormentata. Mi chiesi in quel momento se fosse stato il caso di portarla davvero con noi se l'avessimo trovata addormentata.
Bè.. non mi soffermarmi sul pensiero più di tanto visto che non potevo saperlo. Per il momento volevo almeno rivederla.
I passeggerei in economica erano pochi.. Ovviamente pochi erano stati così audaci da prendere un aereo di dieci ora che non facesse scali, ma per noi era stato più comodo così. Meno aeroporti da toccare, meno foto e meno paparazzi. Tuttavia dovevo ammettere che ormai la foga era alquanto scemata. Certo se ci vedevano non esitavano a scattare foto ma avevano decisamente smesso di darci la caccia e non potevamo che esserne felici.
Dopo una buona mezz'ora ad aspettare i nostri bagagli riuscimmo finalmente ad uscire dal gate per entrare in quella che era la sala d'uscita VIP.
Mi bloccai di colpo quando a pochi metri da noi vidi mia madre, mio padre, Taylor e.. . no. Non poteva essere, Non potevano essere davvero lì.. non ci avevano avvertiti, niente. Non una chiamata, un messaggio. Eppure erano lì.. e i miei occhi increduli erano fissi su di lei. La mia bambina che tra le braccia di mio fratello era distratta dalle luci attorno a lei. Notai che anche Rob accanto a me era immobile. I miei ci salutarono con la mano sorridendo mentre vidi Taylor cogliere l'attenzione di Joy per indirizzarla verso di noi indicandoci col dito.
Appena ci vide si illuminò in un sorriso smagliante e urlando iniziò a dimenarsi tra le braccia dello zio che non ebbe altra scelta che lasciarla andare. La mise giù e dopo qualche secondo per prendere equilibrio iniziò a correre verso di noi.
Senza pensarci due volte buttai a terra la borsa che avevo in spalla, lasciai la valigia e mi diressi velocemente verso di lei. Urlava come una pazza mentre con quei piccoli piedini si faceva strada più veloce che poteva. Eravamo a due passi ormai.
Mi buttai in ginocchio per terra e allargai le braccia per accoglierla a pieno. Ci si buttò con tutto il peso gettandomi le sue braccine alle spalle.
“Amore mio” sussurrai ridendo sui suoi radi capelli profumati.
Le baciai la guancia ripetutamente e la strinsi a me sempre più forte.
Feci per alzarmi e lei si aggrappò al mio corpo stringendo le gambe attorno alla mia vita. Non potevo credere che potesse essermi mancata tanto.
Rob fu subito vicino noi e quando Joy lo scorse si allungò subito verso di lui. La lasciai andare aiutandola a finire tra le braccia del papà che come me la strinse a sé affondando le sue labbra nel piccolo collo di Joy e baciandola di continuo.
“Tesoro di papà! Mi sei mancata da morire..”.
Mi avvicinai e carezzai la schiena di Joy per poi chinarmi e lasciare baci infiniti. Finalmente potevamo spupazzarci di nuovo la nostra piccolina che non riusciva a smettere di ridere per il solletico causato dalla continue pernacchie di Rob.
Mi ricordai solo dopo un po' che c'erano anche i miei genitori. No cioè.. che c'erano soprattutto i miei genitori! Di certo Joy non poteva essere venuta da sola!
Me li trovai proprio dietro di me. Gli sorrisi e li abbracciai felice.
“Ma.. cosa.. cosa ci fate qui?”
Mia madre scrollò le spalle.
“Non potevamo certo lasciarvi prendere una freddo taxi con la nostra bella macchinina a disposizione!” spiegò mio padre.
Gli baciai una guancia in risposta e passai ad abbracciare Taylor.
“Cam e Dana?” chiesi.
“Sono rimasti a casa... loro malgrado. Ma non c'è posto per tutti in macchina. Così mi sono intrufolato solo io..”
“Come ai vecchi tempi..”. Replicai ripensando a quante volte Taylor mi aveva accompagnato nelle premiere o nei viaggi. Mi sentivo così legata che nemmeno mi sfiorava il pensiero che tecnicamente era mia cugino. Per me era un fratello a tutti gli effetti.
Un secondo dopo Joy reclamava di nuovo la mia attenzione allungandosi verso di me. Stirai le braccia e le schioccai un sonoro bacio prima di adagiarla sul mio corpo. Si strinse di nuovo a me chinando il visino nell'incavo del mio collo.
Rob fu così libero di salutare calorosamente i miei che gentilmente si offrirono di portare i nostri bagagli. Bè avevamo solo due modesti trolley quindi non c'era da portare poi molto.
Uscimmo dall'aeroporto e coprii Joy con il cappuccio per tenerla al caldo dalla tenue brezza delle tipiche sere di giugno.
Qualche minuto dopo eravamo in macchina.
Sistemai meglio Joy tra le mie braccia in modo che potesse stare bene stesa. Mi guardava con gli occhi pesanti, come se avesse tanto sonno ma anche troppa paura di chiudere gli occhi. Allungò una mano posandola prima sulla mia guancia e poi sul lobo del mio orecchio che iniziò a stringere. Quanto mi era mancato quel contatto.
Rob che era accanto a me era altrettanto affascinato da lei.. Si chinò leggermente e le baciò il nasino.
Mamma e papà si erano offerti di ospitarci per la notte così da non dover arrivare fino a Santa Monica ma avevamo gentilmente declinato. Volevo davvero dormire nel mio letto.. per la prima vera volta con mio marito.
“Come volete” avevano sorriso e con santa pazienza ci avevano accompagnato fino a lì.
“Mi spiace che ora dobbiate tornare indietro.. Se volete potete fermarvi voi da noi!” proposi ma subito scossero la testa.
“Non è il caso amore.. Non preoccuparti.. Ci mettiamo una mezz'ora massimo a tornare..”
“D'accordo.. Grazie di tutto.. e state attenti..”
“Come sempre”
“Veniamo domani a prendere le cose di Joy” l'avvisai.
Baciai tutti e tre mentre uscivo dalla macchina per fermarmi proprio davanti il cancello di casa nostra, quello che apriva al vialetto di casa.
Taylor aiutò Rob a scaricare i due bagagli e ad entrarli in casa e poi si salutarono con una pacca sulla spalla.
“Fatevi vedere che vogliamo sapere tutto della luna di miele..”
Arrossii quasi visibilmente.
“Bè.. forse non proprio tutto” sghignazzò mio fratello e partirono.
Entrammo in casa facendo attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare Joy. Mia madre mi aveva informato che aveva già mangiato quindi potevamo tranquillamente metterla a letto. Pazienza che non avesse il pigiama addosso. Non l'avrei mai svegliata solo per cambiarla.
“Dalla a me” sussurrò Rob e gliela passai delicatamente visto che in effetti iniziava un po' a pesarmi tra le braccia. Aveva quasi un anno ormai.. Assurdo.
“Andiamo a letto” continuò Rob. “Sistemiamo tutto domani”
Annuii e lo seguii in camera nostra. Velocemente disfeci il letto e lui con garbo vi adagiò Joy. Senza nemmeno cambiarci ci stendemmo entrambi accanto a lei e restammo ad osservarla per un po' in silenzio vedendo il suo respiro crescere e morire ogni otto secondi.
“Abbiamo fatto proprio un bel lavoro” mi trovai a dire mentre la mia mano dolcemente le carezzava i capelli.
“Già..” sussurrò Rob. “Non poteva essere altrimenti con una madre così..”
“Attento signor Pattinson. Le ricordo che la luna di miele è finita.. purtroppo..” sospirai.
“E chi lo dice?” mi provocò.
Aggrottai la fronte. “Che hai in mente..?”
“Proprio niente” rispose subito. “Però non so tu.. ma io non ho per niente sonno..”
Sospirai pesantemente. “Bah.. nemmeno io..”
Il jet leg ci aveva scombussolato parecchio, senza contare le ore di sonno che mi ero concessa in aereo.
“Vado a fare una tisana.. magari ci aiuta.. Ne vuoi?”
Annuii pensierosa nonostante il pensiero di lui in cucina a preparare tisane mi risultasse alquanto curioso. Diede un bacio alla manina di Joy prima di alzarsi e scendere.
Io restai in attesa ancora per qualche minuto finché d'un tratto sentii vibrare il telefonino in tasca. Fortuna che avevo la vibrazione. Se Joy si fosse svegliata sarebbe stata la fine. Ma chi cavolo poteva essere a quell'ora?
Rimasi scioccata quando lessi il nome e risposi con titubanza.
“Pronto..”
“Oh sei ancora sveglia..”
“... sei impazzito?”
“Perché?”
“Oh no niente.. solo perché sei al piano di sotto e mi stai chiamando col cellulare. Ringrazia che avevo il silenzioso..”
“Ti sei mai resa conto del fatto che abbiamo una piscina che abbiamo usato si e no tre volte?”
Mi ignorò completamente prendendomi alla sprovvista.
“Ti aspetto in acqua”
Chiuse la comunicazione prima ancora che avessi il tempo di rispondere.
Dio.. quanto lo adoravo quando faceva così. Mi eccitava dannatamente.
Mi accertai che Joy fosse ancora nel mondo dei sogni e sistemai un paio di cuscini ai lati per evitare spiacevoli cadute.
Sentii di nuovo il cellulare vibrare, per poco stavolta e capii che era un messaggio.
Sto aspettando u.u
Sorrisi tra me e me e senza farmelo ripetere due volte scesi le scale attraversando il salone e uscendo dalla veranda che affacciava direttamente sul retro.
Le illuminazioni chiare nei cespugli del giardino creavano un'atmosfera incantevole alimentata dal frinire dei grilli e dalla leggera brezza che mi invadeva le gambe già nude.
Lo scorsi lì, in acqua. Mi dava le spalle tenendo la testa poggiata sulle braccia a bordo piscina.
Mi mossi lentamente cercando di non farmi sentire. Con calma mi liberai della maglietta e degli ultimi indumenti sciogliendo i capelli che andarono liberi.
L'acqua era così piacevolmente tiepida che un brivido di piacere mi percorse mentre mi immergevo sempre di più. Mi aveva sentito.. ne ero sicura. Stava solo aspettando che lo raggiungessi.. e ci misi poco.
In pochi secondi fui dietro di lui e posai le mie mani sulla sua schiena baciandogli le scapole. Lo sentii rabbrividire sotto il mio tocco.
Mi lasciò continuare irrigidendosi sempre di più finché non si voltò verso di me.
“Ci hai messo troppo..”
Non risposi e continuai quello che avevo iniziato passando a baciargli lentamente il petto, lasciando che l'acqua bagnasse le mie labbra e rendesse tutto ancora più bello  ed eccitante.
Le sue mani furono subito sui miei fianchi avvicinandomi a lui mentre la sua lingua tracciava linee immaginarie sul mio collo. Rabbrividii e strinsi la presa delle mia mani sulle sue braccia.
Sentivo già la sue erezione premere contro di me, imponente e forte.
Mi ci strusciai su un po' facendolo fremere mentre si divertiva a giocare con i miei umori scatenando i miei sensi.
Mi immersi in acqua qualche secondo per lasciare leggerei baci sul suo corpo, salendo sempre più su mentre le sue mani erano ferme nei miei capelli. Mi riportò su e mi baciò i seni più volte costringendomi ad inarcare la schiena per il piacere.
Dio.. non ce la facevo più.
Fremevamo insieme. Tremando.
“Rob.. ti prego..”
Non ci fu bisogno di supplicarlo oltre. Mi voltò in modo da stringermi tra lui e il bordo della piscina e con una spinta decisa mi penetrò facilmente facendomi sussultare di dolore e piacere.
Avvinghiai le gambe attorno alla sua vita e affondò di nuovo in me con forza.
I miei gemiti erano ormai incontrollabili e dovevo necessariamente sorreggermi alla sua schiena affondandovi le unghie.
Continuava a muoversi con fare esperto dentro di me, sempre in cerca di punti nuovi e sembrava trovarne sempre visto che ogni volta mi sembrava di avvicinarmi sempre di più al paradiso.
Intrecciai le mani nei suoi capelli avvicinando il suo viso al mio e portando la mia lingua a contatto con la sua, in un bacio infinito accompagnato dai gemiti che ormai regnavano sovrani.
Mi mossi sopra di lui assecondando i suoi movimenti e stringendo le mie membra attorno al suo. Diverse volte.. una tortura che sembrava non avere mai fine finché con un'ultima spinta decisa si riversò in me portandomi al piacere insieme a lui.
Dio...
Respiravo affannosamente mentre l'acqua tiepida si muoveva ancora attorno a noi asciugando il nostro sudore.
Accasciai il viso sulla sua spalla e la baciai dolcemente.
Rimase dentro di me ancora un po' dandomi un senso di completezza e agio mai sentito prima, infine sgusciò via ma dovette continuare a sorreggermi visto che le gambe ancora mi tremavano.
Mi tenne saldamente una mano attorno alla vita e portò l'altra dietro la mia nuca baciandomi il collo.
Alzai il viso e un po' stremata incontrai i suoi occhi blu, pieni d'amore, e mi sciolsi come sempre.
Lo baciai con dolcezza. Senza fretta. Le nostre labbra si sfioravano appena in un gioco così casto e pure che mi ricordò uno dei nostri primi baci.
“Ti avevo detto che la luna di miele non era finita..” sussurrò facendomi sorridere per trascinarmi poi verso la parte più profonda della piscina.

“Mami... mammina...”
Sentivo la voce di Rob sempre più vicina ma non riuscivo a capire se stessi sognando o se fossi in dormiveglia.
Mi stiracchiai un po' scrocchiando la schiena ma non aprii gli occhi finché una piccola manina mi colpì dolcemente il naso.
Aprii gli occhi sbadigliando e mi trovai Joy davanti a me, tra le ginocchia di Rob che era accucciato accanto al letto e mi guardava divertito.
“Buongiorno dormigliona”
“Mmm..” mi lamentai semplicemente stropicciando gli occhi. “Che ore sono?”
“Sono le nove. Fortuna che questa bella bimba ha un padre.. Se fosse per te morirebbe di fame..”
Risi. “Mi dispiace.. non vi ho proprio sentiti..”
Allungai la mano in cerca di quella i Joy che sorridendo l'afferrò iniziando a saltare sul posto emettendo i suoi soliti versi incomprensibili.
“Ma.. ma... da..da... a-a-a-a-a-a-a...”
Sembrava un piccolo canguro irrefrenabile e Rob accompagnava i suoi saltelli cingendole la vita coperta solo dal pannolino. Mi resi conto che anche Rob era solo in mutande. Già a prima mattina.. mio dio..
“Allora per farti perdonare.. alza dal letto quel bel culetto che ti ritrovi e vieni a fare la doccia con noi..” mi schioccò un veloce bacio sulle labbra e velocemente afferrò Joy facendola volare in aria tra le sue urla e risa divertite e sparendo in un secondo dalla camera.
Quando li raggiunsi appena due minuti dopo erano già immersi nella grande vasca da bagno piena di schiuma e bolle che continuavano a volare nell'aria.
Joy era sulle gambe di Robert e si divertiva a giocare con una paperetta. Appena mi vide diede un urlo indicando verso di me e battendo le mani sull'acqua.
“Ecco la mamma...” annunciò Rob. “Come fai ad essere così sexy appena sveglia?”
Scrollai le spalle divertita e accettando la provocazione mi avvicinai alla vasca. Lo trafissi con lo sguardo e senza allontanare gli occhi dai suoi mi abbassai le mutandine lasciandomi addosso solo la sua maglia che avevo messo per dormire e che mi arrivava un po' sopra le ginocchia.
“Kristen.. ho Joy in braccio” mi fece notare e non potei bloccare una risata.
“D'accordo faccio subito..” e detto questo mi liberai della maglia e mi immersi nell'acqua accanto a loro sospirando.
“Sei bellissima..” mi sussurrò Rob all'orecchio per poi baciarmi piano una guancia lasciandola in fiamme.
“Anche tu”. Posai le labbra sulle sue per un bacio dolcissimo prima che le urla di Joy ci interrompessero.
“Che c'è piccolina eh?” la stuzzicai portandola a cavalcioni su di me e facendole il solletico sul pancino mentre le sue grida rimbombavano nel bagno.
Si dimenava come una forsennata e Rob riuscì ad afferrarla prima che finisse sommersa nell'acqua.
“Sei proprio una monella!” la riprese ridendo mentre lei di tutta risposta lo picchiò in faccia con quelle manine che non avrebbero potuto far male a una mosca.
“Oh! Cattivona cattivona! Non si picchia papà!”. Prese ad alzarla e abbassarla continuamente dall'acqua facendola ridere senza sosta.
Quando si fermò l'avvicinò a sé e le baciò teneramente le labbra. Mi allungai per prendere lo shampoo e glielo passai dolcemente su quei pochi ricciolini che aveva mentre con la testa seguiva i movimenti delle mie mani cercando di unire le sue alle mie.
Dopo una buona mezz'ora passata solo a crogiolarci nell'acqua ci decidemmo ad uscire prima che ci si intorpidissero le dita. Uscì Rob per primo ed ebbi la possibilità di ammirare il suo più che invitante corpo nudo mentre lentamente si metteva l'accappatoio.
“Le piace quello che vede signora Pattinson?”
Mi faceva ancora strano sentirmi chiamare così eppure sorrisi arrossendo divertita.
“Stai zitto e prendila” risi.
Afferrò il grande asciugamano che usavamo per il bagno di Joy e ce l'avvolse dentro iniziando a massaggiarle la schiena e la testa e in attesa che io uscissi dall'acqua.
Mi alzai e gli chiesi di passarmi il mio accappatoio ma si rifiutò.
“Rob dai! Mi sto congelando..”
“Fammi ammirare la mia Venere ancora un po'..” disse rauco mentre mi squadrava da capo a piedi.
Incrociai le braccia al petto cercando di coprirmi un po'.
Possibile che ancora arrossissi sotto il suo sguardo? Eppure mi aveva vista nuda così tante volte..
“Hai finito?” sbuffai.
“Ancora un secondo..” continuò imperterrito mangiandomi con gli occhi e facendomi eccitare dannatamente.
“Bè quando la smetti di fare il guardone fammi un fischio”
Rise di gusto. “D'accordo... finito” affermò ridendo e allungando una mano per aiutarmi a uscire.
“Sei un pervertito..” sussurrai mentre mi aiutava ad infilarmi l'accappatoio.
“Non ho il diritto di guardare mia moglie nuda?”
“Ma non di farla morire dal fredda facendola sentire un'idiota” scherzai e di tutta risposta rise sulle mie labbra baciandole piano.
Era incredibile.. come se non riuscissimo davvero più a fare a meno l'una dell'altra.. nel senso fisico dell'espressione..
Sospirai staccandomi e allungando le braccia verso Joy che venne subito verso di me.
“Andiamo ad asciugarci amore della mamma”
“Oh.. ancheggeresti un po' per me?”
“No! Non te lo meriti!” tuonai mentre lui metteva su un finto broncio.
Gli feci una linguaccia e mi avviai fuori dal bagno.
Mi voltai un secondo per sorridergli e uscii ancheggiando mentre sentivo la sua risata crescere sempre di più.


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Joy si era innamorata. Dal primo momento in cui aveva messo gli occhi su quel triciclo non ne aveva voluto sapere di staccarsene. Era come ipnotizzata e in fondo non era davvero una cattiva idea comprarne uno. Non l'avevamo abituata al girello ma un triciclo era davvero un'ottima cosa considerando che migliorava nel camminare ogni giorno di più e non avrebbe fatto altro che aiutarla a tenere l'equilibrio, o almeno credevo.

L'avevamo messa sopra nel negozio di giocattoli in cui eravamo entrati più per sfizio che per altro e nonostante le urla di gioia nello starci seduta non si era mossa di un centimetro. Ovviamente..
Cosa si aspettava la mia piccola povera illusa?
Camminava da nemmeno due mesi e già pretendeva di riuscire a pedalare?
Eppure nonostante i tentativi andati a vuoto non volle saperne di scendere così, rischio crisi isterica di pianto,  fummo costretti a trascinarla alla cassa sul nuovo giocattolo che ero sicura non sarebbe durato a lungo.
Se non imparava a muoversi da sola si sarebbe presto scocciata..
Rob si era anche preoccupato di comprarle un casco adorabile. Fu difficile metterla in macchina cercando di farle capire che il nuovo gioco era nel cofano e sarebbe venuto con noi. Infatti non riuscimmo a calmarla per un po' e fui costretta a tenerla in braccio anche se sapevo che a Rob dava molto fastidio. Ogni volta se ne usciva con la storia degli incidenti.
“Se esistono i sediolini per i bambini ci sarà un motivo” diceva sempre e non mancò nemmeno di ricordarmelo allora.
“Prova a calmarla tu se ci riesci allora..” ringhiai mentre lui guidava verso casa dei miei genitori.
“Io invece ho intenzione di lasciarla piangere e lasciarla sfogare.. così si stancherà subito, si addormenterà dopo pranzo e io e te possiamo fare tante belle cose insieme..”
Rimasi di sasso guardandolo interdetta mentre lui sorrideva come un cretino alla strada di fronte a sé.
“Credo che la luna di miele ti abbia dato alla testa..” sentenziai mentre cercavo di calmare la piccola.
“Oh non la penserai così quando sarà distrutta e addormentata nella sua culla..”
Mi trovai a sorridere nonostante tutto.. Effettivamente la prospettiva di avere ancora del tempo con lui mi allettava parecchio.
Sospirai mentre Joy sfogava gli ultimi singhiozzi. La cullavo dolcemente ma sapevo che in nessun modo mi avrebbe capito se le avessi detto che avrebbe potuto rivedere il suo triciclo a breve. La lasciai piangere, anche perché avevo letto che faceva bene dopotutto. Era segno di salute, se non c'erano problemi a monte ovviamente.
Dopo una ventina di minuti Rob parcheggiò sul vialetto di quella che prima era anche casa mia. Lo era ancora, come diceva sempre mamma, ma ormai avevo una mia famiglia e la mia vera casa era altrove.
“Mi raccomando.. saluto veloce, prendiamo le cose di Joy e andiamo via” mi raccomandai percorrendo il vialetto.
“Come mai tutta questa fretta improvvisa? Non avrà mica programmi per il dopo-pranzo?” mi stuzzicò come sempre da giorni ormai.
Gli feci una linguaccia mentre bussavo al campanello.
Ci aprì mia madre con un sorriso a 64 denti che sbiadì repentinamente appena vide gli occhi gonfi e arrossati di Joy che ormai tranquilla teneva il viso chino sulla spalla di Rob.
“Oh mio dio! Cosa le avete fatto?” ci accusò.
“Ciao anche a te mamma! Che bello rivederti!”
Senza curarsi di noi allungò le braccia alla nipotina che andò da lei di buon grado mentre io e Rob ci scambiavamo uno sguardo sardonico.
D'un tratto la casa che inizialmente era sembrata vuota si popolò. Mio padre e i miei fratelli giunsero chi dalla cucina chi dal piano di sopra e accerchiarono la piccola cercando di capire cosa avesse.
Mio dio..
“Ehi! Salve! Ci siamo anche noi!” urlai soprattutto a Dana e Cameron che non si erano nemmeno preoccupati di salutarci.
Velocemente spiegammo la faccenda e finalmente ci fecero entrare senza guardarci come se fossimo due genitori scellerati.
“Lo so io come tirarla su” annunciò mia madre facendoci strada in salotto dove trovai inaspettatamente i miei nonni seduti sulle poltrone.
“Kristen tesoro!” esclamò mia nonna vedendoci entrare e cercando di alzarsi dalla poltrona ma prima che potesse farlo fui da lei e mi chinai per abbracciarla.
Rob fece lo stesso. Adorava mia nonna.. e lei adorava lui. Erano due simpatici vecchietti, forse un po' ingenui a volte ma unici nel loro genere.
“Ciao nonno!” lo salutai entusiasta mentre lui ricambiava il mio affetto.
“Come stai?”
Mi guardò spaesato per un secondo poi rispose. “Da nessuna parte..”
“No nonno.. non dove vai. Volevo sapere se ti senti in forma..”
“No non mi sembra che ha suonato il forno..”
Oddio.. “Non il forno nonno..” scossi il capo. “Ti senti bene?”
“Oh non c'era bisogno che mi portassi delle creme tesoro..”
Oh santo cielo.. Mi voltai un secondo verso mamma in cerca di aiuto. Annuì e si avvicinò a noi chinandosi all'orecchio di mio nonno.
“PAPAAAA'!!” urlò all'improvviso facendoci saltare sul posto. Lanciai un'occhiata preoccupata a Rob che sembrava aver perso un battito come me. “ACCENDI L'APPARECCHIO PAPA'!!!” continuò mia madre e finalmente capì e dopo qualche minuto riuscì ad accendere il suo apparecchio acustico.
“Oh.. che dicevi tesoro?” disse con un sorriso tenero.
Mia madre scrollò le spalle con un sorriso.
Dio.. che famiglia di pazzi. Rob sorrideva divertito mentre per me c'era quasi da mettersi le mani nei capelli.
Joy ormai era distratta dai miei fratelli ma le vidi gli occhi illuminarsi appena Jella fece il suo ingresso in salotto. Apatico e strafottente quasi come sempre.
Il mio micione! Da quanto tempo non lo vedevo!
Mi ci piombai sopra riempiendolo di baci. Sembrò accettarli volentieri.. stranamente.
Non era un segreto che il nostro era un vero e proprio rapporto odio/amore. Lui richiedeva sempre e solo l'attenzione minima e indispensabile ma poi non si era mai fatto scrupolo di venirmi a svegliare la mattina intrufolandosi nel mio letto.
Dio quanto mi era mancato.
Joy era catturata e attratta come me da lui.
“Ecco appunto.. abbiamo trovato il modo per tirarla su” affermò Dana portando la piccola vicino a noi mentre Cam ci parlava di come Joy si fosse affezionata a Max nella settimana che era stata lì.
“Piano piano Joy..” le intimavo accompagnando la sua mano dolcemente mentre Rob parlava di non so cosa con mio padre.
“Restate a pranzo no?” chiese mia madre irrompendo in cucina.
“Veramente pensavamo di tornare a casa.. Siamo passati solo a prendere la roba di Joy”
“Andiamoooo perchèèè? E' da Natale che non facciamo un bel pranzo tutti insieme..”
Guardai Rob in cerca di aiuto ma anche lui non sapeva come tirarsi fuori e non avrebbe mai rifiutato un invito di mia madre.
“Ma dobbiamo far mangiare Joy..”
“Tesoro ho qui tutto il necessario! Non cercare scuse! Insomma cosa avete di così urgente da fare da dover tornare subito a casa?”
Io e Rob ci scambiammo uno sguardo furtivo e colpevole. Mi schiarii la voce..
“Ehm... noi.. dobbiamo..”. Ero a corto di idee, cazzo.
“Perfetto! Allora è deciso!” esultò trionfante tornando in cucina mentre i nostri allettanti piani svanivano sotto i nostri occhi.
Sbuffai abbastanza rumorosamente attirando l'attenzione di tutti e me ne uscii con un sorriso a 64 denti estremamente forzato.
Lanciai un'occhiata a Rob che nonostante tutto sembrava alquanto divertito. Dannazione a lui che mi metteva le pulci nell'orecchio.
Restammo fino ad ora di pranzo a rilassarci sul divano e a parlare del più e del meno. Joy era completamente dimentica della sfuriata di prima e sebbene mi era balenata l'idea di metterla un po' sul triciclo l'abbandonai subito onde evitare una nuova sfuriata durante il viaggio tra Los Angeles e Santa Monica.
“A tavolaaaaa” urlò mia madre dalla sala da pranzo. Rob e mio padre aiutarono mia nonna ad alzarsi dalla poltrona in cui era sprofondata e dopo poco eravamo tutti seduti. I miei avevano persino comprato un seggiolone per Joy nonostante avesse passato lì solo sette giorni.
Tra un boccone e l'altro io e Rob davamo la pappa a Joy che la gustava con piacere anche se con estrema lentezza. Si distraeva facilmente e a volte teneva lo stesso boccone in bocca per minuti interi. Purché non si affogasse andava bene così visto che ci dava il tempo di mangiare qualcosa per noi stessi.
“Allora.. diteci un po' della luna di miele.. non ci avete raccontato niente..” chiese curioso mio padre.
Ma perché proprio lui doveva fare domande del genere? Cosa potevamo dire? Che avevamo passato le giornate a fare l'amore tra camera da letto, spiaggia, sauna e vasca idromassaggio?”
“Ehm..” iniziai imbarazzata cercando di ricordare cos'altro avevamo fatto ma non mi veniva niente in mente.
“E' stato tutto perfetto. Il posto era magnifico. Il servizio eccellente..”
Fortuna che avevo Rob che mi salvava in calcio d'angolo con frasi di circostanza che ovviamente avrei potuto dire anche io. Eppure se ripensavo alle Fiji tutto quello che mi veniva in mente era...
“Abbiamo avuto solo un piccolo incidente di percorso..”
Tutti si bloccarono in attesa che continuasse.
“Kristen ha avuto una specie di intossicazione alimentare dovuta a sovrabbondanza di gamberetti..” spiegò.
Sentii lo sguardo di mia madre su di me. “Kristen.. tu non li digerisci i gamberetti..”
Abbassai il viso.
“Oh.. però. Questo non me l'avevi detto.. Anche da sposati scopro nuove cose su di te..” mi puntò Rob incatenandomi con lo sguardo.
Scrollai le spalle facendo una smorfia superficiale. “Sciocchezze.. non è vero che non li digerisco.. Solo che mi piacciono.. e magari mi lascio andare.. e SE ne mangio troppi PUO' capitare che FORSE mi senta male... ma niente di che..”
Rob mi fissava sprezzante alzando un sopracciglio.
“E poi.. dipende sempre dai gamberetti.. alcuni scendono giù una meraviglia..” sorrisi accattivante e tagliente sicura che avrebbe colto il doppio senso.
Infatti si limitò a sogghignare e abbassare il viso tra le mani mentre ridevo insieme a lui.
“Ooook.. direi che sicuramente è una di quelle cose che non vorremmo sapere..” esordì Cameron.
Infatti non avrei mai parlato di qualcosa del genere. Era pur sempre mio fratello. Certo con una figlia non poteva essere un segreto la vita sessuale mia e di Rob ma parlarne apertamente era tutt'altra cosa che non riguardava nessun altro se non noi.
“Quindi sei stata male?” chiese mia madre apprensiva.
“Ma solo una ventina di ore..”
“Già.. si è ripresa subito..”
Strattonai Rob con una gomitata e entrambi dovemmo sforzarci di trattenere una sonora risata mentre gli altri si scambiavano sguardi maliziosi.
“Si cioè.. un po' di nausea, qualche vomito e passa tutto..” aggiunsi.
“Ah a proposito! Auguri ragazzi!!!” se ne uscì mia nonna di punto in bianco.
Tutti ci voltammo a fissarla straniati cercando di capire di cosa parlasse.
“Magari era un po' presto per avere un altro bimbo ma sono tanto tanto felice per voi!”
Sputai nel bicchiere il vino che stavo bevendo e per poco non mi affogai.
“Mamma ma che stai dicendo..?” le chiese mia madre.
“Scusate, me ne sono ricordata solo adesso.. l'età si fa sentire..”
Robert rideva ovviamente.
“Nonna.. io non sono incinta!” mi affrettai a chiarire subito.
Mi guardò spaesata e con aria mortificata. Mi fece una gran pena. “Ma come? Ho.. ho letto su Gossip Magazine..”
Oddio.. eravamo alle solite.
“Mamma.. quante volte devo dirti di non leggere quelle cose? Non sono vere.. sono inventate per fare soldi e fare in modo che il giornale venga comprato..”
Sembrava davvero non poter credere alle sue orecchie. “Eppure..”
Si voltò per prendere la borsa appesa alla sedia e ne estrasse il giornale.
Una vecchia foto di me e Rob era in copertina. Una di quelle in cui si vedeva un po' del mio pancione quando ero incinta di Joy.
Diedi un'occhiata veloce all'articolo giusto per farmi due risate.
“Robert Pattinson e Kristen Stewart si sono finalmente presi la meritata pausa dopo il caos di Twilight e coronato il loro sogno di nozze sono volati alle isole Fiji per consumare la prima notte che in effetti è chiaramente già stata consumata in passato. Chissà i neo sposini a chi avranno lasciato l'adorabile piccola Joy.. che pare avrà presto un fratellino o una sorellina. Fonti note ci hanno confermato la possibilità di una nuova gravidanza per l'attrice che nonostante la giovane età sembra aver scoperto una voglia di maternità che va oltre i suoi anni...”.
Mi fermai lì per scoppiare in una fragorosa risata insieme a Robert.
“Oddio..” non riuscivo a fermarmi. “Queste fonti note mi fanno morire.. Chi credi possano essere? Magari ci annunciano la buona novella anche a noi..”
“Ahahaha” rise Rob insieme a me. “Forse i gamberetti hanno fatto la spia..”
Continuammo a leggere quelle sciocchezze sbellicandoci ancora per un po' finché non ci calmammo del tutto e trovammo sette paia di occhi a fissarci interdetti.
Ci ricomponemmo in un secondo. “Bè comunque no.. non sono incinta. Forse qualcuno dovrebbe spiegare alle riviste di gossip cos'è la pillola..”
Gli occhi di tutti si puntarono su Joy che del tutto estranea ai fatti era intenta a capire i meccanismi di un giochino che aveva tra le mani.
“D''accordo.. ma lei è stata davvero inaspettata. Fu una manchevolezza..” mi giustificai e tutti annuirono silenziosi mentre io sorridevo tra me e me al pensiero che quella manchevolezza ci aveva portato la cosa più bella della nostra vita.
“Comunque sono davvero un bel posto quelle isole..” Rob riprese a parlare cambiando discorso, o per meglio dire, tornando a quello originario. “Infatti stavamo pensando di tornarci con Joy o comunque di andare da qualche parte prima che finisca l'estate..”
“La trovo una bellissima idea” approvarono i miei in coro, ridendo.
“Soprattutto visto che da settembre sarete di nuovo abbastanza impegnati” terminò mio padre.
“Si..” riprese Rob. “Bè vedremo.. non devono essere per forza le Fiji.. Ci sono tanti posti sulla faccia della terra.. Magari le Hawaii.. o il polo Sud” scherzò. “Magari prima del suo compleanno..”
“Dopo il 4 Luglio però” aggiunsi io. “Voglio organizzare un barbecue quel giorno” annunciai fiera.
Ovviamente mia madre approvò subito con gran piacere di Rob e si mise a completa disposizione per l'organizzazione.
L'aiutai a sparecchiare e lavare i piatti mentre Rob ne approfittava per cambiare Joy.
Ci riunimmo di nuovo in salotto e notai che oltre al pannolino l'aveva cambiato anche d'abito. Assurdo.. era peggio di me a volte.
Joy trotterellava per il salone sotto lo sguardo vigile di Rob. Appena mi vide si diresse verso di me stringendo forte le mie gambe.
Mi chinai per baciarla dolcemente e la rimisi giù. Si aggrappò forte alla mia mano mentre mi avviavo verso il divano. Non feci in tempo a sedermi che mi madre annunciò di volerci mostrare qualcosa in giardino, in quel suo piccolo angolo di paradiso in tecnicolor. Mi chiesi cos'altro potesse entrarci visto che molto dello spazio era occupato da tazze e scene dipinte da Alice nel Paese delle Meraviglie.
Joy si aggrappò anche alla mano di Rob e insieme agli altri uscimmo sul retro per vedere quello che si stagliava di fronte a noi.
Non potevo credere ai miei occhi. Un enorme riproduzione del Brucaliffo si innalzava al centro del giardino con tanto di pipa e narghilè.
Era decisamente impazzita.
“Che ne pensate?” chiese entusiasta.
“Ti sei data al fumo?” fu tutto quello che riuscii a dire mentre gli altri sogghignavano divertiti. Rob come me era rimasto alquanto sorpreso.
“Non scherzare Kristen. E' un pezzo unico! Non sai cosa ho dovuto fare per averlo..”
“Non lo voglio sapere” risposi apatica.
Un secondo dopo la vidi fiondarsi verso quel coso fatto di creta o argilla, non sapevo bene cosa fosse.
“No mamma! Non è proprio il caso!” cercai di fermarla prima che si mettesse la pipa in bocca, ma era troppo tardi.
Mi lanciò un'occhiata quasi offesa e iniziò con mio stupore a soffiare invece di aspirare.
Dopo pochi secondi bolle di sapone iniziarono a venir fuori dalla bocca dell'enorme bruco e in poco tempo centinaia di bolle riempirono l'aria attorno a noi.
http://i56.tinypic.com/28i4uqe.pngMi guardai attorno girando su me stessa incantata dallo spettacolo di luci e arcobaleni che ci stavano offrendo. Joy si staccò dalle nostre mani e corse per tutto il giardino inseguendo le bolle e cercando di afferrarle. Rideva quando le si scoppiavano tra le mani e subito andava a caccia di una nuova.
“Mamma..” sussurrai. “E' bellissimo..”
“Visto? Figlia di poca fede”
Sorrisi e mi accorsi di Rob che continuava a soffiare divertito creando bolle su bolle.
Mi voltai a guardare gli altri che giocavano a rincorrere Joy sull'erba. Rob si unì a loro un secondo dopo prendendo Joy in braccio e lanciandola in aria.
La sporgeva verso le bolle per ritirarla un secondo prima che potesse prenderle in bocca.
Era così bello.. Ridere tutti insieme.. Stare bene..
Mi resi conto di quanto la mia vita fosse perfetta e di come lo sarebbe stata in ogni caso con una famiglia del genere.. Con un marito che mi amava e una figlia che ci univa ancora di più..
Mi gettai tra le braccia di mia madre quasi piangendo.
“Ti voglio bene mamma..”
“Anche io amore mio..” sussurrò. “Anche io..”


Era troppo bello per essere vero. Non che fosse una tragedia ma era decisamente qualcosa che non mi aspettavo.

Avevamo passato l'ultimo mese a fare praticamente niente. In giro, dai miei, in piscina, in ogni posto dove potevamo stare in pace..
E ora.. ora avevo un  nuovo dubbio ad assalirmi e la rabbia cresceva sempre di più quando mi rendevo conto di essere stata una sciocca a non pensarci da sola. Come poteva essermi sfuggito un “particolare” tanto importante?
Solo guardando un pacco di assorbenti al supermercato mi ero resa conto di avere una settimana di ritardo.. e non era normale visto che con la pillola avrei dovuto essere un orologio svizzero come ero sempre stata, eccetto quando avevo scoperto di aspettare Joy.
Ripensai ai gamberetti, ai vomiti, alla nausea.. e all'antibiotico che avevo preso per cercare di stare meglio e che aveva decisamente potuto annullare gli effetti della pillola.
Dio! Come avevo potuto essere così stupida da non pensarci?!
Presi un profondo respiro mentre le gambe mi tremavano terribilmente. Rob era di sotto e non sapeva niente. Avevo preferito così. Magari si sarebbe illuso. Non sapevo come avrebbe reagito quindi era decisamente meglio che sapessi prima io e nel caso gli avrei comunicato la notizia.
Certo però.. un altro bambino quando Joy non aveva nemmeno ancora un anno.
Calma Kristen.
Dovevo stare calma. Non c'era niente di certo, magari mi stavo solo facendo film in testa. Magari era lo stress a causarmi il ritardo nonostante la pillola.. Peccato che di stress in quel periodo non ne avevo avuto per niente!
Magari c'era un altro motivo in ogni caso, qualcosa poteva aver annullato l'effetto della pillola squilibrando il mio ciclo. Non voleva dire necessariamente che ero incinta.
Forze e coraggio. Era solo uno stupido test. Già.. uno stupido test che avrebbe potuto cambiare di nuovo le nostre vite.
Rosa o blu. Un semplice colore a decidere.
Una sola cosa era certa. Non l'avrei mai scoperto stando seduta sullo sgabello del bagno.
Presi un lungo sospiro alzandomi. Era pronto. I minuti erano passati..
Era il momento di sapere.
Afferrai il bastoncino, un ultimo respiro profondo, un po' di coraggio. Chiusi gli occhi.. e lo girai.

O___________________O
Si aprano le scommesse...
POSITIVO o NEGATIVO???

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Capitolo 35
*** Lies ***


lies Buon pomeriggio ragazze!!!!! Come state?? Noi benissimo...non so se potremo dire lo stesso però dopo che voi sarete arrivate alla fine perchè ehm... Vabbè voi ricordate che la violenza non è mai la via giusta, ok??? U___U
Ehm..ehm.. alla fine ci volete bene e amate questa storia e noi e noi siamo buone buone. Coooomunque tutte avete pensato che Kristen sia incinta...mah chissà???? Leggete e lo scoprirete ;D
Vi lasciamo a questo entusiasmante capitolo e buona domenica a tutte voi.
Bacio Cloe e Fio.
P.S= Volevamo ringraziare tutte voi che avete segnalato questa storia per le 'storie scelte' . Siete fantastiche e per noi significa moltissimo!! Se altre di voi vogliono farlo non esitate eh ahahah ci fa piacere!
P.P.S= Abbiamo risposto alle recensioni via messaggio personale...controllate la vostra casella messaggi O__+



CAP 35 (Fio)


LIES





POV Rob


Allungai il braccio come facevo sempre ogni mattina e fui felice di sentirla vicina anche se ero un po' scottato e confuso dalla notte precedente.
Mi voltai sul lato e lasciai scivolare piano la mia mano sulla sua pancia abbracciandola dolcemente da dietro e immergendo il mio viso nell'incavo del suo collo.
Come poteva avere sempre un profumo così buono da scatenare i miei sensi anche a prima mattina?
La sentii muoversi candida cotto i miei tocchi e continuare a fingere di dormire.
Socchiusi le mie labbra e le poggiai sulla sua spalla scoperta per baciarla dolcemente. La sentii rabbrividire e continuai muovendomi piano lungo il suo collo fino ad arrivare a mordicchiarle l'orecchio.
“Mmm...”
Era così adorabile quando mugugnava, e mi faceva impazzire che fossi io a farle quell'effetto.
“Buongiorno” le sussurrai roco all'orecchio che avevo tra le labbra mentre già sentivo crescere la mia voglia di lei.
“Giorno” rispose ancora con gli occhi chiusi e affondando il viso nel cuscino.
Continuai a punzecchiarla facendo scivolare la mia mano sotto la sua maglia per toccare la sua schiena nuda e liscia e lasciarla con la pelle d'oca.
Mi chinai su di lei e posai le mie labbra sulla sua nuca e sui suoi capelli sperando in una reazione che non tardò ad arrivare.
Si voltò e in un secondo le sue labbra furono sulle mie, prepotenti e urgenti. Le sue mani tra i miei capelli e il suo corpo che si inarcava sopra le mie braccia che le cingevano la vita.
Le nostre lingue erano un tutt'uno e tutto quello che desideravo era essere in lei.
“Dio Kristen.. quanto ti voglio..”
Soprattutto visto che la sera prima ero stato.. come dire.. respinto?
Aveva sonno. O almeno questa era stata la sua scusa che non giovava per niente al mio ego personale.
Continuammo ad essere immersi in quel bacio appassionato finché fu troppo per me e cercai di sfilarle la maglietta ma mi bloccò.
“Rob no..” disse sul mio collo ma la ignorai e mi spostai sulle sue labbra per metterle a tacere.
Dapprima rispose con voglia poi si bloccò di nuovo.
“Dai Rob..”. Mi spinse dolcemente via con le mani e si ricompose un po' mentre io non capivo.
Assolutamente non capivo.
“Che succede Kris?”
Scosse la testa. “Niente, non succede niente, solo che non mi va..”
Oh, bene. Perfetto. Ottimo.
Non sapevo bene cosa dire.
“Sai.. essere respinto due volte nel giro di dieci ore è davvero un colpo basso per la mia autostima.. Devo pensare che non ti piaccio più?”
Si passò una mano tra i capelli prima di guardarmi attonita e sorpresa.
Si mise in ginocchio sul letto di fronte a me e lentamente si avvicinò al mio corpo e mi abbracciò. Le sue labbra sull'incavo del mio collo e i suoi capelli che profumavano di camomilla erano un afrodisiaco.
Mi baciò la pelle prima di guardarmi negli occhi.
“Tu mi piacerai sempre.. anche se ti verrà l'orticaria o quando sarai vecchio e le rughe copriranno il tuo bel faccino..”
“Però che bella immagine, grazie amore..” dissi sarcastico e si mise a ridere.
“Era per farti capire che non mi stancherò mai di te..”
“Non sembrava così ieri sera..”
Alzò gli occhi al cielo. “Cosa c'è di male? Ero stanca.. è successo altre volte..”
“Però di solito la mattina, ben riposata, rimediavamo..”
Sorrise mentre le sue mani giocavano con i miei capelli. Mi faceva impazzire quando lo faceva, e lo sapeva bene.
Portai un dito al suo mento e avvicinai le mie labbra alle sue tentando un'ultima volta.
“Rob.. abbiamo un sacco di cose da fare..”
“Kristen è presto.. gli altri non arriveranno prima di...” lanciai una rapida occhiata alla sveglia sul comodino “.. cinque ore” conclusi sbuffando e sentivo che stava svanendo tutta la magia che avevo cercato di creare.
“Poco tempo. Dobbiamo preparare Joy, sistemare il giardino, cucinare.. e..”
“Ma non potevamo passare la festa dell'Indipendenza da soli? Solo noi tre e nessun altro?”
“Ma Rob..” si lamentò. “Siamo stati da soli da quando siamo tornati dal viaggio di nozze. Ho voglia di stare un po' in gruppo e poi ormai è già tutto comprato e organizzato quindi non fare storie..”
“Io.. faccio storie solo perché per avere un po' di sano sesso con mia moglie sono costretto a pregarla.. E' umiliante..”
“Dai non fare la vittima” rise sulle mie labbra e mi baciò.
Approfondii subito il bacio non contento e la trascinai con me mentre mi stendevo di  schiena sul letto.
“Ci piaceva farlo la mattina presto..” bisbigliai.
“Quando non avevamo una figlia da sfamare” rispose e capii che non ce l'avrei fatta. Quel giorno era davvero incorruttibile perciò meglio ritirarmi prima che il mio livello di autostima scendesse sotto lo zero.
Proprio in quel momento sentimmo Joy piangere dall'altra stanza, puntuale come sempre.
“Visto?”
Odiavo quando aveva dannatamente ragione.
“Non ci sarebbe stato il tempo..” affermò mentre si alzava da me.
“Oh si invece” replicai. “Nel tempo che hai passato a cercare scuse l'avremmo fatto tre volte!” le urlai mentre si dirigeva verso la porta.
Si voltò per un sorriso veloce e uscì dalla stanza.
La raggiunsi qualche minuto dopo giusto in tempo per vederla uscire dalla camera con Joy che tra le sue braccia si stropicciava gli occhi ancora mezza addormentata.
“Oh chi abbiamo qui.. Buongiorno amore mio.. vieni da papà..”
Allungai le braccia verso di lei che sbadigliava a bocca spalancata. Mi guardò per qualche secondo e infine voltando la testa tornò a stringersi a Kristen.
Senza parole.
“Ma cos'ho stamattina? La lebbra?”
Kristen rise divertita carezzando le schiena di Joy.
“Che ci vuoi fare? Preferisce la mamma”
Risposi con una linguaccia. “Scendiamo a fare colazione che è meglio..”
Spostai la tavola di compensato che avevamo provvisoriamente poggiato alle scale per evitare che Joy cadesse e mi beccai un colpo di tosse da Kristen.
“Quando avrai intenzione di montare il cancelletto che abbiamo comprato due settimane fa?”
“Oh.. ehm.. presto..”
“Prima che nostra figlia cada per le scale voglio sperare..”
“Certo.. prima che cada dalle scale.. E comunque non mettermi queste immagini in testa..”
“Ieri hai detto che l'avresti montato oggi..”
Scendendo le scale ci trovammo in cucina e iniziammo la nostra routine per la colazione, prima quella di Joy, poi la nostra.
“Non è vero” mi difesi non ricordando per niente di averle fatto una simile promessa.
“Si invece..”
“E quando esattamente di grazia?”
“Ieri notte, quando cercavi di corrompermi hai detto 'Oh ti prego Kristen, farò tutto quello che vuoi, laverò i piatti per una settimana, pulirò la piscina  e monterò il cancelletto'..”
Oh cazzo. Ora ricordavo ed era anche alquanto imbarazzante.
“Devi aver frainteso il senso del verbo montare evidentemente..” scherzai.
“Rob..”
“D'accordo Kris. Ti ho detto che monterò il cancelletto e lo farò!”
“Ti conviene.. perché se continui così sarà l'unica cosa che monterai..”
Mi fissai a guardarla terrorizzato da quella specie di minaccia.
Lei scrollò semplicemente le spalle e dopo aver posizionato Joy nel seggiolone mi fece l'occhiolino e iniziò ad imboccarla.
Io nel frattempo preparavo le nostre amate tazze di cereali.
“Credo che invece ti convenga ritirare quello che hai detto. Potrei accettare la sfida e allora verresti da me in ginocchio..”.
“Oh please, non sono io quella che ieri sera quasi si faceva venire una crisi..”
“L'ho solo trovato un po' strano, tutto qui. Nessuna crisi..”
“Strano cosa? Che non ti voglia?”
Disse quelle parole come se nulla fosse, come se non avessero peso eppure mi ferirono.
“E' così?” mi trovai a chiedere.
Si bloccò un istante e mi fissò attonita. “Ti ho già detto di no.. Rob, che ti prende?”
Scossi il capo fissando il pavimento. “Lascia stare..Vado a montare il cancelletto”.
Riposi il latte in frigo e uscii dalla cucina.
“Non mangi?” mi chiese da lontano.
“Non ho fame” mormorai cupo e salii le scale.
Non sapevo nemmeno perché d'un tratto la situazione era diventata pesante eppure avevo la sensazione che qualcosa non andava. Non c'era mai stata quel tipo di tensione fra di noi, il tipo che si percepisce ma non si può definire da dove venga o cosa l'abbia portata.
Tutto quello che sapevo era che sarebbe stata una giornata lunga e non vedevo l'ora che finisse. Odiavo stare in mezzo alla gente quando non ero a mio agio con Kristen. Mi sembrava sempre che mi mancasse una parte di me, un appoggio, qualcuno con cui parlare e da cui andare se avessi avuto qualche problema.
Fissavo quel foglio delle istruzioni da mezz'ora ormai ma ero così concentrato nei miei pensieri da non riuscire ca pire nemmeno se lo stessi leggendo nel verso giusto.
Mi destai dalla mie preoccupazioni solo quando vidi Kristen salire con Joy.
“Ancora a montare sto coso stai?”
“Ci sono quasi..”
“Non se leggi le istruzioni al contrario!”
Dio.. possibile che per la prima volta odiassi il tono che stava usando?
Le lanciai uno sguardo e sospirai un po' ferito girando immediatamente il foglio.
“Dai se non sei capace lascia stare.. lo farò fare a mio fratello..”
“Ti ho detto che ci sono quasi Kristen!!!”. Avevo alzato il tono di voce di almeno due ottave.
Mi fissò perplessa per qualche seconda e ricambiai lo sguardo altrettanto duro.
“Volevo solo aiutarti. Non c'è bisogno di urlare..”
“Non ho bisogno di niente. Perché non vai a preparare il giardino visto che è tanto importante?”
I suoi occhi duri nei miei e poi andò via. Mi sentivo una vera merda eppure ero convinto di non poter dire di avere torto su qualcosa. Era lei che era strana..
Mi stavo solo adattando ai suoi comportamenti assurdi.
Uscì dalla camera di Joy poco dopo e ignorandomi completamente mi passò sopra e scese per le scale.
“Come la guardi la bambina?”
Non potei fare a meno di domandarle preoccupato di come potesse occuparsi delle preparazioni nel giardino e della cucina e guardare Joy allo stesso tempo, soprattutto visto che da quando aveva imparato a camminare non stava più molto volentieri nel box.
“Sono perfettamente capace di fare due cose contemporaneamente. A differenza di qualcuno che non sa nemmeno montare uno stupido cancelletto per bambini!!” sputò acida in fondo alla rampa di scale e di nuovo fu fuori dalla mia vista.
Dio mio! Odiavo ogni secondo di quella situazione e preso dalla rabbia tirai un pugno alla ringhiera.
Pessima decisione perché mi graffiai col legno e presi a sanguinare.
Non ebbi nemmeno la briga di andare in bagno a disinfettare e mettere una fascia. Ero troppo fuori di testa per preoccuparmi davvero di me. Il mio unico scopo al momento era montare quel cazzo di cancelletto e dimostrarle che non ero un incapace.
Dopo due ore e duemila imprecazioni finalmente ci riuscii.
Posai il cacciavite nello stesso momento in cui sentii un urlo assurdo e agghiacciante provenire dal giardino. Riconobbi subito la voce di Joy e volando per le scale mi precipitai giù e fuori dalla veranda.
Trovai Kristen chinata sulla bambina che piangeva come mai aveva pianto nel suo anno di vita.
Fui da loro in un secondo e notai subito che Kristen tamponava la testa della piccola con un fazzoletto di stoffa.
“Cos'è successo?!” chiesi subito allarmato.
“Io.. lei.. ho..” aveva la voce rotta dal pianto e dallo spavento e non riuscì a finire di spiegarmi.
Senza pensarci due volte presi Joy dalle sue braccia e diedi una rapida occhiata alla testa.
Sanguinava. Non molto ma abbastanza da farmi preoccupare.
Piangeva, piangeva e gridava dal dolore e prima che il panico mi assalisse cercai di pensare razionalmente.
“Kristen dimmi qualcosa!”
“Un chiodo Rob.. ha battuto la testa su un chiodo e.. e non è vaccinata..”
Mi ci volle un secondo per capire cosa dovevamo fare.
“Andiamo!” esclamai stringendo Joy al petto cercando di cullarla.
“Dove?” chiese Kristen che mi seguiva in lacrime.
“All'ospedale Kristen! Dove altro?”
In un secondo fummo in macchina e fortunatamente le strade di Santa Monica erano alquanto libere e in poco fummo al pronto soccorso dell'ospedale.
Joy non si era per niente calmata e la cosa iniziava a preoccuparmi sul serio.
Per fortuna riuscimmo a parlare subito con un dottore e fui io a spiegare la situazione visto che Kris era ancora sotto shock.
“La bambina non è vaccinata. Non ha fatto l'antitetanica” puntualizzai subito mentre il dottore esaminava il suo capo.
“Non è un problema. La ferita non è profonda, non può aver causato problemi. Ma la vaccinazione va fatta, almeno entro i dodici mesi. Quanto ha lei?”
“Ne ha undici..”
“Quasi dodici..” aggiunse Kristen pronta.
“Allora gliela prescrivo stesso ora e potete farla subito al pronto soccorso.”
Disinfettò la ferita e Joy pianse ancora di più per il bruciore. Mi sentivo così impotente a vederla col faccino arrossato per lo sforzo e gli occhi colmi di lacrime.
Quando finalmente il dottore ebbe finito fu libera e si gettò tra le mie braccia battendo i piedi sul lettino contemporaneamente.
“Sssh.. ssh.. va tutto bene cucciola..”
La presi in braccio e avvinghiandosi a me potevo sentire le sue calde e copiose lacrime bagnarmi il collo.
Con la prescrizione del medico ci muovemmo per l'ospedale mentre cercavo di calmare Joy cullandola dolcemente e nel frattempo quasi veniva la nausea anche a me. Gli ospedali non mi erano mai piaciuti.
Kristen si aggrappò al mio braccio mentre entravamo nella sala del pronto soccorso indicataci dal medico e mi voltai per sorriderle.
Joy iniziava finalmente a calmarsi un po' e quando fu il nostro turno rimasi completamente scioccato da come la puntura non le avesse fatto alcun effetto. Era intenta ad osservare un pupazzo orrendo che avevano apposta per i bambini piccoli.
Forse come me si chiedeva se fosse per fare in modo che i bambini fossero spaventati più da quella specie di alieno a tre teste che non dalla puntura in sé.
Dopo mezz'ora eravamo fuori dalla struttura grazie a dio e di nuovo in macchina verso casa.
Nessuno dei due aveva aperto bocca per tutto il tempo se non per sussurrare parole dolci a Joy, il che era abbastanza deprimente.
Stare nello stesso posto a pochi centimetri l'uno dall'altra e non sapere cosa dire mi rattristava.
Entrammo in casa e ancora il silenzio regnava sovrano e mi uccideva.
“Hai bisogno di una mano?” chiesi vedendola armeggiare tra i fornelli con Joy in braccio.
Si fermò. “Solo.. stai con Joy.. Io.. io devo cucinare...”
“Certo” risposi subito prendendo Joy dalle sue braccia e non potei fare a meno di notare come le sue mani stessero tremando.
“Tesoro va tutto bene..” le sussurrai avvicinandola un po' a me ma si scostò subito e fredda tornò al suo lavoro.
Ma perché faceva così?
Non potevo saperlo e se lei non parlava non potevo costringerla.
Joy era piuttosto calma dopo il pianto che doveva averla sfinita parecchio e visto che il giardino era ormai pronto e la mia presenza in cucina era evidentemente sgradita non trovai altro da fare che stendermi con la mia piccola sul divano. Accesi lo stereo e mi lasciai cullare dalla musica dolce del pianoforte che inondava la stanza.
Avevo davvero bisogno di un po' di tranquillità e niente mi faceva calmare più di un pianoforte e del respiro finalmente pacato della mia bambina che giocava col mio orecchio aiutando a rilassarmi ancora di più.
Fu il suono del campanello a farmi accorgere che mi ero addormentato e quando aprii gli occhi notai che quelli di Joy erano ancora chiusi. Mi alzai delicatamente cercando di non svegliarla e di adagiarla alle mie braccia nel miglior modo possibile.
Mi chiesi come mai Kristen non avesse risposto e quando la sentii cantare dalla cucina capii. Era peggio di quanto pensassi.
Cantava mentre cucinava solo in due casi: o quando era estremamente felice o quando qualcosa la preoccupava e cercava di non pensarci e dati i precedenti di quella mattina optai per la seconda.
Il campanello suonò di nuovo e Joy si mosse un po' tra le mie braccia. Andai ad aprire prima che si svegliasse definitivamente e mi trovai Tom con un sorriso a 64 denti.
Gli feci segno di fare silenzio prima che potesse urlare e infatti si bloccò giusto in tempo.
Ci salutammo calorosamente con una stretta veloce e passai a salutare Carey con cui ormai faceva coppia fissa da un po'.
Mi chiese di Kristen e proprio in quell'istante lei venne fuori dalla cucina tutta pimpante e al settimo cielo.
Ma cosa diavolo le prendeva?
Urlò appena vide i nostri primi ospiti e così ogni tentativo di non svegliare Joy andò a farsi benedire.
Bè.. meglio così in fondo visto che se avesse continuato a dormire poi non avrebbe chiuso occhio la notte e tra un po' avremmo dovuto mangiare.
Kristen abbracciò Tom e di seguito Carey con un entusiasmo che non era solita dimostrare, non in modo così aperto e non potei fare a meno di chiedermi cosa potesse essere successo mentre dormivo.
Forse stava semplicemente fuori di testa..
http://i54.tinypic.com/2vj4sih.jpgLe ragazze andarono in cucina mentre io mi accomodai sulle sdraio del giardino con Tom che poteva spupazzarsi Joy. Era come uno zio per lei e se mai avessimo deciso per un eventuale battesimo certamente la nostra scelta sarebbe caduta su di lui come padrino.
Gli raccontai delle stranezze di Kristen ma lui non sembrava per niente disorientato come me.
“E' normale.. i primi tempi dopo il matrimonio è sempre così..” disse mentre faceva fare il cavalluccio a Joy che rideva felice rallegrando l'aria attorno.
Non potei fare a meno di sorridere a quel suono.
“O forse è incinta” concluse Tom ridendo.
Sorrisi per un secondo ma rimasi di sasso quando le sue parole riecheggiarono nella mia testa.
“Oddio..”
“Rob.. scherzavo”
“Lo so ma.. se lo fosse davvero?”
“Non pensi che te l'avrebbe detto?”
“Magari non lo sa nemmeno lei!”
“Le donne lo sentono subito. Sapeva di essere incinta di Joy no?”
“Si.. credo di si.. Bè si.. me lo disse lei, quindi..”
“Appunto. Se fosse stata incinta l'avrebbe saputo e di conseguenza anche tu”
Si.. aveva ragione. Che stupido ero stato a saltare subito alle conclusioni.
“Questo però ci riporta al punto di partenza.. Non so cosa le prende e cosa fare per scoprirlo.. E' inavvicinabile oggi..”
“Io mi ci sono avvicinato..” scherzò sfrontato e se non fosse stato per Joy gli avrei lanciato la birra addosso.
Sospirai. “Sono solo io che non gli vado a genio evidentemente..”
“Non dire stronzate. Kristen ti ama, tu la ami, Joy vi ama, le api e i moscerini vi amano.. Tutti vi amano.. Siete voi due.. Quelli che arriveranno a ottant'anni e si terranno ancora per mano per strada. Quindi prima che vomiti per tanta smanceria e sdolcinatezza smettila di dire cazzate”
Mi scappò un riso e ringraziai il cielo di avere un amico come lui che riusciva a sdrammatizzare e dire la verità nel modo più assurdo e divertente possibile.
“Mi chiedo cosa ci abbia visto Carey in te” scherzai bevendo un altro sorso della mia birra.
Mi guardò con aria sarcastica e di tutta risposta si bagnò il dito con un po' di birra e mi bloccai quando capii quello che stava per fare.
“Chissà se le piace.. assaggia Joy..”
Mi drizzai immediatamente ma non ebbi il tempo di urlare di no che lui già se la stava ridendo.
“Ahahahaha sei uno spasso Rob, dovresti vederti! Sei pallido come un vampiro! Ahahaha”
“Non è divertente, idiota!”
“Ma secondo te posso mai dare la birra alla mia nipotina preferita?”
Continuò a ridere mentre io prendevo un sospiro di sollievo e tornavo a sdraiarmi sulla sdraio.
Dopo una mezz'ora erano arrivati quasi tutti e se non fosse stato per l'aria pesante che aleggiava ogni volta che io e Kristen ci incrociavamo non sarei potuto essere più felice.
Aveva ragione: stare con i nostri amici era divertente ogni tanto, ma non in quelle condizioni e con quella morsa che mi chiudeva lo stomaco ogni volta che guardavo nella sua direzione.
Era un comportamento stupido da parte di entrambi e sapevo che era troppo orgogliosa per venire da me e chiedere scusa e se non lo avessi fatto io mi avrebbe rinfacciato di non aver fatto il primo passo mentre lei non poteva perché intenta nella cucina.
Temevo che me ne sarei pentito ma sapevo che mi sarei pentito di più se non ci avessi almeno provato.
“Sam la guardi un po'?”
Lasciai la manina di Joy al mio amico che accettò volentieri con un grande cenno e un sorriso.
Mi allontanai dagli altri e da quella conversazione di cui non avevo capito niente e andai da lei qualche passo più in là approfittando del fatto che le altre l'avessero lasciata sola vicino al barbecue, intenta ad arrostire hamburger e salsicce.
“Hey..”
Mi avvicinai da dietro e saltò sul posto quando mi sentì.
Prese un profondo respiro e subito distolse lo sguardo. “Hey..”
Il tono freddo e distaccato. Mi uccideva e non se ne rendeva conto.
“Ti serve una mano?” mi offrii sperano di scongelare quell'aria gelida.
“No”
“Kristen per quanto tempo andremo avanti così?”
“Così come?”
“A monosillabi e grugniti..”
Non rispose.
“Dai lascia che ti dia una mano..” ripetei e iniziai a disporre su un piatto ketchup e maionese.
“Che stai facendo?”. La voce era perennemente infastidita e non lo sopportavo più.
“La salsa rosa”
Mi trafisse con gli occhi sbuffando sonoramente.
“E perché diavolo la stai facendo, Rob?”
“Per la carne, Kris” risposi a tono.
Nervosamente mi tolse le posate di mano e buttò nel cestino il contenitore che stavo usando.
“Che diamine ti prende? Che ha che non va quella salsa?”
“Lo sanno tutti che sulla carne ci va la salsa barbecue.. e smettila di dire salsa con quell'accento inglese..”
“E' il mio accento Kristen..”
“Bè mi dai fastidio..”
“Ah quindi io ti do fastidio?”
“Non intendevo questo..”
“Invece credo proprio di si!” mi resi conto io stesso di aver alzato la voce ma ormai ero abbastanza incazzato nero.
Che cazzo le prendeva?
Fece per andarsene ma io l'afferrai per un braccio riportandola verso di me. Mi fulminò con gli occhi ma non la lasciai andare.
“Non girarmi le spalle mentre stiamo parlando!!!”
“Te le giro perché tu non stai parlando, stai urlando..”
“E CERTO CHE URLO KRISTEN, CAZZO!” sbraitai e il silenzio piombò attorno a noi mentre sentivo gli occhi di tutti puntati addosso.
“Rob..” la sua voce era un sussurro. “Non è il momento..”
“E QUANDO E' IL MOMENTO KRIS, EH? La sera quando non ti fai toccare? O il giorno quando a stento mi rivolgi la parola?!” feci un breve pausa per riprendere fiato.
“Voglio sapere che cazzo hai Kristen”
“Ti avevo detto di non volere il tuo aiuto ROB!!!”
“E infatti pur di non farti aiutare stavi quasi ammazzando Joy!”
Mi pentii subito di quelle parole ma erano vere e ormai erano andate. Doveva imparare ad affrontare le cose come aveva sempre fatto.
Mi osservò fredda e triste mentre vidi una piccola lacrima addensarsi sul suo occhio destro e mi sentii male, malissimo.
“Lasciami” sussurrò tra i denti e anche se non volevo.. la mano lasciò andare il suo braccio e i suoi occhi lucidi furono subito nei miei un secondo prima di chiudersi.
Istintivamente allungai le braccia e la sorressi ma continuava ad essere incosciente.
“Kristen.. Kristen..” sussurravo mentre la scuotevo leggermente e il fiato mi si bloccava in gola.
Non poteva succedere sempre tutto a noi.. Non potevo vivere in quella paura ogni maledetto giorno.
“Prendete dell'acqua!!!” urlai mentre la prendevo in braccio e un secondo dopo l'adagiavo sul divano seguito dagli altri che cercavano di darsi da fare in qualche modo.
“Kristen.. amore...ti prego.. svegliati..” le sussurrai scuotendole un po' la testa e grazie al cielo dopo pochissimi secondi aprì gli occhi sbattendo diverse volte le palpebre e infine mi vide.
“Rob..” la sua voce rauca.
“Grazie a dio”. Mi chinai su di lei e le baciai diverse volte la fronte.
Tentò di alzarsi ma la fermai. “Stai giù..”
“Che è successo?” chiese confusa.
“Stavamo.. parlando.. E sei svenuta..” dissi con un filo di voce ancora rotta dal terrore. Bloccai Dakota che si avvicinava con l'aceto e chiesi semplicemente di portare un po' d'acqua.
“Vieni..” l'aiutai ad alzare la schiena e, nonostante non volesse, fu costretta, dalla preoccupazioni intimidatorie di tutti, a bere un bicchiere intero per poi chinare il viso sul mio petto e di nuovo la sentii vicina e a casa come doveva essere sempre.
“Forse dovreste andare all'ospedale..” consigliò Tom ma Kristen lo spense con un no secco.
“Niente ospedale.. sto benissimo.. è stato solo un capogiro..”
“Ha ragione lui amore.. non si sa mai.. Sarebbe meglio andare..”
“Odio gli ospedali.. e una volta al giorno basta e avanza..”.
Scosse la testa e si mise dritta nello stesso momento in cui Joy scendeva dalle braccia di Tom. Barcollò un po' e infine venne da noi buttandosi con le braccia sulle gambe di Kristen che la prese in braccio schioccandole un dolce bacio per poi alzarsi, perfettamente, come se nulla fosse successo.
“Vi prego.. smettetela di guardarmi così.. sto bene..ora andiamo a mangiare..”
E così tra i borbottii preoccupati di tutti, compresi i miei, passammo la giornata intenti a non farla affaticare troppo, manco fosse incinta o cosa.
Era tardo pomeriggio quando man mano la casa si iniziò a sfollare.
“Facci sapere per qualsiasi cosa Rob, mi raccomando..”
“Certo Tom..”
Lo salutai con un abbraccio amichevole e dopo le ultime raccomandazioni chiusi la porta dietro di me e cercai Kristen che non era più sul divano dove l'avevo lasciata un secondo prima.
La trovai in cucina intenta a pulire tutto e quasi mi venne un infarto.
“Togliti subito da lì!” quasi urlai e si immobilizzò per lo shock.
“Rob..sei ridicolo..” rise e mi scaldò il cuore sapere che tutto quello che era successo era ormai dimenticato.
“Sto benissimo..”
Tuttavia non volli sentire ragioni. “Il massimo che puoi fare è mettere il pigiama a Joy e poi stenderti sul divano. E' tutto quello che ti concedo. Qui finisco io..”
Le tolsi le pezze da mano e mi guardò attonita. Sorridendo prese Joy dal seggiolone ma prima di andare via, si bloccò e si voltò per guardarmi di nuovo.
“Hey..”
“Si?”
Esitò prima di continuare. “Io.. volevo solo.. volevo chiederti scusa per oggi.. Non so cosa mi è preso.. Sai quelle giornate in cui ti svegli nervoso e non sai perché? E' stato così e me la sono presa con te per ogni piccola cosa.. e.. e.. quasi ammazzavo Joy..”
In due passi veloci fui da lei e presi il suo viso tra le mani. “Hey hey hey, Va tutto bene.. non è successo niente.. Non importa..”
Strinsi la mia presa facendola davvero mia e lentamente mi avvicinai alle sue labbra per baciarle con dolcezza. Finalmente erano di nuovo dove dovevano essere.
Dopo aver fatto mangiare Joy ci stendemmo tutti e tre sul divano, Joy poggiata al mio petto teneva tra le sue manine le dita di Kristen e io carezzavo i capelli ad entrambe con le mie mani baciando le loro fronti di tanto in tanto.
Non mi ero mai sentito così bene e in pace almeno finché non sentii Kristen piangere delicatamente quando il film finì.
Avevo scelto “50 volte il primo bacio” perché sapevo che era una commedia e che ci avrebbe fatto ridere ma non mi aspettavo che si commuovesse.
“Perché piangi?” chiesi con un sorriso stupito.
“E' così triste..” tirò su con il naso.
“Ma è a lieto fine..”
“Bè non proprio..lei non si ricorderà mai davvero di lui.. Ogni giorno non ricorderà mai quello che è successo il giorno precedente..”
“Ma ogni giorno vivrà qualcosa di diverso..”
“Si ma che senso ha se non hai ricordi a cui aggrapparti appena ti svegli la mattina?”
Mi lasciò abbastanza interdetto e non seppi come rispondere se non con “E' un film,  amore..”
Scrollò le spalle sospirando. “Lo so però.. è malinconico..”
E in effetti lo era davvero ma non poteva angosciarsi per un film, surreale tra l'altro.
“Tu non ti dimenticherai di me, vero?” la sua voce un sussurro debole.
“Cosa?”
Giocò un po' con le mie dita prima di rispondere. “Prometti.. che non ti dimenticherai mai di me..”
Non sapevo cosa stesse dicendo o cosa la portasse anche solo a mettere un dubbio una cosa simile ma le alzai il viso e incollai i suoi occhi ai miei.
“Io non potrei mai dimenticarmi di te, MAI! Nemmeno volendo..”
Sorrise e io insieme a lei.
“Hai il sorriso più dolce del mondo” sussurrò a un centimetro dalle mie labbra.
“E tu sei il mio mondo..”
E la baciai.. con lentezza per non svegliare Joy che si era addormentata sul mio petto col biberon ancora in bocca.
“Non so se riuscirei a farti innamorare ogni giorno però..”
Non ebbi nemmeno la necessità di pensare a una risposta. “Già lo fai.. Io ti amo ogni giorno di più...”
Con sguardo serio e concentrato restò a fissarmi per secondi interminabili prima di aprirsi in un sorriso sincero e felice.
Era quello di cui avevamo bisogno, un po' di serenità dopo la giornata pesante e assurda che avevamo passato e ancora una volta eravamo lì a perdonarci senza bisogno di dire molto.
“Sei stanca?” chiesi preoccupato.
“Un po'..” ammise.
“Oggi mi hai fatto morire di paura..” dissi con un filo di voce che richiamava l'ansia che ancora mi saltava addosso al pensiero di lei incosciente tra le mie braccia.
“Mi dispiace amore..non capiterà più..”
Non ebbi il tempo di rispondere che cambiò argomento. “Ah! Da domani iniziamo a vedere i dépliant?”
“Dépliant?”
“Per il nostro viaggio.. tutti e tre insieme.. dobbiamo sbrigarci..” mormorò in uno sbadiglio immane che mi fece sorridere.
“Tranquilla.. c'è tempo.. vedremo presto.. ora dormi..”
Baciai il capo a entrambe le mie ragazze e canticchiando una ninna  nanna mi addormentai con loro su quel divano.

Vedremo presto...
Così avevo detto.. e invece non vedemmo proprio niente. Non potevo credere di stare vivendo di nuovo lo stesso incubo, da ben due settimane ormai.
Dopo un paio di giorni in seguito a quell'assurda litigata Kristen era tornata ad essere inavvicinabile, a tratti almeno. Un secondo era acida e scontrosa, il secondo dopo mi chiedeva scusa per come sgarbatamente aveva risposto.
Avevo cercato di mediare la cosa, ti chiederle cosa non andasse ma ogni volta rispondeva che forse era il caldo a farle quell'effetto. Ma noi eravamo stati in posti molto più caldi e mai si era comportata in quel modo.
I piani del viaggio svanirono piano piano per la sua capacità di costruire e distruggere un'idea o un progetto nel medesimo secondo e capii presto che non se ne sarebbe fatto più nulla soprattutto perché partire in quelle condizioni non sarebbe stato il caso.
Era strana, davvero più strana del solito. Scattava per nulla e non perdeva occasione di cogliere ogni mia parola per tessere un'assurda tela in cui ero rappresentato come una specie di marito buono solo a prenderla in giro quando non era assolutamente così.
Ripensai a quel pomeriggio quando avevo portato in casa gli ennesimi dépliant, ormai inutili, che ci trovavamo nella posta tra cui avevo notato anche delle domande di iscrizione a diversi college.
Ero rimasto alquanto sorpreso dalla cosa e avevo fatto il grosso errore di scherzarci su.
“Ma che.. hai intenzione di iscriverti al college?”
Quelle parole dette più per sorpresa che per scherzo erano state la mia rovina..
“Se anche fosse? Sono forse troppo stupida per iscrivermi al college?”
E da lì era nata una polemica senza fine e i miei tentativi di farle capire che non era quello che intendevo finirono inesorabilmente nel vuoto finché non prese Joy e se ne uscì con “Vado a fare la spesa!” lasciandomi solo in quella grande casa pensando per l'ennesima volta alla stranezza dei suoi comportamenti e cercando anche un modo per farmi perdonare..
E forse l'avevo anche trovato..
Non che fossi un ottimo cuoco ma di solito le ragazze passavano sopra al sapore del cibo quando un marito faceva trovare una tavola apparecchiata con fiori e candele..
E di solito serate come quelle non portavano altro che benefici.
Sicuro che nera com'era ci avrebbe messo una vita a fare la spesa, soprattutto se poteva camminare al sicuro con Dean al suo fianco, uscii di casa sapendo che avrei potuto comprare e preparare tutto prima che tornasse.
In poco tempo fui al supermercato sperando di non aver scelto proprio lo stesso e fortunatamente non fu così. Fui costretto a fermarmi per fare qualche foto e qualche autografo ma in meno di mezz'ora ero di nuovo sulla via di casa con tagliatelle ai funghi porcini sulla lista delle cose da imparare a cucinare velocemente.
Mi fermai qualche minuto per comprare le sigarette e fu allora che mi accorsi di una figura alquanto familiare nonché impossibile da non riconoscere grosso com'era.
Stavo per fare un cenno a Dean e già mi stavo chiedendo dove fosse Kristen quando la vidi camminare poco più avanti. Joy mano nella mano con lei e accanto un.. un ragazzo.
Socchiusi gli occhi e focalizzai la vista per mettere a fuoco quella figura che mi parve essere...
No.. no..
Dovevo avere minimo qualche grado di miopia perché quello non poteva essere.. Michael.
Cercai di negare quello che vedevo ma invece era proprio lui. La scimmia!
Non potevo crederci..
Camminava accanto a Kristen e ridevano..
Interdetto li osservavo da lontano mentre si sedevano a un bar e chiacchieravano allegramente.. proprio come due ex rimasti in buoni rapporti. Quei rapporti che però non mi erano MAI andati giù.
Il colmo che mi fece salire il sangue al cervello giunse quando quell'essere si chinò su Joy seduta in braccio a Kristen e le carezzò guance e capelli.
No! Questo era davvero troppo!
Avrei voluto andare lì e spaccargli la faccia come avrei dovuto fare molte volte e molto tempo fa..
Ma non avevo un'ottima giustificazione per farlo e avrei incrinato ancora di più la situazione con Kristen.
Si.. dovevo restare calmo e aspettare che fosse lei a spiegarmi tutto.
Ovviamente non dubitavo di lei. Probabilmente si erano solo incontrati in strada e avevano deciso di prendere un caffè insieme.
Non c'è niente di male..
Non c'è niente di male...

Non c'è niente di male un cazzo!
Dio! Quanto mi dava fastidio vederli insieme.. vicini.. con nostra figlia poi! La mia bambina! MIA!
Dovevo decisamente andare via da lì prima di fare una pazzia e mettere sotto quell'essere come se la mia macchina fosse una palla da bowling e lui un birillo da abbattere.
In una specie di stato di trance tornai in macchina e con mille domande che mi assalivano la mente tornai a casa, lasciai i fiori che avevo preso sul tavolo del salone e mi buttai sul divano a fissare il vuoto..
E così rimasi finché, chissà quanto tempo dopo, non sentii lo scatto della porta che si apriva e mi mostrava una Kristen tutta sorridente e felice.
Sentii la rabbia crescere ancora di più.
Joy scese rapidamente i tre scalini che separavano l'entrata dal salone e correndo verso i me mi si buttò in braccio.
L'afferrai al volo e ne approfittai per alzarmi e scoccarle una serie di baci per liberarla dall'influsso dell'essere.
Feci qualche passo e mi poggiai di schiena al divano dondolando Joy mentre vedevo Kristen avanzare sorridente.
“Sono.. sono per me?” chiese affabile quando vide il mazzo di rose sul tavolo.
“Lo erano” risposi duro.
Sempre sorridendo immerse il naso nei fiori inspirandone il profumo e solo dopo qualche minuto si accorse del mio umore.
“Ehm.. qualcosa non va..?”
“Vedo che la frenesia ti è passata.. siamo tornate allegre..”
“Ah si..” sempre quel sorriso e quella risata che in altre circostanze mi avrebbero scaldato il cuore ma che ora mi insinuavano il dubbio che ci fosse un altro motivo a portare tutta quell'euforia.
“C'è un motivo particolare?” chiesi sempre con tono duro mentre rimettevo Joy a terra.
“In che senso?”. Finalmente si era accorta che davvero c'era qualcosa che non andava e che esigevo delle spiegazioni.
“Cosa hai fatto oggi pomeriggio?”
Alzò le spalle fingendo di non capire. “La spesa.. come ti avevo detto..”
“E le buste?”
“Sono in macchina Rob.. Cosa sono tutti questi sospetti?”
“Che altro hai fatto?”
“Niente Rob. Non ho fatto niente. Solo una dannatissima spesa, si può sapere che ti prende?”
“Che mi prende Kristen?! Mi prende che come sempre nelle ultime due settimane ti incazzi con me per niente, mi sputi in faccia acidità e disprezzo, poi te ne esci portandoti nostra figlia per giunta, ti incontri col il tuo ex-ragazzo e torni qui tutta felice e sorridente! Correggimi se ho mancato qualche passaggio o dammi delle spiegazioni..”
Mi guardò stranita per qualche secondo. “Oh mio dio, ti prego dimmi che non fai sul serio.. dimmi che non è una scenata di gelosia quella a cui sto assistendo..”
“Non è una scenata di gelosia!” puntualizzai subito. “Joy, non ora..” dissi alla piccola che mi strattonava il pantalone per essere presa in braccio.
“Ah no? E allora cos'è? Perché da quello che hai detto sembra che il vero problema sia Michael.. o sbaglio?”
“Sbagli! Il vero problema è che non me l'hai detto!” iniziai ad alzare il tono di voce, come sempre quando si trattava di lui.
“Ti prego Robert, credevo che almeno da sposati mi avresti risparmiato queste cose..”
“Queste cose, cosa Kris?! Non ho il diritto di sentirmi ferito se mia moglie non mi dice con chi ha passato il pomeriggio?”
“Te lo stavo per dire se non mi avessi subito attaccata con le tue accuse assurde!!!”
“Le mie non sono accuse Kristen! Chiedo solo delle spiegazioni! Tutto qui!”
“Non c'è nulla da dire Robert, cazzo! Ma perché devi essere sempre così? Non ho fatto nulla di male, non mi sono incontrata di nascosto con nessuno! Ci siamo intravisti per strada e visto che non ci vedevamo da tanto abbiamo deciso di prendere un caffè! Fine della storia! Dio santo!!!”
“Per quello ogni occasione è buona!”
“Invece ci ha fatto gli auguri per la bambina e si è anche scusato per non essere venuto al matrimonio!”
“Come se poi lo avessi voluto lì..”
“Si infatti, lo so bene come la pensi! Ma abbi rispetto per me! Ha fatto parte della mia vita..quindi cazzo, perché dobbiamo sempre tornare sull'argomento?!”
“Sai cosa scriveranno i giornali?”
“Ma per favore! Da quando ti importa quello che scrivono i giornali?!”
“Da quando te ne vai in giro con lui!!!” urlai.
“Io non me ne vado in giro con lui, porca puttana! L'ho solo incontrato!”
“Joy, aspetta!” la ripresi di nuovo nervoso all'ennesima potenza.
“Credevo che da sposati almeno avresti avuto fiducia in me”
“Io ho fiducia in te! E' dei motivi che mi nascondi che non mi fido..”
“Se stai cercando un motivo per litigare con me dimmelo subito così facciamo prima!” eluse la mia risposta.
Era il colmo. “Io? Io che cerco un motivo per litigare con te? Kristen! Nelle ultime due settimane non ho fatto altro che stare attento alle mie parole per evitare litigi con te, e nonostante tutto tu te ne sei ampiamente fottuta!”
“Non è assolutamente vero!”
“Allora perché non abbiamo un programma per il nostro epico viaggio? Perché hai da dire su ogni cosa che faccio? Perché non facciamo l'amore da più di una settimana?”
“Dio mio.. ma pensi sempre a quello..” alzò gli occhi al cielo.
“No! Non penso sempre a quello ma so che c'è un motivo e va avanti così da due settimane! Ora voglio sapere!”
I suoi occhi persi, il suo sguardo del tutto ignaro. “Io non so proprio che dirti Robert..”
“Qualsiasi cosa Kristen, qualsiasi cosa.. Io sto .. uscendo pazzo.. Sono arrivato persino a pensare che sei incinta..”
Si bloccò di scatto, quasi in agguato. “Perché lo pensi?”
“Hai un appuntamento dalla ginecologa domani, no?”
Un sospiro rapido e incredulo uscì dalle sue labbra. “Non posso crederci. Ma che fai, mi spii? Hai frugato nelle tasche dei miei jeans, sul mio cellulare, cosa?”
“Non mi sarei mai permesso Kris! Non dubitare di me in questo modo. Ho trovato un post-it per terra in camera e scusa tanto se per sbaglio l'ho letto e sono rimasto una merda quando ho scoperto che potresti essere incinta e io non rientro nella lista di persone a cui dirlo..”
“Oddio smettila! Io non sono incinta! Ho solo uno stupido ritardo! Per questo sono così nervosa. Non so da cosa sia causato per questo ho preso appuntamento con la dottoressa, ma non sono incinta! Perdonami se infrango le tue mille speranze di avere un altro figlio mentre io non me la sento ancora a quest'età a con una bambina di appena un anno!”
“Quando?” dissi guardandola attentamente negli occhi.
Sembrò non capire. “Quando cosa?”
“Hai fatto un test?”
Guardò a terra per diversi secondi prima di rispondere. “Si”
“Quando?”
“Due settimane fa..”
Annuii tra me e me deluso da quella confessione che era l'ultima che volevo sentire.
“Tu hai fatto un test di gravidanza e non mi hai detto niente..”
“Non c'era motivo valido..”
“IO NON SONO UN MOTIVO VALIDO PER TE?! PARLI DI RISPETTO KRISTEN MA NON SAI NEMMENDO DOVE STA DI CASA!!!” la mia voce ormai aveva raggiunto livelli assurdi.
“Non urlare per favore..”
“IO URLO QUANTO MI PARE, PERCHE' MIA MOGLIE PENSA BENE DI TENERMI NASCOSTE LE COSE!”
“MA NON ERA NIENTE SICURO!!!” esplose insieme a me.
“NON M'IMPORTA KRISTEN! SIAMO SPOSATI, CAZZO! Non è così che funzionano le cose!!!”
“ORMAI E' PASSATA ROB! CHE TI INCAZZI A FARE?!”
Fu davvero il colmo. “MA CHE CAZZO VUOL DIRE? ALLORA OGNI VOLTA CHE SUCCEDE QUALCOSA DOBBIAMO SORVOLARE SOLO PERCHE' ormai è passata ?
“Non ho più voglia di parlare con te”
Prima che potesse andare via l'afferrai per un braccio stringendo forte la presa.
“E invece parliamo!”
“Mi fai male Rob..” ghignò tra i denti.
“Così non va Kris.. CAZZO JOY! BASTA! DANNAZIONE!” urlai contro la piccola che in un istante lasciò i miei pantaloni allontanandosi piano da me e vidi la sua bocca vibrare velocemente prima che lacrime copiose scendessero sulle sue piccole guance e scoppiasse in lacrime.
Ero.. immobile.. fuori di me.. incredulo per quello che avevo appena fatto..
Scorsi solo con la coda dell'occhio lo sguardo di Kristen che mi guardava sconvolta e con ribrezzo.. scuotendo la testa con sorpresa come se avesse davanti i suoi occhi un'altra persona. Si liberò dal mio braccio e prese Joy che si strinse a lei incapace di controllare il suo pianto.
“Sshhh.. va tutto bene amore..” Le baciò il collo per poi trafiggermi con i suoi occhi verdi un'ultima volta prima di indietreggiare.
“Ma chi sei..?” un sussurro veloce velocemente fu fuori dalla porta di casa.
E io mi accasciai per terra.. senza vita..
E precipitai nel vuoto.
http://i51.tinypic.com/jz8t3a.jpg

Ricordate....niente è come sembra...U___U
E soprattutto...
Kris dove cazzo sei andata? Da tua madre, dal makako....??
O____O
Boh..muhahahahah. Noi lo sappiamo e voi no  :P

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Capitolo 36
*** Consequences ***


cap 36 Ehm..salve!! ^_^ Salve salve salve...speriamo che abbiate passato una buona domenica tutte quante e che siate pronte per qst bel capitolo liscio e tranquillo e scorrevole e dolce e pieno d'amore ^__^ Opssss ci è appena cresciuto il naso di tre metri xD...mmm vedrete perchè muhahahahahahahah.
Comunque non vi spoilero il divertimento e vi ringraziamo per le 44 recensioni O__O siamo scioccate davvero. Grazie ragazzeeeeeeeeeee!! Siete the best :)
Poi molte di voi (anzi la maggior parte) hanno giustamente molti dubbi sull'atteggiamento di Kristen. E' ovvio che lei ha sbagliato , ma non condannatela subito. A tutto c'è una spiegazione lo promettiamo e presto capirete. :)
Bene detto questo vi lasciamo alla lettura e ehm.. ci ritiriamo ahaha corriamo a nasconderci ci barrichiamo in un bunker...ecco..
Un bacio enorme e...enjoy.
Cloe e Fio.
P.S= E lasciateci una recensioncina


CAPITOLO 36 (Cloe)


CONSEQUENCES




ROB POV


Tre giorni.
Tre giorni da quando Kris aveva preso nostra figlia ed era uscita dalla porta di casa, senza tornare.
L’avevo chiamata per ore e soltanto la sera avevo ricevuto una telefonata piuttosto breve di Jules per informarmi che Kristen e Joy sarebbero rimaste da lei, almeno per un po’.
Già…almeno per un po’.
Ma per quanto ancora?
Solo tre giorni ed io…io ero completamente perso senza loro.
Lanciai una rapida occhiata all’orologio: le cinque del mattino.
Sbuffai e scalciai via le coperte.
Non avevo chiuso occhio. Di nuovo. Ma era impossibile per me ormai riposare in quella casa, o anche solamente viverci. Passavo le ore ad aggirarmi come un’anima in pena, sentendo la presenza delle due persone che amavo di più al mondo ovunque. Non c’era una sola stanza che non racchiudesse un ricordo, una battuta, una risata…
Mi alzai dal letto, ancora più stanco di quando ero andato a dormire e scesi in cucina. Preparai distrattamente una tazza di caffè fumante e quando tornai in salotto per berla mi sentii morire ancora una volta.
Mi ritrovai davanti al caminetto del salotto, il luogo dove tante volte l’avevo stretta tra le braccia la sera, dopo che Joy era andata a dormire, il luogo dove avevamo fatto l’amore per la prima volta dopo che mi aveva dato nostra figlia. Lo stesso luogo che tre giorni prima ci aveva visto litigare furiosamente.
Non avevamo mai, mai discusso in quel modo. Non ci eravamo mai detti quelle cose. Era come se non ci fidassimo più l’uno dell’altra, come se non fossimo più la squadra che eravamo sempre stati. Ma non era stata solo quella singola litigata: era da un po’ che le cose andavano..male.
Male..
Il solo pensiero era assurdo.
Avevo sempre pensato che la nostra relazione fosse più forte di qualunque cosa, di qualunque ostacolo. Avevo sempre pensato che mai ci sarebbe stato un tempo in cui le cose sarebbero andate male.
E invece…
Incapace di rimanere ancora lì mi diressi nuovamente al piano di sopra, ma le cose peggiorarono solamente.
Mi ritrovai a passare davanti alla cameretta di Joy e spinto da non so quale volontà di farmi del male ci entrai.
Era ancora come l’aveva lasciata. Un poco disordinata, coi giocattoli ammucchiati a terra vicino alla cassapanca e le tendine svolazzanti nella calda aria di luglio.
http://i56.tinypic.com/11ijqq9.jpgMi avvicinai al lettino sfatto e presi la sua coperta preferita,quella che non lasciava mai anche se era di lana ed eravamo in piena estate. Muovendola notai qualcosa che prima mi era sfuggito: Mr. Rabbit era rimasto lì abbandonato, esattamente come me. Era un coniglietto di pezza appartenuto a Kris e che ora vegliava sul sonno di Joy tutte le notti. Era un po’ malandato e l’orecchio sinistro era stato rammendato parecchie volte, ma la mia piccola lo adorava e rifiutava di dormire senza.
Mi chiesi come avesse fatto a prendere sonno nelle sere passate e Jules non aveva accennato ad eventuali capricci. O forse non aveva voluto farmi preoccupare ulteriormente…
Ormai mia suocera era diventato l’unico legame per arrivare a mia figlia. La sera la chiamavo e lei mi faceva parlare con Joy, visto che Kris non mi aveva mai risposto al cellulare. Jules aveva anche detto che potevo passare a trovare Joy quando volevo, portarla fuori…ma ancora non l’avevo fatto.
Il solo pensiero di farlo mi terrorizzava. Perché, allora, sarebbe stato tutto definitivo. La frattura tra me e Kris sarebbe stata reale e non ero pronto ad affrontare la cosa, anche se mia figlia mi mancava disperatamente.
Dicono sempre che l’amore ti cambia e l’amore per Joy era ciò che mi aveva cambiato più di ogni altra cosa al mondo. Per quanto fossi indissolubilmente legato a Kris e stare lontano da lei fosse terribile…la mancanza di mia figlia era qualcosa di totalmente diverso.
E forse peggiore.
Perché lei era un pezzo di me.
Era sangue del mio sangue ed essere separato da lei era come amputarmi volontariamente un braccio, come non avere più aria per respirare.
“Mi manchi amore mio..” mormorai sistemano Mr. Rabbit tra le coperte.”Mi manchi..”
E in quel preciso istante un’immagine che non avrei mai dimenticato mi piombò alla mente.
Michael che sfiorava il visino e i capelli della mia piccola.
E in un secondo mi sembrò che tutto il dolore e l’agonia venissero spazzati via da un’altra emozione ancora più forte, ancora più potente.
Rabbia, pura e cocente rabbia.
Perché, anche se Michael era stata solo la goccia a fare traboccare il vaso, io non potevo continuare ancora ad accettare che..
Presi un bel respiro nel tentativo di calmarmi.
Io mi fidavo di mia moglie e l’amore che lei provava per me e per la nostra famiglia era così ovvio e naturale che mai l’avrei creduta capace di tradirmi. Il vero problema di questa storia era..lui. Perché Kristen gli voleva bene ed era ancora troppo dispiaciuta per come le cose si erano concluse fra loro, per vedere chiaramente.
Ma io..io vedevo.
Lui non l’aveva dimenticata, lui la amava ancora e il pensiero che quando si vedevano o si parlavano lui cercasse di…
Mi alzai e mi fiondai sotto la doccia.
Sapevo benissimo cosa dovevo fare. Avrei risolto presto i miei problemi con Kris ma prima dovevo sistemare una questione con Michael. Tanto per fargli capire che forse poteva prendere in giro Kristen ma che non sarebbe riuscito a fare altrettanto anche con me.
In meno di dieci minuti ero pronto e, prima di avere qualche ripensamento, afferrai il portatile di Kris e cercai nella sua rubrica mail.
Bingo: la mail di Michael si trovava li di fronte ai miei occhi e non ci misi più di qualche secondo a inviargli un messaggio, prima che gli scrupoli di stare irrispettosamente violando la privacy di mia moglie mi frenassero.

Ho bisogno di parlarti. Vediamoci al bar dell’altro giorno tra 30 minuti.

La sua risposta non tardò ad arrivare e mi fece letteralmente ribollire il sangue.

Certo, nessun problema. Sono felice di rivederti, piccola.

Piccola??
Con quale diritto si azzardava a chiamarla così o a pensarla anche solo in quei termini.
Mi precipitai in macchina, ricordando con facilità la strada per il luogo che mi aveva spezzato il cuore solo pochi giorni prima e pensando anche a quello che avrebbe detto Kris se avesse saputo quello che avevo appena fatto.
Sarebbe stata molto probabilmente disgustata da me…e in effetti un po’ lo ero anche io.
Ricordavo perfettamente come mi aveva ferito quando mi aveva accusato di aver frugato tra le sue cose. Ed ora non avevo fatto altro che fare questo: violare la sua privacy e mandare una mail sapendo che Michael avrebbe creduto si trattasse di lei.
Mi passai nervosamente una mano fra i capelli domandandomi se davvero stessi facendo la cosa giusta ma, allo stesso tempo, accelerai ancora di più.
Forse avevo sbagliato nel modo, ma le mie intenzioni erano corrette. E poi volevo solo avere una conversazione civile con lui…non prenderlo a pugni, anche se se lo sarebbe di gran lunga meritato.
Parcheggiai nel primo posto libero, senza quasi curarmi di controllare se fosse riservato o meno e aspettai. Quando finalmente lo vidi scendere dalla sua auto ed entrare nel locale strinsi involontariamente i pugni.
Stai calmo Rob..stai calmo…
Mi avviai a passo svelto e non fu difficile per me riconoscerlo, anche se girato di schiena, seduto ad un tavolino sul fondo.
“Ehi ti aspettavo spero non sia suc…oh” La sua faccia si fece immediatamente scura quando vide che ero stato io a battere piano sulla sua spalla e non la persona che si aspettava.
“Sto aspettando qualcuno” grugnì.
Trattenni la voglia di roteare palesemente gli occhi al cielo. Ma quanto davvero poteva essere stupido quel ragazzo? Non era ancora arrivato a fare due più due?
“Sì..beh stai aspettando me” spiegai sedendomi senza nemmeno chiedere “Sono io ad averti mandato la mail.”
“E perché mai lo avresti fatto?” domandò scocciato.
“Perché ho bisogno di parlarti a proposito di Kristen”
La sua espressione si fece subito preoccupata. Una parte di me avrebbe voluto alzarsi e urlargli che non erano affari suoi di come stesse o non stesse Kris ma poi capii che, anche se odiavo la cosa, era ovvio che la sua preoccupazione fosse sincera.
Presi un lungo respiro.
“No, lei sta bene. Ma devo dirti delle cose..”
Michael alzò un sopracciglio. “E dimmi, lo sa che mi hai mandato una mail spacciandoti per lei? Io credo proprio di no…”
“No” risposi acido “Non che comunque siano affari tuoi. Voglio che risolviamo questa cosa una volta per tutte tra di noi. Se non sei troppo codardo per affrontarmi.”
In quell’istante si avvicinò la cameriera chiedendo le nostre ordinazioni e, senza pensarci, chiesi due birre anche se era ancora mattina presto.
Ce le portò all’istante e in pochi secondi fummo di nuovo soli.
“Allora?” domandò “Che c’è?”
“C’è che devi lasciare in pace la mia famiglia” sbottai. Era arrivato il momento: dovevamo affrontarci, una volta per tutte. “Devi lasciare in pace Kristen perché con questa cazzo di storia di rimanere amici hai rotto e oltretutto non la dai a bere più a nessuno.”
Lui mi fisso con sguardo arrogante “Hai ragione sai? Noi siamo sempre stati molto più che amici, e lo saremo sempre”
Cercai di mantenere la calma. “Tu sei pazzo. Sei completamente assurdo e se avessi rispetto del nostro matrimonio…”
“Rispetto del vostro matrimonio” mi interruppe “Rispetto? E tu avevi rispetto quando ti scopavi quella che era la mia ragazza?”
Lo guardai allucinato. Era completamente impazzito.
“Allora” spiegai cercando di mantenere il tono di voce basso anche se con scarsi risultati “Primo, io Kris non me la sono mai scopata come dici tu. La rispetto troppo per questo. E secondo quando le cose sono iniziate tra me e lei voi avevate chiuso da un pezzo. Eravate in crisi e se tu fossi abbastanza uomo da ammettere che tra di voi non c‘è mai, e dico mai, stato quello che c’è tra me e lei, forse riusciresti ad andare avanti con la tua fottutissima vita invece di cercare costantemente di rovinare la nostra e farci litigare”
“E così’ avete litigato eh?” domando strafottente come sempre.
“Fatti i cazzi tuoi” grugnii.
“Scommetto che ci hai visti qui l’altro giorno” continuò imperterrito “E scommetto che quando è tornata a casa l’hai aggredita trattandola come una merda per questo”
“Ho detto fatti i cazzi tuoi” ribadii. Ormai sentivo il sangue darmi alla testa e sapevo che se avesse continuato nessuno mi avrebbe impedito di colpirlo.
“E scommetto che ora lei ha preso la bambina e se n’è andata…” terminò con un mezzo sorriso.
“Ti diverti vero?” chiesi disgustato “Ti diverte sapere che sta soffrendo?”
Il suo volto si fece immediatamente serio. “Io non voglio vederla soffrire. Io la..le voglio troppo bene. Ma non posso di certo dire di essere stupito che tu abbia sputtanato ancora le cose tra voi. Non lo vedi piccolo lord? Non fai altro da quando sei entrato nella sua vita. La ferisci e le spezzi il cuore e credi che un semplice sorriso del tuo bel faccino basti a sistemare tutto. Ma sai che ti dico? Non sistemi un bel niente questa volta…”
Lo afferrai per il bavero della camicia e lo sbattei con forza contro lo schienale della sedia e con la coda dell’occhio vidi i pochi clienti osservarci preoccupati.
“Sentimi bene brutto stronzo” mormorai fra i denti “Tu non sai un cazzo di noi ok? Non sai un cazzo..quindi non permetterti di ..di..Ero venuto con l’idea di parlare come due persone civili ma è evidente che tu ti rifiuti di capire. Perciò te lo dirò solo una volta: se non puoi esserle semplicemente amico stalle lontano, ci siamo spiegati?”
Non volevo nemmeno ascoltare una sua eventuale risposta e per questo motivo mi alzai, pronto a dirigermi verso l’uscita ma, prima che avessi il tempo di fare qualche passo, sentii la sua voce.
“Sai spero tanto che questa volta abbia aperto gli occhi” disse “Forse non tornerà da me ma spero davvero che abbia capito che razza di fallimento sei come marito per lei e come padre per quella poverina!”
Mi irrigidii.
E fu come se tutto ciò che ci circondava perdesse di importanza e prima che me ne rendessi conto ero tornato indietro e lo stavo colpendo dritto sul naso.
Mi pareva di stare vivendo un’esperienza extracorporea, come se osservassi la scena dall’esterno. Sentii una ragazza urlare quando Michael fini contro il tavolino e le nostre birre si ruppero in mille pezzi sul pavimento.
Io amavo mia moglie e mia figlia più della mia stessa vita e non potevo tollerare che lui dicesse…che lui…
Presi un profondo respiro ed estrassi dal portafoglio una banconota da 20 dollari e gliela lanciai addosso.
“Non voglio doverti assolutamente niente” sibilai “E lascia in pace la mia famiglia o la prossima volta ti spacco la faccia non solo il naso!”
Feci dietro front e uscii dal locale , dirigendomi verso l’auto e partendo in quarta diretto verso casa, cercando di controllare il respiro. Non sarei voluto tornare in quello luogo dove l’unica cosa che mi circondava era la mia solitudine ma in quello stato non potevo di certo andare da qualche parte, tanto meno da mia moglie e mia figlia.
A malapena ero nelle condizioni di guidare.
Arrivai a casa in tempo di record e mi diressi immediatamente in cucina, senza quasi guardare nulla.
Non volevo ricordi in quel momento, non volevo pensieri…
Avevo solo bisogno di dimenticare lo schifo di situazione di merda in cui mi ritrovavo a causa di quello stronzo e della mia stupidità.
Volevo perdermi nell’oblio e avere finalmente un po’ di pace e sapevo perfettamente che cosa sarebbe stato in grado di darmela.
Aprii il frigo e tirai fuori tutte le birre che riuscii a trovare.
Tre..quattro..cinque..
Che importava. Volevo solo dimenticare.
Sprofondai sul divano del salotto, aprendo una lattina e iniziando ad ingoiarne il liquido avidamente. Bevevo, bevevo e nella mia testa risuonavano solo frasi di odio e disprezzo.
La ferisci e le spezzi il cuore e credi che un semplice sorriso del tuo bel faccino basti a sistemare tutto.
E poi ricordai la faccia disgustata di Kris quando avevo trattato Joy in quel modo orribile. Come se guardasse un mostro, un uomo che non era quello che aveva sposato.
“…spero davvero che abbia capito che razza di fallimento sei come marito per lei e come padre per quella poverina!”
Forse aveva ragione lui. Forse non ero altro che un fallimento in ogni senso. Avevo giurato di renderle felici e invece…invece avevo rovinato tutto….
Mi adagiai tra i cuscini, avvertendo la testa improvvisamente leggera come un palloncino e le palpebre pesanti.
Sperai tanto che tutta la birra che avevo ingurgitato stesse facendo finalmente effetto e, quando gli occhi iniziarono a chiudersi, capii che era così. Ma prima di addormentarmi riuscii a fare qualcosa che volevo fare disperatamente da tre giorni a quella parte.
Pensai un ultima volta alla mia bambina e a quanto l’avessi delusa.
E piansi.

Un suono insopportabile mi trafisse l’orecchio.
“Mmmmm zitto…” mugugnai nascondendo ancora di più la testa sotto il pesante cuscino.
Una parte del mio cervello recepì che quel rumore non era altro che il suono del mio cellulare ma ero troppo distrutto per pensare anche solamente di poter allungare il braccio e rispondere.
Chiunque fosse avrebbe dovuto aspettare.
Ma chiunque fosse evidentemente non aveva alcuna intenzione di aspettare.
Il telefono smise di squillare per poi riprendere ostinato, esattamente come il pulsare doloroso alla mia tempia.
“Mmmm” sussurrai “Kris ti prego rispondi tu…mi sento male..”
Il cellulare continuò e nonostante tutto scoprii il capo da sotto il cuscino.
“Kris…” Non appena pronunciai il suo nome e i miei occhi saettarono nell’enorme salotto vuoto ricordai tutto.
Kris non c’era. Se n’era andata, con Joy.
Doveva essere stato solo un sogno: averla stretta a me mentre dormivo.
Solo uno stupido sogno.
Sentii le lacrime tornare nuovamente prepotenti ma, improvvisamente, un pensiero si fece strada dentro di me.
E se fosse stata Kris a chiamarmi?
Certo sicuramente era ancora arrabbiata ma magari era qualcosa di urgente. Magari aveva bisogno di me. Magari era successo qualcosa di grave a Joy.
“Kris?” Risposi senza nemmeno controllare lo schermo.
“Kris? Kris? No guarda non me la nominare nemmeno in questo momento”
Riconobbi la voce del mio interlocutore. Nick, il mio agente.
Immediatamente il mio mal di testa si fece nuovamente vivo e pulsante. Dio, quanto avevo bevuto?
E quanto avevo dormito?
Dalle persiane socchiuse entravano raggi di luce molto bassi e accesi…sembrava il tramonto…
“Che vuoi?” mormorai.
“Che voglio?” rispose inviperito “Voglio che mi spieghi che cazzo ti è saltato in testa, ecco cosa voglio!”
“Non so di cosa parli. Mi sono ubriacato e mi sono svegliato ora…e non urlare ho mal di testa.”
“Mal di testa…lui ha mal di testa” sospirò come se si stesse faticosamente trattenendo dall’insultarmi.
“Hai un computer?” domandò freddo “Accendilo”.
Mi passai esasperato una mano fra i capelli e mi diressi al tavolo dove il computer di Kristen era ancora aperto da quella mattina.
Sprofondai su una sedia.
“Ok ci sono”
“Bene. Adesso vai su un sito di gossip” disse.
Roteai gli occhi al cielo. Ma cosa si era bevuto?
“Quale sito?”
“Non importa quale” ribatté “Puoi andare su un qualunque sito di gossip dell’intero pianeta e sarai certo di trovare la tua bella faccia stampata sulla prima pagina. Ma se proprio vuoi goderti lo spettacolo migliore vai su x 17”
Aprii la pagina e…e immediatamente capii di cosa stesse parlando Nick.
“Oh no..” mormorai.
C’erano foto di me che prendevo Michael per il bavero della camicia e gli tiravo un pugno e..e il video.
Oh cielo.
Lo feci partire e chiaro come il sole c’ero io che colpivo Michael e urlavo “E lascia in pace la mia famiglia o la prossima volta ti spacco la faccia non solo il naso!”
“Oh no…”
“Oh sì” esclamò Nick “E leggi che bell’articolo correlato” aggiunse con sarcasmo.

ROB PATTZ PAZZO DI GELOSIA?
In esclusiva per x-17 il video di quello che probabilmente sarà l’evento più inaspettato degli ultimi tempi. Questa mattina infatti il dolce è affascinante attore inglese Robert Pattinson ha avuto un acceso alterco con l’ex ragazzo della moglie Kristen, Michael Angarano. Alterco che purtroppo è sfociato in una bruttissima scazzottata in un famoso bar di Santa Monica. Ma volete sapere la vera ironia? Il luogo è lo stesso dove solo pochi giorni fa fonti ci hanno riportato l’avvenuto incontro proprio tra Angarano e la Stewart. Un incontro che ci dicono essere stato..piuttosto amichevole.
Siamo dunque di fronte ad una scenata di gelosia in piena regola? Che ci sia ancora qualcosa di irrisolto in questo triangolo amoroso che credevamo chiuso da tempo? O forse è più semplicemente l’ennesimo divorzio lampo hollywoodiano a pochi mesi dalle nozze?
X17 vi terrà aggiornati su quella che, forse, non è la storia d’amore fiabesca che tutti quanti credevamo.

Finii di leggere l’articolo e rimasi scioccato a fissare lo schermo, finché la voce di Nick non mi fece riprendere.
“Se me lo avessi detto questa mattina, invece di ubriacarti, avrei potuto fare qualcosa forse. Cercare di comprare il video e le foto invece di ritrovarmi con questo schifo davanti.”
Ci fu un attimo di teso silenzio e poi aggiunse “Comunque è così?”
“Che cosa?” sussurrai senza capire.
“Volete divorziare?”
“No!!” esclamai “ma che cazzo dici?”
“Ti ha tradito con Michael?”
“No!”
“Tu l’hai tradita con qualcuna?”
“No!” sbottai infastidito dal suo tono indifferente, come se fosse certo che il mio matrimonio fosse ormai chiuso. Avevamo solo litigato per la miseria!
“E allora che diavolo succede? Ti rendi conto delle conseguenze delle tue azioni, o no? Sei famoso, la tua vita privata non è privata. Quello che fai intacca la vita di molti altri. Senza contare il fatto che ora potrebbe benissimo denunciarti per aggressione e saresti fottuto. Te ne rendi conto?”
“Sì, sì cazzo me ne rendo conto” esclamai “Ho fatto una stronzata”
“Ah meno male che te ne accorgi” sbottò acido “Perché ora sono io che devo gestire tutto il casino che verrà fuori da questa storia. Ero certo che..che lei ti avrebbe portato solo guai.”
“Che cazzo vuol dire questo?” chiesi sentendomi il sangue salire al cervello.
“Vuol dire che se mi avessi ascoltato ora non saremmo in questo pasticcio. Vuol dire che ti avevo sempre detto che eri troppo giovane, che avresti dovuto mantenerti un immagine più leggera, libera da legami. Sarebbe stato il meglio per la tua carriera ma tu no! Ovviamente ti sei dovuto innamorare di lei e…Cristo Rob!”
“No, Nick quello ad essere arrabbiato dovrei essere io. Qui vi permettete tutti di giudicare la mia vita. Ma non sapete un cazzo, un cazzo!” urlai.
“Forse. Ma sai cosa so invece, Rob? So che se hai sputtanato tutto quanto per…”
Chiusi la comunicazione e preso dalla rabbia scagliai il mio i-phone contro la parete riducendolo in mille pezzi.
Sprofondai il volto fra le mani.
Merda, merda, merda.
Che cazzo avevo fatto?
Che cazzo avrebbe detto ora Kris di quell’idiota di suo marito che andava in giro a menare la gente?
Della mia carriera, dei soldi…non mi importava nulla.
Ma dell’opinione che mia moglie aveva di me sì. Mi importava che Joy non si vergognasse di suo padre.
Merda…
Rimasi in quella posizione non so bene per quanto ma so che, ad un certo punto, sentii il suono insistente del campanello.
Grugnii.
Era certamente Nick, pronto a passare l’intera serata ad insultarmi ancora dal vivo. Evidentemente per telefono non era sufficiente.
Mi alzai, notando come ormai fosse buio e mi diressi alla porta intenzionato a prendermi tutte le mie colpe ma non a permettergli di insultare Kris. Con Joy era il più bel regalo che la vita mi avesse fatto ed io ne ero orgoglioso.
“Nick vieni, però…”
Mi bloccai e spalancai gli occhi quando mi resi conto che non era chi pensavo.
Infatti di fronte a me c’era Kristen, livida di rabbia.
“Kristen..”
“Lasciami passare” mi interruppe ancora prima che avessi occasione di spiegarmi. “Sono venuta a prendere delle cose.”
Mi oltrepassò dirigendosi al piano di sopra senza degnarmi di uno sguardo.
“Kris..aspetta” Mi misi a seguirla, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi a ogni suo gesto volto specificatamente ad ignorarmi.
http://i52.tinypic.com/jqpdea.jpgEntrò in camera di Joy e, dopo aver preso un borsone dall’armadio, iniziò a riempirlo di vestiti e svariati oggetti. Sembrava non stare nemmeno prestando attenzione a quello che ci buttava dentro.
“Kris..”
“Mi serve Mr. Rabbit o Joy fa i capricci…”
“Kris…”
“Ah e anche la sua copertina…”
“Kris..”
“No!” strillò lei “No Rob, ti prego no…non parlarmi perché potrei dire delle cose che..”
“Senti per l’incidente di oggi…ti prego dì qualcosa. Qualunque cosa..”
Si voltò e mi fissò fredda. “Vuoi proprio sapere eh? Ci tieni a sapere quanto mi si è spezzato il cuore quando ho visto quello schifo su internet? Quanto mi ha ferito sapere da Michael che l’hai incontrato con l’inganno dopo aver frugato tra le mie cose come un ladro? Sapere che non ti fidi abbastanza di me ancora una dannatissima volta! Quando ho passato gli ultimi due anni a rassicurarti sul fatto che amo solo e soltanto te ancora e ancora e ancora! Cos’altro dovrei fare, eh? Spiegamelo perché io non lo so più Robert!”
Infilai le dita tra i capelli, esasperato.
Non urlare anche tu Rob..non urlare anche tu..
“Tu non capisci” dissi “Io voglio solo proteggerti. Tu non c’eri…tu non senti il modo in cui parla di te. Come se fossi sua o..”
“BASTA!”
Si diresse verso l’uscita ma la afferrai per il braccio.
La vidi ritirarsi, cercando di nascondere una smorfia di dolore.
Era il braccio che avevo stretto l’altro giorno.
Oh mio Dio..
“Kris fammi vedere” sussurrai.
Non ci potevo credere. Aveva dei lividi ed ero stato io a procurarglieli. Io avevo fatto del male a mia moglie. Io…
“Kris io” non sapevo nemmeno cosa dire. Mi facevo schifo, solamente schifo. “Mi dispiace, non mi ero reso conto di…”
Kris scosse il capo abbassando lo sguardo, come se volesse nascondermi i suoi occhi o, molto probabilmente le sue lacrime.
“I lividi sono stati solo uno stupido incidente Rob. Non fanno male. Sai cosa fa male? Stare davanti a te…e parlare a quello che mi sembra un perfetto sconosciuto. Questo mi fa male e io adesso…Rob ti prego prendiamoci qualche giorno. Dammi qualche giorno per pensare, ok?”
Annuii sconsolato. Non mi sembrava disposta a rivedere la sua decisione ed ero consapevole di non meritarlo neppure.
“ E per favore..dì a Nick che Michael non sporgerà denuncia contro di te. Così magari eviterà di chiamarmi e farmi sentire come la puttana che ha sempre e solo cercato di rovinare la tua carriera.”
La fissai allucinato, registrando le sue parole.
Cosa le aveva detto? Cosa cazzo le aveva detto quel figlio di…
“Tu non..Kris tu sei la cosa più importante per me. La più importante di tutta la mia vita” mormorai.
Finalmente la vidi alzare gli occhi e fissarmi tra le lacrime.
Feci un passò verso di lei ma di conseguenza si voltò di spalle, schiarendosi la voce.
“Pa..passa a trovare Joy, le manchi tanto. Passa quando vuoi... E poi è quasi il suo compleanno perciò..”
“Manca anche a me” risposi con un filo di voce “Mi mancate entrambe così tanto. Kris io..io ti amo..”
“Anche io..a aanche io ti amo” sussurrò “Sempre, comunque vada…”
E, afferrato il borsone, uscì.
Mi sedetti sul pavimento, davanti al lettino di Joy, con la testa fra le mani mentre le due ultime parole che aveva pronunciato mi rimbombavano nella testa, terrorizzandomi.
Comunque vada...


O___________________________________________O

ahahahah ci asiamo affezzionate a qst faccina!!! Ormai è un must u.u
Comunque ragazze prima che ci veniate a prendere per crocifiggerci sulla pubblica piazza ricordate una cosa. Toccato il fondo non si può che risalire, no? Certo..ehm...ancora non abbiamo detto che questo è il fondo fondo fondo...si può sempre scavare un pò di più...U__U
Muhahahahhhahah..
.....

O____O
ehm..scappiamo prima che la sola cosa che debba essere scavata sia la nostra fossa.
Alla prossima settimana...beso girls ;)

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Capitolo 37
*** Love never fails ***


cap sadic Bene bene! :D Oggi è domenica quindi eccoci qui :D
Cosa leggono i nostri occhi?!?!? 50 recensioni?!?!? o____o Non sappiamo come ringraziarvi *__* State fuori di testa davvero..*__* ma continuate pure eh! XD
E' Fio che vi parla oggi u_u perché dovete sapere che io sono una pro-Kristen sfegatata e quindi non sopporto che me la tocchino u_u E dopo tutte le belle recensioncine contro di lei tengo a precisare alcune cose XD
Ooook.. Kristen si è comportata male, d'accordissimo con voi.. Però forse siete state troppo impegnate a prendervela con lei da non notare alcune cose, come il suo avergli chiesto scusa per la giornata folle in cui gli aveva buttato addosso il nervosismo senza sapere il perché..
Oh.. noi lo sappiamo il perché ovviamente XD Ma lei no.. e nemmeno voi! Muhamuha
Il punto è che per quanto Kristen possa essere matura ha pur sempre 21 anni.. Io personalmente ne ho 20 (Cloe è un po' più vecchia ma io non vi ho detto niente eh u_u) e non riuscirei mai a immaginarmi a vivere una situazione del genere a questa età...
Purtroppo gli errori si commettono.. e da una piccola cosa ne sfociano diverse..
Eppure Kristen ha detto che gli avrebbe detto di Michael subito se non si fosse sentita attaccata.. da lì matura ovviamente la sua sensazione che dopo tutto questo tempo lui ancora non si fidi di lei...
Diciamo che le cose sono un po' complicate e certamente sembra molto più semplice schierarsi dalla parte di Rob.. ma considerate bene ogni cosa!
Coooomunque... avete visto che bella fotina è uscita stamane?? *__*
Ecco.. voi pensate alla fotina e ai vostri occhi a cuoricino nel momento in cui l'avete vista e.. (forse).. alla fine non ci ammazzerete ^_^
Certo.. continuiamo a sognare.. ahahahaha
Bene :D Detto questo.. prendo un treno e vado da Cloe che mi aspetta nella fossa che ha scavato in giardino :D
Buona lettura! :S
E grazie mille per il sostegno a questa storia! *__*
Un bacio a tutte!
Cloe e Fio

P.S di Cloe
Due piccole precisazioni. Ho 21 anni U__U mica 86 come vi vuol far credere Fio
Seconda precisazione...notate il titolo così speranzoso del capitolo :) :) :) Perchè è così girls...l'amore alla fine vince tutto :) Tranne forse ehm...ehm...la morte no?? O__+



CAPITOLO 37 (Cloe)



LOVE NEVER FAILS




KRIS POV

“Ufficio della dottoressa Smith, come posso aiutarla?”
“Sì io..io vorrei parlare con la dottoressa per cortesia” mormorai.
“Lei è già una paziente fissa o vorrebbe effettuare una visita per la prima volta?”
“Sono una paziente fissa…ma..”
“Può dirmi il motivo della sua chiamata, per cortesia? Appuntamento, informazione, bisogno di una visita urgente o..”
“Ho bisogno di parlare con la mia dottoressa” la incalzai “Per favore.”
“Temo che non sia possibile” mi rispose la ragazza dall’altra parte dell’apparecchio. “Va contro la procedura. Se ha un problema deve riferire a me, io parlerò con la dottoressa e poi le riferirò. D’accordo?”
Sbattei le palpebre e presi un lungo respiro.
D’accordo? D’accordo?
Stai calma Kristen, stai calma…
Perché tutte a me? Perché non potevo nemmeno chiamare il mio medico senza incappare in qualche brutta idiota?
“Devo parlare con la dottoressa in privato” grugnii “Sono problemi di una certa importanza e..”
“Non lo metto in dubbio, mi creda ..ma…”
“MI PASSI IL MIO MEDICO, ORA!” strillai senza neppure accorgermi di aver alzato la voce di almeno un paio di ottave.
Non avvertii più nessuno dall’altra parte finché, finalmente, dopo qualche secondo la voce di quell’oca non fu sostituita da una molto più professionale e gentile.
“Pronto?”
“Dottoressa Smith sono..Kristen..Kristen Stewart..” dissi cercando di calmarmi.
“Oh Kristen!” esclamò “Ti aspettavo qualche giorno fa ma ho visto che hai annullato la visita”
“Sì sì” risposi “Ho avuto dei..dei problemi e davvero non ne ho avuto il tempo..”
Dei problemi…che eufemismo.
“Oh mi spiace, spero nulla di grave. Avrei proprio voluto chiamarti per farti gli auguri per il matrimonio.”
Silenzio.
Evidentemente la dottoressa Smith non era un’assidua frequentatrice dei siti di gossip o, di certo, avrebbe sicuramente saputo di…beh di tutto.
E poi che cosa avrei dovuto dire?
Grazie per gli auguri. Si, va tutto così bene che a soli due mesi dalle nozze vivo con mia figlia a casa di mia madre?
“Grazie..” mormorai solamente “Mi spiace per la visita, davvero. Ma ora avrei bisogno del suo aiuto..”
“Kristen, dimmi tutto. Ti senti male?” La sua voce si fece immediatamente preoccupata.
“Io…il ciclo non è arrivato quando sarebbe dovuto arrivare, ed è strano perché con la pillola dovrebbe essere così. E..e poi un paio di giorni fa mi sono arrivate improvvisamente..”
“Abbondanti?” domandò lei professionale.
“No” sussurrai cercando di spiegarmi “Insomma mi sono durate un giorno e poi ieri nulla e questa mattina mi sono svegliata con un forte mal di pancia. Ma il ciclo è sparito e io non ho mai sofferto di crampi..”
“Quando non hai visto arrivare il ciclo hai pensato ad una gravidanza?”
“Sì, ho anche fatto un test..negativo.” dissi. “Perché durante la luna di miele sono stata male e ho vomitato…”
“Mmmm” rispose pensierosa “Di solito sono affidabili e accurati questi test. Potrebbe trattarsi molto semplicemente di uno scompenso ormonale o magari di un periodo di stress.”
“Possibile” confermai. Visti anche i miei continui sbalzi d’umore uno scompenso era probabilmente l’ipotesi più plausibile.
“Però sul serio Kristen, voglio visitarti al più presto. Fare qualche esame, ok? Sono certa di avere un buco domani alle due e trenta.”
“Oh no, domani no” esclamai. Domani non avrei mai potuto liberarmi per nessun motivo al mondo. Era un giorno troppo, troppo importante.
“Domani è il primo compleanno di mia figlia” spiegai emozionata e, per la prima volta da giorni, un vero e spontaneo sorriso nacque sul mio volto.
“Auguri allora” rispose lei ridendo “Comunque dopodomani verrai qui. Non ammetto proteste”
Le assicurai che ci sarei stata e parlai di nuovo con la simpaticissima segretaria di prima che, molto acidamente, mi diede appuntamento per lunedì alle cinque.
Chiusi la comunicazione e tornai a sdraiarmi fra le coperte e abbracciai il piccolo corpicino che aveva passato la notte accanto a me.
Posai un bacio sulla testolina di Joy e lei si mosse impercettibilmente nel sonno, ma non diede alcun segno di volersi svegliare anche se erano quasi le nove e trenta del mattino ormai.
La strinsi ancora più a me, aggrappandomi al suo pigiamino e soffocando un gemito di dolore nel cuscino.
Ma se fosse stato solo quello al ventre l‘unico dolore che stavo sopportando…
Una lacrima mi sfuggì dall’angolo dell’occhio.
Quelle erano le ore che temevo di più, ormai. Quelle in cui ero costretta a fermarmi e ad accasciarmi sul materasso e dormire. Ma non dormivo…mi limitavo a restare lì a pensare a tutto, trattenendo i singhiozzi per non far spaventare mia figlia.
Lei era la sola cosa che mi faceva uscire dal letto in quei giorni. La sola cosa che riuscisse ancor a dare un senso a tutto quanto.
Mi sembrava di vivere una vita che non era mia. Fino a pochi giorni prima ero felice: avevo la mia famiglia, una casa dove crescere nostra figlia, un marito che si fidava di me…
E ora mi sentivo alla deriva.
Mi sentivo ferita, mi sentivo delusa.
Da Rob, dal suo comportamento, dalle sue parole.
Delusa anche da me stessa. Da quella che non sembravo più nemmeno essere io.
Era come se una forza esterna si fosse impossessata di me da qualche settimana a quella parte. Non sapevo perché ridevo, perché urlavo, perché piangevo.
E questo mi faceva paura. Una dannata paura.
Voltai il capo sprofondandolo tra i riccioli biondi della mia bambina, così simili a quelli del suo papà.
La sola immagine di Rob non fece altro che attorcigliare ancora di più il nodo che avevo allo stomaco.
Chissà cosa stava facendo?
Chissà se dormiva o se stava facendo colazione?
Chissà se soffriva per stare lontano da Joy?
Chissà se soffriva per stare lontano da…me?
E immediatamente altre immagini mi inondarono la mente.
Rob che prendeva a pugni Michael dimostrando di non avere, ancora una volta, la minima fiducia in me. Di non riuscire a vedere quanto io lo amassi in modo assurdo e totalizzante sempre….
E invece aveva fatto quello che aveva fatto.
Perché?
Perché lo guardavo e non lo riconoscevo?
Perché sembrava che non riuscissimo più a parlarci?
Perché?
Perché?
Perché?
Improvvisamente due manine tiepide mi si posarono sul petto e io aprii gli occhi.
Joy mi fissava confusa, sporgendo il labbro inferiore.
http://i51.tinypic.com/24pyoex.jpg“Pa..papà” mormorò guardandomi.
Una lacrima traditrice scivolo lungo la mia guancia.
“Papà non c’è amore mio” risposi scacciando veloce la piccola gocciolina. “Ma c’è la mamma, ok? Ora prepariamo il latte, hai fame?”
Lei ignorò le mie parole e il mio tono fintamente allegro e il suo labbro iniziò a tremolare e i suoi occhi a inumidirsi.
“Pa..papà” sussurrò ancora spezzandomi il cuore.
Oh no..no..
Presi Mr. Rabbit dal pavimento su cui era caduto e lo feci muovere davanti al volto di Joy, ma lei lo ignorò completamente, iniziando a piangere.
Cosa che non fece altro che fare scoppiare anche me.
Tutte le lacrime che avevo sempre cercato di trattenere di fronte a lei risalirono a galla improvvisamente e iniziai a singhiozzare, aggrappandomi al corpo della mia piccola.
“Shhh ti prego amore non piangere..ti prego..” mormorai tentando di parlare.
Joy ovviamente si spaventò ancora di più e sentii il suo corpicino scosso dai singhiozzi.
“Ma..mammaaaaa”
“No amore no…” mormorai ancora.
In quel preciso istante sentii la porta aprirsi e i miei genitori comparvero sull’uscio con un espressione preoccupata.
“Kristen che succede? L’abbiamo sentita piangere..”
“N..niente” risposi scacciando con forza le mie lacrime “Niente..”
Mio padre si avvicinò al letto e gentilmente prese Joy fra le braccia, posandole piccoli baci sul pancino scoperto e salutandola finché lei, probabilmente per il solletico o per il tono allegro usato da papà, non smise di piangere e iniziò a fare qualche piccolo versetto di apprezzamento.
“Allora paperetta del nonno, vuoi venire a mangiare? Meglio per te o il mostro del solletico ti divorerà il pancino!” Detto questo riprese a sfiorarla delicatamente e lei ricominciò a ridere, questa volta ancora più forte.
Papà se la caricò sulle spalle e lei mi lanciò un'ultima occhiata, agitando la manina.
Risposi al suo gesto fingendo tutto l’entusiasmo possibile.
“Ciao amore…” balbettai.
I due uscirono dalla porta e io mi ritrovai sola in camera con mia madre.
“Kristen?
“No, mamma ti prego, io…” feci per alzarmi dal letto ma, evidentemente, quella fu una pessima idea perché mi ritrovai a dover correre nel mio piccolo bagno e accasciarmi sul gabinetto, scossa dai conati. Non avevo mangiato nulla dal giorno precedente quindi fui solo scossa da violenti spasmi finché, dopo alcuni minuti, non iniziai a respirare meglio ed ebbi la forza di tornare in camera.
Purtroppo mamma era ancora lì.
“Sono preoccupata” disse.
“Ho già preso appuntamento domani col medico, vedrai, non sarà nulla.” Risposi aprendo l’armadio e cercando qualcosa da mettermi.
“Non solo per la tua salute” rispose così piano che quasi non fui certa di aver sentito le sue parole “Cosa stai facendo Kristen? Tu non sei mai stata una che scappava dai problemi.”
“Io non sto scappando” ribattei.
“Non li stai neppure affrontando. Altrimenti non staresti qui e ieri quando è venuto a prendere Joy non saresti rimasta barricata in camera..e...”
“E?? E cosa mamma?” sbottai spazientita, aggredendola. Sentivo le lacrime pungere forti al lato dei miei occhi “E cosa? Mi chiedi cosa succede…beh non lo so, ok? So solo che abbiamo passato le ultime settimane a comportarci come due sconosciuti che vivono insieme per qualche strana ragione. So che non so che cosa mi sta succedendo, so che mi sono sentita a pezzi quando mi ha aggredita per avere bevuto un caffè con quello che è semplicemente un amico. So che mi sono sentita..disgustata quando ho guardato quel video e…”
E improvvisamente scoppiai a piangere e mia madre mi tenne stretta a sé, non so nemmeno per quanto tempo, mentre le lacrime scorrevano copiose inondandomi il viso.
Piangevo per me, per Joy, per quella situazione…
Piangevo perché sapevo che mamma aveva ragione. Ero una codarda.
Avevo paura. Una fottuta paura di affrontare Rob e scoprire che avevamo perso ciò che eravamo sempre stati l’uno per l’altra. Paura di scoprire che forse lui aveva capito di stare meglio senza di me. Avevo paura…paura di tutto ormai.
“Avevi..avevi giurato che avremmo superato qualunque cosa..” sussurrai svuotata mentre lei cercava di tranquillizzarmi “Avevi detto..che….”
“E’ così Kristen!” rispose lei “Lo pensavo e lo penso ancora. Non butterete di certo tutto all’aria per qualche incomprensione e qualche errore. Avete sbagliato entrambi così tanto. Ma il sentimento che provate è più forte Kristen, io lo so.”
“Io..io lo amo..” mi ripulii malamente il volto con un fazzolettino “Io lo amo così tanto e..e voglio la mia famiglia indietro ma..ma ogni volta che ci penso poi vedo Rob picchiare Michael e..e quello non è l’uomo che ho sposato mamma…”
“Ma l’uomo che hai sposato è sempre li Kristen, te lo garantisco. E’ li, solo che ora non riesci a vederlo” sospirò “Kris a volte le persone che amiamo ci deludono. Anche se non vogliono, anche se ci amano. Voi vi siete delusi a vicenda, avete accumulato momenti di tensione finché il vaso non è traboccato. Dici che sono settimane che non vi parlavate ..ma ci avete provato davvero? Vi siete seduti ad affrontare i problemi insieme? No. Per proteggere l’altro avete affrontato le cose da soli. Tu facendo il test e lui..beh lui incontrando Michael.”
Annuii debole “Sì…è vero abbiamo entrambi i nostri errori ma..è che ora non ce la faccio neppure a parlargli. Ho solo bisogno di pensare, di schiarirmi le idee…”
“Questo è giusto Kristen” rispose abbozzando un sorriso “Ma ti prego non tagliarlo fuori. L’ho visto ieri e…e ti posso assicurare che non è distrutto solo a causa della lontananza da Joy…si vede lontano un miglio che è a pezzi.”
Non risposi.
Se stava male anche solo la metà di come stavo io lo capivo alla perfezione.
“Le cose si risolveranno Kris” terminò dolce mia madre alzandosi dal letto “Non ho mai visto in tutta la mia vita un amore come il vostro.”
“E ora vestiti ed esci un po’” sorrise porgendomi un paio di jeans puliti “Vai a prendere le cose che mancano per la festa di domani, ok? Noi badiamo alla piccola.”
Annuii e le rivolsi un debole sorriso.
“D’accordo ..io..in effetti credo che due passi mi farebbero bene” risposi.
Mia madre mi carezzò ancora una volta la guancia e mi diede un bacio prima di uscire.
Mi affacciai alla finestra aperta, osservando il giardino già in parte addobbato per la festa del giorno dopo e afferrai il cellulare.
Insieme ad una boccata d’aria avevo bisogno anche di qualche risposta. E se ero troppo codarda per parlare con Rob potevo ottenerle in un altro modo.
Digitai rapida il messaggio e premetti invio.

Parcheggiai l’auto, piena di piattini di carta e tovaglioli, in uno dei posti liberi e velocemente percorsi i pochi metri per raggiungere la spiaggia. Avevo sempre adorato il mare, soprattutto in una giornata stranamente nuvolosa come quella.
La pochissime persone che riuscivo a scorgere erano parecchio lontane, sedute vicino a degli scogli.
Avevo scelto apposta quel luogo perché sapevo che era molto poco frequentato visto che la zona non era balneabile.
“Kristen…”
Una voce che ben conoscevo mi chiamò e io mi girai di spalle, trovandomi faccia a faccia con Michael.
Notai immediatamente il naso leggermente gonfio e arrossato e mi sentii sinceramente male per lui. Non era di certo il modo in cui avrei voluto che finissero le cose…
“Fa..fa molto male? Domandai
Lui scosse il capo “No…”
“Io..devi sapere che mi dispiace davvero tantissimo. Anche se te l’ho già detto…io non posso fare a meno di pensare che è colpa mia”
“Non è colpa tua. Non sei tu ad avermi colpito” rispose.
Prendemmo a camminare lungo la spiaggia mentre le onde si infrangevano rumorose a pochi metri da noi.
Non sapevo neppure io come tirare in ballo l’argomento senza ferirlo.
“Forse questo pugno è stato utile” disse prima che avessi il tempo di parlare “Forse ti servirà ad aprire gli occhi”
Mi bloccai fissandolo confusa.
“Oh andiamo Kris. Spero che dopo questo tu abbia capito che razza di idiota hai sposato!”
Presi un bel respiro. “Mike tu non lo conosci, non lo hai mai conosciuto. Mai. E io so chi ho sposato. Non intendo giustificare le sue azioni perché è impossibile ma..credo che potremo superarle..o almeno spero..”
“No scusami..tu lo perdonerai?” sbottò fissandomi come se fossi pazza “pensavo che avessi capito quanto lui è sbagliato per te..per voi!”
Ci misi qualche secondo a registrare le sue parole.
Sbagliato per noi??
“Per te e Joy, ovviamente.” Sussurrò.
Mi gelai all’istante.
Co..cosa? Come?
Sbagliato per Joy?
Scossi il capo, allibita.
Rob non era sbagliato. Lui era…era perfetto.
E io potevo avere mille problemi al momento con lui e potevamo esserci urlati contro ma..ma mai per un secondo l’avrei messo in dubbio come padre. Lui era il miglior papà dell’universo. Il miglior uomo dell’universo.
“E quando gliel’ho detto invece di accettare la realtà mi ha tirato quel pugno” continuò “patetico…”
“Ti ha colpito..dopo che gli hai detto che non voleva nulla come marito e come padre?” domandai con la gola secca.
Michael annuì, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
“Cosa?” strillai “Cosa? Ma come…come diavolo ti sei permesso. Lui è tutto per Joy e..e anche per me, accidenti. Io pensavo che ti avesse picchiato solo per stupida gelosia e invece tu l’hai insultato e gli hai detto…Dio Michael, perché?”
Mi passai le mani fra i capelli esasperata, provando a pensare a cosa avrei fatto io se una persona qualunque fosse venuta da me a dirmi che ero una pessima madre per mia figlia, una pessima moglie, a intaccare tutte le mie certezze…
“Perché?” mormorò lui “Perché. Tu mi chiedi perché…”
Ritornai a fissarlo e mi bastò un solo sguardo per sentirmi male.
“Sei ancora innamorato di me” sospirai.
Non era una domanda, più una mera constatazione…
“Sì”
“E non vuoi essere solo mio amico”
“No” rispose “ci ho provato, non ci riesco Kristen…”
E io che avevo sempre creduto che…avevo sempre pensato che…
E non avevo capito niente.
E avevo sempre detto a Rob di essere pazzo. Di vedere cose che non esistevano.
Ero sempre stata io ad essere cieca…
“Io amo lui” mormorai, non sapevo nemmeno più se a lui o a me stesa “Io amo Rob. L’ho sposato e lo amo e amo la nostra famiglia..”
“Kristen ma non capisci che avremmo potuto essere felici io e te? Invece..”
“Invece cosa?” domandai incredula “Mike ma non capisci che tra noi sarebbe finita comunque? Non capisci che io non ti amavo? Io ti ho voluto un bene dell’anima e te ne voglio ancora. Ma quello che avevamo noi non era amore. Ero una bambina e tu mi facevi sentire sicura e protetta ma non c’era complicità, non c’era passione. Ti amavo come amavo Taylor o Cameron e mi andava bene così ma poi è arrivato lui e…Mike sai che tra noi non sarebbe mai andata a vanti.”
“Ma..”
“No” lo bloccai “No. Fa parlare me. Io voglio essere tua amica, perché tengo a te e so che sei una persona meravigliosa e ti voglio bene. Ma…ma forse non siamo pronti per esserlo. Anzi ora capisco che è ovvio che non siamo pronti per esserlo.”
“Che cosa mi stai dicendo?” domandò
“Che è meglio se per il momento non ci vediamo più. Almeno finché non sarai pronto a capire come stanno le cose” risposi seria.
Mi guardò fisso, ferito.
“Sei di nuovo di fronte ad una scelta e stai di nuovo scegliendo lui.” Mormorò.
“Sceglierò sempre lui” sussurrai “Sempre…”
Michael non rispose e, senza guardarmi, mi passò a fianco, allontanandosi senza salutarmi.
E io rimasi lì, su quella spiaggia a fissare il mare scuro. A pensare a tutto quello che era appena successo.
A Rob, a come mi sarei sentita se le situazioni fossero state ribaltate, a Michael.
Mi sedetti sulla sabbia fresca e le uniche parole che mi invasero la mente furono quelle che mi aveva detto mia madre solo poche ore prima.
“Non ho mai visto un amore come il vostro…”
Ma l’amore bastava davvero sempre? Bastava solo l’amore ad andare al di là delle incomprensioni? Bastava solo l’amore a perdonare qualcuno?
Pensai al volto di Rob e a quello di Joy e mi alzai, pronta a tornare alla macchina.
Avevo appena avuto la mia risposta.

ROB POV

Suonai il campanello nervoso come mai prima.
Nemmeno quando avevo appena iniziato a frequentare Kristen e avevo paura del giudizio della sua famiglia.
“Rob” Jules venne ad aprirmi e abbozzò un debole sorriso.
“Ciao” mormorai di rimando, ringraziando mentalmente che fosse lei. Nonostante tutto quello che era successo tra me e Kris era sempre stata gentile con me, sia al telefono sia quando il giorno prima ero venuto a prendere Joy per un gelato.
“Vieni, su” disse “Ti aiuto a portare dentro quell’enorme regalo..”
Risposi al sorriso ed insieme trascinammo il pacco fin nel giardino sul retro. Quasi feci fatica a riconoscerlo, addobbato alla perfezione com’era ora.
Le decorazioni insieme a quelle già presenti di Alice nel Paese delle Meraviglie rendevano il posto magico, come se davvero fossimo usciti da una fiaba.
“Sei stata bravissima..”
“Oh non è nulla a confronto del lavorone per il vostro matrimonio..” disse prima di bloccarsi improvvisamente.
Quelle parole mi spezzarono il cuore all’istante.
Il nostro matrimonio….
A pochi passi da me c’era stato il gazebo dove io avevo cantato a Kris la nostra canzone mentre ballavamo stretti, quando eravamo certi che mai avremmo discusso, che mai ci saremmo allontanati…
“Rob sono una stupida..”
“Non dirlo nemmeno” risposi fingendo un sorriso “Non fa..”
“Papaaaaaaaaaaaaà!”
Uno strillo acuto proveniente dalle mie spalle mi fece voltare e i miei occhi si illuminarono all’istante quando vidi la mia piccola principessa tentare di scendere il primo gradino per raggiungermi.
Senza nemmeno pensarci mi fiondai su di lei e in pochi istanti era al sicuro nel luogo in cui lo sarebbe stata sempre. Tra le mie braccia, stretta al mio petto.
“Ciao..ciao amore mio…” mormorai.
“Pa..papino…” disse solamente baciandomi il collo e, improvvisamente, il sorriso che pochi secondi prima mi era nato alla vista di mia figlia morì lentamente e senza che potessi controllarmi iniziai a singhiozzare.
Piangevo.
La tenevo stretta a me e piangevo.
Perché era splendida nel suo abitino rosa pallido e nelle sue ballerine nere di vernice. Piangevo perché stava crescendo. Piangevo perché era il giorno del suo primo compleanno e quella mattina aveva aperto gli occhi ed io non ero stato con lei.
“Ti amo tanto piccola…ti amo tantissimo…” dissi debolmente cercando di trattenere i singhiozzi prima di farla spaventare.
Scacciai velocemente le lacrime e la feci volteggiare in aria, come sapevo che adorava e infatti lei scoppiò a ridere, aggrappandosi ai miei capelli spaventata ed eccitata allo stesso tempo dall’altezza.
Sentii Jules schiarirsi la voce dietro di me.
“Credo che dovremmo metterle un bavaglino” chiesi “ti dispiacerebbe passarmene uno?”
Mi voltai per prenderlo ma quando lo feci non mi ritrovai davanti Jules, bensì Kristen.
Trattenni il respiro per il secondo necessario al mio cervello a registrare la presenza di mia moglie davanti a me.
Indossava un abito bianco corto senza maniche che metteva in risalto il suo incarnato chiaro. I capelli scuri le ricadevano legati in una morbida coda al lato del volto.
Non so come fui in grado di riprendere a respirare normalmente: erano giorni che non la vedevo e mi sembrava che fosse ancora più bella di quanto la mia mente potesse ricordare. Ancora più bella della prima volta che l’avevo vista…
“Ehi..” mormorò, rivolgendomi un sorriso imbarazzato.
“Ehi” risposi come un idiota, senza avere la capacità di dire alcunché.
Di qualcosa di intelligente…di qualcosa…
“Tieni il bavaglino” disse porgendomi il pezzo di stoffa.
“Gr..grazie…” balbettai.
Mi sorrise solamente e si diresse verso sua madre, sistemando le ultime cose, mentre gli invitati iniziavano ad arrivare, tra cui alcuni nostri amici e alcuni bambini del quartiere dove vivevano i genitori di Kris.
Purtroppo quasi nessuno dei nostri amici era riuscito a farcela, visto che la maggior parte era impegnata col lavoro e io avevo trovato una scusa coi miei genitori e le mie sorelle, convincendoli a farci visita tra qualche settimana.
Vista la tensione tra me e Kris non era di certo il caso di organizzare una riunione di famiglia in piena regola.
Sempre che tra qualche settimana le cose vadano meglio… mormorò una stupida vocina nella mia testa.
La scacciai, impedendole di rovinare il compleanno al mio angioletto e cercai seriamente di divertirmi. E, in parte, ci riuscii.
http://i53.tinypic.com/jfbvph.jpgFu bellissimo vedere il sorriso eccitato di Joy quando aprì, aiutato da me, il mio regalo. Un cavalluccio a dondolo, completo di nitrito quando gli si premevano le orecchie.
La aiutai a salire in groppa e a dondolarsi mentre Kris, chinata davanti a noi, le scattava centinaia di fotografie. Non potei immaginare come sarebbe stata la festa se fossimo stati a casa nostra, nel nostro giardino…
Non era lì che saremmo dovuti essere noi tre. Non era lì.
Eravamo una famiglia e dovevamo, dovevamo superare i nostri problemi.
Quando alzai gli occhi vidi che Kris non era più di fronte a me, impegnata con la macchina fotografica, ma si stava allontanando.
La vedi entrare in casa e capii cosa dovevo fare.
Lei era mia moglie e io la amavo. Ci appartenevamo a vicenda e l’avevamo giurato davanti a Dio e io…io non l’avrei mai lasciata andare.
“Jules…puoi tenere Joy” sussurrai “Devo andare da Kris.”
Lei mi sorrise smagliante. “Ti prego, vai.”
Le sorrisi di rimando e mi avviai velocemente all’interno della casa e mi appoggiai allo stipite della porta della cucina.
E rimasi lì, parecchi secondi. Semplicemente ad osservarla.
Tagliava accuratamente la torta a fette, spostando i piattini e i cucchiai mentre scacciava via una ciocca di capelli dagli occhi.
Si sporcò un po’ il dito di crema e la succhiò velocemente e io sorrisi.
Era adorabile ed era una madre perfetta.
Attenta, premurosa di fare una fetta leggermente più grossa per Joy, anche se lei non avrebbe mai capito la dolcezza del suo gesto.
Nel momento esatto in cui voltò il capo e i suoi occhi incontrarono i miei iniziai a camminare e, prima di rendermene conto, ero inginocchiato di fronte a lei, il volto premuto sul suo ventre morbido mentre la stringevo con tutto me stesso.
“Ti prego perdonami” mormorai “Non mi importa di niente. Non mi importa chi ha sbagliato, non mi importa ..non..non so nemmeno più perché ero arrabbiato. Ti prego torna a casa da me. Ti prego, torna con Joy. Io..io senza di te..non sono niente Kris..niente… E se sei ancora arrabbiata passerò il resto della vita a dimostrarti che ti amo e che..”
“Rob no…no..” disse piano “Alzati ti prego…”
Quelle parole furono come una coltellata al cuore.
Rob …no..
Mi stava dicendo di no? Non sarebbe tornata? Non avrebbe mai…?
Rimasi paralizzato finché non la vidi inginocchiarsi di fronte a me.
“Se non ti alzi tu..vorrà dire che mi inginocchierò io” sussurrò. Intrecciò una mano fra i miei capelli, obbligandomi a guardarla.
“Kris..”
“No..” posò l’altra mano sulle mie labbra “Fammi parlare ora…”
Prese un respiro ed iniziò. “Mi hai ferita. Non hai avuto fiducia in me e mi hai ferita. Ma sai che c’è? Anche io non mi sono fidata di te. Tutte le volte che mi dicevi che Mike voleva molto di più…io ti ho sempre ignorato. Sempre. Ho ignorato i tuoi sentimenti e..e non mi sono mai, mai messa nei tuoi panni. E queste ultime settimane sono state orribili e non solo per colpa tua. Abbiamo entrambi colpa in ugual modo e per un terribile istante in questi giorni ho seriamente creduto che non l’avremmo superata...perché pensavo che a volte solo l’amore non basta a far funzionare le cose…”
“E lo pensi ancora?” domandai col cuore in gola
Scosse il capo mentre una lacrima le scivolava lungo la guancia. “No. Ho..ho capito che l’amore basta. Che solo l’amore basta. Perché l’amore contiene tutto il resto. Se ami qualcuno lo rispetti. Se ami qualcuno ti fidi di lui. Ed è così per noi due. Io so…io lo so che ci fidiamo l’uno dell’altra. Io lo so che ci rispettiamo anche se a volte siamo troppo stupidi per capirlo. Io ti amo Rob…ti amo e…”
Non le diedi il tempo di finire la frase che incollai le mie labbra alle sue e gettai le braccia attorno alla vita, con forse un po’ troppa foga visto che ci ritrovammo abbracciati sul pavimento, a ridere fra le lacrime.
Spostai le mie labbra sulla sua guancia per asciugarle le goccioline che colavano copiose.
“Ti giuro..ti giuro .anche se litigheremo ancora..e so che sarà così perché tu sei tutto scemo e io una grandissima testa di cazzo alle volte” ridacchiammo insieme alle sue parole “Ti giuro non me ne andrò mai più. Mai più ti porterò via Joy o farò una sciocchezza simile..Te lo giuro.”
Questa volta fu lei a baciarmi la fronte, pronta a confortarmi. Doveva aver capito perfettamente quanto mi avesse ferito non averle più con me.
Beh, se quello era il momento delle confessioni…
La strinsi ancora più a me, pronto ad essere sincero. “Vorrei poterti dire che sono seriamente pentito di aver preso a pugni Mike, ma non è così…cioè mi spiace del gesto però…”
Con mia grande sorpresa la vidi aprirsi in un piccolo sorriso. “No hai ragione, non è stato un bel gesto. Ma ieri ho parlato con lui e…e ci siamo detti delle cose, o meglio, io gli ho detto delle cose..”
“Cosa?” domandai.
“Che è meglio se non restiamo amici per ora” disse “Avevi ragione Rob, è ovvio che non è passato oltre alla nostra storia e per quanto mi dispiaccia devo fare il meglio per la mia famiglia. E penso che non vedersi sia la cosa migliore anche per lui…”
“Okay” sussurrai, estremamente felice di quella sua decisione.
Mi sfiorò le labbra con le sue. “E poi lo sai che tutto quello che ti ha detto erano cazzate vero? Tu sei il marito migliore del mondo e sei il padre migliore per Joy, ok?”
“Ma il modo in cui l’ho trattata…” sospirai vergognandomi ancora di come avevo alzato la voce contro il mio angioletto.
“Rob voglio ricordarti che è successo anche a me. Quando piangeva o quando metteva i dentini..è normale perdere la pazienza per qualche secondo. Ci capiterà molte altre volte, credimi. Ma lei sa che la amiamo..sa che tu la ami. Le sei mancato così tanto in questi giorni…”
“E lei è mancata a me” sospirai e un sorriso si aprì sulle mie labbra “Stasera la facciamo dormire nel lettone con noi?” domandai implorante.
Kris alzò gli occhi al cielo ma poi annuì vigorosamente sorridendomi con così tanto amore che non potei fare altro che baciarla.
Dio com’era bello averla ancora stretta fra le mie braccia, sentire la sua lingua scivolare nella mia bocca, il suo sapore mescolato al mio…
“Allora questa to…O mio Dio scusate torno dopo..”
La madre di Kris entrò e uscì dalla cucina a velocità della luce e io e lei non potemmo fare altro che ridere come due ragazzini colti in fallo dai genitori.
Mi alzai in piedi di malavoglia e la aiutai ad alzarsi.
“Abbiamo dei bambini da sfamare…meglio muoverci..”
Lei annuì ma poi si fece seria.
“Che c’è?”
“Se questo è il momento di essere sincera…ti devo ancora delle scuse. Per il test. Ti giuro che era negativo. Se fosse stato positivo te l’avrei detto immediatamente. Non te l’avrei mai nascosto ma…ma quando ho visto quel segno negativo, non volevo deluderti…”
“Deludermi?” chiesi scioccato
“Sapevo..so quanto tu volessi un altro figlio e…e volevo solo proteggerti. Pensavo che ci saresti rimasto così male, che avresti sofferto…ora capisco di aver sbagliato. Ma ti assicuro che ho agito in buona fede, te lo giuro.”
Annuii.
“Kris avremo un altro bambino quando saremo pronti. Non c’è fretta, sul serio. Ma la prossima volta confidati con me, senza paura di ferirmi.”
Lei mi sorrise debolmente posando il capo contro il mio petto e abbracciandola potei chiaramente sentire il suo corpo decisamente più magro contro il mio.
“Ma tu come stai? Sinceramente Kris.” Chiesi preoccupato “Sei andata dal medico?”
Scosse il capo “Domani”
“Non mi hai detto come stai” continuai, terrorizzato. Se Kris stava male e io avevo passato gli ultimi giorni a farla angosciare ancora di più non me lo sarei mai perdonato.
“Non ti spaventare ora” sussurrò “Ho avuto delle perdite, nausea, qualche giramento di testa e dei forti dolori addominali…anche ora in effetti…”
“Fa molto male?”
Oh mio Dio…
“No” rispose ma capii chiaramente che mentiva “Un po’ ma…domani vado dal medico e vedrai che non è nulla di preoccupante.”
“Vengo con te” sospirai “Tua madre può tenere Joy magari e io ti accompagno, ok? Non ti lascio da sola..”
Immediatamente i suoi occhi furono pieni di lacrime. “Grazie..”
“Shhh” la confortai “Non avere paura, vedrai che non è nulla. Nulla…”
“O..ok..” mormorò “Perché non porti la torta fuori nel frattempo. Io vado un secondo in bagno…”
“Sicura che non vuoi che venga con te? Non ti gira la testa? Non hai la nausea o..”
Kris alzò gli occhi al cielo nel modo che mi faceva sempre impazzire “No…davvero vai..”
Le baciai le labbra per un secondo.
“Non metterci troppo, ok?” chiesi prendendo il vassoio con il cibo “Non farmi preoccupare”
Annuì dandomi un ultimo bacio e sparendo lungo il corridoio.
http://i52.tinypic.com/209ojl5.pngIo uscii in giardino e iniziai a distribuire le fette di torta assicurandomi, ovviamente, che la più grossa venisse data alla festeggiata.
Jules non faceva che smettere di sorridere mentre imboccava Joy.
“E’ tutto apposto ora..” mormorai felice.
“Non sai…ho pregato così tanto perché tutto si risolvesse fra voi…” rispose “ma a proposito, dove è sparita Kristen?”
Lanciai una rapida occhiata alla casa, preoccupato.
“Era in bagno…ma sono più di dieci minuti…” risposi “vado a controllare”
Mi diressi velocemente verso il bagno in fondo al corridoio, il più vicino alla cucina.
“Kris?” bussai piano “Non voglio disturbarti ma è tutto ok?”
Non sentivo nessun rumore dall’interno, così ruotai la maniglia e aprii leggermente la porta.
“Kris..posso entrare?”
“Rob…” avvertii al sua voce mugugnare il mio nome in un sussurro.
Terrorizzato spalancai la porta e quasi morii di paura quando la vidi sdraiata sul pavimento di marmo.
“Kris” urlai “Oddio Kris…Kris”
Le cinsi velocemente le spalle con un braccio, scostandole i capelli dal viso. Era pallida, più pallida di come l’avessi mai vista in tutta la mia vita.
“Kristen..”
“Mi gira la..la testa e.. la pancia…” le sue parole erano così flebili che a stento riuscii a sentirle “Mi fa tanto male la pancia…tanto..la pancia..”
“Ok..ok ora chiamiamo aiuto” risposi deciso “tu cerca di restare sveglia. Ti prego resta sveglia, ti prego”
Disperato passai l’altro braccio sotto le sue cosce e mi immobilizzai.
Sentii la stoffa del suo abito completamente zuppa e, immediatamente, capii di cosa si trattasse.
Chiusi gli occhi e quando li abbassai per guardare il suo corpo vidi il suo abito bianco con una chiazza rossa che si espandeva velocemente. Una chiazza molto simile a quella che ora macchiava anche la mia mano.
Sangue.


O_______________________O
OMG OMG!!!!!!!!!!!
Comunque ragazze dovete guardare il lato positivo. Se Kris è morta almeno prima ha fatto pace con Rob e quindi il suo spirito riposerà in pace e non vagherà sulla terra tormentata dal senso di colpa! Non è una bella notizia???! O____+
Ehm..ehm...
Ok, abbiamo capito. Ci prendiamo per mano e ci buttiamo nella fossa U__U
Addio.

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Capitolo 38
*** Shattered ***


shattered Salve girls!! Sono Cloe ahahah...mmm Fio era stata così buona da avere l'idea di postare con un giorno di anticipo..cioè ieri e io le ho detto 'Sììì dai siamo buone, è Natale!' ahah e poi ehm...mi sono dimenticata..:P noo in realtà sn tornata proprio tardi! Chiedo umilmente perdono! Voi mi amate perciò mi perdonate, vero?? Mmmmm beh vi lascio a questo capitolo pieno di amore, dolcezza, gioia e spensieratezza, come già si vede dal titolo  :) --------> ironia mode:on
Ahahah lo so non si dicono le bugie a Natale ma io mi diverto così. Muhahhaha oook mi ritiro.
Bacio e...mi sa che vi dobbiam dire Buon Natale! Non so esattamente quando posteremo il prossimo capitolo ma penso proprio dopo il 25, siamo un pò incasinate al momento LOL.
Un bacio, un mega augurio di buone feste e un grazie per le recensioni!!!! *______*
XoXo Cloe e Fio

P.S= Per voi che seguite e amate 'Qui dove batte il cuore' è assolutamente necessario che a Babbo Natale chiediate una cosa come priorità assoluta. E cioè una dolce bambina, dai capelli biondi e dagli occhi verdi...JOY. Chiedete il suo arrivo please ç___ç



CAPITOLO 38 (Fio)

SHATTERED



POV Rob


Mi fisso le mani, sono lì..proprio sotto i miei occhi e non mi sono mai sembrate così diverse.. così.. sporche..
Non ho avuto il coraggio nemmeno di lavarle.. non ho avuto la forza di farci passare dell'acqua sopra.. forse perché in realtà voglio sentirne il profumo e rendermi conto che quello non è il suo sangue, che è tutto un incubo da cui mi sveglierò presto..
Eppure è tutto troppo chiaro.. i camici che vedo svolazzare con la coda dell'occhio, l'odore nauseante di ospedale, il vuoto che sento dentro, la paura che mi squarcia il petto..
E' tutto troppo reale per essere un sogno e chinando il viso tra le mani, ritorno alla realtà..
A quella realtà che ogni volta mi mette in situazioni che non dovrebbero esistere..
Non poteva il suono dell'ambulanza essere così familiare per me, il suo corpo tra le mie braccia, il suo ultimo sguardo prima di chiudere gli occhi..
Mi sembrava di vivere in un deja-vu senza fine.. Tutto..
Era tutto lo stesso e sarebbe andato tutto bene anche questa volta.
Andrà bene.
Andrà bene.
Andrà bene.
E invece sono in questa sala d'aspetto a torturarmi le labbra imponendomi di non piangere mentre lei è chissà dove..
E ha bisogno di me..
Io devo essere con lei. Devo sapere.
È successo tutto così velocemente che mille immagini mi passano ripetutamente davanti gli occhi come un flash accecante che non ha intenzione di darmi pace.
Lei lì per terra, il suo candido vestito bianco macchiato di rosso, la sua voce flebile nel disperato tentativo di dirmi cosa non andava, i miei occhi già pieni di lacrime, il mio cuore con un battito in meno..
E poi luci, tante luci, tante voci.. Voci sovrapposte, voci disaccordi, voci preoccupate..
finché non era sparita su una barella dietro quella dannata porta che fissavo terrorizzato da quello che avrei scoperto quando si sarebbe aperta.
Non posso vivere senza di lei.
Ti prego Dio, se esisti, non portarmela via. Lei è tutto ciò che sono, tutto ciò che ho.. tutta la mia vita.. Prendi me, ma non lei...
E mentre quelle preghiere aleggiano nella mia mente in cerca di una qualche silenziosa risposta, una lacrime sfugge al mio controllo e la sento marcarmi la guancia come se fosse fuoco incandescente sulla mia pelle. Tutto brucia.
Gli occhi, le mani, il cuore...
Sento afferrarmi per mano e mentre quella goccia traditrice mi bagna le labbra volto il mio sguardo verso Jules che serra le labbra nel tentativo di non seguire il mio esempio. Non so come faccia ad essere così forte.. non so se è la fede o la speranza a  darle la forza di sorridermi e dirmi “Andrà tutto bene. Lei è forte..”
E so che è così.. deve essere così. Eppure il terrore continua a mangiarmi lo stomaco come se fosse il suo unico sostentamento, come se volesse impormi di pensare solo al peggio e mi maledico perché immagini impensabili si stagliano davanti a me prima che possa impedire al cervello di ricevere il comando
Penso a Joy..
Chiama la mamma ma lei non c'è..
Mi chiede di lei e io piango mentre cerco le parole per spiegarle il perché..per dirle  che era la cosa più importante della sua vita e continuerà a proteggerla dall'alto..
Smettila Rob! Cazzo! Smettila!
E nello stesso istante in cui la temo di più, la porta si apre rivelando un alto medico in camice verde e non so perché ma quel colore non mi piace.
In un secondo io, Jules e John gli andiamo incontro come spinti dall'attrazione di una calamita e quando me lo trovo davanti non riesco a parlare e mi fisso sul suo viso cercando di capire dal suo sguardo quello che sta per dirci..
Ho troppa paura per chiedere, terrore di morire per quello che sentirò..
So che ci penserà qualcuno al posto mio a fare la domanda.
“Dottore! La prego! Ci dica qualcosa! Subito!”. Il tono di John è perentorio e il medico annuisce iniziando a spiegare.
“La situazione è stabile al momento, ma abbiamo già disposto la preparazione per la sala operatoria..”
Tum.
Un altro battito.
“Co..cosa vuol dire..?” la voce di Jules è un sussurro mentre chiede una delle tante domande che vagano nella mia testa senza trovare il coraggio di uscire.
“Cos'ha..?”
“Lei sta bene, si riprenderà dopo l'operazione ma purtroppo l'embrione è andato perso..”
Tum.
Un altro battito che va via insieme al respiro quando lo sento pronunciare quella parola.
Embrione.
Embrione.
Embrione.
E non trovo altro significato se non quello di..
No.. non può essere.. non può essere vero..
“Qua..quale embrione..?” la mi voce secca, rotta mentre gli occhi sono persi nel fissare la giuntura del camice..
“Abbiamo riscontrato i sintomi di una gravidanza extra-uterina o anche ectopica, definita come tale quella condizione patologica in cui l'impianto dell'embrione avviene in sedi diverse della cavità uterina...”
Gravidanza era l'unica cosa che avevo capito di quella frase e la parola isolata non aveva alcun senso per me, perché non poteva essere vero..
“Parli chiaro dottore!!! Cosa vuol dire?” sussurro stringendo piano i pugni nel tentativo di negare le sue parole.
“La frequenza globale delle gravidanze ectopiche varia da 1/80 a 1/2000 gravidanze, in relazione alle diverse popolazioni osservate: il rischio di insorgenza è infatti maggiore in una popolazione di età maggiormente avanzata, o in una popolazione di nullipare con anamnesi di poliabortività...Si tratta di una condizione che si verifica con una certa frequenza perché secondo le statistiche si manifesta nello 0,5-0,9% delle gravidanze...”
“Non me ne faccio un cazzo delle sue statistiche!!!” urlo quasi piangendo. “Voglio.sapere.cosa.ha.mia moglie.”
Non mi importava di niente e di nessuno. Volevo solo sapere e volevo che quel cazzo di medico parlasse chiaro altrimenti avrei lasciato che il pungo chiuso gli volasse in faccia.
Lo vedo guardarmi con compassione, uno sguardo che quasi mi uccide e infine sospira. “Sua moglie ha avuto una gravidanza ectopica.. nel suo caso particolare tubarica, vuol dire che l'embrione non si è annidato all'utero ma alla tuba e crescendo ne ha provocato la rottura. Una gravidanza del genere non diagnosticata o riconosciuta in ritardo può complicarsi notevolmente fino all'esito letale. L'emorragia interna può portare la paziente allo shock emorragico o ad anemia grave e bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico come nel suo caso”
“Non..non.. non è possibile.. Lei.. lei ha fatto un test ed era negativo..”
“Il test di gravidanza si regola principalmente sul dosaggio quantitativo dell'ormone Beta-Hcg, il cui valore in gravidanze del genere è di solito molto basso e rischia di compromettere il risultato del test soprattutto se fatto troppo presto.. L'embrione era appena a quattro settimane..”
Le gambe mi tremano, gli occhi si appannano, il corpo diventa freddo.
“E'.. colpa nostra...”
“No” risponde pronto il medico “Di solito le complicazioni di questa gravidanza sviluppano intorno ai 60/70 giorni dal concepimento. Nel vostro caso è stato tutto improvviso. Pur diagnosticando la gravidanza non si sarebbe evitata l'emorragia..”
Le orecchie mi fischiano, la testa gira.. Tutto gira e sento solo di non riuscire più a reggermi in piedi.
John riesce a prendermi in tempo prima che possa cadere e non so dove trovi la forza per reggere anche me.
Sento il pavimento sgretolarsi sotto i miei piedi e riesco solo a pensare che non è possibile..
“Signor Pattinson posso immaginare quanto sia sconvolto in questo momento ma sua moglie deve essere operata d'urgenza e ho bisogno di una conferma..”
Sono quelle parole che mi fanno aprire di nuovo gli occhi.
Kristen. Devo pensare a lei. Accenno il capo e l'immagine di lei mi appare davanti gli occhi così offuscata che sento il bisogno di vederla immediatamente per assicurarmi che è ancora con me.
“Devo vederla, vi prego. Lasciatemi entrare.. Lasciatemi..”
“Non sarebbe il caso e ad ogni modo è contro le regole dell'ospedale. Mi dispiace. Tornerò tra poco, appena la sala operatoria sarà pronta..”
“Dottore!”
Si volta a guardarmi. “Non.. non è rischioso questo intervento.. vero? Lei.. poi.. sarà.. Sarà tutto come prima, vero?”
Si ferma per qualche secondo forse pensando se darmi o meno quell'ennesima batosta. “Purtroppo ormai la tuba è danneggiata e compromette inevitabilmente l'utero.. in condizioni del genere è difficile che torni tutto alla situazione precedente..”
“Sta.. dicendo che..”
“Il rischio di fertilità è alto, ma non assoluto. Altre gravidanze sono possibili ma potrebbero comportare complicazioni, come forse no. Mi spiace non poterle dire di più ma sono casi delicati che variano di persona in persona.. Ha per caso avuto esperienze del genere in passato? Altri aborti?”
Gelo. Sento il sangue fermarsi mentre quella parole esce candida dalla sua bocca.
Aborto.
“Si.. no.. ehm.. una.. una minaccia.. solo.. una minaccia d'aborto..”
“Capisco. Mi dispiace molto”
E si allontana mentre io sprofondo nel vuoto. Non riesco a muovermi, non riesco a pensare, non riesco a desiderare nulla..
Vedo Jules muoversi impercettibilmente verso John che l'abbraccia rinchiudendola tra le sue braccia e voglio solo avere Kristen con me.
Come la guarderò senza mentirle? Come potrò dirle la verità? Come farà a riprendersi?
Sento una mano sulla spalla e mi giro di scatto in preda alla tensione per trovarmi Tom davanti i miei occhi e non riesco più a trattenermi.
Lacrime amare e disperate cominciano a rigarmi le guance.
“Ha perso il bambino..” dico tra un singhiozzo strozzato e l'altro mentre lui sgrana gli occhi alle mie parole. Mi avvicina e mi stringo in un abbraccio per lasciar sfogare le lacrime.
“L'ha perso..”
Un ultimo gemito disperato mentre le lacrime prendono il sopravvento.

“Perso.. perso..”
Aprii gli occhi scosso dai singhiozzi e dalla voce che mi si strozzava in gola..
Mi passai una mano sulla fronte per trovarla tutta sudata dopo quell'incubo. L'ennesimo, sempre lo stesso che mi tormentava ogni notte e che ormai non mi lasciava in pace nemmeno durante il pomeriggio.
Mi passai una mano tra i capelli come ormai facevo sempre, più del solito, come se quel gesto fosse un modo per tenermi perennemente ancora alla realtà e mi aiutasse a non naufragare nel desiderio che fosse davvero un incubo e che quelle ultime due settimane non fossero esistite.
Non potevo permetterlo, non io, non ora che Joy aveva bisogno di me e Kristen.. Kristen non c'era.
Era assente.. totalmente e costantemente assente.. spenta..
E mi preoccupava ogni giorno di più.
Avevo visto i suoi occhi morire nel momento in cui ero stato costretto a dirle tutto. Non avrei mai potuto mentirle e non potevo tenerle nascosta una cosa del genere..
“Lasciami sola..” aveva detto e non aveva parlato né mangiato per tre giorni finché in un attimo di pura agonia mi aveva preso la mano risvegliando il mio cuore.
“Rob.. voglio tornare a casa..” quelle le sue uniche preghiere che avevo cercato con tutto me stesso di assecondare, riuscendo ad ottenere la dimissione prima del previsto con la promessa che avrebbe mangiato..
Ma non era così.. e io non sapevo più dove sbattere la testa.
Per la prima volta da anni non avevo la minima idea di come prenderla e il pensiero di abbattermi non poteva nemmeno sfiorarmi visto che avevo una figlia che da due settimane era rimasta praticamente senza madre..
Credevo che il suo desiderio di tornare a casa fosse dettato dalla voglia di vedere Joy e dimenticare tutto. Credevo che la nostra piccola avrebbe potuto aiutarla a guarire dalla malinconia di ciò che aveva perso ricordandole quello che invece aveva, ma non era stato così.

“Lascia che ti aiuti..” la sorressi mentre scendeva dalla macchina tenendosi la pancia che sapevo ancora le dava dolore, nonostante negasse col capo ogni volta che osavo rivolgerle la domanda.
Era altra la sua sofferenza. Era un dolore di cuore.
Si lasciò aiutare forse perché davvero temeva che non ce l'avrebbe fatta, ma io sarei stata al suo fianco, sempre e comunque.
Entrammo in casa dove ad aspettarci c'era la sua famiglia che non aveva voluto vedere per nessun motivo al mondo durante la degenza in ospedale.
“Ciao tesoro..”
La voce di Jules fu un debole sussurro accompagnato dal timore di essere respinta..
Sentii la mano di Kristen tremare nella mia mentre si guardava in giro impaurita, come se fosse tutto troppo per lei, come se si trovasse in un luogo che non le apparteneva, come se fosse persa nella sua stessa casa.
Nonostante gli altri aspettassero che fosse lei a fare la prima mossa fu impossibile per Joy capire di stare ferma.
“Mammaaaaaa” urlò con quella piccola vocina e prima che alcuno di noi potesse evitarlo corse verso Kristen aggrappandosi alle sue gambe e facendola tremare.
Fu costretta ad aggrapparsi a me per non cadere e mai come in quel momento mi sembrò tanto fragile.
Sorrisi mentre Joy continuava a ripetere “Mamma, mamma, mamma...” e sperai che la sua vocina riuscisse a farla vivere di nuovo ma era solo una falsa illusione e nessuno rimase più scioccato di me nel vederla carezzare velocemente i capelli di nostra figlia per poi spostarsi velocemente lontano da lei e salire le scale con tutta la limitata velocità che le era concessa.. e l'avrei aiutata se non fossi rimasto immobile e incredulo da quello che i miei occhi avevano appena visto.
Lei.. lei che non riusciva a resistere a quella bambina più di chiunque altro le aveva appena detto di no, l'aveva appena allontanata e se non fosse stata troppo piccola per capire le avrebbe probabilmente spezzato il cuore.
Joy prese a seguirla ma l'afferrai da dietro prima che potesse avventurarsi su per le scale.
La strinsi a me baciandole il capo.
“Andrà tutto bene tesoro mio..”

E invece andava tutto male. Dopo dieci giorni ancora andava tutto male e le cose sembravano solo peggiorare.
Kristen era diventata una specie di automa. La sua giornata consisteva nello stare seduta in veranda a guardare il nulla ed inutili erano i miei tentativi di stimolarla in qualche modo e farle capire che non doveva sentirsi in colpa per nessun motivo.
Ma conoscevo mia moglie troppo bene per sapere che, nonostante tutto, ne era convinta e il mio sentimento di impotenza cresceva di giorno in giorno perchè non potevo fare niente. NIENTE!
Lanciai una rapida occhiata alla porta-finestra del salone, sperando ingenuamente di vederla camminare attraverso il vetro e poi aprirlo per venire a stringersi tra le mie braccia e baciarmi di nuovo le labbra.
Mi mancava, mi mancava terribilmente e non sapere quanto tutto questo sarebbe durato non faceva che uccidermi ancora di più.
Nuvole grigie incombevano nel cielo e un tuono mi fece saltare sul posto e Joy scoppiò a piangere chiamandomi a gran voce.
“Papaaaaaà.... papaaaaaaà...” gridava tra le lacrime e in un secondo fui da lei. Mi chinai sul box verso le sue braccine aperte e l'accolsi tra le mie braccia dove sarebbe stata sempre al sicuro, nonostante tutto.
Dovevo proteggerla, dovevo salvarla dai mali del mondo, dall'ingiustizia, dal dolore, dalla sofferenza..
Dovevo salvare almeno lei..
Ma come potevo se io stesso ce l'avevo col mondo per quello che ci stava riservando?
“Scusa amore mio.. mi sono addormentato..” le sussurrai baciandola diverse volte e asciugando le sue lacrime. “Ora facciamo la pappa, che dici? Hai fame eh?”
Ormai parlavo con lei come se potesse capirmi e sapevo che era solo un disperato tentativo di non impazzire per il silenzio che regnava in casa. Se non fosse stato per Joy sarei morto anche io, insieme a lei.
La cullai dolcemente calmandola ma ad ogni tuono sempre più forte si stringeva al mio collo e non volle saperne di stare seduta nel seggiolone perciò decisi di lasciarle mangiare il suo spuntino pomeridiano seduta sul divano con me in salotto davanti un cartone nella speranza che potesse distrarla.
Ringraziai il cielo che almeno lei non avesse perso l'appetito. Non avrei potuto combattere anche con lei per convincerla a mangiare qualcosa.
Kristen già era abbastanza a darmi preoccupazioni. Nonostante la promessa mangiava poco e poco volentieri. Ero stato costretto a minacciarla per costringerla a mangiare di più.
“Kristen.. vuoi che ti porti in ospedale e ti attacchino a una flebo? E' questo che vuoi?!”
Quante parole erano andate al vento, quante preghiere volavano via ogni sera con la futile speranza di essere ascoltate.
Quanti desideri erano svaniti nel nulla come la pioggia che iniziava a cadere rompendosi al contatto col suolo.
Proprio come me.
Se fossi caduto mi sarei frantumato in mille pezzi e non sarei più stato capace di ricompormi.
Il mio sguardo cadde d'un tratto su quei fogli sui quali mi ero addormentato un paio d'ore prima.
“Il dottor Dean è molto bravo. Sa fare bene il suo lavoro e lo conosco da anni, Rob. Pensaci..”
Le parole di Tom mi rimbombavano nella testa da ore ormai, da quando avevo davvero iniziato a considerare l'opzione di consultare uno psicanalista.
Trovai assurdo come avessi sempre pensato a loro come strizzacervelli buoni solo a confonderti di più le idee mentre ora mi rigiravo quel numero tra le mani come se fossi in bilico tra giusto e sbagliato.
Kristen non avrebbe mai approvato ma ormai ero così disperato da essere disposto a tentare ogni strada.
http://i56.tinypic.com/2pyw7tg.jpgMi girai intorno per cercare il telefono e il mio sguardo fu catturato dall'immagine di Joy che in piedi, con le mani contro il vetro, guardava fuori.
“Mamma..” bisbigliò tra sé e sé ma potei sentirla bene e mi si spezzò il cuore.
Doveva sentire la sua mancanza quanto me, se non di più visto che si era sentita abbandonata senza avere una minima spiegazione, senza capirne il perché.
Mi avvicinai e mi accovacciai dietro di lei.
Si voltò a fissarmi. “Mamma..” disse di nuovo allungando un dito nella direzione del vetro da cui si intravedeva leggermente Kristen raggomitolata su se stessa su quella solita poltroncina.
“Mamma non c'è ora...ci sono io amore mio...”
La strinsi a me affondando il viso nel suo piccolo collo e lasciando che una lacrime scivolasse senza fermarla. Avevo così tanto bisogno di piangere e allo stesso tempo avevo paura che se mi fossi lasciato andare non sarei più stato capace di riprendermi.
Per quanto tempo sarei potuto andare avanti così?
Me lo chiedevo ogni giorno e ogni volta mi negavo una risposta che mi avrebbe abbattuto ancora di più. Non pensarci era l'unico modo per andare avanti.
“Aspetta qui tesoro..” le baciai la testa lasciandola con le manine appoggiate al vetro e afferrando una coperta dal divano aprii quella finestra che ormai separava i nostri due mondi e mi preparai ad affrontare il suo mutismo per l'ennesima volta.
Mi avvicinai piano e non si mosse di un centimetro quando mi vide arrivare.
Le poggiai delicatamente la coperta per coprirla e mi accucciai davanti a lei.
I suoi occhi erano così scuri che mi sembrava di vederci la morte dentro, il suo respiro così statico e silenzioso che sembrava quasi inesistente come se davvero respirasse solo perché non dipendeva da lei.
Le carezzai i capelli scendendo dolcemente lungo una sua guancia.
Quanto avrei voluto vederla piangere, quanto avrei voluto che si sfogasse e lasciasse uscire tutto quello che si teneva dentro da giorni.
Non una lacrima, non un singhiozzo. Niente. Si era chiusa dentro un suo piccolo universo fatto di sensi di colpa e non aveva alcuna intenzione di uscirne o di farmi entrare per portarla fuori da quel limbo in cui si era condannata.
“Amore.. fa freddo.. ti prego.. vieni dentro..” le mie parole un sussurro disperato mentre il cuore mi si spezzava per l'ennesima volta nel vederla abbassare il capo senza alcun cenno di assenso.
“Kristen.. ti prego.. ti scongiuro.. Fatti aiutare.. Mi uccide vederti così.. non capisci che mi stai uccidendo?”
Niente.
“Non sei morta Kristen. Tu non sei morta, io non sono morto, e Joy non è morta.. Hai una figlia Kristen, lo ricordi questo? Guardala Kristen.. Guardala!”
Spostò leggermente lo sguardo verso il vetro per vedere Joy che immobile dove l'avevo lasciata ci osservava con un faccino triste. Una smorfia di dolore apparve sul suo viso e speravo di stare toccando i tasti giusti.
“Sente la tua mancanza Kris..lei ha bisogno di te..” una lacrima mi bagnò la mano.
“Io.. ho bisogno di te...”
I suoi occhi di nuovo bassi, le sue mani fredde mentre le afferravo tra le mie per essere respinto un secondo dopo mentre un altro pezzo di quello che era rimasto del mio cuore si frantumava come cristallo su un pavimento di marmo.
“Parlami.. dimmi qualcosa, qualunque cosa...”
La pregavo. Pregavo lei, pregavo dio, pregavo chiunque potesse aiutarmi ad arrivare a lei e scaldarle di nuovo il cuore.
“Io lo volevo Rob.. lo volevo..”
Le mani mi presero a tremare mentre sentivo di nuovo la sua voce, finalmente.
“Lo so amore mio.. lo so..”
Prese a scuotere il capo dandosi la colpa per l'ennesima volta. “Se sol.. se solo fossi stata più attenta.. se solo l'avessi capito...”
“Non sarebbe servito, amore. Hai sentito il medico.. non è dipeso da noi.. Non avrebbe cambiato nulla. Ti prego smettila di darti la colpa... Non è colpa tua, non è colpa nostra. Non è colpa di nessuno..”
Non aprì bocca e sentivo che stavo per perderla di nuovo.
“Noi.. noi ci proveremo ancora..” le mentii continuando a nasconderle quel dettaglio che l'avrebbe uccisa definitivamente. Come potevo dirle che le possibilità che restasse di nuovo incinta erano pochissime?
Solo ora mi rendevo davvero conto di quanto le  importasse in realtà. Joy era stata inaspettata e io molte volte ci avevo scherzato sopra..
Mai avrei creduto che la situazione potesse mutare in questo modo..
“Noi possiamo provare ad avere un altro bambino..”
“Io non ne voglio un altro! Io volevo questo!”
“Anche io Kristen, cosa credi?!” la sfidai cercando di mantenere la calma. “Credi che io non lo volessi? Credi che mi faccia piacere che le cose siano andate così dopo averlo desiderato tanto? Lo volevo anche io...”
“Lo so..” la sua voce così roca e rassegnata. “E ormai per me è tardi..”
Mi impietrii come se un fulmine mi avesse appena colto in pieno.
“Credi davvero che sia così ingenua? Credi che sia così stupida da non sapere cosa comporta un danneggiamento della tuba?”
Freddo. Solo un gran freddo.
“E' per questo che credo.. che dovresti lasciarmi...”
Le orecchie iniziarono a fischiarmi mentre quelle parole senza senso mi trafiggevano il petto.
“C-cosa?”
“Tu.. io.. So quanto desideri avere altri figli... e io non posso darteli..perciò.. perciò magari potrei tornare a vivere dai miei e Joy.. non lo so..può stare con te.. o con me.. e...”
“Kris ma che cazzo stai dicendo?!” la bloccai prima che potesse andare avanti con quelle idiozie assurde. “Che cazzo dici..”
“Non posso più darti quello che vuoi..”
“Io voglio te, Kristen! Solo te. Non ho bisogno d'altro! Ho te e ho Joy ed è tutto quello che desidero..”
La sentii gemere mentre si aggiustava la coperta sulle spalle e non potei fare a meno di chiedermi se davvero avesse ascoltato e capito le mie parole.
“Ti prego.. entra dentro con me.. Torna da me. Mi manchi così tanto.. che mi sembra di morire..”
La pioggia batteva sulla copertura coprendo il silenzio che regnava di nuovo sovrano mentre lei chinava il capo ignorando ancora una volta le mie preghiere.
“Mamma...”
Ci voltammo contemporaneamente quando sentimmo la voce della nostra piccola che sulla soglia della porta era in bilico tra interno ed esterno chiedendosi forse cosa stessimo facendo e perché non fossimo dentro al caldo a giocare con lei sul tappeto del salotto. Si avvicinò lentamente e nonostante tirasse vento la lasciai fare con la solita speranza che scongelasse il cuore della madre. Venne a mettersi tra le mie gambe e allungò le braccia verso Kristen chiamandola ancora.
Avrei voluto prenderla in braccio e adagiarla su quella poltrona insieme alla mamma ma non potevo essere io a fare la prima mossa. Doveva essere lei a chiederlo, doveva essere lei a volerlo altrimenti non avremmo mai risolto niente.
Potei vedere una lacrime riempirle l'occhio e pregai, pregai il cielo per vederla scendere sulla sua guancia ma respirando profondamente la ritirò nello stesso momento in cui voltala lo sguardo lontano da me e da Joy.
“Portala dentro..fa freddo per lei qui fuori..”
L'avevo persa, l'avevo persa di nuovo.
“Fa freddo anche dentro, senza di te..”
E con quelle ultime parola presi Joy tra le braccia e richiusi quella porta chiedendomi per quanto tempo ancora l'avrebbe tenuta lontana da me.
Se non avessi davvero avuto bisogno di forze probabilmente non avrei mangiato nemmeno io e in effetti con quello che riuscivo a cucinare era come non mangiare niente.
Jules veniva una sera si e una no a darmi una mano con Joy e con la speranza di vedere Kristen in uno stato che non fosse vegetale.
Poverina.. la vedevo guardarmi con sguardo speranzoso ogni volta che le aprivo la porta ma bastava un mio cenno per farle capire come le cose stessero davvero.
Nessuno poteva aiutarmi, nessuno poteva aiutarla..
Mi sentivo così impotente perché l'unica persona capace di poter fare qualcosa era lei stessa ma invece di aiutarsi continuava a darsi colpe che non le appartenevano..
Era un incubo..
“Allora?” le chiesi quando la vidi rientrare in cucina dopo aver portato a Kristen qualcosa da mangiare.
Scosse il capo afflitta. “Non parla..”
Nonostante volessi, decisi di non dirle della misera conversazione del pomeriggio temendo di alimentare le sue speranze rimaste deluse troppe volte.
“Jules.. grazie di tutto.. Ma si sta facendo buio.. torna a casa..”
“Posso fermarmi..”
“Non c'è bisogno..ormai so cavarmela..Tu prenditi cura della tua famiglia..”
“Anche voi siete la mia famiglia..”
“Lo so.. ma qui le cose non cambiano..  Credimi... succederà.. Io ne sono sicuro.. ma dovrà essere lei a volerlo.. Fino ad allora.. non possiamo fare niente..”
Nonostante il dolore nell'accettarle fu d'accordo con le mie parole e prima che il cielo scurisse ancora mi salutò.
“Rob.. ricordale quanto la ami. So che lo sa.. ma l'amore non deve essere mai una cosa scontata.. Assicurati che non l'abbia dimenticato..”
E quelle parole furono un veleno che prese a scorrermi nel sangue esplorando ogni cellula del mio corpo in cerca di riparo, in cerca di un rifugio dove poter riposare e restare indenni dal tempo, dalla tristezza, dalla malinconia, dalla rabbia...
http://i53.tinypic.com/2jwca8.jpgCullavo Joy.. la cullavo disperatamente ancorandomi alla mia unica fonte di vita in quel momento e vedendo in lei quello che avremmo potuto avere..
Una fratellino.. una sorellina..
Un pancione da accarezzare di nuovo la sera prima di dormire..
Una ninna nanna da sussurrare ancora attraverso quello strato di pelle che separava il contatto..
Un calcio.. o due.. tre... Sentirli ancora una volta semplicemente con il tocco di mano..
Maschio, femmina, nome, peso..
Una piccola mano che di nuovo afferrava il mio dito..
E la prima volta che avrei visto il suo viso..
Le notti insonni.. o forse no..
Il ciuccio che Joy non aveva voluto...
Mi accorsi di stare piangendo solo quando vidi una lacrima cadere sulla guancia di Joy. Tenendola ancora stretta a me l'asciugai con un bacio carezzando col mio viso il suo.
“Ti amo amore mio. Ti amo con tutto me stesso..” sussurrai baciandole dolcemente gli occhi ormai chiusi e lasciandomi cullare dalla musica rimasi a fissarla per ore..
Senza stancarmi di stare in piedi, senza stancarmi gli occhi, senza preoccuparmi di altro..
La lasciai delicatamente nella sua culla facendo attenzione che non si svegliasse e tornai giù deciso a tenare di nuovo con Kristen, ma la trovai addormentata.
Il capo chino sul bracciolo della poltrona, tutta raggomitolata su se stessa e le labbra leggermente dischiuse.
Quanto era bella..
Solo in quei momenti sembrava vagamente rilassata. Solo allora sembrava di nuovo la mia Kristen... ma anche questa era solo una maschera dietro la notte che le riservava incubi come i miei.. se non peggiori.
Come con Joy rimasi a fissarla per un po' prima di avvicinarmi cautamente e passarle una mano dietro la schiena e una sotto le gambe per prenderla tra le braccia.
Doveva essere davvero stanca per non svegliarsi o forse era il rumore della pioggia ad accompagnare il suo sonno profondo ma mentre entravo in casa si aggrappò al mio collo affondando il viso nel mio petto e mi sentii di nuovo in paradiso.
Mi bloccai col timore che un altro movimento l'avrebbe fatta svegliare e l'avrebbe portata di nuovo via da me.
Molto lentamente presi a muovermi di nuovo salendo le scale fino alla camera da letto e lì l'adagiai con dolcezza e immediatamente mi stesi accanto a lei riprendendola tra le mie braccia.
Ancora addormentata posò il viso nell'incavo del mio collo e mi mancò il respiro al pensiero che fosse finalmente tornata da me. Le baciai la fronte teneramente e prima che potessi dirle quanto l'amassi aprì gli occhi e mi guardò stranita.
In un secondo mi spinse via ed era già di spalle. Lontana da me.. ancora, come sempre.
E distrutto da quell'ennesima speranza andata in pezzi, restai a fissare il soffitto aspettando che il sonno mi prendesse.
Mi svegliai sudato dopo il solito incubo e come sempre lanciai un'occhiata accanto a me per accertarmi che Kristen fosse lì e il cuore mi saltò in gola quando non la vidi.
Mi ripresi rapidamente cercando come sempre di non pensare al peggio ma non poteva essersi già svegliata.. erano appena le tre di notte.
Mi mossi rapidamente fuori dalla camera fermandomi velocemente da Joy per trovarla ancora placidamente addormentata nella culla..
Solo scendendo le scale un strano odore di fumo e bruciato iniziò a insinuarsi tra le radici e il panico si impossessò di me..
Prima che potessi immaginare il peggio corsi in cucina e mi fermai di blocco sull'uscio della porta quando vidi il fuoco avvampare dal fornello e Kristen.. Kristen era a due passi da quel calore, gli occhi concentrati e la mano protesa verso quell'enorme fiamma che sembrava ingigantirsi ogni secondo di più.
Nonostante fossi paralizzato da quello che stavo vedendo respirai velocemente tornando in me.
“Kristen! Che cazzo stai facendo?!” urlai percuotendola dallo stato di trance e allontanandola velocemente per poi afferrare l'estintore dietro la porta.
In poco la fiamma si spense e tornai a voltarmi verso Kristen che respirava a fatica.
Uno sguardo veloce prima di correre via dalla stanza ma era davvero troppo.
Le corsi dietro e non potei fare a meno di afferrarla per un braccio.
Si voltò di scatto riservandomi uno sguardo duro e freddo.
“KRISTEN!” urlai per la prima volta da giorni. “Che cazzo stavi facendo? Vuoi ucciderci tutti?!”
Mi pentii subito di quelle parole che erano uscite senza che nemmeno ci pensassi quando la vidi tremare e respirare in modo affannoso come se fosse in preda a un attacco d'ansia.
“Va tutto bene, va tutto bene” mi affrettai a dirle allentando la presa sul suo braccio per avvicinarla a me ma di risposta lei ne approfittò per sgusciare via dietro quel vetro, dietro il suo limbo.
E tutto fu improvvisamente troppo.
Era abbastanza.
Continuavo a rivedere il suo viso concentrato su quel rosso fuoco mentre avvicinava la sua mano come se volesse bruciarsi per punirsi di qualcosa e nonostante fossi sicuro che si era trattato di un incidente non potei fare a meno di pensare alla possibilità che volesse farsi del male e capii che era ora di trovare un punto di fine a tutto ciò.
Non poteva continuare così, non potevamo andare avanti in quel modo. Io non potevo vivere con la paura di vederla compiere un gesto sconsiderato nel cuore della notte e arrivare troppo tardi per fermarla.
No.. il mio cuore non poteva sopportare oltre e il suo doveva smetterla di tenersi tutto dentro e sfogare il dolore per quella perdita che ancora non voleva accettare e di cui non si era fatta una ragione.
E io.. io non ci avevo nemmeno ancora pensato a quello che avevamo perso. Non ne avevo avuto il tempo se non di notte quando quelle mille immagini di un altro bambino tra le nostre braccia non faceva che procurarmi incubi.
E ci stavo male.. ci soffrivo e lasciavo che in quei momenti le lacrime scendessero senza far niente per bloccarle.
Lei era congelata nel tempo.. nella negazione e nel senso di colpa e se avrei dovuto rischiare per far battere il suo cuore di nuovo, l'avrei fatto.
Passai il resto della notte sveglio, meditando su quello che avrei potuto fare, su quello che era nelle mie possibilità e le parole di Jules continuavano a ronzarmi nella testa..
Ricordale quanto la ami.. Assicurati che non l'abbia dimenticato..
Come poteva anche solo per un secondo dimenticare quanto l'amassi?
Eppure era stata lei poche ore prima a mettere in dubbio il mio amore pensando che i miei desideri venissero prima di tutto.
Non riuscii più a prendere sonno e verso le nove, dopo aver lavato e vestito Joy e dopo averla fatta mangiare, la presi in braccio e bisognoso di fare quell'ultimo tentativo aprii quella dannata porta sperando di non doverlo fare più per i prossimi dieci anni.
Come sempre non mi degnò di uno sguardo ma sapevo che mi avrebbe ascoltato.
“Devo uscire.. ti lascio Joy”. Il mio tono freddo e diretto a colpire a fondo.
Si voltò di scatto terrorizzata.
“Cosa? No! Non.. non puoi lasciarmi sola con lei..”
“Si che posso. Ho delle cose da fare e non posso portarla con me. Tu sei ancora sua madre quindi stai con tua figlia..”
Baciai velocemente il viso della piccola mettendola giù un secondo dopo e reprimendo il terrore che le succedesse qualcosa di orrendo sicuro che per quanto fosse ancora sotto shock, Kristen non avrebbe mai permesso che le succedesse nulla.
“ROB!” la sentii chiamarmi mentre tornavo dentro ma non mi voltai.
Avevo fatto la mia scelta
.

Ahahhahah questa volta la faccia O___O non si addice molto. MMMMM meglio usare questa ç_________________ç
 E prima che speriate che questo sia un sogno, illusione, proiezione astrale ve lo diaciamo subito...sì, il bimbo è morto morto morto. E si, sappiamo anche di essere cattive, crudeli, sadiche ecc ecc.. ;D

Se non vi è chiaro qualcosa o volete fare qualche domanda non esitate nelle recensioni! :)

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Capitolo 39
*** Tears in heaven ***


tears in heaven Salve ragazze!!!! Per prima cosa..BUON NATALE!!! Speriamo che l'abbiate passato nei più felici dei modi e che, come vi avevamo detto, abbiate chiesto anche una piccola Joy nel nuovo anno ;) Ok eccovi questo lungo e corposo capitolo che...beh risolverà un pò la situazione, anche se non totalmente.
Dobbiamo dirvi una cosa importante. Come alcune di voi hanno notato ieri abbiamo postato il prologo di una nuova mini FF (avrà solo 4 capitoli più epilogo) che abbiamo scritto in questi giorni. Ovviamente per farlo siamo rimaste un pò indietro con 'Qui dove batte il cuore' per cui ci serve un pò di tempo per rimetterci in pari e scrivere nuovi capitoli. Ehhh..piccola brutta notizia. Il prossimo aggiornamenteo di questa storia sarà tra circa 15/20 giorni, dipende da qnt ci mettiamo. Ma per consolarvi leggete il nostro nuovo lavoro che,come già vi ho detto ,abbiamo iniziato a postare ieri notte e che si chiama ' Never say never '. Ne vale davvero la pena ;)  E lasciateci una piccola recensione, ok??
Bene vi lasciamo alla lettura..
P.S di Fio= Per scrivere qst capitolo ho riletto e mi sono ispirata a un libro stupendo 'Lettera ad un bambino mai nato' *__*



CAPITOLO 39 (Fio)

TEARS IN HEAVEN



POV Kristen


“Mamma...”
Sento la voce della mia bambina, così vicina eppure non riesco a vederla.
“Mamma.. dove sei?”
“Amore.. sono qui..” sussurro guardandomi intorno ma non c'è niente. Nessuno. Sono sola, persa in una immenso campo di grano e sento solo il vuoto dentro.
“Mamma, non ti vedo.. Vieni a prendermi..”
“Tesoro..” sussurro senza nemmeno chiedermi come faccia la sua voce ad essere così chiara o come possa parlare in modo così articolato..
Eppure è lei.. la riconosco...
“Dimmi dove sei amore mio.. e vengo a prenderti”
“Mamma ho paura.. mamma.. aiutami..”
Sento il cuore salirmi in gola e le gambe tremare mentre la voce di mia figlia che mi chiede aiuto diventa sempre più forte e vicina.
Mi muovo in quell'immenso campo cercando una via d'uscita a quel labirinto di spighe, ma sono così alte che mi sovrastano impedendo all'orientamento di avere la meglio.
“Mamma... ti prego..” stavolta è un sussurro debolissimo. La sua voce si affievolisce e sento il cuore scivolarmi via dal petto nel momento in cui mi rendo conto che non farò mai in tempo a raggiungerla.
Non so dov'è, non riesco a vederla..
Tendo la mia mano nel vuoto cercando di localizzare la sua vocina debole e spaventata.
“Joy.. amore.. dove sei? Dimmi dove sei..”
“Sono qui mamma.. perché non mi vedi? Perché non mi prendi?”
“Amore fatti vedere..” una spiga mi colpisce il viso graffiandomi la guancia ma continuo a correre verso quel suono.. devo vederla..
“Non mi vuoi più bene mamma.. perché non mi vuoi?”
La gola secca, i piedi vanno da soli perché ormai anche la forza di volontà mi ha abbandonato.
“Ti voglio tesoro.. ti voglio! Continua a parlarmi.. ti sento..”
“E' tardi mamma.. sto andando via.. mi portano via..”
Stavolta è chiara e riesco a sentirla perfettamente alla mia destra. Mi volto velocemente ma la maglia impigliata a qualche ramo mi tira indietro e inciampando in una radice, cado. Cosa ci fanno le radici in un campo di grano.
“Non ce la fai mamma.. non ce la fai per me?”
“S..si.. ce la faccio tesoro.. sto venendo..” dolorante mi rialzo ma la caviglia fa troppo male e mi rallenta il passo.
“Ti prego mamma.. non farmi portare via.. voglio stare con te..”
La sento così vicina ormai che mi sembra di averla accanto a me. Non riesco più a trovare le parole per calmare quel suo lamento che mi spezza il cuore.
Devo solo continuare a cercare. Devo solo trovarla e poi potrò stringerla tra le mie braccia.
“Ci sono quasi amore.. resisti Joy..”
“Non sono Joy mamma..”
“Cosa?” bisbiglio senza capire aggrappandomi a quelle sue ultime parole per arrivare finalmente a lei.
E' lì..non riesco a vederla ma la sua manina spunta tra le spighe in attesa della mia.
“Eccomi amore.. ti vedo.. ti vedo! Andrà tutto bene!”
Mi allungo per afferrarla ma la sua mano si sbriciola sotto il mio tocco, e sento il cuore abbandonarmi nel momento in cui tutto inizia a crollare lentamente attorno a me.
Le spighe sembrano andare a fuoco per un istante prima di diventare nere come la pece e sgretolarsi attorno a me lasciando libero il suo viso.. sconosciuto.
I lineamenti dolci, le labbra così simili alle mie.. i  capelli castani ricadono sul suo corpo, gli occhi verde scuro rendono il suo sguardo tagliente..
Sembra mia figlia ma non lo è..
“Mi dispiace mamma.. è troppo tardi.. Devo andare..”
E ora anche la sua voce è cambiata. Non è quella della mia bambina.. Non è lei... Eppure l'istinto materno prevale sul dubbio e voglio solo stringerla a me come se fosse mia..
Allungo la mano verso di lei e con le lacrime agli occhi si morde le labbra proprio come faccio io..
Una goccia salata le bagna il viso mentre lentamente allunga il suo braccio verso il mio.
“Perdonami mamma..” sussurra piangendo prima di sgretolarsi sotto i miei occhi..
Cenere è tutto quello che rimane...
Mi tocco il cuore sentendo il respiro mancare.. Tutto attorno a me cambia e diventa nero.. tutto sembra chiudersi su di me, tutto sembra volermi inghiottire in un buco nero nel quale voglio precipitare..
Soffoco un urlo nel momento in cui non sento più assolutamente nulla e apro gli occhi.

Presi un respiro profondo nello stesso momento in cui mi accorsi di avere il soffitto sopra di me.
Sentivo il cuore battermi in gola e la gola continuare a seccarsi come se fossi appena stata operata alle corde vocali.
Riuscivo a sentire le gocce di sudore bagnarmi la fronte e infatti portandomi una mano la trovai completamente bagnata.
Mai avevo sudato così per un incubo.. Mai un incubo era stato così reale e angosciante come quello che mi perseguitava da giorni..
Mi aveva trovato sul letto di ospedale e mi aveva seguito fino a casa senza volerne sapere di abbandonarmi..
Deglutii rumorosamente respirando a fondo per riprendere fiato e voltai lentamente il capo alla mia sinistra per vedere il viso di Rob, intriso di una smorfia di sofferenza.
Le labbra tese, la fronte corrugata.. Non potei fare a meno di chiedermi cosa stesse sognando e se riuscisse a sfogare il suo dolore solo nel sonno o se soffrisse semplicemente di più.
Una lacrima involontaria, la solita che accompagnava i miei bruschi risvegli alla solita ora, scese sulla mia guancia mentre lo guardavo.
“Perdonami amore mio..”
Avrei voluto evitargli tutta quella sofferenza, avrei voluto essere forte per lui, per mia figlia.. ma come potevo se era colpa mia?
Avevo sottovalutato i miei malori, avevo posticipato la visita con la ginecologa, avevo sbagliato tutto..
E ora lei mi tendeva la mano e non potevo afferrarla..
Mi chiedeva aiuto e non potevo darglielo.. Glielo avevo negato e non potevo fare niente per rimediare..
...è troppo tardi...
Continuavo a vedere quel volto e sentire quella voce che chiedeva di me come se fossi la sola persona esistente per lei.. la sola e unica che l'aveva abbandonata.
Ricordavo di aver letto che non è possibile sognare volti sconosciuti, la mente non può elaborare cose che non ha mai visto e quando crediamo di sognare qualcuno che ci è ignoto in realtà è solo un ricordo di ciò che non abbiamo notato..
Ma come potevo sognare quella bambina in modo così vivido?
Ogni notte notavo un particolare che mi avvicinava a lei sempre di più: un braccialetto al polso, un neo sul viso, le lentiggini sul naso, proprio come le mie..
Eppure per quanto potessi avvicinarmi e sentire che era la volta buona, illudevo solo me stessa dandomi delle speranze che si sgretolavano insieme a lei frantumando il mio cuore..
Un'altra lacrima silenziosa..
Non riuscivo più a trovare pace nel letto, chiudere gli occhi senza vederla non mi era permesso e vederla mi uccideva ogni volta..
Se avessi potuto semplicemente pugnalarmi il cuore sarebbe stata una soddisfazione oltre ogni limite ma ero troppo codarda e ancora troppo sana di mente per fare una cosa del genere..
Non avrei mai potuto lasciare mia figlia senza madre.. Non potevo abbandonare anche Joy..
“Sente la tua mancanza Kris..lei ha bisogno di te..”
Come poteva aver bisogno di me se non riuscivo nemmeno a comportarmi come un essere umano?
Avrei voluto.. Avrei davvero voluto dormire, avrei voluto alzarmi una mattina e scoprire che era stato tutto un incubo, avrei voluto poter guardare mia figlia negli occhi senza vederci ciò che avevamo perso.. ed era solo colpa mia..
Solo quando cercai di alzarmi dal letto mi resi conto di essere bloccata dalla mano di Rob che mi cingeva la vita e lo stomaco.
Un brivido mi scosse al pensiero che avrebbe potuto essere come prima.. come tempo fa..
Lui avrebbe carezzato la mia pancia e si sarebbe messo alla sua altezza per parlare al mio stomaco come un perfetto idiota..
E io avrei riso.. e avrei ringraziato il cielo per il dono che avevamo ricevuto...
Lo scostai dolcemente cercando di trattenere una crisi di pianto.
Non potevo piangere, non potevo sfogare tutto il mio dolore..
Sarebbe stato troppo facile..
Cosa mi sarebbe rimasto dopo aver riversato in lacrime tutta la mia sofferenza?
Sarei stata vuota, avrei diminuito il mio senso di colpa, avrei eluso un po' della pena che mi portavo dentro e non lo meritavo..
Dovevo soffrire.. dovevo continuare a tenermi tutto dentro e non liberarmi da quel peso che meritavo.
Mi mossi in punta di piedi per il piano superiore e il senso di nulla che avevo nello stomaco tornò a darmi forti crampi come ogni notte.
Senza forza di volontà mi ritrovai accasciata sul gabinetto a vomitare quel poco di brodo che mia madre si ostinava a portarmi sperando che mi aiutasse a tenermi in forze.
Ma come se volesse aiutarmi, anche il mio corpo rifiutava di assimilare cibo, solido o liquido che fosse, e per quanto avessi voluto davvero mangiare qualcosa, lo stomaco lo rifiutava semplicemente.
http://i55.tinypic.com/25tuh5l.jpgMi sciacquai velocemente pronta a vagare per casa come un fantasma, l'unica cosa che mi riusciva bene, ma passando davanti la cameretta di Joy non potei fare a meno di fermarmi quando mi accorsi che era in piedi nella sua culla.
Tornai indietro di qualche passo ed entrai nella stanza.
“Ma...mamma...” si lamentò indicandomi e alla luce della luna che entrava dalla finestra potei notare il suo viso bagnato dalle lacrime.
Non potei fare a meno di fiondarmi da lei e prenderla in braccio.
“Che succede amore? Hai fatto un brutto sogno anche tu?”
Appena l'adagiai sul mio corpo mi buttò le braccia al collo e si strinse a me forzando la presa delle sue gambe attorno alla mia vita.
Iniziò a singhiozzare all'improvviso e mi si strinse il cuore al suono del suo pianto che  libero si disperdeva nella cameretta.
“Sssh.. va tutto bene amore... va tutto bene..” dissi automaticamente sorprendendomi per come ancora riuscissi a sembrare così convinta di quelle parole quando nella ultime due settimane non avevo fatto altro che maledire il mondo e le sue ingiustizie.. prima di capire che la vera colpevole ero io.
Restai lì a massaggiarle dolcemente la schiena e pensando fosse di nuovo addormentata mi abbassai per sistemarla di nuovo nella sua culla ma a quel movimento nuovo si aggrappò più forte a me.
“Nooo...” pianse un po' e tornai a rassicurarla lasciandole baci infiniti sul suo piccolissimo collo.
Se solo il tempo avesse potuto fermarsi in quel momento.. sarei stata finalmente in pace, dimentica di tutto ciò che ero ora.
Restai per almeno un'ora a non fare altro che cullarla.. respirando il suo profumo così dolce e così unico..
Quando fui sicura che fosse di nuovo nei mondi dei sogni con movimenti lievi e appena percepibili la posai nel suo lettino coprendola col lenzuolo.
Le carezzai i capelli beandomi di quel momento che avrei voluto durasse in eterno..
Ma nulla era eterno se non la sensazione di bruciore che non mi aveva dato pace da giorni..
Dal momento in cui avevo aperto gli occhi per svegliarmi in un incubo.

Sentivo qualche voce in lontananza, deboli, come se fossero affievolite da mura molto spesse.. o forse ero io che non volevo abbandonare i sogni e mi aggrappavo alla speranza che quelle voci restassero più distanti possibile..
Era come vivere un sogno senza fine e non sapevo se sarei morta svegliandomi o continuando a dormire.
Volevo aprire gli occhi, ma erano pesanti come mai..
Forse era un segno.. forse era la prova che avrei dovuto continuare a restare in quel limbo sicuro..
Non aveva senso eppure sentivo strane lacrime addensarsi sugli occhi chiusi nello stesso istante in cui quel dolce dormiveglia mi stava abbandonando e aprendoli la lasciai scorrere sulla mia guancia permettendo che quello sfogo senza senso si posasse sul cuscino morbido accanto a me.
Sbattei le palpebre diverse volte per cercare di capire dove fossi ma non ebbi molti risultati.
Solo quando mossi un po' la mano notai che Rob la teneva tra le sue. A quel flebile movimento alzò il capo incontrando il mio sguardo che per qualche motivo ancora sconosciuto sentivo già spento.
“Hey..” mi baciò la mano più volte prima di carezzarla al suo viso.
“H-hey..”. Rimasi quasi spaventata dalla mia stessa voce, così rauca e disumana, come se mi avessero appena strappato le corde vocali e facessi sforzi che andavano oltre le mie possibilità.
Sbarrai gli occhi guardandomi ancora in giro, completamente persa.
“Come ti senti?” si alzò per posarmi un dolce bacio sulla fronte e carezzarmi i capelli allontanandoli dal viso.
“Mi.. mi fa male la pancia..”
Mi sentivo spossata e senza forze eppure cercai di alzarmi ma un minimo movimenti mi causò una fitta allo stomaco.
“Amore stai giù.. non fare sforzi..”
“Dove siamo? Che succede.. Do.. dov'è Joy?”
“E' a casa.. ci sono i tuoi fratelli con lei..”
Tirai per un secondo un sospiro di sollievo finché non realizzai dove mi trovassi.
“Perché sono in ospedale?” chiesi d'un tratto agitata.
“Sssh.. andrà tutto bene amore.. Non è nulla..”
Fu allora che notai il tono della sua voce a metà tra il preoccupato e il sofferente..
Che cazzo stava succedendo?
“Rob.. che..che succede..?”.
Una strana sensazione di ansia mi pervase mentre cercavo di nuovo di mettermi seduta ma fu inutile e il dolore me lo impedì di nuovo.
“Parleremo quando starai bene..non c'è fretta..”
“Rob..” Sentivo la gola maledettamente in fiamme e improvvisamente anche il cuore prese a battermi forte e in modo così cadenzato che mi sembrava di sentirlo esplodere dentro di me.
“Kris devi pensare a riposarti ora..”
“Voglio sapere che cazzo è successo!” cercai di mantenere il mio tono meno alterato possibile e gli strinsi la mano per fargli capire quanto fosse importante per me sapere.
“Hai avuto un'emorragia e hanno dovuto asportarti la tuba destra..”
Corrugai la fronte cercando di capire ma non aveva alcun senso quello che stava dicendo.
“Come..? Emorragia? Per.. per cosa? Perché la tuba?”
Chinò il viso e i suoi occhi d'un tratto si oscurarono nascondendosi alla mia vista.
Cosa mi stava nascondendo?
Strinse le labbra tra i denti e sentii il respiro mancarmi sempre di più mentre quell'attesa cresceva inesorabilmente.
“Il.. bambino..”. Un sussurro appena percettibile tra i suoi denti stretti e riuscii solo a pregare di aver capito male.
“C..c.. cosa?”
Strinse la fronte in una ruga di dolore mentre mi diceva le parole che mi avevano ucciso.
“Abbiamo perso il bambino..”.
Quattro semplici parole bastarono ad annullarmi completamente, a farmi perdere i sensi.
La testa girava mentre le parole si muovevano senza sosta. Potevo vederle in mille colori, mille forme diverse, ma erano sempre le stesse, sempre pronte a dirmi che era la realtà.
“No... NO! Che.. che stai dicendo.. non.. non è.. non..” la voce mi si strozzò in gola in un suono che spaventò me e lui.
“No.. non è vero.. è un sogno..”
“Kris..”
“Dimmi che non è vero Rob..”.
Il corpo immobile mentre aspettavo una risposta nella vana speranza che stessi ancora sognando, nella speranza che fossi ancora in quel limbo da cui sentivo di non dovermi svegliare.
Ma il suo sguardo non poteva mentire, quel minimo movimento che fu più eloquente di mille parole suonò forte al posto del suo cuore dandomi la conferma che mi bloccò il respiro.
“Lasciami sola...”
“Amore..”
“LASCIAMI SOLA!” urlai così forte da sentire risuonare la mia voce nella stanza.
Abbassai il viso senza guardarlo oltre; notai con la coda dell'occhio la sua mano indecisa a qualche centimetro dalla mia prima di lasciarla completamente e allontanarsi lentamente, al ritmo del mio cuore che perdeva un battito ad ogni suo passo.
Rimasi lì. Un corpo di pietra, un cuore fermo e in silenzio.
Senza sentire altro se non un peso sullo stomaco che mi schiacciava..
Il peso del nulla...
E fu come se il cielo mi fosse piombato addosso senza far rumore.
 
Senza sapere né come né perché mi trovai davanti quella fiamma incandescente, a fissarla, come se da quella dipendesse tutta la mia vita.
Senza chiedermi come fossi finita in cucina e come avesse il fuoco preso vita.. lo fissavo.. Incantata.. Rapita da quel calore che seppure a un passo da me sembrava non trafiggermi minimamente.
Avrei potuto passare la mano in quella fiamma e non sentire assolutamente niente..
Fu quel pensiero malsano a farmi allungare il braccio lentamente.. senza volontà..
Spinta solo dalla speranza che non fosse vero.. dal bisogno di sapere che ero ancora viva e che potevo ancora bruciarmi..
Dovevo sapere se mi sarei sciolta come ghiaccio a quel tocco o se non avesse avuto effetto su di me.
Avrei visto la mia mano diventare nera e ridursi in cenere.. proprio come lei...
Era l'unico modo per sapere, l'unico modo per sentirmi vicina a ciò che avevo perso.. L'unica via per fare la sua stessa fine..
Ecco.. c'ero.. c'ero quasi. Stavo per perdermi, ero a un passo dal sapere la verità quando sentii qualcosa scuotermi il corpo.
“Kristen! Che cazzo stai facendo?!”
Via, fui trascinata via dalla verità e nemmeno i miei occhi mi permettevano di capire cosa stesse succedendo.
Tutto quello che vidi fu quella fiamma svanire, lentamente.. proprio come il mio respiro.
D'istinto, l'unica cosa che muoveva le mie azioni da tempo, fui fuori da quella stanza ma non ebbi il tempo di rifugiarmi nel mio mondo che sentii afferrarmi il braccio; una presa così forte e arrabbiata che destò uno sguardo freddo e duro da parte mia.
“KRISTEN!Che cazzo stavi facendo? Vuoi ucciderci tutti?!”
Di nuovo il respiro mi morì in gola.. le gambe presero a tremare, le mani sembravano  in preda a una crisi epilettica, il corpo freddo. Mi sentivo il gelo addosso.
Lo guardai quel secondo che mi bastò per vederlo pentirsi delle sue parole e cambiare espressione.
“Va tutto bene, va tutto bene” disse dolce cercando ancora un modo per avvicinarsi a me, come quel pomeriggio.
Ma era semplicemente troppo e approfittando della sua presa più lenta sgusciai via per ritirarmi nel freddo che ormai mi apparteneva.
Rob non mi corse dietro, non tornai da lui, non tornai da Joy e su quella sedia gelida restai per ore ad osservare la pioggia cadere, sempre più forte, come se ogni goccia fosse un piccolo tassello del mio dolore e del mio senso di colpa; lo sguardo perso nel vuoto e nel buio finché la luce dell'alba iniziò a mostrare un cielo limpido e pulito dalla nuvole del giorno prima.
Eccolo, il mio domani. Ormai non era altro che vuoto.
Riuscivo a respirare, riuscivo a sentire, ma ormai non credevo più a niente.
Il mio cuore batteva ma dentro sentivo solo il gelo.
Le mani iniziavano ormai a tremarmi per niente e in un secondo perdevo la cognizione dei sensi.
Niente a cui appigliarmi in quei momenti. Non un ricordo, non una speranza..
Solo un rimorso..
Il cuore a pezzi non riusciva a rimettersi in sesto e non avevo alcun luogo dove andare quando quel senso di solitudine era più forte di qualsiasi parola di conforto, non importava se fosse Rob, mia madre, o chiunque altro.
La verità era che nessuno poteva capire. E a chi potevo rivolgermi sentendomi così lontana?
Ripensai a qualche giorno fa quando in qualche momento di pura ossessione e disperazione avevo cercato conforto su internet.
“C'è sempre chi sta peggio di te Kristen..” mi ero detta.
E invece avevo l'impressione di essere io quella sbagliata e di avere una reazione esagerata. Ma più leggevo di donne che a quarant'anni non erano più riuscite ad avere figli dopo l'operazione e di come continuassero a provarci in ogni caso, più mi sentivo persa.
Avrei voluto avere la loro forza e non riuscivo a capire perché non potessi semplicemente andare avanti?
Non sapevo più dove stavo andando, vedevo solo il suo viso ovunque.
Nessun tempo, nessuno spazio, nessuna direzione. Completamente persa.
C'erano momenti in cui mi imponevo di smetterla, in fondo cosa avrei ricavato da tutto ciò?
Eppure mi bastava un piccolo movimento per sentire la cicatrice pulsare e causarmi quel fastidio che, avevo letto, mi avrebbe accompagnato ancora per molto.
Era calato un silenzio così assordante attorno a me che bastò il suono della porta scorrevole della veranda a farmi saltare sul posto.
Tuttavia non mi voltai a guardarlo, non dopo ciò che era successo la sera prima.
Una piccola parte di me ce l'aveva ancora con lui per aver solo cercato di nascondermi la verità sulle conseguenze di tutto.. Era comunque una piccola parte però..
Sapevo che l'aveva fatto per me.. Sapevo che tutto quello che faceva lo faceva per me.. Ma mai mi sarei aspettata le parole che stava per dirmi.
“Devo uscire.. ti lascio Joy”. Il suo tono freddo e diretto a colpire a fondo.
Mi voltai di scatto sorpresa e terrorizzata da quelle parole.
“Cosa? No! Non.. non puoi lasciarmi sola con lei..”
“Si che posso. Ho delle cose da fare e non posso portarla con me. Tu sei ancora sua madre quindi stai con tua figlia..”
Baciò velocemente il viso di Joy prima di metterla giù mentre cresceva sempre di più il terrore di restare sola con lei.
“ROB!” urlai disperata mentre entrava dentro ma non si voltò. Sperai tornasse indietro ma invece poco dopo sentii la porta di casa sbattere e capii che eravamo sole.
Respirando a fondo mi voltai verso di lei che mi guardava con gli occhi persi.
Rob le aveva messo un vestitino a fiori che metteva in risalto il suo capelli biondi e i suoi occhi verdi. Anche da lontano riuscivo a vederli splendere colpiti da un improvviso raggio di sole che le fece storcere il nasino e socchiudere gli occhi.
Con mia sorpresa non si avvicinò a me preferendo il suo adorato triciclo e egoisticamente mi trovai a tirare un sospiro di sollievo mentre dentro mi sentivo una vera merda per preferire rimuginare sul niente invece di stringere mia figlia e dirle che le volevo bene.
Ma era così difficile guardarla e non vedere in lei ciò che avrei potuto avere..
Non desideravo un altro figlio, non era nei miei piani, ma sapere di averlo avuto e averlo perso mi faceva piangere il cuore..
Anche Joy era stata inaspettata, anche lei non era stata tecnicamente voluta, ma ora non riuscivo a immaginare la mia vita senza di lei e il solo pensiero che ero stata vicina a perderla mi faceva impazzire.
La vedevo lì, giocare sotto i miei occhi e per la prima volta da giorni ringraziai davvero il cielo per avermi fatto un dono simile e averla salvata.
Ma era questo il prezzo da pagare? Una vita per un'altra?
Come funzionava?
Non si può avere tutto dalla vita?
E troppo chiedere un po' di felicità?
Interrogai il cielo non ottenendo risposta ovviamente.
Joy scese dal triciclo con poca agilità e si trovò presto con le ginocchia per terra.
Prima ancora che potesse iniziare a piangere fui accovacciata vicino a lei per calmare le lacrime che non tardarono ad arrivare.
“Sei caduta piccolina?” chiesi stupidamente cercando di ostentare il sorriso più falso e plausibile di cui ero capace.
Continuava a piangere ovviamente. Non la davo a bere a nessuno, nemmeno a una bambina di un anno.
“Non è successo niente su!” continuai e sistemandola tra le mie gambe le soffiai sulle manine per poi baciarne dolcemente i palmi.
Non trovai altro modo per tirarla su se non il solletico ed era patetico che quella scorciatoia fosse l'unico mezzo di cui disponevo per far ridere mia figlia.
Si rimise in piedi iniziando a giocare con la palla e io tornai alla mia postazione osservandola da lontano.
La mente prese a percorrere quell'ultimo anno di vita meravigliandosi forse per la prima volta di quanto davvero fosse cambiata e diversa da quello che mi aspettavo.
Sapevo che un giorno avrei sposato Rob. Sapevo che per quello sarebbe stata questione di poco ma se qualcuno mi avesse detto che a ventuno anni sarei stata a guardare mia figlia correre dietro una pallina di gomma probabilmente gli avrei riso in faccia.
Eppure ero lì.. con gli occhi che, nonostante tutto, non riuscivano a staccarsi da quel piccolo scricciolo che era piombato nella mia vita come un miracolo, un piccolo terremoto di cui ero stata certa fin da subito.
Fin da quando ebbi la sensazione che una nuova goccia di vita si nascondeva nel mio corpo.
Mi trovai a sorridere per la prima volta dopo giorni a quel ricordo.
Dio.. sembrava passato un secolo.. eppure..
Era tutto così chiaro..

“Sono incinta” mormorai a un certo punto ignorando completamente Jessica e i suoi discorsi. Non avevo sentito una sola parola troppo persa nelle mie supposizioni e non serviva a niente continuare ad annuire senza capire.
Dovevo liberarmi da quel peso..
“Cosa?” sbarrò gli occhi sorpresa e scettica.
Annuii leggermente iniziando già ad ammettere quella che sapevo essere realtà.
Lasciò quello che stava facendo e mi raggiunse sul divano sedendosi velocemente accanto a me.
“Kris.. stai.. stai scherzando?”
Scossi il capo.
“Ma come.. oddio.. ma sei sicura? Hai fatto un test? Perché non me l'hai detto prima? Rob lo sa? Che ha detto? Come l'ha presa? E tu come ti senti?”
Oddio.. meglio fermarla e dirle quello che mi passava per la testa..
“In realtà.. non lo so. Non ho fatto nessun test..”
“Una visita?”
“No..”
Attese un continuo. “Ho un ritardo di quattro giorni...”
“Scusa ma.. com'è possibile? Non prendi la pillola?”
“No.. l'ho sospesa quando abbiamo iniziato il tour. Il fuso orario continuo e le premiere mi mandano sempre in confusione e in passato mi capitava di dimenticarla.. il che è peggio.. perciò avevo deciso di sospenderla per un mesetto visto che Rob l'avrei visto poco in ogni caso..”
“Bè ma poi l'hai ripresa, no?”
“No...”
“D'accordo ma.. almeno.. avrete.. preso precauzioni...?”
Distolsi gli occhi mordendomi le labbra e chinando il capo imbarazzata.
“KRISTEN!”
“E' stato solo una volta! Non avrei mai immaginato che bastasse... E poi...a dirla tutta...l''ho.. completamente dimenticato”
Ammisi ripensando a quella volta.
L'aereo volava alto da poco più di un quarto d'ora e ci stavamo uccidendo solo con gli sguardi. Ad un certo punto mi aveva preso per mano trascinandomi in un cabina vuota e lì..
Bè lì avevo dimenticato tutto e tutti.. anche di quella dannata pillola.
Arrossii al ricordo.
“Non posso crederci.. E non per farmi i fatti tuoi ma dove sarebbe avvenuto il lieto evento?”
Cercai di non dare troppo peso ad ogni sua parola. “Ehm..”
Oddio come spiegarlo senza morire di imbarazzo?
“Diciamo.. tra Parigi e Londra..”
Sbarrò gli occhi in uno sguardo assurdamente stupito. “L'avete fatto su un aereo!?”
Mi schiarii la gola cercando di evitare l'argomento. “Non è questo il punto Jess. Non sei d'aiuto così!”
“D'accordo.. scusa” sospirò riprendendo a respirare normalmente. “Quindi non hai fatto test, né visita. Come fai ad esserne sicura allora? Quattro giorni di ritardo non sono tanti..”
Già.. come facevo ad esserne sicura? Eppure lo ero.
“Non.. non so spiegartelo. E' assurdo lo so.. ma è come se lo sentissi..” sospirai rendendomi conto della stranezza di quelle parole.
“Non è stata la prima dimenticanza.. ce ne sono state altre in passato.. un paio.. ma per quanto temessi sapevo che non ero incinta. Ma stavolta.. stavolta è diverso. Ho questa sensazione addosso e so che è così..” chinai il viso tra le mani non sapendo bene come reagire a quella mia stessa presa di coscienza.
“E ora che faccio? Come lo dico a Rob? E il lavoro? E.. tutto? E.. Ho solo venti anni, cazzo!”
Jess mi prese le mani stringendole tra le sue.
“Hey.. guardami. Dov'è Rob?”
“Doveva vedersi col suo agente..”
“Bene.. adesso noi andiamo in farmacia, scendo solo io così nessuno penserà niente su di te, prendiamo un test di gravidanza e mettiamo luce a questa cosa. Ma Kristen, qualunque cosa ne uscirà.. Rob ti ama.. e sarà con te sempre. Non dubitare di lui..
Tu piuttosto.. lo vorresti?”
La fissai negli occhi per qualche secondo prima di rispondere. Non desideravo particolarmente un figlio e il solo pensiero mi sembrava surreale, ma c'era una sola risposta a quella domanda ed era così semplice che non avrei nemmeno dovuto pensarci su.
“Non potrei mai darlo via..”
“Bene..” sorrise per poi stringermi in un abbraccio. “Andrà tutto bene..”

E vedendo quello che a distanza di quasi due anni avevo davanti sapevo con certezza che era stato così. Nonostante le difficoltà era andato tutto bene.
http://i56.tinypic.com/dvnccm.jpgJoy strappò una foglia dalla rampicante che scendeva dal gazebo e divertita dallo strano rumore mi guardò e mi sorrise in segno d'approvazione.
Risposi con un sorriso altrettanto sincero ringraziando per la sua vita.
Come se volesse condannarmi per quel minimo istante di pace una fitta al fianco mi ricordò di quanto non avessi il diritto di essere felice.
Portai le mani allo stomaco tamponando la cicatrice come se servisse a placare il dolore.
Perché? Perché non ero riuscita semplicemente a saperlo e avvertirlo come era stato con Joy?
Forse doveva andare semplicemente così...
Forse c'è davvero una ragione ad ogni cosa...
Forse il suo destino era altro...
“Perchè.. perché non ti sei fatto sentire? Perché.. non mi hai dato un segno?” bisbigliai tra me e me china sulla mia pancia nonostante sapessi che era ormai vuota.
Avrei voluto almeno che in qualche modo potessi avere una risposta. Avrei voluto parlargli, avrei voluto essere ascoltata dall'unica persona con cui avrei parlato volentieri.
Senza pensarci due volte afferrai l'agenda che era accanto a me, estrassi la pena e prima che potessi ripensarci o rendermi conto di stare facendo una cosa completamente inutile, lasciai che le parole scivolassero sul foglio.


Ciao amore,
scusa.. forse non ho il diritto di chiamarti così, forse non ho il diritto di chiamarti in nessun modo e se lo sto facendo è perché devo..
Devo parlarti, devo poter sentirti vicino, devo poter arrivare a te in qualche modo..
Scusami se sto facendo tutto questo per me, scusami se forse tu non ricaverai niente da ciò..
Ma mi manchi.. non ti conosco e mi manchi dannatamente...
E mi manca il tuo respiro, mi manca poterti sentire dentro, mi manca il pensiero di averti potuto avere tra le mie braccia..ed è terribilmente egoista dire queste cose a te in questo momento.. Proprio a te che cercavi il mio aiuto..
Perdonami bambino mio, se lo sto facendo è per convincermi della tua esistenza da qualche parte.. per sapere dentro al cuore che ci sei stato e ci sarai sempre.. magari in un posto migliore di questo.
E' strana la vita sai?
Scusa.. non puoi saperlo perché ti è stata tolta prima che tu potessi assaporarla..
Passi molto tempo della tua vita a cercare seconde possibilità, a desiderare cose che non puoi avere e solo quando ti rendi conto di aver perso qualcosa capisci davvero quanto in realtà tutto quello che desideravi non era quello che volevi..
Continui a costruire bugie che coprano quello che ti manca, ma non serve a nulla.
Non fa differenza.. scappare ancora non mette fine al dolore..
E' di gran lunga meglio questa forma di sofferenza che mi mette in ginocchio senza che lacrime calde possano davvero scendere sulle mi guance..
Il tempo guarisce... E' quello che dicono tutti..
Ma come può il tempo guarirmi se è esso stesso la mia malattia?
Vorrei tornare indietro, vorrei andare avanti, vorrei fermarmi in questo istante e non preoccuparmi di ciò che verrà..
Vorrei non vedere più il cielo schiarire, vorrei non sentire altri rumori, vorrei che tutto fosse fermo fuori dalla mia mente per darmi un po' di pace..
Vorrei averti qui con me..
Vorrei poterti toccare e carezzarti..
Vorrei poterti promettere che andrà tutto bene e che verrai in un mondo fantastico..
Falso. È tutto falso. Quello che provo, quello che faccio..
Sono solo parole che non servono a niente.. come tutto.
Perdonami bambino mio..
Perdonami se ti sto raccontando solo cose brutte..
Vorrei poterti dire che il mondo fa schifo, vorrei convincerti che venire alla luce sarebbe stata una pena che ti ho voluto risparmiare..
Ma non è così e se posso mentire a me stessa non posso farlo a te.
Avrei voluto farti vivere lo splendore di un'alba, la tenerezza di un bacio, il profumo di un fiore o della pioggia...
Vorrei almeno darti un nome, altrimenti come farò a pensare a te? Come pregherò per te nella speranza che un giorno tu possa perdonarmi?
Lo fai spesso, sai?
Nei miei sogni, mi perdoni. Qualche volta prendi la mia mano chiedendomi di venire con te ma le mie gambe sono sempre troppo pesanti e non mi permettono di accompagnarti, come se ci fosse qualcosa di grosso a tenermi qui.
Eppure tu mi sorridi. “Non importa.. ti perdono Mamma..” mi dici un secondo prima di sparire e in quel misero secondo ti credo. Ma sono solo parole.
E' tutto così effimero, così fragile quando mi dici che vivrai di nuovo, che nascerai un'altra volta.
Non è così.. non prendermi in giro..
Tu sei già morto.. Morto ancora prima di sapere della tua esistenza.. Morto senza sapere cosa sono i colori, i sapori, i suoni, gli odori, i sentimenti.
Dio è sempre stato un grosso punto interrogativo per me.. eppure mai come ora, se davvero esiste, vorrei averlo di fronte a me per farci quattro chiacchiere.
Cosa potrebbe dirmi? Come potrebbe giustificare?
“La gravidanza non è una punizione inflitta dalla natura per farti pagare il brivido di un momento. È un miracolo”
Mi direbbe questo? Avrebbe il coraggio di parlare di miracolo quando tutto ciò che rimane di te è un agglomerato di cellule in una pattumiera insieme a garze e siringhe?
Ma resta un punto interrogativo e non serve a nulla prendermela con lui.
Con i medici forse...
Feto.
Ti hanno chiamato così.. come se fosse inconcepibile il solo pensiero che un giorno saresti diventato un bambino.
Vorrei riuscire a pensare come loro.. Vorrei avere il coraggio di pensarti come un nulla, come un mucchio di liquido che è apparso e scomparso senza cambiarmi..
Sarebbe tutto più facile.. ma è più forte di me..
Sei formato nella mia mente almeno quanto lo sei nel mio cuore e ci sei.. perché se il cuore fa male vuol dire che esisti..
E se ti parlo ancora è solo per disperazione..
“Il feto è andato perso...”
Perso.. come se fossi una moneta, una gomma da masticare finita sotto le scarpe di qualcuno..
Nessuno può capire il mio dolore.. Nessuno riesce a capire quanto tu sia reale nei miei pensieri, nei miei desideri, nei miei rimpianti e nei miei sogni; gli stessi da cui mi sveglio ogni volta augurandomi che sia tutto uno scherzo del destino, un incubo da cui uscire per trovarti vivo dentro di me e ricominciare daccapo.
Ma ho capito che l'ingiustizia divide chi ha e chi non ha e mi avvicina al domani sempre di più.
Vedrai mai il mio domani, bambino mio?
Varrà ancora qualcosa per te allungarmi la tua mano quando non ci saranno più lacrime in paradiso?
Vorrei vederti, raggiungerti ma so che sono incollata qui..
Vedo tua sorella e so che ha bisogno di me.. eppure il domani è diventata la mia nuova paura.
Paura di dimenticare, paura di perdonare, paura di stare bene.
La vita è assurda. Rimargina le ferite a velocità folle lasciando solo le cicatrici a ricordo del sangue che si è versato..
Cosa mi è rimasto di te?
Solo un segno sulla pancia a marchiare l'indelebile dolore del cuore e l'utopia di poterti chiamare per nome.
Solo questo Angel.
Vorrei poterti chiamare così nella speranza che tu sia volato via nelle braccia di un angelo, senza aver paura del vuoto, del nulla e dell'infinito. Senza sentirti strappato dal calore del silenzio che ti avvolgeva.
Solo tra le braccia di un angelo.. dove tu possa trovare pace.
Ti amo.. come solo può amare una madre che avrebbe dato la sua vita per te..

Per sempre,
nel mio cuore.
Mamma.


Posai la penna.. non rilessi e per evitare che quelle parole si stampassero a fuoco nella mia memoria strappai il foglio e lo arrotolai, non prima però che una lacrima sigillasse la sincerità di quelle parole.
E ora?
Ora ero al punto di partenza.
Cosa avevo guadagnato?
Solo una lettera che avrei dovuto portare lontano da me prima che le mie stesse parole potessero ferirmi ulteriormente.
Se solo ci fosse un modo...
Non feci nemmeno in tempo a finire quel pensiero che vidi Joy avventurarsi dentro casa.
Le corsi dietro solo qualche secondo dopo, quando mi resi conto di tutti i possibili pericoli che correva senza qualcuno che la tenesse d'occhio.
Non dovetti nemmeno augurarmi di non sentirla piangere visto che quando mi affacciai dentro lei era già pronta per tornare fuori.
Tirai un sospiro di sollievo e mi accovacciai allargando le braccia. Quando mi vide mi corse incontro attenta a non inciampare ma nell'aprire le braccia lasciò andare il palloncino che teneva stretto in una manina.
Afferrai il filo giusto in tempo, prima che volasse via..
E d'un tratto sentii il desiderio di lasciarlo andare, libero, in quel cielo che non mi era mai parso così limpido..
E capii che forse anche quel palloncino aveva un destino migliore di stare rinchiuso in un casa, privato della sua libertà.
Baciai un guancia di Joy mentre le prendevo in braccio. Tornai a sedermi lasciando che lei fosse in piedi tra le mie gambe ma pretese di nuovo il palloncino.
“Amore..” sussurrai col cuore che mi stava in mano insieme a quel foglio arrotolato.
“Vuoi bene un pochino alla mamma? Le fai un favore grande grande? Le dai il palloncino? Non è per me... è per qualcuno che ne ha più bisogno di noi ora.. Ti prometto che la mamma te ne compra un altro..”
Ovviamente mia figlia mi guardava con la fronte corrugata e gli occhi caparbi dato che non aveva capito una minima parola di quello che avevo detto.
“Ti prego tesoro.. dallo alla mamma..” aprii una mano aspettando che si sciogliesse e un secondo dopo il filo era tra le mie mani mentre Joy abbracciava stretta le mie gambe.
Mi chinai su di lei baciandole i capelli morbidi e profumati.
“Grazie piccola mia..” sussurrai grata carezzandole le braccine che continua a stringere mentre si dondolava a destra e sinistra.
Arrotolai meglio il foglio e attentamente lo legai al palloncino con un semplice doppio nodo.
Mi alzai spostandomi dalla copertura del gazebo con Joy che mi seguiva tenendomi una mano.
Mi misi in ginocchio accanto a lei e abbracciandola diedi un bacio a quel foglio prima di lasciarlo andare.
Niente di complicato.. niente di più leggero di un pezzo del mio cuore che volava via..
Lasciai che Joy si liberasse dalla mia stretta e con la coda dell'occhio mi assicuravo che non combinasse guai mentre continuavo a tenere lo sguardo in cielo.. verso quel punto che diventava sempre più piccolo finché non scomparve del tutto.
Un lacrima mi solcò la guancia e avrei continuato ad osservare il blu sognando una risposta se Joy non avesse reclamato la mia attenzione.
Voltai il viso verso di lei e incontrai il suo sorriso innocente e spensierato..
http://i55.tinypic.com/sfwl5d.jpgUn sorriso che avrei voluto anche io e che mi regalò quando la vidi offrirmi un piccolo fiore che aveva tra le mani.
Non potei fermare le lacrime mentre accettavo quel suo piccolo, grande gesto d'amore e stringendola a me mi persi nell'incavo del suo collo sfogando le lacrime in quell'unico posto dove le ferite del mio cuore sparivano.. nel suo sorriso.
In mia figlia.
“Mamma..” disse semplicemente mentre poggiava il viso sulla mia spalla e bastò a farmi scoppiare definitivamente.
Stavo piangendo con mia figlia, l'unica che aveva capito che avevo solo bisogno di tempo.
Restammo così per molto tempo finché..
“Hey..” una voce preoccupata ci fece saltare entrambe. Quasi fu dura staccarsi e infatti non feci in tempo a pulirmi le lacrime che Joy tornò a stringersi a me.
“Tutto bene? Stai bene? State bene?” fu subito alla nostra altezza carezzando dolce i capelli di entrambe.
“Si.. stiamo bene..”. Si sorprese del mio sorriso e ne aveva un grande motivo.
Si alzò offrendomi una mano per aiutarmi visto che con Joy tra le braccia la situazione era un po' impedita.
“Tu dove.. dove sei andato?”
Mi scrutò a lungo sicuramente sconcertato dal fatto che stessi parlando apertamente e di mia volontà.
“Vorrei portarti in un posto.. Ti prego, non dire di no..”
Non capii ma non ebbi il coraggio e nemmeno la volontà di negargli quella preghiera.
“D'accordo..”
Senza dire una parola guidò fino a Los Angeles per fermarsi fuori casa dei miei. Prese Joy dalle mie braccia e senza fiatare le baciai la guancia e lo lasciai fare.
Mi madre gli aprì la porta e senza avvicinarsi mi salutò da lontano.
Ricambiai debolmente sapendo quanto era stata in pena per me.
Rob tornò subito e di nuovo fummo sull'autostrada per Santa Monica.
Non capivo il senso di quel fare avanti e dietro ma non osai chiedere.
E così.. in silenzio continuai ad osservare le strade che passavano sotto i miei occhi e il mare che splendeva dei riflessi del sole, finalmente calmo dopo la tempesta.
Senza curarmi d'altro chiusi gli occhi e pensai al palloncino che sicuramente da qualche parte era arrivato a qualcuno...
Mi ridestai solo quando sentii il motore fermarmi e mi resi conto che eravamo in mezzo al.. verde.
Non mi mossi di una virgola ma Rob scese e venne ad aprirmi la porta.
Lo guardai sospettosa quando allungò una mano ma l'afferrai lasciandomi guidare.
“Dove stiamo andando?” chiesi flebile ma ottenni solo un leggero sorriso e e capii che non avrebbe risposto.
Solo allora mi resi conto di un rumore che riempiva l'aria insieme al canto degli uccelli. Non riuscivo a definirlo bene, sembrava acqua, un ruscello o addirittura una cascata, ma abbandonai subito l'idea assurda.
Alberi e cespugli era tutto quello che ci circondava, almeno finché non aprì un piccolo passaggio attraverso una pioggia di foglie rampicanti e il paesaggio cambiò.
Una distesa di erba poco alta si apriva davanti a noi con fiori che spuntavano ovunque, decine di alberi di pesco erano in fiore e i petali volavano per tutta l'aria depositandosi sul ruscello che divideva il terreno in due parti.
E proprio quando credevo di aver dato un limite all'immaginazione, spostai gli occhi sulla modesta cascata che nasceva da chissà quale fonte poco più in alto.
Era uno spettacolo.. e sentii improvvisamente un groppo in gola.
“Dove.. dove siamo?” sussurrai.
Rob mi strinse la mano e sentivo il suo sguardo sul mio viso. “Non lo so.. in paradiso forse.. Ha importanza?”
Mi voltai a guardarlo colpita da quella parola. Paradiso.
Che l'avesse detto a caso?
“Ho trovato questo posto qualche mese fa.. ma era spoglio. Ed ora è in fiore.. Gli alberi di pesco fioriscono a marzo.. e invece siamo ad agosto e sono vivi..”
Ancora un'altra parola. Vivi. E capii che non stava parlando a caso.
Un lacrima si addensò sui miei occhi e stavolta non feci nulla per fermarla.
Chinò il viso con aria sofferente.
“Lo volevo anche io Kris.. Era parte di te così com'era parte di me.. Ma la vita continua. E io non ti abbandonerò per questo..”
E la sentii scivolare. La lacrima che mai mi ero permessa di lasciar andare davanti a lui.
“Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno.. e lo sai. Non devi affrontare le cose da sola. Siamo noi due. Saremo sempre in due.”
Raccolse la goccia salata con il pollice ma era troppo tardi e ormai l'una seguiva l'altra senza sosta.
“E in futuro, quando deciderai della tua vita o della tua morte, tieni a mente che deciderai per entrambi. Perché tu sei la mia vita e se ti azzardi a farmi un'altra cosa del genere.. sappi che mi ucciderai..”
Mi fissai nei suoi occhi lucidi e su quelle parole per minuti interminabili finchè, lasciando sfogare tutto ciò che avevo represso in due settimane, mi buttai tra le sue braccia e scoppiai in singhiozzi.
“Mi.. mi dispiace.. Mi dispiace così tanto..”
Subito le sue braccia mi furono attorno. “Lo so amore...lo so.. Non importa. Va tutto bene..”
Dio.. perché non avevo pianto prima? Perché ora sembrava essere la risposta a tutto? Perché non avevo lasciato che si prendesse cura di me?
“Mi sei mancata da morire..” sussurrò al mio orecchio e quelle cinque parole bastarono a farmi notare la sua voce rotta dal pianto..
Stava piangendo. Stava piangendo anche lui..
“Piangi amore mio.. piangi..” disse tra le lacrime.
E piansi, proprio come mi chiedeva, proprio come volevo e per un tempo infinito non fece altro che cullarmi mentre liberavamo tutte le nostre lacrime in quel piccolo angolo di paradiso
.

Visto che di certo la prossima volta che ci sentiremo saremo nel 2011 vi vogliamo augurare BUON ANNO con un pò di anticipo!!! Sperando che sia un anno felice e pieno di epici momenti ROBSTEN ;D

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Capitolo 40
*** Fearless ***


cap 40 Sera ragazzeeeeeee, vi siamo mancate vero?? Ah ma se vi abbiamo lasciato quella splendida mini ff da leggere!(Se non l'avete letta fatelo mi raccomando o ci arrabbiamo). Comunque sia ora siamo qui di nuovo con la nostra piccola dolce Joy. E finalmente con qlc capitolo un pò più leggero...almeno per ora. Ehm..ci conoscete no? I contrattempi nella vita capitano sempre e anche nelle ff... U__U
Anyway, enjoy the cap e ovviamente recensite numerose come sempre ;D
Un mega super ultra fantastico bacio dalle vostre Fio e Cloe
Kiss kiss.


CAPITOLO 40 (Cloe)


FEARLESS



KRIS POV


Sistemai l’ultima maglietta dentro la valigia prima di dover premere con forza per riuscire a far scorrere la cerniera lungo tutta la lunghezza e poterla finalmente chiudere.
Ecco fatto ora eravamo finalmente pronti a partire.
Sorrisi pensando che entro poche ore saremmo stati su un aereo, direzione Florida, per la nostra piccola ma meritata vacanza. Che poi a pensarci bene non era poi neppure così tanto piccola e , di certo, non sarebbe stata nemmeno molto tranquilla.
Dopo tutto il trambusto di quell’estate avevamo deciso che era arrivato il momento di passare un po’ di tempo a rimettere in sesto la nostra famiglia e niente era meglio di un viaggio all’insegna del divertimento per farlo. E così avevamo optato per…Disneyworld!
Quello che non avevamo messo in conto era che io e Rob non eravamo genitori soltanto di una piccola bambina di nome Joy ma, a quanto pareva, anche di un gruppetto  di bambini inglesi un pò cresciuti che avevano sfruttato l’occasione per aggregarsi a noi.
Non che la cosa mi dispiacesse, anzi! Non potei fare a meno di ridere al pensiero del casino che si sarebbe creato in quei giorni tra Joy, Tom, Sam e Bobby in giro per un parco di divertimenti. Per non parlare di Rob che, quando si trattava di regredire a bambino di cinque anni, ci metteva meno di un paio di minuti. Ma questo era uno dei lati che più amavo di lui: il suo saper divertirsi, essere senza pensieri, portarmi in un mondo dove la realtà era lontana da noi. Riusciva sempre a farmi dimenticare i problemi e a portare un sorriso sul mio volto.
E Dio solo sapeva quanto bisogno avessi di ridere ultimamente.
Come a ricordarmi che la mia vita non era completamente perfetta come solo pochi mesi prima lo era stata, una fitta al basso ventre mi fece piegare, costringendomi a respirare lentamente finchè non passò. Ci andarono solo pochi secondi per fortuna, segno che, comunque, le cose stavano migliorando. Il giorno prima mi era finito il ciclo e potevo giurare di non avere mai mai in tutta la vita provato dei dolori terribile come in quei giorni. Era come se ogni fitta fosse fatta apposta per farmi ricordare e riportare a galla tutti i brutti pensieri che, sotto la superficie, erano pronti a saltare fuori e divorarmi come terribili mostri. Il mio psicologo mi diceva che dovevo cercare di concentrarmi su ciò che avevo, sulla splendida famiglia che mi amava, sulla mia bambina…e sapevo che aveva ragione. E ci riuscivo anche ma, ogni volta che credevo di iniziare a buttarmi a capofitto in un nuovo inizio, c’era quel dolore fisico impossibile da ignorare pronto a ricordarmi che per quanto mi sforzassi ci sarebbe sempre stata una macchia nel mio passato. Una macchia indelebile da cancellare.
La ginecologa mi aveva rassicurata che il dolore sarebbe passato col trascorrere dei mesi e che, per ora, era fisiologico e normale vista la gravità dell’intervento che avevo subito, ma il mio cuore sperava solo che scomparisse così da poter riuscire davvero a chiudere la brutta parentesi che erano stati  i mesi passati.
Non che fosse tutto andato male…
Da tutta quella brutta storia qualcosa di positivo era uscito: il mio rapporto con Rob.
Eravamo innamorati tanto quanto prima ma, allo stesso tempo, il nostro rapporto era cresciuto ad un livello che non ritenevo possibile. Da quando eravamo insieme la nostra storia aveva attraversato tante fasi: eravamo stai amici, poi amanti, poi innamorati, poi genitori ma eravamo anche tanto giovani e, per quanto follemente innamorati, alle volte eravamo stati così sciocchi da lasciare che problemi futili e litigi banali ci separassero o creassero screzi tra di noi. Adesso invece era tutto diverso e paradossalmente era servita un’esperienza terribile a rimettere tutto nella giusta prospettiva. Sentivo Rob vicino come mai prima: era la mia roccia, il mio appiglio, la mia forza. E la cosa bella era che io per la prima volta sentivo di essere la stessa cosa per lui. Ci sorreggevamo a vicenda: ridevamo insieme e piangevamo insieme. Non importava se quello che condividevamo erano sorrisi o lacrime, ormai eravamo una cosa sola io e lui. Non avevamo più stupidi segreti pronti a separarci: io gli aprivo il cuore e lui mi apriva il suo.
Per la prima volta non mi sentivo più una ragazza innamorata di un ragazzo, ma una donna innamorata di un uomo. Era come se fossimo cresciuti.
Eravamo compagni nella vita, fianco a fianco. Sempre e comunque…
Come se avesse potuto leggermi nel pensiero sentii le braccia di Rob avvolgermi la vita e farmi precipitare con lui sul letto. La mia schiena poggiava contro il suo petto e le sue mani mi stringevano a sé.
“Ho fatto addormentare Joy” sussurrò .
“Grazie” replicai baciandogli le nocche di una mano.
Tentennò un attimo prima di continuare a parlare. “E scusa..se ti ho detto che sei una rompipalle. Non lo pensavo davvero”
Scoppiai a ridere. “Scusa se ti ho detto che non sei in grado di farti la valigia da solo. Anche se…beh in effetti lo pensavo..”
“Ahi sì eh.” Mi voltò in modo che fossimo faccia a faccia e prese a solleticarmi il fianco facendomi contorcere.
Avevo appena detto che eravamo cresciuti eh?
Beh, sì in un certo senso era così. Ma siccome eravamo sempre Robert e Kristen questo non ci aveva di certo fatto smettere di litigare e punzecchiarci per stupide sciocchezze. Solo che ora, anche per queste piccolezze, eravamo sinceri l’uno con l’altra. E avevamo fatto anche una promessa a noi stessi: mai andare a letto arrabbiati o con un pensiero a roderci il cervello.
Mise il broncio. “E io penso che tu sia una rompipalle.”
“Ah lo so che lo sono. Ma ami anche questo di me, no?”
Portò le sue labbra sulle mie per un bacio che mi lasciò senza fiato. “Io amo tutto di te.”
Stavamo li abbracciati, pronti per approfondire la situazione quando il cellulare di Rob iniziò a vibrare. Lo estrassi da sotto la mia schiena e quando vidi chi era il mittente della chiamata glielo passai all’istante. Mi sarei tagliata un braccio piuttosto che rispondere.
Rob prese il telefono e si diresse verso il bagno .
“Nick, sì, dimmi” lo sentii parlare un po’ ma, poi, si richiuse la porta alle spalle e di questo gli fui estremamente grata. Non avevo la più vaga intenzione di parlare ancora con Nick se non per estrema necessità.
Dopo il litigio tra Rob e Mike e lui che mi dava in pratica della sgualdrina avevo definitivamente chiuso. Sapevo che forse non lo pensava e aveva parlato soltanto preso dalla rabbia, ma ero anche consapevole del fatto di non piacergli. Cavolo, non gli ero mai piaciuta sin dall’inizio e di certo non mi sarei messa ora ad implorare la sua approvazione.
“Che ha detto?” domandai infilandomi la maglietta del pigiama e gettando i vestiti nel contenitore dei panni sporchi. Il giorno dopo sarebbe venuta la donna delle pulizie e di certo avrebbe fatto anche il bucato.
“Il solito. Non uscire troppo senza almeno una guardia del corpo, non rilasciare interviste ma, se possiamo, farci fare una foto con qualche fan…tanto per…lo sai com’è Nick, sempre a pensare alle apparenze.”
Sospirai. “Sì, beh è il suo lavoro. Incontreremo di certo un po’ di fan con cui farci fotografare.”
Dovevamo dare l’immagine della famiglia felice, dopotutto. E la cosa assurda era che noi lo eravamo davvero, ma dovevamo addirittura convincere gli altri.  Dopo il trambusto dei mesi passati c’erano state così tante voci e bugie sui giornali che ormai avevo smesso di contarli. Si passava da un mio imminente divorzio da Rob a addirittura un mio aborto segreto dovuto ad una gravidanza indesiderata. Dio..solo ripensare alla volta in cui avevo letto una cosa simile su una rivista mi fece salire la bile in gola. Ma come poteva certa gente farsi i soldi sulle disgrazie degli altri? Era una cosa che ancora non riuscivo a concepire.
Ma, come diceva Nick, le apparenze a Hollywood erano tutto. Quindi, anche se a me e Rob non fregava nulla di ciò che pensava la gente, dovevamo comunque pensare alla nostra immagine e a  quella delle nostre carriere.
“Che poi a me non importa nulla” sussurrò mentre ci infilavamo sotto le coperte e io, come ogni notte, mi accoccolavo contro di lui “Questa vacanza è solo per la nostra famiglia, non per il resto del mondo”
Gli baciai la guancia e sospirai. “Lo so…e vedrai ci divertiremo un sacco!”
Contenei a fatica uno sbadiglio e Rob prese a massaggiarmi leggermente i capelli, cosa che di solito mi mandava nel mondo dei sogni nel giro di pochi secondi, abbracciandomi da dietro.
“Notte amore mio..”
Mugugnai qualcosa in risposta accostandomi ancora più a lui ma, improvvisamente, mi immobilizzai. Rob ne approfittò per scostarsi un po’ da me senza però lasciarmi andare.
Nonostante fosse assurdo, visto che aravamo sposati, mi sentii arrossire. Avevo sentito che era eccitato e..beh non era decisamente la prima volta che succedeva nell’ultima settimana. Sapevo che mi voleva e che erano quasi tre mesi che non facevamo l’amore e io lo volevo in modo altrettanto forte e assoluto solo che…non ero certa di sentirmi pronta. La ginecologa mi aveva tranquillizzata, dicendo che la cosa ormai dipendeva solo da me, che il mio corpo sotto quell’aspetto era guarito anche se c’era possibilità che sentissi un po’ di dolore.
Ma non era neppure quella la cosa che mi spaventava di più. C’erano tante incognite che riguardavano il mio corpo che non sapevo neppure da dove cominciare. Per prima cosa avevo paura di non potere più avere altri bambini ma, allo stesso tempo, ero terrorizzata alla prospettiva di un’altra gravidanza. Mi ero documentata e ormai sapevo che il rischio che una gravidanza extrauterina si ripetesse era aumentato e il mio cuore era certo che non avrebbe sopportato un altro colpo simile. Un altro aborto, un altro bambino a cui dire addio..
No..no questo era troppo.
Eppure la sola idea di non vivere più un’altra maternità, di non dare a Rob l’altro figlio che desiderava tanto e a Joy un fratellino o sorellina, mi mandava fuori di testa.
Ma queste dopotutto non erano cose a cui dovevo pensare adesso. Il problema più imminente era essere di nuovo in intimità con mio marito: una cosa che mi attirava e terrorizzava contemporaneamente.
Ma poi voltai il capo e incontrai gli occhi assonnati e sereni di Rob, dell’uomo che aveva attraversato l’inferno con me e mi aveva impedito di sprofondare nel baratro. Mi aveva letteralmente salvato la vita.
Forse dovevo semplicemente abbandonare la paura, lasciare tutti i brutti pensieri e buttarmi a capofitto nelle sensazioni che volevo e potevo provare senza analizzare troppo la cosa.
Mi voltai verso di lui posando le labbra sul suo collo profumato e morbido. Lo mordicchiai piano, chiudendo fuori tutto il resto.
“Mmm” sospirò “Che fai?”
Feci scorrere il palmo della mano sul suo addome fino ad arrivare dove lui mi voleva di più.
“Cosa ti sembra che stia facendo?” ridacchiai.
“Kris, ti prego non iniziare qualcosa che non puoi finire..”
“Eh chi lo dice che non posso finirlo?” domandai e, prima che potesse iniziare con le proteste che ero certa sarebbero sorte, mi sfilai la maglietta rimanendo nuda dalla vita in su.
Lo sguardo che mi lanciò mi fece capire che i suoi dubbi si stavano definitivamente riducendo.
“Ti voglio dai..” mormorai prima di catturare le sue labbra con le mie. Lo sentii ribaltare le posizioni e il suo corpo premere il mio contro il materasso.
Avevo vinto.
Proprio quando mi stavo rilassando sentii una fitta sul fianco a rovinare il momento.
Merda…
Non riuscii a contenere un gemito e Rob se ne accorse. “Tutto ok?”
“Sì” mentii con un sorriso “Mi hai solo tirato i capelli”
“Scusa amore, faccio piano prometto”
Le sue labbra si posarono di nuovo sul mio collo scendendo verso il basso e scorrendo dolci sul mio seno, fino ad arrivare al mio ventre e alla piccola cicatrice che vi era sopra. Fui costretta a mordermi il labbro quando una serie di pensieri totalmente indesiderati mi invase la mente.
Mi immaginai come sarebbe stato se le cose fossero andate per il verso giusto, se la gravidanza fosse andata avanti normalmente. Probabilmente sarei stata comunque qui in questo letto a fare l’amore con mio marito ma sarebbe stato tutto diverso. Sarei stata incinta di quasi quattro mesi e Rob a quest’ora starebbe baciando una piccola collinetta che, mentre cresceva, custodiva la vita dentro di me.
E invece...
“Sei bellissima” Le parole di Rob mi riportarono alla realtà mentre mi sfilava gli shorts e l’intimo e rimanevo nuda davanti a lui. Non che fossi in imbarazzo, questo mai, ma improvvisamente sentii la mia volontà vacillare. Ero davvero pronta? Forse potevamo aspettare ancora un po’, forse..
Guardai gli occhi di Rob fissarmi felici ed emozionati di sentirmi ancora così vicina e, scacciando ogni dubbio, iniziai a spogliarlo e ad accarezzarlo come sapevo che amava finche entrambi non ci ritrovammo nudi stretti l’uno all’altro.
Mi guardava con uno sguardo così pieno d’amore che il mio cuore smaniava di accoglierlo e sentirlo di nuovo dentro di me. Avrei solo voluto potermi gustare il momento e invece…e invece le fitte al ventre si stavano facendo più forti e, quando finalmente lo sentii scivolare in me, il dolore prese il soppravvento.
Il mio corpo riconosceva quello di Rob ed era felice di sentire la sua pelle contro la mia, e il suo profumo miscelato al mio ma…ma non potevo ignorare il dolore.
Bruciava e faceva male.
E i pensieri di una realtà che sarebbe potuta essere ma era stata distrutta rendevano il tutto ancora peggiore.
“Oh Kris è bellissimo..” La voce di Rob era un sospiro soffocato contro la mia spalla.
“Mmm” gemetti e sperai solamente che non si rendesse conto del mio reale stato d’animo. Io volevo che lui fosse felice, volevo che lui stesse bene…
“Kris!”riaprii gli occhi di scatto quando sentii le mani di Rob sul mio viso bagnato.
Bagnato…
Oddio stavo piangendo e non me n’ero nemmeno accorta.
“kris” si passò le mani fra i capelli e uscì velocemente da me “Dio kris ti senti male? Ti prego dimmi qualcosa..”
Mi fissava terrorizzato, ad occhi spalancati, senza riuscire a capire cosa non andasse.
E improvvisamente non riuscii a sostenere il suo sguardo e la diga di lacrime che si era aperta poco prima mi inondò le guance. Senza pensarci afferrai la maglietta di Rob che mi arrivava a metà coscia e sgusciai fuori dal letto riuscendo a chiudermi la porta del bagno alle spalle prima di scoppiare in un pianto disperato.
Ma che razza di..di moglie ero se neppure riuscivo a stare con mio marito?
Sentii Rob dall’altra parte battere forte contro il legno.
“Kristen ti prego, ti prego apri. Stai male?”
“No..” riuscii a balbettare “No..davvero torna a letto. Mettiti a dormire e..e scusami se..beh scusami..”
“Ma scusarti di cosa?”
“Beh..di la ..noi..stavamo e poi io..” tirai su col naso e mi asciugai gli occhi con la stoffa della t shirt.
Lo sentii sospirare. “Ma cosa vuoi che mi importi, Kristen. Ti prego..ti scongiuro dimmi che cosa succede. Non ti chiudere a riccio di nuovo, ti prego non lo fare..”
Ci fu silenzio per alcuni secondi prima che mi ponesse un’altra domanda. “Ti ho fatto male, vero?”
Trattenni il respiro perché l’ultima cosa che volevo era che si sentisse in colpa. Se c’era qualcuno da biasimare quella ero solo io.
“Non..non sei tu è che..io mi sento pessima. Mi sento una pessima moglie perché non riesco a..” deglutii “Volevo davvero stare con te..”
“Kris amore, anche io voglio stare con te” disse fermo “Tantissimo. Mi manca accarezzarti e mi manca fare l’amore con te.  Ma se è troppo presto, se ancora non sei pronta, di certo non è colpa tua. Dobbiamo andarci piano, procedere un passo alla volta. Ma far finta di stare bene e sopportare il dolore di certo non è la soluzione giusta.”
“Lo so..” mormorai flebile consapevole che le sue parole erano sensate e che avrei dovuto ascoltarle. Semplicemente non era facile farlo ed evitare di sentirsi sbagliata o fuori posto.
“Può darsi che sarai pronta domani, o tra una settimana, o tra un mese o tra un anno. A me non importa” disse “Può darsi che finirà per staccarmisi la mano ma non fa niente..”
A quelle sue parole non potei fare a meno di trattenere una risata e presto sentii quella di Rob unirsi alla mia  dall’altra parte della porta.
“Ti giuro, c’è stato un periodo quando avevo 13 anni che ero convinto mi si sarebbe staccata davvero..”
Le mie risa aumentarono a dismisura e, con quel semplice gesto, sentii immediatamente il cuore e l’animo più leggero.  Non sapevo come ci riusciva ma, ogni volta che vedevo solo nero, Rob arrivava e con una parola metteva tutto in prospettiva e l’universo tornava a girare con un senso.
“Adesso mi apri?” la sua voce fu un semplice sussurro e in meno di tre secondi ero di nuovo stretta fra le sue braccia, al sicuro e protetta.
“Dimmelo la prossima volta che ci proviamo se non ti piace. Dimmelo ti prego” mi implorò “Ti voglio come partecipante attiva..altrimenti c’è sempre la mano, te lo detto.”
Sorrisi e gli tirai un pugno sul petto. “Mi..mi piaceva all’inizio. Mi piaceva stare con te così, sentire il tuo corpo solo che poi quando..” arrossii “Quando sei entrato..mi ha fatto male.”
“E’ per l’intervento. La dottoressa ha detto che poteva fare male all’inizio” mi tranquillizzò massaggiandomi le braccia per rassicurarmi “Ci andremo piano, un passo alla volta.”
Annuii poggiando il capo sulla sua spalla.
Lui mi sollevò tra le braccia e mi adagiò tra le coperte prima di unirsi a me e stringersi al mio corpo. Mi carezzò la fronte prima di posarvi un bacio dolcissimo.
“Ora dormi, sei esausta.”
Affondai il volto sul suo petto ed inspirai forte il suo profumo. “Grazie di..di essere così come sei. Di capirmi, di non avere fretta.”
“Io ti amo Kris” mi strinse la mano nella sua “Ricordi? Insieme, io e te, per sempre. E vedrai, questa settimana sarà così bella e divertente che non ci sarà spazio per i brutti pensieri.”
Sospirai, lasciandomi cullare dalle sue dolci e rassicuranti parole.
Avevo un marito che mi amava ed una figlia bellissima.
Dovevo solo lasciarmi andare e presto avrei ricominciato ad essere completamente e totalmente di nuovo felice.

“Mamaaaaaaaa!!” Joy strillò eccitata per quella che doveva essere la milionesima volta mentre ancora io mi aggiravo per la camera della nostra suite d’hotel fingendo di non trovare il necessario per la giornata.
Finzione era la parola chiave.
Possibile che con tutte le attrazioni che potevano aver inventato a Disneyworld dovevano metterci anche due, e sottolineo due, parchi acquatici? Ok che in Florida faceva caldo ed ora era ancora estate in pratica ma comunque..
“Te la stai facendo sotto dalla paura?” mi prese in giro Rob entrando nella camera da letto con in mano la crema solare e cercando di acchiappare Joy per spalmargliela.
“Assolutamente no” risposi con una linguaccia “Ti piacerebbe!”
“Sei assurda. Insomma una ragazza che ha vissuto a due passi dall’oceano tutta la vita si rivela una fifona dei parchi acquatici”
Arrossi e gli puntai il dito contro. Quella era una bugia, una sporca ed enorme bugia!
“Io non ho paura. Come ben tu sai adoro la spiaggia, adoro l’acqua e adoro il mare. Quello che non mi piace sono quegli stupidi scivoli lunghi migliaia di metri in cui rischi di spaccarti l’osso del collo o il fondoschiena, ecco”
Rob roteò gli occhi e sorrise. “Questo a casa mia vuol dire che hai paura!”
Volevo rispondergli qualcosa ma, proprio in quell’istante, mise in atto l’operazione ‘acchiappare Joy’ e si ritrovò a correre per tutta la stanza nel tentativo di catturare la nostra piccola peste. Alla fine la trovammo nascosta in uno degli armadietti della cucina e, con parecchi sforzi, la trascinammo di nuovo in camera.
“Amore devi infilarti il costumino!” le feci danzare davanti agli occhi il due pezzi azzurro e arancione con stampato davanti il pesciolino di alla ricerca di Nemo, ma lei non parve gradire troppo.
Lo allontanò con la mano e tirò fuori la lingua nella mia direzione, anche se solo per un breve secondo.
“La degna figlia di sua madre..” commentò mio marito prima di beccarsi una gomitata nelle costole.
“Beh..” sospirai rassegnata “In fondo è una bambina. Possiamo lasciarla fare il bagno nuda penso..”
A quelle parole Rob sbiancò diventando della stessa tonalità di Edward Cullen e mi lanciò un’occhiata omicida. “Kris ma sei impazzita? Ho visto in un documentario una volta che diceva che i bambini maschi sviluppano un’ossessione molto più marcata rispetto alle femmine per il seno materno e tu questo sai cosa significa?”
“No..”
“Vuol dire che sono già dei pervertiti sin da piccoli e di certo non lascerò mia figlia a giocare lì nuda!”
Ci provai, provai con tutto il cuore a spiegargli l’assurdità del suo ragionamento ma, quando si mise addirittura a blaterare qualcosa riguardo a Freud rinunciai del tutto sperando nell’aiuto del resto del gruppo per farlo ragionare.
Avevamo programmato di incontrarci all’ingresso del parco acquatico visto che alloggiavamo in due complessi differenti. Quello dove alloggiava il resto del ‘brit pack’ (anche se mi faceva ridere chiamarli così) era più moderno  mentre io e Rob ne avevamo scelto uno dove vi erano svariate suite tutte arredate in stile africano. Mobili in legno intagliato, copriletti in stile pelle di animale e un giardino che rispecchiava la savana. Il tutto era un po’ kitch ma era divertente viverci solo per una settimana e vedere Joy giocare a fare il leoncino sul letto tutte le sere con Rob era impagabile.
La mia speranza che gli altri mi aiutassero a far ragionare Rob  si sgretolò di fronte agli sguardi omicidi che mi lanciarono, specialmente Tom che, con qualche moina e visto l’enorme ascendente che aveva su mia figlia, riuscì a farle indossare il costume senza problemi.
http://i56.tinypic.com/ff1wgj.jpg“Acca!! Acua!!” Joy iniziò a strillare appena mise il piede dentro l’acqua della piscina e non smise finchè Rob non la prese al sicuro tra le sue braccia e la gettò nell’acqua poco profonda.
Mi misi comoda sul bordo della vasca e tirai fuori la macchina fotografica, immortalando diversi scatti. Era bellissimo vedere come tutti loro amassero mia figlia in modo assurdo e incondizionato: facevano a gara a chi riusciva ad attirare di più la sua attenzione e a chi la faceva ridere di più. Era davvero fortunata la mia piccola ad avere uno stuolo di zii totalmente innamorati di lei.
Dopo l’ennesima lotta acquatica tra Bobby e Sam, il cui premio in palio era un bacino di Joy, mi sdraiai sul lettino e un po’ per il caldo, un po’ per la completa tranquillità che mi pervadeva, mi addormentai.
Se non che fui svegliata poco dopo da due manine completamente raggrinzite per il prolungato contatto con l’acqua che mi sfioravano le guance.
Aprii gli occhi e vidi Joy fissarmi con un enorme sorriso sdentato.
“Mmm” mugugnai “Tesoro che c’è? Hai sete? Vuoi un succo”
Lei fece segno di no con la testa.
“Dov’è papà?”
A quella mia domanda si tappò la bocca con la manina come per contenere un eccesso di risa e i suoi occhi si focalizzarono su un punto alle mie spalle.
Ma non feci in tempo a voltarmi che mi ritrovai stretta in una morsa di numerose braccia che mi sollevarono, dirigendosi verso…
“Rob nooo!” lo minacciai quando capii quello che quei quattro idioti volevano fare “Se lo fai ti giuro che..ti giuro che”
“Mi fai che cosa??” mi stuzzicò sapendo che non potevo dire niente di volgare con joy tra le sue braccia.
Merda…
“Ti giuro che ti farò male..molto male! E dovrai anche trovarti un altro posto dove vivere perché ti butto fuori casa seduta stante” strillai ma, inesorabilmente, ci stavamo avvicinando all’inizio dello scivolo più alto.
“Dai Kris di che hai paura?!” mi informò tranquillo “E’ un semplicissimo scivolo per le ciambelle di gomma. Stiamo su una io, te e Joy. Sta tranquilla la comando io.”
Gemetti. “Rob tu non sai neppure comandare una macchinina automatica figurarsi una cosa sparata nell’acqua a 100 km orari!”
Ma ormai era troppo tardi per protestare. Lui si era già sistemato su un enorme ciambella blu e gli altri tre idioti traditori mi avevano già posizionato fra le sue gambe, con la piccola Joy aggrappata al mio collo.
Inconsciamente sapevo benissimo che non rischiavamo davvero di farci male ma controllare la paura non era facile.
“Se moriamo ti giuro che..” non riuscii però a terminare la frase visto che chiusi gli occhi, completamente terrorizzata dalla velocità. Sentivo solo le nostre urla e, prima che potessi contare pochi effettivi secondi, mi ritrovai scaraventata  in una piscina poco profonda. Riuscii a tenere Joy sollevata il più possibile ma quando riaprii gli occhi la vidi tossicchiare ed espellere un po’ d’acqua.
http://i55.tinypic.com/29fuxeg.jpgRob mi abbracciò da dietro “Visto che non siamo morti?”
Scossi le spalle lanciandogli un’occhiataccia.
“Joy ha bevuto”
Lei però piccola traditrice ovviamente prese le parti del padre. “Ancola accola!!”
Feci roteare gli occhi e tutti e tre insieme uscimmo tornando verso i nostri lettini.
“Ehm..scusate” una vocina ci interruppe mentre stavo facendo bere del succo alla piccola. Ci voltammo e vedemmo due ragazzine di circa quindici anni sorriderci. Ci chiesero una foto e ovviamente non ci facemmo pregare per farla. L’unica eccezione che ponevo sempre in quei casi era Joy. Ero grata della legge che impediva  ai giornali di pubblicare le foto di minori senza il consenso dei genitori e, sulla scia di questo, lasciavo sempre mia figlia fuori dalle foto coi fan.
Le ragazzine fecero per andarsene via felici ma ad un certo punto una di loro si voltò  e mi fissò, quasi scoppiando a ridere.
“Non..ehm..non ti sei accorta del tuo costume?” chiese “la parte sul ehm..fondoschiena, si è rotta… c’è uno strappo.”
A quelle parole avvampai e dopo aver lanciato una rapida occhiata mi resi conto di quanto avesse ragione.
Quello stupido..stupido..stupido scivolooo argg..
“Ehm..Kris..” disse Rob timido.
Mi aprii in un grande sorriso. “Joy amore ti consiglio di dare ora un bacio d’addio a papà..”
Vidi Rob correre divertito e preoccupato dentro la piscina e non attesi un attimo prima di inseguirlo.
“Perché io LO UCCIDOO!!”

http://i53.tinypic.com/21lvqxf.jpg“Tenelettola!!!” Joy esclamò entusiasta mentre ci trovavamo proprio davanti alla versione reale del castello delle fiabe di Cenerentola, dopo aver passato ben due ore sulle giostre dei cavallucci senza riuscire a far staccare Joy per nulla al mondo.
Solo la prospettiva di vedere le principesse aveva funzionato.
Come chiamata dalle parole di mia figlia la modella che recitava la parte della protagonista si avvicinò a noi e diede un bastoncino con tanto zucchero filato rosa a Joy che lo prese felice.
Se ne andò dopo avere lasciato un bacino alla mia piccola e dopo aver lanciato a Rob un occhiata che a parer mio significava che non le sarebbe dispiaciuto dare un bacino anche a lui.
Fui seriamente tentata di prendere a calci quella svampita di Cenerentola nel suo fondoschiena foderato da quello stupido vestito azzurro ma mi trattenni prima di farlo. Ci mancava solo essere arrestata per tentato omicidio ad una principessa Disney.
“Allora me la lasciate?” implorò Tom per quella che doveva essere la milionesima volta mentre faceva ballonzolare Joy sulle sue spalle. Lei si mangiava di gusto lo zucchero sbrodolandolo anche un po’ sulla testa del povero Tom, ma erano così carini che mi limitai a far loro una foto, evitando di informarlo.
I fuochi d’artificio venivano sparati sopra di noi e nell’aria si respirava un atmosfera davvero magica.
“Tom non lo so, e se poi si svegliasse nel cuore della notte e volesse me o Rob?” domandai incerta sul da farsi. Tom mi stava pregando da tutta la sera di permettere a Joy di trascorrere la notte con lui nella sua stanza. La cosa mi faceva un piacere enorme ma ero preoccupata del carattere di mia figlia: se si svegliava per un incubo o desiderosa di un po’ di latte caldo diventava intrattabile.
“Dai kris so benissimo cosa fare in tal caso”
“Io..non so..dai la vedi domani..”
“Kristen!!”
“Uff” domandai “Ma perché non sei andato anche tu a ubriacarti con Sam e Bobby stasera?”
“Perché voglio la mia nipotina” ribattè.
“Secondo me dovremmo lasciarla andare con lui.” Disse Rob e la cosa mi lasciò alquanto stupita. Di solito farlo allontanare da Joy era impossibile
“Una serata finalmente a vedere un film che vogliamo e non l’ennesimo cartone animati di Winnie the pooh..”
Sorrisi all’immagine. “Non sarebbe male in effetti..”
http://i53.tinypic.com/m82tz.jpgIo e Rob ci scambiammo un’occhiata d’intesa e fu sostanzialmente questo a spingerci a tornare verso il nostro appartamento soli un’ora dopo, lasciando Joy e Tom a fare conoscenza con Minnie e Topolino.
Era sempre terribile lasciare la mia bambina specialmente in momenti, come la notte, in cui ero abituata a saperla sempre al sicuro sotto il mio tetto ma…
Ma una serata sola con mio marito era un sogno in pratica..
Abbandonammo presto i vestiti sul pavimento della camera e in breve tempo ci ritrovammo abbracciati nella grande vasca idromassaggio che ancora non avevamo provato.
Rob tracciava disegni immaginari sul mio seno e io tenevo il capo poggiato rilassato sul suo petto.
Ci rilassammo tra coccole e carezze e stavo quasi per addormentarmi quando una sua domanda mi fece svegliare del tutto.
“Il dolore fisico non è stato il solo problema vero?” sussurrò “Intendo..la sera prima di partire…quello che è successo…”
Deglutii e non so come trovai il coraggio di parlare.
“Non..non mi faceva male solo..solo fisicamente” sospirai sull’orlo delle lacrime “Io..ho iniziato a pensare a come sarebbe stato se..”
Mi sfiorai inconsciamente la pancia con la mano e subito Rob la coprì con la sua.
“A come sarebbe stato  se il nostro bambino fosse stato vivo” continuai “Ho pensato che mi avresti accarezzato la pancia e poi avresti baciato la mia pelle un po arrotondata e magari canticchiato qualcosa… E invece non c’era niente di tutto questo..”
Tirai su col naso desiderosa solamente di sprofondare il volto nel suo petto ma lui me lo impedì. Mi trattenne per le spalle costringendomi a guardarlo e non mi stupii quando vidi i suoi occhi pieni di lacrime.
“Lo sai che l’avrei fatto. Sai che avrei amato te e..e nostro figlio. Però purtroppo il destino aveva..aveva un altro piano per noi..per lui.  Ma ora mi aiuta credere che sia felice, in un posto migliore di questo. Invece noi siamo qui e..e dobbiamo vivere il meglio che la vita ci offre.”
“Dobbiamo vivere anche per lui..” mormorai flebile.
Rob si aprì in un debole sorriso. “Esatto amore…esatto..”
Cercai di rispecchiare il suo gesto e di riflettere sulle sue parole. Aveva ragione ovviamente. Io ero qui, viva, con Rob e mia figlia e non potevo continuare a mettere la mia vita in stand by pensando a qualcosa che non potevo cambiare Mi sentii pervadere da un bellissimo sentimento di tranquillità e pace e capii, in quell’istante, che dovevo vivere il presente, assaporarlo, buttarmi nella vita come avevo sempre fatto.
E avrei iniziato da quel momento.
Quella vacanza mi aveva dimostrato che la Kris spensierata e allegra era ancora dentro di me, sepolta da tonnellate di dolore che le erano state gettate addosso, ma c’era.
Ed ero ancora capace di trovare la strada per farla uscire.
La mia bocca si impossessò di quella di Rob e mi sentii a casa, felice. Le mani vagarono sul suo petto, sulla sua eccitazione e prima di rendermene conto mi ritrovai sul letto, il suo corpo premuto contro il mio.
Ma questa volta non c’era la paura della volta precedente. Ero certa, sicura, priva di dubbi.
Rob mi aprì con gentilezza le gambe accarezzandomi ancora e ancora, portandomi al limite numerose volte, prima di incatenare i miei occhi ai suoi.
“Se provi dolore..”
“Te lo dico..tranquillo”
Sorrisi e quando iniziò ad unire dolcemente il suo corpo al mio feci come aveva chiesto. Lo fermai ogni singola volta in cui provai fastidio. E lui era sempre li per me, a venire incontro ad ogni mia richiesta. Mi aspettava ed entrava delicatamente, centimetro dopo centimetro, finchè non si ritrovò totalmente perso in me.
“Bentornato a casa..” mormorai sulla sua bocca mentre prendevamo a muoverci insieme piano, senza fretta, nella notte tiepida e profumata. Ci amammo per ore, perdendoci l’uno nell’altra e imparando a conoscere di nuovo i nostri corpi dopo quella lunga forzata separazione. E quando tremammo insieme, sconvolti, le nostre braccia intrecciate, sentii che finalmente lui aveva riportato alla luce anche l’ultimo pezzetto che la sofferenza aveva nascosto. Lui aveva riportato alla luce la vera kristen. La Kristen di prima.
La kristen che non aveva paura…
“Ti ho fatto male?” sussurrò, preoccupato, ore dopo quando i primi raggi della luna spuntavano dalla finestra.  Le sue labbra a soffiare sulle mie “Dimmi la verità.”
Scossi il capo, sincera. “No, ha bruciato un po’ all’inizio ma..ma poi è stato bellissimo, come sempre.”
Dovette leggere la sincerità nei miei occhi perché lo vidi rilassarsi sensibilmente e ammiccare. “Un po come perdere la verginità?”
Spalancai la bocca alla sua domanda. Che diavolo voleva dire?
“Sì..beh ecco forse un pochino così..” confermai.
Rotolò su un fianco sempre senza togliersi dal volto quel sorrisino ebete. “Ma che hai da ridere?”
“Niente solo che pensavo che così..ecco è stato come se in un certo senso avessi dato la tua verginità a me..” disse senza smettere di sogghignare “Potresti sostituire quel ricordo che di certo ha fatto schifo, con questo di livello nettamente superiore..”
Mi trattenni dall’alzare gli occhi al cielo. “Come siamo modesti…”
“Lo sai, un uomo vuole sempre essere il primo amore di una donna..”
Mi mordicchiai il labbro, ora seria. “Tu lo sei. Forse non nel senso fisico ma lo sei qui dentro” Sfiorai  con le dita il suo petto all’altezza del cuore. “Sei il primo e l’ultimo..”
Rob mi catturò fra le braccia e mi strinse contro di lui forte, come se volesse dimostrarmi che per lui era lo stesso e che mai, mai, mi avrebbe lasciata andare via.
“Ti amo..”
Sfiorai il naso contro il suo ma arrossi di botto quando mi sentii bagnata tra le gambe e notai una piccola macchia rossa sul lenzuolo.
“Oh cavolo…che schifo” sbottai “Vado a ripulirmi un secondo..”
“Dai Kris non importa”
“Solo un attimo” sgusciai fuori dalle lenzuola prima che potesse trattenermi “Perché intanto non chiami Tom per controllare Joy?”
Ma, quando dieci minuti dopo, uscii dal bagno non lo trovai al telefono con Tom.
“Lizzie, tu ti sei bevuta il cervello” sibilò con un tono quasi..arrabbiato “Ma chi è questo poi? Nemmeno lo conosco!”
Lo vidi arrossire di botto. “Non è colpa mia se vivo dall’altra parte dell’oceano! E comunque non è questo il punto! Il punto è che chiamo tutte le settimane e nessuno mi aveva mai parlato di questo tizio..oh..sei assurda..no Liz passami papà..ora, voglio sapere che ne pensa. No, Liz mi arrabbio! Non riattaccare o..”
Improvvisamente vidi Rob imprecare a sbattere il telefono sul letto, sul viso un espressione mista tra rabbia e sconvolgimento totale.
“Rob!” mi avvicinai a lui preoccupata “Rob che è successo? Stanno tutti bene? Liz? Le è successo qualcosa?”
Lui si limitò ad annuire.
Sbuffai: se stava cercando di farmi impazzire ci stava riuscendo benissimo. “Allora che succede?”
Improvvisamente alzò il capo e mi fissò a occhi sbarrati.
“Liz..Lizzie” deglutì. “Lei si sposa”


Beneeeee ecco il capitolo, ci sentiamo tra..mmm 1 settimana o 10 giorni girls e diteci se vi è piaciuto eh? Ahahah ma ovviamente voi ci amate o di certo vi è piaciuto u.u. Sì lo so ci staimo un pò montando come la panna ma è merito vostro e delle vostre meravigliose recensioni ;D

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Capitolo 41
*** True companion ***


Buon pomeriggio girls!! Si lo so, forse siamo un pelino in ritardo ma abbiamo deciso di postare oggi per riprendere il nostro ritmo di un capitolo a settimana la domenica come eravate abituate :) Allora, allora spero che abbiate un bel vestito perchè siete tutte invitate al matrimonio della nostra Elisabeth Pattinson *_________* Con chi, direte voi??
Ehhhh lo scoprirete solo leggendo...e lasciando una bella recensioncina ;)
Vi ringraziamo ancora una volta per il fantastico supporto e per continuare a rendere questa ff una delle più seguite ed amate della categoria 'robsten' diciamo *______* per noi è sempre un onore.
Bene vi lasciamo al capitolo e....ci vediamo in fondo!!
Beso Cloe e Fio




CAPITOLO 41 (Cloe)



TRUE COMPANION





ROB POV


http://img.alibaba.com/photo/107041201/Plush_Toys_Aurora_Naturally_Penguin_.jpg“Joy sta giù dai, il signore deve guidare. Non saltare come una scimmietta.” Kristen prese la piccola tra le braccia e le passò un peluche a forma di pinguino per farla stare buona. Lei lo prese e iniziò a giocare con l’etichetta che era attaccata al pancino, ignorando totalmente il mio cattivo umore.

Per fortuna.
Mi misi a guardare fuori dal finestrino del taxi che ci stava portando dall’aeroporto a casa dei miei genitori, nel disperato tentativo di sbollire la rabbia.
Che poi non era neppure vera rabbia…
Anzi forse si, forse ero veramente incazzato.
Insomma che mia sorella era fuori di testa lo sapevo bene. Era sempre stata quella pronta a compiere scelte pazze, a non dare un minimo retta al buon senso ma…ma credevo che almeno su una cosa simile ci avrebbe ragionato a lungo. O forse speravo che i miei genitori l’avrebbero fermata dal compiere qualche idiozia. Ma quando mai quella aveva dato retta a  mamma e papà poi..
“Rob smettila” Kristen parlò senza avere neppure bisogno di guardarmi in faccia.
“Smettila di fare cosa?” sbottai.
“Quello che so che stai facendo. Mugugnare e borbottare fra te e te credendo che gli altri non sentano. E’ da un mese che ti sento puoi starne certo. Da quando ti ha detto che si sposava sei impazzito e ogni volta che si sfiora l’argomento scatti come un gatto a cui hanno pestato la coda” disse tutto d’un fiato “Devi cercare di darti una calmata. Per favore o ti verrà una sincope.”
Sbuffai esasperato. Possibile che fosse così difficile capire?
“Eh che..da quanto si conoscono Kristen? Da quello che ho capito da quest’estate. Cioè..saranno si e no sei mesi e ora..bum Lizzie si sposa. E la cosa che poi io lo vengo a sapere un mese prima delle nozze è ridicola. Mia sorella si sposa fra due giorni e io conosco stasera per la prima volta lo sposo.”
Incrociai le braccia sul petto. No, avevano sbagliato a tenermi all’oscuro. Io ero parte della famiglia per la miseria, anche se vivevo dall’altra parte dell’oceano.
La sentii sospirare e poi, forse inconsciamente, portarsi una mano sul ventre. “Lo sai perché..perchè ci hanno raccontato poco. E’ stata un’ estate dura per noi ed evidentemente non volevano..beh..cerca di capirli..”
”Io..” scossi il capo, per niente desideroso di portare il discorso su quella strada ancora troppo accidentata. Mi limitai a stringerle la mano nella mia “Lo so che forse sono assurdo ma..beh non la vedo pronta per il matrimonio.”
“Rob scusa se te lo dico ma quando ci siamo conosciuti nemmeno tu eri pronto. O io se per questo..” lasciò cadere il discorso in un modo che non mi piacque.
“E questo che vuol dire?”
“Vuol dire” sospirò “Vuol dire che la gente cambia. Che le persone crescono, maturano. E’ normale. L’amore ti cambia. Probabilmente è successo anche a lei.”
“Pff” sbottai. Non avevo per niente voglia di darle ragione anche se il suo discorso non faceva una piega. “Scommetto che non è l’uomo adatto a lei. Anzi, scommetto che  è uno di quei musicisti squattrinati, che vive in un qualche buco di appartamento in centro senza un soldo…”
Improvvisamente Kristen scoppiò a ridere dicendo qualcosa che mi lasciò letteralmente a bocca aperta. “Beh allora forse avrete un po’ di cose in comune..”
Mi fece l’occhiolino ma, prima che avessi la possibilità di ribattere, scese dal taxi con Joy e solo in quel momento mi resi conto che eravamo arrivati di fronte a casa dei miei.
Bene, che il divertimento abbia inizio…
Mi accinsi a scaricare le due valige che erano il nostro semplice bagaglio mentre vedevo Joy correre a perdifiato nel prato fino a raggiungere le braccia aperte di mia madre, che la accolsero con entusiasmo.
“Nonnaaaaa!!” strillò stringendola forte.
Quell’immagine mi strappò un sorriso nonostante tutto. Per me era sempre una gioia essere in Inghilterra con Kris e soprattutto con la mia bambina. Mostrarle un po di Londra, dei luoghi dove ero cresciuto…dividere i miei ricordi con lei.
Mio padre si avvicinò a me e ci abbracciammo, anche se non potei non notare l’occhiata imbarazzata che mi rivolse.
“Non avercela con noi…tua sorella voleva farti una specie di ehm..sorpresa..”
“Oh credimi” sbottai ritornando del mio umore precedente “E’ stata davvero una sorpresa, non c’è che dire.”
“Tua sorella è grande ormai Rob”
Sospirai passandomi nervoso una mano fra i capelli “Questo lo so ma..insomma si conoscono da così poco. E…e come sappiamo se è una persona affidabile. Come sappiamo se si prenderà cura di lei o se la tratterà con rispetto o..”
Mio padre mi bloccò con una risata mentre percorrevamo il vialetto ed entravamo in casa. “Essere padre ti ha fatto diventare davvero iperprotettivo. Mi ricordi un po’ me.”
Scossi il capo e non potei fare a meno di abbozzare una risata. Forse, anzi certamente, aveva ragione. Da quando ero papà mi preoccupavo, riflettevo e pensavo alle conseguenze di ogni mia piccola azione molto più di prima. Ero sempre stato protettivo con Lizzie perché sapevo quanto fosse sbadata e altruista e totalmente aperta verso il prossimo, che avevo paura che qualcuno potesse finire col ferirla. Ed ora forse ero peggiorato…
“Non so, forse è così..” borbottai.
“Piuttosto Kris..Kristen come sta” sussurrò “Mi sembra parecchio dimagrita.”
http://chrismerriman.com/wp-content/uploads/2010/07/DSCN1459-copy_cropped_resized.jpgPosai la valigia nell’ingresso e vidi Joy correrci incontro dalla cucina dove probabilmente mia madre e Kris si erano sedute a parlare.
“Dochii!” urlò felice indicando il box stracolmo di nuovi e luccicanti giochi che, ne ero certo, non ci fossero l’ultima volta che eravamo venuti a trovarli.
Papà la prese e la posizionò all’interno dove Joy si mise immediatamente a schiacciare tutti i bottoncini che riusciva a trovare su di una sorta di pianoforte in miniatura.
“La viziate troppo” ridacchiai.
“Beh è così che deve essere. I genitori li crescono e i nonni li viziano” mio padre si unì alla mia risata ma sapevo che si aspettava una risposta alla sua domanda precedente.
“Sta bene” sospirai sentendo un dolore improvviso al cuore a ripensare a solo pochi mesi prima “Insomma…meglio diciamo. Sono stati mesi…si hai ragione è dimagrita parecchio ma ora sta recuperando.”
Vidi mio padre abbassare lo sguardo. “Saremmo dovuti venire quando è successo solo che..”
Non lo lasciai finire, posandogli un braccio sulla spalla. “Sono stato io a chiedervi di non venire, ricordi? Ed è stato meglio così. Kristen…a volte non sopportava di stare neppure con sua madre. Neppure..” ingoiai a vuoto “Neppure con me o Joy. Ha voluto farcela da sola in un certo senso..”
“E’ una ragazza forte, vedrai che ora la vita sarà più generosa con voi”
“Speriamo..” sussurrai più rivolto a me stesso che a lui. “Vado a vedere come sta a proposito. Dai un’occhiata a Joy.”
Mi sorrise e io mi avviai in cucina ma, quando mi trovai sulla porta, mi bloccai, gelandomi.
Feci un passo indietro istantaneamente.
Kristen si stava asciugando gli occhi con un fazzolettino. La crisi di pianto che doveva avere avuto, però, doveva essere finita perché ora sentii il suono di una sua piccola risata riempire la stanza.
“E’ stato terribile però si hai ragione” disse “Ora..ora mi sento diversa. Prima vedevo solo nero mentre…mentre ora mi sento piena di speranza. Mi sento..grata di essere viva. Grata di essere madre…insomma ho Joy che è la mia gioia più grande e..e ho capito che la vita è troppo breve per sprecarla a litigare per cose stupide. E ho capito che..che non voglio vivere avendo paura…”
Sospirò e si mordicchiò il labbro inferiore prima di continuare. “E voglio avere altri bambini in futuro. Ho ..pensavo di avere troppa paura, di essere spaventata ma poi, quando ho iniziato a stare meglio, mi sono messa a riflettere. La vita di nessuno è perfetta. Incidenti, dolore…capitano a tutti ogni singolo giorno. Eppure le persone vanno avanti, hanno fede. Beh, io mi alzo ogni mattina al fianco di Rob e lui..lui mi da la forza di cui ho bisogno per accettare che la perdita di questo bambino non è stata colpa mia. Perciò io voglio avere fede, in Dio, nel destino, nella vita o…o in qualsiasi altra cosa sia. Non voglio provarci subito certo ..ma penso che tra qualche mese o qualche anno mi sentirò pronta. Sento che sarò forte abbastanza..”
“Oh tesoro” la bloccò mia madre “Io penso che tu sia già così terribilmente coraggiosa. Siamo molto molto orgogliosi che tu faccia parte della nostra famiglia, credimi. Sei..sei..avrei voluto essere più vicina per te.”
Mia madre allungò le braccia e strinse Kristen a sé lasciandole un bacio fra i capelli. “Sei come una figlia ormai per me, lo sai.”
“Grazie..grazie” mormorò Kris e, proprio in quel momento, pestai un asse del pavimento che scricchiolò ed entrambe si voltarono verso di me.
“Oh ehm..io stavo solo” arrossii mentre entravo in cucina e mi avvicinavo a Kris.
“Stavi solo origliando..” disse mamma ridendo.
Kristen si alzò dalla sedia e si avvicinò a me, stringendomi e posandomi un bacio sulla tempia.
“In realtà Claire dovresti essere molto più orgogliosa di Robert. Lui..se non fosse stato per lui non avrei mosso mai un passo fuori dal letto. Mi ha riportato a vivere e..e ogni giorno mi rende la persona più felice del mondo”
La abbracciai e mia madre si avvicinò entrambi posando una carezza sui nostri visi.
“Sono felice perché avete l’un l’atra” sospiro e sorrise “Spero solo che anche Lizzie sia così fortunata..”
Afferrai l’occasione al volo. “A proposito di Lizzie…”
Mia madre alzò le mani in aria, impedendomi di continuare. “Rob non iniziare con le tue solite polemiche. Da quello che ho potuto vedere è una brava persona, ha un buon lavoro e cosa più importante ama tua sorella. Questo è ciò che conta.”
“Ma..” venni di nuovo interrotto.
“Rob siamo già in ritardo per la cena di stasera. Lo conoscerai e sono certa che ti piacerà. E ora su andate a cambiarvi mentre io mi occupo della mia nipotina che non mi fate mai vedere!”
Uscì dalla cucina in tutta fretta lasciandoci soli.
“Dai, scommetto che ci starà simpatico!” Kris abbozzò un sorriso entusiasta. Chissà perché non riuscivo a farmelo piacere nemmeno un po’. Anche se ci stavo provando.
Ok, forse non ci stavo provando.
“Mmm” mugugnai.
“Dai su muoviamoci a vestirci” rise “E dagli almeno una possibilità, no?”
Ci dirigemmo mano nella mano su per le scale. “Io la possibilità gliela do. Ma se se la brucia prendo Liz e le impedisco di sposarlo, giuro!”
“Secondo me invece ti piacerà, diventerete amici e finirà che ci divertiremo un sacco.”
Sospirai. Chissà perché io invece avevo la sensazione che non mi sarei affatto divertito?


E infatti non mi stavo per niente divertendo.

Questo..questo…com’è che si chiamava? Ah sì Paul, beh come avevo previsto non mi piaceva un granchè.
Anzi per niente.
Ok, non era un musicista squattrinato senza un soldo ma comunque..comunque non era adatto a lei.
E poi un medico. Cioè Lizzie con un medico?
Pfff.
Bevvi un lungo sorso di vino proprio mentre lei, raggiante di felicità, raccontava del loro primo incontro.
“In poche parole ero a casa della mia amica Lauren quando canticchiando una canzone mi taglio in cucina” disse ridendo “E..beh lei mi porta al King’s college hospital e mi lascia al pronto soccorso perché, beh so che lei odia il sangue per cui..So solo che dopo almeno mezz’ora un’infermiera mi chiama dicendo che il dottor Smith era libero in sala visita 1 e..” sospirò arrossendo, cosa che non avevo mai visto accadere, prima di continuare.
“Sono entrata, ci siamo guardati e…e mentre lui mi cuciva la mano ho sentito che era amore…”
Quasi mi strozzai col vino alle sue parole.
“Scusa” domandai “Vuoi dire che hai sentito tutto questo amore mentre eri in preda al dolore e lui ti infilzava la mano con un ago?”
Insomma ma che razza di storia romantica era quella?
Liz mi fissò truce prima di stamparsi un sorriso finto sulla faccia. “Parla quello che racconta ogni volta di aver trovato  l’anima gemella guardando un film in tv. Almeno io lo vedevo in carne ed ossa…tu eri un tantino da…da pazzo stalker .”
Con mio sommo stupore tutti i presenti scoppiarono a ridere. Lasciandomi basito. Io non ero affatto un..insomma quello sì che era un aneddoto romantico da raccontare! Cosa diavolo avevano tutti nel cervello?
“Non te la prendere, ti amo anche se eri un po’ uno stalker” mi sussurrò Kris posandomi un bacio sulla guancia.
Sbuffai. Ci si metteva anche lei, di bene in meglio!
“E tu Paul ehm… allora lavori al King’s college giusto?” Kris intervenne probabilmente per impedirmi di dire qualcosa di cui mi sarei potuto pentire in seguito. “Wow hai solo 28 anni e già stai in un ospedale così prestigioso.”
Paul le sorrise. “Sì..beh in realtà dopo la laurea sono stato un anno in Africa a vaccinare i bambini orfani. Ma non sono mai stato così felice di essere tornato a Londra…o non avrei mai incontrato l’amore della mia vita.”
Detto questo avvicinò le labbra a quelle di mia sorella e iniziarono a baciarsi in un modo talmente scandaloso che dovetti voltare lo sguardo. Dio..era mia sorella! Forse solo Victoria poteva capirmi. Invece, quando voltai il capo, la vidi fissarli come se stesse guardando un film d’amore strappalacrime.
http://i54.tinypic.com/2zit0s4.jpgDio, sembrava che questo fantastico Paul avesse conquistato tutti! Perfino Joy che era seduta vicino a kris nel seggiolone batteva le manine felice nel vederli.
“Beh..comunque non avrei mai detto che Liz si sarebbe invaghita di un medico” Lo dissi così, tanto per distogliere l’attenzione da quella scena orrenda che avevo davanti, ma improvvisamente tutti gli sguardi furono su di me.
“Che vuoi dire scusa?” Chiese Lizzie.
“Niente solo che i tuoi passati fidanzati di solito erano musicisti o cantanti o..o artisti ecco..”
“Beh magari sono cresciuta. Magari ho messo la testa a posto. Dopotutto se lo hai fatto tu lo possono fare tutti, no?” domandò acida più che mai.
“Magari invece la testa l’hai sbattuta, e molto forte” sussurrai così piano che solo lei potè sentirmi.
Mi lanciò un’occhiata terribile, pronta ad uccidermi ma Paul, per qualche assurdo motivo, venne in mio soccorso.
“Beh invece il vostro lavoro è terribilmente eccitante O almeno penso che lo sia…quasi non posso credere di essere parente di..di due star di Hollywood come voi.”
Kris rise forte. “Sì è eccitante alle volte. Alle volte invece…tanto assurda credimi.”
Lui inghiottì un po’ di dolce prima di sorriderle. “Però tu sei fantastica. Insomma ho visto alcuni tuoi film e…devo ammettere che in Welcome to the Rileys superi te stessa. Sei..è uno dei film migliori che abbia visto. E credimi lavorando in un pronto soccorso capita di vedere tante ragazze di strada, o spogliarelliste che purtroppo vengono picchiate o..o peggio. Quel film può far riflettere molto.”
Alle sue parole vidi Kris illuminarsi e capii di aver perso anche lei.
“E’..è esattamente il motivo per cui l’ho fatto! Insomma quando decido per un progetto penso sempre allo scopo e all’impatto che avrà e…”
“Era perfetto” continuò lui “E poi recitato da te. Credimi, non mento se ti dico che per me sei la migliore attrice di questa generazione”
A quelle parole mi raggelai e quasi sputai il mio boccone di cibo nel piatto.
Cosa aveva detto?
Cosa?
Che cazzo..??
Brutto..
Mi aveva appena fregato la battuta. Quella era la mia battuta. Il complimento che mi aveva fatto vincere il cuore di Kristen e lui me lo fregava così?
E soprattutto lei rideva e arrossiva?
Stavo davvero per non contenere più i nervi e urlare qualcosa di molto poco carino quando  Lizzie saltò in piedi tutta eccitata tenendo la mano del suo fidanzato.
“Ok so che avevamo progettato di aspettare ancora un po’ a dirlo ma..ma non ce la faccio!” esclamò “Abbiamo un annuncio da fare. Un annuncio importante”
Oddio che altro c’era ora? Già il matrimonio era una cosa enorme, non riuscivo ad immaginarmi qualcosa di ancora..
“Sono incinta!”
…peggio.
Rovesciai il bicchiere d’acqua ma erano tutti così presi dalla notizia che nessuno mi prestò la minima attenzione.
Incinta.
Lizzie la mia sorellina era incinta.
Lizzie incinta.
Dovetti ripetermelo almeno dieci volte  prima che la cosa facesse davvero presa nel mio cervello. Lei era.. oh cazzo ma era assurdo.
“E non è tutto” esclamò mentre mamma e papà la abbracciavano “Sono due gemelli!”
Due …due??!
Oh ma era impazzita? Liz non aveva la più pallida idea di che cosa volesse dire crescere un bambino, figurarsi due! Non aveva la più pallida idea della fatica di un matrimonio e dei figli e…e si stava buttando dentro a qualcosa più grosso di lei troppo in fretta.
“Kris tutto bene?” Paul domandò guardando al mio fianco.
 Mi girai preoccupato e vidi che Kristen era rimasta con il braccio a mezz’aria nel dare il dolce a Joy e fissava davanti a se ad occhi spalancati.
“Tesoro, amore…tutto bene?” la chiamai.
Lei girò la testa e per un piccolo secondo vidi un velo di tristezza offuscarle gli occhi.
“Sì..” sospirò “Sì io…ehm..Liz è meraviglioso sono..davvero davvero felicissima per te e..davvero solo..Rob finisci di..un secondo, vado alla toilette”
Si alzò e corse via senza degnare nessuno di uno sguardo e mi sentii morire per lei.
Cazzo, certo che era sconvolta. Tutto quel parlare di gravidanze quando il nostro bambino era appena..
Mi alzai e mi affrettai a seguirla per accertarmi che stesse davvero bene quando sentii qualcuno sfiorarmi il braccio. Mi voltai e mi stupii di vedere Liz.
“Potevi pensare per un attimo” la rimproverai.
Mi fissò ferita. “Scusa..io hai ragione dille che mi dispiace. Davvero non ho pensato alle conseguenze.”
“Lo fai un po troppo spesso ultimamente non trovi?” sbottai gelido.
“Che vuoi dire?” domandò consapevole che ormai Kris non c’entrava più nulla.
“Voglio dire che ti stai buttando dentro qualcosa più grande di te. Non sai nulla di cosa significhi il matrimonio o i figli o..”
“Hai ragione sai? Non so nulla ma…beh nemmeno tu ne sapevi niente. Eppure io ti ho sempre supportato mentre tu non fai che criticare da un mese!” protestò.
Sbuffai “E’ diverso! Cazzo Liz lo conosci per due mesi, rimani incinta e dopo altri tre mesi lo sposi. E’…è..”
“E’ amore?” continuò
“E’ follia.” Commentai.
Si allontanò di un passo, voltandomi le spalle. “Fanculo Rob!”
“Si beh..vaffanculo anche tu!” replicai mentre tornavo a dirigermi verso il bagno.
Entrai, anche se tecnicamente era il bagno delle donne. Non c’era nessuno, solo Kris appoggiata al lavandino.
 Sembrava molto molto tentata di mettersi a fumare una sigaretta anche se aveva smesso da quasi due anni ormai.
“Ehi” mormorai.
“Ehi” rispose lei “Tutti di là a dire quanta pena faccio in questo momento?”
Abbozzò un sorriso amaro. “No. Lo sai che non lo farebbero mai.”
Poggiò la fronte sul mio petto e inspirò forte. “Scusa..lo so. I tuoi sono fantastici e io..io sono davvero felice per Liz solo..solo è dura.”
“Lo so” annuii carezzandole i capelli “E poi non preoccuparti, io per esempio non sono per niente felice di tutta questa storia”
Kris alzò gli occhi e mi tirò un pugno sul petto. “Ahi!”
“Sì che sei felice. Solo che ti piace comportarti come un bambino e non vuoi ammetterlo.”
Incrociai le braccia e sbuffai. Ripensai alla situazione e…e sì, Kris aveva ragione forse. Insomma era bello vedere Liz felice e sapere di diventare zio. Dei cuginetti che avrebbero giocato con Joy..
Improvvisamente il pensiero mi scaldò il cuore e non potei trattenere un piccolo sorriso.
“Qual è il problema?” chiese dolce Kris lasciandomi un bacio.
“Il problema è che Paul non è adatto a lei.”
“Stronzate. Trovane un’altra.” Disse ridendo.
“Il problema è che non ha la vaga idea di cosa significhi avere impegni così seri. Buttarsi in un matrimonio e diventare genitori non è semplice come sembra. Ci saranno problemi e casini e nemmeno si conoscono e..”
“Guarda noi” mi interruppe “Abbiamo affrontato casini e casini. Ex fidanzati, le mie insicurezze, la separazione, gravidanze non esattamente idilliache…eppure siamo ancora qui. E ti risposerei domani e ogni giorno della mia vita. Perciò non raccontarmi stronzate perché lo so quando lo fai…”
Mi infilai le mani in tasca e guardai i suoi occhi chiari che mi chiedevano solo di essere sincero.
“Lei è la mia Liz.” Le parole mi uscirono senza che avessi il tempo di fermarle “Lei è la mia Liz. Siamo sempre stati io lei e Vic e…e non la voglio dividere. C’era sempre stata lei ad aiutarmi e..anche quando combinavo qualche casino con te. Sapevo che comunque quello che avevo con Liz era intoccabile e…beh, mi sembra che col suo matrimonio stia finendo una parte della mia vita. Boh..è..lo so che è ridicolo.”
Sorprendentemente Kris non rise ma mi prese la mano. “Non è ridicolo. I miei fratelli mi hanno fatto un discorso simile qualche giorno prima del nostro matrimonio sai?”
La guardai confuso. Non me l’aveva mai detto…
“E’ dura staccarsi dalla propria famiglia o vederla modificarsi ma..ma alle volte è necessario. E comportandoti così non aiuti nessuno. Nè te, né Liz. Un giorno ripenserà al suo matrimonio e lo ricorderà come il giorno in cui suo fratello Rob è stato uno stronzo con lei e suo marito. E’ questo quello che vuoi?”
Scossi il capo. “Rob cosa abbiamo imparato questa estate? Che nella vita non contano le cazzate. I litigi, le scaramucce. Queste sono stronzate. Nella vita conta far sapere alle persone che ami che hanno il tuo appoggio nonostante tutto. Perciò voglio che prima di sabato tu parli con Liz e le dica esattamente le cose che hai detto a me, ok?”
“Com’è che sei diventata cosi’ saggia?” domandai sentendo il peso che avevo sullo stomaco alleviarsi un po’ dopo aver parlato con lei.
“Oh non lo so” commentò baciandomi “Starò invecchiando”
La strinsi a me, mettendomi a pensare a come poter risolvere il mio rapporto con Liz dopo aver appena rischiato di sputtanare tutto quanto.



Finì che quella sera non ebbi il coraggio di chiederle scusa e neppure il giorno seguente. Solo al matrimonio, dopo l’ennesima strigliata di mia moglie,decisi di fare quello che dovevo fare.

Solo ora mi rendevo conto di quanto avessi sbagliato tutto. Le avevo anche fatto pensare che non fossi felice della sua gravidanza quando invece…
Improvvisamente sentii un urlo di Joy che mi strappò in un secondo dai miei pensieri.
Corsi tra le stanze della canonica, verso il pianto di mia figlia ma, quando la trovai, mi immobilizzai. Perché avevo trovato anche Paul.
http://bp2.blogger.com/_hsTyYgN4vK8/SBaVk-8zkBI/AAAAAAAABNs/5TvZVIuqiFQ/s320/ouchy.jpgSe ne stava in ginocchio davanti a Joy e le stava tamponando un ginocchio con un fazzoletto pulito.
“Bua” protestò lei fra le lacrime.
“Mmmm lo so che la bua fa male ma…ma se non piangi più lo zio Paul ti da una caramella e un cerottino con le principesse. Le vuoi?”
Immediatamente il viso di Joy si illuminò e lei annuì.
“Però non devi piangere eh.”
Si passò le manine sugli occhi e in men che non si dica aveva una gelatina alla fragola in bocca e un cerottino colorato sul ginocchio.
“Brava bambina” le carezzò i capelli e lei gli diede un bacio e la sentii sussurrare ‘tio’.
Cavolo Paul aveva conquistato anche lei. E dovevo ammettere che dopo quella scena…
Mi passai una mano fra i capelli.
Cazzo ero stato davvero uno stronzo.
“Papààààà!”
Joy mi saltò in braccio mostrandomi la gamba guarita e io vi posai sopra le labbra prima di strofinare il nasino contro il mio.
Avrei voluto restare con Joy e usarla come scusa per non affrontare Paul ma…ma dovevo comportarmi da uomo.
“Tesoro vai dalla nonna. Ha il cestino pronto per te.” La rimisi a terra e lei iniziò a correre via, lasciandomi solo col mio futuro cognato in un silenzio imbarazzante.
“Grazie per ehm..” balbettai “Averla aiutata.”
“Ma ti pare…”
Ci furono altri secondi di silenzio prima che trovassi il coraggio necessario a parlare.
“Senti mi dispiace, davvero. So di essermi comportato male quando tu sei stato più che gentile ma la verità è che ho paura che tu la faccia soffrire. Ho paura che…che un giorno ti alzerai e la lascerai e io beh..finirei per odiarti. Forse penserai che sono uno stronzo..”
Lui scosse il capo abbozzando un sorriso. “Ho una sorella anche io. Ha dodici anni e…beh forse avrei fatto anche io come te.”
Risi. “Però Liz non ha dodici anni. E’ padrona della sua vita. Non sono nessuno per giudicarla.”
Scosse ancora  il capo. “Forse non vedi..tu sei tutto per lei. In realtà ti ha messo su un piedistallo ed è difficile competere con te, credimi.”
Lo guardai confuso.
“Oh dai, non dirmi che non sai…lei ti vede come il padre perfetto, il marito perfetto, il fratello perfetto. Tu..beh alle volte, per quanto mi sforzi, so che sarai sempre tu e solo tu il suo mito. Non fa che nominarti e dire quanto le manchi…ma non dirle che te l’ho detto o mi uccide.”
Sbuffai. Merda merda merda.
Avevo rovinato tutto. Il giorno del suo matrimonio e..e forse anche il nostro rapporto.
“Vai a parlarle” sussurrò “Ha solo bisogno che tu le dica che sei orgoglioso di lei e sarai al suo fianco sempre. Solo questo.”
“Grazie”mormorai “Sei..sei una gran brava persona.”
Gli diedi una pacca sulla spalla e sospirai di sollievo nel constatare che almeno con lui era tutto risolto. Era proprio vero che con gli uomini era tutto più semplice…
“Lo farò..grazie ancora” gli rivolsi un sorriso ma, quando stavo per uscire, una cosa mi venne alla mente.
“Però lo so che mi hai fregato la battuta su Kristen”
Lui rise. “Ti stavi comportando come un arrogante..ahah volevo solo stuzzicarti un po’”
Non potei fare a meno di ridere con lui mentre mi dirigevo a grandi passi verso la camera dove mia sorella si stava preparando.
Bussai col cuore in gola e, quando entrai. niente avrebbe potuto prepararmi a quello che vidi.
Lizzie se ne stava davanti ad un grosso specchio vestita completamente di bianco e sorrideva mentre parlava con mia madre.
Era una visione…
“Che vuoi?” sbottò.
Bene…
Beh dopotutto me lo ero meritato..
“Solo parlarti un secondo da solo” mormorai e mamma, senza farselo ripetere due volte, uscì dalla stanza dandomi un bacio.
“Mi sembra che quello che pensassi tu me lo abbia già detto” disse lisciandosi la gonna.
Deglutii a vuoto. Avevo pensato di dirle almeno un milione di cose diverse e ora che era davanti a me, invece, non me ne veniva in mente neppure una.
Anzi, forse solo una..
La più banale.
“Liz ti voglio bene” sussurrai “Sono uno scemo e sono geloso. Penso che nessuno sia alla tua altezza e sono egoista perché vorrei prenderti e portarti via perché la parte pazza del mio cervello continua a ripetermi che quel ragazzo ti ferirà quando è così ovvio che invece…che invece ti ama alla follia. E voglio solo che tu sappia che se mi odi, beh ti capisco. Perché non ci sono stato quando avevi bisogno di me. Mentre tu eri sempre li per me e quindi se non mi vorrai parlare mai più io lo capirò e…e so anche che sarai una madre perfetta e…”
Non feci in tempo a continuare che venni stritolato dalle braccia di mia sorella. La sentii tremare contro di me e non seppi mai dove trovai la forza di non scoppiare a piangere.
“Ti voglio bene anche io” sussurrò tra le lacrime “Ti voglio bene anche io…Claudia”
Risi “Stronza”.
“Scusa” disse “Le vecchie abitudini sono dure a morire.”
Si scostò velocemente da me e si pulì gli occhi. “Non volevo farti piangere. A me Paul piace…sembra un bravo ragazzo..”
“Lo è. Lo è davvero. E potrà sembrare assurdo ma…ma quando l’ho guardato ho sentito che era lui quello giusto. E mi ha ferito il tuo comportamento perché speravo che proprio tu tra tutti capissi..”
“Capisco” sussurrai “E’ che non so se sono capace a lasciarti andare…”
Mi morsi il labbro senza lasciarle la mano. “Non so..ora avrai la tua famiglia. E io da chi andrò quando combinerò qualche casino e non saprò che fare con kristen?”
Alzò gli occhi al cielo. “Non combinare casini con lei allora.”
“Ci proverò” ridacchiai proprio mentre papà entrava e ci diceva che era ora di iniziare a prepararsi.
“E ora vattene Claudia” mia sorella rise mentre mi parlava “Mi devo sposare io!”
Le diedi un ultimo bacio ma, quando stavo per andare via, lei mi fermò “Eh Rob…io ci sarò sempre.  Se farai qualche stronzata, qualunque stronzata…io sarò dalla tua parte e ti aiuterò a uscire dai casini. Te lo prometto questo non cambierà mai. Mai..”
http://www.instantforever.com/images/little-flower-girl.jpgE fu così che, un ora dopo, mi ritrovai seduto dietro ai miei genitori, gli occhi puntati sulla mia bambina che, imbarazzata da tutta quell’attenzione avanzava timida nella navata della chiesa spargendo petali rosa a terra, splendida nel suo abitino rosa.
Arrivò a malapena ai primi banchi prima che la timidezza avesse il sopravvento e si lanciasse tra le mie braccia alla ricerca di protezione.
Tutti si sporsero a guardarla e a mormorare quanto fosse bellissima. Lei salutò tutti con la manina prima di nascondere il viso contro il mio pettohttp://i51.tinypic.com/11j6byq.jpg
La guardai e mi sentii orgoglioso come mai prima. La mai piccolina stava crescendo e stava diventando una bambina magnifica. Bellissima e dolce…così perfetta che non l’avrei mai lasciata andare via.
“Ti amo piccola” sussurrai prima che il mio sguardo fosse catturato dalla damigella più bella che si fosse mai vista sulla faccia della terra. I capelli castani le scendevano in morbide onde sulle spalle e aveva uno strato di rossetto rosso sulle labbra della stessa tonalità del suo vestito. Mi ritrovai a sbavare finchè non si sedette al mio fianco e potei stringerle la mano nella mia.
Ero fortunato che una donna splendida come lei avesse scelto me con cui trascorrere il resto della vita.
“Signorina lei è stupenda oggi.” La provocai
“Mmmm ma lei non è un uomo sposato?” scherzò “Guardi che lo dico a sua moglie..”
Ridemmo e giocammo con Joy facendole fare a turno cavalluccio finchè finalmente la marcia nuziale non iniziò e mia sorella apparve al braccio di mio padre.
La guardai estasiato e, giunta a circa metà navata puntò il suo sguardo nel mio  e vidi con chiarezza le sue labbra mimare un ‘ti voglio bene, Claudia..’
Le feci la linguaccia di rimando ma, quando distolse gli occhi e li posò su quello che stava per diventare il suo futuro marito, non riuscii a trattenere una lacrima. Per un  attimo avrei solo voluto poter tornare indietro nel tempo e giocare con lei ancora una volta. Mi ero sempre lamentato del fatto che mi prendesse in giro e mi obbligasse a vestirmi come una delle sue bambole ma…la verità era che io volevo essere come lei. Lei mi aveva fatto scoprire la musica, lei mi aveva fatto uscire di casa di nascosto per entrare in un pub a sentire il mio gruppo preferito. Era sempre stato così…e ora mi sembrava di perdere un pezzo di me stesso insieme a lei.
Kris mi asciugò la lacrima col pollice  e mi strinse la mano.
Senza bisogno di dire nulla.
Le parole erano inutili tra noi e  ormai lo sapevamo.
Mi aiutò a restare allegro per tutto il matrimonio. E lo fui davvero. Fui felice quando dissero ‘sì’, fui felice quando tagliarono la torta e fui felice quando Joy spalmò una fetta di dolce sulla testa della nonna di Paul e sul vestito da damigella di Vic.
http://i56.tinypic.com/2py5pjs.jpgE non potei fare a meno di ridere, a metà fra il divertito e il disperato, quando mi ritrovai a rincorrere mia figlia col pannolino mezzo staccato, tra i tavoli della cena .
“Joy!” la chiamai cercando di restare discreto “Joy vieni qui!”
Lei corse più forte, nascondendosi sotto uno dei tavoli coperti dalle lunghe tovaglie.
La trovai finalmente, 15 tavoli dopo, mezza addormentata sulla moquette, le mani a farle da cuscino.
La sollevai delicatamente, richiudendole il pannolino e posandole un bacio sulla guancia.
“Vieni qui piccola peste…”
Mi diressi verso Kris quando, improvvisamente, sentii una canzone diffondersi nell’aria.
Una canzone perfetta. Una canzone che sapevo Kris adorava.
Sempre tenendo saldamente Joy con un braccio le porsi la mano e lei la prese sorpresa.
“Mi concede questo ballo signorina?” chiesi “Vorrei danzare con entrambe le mie ragazze preferite…”
La vidi aprirsi in un sorriso estasiato mentre avanzavamo sulla pista da ballo e le note di “True companion” si diffondevano nell’aria. LINK
Joy dormiva profondamente con il capo posato sulla mia spalla. Kris fece altrettanto sull’altra.
Sometimes I’m an angel and sometimes I’m cruel and when it comes to love I’m just another fool…
“Sono molto orgogliosa di come ti sei comportato oggi” sussurrò Kris “Anche se so che è stata dura per te. So quanto ami Lizzie.”
Sospirai. “E’ stata solo dura lasciarla andare. Ma con Paul è in buone mani credo”
Lei annuì e poi rise. “Pensa a quando questo sarà il matrimonio di Joy…non oso immaginare che farai.”
Rabbrividii al solo pensiero e strinsi più forte la mia bambina. “Che qualcuno ci provi a portarla via da me. Pfff”
“Sei assurdo..” mormorò solamente prima di tornare a godersi la melodia, e io con lei.
So don’t you dare and try to walk away, I’ve got my heart set on our wedding day, I’ve got this vision of a girl in white. Made my decision that it’s you allright
“Sai… a volte vorrei non averti ancora sposata.”
Kris mi pestò il piede a quelle parole.
“Non in quel senso..nel senso che vorrei che quel giorno si ripetesse. Alle volte ho paura che i ricordi sbiadiscano e…e invece vorrei vederti vestita di bianco avanzare su quella spiaggia ogni singolo giorno.”
Sentii le sue labbra curvarsi in un sorriso e trattenne a stento un singhiozzo. “Sei dolcissimo ma sai…io preferisco avere quel singolo ricordo per l’eternità. Perché quel momento è stato…so che anche quando avrò 90 anni e non ricorderò dove avrò messo la dentiera, mi ricorderò di te. E del tuo sorriso e..e dei tuoi occhi quando mi hai vista…”
Alzò lo sguardo e vidi le sue guance bagnate di lacrime. Le asciugai con un bacio.
“Dicevi sul serio con mia madre?” le mie parole non erano più di un sussurro “Quando hai detto che magari proveremo ad avere altri bambini. Intendo…non hai paura?”
Lei annuì e la vidi aprirsi in un sorriso enorme. “Sì ho paura. Ma se sono con te… se so che affronterò tutto con te…allora la paura sparisce.” Sfiorò le mie labbra con le sue “Siamo solo io e te…”
“Fin che morte non ci separi” risposi.
“E anche oltre” rispose mettendosi a mormorare le parole della canzone “And when I look in your eyes I’ll still see that spark. Until the shadows fall. Until the room grows dark. Then when I leave this Earth I’ll be with the angels standin’. I’ll be out there waiting for my true companion…”
Il cuore mi batteva così forte per la vicinanza con quella magnifica creatura che, ora tra le mie braccia, mi sembrava quasi un angelo.
“E lo sai perché non ho paura?” chiese infine.
Scossi leggermente il capo.
Le sue labbra si posarono sul mio orecchio e dolcissime sussurrarono: “Because You are my true companion …I got a true companion”.

Allora una piccola cosa: Fio ha iniziato a postare una nuova ff. Si chiama Broken Road ed è assolutamente fantasticaaaaaa. Perciò correte a farci un salto :) E' una Edward/Bella e sono certa che la amerete ;) E lasciate una recensione con la vostra opinione :)
Vi mandiamo ancora un enorme bacio e...a domenica prossima!!!

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Capitolo 42
*** Us against the world ***


joy cap Buonasera girls!!!!! Eccoci qui con l'aggiornamento come al solito buone e puntuali per voi!!! Speriamo che il capitolo vi piaccia e vi soddisfi e ovviamente vi ringraziamo per le tantissime recensioni *______*
Come la settimana scorsa vale la regola che chi lascia una recensione avrà uno spoiler inviato dalla nostra segretaria di fiducia (muhahahah) che cogliamo l'occasione per ringraziare *_____* tesoro sei the best.
P.S= Grazie ad Anto per aver scurito l'immagine di Piazza di Spagna ;D




CAPITOLO 42 (Fio)




US AGAINST THE WORLD




POV Kris


Entrai in camera e sentii Rob chiudere la porta dietro di noi, ma senza nemmeno riuscire ad avere la forza di guardarlo, la mia attenzione era così presa dal letto che mi ci buttai di peso morto.
Avvertii Rob stendersi al mio fianco, il suo corpo che si avvicinava al mio mentre pian piano il letto cambiava forma sotto di me portandomi ad avvicinarmi a lui inevitabilmente.
Sentii una sua mano salire lungo la mia schiena provocandomi i brividi per poi arrivare al mio collo e iniziare a massaggiarlo dolcemente.
“Amore..”
“Mmm..” mugugnai di tutta risposta affondando ancora di più la testa nel cuscino.
Non volevo che la smettesse ma ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa.
Eravamo atterrati da due ore dopo un viaggio turbolento dalla Germania, avevamo corso da una macchina all'altra per evitare foto dei paparazzi, avevamo mangiato a un piccolo ristorante il più velocemente possibile per evitare troppo trambusto, eppure non era servito.
Arrivati davanti l'albergo c'erano una quindicina di ragazzine ad aspettarci e mi meravigliai della loro tenacia visto che era quasi l'una ed erano ancora lì, da chissà quanto tra l'altro.
Volevamo fermarci data la poca calca ma non ce lo permisero; entrando dal retro eravamo saliti direttamente in camera e dopo l'assurda e movimentata giornata tra red carpet, press conference, e fan event ero letteralmente distrutta..
Rob invece sembrava non aver per niente accusato lo stress.
Ma come faceva?
Nello stesso momento in cui mi chiedevo quali fossero le sue intenzioni e cercavo un modo gentile per fargli capire che non avevo forze per niente sentii le sue labbra premere dolci e morbide nell'incavo del mio collo mentre la sua mano entrava piano sotto la mia maglietta sfiorando il reggiseno che slacciò un secondo dopo.
Mi uscì un leggero risolino al pensiero che da lì a poco avrei dovuto fermarlo..
Eppure le sue labbra continuavano a muoversi sul mio collo fino a raggiungere il lobo del mio orecchio e mi fecero rabbrividire più di quanto volessi davvero..
“Rob..” sussurrai alzando leggermente il viso e cercando di girarmi in modo da averlo di faccia ma lui me lo impedì bloccandomi con il corpo e portandosi velocemente a cavalcioni sulla mia schiena facendo attenzione a non pesarmi.
“Sssh..” si abbassò sul mio corpo sibilando al mio orecchio e prese a massaggiarmi la schiena dosando i movimenti delle sue mani.
Certo Rob non aveva un petto completamente scolpito, non sarebbe mai riuscito a saltare una corda senza inciampare, ma sapeva toccare i miei punti deboli e senza dubbio sapeva come far felice una donna.
Nello stesso momento in cui quel pensiero mi attraversò la mente mi trovai con un senso di fastidio addosso e un'assurda gelosia mi pervase all'idea di lui che riservava lo stesso trattamento ad un'altra..
Non che non mi fidassi di lui ovviamente, ma in fondo non avevo mai saputo moltissimo della sua relazione con Nina.. e..
“Ti consiglio di goderti il massaggio.. sappi che sei la prima a cui concedo questo onore..”
Era assurdo come a volte riuscisse a rispondere alle mie domande e leggermi nel pensiero senza nemmeno saperlo.
Immaginai che quello fosse il vero amore. Riuscire a capirsi senza bisogno di dire niente, e per noi era così. Fu quel pensiero a farmi rilassare del tutto, così tanto che finii per addormentarmi sotto le sue mani.
Me ne resi conto solo quando lo sentii quasi gridare al mio orecchio “Ma stai dormendo!?!”
Saltai per quella specie di urlo e nonostante fossi un po' intronata non potei non notare il tono abbastanza indignato della sua voce.
“Ora non più.. grazie tante..” sbuffai affondando la testa nel cuscino.
“Non posso crederci..” lo sentii borbottare e scivolare via da me per stendersi dalla sua parte di letto.
Mmm.. che palle..
Crisi di ego maschile in arrivo!
Sospirai girandomi per guardarlo in faccia. “Che c'è? Mi avevi detto tu di rilassarmi..”
“Ma il fine era un altro.. non quello di farti addormentare! Non è il massimo per..”
“Uh nono! Questa la so! Non è il massimo per il tuo ego maschile forse?”
Mi beccai uno sguardo a metà tra l'assassino e lo stufato.
“Divertente.. molto divertente..”
“Ero stanca Rob.. dai non te la prendere. Non vuol dire mica che hai perso il tuo fascino..”
“Continui?”
Risi avvicinandomi a lui per accoccolarmi sul suo petto ma si scansò.
“Stasera niente coccole. Non te le meriti”
E stavolta fui io a lanciargli un'occhiata sardonica.
“Dai scemo, dammi un bacio..” tentai di nuovo avvicinando le mie labbra alle sue ma incontrai la sua guancia.
“Vaaa beeeeene.. comportiamoci pure come bambini di cinque anni e torniamo pure all'asilo.. Sai, a volte Joy si dimostra più matura di te. Mi chiedo chi sia il bambino tra voi due..”
Bastò quella frase per fargli tornare il buon'umore e sapevo che stava pensando quello che pensavo anche io.
“Che ore sono a Los Angeles?”

“Circa le cinque” risposi subito e senza nemmeno metterci d'accordo, un secondo dopo eravamo attaccati all'altoparlante del telefono in attesa che mamma rispondesse.
“Pronto?!” rispose una voce così affannata che quasi non la riconobbi all'inizio.
“M..mamma?”
“Oh tesoro ciao! Come va a Berlino?”
“Ehm.. siamo a Roma..”
“Ah si.. intendevo Roma.. come è andata a Berlino? Il treno ha fatto ritardo?”
La mia faccia in quel momento poteva benissimo essere rappresentata da una di quelle emoticon di pallini gialli con un occhio chiuso e uno aperto e rispecchiai la mia stessa espressione nel viso di Rob.
Ma che si era bevuta?
“Mamma va tutto bene?”
“A meraviglia!” rispose subito nello stesso momento in cui si sentì un tonfo sul pavimento causato sicuramente dal telefono che le era scappato di mano..
“Mamma?”
“Tutto ok! Siete solo caduti! Allora.. come procede il tour?” chiese come se stesse parlando di una visita guidata.
“Va bene ma.. mamma tu stai bene? Che succede? Joy sta bene?”
“Sta benissimo tesoro.. mai stata meglio!”
Peccato che il pianto che invase la cornetta tradì quella che voleva essere la sicurezza nella sua risposta.
“Mamma che succede?!”
“Tranquilla amore.. non è niente..”
Non capivo se stava parlando con me o con la bambina ma a sentirla piangere e non poter fare niente mi si stringeva il cuore.
“Mammaaaaaaaa” sentii quell'urlo disperato che giunse come un lamento tra le lacrime che immaginavo scendere copiose sul suo viso.
“Mammaaaaa. Vollio mammaaaaaa”
“Joy amore mio! Sono qui!” quasi urlai istintivamente per farmi sentire mentre incrociavo lo sguardo preoccupato di Rob.
In un secondo il pianto si fece più forte e capii che mia madre le aveva passato il telefono.
“Mammaaaaa”
“Amore! Che succede?” chiesi quasi come se potesse davvero spiegarmi. Dio quanto avrei voluto essere lì e prenderla tra le mie braccia.
“Papaaaà..”
“E' qui il papà!” disse subito Rob e probabilmente sentendo le nostre voci sembrò calmarsi un po' ma potevamo sentirla perfettamente mentre singhiozzava ancora e tirava su con il naso..
Ringraziai solo che avesse smesso di urlare.. Sentirla in quel modo mi uccideva.
“B..bua..” disse piano dopo un po' che continuavamo a parlarle dolcemente per farla calmare.
“Amore di mamma, domani siamo di nuovo con te, va bene?”
Tirò su con il naso e la sentimmo piano riprendere a singhiozzare forte.
“Vieni qui scricciolo!” sentii da lontano la voce di mio padre e lo immaginai perfettamente afferrare Joy e cercare di tirarla su. “Tranquilla tesoro! Va tutto bene!” gridò prima di allontanarsi definitivamente e passare di nuovo la cornetta a mia madre.
“Mamma! Che diavolo succede?!”
“Niente tesoro.. ha solo male alla pancia.. penso sia per la febbre..”
“Cosa?! Ha la febbre?! E quando avevi intenzione di dirmelo?!”
“Sono solo pochi decimi Kristen.. non è nulla di grave..”
“Ma se piangeva come una disperata!” scattai esasperata.
“Perché vi cerca tesoro! Sente la vostra mancanza e mi dispiace se non sono in grado di procurarle due ologrammi così da non farla disperare! Faccio quello che posso!”
Mi resi conto di essere stata un tantino acida, soprattutto con mia madre che da quando era nata Joy non aveva fatto altro che darci una mano in ogni modo possibile.
Rob mi diede una gomitata per farmi riprendere.
“Scusaci Jules” parlò a nome di entrambi. “E' che non siamo abituati ad averla lontana..è stata una lunga giornata..” continuò prendendo le mie difese.
“Si.. scusa mamma..non volevo..”
“Tranquilli ragazzi! Quello che fate è ammirevole.. Ma Joy sta bene.. Ha solo un po' di febbre.. Si è già calmata.. Credo che tuo padre..”
“Non dirmi che l'ha messa sotto la ventola..”
“Ehm...”
“Mamma!”
“Però funziona tesoro! Come si dice, tale madre tale figlia..”
Sospirai mentre Rob mi guardava in cerca di spiegazioni..
“Voi rilassatevi e pensate un po' a voi due.. Anche i genitori hanno bisogno di pause..” terminò parlando dall'alto della sua esperienza e non potemmo fare altro che ringraziarla e metterci d'accordo per domani.
Col fuso orario saremmo arrivati all'aeroporto verso le undici e da lì saremmo passati a prendere Joy.
“Grazie di tutto mamma..”
“Dai un bacio a Joy per noi..”
Chiudemmo la telefonata e a peso morto mi gettai con la schiena sul letto intenta ad osservare il soffitto della camera d'albergo mentre mille pensieri invadevano la mia testa.
“Non lo fare” disse Rob raggiungendomi.
“Non fare cosa?”
“Non pensare e non dubitare di quanto tu sia un'ottima madre..”
Sospirai. “Si.. un'ottima madre che non può andare dalla figlia quando la cerca in lacrime..”
“Ha solo la febbre Kristen..”
“Odio i tour!” sbottai cambiando leggermente argomento.
“No, non è vero. Tu odi stare lontana da Joy..”
“Perché, tu no?”
“Mi uccide”  i suoi occhi nei miei mentre allungava una mano per carezzarmi la guancia. “Ma sapevamo che sarebbe stato così Kristen.. Non potevamo evitare la promozione.. Non vuol dire che siamo cattivi genitori..”
“Si lo so.. però.. che palle!” sbuffai ancora abbassando lo sguardo e cercando di scacciare i cattivi pensieri, tuttavia era tutto inutile..
Eppure, prima che potessi davvero mettermi a riflettere su cose che era meglio accantonare, Rob si alzò prendendomi per mano e trascinandomi con se.
“Rob!”
“Ora basta Kris, si esce!”
“Sei impazzito?! Sono le due di notte!”
“Infatti.. di sicuro non c'è nessuno per strada. Le macchine sono andate via quindi penso anche le ragazzine.. e io e te.. non abbiamo mai passeggiato per Roma..”
“Ma Rob..” protestai. “Sono stanca.. e domani dobbiamo alzarci presto e ci aspetta una giornata infernale, e sto sviluppando la sindrome del tunnel carpale solo al pensiero di quanti autografi dovremo firmare e..”
Mi bloccò con un bacio sulle labbra e mi sciolsi completamente.
“Amore, hai 21 anni. Sei troppo giovane per essere stanca. Non fare la vecchia e andiamo..”
Alzai gli occhi al cielo e non avendo scelta afferrai velocemente il giubbino e lasciai che mi trascinasse giù per le scale e poi fuori dal “De Russie”.
“A Dean non piacerà per niente..” sbuffai pensando alle ramanzine che mi avrebbe fatto la mia guardai del corpo per essere uscita da sola nel cuore della notte in una città pressoché sconosciuta.
“Non lo saprà mai..” mi sussurrò e stringendo la mia mano mi diede un rapido bacio per poi iniziare a camminare, ma non facemmo nemmeno due passi prima di notare tre ragazze che dall'altro lato del marciapiede ci guardavano come se avessero appena visto due alieni.
Rob accennò un saluto con la mano e io mormorai un debole “Ciao” sapendo che almeno quello l'avrebbero sicuramente capito.
Contemporaneamente alzarono la loro mano ma sembravano talmente impietrite da non riuscire a fare un passo. Mi fece un po' ridere la cosa, sembrava una scena tipica dei film comici e mi mise un po' di buon'umore. Trascinai Rob con me e attraversammo per raggiungerle.
“Oddio..” disse una di loro e nonostante fosse italiano sapevo cosa voleva dire e mi scappò una risata.
“Ciao..” sussurrai di nuovo quando fui vicina loro. “Volete che..?” non sapevo se capissero o meno e accennai alla penna che una di loro aveva in mano.
“Oh mio dio.. Si.. si grazie..” disse una di loro in inglese. Le sorrisi chiedendole il nome. “E' Claudia.” lanciai un'occhiata a Rob ridendo del perché sapessi scrivere quel nome alla perfezione e lui unì la sua firma alla mia sul suo libro.
Rivolsi uno sguardo alle altre due chiedendo anche a loro.
“LETIZIA!!!” esclamò una di loro e sbarrai gli occhi per la difficoltà del nome. Rob mi prese in giro e scrisse per me.
“Oddio.. non ci posso credere..” disse la terza ragazza, una volta in italiano e una volta in inglese scusandosi per aver parlato nella sua lingua. Sorrisi anche a lei.
“Oh.. Per me è Fiorella..” e prima che potessi sentirmi in imbarazzo subito mi fece lo spelling del suo nome.
“Kristen.. volevo dirti che.. sei fantastica! Davvero.. Non ascoltare quello che dicono quelle haters del cazzo!” disse in perfetto inglese quando ebbi firmato la sua rivista.
“Grazie mille..” sussurrai timida mentre sentivo quella che ricordavo essere Letizia sussurrare “Joy..” e di nuovo sorrisi.
“Avete la bambina più bella dell'universo..” si aggiunse Claudia emozionata.
“Grazie mille ragazze” rispose Rob per entrambi.
“Comunque..” continuò. “Volevamo ringraziarvi.. perché senza di voi non ci saremmo mai conosciute..”
“Voi forse non avete nemmeno idea di quello che significa per noi..” continuò Fiorella mentre sentivo il viso andarmi in fiamme sempre di più mentre la vidi dare una gomitata a Letizia.
Lei tuttavia sembrava in trance.
“Joy..” ripetè di nuovo con lo sguardo perso nel vuoto e non potei fare a meno di ridere davvero.
Ci chiesero una foto promettendo che non avrebbero twitterato niente finché non saremmo stati di nuovo in America e le ringraziammo per questo.
“Non cambiate mai!” dissero infine talmente all'unisono che pensai che si fossero messe d'accordo prima.
“Mai” confermai e mentre ringraziavano senza sosta le salutammo un'ultima volta per poi voltare definitivamente l'angolo.
“Mi auguro che non si debba camminare troppo se no mi porti in braccio..”
“Cammina” rispose semplicemente e cercai di stare al suo passo.
“Sai, forse è il caso che ti spieghi la differenza tra passeggiata e maratona” mi lamentai al che lo sentii sbuffare e rallentare un po' il passo per poi fermarsi di blocco facendo scontrare i nostri occhi.
“Da quando sei diventata così rompipalle?”
“Da quando mi svegli alle due di notte e mi costringi a camminare dopo che sono stata due ore in piedi su un red carpet..”
“Ci sono stato anche io..”
“Ma tu non avevi i tacchi caro..” lo sfidai e sapevo che aveva vinto perché non poteva controbattere e non era un segreto il mio odio per quegli strumenti di tortura.
“Mmm” lo vidi alzare gli occhi al cielo e poi sospirare sconfitto. “D'accordo..” disse semplicemente dandomi la schiena e chinandosi leggermente in modo da facilitarmi la salita.
Non me lo feci ripetere due volte e facendo presa sulla spalle e con un piccolo slancio mi aggrappai alla sua schiena stringendo le braccia attorno al suo collo e le gambe attorno alla sua vita.
“Ti amo” sussurrai al suo orecchio mentre si incamminava.
“Ruffiana” sibilò con un ghigno divertito e ridemmo insieme mentre mi chiedeva spiegazioni sulla telefonata di poco prima.
“Cos'era quel fatto di tuo padre e della ventola?”
“Ah.. ahahaha” risi al ricordo. “E' una stupidaggine ma pare che quando avevo le crisi da bambina bastava che mi cullassero sotto la ventola della cucina e inspiegabilmente mi calmavo..”
“Perciò mi stai dicendo che probabilmente ora mia figlia è schiacciata alla ventola della cucina di casa tua?” chiese scettico e gli menai un piccolo schiaffo sulla spalla.
“Non fa male.. e se ha lo stesso effetto che aveva su me a quest'ora starà già dormendo..”
“Amore.. ti faceva calmare la ventola della cucina...”
Doveva essere un'idea assurda per lui da sviluppare.
“Bè si.. mi affascinava.. quando ero più grande a volte mi mettevo in cucina ad ascoltarla immaginando il rumore del mare..”
Lo vidi scuotere il capo e potei sentirlo ridere mentre chinavo il viso sulla sua spalla e baciavo dolcemente il suo collo.
“Sei sempre stata singolare, in tutto..”
“Bè, mi ami per questo, no?”
“E per molto di più..”
Piano le sue mani lasciarono andare le mie gambe e alzai il capo mentre mi mettevo in piedi.
http://i54.tinypic.com/2i7vhhs.jpg“Perché siamo qui?” chiesi quando mi resi conto dove eravamo.
Era uno spettacolo come pochi: la fontana di piazza di Spagna era sotto ai miei occhi illuminata dalla luce della luna e dei lampioni che diffondendosi sull'enorme scalinata creavano un'atmosfera calda e leggera che unita al suono dolce dell'acqua che scendeva dava un senso di serenità e pace oltre ogni limite. Non c'era nessuno ovviamente, solo noi immersi nella bellezza e nella calma della piazza.
“Volevo portarti qui.. quella sera.. per dirti che ti amavo..” sussurrò col viso chino mentre prendeva le mie mani. “Volevo dirti che eri la sola cosa nella mia vita che avesse un senso e che non m'importava del mondo.. Volevo dirti che ti avrei aspettata per sempre..”
Sentii il cuore fermarsi per un secondo al ricordo di quella sera, al pensiero di tutto quello che avevamo passato e quasi ancora soffrivo per la mia stupida indecisione.
“E mi hai aspettata.. Come.. dove.. dove hai trovato la forza?”
Senza parlare alzò una mano e la posò sul mio cuore. “Qui..”
Sentii i miei occhi inumidirsi e riuscii a stento a ricacciare le lacrime indietro mentre vedevo il suo sorriso aprirsi sempre di più perdendosi nei miei occhi e ricambiai con una piccola risata che doveva servire a mascherare la mia emozione.
“E quella sera io avevo la febbre.. e tu venisti in camera mia, ti ricordi?”
Annuì sorridendo. “Già.. tre anni fa, in questo posto, tu avevi la febbre.. e ora ce l'ha nostra figlia a 10.000 km da noi..”
Sorrisi insieme a lui pensando a come le cose potessero evolversi in modo assurdo. “Sono cambiate molte cose..”
“Già.. però siamo sempre noi.. Noi contro il mondo.. Come quella sera, come la sera del nostro primo bacio, combatterei per te contro tutto e tutti, in eterno.. per farti mia ancora e ancora..”
E questa volta non riuscii a bloccare una lacrima e non volevo farlo. Volevo aprirmi a lui e lasciare che mi facesse sua ancora una volta.
“Sono tua Rob.. lo sono sempre stata..”
“E lo sarai sempre..”
Sfiorai le mie labbra sulle sue. “Me lo dai un bacio ora?” soffiai allungando le mani dietro il suo collo e intrecciandole tra i suoi capelli morbidi e piacevoli al tatto. Li avevo sempre adorati e sapevo che erano un suo punto debole.
Mi strinse le mani in vita avvicinando i nostri corpi e lasciai che piano la sua lingua sfiorasse le mie labbra prima di entrare a contatto con la mia per approfondire il bacio sempre di più.
Mi staccai ansante dopo un po' per prendere il respiro e lo guardai ammiccante.
“Sai.. stranamente mi è passato il sonno..”
“E dimmi.. come pensi di fartelo tornare?”
“Non ho detto che voglio farmelo tornare..”
“Ah..” roteò gli occhi. “E allora come pensi di passare il tempo?” mi abbracciò stringendo la presa.
“Avrei qualche idea..”
“Credevo fossi troppo stanca”
Sgusciai via dalle sue braccia e mi passai le sue mani nelle mie iniziando a trascinarlo con me.
“Non sono mai stanca di te..”

“Sei stanca?” mi strinse la mano per farmi tornare alla realtà e negai col capo.
“So che lo sei..” continuò visto che evidentemente non potevo nasconderlo.
“Bè.. è stata una settimana pesante..” ammisi stropicciandomi gli occhi. “Odio stare lontana da Joy per così tanto tempo..”
“Siamo quasi arrivati..” disse per confortarmi e infatti era così.
Appena cinque minuti dopo il taxi si fermò davanti casa dei miei genitori e immediatamente feci uno squillo al cellulare di mia madre essendoci accordate precedentemente che non avrei suonato il campanello a tarda notte per non rischiare di svegliare Joy.
“Ci può aspettare qui? Torniamo subito.. Lasci pure il tassametro acceso..” disse Rob al tassista prima di scendere e proprio mentre salivamo i due gradini che ci separavano dalla porta mio padre venne ad aprirci.
Lo salutammo con un abbraccio abbastanza frettoloso visto che il mio unico interesse in quel momento era rivedere mia figlia. Entrai in casa salutando i miei fratelli e solo quando fui nel salone vidi mia madre con la piccola in braccio, ancora sveglia.
“Guarda chi c'è amore!” disse mia madre a Joy mentre io mi avvicinavo per prenderla.
Eppure lei si limitò ad alzare il capo dalla spalla di mia madre e lanciarmi un'occhiata assonnata e stanca prima di stringersi ancora a mia madre.
Mi si strinse il cuore e forse sapevo anche perché..
Una piccola voce dentro di me non faceva che dirmi che era colpa nostra, che forse si era sentita abbandonata, proprio quando stava male e aveva più bisogno dei suoi genitori vicino.
“E' solo molto stanca” mia madre interruppe i miei pensieri. “Non ha dormito bene stanotte e non riesce a prendere sonno..”
Rob ci raggiunse chiedendo cosa non andasse ma nessuno gli rispose.
“Vai dalla mamma tesoro dai..” fece per passarmi Joy ma lei si aggrappò a mia madre lamentandosi e dovetti quasi fare forza per prenderla tra le mie braccia.
“Amore.. sono qui..” sussurrai baciandole la guancia e finalmente sembrò di nuovo riconoscermi e si accucciò sul mio petto stringendo le gambe in vita.
Rob le carezzò i capelli baciandole poi il capo e potei notare la sua espressione un po' preoccupata.
Senza soffermarci troppo in casa prendemmo il borsone con le cose di Joy e dopo aver salutato i miei tornammo in macchina e in breve fummo sulla strada di Santa Monica.
Joy sembrava davvero stanchissima.. Aveva ancora un po' di febbre e i suoi occhi lucidi non nascondevano quanto dovesse essere spossata.
Rob prese a carezzarle la pancia dolcemente mentre io le davo il biberon che mia madre aveva preparato e per fortuna prima che arrivassimo a casa riuscì ad addormentarsi.
“Vuoi darla a me?”
“No, sto bene. Tu prendi le valigie e paga il tizio” risposi a Rob mentre coprivo Joy con una copertina e mi avviavo alla porta di casa facendo attenzione ai movimenti per evitare di svegliarla. Rob mi raggiunse un paio di minuti dopo e entrò per primo solo per accendere le luci. Entrai in casa quasi in punta di piedi meravigliandomi di quanto mi fosse mancata anche se solo per una settimana.
Sentii Rob chiudere la porta mentre io salivo le scale e subito fu dietro di me. Lo vidi andare ad accendere i riscaldamenti almeno nella zona notte della casa che dopo essere stata chiusa per giorni interi era abbastanza fredda a quell'ora. Per fortuna in poco si poté già sentire la differenza tra la camera di Joy e il corridoio e prima che si svegliassi l'adagiai piano nella sua culla coprendola per bene.
Rob tornò da me e mi strinse le mani in vita da dietro mentre poggiava il mento sulla mia spalla.
Non dicemmo niente e per molto tempo restammo in quella posizione solo a fissare nostra figlia che sembrava dormire beata.. almeno per ora.
A volte tirava un sospiro profondo che non nascondeva i postumi di un forte raffreddore, tuttavia la temperatura non era mai salita eccessivamente quindi decisi di non preoccuparmi più di tanto.
“Andiamo a dormire..” disse Rob dopo non so quanto tempo e nonostante sarei rimasta lì tutta la notte, non avevo la forza fisica per farlo. Eravamo in piedi da quanto? Venti ore?
Stavo decisamente crollando e Rob mi sorresse mentre entravamo nella nostra camera da letto, finalmente!
Non credevo che avere una casa vera e propria potesse farmi odiare le camere d'albergo così tanto..
“Oh è arrivata questa per te..” disse Rob passandomi una lettera chiusa.
Le diedi una rapida occhiata e l'afferrai mentre lui si cambiava.
Non c'era mittente e la sola scritta sulla busta diceva “Per Kristen”.
Incuriosita l'aprii ma ciò che ne uscì fu un semplice foglio bianco.
“Allora.. chi è? Novità?”. Rob uscì dal bagno e rientrò in camera.
Scrollai le spalle mostrandogli il foglio bianco. “Non c'è mittente.. mah.. avranno sbagliato..”
D'un tratto Rob divenne rigido e potei vedere il suo viso cambiare espressione in modo perfettamente evidente. Venne verso di me e mi prese la lettera da mano iniziando a studiarla come se magicamente sotto i suoi occhi sarebbe comparso l'inchiostro che gli avrebbe rivelato il vero contenuto.. Ma io sapevo bene cosa stava pensando..
“Kristen..”
“Rob, non iniziare.. Non è niente.. Magari qualcuno che ha fatto uno scherzo..”
“O magari qualcuno che non scherza..”
“Rob, di lettere di minacce ne sono arrivate molte.. non avrebbe senso lasciare in bianco..”
Non riuscii a calmarlo per niente con quelle parole e potei vederlo mettersi a letto con un'espressione crucciata e preoccupata che mi dava quasi ai nervi.
Nonostante le nostre guardie del corpo il pensiero che inaspettatamente potesse succedermi qualcosa per mano di gente esaurita lo tormentava più del dovuto.
“La gente sta male Kristen..” diceva ogni volta e non potevo non dargli ragione, ma nemmeno vivere con l'ansia era una soluzione.
Mi cambiai velocemente per non prendere freddo e dopo aver dato una veloce occhiata a Joy tornai in camera stendendomi finalmente sotto le coperte del mio letto.
Mi spostai col corpo fino ad arrivare al suo.
“Abbracciami..” sussurrai baciandogli il petto e nonostante riuscissi a sentirlo ancora teso non se lo fece ripetere due volte e mi strinse a se posando le labbra tra i miei capelli.
“Va tutto bene amore.. rilassati.. Siamo noi contro il mondo.. ricordi? Siamo noi..”
“Ma il mondo è più grande di noi..”
“Ma noi siamo più forti..”
“Dove trovi tutto questa forza?”
Alzai leggermente il viso per guardarlo negli occhi mentre allungavo la mia mano sul suo cuore. “Qui..”
Sospirò con un sorriso e il suo respiro caldo mi scaldò il cuore mentre mi posava un ultimo bacio tra i capelli.
“Ti amo Kristen”
“Ti amo anche io.. da morire..” mi strinsi più forte a lui prendendo sempre più calore e intrecciando le mie gambe alle sue.
“Sogna amore mio..” respirò profondamente e capii che almeno per quella sera era passata.
“Sogna di noi..”
E con quelle parole mi addormentai.. e sognai di noi.. per molto, molto tempo..
Un sogno così pure e semplice che mi sembrava di dimenticarne ogni passaggio man mano che procedeva, era tutto così essenziale che non c'erano particolari da ricordare.. solo un senso di pace e beatitudine, di calma, tranquillità, silenzio e... pianto?
Aprii lentamente gli occhi cercando di dare un senso a quell'ultima immagine di Joy in lacrime e nel dormiveglia mi sembrava ancora di sentire le sue urla, così chiare e vicine che sembravano reali.. e.. cazzo.. lo erano!
Nell'istante in cui mi resi conto di non stare più sognando sfilai velocemente dall'abbraccio di Rob e quasi corsi fino in camera di Joy, per trovarla in piedi nella sua culla che piangeva disperata.
“Mammaaaaaa”
“Amore, che succede?”
Allungò le braccia verso di me appena mi vide e non esitai subito a prenderla. Poggiai la guancia sulla sua fronte e di nuovo scottava..
Piangeva e non sembrava per niente voler smettere..
“Dici alla mamma che è successo tesoro.. hai fatto un brutto sogno?” cercavo di capire mentre la cullavo per farla calmare.
“Mottlo” ansimò tra un singhiozzo e un altro. “Buio..”
“No amore. Non c'è nessun mostro.. c'è la mamma.. va tutto bene ora..”
Ci misi almeno un'ora per farla addormentare di nuovo e questa volta lasciai accesa una piccola luce nella sua stanza e anche quella del corridoio in modo che non vedesse nero se si fosse svegliata di nuovo.
Sfinita tornai a letto e cercai di riprendere sonno eppure mille pensieri invadevano la mia testa.
Joy non aveva mai sofferto d'insonnia e ormai dormiva tranquilla tutta la notte..
L'ultima volta che ricordavo avesse fatto un brutto sogno era quando.. quando mi aveva sentita lontana.. e..
No.. non potevo permettermi di perdermi ancora nei ricordi di quell'estate.. o non avrei più chiuso occhio..
Cercai di rilassarmi e lasciai andare i pensieri finché inevitabilmente, e sicuramente solo per la stanchezza, crollai di nuovo; tuttavia non per molto..
“Kristen... Kristen..”
Già vittima di un sonno leggero mi rassegnai al pensiero che forse quella notte non era destino che dormissi e aprii gli occhi per trovarmi Rob che era praticamente addosso a me.
“Che succede?” sussurrai assonata.
“G.. guarda..”
Mossi il viso quel poco che mi bastò per notare un piccolo corpicino che poggiava le braccia sul letto e ci guardava come se stesse lì ad aspettare da ore..
“Joy amore..” allungai una mano e lei l'afferrò. “Che ci fai qui? Perché l'hai portata qui Rob? Ha avuto un altro incubo?”
“Non ce l'ho portata io..” disse mentre scendeva dal letto per andare a prenderla in braccio.
“Cosa?!” Mi misi a sedere quando mi resi conto della situazione. “E come cavolo c'è arrivata qui? Non sa scavalcare la culla!”
“Invece pare di si..” sussurrò quasi fiero tornando a sedersi sul letto con la nostra bimba che era stretta al suo petto.
“Amore, hai fatto un altro incubo? Hai sognato ancora i mostri?”
Annuì mentre mi parve di vederle inumidirsi gli occhi. “Mottli..” sussurrò terrorizzata e prima che scoppiasse in lacrime Rob salvò la situazione.
“Che mostri e mostri! Non esistono i mostri! Esistono solo mamma e papà.. Vuoi dormire con noi amore? Si? Nel lettone con mamma e papà?”
“Ti..”
Avrei voluto controbattere solo perché non volevo che prendesse il vizio o sarebbe stata la fine ma.. ma non potei proprio resistere al suo faccino triste e impaurito e mi avvicinai per carezzarle i capelli e darle un bacio sulla fronte leggermente meno calda.
Quella febbre rischiava di farmi impazzire!
Rob si stese di nuovo lasciando che Joy si adagiasse a pancia in giù sul suo petto, dopodiché coprii tutti e tre col piumone e mi strinsi a loro.
“Ecco.. ora farai solo bei sogni tesoro..”
“Sogni stupendi.. Buonanotte principesse..” sussurrò Rob baciando sia Joy che me.
“Mamma.. manina..”
Anticipò con le parole i miei movimenti e mentre un mio braccio avvolgeva il suo corpo, una mano stringeva la sua e restai sveglia, con gli occhi persi nei suoi finché non li vidi chiudersi piano.. stavolta fino al mattino.
Credere che il desiderio di Joy di dormire con noi fosse dettato solo dalla febbre e dagli incubi si era rivelato un grosso errore visto che da una settimana era diventata un'abitudine.
La sera successiva, dopo una profonda crisi di pianto, l'avevamo trovata di nuovo ai piedi del letto e quella dopo ancora ci eravamo nascosti dietro la porta e avevamo assistito alla sua nuova abilità di scavalcare la culla con facilità impressionante.. sembrava avere un metodo tutto suo e infallibile..
Così dopo la terza notte era direttamente venuta a coricarsi con noi..
La febbre era ormai sparita tuttavia ancora a volte la sentivo agitarsi nel sonno e non facevo che chiedermi da dove potessero generare quei sonni poco tranquilli.
Se da una parte davo la colpa a Rob per averle fatto prendere quella brutta abitudine, dall'altra ero felice di potere essere accanto a lei quando si svegliava nel cuore della notte, terrorizzata da chissà cosa.
Rob non ci vedeva nulla di male, dormire tutti e tre insieme era quello che aveva sempre sognato e che io gli avevo privato per ovvi motivi..
Con la scusa che in quel modo non avremmo più avuto intimità riuscii a convincere Rob dell'assurdità di quella situazione e decidemmo che saremmo andati avanti così ancora per un po' e pian piano l'avremmo di nuovo abituata a dormire nella sua culla, magari appena avrebbe smesso di agitarsi nel sonno..
Nel frattempo, mentre ci alternavamo tra interviste e talk show, mio marito e mia figlia si godevano la bella vita stando a letto fino alle undici di mattina a vedere i cartoni animati, e quel giorno non faceva eccezione.
Ero appena tornata da un servizio fotografico e entrando in camera da letto cosa mi trovavo?
http://i51.tinypic.com/250qszb.jpgRob e Joy ancora sotto le coperte a vedere i Teletubbies in televisione mentre lui mangiava cereali nel latte e lei prendeva il suo biberon in completo relax.
“Come è andata?” chiese Rob vedendomi entrare mentre Joy mi salutò con una manina.. nessuno dei due, tuttavia, si scomodò ad alzarsi dal letto.
“Bene..” risposi con un pizzico di disapprovazione.
“Vieni a vedere la tv con noi..”
Mi sedetti sul letto e mi allungai per baciare la guancia di Joy.
“Perchè le fai vedere queste cose?” chiesi scettica osservando quei quattro pupazzi giganti che facevano le capriole sul prato.
“Guarda come la rilassa..”
“Non voglio una figlia rilassata.. preferisco che faccia la pazza piuttosto che vedere questi quattro idioti che ripetono le cose duecento volte”
“Sono teneri!” li difese Rob.
“E' l'ora della nannaaaaa.. è l'ora della nannaaaaa.. è l'ora della nannaaaaaa”
Lanciai uno sguardo a Rob e si morse le labbra cercando di trattenere una risata.
“D'accordo.. forse sono un po' idioti..”
“Un po'??”
“Ma lei ha un anno e mezzo, che vuoi che ne capisca!?”
“Rob, sono le undici. Non dovresti prepararti?” cambiai argomento.
“La registrazione è alle due. C'è tutto il tempo..”
“Ma all'una non vengono a prenderti? Non vorrai mica fare ritardo da Ellen?!” dissi con un velo di acidità nella voce mentre mi stendevo sul letto sopra il morbido piumone.
Non so come Rob scavalcò Joy e me lo trovai su di me, incrociò i miei occhi nei suoi e poi si fece una risata.
“Non la sopporti proprio vero? Vedrai che inviterà anche te..”
“Non me ne fotte un cazzo.. anzi.. vorrei che mi invitasse solo per rifiutare.. Diciamo che il mio è un odio innato..” dissi soddisfatta mentre lui rideva sulle mie labbra.
“Riferirò nel caso mi chieda di te..”
“Vatti a lavare idiota! E fatti la barba..”
“Credevo ti piacesse..”
“Infatti mi piace..” ammisi carezzando quel filo di barba che mi faceva impazzire. “Ma non vorrei che Nick andasse in giro a dire che per colpa mia stai diventando un barbone..”
“Non deve fregartene di quello che pensa lui..”
“Non me ne importa infatti.. però.. a dirla tutta.. dopo questa settimana in cui ti ho visto la maggior parte del tempo buttato sul letto.. non vorrei che conducessi nostra figlia sulla cattiva strada..” contemporaneamente lanciamo un'occhiata a Joy che continuava a vedere la TV nel relax più totale..
Dio mio.. la sua pigrizia stava raggiungendo limiti assurdi..
“Direi che c'è già..” disse Rob ridendo.
“Ti avviso che finiti i nostri doveri ci diamo al movimento.. non voglio che mia figlia diventi una poltrona..”
“Detto dalla regina dell'ozio..” mi arronzò incastrandomi con le sue labbra.
“Mmm.. dico davvero Rob..” mormorai tra un bacio e l'altro.
“Sisi, ti credo..”.
Sapevo che mi stava prendendo in giro e mi venne da ridere ma le sue labbra sulle mie bloccavano ogni volontà e quando le sue mani entrarono sotto la mia maglietta dimenticai pure che Joy fosse sullo stesso letto a pochi centimetri da noi e approfondii il contatto.. finché non si alzò improvvisamente.
“Meglio che vada a lavarmi.. non vorrei che la mia dolce cara Ellen cambiasse la sua bella opinione su di me..”
“Bastardo!” dissi in un ghigno divertito mentre lui mi faceva la linguaccia e si dileguava in bagno.
“Bene amore.. vediamo qualcosa di più intelligente..”
Accucciandomi vicino a Joy presi il telecomando ma quando cambiai canale si fece afferrare per pazza e fui costretta a ritornare al canale precedente per farla calmare.
“Amore.. non può davvero piacerti..” provai di nuovo ma un suo urlo mi fece ricredere.
“Babbis!!!”
“D'accordo.. mi arrendo..” sospirai e a malincuore restai a vedere con lei quello stupido programma e quasi volevo uccidermi quando mi resi conto che il palinsesto prevedeva una specie di maratona di due ore.
Rob era andato via da un quarto d'ora e restammo d'accordo che saremmo passati a prenderlo sotto lo studio alle cinque per poi andare al teatro..
Ormai eravamo abituati alle premiere ma dovevo ammettere che stavolta sarebbe stato quasi tutto diverso.. La premiere di Los Angeles, la prima grande premiere mondiale da marito e moglie, da genitori.. sarebbe stato.. diverso.
Joy sarebbe rimasta a casa con mia madre ovviamente. Non avevamo nessuna intenzione di sottoporla ai flash delle macchine fotografiche, tuttavia era l'una e mezza e mia madre ancora non si vedeva.
Iniziai a farmi prendere dall'ansia visto che tra mezz'ora sarei dovuto uscire e lei ancora non era qui..
Non feci in tempo a prendere il telefono che squillò e tirai un sospiro di sollievo quando vidi il suo nome sullo schermo.
“Grazie a dio mamma! Sei qui fuori? Io tra poco devo scendere.. Joy però è tranquillissima, non ti darà problemi e..”
“Kristen” mi bloccò. “Fermati! Tesoro! Sono bloccata nel traffico! Non hai idea di quello che c'è in autostrada!”
“Cosa? Ma dove sei?!”
“Sull'Interstate 5. Pare che ci sia stato un incidente.. non lo so.. ma qui non si cammina..”
“Mamma ma perché sei sulla statale?!”
“Avevo quell'appuntamento a Sacramento, ricordi?!”
Cazzo, cazzo, cazzo!
“Ma porca..” respirai profondamente. “Come cazzo faccio ora?! Dove la trovo una baby-sitter affidabile in mezz'ora?!”
“Tesoro..mancano ancora quattro ore alla premiere! Io appena mi sblocco ti raggiungo ovunque sei!”
“Papà?”
“Sta lavorando..”
Dannazione! E i miei fratelli erano fuori città..
Perfetto, assolutamente perfetto..
Rimasi d'accordo con mia madre che mi avrebbe raggiunta all'hotel, restava solo da sperare che ce la facesse in tempo.
Riagganciai in preda all'ansia e senza troppe moine sradicai Joy dal letto visto che in un quarto d'ora dovevo lavarmi, lavarla, vestirmi, vestirla  e darle da mangiare..
Ringraziai la mia capacità di organizzazione e solo grazie alle mie manie di controllo fummo pronte con cinque minuti di anticipo.
“Che ci fa lei qui?!” esclamò Stephanie quando mi vide entrare in macchina con Joy.
“Non ne parliamo..” sbuffai spiegandole velocemente la situazione mentre la macchina ci portava all'hotel.
Joy raccolse subito tutte le attenzioni attorno a sé e fui di nuovo costretta a spiegare per quali motivi avevo dovuto portarla con me.
“Sarà meglio preparare anche lei allora..” disse la stilista a un certo punto.
“Ma non la porto sul red carpet ovviamente.. Mia madre ci raggiunge appena si libera..” cercai di ragionare calma.
“E se non ce la fa?” s'intromise Stephanie.
“Allora la guarderai tu..”
“COSA?! No.. nono.. non se ne parla proprio.. Non sono capace di badare ai bambini.. non so cosa vogliono quando piangono e non so cambiare un pannolino..”
“E credi che io lo sapessi?!”
“Ma tu hai un anno e mezzo di esperienza!”
“Steph!”
“Kristen, ha ragione. Se tua madre viene tanto meglio ma meglio prepararci all'evenienza!” disse per poi fare un cenno del capo alla stylist che si accovacciò per aprire le braccia verso Joy. Mia figlia, da grande traditrice qual era, non si fece pregare e si lasciò prendere in braccio.
“Saluta la mamma tesoro.. fai ciao.. torniamo tra poco belle e preparate..”
“Tao mamma..”
Sospirai salutandola con la mano e feci giusto in tempo ad urlare: “Niente di complicato! E niente trucco!” prima di vederle sparire dietro una porta.
Entrai nel mio vestito, un Oscar de la Renta nero, con un semplice corpetto e una gonna che scendeva larga aprendosi in piccoli.. non so cosa fossero ma nel complesso era grazioso.
http://i53.tinypic.com/2zefo84.jpgMi lasciai andare ai truccatori e agli acconciatori pensando a cosa stessero combinando alla mia povera bambina..
Ebbi la risposta circa un'ora dopo quando vidi Stephanie entrare mano nella mano con Joy che indossava un semplicissimo vestitino di raso celeste con un fiocco che sembrava chiudersi sulla vita dietro. Un paio di scarpette di vernice lucida bianca ai piedi e un piccolo fiocco tra i capelli.
Era bellissima.. un piccolo angelo..
“Mamma! Guaddaaaaa!” iniziò a saltellare verso di me.
“Amore ma sei bellissima! Fatti vedere!” le presi una mano e le feci fare qualche giro su se stessa che rideva felice e contenta nel suo vestitino nuovo.
“Posso sapere come mai avete vestiti della sua taglia?!”
“Ti conosciamo abbastanza bene..” rispose Stephanie facendomi ridere ma quando mi resi conto dell'ora di nuovo andai nel panico.
“Dobbiamo andare Kristen.. bisogna passare a prendere Rob e non possiamo fare tardi..”
“Stephanie.. non voglio portare Joy sul red carpet..” dissi afflitta e chinai il viso in cerca di una soluzione finché non notai con la coda dell'occhio Joy che si divertiva a correre attorno alle gambe di Dean.. e fu allora che mi si accese la lampadina e presi a fissarlo con uno sguardo vittorioso sul viso finché non si accorse di me..
“Oh.. no no.. non se ne parla!”
“Dai Dean! E' un angelo! Non ti darà alcun tipo di fastidio!”
“Io sono la tua guardia del corpo! Non il baby-sitter!”
“Ci sono altre 10 guardie e di te mi fido ciecamente! Ti prego, ti prego, ti preeeeego!” tentennò per qualche secondo e prima che potesse rifiutare mi buttai su di lui scoccandogli un bacio sulla guancia.
“Grazie! Sei la mia salvezza! Andiamo da papà amore!” dissi subito e evitando il suo sguardo sicuramente disperato presi mia figlia per mano e tornammo alla macchina.
Potevo solo immaginare lo sguardo di Rob quando ci avrebbe visto entrambe lì, sarebbe rimasto scioccato e infatti quando aprì la porta quasi si pietrificò mentre Joy camminava sui sedili per raggiungerlo e buttarsi tra le sue braccia.
“Papiiiiiiiiiiii! Guadda guaddaaa meeee” strillò saltando sul posto in attesa che Rob le desse attenzione.
“Sei splendida amore!!!” la salutò prendendola in braccio e chiedendomi spiegazioni un attimo dopo.
Per la terza volta spiegai gli eventi assurdi del pomeriggio ma stavolta fui fiera di aggiungere Dean nei miei piani geniali e vidi Rob tirare un sospiro di sollievo mentre faceva fare il cavalluccio a Joy che rideva divertita.
Era così euforica che credevo di avere le allucinazioni quando di punto in bianco si appoggiò al petto di Rob e iniziò a dormire..
Mi scambiai un'occhiata preoccupata con mio marito tanto sorpreso quanto me.
“Vedi? E' colpa tua.. l'hai trasformata in una poltrona..”
“Ehi.. non è colpa mia se è abituata a dormire il pomeriggio..”
Bè.. tanto meglio in fondo.. Dean avrebbe avuto ancora meno problemi anche se da un lato quasi mi dispiaceva che la sua bellezza fosse sprecata, tuttavia quel pensiero mi abbandonò presto.
Mi chinai per baciarle il capo teneramente e Rob fece lo stesso prima di passarla a Dean una volta scesi dalla macchina.
“Vedrai che non ti darà problemi..” mormorai suggerendogli di iniziare ad entrare in teatro per evitare le urla e rischiare di svegliarla, anche se di solito riusciva a dormire come un sasso durante il pomeriggio e nemmeno le cannonate riuscivano a svegliarla..
Mentre insieme a Rob camminavamo sul red carpet sperai solo che quello fosse uno di quei pomeriggi..
Iniziammo a firmare autografi, quanti pi possibili, cercando di accontentare tutti e già mi sentivo morire su quei tacchi ma non lo davo a vedere.. o almeno speravo che non fosse così evidente.
Quando ci incontrammo ci staccammo dalle transenne e posammo insieme davanti ai flash delle macchine fotografiche.
“Mi perdoni?” mi sussurrò a un orecchio prendendomi di sorpresa.
“Per cosa?” chiesi curiosa.
“Bè.. non ti ho ancora detto quanto sei bella..”
Arrossii di botto chinando il viso prima di alzare gli occhi e incrociarli ai suoi.
“Stai benissimo anche tu..” risposi sincera e si chinò per baciarmi una guancia prima di tornare a voltarsi verso i fotografi stringendomi a se.
“Roooob, Kriiiiis!” avrei riconosciuto quella dolce vocina tra mille e io e Rob ci voltammo giusto in tempo per vedere Mackenzie che correva verso di noi.
Rob si chinò istantaneamente e l'accolse tra le sue braccia tirandola in su e baciandole una guancia.
“Ciao scricciolo!” la salutò e lei, timida, diede un bacio a lui e poi a me iniziando a raccontarci tutto quello che aveva fatto durante l'estate e abbracciandoci per fare in modo che venissero delle foto decenti.
Eravamo ancora a posare con lei quando sentii Stephanie chiamarmi seguita da.. Dean?
No.. non poteva essere. Lui era con Joy all'interno del teatro..
Non feci in tempo a girarmi per cercare di capire che vidi lei, la mia bambina che correva per tutto il red carpet seguita da Dean che le correva dietro cercando di prenderla, ma lei era una specie di anguilla e riusciva a sgusciare tra le gambe degli altri con estrema facilità. La persi un paio di volte mentre la vedevo venirci incontro con un sorriso estasiato stampato in viso finché la strada fu totalmente libera davanti a noi e mentre Rob era impietrito con Mack in braccio fu istintivo per me chinarmi e accoglierla tra le mie braccia.
Dean ci raggiunse un secondo dopo con il fiatone. “Uff.. fiu.. non.. non sono più in forma per fare queste cose..”
“Dean! Dovevi guardala!”
“Lo stavo facendo! Ma poi si è svegliata e ha iniziato a piangere e non si calmava e la cullavo ma lei continuava e vi cercava e poi vi ha visto e cavoli! E' sgusciata così velocemente che quasi sbatteva la testa per terra e ha iniziato a correre così veloce che..”
Scoppiai a ridere e Joy insieme a me.
“Ma brava tesoro! Sei venuta da mamma e papà!!” la lodò Robert liberando una mano per solleticarle il collo e lei prese a ridere e mi strinse le braccia al collo per nascondere il suo punto più debole al solletico.
“Tranquillo Dean.. non fa niente..” sospirai infine. Non era la fine del mondo e già era stato tanto gentile da aver accettato la mia idea.. Non me la sentivo di dargli colpe che non aveva, forse l'unica colpa era nostra: aver abituato Joy a non stare lontano dai suoi genitori e finché non fossero stati i paparazzi a creare problemi, poteva anche starmi bene. Dopotutto, eravamo una famiglia.
Le urla delle fan e dei fotografi impazziti per quel quadretto che ora si presentava sotto i loro occhi mi fece voltare lo sguardo verso Rob che affondò i suoi occhi nei miei mimando un “Vi amo” a cui ricambiai con un sorriso..
Sorridevo felice anche se quella situazione era piuttosto assurda.
“Fai ciao Joy..” disse Mack alla piccola che le diede retta e prese a muovere piano la manina facendomi scuotere il capo.
“Noi contro il mondo eh?” dissi chinandomi verso Rob.
“Già..” confermò sorridendo estasiato. “Noi contro il mondo”.

Le tre ragazze che incontrano Rob e Kris a Roma chi saranno mai??? Mah...chissà ;)
Vi voglio bene girls un giorno il nostro sogno sarà realtà *___*
Mi raccomando recensite ragazzeeeee *____*
P.S Leggete la ff di Fio mi raccomandooo :)

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Capitolo 43
*** Solo una volta o tutta la vita ***


  BUON COMPLEANNO JOY!!!!


                                                                                            http://i54.tinypic.com/a08hzb.jpg   




     





Premetto che prometto (che gioco di parole o.O) di non fare più capitoli così assurdamente lunghi! Ma davvero questo è stato un parto e non so nemmeno perchè o_O bah..
Credits riguardo alla faccenda Edward Cullen=Winx vanno a Angy e alle sue assurde Teorie Da Oscar hahaha. Cara io ho mantenuto la promessa u.u vedi di mantenere la tua ora u.u
Invece, per chi non lo sapesse, la frase che Joy dice dal film "Cattivissimo me" è "It's so fluffy I'm gonna die!" hahaha Cioè, marty mi ha fatto fissare talmente tanto che mi è venuto spontaneo mettercela XD e in inglese è più carina XD ahaha vabbè non interessa a nessuno u.u
lascio la parola a Cloe che è più capace di me u.u

*Cough cough* Cloe prende la parola..

Come avrete notato dalla torta di compleanno e dalla scritta...oggi è il compleanno di Qui dove batte il cuore. Eh già...esattamente un anno fa abbiamo postato il primo capitolo e ora pensare che tra pochi capitoli sarà conclusa è terribilmente strano.... Mamma mia ricordo ogni dettaglio e soprattutto l'emozione di quel giorno, ç___ç non avete idea ... Fu un momento bellissimo e devo ringraziare questa storia perchè senza di lei non avrei mai  conosciuto Fio così come la conosco ora. Abbiamo condiviso, sclerato e siamo diventate amiche...perchè niente lega due persone come una passione. E per noi è la scrittura :) Ok ok la smetto con i momenti commmozione e vi lascio al capitolo :). Visto che oggi si festeggia ce la lasciate una recensioncina vero??? ;D Enjoy the cap
Kiss kiss Cloe & Fio





CAPITOLO 43 (Fio)


SOLO UNA VOLTA O TUTTA LA VITA



POV Rob


“.. così gli ho detto 'Senti Will,  lo so che che hai paura di un rifiuto ma non lo saprai mai se non ci provi e non ti lasci andare, magari è la donna della tua vita e se non ti butti vivrai per sempre nel rimpianto di non averlo saputo..'. Ho ragione, no?” chiesi a mia figlia che di tutta risposta mi riservò uno sguardo accigliato quasi a volermi chiedere di cosa stessi parlando e che cavolo stessi dicendo.
“Non hai capito una parola di quello che ho detto ovviamente..” notai tra me e me mentre le levavo la maglia del pigiamino che finì nei panni sporchi.
Era possibile uscire così fuori di testa da raccontare alla propria figlia di un anno e mezzo le avventure amorose dell'aiutante regista con la cameriera del bar di fronte al set? Evidentemente si..
Non sapevo nemmeno perché lo stavo “raccontando” a Joy, eppure avevo iniziato a parlare e tutti i capricci, assurdi visto che di solito fare il bagno le piaceva particolarmente, sembravano essere svaniti. Forse come me aveva semplicemente mal digerito l'alzata dal letto, soprattutto nei giorni di festa, ma dopotutto per lei ogni giorno era giorno di festa.
Ora che Joy era più grande io e Kris avevamo deciso di riprendere a ingranare man mano con i nostri lavori stabilendo delle specie di turni in modo da non dover essere costretti a lasciarla con baby-sitter, a meno che non fosse stato strettamente necessario.
Così, mentre Kristen ancora si godeva la sua prolungata maternità, io ero tornato al lavoro sul set di un nuovo film, Water For Elephants; e ora che era Natale e potevo godermi un po' di pace e tranquillità con la mia famiglia in quel di Londra, doveva per forza esserci qualcosa che non me lo permettesse, o più che altro che non me lo lasciasse fare come avrei voluto.
Avevo proposto a Kristen di prendere in affitto un piccolo appartamento poco distante dai miei ma loro avevano insistito così tanto nell'ospitarci, con la scusa di poter passare più tempo con la loro nipotina, che era stato impossibile rifiutare.
Inoltre da quando Lizzie si era trasferita insieme a Paul in una nuova casetta a circa venti minuti da lì la casa era così tranquilla che sembrava quasi che i miei genitori accusassero sempre più la consapevolezza che i loro “bambini” stavano crescendo..
Misi l'accappatoio a Joy per non farle prendere freddo mentre la vasca finiva di riempirsi e tornai di nuovo a pensare a Will e a quando timoroso si era avvicinato per chiedermi un consiglio.
A quanto pareva la storia mia e di Kristen, il mio combattere per lei fino ad averla per me era così romantica da rendermi una specie di esperto in materia..
Non era affatto così..
Io non ero un esperto in materia di donne, io ero esperto solo in materia di Kristen e spesso nemmeno molto su di lei.
Forse ero stato precipitoso nel dargli un consiglio del genere ma dalla mia esperienza non potevo fare altro.
Avevo imparato che se davvero si voleva qualcosa bisognava fare di tutto per averla.
“Con la mamma ha funzionato in fondo..” mormorai riflettendo ad alta voce mentre mettevo Joy in piedi sul morbido tappeto del bagno.
http://i51.tinypic.com/16lkx8j.jpgFunzionato cosa?!”
non ebbi il tempo di fermare la porta che Kristen l'aveva già aperta trovandosi una piccola Joy nuda sotto i suoi occhi, solo con l'accappatoio che le pendeva dal capo mentre io ero ancora in boxer e canottiera..
“Rob.. perché siete ancora così?!” disse non lasciandomi nemmeno rispondere alla domanda precedente.
“Dobbiamo.. solo vestirci..” arrancai una scusa mentre lei alzava gli occhi al cielo.
“Basta che vi muovete.. Lizzie e Paul passano tra dieci minuti! La prossima volta imparate a dormire fino a tardi!”
“Kristen sono appena le dieci e mezza, in quale paese..”
“Non m'interessa Rob. E se proprio vuoi battere sull'argomento l'Inghilterra non dovrebbe essere la patria dei puntualini e precisini?”
Si abbassò per chiudere Joy nel suo piccolo accappatoio e sfregarle le braccia mentre la piccola saltava sul posto.
Io mi chinai dietro Joy e di fronte a Kristen così che ora aveva formato una specie di gabbia di cui Joy era prigioniera.
“E' evidente che la tua influenza americana non non è così positiva come credi..” soffiai avvicinandomi alle sue labbra.
“Oh.. tu dici?” rispose con voce altrettanto flebile sfiorando la mia bocca con la sua.
“Si..” poggiai le mie labbra sulle sue leggermente, pronto ad andare oltre quel contatto e quasi dimentico della nostra bimba in mezzo a noi, ma proprio mentre mi sporgevo per approfondire il bacio si schivò velocemente portando Joy tra le sue braccia e io finii con la faccia nella trave della porta.
Dio, che male!
La sentii ridere. “Non ci provare, Robert Pattinson. Non mi abbindoli più con queste cose..”
“Traditrice..” riuscii a biascicare con la fronte ancora attaccata al muro.
“La prossima volta impari a fare il furbo.. e ad alzarti in orario! Ora vai a lavarti, Joy la vesto io!”
“NO!” urlai rimettendomi velocemente in piedi. “Ti.. ti ho detto che ci pensavo io.. tranquilla..” mormorai incerto continuando a tenerle segreto il piccolo particolare del bagno che dovevamo ancora fare.
“D'accordo..” rispose scrollando le spalle e prendendo Joy dalle sue braccia le feci fare un paio di salti in aria per gustarmi il suono delle sue risa prima di stringerla al petto e baciarle i morbidi capelli.
Kristen sorrise poggiandosi al lato della porta.
“Abbiamo tutto sotto controllo!” affermai sicuro facendole un occhiolino.
“D'accordo alla vi aspetto giù..” rispose dopo un po' mentre io continuai a sorriderle finché finalmente chiuse la porta del bagno dietro di se.
“Ok tesoro.. dobbiamo fare presto..”
Sballottolai un po' Joy mentre velocemente le toglievo l'accappatoio e cercavo di immergerla nella vasca ma lei si aggrappò a me stringendo le gambe attorno alla mia vita.
“Naaaaa..”
“Dai amore, ti prego, dobbiamo fare il bagnetto”
“NOOOOOOOOOOO!”
“Vuoi che la mamma mi uccida per caso?” tentai ancora di staccarla da me ma di tutta risposta infilò le sue piccole unghiette nella mia carne.
“Pule tuuuuuu”
Rinunciai qualche secondo per prendere fiato visto che quella era una vera e propria battaglia, persa in partenza per giunta.
“E va bene” mi arresi e con tutti i vestiti addosso entrai nella vasca con lei che si lasciò andare solo quando mi sedetti.
http://i51.tinypic.com/10p8587.jpgSi allontanò un po' e infine si sedette di fronte a me e sfoderò un sorriso mostrando i suoi dentini bianchi e io non potei fare a meno di sorridere.
Cercando di evitare pianti e giocando velocemente con le “papelelle” come lei riusciva a chiamarle riuscii a lavarla velocemente e farle una rapida passata di shampoo così che dopo cinque minuti massimo eravamo di nuovo fuori, o almeno ci provavo visto che ora la mia dolcissima bambina sembrava non voler uscire dalla vasca e cercava di appesantirsi, come se davvero i suoi 9 kili potessero aiutarla contro la mia forza.
Bè, certo il suo peso non le era d'aiuto ma le urla improvvise appena la tirai fuori furono un martello pneumatico alle orecchie e si dibatteva così tanto che era impossibile per me metterle l'accappatoio.
Solo quando Kristen piombò nuovamente in bagno si calmò.. mentre invece vedevo il volto di mia moglie passare per diverse tonalità ed espressioni mentre si aspettava una spiegazione.
“Siete caduti per sbaglio nella vasca?” chiese scettica incrociando le braccia al petto.
“Tesoro..” iniziai. “Ti prego, non è il momento..” e indicai la piccola che era tra le mie braccia a mezz'aria, sulla vasca da bagno.
Kristen scosse il capo afferrando l'accappatoio di Joy nello stesso momento in cui lei allungava le braccia e urlava per richiamare la sua attenzione.
L'avvolse velocemente per non farle prendere freddo e quando fu finalmente coperta la prese in braccio.
E mentre quella piccola traditrice si nascondeva nel collo della madre io ero fradicio zuppo davanti a lei che mi guardava con un sopracciglio alzato.
“Per essere vestito sei piuttosto bagnato..” disse sarcastica serrando le labbra in un'espressione contrariata che conoscevo bene.
“Se tua figlia non mi avesse costretto a fare il bagno con lei non sarei bagnato”
“Interessante che quando fa qualcosa che non va diventi magicamente mia figlia mentre se fa qualcosa di buono è la tua bambina..”
Abbozzai un sorriso cercando qualche altra scusa ma alla fine me ne uscii con “Dammi cinque minuti..”
“Contati! Muoviti idiota, a Joy ci penso io!” e avvicinandosi mi stampò un bacio sulle labbra prima di uscire e chiudere la porta dietro di se.
Non persi tempo e onde evitare ulteriori eventuali minacce raccolsi tutte le mie capacità di organizzazione e non so come in nemmeno cinque minuti ero già fuori.
Kristen era in camera finendo di vestire Joy che però era così piena di energia quella mattina che era impossibile da controllare.
“Aaa-aaaaa-aaaa-eeee-iiiii” ripeteva a intermittenza mentre poggiandosi sulle spalle di Kris saltava in piedi sul letto.
“Bè, possiamo dire che già conosce le vocali” scherzai entrando in camera e appena mi vide per poco non saltò dal letto per venirmi incontro.
Riuscii ad afferrarla giusto in tempo mentre si cimentava in una specie di volo nella mia direzione.
Mentre giocava con le mie orecchie Kris finì di asciugarle i capelli fino a non lasciare bagnato un minimo capello e in poco fummo finalmente pronti ad uscire.
Peccato che Lizzie e Paul non erano ancora venuti..
“Non posso crederci! Non sono ancora qui!” mi lamentai mentre scendevamo le scale e entravamo in cucina dove trovammo i miei genitori a bere una tazza di caffè.
Mio padre lasciò la sua e venendomi incontrò reclamò Joy che andò dal nonno di buon grado.
Lui prese a incappucciarla per bene mentre io mi riempivo una tazza.
“Saranno qui a momenti Rob..”
“Non conosci Liz. Ha sempre fatto ritardo, in ogni minima cosa!”
“Non glielo farei notare in questo periodo se fossi in te..” si intromise mia madre molto pacata sorseggiando il suo caffè.
“Perchè?”
“Bè..” fece una pausa. “Diciamo solo che conviene non farla innervosire..” continuò e stavo per chiedere spiegazioni ma Kristen interruppe la mia curiosità continuando il suo discorso.
“E comunque meglio essere in anticipo che in ritardo..” rispose iniziando a riempire la borsa di Joy con qualche pacchetto di Plasmon.
“Perché non lo dici a mia sorella invece che a me?”
Vidi i miei genitori guardarci e sorridere mentre assistevano al nostro piccolo scambio di battute.
“Perché lei non è qui ora.. e comunque manca ancora un quarto d'ora all'orario che avevamo stabilito..” disse scrollando le spalle e lanciare un'occhiata a mia madre.
Rimasi a bocca aperta. “No, scusa. Fammi capire. Mi hai fatto fare le corse e mi dici che avevo ancora quindici minuti a disposizione?!”
“Era per darti una mossa. Che differenza vuoi che faccia ora cinque o sei minuti..” mi sorrise innocente con quegli occhi a cui non potevo resistere e lasciai cadere la cosa nonostante avessi ancora voglia di continuare il nostro teatrino.
In quello stesso istante vedemmo dalla finestra della cucina la macchina fermarsi sul vialetto e bussare mentre Paul e Lizzie salutarono i miei da lontano e ci facevano segno di raggiungerli.
“Visto? Sono in anticipo!”
Scuotendo la testa mi limitai a prendere Joy dalle braccia di mio padre e salutando i miei uscimmo finalmente di casa.
Lizzie scese per abbracciarci e lo trovai strano visto che ci eravamo visti la sera prima e solo quando si fiondò su Joy capii il motivo.
“Tiaaaaaaaaa” urlò mia figlia sporgendosi verso di lei.
“Awww la mia nipotina preferita!” esclamò come una ragazzina pretendendola dalle mie braccia.
“Lizzie, sei sicura di farcela?” chiesi preoccupato visto che la sua pancia a cinque mesi era già così evidente da ricordarmi quella che Kris aveva quando era al settimo.
“Sono incinta Rob, mica invalida!” rispose con una linguaccia mentre si spupazzava Joy.
“Oh prendi pure il posto avanti.. io sto dietro con Kris e con questa bambolina”.
E così pochi minuti dopo eravamo in macchina, sulla statale.
Direzione: Ikea.
Un incubo.
Il solo pensiero di dover andare in un posto così affollato mi dava ansia ma Lizzie, senza bisogno che le dicessi una parola, mi aveva assicurato che nei giorni di festa era di solito molto vuoto e ci teneva così tanto a fare quella specie di uscita insieme che non me l'ero sentita di distruggere i suoi desideri e le sue voglie soprattutto.
Era molto suscettibile da quando era incinta, molto più di quanto lo fosse Kristen, almeno a detta dei miei genitori, e non avevo alcuna intenzione di farla innervosire.
“Liz sei sicura che non vuoi darla a me? Potrebbe darti fastidio..” sentii Kris preoccuparsi per mia sorella che però cocciuta come un mulo non ne volle sapere di darle Joy, finché non iniziò lei stessa a lamentarsi.
Dapprima la passò a Kristen e la piccola sembrò calmarsi per un po', ma quando la mise nel seggiolino posizionato tra lei e Liz, fu la fine e fu impossibile fermare le urla.
“Rob, credo voglia venire da te..” disse Kris cercando di passarmi la bambina.
“Kris, deve stare nel suo seggiolino, sai come la penso..”
“Lo so Rob, ma non possiamo farci tutta la strada con lei che piange..” riuscii a sentirla nonostante le urla di Joy soffocassero la sua voce.
Si allungò con le braccine verso di me e dovetti sforzarmi come mai per non Sentivo così tante notizie di bambini morti o feriti durante un incidente stradale perché non erano nel seggiolino e anche se poteva sembrare una fissa stupida era una specie di fobia da cui non riuscivo a liberarmi.
“Rob dai..” mi pregò Kristen visto che Joy non voleva saperne di calmarsi.
“Kristen, mi dispiace..”
“Ma sta piangendo! Ti vuole!”
“Deve imparare ad auto-consolarsi..”
“Ma che cavolo vuol dire! Ha un anno e mezzo! Come vuoi che si auto-consoli?!”
“Stando nel suo seggiolino..”
“Rob..”
“OH PER L'AMOR DEL CIELO! SMETTILA DI DIRE CAZZATE E PRENDI LA BAMBINA ROBERT!”
Mi gelai istantaneamente quando mi resi conto che quell'urlo isterico era uscito dalla bocca di Lizzie e d'un tratto mi fu totalmente chiaro quello che intendevano i miei genitori.
Io e Kristen ci fissammo per un millesimo di secondo e mentre realizzavo che c'era un assurdo silenzio e che quindi anche Joy era rimasta allibita non feci altro che allungare le braccia e prenderla per portarla avanti con me.
Lanciai uno sguardo a Paul che tossì distrattamente.
Per qualche secondo regnò il silenzio e mentre Joy si accucciava al mio petto giocando col mio orecchio non ebbi il coraggio di fiatare.
Fu Kristen a rompere l'atmosfera.
“Cavoli Liz, che pancia! La mia nemmeno a sette mesi era così..”
“Solo perché sono in due..” rispose mia sorella totalmente normale, o almeno in apparenza.
“Bè sei felice che siano maschi? O preferivi due femmine?”
Pregai che le andassero bene i maschi altrimenti quella domanda avrebbe causato un cognaticidio.
“Ti dirò.. le gemelline sono più sfiziose da vestire ma i maschi non mi dispiacciono. Poi mi sono divertita a vestire Rob da bambina quando era piccolo quindi in un certo senso ho già dato..”
Sentii Kristen ridere mentre io alzavo gli occhi al cielo. Possibile che quella storia non
fosse mai troppo vecchia?
“E avete già pensato a dei nomi?”
“Oh si! Voglio chiamarli Tom e Jerry!”
Fu istantaneo. Io e Kris ci voltammo a guardarla increduli e anche Paul le lanciò uno sguardo dallo specchietto e potei vederlo irrigidirsi mentre teneva saldamente il volante.
“Cos'è? Non vi piacciono per caso?!” la sua voce era così fredda e autoritaria che nessuno avrebbe osato contraddirla.
“Ehm.. no no.. che dici. Sono.. carucci..” Kristen arrancava nelle parole temendo come noi una possibile minaccia di morte. “Vero Rob?” continuò incastrando anche me.
“Ah.. eh.. si.. si.. perché no..” ingoiai una matassa di saliva sperando non facesse rumore e non potei fare a meno di vedere lo sguardo di Paul perso nella strada mentre serrava le labbra e chiedermi a cosa stesse pensando.
Povero, mi faceva una pena..
I miei avevano davvero ragione. Liz era emotivamente instabile..
E io che pensavo che Kristen soffrisse di esagerate crisi ormonali quando era incinta.
D'un tratto i miei pensieri furono interrotti dalla risata di mia sorella che inondò il piccolo spazio in cui eravamo costretti.
Io e Paul ci guardammo per qualche secondo interdetti, poi lui tornò a guardare la strada e io mi voltai ancora una volta per trovare mia sorella piegata in due per le risate.
“Ahahahaha oddio.. ahahaha dovreste vedervi.. Wow, non pensavo di fare così paura.. ahahaha”
Kris mi guardò con la coda dell'occhio.
“Andiamo, posso mai chiamare i miei figli come un gatto e un topo? Non sono così esaurita..”
Sempre più allibiti tirammo un sospiro di sollievo e finalmente ci rilassammo del tutto.
Joy ora era tranquillissima tra le mie braccia e il resto del tragitto fino a Bristol, più lungo di quanto pensassi, passò tra le chiacchiere di Kris e Liz che parlavano dei più svariati argomenti sulla gravidanza mentre io e Paul ci eravamo imbattuti in una specie di dibattito sulla rarità delle Cadillac antiche.
Quando arrivammo le ragazze stavano discutendo sulla praticità del latte in polvere.
“Io sono stata costretta a sostituirlo al latte materno a un certo punto ma tu se hai la possibilità allatta finché puoi.. anche se con due deve essere tosta..”
Mentre camminavamo per il parcheggio Joy lasciò la mia mano per correre un po' più avanti verso Kristen e afferrare la sua.
Mia moglie si chinò per baciarle la guancia e aggiustarle il cappuccio e riprese a camminare mentre in cuor mio mi chiedevo se e quanto ancora potesse farle male parlare di tali argomenti.
Abbandonai il pensiero quando Paul iniziò a parlarmi.
“Ok Rob, regola numero uno. Non contraddirla. Anche se vorrà comprare uno di quei divani orrendi a forma di labbra o.. o un letto a forma di gabinetto. Ti prego, lasciala fare..”
“Paul.. ma tu stai bene?” chiesi in risposta vedendolo un po'.. come dire? Stressato?
“Si si..” si passò le mani nei capelli sembrando più disperato di quanto volesse apparire. “E' che.. non pensavo.. Insomma è impazzita Rob. Un minuto è felice e contenta, il minuto dopo ha un diavolo per capello e quello dopo ancora è in lacrime..”
Non potei fare a meno di farmi scappare una risatina. “E' normalissimo amico.. Sono gli ormoni..”
“Si lo so, ma io non so cosa fare.. a volte sembra che ogni cosa che faccio non va bene..”
“Ti capisco perfettamente, credimi. Anche Kristen era così, non a questi livelli, certo. Chissà, forse è perché sono in due” ridacchiai. “L'unica cosa che puoi fare è assecondarla, starle vicino e non far mai vedere che sei stanco o se ne esce con 'Tu sei stanco? E cose dovrei dire io che devo portare in grembo i tuoi figli per nove mesi?!'” finii imitando la voce di mia sorella.
Paul sorrise e annuì leggermente dandomi ragione e prima che potesse dir niente avevamo raggiunto le ragazze all'entrata.
Presi la mano libera di Kris e mi preparai ad affrontare la bellezza di...
...quattro gatti ad occhio e croce.
Liz mi guardò soddisfatta quando entrando notai che la folla che mi aspettavo era totalmente assente. C'era pochissima gente, per lo più di età avanzata, che non ci avrebbe calcolato nemmeno di striscio.
Anche per questo adoravo passare il tempo in Inghilterra. Qui era tutto diverso.
Kristen strinse la mia mano rilasciando un sospiro di sollievo e mi rilassai all'istante felice di potermi godere una giornata senza stress..
Peccato che le mie aspettative e speranze furono distrutte da Liz che non riusciva a decidersi su niente e aveva solo di che lamentarsi così che due ore dopo sedevamo al centro ristoro e non avevano comprato niente per la nuova casa.
Scoprii che in realtà la villetta era già arredata e lo scopo di Liz era quello di passare una giornata diversa e non precludersi ogni possibilità. Ed era un ragionamento giusto ma anche incredibilmente assurdo e ora non poteva pretendere di tenere il muso perché non aveva trovato niente che la colpisse.
“Sai, credo che però potremmo fare un giro al piano di sotto. Di solito c'è di tutto, anche le cose più impensate.. troverai sicuramente qualcosa che ti serve..” Kristen cercò di tirarla su e in effetti a mia sorella si illuminò il volto.
“Davvero?”
“Certo! Possiamo andare dopo mangiato..”
“Oh io ho finito! Ho un po' di nausea, non mi va più niente. Andiamo adesso?” esclamò entusiasta.
“Oh.. ehm.. certo..” risi mentre Kris si ingozzava con l'ultimo boccone.
“Voi che fate?” chiese mia sorella a Paul che sembrava d'un tratto più rilassato.
“Oh andate pure, noi restiamo qui..” disse in un sussurro alzandosi per baciare Liz e carezzarle la pancia.
“Ci pensi tu a Joy?” chiese mia moglie stringendomi da dietro le braccia al collo e baciandomi la guancia.
“Certo.. finisco di darle da mangiare” risposi in un sussurro carezzandole il braccio con la mano libera visto che l'altra teneva il piatto col pranzo di nostra figlia.
http://i52.tinypic.com/2qwhpmq.jpg“Mi raccomando Rob, non te la perdere..” scherzò.
“Ma figurati. Posso mai perdermi mia figlia? E comunque sa dire il suo nome quindi non c'è niente di cui preoccuparsi”.
“Scusa, che garanzia sarebbe?” disse lei chinandosi verso la piccola che se ne stava nella macchinina di plastica che aveva preteso appena ci aveva messo gli occhi addosso.
“Bè, le basterà dire Pattinson e sapranno chi è..”
Kris alzò gli occhi al cielo. “Sai quanti Pattinson esistono sulla faccia della terra? E poi, sai, non vorrei deluderti ma esiste gente che non sa chi sei..”
“D'accordo allora basterà dirle Joy Pattinson.. Sai dirlo Joy Pattinson, amore?” chiesi alla piccola che ancora masticava il suo boccone. “Dici: Joy Pattinson”
“Zoy Paison” ripetè lei.
“Visto?” sorrisi soddisfatto.
“Si, ho visto. Ho visto che se si perde e speriamo che ricordi il suo nome giusto stiamo freschi..”
Stavolta fui io ad alzare gli occhi al cielo. “Senti, ma perché cavolo dovrebbe perdersi?”
La sua risposta fu una risatina leggera e poi un altro bacio veloce.
“Kris andiamo?”
“Ci vediamo dopo!” sussurrò. “Ciao amore!” un bacio veloce a Joy e si avviò per le scale insieme a mia sorella.
Noi finimmo di mangiare in tutta tranquillità e nonostante i miei sforzi Joy non ne volle sapere di uscire da quella macchinina e fui costretto quindi a trascinarla per il resto del tempo.
Era passata almeno un'ora da quando le ragazze erano scese e ancora non si facevano vedere. Immaginai la mia povera Kris in preda alla manie indecise di Lizzie e provai pena per lei qualche secondo quando fui distratto da qualcosa che colpì completamente la mia attenzione. Eravamo al reparto per bambini, aveva un po' di tutto, da giocattoli a vestiti e un delizioso completino era sotto i miei occhi. Non sapevo se definirlo un pigiamino o una tuta ma aveva poca importanza visto che quello che risaltava era la scritta “AWESOME LIKE MOM” sulla maglietta.
Lo presi e restai a fissarlo per qualche secondo.
“E' carino” disse Paul accanto a me.
“Si infatti, voglio prenderlo..” e nello stesso istante in cui dissi quelle parole sentii l'inconfondibile risata di Kris alle mie spalle e Paul fece giusto in tempo a strapparmi il completino di mano e infilarlo nella sua busta. Forse aveva intuito che volevo fare una sorpresa a Kristen e lo ringraziai con un cenno.
“Trovato niente?” dissi subito.
“Altrochè!” disse mia sorella entusiasta mostrandoci due buste belle piene.
“Voi?” chiese Kris. “Trovato niente?”
Scossi il capo “No, niente che mi colpisse” mentii e lei sorrise annuendo prima di chinare il capo verso la macchina di Joy.
“Rob..”
“Mmm?”
“Dov'è Joy?”
“Come dov'è Joy?”
“La bambina Rob!” disse d'un tratto allarmata iniziando a guardarsi in giro. Mi chinai per vedere dentro la macchina dove era rimasta fino a un secondo fa ma era vuota.
“Era.. era qui fino a un attimo fa!” sentii il cuore saltarmi in gola in un secondo.
Paul e lizzie si guardarono attorno disorientati come me e Kris.
“Che vuol dire un attimo fa!? Quando è stata l'ultima volta che l'hai vista?!”
“Un attimo fa Kristen!” ripetei mentre sentivo il respiro mancarmi pian piano. “Era.. era qui. Non è possibile che sia andata via.. che sia uscita dalla macchina..”
“Sa scavalcare la culla Rob! Pensi che non riesca ad uscire da quest'affare?!” urlò dando un calcio al giocattolo ai suoi piedi.
“Non urlare Kristen! Ti ho detto che era qui. Non può essere andata lontano..”
“Ti avevo anche detto di non perdertela!”
“Non me la sono persa!”
“Eppure non c'è!” strillò attirando l'attenzione di qualche persona su di noi.
Mi passai le mani tra i capelli cercando di fare mente locale ma era troppo difficile. Dio, come avevo potuto perdermi mia figlia?!
I miei occhi finirono sulle scale e un improvviso orribile pensiero mi passò per la testa.
Mio dio.. mi affacciai immediatamente con il cuore in gola ma per fortuna non ci fu nulla di strano..
Prendemmo a correre per diversi corridoi finché non ci scontrammo di nuovo.
Incrociai lo sguardo di Kris terrorizzato e sentii improvvisamente una lacrima riempirmi gli occhi.
Kris respirava a fatica per la paura e per la corsa, tremava, una lacrima le rigò il viso arrossato e vederla così mi faceva temere il peggio.
Strinsi le mie mani sulle sue braccia per cercare di calmarla.
“Kris calmati, ti prego. Lei.. è.. noi..”
“ATTENZIONE PREGO! E' STATA SMARRITA UNA BAMBINA! I GENITORI DI JOY PATTINSON SONO PREGATI DI RECARSI ALLA ZONA GIOCHI IL PRIMA POSSIBILE!”
“Grazie a dio..” sospirai lasciando ritirare quella piccola lacrima che non doveva scendere.
Senza pensarci un secondo prendemmo a correre finché non fummo alla zona indicata e vedemmo la nostra piccola che giocava su un tappeto.
“Oh grazie a dio..” fu solo un sussurro quello di Kristen prima che si fiondasse su di lei e la prendesse stringendola a se. “Non farlo mai più amore mio! Non farlo mai più! Mi hai fatto morire di paura!”
Io fu subito vicino loro e abbracciai entrambe mentre Joy non capiva assolutamente niente di quello che stava succedendo.
Fummo interrotti nel nostro momento da un ragazzo che ci si avvicinò chiedendoci se eravamo i genitori.
“Oh si.. si scusi..” rispose Kristen riprendendosi.
“K.. Kristen?” chiese il tizio sbarrando gli occhi un paio di volte.
“Ehm.. si.. sono io.. chi..”
“George! George Curtis. Abbiamo fatto le medie insieme..”
I miei occhi si muovevano da lui a mia moglie mentre la vedevo aprire la bocca in una o di stupore. “George? Oh mio dio! Sei davvero tu?!”
“Oh allora ti ricordi di me..”
“Scherzi? Eri l'unico che mi stava simpatico in classe..”
“Davvero? Pensare che avevo una cotta per te. A saperlo mi sarei fatto avanti!”
“Sei cambiato tantissimo..” rise Kristen eludendo la sua affermazione.
“Si anche tu.. ma sei sempre bellissima”.
Ma chi cazzo era quel tipo? Sentii il sangue andarmi al cervello e strinsi i pugni. Di solito non ero così, o forse lo ero, ma quel tizio non si stava facendo alcun tipo di problema a corteggiare mia moglie nonostante ci fossi io presente.
“Grazie..” arrossì Kristen.
“Solo la verità....E wow.. hai una figlia? Da.. da quando?”
“Oh da quasi un anno e mezzo. E' stato inaspettato”
“Non ne avevo idea.. sapevo che le cose ti andavano bene ma non così.”
“Si bè, sono cambiate un po' di cose. Tu come te la passi? Lavori qui? Voglio dire ti sei trasferito qui in Inghilterra?”
“Si subito dopo la scuola per cercare lavoro.. ed eccomi qui. In fondo adoro i bambini..”
“Ti ci vedo proprio..”
“Hey salve!” dissi infine quando le palle degli occhi iniziarono a farmi male per il troppo movimento.
“Oh.. scusa Rob. George.. lui è Robert, mio marito. Rob, io e George andavamo a scuola insieme..”
“Si l'avevo capito. Piacere George..” dissi freddo stringendogli la mano.
“Piacere mio Robert. E così.. wow.. non sapevo che fossi sposata. Si vede che il gossip non mi impegna per niente..”
“Oh credimi. Meglio così.” disse mia moglie.
“Visto che non tutti ti conoscono?” scherzò lanciandomi un'occhiata divertita.
“E così, questa bella bimba è tua figlia.. Ti somiglia tantissimo. Come l'avete persa?”
“Colpa mia..” sussurrai sentendo un improvviso bisogno di avere Joy tra le mie braccia. Mi voltai verso Kristen e la mia piccola venne da me senza fare storie e si strinse affondando la testa nel mio collo.
“L'ho trovata che girava per i corridoi da sola e l'ho portata qui. Aveva un foglietto nei jeans con scritto nome e numero di telefono..”
Strabuzzai gli occhi a tale affermazione. Che foglietto?
“Si lo faccio per precauzione ogni volta che andiamo in posti affollati” disse Kristen.
“E' un'ottima idea..”
Evitai di chiedere spiegazioni e mentre cullavo Joy cercaci di non prestare attenzione ai loro ricordi di “infanzia” e scusandomi raggiunsi Paul e Lizzie e con loro aspettai fuori che Kris ci raggiungesse, la bellezza di mezz'ora dopo.
“Scusatemi. Non lo vedevo da una vita..”fu il suo commento a cui non seppi rispondere.
“Hai scritto i nostri recapiti su un foglio da dare a Joy in caso di smarrimento?”
“E' una scheda a parte Rob. Non sono così idiota” disse leggermente offesa e sentii l'aria farsi sempre più pesante mentre camminavamo nel parcheggio verso la macchina.
Non sapevo perché, forse perché mi sentivo una merda per aver perso Joy o perché non ci avevo pensato io a quel “sistema di sicurezza”, ma d'un tratto mi incupii e tutto il viaggio di ritorno passò nel mutismo più assoluto.

POV Kris

Oddio, lo sapevo. Sapevo che si sarebbe sentito in colpa per il resto della giornata ma lo trovavo davvero immaturo e inutile.
Entrati in casa aveva spogliato Joy dal suo cappottino e senza rivolgermi la parola era andato in salotto insieme a Paul per guardare il calcio in televisione.
Gli avevo chiesto una mano per fare i biscotti ma lui era troppo intento a guardare la TV.
“Che cos'ha Rob?” chiese Claire mentre infornavo i biscotti.
“Si sente in colpa perché oggi ha perso Rob all'Ikea..” dissi io semplicemente.
“.. e perché hai fatto l'oca con quel tuo amico..” aggiunse Lizzie.
“Cosa? Ma stai scherzando?! Io non ho fatto l'oca! Non lo vedevo da una vita, ci ho solo parlato..”
“Riso e scherzato per più di un'ora..” mi corresse lei.
“E allora? Solo perché sono sposata non posso scherzare con i vecchi amici?”
“No ma.. sai Rob com'è fatto. In quel momento si sarà sentito una merda e messo da parte..”
“Si lo so. Lo conosco fin troppo bene ed è ora che la smetta di farsi problemi.” affermai. “I ragazzi, sono così fragili a volte..” scossi il capo mentre mi toglievo i guanti da forno per andare in salotto.
http://i53.tinypic.com/315iedv.jpgMi poggiai al muro senza che nessuno si accorgesse di me e subito i miei occhi puntarono su Joy che in piedi tra le gambe del padre gli mostrava soddisfatta una pallina presa dall'albero di Natale.
“Oh che bella amore! Ora vai a metterla a posto..” disse lui carezzandole i capelli e mia figlia sorridente fece come il padre le aveva detto.
Prima che potesse tornare da Rob mi accucciai attirando la sua attenzione a aprii le braccia facendole segno di venire da me.
La mia bambina non se lo fece ripetere due volte e senza che nessuno se ne accorgesse corse sul tappeto e venne da me.
L'afferrai e velocemente tornai in cucina, la poggiai sul tavolo e presi il contenitore con il cacao sotto gli sguardi inebetiti di Claire, Victoria e Lizzie.
“La prova del nove” spiegai e presi a cospargere la maglietta di Joy con la cioccolata.
“Scusa amore mio.. poi la nonna te lo lava..” sorrisi a Claire che rispose annuendo.
“Rooooooob! Puoi venire un attimo?”
Rimasi in attesa di una risposta che non arrivò visto che dopo due secondi era già da me.
“Dimmi”
“Hey, ehm.. pensavo.. se ti andasse di fare una passeggiata..” dissi avvicinandomi a lui.
“Fa freddo fuori. Siamo stati in giro tutto il giorno..”
“D'accordo” risposi subito visto che era quello che avevo previsto. “Allora ti dispiace cambiare Joy? Si è sporcata tutta..”
“Certo” disse solo mentre prendeva la piccola in braccio e usciva dalla cucina per salire le scale.
“Bene.. vado a parlarci..” dissi alle altre e dopo cinque minuti salii le scale e sentii la sua voce provenire dal bagno e mi avvicinai per sentire meglio.
“Mi dispiace amore mio, prometto che non succederà più. Sono proprio un pessimo padre. Ma tu mi perdoni vero..?”
“Daaaa” fu la risposta di Joy. Chissà se Rob l'avrebbe preso come un si.
Scossi la testa sorridendo e dopo una rapida bussata entrai chiudendomi a porta alle spalle.
“Hey..” dissi quando incrociai i suoi occhi.
“Hey..” ripetè lui distogliendo lo sguardo.
“La smetti di evitarmi?”
“Non ti sto evitando..”
“Si invece.. e mi da anche abbastanza fastidio. Ho dovuto finire un pacco di cacao per farmi considerare più di due secondi..” confessai sapendo che avrebbe capito a cosa alludevo.
E infatti diede una rapida occhiata alla maglia sporca che aveva tra e mani e poi a me alzando le sopracciglia. Annuii senza aggiungere altro.
“Scusa..” dissi infine dopo un po' sciogliendomi il cuore.
“Scusa di cosa?”
“Non sono stato attento.. Lei.. poteva.. poteva cadere per le scale o.. o qualcuno poteva prenderla e..”
“Hei hei.. Rob..” mi avvicinai e portai una mia mano alla sua guancia. “Guardami..” sussurrai e grazie a dio fece come gli dissi.
“Queste cose capitano.. e magari capiteranno ancora. Perché credi che abbia escogitato quel sistema?” chiesi ma lui non capì e decisi di confessare tutto.
“E' successo anche a me.. una volta..”
Alzò di più il viso e finalmente trovai il suo sguardo di sempre.
“Davvero?”
Annuii. “Si, una volta, al supermercato. Un secondo prima era accanto a me e quello dopo era sparita. Mi sono sentita morire! Fortuna che Dean era con me e l'ha trovata in meno di un minuto ma..”
“Non me l'avevi mai detto”
“Perché non volevo sembrare una pessima madre ma poi ho capito che queste cose succedono. A tutti.. è una specie di prassi. Mia madre dimenticò di venire a prendermi a scuola una volta..”
Finalmente vidi un sorriso dipingergli  il viso sostituito presto da un ghigno disturbato. “Immagino che George ti facesse compagnia..”
Scoppiai a ridere. “Per cortesia Rob..”
“Se l'avessi saputo mi sarei fatto avanti” cinguettò imitando la sua voce.
“Ti prego! Se non mi avesse detto il suo nome non mi sarei nemmeno ricordata di lui. Tra l'altro è pure gay..”
“E' gay!?”
“Andiamo? Non l'hai visto? Aveva proprio le movenze da gay.. ma forse eri troppo preoccupato a farti le pippe mentali per notarlo..”
“Si.. forse..”
“Sei proprio un idiota” dissi sorridendo. “Sei il mio idiota ma non permetterti più di evitarmi perché se no ti spezzo le gambe. Compris?”
“Compris..” sussurrò dolce avvicinando il mio corpo al suo e poggiando le sue labbra delicatamente sulle mie.
“E comunque.. tanto per dovere di cronaca, c'era una motivo valido per cui mi sono distratto..”
“Ah si? E sarebbe?”
http://i55.tinypic.com/2iag5ro.jpgNon rispose ma staccandosi piano arrotolò le maniche di una magliettina rosa e aiutò Joy a infilarla.
“Questo” disse mostrando Joy col suo nuovo completo con tanto di scritta “Awesome like Mom”
“Oddio! Ma dove l'hai trovato?!”
“L'ho visto e ho dovuto prenderlo..”
“E' dolcissimo” sussurrai quasi commossa sorridendo tra me e me.
“No..” prese Joy in braccio e mi strinse a lui di nuovo.
“E' fantastico, come te e lei”






Guardavo l'acqua sotto i miei occhi mentre gli ultimi raggi si rispecchiavano nel mare e sorridevo ripensando alle urla di gioia della mia bambina quando la mattina di natale si era svegliata nel suo pigiamino rosso e si era fiondata sui regali sotto l'albero.

Era incredibile che fosse passato già più di un anno dalla sua nascita. A volte solo a pensarci mi sentivo quasi vecchia, eppure avevo solo ventun'anni.
Dio, quante cose erano cambiate in così poco tempo. Se qualche anno prima mi avessero detto che per festeggiare il 2012 mi sarei trovata su un battello per l'Isola si Wight con mio marito e mia figlia gli avrei riso in faccia sicuramente, eppure ero lì, a pensare a loro e ad osservare l'acqua.
“Siamo quasi arrivati..” Rob alle mie spalle interruppe i miei pensieri invitandomi a rientrare.
Ci fermammo infatti pochi minuti dopo e quando scendemmo trovammo Tom ad attenderci. Insieme agli altri era arrivato qualche giorno prima mentre noi avevamo passato quanto più tempo possibile con la famiglia di Rob.
Ci salutò velocemente per poi concentrarsi su Joy, che ormai era praticamente il suo secondo amore.
Quando entrammo in casa fui lieta di notare che Carey aveva deciso di unirsi a Tom e a tutta la banda e con enorme sorpresa trovai anche Johnny e Kim con Matthew, il loro bambino.
Mentre lui e Joy giocavano nel salone, i ragazzi apparecchiarono la tavola e io presi ad aiutare le altre con la cena.
In realtà era già quasi tutto pronto e bisognava solo portare a tavola quindi tutto ciò che feci fu cacciare dalla busta e disporre in un piatto tutti i biscotti che avevo fatto e portato con me.
La serata fu una delle più piacevoli in vita mia, passata tra le chiacchiere, le urla dei bambini, i regali di natale posticipati e la faccia di Rob quando aprì il regalo di Tom fu impagabile.
“L'xBox kinect?!” domandò scettico e Tom mi fece un cenno divertito che lui non si lasciò sfuggire.
“Te l'ho detto che ti avrei messo in movimento..”
“Kris, amore della mia vita, luce dei miei occhi.. guarda che se proprio ci tieni che faccia movimento conosco altri metodi che includono te e sono decisamente più piacevoli..”
Ci misi meno di un secondo ad afferrare un cuscino e a lanciarglielo mentre gli ridevano divertiti.
“Ok.. questo è per Joy” disse Tom dopo un po'. “Joy, amore dello zio, vieni qui dai.. Regalo per te!”
Mia figlia drizzò le orecchie e in meno di un secondo fu tra le braccia di Tom che le porgeva il regalo.
L'aiutò a scartarlo ma lei sembrò non apprezzare molto la riproduzione di Edward Cullen che ne uscì.
“Una Winx no?” disse Rob scettico.
“Ma tanto è la stessa cosa”
“In che senso..?”
“Bè Edward Cullen brilla, le Winx brillano. Edward Cullen è una Winx”
Soffocai una risata mentre Rob lo guardava senza parole.
“Tu non sei normale..” fu il suo solo commento ma Tom la prese a ridere.
“Dai scherzo, non è questo il vero regalo per la mia nipotina preferita.. vero Joy? Abbiamo qualcos'altro per te!” e mentre lo diceva cacciò da dietro al divano un pacco decisamente più grande e morbido all'apparenza e bastò per far urlare Joy di felicità.
Come prima Tom l'aiutò a scartare il regalo e un urlo invase la stanza quando si trovò quel pupazzo di unicorno tra le mani.
Era una riproduzione di quello del film “Cattivissimo me” che lei non si stancava mai di vedere.
Era assurdo perché non capiva assolutamente niente ma si incantava a vederlo e puntualmente si addormentava quando la piccola Agnes cantava la sua ninna nanna sugli unicorni che era praticamente a inizio film. Avevamo DVD e vari pupazzi a casa ma l'unicorno le mancava.
La piccola iniziò a saltare felice per tutta la stanza mostrando il suo nuovo regalo.
Tom la rincorse facendola volare e pretendendo un bacio.
“Come si dice Joy?”
“Gazze” sussurrò lei timida prima di stringersi al pupazzo e ricominciare a correre.
Rob la fermò chiedendo la sua attenzione.
“Joy, Joy” dovette ripetere il suo nome più volte per averla attenta. “Come dice Agnes? It's...” la spronò. “It's so..?”
“Is so fuffy igonna dieeee” urlò la frase che per lei non aveva senso ma che sapeva comunque a memoria e fu una risata e un applauso generale.
E così passammo l'ultimo giorno dell'anno, insieme, semplicemente a ridere e scherzare aspettando la mezzanotte per brindare.
Dovetti fermare Rob che si era convinto di voler dare un po' di spumante anche a Joy per buon augurio (aveva decisamente bevuto troppo) ma riuscii a farlo rinsavire giusto in tempo.
“Sicuri che non volete venire?” chiese Sam per l'ennesima volta mentre mettevamo i cappotti per uscire.
“Sam, siamo genitori ormai. Staremo qui con Johnny e Kim, tranquillo..”
“In realtà..” Rob mi prese alla sprovvista posandomi il giubbino sulle spalle. “Metti questo, usciamo anche noi..”
“Ma Rob, Joy..?”
“Viene con noi. Devo portarvi in un posto..”
Non obiettai e feci come mi disse.
http://i52.tinypic.com/nl965t.jpgJoy era già in pigiama e Rob le mise il cappottino da sopra mentre Tom le dava un bacio e le posava sul capo un cappellino da babbo natale.
Scendemmo in strada e salutammo gli altri che presero una via opposta alla nostra.
Joy mi passò il suo unicorno, separandosene per la prima volta da quando lo aveva visto, e posizionandosi tra me e Rob ci prese per mano pretendendo ogni tanto di fare un salto. Incredibile che avesse ancora tutta quell'energia all'una di notte.
“Immagino sia inutile chiederti dove stiamo andando..”
“Immagini bene..” rispose. “Ma comunque siamo quasi arrivati..”
E infatti poche centinaia di metri dopo superammo un piccolo cancelletto e ci trovammo sulla spiaggia accanto a una piccola casa unico piano, col tetto spiovente e l'architettura tipica delle case al mare.
Rob prese Joy in braccio e mi afferrò per mano. Lo seguii mentre ci faceva strada e poco dopo fummo dentro la struttura.
Lui si mosse espertamente per accendere le luci che illuminarono l'ambiente.
Un ampio salone con tavolo, pianoforte, TV e divano davanti al camino. Dall'altra parte, separata solo da una trasparente porta scorrevole intravidi una piccola cucina e una vetrata separava il tutto da quella che immaginai fosse la zona notte.
“Dove.. dove siamo?” chiesi avanzando piano.
“Questa casa è nostra.. Bè.. era dei miei genitori e hanno deciso di regalarcela..”
“Oh mio dio..” fu tutto quello che riuscii a dire mentre camminavo piano osservando attentamente ogni stanza. Rob mi fece strada mostrandomi la camera da letto, quella che era la camera sua e delle sue sorelle, rimasta intatta con tre letti singoli, il bagno e.. basta.
Era semplicemente perfetta. Piccola, essenziale ed accogliente.
“Possiamo dormire qui stanotte?” chiesi d'un tratto emozionata.
“Certo.. dobbiamo..”
“Peccato che non abbiamo i pigiama..”
“Non sono così sprovveduto..” rispose lui aprendo un cassetto ed estraendone due pigiami di pail.
“Ovvio, pensi sempre a tutto tu..”
“Sempre..” sorrise baciandomi le labbra.
Mentre Rob accendeva il riscaldamento Joy, col suo inseparabile pupazzo, si fermò seduta ad aspettarci sul letto finché non fummo stesi con lei.
“Te l'avevo detto che sarebbe stato difficile toglierle il vizio del lettone..” mormorai mentre tutti e tre ci coprivamo al meglio.
“Si bè.. ma è iniziato un nuovo anno.. nuove abitudini, magari nuove sorprese, ma vecchi amori..”
“Hey, sarò sempre il tuo amore ma non sarò mai vecchia” mi lamentai scherzosamente e lui mi baciò la fronte.
“Sono stati carini i tuoi a regalarci questa casa..”
“Bè sai, loro non ci vengono da anni.. La usavo solo io praticamente..”
“Ci venivi spesso?”
“Si.. ci venivo da solo quando.. quando avevo bisogno di pensare e quando soffrivo pene d'amore..”
“E ora sei qui con la causa di quelle pene.”
“Non ho mica detto che soffrivo per te..”
Gli lanciai un calcio ma lui bloccò le mie gambe intrecciandole alle sue.
Portò una mano sul mio viso carezzandomi dolcemente la guancia col pollice.
Mi persi nei suoi occhi.
“Ho sofferto per te, lo sai. Ma rifarei tutto altre mille volte per vivere un solo momento infinito come questo con te..”
Rilasciai il respiro che mi si era fermato appena aveva iniziato a parlare e trattenendo a stento una lacrima chiusi gli occhi e gli presi la mano sorridendo.
Baciai il palmo e la riportai sulla mia guancia.
“Non smetterò mai di ringraziarti per avermi aspettata..”
“E io non mi pentirò mai di averlo fatto..”
Sorrisi ancora.
“Buon anno principesse..” sussurrò stringendoci a lui e sia io che Joy ci addormentammo nel calore delle sue braccia.
Quando mi svegliai il sole era praticamente assente, nascosto dai nuvoloni, ma mi bastò una rapida occhiata all'orologio per capire che era praticamente ora di pranzo.
Dio, da quando dormivo dodici ore?
Mi alzai e trovai Rob in cucina.
“Buongiorno amore..” disse mentre mi stiracchiavo e mi avvicinavo a lui per dargli un bacio.
“Giorno.. dov'è Joy?”
“E venuta a prenderla Tom un paio d'ore fa. Passa la giornata con lui e gli altri..”
“Oh..”
“E tu dormivi così beata che non ho voluto svegliarti. Comunque ci hanno portato un po' di cibo messicano. Hai fame?”
Scossi il capo. “Ho freddo..” dissi chiudendomi in me e lui si tolse la vestaglia per avvolgerci me.
“Ho acceso il camino, ma devo andare a prendere altra legna. Inizia ad andare, ti raggiungo subito”.
Tremando di freddo feci come mi disse e iniziai a prendere calore sedendomi sul tappeto davanti al camino. Sfregai le mani tra di loro e mentre i miei occhi iniziavano ad analizzare i particolari della stanza si fermarono irrimediabilmente su qualcosa di così.. familiare.
Presi il libro e vi lessi “Doomed Love”. Un sorriso automatico mi dipinse il viso mentre ripensavo a quando, circa quattro anni fa, aveva usato quel libro come scusa per attaccare un qualsiasi discorso che non riguardasse il film.
Mi trovai a sfogliare il libro rileggendo le parti che aveva sottolineato e che rispecchiavano perfettamente quelli che dovevano essere i suoi pensieri a quel tempo, quando qualcosa scivolò da una pagina.
Presi quel foglio di carta stropicciato e lo stesi un po' per leggere meglio in corsivo.
Falling in love for the first last time
I miei occhi vagarono su quel foglio senza sosta, leggendo quelle parole che mi colpirono a fondo come una pugnalata.
E il suo dolore sembrava così vivo attraverso quelle parole, la sua rassegnazione e la sua tenacia combattevano tra di loro cercando di avere la meglio.
Rilessi quelle parole un'altra volta, e un'altra ancora, e un'altra ancora chiedendomi come dovessero suonare..
Ne aveva scritte di canzoni per me ma mai me ne aveva tenuta segreta una e sapere il motivo mi faceva quasi male.
Stavo per leggere di nuovo quelle parole ormai già stampate a fuoco nella mia mente quando qualcos'altro volò da quelle pagine.
L'afferrai al volo e quasi mi si bloccò il viso quando vidi quella.. foto.
Sembravamo due bambini mentre gli stampavo un bacio sulla guancia e lui sorrideva felice e forse un po' brillo.
Mio dio.. non vedevo quella foto dal.. dal giorno in cui era stata scattata. I ricordi mi aggredirono tutti insieme.
Io e lui, a casa mia, quella sera, quella foto. Le mie labbra sulla sua guancia. La foto. E poi le sue parole, le sue labbra sulle mie. Il nostro primo bacio..
La chitarra..
Solo una volta, o tutta la vita...” diceva la scritta sul retro.
Sentii il cuore prendermi a battere in modo insano e poi fermarsi improvvisamente e fu decisamente troppo: non potei fermare una lacrima che si posò su quel ricordo.
Scattai quando sentii la porta di casa aprirsi e chiudere
“Non c'era molta legna secca, ma comunque dovrebbe andare bene anche questa. Dopo vedo se trovo..” si bloccò quando alzai il viso e incontrai i suoi occhi. Posò subito la legna nella cesta e in due secondi fu accanto a me.
“Amore va tutto bene.. che succede?”
Lo guardai per qualche istante finché non chinai il viso e lui con me, notando finalmente quello che avevo tra le mani.
“Oh..” disse semplicemente mentre prendeva quel pezzo di carta.
“Quando.. quando..” non riuscivo ad esprimere a parole quello che sentivo.
“Era nel 2008..” sorrise amaro. “La scrissi nel Maggio 2008. Sai credo che sei l'unica a non conoscerla.. ormai è abbastanza famosa. Pare che qualcuno ci abbia fatto un video e Lee ha avuto la sua fortuna..”
“Lee..?” sussurrai confusa.
“Si.. Lizzie la diede a lui e ci scrisse la musica sopra..”
“E.. e questa? Sai per quanto tempo ho cercato questa foto?”
“Mi dispiace.. io.. io la portai con me quella sera..” sussurrò carezzando la carta lucida della stampa di polaroid. “Avevo bisogno di qualcosa che mi ricordasse che era successo davvero. Avevo bisogno di qualcosa che mi ricordasse tutto quello che ho sempre voluto dirti.. Se avessi sentito la tua mancanza, se non avessi più avuto parole.. Quando non sapevo se sarebbe stato solo una volta o tutta la vita..”
Mi trovai a scuotere il capo dolcemente rendendomi conto per l'ennesima volta di quanto ero stata stupida.
“Tu.. tu sei.. la persona più dolce e meravigliosa che io abbia mai conosciuto.. E.. ancora non so come hai fatto a innamorarti di una pazza esaurita come me quando avresti potuto avere ogni ragazza di questo mondo. Avresti potuto avere tutto quello che desideravi e..”
“Io desideravo solo te Kristen. Desidero solo te..”
Ci guardammo per secondi interminabili finché la distanza fu troppo insopportabile e iniziammo a colmarla pian piano. Le mie labbra furono sulle sue modellandosi così dolcemente come sapevano fare bene. La mia lingua incontrò la sua e il suo sapore mi invase la bocca e ogni fibra del mio corpo.
“Fai l'amore con me.. ti prego..” sussurrai sulle sue labbra.
“Non devi pregarmi amore mio..”
E su quel tappeto passammo il resto del pomeriggio solo ad amarci.. per ore ed ore.. senza stancarci mai, quasi senza prendere fiato.. col solo bisogno di appartenersi.. sempre.. per tutta la vita..
Quando iniziò a scurire i nostri stomaci presero a brontolare così forte che fu impossibile non mangiare qualcosa dopo quel pomeriggio.
“Mi mancavano momenti così..” disse mentre mi imboccava.
“Si anche a me..” risposi consapevole che con l'arrivo di Joy momenti del genere erano decisamente diminuiti.
“Sai a volte mi fa strano pensare che abbiamo una figlia. È come se non l'avessi ancora realizzato. Non so se ha senso per te..”
“Si, ti capisco” confermò annuendo. “Ripenso a noi un paio di anni fa e a come siamo ora ed è come se vivessimo la vita di altre persone..”
“Esatto.. però.. poi quando lei non c'è mi sembra tutto così vuoto..”
“Già.. mi mancano le sue urla..”
“Si..” risi io quasi nostalgica ma un bussare alla porta interruppe i nostri pensieri.
“Hey? Siete presentabili? Vi avrei riportato lo scricciolo.. ma se avete bisogno ancora posso anche tenerla con me. Non mi offendo..” la voce di Tom che urlava da fuori era riconoscibile tra mille e mi fece ridere.
“Due minuti Tom!” urlò Rob.
“Wow amico.. due minuti? Perdi colpi”
Scoppiai a ridere mentre Rob mi prendeva per mano e mi tirava su. “Vestiti e mettiti il cappotto. Usciamo. Ah porta una coperta”
Ormai sapevo che con lui chiedere era una perdita di tempo perciò mi limitai a fare come diceva e quando uscii dalla camera da letto lui era all'entrata ad aspettarmi con Joy e una chitarra sulle spalle.
“Ciao amore miooo!” urlai alla mia bambina.
“Aaaaa mammaaaaa” gridò lei di rimando buttandosi tra le mie braccia.
Le scoccai un bacio sulla guancia e seguii Rob fuori casa.
Ormai era sera e il cielo era quasi totalmente scuro ma comunque non ancora da non permettermi di vedere dove mettevo i piedi.
Ci fermammo poco più in là. Rob prese la coperta dalle mie mani e la stese accanto a i resti di un falò ancora ardenti.
Non dissi una parola mentre mi sedevo e stringevo Joy tra le mie gambe e tra le mie braccia così da formare una piccola gabbia di calore.
Rob sfoderò la chitarra sistemandola sul grembo e sapevo già cosa aveva intenzione di fare.
“Hey” lo chiamai prima che iniziasse. “Comunque.. la risposta è.. per tutta la vita..” sussurrai chinando il viso insieme a quello della mia bambina.
Lui non disse niente. Annuì, sorrise.. e iniziò a cantare dal ritornello.
“I'm falling in love for the last time... I'm falling in love forever and ever..”


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Capitolo 44
*** "Papà...Tolni?" ***


papà Ragazzeeeeeeeeeeeeeeeeeee per vostra immensa gioia siamo qui a postare addirittura con un giorno di anticipo (si ci meritiamo un bel posticino in paradiso eh, voi che dite :D?). Ok tecnicamente ve lo dovevamo visto che la scorsa settimana è saltato l'aggiornamento ma...ma questi capitoli sono gli ultimi visto che la storia volge alla conclusione e ci teniamo a dare il meglio. Per me (Cloe) scrivere questo capitolo è stato  abbastanza estenuante...e inquietante..capirete poi perchè o.O muhahmauhamuhahahahha. Ok la smetto u.u e vi lasciamo alla lettura e....ci si vede domenica prossima...se ci arrivate ovviamente u.u!
Un bacio a tutte
Cloe e Fio
P.S= Quando diciamo che postiamo domenica prossima intendiamo domenica  6 marzo ...non domani eh U__U non fatevi venire strane speranze u.u



CAPITOLO 44 (Cloe)



"PAPA'....TOLNI?"




ROB POV


“Su amore di papà. E’ facile” la incoraggiai mettendo su un enorme sorriso “Facile, facile. Anzi facilissimo. Ti rilassi e cerchi di lasciarla andare”
A quelle mie parole Joy rispose soltanto rifilandomi uno sguardo accigliato.
“No.”
“Joy, ti prego “ implorai
“No”
“Per favore, per il tuo papino..”
Lei provò a spingere diventando tutta rossa in viso, prima di scuotere la testa con energia. “No!”
“Joy, amore, sono ore che non la fai. Avrai sicuramente un po di bisogno no?”
http://health.infoniac.com/uimg/potty-training-child.jpgProvò a spingere ancora e a concentrarsi attentamente prima di rilassarsi e, con estrema nonchalance, esclamare: ‘No!”
Mi lasciai accasciare sul pavimento del bagno, sbuffando. Era almeno un ora che eravamo chiusi li dentro a tentare di fare la pipì. Ecco, tentare era la parola più giusta. Anzi, tentativo fallimentare avrei osato dire.
Io e Kris avevamo deciso che a sedici mesi era arrivato il momento di insegnare a Joy ad usare il vasino almeno per quanto riguardava la pipì. Kris, però, era partita molto rilassata evitando di spronarla troppo o di incitarla, dicendo che l’avrebbe fatto una volta che fosse stata pronta. Il che era assurdo visto che aveva considerato perfettamente normale stressare sia me che Joy quando aveva voluto insegnarle a camminare.
Invece ora facevo io la parte del padre esigente e rompipalle.
Joy mi diede un calcio col suo piedino sulla  pancia, distraendomi dai miei pensieri. Me ne tirò un altro prima di aggiungere alla serie di calci anche l’altro piede togliendomi, nonostante avesse neppure un anno e mezzo, l’aria dai polmoni.
Accidenti quella bambina aveva una forza niente male!
Subito glieli afferrai iniziando a mordicchiarli e suscitando in lei una serie di risolini isterici che quasi la fecero cadere dal vasino.
“Così impari” dissi continuando a morderla e a farle il solletico “Impari a dire sempre ‘sì’ al tuo papà”
“Noooo” rise forte “Ahahahah batta ..più..ahahhaha!”
La afferrai sotto le ascelle e la portai sulla mia pancia stringendola forte e lasciandole una serie di baci sul pancino nudo.
Proprio in quell’istante Kris entrò in bagno, scavalcandoci con un saltello per raggiungere il lavandino.
“Rob se la fai agitare così non riusciremo a farla addormentare” disse prima di iniziare a lavarsi i denti.
“Pazienza” risposi stringendo la mia piccola ancora di più “Staremo svegli a giocare tutta la notte. Vero amore?”
“Tutta notte!” esultò lei baciandomi le guance e poi fissandomi con una smorfia
“Scusa, papà si fa la barba domattina, promesso.”
“Vero scennnò scembli un barhhbone “ commento Kris con la bocca piena di dentifricio.
Ma io l’avevo sentita benissimo e mi bastò allungare il braccio per lasciarle un pizzicotto sul sedere, li dove finiva l’orlo della mia maglietta.
“E tu sei una ladra. Non hai un pigiama tuo?”
Mi fece la linguaccia prima di sputare la schiuma bianca nel lavello.
“E tu sei un rompipalle “ rispose dicendo la parola ‘rompipalle’ soltanto con le labbra per evitare di farla sentire a Joy “Quella povera bambina ancora un po ti manda a stendere, avrà ormai il sederino della stessa forma del vasino.”
Kris tornò in camera ridendo e sentii il rumore della tv accesa.
“Scusa perché quando eri tu a stressarla perché camminasse andava bene e invece io rompo?”
“Perché, strano ma vero, ho capito che avevi ragione e forzarla non porta mai a nulla di buono con lei.  Fa le cose quando si sente pronta, ecco.” Rispose e sentii il fruscio delle lenzuola mentre, molto probabilmente, si infilava sotto le coperte.
Riposizionai Joy sul vasino lanciandole un’occhiata speranzosa.
“Proprio no, eh?”
Lei mi guardò afferrando il suo coniglietto dal pavimento e iniziando a succhiare l’orecchio con uno sguardo di scuse. “No”
Scossi il capo ridendo, mi alzai e presi Joy tra le braccia, spingendo il vasino col piede nell’angolo sotto il lavabo.
La coricai sul fasciatoio rinfrescandola con una salvietta, prima di afferrare il pigiamino. Le infilai la maglietta e poi mi ritrovai a guardare di sbieco il pacco di pannolini.
In fondo…che bisogno c’era?
Insomma di notte perché avrebbe dovuto scapparle la pipì? E poi se non la spronavamo un po non si sarebbe mai abituata a stare senza no?
Convinto della genialità dei miei pensieri le infilai un paio di mutandine pulite ed i pantaloncini , prima di tornare in camera e gettarci entrambi sul lettone dove già Kris ci aspettava a braccia aperte.
Subito Joy gattonò verso di lei e si sdraiò col volto premuto sul suo petto accettando di buon grado il biberon che kris le porgeva con un po di latte caldo e un cucchiaino di miele. Kris prese a massaggiarle i riccioli biondi in lunghe carezze circolari e gli occhi di Joy iniziarono a chiudersi lentamente mentre, però, continuava a bere di gusto il latte.
Per la prima volta da sempre quell’immagine, che di solito mi procurava una gioia incredibile, mi fece soltanto stringere lo stomaco in una morsa d’acciaio. Perché per le seguenti due settimane mi sarei addormentato da solo e l’ultima cosa che avessi visto la sera sarebbe stato molto probabilmente il soffitto della mia camera d’albergo.
“Non ci voglio andare” sbottai incrociando le braccia al petto. “Insomma..uffa”
Vidi kris alzare gli occhi al cielo e nascondere a stento un risolino. “Molto maturo Rob. Atteggiamento molto maturo. Sembra che tu stia parlando con la mamma il tuo primo giorno di scuola”
A quella sua battuta non potei fare  a meno di sorridere, nonostante sentissi addosso una tristezza immensa. Mi carezzò i capelli proprio come aveva fatto poco prima con Joy.
“Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato”
Annuii. Certo, lo sapevamo.
Ci eravamo presi una pausa dal lavoro dopo Breaking Dawn per stare con Joy, ma ora lei cresceva bene e aveva ritmi e abitudini definite e non aveva più bisogno della nostra costante presenza 24 ore su 24, per cui avevamo deciso di prendere a dare un’occhiata a diversi copioni.  E mi ero innamorato di Water for Elephant alla prima lettura. Era profondo, passionale, dinamico, fedele al meraviglioso libro da cui era tratto e, cosa più importante di tutte, le riprese si svolgevano a LA.
Tutto perfetto se non che ora era sorta la necessità di girare alcune scene, soprattutto esterni, in Tennessee. E questo significava solo una cosa.
Due settimane lontano da casa.
“Non vuol dire che comunque la cosa mi faccia piacere” borbottai “E poi il Tennessee….non mi piace il Tennessee.”
“E sentiamo, perché?”
“E’ la patria della musica cowntry. Io odio il cowntry.”
Rise. “Credo che nessuno ti costringerà a ballare, credimi.”
“Hanna Montana è del Tennessee” continuai ostinato.
“Ah e tu odi Hanna Montana, vero?” ribattè lei adagiando una Joy ormai addormentata fra noi e sussurrando al mio orecchio: “Se ben ricordo non sono io a sapere la sigla a memoria.”
Allungai un braccio e la trascinai verso di me, schiacciando tutti e tre in un abbraccio che ci faceva sembrare un panino. Joy si abbassò sotto le coperte schiacciando il viso contro il mio petto, come amava dormire, permettendo così a me e kris di guardarci occhi negli occhi.
I nostro volti erano così vicini che quasi si sfioravano.
“La so solo perché è una canzone orecchiabile e Joy voleva vedere tutti gli episodi.”
Kris scoppiò a ridere ma poi si avvicinò a me e mi posò un leggero bacio sulle labbra.
“Lo so che sei preoccupato. Di lasciarci, di essere lontano..e tutto il resto” sussurrò a voce bassissima per non svegliare Joy “Ma devi stare tranquillo. E poi è solo il Tennessee. A un paio di ore da  qui. Se ci fosse una qualsiasi emergenza arriveresti subito”
Annuii leggermente senza però sentire diminuire neppure di un grammo il peso che avevo nel cuore. Perché doveva essere sempre tutto così dannatamente difficile?
“Sai perché volevo tanto che Joy imparasse a fare la pipì prima che partissi?” domandai.
Scosse il capo. “Perché odi cambiare i pannolini?”
“No” risi“Perchè ho il terrore che lo impari in queste due stupide settimane. Ho il terrore che arriverò e lei avrà imparato una cosa fondamentale per la sua vita, che avrà compiuto uno di quei passi enormi della sua crescita e io..e io non ci sarò stato, ecco.”
Sentii la mano di Kris chiudersi nella mia e il suo sorriso cercare di sciogliermi il gelo che avevo dentro.
“Oh Rob dai…vedrai che non lo imparerà di già.” Mi tranquillizzò “Insomma è un grande cambiamento per lei e abbiamo iniziato solo da due giorni. Oltretutto è gennaio e non posso nemmeno lasciarla girare per casa senza pannolino per farla abituare alla cosa. Ho troppa paura che prenda freddo, perciò…se si sarà abituata per il mese prossimo saremo fortunati.”
“Ne sei certa?”
“Sì” rispose convinta stringendosi di più a me e a Joy e passandole una mano intorno alla vita.
A quel punto si immobilizzò e mi guardò come se mi fosse dato di volta il cervello.
“Parlando di andare in giro senza pannolino” disse “Qui c’è una bimba a cui manca, guarda un po’”
Scrollai le spalle. “Ha detto che non aveva bisogno, perciò non c’è problema. E in caso le venisse le ho insegnato a dire ‘Papà pipì’”
Kris alzò un sopracciglio. “Ehm..Rob..ti sei reso conto che lei lo dice solo perché suona bene ed è facile a pronunciare, vero?”
“Cosa??” ribattei “Nooo! Lo dice perché è intelligente e ha capito cosa deve fare.”
Lei sbuffò ma prima che potesse dire qualcosa spensi la luce e le baciai in fretta la fronte. “Mi alzerò io a portarla in bagno non preoccuparti”
“Non è questo, se la farà addosso.”
“No, non lo farà.”
“Sì”
“No”
“Sì” sbottò “Oh lascia perdere. Facciamo come vuoi tu.”
Le posai un altro bacio veloce sulle labbra prima di posare la testa sul cuscino e godermi quegli ultimi momenti di pace con le mie ragazze. Cercai di immagazzinare i loro profumi, il rumore dei loro respiri e dei loro cuori tranquilli e sereni per poterli portare con me in quelle due settimane di lontananza.
Sarebbe stata dura, ma era un film che sapevo le avrebbe rese entrambe orgogliose di me. Sì, forse ce la potevo fare.
Aggrappato a quel pensiero scivolai nell’incoscienza e nella più totale tranquillità. Questo finchè non mi svegliai sentendomi i pantaloni e la maglietta bagnati fradici.
Era ancora buio e le lancette della sveglia segnavano le tre e trenta.
Sentii Kris muoversi e sbuffare al mio fianco, segno inconfondibile del fatto che fosse sveglia.
“Rob” iniziò “Ci sono due motivi possibili per cui mi sento come se stessi dormendo su un materasso ad acqua bucato. Motivo uno: hai rovesciato un bicchiere d’acqua sul letto, ma ne dubito visto che non ci sono bicchieri d’acqua. Motivo due” prese un profondo respiro “Joy se l’è fatta addosso…e in tal caso sei morto.”
Tastai con la mano proprio sotto il sederino di Joy da cui l’umidità si espandeva.
Eh già…io non portavo mai bicchieri d’acqua sul comodino la sera…
Affondai il capo nel cuscino perché c’era una sola spiegazione possibile.
“Merda. Ma aveva detto che non aveva bisogno!”

                                                       
KRIS POV
Continuavo a fissare la mia piccolina, con aria ansiosa.
Avevo preso la decisione giusta?
In fondo avevo appena avuto il tempo di parlarne con Rob e anche se lui mi era sembrato d’accordo…
Uff, perché diavolo accettavo le proposte se poi passavo tutto il tempo a pensare di aver preso la scelta sbagliata?
http://i54.tinypic.com/10cq7he.jpgPresi il vassoio su cui avevo appoggiato i piatti ed i bicchieri e tornai in salotto dove Joy  guardava tranquilla ‘La principessa e il ranocchio’. Avevamo deciso di trascorrere una serata tranquilla a casa, solo noi due, nonostante mia madre ci avesse invitate per cena. Meglio essere riposate per la mattina dopo!
Quel pensiero tornò a riportare a galla una serie di dubbi.
Insomma, io avevo sempre sempre criticato quel genere di cose. Le persone famose che buttavano i propri figli in pasto a giornali, film, registi, campagne pubblicitarie ancora prima che avessero smesso di portare il pannolino.
Eppure il giorno dopo io avrei fatto la stessa identica cosa.
Beh, forse non proprio identica visto che comunque aveva un fine nobile, ma…
Sistemai il vassoio di pizza  sul tavolino e tagliai le fette in tanti piccoli pezzi, iniziando ad imboccarla. Io e Rob avevamo iniziato a darle il cibo  in un piattino e a lasciare che imparasse a prenderlo da sola, ma questo valeva soltanto quando era seduta sul suo seggiolone. Ora invece aveva insistito per mangiare davanti alla tv e se l’avessi lasciata fare avrebbe molto probabilmente usato la pizza per creare un quadro astratto sul divano.
Le portai la forchetta alle labbra e lei iniziò ad aprirle, inghiottendo un boccone dopo l’altro senza mai staccare gli occhi dallo schermo e ridendo ogni tanto, quando la rana che in realtà doveva essere una specie di principe azzurro saltellava o faceva qualche espressione buffa.
Le misi tra le mani il bicchiere verde e lei bevve un piccolo sorso d’acqua prima di aggrottare le sopraciglia e ridarmelo.
“No” sbottò
“No?” domandai confusa “Non vuoi bere?”
“No acca! Coca!” I suoi occhi si illuminarono mentre iniziava a battere le manine “Coca, coca, coca!”
Ecco, quella era tutta colpa di Rob!
Prima di partire le aveva fatto provare quello che doveva essere ‘un piccolo goccio’ di Coca cola e ora…ora le cose mi erano un po sfuggite di mano.
Ok, la verità era che mi erano totalmente sfuggite di mano.
Joy si era come innamorata di quella bevanda, probabilmente come qualunque altro abitante del pianeta Terra, e puntuale come un orologio svizzero pretendeva il suo piccolo bicchiere una volta al giorno.
All’inizio ero stata restia a dargliela, preoccupata sia che le bollicine potessero causarle il mal di pancia sia che lo zucchero le avrebbe fatto male ai denti o l’avrebbe eccitata troppo ma..ma poi avevo ceduto. In fondo tutti amavamo la coca cola e non avrei mai privato mia figlia di qualche sorso  quando suo padre le beveva davanti almeno mezza bottiglia ogni giorno.
Quel pensare alla nostra quotidianità mi fece mancare ancora di più Rob e, quando tornai in cucina a prendere una nuova bibita per Joy, mi sentii pervasa da una tristezza enorme. Avevo passato tutto il tempo prima della partenza  a consolarlo per poi scoprire, una volta partito, che ero persa senza di lui. Insomma bastava solo questo piccolo fatto del servizio fotografico a mandarmi fuori di testa completamente. Due settimane prima era arrivata questa proposta:Vogue bimbi aveva organizzato un photoshoot  e aveva proposto la partecipazione a diversi bimbi, figli di varie celebrità di Hollywood. La mia prima naturale risposta alla cosa era stata: NEMMENO MORTA. Avevo sempre cercato di proteggerla dai paparazzi e dai giornali, figurarsi se l’avrei mai volontariamente esposta alla macchina fotografica. Poi però tutti avevano insistito. Il mio intero staff, dal mio agente alla pubblicista non avevano fatto che ripetermi quale ottima occasione fosse, la pubblicità positiva che ci avrebbe fatto eccetera eccetera. Mia madre aveva detto che era un’idea fantastica e che così finalmente avrebbe avuto delle foto decenti della sua nipotina visto che io ero troppo pigra anche solo per stamparne qualche copia in più.
In realtà la cosa che aveva convinto me era il fatto che i proventi di metà delle copie vendute sarebbero andati ad aiutare la costruzione di un ospedale pediatrico in Darfur.
Questo era il fatto positivo. Quello negativo era il ‘titolo’ che avrebbero dato alla copertina.
La futura generazione di Hollywood.
Insomma che razza di titolo era? Era vero che molti bambini figli di attori finivano per seguire le orme dei genitori, ma era anche  vero che per Joy poteva benissimo non essere così. E se avesse fatto la scrittrice o la giornalista o il medico o l’insegnate? Non volevo che un giorno riguardasse quella rivista e pensasse di essere un fallimento perché non era diventata quello che tutti si aspettavano sarebbe diventata.
O forse io mi facevo davvero troppe seghe mentali.
Improvvisamente il telefono squillò e mi precipitai in salotto alla velocità della luce, perfettamente consapevole della persona che ci chiamava sempre a quell’ora. E lo doveva sapere anche Joy visto che aveva già agguantato il cordless ancora prima che mettessi piede nella stanza.
“Pa…papààà! Strillò molto probabilmente distruggendo il timpano di Rob. “Papàààà”
Gli occhi di Joy sembravano risplendere di luce mentre parlava con Rob. Beh forse parlare era una parola grossa, ma le bastava sentire la voce di mio marito al di là dell’apparecchio per scoppiare a ridere o fare i versetti di gioia più dolci del mondo.
Ma mi si spezzò letteralmente il cuore quando disse qualcosa che non aveva mai detto prima.
“Papà…tolni?” domandò “Tolni…cada?”
Una nuova parola.
Aveva già cercato prima di dire ‘casa’ma addirittura il verbo tornare mai..
Mi sentii pervasa da un immediato orgoglio verso mia figlia, subito scalfito però dall’immagine del suo faccino triste. Le mancava ilhttp://i53.tinypic.com/2u8whw1.jpg suo papà e questo lo sapevo, ma sentirglielo dire…beh era tutta un’altra cosa.
La presi tra le braccia e lei, dimenticando addirittura la coca cola, si accoccolò contro il mio petto sfregando il nasino sulla mia maglietta.
Ci avvolsi nella coperta di pail e le sfilai gentilmente il telefono dalle mani, mentre lei tornava a concentrarsi sul film.
“Ehi amore..” mormorai.
Sentii Rob sospirare e poi con tono tetro aggiungere. “Odio non essere lì”
“Rob..”
“No Kris, l’hai sentita? Le manco…ha addirittura imparato una parola per dirmelo” la sua voce si spezzò “Sa una nuova parola e io non c’ero. Bello schifo di padre.”
“Rob”
“No..scommetto che ne imparerà altre nei prossimi due giorni. E scommetto che ha imparato ad usare il vasino ma tu non me lo dici per non farmi soffrire.”
“Rob..”
“Magari imparerà anche ad arrampicarsi sugli alberi e io..”
“Rob” questa volta alzai la voce in modo da farmi ascoltare “E magari tu stai impazzendo. Ancora usa il pannolino, quella è la sola parola che ha imparato te lo giuro e..e per quanto riguarda gli alberi..beh non è mica una scimmia.”
Non potei trattenere una risata.
“Non c’è niente da ridere”
“No, hai ragione” mi scusai “Ma so che non sei sincero. So che in fondo sei elettrizzato di stare lavorando”
“Preferirei essere con voi”
Alzai gli occhi al cielo “D’accordo, lo immagino. Ma ci saranno degli aspetti positivi no?”
Sospirò. “Beh…mi sono completamente invaghito di una.”
“Ah sì? Reese?” domandai acida, anche se sapevo benissimo che stava scherzando.
“Nooo pff. Una mooolto meglio. Si chiama Rosie, ed è molto più formosa di Reese.”
A quelle sue parole non potei contenere una risata, proprio mentre mi ritornava alla mente una cosa in cui mi ero imbattuta sul web solo poche ore prima.
“Su un sito di gossip ho visto alcune foto che sono riusciti a fare sul set” dissi “E una ragazza nei commenti  ha fatto una metafora tra la proboscide di Rosie e…una tua certa parte anatomica.”
“Beh…non poteva scrivere cosa migliore”
“Mmm” lo presi in giro “Ho lasciato un commento anonimo dicendo che le star di Hollywood erano così sopravvalutate.”
“Stronza!” borbottò senza riuscire a trattenere le risate e in qualche modo fui felice di essere riuscita con una semplice frase a tirargli su il morale.
“Mi manchi tanto sai” aggiunse però facendosi di nuovo improvvisamente serio “Mi manca stringerti la sera e dirti che ti amo. Mi manca..mi manca prepararti il caffe e dare a Joy i biscottini plasmon…non so più stare senza voi..”
Mi mordicchiai il labbro sentendo una gran voglia di piangere “Non farmi scoppiare in lacrime…mancano solo due giorni…”
Lo sentii ridere senza un filo di umorismo “Sembrano due mesi..”
Stavo per rispondere quando avvertii il rumore di altre voci e Rob che parlava allontanandosi dal telefono.
“Che succede?” domandai.
“Niente, alcuni della troupe vorrebbero andare a bere qualcosa…”
“Vacci, è un ordine!” lo incitai.
“Non mi va..”
“Rob, se non ci vai so che rimarrai tutta la sera chiuso in albergo a deprimerti. Non serve a nulla.”
Sbuffò “Non ti ricordavo così comandona sai?”
“Lo so” ridacchia “Ma mi ami per questo, te lo assicuro.”
“Sì ti amo” sussurrò dolce “Ti amo da morire..”
Sentii immediatamente il cuore rimbalzarmi in gola, come ogni volta che mi diceva qualcosa di simile,anche dopo tutti quegli anni passati tra noi.
“Ok, compromesso. Ci vado solo se mi fai prima salutare l’altra ragazza del mio cuore”.
Posai immediatamente lo sguardo su Joy e solo allora mi accorsi che si era addormentata su di me, cullata dalle mie dita che le massaggiavano i capelli.
“Sta dormendo però..”
“Non importa. Mettile il telefono vicino all’orecchio…”
Feci come mi disse e, per l’ennesima volta in quella serata, avrei solo voluto averlo lì in carne ed ossa per stringerlo.
“Ehi amore di papà. Mi spiace di non essere li a cullarti…mi spiace di averti delusa ma..ma papà ti ama tanto. E se sono lontano da casa è solo perché voglio che tu e la mamma siate orgogliose di me…solo per questo. Buonanotte amore mio…”
Rimasi ancora per lunghi minuti sdraiata sul divano a pensare. A quanto fossi fortunata ad avere un uomo così e a quanto lui fosse assurdo a credere di poterci deludere. Non l’aveva mai fatto e mai lo avrebbe fatto. Noi eravamo già completamente orgogliose di lui, indipendentemente da tutto.
Decisi che un po di sano riposo non mi avrebbe fatto altro che bene e dopo aver spento la luce del salotto salii al piano di sopra e posizionai Joy al centro del nostro lettone. Mi infilai un pigiama pesante e mi raggomitolai vicino al corpo di Joy e, stretta nel suo calore, scivolai lentamente in un sonno agitato. Mi capitava raramente visto che di solito dormivo come un sasso ma quella sera non ci riuscii. Mi svegliavo continuamente, tormentata dal rumore del vento che scuoteva le foglie della palma che avevamo in giardino e ogni volta che aprivo gli occhi le ombre sul soffitto mi provocavano un inquietudine terribile.
Fu con estremo sollievo che sentii la sveglia suonare alle sette e mi resi conto che Joy era già sveglia e mi fissava sorridente.
Sapevo che nonostante avesse capito poco e niente di quello che doveva fare, era perfettamente a conoscenza del fatto che quella sarebbe stata una giornata fuori dal comune.
“Ciao amore” la vezzeggiai “Hai fame? Vuoi il tuo lattino caldo?”
Joy si accucciò contro il mio petto alla ricerca di altre coccole, affondando il viso sul mio collo mentre io le massaggiavo i capelli. La presi tra le braccia e la strinsi senza smettere di accarezzarla: cercava sempre carezze e bacini quando era ancora assonnata la mattina.
Mi diressi alla finestra per aprirla e far cambiare aria quando qualcosa catturò la mia attenzione.
Non so dove trovai la forza di non lasciare cadere Joy a terra.
Sentii il respiro bloccarmisi in gola e, nonostante volessi distogliere lo sguardo dalla piscina, non ci riuscii. Gli occhi mi rimasero incollati a quell’immagine così…
“Ma che cazzo…quello è sangue
!”

O____________________________O omg omg omg era da troppo che non finivamo un cap con qst faccina così adorabile O__O
Ok lo sappiamo cosa state pensando. 'Queste due st****e non sanno stare manco cinque secondi senza scrivere di tragedie, cose inquietanti e spargimenti di sangue U______U
Cattive u.u non è così ueueueueueu noi siamo buone...abbiate fede. Abbiamo mai scritto capitoli che vi hanno portate alle lacrime???
.......
.......
*silenzio imbarazzante*
Ooooook...ahahah a domenica!!!
:P

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Capitolo 45
*** Legami di sangue ***


lEGAMI DI SANGUE Buonaseraaaaa ragazze!!!!!!! *_______________* Siamo qui puntuali come (quasi) sempre a postare un capitolo che immaginiamo aspettaste con ansia dopo  il finale della settimana scorsa :P Sì siamo state cattivissime lo sappiamo muhamuhamuha. Beh ora siamo qui anche se...ehm..beh non possiamo garantire che anche in questo capitolo non ci sia una certa dose di ansia ehm..ehm..
A partire dal titolo che ho scelto tutta da sola *___* ( io Cloe) . Per voi sarà poca cosa ma io nn sono capace a sceglierli U__U per cui awwwwwww.
Ok la smetto di dire idiozie e...ci vediamo in fondoooo
Kiss kiss
Cloe e Fio




CAPITOLO 45 (Cloe)



LEGAMI DI SANGUE






KRIS POV


Mi diressi a rotta di collo giù per le scale. Poggiai Joy sul tappeto del salotto, circondandola da qualche pupazzetto in modo che giocasse e poi aprii le porte finestre che davano sul giardino. Ero ancora scalza e, mentre sentivo l’aria gelida di febbraio penetrarmi sin dentro le ossa, pregai con tutto il cuore di essermi sbagliata. Forse ero ancora mezza addormentata e mi ero immaginata tutto, forse era stato un sogno….forse un riflesso di..qualcosa.

Mi bastò voltare l’angolo per capire che non era affatto così.
Il prato era completamente ricoperto di foglietti bianchi e la piscina..
“Oddio..no, oddio no ti prego” mormorai, le parole che mi si spezzavano in gola.
http://i53.tinypic.com/10wl5yv.jpgL’acqua della piscina era completamente rossa.
Era una grande pozza rosso…sangue?
Quell’immagine mi diede il voltastomaco soprattutto perché il rosso spiccava in maniera assurda sul bianco dei fogli, proprio come se fosse neve schizzata di scarlatto.
Ok, pensa con calma, pensa con calma.
Il sangue aveva odore, no?
Sì..sì ce l’aveva ed era proprio per questo che detestavo entrare in una macelleria. Cercai di prendere un bel respiro ma non sentii altro intorno a me eccetto il classico odore della città che si svegliava e il vento Santa Ana che proveniva dal deserto.
A gambe tremanti mi avvicinai e, troppo presto, mi ritrovai al bordo della piscina. Disgustata e col cuore che batteva come una furia sfiorai la superficie col pollice e l’indice, per sfregarli poi insieme.
Tirai un sospiro di sollievo non appena sentii che quello non poteva essere ciò che più avevo temuto. Il sangue era viscido…quella era solo acqua.
Acqua colorata di scarlatto certo, ma solo acqua.
“Ma allora..cosa..” ebbi solo la forza di sussurrare “E’ stato uno scherzo?”
Improvvisamente sentii una rabbia così enorme invadermi che lacrime si raccolsero agli angoli dei miei occhi prima di colare lungo le guance.
Chi cazzo aveva potuto fare uno scherzo così orribile?
Chi cazzo poteva odiarci così tanto da..
I miei pensieri vennero interrotti dal suono del mio cellulare che proveniva dall’interno della casa. Mi alzai ancora terribilmente scossa ma, quando arrivai al divano, vidi che Joy l’aveva già agguantato e sorrideva felice ascoltando la voce di chiunque fosse dall’altra parte dell’apparecchio.
“Papà!! Sange sange” strillò
Oh no…
“No Joy amore, dammi il telefono.” Glielo tolsi con delicatezza prendendola in braccio e spostandola all’interno del suo box, al sicuro.
Portai l’apparecchio all’orecchio.
“Kris! Kris! Che succede Kris!” Rob strillava dall’altra parte del telefono terrorizzato “Che ha detto Joy. Ha detto sangue? Che sta succedendo?”
“Nie..niente..solo io..”
Cazzo!
Solo ora mi rendevo conto di quanto fossi ancora così scioccata da non riuscire quasi a parlare.
“Kris stai bene? Ti prego rispondimi!”
“No…cioè sì, tutto ok.” La voce mi tremò e si spezzò in gola ma cercai di reprimere l’istinto di piangere o correre in bagno al solo ricordare quella pozza rossa in giardino.
“Kris dimmi che cazzo sta succedendo. Adesso!” strillò così forte che temetti che anche Joy potesse sentirlo.
“Qualcuno..qualcuno ha fatto uno stupido scherzo” sospirai decidendo di raccontargli la verità “Ha buttato della vernice o qualcosa di simile in piscina e l’acqua è diventata tutta rossa. Stamattina ho guardato fuori dalla finestra e…niente mi sono spaventata. Tutto qui..noi stiamo bene.”
Sentii dei movimenti concitati dall’altra parte dell’apparecchio e delle voci in lontananza.
“Ma tu dove sei?” cercai di cambiare argomento.
“Non importa dove sono” rispose nervoso “Importa…Dio non è una cosa da poco! Come ha fatto qualcuno ad entrare in giardino?! Dovremmo avere un grandioso sistema di allarme con quello che lo abbiamo pagato..”
Fu in quel momento, col  biberon di Joy fra le mani, che mi immobilizzai.
Cazzo.
Cercai di ricordare tutti gli eventi della sera precedente. Il pomeriggio al parco, la cena davanti alla tv, la chiamata di Rob, l’addormentarci abbracciate e…e mi ero messa a letto senza inserire l’allarme.
Perché lo inseriva sempre Rob.
Perché..cazzo!
“Kris..”
“Non l’ho messo…” balbettai con una voce che non sembrava la mia “Non..non l’ho inserito..mi sono dimenticata..”
Ci fu silenzio dall’altra parte per circa cinque secondi prima che esplodesse.
“Kristen cazzo! Siete sole in casa e ti dimentichi di una cosa del genere?” urlò “Poteva entrare chiunque. Chiunque e farvi del male!”
“Lo so, accidenti, lo so” Ero così scossa che scoppiai in singhiozzi e feci cadere il cellulare che si aprì in mille pezzi sul pavimento.
Merda..
Col biberon di latte tornai in salotto e lo passai a Joy, cercando di non farle vedere le stupide lacrime che mi colavano lungo le guance.
Perché diavolo doveva succedere sempre tutto a noi?
Perché la gente non poteva lasciarci in pace?
Il telefono di casa squillò facendomi sobbalzare terrorizzata.
“Kris amore scusami” Rob iniziò a parlare così veloce che faticai a sentirlo “Scusa ti prego io..non volevo urlare. Ho solo paura”
Cercai di scacciare le lacrime e di mantenere sotto controllo i singhiozzi. “Hai ragione…avrei dovuto inserirlo. Hai ragione tu, hai ragione tu. Scusami.”
Cercò di ridacchiare ma capii subito che era un gesto solo dettato dall’ansia. “Ehi poteva capitare a chiunque. Ora sei al sicuro e vedrai che sarà stato solo uno scherzo stupido di qualche ragazzino.”
“Sì..sì” balbettai proprio mentre qualcuno suonava al cancello.
Sussultai così forte che quasi rischiai di rompere anche il cordles.
Ok, dovevo darmi una calmata.
“Chi è?” chiese Rob teso.
Mi alzai e con gambe tremanti osservai dalla telecamera la macchina che aspettava di entrare.
Immediatamente sospirai sollevata.
“E’ Ashley. L’altro giorno ci siamo sentite e ha deciso di venire con noi per il servizio e poi era un bel po’ che non vedeva Joy.”
“Bene, almeno vi farà compagnia. Ma tu te la senti di andare?”
La risposta sincera era no. Dopo tutto quello che era successo quella mattina la sola cosa che volevo fare era sprofondare sotto le coperte e non uscirne fino alla settimana dopo ma..
Ma poi pensai all’ipotesi di restare l’intera giornata chiusa in quella casa con Joy. Da sole.
Con una piscina sul retro rossa come il sangue.
No, grazie.
“Sì…sì voglio uscire.” Risposi subito “Assolutamente.”
“Ok..” Rob sembrava restio a riattaccare. Probabilmente pensava che se lo avesse fatto sarei di nuovo scoppiata a piangere.
“Ti lascio andare al lavoro.” Cercai di mettere su il mio migliore tono rilassato “Davvero ora c’è Ash…va tutto bene.”
Non l’avevo per nulla convinto. “D’accordo. Chiamami però quando sei la. Ti amo”
“Ti amo”
Ti prego torna presto. Evitai di aggiungerlo perchè sapevo che avrebbe solo portato un’altra ondata di lacrime che non volevo versare di fronte ad Ash.
Riagganciai e, quando aprii la porta, lei mi volò praticamente a fianco quasi senza salutarmi, ma pronta a coccolare e vezzeggiare Joy. Non potei non notare i due pacchi regalo che teneva fra le mani.
Le avevo pregato di sorvolare sul fatto di non aver dato i regali di Natale a Joy, le avevo detto che aveva già ricevuto troppe cose, metà delle quali non le servivano neppure ma…ma con Ash era inutile ovviamente.
Lanciai una rapida occhiata al mio riflesso allo specchio e corsi a salutarla.
Lei mi gettò le braccia al collo, prima di rendersi conto di che ora fosse e del fatto che sia io che Joy eravamo ancora in pigiama.
“Kris è tardissimo!” esclamò “Buttati sotto la doccia o non arriveremo mai!”
“Bah non preoccuparti. Ci metto dieci minuti in tutto a vestirmi, davvero”
La vidi arricciare il naso, probabilmente al pensiero che qualcuno potesse anche solo pensare di prepararsi in meno di un ora, e poi prendere Joy tra le braccia e afferrarmi un braccio.
“Cosa mi tocca sentire? Fila a prepararti, io mi occupo della mia nipotina acquisita. Certo sperando che nell’armadio abbia qualcosa che non siano converse…”
Non potei fare a meno di ridere. La presenza gioiosa ed euforica di Ashley era così viva che riusciva a scacciare anche i pensieri cupi di quella mattina. O quasi del tutto per lo meno.
Mandai un messaggio prima di entrare nella doccia e lasciare che l’acqua calda mi sciogliesse i muscoli tesi.
Dovevo assolutamente sistemare quello schifo in giardino e impedire che qualcuno della mia famiglia lo vedesse.
O soprattutto Rob…
Scossi il capo, cercando di non pensare e non guardare mai fuori dalla finestra della camera.
Come previsto in meno di mezz’ora ero pronta. E meno male visto che Ash mi aspettava già ai piedi delle scale con un’elettrizzata Joy in braccio. Una Joy vestita totalmente di rosa..
Oddio…
“Dai muoviti, la macchina è arrivata e ci aspetta!” mi incitò Ash “Oh ed è arrivato anche un uomo con un furgoncino bianco.”
“Ehmm..sì” balbettai “Voi andate in macchina e aspettatemi li, ok?”
Ashley annuì prima di dirigersi verso la berlina nera al cancello, mentre io andavo incontro all’uomo di mezza età che era appena arrivato: il giardiniere che di solito si occupava della pulizia e del mantenimento del nostro giardino
“Salve John!”
“Signora Stewart” mi salutò sfiorandosi il cappello “Mi è arrivato il suo sms, sembrava urgente.”
“Lo è mi creda” spiegai camminando verso il retro insieme a lui “Guardi qui…”
Vidi la sua bocca spalancarsi.
“Devono aver buttato una specie di vernice o qualcosa di simile…”
“Mi faccia dare un’occhiata”
John si chinò e aprì il filtro della piscina.
“Ah ecco qui il problema!” esclamò tirando fuori tre di quelli che mi sembravano semplici…tubetti.
“Questi sono coloranti concentrati a rilascio graduale. Sono tre quindi possono colorare una superficie molto estesa. Messi nel filtro entrano in circolazione nell’impianto e puf…in poche ore la piscina è ridotta questo schifo.”
“Quindi è…qualcosa che potrebbe aver fatto chiunque. Anche un ragazzino?”
Annuì. “Sì…è possibile certo”
“Senta può ripulire i fogli e..la piscina. Diciamo entro stasera?”
“Mi ci vorrà tutto il giorno e..avrei altri appuntamenti.”
Abbozzai un sorriso. “Le pagherò il doppio della paga all’ora.”
Quell’offerta sembrò convincerlo perché immediatamente si attaccò al cellulare per organizzare il materiale di cui aveva bisogno.
Finalmente quell’incubo sarebbe finito. Sarei tornata a casa quella sera e il prato sarebbe stato immacolato e l’acqua cristallina come sempre.
Mi chinai addirittura a raccogliere uno di quei stupidi fogli che tappezzavano il prato. Era totalmente bianco, eccetto che per due stupide x sul fondo della pagina.
Per un secondo l’immagine della sigla di ‘Gossip girl’ mi passò in testa e non potei non sorridere.
Forse era davvero uno stupido, innocuo scherzo.
Forse una ragazzina aveva saputo qual’era la nostra casa e aveva scelto per sua fortuna l’unica sera in cui non c’era l’allarme per cercare di entrare.
Forse aveva usato il colore rosso senza un inquietante significato nascosto ma solo perché le era venuto comodo.
Già.
Forse.



http://i53.tinypic.com/ev505h.jpg“Ok,  scusa Kris puoi farle posare le manine sulla parete?” Il fotografo mi indicò il muro di cartongesso viola proprio sotto uno dei grossi riflettori ma, prima che avessi il tempo di muovermi, Ashley era già volata a fianco di mia figlia conducendola per mano e spiegandole di stare ferma e sorridere.
E non potei impedirmi di fare lo stesso.
Ashley in fondo era molto brava con i bambini, ero certa che sarebbe stata una madre grandiosa. Certo, sarebbe impazzita alla quarta notte in bianco ma…beh forse era ancora un po prematuro parlare di Ashley ed eventuali suoi figli.
Scoppiai a ridere quando tirò fuori dalla tasca una molletta a forma di piccola coccarda multicolore e la appunto tra le soffici onde di Joy, beccandosi un’occhiata tutt’altro che amichevole del fotografo, Will.
“Forse dovresti lasciare fare a loro prima che ci buttino fuori.” Le sussurrai quando tornò al mio fianco.
“Era solo per dare un po di colore al maglioncino grigio” protestò “Che male c’è?”
“Niente solo che magari sono loro quelli di Vogue, quindi…”
“Ehi io sono altrettanto esperta di moda, cosa credi?”
Sospirai. “Non lo metto in dubbio Ash..”
Meglio lasciar perdere, non avrei mai vinto con Ashley e francamente mi era mancato quel lato testardo e divertente del suo carattere.
“Ok, pronte per un altro cambio!” urlò l’assistente e, immediatamente, io e Ash fummo a fianco di Joy per aiutarla ad indossare un altro completino.
“Oh mio Dio!!” strillò la mia amica “Questo è…è bellissimo! Una mini divisa da cheerleader dei Dallas Cowboys! Awwww”http://i53.tinypic.com/r8e7np.jpg
“Awww” la imitai non avendo la minima idea di cosa parlasse. Beh in realtà conoscevo la squadra visto che, dopo aver vissuto tutta la vita con quattro uomini, qualcosa in testa mi era entrato ma non potevo di certo dire di essere un’esperta di sport.
“O mio Dio com’è bella com’è bella!” riprese a strillare Ashley una volta che Joy fu pronta e in perfetta versione ragazza pon pon.
Il fotografo ci indicò una parete in mattoni grigi che avrebbe fatto da sfondo alla mia piccola modella e noi la conducemmo li tenendola per mano. Ci allontanammo dal set ma, questa volta, a differenza delle altre, Joy decise di non voler più rimanere sotto le luci della ribalta.
Fece per seguirci e fui costretta a distrarla con delle gelatine alla frutta per farla restare ferma sotto i riflettori ed evitare che corresse verso di noi ogni volta.
L’umore le si era un po guastato però, perché non riuscii a farla sorridere neppure con il mio miglior repertorio di smorfie. La cosa non sembrò disturbare il fotografo che disse che così aveva un espressione ‘profonda e riflessiva’.
Per quanto mi riguardava ero solo contenta che fossimo finalmente a metà mattina.
http://i54.tinypic.com/5l524l.jpgDa lì in poi Joy divenne piuttosto insofferente a tutte quelle attenzioni. La capivo poverina: ormai l’effetto sorpresa era svanito e le luci, i flash e i vestiti avevano iniziato a perdere il loro potere magico. Riuscii comunque a strapparle due scatti splendidi. In uno era seduta su un prato che mihttp://i52.tinypic.com/2urs6k6.jpg ricordava in qualche modo la radura di Edward e Bella mentre nell’altro teneva in mano una girandola mossa da quello che era un perfetto ‘effetto vento’. Ovviamente le foto erano state fatte davanti ad un fondo verde e il background sarebbe stato aggiunto solo in un secondo momento visto che erano di ambientazione ‘estiva’ e fuori era troppo freddo e gli alberi troppo spogli per anche solo provarci.
Finalmente a mezzogiorno ci ritrovammo a dover fare gli scatti ‘a due’, gli ultimi prima di pranzo. In pratica tutti i bimbi del servizio erano stati appaiati a due a due per delle foto e noi..
Beh a dire la verità ancora non sapevo con chi Joy dovesse farle ma, quello, era il mio ultimo problema mentre tentavo di farle indossare il vaporoso abitino bianco in piena modalità ‘capriccio’.
Ashley aveva un impegno di lavoro e non c’era neppure lei ad aiutarmi a calmare Joy.
“Mi dispiace” mi scusai col fotografo “Deve essere un pò stanca. Dopo un po si distrae facilmente..”
Scosse la mano, bloccandomi. “In realtà è tra le bimbe migliori che abbia fotografato per tutto il servizio. Alcuni erano…agghiaccianti.”
Scoppiammo entrambi a ridere e io mi immaginai certi piccoli che vedevo quasi ogni settimana sulle copertine delle riviste e che mi davano l’idea di essere assurdamente viziati.
“E’ talmente brava che potrebbe avere un futuro come modella.”
“Oh Dio spero di no. Non vorrei diventasse una ragazza anoressica e..”
Il fotografo improvvisamente si interruppe e mi mollò li a parlare al vento correndo ad abbracciare qualcuno alle mie spalle.
“Miranda!” esclamò eccitato “Oddio non ti vedo da così tanto tempo! Oh e quest’angioletto è Flynn..o mio Dio è divino e spezzerà tanti cuori come il suo papà!”
Oddio, pensai, e io non mi ero accorta che tu fossi così tanto gay.
Mi voltai e vidi una ragazza coi capelli castani e lisci che teneva fra le braccia un neonato, accompagnata da una signora di mezza età che presumetti essere o la madre o la tata.
Miranda…Miranda… mmm.
Ero certa di averla già vista da qualche parte…ma dove? Anche il nome mi suonava famigliare.
Miranda..mmm
No. Cavolo, perché avevo una memoria così schifosa?
Infilai il vestito bianco col fiocco a Joy con un po di fatica, dandole un'altra caramella per farla stare buona prima.
“Dai amore tra poco c’è il break per il pranzo. Non posso continuare a darti  caramelle” mormorai riuscendo a farle passare il braccio nella manica e tamponandole le lacrime.
Joy sembrò abbastanza felice della gelatina ma il vero miracolo per tranquillizzarla lo operò la nuova arrivata, che dopo aver parlato con varie assistenti e aver preparato il suo bambino lo portò verso di noi.
Era piccino, non avrà avuto più di un paio di mesi, e io mi incantai a guardare il suo nasino perfetto e le sue palpebre stese e rilassate nel sonno.
Joy sgranò gli occhioni e si aprì in un enorme sorriso, incuriosita.
“Ok” iniziò Will “Per stare sicuri e certi che nessuno si faccia male faremo gli scatti sul letto. Joy e il piccolo Flynn staranno seduti in varie pose e cercheremo di fare il più in fretta possibile magari senza svegliare l’angioletto.”
“Oh non fa nulla” rispose Miranda “Lui è molto buono di solito.”
Flynn…Miranda…
Miranda… Flynn
Mi suonavano famigliari ma non riuscivo ad identificarli.
“Io sono Miranda” mi tese la mano mentre sistemavamo i piccoli al centro del grosso letto in ferro battuto e contornato di cuscini bianchi e soffici “Piacere di conoscerti. Tu sei Kristen vero?”
“Ehmm..sì.” borbottai. Fantastico. lei mi conosceva e io invece neppure sapevo dove l’avevo vista. Eppure se era lì col figlio doveva per forza essere un’attrice…
Kristen Stewart che non riconosceva una star di Hollywood. Già mi immaginavo le pagine dei giornali: che figura del cavolo.
“Non mi hai riconosciuta, vero?” domandò come se mi avesse letto nel pensiero.
“No! Cioè sì! Cioè tu sei..sei..”
“…la moglie di Orlando Bloom?” mi aiutò lei.
“La moglie di Orlando Bloom!” esclamai battendomi un colpo in fronte. Ecco dove l’avevo già vista! Era incinta ed era venuta alla premiere di Breaking Dawn!
Lei scosse il capo ridendo mentre ci facevamo un po’ da parte per lasciare che facessero alcuni scatti a Joy e Flynn stesi fianco a fianco sulle coperte.
“Non fa niente…in fondo io faccio la modella, non l’attrice. Non mi sono offesa.” Sussurrò sorridendomi.
“Scusami davvero. Seguo poco il gossip”
“Questo è un punto a tuo favore.” Commentò.
“Ok signore” Will ci interrupe “Ora qualche scatto con Flynn tra le braccia di Joy”
Sospirai. Quella era la parte che mi aveva un po spaventata sin da quando avevo saputo di mia figlia e del neonato che avrebbe dovuto reggere. Non che non fosse buonissima ma…ma aveva 19 mesi e poteva fargli male con un gesto brusco in un secondo.
“Ok Joy ora ti passo il bimbo ma tu..”
“Bibbo bibbo bibbo!” urlò entusiasta.
Le posai un dito sulle labbra. “Shhh dobbiamo fare piano o si sveglia e noi vogliamo che faccia tanta nanna. Ora la mamma  ti spiega come tenerlo, ok?”
Lei annuì seria e composta.
Miranda le sorrise carezzandole i ricci e prendendo tra le braccia il figlioletto prima di posarlo sulle gambine stese di Joy.
“Metti una mano qui, sotto il sederino” le spiegò “E la testina la poggi invece qui sul tuo braccino. Perfetto..”
Joy si mosse leggermente, eccitata, ma rimase comunque nella posizione corretta così ci azzardammo a fare un passo indietro, lasciando che il fotografo facesse il suo lavoro, pur restando a distanza di sicurezza.
“Tuo figlio è meraviglioso” mormorai senza riuscire a smettere di guardarlo.
Era così minuscolo e perfetto allo stesso tempo che mi pareva impossibile che la mia stessa bambina fosse stata tanto piccina. Sembrava passato un secolo da quando tenevo Joy in braccio per le prime volte ed ero letteralmente terrorizzata di poterle fare del male solo stringendola un po di più. Ma poi c’erano stati i momenti che non avrei mai dimenticato: capire che era me quella che voleva. Quella di cui aveva bisogno, quella che la nutriva col suo seno…
“Anche la tua” rispose “E poi è…sarebbe una sorella maggiore incredibile. Guarda com’è portata!”
Era vero. Proprio in quel momento Joy aveva sollevato la mano che teneva posata sul sederino del piccolo e gli aveva accarezzato il nasino. Flynn l’aveva arricciato un pochino aprendo gli occhietti chiari per qualche secondo prima di richiuderli e rimettersi a dormire profondamente.
Trattenni a stento un gemito mentre le parole di Miranda penetravano nel mio cervello. Non mi serviva nemmeno un secondo per rendermi conto che…che se il mio bambino fosse vissuto a quest’ora sarei stata al nono mese. Magari sarebbe già anche nato e magari Joy, in quel preciso momento, sarebbe stata in una camera di ospedale a tenere fra le braccia il suo vero fratellino.
Non farlo, non farlo, non farlo…
Cercai di prendere un bel respiro e di scacciare quei pensieri che di tanto in tanto tornavano a tormentarmi.
Non potevo cambiare il passato.
IO avevo una famiglia perfetta, una figlia splendida e un marito che adoravo.
Ed andava bene così….mi andava bene.
Che bugiarda…
Una parte di me sapeva che se fossimo stati solo noi tre per sempre sarei stata felice e appagata comunque ma...ma se invece fosse stato così solo per una mia paura di provarci ancora, di buttarmi..beh in tal caso non me lo sarei mai perdonata.
Perché amavo Joy e Rob e sapevo che il mio cuore batteva per loro.
Ma sapevo che c’era  spazio, tanto altro spazio, anche per qualcun altro.
E forse un giorno sarebbe stato reale.
                                                    *******************


Tolsi il gilet viola ed i jeans a Joy per poter così aiutarla ad indossare quello che era l’ultimo cambio della giornata.
Stavo per cadere a terra esausta e la mia piccola non era certo da meno, ma stava sopportando tutto piuttosto stoicamente.
Eravamo all’sterno ora ed era stato ricreato un bellissimo set ‘autunnale’ con foglie secche, muschio e…zucche giganti.
http://i51.tinypic.com/iwqdud.jpgTema delle foto: Halloween. E, quindi, Joy indossava una maglia nera, leggins in tinta e uno splendido tutù in tulle arancione. Dire che le foto sarebbero state un capolavoro era un eufemismo, e non solo perché io ero la sua mamma.
“Tesoro ora ascoltami” la spronai “Manca poco poco e poi torniamo a casa e ci rilassiamo, d’accordo? Mamma ti promette di prepararti il latte e farti vedere un bel cartone….però adesso fai un ultimo sforzo, ok? Guarda quante belle zucche! Vuoi giocarci un po’?”
Lei sorrise con i suoi dentini in bella nostra. “Ducca!”
Aspettai che finissero di sistemare il set e, al cenno del fotografo, la misi a terra, lasciandola correre e sgambettare tra le zucche.
Prese a toccarle e a colpirle, alternando risa a sguardi estremamente buffi che Will immortalava cercando di restare a più distanzahttp://i56.tinypic.com/2501o3s.jpg possibile per non rovinarne la spontaneità.
Mentre Joy si divertiva sull’erba mi persi per una attimo ad osservare il cielo che man mano si scuriva e sentii un brivido attraversarmi la schiena al pensiero che presto sarei dovuta tornare a casa e restare sola tutta la notte con Joy.
Non avevo pensato all’incidente di quel mattino per tutto il giorno, troppo presa fra prove di vestiti e bambini urlanti ma ora che si faceva sera…
Era stupido lo sapevo, ero stata a casa sola con mia figlia decine di volte eppure…l’immagine della piscina in quello stato era ancora così viva che avrei voluto correre a nascondermi dietro ad una zucca proprio come Joy.
Lei invece sembrava tranquilla, tanto che mi rivolse un ampio sorriso prima di iniziare a correre spedita verso di me. Allargai le braccia per accoglierla e rimasi scioccata quando mi superò di corsa strillando…
“Papà!”
Mi voltai di scatto proprio nel momento in cui Joy si gettava fra le braccia di Rob che se ne stava tranquillamente al bordo del prato ad osservarci con una bottiglia di coca cola in mano.
Diedi a malapena il tempo al mio cervello di registrare la sua presenza prima di percorrere gli stessi passi della mia bambina a gettarmi anche io su di lui. Mi afferrò con facilità, tenendoci ciascuna su un braccio.
Inspirai il suo profumo, affondai le mani tra i suoi capelli e le labbra sulle sue, senza dargli neppure il tempo di salutarmi.
E quando lo sentii…quando lo sentii davvero con me e capii che non avrei dovuto passare la notte sola a rigirarmi terrorizzata, crollai.
Iniziai a piangere e nessuno dei suoi baci, nessuna delle sue preghiere riuscì a tranquillizzarmi.
Piansi.
Piansi nel viaggio di ritorno verso casa, piansi in auto, piansi mentre lui diede il latte a Joy e la mise a letto. Cercai di contenere i singhiozzi di fronte a lei ma non smisi mai di piangere.
Solo dopo quelle che mi parvero ore, sdraiati al buio sul nostro letto, riuscii a calmarmi a sufficienza per poter parlare. Le sue mani mi stavano accarezzando la pelle  della schiena mentre sentivo ogni centimetro del suo petto nudo contro il mio. Non avevo freddo anche se eravamo a febbraio; la sola cosa di cui avevo bisogno era il calore del suo corpo.
“Sai, non ti crederò più” mormorai quando mi sentii abbastanza certa di non scoppiare più a piangere “Ogni volta che mi dici che torni un certo giorno…poi torni prima. La prossima volta ti impedirò di sorprendermi”
“E io che sono tornato per portarti prezioso cioccolato del Tennessee come dono di San Valentino. Cioccolato ripieno al caramello per giunta. Non avevi detto che avresti sempre voluto provarlo ma non avevi mai avuto l’occasione?”Ridacchiò. “Perché tanto sorpresa di vedermi? Aspettavi l’amante e io ho rovinato i tuoi piani eh?”
Per qualche strana, incomprensibile ragione, sentii un'altra lacrima rigarmi il volto e bagnare anche il suo. Oggi era il 14 e io non me n’ero neppure accorta mentre invece Rob si era ricordato anche di una stupida frase che avevo detto mesi prima.
“Lo so…sei scossa per stamattina” sussurrò ansioso “Ma ti giuro che non permetterò a nessuno di farti del male. Vi chiuderò in una gabbia d’oro se serve a proteggere te e Joy. E’ una promessa”
Mi accoccolai ancora di più a lui quasi come se avessi voluto fondermi nel suo corpo. Solo così mi sentivo bene, al sicuro, completa. Era una situazione di calore simile a quella che per un attimo, avevo sentito guardando Joy con Flynn solo poche ore prima.
Era la sensazione di sapere che l’amore era più forte della paura, delle minacce, dell’ignoto.
Non so se passarono minuti, secondi od ore ma so che, ad un certo punto, mi sentii più tranquilla. Non potevo permettere al terrore di governare la mia vita. In nessuno dei suoi aspetti.
“Rob” al buio sussurrai parole che credevo non avrei mai più avuto il coraggio di pronunciare “Tu vorresti…vorresti provare ad avere un altro bambino?”


Awwwwww lo sappiamo cosa state pensando. Queste passano dall'angoscia ai momenti *___* in uno schiocco di dita. Ahahahahah no la verità è che questo capitolo è pieno di cose importanti ed ENORMI, anche se il tutto è un po contorto. Lo sappiamo che direte 'Oddio che inquietudine..' ma abbiate fede perchè tutto ciò che scriviamo avrà un perchè e sarà rivelato a tempo debito muhahahahah. Ok basta, così sembriamo un po Nostradamus oO.
Visto che mancano pochi capitoli alla conclusione continuate a recensire e a rovesciarci addosso tutto il vostro amore!!! Anche se siete più tentate di rovesciarci in testa un masso, invece :P
Alla prox week!

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Capitolo 46
*** Una serata movimentata ***


Una serata movimentata Buonasera girls!!!!! Scusate ahah stasera ho poco da dire perchè sono di corsissima ( ah non mi dite che siete felici perchè io so che adorate i miei discorsi vaneggianti e divertenti u.u) perciò vi lascio al capitolo subito subito. Ma prima vogliamo ringraziarvi ancora tantissimo per le recensioni e tutto il supporto che ci continuate a dare dopo mesi e mesi ueueueueu...scusate oggi mi commuovo facilmente, sarà la sindrome premestruale ueueueu.
Ehm...sì so che avevo detto che non avrei fatto discorsi stupidi ma evidentemente non ne sono capace u.u.
Ok, vi lascio davvero al cap e...enjoy.
P.S= Avete reagito bene alla piscina rossa ahahah pensavamo peggio ù.ù. Siamo felici, avete dimostrato di essere abbastanza forti da resistere anche a ehm..eventi molto peggiori, quindi?? Muhamuha..
Alla prossima settimana girls
Kiss kiss
Cloe e Fio


CAPITOLO 46 (Fio)


UNA SERATA MOVIMENTATA



POV Kris


“Rob” al buio sussurrai parole che credevo non avrei mai più avuto il coraggio di pronunciare “Tu vorresti…vorresti provare ad avere un altro bambino?”
Restai in attesa di una sua risposta mentre il suo respiro che cresceva e moriva pian piano condizionava il mio petto. Sentii la sua mano fermarsi improvvisamente sulla mia schiena.
“Perché me lo chiedi?”
“E tu perché non rispondi?” risposi sinceramente presa alla sprovvista da quella reazione. Insomma, credevo fosse quello che voleva.. Lo credevo così tanto che avevo immaginato una sua reazione già scontata, come se la mia domanda dovesse essere solo un modo per dirgli che ero pronta e non per realmente chiedergli se lo volesse.
Non lo voleva più forse?
Ci fu di nuovo silenzio per alcuni secondi in cui sentii il bisogno di cercare la sua mano sulla mia vita per stringere le sue dita tra le mie.
“Ho paura a risponderti..” respirò piano come se insieme alla paura di rispondere alla mia domanda ci fosse anche il terrore di confessare quella paura stessa.
“Non devi averne..” portai l'altra mia mano attorno al mio corpo in modo da sfiorare la sua che era sulla mia schiena ancora immobile. “Accarezzami.. e.. rispondimi solo..” sussurrai mentre la sua mano di nuovo si muoveva sulla mia schiena, in piccoli cerchi leggeri.
“Si.. Kristen.. Si, mi piacerebbe.. dovresti saperlo..”
Immediatamente mi tranquillizzai. “D'accordo..” sorrisi.
“D'accordo cosa? Perché questa domanda? Tu stai bene, o..?”
“Sto bene Rob.. sto finalmente bene e .. non lo so.. pensavo..” sospirai cercando un punto da cui iniziare. “Bè oggi Joy ha fatto coppia con un bambino piccolo, due mesi circa, per il servizio.. Sai, il figlio di Orlando Bloom. Avresti dovuto vederla.. Era così tenera ed emozionata e.. attenta, come se fosse ipnotizzata e consapevole. A volte mi meraviglio di come sembri percepire così tante cose alla sua età..”
“Un'altra cosa che mi sono perso..” sospirò a bassa voce.
“Oh no amore.. non iniziare.. Non è stato niente di epico, importante o trascendentale.. A dirla tutta è stato un po' uno stress.. A un certo punto non ce la faceva più. Fossi stata io avrei dato di matto.. ma non è questo il punto..” lo rassicurai carezzandogli il dorso della mano e cercando di nuovo di riprendere il filo del mio discorso, il che mi risultava alquanto difficile visto che non ne avevo propriamente tracciato uno.
“Sia io che te.. siamo cresciuti con dei fratelli e delle sorelle su cui poter contare.. Io non voglio che lei sia sola.. Anche quando un giorno io e te non ci saremo più..”
“Kris oddio! Ti prego! Che cosa macabra. Perché dobbiamo parlare della nostra morte adesso?”
“Perché è proprio adesso che dobbiamo pensarci. Io ho solo ventidue anni, è vero. Tecnicamente siamo così in anticipo, se così si può dire. Da un punto di vista oggettivo abbiamo tutto il tempo che vogliamo ma.. è davvero così? Ce l'abbiamo questo tempo? Non possiamo più saperlo ormai. Non sappiamo quanto tempo potrebbe volerci né se è possibile.. E non voglio ridurmi a trent'anni con la paura che il tempo abbia solo peggiorato le cose..”
Dire quelle parole ad alta voce in qualche modo aiutò a farmi scendere addosso una tristezza che non mi aspettavo quando avevo aperto il discorso. Credevo che Rob avrebbe semplicemente detto di si, lo avrei baciato e tra la sue braccia avrei dormito serena fino al mattino..
Ora invece un velo di angoscia non mi permetteva di vedere le cose così chiaramente come avevo creduto.
“Ehi..” disse lui voltandosi verso di me e prendendo il mio viso tra le sue mani.
Perdendomi nei suoi occhi riuscii a calmarmi e mi rilassai mentre le sua mani carezzavano le mia guance impedendo alle lacrime di scendere oltre..
“Va tutto bene amore.. io la penso come te.. e sai che stavo aspettando che tu fossi pronta ma..” fece una pausa.
“Ma..?” chiesi quasi in ansia.
“Ehi, io posso aspettare. Non devi farlo per me né per Joy. Non deve dipendere da noi. Non deve dipendere dalla paura del tempo o dalla paura della paura stessa. Devi sentirlo dentro.. Devi volerlo, devi averne bisogno.. E io aspetterò sempre.. Non sono mai stanco di aspettare te perché ne vale sempre la pena..”
Sorrisi e quasi mi commossi a quelle parole. Rob. Lui era l'unica persona che riusciva a capirmi davvero anche quando io stessa non mi capivo. Era l'unico che riusciva a tranquillizzare quel lato di me che non conoscevo. L'unico per cui venivo sempre prima di ogni altra cosa insieme a Joy, l'unica persona che avrebbe continuato ad aspettare me in eterno.
Gli dovevo un briciolo di verità e la verità era che forse avevo ancora troppa paura. Lo volevo un altro figlio e sapere di essere limitata non faceva che far crescere il mio desiderio e alimentare la speranza di poter un giorno rivivere tutto quello che avevo vissuto con Joy.. ma forse la mia ferita era ancora un po' latente, forse non era ancora chiusa, o forse lo era ed ero troppo spaventata che potesse riaprirsi.
E se non fosse andata bene? Se avessi perso la speranza in seguito a tentativi inutili? Se, caso peggiore, ci fossero state complicazioni?
Erano queste le mie vere paure.. così diverse da quelle che avevo provato la prima volta..
Così vere.. così reali in confronto alla paura di non saper cambiare un pannolino..
Ma con Rob.. Io dovevo.. Io lo volevo.. e non era solo la paura a frenarmi e dettare il mio desiderio allo stesso tempo.
“Io.. io lo voglio. Ho paura.. è vero.. Ma voglio provarci. So che lo voglio ora e lo vorrò sempre di più. Magari.. magari non proprio subito.. non so..” arrancavo nelle parole. “Magari tra un po'.. potrei interrompere la pillola.. tanto per provare.. che dici?”
Alzai gli occhi e incontrai l'unica risposta che poté scaldarmi il cuore: il suo sorriso.
Uno dei sorrisi più dolci e sinceri che gli avessi mai visto in volto mentre lentamente avvicinava le sua labbra alle mie per posarvele con cautela.
“Dico che ti amo.. e che farò sempre qualunque cosa tu voglia.. sarò sempre con te qualunque cosa tu decida..”
“Ma questo non riguarda solo me, non devi assecondarmi..”
“Non lo faccio.. ma il corpo è tuo..”
“Il cuore no.. Quello è tuo da molto..”
Un altro sorriso, un altro bacio.
“Non potevo vivere senza..”
Sorrisi stringendomi al suo petto.
“Cosa farei senza di te?” mi resi conto di averlo detto ad alta voce solo quando mi rispose.
“E' una domanda inutile..perché sarò sempre qui..” disse e mi strinse a se permettendomi di posare le labbra e il viso nel suo collo mentre sentivo la stanchezza per la stressante giornata crescere sempre di più.
“Ora dormi amore mio.. c'è tempo..” e mi lasciai cullare da quelle parole.
“C'è tempo..”
Lo squillo improvviso del cellulare che mi avvisava dell'arrivo di un messaggio mi ridestò dai miei pensieri e mi tolsi la matita dalla bocca per osservare quanto fosse mordicchiata, segno della profondità del ricordo di quella conversazione di quasi un mese fa..
E cos'era cambiato da allora? Ancora niente..
Avevo da poco interrotto la pillola e ancora mi sembrava assurdo che mentre nel caso di Joy era stata una dimenticanza non prenderla ora era il mio volere a indirizzarmi su quella strada.
http://i52.tinypic.com/2m43trq.jpgDiedi una rapida occhiata a mia figlia chinata sul tavolino, impegnata a scarabocchiare su un foglio e poi presi il cellulare sicura di chi fosse.
E infatti..    
Pausa.
Voglio essere a casa. Mi mancate troppo!
A dopo amore mio.
Dai un bacio allo scricciolo.
Sorrisi tra me e me e senza pensarci due secondi mi chinai anche io sul tavolino di fronte al divano e allungandomi dietro Joy la strinsi al mio petto e le scoccai una serie di baci sulla guancia e poi sul collo fino a farla ridere per il solletico. Alla fine dovette essere così stufa che mi diede una piccola gomitata nello stomaco per riappropriarsi dei pastelli a cera e riprendere il suo perfettissimo quadro astratto.
Io tornai sul divano e mandai un veloce messaggio a Rob.
Pensa a lavorare e a portare i soldi a casa,
sfaticato.
Posai il cellulare di nuovo sul tavolino visto che non mi aspettavo una risposta che invece arrivò poco dopo.
Che antipatica! u.u e io che non faccio che aprirti il mio cuore.
Imparerò...
Dio, che bambino, pensai mentre sorridevo scrivendo un altro messaggio.
Quanto durano queste pause?
Sempre troppo poco.. devo andare. Ti amo.
Ok, buon lavoro.
Risposi fredda giusto per torturarlo ancora un po'..
...
Tre puntini sospensivi furono la sua unica risposta.
“Mamma, papà?” chiese Joy continuando a disegnare sul foglio.
“Torna presto amore..” le risposi pensando a quanto avrebbe davvero capito il significato di presto. Cosa poteva significare per lei? Il tempo di fare una pipì o di bere un biberon?
Decisi di non stare troppo a riflettere su quello stupido quesito e senza pensarci mandai un ultimo messaggio a Rob sperando lo leggesse prima di tornare a lavoro.
Ci manchi anche tu..
Ti amo flippy.
Due secondi e arrivò la sua risposta.
Lo sapevo! u.u
Un bacio... lì dove ti piace tanto.
Sorrisi tra me e me pensando di averlo al mio fianco.
Era strano come potesse mancarmi tanto.. C'erano stati periodi peggiori, periodi più duri e più lunghi.. eppure senza di lui la casa mi sembrava così vuota.
Bè, vuota per modo di dire. Rob aveva raddoppiato le guardie in modo che due fossero perennemente all'entrata del cancello e altre due alla porta della casa.
Aveva anche fatto in modo di far sistemare la dependance della piscina così che almeno Dean e John potessero essere presenti ventiquattro ore su ventiquattro.
Ero costantemente tenuta d'occhio e nonostante le mie lamentele Rob non aveva voluto sentire ragioni.
Tuttavia in quella casa così grande senza di lui mi sentivo sola..
Mi rilassai un po' al pensiero che sarebbe stato solo per pochi giorni ancora. Le riprese di Water for Elephants erano praticamente finite e da una settimana si trattava solo di rigirare delle scene e pensare ai ritocchi, difatti Rob non tornava mai a casa più tardi delle otto.
Inoltre era sempre così attento e premuroso da farmi sapere ogni santo giorno quanto avrebbe voluto essere con noi. A volte credevo che esagerasse ma poi immaginavo me nella sua situazione e mi rendevo conto che non sapevo se ce l'avrei fatta, a stare lontana da Joy per giorni interi, con la paura di perdermi anche un piccolo passo della sua crescita.
I miei occhi caddero sul copione di On the Road che era tra le mie mani e per un momento mi chiesi se stavo facendo la cosa giusta.
Era giusto lasciare mia figlia da sola? Bè, ovviamente non sarebbe stata sola.. Sarebbe stata col padre, come stabilito.. Ma, se avesse sentito la mia mancanza? Se mi avesse voluta? Se mi avesse chiamata o avesse pianto per telefono?
Io non potevo esserci..
Eppure.. amavo il mio lavoro.. Mi mancava recitare e quella parte era in ballo da anni..
Dio quanto amavo quel libro.. il solo pensare di poter esserne parte attiva mi aveva fatto saltare di gioia quando avevo avuto la conferma del ruolo e ora..?
Ora non lo sapevo più..
Ora vedevo la mia bambina che arricciava il naso mentre si pitturava le mani con i pennelli e non lo sapevo più..
In fondo, a che mi serviva lavorare?
Avevamo tanti di quei risparmi da poter non fare nulla per il resto della vita. Avrei potuto stare con mia figlia e godermi ogni secondo della sua vita..
Fu quel pensiero esatto a farmi rinsavire..
Ma cosa mi stava saltando in mente? Io dovevo allontanarmi da lei, dovevo fare in modo che non fosse attaccata a noi più di quanto non lo fosse già o sarebbe cresciuta in una gabbia d'oro, morbida e sicura.
E i suoi rapporti sociali? Non potevano ridursi a me, Rob, i suoi nonni e gli zii..
Feci un profondo respiro e quando alzò il viso per farmi ciao con la manina ricambiai mandandole un bacio con la mano e lei fece lo stesso prima di tornare a concentrarsi sul foglio.
http://i56.tinypic.com/rmocuv.jpgSospirando restai assorta nei miei pensieri ancora un po', finché non vidi la telecamera buttata poco più in là sul divano. Lasciai da parte il copione e mi allungai per prenderla e accenderla.
Joy non si era accorta di me e per un po' la filmai mentre disegnava, concentrata sul suo muovere il pennello avanti e indietro come se fosse impossessata.
“Joy..” la chiamai dolce attirando la sua attenzione. Guardò la telecamera per qualche secondo e poi me.
“Lo mandi un bacio alla mamma?” dissi e come prima le mandai un bacio sperando che facesse lo stesso. E con immenso piacere subito dopo la mia bambina si portò una manina alla bocca e poi lanciò il suo bacio verso di me. Feci finta di afferrarlo e la ringraziai.
“Cosa stai disegnando?” dissi avvicinandomi e inquadrando il foglio pieno di linee contorte.
“Siamo noi questi? Mmm? Io, te e papà?”
Lei annuì ma non sapevo se avesse capito quello che avevo detto né tanto meno se fosse quello che aveva in mente di disegnare. Al 99% mi stava solo assecondando.
“Batta!” esclamò di punto in bianco lasciando il pastello e facendo cadere il foglio sul pavimento.
“Come basta? Non vuoi più disegnare?”
“No”
“Ah.. e cose vuoi fare?” continuai a filmarla mentre si guardava in giro quasi spaesata, in cerca di qualcosa da fare. Si batté lehttp://i53.tinypic.com/2mcwubp.jpg mani sulla pancia indecisa e infine prese un lenzuolino da terra e si coprì completamente.
“Bicottooooo” urlò infine alzando le braccia al cielo dal di sotto del suo camuffamento.
La lodai un po' prima di andare velocemente in cucina per prendere il meritato biscotto ma quando tornai la coperta era per terra e lei non c'era più.
“Joy?” la chiamai dando una veloce occhiata alla stanza e prima che potesse prendermi l'ansia riuscii a vedere i suoi riccioli biondi che spuntavano sopra il bracciolo del divano.
“Uuuh.. è sparitaaaaa.. Dove è andata??”  assunsi un'aria volutamente ed eccessivamente sorpresa mentre giravo per la stanza guardando ovunque tranne nella sua direzione. Potevo distintamente sentirla ridere non riuscendo a trattenere la sua dolce risata.
“Mmm ma è proprio brava a nascondersi.. dove sarà? Forse.. sotto al tavolo!” facevo in modo che vedesse ogni mio movimento e con la coda dell'occhio potevo vederla sporgersi completamente per vedere quello che stavo facendo.
Mi voltai immediatamente e lei subito si nascose di nuovo ridendo come mai..
“No.. non c'è... allora.. allora forse dietro la tenda!”
Andai avanti per un paio di minuti ancora finché decisi di arrivare alla fine del gioco prima che potesse stancarsi.
“Vediamo vediamo..” mi accucciai dietro il bracciolo opposto del divano. “Ora la trovo eh..” iniziai a gattonare pianissimo dietro il divano sicura che lei stava guardando dall'altro lato e quando si voltò lanciò un urlo divertito trovandosi faccia a faccia con me.
“Eccola!!!” urlai insieme a lei che indietreggiò velocemente.
Cercai di afferrarla ma fu più veloce di me e in due secondi si mise in piedi e iniziò a correre per il salone.
“Dove vaaai?! Guarda che non mi scappiiii!” presi a rincorrerla a rallenty fingendo di non riuscire a reggere il suo ritmo ma infine la presi.
“Ti ho presaaa! Sei miaaa!” urlai mentre la tiravo su e la facevo volare in aria mentre rideva divertita.
“Aaaaah noooo battaaaaa aaaaaaah”
Non potei fare a meno di lasciarmi contagiare dalle sue risate e buttandomi a terra finii sul tappeto mentre lei crollava sul mio petto soffocando le risate nel mio collo.
Mi misi seduta per qualche secondo per paura che non respirasse e quando si fu calmata mi stesi di nuovo mentre lei carezzava le mie guance.
Ogni tanto le solleticavo un po' i fianchi e saltava su se stessa riprendendo a ridere.
“Ma che state facendo?”
Solo quando sentii la sua voce mi resi conto di non aver nemmeno fatto caso alla porta di casa aprirsi.
Non ebbi il tempo di rispondere che Joy, senza risparmiarsi qualche poco delicata ginocchiata al mio seno, si alzò velocemente da me e iniziò a correre verso Rob.
“Aaaah papà papà papàààà”
Si, dovevamo decisamente ampliare i suoi rapporti sociali.
“Amore mioooo! Vieni quii”
Mi misi a sedere sul tappeto mentre vedevo Rob chinarsi velocemente e aprire la braccia per accogliere il nostro scricciolo. Restai a fissarli per tutto il tempo in cui cercarono di comunicare sulla loro giornata, infine fu lui ad avvicinarsi e tendermi una mano per alzarmi. L'afferrai ma appena fui di fronte a lui la passò subito dietro la schiena per attirarmi a se e avvicinare il mio corpo al suo.
“Buonasera..”
“A te, straniero..” soffiai sulle sue labbra prima di farle combaciare con le mie.
“E' un tuo ologramma questo o mentre ero distratta hanno spostato Los Angeles dietro l'angolo?”
“Sorpresa..” disse sulle mie labbra mentre io sorridevo sulle sue.
Il suo sapore mi invase la bocca subito e un'improvvisa voglia di lui mi invase facendomi quasi dimenticare che Rob aveva ancora Joy in braccio.
“Nooo.. battaaaa”
Presto detto. Le sue mani furono sui nostri visi e fummo costretti a separarci.
“Mio!” esclamò semplicemente mentre stringeva le braccia al collo di Rob e avvicinava le loro guance.
“Oh perfetto! Ho un'altra fan girl di cui preoccuparmi adesso!” scherzai solleticando i fianchi della piccola.
“Gelosa?”
“Mai stata caro!” mentii.
“Non direi proprio.. Cooomunque, prima di imbatterci in un lungo discorso in cui avrei sicuramente la meglio.. Vai a prepararti, voglio portarvi fuori a cena..”
“Perché?” chiesi d'istinto.
“Non posso portare a cena fuori le donne della mia vita?”
“Non dovrai mica farti perdonare qualcosa?”
“Kris, amore mio. Perché sei sempre così suscettibile? Se ogni volta che faccio qualcosa di romantico fosse solo per farmi perdonare qualche peccato, sarei il più grande peccatore che esiste al mondo..”
“Simpatico.. davvero.. e molto modesto..”
“Vai scema. Joy la preparo io..”
“Rob..” mi fermai qualche secondo ancora tra le sue braccia. “Non vorrei dire niente, ma puzzi un po'... perché non vai a farti una doccia e a Joy ci penso io? E' scientificamente provato che con tutto il tempo che perdi a guardarti i capelli allo specchio ci metti più tempo di me a prepararti quindi..”
“Puzzo?! Seriamente?!”
Scoppiai a ridere. “Vuoi la verità o una bugia?” chiesi ammiccando e cercando di trattenere ulteriori crisi di risa.
“Beeeene.. passo a prendervi in salotto tra trenta minuti!”
Uno strano suono che doveva sembrare un misto tra una risata e un “cosa” di stupore mi uscì dalla bocca. “Haha! Cos'è? Un appuntamento? Forse devo spiegarti il significato di marito e moglie..”
“Joy, amore. Il papà non puzza vero?”
“Si invece. Diglielo Joy. Dici: papà puzzi!”
“Papà putzi!” ripetè lei dopo di me.
“Brava amore mio!!” Scoppiai a ridere ancora mentre Rob accigliato osservava Joy che aveva un sorriso soddisfatto dipinto sul viso.
“Cosa le insegni mentre sono via?”
“Le insegno a dire la verità... Non lo volevi anche tu?”
“Sai.. in momenti come questo mi chiedo se ti odio o se ti amo..”
“Mi ami. Dubbio risolto” dissi soddisfatta prima di prendere Joy dalle sue braccia.
“Vedi di muoverti altrimenti dovrai passare a prenderci fino in cucina..” lo schernii ridendo e lui si avvicinò per darmi un altro bacio ma lo allontanai.
“Ehm.. amore.. guarda che non scherzavo quando dicevo che puzzi..”
Di tutta risposta mi afferrò per la vita con forza e mi leccò una guancia.
“Rob! Dai, che schifo”
“Non mi sembra che ti abbia mai fatto schifo la mia lingua in altre circostanze..”
“Oh gesu!” risi e sebbene volessi rispondere a tono non ci riuscii. “Vatti a lavare puzzone!”
“Va bien!” sorrise prima carezzare i capelli di Joy che si tese verso di lui.
“Non ora amore.. aspetta che sia pulito..”
Rob sbuffò sonoramente. “Sai Kristen, una cosa che non hai mai imparato di me è quanto possa essere vendicativo..”
“Pfft, non riesci a stare incazzato con me per più di dieci secondi”
“Scommetti?”
“Paghi la cena?”
“Ma che cavolo di scommessa è? Avrei pagato in ogni caso..”
“Se vinci mi lascerai pagare..” dissi avvicinandomi sensualmente a lui e strusciando un po' il mio corpo sul suo.
Lo sentii deglutire..
“E' un colpo basso però.. Se vinco paghi tu e non sarebbe per niente gentile da parte mia... D'altronde se voglio pagare io dovrei perdere...”
“Eh già.. che dubbio esistenziale..” soffocai una risata.
“Sei una piccola vipera.. non si fanno di questi tranelli..”
“Bè.. basta non pensare al tranello ma alla scommessa in sé..”
“Come vuoi..” rispose secco con finta nonchalance scrollando le spalle. “Siamo ufficialmente in crisi a partire da ora!” esclamò prima di dirigersi lentamente verso le scale.
10, 9, 8...
Il suo passo si fece ancora più lento.
7, 6, 5...
La sua mano indugiò sulla ringhiera..
4...
Un piccolo movimento di busto mentre io già mettevo Joy per terra, sicura che tra.. 3..2..1...
“Oh al diavolo!”
In un secondo si voltò e con tra grandi passi fu da me.
“Sei davvero una stronza!” le sue mani attorno alla mia vira.
“Lo so..”
“Lo faccio solo perché non voglio farti pagare..”
“Oh si certo..”
“Dico sul serio..”
“Ti credo Rob..”
“Kris..”
“Stai zitto e baciami..”
E senza farselo ripetere si avventò sulle mie labbra.

Guardai l'orologio per l'ennesima volta mentre, seduta sul bracciolo del divano alternavo lo sguardo dalle scale, aspettando che Rob scendesse, a Joy che cercava di mettere in rete la palla nel mini canestro che le era stato regalato a natale.
Stavo per sbuffare per la quinta volta quando finalmente sentii qualche porta chiudersi al piano di sopra e finalmente fece la sua grande apparizione iniziando a scendere con calma estrema.
“Ce l'abbiamo fatta!” esclamai esasperata.
“Hey, sto spaccando il minuto in questo istante! Non rovinarmi il momento!” disse fingendosi offeso e restai a guardarlo per i minuti successivi mentre scendeva con tutta la calma di questo mondo.
“Ti sei reincarnato in una modella con manie di protagonismo per caso?” lo presi in giro quando finalmente scese l'ultimo gradino e mi raggiunse.
“Sei molto bella..” mi prese alla sprovvista sussurrando quelle parole e alzando il mento per un bacio dolcissimo.
“Per te..” disse e solo quando la sua mano mostrò un mazzo di rose e mimose sotto i miei occhi mi resi conto di non aver fatto caso a come l'avesse nascosta prima.
“G.. grazie..” bisbigliai prendendo le rose tra le mani.
“Dove le hai prese?” mi chiesi da dove le avesse cacciate visto che quando era entrato in casa non le avevo viste. Sicuramente le aveva nascoste in giardino e poi portate su mentre io mi preparavo.. tipico di Rob..
“Ho le mie risorse..” disse semplicemente mentre chiamava Joy per porgere anche a lei un piccolo mazzo di mimose che accettò volentieri.
Rob la prese in braccio e si avvicinò di nuovo per baciarmi una guancia.
“Oggi è la festa della donna.. e voglio festeggiarvi come si deve..”
Oh, avevo dimenticato di quella festa. In America non era nemmeno molto conosciuta ma Rob ci teneva sempre a queste cose e ad afferrare ogni occasione per dimostrare quanto tenesse a noi.
Poteva essere un giorno di festa o un giorno qualunque.. era lo stesso..
“Solo tu puoi ricordarti di ogni minima festività..”
“Ovvio, visto che tu hai la testa bacata..”
“Mi sarò abituata al fatto che ci pensi tu per entrambi..” sorrisi mentre camminavamo verso la porta.
“Comunque, anche tu stai molto bene stasera..” gli dissi.
Eppure non eravamo vestiti in nessun modo particolare. Eravamo noi, semplici come al solito.. Forse per questo Rob mi piaceva sempre.. Era sempre lui stesso.
“Non pensi che potrebbero avere almeno questa serata libera?” gli chiesi a bassa voce mentre Dean e John ci seguivano al taxi che ci aspettava fuori.
“No Kristen. Non ricominciare.”
“E' il nostro lavoro Kristen. Tranquilla. Non preoccuparti per noi.” Disse Dean per rassicurarmi ma mi sentii ugualmente in colpa.
Fu Joy a distrarmi quando un secondo prima di entrare in taxi disse: “Papà pipì!”
Oh no, pensai mentre alzavo gli occhi al cielo.
“Kristen torno subito..”
“La farà nel pannolino Rob, dai..”
“Ehm.. veramente..”
Ci misi un secondo ad elaborare quel 'ehm.. veramente..'.
“Rob, dimmi che nei cinque minuti in cui ti ho lasciato Joy mentre mi lavavo non le hai tolto il pannolino..”
“Ehm....”
“Rob!”
“Le dava fastidio Kris! E poi deve imparare! Se l'ha detto è perché ha capito! Ne sono sicuro!”
“Sai di cosa sono sicura io invece?”
“Di cosa?”
“Che ti aspetto qui! Tanto non farà nulla, come nell'ultimo mese d'altronde. Muoviti e mettile un pannolino!”
“D'accordo..” mi assecondò mentre ripercorreva il vialetto di casa e io entravo in taxi.
“Allora? Mi sono persa l'epic moment?!” scherzai quando cinque minuti dopo entrò in taxi posizionando Joy tra di noi.
“Oh si Kris! Non posso credere che te lo sia perso! Volevo chiamarti ma sarebbe stato troppo tardi!”
Mi pietrificai.. No.. non poteva essere, non potevo essermelo perso.. non..
“Ha fatto subito! L'ho messa sul vasino e un secondo dopo il sonoro rumore della sua dolce pipì batteva sul fondo. E' stato dolcissimo.. Da non perdere assolutamente”
Cambiai espressione quando il racconto si trasformò in un'ode alla pipì di Joy e  mi resi conto che si stava prendendo gioco di me.
“Mi stai prendendo in giro vero?”
“Si” disse subito con un ghigno sul viso. “Ma era per farti capire che sarebbe potuto essere il momento giusto e te lo saresti perso..”
Riflettei su quelle poche parole mentre Rob dava istruzioni al tassista.
Non facemmo che qualche metro quando Joy prese a battere le sue mani sulle mie e quelle di Rob.
“Papààà pipìììììì”
Guardai Rob truce. “Tu le hai messo un pannolino, vero?”
La sua espressione alla 'oh-cazzo-sono-un-uomo-morto' fu la mia risposta.
Evitò di rispondermi chiedendo semplicemente al tassista di tornare indietro.
“Tu aspetti qui?” mi chiese una volta di nuovo fuori casa. “Potrebbe essere la volta buona..” ghignò come una specie di diavolo e non potei non scendere dall'auto e tornare in casa logorandomi nel senso di colpa che avrei avuto se davvero mi fossi persa quel momento.
Tuttavia come mi aspettavo non successe nulla.. anzi..
Joy sembrava piuttosto divertita da tutte quelle attenzioni e nemmeno si sforzava minimamente di assecondare la pipì. Si limitava a stare seduta sul vasino e ci sorrideva.
Niente di più, niente di meno.
Guardai Rob accigliata.
“Mettile.un.pannolino.” scandii ogni parola e scesi di nuovo le scale per aspettarli giù.
“Tutto apposto?” chiesi quando di nuovo entrarono accanto a me.
“Certo.”
“Davvero Rob? OGNI cosa al suo posto in modo che non dobbiamo fare avanti e dietro tutta la serata?”
“Certo Kris.. OGNI cosa al suo posto”.
“Bene..” tirai un sospiro di sollievo e mi rilassai mentre quella serata sembrava finalmente avere inizio.
Ma poi...
“Papà...”
No.. no ti prego..
Non poteva..
“Papà pipì..”
..essere.
Perché le aveva insegnato a dirlo?!
Restai rilassata e tranquillizzata dal fatto che ormai aveva il pannolino mi volsi a guardare Rob soddisfatta ma...
“Scusi, può tornare indietro?”
Restai allibita, a bocca aperta mentre il tassista con santa pazienza faceva retromarcia per la terza volta..
Tenevo lo sguardo fisso su Rob che però invece era ben attento a non incontrare il mio e appena fummo di nuovo fermi fu fuori in un secondo.
“ROOOOB!”gli urlai dal finestrino.
“Glielo metto! Giuro che glielo metto!”

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Capitolo 47
*** Not a dream ***


not a dream Buongiorno girls oggi ci sono solo io a postare perchè Fio è partita per London!! Sììììì, toccherà e bacerà la terra che ha dato i Natali al nostro Rob *__________________* Ok mmm non so quanto la cosa sia positiva visto che mi lascia qui da sola a fronteggiare le vostre reazioni al capitolo! Ahahah scherzo...voi non fareste mai cose avventate come venire a casa mia a trucidarmi vero?...ehm....VERO?
Ok...vi lascio al capitolo e...buona lettura :)


CAPITOLO 47 (Fio)




NOT A DREAM




KRIS POV

Fui più che felice di notare la completa assenza di paparazzi all'entrata del locale e sperai che nel corso della serata non ricevessero una soffiata su dove fossimo da qualcuno che voleva avere i suoi cinque minuti di gloria scrivendo su twitter di aver visto Robert Pattinson e Kristen Stewart alla steak house.

Le cose erano così cambiate in quegli anni eppure sembravano sempre le stesse..
Non potevamo certo pretendere che l'attenzione si distogliesse da noi solo venendo completamente alla luce del sole. Certo, non c'erano più allusioni, gossip e voci in giro.. ma la nascita di Joy e il matrimonio non avevano fatto che accrescere il numero di fan che impazzivano per noi, il che mi risultava ancora inconcepibile.
Non riuscivo a capire perché cose che fa ogni coppia sulla faccia della terra diventassero uniche solo perché eravamo noi a farle; cose come Joy, cose come una casa insieme o un matrimonio.
Cos'era? Cosa avevamo noi?
Potevo accettarlo ma non capirlo.. non fino in fondo almeno.
Persa nei miei pensieri non mi ero nemmeno accorta che eravamo stati scortati dal cameriere nella zona che Rob aveva riservato a noi in modo che fossimo in pace e senza problemi. In realtà la zona riservata consisteva in un privé separato dal resto della sala da una specie di paravento e andava benissimo così perché creava quel senso di tranquillità ma non di solitudine.
Sistemai Joy nel seggiolone che ci avevano procurato e prima ancora che potessimo ordinare, l'incubo tornò.. più forte di prima.
“Papààà pipìììì”
Era incredibile quanto si divertisse a prenderci in giro quel piccolo diavoletto. Lanciai un'occhiata a Rob ma stavolta il suo sguardo sicuro e soddisfatto non tradì le sue parole.
“Gliel'ho messo Kristen! Te lo giuro..”
“D'accordo” sorrisi mentre dicevo a Joy di farla nel suo pannolino ma lei non ne volle sapere.
“Noooo pipìììì. Papààààà!” urlava sull'orlo delle lacrime e per evitare scenate Rob la prese dal seggiolone e l'attirò a sé.
“Rob dove vai?” gli chiesi quando lo vidi alzarsi e lui con un cenno indicò i bagni, dall'altro lato della sala.
“Rob, non puoi entrare nei bagni delle donne.. Magari a loro non dispiacerebbe ma a me si..”
“Ah e tu eri quella che non era gelosa vero?”
“Non si tratta di gelosia. Ma di regole ed educazione. Da che mondo è mondo i maschi non entrano nei bagni delle signore..”
“Devo per caso ricordarti un piccolo episodio di circa tre anni fa...?”
Feci finta di non sentire e mi schiarii la voce.
“Non so di che parli”
“Giappone.. ti dice niente?”
“Mmm” indugiai. “No niente..”
“Ah..” sembrò deluso ma capii subito che stava fingendo. “Allora forse.. questo ti ricorda qualcosa..” e a un passo dal mio corpo fece scivolare una mano dai miei fianchi fin giù per le mie gambe per avvicinarsi sempre più verso l'interno.
Restai un attimo basita finché non ricordai dove eravamo.
“Rob!” mi scostai velocemente. “Che fai?” chiesi stupita. “Siamo in un luogo pubblico..”
“Non ti facesti così tanti problemi quella volta..”
Sospirai ripensando a quell'episodio.. Dio mio.. sembravano passati secoli..
“Non avevi tua figlia tra le braccia allora..”
“Vuoi dire che se lasciassi Joy nel seggiolone e ti trascinassi in bagno, lo faresti con me, lì?”
“No.. perché altrimenti chi guarderebbe Joy?”
“Mmm giusta osservazione.. anche se sono abbastanza certo che sia solo una scusa.. Non verresti in ogni caso.. sei così puritana ormai..”
“Hey! Io non sono.. puritana..”
“Allora dimostramelo”
Le mani di Joy che, giustamente impaziente, picchiava il viso di Rob ci distrassero ma non avevo intenzione di lasciare a lui la vittoria di quella conversazione.
“Alla prima occasione” lo sfidai prima di prendere Joy dalle sue braccia e dirigermi al bagno.
Fu un'impresa più ardua del previsto uscirne visto che non aveva intenzione di farla nel pannolino e avevo dovuto fare in modo di tenerla in aria sul water, il che era totalmente assurdo visto che non riusciva nemmeno a farla stando seduta.
Ma era così testarda.. proprio come me..
“Ok amore.. allora la devi fare la pipì o no?” le chiesi mentre, in piedi sul ripiano del lavabo, le sistemavo di nuovo la canottiera nelle calze colorate.
Annuì quasi in colpa.
“Ma non riesci a farla da sola.. Facciamo così, solo per stasera la fai nel pannolino e poi quando torniamo a casa lo buttiamo! Ok?”
Non sapevo quanto avesse capito e probabilmente annuì solo perché ero stata dolce mentre le carezzavo i capelli e le chiedevo se andava bene.
Annuì una seconda volta più debolmente per poi buttarmi le braccia al collo e nascondere il viso nel mio collo aggrappandosi a me.
“Oh amore mio, che c'è? Mmm? Va tutto bene..” la tranquillizzai carezzandole dolcemente la schiena ma lei sembrava del tutto giù e avrei voluto sapere cosa le passava per quella piccola testolina.
Uscii dal bagno per trovarmi di fronte una delle ultime persone che mi aspettavo di vedere lì.
“Brit!” esclamai sorpresa.
“Kristen! Mio dio! Ciao!” ci abbracciamo velocemente ma fu un po' difficile visti i nostri reciproci ingombri: Joy e Scott.
“Oddio quanto è cresciuto!” quasi urlai. Non ricordavo nemmeno l'ultima volta in cui avevo visto Scott.. forse il giorno del suo secondo compleanno.. eppure ero la sua madrina. Mi resi conto che facevo abbastanza schifo..
“Awww anche Joy!” rispose lei ma la mia bambina non sembrava per niente intenzionata a darle corda.
“Dai Joy.. saluta.. guarda chi c'è..” mi voltai un po' in modo da farle vedere Brit e Scott ma lei di rimando si voltò dall'altro lato.
“Sta facendo un po' di capricci stasera..” la giustificai con la mia amica e lei sorrise.
“Allora che ci fai qui?!” le chiesi dopo qualche altra chiacchiera.
“Il signorino deve essere cambiato..”
“No, intendevo qui, a Santa Monica!”
“Oh.. bè io e Garret volevamo fare un giro.. ci siamo fermati per mangiare ma è tutto pieno.. però ne ho approfitto per usare il bagno..”
“Ma dai! Non andate via! Noi siamo nel privé e abbiamo un tavolo per quattro! Unitevi a noi!”
“Davvero? Sei sicura? Magari Rob voleva stare da solo..”
“Oh che dici.. da quando c'è lei non si è mai veramente soli in ogni caso, quindi.. Dai.. mi fa piacere, davvero! E' una vita che non ci vediamo!”
“Bè.. se insisti..”
“Insisto” risposi ferma per poi dirle di fare con comodo e raggiungerci al tavolo quanto prima.
Così dieci minuti dopo eravamo tutti e quattro seduti al tavolo, a ridere e scherzare.
Era quasi paradossale eppure vedevo più gli amici di Rob che i miei. Forse, come avevo elaborato nella mia testa, era che loro abitando fuori fossero maggiormente spinti a venirci a trovare quando erano in città per spupazzarsi Joy mentre invece quanto più le persone erano vicine tanto più l'ozio portava a rimandare..
“Joy.. vai a giocare con Scott.. dai..” invogliai la piccola che era ancora incollata a me come una sanguisuga ma niente..
Non fece altro che fare due passi sul divanetto per raggiungere Rob che era lì accanto a noi e buttarsi tra le sua di braccia.
“Che c'è amore, eh?” lo sentii chiederle visto che nemmeno a lui era sfuggito il suo umore un po' a terra.
Rob la strinse a se per un po', poi si alzò e insieme a lei raggiunse Scott che giocava con la sua macchinina un po' più in là. Non potei sentire quello che gli diceva visto che stavo prestando attenzione a Brit che mi raccontava quello che era successo negli ultimi tempi, eppure due minuti dopo Rob era di nuovo al mio fianco, mentre Joy era seduta sulla moquette e giocava tranquilla insieme a Scott.
“Ma come hai fatto?” gli chiesi quando mi fu vicino e mi passò una mano in vita.
“Sono un ottimo seduttore, ricordi?” sussurrò al mio orecchio in modo che solo io potessi sentire e sorrisi maliziosa.
“Noooooooo miooooooooooo” un urlo interruppe quel momento silenzioso e riconobbi subito di chi era. Lanciai il mio sguardo a Scott e Joy che si stavano contestando la macchinina spingendosi l'un l'altro, finché con una forte strattonata fu Joy a vincere facendo cadere Scott per terra.
“JOY!” urlai mentre mi precipitavo insieme a Brit vicino a loro.
“Joy! Non si fa!” le diedi un piccolo schiaffo sul sedere.
“Mammaaa è miaaaa. Me l'ha pesaaaa! Pelò è miaaaaa” Scott piangeva in lacrime, disperato.
Joy invece aveva un'espressione vittoriosa e arricciata come a chiedersi cosa avesse tanto da piangere per una stupida macchinina.
“Dai amore, lei è più piccola, non fa niente”. Brit cercò di calmarlo ma fu inutile.
“No Brit! Non preoccuparti proprio! Non so cosa le prenda stasera. Non è mai stata così dispettosa!”. Non feci altro che toglierle il giocattolo da mano provocando quel  pianto che era stato prima nascosto dalla sua bitchface.
Non poteva avere imparato anche quello da me, mi ritrovai a pensare.
Tra le lacrime dei bambini tornammo al tavolo e Joy si rifugiò ovviamente tra le braccia del padre che non mancò di cullarla.
“Rob, non imparerà se fai così!”
Lui mi lanciò un'occhiata come a dirmi che lo sapeva bene anche lui ma che non poteva proprio resisterle..
Finalmente dopo un po' le lacrime iniziarono a fermarsi e quando arrivarono con le nostre ordinazioni sembravano di nuovo calmi.
Joy restò seduta sulle gambe di Rob che le aveva tagliato in piccoli pezzi la sua pasta al sugo in modo che potesse prenderla da sola con la forchetta, e tra un boccone e l'altro si appoggiava al suo petto e masticava lentamente.
Mentre noi aspettavamo il secondo Joy fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Scese dalle gambe del papà passando sotto il tavolo e andò a bussare alla gamba di Scott che penzolava dalla sedia.
Lui si voltò verso di lei e si mise a pancia in già per scendere. Come se nulla fosse si misero di nuovo seduti sulla moquette a giocare.
“Credi sia l'occasione giusta ora?” fu solo un soffio quello di Rob al mio orecchio prima di scusarsi per andare in bagno.
Mi sentii avvampare di botto mentre lo vedevo lanciarmi un'ultima occhiata.. quella che bastò a farmi capire e farmi alzare d'istinto.
“Ehm.. dovrei andare in bagno anche io.. Posso lasciarvi Joy qualche minuto?”
“Certo, sono tranquilli.. vai pure..”
E così, prima ancora che potessi rendermi conto di quello che stavo facendo ero nei bagni. Davanti a me due porte.
Ladies. Gentlemen.
E ora? Dov'era andato?
Non potevo certo andare nel bagno dei maschi..
Mi mossi un po' incerta già sperando che non entrasse nessuno e feci un passo verso il bagno delle ragazze quando sentii qualcosa premermi da dietro, due mani, le sue mani, sui miei fianchi che premevano spingendomi dentro la porta.
Riuscii solo ad assicurarmi che non ci fosse nessuno per poi girarmi e avventarmi sulle sue labbra.
La mia lingua entrò subito a contatto con la sua e presero ad accarezzarsi come se il desiderio di possedersi fosse l'unico loro scopo..
Intrecciai le mani dietro il suo collo e poi tra i suoi capelli mentre lui scendeva a posare baci sulla mia clavicola. Mi strinse a se tirandomi un po' su e facendo aderire il mio corpo al suo ancora di più.
“Rob..” ansimai. “Noi.. noi non dovremmo.. potrebbe..”
“Sssh..”
Bloccò le mie parole con le sue labbra stringendo il mio labbro inferiore.
Alcune risate dall'esterno ci fecero staccare immediatamente tuttavia lui fu più veloce di me, mi prese per mano e rapidamente mi trascinò dentro uno dei bagni.
“Ssssh..” sussurrò piano posando sulle mie labbra prima un dito poi un bacio appena accennato.
Avevo il cuore in gola, il respiro quasi mi mancava, le mani mi tremavano mentre lui invece, semplicemente, sorrideva.
“Mio dio! Hai visto?! C'erano Robert Pattinson e Kristen Stewart!”
“Cosaaa?! Che stai dicendo?!
“Siiiii ti giuroo! Li ho intravisti nel privé prima! Sono con due che non conosco! Ma cazzo! Erano qui!”
“E c'è pure la bambina??”
“Siiii awwww è un amoreee! Cioè non l'ho vista ma immagino sia qui!”
“Madò beati loro, che culo!”
“Già.. beata lei soprattutto.. dio che darei per avere uno come lui”
Cercando di calmare il respiro eravamo in silenzio ad ascoltare le voci di quelle due ragazze o donne, o quello che erano e mentre parlavano non sentii per nulla odio, né gelosia, né l'amaro in bocca..
Dio, avevano ragione.. Ero io ad essere così fortunata. Ero io che ero chiusa in un bagno con l'uomo della mia vita contro il mio corpo.. e mentre ascoltavo le loro parole lui non faceva che sorridere mentre tracciava col naso il profilo del mio viso.
Avvicinai piano le mie labbra al suo collo mentre le parole di quelle ragazze erano ormai solo un'eco lontana.. e quando sparì totalmente entrambi scoppiammo a ridere uscendo dal bagno.
“Tu.. tu sei pazzo..” riuscii a dire mentre ero piegata in due dalle risate.
“Sei tu che mi hai reso pazzo.. perché non metti mai il reggiseno Kris?”
“Mi da fastidio.. e non avrebbe nulla da reggere..” risposi ancora sorridendo, occhi negli occhi con lui, incoscienti come mai perché qualcun altro sarebbe potuto entrare da un momento all'altro.
“Si però.. mi provochi così.. ogni santa volta..”
“Bè.. tu vedi di trattenerti per quando siamo nel nostro di bagno allora..”
“Oh ma allora che sfizio c'è?” si lamentò lui.
Sorrisi, gli diedi un ultimo bacio e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno uscimmo come se niente fosse..
Quando tornammo al tavolo l'atmosfera era completamente diversa visto che Joy e Scott non facevano che correre per lo spazio che li circondava cercando di acchiapparsi. Mi accostai a Joy quando la vidi cadere sulle ginocchia ma lei rise semplicemente, si rialzò e riprese a correre.
Ci sistemammo di nuovo ai nostri posti chiedendo da dove fosse nata quell'improvvisa simpatia e fu un solo secondo.
Il tempo di distogliere lo sguardo da Joy, il tempo di vedere quella piccola fontana dal bordo basso, il tempo di vedere Joy inciampare e poi..
...un grande SPLASH!
Il mio corpo si mosse praticamente da solo e in meno di due secondi fui lì, insieme a Rob, Brit e Garret.
Rob l'afferrò velocemente dall'acqua che era praticamente bassissima quindi non rischiava certo di affogare ma era bagnata come un pulcino fradicio.
Eppur lei.. lei rideva...
“Hahahah accaaaaaaa” urlò entusiasta ignorando le nostre domande.
Tirammo tutti un sospiro di sollievo finché non iniziò a tremare dal freddo. Afferrai velocemente la borsa dove avevo tutta la sua roba, compreso un ricambio, e insieme a Rob andammo in bagno.
“Di nuovo qui..” disse senza farsi problemi di entrare in quello delle donne. In fondo era un caso particolare.
“Rob.. pensa a toglierle i vestiti..” dissi con sguardo truce mentre cacciavo dalla borsa tutto l'occorrente.
Fu quasi divertente nonché assurdo, stare lì, in un bagno di un ristorante, a riscaldare nostra figlia sotto il getto dell'aria calda dell'asciugatore e anche lei sembrava gradire molto..
Quando fu vestita restammo ancora un po' ad asciugarle i capelli finché non fu completamente asciutta come prima.
Mi complimentai con me stessa per la mia organizzazione e prevenzione anche se mai avrei immaginato di usare un ricambio in una situazione del genere.
Joy si mise di nuovo tranquilla tra me e Rob mentre mangiava un po' del nostro dolce e parlando di nuovo del più e del meno e di come Joy e Scott si fossero divertiti quella sera, nonostante il primo brusco incontrò, Rob ebbe l'idea di organizzare un pomeriggio al parco.. Disse che avrebbe fatto bene a Joy per socializzare ma io sapevo che in realtà non voleva che restassi ancora sola a casa; e in fondo non era poi una cattiva idea.
Sarei andata a Los Angeles e magari sarei passata anche dai miei che non vedevano Joy da un paio di settimane.
Restammo d'accordo sull'orario e il posto e infine ci alzammo. Rob avrebbe voluto pagare per tutti ma Garret riuscì a convincerlo a dividere.
Stavamo per uscire quando Dean ci venne incontro bloccandoci e informandoci dei paparazzi appostati sia all'uscita principale che secondaria. Cazzo!
Ci scortò verso l'uscita del retro con la speranza che fossero di meno.
“Prendila tu Kris” disse Rob passandomi Joy, secondo la nostra solita 'routine da paparazzi'. Sarebbe andato avanti per beccarsi l'assalto mentre io insieme a Dean sarei uscita dopo e avrei fatto una corsa in taxi.
E così fu..
Rob si beccò la maggior parte di loro ma non risparmiarono nemmeno me.
“Stai giù amore” sussurrai a Joy.
Fece come le dissi, come le dicevo ogni volta, e coprendola al meglio la strinsi a me e corsi velocemente verso il taxi mentre Dean mi seguiva come un ottimo cane da guardia non lasciando che nessuno toccasse me o la bambina.
Restammo con gli sguardi bassi finché non fummo lontani e allora ci rilassammo. Rob mi prese la mano e carezzò la guancia di Joy.
Gli sorrisi e mi poggiai al suo petto fino a casa.
“Ah.. una ragazza ha lasciato questo per voi..” disse il tassista dopo che Rob lo ebbe pagato e stavamo per scendere.
“Scusate.. tra il casino ho dimenticato di dirvelo prima..” e dicendolo ci passò un mazzo di mimose.
Alcune gialle, alcune rosse.
“Non sapevo che esistessero mimose rosse” dissi annusandole sorpresa.
“Non esistono infatti..” il tono di Rob mi costrinse a guardarlo in faccia per cercare di capire dalla sua espressione quello che non voleva dire a parole.
Era teso.
“Scusi, ma che ragazza?”
“Non so.. una ragazza bionda.. Ha solo detto che vi ama e se potevo darvi quello da parte sua..” rispose stufato.
Rob si fece sempre più teso mentre prendeva Joy in braccio per poi uscire. “Grazie. Buonanotte” disse freddo.
Mi passò di nuovo Joy e mentre percorrevamo il vialetto di casa lo vidi rallentare il passo per raggiungere Dean e John e borbottare qualcosa con loro.
Augurammo loro la buonanotte ed entrammo in casa. Misi il biberon di Joy a riscaldare mentre le mettevo il pigiama.
Scesi di nuovo in cucina e notai Rob seduto a una sedia, assorto, completamente con lo sguardo perso nel vuoto.
“Hey, che hai..?” gli chiesi mentre davo a Joy il suo biberon.
“Domani chiamerò per aumentare la sicurezza” disse serio.
“Stai scherzando?” chiesi e me lo augurai seriamente.
“No”
“Papà pipìììì”
Aveva ancora lo sguardo teso nei miei occhi mentre si alzava per prendere Joy e portarla in bagno.
Io lo seguii sperando di aver capito male.
“Rob.. non c'è bisogno di altra sicurezza.. quattro bodyguard bastano e avanzano..”
“No invece..” Joy si poggiò alle sue spalle mentre lui le abbassava i pantaloni del pigiama e le sfilava il pannolino per poi posarla su vasino.
“Rob, hai per caso intenzione di farmi vivere sotto una campana?”
“Io non ci sono a casa, soprattutto questi ultimi giorni. Non voglio che vi accada nulla.”
“Ma non ci accadrà nulla.”
“E' così che dicono tutti prima che accada qualcosa.”
“Rob, è follia. Stai uscendo pazzo. Erano solo fiori..”
“Kristen. Non si discute su questa cosa. Ho deciso.”
“E da quando decidi da solo anche della mia vita? Pensavo avessimo stabilito di decidere insieme ogni cosa il giorno in cui ci siamo sposati”.
“L'abbiamo fatto molto prima, ma il punto non è questo. Non voglio discutere sulla vostra sicurezza..”
“Ah! Si! bene!” alzai un po' il tono di voce. “Lasciami pure vivere sempre col fiato di qualcuno sul collo! Vedrai che mi aiuterà parecchio!”
“CAZZO KRISTEN!!!” urlò facendomi tremare. “Ma non capisci?! Non sei al sicuro.. non siete al sicuro.. forse sto esagerando.. è vero.. Ma ho promesso che non vi sarebbe mai accaduto niente e farò di tutto per mantenere questa promessa! Quindi ti prego, lasciami fare!”
Se il primo mio istinto era stato quello di urlargli contro, appena vidi i suoi occhi farsi lucidi mi bloccai immediatamente.
Prese un profondo respiro prima di attirarmi al suo corpo e stringermi nel suo abbraccio facendomi sentire così piccola e indifesa.. Così bisognosa di protezione..
Così debole era mentre mi stringeva, aveva così tanta paura che poteva sentirla vibrare nelle sue braccia.
“Ti prego.. voi.. voi siete tutta la mia vita e io.. non.. non posso immaginare che..”
“Sssssh” lo bloccai e stringendomi a lui a sua volta mi lasciai cullare mentre gli baciavo il petto.
“Andrà tutto bene Rob.. aumenteremo la sicurezza.. va bene... facciamo come vuoi..”
“Grazie..” fu un suo sussurro prima che Joy dicesse: “Fatto!”
Sia io che Rob ci staccammo istantaneamente e ci guardammo per un secondo ad occhi sbarrati.
Non ci lasciammo ingannare dal suo solito sorriso e non le credemmo davvero finché non si alzò rivelando la sua nuova vittoria, sul fondo del vasino.
“Awwwww brava amoreeeeeeeeee” la lodai subito prendendola in braccio.
“Bravissimaaaaa! Lo sapevo che l'avresti fatto quando saresti stata pronta!!”
Sembrò dire quella frase appositamente per beccarsi una mia occhiataccia acida, seguita da un sorriso istantaneo.
“Vedi? Va tutto bene..” sorrisi felice, ignara degli incubi che mi aspettavano quella notte...
Rob era dentro di me, lo sentivo come se fosse vero, sentivo il suo calore e il suo piacere mentre mi riempiva contro la parete di quel bagno dove ci eravamo trovati poche ore prima. Era tutto perfetto, nonostante la situazione. La paura che qualcuno entrasse da un momento all'altro non esisteva, eppure era un'altra sensazione che non mi faceva essere tranquilla.. un senso di vuoto, di perdita.. Cercai di ignorarlo ma non ci riuscii.
“Rob..” gemetti contro la sua bocca. “Noi.. dovremmo andare.. Joy.. Joy è sola..”
“Chi è Joy?” tra un bacio e un altro.
Sorrisi. “Dai Rob.. dov'è lei?”
“Kris..” mi afferrò attirandomi maggiormente a lui e facendomi gemere. “Di chi parli? Siamo solo io e te.. va tutto bene piccola.. solo.. io.. e .. te..”
E mentre ansimava quelle parole una tremenda paura si fece largo in me.. mi allontanai da lui..
D'un tratto ero nuda. Completamente nuda. Restai a fissarlo mentre mi allontanavo. Presi una vestaglia appesa alla porta non chiedendomi cosa potesse farci lì, e uscii.
Il ristorante non era più lì. Ero.. a casa?
Si, ero a casa. Ma come c'ero arrivata? Non lo sapevo.. Sapevo solo che il silenzio che sentivo addosso era opprimente e troppo rumoroso.. Come se presagisse quello che sempre avevo temuto..
Dov'erano le urla di Joy?
Con il cuore in gola vagai per la casa cercandola nella sua stanza ma.. era.. vuota. Completamente vuota, uno stanzino al suo posto. I suoi giochi? Dov'erano? E il vasino nel bagno? E i suoi biberon? Il seggiolone in cucina?
Iniziai a sentirmi le forze mancare mentre mi avvicinavo alla veranda. Inciampai in qualcosa e per poco non caddi..
Era.. era Mr Rabbit. Joy non se ne separava mai, come poteva essere lì per terra?
Se avessi saputo cosa sarebbe successo prendendolo in mano non lo avrei mai fatto. Appena lo afferrai infatti si ruppe sotto il mio tocco rivelando il suo interno di ovatta mentre i punti di cucito si staccavano piano..
Lo lasciai andare immediatamente sul divano e spinta da non so quale forza le gambe presero a muoversi verso la finestra della veranda.. e fu allora che lo vidi..
Lo spettacolo più raccapricciante della mia vita..
La piscina era rossa, di nuovo, ma stavolta era vero, stavolta era denso, stavolta era rosso sangue e sparse qua e là sull'acqua navigavano mimose rosse e gialle..
Sentii la testa girare e il cuore balzarmi in gola ma solo quando mi accorsi di un altro particolare mi sentii morire..
Lì, tra il sangue e i fiori c'erano i suoi vestiti.. quelli con cui si era bagnata la sera prima.. Le calze, la gonnellina, la maglietta..
Il respiro mi si accelerò e si fermò di botto causandomi un conato di vomito che non impedì di fiondarmi fuori mentre gridavo.
“Nooooo!” il mio stesso urlo soffocato dalla paura che fosse tutto vero mi svegliò e mi trovai sudata in mezzo al letto cercando di fare mente locale e realizzare quanto di tutto quello fosse stato un incubo..
http://i56.tinypic.com/2zgvu6o.jpgLanciai un'occhiata a Rob che dormiva beato accanto a me..
Mi alzai come un'automa e senza nemmeno pensarci andai in camera di Joy. La lucina era accesa, la sua camera era sempre uguale e lei era lì, nella sua culla e dormiva con la stessa espressione di Rob.. Gli somigliava tantissimo quando dormiva..
Tirai un sospiro di sollievo e per togliermi ogni dubbio mi affacciai per vedere la piscina, semplicemente illuminata dai faretti notturni.
Altro sospiro di sollievo.
Un incubo.. era stato solo un incubo..
Eppure non riuscii a prendere sonno per il resto della notte e quando Rob si alzò per trovarmi sul divano a studiare il copione con una tazza di camomilla non gli dissi nulla o sarebbe stato capace di restare con me..
“Non riuscivo a prendere sonno.. sono troppo in ansia per questo ruolo” mentii.
Con un po' di titubanza era andato via con le solite raccomandazioni dicendomi che sarebbe passato a prendermi dai miei nel pomeriggio.
Il problema era impegnare la mattina. Il tempo sembrava non passare più, poi finalmente tra copione, Joy e una lunga telefonata di Lizzie per aggiornarmi sulla gravidanza mi trovai finalmente in macchina in direzione verso casa.
I miei non potevano essere più felici di vedermi e inutile dire che Joy si prese tutte le loro attenzioni. Il che fu anche meglio visto che volevo semplicemente rilassarmi sul divano dove Jella mi raggiunse subito.
In quel momento avrei voluto restare così per sempre.. senza problemi..
Fu la voce di mia madre destarmi dai miei pensieri e farmi aprire gli occhi.
“Tutto bene tesoro? Sembri stanca..”
“Non ho dormito bene” mentii anche a lei. Ma poi, era una bugia? No, non lo era a meno che non si consideri una bugia l'omettere le proprie assurde paure e gli incubi inquietanti.
Il pranzo e i miei fratelli riuscirono a farmi rilassare un po' e, quando si svegliò dopo il sonnellino pomeridiano, anche Joyhttp://i52.tinypic.com/mcx3sm.jpg sembrava piena di vita e pronta per il nostro pomeriggio al parco.
Così tra Dean e John che non mancavano di seguire ogni mio movimento e un attacco di cuore che mi procurò Joy quando nel giro di due secondi non la vidi più.. passò anche il pomeriggio.
Mi aveva fatto prendere un infarto. Un secondo prima era lì a scendere dalla scivolo e un secondo dopo era sparita dalla mia vista. Come faceva quello scricciolo ad essere così veloce?
Per fortuna non ebbi nemmeno il tempo di allarmarmi davvero che Dean mi tranquillizzò mostrandomi una grande tartaruga di marmo dietro la quale si era nascosta. Maledii il giorno in cui aveva imparato quello stupido nascondino porta-infarti.
http://i53.tinypic.com/rkvjtv.jpgTornò a giocare sulla sabbia insieme a Scott e più tardi, mentre dondolavamo i bambini sulle altalene, mi aprii con Brit raccontandole dell'incubo della notte passata.
Lei sembrò turbata solo al racconto tuttavia cercò di tranquillizzarmi come meglio poteva.
“Senti Kris.. se ti senti sicura solo vicino a Rob.. vai da lui e basta”.
“Ma come faccio? Sta lavorando..”
“Bè non ho detto che devi interrompere il suo lavoro.. magari solo sentirlo vicino servirà a farti stare calma..”
E così, due ore dopo ero di nuovo in macchina mentre mi dirigevo sul set di Water for Elephants.
Non sapevo se era stata davvero una buona idea ma d'altronde tornare a casa non sarebbe servito a nulla e Rob mi aveva detto che stavano solo facendo degli aggiustamenti che di solito nemmeno lo riguardavano direttamente ma che richiedevano la sua presenza in caso di bisogno.
Gli mandai un messaggio e lui venne a prendermi all'entrata con aria sorpresa ma estremamente felice.
“Amore che ci fate qui?” abbracciò me e Joy si buttò tra le sue braccia come sempre. “Ciao amore di papà!” la salutò lui baciandole il capo più volte.
“Bè io.. io.. non..” possibile che mi mancassero le parole?
“Io non sapevo che fare.. e.. ho pensato di.. ma se è un problema andiamo via.. davvero non c'è..”
“Ma stai scherzando?! È una sorpresa bellissima! Mi siete mancate troppo.. E poi Resee non vedeva l'ora di conoscere Joy!”
“Oh” sussurrai semplicemente sollevata.
Avevo incontrato Resee già un paio di volte e potevo dire con certezza che mi piaceva. Era bella, professionale e intelligente. Niente a che vedere con le 'bionde' con cui mi ero trovata ad avere a che fare in passato.
“Kristen! Che piacere rivederti!” esclamò quando mi vide e solo allora mi resi conto che Rob mi aveva trascinato sul set. Dio, perché ero così persa nei miei pensieri?
La salutai con due baci e poi ovviamente fu la volta per lei e per gli altri di passare a Joy, ai complimenti per la nostra bellissima bambina che sorrideva imbarazzata nascondendosi ogni tanto tra il petto e il collo di Rob.
Era così tenera che anche io me la sarei mangiata..
“La vuoi vedere una sorpresa Joy? Un animale grande grande?” le fece una vocina così dolce che nemmeno io avrei saputo resistere e infatti la piccola annuì felice.
Rob mi prese per mano e ci condusse in una zona recintata più in là in cui stava 'pascolando' Tai, l'adorabile elefante che aveva praticamente rapito il cuore di Rob. Ogni volta tornava a casa e mi raccontava di come quell'elefante fosse così dolce ed empatico da sembrare umano.
“Le manca solo la parola..” diceva e io l'ascoltavo incantata.
“Uh eccola, la famosa Rosie”
Rob mi sorrise facendomi segno di avvicinarmi per toccarle la proboscide. Esitai un po' ma lui mi tranquillizzò assicurandomi che era buonissima, e infatti lo era davvero.
Anche Joy allungò la sua manina per toccarla e un urletto felice uscì dalla sua bocca appena Tai mosse la proboscide sotto il suo tocco.
“Ti piace, si? Si chiama elefante..”
“Eeante..” ripetè lei.
“Esatto.. se la mamma dice di si la portiamo a casa con noi. La vuoi? Ti piace?”
“Ti..”
“Rob non metterle idee in testa..” lo ripresi conoscendo mia figlia e sapendo che se davvero avesse voluto non si sarebbe dimenticata di una mezza-promessa del genere.
“Daaai abbiamo un giardino enorme.. e possiamo svuotare la piscina e farla dormire lì..”
Mi irrigidii all'istante alla parola piscina ma cercai di non darglielo a vedere.. per fortuna lui e Joy erano troppo assorti nell'adorazione dell'animale per notare il mio cambiamento d'umore e quando tornammo dagli altri era già passato.
Ora attorno a Resee c'erano però due bambini, biondi come lei e bellissimi. Vedendoli ricordai subito le parole di Rob e capii che dovevano essere i figli.
La bambina era più grande, doveva avere almeno dieci o undici anni ed era la copia della madre mentre invece il più piccolo sembrava avere sui sette anni o su di lì.
Resee riuscì a trattenerli per presentare me e Joy ma dopo un po' fu impossibile non lasciarli andare a giocare.
“Vuoi venire Joy?” chiese Ava a mia figlia che guardò me e Rob quasi come se cercasse approvazione.
“Oh no tesoro, lei è troppo piccola” le disse la madre.
Presto detto. Joy iniziò ad agitarsi tra le braccia di Rob e come un'anguilla riuscì a divincolarsi e si trovò a saltellare per terra.
“E' un terremoto” osservò Resee ridendo.
“Già.. diciamo che combatte per quello che vuole..” le feci eco io. “Lasciala pure andare Rob..” e lui lasciò la sua mano mentre io facevo un cenno intenditore a Dean che capì senza bisogno di parole e seguì mia figlia dovunque volesse andare.
Li vidi voltare un angolo a un certo punto ma non me ne preoccupai, finché Dean fosse rimasto con lei sarebbe stata al sicuro.
Osservai le riprese di una scena incantata dalla magia che sembrava avere quel film e durante la pausa di nuovo ci trovammo a parlare. Rob aveva ragione: Resee era una donna eccezionale. Mi aveva detto di come la vita, soprattutto sentimentale, non era stata del tutto facile per lei.. un primo matrimonio andato male, delusione su delusione.. eppure ora era felicemente sposata con il suo agente.
Mi trovai a pensare a tutte le difficoltà che io e Rob avevamo dovuto affrontare e prima che potessi impedirlo immaginai se fosse andata male tra noi..
Se un giorno anche io e lui non avessimo deciso per un divorzio, in fondo cosa ne potevo sapere di quello che sarebbe successo da lì a quattro anni, per esempio?
“Hei tutto bene?” sentii il soffio di Rob al mio orecchio, la sua mano calda e sicura sulla mia schiena e mi diedi della stupida.
Scossi il viso allontanando il pensiero velocemente e annuii per rassicurarlo.
In quel momento Ava e Deacon vennero verso di noi ridendo e correndo.
“Ti ho presooooo” urlò Ava quando acchiappò il fratello e poi per poco non finirono a terra ai piedi della madre.
Ridemmo con loro per qualche secondo. “Ava e Joy dov'è?” le chiesi dopo un po' non vedendo apparire Dean insieme alla mia piccola che sicuramente non era veloce quanto loro.
“Ah.. E' andata via con una signora bionda..”
Il sorriso che avevo avuto finora si affievolì, sentii la pelle irrigidirsi, le gambe molli, le ossa rompersi, il cuore crollare..
“Cosa?! Come?! Che signora bionda?!”
“Io.. non lo so.. è uscita dal bagno e ha detto che la portava a vedere l'elefante..”
Rob mi guardò. Sul suo volto la stessa espressione terrorizzata che potevo sentire pungere il mio viso.
Quante volte poteva il mio cuore collassare nel giro di poche ore?
Resee e gli altri sembrarono non capire ma io e Rob.. Noi eravamo al limite del terrore, come se i nostri peggiori incubi stessero diventando realtà..
Oddio.. i miei incubi..
“Vai di là! Io vado di qua!!!” urlò Rob e in un secondi ci separammo.
Presi a correre, più veloce che potevo gettando lo sguardo ovunque, inciampando in quel terreno e sentendo il respiro mancare sempre di più.
D'un tratto, fuori alcuni trailer vidi Dean con le braccia conserte. Tirai un mezzo sospiro di sollievo per un solo secondo, il tempo necessario per rendermi conto che Joy non era con lui.
“DEAN!” urlai mentre mi buttavo praticamente addosso a lui. “DOV'E'? DOV'E' JOY?!”
“E' in bagno..”
“Come in bagno?!”
“Le scappava la pipì e non potevo entrare io.. l'addetta alle pulizie si è offerta di..”
Potei quasi vedere i suoi occhi morire mentre leggeva nei miei il mio terrore.
“No..” sussurrò semplicemente mentre io entravo nei bagni chiamando Joy a gran voce. Niente.
Perlustrai ogni bagno e quando aprii l'ultimo mi sentii morire. Non era un bagno, era uno stanzino con.. una porta di servizio, socchiusa.
Era un incubo.. doveva essere in incubo anche questo.. mi ripetevo mentalmente mentre aprivo la porta per trovarmi di nuovo nell'ambiente esterno.
Il sole mi accecò uscendo dalle nuvole e sentii agli occhi un dolore che non avevo mai provato prima.
Poteva un incubo essere così vero? Non lo sapevo..
Camminavo solo semplicemente sull'erba che potevo sentire piegarsi sotto i miei piedi..
Poi la vidi..
Una mimosa. Un semplice ramoscello di mimosa..
Pallini gialli e pallini.. rossi..
Le mimose, la ragazze bionda della sera prima..
“No..”
Feci gli ultimi passi e mi accostai alla sedia di legno per prendere il fiore e il foglio di carta su cui era riposto.
E' un incubo, mi ripetei mentalmente così tante volte da convincermene.
Ma non potevo. Due cose mi destarono da quell'illusione: le urla di Rob e le due X in fondo alla pagina.
Quelle due X...
Tutto sembrò unirsi come pezzi di un puzzle..
I fogli.. La piscina, le X, le mimose, la ragazza bionda..
“No.. no..”
Non poteva essere. Non era vero. Non.. non era vero. Era un incubo.
“Kristen!” era la voce di Rob?
Si lo era, ma lui dov'era?
Accanto a me, in un secondo. Le sue braccia sulle mie, i suoi occhi sui fiori, sul foglio, nei miei occhi.
Persi, vuoti..
“L'hanno presa Rob..”
E non mi svegliai.
Non era un incubo
.

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Capitolo 48
*** Goodnight, my angel ***


Goodnight, my angel
Buona domenica ragazze! Ed eccoci qui con l'ultimo capitolo della nostra ff. Speriamo che vi piaccia, anche se sappiamo che sarete un po scioccate dalla cosa. Probabilmente alla fine avrete delle domande su alcuni punti poco chiari ma cercheremo di spiegare nell'epilogo che posteremo  la prossima settimana. Vorrei che lo leggeste ascoltando questa canzone che da il titolo al capitolo http://www.youtube.com/watch?v=dcnd55tLCv8
Vi lasciamo al capitolo e...buona lettura!
Kiss Cloe e Fio





CAPITOLO  48 (Cloe)



GOODNIGHT, MY ANGEL






ROB POV

Aprii gli occhi e li richiusi.

Una volta.
Due volte.
Li tenni così, serrati, le palpebre immobili.
http://i56.tinypic.com/k9xg0g.jpgLa casa era così silenziosa che avrei potuto sentire lo scricchiolio di un gradino o il cigolio di una porta. L’abbaiare di un cane in lontananza, il rumore delle gocce di pioggia sul vetro perfino…
Invece non sentivo niente. Non riuscivo a sentire più niente.
Respirai. Forse era stato tutto un incubo. Forse, se mi fossi sforzato abbastanza, quello sarebbe tornato ad essere un giorno come un altro.
Mi sarei voltato dall’altra parte e avrei visto Kris che si svegliava con me, sorridendomi. Insieme avremmo sentito le risate e i discorsi incomprensibili di nostra figlia dall’altra parte del baby phone e, come una famiglia,saremmo scesi in cucina per la colazione. Avrei poggiato Joy nel seggiolone e l’avrei sentita ridere e ridere e ridere…
E allora perché, invece, c’era solo silenzio?
Perché il letto era vuoto e freddo al mio fianco?
Perché se mi toccavo il petto riuscivo ad avvertire il nodo della cravatta sotto le dita?
Perché avevo indossato quel vestito elegante?
Perché avevo passato la notte a fissare la stessa piccola macchia sul soffitto?
Perché…
Perché quello non era un giorno normale.
Perché quella non era più la mia vita.
Questa è la mia vita.
Da tre giorni a questa parte, la mia esistenza è come il peggiore degli incubi. Da cui però non posso svegliarmi.
Perché, da tre giorni,  questa è la mia realtà.
“L'hanno presa Rob..”
Ancora prima che l’aria uscisse dalle labbra, ancora prima che Kris pronunciasse effettivamente quelle parole, avevo capito.
Sentii il petto contrarsi sotto il peso di quei pensieri, così forte che, senza pensarci, mi ritrovai accasciato sul pavimento del bagno a rigettare il niente.
Niente cibo. Niente anima.
Non so come ci riuscii, ma aprii l’acqua del rubinetto. Immediatamente, una piccola pozza iniziò a formarsi.
Acqua…ancora  acqua.
Sembrava che quell’elemento, in qualche modo, legasse ogni piccola parte del mio dolore.
Riaprii gli occhi mentre il rumore delle gocce di pioggia si mescolava a quello dei ricordi.
Arrestai il flusso sotto le mie mani ma mi sembrò che l’acqua, altra acqua, continuasse a scorrere.
Sedici ore. Erano passate sedici ore dall’ultima volta in cui avevo visto la mia bambina. Dall’ultima volta in cui l’avevo stretta. Da quando era scomparsa
L’avevo lasciata andare. Le avevo permesso di allontanarsi a giocare e adesso… e adesso era nelle mani di qualcuno.
E se le fosse successo qualcosa….
Impedii ai miei pensieri di prendere quella direzione, ma era la sola direzione che riuscissero a percorrere. Sentivo le voci della gente intorno a me quasi attutite, come se il sangue del mio corpo mi avesse invaso il cervello e mi impedisse di capire la realtà che mi circondava. Poliziotti, i miei genitori, la famiglia di Kris…erano tutti lì. Tutti erano tornati a cercarla non appena il temporale di quella notte si era calmato. Tutti tranne me e mia moglie. Noi non ce n’eravamo mai andati. Avevamo continuato a setacciare la zona sotto l’acqua, sotto i fulmini, come fantasmi ignari di ciò che accade intorno a loro.
Per un piccolo breve momento il mio sguardo angosciato si incrociò con quello di Kris e, quello, fu l’esatto istante in cui tutto crollò.
La gente dice che basta un secondo per cambiare tutto. Un attimo prima sei vivo, quello dopo sei morto. Un attimo prima hai ancora una speranza a cui aggrapparti, un attimo dopo senti qualcuno che urla, ti metti a correre e trovi la tua intera vita accasciata di fronte a te, a poche centinaia di metri da dove eri immobile solo pochi minuti prima.
E la morte ha le sembianze del corpo spezzato di tua figlia che galleggia nell’acqua bassa di una laghetto strabordato durante il temporale. Ha il viso tumefatto e innaturalmente gonfio della tua bambina, che non respira più tra le tue braccia. Ha il suono dell’urlo di tua moglie che te la strappa e la stringe al petto cercando di ridarle ancora la vita.
E, allora, capisci che la gente si sbaglia. Non è quell’istante di consapevolezza a cambiare tutto, perché tua figlia era morta da ore, sola in quella pozza d’acqua.
E tu, da ore, senza saperlo, eri già morto con lei.
Uscii dal bagno, senza una meta precisa, a stento consapevole della presenza in casa di altre persone. Venute lì a darmi forza, sostegno, amore.
Inutile. Era tutto inutile.
Mi bloccai davanti alla stanza di Joy. Sapevo che kris era lì dentro. Non usciva da giorni, persa nel suo dolore. Eppure avrei voluto stringerla, piangere con lei…lei che era la sola a capire come mi sentissi.
Stavo quasi per bussare quando, improvvisamente, sentii la risata felice e serena di chi non ha una sola preoccupazione provenire dall’altra parte del legno. Sconvolto, feci ruotare la maniglia e rimasi lì immobile.
Kris stava seduta sul pavimento, dandomi le spalle e di fronte a lei….
Quasi mi mancò il respiro mentre guardavo il lettore DVD portatile posato sul legno.
Ed eccolo lì sullo schermo, il mio angelo. La mia piccola dolce Joy, i pugnetti chiusi e il respiro delicato e appena percepibile di un neonato di poche ore, addormentato.
“Alzala un po’ Rob voglio filmarla per bene!” La voce di Kris era eccitata e felice dietro la telecamera, tanto che, per un attimo, ebbi il folle impulso di abbassare lo sguardo e scrutare la donna in carne ed ossa al mio fianco a cui doveva appartenere. La donna di cui non sentivo la voce da giorni ormai…
Eppure non lo feci. Non potevo, non quando di fronte a me, mia figlia mi sorrideva.
Così felice, così…viva…
“Oh no ti prego!” continuò la Kris spensierata al di là dello schermo “Facciamo cambio, dai. Con quell’orribile taglio in testa sembri Frankestein e stai rovinando l’intero filmino!”
Vidi me stesso alzarmi e passare il prezioso fardello alla sua mamma, ancora adagiata tra le lenzuola bianche dell’ospedale.
La videocamera si mosse veloce, prima di puntarsi di nuovo sul mio viso un pò ammaccato. Cercai di ricordare quei momenti che sapevo di aver vissuto ma…ma non ci riuscii. Sembravano appartenere ad un’altra vita. La vita di qualcuno che aveva una speranza. La vita di qualcuno che poteva essere felice.
“Salve a tutti” iniziai “Sono Robert Thomas Pattinson, ho 24 anni e oggi sono qui con le due donne che amo di più al mondo, a vivere il giorno più bello della mia vita.” Spostai di nuovo lo schermo puntandolo sul volto di Kris. Era pallida e profonde occhiaie scure le scavavano il viso ma, negli occhi, aveva una luce che non avevo mai più visto dopo quel giorno.
“Lei è Kristen Stewart” continuò il mio me stesso più giovane “La donna che amo e madre di mia figlia. Nonché attrice migliore della nostra generazione, non scordiamolo”
La kris dello schermo scoppiò a ridere, così forte che Joy si mosse appena fra le sue braccia, iniziando a succhiarsi il pollice.
“Scemo! Guarda, la svegli!”
“Ora fa un po’ l’acida, ma so che un giorno la convincerò a sposarmi.”
Kris alzò gli occhi al cielo “Ehi ti ho già detto sì. Di che hai paura? Che ti molli sull’altare?”
Ridemmo entrambi al di là dello schermo e io puntai la telecamera sul visino addormentato della mia bambina, ingrandendolo il più possibile con lo zoom. Continuava a succhiarsi il ditino, mentre la madre le carezzava i capelli chiari sul capo.
“E lei..” la mia voce suonava quasi attutita, come se stessi parlando a qualcosa di magico o sacro “Lei è Joy Lily Pattinson ed è ormai, a tutti gli effetti, la proprietaria incondizionata del mio cuore. E’ il prodotto dell’amore mio e di Kris  e, certo, anche di un pacchetto di contraccettivi non usato adeguatamente.” Si sentirono entrambe le nostre risate echeggiare nella stanza di ospedale.
“Ma questo non cambia il fatto che il nostro piccolo angioletto ha messo sotto sopra il nostro mondo in modi che non credevamo possibili e ora mai…mai potremmo immaginare la nostra vita senza di lei…”
Improvvisamente la Kris al mio fianco afferrò il telecomando e spense il monitor.
Un gesto e lo schermo divenne nero.
Un gesto e tutto si spense.
La sentii soffocare un gemito e, istantaneamente, allungai la mano ma, ancora prima che potessi posarla sulla sua spalla, lei scattò in piedi.
Potei finalmente vedere il suo viso: era pallida e gli occhi gonfi e rossi per il pianto erano così brillanti e spalancati che, per la prima volta da sempre, provai terrore nel guardarla. Anche se niente, niente fu come sentire le parole che mi disse.
“Non ti azzardare a toccarmi.”
Rimasi lì, la mano a mezz’aria. Immobile, mentre la convinzione che la sola persona in grado di comprendermi fosse davanti a me si sbriciolava lentamente. Non appena il mio sguardo si puntò nel suo, abbassò il viso, come se fosse terrorizzata o disgustata alla sola idea di guardarmi.
“Non ti azzardare a piangere…non ti azzardare a piangere davanti a me!” continuò e, solo in quel momento, mentre le dita della mano sfioravano la mia guancia, mi resi conto che una lacrima stava colando lungo il mio volto.
Avrei voluto fare un passo ed abbracciarla. Avrei voluto che lei facesse un passo e abbracciasse  me, che le sue braccia mi aiutassero a tenere insieme i pezzi.
Ma da lei proveniva solo odio.
“Kris io so..lo so come …”
“TU NON SAI NIENTE!” strillò all’improvviso. Si portò le mani ai capelli e iniziò a muoversi frenetica per la stanza “A TE NON E’ MAI IMPORTATO DI NIENTE!”
Appoggiò le mani al lettino. “Credi che non lo sappia?! L’ho sempre saputo che mi hai sposata solo perché ero incinta! Che per te…per te siamo state sempre e solo un obbligo ..sempre!!”
Bastò quella piccola frase per far scattare qualcosa dentro di me. Un’emozione che non provavo da giorni, da quando tutto il resto era stato soffocato dal dolore.
Rabbia.
“Come ti permetti?” La voce che avrei voluto mantenere calma si alzò subito di parecchie ottave e, prima che potessi capire quello che stavo facendo, afferrai il carillon dal mobile al mio fianco e, con tutta la forza che avevo, lo scagliai contro la parete, proprio al fianco di Kris.
Lei, che avrebbe dovuto essere al mio fianco..che avrebbe dovuto..
La vista mi si oscurò per le lacrime e sentii la rabbia ribollire ancora più forte.
“Come ti permetti tu! Lei era…era tutta la mia vita…tutta. E tu te ne stai qui rinchiusa, ignorando il fatto che nostra figlia è morta!”
La vidi coprirsi le orecchie con le mani, come se si rifiutasse di sentire quello che avevo appena detto.
“Non è vero…non lo dire…non lo dire” gemette.
“E INVECE LO DICO” continuai a strillare “LEI E’ MORTA! E’ MORTA!” la voce mi si spezzò in gola “E tu stai qui mentre io sono la fuori e da tre giorni cerco di affrontare il mondo. Sai cosa ho dovuto fare?Ho dovuto scegliere la sua bara, i fiori e…e scommetto che sei così codarda che anche oggi mi lascerai da solo a seppellire nostra figlia!”
Kris balzò contro di me e mi colpì forte al viso, prima di tempestare il mio petto di pugni.
“Eri tu..” riusciva a malapena a parlare tra le lacrime “ Eri tu..avevi detto che ci..ci avresti sempre protette..DOVE CAZZO ERI? DOVE CAZZO ERI??”
Rimasi attonito mentre mi spingeva fuori dalla stanza e richiudeva la porta a chiave. Mentre mi chiudeva fuori, fuori da lei.
Mi diressi come un automa dal lato opposto del corridoio. Le sue parole continuavano a rimbombarmi nel cervello, ogni traccia della rabbia di pochi istanti prima scomparsa. C’era di nuovo dolore…solo puro dolore. Lo sentivo pulsare così forte nel mio petto che ormai ero convinto fosse quello la sola cosa a far battere ancora il mio cuore. Perché, di certo, ogni altra emozione era scomparsa.
Girai la maniglia della porta che mi trovai davanti, senza sapere neppure in che stanza stessi entrando ma, non appena vi misi piede, mi resi conto di aver scelto il posto perfetto. Avrei voluto fare come Kristen: ignorare il mondo che mi obbligava ad andare avanti e rinchiudermi lì dentro, per sempre. Barcollando riuscii ad arrivare al mio pianoforte e, solo nell’istante in cui le mie dita sfiorarono i tasti, riuscii a sentire le parole di Kris penetrarmi fin dentro al cuore.
Perché sapevo che una parte di tutto ciò che aveva detto era vera. Io avevo promesso loro che le avrei sempre protette. Avevo tenuto in braccio per la prima volta mia figlia e la cosa che avevo giurato davanti a Dio era che avrei dato la mia vita per lei, per farla stare al sicuro. E invece avevo fallito e avevo distrutto la sola cosa buona della mia vita.
“Lei non lo pensa davvero, lo sai”
Non ebbi neppure bisogno di voltare il capo per capire chi fosse a parlare. Tom era arrivato il giorno prima da Londra per starmi vicino, eppure ancora non gli avevo rivolto la parola. Avrei dovuto sentirmi in colpa, perché sapevo quanto amasse mia figlia e quanto dovesse soffrire al momento, eppure riuscivo a malapena a contenere il mio dolore.
Non mi voltai a guardarlo.
“E’ vero invece” le mie parole furono un flebile sussurro “Non puoi capire…”
“Rob io la amavo e..”
Scossi il capo e lui si zittì all’istante. Come avrei potuto spiegarglielo? “Tom tu hai figli?”
Lo sentii trattenere il respiro, probabilmente chiedendosi se fossi impazzito. “No, lo sai.”
Iniziai a muovere le mani e la ninna nanna che avevo composto per lei risuonò nella stanza. “Ma ami la tua famiglia, no? Tua sorella, i tuoi genitori…”
“Certo”
“Prendi quell’amore Tom. Prendi l’amore che nutri per tutte le persone più importanti della tua vita, mettilo insieme, moltiplicalo per un milione e ancora non avrai un idea di cosa si prova ad avere un figlio.” L’ombra di un sorriso mi comparve sulle labbra mentre ripensavo alla mia piccola e alla prima risata che aveva rivolto a me, solo a me.
“Ora immagina” continuai “Immagina il dolore che proveresti se qualcuno ti dicesse che sei solo al mondo. Che tutte le persone che ami sono andate via per sempre. Moltiplicalo per un milione ancora non riusciresti a sentire un grammo del dolore di perdere il tuo bambino.” Il mio sorriso scomparve immediatamente, perché i ricordi che mi assalirono non furono più quelli felici e spensierati di momenti vissuti con la mia famiglia, ma immagini di un corpo freddo. Una bambola spezzata e bagnata fra le mie braccia. “Puoi immaginare cosa significhi avere avuto solo pochi mesi con il nostro angelo? Stavamo…stavamo appena iniziando a conoscerla, ad amarla e ..ce l’hanno strappata via…”
Cercai di respirare ma era come se un grosso masso sul petto mi impedisse di farlo, di andare avanti.
“E siccome Kris…lei non ce la fa e io..ho dovuto frugare tra i suoi vestitini e scegliere quello che dovrà indossare oggi e il peluche che…oh Dio..”
Sentii il mio corpo scosso dai singhiozzi che mi avvolgevano e le mani di Tom posarsi sulle mie spalle, cercando di darmi un po’ di forza.
L’avevo delusa….
Avevo lasciato mia figlia da sola a morire.
Avevo fallito nell’unico compito che era davvero importante per me.
Chiusi gli occhi e, per un istante, mi sembrò quasi di sentire Joy intorno a me. Forse perché la sua presenza era davvero in ogni centimetro di quella stanza.
Come guidate da una forza sconosciuta le mie dita presero a suonare un’altra melodia: una canzone che mia figlia adorava. Avevamo passato interi pomeriggi noi tre in quel luogo. Io mi sedevo al piano e suonavo per ore mentre Kris prendeva fra le braccia nostra figlia e iniziava a muoversi in tondo, come due principesse ad un gran ballo. I loro movimenti erano una poesia, il testo perfetto di una musica senza parole.
Ma erano i momenti in cui eravamo solo io e lei, quelli che avrei per sempre conservato nel cuore.
Mi pareva quasi di vederla. Mi avrebbe afferrato la mano e con la sua , piccola e paffuta, avrebbe indicato la stanza della musica. http://i51.tinypic.com/dham87.jpgMi ci avrebbe trascinato, riempiendo entusiasta la casa dei suoi urletti. Ci saremmo accomodati davanti al piano e insieme, come ogni volta, avremmo stiracchiato le dita. E poi… e poi io avrei posato le mie sui tasti e lei si sarebbe accoccolata al mio fianco, addormentandosi col capo posato sul mio grembo. Non appena avessi smesso di suonare, però, i suoi occhietti si sarebbero spalancati di nuovo e, col sorriso sulle labbra, avrebbe chiesto “Ancola, ancola!”
E io le avrei detto sì, perché era la mia piccola e non avrei mai potuto perdermi nel suo sorriso e negarle qualcosa.
Ero così perso nei ricordi che sussultai quando sentii Tom muoversi al mio fianco, completamente dimentico della sua presenza nella stanza.
Si fermò prima di uscire dalla porta.
“Mi sembra quasi di vederla ballare” sussurrò.http://i56.tinypic.com/2wd2b0k.jpg
Sentii la porta chiudersi e, nell’esatto istante in cui le mie mani tracciarono le ultime note della canzone, seppi cosa dovevo fare. Forse avevo deluso Joy. Forse l’avevo lasciata da sola. Ma, ora,  avevo qualcosa da fare, qualcosa per rimediare.
“Sto arrivando piccola mia.”



Sembrava che quei semplici passi fossero i più difficili della mia vita. E, forse, lo erano.
Pochi metri, e le gambe così pesanti da farli sembrare chilometri.
Cercai di ordinare al mio cervello di farmi muovere e dovetti riuscirci perché vidi i banchi pieni di gente al mio fianco scorrere lenti.
Un passo e poi un altro.
Un respiro, un po’ di coraggio per andare avanti.
E poi, una mano tiepida nella mia.
Guardai al mio fianco e vidi mia madre, il volto distrutto ma composto, cercare di consolarmi con un piccolo gesto.
“Non ce la faccio mamma.”
Quella frase mi uscì come un gemito dalle labbra e la sua presa si rafforzò.
“Sì…sì che ce la fai. Ce la devi fare per lei.”
Per un istante mi sentii di nuovo come un bimbo piccolo che, davanti a qualcosa di particolarmente terribile, cerca un po’ di forza. http://i53.tinypic.com/snkyls.jpgMa, poi, spostai lo sguardo davanti a me: le venature del legno laccato di bianco, le placche di ottone ai lati, il coperchio aperto e… e improvvisamente fui di nuovo un padre. Solo un padre.
Tutto il mio corpo si irrigidì nell’esatto istante in cui posai lo sguardo su mia figlia. Il visino era pallido, ma le macchie scure sul collo che mi tormentavano la mente da giorni erano scomparse, coperte da un sottile strato di cerone. I capelli biondi erano raccolti in due codine ai lati del capo e quel semplice elemento mi sembrò sbagliato.
“No…così non va..”mormorai “Così non è la mia Joy”
Allungai la mano e le dita sfiorarono i fili dorati dei suoi capelli, sfilando i due semplici nastrini che li tenevano imprigionati.
“Ecco..questa è la mia Joy” la voce si spezzò mentre cercavo di contenere il pianto “Lei amava essere libera. Odiava gli elastici.” I miei occhi continuarono a vagare sul resto del suo corpicino. Sul vestitino rosa che aveva indossato il giorno del suo primo compleanno, ormai troppo corto per coprirle davvero tutte le gambe come un tempo. Sulle converse tempestate di pailettes che avevano catturato la sua attenzione in quel negozio di Londra mesi prima e che lei si era rifiutata di togliere per giorni, persino per andare a letto.
“Ricordi com’era testarda?” aggiunse mia madre come se potesse leggermi nel pensiero “Si svegliava non appena cercavamo di sfilargliele la sera. Ogni singola sera…”
Annuii solamente.
“L’hai portato?”
Seppi immediatamente a cosa si riferisse. Cera qualcosa che dovevo dare alla mia bambina, qualcosa che dovevo sapere essere con lei prima di lasciarla andare.
Tirai fuori dalla tasca il gioco che aveva accompagnato Joy in ogni sua piccola tappa, sin dal giorno in cui era nata.
Osservai Mr Rabbit nelle mie mani tremanti e per un piccolo, folle secondo, ebbi il desiderio di tenerlo con me, di dare a Joy qualcos’altro che amasse. Volevo tenere quel coniglietto per poterlo stringere e inspirare il profumo di mia figlia la notte, una volta che fosse sparito da qualunque altro posto.
Ma sapevo di non poterlo fare. Era sempre stato speciale per lei e le avrebbe tenuto compagnia…per sempre.
Lo adagiai vicino al suo braccino, desiderando avere la forza di chinarmi e baciare per l’ultima volta la sua fronte delicata. Ma non ce la feci. Se mi sforzavo, sapevo che avrei sempre potuto sentire la morbidezza della sua pelle tiepida e profumata quando si addormentava la sera, contro di me, dopo il bagnetto. Quella era la mia bambina. La bambina che volevo ricordare: tiepida, profumata e viva. Non fredda e con l’odore di qualcosa di chimico addosso.
“Ti lascio Mr Rabbit, amore” mormorai combattendo il nodo che cercava di soffocarmi in gola “Lui starà sempre con te. Ti starà vicino e ti proteggerà finchè papà non sarà di nuovo con te, d’accordo? Ti giuro..ti giuro..che un giorno ci rincontreremo piccola mia e…”
Non riuscii a continuare. Tutte le lacrime che avevo cercato di reprimere iniziarono a scorrere sulle mie guance e mi accasciai sul corpo morto di mia figlia, in preda ai singhiozzi.
“Perdonami…ti prego perdonami…”
 Non so cosa successe dopo. So solo che ,in qualche modo, i miei genitori riuscirono a farmi sedere su una panchina e di li in poi fu solo il buio. Il buio ed un  prete davanti a me che parlava e parlava di cose di cui non capiva nulla, non sapeva nulla. Mi lasciai cullare dal suo tono monotono e cantilenante, finchè non fu sostituito da quello di altre persone. Mi parve di udire la voce di Tom, della madre di Kris, di mia madre persino…
Tutti sembravano pronti a dire qualcosa di epico o memorabile su mia figlia. Tutti tranne me.
Appena sentii un attimo di silenzio mi alzai in piedi e, come un automa, mi diressi verso il pulpito. Mi vergognai in quell’istante perché non avevo niente mentre, invece, Joy si sarebbe meritata tutto. Un vero discorso, pagine e pagine di parole sulla sua dolcezza e perfezione. E, invece, io avevo solo un peso sul cuore e una marea di pensieri confusi.
Mi schiarii la voce ma non guardai nessuna delle persone di fronte a me.  Non ero certo che Kris fosse venuta e non sapevo se sarei riuscito a sopportare di nuovo il suo odio, o peggio, il suo disgusto verso di me.
“Joy Lily Pattinson è entrata nelle nostre vite come una sorpresa. La più magnifica delle sorprese. Ma se n’è andata nel peggiore dei modi: ci è stata strappata via dalle braccia ancora prima che potesse esprimere davvero se stessa, ancora prima che potesse dare al mondo la possibilità di conoscerla.
Joy Lily Pattinson era una bambina dolcissima e, nel momento esatto in cui la conoscevi, non potevi non cadere ai suoi piedi. Il suo pianto era in grado di spezzarti il cuore mentre la sua risata…” presi un lungo respiro cercando di continuare “La sua risata non era comune…no. Era una di quelle risate spontanee e così profonde e genuine che ti viene voglia di intrappolarle in una bottiglia e poterle usare come conforto nei giorni difficili. Era la bambina più speciale e meravigliosa che potessimo chiedere e…e spero di averla resa felice, con quel poco che le ho dato, perché lei ha davvero reso felici me e sua madre. Infatti abbiamo impiegato molto tempo a decidere il suo nome ma ,alla fine, la nostra scelta si è rivelata la migliore. Joy. E’ esattamente ciò che ha portato nelle nostre vite. Potrei parlare per ore dei piccoli dettagli che non scorderò mai più ma…ma penso di poter riassumere tutto in tre grandi certezze. So che Joy è stato il più bel regalo che potessimo avere. So con certezza che ogni singolo giorno della sua vita è stata amata e adorata. E so…so che oggi una parte di me e di sua madre muore con lei…”
Scesi in fretta gli scalini, passando oltre i mormorii della gente, oltre le mani tese dei mie genitori pronte a fermarmi. Non volevo parlare.
Non volevo sentire.
Non volevo provare più niente. Per qualche ora volevo solo il nulla.
Mi avvicinai alla macchina e, proprio mentre iniziavo a guidare, ricominciò a piovere.




Era buio quando rientrai in casa. Non sapevo che ora fosse e francamente non mi importava. Non potei non notare, però, l’agitazione della mia famiglia e la madre di Kris in lacrime accasciata sul divano.
Non appena mi vide si alzò e mi gettò le braccia al collo.
“Ti prego dimmi che è con te…ti prego..”
“Con me..chi?” domandai confuso.
La testa pulsava forte dopo ore passate a piangere in un parcheggio e non riuscivo a capire di chi stessero parlando, incapace di sopportare altro dolore.
Ma, quando mia madre sussurrò semplicemente un nome, Kris, capii che al dolore non c’era mai fine. Credevi di aver raggiunto il fondo e, invece, un secondo dopo, accadeva qualcos’altro a farti capire che potevi morire ancora. Ancora un po’ di più.
“No..ti prego no..” gemetti
Mia madre si avvicinò e aiutò Jules a sedersi di nuovo. “Rob non…magari voleva solo stare sola. E’ che ha lasciato un biglietto e…”
Un biglietto.
Istantaneamente avvertii un’ondata di nausea.
No. No.
Kris non si sarebbe mai…
Mi bloccai ripensando a come l’avevo vista poche ore prima in quella stanza. Ai suoi occhi disperati  e a quella strana luce.
Se Dio esisteva non poteva avermi fatto anche questo. Non poteva portarmi via anche lei. Non adesso, non così.
“Che biglietto?” domandai
Mamma mi passò un foglietto stropicciato.
Solo tre parole.
Devo dire addio
Per qualche ragione però, quella semplice frase mi fece capire che avevo frainteso. Che tutti loro avevano frainteso.
E io…io sapevo esattamente dove trovarla.
Guidai per meno di un chilometro, parcheggiai l’auto e sotto la pioggia iniziai a correre verso il luogo in cui ero certo fosse Kris. Anche se non la vedevo, anche se non potevo sentirla…lei era lì.
Con Joy.
http://i56.tinypic.com/2mwxrnd.jpgSmisi di  correre solo quando vidi una sagoma scura di fronte alla tomba e, dentro me, tirai un enorme sospiro di sollievo.
Potevo sentire i singhiozzi spezzare Kris e il suo corpo muoversi innaturalmente tentando di trattenere i gemiti.
“Perché? Perché?” sentii la sua voce distrutta e  il mio cuore si spezzò ancora una volta durante quel terribile giorno “ Tu eri..eri tutto per me…eri tutto… E adesso ho perso anche il tuo papà..”
A quelle parole feci involontariamente un passo avanti e un rametto si spezzò sotto il mio piede. Kris si voltò e questa volta, a differenza di ciò che era successo quella mattina, sostenne il mio sguardo.
“Non odiarmi” mormorò flebile “Io…quello che ho detto..quello…”
Mi inginocchiai sulla terra fangosa, al suo fianco. “Shhh…non conta più ora..”
Le massaggiai la schiena, senza capire dove trovassi ancora la forza di consolarla.
“Io…non riuscivo a guardarti..non riuscivo perché” gemette ancora “Ogni volta che guardo i tuoi occhi vedo anche i suoi..”
A quelle parole affondò il volto tra le mani, colpita da un'altra ondata di singhiozzi.
“Se n’è andata” riuscì a dire “Se n’è andata…”
Mi gettò le braccia al collo e affondò il volto bagnato sul mio petto mentre grosse gocce di pioggia ci cadevano addosso. La strinsi, cullandoci  in quell’abbraccio, mentre le sue lacrime diventavano anche le mie e, per la prima volta, piangevamo insieme nostra figlia.
Mi lasciai andare insieme a lei al dolore e, mentre fissavo la lapide di fronte a me, sentii una terribile consapevolezza colpirmi e inondarmi, alle parole di Kris.
La mia bambina era sotto decine di centimetri di terra e non sarebbe tornata.
Non l’avrei mai più sentita ridere.
Non l’avrei più sentita urlare di gioia.
Non avrei più visto il suo sorriso.
Non avrei più festeggiato il suo secondo , terzo e quarto compleanno e…
Non ci sarebbe mai più stata.
E, tra le lacrime, sotto la pioggia, aggrappato alla sola persona che sapevo capisse con certezza il mio dolore, pregai.
Pregai che le parole che avevo fatto incidere sulla tomba di Joy fossero vere.
Someday we'll all be gone
But lullabies go on and on
They never die,
that's how you and I will be.

Se pensate che sia stato duro da leggere,non potete capire cosa è stato scriverlo...una specie di catarsi. Sappiamo che ci aspetteranno insulti e urla...e avrete di certo domande. Come è successo, cosa, chi è stato... nell'epilogo troverete una risposta.
Alla prossima settimana.

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Capitolo 49
*** Non può piovere per sempre ***


non può piovere per sempre Vi preghiamo semplicemente di leggere le nostre note alla fine U__U

P.S (DI CLOE) ----> donne di poca fede U_U



Capitolo 49 (Fio)


NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE

Pov Rob

Cammino. Lentamente. Come ogni volta. Ormai dovrei sapere bene quello a cui vado incontro, quello che mi aspetta, eppure ogni volta cammino, indeciso, sempre più lentamente mentre l’erba secca si sgretola dolcemente sotto le scarpe.
Chissà, forse spero ancora che sia un sogno, forse aspetto ancora di svegliarmi.
Ma come sempre vivo di illusioni, di false ma allettanti speranze, di sogni dimenticati. La mia vita è un sogno.
Ma quando arrivo lì, quando i piedi si fermano davanti quella pietra, mi sveglio. Ed è un incubo.
Trattengo le lacrime.
Stringo i pugni dolcemente, e come sempre dimentico di avere qualcosa in mano. Prendo un lungo respiro, chiudo gli occhi e sento il vento. Sento il suo odore, sento la sua essenza. Solo così so che mi è vicina. Solo il vento.
Mi inginocchio lentamente e poggio quei fiori che sembrano sempre troppo pochi. Un altro respiro e inizio a parlare. Con lei.
“Ciao amore mio..” sussurro ed è il vuoto.
Non sento nulla, non sento il cuore battere, non sento il sangue che mi scorre nelle vene ma credo che sia normale in fondo; nessuno riesce davvero a sentirlo.
Solo che tutto questo non lo è.. non è normale. Non è naturale.
Cosa sono io ora? Cosa sono diventato?
Un bambino che perde i genitori è orfano, ma un padre che perde il figlio cos'è?
Sono un anonimo, ignoto, sono nulla. Senza etichetta, senza significato.
Mi asciugo una lacrima mentre col dito sfioro leggermente quella J intagliata nel marmo, quelle parole incise sulla pietra fredda. Spero davvero che servi a qualcosa?? spero che andare lì ogni giorno da tre anni mi aiuti a dimenticare?
No, non devo. Non voglio. Dimenticare mi fa paura più del terrore di non riuscire più ad andare avanti. Vivo nella malinconia di ricordi mai esistiti, memorie che la mia mente ha così ben imparato a creare, per il semplice gusto di torturarmi.
E vedo lei: con il grembiulino il primo giorno di asilo, con lo spazzolino in mano la sera prima di lavarsi i denti, il suo primo voto a scuola, la prima vittoria nell'essere riuscita ad allacciare le scarpe da sola, la prima frase di senso compiuto, la prima volta sulla bici senza rotelle, il primo pupazzo di neve, il suo primo bacio..
Troppe prime volte inesistenti, mancate, sprecate.
“Non doveva essere così..” mi trovo a sussurrare, non so se a lei o a me stesso. Forse a lei, forse per l'ennesima volta mi sto scusando sperando che mi senta e che mi perdoni.
“Scusami angelo mio.. non doveva essere così..” ripeto mentre una lacrima mi solca il viso, coma una scia di fuoco sulla mia pelle: brucia portando con se tutto il senso di colpa, tutto il rimorso, la rabbia.. Tutto tranne il dolore.
Quella è l'unica cosa che non mi abbandona mai, nemmeno quando faccio l'amore con Kristen nell'illusione di perdermi in lei e solo in lei. Sono già perso.. sono un nomade senza meta e senza punto di ritorno.
“Ti prego piccola mia.. perdonami..” un'altra lacrima mentre cado sulle ginocchia e poggio la testa contro la pietra gelida per sentirla più vicina. E quasi lo è..
Perché sono freddo anche io e il contatto è quasi piacevole, ma è solo per un secondo.. qualcosa interrompe quel brevissimo attimo di sollievo. Un telefono, il mio cellulare.
Resto immobile a sentirlo squillare per minuti interminabili. Nessuno deve volermi quando sono con lei, penso. Ma poi affiora il timore che sia Kristen. Potrebbe esserle successo qualcosa e se non ci fossi stato non me lo sarei mai perdonato. Lei era l'unica ragione per cui continuavo a vivere. Senza di lei mi sarei lasciato morire su quella tomba.
Il telefono continua a squillare ma non lo trovo; lo cerco nelle tasche dei pantaloni, della giacca, ma niente.
Infine appare accanto a me, ai miei piedi, come se fosse sempre stato lì, vicino a mia figlia.
COME BACK è tutto ciò che leggo sullo schermo e prima che possa cercare di decifrarne il significato sono da un'altra parte. Sono.. in camera di Kris, la sua camera a casa dei suoi genitori. Sono steso sul letto.
Sono sveglio ma non so più qual è la realtà. Non so cosa è sogno e cosa è illusione. Prendo a guardarmi in giro, come in cerca di qualche segno che mi aiuti a capire e poi la vedo, la data sulla sveglia. 14/03/2012.
Duemiladodici. Lo ripeto nella mia testa così tante volte da darmi quasi la nausea e infatti un conato di vomito mi sale alla gola quando mi rendo conto che era tutto un sogno.
Mi alzai velocemente cercando di contestualizzare il tempo. Era un sogno, solo un incubo. Continuai a ripetermelo fino a rendermi conto di avere il viso bagnato.
Lacrime.. di cosa?
Di gioia perché era stato solo un sogno, di rabbia per aver sofferto le pene dell'inferno per uno stupido incubo, di sollievo per la consapevolezza che la mia bambina era ancora viva.. e di frustrazione perché non sapevo dov'era.
Toccando gli oggetti di quella stanza iniziai a riprendere contatto con la realtà, quella realtà che da cinque giorni opprimeva ogni mio passo. Ogni mia ora del giorno e della notte. Mi ero svegliato in un incubo per trovarmi in un mondo che non aveva alcuna pietà di me.
Erano le tre del pomeriggio eppure la stanza era quasi buia, grigia. Non un raggio di sole a cercare di alleviare il peso nell'anima e l'angoscia nel cuore, non un filo di speranza mentre vedevo le gocce di pioggia iniziare a battere sulla finestra. Prima piano, delicate.. poi sempre più frenetiche, piene di rabbia, piene del mio terrore mentre richiamavano alla memoria il suo corpo in quel laghetto, il suo visino pallido e freddo, le sua manine livide..
Dovevo uscire da quella stanza prima di lasciarmi sprofondare nelle terribili possibilità che quelle ore di sonno avevano portato. Possibilità che non avevo osato sfiorare nemmeno per un secondo fino ad ora.
Mia figlia era viva.. e sarebbe stata di nuovo con noi. Doveva essere così..
Mi ridestai dai miei pensieri solo quando scendendo le scale sentii la voce del commissario che parlava con i genitori di Kristen.
“...purtroppo non si sa cosa passi nella mente di persone del genere.. potrebbero passare settimane fino a farsi sentire di nuovo..”
Avrei voluto tapparmi le orecchie come fanno i bambini quando non vogliono sentire le prediche dei genitori.. la sola differenza era che io non ero un bambino.
“.. quello che ancora non è chiaro è cosa voglia..”
Avrei voluto saperlo anche io.. Dio. Quanto lo avrei voluto!
“.. senza richieste di riscatto è difficile capire..”
Già.. un'unica chiamata: Joy che piangeva disperata e un secondo dopo il Tu-Tu ininterrotto di un telefono fuori posto. Da quattro giorno vivevamo praticamente a casa dei genitori di Kristen a Los Angeles insieme a una squadra di polizia, in attesa di una chiamata che non arrivava.. non arrivava mai.
Cosa cazzo voleva da noi? Per quanto tempo era rimasta in silenzio a spiarci e a controllare ogni nostra mossa? Come cazzo era riuscita ad entrare sul set? COME?!
Ma soprattutto, chi cazzo era?!
Grazie a un'accurata descrizione di Dean si era tracciato un suo profilo, più che pulito, e da quando ci avevano comunicato il nome non avevo smesso un solo secondo di sforzarmi per trovare un nesso o associarlo a un viso, ma nulla.
Annie James, chi cazzo sei?
Non sapevamo niente di lei mentre lei invece era abbastanza informata da conoscere ogni nostro spostamento e agire al momento giusto.
Ma perché?! Cazzo! Perché?!
L'unico pensiero che mi dava forza era sapere che la mia bambina era viva. L'avevo sentita piangere attraverso quella cornetta ma era viva..
Eppure era stato quattro giorni fa, da allora più nulla.
Di nuovo il ricordo del sogno si fece vivido come mai, un flash improvviso che portò con sé l'immagine di quella piccola bara bianca.. quei pezzi di legno che proteggevano il suo corpicino esanime..
Cazzo Rob! Cazzo! Smettila! Urlai contro me stesso mentre mi portavo le mani alla testa per bloccare il dolore lancinante come di mille aghi che scivolavano lenti nelle mie membra, nei miei pensieri.
Non so per quanto restai così.. forse ore finché non sentii un tocco leggero sulla mia spalla e alzai il viso.
“Jules..” sussurrai quando la vidi di fronte a me.
“Dovresti riposare Rob.. non dormi da giorni..”
“NO!” urlai quasi tremando al solo pensiero di chiudere gli occhi. “Non.. non riesco a dormire..”
Mi resi conto di stare tremando davvero quando Jules mi strinse in un abbraccio per calmare i miei singhiozzi silenziosi e muti.
“Vado a chiamare tua madre..” disse dopo un po'.
Già.. mia madre.. la mia famiglia..
Ero riuscito a dissuaderli dal venire qui.
“Non servirebbe a nulla..” avevo detto rendendomi conto della loro preoccupazione. Ma io proprio non avrei retto. Non riuscivo a dire ad alta voce ogni giorno che non c'erano stati cambiamenti dal giorno prima.. Jules si occupava di tutto e non le avevo nemmeno mai detto grazie.
Glielo sussurrai per poi rendermi conto un secondo dopo che le mie parole erano andate al vuoto.
Ignorai la gente nel salone, ignorai il commissario e i tecnici che sistemavano l'apparecchiatura per l'ennesima volta, ignorai John che fissava la pioggia fuori dalla finestra, ignorai l'assenza dei fratelli di Kristen e mi preoccupai solo di lei e di dove fosse.
Vagai come un fantasma per quelle stanze finché non la scorsi in cucina a lavare i piatti.
Mi fermai sulla soglia della porta a fissarla in silenzio, sentendomi quasi come un ladro che profanava il suo dolore. Restai a guardarla per molto tempo osservando la sua mano che si muoveva sulla stessa superficie della stessa pentola, con intensità così assurda da scuoterle il corpo finché non distinsi gli spasmi del pianto. Quando la sentii scoppiare non riuscii a trattenermi e mi trascinai verso di lei per sfiorarle la vita. Tremò al tocco e si voltò di scatto soffocando in gola un urlo di disperazione e paura.
Gli occhi rossi e gonfi incrociarono i miei e sentii gelarmi non riuscendo a leggerci niente, nemmeno l'odio che mi aveva urlato contro nel mio subconscio.
“Mi.. dispiace..” sussurrai senza nemmeno accorgermene. “Avevo.. avevo promesso...” non riuscii a terminare la frase prima che un nodo alla gola mi facesse quasi soffocare.
“Non dirlo Rob. Ti prego. Non è colpa tua. E non parlare così. Non serve a nulla ora. Lei è viva, capito? E noi la ritroveremo. Hai capito?”
Il tono fermo e deciso che sicuramente mascherava la debolezza e il terrore di crollare.
Annuii debolmente mentre lei si asciugava le lacrime. Strinse i denti e tornò a strofinare la pentola, lacerata ormai come il suo cuore. Non passarono però nemmeno due secondi e l'abbandonò facendo risuonare il rumore sordo per tutta la cucina.
Rimasi fermo, immobile, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
“Perché..?” un sussurro carico di dolore. “Perché..” un gemito intriso di pianto.
Dio, ti prego. Dimmi cosa fare! Pregai. Dammi la forza per..
“Ok amore.. ora lo facciamo di nuovo questo gioco, così quando torna papà gli facciamo vedere come sei diventata brava..”
Mi gelai.. e riuscii solo a percepire il corpo di Kristen irrigidirsi.
“Ripetiamo le carte, ok? Joy? Rispondi.. le ripetiamo un'altra volta?”
“Ti..”
“Che brava bimba che sei.. allora.. questo cos'è?”
“Cazzino..”
“Questo?”
“Panana”
“Questo?”
“Palla!”
“Brava amore.. e questo..?”
La voce.. la sua voce.. così nitida che se non avessi avuto Kristen lì accanto a me sarei corso di là sicuro che erano lì insieme..
Invece quando ci trovammo in salotto, c'era solo un televisore e un video che andava.
“Pandaaaa”
“Siiii.. ok.. questo?”
Vedevo il viso della mia bambina su quello schermo e non rendeva nemmeno giustizia alla sua bellezza.. avevo gli occhi puntati su di lei e sebbene non vedessi gli altri ero sicuro che anche da lì aveva catturato la loro attenzione.
La data era 8 Marzo. Quel 8 Marzo, la sera in cui le avevo trovate rotolare sul pavimento, la sera in cui ci aveva fatto fare avanti e dietro tre volte per una finta pipì, la sera in cui aveva imparato ad usare il vasino.. Una sua prima volta..
Non mi chiesi come mai il video fosse lì o come fosse partito.. e con le lacrime che scorrevano sul viso continuai a guardare..
“Mmm... baubau..”
Kristen rise baciandole il viso e attirando la sua attenzione.
“Si ma, come si chiama?” le mostrò di nuovo il cartoncino con l'immagine di un cagnolino.
“Ca..?”
“Cane..”
“Brava amore! Vedrai, papà sarà così orgoglioso di te..”
Sorrisi.. per un secondo solo. Un sorriso amaro..
“Allora.. questo? Lo so che è difficile ma se lo dici farai felice papà..”
“Mmm..”
“Dai amore.. prima l'hai detto..”
“Panofotte!”
“Si! Si! Awww che brava la mia bambinaaa! Mmm e che buonaaa.. vieni qui che ti mangio tuttaaa!”
Joy, la mia bambina, iniziò a correre e urlare mentre mia moglie la rincorreva con la telecamera..
Sarei rimasto in quella dolce illusione in eterno e invece in un attimo anche quella mi fu portata via, proprio da lei..
Lei che rincorreva la nostra bambina ora invece si era scagliata contro quel video.
“Basta. Basta. Basta!!!” staccò ogni filo per poi lanciare la telecamera dall'altra parte della stanza.
“Basta!” un ultimo grido strozzato in gola mentre calava il gelo nella stanza.
Avrei voluto fermarla mentre la vedevo avviarsi alla scale..ma qualcosa ci pensò al posto mio.
L'unica cosa che avrebbe potuto trattenerla in quel momento. Il suo cellulare.
Il silenzio si fece ancora più pressante, come se fosse possibile e tutti gli sguardi finirono su quel piccolo oggetto che era sul tavolo, a due passi da noi, a due passi da tutti. Solo che nessuno osava avvicinarsi.. come se temessimo la morte..
“Ok Kristen.. è anonimo. Devi rispondere. Ricorda.. cerca di trattenerla il più possibile.. è importante..”.
Vidi mia moglie scendere lentamente le scale osservando il cellulare vibrare.
“Vuoi che risponda io?”
Un solo cenno negativo del capo e poi uno affermativo dal commissario.
“Pronto..”
Sentivo il rumore delle macchine percepire rumori di sottofondo, ma niente ancora. Nessuno parlava. Però era ancora in linea. Buon segno.
“Pronto?” ripetè Kristen. Ancora niente.
“Ti prego.. se.. se sei tu.. Dimmi qualcosa.. dimmi cosa vuoi..  fammi parlare con lei, ti scongiuro! Dimmi che è viva.. ti prego..”
“No..”
No.. no.. cosa?
Kristen si gelò avendo il mio stesso pensiero.
“No.. no cosa? No..”
“No..”
Di nuovo. Non era una voce da donna.. o forse lo era ed era estremamente camuffata.
NO COSA?! CAZZO! NO COSA?!
“Ti prego, dimmi che sta bene! Dimmi cosa vuoi! Ti daremo tutto quello che vuoi! Sono soldi quelli che vuoi?”
“No..”
Lessi la frustrazione negli occhi di Kris mentre cercava di mantenere la calma, la stessa che cercavo di tenere io per non toglierle quel cellulare da mano.
“Cosa vuoi?” tentò di nuovo.
“E' tardi..”
Dio, ti prego. Fa che non sia quello che penso.
“T..tardi per cosa?”
Nessuna risposta.
“Tardi..”
“Ti prego. Fammi parlare con lei..”
“Ho detto che è tardi!”. Staccò la chiamata.
Restai al fianco di Kristen completamente inerme per qualche secondo finché un grande frastuono nella stanza mi distrasse.
“Ce l'abbiamo!” urlò il commissario iniziando a dare ordini alla sua squadra su come muoversi.
Io e Kristen eravamo ancora immobili mentre i nostri occhi si muovevano velocemente seguendo i loro spostamenti veloci. In un secondo furono fuori dalla porta.
“Veniamo con voi!” disse Kristen precedendomi.
“Non potete! Rallentereste le operazioni! Aspettate in centrale!” disse semplicemente correndo via mentre l'assurdità di quella scena che avevo visto solo nei film calava sulla nostra vita.
Restammo sul portico di casa a piangere prima di riuscire a muoverci, mentre la pioggia, quella dannata pioggia continuava a cadere..
E mentre trascinavo Kris dentro casa per prendere il cappotto una nuova speranza mi animava il cuore.
Non può piovere per sempre.

POV Kris

Tenevo il capo chino su quella coperta da un'ora almeno. Non sapevo nemmeno perché l'avevo portata. Era la coperta preferita di Joy e forse in cuor mio speravo che quella telefonata risolvesse tutto. Speravo che qualcuno sarebbe apparso presto da quella porta con la nostra bambina in braccio, le si sarebbe dimenata e sarebbe corsa da noi buttandosi tra le nostre braccia..
Sarebbe andato così, mi ripetevo da quando avevamo messo piede in centrale in attesa di notizie. Eppure era passata un'ora ed eravamo ancora lì, senza sapere niente.. con i dubbi che l'ultima telefonata aveva piantato in me.
Non volevo nemmeno minimamente sfiorare la possibilità che la mia bambina non fosse viva. Lo avrei sentito e mi rifiutavo di poter solo immaginare il contrario.. La mia mente non lo concepiva e mentre stringevo quella coperta lo sentivo ancora di più..
Il suo profumo di bambina era ancora così forte che inspirai così a fondo per farmi del male e immaginarla tra le mie braccia, avvolta in quell'involucro profumato.
Quando riaprii gli occhi però era tutto sparito, lei non era tra le mie braccia e tutto ciò che i miei occhi videro fu quella rivista che era sul tavolino lì accanto.
JOY. RAPITA O SCAPPATA? UN MISTERO.
Scappata..
Certo.. una bambina di meno di due anni era scappata dalle grinfie e dalla fama dei suoi genitori che non avevano intenzione di sprecare il loro denaro per darle da mangiare.. doveva essere decisamente così..
Potei quasi sentire il sangue ribollirmi nelle vene mentre leggevo quell'intestazione assurda e vedevo in copertina una foto non oscurata di mia figlia al parco.
Come cazzo si permettevano?!  Non avevano il permesso.. io e Rob non avevamo dato il nostro consenso alla pubblicazione di foto non oscurate e sebbene non fosse la prima volta che capitava non c'avevamo mai dato troppa importanza semplicemente perché c'eravamo noi a proteggere la nostra bambina..
Ma ora no. Ora non dovevano permettersi di pubblicare foto di lei e del suo viso senza il nostro consenso.
Quando tutto questo sarebbe finito quella stupida rivista di gossip avrebbe sentito i nostri avvocati, e tanti saluti alla gentilezza e all'accondiscendenza.
Mai giocare col fuoco quando la fiamma è più viva che mai.
Quando tutto sarebbe finito..
Mi bloccai mentre elaboravo i pensieri nella mia testa..
Già.. ma quando sarebbe finito tutto questo?
Alzai il viso quando Rob si sedette di nuovo accanto a me porgendomi una tazza con del caffè.
“Grazie..” dissi solo.
Non avevamo avuto una sola conversazione normale negli ultimi giorni e sinceramente non sapevo nemmeno cosa dirgli davvero.
Se si sentiva in colpa sbagliava di grosso. Anzi.. se proprio c'era qualcuno da incolpare quella dovevo essere io.
Io avevo permesso che andasse a giocare, io non avevo da subito accettato l'aumento di sicurezza, io avevo sottovalutato ogni piccolo segnale riducendolo a una mera coincidenza.
Ma non era tempo per il senso di colpa. Avevo già imparato negli ultimi anni che non portava a niente.
Eppure non riuscivo a dirlo a Rob in un modo che mi paresse sincero. Mi faceva rabbia il vederlo così afflitto, come se tutto fosse perduto.
Ripensai a quando lo ero stata io.. a quando avevamo perso il nostro bambino prima ancora di saperlo..
Non sarebbe stato così stavolta.
“Andrà tutto bene” sussurrai poggiando il capo sulla sua spalla.
Forse lui credeva che lo dicessi solo per auto convincermi ma invece io lo sentivo veramente. Avevo davvero il bisogno di crederci.
“Si..” rispose semplicemente.
Quando l'attesa snervante iniziò a farmi tremare visibilmente strinsi di nuovo la coperta per cercare di mascherare l'ansia.. ma fu inutile.
Tutto il mio corpo tremava.. ogni piccola cellula, ogni piccolo pezzo del mio cuore.
Rob mi passò un braccio attorno alle spalle e cingendomi alla vita mi avvicinò a lui. Strinsi la sua maglia con una mano per aggrapparmici, come per impedire che andasse via anche lui.. Non sarei sopravvissuta.
“Ho sognato prima..” disse a un certo punto al mio orecchio. “Un sogno così orribile che in confronto questa realtà è il paradiso..”
Non riuscivo a capire dove voleva arrivare e non avevo intenzione di chiedere cosa avesse sognato.. Se era stato così orribile da fargli apparire migliore tutto questo, potevo solo immaginare e non volevo nemmeno farlo.
“Devi promettermi che qualunque cosa accada, tu starai con me..”
“Rob..”
“Promettimelo Kristen! Io.. io non ce la farei senza di te..”
Non l'avevo mai sentito così silenziosamente scosso e non osavo pensare a cosa doveva aver sognato per farlo sentire così.
“Te lo prometto..” risposi per rendermi conto subito dopo che avevo le gambe incrociate. Non che credessi a queste cose.. eppure avevo fatto una promessa vana, e l'avevo fatta volontariamente.
Non dissi nulla e tornai semplicemente a stringermi a lui che mi lasciò un bacio tra i capelli.
“Voi siete quelli della bambina scomparsa.. vero?”
Ci voltammo per osservare accanto a noi la donna che ci aveva posto la domanda. Era bionda, di mezza età, vestita completamente di nero e tra le mani aveva un rosario.
Un improvviso nodo mi chiuse lo stomaco.
Rob annuì per entrambi e lei sembrò quasi rincuorata dalla risposta affermativa. Ci guardò con compassione e si sporse verso di noi per passarci un opuscolo.
Il Paradiso Esiste.
Lo guardai senza prenderlo e sentii la rabbia aumentare sempre di più.
“Mia.figlia.non.è morta.” ringhiai.
“Cara..la speranza è la chiave di tutto.. per questo ti chiedo di sperare nel paradiso.. Dio esiste.. e ci ama tutti.. vedrai che la tua bambina è al sicuro..”
No.. no.. la fanatica religiosa in un momento come questo proprio non la potevo sopportare.
“Senta perché non fa un piacere a entrambe e ci lascia stare prima che dica qualcosa di spiacevole?”
“La rabbia non ti porterà da nessuna parte.. La preghiera e l'amore per Dio sono la chiave della salvezza..”
Mi staccai da Rob in preda all'ira ma lui mi bloccò precedendomi con le sue parole.
“Grazie mille, pregheremo per lei”. Peccato che solo io notai il tono seccato e contrariato con cui lo disse. Io avevo capito che stava solo cercando di chiudere il discorso.. ma lei non sembrava della stessa opinione.
“E' la decisione giusta.. le preghiere velocizzano il passaggio dal limbo al paradiso..”
Non ci vidi più. “Senta! Ora basta!” scattai in piedi. “PERCHE' NON CHIUDE QUELLA CAZZO DI BOCCA E PORTA LE SUE PREDICHE A QUALCUNO CHE NE HA DAVVERO BISOGNO?! MIA FIGLIA NON E' MORTA! CAPITO?! NON AVRA' BISOGNO DI NESSUN PARADISO PER MOLTO TEMPO!”
“Kristen..” Rob era scattato in piedi accanto a me ma io avevo dannatamente bisogno di urlare e sfogarmi. Me ne fregai degli occhi puntati su di noi e aspettai una sua risposta, semplicemente perché volevo continuare a inveirle contro, prendermela con qualcuno.
E lei era la persona giusta al momento giusto.. o forse...la persona sbagliata al momento sbagliato.
“Dio ti perdonerà cara..lui è ovunque..”
“E DOVE CAZZO ERA QUANDO HANNO PRESO LA MIA BAMBINA?! MI RISPONDA! DOVE CAZZO ERA IL SUO DIO?!”
“Si chieda piuttosto dov'era lei..”
Una risposta pacata che mi fece salire un conato di vomito e un improvviso giramento di testa.
“Robert.. Kristen..” nonostante le orecchie mi fischiassero distinsi la voce del commissario e mi voltai immediatamente verso di lui insieme a Rob.
Non l'avevo visto entrare.. non mi ero accorta di nulla..
Ci fece solo segno di seguirlo. Rob mi strinse a lui e mi allontanò da quella donna prima che mi arrestassero per averle messo le mani addosso.
“Abbiamo trovato la donna”. Iniziò mentre camminavamo nei corridoio della centrale. “Era in un quartiere residenziale, in una casa presa in affitto con falso nome. Ci viveva da qualche mese. Quando siamo arrivati non c'era nessuno.. la casa era vuota, ma non è riuscita a scappare in tempo. Tuttavia non ha confessato niente..”
“Commissario.. la bambina..”
Entrammo in una piccola stanza, con tre sedie, e un tavolo su cui erano poggiati i vestiti che Joy indossava il giorno della scomparsa. Il mio cuore perse un battito.
“Sono l'unica prova che abbiamo.. può confermarmi che sono i suoi..?”
Sentii il respiro mancarmi mentre mi avvicinavo per prenderli lentamente. Annuii.. li strinsi a me bloccando le lacrime.
“Kristen.. non ci sono tracce di sangue da nessuna parte.. è un'ottima cosa. Se sua figlia è viva gliela riporterò..”
“Dov'è?” chiesi riconoscendo a stento la mia voce.
“E' nella stanza qui accanto.. La interrogheranno di nuovo tra poco..”
“Voglio parlarci..”
“Kris..”
“Voglio parlarci Rob. Vi prego, lasciatemi parlare con lei. Giuro che non farò nulla di assurdo. Ho solo.. bisogno di sapere..”
Il commissario annuì mentre Rob sembrava più incerto di lui.
“Tranquillo..” gli dissi semplicemente prima di entrare in quella stanza. Eravamo apparentemente sole ma mi chiesi se come me sapeva che in realtà dietro quello specchio si nascondeva una sala di registrazione.
Era seduta, col viso chino. Non alzò gli occhi ad incrociare i miei finché non posai i vestiti di Joy e la coperta sul tavolo.
Finalmente la vedevo in faccia, finalmente il volto di quelle foto aveva un consistenza, finalmente era in carne e ossa davanti a me e, nonostante il desiderio di portarle due mani al collo, potei solo riprendere il respiro e sedermi di fronte a lei.
“Sai cos'è questa?” chiesi portando le mie mani sulla stoffa della coperta.
“E' la sua coperta preferita..” risposi io stessa poco dopo. “Sai cosa vuol dire guardare la sua culla ogni notte e sperare di non vederla vuota? Lo sai?”
Ancora silenzio.
“Sai cosa vuol dire vivere con la paura di trovare il suo corpo da qualche parte? LO SAI?!” gridai quando ancora non ebbi risposta.
Di nuovo il tremolio alle mani.
Alzò di nuovo il viso con sguardo duro.
“Che vuoi da me?”
“Voglio sapere dov'è mia figlia..”
“Io non lo so”
“Voglio sapere perché l'hai fatto.”
“Non ho fatto niente”
“Voglio sapere chi cazzo sei!” sbottai. “Per essere una che non sa niente sembri sapere troppe cose di noi! Vediamo di pareggiare i conti. Io ho tutta la notte.. anzi, ho tutta la vita perché non esco da qui finché non mi dici chi sei e che cazzo vuoi da noi..”
Inaspettatamente si aprì in un sorriso sardonico.
“E' buffo.. io so anche quando sei nata e tu non ti ricordi nemmeno di me..”
Stavo per rispondere quando prese spessore in me un particolare.. non ti ricordi nemmeno di me..
“Rinfrescami la memoria..”
“Perché dovrei?”
“Perché tanto ci sono abbastanza prove da incastrarti” mentii. “Voglio almeno sapere”
Altro sorriso. Dio, quella donna non riportava alla mia memoria alcun ricordo! Com'era possibile che l'avessi già vista?!
“Sai quanta gente vedo ogni giorno? Ogni mese? Ogni anno? Non posso ricordarmi di tutti..”
“Di persone che hai rifiutato potresti ricordarti almeno!”
“Che.. che cosa?”
“Volevo solo far parte delle vostre vite! Vi amavo e vi veneravo come nessuno! Ma tu invece hai distrutto ogni mio sogno! 'Ti faremo sapere' hai detto! E sono rimasta giorni ad aspettare una chiamata! Giorni interminabili mentre mi logoravo nell'ansia e nella speranza di poter starvi accanto! E invece niente! Non avete fatto sapere niente! Non una chiamata! Nulla! Ho scoperto chi avevate assunto solo quando ho visto le foto sui giornali!”
Non riuscivo a seguirla.. di cosa stava parlando?
“Quel posto doveva essere mio! Dovevo essere io la sua baby-sitter! Sarei stata perfetta! Mi sono anche allenata! E invece tu mi hai liquidato senza nemmeno stringermi la mano!”
Rimasi con la risposta sulle labbra mentre cercavo di recuperare in un unico pensiero tutto quello che aveva detto.
Baby-sitter..
Io.. io ero sicura di non aver mai visto quella donna in vita mia e invece era una di quelle che si era presentata ed era stata rifiutata. Tuttavia sapere di lei non mi aiutò a ricordare. Nonostante ora avessi associato un evento al suo volto, non riuscivo comunque a ricordare. Ma d'altronde, come avrei potuto? Negli ultimi anni avevo visto i visi di milioni di persone! Come poteva pretendere che ricordassi tutti?
“Perché?” fu la mia unica risposta alla sua mezza confessione.
“Ho scoperto tre anni fa di essere sterile.. mio marito mi ha lasciato perché gliel'ho tenuto nascosto..”
Mi sembrò quasi di sentir tremare la sua voce ma non mi lasciai abbindolare da quella che poteva essere benissimo una bugia. L'assecondai.
“E io? Io che c'entro..?”
“Dovevi solo pagare..”
“E Joy? Per cosa deve pagare lei?! Non ha nemmeno due anni!”
“Io volevo solo far parte di qualcosa..”
“E rapire mia figlia ti è sembrata una soluzione?!”
“SI CAZZO! SI! DOVEVATE PAGARE PER LA MIA DELUSIONE! VOLEVO CHE TI SENTISSI COME ME! VOLEVO CHE PAGASSI PER LA TUA VITA PERFETTA!!!”
Avevamo quello che volevamo, ero riuscita a portarla a una confessione ma sentii il bisogno di andare avanti.
“Perfetta? Tu credi che la mia vita sia perfetta? Ti sembro perfetta adesso?”
Non rispose.
“Tu non puoi capire.. Sembra tutto perfetto quando sei a guardare da fuori.. ma non è così. La mia vita come anche la tua.. non sono niente..Il mondo è così grande e pieno di male che io non sono nulla a confronto, proprio come te. Dici che la mia vita è perfetta e non hai nemmeno idea di quante cose potrei volere da una persona come te.. Non sai quanto darei per poter camminare per strada senza i flash delle macchine fotografiche puntati contro..e ora.. non potrai farlo nemmeno tu. Sei contenta? Sei entrata nella mia vita.. e ora, che tu lo voglia o no, devi accettarne ogni conseguenza e ogni aspetto..”
“Sempre meglio di niente..” sussurrò con voce bassissima, afflitta.
“Senti.. se è vero quello che mi hai raccontato.. mi dispiace.. E se davvero mi conosci come dici dovresti sapere che è vero.. dovresti sapere quello che ho passato. Ma ti prego, per amore di quei bambini che non hai avuto, per amore del dolore che mi ha quasi ucciso perdendone uno.. non portarmene via un altro.. non portarmela via.. Lei è tutta la mia vita.. ti prego..”
Restai in attesa di una sua risposta per molto tempo, col cuore che batteva in gola e il sudore freddo che mi bagnava la fronte.
“Mi dispiace.. io non ho più nulla da perdere. Tu si” disse infine colpendo i miei occhi con i suoi duri e impenetrabili, segno che non mi avrebbe detto più nulla.
“Voi dovreste tornare a casa.. riposarvi. Stare qui non cambierà le cose. Noi la terremo qui per un paio di notti per sottoporla ad altri interrogatori.. vi avviseremo in caso di novità..” mi dissero quando uscii dalla stanza e fui tra le braccia di Rob.
Scossi il capo a quelle parole. “Io non vado via se non mi dice dov'è mia figlia..”
“Kristen.. hai fatto tantissimo! Non serve che stiate qui! Vi assicuro che la ritroverò..”
“Vorrei restare qui, se non è un problema..” insistetti e fu costretto ad annuire mentre Rob non fece altro che stringermi in un abbraccio che mi sembrò durare un'eternità.
Due ore dopo, mentre il cielo scuriva e la pioggia continuava a battere a terra, eravamo ancora lì.
“Hai freddo..”. Non era una domanda quella che mi fece Rob mentre poggiava la mia giacca sulle spalle tremanti.
Non dissi nulla e seduti su quelle sedie che ormai sembravano aver preso la nostra forma, restammo a guardare al telegiornale l'ultimo aggiornamento sugli sviluppi della nostra stessa vicenda.
Vedemmo noi stessi in quella TV mentre uscivamo di casa quel pomeriggio per andare alla centrale, vedevo le immagini di Annie James che veniva messa in manette, vedevo la foto della mia bambina fissa all'angolo sinistro dello schermo e l'unico bisogno che sentivo era di spaccarlo.
Avrei voluto urlare contro i giornalisti che si erano appostati fuori casa nostra.. contro la signorina alla TV che non faceva che dare informazioni nel modo più freddo e neutrale possibile ma stavolta non potevo fare niente.. Non potevamo fermare l'informazione mediatica..
Continuai solo a stringere i vestiti di Joy.. e la sua copertina..
“Amore.. vieni a mangiare qualcosa. Ti prego. Al bar qui di fronte.. non posso vederti così..”
“Non ho fame..”
“Devi mangiare.. ti prego. Anche solo un biscotto.. ti prego. Vieni con me..”
Rimasi ferma nella mia decisione finché non incontrai i suoi occhi sofferenti e non potei rifiutare. Accettai la sua mano e proprio quando uscimmo, la pioggia che si era fermata per qualche minuto, prese a cadere giù, come se andasse di pari passo con il mio umore.
Camminammo a passo svelto, incuranti anche di tornare indietro per cercare un ombrello, e nella fretta sbattei contro una signora.
“Scusi..” dissi voltandomi solo per un secondo.
“Scusi lei..”
Facemmo ancora qualche passo e ci trovammo sotto la copertura del bar. Stavamo per entrare quando qualcosa catturò totalmente la mia attenzione.
Un urlo, un pianto, un..
“Aaaaah mammaaaa! Mammaaa!”
No, non potevo stare sognando. Mi guardai in giro incrociando per un secondo gli occhi di Rob, impazziti almeno quanto i miei.
Non potevamo avere avuto una visione in due..
“Rob..”
“Mammaaaa!”
Di nuovo lo stesso urlo.. e fu allora che mi voltai di scatto.
Lì, a due passi dalla centrale, a 50 metri da noi, c'era la signora contro cui avevo sbattuto due minuti prima.. e qualcosa si dimenava tra le sue braccia..
Qualcosa, qualcuno che..
Oddio..
http://i55.tinypic.com/ezkf9i.jpgNon riuscii a capire cosa stesse davvero succedendo finché, sebbene offuscata dalla coltre di pioggia, non riuscii a distinguere la figura della mia bambina che con forza scendeva dalle braccia di quella donna..
Le gambe presero a muoversi, correvano da sole incontro alla sua piccola figura.
“Mammaaaaaa!” urlò di nuovo e pregai che non fosse frutto della mia immaginazione. Sentii Rob subito raggiungermi, mentre correvamo insieme.. verso di lei..
Ti prego, ti prego, fa che non sia un sogno!
Non so quante volte riuscii a pensarlo prima di percorrere quegli ultimi due passi che mi separavano da lei.
Fu come uno scontro di meteore. La presi in braccio come se dovessi fermare la sua caduta da un precipizio, la strinsi a me come se avessi dovuto farla fondere con il mio corpo, la baciai come se le mie labbra dovessero essere l'ultima cosa a sfiorarla per sempre.
E piangevo mentre lei ci chiamava..
E Rob scoppiò in singhiozzi mentre ci abbracciava..
E mentre le ultime gocce di quella scrosciante pioggia di Marzo si fondevano con le nostre lacrime.. ebbi solo la forza di pregare..
Ti prego, fa che non sia un sogno
.

Volevamo precisare solo che tale Annie James è stata accennata nel capitolo 25 'New home'. Già era stato tutto calcolato nei minimi dettagli allora come noterete se rileggete la parte U__U Detto questo vi lascio ai commenti. Per favore leggeteli!!!  Ah, per dovere di cronaca mancano due capitoli e l'epilogo xD. Seriamente pensavate che mollassimo la nostra ff, che è come una bimba, con un finale così tragico e deprimente seguito da uno squallido mini epilogo? U___U ci conoscete trp poco :P. Il prossimo aggiornamento?? Mmm..nelle prossime due settimane pensiamo..



COMMENTO DI FIO
Ebbene si... ebbene si..
Prima di iniziare questa nota che non so quanto sarà lunga né dove mi porterà.. tengo a precisare che questa scelta di trama era stata decisa da tempo (e messa a punto in una notte di Luglio, quando dormivamo nel mio lettone) e non sono state le critiche a indirizzarci verso questa “soluzione” che, come detto, era già stabilita fin da subito.
Vi invito a leggere tutto quello che scriverò perché ho davvero bisogno di sfogarmi..
Ed è domenica.. ci pensate? Sono passate due ore da quando abbiamo postato e sento che devo scrivere questa nota adesso.. quando ho la rabbia che mi brucia dentro e posso essere schietta nel dire quello che voglio dire.
Avete visto? Proprio la soluzione a cui molte avevano pensato e che però avevano scartato da subito.. si era rivelata quella giusta..
Mi dispiace se questa piega non sarà gradita a chi la reputa una svolta “alla beautiful”. Personalmente non la penso così.. Una persona può sognare, no? Avete mai fatto incubi che sembravano non avere mai fine?
Io si.. una volta sognai la terza guerra mondiale e fu una cosa devastante.. Mentre scrivo questa nota penso a mia madre che non ha mai visto “La vita è bella” perché dice che quando va al cinema deve farlo per rilassarsi.. Bè.. io le rispondo: “Sai mamma.. da un lato hai ragione.. Ma certe cose ti lasciano un segno dentro che puoi starci male per un po'.. ma poi ti passa... Però sono cose che devi fare!”
Bene.. questa è solo una FF ovviamente.. ma sapete quanta sofferenza e quanto cuore ci ha messo Cloe nel capitolo scorso? Sapete da quanto tempo avevamo in mente una cosa del genere?
Ricordo una sera che ero a letto e mi arriva un suo sms “Mio dio! Sono in lacrime per una FF! Questo ha ucciso la bambina di Edward e Bella! E' straziante..”..
E' vero.. è straziante.. e io per scherzo le dissi “Uccidiamo Joy una volta XD”. Sapete qual è il lato negativo (per voi) di noi due? Non possiamo dire una cosa per scherzo perché poi iniziamo a prenderla seriamente.. (E infatti è proprio il modo in cui è nata QdbiC). E Cloe aveva già tutto in mente, già allora mi diceva “Madò scrivere una cosa del genere sarebbe bellissimo! Devastante ma bellissimo! Immagino già Rob che posa il pupazzo preferito di Joy nella culla. Sarebbe una bella sfida!”
E' stato questo ragazze.. Una sfida, un semplice mettersi alla prova.. perché per quanto possiamo essere sadiche, noi amiamo questa bambina con tutto il cuore e fino a un secondo prima di postare abbiamo pensato “Tanto non ci crederanno mai! Ci conoscono!”..
E invece... non è stato così. Ed è stato brutto constatarlo e altrettanto brutto dover aspettare prima di potere chiarire le cose..
Come avete potuto pensare, anche solo per un secondo, che avremmo avuto il coraggio di ucciderla davvero dopo ben 48 capitoli! Come?!
Vi sarebbe bastato scorrere il numero dei capitoli, ricordare che ci abbiamo messo noi stesse da più di un anno, vi sarebbe bastato ricordare il titolo della FF “Qui dove batte il cuore”: dove batte il cuore, non dove muore.
Vi sarebbe bastata avere un po' di fiducia in noi per risparmiarvi molto del sangue amaro che vi siete fatto e molte delle parole che ci hanno fatto male.
Sentirci dire di aver deluso, di essere state tolte dalle autrici o dalle storie preferite, di aver rovinato un'intera FF.. non sono cose che fanno molto piacere.
Probabilmente adesso vorrete mandarci ancora di più a fanculo... ma non siamo certo noi quelle da biasimare..
Una cosa di cui posso essere contenta è di non aver sentito dire “L'avete fatto solo per aumentare le recensioni” ..perché credetemi.. Non è così..
Non andiamo in cerca di idee per aumentare i seguiti.. Cerchiamo solo idee che ci permettano di essere originali e non scontate e soprattutto che siano belle da scrivere.. anche se tristi o devastanti.
Non è tutto rosa e fiori.. e a chi ha “giustamente” notato che non è possibile che due esseri siano così sfigati dico: “E' per questo che si chiama FF... è per questo che non c'è come sottotitolo 'Tratto da una storia vera'”.
Ringraziamo coloro che hanno avuto fiducia in noi (in particolare io personalmente ringrazio Vita per essere stata la prima a dire “so quanto Fio ami questa bambina! E una cosa del genere non la farebbe mai!”).
Ringraziamo per le recensioni.. e ringraziamo anche per il numero spropositato di critiche che abbiamo avuto XD
Se abbiamo sortito questo effetto evidentemente siamo state così brave da far credere che fosse tutto vero.. quindi complimenti a noi!
Chi davvero ci conosce un pochino, avrebbe dubitato da subito della veridicità di quel capitolo (e per questo ringrazio Anto.. e molte altre persone..) e non avrebbe nemmeno sprecato il fiato a dire quanto gli dispiacesse per la morte di Joy.
Avrebbe espresso il suo parere sullo stile e sul capitolo e avrebbe detto “Brave ragazze! Ora fateli svegliare da questo incubo!”
Ringraziamo anche coloro che per la prima volta dopo 48 capitoli hanno deciso di scrivere due righe.. ma una domanda mi sorge spontanea: dove eravate durante tutti i capitoli felici che avete rimpianto?
Noi sappiamo bene che recensire non è un obbligo.. ma permettete che possiamo restarci male se vediamo gente recensire per la prima volta solo per dire quanto abbiamo rovinato la storia?
E' facile farsi vivi solo quando le cose non vanno come si vuole..
Non si fa così, però...
Mi è dispiaciuta molto questa cosa.. Avrei preferito tenere le recensioni sul numero 40 ed evitare di vedere commenti di gente che si è fatta viva per la prima volta solo per criticare..
Non ci riferiamo a tutte ovviamente.. e infatti ancora ringraziamo per coloro che nonostante fosse la prima recensione hanno richiamato alla memoria tutto il bello della FF e non si sono limitate a criticarne un solo capitolo..
E vi prego di scusarmi ma sono particolarmente nervosa e incazzata in questo momento..
Mi chiedo: ora che le cose sono alla luce del sole.. voi tornerete al buio oppure vi farete sentire di nuovo?
Mentirei se vi dicessi che non sono un po' delusa e amareggiata..
So che molte di voi l'hanno presa sul serio e ci sono rimaste male.. so che vi siete affezionate a questa bimba.. ma noi le abbiamo dato vita.. ed è stato strano vedere che facilmente ci avete ritenute  capaci di una cosa simile..
Se qualcuno ancora si chiede perché questa scelta, lo ripeto: Puro desiderio, puro masochismo, puro senso di libertà e di dolore.. pura scrittura..
Perché leggerle certe cose fa male.. ma scriverle ancora di più. Non posso parlare di questo capitolo che ha scritto Cloe, ma io ho scritto qualcosa di simile e ho pianto per due giorni quasi ininterrottamente.
Se credete che fosse per fare un male a voi vi sbagliate.. Era per vivere e regalare emozioni forti perché anche se sono devastanti.. sono bellissime.. Sono quelle che ti lasciano un vuoto dentro e poi possono ricolmarlo..
Io, che sapevo della trama, ho pianto quasi per un'ora... Ma sono morta? No..
E da qui si vede la grandezza di una scrittrice. Mi permetto di dire scrittrice perché parlo di Cloe.. e per me lei lo è. Una scrittrice che avrebbe meritato solo una marea di complimenti per quello che è riuscita a scrivere.. perché io non so se ce l'avrei fatta..
Quindi ancora.. ringraziamo per i complimenti, per le critiche.. per tutto! Grazie di cuore..
Speriamo solo di non avervi deluso così tanto da portarvi ad abbandonare questa storia che è cresciuta con noi... e non morirà.
Ancora.. scusatemi per i toni che ho usato.. ora è mattina e quindi posso scusarmi per questa nota che può sembrare molto cruda.. ma ho pensato che se voi avete potuto dire la vostra a mente calda...potevo farlo anche io..
Quindi a mente fredda chiedo scusa.. e ringrazio per l'ennesima volta TUTTI i nostri lettori.
Tutti coloro che ci seguono dall'inizio, quelli che hanno recuperato un casino di capitoli per mettersi in pari, quelli che (nonostante il sadic che ci scorre nel sangue u.u) hanno continuato a leggere e hanno sempre avuto fiducia in noi.. Forse stavolta avevate bisogno di un “Non è come sembra” a fine capitolo.. ma credeteci quando diciamo che davvero non credevamo che lo avreste creduto! Se avessimo immaginato una reazione del genere avremmo spiegato il motivo del capitolo subito! Tanto valeva mettere le cose in chiaro! Ma non mi stancherò mai di dirlo: siamo rimaste una merda nel leggere persone così convinte del nostro essere capaci di fare una cosa del genere..e eravamo al 99% sicure che non avreste preso la cosa sul serio...anche per questo abbiamo scherzato sul fatto che mancasse solo l'epilogo, giusto per tenervi sulle spine e farvi venire il dubbio.
Ahimè. Vi giuro che se avessimo saputo non l'avremmo mai fatto...
Da un lato vuol dire che siamo state brave a renderlo vero ma dall'altro mi dispiace e chiediamo scusa.
Di nuovo.. a chi si domanda il perché di questa scelta, ripeto che è stato solo per la sfida di scriverla e affrontare temi come questo.. Il sogno era l'unica cosa che ci permettesse di farlo. Ci scusiamo se molti lo reputeranno banale o “alla beautiful”.. Io lo considero più un EXTRA.. qualcosa da leggere assolutamente..
Ringraziamo coloro che ci hanno detto delle belle parole che ci hanno tirato un po' su il morale.
Vi assicuro che mai come stavolta ho avuto paura nel leggere le recensioni.. ma come mi è stato fatto notare, noi siamo fortunate ad avere un seguito così e a poterci confrontare con voi..
Quindi, in ogni caso, grazie.
A tutte coloro che nonostante abbiano recensito per la prima volta non si sono limitate a questo capitolo ma hanno ricordato tutti quelli precedenti, ai nuovi recensori (che a questo punto speriamo di rivedere XD), ai lettori sempre silenziosi. Un grandissimo grazie a coloro che hanno scritto “Anche se è morta davvero, grazie per le mille emozioni!”.
E un grazie caloroso va a coloro che ci hanno riservato belle parole e hanno mostrato sostegno (anche su twitter o per messaggio privato), coloro che hanno chiesto scusa e che si sono ricredute.. Coloro che un po' di fiducia in noi ce l'avevano...
Grazie mille!

PS: Un grazie particolare a Vero che ha ispirato il titolo di questo capitolo e un paio di frasi all'interno. Questo capitolo infatti si chiamava “Please, don't go”. Ma quello che hai detto riguardo la pioggia.. e quella frase.. mi hanno davvero colpita e ho deciso di modificarlo.

PPS: Scusate se ho scritto fesserie in campo poliziesco o_O La mia sola esperienza a riguardo si limita alle prima stagioni di Distretto di Polizia XD Quando se n'è andata la Pandolfi poi non mi ha attirato più XD chissà perché XD

PPS: Andiamo u.u secondo voi avrei perso ore del mio prezioso tempo in cui avrei potuto diligentemente studiare (crediamoci.. u.u) a cercare foto di bimbe perfette solo per farla morire? u.u no way u.u


COMMENTO DI CLOE

Ok, salveee. Io ho deciso di scrivere il giorno dopo, a mente diciamo così ‘fredda’. Per il semplice motivo che a mente calda si dicono un sacco di cose che non si pensano (ehm.. come è accaduto ad alcune di voi :P ). Vi voglio raccontare una cosa, ora. Verso ottobre scoprii una ff inglese che mi prese tantissimo. La seguii, recensii quasi tt i cap e poi a Dicembre l’autore fece succedere qlcs che non mi piacque affatto. Lessi quel capitolo e piansi. Piansi, urlai, gridai e mi arrabbiai molto per circa un ora. Man mano che il tempo passava però mi misi ad analizzare la cosa. Rilessi il capitolo con calma, scoprendo dei pezzi di pura e assoluta perfezione e poesia. E poi mi fermai e mi feci una domanda. Mi sono poi stupita così tanto che la storia prendesse questa piega? E la risposta è stata…NO. Perché seguivo la storia da tanto, un pò conoscevo l’autore e sentivo già dentro di me la strada su cui la ff viaggiava.
Ora…riflettete un minuto e ponetevi la stessa domanda che mi sono posta io a Dicembre. Mettetevi a pensare alla ff dal primo a questo capitolo e chiedetevi: cavolo ma davvero l’hanno uccisa? Davvero dopo tutto il lavoro, l’amore e la dedizione che hanno dato a Joy, la storia finisce così?
Ecco, provate a darvi una risposta. Secondo me ce la fate anche da sole.
Joy nasce da noi, fondamentalmente. Da me, da Fio e da altre nostre amiche che amano Robsten. Non so come la cosa sia arrivata ad avere una certa portata, fatto sta che alla fine si è espansa anche in altre ff. (ed è una sorta di ‘icona’, no? Altrimenti non avrei quasi 100 persone pronte ad uccidermi). Per noi Joy è più di un personaggio, è qualcosa che ci lega. Ragazze con alcune di voi ho parlato su twitter, su msn di qst cosa. Condividiamo l’ammirazione per Robsten, abbiamo sclerato ai movie, abbiamo quasi pianto insieme quando postavamo e succedeva qualcosa di epic come uscita di foto robsten ecc…
E poi mi ritrovo certe recensioni…e la cosa mi ha lasciato spiazzata perché io ero convinta che un po’ ci conosceste. Almeno un pochino..
Così convinta che ero certa neppure ci credeste (Qualcuno infatti ci è arrivato). Avrei messo la mano sul fuoco sul fatto di ricevere qlc recensione negativa sulla scelta del capitolo, ma mai che davvero arrivaste a contemplare l’ipotesi della morte di Joy. Senza contare che il capitolo è pieno di indizi sul fatto che è un sogno, almeno secondo me :P.
Dico solo due parole sui punti che mi hanno infastidita.
1)    Voi non avete idea di quanto tempo ho impiegato a scrivere il capitolo. Giorni passati a piangere perché la sola cosa che volevo era mettermi alla prova su qlcs di forte. E francamente  ne sono orgogliosa. La sola cosa che mi avrebbe fatto piacere era che non lasciaste una recensione dettata solo dalla voglia di sfogarvi, ma che ci pensaste due minuti e mi deste un vero parere sull’argomento trattato. Sarebbe stato carino e alcune di voi l’hanno fatto. A voi dico grazie, sono felice di avervi emozionato perché scrivere di temi simili aiuta a crescere come scrittrici, indipendentemente dal dolore che io posso aver provato nella mia vita.
2)    Poi passiamo a chi ha lasciato una recensione per la prima volta. Indipendentemente da tutto, grazie . Io penso che gli autori debbano essere grati di ogni recensione perché alla fine non è un obbligo lasciare neppure due parole. Io accetto il fatto che lasciate una recensione alla fine, quello che mi lascia sconcertata da certe persone è che la sola cosa scritta sintetizzando è ‘avete rovinato una gran bella ff, vi odio ’. Scusate ma una storia non si basa su un capitolo. Se volete lasciare una recensione a fine storia (a parte che non è finita) vorrei due parole sui restanti 48 capitoli e su tutto ciò che è successo. Altrimenti è un controsenso non trovate?
3)    Ora voi che ci seguite da un anno avreste dovuto capire che non avremmo mai ucciso Joy, specialmente ragazze che mi seguono in altre ff dove mi sembra chiaro che ci sono due cose che amo: bambini e finali felici (-_-). Ma comunque, se anche fosse stato così, e Joy fosse davvero morta, sarebbe stata una nostra scelta visto che è il prodotto del nostro lavoro, fatica e amore, no? Io non ho firmato un contratto col sangue quando sono entrata su efp dove garantivo che tt le mie ff avrebbero avuto il lieto fine, né ho mai promesso una cosa simile a qlcn. La sola cosa che chiedo, penso a nome di tutti gli scrittori, è che se anche tutto ciò che avete da dire è ‘La storia non mi piace più, smetto di leggerla’, lo facciate sempre con rispetto.
Ora ho messaggi, mail di gente che dice ‘scusa, forse ho esagerato’. Ragazze, per me, fa nulla. Io sono una persona suscettibile, ve lo dico francamente. Ma la cosa mi dura si e no mezz’ora, non porto rancore. Ora, ricordo solo che cosa mi ha infastidito, ma di certo non so i nick né chi ha scritto cosa xD. Davvero, vi ringrazio ancora per le recensioni, e per avervi fatte stare male. Ma se avete pianto e vi siete angosciate leggendo il cap non posso chiedervi scusa…perché era il mio intento. Mettermi alla prova e dimostrare che potevo scrivere qualcosa di simile e, voi, me lo avete confermato J
P.S= la prossima di voi che sento dire che siamo sadiche…arghh. Testa mozzata U__U. vi vorrei far notare che su una storia di 49 capitoli quelli tristi, e alcuni non lo sono neppure davvero, sono si e no 9. Ora bilanciate la cosa e, mano sul cuore, ditemi che davvero avreste amato questa ff se tutto sarebbe andato bene dall’inizio alla fine. E poi ragazze…è una storia. Racconto di fantasia, è ovvio che sia pieno di eventi e coincidenze che nella vita normale non accadono. Andate in libreria e ditemi in quale libro, racconto, novella non succeda, ok?
XoXo

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Capitolo 50
*** E vissero per sempre felici e contenti... ***


felici e contenti Buonasera girls!! Visto che due settimane fa vi abbiamo dato due aggiornamenti di fila la scorsa settimana è ovviamente saltato. Questo è il penultimo capitolo  (questa volta davvero, niente scherzi). Cooomunque dobbiamo ringraziarvi per l'enorme (al numero  100 ci è quasi preso un infartoO__O) numero di recensioni hahaah soprattutto perchè ci ha permesso di parlare con alcuni di voi che non conoscevamo per nulla.
Grazie grazie grazie grazie!!! *______*
Vi lasciamo al capitolo e...enjoy!!
P.S= State votando per i movie awards?? U__U mi raccomando il cane deve stare lontano anni luce dal Best kiss Anche perchè quel bacio tra Bella e Jacob è inguardabilmente vomitevole :@

P.S= Capitolo dedicato a una nostra amica e alla sua futura bambina che si chiamerà Joy U___U ( muauhahaahuuahau ok mon amour scherziamo, era una battuta U_U nn ti incazza)




CAPITOLO 50 (Cloe)


E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI...



POV KRIS

Non sapevo perché ma, essere a Londra, mi faceva stare istantaneamente meglio. Anzi, forse sapevo benissimo perché.
Mi faceva sentire al sicuro.
Anche se era una grandissima città. Anche se ci vivevano milioni di persone esattamente come a LA. Anche se succedevano comunque centinaia di crimini al giorno.
Furti, rapini, omicidi, rapimenti..
Sentii qualcosa spezzarsi dentro a quel pensiero. Qualcosa che ricacciai in fondo alla mente all’istante.
Londra era tante cose brutte, indubbiamente. Ma almeno non era LA. Almeno non era Hollywood.
Due settimane lontani da quel posto. Lontani dai ricordi, lontani da lei…
Mi resi conto di non avere quasi la forza di deglutire, come ogni volta che ripensavo a quei giorni. Che non avrei neppure saputo come definire. Quasi surreali, quasi impalpabili. Come se fossi morta per ritornare a vivere solo quando mia figlia era tornata fra le mie braccia.
E la cosa che mi faceva ancora più rabbia era che una singola persona aveva avuto il potere di distruggere non solo la mia vita, ma anche quella di Rob, di tutta la mia famiglia e quella di Joy, persino.
Ma adesso era finita…
Era finita e io dovevo concentrarmi solo sulla gioia che provavo nell’averla di nuovo stretta a me. Nel ricordo dell’istante in cui avevo sentito la sua vocina chiamare ‘mamma’ancora una volta.
Forse allora era vero. Forse Dio esisteva dopotutto. Forse non era un’entità immaginaria, un semplice ectoplasma creato dagli uomini per continuare ad avere la forza di vivere, dopotutto. Forse era stato davvero Dio a ridarmi mia figlia. A spingere quella donna malata, Annie, ad affidare mia figlia alla vicina una volta sentitasi braccata. A far si che questa portasse la nostra piccola proprio nel commissariato dove io e Rob la attendevamo col cuore a pezzi.
Ma dopotutto non importava chi era stato: Dio, il destino, il fato…
Ora era con noi di nuovo e, cosa ancora più importante, a malapena si era resa conto di ciò che le era accaduto. A sentire i suoi pochi discorsi senza molto senso, era stata con una signora gentile che aveva cucinato per lei, le aveva fatto il bagnetto e dato un pigiama coi coniglietti per la notte. E poi era semplicemente tornata a casa da mamma e papà…
“Ehi tutto bene?”
La voce di Rob mi riscosse dai miei pensieri, riportandomi a Heathrow, zona reclamo bagagli, dove ci trovavamo in quel momento.
Circondati da guardie del corpo su ogni lato. Quattro persone che in pratica non ci lasciavano mai. Per fortuna.
Mi sembrava assurdo che ci fosse stato un tempo in cui le avevo definite superflue o esagerate. La gente li fuori era pazza, ed era qualcosa che mi ero fatta entrare in testa solo quando avevo rischiato di perdere la cosa più importante della mia vita. Cosa che mai più avrei messo in pericolo.
“Sì” annuii rapida, cercando di pensare solo al motivo per cui ci trovavamo in città. “Solo eccitata per Liz.”
http://i51.tinypic.com/156d7xd.jpgCarezzai i capelli mossi di Joy, proprio mentre Rob sogghignava, trasmettendomi così, finalmente, un pò del suo buon umore.
Liz aveva il cesareo previsto da li a quattro giorni e noi eravamo venuti ad assistere alla nascita dei due piccoli gemellini di casa Pattz. Che ancora non avevano un vero e proprio nome a quanto pareva.
“Ora che saranno fuori dal pancione inizia il divertimento” commentò “Ricordi i primi periodi con Joy? Dormiva pochissimo, non voleva mangiare..”
“..aveva le coliche” continuai per lui “Oh e poi..i dentini e la febbre e…”
Lasciai cadere il discorso, ricordando nella mia mente tutti quei primi mesi che non erano stati facili, certo, ma che avevano qualcosa di così dolce e unico nel loro ricordo. Come il profumo di borotalco misto alla pelle di neonato, le loro ditina tiepide che si chiudono nelle tue…
Non potei contenere un sorriso, emozionata, pensando a tutte le meravigliose cose che aspettavano Lizzie.
“Ma rifarei ogni singola cosa milioni di volte” mormorai.
“Anche io” confermò “Non cambierei nemmeno un dettaglio. Neppure una notte insonne per le coliche, niente.”
Massaggiò la schiena di Joy che, poggiata al mio petto, stava per addormentarsi e intrecciò le dita della mano alle mie. E rimanemmo così, legati, i nostri sguardi uniti finchè…finchè un rumore mi fece sussultare.
A pochi passi da noi tre ragazzine di si e no 15 anni avevano cercato di avvicinarsi ed erano state prontamente bloccate dalle nostre personali guardie svizzere. Il body-guard che parlava con loro era uno appena arrivato con un nome piuttosto strano e che parlava pochissimo inglese. Istantaneamente avrei voluto che se ne fosse occupato Dean. Lui di solito sapeva essere gentile anche quando rifiutavamo foto e autografi.
E avevamo sempre rifiutato da un mese a quella parte…
Sentii le dita di Rob rafforzare la presa come se capisse quello che stavo pensando. “Non possiamo fare felici tutti Kris. Prima viene la nostra famiglia.”
Annuii ma non potei non vedere le espressione deluse di quelle ragazze. Dopotutto erano ancora delle bambine e io non avevo avuto la loro età poi molti anni prima e, anche se ero stata una teenager atipica e super concentrata nel lavoro, ricordavo bene cosa si provava ad avere un mito, un film o un libro ad emozionarti.
Improvvisamente tirai fuori dalla borsa un blocco per appunti ed una penna, firmandoli e scrivendo qualche parola standard per gli autografi.
Rob mi fissò confuso finchè non gli passai i foglietti.
“Che stai facendo?”
“Mi fanno tenerezza.” Sussurrai “Insomma mandarle via così..senza niente…”
Lo vidi aprirsi in un piccolo sorriso. “Se vuoi possiamo andare lì e fare un paio di foto…”
Trattenni il respiro. Lo volevo?
No..
La verità era che ero ancora troppo codarda per muovere un passo fuori dalla mia sfera di sicurezza che era personificata in Rob, Dean e negli altri uomini che proteggevano me e Joy.
Scossi il capo. “No”.
“Okay..”
Mi lasciò un bacio sulla guancia, senza chiedermi nulla di ciò che non fossi disposta a dire e io mi aggrappai a lui, la mia roccia, mentre guardavo Dean portare i fogli alle ragazze.
Una di loro mi lanciò un’occhiata speranzosa, come se si aspettasse qualcosa in più, qualcosa che prima dell’’….dell’incidente, avrei dato senza pensarci.
Abbassai lo sguardo, stringendomi con più forza a Rob e a Joy.
Mi dispiaceva, ma avevo già dato troppo al resto del mondo. Gli avevo quasi dato la mia famiglia e, di certo, non sarebbe più successo.

XXX

“Ahhh finalmente a casa!” esclamò Rob lasciando cadere le valige in corridoio e saltando sul divano con Joy sul petto.
Dean e gli altri sarebbero stati in un hotel in città, invece
“Shh.. probabilmente i tuoi stanno dormendo” lo rimproverai sghignazzando e scivolando su di lui, sulla porzione del suo corpo non occupata da mia figlia “Stai facendo lo stesso rumore che farebbe uno scimmione. Anche se noi abbiamo il fuso orario tutto sballato, per loro è..oddio credo sia quasi mezzanotte.”
Le sue mani scivolarono sulla mia schiena, fino a terminare sul mio sedere, stringendolo senza farsi vedere da Joy.
“Ma sono il tuo scimmione” mormorò all’orecchio.
“Smettila stupido!” risi forte quando iniziò a farmi il solletico.
“Ti..papà tupidoooo”
Anche Joy iniziò a ridere come una pazza e dovetti tapparmi la bocca per non morire dal divertimento con lei.
Rob la guardava scioccato, probabilmente perché era la prima parolaccia che le aveva sentito dire chiaramente. Ed era rivolta a lui, a colui che era sempre stato il genitore buono e permissivo.
Saltai in piedi, tenendo la mia piccola aggrappata al collo.
“Brava amore della mamma. E’ così che deve essere, tu ed io contro i maschi cattivi! Muhuhamuhaumuah”
Imitai una perfetta risatina diabolica che Joy cercò di copiare ottenendo un effetto più che altro comico, ma impagabile.
“Maschi cattivi eh? Ve lo faccio vedere io.”
Prima che potessi riprendermi, Rob mi afferrò per la vita e mi buttò sul divano, coprendo questa volta me e Joy col suo corpo.
“Solletico” strillò.
“No..papà..no no..ahhahahah”
Joy conosceva benissimo il significato di quella semplice parola e iniziò a contorcersi e scalciare cosa che, però, non fermò Rob.
Con una mano sul suo piccolo pancino e una sul mio iniziò a solleticare la nostra pelle scatenando, senza sminuire la cosa, l’inferno.
Dopo fu solo un continuo scalciare, seguito da risate isteriche ed assurde di Joy. La furbetta però riuscì a sgusciare via dai nostri corpi, visto il suo corpicino piccolo e magro, e corse fino all’altra parte della stanza, lasciandomi a lottare da sola contro mio marito.
“Joy..no Joy” strillai più forte ora che aveva entrambe le mani occupate a torturare solo me “No..ahahah Rob basta..Joy vieni da mamma ti prego no ahahah.”
Joy mi guardò ridendo e sembrò indecisa per un istante. Ma, poi, tornò a focalizzare la sua attenzione sullo scatolone dove i genitori di Rob conservavano i suoi giochi e fu evidente chi dei due vinse la battaglia del suo cuore.
I giochi, ovvio.
Ma Rob, ora, aveva in mente un altro tipo di gioco.
Le sue mani si bloccarono sui miei fianchi, smettendo di muoversi in modo scherzoso e decisamente più erotico.
Mi aprì le gambe, posizionandosi nel mezzo e sfregando così la stoffa dei suoi jeans sulle mie cosce nude.
Perché avevo messo la gonna, perché?
Mi maledissi mentalmente visto che sapevo perfettamente cosa Rob avesse in mente.
Sentii la stoffa della gonna scivolare in alto grazie al favoloso lavoro delle sue mani, non abbastanza in alto però da lasciarmi scoperta.
Mi accarezzò le cosce avanti e indietro con movimenti leggeri, appena accennati.
“Rob..i tuoi genitori..”
“Dormono.”
“Ci sentirà…” Le parole mi morirono in gola quando lo sentii accarezzarmi completamente con il palmo della sua mano proprio tra le cosce.
“Non ti sentiranno se farai piano..ah ma dimenticavo” mi prese in giro “A te piace urlare…”
Cominciò a massaggiarmi col pollice sulla stoffa, su e giù, prima più forte, poi velocemente..
Fui a malapena conscia di un rumore poco lontano da me: uno dei cubi delle costruzioni di mia figlia caduto a terra.
“La bambina..”
“Non capisce Kris. Per lei stiamo solo giocando, come prima.”
Avrei voluto dirgli che lo sapevo ma che, comunque, non mi sembrava giusto, che…
Ma in quell’esatto istante le sue dita scavalcarono la stoffa entrando più in profondità.
Molto più in profondità.
“O cazzo Rob..”
“Cazzo” ridacchiò massaggiandomi con forza sia con le dita sia col palmo della mano “Vuoi insegnare anche questa parolaccia a Joy? No..no..mi sa che dovrò punirti mia cara.”
Aprii gli occhi tentando di immagazzinare aria e il mio sguardo inavvertitamente finì sul pavimento al mio fianco. Il cellulare di Rob era per terra, probabilmente caduto dalla tasca dei suoi pantaloni e lampeggiava.
In un attimo di lucidità vidi che lampeggiava e..
15 chiamate senza risposta.
“Oh no..Rob basta. Basta..” mi contorsi sotto di lui e vidi i suoi occhi spalancarsi terrorizzati.
“Oddio scusa…ti ho fatto male.”
“No, no” lo tranquillizzai baciandogli la punta del naso “Ma il tuo telefono..prendi il telefono.”
Confuso si sporse e, con la mano non occupata da ehm…me, lo raccolse e lo portò all’orecchio.
“Mamma..sì..a casa. Pensavamo foste di sopra a dormire in realtà ehm.. Noi stavamo..beh Joy stava..lascia perdere” ridacchiò ma poi vidi la sua espressione farsi improvvisamente seria “Quando? Davvero? Sì sì…certo che veniamo, veniamo subito, tanto Joy non ha sonno. Ha dormito per dodici ore in aereo.Ok, ciao.”
“Che succede?”
Sorrise. “Liz è in travaglio. A quanto pare i bimbi avevano fretta di nascere e non avevano alcuna intenzione di aspettare il cesareo programmato.”
“Oh mio Dio ma è meraviglioso!” esclamai emozionata “Joy hai sentito? i bambini stanno arrivando!”
“Babbini!” lanciò in aria un cubo di legno che però le ricadde rovinosamente sulla testa. Lei si limitò a massaggiarsi il punto che le faceva male, scacciando le lacrimehttp://3.bp.blogspot.com/-SQEi-CPd738/TY_uMhbPeVI/AAAAAAAAAx4/kh-z8QjrWfQ/s400/IMG_3919.JPG con forza.
Stava diventando una bimba così coraggiosa, il mio tesoro…
“Direi che dobbiamo andare” sbuffò Rob.
Annuii. “E io che invece speravo di venire. Mi devi un orgasmo signor Pattinson.”
“Quando torniamo a casa” mi bacio le labbra togliendo con delicatezza le dita che teneva ancora dentro me “Avrai tutti quelli che vuoi. Ma adesso…”
“..adesso è tempo di…” gli passai un fazzolettino per pulirsi la mano.
“BABBINIIII!” strillò ancora Joy.
Mi alzai dal divano tenendoli entrambi per mano. “Andiamo ad allargare la famiglia, su…”

XXX
“Kris è tutta tutta colpa tuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
L’urlo di Lizzie mi fece ghiacciare il sangue nelle vene e accapponare la pelle. Quella non era la mia Elisabeth, la ragazza dolce e un po’ pazza che in pratica era diventata una sorella.
No, quello era un mostro, una strega, un…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Kris perché?” scoppiò in un pianto irrefrenabile “Perché mi hai obbligato a partorire naturalmente? Io volevo il cesareo..lo volevo la drogaaaaaaa”
“Io..ma io..io non ho mai detto che dovevi o che..”
“Ti odioooooooooooo!”
All’ennesimo urlo capii che probabilmente battere in ritirata era la cosa migliore. Avevo promesso a Liz che le sarei stata accanto durante il parto visto che sia Vic che la madre di Rob non reggevano molto la vista del sangue e volevamo evitare svenimenti. Tutto era andato per il meglio quando io, Rob e Joy, accompagnati da Dean, eravamo arrivati in ospedale. In realtà erano appena arrivati in ospedale anche loro e tutti eravamo molto emozionati. C’erano stati abbracci, congratulazioni e un ultimo bacio di mia figlia ai suoi cuginetti attraverso il pancione.
E poi..poi avevo fatto il più grande errore della mia vita. Avevo detto a Liz che partorire naturalmente era la cosa migliore per me. Le avevo raccontato la mia esperienza e le avevo detto che, visto che i gemelli erano in posizione corretta e i dottori non ci trovavano nulla di male, avrebbe potuto avere un parto naturale invece del cesareo.
Ecco..bella idea cazzo.
Mi tolsi la mascherina e traballai nel corridoio. Ora Liz mi odiava..
“Ehi che c’è?” Rob corse verso di me “Sono nati? Tutto bene? Perché hai gli occhi lucidi?”
“Liz ha detto che mi odia” blaterai sentendo gli occhi pungere.
Con mia enorme sorpresa Rob scoppiò a ridere. “Oh Dio Kris, non lo pensava dai! Le donne sono irrazionali in quei momenti.”
Alzai un sopraciglio. “E tu lo sai data la tua enorme esperienza?”
Annuì. “Esatto. Con te.”
“Rob no” ridacchiai bloccandolo. Io non ero stata così..io ero stata calma e rilassata.
“Tu non capisci. Sta urlando come una pazza! E ha detto delle parolacce che..che non credevo nemmeno esistessero nel dizionario. Probabilmente non ha bisogno di un medico ma di un esorcista. Oh..probabilmente i gemelli non sono normali. Sono una specie di incarnazione satanica come in quel film..il mai nato o …”
“Mmmm e dimmi” domandò “Scommetto che stava anche cercando di spezzare la mano di Paul.”
“Sì” annuii veloce “Come lo sai?!”
“Lo vedi questo?” alzò il polso mostrandomi una cicatrice vecchia ma evidente e fissandomi eloquente.
Capii all’istante. “Vuoi dire che quella te l’ho fatta io quando..no, non ci credo. Io ero calma!”
Scoppiò a ridere, seguito a ruota da Joy che si comportava come se avesse capito ogni singola parola della nostra conversazione.
“Eri isterica.”
“Oddio” sussurrai sconvolta “Ero una specie di pazza anche io allora? Beh, sappi che se e quando avremo un altro bimbo…non dovrai entrare. Capirò, te lo giuro”
Il suo sguardo si addolcì. “Non è un se, amore, è certamente un quando. E ti giuro che anche se mi farai paura io sarò li con te.”
Mi baciò le labbra ma, in quel momento, la porta si aprì e ne emerse un Paul sconvolto.
“Kris il primo bimbo è..è nato. Ma ora vuole te.”
La gioia di sapere di avere finalmente un nipotino fu rimpiazzata dal puro terrore.
Mi voltai verso Rob. “E se io stessi con Joy ed entrassi tu?”
“Io?? Io non voglio vedere la va…le parti basse di mia sorella grazie. E poi gliel’hai promessu TU, non io.”
Sbuffai. “Grazie. Ricordi la frase ‘nella buona e nella cattiva sorte’? Vai a fidarti di un marito.” Borbottai tornando terrorizzata sui miei passi.
Entrai piano e mi avvicinai di nuovo a lei, sfiorandole piano la spalla.
Alzò di scatto il viso e lo vidi inondato di lacrime, ma felice.
“E’ nato il primo lo sai?” sussurrò emozionata, stringendo i denti.
Annuii.
Eccola di nuovo la mia Liz.
E come potevo non capirla. Per qualche strana ragione non ricordavo per niente il dolore del parto. Cioè, sapevo che aveva fatto malissimo, ma a distanza di tempo non sapevo più la gradazione o il tipo esatto di dolore. Ma la gioia, l’emozione, lo stordimento di vedere il tuo bambino per la prima volta…quello era indelebile.
“Dai che ce la fai Liz” la incitai “Ancora un piccolo sforzo. Piccolo, te lo giuro.”
Annuì veloce, afferrandomi la mano per le ultime decisive spinte.
E così, dieci minuti dopo, alle cinque e quarantacinque del 18 aprile, anche una piccola, nuova, meravigliosa bambina venne alla luce.
E, anche se la sua povera zia Kris aveva perso l’uso della mano, ne era valsa decisamente la pena. Perchè ero stata io a consegnare, insieme a Paul, a Liz i suoi bimbi per la prima volta e a vedere le sue lacrime di gioia e commozione.
E niente valeva un’emozione simile…niente.
http://i40.tinypic.com/1183nsx.jpgL’emozione di stare tutti attorno ad un letto di ospedale a vedere una mamma con i suoi bimbi, come una vera famiglia unita. Come eravamo noi.
“E’ stata davvero una sorpresa” sussurrò Liz, tornata completamente nelle sue facoltà mentali. Forse aveva espulso la parte satanica con la placenta. “Pensavamo fossero due maschietti e invece…”
“Allora. Nomi..dai!!” esclamò Vic “Siamo curiosi!”
Liz prese la mano di Paul e sorrise. “Beh, all’inizio avevamo pensato di chiamarli Thomas e Robert. Ma ora che dobbiamohttp://i51.tinypic.com/2wgszza.jpg cambiare…beh Thomas resta Thomas mentre la nostra bimba si chiamerà…si chiamerà Jaymes”
Trattenni il respiro per qualche secondo e mi aggrappai a Rob, inconsciamente, sapendo che probabilmente aveva gli occhi lucidi e un nodo alla gola tanto quanto me.
Gli aveva dato i nostri nomi. Beh, i nostri secondi nomi ma, comunque…
“Liz…”
“Oh credimi” sussurrò “L’ho fatto soprattutto per me. Così saprò che si ameranno per sempre, malgrado tutto, no?”
Non potei trattenermi e gettai le braccia al collo sia a lei che a Paul, completamente emozionata. Vidi Rob asciugarsi veloce gli occhi ma sapevo il genere di rapporto che lo legava alla sorella e sapevo che avrebbero parlato dopo, soli, in privato.
Mi avvicinai a lui e gli passai una mano intorno alla vita.
“Siamo molto fortunati” sussurrò.
E lo eravamo. Lo eravamo davvero, malgrado tutto quello che ci era successo.
http://i54.tinypic.com/w7zz0k.jpgEravamo una famiglia e ci amavamo e la cosa non mi fu mai così chiara come quando Joy, seduta a fianco di Liz, si lasciò afferrare un ditino dal piccolo Tom. Lui lo portò alle labbra e iniziò a succhiarlo provocando un moto di risate eccitate e divertite di mia figlia.
Sentii la presa di Rob rafforzarsi e una sola, semplice parola uscirgli dalla bocca.
“Presto…”

XXX


POV ROB

“Babbini!”
“Joy, no. Adesso i bambini non ci sono.”
“Babbini!!!!”
“Più tardi, ok?”
“Babbini!!!” Joy sbattè il piede a terra, pretendendo qualcosa che non potevo proprio darle. Aveva sviluppato un profondo attaccamento nei confronti dei cuginetti nei tre giorni precedenti e avrebbe voluto vederli ogni secondo. Il problema era che Liz era ancora in clinica visto che i bimbi erano leggermente sottopeso e gli orari delle visite erano piuttosto, anzi molto, rigidi.
“Amore, dai, perché non giochiamo un po?” posai la chitarra che stavo strimpellando sul divano e presi la mia bimba sulle ginocchia.
Scosse il capo testarda e, per la prima volta, anche vederla fare i capricci fu la cosa più bella del mondo. Il solo pensiero di aver rischiato di perderla per sempre, di non vederla mai più…
Scossi il capo prima che il mio cervello commettesse il grave errore di tornare a pensare certe cose. Quando mi capitava non riuscivo più a concentrarmi su nient’altro che non fosse quell’orribile sogno. Così vivido, così vero che…che avrei preferito morire un milione di volte. Così terribile che ogni sera mi addormentavo col terrore di sognare ancora qualcosa di simile.
“Papà! Uffi”.
Joy annoiata e stufa mi riportò alla realtà.
“Possiamo giocare con..mm con i giochi del tuo box?” Indicai il grosso box stracolmo di giochi che però, ahimè, temevo che ormai Joy conoscesse già alla perfezione.
E infatti...
“No, uffi”.
“Le bambole?”
Scosse il capo.
“Peluche?”
“Nooo, babbini!”
Risi. Certo che quando si metteva in testa qualcosa era impossibile distrarla.
D’altra parte la capivo. Dopo il trambusto del nostro arrivo e della nascita dei gemelli la nostra visita londinese non si era rivelata molto eccitante. A parte le visite alla clinica eravamo rimasti chiusi in casa, un po’ per via della pioggia incessante, un po’ perché uscire dopo quello che era successo…
Ma adesso che il sole era tornato a splendere, in ogni senso, forse era tornato il momento di ricominciare a vivere una vita normale e serena.
Per cui…
“Amore la vuoi fare una bella passeggiata?” le proposi “Solo tu ed io?”
Immediatamente il suo volto si illuminò e iniziò a saltellare sul divano. “Sì!! Tio Tom, tio Tom, tio Toooooom!”
Mi finsi offeso, incrociando le braccia al petto. “Ah sì? Preferisci lo zio Tom al tuo papino, allora? Bene bene, me ne ricorderò…che bambina cattiva.”
Alle mie parole rise ancora più forte. “Tio Tom…calamelle, legali!”
Non potrei trattenere le risate anche io, a quel punto.
“Hai capito che bambina materialista ho cresciuto” borbottai prendendola a spalle “Su mostriciattolo, andiamo a chiedere alla mamma il permesso di andarcene in giro”
Io e Joy trovammo Kris in cucina con mia madre, entrambe intente a preparare qualche sorta di dolce da portare a Liz. Secondo loro la cioccolata aiutava a prevenire la tristezza che veniva alle donne dopo aver partorito per via degli ormoni impazziti. Quando avevo commentato che, a parer mio, gli ormoni delle donne erano comunque quasi sempre impazziti, mi ero beccato un’occhiata omicida degna del migliore serial killer per cui, in quel momento, decisi di stare zitto.
“Io e Joy usciamo, ok?”
“Mmmm” mormorò Kris senza staccare gli occhi dalla ricetta “Ok..chiama Dean e chiedigli se non ha impegni allora.”
“Ehmm…veramente pensavo di non avere bisogno di lui, no?”
Immediatamente lo sguardo di Kris scattò su di me, allarmato.
“Stai scherzando?”. Riuscivo a leggere il panico mal celato nella sua voce.
Lo dovette notare anche mia madre perché posò sul ripiano la ciotola in cui stava mescolando qualcosa e si avvicinò, prendendomi Joy dalle braccia.
“Ecco amore, vieni un attimo con la nonna. Facciamo il bagnetto così se devi uscire sei bella e profumata.”
Lei non fece obiezioni, anzi, battè le manine elettrizzata di poter sguazzare per un po’ nella vasca.
“No” Kris parlò non appena furono uscite dalla stanza “No. Sei pazzo?”
“Kris..”
“No..”
“Ma ci sono io con lei”
“Questo non mi tranquillizza affatto! Abbiamo appurato che la gente è pazza Rob e Joy non è la sola a rischiare. Sai quante ragazze sono ossessionate con te? Sai quante farebbero letteralmente follie per qualche minuto con te? Ho paura per tutta la mia intera famiglia.”
Sbattè con forza il cucchiaio sul tavolo. “E pensavo che fino a qualche giorno fa tu la pensassi come me. E adesso…”
“Adesso la penso ancora come te” la rassicurai “Non ho intenzione di lasciarla allontanarsi da me neppure un secondo ma..” sospirai “Oggi è il giorno libero di Dean.”
“Beh gli pagheremo gli straordinari, se è questo che vuoi.”
Allungai il braccio e la afferrai per la vita, premendo la sua schiena contro il mio petto. “Non è quello che voglio e lo sai.”
Le carezzai le braccia, capendo ogni singola goccia della paura che stava provando.
“Per favore, non possiamo vivere nel terrore, no?” la implorai “Ti prometto che torneremo per le sei al massimo. Un giretto in luoghi pubblici dove nessuno può farci del male, giuro. Staremo in incognito come agenti segreti tutto il tempo. Ho anche un cappellino rosa e occhiali da sole abbinati per Joy.”
Riuscii strapparle un piccolo sorriso.
Annuì, anche se poco convinta.
“State attenti però, ok?”
La baciai sulle labbra. “Attentissimi lo prometto.”

“Tio Tom!!” Joy sgusciò via dalle mie braccia non appena i suoi occhi, coperti da un paio di occhiali da sole per bimbi, si posarono sul mio migliore amico.
Vidi Tom correrle incontro e prenderla in braccio, stringendosela al petto e, poi, facendola volteggiare in aria.
Sentii il cuore stringersi un poco nel petto a quella vista. Erano mesi che non vedevo Tom, che non ci parlavo davvero…
Mi era stato vicino quando Joy era stata rapita ma purtroppo si trovava dall’altra parte dell’oceano per un film ed era successo tutto così in fretta che avevo avuto tempo di informarlo solo quando, in pratica, finalmente lei era tornata da noi.
Posò Joy a terra ed estrasse dalla tasca una manciata di lecca lecca rosa.
“Papàààà..lella lella!” esclamò Joy tirando lo zio verso di me.
E non so come successe ma ci ritrovammo abbracciati. Non era un gesto che molti avrebbero definito da uomini e che , in effetti, io e Tom usavamo spesso. Ma con quell’abbraccio mi fece capire tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi fece capire che lui…che lui sapeva. Come stavo, cosa provavo, il mio dolore…
Bastò un abbraccio per non dovere dire assolutamente più nulla.
“Allora, come va?Davvero” domandò quando riprendemmo a camminare per il viale mentre Joy correva davanti a noi, a brevissima distanza.
“Bene” sospirai “Beh, ovviamente siamo ancora un pò scossi…è stato tutto così assurdo e..non lo so..terribile… vorrei solo dimenticare. Kris è ancora molto scossa, non voleva neppure lasciarci uscire. E la capisco ma…”
“Ma non potete chiudervi in casa per sempre.” Continuò
“Esatto.
“E tu invece? Come va con Carrie?”
Storse la bocca. “E’ finita. Bah, forse devo dire che non è mai davvero cominciata. Non so…non eravamo fatti per stare insieme credo. Siamo più..amici ecco. Non so, forse volevo solo convincermi di amarla. Perché volevo qualcosa come quello che avete tu e Kris”
“Tom” lo tranquillizzai passandogli uno dei lecca lecca che aveva portato. “Mangiane uno e pensa positivo. Anche tu troverai la tua Kris, te lo giuro. E’ solo questione di un po’ di tempo.”
“Bah sarà. Comunque io penso che bisogna dare una mano al destino a volte. Per esempio tu…non hai il numero di qualche bella ragazza single?”
Risi, osservando attentamente Joy che lanciava pezzi di dolce a delle anatre nel laghetto. “Sono sposato. Devo stare lontano da ragazze simili, non lo sai?”
“Beh ma dico…nemmeno una baby sitter di Joy?”
Sbiancai all’istante e risi amaro. “Non parlarmi di baby sitter, se ci tieni alla mia sanità mentale, ti prego.”
“Ma no..intendevo quella di prima. Quella normale che stava con voi a Baton Rouge”
Intendeva..
“Intendi Cloe?”
“Sì, ecco come si chiamava!” esclamò “Cloe. Quella volta che sono venuto a trovarvi c’è stato feeling.”
“Ma se l’hai vista per dieci minuti mentre ti ripuliva la maglia dal vomito di Joy!”
Ah, Tom era incredibile. Si fissava col dover trovare l’anima gemella a tutti i costi, senza capire che non era così che funzionava.
“Ok” acconsentii per renderlo felice “Ti darò il suo numero se proprio insisti.”
“Insisto.E…beh dovrei anche proporti un’altra cosina per oggi. Ho questi biglietti per la tribuna vip per la partita Arsenal- Chelsea e mi chiedevo se ti andasse di venire. Sarebbe un’introduzione per Joy al mondo del calcio. Strapparla a quegli stupidi sport americani da cui è circondata, no?”
“D’accordo ma…per le sei devo essere a casa. L’ho promesso a Kris.”
Si posò la mano sul cuore con un gesto eclatante. “Sarà finita per le cinque, giuro”
Sorrisi. Dio, da quanto tempo non vedevo una partita! E forse era stupido ma farlo con mia figlia per la prima volta era..emozionante.
Afferrai Joy sotto le braccine e la feci salire a cavalcioni sulle spalle
Tom tirò fuori un cappellino dell’Arsenal e lo posò in cima alla testolina di mia figlia.
“Pronta per un po’ di sano tifo per l’Arsenal piccolina?” domandai.
“Altenaaaaaaaaaaaal” strillò.
Bene, e che Arsenal sia.

XXX

Cazzo, cazzo, cazzo.
Le cinque, certo.
Sì, come no!
Tom, vaffanculo!
Il taxi accostò davanti a casa dei miei e schizzai fuori così rapidamente che a malapena mi ricordai di pagare. Tenendo tra le braccia una Joy sovraeccitata per i troppi zuccheri.
Ancora una volta, grazie Tom. Qualcuno mi ricordi perché era il mio migliore amico visto che le aveva comprato zucchero filato, hot dogs, bibite gassate a iosa e decine di inutili gadget e trombette spacca orecchie.
E ora erano le otto e io avevo ben..cazzo, due ore di ritardo!E mi si era scaricato il telefono e Tom aveva mandato un sms a Kris ma lei non aveva risposto e..
Ok, calmati Rob, calmati.
Aprii la porta ma mi raggelai quando vidi tutti seduti sul divano, un’espressione seria sul viso, con le mani premute sulla schiena di Kris, come a darle conforto.
I loro volti si posarono istantaneamente su di me.
“Che succede?” domandai.
E fu allora che vidi la faccia di Kris attraversata dal maggior numero di emozioni che avessi mai visto su una persona allo stesso tempo.
Terrore, sollievo, paura, frustrazione e…rabbia.
Cazzo.
“Tu..tu mi chiedi cosa succede” sibilò “Dopo quello che abbiamo passato tu sparisci con mia figlia per ore e non ti degni di chiamarmi. Non ti degni di..”
“Io ti ho chiamata” tentai di difendermi “Ma il cellulare era scarico e Tom ti ha mandato un messaggio.”
“Non che io sappia” ribattè gelida “E sai perché? Forse perché Tom ha ancora il mio vecchio numero. Quello che avevo prima che tua figlia fosse rapita. Che c’è? Un mese e te ne sei già dimenticato. Ritorni ad essere la solita testa di cazzo?”
Deglutii cercando di ignorare le sue parole.
Sapevo che voleva solo ferirmi perché era furiosa e che non voleva dire davvero quelle cose.
“Kris..”
Si mosse rapida, strappandomi Joy dalle braccia e…mi tirò uno schiaffo. Fu così improvviso e doloroso, anche se non fisicamente.
“Ma stai zitto almeno.”
Detto questo girò i tacchi e salì di corsa su per le scale, lasciandomi solo in salotto.
Sprofondai sul divano e notai solo in quell’istante che i miei si erano eclissati in cucina. Potevo sentire il profumo della cena aleggiare per casa, ma il mio stomaco era sigillato ormai.
Perché sapevo che aveva ragione.
Ero stato un idiota, e dopo tutto quello che avevamo passato.
Non so quanti minuti passarono ma, dopo quella che mi parve un’eternità, racimolai il coraggio necessario a incamminarmi di sopra.
Entrai piano in camera mia e notai Joy pacificamente addormentata nel lettino. Kris era sdraiata nel nostro letto a una piazza e mezza e mi dava le spalle.
Sapevo che era furiosa e ne aveva ogni diritto.
Sapevo che se le cose fossero state al contrario anche io avrei reagito allo stesso modo.
Ma sapevo anche che dovevo fare qualcosa per rimediare, anche implorare se fosse servito.
Mi spogliai rapidamente rimanendo in boxer e, quando vidi che non mi scacciava, mi infilai al suo fianco sotto le coperte.
Ci sarebbero state tante cose da dire, migliaia,e invece le sole parole che mi uscirono furono qualcosa che mai avrei pensato di rivangare.
“Ho sognato che era morta. Joy. Quando l’hanno presa io…io ho sognato che lei era morta. Che la seppellivamo, che era in una bara, che tu mi odiavi.”
“Io non ti odio” mi bloccò “Lo sai. Ma sono arrabbiata con te. Ti considero un buon padre e mi fido di te. Ma abbiamo capito che la sicurezza non dipende più da noi. Che possiamo essere i migliori genitori del mondo e non avere comunque alcun controllo…” sospirò “E sono arrabbiata con me stessa perché ho di nuovo paura.”
Sentii il suo corpo tremare e spezzarsi in un singhiozzo. “Credevo di avere tutto alle spalle e invece ho di nuovo paura”
Cinsi il suo fianco nudo e premetti il suo corpo tiepido contro di me, sorreggendola e carezzandola.
“La vita fa schifo” gemette.
“Sì, hai ragione, fa schifo. Ed è anche meravigliosa. E ti posso garantire che ci saranno ancora centinaia di momenti in cui farà uno schifo terribile e centinaia in cui saremo così felici da toccare il cielo con un dito. E so che la cosa importante quando alla fine ti guardi indietro sono i momenti belli…e il modo in cui hai superato quelli brutti. E noi li supereremo sempre”
Si voltò, il naso a due centimetri dal mio.
“Come fai a dirlo?”
“Siamo insieme” risposi semplice “Se lo siamo il resto vale meno di zero”
Cercò di prendere un lungo respiro e capii che era arrivato il momento di spezzare la tensione.
“La testa di cazzo è perdonata? Perché sono disposto ad implorare, se serve…”
“Sei perdonato” mi massaggiò la schiena “Tom un po’ meno. Perché cazzo non controlla mai la mail? Sono certa di avergli mandato il nuovo numero.”
“Conosci Tom” borbottai “Lui..noi siamo ancora un po’ ragazzini a volte, scusaci”
Scosse il capo. “Io voglio solo essere felice. Voglio solo il mio ‘vissero felici e contenti’”
“Lo avremo” la assicurai “Avremo il nostro lieto fine, presto. Io, te, Joy, baby Pattz 1, baby Pattz 2, baby Pattz 3…”
“Tre??” domandò ridendo “Non esagerare ora…”
“Non esagero. Non esagererò mai. Avremo la nostra fiaba e, come ogni fiaba che si rispetta, finirà in un solo modo.”
“E come?” Si strinse più a me.
“E vissero per sempre felici e contenti…”

Si Rob non farti problemi, dai pure il mio numero a Tom, non mi offendo mica *___________________________*.
Ci si vede la prossima settimana per l'ultimo capitolo ueueueueueu T__T ç____ç ok disperiamoci. E poi ci sarà l'epilogo *__*

P.S= Ohohoho Tom mi ha telefonato e mi ha invitato a trascorrere un romantico week end con lui *___* a Londra muahahah.
Se magari -_-

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Capitolo 51
*** Like the first time ***


like the first time Buonasera ragazze!!!! Siamo qui con un' ansia terribile stasera! perchè?! Come perchè?! Perchè stiamo postando l'ULTIMO  capitolo di Qui dove batte il cuore  e poi perchè stasera c'è la premiere di Water for Elephant e stiamo pregando tutti i Santi di qualunque religione del mondo per un RCcon Kris  *______*
Unitevi anche voi in preghiera ma prima...leggete Joy O___+ mi raccomando!!!
Ci si vede... mmm credo la settimana prossima per l'epilogo e per quella che si prospetta essere una lunga e commovente nota delle vostre autrici preferite T___T
Vi lasciamo al capitolo.
Kiss kiss Cloe e Fio


CAPITOLO  52 (Fio)


LIKE THE FIRST TIME



Pov Rob


“D'accordo.. non dovrebbe essere così complicato..” cercai di auto-convincermi dopo aver letto le indicazioni per la preparazione. “Che dici amore, ci proviamo?”
La mia piccola, nel suo adorabile completino giallo, annuì convinta.
“Ok.. quindi vediamo.. Ci serve un recipiente.. Me lo passi Joy?” le chiesi  indicando il contenitore che era accanto a lei. Avrei potuto prenderlo io  perfettamente ma mi piaceva renderla partecipe e lei era contenta di sentirsi utile. Con le sue manine l'afferrò e mo lo porse.
Io lo presi e la ringraziai con un grande sorriso a cui rispose felice battendo le mani sul tavolo in attesa che le dessi altri ordini.. peccato che non ci fosse molto da fare visto che si trattava di un preparato per torte già pronto.
L'aiutai a versare il latte ma quando iniziammo a girare insieme il tutto si stancò presto e scese dalla sedia per iniziare a gironzolare per la cucina. Avevamo coperto gli spigoli dei tavoli in modo che non ci sbattesse per sbaglio e aveva già imparato, in seguito a uno spiacevole quarto d'ora di pianti e urla, che le prese della corrente non dovevano essere toccate. Tuttavia quando era irrequieta o estremamente sveglia non riusciva a stare ferma. Accendeva la TV per poi restare a guardarla solo qualche secondo, a meno che non si trattava di MTV. In quel caso, se capitava qualche canzone che le garbava particolarmente, poteva anche mettersi a ballare e saltare dappertutto. In particolare sembrava piacerle molto Katy Perry..
Scossi la testa sorridendo quando infatti si trovò ad accendere lo schermo proprio mentre trasmettevano un suo vecchio brano..
“U e mi... eee laaaaka a liii aaaa..i ne dri...e weeee o me ooo” risi mentre girando su se stessa rideva e cercava di cantare Tennage Dream e arrotolava la lingua per la velocità della canzone. Riconosceva il ritmo ma non era ancora capace di articolare frasi di senso perfettamente compiuto.. come poteva pensare di cantare il verso di una canzone..?
Mentre la sua vocina invadeva la cucina mi concentrai sul dolce, che era l'ultima cosa rimasta da fare. Il resto era pronto e potevo solo sperare che fosse tutto commestibile.
Kristen non sarebbe tornata prima di mezz'ora quindi avrei dovuto farcela a finire.. il problema era che dovevo ancora lavarmi e darmi una sistemata prima del suo arrivo.
Preparai la tavola in terrazza in meno di cinque minuti senza tralasciare un paio di candele e una rosa al centro del tavolo.
Tornai in cucina giusto in tempo per vedere Joy allungarsi sulle punte per cercare di prendere il contenitore con le patatine che le finì addosso prima che potessi impedirlo.
“Joy!” la ripresi accovacciandomi per toglierle quel disastro tra i capelli. Perfetto.. ora aveva bisogno di un altro bagno.
“Non si fa! Guarda che ti sei combinata!”
“Papaaaà.. fameeee” si lamentò combattendo con le mie mani che cercavano di pulirla.
“Ora mangiamo amore.. su..” la tranquillizzai mentre la mettevo nel suo seggiolone. Pulii per terra e riempii di nuovo il recipiente con le patatine.
“Atatinaaaa” urlò lei dalla sua postazione apparentemente sicura e senza rischio di altri piccoli disastri imprevisti. Apparentemente...
Ne misi qualcuna in un fazzoletto e glielo misi davanti.
“Tiiiiiii” esclamò felice. Sorrisi e le baciai il capo per poi tornare ad occuparmi del resto.
Controllai l'orologio e visto che mancavano ancora cinque minuti di crescita all'impasto della torta che sarebbe dovuta poi andare nel forno, mi dedicai a mettere  un po' di ordine in casa. Non che ci volesse molto visto che era una casa molto modesta. L'avevamo scelta appositamente piccola in modo che non fosse troppo complicato trasferirsi da un posto all'altro, soprattutto dato che era solo per un mese.
Era una casa graziosa e nonostante ci vivessimo da solo un paio di settimane mi ci ero già affezionato. Mi chiedevo come dovesse sentirsi Joy quando si trovava a vivere continuamente in ambienti diversi.
Los Angeles, Baton Rouge, Londra.. e ora New Orleans.
Kristen adorava quella città e sapevo che venirci per un po', abbandonare l'aria pesante e cattiva di Los Angeles, anche se per lavoro, le aveva fatto immensamente piacere e le aveva portato un po' di sollievo.
Da dieci giorni ormai lavorava assiduamente e sebbene tornasse a casa distrutta aveva sempre un sorriso sulle labbra.. Era felice, serena come non la vedevo da tempo.
Sì.. era stato decisamente un bene e un colpo di fortuna dover venire in un posto in cui non si respirava paura e terrore nemmeno per strada.. Un posto in cui potevamo uscire, camminare, ridere senza che qualcuno ci avvicinasse e ci chiedesse perché lo facessimo, senza che qualcuno ci avvicinasse per niente
Mi resi conto, mentre pensavo, che adoravo anche io quel posto.. e infatti non mi sarebbe per niente dispiaciuto..
http://i55.tinypic.com/sb3u9y.jpgInterruppi bruscamente i miei pensieri quando rientrai in cucina e trovai Joy seduta sul tavolo, un sorriso vittorioso sul viso mentre immergeva le mani nell'impasto di cioccolata e si portava alla bocca una piccola scodella.
Restai a fissarla per qualche secondo impietrito.. non sapendo se essere preoccupato perché si era arrampicata dal seggiolone alla tavola, arrabbiato perché al 90% avevo appena detto addio alla torta, oppure afflitto perché si stava sporcando tutta.. di nuovo.
Lei mi guardò sorridente, alzò le mani al cielo facendo schizzare qualche goccia di cioccolato qua e là, e con un grido entusiasta esclamò: “Papiiiii guaddaaaa! Zoccolataaaa!”
Mi viene da piangere...pensai mentre sentivo il cellulare vibrarmi nella tasca.
-Sei ancora vivo?
Non avevo nemmeno avuto tempo di rispondere al messaggio precedente di Kristen per cercare di finire tutto in tempo.. Le risposi prima che potesse avere qualche sospetto.
-Certo my love. Perché? Hai dubbi?
-Ovvio. Ho scommesso con me stessa su quanti giorni riuscirai a resistere senza di me.. e senza impazzire..
Sorrisi. Aveva ragione.. stavo leggermente impazzendo. Joy chiedeva spesso di Kris e riuscire a distrarla senza farle avere una crisi iniziava a diventare sempre più difficile.
Altre due settimane pensai.. ce la posso fare..
Già.. due settimane e avremmo dovuto lasciare quel posto.. per cosa poi? Per tornare nell'assolata e sempre troppo affollata California. Storsi il naso solo al pensiero..
-Che sfizio c'è a scommettere con te stessa?
-Bè, se perdo mi imporrò una settimana di astinenza da te..
Cosa!?
-Scusa se mi permetto, ma sei altamente egoista. Perché non fai scommesse con te stessa che non comprendano anche i miei sacrifici?
-Tu non preoccuparti.
-Mi preoccupo eccome. Questa cosa fa acqua da tutte le parti.
-Bè.. allora vedi di impazzire senza di me entro.. domani. O sarai tu a fare acqua da tutte le parti..
Non potei fare a meno di ridere mentre scrivevo la risposta.
-Sono già folle.. con o senza di te. Sono folle per te e di te...
-Uh è stato facile..
-Sai.. non vorrei rischiare di restare a secco..
-Potresti restarci comunque...
-E in quel caso moriresti di assurdo dolore... e di piacere x
-Non vedo l'ora LOL Dai un bacio alla peste! love you.. <3 a dopo! Xx
-Ti amo anch'io..
Posai il cellulare e tornai a fissare la peste che imperterrita continuava a pasticciare con le mani nella cioccolata praticamente fusa, morbida e dolce.
“Ok amore.. abbiamo fatto abbastanza le monelle per oggi.. su..”
Presi una salvietta e le pulii le mani, ma lei non demordeva.
Prese una patatina e la immerse nel recipiente. Riuscii a fermarla giusto prima che potesse portarsela alla bocca.
“No amore! Fa male!”
“Aaaaaah vollio la zoccolataaa! Papaaaaaà, daaaaai. Poco pocooooo”
“No..”
“Tiiiii.. poco... Poco poco..” ripetè più calma iniziando a farmi un piccolo broncio adulatorio.. tipica tattica che le aveva insegnato Kris.. o forse l'aveva proprio ereditata da lei.
La guardai nei suoi occhi verdi, così simili a quelli della madre, gli unici occhi a cui non sapevo resistere.. e infatti cedetti con un lungo sospiro.
“Poco poco!” dissi serio mentre immergevo un mio dito nella crema marrone e lo portavo alla sua bocca.
Afferrò il mio dito e assaggiò con piacere.
“Mmmm..” gustò con un'espressione così beata che mi fece sorridere. “Acche tu!”
Stavo per dirle di no ma lei già aveva di nuovo affondato una mano nella cioccolata e l'aveva praticamente spalmata sulla mia bocca.
“Mmm che buonooo” l'assecondai leccandomi le labbra.
“Buonooo” ripetè lei e per qualche secondo ci guardammo negli occhi. Mi persi nei suoi piccoli occhi come la prima volta in cui li avevo visti.. come riuscivo a perdermi solo in un altro paio di occhi.. Solo nei loro.
Solo loro riuscivano a mettere in pausa ogni parte di me per lasciarmi adorarle completamente..
“Ancolaaaa” prima che potessi accorgermene mi trovai con la faccia totalmente ricoperta di cioccolata che grondava dal mio mento colando per terra e sulla mia maglia.
Rimasi in stand-by per molto tempo, osservando il sorriso timido e birichino di mia figlia.
Come avrei potuto sgridarla mentre mi guardava così, mentre era così felice..? come?
Non potevo..
“Piccola monellaccia che non sei altro!” esclamai fiondandomi su di lei e avvicinando il mio viso al suo in modo che anche lei si sporcasse della cioccolata che mi aveva buttato addosso.
Rideva, rideva.. e il mio cuore si riempiva di quel suono.
“Aaaah papaaaà papaaaaà! Hahahaha battaaaa”
Ma io non mi fermai e nemmeno lei. Le facevo il solletico, fingevo di soffrire quello che lei cercava di fare a me, e andammo avanti per non so quanto.. finché non fu la voce di Kris ad interromperci.
“Che diavolo state facendo..?!”
Mi voltai a fissarla sulla porta. Aveva le chiavi e il cellulare in mano. Lo sguardo accigliato e l'espressione sconcertata.. eppure vedevo che le sue labbra nascondevano un sorriso divertito alla vista di suo marito e di sua figlia stesi sul tavolo della cucina con i vestiti impastati di cioccolata.
“Amore.. sei tornata prima..” notai soffocando l'ultima risata.
MAMMAAAAA!” aiutai istintivamente Joy a saltare giù dal tavolo prima che si rompesse qualcosa provandoci da sola.http://i51.tinypic.com/hs3j7p.jpg
Corse verso Kristen che, nonostante fosse sporca dalla testa ai piedi, non poté fare a meno di afferrarla.
“Ciao amore!” rise. “Ma che state facendo tu e papà?”
“La lotta di zoccolataaa!”
“Uuuh davvero? E stai vincendo tu, vero?”
“Tiii. Zoca pule tu mammaaaa!”
Kristen non le rispose mentre girava per la cucina osservando il casino che si era creato. Infine si fermò davanti a me.
“Sei retrocesso ai cinque anni per caso?” chiese divertita e risi.
“Rob.. che cosa hai fatto..?”
“Bè.. pensavo che stasera potremmo festeggiare..” risposi e con un dito le pittai il naso di cioccolata. Lei chiuse gli occhi per un istante e si morse le labbra.
“Ma è il tuo compleanno...Dovevo essere io a preparare qualcosa..” sussurrò chinando gli occhi ma la costrinsi a guardarmi di nuovo.
“Hey, tu stai lavorando e io invece ero qui senza fare niente.. ti assicuro che va bene così.. ci siamo divertiti, vero Joy?”
“Ti tanto!”
“Lo vedo..” rise lei. “Ma comunque.. una torta l'avevo già preparata io..”
“Davvero? Quando?”
“Stamattina presto.. Dormivate ancora..”
“E dov'è?”
“E' nel freezer Einstein” mi schernì ma ormai avevo le guance così tirate per il sorriso che abitava sul mio viso che quasi facevano male.
“E sai questo che vuol dire?” le chiesi avvicinandola a me. Le leccai la cioccolata dal naso mentre una mia mano andava silenziosamente all'impasto.
“Che almeno una cosa di quella che mangeremo sarà commestibile..?”
“Anche.. ma.. fondamentalmente vuol dire che... SIAMO IN GUERRA!!” urlai spalmandole in faccia una mia intera mano coperta di cioccolata.
Indietreggiò e tirò un forte respiro incredulo. Mi guardò per qualche secondo furiosa..e il suo viso si contrasse tutto d'un tratto.
“Sei proprio un idiota Rob.. torno a casa distrutta e hai il coraggio di farmi trovare questo schifo! Voglio augurarmi che sarai tu a ripulire tutto dopo! Vai a farti una doccia! E smettile di fare il bambino!” mi fulminò con lo sguardo e con le parole per poi voltarsi per uscire dalla cucina.. ma.. Non potevo crederci..
Doveva stare scherzando.. non poteva davvero prendersela per una cosa del genere.
Le corsi dietro e la bloccai per una spalla ma non si girò.
“Kristen.. andiamo.. non starai facendo sul serio..” dissi abbandonando tutte le mie difese; e si rivelò un grande errore visto che si voltò e a sua volta mi passò una sua mano sporca sul viso.
“No.. ma ora siamo pari!” esclamò ridendo divertita e Joy insieme a lei.
Tirai subito un sospiro di sollievo e dichiarai guerra aperta.
“Guellaaaaa!” urlava Joy buttando una mano qua e là per partecipare alla lotta.
Non scappavamo nemmeno, ci limitavamo solo a riempirci a vicenda di crema al cioccolato.
Quando non potei più fare a meno di lei presi Joy dalle sue braccia, l'afferrai per la vita e l'avvicinai a me. La guardai negli occhi e poi piano mi chinai sulla sua guancia e la leccai assaporando il dolce gusto che la cioccolata creava con la sua pelle.
“Sei buonissima..” sussurrai con la voce carica di desiderio.
Sembrò notarlo e potei vederla avvampare improvvisamente, il suo respiro si accelerò fino quasi ad ansimare.. Infine passò una mano tra i miei capelli e afferrandoli avvicinò la mia bocca alla sua, le nostre lingue entrarono subito in contatto assaporando a vicenda quel sapore misto di voglia e di cioccolata.
Ci staccammo qualche secondo dopo per prendere fiato; le nostri fonti restarono a contatto, le nostre labbra si sfioravano ancora e stavano per riprendere la loro opera quando furono interrotte un secondo prima di incontrarsi.
“Ehi! Cosa sono queste zozzerie davanti la mia nipotina?! Me la deviate così!”
Non mi voltai a guardare chi fosse e continuando a guardare Kristen sorrisi e salutai. “Ciao Tom..”
“Non dimostrarti così felice di vedermi eh!”
“Decisamente no, visto che sono due settimane di seguito che ti vedo..”
“Tioooo Tooooooom” urlò Joy quando si accorse del mio amico. Come un'anguilla scivolò giù dalle mie braccia e corse tra le braccia di quello che era praticamente uno zio per lei.
“Vieni qui scricciolooo!” la chiamò lui con voce quasi supplichevole. La strinse a sé è iniziò a parlarle intimandola a non prendere esempio da quei due depravati e mentalmente deviati che si trovava come genitori.
Io e Kristen ridemmo mentre Joy si ostinava a volergli far assaggiare la cioccolata.
Tuttavia Tom rifiutò. “Datevi una pulita voi due! Fatevi una doccia! Allo scricciolo ci penso io!” se la caricò in spalla stile pecora e si allontanò dalla cucina borbottando qualcosa simile a un “Fortuna che ci sono due bagni...”
Guardai Kristen che rideva sotto i baffi. La baciai di nuovo.
“Fortuna che c'è una doccia sola..” feci eco al mio amico e tra le sue risate me la caricai sulle spalle.


“Sicuri che non è un problema?” disse Tom mentre noi tornavamo in cucina dopo una lunga e … rilassante doccia.

“Ma sei idiota!?” esclamammo insieme e ci guardammo sorridendo.
“Avevi preparato per due.. non vorrei sconvolgervi i piani..”
“Hey.. stai un po' zitto per cortesia..” lo interruppe Kris mentre io già lo trascinavo a sedersi con me al tavolo fuori il terrazzo.
Kristen ci raggiunse poco dopo e aggiunse velocemente un altro posto per Tom. Ormai eravamo una specie di trio.. nonostante fossimo distanti la maggior parte del tempo Tom era sempre, sempre, stato vicino a me e a Kris quando ne avevamo bisogno. Non si era fatto alcun problema di interrompere quello che stava facendo e prendere il primo aereo e ora che le circostanze per la prima volta ci avevano portato a poter stare un mese nella stessa città sarebbe stato da stupidi non approfittare del tempo che avevamo a disposizione.. Senza contare che Joy era pazza di lui..
Durante la cena aveva teso le braccia verso di lui, che l'aveva presa dal seggiolone contento, gli aveva dato un bacio sulla guancia e accoccolandosi sul suo petto aveva finito di masticare la sua patatina.
“Tom.. dovresti davvero pensare a diventare papà..” lo schernii quasi commosso da quella scena e da quanto la mia piccolina potesse essere assurdamente dolce.
“Prima dovrei trovare una ragazza..” rise mentre carezzava i capelli di Joy.
“La troverai” commentò Kris.
“Già..” sussurrò quasi pensieroso. “Spero di essere fortunato come voi..”
Io e Kris ci guardammo per un secondo quasi non sapendo cosa dire. Era insolito che Tom fosse così profondo e abbandonasse il suo lato sempre scherzoso e divertente..
“Sarà fortunata la ragazza che ti avrà accanto!” Kristen si era alzata per lasciargli un bacio sulla guancia e abbracciarlo da dietro.
Tom non disse nulla e carezzò il suo braccio mentre io restavo a guardarli. Il mio amore, il mio migliore amico, la mia bambina. La mia famiglia. La mia vita.
“Ah Rob, comunque Sam e Garrett ti fanno gli auguri..” disse Tom scuotendomi inevitabilmente dai miei pensieri. Vidi Kristen distogliere lo sguardo un po' rigida mente cercava di trattenere una risata.
“Oh.. davvero?” chiesi scettico.
“Si, perché? Che ho detto?”
“Niente, lascialo stare. Si infastidisce sempre quando parliamo di loro.. Non posso quasi nominarli che si irrigidisce tutto..”
“E perché?”
“Perché mi hanno vista nuda..” fu la risposta di mia moglie e mi trovai a stringere i pugni.
“E allora? È per un film..”
“Lo so! Ma lui non capisce..” rise lei mentre giocava con le mani di Joy.
“Si che lo capisco.. figuriamoci. Ma permetti che mi dia fastidio che altri uomini vedano mia moglie nuda..?”
“Rob, che dovrei dire io? Hai fatto servizi fotografici con modelle con le tette al vento”
“Era diverso... e non ero io a essere nudo”
“E voglio sperare che tu non lo faccia mai per un servizio fotografico.. ma andiamo.. E' lavoro, nient'altro..”
Sospirai. “Ma non sto mettendo in discussione te.. Solo quello che hanno potuto pensare loro mentre..”
“Che vuoi che abbiano pensato? Sicuramente che ho un corpo fantastico, che sono stupenda e che avrebbero trovato un modo per sfruttarlo anche all'esterno..” parlò col tono più finto che le avevo mai sentito.
“Ah-ah”
Lei rise e lasciò il collo di Tom per venire a sedersi sulle mie gambe. Portò le mani al mio collo, la fronte sulla mia e infine sussurrò al mio orecchio: “Avranno pensato che sei l'uomo più fortunato del mondo.. perché sono solo tua.. idiota..”
Sorrisi stringendo la presa sul suo fianco e lasciando scivolare la mia mano sulla sua schiena liscia.
“Ok.. ora dei regali!” esclamò Rob facendo un cenno a Kris.
“Ti raggiungo subito Tom!” disse lei mentre lui usciva dalla cucina portando Joy con sé.
“Che regali?” sbuffai in difficoltà. “Non dovevate..”
“Ssssh..” mi mise a tacere con un dito sulle labbra. “Voglio darti il mio adesso...” sussurrò e io sorrisi continuando a carezzarla. Non volevo che si alzasse da me.
Come se mi leggesse nel pensiero non lo fece, si limitò ad estrarre dalla tasca della felpa un mazzo di chiavi e me lo mise in mano.
“Auguri amore mio..” disse contro le mie labbra.
“Cosa.. sono?”
Un sorriso le dipinse il viso. “Queste.. sono le chiavi della nostra casa a Warwick Avenue.. numero 27...a Londra...”
Mi bloccai quando sentii quell'ultima parola e Kris sorrideva mentre mi concedeva il tempo necessario per collegare il tutto e capire..
“Tu.. tu hai.. hai comprato una casa a Londra?”
“Mm-mm”
“Perché..?”
Alzò le spalle chinando il viso. “Perché.. perché quella è casa tua.. perché ti rende felice.. perché ti brillano gli occhi quando ne parliamo e ti batte forte il cuore ogni volta che ci andiamo.. Io riesco a sentirlo...e mi piace. Mi piace quando sei senza pensieri, mi piace vederti sorridere, ridere. Mi piace vederti felice e Londra di rende felice.” alzò gli occhi e incontrò i miei, lucidi.
Dio, quanto amavo quella donna.. perché lei era una donna..
“E ovviamente anche perché così eviterai di sedurmi sul divano dei tuoi genitori mentre tua sorella partorisce..”
Sorrisi sincero e la strinsi a me commosso.
“Dio Kristen.. io.. ti amo così tanto..”
Baciò il mio collo. “Anche io Flippy.. Troppo..”
Presi il suo viso tra le mie mani e lo carezzai, lo strinsi, lo carezzai e lo strinsi ancora perdendomi nei suoi occhi lucidi come i miei.
“Ora non ti commuovere altrimenti mi muori quando ti darò l'altro regalo..”
“C'è un altro regalo..?”
“Spero di si amore...” rispose vaga per poi alzarsi velocemente per andare ad aiutare Tom.
“Chiudi gli occhi!!” sentii urlare da dentro qualche minuto dopo e feci come mi era stato ordinato tuttavia dovetti aprirli quando sentii intonare un “tanti auguri a te”.
L'unica fonte di luce veniva dalle candeline sulla torta che Kris reggeva mentre Joy davanti a lei si avvicinava con un palloncino e un foglio di cartone sui cui potei leggere “Auguri Papi! Ti voglio bene”.
Potevo commuovermi davanti una scena del genere?
Evidentemente potevo perché sentii una lacrima accumularsi sul mio occhio e forse scese quando Joy mi raggiunse e si buttò tra le mie braccia.
“Agui papi..” disse timida affondando il suo faccino nel mio collo e mi si strinse il cuore. Sicuramente era stata Kristen a insegnarle quella nuova parola e a addestrarla per dirmela al momento giusto.. ma sentire la mia bambina augurarmi buon compleanno fu davvero troppo.
Sospirai mentre la baciavo e la stringevo a me, sospirai quando Kristen sorrise e poggiò la torta davanti a me, e sospirai quando mi disse di esprimere un desiderio prima di soffiare.
Avevo tutto quello di cui avevo bisogno per essere felice.. Cos'altro potevo desiderare?
C'era un'ultima sola cosa che mi mancava, una cosa che mi avevano portato via e che avrei voluto riavere indietro, una cosa che sentivo sarebbe arrivata prima o poi..
Come potevo essere così meschino da desiderare altro oltre quello che avevo quando c'era gente che non poteva nemmeno avere una torta di compleanno?
Desiderai che ogni uomo, donna o bambino provasse almeno una volta nella vita la felicità e il senso di completezza che sentivo io in quel momento.. Avrebbero senza dubbio avuto una vita migliore se si fossero sentiti almeno una volta come loro riuscivano a farmi sentire ogni giorno, ogni secondo, ogni minimo attimo della mia vita.
Mangiammo la torta e ringraziai Tom per il suo regalo, una Gibson del 1978 che avevo visto in un negozio a Londra ma non avevo avuto il tempo di comprare prima della partenza.
Era favolosa, ma ancora pensavo al regalo di Kristen. Alla casa a Londra e a quello che ancora mi aspettava.
Morivo di curiosità e stavo per chiederle ancora una volta di alleviarmi il desiderio di sapere quando mi chiese se mi andasse di fare una passeggiata.
Le sorrisi e annuii.
“Perfetto.. devo solo andare un secondo in bagno e usciamo..”
“D'accordo, vai..”
La lasciai andare mentre velocemente Tom mi aiutava almeno a liberare il tavolo dai resti del dolce.
Era Maggio e si stava bene per strada anche a maniche corte tuttavia era sera perciò costrinsi Joy a mettere almeno una felpa sopra il vestitino.
Preparai il passeggino sapendo che prima o poi si sarebbe stancata e si sarebbe addormentata tra le mie braccia. Restammo all'ingresso aspettando Kristen.
Uscì dal bagno a testa bassa e senza guardarci si diresse alla porta borbottando un cupo “Andiamo!”.
Mi scambiai con Tom uno sguardo preoccupato soprattutto dopo che dieci minuti che camminavamo per le strade di New Orleans non aveva ancora alzato il viso né ci aveva rivolto la parola. Solo ogni tanto si limitava a chiamare Joy quando correva e prendeva le distanze da noi.
“Papi”. Joy, che da una decina di minuti camminava mano nella mia mano sempre più lentamente, mi chiamò e mi guardo supplichevole alzando le braccia.
Come previsto.. povera cucciola, si era sfrenata tutto il giorno e ora era distrutta.
Mi chinai per prenderla e stringerla a me. Poco dopo era già addormentata così la misi nel passeggino e continuammo a camminare mentre mi chiedevo che fine avesse fatto il sorriso che in quei giorni era stato parte di Kris.
“Ragazzi.. torno a casa da qui..” disse Tom quando arrivammo a un incrocio. Lo salutammo, lo ringraziai e mi sentii quasi in difficoltà. Kristen ancora non parlava e certo Dean e John che ci tenevano d'occhio a distanza non contribuivano a creare un'atmosfera confortevole. Alla fine arrivammo sul lungomare e chiesi loro se volessero prendersi un gelato. Rifiutarono all'inizio ma quando capirono che in realtà era un mio tentativo di restare solo con mia moglie acconsentirono.
Mi diressi verso il molo e lei camminò silenziosa accanto a me finché non ne ebbi abbastanza e mi fermai.
“Kris..” la chiamai ma prima ancora che potessi dire altro lei alzò il viso umido e mi guardò, triste.
“Credevo.. credevo...” la sua voce tremò. “Avevo.. un ritardo di sette giorni.. Credevo che..” si morse le labbra cercando di non piangere. “E invece vado in bagno e.. mi sono venute e...” singhiozzò senza lacrime. “Dio! Che stupida! Non avrei dovuto dirti nulla! Avrei dovuto esserne certa! Ora.. ora ti sei illuso e..”
“Amore!” la bloccai prima che con quella piccola bocca potesse fare danni. “Guardami. Non importa. Mi hai capito? Non importa.. Voglio che tu me le dica queste cose. Non sono né deluso né illuso..”
Alzò lo sguardo. “Volevo farti il regalo perfetto. Volevo guardarti felice e dirti 'Auguri amore.. aspettiamo un bambino..'”
“Kristen, il regalo perfetto sei tu.. Anzi, non sei nemmeno un regalo perché vorrebbe dire che ti ho solo nelle occasioni speciali.. Tu e Joy.. voi siete il dono più bello che la vita potesse darmi.. Qualunque cosa verrà sarà sempre ciò che deriverà da voi.. Io non ho bisogno di nient'altro.. Solo di voi..” mi fermai per prenderle il viso tra le mani e inchiodare i suoi occhi ai miei.
“Quando verrà, perché so che verrà, avrò solo un pezzo in più di te.. Ma io sono già completo così.. Non ho bisogno di altro.. mi capisci? Capisci quello che voglio dire?” sapevo che era un ragionamento contorto e difficile da spiegare a parole ma avevo davvero bisogno che mi capisse; in fondo per noi non erano mai servite e infatti non servirono nemmeno quella volta.
Annuì abbozzando un mezzo sorriso e io le asciugai le ultime lacrime.
“Sai, pensavo.. che mi piace questa città. Non voglio lasciarla così presto... potremmo restare qui ancora un po'.. anche dopo le riprese.. Un mese o due.. Solo per noi..”
“Si.. si, mi piace come idea..” sussurrò contro il mio petto.
“Bene.. perché ho davvero bisogno di te.. e di Joy. Ho bisogno solo di voi. Voi e nient'altro. È il mio unico desiderio.. puoi aiutarmi a farlo avverare?” le carezzai i capelli e la sentii annuire.
“Si.. posso farlo..”
“Bene.. grazie piccola mia...”
E per non so quanto tempo restammo su quel molo, stretti l'uno all'altra, a godere dei nostri respiri, l'unico rumore in quella città che sembrava perfetta per noi. L'unica perfetta in un momento in cui non contava altro.

POV Kris

“Lizzie.. la smetti di scusarti?” dissi per l'ennesima volta esasperata.
“Scusa! E' che mi dispiace non essere lì..”
“Ma dai! Seriamente.. non ti avrei permesso di affrontare un viaggio con due bambini di tre mesi!”
“Si ma.. due anni si fanno una volta sola..”
Già, due anni. Due anni. Era passato davvero così tanto tempo senza che me ne accorgessi?
Mi sembrava ieri quando avevo scoperto di essere incinta, ieri quando lo avevo detto a Rob, quando avevo dato alla luce la nostra bambina.
E invece il tempo era passato e troppo velocemente aveva portato con sé anche i mesi di Giugno e Luglio passati a New Orleans nel completo relax. Avrei voluto restare ancora e Rob sembrava disposto ad assecondare ogni mio desiderio ma non affrontare la realtà sarebbe stato inutile. La nostra casa era a Santa Monica, in California, e per quanto il ritorno e la fine di quella specie di vacanza avevano creato una patina di malinconia attorno a me, tutto andava bene. Avevamo vissuto due mesi senza pensieri ma non potevamo illuderci che fosse per sempre e avevamo deciso di tornare prima del compleanno di Joy in modo che potesse esserci anche la mia famiglia. Avevamo invitato anche Britney e Garrett, tanto per dare a Joy un bambino con cui poter giocare.
La sua vita sociale con bambini della sua età era alquanto scarsa e Rob mi rincuorava rassicurandomi che sarebbe andata meglio quando avrebbe frequentato l'asilo e la scuola.. ma invece il solo pensiero mi terrorizzava ancora di più. Ero arrivata a un punto in cui riuscivo a sentirla al sicuro solo quando era con noi e non potevo immaginare di doverla lasciare a qualcun altro per mezza giornata.
“Ci saranno altri compleanni..” sorrisi contro la cornetta ricordandomi di Lizzie dall'altra parte.
“D'accordo ma almeno passamela. Voglio farle gli auguri!”
“Liz, non so quanto capirebbe..”
“Tu passamela e basta!”
Sospirai scuotendo il capo. Stessa ostinatezza del fratello; inutile combattere.
Mi affacciai dalla veranda per vedere in giardino Joy che giocava insieme a Scott sotto la supervisione dei miei fratelli mentre mio padre era tutto preso dal barbecue e mia madre, in cucina, cercava di abbozzare un nuovo dolce.
“Joyyyy!” la chiamai ad alta voce per farmi sentire e lei bloccò quello che stava facendo e mi saluto, le manine colorate dalla pittura con cui stavano giocando.
“Vieni qui amore!” continuai e la vidi mettersi in piedi e correre verso di me nel suo costumino intero.
A Luglio faceva così caldo che ogni tanto sia lei che Scott, con il quale sembrava aver riscoperto una nuova amicizia, si tuffavano nella piccola piscina di gomma che avevamo comprato appositamente per giornate come quella.
L'unica nota stonata era il vento che aveva iniziato ad alzarsi e che portava mio padre a borbottare esausto nel tentativo di tenere acceso il fuoco per finire di cuocere le salsicce.
Joy mi raggiunse e buttò le mani nell'asciugamano che avevo aperto.
“C'è la zia che vuole parlarti amore..” le dissi dandole in mano il telefono. “Dici pronto” le suggerii.
“Ponto” disse facendomi eco.
Cercai di avvicinarmi alla cornetta per sentire quello che Lizzie le stava dicendo ma ogni volta Joy mi allontanava con la mano oppure si voltava dall'altra parte, come se poi condividesse con la zia i misteri del mondo che noi comuni mortali non potevamo sapere.
La vidi annuire e sorridere un paio di volte.
“Okay..” disse infine e con la mano mandò un bacio all'aria.
Infine mi passò il telefono e si voltò per tornare in giardino ma la bloccai per il costumino.
“Si può sapere cosa le hai detto?” ripresi la mia conversazione con Lizzie.
“Oh.. cosa tra zia e nipote.. non puoi capire..”
“Oh si certo..” l'assecondai mentre con qualche sforzo facevo indossare a Joy una maglia a maniche corte.
Le legai i capelli in una codina ma non sembrava felice e fui lei stessa a slegarli di nuovo.
“Mammaaaa.. batta.” si lamentò. “Dov'è papà?” chiese appendendosi alle mie gambe.
“Torna tra poco amore.. Torna a giocare!” le diedi un piccolo buffetto sul culetto e lei rise prima di tornare in giardino. La guardai mentre Lizzie mi raccontava di Tom e Jamie. Tuttavia l'ascoltavo distratta.. La piscina ancora mi dava un senso di angoscia e vedere la mia piccola aggirarsi da quelle parti mi faceva saltare il cuore in gola.
Eppure Cam le stava dietro ogni volta che si avvicinava al bordo mentre Taylor e Dana la prendevano fingendo di volerla buttare dentro.
Lei rideva ignara dell'ansia che albergava in me al ricordo di quei giorni terribili.
“Kristen, mi stai ascoltando..?”
Cazzo.
“Oh.. ehm.. si Lizzie, si. Mi dicevi delle.. poppate..”  azzardai sperando che fosse quella l'ultima parola che mi sembrava di aver sentito.
“Già.. Tom mangia come un porco.. mi svuotano completamente. Mi sento una mucca fisicamente sfruttata per esperimenti genetici e alimentari..”
Risi di gusto allontanandomi dalla veranda.
“Comunque.. dov'è quel carciofo di mio fratello?”
“E' andato con Tom a comprare una torta.. visto che ha fatto cadere quella che avevo preparato..”
“Come diavolo hai fatto a sposarlo imbranato com'è!?”
Risi. Forse perché ero imbranata anche io.. pensai ma non glielo dissi.
“Uh, sono tornati” le dissi invece quando vidi la macchina parcheggiarsi fuori casa.
“Oh bene! Passamelo!”
“Dagli il tempo di entrare..”
Li guardai dalla finestra mentre si avvicinavano alla porta. Tom aveva la confezione di una pasticceria tra le mani mentre Rob..
“Tuo fratello ha in mano uno scatolo di cartone completamente anonimo..” informai Liz con voce sospetta. Aggrottai le sopracciglia e Rob accennò un saluto a cui risposi con un cenno scettico.
“Oh-oh. La vedo brutta..” commentò Liz mentre entravano in casa.
“Rob.. c'è Lizzie al telefono!” gli dissi ma lui non mi calcolò quasi per nulla.
“Non ora amore” mi diede un veloce bacio sulla guancia continuando a tenere la scatola in mano, ben chiusa. “Dov'è Joy?”
“E'.. in giardino..”. Parlavo sia a lui che a Lizzie.
“Che succede?” mi chiese lei dall'altra parte del mondo.
“Ancora non lo so...” risposi lentamente. “Ma chissà perché non ho un buon presentimento..”
Restò in linea mentre le facevo la cronaca di quello che succedeva.
Rob chiamò Joy chiedendole di avvicinarsi, si chinò alla sua altezza quando lei gli si avvicinò, le baciò la testa, le parlò, le disse che quella scatola era un regalo per lei, infine l'aprì e ne estrasse un....
“Non ci credo..” sussurrai a me stessa.
“COSA!?”
“Scusa Lizzie. Devo andare a decapitare tuo fratello un secondo. Ti chiamo dopo!” attaccai senza aspettare la sua risposta e con tutta la calma di cui ero capace mi accovacciai accanto a Rob che cercava di insegnare a Joy il modo più consono di tenere in mano il gattino senza fargli male.
“Ciao amore..” lo salutai con un sorriso forzatissimo.
“Ciao amore mio..” rispose come se nulla fosse.
“Aaaaaw mammaaaa vedi? Che belloooo! È piccoo piccooo”
Sorrisi a mia figlia cercando di trattenere gli istinti omicidi.
“Perdona la domanda.. ma.. Da quando le pasticcerie vendono animali?” Evitò il mio sguardo e si concentrò su Joy che rideva felice carezzando il pelo del gattino grigio.
“Era in omaggio con la torta. Non potevo rifiutare..”
“Rob..”
“Andiamo Kris.. era in uno scatolo lì fuori.. Guardalo.. è così piccolo.. e così carino! E miagolava e mi guardava come per chiedere aiuto! Cosa potevo fare?”
“Confermo tutto!” Tom mi solleticò i fianchi facendomi perdere l'equilibrio e finii addosso a Rob facendolo barcollare e cadere.
“Zitto tu! Sono sicura che è anche colpa tua se ora ci troviamo un animale in casa!”
Tom si limitò a farmi un occhiolino e insieme a Joy iniziò a giocare col micio.
“Andiamo Kris.. tu ami gli animali.. sei pazza di Jella..”
“Si è vero... Li amo, ma sono una grande responsabilità Rob..”
“Abbiamo cresciuto una bambina senza saperne quasi nulla e guarda com'è venuta su..”
Guardai Joy che carezzava il gattino e poi correva via quasi come se volesse farsi inseguire.
“Si ma noi viaggiamo spesso..”
“Lo porteremo con noi..”
“Oh Rob..” alzai gli occhi al cielo.
http://i55.tinypic.com/28qzoy1.jpg“Ti prego amore.. L'ho anche già portato dal veterinario e fatto sverminare.. ti assicuro che non ci darà problemi.. E se dovesse essere così gli troverò una sistemazione..”
Lo guardai sardonica. “Tanto lo sai che mi affezionerò così tanto che non lo permetterei..”
“Non ho una mente geniale?!” esclamò soddisfatto e io non potei fare a meno di sorridere mentre la sua mano che mi carezzava la schiena mi dava piccoli brividi che abbattevano ogni mia barriera. Sentii un improvviso bisogno di lui e non vedevo l'ora che tutti gli altri andassero via e che Joy dormisse beata..
Sospirai mentre tutti gli altri aspettavano la mia sentenza.
Non mi ero nemmeno accorta che anche mia madre si era unita al gruppo che si era creato attorno al nuovo arrivato.. Tutti mi pregavano e aspettavano la mia decisione non sapendo che l'avevo già presa quando avevo visto quella palla di pelo uscire dalla scatola.
“Mami..” mi supplicò Joy avvicinandosi a noi e affondando il faccino nel pelo di quel cucciolo.
Erano così teneri che cedetti definitivamente e annuii dando il mio consenso.
“Tiiiii..” Joy si buttò su di noi facendo cadere il micio sull'erba.
Iniziavamo bene...
Avremmo dovuto spiegarle cosa poteva e non poteva fare.
“Avrà bisogno di un nome questa bestiolina” disse mia madre andando in suo soccorso.
“Io avevo pensato a Cake, visto che era fuori la pasticceria..” suggerì Rob e io scrollai le spalle. Non era male.
“Che dici Joy? Ti piace Cake?”
“Caaaaaaake” esclamò lei contenta e diede un bacio sia a me che a Rob prima di tornare dal suo nuovo amico.
“Direi che le piace..” notai poggiandomi al petto di Rob che mi baciò i capelli.
Sei ore dopo, quando la casa era ormai di nuovo vuota, ero nel salone a fissare la mia bambina che era crollata sul divano e non sembrava intenzionata a lasciare quel povero gatto.
Erano davvero così teneri che non mi pentii per niente della decisione di averlo tenuto con noi.
“Sono dolci vero?” le mani di Rob mi circondarono la vita e chiusi gli occhi chinando il capo indietro e stringendo le mie mani sulle sue.
“Si.. Ma ora dovremmo trovargli un posto per dormire..”
“Gli ho comprato delle cose..”
Gli pizzicai la mano. “Brutto bastardo che non sei altro. Eri così sicuro che avrei detto di si vero?”
Rise solleticandomi il collo con le labbra. “So solo che non puoi resistermi..”
“Ne sei così sicuro, eh?”
“Si..”
E aveva ragione.. aveva proprio ragione.
“Portiamo Joy a letto..” sussurrai con voce carica di desiderio.
Rob la prese tra le braccia e salì in camera mentre io sistemavo Cake sulla cuccia che  aveva comprato appositamente per lui ma quando mi allontanai mi corse dietro strusciandosi contro le mie gambe.
“Aww cucciolo.. devi stare qui..” sussurrai prendendolo in braccio e riportandolo a posto.
http://i51.tinypic.com/3005tgy.jpgRestai a carezzargli il pelo finché non chiuse gli occhi e lentamente andai via ma avevo la sensazione che durante la notte lo avrei trovato sul mio letto.
Aprii la porta della camera di Joy e vidi Rob che dolcemente le carezzava il viso.
Restai a guardarli per un po' sicura che non si fosse accorto di me.. e invece..
“Ho visto il test in bagno..”
Annuii senza dire niente e andai accanto a lui.
“Non l'hai ancora fatto..” non era una domanda ovviamente visto che il test era ancora chiuso.
Presi un profondo respiro. “Due anni fa a quest'ora avevamo una bambina di poche ore.. L'anno scorso a quest'ora eravamo in ospedale dicendo addio a una vita di cui non eravamo nemmeno a conoscenza..” feci una pausa per guardare Joy e fermare la mia attenzione su di lei e sulla fortuna che avevamo avuto.
Come avrei potuto vivere senza di lei? Come?
Non potei fare a meno di pensare al bambino che avevo perso; adesso avrebbe avuto circa cinque mesi..
“Non voglio sorprese oggi.. non in questo giorno.. voglio aspettare domani..” dissi infine. “Va.. va bene per te se aspettiamo domani?”
Non disse nulla; si limitò a guardarmi, mi prese le mani stringendole alla sue e silenziosamente mi portò in camera da letto.
Mi sfilò la maglia e baciò il mio collo, il mio seno, il mio ventre. Fece scendere i pantaloni mentre anche il suo viso scendeva sulla mia intimità.
“Rob..” ansimai stringendo i suoi capelli tra le mie mani; sentivo le gambe iniziare a crollare e non sapevo per quanto ancora sarei riuscita a restare in piedi.
“Cosa.. cosa vuoi fare..?”
Le sue mani carezzarono le mie gambe per poi salire di nuovo sulla mia schiena.
Trascinando il naso su tutto il mio corpo si alzò e passò la sua lingua sulla mia bocca chiedendo il permesso che non gli negai.
“Voglio amarti.. come se fosse la prima volta..”
Persi controllo del mio corpo quando le sue mani improvvisamente mi solleticarono in basso e fu costretto a tenermi salda a sé per non farmi cadere. Mi aggrappai alla sua schiena stringendomi a lui e baciandogli il collo quando mi resi conto che non eravamo soli..
“Ehm.. Rob.. abbiamo visite..” gli dissi portandolo a voltare il viso verso la porta sulla cui soglia era accucciato Cake.
Dio, se fosse stata Joy..
Il probabile pensiero mi abbandonò quando Rob tornò a torturarmi facendomi gemere di piacere.
“Che facciamo.. con.. con lui..?” ansimai spudoratamente cercando di non pensare alle sue mani nel mio corpo.
“Lascia che si goda lo spettacolo..” sorrise facendomi stendere sul letto e presto divenne tutto così insopportabile che non potei fare a meno di affidarmi alle sue mani e lasciarmi andare al suo corpo sopra il mio.

Ma vi immaginate se Rob e Kris fanno il RC vicini vicini *___* Sì, scusate siamo partite in quarta...mamma mia che ansiaaaaaaa. All'epilogo girls.
P.S= Ahahahah allora??? Positivo o negativo??? Muhahahah ricordo l'utlima volta che vi ho fatto questa domanda muahahah..ehm..ehm.. mi sa che la ricordate pure voi ehm... ok iniziamo a correre.

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Capitolo 52
*** Epilogo ***


OK.. prima di tutto ci scusiamo per il “ritardo” ehm.... 
Tra l'altro abbiamo appena notato che è un mese esatto o__o (ma è stato tutto voluto u.u tanto si sa che con noi è sempre tutto voluto... programmato meeeeesi prima.. u.u *ogni riferimento al capitolo della morte è puramente casuale*hahaha)
In realtà abbiamo deciso di di aspettare perché ci tenevamo ad essere insieme a postare l'epilogo di questa nostra creatura. *__*
Ebbene si.. infatti siamo di nuovo insieme *_* Stavolta io (Fio) mi sono auto-invitata a casa di Cloe u.u quindi stiamo sui monti insieme! Stile Heidi! *__* hahahaha
I monti ci sorridono.. le caprette ci fanno ciao.... ci siamo fatte qualche grammo di cocaina come lei...
Insomma, tutto nella norma u.u
Vabbè.. inutile dire che quando siamo insieme siamo leggermente più sclerate o_O si sarà notato o_O haha Quindi non vi rubiamo altro tempo, vi lasciamo al capitolo... e ci vediamo in fondo per un bel pianto tutte insieme appassionatamente T__T
Ladies and Gentlemen... Ecco a voi l'ADDIO ETERNO a Joy ç___ç





HERE WHERE THE HEART IS (Cloe & Fio)



KRISTEN POV


“Ma porca miseria, no!!”
Scattai seduta sul letto non appena sentii Rob urlare ed imprecare. Come faceva in pratica ogni singola, dannata mattina  da quando eravamo arrivati a Londra durante l’estate.
Anzi, mi correggo, non da quando eravamo arrivati. Esattamente solo dal mese prima, quando Joy aveva scelto il suo nuovo regalo di compleanno.
O meglio, ripensai gettandomi di nuovo fra i cuscini, forse era il regalo che aveva scelto lei.
Letteralmente.
Ma non potei non sorridere ricordando come, quel giorno, la nostra famiglia avesse avuto una nuova splendida aggiunta.
“Joy ma non potevi essere una bambina come tutte le altre e chiedere una bambola per i tuoi tre anni?” sbuffai mentre ci aggiravamo  accaldati e sudati per uno dei numerosi canili di Londra.
Beh, dovevo ammettere che se ci trovavamo lì era fondamentalmente colpa mia. La settimana precedente io e Joy ci eravamo ritrovate davanti alla tv a guardare i cartoni pomeridiani sulla BBC quando, improvvisamente, avevano dato uno spot che mostrava come un canile poco fuori città accogliesse cani abbandonati o randagi provenienti da tutta l’area urbana intorno alla città. Dire che Joy era rimasta scioccata era un eufemismo. Nel corso dell’ultimo anno era diventata una bambina brillante e sensibile e in realtà ero tremendamente orgogliosa del fatto che non si capacitasse di come alcune persone potessero abbandonare un animaletto morbido e carino da solo al suo destino.
E in effetti non lo capivo neppure io, ma se c’era una cosa che avevo imparato essendo famosa era che, molto probabilmente, non avrei mai capito la maggior parte delle persone.
Comunque Joy tanto aveva detto e fatto che, ovviamente, era riuscita a strapparci la promessa di portarla al canile per il giorno del suo terzo compleanno. E Joy, al contrario di molti altri bimbi della sua età, non si dimenticava facilmente delle cose.
“Joy vuole vedele cagnolini!” esclamò iniziando a correre tutto attorno finchè Rob non la afferrò facendole fare l’aeroplanino in aria. La tenne sollevata per pochi secondi prima di rimetterla a terra, fingendo un’aria distrutta ed il fiatone che in realtà non aveva.
“Oddio oddio non ce la faccio. Joy ormai sei così grande. Papà non ce la fa più a tenerti in braccio”
Gli occhi di Joy si spalancarono per lo stupore e vidi un lampo di paura attraversarle il volto. Perché se c’era una cosa di cui ero convinta sin dal giorno in cui aveva emesso il suo primo vagito era che Joy Pattinson fosse una piccola principessa di papà.
“Papà…schezzi, velo?” balbettò
“Mmmmm, non lo so.” Disse accucciandosi a terra “Forse con un bacio molto grosso. Ma intendo enoooooorme allora…”
Mia figlia non gli diede il tempo di finire che si precipitò tra le sue braccia riempiendogli il viso di baci. Rob fece una faccia buffissima, piegando le braccia come se stesse tastando la forza dei suoi muscoli, prima di afferrare Joy, lanciarla un poco per aria, facendola ricadere tra le sue braccia.
A me prese un attimo un colpo per la paura ma lei dovette divertirsi parecchio per continuò ad urlare ‘Ancora, ancora’ finchè Rob non la accontentò svariate volte.
“Grrrrr, visto principessa? I tuoi bacini mi hanno fatto ritornare forte!”
Si strinsero in un abbraccio che mi fece fremere il cuore per l’emozione nel vedere il loro rapporto così solido e profondo. Perché se c’era una cosa di cui ero orgogliosa nella mia vita era la mia famiglia. La mia piccola perfetta famiglia…
Joy scese dalle braccia di Rob solo quando la ragazza che ci accompagnava nel giro annunciò che eravamo arrivati alla zona dove tenevano i recinti dei cuccioli e la mia piccola divenne troppo eccitata per stare in braccio.
Corse davanti a noi, urlando di muoverci e non potei fare a meno di sorridere.
“Che cosa ti diverte tanto?” Rob fece scivolare una mano sulla mia vita, pizzicandomi piano il fianco.
“Al fatto che…il tempo passa così in fretta. E che mi sembra impossibile che siano già passati tre anni”
“Già.”
“Insomma” scherzai “Sono già tre anni che io a quest’ora me ne stavo..vediamo..” controllai l’ora e feci un rapido calcolo “Si mi stavo lentamente e dolorosamente dilatando per mettere al mondo tua figlia. E tu invece gironzolavi per la città cercando di arrivare puntuale da me e con un enorme bernoccolo sulla testa…”
Alzò gli occhi al cielo. “Non me lo lascerai mai passare eh?”
“Direi di no” scoppiai a ridere “Insomma un parto podalico senza nemmeno un po’ di anestesia e un piccolo incidente d’auto. Non ci sono paragoni. Senza contare che il fatto di salire proprio sul taxi che viene tamponato da un auto proprio quando hai una fretta incredibile…beh questa sia chiama sfiga!”
“Ok, ok,ok” alzò le braccia al cielo e poi, veloce come la luce, mi afferrò per i fianchi e mi fece volteggiare “facciamo meno le spiritose signora Pattinson e vediamo di concentrarci su nostra figlia.”
Gli baciai veloce le labbra. “Su nostra figlia e sul fatto che non, e sottolineo non, sceglierà il suo regalo di compleanno in questo posto. Perché ti giuro Rob che se hai già avuto una brillante idea come quella dell’anno scorso e ora oltrepasso l’angolo e mi ritrovo un cucciolo di qualsivoglia razza con un fiocco attaccato al collare con su scritto ‘Buon Compleanno Joy’…beh diciamo che sarai in guai molto molto seri.”
Mi carezzò la gamba quasi completamente scoperta per via dei pantaloncini leggeri che indossavo. “Così seri che mi punirai?”
Gli diedi una manata sulla spalla. “Pervertito.”
“Andiamo…ti piace il mio lato pervertito…Anzi ieri sera mi sembrava ti piacesse molto…”
“Ora Joy” gli sfiorai la guancia con le labbra prima di sussurrare: “Stanotte pensiamo a una bella punizione…”
Non ebbe neppure il tempo di rispondere che la vocina eccitata di nostra figlia ci interruppe riportandoci alla realtà.
“Mamma! Papà! Guaddateeeeeeeeeeeeeee!”
Saltellò felice da un recinto all’altro. I cuccioli erano divisi a seconda della razza di appartenenza e subito notai uno dei numerosi cartelli che invitava le persone a non toccarli senza permesso.
“Joy amore non accarezzarli, mi raccomando. Potrebbero morderti.”
Lei si voltò e mi fissò contrariata “Ma papà lo sta facendo!”
Puntò il dito alle mie spalle e mi bastò un secondo per vedere Rob che si era letteralmente fondato da alcuni cuccioli di Beagle che ora gli leccavano allegramente il viso.
Ecco, io lo sapevo, lo sapevo…
“Non si preoccupi signora. Gli avvisi sono più che altro per proteggere i cani, non le persone. Alcuni bambini tendono a stringerli e schiacciarli troppo e non vorremmo incidenti.” Sospirò “Ma beh…sua figlia sembra una bambina così dolce e affidabile che non ci saranno problemi di sicuro. Mmmm per esempio là ci sono dei San Bernardo…perfetto!”
Sbattè le ciglia un po’ troppe volte perché non capissi che probabilmente il nostro cognome era il solo motivo per cui si facesse un’eccezione alla regola.
“Mamma ti plego potto andale a calezzale i cagnolini??” Joy si aggrappò alle mie gambe alzando il visino su di me e osservandomi da sotto le sue lunghe ciglia chiare. Il sole le illuminava le lentiggini e non l’avevo mai vista più bella e dolce di così.
“Ma sì certo amore” mi accucciai alla sua altezza per abbracciarla forte “Vai a giocare un po’ con i cagnolini, ma fai come ti dice la signorina, capito?”
Annuì rapida, prima di scoccarmi un sonoro bacio e correre via.
Sperai vivamente che non si facesse venire idee strane in mente ma, non appena mi diressi verso Rob, capii che non era Joy quella di cui dovevo preoccuparmi di più.
“Kris guarda che..”
“No” lo bloccai prima che potesse dire altro “Non ti..non ci provare o..”
“Ciao Kris” Rob ricominciò a parlare, questa volta però facendo la vocina triste e depressa che nella sua mente malata sarebbe dovuta appartenere al cucciolotto fra le sue braccia “Sono piccolo…”
“Rooob!”
“…solo…”
“No, smettila, non prenderemo un cane!”
“…abbandonato da tutti. Non vedi il mio sguardo triste e abbattuto mentre me ne sto qui tutto solo? E tutto ciò che chiedo è una famiglia, un po’ di affetto. Guarda i miei occhioni nocciola, guardali …”
“No, non li guardo perché i miei occhi sono chiusi” mi portai le mani al viso “Serrati, cuciti col filo. Pinzati con le graffette, sbarrati a doppia mandata. Non cederò, non cederò e non cederò. Non hai tutto questo potere su di me, bello mio.”
Improvvisamente scoppiò a ridere così forte che mi azzardai a sbirciare e vidi subito che aveva rimesso il beagle a terra e, ora, si teneva la pancia per le risate.
“Che cosa diavolo…”
“Forse IO non ho tanto potere. Ma qualcun altro…”
“Nessuno” ribadii “E ripeto nessuno mi farà prendere un cane. Fine della questione.”
E ovviamente avevo parlato troppo presto.
“Mamma! Mamma!”
Joy percorse la breve distanza che la separava da noi con una corsa veloce, nonostante reggesse fra le braccia un…
Oh, no, ti prego no!
“Mamma, papà!” esclamò “Voio lui”
Ok, Kris, calma, mantieni la calma. Ci sarà un modo ragionevole per spiegare alla tua bimba di tre anni che non puoi prenderle un cane senza sembrare una strega senza cuore, no?
“Amore” iniziai con molta calma “Puoi giocare con lui per un po’ ma…ma lo sai che non possiamo portarlo a casa vero?”
Il suo visino si trasformò in una maschera di delusione. “Pecchè no??”
“Perché noi viviamo lontano lontano durante l’anno. Ti ricordi che mamma ti ha detto che noi veniamo a Londra solo per le vacanze? Ecco….e poi abbiamo Cake a casa ora. E i micini e i cani non vanno molto d’accordo.”
“Ma no!” Joy scoppiò a ridere come se avessi detto una sciocchezza “Gaffield e Odie sono amici!”
Certo la sua logica da bimba di tre anni non faceva una piega ovviamente.
“Mamma ti pleeeeeeego!”
Lancia un’occhiata veloce a Rob, in cerca di aiuto.
“Mamma ti pregooooooo!” disse ripetendo le parole della bimba.
Mi chiedevo io, ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quei due uniti in ogni misfatto?
“Ragazzi non è proprio il caso…”
“Ti pregooooo”
“Ti plegooooo. Mamma guadda che bello!”
Beh bello…forse era una parola grossa. Era un cucciolo meticcio, grigio, con varie macchie scure sparse sul corpo. E non mi stupii affatto che Joy avesse notato proprio lui piuttosto che uno dei cani di razza. Mi stupivo sempre di come, alle volte, mia figlia riuscisse a guardare al di là dell’apparenza anche se era ancora così piccola e innocente. Capiva subito se le si diceva una bugia o non si era del tutto sinceri.
“Dai mamma!”
“Ti pleeegooo mamma!” incalzò Rob come se Joy non fosse già abbastanza pericolosa da sola.
Lì, così felice col suo cagnolino ed il suo papà a giocare sul prato. Con i suoi occhioni verdi così simili ai miei , eppure con il viso così simile a quello di Rob. Il suo sorriso dolce, a cui non sapevo dire di no…
“Come ce lo portiamo un cane a LA? Ci saranno vaccinazioni e moduli da compilare e..”
“Abbiamo ancora due mesi prima del ritorno negli USA. Mi occuperò io di tutte le scartoffie burocratiche” Rob mi abbagliò col suo sorriso.
“Ti pleeegooo mamma!”
Non cedere, non cedere.
“Io…”
“Ti pleeeeegooo!”
Ok, stai cedendo.
Cazzo.
Scossi il capo, incredula di ciò che stavo per fare.
“Beh. Benvenuto in famiglia allora!”
Carezzai il musetto del cane proprio mentre lui fuggiva dalle braccia di Joy terrorizzato, visto che lei si era gettata su di me facendomi letteralmente finire a terra. Presto anche Rob si rotolò con noi e si aggiunse a Joy nel baciarmi e abbracciarmi.
“Ti voio bene mamma” mormorò mia figlia.
Rob mi strinse forte e mi posò un lungo e sensuale bacio sul collo.
“Anche io ti voio bene mamma.”
Non riuscii a non scoppiare a ridere. Perché se avere un nuovo animale ad ogni compleanno era il prezzo da pagare per essere così felice beh…allora lo avrei fatto più che volenteri.
“No, no, no! Dannato animale”
Mi rotolai tra le coperte ridendo come una pazza perché sapevo perfettamente cos’era appena successo.
Spaventato dalle urla di mio marito il nostro cagnolino saltò sul lettone, accoccolandosi sotto le coperte contro il mio corpo. Affondai il volto nel suo pelo morbido e tiepido, dello stesso profumo del bagnoschiuma delle principesse Disney di Joy, con cui mia figlia lo aveva lavato la sera precedente.
“Hai combinato un altro casino eh? Devi imparare a chiedere quando devi fare i tuoi bisogni”
Alzò il muso, guardandomi con i suoi occhioni dolci e tristi spalancati, come a chiedermi ‘Scusa Kris’. Come si faceva a restare arrabbiati con uno sguardo simile, come?
“Vabbè non fa nulla dai, imparerai.” Mormorai proprio mentre Joy saltava sul lettone e si accoccolava fregandosi gli occhi dall’altro lato di Bear.
Già, perché il nostro nuovo cucciolo era stato battezzato Bear dopo una lunga camera di consiglio tra Joy e Rob.
Il motivo di tal nome ancora non mi era stato svelato.
“Ho tanto tanto tonno. Pecchè papà ulla?”
“Perchè si è un po’ arrabbiato con Bear. Deve aver fatto di nuovo la pipì in cucina.”
“Beal no” tentò di sgridarlo lei “Devi fale il blavo.”
Proprio in quel momento Rob entrò in camera, passandosi una mano fra i capelli scompigliati, completamente assonnato.
“Mmmm fatemi un po’ di spazio” brontolò avvicinandosi al letto “Mi sono alzato all’alba per controllare se aveva fatto pipì e l’aveva fatta. Sono distrutto…”
Si bloccò quando vide che non accennavamo a muoverci neppure di un millimetro.
“Beh, un po’ di spazio per un uomo che ha fatto tutto il lavoro sporco di pulizia, no?”
“Mmmm” Volevo tenerlo sulle spine e farlo arrabbiare un po’. In fondo era soprattutto colpa sua se stavamo accumulando animali su animali. “No, scusa, usa il divano. Il tuo posto nel lettone è già stato preso da un altro maschio. Vero piccolo, dolce Bear. Ma quanto ti ama Kris eh? Tanto tanto tanto..”
Rispose al mio gesto d’affetto leccandomi il viso.
“ Oh amore mio!” lo vezzeggiai.
“Amore mio?”  Rob alzò un sopraciglio guardandomi scioccato “Cioè..preferisci lui a me?”
“E’ morbido” mi strusciai contro Bear “Caldo, profumato. Tu sei  freddo…no, non ti vogliamo.”
“Joy amore di papà, tu mi vuoi vero”
“Papà vai tul divano. Qui c’è Beal.”
Dovetti affondare il volto sul cuscino per cercare di soffocare le risate ma non vi riuscii e mi ritrovai a rotolare fra le coperte con Bear che abbaiava felice saltellando  e cercando di leccare il faccino di Joy.
“Oh Rob, la tua faccia è ahahah impagabile. Oddio..sei stato rimpiazzato. Non sei più l’uomo di casa. Un nuovo uomo giovane e bello ti ha sostituito. Sorry.”
“Ridi ridi..” mormorò uscendo dalla stanza, non prima , però, di avermi fatto l’occhiolino.
Sicuramente aveva in mente qualcosa. Rob adorava quando lo provocavo soprattutto perché sapeva sempre come vendicarsi.
Ma iniziai a pensare di essermi sbagliata e che forse era semplicemente andato a guardare la tv, quando dopo quasi mezz’ora non sentii alcun rumore.
Tutta la stanza era calma e i raggi del sole del mattino entravano dalle persiane leggermente aperte. Era un’altra bella giornata di sole, forse un po’ anomala per Londra, eppure da quando eravamo arrivati avevo iniziato a pensare che la voce che a Londra piovesse sempre fosse solo un pregiudizio in fondo.
Guardai  l’orologio. Le sette.
Povero Rob, doveva essersi alzato davvero prestissimo per ripulire.
Iniziava quasi a farmi un po’ di tenerezza.
Questo finchè…
“Sei finita piccola!” Qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferrò per le caviglie e iniziò a solleticarmi i piedi.
“No Rob, no. Ti prego il solletico noooo!”
“Mi hai rimpiazzato eh. Sono da rottamare ahahah. Ti faccio vedere io”
Si sollevò su di me, schiacciandomi contro il materasso e iniziando a solleticarmi i fianchi.
“No, no. Ti prego faccio…faccio tutto quello che vuoi.”
Si fermò per osservarmi con un’occhiata maliziosa. “Ok, due condizioni. Prima…Mi punisci?”
“Ancora con questa storia?”.
Lanciai un’occhiata veloce a Joy che infastidita di essersi svegliata per colpa nostra ci fissava truce.
Si voltò dall’altra parte coprendosi il capo col cuscino, perché se c’era una cosa che di certo Joy non amava era alzarsi presto la mattina.
“Punizione eh?”
“Ahahah” mi baciò il collo sussurrando: “Con manette e frustino e tutto il resto…”
“Sei serio?”
“Non ti resta che dirmi di sì e scoprirlo mia cara” mi sfidò
Beh, se voleva giocare chi ero io per dirgli di no?
“Ci sto. E la seconda condizione?”
Lasciò una serie di baci che mi fecero tremare.
“La seconda condizione è che…” infilò le mani sotto la mia maglietta “..che veniate subito al parco con me e il cagnaccio, sfaticate!”
Furono le sue ultime parole prima di caricarci a forza sulle spalle tra le nostre urla di divertimento.



http://i56.tinypic.com/8x98xv.jpg“Dai non ci credo, sei ancora geloso?”
Gli solleticai la pancia infilando la mano sotto la sua maglietta.
“Io non sono MAI stato geloso di un cane. E sottolineo mai.”
Ah ah, sì certo, come no…
“Dai lo sai che sei solo tu il grande amore della mia vita, no? L’unico, il solo il migliore per sempre sempre sempre..”
Gli posai un leggero bacio sulla guancia nonostante la cosa non fosse facile visti i cappellini e gli occhiali da sole che entrambi indossavamo. Perfino Joy era dotata di cappello –anti riconoscimento. Purtroppo eravamo stati fotografati poche settimane prima e da allora i paparazzi inglesi cercavano continuamente di beccarci in giro.
Cosa che francamente non capivo. Insomma eravamo una famiglia e se dovevo essere sincera anche una famiglia piuttosto noiosa. Andavamo a cena fuori, a passeggiare, al cinema ma nulla di più. Che cosa credevano? Che avrebbero scoperto davvero uno di noi due mano nella mano con un altro?
Ridicolo…
“Ruffiana” sussurrò mentre mi abbracciava con forza con un braccio e tenendo il guinzaglio di Bear con l’altro. Joy invece era al mio fianco, saldamente ancorata alla mia mano. Tendeva ad eccitarsi per ogni piccola cosa, come la maggior parte dei bambini, e non volevo rischiare che si perdesse mentre inseguiva un gattino o una paperella al bordo del laghetto. E oltretutto Hyde Park era uno dei suoi luoghi preferiti in assoluto a Londra.
D’un tratto Bear si fermò e fece pipì contro un tronco guardandoci, una volta che ebbe finito, con aria soddisfatta.
“Ecco bravo. Qui la devi fare. Non sul pavimento della cucina” sbottò Rob e non riuscii a trattenermi dal tirargli un piccolo pugno sullo stomaco.
“Eddai. Come fai ad essere arrabbiato con un cucciolo così carino!”
“Beh, carino…insomma. Sembra un po’ un cucciolo di iena.”
Joy alle sue parole si fermò e scrutò il padre con sguardo omicida.
“Beal è bellittimo papà! Chiedi scusa tubito. Fai bacio a Beal.”
Prese il cucciolo tra le braccia e lo avvicinò a Rob che fu costretto a abbassarsi e farsi dare una leccatina sulla guancia. In realtà lo vidi immediatamente sciogliersi alle coccole del cane, perché poteva fare il geloso quanto voleva ma io sapevo benissimo che lo amava alla follia.
“Vitto? Beal ti vuole tanto bene!”
“Ma sì, sì, anche io ti voglio tanto bene Bear.”
“Joy amore, prendi il sacchettino” le misi in mano una bustina piena di briciole di pane “Noi stiamo qui sul sentiero con Bear. Tu perché non vai a  dare da mangiarehttp://i56.tinypic.com/jsn9df.jpg alle anatre?”
Joy si illuminò e corse i pochi metri che la separavano dallo stagnetto in cui nuotavano alcuni anatroccoli appena nati con le loro mamme.
“Awwww lo sapevo che amavi Bear. Lo ami tanto tanto tanto!” continuai a prenderlo in girò.
Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo. “Ma certo che lo amo. E’ un po’ come il secondo figlio che non abbiamo.”
Ridacchiò contento, probabilmente senza aver fatto troppo caso a ciò che aveva detto.
Ma io sì…io sì che ci avevo fatto caso.
Non appena le parole gli erano uscite dalla bocca mi ero ritrovata paralizzata, il sorriso che avevo solo pochi istanti prima sul viso, scomparso.
“Kris cosa c’è?”
Scossi il capo. “Nulla. Davvero niente. Solo un’ondata della stessa nausea che avevo ieri sera. Sarà una specie di virus. Certo ad Agosto… che sfiga.”
“Kris non…”
Vidi i suoi occhi spalancarsi nell’esatto istante in cui, probabilmente, si rese conto di ciò che aveva detto.
“Amore…”
“No lascia stare” lo bloccai subito. Avevamo già perso troppe ore a paralare, discutere, cercare rassicurazioni. Non volevo rovinare la giornata anche a Rob per l’ennesima volta.
“Ehi” mi sollevò il volto con le dita finché non mi ritrovai costretta a guardarlo “Vieni qui”
Mi prese teneramente per mano e mi condusse ad una panchina lì accanto, da cui continuavamo comunque a vedere Joy con chiarezza.
Bear si accucciò ai nostri piedi.
“Te l’ho detto, non fa niente.”
“Sì che fa invece. E io sono un grandissimo idiota.”
Ecco, come al solito si dava la colpa per qualcosa si cui non era assolutamente responsabile. Di cui nessuno di noi era responsabile.
“Sto bene Rob. Credimi. E’ stato solo….solo un momento.” Cercai di convincere entrambi “E’ già passato”
Si chinò e mi sfiorò appena percettibilmente le labbra.
“Abbiamo tempo Kris. Tutta la vita è davanti a noi, dobbiamo solo avere un po’ di pazienza. Vedrai, arriverà. E se anche non dovesse essere così…abbiamo sempre noi tre. Anzi, noi cinque con Cake e Bear!”
Scoppiai a ridere proprio mentre Joy si sbracciava verso di noi.
“Papàààà!! Vieni qui! Vieni!”
“Vai Rob” lo incoraggiai “Vorrà che la aiuti a dare da mangiare agli anatroccoli.”
“Sicura?”
Annuii. “Sì, io rimango qui con Bear ancora qualche minuto. Ho davvero ancora un po’ di nausea da ieri…”
“Sicura davvero davvero?” mi carezzò premuroso la fronte “Possiamo tornare a casa se vuoi.”
“ Ma no! Mi basta qualche minuto seduta.”
“Ok”
Si alzò, correndo da Joy e lasciandomi un attimo da sola, capendo che era ciò di cui avevo davvero bisogno.
Insomma, era vero che la sera prima non ero stata molto bene, ma ad essere sincera non sapevo se la sensazione che mi attanagliava lo stomaco in quel momento fosse dovuta solo a quello. O a ciò che aveva detto Rob per sbaglio.
E’ come il secondo figlio che non abbiamo…
Una parte del mio cuore sapeva che era sbagliato sentirsi in colpa ma…ma a volte non riuscivo a non pensare a certe cose. Perché comunque la si rigirasse era il mio corpo che non riusciva ad avere un altro bimbo, era il mio corpo che si sentiva totalmente inutile e sbagliato.
La prima volta che avevamo davvero sperato potessi essere incinta era stato il giorno del secondo compleanno di Joy. Ricordavo ancora perfettamente la mattina in cui avevo subito la delusione di vedere il test negativo. La prima delusione di tante…
E dopo un po’  avevamo detto basta. Basta test, basta pensarci troppo, basta sentirci responsabili di qualcosa che era al di là del nostro controllo.
Avremmo aspettato….e avremmo avuto fede.
E io, nonostante tutto, ancora ne avevo tanta.
Alzai gli occhi e, per un attimo, mi sentii incredibilmente stupida. Era vero, desideravo un figlio. Ma la cosa che più volevo era che la mia famiglia fosse unita e felice e quella sì che era una cosa che già mi apparteneva.
Guardai Rob prendere Joy sulle spalle e aiutarla a gettare il cibo anche agli anatroccoli più lontani. Guardai Bear che scodinzolava felice di fronte a me.
E presi un lungo e profondo respiro.
“Andiamo dalla nostra famiglia, vuoi?”
Mi alzai veloce diretta da Rob e Joy ma, non appena feci un passo, il senso di nausea di poco prima si fece più forte e fu presto accompagnato da una serie di vertigini.
Ok Kris, respira, respira…
“Rob..” cercai di chiamarlo ma era troppo distante per potermi sentire. 
E quando Bear strattonò con forza il guinzaglio mi ritrovai presto a terra, sdraiata tra la polvere del vialetto
.




POV ROB

Quanto tempo era passato da quando eravamo su quell'ambulanza, non lo sapevo né avevo intenzione di saperlo. Non poteva essere quella la mia preoccupazione in quel momento. Non volevo che fosse il pensiero del tempo che passava ad occupare i miei pensieri, avevo paura di scoprire poi che ogni secondo che passava aveva solo peggiorato le cose e non potevo permettermelo, non mentre vedevo gli infermieri facilitarle la respirazione, non mentre le tenevo la mano, e non mentre Joy era rifugiata tra le mie gambe impaurita e spaesata.

Non aveva ancora detto una parola da quando l'ambulanza aveva caricato Kristen su una barella ed eravamo saliti con loro. Immaginavo che vedere la madre così doveva scombussolarla parecchio.. Certo Kristen era stata peggio ma lei non poteva sicuramente ricordarlo.
Lanciai un'occhiata a Bear che era accucciato in un angolo del mezzo e non dava alcun problema per i movimenti e non potei non pensare all'assurdità della situazione.
Forse era un sogno, cercavo di convincermene. Ero riuscito a mantenere il contatto con la realtà giusto in tempo per chiamare l'ambulanza e mia madre. Loro sarebbero di certo arrivati all'ospedale prima di noi per la loro posizione e avevo bisogno che  qualcuno si occupasse di Joy perché io.. io dovevo occuparmi di Kristen, dovevo aprire gli occhi, accettare quello che stava succedendo e ripetermi che non era nulla di grave.
Nulla di grave. Solo uno svenimento. Nulla di grave. 
Sentii Joy stringere le braccine attorno alla mia vita e affondare la testa contro la mia pancia e mi si strinse il cuore.
http://i53.tinypic.com/2lut2xu.jpgLasciando a malincuore la mano di Kristen la presi in braccio e la strinsi a me, cullandola e sussurrandole che andava tutto bene.
“Non è niente amore..” continuavo a dirle mentre lei forzava la presa dei suoi pugni sulla mia maglia, aggrappandosi a me con tutta la forza di cui era capace.
“Papà cos'ha la mamma..?” disse con voce tremante parlando per la prima volta da quando tutto era successo velocemente.
“Niente amore, va tutto bene.. Non ti preoccupare.. Starà benissimo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrarle pregando il cielo che fosse vero, pregando Dio di darmi la forza di convincermene.. perché non avrei davvero potuto sopportare oltre.. Sembrava che il mio cuore avesse già vissuto cento anni di vita, con tutte le gioie e i dolori annessi.. Sembrava che stesse invecchiando troppo in fretta non lasciandomi la possibilità di godere le gioie della vita per più di un anno.
Stringevo Joy facendo in modo che non guardasse ancora il corpo di Kristen che giaceva sulla barella, ad occhi chiusi.
Io invece la guardavo.. e più la guardavo più mi sentivo male.
Il percorso fino all'ospedale mi sembrava essere durato una vita e quando scendemmo mi sembrava di non riuscire più a camminare. La sirena ancora rimbombava nella mia testa..
Vedere i miei genitori lì, all'entrata del pronto soccorso, mi portò definitivamente alla realtà e tutto mi sembrò succedere troppo velocemente. Scesero la barella dall'ambulanza dandomi a stento il tempo di andare dai miei genitori per affidargli Joy e Bear.
“Tesoro ma cosa..”
“Non adesso mamma” la interruppi d'un tratto accelerato al massimo. 
“Vi prego, portate Joy a casa. Non voglio che stia qui..”
Le dissi solo questo prima di affidarle la piccola.
“Papà voio lestale con te!” si ribellò lei.
“Tesoro, non puoi. Vai a casa a giocare con la nonna e io e la mamma torniamo tra poco, okay? Fai la brava amore!”
“Robert, facci sapere qualcosa!” urlò mio padre e acconsentii con un cenno della mano mentre seguivo gli infermieri.
Afferrai la mano di Kristen e potei vederla sbattere le palpebre diverse volte.. sembrava che si stesse riprendendo ma non avesse la forza di aprire gli occhi.
Apri gli occhi amore mio.. ti prego.. Apri gli occhi e guardami.
Pensieri muti. 
“Allora qual è il problema?” mi resi conto che ci eravamo fermati solo quando sentii la voce di un medico che tentava di raggiungermi. Forse si era anche presentato e io non lo avevo calcolato nemmeno di striscio; le mie priorità sembravano essere altre.
Riuscii a spiegare di nuovo l'accaduto cercando di ricordare ogni minimo particolare pensando che potesse servire ogni minima cosa per una diagnosi accurata.
“Capisco” disse quello che, da quello che riuscivo a leggere sulla targhetta che aveva al camice, doveva essere il dottor Gregory.
“E lei è?”
“Sono suo marito” risposi pronto presentandomi come non avevo fatto prima.
“Signor Pattinson, mi sembra molto nervoso. Ho bisogno che lei si calmi e compili dei moduli per sua moglie..”
“Si si, tutto quello che vuole, prima però devo sapere..”
“La prego. Si rilassi e compili i moduli. E' necessario per fare le analisi..”
Necessario. Bene, mi piaceva la parola necessario. Era una bella parola. Si, dovevo fare qualcosa di necessario.
Come un automa mi chinai a baciare la fronte di Kristen prima che la portassero via e conducessero me a riempire una serie di fogli senza nemmeno sapere a cosa servissero. Mi limitavo a compilarli finché mi resi conto di non sapere se fosse allergica a qualcosa o no.
In tutti gli anni in cui eravamo stati insieme non c'erano mai stati casi di allergie, ma se non erano capitati non voleva dire che non era allergica a niente.
Dio, perché non lo sapevo? Perché non glielo avevo mai chiesto?
Eppure Kristen era stata ricoverata altre volte. Era la prima volta che vedevo quella domanda oppure non ricordavo la risposta? Cosa avevo risposto altre volte? 
Dio, perché non lo ricordavo?!
Sbattei con rabbia il pugno sul ripiano creando un rumore sordo e attirando l'attenzione della gente attorno a me.
Non alzai il viso e ritirando in dentro rabbia e paura sbarrai quello spazio con una linea obliqua promettendomi di chiederglielo appena l'avrei vista, sveglia.
Perché lei doveva essere sveglia.
Elaborai quel pensiero per la centesima volta quando alzai il capo e vidi il dottor Gregory venirmi incontro con un'espressione indecifrabile sul viso.
Per quanto già potessi sentire la paura far da padrone mi forzai di muovere le gambe verso di lui. Non parlai e non ce ne fu bisogno visto che fu lui ad iniziare e risparmiarmi il dolore di dover chiedere se fosse grave o no.
“Allora..” iniziò calmo mentre esaminava i moduli che avevo compilato e che l'infermiera gli aveva passato. “Non sembra nulla di grave signor Pattinson”
Ancora mi sembrava assurdo che qualcuno vedesse in me un signor e ancora più assurdo era il fatto che quello fosse il mio pensiero in quel momento. “Aspettiamo le analisi del sangue per capire meglio e se sarà il caso farò controlli più approfonditi attraverso le urine. Ad ogni modo vorrei aspettare che si svegli per chiedere a lei stessa..”
“Non è ancora sveglia???” chiesi allarmato.
“Non del tutto.. l'abbiamo sistemata in una camera provvisoria in attesa delle analisi. Diventerà permanente in caso di ricovero..”
“Ricovero? Ma ha detto due secondi fa che non era nulla di grave!”
“Sto facendo delle ipotesi secondo quello che ho avuto modo di vedere.. Ho bisogno del risultato delle analisi per avere sicurezze.. Sia paziente.. Ci vorrà solo qualche ora..”
Qualche ora?! Qualche ora per delle stupidi analisi del sangue?! 
Bollivo di rabbia e frustrazione dentro di me ma decisi di stare zitto ed evitare di dare spettacolo. Kristen divenne di nuovo il mio unico e solo pensiero e chiesi gentilmente di essere accompagnato da lei.
Non era nemmeno una vera camera quella in cui l'avevano momentaneamente sistemata, era molto più piccola ma non c'era nessuno quindi andava bene così.
Avvicinai una sedia al letto e mi misi a sedere.
La guardai per qualche minuto prima di riuscire ad avvicinarmi e prenderle le mano. Avevo quasi paura che potesse sgretolarsi sotto il mio tocco..
Dio.. perché avevo così paura?
Perché.. perché.. “..non lo sopporto più.. La devi smettere di farmi questo. Non m'importa se è un calo di pressione o influenza. Non voglio più mettere piede qui dentro, capito? Quindi smettila, ti prego.. Apri gli occhi e guardami.. Dimmi che stai bene.. che non è niente, così potremmo tornare a casa da Joy e dimenticare questo posto.. Ti prego amore mio.. apri gli occhi.. e dimmi che mi perdoni di non sapere nemmeno se sei allergica a qualcosa..”
Non volevo piangere, non ce n'era motivo perché.. perché non era nulla di grave. Solo uno svenimento. Stress. Pressione. Svenimento. Nulla di grave.
D'un tratto la sua mano strinse la mia, prima piano, poi sempre più forte e sentii il suo respiro crescere e lamentarsi un po' prima di aprire lentamente gli occhi.
“Hey..” sorrisi rilassando ogni fibra del mio corpo. 
“Hey” ricambiò il sorriso per poi strizzare le palpebre come a cercare di focalizzare l'ambiente attorno a noi.
“Dove siamo..che è successo?”
“Sssh.. sei.. sei svenuta.. Niente di grave..”
Scosse la testa prima di annuire debolmente col capo. “Si, ricordo..”
“Cosa ricordi? Cosa hai sentito..?”
“Mah.. ma non lo so.. solo un gran giramento di testa.. e gli occhi pesanti.. tutto pesante. E sono crollata..”
“Oh.. bè.. io te l'avevo detto che tutto quel vino ti avrebbe fatto male..” scherzai ripensando a come, la sera prima, mentre Joy dormiva placidamente nel suo lettino, aveva deciso di ubriacarsi con un calice di vino dietro l'altro per poi sedurmi e giocare alla dominatrice.
Certo non si era ubriacata..  ma aveva decisamente dominato.
“Stai pensando a ieri sera vero?”
“Cosa..?”
“Hai quel sorriso idiota...”
“Smettila, piccola impertinente che non sei altro. Come ti senti?”
“Bene.. solo che mi si chiudono gli occhi.. dici che è normale..?”
Sospirai abbandonando per un secondo il sorriso che avevo ostentato fino ad ora. “Kristen.. devi smetterla di farmi morire di paura in questo modo.. Ti piacciono così tanto gli ospedali da non poterne stare alla larga per più di qualche mese?”
Fui lieto di vederla tirare una specie di sospiro divertito e mettersi meglio a sedere.
“Vieni qui..” sussurrò carezzandomi il viso prima di trascinarlo vicino al suo e lasciarmi un bacio stampato sulle mie labbra, marcato sulla mia pelle come il fuoco.
“Prometto di stare alla larga dagli ospedali se tu prometti di non fare un dramma per un giramento di testa, ok?”
“Svenimento” la corressi poggiando la mia fronte contro la sua.
“Fa lo stesso.”
“Sei proprio assurda.. Vado a chiamare il dottore.. voleva parlarti.. e vedere come stavi..”
“Oh..”
“Ha detto che non è nulla ma ovviamente stiamo aspettando le analisi..”
“Mm-mm” annuì sorridendo contro la mia bocca.
“Tu torni però, vero? Non vai via..?”
Che domanda sciocca. Meritava una risposta altrettanto scontata.
“Dove altro.. potrei andare?” sorridemmo insieme della battuta totalmente casuale.
“Bella risposta.. hai improvvisato..?”
“Ho improvvisato quando era il caso di improvvisare.. Ora dico sul serio..”.
Mi strinse la mano fino a farla salire sul mio braccio e circondarmi per abbracciarmi. Mi strinse a sé e io feci lo stesso lasciando scivolare le mia mani dietro la sua schiena e cingendola fino a farla aderire completamente al mio corpo.
Una cosa sola, un'anima sola in quell'abbraccio.
“Torno subito” dissi mentre le lasciavo un bacio sul capo.
“Rob..” mi chiamò prima che uscissi.
“Si..?”
“Non sono allergica a niente..” disse con un sorriso a cui risposi con un cenno del capo. 
“Non che io sappia almeno..” continuò un po' scettica prima che uscissi dalla stanza.
Trovai il dottor Gregory solo due reparti più in là e stavo per seguirlo in camera quando mi ricordai dei miei genitori che avevo lasciato ignari di tutto e sicuramente preoccupati quanto lo ero stato io.
Chiesi per un telefono e gli dissi che lo avrei raggiunto tra un paio di minuti. Ripercorsi il corridoio e tornai in sala d'aspetto, per rendermi conto che i miei genitori erano lì, di nuovo, con Joy che appena mi vide scappò dalla mano di mia madre per correre verso di me.
Non urlò nemmeno come faceva di solito, si limitò a venirmi incontro e sapevo che avrei solo dovuto chinarmi per prenderla tra le mie braccia e stringerla.. e infatti così feci.
“Papi..” sussurrò infine affondando la testa nell'incavo del mio collo.
“Cucciola che ci fai qui? Dovevi stare con la nonna..”
“Rob, non stava un secondo ferma. Tenerla a casa era impensabile.. Era preoccupatissima.. e anche noi..” 
Annuii alla spiegazione di mia madre e per tranquillizzarli spiegai subito come stavano le cose. Joy aveva alzato il viso e osservava il mio attenta, come se volesse concentrarsi il più possibile per capire.. per sapere.
Mi preoccupai perciò di usare frasi che non potessero allarmarla ma che anzi fossero semplici per lei e la tranquillizzassero sul fatto che la madre stava bene.
“Allola posso andale?”  rispose pronta quando dissi che si era svegliata da poco.
Mi aspettavo che lo avrebbe chiesto ma non sapevo se era il caso..
Anche se in fondo Kristen stava bene e per niente in qualche condizione che potesse impressionare la piccola. Non riuscii a trovare un motivo valido per impedire a mia figlia di vedere la madre.. anzi ero sicuro che a Kristen non poteva che far piacere.
“Plometto che faccio la blava e sto calma calma..”.
E i suoi occhi erano così limpidi e desiderosi mentre mi supplicava che non potei proprio dirle di no.
“D'accordo.. andiamo..”.
Mi abbracciò forte e mi diede tre baci sulla guancia prima di fare ciao con la manina ai miei genitori che avevano ritenuto opportuno non riempire la stanza, già alquanto piccola, e non soffocare Kristen finché non si sarebbe sentita davvero meglio e avremmo saputo qualcosa di più concreto.
“Guarda che bei disegni amore..” dissi a Joy mentre camminando ci trovammo ad attraversare il reparto maternità. Lei tuttavia non alzò il capo e anzi si strinse più forte a me.
“Amore, che c'è?”
“Niente.. non mi piacciono i pedali..”
Conoscendola mi ci vollero appena due secondi per capire che la sua parola storpiata stava per ospedali.
Non le piacevano gli ospedali, e come potevo darle torto? Non piacevano nemmeno a me soprattutto dal momento in cui ci avevo passato più tempo del dovuto.
Quello era infatti l'unico reparto di cui portavo un bellissimo ricordo.
“Non piacciono nemmeno a me..” le massaggiai la schiena. “Però questa cosa è bella..se apri gli occhi ti piacerà..”
Sembrò, stranamente, fidarsi al primo tentativo e abbandonando un po' la presa attorno al mio collo alzò il capo e aprì gli occhi.
“Guarda..” le indicai il vetro dietro il quale erano schierate due file di culle con coperte così colorate da creare un bellissimo effetto arcobaleno nella stanza.
Sembravano tutti abbastanza tranquilli tranne uno che continuava ad agitarsi e piangere.
“Da dove vengono tutti questi bambini?” 
Oh-oh. Non era certo il caso di affrontare 'il discorso' con mia figlia che aveva solo tre anni e non volevo nemmeno profilarle la solita storia delle api o dei cavoli. Per  non parlare della cicogna.. non me l'ero bevuta nemmeno io quando ero piccolo.
“Un bambino arriva quando due persone si vogliono molto bene..” dissi semplicemente sicuro che l'avrei confusa ancora di più.
“Allola anche io posso avele un bambino con te..?”
Sorrisi della sua ingenua intelligenza.
“No amore, io sono il tuo papà. Devono essere due persone grandi...”
“Come tu e la mamma?”
“Esatto.. come io e la mamma..”
“Ma allola.. tu e la mamma non vi volete più bene?”
“Cosa..? Certo che ci vogliamo bene.. ci vogliamo tanto bene..”
“E il bambino dov'è allola?”
Già.. dov'era il bambino? Dov'era il nostro bambino?
In cielo, avrei voluto dirle.
Arriverà, avrei voluto ripetere a me stesso.
Invece non trovai risposta alla sua domanda ma sembrò non curarsene. Con le mani poggiate al vetro era troppo attenta a far vagare i suoi occhi da una culla all'altra.
“Tu lo vorresti un fratellino o una sorellina?” le chiesi baciandole il piccolo collo.
“Piccolo come questi?”
“Si..”
“Mmm... e che piange come quello lì..?”
Risi. “Magari no.. Tu eri proprio così.. piangevi sempre..”
“Davvelo?”
“Già.. quindi forse lui o lei non piangerebbe tutto il tempo..”
“Mmm...” sembrò pensarci qualche secondo. “Allola si. Se non piange tutto il tempo si può fale..”.
Sorrisi e fui lieto di non sentirle esprimere la paura di una possibile carenza d'amore da parte nostra in caso di un nuovo arrivo.
Era un pensiero che non doveva esserle passato per la testa e ne fui felice, anche se sapevo che ciò non escludeva la possibilità di eventuali gelosie in futuro.
Scossi il capo fermando il mio fantasticare su un futuro ancora incerto e imponendomi di tornare al presente.
“Andiamo dalla mamma.. non so se possiamo stare qui..”.
Il dottor Gregory copriva la figura di Kristen che inizialmente non si accorse di noi ma quando mi spostai leggermente potei vedere i suoi occhi illuminarsi alla vista della nostra piccola.
“Guarda chi c'è..” le sorrisi mentre lei si era già messa meglio seduta.
“Oddio, amore mio! Vieni qui!!”
Joy non se lo fece ripetere due volte e divincolandosi dal mio abbraccio come sapeva fare solo lei scese a terra e corse verso il letto, si arrampicò sulla sedia lì vicino e si buttò tra le braccia della madre.
“Mami, mami!”
Sobbalzai quando vidi l'euforia con cui continuava a stringersi a lei ma bastò un'occhiata del dottore per tranquillizzarmi.
“Bene Kristen, allora ci vediamo più tardi con il risultato delle analisi..”
Mia moglie era tuttavia troppo impegnata a godere del corpicino di nostra figlia tra le sue braccia e accennò a stento un sorriso e un grazie veloce.
Accompagnai il dottore fuori la camera per sapere di più ma sembrava che non ci fosse nessuna novità rispetto a ciò che già sapevo.
Quando tornai dentro Joy era a gambe incrociate sul letto e parlava con Kristen di Bear.
“.. allola siamo tonnati a casa dei nonni e l'abbiamo lassato lì.. perché io volevo venile da te.. Poi ha chiamato la zia che voleva venile pure lei.. però la nonna ha detto di no perché se no poi i cuginetti con chi stavano? Però secondo me zia Lizzie viene lo stesso e poi ha chiamato anche zia Vicky perché l'aveva chiamata zia Lizzie che subito l'aveva chiamata.. e allora la nonna ha detto anche a lei non venile.. ma secondo me viene anche lei..”
Sorrisi di quel suo piccolo ed elaborato discorso ma il mio sguardo andò subito agli occhi di Kris che si illuminavano come due stelle quando guardava la nostra bambina.. e rideva anche lei per il suo modo di esporre le cose e la sua parlantina.
Joy continuò a parlare ancora per un bel po' e in un suo momento di distrazione sussurrai a Kristen: “Come ti senti?”
Lei annuì sicura tranquillizzandomi per poi lasciarsi scappare un eloquente sbadiglio.
“Un po' sonno..” ammise ma con voce non abbastanza bassa da non far sentire a Joy.
“Mami vuoi dolmile?”
“Oh no tesoro.. continua a raccontarmi..”
Io però mi alzai e abbassai di poco lo schienale del letto. Fui felice quando rifiutò la coperta che avevo intenzione di metterle. Di solito il freddo non era un buon segno in quelle situazioni, soprattutto a fine Agosto.
“Okay.. tu pelò chiudi gli occhi..”
Kris fece come le aveva detto e Joy si stese accanto a lei, accucciandosi sul suo seno e stringendo un braccio attorno alla sua vita.. quasi come se volesse tornare dentro di lei.
Quella scena per qualche motivo mi causò un grande senso di angoscia accompagnata a tenerezza incredibile. Sapevo che Kristen stava solo dormendo eppure vederla con gli occhi chiusi sembrava mandarmi in paranoia. Decisi di spostare la sedia dall'altra parte del letto, allungai una mano verso la sua libera, quella che non cingeva Joy, e la strinsi per sentirla viva, anche se su quel letto, anche se sapevo che non era nulla di grave. Avevo solo bisogno di sentirla con me.
La sua stretta arrivò immediata accompagnata da un sorriso dolce e lieve, finché Joy continuò il racconto della sua giornata.. 
Era incredibile che avesse così tanto da dire.. incredibile quante cose le passassero per la testa.
Non so quanto tempo passò.. Joy continuava a parlare e io mi lasciavo cullare dalla sua voce insieme a Kristen. Era come un afrodisiaco, un dolce sonnifero.
Il respiro di Kristen era così calmo e rilassato che capii subito che stava dormendo già da molto. Joy si fermò qualche istante per guardare la madre; alzò una mano e prese a carezzarle dolcemente il viso e i capelli.
“Mami..?”
Il respiro di Kristen rispose per lei.
“Mami?” riprovò in un sussurro.
“Papi, si è dormentata..”
“Si..” confermai accompagnando il tono della sua voce e sospirai di tranquillità perché sapevo che non era nulla di grave. Ormai la mia mente aveva elaborato quel pensiero e non c'era altra alternativa a quella.
“Tesoro, vuoi mangiare qualcosa..?”
“Dopo.. voglio stale ancora un po' qui..” bisbigliò con voce labilissima, come se volesse tenere quelle parole solo tra sé e la madre. 
“Com'è bella la mamma..” 
“Si..” sussurrai ancora commosso dalle parole di mia figlia. “E' bellissima..”
Restammo in silenzio per molto tempo. Lei le carezzava il viso e io la mano.. in completa adorazione di quella che era la mia, ma anche la sua, ragione di vita.
“Papi da quanto tempo sta dommendo?” disse non so quanto tempo dopo.
“Da un po' tesoro..”
“Ma.. ma però.. poi si sveglia vero..?”
Alzai il viso per cercare quello di mia figlia che però era ancora catturato verso la madre. Mi alzai dalla sedia lasciando a malincuore la mano di Kristen e girai attorno al letto per potermi chinare su Joy.
“Certo che si sveglia”, la tranquillizzai per poi passare un braccio dietro la sua schiena a prenderla tra le mia braccia. “Andiamo a mangiare qualcosa, su”
“Ma io ho mangiato già papà..”
“Che ne dici di un po' di cioccolata allora?”
“Davvelo?”
“Certo.. non troppa però. Ti concedo due barrette..”
Rise quando le feci qualche pernacchia sullo stomaco e, lieto di averla resa un po' più spensierata, socchiusi la porta della camera e decisi di andare alle macchinette della sala d'aspetto, tanto per poter parlare con i miei genitori che erano ancora lì nonostante non fosse nemmeno necessario. Ma loro erano così.. c'erano sempre.. così come le mie sorelle che, proprio come Joy aveva predetto, avevano abbandonato quello che stavano facendo per venire in ospedale. Le rimproverai dicendo che non c'era alcun allarme e non c'era assolutamente bisogno della loro presenza ma  mi misero subito a zittire come solo loro erano capaci di fare.
Tutti cercammo di distrarre Joy per quanto più tempo possibile ma lei non si era certo dimenticata delle barrette di cioccolata che le avevo promesso.
“Rob, tua figlia si sta infilando dentro la macchinetta..” disse Lizzie molto pacatamente.
“COSA?!” mi voltai e vidi Joy che tranquillamente mi aspettava lì vicino.
Presi un sospiro di sollievo.
“Sei proprio un fesso fratellino..” risero le mia sorelle di gusto. “Ma ti conviene andare o di questo passo ci si infila davvero..”
E senza pensarci seguii il consiglio e assecondai la mia bambina che saltava felice vicino il distributore.
“Alloooora.. abbiamo detto una barretta vero..?”
“Nooooo non blogliare papi! Hai detto due!” esclamò facendo un due con le dita per chiarirmi meglio il concetto.
Risi e le scompigliai un po' i capelli. Dopo almeno un quarto d'ora si decise per un Kit-Kat e un Kinder Bueno. Le scartai il primo quando vidi il dottor Gregory entrare in sala chiedendo la mia attenzione. Mi gelai. Il suo viso era incomprensibile.
“Joy.. vai dalle zie e dai nonni.. arrivo subito..”
Non se lo fece ripetere due volte e notai come tutti avevano lo sguardo fisso su di me mentre mi avvicinavo al medico. Diedi loro le spalle e lo osservai mentre con lo sguardo basso continuava a guardare e riguardare le cartelle e le analisi.
“Allora..” iniziò. “Sua moglie sta bene.. però avreste dovuto avvertirmi delle condizioni in cui era..”
“Che.. condizioni..?”
“Della gravidanza”
Sbiancai. “Che.. che gravidanza..?”
“Cinque settimane.. davvero non lo sapeva?” disse con estrema calma, come se fosse una cosa scontata, e probabilmente per lui lo era.
Le gambe iniziarono a tremarmi. “Io.. credo che ho bisogno di sedermi..” bisbigliai sotto shock ma non lo feci. Non c'erano sedie nei paraggi più vicini.
“Però... mi dispiace davvero..”
O dio, ti prego no. Dispiace.. dispiacere per cosa...?
No.. non potevo sopportare un'altra perdita, semplicemente non potevo. 
“Per.. per cosa..?” 
“Bè.. mi spiace che l'abbia saputo così.. da me.. Magari volevate scoprirlo insieme..”
E fu così che il mio cuore perse cento battiti di vita inutilmente. Sospirai di sollievo diverse volte mentre elaboravo con calma tutte le informazioni che stavo avendo.. anche se in realtà l'informazione era solo una: Kristen era incinta, e io ancora non avevo totalmente realizzato.
“Scusa.. ma.. ha detto.. vuole dire che.. cioè... che lei è..”
“Incinta..” finì per me.
“Incinta..” contemplai la parola.
“Esatto. È alla quinta settimana..”
Ah ecco cosa ancora non avevo registrato.
Cinque settimane.
Non so come fui in grado a fare qualche calcolo eppure riuscii subito a collegare tutto. Doveva essere stata la notte del compleanno di Joy.
Ero appena tornato da alcuni incontri che mi avevano tenuto impegnato cinque giorni a New York.. e i giorni seguenti Kristen aveva avuto l'influenza per cui..
Si.. doveva essere stata quella notte..
Mi trovai a tremare emozionato a quel pensiero. Eccitato per quella notizia che aspettavamo da più di un anno e in cui non avevamo mai perso le speranze, nonostante tutto. Eppure un vecchio ricordo mi invase la mente.
“Dottore.. lei.. Kristen ha avuto un aborto, un anno e mezzo fa. Ci avevano detto che era difficile ma non impossibile.. Ci avevano detto che ci sarebbero comunque stati problemi e complicazioni e.. questo svenimento ora..”
Lui prese un respiro per me e mi invitò a calmarmi. “Le assicuro che sua moglie sta bene.. e certamente sarà una gravidanza da tenere sotto controllo più del normale, ma molte donne portano avanti gravidanze senza problemi anche dopo uno o più aborti..” 
Riuscii a calmarmi con quelle parole e mi rilassai un po'.
“Robert, sua moglie sta bene.. e starà anche meglio quando le darà la notizia..”
“Già..” dissi quasi in trance. “Devo dirglielo..”
“Direi di si..” 
Mi trovai a sorridere come uno scemo mentre ringraziavo il dottore diverse volte, forse lo abbracciai pure e quando mi voltai trovai gli sguardi preoccupati della mia famiglia e sconvolti quando mi videro ridere.
Tutti si rilassarono all'istante ma nonostante le loro domande non avevo intenzione di dare loro una notizia che doveva essere prima della nostra famiglia.
Mi limitai ad abbassarmi di fronte a Joy e stringerla a me più che potei.
“Va tutto bene..” dissi a lei e agli altri. “va tutto benissimo..” ripetei lasciando volontariamente fuori qualche piccola informazione.
“Scusateci qualche minuto” fu tutto quello che dissi per dileguarmi dai loro sguardi attoniti.
Quando entrammo in camera sia io che Joy ci sedemmo sul letto e bastò a far aprire gli occhi di Kristen.
“Hey.. siete qui..”
“Scusa, non volevamo svegliarti..” anche se in realtà pensavo l'esatto contrario.
“Non importa.. tutto bene?”
“Oh si..” non potevo proprio fare a meno di contenere la mia ancora incredula felicità.
“Che succede? Perché quel sorriso a sessantaquattro denti?”
Non sapevo come dirlo.. non sapevo come farlo nel modo più romantico e dolce possibile.. così scelsi la via più normale.
“Perché..” dissi piano passando una mano sulla sua pancia appena scoperta dalla maglia. “Perché sei incinta..”
Il suo sguardo si impietrì e i suoi occhi si incollarono ai miei per capire se stessi scherzando o meno.
“C.. cosa?”
Annuii spostando i miei occhi dalla pancia piatta al suo viso. Annuii ancora mentre dolcemente le scostavo una ciocca di capelli.
“Cosa...?!” esclamò di nuovo ridendo con voce carica di emozione.
“Sei incinta..di cinque settimane..” mi morsi il labbro e corrugai la fronte cercando di non farmi sopraffare troppo dalla sensazione di gioia che stava per portarmi alla commozione.
“Oh mio dio..” sussurrò con voce tremante. “Oh mio dio.. oddio.. non ci credo..” una lacrima le scese sul viso e fu come un segno per me per avvolgerla nelle mie braccia e baciarla ovunque.
“Credici amore.. credici” continuavo a ripetere senza smettere di posare le mie labbra sulle sue, sulla sua guancia, sul suo collo.
Strinse le braccia attorno al mio corpo così forte che quasi mi sentii soffocare ma non importava perché ero più vivo che mai e niente avrebbe potuto uccidermi in quel secondo.
Asciugai le sue lacrime con diversi baci. “Non piangere amore, non piangere..” dissi tra le lacrime.
“Stai piangendo anche tu..” rise.
“Lo so..”
Ridemmo insieme piangendo finché fu Joy a portarci con i piedi sulla terra che avevamo abbandonato da diversi minuti.
“Papà, che vuol dile che la mamma è cinta?”
Mi staccai leggermente da Kristen e anche a lei lo dissi nel modo più semplice che conoscevo.
“Vuol dire che avrai un fratellino..” 
“Davveloooo?? Allola tu e la mamma vi volete ancola bene!!!” esclamò felice ricordando il nostro discorso di un paio d'ore prima.
“Non lo so..” disse Kristen prendendo la mia mano. “Mi vuoi ancora bene, papi?”
“No..io non ti voglio bene.. Io ti amo.. Ti amo da morire” la baciai ancora mentre lei sussurrava contro le mie labbra: “Anche io amore mio.. anche io..”
“E battaaaa!” Joy ci interruppe staccando i nostri visi con le mani. “Voglio vedele il flatellino! Dov'è? Dov'è?!?!” si muoveva euforica sul letto.
“Amore.. non lo puoi ancora vedere.. non si vede..”
“Davvelo? Uffa.. e quando si può vedele?”
“Tra otto mesi tesoro.. ci vuole un po' di tempo..”
“Cosaaa? Così tanto!?! Ma io lo voglio vedere adesso..” disse delusa e un po' triste e io sorrisi insieme a Kristen, felice che il suo pensiero non fosse ancora andato alle possibili complicazioni di una seconda gravidanza. Non era il caso di preoccuparsi;  solo di vivere quel momento.
“Lo so amore.. però sai che facciamo? Te lo faccio sentire.. vuoi?”
“Si!” esclamò lei entusiasta.
“Bene.. vieni qui..”. Kris l'avvicinò baciandole il capo e stringendola a sé. Infine portò una sua manina sulla pancia, proprio accanto alla mia.. proprio accanto a quella piccola, nuova vita che cresceva in lei..
Proprio accanto a quel nuovo cuore che batteva..
“Lo senti amore..?” le chiese premendo un po' la sua manina.
“E' qui” sussurrò. “E' qui dove batte il cuore”
.





                                                                                                                                       THE END




Eccoci qua.. insieme.. alla fine di tutto... 
Madò che depressione T__T no ok ci riprendiamo u.u
Ora che siamo qua in effetti ci mancano un po' le parole.. forse perché questa storia ci accompagna da un anno e mezzo e siamo un po' cresciute con lei e con Joy.
Joy.. ah Joy.. la nostra piccola icona..Ormai tutti ti venerano, tutti ti vogliono... quando ci farai la grazia di venire al mondo?! ç___ç 
Nata un po' per caso, un po' per gioco, un po' per la mente malata della nostra best friend Leti *__* Joy non esisterebbe senza di lei. Perciò grazie di cuore sister *___* Ok, basta venerazione u.u
Ci commuoviamo quasi a ricordare le prime chiacchierate, i primi progetti, la paura e l'emozione nel postare il primo capitolo. E' tutto impresso nella nostra mente come fosse ieri...e non 15 mesi fa. Le faccine spaventate e perplesse quando dicevamo la stessa cosa nello stesso istante.. e il senso di completezza nello scoprire di trovarci praticamente su tutto! (idee sadiche comprese XD). E' davvero difficile trovare persone con cui è “amicizia” a prima vista.. e per noi tre è stato così... Trovare qualcuno con cui condividere qualcosa di così personale come la scrittura è ancora più raro.. e possiamo dire di essere tra le poche fortunate. 
 Siamo diventate amiche grazie a Joy...e abbiamo creato un legame che non avremmo mai mai creduto possibile....e tutto quanto per caso. Tutto per un'idea che ha cambiato le nostre vite *__*
Speriamo che questa storia e questa bimba abbiano dato anche a voi almeno un po' di ciò che hanno regalato a noi. E credeteci....è stato tantissimo. Così tanto che ci spezza un po' il cuore ora a doverla salutare.. Soprattutto ora.. 
Ma come si dice.. all good things must come to an end.. (e speriamo davvero che questa sia stata una “good thing” ..)
Vi ringraziamo tutte di vero cuore! Tutte coloro che hanno letto, che hanno aggiunto la storia nei preferiti, nelle seguite. Un grazie speciale a chi ha commentato ogni capitolo dandoci sempre sostegno e appoggio! (ok.. forse non proprio sempre ma vi perdoniamo u.u hihi). 
E infine un grazie particolare a coloro che hanno segnalato la storia per le scelte *-*
Siete tutte fantastiche!

Sarà meglio che andiamo prima di scoppiare in lacrime..
GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! T__T

Un bacio mega-grosso!!
Cloe e Fio

ps. E chissà... magari... Ci vediamo a Settembre... forse.. ;) lol
Se non vi siete stancate di noi ovviamente! u.u
Che dite? Volete sapere come procede la storia della piccola Joy? ;D

Alla prossima girls *-*


P.S= Votate per i movie awards mi raccomando!!!!!

AGGIORNAMENTO del 20/10/2011
Abbiamo appena postato il seguito di questa storia ^^
e lo trovate qui > "Ogni battito del mio cuore"

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