Qui dove batte il cuore di cloe cullen (/viewuser.php?uid=63641)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Video a sorpresa ***
Capitolo 2: *** Sorprese ***
Capitolo 3: *** Separazione ***
Capitolo 4: *** Perchè non ne faccio mai una giusta? ***
Capitolo 5: *** Peace and love ***
Capitolo 6: *** Sorpesa, voglia e anno nuovo ***
Capitolo 7: *** Quando meno te lo aspetti ***
Capitolo 8: *** Solitudine ***
Capitolo 9: *** Il nostro cuore ***
Capitolo 10: *** Bafta ***
Capitolo 11: *** Credimi ancora ***
Capitolo 12: *** Come what may ***
Capitolo 13: *** Il sole esiste per tutti ***
Capitolo 14: *** Tutto quello che ho ***
Capitolo 15: *** La migliore famiglia ***
Capitolo 16: *** Vacanze romane ***
Capitolo 17: *** Gioia infinita ***
Capitolo 18: *** Falsi allarmi ***
Capitolo 19: *** Joy ***
Capitolo 20: *** Family time ***
Capitolo 21: *** Falling in love for the last time ***
Capitolo 22: *** Buon complemese Joy! ***
Capitolo 23: *** Beautiful day ***
Capitolo 24: *** On the road ***
Capitolo 25: *** New home ***
Capitolo 26: *** I miss you ***
Capitolo 27: *** I'll never leave you alone ***
Capitolo 28: *** You drive me crazy ***
Capitolo 29: *** On the left ***
Capitolo 30: *** Primi passi ***
Capitolo 31: *** London Party ***
Capitolo 32: *** Forever ***
Capitolo 33: *** You are my heaven ***
Capitolo 34: *** Moments ***
Capitolo 35: *** Lies ***
Capitolo 36: *** Consequences ***
Capitolo 37: *** Love never fails ***
Capitolo 38: *** Shattered ***
Capitolo 39: *** Tears in heaven ***
Capitolo 40: *** Fearless ***
Capitolo 41: *** True companion ***
Capitolo 42: *** Us against the world ***
Capitolo 43: *** Solo una volta o tutta la vita ***
Capitolo 44: *** "Papà...Tolni?" ***
Capitolo 45: *** Legami di sangue ***
Capitolo 46: *** Una serata movimentata ***
Capitolo 47: *** Not a dream ***
Capitolo 48: *** Goodnight, my angel ***
Capitolo 49: *** Non può piovere per sempre ***
Capitolo 50: *** E vissero per sempre felici e contenti... ***
Capitolo 51: *** Like the first time ***
Capitolo 52: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Video a sorpresa ***
fiooooo
Ehm
ehm. Salve a tutte! Siamo Claudia e Fiorella (cloe cullen e Fiorels).
Probabilmente alcune di voi ci conosceranno già qui su efp. Beh,
siamo qui ora, insieme per un nuovo progetto. Una ff a quattro mani
sulla nostra coppia preferita….ROBSTEN of course! Diciamo che
l’ispirazione è nata un po’ per caso, per gioco.
All’inizio erano poche frasi che poi sono diventate…beh,
si sono trasformate in qualcosa di speciale. La storia verrà
postata sull’account mio cioè di claudia (cloe
cullen) come potete vedere, ma prima di ogni capitolo verrà
specificata l’autrice. Bene…speriamo che questa storia
possa piacervi ed entusiasmarvi almeno quanto a noi piace scriverla.
Vorremmo ringraziare La fantastica “Manu the best” che ha
creato la nostra skin e poi una persona speciale senza la quale noi non
avremmo mai scritto nulla. Lei sa chi è.
Bene…allora siete pronte
per il primo capitolo?? Teniamo le dita incrociate e aspettiamo i
vostri commenti. Un bacione da Cloe e Fio.
CAPITOLO 1 (claudia)
VIDEO A SORPRESA
KRIS POV
Fissavo rapita le televisione.
Una giovane donna aveva appena preso in braccio il suo bambino per la
prima volta. Piangeva e lo guardava come...come se fosse un angelo.
Piangeva ed era talmente assorta da non badare nemmeno alla telecamera
che, inopportunamente, rovinava quel mondo perfetto. Un mondo in cui
c'era posto solo per loro due.
Prima che me ne rendessi conto la mano corse veloce alla mia pancia, ancora totalmente piatta.
Non si vedeva nulla. Per ora era un segreto che condividevamo solamente io e il piccolo esserino che portavo in me.
"Sono già sette settimane che sei dentro di me..." mormorai sorridendo e spegnendo la tv.
Mi accoccolai meglio sul divano ripensando a tutto quello che era successo negli ultimi tempi.
Non avevo avuto il ciclo a Novembre ma, con tutto lo stress accumulato
durante le presentazioni di New Moon in giro per il mondo, non ci avevo
prestato troppa attenzione.
Io e Rob ci eravamo presi finalmente del tempo solo per noi. Lontano dai media, dai paparazzi...dalle nostre famiglie persino.
Dopo le luci accecanti e insopportabili di tutti i fan event a cui avevamo partecipato ora eravamo soli.
Io e lui. In un posto segreto a LA.
Avevo quasi perso la cognizione del tempo in quelle settimane di
vacanze passate a guardare vecchi film, a fare l'amore o semplicemente
abbracciati sul letto ad ascoltare l'uno il respiro dell'altra. Niente
poteva turbare la nostra armonia.
Anche se...anche se a volte tornavo a fissare la x rossa sulla mia
agenda. Quella x che ero così abituata a segnare ogni mese e
che, in quei giorni, fissavo con una punta d'ansia.
E poi era successo.
Tre giorni prima Rob era uscito per incontrarsi col suo agente e io...ero corsa alla prima farmacia.
Non sopportavo di comportarmi da codarda.
Mi ero sempre considerata una ragazza forte, che sapeva affrontare i
problemi e non scappava davanti alla prima difficoltà. E
così avevo fatto quel test.
E una parte di me non era rimasta troppo sconvolta dalla risposta.
Positivo.
Era come se, in qualche modo, sentissi che c'era qualcosa di diverso in
me. Come se stessi semplicemente ignorando l'inevitabile.
Mi alzai dal divano, mettendomi seduta. Mi allungai quel tanto che
bastava per afferrare i due oggetti in bella mostra sul tavolino.
Uno era il test di gravidanza e l'altro l'esito degli esami di
laboratorio che avevo eseguito per sicurezza e che mi avevano informato
sullo stato della mia gravidanza.
Sette settimane. Sorrisi di nuovo senza riuscire a smettere. Era
incredibile il fatto che un bimbo stesse crescendo lentamente, secondo
dopo secondo dentro di me.
Tra qualche mese sarei stata una mamma e Rob, il mio Rob...un papà.
Certo...tecnicamente lui non lo sapeva ancora.
Non avevo trovato il modo migliore per dirglielo.
Era una notizia così...enorme. Bella, ovviamente. Magnifica. Ma
pur sempre sconvolgente. Le nostre vite sarebbero cambiate per sempre.
Non potevo soltanto entrare in camera e urlare "Ehi sono incinta!"
Volevo fare qualcosa di diverso, di speciale.
Mi alzai dal divano ed entrai in cucina, alla ricerca di qualcosa da
bere. Per fortuna trovai una bottiglietta d'acqua fuori dal frigo.
All'ora di cena lo avevo aperto per prendere da mangiare e un forte
odore di cipolla mi aveva colpita causandomi una nausea che non era
ancora del tutto scemata.
Sorseggiai lentamente e i miei occhi si posarono sul post-it che avevo trovato al mio ritorno a casa quella sera.
Amore mio,
mi dispiace tantissimo ma devo fare un salto al compleanno di Shannon, la ragazza del mio amico..
Probabilmente neppure mi
divertirò ma glielo avevo promesso e non me la sono sentita di
annullare. Ti giuro che al mio ritorno saprò farmi perdonare.
Ti amo da morire.
Rob.
Sbuffai. Mi mancava terribilmente, anche se ci eravamo visti soltanto
poche ore prima. Controllai l'orologio e mi resi conto che erano
già le 12 e 30.
Probabilmente avrei fatto meglio ad andare a letto e ingannare il tempo nell'attesa del suo ritorno.
Spensi le luci e mi diressi al piano superiore.
In meno di dici minuti ero sotto le coperte ma, siccome non avevo ancora molto sonno, decisi di dare un'occhiata alle mail.
Ne lessi un paio di mia madre, arrabbiata perchè tenevo sempre
il cellulare spento. Lasciai perdere e andai al mio motore di ricerca
preferito: forse su internet sarei finalmente riuscita a trovare un
modo carino per dargli la notizia della gravidanza o...
Improvvisamente mi bloccai, attirata dalla foto di Rob che rimandava ad un sito di gossip.
Ci cliccai sopra presa dalla curiosità e iniziai a leggere.
La star di
Twilight Robert Pattinson e la principessa del pop Katy Perry
sembravano molto intimi questa sera al Dimples Supper club di Burbank,
California. E radaronline era lì mentre la situazione si
faceva piccante.
Piccante????
Con gli occhi fuori dalle orbite continuai a scorrere l'articolo
corredato da due splendidi video in cui si vedeva Robert leggermente
brillo e barcollante trotterellare al fianco di Katy Perry.
E in un lampo mi ritornarono in mente le paroline che mi aveva scritto
sul bigliettino "..Probabilmente neppure mi divertirò...."
Chiusi il pc con violenza, lasciando che scivolasse sul pavimento.
Certo, si vedeva quanto poco si stesse divertendo.
Io quì ad affannarmi a pensare a come dargli la notizia
più importante delle nostre vite e lui a bere birra e fare
l'idiota in giro.
Sei gelosa, mi punzecchiò una vocina nella mia testa.
No.
Mi affrettai a scacciarla. Io non ero gelosa.
Non ero una ragazza gelosa.
Assolutamente no.
No.
Sapevo che quelle erano tutte cose esagerate. Io per prima ero stata
vittima di tantissime bugie scritte dai siti di gossip ma.. La cosa che
mi infastidiva era che lui si stesse divertendo senza di me, in mezzo a
tutte quelle galline.
Sempre pronte a girargli intorno e a fare le stupide per un suo
sorriso. Che puntualmente lui non negava certo, perchè era
sempre gentile e carino con tutte. Perchè era un
gentiluomo..perchè...
Presi un profondo respiro sprofondando sotto le coperte.
E poi quella non era la festa di Shannon... cosa?
Che diavolo ci faceva Lui con Katy Perry?
Perchè Katy Perry gli stava parlando?
Perchè Katy Perry si era avvicinata a lui? Al MIO ragazzo? Al futuro padre del MIO bambino?
Ok, dovevo calmarmi. Chiaramente io non ero gelosa.
No..no ..no.
E tutto quello stress non faceva bene al bimbo. Tutto quello che dovevo fare era stendermi e cercare di dormire.
Ci provai ma non feci altro che rigirarmi continuamente nel letto per
le restanti due ore, finchè all'alba delle 2 e 40 del mattino
sentii la porta d'ingresso sbattere e il rumore di un paio di chiavi
che si posavano sul tavolino.
Mi sistemai su un fianco, voltando le spalle alla sua parte di letto.
Non avevo la minima intenzione di dargli la soddisfazione di sapere che ero stata sveglia perchè ero gel...
Scossi il capo. Io non ero gelosa, che diavolo mi passava per la testa?
Cercai di respirare piano e con regolarità.
"Ehi amore...sono tornato..." biascicò con un tono di voce che
mi confermò chiaramente che aveva bevuto un pò troppo.
Certo, io qui a casa con in grembo suo figlio e la nausea e lui
in giro a bere alle feste di compleanno...
Dopo pochi minuti lo sentii entrare nel letto abbracciandomi da dietro.
Se sperava di cavarsela con così poco si sbagliava di grosso.
"Casualmente" il mio piede scattò tirandogli un sonoro calcio nella gamba. Lo sentii gemere in silenzio, staccandosi un poco da me.
Non mi piaceva quel’assenza di contatto, ma ero troppo
arrabbiata per voltarmi a parlargli. Avremmo fatto i conti la mattina
dopo. Nel frattempo poteva iniziare a scontare la punizione beccandosi
qualche altro "accidentale" calcetto notturno.
Rimasi ferma in quella posizione per tutto il resto della notte riuscendo a dormire a mala pena un paio d’ore.
Finalmente arrivarono le sette e, benché fossi più
esausta di quando ero andata a letto, scesi in cucina a prepararmi
qualcosa da mangiare. Evitai di lanciare un’occhiata alla parte
opposta del letto.
Guardare lui dormire, con la bocca leggermente dischiusa e i capelli
arruffati mi avrebbe intenerita e invece…invece io…
Sospirai appoggiando il capo contro la credenza. Un paio di lacrime silenziose rotolarono giù dalle mie guance.
Le scacciai con rabbia.
Io non ero così. Non badavo ai gossip, sapevo che erano tutte
sciocchezze. Sapevo che lui mi amava e che potevo fidarmi eppure…
Eppure ultimamente piangevo per un nonnulla, ero sempre nervosa, in ansia.
Maledetti ormoni in subbuglio, pensai rigirando la frittella un po’ troppo energicamente in un moto di stizza.
Ero così presa dai miei pensieri che sussultai quando sentii due
mani calde posarsi sulla mia pancia e poi scivolare lungo le mie cosce,
alzando leggermente la stoffa della camicia con cui dormivo.
“Pensavo di farmi perdonare per ieri sera…” lo sentii sussurrare roco al mio orecchio.
Mi staccai senza pensarci afferrando un fazzoletto per tamponarmi gli occhi. Non volevo che mi vedesse così.
Non volevo iniziare la conversazione già in lacrime.
Subito Rob fu al mio fianco. Mi fissava preoccupato, tenendomi il viso fra le mani.
“Kris amore stai male?” domandò.
“No” scossi energicamente il capo allontanandomi e posando
le frittelle su un piatto “Solo un po’ di nausea..Ieri
quando non c’eri stavo poco bene”
Sottolineai quel quando non c’eri sperando di farlo sentire in colpa.
“Scusa” sussurrò sedendosi al tavolo e fissandomi accigliato.
“Non fa nulla. “ ribattei “Ti sarai divertito almeno tu”
“Sì, era un posto carino, bella gente…”
A quelle parole scattai.
Bella gente??
“Sì?” sbattei il mio piatto sul tavolo e presi posto davanti a lui “Anche Katy Perry?”
Mi continuava a fissare con un misto tra il confuso e lo sconvolto.
“Sì…in effetti c’era anche lei ma…tu
come lo sai?”
“Ho visto un video su un sito di gossip dove c’eravate tu ,
lei e…” e fui incapace di continuare la frase.
Fu come se un torrente in piena debordasse dai miei occhi e io non potessi fermarlo.
Improvvisamente mi ritrovai scossa dai singhiozzi.
“Io…io ho vvvisto come ti guardava! Ccii ha ppprovato con te…”
“Cosa?!” Rob allibito allungò una mano per accarezzarmi il viso, ma io mi tirai indietro.
“Kris amore…io non so cosa hai visto ma ti assicuro che a
malapena ci siamo salutati e poi lei era con il suo ragazzo e..”
“Ah beh allora!” lo interruppi strillando “Qqquello
sarà stato tttalmente drogato da nnon accorgersi di
nulla..”
Mi alzai in piedi di scatto per cercare di calmarmi ma fu una pessima
idea. Improvvisamente tutto vorticò intorno a me e vidi il
pavimento a due centimetri dalla faccia. Ma, prima che mi schiantassi,
due braccia forti mi avevano afferrato.
Rob mi stringeva al suo petto e riuscivo a sentire il suo cuore battere frenetico per l’ansia.
“Kris..Oddio kris ti prego parlami. Ti senti male? Kris per
favore dimmi qualcosa. Che succede? Ti senti male ti…”
Spalancai gli occhi. La stanza aveva smesso di girare ora ma…
Portai una mano alla bocca.
“Rob,ti prego…” lo allontanai e rapidamente corsi
fuori dalla stanza. Feci appena in tempo a raggiungere il bagno prima
di accasciarmi sul gabinetto.
Fui scossa dai conati per alcuni minuti ma potevo avvertire la presenza
di Rob al mio fianco: mi teneva i capelli e mi carezzava la fronte,
sussurrando parole nel tentativo di calmarmi.
Ancora spossata mi lasciai trascinare gentilmente fuori dal bagno, verso il salotto.
Aspetta…il salotto?
“Voglio mangiare…” sussurrai, non sapevo se a lui o a me stessa.
“Kris..non dire cavolate” Abbozzò un sorriso “Devi aspettare un po’ almeno prima di..”
Incurante delle sue parole mi diressi in cucina.
Io avevo fame e avrei mangiato a qualunque costo.
Puntai al tavolo ma, prima che potessi fermarlo, Rob mi tolse il piatto da sotto il naso.
“Che stai facendo?” domandai acida. Sentivo che il
nervosismo che mi aveva abbandonato momentaneamente per pochi minuti
stava ritornando più forte di prima.
“Kris..tu non stai bene. Mi svieni tra le braccia, vomiti e prima..vaneggiavi…”
“Ahahah ora vaneggio anche??” sbottai puntandogli il dito
contro. “Vuoi anche convincermi che quei video sono solo il
frutto della mia immaginazione?” Gli strappai il piatto dalle
mani e lo sbattei sul tavolo. Tentando di mantenere la calma mi
accomodai e affondai la forchetta in quelle che erano state delle
frittelle.
Ormai somigliavano più che altro a una poltiglia.
Senza neppure riuscire a spiegarmi il vero motivo sentii una gran tristezza dentro e le lacrime riaffiorare di nuovo prepotenti.
Le mie frittelle erano distrutte…e io…io avevo fame!
“Kristen ti prego” il suo tono di voce era supplichevole
ora, al limite del terrorizzato “Ti prego..lascia che ti porti da
un medico..”
Scossi il capo “No..non voglio andare dal dottore...”
Tentai di addentare un boccone di quella roba e scoprii che in fondo non era tanto male.
Un piccolo sorriso comparve sulle mie labbra mentre ne addentavo un altro morso.
Non erano male per niente. Anzi…mi piacevano!
“Kristen” iniziò
“Mmmmmm…se mi dici ancora una volta che vuoi portarmi in
ospedale ti tiro un calcio!” Urlai spruzzando una generosa dose
di sciroppo d’acero nel mio piatto.
“Bene tiramelo..ma io farò qualcosa!” ribattè
“Vuoi fare qualcosa? Perché non torni a ubriacarti con le tue amichette?”
“Kris tu… non sei in te. Io ti amo e sono solo
preoccupato. Non è normale piangere, svenire, vomitare, urlare
nell’arco di due minuti e…”
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’
normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è
normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e
ingozzarsi se sei incinta ok?”
Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza.
O merda…
Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo.
Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito
Poi accadde tutto molto velocemente.
Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto.
L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia.
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Capitolo 2 *** Sorprese ***
CAPITOLO 2 FF FIUCCIA
Allora...ragazze.
Non sappiamo come ringraziarvi per l'appoggio per il primo capitolo.
Avete scritto cose bellissime. Siete davvero le migliori. Siamo
praticamente commosse, non stiamo scherzando ! Grazie ancora. Bene,
rispondiamo alle vostre super gradite recensioni (continuate
così!) e poi vi lasciamo al secondo capitolo!! A presto ragazze!
yesido: Melllllll!!!! O mio Dio..arrossiamo se ci dici
così. Un capolavoro? Beh... qst non lo so. Ma faremo del nostro
meglio promesso. Grazie di tutte le cose carine che hai detto.
Anto_Pattz
: anto!!! Beh, sì direi che alla vista di quei video ci è
salita a tutte la voglia di saltare al collo di Katy e dissanguarla
ma...beh..alla fine Rob è un bravo ragazzo e beh Kris ha un
pò gli ormoni in subbuglio!! Rob che cade dalla sedia
sì...beh vedrai che altre cazzate combina ora.
Fiorels
: Gemeeee!! Accidenti ..ehm mi sento cretina a risponderti ma.. lo
faccio. Davvero la grafica è ok?? *.* meno male xd..lol.
Speriamo che la nstr storiella abbia successo ... *.* *.* sono
sicura che sarà così con tutta la pubblicità
occulta di una certa persona...hihihih.
Roxisnotdied
: Ross cess!!! Sì io e il mostro abbiamo fatto squadra! Cosa
dici?? Ancora più brave in due??? *.* Ross..così ci farai
commuovere. Sì, Robb è proprio assurdo, ma noi ce lo
immaginiamo così. Un pò scemo ma tanto tanto dolce!!! A
presto Ross. lol
crazyfred:
OMG!! Grazie mille! Sì effettivamente la scena faceva molto casa
vianello ma secondo noi robsten sono un pò così!! due
scemi..ahahahah. Grazie per i bellissimi complimenti! Vedrai delle
belle ora!
ledyang:
Una sola parola...paura. Tanto abbiamo già stipulato un patto
noi tre...fidati ehm ehm ehm. Grazie di tutto comunque. Sei the best,
lo sai. Ma per il fatto che abbiamo tenuto tutto segreto ci devi
perdonare..perchè la sorpresa è stata gradita, no??
LOL Mogliettina...
SeaOfLove:
Oriiii..sese..le robstenine spinte dall'ossessione della queen hanno
partorito questa splendida ff. continua a seguirci perchè
riveleremo il nostro lato mogliore con i futuri capitoli sadici..ahahah
LOL.
ariel7:
Leti...non vivi senza le nostre ff? grazie...teso noi senza di te che
recensisci!! Grazie mille dell'appoggio..vedrai, ci sarà da
ridere con qst. LOL P.S.= W isabella!!!! Kiss kiss
bbird: Grazie...continua a seguirci!!! Non ne rimarrai delusa..LOL
Enris: Grazie dell'appoggio. E' davvero importante per noi. Speriamo che tu ti emozioni leggendo questo!! *.*
chi61: oddio grazie!!! Ma non siamo responsabili di cadute ed eventuali contusioni!! LOL Spero ti piaccia anche questo.*.*
dot: Sognare!!!??? Oddio speriamo tanto di riuscirci!!!!!!! A prestooo..lol.
ely_leyton:
Sìììììì Kris è una
grandissimaaaaaaaaaaaaaa!!! anche gelosa è dolce ma allo stesso
tempo un pò bitch. Fio ti invia i suoi saluti attravero me. E ti
dice..continua a seguirci..LOL!!!!
kiki_88:
Dici di non essere brava nelle recensioni??! La tua era bellissima.
Grazie di tutto l'appoggio. Sì, cercheremo di seguire una linea
di fatti reali o quanto meno verosimili. Anche se ovviamente la
gravidanza di Kris modifica e non poco la relatà visto che lei
non è incinta al momento *depressione* peccato però..*.*
*.* A prestooo...spero che 5 gg non siano stati troppi..lol
adry91
: Grazie, cerchiamo di essere più vicini possibile a come sono
loro due..o quanto meno a come appaiono a noi!! Grazie di tutto.
LOL.
sbrilluccica : ecco a te il seguito!! Spero sia buono come il primo..!!! *.* *.*
CAPITOLO 2 (FIORELLA)
SORPRESE
POV ROB
Accadde tutto troppo velocemente.
Un secondo prima ero lì che la fissavo interdetto mentre
divorava una forchettata dietro l’altra e l’attimo dopo ero
a terra, ad avere un incontro ravvicinato col pavimento.
Sperai che la botta mi risvegliasse da quel sogno, da quella realtà assurda, ma Kristen era ancora fuori di sé.
Doveva essere tutto vero.
“Rob…stai bene?”
chiese preoccupata e, allo stesso tempo, sbuffando mentre continuava
con nonchalance a mangiare quel che rimaneva di quelle povere frittelle.
“Sto..bene..” ansimai aggrappandomi al tavolo per ritornare su. “Anzi no…non sto affatto bene..”
Mi fissò preoccupata. “Cadere dalla sedia non è una cosa tanto normale…”
Ecco! Era assurda! Cosa avrei potuto risponderle in quel momento?
“No, sai cosa non è normale? Darmi una notizia del genere in questo modo!”.
Sospirò rumorosamente alzandosi dal tavolo e portando il piatto nel lavandino.
“E come avrei dovuto dirtelo?”
“Bèh tanto per cominciare…potevi dirmi di stare seduto..”
“Rob…eri seduto” disse ovvia.
“Intendevo sul pavimento..”
“Ma come potevo immaginare che cadessi dalla sedia?!” rispose isterica.
Non riuscivo nemmeno a trovare le parole per risponderle, per esprimere quello che sentivo. Non poteva essere vero.
“Quando avevi intenzione di
dirmelo?” ripresi serio. Chissà da quanto tempo lo
nascondeva? Settimane? Mesi? Mi sentii ferito al pensiero che fosse
capace di tenermi le cose nascoste. Credevo che tra noi non ci fossero
segreti.
“Te lo sto dicendo
adesso”. Il suo tono era decisamente seccato mentre, noncurante,
si dirigeva nel piccolo e accogliente salottino che quella casetta ci
riservava. Iniziò a camminare nervosamente senza un fine
preciso, spostando le cose qua e là per tenersi le mani
impegnate.
Ancora non riuscivo a credere alle sue parole.
Incinta. C’era una sola
spiegazione nel mio modesto vocabolario per quella parola, eppure mi
sembrava tutto ancora così assurdo. Forse stava solo scherzando.
Ecco spiegato il tutto! Doveva
essere uno scherzo. Scoppiai improvvisamente in una sonora risata
mentre quella nuova idea si faceva spazio dentro di me.
Kristen mi guardò perplessa.
“Mi fa piacere che la cosa ti diverta tanto..” Era notevolmente irritata.
Di tutta risposta continuai a
ridere. “Scusa amore..” ansimai avvicinandomi e attirandola
per i fianchi a me. “Non avevo capito che stessi scherzando,
credevo parlassi seriamente..”.
Riuscii finalmente a smettere di ridere e aprii gli occhi incontrando i suoi.
Duri. Freddi. Feriti.
Cazzo!
Cosa avevo fatto?
“Bè…questo la
dice lunga..”. Una lacrima le rigò il viso mentre sentii
il cuore sprofondare, abbattuto dalle mie stesse parole.
Che cazzo avevo fatto? Come avevo potuto?
“Kris..io..” sussurrai
alzando una mano per accarezzarle la guancia ma si scostò,
ritirandosi dalla mia presa.
“Vattene Rob..” mormorò chinando il capo e asciugandosi le lacrime con le mani.
“Amore, lasciami spiegare..”
“VATTENE!” urlò
prendendomi a pugni sul petto e costringendomi ad indietreggiare
finchè fui messo alla porta.
“Kris ti prego..”
“FUORI!” sbraitò in preda ai singhiozzi sbattendomi la porta in faccia.
Accostai leggermente l’orecchio al legno e la sentii accasciarsi e scoppiare in lacrime. Mi mancò l’aria.
La gola secca, le gambe che non riuscivano a muoversi. Ero davvero uno stronzo!
Alzai la mano per bussare, tentai
di chiamare il suo nome ma le parole mi si fermarono in gola e una
fitta percorse la mano, bloccandola a due centimetri dalla porta. Non
mi avrebbe mai aperto, non lo avrebbe fatto. Non dopo quello che avevo
fatto.
Avevo praticamente detto di non
volere quel…bambino. Almeno questo era quello che doveva aver
percepito dalle mie parole, quello che avevo letto nei suoi occhi.
L’avevo ferita. Ma… era semplicemente tutto così
inconcepibile per me. Diverse volte avevamo parlato di
“famiglia” ma mai eravamo arrivati a un punto preciso.
Quanto volte le avevo detto che avrei amato averne una con lei? Che
avrei voluto sposarla?
Come poteva credere che non lo desiderassi?
Era tutta colpa mia. Ero stato un
vero idiota. Ed ora ero lì contro la porta a sentirla piangere.
Mi si strinse il cuore. Non sopportavo di vederla soffrire e il
pensiero che fossi io a renderla tale mi tormentava ancora di
più. Tutto quello stress non era l’ideale, né per
lei né per il bambino.
Dio! Ne ero a conoscenza da
mezz’ora e già lo volevo, lo desideravo. Come avevo potuto
credere che stesse scherzando?
Avrei voluto entrare, stringerla a
me e dirle che andava tutto bene, che sarebbe andato tutto bene. Ma
sapevo che non sarebbe bastato, non sarebbe servito a convincerla.
Avrebbe pensato che fossero frasi di circostanza. Avrei dovuto pensare
ad altro per farmi perdonare, per farle capire quanto l’amavo e
quanto desideravo quel bambino.
POV KRIS
Rimasi lì, a terra, spalle
alla porta, a piangere tutte le lacrime che avevo in corpo, a piangere
l’anima, a piangere sulle sue parole che ancora mi rimbombavano
nella testa. Come aveva potuto farmi, dirmi una cosa simile?
Uno scherzo. Ecco cos’era per lui. Ed era rimasto così sollevato dalla sua falsa supposizione. Che bastardo!
E ora? Cosa avrei fatto ora? Non
potevo crescere un bambino da sola, non a diciannove anni. Non potevo
crescerlo senza suo padre.
Forse stavo esagerando, forse Rob
era semplicemente scioccato. Eppure non riuscivo a smettere di
piangere. Non riuscivo a immaginarmi un lieto fine.
Lui non lo voleva.
Questo era tutto quello a cui
riuscivo a pensare. Niente potè a distogliermi da quel pensiero
mentre, con la testa tra le braccia, continuavo a piangere.
D’un tratto sentii qualcosa risalire per lo stomaco e fermarsi alla gola.
Accidenti! Non era abbastanza il senso di solitudine! Ovviamente no!
La mattinata non era completa senza
un’altra bella crisi di vomito. Feci giusto in tempo ad arrivare
al water e vomitai quelle poche cose che ero riuscita a mangiare
prima. Vomitai anche l’anima.
Quanto avrei voluto Rob lì,
in quel momento, a reggermi i capelli e sostenermi come la mattina. Ma
lui non c’era, e non sapevo se ci sarebbe mai stato.
Meglio che ti ci abitui Kris.
Dio! Ma da quando ero così melodrammatica? Ah si! Da più o meno un’ora.
Sospirai distrutta accasciandomi
sul pavimento freddo del bagno per darmi sollievo. Rimasi lì per
terra a pancia in giù per un po’, finchè brividi di
freddo mi percorsero tutto il corpo. Pensai subito al bambino.
Chissà come stava. Forse aveva freddo anche lui, forse era
scomoda per lui quella posizione. Era diventato subito naturale per me
preoccuparmi di quell’essere che cresceva pian piano dentro di
me. A volte mi sentivo stupida. Quanto poteva sentir freddo un puntino
poco più grande di un fagiolo?
Eppure, non potevo farci niente. Ormai era parte di me. Era me ed era…Rob.
Mi rifiutai di pensare oltre a lui,
soprattutto col senso di nausea che aleggiava ancora intorno a me. Mi
alzai a fatica e, trascinandomi per casa, arrivai al letto e mi ci
buttai sopra, raggomitolandomi sotto le coperte per darmi calore.
Niente. Non volevo pensare a niente. Ma più cercavo di svuotare
la mente più le sue parole tornavano a colpirmi e martellarmi il
cuore. Nuove lacrime si accumularono sui miei occhi e non feci niente
per trattenerle. Cosa mi restava se non piangere?
Così le lasciai scorrere mentre gli occhi si chiudevano, distrutti.
Dlin dlon.
Fui svegliata dal suono antipatico
del campanello. Sprofondai la testa nel cuscino portandomi
automaticamente una mano alla pancia.
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Perfetto! Ora anche il campanello
era contro di me! Mi alzai dal letto dando un’occhiata
all’orologio. Wow! Erano le cinque del pomeriggio! Ma quanto
avevo dormito?! Doveva essere normale date le condizioni e considerando
che la notte prima non avevo praticamente chiuso occhio.
Mi avvicinai alla porta
terrorizzata da quello… da chi vi avrei trovato dietro. Non ero
pronta a vederlo. Non ora. Senza pensarci troppo però la aprii.
“Rob se sei venuto per…”. La mia voce incontrò il vuoto. Nessuno.
Feci per mettere il piede fuori
dalla porta ma fu bloccato da qualcosa. Abbassai lo sguardo e vidi un
mazzo di rose. Furbo il ragazzo. Credeva davvero che sarebbero bastate
quelle per farsi perdonare?
Farsi perdonare di cosa poi? Non
aveva colpa, aveva solo detto quello che pensava. Non lo voleva. E io
avrei dovuto vedermela da sola. Non avrei abbandonato il mio bambino.
Nonostante tutto mi chinai a
prendere i fiori e mi trovai tra le mani un foglio bianco. Solo un
indirizzo sopra. Ugualmente non avevo bisogno della firma per capire di
chi fosse.
Ah, quanto avrei voluto fumarmi una sigaretta!
Ma non potevo. Non più, almeno per i prossimi sette mesi.
Lo sconforto lasciò spazio
alla rabbia. Gettai i fiori sul pavimento e mi buttai di nuovo sul
letto, intenzionata a dormire almeno fino al giorno dopo. Non avevo
sonno, ma avrei chiuso gli occhi, non avrei pensato più a niente.
Più facile a dirsi che a farsi. Come potevo non pensare a niente? Non potevo.
Non andare Kris. È inutile. Ormai ha detto quello che pensa.
E se invece ti sbagliassi? Se fosse stato tutto un malinteso?
Angelo e diavolo si contendevano la
mia coscienza mentre io non sapevo a chi dare ascolto, non sapevo chi
poteva avere ragione. A chi credere? A cosa credere?
Non sapevo più niente. Forse
quelle parole erano state dettate dalla sorpresa, forse aveva sbagliato
ad esprimersi, forse avrebbe voluto spiegarmi. La possibilità
che volesse quel bambino mi invase con un filo di speranza, prima che
la realtà mi piombasse di nuovo addosso.
Chissà però…
magari lo voleva. Non lo sapevo più, l’unica cosa di cui
ero sicura era che non l’avrei mai scoperto se non l’avessi
visto.
Mi alzai dal letto sperando di non
avere i capogiri e infilai i primi jeans che trovai, gli stessi che
presto non mi sarebbero più entrati, maglia col cappuccio e
occhiali. Controllai velocemente l’indirizzo e, senza pensarci,
chiamai un taxi.
Ma dov’ero?
Il taxi mi lasciò sul ciglio della strada coperta di sabbia, a pochi metri dal mare.
Mi guardai attorno stranita. Ero stata altre volte a Venice Beach ma quella zona non l’avevo mai vista.
Esplorai il quartiere con gli occhi, ma non lo vidi. Rob non c’era.
Con il vuoto nello stomaco portai
una mano sulla pancia e iniziai già a sentire le lacrime
accumularsi per la delusione, per il dolore di sentirlo così
lontano in quel momento. Quanto lo avrei voluto vicino a me. Mi buttai
a sedere su una panchina con la testa tra le mani e le prime lacrime
iniziarono a rigarmi il viso.
D’un tratto sentii qualcuno avvicinarsi e una mano improvvisamente fu sotto il mio viso.
Alzai il volto bagnato e lo vidi.
Tutta la rabbia, tutto il dolore, tutta la delusione sparirono mentre
lentamente afferravo la sua mano. Volevo solo sentirlo con me, vicino.
Volevo solo piangere. Tirandomi su mi asciugò le lacrime con un
bacio e mi cinse i fianchi affondando il capo nel mio collo.
“Rob..” piansi più forte contro la sua camicia.
“Ssssh” sussurrò cullandomi dolcemente.
Restai stretta a lui versando tutte
le lacrime che avevo in corpo. Volevo godere della sua presenza prima
di sapere quello che aveva da dirmi, prima di sapere se avrei dovuto
affrontare tutto da sola.
“Amore mio..” sussurrò tra i miei capelli. “Mi dispiace così tanto..”
Quando fui abbastanza calma da non singhiozzare affannosamente mi scostò l afferrando il mio viso tra le sue mani.
“Mi
dispiace…così tanto..” ripetè. La sua
fronte, il suo viso erano tutti corrugati dal dolore, dalla sofferenza.
“Io ti amo..e voglio tutto di te. Voglio te e voglio questo
bambino!”. Nello stesso istante in cui l’ultima lacrima
rigò il mio viso, una gli scese dagli occhi accumulandosi sulla
sua bocca.
Come potevo non credergli? Come potevo aver dubitato di lui?
Mi si strinse il cuore, per la gioia, per la tristezza, per i ricordi di quella giornata. Per tutto.
Mi alzai sulle punte e
stringendogli le braccia al petto lo baciai lasciando che le mie labbra
assaporassero quella lacrima di dolorosa sincerità.
Finalmente un sorriso apparve sui
nostri volti, insieme. Ridendo mi prese di nuovo tra le sue braccia
portando la mia testa sul suo petto e baciandomi i capelli.
Mi sentii improvvisamente bene,
così completa. Non avrei dovuto temere più niente. Non
c’era più bisogno di parole. Tutto era stato perdonato,
tutto era stato chiarito. Tutto era perfetto.
Sarebbe andato tutto bene. Con lui al mio fianco sapevo di non essere sola, di non dover avere paura.
“Andiamo”
“Dove?” chiesi contro il suo petto.
Mi baciò un’ultima
volta i capelli e si staccò prendendomi per mano. “Non
crederai mica che pensassi che le rose sarebbero bastate..” disse
ovvio iniziando a incamminarsi verso il mare.
Solo allora mi resi conto di come stavo combinata. Ero inguardabile.
Jeans e maglietta mentre lui era impeccabile. Non avevo nemmeno messo un filo di trucco.
“Rob ma io sembro un
mostro..” protestai impuntando i piedi. Sbuffò
rumorosamente e si voltò verso di me.
“Però..un mostro davvero attraente..” sussurrò sorridendo sulle mie labbra.
Ero troppo infatuata dal suo respiro per rispondere.
“Amore..tu sei sempre
perfetta..” bisbigliò ancora indugiando sulle mi labbra e,
come se niente fosse ,riprese a camminare.
Ci togliemmo le scarpe per sentire
la sabbia sotto i piedi e continuammo a camminare finchè non
arrivammo a un ristorante a due passi dal mare.
Già morivo dalla vergogna a
presentarmi lì dentro conciata in quel modo, ma quando entrammo
vidi che non c’era nessuno.
Ci fecero accomodare in una piccola
saletta riservata, con luci soffuse, un piccolo caminetto acceso e un
pianoforte in un angolo da cui proveniva una dolcissima melodia.
Rob spostò la mia sedia da perfetto gentiluomo, baciandomi la mano prima di andare a sedersi.
“Hai fatto tutto tu?” chiesi incredula.
“Oh si…prenotare un ristorante è davvero difficile” disse ironico.
Sorrisi sfogliando il menu. Dopo il
pomeriggio passato a vomitare la nausea non mi aveva ancora abbandonato
e solo leggere tutti quei piatti mi dava il voltastomaco. Ma era stato
così carino ad organizzare quella serata per farsi
“perdonare” che cercai disperatamente qualcosa che non
fosse pesce e che non mi desse la nausea. Magari un’insalatina.
“Puoi anche non mangiare..” disse Rob notando, evidentemente, la smorfia sul mio volto.
Mi sentii un po’ in colpa per
sciupare tutto quel ben di Dio. “Oh..prenderò
un’insalata” dissi cercando di apparire convinta.
“Va tutto bene Kris, non c’è problema.”
“Scusami Rob”
piagnucolai. “E’ solo…questa nausea che non si
decide a passare..”. Sussurrando quelle parole mi resi conto che,
dopo tutto, non avevamo ancora parlato del bambino. Non apertamente
almeno. Non volevo essere io a fare la prima mossa.
Rob si alzò lentamente e venendomi vicino mi porse una mano. “Mi concede l’onore di questo ballo?”.
Non era quello che mi aspettavo, ma
accettai volentieri la sua mano con un sorriso e dondolando con lui
appoggiandomi al suo petto.
“Com’è Kris?” disse a un tratto mentre la musica invadeva la sala.
“Com’è cosa?”
“Com’è…sentirlo dentro? Cosa senti? Cosa…provi?”.
Rimasi sorpresa da quella domanda, ma allo stesso tempo sollevata. I miei pochi dubbi mi abbandonarono definitivamente.
“E’..strano. E’
come..sentirsi più grande, più completa. È sapere
che non sono mai sola..che c’è qualcun altro con me, che
siamo in due. È come essere due persone nello stesso tempo.
E’ come avere..te..dentro di me. Siamo noi due”. La mia
voce aveva iniziato a tremare mentre parlavo e riuscii a stento a
trattenere le lacrime.
“Deve
essere…bellissimo” sussurrò Rob emozionato e mi
trovai a sorridere contro il suo petto. Mi voltai e poggiai la mia
bocca sulla sua.
“Lo è..” bisbigliai sincera sulle sue labbra.
I suoi occhi brillarono di
felicità e facendomi rotare su me stessa mi portò con le
spalle contro il suo petto. Sentii la sua bocca sul mio collo e
intrecciò le nostre mani portandole sotto la mia maglietta
larga, a contatto con la mia pancia ancora piatta.
“Ti amo Kris” mi sussurrò all’orecchio accarezzando il mio ventre nudo.
Strofinai la testa contro la sua tremando al contatto. “Ti amo Rob”.
Finalmente potevo non pensare a
niente, finalmente tutto andava per il verso giusto. Tutto perfetto. Se
solo non ci fosse stato il vuoto nello stomaco all’improvviso
pensiero che presto sarebbe partito.
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Capitolo 3 *** Separazione ***
capitolo 3 ff
Ragazze!!!!!!!
Dopo cinque giorni siamo di nuovo quì a deliziarvi con una altro
meraviglioso capitolo!!! W la modestia...sì,
vabbè..è solo che voi ci state facendo un vero onore ad
apprezzare così tanto la nostra storia. Non credevamo possibile
che potesse avere tutto questo successo sin dall'inizio *.*
*.* davvero, grazie di tutto il sostegno e per le meravigliose
recensioni che ci lasciate. Sono veramente importanti, anzi
fondamentali =)))
Ed ora...vi rispondiamo singolarmente!!!
ely_leyton: Grazie mille Ely! Che strano leggerci qui sopra xD Siamo felici che la storia ti piaccia! Troppo buona come sempre *.*
crazyfred: haha! Grazie
tesoro! Non ti dico cosa abbiamo pensato appena abbiamo visto
“c***o”. Ehm.. sorvoliamo.. xD Mi sa che tutte vorrebbero
ballare un lento con lui! xD
simo1726: Simo! ^.^ Che bello sei anche qui! Allora mi perseguiti! xD haha.. scherzo ovviamente!
Però non mi sono ispirata a quelle foto.. perché l’ho scritto prima che uscissero! Hehe. Grazie!
piccolinainnamora: grazie mille! Siamo felici che ti piaccia! Muhamuha! Continua a seguirci! ^^
kiki_88: More! *.* Grazie mille a te! E meno male che dici sempre di non saper lasciare commenti! Sei favolosa!!!
Angelocustode_sere: Grazie mille! Continua a seguirci che il bello non è ancora iniziato! xD
garakame: Grazie! Speriamo che ti sia piaciuto anche questo capitolo! ^^
ariel7: Grazie mille Leti!
Poi quando ci darai una bella Isabellina fammi sapere se più o
meno è quello che si prova! xD a me ci vuole ancora tempo! xD
ledyang: … …. … senza parole.. -.-“
emmettina 1990: Grazie mille Luce! Siamo troppo feliciiiiii! Muhamuha.. mi raccomando recensisci! Hauahaua
Enris: J non c’è che dire.. è proprio bravo Robertino! *.* Contente che ti sia piaciuto! ^^
chi61: Grazie! Bè..
se ti fanno esaurire ora.. meglio non immaginare il seguito! xD siamo
appena all’inizio! xD ma noi siamo pro-Robsten convinte.. quindi
tranquille ^^
SeaOfLove: Ori! ^^ graaaaaaaaazie milleeeee! Hihi! Siamo commosse! *.*
yesido: hauahua! Mel.. tu e le tue minacce.. chissà da chi hai imparato! -.-“ hihi.. grazieee! E un bacioneee
shine_gr: moreeee *.* sei
qui! Grazie mille davvero! Siamo contente che la storia ti piaccia! *.*
questi due sono troppo belli.. praticamente si scrivono da solii! xD
hihi.. ti lovvissimo!
CAPITOLO 3 (claudia)
SEPARAZIONE
KRIS POV
"Amore.." iniziò a sussurrarmi una voce all'orecchio "Amore, alzati."
"Mmm" mugolai stiracchiandomi e affondando ancora di più la testa nel cuscino "No..."
Non volevo svegliarmi. Stavo
facendo un sogno bellissimo. Vedevo Rob camminare verso di me con un
fagottino in braccio; io mi avvicinavo sempre di più per
raggiungerli, perchè volevo vedere il nostro bambino ma...
"Kris...Kris svegliati"
Aprii gli occhi, facendo uno sforzo
immenso per lasciare il paradiso in cui mi ritrovavo e scoprii che...in
effetti il mio paradiso non era un sogno.
Era la realtà.
Rob mi sorrideva, il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Mi sollevai leggermente, piano
piano. Avevo capito che la mattina il mio stomaco era ancora più
delicato del solito e che l'unico modo per trattenere la colazione era
alzarmi dal letto con calma, senza troppa fretta.
Rob mi aiutò, sistemandomi
il cuscino dietro la schiena. Spostai lo sguardo al mio fianco e notai
un vassoio con sopra l'unica cosa che non mi desse la nausea a
quell'ora: lo yogurt.
Non potei fare a meno di avvertire
una fitta al cuore per l'emozione. Quello non ero solo un vasetto di
yogurt. Rappresentava Rob e tutto l'amore con cui si prendeva cura di
me, anzi...di noi.
Come se mi avesse letto nel
pensiero la mano del mio ragazzo volò a coprirmi la pancia. Le
sue labbra si posarono sulla mia fronte.
"Come state oggi?" domandò premuroso.
"Bene" risposi abbracciandolo.
Gettai un'occhiata al di là della sua spalla e, improvvisamente,
tutta la felicità che provavo in quel momento si sgretolò
come un castello di carte.
Valige. Tutte le nostre cose erano dentro a delle valige ora.
Era arrivato il giorno. Il giorno
per dire addio al nostro rifugio segreto, alla nostra vita da coppietta
qualunque e, cosa ancora peggiore, per...separarci.
Il solo pensiero che, entro poche
ore, io sarei stata a casa dei miei genitori e lui su un aereo diretto
a Londra con un intero oceano a dividerci mi fece sentire male.
"Kris tutto bene?"
Annuii abbassando il capo e fissando il copriletto.
Rob non me lo permise: mi fece alzare il mento e i miei occhi si scontrarono con i suoi.
"E' che per un attimo mi ero
scordata che era oggi...ecco tutto..." balbettai nel disperato
tentativo di non scoppiare in lacrime.
Lo sentii sospirare un attimo e poi
tirare fuori il cellulare dalla tasca dei jeans "Ci metto un attimo.
Adesso disdico il volo e..."
"No" lo interruppi "No, non voglio"
In realtà avrei voluto gettargli le braccia al collo e
implorarlo di comporre quel numero ma...ma sapevo che non lo
avrei fatto. Non avrei mai potuto.
Chiedergli di non passare il Natale
con i suoi genitori, con le sue sorelle sarebbe stato solo un atto di
egoismo. Vedevo quanto gli mancavano e volevo solamente che lui fosse
felice.
"Sono la tua famiglia Rob, e glielo hai promesso. Non puoi deluderli così"
"Anche voi siete la mia famiglia" disse "Tu e il bambino siete la mia priorità ora"
Presi un lungo respiro, cercando di
fare la cosa giusta "Sono solo pochi giorni, e i miei genitori si
prenderanno cura di me, specialmente quando scopriranno di star per
diventare nonni"
Tentai di abbozzare un sorriso ma
lui rimase serio. Abbassò il capo fino a posarlo sulla mia
pancia "Sapevo che separarmi da te sarebbe stato orribile ma, ora
che so di lui...Sapere di lasciarvi da soli è una cosa che non
riesco a sopportare."
Gli carezzai i capelli "Noi non saremo soli. Io ho lui, e lui ha me. Ce la caveremo, vedrai."
Sentivo gli occhi pungere per lo
sforzo di trattenere le lacrime. Ma non volevo piangere, non volevo
farlo sentire peggio di quanto già non stesse.
"Ho bisogno di una doccia" biascicai.
Rob si alzò da letto e dopo aver scostato le coperte mi prese in braccio, posandomi a terra molto lentamente.
Mi teneva ancora saldamente per la vita quando mi chiese: "Hai la nausea?"
Scossi il capo.
"Senti per caso un senso di vertigini o ti gira la testa?"
Lo fissai un pò confusa e,
malgrado l'angoscia per l'imminente separazione, non riuscii ad
impedire a me stessa di sogghignare.
Era così premuroso da quando gli avevo rivelato tutto sul bambino.
Si prendeva cura di me, attento ad
ogni dettaglio e ad ogni mio bisogno. Non mi sarei stupita più
di tanto se avesse iniziato a leggere libri sulla gravidanza ancora
prima di me.
"E' tutto ok, ce la faccio. Mi sento abbastanza in forze stamattina" lo rassicurai
"Va bene" rispose "Allora io porto giù le valigie e chiamo un taxi nel frattempo."
Annuii mesta dandogli un ultimo bacio ed entrando in bagno.
Fu piuttosto piacevole entrare
finalmente sotto il getto potente della doccia. In parte perchè
riuscii a riacquistare un pò di lucidità, e in parte
perchè potevo fingere che quella che scorreva sul mio viso fosse
solamente acqua, invece delle lacrime che non riuscivo a controllare.
Mi vestii lentamente, cercando di
far durare il più possibile il tempo che mi rimaneva da
trascorrere sotto lo stesso tetto di Rob.
Ma stavo solamente cercando di
rimandare l'inevitabile e, pochi minuti dopo, mi ritrovai mano nella
mano con lui sulla soglia di quello che per noi era stato una sorta di
rifugio dal mondo a cui eravamo abituati.
"Sapevamo che sarebbe finita prima o poi" dissi mentre entravamo nel taxi che ci avrebbe condotti all'aeroporto.
Sospirai, posando il capo sulla sua spalla.
Lui affondò le labbra tra i miei capelli. "Presto ne avremo una tutta nostra, te lo giuro"
Alzai lo sguardo meravigliata. "Sul serio?"
"Certo" rispose sorridendo "Ci servirà pure un posto dove crescere nostro figlio"
Ritornai ad accoccolarmi su di lui, cullata dalla dolcezza di quelle parole. Mi piaceva come suonava...nostro figlio.
Casa nostra...
Una vita nostra....insieme.
Dovetti sonnecchiare per un
pò perchè, quando aprii gli occhi, mi resi conto che
eravamo arrivati nel luogo che più temevo.
LAX. L'aeroporto di Los Angeles.
Cercai disperatamente di ignorare il nodo che mi si formò
proprio alla bocca dello stomaco. Inforcammo entrambi un paio di
occhiali scuri e uscimmo dalla macchina.
"Mi aspetti quì per favore, io ritorno subito" dissi al taxista.
Non so con precisione descrivere i minuti che seguirono. Rob mi guidava
tra la folla, tenendomi saldamente per mano. Sentivo che mi carezzava
il dorso con il pollice nel tentativo di farmi coraggio.
Avrei voluto avere la forza di parlargli, di dirgli qualcosa ma il fiato mi era rimasto bloccato in gola.
Mi ritrovai saldamente aggrappata al suo braccio mentre imbarcava il
suo bagaglio. Eravamo nella zona per la prima classe e c'erano
pochissime persone oltre a noi. Solamente alcuni uomini d'affari che
non ci prestavano attenzione.
"Kris" Rob mi chiamò, facendomi riscuotere dalla mia apatia "Kris...io devo andare..."
Aveva ragione.
Adesso lui avrebbe dovuto passare i metal detector e questo significava solo una cosa.
Dovevamo separarci.
Annuii, cercando di essere forte. Non dovevo, non volevo piangere.
"Passerà presto, te lo giuro" disse stringendomi al suo petto
"Presto verrai a Londra da me e staremo insieme. Non ti lascerò
mai più"
"Lo so" sospirai "Solo ...mi mancherai da impazzire"
"Anche tu" sorrise "Anzi, anche voi." Si chinò un poco, come a
prendere qualcosa dalla borsa, ma non capii quello che stava facendo
finchè non lo sentii parlare.
"Ehi piccolino, prenditi cura della mamma, ok?"sussurrò a pochi
centimetri dalla mia pancia "Mi fido di te per non farla essere
triste..."
Ritornò in piedi e prese il mio viso tra le mani "Non voglio vederti piangere, amore mio.."
Scossi il capo "No...no, non piango"
"Ti amo, vi amo" sussurrò guardandomi negli occhi.
"Anche noi, anche noi" lo assicurai.
Sapevamo cosa significavamo l'una per l'altro, non c'era altro da dire.
Rob sbuffò guardandosi intorno.
"Vai" lo incitai "Vai o perderai l'aereo."
Annuì e dopo avermi sfiorato le labbra con le sue , in un bacio carico di promesse, si allontanò.
Lo guardai camminare finchè potei, finchè i miei occhi furono in grado di scorgerlo.
Ma quando non fu più così mi sentii improvvisamente persa.
Ero circondata da migliaia di persone e non ero mai stata così sola in tutta la mia vita.
Anche se gli avevo promesso che non avrei pianto non potei impedire
alle lacrime di iniziare a scendere copiose lungo il mio viso.
Girai le spalle e feci qualche passo ma, improvvisamente, sentii di nuovo una voce chiamarmi.
La sua voce.
Non ebbi neppure il tempo di voltarmi che mi ritrovai nuovamente fra le sue braccia.
Mi ci aggrappai, come ad un'ancora di salvezza.
"Lo sapevo, lo sapevo che avresti pianto" sussurrò tremando "Come faccio...come faccio a lasciarti?"
Prese a baciarmi con foga il viso, asciugando con le sue labbra le mie lacrime.
"A casa starò meglio vedrai" balbettai mentre la voce mi si
spezzava "I miei fratelli...loro sapranno farmi ridere. Sono dei
buffoni lo sai..."
Mi scrutò sospettoso "Però mi giuri che non ti affaticherai?"
Annuii.
"E che lo dirai almeno a tua madre? Nel caso che tu ti senta male o..."
"Sì" lo bloccai prima che iniziasse con la serie di
raccomandazioni che già avevo sentito negli ultimi due giorni.
Sarebbe stato davvero un papà perfetto. "Farò tutto
quanto, ma tu ora vai"
Annuì sorridendomi e iniziando ad indietreggiare "Ti chiamerò tutti giorni, tutto il giorno..."
"Ci conto" sussurrai emozionata, mentre lo perdevo di nuovo tra la folla.
Ritornai a camminare uscendo nell'aria tiepida di Los Angeles. Entrai
nel taxi e mi abbandonai sul sedile posteriore, dopo aver dato
l'indirizzo di casa al tassista.
Casa...
Ma era davvero quella casa mia? Non potei fare a meno di pormi quella domanda.
Lo era stata. Lo era stata per tanti anni.
Eppure ora sentivo comunque un vuoto nel cuore.
Perchè la mia vera casa adesso non era a LA.
Era su un volo diretto dall'altra parte dell'oceano.
***************************************************+
Me ne stavo accoccolata sul letto di camera mia, giocherellando col cellulare. Non facevo nulla di particolare.
Mi limitavo ad osservare gli oggetti attorno a me. Tutte le cose che
avevo accumulato durante la mia infanzia e che mia madre non aveva mai
gettato, nonostante ora fossi grande.
I disegni che avevo fatto all'asilo, le barbie che i miei fratelli si
erano divertiti a decapitare, le conchiglie che raccoglievo sulla
spiaggia di Malibù.
E la cosa più strana era che, riguardare tutte quelle cose ora,
non mi procurava il senso di nostalgia che pensavo avrei provato.
Non riuscivo a provare nostalgia per il passato, non ora che l'unica
cosa che desideravo era vivere intensamente il presente ed occuparmi
del futuro.
Pensai che presto quella sarebbe stata la cameretta dove avrebbe
dormito il mio bimbo o bimba quando fosse venuto a trascorrere il week
end dai nonni. Si sarebbe ranicchiato nello stesso punto dove io mi
ranicchiavo da piccola, avrebbe usato i giochi un pò mal ridotti
che ancora erano ammucchiati nella cassapanca e...e sarebbe stato un
bimbo felice. Ed amato.
Io ero una mamma felice e, anche se giovane e un pò spaventata,pronta.
Mi sentivo pronta a dare a quella creaturina tutto l'amore di cui aveva bisogno.
Diedi una grattatina dietro alle orecchie alla mia gatta Jella,
acciambellata in fondo al letto e poi mi sistemai meglio le coperte in
modo da stare al caldo.
In quell'istante il telefono iniziò a vibrare.
"Ciao" risposi emozionata. Non avevo bisogno di guardare il display per sapere chi fosse a quell'ora della notte.
"Buon Natale, amore mio" La sua voce ancora leggermente arrochita per
il sonno fece schizzare la mia felicità alle stelle. Controllai
l'ora velocemente e mi resi conto che era davvero Natale. La mezzanotte
era passata da pochi minuti. Quindi a Londra dovevano essere
all'incirca le otto del mattino.
"Buon Natale anche a te" sussurrai piano. Sentivo il rumore della tv al
piano di sotto quindi, molto probabilmente, la mia famiglia era ancora
sveglia e non volevo rischiare che uno dei miei fratelli origliasse la
mia conversazione per poi prendermi in giro. "Che fai già
sveglio?"
"Beh, diciamo che mia madre mi ha assoldato come suo aiuto cuoco oggi.
D'altronde entrambe le mie sorelle sono negate perciò..."
Cercai di contenere le risa "Non sapevo che fossi anche una perfetta donna di casa"
"Oh sì" rispose "Sei riuscita ad impalmare l'uomo perfetto"
Dopo qualche attimo di silenzio lo sentii continuare "Ci pensi?"
"A cosa?" domandai curiosa.
"Che tra un anno saremo una vera famiglia noi tre. Con un albero di Natale tutto nostro in salotto..."
Sospirai, immaginandomi la scena. "Sai, a proposito del
bambino...domani glielo voglio dire. Ai miei genitori intendo. Saremo
tutti e sei insieme e mi sembra giusto ormai. Anche perchè
francamente temo che mia madre sospetti qualcosa. L'altro giorno non ho
mangiato quasi nulla per la nausea mentre oggi...beh, ho finito tutti
biscotti che aveva preparato e poi li ho vomitati"
"Mi dispiace di non essere lì con te quando lo farai" rispose serio.
"Non fa nulla" ridacchiai "e' meglio per te. Sennò avresti
dovuto affrontare l'ira di ben quattro uomini pronti a difendere il mio
onore..."
Ridemmo entrambi ma, improvvisamente, cacciai un urlo sentendo qualcosa di bagnato e ruvido toccarmi la faccia.
Ricaddi sollevata sui cuscini quando capii cos'era stato. O meglio, chi.
Minou.
"Kris, kris...va tutto bene?" la voce preoccupata di Rob arrivava forte dall'apparecchio.
"Sì" risposi cercando di fermare la corsa impazzita del mio cuore "E' stato solo il gatto "
"Kris allontanalo subito!"
Quasi mi prese nuovamente un infarto sentendolo strillare "Ma sei pazzo, perchè?"
"Guarda che i gatti portano malattie!"
"Rob " cercai di tranquillizzarlo "Jella vive in casa con noi. E' sterilizzata. Che malattie vuoi che si prenda?"
"Ma potrebbe avere le unghie sporche e graffiarti"
Uff. Quando ci si metteva aveva proprio la testa dura!
"Non mi ha mai graffiata in sette anni di vita. " sillabai ogni parola
per tranquillizzarlo "E comunque ora dorme sdraiata sulla mia pancia,
rilassati"
Capii immediatamente di aver commesso un grave errore.
Dall'altra parte solo silenzio.
"Ok" mi affrettai a dire "Adesso non tirerai fuori la storia che sta schiacciando il..."
"..Il bambino!" finì lui per me "Ho letto su internet che ora
dovrebbe essere grosso circa tre centimetri. E' piccino Kris e il gatto
peserà almeno quattro chili e..."
Scossi il capo sorridendo, lasciando che continuasse il suo monologo.
Era andato addirittura su internet...
Mi piaceva quel nuovo lato di lui che avevo appena scoperto: dolce, tenero, protettivo, da...da papà.
"Ok" lo interruppi "La sto mettendo sul tappeto, contento paparino?" lo presi in giro.
"Scusa" rispose "E' che sei lontana e dentro di te c'è una creaturina delicata. La nostra creaturina delicata..."
Chiusi gli occhi beandomi delle sue parole. Riusciva a scaldarmi il
cuore quando mi diceva quelle cose. Mi faceva sentire amata, protetta
al sicuro.
"No vedo l’ora che siate quì. così potrò prendermi cura di voi personalmente" continuò.
Mi raggomitolai sotto le coperte e non riuscii a contenere uno sbadiglio.
"Ora dormi Kris. E' tardissimo"
"D'accordo. Ti telefono domani appena l'ho detto ai miei"
"Ci conto" sussurrò "ehm...posso dargli la buonanotte?"
"A chi?" domandai senza capire
"Al bimbo...Poggia il telefono sulla pancia."
Alzando gli occhi al cielo feci come mi aveva detto e feci scivolare
l'oggettino sotto la maglietta. Dopo qualche secondo riportai il
cellulare all'orecchio.
"Conversazione interessante?" domandai ridendo.
"mmm..sì. Sai, cose padre figlio..Ti amo Kris"
"Ti amo anche io, amore. Buona notte." biascicai chiudendo la chiamata.
Mi accoccolai meglio su me stessa e in pochi secondi scivolai nell'incoscienza più totale.
...
...
"Ma quanto dorme?"
"E io che ne so. Svegliala!"
"E se poi mi picchia? Lei odia essere svegliata..."
"Tay ma sei scemo? Adesso sei il doppio di lei e hai paura?"
"Ma se sei tanto coraggioso svegliala tu, no?"
"Mmmm" mugolai spalancando gli occhi per tutto quel rumore "Che succede?"
Sapevo a chi appartenevano le voci. A quei rompiscatole dei miei fratelli, ovvio.
"Kris" iniziò Dana "Mamma ha detto di venire a chiamarti. E' quasi mezzogiorno"
Mezzogiorno? Ma quanto avevo dormito?
Questa gravidanza aveva scombussolato completamente il mio bioritmo.
Rotolai a pancia in giù "Ok" sbadigliai "Scendo subito..."
Non appena sentii la porta richiudersi mi alzai e avvertii una morsa
allo stomaco. Però questa volta non era la solita nausea.
Era più che altro ansia. Dovevo dirlo ai miei genitori.
Aprii l'armadio per scegliere qualcosa di appropriato all'occasione.
Non che io avessi paura della loro reazione. Erano sempre stati molto
aperti con me, specialmente mia madre,soltanto non volevo che si
preoccupassero.
Per la mia carriera, per il fatto che fossi troppo giovane.
Optai per un vestitino nero molto semplice e un paio di scarpe con un
pò di tacco. Avrei fatto felice la mamma visto che si lamentava
sempre delle mie all star.
Scesi al piano di sotto e vidi tutti già riuniti in salotto.
"Buon Natale a tutti gente" mi avvicinai e abbracciai mamma e papà.
"Buon Natale piccolina" Papà mi baciò la fronte e io
presi posto a tavola, dopo aver scompigliato i capelli a Tay. Sapevo
che lo odiava sin da quando era piccolo ma io mi divertivo a
fargli perdere le staffe.
"Buongiorno Sten!!!!" dissero i miei fratelli tutti e tre in coro.
Sten?????
Loro non mi avevano mai chiamato così.
Io ero Kris, Kris e basta.
Sicuramente stavano architettando qualcosa.
I miei sospetti furono confermati dal fatto che durante tutto il pranzo continuavano a chiamarmi con quel nome ridicolo.
"Sten, mi passi il sale?"
"Sten, vuoi un pò di pane?"
All'ennesima frase iniziata con la parola Sten, sbottai "Basta, io mi chiamo Kris!"
Cameron fissò Dana e poi Taylor. Mi scoppiarono a ridere in faccia tutti e tre.
Ok ora stavano davvero esagerando "Mi spiegate cos'è questa storia, per favore?"
"Beh" fu Cameron a prendere la parola "Ci sembra giusto chiamarti
così, ora. Tu non sei più Kris" Dicendolo si
poggiò le mani sul cuore con fare teatrale "Tu sei Sten, l'altra
parte di Rob. Ed insieme formate Robsten, la storia d’amore del
decennio!"
“Del decennio?” continuò Dana “Ma non essere assurdo. Vorrai dire del secolo come minimo! “
"Siete dei deficienti!" sbottai lanciando a Cam il tovagliolo "E io che
volevo darvi una bella notizia e voi siete tre idioti..."
"Ok ok ragazzi, basta!" mia madre arrestò con fermezza le loro risa "Kris tesoro, dicci la novità, su..."
Presi un bel respiro cercando di far sbollire il nervoso e mi alzai in
piedi "Ok, è una cosa importante. E bella, anzi no...bellissima"
“E’ un nuovo lavoro?” domandò mio padre “ti hanno offerto una nuova parte importante?”
Scossi il capo. “No, è qualcosa che riguarda me e…Rob.”
Mi fissarono tutti curiosi.
“Beh ecco…io e Rob ..avremo un
bambino.”Automaticamente mi portai una mano alla pancia
“sono incinta”
Mi ero aspettata quello che successe dopo.
Cinque bocche spalancate e silenzio per..
5, 4, 3, 2, 1.e…
“Oh mio Dio”
“Stai scherzando?!”
“Non ci posso credere…ecco perchè vomitavi sempre!”
Soltanto mia madre riuscì a mantenere il controllo. Mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio.
Aveva le lacrime agli occhi, come me “Sai avevo sospettato
qualcosa. Una madre certe cose le capisce la volo. Congratulazioni
mammina”
Mi lascia cullare per qualche minuto dalle sue braccia e quando tornai
a focalizzare l’attenzione sugli altri li trovai a fare dei
discorsi assurdi.
“Cioè..io sarò uno zio?” Cameron aveva la bocca ancora aperta “Io, a soli 25 anni?”
“Beh” mio padre si consolava con la birra “Io sarò un nonno? Un nonno capite?Sono vecchio!”
Alzai gli occhi al cielo. Che famiglia di pazzi…
In quel momento mi accorsi di Taylor che ritornava in sala da pranzo.
Non mi ero neppure accorta che era uscito. Reggeva in mano una palla da
football.
“Ehi kris! Se sei una mamma significa che ormai sei una vecchia
signora e le vecchie signore non riescono a fare una presa decente,
scommetto”
Ghignai. “Ah sì?…scommettiamo venti dollari”
Successe tutto in pochi secondi.
Tay lanciò la palla troppo in alto e dovetti saltare per afferrarla.
Purtroppo però non avevo calcolato una cosa fondamentale. I tacchi.
Sentii la caviglia cedere e, attraversata da una fitta di dolore, ebbi
a malapena il tempo di aggrapparmi al tavolo per non precipitare a
terra.
In un secondo mi ritrovai tutti quanti intorno.
“Kris come stai?” le braccia di mio padre mi aiutarono a mettermi in piedi “hai sbattuto la pancia o..”
Scossi il capo “No, no..però la caviglia fa male…”
E capii molto presto il perché.
Un’ora e tre borse del ghiaccio dopo era…enorme.
Era gonfiata in maniera spropositata raggiungendo le dimensioni di quella di un elefante.
Due ore dopo aveva anche uno strano colore tendente al blu e mio padre decise di portarmi in ospedale.
Non ero preoccupata. Il mio primo pensiero volava al bimbo, e sapevo con sicurezza che lui non correva rischi.
In pronto soccorso c’era poca gente e, fortunatamente, subito un dottore riuscì a visitarmi.
“Dovremmo fare una radiografia” mi disse tranquillo.
Scossi il capo “No..no. Sono alla ottava settimana di gestazione e..ho letto che è rischioso”
“Sarebbero rischi minimi, glielo assicuro.”
Scossi nuovamente il capo. Minimi ma c’erano. Il bambino veniva prima di tutto. Prima di me.
Riuscii a convincere il medico che si limitò a visitarmi.
“Penso che sia una semplice distorsione. E’ comunque meglio
fare una fasciatura stretta. Un po’ di giorni a riposo e
passerà, vedrà signorina”
Annuii e mentre mio padre sistemava i documenti per
l’assicurazione decisi di accendere il cellulare. L’avevo
spento appena entrata in ospedale ma ora sentivo una strana
sensazione…
Come un bisogno riaccenderlo.
Lo feci. E rimasi scioccata.
28 chiamate senza risposta.
1 di mia madre e…27 di Rob.
Oh mio Dio.
Decisi di chiamare prima a casa per tranquillizzare velocemente il
resto della famiglia e poi pensare con calma a Rob. Non poteva avere
saputo dell’incidente..non poteva. A meno che non avesse
telefonato a casa spaventato dal mio non rispondere al cellulare
e..
Non osavo neppure pensare a quell’ipotesi.
“Pronto mamma?” dissi rapida “sto bene era solo una slogatura”
La sentii sospirare di sollievo.
“Ti prego dimmi che non hai detto nulla a Rob…” dissi tenendo le dita incrociate.
“Ehm..veramente ha chiamato e io…beh, non sapevo che
dirgli e ho detto che eri in ospedale e poi lui ha riattaccato
e…”
Riattaccai immediatamente senza neppure salutare e composi il numero del mio ragazzo.
Rispose al primo squillo.
“Kris..amore che è successo? Tua madre ha parlato di un incidente? Il bambino..sei ferita..o..”
“No..no. Rob è tutto ok. Sto bene, stiamo bene. Solo una caviglia slogata..”
“No..non va bene. Lo sapevo che non starti accanto era un errore,
me lo sentivo io..” Percepivo degli strani rumori provenire
dall’apparecchio.
Ma che accidenti faceva?
“Ma cos’è questo casino?”
“Sto preparando la borsa..Torno subito da te…”
“No!” quasi strilla. Non volevo rovinargli il Natale per
un…un niente. Ci saremmo rivisti da lì a due giorni.
Potevo resistere. Dovevo resistere. ”Non farlo. Tra un paio di
giorni sarò da te. E non è successo nulla…ho solo
la caviglia un po’ gonfia”
Lo sentii sospirare per recuperare la calma “Mi giuri che non è grave?”
“Sììì” esclamai “e’ stata
tutta colpa mia. Ma il bimbo sta bene. Ti prometto che ora me ne vado a
casa, mi infilo a letto e ci sto fino a quando prendo l’aereo per
Londra.”
Sospirò di nuovo. Se lo conoscevo abbastanza era ancora combattuto dalla voglia di venire a prendermi immediatamente
“Non preoccuparti” sussurrai.
“Kris voi siete la mia vita è ovvio che mi preoccupi”. Mi si sciolse il cuore alle sue parole.
Un’infermiera però distrusse l’idillio del momento.
Mi lanciò un’occhiataccia indicando il cellulare.
“Ti devo lasciare” sussurrai rapida “Non posso parlare.Ti chiamo appena sono a casa…”
“…al sicuro” concluse per me.
Sbuffai ridendo “Ti amo” soffiai nella cornetta prima di riagganciare.
Non vedevo l’ora di rivederlo. Di riabbracciarlo. Di sussurrare sulle sue labbra quanto lo amassi.
Due giorni. Potevo resistere…e poi saremmo stati insieme finalmente.
Tutti e due insieme.
Anzi no, mi ritrovai a pensare con un sorriso. Tutti e tre.
Eh sì...come avete
potuto vedere in questo capitolo i nostri piccioncini sono
separati..sob sob. Ma non temete, se avrete fede nel loro amore sapete
già che tutto alla fine si aggiusterà.
Ehm...
Alla fine fine...
Forse...
Claudia e Fiorella annuiscono
tossicchiando nervosamente. Abbiate fede, noi siamo brave ragazze dal
cuore d'oro. Ciao a tutte e alla prossima. LOL
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Capitolo 4 *** Perchè non ne faccio mai una giusta? ***
giornata no.argg
Ragazze!!!!!!
che dirvi se non che siamo sempre più piacevolmente sorprese
dall'affetto con cui seguite la nostra piccola storiella??? *.*
Davvero..ci emozionate, sia voi sia le vostre splendide recensioni.
Grazie di tutto e finalmente per la vostra gioia.....ecco i due
innamorati riuniti!! Per tanto tanto amore in terra britannica!!!
Grazie ancora di tutto..siete le migliori!!
ely_leyton :grazie tesoro , si noi immaginiamo cosi rob, dolce e premuroso.
kiki_88 ;grazie a te
tesoro che ti emozioni con cio che leggi, per noi è importante
trasmettere queste emozioni, sono contenta che ti arrivino. Per quanto
riguarda robsten adesso staranno vicini vicini ah.
crista : grazie , si in questo capitolo di nuovo insieme per la tua felicita, in futuro vedremo AHAH.
Roxisnotdied: ross cess vuoi comandare ora?? anche se quella cessa ha fatto il fioretto non puoi farlo ahahah...
dai tutto andra per il meglio, te scrivi london, perche se lei non puo minacciarti, lo facciamo noi capito!!! U_U.
grazie tesoro per il sostegno.
crazyfred :non essere triste per robsten, ormai sono reali da piu di un anno, è meraviglioso saperli insieme.
e per la storia non preoccuparti, ora goditi questo capitolo, grazie da cloe e fio.
chi61 : grazie per il tuo sostegno, si rob noi lo immaginiamo cosi dolce anche nella realta, lui è troppo buono.
alla prossima..ancora grazie.
ledyang : omg...te e le
tue recensioni autocelebrative!! aahahah comunque grazie tesoro sei the
best. Grazie per l'affetto con cui ami la storia e soprattutto
noi...Ricordatelo in futuro quando la sadicità verrà
fuori...ehm..scherzavo, ovvio..ehm ehm...
Anto_Pattz : grazie
a te tesoro che continui a dare forza alla nostra storia , per noi
è importante, per adesso nella storia goditi il ritorno lol, in
futuro si vedra, ci conosci no, siamo sadiche ahahah , scherziamo lol.
piccolinainnamora: per il sesso del bambino noi abbiamo gia deciso, ma sara una sorpresa per tutte ahah, grazie a te.. continua a seguirci.
Lorena1992 :grazie a te, grazie per il tuo splendido commento, speriamo di esserne all'altezza anche nei prossimi.
yesido:oh ottima idea quella dei libri sulla gravidanza, grazie lol..
grazie anche che continui a seguirci con tanto entusiasmo..
per la questione minaccia, perche non fai un fioretto anche tu?? ahaha
SeaOfLove :infatti in questo capitolo si rivedono ah
per quanto riguarda rob noi lo vediamo cosi nella realta, dolce ,
premuroso, si preoccupa per tutto, sara un papà magnifico anche
nella realta, ne siamo certe.
Enris: grazie a te, si i fratelli di kris nella nostra storia sono veri comici.
ariel7 :nostra dolce
letizia ti fidi di noi?? allora non piangere... in questo capitolo
saranno di nuovo insieme, nel futuro si vedra.. ancora grazie tesoro.
dorel :grazie a te che leggi la nostra storia, ecco un nuovo capitolo.alla prossima..
CAPITOLO 4 (FIORELLA)
POSSIBILE CHE NON NE FACCIO MAI UNA GIUSTA?
ROB POV
“Rob! Vuoi calmarti o no?”
La voce di Lizzie mi giunse
lontana, come se non si trovasse nella stessa macchina, accanto a me.
Non riuscii ad ascoltarla. Continuavo a torturarmi le mani e a
gesticolare con il cellulare guardando l’orario ogni cinque
minuti. Londra non mi era mai sembrata così trafficata come
quella mattina. Mi sembrava di non arrivare mai, anche se ero ben
consapevole dell’anticipo con cui ci eravamo avviati.
Il suo aereo sarebbe atterrato tra
un’ora ma io non stavo più nella pelle. Non so quale
grazia divina mi aveva dato la forza di resistere quei quattro giorni
senza di lei, senza poterle accarezzare il ventre come avevo fatto ogni
sera nell’ultima settimana prima di partire. Avrei voluto restare
lì con lei, ma non me lo aveva permesso. Avevamo già
stabilito di passare il Natale con le famiglie e non mi avrebbe mai
permesso di stare lontano dalla mia, ma mi pentii subito di averlo
fatto. Come aveva potuto essere così incosciente? Non solo il
gatto sulla pancia, ma anche la caduta! Più ci pensavo
più mi torturavo le mani. Non avrei mai dovuto lasciarla.
Lizzie evidentemente disperata, mi prese le mani togliendomi l’unica fonte di distrazione.
“Se continui così, dalla tua Kris ci arrivi coi nervi a pezzi!”
Aveva ragione, ma lei non capiva.
Non sapeva e non poteva capire da cosa fosse dettato tutto il mio
nervosismo. Oltre ad essere preoccupato per lei e per il bambino ero
egoisticamente in astinenza. La volevo. Il mio corpo iniziava a tremare
automaticamente al solo pensiero che l’avrei presto rivista e
riavuta tra le mie braccia. Ormai era come una droga per me, starle
lontano mi nuoceva gravemente alla salute. Ne avevo bisogno, ne ero
dipendente e completamente assuefatto. Dio! Quanto la volevo.
“Fossi in te..mi calmerei..sarebbe un peccato se arrivassi a stasera senza forze..”
“Lizzie” sbuffai cogliendo il senso nascosto delle sue parole.
“Scusami..è solo che non vorrei che rimanessi a secco..” disse ammiccando.
“Bene..grazie mille per l’appoggio, ma ti preferivo quando stavi zitta e tranquilla..”
“Ma se io non sto mai zitta e tranquilla!”
“Ottimo motivo per iniziare!
È sempre buono provare qualcosa di nuovo..” dissi cercando
di zittirla, ma fu ovviamente inutile. Dopo due secondi riprese a
parlare e a darmi il tormento.
“Sai..non capisco cosa ci
trovino le ragazze in te. Cioè.. guardati.. sempre trasandato..
con queste camicie larghe.. i capelli spettinati..”
La guardai storto senza parlare e si limitò a regalarmi un sorriso ammiccante.
“Scherzo fratellinooo! Sai che ti adoro! E poi hai guadagnato punti scegliendo una ragazza come Kristen..”
“Oh, cielo! Ma non poteva venire Victoria?”
Ne frattempo mio padre assisteva al nostro dibattito e se la rideva divertito.
“Senti un po’..problema
più importante.. cosa hai intenzione di fare con la schiera di
ragazze appostate fuori casa?”
Ah già. Incredibile! Ancora
mi saltavano i nervi se ci pensavo. Una cinquantina di ragazze si erano
praticamente accampate fuori casa nostra il giorno dopo il mio arrivo,
e le mie sorelle erano riuscite appena in tempo a fermare mamma che
aveva già preparato termos con tè caldo da portare fuori
a tutte.
“Ma, povere ragazze! Fa freddo fuori!” aveva detto clemente.
Era uscita fuori di testa.
Letteralmente. Lizzie le si era parata davanti la porta impedendole il
passaggio mentre io e Victoria con abile gesto le avevamo portato il
vassoio via da mano. Solo quello ci mancava e non sarebbero andate
più via.
“Sfrutterò
l’entrata posteriore, finché non andranno via. In fondo
è Natale..dovranno pur stare con le loro famiglie prima o
poi..”
“Rob..non si sono fatte scrupoli il 25, secondo te si faranno problemi due giorni dopo?”
Non aveva tutti i torti, ma poco mi importava. Non saremmo rimasti lì a lungo. “Peggio per loro..” sussurrai.
“NO! peggio per me, vorrai
dire! Il mio facebook è intasato! Ho avuto 250 richieste di
amicizia in due giorni, tag su migliaia di foto, nonché auguri
di gente da tutto il mondo..”
“Uuuu poverina..che tragedia.” La presi in giro.
“Tu ridi! Guarda che è stressante!”
“Benvenuta nel mio mondo! Ecco perché non uso queste reti internet..”
“Bè, grazie tante. Tu sei libero e io mi becco le seccature..”
Non si rendeva nemmeno conto di quello che diceva. Se quelle per lei erano seccature, cosa avremmo dovuto dire io e Kristen?
“Scusa, ma perché accetti?”
“Non voglio mica fare la
parte della sorella snob e scostumata che se la tira solo perché
una sfilza di ragazze ti reputano, a mia totale incomprensione, il
ragazzo più bello del mondo.. Io ci tengo alla mia
immagine..”
Bene..dopo quella uscita avrei
anche potuto anche mandarla a quel paese ma non potei fare a meno di
sorridere della sua ingenuità e semplicità.
“Sei davvero assurda..” bisbigliai tornando a guardare l’orologio.
Arrivammo all’aeroporto
riuscendo ad entrare dall’entrata riservata ai VIP. Pensare che
nemmeno un anno fa non sapevo nemmeno che esistesse una simile
entrata/uscita. Non ce ne preoccupavamo per le premiere e spostamenti
di routine, ma in quei casi, era di vitale importanza. Non ce
l’avrei fatta a trattenermi e le foto di Kristen Stewart che
usciva dall’aeroporto di Londra mano nella mano con Robert
Pattinson avrebbero fatto il giro del mondo in pochissime ore.
Bene, ora ci toccava solo
aspettare. E io odiavo aspettare. Soprattutto in quei casi. Il tempo
sembrava non passare mai, come se quei quattro interminabili giorni si
fossero concentrati in quegli ultimi venti minuti.
Lizzie e mio padre gironzolavano per l’area esplorando i minimi angoli e attaccandosi alle vetrine di ogni negozio.
Girai un po’ anche io per
cercare di distrarmi osservando i pochi negozi d’elite che si
trovavano in quell’area.
Louis Vitton. Prada. Bendel. Gucci. Chanel.
Insomma. Tutti posti in cui ti
facevano pagare anche la carta dello scontrino. Avrei voluto comprare
qualcosa a Kris, un vestito, una borsa. Ma la conoscevo. Sapevo che non
le avrebbe fatto piacere, non come un paio di converse almeno. Era
quello uno dei motivi per cui l’amavo. La sua semplicità,
il suo essere sempre se stessa e mettere in mostra il suo fascino solo
in determinate occasioni. Eppure per me, era sempre uno schianto, che
stesse in jeans e camicia o in abito da sera. Lei era unica.
Infine, a un angolo, notai un
piccolo negozietto insolito in un aeroporto. Chissà, forse si
addiceva alla situazione. Sicuramente qualcosa da lì le avrebbe
fatto più piacere di un bauletto o un tubino che non avrebbe mai
messo.
Pensai inevitabilmente al piccolo.
Chissà se era cresciuto. Wow. Non poteva esserci domanda
più stupida di quella. Come poteva crescere in quattro giorni?
Che idiota. Mi ero anche documentato su internet, eppure non potevo
fare a meno di immaginarla diversa, come se quel piccolo che cresceva
in lei, la cambiasse minimamente ogni giorno. Ed era così. Per
quanto assurdo potesse essere, l’avevo vista cambiare, ogni
giorno il suo viso era più luminoso di quello precedente. Di
questo passo, al nono mese avrebbe riflesso di luce propria.
Il nono mese.
Più ci pensavo più mi
si stringeva il cuore al pensiero che di lì a sette mesi avrei
avuto nostro figlio tra le braccia. Nostro! Mio e suo. La vita era un
vero miracolo.
Finalmente, il suo volo fu annunciato e iniziai a sentire le farfalle nello stomaco.
Mi riunii a Lizzie e mio padre che
mi guardarono con un sorriso compiaciuto e rilassato, felici per me e
restammo in attesa, sperando che almeno la sua valigia fosse la prima
ad uscire e che non fosse troppo pesante. Ma conoscendola, si era
portata sicuramente il minimo indispensabile.
Dopo minuti che parvero
interminabili, e dopo gente che continuava ad uscire, finalmente la
vidi. Non appena i miei occhi si posarono sulla sua dolce figura, non
potei controllare le gambe che presero a camminare svelte verso di lei.
Alzò il viso in cerca del
mio e si illuminò in un sorriso quando mi vide. Fui da lei prima
che avesse il tempo di abbassare il capo e in meno di due secondi la
presi tra le braccia.
“Finalmente!” esclamai
girando su me stesso un paio di volte per poi metterla a terra
delicatamente. Presi il suo viso tra le mani e la baciai. Non potevo
più aspettare. Mi strinse le braccia al collo lasciandosi
trasportare dal bacio senza alcun pudore.
“Mi sei mancato da morire..” sussurrò sul mio collo abbracciandomi forte.
“Anche tu amore mio! anche
voi!” esclamai baciandole più volte la fronte, il naso e
di nuovo le labbra. “Come stai? Come ti senti? Va tutto bene? Sei
stanca?”
Le stavo facendo il terso grado, ma
era più forte di me. “Il bambino?” chiesi infine
portando una mia mano sulla sua pancia.
“Va tutto bene Rob, stiamo
benissimo” mi tranquillizzò. E quel poco bastò per
riportare le mie labbra alle sue.
“Non ti lascerò mai più. Sappilo. Non ce la faccio a stare lontano da te. Ho rischiato di impazzire!”
Mi rispose con un risolino e si staccò da me ricomponendosi.
“Kristen!” esclamò mio padre venendoci incontro dopo averci lasciato quell’attimo di privacy.
“Salve Richard! La trovo benissimo!” rispose mentre mio padre la abbracciava con affetto.
“Ah! Quante volte devo dirti di darmi del tu! Ormai sei di famiglia!”.
Non riuscivo a staccare gli occhi
dal mio amore, che rideva un po’ imbarazzata per poi passare ad
abbracciare Lizzie che le si era praticamente buttata addosso.
“Kris! Tesoro! Stai una
favola!” notò mia sorella. “Hai..fatto qualcosa ai
capelli? Non so..sembri diversa..raggiante!”.
Ci scambiammo un’occhiata di
intesa sorridendo dolci mentre notai la mano di Kris ferma sulla sua
pancia. Voleva dire così tanto per me qual gesto ora, lo avrei
notato in ogni situazione.
“Ehm..non saprei..” rispose Kris con l’aria di chi invece la sapeva lunga.
Intrecciai finalmente la mia mano con la sua mentre mio padre da gran cavaliere si occupava dei bagagli.
“Per te..” le dissi cacciando dalla tasca la rosa che le avevo preso poco prima.
Mi guardò con un sorriso
sorpreso e con gli occhi lucidi accettò lentamente la mia
offerta. Semplice, riservata e sincera. Come noi.
Solo quando iniziammo a incamminarci verso l’uscita notai che.. oddio…zoppicava!!!
“Amore! Stai zoppicando!!! Perché stai zoppicando?”
Mi guardò con aria colpevole.
“Avevi detto che non era
niente di grave!” ripresi abbassandomi per palpare dolcemente la
caviglia gonfia sotto le mani.
“Rob, non è niente di grave infatti..”
Scossi leggermente la testa
sospirando preoccupato. “Tesoro, ti prego. Devi stare più
attenta..” le sussurrai senza farci sentire. “Soprattutto
ora che siete in due”.
Annuì seria e mi diede un bacio per impedirmi di replicare.
“Ma dico io.. in venti anni
della tua vita non hai mai messo i tacchi se non per occasioni
particolari..ti sembrava il caso di iniziare adesso?!” la
rimproverai quando mi lasciò respirare.
“Era solo per far contenta la mamma..” borbottò mettendo su un finto broncio e facendo gli occhi dolci.
“Eh! No! inutile che fai così! Non mi incanti!”
“E daaaaaaai…”
Ma come facevo ad essere arrabbiato con lei? non potevo, soprattutto non ora. Mi limitai a sorriderle e baciarle le mani.
“Se prometti che starai
più attenta.. prometti Kristen! Io.. non riesco nemmeno a
pensare che vi capiti qualcosa..” la mia voce aveva iniziato a
tremare a quel pensiero.
Mi posò le mani sul viso
carezzandomi i capelli dietro la nuca e avvicinandosi sempre più
a me. “Lo prometto” bisbigliò. “Finché
sono con te, andrà tutto bene. Non ci succederà
niente”.
Sospirai di felicità
stringendola più forte a me e avvolgendola con le mie braccia
sprofondai il viso nel suo collo.
“Ti amo” bisbigliai e la sentii sorridere sulla mia guancia.
“Ehi, voi due. Non vorrei
interrompere.. ma se non ci muoviamo mamma farà fare una brutta
fine al tacchino..”.
“Mmm..sempre la solita rompiscatole..” mugugnai sulle labbra di Kristen che rideva divertita contro le mie.
Ci staccammo e prima che potesse protestare mi chinai e la presi in braccio.
“ROB!” urlò attaccandosi al mio collo.
Le regalai un sorriso maligno e compiaciuto.
“ROBERT THOMAS PATTINSON! METTIMI SUBITO GIU’!”
“Hai promesso..”
“Robert! Te lo dico per
l’ultima volta!” continuò abbassando il tono di voce
e parlandomi all’orecchio. “Mettimi giù o stanotte
te la fai in bianco..”.
Risi divertito. “Correrò il rischio.. mi spiace amore..devo prendermi cura di voi!”.
“Bè.. poi non dire che non te l’avevo detto..”
Sapeva che non avrei desistito e
poggiando il capo sulla mia spalla placò presto le proteste
mentre io imperterrito continuavo a camminare verso la macchina.
“Oddio! Guardatelo quiii!”
“Hahaha..ma è troppo buffoooo!”
“E qui inveceeee?! Mio dioooo!”
“Qui però è davvero orribile!”
“Qua si era fatto la pipì addosso!”
Il mio limite di sopportazione era
arrivato al massimo. Che le mie sorelle fossero due vipere lo sapevo
bene, eccome se lo sapevo bene, ma che anche mia madre e Kristen si
unissero alla comitiva non lo avrei mai immaginato. Per quanto ancora
sarebbero andate avanti a spulciare le mie foto da bambino?!
“Bene..quando avete finito di
prendervi gioco di me..fate un fischio” dissi indignato facendo
per alzarmi dal divano ma Kristen rapida mi bloccò per un
braccio e mi riportò giù accanto a lì.
“Dai..non fare il bambino!
Eri troppo carino” rise e mi diede un bacio sulla guancia. Mi
sciolsi come neve al sole e tornai a poggiare la mia mano sul suo
fianco avvolgendola da dietro. Pazienza. Avrei sopportato ancora un
po’ il loro beffarsi di me.
“Peccato che si è perso strada facendo..” scherzò Lizzie e le feci la linguaccia.
Ma ovviamente non era finita
lì. Sfogliare le foto divenne presto troppo monotono e mia madre
e zia Julie passarono agli aneddoti sulla mia infanzia, raccontando di
come le mie sorelle si divertissero a vestirmi da femmina e chiamarmi
Claudia, piccolo particolare che avrei evitato con piacere e che invece
non perdevano occasione per mettere in mezzo. Era un vero miracolo che
fossi cresciuto in modo normale. Ridevano tutti divertiti, i miei
genitori, le mie sorelle, gli zii che non vedevo da tanto tempo. Mi
aveva fatto davvero piacere rivederli, ma sospettavo che uno dei motivi
che li aveva spinti ad unirsi al pranzo era conoscere Kristen. La
famosa Kristen. Ormai per i miei era parte integrante della famiglia,
la consideravano già una figlia, ma il resto della famiglia, i
rami più lontani, erano ansiosi di conoscere la donna che
finalmente mi aveva messo la testa a posto, o forse me l’aveva
fatta perdere ancora di più.
Non ci fu bisogno di dire niente.
Kristen, come sempre, aveva sorpreso tutti. Vedere interviste, leggere
cose su di lei, sapere della sua vita non era niente in confronto ad
incontrarla e parlarle di persona. Lo avevo saputo bene la prima volta
che la vidi. Tutto quello che credevo di sapere su di lei era
amplificato all’ennesima potenza. Era una forza della natura e
nessuno poteva fare a meno di notare la donna eccezionale che era. A
volte mi dimenticavo che era poco più che una ragazza. Non aveva
ancora vent’anni e parlava come una donna di trenta. Ma come
faceva ad avere quella maturità? Chiunque potrebbe aver pensato
che fosse la gravidanza a renderla più saggia, ma lei invece era
sempre stata così. Sempre. A quattordici, a diciassette e a
vent’anni. Lei era semplicemente Kristen. La donna della mia
vita, la ragazza che mi aveva stregato il cuore due anni prima, la
madre di mio figlio.
Notai con estremo piacere che aveva
divorato tutto il pranzo e vederla ridere felice ora, mi riempiva il
cuore di gioia. Poco importava che fossi io l’oggetto delle
beffe.
“Aaaah era un vero monello da
piccolo! Quante me ne ha fatte passare!” sospirò mia
madre. “I bambini..così piccoli..poi
crescono..e…” non terminò la frase piena di
malinconia e sorrise guardando quell’album di foto.
Vidi Kristen sorriderle con affetto
e poi schiarirsi la voce “Ehm.. io.. noi.. vorremmo dirvi una
cosa..” disse prendendomi completamente alla sprovvista.
“Ora?” chiesi strabuzzando gli occhi.
Scrollò le spalle e con un movimento del capo mi incitò a proseguire.
“Oh..ok. ehm..bene”.
Non sapevo da dove iniziare. “Quello che vorremmo
dirvi..è.. una bella notizia..bellissima..”.
Osservai i visi eccitati di tutta
la mia famiglia, dalle mie sorelle, agli zii, infine ai miei genitori
che aspettavano trepidanti.
Kristen riprese la parola. “Sappiamo che siamo molto giovani.. e che non sarà del tutto facile però..”
La voce di Lizzie trillò per tutta la stanza più squillante che mai. “OH MIO DIO! SEI INCINTAAAA!”.
Kristen cacciò fuori un
respiro profondo e annuì leggermente col capo mordendosi le
labbra. Sembrava così fragile.
“Tesoro! È una notizia
stupenda!” esclamò mia madre abbracciando Kristen che era
sul divano accanto a lei e mi parve di vedere mio padre commuoversi e
sussurrare un debole “Congratulazioni” mentre con un
fazzolettino si tamponava gli occhi. Wow! Non lo avevo mai visto
emozionarsi così. In un secondo fummo invasi dagli abbracci e
Kristen si trovò letteralmente sommersa dalle mie sorelle.
“LO SAPEVO! LO SAPEVO! LO SAPEVOOOO!” urlò Lizzie.
“Scusa, ma come facevi a saperlo?” chiesi curioso stringendo forte la mano di Kristen.
“Ho origliato le tue telefonate” confessò senza farsi alcun tipo di problema.
“Grazie mille per la privacy..” dissi ironico. “Ma se lo sapevi, perché non hai detto niente?”
“Scusa Rob, ma era troppo
divertente vederti gironzolare nervoso in giro per casa..” disse
ridendo e Kristen si unì a lei.
“Povero amore mio..” sussurrò dandomi un bacio veloce sulle labbra. La strinsi più forte al petto.
“Perfetto!” urlarono
Lizzie e Vicky insieme. “Meno male che non me lo sono tenuto per
me.. Quando l’ho detto a Vicky siamo subito uscite a fare compere
e abbiamo preso un po’ di roba!” disse Lizzie entusiasta
piombandoci addosso con una marea di scatole e buste.
“Oddio, ma che avete combinato? Non dovevate” disse Kristen sorpresa almeno quanto me.
“Non è niente..”
disse Vicky sedendosi accanto a Kristen mentre Lizzie saltellava
ripetendo “Avrò un nipotino! Avrò un nipotino!
Avrò un nipotino!”.
Per quanto fossero due
rompiscatole, erano davvero adorabili. Avevano comprato giocattoli,
carillon, tutine e calzini minuscoli da poter cambiare in caso di
taglia sbagliata, e non potei fare a meno di ridere quando apparve una
bavetta con su scritto “ADORO LE MIE ZIE!”. Ma dove erano
riuscite a trovarla?!
Kristen emozionata come mai,
continuava a scartare i regali finché non si trovò tra le
mani un paio di scarpette rosse, minuscole, grandi abbastanza da farci
entrare solo due pollici. Le osservava commossa, mordendosi le labbra
per trattenere le lacrime.
“Grazie mille!” disse con gli occhi luci alzandosi per abbracciare le mie sorelle che ricambiarono con affetto.
Restammo ancora tutti in salotto
per un po’, rispondendo pazientemente alle domande di mia madre e
delle mie sorelle che eccitatissime vollero sapere tutto. Anche se a
due mesi di gravidanza, c’era ancora poco da sapere. Addirittura
volevano sapere il nome! Ma se non sapevamo nemmeno se era maschio o
femmina!
Quando il cielo iniziò a
scurire e l’euforia per la notizia diminuì un po’,
ci lasciarono un po’ soli.
“Direi che l’hanno presa bene” notò Kristen.
“Più che bene!” aggiunsi mentre le carezzavo i capelli con una mano e la pancia con l’altra.
“Sono felice” disse Kristen.
“Sono felice anche io”. Alzai il mento per baciarle le labbra quando ricordai una cosa.
“Uh! Anche io ho un regalo
per te! Bè, è sia per te che per lui in
realtà” dissi facendola alzare dolcemente da me e
porgendola la busta che era dietro al divano. “E’ una
sciocchezza..” aggiunsi notando già il suo sguardo
eccitato.
Aprì la busta lentamente
estraendo fuori il contenuto, ma il suo sorriso si stampò in uno
sguardo serio quando capì di cosa si trattava.
“E’ uno scherzo vero?” disse seria.
“Ti piacciono?” risposi
ammirando quei jeans pre-maman che non avevo potuto fare a meno di
comprare. Erano così teneri con quella fascia che avrebbe
circondato la sua pancia.
“Cos’è? Uno
strano modo per ricordarmi che presto sarò una balena e che non
riavrò mai più il mio fisico?!” disse d’un
tratto arrabbiata e nervosa.
Rimasi interdetto. “Ma no amore..che dici?”
“Sei un idiota Rob..”
sbottò buttando i jeans sul divano e lasciandomi da solo al buio
di quella stanza. Ma che avevo fatto di male? Possibile che non ne
facessi mai una giusta?
Decisi di andare fuori a fare una
passeggiata. O meglio.. passeggiare nel retro del giardino di casa.
Sarebbe stato sicuramente più sicuro. Che senso aveva restare
dentro? Kris si era rinchiusa in camera dalle mie sorelle e non mi
aveva parlato tutto il resto del pomeriggio, mentre io non sapevo che
cavolo avevo fatto. Mia madre mi aveva spiegato che per una donna
incinta, il prendere peso senza la sicurezza di tornare come prima
può essere una bella botta emotiva e probabilmente quei jeans
erano stati un attentato alla sua sensibilità, ma non
l’avevo di certo fatto intenzionalmente. Uff! che ne potevo
sapere io?! E dire che pensavo anche che le avrebbero fatto piacere.
Valle a capire le donne.
Restai fuori per un po’,
dondolandomi sul divano-altalena, finché non vidi la luce della
mia camera accendersi e spegnersi poco dopo.
Entrai in casa chiedendo di Kristen.
Mio padre mi sorrise comprensivo,
con l’aria di chi ci era già passato e mi aveva detto che
era stanca e aveva preferito andare a letto.
Cercando di non fare rumore, entrai
in camera e mi infilai sotto le coperte, in quel letto a una piazza e
mezzo in cui entravamo perfettamente.
“Sei ancora arrabbiata?” sussurrai allungandomi su di lei per vedere al buio se aveva gli occhi aperti.
“Si..” rispose voltandosi di fianco.
“Mi dispiace amore.. non volevo ferirti. Credimi!”
Non rispose.
“Non mi parli?” chiesi.
Ancora niente.
“Ti preeeeego. Perdonami!” dissi sincero.
Niente.
Bene. Dovevo passare alle maniere forti.
Mi leccai le labbra e presi a baciarle il braccio. La sentii rabbrividire.
“Eh no! non credere di farti perdonare così!”
“Mmm-mm” mugugnai risalendo sulla spalla. Non si tirava indietro ed era un buon segno. Stava per cedere.
“Però..così..non vale..” sospirò.
“Io dico di si..” bisbigliai mordendole l’orecchio.
“Sei..incredibile..e…sleale..”
Proseguii la mia opera scendendo sul collo mentre pregustavo già la vittoria.
E infatti, in preda ai brividi che
le stavo creando si voltò di scatto, unì le sue labbra
alle mie e le nostre lingue divennero una cosa sola.
Le sue mani divennero subito
esigenti, sbottonando esperte i bottoni. Nello stesso istante in cui mi
sfilai la camicia si privò della sua magliettina e le mie mani
furono subito sui suoi seni e la mia bocca al suo collo.
“Rob..” sospirò
mentre le sue mani ansiose mi slacciavano i pantaloni. La aiutai e
velocemente fui libero dagli indumenti.
Si mise sopra di me iniziando a
baciarmi il petto. E poca importava che i miei erano a qualche metro di
distanza. La volevo, la desideravo. Le mani avide furono nei miei boxer
pronte a sfilarmeli, quando un pensiero improvviso e del tutto
inaspettato, mi bloccò come un fulmine a ciel sereno.
“Kris aspetta..” bisbigliai fermando le sue mani.
“Cosa..?” sospirò sulla mia bocca.
“Aspetta” ripetei e si fermò.
“Io..non.. forse è
meglio di no.. Non me la sento..” confessai non riuscendo nemmeno
a capire da dove mi venisse la forza per dire quelle parole.
“Oh..” esclamò sorpresa.
“Ooooooh” ripeté
d’un tratto imbarazzata. “Ehm..uhmm.. d’accordo.. se
non te la senti..non importa.. Insomma.. è la prima volta
però.. non fa niente.. Una défiance può capitare a
tutti..” continuò mordendosi le labbra ed evitando il mio
sguardo.
Ma che diavolo aveva capito!?
“Kris ma che dici!?” esclamai quasi indignato.
“Non te la senti Rob. Va
bene, non preoccuparti. Certo, è un po’ un colpo per la
mia autostima, però davvero, non importa..”
“Ma che hai capito?! Non me la sento per il bambino! Non vorrei fargli del male!” risposi quasi indignato.
Mi guardò sorpresa. “Oh… aaaaaaaaaaaaaaah!” e prese a ridere come una scema.
“Sai, sono profondamente offeso dalle tue allusioni. Ti risulta che abbia mai fatto cilecca?!”
Di tutta risposta, continuò a ridere divertita dal malinteso. Assurdo! Come aveva potuto pensare una cosa simile! Mah!
“Scusa amore..” disse
tra una risata e l’altra. Quando si calmò tornò a
baciarmi il petto risalendo fino alla bocca.
“Però..andiamo.. non dirai sul serio? Che male può
fare un piccolo pesciolino?”
Oh mio dio!
“Scusa, potresti ripetere?” ripresi incredulo. “Se hai qualcosa da obiettare dillo subito!”
Continuò a ridere senza darmi una risposta.
“Ritira quello che hai detto!” dissi spostandomi sopra di lei.
“No!” mi sfidò.
“Ah..allora vuoi la guerra!” esultai iniziando a farle il solletico.
“Rob..ti prego..basta..non respiro..” diceva tra una risata e un’altra.
“Ritira quello che hai detto!”
“Rob..bastaaaa.. ti pregooo”
“Non mi fermo se non ritiri tutto.. e sostituisci squalo al posto di pesciolino” continuai torturandola a morte.
“D’accordo..d’accordo.. ritiro tutto..” disse nei brevi istanti in cui riusciva a respirare.
“Non mi basta..” continuai maligno.
“D’accordo.. è uno squalo..contento..?!”
La lasciai stare e tornando a respirare regolarmente mi rimise su di me ancora ridendo. “Il mio squalo..”
Bè, ora avevo voglia io di
prenderla un po’ in giro. “Parli tu poi..che hai due
bottoni al posto del seno..” dissi scherzando e continuai.
“Ma come fai ad aver creduto che.. insomma..so che eri abituata
ad altre prestazioni a fare l’amore con quella specie di
scimmia.. però credevo che con me fosse diverso..” dissi
mettendola sullo scherzo, anche se a pensarla con quell’essere
ancora mi ribolliva il sangue nelle vene.
D’un tratto divenne seria. I suoi occhi si spensero e abbassò il viso.
“Che succede?” chiesi preoccupato. “Ti senti male?”
Non rispose.
“Kristen?”
“Con Michael ci sono andata a
letto, ma ho fatto l’amore solo con te..” disse sospirando
triste e offesa e tornò a mettersi sul fianco, dandomi le spalle.
“Kristen..ma..”
“Buonanotte!” mi
freddò. E allora capii di essere stato uno stronzo. Lei mi
amava, mi aveva sempre amato e io avevo dubitato così tanto di
lei.
Ero davvero un’idiota. Chi l’avrebbe detto che quella sera sarei finito in bianco davvero?!
Era quasi tutto pronto. Almeno le
mie cose lo erano. Fortuna che non aveva svuotato quasi niente dalle
valigie. Sarebbe stato tutto molto più facile. Dopo la notte
completamente distanti, mi sentivo peggio della sera prima, ma contavo
di farmi perdonare subito. Se entro quella sera sarebbe stata ancora
distante, allora potevo iniziarmi a preoccupare seriamente.
Facendo avanti e dietro tra bagno e
camera da letto preparai le ultime cose quando la vidi aprire gli occhi
evidentemente disturbata dai miei rumori, e inarcarsi per scrocchiare
la schiena.
“Che succede?” bisbigliò con voce roca.
Mi parlava. Era un buon segno.. o
forse era semplicemente appena sveglia e non si rendeva conto di quella
che diceva. Bè, l’avrei scoperto presto.
“Prepara le valigie!” esclamai. “Si parte!”
“Cosa!? Per dove?”
“Il tuo vero regalo di Natale”.
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Capitolo 5 *** Peace and love ***
CAPITOLO 5 MIO
Ma
buongiorno!!!!!!! Dopo cinque giorni eccoci di nuovo qui con un nuovo
fantastico capitolo solo per voi. visto come siamo sempre puntuali come
un orologio? (Di questo dovete ringraziare solo Fio perchè se
fosse per cloe cullen leggereste una volta ogni due settimane =)). Lo
sappiamo che avete pensato tutte la stessa cosa...Rob ma come hai fatto
a essere così deficiente?Dovete capirlo lui è un
pò...un pò scemo a volte, un pò sbadato, un
pò stordito ma...ma non trovate che in fondo siano proprio
queste sue caratteristiche a renderlo così...totalmente
insostituibile? *.* *.* Okkkkk...siamo entrate in modalità
"adoriamo Robert"...addio per sempre.
Ok, fine momento adorazione.
Ragazzeeeeee...siete fantastiche!!! assolutamente, totalmente uniche!
Tutte queste recensioni, i preferiti e seguiti che aumentano..per noi
il vostro suppporto è fondamentale. Grazie di tutto.
Detto questo vi lasciamo alle risposte e poi al capitolo.
Forza Rob fatti perdonare e tira fuori le palle. ehmmm...in effetti in
questo capitolo le tirerà fuori...letteralmente. =) Cosa che mi
porta ad avvertirvi che il rating del capitolo si alza a rosso
a partire dal KRIS POV. Adesso che lo sapete però leggete tutto
dall'inizio e non correte alla parte zozza, che vi conosciamo...
=)))))))
ci si vede tra 5 giorni. Un beso chicas!!!
kiki_88 : tesoro grazie a te, è davvero bello per noi leggere i vostri commenti, ecco il nuovo capitolo alla prossima.
elviraj:
grazie a te, beh rob è rob, non ci sono termine per descriverlo
ahaha, noi lo vediamo cosi, goffo , timido, riservato, che cerca di
rendere felice la sua lei, dove si trova un uomo cosi?? vabbe
tralasciamo sta cosa.
per la tua domanda su michael, mi
sa che non segui molto robsten , sto michael è l'ex ragazzo di
kris, ci stava ai tempi di twilight, poi dopo lei lo ha lasciato per
rob...
nella nostra storia questo personaggio potrebbe causare danni ahah.
alla prossima.
Roxisnotdied :brava ross cess non puoi minacciare ahah...
si la scimmia deve fare sempre del suo, che ci vogliamo fare ahah....
eccoti il nuovo capitolo e mi raccomando scrivi london lol..
grazie mille ross cess...
yesido : noi questo mese di non minaccie lo vediamo come un miracolo, un po di pace!! ahah ora ci banna di sicuro lol..
tornando a te, grazie per il tuo sostegno,eccoti il capitolo nuovo, alla prossima mel..
crista :povero rob in che guaio si è cacciato lol...
Luna Renesmee Lilian Cullen :grazie a te tesoro, ecco il nuovo capitolo, alla prossima.
Nessie_06 : grazie a te per i tuoi complimenti, grazie ci fai commuovere, ecco il nuovo capitolo alla prossima.
chi61:oh
si rob è un coglione ahah, no dai nella nostra storia sara un
meraviglioso papà, noi lo vediamo come lo hai descritto tu,
tanto premuroso..
grazie.
SeaOfLove :ahahh pesciolino ahha, si una bella trovata secondo noi aha
grazie a te ..
ledyang
: grazie mogliettina!!!! Beh d'altronde si sa, noi siamo brave ma con
sti due scemi la storia si scrive quasi da sola!!! hihihihihi. Grazie
di tutto teso!! Goditi la dolciumeria e ricordati che mi vuoi
tanto tanto bene anche tra qualche capitolo...scherzo..sai che io sono
sempre buona !!! LOL
Anto_Pattz:tesoro in questi due giorni ci stai faccendo preoccupare, dove sei??
per quanto riguarda la tua
recensione, grazie mille anto, sei sempre gentile con noi e per finire
VIVA il calippo lol.. alla prossima
simo1726 : grazie a te tesoro, non preoccuparti!!
si secondo la nostra visione i
padri sono sempre goffi in queste circostanze e anche rob lo è
per noi lol.. eccoti il capitolo alla prossima.
ariel7 :oh tesoro tu adori noi e noi adoriamo te(anche la cessa ti adora ah), grazie tanto.. ecco il nuovo capitolo, alla prossima.
shine_gr : non preoccuparti tesoro, ora ti lascio la nuovo capitolo.
ely_leyton: il pesciolino sta diventando un cult ahah
grazie a te alla prossima...
Enris : si rob cattivo ahah, no dai voleva essere gentile con le due persone a cui tiene..
mah vedremo che accadra in seguito, ecco il nuovo capitolo e grazie..
capitolo 5 (claudia)
PEACE AND LOVE
ROB POV
Era ancora decisamente arrabbiata. Su questo, non c'erano dubbi.
Nonostante le avessi detto del vero regalo che avevo in serbo per
lei… per noi, il suo umore non era migliorato minimamente. Si
era limitata a farsi una doccia, vestirsi e poi chiudersi in camera di
mia sorella Lizzie per un'ora intera, finchè non era stata ora
di partire. E la cosa peggiore è che aveva fatto tutto questo
ignorandomi completamente.
Non un gesto, un saluto, uno sguardo...
Beh, non la potevo di certo biasimare.
Io Robert Thomas Pattinson ero un coglione.
Ma non un semplice coglione. Un coglione patentato.
In meno di 24 ore ero riuscito a fare tre enormi cavolate. Prima
l'avevo offesa facendole praticamente capire che sarebbe diventata una
balena.
Poi avevo fatto commenti poco carini sul suo seno. E infine, ultima ma
non per importanza, avevo avuto la brillante idea di tirare fuori il
suo ex.
Quello stupido scimmione di cui ero ancora geloso.
Sì, ero geloso. Me ne rendevo perfettamente conto.
Ero assurdo, ma immaginare lei con quello...mi faceva ribollire il
sangue, letteralmente. Sapere che lui l'aveva baciata, accarezzata e
addirittura...
Ma la cosa peggiore era che usava la tattica dell’amicizia per
essere ancora nella vita di Kris, e lei, ovviamente, non voleva
ferirlo. Ma io sapevo perfettamente che lui sperava ancora di avere una
chance.
Sbuffai così rumorosamente che la vecchietta che passava al mio fianco mi guardò storto.
Ok, dovevo cercare di darmi un controllo e ricordare che eravamo in
incognito su quel cavolo di traghetto diretto all'isola di Wight. E io
che mie ero sognato una traversata romantica abbracciato alla mia
ragazza guardando il mare.
Mai sogno era stato più lontano dalla realtà.
Io mi ero seduto dentro mentre lei era passata al mio fianco e si era diretta all'esterno, sul ponte.
Sul ponte e senza giubbotto per giunta. Era di spalle ora, guardando il
mare e la costa dell'isola avvicinarsi sempre di più.
Avevo cercato almeno venti volte in quella mezz'ora di andare fuori e
parlarle ma…ma ogni volta ero tornato sui miei passi. L'avevo
ferita, l'avevo offesa e ora forse aveva bisogno di stare un pò
sola per sbollire la rabbia. Forse ero proprio l'ultima persona che
voleva al suo fianco, pensai sentendo il mio cuore incrinarsi
pericolosamente.
Però lì al freddo…con in grembo il nostro
piccolino. Chissà se anche lui lo sentiva?Chissà se anche
lui provava le stesse emozioni di Kris, la stessa sofferenza?.
Strinsi i pugni inconsapevolmente.
Io dovevo proteggerli, dovevo renderli felici. Non causare solo...
Il flusso dei miei pensieri fu interrotto improvvisamente dalla vibrazione del telefono in tasca.
Lo presi e risposi senza neppure pensarci.
"Robert sei un grandissimo coglione" Evvai, oggi eravamo molti a pensare la stessa cosa.
"A cosa devo questa gentilezza Lizzie?" Francamente sentire lei e i suoi problemi non era una priorità oggi.
"E me lo chiedi anche?" sbraitò "Cioè..ma ti rendi conto
dei casini che combini? Lei porta in grembo tuo figlio e tu la fai solo
piangere! Perchè lo sai che stamattina ha pianto mentre mi
raccontava tutto?"
"Lizzie..mi sento uno schifo già da solo" brontolai
"E fai bene! Sei un idiota! Proprio mentre stavate per fare l'amore tu
la fai sentire inadeguata fisicamente! Per non parlare dei jeans che le
hai regalato, cioè...agghiacciante. Se fossi stato il mio
ragazzo ti avrei schiaffeggiato"
"Concordo in pieno!" Sentii la voce di Victoria soffocare quella di
Lizzie per un attimo. Ma che avevano fatto? Una riunione di famiglia
per decidere quanto mi fossi comportato da idiota? Ci mancava solo che
avessero coinvolto anche la mamma.
Non avevo fatto in tempo a pensarlo che avvertii un pò di
trambusto dall'altro capo dell'apparecchio e poi la voce di mia madre.
Perfetto.
"Signorino. Da te mi aspettavo più sensibilità. Che ti
è saltato in testa? Non fare soffrire quella ragazza o te la
vedrai con me, capito?"
"Sì sì.." sussurrai. Mi sentivo tanto un ragazzino di
dieci anni che veniva rimproverato per aver rubato la cioccolata.
"Robert" riprese seria "lei ha solo bisogno di essere rassicurata. Di
sapere che la ami. E' l'unica cosa che conta, ora. Va da lei e
diglielo, d'accordo?"
Non riuscii a trattenere un sorriso. La mamma era sempre stata
così saggia. Era la persona che mi capiva di più, che
sapeva consigliarmi quando mi sentivo perso o non sapevo cosa fare.
"D'accordo. Ti voglio bene mamma. Grazie di tutto."
"Di nulla tesoro."
"Ah mamma" mi ricordai di una cosa prima di riattaccare "Dì alle
due pazze di dimenticarsi del mio numero di cellulare almeno fino al
2010,per favore"
Ritornai ad osservare Kris e mi accorsi che era ancora dove l'avevo lasciata. Solo che ora...c'era un ragazzo vicino a lei.
Si sorridevano e parlavano tranquillamente.
Ma chi era?? Improvvisamente lui si sporse e le toccò il braccio.
Ma come si permetteva? Insomma, chi era questo idiota che andava in
giro a toccare le ragazze? A toccare la mia ragazza soprattutto...
Vidi Kris dire qualcosa e poi lui allontanarsi dopo averle sorriso di nuovo.
Che sfacciato.
In quell'istante l'autoparlante ci informò che saremmo
attraccati da lì a cinque minuti. Approfittai della cosa per
andare subito da lei. Dovevamo parlare, doveva ascoltare le mie scuse e
perdonarmi, se poteva. Mi incamminai veloce nell'aria fredda,
terrorizzato da una possibile reazione di Kris. Se mi avesse respinto?
Se non avesse voluto parlarmi? Che avrei fatto?
Avvertendo la brezza gelida proveniente dal mare mi sfilai il giubbotto
e, dopo aver preso un lungo respiro, lo posai sulle sue esili spalle.
Kris sobbalzò stupita da quel contatto e si voltò per
guardarmi. La sentii tirare su col naso e certamente, se non avesse
avuto un paio di occhiali scuri, avrei visto i suoi occhi rossi.
Sentii lo stomaco contorcersi dal dolore…l’avevo davvero ferita.
“Fa freddo” sussurrai.
“Grazie” rispose flebile infilando le braccia e
avvolgendosi nell’indumento troppo grande come a volersi
proteggere. “Mi piace il mare d’inverno…Ha un non so
che di poetico…quasi malinconico. Anche se tutti pensiate che
faccia tanto freddo…a me non sembra..”
“Tutti? Tutti chi?” domandai curioso.
“Prima è venuto un ragazzo. Mi ha chiesto se volevo una coperta o qualcosa di caldo e..”
“Patetico” le parole mi uscirono di bocca da sole
“cercare di abbordare una ragazza con la scusa del freddo. Certo
che anche tu potevi non sorridergli”
Si irrigidì all’istante aumentando la distanza fra noi.
“Senti non ho bisogno di essere osservata a vista. E poi
cos’è? Adesso nemmeno ti fidi di me oltre… a tutto
il resto?”
No non no! La conversazione non stava prendendo la piega che avevo
sperato. Certo che mi fidavo di lei. Come poteva pensare altrimenti?
Era del resto del genere maschile che non mi fidavo affatto.
Era ovvio.
Lei era attraente, simpatica, dolce…bellissima. Quello che dovevano capire è che era anche mia. Solo mia.
“Sai Robert?” continuò calcando la voce sul mio nome.
Sul mio nome per intero oltretutto. Niente abbreviazione. Niente nomignoli.
Era davvero furiosa. “Se tu avessi osservato meglio avresti visto
che indossava una felpa blu. E sai chi indossa le felpe blu? Il
personale di questo traghetto. E visto e considerato che trenta secondi
dopo ha rivolto le stesse domande anche ad una vecchietta di 85 anni
escluderei che stesse cercando di sedurmi. E scusami ancora se per
gentilezza sorrido alle persone quando mi rivolgono la
parola…”
“Kris” risposi mortificato sentendomi sprofondare dalla
vergogna “Io..non volevo dire che non mi fido di te… Io,
per quello che è successo ieri poi…”
“Senti” mi interruppe “Possiamo…possiamo
parlarne dopo per favore? Sono stanca, ho mal di testa e vorrei
davvero..scendere da questa barca..”
“Ok “ balbettai “Io prendo le valige”
“E io chiamo un taxi”. Si avviò verso la fila che le
persone stavano formando per scendere dal traghetto ancora prima che
avessi il tempo di darle un bacio sui capelli o anche solo
sfiorarglieli.
Non avevo migliorato nulla anzi, se possibile, avevo peggiorato tutto.
Che cosa avevo detto prima? Che in meno di 24 ore avevo fatto tre cazzate? Beh, ora le cazzate erano diventate 4. Incredibile.
Dovevo assolutamente trovare il modo di farmi perdonare. Di farle
dimenticare le parole assurde che mi erano uscite di bocca dal giorno
precedente. Di farle capire cosa significasse per me in ogni istante.
E forse avevo già qualcosa in mente.
Il taxi si fermò proprio di fronte alla casetta a pochi passi
dagli scogli. Mia madre aveva fatto decisamente un buon lavoro nel
trovarci quel posto. Intimo, appartato...era proprio quello di cui
avevamo bisogno.
Scendemmo entrambi dalla macchina insieme ai nostri scarsi bagagli.
Sentii Kris ispirare a pieni polmoni l'aria del mare e guardare
meravigliata la casa. Sembrava piacerle il posto.
"E' davvero...è davvero un posto ..non so, speciale." sussurrò "Come lo hai trovato?"
"E' stata mia madre in realtà. Le ho chiesto di cercare un luogo
un pò fuori mano e così..eccoci quì." risposi
tenendo le dita incrociate e ringraziando il cielo che almeno mi avesse
rivolto la parola.
Girai la chiave e ci ritrovammo in un ampio salone perfettamente
arredato. Per fortuna era praticamente tutto sistemato ed in ordine.
Per una volta benedissi i soldi e i vantaggi che ti potevano dare.
"Però non è un pò grande?" domandò.
"Beh..in effetti no." risposi rabbuiandomi "Purtroppo sono stato
così stupido da parlarne con Tom e lui si è autoinvitato
con gli altri...Scusa"
Lo avrei volentieri preso a calci a dirla tutta. Loro riuscivano a fare
casino e baldoria anche nei posti più impensabili e io ero stato
uno stupido ad accennare solamente alla cosa.
Vidi un tiepido sorriso aprirsi sul viso di Kris. "Non mi
dispiace...sai che li adoro. Sarà divertente passare il
capodanno insieme". Erano andati d'accordo sin da subito quel branco di
matti dei miei amici e Kris. Si divertivano, scherzavano e...e in
pochissimo tempo avevano legato come se si conoscessero da anni.
Probabilmente avevano capito che lei era la ragazza giusta per me. La
mia metà perfetta.
Kris si levò il mio giubbotto che ancora indossava e si
sdraiò sul divano, affondando il capo nel cuscino. Doveva essere
esausta poverina.
Quella notte non aveva di certo riposato bene e poi si era preso tutto il freddo del viaggio.
Mi chinai così da posarle un bacio sui capelli.
"Amore vado ad accendere il riscaldamento, d'accordo?"
Non rispose, limitandosi ad annuire , ma quanto meno non mi aveva
respinto quando le mie labbra avevano toccato il suo capo. Forse
dopotutto avevo una chance per farmi perdonare.
Rincuorato da quel pensiero mi diressi in cantina, cercando di fare il
più in fretta possibile. Ovviamente non fu così: diciamo
che capire il funzionamento degli oggetti tecnologici non era mai stata
una mia particolare abilità e ci misi 10 minuti buoni a regolare
il termostato alla temperatura giusta.
Risalii di corsa le scale, precipitandomi in salotto, ansioso di vedere come stesse Kris.
La ritrovai ancora stesa sul divano ma ora...si era addormentata.
Doveva avere cambiato posizione durante il sonno: se ne stava supina,
un braccio abbandonato sui cuscini, l'altro poggiato sul suo ventre,
come a volerlo proteggere.
Sorrisi alla mia dolce mammina.
Mi chinai al suo fianco, scostandole delicatamente i capelli che le
ricadevano sugli occhi e avvicinando il mio viso così da poter
sentire il suo respiro mescolarsi col mio. Era da troppe ore ormai che
non lo percepivo.
Era come una droga per me. Più ne avevo e più ne volevo.
Avevo il bisogno fisico di stringerla, di baciarla, di fare l'amore con lei..semplicemente di averla accanto.
Ma ora avevo rovinato tutto, dicendo una sciocchezza dietro l'altra e
facendola star male. Non meritava questo. Meritava molto di più.
Meritava di essere trattata come una principessa, di sentirsi una
principessa.
E io avevo un piano per farmi perdonare.
Un piano che prevedeva proprio che lei dormisse qualche ora. In questo mi aveva facilitato il compito.
Passai un braccio dietro la sua schiena e uno dietro alle sue ginocchia
e mi avviai al piano superiore. Fu piuttosto semplice trasportare Kris
fin dentro la camera da letto: era sempre stata uno scricciolo e
adesso, addormentata fra le mie braccia, mi fece un'enorme tenerezza.
Dovevo assolutamente far sì che prendesse qualche chilo, sia per
lei che per nostro figlio.
La adagiai con estrema delicatezza sulle lenzuola. Improvvisamente
però le sue dita si aggrapparono alla mia maglietta e le sue
labbra si schiusero pronunciando il mio nome.
Per un attimo temetti seriamente di averla svegliata, ma capii
che stava sognando quando parlò ancora. "Non...non ti
piaccio...non ti piaccio più"
Sentii il mio cuore spezzarsi.
Era questo che era arrivata a credere...a pensare.
Che non la trovassi più attraente. Una bestemmia praticamente.
Le sbottonai i jeans sfilandoglieli lentamente insieme alle scarpe e
poi la coprii col piumone in modo che stesse bene al caldo.
Posai un ultimo bacio sul suo capo prima di alzarmi ed uscire dalla porta.
Le avrei fatto cambiare idea. Le avrei dimostrato che era tutta la mia
vita ormai, anche a costo di camminare sui carboni ardenti. Ma forse,
se mi fossi impegnato, non sarebbe stato necessario.
Volai fuori di casa e feci una corsa al vicino supermercato che avevo
adocchiato mentre arrivavamo in taxi. Comprai velocemente tutto
l'occorrente per la cena e pagai passando, fortunatamente,
inosservato. Beh, probabilmente con gli occhiali scuri e il cappuccio
calato fin sugli occhi avevo quasi rischiato di passare per un
rapinatore ma non me ne curai.
Per le due ore successive il mio unico pensiero fu mettere insieme una cenetta speciale senza svegliarla. E ci riuscii.
Beh più o meno.
Temetti seriamente di aver fatto troppo rumore sia quando mi tagliai il
dito affettando la frutta, sia quando mi bruciai facendo fondere il
cioccolato, sia quando feci schizzare la panna montata sul soffitto.
Avevo posato il vassoio con tutto il cibo sul tavolino di fronte al
divano, e stavo proprio finendo di accendere il caminetto quando sentii
dei passi dietro di me.
Mi girai...e la vidi.
Dire che era bella sarebbe stata un'eresia.
Lei non era bella. Sembrava un angelo sceso direttamente dal paradiso.
Indossava semplicemente una mia camicia a righe troppo lunga per lei;
ma non abbastanza lunga da impedirmi di scorgere le sue gambe snelle e
il bacino coperto solo dalle coulotte nere. I miei occhi seguirono
inconsapevolmente il profilo del suo collo e della sua gola fino ad
arrivare lì dove purtroppo la stoffa mi impediva la visuale.
Mi mancò il respiro.
Scalza avanzò fino al divano, poggiando le mani sullo schienale.
"Ciao" sussurrò talmente a bassa voce che faticai a sentirla.
Non era a proprio agio e si vedeva chiaramente: continuava a
mordicchiarsi le labbra, teneva lo sguardo basso e si passava frenetica
le mani tra i capelli.
La conoscevo troppo bene, ormai. Conoscevo ogni più piccolo dettaglio del suo corpo, dei suoi gesti.
Finalmente si decise ad alzare lo sguardo e a mostrarmi i suoi occhi. E fu una pugnalata al cuore.
Le lacrime scendevano lente, bagnandole le guance e facendo sì che i capelli le si appiccicassero al volto.
Capii in quell'istante, come un'epifania improvvisa, che cosa dovessi
fare. Sapevo che cosa voleva, sapevo di che cosa aveva bisogno.
Di me.
In meno di un secondo fui al suo fianco e la strinsi forte.
Fortunatamente non mi respinse, anzi. Si aggrappò ancora di
più...come se fossi un'ancora per lei.
La sollevai tra le braccia e mi sedetti sul divano stringendola più che potevo al mio petto.
"Tesoro, non piangere" mormorai nel tentativo di tranquillizzarla.
Quelle parole però sembrarono soltanto farla stare peggio. Era
scossa da singhiozzi profondi, come se li stesse liberando dopo ore di
agonia.
"Kris, ti prego..va tutto bene"
"No. Non..è ..vero. Io..io non...non ti...piaccio"
riuscì a dire tra i singhiozzi "Tu non mi trovi
attraente...Pensi che..che .." Neppure riuscì a terminare la
frase, scossa da una nuova ondata di lacrime.
"Kris ..Kris. Scusami scusami. Era una stupida battuta. Io sono uno
stupido. Tu sei splendida, sei meravigliosa. Sei ben proporzionata e il
tuo è il seno più bello che abbia mai visto..te lo
assicuro.."
"Non..non è ..solo questo" sospirò cercando di trovare la
forza di parlare "Tra..tra poco ingrasserò e..e sarò
orribile.."
"Ma che dici? Amore sei incinta. Vedrai che sarai ancora più
bella con il pancione e..e comunque io ti amerò sempre. Non devi
mai dubitare di questo. Per me tu sarai la creatura più bella di
tutte...sempre"
"Davvero?'" balbettò guardandomi fisso.
"Ma certo" Come poteva dubitare di una cosa simile? Io l'avrei amata sempre e comunque, a prescindere da tutto.
"Però...però oggi eri arrabbiato con me.." sussurrò mentre altre lacrime scendevano dalle sue guance.
Non potei evitare di rimanere sorpreso.
Io arrabbiato con lei? Ma quando, come, perchè...?
"Tu credevi che pensassi ancora a...a ..Mike e..oggi ..pensavi che..che
stessi flirtando con quel tipo.." Altre calde lacrime mi inzupparono la
maglietta "Tu..tu mi odi. Stiamo per avere un bambino e mi odi..Tu non
ti fidi di me..."
Ok la situazione si stava aggravando sempre di più. Non era solo
arrabbiata. Quì c'era una vera e propria tempesta ormonale in
corso.
Ripensai all'improvviso alle parole di mia madre
Presi il suo viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi.
“Kristen, non voglio sentirti dire più queste
sciocchezze.”Affermai deciso “Io non potrei mai, mai
odiarti. Arriverei a detestare me stesso, la mia anima ma te…no,
non potrei.Tu sei la mia vita, la madre di mio figlio..il mio tutto.
Senza di te non riesco nemmeno a respirare…”
La vidi abbozzare un mezzo sorriso e così continuai “Io mi
fido di te. E’ che..tu sei talmente perfetta che ho paura che
qualcuno prima o poi ti porti via da me. E..e ammetto che a volte
dovrei accendere il cervello prima di parlare o agire. Comprarti quei
pantaloni è stato stupido e ti chiedo scusa… Ma quando li
ho visti lì non ho potuto fare a meno di pensare a te, a quanto
saremo orgogliosi di dire a tutti che dentro di te c’è
nostro figlio che cresce…”
“In realtà è stato un gesto premuroso”
sussurrò posando il capo sul mio petto “Ti preoccupi per
me, per questa gravidanza… Non sai quanto ti amo”
Posai le labbra sui suoi capelli e, in quell’istante sentii il suo stomaco gorgogliare.
Subito afferrai il vassoio e glielo misi sotto il naso. “Mangia.
Ho cucinato tutto il pomeriggio. Prendila come un’offerta di
pace.”
Finalmente, dopo tante ore, la sentii ridere. Afferrò una
fragola e la intinse nella ciotolina di cioccolata, mordicchiandola e
gustandola.
Solo in quel momento il mio cervello tornò a realizzare la
situazione in cui eravamo: lei a cavalcioni su di me con indosso solo
un paio di miseri slip e una camicia mezza sbottonata. I miei occhi
seguivano tutti i suoi movimenti: il modo in cui si leccava il dito
sporco di cioccolato, il modo in cui le sue labbra succhiavano la polpa
rossa della fragola.Mi stava deliberatamente provocando.
D’un tratto intinse un'altra fragola nella panna e me la passò sulle labbra. Scoppiò a ridere.
“Scusa..ti ho sporcato tutto” Avvicinò
pericolosamente il suo viso al mio e passò la sua lingua sul mio
labbro superiore, leccando via la panna.
Le sue mani si perdevano fra i miei capelli.
Sì, decisamente mi stava provocando.
Prima che potesse protestare mi alzai in piedi sempre tenendola in
braccio, le sue gambe allacciate al mio bacino. Mi diressi su per le
scale, verso la camera da letto.
Avrei saputo farmi perdonare anche per lo stupido comportamento della sera precedente.
Non appena fummo in camera la staccai da me, pronto a sfilarmi la maglia quando notai che sembrava in imbarazzo.
"Ehm..Rob, scusa. Io..ho ancora un pò di mal di testa e sono un pò stanca. Ti dispiace se dormiamo?"
Rimasi di sasso. Voleva dormire? Dopo avermi leccato la panna dalla bocca io pensavo che anche lei volesse...insomma...
"Scusa" continuò spalancando i suoi occhi verdi "Tu..tu volevi.."
"No" la bloccai subito, intenerito dal suo sguardo. Io volevo solo che
lei stesse bene e che fosse serena. Di certo non l'avrei forzata a fare
qualcosa che non si sentiva, tanto meno ora che aveva un bimbo in
grembo. "No Kris. Anche io sono stanco. Andiamo a dormire"
"Va bene" rispose sorridendomi "Vado un secondo in bagno e torno subito"
Premette le sue labbra leggere sulle mie prima di chiudersi dietro la porta.
Iniziai a spogliarmi pensieroso. Avevo letto che gli ormoni in
gravidanza causavano sbalzi d'umore non indifferenti e ora ne stavo
testando personalmente gli effetti.
Ma poi mi venne da sorridere. Se questo era il piccolo prezzo che avrei
dovuto pagare per tenere mio figlio tra le braccia, per formare una
famiglia con Kris lo avrei fatto. E anche molto volentieri.
Indossavo soltanto più i jeans quando sentii la porta alle mie spalle riaprirsi.
"Kris vieni a letto. E' piuttosto tardi e.." le parole mi morirono in gola quando mi volta e vidi quello che aveva addosso.
O meglio, che non aveva addosso.
KRIS POV
Aprii la porta leggermente imbarazzata da quello che mi ero messa
addosso. Insomma, non era proprio da me presentarmi con una cosa del
genere : slip e reggiseno in pizzo neri, entrambi molto...molto
trasparenti. Ma quello era il regalo di Natale per Rob, lo avevo deciso
già da qualche tempo, anche se ad essere pienamente sincera
avevo valutato l'opportunità di gettarlo nell'immondizia nelle
ore precedenti. Ma poi, quando si era scusato in modo così dolce
e avevo sentito tutta l'intensità e la verità della sue
parole,...era come se la giornata precedente fosse sparita, risucchiata
in un luogo che volevo dimenticare. E poi, forse, avevo un
tantino esagerato.
Sentivo che piano piano questa gravidanza mi stava cambiando. Mi
sentivo più fragile, più bisognosa di sentirmi amata, al
sicuro. Ma ero tranquilla. Rob sapeva amarmi come nessuno, sapeva
proteggermi come nessuno.
Lo vidi voltarsi verso di me e rimanere a bocca aperta.
Decisamente si era rassegnato ad andare in bianco anche stasera.
"Ma tu non avevi sonno?" domandò riprendendosi .
"Ehm..diciamo che mi è passato" lo stuzzicai "Mi proponi qualche valida alternativa?"
Si avvicinò veloce e in mezzo secondo mi ritrovai adagiata tra le lenzuola, con Rob poggiato su di me.
"Io un idea ce l'avrei in effetti" sussurrò roco al mio orecchio
prima di mordicchiare piano la mia pelle. Prima quella del collo, poi
quella delle spalle abbassando con i denti la spallina del reggiseno.
Sospirai, intrecciando le mani fra i suoi capelli e avvicinandolo di
più al mio patto. Sapeva sempre come mandarmi in estasi con un
solo bacio, una semplice carezza.
Sentii le sue mai scivolare sotto la mia schiena e slacciare il gancetto del reggiseno.
Volò ai piedi del letto.
Aprii gli occhi e lo trovai intento a fissare il mio corpo. Col dito
percorse la mia gola, le mie scapole, fino a tracciare il contorno del
mio seno.
Mi mordicchiai il labbro per soffocare un gemito.
"Sei bellissima" soffiò sulla mia guancia, scendendo lentamente "Adoro tutto di te."
Le sue parole mi carezzavano le orecchie mentre le sue labbra il mio corpo.
"Adoro la tua pelle" disse lambendo il mio petto.
"E adoro il tuo seno..." Vi posò sopra le labbra, assaporando piano.
"...e adoro la tua pancia dove cresce nostro figlio..." continuò
baciando il mio ombelico. Sorrisi emozionata alle sue parole.
"...e adoro il tuo sapore, e il tuo profumo..." disse mentre le labbra
si posarono sul mio interno coscia, succhiando piano. Mi aggrappai
forte ai suoi capelli.
"Rob…Rob ti prego non ce la faccio più" mugolai sotto il suo tocco.
La bocca de mio ragazzo fu nuovamente sul mio ventre. "Piccolino chiudi
gli occhi adesso perchè ho intenzione di mostrare alla mamma
quanto la amo"
Si staccò leggermente in modo da potersi spogliare e poi si
riposizionò su di me. Presto anche il mio ultimo indumento
intimo fu solo un ricordo sul pavimento.
Lo sentii entrare dentro di me piano, con estrema delicatezza.
Sicuramente una piccola parte del suo cervello aveva ancora paura di
fare male a me o al bimbo. Aprii gli occhi e lo vidi guardarmi fisso,
attento ad ogni mio gemito ,ad ogni mia più piccola espressione.
Gli carezzai la guancia come a volergli confermare che andava davvero
tutto bene e lui si rilassò al mio tocco. Entrò
più profondamente dentro di me facendomi boccheggiare alla
ricerca d'aria.
Non sarei mai riuscita a descrivere a parole quello che provavo in quel
momento. Mentre la sua voce sussurrava il mio nome, mentre le dita
delle nostre mani si intrecciavano sul cuscino, mentre ci fondevamo in
una cosa sola...
Ero felice. Davvero felice..come mai ero stata prima.
Ero pervasa dalla consapevolezza che ci appartenevamo. Che le nostre anime erano legate...in quel momento come mai prima.
Quelle sensazioni aumentarono ancora di più quando sentii il suo
corpo irrigidirsi e il scosso da migliaia di brividi impossibili da
controllare.
Ci ritrovammo avvinghiati a guardarci negli occhi sorridendo come due
idioti. Rob ribaltò le posizioni e mi strinse al suo petto,
avvolgendo entrambi nel lenzuolo, così che non prendessi freddo.
"Avevi ragione sai.." Rob fu il primo a parlare dopo alcuni minuti.
"Che vuoi dire?"
"Su quello che hai detto ieri. Che io ero l'unico con cui avessi mai
fatto l'amore. Anche per me è così. Quando siamo
insieme...è sempre una magia. Tu sei l'unica con cui abbia
provato queste cose. Sei l'amore della mia vita Kris"
Mi morsi il labbro per non rischiare di piangere "Lo so...è una
magia. E' il modo in cui abbiamo creato il nostro bambino.."
"Ti amo" posò le sue labbra bollenti sulle mie.
"Anche io ti amo" risposi maliziosa "Mio piccolo pesciolino.."
Le sue mani furono immediatamente sui miei fianchi "Pesciolino? Vuoi morire di solletico di nuovo?"
"No, no!" lo pregai ridendo "Volevo dire... mio forte ed enorme squalo"
"Molto meglio così"
"Sai a che pensavo?" domandai sistemandomi meglio a cavalcioni su di
lui "Che domani arrivano i ragazzi e quindi...avremo molta meno
intimità. Perciò forse è il caso che..ehm io
prosegua la mia battuta di pesca. .."
La sua bocca si posò sul mio collo
"Sai, penso sia un'ottima idea…" sussurrò roco mentre l'aria si riempiva nuovamente dei nostri sospiri.
Scusate, non eccello nello
scrivere scene hard..cerco sempre di non essere esplicita e puntare
sulla dolcezza. Quindi sono sicura che nessuna di voi è rimasta
scioccata xd....spero -.-
Un bacione e a presto!!!!!! =)))))
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Capitolo 6 *** Sorpesa, voglia e anno nuovo ***
capitolo napoli
Ragazze
ho poco tempo che se non posto al volo le lettrici trepidanti di
leggere ci ucidono. Grazie a tutte per il fantastico supporto che
continuate a regalarci =))) Godetevi questo fantastico capitolo di
fio..veramente bello ed emozionante...anche se il finale...vi
metterà un pò d'ansia secondo me. No, non siamo
sadiche..ma dovete capire...ci vuole suspence. bene, visto che starete
friggendo per leggere la storia vi lascio al capitolo!!! Un mega
abbraccio a tutte quante!!!
intanto rispondiamo alle recensioni (grazie fatina!)
kiki_88: grazie a te, si rob come diciamo sempre è un coglione ma allo stesso tempo tanto buono e innamorato di kristen...
per quanto riguarda il nostro postare in modo regolare speriamo di mantenere il ritmo..
alla prossima...
ariel7
: o.o tesoro grazie, sei troppo buona con noi, strano se pensiamo al
tuo nome , dovresti essere una tiranna, invece sei la nostra adorata
letizia..
eccoti il capitolo e ancora grazie.
Roxisnotdied : ross hai sempre cosi poca fiducia in noi, abbi fede ahahahah..
u_u una cosa quando ti decidi a scrivere?? stiamo aspettando ah..
ps: grazie di tutto tesoro..
chi61 :grazie te, si cerchiamo di renderla leggera ma allo stesso tempo originale e fatta di colpi di scena ...
eccoti il nuovo capitolo alla prossima...
Nessie_06
: grazie che ci riempi di tutti questi complimenti, per quanto riguarda
la regolarita nel postare, l'uni ci sta massacrando, quindi speriamo di
mantenere il ritmo, eccoti il capitolo tesoro, cercheremo di leggere la
tua ff...
frate87 : grazie a te, si viva robsten sempre..
ledyang:
vi venero nella mia vanitosità...bella frase..da citazione xd
hihihihi. Letii sai qnt ti adoriamo anche noi...e grazie per il lavoro
segretaria fatina buona...se continui così ci toccherà
pagarti lo stipendio!!!
Crazy_La: ahah lara sei sempre cosi divertente, ci fa piacere che ti piaccia la storia, eccoti il nuovo capitolo alla prossima..
yesido: grazie mel, si dopo 4 giorni abbiamo postato, speriamo di mantenere questo ritmo, eccoti il capitolo...
dorel : o.o terva volta?? grazie tesoro sei troppo buona con noi, eccoti il capitolo..
piccolinainnamora : ahha robsten bollino rosso ahahha,
omg povero marito ah...
SeaOfLove: ah sto club del calippo sta diventando una moda ah, beh ormai ci siamo tutte abbonate al club, viva il calippo..
grazie di cuore tesoro eccoti il capitolo..
elviraj :si robsten fanno sognare, noi li amiamo molto , siamo contente che stiano insieme nella realta, sono perfetti insieme...
dopo questa premessa su robsten ti lascio leggere il capitolo alla prossima!!
Luna Renesmee Lilian Cullen: grazie a te, ci fa piacere che la storia ti sia d'aiuto con l'umore ah, eccoti il capitolo...
lampra : grazie, eccoti il seguito alla prossima..
CAPITOLO 6(FIO)
SORPRESA, VOGLIA E ANNO NUOVO
POV Kristen
I raggi tiepidi del sole mi
colpirono la schiena nuda e socchiusi gli occhi ancora troppo poco
abituati alla luce che, leggera, entrava dalla finestra. Avrei voluto
continuare a dormire ancora un po’, ma un contatto mi
solleticò la schiena creandomi brividi di piacere e rendendomi
impossibile “concentrarmi” sul sonno che non volevo
abbandonare. Cercai di far finta di niente mentre le sue dita
continuavano a percorrere indisturbate la mia schiena su e giù,
le mie braccia, il mio collo. Infine vinta dalla pelle d’oca e
dalla voglia che mi stava scatenando voltai il viso ancora sul cuscino
e aprendo leggermente gli occhi lo vidi, leggermente eretto, appoggiato
alla testiera del letto, con un sorriso dolce e sincero sul viso.
“Buongiorno..” sussurrai con voce roca.
“Buongiorno amore
mio..” rispose baciandomi la fronte e passando ad accarezzarmi i
capelli. Mi sentivo così amata con quei semplici gesti, non si
rendeva conto di quello che mi regalava con tutta quella
semplicità.
Mi fece segno di mettermi su insieme a lui e aggiustandomi mi sistemai sul suo petto circondandolo col braccio libero.
Mi abbracciò portando subito una mano sotto le coperte, sul mio stomaco che brontolò senza farsi scrupoli.
“Mi sa che questo piccolino ha fame” disse aprendosi in un sorriso un po’ preoccupato.
Sorrisi imbarazzata. “Mi sa di si..”
“Andiamo a fare
colazione..” esclamò pieno di entusiasmo per il mio
appetito, ma lo bloccai prima che potesse alzarsi.
“Stiamo ancora un po’ qui” sussurrai inchiodandolo al letto.
“Kristen” disse con tono ammonitore guardandomi negli occhi.
“Robert” risposi con lo stesso tono per scherzare.
“Devi mangiare qualcosa.. Non hai mangiato niente ieri sera..”
“Bè.. è colpa
tua. Mi hai.. distratta..” sorrisi maliziosamente lasciandogli un
bacio sul petto, poi un altro, e un altro ancora.
“Ah..colpa mia? Che
coraggio!” disse gemendo di piacere. Sapevo che lo stavo facendo
eccitare, e non chiedevo di meglio.
Spostando le coperte mi portai
sopra di lui e stendendomi sul suo petto gli baciai il collo per poi
passare a setacciare lentamente la sua gola con la lingua.
“Kris.. sei..
scorretta..” disse mentre le sue mani furono subito sulla mia
schiena per avvicinarmi di più a lui. Affondò le dita
nella mia pelle cercando avidamente la mia bocca. Gliene offrii un
po’ prima di parlare di nuovo.
“Sempre colpa tua..scateni la
perversione che è in me..” mugugnai cercando di essere
sensuale e continuando a strusciarmi sul suo corpo.
“Kristen..” gemette. Lo
stavo perdendo, e stavo vincendo. Presto sarebbe stato mio di nuovo.
Sapevo che non poteva resistermi quando facevo così. Ma invece,
mi sbagliavo.
Con le braccia mi avvicinò a
lui circondandomi bene e con un movimento assurdo e veloce
riuscì a mettersi in piedi con me tra le sue braccia e le gambe
intrecciate al suo bacino.
Lo guardai stupita e un po’ delusa.
“Inutile che mi guardi
così! Dio solo sa chi mi da la forza di resisterti..sei..
così…” non terminò la frase mentre lo
guardavo compiaciuta.
“Così?” lo incitai a proseguire.
“Così… testarda! Devi mangiare prima, altrimenti sciopero!”
“Oh, povero pesciolino..
Torna a casa tutto solo?!” lo presi in giro mettendo su un finto
broncio. Cacciò fuori un respiro profondo e anche divertito dal
nuovo tormentone.
“Farò finta di non
aver sentito, solo perché non voglio che questo bimbo crepi di
solletico insieme a te..”
Risi divertita e ancora un
po’ incredula per quelle parole. Sentirlo parlare del bambino mi
metteva sempre di buon umore. Rendeva tutto più reale e
semplice. “Tranquillo.. se non gli è successo niente
stanotte.. può sopravvivere a tutto” ammiccai ripensando
alla notte passata. Mi guardò estasiato baciandomi dolcemente le
labbra.
“Davvero Kristen. Devi ricordare che ora devi mangiare per due..”
“D’accordo!” acconsentii infine commossa dal modo in cui si preoccupava tanto per me.
“Ti preparo qualcosa..”
disse mentre scendevo dal suo corpo e indossavo la sua camicia del
giorno prima. Mi piaceva mettere i suoi vestiti.
“Tranquillo. Hai cucinato
ieri, è avanzata tanta roba. Vai a farti una doccia e io nel
frattempo mi riempio come una balena..” dissi calcando la parola
balena.
Non se lo lasciò sfuggire e soffocò un ghigno.
“Vieni qui..”
sussurrò portando di nuovo il mio corpo a contatto col suo
ancora nudo. Senza fretta mi baciò dolcemente le labbra e infine
si decise ad andare in bagno.
Fui io stessa a sorprendermi della
fame che avevo e che avevo soffocato negli ultimi giorni. Nel giro di
un quarto d’ora fui capace di mangiare di tutto: latte, biscotti,
pan cakes, cioccolata, frutta, nonché due uova al tegamino. Se
non avessi saputo che ero incinta mi sarei preoccupata seriamente.
Avevo finito di mangiare e lavare i
piatti ma lui era ancora sotto la doccia. Sapevo che gli piaceva
passare il tempo sotto il getto dell’acqua senza pensare a nulla,
ma io non avevo nulla da fare, e in fondo una doccia serviva anche a me.
Senza farmi sentire entrai
lentamente nel bagno mentre lui cantava sotto la doccia. Sbottonai la
camicia lasciando che scivolasse via e con un movimento impercettibile
aprii l’anta della doccia. Si voltò a guardarmi stupito,
ma prima che potesse farmi la predica per farmi una doccia subito dopo
mangiato, mi avvinghiai e lo baciai senza dargli il tempo di respirare.
Ricambiò il bacio ansante, muovendo le mani sul mio corpo.
L’acqua calda scorreva sui
nostri corpi a contatto creandomi brividi di piacere non indifferenti.
Sentii il suo corpo premere contro il mio, in cerca di contatto e non
potei fare a meno di accontentarlo.
“Credevo di essere stato chiaro..” sussurrò sul mio collo dopo avermi messo l’accappatoio.
“Ho mangiato..” replicai lasciando che mi abbracciasse da dietro.
“Sarà meglio per
te..” disse con un velo di falsa malignità.
“..altrimenti..” la sua voce si trasformò in un
ghigno mentre le sue labbra passarono a mordermi l’orecchio e le
sue mani iniziarono a solleticarmi i fianchi.
“Rob..no.. non ti
permettere..” riuscii a dire soffocando una risata, ma lui
continuò imperterrito la sua opera.
“Rob! Smettila!” urlai
scoppiando a ridere e riuscii a svincolarmi dalle sue braccia scappando
in camera da letto. Me lo trovai dietro in un attimo e in un secondo
fui sul letto e lui sopra di me.
“Ti amo Kristen..”
sussurrò guardandomi negli occhi facendomi sciogliere e
levandomi anche la capacità di potergli rispondere.
“Scusami se sono un po’ assillante su questa storia, ma..
Voglio solo assicurarmi che vada tutto bene.. se penso che presto, o
che anche ora, siamo in.. tre. Non lo so.. io.. io.. Sono davvero
felice Kris, sono felice di aver trovato te e di costruire qualcosa con
te, e voglio che tu sappia che sono.. pazzamente innamorato di te.
Ormai siete la mia vita..”
Sentii gli occhi inumidirsi mentre quelle dolci parole mi attraversavano la mente come un fiume lento e calmo.
“Rob..” riuscii a
sussurrare con voce roca tirando su con il naso. Sorrise sincero
carezzandomi la fronte e i capelli prima di lasciare un dolcissimo
bacio sulle mie labbra. Lo incollai a me stringendogli le gambe attorno
al bacino e continuai a baciarlo lasciando che le nostre lingue si
divertissero un po’ insieme.
“Kristen.. forse..”
“Ssssh” lo zittii e
continuai la mia opera, finché non fui interrotta dal suono di
una serratura che si apriva.
“Cosa è stato?” chiesi staccandomi da Rob.
“Cosa?” bisbigliò contro la mia pelle.
“Quel rumore..”
“Non ho sentito
niente..” disse e riprese a baciarmi. Pensando di essermi
suggestionata mi lasciai andare di nuovo concentrandomi su di lui.
Dovevo essermi impressionata, o almeno questo era quello che credevo
prima di sentire qualcuno urlare “SORPRESA!” sulla porta
della camera.
Rob si scostò subito coprendosi meglio con l’accappatoio che per fortuna avevamo ancora addosso.
“TOM! Che diamine ci fate
qui!” urlò Rob sorpreso mentre io sprofondavo dalla
vergogna sotto le coperte. “Non dovevate venire oggi
pomeriggio?”
“Cambio di programma! Sorry!
Ciao Kiki!” disse allungando la testa per salutarmi. Abbozzai un
debole sorriso rossa come un peperone. “Oh, scusate
l’irruenza.. non ho interrotto niente vero?”
“Fuori di qui!”
urlò Rob lanciandogli un cuscino così da farlo ritirare e
chiudere la porta dietro di se.
“Mi dispiace amore..” sbuffò Rob.
“Non importa” sorrisi
divertita. “Ci rifaremo un’altra volta” dissi
ammiccante anche se non sapevo quanto potesse essere vero. Presto non
avremmo più potuto avere tutta quella libertà e il solo
pensiero di doverci contenere mi infastidiva un po’, ma per il
nostro bambino, non avremmo potuto fare altrimenti.
Sbuffò di nuovo e mettendomi a sedere sulle ginocchia sul letto mi allungai per baciarlo. “Andiamo”.
“Rob, ho voglia di succo di alchechengi”
Le risate si placarono e
,d’un tratto, sentii improvvisamente sette sguardi puntati su di
me e quattordici occhi guardarmi scettici.
“Cosa?” chiese in difficoltà.
“Sarebbe un frutto?” disse Sam con gli occhi fuori dalle orbite. Annuii timida e un po’ contrariata.
“Non so nemmeno cosa sia..” disse Marcus.
Poi fu Rob a parlare. “Kris, tesoro.. dove lo prendo un succo di alchechengi ora?”
Scoppiarono tutti a ridere per l’assurdità della mia richiesta, ma.. io davvero volevo il succo di alchechengi.
“Bè, c’è sempre l’orticello qui vicino..” lo prese in giro Marcus.
“Già.. potresti metterti con lo spremi arance..” incalzò Bobby.
“A meno che tu non voglia che
tuo figlio nasca con una qualche macchia in faccia o chissà
dove..” si aggiunse Sam.
Adoravo gli amici di Rob. Erano
come lui: semplici, alla mano, spontanei, ma adesso mi stavano dando un
po’ sui nervi. Insomma, loro tranquilli a fare colazione mentre a
me dava tutto la nausea. L’unica cosa che chiedevo era un dannato
succo di alchechengi! Era chiedere troppo?
“Ragazzi, vi consiglio di
smetterla..” disse Grace notando il mio umore. “Non avete
idea di cosa voglia dire..” continuò prendendo le mie
difese e le sorrisi grata.
“A proposito.. ma voi come
facevate a saperlo?” chiese Rob curioso a Tom. “No aspetta,
non me lo dire! Lizzie?!”. Scoppiarono tutti a ridere e fu la
conferma della sua ipotesi.
“Siamo davvero felici per voi..” disse Johnny sincero accompagnato dagli auguri di tutti gli altri.
Io nel frattempo sbuffavo rumorosamente.
“Grace ti andrebbe di accompagnarmi a cercare un supermercato?” dissi alzandomi per prendere il giubbino.
“Certo..” disse ma
prima che potesse alzarsi, Rob la face sedere di nuovo e mi
seguì all’ingresso per mettere il cappotto.
“Amore non dirmi che ti sei offesa” sussurrò afferrandomi per i fianchi e portandomi vicino a lui.
“No..” dissi sincera a
voce bassa. “Voglio solo il succo di alchechengi”
piagnucolai come una bambina di due anni e rise divertito baciandomi la
fronte.
“D’accordo!”
sospirò. “Copriamoci bene.. non vorremmo certo far
prendere freddo al piccolo..” disse alzandomi il cappuccio e
assicurandosi che non avessi un minimo lembo di pelle scoperto. Gli
sorrisi grata.
“Bene.. e succo di alchechengi sia!”
POV Rob
“Ma come è possibile?” disse affranta mentre
camminavamo per quella cittadina così tranquilla e calma.
Ringraziai mia madre per aver scelto un posto simile. Ventnor: non
avremmo trovato un paparazzo nemmeno a pagarlo né tanto meno si
sarebbero mai immaginati che la coppia/non-coppia più discussa
dell’ultimo anno passasse il capodanno su una piccola,
sconosciuta isoletta per vecchi. Non ci conoscevano così bene
come credevano. Avevamo fatto tanto per mantenere la nostra privacy,
Kristen ci teneva in modo particolare ed ero felice di essere riuscito
a portarla in un posto dove potessimo stare in pace, soprattutto date
le sue condizioni. Ero un po’ preoccupato per il bambino. Kristen
aveva sbalzi d’umore troppo radicali. Sperai che fosse una
conseguenza della gravidanza e non un modo per arrabbiarsi con me. Ora
voleva assolutamente quel dannato succo all’alchechengi! Ma dove
cavolo potevo andare a prenderlo un succo all’alchechengi su
quell’isola?
“Non preoccuparti tesoro, vedrai che lo troveremo” la
rassicurai conscio che invece le stavo mentendo sperando che le
passasse quella voglia assurda. “Entriamo qui!” le feci
segno verso l’ennesimo supermercato ma prima che potessimo
entrare una bambina si avvicinò a noi timida ma determinata al
tempo stesso.
Era graziosa. Piccolina, capelli biondi, con una magliettina leggera
addosso che mi dava i brividi per lei. Insomma, noi stavamo tutti
imbacuccati come se stessimo al Polo Nord e stavo bene. Non avevo
freddo, ma nemmeno caldo.
“Potrei fare una foto?” disse timida non sapendo come rivolgersi a noi.
“Certo tesoro” disse Kristen dolce, facendo evidentemente
affiorare l’istinto materno che iniziava ad accompagnarla. Presi
la macchina fotografica dalle mani della bambina scattando loro una
foto e lo stesso fece Kristen con me.
“Grazie mille!” disse la piccola raggiante e scappò via.
Bè, che dire! Ce l’aveva fatta! Se eravamo riusciti a non
far sapere a nessuno dove fossimo, ora tutti avrebbero saputo che
RobSten passava il capodanno insieme in una piccola isola
dell’Inghilterra del Sud.
Guardai Kristen un po’ afflitto.
“Come facevamo a dirle di no?!” disse scrollando le spalle
tranquilla mentre entravamo nel supermercato. Ovviamente, altro buco
nell’acqua. Niente succo di alchechengi.
“Come ti senti?” chiesi a Kristen prendendola per mano mentre tornavamo a casa.
“Va bene Rob. Davvero! Sono felice” disse stringendo la mia mano.
Le sorrisi.
“Mi spiace per il succo..” dissi sperando di non aver fatto un azzardo.
“Oh, non importa! Tanto non mi andava più!”
“Possiamo anche stare a casa amore” le avevo detto sperando
che mi ascoltasse. La prospettiva di andare a ballare in un locale
nelle sue condizioni non mi entusiasmava per niente. Inconsciamente
immaginavo il bambino sballottato nella pancia avanti e dietro e
disturbato dalla musica assordante. Sapevo che era stupido, sapevo che
era appena un fagiolo e che non aveva orecchie, ma quel pensiero non mi
abbandonava, e restare a casa da solo con Kristen non mi sarebbe
dispiaciuto affatto. Ma lei aveva insistito. Aveva detto che presto
saremmo stati genitori, che il prossimo capodanno avremmo avuto una
creatura di cinque mesi (gongolavo al solo pensiero), e che fosse
giusto che quel capodanno lo passassimo con gli amici, divertendoci.
Non ne avremmo avuto più occasione, o quanto meno, non sarebbe
stato lo stesso. Certo non potevamo andare in discoteca col passeggino
e col biberon in mano. Ma a me non dispiaceva per niente l’idea
che presto avrei davvero portato un passeggino. Per quanto fossi
terrorizzato e cercassi di non pensarci, non vedevo l’ora che
nascesse nostro figlio e sapevo che per Kristen era lo stesso. Per
questo motivo non avevo potuto contraddirla. Volevo il meglio per
lei… e il meglio per me. Iniziavo ad accorgermi che contraddire
o mettersi contro una donna incinta può diventare pericoloso,
così la maggior parte delle volte mi limitavo ad assecondarla.
Continuavo a pensare che fosse una pessima idea essere lì in
quel locale, ma mi sforzavo di sorriderle per non mostrarle la mia
preoccupazione.
Tom, che aveva ben capito il mio stato d’animo, continuava a ripetermi di stare tranquillo, ma non ci riuscivo.
Bè, per il momento era con la schiena poggiata al mio petto,
lontana da quella folla e da spinte pericolose. Avevo le mani sulle sue
intrecciate al grembo e assaporavo il profumo dei suoi capelli
lasciandole dolci baci sul collo. Ogni tanto voltava il viso per far
incontrare le sue labbra con le mie. Andava tutto bene fin quando Grace
non venne verso di noi pretendendo la presenza di Kristen in pista. La
fulminai con gli occhi ma non se ne curò.
“Andiamo Kris! Devi ballare su questa canzone!” urlò prendendo la sua mano e invitandola a seguirla.
Si voltò per darmi un veloce bacio prima che potessi fermarla.
Continuavo a tenerla d’occhio da quando Grace l’aveva
portata via dalle mie braccia sicure per ballare al ritmo di “I
love Rock n’ roll”. Dovevano essersi accorti che Kristen
Stewart era lì per mettere una canzone delle Runaways.
“Rob, amico! Stai tranquillo! Si sta divertendo.. se lo merita, e anche tu” disse Tom ordinando due drink.
“Lo so Tom.. lei.. si merita tutto. Sono solo preoccupato per il
bambino. Non vorrei che tutto questo dimenarsi le facesse male..”
Vidi Tom sorridere.. compiaciuto e un po’ sorpreso.
“Cosa?”
“Sai.. devo dire che ti ci vedo proprio come papà. Sono
davvero felice per voi Rob. Vi amate così tanto e vi meritate
tutta la felicità di questo mondo”
Quasi mi commossi alle sue parole e dandogli una pacca sulla spalla
sussurrai un debole grazie che dovette capire solo dal labiale.
Tornai a volgere lo sguardo su Kristen, ma non la vidi più.
Percorsi la stanza con gli occhi cercando tra quelle teste, ma non
riuscivo a riconoscerla, finché non mi si piombò tra le
braccia.
“Eccoti!” esclamai abbracciandola sollevato.
“Oh, rilassati Rob!” disse Kristen baciandomi la guancia.
“Come ti senti?” le sussurrai all’orecchio per farmi sentire.
“Bene! Esattamente come le altre dieci volte che me lo hai chiesto!”
“Sicura? Non sei stanca?”
“Amore, sono incinta, non malata..” disse guardandomi ovvia.
“Perché non andiamo via?” chiesi sempre più in ansia.
Alzò gli occhi al cielo decisamente stufa. “Mmm…
ora basta.. vieni a ballare” disse trascinandomi con se nel bel
mezzo della pista.
Si voltò verso di me intrecciando le braccia al mio collo e
muovendosi al ritmo della musica con sguardi ammiccanti. Era.. assurda.
Possibile che ogni volta che la guardavo mi salisse il cuore in gola
per i brividi che mi dava?
Istintivamente iniziai a sciogliermi e mi lasciai andare cingendole i
fianchi con le mani. Se proprio voleva ballare, meglio farlo tra le mie
braccia.
Ballammo per un po’. Sorrise divertita quando fulminai un tizio
che aveva provato ad avvicinarsi. I miei amici, protettivi come non li
avevo mai visti, non si lasciarono sfuggire il particolare e ci
circondarono impedendo il passaggio a chiunque. Era quasi comica la
situazione. Sembrava di avere le guardie del corpo.
Kristen si strusciava delicatamente su di me facendomi impazzire,
quando a un tratto mi avvertì che doveva andare in bagno. Di
nuovo.
“Ci sei andata mezz’ora fa..” esclamai sconcertato.
“Mica è colpa mia! Prenditela con tuo figlio!” mi
disse all’orecchio facendomi sciogliere. Mio figlio. Ogni volta
che le parole mio e figlio erano messe insieme nella stessa frase, mi
si stringeva il cuore dall’emozione. Forse lei non se ne rendeva
conto.
“Ti aspetto qui” dissi accompagnandola alla porta del bagno.
“Sai.. so ancora andare in bagno da sola, o per caso vuoi venire anche ad abbassarmi le mutande?”
“Non mi tentare..” dissi ammiccante facendola sorridere.
“Perché non prendi qualcosa da bere?” disse infine
dileguandosi dietro la porta del bagno delle signore, al quale avrei
voluto avere accesso.
Mi distrassi al bar ordinando due bibite, di cui una ovviamente
analcolica. Ci mancava solo che facesse assimilare alcol al bambino.
L’immagine di un ragazzo stile punk, con tatuaggi, buchi alle
orecchie e una birra in mano si fece largo nella mia mente.
No. quello non poteva essere nostro figlio. Non sarebbe andata così.
Cercai di non pensarci mentre l’aspettavo pazientemente fuori la
porta del bagno da una quarto d’ora buono. Ma quanto ci voleva
per fare una pipì?!
Finalmente si decise ad uscire.
“Ma che diavolo di fine avevi fatto?” la ripresi.
“Scusa, ho avuto problemi con le mutande..” disse seria mentre le passavo la bibita.
“Davvero?”
“No!”. Ovviamente. “Mi hanno trattenuta delle ragazze per un autografo”
“Ah ecco..” dissi prendendola per mano e portandola verso l’uscita.
“Dove andiamo?”
“Via”
“Ma.. è quasi mezzanotte..”
“Lo so..” urlai facendomi spazio tra la gente e facendola camminare avanti a me per evitare gomitate indiscrete.
“Ma.. gli altri?”
“Ci raggiungono dopo..”. Non replicò e lasciò
che l’aiutassi a infilare il giubbino e a coprirsi per bene.
Finalmente fummo fuori da quel posto e non ebbi più bisogno di
urlare per farmi sentire. Iniziai a correre leggermente verso la
spiaggia lì vicino. Non potevamo fare tardi.
POV Kris
“Rob, posso sapere dove stiamo andando?” urlai sorpresa che
non si facesse scrupolo che stessi correndo insieme a lui.
“Zitta” mi liquidò.
Perfetto.
Rallentò leggermente il passo quando fummo sulla sabbia, infine,
a qualche metro dal mare, si fermò definitivamente.
L’aria era fresca e pungente, ma nel piumone che mi aveva
costretto ad indossare mi sentivo calda e dovevo essergliene grata.
Intorno non c’era nessuno e si sentiva ancora la musica nel
locale che avevamo appena lasciato dall’altra parte della strada.
Una serie di fiaccole facevano luce su quel pezzo di spiaggia
riscaldando per quanto possibile l’aria attorno a noi.
Si posizionò dietro di me stringendo le sue e le mie mani sulla mia pancia.
“Ci pensi che a quest’ora tra un anno.. Avremo un bambino di cinque mesi..”
“Ci penso.. ogni giorno della mia vita..” risposi commossa
premendo le sue mani contro il mio grembo. “E anche se mi fa
paura.. io.. non vedo l’ora..” continuai timorosa.
“Ho paura anche io..” confessò insicuro. “Ma
andrà tutto bene, vedrai. Andrà tutto bene..”
Sollevai il capo per poggiarmi al suo collo, felice.
“Ti amo Kristen” sussurrò. “Lo sai vero?”
Sorrisi.
10, 9, 8…
Si sentiva il conto alla rovescia da ogni angolo di quel piccolo paradiso.
7, 6, 5…
Ma non me ne importava. C’eravamo solo io e lui.
4, 3, 2…
“Guarda le stelle..” mi sussurrò e istintivamente
aprii gli occhi e guardai il meraviglio cielo stellato che ci offriva
la notte.
1.
Fuochi di artificio invasero il cielo creando scie luminose che
rimpiazzarono le stelle, quando d’un tratto le linee iniziarono a
condensarsi in forme più chiare e delineate.
Restai immobile a fissare quello spettacolo inconscia di tutto, quando capii.
Le parole Ti amo, mammina! presero possesso dello spazio blu sopra di
noi, mentre gli occhi increduli iniziavano a bagnarsi inevitabilmente
delle prime lacrime.
“Rob..è..” balbettai con voce roca incapace di terminare la frase.
“Buon anno, amore mio”
Restai a fissare quella scritta nel cielo incredula, senza staccare gli
occhi per un secondo finché non svanì lentamente e potei
voltarmi a guardare il mio vero amore.
Le lacrime ormai bagnavano il mio viso indisturbate. Prendendomi il viso tra le mani mosse i pollici per asciugarmi le guance.
“Io.. ti amo da morire” bisbigliai commossa. “Grazie..”
“Sono io che devo ringraziare te. Per questo anno fantastico, per
quello che mi hai dato, per quello che ancora mi dai, e per quello che
mi darai..” sussurrò dando uno sguardo veloce al mio
ventre. “Tu sei unica Kris e io non posso credere di essere
così fortunato. Grazie per rendermi ogni giorno l’uomo
più felice della terra..”
A quel punto fu davvero impossibile bloccare le lacrime e il suo ultimo
sorriso mi fece sciogliere così tanto che dovette sollevarmi per
evitare che cadessi tra le sue braccia. Mi prese il viso tra le mani e
avvicinandolo al suo assaporai il dolce sapore delle sue labbra bagnate
dalle mie stesse lacrime e capii che l’amavo più della mia
stessa vita.
Prima che potessi accorgermene, i giorni passarono e la vacanza giunse
al termine. Tra serate passate a vedere DVD e passeggiate al tramonto,
quei dieci giorni erano volati. La pacchia era finita e presto saremmo
dovuti tornare alla realtà, e già sentivo lo stomaco
contorcersi al pensiero come se anche il bambino si lamentasse per la
prossima mancanza del padre. Purtroppo non avevamo scelta. Io avevo il
Sundance e lui la pre-produzione di Bel Amì. Avremmo dovuto fare
a meno l’uno dell’altra per qualche giorno. Quanto avrei
voluto che Rob potesse venire al Sundance, lo avrei voluto lì
accanto a me, ma sapevo che non era possibile. Avrebbe creato troppo
trambusto distogliendo l’attenzione dai film.
No. meglio di no. Ce la potevo fare a resistere.
Quanto avrei voluto che quella vacanza non fosse mai finita, avrei
voluto passeggiare mano nella mano con lui ovunque, senza la paura di
essere fotografati da un momento all’altro. Lì invece, in
quel posto dimenticato da Dio, era il paradiso.
Non dovevamo preoccuparci di niente e di nessuno.
“Ti stai divertendo?” mi aveva chiesto Rob uno dei primi
giorni dell’anno durante una nostra solita rilassante passeggiata.
“Da morire” gli risposi sincera continuando a camminare in
mezzo agli altri. Prendendomi alla sprovvista mi si avvicinò e
mi mise un braccio sulla spalla. Lo guardai stupita.
“Tranquilla, qui non c’è nessuno.. Niente
paparazzi.. A parte Grace..” disse sbuffando e allora notai la
sorella di Sam accovacciata su una roccia intenta a farci delle foto.
“Grace!” la riprese il fratello.
“Ti sembra il caso? Abbiamo fatto tanto per non far sapere a nessuno dove eravamo..” disse Johnny.
“Oh andiamo! Tanto si sono già fatti beccare, mezzo mondo
sa già dove siete. È troppo chiedere un ricordo di questa
vacanza? E poi non vi si riconosce nemmeno!”.
Io e Rob sbuffammo insieme divertiti. In fondo ci aveva sempre importato poco quello che la gente pensava.
Che pensassero quello che volevano. Noi non avevamo nulla da
nascondere. Stavamo insieme, ci amavamo, ma dichiararlo non avrebbe
cambiato niente. Avrebbe solo potuto peggiorarle, quindi perché
complicarsi la vita? Tanto erano tutti sicuri della nostra relazione,
quindi, che credessero quello che volevano. Per me preoccuparsi di
milioni di persone che nemmeno conoscevo, era assurdo.
“Suuu! Un bel bacio!” disse Grace correndo verso di noi con
la macchina fotografica. Ma era impazzita o le era presa la mania delle
foto?
Alzai gli occhi al cielo sbuffando divertita, ma prima che potessi
accorgermene Rob voltò il mio viso verso il suo e mi
stampò un bacio in bocca giusto il tempo necessario a Grace per
riprendere quel momento.
“Voglio sperare che tu non intenda mettere anche questa su
facebook” dissi quando Rob si staccò lasciandomi con un
sorriso ebete.
“Vedrò che posso fare” rise divertita. “Sapete quanto mi pagherebbero per una foto del genere?”
Eh già. Migliaia di dollari. Incredibile che un nostro bacio,
qualcosa che ormai facevo quotidianamente senza nemmeno pensarci,
potesse valere così tanto. Era assurdo.
Quel pomeriggio era stato perfetto. Avevamo camminato per quei sentieri
e su quelle rocce mentre il sole tramontava debolmente preparandosi per
la sera. Grace continuava a farci foto, molto delle quali controluce.
Sarebbero impazziti nell’incertezza delle nostre mani intrecciate
o no. Il pensiero di mandare i fan al manicomio la divertiva e non era
affatto preoccupata delle bestemmie che le avrebbero mandato per non
aver postato una foto decente.
In cuor mio ridevo a quel pensiero. Dopo tutto, era davvero divertente.
“Perché ridi?” Rob mi ridestò dai pensieri.
“Pensavo a questa vacanza..” continuai a sorridere per un po’, infine tornai sulla valigia ancora da riempire.
Rob mi si avvicinò togliendomi di mano i vestiti che avevo preso e buttandoli sul letto. Mi abbracciò.
“Grazie per tutto questo” sospirai.
“Per voi questo ed altro”
Mi carezzò il viso poi si chinò sulla mia pancia.
“E tu piccolino? Ti sei divertito con me e la mamma? Eh?”
sussurrò contro il mio ventre per poi avvicinarsi e lasciarci un
bacio. Lo guardai estasiata ma lui non sembrò nemmeno farci
caso. In quei momenti mi veniva tanta voglia di piangere. Gli occhi mi
si inumidivano e gli ormoni partivano. Quanto lo amavo.
Tornò su e mi baciò dolcemente.
“Vi amo” sussurrò sulle mie labbra lasciandomi con le parole in gola.
“Fai con calma eh, non ti affaticare..” disse dirigendosi
verso la porta. “Ah Kris, ricorda di fissare l’ecografia..
che non vedo l’ora di vederlo” sorrise e sparì dalla
camera mentre io ero ancora in trance dalla sue parole.
Come avrei fatto a stare lontana da lui anche solo per un paio di settimane?
Lo squillo del cellulare mi ridestò dalle mie paure facendomi saltare sul posto.
Ancora con gli occhi lucidi aprii e fissai il display incredula.
Kristen, non vedo l’ora di rivederti al Sundance. Mi sei mancata. Michael.
Michael?
Cosa?
Dove?
Quando?
Perché?
Rimasi a fissare quel numero con la bocca aperta cercando di fare mente
locale. Sapevo della possibilità che Michael fosse al Sundance,
ma non ne avevo avuto la conferma, fino ad ora almeno. Accidenti. Avevo
davvero sperato di risparmiarmi un incontro con lui, non tanto
perché mi desse fastidio vederlo, quanto per Rob. Quando gli
dissi che c’era la possibilità che ci sarebbe stato anche
lui cambiò umore divenendo nervoso e… arrabbiato, come se
temesse ancora che potesse avere una qualche rilevanza per me. Come
avrebbe reagito ora se gli avessi dato la conferma della presenza di
Michael? Sicuramente avrebbe frainteso e sarebbe venuto con me, e
sarebbe stato il finimondo.
“Non dimenticare lo spazzolino!” disse Rob uscendo dal bagno e affacciandosi nella stanza.
“Tutto bene Kristen?” chiese notando evidentemente il mio sguardo scioccato ancora fisso sul cellulare.
“Cattive notizie? E’ successo qualcosa?” chiese
preoccupato avvicinandosi a me. Chiusi subito il cellulare buttandolo
sul letto.
“No..” dissi con un groppo in gola preoccupata di quello
che stavo per fare. Non avrei voluto, eppure l’istinto in quel
momento fu più forte di me, la paura che la prendesse male prese
il sopravvento bloccando la verità che avrebbe voluto venire a
galla e prima che potessi accorgermene, gli mentii.
“No.. va tutto bene”.
Ehm ehm ehm.....state calme
calme....non abbiate istinti omicidi verso Kris che è pure in
dolce attesa. Lei ha le sue ragioni...forse..credo..spero...mah...lo
scoprirete next chapter!!!=))))
Intanto diciamo tutte insieme "io odio il makako..." hihihihihihi
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Capitolo 7 *** Quando meno te lo aspetti ***
capitolo 7 fio
Eccoci
quì. Puntuali come sempre!!!! Anche se...beh capiamo che questo
capitolo è piuttosto...ehm...coinvolgente. Deponete le accette e
ricordate che amate la storia e amate noi due con tutti i vostri
cuoricini. Ricordatelo..ricordatelo...ehm..nel caso noi emigriamo.
Però arrivate alla fine frenate gli istinti omicidi e abbiate
fede... E comunque povera scimmietta..avreste il cuore di prendervela
con lui???? Mi sa di sì..beh meglio con lui che con noi xdxdxd
Vorremmo ringraziare immensamente la nostra Anto che ci ha consigliato
l'alcachengi...grazie tesoro..dico solo una cosa...na cippa!!!
Muhamuhamuha. E poi vogliamo ringraziare voi...e le vostre
recensioni..siamo già a cento!!! ragazze, continuate
così, siete le migliori. =))
Infine una piccola precisazione: come avete notato cerchiamo di restare
in linea con gli eventi realmente successi ma, ovviamente, li dobbiamo
modificare un pò. E poi tra qualche capitolo entreremo nel mondo
della completa fantasia perchè ovviamente Kris non è
incinta ora. * momento depressione* =(((((((( Ok, fine momento
depressione.
Vi ribaciamo tutte e vi lasciamo a qst bel capitolo lungo lungo lungo..
lol a tutte!!!
julietta__ : grazie cara giulcess, ma sei veramente convinta che sara femmina il bambino?? mai avere certezze con noi ahah..
si michael fara il suo ritorno, non ucciderci ahah alla prossima e grazie.
lampra: o.o mi sa che abbiamo gia fatto il danno ahah, dai scherziamo, forse u_u.
ahahah grazie eccoti il capitolo.
Anto_Pattz : grazie anto per il tuo meraviglioso sostegno, mi raccomando ricorda che ci vuoi bene, eccoti il capitolo non liciarci lol...
iosi:wow le tue motivazioni
sulla scimmia sono molto buone, cioe sono vere tutte e tre, anche noi
non lo sopportiamo, detestiamo sia lui che ormai è out, fuori
dal contesto robsten, che quell'essere odioso di taylor, omg sempre in
mezzo..
tornando al capitolo, beh tesoro pensa che noi odiamo la scimmia quindi non preoccuparti ah, eccoti il capitolo lol.
ledyang : omg. Che
recensione grandiosa. Anche se per metà ti sei autolodata noi ti
amiamo incondizionatamente=)))) E non preoccuparti...continuo ad essere
dolce anche se la vicinanza con Fio mi ha fattoo ammalare di
sadicità. Cercherò di riprendermi..muha muha muha Grazie
per la splendida recensione e lo so che adori qst capitolo dove
cè il tuo amore segreto...il makako..arrivato dalla giungla per
te!! ahahah scherzo amore...kiss kiss
Nessie_06 :grazie a te...eccoti il nuovo capitolo...
Roxisnotdied: noi vogliamo uccidere te, nemmeno una one shot su joy, vergognati u_u
adesso perche tu non posti facciamo succedere il finimondo ahah, quindi
posta cosi noi sistemiamo il caos creato in questo capitolo tanto
sadico ahahah..
grazie tesoro lol ( ti vogliamo bene anche noi.. compresa la letizia che ti chiama cess lol)
yesido: awww grazie di
cuore mel, sei super gentile con noi, ma credo che dopo questo capitolo
vorrai ucciderci ahah, beh speriamo nel tuo buon senso ahahah..
omg anche tu alla prese con una one shot, sara incredibile me lo sento lol ahah
non farti molti complessi non devi, sara grandiosa lol...
frate87 : ahha grazie mille, si abbasso la scimmia u_u( non ucciderci)
elviraj : ah si rob dolce awww, grazie mille ,, eccoti il nuovo capitolo..
BabyVery: grazie a te, le tue parole ci fanno felice.. alla prossima.
piccolinainnamora : grazie mille, si povera kris senza succo ah..
grazie ancora.. alla prossima
Crazy_La :ah lara sei troppo divertente ahah, ti lovviamo molto, si sarebbe bello essere amici di rob, mondo infame ah..
beh si il makako torna, ma non fara nessun danno.. ok iniziamo a correre ah.
dorel : ah grazie a te, si rob cucciolo cucciolo ah..
chi61 :grazie a te che segui noi ah, si povero rob che deve fare per la sua donna e per suo figlio ah..
beh si il makako ritorna , fara qualche danno, poi lo manderemo via, almeno crediamo che andra cosi lol...
Enris : ah si rob povero uomo lol.. si anche noi detestiamo il macaco, moltooooooooooo ah..
eccoti il capitolo alla prossima e grazie.
simo1726: ahahahhaha si horror ah.. kris era spendida , tay un cesso ah..
ritornando alla storia grazie di tutto, si cerchiamo di rifarci alla
realta con un po di fantasia, beh per quanto riguarda il macaco, fidati
di noi ah.
shine_gr : grazie a te, non preoccuparti, ancora grazie ...
ti lasciamo il nuovo capitolo alla prossima.
CAPITOLO 7 (cloe)
QUANDO MENO TE LO ASPETTI
POV KRIS
"Signorina Stewart? Signorina Stewart si svegli..." Una voce femminile
mi svegliò riscuotendomi dal mio torpore. Aprii gli occhi e
incontrai quelli di una signora di mezza età che mi sorrideva.
Riconobbi la hostess che mi aveva dato il benvenuto quando ero salita a
bordo.
"Abbiamo iniziato la procedura di atterraggio e dovrebbe allacciarsi le cinture di sicurezza."
Annuii ringraziandola e
rimettendomi in una posizione accettabile. Mossi lentamente il collo
dolorante. Dovevo essermi addormentata con il capo schiacciato contro
il finestrino e adesso era già tanto se riuscivo a girarlo.
Fissai fuori dal finestrino la
terra farsi sempre più vicina. Mi rifiutavo di mettermi a
guardare intorno a me. Avrei visto solamente i posti vuoti di fronte ,
dietro e, cosa ancora peggiore,al mio fianco.
In tutta quella maledetta prima
classe c'era solamente un uomo d'affari che era stato collegato
al pc tutto il viaggio da LA. Da un lato ero contenta di quella
mancanza totale di interesse, anzi, probabilmente il giorno seguente,
accecata dai flash dei fotografi l'avrei rimpianta con tutto il cuore.
Ma ora... ora mi sentivo sola. Tremendamente sola.
Non potei impedire ai miei occhi di posarsi sul posto vuoto al mio fianco.
Avrei tanto voluto vedere i suoi
capelli biondi scompigliati e il sorriso dolce che riservava solo a me.
Avrei tanto voluto potermi accoccolare sul suo petto mentre le sue mani
mi carezzavano amorevolmente i capelli.
Avrei tanto voluto vedere lui lì con me.
Ma non c'era.
Non c'era da ben due settimane.
Ancora stentavo a credere di aver
fisicamente sopportato la lontananza da Rob. Ma ci ero riuscita seppur
a fatica. A volte avevo avuto delle vere e proprie crisi di nostalgia:
mi veniva da piangere e avrei voluto rompere qualcosa. L'unico posto in
cui avevo trovato veramente un poco di conforto era stato tra le
braccia di mia madre. Mi aveva consolata e mi aveva aiutata a passare
quegli istanti in cui vedevo tutto nero. In cui mi chiedevo
perchè non potevamo stare insieme come qualunque altra coppia al
mondo.
Non avrei mai immaginato che sarei
arrivata a dipendere così tanto da una persona. Ma si sa,
l'amore ti cambia. Totalmente, incondizionatamente.
Ti ritrovi a non riuscire neppure ad immaginare una vita senza colui che ami.
Coloro che ami in realtà, pensai.
A quel pensiero mi sentii
immediatamente un poco meglio. Feci scivolare le mani sotto la cinghia
della cintura che, forse un pò stupidamente, avevo tenuto
piuttosto larga.
L'aereo subì una leggera scossa quando toccò terra e io mi massaggiai la pancia.
"Tutto bene fagiolino?" domandai
sussurrando. Era diventata una consuetudine ormai per me e Rob parlare
col nostro piccolino...o piccolina. Per noi era già vero, era
già..reale. Eravamo già una famiglia, malgrado la
lontananza.
Finalmente tutti i segnali si
spensero e potei alzarmi in piedi e prendere il borsone che mi ero
portata come bagaglio a mano. Aspettai svariati minuti che tutti i
passeggeri della classe turistica scendessero.
Purtroppo era una precauzione
necessaria:sarei scesa per ultima e avrei preso una navetta da sola
fino alla macchina per l'hotel.
Firmai un autografo ad una giovane
hostess e poi potei uscire nell'aria fredda del pomeriggio dello Utah.
Rimasi incantata dal paesaggio che mi ritrovai attorno.
Nevicava. Nevicava tantissimo.
Anche se durante le vacanze in
Inghilterra ne avevo fatto una bella scorpacciata non me ne sarei mai
stancata. Forse perchè ero abituata a LA dove un Natale con la
neve era un'utopia.
Sulla navetta che mi portava al
parcheggio accesi il cellulare e composi rapidamente il numero che
ormai nessuno mi avrebbe cancellato dalla mente.
Rispose al primo squillo. Probabilmente era stato cinque ore in attesa di una mia telefonata.
"Ce ne hai messo di tempo" mi rimproverò bonariamente.
"Scusa. Sono atterrata pochi minuti
fa" risposi emozionata di sentire la sua voce dopo quelle ore di agonia
"Non hai idea...quì è bellissimo. Nevica e anche se fa un
freddo da morire il paesaggio toglie il respiro."
"Ma tu e il bimbo siete al caldo?" domandò premuroso.
Non potei fare a meno di sorridere.
Dio, era così...così dolce e tenero quando si comportava
come un papà. Lo amavo alla follia.
"Sì sì" risposi felice "Lo tengo al sicuro e protetto il tuo piccolino. Non temere"
"Bene, perchè voi due siete
i miei tesori e quando non vi ho tra le braccia ho sempre il terrore
che vi capiti qualcosa..."
Scesi dalla navetta con un sorriso
a trentadue denti, emozionata dalla dolce piega che stava prendendo la
nostra conversazione. Sapeva sempre quello che avevo bisogno di
sentirmi dire.
Intravidi il grosso suv nero
parcheggiato poco distante e mi ci diressi spedita. Immediatamente,
però, notai qualcosa che rovinò totalmente il mio umore.
Fotografi.
Almeno sei, fuori dalla recinzione.
Sbuffai sconsolata.
"Kris che c'è?" domandò Rob preoccupato.
"Nulla. Fotografi. Ti posso ...ti posso richiamare quando sono in hotel?"
Ero così nervosa che chiusi ancora prima di sentire davvero la sua risposta.
L'autista era un ragazzo giovane.
Se ne stava appoggiato allo sportello dell'auto fumando una sigaretta e
guardando truce i paparazzi.
Scattò subito verso di me quando mi vide arrancare col borsone in un braccio e il trolley nell'altro.
"Lasci faccio io." disse "A proposito mi chiamo Tom"
"Kristen" risposi ignorando il
nervosismo e cercando di essere cortese. Allungò le mani per
prendere i miei bagagli ma si accorse di avere ancora la sigaretta in
mano.
Fece per buttarla a terra ma io lo fermai.
"Lascia, te la tengo un secondo" mi offrii.
"Grazie" Me la passò e poi
si mise a caricare le valige sulla macchina "So che è un brutto
vizio ma... a volte non riesco a farne a meno."
"Non dirlo a me" mugugnai. Era in
momenti come quelli, quando mi sentivo una specie di fenomeno da circo
fissato da tutti che avrei voluto più di qualunque altra cosa
fumare una sigaretta. Ma ora non potevo. Avevo il mio bambino e dovevo
prima di tutto pensare a lui.
In poche boccate ebbe terminato e potemmo partire.
Finalmente un pò di pace lontana dai paparazzi.
Nel giro di una mezz'ora mi
ritrovai nella mia anonima camera d'hotel. Certo non si poteva dire che
non fosse lussuosa o ben arredata.
Lo era. Lo erano sempre.
Eppure mi sembravano tutte così fredde. Tutte così impersonali. Tutte così...solitarie.
Ecco il reale problema. Mi sentivo così sola..
Scossi il capo prima che i brutti pensieri si impadronissero di nuovo di me.
Io non ero sola. Non più.
Forse Rob non era presente fisicamente ma..ma c'era un pezzetto di lui
che cresceva dentro di me e che mi faceva compagnia sempre. Non dovevo
scordarlo.
Cercando di tenere a mente quel
pensiero confortante mi feci una doccia veloce e poi infilai il pigiama
di flanella che mi ero portata da casa e che io adoravo. Me lo aveva
regalato mio fratello Tayler per il compleanno ed era l'indumento
più caldo e morbido che avessi mai indossato. In più,
cosa ancora decisamente importante, profumava di casa. Certo...non si
poteva di che fosse sexy. Era azzurro con delle pecorelle bianche che
pascolavano l'erba..non il massimo per sedurre il proprio ragazzo.Ma
lui non era lì perciò...
Prima di scoppiare a piangere presi il telefono e finalmente richiamai Rob.
"Amore ero preoccupatissimo". Furono le sue prime parole.
"Scusami. E' che volevo...solo sbollire un pò il nervoso. Scusami per prima" mugugnai.
"Non lo dire. Non sai che darei per essere lì a proteggerti"
"Ma tu ci sei"risposi sincera "Sei dentro di me. E ci proteggi..."
Dicendo quelle parole portai
inconsciamente la mano sul mio ventre e fissai la pelle nuda lì
dove la camicia era sbottonata. Meravigliata ne tracciai il profilo e,
trattenendo il respiro, mi avvicinai allo specchio dall'altra parte
della stanza per vedere meglio.
"O mio Dio" sussurrai
"Kris..Kris che c'è?" la voce un pò preoccupata di Rob mi giungeva come un eco dall'altra parte dell'apparecchio.
"O mio Dio..Rob si vede..."
"Si vede cosa?" domandò confuso.
"Nostro figlio.." balbettai. Ed era vero. Era vero.
Ora che guardavo attentamente
riuscivo a vederla. Una piccola sporgenza. Una piccolissima collinetta.
Era davvero minima e sarebbe stata impercettibile all'occhio di
chiunque altro probabilmente. Ma quello era il mio corpo, e io lo
conoscevo. Non sapevo da quanto tempo ci fosse o come avessi fatto a
non notarla prima ma...ma ora la vedevo. Probabilmente ero stata
semplicemente troppo triste e troppo concentrata su quanto mi mancasse
Rob per accorgermi di alcunchè.
Ma adesso la vedevo lì...concreta e reale sotto le mie dita..
"Si..si vede...si vede un pò
la pancia.." Sentii la voce spezzarsi mentre le lacrime cominciavano a
farsi strada sul mio viso.
"Amore..è...wow.." La sua voce era rotta dall'emozione.
Annuii stupidamente, come se lui davvero avesse potuto vedermi.
"E io...e io non sono lì con te..." aggiunse sconsolato.
Sentii il mio cuore incrinarsi
sotto il peso delle sue parole. Non volevo che lui stesse male, che si
sentisse in colpa. Non ne aveva motivo. Lui era perfetto e sarebbe
stato un ottimo padre molto presto.
"Non ..non è colpa tua" dissi asciugandomi le lacrime.
"Kris ti giuro che rimedierò" rispose serio "Ti giuro che domani vedrò nostro figlio a qualunque costo..."
"Perchè..perchè domani?" chiesi senza capire
Sembrò preso in contro piede
"Domani..domani possiamo usare la web cam. Così mi fai vedere.
Non sarà il massimo..ma è meglio di niente"
"Certo.." risposi cercando di
nascondere la punta di delusione che stavo provando. Per qualche
secondo una parte del mio cuore aveva seriamente sperato che sarebbe
saltato sul primo aereo e sarebbe venuto da me...
Mi detti mentalmente della stupida.
Lui aveva il lavoro. Esattamente come me. La preparazione di un film
non era una parte da sottovalutare anzi...
Non poteva semplicemente mollare tutto e correre da me, per quanto io lo volessi.
Senza smettere di accarezzare nostro figlio mi sdraiai sul letto, contenendo a mala pena gli sbadigli.
"Amore, dovresti riposarti. Domani sarà una giornata importante per te."
"Già..." biascicai stremata.
"Ti amo Kris. Sogni d'oro..."
"Ti amo anche io" risposi "E i miei sogni saranno bellissimi se ci sarai tu..."
Lo sentii ridacchiare "Farò del mio meglio per esserci.Buona notte amore..."
Riagganciai di mala voglia. Anche
se ero stanchissima sarei stata sveglia a parlare con lui tutta la
notte,ma sapevo che non me lo avrebbe mai permesso. Dopo pochi istanti
sentii il cellulare vibrare.
Era un suo messaggio "Sarai splendida. E ci renderai molto orgogliosi. Ti amo."
Non ebbi il tempo di rispondere a
quelle incoraggianti parole che avvertii un'altra vibrazione.
Probabilmente si era dimenticato di dare la buona notte al piccolo o
forse voleva ..
Rimasi di sasso quando lo aprii e vidi il mittente.
Mike.
Lessi velocemente.
Kris mi piacerebbe vederti domani dopo la premiere. Ti va un caffè?
Un caffè...
Rilessi quel messaggio almeno venti
volte, soppesando attentamente ogni singola parola. Sarebbe stato
così sbagliato uscire a bere qualcosa con lui? Mike era
stato...così importante per me. Eravamo cresciuti insieme,
avevamo condiviso tante cose, tanti bei momenti. E lui mi voleva bene,
me ne aveva sempre voluto. Non era riuscito ad odiarmi neppure quando
lo avevo lasciato per Rob. Aveva accettato la mia scelta, mi aveva
lasciata andare perchè potessi essere felice senza rinfacciarmi
nulla.
Ed ora l'unica cosa che mi stava
chiedendo era passare qualche ora insieme a parlare un pò delle
nostre vite, di come fossero cambiate. Di come fossimo cambiati.
Potevo dirgli di no?
Lui non se lo meritava
Risposi veloce al messaggio. Mi piacerebbe, ci vediamo domani.
Avevo fatto la cosa più giusta. Sì, decisamente.
E allora perchè sentivo che presto me ne sarei pentita?
"Kris...Kristen!" Sentivo la folla ed i fotografi strillare il mio nome
da qualunque parte mi voltassi. Erano tutti lì alla ricerca di
un pezzo di me, di un mio sorriso. Cercavo di essere spontanea, di
essere gentile e concedermi a chiunque anche se i flash accecanti mi
stavano pian piano facendo iniziare a girare la testa. Mi concentrai a
firmare qualche autografo per poter evitare tutte quelle luci. C'erano
molte ragazze giovani vestite, notai con stupore, quasi come me.
Adoravo il sundance proprio per questo motivo: benchè fosse un
festival prestigioso e apprezzato dalla critica era piuttosto
informale. E così mi ero potuta presentare indossando jeans e
converse rivestite di pelo per stare al caldo. Nulla di più
comodo per me.
Attraversai il red carpet firmando autografi e concedendomi alle
macchine fotografiche finchè non arrivai, con mio rammarico,
alla zona che più temevo. Le interviste.
Non le avevo mai sopportate troppo. Non che avessi qualcosa in
particolare contro i giornalisti, solo che...mi innervosivano.
Iniziavano sempre tutti con domande apparentemente innocue e molto
interessate al film per poi passare di botto a...tutt'altro. Altro che
solitamente aveva un nome ben preciso: Rob. Io mi agitavo farneticando
cose senza troppo senso e loro mi pressavano cercando di farmi dire
cose che non volevo dire. O meglio,che non potevo dire. Io non avrei
avuto alcun problema a rispondere con sincerità, chiudendo
l'argomento e le speculazioni una volta per tutte. "Sì lo amo,
stiamo insieme. Punto" Sei semplici parole che avrei volentieri urlato
al mondo intero. Ma non si poteva. I nostri agenti erano concordi al
riguardo. Mantenere un basso profilo. Lasciare che le cose venissero
fuori pian piano evitando scandali e copertine shock.
Per me la cosa andava bene, per adesso. Ma avevo già messo in
chiaro con Stephanie che non avrei nascosto la mia gravidanza in alcun
modo. Io ero orgogliosa di mio figlio e della pancia che presto avrebbe
iniziato a vedersi.
Arrivai davanti al plotone d'esecuzione con un finto sorriso stampato
in faccia. Molti di quei giornalisti li conoscevo. Erano di testate che
mi avevano già intervistata ad altri eventi, soprattutto legati
a Twilight.
Le domande iniziarono a raffica.
."Kristen come è stato interpretare un personaggio così controverso?Così fuori dagli schemi?"
"Beh, non è stato affatto semplice. Mi ritrovo quasi sempre a
confrontarmi con donne da una personalità fortissima. Che
affrontano situazioni al limite della sopportazione eppure se la cavano
grazie al loro immenso coraggio e...beh è bello perchè
ciascuna di loro mi lascia qualcosa."
"kris in questo film ti vediamo
vestire i panni di una ragazza molto diversa dalla Bella di Twilight.
Credi che possa in qualche modo attirare ugualmente i tuoi fan
affezionati a quel personaggio?"
"kris ti piacerebbe recitare in una commedia romantica un giorno?"
"E' stato difficile interpretare una prostituta?"
"kris per favore sai dirci qualcosa riguardo le riprese di Breaking Dawn?"
Quella domanda non mi sorprese più di tanto. Me la facevano ogni
volta, e io non sapevo mai come rispondere. Gettai una rapida occhiata
all'addetta stampa che Stephanie mi aveva messo alle calcagna.
Annuì impercettibilmente e io mi preparai a rispondere
diplomaticamente come sempre.
"Beh ancora non sappiamo nulla per certo. Si farà ma..è tutto ciò che posso dire"
"Ma qual’è la scena che non vedi l'ora di interpretare?"
"Beh...francamente non vedo l'ora di tenere in braccio mia figlia"
risposi senza pensare. La giornalista mi fissò confusa per un
attimo.
Accidenti,questa era quasi più stupida della frase "Non vedo l'ora di rimanere incinta che mi era scappata al comic con.
"Cioè" tentai di giustificarmi "Quando terrò Renesmee in
braccio spero di poter trasmettere le stesse emozioni di una madre che
abbraccia per la prima volta il proprio piccolino ecco.."
Anche perchè io stessa, per allora, sarei stata una madre ormai.
Entro ottobre io avrei già avuto una creaturina tutta mia di cui
occuparmi, e io e Rob avremmo probabilmente iniziato a vivere
insieme..in una casa tutta nostra.E poi una cosa a cui ancora non avevo
pensato mi colpì come un fulmine a ciel sereno. A chi avrei
lasciato il mio bimbo? Ad appena tre mesi aveva bisogno di me, della
sua mamma. Certo avrei potuto affidarlo alle cure di mia madre ma...ma
spesso le riprese si protendevano per molte ore, magari anche in
notturna e...
Oddio, non avevo assolutamente pensato prima a questi problemi.
Ma ci doveva essere una soluzione. Ci doveva essere. Non ero la prima
attrice a diventare madre e continuare a lavorare. Io e Rob insieme ci
saremmo di certo inventati qualcosa.
Ero così assorta dai miei pensieri da accorgermi a mala pena che mi era stata rivolta un'altra domanda.
"Come scusa?" domandai.
"Fa più freddo quì o in Inghilterra?" chiese di nuovo sorridendomi.
Ci misi qualche secondo ad elaborare le sue parole. In Inghilterra?
Cioè..quel tizio credeva davvero che...che..che avrei risposto
così alla sua domanda? Eh...cosa? ma era stupido..?
Lo fissai allucinata per alcuni istanti, la lingua incollata al palato.
Che si faceva in questi casi? Un diplomatico vaffanculo o si batteva in
ritirata dando la colpa alla mancanza di tempo?
In meno di mezzo secondo Katherine fu al mio fianco "Grazie a tutti ma
ora dobbiamo proprio andare. La proiezione sta per cominciare"
Capito tutto, si batteva in ritirata.
Sospirai sollevata, rendendomi conto di essere finalmente libera da
quell'inferno mentre mi accomodavo in sala. Non era andata poi
così male. Certo avevo balbettato e detto alcune enormi cavolate
che entro un'ora sarebbero di certo finite su youtube ma..almeno era
finita. E ora potevo concentrarmi sulla cosa che davvero mi tormentava
di più.
La mia uscita con Mike.
Gli avevo scritto almeno una cinquantina di messaggi per disdire il
nostro appuntamento e , ovviamente, non ne avevo inviato neppure
uno.
Non ne avevo avuto il coraggio. In fondo non c'era nulla di male nel bere qualcosa con un vecchio amico.
Nel bere qualcosa con un vecchio amico no, ma nel non dire nulla al tuo ragazzo sì.
Era questa la cosa che mi tormentava e mi faceva stare male. Rob non ne
sapeva nulla. Stupidamente forse avevo avuto paura della sua reazione e
gli avevo tenuto nascosto tutto quanto sin dalle vacanze.
E' che...Rob era ancora così geloso di Mike. Lo vedevo nei suoi
occhi ogni volta che per caso toccavo l'argomento. Si rabbuiava per
ore. Probabilmente per lui era ancora una minaccia.
Passai tutta la proiezione a cercare una soluzione ma non venni a capo
di nulla. Quando anche le foto finali finirono io mi ritrovai libera di
andare. Feci velocemente un salto al mio hotel vestendomi già
per il concerto di Joan Jett a cui avrei presenziato quella sera
insieme a Dakota. Non vedevo l'ora di reincontrarla. Era nata una bella
amicizia fra noi l'estate scorsa e rivederla sarebbe stata una bella
rimpatriata.
Mi incamminai verso il bar a cui ci eravamo dati appuntamento. Era
piccolo, ma lo avevo notato già l'anno precedente perchè
aveva delle salette riservate in cui si poteva avere un pò di
Privacy. L'ultima cosa che volevo era che mi si appioppasse un ritorno
di fiamma con Michael Angarano.
Notai la sua figura ancora prima che lui si accorgesse di me.
Coperto come me da svariati strati di lana fumava una sigaretta nell'attesa.
Presi un bel respiro e mi avvicinai agitando la mano. Vidi il suo volto illuminarsi in un sorriso.
"Kris!" gettò la sigaretta a terra e mi abbracciò stretta.
Mi guardai intorno, terrorizzata che qualcuno ci potesse vedere e
fraintendere. Ecco perchè non mi piaceva fare le cose di
nascosto:mi sentivo sempre come una ladra che rischiava di essere
scoperta.
"Mike. Stai...stai benissimo". Lo osservai bene in viso. Era dimagrito
e aveva l'aria stanca, ma sembrava sinceramente entusiasta di vedermi.
E non potevo nascondere di esserlo anche io. Quel ragazzo era stato per
anni un fratello, un amico, un confidente. E non vederlo per mesi mia
aveva fatto tremendamente male.
"Mai quanto te" mi rispose mentre entravamo nel locale al caldo e
prendevamo posto in un tavolino appartato "Sei stata meravigliosa.
Anche se devo dire che le sene migliori sono state quelle in cui avevi
pochi vestiti addosso..."
Lo colpii scherzosamente sulla spalla "Stupido..."
"Scusa scusa" borbottò. "Allora...come va col piccolo Lord?" scherzò
Gli lanciai un occhiataccia ma aspettai a rispondere finchè la
cameriera non se ne fu andata dopo aver posato di fronte a noi due
caffè bollenti.
Aveva sempre preso in giro Rob chiamandolo in questo modo per via della
sua nazionalità e, nemmeno c'era bisogno di dirlo, mi aveva
sempre dato fastidio.
"Mike...ti prego." sussurrai
"Ok, capito. E' che a capodanno sono passato dai tuoi a salutarli
e..beh mi hanno detto che eri a Londra. Ho iniziato a pensare a quanto
tempo non ci vedevamo e mi sono reso conto che...che mi mancavi tanto."
"Mike. Anche tu mi mancavi. Anzi, mi manchi" mi corressi sincera. "E
vorrei trovare un modo per...per mantenere un equilibrio..."
"Non puoi Kris. Non penso che io e Rob potremmo mai essere amici o
anche solo avere un rapporto decente.Non ci incontreremo mai. Lui mi
vede come un rivale e io non riesco a pensare che lui sia la persona
più adatta a te. Semplicemente."
Sbuffai "Non pretendo che vi mettiate a scherzare o a bere una birra
insieme. Solo vorrei che i vostri rapporti fossero più civili,
specialmente ora che..." Mi interruppi non sapendo se continuare o meno.
"Ora che...?" mi incalzò lui.
Dovevo dirglielo? Potevo fidarmi di lui? Incontrai i suoi occhi e in
pochi istanti decisi di sì. Quel ragazzo era stato il mio
sostegno e il mio punto d'appoggio per tanti anni. Aveva diviso tutto
con me. Era l'uomo con cui avevo fatto l'amore per la prima volta...
"Mike..io e Rob aspettiamo un bambino. Sono incinta."
Mi fissò stralunato per un minuto abbondante. "Oh..."
"Oh?" lo incalzai. "Ti dico che sono incinta e tutto quello che mi sai dire è oh?"
"E' solo che..." balbettò "Di quanto sei?"
"Tre mesi"
"Tre mesi...wow..." Mi venne da ridere osservando la sua espressione. Sembrava gli si stesse staccando la mascella.
"Beh, sì. Devo dire che wow è la reazione più
appropriata" concordai "e' la stessa cosa che ho pensato quando l'ho
scoperto"
Tutto a un tratto però mi osservò con uno sguardo diverso. Come...triste.
"Mike che c'è?" domandai mentre il sorriso si spegneva dalle mie labbra.
"Allora ti ho persa davvero" sussurrò "Ti ho persa per sempre..."
A quelle parole mi sentii morire. Lui ancora soffriva. E tanto. E
solamente per colpa mia. Forse se fossi stata sincera sin da subito con
lui e con me stessa sui sentimenti che provavo per Rob lui avrebbe
sofferto meno. Mi avrebbe dimenticata prima...
"Mike.." iniziai, ma lui mi bloccò abbozzando una mesta risata.
"Non fa nulla Kris. E' giusto così. Tu vai avanti con la tua
vita...io farò lo stesso con la mia, non ti preoccupare."
Annuii e senza farlo apposta lanciai un'occhiata all'orologio.
"Devi andare al concerto, vero?" domandò "Kris vai su...non fa nulla. Mi ha fatto piacere rivederti."
"Anche a me" risposi alzandomi e infilandomi il cappotto. Mi dispiaceva
lasciarlo solo dopo la conversazione che avevamo avuto ma non potevo
annullare il...
"Il concerto!" esclamai "Miake, perchè non vieni anche tu?"
"Beh..Kris..ci saranno i fotografi e.."
"Oh dai! Ti siederai lontano da me. Scommetto che i fotografi neppure
si accorgeranno di te al buio. Saranno super concentrati a sparare luci
accecanti in faccia a me e a Dakota."
"Non so.."
"Per favore" implorai "e' una vita che non facciamo qualcosa insieme"
"E va bene" rispose ridendo alla fine e indossando il giubbotto "Verrò, verrò."
Uscimmo fuori nell'aria gelida della sera. Guardai in alto e vidi i
fiocchi continuare a scendere vorticosamente. Ero felice di fare
qualcosa con Mike. Era davvero da troppo, troppo tempo...
Mai per un attimo però, mentre attraversavamo le strade
illuminate di Park City, riuscii a togliermi dalla mente l'immagine di
Rob e del fatto che forse avrei dovuto dirgli tutto.
Una parte del mio cuore sentiva di essere nel torto. E forse, se
l'avessi ascoltato, non mi sarei trovata nell'incubo che stava per
investirmi.
"Guarda che davvero. Brillavi sul palco." si complimentò di nuovo Mike "La vera rockstar sembravi tu!"
Risi di gusto alle sue parole "Beh, io ne avrei fatto a meno. Tutta
quella gente che urlava...l'avrei volentieri evitata.Comunque...visto
che ti sei divertito? Te l'avevo detto..."
Era stata davvero una serata divertente. Se toglievamo i fotografi e
l'essere al centro diretto dell'attenzione, tutto era filato liscio. Io
e Dakota avevamo riso e scherzato come delle ragazzine cantando le
canzoni che praticamente conoscevamo a memoria. E potevo dire che anche
Mike aveva apprezzato la serata. E di questo ero molto felice, mi
sembrava decisamente più sereno di prima.
Percorremmo in silenzio i pochi metri che ci separavano dalle luci della hall del mio hotel.
"Ti accompagno dentro. Non posso lasciare sola una donna nelle tue
condizioni. E poi sono l'1 e 45. Non ci sarà nessuno a
quest'ora."
"Adesso sembri proprio Rob, anche se so che non ti piacerà
sentirtelo dire" sbuffai esasperata "Cioè solo perchè una
è incinta la trattate come un'idiota incapace.."
"Aahaahah. La solita esagerata" mi rimproverò scherzosamente
"Anche da ragazzina eri così. Tendevi a melodrammizzare tutto"
Entrammo finalmente nell'hotel e lanciai una rapida occhiata alla zona della hall illuminata. Nessuno, bene.
Mi voltai verso Mike.
"E' stata una bella serata" mi disse "Grazie..."
"Non mi devi ringraziare" affermai finalmente felice "Lo è stata anche per me."
"Un abbraccio della buona notte è d'obbligo allora" abbozzò un sorriso che ricambiai.
"Certo scemo..." Mi avvicinai stringendolo. Come era bello sapere di
non aver perso un amico. Dopo mesi e mesi di...di nulla..ora finalmente
sapevo che la mia amicizia con Mike aveva una possibilità per
rimanere intatta. Certo, eravamo cambiati. io sicuramente almeno. Avevo
trovato il mio vero amore e stavo costruendo una famiglia con lui ora.
Ma sapere di avere ancora un buon rapporto con qualcuno che era stato
importante come Michael per me....era fondamentale.
Ad un tratto lo sentii irrigidirsi
"Kris" sussurrò improvvisamente mentre mi staccavo da lui.
Sembrava imbarazzato e fissava un punto alle mie spalle. "Kris...c'è..."
Non gli diedi il tempo di finire la frase. Mi girai e quasi feci cadere la borsa per lo shock.
Non ci potevo credere. Non...non poteva essere reale. Non poteva.
Doveva essere solamente uno dei miei tanti sogni ad occhi aperti
perchè...perchè lui era lontano centinaia di chilometri,
dall'altra parte dell'oceano Sbattei un paio di volte le palpebre ma
lui continuava ad essere lì, in carne ed ossa.
Era lì, con me.
Era lì, concreto.
Era lì ed era...
"Rob" sussurrai percorrendo i pochi metri che ci separavano e gettandomi fra le sue braccia.
Non ci potevo credere. Era un miracolo, era un sogno che diventava realtà.
Lo strinsi forte per paura che potesse scomparire da un momento
all'altro e, in quell'istante, capii che c'era qualcosa che non andava.
Lui non ricambiava il mio abbraccio. Le sue braccia erano rigide lungo
i fianchi, il suo respiro quasi assente. Mi scostai e vidi che i suoi
occhi non guardavano dolci i miei, ma fissavano Mike alle mie spalle.
"Rob...è meraviglioso che tu sia quì, ma..come hai fatto?" domandai tentando di attirare la sua attenzione.
Attirato dalla mia voce mi guardò. Ma, forse, avrei preferito
che non lo facesse. I suoi occhi erano freddi, feriti. Mi trapassarono
come una lama ghiacciata.
"Volevo farti una sorpresa ma...forse avrei dovuto avvisare"
"No..ma..ma che dici..? Mike mi ha..semplicemente riaccompagnata e.."
"Kris forse è il caso che vada ora" disse il Mike.
"Bravo, vattene" Rimasi stupita dalla voce di Rob; non l'avevo mai,mai sentito parlare in modo così furioso.
Mike azzardò un passo verso di noi, come a dire qualcosa, ma lo
bloccai subito. Non volevo una rissa lì davanti a possibili
spettatori.
“Vai in hotel…” lo supplicai. Lui mi fissò
per un istante e poi annuì, uscendo dall’ingresso
principale.
Ritornai al fianco del mio ragazzo “Andiamo in
camera…” Era arrabbiato, e si vedeva chiaramente. Lo
precedetti e gli feci strada fino alla mia stanza.
Entrai e col cuore in gola avanzai verso di lui di qualche passo.
Si era tolto il giubbotto, gettandolo sul letto e ora se ne stava
lì appoggiato alla piccola scrivania: le mani in tasca, gli
occhi bassi.
Era così vicino che avrei potuto sfiorarlo solo allungando un braccio. Eppure non l'avevo mai sentito tanto distante.
Osservai attentamente il suo viso: aveva delle occhiaie scure e
profonde e l'aria tremendamente stanca. Si era fatto dieci ore di volo
mollando tutto per venire quì da me e dal bimbo.
"Io...Rob ..tu sei pazzo... sei venuto perchè sapevi che mi sentivo sola.."
"Già" disse sarcastico "Ma forse dopotutto non eri così sola"
Presi un profondo respiro. Dovevo parlargli, spiegargli esattamente come erano andate le cose prima che potesse pensare che..
"Io e Mike siamo andati solamente a prendere un caffè e.."
"Dimmi solo una cosa" mi interruppe ritornando a fissarmi con quello
sguardo gelido a me sconosciuto "Lo sapevi che lui sarebbe stato
al festival?"
Non pensai neppure un minuto alla risposta. Dovevo essere sincera, dovevo dirgli la verità.
"Sì"
"Bene..." sussurrò mesto "E da quando?"
"Dall'...dall'isola di Wight. Mi ha mandato un messaggio e...e io
volevo dirtelo ma..ma non avresti capito e saresti voluto venire con
me..."
"Certo. Certo che sarei venuto. Dio Kris, ma non lo vedi?" si
passò nervoso una mano tra i capelli "Non vedi come ti guarda?
E' ancora innamorato di te!"
"Forse..forse prova ancora qualcosa per me. Ma non è come credi.
Lui è molto legato a me, ma rispetterà il nostro
rapporto, di questo sono sicura"
Sbuffò "Rispettare il nostro rapporto? Kris lui non l'ha mai rispettato.."
"Adesso stai esagerando" sbottai innervosendomi. "Ora capisci
perchè non ti ho detto nulla? Stai reagendo esattamente come
pensavo. Non provi neppure a capire."
"A capire?" Iniziò a camminare per la stanza "No, hai ragione.
Non capisco. Non capisco perchè a causa di Mike tu abbia dei
segreti con me. Non capisco perchè tu non sia sincera. Non
capisco da quando tu sia così superficiale da metterti a fumare
con nostro figlio dentro di te. Non capisco tante cose Kris."
Lo guardai sconvolta, cercando di afferrare il senso delle sue parole, senza però riuscirci.
"Ti ho vista. Ho visto le foto di te nel parcheggio dell'aeroporto" rispose "Dio Kris ma a che pensavi?!"
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando disperatamente di ricordare a cosa diavolo si riferisse. E poi capii.
Il giorno prima nel parcheggio avevo tenuto la sigaretta all'autista e
c'erano tanti paparazzi e Rob doveva aver creduto che io...
Aspetta, Rob aveva davvero creduto che io...che io avessi messo in
pericolo la vita di mio figlio per uno sfizio. Per un capriccio...
Lacrime di delusione e rabbia iniziarono a pungermi gli occhi. Lui
pensava questo di me e dell'amore che provavo per il nostro bambino?.
"Questa te la potevi anche risparmiare" sibilai "Tu...tu non sai niente..di come sono andate le cose, niente."
"Kris..." iniziò ma lo bloccai.
"No, sai qual'è il vero problema quì?" continuai
imperterrita "Il problema è che non hai la minima fiducia in me.
In noi.."
"Sai che non è così.."
"Ah no?" Mi scacciai col dorso della mano le lacrime che stavano
scivolando lente " Eppure sei quì ad accusarmi di cose che non
esistono. Quella stupida sigaretta la stavo solo tenendo all'autista.
Ma tu non hai chiesto spiegazioni a me, vero? No. Ti sei limitato a
sputarmi addosso accuse su accuse.."
"Se tu fossi stata sincera sin dall'inizio tutto questo non sarebbe successo"
"Bene.." risposi ironica "La conclusione quindi è che è tutta colpa mia..."
Non volevo sentire altro. Non sapevo se potevo sentire altro.
Afferrai il borsone che la sera precedente non avevo sfatto, senza neppure guardarlo negli occhi.
"Che fai ora?" domandò.
"Me ne vado via da quì" sussurrai tra le lacrime, dirigendomi verso la porta.
"Non essere assurda." sbottò "Dove vuoi andare a
quest'ora.?Certo...se ti infilassi nel letto di Mike lui ne sarebbe
felice. Non aspetta altro."
Mi voltai di scatto e presa dalla rabbia non riuscii a controllare la mia mano. Si abbattè con violenza sul suo viso.
Come...come aveva potuto dire una cosa simile?
"kris" sussurrò sconvolto dalle sue stesse parole "Kris ..io non.."
"Basta..basta" biascicai tra le lacrime "Basta, non ce la faccio ad ascoltarti ancora..."
Uscii e mi misi a correre per il corridoio, e poi fuori nell'aria
gelida che mi faceva congelare le guance bagnate. Camminai e camminai
senza sapere bene dove sarei andata.
Senza neppure pensare a dove andare.
Non avevo una meta. Non riuscivo a pensare a nulla che non fossero le parole terribili che mi aveva detto. Che ci eravamo detti.
La neve vorticava ancora intorno a me, ma non sentivo freddo. Non quel
tipo di freddo perlomeno. Avevo un gelo diverso, dentro il mio cuore.
Che trapassava tutto il resto.
Che mi impediva di percepire tutto il resto.
Poi però ebbi un flash. Il mio bambino sentiva. Sentiva tutto
ciò che sentivo io. Dovevo fare qualcosa. Cercare di riprendermi
almeno per lui.
Facendo uno sforzo enorme riuscii a fermare un taxi. Avevo bisogno di un posto caldo, di un posto in cui sdraiarmi un secondo.
E sapevo anche dove andare.
Sapevo che quella persona non mi avrebbe respinta. Che mi avrebbe aiutata ed accolta.
In pochi minuti arrivammo davanti all'hotel che cercavo. Conoscevo il
numero della sua stanza e mi ci diressi spedita, bisognosa del conforto
di qualcuno.
Bussai. Sapevo che era tardi e speri vivamente che non mi avrebbe preso per pazza.
Dopo alcuni secondi aprì la porta, scarmigliata e stanca.
"Kris?" domandò la mia amica "Kris che succede?"
"Dakota io..." Non riuscii a finire la frase e scoppiai a piangere tra
le sue braccia esili. Da quel momento in poi tutto fu estremamente
confuso.
Le raccontai tutto. Tutto quello che era successo. La gravidanza, la nostra vacanza, le mie bugie, il litigio...
Non sapevo dove trovavo le parole per andare avanti. Forse,
semplicemente, l'atto meccanico di parlare mi faceva evitare di
pensare...di pensare a lui...
Dakota mi carezzò i capelli, cercando di confortarmi come meglio
poteva, finchè si addormentò stremata al mio fianco,
tenendomi la mano.
Io non lo feci. Non avrei mai potuto. Restai sdraiata su quel letto a
fissare il soffitto e le ombre che, lentamente, si facevano sempre meno
scure mentre le lacrime silenziose bagnavano il cuscino.
C'era silenzio assoluto ma le sue parole mi rimbombavano ancora nelle
orecchie. Le sue accuse, la sua mancanza totale di fiducia..non avrei
mai creduto di poter provare tutto questo..dolore. Pulsava nel mio
petto come un male fisico che non guariva, che non passava mai. Non
avevo mai provato una cosa simile. Avevo recitato migliaia di scene
tristi, letto libri e ascoltato canzoni ma..era tutto diverso ora. A
volte ti facevano credere che fosse un sentimento profondo...quasi
poetico. Ma non era così. E io lo capivo in quegli istanti di
agonia.
Il dolore era sempre e solo dolore, e ti uccideva lentamente.
"Kris..." venni riportata bruscamente alla realtà dalle parole
che la mia amica, accucciata al mio fianco, mi sussurrava. Notai che
era vestita e pronta. Quando..quando si era alzata e cambiata? Non mi
ero resa conto di nulla...
"Kris.." continuò "C'è il brunch...ricordi? Se non te la senti posso dire che stai male o..."
"No..No" mi alzai e lentamente mi diressi verso il borsone che avevo
gettato ai piedi del letto. Non potevo restare lì da sola con i
miei pensieri. Non potevo.
Indossai il primo paio di jeans e la prima maglietta che mi capitarono
sotto mano. Dakota mi spazzolò i capelli e mi truccò
leggermente il viso.
Storsi comunque la bocca di fronte alla mia immagine allo specchio. Non
potevo credere di essere io quella ragazza pallida e distrutta che mi
fissava di rimando.
"Non preoccuparti. Diremo che hai un pò di influenza...nessuno lo noterà."
Annuii mesta.
"Kris. Io..io credo che vi siate detti delle brutte cose ma..ma non le
pensate davvero." cercò di consolarmi "Quando si litiga si apre
la bocca a sproposito e poi ci si pente. Cerca di stare tranquilla.
Sono certa che questa sera vi chiarirete e magari ora riuscirai a
distrarti un pò ."
Ma non fu affatto così.
Tante..tante persone intorno a me che parlavano, ridevano,
chiacchieravano divertite, a loro agio. Mi sembrava che fosse assurdo:
come poteva tutta quella gente essere felice..mentre il mio mondo
crollava a pezzi? Mi chiamavano, mi chiedevano foto, autografi...e io
mi muovevo come un automa, rispondevo a monosillabi, inventavo labili
scuse per spiegare la mia apatia.
Mi sembrava di vivere in un altro pianeta, tanto che ad un certo punto
durante il brunch ordinai un bloody mary per carcare di riacquistare un
pò di lucidità. Ne bevvi un paio di sorsi ma, per
fortuna, Dakota mi fermò in tempo.
"Kris..il bimbo.."
Quelle parole mi bastarono per allontanare il bicchiere inorridita da
ciò che stavo facendo. Mi passai una mano fra i capelli.
Mi ero addirittura dimenticata di mio figlio...di mio figlio!
Forse aveva ragione Rob...forse era davvero colpa mia. Forse sarei stata davvero una pessima madre...
Continuai ad aggirarmi attraverso i miei impegni tutto il
pomeriggio, spinta ed incoraggiata dalle parole di sostegno di Dakota.
Non credevo che avrei mai potuto farcela senza di lei.
Soprattutto sul red carpet. Quasi faticavo a capire le domande inutili e superficiali dei fotografi.
Un unico pensiero fisso in testa.
Rob.
Chissà dov'era. Chissà cosa stava facendo. Chissà se era ancora arrabbiato con me...
E io? Io ero arrabbiata con lui?
Non sapevo rispondere con esattezza. Una parte del mio cuore sì.
Per quello che aveva detto, per la poca fiducia che nutriva in me...
Ma l’altra parte...si sentiva colpevole. Di avergli mentito, di aver agito alle sue spalle, di...
"Kris" Dakota mi raggiunse nel corridoio fuori dalla sala "La proiezione sta per cominciare"
"Io...io non ce la faccio" sussurrai. Non potevo andare avanti
così. Essere lontana da Rob era come essere lontana da una parte
della mia anima.
Dovevo fare qualcosa.
"Devo..devo andare a parlargli..devo"
Lei stupendomi non obiettò nulla. Si limitò ad annuire "Vai...vai da lui. qualcosa mi inventerò"
Le rivolsi un debole sorriso e uscii velocemente fuori dall'edificio.
Inforcai gli occhiali scuri che portavo sempre con me e alzai il
cappuccio della felpa.
Non avrei voluto essere vista, ma se anche fosse accaduto non me ne
sarei preoccupata più di tanto. C'era una sola ed unica cosa
importante in quel momento.
Ed era trovare Rob. Dirgli che lo amavo, che avevo bisogno di lui per
sopravvivere e che potevamo dimenticare quello che era successo la sera
precedente.
Che potevamo ricominciare da capo....
Corsi a per di fiato per dieci minuti buoni e, alla fine , arrivai
trafelata al mio albergo. Entrai precipitandomi direttamente in stanza.
"Rob!" strillai al vuoto. Non c'era nessuno.
E, notai subito, non c'era neppure la sua borsa, nè la sua giacca. Nulla.
Forse...forse era andato in un altro hotel per lasciarmi sola o forse...
Mi bloccai quando notai qualcosa di bianco sul copriletto. Un foglietto. Lo presi e con mano tremante lo aprii.
Sono tornato a casa. Ti chiamo appena arrivo. Scusami se puoi..
Sentii il respiro mozzarmisi in gola e le lacrime oscurare tutti i
colori dai miei occhi. Lentamente scivolai a terra mentre il mio
cervello capiva quello che era appena successo.
Mi aveva abbandonata.
Mi aveva lasciata da sola.
Mannaggia a quella scimmia che
rompe. Mannaggia a Kris che non dice le cose a Rob. Mannaggia a Rob che
è stato davvero pesante...Mannaggia a tutti in pratica. Tutti
tranne ovviamente la vostra dolce Cloe...che è sadica per
necessità ma vi vuole tanto bene. =))))) Ooooook, sto
scappando......
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Capitolo 8 *** Solitudine ***
CAPITOLO 8 FFF
Ragazze,
eccoci qui puntuali come sempre. Non siamo emigrate in africa...siete
state buone e ci avete capite ...in fondo è tutta colpa di quei
due stupidi, mica nostra..U.U E non ve la siete presa neppure troppo
col nostro makako: avete fatto bene, alla fine lui non ha fatto nulla
di male, si è comportato da brava scimmietta. Cooomunque adesso
lui se ne ritorna nella sua gabbia allo zoo. Per ora..in futuro
non è detto che non torni a fare un giretto fra noi per la
vostra gioia.
*.* *.* *.* Ci inchiniamo onorate di fronte a voi e alle
splendide recensioni sempre così numerose *.* *.*
*.* Grazieeee...continuate così, siete fantastiche!!!! Mi
sembra il caso di lasciarvi il capitolo ora che molte cose devono
essere risolte...notate, DEVONO... nn è detto che si risolvano
muha muha muha...
In realtà il capitolo era lungo il doppio...cioè troppo
lungo e abbiamo pensato di spezzarlo. Sorry...ok, Fio ha voluto che lo
dicessi, io non volevo . Ho paura che ci prendiate a legnate ora. Ma
spero che non lo facciate. Perchè il prossimo capitolo
sarà mooolto presto. Ehm ehm...no, nn è vero sarà
tra cinque giorni come sempre ma...se ci riflettete bene: cosa sono 5
giorni nell'economia dell'eternità?? okkkkk..dopo questa
ci ritiriamo...ancora un mega grazie a tutti...
Intanto rispondiamo alle recensioni...un mega kiss da Cloe e Fio (anzi Fiò con l'accento sulla o) =) =)
kiki_88: grazie a te , e non temere tutto andra per il meglio, non siamo cosi sadiche, almeno crediamo di non esserlo ahahah....
yesido: grazie mel, ma ti conviene non dire mai davanti alla queen che il makako i fa pena, potrebbe bannarti ah...
per quando riguarda la storia abbi
fiducia in noi.. eccoti il capitolo, e speriamo anche di leggere la tua
one shot molto presto ah...
ada90thebest
: anche noi odiamo quell'essere odioso, beh rob si è sentito
tradito, e aveva capito di avere sbagliato con lei nei modi per questo
lascia l'america, pero non preoccuparti, fidati di noi.
Anto_Pattz
: nei cosi convinta anto che i due faranno pace cosi presto, il nostro
sadismo si fara vedere nel suo splendore piu alto ahaha.. scherziamo lol
eccoti il capitolo e grazie tesoro!!
frate87: si maledetti tutti ahah, no dai tutto andra per il meglio, alla prossima...
Roxisnotdied: ross cess non puoi ucciderti, potremmo fare lo stesso con te, quindi fai funzionare quella testa e scrivi su joy ahah
eccoti il capitolo alla prossima ross!! ahahahahah
crista: si mike è un rompipalle, ma ormai è fuori dalla nostra storia non temere ah.. alla prossima e grazie.
elviraj :non esageri a morte scimmia ahah, no dai tutto si risolvera nel giro di tipo 30 capitoli?? ahah scherziamo u_u
ariel7 :o_o letizia cara, anche noi adoriamo te, non preoccuparti la scimmia tornera subito nel suo zoo ah.
chi61 : parole sante le tue sulla gravidanza, ma non temere tutto andra per il meglio.. siamo buone noi nel profondo ah..
lampra: tesoro la pace arrivera molto presto, non temere.... eccoti il capitolo alla prossima.
piccolinainnamora: noi non siamo cattive u_u perfide vorrai dire ahahah, non temere la pace è prossima ah...
simo1726:ahahah anche tu odi il macaco, fai bene ah..
beh dai non preoccuparti, i due faranno pace molto presto.... alla prossima e grazie.
bbird:grazie a te.
ledyang:grazie
per i complimenti mia dolce mogliettina!!!!! ma anche Fio è
molto brava a...rimediare lì dove io creo scompiglio e
caos...vedrai vedrai. Anzi, adesso che ci penso tu hai già visto
tt...hihihihihii Grazie di tutto e...non temere ricordiamo quella
parola che inizia per E e finisce per o..ce la sognamo pure di
notte...EQUILIBRIO. LOL
julietta__ :ahaha giulicess troppo divertente ah.. non preoccuparti tutto andra per il meglio lol... te mi raccomando posta anche tu ah.
ely_leyton : grazie a te, non preoccuparti staranno di nuovo insieme ah...
dorel : grazie a te... siamo contente di trasmettere qualcosa, alla prossima.
Enris :si i problemi andranno via, almeno crediamo ahah.. grazie alla prossima.
CAPITOLO 8 (Fio)
SOLITUDINE
POV Kris
Due settimane. Mi sembrava assurdo anche solo a pensarci. Due settimane. Quattordici giorni. Trecentotrentasei ore.
Mai il tempo mi era sembrato
così inesorabilmente nemico, eppure stavolta ogni rintocco
dell’orologio era una pugnalata al cuore.
Seduta nella veranda di casa con le
gambe al petto fissavo il vuoto mentre la camomilla che non avevo
toccato per niente si raffreddava sempre di più e la mia mente
tornava inevitabilmente a quella sera, quella sera in cui avevo trovato
la stanza vuota.
Mi aveva abbandonata. Mi aveva
lasciata. Aveva fatto le valigie ed era volato via lasciando un misero
biglietto, un freddo pezzo di carta. Credeva forse che sarebbe bastato?
E dire che ero anche disposta a perdonarlo, ero corsa lì per
chiedergli scusa, per dirgli che lo amavo e che non mi importava di
niente se non di lui, ma quel vuoto mi aveva riempito il petto e ora
avevo il nulla dentro me. Continuavo a rivedere quella stanza vuota
nella mia testa e a rileggere quelle quattro parole sperando
scioccamente di aver letto male. Doveva esserci una spiegazione. Non
poteva avermi abbandonata.
Eppure le parole erano sempre le stesse.
Sono tornato a casa. Ti chiamo appena arrivo. Scusami se puoi..
Scusami, se puoi.
Non potevo, non dopo quello che aveva detto e soprattutto non dopo
quello che aveva fatto. Come aveva potuto lasciarmi lì, da sola,
con suo figlio in grembo?
Certo, del bambino continuava a preoccuparsi.
Aveva chiamato la sera stessa, come promesso nel bigliettino, ma avrei
preferito che non l’avesse fatto data la piega gelida che aveva
preso la conversazione.
“Sono arrivato. Come stai?”
“Bene..”. Non sapevo nemmeno da dove avessi preso la forza
per parlare e soprattutto mentire in quel modo. Ma non volevo che mi
sentisse ferita.
“Bene.. il bambino?”
Allora capii che era quello il suo scopo, era quello che voleva sapere.
In realtà di me non gli importava. Il bambino. Era tutto quello
che voleva sapere.
“Sta bene..”
“Bene..”.
Piombò un silenzio tombale. Nessuno parlava. Lui non parlava.
Non un accenno di scusa, non il minimo interesse per come
l’avessi presa, per come mi sentissi. Niente.
Presi io la parole prima che quel silenzio potesse ferirmi
ulteriormente. “Devo andare. Notte”. Attaccai il telefono,
gelida e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo.
Come era possibile che due persone come noi potessero arrivare al punto
di non parlarsi per due settimane? Se me lo avessero detto non ci avrei
mai creduto, eppure era così. Non parlavamo da quella maledetta
sera, non realmente. Chiamava una volta al giorno, di solito prima che
andassi a dormire, per chiedere del bambino, ma le nostre conversazioni
(se così potevano chiamarsi) erano sempre più fredde,
sempre le solite.
Lo rassicuravo della salute del bambino quando invece io stessa mi
chiedevo se stesse bene. Certo, se stava come me.. allora era davvero a
terra. Mi contorcevo l’anima al solo pensiero, cercando di essere
forte e di stare meglio, per lui, ma a volte non ce la facevo proprio.
Mamma era sempre più preoccupata. Nonostante avessi una casa
tutta mia a Los Angeles, non me l’ero sentita di tornare in
quelle stanze vuote. Troppi ricordi di sere passate lì con lui.
I miei erano stati ben felici di “ospitarmi” per un
po’ e tutti si prendevano cura di me come se fossi una malata
terminale. E forse lo ero. Stare lontana da Rob mi uccideva, ma non
potevo costringerlo a fare qualcosa che non voleva. Lui era andato via,
lui sarebbe dovuto tornare e il fatto che fossero passati tredici
giorni senza che bussasse alla mia porta la diceva lunga. Ogni giorno
mi svegliavo con la speranza di trovarlo in cucina a bere una tazza di
caffè con mia madre, con i capelli scompigliati e il viso un
po’ stanco dal volo, ma ogni giorno mi illudevo. La cucina era
vuota, come me, e piombavo di nuovo nel mio malumore. Tutti cercavano
di essermi vicini e starmi alla larga al tempo stesso, cercando di
darmi un po’ di spazio ma io di spazio ne avevo abbastanza e
l’unica persona che avrebbe potuto riempirlo non era lì.
“Tesoro.. come va?” La voce di mia mamma ruppe il flusso dei miei pensieri e non potei che esserne felice.
“Così..” sospirai scuotendo le spalle. Inutile dire
che andava bene, non mi avrebbe creduto. Non più almeno, non
dopo le ultime 12000 volte che me l’aveva chiesto e le avevo
mentito.
“Amore.. vedrai che questa storia si risolverà. È solo un litigio..”.
“Tredici giorni mamma. Tredici”. Ormai ero anche stufa di
sentire quei discorsi. Non facevano che ricordarmi ancora di più
il fatto che lui mi avesse abbandonata. Era assurdo eppure non trovavo
modo migliore per definire la sensazione che avevo provato aprendo
quella porta e trovando quella dannata stanza vuota.
“Ti dico che andrà tutto bene. Fidati di me”. Avrei
davvero voluto fidarmi, ma come potevo? Lei non sapeva cosa si provava,
non sapeva quello che mi aveva detto, il modo in cui mi aveva sputato
in faccia quelle parole assurde e.. maligne, dimostrando di non avere
alcuna fiducia in me. Quella era la cosa che mi faceva più
rabbia in assoluto. Non era successo niente, cazzo! Eppure lui non
aveva esitato a dubitare di me, proprio di me che lo amavo alla follia
e portavo in grembo suo figlio.
Prima che potessi impedirlo altre lacrime presero a scorrere lentamente
sulle mie guance cadendo nella nuova tazza di camomilla bollente che
mia madre mi aveva messo tra le mani.
“Amore mio.. ti prego.. fidati. Sono tua madre.. so quello che dico”.
Oh mamma, quanto avrei voluto crederle.
“Ti fidi?” sussurrò asciugandomi le lacrime.
Accennai un debole si con la testa per farla contenta e strinsi forte la tazza per riscaldarmi le mani.
Mia madre mi fissava con aria preoccupata ed esitante, come se avesse
paura di dirmi qualcosa. Tirando su con il naso le feci cenno di
esprimersi, ma aspettò un po’ prima di parlare mentre
arrancava nelle parole per paura di dirmi qualcosa di sbagliato.
“Tesoro.. volevo dirti.. che ho fissato una visita con la ginecologa..” disse tutto d’un fiato.
“Tu sei al terzo mese e ancora non hai fatto un’ecografia.. perciò..”.
Rimasi di sasso mentre quelle parole mi penetravano la mente
rivelandomi la realtà che nascondevano: Ero.. pessima. Il mio
bambino non era nemmeno nato ed io ero già una pessima madre. Mi
sfiorai la pancia delicatamente come a scusarmi col mio piccolino ma
non fu abbastanza e non riuscii a fermare le lacrime che ripresero a
scorrere copiose, come un fiume in piena.
“Tesoro..”
“Sono.. una pessima madre!” scoppiai a piangere. “Sarò una pessima madre..”
“Ma no amore, che dici?”
“Non so nemmeno prendermi cura di mio figlio..”. La mia
voce rotta dal pianto invase la veranda scontrandosi con il petto di
mia madre che in un secondo mi aveva accolto tra le sue braccia
carezzandomi i capelli per consolarmi.
Mi cullava dolcemente tentando di calmarmi. “Ssssh.. va tutto
bene. Andrà tutto bene. Sei stata molto impegnata.. Non è
colpa tua.. Sei ancora così piccola..”.
L’abbracciai forte lasciando che le lacrime si posassero sul suo
maglione e mi lasciai cullare da quelle parole. Aveva ragione in fondo.
Avevo solo 19 anni. 19. Ero praticamente una ragazza madre. In quel
momento più di ogni altra cosa avrei voluto Rob lì
accanto a me. Non ce l’avrei fatta da sola. Avrei voluto
abbracciarlo, dimenticare tutto. Avrei voluto che fosse lui a dirmi che
sarebbe andato tutto bene, avrei voluto che mi prendesse il viso, mi
dicesse che mi amava e mi baciasse dolcemente. Ma lui non c’era.
C’eravamo solo noi. Io e il mio bambino. Lui era la mia
priorità in quel momento e io non sapevo nemmeno prendermene
cura. Rob me lo aveva detto.
Ricorda di fissare l’ecografia.
Ed io invece.. ero stata così stupidamente presa dai miei
impegni che l’avevo completamente dimenticato. E ora mi trovavo a
fare un’ecografia a tre mesi, quando il mio bimbo iniziava
già a svilupparsi. E se ci fossero stati dei problemi? E se
fosse andato storto qualcosa? E se fosse troppo tardi?
No. Andava tutto bene! Mi ripetei mentre mia madre continuava a cullarmi. Doveva andare tutto bene. Doveva essere così.
Quando finalmente mi calmai ripresi il fiato che i singhiozzi mi
avevano tolto e chiesi a mia madre quando avesse fissato la visita.
“Ehm.. domani..”
Rimasi basita. “D-domani? Ma.. ma è.. S. Valentino..”.
Perfetto! Davvero non poteva andare meglio di così. Non che
avessi mai creduto a quella festività ma inevitabilmente mi
avrebbe ricordato Rob e non ce la facevo più a piangere.
“Si.. ma siamo state fortunate. È già tanto che ci
abbiano fissato una visita con così poco preavviso..”.
Annuii asciugandomi gli occhi per l’ennesima volta. Pazienza.
Avrei festeggiato l’amore che provavo per il mio bambino.
Un brivido di freddo mi percosse il corpo quando una leggera e insolita
ventata fredda mi carezzò le guance. L’aria californiana
era tiepida anche nel mese di febbraio tanto da permettermi sempre di
andare in giro a maniche corte, ma quella sera invece faceva
leggermente freddo, come se anche il tempo si fosse adeguato alla mia
condizione e al gelo che sentivo dentro.
“Ora entriamo..” disse mia madre dandomi una mano ad
alzarmi. “Tutto questo vento non fa bene al bambino..”.
E con quelle parole mi convinsi ad entrare in casa e bere la terza
camomilla mi aveva preparato con la speranza che non lasciassi freddare
anche quella, come me.
Come se potesse essere possibile, mi svegliai ancora più di
malumore. Ma questa volta non era tristezza o malinconia. Era.. rabbia.
Rabbia verso di Rob. Lui che avevo visto in giro con Tom a strafogarsi
da Nando’s e a comprare mutande e giochi per l’xBox.
Cioè.. era assurdo: io che tra qualche ora avrei avuto la mia
prima ecografia e lui in giro per Londra a comprare mutande e calzini.
Che doveva farci poi?
Era tutto così sbagliato. Non doveva andare così, non
doveva essere così. Non era questo quello che mi ero immaginata,
quello che avevo sognato.
Avevo sempre visto Rob lì, accanto a me, a stringermi la mano
mentre ascoltavamo il cuore di nostro figlio. Invece.. avrei dovuto
accontentarmi di mia mamma.
Non avevo nemmeno avuto bisogno di chiederle se volesse accompagnarmi.
Sapeva che ero spaventata e senza che dicessi una parola si era offerta
di accompagnarmi. Non che non mi facesse piacere.. ma.. il solo
pensiero che al mio fianco avrebbe dovuto esserci qualcun altro mi
trasmetteva rabbia.
Lui non era lì.
Questo era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Oggi avrei visto
nostro figlio e lui se lo sarebbe perso. Quante altre cose avrebbe
perso di suo figlio se iniziava già dal terzo mese di
gravidanza?
Prima che potessi accorgermene una lacrima mi rigò il viso. No,
non potevo piangere ancora. Doveva essere solo la posizione a farmi
versare lacrime. Per evitare di scoppiare in lacrime mi misi seduta sul
letto e guardai quel piccolissimo rigonfio della mia pancia. Era
davvero minimo ma c’era, e iniziava anche a vedersi. Certo, non
sarebbe stato evidente a tutti, ma chi sapeva che ero incinta ci
avrebbe fatto caso sicuramente.
Intrecciai le mie braccia attorno al ventre.
“Andrà tutto bene piccolino.. stai tranquillo. Ce la
caveremo..”. Piansi un’ultima lacrima sussurrando quelle
parole. Era vero, ce la saremmo cavata. Ma io non volevo solo
cavarmela, volevo essere felice, volevo avere una famiglia, volevo
qualcuno che mi proteggesse quando ne avessi bisogni, volevo Rob.
Presi un lungo sospiro e carezzandomi di nuovo il ventre mi alzai per dare inizio a quella giornata.
Una volta pronta e vestita, uscii da camera mia e feci per scendere le
scale ma incontrai Cameron che come sempre mi chiedeva come stessi. Gli
rispondevo che andava tutto bene, che il bambino stava bene e che non
avrebbe dovuto preoccuparsi di niente, ma avevo visto
l’espressione sul suo volto, il modo in cui mi aveva guardato
nelle ultime due settimane in cui avevo toccato cibo poco e niente.
Fosse stato per me, avrei anche potuto evitare di mangiare. Tutto mi
scivolava dentro e addosso senza che potessi sentire niente, e lo
stomaco ormai era diventato solo un buco per raccogliere il cibo per il
bambino. Per lui mi sforzavo a mangiare almeno il minimo
indispensabile.
Cameron, peggio degli altri, mi guardava con aria accigliata e
preoccupata e sapevo che ce l’aveva con Rob, che gli associava la
colpa del mio stato. Dopotutto, lui era il mio fratello biologico. Era
sangue del mio sangue, vedermi in quel modo lo devastava e faceva venir
fuori il suo istinto da zio sul bambino. Eppure, non volevo che ce
l’avesse con Rob. Solo io potevo avercela con lui.
“Ce la fai?” chiese premuroso avvicinandosi alle scale
insieme a me. Lo guardai con aria assurda e si ritirò
immediatamente lasciandomi scendere. Era incredibile il senso di
proiettività che si era risvegliato in tutta la mia famiglia
però Cam era ogni giorno così carino e premuroso. Mi
portava la colazione a letto, mi aveva aggiunto una coperta al letto,
mi aspettava fuori dal bagno dopo aver fatto la doccia per assicurarsi
che non fossi scivolata nella vasca. Non avevo mai conosciuto quel lato
di lui, quella specie di istinto paterno che stava cercando di non
farmi mancare.
Ripensando alla dolcezza che mi aveva mostrato in quei giorni non potei
fare a meno di lanciargli un sorriso arrivata a fine rampa.
Ricambiò felice.
Presi un lungo respiro e mi preparai ad andare in cucina, fonte della
mia più grande illusione. Preparai già lo stomaco alla
sensazione di vuoto che avrei avuto entrando e sperai davvero che non
mi desse la nausea che mi aveva ripreso a tormentarmi quei giorni. Feci
un passo avanti quando d’un tratto sentii una leggera risata,
quasi impercettibile, forse era appena un sorriso, ma lo conoscevo
troppo bene. Mi bloccai di colpo. Possibile che la mia illusione fosse
così reale?
Senza rimuginare ancora a lungo presi forza e mi diressi spedita in
cucina, pronta al vuoto, ma invece il vuoto era niente paragonato
all’abisso che si creò dentro di me quando lo vidi.
Mi fermai sulla soglia della cucina, immobile, con i piedi piantati a
terra, una mano sulla pancia e gli occhi fissi su di lui che
abbandonando il leggero sorriso che aveva assunto parlando con mia
madre, si era voltato a guardarmi.
“Ciao..” disse subito alzandosi dallo sgabello.
Mi ci volle qualche secondo prima di trovare la forza di rispondere.
Mille emozioni attraversarono la mia mente e il mio corpo: rabbia,
gioia, tristezza, sollievo, paura..
“Che ci fai qui?”
Si avvicinò verso di me. “Kristen.. devo chiederti scusa..”
“Bene.. ho delle faccende da sbrigare. Vi lascio soli..” .
Mia madre uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di
sé e mi trovai a quattr’occhi con lui.
Avrei tanto voluto abbracciarlo, buttarmi tra le sue braccia, ma
stranamente la rabbia era troppo forte. Lo guardavo e pensavo al suo
viso quella sera, alle sue parole mirate, al suo sguardo deluso, come
se davvero avessi fatto qualcosa di sbagliato.
“Scusa per cosa..?”
“Per tutto.. per come ti ho trattata l’altra sera..”
Mi sembrava assurdo anche sentirlo parlare di quel momento come se
fosse successo un paio di giorni prima. Ma non si rendeva conto che
erano passate due settimane? Due settimane senza farsi vedere, senza
preoccuparsi di come stessi, chiedendo solo del bambino. E infatti..
“Come stai? Il bambino?”
Un sorriso amaro mi apparve sul viso a quelle parole. Possibile che
fosse tutto quello a cui riusciva a pensare? Mi aveva abbandonata per
due settimane e pensava solo al bambino.
Quelle erano le sue scuse!? Non aveva capito niente. Avrebbe dovuto
fare molto di più e non gli avrei assicurato che sarebbe bastato.
“Tutto qui..? è tutto quello che hai da dire?”. La
mia voce era fredda e stabile. Come se non provassi niente nel dire
quelle parole che invece mi stavano uccidendo. Continuavo a stare
spalle alla porta, con le braccia conserte mentre lui era in piedi,
ancora distante da me, con una mano in tasca e l’altra appoggiata
al tavolo. Era in evidente disagio. Non sapeva come muoversi e io non
ero da meno. Non avevo mai sentito tanto spazio tra di noi. Poteva
esserci stato anche l’oceano a dividerci ma l’abisso che
c’era tra di noi in quel momento, era incolmabile. Nemmeno
avvicinandomi avrei potuto riempire quel vuoto soprattutto dopo quelle
parole che mi fecero collassare il cuore.
“Bè.. tua madre mi ha detto dell’ecografia..”.
Sentii il petto stringersi, le lacrime salire agli occhi, la bocca tremante.
“Sei.. tornato ..solo per quello?”. Sperai che la mia voce
non sembrasse più rotta di quanto mi sentissi io dentro, ero
spezzata in due.
“Nono!” si affrettò a dire avvicinandosi a me e
cercando un contatto che non trovò. Rimase sorpreso quando feci
un passo indietro. “Tua madre me lo ha detto stamattina..”.
Provai un’improvvisa sensazione di sollievo che però mi
abbandonò subito lasciando spazio alla delusione e alla rabbia e
trasformando il mio tono da triste a duro. “Questo non cambia le
cose.. Te ne sei andato Rob.. Per due settimane!”. Sottolineai
quelle ultime tre parole sperando che si rendesse conto di quello che
significavano. “Due settimane!” ripetei.
Abbassò il viso con aria del tutto colpevole. “Mi dispiace.. io.. avevo solo bisogno di pensare..”
A quel punto sbarrai gli occhi e scoppiai. Era davvero troppo.
“TU AVEVI BISOGNO DI PENSARE!?! E IO?” prima che me ne
accorgessi stavo praticamente urlando. “Mi hai lasciata sola! Con
tuo figlio in grembo, in una camera d’albergo! Con due righe su
un pezzo di carta!!! A me non hai pensato Rob?! Eh?!”
Non parlò e io continuai. “Pensare a cosa poi?! Non avevo
fatto niente di male cazzo! Ma tu, no! tu devi sempre dubitare di me!
Sempre! Possibile che tu non abbia alcuna fiducia in me?”. Sentii
la bocca piegarsi, gli occhi appannarsi. Mi portai subito le mani agli
occhi per bloccare le lacrime.
“Amore.. ti prego.. devi perdonarmi.. mi dispiace.. davvero tanto. Non so.. cosa posso fare per farmi perdonare?”
La sua voce era un sussurro mentre cercava la mia mano. Mi scostai
ancora e nonostante non lo stessi guardando negli occhi, capii che
stava soffrendo per i miei movimenti che mi allontanavano da lui
ad ogni passo.
“.. non puoi.. è tardi Rob..”.
Non ebbi la forza di guardarlo negli occhi mentre dicevo quelle parole,
che al 90% non erano nemmeno vere. Sapevo che non sarebbe durata per
sempre, sapevo che prima o poi l’avrei perdonato. Ma non adesso.
“Vieni pure all’ecografia.. non posso impedirti di vedere
tuo figlio. Ma non parlarmi..” avrei rischiato di innervosirmi
ancora di più e non volevo fare agitare il bambino. “E
vieni con la tua macchina..”. Sapevo che non aveva una macchina
lì.
“Kristen.. ti prego.. sai che..”
“Non mi interessa! Prendi un taxi, una bicicletta, vieni a piedi!
Fai come vuoi! Non sono problemi miei!” e detto questo spalancai
la porta della cucina e senza nemmeno prendere il giubbino, afferrai le
chiavi della macchina e uscii.
Il prossimo capitolo sarà
ancora della nostra Fiorelluzza. Omg...cioè io kris la vedo
nervosa...cioè, voi lascereste guidare una ragazza che sta
così incavolata? Sono un pò preoccupata...mah ho una
brutta sensazione però...ma no no..mi sbaglierò xdxdxd.
Ok, questa ero io..Cloe..mi piace lasciarvi con commenti criptici e
cattivi..hihihihihihi non odiatemi. Un bacio. Alla prossima!!
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Capitolo 9 *** Il nostro cuore ***
cap nuovo sob
Ragazze!!!!!
Sono sei giorni, lo sappiamo. E' colpa mia, lo so lo so lo so. (di
cloe...). Sono stata poco bene ieri purtroppo e proprio nn ce l'ho
fatta. =))))) Ma ora siamo quì a ringraziarvi col cuore per
tutte le fantastiche recensioni ed il meraviglioso seguito di questa
storia...siamo quasi commosse, veramente. Ok ehm...scusate se sono di
poche parole ma Fio si sta guardando la sua deluxe edition di NM
(mannaggia a lei) e io mi sono appena svegliata e sto...fusa..e
depressa perchè quando è passato il corriere nn c'era
nessuno e torna domani e io non ho il mio DVD.Okkkkk...finisco di
disperarmi...ragazze ancora un bacio e....alla prossima settimana.
love Cloe e Fio
yesido :o_o mel stai diventando peggio della queen, lei è
li che aspetta come tutte voi, noi postiamo ogni 5 giorni, abbiamo
difficolta ad avere gia i capitoli pronti, e quindi siamo lente, molto
lente, ahah ma poi dai 5 giorni passano, e sta volta non ci saranno
finali amari...
continua a scrivere anche tu.. se non scrivi tu non scriviamo nemmeno noi ahahah...
grazie di tutto, alla prossima!!!
ariel7: adorabile letizia,
sei troppo buona con noi, non preoccuparti nessun pericolo macchina, ma
poi dai con questo ci facciamo perdonare lol...
e poi dai 5 giorni passano velocemente.... grazie come sempre.
kiki_88 : non preoccuparti siamo qui a postare un nuovo capitolo in tempo record..
poi per il sadismo di fio ci penso io lol, non ti fidare di me ...
grazie di tutto alla prossima...
julietta__ :giulcess non
siamo tante sadiche da far accadere qualcosa a kris con la macchina,
nooooooooooooooooooo u_u.. iniziamo a correre, no sai scherziamo,
grazie di tutto tesoro alla prossima..
crista: si quei due sono
esagerati u_u, non preoccuparti per la questione macchina, leggi e
vedrai come le cose si sistemano in questo capitolo, alla prossima..
dorel : grazie a te tesoro, non preoccuparti tutto andra per il meglio..
chi61: nessuno incidente, non preoccuparti siamo state moltoooooo buone in questo capitolo, grazie alla prossima.
piccolinainnamora : o_o non è vero non siamo cattive, conoscerai
la nostra bonta leggendo questo capitolo cosi non vorrai nemmeno piu
ucciderci , almeno spero, alla prossima!!!!
Anto_Pattz :anto questa
logica dell'essere accomunate dalle emozioni è interessante
ahaha, dai tesoro tutto andra per il meglio, poi fio con questo
capitolo come ti ha promesso sistemera tutto, in futuro vediamo come
alimentare un po la storia, lo sai no!! siamo sadiche muahahahah..
scherziamo.. grazie ancora.
ada90thebest :non piangere , eccoti il nuovo capitolo alla prossima.
ledyang:
tesoro...amore...fatina buona. Non sappiamo più come adorarti e
amarti. Senza di te qst storia nn esisterebbe. Piango...oggi sono molto
triste...stupido corriere...UFF UFF UFF teso meno male che ci sei tu..
ti vogliamo tanto beneeeee
elviraj ;ognuno ha
sbagliato nei confronti dell'altro secondo noi, ma questa storia non
sarebbe robsten se i protagonisti non starebbero insieme.. non
preoccuparti, alla prossima.
simo1726: grazie mille sei troppo buona ahaha, non preoccuparti la solitudine andra via.. sicuro!!!
frate87 :il makako è
stato chiuso, non uscira dalla sua gabbia e non preoccuparti per i
nostri amati robsten tutto andra per il meglio.. alla prossima e grazie.
BabyVery : grazie a te, nessun incidente per kris nella storia, almeno per ora muahahahahaha...u_u
lampra:o_o hai un intuito buono complimenti ahaha, si la il bimbo fara ritornare la tranquillita tra i due ah.. alla prossima..
Roxisnotdied :u_u non puoi parlare tu, muoviti a scrivere su joy, go go ahaha
grazie di tutto ross, non preoccuparti con sto capitolo tutto andra per il meglio!!!
SeaOfLove : brava, il nostro spirito robsten è molto buono ahahah
eccoti il capitolo alla prossima speriamo presto!!!
Lorena1992 :u_u la pace ci sara ma pensiamo tra 10 capitoli muaahahah, scherziamoahaha, eccoti il nuovo capitolo alla prossima ..
Enris :povero rob, ma non preoccuparti si fara perdonare.. alla prossima!!
CAPITOLO 9 (fio)
IL NOSTRO CUORE
POV KRIS
Mancava ancora più di un’ora alla visita ma non potevo
restare in quella casa un minuto di più. Senza nemmeno pensarci
presi a guidare, non sapendo bene dove andare, lasciandomi trasportare
dal lungomare che si apriva davanti a me.
Avrei voluto non pensare a nulla,
ma non potevo. Per quanto potessi essere arrabbiata con lui, per quanto
avessi il dubbio che fosse tornato solo per il bambino, sapevo che non
poteva essere così dopo tutte le volte che mi aveva detto che mi
amava. Eppure in quel momento lo odiavo così tanto avrei voluto
buttarmi tra le sue braccia e spingerlo giù da un burrone allo
stesso tempo. Perché non capiva mai niente? Era tanto difficile
per lui mettersi nei miei panni?
Iniziai a piangere mentre tenevo
fermamente le mani sul volante. La vista iniziava ad appannarsi. Forse
avrei dovuto fermarmi.. ma notai l’orario e asciugandomi
velocemente le lacrime misi su un paio di occhiali e mi diressi in
clinica.
Scesi dalla macchina e percorsi il
parcheggio che mi separava dall’entrata dove lui mi stava
aspettando da chissà quanto tempo.
Mi venne subito incontro notando probabilmente la mia aria sbattuta.
“Tutto bene..?” chiese
esitante ed evidentemente preoccupato. Aveva addirittura paura di
parlarmi, di dire qualcosa di sbagliato, paura che lo mandassi ancora a
fanculo.
Annuii impercettibilmente. Non
potevo vederlo così. Ero ancora arrabbiata ma dopotutto mi era
mancato. Avrei voluto dimenticare tutto e lasciarmi abbracciare ma il
mio orgoglio ferito era troppo forte. Accettai però che mi
poggiasse una mano sul fianco per guidarmi tra le porte.
L’accettai e basta, passivamente. Ero ancora troppo arrabbiata
per lasciarmi andare.
Non parlammo per tutto il tempo in
cui stemmo seduti in sala d’attesa, mentre la dottoressa finiva
la visita precedente. Sentivo che mi scrutava, che avrebbe voluto dirmi
qualcosa, ma le parole gli si bloccavano in gola, proprio come le mie.
Odiavo quella situazione. Fortuna che non dovemmo aspettare molto.
Dovevano aver saputo che Kristen Stewart e Robert Pattinson erano
lì, altrimenti non saremmo mai entrati un quarto d’ora
prima dell’appuntamento.
Entrando nella stanza ero
terrorizzata a morte, e non sapevo nemmeno il perché. Forse
tutti quei macchinari, quei medicinali, quelle locandine sulla
gravidanza. Mi sembrava quasi di stare facendo tutto sbagliato. Mi
sentii improvvisamente piccola, come se i miei 19 anni si facessero
sentire tutti in quel momento. Mi guardai attorno stranita
finché la dottoressa non mi invitò a sdraiarmi sul
lettino.
Non potei fare a meno di lanciare
un’occhiata a Rob che non smetteva di guardarmi. Poggiò le
mani sulla mia pancia con sguardo quasi triste ma allo stesso tempo
emozionato mentre io ero immobile. Prima che potessi capire cosa stesse
facendo, mi carezzò il ventre e poi alzò la mia maglietta
fino a sotto il seno. Lasciai che mi poggiasse una mano sulla spalla
per invitarmi a mettermi stesa e prima di sedersi lasciò un
bacio al bambino. Mi sentii improvvisamente meglio.
Iniziavo già a dimenticare.
“Bene Kristen..”
esordì la dottoressa Grace raggiungendoci. La conoscevo da molto
ormai, eppure in quel momento mi sembrava un’estranea. “Tua
madre mi ha detto che è la prima ecografia.. Come mai non ne hai
fatta una prima?”
Speravo tanto di potermi evitare
quella domanda per nascondere quale madre degenere fossi.
“Io..l’ho.. L’ho dimenticato..” Sussurrai
chiudendo gli occhi.
“Non è un problema vero?” chiese subito Rob ansioso.
“No, assolutamente! Non è niente di grave.. Siamo in ritardo di circa tre settimane, ma non importa..”
Mi sentii subito meglio e sospirai sollevata.
“Bene, ora vediamo un po’ questo piccolino..”
Mi emozionai solo a sentire quelle
parole. Tra poco avrei visto il mio bambino. Senza nemmeno pensarci
sorrisi furtivamente a Rob, un gesto spontaneo ma molto rapido.
Un gemito di freddo mi percossa il
corpo quando mi sparse il gel sulla pancia ma un secondo dopo era
già passato. Un secondo dopo i miei occhi erano già
puntati al monitor, increduli.
Non potevo credere a ciò che
vedevo. Pensandoci bene non sapevo cosa aspettarmi, ma di certo non
quello che vedevo. Presa com’ero stata non avevo nemmeno avuto il
tempo di documentarmi e scioccamente quello che mi aspettavo di vedere
era ancora un fagiolino. Ma invece.. il mio bambino era lì.
Già formato.
“Ma..è.. è normale che sia così grande?”
Sentii la dottoressa ridere mentre
continuava a far scorrere l’ecografo da una parte all’altra
della mia pancia. “E’ normalissimo. Le misurazioni sono
buone, circa 6 cm. Vedete..” indicò un punto del monitor.
“Questa è la testa.. è normale vederla un po’
più grande rispetto al corpo..”
Mi misi leggermente più
alzata. Riconobbi la testa senza difficoltà, le manine, e molti
particolari del viso. Vidi le sue labbra muoversi quasi al ritmo del
suo cuore che vedevo pulsare, come se volesse succhiare. D’un
tratto, il mio bambino divenne reale, forse per la prima volta da
quando l’avevo scoperto e sentii gli occhi inumidirsi di gioia.
Senza pensarci due volte guardai
Rob che estasiato lasciava scorrere gli occhi dal monitor a me, non
sapendo su chi soffermarsi. Gli sorrisi e afferrai la sua mano.
Era andata ormai. Tutto era passato.
Non mi importava più di niente se non del nostro bambino, quello stesso che avevamo creato noi. Il nostro amore.
Sentii il cuore riempirsi di calore
e stringendo più forte la mia mano Rob si alzò e mi
baciò la fronte e poi la guancia.
“E’ bellissimo..”
sussurrò sui miei capelli. Sentivo dalla sua voce che era
emozionato almeno quanto me, ma io non riuscivo nemmeno a parlare per
esprimere quello che stavo provando.
“Sta bene, vero?” chiesi quando riuscii a sciogliere il nodo che avevo in gola.
“Sta benissimo.. Sentite?”
D’un tratto ci fu un silenzio
assurdo e tutto quello che riuscii a sentire fu un battito, un rumore
nuovo, ritmico, regolare. Chiusi gli occhi beandomi di quel di quel
suono così rilassante mentre una lacrima scendeva sul mio viso.
Rob me l’asciugò con un bacio.
“Oh! È in una buona posizione da vedere il sesso.. volete saperlo?”
“NO!” esclamai nello stesso istante in cui Rob urlò un “SI!” troppo entusiasta.
Lo fulminai con gli occhi mentre la dottoressa non sapeva che fare.
“Perché no?” si lamentò Rob non riuscendo a capire.
“Voglio che sia una sorpresa.. è più bello così..”
Mi guardò interdetto ma non
disse niente. Forse sentiva di non poter ribattere niente visto la
piega positiva che stava prendendo la situazione confrontata al freddo
glaciale di un paio d’ora prima. Sospirando mi aiutò a
rimuovere il gel dalla pancia e sorridendo mi diede la mano per
alzarmi e scendere dal lettino.
La dottoressa ci diede delle
cartelle, contenenti le foto dell’ecografia che non vedevo
l’ora di mostrare agli altri e dopo aver fatto mille
raccomandazioni potemmo essere liberi di uscire. Quasi mi dispiaceva
lasciare quello studio. Ora invece di farmi paura mi trasmetteva calma
e tranquillità.
Mi preoccupai di un piccolo
particolare appena prima di uscire. “Ah, a proposito. Vorrei solo
che.. insomma.. che nessuno..”
“Tranquilla Kristen! non
dirò niente a nessuno. Segreto professionale..” disse
dandosi un’aria a cui sorrisi grata.
“E congratulazioni! Starete benissimo insieme..” disse infine.
Felice, con un sorriso ebete
stampato sul volto, non mi ero nemmeno accorta che camminavo tra i
corridoi mano nella mano con Rob. Nonostante ci fosse ancora un
po’ di tensione tra di noi, mi voltai e gli sorrisi.
Ricambiò raggiante, ma nessuno dei due fu in grado di dire una
sola parola.
“Oh, accidenti! Ho
dimenticato la giacca! Torno subito!” disse dandomi un veloce
bacio sulla fronte. “Aspettami alla macchina!”.
Prima che potessi rispondere lo vidi scivolare via verso il corridoio che avevamo appena percorso.
Mi appoggiai alla macchina mentre
lo aspettavo, ripensando al mio bambino. Istintivamente portai le mani
al piccolo rigonfio della mia pancia, dove si stata già formando
una nuova vita.
Vidi Rob venire pacato verso di me con la giacca tra le braccia.
“Ci vediamo a casa tua..” disse quando mi fu vicino.
“Non fare l’idiota.. Sali..” risposi con uno sguardo fin troppo eloquente.
“Ma quale onore..” disse sarcastico mentre mi stringeva tra lui e la macchina alle mie spalle.
“Non ti conviene giocare con
la tua buona sorte..” scherzai guardandolo negli occhi, un
secondo prima che le sue labbra si posassero leggere e dolci sulle mie.
Quanto mi era mancato quel contatto, quanto l’avevo voluto,
quanto l’avevo cercato.
Senza porre fine al bacio mi
strinse le braccia attorno alla vita tirandomi leggermente su mentre le
mie mani si intrecciavano ai suoi capelli e la mia lingua si
ricongiungeva con la sua.
Mi mise giù dopo qualche secondo e staccò le sue labbra dalle mie con aria vittoriosa.
“Guido io!” esclamò con le chiavi della macchina tra le mani. Ma quando me le aveva fregate?
Cercai di obiettare mettendo il broncio, ma non servì a nulla, così mi accomodai sul sedile da passeggero.
Mamma fu davvero sollevata dal
notare subito che le acque tra me e Rob si erano calmate. Doveva aver
sentito la nostra litigata quella stessa mattina e nessuno fu
più felice di lei nel vedere che entravamo in casa mano nella
mano.
Non potevo dire lo stesso di
Cameron che mandò a Rob uno sguardo assassino. La presi sullo
scherzo, sapevo che non sarebbe durata. Presto avrebbe abbandonato
quella specie di astio che era nato. Tutti in famiglia mia adoravano
Rob, sapevano che mi aveva cambiato la vita, che era la cosa giusta per
me. In fondo le liti capitavano anche alle coppie migliori.. e noi non
avremmo certo fatto eccezione. Anzi, sapevo che nelle coppie troppo
“felici” c’era qualcosa che non quadrava, troppo poco
dialogo, troppi segreti.
Tutti ci piombarono addosso chiedendo del bambino.
Come sta? Quanto è grande? Maschio o femmina? Com’è?
Non feci nemmeno in tempo a
rispondere alle domande che mamma mi aveva già sfilato la
cartella di mano spargendo tutte le foto sul tavolo del soggiorno. I
miei fratelli e i miei genitori erano talmente chini sulle foto e
impegnati nelle urla che dovetti quasi tapparmi le orecchie. Erano
tutti su di giri.
Rob posò il cappotto e mi cinse i fianchi con le braccia poggiando la bocca sull’incavo del mio collo.
“Come stai?”
Per la prima volta da due settimane
sentivo che me lo chiedeva davvero. “Ora bene..” sussurrai
intrecciando le nostre mani.
“Kristen.. ti prego. Dei mangiare. Sei troppo sciupata..”.
Non potevo dargli torto. Avevo mangiato davvero poco in quei giorni. Senza contare che.. avevo fame. Da morire.
Senza fare troppe storie lasciammo
i miei nel soggiorno a rivedere quelle foto ripetutamente, non prima
però che Cam con un nuovo sorriso sulle labbra dicesse a Rob :
”Falla soffrire di nuovo e ti ammazzo”.
Ci chiudemmo i cucina e notai lo
sguardo triste di Rob. “Hey..” sussurrai cercando i suoi
occhi. “Va tutto bene” lo rassicurai.
Non disse niente ma sospirò
pesantemente. Non sopportavo vederlo così. Sapevo che si sentiva
in colpa ma non volevo più vivere quell’atmosfera pesante.
“Ora mi ingozzo come un porcellino, ok?” dissi con un sorriso raggiante sperando di fargli tornare il buonumore.
Di tutta risposta mi sorrise e mi diede un leggerissimo colpetto sulla pancia che avrei dovuto riempire per farlo felice.
Passammo il resto del pomeriggio
stesi sul divano del salone a guardare qualche film. Dopo aver mangiato
così tanto mi sentivo scoppiare e proprio non ce la facevo a
fare altro che non fosse starmene un po’ sdraiata. Se poi dovevo
stare sdraiata accanto a lui, tanto meglio.
Ero stesa su un lato davanti a lui
che mi stringeva da dietro carezzandomi la pancia. Era dolcissimo
sentirlo in quel modo ma sapevo che ancora c’era qualcosa che non
andava.
“Stai ancora pensando a quello che ha detto Cam?”
Non rispose.
Cambiai lato e mi trovai a due centimetri dai suoi occhi.
“Hey..”
“Aveva ragione lui.. Sono stato un vero stronzo. Mi chiedo come fai a stare ancora con me..”
Non potei fare a meno di sorridere
a quel pensiero. Quante volte mi ero chiesta la stessa cosa.
“Semplice.. Io ti amo..”
“Ti amo anche io.. però..”
“Sssh..” gli tappai le
labbra sussurrando contro la sua bocca. “Ho sbagliato anche io.
Avrei dovuto dirtelo. Non l’ho fatto solo perché non
volevo che pensassi qualcosa di sbagliato.. che ti innervosissi. Ma
forse ho peggiorato solo le cose..”
“Amore.. mi dispiace
così tanto. Io non dubitavo di te, mi sono sempre fidato di te.
Non so perché ho reagito così.. Però vederti con
lui mi ha fatto scattare. Ripenso a tutto quello che abbiamo passato,
penso che lui ti ha avuta e non lo sopporto. Voglio che tu sia solo
mia”.
“Rob..” sussurrai il
suo nome carezzandogli i capelli. “E’ vero.. lui mi ha
avuto, ma mi ha persa. Tu.. sei venuto e.. mi hai.. rapita. Mi hai
salvata. E io voglio stare solo con te, sono già tua. La mia
stessa vita è tua..”
Mi sorrise ma non disse niente. Mi strinse a lui più forte, facendomi affondare il viso nel suo petto.
Continuando a sentire il suo
respiro sui miei capelli e il suo profumo nell’aria che ci
avvolgeva, mi addormentai cullata dal suono dei nostri tre cuori che
battevano all’unisono.
Mi risvegliai in camera mia, nel mio letto, sotto le coperte.
Un fiume di domande mi assalirono
ancora prima che aprissi gli occhi completamente. Come ci ero arrivata?
Che ore erano? Dov’era Rob?
Mi alzai di scatto non trovandolo a
mio fianco e dopo aver preso un lungo respiro per il capogiro che
l’improvviso movimento mi aveva causato, corsi giù per le
scale. Diedi una rapida occhiata all’orologio. Le8! Oddio, quando
avevo dormito! Ma dov’era Rob?
Mi diressi subito in cerca di mia madre che trovai sul retro indaffarata con dei copioni.
“Ben svegliata tesoro..”
“Mamma dov’è Rob?”
“Oh.. è andato in albergo..”
“Cosa? Perché?
“Ha detto che aveva
già la prenotazione.. Voleva dirtelo ma non voleva svegliarti.
Ti ha portato in camera e poi è andato via circa un’ora
fa”
Rimasi a dir poco delusa da quella
notizia. Perché era andato via? Sarebbe potuto restare da noi.
Non sarebbe stata certo la prima volta, i miei erano di
mentalità aperta, non si sarebbero certo scandalizzati..
Mamma interruppe nuovamente il flusso dei miei pensieri.
“Ah tesoro! A proposito..
Volevo chiederti un favore. Qualche tempo fa dimenticai un blocco di
appunti a casa tua.. Ne ho assolutamente bisogno, sono indietrissimo
con il lavoro, ti spiacerebbe farci un salto?”
Annuii senza nemmeno aver ascoltato
cosa le serviva. Pensavo ancora a Rob, e pensavo a lui mentre mi
infilavo un jeans e una maglietta e pensavo a lui mentre guidavo.
Pensavo ancora a lui quando arrivai a casa mia e finalmente la mia
mente si riprese quando aprii la porta ed elaborò un pensiero
diverso.
“Ma.. che cosa..?”
C’erano candele, candele
ovunque. Illuminavano tutto il vano soggiorno, tutto il salone. Saranno
state almeno un centinaio. Alcune lunghe, altre corte, altre
galleggiavano in apposite bacinelle riempite d’acqua, altre
pendevano dai lampadari.. erano dappertutto e illuminavano
l’ambiente di un arancione dello stesso colore del sole al
tramonto. Feci qualche passo avanti vagando per la stanza e scrutando
ogni angolo della sala. Sul tavolo c’era un enorme mazzo di rose
e diversi petali erano sparsi qua e là per tutta la casa fino ad
arrivare alle scale completamente cosparse di petali rossi.
Mi avvicinai ai fiori e notai un bigliettino sul tavolo.
…Ti amo…
Nonostante fosse scritto solo quello il cuore prese a battermi forte,
presi una rosa dal vaso e la portai al naso respirandone il dolce
profumo, quando notai un altri bigliettino incollato allo scaffale dei
Dvd. Mi avvicinai lentamente e lo aprii.
…perché non sai nascondere se un film non ti piace…
Aggrottai le sopracciglia spiazzata da quello strano gioco e prima che
me ne rendessi conto mi misi in cerca di un altro bigliettino. Lo
trovai appeso all’attaccapanni.
…perché lasci sempre il giubbino sul divano…
Sorrisi e mi guardai ancora intorno. La libreria.
…perché dici sempre quello che pensi…
Continuavo a tenere tra le mie mani i tre biglietti che avevo raccolto,
avida di trovarne subito degli altri. La vetrata che dava sul balcone.
…perché sei così sbadata che saresti capace di non vedere il vetro e sbatterci contro...
Risi ripensando a quante volte mi era capitato e a quante volte aveva riso nel vedermi prendere quella vetrata in faccia.
Mi diressi in ogni angolo della casa. Trovai un altro bigliettino sullo specchio del bagno.
…perché sei bellissima e non te ne vanti…
Perlustrai anche la cucina e ne trovai uno sui fornelli.
…perché sai cucinare solo la torta di mele, ma la fai buonissima…
Ormai avevo un sorriso fisso stampato sul volto. Tornai
all’ingresso diretta al piano di sopra. Avevo quasi paura di
calpestare quei petali, ma era impossibile non farlo. Sulla ringhiera
c’era un altro biglietto.
…perché non ti sfugge niente.. e scommetto che stai per salire le scale…
Salii ogni gradino con trasporto ansiosa di arrivare alla fine, dove avevo adocchiato già un altro biglietto.
…perché raggiungi sempre i tuoi obiettivi…
Sorrisi ancora. Anche il piano di sopra era decorato con rose e
candele, ovunque. Da lontano vidi la porta del bagno aperta e un altro
bigliettino allo stipite della scarpiera.
…perché hai 200 paia di tacchi, ma non ne vorresti mettere nemmeno uno…
Risi di gusto stavolta. Aveva ragione. Fosse stato per me, avrei
evitato volentieri quella tortura. Perché non poter stare sempre
comodi in scarpe da ginnastica?
Uscii dal bagno e notai una bavetta e un paio di calzini minuscoli sul mobile del corridoio.
…perché riesci a sorprendermi ogni giorno e stai per farmi il regalo più grande…
A quel punto i miei occhi si inumidirono e non potei non trattenere una lacrima.
Feci un rapido giro del piano superiore, finchè non capii che le
rose segnavano un percorso che mi portava in camera da letto. Altro
biglietto sulla porta chiusa.
…perché hai avuto la pazienza di arrivare fin qui…
Basta! Non ce la facevo più! Volevo vederlo, volevo averlo
lì accanto a me. Il mio cuore non avrebbe retto oltre, sarebbe
esploso da un momento all’altro, senza pensarci due volte aprii
la porta della mia camera ma non trovai nessuno. Solo altre rose e
altre candele..e.. qualcosa sul letto. C’era un pacchetto e un
altro bigliettino.
Apri dopo.
C’era scritto sul bigliettino, perciò puntai gli occhi sul
pacchetto. Era piccolo. Lo scartai con cura e aprii la scatolina
lentamente. Avevo quasi paura di quello che potesse esserci
all’interno, ma rimasi piacevolmente sorpresa. Era una collanina,
o meglio, un medaglione di quelli che si aprono per contenere una foto
all’interno. Non sembrava per niente antico o antiquato. Era
d’argento, piccolo, con una puntina di diamante che brillava.
Rimasi senza parole per qualche minuto buono, poi aprii il biglietto.
Sapevo che sarebbe stato il più lungo e infatti era così.
Amore mio…
È troppo difficile esprimere a
parole quello che provo per te, ecco il motivo di tutto ciò. Ma
questi sono solo pochissimi dei motivi per cui ti amo. La lista
è bella lunga, ma non potevo tappezzare la casa di
post-it…
Sappi che tu sei l’unica, che mi
abbia mai fatto battere il cuore, l’unica che abbia mai amato,
l’unica per la quale darei la mia stessa vita.
E io.. non so nemmeno come fai a stare
con un barbone come me. Ogni giorno mi ripeto quanto sono stato
fortunato, ogni giorno mi rendo conto di quanto la vita sia stata
generosa con me regalandomi te, ogni giorno ti vedo e capisco che i
sogni possono diventare realtà. E tu sei il mio sogno, amore mio.
Non c’è niente da capire
in ciò, niente da spiegare, niente da sapere perché a
volte anche solo il silenzio può bastare tra di noi. E sai che
quando non so cosa dire preferisco stare ad ascoltare.. Ogni mio
equilibrio è momentaneo, la mia anima corre veloce con la tua e
un solo istante con te mi cambia la vita.
Grazie per aver seguito il tuo cuore.
Buon S. Valentino
Ti amo
Non potei davvero più fermare le lacrime che presero a scorrere
veloci. Le asciugai prima che potessero bagnare il foglio quando sentii
due braccia stringermi da dietro.
Mi voltai di scatto e mi buttai tra le sue braccia piangendo.
“Rob.. Non.. non dovevi fare tutto questo..”
“Si invece. Dovevo farmi perdonare per bene.. ci sono riuscito?”
Di tutta risposta mi piombai sulle sue labbra dando inizio ad un bacio tutt’altro che casto.
“Ma come.. come hai fatto?” sussurrai quel breve istante che ci staccammo.
“Tua madre mi ha aiutato.. un po’..”
Ora era tutto chiaro. I discorsi di mia madre, il suo volermi
tranquillizzare a tutti i costi, e quegli appunti che ovviamente non
esistevano.
Si allungò sul letto per prendere la collanina.
“Potrai metterci una nostra foto quando sarà nato..”
disse sfiorandomi la pancia per poi darmi girare e legarmi il
medaglione al collo.
“Sei bellissima..” sussurrò e mi bacio di nuovo dolcemente.
“Ma.. io mi sento in colpa. Non ti ho preso nessun regalo per S. Valentino..”
Ci avevo anche pensato ma il giorno precedente ero troppo arrabbiata
per poterne comprare uno e poi avevo anche dimenticato della
festività con tutto quello che era successo.
“Il mio regalo siete voi..” sussurrò sfilandomi la
maglia e abbassandosi per baciare prima il mio ventre e poi risalire
fino al mio petto e poi di nuovo al mio viso facendomi sospirare.
“Grazie..” sussurrai prima di avvinghiarmi a lui. In un
secondo fummo sul letto tra i petali di rosa, con le candele che
creavano quella dolce e perfetta atmosfera.
Finalmente, lo avevo di nuovo con me.
“Quanto mi sei mancato..” sussurrai intrecciando le mani ai suoi capelli.
“Anche voi..”
“Posso chiederti una cosa però..?” Era davvero
difficile parlare con lui che mi baciava ogni parte di pelle scoperta.
“Tutto quello che vuoi..” Sussurrò sul mio ventre che continuava a baciare senza sosta.
Quando tornò su di me e potei guardarlo negli occhi parlai.
“Ma si può sapere che dovevi farci con tutte quelle
mutande?”
“Pura prevenzione..” disse ammiccando.
Sorrisi divertita e riprese da dove aveva lasciato.
Se non avete capito l'ultima
battuta sulle mutande ve la spiego un attimo:In quel periodo mentre era
a Londra Rob è stato paparazzato con il suo amico Tom mentre
comprava della biancheria...hihihihihi.Ci sembrava un piccolo aneddoto
divertente. Provo a mettere l'immagine. spero vivamente che si
veda...perchè avendo il cervello fuso nn mi ricordo bene come si
faccia in qst momento ahahaahah. O.O
|
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Capitolo 10 *** Bafta ***
cap pesce
PESCE D'APRILE, PESCE D'APRILE, PESCE D'APRILE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
OK, lo ammettiamo..siamo state cattive..molto molto cattive!!!
Perdonateci..ma oggi tutti, tutti quanti si sono divertiti a fare
scherzetti e a scrivere notizie false e così abbiamo
pensato..."Perchè non possiamo anche noi fare un pò le
monelle??" E così...^^ ^^ ^^
Ci volete ancora bene, vero??? Niente tentativi di omicidi..o altro spero...ehm, ehm..
Ci dispiace di avervi fatto penare, anche se comunque molte di voi
avevano intuito che fosse uno scherzetto. Dobbiamo soprattutto chiedere
scusa ad Anto e a Ross..forse una parte di voi pensava che fosse uno
scherzo ma..siete state comunque dolcissime oggi mentre noi due
fingevamo di litigare su msn tentando di farvi ammattire. LOL LOL LOL
Ragazze non preoccupatevi, il nostro sodalizio è sempre unico e
forte e non verrà rotto, tantomeno da una ff . =))))))
Chiedendovi ancora perdono (ma tanto lo sappiamo che senza di noi vi
sentireste perse e quindi nn ci uccidete) rispondiamo alle vostre
magnifiche recensioni!!!!!
frate87:non preoccuparti per ora siamo propense ad un periodo di
pace, ma chi conosce le nostre ff sa che la pace non durera molto u_u,
grazie alla prossima.
Lorena1992 :o_o grazie a te che ci sostieni cosi, grazie mille... ecco il nuovo capitolo!
kiki_88: grazie mille, mi
fai commuovere, anzi ci fai commuovere, per adesso robsten vivranno
questo periodo molto bello, il resto si vedra muahahah
Nessie_06 : non preoccuparti grazie, alla prossima.
BabyVery : per il sesso del bambino se hai seguito due nostre one shot capirai quale sara muahahah, per il resto grazie, alla prossima!!
SeaOfLove :o__o grazie a te tesoro, siamo contente di trasmettere qualcosa, eccoti un nuovo capitolo sfornato da cloe, ciao!!!
yesido: o___o abbiamo
lasciato senza parole mel, un miracolo!!! muahaha scherziamo, grazie
per tutto il tuo sostegno, mi raccomando scrivi anche tu, perche
qualcuno dall'alto potrebbe farti fuori tranquillamente ahah, siamo
tutte nelle sue mani lol.
julietta__ : giulcess sai
noi abbiamo scommesso quanto resisterai , cioe lei è incazzata
nera con te, non so quanto riuscira a placare la sua ira, quando si
incazza è tremenda, poi metti che è finito anche il
fioretto, stai messa proprio bene muahahahah..
per quanto riguarda il capitolo grazie come sempre, alla prossima!! te posta invece.
Roxisnotdied : beh ross
cess nemmeno un po di fiducia nelle tue amiche tanto adorate ahahha...
non preoccuparti per ora sarà tutto peace and love muahahah
te posta mi raccomando ahaha...
lampra :ooooooo grazie mille, si rob ha superato se stesso ahah.. beh ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima!!!
ledyang : grazie per i
complimenti mogliettina!! Fio diciamo che si impegna il più
possibile ed è brava dai...molto brava. Tesoro sei contenta
delle minacce che abbiamo dato a tutte le scrittrici?? Abbiamo
minacciato tutte...da mel a ross cess e giul cess.
Tsè..così imparano a non scrivere e a non produrre in
modo adeguato. Un grosso meega bacio da entrambe..ah no, scusa Fio dice
che lei si astiene... Love!!!!
chi61: non preoccuparti ci sara un bel periodo, dove saranno molto tranquilli muahahahaha
alla prossima e grazie!!!
dorel : ma noi non siamo
sadiche, siamo perfide è diverso muahahaha scherziamo u_u, behc
non preoccuparti periodo di pace per tutti ahaah.
Enris : grazie mille, si
rob si è fatto perdonare nei migliori dei modi, ora ti lasciamo
al nuovo capitolo, grazie come sempre!!!
Anto_Pattz: anto tesoro
grazie mille, non preoccuparti la prossima litigata sara in questo
capitolo, sappiamo quanto adori il nostro sadismo ahahaha, scherziamo!!
anche perche tu e un altra persona potresti farci fuori senza nessun
problema u_u.. grazie ancora, alla prossima nostra adorata anto.
ariel7 : oh tesoro non
essere triste robsten stara presto di nuovo insieme, anche se abbiamo
un piccolo uccellino che dice che stanno gia insieme muahahah, per il
capitolo grazie, ti lasciamo al nuovo, alla prossima!!!
CAPITOLO 10 (cloe)
BAFTA
POV ROB
Mi accasciai stremato sul sedile del taxi.
Detti l'indirizzo di casa dei miei
genitori, massaggiandomi le tempie. Ero distrutto, la notte precedente
avevo dormito cinque ore scarse e ora me ne sarei volentieri andato in
hotel per infilarmi nel letto, altro che cena a casa dai miei...
Sbuffai esasperato per la richiesta
senza senso di mia madre. Lei sapeva quanto fosse faticoso lavorare ad
un film come Bel Ami praticamente 15 ore al giorno eppure aveva
insistito perchè andassi a cenare a casa. Mi aveva tempestato di
telefonate, parlando di una sua amica che non vedeva da tantissimo
tempo che io dovevo assolutamente conoscere. Io avevo gentilmente
declinato l'offerta finchè mamma non aveva usato il tono "Robert
Thomas Pattinson vieni immediatamente a casa o me la pagherai cara"
E ovviamente, a una richiesta del genere non avevo saputo, o potuto, dire di no.
Io, oltretutto, ci sarei andato
anche con uno spirito più sereno se solo la mia ragazza avesse
risposto al cellulare. Già perchè erano ore che Kris non
rispondeva mai alle mie chiamate e ai messaggi. E io stavo impazzendo.
Non averla con me, tra le mie
braccia era abbastanza brutto anzi, a dirla tutta, era tremendo. Sapere
che c'era un intero oceano a dividerci, che non potevo essere lì
con lei a sorreggerla se fosse inciampata, a cullarla se avesse fatto
un incubo, ad accarezzare il suo ventre così pieno di me...di
noi. E sentire almeno la sua voce era una consolazione, invece
così...poteva esserle capitato qualcosa o...
Cercai di scacciare quei brutti
pensieri ma, non appena vidi che non c'era nessuna nuova chiamata sul
cellulare, decisi di agire.
Composi il numero di casa dei suoi genitori e, al terzo squillo, mi rispose una voce maschile: Cameron.
"Ehi...ciao sono Rob"
"Ah ciao. Chi non muore si
risente..." rispose un pò acidamente. Bene, evidentemente ce
l'aveva ancora con me. Non che lo biasimassi, anzi. Io stesso ce
l'avevo ancora con me per il modo totalmente assurdo e insensato in cui
avevo lasciato la mia piccola sola in quella camera d'hotel con nostro
figlio in grembo, tutto per uno stupido malinteso.
"Kris è per caso lì da voi?"
"No" rispose "Non la vedo da ieri dopo la premiere di The yellow Handkerchief. E' andata a dormire a casa sua"
"Ah" ebbi solo la forza di dire
"Senti, probabilmente ha fatto
molto tardi all'after party e sta ancora dormendo. Cerca di non
preoccuparti, quì sono appena l'una di pomeriggio e sai quanto
adora poltrire"
"Sì sì...hai ragione
sicuramente" Cercai di convincere me stesso con quelle parole, mentre
il cuore mi accelerava nel petto a causa dell'ansia.
"E poi senti" Lo sentii prendere un
lungo respiro "Per quello che ti ho detto la settimana scorsa...io non
volevo essere maleducato o....ma cerca di capirmi. Lei è la mia
sorellina e...non riesco a vederla triste.."
"Lo so. Nemmeno io ci riesco, te lo
assicuro. E la renderò felice ad ogni costo, te lo prometto."
risposi serio. Capivo il suo punto di vista: se ci fosse stata Lizzie a
casa disperata e incinta avrei organizzato come minimo una spedizione
punitiva contro quell'idiota.
"Ok" sussurrò "allora pietra sopra?"
"Pietra sopra"
"Bene" continuò un pò
in imbarazzo "E vedi di non preoccuparti. I bafta sono domani, la
rivedrai prestissimo...ne sono certo."
Lo ringraziai e riagganciai.
Avevo risolto con Cameron ma...ancora non avevo notizie della mia ragazza.
Composi nuovamente il numero. Niente, ancora staccato.
Magari c'era qualcosa che non andava nel mio telefono. Forse era solo un problema di linea.
Pagai velocemente il tassista e
scesi, pronto ad attaccarmi al telefono di casa tutta la sera se
necessario. Percorsi il vialetto e andai incontro a mia madre che mi
aspettava sulla porta: doveva avermi visto arrivare dalla finestra.
"Rob è tardissimo..sono le nove passate" mi rimproverò bonariamente, col sorriso sulle labbra.
"Scusa mamma. Non potevo andare via prima"
Mi diressi direttamente in sala da pranzo, guidato da due voci che ridacchiavano e che io conoscevo molto bene.
"Non sapevo che ci fossero anche le mie due ochette starnazzanti preferite" presi in giro le mie sorelle.
"Aahahah" mi rispose Lizzie facendomi la linguaccia "Meglio ochette che vampiri verginelli..."
"Giusto" le diede manforte Vicky
sorseggiando il suo vino "E poi ti rendi conto di essere in un ritardo
madornale? Ancora un pò e ci mangiavamo il tavolo.."
Alzai gli occhi al cielo esasperato
"Scusate, ma visto e considerato che sono il protagonista non posso
mollare lì le scene a metà.."
"Certo certo.." continuò mia
sorella "Il protagonista di tutte quelle scene bollenti. Mi
sbellicherò dal ridere quando vedrò la piccola Claudia in
azione. Aahahahah secondo me era meglio se certe parti le affidavano
tutte a una controfigura più...come dire esperta..."
Tutti e quattro i miei famigiari scoppiarono a ridere alle parole di Victoria.
Ma bene...che bella famiglia...
Li lasciai perdere e feci vagare lo
sguardo per tutta la stanza, alla disperata ricerca del cordless che,
ovviamente, non era al suo posto.
"Mi serve il telefono." sbottai "Prima di mangiare voglio sentire Kris."
Vidi le mie sorelle continuare a ridacchiare e fissare alle mie spalle.
Ok, ora mi stavano davvero facendo
venire i nervi. Io ero seriamente preoccupato per la mia piccola e loro
non facevano altro che...
"Perchè mi vuoi telefonare se puoi avermi in carne e ossa?"mi chiese una voce che avrei riconosciuto anche tra milioni.
Mi bloccai, probabilmente spalancando la bocca come un pesce lesso.
Non era possibile. O avevo le allucinazioni oppure lei era...
Mi voltai di scatto e la vidi.
Appoggiata allo stipite della porta, una tazza di tè in mano,
Kris mi sorrideva con gli occhi lucidi.
Sbattei le palpebre spaventato che
fosse solamente un sogno ma, quando il mio cervello riuscì a
capire che non era cos,ì mi mossi verso di lei.
Kris fece la stessa cosa nel medesinmo istante e, attirati come due calamite,ci ritrovammo avvinghiati.
La strinsi forte, affondando il
volto fra i suoi capelli scuri e respirando quel profumo di fiori che
mi era mancato come l'ossigeno in quei sette giorni.Tutta l'ansia e la
paura che avevo provato nei precedenti minuti si era dissolta
come una bolla di sapone al vento.
Era tra le mie braccia. Finalmente le mie piccoline erano di nuovo a casa.
Già piccoline.
Sorrisi ancora di più a quel pensiero e, dimentico del resto del mondo, la feci volteggiare e ridere.
Era una bambina, anche se questo
Kris non lo sapeva...e teoricamente non avrei dovuto saperlo neppure
io. Ma non ce l'avevo fatta: avevo voluto la conferma di quello che il
mio cuore già sapeva da molto tempo. Forse addirittura dal
giorno in cui avevo scoperto che sarei diventato padre.
C'era la mia bambina dentro Kris e bastava quel semplice pensiero per farmi impazzire dalla felicità.
Il giorno dell'ecografia ero
tornato dentro a prendere la giacca dimenticata e...e avevo
trovato il monitor ancora acceso con l'ultima immagine del nostro
fagiolino e mi ero rimesso a fissarlo, incantato dalla magia di
quell'esserino che cresceva dentro la mia donna. La dottoressa si era
avvicinata e aveva sorriso al mio sguardo.
"Voleva sapere il sesso vero?" mi aveva chiesto
Avevo annuito sorridendo "Sì ma...con Kris c'è stata un pò di tensione..non volevo insistere.."
Lei aveva sospirato indicandomi un
punto preciso col dito "Guardi bene l'immagine. Quì dovrebbe
vedersi chiaramente se fosse un maschietto"
Avevo assottigliato gli occhi, cercando di capirci qualcosa "io non vedo niente"
"Appunto" aveva sussurrato,
facendomi capire quello che tanto desideravo sapere. "Guardi che non
potrei...faccio uno strappo alla regola perchè lei è il
padre ma..."
"Perciò...è..è una bimba..." Avevo quasi voglia di piangere dalla gioia.
"Le consiglio di iniziare a prendere qualcosa di rosa.."
Quello era stato il giorno
più bello in assoluto della mia vita e avrei tanto voluto
condividere subito la notizia con Kris, ma lei mi aveva appena
perdonato e sapevo che si sarebbe infastidita nuovamente e...
E forse era un pò
infantile..ma era come se io e mia figlia condividessimo un piccolo
segreto solo nostro. Ovviamente presto lo avrei detto anche a Kris,
solo dovevo pensare a come farlo senza solleticare troppo i suoi ormoni
instabili.
"Rob, Rob...Mettimi giù" strillò Kris "O rovescerò tutto il thè"
La riappoggiai delicatamente sul tappeto, senza però allontanare il suo corpo dal mio, senza privarmi del suo tepore.
"Da..da quando bevi il thè?" domandai scioccamente.
"Veramente non lo so" rispose
facendomi beare del suono della sua risata "Devono essere i geni
inglesi di qualcuno qui dentro che si risvegliano"
Porto la mano a coprire la pancia e subito la mia volò sopra la sua.
"Mi siete mancati da morire"
"Anche tu" le sue parole non furono più di un sussurro. I suoi occhi erano lucidi.
Non volevo vederla piangere, non in quel momento.
Le baciai le palpebre, le guance ed infine le mie labbra scesero sulle sue schiudendole ed assaporandole.
"Shhh. Va tutto bene, ora siete qui"
Kris annuì e si
aggrappò ancora più a me, affondando il volto nel mio
petto. Io intanto le massaggiavo il piccolo rigonfiamento sotto la
camicia. Adoravo il fatto che iniziasse a vedersi: mi faceva sentire
quella bambina ancora più vera, più reale...
"Ehm..ehm.."
Solo quando qualcuno, probabilmente
mio padre, si schiarì la voce mi ricordai che avevamo pubblico.
Kris si allontanò un pò in imbarazzo.
I miei genitori si erano seduti al
tavolo, fingendo di parlare d'altro mentre le mie due sorelle ci
guardavano facendo teatralmente finta di piangere.
"Ohhhh..molto commovente. Quasi
più di Edward e Bella che si reincontrano a
Volterra..Però avremmo anche fame adesso quindi.." iniziò
Lizzie
"...quindi Kris vieni a sederti qui vicino a noi, dai!" continuò Victoria.
La mia piccola fece per spostare la sedia ma io la fermai e la trascinai al posto vicino al mio. Dov'era giusto che stesse.
"Scusate ma lei è solo mia...non la spartisco con nessuno" obiettai facendo loro la linguaccia.
Feci sedere Kris al mio fianco e mi
assicurai per tutta la cena che mangiasse adeguatamente. Non volevo
essere paranoico ma mi sembrava che fosse sempre troppo magra.
Con mia sorpresa però non ci
fu alcun bisogno di un mio incitamento. Kris mangiò tutto quello
che mia madre aveva cucinato, soprattutto il pudding. Addirittura alla
fine della cena la trovai a fissare titubante l'ultimo pezzo di zuppa
inglese.
"Kris mangiala.." dissi mettendogliela nel piatto.
"Rob...io domani devo entrare in un
vestito di Chanel senza sembrare una balenottera..." iniziò a
protestare ma io la zittii infilandole rapido il cucchiaino carico di
dolce tra le labbra.
"Per favore" sussurrai contro il suo orecchio "fallo per me..."
La sentii rabbrividire per quel contatto. Sapevo di essere scorretto..lei non sapeva resistermi...
"A proposito" disse improvvisamente alzandosi e tirando fuori qualcosa dalla borsa. Erano due cartelline di colori diversi.
"Sono le foto dell'ecografia. Ne ho fatte della copie. Una per i nonni" disse porgendone una ai miei
"e una per il papà.." si avvicino, consegnandomi la seconda sorridendo.
Ricambiai il sorriso emozionato.
Sapeva quanto volessi avere le foto del mio piccino sempre con me. In
questo modo avrei potuto tenerle con me sul set.
La mia famiglia ovviamente
impazzì a quella vista. Piansero vedendo il bimbo e poi
litigarono sulle copie da spartirsi: tipico di loro.
Approfittai della loro distrazione per catturare di nuovo kris tra le mie braccia.
"Non sai quanto ti amo..."
"Ohhh credo di averne una vaga idea.." replicò.
"Però la prossima volta avvisami..Ho passato le ultime ore impazzendo perchè non rispondevi al telefono"
Mi carezzò il volto "Scusa...la prossima volta non ti farò preoccupare"
La guardai curioso quando la vidi trattenere a stento la gioia "Che c'è?'"
"E'...è solo che..possiamo
stare insieme davvero per giorni interi. E poi prenderemo un aereo
insieme per New York e..e mi sembra incredibile che ti avrò
tutto per me. So che devi lavorare e tutto ma...saremo comunque nella
stessa città per una volta e non lontani migliaia di
chilometri..."
Era emozionata e felice come una
ragazzina. Avrei tanto voluto che fossimo soli per poterla baciare, per
poterle dire ciò che sentivo in quel momento, per poter trovare
le parole per spiegare o anche solo tentare di quantificare l'amore che
provavo per lei ma...ma ovviamente questo non fu possibile.
Non con gli urletti e strilli delle mie sorelle in sottofondo.
Ma in fondo era bello anche così. Tutta quanta la mia famiglia, insieme..
D'un tratto Kris guardò l'orologio e il suo sorriso si spense per un attimo.
"Forse è meglio che io vada. Domani dovrò alzarmi presto e sono distrutta"
"Andare dove?" domandò mia madre
"In..in hotel"
Mia madre scoppiò a ridere
scuotendo la testa "Kris..non te lo permetto. Non lascio sola nè
te nè il mio nipotino. Puoi dormire qui tranquillamente"
"Ma..ma io non voglio abusare della vostra ospitalità" balbettò Kris arrossendo.
"Ma tu non sei un ospite. Sei di famiglia ormai"
"Rimani amore" la incoraggiai "Non voglio che stiate soli. Mi mette l'ansia"
"Davvero. Puoi stare in camera di
Rob. E' stranamente in ordine visto che pur lavorando a Londra vive in
albergo..." Colsi una punta di fastidio nella sua voce: lei avrebbe
sempre voluto avermi in giro per casa, ma davvero l'hotel era molto
più comodo e vicino al set.
"Allora rimango" rispose Kris felice.
"E rimango anche io stasera. Così sarete contenti.."esordii per far piacere a mamma.
"O quale onore. Tu mio caro rimani
solo per fare cose sconce con Kris" ribattè Victoria "Non sei
ancora stanco...dopo tutta la giornata su quel set pieno di donne
nude.."
"Vic" sbuffai "Guarda che è un film...è tutto finto."
"sì sì" ridacchiò Lizzie "Comunque secondo me è questo il motivo per cui l'hai scelto"
Alzai gli occhi al cielo. Stavano
dicendo una marea di sciocchezze solo per provocarmi ma, forse, non si
rendevano conto di stare giocando con l'umore poco stabile di Kris.
Prima che creassero una crisi tra
me e la mia fidanzata, presi la mano di Kris e la condussi di
sopra dopo aver salutato mamma e papà. Mentre salivamo le scale
la notai slacciarsi il bottone che le chiudeva i Jeans e sospirare di
sollievo.
Arrossì di botto quando si accorse del mio sguardo sulla sua vita.
"Non riesco più a chiuderli dopo che ho mangiato" ammise in imbarazzo "Spero di non diventare sul serio una balena."
"sciocchina" risposi mentre mi adagiavo distrutto sul letto "Tu sei sempre bellissima."
Mi sollevai meglio così da
poterla ammirare mentre si spogliava. Era vero, forse aveva preso un
paio di chili e la cosa mi rendeva estremamente felice. Non riuscivo a
togliere gli occhi dal suo ventre dove faceva bella mostra di sè
la collinetta dove viveva al calduccio la bimba. Era un immagine che mi
faceva scaldare il cuore.
"Non guardare la mia ciccia" protestò dopo essersi infilata i pantaloni della tuta, avvicinandosi.
La attirai a me e mentre aveva
ancora le braccia alzate per sfilarsi la camicia portai il mio viso sul
suo pancino, iniziando a baciarlo. La sentii ridere e, con un rapido
gesto, la portai stesa sul letto.. Mi puntellai sui gomiti così
da non pesarle e ripresi la mia opera di venerazione, baciando quello
scrigno che conteneva il nostro più prezioso tesoro.
Kris intanto mi carezzava i
capelli. Mi sembrava di essere in paradiso. La sua pelle aveva un
profumo ed un sapore diversi ora che era incinta: più dolce,
più...non sapevo spiegare quella sensazione a parole, ma il mio
cuore iniziava davvero a vederla come una mamma.
"Rob" esordì ad un certo punto "Lizzie..scherzava, vero? Sul fatto che hai scelto Bel ami per le donne..."
Lo sapevo...lo sapevo che lo avrebbe pensato.
alzai il capo per guardarla negli
occhi "Per me c'è solo una donna. Le altre non esistono."
risposi baciandole l'anello nero che era da tanto il simbolo del nostro
amore.
Arrossì, probabilmente
imbarazzata da quella piccola gelosia e la sentii rilassarsi mentre le
mie labbra percorrevano il contorno del suo ombelico. Dopo alcuni
minuti sentii il suo respiro farsi regolare e sorrisi quando mi resi
conto che si era addormentata.
"Piccolina. Anche tu sei la donna
del papà, non preoccuparti. Ma non diciamolo ancora alla mamma,
perchè lei non sa che sei una femminuccia." sussurrai alla
pancia di Kris con adorazione.
Stremato mi sistemai meglio vicino a lei, che si accoccolò contro di me.
E ci addormentammo così.
Col suo ventre gonfio che sfregava contro il mio.
Come due bambini sospesi in uno spazio senza tempo che respirava dentro di noi e ci cullava.
Sentivo il rumore della folla anche
da dentro la limousine. Wow sembrava che stessero aspettando più
me che il principe William. E probabilmente era così, mi
ritrovai a pensare sconsolato. Mi massaggiai le tempie e mi sfregai gli
occhi cercando di scacciare la stanchezza. Mi ero dovuto svegliare alle
cinque per arrivare puntuale sul set. Certo, dormire di nuovo
abbracciato al mio amore valeva un pò di stanchezza, solo
speravo di non crollare addormentato sul palco. Anche perchè il
premio che dovevo presentare...era proprio quello che avrebbe vinto
Kris.
Se mi avesse sentito parlare così, mi avrebbe come minimo picchiato.
Lei era certa di non vincere, di non meritarlo ancora.
Io ero certo del contrario.
Lei se lo meritava più di
tutti gli altri candidati. Per lo sforzo che aveva fatto, per i
sacrifici, per le notti insonni a lavorare sui personaggi...lei
meritava tutto. E anche qualcosa in più.
Chissà come stava? Era da
quando l'avevo lasciata addormentata nel mio letto che non la sentivo.
Sicuramente stava impazzendo dall'ansia del red carpet, delle luci e
dei paparazzi. La conoscevo bene. Per quanto fosse un'attrice esperta
ancora non riusciva ad estraniarsi da quelle situazioni.
E ora...ora toccava a me.
Aprii la porta e scesi per affrontare la giungla che mi attendeva.
E fu ..piuttosto
scioccante...soprattutto per i miei timpani. Però sapere che
tutta quella gente della mia città era lì per me..mi fece
sentire amato, e apprezzato. Anche se non capivo come potessero avere
tutte quelle fiduciose aspettative nelle mie capacità.
Firmai autografi, feci foto su
foto, scambiai qualche battuta senza troppo senso con quelli di E! e,
dopo quelle che mi sembrarono ore, finalmente la parte peggiore della
serata fu terminata.
Mi ritrovai all'interno del teatro
su cui si sarebbe svolto l'evento con un unico pensiero fisso: trovare
al più presto Kris. Mi ritrovai a vagare con lo sguardo per la
sala in cui le persone stavano lentamente prendendo posto.
Che stupido! Neppure sapevo come si sarebbe vestita, che tipo di acconciatura avrebbe avuto o...
Il respiro mi si bloccò in gola quando capii che mi sbagliavo di grosso.
Era impossibile non riconoscerla. Impossibile.
Era da quando era incinta che
pensavo splendesse più del normale ma...quella sera era qualcosa
di etereo. Irradiava luce propria, letteralmente.
Il vestito bianco che le arrivava
appena sopra il ginocchio si sposava perfettamente con la sua pelle
pallida: sembrava un raggio di luna caduto per sbaglio tra tutte quelle
persone.
Stava salutando Anna e , non appena quest'ultima se ne fu andata, i suoi occhi si posarono su di me ...e si illuminarono.
Incapace di starle lontano mi
avvicinai a grandi falcate. Avevo un bisogno fisico di stringerla, di
accarezzarla, di baciarla...di farle capire che non doveva essere
nervosa, perchè ci sarei stato io con lei. Sempre.
Purtroppo dovetti limitarmi a sfiorarle le braccia: sapevamo entrambi di doverci contenere in pubblico.
Sfregai le mani sulla sua pelle
nuda nel tentativo di riscaldarla un pò: quel vestito era troppo
leggero per Londra e sperai con tutto il cuore che non si prendesse
qualche malanno. La sua salute e quella del piccolo venivano prima di
tutto.
"Come stai?" domandai
"Bene" rispose titubante sbuffando.
"Amore non devi essere nervosa. Se
vincerai te lo sarai guadagnato. E se non vincerai...beh, non importa.
Per me sei e sarai sempre la migliore."
Abbozzò un sorriso poco
convinto "Non so neppure se merito di essere qui. C'è tanta
gente molto più brava di me. Io..io ho paura di stare qui solo
per Twilight e.."
"No" la interruppi "Tu sei qui
perchè sei brava. Devi capire che la gente ti ha conosciuta
grazie a Twilight ma poi...ha capito che il tuo talento va al di
là. Credimi, se sei qui è perchè le persone
credono in te."
Prese un lungo respiro e sorrise un poco più convinta "Odio i giornalisti e le interviste" sbottò
Scoppiai a ridere. Quanto la conoscevo ormai!
"Quelli di E! facevano delle
battute stupidissime che io nemmeno capivo e...e tutti continuavano a
guardarmi la pancia. Lo sapevo che non dovevo mettere questo vestito.
Domani ci saranno decine di articoli idioti sullo stile "KStew ha
mangiato troppa zuppa inglese o aspetta un baby vampiro?"
Le presi il volto tra le mani,
tornando serio. "Se lo diranno dobbiamo..dobbiamo esserne orgogliosi.
C'è il nostro bambino lì dentro, e io lo urlerei al mondo
quanto vi amo.."
Un sorriso comparve sulle sue labbra "Come fai a dire sempre la cosa perfetta?"
"Perchè so che cosa passi
Kris, lo so. E sono qui per te." risposi massaggiandole la schiena. la
sentii rilassarsi un pò.
"Ti amo da impazzire" sussurrò
"Ti amo anche io" risposi continuando ad accarezzarla.
Restammo in quella posizione per alcuni minuti, finchè non fummo costretti a prendere posto.
Fortunatamente ero seduto soltanto
nella fila dietro di lei così durante lo show potevo accarezzare
furtivamente la pelle della sua schiena e i suoi capelli che, ancora
corti, a mala pena le sfioravano le spalle.
Ad un certo punto però,
arrivò il momento. Dovevo andare dietro alle quinte e prepararmi
a presentare il premio di "Best Orange rising star".
Il premio di Kris.
Mi alzai dal mio posto e quando vidi che mi stava guardando le mimai con le labbra un rapidissimo "Ti amo.."
Lei cercò di sorridere, ma
osservando il modo compulsivo con cui si stava torturando le mani capii
che doveva essere ancora molto nervosa..
E francamente lo ero anche io. Speravo davvero di poter urlare il suo nome su quel palco.
E non perchè era la mia fidanzata e la madre di mia figlia.
Ma perchè trasmetteva
emozioni. Ogni film, ogni scena, ogni battuta che lei recitava le
costava ore e ore di fatica e dedizione. Perchè la mia Kris non
prendeva mai nulla sottogamba..
Trascorsi quei pochi minuti col
cuore che mi martellava nel petto e, quando mi ritrovai a camminare su
quel palco inondato dalle luci, mi sembrò quasi di morire
dall'agitazione.
Cercai di rimanere calmo per lei, per darle forza.
Passò il video che riassumeva tutti i candidati in lista.
Quando le luci ritornarono normali puntai lo sguardo in quello di Kris mentre aprivo la busta.
Mi schiarii la voce. "And the Bafta goes to...."
Trattenni il respiro mentre facevo scorrere il biglietto.
Le mie labbra si piegarono in un sorriso mentre leggevo il nome ad alta voce.
Il suo nome.
"...Kristen stewart!"
Vidi la mia bambolina sgranare gli
occhi incredula e poi ricomporsi immediatamente. Lei era
così...cercava di non far vedere troppo quello che la
sconvolgeva ma...io sapevo quanto fosse emozionata.
Si mosse piano seguendo la musica in sottofondo e passo dopo passo, gradino dopo gradino giunse di fronte a me
La abbracciai baciandole la guancia
e, senza farmi vedere,cercai di accarezzare la curva di quel ventre che
racchiudeva il senso delle nostre vite. Mi ritrovai in cima a quella
scala cercando di tenerla ferma, di sorreggere la sua emozione e, per
la prima volta nella vita, sentii che,malgrado fosse su un palco
enorme, non aveva paura. Perchè con lei c'ero io.
Anzi. C'eravamo noi.
Ed ora qualche immagine per rinfrescare la memoria a tutte. Ovviamente
i "nostri" bafta sono un pò diversi dagli originali. Ok...non ci
si avvicinano manco di striscio =((( Diciamo che abbiamo creato
ciò che avremmo tanto desiderato vedere: Rob che consegna
l'ambito premio alla nostra Kris..non è stato così
ahimè, ma è stata comunque una serata memorabile per lei
e ha reso tuutte noi fan mooolto orgogliose. Come potrete capire da
adesso in poi la realtà verrà sempre più
accantonata e ci inoltreremo nei più ampi sentieri della
fantasia. Certo, a meno che Kris e Rob non decidano di sfornare un
pargoletto... *cloe e fio si inginocchiano pregando il cielo per
questo miracolo*
Ci sembra che sia tutto... quindi vi lasciamo e...ci si rivede fra sette giorni. Un mega bacio dalle vostre pescioline preferite
Kiss kiss
QUI SE VOLETE VEDERE IL VIDEO DI KRIS CHE RICEVE IL SUO BAFTA
ROB E KRIS AI BAFTA
I DUE PICCIONCINI CHE SE NE VANNO SULLA STESSA AUTO DOPO L'AFTER PARTY
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Capitolo 11 *** Credimi ancora ***
cap 11
Ragazze!!!!
Ecco qui la vostra coppia preferita di scrittrici senza cui non
potreste affrontare la settimana!!! Vero?? eheh w la modestia!! No,
scherzi a parte...vediamo nelle vostre recensioni quanto amate la
nostra storia e con quanto affetto ci seguiate capitolo dopo capitolo
e....continuate così. Credeteci, siamo davvero contente che la
storia piaccia così tanto nonostante in giro ce ne siano anche
di simili...molto simili. Diffidate dalle imitazioni mi raccomando.^_^
Cooooooomunque detto questo vi
lasciamo a questo bel capitoletto fatto di tanto amooore e qualche
casino (se nn ci fossero i guai non saremmo più noi, giusto?) ma
prima rispondiamo alle recensioni.
Oh, speriamo abbiate passato delle buone vacanze!!
un bacio enorme da Cloe e Fio!! kiss kiss
Lorena1992: grazie a te, muahah lo scherzo d'aprile è
stato divertente all'inizio u_u meglio non ricordare!!!! ok siamo
contente che ti sia piaciuto il capitolo.. si noi abbiamo sempre
immaginato l'ipotetica scena dei bafta descritta nel capitolo, per il
resto speriamo che non succedano piu casini, rob sa il sesso
della bimba, lei no.. u_u guai in arrivo muahhahahaha!!!!!! grazie
ancora!!!
kiki_88
: grazie mille... si è femmina, noi adoriamo le femmine
muahhahaha chissa come la chiameremo??? *.* vedremo!! muahaha grazie
ancora alla prossima!!!
yesido:o_o abbiamo fatto piangere mel, o_o oddio!! ahah a parte gli scherzi grazie di tutto...
ps: sappiamo che stai scrivendo un altra one shot, posta presto u_u poi goditi la spagna lol.
chi61
: u_u noi il termine tranquillita non sappiamo che sia(il termine
equilibro si muahah) non preoccuparti pero per adesso sara tutto peace
and love, per adesso u_u!!!
alla prossima e grazie come sempre!!!!
Anto_Pattz
: scusaci tesoro ancora per lo scherzo, di sicuro non faremo piu
scherzi idioti, scusaci ancora *:*... tornando alla storia , grazie di
cuore, come sempre sei li a sostenerci, ti lasciamo al prossimo
capitolo e mi raccomando non lasciare una recensione piu lunga del
capitolo muahhhahahaha...
birilloorsettokinder :grazie mille, ci fa piacere che ci segui, alla prossima!!!!
simo1726
: se i bafta fossero andati come volevamo, crediamo che meta
popolazione di fans robsten sarebbe morta muahhaah, ma vabbe, ci siamo
consolate raccontandolo noi u_u... ancora grazie e alla prossima!!!
Roxisnotdied:
scusaci tesoro, si non preoccuparti avra tanti capitolo peace and love,
u_u pero poi cambiamo rotta ahahah.... grazie di cuore!!!
BabyVery :si femmina!! noi adoriamo le femmine, principalmente una u_u ahhaha..
grazie e alla prossima!!!
kiki1988: grazie mille, continua a seguirci, ti lasciamo al nuovo capitolo...
ely_leyton: tutti avrebbero voluto che i bafta fossero stati cosi, ma vabbe non fa niente, avremo le nostre rivincite robsten u_u ah..
ora ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima!!!
ledyang
:u_U...è ovvio che "we love equilibrio". Fedele commentatrice e
fatina buona..questo capitolo è ancora della tua splendida
adorata amica cloe..goditi la dolcezza perchè sai che nel
prossimo....*depress*
julietta__:u_u
speriamo ci sia riuscita a raggiungere una citta europea, perche se non
è arrivata, la facciamo fuori u_u ahahahahah sembriamo tanto lei
quando la minacciamo muahahaha(ogni riferimeto a puramente causale)
aahah..
a proposito giulcess è piu di un mese, solo una parola vergogna u_u
ariel7
: anche noi siamo depresse per l'assenza di news nostra adorata
letizia, ma non preoccuparti ci rifaremo... per quanto riguarda
la nostra storia, ancora grazie alla prossima!!!!
piccolinainnamora:
grazie mille, per la scimmia non preoccuparti è fuori
ormai in tutti i sensi muahaha, grazie ancora e alla prossima!!!
elviraj : non preoccuparti per le recensioni e grazie ancora.. alla prossima!!!
dorel
:si la nostra versione piace a tutti, peccato che esista solo sulla
penna, ma non fa niente.. per il capitolo grazie mille , ti
lasciamo al nuovo capitolo !!!!!
CAPITOLO 11 (CLOE)
CREDIMI ANCORA
KRIS POV
"Andiamo via" sussurrai al suo orecchio non appena ci fummo accomodati al tavolo dell’after party.
Mi guardò confuso "Ma siamo appena arrivati. Non hai mangiato nulla..."
Scossi il capo "Voglio stare con te. Voglio solo te.."
Vidi i suoi occhi accendersi e
animarsi della medesima passione che albergava nei miei.
Avvicinò il suo volto al mio. "Andiamo al mio hotel
allora..così siamo soli.."
Rabbrividii sentendo la sua voce
calda e roca. Mi aiutò ad alzarmi e non so dove trovai la
forza per non saltargli addosso e baciare le sue morbide labbra li di
fronte a tutti. Invece dovetti contenermi e,addirittura, separarmi da
lui mentre salutavamo chi di dovere e uscivamo dal locale. Mi sembrava
sempre assurdo: dover sgattaiolare dentro alla macchina il più
velocemente possibile, come se fossimo due ladri, come se facessimo
qualcosa di sbagliato, qualcosa da nascondere...
Una volta sui sedili posteriori mi accoccolai sul suo petto, inebriandomi del suo profumo.
"Hai freddo?" domandò
premuroso. Scossi il capo: con lui stavo sempre bene, mi sentivo sempre
al sicuro. Passò tutto il viaggio ad accarezzarmi la schiena e a
baciarmi i capelli, passandoci le dita e giocherellandoci. Quando
finalmente arrivammo all'hotel tirai un sospiro di sollievo. Non ce la
facevo più: avevo bisogno di sentirlo, di baciarlo, di percepire
la sua pelle contro la mia, di fare l'amore con lui. Erano giorni che
lo volevo, ma la tensione di quella sera aveva amplificato il tutto...
Il più velocemente possibile
entrammo in hotel e ci dirigemmo verso gli ascensori ridendo come dei
bambini: senza un vero motivo, senza un perchè...solo
perchè eravamo insieme, soli e felici.
Una volta arrivati al piano giusto
Rob mi sorprese prendendomi teatralmente in braccio e camminando
spedito verso la porta della sua camera.
"Che fai? domandai ridacchiando.
"Mi sembra ovvio. Scorto la mia
piccola rising star al sicuro" disse strisciando il badge ed entrando
con me all'interno. Allungai la mano per accendere la luce e
contemporaneamente mi levai le scarpe.
Robert mi appoggiò
delicatamente sul pavimento e mi circondò da dietro con le
braccia: entrambi guardavamo quel premio che non avevo smesso un minuto
di stringere tra le braccia.
"Ancora non ti ho detto quanto sono orgoglioso di te..." disse baciandomi l'orecchio.
Scossi il capo "Non
devi..non..ancora non ci credo. E poi non so se ..non so neppure se ce
l'avrei fatta senza te lì con me. Senza sapere che c'eri tu..e
lui ovviamente..." risposi posando le sue mani sulla mia pancia.
"Noi non abbiamo fatto nulla. Hai solo ottenuto ciò che ti meritavi."
Non credevo davvero alle sue
parole. Insomma, sapevo che lui lo pensava davvero, che mi riteneva un
attrice fantastica ma...ma io ero ancora molto insicura al riguardo e
francamente non ero affatto convinta di meritare il trofeo che reggevo
in mano.
"Comunque sia...qui la vera rising
star non sono io" dissi girandomi e facendo incontrare i miei occhi con
i suoi. Battei leggermente la sua mano sul mio ventre con la mia.
"L'unica vera, sola rising star è qui dentro..."
Rob sorrise estasiato e si
inginocchiò di fronte a me, così che il suo viso si
trovasse a pochi centimetri da nostro figlio.
"Ehi..ciao mia piccola rising
star..La mia piccola Miss rising star" sussurrò posando
dolcemente le labbra sulla stoffa del mio vestito.
"Come fai a sapere che è una miss e non un mister scusa?" domandai curiosa.
"Beh ..no" balbettò passandosi nervoso le mani fra i capelli "Così...istinto..."
Aggrottai le sopraciglia. Sembrava
strano e, soprattutto, non mi aveva guardata negli occhi quando lo
aveva detto. Quello era il chiaro segnale che mi stava nascondendo
qualcosa...ormai lo conoscevo troppo bene.
"Sai qualcosa che io non so?"
domandai improvvisamente accigliata. Lui si tirò in piedi
leggermente arrossato in viso, continuando a tormentarsi i capelli.
Bingo: era nervoso. Lo faceva
sempre durante le interviste, specialmente se le domande toccavano
questioni che a lui non piacevano.
"Ma no Kris..io ti dico tutto lo sai..." Il suo sguardo continuava a posarsi sulla mia pancia, imbarazzato.
Perciò doveva essere
qualcosa che riguardava il bambino. Ma..cosa?. Insomma, eravamo rimasti
insieme per tutta l'ecografia, lui era ritornato dentro solo per
riprendersi la giacca e...e se ci fosse stato qualche problema la
dottoressa ne avrebbe parlato anche con me e...
E poi pensai alle parole di Rob: "Miss rising star.." Miss...miss miss
"Oh mio Dio!" esclamai "Tu lo sai!!! Sai che è una bambina!"
"Io...no!" rispose arretrando di un passo "Cioè...forse..ehm. Io volevo dirtelo..."
Lo fissai truce sentendo l'irritazione crescere dentro me "Hai parlato con la ginecologa e te lo sei fatto dire..."
"No!!" si difese "E' stato un caso..e poi sapevo che volevi fosse una sorpresa"
"Sì" sbottai "ma una
sorpresa per tutti e due! Se sono l'unica a non saperlo non è
più una sorpresa...mi fai sentire una scema!"
"Kris io non volevo..."
"Lascia stare. Vado in bagno a levarmi il vestito..."
Entrai nella stanza adiacente, sbattendomi la porta alle spalle.
Mi spogliai veloce infilandomi una
camicia di Rob che era adagiata sul bordo della vasca e inspirandone il
profumo. Sentii le lacrime causate dal nervosismo bruciarmi gli occhi:
era davvero un idiota. Un idiota patentato. Cosa gli costava aspettare
ancora un pò? Per me era importante che fosse una sorpresa. Era
importante scoprire la cosa con Rob..vivere l'emozione di quella
scoperta insieme. E non volevo necessariamente aspettare fino al parto.
Magari solamente fino alla prossima ecografia...in cui fossimo stati
più sereni della prima.
Ricacciai indietro quelle stupide
lacrime e uscii dal bagno. Trovai Rob seduto sul letto, con indosso
solamente i boxer ed una maglietta.
"Senti Kris.." iniziò ma lo bloccai
"Scusa, sono davvero esausta.
Vorrei dormire se non ti spiace" Una parte di me si sentiva davvero
stupida: forse stavo facendo una tragedia per niente, forse erano gli
ormoni che mi rendevano ipersensibile, fatto sta che non riuscivo
assolutamente a passare sopra alla cosa.
"Sei arrabbiata.." disse mentre mi stendevo dandogli le spalle.
"Sì..."
"Kris, ti prego, ti giuro che..."
"No ti giuro niente. Io e tua
figlia siamo incazzate nere. Quindi per favore lasciaci in pace prima
che ti spedisca a dormire sul pavimento"
Le parole mi uscirono dalla bocca
prima che potessi fermarle. Forse ero stata un pò brutale
ma..davvero non avevo la forza di sopportare una litigata.
Lo sentii sistemarsi tra le coperte e spegnere la luce, sospirando.
Le ore passarono lente mentre
tentavo disperatamente di addormentarmi e sapevo che Rob stava facendo
lo stesso al mio fianco. Mi sarebbe bastato poco;avrei potuto allungare
un braccio e sfiorarlo, accoccolarmi sul suo petto e dirgli che era un
idiota e che lo amavo comunque ma...ma non lo feci. L'orgoglio me lo
impedì, anche quando all'alba si alzò e ,prima di uscire,
si chinò a posarmi un delicato bacio sulla fronte e una carezza
sulla pancia.
Continuai a fare finta di dormire finchè non sentii il rumore della porta chiudersi.
Immediatamente spalancai gli occhi,
rigirandomi tra le lenzuola e spostandomi sul suo lato ancora tiepido.
Rimasi lì svariati minuti a pensare a..a tutto. A quanto lui
fosse stato stupido, a quanto forse anche io fossi stata stupida..
Mi alzai sbuffando. Non potevo poltrire tutto il giorno.
Avevo degli impegni...una miriade di impegni
"L'Inghilterra ormai ti ama, Kris"
disse Lizzie mentre insieme apparecchiavamo la tavola quella sera.
"Anche il premio di Elle..wow..."
"Già" risposi senza neppure
ascoltarla veramente. Non avevo prestato la benchè minima
attenzione a niente di ciò che mi era successo in quella
giornata.
Avevo vissuto tutto come un automa.
Ormai ero diventata bravissima a indossare un sorriso di circostanza e
a fingere che andasse tutto meravigliosamente. Certo ero brava con
tutti tranne con quella che ormai era praticamente la mia seconda
famiglia.
Loro sapevano che c'era qualcosa
che mi tormentava. E probabilmente sapevano anche che c'entrava Rob.
Ripensandoci era ovvio: il mio mondo ormai ruotava intorno a lui e al
bambino. Anzi ...alla bambina.
Quel pensiero mi riportò
alla mente il motivo della nostra discussione e avvertii una fitta
fastidiosa allo stomaco. Ripensai alle sue parole, ai suoi tentativi di
scusarsi e..e al mio atteggiamento esagerato e..
E non potei frenare la lacrima che
scese dai miei occhi. Come avevano avuto il coraggio di darmi il premio
di "Donna dell'anno?" Io..io che combinavo solo guai. Io..che dicevo
solo sciocchezze..
Subito sia Lizzie sia Claire furono al mio fianco preoccupate.
"kris..tesoro che succede? Ti senti male? Il bambino..."
Scossi il capo prendendo un profondo respiro.
"No..no" risposi "La gravidanza va bene. E'...è che abbiamo scoperto che..che è una bimba.."
Claire mi abbracciò stretta "Ma è una notizia splendida!"
"Sì sì.." confermai "E' splendida .."
"Ma non volevate che fosse una sorpresa?" domandò curiosa Lizzie
"Sì, cioè no."
risposi "Io avrei voluto ma..beh ieri sera è venuto fuori che
Rob lo sapeva e..non so nemmeno che mi succede. So che è una
sciocchezza ma avevo i nervi a fior di pelle e mi sono arrabbiata e.."
"Ma quello è davvero un
grandissimo idiota!" sbottò Lizzie "Cioè..mi rifiuto di
credere che condivido il suo patrimonio genetico."
Non potei fare a meno di trattenere
una piccola risata alle sue parole. Era assurdo: avevo ancora gli occhi
bagnati di lacrime eppure mi veniva da sorridere alle battute stupide
di Lizzie. I miei ormoni dovevano essere in piena crisi..
Anche Claire abbozzò un risolino guardando la figlia.
In quel momento sentii la porta di
casa aprirsi e richiudersi e il cuore iniziò a martellarmi nel
petto. Era ancora abbastanza presto ma doveva essere sicuramente lui.
Chissà se ce l'aveva con me?
Chissà se mi considerava una pazza isterica che faceva tragedie per nulla?
Chissà se...
Le mie domande senza senso logico si interruppero non appena lo vidi squadrarci dalla soglia della cucina.
Appena notò i miei occhi lucidi e arrossati si precipitò vicino a me, carezzandomi il viso.
"Amore stai male..?"
E in quel momento tutte le mie domande ebbero risposta. Lui non ce l'aveva con me. Lui non ce l'aveva mai con me.
Prima che potessi controllarmi seguii i miei istinti e lo baciai con foga.
Lui rimase sorpreso all'inizio ma, poi, ricambiò il bacio mentre percepivo le sue labbra curvarsi in un sorriso.
"Io..non sono arrabbiata. Non mi importa se lo sai, non voglio che tu pensi che ti odio..o.."
"Shhh" mi fermò posando le
dita sulla mia bocca. Mi fissò un secondo e poi sorrise "Prendi
la giacca. Voglio portarti in un posto"
Lo guardai confusa per qualche
secondo poi afferrai il giubbotto e lo seguii fuori casa mentre mi
teneva per mano, tutto sotto lo sguardo un p divertito un pò
stupito della sua famiglia.
Probabilmente pensavano che fossimo completamente fuori di testa.
Salimmo sul taxi che lui aveva preso per venire e che, fortunatamente era ancora lì.
Il viaggio durò una
mezz’oretta scarsa e nessuno dei due fiatò. Ci limitavamo
a tenerci stretti l'una all'altro, senza sapere quello che sarebbe
successo, o che ci saremmo detti.
Quando scendemmo ci ritrovammo in una stradina che non avevo mai visto. Davanti a me l'insegna di un pub.
Rob mi riprese la mano e mi
condusse all'interno. Salutò veloce il barista e si diresse
rapido verso una porta che dava sul retro. Sembrava conoscere molto
bene quel luogo.
"Rob ma dove.." iniziai la
domanda ma rimasi scioccata da quello che vidi di fronte a me. Eravamo
in un piccolo giardino recintato sul retro del locale. Non era
particolarmente curato: le piante erano lasciate crescere libere, senza
troppe costrizioni, acquisendo così un aspetto un
pò...selvaggio. Ma era questo il bello: dava una sensazione di
libertà, di trovarsi davvero in mezzo alla natura.
E poi...la cosa più
spettacolare era ciò che si poteva scorgere in lontananza. Il
London Eye illuminato spiccava nel cielo scuro della sera di
Londra.
Sentii le sue braccia avvolgermi la vita.
Mi voltai per poterlo guardare negli occhi.
"Scusa.." soffiò a pochi
centimetri dalle mie labbra. Scossi il capo, cercando di bloccarlo:
volevo dirgli che non mi importava più, che non volevo essere
arrabbiata, che quella assurda ero stata solamente io ma lui mi
sfiorò le labbra con l'indice, come a volermi fermare.
"Io..ho sbagliato Kris. Ho
sbagliato così tante volte perchè..perchè sono un
idiota. E tu..sei magnifica, unica,bellissima, e penso sempre di non
essere abbastanza per te" Prese un lungo respiro passandosi una mano
fra i capelli "Ma voglio che tu sia certa di una cosa. Malgrado tutte
la stupidaggini che posso fare...ho bisogno di essere sicuro che tu
sappia che tu sei tutto per me...sei tutta la mia vita."
Annuii con le lacrime agli occhi "Anche tu..anche tu .." mormorai mentre la voce mi si spezzava in gola
"Io venivo sempre qui sai? Quando
non eravamo insieme...Quando nessuno ci voleva insieme" continuò
mesto, un sorriso amaro sul volto "Venivo qui a bere una birra con Tom
e..e a guardare il cielo di Londra. E mentre credevo di averti persa in
fondo stavo perdendo anche me stesso. Perchè io non sono nulla
senza di te..."
Mi avvicinai ancora e affondai il viso nel suo petto, stringendolo a me.
"Nei miei sogni non..non c'è
mai stata l'illusione che sarebbe stato facile. Specialmente durante
quei mesi in cui ti sentivo lontana" sussurrò, le labbra
sfioravano la mia fronte " Ma..ma ora siamo insieme e..e sono felice in
un modo totalmente nuovo ed assurdo che..che mi sembra quasi
impossibile. E quando abbiamo visto l'esserino dentro di te...l'ho
sentito così, vero, reale, così...vivo."
Le sue labbra scesero lungo il
profilo del mio viso facendomi rabbrividire "Sapere che era una bimba
mi ha reso felice perchè ha reso tutta questa storia
ancora..ancora più reale, ancora più concreta.
Perchè ho paura che tutto questo possa finire, ho paura che ti
possa capitare qualcosa e...e la sola idea che se avessi fatto una sola
scelta sbagliata adesso sarebbe tutto diverso...mi uccide. Non avrei
te...non avrei lei" disse mentre le sue mani si intrecciavano con le
mie sul mio ventre.
"Scusa se ti ho delusa. Ma prima che fosse troppo tardi lo sapevo e...e scusami..."
"Non lo dire dissi "Non mi hai mai
mai delusa". Le mie labbra si aprirono in un sorriso nonostante le
lacrime mi accecassero gli occhi. "Io sono felice Robert. Sono felice
che sia una bambina. Sono felice che sia la nostra bambina: solo mia e
tua. Perchè sono orgogliosa che tu sia suo padre..."
"Ti amo kristen. Ti amo da
impazzire" disse posando piccoli baci sulla mia bocca. Lentamente mi
fece girare così che portassi la schiena contro il suo petto.
Davanti a noi si stagliava il cielo illuminato dalle luci splendenti della città.
"Voglio che sia per sempre
così. Voglio stare con te...voglio te per sempre" mormorai
mentre le sue mani mi accarezzavano la pelle sotto la stoffa del
giubbotto.
Lì persa a fissare
l'orizzonte sentivo che Rob era davvero tutto ciò che volevo.
Tutto ciò che avevo sempre cercato era lì, a condividere
con me quel momento perfetto di eternità.
"E sarà così amore mio" rispose contro il mio orecchio "Saremo per sempre io te e i nostri bambini..."
Risi e mi girai a guardarlo. "Bambini?? Pensavo che per ora ce ne fosse solo una in cantiere"
Ammiccò divertito mentre
posava il volto nell'incavo del mio collo. "Per ora. Ma io ne voglio
tanti..almeno sei o sette.."
Risi forte e mi girai allacciando
le braccia dietro al suo collo. I nostri nasi si sfiorarono. "Sei
sicuro di poter gestire la cosa? Sette piccoli Pattinson in giro per
casa non saranno una cosa facile..."
Avvicinò le labbra alle mie,
inebriandomi del profumo del suo respiro. "Con te sì. Con te
posso affrontare tutto" rispose prima di abbassarsi e sfiorarmi con un
bacio che, per me, valeva più di cento promesse.
POV ROB
Mia madre venne ad aprirmi la porta
con un sorriso abbagliante sul volto. Non ci voleva di certo un genio
per capire quanto avere Kris per casa la rendesse felice. E rendeva
felice anche me, ad essere sincero. Mi faceva stare tranquillo il fatto
che la mia famiglia si prendesse cura della mia ragazza e della mia
bambina: loro erano le mie sole ragioni di vita ora e...e saperle sole
non mi avrebbe permesso di lavorare al meglio. Anzi, non mi avrebbe
permesso di lavorare affatto. Sapere le mie due ragazze solo in una
stanza d'hotel...no, non lo avrei sopportato.
Erano dove dovevano essere. A casa: in famiglia.
"Ciao tesoro. Come è andata la giornata" mi domandò premurosa "Sei stanco?"
"No" sminuii "Va tutto bene. Sul serio. Kris?" domandai in apprensione non vedendola nè in salotto nè in cucina.
"Non riesci proprio a stare senza di lei.." mi punzecchiò.
"In effetti no" risposi senza
imbarazzo "E'..è come l'aria che respiro. E'…non sono
nemmeno capace di trovare le parole per dirti quanto la amo.."
Mamma mi fissò emozionata e poi disse qualcosa che mi stupì veramente "Grazie Rob."
La guardai confuso per un istante.
"Grazie di aver trovato una ragazza così. Lei è splendida
e...è perfetta per te. E adesso mi darai anche un
nipotino.Io..noi siamo così felici. Tutti quanti credimi."
La abbracciai stretta. Mia madre
era una donna forte ma..ma sapevo quanto fosse felice di averci per
casa, di avere tutta la sua famiglia lì con lei, specialmente io
che passavo il mio tempo sempre in giro per il mondo e pochissimo a
Londra
"Dovete proprio partire domani?" domandò un pò triste.
Lo sapevo che se ne sarebbe venuta
fuori con quella domanda. "Mamma..verrete anche voi a NY per la
premiere. Ci rivedremo tra pochi giorni"
Annuì "Ma sì, lo so. Non dare retta alla tua mamma lamentosa. Ora andate o farete tardi a..."
Improvvisamente dal piano di sopra si udì un sonoro tonfo sul pavimento.
Sbiancai di colpo.
"Mamma Kris.." iniziai senza avere la forza di parlare
"Non preoccuparti ..era con Lizzie..non sarà successo nulla" rispose tranquillamente.
A quelle parole mi sentii ancora
peggio e corsi su per le scale. Era con Lizzie: questo avrebbe dovuto
farmi stare meglio? Assolutamente, totalmente, completamente NO!
Mia sorella era completamente matta
ed irresponsabile, non si rendeva conto che Kris aspettava una bambina,
che doveva evitare lo stress, i colpi, le...le cadute.
No, no,no. Non era caduta. Non si era fatta male. Lei e la bambina stavano bene.
Mi diressi col cuore in gola in camera mia. Vuota.
Entrai in bagno ma vidi che era vuoto anche quello.
Accidenti...mi restava solo un posto in cui poteva essere Kris.
In pochi passi mi ritrovai davanti
alla camera di mia sorella e spalancai la porta, senza pensarci. Mi
ritrovai davanti Kris e Lizzie che prese da una totale frenesia
cantavano saltando sul letto.
E che cosa cantavano.
"Hello daddy, hello mum! I'm your ch ch ch ch ch ch cherry boooooomb! I'm your ch ch ch...."
Si fermarono di colpo non appena si accorsero di me appoggiato alla porta.
Scoppiarono a ridere sostenendosi a
vicenda, per non cadere. Immediatamente mi precipitai sotto kris,
terrorizzato dall'idea che perdesse l'equilibrio e si facesse male.
"Lizzie ma sei completamente impazzita? Kris è incinta non dovrebbe fare questi movimenti!" sbottai.
Mia sorella sbuffò saltando
giù dal letto "Mi stava solo insegnando le parole di Cherry
Bomb! Sei così antiquato e noioso...inizierò a chiamarti
Edward"
"Ma brava, sto morendo dal ridere" replicai, lanciandole uno sguardo truce .
"Amore amore" mi disse la mia ragazza sorridendo "Sto bene. Ci stavamo solo divertendo un pò.."
Anche lei fece un piccolo saltello
atterrando sul pavimento. Saltello seguito da un mio immediato sguardo
terrorizzato alla sua pancia. Chissà se la bambina poteva
sentire tutti quei movimenti bruschi, se le davano fastidio o se...
I miei pensieri angosciati furono interrotti dal ridacchiare delle due ragazze.
Sì..sì..che mi prendessero pure in giro.
Prima che potesse rendersene conto
mi avvicinai a Kris e me la caricai sulle spalle, uscendo dalla camera.
Sentii la mia ragazza agitarsi ma non era abbastanza forte da riuscire
a liberarsi.
"Lizzie muoviti a scendere. Il taxi
ci aspetta fuori e visto che il concerto è il tuo ti conviene
darti una mossa o faremo tardi." strillai "E tu mia cara Kiki smettila
di muoverti o cadremo dalle scale"
"Rob, mettimi giù immediatamente. Sotto ci sono i tuoi genitori!"
"Mi dispiace tesoro ma non posso permettere che tu ti affatichi troppo." la ammonii ridacchiando " O che la bambina si stanchi"
Attraversai la porta di casa e la
lasciai solamente quando fu al sicuro sul sedile posteriore del taxi.
Entrai anche io e, mentre aspettavamo che Lizzie ci raggiungesse,
avvicinai il mio volto al suo. Mi fissò truce incrociando le
braccia al petto.
"Mi hai fatto fare una figura
tremenda. Tua madre ci avrà visti..." borbottò. "Mi
vendicherò, mio caro signor Pattinson. Andrai in bianco per il
resto della gravidanza...sappilo..."
Ridacchiai. Era adorabile quando faceva l'offesa.
"Ah sì?" sussurrai sfiorando il suo collo con le labbra e la punta del naso.
La sentii trattenere il respiro. "Sì" disse decisa
Forse aveva bisogno di un pò di persuasione.
La mia mano sfiorò il suo ginocchio. "Ancora sicura?"
"Ss..ssì" ansimò leggermente.
Era testarda la ragazza.
Risalii con le dita sul suo interno coscia massaggiandola su e giù.
La sentii trattenere il respiro.
"Ancora sicura?"
"Mmmmmm" mugolò solamente.
"Lo prendo come un no" sussurrai.
In quel momento mia sorella
entrò in auto e io tolsi immediatamente la mano dalla sua coscia
mentre Kris si ricomponeva spalancando gli occhi, rossa in volto e
accaldata. Per fortuna Lizzie era troppo presa ad ascoltare l'i pod per
ripassare le canzoni che avrebbe dovuto cantare al concerto per
interessarsi a noi.
Presi Kris e la strinsi a me.
"Scusa se a volte rompo" le sussurrai all'orecchio "Ho solo paura per voi"
La sentii ridere, abbandonando il musetto scocciato di prima "Lo so. Ti amo anche per questo"
"Sai per me c'è un solo posto dove voi due siete davvero al sicuro" continuai.
Mi guardò curiosa con i suoi grandi occhi verdi. "Ah sì? E quale sarebbe?"
"Tra le mie braccia" soffiai sulle sue labbra prima di baciarla.
Tre ore dopo eravamo ancora al
concerto di Lizzie. Per carità, era carino e la musica di mia
sorella mi piaceva molto ma..ma non potevo evitare di essere un
pò preoccupato per Kris. Anche se sembrava divertirsi, al mio
sguardo attento non sfuggivano di certo i segni della stanchezza sul
suo viso: era pallida e gli occhi erano cerchiati da profonde occhiaie.
Spinto da un impulso che non potei
fermare le carezzai la guancia. C'erano stati troppi impegni per lei in
quei giorni...troppe emozioni: i Bafta, il litigio che avevamo avuto
per la bimba, tutti gli eventi a cui aveva presenziato. Non poteva
andare avanti così: doveva assolutamente ridurre la sua agenda
il più presto possibile o non avrebbe più retto il ritmo.
Kris si voltò sentendo la mia pelle contro la sua e mi baciò le dita della mano "Ehi"
"Ehi.." replicai "Sei stanca?"
"No.." Ma io notai la smorfia sul suo viso.
"Kris.." la ammonii
"Ok..un pò. Ma non voglio che andiamo via. Mi diverto e Liz ci tiene"
"Kris non ti reggi in piedi" mi imposi "Liz capirà"
Scosse il capo ostinata "Io...Sai
non ho mai avuto molte amiche e..e lei è davvero come una
sorella per me. Ci tengo a restare fino alla fine. Per favore.."
Mi guardò mettendo su il suo
sguardo da cucciolo indifeso a cui, e lei lo sapeva benissimo, io non
ero in grado di resistere.
Roteai gli occhi al cielo "Va bene. Ma al massimo all'una e ce ne andiamo"
Si porto la mano sul cuore, contenta di averla spuntata "Lo giuro sul mio onore"
Prese la mia mano tra le sue e se la infilò sotto la maglietta, a contatto col suo ventre tiepido.
Abbassò lo sguardo e ero
certo che, se non fosse stato buio, avrei visto il suo viso leggermente
arrossato. "Rob ho fame..."
Sospirai. La mia Kris così
dolce e fragile. La adoravo ancora di più da quando era incinta:
sembrava più fragile, più bisognosa della mia protezione;
si imbarazzava per delle sciocchezze. Probabilmente sentiva il suo
corpo cambiare e in qualche modo doveva abituarsi.
"Vado al bar e ti prendo qualcosa" mi offrii
Le sue labbra si aprirono in un dolcissimo sorriso " prendimi una lattina di coca e un pacchetto di patatine."
"Che gusto?"
"Allora..." rispose pensierosa, come se stesse valutando una questione della massima importanza "Direi...formaggio e cipolle."
Le schioccai un bacio a fior di
labbra e mi diressi verso il bar, evitando accuratamente di chiederle
come potesse mangiare delle patatine del genere. Per fortuna la maggior
parte delle persone era impegnata ad ascoltare mia sorella cantare
quindi riuscii a comprare quello che Kris mi aveva chiesto senza farmi
riconoscere.
Tornai indietro il più
velocemente possibile e senza spaventarla mi sedetti , prendendola per
la vita e facendola scivolare sulle mie gambe.
"Rob se qualcuno ci fa una foto.." esclamò preoccupata.
"E' troppo buio Kris" risposi senza
la benchè minima intenzione di lasciarla allontanarsi da me " E
poi te ne importerebbe davvero a questo punto?"
La vidi rifletterci per qualche
secondo e poi scoppiare a ridere "No, hai ragione" Si accoccolò
sul mio petto "Chissene importa se ci vedono. Non dobbiamo nascondere
la nostra famiglia"
"Giusto” confermai mentre le infilavo una patatina in bocca.
Mi piaceva prendermi cura di lei e,
così, anche della bimba. Mi faceva sentire utile, anche se era
qualcosa di stupido come imboccarla. Volevo fare di tutto per renderla
felice, per sopportare o almeno condividere con lei tutte le fatiche
della gravidanza.
Sarebbero stati dei mesi duri e faticosi ma, come aveva detto kris, il risultato ne sarebbe valso la pena.
Avremmo avuto una famiglia. La nostra famiglia.
Una bimba nostra, una casa nostra.
Sarei dovuto essere spaventato data la mia giovane età,
ma...stranamente non lo ero. Ero solamente tanto impaziente di tenere
quel fagottino rosa fra le braccia.
Dopo qualche minuto mi resi conto
che Kris aveva smesso di mangiare. Teneva un braccio mollemente
adagiato sul mio petto, l'altro poggiato sul ventre e il suo respiro
era leggero e regolare.
Le scostai una ciocca dagli occhi e mi resi conto che...si era addormentata.
Sorrisi. E per fortuna che non era stanca.
Dovevo svegliarla. La cosa migliore
era portarla direttamente a casa e lasciare che riposasse qualche
ora almeno, prima della partenza per NY.
Allungai la mano per sfiorarla ma a pochi centimetri dal suo viso mi bloccai. Stava parlando nel sonno.
"Rob..." le sue mani si aggrapparono alla mia camicia "Non lasciarci..."
A quelle parole sentii il mio cuore
incrinarsi. Anche in sogno non riusciva a restare completamente
tranquilla. E come avrebbe potuto? Aveva ragione...
Ancora una volta avevamo poco
tempo. La premiere di Remember Me, qualche altro giorno insieme e
poi...poi saremmo stati di nuovo divisi, di nuovo lontani migliaia di
chilometri.
E in quel momento ebbi un
ì'idea . Fui pervaso da una consapevolezza improvvisa che quello
che stavo facendo, quello che ci costringevo a sopportare non era
giusto. Non era più tollerabile.
"Andrà tutto bene amore" sussurrai carezzandole i capelli "Non avere più paura.."
La sentii rilassarsi cullata dal suono delle mie parole.
La fissai dormire ancora un pò, mentre l'idea che stavo maturando si cementava sempre più dentro me.
Questa volta ero deciso.
Le cose sarebbero cambiate. Le avrei fatte cambiare.
E nessuno mi avrebbe più separato dalla mia nuova famiglia.
Che avrà in mente il nostro Rob??? mah...chi lo sa? Lo scoprirete solo leggendo...alla prossima girls
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Capitolo 12 *** Come what may ***
cap 12 f
BUONASERAAAAAAA!!!!
20 recensioni!!! Ormai non sappiamo più cosa fare per sfogare la
nostra gioia:cantare, ballare, saltare...sì va bene ok siam
matte. Ma ci volete tanto bene anche per questo vero??? *.* *.*
*.* E poi questa settimana per noi robstenine è
stata già di suo particolarmente intensa(ehm..certe foto di due
certe persone INSIEME in un certo aeroporto..hihhihihi) quindi ci
sembrava d'obbligo darvi un capitolo altrettanto...ehm, intenso va.
Diciamo così. E' lungo ..leggetelo con calma che
così ci date il tempo di rinchiuderci in un bunker da qlc
parte...ehm ehm..
Cloe..*Fio inizia a correre..*
Fio...*Preparo le valigie..*
E dopo questa serie di cavolate...vi lasciamo alle recensioni...alla prossima.
ledyang : GRAZIE U_U. Muha muha..è vero tu sai sempre
quello che succederà. Questo capitolo è di Fio...infatti
io me ne lavo le mani..anche se forse potrei avere consigliato il
piccolo dettaglio del sangue..*tè* ormai so sadica. Amore mio la
punteggiatura andava molto bene e tu sei sempre the best. Un mega beso
para ti!!!!!
Roxisnotdied : u_u wow ross
come sei pessimista, non essere cosi pessimista, u_u fai bene ad
esserlo muahahahahah, scherziamo tesoro, ti lasciamo alla lettura,
ancora grazie!!!ti adoriamo anche noi!! ps: posta pure tu, ti stai
rilassando troppo non è giusto, scrivi u_u muahhaha!!!!!
frate87 : non preoccuparti
per il capitolo precedente , siamo sempre contente di leggere i vostri
commenti, ci fanno andare !! grazie a te invece che ci segui lol!!!!!
non preoccuparti con questo nuovo capitolo non ti lasceremo in sospeso muahahhaha non crederci!!! ahahha
yesido: grazie mel, sei
troppo dolce, ma dopo sto capitolo crediamo che vorrai ucciderci u_u..
vabbe confida sempre nel nostro buon senso ahahaha, non ci conterei
troppo ahaha!!!
ps: posta pure tu, son guai se non posti u_u
Anto_Pattz: o_o tesoro
leggerei un tuo commento, è sempre un emozione, grazie di tutto,
sei un supporto importante per noi, grazie di tutto!!
ti lasciamo al nuovo capitolo, dopo questo sicuro che vorrai ucciderci,
ce ne andiamo, lasciamo l'italia, andremo in antartide, ma siamo sicure
che ci troverete!!! (se lei organizza la spedizione, sicuro che ci
trovate ahahahah)
piccolinainnamora : si
robsten a budapest, grande cosa per noi fans, ma alla fine siamo
contente che siano riusciuti a stare insieme!! ora si godono londra!!
dopo questa parentesi sulla nostra coppia preferita, ti lasciamo alla
lettura del capitolo, ogni tua domanda avra una risposta, mi raccomando
non ucciderci!! u_u muahaha
Kia_Twilighter : grazie a
te che ci concedi minuti della tua giornata per seguire noi, grazie
mille, ti lasciamo al nuovo capitolo alla prossima!!!
birilloorsettokinder :siamo
contente di farti sognare !! speriamo che con questo tu non abbia gli
incubi ahaha.. grazie alla prossima sempre se siamo ancora vive u_u
kiki1988: grazie mille, alla prossima!!!!
chi61: oh si gli ormoni di kris fanno uscire pazzo il povero rob u_u ahah poverino!!! u_u
con questo capitolo i tuoi dubbi saranno spiegati, ma forse ne avrai altri u_u, ricorda se uccidi noi, non leggerai il resto u_u
lampra: pure noi siamo curiose di sapere cosa ha in mente rob u_u ahahahahah scherziamo certo che lo sappiamo aahha!!!
ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima ...
kiki_88 :grazie mille,ti lasciamo al nostro nuovo capitolo!!!!
francypattinson: anche noi speriamo che un giorno questa ff si realizzi in parte, e noi abbiamo ottime sensazioni u_u...
grazie a te che ci segui e ora ti lasciamo al nostro nuovo capitolo!!!
elviraj: ahah ci divertiamo
a scrivere sugli ormoni di kris muahhaah, troppo divertente, bastano i
suoi ormoni per creare danni, beh pero con sto capitolo kris non avra
colpe, povera cucciolina ahah!!!
grazie a te, alla prossima, non ci uccidere !!!!u_u
BabyVery : alla fine scoprirai cosa rob ha in mente, speriamo ti piaccia ah!!!
alla prossima!!!
Lorena1992: grazie a te
tesoro, infatti ora anche kris sa il sesso, una bella bambina, dobbiamo
decidere ancora il nome u_u, no non è vero, abbiamo gia in mente
un nome super super magnifico ahah...
ti lasciamo al nuovo capitolo alla prossima!!!
ariel7 :ci fai piangere dolce lety, grazie di tutto, speriamo che ti piaccia anche questo, grazie di tutto, ti vogliamo bene !!!!
KStewLover: grazie a te , siamo contente che ci segui alla prossima!!!
julietta__ : cara giulcess,
proviamo pena per te, domani avrai un incontro molto turbolente, ti
conviene postare se tieni a cuore la tua vita u_u ahaha, a parte questo
grazie di cuore alla prossima!!1
dorel : grazie a te,
speriamo il capitolo ti piaccia, noi ci andiamo a nascondere nella
nostra tana sperando che nessuno ci trovi ahah!!!alla prossima!!
CAPITOLO12 (fio)
COME WHAT MAY
POV KRIS
“Non lo so ragazze.. forse non è il caso..”
Ecco che per la centesima volta i
dubbi mi assalivano, sempre la stessa domanda, sempre lo stesso
problema, sempre la mia onnipresente esitazione. Ma era più
forte di me. Erano due giorni che non dormivo bene. Mi agitavo nel
sonno e mi svegliavo di soprassalto tra le braccia di Rob che mi
stringeva e mi cullava cercando di calmarmi. Avevo paura, una tremenda
paura. Quella sera sarebbero cambiate molte cose, sarebbe stato il
nostro primo vero passo verso la verità e non sapevo proprio
cosa aspettarmi. Avrebbero sparlato, saremmo stati su ogni rivista di
gossip, sarebbe stata la conferma di tutto e io mi sentivo persa: non
perché avessi vergogna di lui, del nostro amore o della nostra
bambina, ma perché il giorno dopo sarebbe stato tutto finito.
Distanti, di nuovo, per molto tempo. Lontani migliaia di Km con un
oceano a separarci. Era quel pensiero a farmi crollare la forza, la
paura di dover affrontare tutto da sola. Sapevo che lui sarebbe stato
al mio fianco, sempre, eppure le gambe continuavano a tremare e i
tacchi non aiutavano. Non riuscivo a fare un passo senza la paura di
inciampare e infatti Lizzie e Vicky mi presero giusto in tempo prima
che sbattessi contro il comò e sorreggendomi mi portarono a
sedere davanti lo specchio.
“Tesoro.. qual è il
problema?” Lizzie si sedette su uno sgabello accanto a me mentre
Victoria mi raccoglieva i capelli.
Sospirai rumorosamente cercando di
non scuotere troppo la testa. “Non lo so.. è che.. la
pancia si inizia a notare.. e.. tutti parleranno.. e io.. non so se
sono pronta. E poi questa è una grande occasione per Rob.. non
voglio togliergli spazio..”
Le vidi guardarsi e scambiarsi un
sorriso. A volte mi sentivo così piccola quando ero con loro,
come se fossero due sorelle maggiori, quelle che avrei tanto voluto in
alcune occasioni, anche solo per parlare.
“Kris tesoro..”
Iniziò Vicky mentre continuava a mettere mollettine nei miei
capelli. se conosco mio fratello almeno un po’.. non vuole altro
che averti lì con lui. E’ importante che tu ci sia..”
“Lo so..” sussurrai ancora poco convinta.
“E poi glielo hai promesso..” aggiunse Lizzie.
Era vero. Glielo avevo promesso.
Lui non aveva mai preteso niente da me. “Se non te la senti,non
importa” mi aveva detto, ma sapevo quanto fosse importante per
lui, sapevo che mi avrebbe voluta lì e io volevo essere
lì, per lui.
“Avete ragione..”
sussurrai con un filo di voce portandomi una mano alla pancia ancora
preoccupata per la mia bambina. Non sapevo se ero pronta a mostrarla a
tutti. Volevo che fosse ancora un po’ solo mia, solo nostra. Il
nostro segreto.
Sospirai di nuovo. Possibile che
dovessi essere così preoccupata? Avrei tanto voluto calmarmi un
po’, ma non riuscivo proprio a tranquillizzarmi.
Mi alzai dalla sedia e mi
trovai Lizzie di nuovo davanti. “Ecco.. metti questa” disse
mostrandomi una maglietta nera, larga con una molla in vita.
“Grazie..” sussurrai debolmente quando mi resi conto che aveva capito il vero motivo della mia insicurezza.
“Che ci sono a fare la cognate altrimenti?!” disse Victoria venendo di nuovo verso di me col trucco in mano.
“Grazie mille ragazze.. non
so che farei senza di voi”. Dissi sincera rendendomi conto che
ormai non erano solo delle cognate. Erano delle amiche.
Sorrisero e presero a parlare con la mia pancia. “Ah amore della zia. Ma come dobbiamo fare con la tua mamma?!”
Come dobbiamo fare con la tua mamma?
La tua mamma.
Mamma.
Ancora non mi ero mai nemmeno fermata a pensare bene a quelle parole che mi giunsero come un fulmine a ciel sereno. Mamma.
Presto sarei stata una mamma. E non sapevo ancora niente. come avrei fatto?
Ed ecco che altri dubbi mi assalivano nei momenti meno opportuni.
Basta. Preferii non pensarci troppo
altrimenti sarebbe stata la fine. Avevo ancora altri cinque mesi per
preoccuparmi delle mie paranoie. Ma quella sera dovevo dedicarla a Rob.
Se lo meritava e io non ero nessuno per disturbarlo con i miei problemi.
Abbozzai un sorriso insicuro carezzandomi la pancia.
“Forza fatti truccare..” riprese Vicky e mi lasciai andare alla nuova opera di tortura.
Presi un lungo respiro e scesi dal
taxi trovandomi sommersa da urla impazzite delle ragazze appostate
là fuori che gridavano il mio nome. Ecco. Adesso Twitter sarebbe
impazzito per comunicare la notizia che Kristen Stewart era arrivata
alla premiere di Remember Me.
Agitai amichevolmente la mano per
salutare le fan dall’altro lato della strada e prima che me ne
rendessi conto ero a due passi da quel tappeto rosso. Altro lungo
respiro.. ed entrai.
Rimasi accecata per un minuto dai
continui flash e dalle grida degli stessi giornalisti che mi urlavano
quanto fossi splendida. Contai venti secondi esatti prima di spostarmi
in un altro punto cercando di sorridere in modo quanto più
spontaneo possibile. Altri venti secondi. Posa. Fine.
Mi guardai velocemente in giro e
adocchiai Tom dall’altra parte della sala. Percorsi velocemente
quei pochi metri evitando accuratamente la stampa, ma a un tratto mi
voltai e li vidi: Rob, Emilie e la bambina che aveva interpretato la
sorellina di Rob.
Lei in mezzo e loro chinati
leggermente per arrivare alla sua altezza. Sembravano.. una famiglia.
Non era giusto. Avrei dovuto esserci io lì. Avrei dovuto essere
io accanto a lui, avremmo dovuto esserci noi. Io e la nostra bambina.
Una strana ondata di gelosia mi invase percorrendo ogni fibra del mio
corpo e portandomi a respirare affannosamente. Improvvisamente, per un
secondo impercettibile, si oscurò tutto, e sentii solo due
braccia sorreggermi mentre mi portavo le mani alla testa.
“Kris tutto bene?” disse una voce preoccupata. Lo riconobbi subito.
“Tom..” sussurrai
ricomponendomi. “Si tutto bene.. solo un capogiro.
Grazie..” sospirai tornando a guardare verso Rob che ora posava
solo con lei.
“E’ solo un film Kris..” sussurrò Tom notando evidentemente il mio sguardo assassino.
“Si lo so..”. Che
stupida che ero. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Conoscevo
benissimo gli impegni e i doveri che derivavano da eventi come quello,
eppure avevo gli ormoni a mille. Doveva essere la gravidanza. Era
evidente che nemmeno alla bambina faceva piacere vedere il suo
papà vicino a un’altra donna. Soprattutto vicino a quella
donna. Non mi fidavo, e non perché avesse girato un film
d’amore con il mio ragazzo, ma semplicemente perché non mi
piaceva. Non me l’aveva mai contata giusta, dal primo momento in
cui l’avevo vista con Rob nel video del provino. A dirla tutta..
non l’avevo mai sopportata, in nessuno dei ruoli che aveva
interpreto, quindi potevo benissimo nascondere la mia gelosia dietro
quell’aspetto. Ero completamente giustificata.
“Allora perché la guardi come se volessi fulminarla con gli occhi?”
“Ma hai visto come lo guarda! Che sfacciata! Cerca di copiarmi quella gatta morta! Povera illusa!”
Notai che Tom mi fissava accigliato e sconvolto dalle mie parole. “E meno male che non sei un tipo geloso..” rise.
“Io non sono gelosa!”
mi impuntai mentendo. “E’ solo che quella non mi piace.
Guardala.. cerca sempre il suo sguardo!”
In quello stesso istante Rob si voltò a guardare verso di me ma istintivamente girai il viso.
“Kris!” mi posò le mani sulle braccia facendomi voltare verso di lui. “Calmati! Rob ama te..”
“Lo so Tom..” piagnucolai scuotendo la testa. “Scusami.. sono solo un po’ nervosa..”.
Mi carezzo dolcemente le braccia.
“Hey. Devi stare tranquilla.. altrimenti questa bimba
nascerà con i capelli drizzati..”
Mi fece sorridere. Era così
dolce Tom. Sempre pronto a consolarmi. Rob era davvero fortunato ad
averlo come amico.. e anche io.
“Andiamo dentro.. ti va?”
“Volevo aspettare Rob.. ma non fa niente.. Andiamo”.
Iniziai a incamminarmi verso di lui ma d’un tratto sentii il braccio tirare.
“Hey dove pensi di andare?”
Prima che potessi anche ribattere,
mi attirò a sé, di nuovo su quel tappeto rosso e mi
trovai tra le sue braccia, sotto decine di macchine fotografiche che ci
puntavano addosso i loro flash continui. Rimasi a bocca aperta mentre
lui mi stringeva la mano in vita e imperterrito guardava le macchina
fotografiche come se quel gesto fosse la cosa più normale del
mondo e si voltò verso di me per sorridere. Scossi leggermente
il capo incredula e sorrisi. Si accostò al mio orecchio.
“Niente più
segreti..” sussurrò e poi mi lasciò un bacio sulla
guancia lasciandomela in fiamme. In quel momento intravidi da lontano
lo sguardo di quella Emilie puntato su di noi. La guardai con aria di
sfida e con un sorriso smagliante tornai a voltarmi verso le macchine
fotografiche stringendomi di più a Rob che aveva una mano sulla
mia pancia.
Ecco. Ormai era fatta.
Eravamo.. usciti allo scoperto. Non poteva esserci conferma più
evidente di quella e lui mi aveva preso in contropiede decidendo di
fare una cosa del genere alla sua premiere. I pezzi alti si sarebbero
sicuramente infuriati a morte, probabilmente stavano già
sbattendo la testa contro il muro, ma poco importava. Ormai eravamo una
famiglia, presto saremmo stati in tre, presto sarebbe diventato tutto
reale e io di certo non avrei mai rinunciato alla mia bambina. Mai
quella idea mi aveva sfiorato, nemmeno per un secondo e non sarei stata
più alle loro regole. Io e Rob stavamo insieme, da molto ormai
ed era ora che il mondo lo sapesse, anche perché presto non
avrei più potuto nascondere la pancia solo con una maglia larga.
Restammo ancora per qualche secondo
infine, tra le urla dei fotografi e gli sguardi attoniti degli agenti
di Rob, entrammo nel teatro mentre tutti ci guardavano. Non erano
sguardi increduli o sorpresi, erano sguardi ammiccanti e furtivi di chi
sapeva che presto o tardi sarebbe successa una cosa del genere. Ma la
cosa fondamentale era che non me ne curavo. Avevo Rob al mio fianco e
non mi importava del resto del mondo.
“Tu sei pazzo..” gli sussurrai mentre scendevamo i gradini per arrivare ai nostri posti.
“No.. sono innamorato. È diverso..”
Presi posto accanto a lui. “Wow.. deve essere una ragazza davvero fortunata allora..” dissi stando al gioco.
“In realtà.. sono due
le ragazze fortunate..” continuò guardando la mia pancia
con aria adorante. Sapevo bene che se non fosse stato per gli altri si
sarebbe chinato per baciarla, ma sarebbe stato davvero troppo. Una
passo per volta.
Lo fissai incantata finché
l’urgente e sempre più presente bisogno di andare in bagno
mi costrinse ad allontanarmi da lui.
Non solo la gravidanza aveva
incrementato il mio bisogno di fare pipì, ma quelle pipì
erano davvero lunghissime. A volte mi trovavo a pensare come fosse
possibile espellere tanti liquidi senza che avessi bevuto niente.
Sentii la voce del presentatore che annunciava l’inizio del film
di lì a pochi minuti e cercai di darmi una mossa. Dovevo ancora
lavarmi le mani.
Uscii dalla cabina nello stesso momento in cui qualcuno usciva da quella affianco alla mia.
Emilie. Perfetto. L’ultima
persona sulla terra con cui avrei voluto trovarmi da sola in un bagno.
Non sapevo se era solo sfiducia quella che provavo nei suoi confronti o
vero odio profondo. Sapevo che non mi era indifferente, che mi era
bastato trovarmela di faccia per farmi ribollire il sangue nelle vene.
Non la sopportavo. Non potevo farci niente. Sapevo che il lavoro
è lavoro, sapevo che non c’è possibilità di
scegliere i partner in un film, ma a lei non potevo vederla nemmeno di
striscio.
“Ciao Kristen..” mi salutò con voce fredda fissandomi negli occhi.
“Ciao” risposi
mantenendo lo sguardo per poi dirigermi ai lavabi. Notai che faceva
praticamente le mie stesse mosse. Il modo in cui aprì
l’acqua, prese il sapone.
“Spero che il film ti piaccia” disse a un tratto. Ma era idiota?
“Io l’ho già visto..” risposi sicura di me.
“Davvero?”
“Si! Rob mi portò con
se allo screening.. e c’eri anche tu”. Le ricordai. Ma mi
stava prendendo in giro?
“Ah scusa.. Forse non ti avrò notata..”
Che stronza! I miei presentimenti dopotutto non erano totalmente sbagliati. Quella era un vera cessa.
Calmati Kristen!
Dovevo stare calma, dovevo lasciar perdere. Ribattere non avrebbe portato a nulla e non volevo che la bambina si agitasse.
“Comunque che ne pensi?” riprese dopo un po’ mentre io avevo tutta intenzione di ignorarla.
Non sapevo nemmeno spiegare le
sensazioni che mi trasmetteva quella ragazza.. quella donna in
realtà. Era frivola, anche solo la voce mi dava sui nervi. E poi
aveva le gambe corte. Se le poteva solo sognare un paio di gambe come
le mie!
Perfetto. Ora ero anche gelosa del
mio corpo. Incredibile. Non era da me. Non ero mai stata così,
eppure sentivo quasi di essere in competizione.
“Penso che Rob è stato
bravissimo” risposi incurante tralasciando un qualsiasi commento
sul suo stile recitativo che da un punto di vista obiettivo non era
male ma che a me, dato il mio profondo astio incondizionato, urtava la
sensibilità.
“Si è molto dotato”
“Infatti, non ne hai
idea..” risposi subito cogliendo la balla al balzo. Ma con chi
credeva di parlare quella? Cioè.. ma non si rendeva conto di
essersi messa in competizione con me?! Con me che ero la sua ragazza!
Povera illusa.
Mi asciugai velocemente le mani
felice di poter finalmente uscire da quel bagno e togliermi davanti
quella ciabatta, ma la sua voce mi fermò di colpo.
“Ah a proposito..”
iniziò e mi voltai di nuovo per incontrare il suo sguardo. Non
gliel’avrei data vinta mostrandomi debole ed evitando di
guardarla negli occhi. Appena mi voltai notai che i suoi occhi erano
fissi in basso, sulla mia pancia e spinta da un giustificato impulso
protettivo e dalla rabbia che mi creava il suo sguardo puntato sulla
mia bambina, portai le braccia al ventre circondandolo al meglio e
aspettando che terminasse quella dannata frase.
“Congratulazioni” disse con voce gelida indicando in direzione del mio stomaco. “Maschio o femmina?”
Rimasi senza fiato per qualche
secondo mentre uno strano senso di inadeguatezza mi stringeva il
ventre. “Come.. come fai a saperlo?”.
“Me l’ha detto Rob. Abbiamo parlato molto.. è davvero entusiasta..”
No! non potevo crederci. Rob le
aveva detto della bambina. Ma come.. come poteva essere? Perché
l’aveva fatto? Perché aveva raccontato a lei, a quella
estranea, quello che non avevamo ancora detto nemmeno ai nostri amici?!
Non poteva essere vero. D’un tratto tutta la sicurezza che avevo
cercato di mantenere mi abbandonò e mi trovai a sussurrare un
debolissimo “Grazie”.
La stavo ringraziando.. assurdo. Non ero davvero padrona di me.
“E complimenti a te. Non solo
hai trovato uno come Rob, hai anche escogitato il modo perfetto per
tenertelo stretto. Complimenti! Immagino che ti abbia anche già
chiesto di sposarlo..”
Ero senza parole. Ormai la mia
capacità di formulare anche una sola piccola frase di senso
compiuto mi aveva abbandonato completamente. “Tu.. non sai
niente..”
“Oh bè.. se non
l’ha fatto, lo farà presto. Di certo saprà
prendersi le sue responsabilità”. Finì di
asciugarsi le mani lentamente mentre io interdetta, restavo lì
con le mani sulla mia bambina, senza sapere cosa dire.
“Sei un po’ pallida
Kris.. sicura di stare bene? Spero di non aver detto nulla che potesse
farti agitare”. Si avvicinò a me. “Auguri e figli
maschi” mi sussurrò malignamente all’orecchio e
infine sentii la porta sbattere dietro di me.
Sola.
Mi sentii persa, le gambe
iniziarono a tremare e prima che potessi cadere mi accostai con la
schiena alla parete e mi lasciai scivolare per terra. Portai le
ginocchia al petto affondando la testa tra le braccia.
Possibile che mi sentissi tanto
sola con centinaia di persone a un passo da me? Con Rob che mi
aspettava di là. Già.. Rob. Lui era lì, fuori
quella porta. Ma se non ci fosse stato? Se in realtà fosse stato
lì solo per la bambina? E se fosse successo qualcosa? E se
avesse voluto lasciarmi? Come facevo a sapere che restava al mio fianco
non solo per la bambina? Come facevo a sapere se avesse chiesto di
sposarmi solo per lei?
Emilie forse aveva ragione. Forse
lo avrebbe fatto. Si sarebbe preso le sue responsabilità. In
fondo ero anche quello ormai. Una responsabilità. Dopotutto era
stato improvviso, nessuno dei due l’aveva programmato, nessuno
dei due se lo sarebbe aspettato. Non avevamo deciso di averlo. Avevamo
deciso di tenerlo, ma non di averlo. Odiavo me stessa per i
ragionamenti che mi giravano contorti per la testa. Ma purtroppo la
mente è una cosa strana, quanto più si cerca di non
pensare a qualcosa, tanto più si va a finire lì. Ormai
non riuscivo a immaginarmi senza mia figlia. Ormai era reale. Non
l’avrei mai abbandonata, nemmeno se avessi dovuto affrontare
tutto da sola, ma restava il fatto che non era stato deciso, e
ciò bastava a insinuare nella mia mente il dubbio.
Sentii la porta del bagno aprirsi
di scatto e feci subito finta di cercare qualcosa per terra mentre due
signore mi guardavano probabilmente accigliate. Mantenni la testa bassa
evitando di guardarle troppo sperando che non mi riconoscessero, ma
sapevo che le possibilità erano davvero poco.
Mi alzai velocemente e andai fuori
proprio mentre le luci si abbassavano. Riuscii ad arrivare al mio posto
senza inciampare e quando fui vicino a Rob mi prese la mano e la
baciò dolcemente.
“Ci hai messo tanto.. tutto bene?”
Tenni lo sguardo fisso sullo schermo che iniziava a colorarsi davanti a noi e annuii impercettibilmente.
Nonostante tutto, adoravo quel
film. Rob mi aveva sorpreso. Non lo avevo mai visto in un film del
genere e la sua performance mi aveva lasciata di stucco. Tuttavia.. non
riuscivo nemmeno a concentrarmi sulle immagini. Vedevo tutto sfocato.
Stavo pensando a ben altro. Stavo pensando alla bambina. Alla nostra
vita. Eravamo davvero pronti?
Le parole di Emilie continuavano a
rimbombarmi nella testa e dovetti abbassarmi in avanti per sorreggerla.
La sentivo stranamente pesante.
“Amore tutto bene?” sussurrò Rob curvandosi alla mia altezza.
Senza rispondere rialzai il viso e
sembrò passare finché non mi trovai davanti la scena di
sesso tra Rob e.. quella. Non sapevo se fosse una reazione a quelle
immagini o se il mio corpo si fosse improvvisamente ricordato che ero
incinta.. ma sentii un conato salirmi dallo stomaco fino alla gola.
“Kris..”
“Vado a vomitare” dissi
d’un fiato e facendomi spazio tra i sedili corsi nel bagno
fiondandomi sul primo gabinetto che trovai sotto mano.
La testa girava sempre di
più e in un secondo caccia tutto fuori: tutto quello che avevo
mangiato a pranzo e durante il pomeriggio. Mi tenni fermamente al water
sperando che fosse finita ma invece un altro round mi aspettava.
Mi chinai di nuovo sulla tazza
quando sentii due mani sorreggermi la testa e mantenermi i capelli.
Vomitai di nuovo finché non sentii lo stomaco sfinito, vuoto.
“Finito?” chiese Rob e annuii con la testa. Era il meglio che potessi fare in quel momento.
Mi sorresse per aiutarmi ad alzarmi ma quando ebbi preso equilibrio lo allontanai.
“Vattene” biascicai col
sapore di vomito che mi abitava la bocca. “Non voglio che mi vedi
così.. vattene..”
“Kristen non dire stronzate”.
Di tutta risposta mi allontanai di più e andai a sciacquarmi la faccia e cercare di levare quel sapore acido dalla bocca.
“Rob.. ho detto di
andartene” ripetei mentre mi asciugavo il viso. Si
avvicinò cercando di prendere l’asciugamano per aiutarmi
ma istintivamente mi scansai. “Faccio da sola”
“Amore ma che succede?”
Aveva chiesto, tanto valeva
rispondere. “Perché hai detto ad Emilie che sono
incinta?”. Sentivo dal mio stesso sguardo che lo stavo sfidando.
Rimase senza parole per qualche secondo finché abbassò lo sguardo colpevole.
“Lo so.. scusa. Ti giuro.. mi
è scappato! Non volevo! Oggi pomeriggio mi ha chiesto come stavi
e io le ho detto che i vomiti erano passati e da lì poi.. non ho
saputo come uscirmene. Ma ti giuro! È stato un caso! Non lo
avrei mai detto”.
“Quindi lei ti chiede di me? Come mai tutto questo interesse per la mia salute?”
Rob mi guardò un secondo
sbattendo diverse volte le palpebre e cercando di venirmi incontro ma
gli feci segno di restare al suo posto. “Kristen.. non sarai mica
gelosa?”
Non potevo credere alle mie
orecchie! Gelosa io?! Avevo imparato a superare quello scoglio molto
tempo fa quando avevo capito di dover convivere con la consapevolezza
che altri due miliardi di ragazze vorrebbero il tuo ragazzo.
“Non capisci niente
Rob” dissi fredda per poi uscire dalla porta del bagno e tornare
silenziosamente al mio posto. Fu di nuovo accanto a me in meno di
trenta secondi e sentivo il suo viso fisso sul mio mentre io
imperterrita fissavo lo schermo.
Ero proprio un’idiota.
Perché dovevo prendermela sempre con lui? Cercai di dare la
colpa agli ormoni ma sapevo che non erano loro la causa. La
verità era che avevo paura. Non sapevo nemmeno bene di cosa,
avevo solo paura. E invece di tenermela per me o rivelarla, mi ero
comportata da perfetta immatura e ora gli stavo rovinando la serata
più importante della sua vita. Persa nel mio senso di colpa mi
ritrovai ad applaudire quando le luci si riaccesero. Lanciai una veloce
occhiata a Rob che ricambiò preoccupato. Stare lì e non
avere possibilità di parlare e chiarire era atroce, soprattutto
con la consapevolezza che era colpa mia.
Cercai di comportarmi nel modo
più normale possibile all’After Party. Avrei voluto
stargli accanto, fargli capire in qualche modo che mi dispiaceva, che
non era colpa sua, che non aveva fatto niente.. ma era sempre troppo
impegnato a parlare con qualcuno per notare me. Ed era giusto
così. Quella era la sua serata e io gliela stavo rovinando con
le mie paranoie. Che stupida che ero. Stupida ed egoista.
Rimasi in compagnia della famiglia
di Rob per la maggior parte della serata che sembrava non finire mai.
Sorridevo continuamente sperando che nessuno notasse il mio umore e
cercando di ignorare la sensazione di acidità che ancora avevo
nello stomaco. Non vidi Emilie da nessuna parte. O meglio, da nessuna
parte che fosse vicino a Rob e fu un sollievo. Anche perché non
sapevo se avrei resistito da tirarle i capelli se l’avessi vista
vicina a lui. Ogni tanto, mentre parlava con qualcuno, Rob si voltava
velocemente per guardare dove fossi. Gli regalavo un sorriso forzato a
cui rispondeva con uno sguardo sempre più preoccupato. Povero
amore mio.. mi rendevo conto anche io che lo stavo facendo impazzire.
Lo osservavo da lontano mentre
parlava insieme a Claire con quella bambina. Mi faceva uno strano
effetto vederli insieme, come se avessi una visione del futuro.
“Kris ti senti bene? Sei un po’ pallida”. Victoria era davvero impeccabile. Non si faceva sfuggire niente.
“Si si. Tutto bene. Ho solo
un po’ di nausea..” risposi scuotendo la testa e portandomi
una mano al naso mentre l’altra allontanava il piatto con le
tartine al salmone che era sul tavolino a un metro da me. Tornai a
guardare Rob giusto in tempo per vederlo aprire le braccia facendo in
modo che la bambina si adagiasse su di lui e la tirò su
stringendola a lui per fare una foto insieme. Sorrisi istantaneamente.
Vederlo con una bambina mi riscaldava il cuore e le mie paure
sparivano. Sarebbe stato un padre perfetto. Forse.. avevo solo paura di
me.
Le braccia di Claire che mi stringevano da dietro mi ridestarono dai miei pensieri.
“Oooh che carini!”
disse con la tipica voce di una bambina di due anni. “Non posso
credere che tra poco mi darete una nipotina vera!”
continuò sedendosi accanto a me e carezzandomi la schiena.
Le sorrisi. Ormai non facevo altro
da tutta la serata. Un sorriso in più non mi sarebbe costato
niente. Sarebbe andato tutto bene. Dovevo solo convincermene.
Passarono almeno due ore, due
lunghissime ora in cui non potei scambiare una parola col mio ragazzo.
Iniziavo davvero a pensare che il tempo non passasse più quando
finalmente Lizzie si avvicinò dicendomi che era ora di andare.
Anche il ritorno in hotel fu..
silenzioso. Rob aveva tanto insistito perché tornassimo con la
stessa macchina eppure non fiatava. Non diceva una parola e aveva anche
smesso di guardarmi. Stargli così vicino e sentirlo così
distante mi uccideva, anche perché sapevo che era colpa mia.
Istintivamente allungai la mano e cautamente intrecciai le mie dita con
le sue. Si voltò a fissarmi per un secondo e sorrise stringendo
la presa.
“Allora buonanotte!” esclamarono Claire, Lizzie e Vicky quando ci trovammo fuori la porta delle nostre camere.
“’Notte!”
rispondemmo io e Rob insieme prima di sparire dietro la porta della
nostra camera. Finalmente soli. Ora avrei solo dovuto trovare le parole
per spiegargli il mio comportamento, ma non ce ne fu nemmeno bisogno.
“Bene.. ora Kristen, spiegami cosa diavolo è successo per favore”
Mi prese in contropiede arrivando
dritto al punto e facendo in modo di voltarmi per avere i suoi occhi
nei miei. Lo fissai fingendo di non sapere di cosa parlasse. “Non
posso credere che il problema sia Emilie o la bambina, o il fatto che
sappia della bambina. C’è qualcos’altro, vero? Ti
prego dimmelo”
Sentii gli occhi iniziare a
pungermi e senza nemmeno staccare il mio sguardo dal suo lasciai che mi
scendessero le lacrime. Non le fermai. Volevo piangere. Ne avevo il
bisogno e volevo cacciare tutto fuori. “Mi chiederai di
sposarti.. lo so.. e lo farai solo per la bambina..”. Scoppiai a
piangere abbassando il viso mentre arrossivo di vergogna per rivelargli
ad alta voce le mie paura.
“Kristen.. ma che stai
dicendo?! Perché pensi una cosa del genere?” disse
abbassandosi per vedermi negli occhi.
“Perché è
così. Emilie ha ragione.. tu ti prenderai le tue
responsabilità e mi avrai sposata solo perché sono
incinta..” sussurrai tra un singhiozzo e un altro mentre mi
imponevo di calmarmi.
“Emilie?! È stata lei a metterti questa cosa in testa?”
Annuii debolmente e lui sbuffò estremamente seccato. Non poteva farci niente nemmeno lui.
“Se me la trovo sotto mano..” ruggì lasciando la frase a metà.
“Lascia stare. Non metterti nei casini per me”
“Amore mio”
portò le sue mani sul mio viso e inchiodò i miei occhi ai
suoi. “Ascoltami bene! Io ti amo, hai capito? Amo te e amo nostra
figlia. E quando ti chiederò di sposarmi non sarà solo
per lei..” portò una mano al grembo. “..ma
sarà per tutte e due, perché saprò di volere te,
per sempre”. Mi asciugò le ultime lacrime muovendo i
pollici sul mio viso. “E se tu mi vorrai allora mi dirai di
si..”
“Tanto io ti vorrò per sempre” risposi subito senza nemmeno pensarci.
“Allora è perfetto” sorrise e avvicinò le nostre labbra stringendomi a se.
“Hey straniero!”
Purtroppo nei periodi di lontananza
in cui il telefono era l’unico mezzo di comunicazione, mi veniva
spontaneo chiamarlo in quel modo. Ovviamente non perché lo
sentissi davvero uno straniero, ma perché sdrammatizzare era
l’unica cosa che mi faceva sopportare i chilometri che ci
separavano.
“Buona sera zingara”.
Sorrisi.
“Cosa fai?”
“Penso a voi”
“E prima cosa facevi?”
“Mmm.. pensavo a voi..”
“Oh.. e prima ancora..?”
“Fammi pensare..uhmm.. mi sa che pensavo a voi..”
Non potei trattenere una risata
spontanea. “Però.. non hai proprio niente a cui pensare,
eh? E ci pensi anche quando giri scene hot con donne molto sexy?”
Mi piaceva stuzzicarlo
sull’argomento. Non me l’ero mai presa a riguardo. Oddio..
sapere che avrebbe girato scene di sesso spinte con almeno tre attrici
diverse non mi faceva di certo piacere, ma sapevo che era per lavoro e
anche quel pensiero non mi dava fastidio come il ricordo di Emilie.
Dovevo smettere di pensarci. Ormai era acqua passata.
“Bè no.. ho anche io i miei momenti di svago, no?”
“Simpatico..” dissi ironica.
“Amore, vi penso sempre. Ogni momento della giornata..”
Sapevo che era la verità,
anche perché chiamava continuamente per sapere come stessi, se
avessi bisogno di qualcosa, se avessi la nausea o per sapere se la
bambina si era mossa. Quel pensiero lo assillava. Non riusciva a capire
perché ancora non avesse nemmeno tirato un calcio.
“Niente ancora, eh?”
Infatti capii subito a cosa si riferiva.
“Amore perché ti
preoccupi tanto? Vedrai che prima o poi si farà sentire”
dissi attraverso la cornetta carezzandomi il pancino che iniziava a
farsi sempre un po’ più evidente. “Sono sicura che
sta aspettando il papà..” sussurrai convinta di quelle
parole. Volevo davvero sentire mia figlia che mi faceva partecipe della
sua presenza, ma avrei tanto voluto che ci fosse anche Rob in quel
momento che quasi temevo che si facesse sentire proprio in quel periodo
in cui lui era lontano.
“E io sarò presto
lì. Tra una settimana sarò di nuovo da voi. Nel frattempo
dalle un bacio da parte mia”
“Rob ma non posso baciarmi la pancia.. non sono una contorsionista..”
“Oh.. allora dalle una carezza..”
Guidata da quelle parole continuai a carezzarmi il ventre, sopra, sotto, a lato. Dappertutto.
“Oddio.. credo.. credo che si sia mossa!” esclamai con tono sorpreso prevedendo la reazione di Rob.
“Davvero?!”
“No..”. Scoppiai a ridere da sola come una scema. Mi divertiva troppo prenderlo in giro.
“Simpatica..” disse con
lo stesso tono ironico che avevo usato io prima. “Sai che potrei
restarci secco?! Non vorrai mica lasciare la piccola Orange senza
padre..?”
Ancora con quella storia!
“Rob.. credevo che ne avessimo già parlato. Non
darò a mia figlia il nome di un frutto”.
“Ma perché no? lo fanno tutti.. e poi lo trovo grazioso..”
“Primo, noi non siamo tutti, secondo, la sfotterebbero a vita, terzo, è semplicemente orrendo”.
“Allora Strawberry?”
“No..”
“Pear?”
“Nooo..”
“Chanel?”
“Siamo passati ai profumi?”
“Andiamo Kris.. dobbiamo scegliere un nome. Abbiamo solo altri cinque mesi!”
“Solo?! Rob.. calmati. Il
nome è l’ultima cosa da decidere. I nomi non si scelgono
in fretta.. sono loro che ti si presentano davanti. Quando lo avremo
davanti, lo capiremo e sarà fatta..”
“La fai così semplice..”
“Infatti.. niente di più semplice.. te lo assicuro..”
Sbuffò scherzosamente attraverso la cornetta. “Sei assurda..”
“Lo so.. per questo mi ami..”
Lo sentii sorridere. “D’accordo.. visto che ti amo da morire.. rinuncio ai frutti..”
“Hallelujah..”
“Fai poco la spiritosa e piuttosto dimmi come ti senti. Nausea? Mal di testa? Vuoti? Voglie?”
“Mmm.. nausea zero. Ogni
tanto qualche capogiro ma passa subito e.. tante voglie. Credo che i
miei mi manderanno presto a quel paese. Ieri avevo una voglia assurda
di salame di cioccolata. Cam e Taylor hanno girato tutta la
città ma niente.. Alla fine mamma si è fatta comprare gli
ingredienti e ha deciso di farlo lei! Sto diventando un porcellino..
non sono sicura di quello che troverai tra una settimana”
Rise di gusto. “Fai bene. Mangia quanto vuoi, amore mio. Tanto ti amo anche se diventi una vacca..”
“Hey!” Ribattei
fingendomi offesa mentre lui rispondeva con una risata che ovviamente
mi faceva capire che scherzava.
“I giornalisti? Chiedono?”
Risi al pensiero di tutte le
interviste che avevo fatto quella sera. “Credo abbiano intuito
qualcosa.. Dovresti vederli.. Mi fissano la pancia! Ma nessuno si
azzarda a fare la domanda. È troppo divertente. Chiedono solo di
te e se stiamo insieme..”
“E tu?”
“E io dico che mi sono stufata di te e ti ho piantato per Orlando Bloom”
“Oh bene. Mi piace Orlando. È un bravo ragazzo..”
Adoravo quelle conversazioni
telefoniche. Certo, non quanto avrei adorato averlo accanto a me, ma
lui trovava sempre il modo di non farmi sentire la sua assenza.
“Scemo! Stasera l’ho detto agli altri, sai?”
“Davvero?”
“Si.. eravamo all’After
Party. C’erano Joan, Dakota e gli altri, e Taylor non faceva che
chiedermi come stavo. Credo che lo sapessero ma aspettavano una
conferma. Così l’ho buttata lì”.
“E..?”
“Mi sono saltati addosso!
Come pensavo se l’aspettavano. Non sei arrabbiato, vero?
Cioè.. avrei voluto dirlo con te, ma ero alle strette..”
“No amore, hai fatto bene. E poi tra poco non sarà più possibile nasconderlo nemmeno alla stampa..”
“Già..”
sussurrai rabbrividendo un po’ al pensiero del mio pancione sotto
il flash delle macchine fotografiche.
“Te l’ho detto che eri bellissima stasera?”
“In effetti.. non ancora..”
“Bè.. eri bellissima. Il rosa ti dona sai..”
“Davvero?”
“Non quanto il blu, però..”
Eccolo che ricominciava. Dalla sera degli Oscar non c’era stato giorno in cui non mi ripetesse quanto ero stupenda.
“Te l’ho detto che eri stupenda?”
“Si.. circa 15973 volte..” risi lusingata.
“Oh.. allora non
c’è 15973 senza 15974. Eri stupenda. Sei stupenda”
soffiò attraverso la cornetta mentre io sorridevo tra me e me.
“Cosa sono tutti questi complimenti? Non dovrai mica farti perdonare qualcosa? Devo preoccuparmi?”
“Non posso dire alla mia
ragazza, nonché madre di mia figlia, che è
stupenda?” chiese leggermente indignato dalle mie supposizioni.
“Finché lo dici solo a me..”
“Non potrei dirlo a nessun’altra..” Fece una pausa. “O forse solo a un’altra ragazza..”
Cosa?! “Chi?” chiesi subito allarmata.
“Non posso dirti come si
chiama.. visto che quella testarda di sua madre ha una teoria assurda
sui nomi e non si decide a sceglierne uno..”
Mi rilassai istantaneamente. Lo adoravo sentirlo parlare della bambina. Me lo faceva sentire vicino e reale.
“Avrà le sue buone ragioni..” risposi stando al gioco.
“Se se, piuttosto. Cosa stai facendo adesso?”
“Bè, da circa
mezz’ora sono stesa sul letto e parlo al telefono col mio super
ansioso ragazzo che tra poco dovrà andare via se non vuole che
lo licenzino. Quanto dura la pausa?”
“Sempre troppo poco..”
sospirò. “Devo andare. Si ricomincia. E tu devi dormire.
È tardi lì ed è stata una serata faticosa. Non
voglio che ti stanchi troppo. Ti prego.. riposati. Non
affaticarti..”
“Rob.. sto bene. Davvero..”
“Lo so.. però non forzare troppo la mano. Vorrei solo poter essere lì con te..”
Ed ecco il momento malinconia che invece era sempre la pugnalata al cuore tipica del fine telefonata.
“Ancora sette giorni. Ce la faremo vedrai..”
“Si.. come sempre. Devo scappare amore. Chiamami appena ti svegli. Vi amo tanto!”
“Ti amiamo anche noi”.
Malvolentieri chiusi la telefonata. Se non lo avessi fatto io lui
avrebbe continuato ad aspettare in linea senza mai chiudere il
cellulare.
Sospirai rumorosamente ripensando
alla serata. Era stata davvero importante. La prima premiere di
“The Runaways”. Ero abituata alle premiere ma quella era
stata la prima a cui partecipavo non più da attrice o ragazza,
ma da madre. La pancia si iniziava davvero a notare. Chiunque poteva
pensare che fossi incinta o che avessi messo su qualche chilo. Comunque
non mi importava di quello che potevano dire o pensare. Avrei solo
voluto Rob con me.
Affondai la testa sul cuscino
stringendo al petto la camicia che mi aveva lasciato dieci giorni
prima. Adoravo mettere le sue cose. Era un modo per ricordarmi che era
sempre con me e lui allo stesso modo adorava vedermele addosso e capire
che era il mio modo per dirgli che mi mancava da morire. Ero felice.
Nonostante lui fosse lontano, nonostante sapessi che sarebbe stato
complicato, ero davvero felice e ringraziavo ogni giorno il cielo della
fortuna che avevo, della vita che mi aveva donato e di quella nuova che
nasceva dentro di me.
Cullata da quei pensieri mi addormentai beandomi del suo profumo che mi riscaldava il cuore.
Anche un’altra settimana era
passata. Peccato che non fosse giunta al termine che speravo. Io a New
York e lui ancora a Londra. Tutti i nostri piani erano saltati. Avrebbe
dovuto essere lì con me e invece.. invece era su un dannato
tappeto rosso che non avrebbe mai dovuto esserci. Avevamo azzardato
talmente tanto con la mia presenza alla premiere di Remember Me che
quei grandi bastardi avevano pensato bene di fissare una seconda
premiere a Londra, il 17, stesso giorno della mia premiere a New York e
per giunta due ore prima, in modo da rendergli impossibile prendere un
volo e venire da me.
Rob era letteralmente furioso.
“Non ci posso credere! Ti prego! Fermami! Sto per prendere a
calci il muro! Ma non è possibile! Che gran figli di puttana!
Credono di fermarmi così?! Non hanno idea di chi hanno sfidato!
Ora vado lì e gli dico che sei incinta così vediamo come
la mettono!”.
Avevo cercato di calmarlo,
perché dovevo essere io la prima a stare calma. Gli avevo detto
di tenere duro un altro po’, di stringere i denti, di sopportare
quella che sarebbe stata sicuramente l’ultima trappola in cui
rimanevamo incastrati.
Cercavo disperatamente di stare
calma, ma non era semplice. Avevamo progettato molto tempo prima che
lui venisse con me e mi ero talmente abituata all’idea che il
solo pensiero che avessero il potere di tenerci così divisi mi
faceva male e saperlo in un altro continente, con Emilie per giunta,
non mi facilitava per niente il compito.
Eravamo davvero abbattuti. Vivere
quell’ultima settimana senza sapere quando ci saremmo rivisti era
stato terribilmente frustante.
“Mi mancate troppo! Io non ce
la faccio più.. voglio solo poter abbracciare la mia ragazza e
mia figlia. E’ forse chiedere troppo?” mi aveva detto
durante una delle tante nostre telefonate.
No, non era troppo. Era il minimo.
Ma per noi, no. Quando avremmo potuto vivere la nostra vita in santa
pace? Non volevo che mia figlia crescesse in quell’ambiente.
Dovevano cambiare delle cose, molte cose. Innanzi tutto, appena si
sarebbe presentata la possibilità avremmo annunciato insieme la
mia gravidanza. Non avrei mai voluto farlo, avrei voluto che si
scoprisse tutto in modo naturale, ma se era l’unico modo per
avere un po’ di tranquillità subito, sarei scesa a
compromessi. Non avevo intenzione di farmi mettere ancora i piedi in
testa, soprattutto in quel periodo in cui la mia sensibilità era
alquanto.. sensibile.
Sforzavo di sorridere davanti le
telecamere, cercando di apparire rilassata ma la verità era che
avevo un gran mal di testa. Ogni tanto mi si oscurava la vista e mi
aggrappavo a Dakota che accanto a me mi sorreggeva dandomi la forza di
far sembrare che andasse tutto bene.
“Kristen stai bene?” mi chiese all’orecchio a un certo punto.
No, non stavo bene. Volevo Rob
lì, con me. In alcuni momenti mi aspettavo quasi di vederlo
comparire da un momento all’altro, come se fosse riuscito
nell’opera titanica di prendere un volo all’ultimo minuto
approfittando del fuso orario ma ovviamente illudevo me stessa. Non mi
aspettavo niente da lui, sapevo che sarebbe stato impossibile.
“Si..” mentii.
“Forse è meglio se ti siedi un po’..”
Si. Forse era meglio, così
se avessi dovuto giustificare in qualche modo quel malore, avrei
semplicemente detto che ero incinta.
Ero stanca. Stanca di dover
nascondere tutto, di dover sempre vivere lontana dalla persona che
amavo, di dover preoccuparmi delle parole che mi uscivano dalla bocca.
Ero stanca e la bambina lo avvertiva. Dovevo sedermi un po’.
Ecco un altro capogiro. Chiusi gli occhi spiazzata dalle immagini che giravano come un frullatore e mi aggrappai a Dakota.
Passò subito fortunatamente. “Va tutto bene” la rassicurai.
Forse aveva ragione Rob. Mi stavo
stancando troppo. Troppi viaggi, troppi aerei, e pensare che di
lì a due giorni ne avrei dovuto prendere almeno altri due per il
Texas e poi di nuovo per Los Angeles. Mi sentii male al solo pensiero.
Volevo solo riposare un po’. Volevo stendermi.
Joan e Cherie vennero in aiuto a Dakota preoccupate.
“Va tutto bene” dissi
di nuovo ricomponendomi e riprendendo l’equilibrio. Mi guardarono
perplesse e in pensiero ma cercai di mostrarmi forte e iniziai a
camminare verso la stampa quando alzando la testa davanti a me, vidi..
lui.
Non poteva essere. Forse stavo
immaginando. Doveva essere solo il mio desiderio di lui che me lo
faceva vedere così reale a pochi metri da me. Eppure non ero
pazza né visionaria. Mi sorrise e capii che era davvero
lì.
POV ROB
Credevano davvero che sarebbe bastata una stupida trappola di impegni a fermarmi?!
Non sapevano con chi avevano a che fare.
Volevo vedere Kristen, volevo starle vicino, volevo accarezzarle il ventre e lo avrei fatto.
D’altronde si erano
incastrati con le loro stesse mani. La premiere londinese era stato un
vero mortorio, un maligno tentativo di tenermi lontano da New York, ma
non avevano capito niente. Non sapevano che non sarebbe bastato a
fermarmi.
Passai su quel tappeto rosso che mi
sembrava così triste, qualche foto, qualche domanda,
presentazione del film, e via: dritto all’aeroporto dove
già mi aspettava un jet privato informato di tutto.
Non era solo una questione di
orgoglio, non era una guerra che volevo vincere o un punto che volevo
segnare, era bisogno. Avevo disperatamente bisogno di essere vicino a
lei. Non ce la facevo più. Dio solo sapeva come avevo fatto a
resistere sedici giorni senza di lei. Erano stati i più lunghi
della mia vita e non avevo per nulla intenzione di prolungare
quell’attesa. Non avevo detto niente a nessuno. Solo Nick sapeva
del mio piano in modo che non avrebbero potuto fermarmi. Ad Emilie non
avevo rivolto la parola se non per sussurrarle : “Non azzardarti
di nuovo a parlare con Kristen”. E mi ero trattenuto altrimenti
sarei stato denunciabile per minaccia.
Basta. Non mi importava di niente.
Ora ero lì, davanti a lei
che mi fissava incredula e non mi importava più di nulla. Lei
era lì, e io ero lì. Il resto non contava. La corsa
dall’aeroporto aveva avuto i suoi effetti e ora potevo finalmente
rivederla.
Continuava a fissarmi incredula.
Decisamente non si aspettava di vedermi proprio in quel momento. Dal
primo momento in cui avevo saputo di quell’infamia avevo
progettato il tutto contando sul fuso orario, ma glielo avevo tenuto
nascosto per farle una sorpresa e c’ero riuscito.
Le sorrisi da lontano iniziando
già ad eliminare quei pochi metri che ci separavano.
Probabilmente realizzò che dovevo essere reale perché
sorrise raggiante di rimando e iniziò a camminare a passo svelto
verso di me.
Già pregustavo la sensazione
di sollievo che avrei avuto di lì a poco riabbracciandola
quando.. quando d’un tratto a pochi metri da me si bloccò
di colpo piegandosi in due e contorcendosi sulla pancia.
Sbarrai gli occhi e corsi subito verso di lei. “KRISTEN!” In meno di due secondi la presi tra le mie braccia.
Aprì debolmente gli occhi.
“Sei qui..” disse con un debole sussurro prima di chiudere
gli occhi e perdere i sensi. Riuscii ad afferrarla in tempo prima che
cadesse e mi ritrovai a terra con lei tra le mie braccia.
Sentii il respiro mancarmi, le
parole che volevano uscire dalla mia bocca, il cuore stringersi in
petto. “No, no! Kristen.. ti prego! Ti prego! Svegliati!”
mi trovai a sussurrare con voce rotta dandole debolissimi colpetti sul
viso. Calò il silenzio e sentii mille occhi puntati su di me.
“KRISTEN! Amore! Ti prego! Ti prego! No!” la strinsi a me mentre sentivo gli occhi bagnarsi di lacrime.
Solo allora mi resi conto di una macchia. Una macchia rossa.
Una macchia rossa. Sul vestito.
Una macchia rossa. Sulle gambe.
Una macchia rossa. Per terra.
Sentii il cuore sprofondare. Il
vuoto dentro. Mille parole che volevano uscire ma non trovavano uno
spiraglio di luce tra i singhiozzi che mi pervadevano il corpo.
No! NO! NO!
Un solo urlo di dolore invase la sala squarciandomi il cuore mentre urlavo. “CHIAMATE UN’AMBULANZA!”
Giù le mazze le asce i
bastoni e tutti gli oggetti contundenti...per favore!!!!!!!!!!!!!!
Certo che tutto quel sangue..alla fine...povera Kris, povera bimba!!!
T.T T.T T.T
ok, ci ritiriamo in silenzio...alla prossima settimana!!!
|
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Capitolo 13 *** Il sole esiste per tutti ***
cap ospedale
Salve
a tutte.. o tutti.. ma dubito fortemente xD. Wow! 31 recensioni! O.o
Davvero non sappiamo come ringraziarvi! Di certo il finale tragico vi
ha fatto preoccupare un bel po’! hauahua.. Ma insomma.. u.u non
avete proprio fiducia in noi?!
Ehm.. non rispondete…
Cooooooooooooomunque per chi se lo stesse chiedendo sono Fio. Di solito
lascio scrivere a Cloe le introduzioni perché le sue mi fanno
morire e io non sono capace xD
Stavolta però volevo, anzi dovevo scriverla io perché
ogni tanto sento il bisogno di lodare la mia collega di scrittura che
con questo capitolo mi ha fatto letteralmente piangere e commuovere. E
tra l’altro è riuscita a trattenersi entro le 20 pagine xD
Dovete sapere che quando inizia a scrivere potrebbe andare avanti per
ore e non so mai cosa aspettarmi. Perciò.. grazie mille Cloe!
Grazie per farmi sognare ogni volta, con tutto quello che scrivi!
Perciò sono sicura che piacerà moltissimo anche a voi!
Grazie mille per l’appoggio! Magari dovremmo mettere qualche
finale così più spesso, tanto per sentirvi di più
xD
Continuate a farci sapere che ne pensate, anche perché non so se
avete notato ma è ancora mercoledì u.u e visto che siamo
tantoooo buone e ci avete dimostrato tantoooo affetto, abbiamo deciso
di farvi questo piccolo regalo
Hahahha speriamo apprezziate ^^
Ok.. la smetto con questo sproloquio.. godetevi il chappy.
Un bacione! Cloe e Fio.
ariel7: o_o letizia ti fidi troppo di noi, chi ti dice che tutto
altro per il meglio ?u_u noi due siamo sadice tzè muahahahah,
hai ragione tesoro ahah... noi non andremo mai contro robsten *:*...
grazie alla prossima!!!
kristen200996:
noooooooooooooooo kris non perdera la bimba, non preoccuparti!!! mm
marika?? ah perche questo nome? muahah, noi un nome per la bimba lo
abbiamo gia u_u.. ah grazie e alla prossima!!!
Roxisnotdied:
o___o no ross non puoi ucciderci u_u come faresti senza di noi u_u, a
parte gli scherzi con questo nuovo cap ci facciamo perdonare, alla
prossima tesoro!!!
Anto_Pattz:ueueueueueueeu
non puoi volerci male ahahah... dai anto ti facciamo sorridere in
questo nuovo capitolo, noi tanto buone .. per ora u_u muahahah
yesido
: wow mel ti fidi troppo di noi u_u ci dispiace ma questo capitolo avra
ancora molti problemi u_u, no dai scherziamo muahahahah, buona lettura
e grazie!! u_u posta prima di partire, se non lo fai, avrai guai seri
u_u!!!! ahahah
lampra:
orange? oh si la bimba si chiamera cosi muahahah, ne dubitiamo, anche
perche un nome in mente lo abbiamo giaa awwwwwwwwwwwwwwww... eh si hai
ragione, tutto è nella nostra testa muahha!! grazie mille e ti
lasciamo al nuovo capitolo!!!
mm86:
la de revin noi la odiamo u_u , non la sopportiamo e nella storia
l'abbiamo resa ancora piu antipatica muahahah!!!ti lasciamo al nuovo
capitolo, grazie!!!
ste87 : ahha non preoccuparti, ci teniamo troppo a quella bimba !! e comunque grazie!! alla prossima!!
birilloorsettokinder : ahha non preoccuparti con questo capitolo ora sai cosa succede!! u_u non siamo sadiche ahahaha!!!
ledyang
: oddio ahahahahahahah. Tutte queste lodi a Fio..U___________U pretendo
un commento altrettanto gentile anche nei confronti di tuo marito. Tra
l'altro non so se fio ha capito i complimenti eheheheh...ma spero di
sì. Perchè tutto ciò che hai scritto è
vero!! Un beso y muchas gracias querida y hermosa queen *.*
*.* *.*
frate87 :O______O non preoccuparti ci teniamo alla nostra vita, con questo nuovo capitolo ci facciamo perdonare ahaha!!!
chi61
: emile il diavolo!! vabbe ormai è fuori pure lei.. ora rob
pensera solo alle sue tenere bimbe ahaha!! grazie e alla prossima!!
prudence_78 : fidati di noi ahah!!
kiki_88 : non preoccuparti, tutto andra per il meglio, parola di scout!! no vabbe non fidarti troppo muahhaha, grazie e non temere u_u
Kia_Twilighter: o_o grazie che ti sei trattenuta, infatti con questo nuovo capitolo forse ti facciamo sorridere! alla prossima e grazie...
dado
: o_o wow ahah, non preoccuparti tutto andra per il meglio, ora ti
facciamo leggere questo nuovo capitolo che forse ti dara nuovamente
gioia *:*. grazie!!!
simo1726 : non preoccuparti dopo fio, arriva cloe che sistema tutto. ps: cloe puo essere piu sadica di me muahahahha!
no dai scherziamo, con questo forse ti facciamo versare lacrime di gioia, *:* alla prossima e grazie come sempre!
elviraj
:ahah non preoccuparti kris e la bimba staranno bene almeno per ora
"tosse" ahah, non preoccuparti! comunque la bimba si chiamera Pera, bel
nome u_u ahaha stiamo scherzando, la nostra bimba ha gia un nome awww,
alla prossima e grazie!
Twilighterina
: 8 o_o oddio!! una famiglia numerosa, e tante minaccie per noi,
oddioooooooo!!! ahaha ma vabbe vi diamo una bella notizia, con questo
capitolo ci facciamo perdona, ciao a tutte ahah!
Lorena1992
: l'ansia è finita, eccoti il capitolo, con questo ci facciamo
perdonare, ancora grazie!! non preoccuparti non ti avremo sulla
coscienza ahahahaha
Vampiretta333 : non preoccuparti, tutto andra per il meglio!!!
BabyVery:o_______o
con questo nuovo capitolo non ci ucciderai, ne siamo sicure, deponi le
armi ahahah, dai non siamo tante sadiche, ci teniamo troppo a questa
bimba , vabbe in futuro vedremo ahahahah, grazie ancora!!
piccolinainnamora: grazie mille, e non preoccuparti, ora emile è fuori e sia kris che la bimba staranno bene , alla prossima!
patatapiccolina:
ueueueu eccoci, abbiamo aggiornato, non preoccuparti la bimba stara
bene e quell'essere ormai è scomparso dalle loro vite, grazie
ancora!
francypattinson
: non volevamo farti piangere, ma ti promettiamo che con questo nuovo,
tutto andra per il meglio u_u.. grazie mille, ti lasciamo alla
lettura .
aliena: la tua faccia parla per te ahahahha!
Antonya: non preoccuparti tutto andra per il meglio, grazie per aver commentato alla prossima!
julietta__:
ciao giulcess, non preoccuparti con questo ci facciamo perdonare, per
quanto ruguarda te ti conviene seriamente postare, ti uccidera, credici
muahahah..
grazie ancora, sei troppo buona con noi *:*.. alla prossima!!
dorel
: non preoccuparti ora inizia un periodo di pace per i due,almeno
per ora, le nostri menti sono troppo sadiche muahahah, scherziamo u_u,
grazie ancora ti lasciamo alla lettura!
honeymoon
: la bionda ormai è fuori, nessun problema u_u anche noi la
detestiamo, Per quanto riguarda kris tutto andra per il meglio! grazie
alla prossima.
KatyCullen: grazie mille per i tuoi complimenti, e non preoccuparti tutto andra per il meglio!!
CAPITOLO 13 (CLOE)
IL SOLE ESISTE PER TUTTI
ROB POV
L'ambulanza..le luci..i suoni... Tutto mi pareva sfocato, vuoto, privo di qualunque possibile logica in quel momento.
Un attimo prima eravamo felici, insieme, di nuovo dopo quei giorni che
mi erano sembrati lunghi come mesi. Mi aveva guardato raggiante per
quella sorpresa inaspettata e poi...poi tutto era cambiato. Tutto era
crollato improvvisamente, come un castello di carte buttato giù
da un soffio di vento.
Senza un motivo, senza un perché.
Solo lei svenuta, il suo corpo tra le mie braccia, il suo sangue sul suo vestito e sulle mie mani.
Lo stesso sangue che in quel momento cercavo di lavare via dalla mia
pelle, cercando disperatamente di non pensare al fatto che era anche un
po’...la nostra piccola bambina.
Che forse c'era ancora..o forse no..
Mi asciugai le mani e non riuscii a trattenermi dal lanciare un calcio
al lavandino. Volevo solo piangere, urlare, trovare qualcuno con cui
prendermela per quello che era successo.
Perché non era giusto: non a noi, non dopo tutto quello che
avevamo già passato, non ora che avevamo un'occasione per essere
felici.
Sentii la porta aprirsi e mi ricomposi, afferrando la giacca e uscendo prima che qualcuno potesse riconoscermi.
Percorsi il corridoio che in quelle ore avevo imparato a riconoscere e
ad odiare con tutto me stesso, finché non intravidi Jules seduta
sulla stessa sedia in cui l’avevo lasciata pochi minuti prima.
Mi accomodai al suo fianco e lei non mi disse nulla, non mi chiese nulla. Si limitò a sfiorarmi il braccio.
Avrei tanto voluto trovare qualche parola per poterla confortare
ma...ma purtroppo non potevo. Come avrei potuto dirle che sarebbe
andato tutto bene quando nemmeno io ne ero sicuro?
Affondai le dita tra i capelli, sospirando.
Che cosa stava succedendo?
Erano ore che nessuno veniva a dirci nulla. E io ero il suo fidanzato,
il padre della bimba dentro di lei che rischiava la vita. Avevo
tutto il diritto di sapere, tutto il diritto che mi dicessero cosa
cazzo succedeva.
Cazzo!
Strinsi forte i pugni, cercando di contenere la rabbia che quel senso di impotenza mi gettava sul cuore.
"Signora Stewart?" una voce tranquilla mi riscosse dai miei pensieri.
Scattai in piedi nello stesso istante di Jules, mentre un medico di mezza età si avvicinava a noi.
"Co..come sta?" balbettò la madre di Kris, allo stremo delle forze.
Le circondai le spalle con un braccio, per sostenerla mentre ascoltavamo il verdetto del medico.
"Ora sta bene" spiegò cercando di tranquillizzarci "Ha avuto una piccola emorragia...ma ora sta meglio"
"Un'emorragia?" domandai sconvolto.
Se era un'emorragia allora...allora significava che la bambina era...
"La bambina è viva" aggiunse subito notando la mia espressione
chiaramente terrorizzata "Ma non le nascondo che la situazione non
è delle migliori. C'è un considerevole distacco di
placenta...è questo che ha causato l'emorragia e le fitte
improvvise"
"Che significa esattamente?" lo incalzai.
"Probabilmente c'è stato sin dall'inizio, ma doveva essere di
pochissimi millimetri mentre ora si è aggravato raggiungendo
qualche centimetro. Questa ragazza fa una vita per nulla adatta alle
sue condizioni: troppi viaggi, troppo stress, troppe ore in piedi."
Prese un lungo respiro e continuò "Non porterà a termine
la gravidanza se non fa qualcosa ora."
Sentii le gambe quasi arrivare a cedermi.
Il breve sollievo che mi aveva pervaso alla notizia che, dopotutto, mia
figlia era viva si stava volatilizzando, distrutto dalle parole di quel
dottore.
Poteva perdere la nostra bambina.
Anzi, c'erano buone possibilità che succedesse.
Era questo che mi stava dicendo
"Cosa..cosa possiamo fare?" balbettai passandomi una mano fra i capelli con forza.
"Riposo. Deve restare a letto per almeno un mese, senza fare alcuno
sforzo. Inoltre parlerò con la sua ginecologa di Los Angeles e
le spiegherò la situazione" rispose. "Credo che le
prescriverà iniezioni di progesterone e antispastici in caso di
crampi. Ma ripeto, la cosa fondamentale in questi casi è restare
a letto. Io so che lei è un'attrice famosa e che la sua carriera
è importante ma.."
"Non come nostra figlia" sussurrai bloccandolo "Lei è..è tutta la nostra vita..."
Annuì mesto iniziando a parlare con Jules di alcuni dettagli
sulla ginecologa di Kris a cui avrebbero dovuto telefonare. Dettagli
superflui per me.
Non riuscii a fare altro se non isolarmi nella mia bolla privata, lasciando fuori tutti i suoni, tutti i rumori, tutte le voci.
Io e Kris potevamo perderla.
Ancora prima di averla potuta baciare.
Ancora prima di averla potuta accarezzare.
Ancora prima di averla potuta stringere.
Erano tutte cose che avevo sempre dato per scontate. Avevamo sempre
pensato che sarebbe andato tutto bene, che presto sarebbe stata tra le
nostre braccia. Mai avevamo anche solo lontanamente valutato la
possibilità che...che...
Non ...la mia mente non riusciva neppure a concepire l'idea di perdere la nostra piccolina.
"Voglio vederla..voglio vedere Kris" biascicai improvvisamente conscio
di quel mio necessario bisogno. Dovevo essere con loro ad aiutarle, a
confortarle...e ad incitare la nostra piccolina a continuare a lottare
per i suoi genitori.
Perché non potevano vivere. Non senza di lei almeno.
"Ora è sotto sedativo e dorme" rispose il medico "Probabilmente
si sveglierà tra qualche ora. Ma credo che sarebbe meglio se ci
fosse qualcuno che ama a spiegarle tutto.."
"Vai tu Rob" disse Jules abbozzando un sorriso tirato "resta tu con lei. Io mi occupo delle scartoffie.."
La ringraziai a fior di labbra: probabilmente sapeva e conosceva
benissimo il mio bisogno di vedere Kris da solo, anche solo per un
attimo.
Mi diressi rapido alla stanza in fondo al corridoio, dopo essermi fatto dire da un infermiera il numero.
Percorsi quei pochi metri con i passi di piombo, terrorizzato
dall'immagine che mi sarei ritrovato davanti. E infatti, quando entrai
sentii il cuore incrinarsi inevitabilmente davanti a lei.
Stesa su quel letto bianco.
Le braccia adagiate ai lati del suo corpo.
Pareva così inerme..così indifesa.
Sfiorai con la punta delle dita la sua pelle, proprio lì dove l'ago della flebo entrava nella sua carne delicata.
Accarezzai dolcemente la sua fronte coperta dai capelli scuri, gli
occhi cerchiati di stanchezza, le guance pallide quasi quanto le
lenzuola. La mia mano scese sempre più verso il basso
finché si posò appena impercettibilmente sulla curva del
suo ventre.
Avevo quasi timore di sfiorarlo, quasi paura di fare male alla bimba,
di peggiorare le condizioni critiche in cui già si trovava.
Mi accomodai sulla poltrona al fianco del letto e intrecciai la mano in
quella di Kris. L'unica cosa che potevo fare per loro in quel momento:
essergli accanto, fargli sentire che ero lì con loro, che le
avrei aiutate a sopportare tutto, che avrei diviso con loro ogni
singola fatica..
Non so quanto rimasi così...perso nella contemplazione di
quell'immagine così splendida e al tempo spesso così
straziante.
Probabilmente ore.
Rifiutai qualunque cosa: cibo, caffè, riposo. Come potevo dormire e lasciare Kris in un momento simile?
No, era impensabile.
Era tardo pomeriggio quando mi ritrovai di nuovo completamente solo con
lei. Le infermiere erano appena passate a controllare i monitor e avevo
convinto Jules ad andare in hotel a cambiarsi e a farsi una
doccia.
Ripresi a giocherellare con le dita di Kris, mentre gliele baciavo una ad una.
"Ti amo sai?" sussurrai ad un certo punto nella penombra della stanza. Le parole mi erano uscite prima che potessi accorgermene.
Probabilmente era sciocco...probabilmente neppure poteva sentirmi.
"Non so..non so neppure se te lo dico abbastanza." sospirai "Non so
neppure se sono capace di renderti felice. Se sono capace di
proteggerti o..."
Non fui più in grado di continuare a dire alcunché quando
avvertii gli occhi pungermi fastidiosamente e le lacrime iniziare a
scendere.
Non cercai di fermarle o di contenerle.
Non volevo.
Non potevo.
Mi sentivo morto dentro.
Appoggiai la fronte appena impercettibilmente sulla sua piccola pancia.
"Ti prego piccola" mormorai avvertendo il sapore salato delle mie
lacrime "Per favore..per favore..devi lottare, devi farcela. Fallo per
il tuo papà. Io non posso vivere senza di te...Fino a qualche
mese fa non..non avrei mai creduto di poter amare qualcuno quanto amo
la tua mamma sai? Ma ora..ora è così. Ora ci sei tu e io
non ti posso perdere amore mio. Quindi ti prego...metticela tutta per
non m..."
Un enorme groppo alla gola mi si formò al solo pensare quella parola.
No..non sarebbe successo...l'avrei impedito. Ad ogni costo.
"Metti..metticela tutta per cosa?" domandò d'improvviso una voce flebile e stanca.
"Kris!" Di scatto alzai il capo, incontrando i suoi occhi verdi leggermente socchiusi.
Ringraziai mentalmente il cielo e avvicinai il mio volto al suo,
baciandole la fronte. Era sveglia..era davvero sveglia...lì ,
con me..
"Dio Kris..mi hai fatto morire di paura.."
"Rob..tu.." fissò il mio viso preoccupata "Tu stai piangendo...ma che...è successo?"
"Sei..sei svenuta"
Improvvisamente si portò le mani alla pancia, terrorizzata "La bambina! Ho avuto dei dolori tremendi e..la mia bambina!"
"Shh shh" tentai di tranquillizzarla "Kris ora tu stai bene e..dopo parleremo di quello che è successo. Ma ora calmati.."
"Io..io sto bene?" domandò allibita mettendo tutta la poca forza
che aveva per puntellarsi sui gomiti "Rob non mi importa di come sto
io! Ti ho chiesto della bambina!"
Non avrei voluto affrontare l'argomento così. Volevo prepararle
il colpo, evitare che si colpevolizzasse ma...ma Kris era testarda, lo
era sempre stata e non sapere l'avrebbe solamente fatta agitare di
più.
E così le dissi tutto.
Tutto quello che il dottore mi aveva riferito, tutto quello che avevamo rischiato..che ancora rischiavamo di perdere.
Mentre parlavo le mie mani erano strette nella sua, e l'altra era posata sul suo ventre, come a volerlo proteggere.
"Poteva morire?" sussurrò quando non mi rimase nient'altro da dire.
"Kris, non.." tentai di minimizzare "Il dottore dice che se faremo come dice noi..."
"Non ti ho chiesto questo." mi zittì mentre le lacrime le inumidivano le guance "Ti ho chiesto se poteva morire..."
"Sì" risposi. Non avrei potuto mentirle "Sì ma non è successo e ti giuro che..."
Le mie parole vennero interrotte dall'ingresso prepotente di un’infermiera, venuta per l'iniezione di Kris.
"Vorrei restare se è possibile" dissi.
"No" Con mia enorme sorpresa non fu l'infermiera a rispondermi
negativamente, ma Kris abbassando lo sguardo sul lenzuolo e
strofinandosi gli occhi con le mani "Vai..vai a prendermi dell'acqua"
"D'accordo.." Titubante mi avvicinai per accarezzarle il capo ma lei si
voltò improvvisamente, evitando esplicitamente il mio tocco.
"Vai..per favore.." mormorò solamente.
Quel gesto fu come una pugnalata al cuore.
Uscii dalla camera e mi diressi verso il distributore automatico del
corridoio. Era chiaro come il sole che voleva restare sola...che non
voleva nessuno.
Ma io non ero nessuno.
Io ero l'uomo che la amava. Ero il padre di sua figlia. Ero l'uomo che
sapeva benissimo tutto il dolore che stava provando in quegli istanti
perché...perché era lo stesso che provavo io.
E il fatto che non volesse me..che non volesse parlarne con me..mi feriva.
Di più, mi uccideva.
Mi attardai il più possibile nel corridoio, concedendole
svariati minuti anche dopo che l'infermiera fu uscita ma ad un certo
punto rientrai, incapace di starle lontano o anche solo di assicurarmi
che stesse davvero bene.
Entrai e la trovai all'incirca nella stessa posizione in cui l'avevo
lasciata: adagiata sui cuscini, leggermente seduta. Guardava fuori
dalla finestra l'orizzonte lontano, in cui il pallido sole newyorkese
non era altro che una macchiolina rossa.
Mi avvicinai lento.
"Ti ho preso l'acqua.."
"Grazie.." balbettò solamente.
Mi sedetti al suo fianco concentrandomi sul suo viso che continuava a
sfuggire al mio. Sbatteva le palpebre e si tormentava le labbra, come
se stesse cercando disperatamente di non piangere.
Le carezzai il braccio "Kristen ti prego guardami. Io lo so che stai male, sto male anche io ma..."
"Tu mi odi...Dovresti."
Sbattei gli occhi frastornato e confuso dalle sue parole.
"E' così." sibilò "E faresti bene...perché io mi odio.."
Afferrai il suo viso tra le mie mani e la costrinsi a guardarmi,
nonostante le lacrime ricominciassero a scorrere sulle sue guance
incavate.
"Non ti azzardare Kris" dissi "Non ti azzardare. Non è stata.."
"E invece sì" sbottò scrollandosi dalla mia presa "E'
stata tutta colpa mia invece. Io avrei dovuto proteggerla, avrei dovuto
prendermi cura di lei. Io sono sua madre e...e l'ho quasi uccisa. Ho
quasi ucciso nostra figlia! Io...io faccio schifo.."
No..no..no..
Come poteva dire una cosa simile? Come poteva pensare che io potessi odiarla?
La sola idea mi faceva quasi..quasi arrabbiare. La colpa se qualcuno l'aveva non era di certo sua.
"Le uniche persone con cui dovremmo prendercela sono quei" sbottai
"Quei bastardi che ci manovrano da sempre. Manovrano le nostre vite
come se fossimo dei burattini, come se potessero darci ordini o.."
"Io ho accettato...ho accettato tutto. Perché non volevo mollare la mia carriera..perché..."
"Kristen ti prego..quelle che dici sono solo..Io ti amo alla follia,
non potrei mai mai odiarti..." la implorai costringendola a guardarmi.
Tamponai le sue lacrime con le mie labbra "Nascerà Kris, la
nostra bimba nascerà. E la cresceremo e la ameremo e la
stringeremo...devi solo avere fiducia, e crederci. Abbi fiducia in lei.
E' forte...proprio come la sua mamma."
Senti che si rilassava un po’ mentre i nostri respiri si fondevano. Le feci poggiare il capo sulla mia spalla.
Le mie dita le massaggiavano la schiena mentre i singhiozzi la scuotevano.
"Dimmi solo..dimmi solo che andrà tutto bene..ti prego.."
sussurrò "Anche se non lo sai..anche se non è vero..."
La scostai per poter annegare in quelle pozze verdi e profonde.
"Kris..andrà tutto bene. E ti giuro che è la
verità. Mi prenderò cura io di voi adesso..."
Annuì lentamente. "E..e scusami...se.."
Bloccai le sue parole con un bacio "Non è stata colpa tua"
scandii bene le parole "Hai solo chiesto troppo a te stessa. Ora ti
prenderai un periodo di riposo e io mi prenderò cura di voi due.
Non vi lascerò neppure per un momento"
"Ma ..hai Bel Amì a Londra.." disse sconsolata.
"Sai che ti dico?" risposi abbozzando un sorriso per tirarla su di
morale "Vaffanculo Bel Amì. Vaffanculo la summit..Vaffanculo
Twilight.."
Malgrado le lacrime vidi un minuscolo sorriso spuntarle sulle labbra. "Sei assurdo.."
"Lo so, mi ami per questo" sospirai. "Kris..tu e la bimba siete le cose
importanti. Le uniche. Ma ho bisogno che tu non ti abbatta, ok?"
Annuì impercettibilmente "Ce la metterò tutta Rob, te lo
giuro. Farò tutto quello che mi diranno perché lei
viva..."
"E vivrà.." sussurrai intrecciando la mano alla sua sopra la nostra piccola "E lo sai perché?"
Mi guardò negli occhi scuotendo il capo.
"Perché ha me. Perché ha te." risposi "Perché ha la sua famiglia.."
KRIS POV
Riemersi dalla vasca da bagno prendendo un lungo respiro. Mi guardai
intorno, stupita di essere stata lasciata da sola per ben otto minuti
di orologio. Adesso ero a casa, nella mia casa di Los Angeles, insieme
a Rob. Erano passate un paio di settimane dal giorno
dell'...dell'incidente ormai. Rabbrividii ripensando a quei momenti
assurdi.
Al dolore al ventre, alla paura e, soprattutto, all'angoscia che avevo
provato quando mi ero svegliata in quell'ospedale e...e avevo scoperto
che era stata tutta colpa mia.
Robert ovviamente non sopportava di sentirmi parlare così:
diceva che era stato un incidente, che queste cose non si potevano
controllare ma...io sapevo che avrei potuto fare di più...o
meglio, di meno.
Meno sforzi, meno lavoro, meno ore in piedi.
Sarebbe bastata più attenzione da parte mia e la mia bambina non avrebbe corso alcun rischio.
Scossi il capo cercando di scacciare i brutti pensieri e le lacrime che, ne ero certa, sarebbero seguite.
Dovevo essere forte adesso, per tutte e due. Piangere non avrebbe
aiutato né me né lei e io, invece, volevo fare di tutto
per farla stare bene e sicura.
Il passato era passato. Dovevo concentrarmi sul presente e soprattutto sul suo futuro.
Tracciai piccoli cerchi con le dita sulla mia pancia, coperta dalle
bollicine del bagnoschiuma. La dottoressa diceva che se avessi
rispettato tutte le sue condizioni le cose si sarebbero sistemate e io
volevo disperatamente crederci.
Persa nelle mie riflessioni, sobbalzai spaventata quando sentii un tonfo provenire da qualche parte nell'appartamento.
"Cazzo!" Ecco, questo era Rob che imprecava.
"Ma cosa diavolo sta facendo il tuo papà" sussurrai rivolta alla
mia pancia prima di strillare a gran voce "Rob!!! Tutto bene?? Che
è successo?"
Come risposta ottenni solamente un altro colpo e un'altra imprecazione.
"Rob!"
"Sto bene Kris!" rispose con una voce leggermente alterata "Tutto bene.
Mi è..solo..solo caduta una cosa. Sul piede. Cazzo!"
Non riuscii a trattenere le risate e mi si strinse il cuore a pensare a lui e a quanto fosse stato dolce con me.
Non appena eravamo tornati da New York aveva fatto slittare le ultime
riprese di Bel Amì, che si sarebbero dovute tenere a Budapest,
di due settimane per potermi stare vicino.
E l'aveva fatto in ogni modo possibile.
Mi aveva accarezzato quando ero triste.
Mi aveva coccolata e aveva fatto di tutto per distrarmi quando mi
sentivo di cattivo umore e le lacrime minacciavano sempre di uscire. Il
fatto era che, per quanto avrei fatto qualunque cosa per mia figlia,
stare ferma..non era proprio l'attività che preferivo. Mi faceva
letteralmente impazzire a dire il vero. Ma con Rob..beh, tutto era
stato molto più semplice.
Certo, il giorno dopo sarebbe dovuto andare via. A Budapest. Fino al giorno del mio compleanno.
Ma era necessario. Non poteva assolutamente rimandare ancora.
Sospirai triste a quel pensiero.
In quello stesso istante vidi la testa di Rob fare capolino da dietro la porta.
Mi sorrise ed entrò con un asciugamano caldo fra le braccia.
"Che stavi facendo?" domandai curiosa.
"Niente..una cosa qui una cosa là.." rispose evasivo "Davo una sistematina alla casa.."
"Oh ma che bravo!" lo presi in giro io "Che perfetta donna di casa sei diventato!"
"Sì sì, brava. Sfotti pure" ribatté "Tu piuttosto vedi di uscire da lì dentro o ti congelerai"
Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto. "Grazie ma ce la faccio da sola"
Tutti i giorni si ripeteva la stessa identica storia: io facevo il
bagno e al momento di uscire Rob pretendeva di prendermi tra le
braccia, asciugarmi, vestirmi. Il tutto come se fossi una bambola.
In realtà non mi faceva fare niente che non fosse più
pesante di sollevare la tazza di tè. Sospettavo che, se non lo
avessi tassativamente escluso, mi avrebbe accompagnato anche in bagno.
"Kris non ricominciare a protestare".
Sbuffai pronta a ribattere ma, prima che potessi fare alcunché, lo trovai chino su di me, pronto ad afferrarmi.
"Rob mettimi giù" protestai mentre mi tirava fuori dalla vasca
"Sai benissimo che la dottoressa dice che posso stare in piedi per
un'ora al giorno"
Sorrise, le labbra poggiate sulla mia guancia "Ma io non voglio rischiare che alle mie ragazze capiti qualcosa".
Mi ritrovai gocciolante e nuda fra le sue braccia.
Tentai di coprirmi con l'asciugamano. "Kris sei assurda, ti ho vista nuda un sacco di volte"
"Che c’entra!" sbottai "Mentre facciamo l'amore
è...è diverso. Cioè non è che mi stai a
fissare.”
Mi fissò malizioso "E secondo te cosa faccio io quando tu ti addormenti?"
Avvampai "Stupido!"
Avvolta nell'enorme asciugamano mi portò fuori dal bagno ma, stranamente, non in camera da letto come mi sarei aspettata.
Finii invece adagiata tra i cuscini del divano.
"Rob che facciamo qui?" domandai "ho gli abiti in camera.."
"Lì non ci possiamo andare per adesso...o meglio, tu non ci puoi
andare" precisò mentre mi asciugava, sfregando la stoffa sulla
mia pelle nuda.
"Dimmelo..per favore" Misi fuori il mio migliore musetto triste.
"Non attacca Kris..ho detto no"
Incrociai le braccia al petto "Come ti pare"
Ridacchiando mi cinse la vita, infilando le mani sotto l'asciugamano "Non ti arrabbiare...tra pochi minuti lo saprai.."
Volevo fare ancora un po’ la finta arrabbiata ma, quando si chino
e poggiò la guancia sulla mia pancia scoperta, non potei
impedire alle mie labbra di arcuarsi in un sorriso.
"Ciao piccolina" sussurrò "Ti è piaciuto il bagnetto con le bollicine?"
Mi mordicchiai il labbro nel tentativo di non piangere: nemmeno si
rendeva conto di quanto era dolce e perfetto in ogni singolo istante.
Infilai le dita fra i suoi capelli, giocherellando con quelle ciocche
spettinate. "Grazie per..per tutto quello che fai per noi. Non so cosa
avrei fatto senza di te queste settimane"
Alzò gli occhi fino ad incontrare i miei "Non lo dire neppure.
Voi siete la mia vita...è normale che mi preoccupi e mi occupi
di voi. Siamo una famiglia ora.."
Posò delicato le labbra sulle mie, sfiorandole appena. "Ora vestiti. Poi ti porto di là e...ti faccio vedere, ok?"
Annuii, mentre lui scompariva in fondo al corridoio.
Pensierosa indossai la biancheria e la tuta leggera che mi piaceva
tanto finché lui non arrivò e mi prese in braccio.
Non dissi nulla, sapevo che non mi avrebbe permesso di fare quei pochi
metri e, anche se mi sentivo un po’ invalida, dovevo ammettere
che amavo il modo in cui si prendeva cura di noi.
"Chiudi gli occhi ora" disse davanti alla porta chiusa.
Obbedii e dopo alcun secondi sentii che mi stava depositando su qualcosa di..morbido.
In realtà non era proprio morbido, di certo non si trattava del
letto. Più che altro era qualcosa in cui sembrava...sprofondassi.
Lo sentii sedersi al mio fianco.
"Adesso puoi aprirli.." sussurrò.
Non me lo feci ripetere due volte e...e mi ritrovai sulla spiaggia.
No, insomma era camera mia però...ora era diventata una
spiaggia. Il pavimento era interamente ricoperto di sabbia finissima,
la sabbia chiara e profumata del pacifico, la sabbia che conoscevo
così bene.
Qua e la spuntavano piccole conchigliette colorate e delle palme nane facevano bella mostra ai piedi del letto.
E poi, davanti a me, una tovaglia imbandita con tantissimo cibo. Lanciai una rapida occhiata: tutti i miei cibi preferiti.
Fissai Rob sotto shock "Ma..come..come hai fatto?"
"Beh...a volte la fama aiuta..diciamo così" rispose felice "E
poi..l'altra settimana è iniziata la primavera e ricordo che da
bambina facevi sempre un pic-nic sulla spiaggia con i tuoi genitori.
Quest'anno non è stato possibile e..e volevo che tu fossi
felice.."
Gli sfiorai il dorso della mano con le mie dita "E'..è tutto
perfetto. E hai cucinato tu deduco, dal casino che stavi facendo prima!"
Rise "Mi ha aiutato anche tua madre in effetti. Cosa vuoi mangiare?"
"Allora una fetta di torta agli spinaci e poi...del tè" risposi
"Io non ho mai bevuto il tè ma...adesso non riesco a farne a
meno, giuro!"
Affondai i piedi nella sabbia e chiusi gli occhi, immaginando di essere davvero in riva la mare.
Li riaprii tuttavia, quando sentii qualcosa posarsi sulle mie gambe.
Pensai fosse il piattino col cibo, invece era...era un pacchettino
argentato.
"Ehm..Buon anniversario, amore"
Sgranai gli occhi. "Ehm, Rob..oggi..è..è il nostro anniversario?"
Scoppiò a ridere mentre mi carezzava la guancia "Di solito sono gli uomini a dimenticarsi di queste cose.."
"No, è che..non abbiamo mai scelto una data precisa." spiegai "Ci sono stati così tanti giorni importanti"
"Per esempio quando TU mi hai baciato per la prima volta nella mia
roulotte. O la prima volta che abbiamo fatto l'amore in quell'hotel a
Monaco. Accidenti, quelli sì che sono stati dei veri assalti da
maestra"
Gli tirai uno scappellotto "E il Giappone lo stiamo dimenticando? Non
mi hai fatto uscire dalla mia camera per un giorno intero. E se non
ricordo male quello ad assalirmi fosti TU"
"Vero.." sussurrò sfiorandomi i capelli con le labbra. "Quella fu colpa mia...ma non potevo proprio resisterti."
"Ma allora..non capisco perché oggi.." chiesi "Non ricordo che sia successo nulla di speciale o..."
"L'anno scorso, oggi..mi hai detto che mi amavi" mi bloccò
improvvisamente "Ed erano le parole che aspettavo di sentire da tutta
la vita. E..e in quel momento ho capito che tra noi avrebbe funzionato
in qualche modo. Che sarebbe stato per sempre"
"Oh, Rob.." ero senza parole, frastornata dalle lacrime che cercavano prepotentemente di uscire.
"Non piangere Kris" cercò di consolarmi sfoderando un bel sorriso "Non hai ancora aperto il regalo.."
"Non dovevi. Insomma, il pic-nic, la sabbia...era già tutto perfetto"
"E' solo una sciocchezza" mi incitò
Presi tra le mani il piccolo pacchettino e lo scartai, attenta a non sgualcire la carta.
"E'..è un cd" mormorai sorpresa. La custodia era anonima,
nessuna scritta, nessun disegno. Sembrava uno di quei cd vergini usati
per registrare e masterizzare.
Lo fissai inarcando un sopracciglio.
"Per spiegarti...dobbiamo usare il proiettore" disse alzandosi "Lo vado a prendere"
Annuii senza pensarci, prima di rendermi conto che effettivamente...in casa mia non c'era nessun proiettore.
"Rob guarda che io non..." iniziai ma mi bloccai da sola quando lo vidi
entrare spingendo un carrellino e con il mio PC portatile sotto braccio.
Aspettai pazientemente che collegasse tutti i fili e quando
ritornò seduto al mio fianco, mi accoccolai tra le sue gambe,
poggiando la schiena contro il suo petto.
Lo sentii sospirare "In realtà è ..è una
sciocchezza. Cioè, non è nulla di che come regalo. In
effetti avrei potuto darti qualcosa di meglio..."
Sembrava nervoso adesso. "Rob, fallo partire...Per favore..."
Schiacciò il telecomando che teneva in mano e iniziò il ronzio del proiettore.
Sulla parete...un video.
Non capii subito di cosa si trattasse finché, guardandolo meglio, intuii la verità.
"Sono dei video dei tuoi fan.." sussurrò al mio orecchio "Io lo
so che di solito non ami guardarli..o rivederti in video ma questi
dovresti proprio vederli. Da quando sei stata male.." Le sue mani
volarono a coprire la mia pancia mentre pronunciava quelle parole "Non
hai idea di quanti ce ne siano. Non hai idea di quanto la gente ti ami.
Io ho preso soltanto i più belli ma...ti assicuro che vale la
pena vederli. Perché devi sapere quante persone ti apprezzano e
ti vogliono bene.."
Annuii in silenzio.
Sapevo che Rob aveva ragione, sapevo che era così. Anche se
trovavo assurdo che così tante persone mi considerassero
un'attrice di talento e mi volessero bene. Tanta gente mi aveva
dimostrato il suo affetto su Twitter e gli altri social network da
quando ero stata male alla premiere. Non che io li usassi, ma mi era
stato riferito, in particolar modo da Lizzie. I giornali si erano
sbizzarriti in speculazioni varie arrivando a dare ormai per certa la
mia gravidanza e la mia, ormai palese, storia con Rob. Ma i miei fan
erano... erano speciali.
E mi emozionai tantissimo vedendo quelle raccolte di foto, quelle
parole piene di affetto. Era bello sapere che tutte quelle persone
credevano in me e nel mio lavoro. Mi dava tanta forza.
Ed era proprio ciò di cui avevo bisogno e, ovviamente, Rob lo aveva capito meglio di me.
"Grazie..era..era quello di cui avevo bisogno.." dissi mentre lui mi stringeva di più.
Ad un tratto, però, partì l'ultimo video. Ed era...era diverso
"E questo?" domandai con un sorriso sulle labbra.
"Diciamo che questo..è un piccolo video sulla nostra storia.
L'ho trovato e..mi è piaciuto troppo...E poi è la canzone
è perfetta..."
Annuii mentre le parole di Collide, di Howie Day, si diffondevano nella stanza.
"Guarda come mi fissavi estasiato in quella foto" esclamai ridendo.
"E tu guarda la tua faccia in quella!" ribatté "Sembra che tu mi voglia saltare addosso.."
"Non è vero" protestai.
"Sì" ridacchiò.
"No.."
"Ok" acconsentì "Allora diciamo che ci amiamo a vicenda alla follia"
"Va bene. Questa è la pura verità."
Posai le mani sopra quelle di Rob, sulla mia collinetta ormai
più che evidente "Vedi amore...la mamma e il papà si
amano tantissimo. E amano tantissimo anche te"
"Giusto" sussurrò con le labbra vicino al mio orecchio "E..e ti
giuro che dopo queste riprese...non ti lascerò più. "
"Non temere. I miei si occuperanno di me...anzi scommetto che saranno
quasi più assillanti di te" dissi cercando di allontanare la
sensazione di angoscia che era nata nel mio petto al pensiero della sua
partenza, l'indomani.
"Tornerò per il tuo compleanno..e festeggeremo insieme.."
"Me lo prometti?" domandai sentendomi come una bambina.
"Sicuro, te lo prometto. Lo giuro."
Mi accoccolai meglio contro di lui "Ti prometto che quel giorno festeggeremo i venti anni della mia mammina"
Dovevo aspettare solo qualche giorno e poi...e poi sarebbe stato di
nuovo con me e la piccola. E questa volta non se ne sarebbe più
andato via.
Sì, potevo resistere.
In fondo aveva promesso.
Aveva promesso. E ancora una volta era successo qualcosa.
Qualcos'altro.
Qualcosa di più importante.
Gettai il cellulare e il portafogli con rabbia nella borsa.
Sapevo che non era colpa sua. Sapevo che non poteva mandare tutto
al diavolo solo perché era il compleanno della sua fidanzata. In
fondo sarebbe arrivato il giorno dopo e rimandare i festeggiamenti di
24 ore non era poi una tragedia, però...
Però la vera delusione per me era un'altra.
Due giorni prima aveva chiamato la dottoressa per fissare, finalmente,
la visita di controllo, per vedere se il distacco si stesse
rimarginando e come stesse la bimba. E ovviamente avevo scelto il
giorno del mio compleanno, perché credevo che Rob sarebbe stato
lì, perché credevo che avremmo affrontato la cosa insieme
e invece...invece mi ritrovavo a doverci andare con mia madre.
Scesi le scale appoggiandomi al corrimano e muovendomi
lentamente. Cercavo di muovermi piano le poche volte che camminavo e
comunque di limitare al minimo ogni movimento.
Salii in macchina di mia madre, senza dire una parola per tutto il viaggio.
Ero nervosa, agitata, spaventata. Da tutto: da quello che avrei potuto
sapere, dalle parole della dottoressa, dall'esito dell'ecografia.
E l'unica persona che avrebbe potuto consolarmi non c'era. Non era lì con me.
Sbuffai sconsolata sprofondando nella sedia della sala d'aspetto. Mia
madre, stranamente, mi stava piuttosto ignorando. Di solito mi
assillava ogni due minuti con domande su come stessi, cosa provassi....
Invece, da quando eravamo arrivate, non aveva fatto altro che mandare messaggi dal cellulare.
"Mamma..va tutto bene?" domandai all'ennesimo sms.
Alzò lo sguardo arrossendo "Sì...sì. Solo qualche problema col lavoro.."
"Spero nulla di grave.."
"Oh..no." sorrise e ritornò concentrata sul cellulare.
Forse aveva qualche problema di cui non voleva parlarmi per non farmi
preoccupare: di solito, però, ci dicevamo sempre tutto...
Ad un tratto il cellulare di mamma si mise a squillare e lei si
allontanò di qualche metro per rispondere. Mugugnai qualche
secondo su cosa stesse succedendo ma i miei pensieri e le mie
congetture furono interrotti dalla dottoressa che chiamò il mio
nome, invitandomi ad entrare.
Mi alzai nervosa e, dopo aver attirato l'attenzione di mamma, le feci cenno che stavo entrando.
Lei mi sorrise, mimando con le labbra un "due minuti".
Mi accomodai nello studio tanto famigliare, sedendomi sul lettino.
"Allora, Kristen. Sei nervosa?" domandò mantenendo un tono tranquillo.
"Un po’" ammisi "Sono stata così preoccupata per la bimba"
Mi sorrise, invitandomi a sdraiarmi "Sono certa che stia bene. Ti sei
comportata più che bene in queste settimane e questo avrà
dato i suoi frutti, vedrai."
Annuii speranzosa.
"Ma non c'è nessuno con te?" domandò.
"C'è mia madre ma..sta parlando al cellulare. Dovrebbe arrivare
tra poco" risposi sussultando lievemente avvertendo il contatto con il
gel freddo.
Proprio in quell'istante si sentì qualcuno bussare piano, quasi timidamente, alla porta.
Sicuramente era mamma..
"Avanti" disse la dottoressa.
La porta si aprì piano rivelando ....Rob.
Rob?
Mi sollevai di scatto dallo schienale, sbattendo le palpebre più
e più volte, cercando di dare un senso alla sua presenza
lì. Forse sognavo ad occhi aperti.
"Ah, allora alla fine è arrivato anche il papà." disse la dottoressa.
Ok, quindi non stavo sognando.
"Cosa...perché..come....avevi detto.." balbettai sconclusionatamente mentre lui si avvicinava.
Abbassò il capo fino a posare la sua fronte sulla mia. Sfiorai
il suo viso stanco, gli occhi leggermente cerchiati, i capelli ancora
più in disordine del solito.
"Diciamo che un aereo molto veloce e il fuso orario dalla mia mi hanno notevolmente aiutato" ridacchiò
"Tu..tu sei pazzo" lo rimproverai "Un giorno di questi ci resti secco a
fare queste follie, chissà da quanto non dormi..."
Scosse il capo "Volevo vedere la mia piccolina. Accertarmi che stesse bene.."
"Pazzo" sussurrai ancora. In realtà però...stavo
scoppiando di gioia. Lui era lì. Era lì con noi a darci
forza.
Non ci aveva deluse. E una parte del mio cuore, non ne aveva mai dubitato.
"Allora" esordì la dottoressa "Vogliamo vedere come sta vostra figlia?"
Annuimmo entrambi emozionati, le nostre mani intrecciate sul lettino.
Trattenni il respiro quando iniziò a premere sul mio ventre con l'ecografo.
"Allora?" domandai impaziente, dopo alcuni secondi di silenzio.
La mia mano sudata stringeva convulsamente quella di Rob.
La dottoressa rimase seria per un attimo e poi...poi si sciolse in un enorme sorriso.
"Molto bene..c'è ancora un piccolo distacco ma...è
nettamente diminuito." disse spostando l'apparecchio "E direi che
è forte e sana. Nessun segno di sofferenza fetale...Sentite il
cuore."
E lo sentimmo. Risuonò forte e potente per tutta la stanza,
facendo battere anche i nostri insieme a lui. Quel rumore che per noi
significava speranza, che significava famiglia, che significava...vita.
Senza rendermene conto scoppiai a ridere dalla felicità e, mentre ridevo, sentivo le lacrime bagnarmi il volto.
Le labbra di Rob le spazzarono via "Lo sapevo..lo sapevo che ce l'avresti fatta..."
Lo strinsi forte a me, perdendo il contatto con la realtà, persa
nel mio mondo fatto solo di gioia, un mondo in cui ce l'avevo davvero
fatta.
A rimediare agli errori che avevo fatto.
Ad aiutare mia figlia.
A proteggere mia figlia.
Un mondo dove, finalmente, mi sentivo una buona madre.
La mezz'ora dopo volò, o almeno mi sembrò così,
mentre ero persa nelle mie fantasie, nella mia piccola bolla felice. So
solo che, ad un certo punto, mi ritrovai in un taxi con Rob.
"Chissà mamma.." dissi piano, accoccolata contro il suo petto.
"Oh, lei sapeva che stavo arrivando. Mi ha..aiutato.."
Sorrisi "Voi due state diventando davvero troppo bravi a nascondermi le
cose..e io che temevo avesse dei problemi al lavoro. Appena arriviamo a
casa mi sente.."
"Ma noi non stiamo andando a casa" rispose tranquillo con un enorme
sorriso sulle labbra. "O meglio..non a casa dei tuoi genitori...Stiamo
andando a scartare i tuoi regali"
Lo guardai confusa. In effetti, dopo alcuni secondi, il taxi si
fermò..in un posto che di certo non mi era famigliare. Insomma,
una volta scesa, riconobbi in lontananza il lungomare di Santa Monica
ma...ma quello doveva essere un quartiere residenziale.
C'erano parecchi cancelli che davano l'accesso a ville in stile coloniale.
E noi ci trovavamo proprio di fronte ad una di queste. Notai che, stranamente, il cancello era aperto.
"Non capisco.." dissi.
Rob mi prese per mano e mi condusse all'interno del giardino.
Bellissimo, pieno di fiori colorati ma allo stesso tempo non troppo
rigoglioso. Sul retro riuscii ad intravedere una porzione di quella che
doveva essere una piscina.
Senza fiatare salimmo i gradini del portico e, quando mi ritrovai
davanti alla porta d'ingresso, il mio cervello iniziò a
comprendere...
Quella casa...noi due lì...
"Rob..tu.."
Mi sorrise avvicinandomi a lui e stringendomi per la vita "Ti piace?"
"Sì.." ebbi solo la forza di dire mentre le mie labbra si tendevano in un sorriso "Ma tu..tu l'hai..."
Annuì felice. "Per te, per me.." posò le mani sulla mia
pancia "per la nostra bambina. Devi solo dire sì..ed è
nostra.."
"Stai scherzando?" esclamai aggrappandomi al suo collo "Ma certo
che..che voglio venire qui con te..con la bimba!" Allacciai le braccia
e lo fissai, trasmettendogli tutto il mio consenso e la mia gioia, non
solo con le parole, ma anche con la mia anima.
"Bene" sfiorò appena la mia bocca "Allora devo fare una cosa essenziale."
Improvvisamente non sentii più la terra sotto i piedi e mi
ritrovai tra le sue braccia, mentre oltrepassava teatralmente
l'ingresso.
"Dovevo farlo" disse ridendo insieme a me "Rispettiamo le tradizioni. Benvenuta a casa..."
Affondai il viso sul suo petto, raggiante "E' tutto perfetto. Tu sei perfetto."
Lanciai un'occhiata all'ingresso e alle stanze adiacenti, per ora,
ancora spoglie. E iniziai ad immaginare noi due che davamo vita a
quella casa insieme.
Che sistemavamo i miei libri, i suoi cd. Noi due abbracciati sul divano, noi due davanti al caminetto, e poi...
E poi un futuro in cui saremmo stati in tre.
Un futuro che sarebbe arrivato presto, molto presto.
Un futuro pieno di pianti, pappette, pannolini.
Un futuro che non vedevo l'ora di vivere.
"Sarà bellissimo...creare questo posto insieme.." dissi mentre
lui saliva le scale, tenendomi ancora in braccio "ma dove mi porti
adesso?"
Sogghignò "In un posto che...beh diciamo ha già iniziato a prendere vita..."
Ci fermammo davanti ad un porta e, quando la ebbe aperta, capii le sue parole. E rimasi estasiata.
Era una cameretta con le pareti rosa pallido, decorate con immagini di
animaletti. Era pressoché ancora spoglia, eccetto che per una
parete in cui si trovava uno scaffale, completamente pieno di peluche e
bambole.
Mi posò delicatamente sul pavimento.
"Ne ho comperato uno.." iniziò indicando i giochi "ogni giorno
da quando..da quando sei stata male. Forse era stupido, o da
incosciente ma...ma io ho sempre creduto nella tua forza, e nella forza
di questa bambina. C'era qualcosa che mi diceva che questi giochi
sarebbero serviti, che li avremmo usati con nostra
figlia...perché lei ce l'avrebbe fatta...perché lei
sarebbe venuta al mondo..."
"Oh, Rob.."
Mi bloccò piano, sfiorandomi le labbra con le dita.
Poi, quelle stesse dita scesero e si intrecciarono alle mie.
"Ora" deglutì "ora..ho bisogno che tu mi ascolti molto
attentamente. Perché devo, anzi no, perché voglio fare
una cosa che...che avrei voluto fare dal primo secondo che ti ho
vista..."
Annuii, sentendo il cuore battermi frenetico nel petto, come se lui, in
qualche modo, sapesse che stava per succedere qualcosa di unico.
Qualcosa che avrebbe cambiato tutto per sempre.
Si inginocchiò davanti a me.
Oh mio Dio.
Il respiro mi si mozzò in gola.
"Kristen, io non voglio che tu pensi che io lo stia facendo
perché...perché mi sento in dovere. Non è
così. Lo faccio perché voglio solo te, e ti voglio per
sempre. Voglio svegliarmi con te, addormentarmi con te, invecchiare con
te e voglio una famiglia solo con te..."
I suoi occhi erano umidi per l'emozione quando tirò fuori dalla tasca dei jeans un cofanetto di velluto.
Dentro un piccolo e luccicante solitario.
"Non dobbiamo farlo subito. Possiamo aspettare ancora un po’: che
tu stia meglio, che la piccolina sia nata ma, un giorno, voglio giurare
davanti a Dio quello che nel mio cuore so già. Che noi due ci
apparteniamo e che ti amerò, qualunque cosa accada, per sempre"
Lo guardai sconvolta e aprii la bocca per dire qualcosa quando...quando sentii una cosa dentro di me.
Anzi, qualcuno dentro di me.
Per la prima volta, sentii lei.
Immediatamente le mie mani volarono al mio ventre.
"Kris" Rob mi fissava, gli occhi sgranati, ancora in ginocchio "Che succede?"
"Si è...si è..mossa" sibilai prendendo la sua mano e
portandola sotto la mia maglietta "Dio Rob..è lei! La sento!"
I suoi occhi brillavano carichi di sentimento, specchio dei miei.
Lo guardai, per quel che potevo, accecata dalle lacrime.
Gli feci segno di alzarsi e mi ritrovai di fronte a lui e, prima che potesse fare alcunché, lo attirai a me, baciandolo.
Come non avevo mai fatto prima.
Profondamente, totalmente.
Come se quello fosse il primo ed ultimo bacio di sempre.
Si staccò solamente per poter sussurrare sulle mie labbra:"Lo prendo come un sì?"
Sorrisi.
E dissi l'unica parola che avrei potuto dire.
L'unica che avrebbe avuto senso ripetere ogni singolo istante della mia vita.
"Sì"
E strinsi un po’ di più la sua mano nella mia, mentre
percepivamo, per la prima volta, il nostro pesciolino muoversi.
"E la senti?" domandai felice come mai ero stata "Te lo sta dicendo anche nostra figlia..."
Angolo di cloe
Nel caso vogliate vedere il video guardato da Kris e Rob..vi lascio il link. eccolo L'autrice
è sicuramente la migliore creatrice di video robsten che
cè in circolazione..U_____U Guardate un pò il suo
nome...scommetto che capirete chi è...ahahahahah
Un bacio e alla prossima
|
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Capitolo 14 *** Tutto quello che ho ***
cap boh
Salveeeeeeeeeeeee
.. mmm.. ecco un altro capitoletto. Scusate stasera siamo fuse
entrambe.. quindi questa introduzione fa un pò cac**e.
Coooomunque.. abbiamo deciso di divedere il chappy per questioni di
*colpo di tosse* tempo.. *colpo di tosse* quindi accontentatevi .
Grazie mille per le recensioni! Teniamole sempre alte! un
bacio! Fio e Cloe
kiki_88 : *:* grazie mille, sei troppo gentile con noi! comunque per il
capitolo, hai visto? tutto è andato per il meglio muahaah..
comunque siamo tutte e due sadiche muahah, sta cosa ci piace ahah, ti
lasciamo al capitolo alla prossima!
prudence_78: grazie mille....
ANNALISACULLEN: diciamo che alla
fine siamo state fin troppo buone u_u muahahah scherziamo! comunque
tutto è andato per il meglio, contenta? pensiamo di si, ti
lasciamo la nuovo cap.
dublino :grazie mille dublino!
Anto_Pattz :anto tesoro grazie mille
ueueu, siamo contente pure del fatto che stiamo realizzando un sogno
che siamo certe un giorno vedremo anche nella realta awwwwwwwwwwwww..
ancora grazie , ti lasciamo al nuovo capitolo !
francypattinson:grazie per il tuo
favoloso commento, e per la tua segnalazione sulla ff, non abbiamo
molto tempo ma ci proveremo a leggerla, ancora grazie.
elviraj: wow ti abbiamo distrutta? uueue ci dispiace, comunque con questo ti rendiamo piu felice... grazie e alla prossima!
chi61 : grazie mille, si in questo
capitolo siamo passate dal drammatico al romanticismo, siamo contente
che ti sia piaciuto , ora ti lasciamo al nuovo capitolo e ancora grazie.
yesido : mel in questo momento
starai in spagna con il tuo boy,chissa che starai facendo muahahahah...
comunque quando torni vogliamo subito una tua one shot , è un
ordine u_u muhahah..
ancora grazie per il tuo commento, sempre gentile con noi.
KatyCullen : siamo contente che ti
sia giunta l'emozione del capitolo, ora ti lasciamo a questo nuovo
capitolo che è molto piu tranquillo.. grazie ancora.
ely_leyton :ueueu grazie mille, si fai commuovere anche a noi... grazie ancora.
ti lasciamo a questo nuovo capitolo sperando che ti piaccia , alla prossima!
simo1726: grazie di cuore, ci fa
piacere che le emozioni che scriviamo arrivino a voi, grazie mille, per
quanto riguarda rob, ne esiste solo uno , peccato muahah.
Roxisnotdied : ma ma ma ma grazie
mille ross, sempre gentile con noi, ti vogliamo bene tesoro! comunque a
parte questa parentesi dolce, adesso vogliamo la tua one shot, sono
guai se non posti, guai grossi muahahahahah.
scherziamo ross, ancora grazie.
ledyang: U_________________U moglie
adorata..nemmeno ti scrivo speriamo che questo capitolo ti piaccia
perchè tanto, ovviamente, hai già letto e approvato tutto
da molto tempo.muha muha muha. Grazie per i complimenti. Sei un
pilastro per la storia e senza la nostra fatina...non riusciremmo mai a
postare ahahaha. grazie, un bacio enorme.!!!! Love love
Kia_Twilighter : hai pienamente
ragione , loro per noi sono come li hai descritti tu, troppo
awwwwwwwwwwww, grazie per la recensione, ti lasciamo al nuovo capitolo
sperando che ti piaccia.
lampra : grazie mille si alla fine la proposta è arrivata aahhah, ti lasciamo al nuovo capitolo , alla prossima.
Lorena1992 : ueue ci dispiace averti fatto piangere, beh con questo nuovo capitolo sperimao di farti ridere lol.. e grazie.
ste87 : grazie a te, siamo contente di avert trasmesso tanto.. alla prossima!
Nessie_06: ti abbiamo spiegato tutto in un email, speriamo ti sia giunta!!!
julietta__ : grazieeeeeeeee giulcess, sempre buona!!
comunque giulcess ormai l'esame
l'hai dato, ti vuoi muovere, sono piu di 3 mesi, vuoi proprio morire e
lasciare il tuo adorato fidanzato u_u muahahah....
BabyVery :ahah siamo contente che hai deposo le armi, per ora u_u muahahah comunque grazie come sempre.
KStewLover :ahha siamo contente che ti sia piaciuto, ti lasciamo al nuovo e alla prossima!
ariel7 : nostra adorata lety sempre fin troppo buona con noi, grazie awwwww
Enris: grazie mille come sempre.
marty96 : ahahha non preoccuparti, leggere una vostra recensione ci rende molto felici..
ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia.
dorel : grazie a te, siamo contente di averti fatto emozionare, alla prossima!
little lamb in love95 :o_o siamo contente che ti piaccia questa storia, non preoccuparti , grazie ancora..!!!
Antonya : noi possiamo apparire
sadiche, molto sadiche, ma in realta siamo buone buone dentro,ma molto
dentro muahahah, scherziamo, comunque grazie a te e alla prossima.
bika95 : grazie a te ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia. ciao.
CAPITOLO 14 (fio)
TUTTO QUELLO CHE HO
POV KRIS
“Che ne dici di
questa?” esclamò con un entusiasmo che personalmente non
riuscivo a capire. Quella camera da letto era semplicemente orrenda,
come ogni altra che avevamo visto fin ora del resto. Era assurdo che
fossimo riusciti a trovare mobili per tutta la casa e ci trovassimo a
dormire sui divano letti del salone. Erano comodi, niente da dire a
riguardo, ma ormai erano due settimane che ci eravamo trasferiti da
casa mia a quella nuova. Un mese da quando Rob mi aveva mostrato quella
che sarebbe diventata la nostra casa, quella che era già la
nostra casa! Eravamo la coppia più assurda che potesse esistere,
l’unica che dormiva nel salone perché nonostante i mille
giri non era ancora riuscita a trovare la camera da letto perfetta.
“Amore.. è semplicemente orrenda..” risposi senza peli sulla lingua.
“Kris, io ti amo, lo sai. Ma
mi stai facendo impazzire! Non possiamo continuare a dormire nel
salone! Non ti fa bene..”
“La dottoressa ha detto che
il pericolo ormai è passato e che è tutto sotto
controllo. Perché ti preoccupi così tanto?”
“Non fa bene alla schiena..”
Era una scusa assurda data
l’estrema comodità di quei divani e sapevo che lo stava
dicendo solo per farmi approvare la prossima camera che avremmo visto,
ma non ci sarei cascata tanto facilmente.
Non mi fece nemmeno rispondere che
continuò. “E se proprio devo dirla tutta.. stai iniziando
a diventare ingombrante..” disse infine alzando gli occhi al
cielo.
Che cretino che era. Un adorabile
cretino. “Ah.. bella cosa da dire alla tua ragazza al settimo
mese di gravidanza..” dissi fingendo di essermi arrabbiata.
La sua mano intrecciata con la mia
andò subito al mio ventre mentre mi stringeva da dietro. Adoravo
quando mi prendeva in quel modo. Mi faceva sentire così protetta
e amata. Ogni problema spariva, ogni camera da letto sarebbe andata
bene se mi avesse stretta sempre così. Prese a carezzarmi il
pancione che ormai era davvero evidente e non potevo esserne più
fiera. Ormai ogni giornale parlava di noi, della nostra rivelata
rivelazione con annessa gravidanza. Ne dicevano di tutte i colori e a
volte mi era persino capitato di leggere che il bambino potesse essere
frutto di un mio tradimento con Orlando Bloom.
Non sapevo come prendere quelle
notizie. Per lo più erano gli ormoni a controllare le mie
reazioni. A volte non riuscivo a smettere di ridere per quello che
leggevo altre volte invece mi veniva da piangere. Odiavo in ogni caso
le speculazioni che erano capaci di costruire su di noi. Potevano
toccare me ma non dovevano permettersi di toccare la mia bambina anche
solo per fare pubbliche scommesse sul suo sesso.
Era inammissibile. Cercavo di
ignorare e non leggere niente di tutto ciò ma quando mi trovavo
un semplice quotidiano davanti con una nostra foto in copertina non
potevo proprio farne a meno. Dopo tutto si trattava della mia vita.
E invece.. avrei davvero fatto
meglio a farne a meno. Non mi faceva bene leggere tutte quelle cose,
così, dopo avermi trovato in un mare di lacrime per un articolo
in cui si criticava la mia giovane età e la mia spudoratezza,
Rob aveva pensato bene di far sparire da casa ogni tipo di foglio
cartaceo che ci riguardasse.
Ero ancora tra le braccia di Rob
che mi cullava dolcemente da dietro quando mi mossi leggermente
in avanti per una leggerissima fitta di dolore.
“Amore tutto bene?” chiese Rob in ansia mettendosi al mio fianco e sorreggendomi per quanto gli fosse possibile.
Sorrisi. “Benissimo.. ha solo
scalciato” dissi con la voce emozionata. Non era certo la prima
volta ma sentire mia figlia dentro di me mi lasciava sempre una strana
sensazione, un senso di completezza, di gioia.
“Posso?” chiese lui con gli occhi illuminati.
“Certo che puoi.. non devi
chiederlo..” dissi subito prendendo la sua mano e portandola
sulla pancia dove la sentivo muoversi. “Ora non la senti ma.. sta
per arrivarne un altro. Lo percepisco..”
Rob fissava incantato la mia pancia
in trepidante attesa e infatti pochi istanti dopo, un altro calcio. Lo
vidi illuminarsi e un larghissimo sorriso gli si stampò in
volto. Era sempre così. Non poteva fare a meno di emozionarsi ad
ogni movimento della bambina, proprio come me. Ma lui, lui era
semplicemente perfetto. Anche con quello sguardo era imparagonabile.
Sembrava un bambino di quattro anni che ha appena trovato una scatola
piena di caramelle.
“Com’è Kris?”
“E’ bellissimo Rob. Non
ci sono parole per descriverlo. Vorrei che potessi provare quello che
provo io” dissi commossa.
“Mi basta guardare
te..” sussurrò prima di darmi un bacio a fior di labbra.
Ormai era inutile nascondersi. Finalmente eravamo usciti completamente
allo scoperto, finalmente potevo baciare il mio ragazzo in pubblico.
“Continuiamo..”
sussurrai contro le sue labbra prendendolo per la mano libera.
L’altra teneva la busta con i nuovi vestiti che avevo dovuto
comprare. Ormai non mi entrava più niente e avevo dovuto
comprare dei vestiti pre-maman. Rob mi trovava adorabile con quei
vestiti, diceva che mettevano in risalto il mio stato ed era
così. Mi sentivo così. Indossavo quegli stessi jeans
premaman che qualche mese prima mi avevano urtato terribilmente e ora
invece ne andavo fiera.
“Questi jeans ti stanno
benissimo..” disse Rob come se mi stesse leggendo nel pensiero.
Fece un sorrisino ripensando probabilmente ai problemi che avevano
causato quando me li aveva mostrati la prima volta.
Sorrisi anche io ripensando a
quanto fossi stata stupida a prendermela per qualcosa che ora invece mi
faceva così piacere. “Si e sono comodissimi!”
esclamai di tutta risposta.
“E tu sei uno
schianto..” sussurrò fermandosi di nuovo e attirandomi a
se. “Sai, credo di non aver mai visto una donna più bella
di te, sei fantastica in tutto quello che fai, sei assurdamente sexy
anche col pancione, anzi, soprattutto col pancione..”. Mi fece
rabbrividire mentre respirava piano sulle mie labbra ma sapevo bene
dove voleva andare a parare.
“Grazie amore mio..”
sussurrai ansimando con lo stesso tono per poi staccarmi subito a
guardarlo negli occhi. “Ma non riesci ad abbindolarmi! Non ce ne
andremo da qui prima di aver trovato la camera perfetta!” Sorrisi
con sguardo vittorioso contenta di non aver capitolato alle sue
lusinghe.
Lui invece sospirò sorridendo. Pensava davvero di prendermi in giro?
“Ma ne abbiamo viste moltissime.. perché è così importante?”
“Rob.. non capisci? Non
sarà una camera qualsiasi. Sarà la nostra camera, solo
nostra. Quella dove dormiremo..” mi avvicinai al suo orecchio
“.. dove faremo l’amore..”
“E dove daremo un fratellino alla bambina..”
Rimasi di sasso a quelle parole,
indecisa e incredula. Mi allontanai un po’ per guardarlo in facci
e capire se stesse dicendo sul serio o no.
“Stai scherzando vero?” chiesi leggermente allibita ma sicura che si trattasse di uno scherzo.
Lui ci rimase quasi male, come se
non riuscisse a capire le mia parole. “Bè.. no.
Perché, non ti piacerebbe?”
Ok. Ora ero letteralmente senza
parole. “Cioè, nostra figlia non ha nemmeno un nome,
mancano ancora due mesi al parto, noi dormiamo sul divano da due
settimane.. e tu già stai pensando al prossimo?!”.
“Prima di tutto, se ben
ricordi non è colpa mia se ancora non ha un nome o se dormiamo
sul divano, ma solo di quella cocciuta della mia ragazza..
però.. perché no?”
Wow. Ma allora faceva sul serio.
Non sapevo se ridere e prenderla sullo scherzo o essere seria, ma
probabilmente avrei urtato i suoi sentimenti se gli avessi riso in
faccia perciò.. meglio scegliere una via di mezzo.
“Direi di vedere prima come
ce la caviamo con lei.. poi si vedrà..” dissi abbozzando
un mezzo sorriso nemmeno sincero. Anzi.. quella conversazione mi
aveva innervosita un po’. Più cercavo di non pensare a
quello che sarebbe accaduto più avevo paura. E se non fossi
stata capace? Se fossi stata una pessima madre? Dopo tutto non sapevo
niente di bambini.. Non avevo mai nemmeno cambiato un pannolino.
Come se non bastassero i miei
dubbi, delle grida interruppero i miei pensieri e ci voltammo entrambi
a guardare una coppia poco distante da noi. Un bambino, avrà
avuto quattro anni, era buttato a terra e si dimenava senza tregua
mentre il padre gli urlava di smetterla, l’altra bambina
più piccola piangeva in braccio alla madre che cercava
inutilmente di calmarla e il padre continuava a sgridare il piccolo che
urlava sempre più forte.
Cercando di ignorare la
possibilità che capitasse anche a noi mi voltai a guardare Rob
allibito come me. “Sei ancora sicuro di volerne due?”
“Nostra figlia non sarà così..” rispose subito.
“Ah sicuramente..”
risposi temendo che le mie paure si sarebbero avverate. Non mi resi
nemmeno conto che stavo camminando di nuovo mano nella mano con Rob
finchè non si fermò poco più avanti.
“Amore..” sussurrò e alzai lo sguardo vedendo davanti a me e capii.
Eccola, l’avevamo trovata, la
camera da letto perfetta. Lasciai andare i brutti pensieri ed entrai in
punta di piedi dentro la stanza. Era bianca, spaziosa, proprio come la
volevo io. Era luminosa, dava un senso di tranquillità. Il letto
e i mobili erano di un legno color betulla, il letto abbastanza basso e
adoravo già il copri piumino bianco. C’era un armadio
enorme con anta scorrevole, due cassettiere e una specie di tavolino ai
piedi del letto.
“E’.. perfetta..” sussurrai felice. Era davvero perfetta.
“Si.. è luminosa. E va
benissimo con la finestra che affaccia sul mare.. E il letto è
basso così se dovesse avere gli incubi potrà arrampicarsi
e dormire in mezzo a noi..”. Mi si inumidirono gli occhi
sentendolo parlare in quel modo. Non importava se avessimo avuto delle
difficoltà, sarebbe stato un papà perfetto.
“Avevi ragione..” disse
lui facendomi segno di stendersi sul letto accanto a lui. Mi
abbracciò forte e restammo per qualche minuto stretti in quel
modo finchè non sentimmo qualcuno tossire. Ci alzammo di scatto.
O meglio, Rob si alzò di scatto e mi allungò una mano per
aiutarmi ad alzarmi mentre un uomo che immaginai essere il responsabile
ci guardava un po’ interdetto.
“Scusi stavamo solo provando
il letto..” disse Rob non riuscendo a trattenere una risata
mentre io diventavo rossa d’imbarazzo. Feci finta di niente e
continuai a guardarmi in giro esplorando ogni angolo di quel piccolo
paradiso. Vasi con fiori, decorazioni sui muri, soffici tappeti per
terra. Era tutto perfetto. Mi estraniai completamente dalla
conversazione tra Rob e il tizio, ormai ero persa in quel mondo, quello
della mia nuova famiglia, della mia nuova casa. Non avevo avuto molte
pretese riguardo l’arredamento. La mia unica richiesta era che
fosse luminosa e le ampie finestre che erano ovunque erano di grande
aiuto. Non avevo mai parlato a Rob di come volessi un’ipotetica
casa, eppure lui era stato capace di prenderne una perfetta. Era
grande, ma non eccessivamente. Non era la tipica villa dei ricconi di
Hollywood. Era una villetta in riva al mare, con un giardino che le
costeggiava il perimetro, prato inglese dappertutto e dietro una
piscina non eccessivamente grande. L’interno era spaziosissimo,
dalla porta di ingresso c’erano un paio di scalini che
permettevano di accedere al salone sulla destra e alla cucina sulla
sinistra e in fondo c’era una camera per gli ospiti e un bagno
molto spazioso. Le scale portavano al secondo piano dedicato alla zona
notte. C’era la nostra camera ancora vuota e la camera della
bambina leggermente decorata. Quello era un altro tasto dolente. Non
riuscivamo a trovare un punto di incontro riguardo quella cameretta. Io
ne avevo vista una carinissima, mobili sempre di legno betulla con
copertura di rosa chiaro e cuscini rosa scuro. Non ero mai stata amante
del rosa, eppure sapendo che era una bambina non riuscivo davvero ad
immaginare colore diverso. Rob diceva che era troppo rosa, avevo
cercato di convincerlo facendogli notare che la comodità dei
mobili color legno era proprio quella di poter cambiare i colori delle
coperture ma lui non ne aveva voluto sapere niente. Non potevo
controbattere. Io gli avevo ucciso l’anima con la camera da letto
e non potevo pretendere di scegliere una stanzetta alla bimba che
piacesse solo a me.
C’erano anche un paio di
altre stanze vuote ognuna con bagno annesso e infine un terzo piano che
racchiudeva il relax totale. Non sapevamo ancora bene cosa farci, era
ancora vuoto ma avevamo stabilito che sarebbe stato il nostro angolo di
paradiso, di pace. Solo nostro. Di me, di lui e di nostra figlia.
“La prendiamo!” le
parole decise di Rob mi riportarono alla realtà e in un secondo
mi trovai tra le sue braccia.
La tranquillità di quel
primo pomeriggio stava per finire, o almeno per interrompersi. Uscire
dal centro commerciale mi terrorizzava quasi, mi rendeva nervosa.
Sapevo che appena avrei messo piede fuori da quelle porte scorrevoli
sarei stata invasa dai flash. La bambina era agitata. Riuscivo a
sentirlo. La sentivo muoversi e riuscivo a capire quando scalciava per
farsi sentire oppure quando lo faceva perché avvertiva anche lei
il mio umore. Rob mi strinse la mano dandomi un veloce bacio sulla
guancia.
“Tranquilla.. ci sono
io..” sussurrò e bastarono quelle parole a farmi calmare,
almeno un po’. In fondo c’ero abituata ma la mia bambina
no, non volevo che avesse quella vita fatta solo di flash indiscreti.
Presi un lungo respiro e insieme
uscimmo dalla struttura. Come avevo previsto, come sapevo, fummo invasi
dai paparazzi e non solo. C’erano anche giornalisti con microfoni
che ci puntavano contro.
“Kristen come ti senti?”
“Kristen ti sei ripresa?”
“Robert le hai già chiesto di sposarti?”
“Quella nuova casa è vostra?”
Avanti Kristen. Cammina, non
ascoltare. Rob mi teneva per mano facendomi spazio tra la folla. Cercai
di tapparmi le orecchie e la bocca, non era difficile per me ma quando
sentii: “Kristen è vero che sei incinta?” non potei
proprio trattenermi.
“NO! in realtà metto un cuscino solo per farvi impazzire!” sbottai senza nemmeno accorgermene.
Rob mi attirò a se
intimandomi di continuare a camminare, eravamo quasi al taxi quando
sentii tirarmi la maglia. Rob se ne accorse e in un secondo
spintonò uno dei paparazzi che mi aveva afferrata.
“Non la toccare!”
ringhiò. “Azzardati un’altra volta e sei
morto!”. Mi gelai un secondo mentre la folla attorno a noi si
calmava e si apriva spontaneamente per farci passare e permetterci di
entrare finalmente in taxi. Al sicuro.
“High Street grazie”.
La sua voce era fredda. Spaventata. Sapevo perché. Rob era molto
suscettibile riguardo la mia salute, soprattutto dopo
l’incidente. Ero lieta che il mese d’Aprile fosse passato.
L’avevo passato quasi tutto a letto oppure in braccio a lui che
mi portava da sopra a sotto come se fossi una bambola di pezza. Non mi
dispiaceva avere tutte quelle attenzioni da lui ,ma stare a letto tutta
la giornata mi uccideva. Non potevo leggere i giornali, per ovvi
motivi, e il lettore DVD era l’unica fonte di svago. Avevo visto
più film in quel mese che negli ultimi due anni. Anche la musica
mi aiutava molto. Ascoltavo musica classica, per lo più
pianoforte. Ogni sera, prima di addormentarci, Rob premeva play, mi
stringeva a se e carezzandomi la pancia ci lasciavamo cullare da quelle
melodie. Mi tranquillizzavano in modo incredibile e anche la bambina lo
avvertiva.
Allungai la mano sul sedile, presi
quella di Rob e la strinsi forte nelle mie. “Amore va tutto
bene..” lo rassicurai. “Sto bene..”
Strinse i denti continuando a
fissare davanti a se prima di voltarsi. I suoi occhi, erano così
dolci, così sinceri.
“Non.. voglio che ti capiti niente. Kristen voi siete tutta la mia vita, lo capisci?”.
Le sue parole erano un sussurro che potevamo sentire solo io e lui.
“Ti prego, devi capirlo. Non
deve capitarvi niente. Non più. Ho rischiato una volta e.. e se
sono così protettivo è solo perché non saprei cosa
fare senza di voi..”
Gli carezzai lentamente il viso e avvicinandomi piano lo baciai. “Non accadrà niente. te lo prometto!”.
Annuì debolmente e mi fece spazio per farmi accoccolare sul suo petto mentre una mano proteggeva nostra figlia.
No lo lasciai un secondo se non per
permettergli di pagare il tassista. Appena la sua mano fu libera di
nuovo l’afferrai e mi ci avvinghiai come una cozza. Avevo di
questi momenti nell’ultimo periodo. Senza una ragione precisa lo
afferravo e non lo lasciavo più andare. Percorremmo il vialetto
che portava alla porta. La porta di casa nostra. Mi suonava ancora
strano dirlo o anche solo pensarlo. Eppure era vero.
Stavo camminando con lui quel viale nel nostro giardino. Nel giardino di casa nostra.
Adoravo quella casa. Senza
chiedermi nulla Rob era riuscito a comprare la casa dei miei sogni.
Luminosa. Mi dava tantissima tranquillità e già pensavo
ai pomeriggi che avrei passato nella veranda con Rob e nostra figlia.
Era tutto perfetto.
Entrammo in casa e Rob mi
aiutò a togliere il cappotto. Quando si voltò mi
avvinghiai al suo collo. Lui mi strinse le braccia attorno ai fianchi
chinando il viso nell’incavo del mio collo lasciando dolci baci
sulla mia spalla. Presto risalì lungo le guance ed arrivò
alla bocca mentre lentamente avanzavamo verso l’interno della
casa. Ero ancora persa nel suo bacio quando sentii tossire. Mi staccai
immediatamente.
Una rapida occhiata al salotto..
Ma che stava succedendo?
“No continuate pure eh!”. Lizzie? Era davvero lei?
Lanciai un veloce sguardo a Rob che aveva l’aria di chi sapeva tutto ma se l’era appena ricordato.
Passai a guardarmi in giro.
C’erano palloncini rosa ovunque, cappellini e un grosso festone
con la scritta “Auguri mamma!” che attraversava tutto il
salotto.
Ero a bocca aperta mentre osservavo tutte loro che stavano in piedi davanti a me.
Lizzie e Victoria, Claire, mia madre, Ashley, Dakota, Joan e Cherie..e.. Cath??
“Ragazzi.. fate nascere prima questa bambina e poi magari le date un fratellino!”
“Oh mio Dio! Cat che ci fai
qui!?” esclamai mentre mi veniva incontro e mi abbracciava.
“Credevo stessi non so dove a girare un film..”
“Tesoro.. non potevo perdermi la festa per la bambina. Dopotutto.. è anche un po’ merito mio..”
Era vero. Le sorrisi grata mentre lei mi carezzava il ventre e Rob da dietro mi faceva avanzare nella stanza. Ero senza parole.
“Ma..ma che ci fate tutte
qui?” dissi rivolgendomi soprattutto alla mamma e alle sorelle di
Rob che avrebbero dovuto essere dall’altra parte del mondo.
“Che avete fatto?”. Ok.. mi stavo decisamente commuovendo.
Maledetti ormoni.
“E’ stata un’idea di Lizzie..” mi sussurrò Rob all’orecchio.
“Non avevo dubbi..”
risposi sorridendole. “Grazie ragazze..” dissi commossa
mentre tutte mi venivano incontro per abbracciarmi.
Dopo saluti e abbracci vari, e
migliaia di carezze al mio pancione Rob mi obbligò praticamente
a sedermi sulla poltrona mentre lui era sul bracciolo. Si chinava ogni
tanto a baciarmi i capelli.
“Certo però.. fa uno
strano effetto. Due anni fa stavate iniziando a conoscervi e
ora..”. Ecco Cath con uno dei suoi momenti malinconici.
“Si bè.. sono cambiate un po’ di cose..”. Non sapevo che altro dire.
“Mi sembra ieri che Rob prese
quella bella caduta dal letto della mia camera!” esclamò e
tutti scoppiammo a ridere.
“Poverino..” sussurrai falsamente comprensiva. “Si era eccitato un po’ troppo..”
Altra risata generale. Lo guardai e sorrideva mesto fingendo di essere seccato.
“E quando stava per prendere a pugni Taylor perché non lasciava andare Kris durante il bacio?”
“Dakota!” esclamai.
Ricordavo bene quel giorno. Rob era incazzato a morte e se l’era
presa anche con me. Come se fosse stata colpa mia poi.. Taylor stava
solo scherzando.. ma lui.. non c’aveva visto più, era
sbottato urlando di lasciarmi. A ripensarci bene, era una situazione
comica e ora mi faceva ridere. Rob invece diventava sempre più
seccato..
“Oh! E quando vi trovammo a pomiciare nella roulotte?!” disse Ashley divertita.
Oddio! Che ricordi! Ecco come l’avevano scoperto gli altri.
“Siiiii!”
continuò Cath. “E lui era tutto ‘possiamo spiegare..
non è come sembra..’ haha.. Sì.. abbiamo visto!
Infatti ora ci sfornate una bella bambina..”
Non sapevo più descrivere le
espressioni della faccia di Rob. Ne aveva cambiate così tante
nel giro di due minuti! Ma era adorabile.
“A proposito..” s’intromise Claire tutta ansiosa. “Avete scelto il nome?”
Aja. Tasto dolente..
Rob alzò gli occhi al cielo mentre io dicevo che ci stavamo pensando.
“In realtà è lei che ci sta pensando. Io avrei tante idee.. ma me le ha bocciate tutte..”
“Bè lui voleva chiamare nostra figlia Orange! Vi sembra normale?!”
“Ma è carino..” riprese lui.
“Rob! Non se ne parla! Avevi detto che avresti abbandonato i frutti perciò fattene una ragione!”
Quel nostro piccolo battibecco scatenò l’ilarità generale.
“Però dovreste muovervi.. mancano solo due mesi..” disse Victoria.
“Già cosa fate se non avete ancora scelto quando nascerà..?” si aggiunse Joan.
Ma cos’era una coalizione
contro di me? Cosa c’era di sbagliato nel voler aspettare a
scegliere un nome? Anche io ne avevo pensati molti.. ma nessuno mi
convinceva pienamente ed ero sicura che quello giusto l’avrei
trovato nel momento meno aspettato.
Tutte mi guardavano. “Ehm..
Ci penseremo poi. Rob perché non.. non vai a farti un giro?
Queste sono cose da ragazze..”
“Dovrei uscire di casa?!” disse lui incredulo.
“Sì.. A meno che tu non voglia girare per casa..”
“Non se ne parla”
“Rob!”
“Kris non ti lascio da sola!”
“Ma non sono sola!”
“Ho detto di no!”
“Ma..”
“Ti prego.. non farmi stare con l’ansia..”
Inutile controbattere ancora. Sarebbe stato inutile.
“Vado a farmi un giro di sopra.. ok?”
Annuii debolmente. In fondo voleva solo essere sicuro che stessi bene e non corressi rischi.. cosa potevo volere di più?
Mi alzò il viso con un dito
e dopo un leggero bacio sulle labbra. “A dopo piccolina..”
sussurrò carezzando la pancia con un dito e poi andò di
sopra.
“Scusatelo.. tende ad essere un po’.. iper-protettivo..”
“E’ normale tesoro..” disse Cherie. “Anzi tu come stai?”
Da lì in poi parlammo un
po’ di tutto, dalla mia salute, ai progetti, ai film, alla camera
della bambina, ai nomi ancora..
Tra una cosa e l’altra aprivo
le decine di pacchetti che mi avevano portato. Bavette, calzini,
tutine, ciucci, giocattoli, peluche..
“E’ uno scherzo?!” dissi quando scartai un tiralatte.
“Per niente tesoro.. Aimè.. non sei venuta fuori molto dotata.. può esserti utile..”
“Oh.. grazie mille mamma! Lo
userò di sicuro..” dissi ironica mentre consideravo
davvero la possibilità di usarlo.
Continuammo così tutto il
pomeriggio, fummo interrotte solo da un rumore assordante, qualcosa che
sbatteva per terra e un’imprecazione di Rob.
“Rob che stai combinando?!” urlai.
“Niente amore.. tranquilla.. continuate pureeeee” aveva risposto dall’alto delle scale.
Non ci diedi troppo peso e
continuai a scherzare con le mie amiche. Non avevo mai avuto molte
amiche, ma quelle poche che avevo erano le migliori che potessero
esserci e mi andava bene così.
Erano le sette e mezza quando Rob
scese per salutarle insieme a me. Abbracciai e ringraziai di nuovo
tutte. Mi offrii di prenotare un albergo a Claire, Lizzie e Vicky ma
venni a scoprire da mia madre che in realtà stavano a casa mia,
cioè a casa loro, della mia famiglia insomma. Rimasi un
po’ sorpresa ma molto felice che le nostre famiglie andassero
così d’accordo. La bambina sarebbe cresciuta in un
ambiente confortevole.
“Che pensiero carino da parte loro..” dissi a Rob quando chiuse la porta dietro di se.
“Si.. tutte ti amano..”
“Ma tu di più vero?” dissi ammiccando un po’ vero.
“Nessuno ti ama quanto me..” rispose e prese il viso per baciarmi.
“Allora..” dissi quando
mi lasciò andare. “Hai fame? Cucino qualcosa?”. Ero
fieri dei miei progressi culinari. Fino a un mese prima sapevo fare
solo la torta di mele ma dovendo stare a letto avevo avuto modo di
leggere molto per poi mettere in pratica quello che avevo imparato e
sorprendentemente ero migliorata moltissimo.
“Magari dopo.. devo farti
vedere una cosa” disse ansioso accompagnandomi dolcemente su per
le scale. “Ce la fai? Vuoi che ti prenda in braccio?”
“No sto bene..” dissi sorridendo e col suo aiuto arrivai in cima alle scale. “Allora?”
“Chiudi gli occhi!”
“Oddio ma è una fissa?!”
“Tu chiudili e basta!”
Feci come mi disse e sospirando chiusi gli occhi. Mi prese le mani facendomi avanzare dolcemente.
“Ci siamo quasi”. E dopo un po’ si fermò. “Non aprire!”
Si mise dietro di me,
intrecciò le mani sul pancione, mi diede un bacio sul collo e
poi sussurrò: “Ora puoi aprire..”
Aprii gli occhi.. e..
E rimasi senza parole. Guardai
nella stanza per qualche secondo e poi Rob che sorrideva soddisfatto.
Lasciandogli le mani, camminai lentamente dentro la stanza mentre
già gli occhi mi si inumidivano. Carezzai quei mobili, la culla,
il fasciatoio, la cassettiera..
Era la camera della bimba, quella che avevo visto, quella che mi aveva colpito, quella che volevo..
“Ma.. come..? L’hai montata tu?”
“Già.. e non è stato per niente facile eh! Quindi merito un bacio..” disse venendomi incontro.
Senza farmelo ripetere due volte
gli presi il volto e presi a baciarlo ovunque. “Te ne darei mille
di baci!” esclamai con le lacrime agli occhi mentre mi stringeva.
“Ma.. credevo che non ti piacesse.. Non è troppo rosa?”
“Mi piace. Mi è sempre piaciuta. Volevo farti una sorpresa..”
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? “Grazie..” sussurrai. “Ti amo..da morire..”
“Anche io Kristen..”
Ero davvero la donna più
felice della terra. Come potevo non esserlo? Cosa potevo desiderare di
più? Avevo un marito perfetto..
Wow.. un marito. L’avevo
pensato veramente. Mio marito. Non riuscivo quasi a immaginarci come
marito e moglie, dopotutto non sarebbe cambiato niente.. l’amore
sarebbe stato sempre lo stesso ma desideravo sentire di appartenere a
lui per sempre. Lui e solo lui.
Presi dalla tasca
quell’anello che avevo deciso, con sua comprensione, di non
indossare in pubblico fino alla nascita della bambina per non creare
altro scalpore. Ma in privato era diverso. Glielo passai, lui mi
baciò la mano, infilò l’anello all’anulare
sinistro e poi mi strinse a se.
Ed ora vi lasciamo con qualche fotina per farvi vedere come abbiamo immaginato noi la loro casetta delle meraviglie!!!
Ed ora passiamo alla camera da letto che ha costato tanta fatica. Hihihihihi ;)
Ed ecco la cameretta della nostra piccola principessa!! *.* *.* *.*
P.S di Cloe = Io adoooro il rosa..!!!!
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Capitolo 15 *** La migliore famiglia ***
cap 15
Allora...fanciulle!!!!!Come
ve la passate?? Bene, male...impegnate con una odiosa parole chiamata
"studio"?? Noi si..purtroppo. Ma sapete una cosa che ci fa sempre stare
meglio? Leggere le vostre meravigliose e splendide recensioni: le
leggiamo e commentiamo tutte accuratamente per cercare di migliorarci e
darvi sempre il meglio. Oooook, questo capitolo è nuovamente di
Fio visto che era stato diviso in due. Eh, sì..stasera vi dovete
accontentare di me per il commento...Fio è andata in un luogo
che ama molto e in cui trascorrerebbe tutte le sue giornate: la
palestra.Aahahahah...no, non è proprio così. Cooomunque
la smetto di dire sciocchezze e vi lascio ai commenti alle recensioni e
poi ad un altro dolcissimo capitolo della nostra coppietta con
bebè. Un mega bacio da Cloe e Fio.
Kiss kiss.
kiki_88: ahhahah grazie mille, fin troppo gentile con noi, ti lasciamo al nuovo capitolo, sperando che ti piaccia.
prudence_78: ahahha la
tranquillita non è il nostro forte u_u, ma vabbe per ora siamo
tranquille, per ora muahahahahah. comunque grazie mille.
ste87:il nome si scoprira
presto, pensiamo nei prossimi capitoli, noi gia sappiamo il nome che
vogliamo dare a questa bimba, è molto significativo per noi.
comunque tornando al capitolo ancora grazie per il supporto, ti
lasciamo al nuovo, alla prossima.
ANNALISACULLEN :ueue grazie mille, ci fa piacere trasmettere emozioni, grazie, ti lasicamo al nuovo capitolo ....
Anto_Pattz :ueuueue grazie mille anto, ci fai commuovere, ti vogliamo bene anche noi..
Roxisnotdied :ross che ne
sai se i prossimi capitoli non saranno tranquilli? u_u fidati di noi,
no meglio che non lo fai lol.. grazie di cuore come sempre ross ... ti
vogliamo bene.
KatyCullen: grazie mille,
siamo contente che ti sia piaciuto, con il nuovo capitolo ti diamo un
altra dose di zucchero ahah, alla prossima.
elviraj :ahahah siamo
felici che la stanza e il capitolo ti siano stati di gradimento ahahah,
speriamo che anche questo nuovo cap ti piaccia, ti lasciamo leggere, e
grazie ancora.
ledyang: GRAZIE U_U. Sai
che sei la nostra salvatrice, lol. Cooomunque sulla parte relativa al
dormire ci sto, quella sullo studio..ehm...ci proveremo. Comunque hai
ragione, il prox capitolo di Fio sarà splendido come tutti
quelli che scrive..U____U. Io ho già dato questa settimana
ma...tenterò di postare prima possibile ahahahah.Un enorme
bacione..fatina buona!! Love u.
lampra: grazie mille, alla prossima.
bika95 :ahah si rob è davvero dolce, comunque ti lasciamo al nuovo capitolo e grazie per la recensione ahah...
julietta__:u_u giulcess non
capiamo perche reputi le nostre risposte cosi cattive, invece ti
dimostriamo tutta la nostra gratitudine.. e poi allo stesso tempo
facciamo anche il nostro dovere di admin aahahha, comunque grazie mille
come sempre, e cosa importante posta, non riuscirai a rimanere viva per
altri due mesi muahahahah..
EmoTrilly :awwwwwwwwwwww grazie mille, ti lasciamo al nuovo capitolo, ancora grazie *:*.
simo1726 :ahaha wow stessa
camera ahhaha.. comunque grazie a te, non sei ripetitiva, è
sempre bello leggere cose belle su cio che scriviamo, ancora grazie ,
ti lasciamo al nuovo capitolo , alla prossima.
francypattinson :anche noi
speriamo tanto che diventi reali, ahaha ma vabbe ora ci limitiamo a
descrivere questo futuro e grazie a te che ci segui come sempre ah..
Lorena1992 :grazie mille , siamo contente che ti sia piciuto il capitolo ti lasciamo al nuovo... alla prossima!
Kia_Twilighter: awwwwww eueue grazie mille, ci fai contente, fin troppo contente, grazie ancora alla prossima.
BabyVery: di rob al mondo c'è ne uno solo, peccato! comunque siamo contente che ti sia piaciuto, ancora grazie .
little lamb in love95 :non sono ancora sposati, l'anello è
quello di fidanzamento, facciamo nascere prima la bimba, comunque
grazie per la recensione, ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti
piaccia.
KStewLover : ahhaha grazie per il commento, il nome si sapra presto, molto presto ahah, grazie di cuore come sempre alla prossima.
Enris :si manca poco al
parto, anche noi vogliamo la bimba, vogliamo descrivere di lei,
comunque ti lasciamo al capitolo nuovo e grazie ah.
chi61:ahaha non preoccuparti per ora tanto love ci sara, per il futuro non sappiamo muahhaaha, comunque grazie come sempre *:*.
ila_cullen :siamo contente
che ti piacciono le storie, ci fai contente, comunque anche noi siamo
fans di quei due, li adoriamo, grazie ancora e alla prossima.
yesido : dopo una settimana
in spagna con il tuo love sei tornata muhaha, peccato per le foto, le
volevamo tanto vedere, comunquea parte questo grazie per la recensione
siamo contente che ti sia piaciuto, ti lasciamo al prossimo, grazie
ancora mel.
piccolinainnamora:awww grazie mille, ora ti lasciamo al nuovo capitolo, alla prossima .
CAPITOLO 15 (Fio)
LA MIGLIORE FAMIGLIA
POV KRIS
Il parto è un'esperienza che segna la donna per tutta la vita:
può darle un'estrema forza e vitalità o al contrario
farla sentire incapace e inadeguata. La donna deve sapere:
perché prova dolore durante il travaglio e il parto,
perché è importante provare dolore, che il dolore
può essere intensificato da interventi esterni non
necessari, che il dolore può essere gestito in che modo
può contrastare il dolore.
Per quanto quelle parole mi
facessero paura, sapevo che leggerle mi avrebbe aiutata molto. E poi
non sapevo cosa fare. Da quando ero incinta dormivo molto, soprattutto
il pomeriggio e la sera invece non riuscivo a chiudere occhio. Rob
aveva cercato di resistere e farmi compagnia ma alla fine era crollato
come un bambino chinando il viso sulla mia spalla.
Il parto rappresenta il momento in cui mamma e bambino da un solo corpo diventano due.
Il primo
distacco comincia da qui ed è quindi importante che il primo
modello di separazione tra madre e figlio lasci in entrambi sensazioni
e ricordi positivi, poiché probabilmente influenzerà
tutte le separazioni successive.
Il distacco avviene tra due persone, il parto avviene con due persone!
Nel parto il bambino è non solo presente, ma un fattore critico per la buona riuscita dello stesso.
Leggendo quelle parole senza
nemmeno accorgermene mi trovai a carezzarmi il pancione. Mi faceva
paura e allo stesso tempo mi dava una calma incredibile. Mancava poco
meno di due mesi al parto e più ci pensavo più
l’idea mi sembrava irreale. Me e Rob con una bambina, con una
piccola neonata tra le braccia. Non riuscivo a figurarci. Bè..
più che altro non riuscivo a immaginare me, ma sapevo che Rob
sarebbe stato un padre dolcissimo. Lo capivo da come gli si
illuminavano gli occhi ogni volta che parlavamo della bambina, da come
saltava felice ogni volta che vedeva una tutina che gli piaceva da
morire, come mi toccava delicatamente la pancia parlando alla bambina.
Probabilmente era colpa della
gravidanza, ma mi trovai con le lacrime che mi rigavano il viso. Non
sapevo nemmeno perché..
Forse per la paura, forse per l’ansia, forse per la gioia..
Forse per tutto, per la mia vita, per quella della nostra bambina.
La immaginavo, la tenevo tra le
braccia, la cullavo dolcemente, la tenevo per mano per i suoi primi
passi, le facevo le codine prima di portarla a scuola..
Sentii la spalla più leggera e un bacio dolcissimo.
“Hey..” sussurrai cercando di nascondere l’emozione di quel momento.
“Che succede?” disse subito allarmato.
“Niente! va tutto
bene!”. Meglio tranquillizzarlo subito. “Sono solo..
felice.. E gli ormoni non aiutano..”. Gli baciai la fronte per
tranquillizzarlo ancora.
Lui si mise seduto e mi prese il
viso tra le mano asciugandomi quelle due lacrime con le dita.
“Non farmi morire di paura per favore!”
“Scusa..” dissi sorridendo.
Ricambiò il sorriso e il mio cuore si sciolse. “Ma come.. fai?”
“Come faccio cosa?”. Sorrideva ancora e io volevo morire.
“Come fai a farmi ancora
questo effetto dopo due anni? Cioè.. ormai dovrei essermi
abituata e invece..”. Non terminai nemmeno la frase.. non
c’era altro da dire. L’amore che provavo per lui andava
oltre le parole, oltre un semplice ti amo che non riusciva a contenere
quello che provavo per lui.
“Non è una brutta
cosa.. dovrei preoccuparmi del contrario..” disse ridendo. Anche
la sua risata era così.. così tranquilla. Non era
cambiata di una virgola, sempre uguale, la stessa che mi aveva colpito
due anni prima. La stessa senza la quale non avrei più potuto
vivere.
Non riuscivo a parlare, era troppa
l’emozione che sentivo dentro, troppa la gioia, troppa
felicità. Si può morire di felicità?
Probabilmente si.. perché senza di lui non avevo motivo d’esistere ed ero felice..
“Sei preoccupata per domani?” chiese d’un tratto notando forse la mia espressione indecifrabile.
“No.. perché dovrei?” mentii.
“Non so.. forse perché
sarà la prima apparizione pubblica e ci saranno centinaia di
persone a guardarci?”
“Però.. ora si che sto meglio..”
“Allora è vero che sei preoccupata..”
Non era una domanda, ed era vero.
Ero preoccupata. In realtà più che preoccupata ero un
po’ in ansia. Occhi indiscreti, pettegolezzi, voci, senza contare
la quasi certezza di salire sul palco.
“D’accordo.. in effetti
non è che la cosa mi ecciti tanto..”. Avrei preferito di
gran lunga restarmene a casa a vedere un film, invece non potevo
proprio tirarmi indietro.
“Potremmo sempre non andare, non è detto che vinciamo..”
“Non ce lo perdonerebbero
mai.. e tanto sicuramente vinciamo. Figurati.. Dopo lo scherzetto
dell’anno scorso non aspettano altro. Forse avrei fatto meglio a
baciarti..”. Non potevamo davvero tirarci indietro.
“Forse si.. però non
avresti mai potuto immaginare che sarebbe successo questo..”
disse poggiando una mano sul ventre gonfio. “Davvero Kristen,
nessuno ti obbliga, soprattutto nelle tue condizioni. Anzi, avremmo
un’ottima scusa per disertare..”
Lo interruppi prima che potessi
davvero considerare le sue parole. “No Rob, voglio farlo. Prima o
poi dovrei farlo lo stesso, non possiamo proprio evitare le premiere,
perciò meglio farlo subito..”. Dovevo essere forte.. ce
l’avrei fatta.
“E’ solo una serata in fondo.. basta che non mi lasci mai..”
“Mai! non ti lascerò
un secondo!” Disse subito senza nemmeno farmi finire la frase. Mi
diede un dolce bacio a fior di labbra e mi sentii subito meglio.
“Comunque che stavi
facendo?” continuò nel tentativo di cambiare argomento e
lo assecondai volentieri. Alzai leggermente il libro per fargli vedere
la copertina. “Mi informavo un po’..”
“Perché non leggi ad
alta voce?”. Mi sussurrò all’orecchio indugiando con
le labbra sulle mie guance.
“Ehm.. non credo che vorresti sapere..”
Lo sentii sorridere divertito. “Andiamo.. che può esserci di tanto male?!”
Poverino, non sapevo quanto avrebbe retto. “D’accordo.. come vuoi..”
Potevo divertirmi un po’ anche io in fondo.
Iniziai a leggere:
“Alla fine del processo di mediazione tra madre e figlio anche il
corpo risponderà passando da contrazioni non dolorose alle prime
contrazioni valide; il collo dell'utero comincerà a dilatarsi,
dopo essersi ammorbidito e assottigliato. Affinché il bambino
possa nascere la dilatazione deve essere massima, raggiungere
cioè all'incirca i dieci centimetri..”
“Cioè.. fammi
capire!”. Sapevo che mi avrebbe interrotto. “La
tua..ehm……cosa.. dovrà aprirsi di dieci
centimetri?!” esclamò mentre con indice e pollice misurava
approssimativamente quanto fossero dieci centimetri in termini di
larghezza.
“Si bè.. da dove pensi che esca?! Anzi.. mi meraviglio che bastino dieci centimetri..”
Mi divertivo a prenderlo in giro.
Vedere la sua faccia che cambiava espressione ogni due secondi era uno
spettacolo imparagonabile.
“Poi perché ti fai tanti problemi? Si tratta della mia.. cosa.. Dovrei essere io quella impressionata..”
Mi guardò abbastanza
perplesso incapace di rispondere. Adoravo vederlo in difficoltà
in quel modo. “Sto attutendo il colpo. Ti prego.. lasciami
riprendere..”
Non potei fare a meno di scoppiare
a ridere. “D’accordo.. forse meglio leggere qualcosa di
più carino.. Vediamo...
Se la madre
riceve in qualsiasi momento del travaglio messaggi negativi, se sente
di non trovarsi nel posto adatto per mettere alla luce il proprio
bambino, se non si sente ascoltata, protetta e rassicurata, il
travaglio può risentirne negativamente..”
Mi fermai un secondo a pensare e mi
resi conto che non era tanto più carino di ciò che avevo
letto prima. Anzi.. mi metteva addosso un’ansia incredibile. Il
pensiero che per qualche motivo Rob potesse non essere lì con me
mi fece irrigidire e stringere il libro con forza e serrare la mascella.
Sentii una carezza sul viso, mi voltai e incontrai i suoi occhi concentrati.
“Io ci sarò Kris. Sarò lì. con te. Ti terrò la mano.. e resterò con te”.
Possibile che quell’uomo
riuscisse a capirmi così bene? Possibile che riuscisse a dire la
cosa adatta, proprio quello che volevo sentire nel momento in cui lo
volevo sentire?
“Ti amo Rob..” sussurrai avvicinando le mie labbra alle sue per un bacio dolcissimo.
“Andrà tutto bene amore mio.. Ora però che ne dici di leggere qualcosa di veramente carino?”
Mi sfuggì un risolino.
“D’accordo..mmm…” sfogliai un po’ le
pagine finché non trovai un paio di righe che prima mi avevano
fatto commuovere: “Capita a
molte donne di avvertire durante gli ultimi giorni di gravidanza,
sempre all'incirca alla stessa ora, un'intensificazione dei dolori e
delle contrazioni: molto probabilmente la mediazione che stanno vivendo
sta giungendo al suo esito e molto probabilmente il travaglio vero e
proprio comincerà sempre a quella stessa ora.
Rilassatevi e
parlate al vostro bambino, dovete inviargli messaggi positivi e
rassicuranti: ‘io sono qui, il luogo in cui tu verrai è
meraviglioso. Io e il papà siamo qui per proteggerti. Tutto
andrà per il meglio, saremo bravissimi e io non vedo l'ora di
poterti tenere tra le mie braccia’".
Mi trovai a sorridere di nuovo come
prima mentre Rob, con un movimento dolcissimo, si chinò sulla
pancia poggiandoci le labbra. “Io sono qui, il luogo in cui tu
verrai è meraviglioso. Io e la mamma siamo qui per proteggerti.
Tutto andrà per il meglio, sarete bravissime e io non vedo
l’ora di poterti tenere tra le mie braccia”.
Perfetto, ci mancava solo quello.
Perché? Perché doveva essere così dannatamente
perfetto? Perché aveva la capacità di farmi sentire la
donna più felice della terra?
Improvvisamente sentii un pressante
bisogno di sentirlo vicino a me. Posai il libro sul comodino e
intrecciando la mia mano alla sua, la porta alla bocca e iniziai a
baciargli ogni dito. Dio! Avevo così tanta voglia di lui!
Alzò il viso e notai il
desiderio nei suoi occhi. Portò le nostre mani intrecciate alla
sua bocca e fece lo stesso. Si aggiustò delicatamente sopra di
me facendo in modo di non pesare sulla pancia e iniziò a
respirare sul mio collo, avanti e indietro lasciando dolci baci ogni
tanto mentre io lo tenevo per i capelli assecondando i movimenti della
sua testa.
Strinsi più forte e portai
le sue labbra alle mie. Dapprima dolci e tranquille, poi sempre
più avide. Era come uno dei nostri primi baci, quando le nostre
lingue dovevano ancora imparare a conoscersi. Eppure, i suoi baci non
erano mai uguali. Ogni volta mi sembrava di esplorare una parte di lui
che non avevo visto, ogni volta era un’emozione diversa. Poteva
essere amore, tenerezza, dolcezza, foga, timore, gioia, ansia,
passione…
Poteva essere tutto insieme.. Non sapevo mai cosa aspettarmi dalle sue labbra, erano una sorpresa continua.
E io non potevo fare altro che assecondarle cercando di trasmettere almeno un minimo di quello che riusciva a darmi.
“Kris..” ansimò tra un bacio e un altro. “Non possiamo..”
Niente sesso. La dottoressa era
stata categorica, senza contare che all’ottavo mese di gravidanza
forse non avremmo potuto in ogni caso, però il bisogno di lui
era così grande.
“Lo so..” sussurrai sulle sue labbra. “Però ti voglio così tanto..”
Sentivo dai suoi baci che quelle
poche parole sussurrate lo facevano stare male, sentivo il desiderio
che aveva di me, sentivo come volesse che i nostri corpi si
appartenessero ancora. E mi sentivo morire. Lo avrei voluto dentro di
me, in quello stesso istante, ma non potevo. Mi aggrappai alla sua
schiena mentre lui mi sbottonava la camicia. Lo lasciai fare godendo di
quel poco che ci era concesso. Iniziai a baciargli il collo
finché non si abbassò all’altezza del ventre. Prese
a baciarlo, delicatamente, ovunque, risalendo pian piano sul mio seno e
torturandolo con la lingua. Sentivo il suo respiro ovunque, su ogni
parte del mio corpo..
“Rob.. ti prego..”
Non rispose e per un attimo pensai
quasi che si stesse lasciando andare a quella preghiera del tutto
sconsiderata e assurda. Lo volevo così dannatamente.
Quando sentii che scendeva di nuovo
sulla pancia, ricordai che non potevamo. Non potevamo rischiare di fare
del male alla bambina.
“Rob.. smettila.. ti prego..”.
Doveva smetterla o rischiavo di
perdere la lucidità che per qualche assurda ragione ero riuscita
a mantenere fino ad allora. Lo tirai a me e incollai di nuovo le nostre
labbra che si muovevano insieme, finché si spostò su un
lato sciogliendo il bacio e accogliendomi nel suo abbraccio.
Mi accoccolai sul suo petto mentre lui mi copriva con le lenzuola, nonostante fosse giugno. Mi diede un bacio sulla fronte.
“Un giorno di questi mi farai impazzire..” sussurrò.
“Io?! E tu allora?!”
“Io almeno non faccio proposte indecenti..”
“No infatti.. ti diverti solo a torturarmi..”
Rise stringendomi di più a se e carezzandomi i capelli.
“Ma quanto ti amo?! Dimmelo tu.. perché io non so definirlo a parole..”
Gli lasciai un bacio sul petto. “Probabilmente almeno quanto io amo te..”
Sorrise. Lo sentivo dal suo respiro.
“Sai.. potremmo anche non vincere il miglior bacio.. ma di sicuro siamo la migliore famiglia..”
“Sicuro..” sussurrai anche io mentre lui intrecciava la mia mano con la sua e la portava al ventre.
“Sicuro..” ripeté lui e lasciandomi cullare dal suo respiro mi addormentai.
Ma chi volevo prendere in giro?
Altro che calma e tranquillità. Sudavo freddo, tremavo, ero
agitatissima e non sapevo nemmeno esattamente il perché. Rob era
lì con me, in quella macchina che presto ci avrebbe fatto
scendere su quel tappeto rosso. Eppure avevo paura. Di cosa poi?
Non avevo mai dato peso a tutte le
voci che giravano su di noi, ero sempre riuscita ad estraniarmi dal
mondo esterno per vivere con Rob nella nostra bolla privata, ma ora la
bolla era diventata più grande, era diventata un pancione e non
sapevo se sarebbe stata la stessa cosa. Ce l’avrei fatta a
camminare senza curarmi degli sguardi della gente? Con Rob al mio
fianco ce l’avrei fatta sicuro, lo sapevo. Eravamo in due, non
ero sola in questo, eppure non riuscivo a calmarmi. Avevo le mani
sudate.
Rob prese un fazzoletto e me le asciugò passandomi una salviettina bagnata sul collo.
“Kris va tutto bene? Ti senti male?” sussurrò.
“No no..” ansimai.
“Solo.. Mi manca l’aria.. fa caldo..” mentii. Subito
abbassò i finestrini e iniziò a crearmi vento sventolando
un giornale che aveva preso dalla tasca dei sediolini davanti. Mi fece
ridere. Sembrava impazzito. Non sapeva che altro inventarsi.
“Rob sto bene..” lo
rassicurai sorridendo ma sospirai pesantemente e ripresi il tono
preoccupato di prima. “E’ solo che la bambina è
agitata, non smette di muoversi, non so perché..”
Mi poggiò una mano sulla
pancia e con l’altra mi fece poggiare la testa al sediolino.
“E’ agitata perché lo sei anche tu.. Devi stare
calma.. Non ti abbandono un attimo. Siamo insieme.”
“Si..” sussurrai
socchiudendo gli occhi. Avrei tanto voluto essere nel letto a dormire.
Avrei voluto essere da un’altra parte, ma invece ero lì. E
dovevo affrontarlo. Non potevo lasciarmi abbattere. Che esempio avrei
dato a mia figlia?
Riaprii gli occhi e annuii più sicura di prima.
Prima che me ne rendessi conto eravamo arrivati.
“Pronta?”
Avevo scelta?
“Si” sospirai.
Scese dalla macchina e prendendomi
la mano mi aiutò a scendere. Ringraziai almeno di aver messo i
pantaloni e le converse. L’anno scorso avevo preso una storta in
Italia ed ero stata criticata per le scarpe che avevo messo ma
quest’anno non avrebbero potuto dire niente. A parte
spettegolare, ovviamente.
Mia madre si era preoccupata un mese prima di trovare qualcosa che mi stesse bene, che mi entrasse e non fosse troppo casual.
Diceva che sembravo più magra con quelli addosso ma io invece mi sentivo ugualmente una balena. E infatti..
“Wow Kiki sembri una balena!” disse Kellan sorridente venendomi ad abbracciare.
“E tu invece hai il tatto di un elefante..” lo riprese Jackson.
“Non ascoltarli tesoro, stai benissimo!” si aggiunse Elizabeth.
“Sei raggiante!” disse Peter.
Taylor senza troppe parole mi venne
vicino e mi abbracciò. Gli altri sorridevano, Chris mi diede un
bacio sulla guancia. “Siamo tutti con te..” sussurrò.
Riuscii a stento a trattenere le
lacrime. Erano tutti lì, per me, per sostenermi e non avevo
nemmeno la forza di ringraziarli. Non riuscivo a parlare.
Rob mi diede un bacio sulla
guancia. “Insieme..” sussurrò all’orecchio e
prendendomi per mano iniziò a camminare.
Mi resi conto che la gente ci
guardava, ma non con sguardo truce e con malignità. Ci
guardavano e basta, guardavano la mia pancia e sorridevano.
E facevano bene. Perché ero
la donna più felice del mondo, avevo tutto, e degli altri non mi
importava. Presi a camminare sicura mano nella mano con Rob
finché non ci fermammo davanti le macchine fotografiche.
Sorridevo, ridevo, spontaneamente. Guardavo Rob e mi sentivo bene.
“Visto? Non è stato così difficile..” Disse mentre prendevamo posto.
“Perché c’eri tu..”
Mi teneva ancora la mano. “E ci sarò sempre..
E tu piccolina sei più tranquilla ora?” continuò carezzandomi il pancione.
“Oh si.. si è calmata ora..”
“Che brava bimba..”
“Non sa quello che le
aspetta, poverina..”. Nello stesso momento in cui lo dissi si
spensero le luci e iniziò lo spettacolo. Tutti si alzarono in
piedi.. eccetto me e Rob. Apertura con parodie dei film in perfetto
stile dei Movie Awards e poi musica. Pensai alla bambina. Chissà
se le dava fastidio quel volume così alto.. però non
scalciava. Era tranquilla quindi cercai di non pensarci troppo.
Non mancarono riferimenti a
gravidanze durante lo show ma non me la presi. I Movie Awards erano
così e nessuno si sarebbe certo preoccupato degli ormoni
sensibili di una ragazza incinta e io non gliel’avrei data vinta
perciò sfoderai il mio sorriso migliore sicura che le telecamere
avrebbero inquadrato noi.
Solo quando furono annunciate le
nominees per Best Female Performance sentii l’ansia crescere di
nuovo. Cazzo! Non L’avevo calcolato. Ero stata tanto presa da
dimenticare che se avessi vinto sarei dovuto salire sul palco, da sola.
Come avevo fatto a non pensarci?!
“E Il Best Female Performance va a..”
Ti prego, non Kristen Stewart, non Kristen Stewart, non Kristen Stewart.
“Kristen Stewart!”
Cazzo! E ora? Rob si alzò in
piedi allungando una mano. L’accettai passivamente. Ancora non mi
ero resa conto della situazione. Mi aiutò a tirarmi su e mi
abbracciò lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Vengo con te..” sussurrò.
In quello stesso istante la bambina
scalciò. E capii. Capii che non ero sola. Non lo sarei mai
stata. Eravamo in due. Eravamo io e lei. E l’avrei mostrato a
tutti.
“No!” dissi sicura. “Andiamo solo io e lei”.
Con un sorriso orgoglioso si fece da parte e mi fece passare.
Io avanzavo con la pancia che non
mi era mai sembrata tanto grossa. La maglia premaman aderiva bene
mettendo in mostra i miei otto mesi di gravidanza e non potei esserne
più orgogliosa. Salii su quel palco e accettai quel premio
cercando di ricordare il discorso che avevo preparato. Niente. Mente
vuota. Ma non mi serviva sapere niente.
“Bè.. grazie. Io..
avevo preparato un discorso ma ora non ricordo più niente.
Saranno gli ormoni che mi fanno questo effetto” scherzai e sentii
ridere. “In realtà non ho molto da dire. Voglio
ringraziare tutti, tutti coloro che mi hanno votata nonostante tutto..
Il cast, Stephanie Meyer, Catherine Hardwicke, Chris e tutti quanti
perché.. forse non lo sanno.. ma mi hanno cambiato la vita. E
vorrei ringraziare i fan ovviamente. Perché sono i migliori che
potessi avere e ancora oggi mi sembra tutto assurdo. Perché.. le
cose migliori capitano quando meno te lo aspetti.. Però
diventano le cose più belle che potessi desiderare e senza cui
non riesci a vivere.. Perciò grazie a tutti. Ah e anche alla mia
famiglia!”
Non sapevo nemmeno cosa avessi
detto. Probabilmente era stato uno dei miei tanti discorsi insensati in
cui dicevo le prime cose che mi passavano per la testa, tutto quello
che sapevo era che mi sentivo bene e sentivo gli applausi e le urla
mentre prendevo il premio e mi ritiravo nel backstage.
Come sospettavo, trovai Rob ad aspettarmi. Letteralmente a braccia aperte. Sorridendo mesta mi lasciai abbracciare da lui.
“Sono orgoglioso di te..” sussurrò. “Bel discorso..”
“Grazie..” risposi
contro il suo petto. “Ovviamente ogni riferimento a cose o
persone era puramente casuale..”
“Ovviamente!”
acconsentì stando al gioco. Mi diede un veloce bacio e poi
prendendomi per mano tornammo in sala. Le luci erano accese e capii che
si trattava dello stacco pubblicitario.
Tornammo ai nostri posti, ma non
feci in tempo a sedermi che fui assalita. Tutti mi facevano i
complimenti, tutti ci facevano gli auguri, volevano sapere della
bambina, come stessi.. Era assurdo.
Ero andata lì quella sera con una precisa idea di quello che sarebbe successo e invece mi ero sbagliata.
Era piacevole.
Riuscii ad alzarmi in piedi quando
Rob vinse il Best Male Performance per Remember Me. Da una parte ero
felice che lo avesse vinto per quel film, dall’altra ancora mi
ribolliva il sangue nelle vene. Emilie doveva essere nei paraggi,
doveva essere lì anche lei ma non l’avevo vista per
niente. Ed era meglio così.. Meglio per la mia sanità
mentale e per la sua sanità fisica.
D’un tratto immaginai lei e Rob su quel palco. Il Best Kiss.
E se l’avesse vinto lei?’ E se Rob avesse dovuto salire lì sopra e baciare lei?
No, non poteva essere. I nostri fan
non ci avrebbero mai fatto un torto simile. Sapevo bene che c’era
molta gente che preferiva lei e che odiava che stessi con lui ma sapevo
anche che erano molti di più i sostenitori. Dovevamo vincere noi.
Sentii la voce di Rob sul palco e mi destai dai miei pensieri. Che idiota.. mi ero persa il suo discorso..
“.. e infine.. Vorrei
ringraziare una persona molto speciale. Vorrei ringraziare la donna che
amo per ogni momento che vive con me e perché mi sta per fare il
regalo più grande che potessi desiderare. Se sono arrivato fin
qui il merito è anche suo. Perciò Grazie Kristen..”
Rimasi senza parole. I miei occhi
incontrarono i suoi ed ero a bocca aperta. Non sapevo esprimere nemmeno
con uno sguardo quello che stavo provando. Prima che me ne accorgessi
fu di nuovo vicino a me. Mi prese la mano e mi diede un bacio.
“Grazie a te..” sussurrai.
Non avemmo nemmeno un momento per respirare che fu annunciato il Best Kiss.
Iniziai a tremare, ma stavolta per la felicità.
“E il best Kiss va a..”
“HA SCALCIATO!” urlò Rob.
Rimasi di sasso. Si, la bambina aveva scalciato ma.. c’era davvero bisogno di urlarlo così?!
Tutti si girarono verso di noi. Silenzio in sala.
Volevo sprofondare.. Rob mi guardava con aria di scuse. Alzai gli occhi al cielo sospirando.
E ora?
“Benissimo! Allora.. visto
che ha scalciato venite qui a prendere il vostro premio! Il Best Kiss
va a Robert Pattinson e Kristen Stewart!”
Tutto il pubblico scoppiò a
ridere e ad applaudire. Eravamo diventati i buffoni dei Movie Awards e
la cosa mi divertiva quasi.
Non sapevo se ringraziare o
sprofondare ancora di più. Rob scoppiò a ridere e io con
lui. Non sapevo nemmeno perché ma stavamo ridendo. Mi prese per
mano e insieme salimmo quelle scale che un anno prima erano sembrate
tanto diverse. Sorridendo accettammo il premio. Mi misi di fronte a lui
ripensando allo scherzo che avevo giocato a tutti l’anno
precedente.
Silenzio assoluto. Nessuno fiatava. Non volava una mosca.
Rob si avvicinò lentamente,
proprio come avevo fatto io l’anno prima. Poi, un secondo prima
che le sue labbra incontrassero le mie, si chinò e mi
baciò la pancia.
Mi pietrificai. Ok.. era
decisamente impazzito. Iniziai a pensare seriamente che avesse bevuto
prima di uscire. Ma che importava? Ormai era fatta, eravamo lì.
Tanto valeva arrivare fino alla fine. Afferrai il suo viso con le mani
portandolo di nuovo alla mia altezza e attirandolo a me lo baciai.
Sentii il pubblico esplodere in un applauso rumoroso ma non me ne
curai. Continuavo a baciare il mio uomo. Il padre di mia figlia. Troppo
tempo eravamo stati nascosti e ora che potevo mostrare al mondo intero
quanto lo amavo non intendevo farmi da parte. Fu lui a interrompere il
bacio dopo diversi secondi. Fosse stato per me non l’avrei mai
fatto.
“Grazie a tutti!!!” urlò e tenendomi per mano mi tirò a sé per andare dietro il backstage.
“Sei pazzo!” sussurrai eccitata.
“Solo di te!” rispose.
Era stata una serata perfetta,
speciale. Non avrei mai pensato di poter ottenere tanto in tutta la mia
vita. Eravamo stati due pazzi, eravamo stati noi, semplicemente noi.
“Grazie a tutti ragazzi.. per stasera..”.
Eravamo tutti seduti nella hall
dell’hotel ripensando alla serata e a come noi due avessimo fatto
spettacolo. Ridevamo, proprio come i tempi di Twilight, come i vecchi
tempi. Eppure era tutto nuovo. C’eravamo portati a casa anche il
Best Movie e non potevamo desiderare di meglio. Io non potevo
desiderare di meglio.
Mi guardarono chiedendomi spiegazione. “Grazie per stasera. Senza di voi non ce l’avrei fatta..”. Chiarii.
Ci fu un silenzio assurdo. Le
risate si placarono e mi sentii quasi a disagio per quello che avevo
detto poi improvvisamente furono tutti intorno a me ad abbracciarmi e
baciarmi.
Cosa potevo volere di più dalla vita?
Ero felice. Ero davvero felice.
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Capitolo 16 *** Vacanze romane ***
CAP16
Ragazze,
vogliamo ringraziarvi come sempre per tutte le splendide recensioni.
Purtroppo stasera non riusciamo a rispondervi singolarmente
perchè siamo piuttosto incasinate e tutto il resto ma la
prossima volta non mancheremo non temete. ;)
Grazie grazie grazie ...a tutte quante, siete meravigliose. Qst
capitolo è stato diviso a metà perchè altrimenti
era troppo lungo: scriviamo capitoli davvero trooooppo lunghi. Comunque
siamo piuttosto prese con lo studio in questo periodo ma faremo il
possibile per mantenere gli aggiornamenti regolari una volta alla
settimana. Se per caso non dovessimo riuscirci sempre...perdono in
anticipo. per questo mese comunque non dovrebbero esserci problemi.
Vi la sciamo al capitolo...un bacio enorme
Cloe e Fio
CAPITOLO 16 (Cloe)
VACANZE ROMANE
POV ROB
“Io continuo a pensare che
questa sia stata una pessima idea. Non so se l’ho già
detto” Ribadii di nuovo ad alta voce.
Kris alzò gli occhi al cielo. “Sì, lo hai già detto almeno 2500 volte”
“Bene” ribattei sempre
più convinto “Allora te lo dico 2501. Penso che questa sia
stata una pessima idea.”
Il tour promozionale, incinta di otto mesi.
Avrei preso volentieri a testate il
finestrino dell’aereo su cui ci trovavamo in quel momento. Come
potevo averglielo permesso?
Sarebbero potute succedere tante di
quelle cose: incidenti, cadute, abbassamenti di pressione dovuti al
caldo. In fondo era giugno ed eravamo diretti a Roma.
Roma, cioè Italia, cioè sud dell’Europa dove si presumeva si morisse di caldo in quel periodo.
Eppure sembravo l’unico ad
essere vagamente preoccupato delle potenziali catastrofi in agguato.
Tutti, da Kris alla sua ginecologa, sembravano convinti che quei giorni
di trasferta europea non avrebbero fatto male né alla mia
fidanzata né alla nostra piccolina.
In fondo si tratta solo di Roma e Parigi…
Pochi giorni..che vuoi che succeda?
Un cambio d’aria le farà sicuramente bene.
Queste erano solo alcune delle frasi con cui le mie obiezioni erano state prontamente zittite sul nascere.
E ora Kris si trovava seduta qui al
mio fianco, su questo dannatissimo aereo, quando avrei tanto preferito
saperla a casa a letto.
Leggeva una rivista sulla
gravidanza, sorridendo impercettibilmente davanti all’immagine di
tutte quelle donne che, dopo tanta fatica, finalmente tenevano fra le
braccia i loro bambini.
Teneva la cintura di sicurezza allacciata molle sul pancione e si era tolta le converse, massaggiandosi le caviglie gonfie.
Le sfiorai la fronte leggermente accaldata.
“Tutto bene?” domandai.
“Sì, solo il jet lag
credo” rispose legando i capelli in un codino “Mi ha
destabilizzata un po’”
Mi morsi la lingua nel tentativo di non dire quello che avrei voluto dire in quel momento.
“Senti..lo so che muori dalla voglia di dirmi ..Te l’avevo detto io..” disse Kris acida probabilmente notando la mia espressione “Ma evita ti prego.”
Stavo quasi per ribattere quando, per un attimo intravidi un’espressione di dolore attraversare il suo viso.
Mi gelai all’istante.
Ecco, una delle mie peggiori paure si stava per avverare.
“Kris, mio Dio. Ti prego, ti
scongiuro, parlami. Senti delle fitte? Oddio, lo sapevo che sarebbe
successo qualcosa di simile…” Abbassai il capo per
guardarla meglio e notai che mi fissava di rimando, stupita.
Il suo sguardo vagava dal mio
volto, ovviamente ancora paralizzato dallo shock, a quello di Ashley
che si era voltata richiamata dalle mie urla.
Si fissarono per qualche istante e
poi, senza darmi la possibilità di capire che diavolo stesse
succedendo, scoppiarono a ridere.
A ridere…
Kris si teneva addirittura le mani sulla pancia, nel tentativo di frenare le lacrime e Ashley non era certo da meno.
“Amore..” disse alla
fine Kris col poco fiato che le restava in gola “La tua
espressione era..credimi, era impagabile…Io ti giuro, non sto
male. O meglio, mi da solo fastidio l’orecchio”
“L’orecchio?” chiesi confuso.
Lei annuì “Mi capita
spesso in fase di atterraggio. E’ solo dovuto al cambiamento di
pressione atmosferica. Davvero, è tutto ok…”
“Rob ti giuro”
continuò Ashley “la tua faccia… Sembravi uno dei
protagonisti di quei film tragici dove l’aereo ha qualche
terribile guasto e immancabilmente c’è una donna incinta
che deve partorire. Hai presente il tizio che urla sempre
‘C’è un medico a bordo?’”
“Sì certo, molto
divertente..” commentai “Peccato che in quei film la donna
incinta non ci dovrebbe essere..e nemmeno su questo aereo a dire la
verità”
Kris mi colpì al braccio con la rivista arrotolata “Piantala”
In quel momento arrivò Kellan seguito a ruota da Taylor.
“Dove vi eravate cacciati?”
“Oh nulla, davo qualche
lezione a Tay su come si conquistano le hostess…” disse
Kellan “Comunque ci pareva di aver sentito che qualcuno sta per
partorire..”
“Avete sentito male”
disse Kris, con aria alquanto terrorizzata “E’
un’esperienza che preferisco tanto non vivere su un aereo”
“Peccato” continuò il nostro scimmione preferito “Avrei potuto essere utile”
Tutti lo fissammo sconvolti. Era
impossibile credere che Kellan sapesse far nascere un bambino. La sola
idea era ridicola, anzi, agghiacciante.
Specialmente visto che quello era il mio bambino.
“Beh, non guardatemi come se
fossi pazzo!” esclamò “Mio nonno ha una fattoria in
campagna e quando avevo 15 anni lo aiutai a far nascere un
agnellino… Più o meno deve essere la stessa cosa,
credo..”
“Credi male” esclamò nervosamente Kris “io non sono mica una pecora, scusa.”
“Andiamo Kiki” si
intromise Taylor “Io gli avrei dato una mano volentieri. In fondo
in Breaking Dawn ti devo vedere nuda mentre nasce Renesmee, no? Tanto
vale eliminare sin da subito l’imbarazzo.”
Lei rise di gusto “Ah già, giusto. E poi dopo il nostro passionale bacio in Eclipse..”
Taylor le fece l’occhiolino e, involontariamente, la strinsi più forte a me.
Fortunatamente in quel momento le hostess ci richiamarono, invitandoci a sederci ognuno ai propri posti per l’atterraggio.
Non volevo ricordare il malumore
che mi aveva causato vedere girare quella scena. Insomma,
inconsciamente sapevo che era ridicolo provare gelosia di Taylor. Era
un buon amico per Kris, praticamente un fratellino… eppure
secondo me aveva lasciato andare un po’ troppo i suoi ormoni da
sedicenne.
“Siamo gelosi?” sussurrò languida Kris avvicinandosi al mio orecchio.
“Delle mie donne,
ovviamente..” risposi circondandole il pancione con la mano.
“Della mia mammina Kris e della mia piccola Orange..”
“Smettila. Non sarà una Orange” ribatté ridacchiando “Scordatelo..”
“Kris io vorrei ricordarti
che siamo all’ottavo mese. Ci ritroveremo in ospedale con la
bimba tra le braccia senza sapere che nome darle se continuiamo
ad aspettare..”
“Vedrai che lo sapremo”
rispose tranquilla, poggiando il capo sulla mia spalla “Ho una
buona sensazione che succederà qualcosa di positivo in questo
viaggio. Me lo sento.”
“E questa sensazione non prevede che partorirai sul palco del fan event di Roma vero?”
Rise forte “No, mio paparino
apprensivo. Vedo di aspettare la premiere di LA per farmi teatralmente
rompere le acque sul red carpet” mi prese in giro.
“Amore, non scherzare nemmeno” la ammonii sconvolto dal solo pensiero.
Kris prese il mio viso tra le dita
e mi guardò seria “Rob, rilassati. Lo so che sei in
pensiero ma…non accadrà nulla. Non è ancora il
momento giusto, me lo sentirei se fosse così, credimi”
Sembrava serena e tranquilla e decisi di fidarmi. Forse era una cosa che le donne si sentivano.
Si accoccolò meglio.
“Ti prometto che in quel
momento non ci sarà nessun fan event, nessuna premiere, nessun
fotografo e nessuna fan” continuò “Ci saremo solo io
e te pronti ad aiutare nostra figlia a venire al mondo. Come è
giusto che sia…”
Le scostai una ciocca di capelli
dal viso e le baciai le labbra “Sei così forte. E’
incredibile, sei tu che consoli me… Dovrebbe essere il
contrario.”
Non disse nulla, si limitò a strofinare il naso contro il mio collo, inspirando il mio profumo.
“Ti amo” sussurrò ad un certo punto.
“Ti amo anche io” risposi solamente mentre, dopo tante ore, toccavamo il suolo italiano.
“Sei stanca?” Sussurrai accomodandomi al suo fianco al tavolo.
Kris scosse il capo, interrompendo per un attimo la conversazione con Ashley e Kellan e rivolgendomi un sorriso smagliante.
Ero felice che questa volta anche
gli altri partecipassero alla promozione in Europa. Beh, visto che io e
Kris saremmo stati presenti solo al fan event di Roma e a quello di
Parigi ovviamente la Summit aveva dovuto rimediare in ogni modo
possibile. E Ashley e Kellan erano di certo quelli con cui mi trovavo
più a mio agio. E vedere Kris tranquilla e felice mangiare la
pizza al ristorante era…era bellissimo.
Lei era bellissima.
Con quel semplice vestitino bianco che metteva in risalto le sue forme piene.
Al fan event di poche ore prima non
sembrava aver risentito di nulla: né delle urla delle fans,
né del casino, né del pancione che a volte la sbilanciava
in avanti.
Era rilassata. C’era quasi
un’aura di..di magia attorno a lei. Ogni volta che mi ritrovavo
perso a fissarla mi pareva vederla risplendere di luce propria e
brillare come una stella.
Ero così incantato da lei
che, inavvertitamente, spostai la mano, urtando il bicchiere in cui la
cameriera mi stava servendo del vino.
Un po’ se ne versò sulla mia camicia.
“Oh..” balbettò
completamente mortificata “Io..è stata tutta colpa mia. Mi
dispiace tantissimo..”
Cercai di tranquillizzarla ma non
appena capì che mi stavo rivolgendo proprio a lei e che era a
lei che stavo sorridendo, avvampò imbarazzata.
Ok, ormai sapevo che la fama mi
aveva portato a fare quell’assurdo effetto alle donne ma la cosa
ancora mi metteva un po’ a disagio francamente.
“Sono stato io, davvero” cercai di tranquillizzarla. “Non ti preoccupare”
“O.ook” rispose
flebilmente, probabilmente tentando di ricordare come si facesse a
parlare inglese. Insomma, era ridicolo. Potevo essere Robert Pattinson
ma..ma ero anche sempre e solo Rob.
“E’ che il mio capo mi licenzia in due minuti se lo scopre..”
“Allora facciamo che rimane
un segreto tra di noi..” La sentii trattenere il respiro al mio
ennesimo sorriso. Smisi immediatamente, non volendo procurarle un
infarto.
Ma che aveva di così speciale quel mio cavolo di sorriso?
“Gr..grazie..”
sussurrò timida, tirando fuori un blocco e una penna “Mi
chiedevo se magari..se per te non era un problema farmi..”
Oh …voleva un autografo.
“Ma certo” risposi tranquillo “Come ti chiami?”
“Letizia..” sussurrò emozionata
Iniziai a scrivere: A Letizia, ti auguro di avere clienti meno sbadati di me. Un bacio Rob.
Mi sorrise grata e, dopo avermi tamponato la camicia col tovagliolo, se ne andò porgendomene uno pulito di carta.
“Ehi Rob” mi prese in giro Kellan “hai fatto colpo con la bella italiana”
Non capii di che parlasse
finché non mi fece un gesto del capo indicando il tovagliolo
e..e quello che c’era scritto sopra.
Un numero di telefono.
Voltai rapido il capo verso Kris
che, però, sembrava troppo assorta nella conversazione con Ash
per accorgersi di alcunché.
Passai il tovagliolo a Kellan “Magari a te interessa…”
A me di certo no. Io avevo Kris, la
nostra bambina e..e la cosa assurda era che quella ragazza doveva
esserne a conoscenza. Insomma, tutto il mondo lo era. E nonostante
questo aveva comunque provato a..
Scacciai il pensiero, contenta che
Kristen non avesse visto nulla. Si sarebbe infuriata e, probabilmente,
la testa di quella povera ragazza non sarebbe rimasta sul suo collo
ancora a lungo.
Cercai di rimanere freddo e
scostante con la cameriera per tutto il resto della serata e, quando
finalmente ci ritrovammo in hotel, non potei fare a meno di tirare un
sospiro di sollievo. Finalmente sarei riuscito a trovare un po’
di pace.
L’unico tasto dolente era
Kris. Sembrava essere entrata improvvisamente in modalità
mutismo e ogni volta che le chiedevo cosa avesse rispondeva con un
semplice “Va tutto bene”
Sperai che fosse solamente stanca e
arrivai anche a crederci quando la trovai profondamente addormentata,
una volta finito di fare la doccia. Mi sdraiai sotto le coperte al suo
fianco e anche io, stremato dalla giornata, mi addormentai cadendo in
quello che credevo sarebbe stato un sogno ristoratore.
Credevo.
Clic.
La luce dell’abat-jour mi
fece aprire gli occhi di scatto ma si spense di nuovo talmente
velocemente che, per un istante, credei di essermela solamente sognata.
Richiusi le palpebre, desideroso di
ritornare nel mondo dei sogni il più in fretta possibile, quando
intravidi un altro flash.
Ok..stavo impazzendo e iniziavo ad avere allucinazioni visive visto che Kris era immobile e sembrava addormentata?
D’un tratto la sentii muoversi al mio fianco, sbuffando sonoramente.
Allora non stava dormendo, dopotutto.
Non appena il mio cervello
registrò il fatto che Kris fosse ancora sveglia a
quell’ora certamente tarda, mi voltai preoccupato.
Che avesse delle contrazioni?
Che non si sentisse bene?
Che avesse la nausea?
Ok, cercai di ripetermi mentalmente.
Stai calmo. Forse semplicemente non riesce a prendere sonno. Le è capitato spesso durante la gravidanza.
“Kris?” le domandai al buio “Kris va tutto bene?
“Mmmmm” Fu la sola ed unica risposta che ottenni.
“Non riesci a dormire?”
“No, mi sembra ovvio.”
“Ma sei stata tu ad accendere la luce prima?” continuai cercando di rompere il mutismo della mia fidanzata.
Non rispose e così decisi di agire io. Accesi la luce del mio comodino e mi voltai a guardarla.
“Kris io..”
“Oddio Rob, certo che sono
stata io ad accendere quella cavolo di luce. Chi volevi che fosse,
scusa? Il fantasma formaggino?” sbottò roteando gli occhi
lucidi verso il l’alto.
Aspetta… Lucidi…??
“Amore, piangi?” domandai preoccupato, sentendo una morsa improvvisa allo stomaco.
Lo sapevo, lo sapevo che c’era qualcosa che non andava.
“Kris, per favore ti prego, ti scongiuro..stai male? Ti imploro dimmi se c’è qualcosa che non va..”
Lei prese un profondo respiro e si voltò, dandomi le spalle.
“Mi sento bene, non
preoccuparti. La bambina è ok..lo capirei se ci fosse qualcosa
che non va. Sono solo stanca…”
“Ok..” balbettai poco convinto.
Avrei voluto dirle che era normale
che si sentisse così. Che nelle sue condizioni sarebbe dovuta
restare a casa tranquilla a riposare ma..ma forse tirare fuori
quell’argomento ora sarebbe stato controproducente.
Decisi di agire.
Spensi la lucina e mi rinfilai
sotto le coperte. Intrecciai le gambe alle sue e la circondai con un
braccio proprio sotto il seno, facendo aderire la sua schiena contro il
mio torace. Col pollice tracciai cerchi immaginari sulla pelle tesa del
suo ventre, finché non sentii un punto più duro del resto
e un colpetto provenire dell’interno.
Non potei trattenere un sorrisino, mentre immergevo il naso tra i capelli di Kris, respirando forte il suo profumo.
Quello per me era il paradiso in
terra. Stare lì, abbracciato alla donna che amavo, riuscendo a
sentire mia figlia muoversi sotto le mie dita era qualcosa
di…inspiegabile.
Era la felicità più piena e completa.
E non mi importava nemmeno di non
poter fare l’amore con lei. Certo, era difficile resisterle a
volte, specialmente in momenti come questi, quando eravamo soli, al
buio, il suo corpo mezzo nudo così vicino al mio…
La mia mano si intrufolò
meglio sotto la sua canottiera, fino a sfiorarle il seno
decisamente più prosperoso di una volta.
“Sei così bella.” Sussurrai mordicchiandole il lobo dell’orecchio “Dio quanto sei bella..”
Ok decisamente il mio cervello era
partito verso pensieri molto poco casti e, anche se non avessimo potuto
andare fino in fondo, avremmo sempre potuto passare la notte tra baci e
carezze.
Non protestò e io continuai a massaggiarla piano, fino a che non la sentii rabbrividire.
“..e sei così morbida..” continuai.
Si bloccò in meno di mezzo secondo.
Era ferma, dura e rigida come una statua.
Scostò la mia mano con forza
e allontanò le gambe dalle mie non senza avermi prima tirato un
‘accidentale’ calcio al ginocchio.
“Ahi..” mi lamentai massaggiandomelo.
“Scusa Rob” disse acida “Non l’ho fatto apposta. Ora se non ti dispiace dormo. Ho sonno..”
Anche se aveva affondato il volto
nel cuscino riuscii comunque la sentire la sua voce incrinarsi mentre
pronunciava le ultime parole.
Non riuscivo a capire cosa avessi detto o fatto per farla stare così ma, di una cosa ero certo. Era stata colpa mia.
Accesi nuovamente la luce e mi
chinai su di lei, tentando di scostarle i capelli dal volto ma, come
risultato ottenni solo che affondasse ancora di più il viso nel
cuscino ormai, quasi certamente, bagnato dalle lacrime.
“Amore, ti prego” la
implorai sull’orlo della disperazione “ Io..non so che
succede. So solo che agitarti così fa agitare anche la
piccola…Volevo solo farti un po’ di coccole…”
“Non è per le coccole.
E poi, a dirla tutta, a me quello agitato stasera sembravi
tu…” riuscii a malapena a capire il suo mugolio soffocato
dalla stoffa.
Io? Agitato?
Scandagliai con la mente la serata
appena trascorsa, ma non trovai nulla che mi facesse credere di averla
in qualche modo ferita. Avevamo cenato, chiacchierato con gli altri. Ci
eravamo divertiti insomma, anche se, effettivamente avevo notato che
era un po’ strana.
Ma pensavo fosse solamente la stanchezza.
“Kris, io non capisco..” ammisi.
Lei si voltò di scatto mettendosi supina e passandosi una mano tra i capelli, esasperata.
“Certo che non
capisci..perché sei uno..uno…” sembrò
concentrarsi per riuscire a trovare un termine abbastanza brutto per
definirmi “..sei uno zuccone, ecco.”
Scacciò una lacrima con
prepotenza dalla guancia e aggiunse in un soffio, quasi imbarazzata:
“Potevi evitare di dare corda a quella..”
Oh…oh cavolo.
La cameriera, il tovagliolo, il numero di telefono..
“Nega dai” mi
sfidò “Credi che sia così cieca da non vedere?
Chissà quante altre volte mi hai mentito sulle tue
corteggiatrici. Chissà quante proposte indecenti ricevi ogni
volta che metti piede fuori di casa e io…”
Sbuffò.
Fissai per un istante il suo
musetto triste e arrabbiato e, per quanto vederla con le lacrime agli
occhi fosse una pugnalata ogni volta, non potei trattenere un risolino
di fronte alla gelosia della mia mammina.
“Ma che bravo!”
sbottò lanciandomi un’occhiata assassina
“Complimenti. Ridimi pure in faccia, calpesta i miei sentimenti,
fammi sentire una…”
Bloccai il suo flusso assurdo di
parole posando le labbra sulle sue. In un primo momento la sentii
riluttante ad acconsentire al bacio ma poi, mi bastò una lieve
pressione, per convincerla a lasciarmi libero accesso alla sua bocca.
Pian piano si rilassò…le mani abbandonate tra i miei
capelli.
Mi scostai quel tanto che bastava per permetterci di respirare.
“Sei scorretto…non vale, io stavo parlando..” protestò, piegando le labbra verso il basso.
“Kris..ma seriamente.”
Risposi “Io voglio sposarti, voglio costruire una famiglia
con te, voglio..voglio passare ogni singolo minuto della mia esistenza
con te e nostra figlia. Pensi davvero che potrei guardare
qualcun’altra?”
Scosse il capo, distogliendo lo
sguardo dal mio “No, io lo so che ci ami. E’ solo che tutte
quelle belle ragazze ai tuoi piedi e invece io mi sento…ma che
ne so..una balena?”
“Pensavo che fossi orgogliosa del tuo pancione..”
“E lo sono” rispose
“Non sai come sto..elettrizzata e felice di portare dentro di me
la nostra bimba ..E’ solo che..oddio Rob, a volte non so che mi
succede. Mi viene da piangere e nemmeno so perché.”
Asciugai una lacrima silenziosa che
solcava il suo viso con le mie labbra. “Penso..penso che sia
normale sentirsi così Kris. La gravidanza ha un po’
scombussolato i tuoi ormoni.. Ma vedrai che quando saremo di nuovo a
casa nostra saremo più tranquilli.”
“Quindi non pensi che sia un’insopportabile frignona?” borbottò a mezza voce
Le sollevai il mento , incontrando
i suoi smeraldi verdi. “Tu sei la mia insopportabile frignona e
non ti cambierei con nessun altra nell’ universo. Intesi?”
Annuì abbozzando un sorrisetto.
La mia mano si posò sul suo ventre e, proprio in quell’istante, sentii provenire uno strano movimento.
“Era la bambina?” domandai alzando un sopraciglio.
Kris scosse il capo divertita “No, quello era il mio stomaco. Ho fame…”
Lanciai una rapida occhiata alla sveglia, preso da una nuova idea che si era formata nella mia mente.
Le 11 e 30. Non era poi così tardi, dopotutto.
Mi alzai e iniziai a vestirmi velocemente. Kris mi guardò curiosa.
“Ma che diavolo fai?” domandò.
“Mi sembra logico, no? Le mie donne hanno fame e non riescono a dormire, perciò provvediamo..”
“Ma, no. Dai non fa nulla..” cercò di obiettare.
La zittii aiutandola a mettersi
seduta “Shhh. Madamigella le va un bel gelato al cioccolato con
doppia porzione di panna montata?”
Kris annuì felice e io mi beai finalmente, del suono della risata sulle sue labbra.
Le diedi una mano a infilarsi
i jeans le infradito ed una giacchetta e, dopo qualche minuto,ci
ritrovammo insieme a passeggiare per le vie del centro di Roma.
Camuffati con cappellino e occhiali da sole sperai seriamente di non essere riconosciuti. Non quella sera per lo meno.
Volevo poter dare a Kris almeno una serata normale.
In cui non eravamo Robert Pattinson
e Kristen Stewart, quelli di Twilight, quelli che forse stavano insieme
o forse no, o qualunque altro soprannome ci avessero mai
affibbiato nel corso di quegli anni.
Eravamo solo noi, Rob e Kris. Una coppia normale a passaggio con la loro bambina.
Comprai due gelati e tornai dalla mia piccola, che mi aspettava un po’ in disparte dal resto della gente.
Le presi la mano e, insieme, iniziammo a camminare sul lungotevere.
Le luci di Roma illuminavano
l’acqua sotto noi, creando meravigliosi giochi di luce e la luna
piena ci osservava curiosa dal blu profondo dell’universo.
“E’ meraviglioso”
sussurrò Kris ad un certo punto “Quando la gente dice che
Roma ha qualcosa di magico..beh, ha ragione. Riesco a sentirlo
nell’aria”
Mi voltai a fissarla.
Se ne stava li, incantata a guardare l’acqua e le luci, il labbro inferiore sporco di cioccolata.
E non resistetti alla tentazione di baciarla. Mi chinai e assaporai piano la sua pelle dolce..
Sentii le sue labbra tendersi in un sorriso. “La luna è bellissima stasera” sospirò.
“Non se il confronto è con te..” risposi sfiorando il suo naso col mio.
“Ah, ma dai?” mi prese in giro “Adesso citi anche Edward Cullen?”
Annuii sogghignando “Mmmmm,
sì, però..Edward era uno che parlava un po’ troppo
per i miei gusti…”
“Ah sì?” soffiò lei.
“Sì” confermai “Io preferisco agire…”
Piegai il capo e, prima che potesse
dire alcunché, ricominciai a baciarla. Prima piano, con
dolcezza. Poi, sentii il bacio crescere automaticamente
d’intensità e le sue mani farsi strada fra i miei capelli,
spettinandoli.
Senza rendermene conto ci ritrovammo avvinghiati, la sua schiena appoggiata contro il muro, il mio corpo premuto contro il suo.
Le mie dita si intrufolarono tra la stoffa, cercando smaniose un po’ della sua pelle chiara e profumata.
“Rob..Rob..” mi
bloccò ridendo. Si allontanò turbata almeno quanto me
dall’intensità di quel momento. Mi guardai intorno e , per
fortuna, ci trovavamo in una stradina semi deserta.
“Rob ..non vorrei che ci
arrestassero per atti osceni in luogo pubblico. Sai, si presume che
saremo genitori a breve…dovremmo dare il buon esempio.”
Ridacchiò.
Sorrisi e la avvicinai nuovamente a
me. Lentamente percorsi con le dita il profilo della sua gola, del suo
mento fino ad arrivare alla sua guancia.
“Ti amo Kristen Stewart” sussurrai.
Arrossì “Anche io. E grazie..per questa serata. E’ magnifica.”
“Beh..vedi di abituarti.
Perché ho intenzione di stupirti ancora, e ancora, e ancora per
i prossimi 50 o 60 anni che passeremo insieme, sai?
“Me lo prometti? Che
sarà sempre così, che tra noi non cambierà
mai?” sussurrò avvicinandosi nuovamente al mio viso.
“Te lo prometto” risposi serio sotto il cielo di Roma “Insieme, per sempre.”
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Capitolo 17 *** Gioia infinita ***
cap 17
Ragazze!!!
Buongiorno...scusate il ritardo di qualche ora ma ieri sera abbiamo
avuto impegni urgenti che ci hanno trattenute dal postare U___U
Ehm...no in realtà Cloe aveva troppo sonno per capire come fare
e postare in modo corretto, ma sorvoliamo. Purtroppo siamo molto
incasinate e non abbiamo fatto in tempo a rispondere alle recensioni
:(( Sorry ma tanto penso che a voi interessi di più il
capitolo ;)
Speriamo che vi piaccia e vi emozioni come al solito e se è
così...lasciateci tante belle recensioni mi raccomando *.*
*.*
Visto che siamo un po prese magari posteremo tra dieci giorni. Ancora
non sappiamo con sicurezza, ma non preoccupatevi, faremo del nostro
meglio per essere quanto più regolari :)
Un bacione da Cloe e Fio e...ci si rivede in fondo!
Kiss Kiss
CAPITOLO 17 (Cloe)
GIOIA INFINITA
POV KRIS
Guardavo estasiata fuori dal finestrino della Mercedes le luci scintillanti di Parigi.
Parigi…
La città delle luci, la
città dell’amore…Mi sembrava ancor assurdo essere
di nuovo lì con Robert, come due anni prima, come l’anno
prima.
Era come vivere un eterno deja-vu. Era, allo stesso tempo, tutto uguale e…tutto diverso.
Già, diverso.
E la cosa, o meglio, la persona che
lo testimoniava era la piccola bambina che si muoveva come un
pesciolino nella mia pancia, proprio in quel momento.
La piccolina che forse sapeva, o forse no, che il viso del suo papà si trovava proprio a pochi centimetri da lei.
Sorrisi guardando il volto
addormentato di Rob sulle mie gambe. Poverino,doveva essere davvero
distrutto. Non appena eravamo saliti in auto aveva appoggiato il capo
vicino al mio ventre, per calmare la bimba e invece…invece era
crollato lui. In meno di trenta secondi l’avevo trovato bello
addormentato su mio grembo.
Non mi fu difficile immaginare il
motivo della sua stanchezza: io. Era sempre con me, pronto ad aiutarmi,
a soddisfare ogni più sciocco e piccolo capriccio. E poi, come
se non bastasse, si aggiungeva il fatto che non era affatto tranquillo.
Nonostante l’avessi
tranquillizzato sulle mie condizioni di salute io sapevo benissimo
quanto fosse ancora terrorizzato dal ricordo di quello che era successo
a NY, del rischio che io e la bimba avevamo corso.
Ma ora che l’allarme era
rientrato aveva assolutamente bisogno di rilassarsi, di pensare
positivo e di smetterla di passare le ore destinate al suo sonno a
vegliare il mio.
Passai delicatamente le dita fra i
suoi capelli setosi, analizzando minuziosamente il suo profilo
delicato, le labbra piene, le guance leggermente arrossate. Sembrava
quasi un bambino, o un piccolo angelo addormentato.
Un angelo estremamente testardo che
metteva sempre in primo piano me e i miei bisogni.E che, ogni singolo
giorno, faceva di tutto per stupirmi e farmi capire quanto mi amasse.
Proprio come in quel momento.
Eravamo appena usciti dall’intervista a Le grand Journal, dove eravamo stati sottoposti a La boite a question,
esattamente come due anni prima. Rob mi aveva fatta salire sulla
mercedes ed eravamo partiti per una destinazione che solo lui e
l’autista conoscevano.
Guardai nuovamente il paesaggio
che, man mano, si facevano sempre più illuminato. Questo
significava che stavamo rientrando in città, abbandonando la
periferia dove si trovavano gli studi televisivi che avevamo appena
lasciato.
Sorrisi al ricordo
dell’intervista appena fatta, soprattutto ripensando alle
analogie e differenze con la precedente, di quasi due anni
prima…
Questa era stata totalmente diversa. Almeno per le risposte
Cosa preferisci della persona vicino a te?
Questa volta presi al volo l’occasione e risposi prima di lui “I suoi capelli”
Mi guardò accigliato.
“Che c’è? L’altra volta avrei voluto dirlo io ma mi hai rubato la battuta..” dissi.
“Beh
tanto non era quello che volevo dire io..” ribattè e con
un sorriso smagliante posò la sua mano calda sul mio ventre
“La cosa che amo di più di te è la tua
pancia..C’è la cosa più importante per noi li
dentro..”
Arrossi
leggermente: perché doveva dire quelle cose così
terribilmente dolci proprio in diretta tv..lo sapeva che avevo gli
ormoni fuori controllo.
Mi concentrai sulla domanda successiva.
Che cosa non sopporti della persona vicino a te?
Anche questa
volta lo anticipai “Ribadisco..il suo odore. Ancora non riesco a
costringerlo a lavarsi..” Alzai gli occhi al cielo, fingendomi
esasperata.
“Ribadisco..la sua personalità..e i suoi ormoni impazziti..” finì ridendo.
Mi girai
dandogli un leggero scappellotto sulla nuca. Mi scappava da ridere per
quella situazione talmente assurda: ci stavamo comportando come dei
ragazzini davanti a migliaia di persone. Noi, noi sempre così
riservati…
Facemmo
ovviamente di nuovo sfoggio della nostra scarsa cultura europea,
ribadendo che l’unica cosa che conoscevamo del presidente
francese era il nome…e il fatto che avesse una moglie carina.
A quell’affermazione Rob si beccò un’altra occhiata assassina.
Potreste innamorarvi nella vita reale?
Entrambi ci
guardammo e, dopo che Rob ebbe lanciato una veloce occhiata al
mio pancione, mi prese la mano e scoppiò a ridere.
“Beh, direi di sì..” mormorò sogghignando
Lo seguii a
ruota. Questa volta non avevamo bisogno di strani pulsanti per evitare
la domanda. Questa volta potevamo essere sinceri.
Conoscete delle parolacce in francese?
“Merde” dissi io.
Immediatamente Rob mi coprì la pancia con le mani “Ehi..ci sono dei minori nella stanza!”
Che cosa volete assolutamente vedere mentre siete a Parigi.
Questa volta fu Rob a parlare per primo “Beh non lo posso dire..perchè è una sorpresa per Kristen..”
Lo fissai immediatamente stupita e sconvolta. Stava scherzando o..
Ammiccò nella mia direzione.
“Beh..allora
voglio andare assolutamente a vedere la mia
sorpresa…”risposi. Se non ne aveva davvero una questa
volta si era fregato da solo.
Kris, chi è il più sexi? Zac Efron o Robert?
“Eeeee”
feci finta di pensare “Direi Zac..assolutamente. Cioè,
quel fisico, quei pettorali…non cè paragone..”
terminai trattenendo a stento le risa e vedendo Rob lanciarmi uno
sguardo alla dopo –me- la paghi.
E il dopo venne alla domanda sulla tecnica per un ottimo bacio.
“Beh..ho cambiato opinione riguardo a come baciare Kris..” sussurrò languido avvicinando il viso al mio.
“Rob ..che cavolo fai..?” domandai a fior di labbra .
Non rispose. Continuò ad avvicinarsi, finchè le sue labbra non si posarono sul lobo del mio orecchio. Rabbrividii.
Scese lentamente, lasciando una scia di baci lungo la mia mascella, fino ad arrivare all’angolo della mia bocca.
In quel momento
non capivo più nulla. Non sentivo la presenza delle telecamere,
delle persone intorno a noi, solo…solo il reespiro di Rob che si
mescolava al mio.
Schiusi la bocca e…
“Beh, ripensandoci, forse questo non è il luogo più adatto per mostrarvelo…”
E si staccò la sciandomi li, mezza sconvolta per la sua vicinanza a fissare il vuoto come un’idiota…
“Kris?” mi chiamò piano, riscuotendomi dai miei pensieri “Perché stai sogghignando?”
“Oh niente. Pensavo”
risposi “Piuttosto tu..sei crollato come una pera cotta. Non
possiamo semplicemente andare in hotel? Sei distrutto”
Carezzai ancora i suoi capelli e
lui chiuse gli occhi beandosi del mio tocco. Spostò il volto di
lato così che le sue labbra potessero sfiorare la stoffa che
ricopriva il mio ventre rigonfio.
“Si muove tantissimo..” borbottai
Sorrise “Lo so, la sento anche io.”
E poi iniziò a parlare con
lei “Ciao piccolina di papà. Lo sai quanto ti amo?E adesso
porto te e la mamma a cena in un bel posto…”
Da dentro di me provenne un
calcetto, come se in qualche modo nostra figlia stesse cercando di
rispondergli che sì, lei era felice di fare qualunque cosa il
suo papà le dicesse.
“Rob, possiamo cenare in hotel..”
Scosse il capo e, dopo aver posato un ultimo bacio sulla mia pancia, si alzò e si rimise seduto al mio fianco.
“Assolutamente no. Voglio
portarti in questo posto e ci andremo costi quel che costi…E so
per certo che anche tu ci vuoi andare”
Alzai il sopraciglio confusa e non
capii dove mi stesse portando finchè non ci ritrovammo ai piedi
della…della Tour Eiffel.
Prima che potessi dire qualunque
cosa Rob uscì dall’auto e, molto galantemente, mi
aprì la portiera sostenendomi con il braccio nel mio goffo
tentativo di muovermi.
Parlò velocemente con l’autista che, dopo qualche secondo, ripartì e scomparve.
“Madame” disse in un sussurro al mio orecchio “Se vuole seguirmi…”
Mi prese a braccetto e molto lentamente ci avviammo verso uno degli ingressi della torre.
“Ma ..ehm..non facciamo la fila?” domandai un po’ scioccamente
“Direi di no. Abbiamo un’ entrata speciale…”
E così ci ritrovammo
all’interno della struttura, a salire verso l’alto, mentre
tutta Parigi si faceva sempre più piccola sotto ai nostri occhi.
Inconsciamente mi aggrappai al braccio di Rob.
“Ehi..chè c’è? Hai paura?”
Scossi il capo “No, è solo l’altezza credo. Ma con te non ho paura di nulla.”
Ci scambiammo un rapido bacio e poi
dissi:”Rob io adoro la Tour Eiffel ma…ma conoscendoti hai
organizzato qualcos’altro. E voglio saperlo…ti
prego..”
“Non implorare” rise “Non serve. Siamo arrivati”
In quell’istante le porte si aprirono rivelando un luogo in cui, Rob aveva ragione, non ero mai stata.
“Ma questo è il ristorante. E’ il ristorante in cima alla torre!” esclamai felice.
Non ci potevo credere. Ero certa di
avergliene parlato soltanto una volta, tantissimo tempo prima e per
puro caso. Avevo detto a Rob che quando ero stata a Parigi con i miei
genitori da bambina non ci ero potuta venire. Mi avevano lasciata in
hotel con la babysitter, dicendomi che quello non era un luogo adatto
ai bimbi piccoli.
E io ci ero rimasta così
male che in qualche modo, cenare lì era uno dei pochi sfizi che
nella vita, una volta o l’altra, mi sarei voluta togliere.
“Te..te ne sei
ricordato..” sussurrai trascinandolo contro di me, senza smettere
di guardarmi in giro “E’ splendido. Davvero, hai esaudito
una mia fantasia segreta sin da quando avevo sei anni. Così
bello, così elegante, così…vuoto?”
Improvvisamente venni colpita da quella verità.
Era venerdì sera. Com’era possibile che ci fossimo solo noi due?
“Rob, non avrai…?” iniziai colta da un improvviso più che fondato sospetto.
“Beh, diciamo che a volte
essere famoso ha i suoi lati positivi?” domandò abbozzando
un mezzo sorriso “Dai Kristen non ti arrabbiare. Volevo che
fossimo solo noi due, senza sguardi indiscreti, senza persone che
muoiono dalla voglia di chiederci una foto. Non lo vuoi anche tu?”
Ecco, adesso si metteva a farmi gli occhi da cucciolo e il suo sorrisetto da infarto per non farmi protestare.
E io…io ovviamente ci cascai come una pera.
Affondai il viso nel suo petto
senza riuscire a smettere di sogghignare come una stupida. Oh Dio, a
volte era imbarazzante l’effetto che riusciva a farmi.
Entrammo mano nella mano nel locale
e, dopo aver parlato con un maitre ovviamente elettrizzato di avere li
a cena Kristen Stewart e Robert Pattinson, ci accomodammo ad un tavolo
vicino alla vetrata principale.
Parigi al tramonto come cornice per la nostra cenetta romantica. Cosa avrei mai potuto chiedere di più dalla vita?
Mangiammo lentamente, gustando le
piccole e raffinate porzioni che mano a mano ci portavano, godendo
semplicemente del tempo che potevamo passare insieme, senza
interferenze da parte di qualcuno.
Erano così rari momenti del genere nella nostra relazione.
Lo erano sempre stati.
Era quasi mezzanotte quando Rob mi
prese la mano e, dopo avermi aspettata mentre facevo un giro veloce
alla toilette delle signore,mi condusse verso l’uscita. Avrei
voluto protestare, avanzando la pretesa di un piccolo dolce che, per
quanto sembrasse impossibile, avrebbe trovato ancora spazio nel mio
stomaco , ma poi vidi che non ci saremmo diretti verso il basso.
Riprendemmo l’ascensore e,
questa volta, ci ritrovammo fin sulla cima. Gli ultimi turisti si
avviavano verso le uscite e nessuno ormai poteva più salire.
Doveva essere finito ormai l’orario di accesso alla struttura.
Intravidi con la coda
dell’occhio Robert fare un gesto col capo ad uno degli
addetti ai biglietti e questo rispondere pronto al suo gesto.
Alzai gli occhi al cielo mentre uscivamo nell’aria fredda del terrazzo esterno.
“Un giorno mi spiegherai seriamente come fai a corrompere chiunque nell’universo.”
Fece teatralmente il gesto di
chiudersi le labbra “Non posso rivelare i miei segreti ma..io e
Sarkozy siamo intimi amici.”
Risi forte “Mmmm, certo. Sono
sicura che si rivolga a Robert Pattinson ogni volta che ha una
questione di stato da risolvere..”
“Beh no”
continuò abbracciandomi da dietro e stringendomi fra le sue
braccia calde “In effetti se devo essere sincero di solito tratto
direttamente con Carla Bruni…”
Gli tirai scherzosamente una gomitata, cercando di divincolarmi.
“Eddai mammina gelosa. Sai
che per me ci sei solo tu..” sussurrò mordicchiandomi il
collo e facendomi il solletico
“Sarà meglio per te, o presto diventerai paparino castrato, credimi…” lo presi in giro.
Ridemmo insieme mentre guardavamo la città luminosa sotto di noi.
Rabbrividii.
“Hai freddo?”
Scossi il capo “No, è
solo che…toglie il respiro.” Arrossii “E poi..beh, a
dire la verità ho una voglia di..”
“Di…me?” domandò stringendomi di più.
Non riuscii a trattenermi dal
roteare gli occhi “Veramente stavo per dire che ho voglia di
qualcosa di dolce. Però si..beh ho anche voglia di te, se
è per questo..” ammisi leggermente imbarazzata.
Rob sorrise e poi frugò nella tasca della giacca.
“Li ho presi stamattina al bar del nostro hotel” disse porgendomi due cioccolatini.
“Che belli. Sono quelli con le frasi d’amore” dissi scartando il primo e leggendo ad alta voce “Omnia vincit amor..Beh, vecchia ma sempre attuale devo dire..”
Mi gustai a fondo il cioccolatino ripieno di crema alla nocciola, prima di scartare il secondo.
Lessi attentamente. “ To get the full value of joy you must have someone to share it with."
Non sapevo nemmeno io perchè
ma..ma non appena avevo pronunciato quelle parole avevo percepito
qualcosa di strano dentro di me. Come se mille farfalline avessero
iniziato a svolazzare nel mio stomaco e, cosa ancora più strana,
la bimba aveva scalciato forte. Tanto, tanto forte. Come se volesse
farmi capire qualcosa.
"Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla."rilesse Robert.
Improvvisamente i suoi occhi si accesero di una strana luce. Grandi, brillanti ed eccitati mi fissavano emozionati.
“Che c’è?” domandai
“Kris..l’abbiamo..l’abbiamo
trovato..è..è perfetto..” balbettò. Prese un
profondo respiro e continuò. “Qual è la nostra
più grande gioia? La più grande gioia che noi
condividiamo?”
Mi portai immediatamente le mani sul pancione “Questa piccolina, ovvio. Ma Rob io..”
E mi bloccai, mentre il significato
di quelle parole penetrava lentamente dentro di me. E, immediatamente
capii: quello che avevo sentito leggendo quelle parole, quello che
voleva dirmi Rob.
“Vuoi dirmi che ..che lei
è la nostra Joy..la nostra piccola Joy?” domandai, ancora
sconvolta da quell’improvvisa presa di coscienza.
Era sempre stata lì davanti
ai nostri occhi. Quante volte avevamo detto che lei era il dono e la
felicità più grande che potessimo avere? Quante volte
avevamo pensato a lei come alla nostra “gioia”
accarezzandola?
E ora..era bastato un cioccolatino a farcelo capire.
“Joy..Joy Pattinson” disse Rob.
Mi beai del suono di quel nome che presto sarebbe stato nostra figlia.
Non riuscii a trattenere una lacrima che scivolò dall’angolo del mio occhio.
“E’ perfetto..”
Non c’erano altre parole per descriverlo “Te l’avevo
detto che lo avremmo capito al momento giusto…”
Mi bacò la guancia,
asciugando la gocciolina salata “Tu hai sempre ragione amore mio.
Però..penso che dovremmo chiederlo alla diretta
interessata..”
Sì abbassò in modo da
portare il capo precisamente all’altezza del mio ombelico.
“Ti piace il tuo nome..piccola Joy?”
Quasi in risposta arrivo un calcione che mi destabilizzò un poco.
“Tutto bene?”
Annuii felice “Direi che le piace..”
Ritornò alla mia altezza e
mi fece volteggiare tra le sue braccia. Non riusciva a smettere di
ridere, entusiasta e felice di quel momento.
“Ti amo ti amo ti amo ti amo
ti amo…” continuava a dire “E amo te piccola
principessa di papà..”
“E noi amiamo te Rob”
risposi “ma se continui così vomiterò tutta la
costosissima cena che ho appena mangiato “
Mi rimise con i piedi a terra senza, però, lasciarmi andare.
“Sono felice sai? Che domani
torniamo a casa nostra..” disse “Potrei dipingere il suo
nome sulla parete della cameretta ora che abbiamo deciso, oppure
comprare degli stencil e decorare il lettino con tante piccole
‘J’, oppure…”
Arrestai il suo flusso di parole,
bloccandogli le labbra con le mie dita “Non c’è
fretta. Ci penseremo poi. Io sono sicura che anche a lei basta solo
tornare a casa con mamma e papà.”
Si aprì in un enorme sorriso. “Allora, io te e la piccola Joy..a a casa finalmente..”
“A casa” confermai. Anche se in cuor mio sapevo che, fra le sue braccia, io e Joy saremmo sempre state a casa.
“No..no..no” borbottai “No, no..no!”
Immediatamente Rob fu al mio fianco, precipitandosi fuori dal bagno.
“Che succede?” domandò preoccupato.
“Mmmmm” mormorai “Niente, stai calmo. Ma forse non dovevo sceglierlo rosa questo vestito”
Tornai a guardare il mio riflesso sul grande specchio della nostra camera da letto.
Era arrivata finalmente: la sera
della premiere di Eclipse. Il che , per me, significava solamente due
cose: fotografi e domande.
Gemetti piano al solo pensiero e
per un istante mi chiesi perché fare l’attrice
comprendesse anche dover sopportare certe torture. Sbuffai sonoramente,
consapevole che la celebrità era parte del gioco…una
parte che avrei volentieri evitato.
Specialmente se comprendeva dover
camminare su un tappeto rosso, sotto il caldo di LA, incinta di 8 mesi,
con un vestito che , per quanto bello e raffinato, non sarebbe riuscito
a mascherare le tue forme non proprio longilinee.
Non che ci fosse qualcosa che non
andava ma…non lo sapevo nemmeno io. Semplicemente avrei tanto
preferito poter stare a casa a mangiare patatine guardando un vecchio
film in tv, piuttosto che andare la fuori.
“Tu dici che mi sta bene..il vestito intendo?” domandai concentrando la mia attenzione su Rob.
Era…beh, splendido sarebbe stato riduttivo.
Un dio greco sceso a farsi un giro per le strade di LA: ecco quello che mi sembrava in quel momento.
Lo smoking nero fasciava la sua
figura perfetta e longilinea e i suoi capelli…cielo quei capelli
spettinati che qualunque donna avrebbe pagato oro per poter accarezzare.
“Ehi..frena gli ormoni e asciuga la bava Kiki” mi prese in giro notando il mio sguardo, evidentemente, assatanato.
“E tu smettila di sorridere così allora..” ribattei.
“Così come?”
domandò innocentemente arcuando ancora di più le
labbra.”Kris..ho un orda di ragazze in preda ad una crisi
ormonale da accontentare stasera..compresa la mia fidanzata a quanto
pare. Non posso smettere di sorridere..”
“Si, si bravo” lo
minacciai “Un sorriso di troppo e finisci a dormire sul divano
finchè Joy non è maggiorenne. Comunque..dicevamo del
vestito. Tu che ne pensi?”
La cosa che mi convinceva di meno era il colore. Rosa.
Sì, era un rosa estremamente
pallido e comunque l’abito era piuttosto morbido e svolazzante da
sembrare quasi bianco ma…
Non ero comunque certa di essere il tipo di ragazza a cui donava il rosa.
“Mi piace come ti sta questo
colore” disse Rob quasi sapesse esattamente quello che avevo
bisogno di sentirmi dire “A me tu piaci sempre ma stasera sembri
più eterea…così assurdamente bella..”
Arrossii baciandogli la guancia e
abbracciandolo “Grazie. Temevo di sembrare più una pallina
di gelato alla fragola..ma tu sai sempre cosa dire per farmi stare
meglio invece.”
Sorrise e mi strinse, aiutandomi così a scendere al piano di sotto.
La limousine dai vetri scuri ci
aspettava già fuori dal cancello e in men che non si dica mi
ritrovai seduta nei sedili di pelle posteriori, mano nella mano con Rob.
Mi sembrava che tutto corresse
velocissimo. Il tempo, le strade stranamente senza troppo traffico.
Tutto scivolava via così velocemente che, prima che potessi
davvero avere il tempo di riflettere, eravamo pronti per affrontare il
red carpet.
O meglio, Rob era pronto.
Io…non ne ero del tutto certa.
Insomma, da un lato era solo un red
carpet, questo lo sapevo. Ne avevo affrontati tanti nella mia carriera.
Si sorrideva, si rispondeva a qualche domanda dei giornalisti e si
entrava alla proiezione.
Dall’altro lato
però…una parte di me sentiva che quello non era un
semplice red carpet. Era il primo red carpet della saga dove potevamo
essere veri. Dove potevamo essere noi stessi. Dove non ci sarebbe stato
nessuno a ordinarci cosa dire, cosa fare, cosa..negare.
Era finito il tempo per negare, per nasconderci.
Quelli che avrebbero camminato li
fuori, quelli che si sarebbero guardati davanti ai fotografi
innamorati, desiderosi di passare una vita insieme, non erano solo
Edward e Bella.
Erano anche Robert e Kristen.
“Amore?” mi chiamò Rob “Amore..dovremmo uscire..”
Intravidi fuori dall’auto uno degli addetti, pronto ad aprire la porta dell’auto.
“Sicura che sia tutto ok?” continuò
Annuii “Sì..solo, non
so. E’ come se sentissi che questa è la sera che
cambierà tutto..ma non lo so Rob..sono solo nervosa.”
“Non esserlo” disse prendendo la mia mano nella sua “Ci sono io con te.”
Presi un profondo respiro e, insieme, scendemmo dall’auto.
E fu…un boato.
Grida, strilli, flash accecanti.
Questo era l’universo di Twilight, che lo amassi o lo odiassi..era così.
Il mondo in cui, da quasi tre anni a quella parte, ero stata catapultata dentro.
Rob non lasciò mai la mia
mano mentre ci mettevamo in posa per i fotografi e io, grazie al suo
tocco magico, stavo iniziando a rilassarmi.
Ebbi a mala pena il tempo di salutare Taylor e gli altri da lontano, prima di essere catturata da quegli squali dei giornalisti.
E, ovviamente, le prime domande non c’entravano assolutamente nulla con il film.
“Kristen..Kristen, come ti senti ora dopo i problemi di salute della primavera scorsa?”
“Molto meglio. Ora sia io che
la piccola stiamo bene, grazie”risposi, desiderando
istantaneamente mordermi la lingua. Capii di aver fatto un grossissimo
errore. Avevo detto piccola..non piccolo.
“Ci stai forse dicendo che ci sarà presto una bimba in casa Pattinson- Stewart?”
Guardai Robert per chiedergli il muto permesso di continuare e lui mi sorrise.
“Sì, sarà una femminuccia..” confermai.
“Rob sei felice o avresti preferito un maschietto?”
“In realtà
all’inizio la sola cosa importante era che fosse sano e forte. Ma
se devo essere sincero..sono incredibilmente emozionato che sia una
bimba. E spero che assomigli alla mamma” aggiunse.
“E avete già scelto il nome?”
“Beh…sarà un
nome che trasmetterà gioia e serenità” rispose
criptico carezzandomi il pancione“Visto che questo tesoro
è la nostra gioia più grande..”
“E a proposito di tesori..” a quella domanda la giornalista mi rivolse uno sguardo strano “Ci
vuoi forse dire che l’anello che sfoggi stasera è la
conferma a tutte le indiscrezioni su un vostro possibile
matrimonio?”
Non sapevo proprio cosa dire. Non mi sentivo pronta a confessare anche quella novità ad essere sincera.
Fortunatamente l’addetta
stampa della summit decise, proprio in quel momento, che avevamo
già parlato troppo della nostra vita personale e che bisognava
riportare l’attenzione sul film.
Basta domande personali, era una frase che avrei amato per sempre.
Fu proprio mentre rispondevamo ad
alcune domande sugli effetti speciali e sul lavoro in palestra che la
maggior parte degli attori aveva dovuto svolgere per alcune scene, che
iniziai a sentirmi…stanca.
Un leggero dolorino mi tormentava la schiena e il basso ventre, rendendomi quella posizione in piedi estremamente fastidiosa.
La dottoressa mi aveva detto che
era normale sentire certi tipi di fastidi l’ultimo paio di mesi
ma, improvvisamente, mi sentii a disagio, strana.
Per fortuna le domande si
esaurirono in fretta e, dopo qualche altra foto di gruppo con tutto il
cast,entrammo per assistere alla proiezione.
E in quell’istante avvertii
una strana fitta alla pancia. Non era stata fortissima o estremamente
dolorosa, ma era arrivata all’improvviso, inaspettata,
lasciandomi uno strano indolenzimento al basso ventre.
Presi un lungo respiro e mi
avvicinai alla parete, senza staccare lo sguardo da quello di Rob che,
distante appena qualche metro rispondeva alle ultime domande.
Passarono alcuni minuti ed un’altra fitta di dolore mi colpì, costringendomi ad appoggiarmi al muro.
E fu panico.
Poteva..poteva davvero essere il momento?
No, non poteva, non doveva.
Non era il momento.
Joy non era pronta.
Io non ero pronta.
Non lì, non così…non…
“Kris..Kristen, che succede?” Le braccia di Robert mi circondarono la vita.
“Io, non lo so” risposi
sentendo gli occhi pungere e il battito del cuore accelerare
“Io..sono delle fitte..”
“Ogni quanto le hai?” domandò mantenendo stranamente un enorme sangue freddo.
“Non..Rob ma che ne so?” risposi scioccata “Circa sette o otto minuti credo..io..non so..”
“Kris..pensi che..possa essere..ora?”
Rabbrividii alle sue parole.
No, no, no.
“E presto” iniziai a
piangere sentendo le lacrime scendere. Non avevo la forza di fermarle.
“E’ ancora così piccina”
Le mani di Rob circondarono il mio viso. “Andrà tutto bene Kris, guardami”
Ci provai nonostante le lacrime.
“Ora andiamo in ospedale, e qualunque cosa sia…alla fine si risolverà tutto. Ok?”
Annuii, desiderosa di credergli, ma consapevole soltanto di una cosa.
Mia figlia forse stava per nascere.
E decisamente ancora non era il momento.
Allora, due piccole precisazioni :)
La frase che Kris legge nella carta
dei cioccolatini è una citazione di M. Twain, presa veramente
(giuro!) dalla carta dei cioccolatini...ahahah. Fio ne ha aperto
casualmente uno mentre stava al bar e..beh questa frase era perfetta
per spiegare il modo in cui scelgono il nome della piccola. E a
proposito del nome...per noi due la bimba è sempre stata Joy.
Sin dall'inizio tra le certezze che avevamo c'era il nome. Per noi
è estremamente speciale e importante chiamarla così e
ormai, francamente, non riusciremmo a pensarla altrimenti , cosa che si
vede dalle nostre precedenti shot. (se non lo avete ancora fatto
leggerle è d'obbligo U___U ). Quindi che posso dirvi se non....W
JOY!!! Spargete e diffondete il suo nome nel mondo o quanto meno su
efp, perchè ormai Joy è una leggenda!!! Ok, vi lasciamo
sul serio...un mega gigantesco bacio e...alla prossima!!!
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Capitolo 18 *** Falsi allarmi ***
CAP 18
Ragazzeeeeeeeeeeee!!!!
Vi siamo mancate eh?? Dite la verità ^^...lo sappiamo che siete
totalmente incondizionatamente innamorate della nostra storia!! Wooow,
viva la modestia XD. Vi dobbiamo come al solito ringraziare per le
meravigliose recensioni che ci lasciate ogni volta *.* *.* Siete
fantasmagoricamente fantastiche!!! Purtroppo non siamo riuscite a
rispondere neppure qst volta =(( ma l'importante è il capitolo
giusto?? =))) Che tra l'altro è abbastanza lungo, non ce
la siamo sentita di dividerlo. Vogliamo che ve lo godiate tutto insieme
fino alla fine...e che fine..muhamuhamuha..vabbè...
Leggete e enjoy...ci si rivede in fondo!!!!
Kiss Kiss Cloe e Fio
P.S= Tra l'altro siete tutte convinte che Kris stia scodellando Joy li
sul red carpet...hihihihi ora i vostri dubbi saranno tutti risolti.
P.P.S= Ma quanto sarebbe bello se alla premiere di Breaking Dawn Kris avesse davvero il pancione??? *.* *.* *.*
P.P.P.S= In fondo c'è un appello importante. leggete con attenzione please.
CAPITOLO 18 (Fio)
FALSI ALLARMI
POV ROB
In un secondo furono tutti attorno
a noi. Mille domande, mille preoccupazioni e io come un impedito
continuavo a fissare Kristen non sapendo che fare.
“Ragazzi.. non la fate
respirare!” ringhiai a un certo punto e la cerchia attorno a noi
si aprì. Vidi Kristen prendere un lungo respiro socchiudendo gli
occhi. Sembrava fosse passato. ..
“Come va?” chiesi
preoccupato continuando a reggerla. Di tutta risposta continuò a
respirare profondamente e in un attimo si rilassò.
Gli altri erano attorno a noi
lasciando abbastanza spazio per darle aria ma con lo sguardo apprensivo
volevano sapere quello che anche io mi stavo chiedendo.
Mi guardò velocemente annuendo con la testa per farmi capire che era passato.
“Forse.. forse era solo una
fitta. È passata. Non può essere il momento. Manca ancora
un mese.. La bimba non è pronta..”
Le carezzai il viso non sapendo
cosa rispondere ma proprio quando sembrava essersi calmata,
un’altra fitta la percorse costringendola ad aggrapparsi ancora
più forte a me. Era totalmente appoggiata a me. Quando un suo
lamento doloroso invase la sala sentii tutti gli occhi puntati addosso
e il silenzio era riempito solo da un rumoroso mormorio di sottofondo.
“Rob.. mi fa male..” sussurrò con la voce rotta dal dolore.
“Ok amore.. tranquilla! Ora
ti porto in ospedale!” esclamai ma notai che non riusciva a
muovere un muscolo contorta com’era dal dolore.
Dio.. non riuscivo a vederla così.
Mi lanciò uno sguardo
distrutto e capendo che non ce l’avrebbe fatta a fare un solo
passo, passai la sua mano attorno al mio collo e la presi in braccio,
con cautela, cercando di non procurarle altro dolore.
“La macchina è
già fuori!” urlò qualcuno. Non sapevo chi fosse,
probabilmente Chris. Non riuscivo a capire niente e con fluidità
mi muovevo accanto alle poltrone della sala mentre la folla di persone
si apriva davanti a noi come il mar Rosso davanti a Mosè.
Tutti ci seguirono fuori, qualcuno
mi aprì la porta della macchina ma non sarei riuscito ad entrare
con Kristen in braccio. Kellan venne subito in mio soccorso.
“Dalla a me!”
esclamò e con sguardo riconoscente gli passai Kristen. Entrai in
macchina e lui si abbassò per poggiarla accanto a me.
“Andrà tutto bene
piccola” sussurrò e le diede un bacio tra i capelli. Non
mi diede per niente fastidio, anzi, era stato un gesto dolcissimo e pur
volendo non avrei potuto pensare alla gelosia in quel momento.
Kristen sorrise debolmente
finché una nuova fitta la percosse portandola a stringere i
denti e affondare il viso nel mio petto con un ringhio di dolore.
“Andate! E fateci sapere!” urlò chiudendo lo sportello e la macchina partì.
E ora.. ora che ero solo con la mia
piccola Kristen tra le braccia mi sentii così impotente e
insignificante. Non potevo fare niente, avevo anche paura di carezzarle
il pancione. E se avessi peggiorato le cose? Se le avessi fatto ancora
più male?
Poggiando il capo sul mio petto portò una mano alla mia giacca e strinse in un pugno e poi.. un singhiozzo.
No.. no! Non poteva piangere. Non
poteva! Il mio cuore non avrebbe sopportato altro dolore oltre quello
che stava provando nel vederla così.
“Rob.. ho paura..”
riuscì a dire con un filo di voce e io persi un battito.
“Non.. non è pronta.. è troppo piccola..”
disse scoppiando in singhiozzi.
“Sssh.. andrà tutto bene amore! Andrà tutto bene..”
“Ti prego.. dimmi qualcosa..
dille qualcosa..” supplicò e senza farmelo ripetere due
volte chinai il capo sul pancione.
“Amore mio.. che ci combini
eh? Avevamo detto niente cose teatrali e invece vuoi venire fuori
così presto?”. Ok.. potevo decisamente fare di meglio, ma
non riuscivo nemmeno a parlare ed esprimere i miei pensieri. La
verità era che ero terrorizzato a morte. Non sapevo niente in
quel momento e tutto quello che sapevo mi toglieva il respiro. Cosa
sapevo? Che avevo la mia ragazza tra le braccia, che non potevo fare
niente per aiutarla e che nostra figlia forse stava per nascere e io
non ero per niente pronto.
E lei.. era ancora così piccola. Non doveva succedere tutto adesso. Era troppo presto.
Guardai Kristen che sorrideva stranamente rilassata, poi chiuse gli occhi distrutta e si appoggiò al mio petto.
Tenendola saldamente per la schiena con una mano portai l’altra al suo viso scuotendola dolcemente.
“Kristen! Non dormire! Resta sveglia!”
Come se si riprendesse da un sonno durato già molte ore aprì gli occhi e li strabuzzò diverse volte.
“Ho sonno Rob.. sono stanca..” sussurrò.
“Lo so amore. Ma devi stare
sveglia! Ti prego! Guardami!” e mantenendole il viso inchiodai i
suoi occhi ai miei e le asciugai una lacrima che le scendeva sul viso.
“Andrà tutto bene! Te
lo giuro!”. Non sapevo quanto vere fossero quelle parole ma
dovevo dirle, dovevo fare in modo che stesse calma. Dovevo crederci
anche io. La nostra bambina, la nostra piccola Joy, sarebbe stata sana.
Sicuramente. E Kristen sarebbe stata bene. Sarebbe andata così.
Doveva andare così.
L’ospedale non mi era mai
sembrato tanto lontano ma fui felice di notare che quando arrivammo
Kristen stava decisamente meglio.
Scesi dal mio lato della macchina e
andai ad aprirle la porta per prenderla in braccio ma afferrò
solo la mia mano dicendo di stare bene e riuscì a mettersi in
piedi da sola. Sorreggendola al meglio entrammo dal pronto soccorso e
ancora prima che potessi parlare un medico ci fu vicino.
“I signori Pattinson?”
Mi fermai solo un secondo a
valutare la risposta. Eravamo noi? Sì.. per forza. Cioè
non eravamo sposati ma quante possibilità c’erano che
qualcuno di nome Pattinson si presentasse al pronto soccorso nel nostro
stesso istante?
Annuii stringendo Kris a me.
“Da questa parte..” disse il medico con voce statica.
Ma.. cosa? Come sapevano del nostro
arrivo? Possibile che qualcuno li avesse avvisati.. ma chi? Forse
Jules, o Chris o.. Bah. Ma cosa me ne importava. Eravamo lì ed
ero grato di non dover aspettare tempo inutile per capire che cazzo
stava succedendo.
Kristen riusciva a camminare bene ora, come se il dolore fosse passato.
“Come ti senti?” sussurrai mentre seguivamo il medico. “Vuoi che ti prenda in braccio?”
Scosse subito la testa. “No Rob. Sto meglio.. davvero..”
“La bambina?”
“Ha appena scalciato..”
disse lei con le lacrime agli occhi. Non sapevo se fosse per gli sforzi
che stava facendo o per la gioia di sentire nostra figlia che stava
bene.
“Andrà tutto
bene” ripetei per la centesima volta. Mi sentivo uno stupido a
ripetere sempre la stessa frase ma era l’unica che avrei voluto
sentire se non avessi saputo cosa sarebbe successo di lì a
qualche minuto. E poi doveva essere così.
Entrammo nello studio attrezzato appositamente per gravidanze.
Sotto indicazione del dottore aiutai Kristen a stendersi sul lettino e continuai a tenerle la mano.
“Allora..” iniziò il medico venendo verso di noi. “Che succede?”
Guardai Kristen un secondo prima
che iniziasse a parlare. “Non lo so.. ho iniziato a sentire delle
fitte.. fortissime. Credevo fossero contrazioni.. poi..
all’improvviso sono sparite”
Ero completamente in ansia. Sentivo
la mano sudare in quella di Kristen mentre il Dr… Oaks, come
lessi sulla targhetta, ispezionava il pancione di Kris con lo
stereoscopio.
“Il battito è buono..
le fa male se premo qui?” disse mentre col dito spingeva un
po’ a fondo nel fianco di Kristen che saltò sul lettino
scossa dal dolore.
“Un pò..” sussurrò infine.
“A che mese è?”
“Ottavo!” risposi
subito io. “Inizia il nono tra cinque giorni”. Strinsi i
denti in attesa di un responso. Uno qualsiasi purché Kristen e
la bambina stessero bene.
“Dottore ma sta bene?
È ancora presto.. non voglio..” La voce di Kristen le si
bloccò in gola e strinse più forte la mia mano.
“Il bambino sta benissimo.. e non ha nessuna intenzione di venire fuori adesso. Non si preoccupi..”
Istantaneamente ci rilassammo
entrambi e allentammo la presa alla mano che non sentivo più. Il
viso di Kristen si illuminò di sollievo mentre mi guardava con
le lacrime agli occhi.
Dio, grazie!
“Vede quelle che ha sentito
sono chiamate contrazioni di Braxton- Hicks, conosciute anche come
false contrazioni, proprio perché mettono le donne in allerta.
Possono venire a intervalli irregolari, soprattutto nell’ultimo
mese di gravidanza, e poi cessare all’improvviso..”
Mi sentii improvvisamente un
idiota. Un idiota di 24 anni che stava per diventare padre e non aveva
la minima idea di cosa fossero quelle dannate contrazioni di
Braxton-non-so-che. Mi sentii improvvisamente inadeguato ma non potei
nascondere il mio sollievo. Avrei rimuginato in seguito sul mio senso
di incompetenza. Ora dovevo stare vicino a Kristen.
“Si può alzare” disse il dottore e aiutai Kristen a mettersi su e ad aggiustarsi il vestito.
“Ma quindi cosa
facciamo?” chiese Kristen stringendosi al mio braccio e le baciai
i capelli. “C’è qualcosa che posso fare.. qualcosa
da prendere se dovessero tornare..?”
“Purtroppo le contrazioni vengono nei momenti più impensati”.
Bè.. questo era ovvio!
“Sono una specie di prova
generale. Il mio consiglio è di cercare di pensare ad altro.
Tenetevi impegnata senza sforzarvi troppo. Non saprete se e quando
possono tornare perciò conviene non pensarci. Rilassatevi e
pensate ad altro”.
Furono quelle le ultime parole del medico prima di salutarci cordialmente con una stretta di mano e augurarci il meglio.
“Vuoi tornare a casa?” chiesi dolcemente mentre rientravamo in macchina.
Mi guardò incerta. “Potremmo anche tornare lì..”
“Kris non c’è
bisogno. Le interviste le abbiamo fatte, le foto pure, il film lo
conosciamo.. Vorrei solo fare una chiamata agli altri. Erano in
pensiero..”
“D’accordo”
sussurrò lei felice carezzandosi il pancione e accoccolandosi
sulla mia spalla. “In effetti.. ho troppo sonno.. Questa piccola
mi fa stancare parecchio..”
“Nemmeno è nata e già ci fa prendere i colpi..”
Kristen sorrise. “Non vedo l’ora di averla tra le braccia..”
“Anche io” sussurrai senza nemmeno pensarci.
“Chissà come
sarà.. Magari sarà un angioletto o forse non
chiuderà occhio tutta la notte..”
“Se prenderà dalla mamma sarà più testarda di un mulo, questo è sicuro..”
“Vero.. e se prenderà
dal papà sarà l’imbranataggine fatta persona”
mi prese in giro ridendo. “Se non riuscirà a saltare la
corda chiederò il cambio del patrimonio genetico..”
Non potei fare a meno di ridere. Stavo troppo bene per pensare a una risposta che reggesse la sfida e lo scambio di battute.
“E chissà a chi assomiglierà di più..” continuò dopo un po’.
“Io vorrei che avesse i tuoi
occhi e il tuo naso.. e poi la tua bocca e i tuoi capelli. Oddio..
vorrei che avesse tutto di te..”
Scoppiò a ridere. Una risata
cristallina e finalmente rilassata del tutto. “Bè io sono
convinta che avrà una giusta dose di entrambi.. però
vorrei avesse il tuo sorriso..”
“Ti avviso che se avrà
le tue gambe metterà solo pantaloni altrimenti la chiudo in casa
fino ai trent’anni minimo..”
“Dovrai passare sul mio
corpo. Però.. trent’anni. Ci pensi? A cinquant’anni
avremo una figlia di trent’anni..”
“E magari un nipotino..”
“Oddio.. mi sento vecchia
solo a pensarci. E comunque ce ne vuole di tempo.. pensiamo al presente
che è meglio..”
“Vero.. pensiamo a lei
ora..” dissi chinandomi un secondo a baciarle la pancia.
“..e a te..” aggiunsi stringendola tra le braccia.
Chiuse gli occhi. “Posso
dormire ora..?” farfugliò con un piede già nel
mondo dei sogni. Guardai veloce l’orologio. Ne avremmo avuto
almeno per un’altra ora prima di arrivare a Santa Monica.
“Certo amore mio.
Dormi” le baciai i capelli e con un piccolo movimento si
accoccolò contro il mio petto mentre la macchina scorreva per le
strade di Los Angeles.
“ROB! E’ ORA!!!”.
Sentii il suo urlo provenire
probabilmente dalla cucina. Continuai a stare seduto sul divano e
allungai leggermente la testa per accertarmi che stesse bene.
Come pensavo uscì dalla
cucina tenendosi la pancia. “Che ci fai ancora lì?!?! ti
ho detto che è il momento!!!” sbraitò sbarrando gli
occhi e di tutta risposta sospirai forte.
Quante volte avevo sentito quella
frase negli ultimi tempi. Decisamente troppe volte. Quattro falsi
allarmi negli ultimi venti giorni. Credevo che dopo le prime tre corse
all’ospedale avesse capito, credevo fosse riuscita a distinguere
le fitte dalle contrazioni, in fondo il dottore ci aveva avvisati,
eppure ogni volta mi costringeva a prendere tutto l’occorrente e
correre all’ospedale. E tutto per cosa? Per sentirci dire
dell’ennesimo falso allarme.
Mentre pensavo tra me e me
continuavo a fissarla, indeciso sul da farsi. Avrei voluto provare a
convincerla di desistere. Sarebbe stata un’andata a vuoto,
già lo sapevo. “Amore.. mancano ancora due
settimane” iniziai continuando a guardare la televisione.
“Sei sicura?”
“Si!” sbraitò. “Questa è quella giusta! Me lo sento!”
“Giusta come le ultime tre volte?” dissi ironico.
“NO Robert! Stavolta sul serio!”
Già. Ogni volta era sul
serio. Ogni volta carico di speranza e anche di paura mi alzavo di
soprassalto e prendendo il minimo indispensabile la facevo gentilmente
salire in macchina per poi andare all’ospedale. Stavolta.. non
accennavo proprio a muovermi. Era come se avessi perso le speranze,
come se tutto mi scivolasse addosso.
“Sono sicuro che non è niente.. devi stare rilassata..”
“AH SI?! Prova un pò a
sentire il dolore che sto provando adesso.. e vediamo se non è
niente! E smettila di dirmi di rilassarmi!”
Sospirai profondamente. Mi
dispiaceva per lei. Potevo solo immaginare il dolore che provava, cosa
di cui tra l’altro ero segretamente sollevato, ma non potevo fare
niente. Quando cercavo di avvicinarmi durante le fitte o mi respingeva
dicendo che non potevo capire oppure si aggrappava a me e iniziava a
piangere. Ognuna delle due opzioni era insopportabile.
Continuavo a fissare la televisione.
“Robert Thomas Pattinson!”
Oh-oh. Stava per iniziare ad urlare.
“La tua ragazza sta per
partorire, perciò spegni quel maledetto aggeggio, alza quel
cazzo di culo da quel divano e portami in ospedale!!!”
urlò per poi piegarsi su se stessa a causa delle fitte.
In un secondo fui accanto a lei e la sostenni per aiutarla a stare in piedi.
“Stai bene?” chiesi preoccupato.
Sorrise malignamente e
affondò le unghie nel mio braccio. “No.. non sto per
niente bene.. perciò MUOVITI!” ringhiò premendo
affondo contro la mia pelle.
Cazzo! Soffocai un lamento di dolore. “K-Kris..” dissi col fiato in gola. “Mi stai facendo male”
Strinse ancora di più.
“Ma no.. sono sicura che non è niente..”
soffiò con la voce carica di vendetta. “Vero Rob?”
Strinsi i denti mentre le sue unghie affondavano nella pelle e non riuscii a trattennero un respiro di dolore.
“Rilassati.. e vedi che..
passa tutto..” disse infine premendo un’ultima volta a
fondo prima di lasciarmi il braccio.
“Ah..” sospirai con voce rotta quando fui libero dalla sua morsa.
“Ora prendi la roba e portami all’ospedale!”
“Che dolore..” fu tutto quello che riuscii a dire massaggiandomi il braccio.
“NON PARLARE DI DOLORE CON ME!” urlò sull’orlo di una crisi.
Cazzo! L’avevo fatta grossa.
Evitando il suo sguardo corsi su per le scale e presi la valigia che
avevo preparato dopo la terza corsa inutile all’ospedale. Ogni
volta mi ero trovato a dover prendere il minimo indispensabile di
fretta e furia perciò, quando capii come sarebbero andate le
cose, avevo pensato bene di preparare l’occorrente in modo da
avere tutto a portata di mano.
Scesi velocemente e la trovai ad
aspettarmi giù alle scale con uno sguardo a metà tra il
furioso e l’esasperato e capii solo una cosa.
Mai mettersi contro una donna incinta!
“Mi dispiace amore”
sussurrò mortificata mentre mettevo in moto. “Credevo
davvero che fosse la volta buona..” continuò col viso
chino.
La guardai intenerito. Povera cucciola mia. Non era colpa sua.
Spensi il motore. “Amore
guardami” la chiamai portando una mano sotto al suo mento.
“Non è colpa tua..” le dissi negli occhi.
“Anzi, scusami tu.. Sono stato un coglione prima..” ammisi.
Sospirò. “No.. tu
avevi ragione. Sono io che non riesco a capire il momento giusto.. Sono
pessima..” sussurrò e mi si strinse il cuore.
“Tu non sei affatto pessima.
Non permetterti più di pensarlo. Sei solo.. molto incinta”
le sorrisi. “E’ normale” dissi infine carezzandole la
guancia.
Col viso si strusciò contro la mia mano e mi diede un bacio sul palmo.
“E’ che non ce la
faccio più. Quest’attesa è snervante. Ora che sono
gli ultimi giorni mi sono scocciata. La voglio adesso..”
Quanto la capivo! Mi era salito il
cuore in gola minimo una ventina di volte per tutte le corse e i falsi
allarmi. Il pensiero di avere mia figlia tra le braccia mi perseguitava
e quasi restavo deluso ogni volta che l’andata si rivelava
inutile.
Da una parte però era meglio
così. Almeno avevo avuto tempo per informarmi meglio e prendere
coscienza di quello a cui stavamo per andare incontro. Avrei dovuto
avere paura, e ne avevo, ma l’emozione per tutto quello che
leggevo superava di gran lunga il terrore.
“Anche io Kris..”
ammisi e poi mi chinai sul pancione. “Non vediamo l’ora di
conoscerti amore..” sussurrai e poi lasciai un bacio al ventre
ormai enormemente rotondo e proprio dove avevo posato le labbra sentii
un forte colpo provenire dall’interno.
“Oh!” sussultò
Kris. “Sembra che ricambi” disse con un sorriso nella voce
e mi baciò i capelli.
“Brava bambina” sussurrai e la carezzai dolcemente.
Diedi un rapido bacio a Kris e misi di nuovo in moto.
“E dopotutto questa corsa non
è stata inutile. Almeno ci troviamo già per
strada..” le dissi ammiccando.
Lei mi guardò perplessa non capendo cosa volessi dire.
Tenendo gli occhi sulla strada le lancia un rapido sguardo alzando le sopracciglia e sorridendo furbamente.
Vidi il suo sguardo farsi seccato e
indeciso. “No.. non dirmi che.. No.. ma oggi è
martedì!” disse sicura di sé.
“No amore mio. Mi spiace.. è mercoledì. Ti tocca”
“Mmmmmmm”
mugugnò un suono lamentoso per alcuni secondi, finché
inizio a piangere teatralmente. “No-ooooo” prese a
lamentarsi sempre più fastidiosamente.
“Ti prego Rob.. ti preeeeeego. Oggi no..”
Mi faceva ridere. Ogni volta, ogni
santo giorno da quando ci avevo iscritti a quel corso pre-parto, sempre
la stessa storia e le stesse lamentele.
Non le era mai andato giù.
Dal momento in cui glielo avevo detto aveva messo il broncio
rifiutandosi perentoriamente di partecipare a delle sedute in cui tutto
quello che si fa è respirare.
“Kristen non cominciare.. “
“Rob ma è una rottura” disse esasperata. “Non dirmi che non ti rompi anche tu?!”
“Per niente. Anzi, mi rilasso..”
“Ci credo! Con tutto
quell’ispirare ed espirare! Ma a me da sui nervi! Cioè..
ho imparato a respirare vent’anni fa..”
“Ma non a respirare correttamente” la corressi io.
Alzò gli occhi al cielo
sbuffando. “Balle.. e comunque continuo a trovarla un’idea
assurda e inutile a otto mesi e mezzo di gravidanza..”
“Ed è qui che ti
sbagli” le feci notare attento a tenere gli occhi tra lei e la
strada. “E’ proprio in questo periodo che è
indispensabile.. non può che farti stare meglio”
Mi fissò acida. “Starei meglio se questa bella bimba si decidesse a venire fuori prima che scoppi..”
Risi divertito e prima che potessi rispondere riprese con i suoi tentativi di convincimento, sempre inutili.
“Amore ti prego, non mi va
proprio oggi.. Un’ora lì dentro tra tutte quelle donne
incinte, a respirare. E poi ci guardano sempre tutti come se fossimo un
fenomeno da baraccone..”
Scoppia a ridere. “Ma non
è vero..”. Bè, forse all’inizio quando ci
eravamo presentati la prima volta non avevano smesso di toglierci gli
occhi di dosso ma dopo un po’ ci avevano fatto l’abitudine
e lanciavano occhiatine solo ogni tanto.
“.. e poi non sopporto quella Sharon..” soffiò con un filo di acidità nella voce.
“Cos’ha che non va?” chiesi pensando alla levatrice che teneva il corso.
“Bè.. tanto per cominciare è bionda..”
“Sei stata bionda anche tu..” le feci notare. La conversazione stava decisamente prendendo una piega strana.
“Era diverso.. Ero tinta.. Il mio colore naturale è castano”
“Ma posso capire qual è il problema?”
“Mai fidarsi delle bionde
naturali..” disse scrollando le spalle e una piccola parte di me
pensò che il suo subconscio elaborasse ancora il brutto ricordo
di Emilie.
“Come fai a sapere che non è tinta anche lei?”
“Credimi.. è naturale..”
Cercai di deviare l’argomento. “Le mie sorelle sono bionde.” Dissi per scherzare anche se era vero.
“Per loro è diverso”
“Quindi se ho capito bene... è diverso per tutti tranne che per Sharon..”
“Esattamente!” confermò non notando il tono ironico della mia affermazione.
“E il punto è..?” chiesi divertito da quell’assurda conversazione.
“Il punto è che ti sbava dietro!” scoppiò d’un tratto.
Aggrottai le ciglia sorpreso da quella rivelazione. “Davvero?”
“Oh.. non dirmi che non l’hai notato”
“In realtà no.. e sai
perché?” Non rispose e continuai. “Perché
guardo solo te..” dissi sincero e le lanciandole una rapida
occhiata la vidi sorridere.
“E comunque anche tu mi sbavi dietro. Sembra che tu e Sharon abbiate parecchie cose in comune..” la presi in giro.
“Prima di tutto io non ti ho
mai sbavato dietro semmai è stato il contrario. Secondo, se
anche fosse – cosa che forse, e dico forse, è successa un
paio di volte massimo - io sono la tua ragazza e posso
permettermelo, e terzo, l’unica cosa che abbiamo in comune io e
quella zoccola sono le ora che passiamo in quella dannata
stanza..”
Wow. Era divertente quando era gelosa.
“Zoccola?” chiesi divertito dall’affermazione.
“Dai.. lo dice anche il nome. Sharon è proprio nome da zoccola..”
Scoppiai a ridere prendendole una mano e portandomela alla bocca per baciarla.
“Sei deliziosa quando sei gelosa..”
“Rob non sono gelosa”
“D’accordo..”
“Davvero!” ripetè.
“Come vuoi..”
“Non lo sono!”
“Ho capito!” risposi infine con un sorriso sul viso.
Sentivo il suo sguardo addosso poi posò la sua mano sulla mia che era sul cambio.
“Guida che è meglio” disse in un ghigno.
“Oh, ma che fortuna! Siamo
arrivati” esclamai e kris prese a disperarsi di nuovo. Non si
mosse di una virgola finchè non andai dal suo lato della
macchina e le slacciai la cintura. Mi guardò prima con aria
afflitta, poi mise il broncio.
“Tutto inutile” dissi scuotendo il capo.
“Sei una palla” sbuffò e finalmente si arrese e prendendomi la mano entrammo.
Erano già tutte accucciate
in posizione e respiravano ritmicamente. Entrando si impigliò
nella porta la giacca che portavo sempre nel caso Kristen sentisse
freddo, mi strattonò un po’ e poi con un tonfo la porta si
chiuse dietro di noi e ci trovammo 15 paia di occhi a fissarci.
“Ehm.. scusate il ritardo..” mi schiarii la gola imbarazzato.
“Altro falso allarme?”
chiese Sharon venendoci incontro e ora che Kristen me l’aveva
fatto notare, vidi che non distoglieva gli occhi da me.
Da canto mio presi a fissare
Kristen che la fulminò con gli occhi. Ah, se gli sguardi
potessero uccidere quella starebbe già tre metri sotto terra.
“In realtà no..”
sussurrai stringendo Kris a me. “Ci siamo dedicati un po’ a
noi e abbiamo perso la cognizione del tempo” dissi sfiorando col
naso l’orecchio di Kristen. Mi guardò e si aprì in
un sorriso grato e dolcissimo.
“B-bene..” parlò incerta Sharon e dentro fremevo di vittoria. “Prendete posto..”
Mi allungai a un angolo della sala
prendendo un tappetino e dopo averlo posizionato per terra aiutai
Kristen a mettersi a terra con le ginocchia incrociate e mi misi seduto
accanto a lei nella stessa posizione.
“Grazie..” sussurrò avvicinandosi all’orecchio.
“Questo e altro per la mia mammina gelosa” risposi sorridente.
Lei ricambiò e poi con un
sospiro pesante si lasciò trasportare dai respiri, e io insieme
a lei. Ma lì in mezzo eravamo senza dubbio i meno diligenti.
Ogni tanto aprivo gli occhi e trovavo Kristen a sbirciare e quando
capitava ci trovavamo a fare commenti sulle altre coppie in sala. Sulla
quantità smisurata di peli di una, il moccolo che usciva dal
naso di un altro, o i capelli tricolore di un’altra ancora. Ci
divertivamo così e l’ora passava più velocemente.
La musica dallo stereo si abbassò e capimmo che la lezione era finita.
“Allora a venerdì!” esclamò Sharon per poi venire verso di noi. E che palle! Ma era una persecuzione!
“Tutto bene?” chiese a Kristen con falso sorriso.
La mia ragazza si limitò ad
annuire e d’un tratto la vidi alzare le mani sul pancione e
giocherellare con l’anello all’anulare sinistro, girandolo
e rigirandolo, come a farle capire i motivi per cui ero off-limits:
figlia in arrivo e prossimo matrimonio.
Niente di più chiaro e lampante.
Andandole dietro poggiai il mento sulla sua spalla. “Amore andiamo?” sussurrai e lei annuì.
“Ah Sharon.. una curiosità” dissi guardandola. “Il tuo è un biondo naturale?”
Strabuzzò gli occhi un paio di volte. “Si perché?”
Kristen rise stringendomi la mano.
“No niente..” risposi e prendendo per mano la mia ragazza uscimmo ridendo come due bambini fino alla macchina.
“Adoro vederti ridere..” le sussurrai prendendole il viso tra le mani.
“E io adoro ridere.. quando ci sei tu.. Grazie”.
Poggiai delicatamente le mie labbra sulle sue e poi la feci entrare in macchina.
POV KRIS
Era sera quando entrammo in casa
con le scatole delle pizze, altra mia improvvisa voglia. Ci avevo fatto
mettere sopra l’impossibile, ma finché non fosse pesce
crudo Rob era contento del mio buon appetito.
Ancora ridevamo come due idioti mentre chiudevamo la porta dietro di noi.
“Ti va di vedere un dvd?” mi chiese Rob mentre andava in cucina probabilmente per posare i cartoni.
“Certo!” urlai dall’ingresso e fu subito di nuovo da me.
“Qualche preferenza?” chiese avvicinandosi e prendendomi tra le braccia.
Scosse il capo. “Fai tu! Io preparo la cena..”
“Kris abbiamo preso le pizze” mi fece notare.
“Infatti il mio ‘preparare la cena’ consiste nel tagliarle e metterle in un piatto”.
Rise e dopo un rapido bacio mi lasciò andare in cucina.
Con molta calma aprii i cartoni
delle pizze e prendendo un paio di forbici dal cassetto iniziai a
tagliare. Mi resi conto di non aver scelto nemmeno un gusto che stesse
bene con l’altro. Chissà Rob come avrebbe fatto a mangiare
quell’accozzaglia di roba. Vabbè.. tanto lui mangiava di
tutto, soprattutto se vedeva mangiare me.
Presi un vassoio dalla credenza e
ci misi tutte le fette che avevo tagliato. Messe tutte insieme
sembravano decisamente un quadro astratto e il pensiero mi faceva
ridere.
Sentii la bambina scalciare, come
se anche lei fosse divertita. Potevo già immaginarla ridere tra
le mie braccia, stringermi l’indice nel suo pugno piccolissimo,
sbrodolare con la bocca.
Dio.. quanto la volevo.
Essere madre non era mai stata una
delle mie ispirazioni, non ci avevo mai nemmeno pensato finché
quel test era risultato positivo. E la mia vita era cambiata. Io ero
cambiata. All’inizio avevo paura e ne avevo ancora ora, ma mia
figlia c’era e il desiderio di averla era più forte della
paura stessa.
Persa nei miei pensieri mi resi
conto che stavo fissando quel ‘quadro astratto’ da almeno
un quarto d’ora. Sorridendo tornai alla realtà e prendendo
il vassoio andai in salone e lo trovai in penombra.
Le luci erano soffuse e
c’erano due candele accese sul tavolino tra la TV e il divano.
Rob armeggiava vicino al lettore DVD e quando si accorse di me mi venne
incontro e prendendo il vassoio lo poggiò sul mobile accanto a
noi e mi abbracciò.
Lo bacia sulla guancia, diverse volte prima che con la mano mi portasse accanto al divano.
“Cosa guardiamo?” chiesi.
“Sssh.. prima ti spogli.. Anzi.. ti spoglio..”
Notai allora il mio pigiama sul
divano e sorridendo alzai le braccia e lui mi sfilò la
maglietta. La lanciò ad un angolo del divano e avvicinando le
labbra al petto mi baciò i seni e rabbrividii. Dio.. quanto mi
mancava. Volevo fare l’amore con lui. Era così tanto che
non lo facevamo..
Le mia mani furono tra i suoi
capelli mentre scendendo baciava la linea curva della mia pancia.
Infilò le mani nei pantaloni elastici e scendendo ancora di
più me li abbassò. Sorreggendomi a lui li sfilai dai
piedi e finalmente tornò su.
“Mi manchi..” sussurrò sulla mia bocca.
“Anche tu..” ansimai e
lo avvicinai alle mie labbra. Mi lascia andare a un bacio di quelli che
non davo da tanto.. o almeno.. dalla scorsa notte. Sentivo un
necessario bisogno di averlo vicino.
Ricambiò il bacio stringendo
un braccio attorno alla mia schiena e una mano nei miei capelli, e non
era il massimo della comodità col pancione che tendeva ad
allontanarci. Mentre la sua lingua cercava la mia, la bambina
scalciò tanto forte da costringermi a staccarmi.
“Ahi..” sussurrai.
Rob rise sorreggendomi la pancia.
“Credo che sia troppo per lei..” disse e si abbassò
per prendere il mio pigiama.
Mi fece segno di alzare le braccia
e feci come indicava. Infilai le braccia e quando sbucai con la testa
mi diede un rapido bacio sulla fronte e lasciò che la vestaglia
scendesse libera sul mio corpo.
“Sei bellissima”
sussurrò baciandomi a fior di labbra e mi trovai a sussurrare un
debole “Anche tu..”
Mi fece sedere sul divano e con
nonchalance si tolse la maglietta e i jeans e li sostituì con un
paio di pantaloncini e una canottiera.
Cazzo! Perché ci aveva messo
così poco tempo? Se l’avessi saputo lo avrei spogliato
io.. ma lui era sempre restio a farmi stare in piedi più del
dovuto soprattutto nell’ultimo periodo.
“Credevo che tu non mi
sbavassi dietro” disse a un certo punto e mi accorsi che lo stavo
guardando con la bocca aperta. La chiusi istantaneamente cercando di
elaborare una battuta ma tutto quello che mi venne da dire fu:
“Cretino!”
Ridendo prese le pizze, si sedette accanto a me e poggiò il vassoio sulle sue cosce.
Mi diede un rapido bacio e poi premette play.
Presi una fetta di pizza ma tutto quello che c’era sopra cadde sul vassoio quando capii che film era.
“Twilight?”
Mi guardò sorridente.
“Come mai questa scelta?” chiesi senza capire.
“Bè.. cercavo un film
che ci coinvolgesse, che ci facesse stare bene e che non vedevamo da
molto tempo.. Cercavo qualcosa di magico..” sussurrò
guardandomi negli occhi.
“E’ perfetto..” risposi baciandogli la spalla.
Ci mettemmo un’ora per
mangiare qualche pezzo di pizza, presi com’eravamo al film.
Incredibile. Di solito non amavo rivedermi, ma quello era stato
l’inizio di tutto e sapevo che Rob pensava lo stesso. Quante ne
avevamo passate, quanti ostacoli, quanti pianti, quanti problemi,
quante incertezze, quante incomprensioni, quante emozioni, quante
riunioni, quanti sorrisi.
Era incredibile che in due anni avessi trovato l’uomo della mia vita e che stessi per costruire una famiglia con lui.
Twilight. Era partito tutto da lì. Da quel provino.
“Perché sorridi?” mi chiese Rob a un certo punto. Non mi ero nemmeno resa conto che stavo sorridendo.
Scossi la testa felice.
“Ripensavo.. al provino. Ti ricordi? Avevi dovuto prendere mezza
pasticca di valium tanto eri agitato..”
Sorrise anche lui. “Non ero stato io però a dire di voler ripetere la scena..”
“Touchè”. Mi
accoccolai sul suo petto mentre le immagini scorrevano e noi
rievocavamo alcuni dei momenti migliori della nostra storia.
Si poteva essere più felici di così?
“Cos’altro vuoi
vedere?” mi chiese Rob quando apparirono i titoli di coda. Mi
spostò dolcemente e si alzò per prendere un altro DVD.
“Qualcosa di divertente..mmm..”
“Ricatto d’amore?”
“Perfetto!” dissi esaltata. Adoravo quel film e Sandra Bullock era uno dei miei idoli. L’adoravo.
Quando fu tutto sistemato Rob tornò accanto a me e mi fece accoccolare su di lui mentre il film partiva.
“Ma io bacio meglio di lui vero?” chiese a un certo punto nel bel mezzo del film.
Lo sapevo! Sapevo che lo avrebbe
detto! Di solito non faceva quel genere di domande nemmeno quando aveva
visto i miei film. Non era mai stato un tipo geloso riguardo il lavoro.
Se lo fosse stato lui avrei dovuto esserlo anche io ma era chiaro che
conoscevamo ogni aspetto del nostro lavoro. Sapevo che lo stava dicendo
per scherzare.
“Bè.. non so decidere sai..”
Mi guardò accigliato e non riuscii a tenere il gioco.
“Robert.. i tuoi baci sono
gli unici che mi hanno fatto provare qualcosa.. e io ne ho baciati un
sacco.. “. Quanti erano stati per lavoro? Tredici, quattordici,
forse quindici..
Senza contare Michael.. ma lui era un’altra storia e sperai davvero che non lo mettesse in mezzo.
“Davvero?” la sua voce era come dolce miele che mi deliziava il palato.
Mi alzò il mento e
posò le sue labbra sulle mie, muovendole piano, assaporando ogni
centimetro di carne, schiudendo le mie senza forza, lasciando che
fossero loro a muoversi per noi.
“Confermo..” sussurrai sulle sue labbra e approfondii il bacio.
Sentivo il suo naso che percorreva
la mia guancia e la sua mano che mi carezzava il pancione. Sospirai.
Non volevo svegliarmi. Stavo avendo un bel sogno.
“Amore..” sussurrò baciandomi a fior di labbra.
“Mmm..” fu tutto quello che riuscii a dire, o meglio a mugugnare.
“Devo andare” disse sottovoce.
Solo allora ricordai e aprii gli occhi di scatto. Oh no! era già mattina.
“Già? Ma che ore sono?”
“Le cinque e mezza. Ho
l’aereo alle sette. Volevo solo salutarti.. tu continua a
dormire. Ho chiamato tua madre e sarà qui a minuti..”
D’un tratto non ebbi più sonno. Aprii gli occhi definitivamente e mi misi a sedere meglio sul letto.
“Perché non mi hai svegliata prima.. volevo salutarti come si deve..”
“No ti prego.. torna a dormire. Hai bisogno di riposo.. e sarò di nuovo a casa nel pomeriggio..”
“Mi mancherai” sussurrai senza badare alle sue parole.
Mi guardò dolcemente. “Anche voi amore” disse carezzando la pancia. “Posso sempre non andare..”
“No!” esclamai subito. “Devi andare. È pur sempre un’offerta di lavoro..”
“Sai che al 90% non accetterò. Non potrei stare lontano a voi..”
“Bè i termini e i
luoghi non li sai ancora, perciò tentar non nuoce. Non si
rifiuta niente nella vita. E poi l’hai detto tu stesso.. Sarai di
nuovo qui nel pomeriggio. Sopravvivrò un giorno sola con mia
madre, non preoccuparti..”
“Sei sicura? Perché io..”
Lo zittii chiudendogli la bocca con un dito. Lo avvicinai un po’ a me e lo baciai.
“Staremo bene..”
“Chiama per qualsiasi cosa.”
Sorrisi. “Tranquillo. E tu fammi sapere come va..”
“D’accordo. Ora torna a
dormire però” mi fece stendere di nuovo coprendomi col
lenzuolo. “E vedi di non farti rompere le acque proprio
oggi” scherzò e sospirai.
Si chinò sul pancione. “E tu fai la brava, non far stancare la mamma”.
Mi baciò la fronte. “Ti amo” sussurrò.
“Ti amo” risposi
dandogli un ultimo bacio. “Ora vai però!” lo spinsi
via. Fece qualche passo verso la porta, si fermò e mi
mandò un bacio prima di uscire definitivamente.
Lentamente mi posizionai su un lato
tenendomi il pancione e carezzandolo dolcemente per calmare la bimba
che non faceva che muoversi.
Forse perché ero un
po’ in ansia. Odiavo sapere Rob lontano da me, ma non gli avrei
permesso di rifiutare un possibile lavoro solo per stare con me, anche
perché si trattava solo di una giornata. Entro sera sarebbe
stato di nuovo a casa. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Con
quell’ultimo pensiero istantaneamente la bambina si calmò
e mi addormentai di nuovo.
Quando mi svegliai trovai mia madre stesa accanto a me sul letto intenta a leggere una rivista.
Si accorse che ero sveglia e posò la rivista. “Buongiorno tesoro” disse carezzandomi i capelli.
“Ciao mamma..” bisbigliai con la voce ancora impastata dal sonno.
“Come ti senti?”
“Bene.. ma che ore sono?”
“Appena le dieci. L’ora perfetta per una bella e abbondante colazione. Vuoi qualcosa in particolare?”
“Già le dieci? Ha chiamato Rob?”
“Ha chiamato una mezz’oretta fa. Era atterrato da poco.”
“Perché non me l’hai passato?” dissi un po’ seccata.
“Amore stavi dormendo.. e nemmeno lui voleva svegliarti. Gli ho detto che l’avresti chiamato appena sveglia..”
Afferrai il cellulare sul comodino.
“Ha il colloquio a minuti” sospirai componendo il numero e
sperando che rispondesse.
Dopo il terzo squillo.. sentii la sua voce. “Buongiorno amore mio”
“Buongiorno a te..”
“Come ti senti? Riposata? Sono felice che sei riuscita a dormire..”
“Sto benissimo” lo
rassicurai anche se non era esattamente così. Sarei stata meglio
se fosse stato accanto a me.
“Perfetto. Amore scusami, stavo giusto entrando.. devo attaccare..”
“vai vai, scusami. Volevo solo farti un in bocca al lupo!”
“Crepi! Ora vado. Ti richiamo dopo! Ti amo!”
“Anche io.. a dopo..” e attaccai, sentendomi già meglio dopo aver sentito la sua voce.
“Bene.. ora andiamo a fare colazione” esclamò mia madre.
La mattinata passò
abbastanza tranquilla. Dopo un’abbondante colazione e
l’ansia che cresceva sempre di più in attesa di una
chiamata di Rob, ci sedemmo sul divano a parlare del più e del
meno. Mia madre iniziò a raccontarmi di quando eravamo nati io e
Cameron, delle crisi di mio padre e del lungo travaglio che aveva
dovuto affrontare per darmi alla luce. In compenso ero stata una
bambina abbastanza tranquilla.
Verso le undici e mezza
squillò il cellulare e finalmente l’ansia sparì
quando vidi che era Rob. Parlammo mentre lui era in taxi diretto
all’aeroporto. Il colloquio sembrava essere andato bene. Doveva
essere una specie di film d’azione o qualcosa del genere, ma mi
disse che ne avremmo parlato a casa. Preferiva concentrarsi su me e la
bambina. Mi informò di aver prenotato il volo dell’una e
mezza quindi per le cinque massimo sarebbe stato di nuovo a casa. Non
vedevo l’ora.
Dopo aver mangiato qualcosa per
pranzo, mi misi di nuovo seduta sul divano continuando a lavorare a
maglia. Mi sentivo una vecchia ma mi piaceva, mi rilassava e avere mia
madre ad aiutarmi era un sollievo. Lei era bravissima. Aveva già
fatto dei cappellini e dei calzini graziosissimi e ora mi stava
spiegando come creare il tallone al calzino, quando squillò il
telefono.
“Vado io!” esclamai e con un po’ di fatica mi alzai dal divano e raggiunsi il telefono.
“Pronto?”
“Amore!”
“Rob!” esclamai sorpresa di sentirlo. “Come mai chiami a casa?”
“Il tuo cellulare è irraggiungibile..”
“Oh.. si sarà scaricato.. Scusami..”
“Tranquilla.. volevo solo
dirti che sto per imbarcarmi, perciò devo spegnere il cellulare.
Lì tutto bene?”
“Si si, tralasciando talloni e lana, tutto bene..”
“Eh?”
“Niente..” risi. “Sto lavorando a maglia con mia madre..”
“Oh benissimo! Così mi farai vedere appena torno”
“D’accordo” sussurrai con la voce stranamente emozionata.
“Amore ti devo lasciare. Ti chiamo appena atterro. Un bacio a te e a Joy.”
“E uno a te.. Buon viaggio amore.” Dissi infine e attaccai.
Dopotutto la mattina era passata.
Qualche ora in più lontana da lui non mi avrebbe di certo
uccisa. Potevo farcela, ma proprio quando posai la cornetta del
telefono.. sentii.. qualcosa. Un liquido caldo scendermi giù per
le gambe. Mi pietrificai.
No, non poteva essere. No! avevo paura di guardarmi i piedi e vedere la pozza che si era creata per terra.
Cazzo! No! perché?!
Perché ora? Mancavano ancora dieci giorni, avevo prenotato
l’epidurale per la fine di quel mese. Non poteva accadere tutto
adesso. Era programmato. Rob doveva esserci. E invece non c’era.
No, no, no! era tutto sbagliato. Non era quello il momento, non ora che lui era via. La bambina.. io.. Rob. No!
Una lacrima mi scese sul viso mentre ancora ferma fissavo il nulla davanti a me.
“Mamma..”
“Kristen.. che succede?”
La voce di mia madre giunse lontana anche se la sentii subito vicina a me.
“Mi si sono rotte le acque”.
POV ROB
Finalmente quella giornata era
passata. Ero completamente in ansia. Lasciare Kristen da sola mi
terrorizzava, ma lei aveva insistito tanto. In fondo si sarebbe
trattato di un giorno solo e la mia tortura era anche quasi terminata.
Non mi importava di come fosse andato il colloquio, volevo solo tornare da Kristen e dalla bambina.
Col solo bagaglio a mano che
portavo con me, uscii dall’aeroporto di Los Angeles assaporando
il caldo piacevole del primo pomeriggio. Mi fermai qualche secondo e
presi il cellulare dalla tasca.
Lo accesi e appena ebbi un minimo di linea iniziarono ad arrivarmi messaggi di avviso di chiamata. Erano tutte di Jules.
13:15.
13:45.
14:02.
14:28.
14:48.
15:12.
E l’ultimo delle 15:40. Appena qualche minuto fa.
Andai immediatamente in ansia. Ma che cazzo era successo?!
Provai subito a chiamare Jules, ma non rispose.
Kristen, niente.
Cazzo! Iniziavo davvero ad essere agitato. Che fosse successo qualcosa?!
In quell’istante mi
arrivò un nuovo messaggio dalla segreteria telefonica che mi
avvisava della presenza di un messaggio vocale.
Era delle 13:20.
“Robert, sono Jules! Si sono rotte le acque! Siamo al St.Johns Memorial. Raggiungici appena puoi!”
Oh cazzo! Il mio cuore perse un battito, le mani mi si gelarono e rimasi pietrificato per qualche secondo.
Kristen. la bambina. Le acque.
La bambina stava per nascere.. o forse..
Cazzo! Il messaggio era di due ore
fa. E se fosse già nata? Non potevo essermi perso la nascita di
mia figlia! Colloquio di merda! Sapevo che non sarei dovuto andare! Me
lo sentivo!
Ma come era possibile? Mancavano ancora dieci giorni al parto. Non doveva andare così. Io dovevo esserci!
Idiota! Fai qualcosa, muoviti!
Cercai di dare retta a quella voce
nella mia testa ma non riuscii a muovermi finchè il messaggio
che si ripeteva automaticamente mi riportò alla realtà.
Potevo farcela. Non sapevo niente. Magari non era tutto perduto! magari non era troppo tardi!
Spinto da quella speranza mi fiondai in mezzo alla strada e bloccai un taxi qualsiasi.
Fortunatamente era vuoto.
Mi piombai dentro ma prima ancora
che potessi aprire bocca sentii un clacson prepotente e disperato e
l’ultima cosa che vidi fu un’auto venirci addosso.
Buio.
O_______________________________________O
OH MIO DIO!!! Oh my God!! Oh mon Dieu!! Oh Dios mio!! Oh mammina
santissima!!! O______O Scommettiamo che siete lì, disperate
sulle vostre sedioline...frementi e palpitanti per conoscere la sorte
di Rob e della piccola Joy!!! La volete sapere vero???? Eh vi
tocca aspettare 10 giorni U______U a meno che....
Diciamo che forse forse..potremmo stipulare tutte insieme un patto *.* *.* *.*
Allora, visto che leggete questa
storia siete tutte quante fan della splendida coppia ROBSTEN e quindi
siete tutte ragazze molto intelligenti e lungimiranti. Premesso questo
voi saprete che tra sette giorni esatti si terranno gli MTV movie
Awards e saprete anche che Rob e Kris insieme concorrono per la
categoria BEST KISS. Ora, probabilmente molte di voi ritengono che una
loro vittoria sia scontata, ma noi diciamo...MAI cantare vittoria
troppo presto e abbassare la guardia. Per ottenere la vittoria
bisognare essere tutte unite e lottare unite fino alla fine!! Non
credete anche voi??? Siamo certe di sì ;)
Beh tutto questo per
dirvi...ragazze VOTATE!!! Quando avete un pò di tempo
libero,quando vi annoiate, prima di andare a letto...VOTATE, VOTATE,
VOTATE. Soprattutto focalizzatevi sul BEST KISS.Perchè quel
premio è per forza loro, perchè sono gli unici che sanno
farci sciogliere con un solo sguardo,
perchè...perchè...beh perchè si amano davvero e
meritano di vincere. E nessuna di voi vuole vedere su quel palco Taylor
Swift e Taylor Launtner vero? (niente contro i due taylor...solo
sarebbe ingiusto se lo vincessero loro due). Ho cronometrato e
più o meno a dare 100 voti ci si mette al massimo 7 minuti.
Ragazze cosa sono 7 minuti al giorno paragonati alla gioia di vederli
magari scambiarsi un bacetto sul palco?? Ve lo diciamo noi...non sono
niente.
Quindi girls x favore
impegnatevi in questa cosa,spargete la voce con amiche e parenti,
aiutateci a farli vincere e noi in cambio vi giuriamo, vi promettiamo
che se quel premio andrà a loro non vi faremo aspettare 10
giorni anche se siamo con l'acqua alla gola per gli esami. Vi
promettiamo che se quel premio sarà loro quella notte voi
lunedì 7 giugno vi alzerete, accenderete il pc e troverete il
prossimo capitolo pronto da leggere. E sarà un capitolo
importante, anzi fondamentale... con un "nuovo arrivo"...beh bocca
cucita ahahah.
Cmq ragazze sul serio...ogni voto è importante, quindi lottate fino alla fine!!!
Alla prossima!! Bacio!!
P.S= Ok...ehm c'è da dire che se vi state dicendo 'Queste due sono totalmente pazze' possiamo capirvi ahahah.
|
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Capitolo 19 *** Joy ***
cap 19
Che
possiamo dire se non...eccoci come promesso!!! *.* *.* Lo
sapevamo..lo sapevamo..lo sapevamo che avremmo postato stasera!!!!
Hahahahaha. Quindi grazie!!Grazie perchè ci siete state, grazie
perchè avete accolto il nostro appello con tutto il vostro
impegno e la vostra dedizione!!! Grazie perchè siete uniche,
fantastiche, attente e...e questo capitolo è dedicato a tutte
voi che ci avete aiutate a vincere qst battaglia contro Tay Tay!!!
Mitiche!!!
Ragazze volevamo ringraziarvi ancora per le splendide recensioni che ci
lasciate!! T.T ci commuovete..sempre troppo buoneee. Vi vogliamo
un sacco di bene!!!!
P.S= ragazze se ho scritto delle cavolate assurde in ambito medico mi
dispiace molto ma le mie conoscenze mediche vengono tutte da vari forum
del web ...ahahahah quindi capitemi e sorvolate XD
CAPITOLO 19 (Cloe)
JOY
ROB POV
C’era qualcosa che dovevo fare…
Qualcuno che..aveva bisogno di me.
Disperatamente di me..
Ma per quanto mi aggirassi tra i pensieri cercando e ricercando i miei ricordi, non capivo nulla.
Solo il buio.
Solo quella pesantezza che mi opprimeva il capo e che mi faceva avere sonno, così tanto sonno.
Per un attimo fui tentato di
abbandonarmi completamente al torpore che continuavo ad avvertire ma,
quando l’ennesima ondata di apprensione mi colpì, cercai
di combatterlo.
Lentamente mi concentrai sui rumori che mi circondavano, ignorando il ritmico e pulsante martellare alla testa.
C’erano strani ronzii e delle voci e..alcuni beep?
Tanti beep.
Mi azzardai ad aprire gli occhi.
Una luce accecante mi investì e li richiusi all’istante.
Faceva male. Perché qualcuno
non spegneva la luce, mi faceva passare quell’ansia e mi
permetteva di dormire tranquillo ed in santa pace?
Mi detti mentalmente dello stupido.
Io non POTEVO dormire: c’era
ancora quel qualcuno, in giro da qualche parte che aveva bisogno di me.
Che aspettava me, che contava disperatamente su di me…
Riprovai di nuovo ad aprire gli occhi.
Questa volta ce la potevo fare. Ce la dovevo fare.
Sbattei le palpebre velocemente,
costringendo il mio cervello a non richiuderle alla vista della luce.
La testa pulsava dolorosa come non avrei mai creduto possibile.
Gemetti.
Improvvisamente una sagoma si stagliò al mio fianco.
“Signore?” domandò “signore riesce a sentirmi?”
“Mmmm” mugolai cercando di articolare una frase coerente “Mmmm sì..che ..che succede?”
“C’è stato un
incidente” mi spiegò la voce che sembrava appartenere ad
una donna. Non potevo esserne certo: la testa faceva così male
che riuscivo a tenere aperti gli occhi solo lo stretto necessario.
“Il suo taxi ha avuto un incidente fuori dall’aeroporto signor Pattinson” continuò.
Cercai di collegare e dare un filo logico a quelle parole.
Ero all’aeroporto, ero stato ad un colloquio e…cercavo un taxi e..e poi c’era solo buio.
Un taxi..
Perché avevo così tanta fretta?
Ah certo..per via di kris. Era lei che aveva bisogno di me. Noi stavamo per avere una bambina e…
Appena quell’immagine colpì la mia mente, spalancai immediatamente gli occhi,
e, improvvisamente, ricordai tutto quanto.
Il colloquio.
Il volo.
Le nostre telefonate.
Il mio saluto quella stessa mattina.
Io e lei, insieme.
Il taxi su cui ero salito quel pomeriggio col cuore in gola per via di..di joy.
“Oh no..” blaterai
“No..no..no..fa che non sia vero. Fa che sia solo un sogno. Ti
prego, ti prego, ti prego”
Mi tastai i pantaloni, sentendo qualcosa di duro in tasca: il cellulare. Controllai frenetico le ultime chiamate ricevute.
Erano tutte li: più di una decina di chiamate da Jules.
Merda.
Era tutto vero. Kris stava
partorendo. Mia figlia stava per venire al mondo, o forse…o
forse era già nata, e io non c’ero. Io ero lontano
chilometri e chilometri e…
“Devo andare in ospedale” dissi a me stesso.
“Siamo arrivati all’ospedale non si preoccupi”
Mi voltai verso la voce che aveva
pronunciato quelle parole e mi ritrovai a fissare allucinato una donna
di colore sulla quarantina. Mi guardava preoccupata, forse leggermente
spaventata dal mio comportamento.
“Ora scendiamo dall’ambulanza e vedrà che andrà tutto bene”
Non aveva fatto in tempo a dire
quelle parole che le porte si aprirono, rivelando altri due paramedici
che senza sforzo scaricarono la barella su cui mi trovavo.
Era assurdo.
Che cosa ci facevo sdraiato su una barella?
Io dovevo correre da Kris ora. Immediatamente. Seduta stante.
Jules aveva parlato dell’ospedale in cui si trovavano.
Mi premetti le tempie nello sforzo di ricordare.
Il ******* sì…sì, era quello.
“Che ospedale è questo?” domandai sempre più angosciato.
“Il LA Sacred Heart” rispose un uomo in camice bianco che ci venne incontro.
No..cazzo. Ero almeno a mezz’ora da santa Monica.
Cazzo cazzo cazzo.
Non sapevo nemmeno che ora era.
Lanciai di nuovo un occhiata al telefono. Nero: doveva essersi scaricato.
Mi sentii improvvisamente morire. Avrei voluto piangere per la disperazione.
“Sentite” mugolai
“Io sto bene. Non dovete preoccuparvi di me..è Kristen che
ha bisogno di aiuto e..”
“Non c’era nessuna
donna nel taxi con lei” obiettò la donna che avevo visto
per prima sull’ambulanza.
“No..Kris” biascicai
“Kris è mia moglie..cioè la mia fidanzata..stiamo
per avere un bambino. In questo momento per l’esattezza. Quindi
grazie di tutto ma io devo scappare..”
Feci per alzarmi ma due braccia mi
trattennero sul lettino che ricominciò a muoversi attraverso le
porte del pronto soccorso.
La donna e il medico si scambiarono
uno sguardo eloquente proprio sotto i miei occhi, come se in qualche
modo io fossi il pazzo della situazione.
“Maschio, bianco,
vent’anni circa. Vittima di uno scontro in auto. Ha svariate
escoriazioni e ha un brutto taglio sopra l’occhio sinistro.
Possibile commozione cerebrale in atto”
Cosa?
Io non avevo nessuna commozione cerebrale in atto. Io dovevo solo andare dalla mia famiglia!
“Grazie” la congedò secco il medico.
Ora ci trovavamo in una piccola saletta vuota.
“Senta, io sto benissimo davvero. Se solo mi ascoltasse per un attimo..” iniziai.
“Signor pattinson”
rispose “Il medico sono io e spetta a me decidere se lei sta bene
o meno. Non potremo sapere nulla con assoluta certezza comunque senza
una tac al cervello. Ma prima facciamo qualcosa per quel brutto taglio.
Ci vorranno assolutamente dei punti”
“No, senta, io”
ricominciai stavolta più deciso, ma venni interrotto
dall’ingresso di una ragazza nella stanza.
Non appena i suoi occhi si posarono su di me la sua espressione si tramutò in uno sguardo stralunato ed emozionato.
Oh, no no ti prego anche questo no…
“O mio Dioooo, ma tu sei
Roob!!” strillò esaltata, frenata dal saltarmi addosso
solo dallo sguardo freddo e severo del medico.
“Si, si certo sono io “
chiusi il discorso senza darle corda “Dottore le stavo dicendo
che la mia ragazza sta partorendo e il mio cervello non ha
assolutamente nulla che non va e..”
“kris sta partorendo?”
domandò la ragazza “Davvero? Ed è qui? Posso
conoscerla? Oddio vorrei così tanto abbracciarla!”
“No, non è qui!” sbottai esasperato trattenendomi dall’aggiungere E comunque non te la presenterei perché Kris in preda al dolore ti mangerebbe viva. “ed è proprio questo che intendevo..io devo andare..lei ha bisogno di me.”
“Kris sta per avere il vostro
bambino?” continuò la ragazza “E tu cosa ci fai qui
allora? Dovresti stare con lei”
Oh finalmente qualcuno che capiva la situazione santo cielo!
“Giusto..ti prego, di a quest’uomo che deve lasciarmi andare via!” la implorai.
L’infermiera mi guardò
adorante, probabilmente incredula di poter davvero aiutare Robert
Pattinson in carne ed ossa, e si girò verso il medico
determinata a farlo.
“Dr Greene. Ha una vaga idea
di chi è questo dio..ehm cioè ragazzo? E’ Robert
Pattinson, l’attore.”
Lui la fissò accigliato e confuso.
“Il vampiro di twilight?
Edward Cullen?” continuò senza successo “Mi scusi ma
lei in che mondo vive?Comunque non è questa la cosa importante.
La cosa di fondamentale importanza è che Kristen Stewart sta per
mettere al mondo la loro bambina! Capisce la figlia di Robsten sta per
nascere…è un giorno epico!”
Oddio, questa ragazza ora sembrava un tantino esaltata, ma non avrebbe potuto esprimere il concetto in modo migliore.
Il dottore sbuffò
“Signorina, mi sta dicendo che questo ragazzo non sta
completamente delirando ma dice la verità?”
“Sì” strillammo all’unisono io e lei.
“E lei è sicuro di non avere nausea, vertigini, confusione.. vero?”
“Si” dissi convinto,
cercando di spiegarmi “Cioè no…cioè SI,sono
sicuro che NO, non ho una commozione cerebrale. Mi creda la prego. Io
DEVO andare via. ORA”
Il medico sembrava sull’orlo
di una crisi di nervi “Va bene, io non ho il potere di
trattenerla. Se lei firma i moduli e si prende ogni
responsabilità…”
Cosa?
Tutto qui?
Bastava firmare un semplice foglio
ed era fatta, me ne potevo andare? Perché accidenti nessuno me
l’aveva detto prima?
“Sì..sì firmerò tutto quanto..”
“D’accordo allora
infermiera vada a prendere i moduli” disse iniziando a tamponarmi
la ferita alla fronte levando quella che vidi essere un ingente
quantità di sangue “Comunque non metterà piede
fuori da qui finchè non le avrò messo dei punti. E su
questo non discuta..”
Annui. Bastava solo che facesse in fretta.
Il solo pensiero che Kris
stesse disperatamente tentando di telefonarmi senza riuscirci mi fece
contorcere lo stomaco. Probabilmente stava impazzendo, temendo che mi
fosse successo chissà che cosa. Forse si era già sparsa
la notizia del mio quasi incidente.
Forse aveva sentito qualcosa in tv
Forse…
Cazzo, cazzo, cazzo.
Ero così preso dai miei
pensieri e dalla frustrazione che nemmeno sentii il medico darmi ben 10
punti sulla fronte. Probabilmente era doloroso ma..ma io non riuscivo a
sentire nulla. Nulla se non l’angoscia nell’immaginare Kris
che metteva al mondo Joy da sola. Le avevo promesso che ci sarei stato
sempre per loro e invece..invece stavo rompendo la promessa. Ce
l’avrebbe avuta con me per tutta la vita e, anche se non fosse
stato così, non sarebbe importato: ci avrei pensato da solo a
maledirmi per l’eternità.
“Ecco fatto” disse il
medico “Ora firmi qui e..e se ne può andare. Ma mi
raccomando appena può si faccia fare una tac e..”
Non gli diedi nemmeno il tempo di
finire la frase che ero già scattato in piedi, lottando con
l’improvviso senso di vertigine che mi colse per un attimo.
Afferrai la penna e scarabocchiai veloce.
“Grazie..grazie..” non
riuscii a dire nient’altro mentre volavo fuori dalla stanza e
fuori dalle porte dell’ospedale, alla disperata ricerca di un
taxi.
Per un secondo mi bloccai titubante
davanti ad uno che si era fermato di fronte a me. Secondo le leggi
della probabilità era impossibile che mi succedesse lo stesso
incidente per due volte nello stesso giorno, vero?
Vero…?
Scossi il capo, scacciando quel
pensiero. Avrei rischiato. Avrei rischiato qualunque cosa, anche la
vita per arrivare in tempo dai miei due amori.
Saltai sopra, pregando
l’autista di raggiungere l’ospedale il più in fretta
possibile e sbirciando finalmente l’ora che lampeggiava sul
cruscotto.
Le 18 e 30.
Gemetti, infilandomi le dita tra i capelli spettinati e ancora leggermente sporchi di sangue.
Ricordavo che le prime chiamate di Jules risalivano a…alle 13 e 30 più o meno.
Erano passate quasi cinque ore.
Cinque ore.
In cinque ore potevano essere
successe tantissime cose. Anche se le riviste sulla gravidanza di Kris
dicevano che il primo parto aveva un travaglio molto lungo, non
significava nulla. Il parto era un evento imprevedibile e ogni donna
poteva reagire in modo totalmente diverso ed inaspettato.
Oddio, perché proprio adesso mi venivano in mente ogni singola parola di quelle maledette riviste? Perché?
Perché proprio oggi?
Perché proprio noi due?
Cosa avevamo fatto di male per meritarci tutti quei problemi? Tutti quei casini..tutti quei..
Sentii un singhiozzo rompere il
silenzio all’interno dell’abitacolo e, per un istante,
alzai la testa domandandomi cosa potesse essere, finche mi
accorsi di..di essere io.
Con le dita mi sfiorai le guance e le sentii bagnate.
Stavo piangendo.
Perché non potevo accettarlo.
Non potevo accettare di essermi
persa il primo suono di mia figlia, il suo primo vagito, la sua prima
piccola smorfia, il suo primo…respiro.
Semplicemente non potevo.
Non potevo.
Quando ci ritrovammo di fronte
all’ospedale giusto mi precipitai a rotta di collo fuori
dall’abitacolo lanciando all’autista un paio di banconote
da 100$. Corsi al banco dell’accettazione e mi ritrovai di fronte
all’ennesima donna che mi fissava sconvolta.
“Signore, l’ingresso
del pronto soccorso è dall’altra parte” disse
probabilmente notando il mio aspetto distrutto e la mia camicia
leggermente macchiata di sangue.
“Non” cercai di
riprendere fiato e di mettere insieme un discorso coerente “Io
sto bene sono qui per la mia ragazza. Sta partorendo e.. Kristen ,
kristen Stewart..”
“Ostetricia è al terzo piano” rispose “le ascensori sono in fondo a destra”
Senza neppure ringraziare le voltai
le spalle, ricominciando a correre nella direzione opposta, fino a che
no fui dentro ad uno degli ascensori. Prima che le porte si chiudessero
di fronte a me riuscii a sbirciare l’orologio sulla parete di
fronte.
Le 19:10.
Mi sentii morire.
In testa un solo pensiero: Ti prego…fa che non sia troppo tardi
POV KRIS
Bianca, asettica, impersonale.
Quella era la stanza dove avrei messo al mondo la mia bambina.
Non mi piaceva, non volevo, non ero pronta, non ero…non ero con Rob.
Avrei potuto partorire ovunque, con chiunque, in qualsiasi modo ma..ma non senza il padre di mia figlia. Non senza Rob.
Cercai di scacciare via quell’orribile pensiero e di farmi forza almeno per la piccola.
“Mamma puoi lasciare un altro messaggio, per favore?” domandai.
“Certo tesoro ma sono appena
le 15 e 20. Probabilmente è ancora sull’aereo. Vedrai che
appena scende e vedi i miei messaggi si precipiterà qui”
Mi limitai ad annuire, prendendo un bel respiro.
Subito mia mamma si inginocchiò di fronte al mio letto.
“Tesoro vedrai che
andrà tutto bene. Presto Rob sarà qui e ..e prima che ve
ne accorgiate sarete una famiglia.”
Non potei trattenere una lacrima che rotolò giù per la mia guancia.
“Oh la mia
bambina…” mamma mi strinse e io affondai il viso nel suo
petto, alla ricerca di un po di consolazione.
Si, forse stavo esagerando.
Dovevo solo pensare positivo e avere un po’ di fiducia che, alla fine, le cose si sarebbero risolte.
Proprio in quel momento la porta si aprì, rivelando la mia ginecologa.
Mi salutò con un sorriso “Allora Kristen, sembra che sia arrivato il momento tanto atteso”
“Pare di sì” risposi flebile.
“Allora. Mi han detto che ti si sono rotte le acque due ore fa e che hai perso il tappo mucoso”
“Se intende quella cosa
viscida e rossastra che mi è scesa giù per la
coscia…allora sì” dissi cercando di spezzare la
tensione.
Ridacchiò. “Molto
bene. Ora Kristen visto che siamo in anticipo di un po’ di giorni
rispetto alla data del parto ho bisogno di farti
un’ecografia”
La fissai confusa.Di solito nei libri che avevo letto non si accennava a nessuna ecografia durante il travaglio.
“Perché..c’è qualcosa che non va?”
“No, non
preoccuparti.”rispose spalmando il gel freddo sul mio addome e
iniziando a muovere l’ecografo sul mio pancione dolorante
“Resta rilassata e…accidenti..”
A quella parola rabbrividii.
“Cosa ..cosa succede?
Dottoressa la bimba..cosa..?” chiesi allarmata. In preda
all’ansia, il cuore a mille.
Il mio sguardo saettava disperato dal viso di mamma a quello del medico, alla ricerca di qualche risposta.
“Kris. La bimba sta bene. Il
battito è forte e non ci sono segni di sofferenza fetale. Quindi
resta calma.” Spiegò aiutandomi a ripulirmi
“C’è solo un piccolissimo problema. Ricordi quando
abbiamo fatto l’ultima ecografia tre settimane fa? Ti dissi che
la bimba era podalica ma che molto probabilmente si sarebbe
girata”
Annuii.
“Beh purtroppo non è
così” continuò “E’ ancora podalica.
Dove ci dovrebbe essere la testa lei ha il sederino..”
“Quindi..come facciamo adesso?” domandai stringendo la mano di mia madre nella mia con forza.
“Abbiamo due
alternative” spiegò professionale. Adoravo quella donna
proprio per questo motivo: riusciva sempre a restare calma e a darmi
sicurezza anche quando io stavo praticamente per impazzire: Era stato
così quando avevo rischiato l’aborto e anche ora che..che
c’era quest’altro casino.
“Possiamo optare direttamente
per un cesareo. In tal caso tra meno di un paio d’ore vedrai la
tua bambina. Oppure possiamo procedere per via naturale”
“Non capisco, è possibile?” chiesi titubante.
“Sì. Lasciamo che il
travaglio proceda normalmente finche non ti sarai dilatata e non
riusciremo a vedere il sederino. Poi basterà praticare una
piccola incisione e ruotare il bimbo in modo da farlo uscire
correttamente..”
Deglutii terrorizzata.
Incisione…ruotare..
Queste erano parole che mi facevano rabbrividire al solo pensiero.
“Kris ti devo
tranquillizzare. Lo so che detto così fa davvero paura e sembra
una cosa spaventosa ma ti posso assicurare che è molto peggio a
parole che a fatti. Ho un master su questo tipo di parti e ti prego di
credermi quando ti dico che sei giovane, forte e la posizione della
bimba è ottimale per la riuscita di un parto naturale. Ma
ovviamente la scelta è solo tua e se preferisci un cesareo la
sala operatoria è già pronta”
Oddio, e ora?
Cosa dovevo fare?
Potevo rischiare quello che mi suggeriva la dottoressa?
Sarebbe stato pericoloso per Joy?
E se qualcosa fosse andato storto?
Mi passai le dita fra i capelli.
Avrei solo voluto avere Rob lì con me. Se solo ci fosse stato
ero certa che mi sarebbe stato subito chiaro cosa fare, come agire,
come…
Sospirai, tentando di valutare la situazione con lucidità
Quando avevo letto le riviste,
visto delle trasmissioni in tv o…o avevo anche solo immaginato
quel momento avevo sempre pensato che ce l’avrei fatta da sola e
che sarebbe avvenuto naturalmente.
Avevo pensato a me e a Rob che,
insieme, aiutavamo la nostra piccina a venire al mondo. Non a una
fredda e asettica sala operatoria dove, con molta probabilità,
mi sarei ritrovata sola senza nemmeno sentire il momento in cui mia figlia fosse venuta alla luce.
No, non era questo quello che volevo.
“Io..” balbettai
“Io non..no vorrei il cesareo..ma lei mi deve giurare che la
bimba non correrà alcun rischio..mai..”
“Ma certo Kris, siamo esperti
e attrezzati per ogni evenienza” mi assicurò “ma
devi sapere che non potremo fare l’epidurale e che la piccola
incisione che dovrò fare sarà fastidiosa.”
Annuii. Tutto, tutto pur di tenere fra le braccia Joy.
La dottoressa si alzò e mi
fece allargare con gentilezza le gambe “Ora devo vedere se la
dilatazione è già iniziata..”
Chiusi gli occhi, combattendo il fastidio e, in pochi minuti ,ebbe finito.
“Sei di un paio di
centimetri. Ancora molto all’inizio, quindi. L’infermiera
ora verrà a metterti un apparecchio sulla pancia per il
monitoraggio delle contrazioni. Tornerò a controllarti di tanto
in tanto. D’accordo?”
Annuii, abbozzando un vago sorriso.
La ginecologa mi accarezzò il braccio.
“Sei una donna molto
coraggiosa Kristen. La paziente più coraggiosa che abbia mai
avuto. La tua bambina sarà molto orgogliosa di avere una madre
come te, credimi” disse uscendo.
Mi abbandonai allo schienale del letto, senza lasciare la mano di mamma.
“Il medico ha ragione,
tesoro”. Aveva gli occhi umidi mentre parlava “sei lo
scricciolo più forte che io conosca”.
Riuscii a stento a trattenere le lacrime. “Vorrei solo…solo che Rob fosse qui con me…”
“Arriverà” disse
sedendosi sul letto accanto a me “Arriverà prestissimo e
non ti lascerà più e, mentre lo aspettiamo, io ti faccio
compagnia piccola mia”
Mi abbracciò stretta.
“E poi hai sentito la dottoressa, no? E’ il tuo primo
parto. Le cose vanno per le lunghe.”
Sì, mi auto convinsi.
Le cose sarebbero andate per le lunghe e Rob…Rob sarebbe arrivato.
“Tesoro stenditi ti prego, agitarsi così non serve a nulla”
“No mamma, no” obiettai, prendendo un lungo respiro. Ne uscì solamente un sibilo inquietante.
Mi aggrappai con le mani alla sbarra del letto mentre una contrazione terribile mi faceva tremare sin fino al midollo.
Cazzo, cazzo cazzo.
Strinsi i denti disperata: questa era lunga, troppo lunga.
Dio, mio Dio ti prego, ti scongiuro fa che passi,
mi ritrovai a pensare finchè, con mio grande sollievo il dolore
scemò, lasciandomi comunque un dolore che non lasciava scampo.
E il solo pensare che di lì
a qualche minuto il male sarebbe ritornato all’attacco mi faceva
solo venire voglia di mettermi a piangere e ad urlare come una pazza.
“La lasci stare signora. Per
molte donne è di gran lunga meglio camminare piuttosto che
rimanere inchiodate al letto, mi creda” disse
l’infermiera.”comunque ora le contrazioni sono molto
ravvicinate. Sono stabili a circa due minuti. Lei è davvero
molto fortunata signorina. Questo è uno dei travagli più
veloci che io abbia mai visto nella mia vita..e mi creda faccio questo
lavoro da quasi quarant’anni, so di cosa parlo”
Gemetti completamente nel panico, presa dall’improvvisa voglia di staccarle la testa.
Molto fortunata. Nooo, non era affatto vero!
A me non importava nulla di avere
il travaglio più rapido della storia, non mi importava nulla di
partorire a tempo di record.
Io volevo Rob…volevo solo che Rob avesse il tempo di arrivare e di stare al mio fianco, dove aveva promesso di essere!
“Ahhhhhhh” strillai colta da un'altra improvvisa ondata di dolore.
Mia madre fu immediatamente vicino
a me e cercò di darmi un po’ di conforto carezzandomi le
braccia. Una parte di me le era grata per tutto il supporto e
l’affetto che mi stava dando ma…ma un’altra parte
era pervasa dalla voglia totale di scacciare malamente le sue mani
dalla mia pelle.
“Mamma, ti prego, ti prego mi da fastidio” mormorai “Non toccarmi…fa troppo male”
Subito si allontanò di
qualche passo, permettendomi così di prendere lunghi respiri nel
tentativo, piuttosto vano, di allontanare il dolore.
L’infermiera si diresse alla porta. “Credo che sia meglio chiamare la dott Cameron per un controllo.”
Sentii la porta chiudersi alle mie spalle e lanciai una rapida occhiata all’orologio.
Le 18 e 45.
Le 18 e 45.
Le 18 e 45.
A quella vista mi sarei volentieri messa ad urlare con tutta la forza che mi restava nei polmoni. DOVE CAZZO ERA ANDATO?
Io ero lì a morire di dolore nel tentativo di dare alla luce sua figlia e lui dove cazzo era finito?
“Mamma ti prego” chiesi cercando di respirare e di non essere maleducata “ti prego richiama Rob..”
“oook..” balbettò
Fece velocemente il numero ma, dopo qualche secondi scosse il capo e mormorò C’è la segreteria
Mi trattenni dalla voglia di sferrare un calcio al letto, conscia che mi sarei solamente rotta qualcosa.
“Rob senti…sono Jules,
di nuovo. Scusa per tutti questi messaggi, probabilmente ti si è
scaricato il cellulare o sei imbottigliato nel traffico però le
cose procedono veloci a quanto pare e Kris è molto nervosa
e…”
Mi girai a fissarla allucinata.
Ah, kris è molto nervosa…scusa per tutti questi messaggi..???
Prego? Avevo capito bene?
Io stavo partorendo tra atroci
tormenti e lui era autorizzato a starsene in giro chissà dove?
Anzi, bisognava pure chiedergli scusa?
Il tono gentile con cui mia madre
gli stava parlando mi fece inacidire ancora di più e allungai la
mano, chiedendo che mi passasse il cellulare.
“Kris…non credo che sia..” iniziò
“Mamma, passami il telefono. ORA” ribadii.
Me lo porse all’istante.
“Robert Thomas
Pattinson” sibilai “mi dispiace tanto disturbarti, ma sai,
sono solo le 18 e 45..anzi e 47. Quindi mi perdonerai se oso chiamarti
per la milionesima volta visto che tu non ti degni nemmeno di accendere
questo cazzo di telefono!Io non ho la più pallida idea si ti
trovi in mezzo ad una fila chilometrica di automobili, se il tuo
telefono si è scaricato perché come al solito non ti sei
preso il caricabatterie, se ti hanno rapito gli alieni o qualche altra
creatura di qualsivoglia genere. E sai una cosa? Neppure mi
interessa.Non mi importa come, ma tu devi venire qui ORA!
Materializzati, teletrasportati, corri a velocità
vampiresca…non mi importa!!!Porta quel tuo culo
qui…SUBITO!”
All’improvviso un’altra contrazione mi fece contorcere e sentii gli occhi inondarsi di lacrime.
“Rob avevi promesso..” strillai tra le lacrime “Avevi promesso e..e invece non ci sei…”
Cercando di respirare riagganciai e scaraventai l’oggettino sul letto.
“Perché…perché..mamma,
dove è finito??” chiesi sull’orlo della disperazione
più totale.
Mia madre sembrava stare quasi
peggio di me “Io Kristen..non lo so. Ti giuro darei qualunque
cosa per..saperlo. Tutto quello che so è che non è da
Rob. Lui non si sarebbe perso questo momento per nulla al mondo.”
Aveva ragione, lo sapevo. E in qualche modo saperlo era ancora più frustrante.
Rob ci amava: amava me, amava Joy…e allora perché non era ancora arrivato?
A meno che…
Un pensiero mi fulminò, deciso e doloroso come una scarica elettrica.
No.
No.
No..non poteva. Non a me, non a lui..non a noi. Non poteva accadere.
Eppure…non ne avevo la certezza. Anzi, quel dubbio stava sempre più mettendo radici dentro di me.
Mi ritrovai a guardare mia madre terrorizzata “Ma..mamma, e se gli fosse successo qualcosa? Qualcosa di brutto?”
“Kristen, per favore non
pensare subito al peggio!” mi rimproverò “Sono
sicura che c’è una spiegazione molto meno tragica,
vedrai.”
Ma ormai il cervello era partito in
quarta e, insieme al mio cuore, si rifiutava di rispondere alla logica
della razionalità.
“Mamma pensaci. E se avesse
avuto un incidente d’auto? O peggio…se il suo volo fosse
scomparso o..o precipitato? Queste cose succedono ogni singolo giorno.
Magari..”
“Kristen..” mi disse
tranquilla ma, per un piccolo istante, vidi un lampo di paura e
preoccupazione attraversarle il volto.
Oddio…allora non ero solo io. Iniziava a temerlo anche lei.
Oddio.
Prima che potessi dire altro la
porta si riaprì e l’infermiera ci fece il gesto di
seguirla.”Kristen, la dott. Cameron preferisce visitarti in sala
parto. Ce la fai a camminare o prendo una sedia a rotelle?”
“Ce la faccio” risposi
automaticamente prima che le sue parole mi trapassassero da parte
a parte “Come sala parto? Perché? Io sto bene
qui..è ancora presto per andare in sala parto vero? Manca ancora
un bel po, no? Eh? Vero..vero?”
“La dottoressa sarebbe
più comoda se tu la facessi li” rispose tranquilla
“Per favore vieni con me”
La seguii come un automa, tentando di metabolizzare il dolore al bassoventre e il terrore per la vita del mio fidanzato.
Quando vidi che mia mamma mi stava
seguendo all’interno della sala parto la bloccai. “Mamma,
per favore. Resta qui e prova ancora a chiamarlo. Se non risponde prova
a casa nostra, chiama i suoi genitori o..o le sue sorelle o..o chiunque
possa avere sue notizie…per favore.”
“D’accordo,
d’accordo tesoro” mi assicurò seria “Ma tu
cerca di essere forte. Vedrai, sono sicura che si risolverà
tutto…andrà tutto bene.”
Annui, desiderosa di poterle credere.
Le diedi un bacio ed entrai nella
stanza. L’infermiera mi fece accomodare sul lettino, molto simile
a quello ginecologico, e fremente aspettai l’arrivo del mio
medico. Per fortuna in un paio di minuti fu li con me o avrei
ricominciato a pensare. Non che comunque riuscissi a smettere
ma…ma stare sola aggravava tutto. Specialmente sapendo che non
avrei dovuto essere sola.
Mi scacciai un paio di lacrime quando sentii la porta aprirsi.
“Allora Kristen” disse
la dottoressa Cameron “Ho pensato che vista la vicinanza delle
contrazioni fosse comunque stato meglio farti stare qui da adesso. Ti
visito e vediamo come procede la dilatazione, d’accordo?”
Mi limitai ad annuire, prima di
venire colta da una nuovo spasmo, questa volta peggiore di qualunque
avessi mai sentito in precedenza. Ed era passato pochissimo dalla
precedente…molto meno di due minuti.
Affondai le dita nel lenzuolo mentre mi visitava, cercando di concentrarmi su pensieri positivi.
Io sarei stata bene.
Rob sarebbe stato bene.
Joy sarebbe stata bene.
“Wow” disse il medico sorridendo “Questa bimba è un razzo Kris”
“Che..che vuoi dire?” chiesi confusa.
“Vuol dire che..che sei
già dilatata di 8 cm” rispose “Vuol dire che..beh,
direi che ha fretta di venire fuori. Se continuiamo di questo passo tra
poco la dilatazione sarà completa e..e inizierà la fase
espulsiva.”
Spalancai la bocca. Cosa? No, no, no. Assolutamente no.
Lei poteva anche essere pronta ma
io…io non lo ero per niente. Doveva aspettare ..doveva aspettare
il suo papà. Non poteva, non ancora…
“No..no piccola traditrice, ancora no, ti prego..” sbottai con le lacrime agli occhi.
“Kris…” la
dottoressa si avvicinò, cercando di calmarmi e invitandomi a
prendere lunghi e profondi respiri regolari “Kris..è il
momento. Lo so che è stato tutto veloce, lo so che hai paura. So
tutte queste cose. Ma so che tu sei forte e in gamba. E so che non
siamo noi a decidere…è la piccolina che comanda. E lei
sta strillando a squarciagola: Sono pronta.E
se lei è pronta lo devi essere anche tu, ok? Perché sei
la sua mamma e..e ha bisogno di te, del tuo aiuto. Ora più che
mai.”
Aveva ragione. Io ero la sua mamma.
E solo io potevo fare qualcosa per lei.
Non importava che avessi paura, che fossi angosciata per Rob, che non mi sentissi all’altezza.
Erano tutti dettagli di fronte alla richiesta di mia figlia. Io dovevo farla venire al mondo.
“O..ok..” biascicai, colta nuovamente dal dolore.
Dolore che non
migliorò…anzi.Malgrado non volessi, malgrado tentassi di
pensare ad altro era l’unica cosa su cui si focalizzava la mia
attenzione.
Le fitte, sempre più forti, sempre più lunghe, sempre più vicine.
Non riuscivo a capire, a rendermi
conto di quanto tempo passasse tra una e l’altra: Pochi secondi
solamente, in cui cercavo con tutta me stessa di riprendere fiato e
pensare solo alla mia bimba che tra poche ore avrei stretto tra le
braccia. Volevo focalizzarmi solo sul suo ipotetico visino, sulle sue
manine, sui suoi piedini minuscoli, su….
Scoppiai in lacrime: l’unica
bimba che la mia mente riusciva ad immaginare era una piccola copia di
Rob, sempre insieme al suo papà.
Joy, tra le braccia di Rob…
Joy, in piscina con Rob..
Joy, mano nella mano con Rob…
Joy…che veniva al mondo senza Rob.
No, era tutto così..così sbagliato…
“Ahhhh” strillai
contratta dal dolore al ventre e soprattutto al cuore
“No,no,no,no..non posso farlo..fa troppo male. Fa troppo
male!!”
“Kris sei forte. Ce la fai, sì che ce la fai” sentii la voce della dottoressa incitarmi.
Scossi il capo senza nemmeno aprire gli occhi.
“No, non è vero. Io non sono forte…da sola io non sono niente.” Mugolai.
“Forse è meglio se esco a chiamare tua madre…”
“Io non voglio mia
madre” Ero consapevole di stare strillando, di sembrare una pazza
scatenata in piena crisi e che la dottoressa non c’entrava
assolutamente nulla, ma le parole mi uscivano da sole, senza che
potessi controllarle, mosse solo dal flusso continuo e, a tratti
terrificante, del dolore.
“Rob…Rob ti
prego…io non ce la faccio senza di te..” sussurrai tra le
lacrime “Non ce la faccio…”
Non volevo mollare, non volevo ma…
“Kris…”
Spalancai gli occhi.
Quella voce…o stavo sognando o..
Scacciai le lacrime dagli occhi per
vedere introno a me e..e di fronte alla porta scorrevole della sala
parto, vestito con un camice azzurro e una mascherina…
“Rob..” mormorai, spaventata che quello potesse essere solo un sogno o un’allucinazione causata dal dolore.
Lui si avvicinò così
velocemente che non ebbi quasi il tempo di rendermene conto e, prima
che l’assurda paura che una volta che mi avesse toccata sarebbe
svanito come per magia, mi ritrovai col capo premuto contro il suo
petto.
E sfiorai la sua pelle.
E respirai il suo profumo.
E sentii la consistenza dei suoi capelli tra le mie dita.
E capii che non era né un sogno, ne follia, ne il frutto della mia immaginazione. Era reale…era la mia vita.
“Sei qui, sei qui, sei
qui” cantilenai incapace di staccarmi da lui finchè
un’altra contrazione mi fece ricominciare ad urlare.
Preoccupato si allontanò
leggermente per potermi guardare in viso. “Oddio Kris che
succede? Fa molto male?Oddio amore scusami…”
Non risposi, incapace di aprire bocca e lui rivolse uno sguardo terrorizzato al medico.
“E’ tutto normale stia
tranquillo. E’ quasi completamente dilatata” Sorrise
“direi che è arrivato giusto in tempo per il gran
finale”
“Per forza, aspettava il suo papà” mormorai infine, cercando di non piangere
Lui mi sorrise dolcissimo “Oh
amore mi dispiace tantissimo. Quando sono atterrato ho sentito tutti i
messaggi e…mi è sembrato di morire. E poi..poi sono
successe una serie di cose assurde, una dietro l’altra. Se te lo
dicessi non ci crederesti..”
D’un tratto mi resi conto del taglio e della sutura sulla sua fronte “O mio Dio..ma che..che ti sei fatto?”
Ascoltai la sua veloce spiegazione, digrignando di tanto in tanto i denti per contenere il dolore sempre più forte.
“…e poi sono arrivato
quasi un’ora fa ma..ma mi sono perso, questo posto è
enorme e..e poi ho fatto un casino nel tentativo di piazzarmi questo
dannato camice e sono anche caduto per terra..”
Avrei riso della sua eterna imbranataggine se non fossi stata così schifosamente male.
In una piccolissima pausa di dolore allungai il braccio e lo attirai a me.
Posai le labbra sulle sue
“Non fa niente mio piccolo flippy. Mi importa solo che sei qui e
che..che non te ne vai mai più..”
“Più” promise sorridendo “Mai più”
Mi strinse forte e non so quanto
tempo rimanemmo così. Minuti, ore, giorni…lo scorrere del
tempo era diventato qualcosa di totalmente relativo ed irrilevante,
soprattutto di fronte alle ondate di dolore che mi colpivano forte come
la marea che si infrange sugli scogli. Avere Rob li, che mi sussurrava
parole di conforto all’orecchio e mi carezzava delicato la
schiena, era la sola cosa che mi faceva resistere senza impazzire.
Ma ad un certo punto tutto, tutto
quello che sentivo divenne…semplicemente troppo. Era il massimo
che potessi sopportare, il massimo che potessi gestire.
“Non ce la faccio più..per favore , per favore…fatela uscire..” sussurrai stremata.
“Direi che è la stessa
cosa che sta dicendo tua figlia Kris” ci informò il medico
“Riesco a vedere il sederino, direi che ci siamo…”
A quelle parole sentii Rob irrigidirsi “Il sederino? Ma non dovrebbe uscire la testa?”
“La bimba è podalica Robert”
“Podalica? Ma non sarebbe stato meglio un cesareo”
Scossi il capo decisa “No,
volevo farlo io. Non potevo essere lì da sola, non potevo essere
lì senza di te…non potevo..”
“Ma Kris..”
“No” lo fissai decisa “Tutto quello di cui ho bisogno sei tu. Ho solo bisogno di te per farcela..”
Mi asciugò la lacrima col pollice “Insieme. Insieme ce la facciamo..”
Non ebbi il tempo di annuire che la
dottoressa tornò a rivolgersi a me. “Ok Kris, ora devi
fare esattamente come ti dico. Sarà tutto piuttosto veloce e ho
bisogno che tu rimanga concentrata”
Annuii veloce.
“Ok allora dimmi quando senti
il piccolo intervallo tra la prossima contrazione. Io dovrò
farti una piccola incisione”
Trattenni il respiro, terrorizzata.
Non sapevo quasi se augurarmi che quella contrazione durasse in eterno.
Così non fu: quando la sentii scemare le feci un gesto e , in
meno di un secondo, sentii dolore e poi un forte bruciore.
Mi morsi forte il labbro.
“Ok, brava, sei stata bravissima”
Quasi mi stupii. Non aveva fatto
poi così male, beh non se il confronto era col tipo di dolore
delle contrazioni. Quello si che era davvero indescrivibile.
Totale, completo , assurdo. E in meno di dieci secondi infatti ricominciò, forte come non avrei mai creduto possibile.
“Ok, brava. Adesso spingi, spingi più forte che puoi”
Lo feci, tenendo la mano di Rob
saldamente ancorata nella mia e strillando, finchè non avvertii
qualcosa di viscido sgusciarmi tra le gambe.
Non ebbi neppure il tempo di
adagiarmi sui cuscini e riprendere fiato che dovetti ricominciare a
spingere, tentando disperatamente di mettere insieme le poche forze che
ancora mi restavano in corpo.
E spinsi.
E ancora, e ancora, e ancora…
“Non..non ce la faccio più” piansi, sentendo solo le labbra di Rob sulla mia fronte.
“Sei bravissima, sei bravissima…sì che ce la fai” sussurrò
“Ha ragione Kris, stai
andando molto bene” mi incitò la dottoressa Cameron
“Le gambe e il busto sono fuori. Ora alla prossima contrazione
non devi spingere, capito? Anche se ti viene di farlo non devi spingere
o non mi dai il tempo di ruotarle le spalle nel modo corretto.
“Ok..” balbettai,
trattenendo i muscoli dallo spingere verso il basso. Invece
sentii qualcos’altro: qualcosa …muoversi.
“Ok, kris spingi…spingi di nuovo.”
Digrignai i denti, spingendo come un ossessa.
“Ahhhhh” urlai,
stritolando la mano di Rob “Ahh non farò mai più
sesso lo giuro…lo giuro…”
Ebbi appena il tempo di sentire qualcuno ridere che dovetti ricominciare di nuovo.
Non so per quanti minuti continuò quel tormento ma ad un tratto mi fu permessa una piccola pausa. Crollai sul lettino.
“Kris” mi spiegò
il medico “Raccogli tutte le energie, perché questa
sarà l’ultima. Sarà veloce perché io
aggancerò il bambino per la mandibola e ti darò una mano.
Quindi un ultimo sforzo e…e poi sarai una mamma.”
Presi un lungo respiro.
Un ultimo sforzo per lei. Per la mia Joy.
Mi voltai a fissare Rob, il viso a pochi centimetra dal mio.
“Sei bellissima..” sussurrò, gli occhi brillanti per l’emozione.
“Bugiardo..” risposi flebile.
“Lo sei. E sei forte, e meravigliosa e coraggiosa. E io ti amo così tanto..”
“Anche io ti amo” piagnucolai “Anche io…”
“Siamo insieme. E insieme possiamo fare tutto..” mi incitò.
Sì, aveva ragione.
Raccolsi tutta la forza che avevo ancora e, quando il dolore ricominciò, iniziai a spingere.
“Forte ..ancora, ancora e..eccola!”
“Aahhhhh” stavo ancora urlando quando…quando mi accorsi che non ero la sola a farlo.
Tra le braccia della dottoressa
c’era una piccola creaturina, sporca di sangue e liquido
amniotico che si dibatteva e…e piangeva a pieni polmoni. Era il
suono più bello del mondo.
“Rob ..” mormorai, totalmente incurante del dolore che ancora avevo al ventre.
Non mi rispose e mi voltai a
guardarlo e…e stava piangendo mentre rimirava estasiato nostra
figlia. Rob piangeva e tra le lacrime la guardava come lo avevo visto
guardare solo un’altra persona in tutta la mia vita.
Me…
D’un tratto la dottoressa passò la piccola all’infermiera al suo fianco, pronta con un telo pulito.
“Dove..dove la portate? Io voglio vederla..”
“Te la riportano subito Kris.
Devono liberarle le vie respiratorie e pulirla mentre io devo
suturarti, ti sei lacerata..”
Improvvisamente mi sentii
circondare dalle braccia di Rob e le sue labbra furono sulle mie. Le
nostre lacrime salate si mescolavano, insieme alle nostre risa.
Il mio cuore stava scoppiando letteralmente di felicità mentre
ci stringevamo a vicenda. E non sentivo altro che il nostro amore
intorno a noi: né i punti che mi diedero, né le ultime
contrazioni al ventre.
Solo quando finalmente la voce dell’infermiera ci parlò, mi riscossi veramente e, con me, anche Rob.
“C’è una bimba qui che vuole conoscere la mamma…” disse piano.
Lanciai un’occhiata
emozionata al mio fidanzato e poi, nel gesto più naturale del
mondo, allungai le braccia verso di lei.
Mia figlia.
E fu come se l’avessi presa
da sempre, come se l’avessi stretta da sempre. Ogni paura, ogni
pensiero negativo che avevo avuto durante la gravidanza sparì
improvvisamente, distrutto da quel momento perfetto.
La strinsi al petto e lei vi si
accoccolò, premendo il nasino contro il mio seno. Sfiorai con
dolcezza il profilo del suo naso e dei suoi occhietti chiusi…si
era addormentata.
Robert seguì la mia mano e,
una volta che si furono intrecciate, ci ritrovammo a sentire il suo
respiro regolare sotto alle nostre dita.
“E’ bellissima..” mormorai.
“Per forza, ti
somiglia…” disse prima di chinarsi su di me e sfiorare con
le labbra la sua testolina morbida “Siete splendide…le
cose più belle ed importanti della mia vita”
Una lacrima rotolò giù dalla mia guancia “E’…è come una favola”
“No” mi contraddisse
posando la testa sulla mia spalla “E’
meglio…è molto meglio. E’ la realtà, la
nostra realtà.Kris, io non posso prometterti che ..che la nostra
vita sarà sempre facile o perfetta, ma posso giurarti che
amerò te e nostra figlia sempre. Per sempre”
Gli carezzai la guancia “Anche io ti amo. E anche Joy”
Lui sorrise, stringendomi forte e
abbracciandoci entrambe. “Papà ci sarà sempre per
te piccolina e qualunque…qualunque cosa accada resterà al
tuo fianco. Perchè sei parte di lui..e della mamma…”
Ci stringemmo forte l’uno
agli altri, riscaldati dal calore del nostro abbraccio. E io, in fondo
al mio cuore, sapevo che Rob aveva ragione.
Non mi serviva la perfezione, la ricchezza o qualunque altra sciocchezza che di solito la gente considerava importante.
Non mi serviva la fiaba.
Io avevo la mia famiglia, ed era la sola realtà che volevo vivere.
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Capitolo 20 *** Family time ***
cap kristen
Ragazze
siamo super ultra mega commosse!!! 35 recensioni!!! Ci avete fatto
battere il record T_____T siete le migliori davvero. Non sappiamo che
dire..siamo quasi commosse. Cioè il successo di questa storia
è così...assurdamente fantastico e ci fa così
tanto piacere che quasi non riusciamo ad esprimerci *.* *.*
*.* *.* Cooomunque scusate se non ho aggiornato ieri ma
purtroppo non trovavo più qst capitolo e dovevo aspettare che
Fio tornasse da Roma dove ha incontrato Kristen e si è fatta
fare l'autografo!!!! Awwww cioè...no words. Vi lasciamo
alla lettura e a presto ragazze!!
P.S= Non preoccupatevi...non abbiamo alcuna intenzione di finire la storia ora!! Anzi..il bello deve ancora venire eheh.
CAPITOLO 20 (Fio)
FAMILY TIME
KRIS POV
“Ma quanto è bella questa bimba”
“E shi! Shei troppo bella amore di nonna!”
“Oh lasciatemela tenere un po’”
“Ma l’ho appena presa”
“Ma ti attira come una calamita!”
“Guardate come muove la boccuccia!”
Non potevo fare a meno di
sorridere. Certo.. casa nostra era diventato una specie di porto da una
settimana, ma come potevo non essere felice di tutto quell’amore?
Ora erano tutti lì, riuniti
nel nostro salone per l’ennesima volta a mangiarsi di coccole
quel piccolo scricciolo che da sette giorni avevamo portato a casa
nostra.
Era difficile riuscire ad
accontentare tutti. Ognuno avrebbe voluto tenere Joy tra le braccia per
più di dieci minuti, ma era impossibile non fare i turni. E io
avrei voluto sempre tenerla in braccio. L’affidavo agli altri con
riluttanza, non perché non mi fidassi di loro, ma solo
perché lei era la mia bambina, era mia e per il momento volevo
che restasse solo nostra.
Mi sembrava ancora assurdo, come se
dovessi ancora realizzare che stava davvero accadendo a me, come se
dovessi ancora realizzare di avere una figlia. Io, ero diventata madre.
Rob era un papà. Eravamo genitori, di una bambina bellissima.
Guardavo Rob che ogni tanto mi
sorrideva, distrattamente. Era troppo impegnato ad assicurarsi che
tenessero Joy senza farla cadere.
Certo non si preoccupava dei nostri
genitori, quanto dei miei fratelli e delle sue sorelle. Io invece ero
stranamente tranquilla. Forse mi calmava il fatto che sia io che Rob
eravamo gli ultimi di famiglia, quindi inevitabilmente i nostri
fratelli ci avevano tenuti in braccio ed eravamo cresciuti senza alcun
tipo di trauma. Eppure Rob non sembrava per niente tranquillo.. troppo
preso dal tenere d’occhio l’irruenza delle sorelle.
Le nostre famiglie al completo
avevano occupato l’intero divano dimenandosi il possesso di Joy
mentre io e lui ce ne stavamo seduti sulla poltrona poco distante.
Era difficile reprimere la voglia
di farmi spazio tra la folla dei nostri parenti e prendere la mia
bambina tra le braccia, ma era l’ultima sera per i genitori e le
sorelle di Rob da poter trascorrere lì e mi sembrava giusto
lasciare che si spulciassero un po’ la piccola. Erano stati tanto
carini da venire il giorno dopo il parto offrendo il loro aiuto per
qualsiasi cosa e non avrei potuto negargli quegli ultimi momenti con la
loro nipotina prima di partire di nuovo.
A Rob, dal canto suo, non importava
per niente. Nonostante fosse passato una sola settimana, era
gelosissimo di Joy. Non riusciva proprio a starle lontano e coglieva
ogni occasione per toglierla dalle braccia di qualcuno e adagiarla
nelle sue. E io mi scioglievo come neve al sole. Lo sguardo che Rob
riservava alla nostra piccola non aveva paragoni. Non guardava nemmeno
me in quel modo.. così.. adorante. Mi amava, lo sapevo bene, ma
guardava Joy come se davvero la sua esistenza dipendesse da quella
piccola creatura di 3 Kg e 100 scarsi.
“Rilassati..” sussurrai
carezzandogli una spalla e avvicinandomi a lui che pian piano avanzava
sempre di più alla punta della poltrona.
Mi sorrise velocemente. “Guarda come le stanno addosso”
Mi lasciai scappare un risolino. “Amore rilassati” ripetei sperando che mi ascoltasse.
“Finché è con
Victoria ok.. è di Lizzie che mi preoccupo”
bisbigliò nello stesso istante in cui la sorella reclamò
la bambina.
Rob scattò subito in piedi.
“Lizzie..” disse schiarendosi la voce con un colpo di tosse
che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, intimare la sorella dal
prendere la bambina.
“Rob non cominciare!”
rispose subito Lizzie mentre con molta cura prendeva Joy dalle braccia
di Victoria. “Ti ho tenuto tante volte e fino a prova contraria
non ti ho mai fatto cadere” continuò reggendo con cura la
minuscola testolina di Joy.
“Bè.. veramente..”. Victoria si fermò di scatto quando Lizzie la fulminò con gli occhi.
Oh perfetto.
Cercai di ignorare la piccola
sensazione di ansia che improvvisamente mi invase il corpo a quella
mezza-rivelazione. Gettarmi a capofitto su di loro reclamando mia
figlia sarebbe stato poco carino. Repressi il bisogno e per la prima
volta non bloccai Rob che spalancando gli occhi avanzava verso di lei.
“Rob! Ti giuro! È
successo solo una volta! Ed ero seduta a terra.. hai solo sbattuto un
po’ la testa.. niente di grave..”.
L’ilarità della situazione mi fece ridere, come tutti gli altri che erano lì con noi.
Richard cercò di venire in
aiuto alla figlia con scarsissimi risultati. Nel frattempo Joy era
passata nelle braccia di Cameron con grande sollievo di Rob. Era
stranissimo vedere mio fratello così.. preso da qualcuno.
Sembrava catturato da Joy, come se quella bambina avesse il potere di
far innamorare chiunque la vedesse.
Rob sembrò finalmente
rilassarsi definitivamente quando sua madre prese la bambina in
braccio. Le sue mani erano così esperte che fu subito tra le sue
braccia con un movimento fluido. Io ci mettevo anni per prenderla dalle
braccia di qualcuno, abbattuta sempre dal terrore di mettere le mani in
modo sbagliato, di non supportarle la testolina, di..
Non sapevo nemmeno di cosa, ma a
volte mi sentivo una totale incapace e vedere gli altri che invece
riuscivano ad essere così tranquilli e spontanei con mia figlia
mi faceva saltare ai nervi e allo stesso tempo mi lasciava uno strano
senso di inadeguatezza. Possibile che io non riuscissi ad essere
naturale con mia figlia?
Proprio quando i pensieri iniziarono a invadere la mia testa un gridolino mi ridestò e subito un pianto invase la sala.
Io e Rob scattammo in piedi e in
meno di due secondi fummo da lei. Claire la lasciò a Rob senza
esitare e lui posizionò le braccia e come se fosse la cosa
più naturale del mondo l’accolse e iniziò a
cullarla dolcemente cercando di placare il pianto. Io le afferrai la
manina strofinandola dolcemente mentre mi crucciavo per capire
perché piangesse.
“Cos’ha?” chiesi preoccupata.
Rob inarcò le sopracciglia e senza rispondere continuava a cullarla con un ritmico “Ssssh”
“Perché non smette?” chiesi di nuovo sperando di ottenere una risposta.
“Quando ha fatto l’ultima poppata?” mi venne incontro mia madre.
“Circa tre ore fa..”. Sì.. verso le cinque. Poco prima che arrivassero tutti.
“Allora ha fame” concluse Claire con un sorriso.
“Oh..”. Perché? Perché tutti riuscivano a capire cosa volesse e io no?
“Bè.. mi sa che
è arrivata ora di levare le tende e lasciare la famigliola da
sola” disse mio padre avvicinandosi a Joy che iniziava a calmarsi
un po’.
Le prese la manina e gliela
baciò dolcemente. “A domani piccolina”
sussurrò e si fece da parte per lasciare che gli altri la
salutassero.
Rimasi scioccata nel vedere Lizzie
e Victoria quasi con le lacrime agli occhi al pensiero di dover
lasciare la loro nipotina. Evidentemente una settimana non era bastata,
non a caso avevano già progettato una vacanza più lunga
il prossimo mese.
Mi allontanai un po’ per
lasciare che i genitori e le sorelle di Rob salutassero la piccola
riempiendola di dolci bacetti sulle manine e sui piedini.
“Mi raccomando.. trattale bene..” sussurrò Claire a Rob per poi baciargli una guancia.
“Tranquilla mamma”
Accompagnammo tutti alla porta e
augurammo loro buon viaggio. Sembravano davvero non volere andare
più via, ma dopotutto era comprensibile, no? Nemmeno io avrei
mai voluto allontanarmi da quella piccola creaturina. Ma per me era
diverso.. io non avrei mai potuto. Non potevo farne a meno.
“Tesoro ci vediamo domattina alle sei allora?”
Annuii impercettibilmente a mia
madre rabbrividendo al pensiero. Non mi andava per niente di lasciare
mia figlia da sola. Cioè.. sarebbe stata con mia madre
tecnicamente, ma non volevo allontanarmene. Non volevo pensarci, ma
dovevo farlo.
“Andrà tutto bene tesoro” mi rassicurò lei carezzandomi il viso.
“Si lo so”. Non ero
certo preoccupata per una misera operazione di mezz’ora scarsa.
Era il pensiero di lasciare Joy che mi distruggeva.
Le sorrisi per rassicurarla e
ricambiò. Carezzò il visino di Joy dolcemente e
salutandoci un’ultima volta raggiunse gli altri.
Con un profondo respiro chiusi la porta dietro di me e sorridendo guardai Rob e poi Joy.
Non feci in tempo ad allungare le
braccia che riprese a piangere. Odiavo sentirla piangere, non
perché odiassi il suono della sua voce ma perché mi
sentivo quasi impotente, la maggior parte delle volte. Almeno ora
sapevo che fare.
“Ora della pappa” esclamò Rob avviandosi al divano dove ci sedemmo.
Mi sbottonai la camicetta fino a
lasciare abbastanza scoperto il seno e mi porsi verso Rob per prendere
la piccola. Rob l’appoggiò delicatamente alle mie braccia
e le mie mani seppero subito come muoversi sorreggendole il corpicino e
la piccola testa. Incredibile. Quando avevo mia figlia tra le braccia
mi sembrava tutto così naturale.. eppure vederla con gli altri
mi faceva sentire un’incompetente.
L’aiutai a trovare il capezzolo e la sua boccuccia si attaccò subito e iniziò a succhiare con forza.
Rob la osservava estasiato mentre io invece ero un po’.. preoccupata.
Dovette notare la strana espressione sul mi volto. “Cosa c’è? Fa male?”
Scossi leggermente il capo
sospirando un po’. “Credo che non mangi.. succhia ma non
esce niente. Ho il seno troppo piccolo” mi lamentai cercando di
non affliggermi troppo, ma era tardi.
“Kris, è il colostro”
“Il che?”
“Il colostro.. è
il latte delle prime poppate. All’inizio arriva solo quello
perciò ti sembra che succhi invano. Ma è pieno di
vitamine e anticorpi. È normale”
Rimasi allibita. Come.. come faceva a sapere tutte quelle cose?
“E tu che ne sai?” chiesi scioccata.
“Ho letto”
“Anche io ho letto ma questo non c’era scritto”
“Ti sarà sfuggito..
Amore, ti prego, non prendertela per così poco. Joy mangia..
altrimenti come avrebbe fatto una settimana senza cibo?” mi fece
giustamente notare.
Uff! Cercai di rilassarmi e di non
pensarci troppo eppure continuavo a sentirmi un’idiota. Perfino
sulla teoria era più preparato di me. Perché?
Perché non avevo letto quel pezzo io? Perché
c’erano tante cose che ancora non sapevo? Improvvisamente mi
sentii.. piccola. Una bambina, una ragazza. Una ragazza di
vent’anni con una bimba di cui non sapeva prendersi cura.
Scossi mentalmente la testa
cercando di scacciare quei pensieri negativi e mi concentrai sulla mia
piccola. Aveva gli occhi chiusi e continuava a succhiare poggiando una
manina sul mio seno.
Nonostante il senso di
inadeguatezza, era la sensazione più bella del mondo. Stavo
nutrendo mia figlia, la stavo crescendo. Io.
Mi incantai a vedere le sue piccole
labbra che si muovevano ritmicamente quando vidi una goccia di latte
accumularsi sulla sua boccuccia e bagnarle le labbra.
Aprii leggermente la bocca ed ogni pensiero negativo svanì.
“Visto?” mi sussurrò Rob all’orecchio per poi darmi un dolce bacio sulla guancia.
Sorrisi mentre tenevo la manina di
mia figlia e continuavo ad osservarla succhiare quando aprì gli
occhi rivelando il loro azzurro mare. Bellissimi.
“Mi spiace che non abbia i
tuoi occhi” Sussurrò Rob sul mia spalla con lo sguardo
fisso su nostra figlia proprio come me.
“Potrebbe sempre cambiarli..”
“In che senso?” chiese con voce un po’ perplessa.
“Bè.. all’inizio
tutti i bambini hanno gli occhi azzurri, o almeno la maggior parte..
poi possono assumere un colore diverso..” spiegai contenta di
potergli rivelare qualcosa che non sapeva.
“Oh.. allora c’è ancora speranza..”
“Non essere ridicolo.. i tuoi occhi sono bellissimi”
“Non quanto i tuoi però”
Mi limitai a sorridere e scuotere leggermente il capo. Inutile controbattere ancora, sapevo che sarebbe stato inutile.
Joy continuava a mangiare mentre
Rob dolcemente le carezzava ogni tanto la guancia leggermente paffuta.
Anche senza toccarla avrei potuto dire che non c’era niente di
più morbido e candido al mondo. Niente di più puro.. di
più bello. Era una sensazione bellissima.. essere lì con
Rob e nostra figlia e sentire che niente al mondo mi avrebbe mai reso
più completa. Persa nell’adorazione per Joy la lasciai a
Rob senza staccarle gli occhi di dosso quando ebbe finito e stranamente
era tranquilla, ma lo era sempre nelle braccia del padre. A volte mi
sentivo una vera deficiente. Iniziava a piangere e per quanto provassi,
non riuscivo a capire cosa volesse e poi appariva Rob e anche solo
prendendola in braccio riusciva a calmarla.
Non feci in tempo a distogliere lo
sguardo per abbottonarmi la camicetta che aveva già chiuso gli
occhi e si era accoccolata sul braccio di Rob.
Assurdo! Doveva essere distrutta da
tutte le attenzioni della giornata per essersi addormentata così
presto. Di solito non chiudeva occhio fino alle undici. Bè.. per
essere precisi, non chiudeva occhio per più di cinque ore a
notte. Dormiva pochissimo al punto da far preoccupare seriamente me e
Rob. Cercavamo di convincerci che fossero solo i primi tempi e che
presto avrebbe preso a dormire di più, eppure ancora non
accennava a voler smettere di piangere durante la notte senza alcun
valido motivo.
“Sssh..”
sussurrò Rob alzandosi lentamente dal divano. “Magari
stasera si dorme..” continuò con un evidente filo di
speranza nella sua voce.
“Non canterei presto
vittoria” lo smontai subito. “Se si addormenta ora alle due
si sveglierà e non vorrà più dormire..”
Rob si immobilizzò per qualche secondo valutando le mie parole e cercando di negare quella possibilità.
“Ma no.. magari questa
è la volta buona. Abbi fiducia..” disse mentre camminando
pian piano eravamo arrivati alla sua cameretta.
Le baciai dolcemente la fronte prima che Rob la depositasse nella culla poggiando il lenzuolino sopra quel corpo piccolissimo.
Restammo entrambi appoggiati ai bordi della culla, imbambolati davanti quella bambina che ci aveva già stravolto la vita.
“E’ bellissima..” sussurrò Rob a un certo punto.
“Si.. ti somiglia molto..”
“Io credo che somigli più a te”
“Direi che ha una giusta
porzione di entrambi..” conclusi infine mantenendo la mia voce al
minimo dell’udibile.
“Vuoi mangiare qualcosa?” mi chiese Rob socchiudendo la porta dietro di sé.
Mi stiracchiai sbadigliando,
risultato delle ormai perenni notte insonni. “Mmm.. meglio che
non mangi niente per domani.. e poi.. sono stanca.. andrei volentieri a
dormire..” confessai e notai la sua espressione pensierosa.
“..però.. se vuoi fare
qualcosa..”. Non sapevo bene cosa ci fosse in quella mia
affermazione. Da quando era nata Joy non avevamo ancora avuto un
momento per noi, ma dopotutto era normale. Era passata appena una
settimana.. Eppure ero troppo stanca per dedicarmi a qualsiasi
cosa.
Lui di rimando sorrise e si
avvicinò prendendomi le mani. “Mi basta vederti
dormire..” sussurrò e chiusi gli occhi mentre mi lasciava
un bacio sulla fronte.
Lasciai che mi circondasse con le
braccia e mi aggrappai a lui con tutte le forze che avevo. Non so
quanto tempo restammo così, forse secondi, forse minuti, forse
ore.. Di certo il tempo necessario per far crescere il mio sonno e
farmi chiudere gli occhi sul suo petto.
Mi sentii tirare su e mi accoccolai meglio su di lui, e prima ancora di arrivare in camera, sprofondai nel sonno.
Non mi sembrava nemmeno di aver dormito quando fui svegliata da quel suono ormai tanto familiare e.. temuto.
Joy piangeva, come ogni notte d’altronde.
“Ci risiamo..” biascicò Rob.
“Vado io..” sbadigliai
mentre Rob si alzava insieme a me. Era sempre così: nonostante
gli dicessi di restare a letto lui si alzava e veniva con me e
ringraziavo il cielo che non fosse uno di quei padri che fingevano di
non sentire pur di non doversi alzare dal letto. Avrei sempre potuto
contare su di lui. Sempre.
Mi abbassai sulla culla e
attentamente presi mi figlia in lacrime iniziando a cullarla e
sforzandomi come ogni volta di capire cosa avesse. Tutto inutile.
Eppure mi ero alzata per farla mangiare solo un’ora fa. Non era possibile che avesse di nuovo fame.
“Dalla a me” disse Rob allungando le mani e con un po’ di frustrazione gliela cedetti.
Lui la portò sul fasciatoio
e iniziò a sbottonarle la tutina con un’esperienza che non
riuscivo a concepire. Da dove era nato tutto quell’istinto
paterno? Dove poteva aver fatto pratica?
Lo osservavo muoversi con destrezza sbottonando il pannolino che rivelò una sgradevole visione di cacca. Letteralmente.
Come facevo a non accorgermene? Non avrei dovuto sentire almeno un minimo di puzza?
Mah.. più pensavo a me
stessa come madre più non mi ci vedevo. E avrei dato tutto per
riuscire a capire mia figlia come chiunque altro.
Non dissi una parola mentre Rob
borbottava qualche parolina con quel linguaggio incomprensibile che
riservava alla figlia. Io non riuscivo a parlarle in quel modo.. mi
sentivo nervosa, verso di lei e verso me stessa.
“Ecco fatto” sentii dire a Rob e istintivamente corsi da lei e la presi in braccio sperando che riacquistasse sonno.
Sorrisi per qualche secondo mentre
la guardavo calma tra le mie braccia, finché non riprese a
piangere. A quel punto scoppiai.
“Ma perché? Perché piange??” urlai esasperata.
Rob mi guardava quasi con compassione mentre con passo ansioso andavo avanti e dietro cercando di calmare quella bambina.
Quando mi resi conto che sarebbe stata inutile mi avvicinai a Rob e gliela porsi.
“Basta! Prendila tu! Tanto con me non ci vuole stare!” sbottai nervosissima.
Rob l’accolse subito prima che la situazione degenerasse e dopo nemmeno due minuti, si calmò.
“Ecco! Ecco vedi!?” sbraitai scrollando le braccia.
“Sssh.. Kris..”
“Ma perché?
Perché solo con me non vuole stare? Eppure sono la madre, cazzo!
Dovrei sapere cosa vuole, perché piange. Dovrei riuscire a
calmarla! Invece con me non fa altro che piangere, e poi.. poi viene da
te o da chiunque altro e Boom, smette di piangere.. perché?
Possibile che non le vado proprio a genio?..”
Non mi ero nemmeno accorta che stavo praticamente urlando finché non sentii gli occhi pungermi per la frustrazione.
Rob si avvicinò con sguardo
comprensivo indicandomi di sedermi sulla panca dietro di me. Prese
posto accanto a me e continuando a tenero lo sguardo basso evitavo di
vedere mia figlia.
“Kristen..” bisbigliò Rob. “Sei troppo dura con te stessa..”
Scossi il capo. “No.. sono giusta..”
“Non è vero..”
“Si invece. Guardami! Non riesco nemmeno a guardarla! Non le piaccio!”
“Kristen non essere assurda.. sei sua madre..”
“Appunto! A maggior ragione
dovrei essere capace di farla smettere di piangere almeno!
Invece..” non riuscii a terminare la frase e cercando di calmarmi
scossi il capo sospirando pesantemente.
“E’’ questo il
problema.. ti aspetti troppo da te stessa perché sei una madre
ora. Ma non è così.. Non devi smettere di essere come sei
solo perché hai una bambina ora..”. Si aggiustò
meglio Joy sul braccio destro in modo da poter allungare una mano e
sfiorarmi.
“Lei lo capisce che sei nervosa.. lo capisce se non sei calma e se non lo sei tu non lo è nemmeno lei..”
Lentamente alzai il viso e lo
guardai. “Forse hai ragione..” sussurrai abbassando gli
occhi su Joy che sbatteva dolcemente le palpebre. Stava per
riaddormentarsi e riuscivo solo a pensare che avrei voluto essere io ad
averla tra le braccia, avrei voluto essere io quella capace di farla
calmare.
“Si.. Però.. perché non vai a dormire? Resto io qui..”
“Rob non..”
“Devi alzarti presto domani”
“Anche tu” gli feci notare.
“Ma tu sei stanca.. vai tranquilla.. io ti raggiungo tra poco..”
Non volevo andare.. volevo restare
lì, ma in fondo, che senso avrebbe avuto? Lei era tra le sue
braccia e non avrei mai osato prenderla per farla piangere di nuovo..
Istintivamente allungai la mia mano e afferrai quella piccolissima di Joy che strinse il mio dito in un debole pugno. Sorrisi.
“Vai..” mi incitò di nuovo Rob.
“D’accordo..” acconsentii infine e lasciando andare la manina tornai in camera.
Non riuscii a dormire granché e la notte sembrava non passare più.
Mi svegliai circa tre ore dopo
trovando Rob addormentato accanto a me. Cercando di non svegliarlo mi
liberai del suo braccio che mi circondava la vita e senza nemmeno
pensarci sgusciai in camera di Joy. Mi affacciai sulla culla e stava
ancora dormendo. Chissà a che ora si era addormentata per
dormire ancora alle cinque del mattino quando di solito era già
sveglia e pimpante. Rimasi lì assorta nei miei pensieri a
fissare mia figlia.. per molto tempo. Sarei potuta restare lì a
guardarla in eterno.. a vederla cambiare lentamente sotto i miei occhi,
e sarebbe stato così.
Non mi resi conto di che ore fossero finché non sentii due braccia stringermi da dietro.
“Dovresti prepararti..”
Alzai il viso verso l’orologio appeso alla parete. Le sei meno venti! Già?!
Possibile che fossi rimasta
lì per più di mezz’ora senza accorgermi del tempo
che passava regolato solo dal respiro di mia figlia?
“Ora vado..” Risposi
voltandomi verso di lui e strusciando la mia fronte contro la sua. Mi
diede un bacio sulla guancia e mi strinse di più da dietro.
“Va meglio stamattina?”
Sospirai cercando di non rispondere alla domanda. “Scusami per ieri sera.. non so cosa mi è preso..”
“E’ normale Kris, tranquilla. Non devi scusarti con me..”
Annuii un po’ insicura. “Vado a prepararmi..” e uscii dalla camera.
Mia madre arrivò puntuale
come suo solito. Appena pronta le aprii la porta alle sei spaccate. Joy
ancora dormiva.. assurdo.
Avrei quasi voluto svegliarla per
salutarla, ma non avrei potuto. Era così bella quando dormiva, e
soprattutto era tranquilla e visto che non accadeva molto spesso mi
limitai a carezzarla la guancia.
Un’intera giornata senza poterla vedere, senza potermi accertare direttamente che stesse bene.
“Starà bene” mi tranquillizzò Rob coprendola di più col lenzuolo.
“Lo so.. è che.. non vorrei andare.. e mi spiace che tu debba venire con me..”
“Kris, io non devo venire con
te. Io voglio venire con te. Joy non cambia niente tra di noi. Siete le
mie priorità.. e io ci sono per lei come ci sono per te”
Gli sorrisi dolce e riconoscente.
Ero così fortunata ad aver trovato Rob. Era assurdo come il
destino avesse inciso tanto sulla mia vita, era assurdo il modo in cui
c’eravamo trovati, come se ci stessimo aspettando da sempre.
Riuscimmo finalmente ad uscire da
quella stanzetta e dopo le ultime nonché inutili raccomandazioni
a mia madre, uscimmo di casa.
Sarebbe stata una lunga giornata. Lo sentivo.
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Capitolo 21 *** Falling in love for the last time ***
cap 21
Allora
ragazze siamo qui puntuali come sempreeee *____* saremo rapide
perchè devo correre a preparare la cena(io Cloe..) e vogliamo
come sempre ringraziarvi per le splendide e meravigliose recensioni che
incredibilmente aumentano ad ogni singolo capitolo..non sapete quanto
ci faccia piacereeee!!!
Grazie, grazie, grazieee!!!
Vi lasciamo alla lettura sperando che il capitolo non vi deluda *____*
Un mega bacione ragazze!!!
P.S= Qualcuno ci ha chiesto la
data di nascita di Joy. ahahah è vero, avete ragione,
stupidamente non l'abbiamo precisato. Cmq è nata il 24 luglio ed
è del segno zodiacale del leone :)))
CAPITOLO 21 (Fio)
FALLING IN LOVE FOR THE LAST TIME
KRIS POV
Erano stati tutti molto gentili. Volendo avremmo potuto tranquillamente
richiedere una camera singola e isolata, ma non ce n’era affatto
bisogno per mezza giornata. Non amavo essere trattata in modo speciale
e in un ospedale dopotutto un letto vale l’altro. Entrai nella
camera e vidi solo diverse tende che separavano i lettini. Rob era
dietro di me e mi teneva dolcemente i fianchi mentre avanzavamo nella
desolazione di quella stanza vuota. C’era un letto disfatto,
segno probabilmente che qualche triste donna era in sala operatoria.
Presi posto al letto all’angolo della sala, proprio accanto
all’unico letto sulle cui lenzuola, stesa, una ragazza, o una
donna, non riuscii bene a carpirne l’età, fissava il
soffitto.
Le mani Incrociate sul ventre e lo sguardo perso nel vuoto.
Cercai di non guardarla troppo ma
non potei fare a meno di notare il camice e le ciabatte che aveva ai
piedi. D’un tratto mi assalì l’ansia.
“Rob” lo chiamai con un
labilissimo sussurro e lui si avvicinò a me curioso. “Io..
non ho portato niente.. Non sapevo che avrei dovuto portare
qualcosa..”
“Ma cosa non hai portato?”
“Ma non lo so.. Un camice..
le ciabatte. Dio, che idiota, non mi sono nemmeno portata un paio di
mutande di ricambio” scossi la testa dandomi della scema.
“Magari le danno qui.. perché non chiedi?” mi disse indicando col capo la ragazza a qualche passo da noi.
Mossi lo sguardo da lui a lei, mi
fermai sul suo corpo esile per qualche istante e poi tornai di nuovo a
guardare Rob. Non volevo disturbare quella ragazza.. ma magari.. magari
sarebbe servito anche a lei svegliarsi dallo stato di trance in cui
sembrava essere caduta.
Mi avvicinai lentamente alla
tendina leggermente aperta che separava i nostri letti e
l’afferrai. Istintivamente strinsi quella tenda in un pugno
mentre mi schiarivo debolmente la voce.
“Ehm.. scusami..”
azzardai e dopo qualche istante voltò il capo quel tanto che
bastava per incontrare il mio sguardo.
Ebbi una stretta al cuore quando
vidi i suoi occhi. Azzurri, lo stesso colore del mare..ma.. spenti.
Vuoti. Due biglie senza vita.
Presi un profondo respiro
raccogliendo le forze per parlare. “Scusami.. volevo sapere..
ehm.. Danno qui l’occorrente per l’operazione.. i vestiti..
?”
Abbassò leggermente gli
occhi. “Li danno qui.. ma è più igienico portarli
da casa..”. Anche la sua voce era spenta, come se fosse morta,
come se le parole uscissero esanimi.
“Grazie..” sussurrai
maledicendomi per aver chiesto una cosa tanto stupida mentre quella
donna era evidentemente invasa dal dolore.
Improvvisamente avrei voluto avere
mia figlia tra le braccia. Volevo avere la sicurezza che stesse bene,
volevo poterla baciare e stringere a me.
“Allora?”
“Rob faresti un salto a casa a prendermi delle cose?”
Annuì subito alzandosi dal letto.
“Prendimi una camicia da
notte, quella blu con bottoni, e.. ehm…” Perché
d’un tratto non riuscivo a parlare? “..e.. un.. un paio di
pantofole e.. e un paio di mutande” dissi col fiato che mi si
bloccava in gola.
Rob mi fu subito vicino e mi
carezzo il viso alzandomi il mento per vedere i miei occhi. “Kris
che succede? stai bene?” chiese preoccupato corrugando la fronte.
“Si si, sto bene. Voglio solo
che.. Ti prego.. vai a casa e controlla Joy. Vedi se sta bene. So che
è con mia madre ma vai.. e dalle un bacio per me..”
Annuì dolcemente. “D’accordo.. ma sei sicura? Non voglio lasciarti qui da sola..”
“Ci metterai poco.. non preoccuparti per me. Preferisco che vai” sussurrai decisa.
“O-ok..”.
Mi diede un dolce bacio sulle
labbra. “Tornerò presto” promise mentre mi
aggiustava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Annuii indecisa abbozzando un sorriso e dopo un ultimo rapido bacio lo vidi sparire dietro la porta.
Ecco.. ora ero sola. Tecnicamente
non lo ero, ma mi sentivo quasi persa e in colpa. Non avevo il diritto
di sentirmi così, non io che avevo avuto la più grande
fortuna dalla vita, non io che stavo bene, non io che avevo mia figlia
ad aspettarmi a casa.
Eppure un enorme vuoto mi riempiva
il cuore. Forse era quella stanza spoglia, forse era l’odore
dell’ospedale, o forse era solo l’immagine di quella donna
che fissava il soffitto.
Mi misi a sedere sul letto e presi una rivista appoggiata al comodino.
Che ironia della sorte. Io e Rob in
prima pagina su quella rivista di gossip. Era una foto vecchia, una
della premiere, quando avevo ancora la pancia in bella mostra.
JOY PATTINSON E’ NATA! MA DOV’E’?
Quella scritta a caratteri cubitali
occupava l’intera pagina e un ghigno di ironia mi si aprì
sul viso. Nostra figlia aveva appena una settimana e pensavano davvero
che l’avremmo portata fuori sotto i flash impazziti dei paparazzi?
No, non era questo quello che
volevo per lei. Sapevo che non avrei potuto evitarlo a lungo, sapevo
che presto o tardi avremmo dovuto mostrarla al mondo se volevamo
chiudere la faccenda una volta per tutte, ma per il momento volevo
tenerla per me. Dopotutto era mia figlia. Scuotendo il capo misi la
rivista al suo posto senza nemmeno aprirla per leggere le duemila
speculazioni che sicuramente vi avrei trovato. Non ero dell’umore
e avevo imparato bene a stare alla larga dai pettegolezzi. Il segreto
stava nel non lasciare che ti toccassero.
Presi a guardarmi le unghie e a
mordermi qualche pellicina quando il mio sguardo cadde inevitabilmente
di nuovo sulla donna accanto a me.
Mi bloccai di colpo quando mi resi
conto che mi stava fissando. Lentamente lasciai cadere le mani e cercai
di evitare il suo sguardo ma era inutile. Continuava a fissarmi.
“Quante settimane?” bisbigliò a un certo punto.
Oh no.. voleva sapere a quante settimane ero..
E ora? Come avrei fatto a dirle che
per me era andato tutto bene, che mi figlia era nata e in salute e che
non ero lì per un aborto?
“Oh..ehm..”. Cercavo
disperatamente le parole giuste, quelle che avrebbero fatto meno male
ma mi resi conto che non esistevano. La possibilità di mentire
si fece largo nella mia testa ma non me la sentivo, non a quella
ragazza che sembrava così reale nel suo dolore. Non potevo.
“In realtà.. ho
partorito una settimana fa..ma.. durante la gravidanza ho avuto una
minaccia d’aborto dovuta a un distacco di placenta e.. devono
togliermi il materiale rimasto..” sussurrai sperando dentro di me
che quella donna non mi odiasse.
Un sorriso amaro ma sincero le si
aprì in viso. Potevo solo immaginare quello che stava pensando,
la frustrazione e la rabbia per non essere stata altrettanto fortunata.
Mi piangeva il cuore vederla così.
“Beata te..”
Mi gelai. Ero davvero beata. La fortuna che avevo avuto andava ogni oltre grazie che avrei mai potuto chiedere al cielo.
“Tu..?” iniziai ma non riuscii a finire la frase.
“Decima settimana” mi interruppe con voce fredda.
Rimasi in silenzio per qualche istante non sapendo cosa dire e infine sussurrai un debolissimo “Mi dispiace..”
Era banale, era inutile, ma era tutto quello che ero riuscita a dire.
“Comunque l’operazione
non fa male.. il dolore forte è quello dell’anima..”
sussurrò con sguardo triste. “Un secondo prima è
lì.. e il secondo dopo.. non c’è più”.
Vidi una lacrima rigarle il viso e
mi sentii così male per lei. Pensai a quanto ero stata
fortunata. Se fosse capitato a me? Se non l’avessimo preso in
tempo?
A quest’ora come starei? Mi
sarei già ripresa o avrei vissuto maledicendomi per la mia
stupidità? Non volevo nemmeno pensarci.. Non volevo immaginarmi
in una situazione del genere..
E pensare che sarebbe potuto succedere..
Avevo rischiato..
Eppure Joy stava bene. Era viva,
era in salute, e stava bene. Cercai di scaldarmi il cuore con quella
consapevolezza ma era inutile.
Mi trovai accanto al lettino di
quella ragazza a porgerle un fazzoletto che avevo probabilmente preso
dalla borsa. Non mi ero nemmeno resa conto dei miei movimenti ma ora
ero a due centimetri da lei.
“Grazie” sussurrò afferrando il fazzolettino. “Scusami.. non volevo rattristarti”
Solo allora mi resi conto delle
lacrime che mi scendevano giù per le guance. Non sapevo nemmeno
perché stavo piangendo. Per il suo dolore, per il mio senso di
colpa, per la mia fortuna, per la mia gioia.. Avevo solo voglia di
piangere insieme a quella ragazza.
Scuotendo il capo mi asciugai velocemente il viso con le mani. “Scusa tu..”
“Comunque io sono Sam” disse prendendo un respiro.
“Oh.. Kristen” risposi afferrando la mano che aveva allungato.
“Ah, allora sei tu.. Credevo semplicemente che le somigliassi..”
Di rimando sorrisi non sapendo bene
cosa dire finchè non mi fece segno di sedermi sulla sedia
accanto al suo lettino. Si sistemò meglio mettendosi seduta sul
letto e iniziò a parlare: di quanto adorasse la saga, di quanto
fossi una brava attrice, di quanto dovesse essere difficile una vita
senza privacy.
Mi trovai a chiacchierare con
quella ragazza di cui sapevo solo il nome con una tale
naturalità che mi sorpresi di me stessa. Era raro che riuscissi
a parlare così liberamente della mia vita con qualcuno,
soprattutto uno sconosciuto, ma con lei era diverso. Non era una fan
euforica, scatenata o fuori di testa. Era molto pacata nel suo modo di
parlare, come se le sue parole le arrivassero dirette dal cuore e fui
felice di notare ch sembrava più viva rispetto a poco prima.
“E Rob deve essere un ragazzo molto dolce vero?”
“Oh si.. lo è. Ed è così.. determinato. Mi ha aspettata per molto tempo..”
“E’ innamorato.. si
vede da come ti guarda. Sei molto fortunata Kristen” disse con lo
stesso tono triste di prima e si assentò per qualche secondo.
Chissà cosa stava pensando.. chissà cosa aveva passato.
Non c’era nessuno lì con lei.. era sola. Era davvero sola?
Nessuno che le facesse compagnia? Nessun compagno? Nessun marito?
Non aveva fede al dito e lo stomaco
mi si strinse sempre di più al pensiero di quella povera ragazza
abbandonata a se stessa.
“Lo so” sussurrai
cercando di rompere il silenzio e dopo qualche secondo tornò a
guardarmi sorridendomi lievemente.
“Dimmi di tua figlia. Com’è? Come si chiama?”
Non sapevo se parlare di lei le
avrebbe fatto bene o l’avrebbe ferita ancora di più, ma
non potevo evitare semplicemente le sue domande e pensai che per
chiederlo evidentemente sapeva quello che sarebbe riuscita a
sopportare. Magari le avrei trasmesso un po’ di speranza.
“Si chiama Joy ed è.. bellissima..”
“Con due genitori così..”
Arrossi di imbarazzo.
“E’ ancora così piccola, ho quasi paura a prenderla.
Sembra che possa spezzarsi da un momento all’altro.. ma poi
quando ce l’ho tra le braccia.. mi sento completa..”
“Deve essere bello..”
“Si.. lo è” non
potei fare a meno di ammettere e in quello stesso istante fummo
interrotte da qualcuno che bussava alla porta. Poco dopo Rob si
affacciò piano ed entrò.
“Eccoti!” esclamai restando al mio posto.
“Eccomi”. Mi
guardò confuso e dopo che ebbe poggiato la borsa sul letto venne
verso di me chiedendo il permesso di entrare in quello spazio riservato.
“Rob.. lei è Sam. Sam, Rob”
Si presentò a Rob
così come si era presentata a me. Vera, reale e per la prima
volta mi sorpresi che ci fosse qualcuno ancora abbastanza maturo da non
saltargli addosso.
Ma in fondo, quella ragazza aveva
appena detto addio a suo figlio. La sua solitudine era la sua
priorità. Fatte le presentazioni fu facile riprendere a parlare
come se niente fosse. Sam sembrava una ragazza davvero in gamba e fui
lieta di vederla ridere a qualche battuta di Rob che cercava di portare
un po’ di allegria in quella stanza.
Quanto lo amavo. Quanto ero stata fortunata.
Tra una chiacchiera e l’altra
mi preparai con la mia vestaglia finché verso le undici vennero
a prendermi per portarmi in sala operatoria.
Rob sarebbe voluto venire con me,
ma ovviamente non poteva e sarebbe stato inutile. Non sapevo
praticamente nulla del processo di raschiamento se non che si operava
con anestesia totale. Sarebbe stato inutile per lui stare lì ma
sapevo che l’avrebbe fatto anche solo per tenermi la mano e
accompagnarmi nel sonno.
“Andrà tutto bene
tesoro. Non hai paura vero?” chiese mentre insieme a me e
all’infermiera camminava nel corridoio.
“Certo che no. Non vedo l’ora di tornare a casa però..”
“Presto amore mio”.
Gli baciai le labbra e lo lasciai dietro le porte che non poteva oltrepassare.
Da quel momento in poi cercai di
non pensare più a nulla e senza accorgermene mi trovai stesa su
un lettino. Sentivo le voci dei medici che mi rassicuravano ma non mi
importava.
Joy. Solo Joy. Solo mia figlia esisteva nella mia mente. Le sue manine, i suoi occhi, i suoi gemiti.
Non vedevo l’ora di uscire da lì e riabbracciarla.
Cullata da quel pensiero.. e dall’anestesia.. chiusi gli occhi e mi addormentai.
Mi svegliai quando ero di nuovo in camera. Sul mio lettino.
“Finalmente bella addormentata”. Rob mi carezzava la mano dolcemente.
“Hey..”
“Come va?”
“Bene” risposi sicura con la voce ancora un po’ assonnata. “Ma quanto ho dormito?”
“Non molto, ti hanno riportata qui da poco”.
Mi voltai a guardare
l’orologio che segnava appena le dodici. Sapevo che
l’operazione durava massimo una mezz’oretta ma avrei voluto
dormire ancora e svegliarmi direttamente quando sarei potuta tornare a
casa.
“Mi dai un bacio?” lo pregai non sapendo bene da dove nascesse quel piccolo bisogno.
Mi sorrise dolcemente, quasi
emozionato, mentre mi carezzava i capelli. Piano si avvicinò al
mio viso e poggiò le labbra sulle mie.
“Grazie” sussurrai tenendogli il viso tra le mani.
“Quando vuoi” sorrise.
“Hai sentito mia mamma? Come sta Joy?”.
Avrei voluto chiederglielo prima ma non avevo avuto il coraggio di farlo davanti a Sam.
“Sta bene.. e ha mangiato tutto.. Sembra che dopotutto il latte in polvere le piaccia”
“Meno male. Mi manca già, sai? Non vedo l’ora di tornare a casa” sospirai.
“Ancora poche ore” mi tranquillizzò e mi rilassai.
Poche ore e avrei riavuto mia figlia tra le braccia.
Nonostante il tempo sembrasse
scorrere più lentamente del solito, il pomeriggio passò e
tra un tè con biscotti e qualche chiacchiera con Sam, si fecero
le 18:00 e a quel punto potevo essere dimessa.
Mi vestii e Rob mi aiutò a raggruppare le poche cose che avevo portato.
Andai da Sam e la trovai altrettanto pronta, in piedi, vestita, sistemata, i capelli neri alzati in una coda.
“Vai via anche tu?” le chiesi.
“Si” sospirò felice. “Mia madre viene a prendermi tra poco”
“Ma il tuo ragazzo?”. Parlai prima di pensare e mentalmente iniziai a colpirmi in testa con un martello.
Dio Kris! Perché sei tanto stupida?!
Sam abbassò il viso e si
morse le labbra trattenendo le lacrime. Non sapevo cosa fosse successo,
non potevo saperlo e in fondo non volevo saperlo.
“Scusami..” dissi per la decima volta quella giornata.
“Tranquilla Kristen. Va tutto
bene. Tieniti stretta la tua famiglia.. sei davvero una ragazza
fortunata. Lo siete entrambi.. e vi auguro tutta la felicità che
meritate”
“Troverai anche tu la tua
felicità” le carezzai il braccio e spinta da chissà
quale impulso l’abbracciai. Era assurdo, per la prima volta mi
sembrava quasi di poter essere me stessa con qualcuno che conoscevo da
poche ore.
“Kris andiamo?” Rob si affacciò carico delle mie borse e mi scappò un risolino.
“E’ stato un piacere conoscerti Sam” allungò una mano che lei afferrò subito.
“Anche per me, davvero. Grazie per la compagnia. Sarebbe stato molto peggio senza di voi”
“Prenditi cura di te”
“E tu di Joy..”
Le sorrisi annuendo.
“Ciao..” bisbigliai e afferrando la mano di Rob uscimmo
finalmente da quella stanza e da quell’ospedale.
“Hey Rob?” lo chiamai a un certo punto.
Si fermò e si voltò per fissarmi. “Dimmi”
Scrollai le spalle. “No niente.. volevo solo dirti che ti amo..”.
Lui non rispose ma aggrottò la fronte assumendo un’espressione dolcissima.
“..e.. grazie.. per amarmi.. e per esserci sempre..” terminai fissando il pavimento.
Lui mi alzò il mento con un
dito. “Non ringraziarmi.. amarti è tutto per me..”
disse con un sorriso che ricambiai subito. Gli strinsi forte la mano e
riprendemmo a camminare verso l’uscita.
Cercai di non pensare al fastidio
che camminando mi procurava il pannolone che mi avevano messo per le
perdite ed entrai in macchina il più presto possibile.
Rob fu subito al posto di guida e mettendo in moto sorrise e sapevo che stava pensando quello che pensavo io: casa, Joy.
Dopo i quindici minuti in macchina
che mi erano sembrati i più lunghi della mia vita arrivammo
finalmente a casa. Rob non fece nemmeno in tempo a parcheggiare nel
vialetto che io avevo già la portiera aperta, pronta a
precipitarmi fuori appena la macchina si fosse fermata.
Scesi di corsa e mia madre mi aprì la porta prima ancora che bussassi.
“Dov’è?” chiesi appena la vidi.
“Tesoro calmati.. come è andata?”
“Tutto bene mamma tranquilla. Dov’è Joy?” dissi tutto d’un fiato.
Lei rise scrollando gli occhi al
cielo e facendosi da parte mi indicò il passeggino
all’angolo del salone. Fui subito lì e in meno di due
secondi l’ebbi di nuovo tra le braccia.
“Amore mio”. Cercai di
stringerla più dolcemente che potevo al mio petto mentre le
sorreggevo il capo. Non volevo lasciarla più, non volevo
allontanarmene.
Mi cullavo col corpo stringendo mia
figlia e finalmente mi sentii bene. Dio, quanto mi era mancata. Solo in
quel momento me ne resi davvero conto.
Era possibile che la mia vita già dipendesse da lei in quel modo? Come se un sottilissimo filo mi unisse a lei..
Con la coda dell’occhio vidi
Rob entrare, posare la borsa all’ingresso e parlare con mia
madre. Non ascoltavo quello che stavano dicendo, non m’importava.
Riemersi dal mondo in cui mi ero
isolata con mia figlia solo quando mia madre mi venne vicino per
salutarmi e avvisarmi che stava per tornare a casa.
Solo allora mi ricordai di
chiederle com’era andata la giornata. Mi informò con mio
grande piacere che Joy aveva mangiato tutto nonostante fosse la prima
volta che prendeva il biberon e che era stata tranquilla tutto il
giorno.
Ovviamente..
Si divertiva a fare i capricci solo quando stava con me..
“Grazie di tutto mamma..”
“Ma non dirlo nemmeno
tesoro!” esclamò. “Ciao piccolina, fai la
brava” si chinò su Joy per darle un bacino sul naso e dopo
aver salutato Rob con un abbraccio sparì dietro la porta di casa
dove un taxi già l’aspettava sul vialetto.
Rob mi preparò qualcosa da
mangiare visto che avevo solo quei miseri biscotti sullo stomaco da
un’intera giornata. Mangiai con appetito mentre lui cullava il
passeggino avanti e indietro per la cucina. Joy era più calma
del solito, troppo calma.. e la cosa mi preoccupava parecchio. Non
volevo che scatenasse la foga repressa tutta insieme durante la notte.
Dopo mangiato mi preparai a farla
mangiare, sperando che non rifiutasse il mio latte dopo quello in
polvere che aveva avuto per un’intera giornata. Mi sistemai sul
divano mentre Rob azionava il lettore DVD e con mio grande piacere Joy
si attaccò e iniziò a succhiare con foga.
Guardai poco il film troppo
concentrata a fissare la mia bambina finché verso le undici non
si addormentò. Sorridevo da sola come una scema vedendola
così calma tra le mie braccia. Finalmente.
Forse avevo un po’ esagerato, magari ero stata davvero troppo dura con me stessa. In fondo aveva solo una settimana..
Rob mi circondò con un
braccio e mi attirò a lui. Poggiai il capo sulla sua spalla
mentre una sua mano carezza dolcemente il braccino di Joy.
A malincuore decisi che sarebbe
stato meglio metterla almeno nel passeggino prima che si svegliasse di
nuovo e quando decidemmo di portarla a letto dormiva talmente beata che
non avemmo il coraggio di prenderla in braccio rischiando che si
svegliasse. Rob spinse un paio di clip ai lati del passeggino e si
trovò col portenfant libero dal resto dell’aggeggio.
Ringraziai la tecnologia che creava passeggini smontabili e così pratici.
La portammo sopra e rimontammo il tutto nella cameretta evitando così di spostarla nella culla.
Rob mi guardò con un sorriso trionfante alternando gli occhi tra me e lei.
“Forse stasera è
davvero la volta buona..” sussurrai. “La vedo davvero
tranquilla. Non è che mia madre le ha dato camomilla al posto
del latte?”
Rob rise sottovoce. “Se è così.. ricordami di ringraziarla..”.
Restammo ancora per qualche minuto abbracciati sulla soglia della porta finché il sonno catturò entrambi.
Mi svegliai verso le tre.
Automaticamente. Ormai il mio corpo si era già praticamente
abituato alle poppate notturne e all’orologio biologico che
suonava ad intervalli regolari durante la notte.
Mi alzai cercando di fare meno
rumore possibile cercando di non svegliare Rob. Non volevo che si
alzasse con me, non ce n’era bisogno e poi era davvero distrutto.
Doveva aver dormito pochissimo la notte scorsa.
Joy era sveglia ma tranquilla nel
passeggino. Mi sorpresi di vederla così, ma forse perché
sapeva che sarei andata a darle quello che voleva.
“Ciao amore mio..”
sussurrai prendendola tra le braccia e sedendomi sulla sedia a dondolo
nella penombra di quella stanza.
Premeva contro il mio piccolo seno
aiutando il latte ad uscire e mi incantavo a vedere le sue labbra
muoversi così sinuosamente.
Un’ondata improvvisa di
tristezza e malinconia mi invase il corpo. Pensai a Sam, a quanto
dovesse soffrire pensando a quello che le era stato portato via.
Perché se davvero esisteva un Dio doveva dare la vita per poi
toglierla?
La mia mente elaborava molte
immagini diverse: la mia vita senza Joy, il sangue sui miei vestiti,
quella dannata sera, il mal di testa, la stanchezza..
Quanto ero stata stupida..
“Hey”. La voce di Rob mi fece alzare il viso all’improvviso e i miei occhi presero di nuovo vita.
“Rob”
“Perché non mi hai chiamato?”. Avvicinandosi penzoloni si sedette sulla piccola poltroncina accanto la sedia.
“Non ce n’era bisogno. Sei stanco.. torna a dormire..”
Scosse il capo impercettibilmente. “Cos’hai?”
Gli lanciai uno sguardo cercando di
capire cosa volesse dire ma immaginai che mi avesse vista poco prima
assorta nei miei tristi pensieri.
“A cosa pensavi? Avevi lo sguardo perso nel vuoto.. come oggi in clinica..”
Ovviamente non si lasciava sfuggire
niente. Mi conosceva troppo bene ed era quasi assurdo visto che stavamo
insieme da appena due anni.
Per una volta decisi di parlargli apertamente. Ormai era acqua passata, parlarne mi avrebbe fatto più bene che male.
“Pensavo.. a quanto sono stata stupida..a quanto.. abbiamo rischiato..”
Senza dire niente Rob mi carezzò la guancia.
“Avremmo potuto perderla Rob.. e sarebbe stata tutta colpa mia.. Come.. come avevo potuto..”
“Sssh..” con quel
sussurrò riuscì a bloccare in tempo le lacrime che
stavano per scendermi. “Non è successo.. Non è
successo niente..”
“Si..ma.. ma se penso che poteva succedere..”
“Non pensarci.. Non pensarci. Guardala Kris.. è qui.. e sta bene..”.
Quasi come se anche lei volesse consolarmi e rassicurarmi, Joy si staccò dal mio seno e mi strinse forte il dito.
“Si..” sussurrai decisa.
“Torniamo a letto.. Approfittiamo della serata tranquilla”
Passai Joy a Rob che le tolse la
bavetta per poi posarla nella culla e in meno di due minuti era
sorprendentemente di nuovo addormentata.
La cosa iniziava a farsi preoccupante…
Tornammo a letto rilassati e speranzosi per le notte insonni ormai andate.
“Che ti avevo detto? Era solo questione di tempo..
Senti..”
Rimasi in silenzio per qualche
secondo, stesa immobile sul letto. Alla fine mi voltai verso di lui.
“Non sento niente..”
“Esatto!” esclamò trionfante e capii.
Risi avvicinandomi a lui. “Buonanotte amore mio..” sussurrai baciandolo prima di chiudere di nuovo gli occhi.
Presto detto. Non feci nemmeno in tempo a riaddormentarmi che sentii di nuovo il pianto irrompere nella stanza vicina.
“Lo sapevo” borbottai. “Era troppo calma.. troppo bello per essere vero” sospirai mentre ci alzavamo.
Lasciai che fosse Rob a prenderla e
dovevo ammettere di essere un po’ sollevata nel vedere che
stavolta nemmeno lui era capace di calmarla.
Era frustrante non sapere cosa
volesse. Aveva appena mangiato, non doveva essere cambiata.. Non poteva
dormire così poco ogni notte altrimenti non saremmo arrivati a
fine mese..
“Amore di papà..
perché piangi?” bisbigliava Rob un po’ esasperato.
“Fammi capire”. Certo.. come se una bambina di appena una
settimana potesse davvero indicargli quello che voleva. Magari fosse
stato così facile.
“Forse si era abituata al
passeggino..” azzardai stropicciandomi gli occhi e lanciando una
veloce occhiata all’orologio.
Le quattro meno venti. Vi prego, uccidetemi!
Non potevamo iniziare ogni giornata così..
Rob accolse la mia idea e la
poggiò nel passeggino iniziando ad andare avanti e indietro e
canticchiando qualcosa che non riuscivo ad identificare. Non era una
ninna nanna conosciuta, nemmeno una delle sue canzoni, era una melodia
nuova di cui sicuramente non avrei ricordato nemmeno il ritmo la
mattina dopo. Ma era dolce.
Appena chiudeva gli occhi fermava
il passeggino e lei li riapriva immediatamente. Fu così per
almeno una mezz’ora finché sembrò essersi
addormentata di nuovo.
Rob lasciò dolcemente il
passeggino affievolendo il cullare pian piano e facendomi segno di fare
silenzio mi spinse fuori dalla camera e di nuovo sul letto.
“Ti prego, uccidimi” lo implorai sarcastica mentre mi arrampicavo sul letto.
“E poi chi uccide me?” scherzò lui e nonostante la stanchezza risi leggermente.
Sbadigliai e piombammo nello stesso istante sul letto.
“Pensi che torneremo mai a
dormire ininterrottamente per almeno cinque ore a notte?” gli
chiesi fissando il soffitto.
E nello stesso istante in cui lo sentii prendere un respiro, di nuovo piangeva.
Ma non era possibile! Non era possibile! Perché? Perché piangeva?
“..credo proprio di no..” mormorò Rob trattenendo un finto pianto disperato.
“Ora basta!” esclamai scattando in piedi.
“Che vuoi fare?”
Non risposi e uscii dalla stanza facendogli segno di restare lì.
Sicura entrai nella stanza dove le
urla rimbombavano più che mai, svegliandomi completamente la
presi dal passeggino con tutta la copertina in cui era avvolta e mentre
la cullavo tornai in camera da letto dove Rob era nella stessa
posizione. Ora mi fissava stranulato.
“Che vuoi fare?”
“Fatti più in là..” lo intimai e subito lui mi fece spazio.
Facendo attenzione a maneggiare
bene la fragile testolina di Joy, mi sedetti sul letto e la poggiai al
centro, ancora in lacrime.
“Sssh” sussurravo
mentre con le mani muovevo dolcemente il materasso attorno a lei
sperando che funzionasse come per il passeggino. Rob capì subito
le mie intenzioni e la coprì con la leggera coperta per poi
prenderle la manina.
Dopo qualche minuto le lacrime
sparirono e le urla andarono pian piano ad affievolirsi finché
non cessarono definitivamente.
Fermai il movimento sperando che
non riprendesse a piangere e infatti fu così. Ora era lì,
tranquilla, che ci fissava.
Mi stesi dolcemente accanto a lei
che stirava le sue braccine in avanti. Le afferrai la mano libera e
subito lei strinse il mio mignolo.
Dopotutto.. era solo questo il problema. Non voleva stare sola.
“Geniale..”
sussurrò Rob e alzando lo sguardo vidi che mi guardava in modo
adulatorio. “Vedi che sei una mamma perfetta?”
Non risposi e sorridendo scossi
leggermente il capo mentre la presa di Joy si faceva sempre più
debole e le sue palpebre battevano sempre più piano.
“Immagino che ora possiamo dormire”
“Già.. peccato che non ho più sonno..” confessai con una piccola risatina.
“Già.. nemmeno io.
Potrei stare sveglio tutta la notte a guardarla..”
sussurrò leggendomi nel pensiero.
“Si.. anche io..”
E senza dire altro.. restammo
svegli a guardare nostra figlia che dolcemente chiudeva gli occhi e
finalmente raggiungeva il mondo dei sogni.
P.S= Girls il titolo del capitolo richiama quello di una bellissima
song di cui Fio ha fatto un video Robsten F.A.V.O.L.O.S.O!!
Guardatelooo QUI
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Capitolo 22 *** Buon complemese Joy! ***
cap 22
BUONASERA
GIRLS!!! Eccoci qui dopo soli 9 giorni! U__U siamo terribilmente buone
lo sappiamo. Beh che vi possiamo dire? vi vogliamo trooppo bene per le
recensioni bellissime che ci lasciate e che ci spronano a scrivere
sempre meglio *___* davvero senza di voi questa storia non
sarebbe lo stesso, anche se ve lo diciamo sempre. Vi lasciamo a
qst dolcissimo capitolo molto molto tenero, sperando vi faccia
sciogliere...sempre che non ci abbia già pensato il caldo
hihihi. Cmq il prossimo capitolo che verrà postato
sarà super speciale perchè... perchè lo
posteremo insieme!! Ebbene sì Cloe se ne va a casa di Fio a
scrocco una settimana U___U ahahahah.
Allora gente ci si rivede tra 10 giorni!!
Bacio e..enjoy the chapter!! ;)
CAPITOLO 22 (Cloe)
BUON COMPLEMESE JOY!
KRIS POV
“Ueueueueueueueu”
Mi svegliai di soprassalto, terrorizzata e completamente sudata. Oddio…oddio..
Joy stava piangendo, dovevo andare a prenderla e vedere come stesse…
Sbattei le palpebre un paio di
volte, mentre i miei occhi si abituavano alla scarsa luce che entrava
dalla finestra e lentamente riacquistavo lucidità.
E mi resi conto che, in realtà, non c’era nessun rumore in casa.
Nessun lamento, nessun pianto.
Mi passai una mano tra i capelli e
il battito del mio cuore decelerò automaticamente. Lanciai una
rapida occhiata all’orologio sul comodino e mi stupii.
Erano le 6 e 30 passate e Joy non si era ancora svegliata?
Forse dovevo andare a controllarla.
Di solito all’alba si svegliava per la poppata: non era normale
che dormisse così tanto..
Mi voltai per dare uno sguardo a
Rob e, prima che potessi iniziare di nuovo a preoccuparmi inutilmente,
capii il perché di quell’innaturale tranquillità.
E sorrisi.
I miei due bambini se ne stavano tranquillamente abbracciati, placidamente addormentati proprio a pochi centimetri da me.
Rob era accoccolato vicino a Joy,
il naso premuto nell’incavo del suo piccolo collo mentre nostra
figlia era aggrappata ad una della sue mani, succhiando avidamente il
dito di Rob quasi fosse un succhiotto.
Erano così…dolci che
dimenticai perfino di arrabbiarmi perché l’aveva portata
di nuovo nel lettone con noi. Doveva essersi alzato lui a darle il
biberon e a cambiarle il pannolino nel bel mezzo della notte e
certamente, quella piccola furbetta aveva pianto finchè Rob,
esausto l’aveva accontentata.
Aveva oggi, appena un mese di vita e già si rigirava il papà intorno al suo piccolo dito soltanto con uno sguardo.
Allungai il busto e le posai un
bacino sulla fronte, così delicato che a mala pena lo
percepì. Rob mugolò qualcosa invece ma, non appena
carezzai i suoi capelli con le dita,si rilassò all’istante.
Scesi piano, infilai le infradito e
feci il giro del letto così da trovarmi in piedi di fianco a
lui. Rimboccai il semplice lenzuolo leggero con cui erano coperti e
rimasi per qualche minuto impalata a fissare i loro petti che si
alzavano e si abbassavano quasi all’unisono. Era così
bello vederli insieme, vedere quanto fossero uno parte
dell’altra.E non solamente fisicamente anche se, anche in
quell’ambito, erano davvero simili: si capiva che i riccioli
chiari di Joy sarebbero diventati presto dello stesso color grano di
quelli di Robert. Ma la vera magia era…era il modo in cui si
comprendevano senza nemmeno doversi parlare. Lui sapeva sempre cosa
fare, come tenerla per farla smettere di piangere o per strapparle uno
dei primi stentati sorrisi che ci aveva rivolto.
Sorrisi per un attimo ripensando
che i primi giorni ero quasi stata un po’ gelosa di questo loro
rapporto speciale. Ora invece anche io iniziavo a prendere confidenza
col mio ruolo di madre e a identificare i diversi tipi di pianto di mia
figlia: quello di quando stava male, quello di quando aveva fame e
quello…beh quello di quando voleva semplicemente fare un
po’ i capricci.
E la gelosia era scomparsa da sola
in un soffio, così come era arrivata. Anzi, ora vederli
così uniti, così legati non mi procurava altro che una
sensazione di totale e completa pace e gioia. Oltre che una certa
tranquillità, perché sapevo che qualunque cosa fosse
successa lui l’avrebbe protetta sempre.
Per sempre.
Rivolsi loro un’ultima tenera
occhiata e poi scesi al piano di sotto, anche se era ancora molto
presto. Sapevo che non sarei più riuscita ad addormentarmi
perciò tanto valeva preparare la colazione per entrambi.
Preparai il caffè e, presa da un improvvisa ispirazione, iniziai a mescolare in una ciotola il latte e la farina.
Frittelle.
Sì, avevo decisamente voglia
di frittelle quella mattina e sapevo per certo che anche Rob non
avrebbe detto di no all’offerta. Ultimamente non diceva mai di no
all’offerta di un pasto preparato da me. Non sapevo ancora se per
non offendermi o perché apprezzasse veramente.
La verità era che avevo un
po’ più di tempo disponibile ultimamente e, durante le ore
in cui la bambina dormiva, ero diventata totalmente ossessionata dal
canale di cucina. Poteva anche essere assurdo ma..ma volevo essere una
buona madre e una buona futura moglie. Chi l’avrebbe mai detto
che io, Kristen Stewart, così scostante, così bitchface
come mi definivano gli altri, avrebbe mai fatto un discorso così
tradizionalista? La verità era che io non ero mai stata
né scostante, né fredda né…né in
tutti gli altri modi che mi avevano definita nel corso degli anni.
Solo la mia famiglia e Rob avevano imparato a conoscermi davvero per quello che ero.
Presa da un’improvvisa
allegria accesi la radio e, quando sentii la canzone che passavano, non
riuscii a trattenere le risa.
“California Girls” di Katy Perry.
Probabilmente era un qualche strano
gioco del destino. Ricordavo perfettamente un’altra mattina in
cui mi ero svegliata e mi ero messa a preparare le frittelle pensando a
Katy Perry. Certo, quella volta avevo finito per spappolare il cibo
mentre la immaginavo a rotolarsi su un letto col mio fidanzato.
Dio, come ero stata assurda!
Non ricordavo esattamente come
fossero andate le cose quel giorno ma ero sicura al 100% di aver
mandato almeno un centinaio di maledizioni contro Katy. Poverina…
In fondo mi era anche simpatica. Certo, più restava lontana da Rob più avrebbe continuato a restarmi simpatica.
Trascinata dalla canzone che mi
aveva tormentato per tutta l’estate iniziai a canticchiare,
usando la spatola come microfono mentre aspettavo che la piastra su cui
versare il liquido fosse sufficientemente calda.
“California Girls were unforgettable, Daisy Duke bikinis on top…”
Feci una piccola giravolta e rimasi
impietrita quando mi accorsi di Rob, tranquillamente appoggiato allo
stipite della porta della cucina, intento a fissarmi divertito.
La spatola cadde a terra.
Sentii il viso andarmi a fuoco, probabilmente attraversando ogni singola gamma di colorazione del rosso.
Raccolsi la spatola e la
risciacquai sotto l’acqua , mordendo il labbro e maledicendo la
mia sfortuna per averlo fatto svegliare proprio durante la mia
performance.
Sentii le sue braccia avvolgermi da dietro e le sue labbra posarsi sulla mia guancia, ancora arcuate in un mezzo sorriso.
“Non ti azzardare a ridere di me..” borbottai “O salti la colazione, giuro”
“Non sto ridendo..”
disse piano appoggiandosi al bancone di fianco a me. Azzardai
un’occhiata nella sua direzione e lo vidi mordersi disperatamente
il labbro inferiore nel disperato tentativo di trattenersi. Ma, quando
i suoi occhi incontrarono i miei, non ce la fece più e
scoppiò, tenendosi la pancia.
E..e anche io risi con lui, appoggiandomi al ripiano.
Mi asciugai le lacrime che si erano
formate ai bordi dei miei occhi e rigirai la frittella così che
non si bruciasse e Rob mi abbracciò di nuovo, affondando il capo
tra i miei capelli.
Ispirò forte “Non sapevo avessi anche ispirazioni da cantante..”
“Beh, ci sono così
tante cose che non sai..” risposi provocatoria raccogliendo una
goccia di sciroppo ai lamponi che colava dal barattolo e portandola
alla bocca.
Vidi i suoi occhi seguire i miei movimenti, avido.
“Sai cosa vorrei sapere adesso?” domandò roco.
Scossi il capo “Vorrei sapere che sapore hanno le tue labbra. Vorrei sapere che sapore ha il tuo corpo..”
Arrossii alle sue parole. Le aveva dette in un modo così…wow.
“E allora vieni a
scoprirlo..” sussurrai e prima che potessi pensare a ciò
che stavo facendo, lo attirai verso di me e la sua bocca fu subito
sulla mia.
All’inizio fu un bacio lento
e dolce, mentre Rob giocherellava e torturava il mio labbro con i denti
ma, poi,crebbe d’intensità, finchè senza sapere
come sentii qualcosa di duro dietro di me: il tavolo da pranzo.
“Direi che sanno di
lampone..sono così dolci..” mugolò senza staccarsi
da me anzi, si spinse ancora un po’ contro di me e io mi ritrovai
seduta sul tavolo con Rob tra le mie gambe.
Esattamente dove desideravo che fosse da un sacco di mesi.
Dio, era una vita che non facevamo l’amore!
Decisamente era quello che doveva
pensare anche Rob visto il modo in cui le sue mani stavano giocando col
bordo della mia leggerissima camicia da notte, ormai salito fino alla
mia vita.
Fremetti quando il suo pollice mi sfiorò l’intimo.
“Dio, Kris ti voglio così tanto”
“Anche io..” mormorai
ma, in un attimo di lucidità, mi ricordai di qualcosa di
più fondamentale “La
bimba…Dov’è..Joy?” chiesi tra un bacio e
l’altro.
“Dorme..”
“Non..non nel ..lettone da sola”
Scosse il capo, mentre leccava piano il mio collo “L’ho messa nella culla. Siamo solo io e te Kris...”
Risposi qualcosa senza senso abbassandomi e sdraiandomi completamente sul tavolo.
Mi fissò un attimo incerto.
“Sicura? Non è molto comodo..” In realtà
vedevo dai suoi occhi che non desiderava altro che saltarmi addosso e
io non stavo di certo messa meglio. Poteva essere sul tavolo , sul
divano, in cima ad una montagna…non mi importava.
Lo afferrai per il colletto della maglietta e lo feci sdraiare su di me. “E’ eccitante..”
Rob rise , ricominciando il lavoro di venerazione del mio collo che prima si era interrotto.
Le sue labbra scesero delicate ma
decise sul mio petto e, quando finalmente le avvertii attraverso la
stoffa sottile della camicia gemetti. Non sapevo quanto sarei stata in
grado di resistere a questo punto. Era da troppo tempo che lo
volevo sentire dentro di me e, quando le sue dita iniziarono a
giocherellare e ad abbassare il mio intimo chiusi gli occhi e tremai.
Dio, volevo che mi toccasse..volevo sentirlo..
Non ce la facevo più, mi sembrava di andare a fuoco. Letteralmente.
Quasi quasi riuscivo a sentire l’odore di bruciato..
Aspetta.
C’era davvero odore di bruciato.
Immediatamente spalancai gli occhi e vidi una piccola nuvoletta di fumo sopra la testa di Rob.
Oh mio Dio, la casa andava a fuoco!
Lo scostai in malo modo e lui,
preso alla sprovvista cadde a terra. Proprio in quel preciso istante si
accese l’allarme antincendio e iniziò a risuonare per
tutta la casa facendo un rumore assordante.
Mi voltai verso l’angolo
cottura e mi resi immediatamente conto di cosa aveva procurato tutto
quel trambusto: avevo lasciato le frittella sulla piastra e ora erano
diventate un appetitoso pezzo di roccia nero e fumante. Subito mi
fiondai a spegnere tutto e dopo aver raccolto i miseri resti della
colazione non consumata, mi concentrai su come spegnere quel dannato
aggeggio prima che svegliasse…
“Ueueueueue”
Sbuffai. Ecco, come non detto.
Mi voltai e mi resi conto che Rob, nel frattempo, era ancora a terra a fissarmi con sguardo inebetito.
Oddio doveva esserci rimasto
davvero male. Gli toccava andare di nuovo in bianco… Avrei quasi
riso della sua espressione afflitta se l’allarme non avesse
continuato a spaccarmi i timpani insieme al pianto dirotto di mia
figlia proveniente dal piano di sopra.
“Rob..” lo chiamai e
non appena sentì la bimba si riscosse e saltò in piedi.
Sapevo che non sopportava di sentirla piangere per più di due
minuti. Diceva sempre che gli spezzava il cuore.
Uscì in fretta dalla cucina
e, dopo aver preso una sedia e aver dato un leggero colpetto
all’aggeggio infernale, finalmente la casa tornò al
consueto silenzio mattutino.
Sospirai di sollievo. Non sentivo nemmeno più la piccola piangere.
“Ehm ehm” disse una
voce alle mie spalle “possiamo entrare? Non vorremmo interrompere
altre performance private”
Risi “Vieni scemo”
Rob entrò in cucina con il
mio piccolo pulcino tra le braccia che, non appena mi vide si
abbarbicò contro il mio petto, alla ricerca del seno.
Rob mi aprì la sedia e io mi
sedetti, permettendo finalmente a Joy di nutrirsi, dopo aver abbassato
la spallina del mio indumento. Si attaccò con una forza tale che
mi fece quasi male.
“Accidenti amore, stavi morendo di fame..”
“Strano, alle tre si è
alzata e ha mangiato tutto il latte in polvere” rispose sedendosi
accanto a me e prendendo ad accarezzarle la testolina chiara.
“Grazie per esserti alzato. Non vi ho nemmeno sentiti”
“Non dirlo neppure per scherzo amore” mi baciò la guancia e io arrossii.
“Credi riusciremo mai a stare
insieme di nuovo? A fare l’amore senza far capitare qualche
disgrazia o mandare a fuoco la casa?” domandai ridacchiando
“Non lo so..” rispose “Beh mal che vada a me resta sempre Katy Perry con cui consolarmi”
“Ahahaha” scimmiottai
il verso di una risata “Molto divertente. Non farmela
ricominciare ad odiare. Iniziava a starmi simpatica..”
“Forse è una donna di
casa migliore..” rise “Cosa sono tutti quegli aggeggi in
salotto e quelle scatole?”
Alzai gli occhi al cielo.
Erano due settimane che glielo avevo detto.
Due settimane che ripetevo la stessa cosa e ovviamente, lui cadeva dalle nuvole.
“Mmmm le parole Elle e servizio fotografico non ti dicono nulla?”
Era stata un’idea dei nostri
agenti. Presentare la bambina e la nostra nuova vita formato famiglia
dando l’esclusiva ad una sola rivista sarebbe stato meglio. O
almeno, secondo loro, avrebbe fatto sì che i giornalisti e la
gente finalmente smettesse di ossessionarci.
Rob si battè una mano sulla
fronte. “Cavolo me n’ero scordato! E’ che oggi
è il compimese di Joy e..tutto il resto è passato in
secondo piano”
Scattò in piedi. “Forse è il caso che io vada”
“Dove?”
Questa volta fu lui ad alzare gli
occhi al cielo “A telefonare a Katy Perry… Kris vado a
vestirmi. Non posso mica accogliere giornalista e fotografi in
boxer”
“Beh..” gli lanciai
un’occhiata ammiccante “La maggior parte delle donne
ucciderebbe per avere quella visuale.
Si chinò fino a sfiorarmi le
labbra “Sì ma l’esclusiva ce l’hanno solo due
donne. Joy e…Katy…”
Gli diedi uno scappellotto, ridendo
e lui mi baciò più a fondo “Scherzo amore..vedrai
che riusciremo a restare soli. Noi due soltanto..e allora vedrai che
non mi scappi..”
Annuii mentre lui si alzava e dopo aver accarezzato nuovamente Joy, usciva dalla cucina.
“E comunque io non mi
preoccuperei di Katy…piuttosto tu non sai che cosa mi ha
sussurrato Vanessa Hudgens quando mi ha consegnato il premio ai
MMA…”
Sentii il sorriso spezzarmisi sulle labbra.
Scherzava, vero?
Vero?
“Rob..Vanessa Hudgens cosa???” strillai mentre avvertivo l’eco della sua risata.
“Ok..ora Rob circondale con
un braccio e tutti e due guardate la bambina” disse il fotografo
a quella che mi parve essere perlomeno la trecento milionesima foto.
Eravamo in posa sul divano e Joy iniziava a spazientirsi a stare in
braccio. Probabilmente voleva riposarsi tranquilla nella sua
carrozzella.
“Ok..direi che abbiamo
finito” disse qualcuno e finalmente potei tirare un sospiro di
sollievo. Mi alzai e posai la piccola tra le copertine e immediatamente
si rilassò, chiudendo gli occhi e abbracciando il suo
coniglietto.
Anche Rob si avvicinò e
insieme potemmo rimirare nostra figlia. Anche se, a dire la
verità io mi ritrovai presto a rimirare lui.
Vestito nell’elegante completo firmato che gli avevano fatto indossare per il servizio.
“Pensi che sono bellissimo?” mi stuzzicò notando la mia espressione.
Alzai gli occhi al cielo. “Veramente pensavo a Vanessa Hudgens..”
“Dai amore ti ho già detto che scherzavo..”
Si …forse.
Insomma, comunque non mi piaceva.
Quando gli aveva consegnato il
premio sembrava in estasi, nemmeno aveva finto di essere dispiaciuta
per il suo fidanzato che aveva perso. E poi perché Jessica Alba
non aveva baciato Rob mentre lei si era gettata fra le sue braccia e..
“Ancora un paio di domande e
poi abbiamo davvero finito” Le parole della giornalista mi
riportarono alla realtà e ci sedemmo fianco a fianco tutti e tre
sul divano.
“Allora..parliamo un
po’ di Breaking Dawn” iniziò “Pensate che
l’essere genitori possa in qualche modo aiutarvi a calarvi nella
parte?”
“Decisamente si”
risposi “Ormai immagino me stessa soprattutto come una madre e la
mia giornata è completamente legata ai ritmi della bimba. Quindi
ora so cosa vuol dire provare quell’amore incondizionato e..e
credo di poter rendere giustizia a Bella..”
“Per me invece credo che ora
sarà ancora più difficile interpretare Edward”
rispose Rob sorprendendomi “Pensare di poter odiare il proprio
figlio è qualcosa che..che è difficile anche solo da
concepire ormai per me. Anche se capisco il punto di vista di Edward
ora che sono padre…non so. Sarà davvero dura..”
La giornalista sorrise, commossa
dalle sue parole almeno quanto me e poi, mi lanciò
un’occhiata penetrante “E c’è profumo di fiori
d’arancio nell’aria?” chiese.
Guardai Rob, chiedendogli supporto
e fu lui a parlare “Per ora non c’è una data precisa
tra gli impegni sul set e la bimba ma..ma può scrivere questo.
Può scrivere che amerò questa donna per tutta la mia vita
e che prima o poi la porterò all’altare, può starne
certa.”
La donna rise “Penso proprio
di iniziare a capire perché tutte le donne siano pazze di
te..Beh, direi che allora è tutto. Verrà
un’intervista coi fiocchi e la rivista andrà a
ruba..”
Oh, su questo non avevo dubbi.
Già solo il fatto che ci avevano pagato più di 1 milione
e mezzo di dollari per l’esclusiva faceva capire quanto pensavano
di ricavare. Non che avessimo pensato di tenere davvero il denaro:
avevamo devoluto tutto al reparto pediatrico dell’ospedale dove
era nata Joy. Quando ero stata ricoverata li avevo visto tantissimi
bambini malati con i loro genitori disperati e impotenti per non poter
fare niente e la cosa mi aveva spezzato il cuore. Con quei soldi forse
avrebbero potuto costruire delle sale adatte a far giocare i bimbi
malati o qualcosa di simile…
Presi la piccola e, dopo aver
salutato e ringraziato, la portai di sopra, sdraiandomi sul letto
accanto a lei così che non si svegliasse per tutto il rumore in
casa. Ma, neppure un’ora dopo la peste aveva già gli
occhioni spalancati e visto che la casa era all’apparenza
silenziosa, scendemmo di sotto, entrando in salotto.
Rob ci aspettava seduto sul divano,
ancora vestito di tutto punto e notai che sul tavolino
troneggiava…una piccola torta di complemese coperta di glassa
rosa.
“Guarda amore!” esclamai emozionata “papà ti ha comprato una torta tutta per te!
Mi avvicinai e Rob ci accolse fra le sue braccia, facendomi sedere sulle sue gambe.
Ma Joy, più che alla torta sembrava interessata a slacciare i bottoni del mio elegante vestitino.
“Direi che ancora predilige il latte” sogghignai.
Abbassai la spallina e lei si
attaccò vorace a pretendere ciò che le spettava. Stava
diventando davvero una mangiona.
“Ma la mamma gradisce un
pezzetto di dolce, invece..” sussurrò lui e prima che
potessi protestare me ne infilò un cucchiaino in bocca.
“Mmmm Rob..ti ricordo che tra
un paio di mesi devo iniziare a girare Breaking Dawn e Bella deve
essere magra a sufficienza da entrare nel suo vestito da sposa e da
farsi filmare in bikini su un isola..”
Alzò gli occhi al cielo
“Stai benissimo. E poi io sono Edward, no? E se Edward dice che
vuole la sua Bella esattamente così come è
adesso…”
“Ah beh..se lo dice Edward…” sorrisi.
“E’ andato tutto bene
visto?” domandò dopo poco “Vedrai che prima o poi la
gente smetterà di stressarci e ossessionerà qualcun
altro. Specialmente dopo la fine della saga..”
“Vero, speriamo.”
Sospirai scuotendo il capo come a scacciare brutti pensieri
“Comunque oggi conta solo la nostra principessa e il fatto che ha
bene 30 giorni! Dio, se ripenso che un mese fa a quest’ora stavo
morendo dal dolore mentre tu girovagavi per la città..”
“Ehi” rispose dandomi un leggero colpetto sul braccio “Avevo appena avuto un incidente!”
Ridemmo entrambi per dimenticare la tensione di quel giorno.
“E’ cresciuta
così in fretta” mormorò “Non dobbiamo
perderci nemmeno un istante con lei perché…beh il tempo
passa così velocemente e le cose possono cambiare da un momento
all’altro.”
“Lo so..” sussurrai.
“Ma c’è una cosa
che non cambierà mai” disse deciso stringendoci entrambe
mentre Joy giocherellava con la mia catenina “Ed è il
fatto che vi amerò per sempre. Qualunque cosa accada. E che
festeggeremo ogni singolo complemese in modo epico!”
“Oddio, non voglio che sia viziata!” esclamai
“Oh non temere kris. Io
sarò il padre permissivo e buono ma tu compenserai facendo la
mamma terribile e cattiva!” disse “Così ci
sarà un giusto equilibrio…”
Gli feci la linguaccia seria e lui
prese a solleticarmi il fianco per farmi ridere di nuovo. Inutile dire
che ci riuscì e in pochi secondi mi ritrovai sotto di lui, la
bimba per fortuna al sicura sulla poltrona al nostro fianco.
Smise solo quando gli implorai di smettere fra le lacrime e le risa.
“Stupido” sospirai.
“Stupida” replicò
“Ti odio” dissi
“Ti odio anche io”
“Non è vero. Tu mi
ami” dissi ammiccante “O per lo meno una parte del tuo
corpo mi ama di certo in questo momento…”
Riuscii quasi a farlo arrossire con quel commento che, oltretutto, era solo la pura verità.
Riprese col solletico e non riuscii
a trattenere le grida. Ci fermammo solo quando Joy emise un versetto e
girandoci notammo il musetto confuso con cui ci guardava.
E iniziammo a ridere come due ragazzini.
Probabilmente stava pensando che i suoi genitori erano pazzi.
E non era molto lontana dalla realtà
Eravamo pazzi d’amore l’uno per l’altra.
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Capitolo 23 *** Beautiful day ***
cap 23
Salveeeeeee!
Muhamuha. Ok non c'entra un cavolo sta risata ma siamo super
emozionate.. e sapete perchè?? Perchè questo capitolo lo
stiamo postando insiemeeee *__* Awwww, cioè: insieme insieme,
proprio nel senso fisico del termine, nel senso che siamo nella stessa
stanza, cioè allo stesso pc, cioè a due cm l'una
dall'altra, cioè.. ok.. la smettiamo di rompere XD Il concetto
è chiaro u__u Coooomunque eccoci qui con l'aggiornamento, come
sempre molto puntuali u__u anzi di più, visto che siamo un
giorno in anticipo, anche se.. ehm..ehm.. approfittiamo per dirvi
che i prossimi capitoli verranno postati ogni 15 giorni per il semplice
motivo che è estate e non saremo a casa.
Grazie tantissimo per le recensioni, come sempre graditissime *__+ Siete the best!
Vorremmo ringraziare una persona
speciale che è qui con noi in questo momento (e tra l'altro ha
appena ripreso in un video questo epic moment XD), senza la quale
davvero non saremmo qui! *__*
Grazie Sister! Ti vogliamo bene! Anche se sei una cessa u__u
Bwhuahau, dopo sto sproloquio eccovi il chappy! *__*
Ce la faranno sti due ad avere una bella notte di sano sesso??
Ahahahah.. Ci pensa Cloe! Muhamuha.
*Lo scoprirete solo leggendo* hihi.
Baci a tutti! Fio e Cloe.
CAPITOLO 23 (Cloe)
BEAUTIFUL DAY
Kris pov
“Mamma..mammina…”
Sentii le labbra di Rob posarsi sul mio orecchio, mordicchiandolo leggermente e, malgrado avessi ancora sonno, aprii gli occhi.
Rob non era coricato come mi sarei aspettata. Era seduto al mio fianco,
completamente vestito e con Joy tra le braccia che, serena e contenta,
giocherellava con una sua ciocca di capelli.
“La principessina ha fame” mormorò baciandomi la
guancia. Mi sollevai anche io leggermente e la presi tra le braccia
senza riuscire a contenere uno sbadiglio.
“Non l’ho sentita piangere dal baby phone..”
“Non stava piangendo. La stavo guardando dormire”
sussurrò sfiorandole la testina con la bocca “E ad un
certo punto ha aperto gli occhi e ha iniziato a guardarmi e mi ha
sorriso Kris. Cioè di solito sorride quando vede qualcosa di
colorato o sente una musica e invece…invece questa volta
guardava me e sorrideva….”
Mi voltai per poter osservare il viso del mio ragazzo e lo trovai pieno
di amore e venerazione per il piccolo esserino che tenevo tra le
braccia.
Rob mi stupiva ogni giorno di più con la sua dolcezza sempre
presente nei confronti miei e soprattutto della piccola. Era come se
ogni giorno ci amasse un po’ di più…e non credevo
fosse possibile sentirmi più coccolata e felice.
Gli carezzai la guancia “Certo che ti ha sorriso. Lei..ti adora indiscutibilmente. Si vede lontano chilometri”
Robert si accoccolò meglio contrò di me senza staccare le
labbra dalla testolina di Joy e io lo cinsi con un braccio. Era come
stringere entrambi i miei bambini: quella piccolina e anche il mio
bimbo “un po’ cresciuto”.
E poi il momento in cui allattavo Joy era qualcosa di intimo e solo
nostro e Rob era sempre presente. Qualcosa che condividevamo solo noi
tre, come famiglia, e io cercavo di godermelo finchè era ancora
possibile. Per ora cercavo fermamente di non pensare a quando avremmo
ricominciato a lavorare per Breaking Dawn e in cuor mio sapevo che,
anche se l’idea non ci entusiasmava avremmo dovuto affidare per
diverse ore la piccola ad una baby sitter. Ero certa che con mia madre
sarebbe stata bene ma…l’idea di separarmi da mia figlia
per giorni interi era troppo anche solo da concepire. No, sarebbe
venuta con noi e…e in qualche modo avremmo gestito le cose.
“Kris tutto bene?”
Mi riscossi grazie alla sua voce e mi resi conto che ora Joy aveva smesso di mangiare e agitava i pugnetti soddisfatta.
“Dalla a me. Le faccio fare il ruttino” disse Rob alzandosi
e iniziando a passeggiare con lei in braccio su e giù per la
camera “E così tu puoi farti la doccia”
Fu in quel preciso momento che trovai strano che Rob, che adorava
dormire più dell’orso Yoghi, fosse già sveglio e
bello vestito per uscire alle nove del mattino di domenica.
“Dove devi andare?” domandai assottigliando gli occhi
“Dove dobbiamo andare, vorrai dire” rispose criptico “Io, te e Joy..”
“Ok, riformulo. Dove dobbiamo andare?”
“Non te lo dico. Ma ti consiglio di sbrigarti a
vestirti…sarà meglio uscire prima che faccia troppo
caldo. Ed è inutile che insisti…”
Misi il broncio “Io odio le sorprese”
“Tu adori le sorprese, Kris. O comunque adorerai questa, credimi”
Alzai gli occhi al cielo, dirigendomi verso il bagno e facendogli la
linguaccia, certa che con lui non avrei cavato un ragno dal buco.
Quando si metteva in testa qualcosa era peggio di un bambino.
Certo avevo voglia di uscire un po’ con lui e Joy, però…
Mentre l’acqua scorreva fresca sulla mia pelle non potevo
smettere di pensare che avevo anche un po’ paura. Insomma,
ultimamente ero restia a mettere piede fuori casa, specialmente con la
bambina. Mi faceva sentire vulnerabile, ecco. Non c’era
più un posto dove ero certa che non mi avrebbero riconosciuta,
fotografata, assediata. Era qualcosa che mi aveva sempre dato fastidio
ma ora era ancora peggio: non volevo assolutamente che mia figlia fosse
costretta a vivere quella vita. Volevo per lei qualcosa di diverso,
qualcosa di più tranquillo. Ma forse, essendo la figlia di
Robert Pattinson e Kristen Stewart, la sua vita non sarebbe mai stata
veramente normale.
Avevo ancora quei pensieri in testa quando scesi le scale e mi ritrovai in cucina con…
Spalancai gli occhi.
Joy era accoccolata sul petto del padre e indossava il vestitino
più grazioso che avessi mai visto: bianco con piccole fragoline
rosse stampate sopra. Ma la cosa che mi fece stringere il cuore per la
tenerezza erano i piccoli occhiali da sole appoggiati sulla sua
testolina.
Non riuscii a trattenere un risolino avvicinandomi e catturandola tra le mie braccia.
“Amore, sei così bella che ti mangerei tutta!”
esclamai iniziando a sbaciucchiarla su ogni lembo di pelle libera
“Direi che sei pronta…mmm per il mare?”
Lanciai uno sguardo fugace a Rob e quando vidi le sue guance leggermente arrossate capii di aver fatto centro.
“Forse…ma comunque non avrai altri dettagli fino
all’arrivo” mi intimò baciandomi le labbra e
prendendomi per mano. Salimmo sull’auto e, dopo aver sistemato
Joy sul seggiolino posteriore, partimmo.
Stavamo viaggiando da un po’ in silenzio, cullati
semplicemente dal respiro e dai vagiti di nostra figlia quando il sole
spuntò proprio da dietro una curva e…e Rob fece
qualcosa di dolcissimo.
Mi abbassò il parasole ancora prima che avessi il tempo di farlo io, ancora prima di abbassare il suo.
Non sapevo se era colpa degli ormoni ancora sballati nel mio corpo per
via della gravidanza ma non riuscii a trattenere le lacrime.
Quell’uomo, quel fantastico uomo al mio fianco che aveva promesso
di prendersi cura di me…di noi, era davvero, davvero mio. E mi
avrebbe protetta sempre, e ci sarebbe sempre stato e mi avrebbe amato
per tutta al vita e…e ancora non sapevo come potevo essere
così fortunata.
Ma era lì…ed era mio.
“Ti amo, ti amo, ti amo…” esclamai baciandogli la guancia.
Mi fissò stranito, probabilmente preoccupato dalla fonte delle
mie lacrime e io distolsi lo sguardo, leggermente imbarazzata e…
e mi accorsi che ci eravamo fermati proprio davanti ad uno dei
posti che mai, mai avrei dimenticato in tutta la mia intera esistenza.
“Venice…” mormorai solamente, aprendo la portiera e
scendendo dall’auto. Sentii la brezza marina leggermente salata
scompigliarmi i capelli e, quasi sotto shock, percorsi i pochi metri
che mi separavano dalla balconata al bordo della strada. Sotto di noi
l’oceano e la spiaggia…
Quella spiaggia.
E improvvisamente rividi quella stessa spiaggia, quel giorno di tanti
mesi prima, quella ragazza spaventata di essere rimasta sola. Quel
giorno in cui insieme avevamo accarezzato per la prima volta il
mio ventre ancora piatto ma dove già cresceva piano il nostro
fagiolino. Quella ragazza che non aveva avuto più paura quando
l’uomo che amava l’aveva finalmente stretta a sé e
le aveva detto che non desiderava nulla di più che creare quella
vita con lei…
Sentii Rob cingermi la vita con il braccio e quando mi voltai a
guardarlo vidi che mi fissava pensieroso. Accanto a lui, Joy dormiva
nella sua carrozzina.
Doveva essersi addormentata in macchina
“Volevo che fosse una bella sorpresa, ma non vedo altro che lacrime..”
Scossi velocemente il capo “E’ tutto perfetto. Questo posto..quello che rappresenta..”
“E ho prenotato tutto il ristorante e sai cosa significa
questo?” domandò scostandomi una lacrima col pollice
“Significa che anche tutta la loro spiaggia privata è
nostra per oggi. Quindi niente fan, niente paparazzi, niente foto,
solo..”
“…solo noi tre..” finii per lui.
E improvvisamente mi sentii una stupida per avere avuto paura, per
avere anche solo pensato che potesse portarmi in un posto dove mi sarei
sentita a disagio o…
Non riuscii a trattenere una nuova ondata di lacrime e Rob mi strinse forte a sé, cullandomi fra le sue braccia.
“Se non vuoi restare..” iniziò.
“Shhhh” lo bloccai, tentando di abbozzare un sorriso
“Non..non è questo. Vuoi davvero sapere perché
piango? Piango perché..perchè ogni volta che penso di non
poterti amare più di così tu mi provi che sbaglio. Mi
provi che sei un uomo meraviglioso e un padre ancora migliore e
io…io ti amo così disperatamente e..”
Improvvisamente sentii le sue labbra premere sulle mie e, senza
pensarci, le schiusi assaporandole e godendo del loro calore sulle mie
umide per le lacrime.
“Anche io ti amo, sciocchina” sussurrò scostandosi
un poco “E ora basta lacrime…d’accordo..?”
Annuii sentendomi leggera e felice come mai prima.
Tenendoci per mano scendemmo i gradini che davano accesso al ristorante
e tutti e tre entrammo all’interno. Il proprietario ci accolse
calorosamente, lodando la bellezza di nostra figlia e invitandoci a
chiedere di qualunque cosa avessimo avuto bisogno.
Non azzardavo neppure ad immaginare quanto Rob avesse speso per quell’ennesima meravigliosa sorpresa.
Mi stavo quasi per sedere ad uno dei tavoli quando lui mi fermò e mi indicò una porta che dava sull’esterno.
Lo guardai confusa, spingendo la carrozzella.
“Ti avevo promesso la spiaggia..e spiaggia sia…” mormorò.
Sorrisi quando vidi uno splendido gazebo bianco proprio al centro della
piccola spiaggetta, sotto cui si trovavano svariate coperte e alcuni
cuscini. Su di essi un cesto che, pensai subito, doveva essere pieno di
cibo.
Ecco cosa aveva organizzato: un pic nic sulla spiaggia. La nostra prima
vera gita in famiglia. E, ovviamente, aveva pensato a tutto:
all’ombra per la piccola, a un posto che fosse allo stesso tempo
speciale ma anche adatto alle sue esigenze.
“Madame..prego, si accomodi” mi invitò, allungando il braccio e invitandomi a sedermi su un morbido cuscino.
Lo feci, dopo essermi accertata che la bimba fosse addormentata all’ombra.
Lui si sedette al mio fianco e immediatamente mi strinse tra le braccia.
Lo sentii affondare il naso fra i miei capelli.
“Non ti ho detto grazie..” sussurrai
“Sai che non devi.”
“Non solo per questo” risposi sincera “Grazie di
esserci, grazie di esistere..grazie di essere così come sei con
noi due”
“Lo stesso vale per me” rispose carezzandomi le braccia
“Te l’ho già detto. Noi tre siamo una
famiglia…la migliore famiglia..”
Risi forte e lui ne approfittò per infilarmi un pezzo di mango fra le labbra.
“Devi mangiare di più” mi ammonì “ Ti piace? Com’è?”
“Mmmmm” risposi “E’ fresco, buono e..dolce..”
“Come te allora. Deve avere lo stesso sapore che hanno le tue
labbra” sussurrò avvicinandosi pericolosamente, finche non
fui io ad annullare totalmente la distanza fra noi e a farci unire in
un nuovo splendido bacio.
Prima che me ne fossi resa conto mi ritrovai schiacciata sotto il suo
corpo tiepido, le braccia allacciate dietro il suo collo, le labbra
incollate alle sue mentre le nostre lingue giocavano insieme.
“Niente più lacrime, ok?” sussurrò.
Annuii.
“Niente più pensieri tristi, niente più paure, niente più insicurezze?”
Annuii convinta, protetta nel suo abbraccio.
La sua bocca tornò sulla mia e, proprio quando mi stavo
lasciando completamente andare scordando il mondo che ci circondava,
sentii qualcosa.
“Ue ue ue..”
Non riuscii a trattenere una risata e lo stesso fece Rob.
“Questa bambina ha un tempismo perfetto” disse divertito.
“Direi che vuole tutte le attenzioni del suo papà per
lei..” gli feci notare. Non appena Joy aveva iniziato a strillare
infatti, Rob era scattato in piedi e in meno di tre secondi la furbetta
era già tra le braccia del suo papà.
“Ciao bambolina..” mormorò cullandola e in men che
non si dica lei si placò, incantata a guardare la realtà
intorno a lei.
Ma che gli faceva Rob alle donne…
Alzai gli occhi al cielo sistemando sulla coperta i piatti con il cibo, mentre Rob coccolava la piccola.
“Ti piace questo posto Joy? Quello è l’oceano vedi?
E’ bellissimo…” disse avvicinandosi all’acqua
“Adesso il tuo papà te lo fa conoscere..”
Non dissi nulla, in parte per non scoraggiare il suo proposito in parte
per non interrompere quel dolcissimo quadretto che si dipingeva davanti
ai miei occhi.
Quando Rob raggiunse il bagnasciuga si accucciò in modo che
anche Joy fosse abbastanza vicina alla superficie cristallina e,
tenendola sotto le braccine, gliela fece toccare con la punta dei
piedini.
Beh, non parve gradire particolarmente.
Risi quando vidi l’espressione del suo visino contrarsi in una
smorfia di fastidio al contatto con l’acqua fredda e i suoi
piedini ritirarsi immediatamente. Rob la alzò e la strinse al
suo petto, cercando di confortarla prima che la cosa degenerasse in un
irrefrenabile pianto. Prese i suoi piedini rosa pallido tra le mani e
iniziò a baciarli e a soffiarci sopra per scaldarli.
“No, no amore non piangere. Ci pensa papà a scaldarti…” sussurrò con voce implorante.
Joy parve apprezzare notevolmente il calore del fiato di Rob
perché si quietò all’istante, godendosi buona buona
le coccole.
Attratta come una calamita dai miei due amori mi alzai e feci una
piccola corsetta verso di loro finchè i miei piedi non
incontrarono l’acqua gelata dell’oceano. Per essere inizio
settembre era parecchio fredda: non c’era da stupirsi che Joy non
ne fosse stata entusiasta.
Allacciai le braccia intorno alla vita di Rob, stringendolo da dietro e
sporgendomi oltre alla sua spalla per vedere la piccolina.
“Vieni a mangiare?” mormorai mordicchiandogli l’orecchio.
Annuì e per una attimo vidi la sua espressione farsi seria, senza smettere di osservare nostra figlia.
“Che succede?” domandai.
“Niente. Solo per un attimo ho pensato…all’ultima
volta che sono venuto qui. Alla paura che avevo che tu non mi volessi
più dopo le idiozie che avevo detto”
Scossi il capo decisa. “Il mio modo di darti la notizia non è stato decisamente..il migliore..”
“Forse, ma non ci sono scusanti per la reazione da scemo che avevo avuto”
“Ehi” lo consolai “Poi però in questo posto ti sei fatto più che perdonare”
Sospirò e, dopo avermi preso la mano, mi portò di fronte a lui in modo che potessimo guardarci negli occhi.
“Quello che ti dissi allora vale ancora e varrà per
sempre, lo sai vero? Ti amerò e ti proteggerò per tutta
la vita. E amerò e proteggerò la nostra
cucciolotta” disse ammiccando verso il fagottino tra le sue
braccia. Col pollice sfiorò l’anello di fidanzamento al
mio anulare sinistro. “E anche se ancora non siamo tecnicamente
marito e moglie…questo non significa nulla, lo sai vero? Tu per
me sei mia moglie. L’unica e sola donna che amerò mai. E
se hai qualche problema o qualche paura voglio essere certo che verrai
sempre da me. Perché io sono qui…per te…”
Annuii commossa e carezzai il suo viso. Lui afferrò la mia mano e baciò il solitario al mio dito.
“Ti amo con tutto me stesso” ribadì
“Anche io ti amo…”
“Non ti libererai di me quasi signora Pattinson”
sussurrò avvicinandomi maggiormente, così che i nostri
corpi fossero divisi ma allo stesso tempo uniti dalla meravigliosa
presenza della nostra piccola fra noi.
Sorrisi e quando le mie labbra si trovarono solamente a pochi millimetri dalle sue mi bloccai.
“Non chiedo di meglio..” mormorai, col cuore che mi
scoppiava di felicità, prima di unire le nostre bocche con un
bacio.
Quando ritornammo in macchina, quella sera al tramonto, ero così
felice e innamorata che nemmeno mi accorsi subito della strada che Rob
aveva preso. Ero troppo intenta a sentire le sue dita che mi
accarezzavano la gamba e le sue labbra posate fra i miei capelli mentre
ero accoccolata col capo posato sulla sua spalla.
Solo quando imboccammo una strada a me molto familiare ma che non era quella di casa nostra, mi riscossi.
Robert parcheggiò proprio nel vialetto di una di quelle abitazioni.
Casa di mamma e papà.
Lo guardai confusa. “Perché siamo qui?”
“Mi dispiace di non avertene parlato prima ma…rientra tutto nel mio piano di sorprenderti” disse ammiccando.
“Altre sorprese? Rob..” lo rimproverai.
“Shhh” mi zittì “Non è nulla di che
ma..beh, diciamo che per goderne appieno stanotte Joy deve restare con
tua madre..”
“Ok, non è un problema ma…”
Mi bloccò prima che avessi il tempo di fare altre domande con un
semplice bacio e un “aspetta qui”, dopo avermi fatto
salutare Joy addormentata, la prese dal seggiolino e andò dentro
casa.
Intravidi mia madre sulla porta. Mi rivolse un enorme sorriso e mi fece
l’occhiolino prima di scomparire dentro casa con mia figlia.
Non ebbi il tempo di capire che cosa stesse realmente accadendo che Rob
era già dentro la macchina e in men che non si dica eravamo di
nuovo in viaggio.
“Voglio sapere” borbottai.
“Assolutamente no.” Replicò
“Daiiii”
“No”
“Nemmeno se ti do un bacio?” sussurrai avvicinandomi al suo viso.
“Oh, non mi corromperai con un bacio” rise
“Nemmeno se ti dico dove volevo dartelo il bacio?” lo stuzzicai facendogli l’occhiolino.
“Ehm…” sembrò pensieroso per qualche secondo “Assolutamente no!”
“Rob..dai sono curiosa!”
“Beh..siamo arrivati a destinazione”
Mi sorpresi immensamente quando mi resi conto che non eravamo altro che fuori casa nostra.
Rob mi schioccò un bacio sulla fronte. “Curiosona”
mormorò prima di scendere e fare il giro dell’auto per
aprirmi la portiera.
Adoravo questo suo essere cavaliere.
Scesi dall’auto e lo vidi intento a sogghignare.
“Che c’è?” domandai.
“Ora non ti arrabbiare Kris..” disse
Arrabbiarmi? Perché mai avrei dovuto arrabbiarmi? In fondo non aveva mica fatto…
Ma improvvisamente mi ritrovai fra le sue braccia, con lui che camminava a passo spedito verso la porta di casa.
“Rob..dai mettimi giù..daii!!!” borbottai.
“Lo sapevo che avresti protestato. Ma lasciamelo fare, ti
prego..” Mise su uno dei suoi migliori sguardi da cucciolotto
indifeso che proprio non riuscii a evitare di aprirmi in un sorriso e
affondare il volto nell’incavo del suo collo.
All’inizio non notai alcun cambiamento all’interno della
stanza ma, quando entrammo in salotto, rimasi a bocca aperta.
Il pavimento era completamente coperto di petali di rose rosa che
formavano una scritta che, dall’alto delle sue braccia, potevo
leggere benissimo.
I love you.
“Oh Rob..è..magnifica..” mormorai.
“Pensavo..” disse piano arrossendo “Pensavo che potevamo stare io e te..finalmente soli..”
Mi mordicchiò l’orecchio e io scivolai dalle sue braccia mettendomi in piedi.
Lo guardai diritto negli occhi, abbassandogli la giacca.
“Solo se vuoi Kris, solo se sei sicura…”
“Ti voglio. Pazzamente, disperatamente, totalmente..” sussurrai prima che le sue labbra catturassero le mie.
Le sue mani corsero sulla mia vita e sollevò la mia maglietta,
sfilandola con facilità. Non portavo il reggiseno come al solito
anche se ora che allattavo Joy era leggermente aumentato di dimensione.
Rob lo sfiorò piano, con venerazione, spaventato di potermi fare
male o di mettermi a disagio.
Gli baciai la guancia , facendo fare alla sua maglietta la stessa fine della mia.
Chiusi gli occhi quando lo vidi inginocchiarsi di fronte a me e baciare
leggero il mio petto mentre le sue dita slacciavano i bottoni dei miei
jeans e li abbassavano piano, attente a ogni fremito del mio corpo.
“Ti..ti piaccio ancora?” domandai improvvisamente, presa da
una stupida e forse assurda paura. Non che la gravidanza mi avesse
cambiata moltissimo ma forse avevo ancora un paio di chili da perdere.
La sue labbra si fermarono sul mio ventre e mi lanciò una penetrante occhiata dal basso.
“Sei bellisima…ancora più di prima, credimi..” mi rassicurò facendomi sdraiare sul tappeto.
Sembrò improvvisamente insicuro “Vuoi andare di sopra?”
Scossi il capo, afferrandolo per le spalle e portandolo sopra di me.
“Non farmi aspettare più” dissi “Ti voglio qui. Adesso..”
Mi sorrise semplicemente mentre io toglievo anche i suoi jeans e in
quelli che mi parvero pochi minuti ci ritrovammo completamente nudi,
avvinghiati l’una all’altro.
Sentire di nuovo la sua pelle contro la mia, i nostri profumi che si
mescolavano insieme creando la fragranza più unica che avessi
mai sentito…
Le sue mani mi sfioravano e mi accarezzavano e quando lo sentii toccarmi più in profondità emisi un gemito.
“Tutto..tutto bene?”
Annuii. “Si ma..ti voglio..ti prego..”
Sapevo che per lui era la stessa cosa, lo avvertivo chiaramente. Era troppo, troppo tempo che non facevamo l’amore…
“Anche io ti voglio..” mormorò roco “Ma non dimentichiamo nulla?”
Lo guardai confusa per una attimo. Io sapevo solo che avevo bisogno di
sentirlo dentro di me…tutto il resto faceva parte del mondo
esterno…
“Kris non prendi la pillola” sussurrò ridacchiando
“E per quanto voglia avere un decina di bambini con te, forse
è meglio aspettare ancora un po’..”
Arrossii. Che stupida! Certo non potevamo rischiare. Era troppo troppo presto per avere un altro bimbo.
Rob allungò il braccio, frugando nella tasca dei jeans, e dopo
qualche minuto era di nuovo su di me, pronto a riprendere da dove
avevamo lasciato.
Mi baciò la punta del naso.
“Dimentico il resto del mondo quando siamo insieme…”
Sorrise e lentamente si fece strada dentro di me. Mi irrigidii un attimo quando avvertii un leggero bruciore.
“E’..è passato. Solo è da tanto che..” mormorai
“Shhh, rilassati..” sussurrò piano, muovendosi dentro di me e accarezzandomi le gambe.
E lo feci e..e fu bellissimo.
Fu di nuovo una magia come ogni singola volta che eravamo insieme. I
nostri corpi si muovevano insieme, fondendosi e giocando l’uno
con l’altro, allacciati. Finchè non mi ritrovai ad
ansimare più forte sulle sue labbra e mi lasciai andare,
avvertendo, poco dopo, anche la sua pelle tremare a contatto con la mia
e le sue braccia stringermi con più forza.
Lo trattenni dentro di me, mentre i nostri respiri si regolarizzavano e lui mi lasciava una scia di baci sul collo.
“Non so se hai una vaga idea di quanto ti amo..” disse poggiando la guancia sul mio cuore.
“Oh ce l’ho, tranquillo” lo rassicurai “Anzi,
forse mi stai viziando un po’ troppo. Presto inizierò a
pretendere cornetti caldi e fiori tutte le mattine a letto..”
“Mmmm cornetti e fiori…che tipo di fiori?” domandò ridendo.
“Non lo so” pensai per un secondo “Mimose magari…hanno un buon profumo..”
Poi, improvvisamente, scoppiai a ridere.
“Che c’è?”
“Pensavo solo che..viviamo in questa casa da mesi e abbiamo ehm battezzato soltanto il salotto e ci mancano un sacco di stanze ancora” dissi.
Prima che potessi rendermene conto mi ritrovai caricata sulle sue spalle, diretti verso il piano superiore.
“Rob..Rob dove vai??”
“A battezzare il letto..” disse.
Mi aggrappai più forte mentre l’eco delle mie risate si spargeva per tutta la casa.
La mattina dopo mi svegliai col caldo sole di settembre che mi
carezzava la schiena. Non aprii gli occhi, perdendomi ancora nel
ricordo della notte precedente.
Splendida.
Magnifica.
Unica.
Riuscivo comunque a sentire l’acqua della doccia scrosciare e profumo di…
No…non potevo crederci.
Non poteva averlo fatto veramente..
Aprii lentamente gli occhi e sul cuscino al mio fianco non mi stupii di
vedere un vassoio con succo d’arancia, caffè e due
cornetti caldi alla crema.
Ma la cosa che mi fece aprire in un radioso sorriso furono i fiori posati a fianco del cibo.
Li presi in mano e inspirai forte, ricordando la nostra conversazione della sera precedente.
Ma dove era andato a pescare un mazzo di mimose al mese di settembre?
Nota di Fio: Cloe sta
pericolosamente iniziando a parlare napoletano O___o e, visto che
è piemontese, la cosa è alquanto preoccupante o___O
Ok.. lo sappiamo che questa bimba è molto più grande di
come dovrebbe essere Joy, ma non ne abbiamo trovate di più
adatte quando abbiamo visto questa non abbiamo proprio resistito!
*___*
Quindi.. un pò di immaginazione! XD
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Capitolo 24 *** On the road ***
CAP 24
Ok
girls...eccoci qui puntuali come sempre. In realtà stasera ci
sono solo io (ueueueueueue) Cloe, visto che Fio fa l'animatrice tutto
agosto. L'ultimo capitolo l'abbiamo postato insieme invece ora siamo
separate..eueueueu..ok fine momento depressione.
Mi spiccio a postare che so che siete mooolto curiose..capitolo di
passaggio...speriamo che vi piaccia (anche se io odio definire i cap
capitoli di passaggio..cioè, ma che vuol dire? mah..)
Coooomunque ecco a voi l'aggiornamento e...ENJOY!!!!!
P.S= Grazie millissime per le recensioni *_____* nn fermatevi mai!!!!
CAPITOLO 24 (Fio)
ON THE ROAD
POV KRIS
“Vuoi far guidare un po’ me?” gli chiesi per la centesima volta nonostante sapessi già la risposta..
E infatti..
“No..” disse stufo di quella domanda.
“Rob è da ieri che guidi”
“Ma mi sono riposato.. tranquilla..”
“Come vuoi..” sbuffai e
lo vidi lanciarmi un’occhiataccia mentre addentavo l’ultimo
pezzo del mio panino.
“Mmm.. ma lo sai che questi cosi al tonno e questa strana roba gialla sono proprio buoni?” farfuglia masticando.
“Te l’avevo detto..”
“Come lo sapevi?”
“Bè.. diciamo che qualche anno fa vivevo solo di musica e questi cosi al tonno con quella strana roba gialla” mi fece l’eco sorridendo.
Mi pulii la bocca col fazzoletto e
bevvi un sorso di coca cola. Diedi una rapida occhiata a Joy dietro,
ancora addormentata nel seggiolino, e poi poggiai le gambe al cruscotto
per rilassarmi un po’.
“E te li facevi portare fino dal Texas?” chiesi alquanto stupidamente.
Mi guardò inarcando le
sopracciglia. “Ovviamente no Kris..” Si fece una risata.
“Credo che li facciano solo in Texas? Anzi, non posso credere che
non ne avessi mai assaggiato uno..”
Scrollai le spalle. “E’ strano vero? Quante cose ancora non sappiamo l’uno dell’altra..”
Mi lanciò una rapida
occhiata per poi tornare a fissare la strada concentrato. “No..
non credo. E’ normale. Di certo non è un panino al tonno a
farmi dubitare di quanto ti conosco..”
Sorrisi e mi portai gli occhiali da sole tra i capelli. Ormai il sole era completamente andato dietro le nuvole.
“Hai mai pensato a come..
sarebbe stata la tua vita se fossi rimasto in Inghilterra?”. Mi
ero posta quella domanda molte volte ma mai avevo avuto occasione di
chiederglielo. E ora.. ora stavamo in trappola in una macchina nel bel
mezzo del Texas e non trovavo motivo per non chiederglielo.
“Si” rispose semplicemente senza aggiungere altro.
Rimasi ad aspettare qualche secondo pensando che finisse la frase ma non parlò.
“E..?” lo spronai.
“E non voglio pensarci..”
“Perché?”
Lo vidi sorridere amaramente.
“Perché.. non avrei te.. non avrei Joy.. ed è
triste.. anche solo il pensiero..”
Mi trovai a fissare il suo profilo
incantata come mi capitava spesso ultimamente. Non potei fare a meno di
sorridere e dolcemente poggiai la mia mano sulla sua gamba.
“Bè.. allora meno male
che ti sei presentato a quel provino” fu tutto quello che riuscii
a dire. Ero quasi emozionata.. e non sapevo nemmeno il perché.
Regalandomi uno sguardo veloce e un
sorriso adorabile, afferrò la mia mano e la strinse nella sua
mentre la sinistra continuava a tenere il volante.
“Già..meno male”
sussurrò baciandomi la mano e io sorrisi guardando la strada che
si apriva davanti a noi.
“Mi passi un altro panino?” esclamò dopo un po’.
“Rob dai.. fermati e facciamo cambio.. almeno mentre mangi! Per me non ci sono problemi.. davvero!”
“Oh lo so che per te non ci sono problemi.. Il problema è mio..”
Mi bloccai qualche secondo elaborando le sue parole. “Scusami che vorresti insinuare?”
Scrollò le spalle. “Bè.. donna al volante, pericolo costante.. lo sanno tutti..”
Rimasi di sasso.. Allibita dalle
sue parole. “Carissimo.. ti ricordo che ho preso la patente prima
di te!” risposi indignata.
“Non proprio cara. Se fai
qualche calcolo.. io l’ho presa a 20 anni e ne ho 24, tu
l’hai presa a 16 e ne hai 20, a conti fatti.. è come se
l’avessimo presa insieme..”
“Non posso credere alle mie orecchie! Stai dubitando della mia guida?”
“Certo che no amore..” disse comprensivo ma con un tono del tutto ironico.
“Voglio ricordarti che ti ho
insegnato io a fare la retromarcia fino a prova contraria! Per non
parlare dei parcheggi!”
“Dettagli.. e poi qui siamo
su una strada spianata. Non devo fare nè retromarcia nè
parcheggi.. quindi..”
“Ma Rob.. abbiamo appena
passato Austin, ci vorranno almeno altre quattro ore.. che ti costa
farmi guidare un po’?”
Senza parlare mi lanciò un’occhiata e tornò a fissare la strada.
“Sai che ti dico? Fottiti” dissi falsamente indignata.
“Oh Kris, mi sconvolgi con queste dichiarazioni..”
“Ha-ha-ha. E comunque ancora
non ho capito perché diavolo hai voluto che andassimo in
macchina quando ci avremmo messo due ore di aereo..”
“Te l’ho detto Kris.. volevo solo darti un po’ di normalità..”
“.. detto da uno che
stamattina ha pagato il pernottamento in un albergo a cinque stelle con
tanto di suite..” risposi sarcastica.
“Bè.. allora diciamo che sarà più comodo avere una macchina lì..”
“Potevamo affittarne una..”
“Mmm.. ci siamo svegliate polemiche stamattina?”
Sospirai. “Scusa..”
Di tutta risposta si mise a ridere.
“E poi che c’è di meglio di un bel viaggetto on the
road per consolidare il legame familiare?”
Ok.. stava davvero iniziando a farmi preoccupare.
“Rob, non credo che io e te
possiamo consolidare più di così.. e Joy ha appena tre
mesi.. che vuoi che consolidi? Il legame col seggiolino?”
Si mise a ridere di nuovo. “Ti adoro quando fai la polemica.. mi fai morire..”
E allora capii che lo stava facendo apposta per provocarmi.
Lasciai la sua mano. “Bene.
Non parlo più!” dissi indignata incrociando le braccia al
petto, ma non feci che farlo ridere ancora di più.
“Dai scema.. vieni qui”.
Con un rapido gesto mi prese il mento e si avvicinò per darmi un bacio veloce.
“Guarda la strada..
scemo..” lo ripresi con un sorriso divertito e prima di tornare a
sdraiarmi sul sediolino mi voltai dietro per controllare Joy, che ora
aveva gli occhi aperti.
“Awww, ciao amore mio! Ti sei svegliata”.
Mi misi di spalle al vetro della
macchina e mi allungai sul mio sediolino per arrivare alla mia piccola.
Le massaggiai il pancino e subito lei afferrò il mio dito e
iniziò a sbrodolare sulla bavetta.
“E’ sveglia?” sentii Rob dietro di me.
“Si..” sussurrai
appena, incantata da mia figlia. Era così facile restare
incantati da lei, dal suo corpicino, da quei pochi capelli chiari che
già sapevo si sarebbero trasformati in ricciolini biondi e dai
suoi occhi. I miei occhi. Come avevo immaginato avevano cambiato
colore, e con grande felicità di Rob, si erano avvicinati ai
miei. Lui diceva che erano uguali ma io trovavo i suoi ancora
più chiari dei miei se possibile, ma forse solo perché mi
somigliava molto.
Un orrendo odore mi ridestò costringendo a storcere il naso.
Oh.. perfetto!
“Ehm.. Rob.. credo che dovresti fermarti..”
“Cosa.. perché?
“Temo che Joy abbia consolidato i suoi legami col pannolino..”
“Oh.. grande.. La prossima aria è a 50 Km”
“Accosta da qualche parte allora..”
Non feci in tempo a girarmi che Rob
aveva già accostato su una piccola rientranza. Scesi dalla
macchina seguita da Rob e aprii lo sportello posteriore. Sciolsi le
cinture del seggiolino e presi Joy.
“Ora ci cambiamo amore eh!” le schioccai un bacio sulla guancia e la diedi a Rob.
“Hai fatto tanta cacchina
amore di papà?” lo sentii blaterare con quella vocina che
riservava sempre a lei mentre io attrezzavo il sedile.
“Mettila lì”
Rob la stese delicatamente sul sediolino e iniziai quell’opera di cui ero ormai esperta.
Allungai a Rob dietro di me la mano
col pannolino sporco ma non lo prendeva. Lo agitai un paio di volte
sperando che capisse ma niente.
“Rob!” urlai ma cercando di uscire sbattei la testa contro il soffitto della macchina. “Ahi!!!”
“Tutto bene Kris?”
Oh.. finalmente si era ripreso!
“Ma si può sapere che
cavolo stai facendo? Prendi ‘sto coso!” gli urlai
passandogli di nuovo il pannolino sporco.
Si allontanò di qualche passo con aria schifata. Ma che cazzo gli prendeva? Aveva cambiato Joy tante volte anche lui..
“Rob!”
“Kris puzza, mi viene da vomitare..”
Oh santo cielo! Ma con chi avevo a che fare?!
“Robert Thomas Pattinson! Se
non prendi questo coso immediatamente giuro che te lo sbatto in faccia
e ti spalmo addosso tutto quello che c’è dentro!!!”
lo minacciai abbastanza irritata. Era già sconveniente dover
cambiare la bambina su una piazzola in mezzo a una strada del Texas,
dove stavamo per sua libera decisione; non mi sembrava proprio il
momento adatto per mettersi a fare lo schizzinoso.
Dovette notare la mia irritazione
perché finalmente si avvicinò allungando il braccio e
prese il pannolino dalle mie mani facendo attenzione a tenerlo il
più lontano possibile da sé mentre io lo guardavo
allibita.
Quel ragazzo non smetteva mai di sorprendermi.. Poteva essere tremendamente dolce e allo stesso tempo assurdamente idiota.
Mi concentrai di nuovo sulla mia piccola.
“Non fare caso a
papà.. è tutto scemo..” bisbigliai mentre le pulivo
il culetto con le salviettine. Ovviamente avevo preparato una borsa
appositamente in modo da avere tutto a portata di mano quindi non mi fu
difficile trovare crema e pannolino pulito.
“Eccoci qui!” esclamai quando ebbi finito di vestirla di nuovo.
La tirai su e Rob allungò le braccia per prenderla.
“Cos’è? Ti è passato lo schifo? Dove hai buttato il pannolino?”
Con lo sguardo indicò un cespuglio secco poco distante.
“Rob!”
“Kris.. non ci sono secchi
qui e levati dalla testa che avrei continuato il viaggio con quel coso
in macchina. Ora mi dai questa bambolina?”
“Ma dobbiamo ripartire!” gli feci notare.
“Oh solo due secondi..”. Si avvicinò a Joy e me la prese dalle braccia.
“Ma ciao amore mio!
Ciao!”. Ecco di nuovo quella vocina stupida.. ma adorabile. A
volte mi sembrava di avere a che fare con un dodicenne capriccioso e mi
veniva voglia di sbattergli qualcosa in testa, ma poi lo vedevo con Joy
e il mio cuore si scioglieva. Proprio come in quel momento.
“Cos’è questo?
Cos’è questo? Oooh un ragnettoooo! Arriva il
ragnettoooo!”. Le faceva il solletico sulla pancia e lei rideva.
Una piccola risata così cristallina, così pura. Sarei
stata ore a sentirla ridere. Mi si stringeva il cuore.
“Ok.. possiamo andare!”
esclamò Rob dopo essersela spupazzata un po’. Sorrisi
salendo in macchina mentre lui sistemava di nuovo Joy nel suo sediolino
su misura.
Dopo qualche secondo mise in moto mentre prendeva dalla mia borsa quel panino che ancora desiderava.
Gli lancia un’occhiataccia e rispose con un sorriso beffardo.
“Sei davvero un bambino a volte” lo presi in giro.
“Oh lo so che mi ami..” continuò con la stessa aria beffarda e poi diede gas e morse il panino.
Io mi girai a guardare la mia
bambina che osservava lo spazio attorno a lei quasi stupita. Certo non
capiva dove si trovava o cosa stava succedendo ma mi si strinse il
cuore appena i suoi occhi si posarono sul mio viso e allungò una
manina verso di me.
Non la feci aspettare e subito mi posizionai verso di lei e allungai la mia mano che afferrò subito.
Rob interruppe quel momento. “Amore vuoi controllare un po’ questo coso per favore?”
Ok.. più andavamo avanti in
quel viaggio più la trovavo un’idea assurda. Lasciando a
malincuore la manina di Joy mi girai di nuovo avanti dove trovai Rob a
tendermi il TomTom. Lo fulminai con lo sguardo e ignorandolo presi la
cartina dal cruscotto.
“Perché ti ostini ad usare quella cosa?”
“E tu perché ti ostini ad usare quel coso?”
“Si chiama tecnologia Kris” mi punzecchiò.
“Allora visto che te ne
intendi non hai bisogno di me vero?” risposi a tono. “E poi
scommetto che non l’hai aggiornato.. meglio la cartina
credimi..”
Dopo 2000 tentativi di lettura di quel dannato pezzo di carta rinunciai e mi abbandonai sconfitta alla tecnologia.
“E’ la cartina che è scritta male..” bofonchiai mentre Rob se la rideva sotto i baffi.
“Se se.. come no..”
Abbandonai entrambi gli aggeggi e
mi stiracchiai un po’ sul sedile, proprio nello stesso momento in
cui sentii Joy lamentarsi un po’.
Mi voltai verso di lei e di nuovo
allungai il mio dito per lasciarglielo afferrare. E lo afferrò
con forza. Mi sembrava quasi assurdo che avesse già tutta quella
forza a soli tre mesi, eppure continuava a lamentarsi. E sapevo anche
il perché. Finalmente sapevo bene quello che voleva mia figlia,
sapevo perché piangeva, cosa voleva, cosa cercava, e sapevo che
ora voleva me ed era la sensazione più bella del mondo.
Mi alzai in ginocchio sul mio
sedile e mi allungai quanto bastava per arrivare a lei e per slacciare
le cinture del porte-enfant. La presi in braccio e non so come riuscii
a voltarmi e a rimettermi seduta e composta sul sedile, con Joy sulle
mie gambe, mentre Rob alternava lo sguardo tra me e la strada,
scioccato.
“Ma sei impazzita?” disse con un tono fermo che non riuscivo a concepire.
“Perché?”
“Rimettila subito dietro!”
“Dai Rob..”
“Kris.. sai quanti incidenti
capitano? Mai letto i titoli sui giornali? E guarda caso la bambina era
sempre in braccio alla mamma davanti..”
“Oddio ti prego! Smettila!”
“Kris dico sul serio!”
“Rob! Stiamo su una strada
praticamente deserta, senza macchine, e stai andando a 80
all’ora. A meno che non sbuchi un camion dal deserto che abbiamo
attorno credo proprio che andrà tutto bene.. Quindi per
cortesia.. Taci.. prima che sia la tua paranoia ad ucciderci”
Terminai la mia arringa e mi sentii
quasi in colpa non sentendolo rispondere. Forse se l’era presa,
forse avevo esagerato..
Stavo quasi iniziando a
preoccuparmi vedendolo con lo sguardo fisso sull’asfalto davanti
a noi quando sospirò e sorrise lanciando una rapida occhiata a
Joy che era teneramente appoggiata sul mio petto. Le carezzò
dolcemente la testolina e diede un rapido bacio alla mia mano.
Quanto amavo quell’uomo. Me ne rendevo conto ogni giorno di più.
Joy sembrò risvegliarsi dal
contatto col padre e prese a premere con una manina contro il mio seno
e capii che aveva fame. Era ancora abituata al mio latte ma stavo
cercando di farla abituare al biberon.
“Hai fame amore?” Le
baciai la fronte e la poggia stesa sulle mie gambe con la testa
poggiata sul mio braccio. Presi il biberon dal termos che avevo in
borsa e fortunatamente era ancora caldo, il che era perfetto visto che
sarebbe stata l’ultima poppata prima di arrivare.
L’adagiai su di me contenta
di sentire il suo peso perfetto. Aveva raggiunto i 5 Kg e i 60 cm di
lunghezza. Era perfettamente sana e nella norma.
Si attaccò subito al ciuccio
del biberon e in meno di mezz’ora aveva già finito i suoi
soliti 120 ml di latte e ora sbrodolava sulla bavetta.
Era difficile tenerla occupata, non
sapevamo mai che farle fare. Era nella fase di quasi scoperta del
mondo, ma ancora troppo piccola per afferrare bene le cose in mano.
L’unica cosa che riuscivo a fare era farla giocare un po’
con i miei capelli che puntualmente voleva mettere in bocca. Era una
lotta ogni volta strapparglieli dalle mani e tenerla impegnata in modo
diverso.
Tuttavia lei non sembrava mai
annoiata. Anche ora tra le mie braccia stringeva il mio dito e ogni
tanto allungava e stendeva le gambine stiracchiando i piedi. Si
guardava in giro, con quegli occhioni che avrei tanto voluto mangiare.
Era stupenda. Mi sembrava quasi un sogno che fosse davvero mia figlia.
Abbassai il sediolino e mi stesi
con lei sul mio petto sperando che si addormentasse, ma invece
continuava a giocare con i miei capelli e restò sveglia per le
tre ore successive quando finalmente il cartello “WELCOME TO
LOUISIANA!” si stagliò davanti a noi.
Grazie a Dio!
La tortura era quasi finita.
Mi alzai sbadigliando. Praticamente avevo più sonno io che la bambina.
Rob mi guardò soddisfatto
indicando il navigatore come a segnare la sua vittoria per essere
giunti finalmente a disposizione con i suoi mezzi, ma ero troppo
stonata per dargli retta.
“Siamo quasi arrivati..” sussurrò mentre carezzava i piedini di Joy che ne godeva felice.
La strinsi al petto e respirai il suo profumo.. che poi tanto profumo non era.
“Direi che la prima cosa da fare.. è un bel bagnetto..” affermai annusando il pannolino.
“Pochi kilometri e ci siamo..”
“Chissà come sarà la casa..” mi chiesi tra me e me.
“Se l’ha scelta tua madre, sicuramente di buon gusto..”
E infatti era così.
“GIRARE A DESTRA, POI
ARRIVO!” disse calma la voce della signorina nel navigatore
mentre Rob parcheggiava nel vialetto di “casa”.
Era strano chiamarla così.
Non c’eravamo mai stati eppure sarebbe stata casa nostra per
almeno sei mesi, la durata delle riprese di Breaking Dawn. Vivere in un
albergo sarebbe stato uno stress e poco appropriato perciò
prendere in affitto una casa nostra era sembrata la soluzione
più ideale per avere un po’ di privacy, soprattutto ora
che avevamo Joy. Mia mamma era stata così gentile da mettersi a
disposizione ed era riuscita a trovare una casetta vicina al set e
già ammobiliata. Pare che appartenesse a una coppia con due
figli o qualcosa del genere, poi lui aveva fatto fortuna e si erano
trasferiti in una villa più grande affittando quella casetta che
non volevano abbandonare perché troppo legata ai ricordi di
infanzia. Mi sentii quasi male al pensiero che avrei profanato
l’intimità di altre persone. I loro mobili, le loro
stanze, le loro pareti. Ma in fondo sarebbe stato per poco. Dovevo solo
farci l’abitudine.
Era una casa modesta, una
piccolissima villetta che si alzava su due piani, praticamente perfetta
per le nostre esigenze. Dormire, mangiare e crescere Joy.. almeno per
quei sei mesi.
Mentre Rob trafficava con le
presunte chiavi di casa cullavo Joy che iniziava a lamentarsi
probabilmente perché sentiva il bisogno di essere cambiata.. e
anche io in effetti dovevo andare in bagno.
“Muoviti Rob” lo
incitai iniziando a saltellare un po’ sul posto. Cazzo.. dovevo
proprio andare in bagno. E poi ad essere sincera ora iniziavo davvero a
essere curiosa di vederla coi miei occhi e non solo in fotografia come
era stato fin’ora.
Mi sarebbe piaciuta? Mi sarei trovata a mio agio?
Sospirai. Ancora pochi secondi e avrei avuto una risposta.
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Capitolo 25 *** New home ***
cap 25
Sìììììììììììììììììììì..lo
so lo so, lo so. Ritardo di un giorno...sorry sorry sorry. Colpa mia
(di Cloe, of course..). Scusate, ovviamente aspetto sempre di postare
la sera e poi ieri c'è stato un temporale epico, è
saltata la corrente
e bunanotte...mi sono messa a dormire ahahah U___U chiedo perdono a voi
fantastiche lettrici che ci riempite sempre di complimenti e di
recensioni favolose anche se magari siete al mare a divertirvi. Trovate
sempre un pò di tempo per la nostra storiella awwwwwwwwwwwww.
Vi amiamo girls..ok commento veloce visto che sono due settimane che aspettate il capitolo *___*
Un beso e...enjoy!!
Xo Xo
capitolo 25 (Fio)
NEW HOME
KRIS POV
“Ci sono..”esclamò un secondo prima che la serratura scattasse e la porta si aprisse.
“Oddio
reggila un secondo. Non ce la faccio più!” quasi urlai mentre gli
passavo Joy con ansia. Entrai in casa guardandomi velocemente in giro e
cercando il bagno. Passai un salottino, la cucina, le scale che
probabilmente portavano alla zona notte e finalmente arrivai al bagno.
Quando ne uscii potei concentrarmi meglio sulle stanze e tornando
all’ingresso mi affacciai per vederle meglio. Erano tutte di media
grandezza, forse la cucina era un po’ piccola ma non avevamo bisogno di
molto in fondo. Mi piaceva molto il salone, concentrato, con un divano
che faceva ad angolo di fronte un tv mentre gli altri erano occupati da
lunghe lampade, una libreria, una poltrona. Niente di eccessivo e mi
piaceva.
Rob mi venne incontro mentre Joy ancora si lamentava tra le sue braccia. La allungò e l’accolsi tra le mie.
“Vado a prendere la vasca.. ha davvero bisogno di un bagno..”
“Prendi
anche la borsa con le sue cose” sussurrai emozionata per non so quale
motivo. Ogni tanto mi fermavo a pensare a noi, a Joy e ancora mi
sembrava tutto uno strano sogno. Un anno fa non avevo ancora nemmeno
scoperto di essere incinta, e ora eravamo lì, insieme e io avevo nostra
figlia tra le braccia e non potevo sentirmi meglio.
“Che
stai facendo lì impalata?” chiese Rob curioso cercando di farsi strada
attraverso la porta con la vasca e la borsa di Joy che riuscì a posare
per terra davanti a me.
“Tutto
bene?”. Preoccupato come sempre. Non potevo assentarmi col pensiero per
più di qualche secondo senza avere paura che si preoccupasse.
Gli sorrisi e mi avvicinai un po’ per baciargli le labbra. “Si.. tutto bene”.
Mi carezzò una guancia prima di lasciarci un bacio.
“Forza..
questa bella bimba ha bisogno di essere lavata!” esclamò caricandosi di
nuovo la vasca e vagando per la casa in cerca della cucina o del bagno.
Lo
seguii e optò per la cucina. Sembrava strano che lavassimo nostra
figlia in cucina ma eravamo abituati così. Sistemò due sedie in modo
che si incontrassero e formassero un buono appoggio per la vasca che
riempì di acqua calda.
“Ssh-ssh-shh”
cercavo di intrattenere Joy mentre le toglievo la tutina. “Facciamo il
bagnetto ora amore..” cantilenavo e quando fu libera di tutti i
vestitini raggiunsi Rob e dolcemente la immersi in quei pochi litri
d’acqua sorreggendole il corpo e facendo attenzione che non immergesse
la testa.
Joy
si calmò subito come sempre. Il bagno era una cosa che la rilassava
molto e diverse volte io e Rob glielo avevamo concesso durante i
momenti di crisi anche se non ce n’era bisogno.
“Ma che brava bimba..ti piace il bagnetto, si?”.
Adoravo
quella voce di Rob, lo faceva sembrare così vulnerabile e così dolce..
così.. papà. Sì. Lo faceva sembrare davvero un papà.
Mentre
se la spupazzava con quella vocina le passava una mano sulla testa
lavando quei pochi capelli che sembravano ancora di meno bagnati
dall’acqua.
Dopo
un po’ la tirai fuori, nello stesso istante in cui Rob prendeva
l’asciugamano. Ormai eravamo perfettamente coordinati. Con una mano
sorreggevo il corpo e con l’altra la testa e la passai a Rob che
l’accolse nel suo abbraccio.
“Vieni amore di papà..”
Ormai
quelle frasi erano diventate una specie di intercalare. Non c’era
momento in cui non infilassimo qualcosa del genere.. non lo facevamo
nemmeno di proposito; parlare con Joy era diventato del tutto normale,
lo era sempre stato e da quando era nata avevo subito capito il
rapporto che lega una madre al figlio. Come se non ci fosse
nient’altro. Joy era diventata la mia ragione di vita, il mio tutto. Il
centro del mio universo.
Rob
le faceva dolcemente il solletico mentre l’asciugava. Poggiava
delicatamente l’asciugamano sul suo corpicino e sulla testa quasi
avesse paura di romperla.
Il
dopo era sempre la parte peggiore del bagnetto e una volta fuori Joy
prese a lamentarsi di nuovo. Non era un vero pianto erano più che altro
versi mugolati che non sapevano se trasformarsi in urla oppure se
lasciar perdere. Mi allungai sulla sua tutina e dopo aver staccato e
lavato il ciuccio mi chinai su di lei offrendoglielo in bocca. Rimasi
sorpresa nel vedere che lo succhiava per qualche secondo ma dopo poco
lo sputò pieno di saliva, come sempre.
“Rassegnati Kris” sorrise Rob mentre espertamente metteva pannolino e body.
Sbuffai
e mi sedetti sul tavolo proprio accanto a Joy e lasciai che fosse Rob a
fare tutto. Due mani in più sarebbero state decisamente ingombranti.
“Proprio
non capisco perché non lo vuole”. Avevamo provato anche con una punta
di miele per farle assaporare il ciuccio, ma niente.
“Sai che pare che i bambini che non lo prendono siano più intelligenti?”
“Davvero?”
Scrollò le spalle. “Così ho sentito”
“Oh.. infatti io non lo volevo. Ora si spiega tutto”
“Della serie: viva la modestia”
Risi e mi chinai per lasciare un bacio sulla fronte di Joy che allungò subito le braccia.
“Ecco
qui” esclamò Rob e la prese in braccio lasciandole un bacio sulla
testolina. “Belle pulite e profumate” sussurrò cullandosi un po’ sul
posto.
“Senti, se la fai mangiare io aggiusto un po’ di cose”
“Certo!” esclamò subito. Ovviamente..
Per lui stare con Joy era come dare le caramelle ad un bambino.
“Bene..
allora nella sua borsa sta il biberon e il latte in polvere. Lava il
biberon e ricordati di controllare il calore del latte prima di..”
“Kris.. so come si fa..”
Arrossii
senza motivo, forse un po’ in colpa. “Si.. scusa. Allora vado a
prendere le borse dalla macchina..”. Gli diedi un rapido bacio sulla
guancia e sparii fuori dalla cucina.
Passai
l’ora successiva a mettere in ordine le nostre cose che fortunatamente
non erano molte: cose essenziali, vestiti per lo più. Sarebbe stato di
certo inutile portare tutta la nostra roba da una casa all’altra solo
per un periodo ristretto di tempo e non mi andava per niente di fare
due traslochi nell’arco di sei mesi, senza contare che Rob mi aveva
tranquillizzato dicendomi che avremmo potuto benissimo comprare quello
di cui avevamo bisogno. La camera da letto era carina, un po’ più
grande delle altre stanze ed era proprio accanto alla camera che
sarebbe stata di Joy. Avrebbe anche potuto dormire nella nostra stanza
ma non sarebbe stato il caso nelle notti in cui io e Rob avremmo..
Bè..
non sarebbe stato il caso, e poi quella cameretta era davvero carina.
Un verde chiaro che non permetteva di capire se i bambini che ci
stavano prima fossero maschi o femmine ma mi piaceva molto. Mi dava
l’idea di speranza. C’era una culla richiesta all’agenzia da mia madre,
che aveva ritenuto inutile che portassimo la nostra avanti e indietro,
e poi una cassettiera e un armadio. Molto spartana come cameretta ma
dopotutto Joy aveva appena tre mesi e non avrebbe potuto fare molto in
ogni caso, almeno per il momento.
Nel
silenzio della casa sentivo Rob che cantava per Joy. La sua voce
riusciva a farla addormentare subito ed era così dolce che sarei
riuscita ad addormentarmi anche io. Rimasi ad ascoltarlo per un po’
mentre mettevo in ordine le ultime cose, poi si fermò per un po’ e
proprio quando ebbi finito lo sentii armeggiare con uno stereo che
evidentemente non avevo notato finché non si fermò su una canzone e la
musica invase la casa.
Scesi
le scale sotto le note di “The only exception” dei Paramore e lo
raggiunsi mentre mi guardava con un sorriso indecifrabile in volto.
“Rob ma sei scemo? Si sveglierà così..”
“Rilassati Kris.. Ricorda che è nostra figlia. Ama la musica..”
E in effetti lanciando una rapida occhiata a Joy nel passeggino constatai che dormiva beata. Tornai a voltarmi verso Rob.
“Perché sorridi come un idiota?” dissi con un sorriso forse altrettanto idiota.
“Vuoi ballare con me?”
“Cosa?”
“Balla con me”
ripeté e mi attirò per i fianchi portando le sue mani
dietro la mia schiena mentre le mie erano sul suo petto.
Iniziammo a muoverci sul posto, lentamente, al ritmo di quella canzone così.. perfetta per quel momento.
“Sai.. pensavo al matrimonio..”
Mi prese alla sprovvista con quella frase. “Ah si?”
“Si.. pensavo che prima o poi dovremmo fissare una data..”
Mi morsi le labbra un po’
insicura. “Bè.. è ancora presto.. Magari potremmo..
potremmo aspettare che Joy faccia un anno..”
“Ma significherebbe sposarsi ad agosto..”
“..cioè caldo atroce” terminai la frase per lui.
“Già..”
“Allora potremmo rimandare a settembre oppure ottobre”
“Troppo tempo..”
“Che fretta hai?”
“E tu perché non ne hai?”
Di nuovo non sappi che dire per un po’. Perché continuavo a rimandare?
“Oh..
ehm.. ma no.. è che ci siamo appena sistemati qui.. e ci sono le
riprese.. e poi dovremo ritornare in California.. e Joy è ancora così
piccola..”
Si fermò per un secondo cercando il mio sguardo.
“Non.. non ci stai ripensando vero?” chiesi d’un tratto terrorizzato.
“No!”
esclamai subito. “No, che dici?! Voglio solo non fare le cose di
fretta. Insomma.. tu non devi sposarmi solo perché abbiamo una bambina
ora..”
Lo sentii sorridere sul mio collo.
“Sei assurda Kris. Credevo che avessimo già chiarito
perché voglio sposarti..”
“Oh davvero?” lo
provocai. “Devo avere un vuoto di memoria.. non ricordo
proprio..” lo presi in giro e lui rise.
“Fai uno sforzo..” sussurrò chinandosi a baciarmi il collo.
“E’.. è.. difficile concentrarsi così..”
“Sono sicuro che invece aiuta..” continuò passando dal collo al mio viso.
“Non lo so..” ansimai.
“Proviamo
così..” in un secondo fu sulle mie labbra, prima dolce ed esitante e
poi sempre più esigente si fece spazio con la lingua e lo lasciai
passare senza remore abbandonandomi a lui mentre assaporavo ogni angolo
delle sue labbra.
“Allora?”
Ansimai un po’ prima di
rispondere e mi dichiarai sconfitta. “Forse.. forse perché
mi ami alla follia?”
“Vedo
che ti è tornata la memoria..” bisbigliò sulle mie labbra. Mi diede un
bacio veloce sul naso e poi si fermò sulla mia fronte e stringendomi
più a lui riprese a muoversi.
Respirai
a fondo il suo profumo e chiusi gli occhi mentre una sensazione di
benessere e sicurezza invadeva ogni fibra del mio corpo e capii che
avrei voluto restare così, tra le sue braccia, in eterno.
“Maggio” bisbigliai a un certo punto contro il suo petto.
“Eh?”
Alzai il viso per guardarlo negli occhi. “Maggio.” Ripetei. “Maggio è perfetto.”
Lo
vidi illuminarsi in viso e annuire con un sorriso che parlava per lui e
non potei fare a meno di aprirmi in un sorriso anche io.
“Si, si è perfetto” sussurrò emozionato e mi strinse di più a lui.
Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare fino alle ultime note di quella canzone.
“Vuoi ballare ancora?” chiese mentre la musica pian piano sfumava.
“Credo che un lento basta e avanza” risposi divertita.
“Bene.. perché.. non so tu.. ma io avrei proprio bisogno di una doccia..”
Lo guardai ammiccante per qualche secondo ricambiando le sue occhiate finché non mi ricordai della bambina.
“Ma.. Joy..”
“Sta
dormendo.. lasciamo la radio accesa..” disse e in quello stesso istante
una nuova canzone dolce iniziò a suonare dallo stereo.
“Dipende da quanto tempo hai intenzione di trattenermi..”
“Il tempo necessario.. Non mettermi fretta..” soffiò al mio orecchio.
Sentivo
già il cuore iniziare a battermi più forte e il desiderio iniziare a
crescere dentro di me. Era insopportabile e sapevo già che avrei
ceduto. “In effetti.. sono tutta accaldata..”
“Kris così non faciliti per niente le cose..”
“Sono in un bagno di sudore..”
“Continui?”
“Avrei davvero bisogno di una doccia fredda..” sussurrai sulle sue labbra.
“Come desidera”
sussurrò e lasciai che mi prendesse in braccio sapendo
già che gli avrei dato tutta me stessa.
“Comunque l’ultima mi piaceva proprio”
“Tu dici?”
“Si” confermai. “Mi sembra una con la testa sulle spalle e non era fuori di testa come la altre..”
“C’era anche quella Annie che mi ha fatto una buona impressione”
“Si
ma..non è che mi fidi tanto a lasciare mia figlia a una persona la cui
aspirazione in un curriculum è fare da babysitter a Joy Pattinson..”
“E perché no? Non è perfetto?”
“Decisamente no. Troppo fanatica.. non vorrei che le venissero strane idee in testa..”
“Forse
hai ragione..” mi appoggiò mentre spingeva il passeggino tra il
labirinto che era quel centro commerciale. “Ah e che mi dici di Mary?”
“No” risposi subito secca.
“Perché no?”
“Non mi piace.. troppo spavalda”
“Davvero? A me invece è sembrata tanto garbata..”
“Si.. garbata tanto quanto attenta a farti una radiografia da cima a fondo..”
“Ma dai..”
“Rob.. tu non ti rendi conto..”
“Ma mi sembra di ricordare che portasse anche una fede.. o forse era un’altra..”
“Credimi.. non è una fede a trattenere l’ormone femminile..”
“Ma fammi capire.. tu forse non ti fidi di me?”
“Certo che mi fido.. E’
delle donne che non mi fido. Fanno tanto le fedeli e quando meno te lo
aspetti ti pugnalano alle spalle”
“Ma stiamo parlando di me, non di loro. Non capisco perché ti fai tanti problemi..”
“Senti..che problema c’è se voglio stare semplicemente tranquilla?”
“Okok, nessun problema, figurati..”
“E poi Mary è nome da zoccola..”
“Come mai tutte quelle che pensi che mi vengano dietro hanno nomi da zoccole?”
“Perché è così e basta. Insomma.. Mary.. Non dirmi che non è un nome da zoccola..”
“Bè no. Pensa alla vergine Maria..”
“Tutta una copertura”
Non poté fare a meno di ridere, quella risata che amavo tanto perché sapevo di essere io a farlo ridere.
“D’accordo.. niente Mary. Allora che ne pensi di Jaymes?”
“Certo
che però te li ricordi tutti i nomi, eh? Forse dovremmo pensare ad
assumere un uomo. Dove sta scritto che le baby-sitter devono per forza
essere donne?”
“Istinto materno. E non pensare nemmeno ad assumere un uomo se non vuoi dormire sul divano..”
“Tse.. questa è bella. Da che mondo è mondo sono sempre gli uomini a finire sul divano..”
“Ma
tra noi due sei tu che porti i pantaloni, rimembri?” mi stuzzicò
richiamando alla memoria tutte le volte in cui gli avevo dato della
femminuccia appoggiando le sorelle che ancora oggi si divertivano a
chiamarlo Claudia.
“Bè comunque Jaymes era troppo carina..”
“Niente nome da zoccola lei?”
“No..”
“Ma dai.. chissà perché..”
Mi sforzai di non ridere e mi morsi le labbra per continuare a stare sulle mie.
Ogni
tanto Joy faceva qualche verso dal suo passeggino come se volesse in
qualche modo partecipare alla nostra diatriba o volesse dire la sua su
quella che sarebbe stata la sua baby-sitter.
“Sai..
credo che non mi piacerà nessuna. E’ proprio l’idea che mi da fastidio.
L’idea che qualcun altro si prenda cura di lei. Non è giusto..” ammisi
con rammarico.
“Lo so amore, ma non possiamo certo tirarci indietro. Vedrai che andrà tutto bene.. tranquilla..”
Mi
fermai e sbuffai. Per un secondo sentii quasi le lacrime addensarsi
agli angoli degli occhi. “E se poi.. se poi si abitua troppo a lei? E
se non mi riconoscesse più?”
“Non dire idiozie Kris..”
“Rob
io voglio crescere mia figlia, non voglio essere come quelle star che
non pensano nemmeno ad avere figli solo perché potrebbero rovinarsi il
fisico, voglio che lei sappia chi sono, chi siamo..”
Lasciò
andare le mani dalla carrozzina per portarle sotto il mio mento e
alzarmi il viso. “Lo saprà Kris, lei lo sa già. E poi non sarà per
sempre.. E’ solo un periodo e possiamo sempre portarla con noi qualche
volta se proprio ne senti il bisogno..”
Mi
calmai un po’ con le sue parole e ricacciai dentro le lacrime prima che
potessero scorrere giù per le guance. Che stupida che ero.
“D’accordo..” sussurrai.
“Stai tranquilla” ripeté e mi carezzò il viso lasciandolo solo quando mi fui calmata del tutto.
“Allora.. qualcuna deve pur
esserti piaciuta. Ti lascio campo libero. Scegli tu.. Mi stavi dicendo
dell’ultima..”
Indugiai
un po’ mentre lentamente riprendevamo a camminare. “Mmm.. si. Mi sembra
la più normale e poi Cloe è un nome simpatico. Mi piace”
“Un giorno mi spiegherai questa cosa che hai con i nomi..” disse sorridendo e io con lui.
“E’ solo.. sesto senso..”
“D’accordo. Come dici tu.. Allora andata per Cloe”
“Perfetto” concordai con un sorriso a metà tra l’eccitato e l’ironico.
“Oh eccoci!” esclamò Rob quando ci trovammo davanti il negozio di giocattoli e articoli per bambini.
Eravamo
andati al centro commerciale con la precisa idea di comprare qualcosa a
Joy, qualcosa che l’aiutasse a tenerla impegnata e le stimolasse i
processi cognitivi. Diverse volte avevo visto in TV pubblicità di quei
giochi con strani suoni e tasti colorati che si diceva aiutassero i
bambini a crescere ma personalmente non ci avevo mai creduto e mai mi
sarei immaginata di trovarmi a caccia di uno di quei cosi. Bè.. non
proprio uno di quelli. Joy era ancora troppo piccola perciò ci
orientammo per quelle specie di tappetini attrezzati con sediolino e
arco da cui pendevano gli.. aggeggi.
Trovammo
quello che faceva al caso nostro, o almeno così speravamo, e quando
uscimmo ci trovammo proprio di fronte al Burger King.
“Ti va?” mi chiese Rob lanciando un’occhiata ai tavolini di fronte a me.
“Rob..” mugolai. “Sai che sto cercando di mantenermi.. e che non mangio la carne di buon grado..”
“Amore
hai ripreso il tuo peso perfettamente e fanno anche gli hamburger
vegetariani. Dai..Non è mai morto nessuno e una volta ogni tanto non
può far male..”
Ci pensai un po’ su e alla fine cedetti.
Mi
sedetti a un tavolino mentre Rob prendeva da mangiare. Il centro
commerciale era quasi vuoto e non potevo esserne che felice. Nessun
paparazzo, nessun rompipalle. Era un po’ come stare a Portland nel
lontano 2008. Non c’era nessuno, o forse era solo la conseguenza di una
noiosa mattina di Ottobre.
Presto
detto. Non feci nemmeno in tempo ad elaborare il pensiero che un gruppo
di ragazzine si avvicinarono timide, ma finché erano fan non c’erano
problemi.
“Ciao.. scusa.. possiamo..
possiamo avere.. un..” balbettò una di loro allungando una
penna e un pezzo di carta.
“Oh certo” sorrisi e firmai per ognuna di loro che sorridevano emozionate.
“Comunque volevamo dirti che siamo davvero felici per voi”
“Oh grazie..” risposi altrettanto timida.
“Possiamo.. avere una foto?”
“Certo”
risposi di nuovo e mi alzai per mettermi a loro disposizione ma dopo un
paio di foto Joy iniziò a lamentarsi vivacemente.
“Scusate..” sussurrai.
“Nono tranquilla!” esclamarono praticamente all’unisono e subito mi chinai su di lei e la presi in braccia.
“Che
c’è amore? Hai fame? Hai visto queste signorine? Fai ciao.. fai ciao
con la manina..” dissi cullandola un po’ e facendole fare ciao.
“E’
davvero bella..” sussurrò una di quelle ragazze allungandosi e
accarezzando la mano di mia figlia. Non seppi nemmeno come rispondere
dato che ormai anche un grazie mi sembrava troppo scontato, così mi
limitai a sorridere.
In quell’istante Rob tornò con un vassoio pieno di roba e quelle poverette ebbero quasi un infarto.
Rimasero imbambolate per qualche minuto mentre io me la ridevo.
“Ehm.. salve..” esordì Rob mentre poggiava il vassoio sul tavolino.
Ci
fu qualche attimo di delirio ma più che buttarsi su di lui le ragazze
si abbracciavano tra di loro come se avessero appena realizzato un
sogno. Mi misi a sedere contenta di non avere più l’attenzione su me e
Joy e mentre Rob faceva il suo dovere di attore super affermato io
preparavo la mia piccolina per la sua pappa.
“Grazie!
Grazie milleee!!!” urlarono in coro e poi tutte eccitate si
allontanarono lentamente non staccandoci gli occhi da dosso.
“Ormone femminile eh?”
“Già..”
confermai stendendo Joy su di me e circondandola con un solo braccio in
modo da poter avere l’altro libero per mangiare.
Ero
diventata abbastanza pratica e ormai riuscivo a reggere il biberon con
la mano dello stesso braccio su cui era appoggiata. Ne andavo quasi
fiera visto che era sempre comodo avere una mano libera a disposizione.
“Vuoi che faccio io?”
“No, vado bene” dissi sicura e afferrai una patatina.
“E meno male che non avevi fame!” esclamò Rob dopo che ebbi divorato il mio panino.
“Non ho mai detto di non avere fame.. anzi.. ne ho fin troppa ultimamente..”
“Non sarai mica incinta?” chiese ammiccando.
“Divertente. Ma ti ricordo che prendo di nuovo la pillola..”
“Oh.. ehm.. in realtà le ho sostituite con le mentine”
Mi gelai. Immobile. Lo sguardo fisso su di lui. Il sorriso sparì in un secondo.
“Stai.. stai scherzando ..vero?” riuscii a balbettare con voce rauca.
Le
sue labbra dapprima pericolosamente serie si trasformarono
lentissimamente in un debole sorriso. “Certo che sto scherzando Kris..”
sussurrò debole e mi rilassai all’istante.
“Dio! Mi hai fatto perdere
dieci anni di vita!” esclamai ancora con il cuore in gola mentre
lui scoppiava in una sonora risata.
“Non c’è niente da ridere! Mi stava quasi venendo un infarto!”
“Hahaha, ma ti pare che mi metto a sostituire le pillole con le mentine?!”
“Bè c’è
stato un periodo in cui eri così fissato che temevo quasi che
l’avresti fatto”
Si
calmò poco a poco. “Vero.. in realtà ci avevo anche pensato ma non
potrei mai farti una cosa del genere e poi era prima di avere lei..”
terminò mentre la sua voce si addolciva man mano.
“I
miei sogni si sono avverati. Ora ho tutto quello che potessi
desiderare.. e se decideremo di dare un fratellino o una sorellina a
questa piccolina di certo sarà tra un po’.. e con il consenso di
entrambi. Lei è stata inaspettata.. La volevo così tanto.. eppure
quando me lo dicesti rimasi sotto shock”.
“Si” risi. “Ricordo ancora il tuo tonfo sul pavimento”
“Bè dovevi ammetterlo che non era stato il modo più sensibile per darmi una notizia simile..”
“Forse
no.. ma anche io non me l’aspettavo. Eravamo sempre stati attenti.. non
credevo certo che una sola volta potesse.. portare lei..”
“E invece ha portato lei..”
“Di certo tu mi stavi tirando i piedi da un po’..” affermai sarcastica.
Rise
di gusto. “D’accordo.. ammetto che forse esageravo un po’ ma davvero lo
desideravo e quel giorno mi hai fatto il più bel regalo che potessi
ricevere..”
“Si..
sono d’accordo..” sussurrai e restammo in silenzio a fissare il viso di
nostra figlia che succhiava le ultime gocce della sua pappa.
“Vado a prendere un’altra coca-cola” disse Rob dopo un po’. “Vuoi qualcos’altro?”
Scossi il capo.
“Ok torno subito”
“D’accordo”
dissi e quando ebbe finito posizionai Joy dritta sul mio corpo in modo
che potesse fare il ruttino che non tardò ad arrivare.
La tenni così ancora un
po’ nel caso dovesse digerire ancora e notai da lontano che Rob
era al telefono. Chissà con chi..
Attaccò un secondo dopo e tornò frettoloso al tavolo.
“Dobbiamo andare” esclamò.
“Cosa? Perché?”
“C’è
stato un imprevisto. Il regista ha una specie di convegno non so dove e
non ci sarà le prima due settimane di pre-produzione perciò vuole
parlarci adesso..”
Rimasi basita e incredula mentre cercavo di dare un veloce senso alle sue parole.
“Ma.. cosa.. come.. e la bambina?”
“La portiamo con noi. Su forza, andiamo”.
“Certo
però.. che seccatura. Non so te, ma questo regista non è che mi
convinca tanto” parlavo a bassa voce per non farmi sentire mentre
percorrevamo il corridoio che avrebbe portato alla sala riunioni del
residence.
“L’abbiamo visto solo un paio di volte.. magari non è male come sembra..” bisbigliò lui.
“Bah.. speriamo..” dissi in fine dando un’ultima spinta al passeggino prima di entrare in sala.
Erano già tutti lì e d’un tratto mi sentii duemila occhi puntati addosso.
“Salve a tutti.. scusate il ritardo..” esordì Rob intimandomi ad andare avanti.
E io avanzai timida all’interno della sala spingendo il passeggino quasi con timore.
“Buon pomeriggio ragazzi!” ci salutò Bill, il nuovo regista.
“Oddio, avete portato Joy!” esclamò qualcuno in coro e in un secondo la carrozzina fu accerchiata.
“Si..ci dispiace ma non sapevamo proprio a chi lasciarla..” dissi rivolgendomi a Bill.
“Non preoccupatevi, sono io a dovermi scusare per il poco preavviso”
Sorrisi grata sperando che
l’attenzione verso Joy scemasse pian piano ma invece sembrava
peggiorare ogni secondo di più.
“Che amoreeee”
“Kris ha proprio i tuoi occhi!”
“E le sue labbra!”
“Però ha le guance di Rob!”
“Posso prenderla in braccio?”
Mi stupii che fosse Kellan a farmi quella domanda e sorrisi annuendo decisa.
Lui si fece spazio tra gli altri e con fare esperto prese Joy dal suo giaciglio.
“Vieni dallo zio, Lily”
Ancora una volta rimasi senza parole.
“Sai che sei l’unico a chiamarla così? Cos’è? Joy proprio non ti piace?”
“Joy
è bellissimo ma ho sempre adorato Lily.. e poi i secondi nomi servono
pure a qualcosa no? Se nessuno la chiama così che senso ha?”
Però! Non faceva una piega!
Ridendo lancia un’occhiata a Rob che avevo il solito sguardo di
quando era davvero felice.
Era
stato lui a scegliere quel secondo nome. Diceva che aveva sempre
adorato il nome Lilian e in effetti anche io e quando me lo disse non
avevo potuto fare a meno di chiedermi come avevo fatto a non pensarci
prima. Ma.. Joy era Joy. In ogni caso non ci sarebbe stato nome
migliore per lei.
Fui
sorpresa di vedere che Kellan se la cavava davvero bene con lei. Non
l’avrei mai detto! Comunque non ebbe occasione di tenerla a lungo visto
che doveva praticamente fare il giro di tutti che se la passavano a
turno.
“Posso?”
Nikki fu l’unica a chiedermi il permesso prima di prenderla e sebbene
le cose fossero ancora fredde tra noi non mi sentivo di portarle
rancore anche in vista del rapporto che avremmo avuto nel film.
“Certo..”
sussurrai schiarendomi la gola e lei la prese dalle braccia di Peter e
iniziò a parlare dolcemente. Non poteva di certo farle nulla di male.
“Ehm..
ragazzi.. forse è il caso di smetterla..” disse a un certo punto Rob
lanciando uno sguardo al regista che nonostante tutto non sembrava per
niente spazientito.
“Eh
prima tocca a me” esclamò lui subito dopo creando un silenzio assurdo
e lasciandoci tutti a bocca aperto. Riuscii a stento a trattenere una
sonora risata.
Così
Joy aveva conquistato tutti in meno di dieci minuti e mi rilassai al
pensiero che magari qualche volta avremmo davvero potuto portarla con
noi.
“E’ davvero una bambina bellissima..” bisbigliò Bill porgendomi di nuovo la piccola.
“Grazie” risposi cortese.
“Di niente” sorrise. “Ora iniziamo!”
Presi
posto ovviamente accanto a Rob che reclamò Joy. Gliela cedetti sapendo
quanto lui avesse bisogno del contatto con la figlia almeno una volta
ogni mezz’ora e mi rilassai ascoltando il discorso.
Dopotutto
questo Bill non era tanto male. Magari mi ero fatta paranoie inutili,
magari non sarebbe stato tutto difficile, magari sarebbe andato tutto
liscio come l’olio.
In fondo.. avevo tutto quello che potevo desiderare.. Non potevo davvero lamentarmi di niente.
Lanciai
un’occhiata a Rob e lo vidi chinarsi per baciare la testolina di Joy,
poi voltarsi e sorridermi; improvvisamente mi sentii davvero tranquilla
e capii che non c’era bisogno di preoccuparsi o farsi inutili problemi.
Finché avessi avuto Rob accanto a me sarebbe andato tutto bene, e
sapevo che lo avrei avuto accanto a me per sempre quindi.. perché
preoccuparsi?
Mi rilassai al nuovo pensiero che mi invadeva la mente e lasciai scivolare via ogni preoccupazione.
Sì. Sarebbe andato tutto bene.
P.S= Sono la tata di joy!!!!!!! Awwwww il sogno della mia vita ueueueueue. Me commossa ahahahha Alla prossima LOL
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Capitolo 26 *** I miss you ***
cap 26
Awwwww
ragazze buona sera!!!! Visto appena 13 gg dopo sono qui col capitolo
che, udite udite, è anche l'ultimo senza la nostra dolce
Fioooo..che torna a casa la prossima settimana (anche se probabilmente
non sola perchè rapirà una bimba troppo bellina). Ok ho
parecchio da fare stasera (tipo scrivere ehm..ehm..) quindi vi lascio
velocemente all'aggiornamento ;) Spero vi piaccia LOL. Anche se il
titolo è leggermente deprimente non disperate hihihihi.
Un mega bacio.
Xo Xo Cloe & Fio
CAPITOLO 26 (cloe)
I MISS YOU
KRIS POV
Sarebbe andato tutto bene.
Certo.
Sì, come no.
Me lo ero detto per autoconvincermi e …e infatti le cose andavano una schifo.
Una tragedia.
Una catastrofe.
Ok, forse stavo un tantino
esagerando. In fondo se prendevo un lungo respiro e guardavo le cose
sotto una diversa prospettiva mi potevo perfettamente rendere conto
che…
CHE NON CE LA FACEVO PIU’!
Volevo mia figlia. E la volevo
subito. Sì, perché io mi trovavo sul set in quel preciso
momento, mentre la mia bambina, la mia piccolina, il mio dolce pulcino
indifeso che non era mai stato così tanto lontano da me adesso
era a casa nostra, lasciata alle mani inesperte e sconosciute di Cloe,
la nuova tata che, per quanto fosse una ragazza adorabile, non
aveva..cioè le mancava…non era…
Non era me.
E questa cosa mi tormentava perché non riuscivo a pensare ,a imparare le battute, a concentrarmi.
Ed erano solo pochi giorni che le riprese erano iniziate e io già stavo così. Uno schifo completo.
Uno schifo completo che non riusciva a lavorare.
“Ehi kris sei sicura che vada tutto bene?”
Rob si avvicinò e mi
posò una mano sulla spalla. Era già da qualche minuto che
vedevo i suoi sguardi mentre veniva truccato.
“Sei quasi più pallida di me. E io ho tre dita di trucco sulla faccia” ridacchiò.
Tentai anche io di abbozzare un
sorriso, senza riuscirci veramente. “Sono solo stanca. Stanotte
Joy ha fatto un po’ i capricci. Proprio non ne voleva sapere di
dormire nel suo letto. Siamo state tutta la notte sul divano
abbracciate..”
“Non capisco perché non mi hai svegliato. “
Mi fissò leggermente
accigliato e questo sì, mi fece sorridere davvero. Si stava pian
piano trasformando in un padre super presente che non voleva perdersi
neppure un minuto con sua figlia. Neppure un pianto, neppure una
colichetta.
Gli carezzai il volto. “Non avrebbe fatto alcuna differenza. Almeno così tu hai dormito”
Scosse le spalle. “Avrei potuto stringervi e cantarvi qualcosa finche entrambe non vi foste addormentate”
Si chinò in avanti
baciandomi la punta del naso e mi sentii istantaneamente meglio. Avrei
tanto voluto ricambiare il gesto ma sapevo che se avessi tolto anche
solo un po’ di trucco e fatto ritardare le riprese come minimo
sarei stata linciata da almeno cinque diverse persone, perciò mi
limitai ad abbracciarlo forte.
“Ti amo”
“Ti amo anche io” rispose “Ma ancora non mi hai detto che ti frulla oggi in quella testolina”
“Io..” replicai tentennando “E’ solo..mmm cioè..”
“Ehi piccioncini!” la
voce del regista Bill, mi fece quasi saltare dallo spavento, talmente
ero concentrata nella mia conversazione con Rob.
Lo vidi sbracciarsi
dall’altro lato del set dove era stata ricostruita la mia camera
da letto, o per meglio dire la camera da letto di Bella, che quel
giorno era la nostra sede per le riprese.
“Sono davvero felice che
siate entrati nella parte ma vorreste essere così dolci davanti
alla macchina da presa per favore?” continuò, lanciandoci
un’eloquente occhiata che ci invitava a darci una mossa.
Sia io che Rob ci mettemmo a ridere
piano. Bill era fantastico, davvero. Competente ed esperto si capiva
lontano un miglio che sapeva fare il proprio lavoro. Ed era anche una
splendida persona ma… ma se si rispettava la sua tabella di
marcia era molto meglio per la sanità mentale di tutti quanti.
Mano nella mano mi avviai con il
mio fidanzato verso il letto su cui avremmo dovuto sdraiarci e io mi
tolsi l’accappatoio che indossavo sopra un paio di
leggerissimi short e una maglietta. Saltai sul letto e quando
vidi Rob imitare il mio gesto e sdraiarsi al mio fianco senza camicia
quasi arrossii. Un po’ dall’imbarazzo, cosa assurda visto
che l’avevo visto molto più nudo di così quella
stessa mattina a casa. Però non era la stessa cosa: quando
eravamo insieme eravamo soli mentre ora..circondati da tutte quelle
persone che sapevano che stavamo davvero insieme , era un po’
strano. E poi, a dirla tutta, forse era arrossita anche un po’
per il fastidio: avrei volentieri voluto coprirlo con qualcosa e
impedire che tutte quelle donne sul set lo vedessero.
Mi avvicinai di più a lui e,
come prevedeva la scena, mi accoccolai bene contro il suo petto mentre
due assistenti sistemavano ogni piega delle coperte in modo che
l’inquadratura risultasse perfetta.
Ok, potevo farcela. Dovevo farcela.
Ora non ero più Kristen e i
miei problemi dovevano restare fuori da questo set. Adesso ero Bella.
Una Bella eccitata e ansiosa la sera prima del suo matrimonio. Solo a
questo dovevo pensare.
“Ehi..dopo parliamo”
mormorò Rob proprio prima che, una volta allontanatosi tutti, il
regista dicesse “Azione”
Robert iniziò a passare le
dita sulla pelle del mio braccio, sfoderando l’aria tenebrosa e
tormentata alla Edward che solo a lui riusciva perfettamente.
“Avrei tanto voluto che Charlie avesse ragione.” Iniziò a recitare le sue battute “Avrei tanto voluto che..che tu fossi incinta. Non è giusto che io ti privi di questa possibilità”
La sua mano scese piano a
carezzarmi il ventre e io cercai disperatamente di ricordarmi quello
che dovevo rispondere e di non farmi distrarre dal tocco gentile delle
sue dita.
“Io..” mormorai “ Io..voglio solo te. Del resto posso fare a meno”
“Ma immagina nostro figlio” continuò “o magari una bambina, con i tuoi occhi..”
A quelle parole sentii stringermi
il cuore e improvvisamente i miei pensieri corsero nuovamente a Joy, a
casa lontana da me. Alla nostra bambina, con i miei occhi, che era
vera..era reale e..
Noi avevamo davvero una bambina accidenti! E il mio posto era con lei..
“STOP”
Sussultai quando sentii qualcuno
urlare e, improvvisamente riportata alla realtà, mi resi conto
che avrei dovuto rispondere con la mia battuta e non stare li a…
Mi sfiorai la guancia bagnata col dorso della mano.
Stavo piangendo.
“Kristen..kristen che cosa
succede’” Rob allungò il braccio sfiorando il mio
viso. “ti senti male?”
Mi guardai intorno sconcertata, notando lo sguardo di tutti puntato su di me.
Ma che stavo facendo? Che mi stava succedendo?
Presi un profondo respiro. Non potevo, non potevo stare ancora lì…
“Kristen..”
“Sto bene, sto bene”
sbottai saltando in piedi e dirigendomi a passo spedito verso il mio
camerino, ignorando gli sguardi e le mute domande di tutti quanti,
finchè non raggiunsi la stanza e mi ci chiusi dentro sbattendo
la porta e isolando il mondo dietro di me.
Sentivo di stare per fare una scena e non volevo che accadesse davanti all’intero cast.
Mi sedetti sulla poltrona davanti
allo specchio e portai le ginocchia contro il mio petto, avvolgendo le
braccia intorno alle gambe mentre sentivo l’ennesima ondata di
lacrime salirmi agli occhi.
Ok ero ridicola. La parte razionale
di me continuava a dirmi che stavo esagerando,che sicuramente Joy a
casa con Cloe stava benissimo e che dovevo solo cercare di
rilassarmi…
Ma l’altra parte. La parte
irrazionale non faceva che ripetermi quanto fosse sbagliato che io, sua
madre, la donna che l’aveva portata dentro di sé per nove
mesi e che era sempre rimasta on sua figlia, ora fosse lontana per
tutte quelle ore al giorno quando la mia bambolina era ancora
così piccola…
Toc toc.
Sbuffai. Sapevo benissimo chi era: ero certa che sarebbe venuto e che non mi avrebbe lasciata sola a cuocere nel mio brodo.
“Entra” dissi a voce abbastanza alta perché potesse sentirmi.
Rob aprì piano la porta e
scivolò all’interno, chiudendosela alle spalle. Non avevo
il coraggio di guardarlo, ancora troppo imbarazzata per la scena di
prima; ma lo sentii comunque fare qualche passo e sedersi sul pavimento
di fronte a me.
“Va tutto bene” dissi rapida prima che lui potesse dire alcunché.
“Non va affatto tutto bene” replicò.
“Si invece”
“no invece”
“Sì”
“No”
“kris..”
“Rob..”
Improvvisamente avvertii le sue
dita sul mio mento: rapide mi costrinsero a fissare lo sguardo nel suo.
E, quando i miei occhi incontrarono i suoi, così dolci e
preoccupati, scoppiai.
“Sono una pessima madre..”
Mi fissò sconvolto per
moltissimi secondi prima di trovare le parole per rispondermi.
“Ma cosa dici kris?Tu..tu sei una madre
fantastica…dove..come ti è venuta un’idea simile?
“Una madre fantastica?”
domandai alzandomi in piedi di scatto “Una madre fantastica dici?
Quale madre fantastica lascerebbe la propria bambina di cinque mesi in
mano a quella che in pratica è una sconosciuta per..per..”
“Kris, ora stai
vaneggiando” Rob mi bloccò ancora prima che potessi
esporre davvero il problema “Quello che dici non ha senso. Sai
quante donne ogni giorno devono lavorare per mantenere i loro figli? E
non c’è nulla di male nel lasciare i bambini a persone
esperte e competenti..”
“Ma” replicai
scacciando con rabbia le lacrime che mi imperlavano le ciglia “ma
la maggior parte delle donne lavora perché ha bisogno di farlo.
Io….”
“No kris. Questo discorso non
te lo lascerò nemmeno iniziare. Sentirti in colpa perché
ami il tuo lavoro è…è assurdo. Kris, è
normale che ti manchi Joy. Manca terribilmente anche a me e non faccio
che pensare ogni minuto a lei. Ma poi sai cosa penso anche? Penso che
noi dobbiamo essere dei modelli per nostra figlia e che un giorno lei
vedrà con quanta passione e dedizione abbiamo svolto il nostro
lavoro e sarà orgogliosa di noi…”
Prese un profondò respiro e
mi posò le mani sulle spalle. “E’ giusto amare
quello che facciamo. E’ quello che ci ha uniti, che ci ha portati
a stare insieme…Lei sarà orgogliosa di avere dei genitori
come noi. Perciò non sentirti mai neppure per un minuto in colpa
per amare anche il tuo lavoro..”
Affondai il capo nel suo petto,
respirando a fondo il suo profumo e, stranamente le lacrime si
quietarono un poco. Rob riusciva sempre a far prevalere un
pòchino la mia parte razionale quando stavo male. Dio non sapevo
cosa avrei fatto senza di lui!
“Non..non l’avevo vista sotto questa prospettiva in effetti” ammisi.
“Eh, lo so. Questo perché io sono un genio” sogghignò.
Lo colpii scherzosamente contro il petto. “scemo..”
Sentii le sue labbra posarsi sul
mio capo. “Seriamente kris. Mi rendo conto che questi mesi di
riprese saranno difficili per entrambi ma dobbiamo essere forti. E
poi..poi pensavo che magari in futuro potremmo organizzarci e lavorare
a turno. Così non saremmo mai lontani da Joy contemporaneamente
ed entrambi saremmo più sereni. Che ne dici?”
Mi scostai leggermente e lo fissai
con i miei occhi molto probabilmente rossi e gonfi, sentendo nel cuore
una nuova emozione. “Sì..probabilmente è una buona
idea. Anzi, è una fantastica idea..”
“Visto?” mi sorrise “Sono un genio..”
Ricambiai il suo sorriso che,
però, si congelò sulle mie labbra quando pensai ad una
cosa. “Ora dobbiamo tornare di là vero?”
Con mia grande sorpresa scosse il
capo. “no, visto che è pomeriggio hanno deciso
di..spostare direttamente tutto a domani..”
Notai il suo sguardo vago e mi
sentii immediatamente in colpa ed umiliata. “E’ per me
vero? E per la scena che ho fatto di là? Dio, non volevo
sconvolgere il programma..”
“Ehi” mi
tranquillizzò “Non hai sconvolto proprio un bel niente.
Che cosa vuoi che cambino poche ore? E poi sei una mamma
preoccupata…non hai mica commesso un crimine.”
“Già una mamma preoccupata” mormorai flebile.
Dio, quanto desideravo abbracciare la mia piccola, cullarla, baciarla, stringerla al mio petto, accertarmi che stesse bene.
Non potevo assolutamente più farne a meno ormai.
“Rob” sussurrai stringendomi nuovamente a lui. “Portami a casa. Portami da Joy.”
Non appena Robert parcheggiò
l’auto nel vialetto mi precipitai all’esterno, percorrendo
a velocità supersonica quei pochi metri che mi separavano dalla
porta d’ingresso.
Forza kris, forza ce la puoi fare..
Aprii l’uscio e mi guardai
intorno spaesata, cercando disperatamente la mia bambina ma, tutto
quello che vidi fu il salotto illuminato debolmente dalla luce del
tardo pomeriggio che entrava dalla finestra.
Mossi qualche passo facendo
inevitabilmente scrocchiare le assi del pavimento e sentii un rapido
movimento in cucina. Dopo qualche secondo Cloe entrò nella
stanza con in mano una rivista. Mi fece segno di tenere la voce bassa
non appena aprii la bocca.
“Si è addormentata
poco fa” sussurrò abbastanza vicino perché potessi
sentirla. “Oggi era un po’ nervosa”
“Anche ieri notte. Ha dormito pochissimo..”
“Sì, lo immaginavo.
Sai sono praticamente sicura che le stia per spuntare il primo
dentino” mi informò lei con fare esperto “Fa
tantissime bavette e ha continuato per ore a mordicchiare quel giochino
di gomma. Oh e poi ho visto la sua gengiva. Non hai notato che era
gonfia e dura per caso?”
Mi bloccai un attimo, cercando di assorbire le sue parole.
Ehm…
Mmmmm..
Oddio, che cosa si aspettava che dicessi?
Probabilmente quello che ci si sarebbe aspettato da ogni buona madre. “Certo che me ne sono accorta.”
Ma io non potevo, non potevo dirlo. Perché non me n’ero accorta.
Sentii una fastidiosissima sensazione a livello del cuore mentre mormoravo flebile: “No..”
“Oh beh…insomma..non
che lo fosse poi così tanto” balbettò “Ci ho
pensato solo perché..perchè di solito a questa età
è normale iniziare coi dentini e..beh sì..”
Sembrava imbarazzata, probabilmente
avendo notato il mio disagio e si rilassò un poco solo quando fu
strappata da quel fastidioso momento dall’ingresso in casa di Rob.
“Ehi Cloe..” salutò sfoderando il suo miglior sorriso.
“Cia..ciao Rob..”
rispose lei mentre le guance le si imporporavano leggermente.
Probabilmente, se in quel momento non fossi stata troppo impegnata a
pensare a mia figlia e a colpevolizzarmi per non aver capito prima il
suo disagio, avrei trovato la scena comica. Da quando l’avevamo
assunta Cloe aveva fatto dei netti passi avanti: era riuscita a
superare l’iniziale imbarazzo di lavorare con due personaggi
famosi come noi, di badare davvero alla famosa e super conosciuta Joy
Pattinson ma…ma evidentemente quello che ancora non aveva
superato era vedere Rob ancora acconciato alla Edward Cullen apparirle
di fronte così improvvisamente. Doveva essere troppo per lei.
Beh, forse sarebbe stato troppo per qualsiasi donna.
Rob allungò il braccio per
posare le chiavi della macchina sul tavolino dell’ingresso ma
mancò il bersaglio e caddero a terra, con un tonfo che
risuonò per tutta la casa.
Trattenemmo entrambe il respiro e il mio ragazzo spalancò gli occhi.
“Non ditemi che stava..”
“UEUEUEUEUEUEUEUEUEU”
“Cazzo” imprecò Rob.
Cloe sorrise. “Non fa niente vado io a vedere se riesco a farla riaddormentare”
“No, davvero” le
bloccai il braccio e mi diressi spedita verso le scale “Ci penso
io. Ho così voglia di stringerla..”
Scattai ancora prima di sentire
un’eventuale risposta, precipitandomi dentro la cameretta in
penombra della piccola che, agitava le gambine sbattendo la coperta in
cotone.
La presi in braccio e con molta
dolcezza la strinsi al petto, affondando il naso nei suoi radi capelli
chiari, inspirando a pieni polmoni il suo profumo. E finalmente mi
sentii davvero a casa. Era quella casa per me: il profumo del corpicino
di mia figlia…
La cullai leggermente, asciugando a
fior di baci le sue guance bagnate da grossi lacrimoni quasi desiderosa
anche io di lasciare qualche lacrima al sollievo che averla tra le
braccia mi dava.
Erano state ore infernali. Tutti i
giorni della settimana appena trascorsa in cui ero dovuta starle
lontana per lunghe ore erano stati infernali. Ma oggi..oggi era stato
peggio. Ogni minuto mi sembrava una pugnalata al cuore.
“Mi sei mancata tanto. Mi sei
mancata da morire piccola mia” sussurrai massaggiandole la
schiena mentre lei strofinava il nasino contro il mio petto e i suoi
occhioni spalancati perlustravano la stanza. Erano grandi, di quella
meravigliosa tonalità così simile alla mia e allo stesso
tempo così unica e, malgrado la giornata movimentata e la
precedente notte priva di sonno, non sembravano assolutamente stanchi.
“Vuoi scendere a salutare papino?” domandai felice, desiderosa di essere di nuovo solo noi tre insieme.
Uscii dalla camera e mi diressi al
piano inferiore e vidi Rob e Cloe che parlavano nell’ingresso.
Lei teneva in mano la sua borsa e gli stava dicendo qualcosa a
proposito di una specie di pomata.
“..è ottima, la consigliano i pediatri. Domani ne porto un tubetto..”
Appena sentirono i miei passi si
voltarono entrambi e un norme sorriso comparve sui loro volti quando
videro Joy tra le mie braccia.
Anche Joy, ovviamente, si
agitò come una pazza e, non appena arrivai ai piedi delle scale
sporse le braccine verso Rob. In meno di due secondi volteggiava fra le
braccia del papà, mentre lui le baciava il collo facendola
ridere. Quasi mi commossi a sentire i suoi versetti che accendevano la
casa di allegria: era così dolce, così innocente..
Non appena Rob smise la sua dolce
tortura i suoi occhietti si posarono su Cloe che ci guardava felice
appoggiata al divano e.. e mia figlia si aprì in un enorme
sorriso.
Cloe allungò le braccia e la
prese senza sforzo, rispecchiando il sorriso felice di mia figlia,
presto seguito da uno identico sul volto di Rob.
Mentre io…mentre io li fissavo congelata.
Joy guardava Cloe come se fosse parte della famiglia. Come se la conoscesse da sempre. La guardava come..come guardava me.
“Probabilmente è solo
per la collana che ho oggi” disse Cloe veloce, arrossendo
nuovamente. “Le piace. E’ tutta la mattina che ci
gioca”
“Ahh non sminuirti” Rob
si intromise “Sei assolutamente fantastica con lei. Si vede
lontano un miglio che ti adora”
Alzai gli occhi veloce,
lanciandogli un’occhiata che avrei tanto voluto potesse
fulminarlo all’istante. E il premio per la frase sbagliata al
momento sbagliato va a ..Robert pattinson!
“Si’..ehm.. Credo che
sia meglio che io vada a casa. Si è fatto piuttosto tardi”
Cloe prese la sua borsa e, dopo aver ridato Joy a Rob, uscì
salutando e agitando la mano dall’auto.
“Preparo la cena..”
borbottai allontanandomi verso la cucina senza degnare il mio ragazzo
di uno sguardo. “Bada a lei per favore.”
“Ok ma volevo farmi la doccia prima”
“Beh, mettila nel box e
portala in bagno con te” La voce mi uscì più acida
di quanto volessi o mi aspettassi.
“D’accordo”
mormorò flebile e, anche se non potevo vedere la sua espressione
perché ero girata di spalle, sapevo esattamente quale fosse.
Quella del Rob preoccupato.
“Vai vai davvero. La cena la
inizio io” mormorai cercando di addolcire la voce, mettendoci la
parvenza di un sorriso, finchè non sentii i suoi passi dirigersi
su per le scale e il clic di una porta che si chiudeva.
Iniziai a prendere la pentola e a
riempirla d’acqua. Avevo deciso di fare gli spaghetti visto che
avevo già il ragù pronto che mi aveva portato…
Quasi rovesciai la pentola quando
mi ricordai che il sugo l’aveva fatto Cloe. Già
perché oltre a essere gentile, oltre a stare super simpatica sia
al mio fidanzato sia a mia figlia , lei sapeva anche cucinare il sugo
per la pasta visto che era di origine italiana.
Beh…allora poteva andarci dritta filata in Italia se le piaceva tanto…
Mi sentii immediatamente un
po’ in colpa per qual pensiero. Non era stata colpa sua se oggi
era stata una pessima giornata e se io mi sentivo in colpa per essere
una pessima madre. Però..però come diavolo poteva essere
possibile che Joy avesse legato subito con lei?
Con me ci era voluto un sacco di
tempo, mentre Cloe era arrivata, era piaciuta a tutti e bam…Miss
perfezione mi faceva sentire uno schifo.
Non riuscii a togliermi quel
pensiero dalla testa per tutta la durata della serata e di certo Joy
non aveva migliorato il mio umore né la fiducia nelle mie
capacità di madre.
Non aveva quasi toccato nulla della
sua pappetta di verdura, anzi avevo dovuto pulire il pavimento
perché si era divertita a sputarla tutta quanta a terra. E ora
sembrava che anche mettere il pigiamino fosse un’impresa
più ardua dello sbarco in Normandia.
“Dai amore mio…ti
prego, fallo per la mamma. Infila il braccino.” Mugugnai, quasi
anche io sull’orlo di scoppiare a piangere per la frustrazione.
Non so come ma, in qualche modo, riuscii a prepararla per la notte ma
non a farla smettere di piangere. Per quanto la cullassi e la
stringessi contro il mio petto lei continuava a lamentarsi nervosa e ad
agitarsi finchè, addirittura, non si ancorò con la manina
ai miei capelli, tirando forte.
“Ahi..Joy no, non si fa!”
Alzai un po’ troppo la voce
e, come se le cose non stessero già andando malissimo, lei si
mise a piangere ancora più forte.
Rob accorse in camera con indosso solamente un paio di boxer e una maglietta.
“Che succede?”
“Io..niente..non lo so..non vuole dormire e..mi ha tirato i capelli e forse ho alzato la voce..”mormorai.
“Non l’ha fatto apposta” replicò lui accigliato.
“Ma dai! Lo so che non
l’ha fatto apposta ma mi ha fatto male ed è stata una
reazione istintiva. Scusa d’accordo?” Sentii di nuovo le
lacrime al bordo dei miei occhi e, molto probabilmente, le notò
anche lui perché allungò il braccio come a volermi
sfiorare il viso.
Mi allontanai prima che potesse
farlo. Non..non avevo bisogno di far vedere a tutti quanto fossi
fragile: dovevo solo sdraiarmi un attimo e dormire un po’.
Gli passai la bimba, ignorando il suo sguardo.
“Ti prego..ho bisogno di andare a letto..” sussurrai.
Uscii dalla stanza precipitandomi
nella nostra e gettandomi sul letto, scacciando con rabbia le lacrime
che premevano per uscire e affondando il capo nel cuscino. Un po’
di riposo e le cose sarebbero migliorate. Sì..
Chiusi gli occhi e scivolai in un sonno agitato.
“Su su piccolina. Va tutto bene. Tutto bene.” La cullai dolcemente, cercando di calmare i suoi strilli.
Niente.
Era un’agonia vederla
così. Le guance arrossate e gonfie per il pianto, gli occhi
pieni di lacrime che veloci le gocciolavano dalle guance.
Eravamo riusciti a dormire giusto
un paio d’ore prima che Joy si svegliasse urlando così
disperata che eravamo stati completamente incapaci di rifarla
addormentare, o anche solo di tranquillizzarla
Rob stava seduto sulla poltrona, le mani fra i capelli. “Cosa..cosa pensi che abbia?”
“Non lo so” mormorai flebile, la mia voce coperta dagli strilli della bimba.
“Ma secondo te sente molto dolore?”
“Rob non lo so!”
esclamai esasperata. Perché continuava con quelle domande
assurde? Se avessi saputo cosa aveva avrei fatto qualcosa no?
“Cloe ha detto che sta mettendo i dentini. Forse sono quelli a farle male..”
“Probabilmente sì”
D’un tratto si alzò in
piedi, come se si fosse ricordato di qualcosa molto importante.
“La pomata! Cloe prima mi aveva detto che lei aveva una crema che
faceva diminuire il dolore alle gengive”
Presi un profondo respiro. Se
lo avessi sentito dire ancora una volta la frase “Cloe ha
detto” lo avrei ucciso seduta stante con le mie mani, me lo
sentivo.
“Non possiamo di certo chiamarla ora, sono le due del mattino” mormorai fra i denti.
“Beh però con quello che la paghiamo..”
“D’accordo! Chiamo
Cloe!” sbottai. Voleva che chiamassi Cloe? Perfetto avrei
chiamato Cloe visto che lei era così brava a risolvere ogni
nostro problema!
Composi velocemente il suo numero
di cellulare e quasi fui sollevata quando sentii la voce dirmi
che non era al momento raggiungibile.
“E’ spento”
“Beh..ha il numero di casa..” disse lui tranquillo.
Ok, adesso stava esagerando. “Vuoi chiamarla a casa? Non sappiamo neppure con chi vive.”
“Beh” sbottò lui “mi sembra ovvio che non sai cosa fare, perciò..”
Mi bloccai, fissandolo negli occhi, mentre il mio cuore si spezzava sentendo le sue parole.
Io..io non sapevo cosa fare..
Che cosa voleva dire con quelle
parole? Che non stavo facendo abbastanza? Che non facevo nulla per far
star meglio mia figlia? Che..
“Kris..” si
passò la mano fra i capelli sospirando “Non è
quello che volevo dire lo sai. Sono solo..davvero sono solo..”
Mi avvicinai a lui, passandogli sia
la bimba che il telefono. “Pensaci tu visto che sei così
bravo. Fai come vuoi”
Rob chiamò davvero Cloe che
venne a casa nostra e mise una specie di gel fresco sulle gengive di
Joy. Di li a pochi minuti iniziò a smettere di piangere e,
cullata dal mio massaggio al suo pancino, si addormentò
lentamente. La presi e la portai nel suo lettino mentre io mi
ranicchiai sulla sedia a dondolo li vicino, pensando a tutto quello che
era appena successo.
Ero grata a Cloe di essere venuta.
Ero grata perché aveva fatto passare il dolore a mia figlia
eppure…e poi Rob con quella sua uscita mi aveva davvero ferita.
Passai lì l’intera notte finchè la mattina mi
preparai velocemente, sedendomi già in macchina aspettando Rob e
pronta a partire per il set.
Fu uno dei viaggi più strani
che avessi mai condiviso con lui. Di solito parlavamo e ridevamo. O
comunque anche il silenzio non era mai stato strano tra noi mentre
quella mattina. Sembrava che non riuscissimo neppure a respirare la
stessa aria.
“Senti Kris” iniziò quando ebbe parcheggiato l’auto.
Scesi dall’auto , ignorando
il resto della sua frase. Veramente cercai di ignorarlo durante tutta
la preparazione e il trucco. Non sapevo neppure se ce l’avrei
fatta a lavorare con lui. A stare lì, a fissarlo ad
abbracciarlo, a fare finta che andasse tutto bene.
E infatti..
“Kris per favore appoggiati meglio contro il suo petto”
Fantastico, di nuovo la splendida scena di ieri da ricominciare.
Sempre evitando il suo sguardo mi accoccolai meglio, finchè non sentii la parola azione.
“Ti tremano ancora le ginocchia? Qualche ripensamento?”
mormorò cercando di sembrare divertito, quando io potevo
benissimo leggere la sua tensione mascherata sotto il suo tono leggero.
Ok ora io dovevo dire..
Che cazzo dovevo dire?
Cazzo..
“Ehm..sì..cioè no.” Blaterai.
“STOOOP”
“Cazzo!!” urlai e
ancora prima che qualcuno potesse dirmi qualsiasi cosa o fare un
qualsiasi tipo di commento, saltai di nuovo fuori da quel maledetto
letto e corsi arrabbiata verso il mio camerino.
Arrabbiata..non sapevo nemmeno con chi.
Tentai di chiudermi la porta alle
spalle ma non potei e mi accorsi presto del perché. Rob la
teneva aperta e scivolò piano all’interno.
“Sì cioè no?” chiese “Kris che cosa ti sta succedendo?”
“Niente, mi andava di dire così”
“Beh la scena non è così” replicò lui, avanzando di qualche passo.
“Forse dovrebbe
esserlo” risposi acida iniziando a muovermi avanti e indietro
come un leone in gabbia. “Forse Bella dovrebbe pensarci bene o un
giorno finirà che Edward le rinfaccerà di essere una
pessima madre, di non sapere prendersi cura della loro figlia. E lei
finirà per sentirsi un completo fallimento perché anche
la tata riesce a capire quello che ha sua .sua figlia e ..e
lei…”
Non mi resi conto di essere
scoppiata a piangere finchè i singhiozzi mi impedirono di
parlare coerentemente. Immediatamente sentii due braccia calde cingermi
per la vita e stringermi contro il suo petto.
“Shhhh smettila..smettila di
dire sciocchezze..” mormorò Rob al mio orecchio,
massaggiandomi la schiena lentamente, senza fretta, finchè il
tremore del mio corpo non si placò un poco.
Mi prese il mento fra le dita,
costringendomi a fissarlo. “Non puoi crederlo davvero. Non puoi
davvero pensare di non essere una buona madre quando io ti guardo e
vedo..vedo..”
“Ti prego se ci tieni alla mia salute mentale non dire che sono la migliore mamma del mondo” ebbi la forza di dire.
“Ok non lo dirò”
rispose convinto senza rompere i collegamento dei nostro sguardi
“perché so che hai ragione. Non sarebbe la verità.
Non sei la mamma migliore del mondo.E io non sono il papà
migliore del mondo. Non esistono i genitori perfetti. Non esistono le
famiglie perfette”
Prese un lungo sospiro e
continuò. “Quando diventi un genitore e ..e sei la persona
più felice al mondo ma..ma nessuno ti dice dei problemi che
avrai dopo. Dei casini, delle notti insonni dei..di come ti senti un
fallimento quando tuo figlio piange e tu non sai cosa puoi fare per
aiutarlo. E’ come mi sono sentito ieri sera..”
Lo interruppi. Guardandolo confusa. “e’ come mi sono sentita anche io. E poi hai detto..”
“Amore, hai frainteso. Volevo
dire che entrambi non avevamo idea di cosa fare. Non volevo dire
che..cavolo kris ma come hai potuto anche solo pensare che potessi
dirti una cosa simile?”
Scrollai le spalle, quasi incapace
io stessa di spiegare come mi ero sentita. “E’ solo
che..che mi manca sempre. E mi manca in un modo così assurdo
e..totale che..che non riesco a fare altro che pensare a lei. E
poi..”
Mi bloccai, non sapendo se continuare senza sentirmi una totale imbecille.
“E poi?” chiese alzando
un sopraciglio. “Kris ti conosco troppo bene per non capire che
c’è anche dell’altro.”
Presi un profondo respiro,
arrossendo. “Sono..sono..un po’..beh sì, forse sono
un pochino gelosa di Cloe..”
Lo vidi sbattere le palpebre un
paio di volte, come se avessi appena detto qualcosa di assolutamente
assurdo e privo di senso. “Tu cosa?”
“Oh andiamo!” sospirai
abbassando lo sguardo “Lo hai detto anche tu che lei e la bimba
sono estremamente legate. E poi sembra sempre sapere di che cosa Joy ha
bisogno e invece io...”
“Kris, questa è la
cosa più assurda che abbia mai sentito. Devi capire una cosa;
Cloe è brava con Joy perché è brava coi bambini in
generale.”
“Che vuoi dire?” domandai senza capire.
“Che è il suo lavoro.
E’ ovvio che conosca i nomi dei medicinali o che capisca subito
se Joy è abbastanza grande per avere effettivamente problemi coi
denti oppure no. Si è laureata, ha dato degli esami. Lei sa come
comportarsi coi bimbi. Non significa assolutamente che Joy preferisca
lei a te. Te lo ripeto, forse non sarai la mamma perfetta. Ma sei la
sola e unica mamma perfetta per Joy.”
Mi baciò la punta del naso
finchè, totalmente inaspettato, un sorriso spuntò sulle
mie labbra. Certo vista da quella prospettiva..forse avevo un tantino
esagerato.
“Allora, va un po’ meglio?” domandò qualche minuto dopo.
Annuii. “Sì, grazie..io, io non so come fai ma riesci sempre a farmi stare meglio.”
“Mmmm” ridacchiò “Allora non pensi più che Bella non debba sposare Edward.”
Scossi il capo ridendo a mia volta. “No, anzi. Bella non vede l’ora di sposare il suo Edward..”
Si chinò così da
poter sfiorare le mie labbra con le sue in un bacio prima lento che,
poi, crebbe d’intensità, fino a che..
Toc toc.
“Mmmmm” mugugnai “non rispondiamo..”
Toc toc.
Rob mi lanciò un’occhiata divertita e aprì la porta, rivelando Catherine, una delle assistenti di Bill.
“C’è una ragazza qui” disse semplicemente “Con ehm..vostra figlia.”
Subito mi sentii gelare mentre insieme a Rob mi precipitavo fuori.
O mio Dio. Stava male? Era successo qualcosa? Oddio
Svoltammo l’angolo e
ricominciai a respirare un po’ quando le vidi entrambe vicino a
Bill. Joy aveva il visino un po’ stanco per la nottata insonne e
gli occhietti arrossati ma..ma non sembrava che stesse male..
“Cloe che succede?” Rob precedette la mia domanda.
Lei ci sorrise. “Credo che volesse te..” mormorò arrossendo e guardandomi spaesata.
La ricambiai con uno sguardo ancora più scioccato. “Come?”
“Quando sei uscita stamattina
ed eri..ehm nervosa non l’hai salutata. Non ha smesso di piangere
un minuto da allora, e di certo non era per il dentino perché
ormai ha tagliato la gengiva vedi? Direi che voleva semplicemente la
mamma”
A quelle parole quasi scoppiai di nuovo a piangere. O mio Dio, non avevo salutato il mio tesoro e lei..lei voleva me..
Prima ancora di capire quello che
stavo facendo presi Joy fra le braccia e, trattenendo a stento i
singhiozzi, la strinsi forte a me, abbracciando di rimando anche Rob.
Lo sentii circondarci entrambe tra le sue braccia.
Mi sporsi per vedere meglio il
visino di mia figlia. Le sfiorai la boccuccia con il dito finchè
lei non la aprì, mostrandomi la puntina bianca nella sua gengiva.
“Oh amore sono molto
orgogliosa di te. Vedrai che adesso non ti farà più
così male, la mamma te lo promette.”
Sentii Bill ridere. “Non
sapevo di essere finito a girare Beautiful con tutti questi drammi
famigliari. Kris se la cosa può aiutare, la baby sitter e la
piccola possono restare. Non è un problema.”
Immediatamente mi illuminai. “Oddio sì, grazie. Sarebbe meraviglioso.”
Lasciai Joy alle braccia amorevoli
di Rob e presi Cloe per mano, facendole vedere dove avrebbe
potuto sedersi e guardare senza dare fastidio a nessuno.
Lei sembrava totalmente
meravigliata e si guadava intorno come se quella fosse la realizzazione
di un sogno. In effetti mi aveva confidato di aver letto tutti i libri
e di aver visto tutti i film della saga e di essere stata molto nervosa
quando aveva presentato il curriculum per lavorare per noi.
“Cloe, volevo solo dirti
che..che mi dispiace per come mi sono comportata. Tu sei stata davvero
gentile, sei venuta da noi alle due del mattino e io..beh..è
solo che stare lontano da lei mi manda letteralmente fuori di
testa”
Mi sorrise “Tutto dimenticato. Non gestisci la cosa peggio di Robert credimi.”
“Che vuoi dire?”
Si morse il labbro. “beh,
ecco..lui mi ha fatto giurare che non te lo avrei detto ma..ma il primo
giorno in cui ho tenuto la bimba lui..beh, ha telefonato a casa 22
volte per controllare.”
“Ventidue volte??” esclamai spalancando gli occhi “stai stai scherzando?”
Scosse il capo ed entrambe scoppiammo a ridere.
“Se vuoi qualche volta
durante la settimana possiamo venire sul set così stai con Joy
durante le pause.” Propose.
“Sarebbe fantastico” risposi sinceramente commossa “Eh..grazie..grazie davvero”
Tornai sui miei passi, per prendere la bimba e riportarla a Cloe.
“Abbiamo una scena da girare” dissi entusiasta “fammi dare la piccola a Cloe”
“Ti vedo molto più positiva”
“Si’ beh sai..”
indugiai prima di scoppiare a ridere “per quanto io possa essere
gelosa, non sarò mai così pazza da chiamare casa 22
volte..”
Lo vidi arrossire imbarazzato.
“Solo per sapere, cosa le avevi promesso in cambio del silenzio?”
“Una cena con kellan. Ma non penso che l’avrà ora” borbottò
Mentre camminavo mi voltai un attimo verso di lui ed entrambi scoppiammo a ridere guardandoci.
Sì, forse sarebbe andato tutto bene davvero.
P.S=
Non ve li abbiamo mai dati..ma se vi interessa qst sono i nstr account
twitter :) Se facciamo qlcs di male nella storia potete linciarci anche
li hihihi.
http://twitter.com/rockycloe
http://twitter.com/Fiorels90
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Capitolo 27 *** I'll never leave you alone ***
capitolo 272 bis
Giorno a tutte ragazze!!! Avrei
postato ieri sera ma ho avuto un piccolo inconveniente tecnico u__U ( giuro non
è una bugia perchè me ne sono dimenticata..donne di poca fede ) Ok tralasciamo
la parentesi e...mamma mia girls siamo sconvolte..26 recensioni..*_____*. Non vi
stancate mai di questa storia ed una cosa meravigliosaaaaa!!! Cioè ci amereste e
continuereste a seguirci anche se facessimo morire Rob muahahahahaha..non che
abbiamo intenzione di far morire Rob ehm ehm..coooomunque...
Grazie, davvero
grazie ancora per il costante supporto. Siete magnifiche.
Detto questo vi
lasciamo al capitolo. E' tempo di Natale nella nostra family.
Cavolo è
passato un anno dal primo Natale che abbiamo raccontato...loro sull'isola di
Wight, Joy nella pancia, Kris che risponde in segreto a sms del makako... cosa
che ci fa ricordare che siamo buone sin da trp tempo U___U il popolo chiede un
pò di sadicità.
Vedremo di accontentarvi muahhahahah
Bacio girls
Cloe e
Fio
Ness_: oh grazie mille per il tuo
supporto, si il rapporto tra madre e figlia è un rapporto speciale, e la gelosia
di kris è comprensibile..
grazie ancora per il supporto, segui questa storia con
costanza, grazie ancora..
ps: una mia amica chiede se tornerai a postare smile,
lei adorava quella ff, anche io e fio incomincieremo a leggere, noi adoriamo le
storie con i bambini :)...
Mabel :ahhahah no ç_ç niente cena con kellan, che schifo
ahahah, comunque grazie mille, a noi ogni commento fa felice, siamo contente
quando le nostre lettrici adorano cio che scriviamo, grazie ancora e alla
prossima :)
KStewLover :ahahah oh tesoro il boy arrivera da se, non serve
cercarlo, arriverà nel momento giusto :), comunque grazie ancora come sempre, tu
adori noi e noi adoriamo te , parlo anche a nome di letizia, quando rivedremo un
tuo capitolo, allora si che saremo al cento per cento felici, perche tu scrivi
cose meravigliose *:*.. comunque grazie ancora tesoro, alla prossima
:)
prudence_78: ahahahahah alla tata sarebbe dispiaciuto piu che altro
perdere una cena con rob, ma ahime.. che deve farci AHAHA.. comunque grazie per
la tua recensione, eh si procurati un cardiologo u_u
BabyVery :
grazie a te che ci segui con cosi tanta
costanza, ti lasciamo al nuovo, questo è molto piu tranquillo
:)
sydney90 : aww sono una famiglia
molto bella, vediamo come saranno nei prossimi capitoli muahhaha.. comunque
grazie ancora e alla prossima..
kristen200996: ci
dispiace per la tua amica tesoro, joy era gia stato deciso fin dall'inizio,
questa storia è nata per joy, ma siamo contente che alla fine il nome ti sia
piaciuta..
ti ringraziamo anche per come segui la nostra storia..
grazie di cuore, alla prossima.
ANNALISACULLEN :se abbiamo viste le foto del bacio, assolutamente si,
magnifiche..
aspettiamo per un futuro epico, new orleans è vicino,
comunque grazie ancora per la recensioni, siamo contente che il vecchio capitolo
ti sia piaciuto :)
_UryBlack_ :ahahahah grazie, si joy è un nome dolce, siamo
contente di aver scelto questo nome ahahah.. grazie
ancora...
serve :a te abbiamo
deciso di mandare un email, ho letto la risposta:) grazie per il
commento..
Nina960 : l'altra storia, lo postata da poco, comunque manca
poco alla fine, per questa, grazie per la recensione, siamo contente che ti
piaccia :)
KatyCullen : siamo
sempre contente di trasmettere qualcosa :). grazie a te
:)
ste87 :grazie grazie grazie
:)
julietta__ :se vuoi giulcess
possiamo farti fare la parte del ciuccio di joy u_u ahahah. ah scherziamo,
comunque grazie ancora, sei sempre super gentile con noi..
Struppi : oh yeah :) grazie
Lorena1992 ; ti capiamo, i
filmini mentali ce li facciamo pure noi awwwwwww, comunque grazie mille lola
:)
yesido : grazie mel, ahahha fa ridere a tutte la storia delle
22 telefonate ahaha... grazie ancora :)
camy83 :eh tutte vogliono rob, ma per fortuna kris lo tiene
per se .. grazie ancora e alla prossima :)
elviraj: si joy è una bimba cosi tenere awww, comunque grazie e
bentornata dalle vacanze :)
ila_cullen
:o_o noi avremmo fatto questo per una cena con
rob ahahha,comunque grazie e alla prossima :)
francypattinson: la storia non finisce qui, questo per noi è solo
l'inizio ahah, ci saranno altre cose muahahhaha preparati ah..
comunque grazie per il
sostegno, ti lasciamo al nuovo capitolo sperando che ti piaccia
:)
chi61 : ahah lo
speriamo anche noi,ora ti lasciamo a questo piccolo capitolo alla prossima
:)
_Giorgy_ : ahah siamo contente
che ti sia piaciuto il capitolo, ti lasciamo al nuovo .. alla
prossima..
ariel7 ledyang Anto_Pattz: T_____T
grazie di cuore ragazze, sempre cosi gentili con noi
ç_ç, vi lasciamo al nuovo capitolo, mi sa che questo vi farra sorridere tanto,
ehm in futuro mi sa che faremo una brutta fine, se portiamo avanti le nostre
idee muahhahaha..
u_u comunque grazie ancora di cuore, alla prossima
:)
CAPITOLO 27
(CLOE)
I'LL
NEVER LEAVE YOU ALONE
ROB POV
“Casa dolce casa…” mormorò
Kris mentre entravamo dalla porta d’ingresso.Non ci potevo credere: finalmente
eravamo di nuovo a casa nostra. Anche se solo per le due settimane di vacanze
natalizie era comunque fantastico. Noi tre nella quiete della nostra
casa…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”
Beh..quiete forse era una
parola grossa. Recentemente Joy aveva scoperto la bellezza di ..urlare. Sì,
esatto semplicemente si divertiva terribilmente ad urlare come un piccolo
aquilotto, soprattutto quando doveva mangiare e poteva accompagnare le grida
anche sbattendo le mani sul seggiolone.
Ma per me non c’era nessun
altro suono al mondo migliore di quello. Forse soltanto quello del suo cuoricino
o del respiro delle due donne più importanti della mia vita quando dormivano
abbracciate nel lettone. Se li pensavo insieme ..riuscivo quasi a sentirli
fluire fuori dalla mia mente e prendere vita propria…come una melodia…
Sentii le braccia di Kristen
circondarmi la vita e iniziare a baciarmi il collo.
“Tanto non avrai alcun regalo
anticipato” mormorai ammiccando.
Mi fissò corrucciata.
Aveva chiesto, si era
arrabbiata ed era quasi arrivata ad implorarmi perché le dessi qualche piccola
anticipazione…ma io ero bravo a non cedere. Non le avrei rovinato la sorpresa
del suo regalo di Natale per nulla al mondo.
“Sei cattivo..ti odio..”
protestò.
“Ti amo anche io, Kris” risposi
ridendo. Era così adorabile quando si irritava per queste piccole sciocchezze.
Non lo avrebbe mai ammesso ma era una maniaca del controllo la maggior parte del
tempo.
Prese la piccola dal passeggino
e se la strinse tra le braccia facendomi la linguaccia.
“Ma Natale è domani…anzi
tecnicamente alla mezzanotte mancano solamente 8 ore..quindi tra otto
ore…”
Risi più forte “Scordatelo mia
cara. Devo ancora mettere a punto alcuni piccoli dettagli e domani saremo
impegnati tutto il giorno con i nostri genitori e fratelli. Direi che quando se
ne andranno, domani sera e se avrai fatto la brava ragazza…”
“Domani sera?” esclamò “Ma
manca un’eternità e io lo voglio sapere adesso”
Mi fissò con sguardo da
cucciola ma vedendomi fermo sbattè il piede a terra. “Bene…domani chiederò a
Taylor di picchiarti. Anzi..lo chiederò a Lizzie. Aspettati una giornata
divertentissima.”
Sbuffai. Questo non me lo
poteva fare. Già mia sorella era una grandissima palla al piede di suo, se poi
veniva istigata…per carità.
“Ok” concessi “Facciamo così.
Ti do un indizio a cui pensare.C’entra la musica”
Si illuminò. “E’ una chitarra?
No, un disco. Aspetta…forse un vinile di qualche collezz..”
La bloccai tappandole le labbra
con la mia mano. “Ho detto indizio. Niente di più. Domani sera ci scambieremo i
nostri regali, così dovremo aspettare in due..”
“Ok..” acconsentì.
“Bene. E ora venite
qui…pretendo un bacio..” mormorai trascinandole entrambe contro il mio
petto.
“Rob?
Rob?”
Mi riscossi dai miei pensieri sul pomeriggio
precedente quando sentii la voce di Kris chiamarmi e focalizzai la sua mano
passarmi davanti agli occhi.
“A che stai pensando?” domandò ridendo.
“A te” risposi
sincero. “A voi…”
Kris arrossì leggermente stringendosi la piccola al
petto. Non era di certo una ragazza timida ma una volta mi aveva confidato che
il modo in cui la facevo sentire, come se la adorassi, come se davvero la
considerassi la cosa più bella dell’intero universo, la faceva quasi sentire una
ragazzina alla prima cotta.
Ed era il modo in cui avevo programmato di farla
sentire per tutta la vita.
Presi Joy dalle sue braccia e la sollevai in aria,
facendola ridere e mostrarmi i suoi dentini appena sbucati. Sentii il mio cuore
quasi farmi male in quell’istante: non sapevo se era possibile essere così
innamorato di qualcuno come io lo ero di mia figlia e della mia
ragazza.
Non c’erano confronti che tenessero.
Non c’erano
termini di paragone.
Era la cosa più assoluta che si potesse
provare.
“Ciao principessa..sei bellissima.”
Ed era vero.
Indossava una tutina rossa con stampata sul davanti la renna Rudolph dal naso
rosso.
Le solleticai il pancino col dito, avvicinando il
mio viso al suo e sfregando i nostri nasi.
“Rudolph è
carino ma il tuo nasino lo è molto di più” dissi provocandole altre risa mentre
le sue mani correvano ai miei capelli, tirandoli leggermente.
La strinsi al
mio petto baciandole il visino e allungando il braccio per attirare anche Kris
vicino a me. Kris appoggiò il capo sulla mia spalla accarezzando la tutina di
Joy.
“Vi amo..” sussurrai.
“Anche io..Ma ti
amerei di più se avessi il mio regalo”
Alzai gli occhi
al cielo e Kris sollevò le mani. “Ok ok ok.. lo so stasera, mi sono rassegnata.
Comunque non batterà mai il regalo che ho fatto a te. Ne rimarrai
scioccato.”
“Vedremo” mormorai, le mie labbra sulle
sue.
Stavo iniziando ad approfondire il bacio quando Joy
mi colpì sul viso con una manata.
“Ahia” esclamai.
Kris scoppiò a
ridere e sentii anche qualcuno sulla porta.
Mi voltai e vidi
Lizzie poggiata allo stipite, che ci osservava piegata in due dalle
risate.
“Ah quella bambina è così piccola ed è già il mio
orgoglio” disse tra le lacrime.
Anche kris continuò a ridere, seguita a ruota da
Joy. Se c’era una cosa che amavo di quella bambina era il suo carattere
perennemente allegro.
“Piccola traditrice” Le solleticai il pancino
provocando altre risa.
“Ora per quanto siete estremamente carini, di la
stiamo morendo di fame” si lamentò mia sorella.
“Te l’hanno mai
detto che sei estremamente irritante?” domandai
Lei mi fece al
linguaccia ed uscì.
Kris mi prese per mano e mi costrinse a
seguirla.
“Dimmi perché non potevamo passare la giornata
solamente noi tre invece di invitare entrambe le nostre famiglie. E’ un casino
da stamattina alle sette.” Mi lamentai.
“Dai su..i tuoi
genitori e le tue sorelle sono venuti da Londra solo per stare con noi. Anche se
devo ammettere che l’accoppiata tue sorelle e miei fratelli è qualcosa che
ucciderebbe anche un santo” ammise.
“Appunto” esclamai, avvicinandomi di più a lei ,
sfiorandole la schiena. “Pensa potevamo stare soli, aprire i regali nel lettone
tutti e tre, mangiare guardando la tv e poi mettere a dormire Joy e…”
“E..?” domandò
alzando il sopraciglio. “Ah Robert..fai il bravo bambino e forse..stasera ci
sarà un ‘e…’.”
Mi diede una pacca sul sedere proprio mentre
entravamo in sala da pranzo.
Partì quasi un applauso.
“Ecco ce l’avete
fatta. Che stavate facendo di là?” domandò Victoria.
“Non credo che
vorresti saperlo. Sono da far venire il diabete alle volte..” si lamentò
Liz.
“Non dirlo a noi” disse Dana “Dovevi vedere quando
Kris viveva ancora con noi e Rob la veniva a trovare. Stavano li sul divano a
sbaciucchiarsi per ore ..”
“Aahahahaah” continuò Taylor “E’ vero e poi se
mamma e papà uscivano andavano direttamente in camera a fare..”
Vidi gli occhi
del padre di Kris spalancarsi leggermente mentre beveva un bicchiere di
vino.
“Okkkk” Kris esclamò “Taylor non dire
cavolate!”
“Che c’è? Non è mica colpa mia! E poi io non dico
bugie, specialmente non a Natale. E comunque la prova vivente che le mie parole
sono vere è seduta sul seggiolone davanti a me..”
I nostri
fratelli e sorelle scoppiarono a ridere come dei pazzi mentre i nostri genitori
sogghignavano lanciandoci occhiate strane. Vidi Kris tentare con scarsi
risultati di seppellire la propria faccia nell’insalata di patate.
Lo sapevo che
mettere insieme due pazze e tre pazzi non avrebbe portato a nulla che non
fossero scene quanto meno umilianti.
“Aehmm..si si”
improvvisamente mi venne in mente un argomento per spostare la conversazione
fuori dalla vita sessuale mia e di Kris.
“Ok allora io e
Kris ..beh dobbiamo dire una cosa. A tutti voi.”
Lanciai un
sorriso alla mia ragazza, afferrandole la mano sotto il tavolo e stringendola.
Lei mi sorrise di rimando, segno che aveva capito cosa volessi fare.
“Oh santo cielo
ancora?!!!!” Questa volta fu Cameron a parlare. Anzi non solo si limitò a
parlare ma alzò il pugno al cielo con un grosso sorriso sulle labbra.
“Ragazzi, ora
pagate avete perso la scommessa!” strillò agitando la mano di fronte ai suoi
fratelli.
Taylor sbattè il pugno sul tavolo. “ E che cavolo,
ma non è possibile! Non può succedere la stessa cosa dell’anno scorso! Kris
cavolo…mettiti un tappo.”
Lizzie e Victoria si fissarono sconvolte. “Kris o
mio Dio sei incinta e non ci hai detto nulla!”
“Di questo passo
dovrò davvero iniziare a cercarmi un lavoro, avrò una sacco di nipoti e non un
centesimo per fargli dei regali decenti.” Si lamentò Dana.
“Oh tesoro di
quanto sei?” Jules sfiorò il braccio di Kris “Potevi dirmelo. Sei ancora nel
primo trimestre? Pensavo prendeste precauzioni…”
Kris aprì la
bocca per dire qualcosa ma venne di nuovo interrotta da Lizzie. “Noi dovevamo
saperlo per prime..siamo le zie!! Saremmo andate a fare shopping!Tu” indicò
Cameron “Come facevi a saperlo?”
“Ehi ho tirato a indovinare. Mi sembrava un po’
ingrassata e così…”
Kris che già si stava massaggiando il ponte del
naso con fare esasperato a quelle parole alzò il capo lanciando uno sguardo di
fuoco al fratello.
Riuscivo quasi ad immaginarmela mentre tentava di
ucciderlo con un osso del tacchino.
“Ok ok ok” Battei la forchetta contro il bicchiere
finchè non ebbi l’attenzione di tutti. “Io e Kris non aspettiamo un bambino per
adesso, ok? Magari tra un po’…ma di certo non ora. Quindi calmatevi
tutti.”
Un mormorio tornò a percorrere la tavola.
“Ma
allora..”
“Cameron lo sapevo che dicevi solo
stronzate..”
“Io pensavo..”
“Shhhh. Solo
perché Kris non è incinta non significa che non ci siano altre belle notizie.”
Dissi. Afferrai la mano di Kris e la baciai.
“Abbiamo fissato
una data per le nozze” sussurrò lei emozionata.
“Già. Il 25
maggio questa ragazza mi farà l’onore di diventare la signora
Pattinson”
I suoi occhi mi guardarono pieni di amore e si
porse a darmi un bacio sulla guancia, le nostre mani sempre unite.
Dal tavolo si
levarono un coro di ‘Awwww’ ‘Come sono dolci’ ‘Voglio fare la damigella’ ’Non
uccidermi per averti detto che sei grassa’. Coro che continuò indisturbato e
ininterrotto durante tutto il pranzo e durante il pomeriggio passato ad aprire i
regali sotto l’albero che la madre di kris aveva preparato durante la nostra
assenza.
Erano soprattutto regali per Joy, anche se era
ancora troppo piccola per gustare davvero il momento. Non per questo comunque i
suoi nonni e i suoi zii evitarono di riempirla di tanti di quei vestiti,
tutine, scarpine e giocattoli da bastarle per una vita intera. Neanche
cambiandosi d’abito tre volte al giorno sarebbe riuscita a mettere tutto prima
di diventare troppo grande per starci dentro.
Finalmente a
sera tardi ci ritrovammo , per la prima volta nella giornata, davvero solo noi
tre. Io e kris eravamo sdraiati sul divano in overdose da cibo (specialmente la
zuppa inglese di mamma) e Joy dormiva sdraiata sulla mia pancia, col faccino
premuto nell’incavo del mio collo.
I genitori di Kris erano tornati a casa loro e i
miei al Four Season.
Improvvisamente Kris si mise seduta e mi fissò
ammiccante.
“Allora, il momento dei nostri regali è finalmente
arrivato??”
Risi e feci cenno di sì col capo, senza svegliare
la piccola.
Entrambi la guardammo e, prima che potessi dire la
stessa cosa, Kris parlò. “Voglio che lei ci sia quando ti darò il mio regalo”
disse.
“Anche io voglio che lei ci sia…”
risposi.
Mi alzai e lei mi prese la mano, conducendomi su
per le scale, davanti alla porta di una camera che non avevamo ancora adibito ad
alcun uso particolare. Era sempre rimasta chiusa…
“Allora..il mio
regalo è li dentro?” domandai adesso davvero curioso.
Kris annuì,
mordendosi il labbro. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì piano la porta
rivelando…
Avvertii le sue labbra sul mio orecchio mentre
fissavo l’interno della stanza, sbalordito.
“Buon Natale
amore mio” sussurrò.
KRIS POV
“Buon Natale
amore mio” sussurrai.
“Kris… ma è…”
Mi scostai
leggermente per poter guardare il suo viso. Sembrava…senza parole. Avevo fatto
qualcosa di male?Forse avevo speso così tanto per qualcosa che non gli piaceva
davvero o forse…?
“E’..un pianoforte..” continuò, muovendosi
leggermente verso di esso dopo avermi passato Joy. Arrivammo vicino al piano e
vidi Rob sfiorarne la superficie lucida con le dita.
Ma ancora non
diceva una parola: si limitava a guardarlo e guardarlo.
“Mi hai comprato
un piano?” domandò guardandomi scioccato.
“Beh sì..”
risposi cauta. “Ora..so che a confronto tuo di musica non so molto. Specialmente
di pianoforti ma..ma mi hanno detto che è un’ottima marca e comunque se non ti
piace possiamo sempre cambiarlo con un altro. Oddio non dirmi che l’avresti
voluto bianco? Insomma l’ho visto però non credevo che il bianco potesse
essere…”
Le labbra calde di Rob si impossessarono delle mie
fermando il mio flusso senza senso di parole. Si mossero piano sulle mie,
attente, le sue mani mi cingevano il viso avvicinandomi quel tanto da permettere
ai nostri volti di sfiorarsi senza schiacciare nostra figlia.
Prima di
accorgermene mi ritrovai seduta sulla panchina di fronte al piano: Rob
inginocchiato di fronte a me.
“Aspetta qui” mormorò staccandosi “Vado a prendere
il tuo regalo..”
Annuii completamente senza fiato. Tempo 20 secondi
ed era di nuovo li, ora seduto al mio fianco.
Mi porse un
pacchetto. Sistemai meglio la bimba nella sua copertina e riuscii a scartarlo.
Mi ritrovai tra le mani …un cd.
Non era un cd con una qualche etichetta o
copertina. Sembrava un semplice cd vuoto, di quelli che si comprano al
supermercato per registrarci sopra. Ero confusa ma prima che potessi dire
qualcosa mi resi conto che dentro il pacchetto c’era anche qualcos’altro:un
quaderno..
Un quaderno con una scritta sulla
copertina.
JOY’S LULLABY LINK
Lo aprii e mi accorsi che il quaderno era in realtà
un pentagramma con scritta quella che mi sembrava essere…
“Oh mio Dio…”
sussurrai, fissandolo. “Rob hai scritto..hai scritto una ninna nanna per
..”
“Per Joy..sì” ammise con un sorriso “Beh in realtà
l’hai ispirata anche tu. Una notte vi guardavo dormire e..e in meno di un paio
d’ore era li, scritta davanti a me. Sono andato in uno studio di registrazione e
l’ho fatta incidere. Lo so…forse non è molto come regalo di Natale per voi
ma..”
Gli afferrai la mano. “E’ il regalo più perfetto
che..che io e Joy volessimo. Credimi. E’ la cosa più dolce che…”
Rob mi sfiorò
nuovamente la bocca con la sua e poi baciò Joy sulla guancia “Direi che visto il
pianoforte..potrei suonarvela dal vivo.”
Annuii.
“Buon Natale
amori miei. Questa è per voi due.” Disse in un soffio prima che le sue mani
toccassero i tasti.
La musica partì lenta, dolce, prima di trasformarsi
in una melodia così delicata, così lieve che dovetti chiudere gli occhi per
paura di perdermi anche un solo istante di quella magia. E, mentre me ne stavo
lì, a occhi chiusi, riuscii veramente a vederla:Joy. La vedevo mentre correva,
mentre giocava, mentre si sbucciava il ginocchio, mentre nervosa e agitata la
accompagnavamo al primo giorno di scuola, mentre la aiutavamo a fare i compiti,
mentre la aiutavamo a crescere. Rob aveva ragione: quella era la canzone di Joy.
C’era lei li dentro: ogni suo sorriso, ogni suo respiro era lì. Comunemente si
dice che non si può vedere l’amore. Che non lo si può sentire o respirare o
toccare…
Ma per me in quel momento, non era vero. Perché li,
a occhi chiusi riuscivo forse per la prima volta nella mia vita ad ascoltare
davvero che cosa fosse l’amore. Tutto l’amore di Rob per nostra
figlia.
Nel momento in cui terminò le lacrime avevano
ormai preso a scorrere liberamente sul mio viso. Singhiozzai e Rob si voltò
immediatamente verso di me, preoccupato.
“Kris che c’è?
Volevo rendervi felici e invece…”
Col pollice scostò le gocce salate lungo la mia
pelle.
Scossi il capo. “E proprio per questo che piango.
Perché guardo te e guardo Joy e..e sono felice Rob”
Ripresi la mia
mano nella sua. “Piango perché tu..tu non ti rendi conto di quello che sei per
noi. Piango perché ti amo, piango perché so che mia figlia dorme tranquilla
perché ha e avrà sempre un padre che la ama come la sua stessa vita. Che la farà
sempre sentire sicura e protetta. Proprio come hai sempre fatto sentire me
sicura e protetta…sin da quella volta…”
“Quale volta?”
domandò lui curioso.
“Forse non ricorderai ma…” scossi il capo,
sentendomi stupida. “A Roma..durante il tour promozionale di Twilight..la notte
che mi dicesti Ti amo per la prima volta..” Presi un lungo respiro e continuai.
“Litigammo…”
Ridacchiò nervoso. “Erano le 2 e 30 del
mattino…”
Annuii. “Sì..litigammo. E sentivo che ..che non
sapevo che fare con la mia vita e ti dissi che dovevi darmi tempo, che avevo
paura e che ero confusa. E urlavamo e…e ad un certo punto sono scappata fuori
dalla camera, fuori dall’Hotel. E tu….tu alle due del mattino mi sei venuto
dietro in strada. E io ero così convinta che fosse finita. Che stessi per dirmi
addio, che mi avresti detto che ti eri stancato delle mie insicurezze. E invece
andando contro a tutto quello che mi aspettavo hai detto solo una
frase…”
“Non ti lascerò mai da sola…”mormorò Rob finendo
per me.
Alzai gli occhi e incontrai i suoi, brillanti come
mai.
Annuii, sentendo nuove lacrime pungermi gli
occhi.
“In quel momento ho capito che eri il mio porto
sicuro. E ora lo sei anche per Joy. E ogni volta che lei sentirà questa canzone
se lo ricorderà e sarà felice..” Abbozzai un sorriso e Rob mi strinse, facendomi
sedere sulle sue gambe abbracciandoci così entrambe.
Rimanemmo così
svariati minuti, ascoltando soltanto il respiro tranquillo e sereno di nostra
figlia.
Rob mi baciava il collo, mentre col dito tracciava
il profilo del nasino di Joy.
“Kris..” la sua voce era leggera, quasi
impercettibile.
“Sì?”
“Ti amo. E..”
“E…?” Voltai il
capo per poterlo vedere.
“E quello che ti dissi è sempre uguale. Solo ora lo
devi moltiplicare per due. “
“Che vuoi dire?” chiesi
“Non vi lascerò mai sole”.
Sentii l’auto di Rob che veniva parcheggiata in
garage e immediatamente mi sentii un po’ ridicola. Ma che razza di idea avevo
avuto? Non sapevo nemmeno se ce l’avrei fatta ad arrivare fino in fondo restando
sensuale e senza scoppiare a ridere. Tutto quello che sapevo era che,
finalmente, potevamo passare una serata insieme solo noi due. Senza amici, senza
parenti e, per quanto quest’ultimo punto un po’ mi dispiacesse, anche senza Joy.
Mia madre si era offerta di tenerla quella notte anche se era l’ultimo
dell’anno, sostenendo che avevamo bisogno di stare un po da soli e poi sapevo
che lei adorava prendersi cura della piccola perciò…
Perciò io come
un idiota avevo deciso di mettere in scena proprio quella sera il mio numeretto
di seduzione…
Ed ora Rob era tornato dopo aver portato Joy da
mamma e quindi…
Immediatamente mi sentii ridicola. Forse facevo
ancora in tempo a cambiarmi e..
“Kris sei di sopra?”
Sentii i suoi
passi rapidi salire le scale mentre mi chiamava.
Ok, bene era
troppo tardi per tornare indietro. Forza Kris, forza! Hai recitato momenti anche
più imbarazzanti di questo.
Cercai di darmi un contegno prima che lui aprisse
la porta e mi vedesse.
Entrò e, nel momento in cui si guardò intorno,
rimase sconvolto. Osservò attentamente le candele e la luce soffusa che avevo
preparato.
La sua espressione era confusa finchè…finchè i suoi
occhi non si posarono su di me.
Vidi praticamente la sua mascella staccarsi e
rotolare sul pavimento.
Trattenni un risolino, compiaciuta che la mia
scelta di vestiario avesse sortito i risultati sperati: una sottoveste nera
trasparente e sotto un completino in pizzo coordinato. Non quello che indossavo
di solito ma per far felice Rob stasera..
“Kris..”
“Shhh” mi
avvicinai e feci scivolare il suo giubbotto sul pavimento. Lo afferrai per il
colletto della camicia e lo feci sedere sul letto.
Deglutì, gli
occhi spalancati.
Mi allontanai di qualche passo iniziandomi a
muovere a ritmo della musica che avevo messo come sottofondo.
E immediatamente
ogni imbarazzo sparì. Eravamo solo noi due. Solo io e Rob.
Abbassai la
spallina della sottoveste e lentamente la feci scivolare giù per il mio corpo.
La stoffa si raggruppò ai miei piedi e la scalciai lontano, compiaciuta
dall’effetto positivo che vedevo sul suo viso.
“Che c’è..mi hai
già vista così..” lo punzecchiai.
“Si ma..ma non sei mai stata così.. così…” Sembrava
senza parole, troppo concentrato a fissare il mio corpo stretto in quel
completino.
Ancheggiai leggermente mentre mi avvicinavo e
slacciavo lentamente ogni singolo bottone della sua camicia. Mi aiutò a farla
scorrere lungo le sue braccia finchè non si ritrovò nudo dalla vita in
su.
Lo
feci sdraiare con la schiena poggiata contro il materasso. Cercò di attirarmi a
sé ma io gli bloccai i polsi sopra la testa.
Scossi il capo
iniziando a baciargli tutto il petto fino ad arrivare all’ombelico.
“No
Rob..stasera..mi occuperò io di te. Solo di te..Non preoccuparti…so cosa ti
piace” sussurrai.
Ammiccai riprendendo il mio viaggio lungo il suo
corpo.
Eh sì, sarebbe stato un capodanno
interessante.
Ragazze...visto
che la nostra Fio è una ragazza di super talento ha composto
veramente la ninna nanna per Joy...vi ho lasciato il link quando Rob da
il regalo a Kris...ascoltatela assolutamente!!! E altro regalino per
voi....
Un immagine che ci sembra adatta a rappresentare la piccola Joy a Natale awww...non è trp dolce???
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Capitolo 28 *** You drive me crazy ***
cap28
Cloe
avanza lentamente in punta di piedi cercando di essere ignorata,
fischiettando spensierata. Lallalaala. Ma le lettrici non sono sceme e
le chiedono 'Non dovevi postare giovedì cioè ieri?'.
Ah ehm..ragazze guardate che vi
sbagliate..ehm..ehm..giovedì è oggi ehm..ehm.. 'Sì
certo Cloe chi caspita credi di fregare??' Buonaseraaaaaaaaaaaa..allora
sorvolando sul fatto che vabbè è
venerdì..ehm..ehm.. si vabbè giovedì era ieri
ma..ehm.. mi è scappato il cane, il gatto ha mangiato il mio
pesce rosso, Edward Cullen è entrato dalla mia finestra e
abbiamo passato la notte teneramente abbraciati mentre lui si perdeva
nei miei occhi color cioccolato *______*
Vostre faccie = -_-"
Oooook..mi sn dimenticata O___+
ahahahahhahaha (rido solo io ok capito ). Ueueuueueue sorry me ne sono
ricordata stanotte nel letto mentre stavo per addormentarmi xD. Ma
obbiettivamente cioè io mi ricordo a malapena come mi chiamo
(non scherzo una volta ho sognato di incontrare Rob e mi chiedeva il
nome per farmi l'autografo e io ero talmente scioccata che non lo
ricordavo più O_O..ok vabbè sorvoliamo eh..)
Questo per dirvi..mi amate anche
se sono un pò sbadata no?? Certo sennò chi vi scrive Joy?
U__U Vabbè si tecnicamente ci sarebbe sempre Fio se voi mi
uccideste ma..non sarebbe la stessa cosa, no? Cioè io e lei
siamo un duo..come il pane e la nutella, come il latte e il
nesquick, come...sì ok ci siamo capite.
Oddio sembro drogata stasera..O__o vi lascio al capitolo ..meglio!!
Un beso enorme da Cloe e Fio
P.S= Fio vi saluta..è
relegata a casa senza linea internet..una tragedia. Se sopravvive la
prossima volta vi fa lei un introduzione da persona seria U__U.Che poi
Fio..seria .pffff..ok ok fatemi stare zitta xD non la smetto di dire
cavolate..beso, a presto!!
P.P.S= recensite *___*
CAP 28 (Fio)
YOU DRIVE ME CRAZY
KRIS POV
"Cosa hai detto?”
“Io? Niente..”
“A cosa stavi pensando un secondo fa?”
“Ehm.. veramente.. all’isola Esme.. e alle piume..”
Rimasi qualche secondo in attesa mentre piano si avvicinava a me.
“Dì qualcos’altro..”
“Ma perché Edward? Che succede?”
Rob si chinò piano sulla pancia enorme e sussurrò le sue battute, come da copione.
“Gli piace il suono della tua voce..”
“Oh mio dio! Riesci a sentirlo?!”
“Sssh.. lo spaventi così..”
Immedesimarsi in quel ruolo era
estremamente facile, almeno lo era stato per me fino ad ora. Rob aveva
avuto qualche problema ad accettare di interpretare la parte di un
padre che vuole uccidere il figlio non ancora nato, ma era riuscito a
passarci su col passare del tempo. Dopotutto era solo un film. La
nostra vita non poteva certo condizionarlo a quel punto!
“Oh.. scusami piccolino..” sussurrai carezzandomi la pancia finta.
“Gli piace anche la mia voce..”
“Certo che gli piace.. hai la voce più dolce del mondo..”
Ed era assolutamente vero.
Ricordavo ancora il periodo in cui si chinava sul mio pancione per
baciarlo o parlare con la piccola ed erano i momenti in cui sentivo che
sarebbe andato tutto bene, nonostante tutto. Erano momenti in cui
sapevo che lui sarebbe stato sempre lì, pronto a tutto per noi.
Erano momenti che quasi mi
mancavano, soprattutto ora che li stavo vivendo di nuovo dietro le
quinte, se così si può dire.
Quasi mi mancava quel lato
così dolce e sensibile di Rob. Non che non lo dimostrasse
più ora che Joy era nata ovviamente, ma addormentarmi tra le sue
braccia mentre mi carezzava il pancione era qualcosa che non avrei mai
dimenticato, qualcosa che avrei ricordato per sempre come gli attimi
più dolci della mia vita.
E ora le nostre mani erano di nuovo
intrecciate su una pancia che mi sovrastava e che anche se finta era
tre volte più grande di quella che avevo avuto io.
Era strano vivere
un’esperienza del genere dopo essere uscita da poco da una
gravidanza vera. Era come immergermi di nuovo in un mondo che avevo
lasciato sette mesi prima.
“STOP!”
L’urlo di Bill mise fine alla
scena che ero riuscita a portare a termine senza nemmeno accorgermene
visto che ero totalmente assorta nei miei pensieri.
“Perfetta ragazzi! Grazie mille a tutti! Ci vediamo domani!”
Erano appena le cinque del
pomeriggio e non potevo essere più contenta. Non mi erano mai
andati a genio i dirigenti Summit ma mai come quella volta li avrei
ringraziati semplicemente per aver fissato una riunione con lo Staff
quel pomeriggio stesso.
Rob e Taylor mi tesero le mani per
alzarmi da quel divano sui cui passavo la maggior parte del tempo
durante le riprese. In effetti le mie scene erano abbastanza limitate
dal punto di vista fisico. Non mi muovevo quasi mai, anche
perché con quella pancia era impossibile. Era fatta di silicone
in modo da farla sembrare il più possibile vera e pesava davvero
tanto per essere finta. Mi sembrava davvero di essere tornata ai tempi
in cui aspettavo Joy e analizzavo con cura ogni movimento per paura di
farle del male.
Mi tirarono su senza troppi sforzi
ma Taylor mi lasciò andare mentre la mano di Rob mi
attirò a se, per quanto fosse possibile dato l’ingombrante
ostacolo.
“Mi ero dimenticato quanto è bello..”
“Cosa?” sussurrai incerta anche se ero certa di aver capito a cosa alludesse.
“Vederti così.. col pancione. Quasi mi manca, sai?”
“Un po’ anche a me..” ammisi sperando di non dovermene pentire.
Quando Rob partiva con le sue
fantasie sull’avere un altro figlio era difficile fermarlo e se
gli avessi dato corda sarebbe stata la mia fine.
“Davvero?” chiese speranzoso. “Possiamo sempre rimediare. Mi ci vorrebbe un minuto solo..”
Non potei trattenere una risata
pensando all’assurdità delle sue parole. “Davvero
hai così tanta fiducia nei tuoi spermatozoi da credere che un
minuto sarebbe sufficiente?”
“Ovvio” rispose
impostando la voce. “Anche perché è così che
abbiamo concepito la prima, no?”
Ecco, il modo in cui diceva la
prima riferendosi a Joy non alludeva a nulla di buono e gli dava troppe
speranze che presto ci sarebbe stato anche un secondo.
“Vero, e facciamo in modo che Joy resti prima e sola ancora per un po’ di tempo, eh?”
“Come vuoi tu
mammina..” rispose divertito e mi sfiorò le labbra.
“Ti ho mai detto che col pancione sei ancora più
bella?”
Risi contro la sua guancia e
respirai piano. “Inutile caro, non attacca..” e mi persi a
guardarlo qualche istante negli occhi finché non fummo
interrotti da qualche strano urlo di gioia.
“Awwwwwwwwwwww Guardate chi c’è! Awwwww!”
Sia io che Rob ci voltammo a
guardare prima Kellan e poi il punto che indicava con l’indice
finché gli occhi caddero inevitabilmente su Cloe che avanzava
quasi in un punta di piedi spingendo il passeggino col nostro pulcino.
Sorrisi istintivamente e prima
ancora che potessi andare da lei il passeggino era già
circondato. Assurdo l’effetto che aveva Joy su tutti quanti. Era
come una calamita, proprio come Renesmee.
Rob riuscì a farsi largo meglio di me ed estrasse Joy dal passeggino.
Un gridolino di gioia le
uscì quando si trovò a volteggiare in aria per poi
atterrare sicura nelle braccia del padre.
“Amore di papà” iniziò Rob con la solita vocina. “Abbiamo fatto il sonnellino, si?”
“Oh si!” esclamò
subito Cloe che ancora mi guardava con soggezione, come se avesse paura
a parlare davanti a me dopo le piccole incomprensioni che c’erano
state. La rassicurai con un sorriso e continuò.
“Ha dormito fino a
mezz’ora fa! E visto che mi avevate chiesto di portarla qui mi
sono permessa di entrare.. E’ troppo presto forse?”
“No!” risposi subito
“Tranquilla Cloe! Hai fatto bene. Sei puntualissima e puoi
entrare qui quando vuoi..” affermai sicura che a nessuno avrebbe
dato fastidio visto che già Bill in precedenza aveva mostrato la
sua disponibilità alle possibili visite di Joy sul set.
“Vieni da zio!” Kellan
reclamò Joy che si buttò tra le sue braccia senza storie.
Era una bambina davvero dolcissima. Andava in braccio a chiunque senza
fare moine, anche se non per molto tempo.
Se la passarono per un po’ mentre io aspettavo paziente il mio turno.
Assurdo. Ero la madre e dovevo
stare in fila per tenere mia figlia in braccio, ma ovviamente era una
mia scelta. Non volevo sembrare una madre troppo appiccicosa e poi mi
sembrava brutto portare Joy lontana dalle braccia di loro che avevano
solo quelle occasioni per tenerla un po’. Senza contare che se
l’avessi presa per ultima l’avrei tenuta più a lungo.
Non feci nemmeno in tempo ad
elaborare i miei pensieri che sentii la mia bambina urlare (maledetto
il giorno in cui aveva imparato a farlo). Mi avvicinai di più a
lei che era tra le braccia di Taylor e non appena mi vide tese in
avanti le sue braccine verso di me reclamando la mia attenzione.
“Vai dalla mamma” sussurrò Taylor mentre io prendevo mia figlia senza difficoltà.
Le stampai un bacio sulla guancia per poi poggiarla sulla mia finta pancia.
“Ciao amore mio” le
dissi con un sorriso a 64 denti. Ricambiò felice con qualche
versetto e poi prese a battermi le mani in faccia in segno di
riconoscimento.
“Joy” la riprese Rob.
“Dai lasciala stare..” dissi schivando le sue manine e continuando a farla ridere con le facce più assurde.
“D’accordo, sarà colpa tua se diventa violenta e picchierà i bimbi a scuola”
“Oddio Rob! Non essere ridicolo!”
“Se avesse un fratellino sarebbe tutto risolto!”
Mio dio. Era proprio incorreggibile.
“Perché mai?”
Sospirai mentre gli occhi
viaggiavano tra lui e Joy e aspettavo la sua spiegazione curiosa come
gli altri che erano attorno a noi.
“Semplice: sfogherebbe la sua
ira e la sua gelosia su di lui, quindi non sentirebbe il bisogno di
farlo a scuola e non diventerebbe violenta..”
Rimasi pietrificata davanti
l’immagine mentale di mia figlia che picchiava un possibile
fratellino e notai che gli altri lo guardavano altrettanto esterrefatti.
“Tralasciando
l’immagine orrenda che mi hai creato..” iniziai. “Ti
rendi conto delle assurdità che stai dicendo, vero?”
“Dai Kris” implorò esasperato. “Solo uno!”
“Rob no..” dissi scoppiando a ridere per la situazione.
Ecco. Tutti ci guardavano divertiti e come al solito avevamo iniziato a dare spettacolo.
“Ma che ti costa?”
“Tanto per cominciare nove mesi di agonia, preoccupazioni, voglie e contrazioni..”
“Tutto qui? E’ solo la parte dolorosa che ti frena?”
Povera me. Cosa avevo fatto per meritarmi questo?
“No, non è solo quello
ma è già tanto. Comunque Rob, smettila. Mi sembri un
bambino di quattro anni quando fai così..”
Onestamente non capivo se lo faceva per esasperarmi oppure perché si divertiva.
Non poteva davvero volere un altro
figlio. Già riuscivamo a malapena a conciliare i nostri tempi
con quelli di Joy, figuriamoci se avessi dovuto fare tutto con un nuovo
pancione e la prospettiva di dover ripetere subito tutto quello da cui
ero appena uscita.
“Bè ti avviso però. Crescerà viziata. I figli unici sono sempre viziati..”
Che qualcuno mi salvi!
Alla fine decisi di assecondarlo. Non avevo altra scelta. Qualunque cosa dicessi avrebbe sempre trovato un modo per replicare.
“D’accordo. Come dici
tu. Comunque meglio che vada a togliermi questa mongolfiera che ho
addosso prima che cada all’indietro”. A quelle parole Rob
porse le mani verso Joy e l’afferrò per lasciarmi libera.
“A tra poco scricciolo mio” le baciai una guancia e mi avviai.
“A dopo amore” disse Rob.
Ma era scemo?
“Ma che “a dopo
amore”? Vieni anche tu che ti devi struccare! A meno che tu non
voglia uscire per strada conciato così..”
Avevamo pensato di andare a fare la
spesa visto che le risorse iniziavano a scarseggiare. Di solito la
faceva Cloe quando poteva ma visto che avevamo avuto il pomeriggio
libero, perché non farlo noi stessi? Sarebbe stato qualcosa di
molto normale, e avevamo bisogno di un po’ di
normalità..che certo non avremmo avuto se Rob fosse uscito con
il look alla Edward Cullen.
“Ma se vengo anche io a chi la lascio?”
“A MEEEE!” un coro si alzò per tutta la stanza e risi divertita.
“Vedi, le persone non mancano, e Cloe è ancora qui nel caso non l’avessi notato..”
Mise su un finto broncio.
“L’avevo notato.. era solo una scusa per tenerla un altro
po’..” ammise infine.
“Awww datela un po’ a me!” esclamò Ashley.
“D’accordo.. vai da Ash amore. La mamma e il papà tornano subito”.
Ma come potevo avercela per più di due minuti con un uomo così?
Lo amavo, con tutta me stessa.
Con gli occhi fissi sul volto di
nostre figlia la passò ad Ash e finalmente si decise a venire
con me mentre Joy calma ci indicava mentre ci allontanavamo.
“Mi farai ammattire un giorno di questi” parlai a bassa voce.
“E’ lo scopo della mia
vita!” mi sorrise e dopo un rapido bacio ci separammo per andare
ognuno nel proprio camerino.
Tornai dagli altri giusto in tempo
per assistere da lontano alla scena di Joy che si colpiva col
giocattolino in testa e scoppiava in un pianto prima calmo e poi
disperato.
Gli altri le furono subito attorno cercando di calmarla e in due secondi fui da lei e la presi dalle braccia di Jackson.
“Mi dispiace Kris” si scusò “Stava giocando e poi..”
“Oh non preoccuparti!”
lo fermai subito prima che potesse continuare o sentirsi in colpa.
“Lo fa spesso, non è colpa tua” gli sorrisi cullando
la piccola con dolci parole.
“No, no, no, no, no. Dai
amore, ora passa..” cantilenavo baciandole la testina mentre lei
mi sbavava un po’ dappertutto.
“Cosa è successo?!” Riconobbi subito la voce preoccupata e affannata di Rob alle mie spalle.
“Non è successo niente amore, si è solo colpita col suo giocattolo..”
Vidi il volto preoccupato di Rob rilassarsi un po’.
“Posso?” chiese allungando le mani.
“Certo..” sussurrai passandogli Joy e sorprendendomi del fatto che mi avesse chiesto il permesso prima di prenderla.
“Sssh.. va tutto bene..” iniziò a sussurrare mentre dondolava sul posto e massaggiava la schiena di Joy.
Inizialmente sembrò non
servire a nulla ma pian piano la piccola iniziò a calmarsi e
finalmente si mise di nuovo su con la schiena e tornò sveglia
come prima.
“Guarda papà
Joy!” Rob chiamò la sua attenzione e un secondo dopo si
battè sulla testa il giocattolo facendo una faccia assurdamente
comica.
Joy si aprì in un sorriso che mostrava i suoi piccoli dentini.
Rob ripetè il suo show e contenta iniziò a battere le mani facendomi illuminare in un sorriso.
Quanto erano teneri insieme..
“Ti diverti eh?” chiese Rob prima di colpirsi per la terza volta.
Una sonora e cristallina risata
invase l’aria attorno e tutti ridevamo divertiti mentre Joy
rubava il piccolo martello di plastica dalle mani di Rob e lo picchiava
sulla testa.
“Brava amore! Così si fa!” incitai mentre Rob mi lanciava un’occhiataccia.
“Mi farai impazzire un giorno di questi” disse.
“E’ lo scopo della mia vita!”.
“La prendi tu?”
“Sisi, tu prendi il carrello..”
Chiusi la portiera della macchina
cercando qualche moneta in tasca mentre mi avviavo all’entrata
del supermercato insieme alla mia fidata guardia del corpo.
Avevo quasi cercato di convincere Rob che non ne avevamo affatto bisogno ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
“Per i primi tempi va bene,
ma ora no Kris. La gente sa che stiamo qui, non puoi mai sapere cosa
potrebbe succedere, non si sa mai a che livelli può arrivare il
fanatismo..” e bla bla bla.. più di un’ora di
predica per farmi capire i rischi che correvamo e che conoscevo
benissimo. Solo che mi ero abituata a vivere la nostra vita in completa
privacy e fino ad allora non era mai successo niente.
Tuttavia gli era bastato toccare il
tasto Joy ed ero rimasta senza argomenti per controbattere. Aveva
ragione. Più di noi due Joy aveva bisogno di protezione
sarebbe stato da incoscienti andare in giro senza. Così dopo le
vacanze di Natale avevamo fatto ritorno in Louisiana con la scorta,
bè, due della nostra scorta intera in realtà.
Non avrei mai accettato di andare
in giro con sei guardie del corpo, ottimo modo per attirare
l’attenzione e far sapere a tutti dove eravamo.
Mantenere un basso e normale profilo era la cosa ideale.
Già odiavo il fatto
che dovessero per forza stare in divisa. Più volte gli avevo
detto che volendo potevano anche stare in borghese ma loro rispondevano
che era il loro lavoro e quindi comprendeva anche la divisa; dopotutto
non potevo dar loro torto. Era come togliere il palco ad un attore,
come se mi avessero privato del copione prima che potessi imparare la
parte.
Persa com’ero nelle mie considerazioni feci scivolare degli spiccioli dalla tasca senza accorgermene.
“Aspetti li prendo io!” subito Dean si chinò e raccolse i soldi.
“Prego signora”
“Oh Dean ti prego! Sono due
mesi che mi chiami signora! Mi fai sentire vecchia.. non sono nemmeno
ancora sposata.. E ti prego, dammi del tu!”
“Ma..”
“Niente ma! Non voglio
ripeterlo più. Sono sempre io.. non è cambiato niente.. E
posso raccogliere i soldi da sola.. davvero.. non devi preoccuparti di
ogni minima cosa. Intesi?” gli sorrisi grata.
“Intesi..”
Alzai un sopracciglio aspettando il resto.
“..Kristen”
Annuì sorridendo. “Ecco, molto meglio!”
Nello stesso momento vidi Rob raggiungerci con John e ovviamente Joy che era tra le braccia del papà.
Era adorabile. Con quel vestitino
che fino a due mesi fa era troppo grande per lei. Era stato un regalo
delle zie molto apprezzato. Era davvero carino: verde, semplice, a
maniche lunghe e la scritta “BabyPunk” in arancione.
L’avevo adorato fin da subito ed era stato un peccato scoprire
che era troppo grande, ma ora le andava alla perfezione.
Rob sistemò Joy nel sediolino del carrello e mi guardò dolce, come se fare la spesa fosse una nuova avventura.
Dean e John accettarono di
aspettare fuori. In fondo la situazione in quella città era
molto calma e non avevamo mai avuto problemi. Una volta resisi conto
della poca folla nel supermercato non avevano motivo di seguirci anche
dentro.
Rob partì in quarta. “Bene, per prima cosa prendiamo un po’ di insalata, spinaci, fagiolini..”
“Scusa da quando mangi così ante verdura..?!”
“Da sempre..”
“Rob.. tu odi la verdura..”
“Non è vero..”
“Forse non la odi ma non la preferisci. E ora hai quasi riempito mezzo carrello solo di insalata..”
“..e spinaci..” aggiunse. “Non dimenticare gli spinaci. Sono importantissimi..”
“Oh d’accordo Braccio di Ferro. Mi spieghi?”
Scosse le spalle. “Bè dobbiamo dare il buon esempio a Joy..”
Riflessi un secondo sulle sue
parole poi mi lasciai andare a una risata. “Rob ha sei mesi e
mezzo. Cosa vuoi che gliene freghi di quello che mangiamo noi?”
“Magari non gliene frega,
però può essere che vedendo i genitori che mangiano tutte
queste belle cosine verdi le viene la voglia e quando crescerà
non farà capricci a mangiare verdura..”
Risi divertita. Quanto amavo quell’uomo. Riusciva sempre ad essere così semplice e divertente in ogni occasione.
“Ti amo, sai?” sussurrai mentre lui era di spalle a prendere altra insalata.
Si voltò e mi guardò dolce. “Ti amo anche io..”
“Mi fa piacere sentirtelo
dire.. ma se non rimetti a posto quei due pacchi di insalata giuro che
ti spedisco da qualche parte a pascolare con le pecore..”
Guardò prima me e poi
l’insalata che aveva in mano. Infine sconsolato la mise via
proprio mentre mi accorsi che Joy stava per allungare la bocca su un
pezzo di carrello.
“No amore! No!” la ripresi prima che addentasse e si fermò.
“E’ cacca” le disse Rob facendomi ridere.
“Perché ridi?”
“Ahah niente..” e
continuai a ridere più forte. “Pensavo che per tutte le
volte che i bambini si sentono dire che quello che non possono toccare
è cacca, cresceranno convinti di stare in mezzo alla merda..
ahahahaha”
“Kris! C’è una minore.. non si dicono queste cose..”
“Ahahahahaha.. lo so scusa.. ma sono in preda ahaha a una risata isterica ahahaha”
Mi sentivo morire, non sapevo
nemmeno perché stavo ridendo. Era una stronzata ma mi faceva
ridere da matti. E più pensavo alla mia risata e al fatto che
stessi ridendo per niente più m veniva da ridere. Non riuscivo a
vedere la faccia di Rob ma sapevo che mi stava guardando accigliato.
“Kris ti senti bene?” chiese sconcertato.
Ancora ridendo cercai di mettermi
di nuovo dritta ma quando mi resi conto che anche Joy stava ridendo
come una matta mi piegai di nuovo in due.
“E’ divertente amore,
vero?” chiesi alla piccola come se potesse capirmi, e sentendomi
ridere anche lei batteva le mani e rideva forte.
Improvvisamente mi interruppi.. “E…e…e.. ecciùùù!”
Rob saltò sul posto, Joy lanciò un piccolo urlo di approvazione e finalmente mi ricomposi.
“Ah, ora mi sento meglio” affermai mentre Rob mi guardava ancora spaesato e con gli occhi sbarrati.
“Ma è una specie di rito che usi prima di fare uno starnuto?”
“No scemo.. ahaha..” risi leggermente ancora un po’ e finalmente mi calmai del tutto.
“Il giorno in cui ti capirò..”
“..non arriverà
mai” finii per lui scherzando e sorridemmo insieme finchè
non ricordai quello che avevo intenzione di fare prima della risata
isterica.
Presi un Plasmon dallo scatolo nella mia borsa e lo porsi a Joy aspettando pazientemente che lo prendesse con la sua mano.
Finalmente si accorse del biscotto e iniziò a mangiucchiarlo.
“Meglio del metallo no?” le sorrisi e stavo per carezzarle la testa quando sentii un altro starnuto salirmi in gola.
“Ecciù!”
Rob mi passò subito un fazzoletto.
“Ah, grazie..” borbottai da sotto la mano che mi copriva il naso e soffiai forte.
“Wow Kris.. che hai lì dentro?!”
“Ma che ne so.. stamattina mi sentivo tutto otturato, ma ho preso qualche caramella e sembrava passato..”
“Non è che stai covando influenza?” si avvicinò e pose la sua guancia sulla mia fronte.
“Non gufare per cortesia. Niente influenza. Dobbiamo girare.. o non ce la faremo con i tempi..”
“La tua salute viene prima delle riprese”
“Lo so Rob, ma è solo un raffreddore. Niente di che..”
“Perché hai quel maledetto vizio di non asciugarti i capelli..”
Non risposi. Aveva ragione. Era un brutto vizio ma non mi trovavo proprio ad asciugare i capelli se non in pieno inverno.
“Ehm.. andiamo avanti.. se no a casa non torniamo nemmeno per ora di cena..”
Così mentre Joy mangiava il
suo biscotto avanzavamo tra i vari reparti riempiendo il carrello. In
un intero supermercato avevamo incontrato solo un paio di fan visto che
la maggior parte delle persone lì dentro erano sopra i 40 e
probabilmente non sapevano nemmeno chi eravamo.
Meglio così.
Mi fermai davanti gli scaffali dei
dolci e meditai qualche secondo prima di iniziare a prendere tutti gli
ingredienti necessari per fare una torta.
Ne ho voglia..” dissi a Rob scrollando le spalle e lui quasi si illuminò in viso alle mie parole.
“Ah ah! Vedi? Hai già le voglie.. interessante..
“Ancora con questa storia?!” esclamai.
“Kris.. sei tu che hai le voglie non io..”
Mi stava proprio stufando.
“Sai che c’è? Non mi va più..” sbuffai
scocciata e iniziai a rimettere a posto le cose ma lui mi fermò
ridendo.
“Dai amore, stavo scherzando” mi sussurrò sulle labbra. “Falla la torta..”
“Non mi va più..”
“Dai.. falla per me.. mi
mancano le tue torte..” supplicò baciandomi dolcemente la
guancia e mi sciolsi come neve al sole.
“D’accordo..” sospirai e mi avvicinai per baciarlo quando..
“E..e..ecciù!”
“Scusa..” sussurrai dopo aver soffiato il naso per la centesima volta e lui sorrise.
Ci mettemmo finalmente in fila per
pagare, giusto in tempo visto che Joy stava iniziando a diventare
insofferente. Iniziò a sbattersi e allungare le braccia per
venire in braccio.
La presi e l’appoggia sul
fianco mentre notai che lo sguardo di Rob era distratto ad osservare..
Oh no! Stava guardando una donna incinta.
Ma era un incubo.
Pensai davvero che potesse risparmiarmi almeno per una volta ma ovviamente chiedevo troppo.
“Guarda che carini..”
sussurrò osservando la donna che si teneva la pancia mentre
quello che doveva essere il marito teneva in braccio un altro bimbo che
poteva avere massimo un anno.
“Si.. sono carini..” confermai.
“Non capisci Kris? Sono segni.. tutti segni..”
“Ehm.. credo di essermi persa qualche passaggio..”
“Bè.. i segni”
“Ma quali segni?” feci l’errore di chiedergli invece di lasciarlo vagare nel suo mondo di fantasia.
“Tu con il pancione..”
“Non è un segno, è un film. Poi?”
“La voglia di torta..”
“Non è un segno, è un desiderio. Poi?”
“La donna incinta..”
“Non è un segno, è una famiglia. Poi?”
“Oh ma insomma! Ti sembra il caso di distruggere tutte le mie prove così?”
“Non sto distruggendo proprio
niente perché le prove semplicemente non sussistono.. E ora
smettila con questa storia.. Anche se ho l’impressione che tu lo
faccia di proposito perché ti piace farmi impazzire..”
Di tutta risposta lui rise e capii che avevo ragione.
“E’ così vero?
E’ come penso?” chiesi mentre Joy guardava il padre come se
aspettasse una risposta anche lei.
“Si” scoppiò infine ridendo. “Però non è come credi..”
Lo guardai accigliata.
“Cioè, mi diverto sì, ma dico sul serio..”
“Ok.. allora ne riparliamo tra un paio d’anni eh?”
“Dittatrice”
Scrollai le spalle e feci per rispondere ma..
“Prendila” dissi veloce passandogli Joy.
“E…e.. ecciù! Aaah..”
“Insisto.. secondo me è influenza..”
“Insisto..chiudi il becco!”
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Capitolo 29 *** On the left ***
on the left
Buonaseraaaaaaaaaaaaaaa!!!
Visto..l'altra volta abbiamo fatto ritardo e oggi posto con un giorno
di anticipo U___U che brave che brave che brave U____U. Questa volta
niente commento da pazze ubriache...siamo normali U.U Ovviamente vi
ringraziamo in modo totale e completo per le sempre numerosissime
recensioni che ci lasciano *____* Non sappiamo proprio che faremmo
senza di voi e i vostri commenti!!
Bene con questo vi lasciamo al nuovo capitolo.
Kiss Kiss Cloe
P.S= C'è un piccolo regalino in fono al capitolo *__*
CAP 29 (Fio)
ON THE LEFT
POV Rob
“Ok.. mi spieghi di nuovo perché stiamo vedendo The fabulous life of..?”
“Perché è divertente”
“Si.. questo l’avevo capito.. E’ un po’ il tuo concetto di divertente che mi sfugge al momento..”.
Kristen che guardava il gossip? Stare qualche giorno a casa doveva averle fatto proprio male.
Con un braccio la circondavo
carezzandole dolcemente la schiena sotto la coperta mentre lei lasciava
dolci grattini sull’altra mia mano e si strusciava ogni tanto sul
mio petto.
“Bè.. ricordi che
all’inizio i gossip mi davano fastidio? Poi ho deciso di
ignorarli deliberatamente.. ma ora.. ora invece li guardo perché
sono divertenti!”
Ancora non seguivo molto bene il
filo. Mi limitavo ad osservare la televisione dall’alto del letto
e guardare le immagini delle case extra-lussuose dei divi di Hollywood.
Rimasi un po’ scioccato dalla
sua affermazione, così come ero rimasto allibito quando facendo
zapping si era fermata proprio su quel programma.
“E credimi.. influenza e televisione sono una pessima combinazione..”
“Ma influenza e lettore DVD
no però..” risposi avvertendo sempre più accentuati
i brividi sulla sua schiena mentre la mia mano procedeva su e
giù sotto la maglia, sulla sua pelle.
“Ma non sempre un DVD
è divertente.. Invece questo sì. Cioè.. potevi
anche dirmelo che hai una cotta per Cloe, non me la prendo eh!”
“Cosa?” chiesi preso alla sprovvista e lei scoppiò a ridere.
“Le cose che si inventano su noi due sono le più divertenti” mi spiegò e continuò a ridere.
D’accordo.. non era in sé. Era evidente.
“Mi dai un bacio?” le chiesi ma lei continuava a fissare la televisione.
“Kris..”
“Rob.. aspetta.. fammi vedere..”
Le alzai il mento con la mano ma si liberò subito. “E dai, potrei contagiarti..”
Ma come? Non si era fatta di questi problemi da quando aveva la febbre e ora poteva contagiarmi?
Le ero stato quasi sempre vicino e
se davvero ci fosse stata possibilità di prendermi qualcosa
sarei stato a letto anche io in quel momento.
“Cioè guarda la figlia
di Katie Holmes! E’ una bimba bellissima ma ha quattro anni e
già la madre le fa mettere i tacchi e le borsette! Ma ti rendi
conto? E poi le sta facendo crescere quei capelli così lunghi
che sembra la gioconda..”
Oddio.. doveva avere la febbre un
po’ alta per fare discorsi del genere. Mai avevo sentito Kristen
parlare della vita degli altri o interessarsi ad affari che non fossero
i suoi.
“Lo sai che Tom Cruise le
voleva far mangiare la placenta?! Cioè se me l’avessi
proposto tu, sai dove ti avrei mandato?”
“Posso immaginare..”
l’assecondai posando la mia guancia sulla sua fronte e notando
che in effetti scottava ancora parecchio.
Povero amore mio..
“UEUEUEUEUEUEUEUE”
Un pianto disumano e improvviso irruppe dal baby phone facendoci quasi saltare dallo spavento.
“Gesù.. secondo me
dobbiamo far controllare quella bambina. Non è normale che urli
così tanto..” constatai mentre dolcemente mi liberavo
dalla presa di Kris.
“Come se non le dessimo da mangiare poi..” aggiunse lei arricciando il naso per lo straziante lamento.
Risi e mi alzai diretto in camera della piccola.
Joy era nella sua culla che si dimenava come una pazza. Mi chinai e subito la presi tra le mie braccia cullandola.
“Che c’è amore? Mmm?”
Lei continuava a piangere e mi ci volle poco per capire il perché.
Da esperto quale ero diventato la poggiai sul fasciatoio e in poco tempo la liberai del pannolino sporco.
Salviettine, pomata, talco e..
Bene.. era rimasto un solo ultimo pannolino.
Come era potuto succedere? Di solito eravamo attenti ad averne sempre una scorta.
Ricordai che era Cloe che li
comprava la maggior parte delle volte ma lei ovviamente non veniva da
quattro giorni. Kris era stata esonerata dalle riprese per qualche
giorno e io insieme a lei visto che avevamo praticamente tutte scene in
comune.
Avevo quindi ritenuto inopportuno far venire Cloe visto che potevo occuparmi benissimo io di Joy.. e di Kris. O almeno credevo.
“Amore sono finiti i pannolini!!!” urlai per poi chinarmi su Joy e cambiare tono in un secondo.
“Di chi è questa
farfallina? Di chi è? Oh, è di Joy!”
cantilenai come un bimbo di cinque anni mentre lei rideva per il
solletico.
“Davvero?! MA COMEEE??”
Mi misi di nuovo dritto. “SI
KRIS! SONO FINITIIII!” urlai in risposta e iniziai a coprire Joy
con l’ultimo pannolino rimasto.
“ALLORA VALLI A COMPRAREEEE!”
Però, che scoperta!
“ORA VADOO!”
“PORTA JOY CON TEEEE!”
Ovviamente. Lasciarla con lei era impensabile.
Finii di vestire Joy e scesi in
cucina. Presi un cucchiaino e un omogeneizzato alla frutta e la sedetti
sul tavolo, proprio di fronte a me.
L’omogeneizzato le piaceva
parecchio e nonostante fosse ancora un po’ assonnata lo mangiava
volentieri e con appetito.
Le pulii la boccuccia e le feci qualche cerimonia mostrandomi felice perché aveva finito tutto.
La presi di nuovo tra le braccia e mi preparai ad uscire.
Le misi cappotto, cappello e
sciarpa visto che quel giorno il tempo aveva deciso di voltarsi a vento
e quando fummo pronti andai sopra da Kris ad avvisarla.
“Amore.. noi andiamo..” le dissi affacciandomi alla porta.
“Awww quanto siete bellini! Fatevi fare un foto!”
“Dai Kris..”
“Una sola!” insistette prendendo la macchina dal cassetto del comodino. “Sorridete..”
“Guarda la mamma Joy..” le sussurrai e quasi come se avesse capito si girò verso Kris.
“E’ stupenda..” bisbigliò Kris soddisfatta.
“D’accordo.. allora a tra poco..” dissi e feci per andarmene ma mi bloccò.
“Ah Rob!”
Mi voltai.
“Potresti passarmi il telefono?”
“Certo!”
Mi voltai in giro e le passai il telefono che trovai sul comò.
“Grazie!”
“Quando vuoi amore..”. Mi diressi di nuovo alla porta ma..
“Rob!”
Mi voltai per la seconda volta.
“Si?”
“Ehm.. credo che ti sia portato il telecomando di là prima..”
Sospirai e con pazienza presi il telecomando dalla camera di Joy e glielo passai.
“Grazie amore.. scusa..” sussurrò.
“Non preoccuparti..”. Per la terza volta stavo per andare ma come mi aspettavo..
“Rob!”
“Cosa?!” chiesi cercando di non sembrare esasperato.
“Mi compreresti le caramelle per la gola? Le ho finite..” disse serena scrollando le spalle.
Inspirai profondamente. “Certo amore mio..” dissi con un sorriso un po’ forzato.
“E non fare così, perché è colpa tua se sto così”
“E perché mai?”
“’E’ influenza..
te lo dico io..’” disse imitando la mia voce. “Colpa
tua e delle tue calunnie..”.
Assurda. Era assurda.
Non era un segreto che Kris si
fosse un po’ approfittata della situazione in quegli ultimi
giorni. Evidentemente essere servita e riverita era di suo gradimento,
ma in fondo forse era colpa mia ad averla abituata così. Sempre
pronto a darle qualsiasi cosa di cui avesse bisogno..
“Ah Rob!”
“Kris.. hai solo la febbre..
non sei invalida..” le feci notare forse anche un po’
acido.. e me ne pentii subito. Cambiai tono in un secondo. “Dimmi
amore..”
Alzò le spalle guardandomi con un sorriso lieve. “Niente.. Volevo solo dirti che ti amo..”
I miei occhi restarono fermi su di
lei qualche secondo, come la prima volta in cui me l’aveva detto.
Era così per noi. Era come se ogni volta fosse la prima.
“Ti amo anche io..” bisbigliai sincero.
“Me lo dai un bacio?”
Ah ah! Vendetta-time!
“Meglio di no amore. Sai
com’è.. potresti contagiarmi..” ripresi il suo tono
di prima lasciandola senza parole.
“Fai ciao alla mamma..” presi una manina di Joy e l’agitai in direzione di Kristen.
“Ciao mami.. ciao..”. Risi.
“Non fate tardi..” disse in un sorriso.
“Tranquilla.. Tu misura la
temperatura e cerca di non acculturarti troppo mentre non ci
siamo..” la presi in giro beccandomi una linguaccia e
infine uscimmo di casa.
“Non preoccuparti amore. Non
ci siamo persi.. Siamo solo.. solo.. dove non dovremmo stare.. Ma ora
papà trova la via di casa.. tranquilla…”
Parlavo a Joy per tranquillizzarla ma in realtà lo facevo per calmare me. Ma come diamine ero finito su quella strada?!
Cioè.. dalla farmacia a casa nostra doveva essere una passeggiata..
Bisognava essere davvero stupidi
per svoltare nel vicolo sbagliato e trovarsi in una strana stradina
circondata da alberi e piante. Mi sentivo quasi in trappola, in un
labirinto a senso unico e senza via d’uscita. L’unica
consolazione era che la strada era unica quindi prima o poi sarei
dovuto sbucare da qualche parte. Finché non c’erano altre
stradine sarebbe andato tutto bene.
Non feci nemmeno in tempo a pensarlo che eccolo apparire davanti a me.. un bivio.
Un incrocio. Destra o sinistra.
Cercai di elaborare una scelta sensata prima di andare a finire nelle
piante che avevo di fronte, ma come potevo pensare in modo sensato?
Mi sentii perso e non sapendo che fare fermai la macchina.
Rimasi qualche secondo seduto guardando il bivio di fronte a me.
“Destra o sinistra?.. E chi lo sa.. Tu che dici amore?”
Mi voltai verso Joy ma lei era troppo impegnata a cercare di mettersi i piedi in bocca.
Beata lei..
Scesi dalla macchina e mi fermai all’incrocio in cerca di qualche cartello, ma niente.
Mi misi le mani nei capelli
cercando un qualche segno divino quando sentii uno strano rumore, come
quello di un fiume o di un ruscello. Era forte, fortissimo e sembrava
provenire dalla cascata di foglie che stavano proprio di fronte
l’incrocio. Non potevo sbagliarmi! Era un rumore troppo forte per
non capire da dove provenisse!
La curiosità quasi mi uccideva..
Tornai alla macchina e presi Joy
dal suo sediolino. Le aggiustai il cappellino e la sciarpa anche se
coperti in quella specie di foresta il vento non arrivava quasi a
colpirci.
Camminai lentamente e cercai in
qualche modo un’entrata o uno spazio da cui passare attraverso le
piante. D’un tratto sentii il vuoto sotto di me, spostai le
foglie che scendevano e si aprì un varco abbastanza largo da
farmi passare.
Lo attraversai carezzato dalle sottili liane delle foglie e rimasi incantato dal paesaggio che mi trovai davanti.
Una piccola cascata scendeva un
po’ ripida verso quel piccolo angolo paradiso che si apriva sotto
i miei occhi. L’acqua scorreva con tranquillità aprendosi
in un ruscello di cui non si vedeva la fine e che divideva il terreno
in due parti.
Accanto a me si stagliava un enorme
salice piangente e attorno come dall’altro lato alberi in quel
momento spogli. Riconoscendoli mi sembravano alberi di pesco e non
potei non pensare a quanto doveva essere bello quel posto in piena
primavera o in estate quando gli alberi erano in fiore e i petali
volavano ovunque.
Mi resi conto che ero rimasto a bocca aperta e solo quando Joy mise una sua manina sul volto tornai in me.
Mi voltai a guardarla e lei mi
osservava seria e concentrata su di me. Le sorrisi e non potei fare a
meno di stringerla forte a me.
“Ti amo amore mio..” le sussurrai sperando in qualche modo che potesse davvero capire.
Non sapevo se fosse stata la
suggestione del posto, l’atmosfera, l’aria.. ma sentivo un
improvviso bisogno di mia figlia. E fortunatamente l’avevo
lì, tra le mie braccia e mi sembrava un miracolo. Il più
bel regalo che la vita potesse farmi.
Come potevo essere stato così fortunato ad avere tutto quell’amore al mondo?
Improvvisamente mi sentii completo,
mi sentii bene dentro. Avevo nella mia vita tutto quello di cui avevo
bisogno per essere felice. Avevo tutto.
Lasciai una scia di baci sulla guancia della piccola e la lanciai in aria un paio di volte deliziandomi delle sue urla felici.
Dopo un po’ riuscii a notare il cielo farsi più scuro e tornai alla realtà.
“Dobbiamo assolutamente tornarci con mamma” sussurrai a Joy mentre lasciavamo quel posto incantato.
Ed ecco che ero tornato alla realtà.. la triste e sconfortante realtà da cui non sapevo uscire.
“Bene.. destra o sinistra?” ripetei tra me e me mentre Joy allungava piano la sua manina indicando la sinistra.
Rimasi un secondo sconcertato
credendo che davvero avesse capito la mia domanda, poi mi accorsi che
stava indicando una farfalla bianca che volava poco lontano da noi.
Verso sinistra..
“Sinistra eh?”.
Gli occhi di Joy viaggiavano da me al suo dito che indicava la farfalla che ormai non c’era più.
Bè.. non avevo molta scelta.. e in fondo la sinistra è la via del cuore..
Mi misi in macchina e senza
esitazione seguii il mio cuore e fu la cosa più sensata che
potessi fare visto che riuscii a rimettermi sulla strada e tornare a
casa.
“Kristen siamo
tornati..” dissi spalancando la porta della camera da letto e
trovandola dolcemente addormentata. Mi fermai a fissarla per qualche
secondo ripensando a quanto ero stato fortunato finché Joy
iniziò a lamentarsi.
“Sssh.. shh.. la mamma dorme..” bisbigliai cullandola e chiudendo di nuovo la porta dietro di me.
“Bene amore..stai un
po’ qui..” le dissi posandola nel suo box. Erano le sette
di sera, perciò avevo almeno un’altra mezz’ora prima
di far da mangiare a Joy e la impiegai per mettere un po’ a posto
casa.
Rimasi soddisfatto del mio lavoro
anche perché avevo finito giusto in tempo per preparare la
pastina a Joy. Mentre cuoceva la sua mi azzardai a preparare qualcosa
anche per me. Non sapevo se Kristen avesse mangiato o meno e
nell’eventualità che si svegliasse e avesse fame decisi di
preparare qualche tramezzino che avrebbe potuto tostare appena sveglia.
Era il massimo che potessi fare visto che riuscivo a stento a tenere
d’occhio la pentola di Joy.
La sistemai sul seggiolone con la televisione accesa ai cartoni animati mentre ansiosa batteva mani e piedi.
“Aaaa…e….. guuu.. ba….”
Mi divertivo un mondo a sentirla
parlare in quella lingua tutta sua. Chissà se i bambini si
capivano in qualche modo.. Chissà se quei loro versi volevano
dire qualcosa..
Sciolsi il formaggino nella pastina
e soffiando ad ogni piccolo boccone facevo l’aeroplanino per
farla mangiare. Non che ce ne fosse bisogno visto che non faceva mai
storie.. era più un mio sfizio personale.
D’un tratto però iniziò a sputare tutto.
“No Joy.. no..”. Le
pulii la bocca con la bavetta e proprio quando le diedi un altro
boccone starnutì sputandomi tutto in faccia.
Rimasi fermo immobile mentre lei scoppiò a ridere divertita.
Ovvio.. io avevo i semini al formaggino che mi colavano dal mento e lei rideva felice.
“Grazi Joy.. grazie mille.. non potevo vivere senza..”
Mi sciacquai la faccia e tornai da
lei che mi buttò le mani in faccia ridendo come una pazza, e non
potei fare a meno di ridere insieme a lei.
Come poteva un piccolo essere farmi quell’effetto? Poteva esistere creatura più dolce al mondo?
Mangiai velocemente e dopo aver
dato un’occhiata a Kristen che dormiva ancora beata misi il
pigiamino a Joy e insieme a lei mi stesi sulla poltrona.
Joy aveva il volto chinato
nell’incavo del mio collo e le carezzavo dolcemente i capelli
mentre lei stringeva il mio dito libero con le sue manine.
Fermai la televisione su qualche
vecchia replica di Tom&Jerry per farla distrarre ma invece mi
trovai a ridere da solo come uno scemo.
Dopo un paio d’ore Joy iniziò a chiudere le palpebre e capii che era ora di metterla a letto.
Le scaldai velocemente il latte e mi avviai in camera sua.
Sembrava quasi uno spreco darle il
latte coi biscotti proprio quando stava per addormentarsi ma invece era
il momento più propizio così avrebbe dormito fino alla
mattina.
La sistemai nella culla sotto le sue coperte col biberon ma lo rifiutò e allungò di nuovo le braccia verso di me.
“Sei proprio una piccola furbacchiona!” sospirai.
Ma come potevo dirle di no?
“E va bene..” La
riprese in braccio. “Ma solo perché è la festa
degli innamorati e sono follemente innamorato di te. Non ti ci
abituare..” sussurrai e premetti Play.
Mi sistemai sulla sedia a dondolo
avvolgendola alla coperta e rimasi ad osservarla ciucciare dal biberon
incantato e perso finché non vidi i suoi occhi chiudersi pian
piano e cullato dalle mie stesse note.. chiusi gli occhi insieme a lei.
POV Kris
Mi stiracchiai un po’ e
istintivamente allungai una mano accanto a me ma incontrai il vuoto. Mi
svegliai completamente in un attimo e un’ondata di terrore mi
avvolse.
Dov’era Rob? E Joy?
Che ore erano?
Le undici..
Oddio! Le undici. E dov’erano loro?
Erano usciti cinque ore prima, possibile che non fossero ancora tornati?
Calma Kris! In un secondo fui in
piedi ed ebbi la sensazionale idea di controllare casa prima di
lasciarmi prendere dal panico. E infatti ero morta di paura
inutilmente. Aprii la porta di camera di Joy ed erano lì. Sulla
sedia a dondolo, Joy stretta contro il corpo di Rob e la ninna nanna
che invadeva la stanza.
Quanto erano belli.. Così
dolci e vulnerabili. Così simili. Avrei tanto voluto fargli una
foto ma il flash li avrebbe sicuramente svegliati e non me lo sarei
perdonata.
Rimasi a fissarli incantata per
minuti interminabili pensando a quanto ero stata fortunata a trovare un
uomo che mi amava in quel modo e che mi aveva fatto il più bello
e inaspettato regalo che potessi avere.
Ero ancora lì dopo non so quanto tempo finché non sentii il mio stesso stomaco portarmi alla realtà.
Mi sentivo davvero bene e infatti la febbre era scesa e ora avevo una fame da lupi.
Scesi in cucina e non potei non notare l’ordine estremo in tutta la casa.
Wow.. doveva essere stato lui, per forza.
Come potevo meritare un uomo come lui.. come?
Ovviamente aveva pensato anche alla mia cena.
Scusa, non ho potuto fare altro! Ma sono fatti con tanto amore..
Diceva un fazzolettino sotto il quale c’erano tre tramezzini al mio gusto preferito.
Aveva decisamente deciso di farmi commuovere quella sera..
Certo.. non era molto impegnativa
come cena.. ma era il modo in cui mi aveva sempre nei suoi pensieri a
farmi capire quanto avessi fatto bene a seguire il mio cuore due anni
prima.
Chissà dove sarei stata se non avessi..
Ma non volevo pensarci.. le cose erano andate così per noi. Era destino. Nessuno mi avrebbe mai convinto del contrario.
Aprii il forno dove avevo lasciato
la torta che avevo fatto quel pomeriggio e notai che era ancora
intatta. Evidentemente non l’aveva nemmeno vista altrimenti non
l’avrei di certo trovata intera.
Gironzolai un po’ per casa, ormai il sonno era passato e non sapendo che fare.. tornai sopra.
Quale passatempo migliore di guardare i miei più grandi amori dormire?
Mi affacciai di nuovo alla porta ma
poggiandomi allo stipite scricchiolò leggermente, eppure
bastò a far svegliare Rob.
“Hey..” disse rauco.
“Scusa.. non volevo svegliarti..” sussurrai dispiaciuta.
“No tranquilla.. Non mi sento più la schiena..” rispose un po’ dolorante.
Subito fui da lui e presi Joy tra le braccia. Oh quanto mi era mancato tenerla.
Mi ero tenuta un po’ a distanza negli ultimi giorni ma ora stavo bene e due minuti di certo non l’avrebbero uccisa.
“Come ti senti?” mi chiese Rob alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
“Bene..” risposi con lo sguardo fisso su mia figlia che dormiva beata. “La febbre è scesa..”
“Si lo sento..” disse
subito lasciando la sua guancia contro la mia fronte e inconsciamente
iniziammo a cullarci entrambi mentre la musica ancora andava..
“Hai mangiato?”
“Si.. grazie per i toast..”
Lo sentii sorridere.
“Anche io ho cucinato qualcosa però..”
“Cosa?!”
“Non te lo dico..”
“E’ una torta allora..”
“Come fai a saperlo?”
“Ogni volta che dici ‘non te lo dico’ è sempre una torta..”
“Ah..” sospirai.
“Grazie.. non dovevi..” mi baciò i capelli.
“Invece si.. te la dovevo da
cinque giorni..” lo guardai negli occhi sorridendo e dopo aver
dato un bacio a Joy la posai nella culla lasciandola addormentata beata.
“Prima però.. voglio darti una cosa..” disse prendendomi alla sorpresa.
Rimasi in attesa finché non cacciò dalla tasca della sua maglietta un Bacio.
“Volevi un bacio oggi no? Eccolo qui. Buon S. Valentino amore mio..”
Oh cazzo.
“Oggi.. oggi.. è…?”
Annuì.
“L’hai dimenticato vero?”
Mi presi una breve pausa prima di
rispondere. “Ehm.. ma no! Certo che no!” cercai di uscire
in qualche modo dalla situazione. “Secondo te perché ho
fatto la torta?” gli dissi con un falsissimo sorriso.
Di tutta risposta alzò le sopracciglia e crollai.
“D’accordo, sì. L’ho dimenticato! Ma lo sai.. sono una frana in queste cose..e poi..”
Mi tappò la bocca.
“Accetta solo questo bacio da me..” sussurrò
tendendo la mano aperta col cioccolatino in mano.
Un Bacio. Niente di più
semplice. Come noi. Il S. Valentino passato era stato molto più
teatrale di quello ma doveva farsi perdonare. Dopotutto sapeva che per
me quelle feste non significavano molto.
Presi il cioccolatino ripensando a
quando sulla torre Eiffel era stato proprio uno di quelli a scegliere
il nome di nostra figlia.
“Sai perché dimentico sempre queste cose?”
Mi guardò in attesa di risposta e nel frattempo mi cinse i fianchi con le braccia avvicinandomi a se.
“Perché non ho bisogno
di un giorno particolare per ricordare quanto ti amo..” dissi in
un sussurro guardandolo negli occhi.
Ci perdemmo nei nostri sguardi che si scioglievano sempre di più.
“Nemmeno io.. e ti sembrerà strano ma.. se stasera sono qui è perché ho seguito il mio cuore..”
Cercai di capire bene il senso delle sue parole senza riuscirci.
“E’ una storia lunga.. te la spiegherò..”
Annuii. “Bè.. ora che abbiamo questo Bacio.. che ne diresti di un bacio vero?”
“Direi che.. potresti contagiarmi..” sussurrò sulle mia labbra sfiorandole dolcemente.
“Nel caso.. qualche giorno a casa.. non ti farà male..”
Risposi e poggiai le mie labbra sulle sue. Finalmente.
Ecco
il regalino. Una foto della nostra joy ideale (anche se presto
sarà reale...U__U ) con cappellino a spasso con papà Rob.
Awwwww
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Capitolo 30 *** Primi passi ***
primi passi
Buonasera
ragazze!!!!!!!!!!!!!!! Lo sappiamo che non vi aspettavate di trovarci
qui ma abbiamo una notizia bella per voi: visto che abbiamo qualche
capitolo pronto abbiamo deciso di tornare a postare una
volta a settimana!!! Evvaiiii squillino le trombe, fate festa!!! Si ok
ok U____U
Allora eccovi il 30 capitolo (mamma mia già siamo a 30 T___T mi
sembra ieri che abbiamo iniziato ueueueueu) Per voi c'è un
piccolo regalino alla fine come la volta scorsa *______*
Vi mandiamo un enorme bacio e....enjoy!!
CAP 30 (Fio)
PRIMI PASSI
POV KRIS
“Vieni amore!” incitai Joy con tutta la grinta possibile..
ma lei se ne stava semplicemente in piedi a fissarmi e come sempre dopo
appena due secondi si trovò di nuovo col culetto per terra.
Sentii Rob ridere ma senza
demordere abbandonai la posizione accovacciata che avevo assunto e
tornai dal mio pulcino che si era comodamente seduta sul tappeto del
salotto.
La misi di nuovo in piedi e lei si aggrappò alla mia mano con forza. Ovviamente..
Con il mio aiuto riusciva a
camminare senza cadere.. ma avrei tanto desiderato vederla camminare da
sola. Qualche volte le capitava di mettersi in piedi ma così
restava. Immobile per qualche secondo per poi cadere di nuovo.
Ah ma io non avevo nessuna intenzione di abbandonare il mio scopo.
Sapevo che era pronta.. era solo
troppo pigra per muovere quei piedini e venire da me. Immaginavo che
avesse bisogno di uno sprono, che se le avessi messo sotto gli occhi
qualcosa che voleva allora sarebbe venuta a prenderselo, ma i miei
tentativi con giochi, biscotti e pupazzi erano andati tutti a vuoto.
Quella bambina riusciva ad avere
una nonchalance non indifferente per avere appena dieci mesi. Sapevo
che capiva quello che volevo da lei.. ma non sembrava avere la minima
intenzione di accontentarmi. Mi abbassai alla sua altezza e mi
guardò con aria accigliata, come se volesse dirmi “Che
vuoi da me? Ho solo dieci mesi..”
Ma sapevo che era intelligente e
furba.. Se avesse voluto avrebbe potuto iniziare a camminare anche da
sola senza i miei continui incitamenti, ma in fondo mi divertivo..
Era un cliché così classico che non volevo perdermelo per nulla al mondo.
Rob era invece stranamente indifferente.
“Quando sarà pronta camminerà..” aveva detto, ma io ero troppo impaziente per aspettare i suoi comodi.
“Amore mio.. tu vuoi bene
alla mamma vero? E vuoi farla felice no?” dissi a mia figlia non
avendo risposta ovviamente. “Bene.. se fai due passi farai la
mamma molto molto felice!” continuai il mio monologo nella remota
e assurda illusione che mi capisse davvero ma di tutta risposta si
stese completamente sul tappeto come se volesse farmi un dispetto.
“Piccola monella!”
esclamai chinandomi su di lei e facendola un leggero solletico alla
pancia. Iniziò a ridere senza smettere mai. Una risata
cristallina come nessun’altra, squillante e piena di vita. Mi
faceva bene davvero sentirla ridere così..
“La volete finire voi due?” sentii Rob dall’alto del tavolo su cui stava appoggiato con decine di fogli.
Avrei voluto dirgli di no.. ma ero troppo presa dalla risata di Joy e dalla mia per poter parlare.
“Non fare il
rompipalle” riuscii ad esclamare tra una risata e l’altra
ma non feci in tempo ad alzarmi che Rob fu dietro di me e stringendomi
le braccia ai fianchi mi mise al tappeto. Non riuscii nemmeno ad
oppormi che subito le sue lunghe dita furono sui miei fianchi veloci e
agili in quei punti particolari che sapeva mi facevano morire dal
solletico.
“No..n-no… Rooob.. Ti prego..” ridevo. “Ti prego.. smettila..”
“Chi è il rompipalle, eh?” continuava imperterrito divertito dal modo in cui mi aveva in pugno.
Non ce la facevo più.. ma il desiderio di non dargliela vinta era troppo forte..
“Allora?” mi sfidò mentre sentivo il respiro allo stremo delle forze.
“Ne-nessuno..” ansimai
con un soffio di fiato. “Rob.. dai..” risi. “Mi manca
l’aria..”
E finalmente si fermò mentre io riprendevo a pieni polmoni il fiato che avrei recuperato entro un paio d’anni.
Si accoccolò di fianco a me
ed ora eravamo entrambi faccia a faccia con Joy che stesa su un fianco
si era goduta lo spettacolo con un piede in bocca.
Un sorriso innocente e deliziato le
illuminava il viso scoprendo quei quattro dentini così simili a
stelle luminose nel cielo.
Rob allungò una mano e le
sfiorò il piedino così da farle solletico e costringerla
a toglierselo dalla bocca.
Un riso assurdo risuonò per
tutta casa e ormai stuzzicata dal padre Joy si mise a carponi e con un
paio di gattonate ci raggiunse.
Rob aprì le braccia e lei
prese ad arrampicarsi sul mio corpo passandomi completamente sulla
pancia finché non l’aiutai con una spinta a finire nelle
braccia del papà che finalmente tornò a stendersi accanto
a me con la nostra bambina sul petto.
Dio.. quanto erano teneri..
Mi voltai di lato così da poterli avere di faccia..
Joy aveva la sua guancia poggiata
sul petto di Rob mentre le gambe scendevano sui suoi fianchi. Era a
cavalcioni su di lui e la sua manina era già allungata verso
l'orecchio di Rob. Era una cosa che aveva iniziato a fare da
poco..molto spesso.. anche con me. Si divertiva a giocare con i lobi
delle nostre orecchie ogni volta che erano a portata di mano.. Beh
più che un gioco era una specie di calmante, come una di quelle
palline anti-stress oppure il ciuccio che non aveva mai voluto.
Avrei voluto stampare
quell’immagine nella mia memoria per non dimenticarla mai
più.. e un secondo dopo ricordai che potevo farlo. Mi alzai
velocemente per afferrare la macchina fotografica sullo scaffale e
tornai a stendermi nella stessa posizione di prima e in un click avevo
immortalato uno dei momenti più teneri della mia vita.
Joy allungò la mano verso la
macchina fotografica reclamandola. Onde evitare spiacevoli danni alle
mie preziosissime foto non gliela diedi ma mi avvicinai a Rob. Capendo
le mie intenzioni invertì la posizione di Joy mettendola a
pancia su sul suo petto in modo che potesse vedere anche lei la
macchina che avevo allungato sopra di noi.
“E’ una foto molto bella..” sussurrò Rob dolcissimo.
E così ci trovammo a vedere
tutte le altre foto, una di seguito all’altra.. una più
bella dell’altra. Insieme ai video..ne avevo fatte in
continuazione dalla nascita di Joy non volendo perdermi ogni istante
della sua vita. Ce n’erano moltissime e abbastanza varie: una in
cui dormiva con il culetto in su, una in cui fissava un pupazzo accanto
a lei nella culla, una in cui si metteva sorridente un dito in bocca..
Mi piaceva avere già
così tanti ricordi della sua vita e il pensiero che era solo
l’inizio era ancora più allettante..
A un certo punto Rob mi strappo la macchina da mano e la girò verso di noi.
“Sorridete!”
E scattò.
“Non avevi avvisato!”
lo accusai scherzando e in minuto ci trovammo a farci qualcosa come
cinquanta foto nelle posizioni più buffe e facendo smorfie con
l’intento di far ridere Joy.
Quando ci fu impossibile maneggiare
tutto con una mano Rob non si perse d’animo e posizionò la
macchina sul tavolino davanti a noi impostando l’autoscatto.
Continuammo per quasi
mezz’ora e nonostante tutto non si stufava di alzarsi ogni tre
secondi per impostare puntualmente lo scatto automatico.
Ci perdemmo di nuovo sul tappeto
nella stessa posizione in cui eravamo poco prima e mentre Joy
tranquilla faceva i suoi gorgheggi allungando le mani verso
l’aria.. ci gustavamo tutte le foto che avevamo appena fatto.
Alcune erano sfocate oppure mancanti di qualche pezzo del nostro corpo,
ma altre erano venute davvero bene.
Una era l’immagine della
perfezione: Joy rideva in piedi in mezzo a noi poggiandosi sulle nostre
mani unite mentre noi in ginocchio uno di fronte l’altra le
scoccavamo un bacio su ogni guancia.
Decisi che ne avrei fatto una
stampa grande e l’avrei incorniciata e appesa da qualche parte.
Era troppo bella per restare nascosta in una cartella di un computer.
Ma d’altronde avevo già stampato la maggior parte delle
nostre foto, solo che non le avevo sistemate in giro per casa. Non
quella casa che presto avremmo abbandonato di nuovo. Le riprese erano
quasi finite; mancavano quei ritocchi che con un po’ di fortuna
ci avrebbero portato via una sola giornata o al massimo due e ancora
non volevo pensare alla stretta allo stomaco che già avvertivo
al pensiero che era tutto finito.
Decisi di non pensarci fino allo STOP definitivo.. anche se era troppo strano..
Sembrava passato un secolo dal primo ciak di quella avventura e ora stava per finire tutto..
Tra una settimana massimo saremmo tornati in California, nella nostra casa.. E tutto mi sembrava terribilmente irreale..
Tra un mese mi sarei sposata..
Oddio. Detto così faceva davvero paura. Un mese.
Era una cosa stupida forse, ma
già mi sentivo nervosa alla sola idea che mancavano trenta
giorni al matrimonio.. E c’era ancora così tanto da
organizzare..
Non mi ero nemmeno accorta che Rob
aveva posato la macchina fotografica e mi guardava assorto
probabilmente già da parecchi minuti.
“Posso sapere cosa sta
pensando la tua testolina?” chiese storcendo un braccio per
sistemarmi i capelli dietro l’orecchio.
Non potevo mentirgli ma non potevo
nemmeno dirgli che avevo paura per l’imminente matrimonio.
Avrebbe frainteso.. avrebbe pensato che avessi qualche ripensamento..
“E’ che.. sta per
finire tutto..” sussurrai. “Non è strano?
Cioè.. Fine. Niente più riprese, niente più saga..
Non so.. mi fa uno strano effetto pensare che siamo davvero arrivati
alla fine.. Sembrava ieri quando..”
“..quando caddi dal letto di Catherine dopo averti baciato?”
Sorrisi ricordando quel momento
tremendamente comico.. e imbarazzante. Era così chiaro anche
allora che gli facevo uno strano effetto.. E i risultati si erano
mostrati subito..
“A me sembra ieri che guardavo quel film nella mia solitaria casa di Londra.. quando desideravo solo conoscerti..”
“Galeotto fu il film e chi lo guardò!” scherzai.
“Già..”
sussurrò con un sorriso malinconico sul volto. “E’
assurdo.. come il destino si sia fatto strada così facilmente
tra noi..”
“Credi che sia stato il destino?”
“Non ho dubbi..” rispose senza aver bisogno di pensarci.
Mi avvicinai e ci scambiammo un bacio dolce e innocente prima che riprendesse a sdrammatizzare come suo solito.
“E comunque non è mica
la fine.. Abbiamo ancora più di un anno prima di chiudere questo
capitolo. Due film da promuovere, paesi da girare per l’ennesima
volta, aerei da prendere..”
“Già” concordai.
“Ma stavolta saremo in tre..”. Carezzai dolcemente la
guancia di Joy, così soffice come può esserlo solo la
pelle di un bambino.
“E saremo sposati..”
continuò lui riportandomi lo stato d’ansia che mi aveva
abbandonato per un po’.
“E questo mi ricorda che stavo facendo qualcosa di importante.. prima che mi distraeste con le vostre risa..”
Si mise seduto sul tappeto e io
insieme a lui. Diede un bacio tra i radi capelli di Joy e dopo avermela
passata si alzò e tornò al tavolo a fare quello che stava
facendo: la lista degli invitati. La parte che più avrei voluto
evitare. Avrei quasi voluto avere solo la famiglia ma come potevamo non
invitare gli amici?
E così, un amico tira
l’altro e mi trovavo nella scomoda posizione di non sapere chi
considerare tanto amico stretto da dover essere invitato e chi no.
Odiavo queste situazioni.
“Allora.. questa lista..”
Facendo finta di non ascoltarlo
sistemai di nuovo Joy in piedi e spostandomi di qualche passo presi ad
incitarla come sempre, ma fu il solito buco nell’acqua.
Sederino a terra.
“Kris.. ti prego.. abbiamo poco tempo.. dobbiamo mandare gli inviti..”
“Oh Rob.. stai tranquillo.. Non credi che i primi passi di tua figlia siano più importanti?”
“Se li facesse.. sì..”
“Come fai a sapere che non li farà stasera?”
“Perché ho passato
ogni sera dell’ultima settimana a filmarla sperando di vederla
venire verso la telecamera mentre invece mi trovo solo duemila
registrazioni di lei che puntualmente cade a terra..”
“Vedi.. sono le
mentalità come le tue che non fanno camminare i bambini. Se non
ha camminato le ultime sette sere non vuol dire che non lo faccia
stasera o domani.. E se tu la spronassi insieme a me magari mi
risparmieresti metà della fatica..”
“Ma perché non abbiamo preso un girello?”
“Perché ho letto che fanno le gambe storte..”
Mi guardò accigliato come se avessi sparato la stronzata del secolo.
“Guarda che è provato!
Avendo un appoggio stabile il bambino non sforza i palmi dei piedi
caricando invece il peso sulle punte semplicemente per spostarsi da un
posto all’altro, quindi senza perderebbe facilmente
l’equilibrio”.
Lo lasciai spiazzato e incapace di replicare anche perché era una tesi più che giusta.
“E poi lei sa camminare quasi
bene, cioè, non si muove, questo sì.. ma è solo
perché ha bisogno di un motivo valido per farlo..Quindi…
se tu venissi vicino a me e la chiamassimo insieme magari si
decide..”
Lo guardai speranzosa e dopo pochi
secondi si alzò anche se poco convinto e dopo aver rimesso Joy
in piedi per l’ennesima volta venne accanto a me e iniziamo a
chiamarla insieme.
“Vieni amore! Vieni dalla mamma..”
“Vieni da papà..”
Restò in piedi un po’
più a lungo del solito e quasi mi macò il respiro quando
la vidi fare un passo incerto.. per poi cadere nuovamente a terra.
Sentii lo sguardo di Rob fisso su di me ma non mi voltai.
“Credo che quando sarà pronta camminerà..” concluse e tornò a quel dannato tavolo.
“Apatico..” ghignai
Mi fece una linguaccia e sorrise.
“Ora che abbiamo fatto tutti i tentativi possibili.. possiamo concentrarci sulla lista un secondo solo per favore?”
Sbuffai alzandomi e prendendo Joy in braccio mi sedetti sulla sedia di fronte a lui.
“D’accordo, spara!”
“Oh! Allora.. molto semplice.. Lista. Dimmi i nomi..”
Ci pensai qualche secondo cercando
di fare mente locale delle prime persone che erano scontate.
“Beh.. le famiglie e gli amici…”
“Amici.. nomi?”
“Dai Rob.. I più
stretti. Tom, Sam, Dakota, Ashley, Jackson, Chris.. bè.. un
po’ tutto il cast.. il resto del britpack.. I soliti
diciamo..”
Annuì scrivendo velocemente una sfilza di nomi.
“Ah e poi Michael..” aggiunsi giocando con le mani di Joy.
Vidi la mano di Rob fermarsi di botto e il suo viso alzarsi lentamente fino ad incontrare il mio.
“Michael chi..?” chiese come se non conoscesse la risposta.
“Michael Michael, Rob. Sai chi..”
“Stai scherzando?!” non capii se era un’affermazione o una domanda ma risposi lo stesso.
“No.. non sto scherzando. Perché dovrei?”
“Esatto.. perché dovresti invitarlo?”
“Perché no?”
“Kristen!”
“Robert!”
“Rispondimi!”
“Cosa?!”
“Perché vuoi invitarlo?”
“Beh perché ha fatto parte della mia vita e nonostante tutto l’ho fatto soffrire..”
“Infatti non credi che evitando gli risparmieresti ulteriore sofferenza?”
“Prima di tutto lui non prova più niente per me..”
“Questo lo dici tu..”
“E poi sa bene come stanno le
cose. Lo sa da sempre.. Sa anche di lei..” dissi indicando Joy.
“E poi da quando ti preoccupi dei suoi sentimenti?! Non
nasconderti dietro tutta questa magnanimità che non hai mai
avuto nei suoi confronti..”
“Oooh scusami tanto se non
faccio i salti di gioia quando mi dici che vuoi invitare il tuo ex
ragazzo al NOSTRO matrimonio..”
“ESATTO ROB! Ex-ragazzo!” scandii bene ogni sillaba.
“NON E’ QUESTO IL PUNTO!” disse alzando la voce e già iniziavo ad innervosirmi solo per quello.
“E ALLORA QUAL’E’ IL PROBLEMA?!”
“Non lo voglio lì! Su questo non si discute!!!”
Rimasi senza parole per un secondo,
presa troppo alla sprovvista da questa.. lite? Cos’era? Non lo
sapevo.. Avevo solo una gran voglio di urlare.. Ma mantenni la calma.
“Allora.. fammi capire..
Decidi tutto tu? E’ così? E quando saremo sposati come
funzionerà? Tu porterai i soldi e io baderò alla casa e
ai figli?”
Alzò gli occhi al cielo. “Non essere melodrammatica ora..”
“NON LO SONO ROB!!!”
esplosi. Avrei voluto continuare ma avevo Joy tra le braccia che
già si guardava attorno spaesata. Non volevo spaventarla.
Senza dire altro salii al piano di
sopra e misi Joy nella sua culla sperando che il biberon bastasse a
farla addormentare. Dopo di che andai in camera, presi il cuscino di
Rob dal letto e tornai giù
“Che fai ora? Che vuol dire?” disse quando mi vide buttare il cuscino sul divano.
“Vuol dire che visto che anche a me piace decidere.. stasera dormi sul divano!!!”
“COSA?!”
“Beh finchè non siamo sposati non dividiamo quindi..”
“Forse allora non dovremmo sposarci!”
Rimasi di sasso.. come lui. Sorpreso dalle sue stesse parole.
Calò un silenzio tombale che
forse uno dei due avrebbe riempito se avesse avuto la forza di
parlare.. Ma io non sapevo che dire. Ero ferita..
“Già.. forse non dovremmo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrare con voce rauca e corsi via.
Mi chiusi la porta della camera alle spalle sbattendola forte, mi buttai sul letto.. e furono solo lacrime.
"Ok Tesoro.. ora basta. Dimmi che è successo.."
Mia madre non demordeva certo e mi
conosceva troppo bene per bersi la mia scusa del mal di testa. Non
attaccava con lei e lo sapevo bene.
Aveva inteso che qualcosa non
andava dal momento in cui aveva passato il gate dell'aeroporto ma
d'altronde, come potevo nasconderlo?
Nonostante gli sforzi non riuscivo a fingere che andasse tutto bene. Perché non era così..
Mi ero svegliata sperando di aver
sognato tutto ma invece no. L'avevo trovato in cucina a girare il
cucchiaino in una tazza di latte. Aveva alzato lo sguardo, ci eravamo
guardati e niente..
Avevo preparato Joy e sarei anche uscita di casa senza dire niente se non mi avesse chiesto cosa avevo intenzione di fare.
"Vado a prendere mia madre..torno
stasera" avevo detto fredda sicura che nonostante tutto ricordasse che
mia madre veniva a trovarci. In realtà veniva per non so che
lavoro e visto che era in zona sarebbe rimasta da noi un paio di giorni.
"Lasciami Joy.." aveva chiesto.
Indugiai per un secondo ma non avevo intenzione di lasciarlo vincere.
"Ormai è vestita.. la porto con me.."
E così ero uscita di casa e
ora ero seduta sulle panchine del centro commerciale con mia mamma
mentre Joy dormiva beata nel passeggino e ovviamente Dean ,che non
mancava di "proteggermi", soprattutto quando uscivo da sola.
"Sai che ti dico? Ci vuole un bel gelato!" esclamò mia madre entusiasta.
Scossi il capo. "No grazie.. non mi va.."
Mi mise un mano sotto il mento alzandomi dolce il viso. "Amore mio.. cosa è successo?"
Me lo chiese così
preoccupata e desiderosa di poter aiutarmi in qualche modo che non
potei proprio fare a meno di raccontarle tutto.
"Tutto qui?" disse tranquilla quando ebbi finito la mia sintesi.
"Come.. come tutto qui? Hai sentito che ho detto? Rob non vuole più sposarsi.."
"Oh sciocchezze.. sono cose che si dicono.. E anche tu gli hai detto che non dovreste.."
"Ma perché ero arrabbiata.."
"Appunto.. eri arrabbiata. Come lui"
"Si ma perché? Non mi sembra
di aver fatto niente di male.. Michael è un capitolo chiuso..
Non posso credere che dopo tutto questo tempo non abbia alcuna fiducia
in me.."
"E non hai pensato che magari è in lui che non ha fiducia?"
"Che vuoi dire?"
"Questo dovresti capirlo da sola..
Dovresti capire se lui è quello che vuoi davvero.." disse
eludendo la domanda. "Amore il matrimonio è una cosa
importante.. ti segna per il resto della vita.."
"Stai dicendo che sto sbagliando?"
"No! Assolutamente! Io sono
convinta che Robert sia il tuo destino.. ma tu.. devi pensare a tante
cose.. devi esserne sicura.. Lo sei?"
Non risposi subito benché
sapevo la risposta a quella domanda. Eppure qualcosa mi bloccava, forse
la rabbia che ancora provavo per la sera prima. Chinai il capo confusa.
"Quando ho sposato tuo padre l'ho
fatto consapevole anche dei suoi difetti.. L'ho fatto pensando che
avrei visto il suo viso per il resto della mia vita.."
Sospirai abbattuta.
"D'accordo.. chiudi gli occhi.."
La guardai stranita qualche secondo e poi feci come mi disse.
"Ora.. dipingi il tuo futuro.. Che cosa vedi?"
Restai assorta nei miei pensieri qualche secondo poi aprii gli occhi e capii.
Le sorrisi. "Grazie mamma.."
Solo ora mi resi conto che Joy si
era svegliata e stava tra le braccia di mia madre. Dio.. ero
così assorta nei miei problemi da non averci nemmeno fatto caso.
"Sono qui per questo.." rispose
serena mentre si spupazzava Joy e ringraziai il cielo di averla avuta
lì in quel momento, proprio quando ne avevo bisogno.
"Sai una cosa? Ora mi va proprio quel gelato.."
Si aprì in un sorriso
smagliante e prima che potessi avere il tempo di scegliere il gusto mi
aveva già passato Joy ed era corsa verso la gelateria proprio di
fronte a noi. In fondo sapeva quali erano i miei gusti preferiti.
Tornò poco dopo con due coppette alla nocciola e vaniglia. Come piaceva a entrambe.
Iniziai a mangiare mentre Joy seduta nel suo passeggino mi guardava vogliosa allungando una manina verso il gelato.
Oddio.. poteva mangiarlo?
Non lo sapevo ma non potevo rischiare che le venisse qualcosa. "Amore non posso darti il gelato.. lo vuoi un biscotto?"
"Perché non le dai un po’ di gelato?" chiese mia madre stupita.
"Beh.. non.. non lo so. Non le fa male?"
"Tu l'hai mangiato ad otto mesi.."
"Davvero?"
Annuì e sotto suo consiglio
decisi di fare una prova. Raccolsi col cucchiaino un po’ di
gelato alla vaniglia e lo allungai a Joy che aprì subito la
bocca. Dapprima contorse il faccino in una smorfia tenerissima presa
alla sprovvista dal cibo freddo a cui non era abituata ma subito dopo
allungò di nuovo le mani e capii che le piaceva. D'altronde.. a
chi non piaceva il gelato?
Dopo un po’ mi alzai per
buttare le coppette vuote ma alzando gli occhi davanti a me rimasi
colpita notando qualcosa che prima non avevo minimamente visto troppo
presa dai miei sfoghi. Era lì.. davanti a me.. e ne ero
stranamente incantata. E non mi capitava spesso in situazioni del
genere.. eppure ora era tutto così.. perfetto..
"Kristen.. tesoro.. che succede..?"
"Mamma.. è perfetto.. l'ho trovato.."
"Cosa?"
"Il mio abito da sposa.."
Uscimmo dalla macchina ridendo come
due ragazzine mentre non so come riuscivo a portare Joy e le duemila
buste con tutte le cose che mia madre aveva "dovuto" comprare alla
nipotina. Le avevo detto di no, che sarebbero stato un peso in
più per il trasloco, ma non ero riuscita a fermarla.
Appena aprii la porta mi bloccai trovandomi Rob davanti con quello sguardo così.. sincero.. pentito..
Lo odiavo quando mi faceva quello sguardo.. Mi faceva quasi male..
"Ciao.." sussurrai
Sorrise. "Ho provato a chiamarti un sacco di volte.. Ero preoccupato.."
"Oh.. scusa io.. avevo staccato il telefono.."
Mia madre ci salvò dalla quella situazione quasi imbarazzante.
"Ciao Robert!" esclamò entusiasta entrando subito dietro di me.
"Jules! Ciao! Che piacere vederti!"
Si abbracciarono affettuosamente.
"Che bello che sei qui.. quanto resti?"
"Oh solo un paio di giorni.. non voglio creare problemi.."
"Mamma!" l'ammonii.
"Non farti nessun problema! Puoi restare quanto vuoi!" terminò Rob per me.
In quello stesso istante Joy
iniziò ad agitarsi e a gridare tra le mie braccia, Rob si
voltò e lei automaticamente allungò le braccia verso di
lui.
"Amore di papà.. vieni
qui..". In un secondo la prese e lei si strinse a lui che l'abbracciava
stretta baciandole le guance diverse volte. "Mi sei mancata da
morire."disse in un sussurro ma io lo sentii e mi si strinse il cuore.
"Hai mangiato..?" chiesi con un fil
di voce sapendo già che avrebbe risposto di no e infatti mi
scrutò e scosse il capo.
"Bè.. io.. ti ho portato del
pollo.." balbettai indicando lo scatolo di cartone che avevo poggiato
sul mobile all'ingesso.
"Grazie.."
Vidi Joy sbadigliare e stropicciarsi gli occhi e fu un'ottima scusa per allontanarmi un po’.
"Meglio che le dia il biberon e la
metta a letto.. è stanchissima. Ha voluto camminare mano nella
mano tutto il pomeriggio.."
Scoccandole un bacio mi
passò la bimba e trascinò mia madre in salotto. Joy
poggiò la sua guancia sulla mia spalla e prese a giocare con il
mio orecchio, segno che stava davvero per cedere. Perfetto! Il solito
biberon con latte e biscotti e sarebbe crollata in meno di dieci
minuti. Scaldai il latte mentre dalla cucina sentivo Rob e mia madre
parlare del lavoro per cui era venuta e per guadagnare tempo misi il
pigiamino a Joy. Restai sulla sedia a dondolo aspettando che finisse il
suo latte e chiudesse gli occhi definitivamente. Quando fui sicura che
era ormai persa nel mondo dei sogni la posai nella culla e la coprii
delicatamente lasciandole un bacio in fronte.
E ora? Che facevo? Era assurdo sentirmi così.. come se fossi un'intrusa..
Senza farmi sentire scesi piano le
scale pensando a qualche scusa per irrompere nella stanza senza
sembrare in difficoltà.. ma mi bloccai sull'ultimo scalino
quando sentii la voce di Rob..
"Io non voglio perderla Jules.."
"Non la perderai Robert.. lei è lì.. Ha solo paura che tu non abbia fiducia in lei.."
"Non è così.." la sua
voce era a dir poco stupita dalla rivelazione che mia madre gli aveva
appena fatto. "Io ho fiducia in lei.. ho solo paura..
Vedi.. ho fatto.. tanto.. per
averla. Ho fatto cose che non avrei fatto per nessuna.. Ma con lei era
tutto dovuto.. Non era un peso.. Sapevo che ne valeva la pena. Ho
lottato per arrivare a questo.. e.. e.. il pensiero che qualcuno me la
porti via o che possa stancarsi di me non.."
Non terminò la frase e
potevo giurare quasi di sentire le sue lacrime che scendevano sul suo
viso. Avrei voluto colmare quel silenzio entrando nella stanza e
buttandomi fra le sue braccia ma non era ancora il momento..
"Robert.. non si può
eliminare il passato così come non si possono cancellare persone
che hanno fatto parte della tua vita. Michael è il suo passato..
ma il suo futuro sei tu. Il suo presente sei tu. Pensa a vivere questa
vita invece di preoccuparti di come sarebbe se non fosse andata
così.."
Mia madre era davvero l'unica che
riusciva a trovare le cose più giuste da dire nel momento in cui
andavano dette. Mi trovai a sorridere da sola nella penombra delle
scale.
"Grazie Jules.. davvero.."
"A disposizione.. Ma ancora per poco. Sai come si dice.. Tra moglie e marito.."
".. non mettere il dito.." terminò Rob ridendo per poi continuare. "Ammesso che voglia ancora diventare mia moglie.."
Sentii mia madre sbuffare quasi
divertita. "Uuuh! Siete davvero uguali certe volte.." disse e sentii
dei movimenti. Salii qualche gradino per poi far finta di scendere di
nuovo.
Me li trovai di faccia come se davvero non avessi ascoltato niente e stessi scendendo in quel momento..
"Tesoro.. vado a letto, sono distrutta. Quella bambina è instancabile" disse roteando gli occhi e risi.
"Buonanotte mamma.. la tua camera è in fondo a destra" le indicai.
"Grazie tesoro.. Buonanotte ragazzi.."
"Anche a te Jules, grazie mille.. davvero.."
Mia madre gli fece un occhiolino e sparì dietro la rampa delle scale.
Così.. ci trovammo soli.. faccia a faccia nella fioca luce che veniva dal salone.
Ed era il momento per parlare davvero.. o forse non parlare per niente..
"Tu.. tu non devi.."
"lo so.." mi fermò prima che
potessi anche solo iniziare la frase. Mi prese le mani e lentamente si
avvicinò per baciarmi.
Come era possibile? Come potevamo
essere così stupidi e così innamorati da riuscire a
capirci senza nemmeno parlare?
Questa era una delle cose che
più mi convinceva di noi. Il modo in cui eravamo capaci di
perdonare e capire senza bisogno di dire nulla.
"Mi dispiace.." sussurrò abbandonando il viso contro la mia spalla.
"Anche a me amore!" dissi subito
circondandolo con le mie braccia e affondando il viso nel suo collo.
Subito anche le sue braccia furono strette alla mia vita e restammo
immobili in quella posizione per un tempo infinito. Il tempo sembrava
essersi fermato in quell'attimo in cui tutto era perfetto.. e sapevo
che sarei potuta rimanere così in eterno.
"E STOOOOP!"
E con quell'ultimo grido.. avevamo dato l'addio definitivo a un'avventura durata tre anni. Assurdo..
"E' buona ragazzi! Abbiamo ufficialmente finito!"
Partirono pianti, baci, abbracci e
io non sapevo se ridere o piangere per l'emozione. Abbracciai Bill,
Ashley, Kellan, Peter, tutti.. finché non mi trovai tra le
braccia di Rob. Mi fece girare un paio di volte mentre mi tenevo
stretta a lui ridendo, infine si decise a mettermi giù e
continuando a tenermi stretta mi baciò con passione.
"Rob.. dai.." lo intimai dopo un
po’ staccandomi mentre gli altri si erano dati ai festeggiamenti.
Prendemmo un paio di bicchieri di champagne e brindammo insieme. Alla
vita, al film, al futuro.. a noi.. a tutto in pratica.
Peter fece partire anche un
brindisi a Joy e istantaneamente mi voltai per trovarla a pochi metri
da me completamente dipendente dal braccio di mia madre che si era
offerta di tenerla a bada visto che Cloe aveva l'influenza.
"Un brindisi a Joy!!!" urlò di nuovo Kellan andando verso la mia bambina per poi prenderla e farla saltare in aria.
Sarebbe stato davvero un padre
fantastico.. Non avrei mai pensato che potesse stringere così
tanto con lei.. Eppure ne sembrava dipendente come da una droga. Mentre
le risate di Joy invadevano la stanza si alzò un altro brindisi
a Mackenzie. Era stata davvero brava e sicuramente mi sarebbe mancata
da morire. Mi somigliava in un modo impressionante e non potevo non
chiedermi se anche Joy mi sarebbe assomigliata così alla sua
età. Aveva appena nove anni ma per la sua maturità e la
bravura nel recitare ne dimostrava quasi di più. Era
tenerissima, con quei capelli ramati e gli occhi color nocciola.
Avevano cambiato diverse bambine per la parte della piccola Renesmee ma
lei era quella che era rimasta con noi per più tempo e a cui non
avevamo potuto fare a meno di affezionarci.. Sì, decisamente mi
sarebbe mancata molto.
Io e Rob ci abbassammo alla sua altezza e lei d'istinto si buttò fra le nostre braccia.
"Mi mancherete.." mormorò dolcissima.
Ci guardammo inteneriti mentre le carezzavamo la schiena.
"Tesoro.. ci vedremo spesso.. tranquilla.." cercai di rassicurarla..
"Si.. dobbiamo andare in tanti
posti ancora.. ci vorrà molto tempo prima di salutarci
davvero.." continuò Rob ma ormai una lacrima era scesa sulla sua
guancia morbida.
"E poi quando vuoi puoi venire a trovarci.."
"Si e noi verremo a trovare te.. Però ora basta piangere ok?" le sorrisi asciugandole le lacrime.
Annuì e poi si aprì in un sorriso smagliante rivelando i suoi denti bianchissimi.
"Brava.. così ti voglio.." sorrisi di nuovo e nello stesso istante sentii mia madre chiamarmi.
" Kristen!!!"
Mi voltai subito, appena in tempo
per vedere Joy che lasciava la mano di mia madre e con passi dapprima
incerti poi più sicuri si faceva pian piano strada per venire da
noi. Prima che potessi capire cosa stava succedendo mi chinai e aprii
le braccia per accoglierla. Ci si buttò con tutto il peso di cui
era capace e me la trovai in braccio sorridente.
La guardai per qualche secondo prima di realizzare e scoppiare in urla di gioia.
"Amore!!! Hai camminato!!!"
esclamai al settimo cielo. "Rob l'hai vista?! L'hai vista? Ha
camminato! Da sola! E' venuta da noi!!!" continuai e in un secondo Rob
me la prese dalle braccia e iniziò a farla girare veloce ridendo
come un bambino. Tutti presero a parlare di nuovo battendo le mani e
circondandola come se fosse un fenomeno da circo.
"Ma.. come.. come è successo? Perché l'ha fatto?" chiesi a mia madre che mi era accanto.
"Vi aveva visto con la bambina e ha iniziato a tirare.. e poi.. si è lasciata andare.."
Non potevo crederci! Dopotutto
avevo ragione! Aveva solo bisogno di un buon motivo e come una scema
non avevo pensato alla gelosia. Che dolce la mia bambina..
Per tutta la sala si innalzò
una specie di coro come se i primi passi di Joy fossero stati un evento
fondamentale nella vita di tutti.
Dopo circa un quarto d'ora le cose
iniziarono a tranquillizzarsi e Rob tornò al mio fianco mentre
Joy scivolava dalle sue braccia per scendere a terra ma rimase comunque
aggrappata alle nostre mani. Aveva già dato per oggi..
"Mi dispiace solo di non aver
ripreso.." mi lamentai ma nello stesso istante Paul si avvicinò
con la telecamera puntata su di noi. "Tranquilla.. ho tutto qui!"
Spalancai gli occhi "Oh mio dio! Dici davvero!?" urlai incredula.
Mi fece l'occhiolino.
"Awwwww grazie grazie grazieeeee!!!" strillai emozionata.
Non potevo crederci..
"Te l'avevo detto io!" dissi puntando il dito contro Rob "Aveva solo bisogno di uno sprono!"
"Se non sbaglio ero stato io a dirti che avrebbe camminato quando sarebbe stata pronta.."
"Ma perché vuoi avere sempre ragione tu?!"
"Sei tu che non ammetti mai di avere torto!" rispose e stavo quasi per replicare ma mi bloccai.
Ci guardammo negli occhi e scoppiamo entrambi a ridere.
Cingendomi il fianco con la mano libera mi avvicinò a lui chiudendo il cerchio che avevamo formato con Joy.
"Ti amo.." sussurrò sulle mia labbra.
"Ti amo anch'io.."
La piccola Joy che cammina awwwwwwwwww
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Capitolo 31 *** London Party ***
london party
Buon
pomeriggio ragazze!!!! Eccoci qui con un nuovo capitolo...cavolo fa
così freddo e ho le dita completamente ghiacciate e non riesco
quasi a scrivere..questo perchè mia mamma vuole passare lo
straccio anche con -20 gradi e lasciare le porte aperte...ma dico io
T___T
Per fortuna che ci siete voi che
ci volete bene e riscaldate il nostro cuoricino con le vostre
recensioni *______*. Bene vi lasciamo a questo capitolo molto leggero
sperando che vi diverta ahahah. Io mi sono divertita un sacco a
scriverlo ;D
Un bacio
Cloe e Fio
CAP 31 (Cloe)
LONDON PARTY
KRIS POV
“E se le facesse male?”
Alzai gli occhi al cielo, per quella che doveva essere la centesima volta.
“Rob..non sta piangendo, perciò dubito che le faccia male.”
“Mmmm..non so” protestò “Forse avremmo dovuto lasciarla da tua madre, dopotutto.”
Questa volta fui io ad alzare gli
occhi al cielo: era stato proprio lui quello che tra i due aveva
insistito di più per portarla con noi a Londra e adesso si
faceva tutti questi problemi per…niente.
“E così piccola..solo
dieci mesi e noi le facciamo già prendere l’aereo. Non
è abituata, secondo me sente dolore ora che stiamo atterrando.
Sai sbalzi di pressione e roba simile..”
“Secondo me invece no. E poi
non ti lamentare: di chi è stata l’idea di festeggiare
addio al nubilato e celibato a Londra? Tua. E poi Joy sta benissimo,
vedi sorride pure nel sonno..”
Rob sembrò tranquillizzarsi
e si sistemò nel sedile al mio fianco,riallacciandosi la cintura
di sicurezza dopo l’ennesima occhiataccia della hostes. Era
preoccupato che Joy patisse il mal d’aereo e non sapevo
più come convincerlo che non era così. Dormiva tranquilla
tra le mie braccia, ignara che proprio in quel momento iniziavamo a
sorvolare la città che sarebbe sempre stata la casa del suo
papà.
Io e Rob avevamo accettato di
festeggiare l’addio alla nostra vita da single proprio
trascorrendo un week-end qui, visto che sia le sorelle che gli
amici di Rob avevano insistito tanto. E poi sapevo che Rob moriva dalla
voglia di far vedere la città alla bimba.
Le luci di Londra si facevano sempre più vicine, segno che non mancava molto all’atterraggio.
Rob mi prese la mano e iniziò a giocare con il mio anello di fidanzamento.
“Lizzie ti ha dato un idea di che cosa farete domani sera?” domandò.
“Mmmmm, non lo so”
mormorai “Penso che andremo in un locale di spogliarellisti,
pieno di uomini superdotati. Ma non preoccuparti, farò in modo
di evitare i paparazzi. Non vorrei mai che nel prossimo numero del Sun
la prima pagina sia intitolata ‘Kristen in un locale a luci rosse
perché Rob non la soddisfa’….”
Non terminai la frase visto che sentii le dita di Rob solleticarmi il fianco e scoppiai a ridere.
“No..no smettila!!” strillai.
Joy si mosse un po’ tra le mie braccia e gli altri passeggeri della prima classe si voltarono nella mia direzione.
“Scemo…” dissi sottovoce tirandogli una gomitata.
“Sarà meglio che le mie sorelle non ti facciano fare una cosa simile!” rispose alzando un sopraciglio.
Ma davvero pensava che io..
“Rob se mi propongono una
cosa simile le butto di filato nel Tamigi io stessa, ma ti pare!”
risposi sorridendo. Mi avvicinai e posai le labbra sulla sua guancia
“Te l’ho sempre detto..l’unico pesciolino che voglio
è il tuo..”
Sbuffò. “Mi pareva avessimo stabilito squalo..”
“Ok, allora squalo.”
Approvai “ma perché non mi dici tu che cosa farai domani
sera?? Fai tanto il santarellino adesso ma..guarda che se ti becco in
uno streap club o con addosso una ragazza uscita da una torta sappi che
lo ‘squalo’non andrà a pesca fino alle nostre nozze
d’argento come minimo..”
Questa volta fu il suo turno di
ridere. “Ma dai kris, ci sarà anche Tom. Cioè ti
immagini Tom in un posto simile. Lui che quasi balbetta se deve parlare
con una ragazza?”
“Ha parlato quello che ha
dovuto prendere una pastiglia di tranquillante per fare un provino,
solo perché sapeva che avrebbe incontrato me..” lo presi
in giro.
Si avvicinò fino a posare le
labbra quasi sulle mie. “Era mezza pastiglia…mezza. E poi
l’ho presa perché sapevo che stavo per incontrare la donna
della mia vita…”
Sfiorò piano le labbra con
le sue e immediatamente mi persi nel bacio. Ma come faceva a farmi
dimenticare anche solo di quello che stavo parlando con un semplice
tocco.
Rimanemmo avvinghiati con Joy sdraiata sulle mie gambe finchè non avvertii il rullare delle ruote sulla pista.
“Ma ma ba babab ga..”
Sentii la vocina di Joy e mi staccai lasciandogli un ultimo bacio a stampo sulle labbra.
La piccola aveva aperto gli occhi e
ora si guardava in giro ancora più curiosa che alla partenza. Si
mise a battere le mani e a ridere quando vide un’altra bimba
seduta vicino ad una donna in fondo al corridoio. Joy adorava gli altri
bambini, specialmente se erano più grandi e la potevano prendere
in braccio o avevano giochi rumorosi e colorati.
“Ciao piccolina..ti sei
svegliata..” Rob la prese dalle mie braccia e la alzò in
aria. Ormai l’aereo era fermo e dovevamo aspettare che tutto il
resto dei passeggeri scendesse prima che toccasse a noi della prima
classe.
“Ciao..lo sai dove
siamo?” continuò lui “Siamo a Londra..sì dove
è cresciuto il tuo papà! Lo sai che domenica ti porto a
vedere un sacco di bei posti. Un parco enorme e una ruota panoramica
grande grande grande dove ti sembra di toccare il cielo…”
Mi commossi quasi ascoltando le sue
parole. Non lo avrebbe mai ammesso, non di certo con me, ma io sapevo
quanto gli mancava Londra. Certo, ero sicura che lui fosse felice a LA
con me e Joy ma questa città rappresentava la sua infanzia. Bene
o male era un pezzo di lui ed era normale che fosse eccitato di
condividerla con sua figlia.
Mi sporsi per carezzagli la guancia
e notai la ragazzina a cui Joy aveva riso correre verso di noi, mentre
la madre estraeva uno zaino dal portabagagli. Mi ero accorta che ogni
tanto durante il volo fissava Rob..probabilmente lo aveva riconosciuto
e voleva un autografo…
Si bloccò davanti a Rob, rimanendo completamente muta, con gli occhi spalancati.
Rob la guardò con un sorriso
e poi fissò me, confuso. Mi trattenni dal ridere e presi Joy di
nuovo tra le mie braccia.
“Tu sei..” iniziò la piccola “Tu sei Edward!!”
Gettò le braccia al collo di
Rob e ..e iniziò a riempirgli il viso di baci. A quel punto non
ce la feci davvero più e scoppiai stringendo Joy ma riuscendo
comunque a non perdermi l’espressione del mio ragazzo.
“Edward ti prego sposa me, io ti amo” continuò la piccola, quasi con le lacrime agli occhi.
In quel preciso momento arrivò la madre correndo, col viso in fiamme per l’imbarazzo.
“Mi dispiace, Jenny cosa..cosa stai facendo!”
“Mamma c’è Edward io amo Edward!” rispose lei cercando di gettarsi nuovamente su Rob.
La madre glielo impedì trattenendola per la giacca.
“Sono mortificata..io..lei
è leggermente ossessionata da Twilight… Ma ora ce ne
andiamo, vero Jenny? Chiedi scusa ai signori e scendiamo..”
“Ma mamma!!” strillò “Edward…”
Voltò i suoi enormi occhi blu verso Rob e in quell’istante sapevo che lui avrebbe ceduto.
“Non fa nulla
signora..” Rob sorrise alla bambina “Ehi tesoro mi sa
che sei ancora un po’ troppo piccola per Edward o per chiunque
altro, sai?”
“Ma io voglio sposarti..” protestò quella incrociando le braccia al petto.
“Facciamo così..per
adesso io ti faccio un autografo e facciamo una foto. E ti prometto che
tra qualche anno sposerai il tuo Edward..”
Gli occhi della bambina si illuminarono. “Me lo prometti? E sarà alto, bello e assetato del mio sangue”
“Ehm..sicuro..”
Mentre Rob si occupava di firmare
il diario della piccola e di farsi scattare un paio di foto io presi il
piccolo trolley e preparai Joy, infilandole la giacchetta di jeans.
Anche se ormai era maggio erano quasi le dieci di sera lì e non
volevo si prendesse un colpo d’aria.
“Hai visto che tutte le ragazze sono innamorate del tuo papino?”
Joy a quelle parole ridacchiò, mostrandomi la sua fila di dentini bianchi e perfetti.
La presi in braccio e, visto che Rob era ancora preso da mamma e figlia, gli feci segno che ci saremmo visti fuori.
Finalmente dieci minuti dopo, quando eravamo davanti ai rulli delle valigie, lo vidi venirci incontro.
“Ti ha fatto autografare ogni suo quaderno di scuola?” ridacchiai.
“Lascia stare. In pratica le
ho scritto una lettera d’amore ..penso che la renderà
felice.” Mi rispose “Sai…ripensandoci avrei dovuto
lasciarle il mio numero. Tra dieci anni quando mia moglie sarà
ormai una vecchia..”
Gli mollai una gomitata fra le costole a cui non potè fuggire perché stava scaricando la nostra unica valigia.
“Guarda che tra dieci anni la tua vecchia moglie sarà solamente una trentenne..quindi modera i termini..”
Immediatamente le mani di Rob mi
circondarono la vita, prendendo a solleticare sia me sia il pancino di
Joy. Entrambe iniziammo a ridere, rimanendo ben presto senza fiato.
“Babababba ahahah” strillò la mia piccola contorcendosi tra le mie braccia.
Smise di muovere le dita ma non di sorridere. Sentivo le sue labbra arcuate contro la pelle del mio collo.
“Ah Kris ti amerò quando avrai trenta, quaranta, cinquanta o..ottant’anni…”
Prese nostra figlia in braccio e,
senza staccare l’altro dal mio fianco ci dirigemmo verso
l’uscita vip dell’aeroporto.
Mi guardai intorno e vidi Claire e
Richard in lontananza. Un soffio di aria fresca entrò attraverso
le porte scorrevoli e io mi sporsi a chiudere meglio la maglietta di
Joy.
Vidi Rob prendere un bel respiro.
“Che fai?” chiesi incuriosita.
“Forse potrà sembrarti
stupido ma..” mi lanciò una veloce occhiata
“Quest’aria..ha un odore diverso...è
particolare.”
Gli strinsi la mano nella mia. “Hai ragione, sa di casa..
Mi mancava Joy.
Forse ero assurda o forse ero semplicemente una madre ma mi mancava mia figlia anche solo per quelle poche ore.
E stare lì con Liz e
Victoria mi faceva sempre più capire di quanto fossi felice
della mia vita e di come, l’essere single, non fosse qualcosa a
cui mi dispiaceva rinunciare.
Per carità, ero contenta di
trascorrere la serata del mio addio al nubilato con le sorelle di Rob.
Eravamo diventate molto amiche, quasi sorelle ormai e poi avevano
organizzato una cosa semplice visto che mi conoscevano molto bene: una
semplice serata tra ragazze con take-away, un film strappalacrime e
qualche regalo.
Ed eravamo proprio arrivate alla parte dei regali.
E qualcosa mi faceva pensare che non fosse nulla di buono per me.
Avevano dei sorrisetti quelle due che…mi preoccupavano non poco.
“Allora…c’è
un regalo da parte di Victoria e uno da parte mia, quale
preferisci aprire per primo?” chiese Liz.
“Quello di Vic..il male minore all’inizio..” sospirai.
Vic mi passò il pacchetto
non troppo grande e io lo scartai con cura, rivelando una scatola di
cartone con dentro un…un completino intimo bianco.
Beh…mi aspettavo di peggio in effetti…
Lo presi tra le mani e sentii che
sia il reggiseno sia gli slip avevano una consistenza leggerissima:
sembravano pronti a spezzarsi con un semplice movimento brusco.
“Sono commestibili..”
se ne uscì Victoria tutto ad un tratto facendomi quasi strozzare
col cocktail che stavo bevendo.
“Cosa??”
“Vuol dire che Rob te li può mangiare mentre state..” iniziò Liz ma io la interruppi.
“Avevo capito questo grazie.
Quello che mi chiedevo era come ti fosse venuto in mente: Vic tra le
due tu dovresti essere quella normale!”
“Aahahah dovresti vedere il regalo di Liz allora!”
Ecco, io lo sapevo che quelle pazze
avrebbero seguito la tradizione del ‘facciamo regali imbarazzanti
alla povera sfigata che festeggia l’addio al nubilato’.
Liz mi ficcò in mano il suo pacchetto.
“Questo necessita di un
minimo di introduzione” spiegò seria “Diciamo che ti
servirà quando tu e Rob sarete lontani per lavoro. A meno che tu
non ne abbia già uno…ma questo è meglio
perché è a tema…”
Fissai il pacchetto, toccandolo con la punta delle dita mentre strappavo la carta. Avevo un vago timore che fosse…
“Oh cielo Liz!!”
esclamai quando gli ebbi dato un’occhiata veloce. Era esattamente
quello che temevo “Un vibratore?? Seriamente?”
“Che
c’è??” esclamò “guarda che in certi
momenti della vita può risultare utile!”
Tutte e tre scoppiammo a ridere
come delle pazze. Probabilmente quelle due mi avrebbero imbarazzata per
il resto della vita ma..ma ero felice di poterle considerare finalmente
ed ufficialmente mie sorelle a tutti gli effetti di lì a 20
giorni.
“Dai kris, non dirmi che non
ti piace! E’ anche a tema ‘Twilight’: si illumina al
buio e brilla…”
Quelle parole di Liz provocarono un
altro eccesso di risa assurdo, che terminò solamente quando
sentii il cellulare suonare.
Era Claire e, a quanto pareva, Joy
non voleva dormire in nessun luogo o superficie della casa e stava
facendo letteralmente impazzire i miei futuri suoceri.
Promisi che sarei tornata
immediatamente a casa, tanto ormai la serata e i regali imbarazzanti
erano finiti fortunatamente. Salutai le mie sorelline e scesi in strada
chiamando un taxi.
In quell’istante mi venne in mente Rob. Era ancora presto e dubitavo che la sua serata fosse già terminata.
Salii in macchina ed estrassi il
cellulare, mandandogli un breve messaggio. Anche se sapevo che era
perfettamente superfluo visto il modo assurdo in cui mi amava.
Fai il bravo!
ROB POV
“Allora…cosa avete in mente?” domandai sfregandomi le mani, impaziente.
Già mi mancavano Kris e Joy
ma per una sera era piuttosto divertente essere di nuovo a zonzo per le
strade di Londra senza pensieri e, almeno che io sapessi, senza una
meta ben precisa. Mi faceva quasi pensare di tornare per un po’
indietro nel tempo…
“Mmmm..niente di che. Una
puntatina al pub in cui andavamo di solito, qualche birra”
borbottò Marcus passandomi un braccio attorno alle spalle
e allontanandomi dagli altri.
Forse sperava che, in questo modo,
avrei ignorato il fatto che alla mia domanda tutti avevano iniziato a
ridacchiare come degli idioti dandosi gomitate.
“Ti prego, non uno squallido
night club pieno di spogliarelliste…” lo pregai a denti
stretti. Ero certa che, anche se fosse stato tutto pensato come gioco
divertente, Kris si sarebbe innervosita e di certo non le avrei mai
mentito se mi avesse chiesto della serata.
“Cosa?? No..niente
spogliarelliste e locali squallidi. Mi ferisce che tu possa pensare una
cosa simile..non è nello stile del Brit pack..” rispose
sorridendo “vero ragazzi?”
Mi voltai a guardare tutti gli
altri dietro di noi e, non appena lo feci, smisero di confabulare e si
misero a fissarmi più innocenti che mai.
Certo…e io l’avrei bevuta…
“Ragazzi…” iniziai ad implorare.
“Ragazzi cosa?” chiesero in coro.
Mi spinsero davanti ad una porta e
io riconobbi immediatamente uno dei pub che eravamo soliti frequentare
quando stavamo in città. Non era molto conosciuto e di solito
venivamo ignorati visto che non c’erano fan impazzite pronte a
saltarci addosso. Io avevo già dato la mia parte con la bambina
dell’aereo perciò…
Entrammo nel locale e ci sedemmo
nel solito nostro posto un po’ isolato. Immediatamente mi
rilassai, grazie alla musica e all’atmosfera così
famigliare.
Era bello stare di nuovo
tranquillamente con i miei amici nella città che, bene o male,
sarebbe rimasta per sempre nel mio cuore. Ben presto ci ritrovammo a
mangiare e lanciarci noccioline addosso bevendo quella che, ormai,
doveva essere almeno le quarta birra per ciascuno di noi.
Iniziavo a sentirmi la testa
leggera mentre li guardavo giocare come dei ragazzini. Forse li avevo
davvero giudicati male. Erano bravi ragazzi, i miei migliori amici in
pratica. Non mi avrebbero mai portato in un postaccio pieno di ragazze
mezze nude…
O almeno era quello che pensavo in quel momento.
Il proprietario del locale si
avvicinò al nostro tavolo, sorridendomi in modo sospetto. Si
mise a parlare con Marcus e Bobby di qualcosa che non riuscii ad
afferrare bene…cazzo, forse avrei dovuto andarci piano con la
birra….
L’uomo mi diede una pacca sulla spalla e si avviò di nuovo sul retro del locale.
Ma che diavolo stava..
“Bene Rob”
iniziò Bobby “Credo che questo sia finalmente il momento
dei discorsi seri. Visto che ci conosciamo da tanto…alcuni di
noi sin da quando eri un ragazzino, vogliamo dire due parole che
sentiamo dal profondo. Bene o male eravamo lì da sempre. Quando
eri solo un ragazzino che..beh diciamolo con le donne aveva davvero
poche chance..”
Gli mollai scherzosamente un pugno sulla spalla.
“Ed eravamo lì quando
strimpellavi con la tua chitarra e pensavamo tutti che un giorno
saresti diventato famoso e ricco sfondato..” iniziò Tom ma
Sam lo interruppe.
“Beh in realtà pensavamo saresti diventato un musicista squattrinato ma..”
“Siete degli stronzi..”
borbottai ridendo. Oddio la birra stava avendo pessimi effetti non
soltanto su di me, a quanto pareva
“Ehi ehi zitti cazzo. State
rovinando il mio discorso” li rimproverò Bobby prendendo
la parola. “stimo dimenticando che Tom era addirittura lì
presente quando Rob vide il film che gli cambiò la vita per
sempre…’Into the wild’. E Rob capì subito che
kris era la donna della sua vita, vero Tom? Disse addirittura una frase
che sarebbe risultata profetica. Disse:’Un giorno quella ragazza
me la sposerò.’ Puoi confermare Tom?”
Tom ingoiò ancora un sorso
di birra e se ne uscì con una frase che mi fece capire
all’istante che quella birra doveva avere davvero un’alta
gradazione alcolica.
“Veramente..sono
confuso..” disse “Non so più se ha detto ‘Io
me la sposerò’ oppure ‘Io me la scop..’”
“Tom!” lo rimproverai
tenendomi la pancia dalle risate “Ero mezzo ubriaco anche io
quella sera ma te lo assicuro che ho usato il verbo sposare..”
“Beh, non è
importante” continuò Sam “Quello che conta è
che comunque entrambe le cose si sono avverate. Presto sposerai kristen
e te la sei anche…si vabbè..ci siamo capiti. Per questo
motivo facciamo un brindisi a Kristen, la donna della tua vita..”
Alzammo tutti quanti le nostre birre, facendo scontrare il vetro.
Mi stavo quasi commuovendo per il
loro discorso quando, tutti quanti all’unisono, iniziarono a
borbottore ‘Ma..’ ‘però..’
“Però che cosa?” chiesi nuovamente sospettoso.
“Però questo non vuol dire che tu non debba rispettare la regola numero 1 del brit pack.” Rispose Marcus.
“Noi non abbiamo regole
ahahah…non siamo mica una setta…” li contraddissi.
In realtà ridevamo sempre un sacco su questo appellativo che ci
avevano rifilato.
“Oh sì è vero
ma…adesso c’è una regola ed è
‘Divertirsi prima di sposarsi!’” continuò il
mio amico “il che ci riporta al regalo che è pronto vicino
a te!”
Mi voltai e quasi mi prese un colpo
quando mi resi conto che al mio fianco si era improvvisamente seduta
una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri.
Prima che potessi anche solo capire
che stava succedendo mi trovai stretto tra le sue braccia e avvertii la
sua bocca calda lasciarmi una scia di baci sul collo.
No..
Oddio..
Cosa..
La allontanai immediatamente
fissando prima la ragazza e poi i miei amici con sguardo misto tra
l’arrabbiato e lo scioccato.
“Avete pagato
una..spogliarellista per venire qui?” domandai “ragazzi ma
vi siete bevuti il cervello? Avevamo detto niente di queste
cose..niente.”
Sam si avvicinò con fare
cospiratorio e mi sussurrò all’orecchio “In
realtà è molto più esperta..”
No… no.
Mi rifiutavo di crederlo. Non potevano avere ingaggiato una..
Sbiancai e, in quell’istante scoppiarono a ridermi in faccia, compresa la misteriosa ragazza.
“Oddio Rob sei uno
spasso” strillò Tom contorcendosi sul tavolo per fermare
le lacrime “Volevamo farti credere di aver ingaggiato una
prostituta ahaha ma tu ti bevi tutto sin troppo
facilmente..ahahahah.”
Io non ci trovavo niente da ridere,
anche se sentii la tensione svanirmi dal corpo man mano che capivo che
era tutto uno scherzo. Che razza di idioti patentati…
“Studiava scultura insieme a
me l’hanno scorso..Fiorel questo idiota è Rob. Rob, beh
questa è la mia amica Fiorel..che è stata così
gentile da prestarsi allo scherzo..”
Allungai la mano stringendola alla ragazza e avvertendo finalmente un briciolo di divertimento.
“Piacere…” borbottò lei ridacchiando, vagamente imbarazzata.
Feci portare un paio di birre anche per lei e mi feci raccontare come quell’idiota di Marcus fosse riuscito a convincerla.
A quanto pareva era una grande fan di Kristen e lui le aveva promesso un autografo.
Ridemmo ancora per almeno
un’altra ora continuando a bere, finche decisi che forse era il
caso di darci un taglio e tornare a casa.
Era davvero molto tardi..non volevo che Kris si preoccupasse..
Ci alzammo in piedi e chiamammo dei
taxi, tutti e cinque barcollanti, senza smettere di ridere per un
qualche motivo non ben definito.
Era sempre così..quando eravamo ubriachi iniziavamo a ridere come degli idioti.
Ognuno si diresse verso casa
propria dopo numerose pacche sulle spalle e abbracci. In fondo anche se
la maggior parte delle volte erano degli imbecilli erano tutti come dei
fratelli per me.
Fratelli…
Ah io adoravo le famiglie numerose. Volevo tanti tanti bambini con Kris, tanti fratellini per Joy…
Arrivai davanti a casa e riuscii ad
aprire la porta senza fare troppo rumore. Era tutto buio e silenzioso,
probabilmente kris già dormiva da un pezzo. Mi diressi dentro la
nostra camera ma vidi il letto intatto e vuoto. Strano…doveva
essere ancora in giro con le pazze..
Dentro il piccolo lettino portatile
però il mio pulcino se ne stava sotto la copertina a
succhiarsi il pollice. Non dormiva e mi fissava sorridente e con gli
occhioni spalancati.
“Ehi piccola..ti sei
svegliata…vieni da papà. Mi sei mancata tanto..vuoi che
beviamo un po di latte? Andiamo a prepararlo su…” La presi
tra le mie braccia e mi diressi nuovamente verso le scale.
“Da adada pa apapa” iniziò ad urlettare e a toccarmi le guance con le sue manine calde.
In quel momento, in cima alle
scale, non vidi la paperella di gomma di Joy e, prima che mi rendessi
conto di ciò che stava succedendo, mi ritrovai a fare almeno
cinque o sei gradini solamente con il mio fondoschiena. Per fortuna Joy
era stretta tra le mie braccia e non si era fatta niente.
Io invece..
“Cazzo cazzo cazzo che male” mi misi a imprecare a denti stretti.
“Ca..ca to catto..”
“No, no Joy no!”
implorai “Assolutamente no, schifo ..è una parola brutta
brutta brutta. Facciamo un patto: questo piccolo incidente rimane tra
me e te e la mamma non lo saprà mai mai mai…”
“La mamma veramente è qui..”
Sobbalzai quando vidi kristen
seduta sul bracciolo del divano che ci fissava, con un espressione tre
il furioso ed il divertito. Aveva il pigiama e i capelli in disordine:
probabilmente si era addormentata per aspettarmi e quando ero entrato
non l’avevo vista..
Forse avrei dovuto avere paura
della sua espressione ma invece scoppiai a ridere come un deficiente.
Mi alzai e mi avvicinai a lei, appoggiandomi alla sua spalla, senza
riuscire a smettere.
“Sono ubriaco…” confessai.
“Lo avevo notato” rispose abbozzando un risolino “Puzzi di birra in modo assurdo..bleah..”
Ci dirigemmo in cucina e presto ci
ritrovammo a chiacchierare della nostra serata, anche se per me era
tutto un po’ confuso, mentre nostra figlia beveva il latte
dal biberon fra le mie braccia.
Stavamo tranquillamente parlando
mentre gli occhi di Joy ritornavano a chiudersi, quando la vidi
improvvisamente iniziare a fissarmi con sospetto.
“kris che hai?” domandai.
Prese un bel respiro e mi guardò in modo strano.
“Non ti prendo a calci
perché hai nostra figlia tra le braccia ma sappi che quando
l’avrò rimessa a letto vorrò una risposta sincera
alla mia domanda.”
“Quale domanda?” chiesi confuso
“Perché hai del rossetto rosso sul collo?”
Oh cazzo…
“Kris forza ho preso i
biglietti” la incitai, facendole un gesto con la mano. Era
rimasta seduta su una delle panchine a dare l’omogenizzato di
frutta a Joy mentre io facevo la coda per prendere i biglietti per
salire sul London Eye.
Era uno dei miei posti preferiti da
bambino perché mi faceva sempre sentire come se fossi il padrone
del mondo. Da lassù potevo vedere tutto quanto e, nella mia
fantasia di bambino, credevo anche di scorgere la mia casa in
lontananza.
Ci avevo portato kris tanto tempo prima e ora ci avrei portato anche la mia principessa.
Presi Joy dalle braccia di kris e
la caricai sulle mie spalle, facendola ridere. Adorava l’altezza
e soprattutto essere sballottata qua e la. Infilò le dita tra i
miei capelli aggrappandosi forte.
Un’altra donna che adorava i miei capelli.
Salimmo sulla cabina e mentre si metteva in movimento sentii Kris avvicinarsi e appoggiarsi al mio fianco.
“Senti ma…la cassiera l’hai pagata in sterline o baci sul collo?”
Alzai gli occhi al cielo,
stringendola più forte contro di me con una mano mentre
con l’atra tenevo stabile la bimba sulle mie spalle.
“Ancora gelosa?”
“Io non sono gelosa..”
protestò. In realtà lo sapevo benissimo che un po’
lo era, ma sapevo anche bene che si fidava ciecamente di me. Anzi,
aveva riso quando le avevo raccontato dello scherzo dei ragazzi e aveva
firmato volentieri un autografo per la ragazza amica di Marcus.
“Meno male che non sei
gelosa..perchè le sole donne che amo le stringo in questo
momento perciò..” sussurrai chinandomi finchè non
intrappolai le sue labbra tra le mie.
Le sentii arcuarsi in un sorriso. “Meglio per te..”
Ci staccammo solamente quando sentii qualcosa di umido sulla mia fronte e kris ridere.
“Joy ti sta sbavando sulla testa..”
Con un fazzolettino ripulì
sia me sia la boccuccia della bimba e mi resi conto che Joy fissava
incantata fuori. Aveva poggiato le manine sul vetro e guardava i raggi
di sole del pomeriggio che riuscivano a lacerare la spessa coltre di
nubi creando degli effetti bellissimi.
Dio, non sarei mai voluto andare via.
Una parte del mio cuore sarebbe
sempre rimasto lì, nella mia città, nonostante tutto. La
bellezza, la vitalità di Londra era qualcosa di..inspiegabile.
E, invece, tra poche ore saremmo già dovuti ripartire.
“Sai, pensavo che magari
potremmo comperare..qualcosa qui” sussurrò Kris, senza
smettere di guardarmi. “Intendo una casa. Niente di troppo
impegnativo..magari un loft a Soho o..niente di enorme..”
Capii immediatamente dove voleva
andare a parare. Era ovvio: Kris aveva percepito il mio umore sin dal
primo istante in cui eravamo atterrati. Lei mi conosceva meglio di
qualunque altro al mondo: era la mia migliore amica.
“kris non devi farlo solo per..”
Non mi lasciò finire.
“Non lo faccio solo per te. Credimi. Io penso che a Joy farebbe
davvero bene stare qui. Lontana dalla follia di
Hollywood…sarebbe bello avere un posto tutto nostro per quando
veniamo per le vacanze o cose simili. E poi un giorno…non
possiamo sapere dove ci porta la vita Rob. Magari un giorno vivremo
qui…non dirmi che non ti piacerebbe..”
“Conta anche quello che vuoi tu” risposi serio.
“A me importa solo che stiamo
insieme, davvero. Io, te, i nostri figli…dove non è
importante…” sussurrò baciandomi la guancia e
poggiando il capo sul mio petto.
“Hai detto figli al plurale?” domandai prendendola in giro “Non è che mi nascondi qualcosa?”
Roteò gli occhi. “Noo, parlavo di un futuro ipotetico con altri figli ipotetici, scemo..”
Sorrisi, baciandole i capelli. “Hai ragione, non sarebbe male vivere qui un giorno..”
“E poi ci saranno ottime scuole anche qui. Per esempio quella in cui andavi coi fratelli di Tom…
Tossii leggermente. “Oh credo
che la Harrodian sia l’unico istituto inglese in cui Joy non
entrerà mai solo perché si chiama Pattinson.”
Mi fissò confusa.
“Mi hanno espulso kris..”
“Oh già..”
Scostò lo sguardo ma poi
tornò a fissarmi curiosa. “Sai che non mi hai mai detto
perché ti hanno sbattuto fuori..”
Ridacchiai nervoso. “E non te lo dirò..”
“Rob!”
“Kris”
“Daiiii”
“Nooo”
Incrociò le braccia sul
petto “Bene…se non me lo dirai vorrà dire che..non
faremo sesso fino al matrimonio..”
Scoppiai a ridere. “Ah kris…non saresti mai capace di stare così tanto senza..”
“Forse grazie al regalo delle tue sorelle sarò capace” rispose subdola.
Cosa potevano mai averle regalato?
Di certo non un..
“Dimmi che non ti han comprato un..” iniziai e capii di avere ragione quando mi sorrise maliziosa.
Mi fece la lingua e l’occhiolino. “Sì, esatto. Un pesciolino molto molto grosso.”
Io avrei ucciso le mie sorelle, era ufficiale.
P.S= Volevo fare lo stesso regalo
di Kris anche a Fio per il compleanno U__U ma nn avrebbe apprezzato
credo u.u. O forse sì ..mmmmmmm ahahahahah
E ora vi lasciamo con due piccole
immagini della nostra Joy pronta per salire sul London Eye *_____*
mamma mia quanto è bellina *____*
|
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Capitolo 32 *** Forever ***
wedding
Salve
a tutte!!! Devo assolutamente postare ora perchè dopo accompagno
sorella a fare dolcetto o scherzetto (no comment -_-") e ci teniamo
davvero tanto a mantenere la nostra promessa di un capitolo a settimana
finchè possiamo :) :). Questo è un capitolo a cui teniamo
tantissimo perchè, come avrete capito dalla foto di apertura,
è finalmente arrivato il fatidico giornooo..*__* Awwww
cioè noi due solo ad immaginare un matrimonio ROBSTEN andiamo in
iperventilazione, quindi potete ben immaginare che scriverlo è
stato estremamente emozionante (ho pianto un sacco ahahah).
Ok spero tanto di essermi
ricordata di mettere tutte le foto e i link che dovevo mettere...spero
eheheh nel caso mia cara Fio non uccidermi LOL! ;D
Lasciateci tante recensioni perchè vogliamo davvero sapere se questo matrimonio vi ha emozionate! *__*
Un beso
Cloe e Fio
CAPITOLO 32 (Cloe)
FOREVER
KRIS POV
Tutto era perfetto. Come avevamo
programmato. Come avevo sempre sperato che il giorno più bello
della mia vita dovesse essere.
Semplice ma, allo stesso tempo da togliere il fiato.
Tenevo stretto il braccio di mio padre mentre insieme percorrevamo i metri che mi separavano da lui.
Dall’uomo della mia vita.
Avanzai decisa finchè finalmente non fui al suo fianco.
Non avevo occhi
che per lui. Non riuscivo quasi a percepire le persone che dovevano
essere dietro di me a guardarci né, tantomeno,la voce del
parroco.
I suoi occhi catalizzavano la mia completa attenzione.
“Kristen,
vuoi prendere Robert come tuo sposo e promettere di amarlo e onorarlo
per sempre. In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà,
finchè morte non vi separi?”
“Sì” la mia risposta fu chiara, ovvia, scontata…era tutto quello che avevo sempre desiderato.
“Vuoi tu
Robert prendere la qui presente Kristen come tua sposa e promettere di
amarla e onorarla per sempre? In salute e in malattia, in ricchezza e
in povertà, finchè morte non vi separi?”
D’un tratto tutto quanto cambiò.
Il sorriso che
fino ad un istante prima Rob mi aveva rivolto svanì dalle sue
labbra. Con un passo si allontanò da me.
Il suo sguardo saettò dal prete a me e poi..
“No, Kristen…non posso”
Le sue parole mi trapassarono come una lama ghiacciata.
No, no, no..
Lui mi amava, lui mi voleva sposare, voleva restare per sempre con me e con Joy, lui…
Mi guardai intorno, spaesata, ma non c’era nessuno.
Nessuno pronto ad aiutarmi, pronto a dirmi che era tutto uno scherzo…
Tornai a fissare davanti a me e…e neppure Rob era più lì.
Se n’era andato.
Mi aveva lasciata da sola…
“No, no, no!” strillai
“No, No!!”
Mi alzai di scatto, urlando, sentendomi persa. Perché lo aveva fatto? Perché aveva detto no? Perché..?
Mi guardai attorno impaurita
dall’oscurità improvvisa. Il posto in cui ero fino a pochi
secondi prima era così vivido al confronto, così inondato
dalla luce del sole…
Mi carezzai la fronte umida e non
appena il mio cuore iniziò a decelerare capii dove mi trovavo.
Riconoscevo perfettamente il profilo della scrivania, della cassapanca
sotto la finestra, perfino il profumo delle lenzuola aggrovigliate tra
le mie gambe…
Ma certo, ero in camera mia.
Anche se ormai non la consideravo
più davvero tale da quando mi ero definitivamente trasferita con
Rob nella nostra nuova casa. Quella che dividevo con il mio
fidanzato-presto marito era la mia vera stanza ora…
Questa però raccoglieva tutti i bei ricordi di quando ero bambina e, bene o male, l’avrei sempre portata nel cuore.
Ritornai a coricarmi mentre il mio
respiro si regolarizzava. Era stato solo un sogno. Anche se era
sembrato tutto così vivido e terribilmente reale…
Ma era soltanto un sogno. Probabilmente dovuto alla stupida ansia che provavo.
Chissà perché poi?
Vivevo con Rob da praticamente un
anno, avevamo una bellissima bambina, ci comportavamo come se
già fossimo sposati. Quella di domani, o meglio di oggi visto
che la mezzanotte era passata giusto da una decina di minuti, era solo
una formalità in fondo…
Certo, una formalità che, però, rappresentava molto di più per me. Per noi.
Mi girai su un fianco e abbracciai la sola persona che sempre, sempre riusciva a rendermi felice con un solo tocco.
Affondai il volto tra i riccioli
chiari di Joy, così simili a quelli del suo papà, e
inspirai il suo profumo avvertendo il calore del suo corpicino
arrivarmi fin dentro al cuore.
Il suo petto si alzava e si abbassava in un riposo tranquillo.
Domani sarebbe stata una giornata
impegnativa anche per lei e, come se l’avesse capito, non aveva
fatto nemmeno un capriccio per addormentarsi. Alle nove aveva bevuto il
suo biberon di latte caldo ed era crollata al mio fianco sul letto, nel
suo solito sonno super profondo.
Ero grata di questo o io e il mio
stupido incubo l’avremmo svegliata e non sapevo se sarei riuscita
a farla riaddormentare. Era molto legata ai suoi ritmi: guardare le
apine sul suo lettino, farsi cantare una canzone da Rob…
Non era abituata a dormire in quella stanza sconosciuta.
Ma era stato necessario per quella
sera. La tradizione voleva me e Rob separati quella notte: trovavo la
cosa piuttosto idiota a dire il vero ma non avevo avuto il coraggio di
contraddire quelle che erano le capo organizzatrici della intera
cerimonia: mia madre, quella di Rob e le sue sorelle.
I Pattinson avrebbero trascorso la serata a casa nostra, con Rob.
Poverino, sapevo che adorava la sua
famiglia ma di certo Liz e Victoria avevano l’innata
capacità di mandarlo letteralmente fuori di testa.
Chissà che stava facendo ora?
Tutto solo nel nostro letto…
Proprio in quel secondo sentii il
telefono vibrare tra le coperte. Lo cercai alcuni secondi, maledicendo
la mia abitudine di addormentarmi col cellulare nel letto ogni volta
che Rob non era con me: avevo sempre paura che mi mandasse un sms o mi
telefonasse e io avrei finito per perdermi la chiamata.
Finalmente lo trovai e quando lo aprii il mio umore si risollevò all’istante.
Tra 24 ore starò facendo l’amore con mia moglie. La signora Pattinson.
Scrissi una risposta veloce.
Pervertito. Scommetto che il solo motivo per cui mi sposi è la luna di miele.
Inviai e la risposta mi arrivò in pochissimi secondi.
E’ uno dei motivi ;) Ma la vera ragione è perché non vivo senza di te.
Rimasi come una stupida a fissare
lo schermo. Come faceva a dire sempre qualcosa di totalmente
spiazzante? Qualcosa di così semplice eppure così dolce
da farti venire le lacrime agli occhi?
E io le avevo, le avevo davvero.
E anche se era stupido e senza
senso ripensai al sogno di poco prima. Non sarei mai potuta vivere
neppure io senza di lui, e avevo l’assurdo bisogno che Rob lo
sapesse.
Ti prego domani rispondi ‘Sì’.
Passò un minuto buono senza che lui rispondesse.
Probabilmente l’avevo scioccato, o forse stava pensando che mi fossi totalmente bevuta il cervello o che..
Improvvisamente il cellulare
iniziò a vibrare senza smettere, segno di una chiamata in
arrivo. Non ebbi neppure bisogno di controllare chi fosse prima di
rispondere.
“Ciao..” sussurrai piano per non svegliare Joy.
“Kris sei completamente impazzita?” disse ridacchiando nervoso.
“Sì..forse..” borbottai “No è stato solo un incubo..davvero non era niente..”
“Ne vuoi parlare?”
“A dire il vero ..no. Mi basta sentire la tua voce..ora sto davvero bene.”
“La piccola dorme?”
“Sì” risposi mentre le carezzavo una guanciotta “come un sasso. Ma sono sicura che le manchi.”
“Mi manca da morire anche
lei. Avrei davvero preferito che fossimo rimasti insieme. Avremmo
potuto dormire nel lettone un’ultima sera prima della luna di
miele..invece..”
Sentivo l’irritazione nella
sua voce e lo capivo perfettamente. Separarci da Joy per
un’intera settimana non sarebbe stato affatto facile ma dovevamo
cogliere l’occasione favorevole. Se avessimo rimandato non ci
saremmo andati mai più, già lo sapevamo: ci sarebbe
sempre stato qualche impegno, qualche film, qualche promozione…
E poi se c’era una persona al
mondo a cui avrei affidato la mia bambina senza alcun pensiero, beh
quella era proprio mia madre.
“Andrà tutto
bene” lo tranquillizzai “E poi non potevamo di certo andare
contro i generali…ci avrebbero sterminato.”
“Saremmo dovuti scappare a Las Vegas mesi fa..”
“Forse sì..” sospirai ridendo.
Rimanemmo alcuni secondi così, ad ascoltare semplicemente l’uno il respiro dell’altra.
“Dovresti dormire..” mormorò ad un certo punto.
“Lo so..” risposi
“E’ solo che è strano senza di te a fianco. Non so
se ci riuscirò..”
“Provaci. E poi vedila
così: questa è l’ultima notte che dovrai farlo. Da
domani…mi avrai tutto per te per il resto
dell’eternità.”
Un enorme sorriso si dipinse sul mio viso. “Mi piace come suona…”
“Piace anche a me”
confermò “E ora dormi signora Pattinson. Non la voglio una
moglie con le occhiaie.”
Risi. “Bene. Allora a domani. Non ti sbagliare…sarò quella in bianco..”
“Ti amo”
“Ti amo” soffiai nella cornetta prima di riagganciare.
Mi sistemai meglio sotto le
coperte, stringendomi nuovamente a mia figlia. Mi aveva fatto bene
parlare con lui: non c’era niente che potesse aiutarmi a restare
lucida come Rob. Lui era la mia forza..
Stavo quasi per addormentarmi cullata da quella ritrovata serenità quando sentii nuovamente una vibrazione.
Aprii e trovai un nuovo suo messaggio, che mi andò dritto al cuore.
E’ ovvio
che dirò di sì. Ho lottato così tanto per te e non
mi arrenderò mai. Crederò in te, in noi per sempre. Ti
amo.
Inspirare, espirare, inspirare, espirare…
Ricordavo qualcosa del corso
pre-parto che avevo frequentato quando doveva nascere Joy. In teoria,
questo tipo di respiro avrebbe dovuto calmarmi.
In pratica non funzionava.
Non era funzionato per il parto e non funzionava per il mio matrimonio.
Perché sapevo che
c’era una sola persona in grado di farmi stare sempre e
istantaneamente meglio e per una stupida tradizione ora quella persona
non era lì con me.
“Kris rilassati..” mormorò mia madre.
Abbassai lo sguardo e abbozzai un
sorriso. Se ne stava inginocchiata a terra a sistemarmi la gonna
dell’abito, anche se orma probabilmente non poteva essere
più perfetto di così.
Ormai era tutto perfetto. I capelli
acconciati, il mio viso leggermente truccato, il luogo della cerimonia
impeccabile, il ricevimento nell’enorme giardino della casa dei
miei pronto.
Solo la sposa…solo la sposa era un fascio di nervi.
Avvertii improvvisamente le labbra di mamma sfiorarmi la guancia, le sue mani ora mi stringevano la vita.
“Sai cosa ti farebbe stare meglio?” domandò “Guardarti allo specchio Kristen…”
Alzai gli occhi e feci quello che non avevo ancora avuto il coraggio di fare: guardare il mio riflesso.
Mi mancò il respiro.
Ero io, ero bellissima, ero
lì con indosso il mio abito da sposa. L’avevo già
indossato numerose volte per le prove nei mesi passati, ma in quel
momento era diverso.
Mi stavo per sposare. Mi stavo davvero per sposare.
Avvertii una lacrima scorrere lungo
la mia guancia e presto mi resi conto che non ero la sola. Il volto di
mamma era rigato di lacrime quanto il mio.
“Perché piangi?” sussurrò
“Non lo so” scossi il
capo, prima di guardarla profondamente negli occhi “Dimmi solo
una cosa. Dimmi che il mio matrimonio sarà come il tuo. Dimmi
che io e Rob supereremo tutto insieme…”
Lei sorrise. “Oh kris..questa è la cosa di cui sono più certa in tutta la mia vita.”
“Come fai a dirlo?” domandai confusa, scacciando la lacrima col dorso della mano.
Lei
la prese nella sua e mi condusse sul mio letto, dove Joy giocava con
dei cubi di plastica, già agghindata nel suo splendido abitino
bianco e lilla.
La presi tra le braccia e la feci sedere sul mio grembo, stringendola forte a me.
Mia madre le carezzò la guancia con amore.
“Per lei..” disse
“Mi basta guardare Joy, o tutto quello che avete superato insieme
per capirlo. Kris guardati indietro. Le cose che avete affrontato e
superato anche senza essere sposati, anche senza avere un vincolo che
vi costringesse , se vogliamo dire così, a provarci. La sola
cosa che vi spingeva a non mollare, a non gettare mai la spugna era il
vostro amore. Avete superato più prove in questi pochi anni di
quante io e tuo padre ne abbiamo superate in tutta una vita.”
“Hai ragione sai..?” sussurrai sorridendo.
“Certo che ho ragione!”
rispose “E sapevo che saremmo arrivati qui sin dal giorno di
quello stupido provino per Twilight. Mi hai telefonato quella sera e mi
hai detto ‘Mamma ho trovato quello giusto’..”
“Ma io parlavo dell’Edward giusto!”
“Sì certo kris, continua a ripetertelo..”
Scoppiammo entrambe a ridere, seguite a ruota da Joy, incantata dallo sbrilluccicare delle poche perline del mio corpetto.
“Stai meglio ora?”
“Molto” la rassicurai.
“Bene, perché è
ora di andare” mormorò, facendomi ritornare il cuore a
battere furiosamente in gola.
“Oook..ok” risposi
alzandomi in piedi, senza staccarmi da mia figlia.Riuscii a scendere al
piano di sotto senza inciampare nel vestito e in salotto vidi Jessica,
la mia amica più cara sin dalle elementari.
Non ci vedevamo mai perché
lei studiava a Washington ma, dovendo pensare a chi scegliere come
testimone, la mia scelta era stata ovvia. Era quella che conosceva
meglio la vera me stessa, che aveva vissuto tutte le tappe della mia
vita sin da bambina.
Un paio di sere prima eravamo
uscite con Liz e Victoria, appena arrivate da Londra, ed erano subito
andate d’accordo. Anche se forse Jess segretamente le considerava
un po’ delle pazze, visto che lei era così riservata e
assolutamente poco amante della celebrità.
Feci un giro su me stessa davanti a lei e a mio padre, facendoli rimanere a bocca aperta.
“Tesoro sei..” papà era letteralmente senza parole.
“Bellissima..”
sussurrò solamente Jessica “Fino a cinque anni fa non
avrei mai pensato che ti avrei vista così..bella, felice e
raggiante..davvero..”
“Nemmeno io..” risposi sincera. In un paio d’anni era cambiato tutto quanto. Rob aveva cambiato tutto quanto.
Rob..Dio come avevo bisogno di lui..
Scacciai le nuove lacrime che minacciavano di uscire e decisi di passare ad un argomento diverso.
“E comunque è tutto merito del vestito” borbottai.
“Naaaa sei tu” rispose papà “Anche se il vestito fa il suo figurone”
Ed era assolutamente vero.
Era splendido e, soprattutto, era mio.
Lo avevo capito dal primo istante in cui i miei occhi si erano posati su di lui nel negozio.
Il corpetto mi fasciava il busto
che si chiudeva con un fiore sul fianco, proprio dove iniziava la
gonna. Sembrava creato su misura per me, per esaltare il mio corpo: non
avevo mai indossato qualcosa che mi stesse meglio prima d’ora..
“Ragazzi dobbiamo andare, su
su..” Mia mamma mi riscosse dai miei pensieri. “Kris tu
andrai in macchina con papà e Jessica, mentre io porterò
Joy nella mia auto. Tutto chiaro?”
“Signor sì signora” la prese in giro papà beccandosi un occhiataccia.
Ci dirigemmo alle macchine e strinsi forte Joy contro di me, una volta arrivato il momento di separarci.
“Sei splendida amore mio..non
finirò mai di dirtelo” sussurrai sfiorando con le labbra i
suoi riccioli “E oggi saremo davvero una famiglia noi
tre…”
Lei mi osservò seria, come se davvero mi capisse in quell’istante, e mi carezzò il viso.
Strofinai il mio nasino contro il suo, facendola ridere.
“Presto vedrai il papino..siii” dissi “Fai la brava con la nonna, mi raccomando”
Sentendomi di nuovo gli occhi
pungere terribilmente, la passai a mamma e mi affrettai ad entrare in
macchina prima di scoppiare per l’ennesima volta nella giornata.
Probabilmente non avevo mai pianto tanto come quel giorno.
Fortunatamente il viaggio non fu
molto lungo: una semplice mezz’ora che, però, a me
sembrò un’eternità.
Ora che stava davvero succedendo,
ora che mi rendevo conto che in meno di un’ora sarei stata la
signora Pattinson, volevo soltanto che i minuti volassero per poter
stare al fianco di Rob.
E questa volta per sempre.
Notai a malapena cosa successe in
quel viaggio. Probabilmente Jess e papà parlavano e la mia amica
faceva battutine cercando di rilassarmi ma io non ascoltavo nessuno.
Guardavo fuori dal finestrino e quando, finalmente, arrivammo alla
piccola spiaggia privata proprio fuori da Santa Monica riuscii a tirare
un sospiro di sollievo.
Era
stata una benedizione trovare quel luogo e poterlo affittare. Rob
sapeva che il mio sogno era sempre stato sposarmi in riva al mare e
aveva fatto di tutto per accontentarmi. E quando avevamo quasi perso la
speranza di trovare un luogo abbastanza adatto…ecco il miracolo.
Una villa con spiaggia privata
annessa. Vi si poteva accedere solo dalla casa e questo ci consentiva
una totale e completa privacy da fan e paparazzi a caccia di scoop
Prima che me ne rendessi conto ci
ritrovammo in uno dei numerosi gazebo che erano stati allestiti
per il matrimonio e lanciai subito un occhiata fuori dalla tenda. Da
quella postazione non riuscivo a vedere le sedie con gli invitati
né, tantomeno, l’arco sotto cui Rob mi aspettava..
Rob…
Dovevo solo arrivare da lui, possibilmente senza cadere, e entro un ora sarei diventata sua moglie.
“Kris!”
Lizzie e Victoria entrarono e in men che non si dica me le ritrovai strette addosso in un abbraccio collettivo.
“Cavolo sei meravigliosa!” esclamò Liz “Davvero sei..wow..”
Arrossii leggermente.
“Rob?” chiesi curiosa.
“Beh..per me non è
bellissimo, ma immagino che per il resto del mondo sia ok..”
rispose facendomi scoppiare a ridere.
“Intendevo se lui è tranquillo! Insomma, voglio dire..è lì?” domandai imbarazzata.
Vic alzò gli occhi al cielo.
“Certo come se Rob potesse mai mollarti sull’altare. Kris
ormai te lo sei preso…ora te lo tieni per
l’eternità.”
“Non chiedo di meglio” mormorai.
“Ok allora è tutto in
ordine. Tutti sono arrivati, tua madre è seduta con Joy in
braccio che, tra parentesi, è super calma ora. Rob è li
sull’altare pronto a sposarti e ti assicuro è un fascio di
nervi ahahah. Fa morire dal ridere”
“Liz dai!” la rimproverai “Oggi lascialo stare..poverino.”
“Ok ok sarò
buona!” promise dandomi un bacio “Ora noi andiamo. Tu sei
dieci minuti in ritardo..perfetto, come da tradizione. Perciò
appena senti la musica iniziare…beh entri in scena.”
Annuii, prendendo un bel respiro mentre loro uscivano.
Jessica si avvicinò e mi strinse in un ultimo abbraccio.
“Sei perfetta, bellissima.
Perciò non cadere, non farti prendere da strane paranoie
e…e se proprio cambi idea sull’altare fingi di svenire. In
qualche modo ti carico in macchina e scappiamo..”
Le diedi un pugno scherzoso sul
braccio “Scema..ora vai al tuo posto. Ma guarda un po’ che
razza di testimone mi tocca..”
Mi fece la linguaccia e, in pochi secondi ero rimasta sola con papà.
Si avvicinò lentamente a me e prese la mia mano nella sua.
“Kris sono molto orgoglioso di te”
La sua frase mi lasciò spiazzata.
“Sono orgogliosa della donna
che sei diventata. Della madre che sei, della figlia che sei..e ora
anche moglie. E anche se sei la mia bambina sono felice che sia Rob a
dividere questo giorno con te. Perché so che..che è
l’unico uomo adatto a te..”
“Grazie papà..” mormorai sull’orlo delle lacrime.
“Ehi signorinella, non
piangere ora, intesi?” rise mentre mi prendeva sottobraccio
“Devi solo ridere oggi. E poi è ora..la musica è
partita e io non voglio scortare una sposa in lacrime..”
“E’ già ora?” chiesi d’un tratto avvertendo le note risuonare nell’aria.
Era ora..oddio era ora.
Ok bastava stare calma. Era tutto ciò che volevo, tutto ciò che avevo sempre sognato…
“Andiamo papà” dissi sicura “Andiamo”
Lui mi sorrise e mi scortò fuori.
E nell’esatto istante in cui
incontrai gli occhi di Rob e il suo sorriso smagliante e nervoso capii
quanto ero stata sciocca, quanto il nervosismo e il sogno che avevo
fatto erano sempre stati inutili.
Lui avrebbe detto sì.
Lui mi avrebbe sposato.
Io non sarei caduta.
Nulla sarebbe andato storto.
Perché le cose non vanno storte quando è destino.
E Rob lo era: era il mio destino.
ROB POV
Alzai gli occhi e la vidi.
E tutto il resto sparì in un
soffio di vento. Avevo sempre creduto che fosse un clichè, una
frase fatta. Avevo sempre creduto che vedere kris così sarebbe
stato bellissimo ma questo…questo era al di là.
Al di là di tutto quello che avevo sempre immaginato.
Era il sogno della mia vita che, finalmente si trasformava in realtà.
Camminava lentamente verso di me,
tenendo la gonna dell’abito un poco sollevata con la mano libera.
Era un angelo…era il mio angelo.
La vedevo muoversi veloce, quasi
rompendo il ritmo della musica, trascinando il padre. Non vedeva
l’ora di essere al mio fianco almeno tanto quanto me.
Le sorrisi e quando, finalmente,
intrecciai le dita della mia mano con le sue riuscii a sentirla. Sentii
Kris vicina come mai prima.
Ed ora stava per essere mia. Mia per sempre.
“Ti amo” mormorai.
Era la sola cosa che riuscivo a
dire in quell’istante e forse, la sola cosa che contava davvero.
Il motivo profondo per cui ci trovavamo li l’uno di fianco
all’altra.
Non riuscii a trovare la forza di
staccare gli occhi da lei neppure per un secondo. Forse avrei dovuto,
forse avrei dovuto ascoltare le parole del parroco davanti a noi.
E una parte di me,
inconsciamente,lo stava facendo. La mia mente registrava le parole
della cerimonia, sapeva che cosa stava succedendo eppure…eppure
c’era l’altra parte, quella comandata dal mio cuore, che
aveva escluso tutto il resto, tutto ciò che non eravamo noi due.
Mi riscossi solamente quando sentii
la presa di kris sulla mia mano farsi leggermente più forte e
capii che era arrivato il momento.
“Vuoi tu Robert prendere la qui presente Kristen e promettere di amarla e onorarla per tutta la vita?”
“Sì, lo voglio” risposi, certo e sicuro come non lo ero mai stato di qualcosa prima.
“Vuoi tu Kristen prendere il qui presente Robert e promettere di amarlo e onorarlo per tutta la vita?”
Prese un profondo respiro e poi
pronunciò le tre parole che mi avrebbero per sempre cambiato la
vita. “Sì, lo voglio.”
L’unica cosa che volevo fare
in quell’istante era prendere il suo viso fra le mani,
avvicinarla a me e baciarla, per dimostrarle tutto l’amore e la
passione che provavo. Ma mi trattenni dal farlo perché sapevo
che avevo ancora bisogno di dirle quello che sentivo. Perché era
tutta la vita che aspettavo di dirle quelle parole.
“Robert e Kristen hanno deciso di scrivere personalmente le loro promesse”disse il prete , sorridendoci.
Non avrei voluto piangere ma, in
quel momento, non sapevo come evitarlo. Avvertivo le lacrime premere
prepotenti al bordo dei miei occhi. Le ricacciai indietro perché
non potevo crollare ora. Dovevo riuscire a dire a kris lì,
davanti a tutti colore che amavamo, quanto lei fosse la sola donna che
avrei per sempre visto nel mio futuro.
“Kristen, ti amo.”
Iniziai “Forse è la frase più scontata e banale che
ci si aspetta di sentire in un momento come questo. Ma sai, è da
quando ti ho incontrata che ho capito che le cose semplici sono quelle
che vanno diritte al cuore. Perché è bastato un tuo
semplice ‘ciao’ quando ci siamo conosciuti per…per
cambiare tutto e per trasformare te nel mio tutto. Tu sei tutto per me
kris..”
La mia voce tremò leggermente quando vidi una lacrima scorrere sulla sua guancia.
“Sei la sola cosa di cui ho
perennemente bisogno per sopravvivere. Sei come la luce che mi guida e
mi aiuta a trovare pace, sei la mia forza, la mia roccia. E sai che
è vero kris. Senza di te..non so dove sarei ora. Mi sostieni, mi
dai speranza quando non ho motivo per averla. Sei..sei la sola cosa ,
insieme a Joy,per cui ringrazio davvero Dio ogni giorno. Ed è
per questo che ho deciso di dirti semplicemente le due parole
più semplici e, allo stesso tempo, più complicate del
mondo. Ti amo, ti amo dal primo momento in cui ti ho vista. Ti amo dal
tuo primo semplice ‘ciao’.” Sorrisi prendendo un
profondo respiro “E la cosa che mi sorprende e che mi
destabilizza è che ogni giorno ti amo un po’ di
più.”
Avvicinai un poco la sua mano a me
e presi l’anello che Tom mi porgeva “E ora con questo
anello voglio mostrare al resto del mondo il nostro amore. Voglio
mostrare a tutti che io ho trovato la parte della mia anima che nemmeno
credevo mi mancasse. Ma, soprattutto, voglio promettere a te che mi
prenderò cura di te e di Joy e che vi amerò finchè
vivrò. In salute ed in malattia, nella buona e nella cattiva
sorte. Finchè morte non ci separi. Per sempre”
A quel punto riuscivo a mala pena a
vedere davvero Kristen. Le lacrime che avevo cercato di reprimere mi
velavano gli occhi ma non me ne curai. Sapevo che era lo stesso per
lei. Le allontanai e vidi che anche il volto di kristen era
bagnato. Allungai la mano libera e sfiorai la pelle sotto i tuoi occhi.
“Non piangere amore mio..” sussurrai.
Annuì leggermente e si girò verso Jessica per prendere la mia fede.
“Rob..” strinse con forza la mia mano nella sua “Ne abbiamo passate così tante insieme..”
Non potei fare a meno di trattenere una risata…quanto aveva ragione..
“E ora..ora sono proprio
quegli ostacoli che devo ringraziare. Perché senza di loro non
sarei qui. Senza di loro non avrei mai capito quello che tu sei davvero
per me. Ma adesso sono qui di fronte a te, consapevole che tu..tu non
sei solo l’uomo che amo. Sei la mia spalla, sei la persona che
affronta con me ogni piccolo problema che la vita ci mette davanti, sei
la persona che non mi lascia da sola mai, sei…sei il mio
migliore amico. Hai sempre creduto in me, in noi…e anche quando
io ero confusa e persa..tu eri li per entrambi. Eri li’..mi
venivi a salvare e ogni volta avevo paura. Avevo paura perché
dipendevo così totalmente da te come mai prima. Ma ora non ho
più paura…perché so che non sono da sola. Anche se
ci saranno giorni grigi, difficoltà, litigate…so che non
mi volterai le spalle, so che non mi lascerai cadere. E so, so che
crederò per sempre in noi. Per sempre”
L’anello scivolò perfettamente sul mio anulare.
“Prometto di amarti sempre.
Nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia,
finchè morte non ci separi”
Le nostre mani rimasero
così, incatenate, come lo erano i nostri occhi. Non volevamo
rompere quel contatto che, in quel preciso istante, ne rappresentava
uno ben più profondo.
Quello delle nostre anime.
Le stringevo forti, riuscendo ad
avvertire ogni singola particella di calore che dal suo corpo si
trasmetteva al mio, desideroso solamente di sentire le parole che mi
avrebbero portato ad averla ancora più vicina al mio
cuore…
“Con il potere conferitomi
dalla chiesa io vi dichiaro marito e moglie” disse il parroco
“Può baciare la sposa”
“Finalmente..” mormorai.
La trascinai a me, avvertendo
l’elettricità tra i nostri corpi crescere, farsi sempre
più pressante, sempre più palpabile e quando, alla fine,
le sue labbra erano così vicine che potevo sentire il suo
respiro sfiorarle delicato, la sentii mormorare “Ti amo..”
“Ti amo…Mi hai reso l’uomo più felice del mondo” risposi.
E quando le nostre bocche si
sfiorarono per la prima volta in cui eravamo diventati marito e moglie
capii che era vero. Non ero mai stato così felice e forse
non lo sarei stato mai più.
Perché in quel momento ero
completo, perché kris era la sola cosa che mi era sempre
mancata. Ed ora lo sapevo, me ne rendevo conto.
Mi allontanai leggermente,
completamente ignaro degli applausi e delle risa degli invitati, sentii
quel sentimento radicarsi ancora più profondamente dentro me.
Sì.
Sì, non c’erano dubbi. Ero tra le braccia di kris. Ero finalmente a casa.
KRIS POV
Non ero mai stata così felice. Letteralmente.
Era una felicità nuova, assurda abbagliante. Una felicità che non avevo mai neppure pensato potesse esistere.
E invece la stavo provando
lì, in quel perfetto momento, in quella casa dove avevo
trascorso la mia infanzia, in quel giardino dove tante volte avevo
giocato.
Mai ero stata
così..completa. Solo con Rob che mi stringeva la mano ero
finalmente completa e mi sentivo così stupida per averci messo
21 anni a capirlo..
Strinsi la mia presa e lo guardai
osservare nostra figlia davanti a noi che giocava con un bambino di
circa due anni sul prato. Probabilmente era un cugino alla lontana di
rob perché gli somigliava vagamente…
Sentii il braccio di mio marito
circondarmi il fianco. “Ti amo sai? Questo è stato un
matrimonio…meraviglioso..”
Annuii “Sì, tutto perfetto. La cerimonia, la spiaggia, il ricevimento qui a casa mia..”
E lo era stato davvero. Mi guardavo
attorno, osservando lo splendido giardino decorato dalle luci
scintillanti nella sera, la musica che inondava l’aria, gli
invitati seduti a chiacchierare e non potevo desiderare di meglio.
“Mmmm” poggiò le
labbra sulla pelle del mio collo “La vera cosa perfetta di oggi
era la sposa però..”
Ridacchiai e lo abbracciai ancora ma, in quell’istante, uno strillo ci fece correre verso i due bimbi.
Capii subito quello che doveva
essere successo visto che quello che aveva pianto era proprio il
cuginetto di Rob e visto che Joy se ne stava sdraiata sopra di lui
prendendo tranquillamente a pugni il petto del piccolo…
Scoppiai a ridere, non riuscendo
minimamente ad arrabbiarmi in quel giorno. E poi sapevo che non
l’aveva fatto apposta, probabilmente voleva solo giocare a fare
la lotta come faceva spesso col suo papà. Il problema è
che ancora non capiva che il suo papino aveva una stazza leggermente
diversa.
Presi Joy in braccio e la feci volteggiare in aria “Ehi piccola monella”
“Ma..mama!!” urlò felice ridendo.
Vidi Rob aiutare il bimbo a
rialzarsi e indicargli il tavolo dove avrebbe trovato la sua mamma.
Trotterellò rapido verso di lei.
Rob si avvicinò e ci strinse entrambe tra le sue braccia.
“Ehi che mi combini?”
domandò sfiorando il nasino della piccola col suo “Non
bisogna saltare addosso ai ragazzi diciamo almeno finchè non
avrai 25 anni..ok?”
Joy lo guardò seria ed
annuì, senza neppure capire ciò che il padre le diceva.
Ma ormai era diventata una cocca di papà e diceva
‘sì’ qualsiasi cosa Rob le chiedesse.
“Brava principessa..”
Restammo ancora per un po’ li
giocherellare finchè mia madre non arrivò a chiamarci per
il taglio della torta.
E fu…esilarante a dir poco.
Joy non volle staccare le braccia
dal collo di Rob per nessuna ragione al mondo e, per questo motivo, ci
ritrovammo a tagliarla tutti e tre insieme.
Ma proprio nel bel mezzo del
momento Joy si sporse e, ridendo, affondò entrambe le manine con
forza sullo strato più alto, facendo schizzare glassa e crema
sui visi di tutti e tre.
“Joy!” io e Rob
strillammo all’unisono ma, quando la sentimmo ridere di gusto,
non potemmo trattenerci. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere
con lei.
E la nostra foto fu la più
splendida che potessimo avere:io e Rob che mangiavamo la torta
direttamente dalle manine della nostra bambina.
Riuscimmo a ripulirci bene o male e
tornammo a sederci al nostro tavolo, pronti a sentire uno dei momenti
che aspettavo con più impazienza: il discorso del testimone di
Rob.
E cioè il nostro Tom.
“Non credi che abbia bevuto
troppo per fare un discorso ehm..” chiesi scettica “Diciamo
che vorrei si mantenesse sotto il rating PG-13..”
Rob ridacchiò, anche se
notai un suo certo nervosismo. “No, penso si comporterà
bene..E poi credo se lo fosse preparato qualche giorno fa..”
Tom si schiarì la gola e
tornò a guardarci sorridente. Anche se di solito era timido era
anche un attore e di certo parlare di fronte a tante persone non lo
spaventava.
“Ok..bene, allora”
iniziò “E’ difficile trovare l’esatto
modo con cui iniziare questo discorso..ma penso che ..che una
frase racchiuda tutto. ‘Un giorno sposerò quella
ragazza’. Questo lo disse Rob il primo istante che posò
gli occhi su kristen..”
Un coro di ‘awwww’ si
alzò dalle tavole degli invitati mentre Rob sussurrò
qualcosa di simile a ‘Non ancora quella storia..’
“Shhh” lo ammonii “Voglio sentire..io questa storia non la so..”
“Bene…”
continuò Tom “E’ scontato dire che pensai avesse
bevuto troppe birre visto che aveva visto quella ragazza per circa
dieci minuti sullo schermo della tv, perciò non ci prestai molta
attenzione. Ma poi le settimane passavano e..e venne un giorno molto
speciale. Venne il giorno in cui Rob salì su un aereo per un
provino che credeva non avrebbe mai superato, solo per poter vedere per
qualche secondo la ragazza di cui non aveva mai mai smesso di
parlare…”
Gli strinsi la mano sotto al tavolo e lui mi sorrise imbarazzato.
“…E quella sera mi
chiamò al telefono e mi disse “Tom Tom..le ho parlato e
l’ho anche baciata’”
Tutti quanti gli invitati scoppiarono a ridere, compresa me, mentre Rob nascose il viso dietro ai capelli di Joy.
“Al che io gli chiesi se la
sua fantasia si fosse finalmente scontrata con la realtà e se
aveva finalmente capito che non avrebbe sposato quella ragazza
dopotutto. Lui mi rispose qualcosa che..beh disse solamente ‘Oh
Tom, non solo un giorno la sposerò…ma passerò
anche il resto della mia vita a renderla felice perché la
amo..dal primo istante in cui sono entrato nella stanza e lei ha
sorriso..’. E da allora…beh direi che il resto è
una storia che bene o male conoscete tutti quanti. E quello che io
pensavo fosse solo un sogno..beh si è rivelato molto di
più. Perciò credo che dovremmo tutti dire grazie a Robert
e kristen. Perché la loro storia è speciale.
Perché la loro storia ci ricorderà ogni giorno che
l’amore a prima vista, l’amore vero esistono…E
l’amore..l’amore può vincere ogni difficoltà
e arrivare a creare qualcosa di meraviglioso come Joy. Perciò
Rob, Kris” alzò il calice di champagne e guardò
nella nostra direzione “Grazie per il vostro amore. Sono certo
che sarete felici per sempre…”
Tutti gli invitati applaudirono e sentii le lacrime pungermi gli occhi.
Rob aveva ..aveva davvero detto quelle cose…
Sapevo che si era preso una cotta per me quando mi aveva vista in ‘Into the wild’ ma..ma non credevo che …
Non pensavo…
Mi voltai a guardare mio marito e lo vidi sorridermi.
Si chinò a darmi un delicato bacio.
“Te l’ho detto che ti ho amata dal primo istante..” sussurrò sulle mie labbra
“Ed ora” Tom
parlò prima che avessi il tempo di rispondergli “Ora
è il momento per i nostri piccioncini del primo ballo come
marito e moglie…”
Rob si alzò e passò Joy a sua madre.
Allungò la sua mano verso di me “Mi concede questo ballo signora Pattinson?”
Solo sentirmi chiamare così
da lui mi faceva venire voglia di piangere ancora. Suonava così
bene..così perfettamente.
Afferrai la sua mano e lui mi condusse sul piccolo gazebo che i miei erano riusciti con maestria a convertire in pista da ballo.
“Mmmm..la musica l’hai
scelta tutta tu” sussurrai al suo orecchio mentre le sue mani mi
stringevano i fianchi e mi avvicinavano a lui “vediamo se saprai
sorprendermi piacevolmente..”
“Oh io credo di sì..”
Appoggiai il mio capo sul suo petto
e aspettai che le prime note avvolgessero l’aria. Non mi
pareva di conoscerla ma era…era bellissima. LINK (ascoltatela assolutamente da qui in poi u.u)
Le parole…
“La dedico a te amore mio. Dice tutto ciò che provo per te..” mormorò.
Forever could never be long enough for me
To feel like I’ve had long enough with you
Forget the world now we won’t let them see
But there’s one thing left to do…
Now that the weight has lifted
Love has surely shifted my way
“Per me ‘per sempre’ non è abbastanza”
Parlava poggiando le labbra sui
miei capelli, così che solo io potessi sentire quello che mi
diceva. Era un momento così intimo, così nostro..
“Non sentirò mai di avere abbastanza di te…Mai.”
“Marry me…today and every day..”
canto lentamente il ritornello della canzone, facendomi rabbrividire
“Io ti giuro che lo faro. Ti amerò ogni singolo giorno
come ti amo oggi…forse di più…”
Together could never be close enough for me
To feel like I am close enough to you…
You wear white and I’ll wear out the words , I love you
And you’re beautiful…
Now that the wait is over
And love has finally showed her my way…
“Rob..” mormorai mentre le parole entravano dentro di me. Volevo dire qualcosa, ringraziarlo ma…
Provai a parlare ma dalle labbra mi uscì solo un singhiozzo soffocato.
Stavo piangendo. Perché era
assurdo il modo in cui amavo quell’uomo e, ancora di più,
il modo in cui lui amava me.
In cui mi sorprendeva, mi sorreggeva ogni singolo istante delle nostre vite.
“Shhh” scacciò le lacrime col pollice “Non piangere…ci sono io con te..”
Mi strinse più forte a sé e avvertii il suo respiro caldo sfiorarmi l’orecchio.
“Promise me you’ll always be happy by my side” canticchiò piano “I promise to sing to you, when all the music dies…”
Mi aggrappai alle sue spalle, sorreggendomi.
“Io ci sarò sempre
Kris. Ti amerò ogni singolo giorno, anche in quelli difficili.
Sarò con te, Joy e..e i nostri altri bambini..”
Non potei fare a meno di rivolgergli un sorriso a quella sua affermazione. “Non demordi mai eh…”
“Che ci posso fare, voglio fare un favore al mondo. Facciamo dei bambini davvero bellissimi…”
“Sì” risposi.
Entrambi ci voltammo a guardare Joy
che tra le braccia della nonna, cercava di protendersi e distruggere
una fetta di torta sul suo bel vestito.
Ma in quel momento non me ne sarebbe importato nulla: era così felice, almeno quanto lo ero io…
“Ti amo Kris..”
sussurrò prendendo il mio volto tra le mani. “Ti amo, e
ora conta solo questo…”
“Ti amo..” Avvicinai il
mio viso al suo per un bacio che avrei tanto voluto non finisse mai. E
per me sarebbe anche potuto essere così: avevo isolato tutto
quanto, la musica, le voci, le risa degli invitati al nostro bacio
forse un po’ troppo focoso..
Non esisteva nient’altro in quell’istante.
Ondeggiavo piano tra le braccia di mio padre.
Il ballo padre e figlia era
leggermente ridicolo con noi due. Io non mi sentivo sicura a ballare
con chiunque non fosse Rob, mentre invece mio padre…beh lui era
sempre il solito.
Sempre a suo agio, sempre un po’ folle.
Mi fece fare un’intera
giravolta e finalmente potei sfuggire dalle sue braccia e
appoggiarmi a una colonna, al bordo della pista da ballo a guardare..
A guardare Rob e Joy ballare.
O meglio, Rob ballava mentre
lei…lei se ne stava coi piedini su quelli di Rob, le mani
strette in quelle del suo papà ..e si guardavano.
E il modo in cui lo facevano..era qualcosa di unico.
Come se ci fosse qualcosa che
legava i loro sguardi e cancellava il mondo tutto intorno. Era sempre
stato così, fin da quando joy era piccolissima. Si capivano
senza parlarsi, si sentivano senza guardarsi.
E io non ne ero mai stata gelosa.
Non avrei potuto, non quando mi ritrovavo a godere di momenti simili.
In cui sentivo, sapevo, che saremmo stati una famiglia unita per sempre.
Volteggiarono ancora un po’
sulla pista da ballo finchè non venne il momento del lancio del
bouquet. Gli feci segno di aspettarmi al nostro tavolo mentre io salivo
sul palco e tutte le ragazze single si radunarono dietro di me.
Guardai tra la folla e cercai di
trovare Liz e Victoria visto che avevo fatto una specie di patto
segreto con loro due: diminuire le prese in giro a Rob in cambio di un
lancio’ casuale’ nella loro direzione.
Purtroppo non le trovai e quando lanciai i fiori lo feci in maniera davvero del tutto casuale.
E infatti..
Quando mi voltai a vedere chi li avesse presi quasi scoppiai a ridere.
Ashley se ne stava tra le altre,
completamente felice ed entusiasta agitando il bouquet. O mio
Dio…tra tutte proprio Ash..
Era una ragazza dolcissima, una fantastica amica e Joy si divertiva un mondo con lei ma..
Ma francamente non la vedevo pronta
per un passo simile. Aggrottai le sopraciglia, rendendomi conto
improvvisamente che neppure sapevo con chi stesse al momento, mentre
baciavo tutte e tornavo verso Rob e Joy.
“Ashley eh..” Rob rise.
“Il destino ha uno strano
senso dell’umorismo a volte..” risposi inginocchiandomi di
fronte a lui e osservando nostra figlia accoccolata sul suo petto.
Faticava a tenere gli occhi aperti ormai. Doveva essere molto tardi, di li a poco gli ospiti se ne sarebbero andati e..
Sentii il cuore spaccarsi a
metà. Una parte era eccitata di partire per le Fiji per la
nostra romantica e meritata luna di miele mentre
l’altra..l’altra si sentiva uno schifo per lasciare Joy,
anche se solo per sette giorni.
“Starà benissimo..” sussurrò Rob carezzandomi il viso, come se mi avesse letto la mente.
“Lo so..”
Razionalmente lo sapevo,
ma…ma lasciarla era comunque assurdo. Non ci eravamo mai
separate sin da quando aveva iniziato a crescere dentro di me.
La presi in braccio e mi sedetti
sulle gambe di Rob, appoggiandomi al suo petto e carezzando i capelli
di mia figlia, i cui occhietti si stavano mano a mano chiudendo.
Ci mettemmo ad osservare la festa che intorno a noi scemava lentamente.
“Sai” borbottai ad un
certo punto “Quella cosa che hai detto a Tom la prima volta che
mi hai visto..è stato così..”
“Avevo detto che ti avrei
sposata e l’ho fatto” rispose accarezzandomi “Io
mantengo sempre le promesse..come quella di ieri sera, per
esempio..”
Alzai un sopraciglio confusa.
“Farò l’amore con te tutta la notte..” sussurrò “Non appena saremo da soli”
Risi, tornando a venerare le sue labbra. “Ci conto..”
E per finire una bella immagine della piccola Joy che gioca in spiaggia prima del wedding! *___*
Ok scappiamo ora! Buon Halloween a
tutte voi!! Lo festeggiate? Da che vi travestite? Vampire, licantrope,
Nikky Reed..?? Muhahhahahaha senza offesa Nikky ovvio
ehm..ehm..u.u. Vabbè comunque qualunque cosa facciate speriamo
che vi divertiate e se vi divertite con un bel vampiro ancora meglio ;D
!!!
Ancora un enorme bacio!
|
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Capitolo 33 *** You are my heaven ***
HEAVEN
Sera
girls!!! Finalmente siamo qui a postare !!! E postiamo la luna di miele
dei nostri piccioncini virtuali mentre quelli reali stanno
girando proprio la honeymoon di BD!! Che bella coincidenza *___* E che
belle le foto e i video che sono usciti...cioè come si tenevano
la mano, come lei sfiorava il petto di Rob awwwwwwww..noi siam morte e
credo anche voi ;D Altro che Edward e Bella...quelli erano Rob e
Kris *___* cioè...no words.
Ok passiamo al capitolo. Che dire?
Grazie per tutte le recensioni, preferiti, seguiti ecc e speriamo che
questa nostra luna di miele vi soddisfi come il matrimonio.
Un beso Cloe & Fio.
P.S= Vi lascio il link del resort
a cui mi sono ispirata x la descrizione. E' molto bello io ci sono
stata in vacanza U__U Ahahahah eh sisi magari xD LINK
P.P.S= Ahhhhhhhh un ultima cosa.
Leggendo qualche vostra recensione ci è parso che qualcuna di
voi pensi che questa storia stia per finire. Ahahah vi assicuriamo che
non è assolutamente così...assolutamente no. Ci avrete
tra le scatole per ancora un bel po di mesi mi sa LOL. Quindi ..relax ;D
CAPITOLO 33 (Cloe)
YOU ARE MY HEAVEN
KRIS POV
“Siamo sposati…cioè davvero davvero sposati. Quasi
non ci credo” mormorai accoccolandomi meglio contro il suo petto,
sdraiata sui comodi sedili della prima classe.
Probabilmente stavo ripetendo la
stessa frase da almeno 10 ore, cioè da quando avevamo messo
piede sull’aereo verso la nostra meta: Fiji.
Quasi non ci potevo credere: una settimana, sette interi giorni da sola con mio…marito. Marito.
Ridacchiai, pensando a Rob come a
mio marito. Era ancora tutto così nuovo, così..strano.
Strano in senso positivo ovviamente ma comunque mi faceva un certo
effetto.
“Ehi, non ti senti più
vecchio?” lo punzecchiai “Insomma, io a 21 anni sono una
moglie e una madre, non l’avrei mai pensato. Mai…”
Rob non mi rispose di nuovo e alzai gli occhi per controllare. Forse si era addormentato.
E invece no che non si era addormentato.
Mentre con una mano mi accarezzava
distrattamente i capelli con l’altra stava..stava mandando sms
col cellulare. Su un aereo in volo e, per di più, in fase di
atterraggio.
“Rob spegnilo subito!” borbottai scioccata “Che diavolo credi di fare?”
Sussultò, fissandomi come un
bimbo colto con le mani nella cioccolata e cercando di nascondere
ancora di più il telefono sotto il sedile.
“Non faccio niente. Dovevo mandare un sms urgente..”
“Urgente?” Alzai un sopraciglio “Urgente a chi scusa?”
“Ehm…lo sai..a ehm..”
“Chi scusa?” chiesi senza capire.
Sbuffò “A Joy ok? Voglio sapere come sta Joy”
Mi trattenni dal ridere. Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe finita così.
“Eh..ehm” mi schiarii
la gola “Pensi che ti risponderà? Ok che è una
bimba intelligente ma…”
“Ovviamente lo stavo mandando
a tua madre” rispose ma, prima che potesse continuare
afferrai il telefono e lo ficcai prepotentemente nella tasca dei
miei jeans, riuscendo anche a spegnerlo.
“Dai kris ridammelo!”
“No” risposi “Non
voglio rischiare di morire perché sei stato così stupido
da tenere il cellulare acceso.”
Si protese verso di me e mi afferrò per i fianchi, cercando di infilare la mano nella mia tasca.
“Dai” rise sussurrando
“Guardo che in realtà le possibilità che le onde
del telefono interferiscano con il computer di bordo sono abbastanza
rare. Saranno una su diecimila..”
“Con la fortuna che abbiamo di certo noi due non facciamo parte di quei novantanovemila”
Lo sentii muovere ancora un po’ le mani e bloccai i suoi polsi tra le mie.
“Guarda che se continui chiamo qualcuno e dico che mi molesti.” Lo minacciai.
Rise affondando il volto nel mio collo. “Ah sì, e io chiedo l’annullamento.”
“Non puoi..”
“Tecnicamente sì.
Ancora non abbiamo consumato il nostro matrimonio..” Rispose e
sentii le sue labbra aprirsi in un sorriso contro la mia pelle.
“Hai ragione. E se vuoi
consumarlo prima dei tuoi ottant’anni ti consiglio di non cercare
di prendere il telefono di nuovo..”
Si arrese, senza però allontanarsi da me. Mi cinse ancora più forte e posò il capo sulla mia spalla.
“Cattiva” borbottò
Gli baciai i capelli, inspirando forte il suo profumo.
“Sei peggio di Joy a volte
sai” dissi “ma visto che sei il mio papino super geloso ed
iperprotettivo sei perdonato.”
Le sue dita tracciarono cerchi leggeri sulla mia pancia alzando leggermente il top di cotone che indossavo.
Incredibile, fino a poche ore prima
era stato lui a tranquillizzarmi e ad assicurarmi che Joy sarebbe stata
bene e ora si faceva prendere l’attacco di panico.
“Vedrai con mia madre
starà benone. Anzi la vizierà talmente tanto che quando
torniamo secondo me non vorrà più venire via..”
“Probabilmente sì” ridacchiò.
“E poi” continuai “Li sono appena le 2 del mattino…dormono”
Mi guardò accigliato “Davvero?”
“Mi pare di sì..”
“Ma di quale giorno scusa?”
Lo fissai confusa. “Come di quale giorno?”
“Beh sì cioè
è oggi o tecnicamente già domani? C’è tutta
quella storia della linea del cambiamento di data”
Ci fissammo per quelli che dovevano
essere parecchi secondi finchè non vidi il labbro di Rob
iniziare a tremolare e, insieme, scoppiammo in una fragorosa risata che
attrasse gli sguardi di alcuni altri passeggeri.
“Hahaha ti importa davvero?” chiesi tra le risa.
Scosse il capo stringendomi
più forte e baciandomi la fronte. “No, so che sta bene per
cui..no. Non mi importa di niente. Non mi importa del resto del
mondo…”
“…del fatto che non
sappiamo nemmeno bene dove sono queste Fiji o che non siamo sicuri del
giorno in cui stiamo vivendo”
“Infatti” rispose
“So che sto guardando il sole tramontare da questo finestrino e
so che ti amo e so che sono l’uomo più fortunato del mondo
visto che hai accettato di sposarmi.”
“Davvero?”
Annuì “Certo, Kris. Ti
amo..più di qualunque altra cosa al mondo.”
Sussurrò “però me lo fai un piacere?”
“Quale?” chiesi curiosa.
Scoppiai a ridere quando sentii la sua richiesta.
“Stasera per favore lo consumiamo questo matrimonio?”
Invece quella sera non consumammo
alcun matrimonio. Dopo ore arrivammo al nostro meraviglioso e
super lussuoso resort ed ero così stanca che a malapena riuscii
a sentire le parole della ragazza che ci spiegava ogni singolo confort
presente nella nostra villa. Avevamo scelto quel luogo in
particolare perché era su una piccola isola
dell’arcipelago, dove era garantita totale pace e
tranquillità.
Che per noi significava solo una cosa veramente importante: nessuna macchina fotografica eccetto la nostra. Un sogno in pratica.
MI
gettai sul letto mentre Rob dava la mancia alla ragazza e chiusi gli
occhi, constatando la morbidezza del materasso e inspirando
l’aria tiepida della notte.
Pochi istanti dopo avvertii un peso
al mio fianco e Rob crollò direttamente sul mio corpo
avvolgendomi il fianco col braccio e affondando il viso nel mio collo.
Assaporai con le labbra la consistenza dei suoi capelli profumati e con le mani sfiorai la pelle sotto la sua maglietta.
Mmmmm..forse non ero poi così stanca…
Sentii la mano di Rob afferrarmi un
fianco e io mi mossi piano contro di lui mentre le mie carezze si
facevano così audaci da arrivare a togliergli la maglietta.
Si puntello sui gomiti così da guardarmi negli occhi, le nostre labbra a pochi millimetri.
“Non così signora Pattinson…” mormorò
“Perché…”
Mi bloccò “Non voglio che la nostra prima notte da marito e moglie sia così..assolutamente no…”
Ridacchiai confusa. “pensavo mi avessi implorato di ehm..consumare solo poche ore fa”
“Forse ma..non voglio”
accarezzò la punta del naso col mio “Non voglio ora. Kris
quanto tempo ho aspettato per renderti mia totalmente? Anni…E
non posso accettare che la prima volta fra noi sia qualcosa di veloce
perché non abbiamo chiuso occhio nelle ultime 20
ore.”
Fece scorrere le labbra lungo il
mio collo e rabbrividii. Le sue mani vagarono di nuovo sulla mia pancia
e slacciarono il bottone e la zip dei miei pantaloncini.
Se non voleva fare sesso quello non era certo il modo migliore per farmi stare buona…
Fece scivolare i miei pantaloncini giù per le mie gambe e riuscii a scalciarli in modo da farli cadere sul pavimento.
Riportò la bocca sul mio orecchio.
“Invece ho in programma
qualcosa di speciale e farò l’amore con te per ore e ore e
ore, baciandoti e accarezzandoti…che ne dici?”
mormorò
“Mmmm” gemetti “per me va bene ma..Rob se continui così ti stupro in questo momento…”
Rise facendo per allontanarsi ma io lo riavvicinai a me aggrappandomi con le gambe a lui e riportandolo quasi sdraiato su di me.
“Non ti azzardare ad
allontanarti di un solo centimetro da me, intesi?” ordinai
“Voglio sentirti vicino…”
“Non volevo pesarti” rispose affondando di nuovo il viso sul mio collo.
“Non mi pesi” lo rassicurai “Ma voglio dormire abbracciata a te, sentire il tuo corpo..”
“Ti amo Kristen lo sai?” disse “Ti amo e domani …beh domani vedrai cosa ho in mente..”
Chiusi gli occhi nonostante lui
sapesse perfettamente quanto io fossi curiosa di natura e non riuscissi
mai a accettare le sorprese. Stavo quasi per iniziare la mia solita
pantomima per estorcergli qualche informazione
ma…all’improvviso mi fermai.
Lui era fatto così. Mi amava
ed amava stupirmi. Come sulla Tour Eiffel, come con la canzone al
nostro matrimonio… E ogni singola sua sorpresa era perfetta.
Sempre.
“Buonanotte amore mio..”
“Buonanotte” sussurrai solamente, affondando il viso nella massa di capelli e inspirando il suo dolce profumo.
Chiusi gli occhi lasciandomi
cullare da quelle sensazione e, quando li riaprii, mi sembrò che
fossero passati pochi semplici minuti ma, evidentemente, non era
affatto così.
Mi guardai attorno e vidi il sole
entrare dalle finestre. E quello non era certo il sole del mattino o
del mezzogiorno…doveva essere pomeriggio inoltrato. Confusa
adocchiai il piccolo orologio a muro. Le 17 e 16.
Wow..eravamo arrivati di notte quindi dovevamo aver dormito molto più di dodici ore.
O perlomeno, io avevo dormito.
Rob..non c’era.
Mi alzai dal letto e iniziai a
chiamarlo ma di lui non c’era traccia né in bagno,
né nel salotto adiacente alla camera da letto.
Forse era andato a fare un giro ma era strano che non mi avesse detto nulla.
Mi guardai ancora attorno spaesata quando notai un foglietto attaccato alla porta finestra che dava sulla terrazza.
Sopra c’era scritto semplicemente il mio nome.
Lo aprii e non potei impedire alle mie labbra di arcuarsi in un sorriso.
Cara kris,
Te l’avevo detto che avevo in mente qualcosa di speciale, no?
Togliti tutto quello che hai addosso e raggiungimi in spiaggia.
Ti amo, Rob.
P.S=
ripensandoci forse è meglio che indossi qualcosa. Non vorrei che
qualcuno per sbaglio vedesse quello che è solo mio. Ma un
semplice vestitino è più che sufficiente.
P.P.S= Mi raccomando solo il vestitino. Niente costume o intimo…sarebbero inutili ;)
Mi precipitai verso la valigia, la
aprii e tirai fuori un semplice abitino bianco in cotone che mi
arrivava circa a metà coscia. Lo infilai rapidamente gettando la
maglietta e gli altri indumenti sporchi a terra, senza curarmene.
Solo ora che avevo letto le sue
parole mi resi veramente conto di quanto lo desiderassi. Era un bisogno
bruciante, potente. Avrei abbandonato qualunque cosa per correre da lui
e gettarmi tra le sue braccia.
Nient’altro aveva importanza.
Per un attimo contemplai l’idea di una doccia ma la scartai
subito. Ne avrei avuto bisogno dopo probabilmente…
Con
un sorrisetto uscii nella veranda e quasi rimasi incantata dalla vista
di fronte a me. Una piscina tutta nostra faceva bella mostra di
sé ed era solo l’inizio di uno spettacolo ancora
più magnifico aldilà.
Decine e decine di palme si
innalzavano sulla spiaggia bianchissima, lambita dal mare più
azzurro che avessi mai visto in tutta la mia vita. L’aria era
satura di profumi: salsedine e uno strano aroma dolce, probabilmente un
fiore locale, che si mischiavano creando una fragranza perfetta per
quella calda sera.
Scesi le scalette di legno e quando
affondai le dita dei piedi nella sabbia chiusi un attimo gli occhi per
godermi il momento. Ma non appena mi ricordai di Rob che aspettava solo
me, mi misi a camminare impaziente.
Arrivai in riva al mare e mi guardai attorno, ma non c’era nessuno.
L’acqua tiepida mi
lambì le caviglie e quando stavo per girarmi avvertii un braccio
stringermi la vita e farmi voltare. Non ebbi il tempo di avere paura
che le labbra. Le sue labbra si avvinghiarono alle mie, in un bacio
dolce quanto passionale.
“Ciao Bella addormentata..” soffiò sulle mie labbra.
Sorrisi e lui si allontanò
quel tanto che bastava per appuntarmi tra i capelli un enorme fiore
fucsia. Riconobbi immediatamente il medesimo profumo che avevo
avvertito in terrazza pochi minuti prima…
Afferrò la mia mano e mi
trascinò con sé. Lo seguii senza concentrarmi minimamente
sui passi che percorrevo: mi fidavo di lui ciecamente e poi ero troppo
presa dall’osservare i suoi pantaloni di chiari che gli
fasciavano le gambe e il suo petto nudo.
Non ero mai stata così felice che non avesse indossato una camicia.
Camminammo un poco e quando tornai
consapevole del mondo attorno a me mi accorsi che eravamo in una
piccola rientranza della costa, nascosta alla vista, e che
c’erano…
“Rob..hai
fatto tutto questo per me?” mormorai osservando i teli stesi
sulla sabbia su cui erano poggiati acqua, succo, champagne e frutta
fresca, nonché alcune candele accese la cui fiamma bruciava
piano, ma intensamente.
Proprio come me.
“Io farei qualunque cosa per te” mi attirò a se “qualsiasi cosa..”
Affondai il volto sul suo collo baciando la sua pelle.
“Sei stanca?” domandò
Scossi il capo.
“Hai fame?”
“Non di cibo…di te si però.” Risposi.
Non persi tempo e avvicinai le
labbra alle sue catturandole e Rob mi strinse per i fianchi e insieme
ci ritrovammo a terra, a rotolare sulla sabbia chiara.
Lo spinsi sotto di me, sfiorando la sua pelle e i nostri sguardi si incrociarono per quel breve ma intenso istante.
L’intensità del suo
amore per me era tutta scritta lì, in quelle due pozze limpide
che mi fissavano con un’adorazione tale e completa a cui ero
certa non mi sarei mai abituata. A cui non avrei mai voluto abituarmi..
Mi attirò ancora più
contro il suo corpo e la sua bocca vagò sul mio collo mentre le
sue dita sfiorarono piano le mie spalle e con accurata lentezza fecero
scendere le spalline dell’abito. Si ammucchiò sui miei
fianchi lasciandomi esposta ai suoi occhi.
“Sei bellissima, sai?”
sussurrò roco posando un bacio dopo l’altro lungo le
scapole, sopra al mio cuore, fino ad arrivare all’incavo tra i
miei seni.
Ne sfiorò uno delicatamente con un dito per poi circondarlo completamente con la mano e soffiare sopra l’altro.
“Ho detto che ti avrei
venerato ed è ciò che ho intenzione di fare signora
Pattinson…” mormorò.
In men che non si dica mi ritrovai sdraiata sotto di lui, il suo sguardo innamorato perso su di me.
“Ti amo..” ebbi solo la forza di dire.
Circondai il suo collo con le
braccia avvicinandolo a me ma lui si limitò a sfiorarmi le
labbra velocemente, preferendo riprendere la scia che aveva interrotto
pochi istanti prima. Baciò e venerò ogni singolo poro
della mia pelle, partendo dal collo, i seni…Posò un bacio
leggero su ognuna delle mie costole e mordicchio leggermente i bordi
del mio ombelico.
“Rob..” gemetti.
Ancora non mi aveva toccata e già stavo bruciando.
Afferrò con le dita i lembi
del mio vestito arrotolato nel mio bacino e col mio aiuto lo fece
scorrere lungo le mie gambe.
Lo vidi sorridermi compiaciuto.
“Avevi detto di non mettere niente sotto..” mormorai.
Le sue dita percorsero lo stesso
tragitto della sua bocca finchè non arrivarono ai miei fianchi e
molto delicatamente mi fece aprire le gambe posizionandosi in mezzo.
Mi stupii per quel momento
così ..dolce. Rob era sempre amorevole e delicato ma..ma in
quell’istante mi ricordò molto come era stato durante la
prima volta che avevamo fatto l’amore.
E forse era in un certo senso,
nuovamente una prima volta per noi. Per la prima volta facevamo
l’amore come marito e moglie. Uniti, davanti a Dio, davanti al
mono. Quel momento, quell’atto era il primo passo del nostro per
sempre.
Affondò nuovamente il volto nel mio ventre morbido, assaporandolo quasi e scendendo sempre più verso il basso.
Inarcai la schiena affondando le dita nella sabbia tiepida.
Trattenni il respiro quando, con
molta delicatezza, raggiunse la sua meta e iniziò ad assaporarmi
piano, continuando quella dolcezza che aveva dimostrato da quando aveva
catturato le mie labbra nel primo bacio di quella sera.
Si muoveva lieve, con soffi e baci
e in quegli istanti sembrava quasi che il mare tentasse di muoversi al
nostro stesso ritmo. Lento, incalzante, a ondate ritmiche colpiva i
nostri corpi nell’esatto momento in cui le mie dita stringevano
con più forza i capelli di mio marito. E, quando lui capì
che non avrei retto ancora molto quel piacere così intenso che
sfiorava il dolore per l’intensità con cui lo volevo , e
le spinte e i baci si fecero più frequenti anche il mare
sembrò comprendere il nostro avanzare verso l’esplosione
di quella dolce e perfetta tortura.
Sbatteva con più forza
contro di noi, contro le mie mani che tracciavano solchi più
profondi nella sabbia finche non mi lasciai andare ed esplosi,
lasciandomi travolgere da quell’emozione che a parole non sarei
mai stata capace di definire.
Chiusi gli occhi e lo sentii
avvolgere il mio corpo tra le sue braccia, quasi volesse dimostrarmi
che mi avrebbe protetta sempre, che sarebbe stato il mio scudo contro
il mondo.
Avvertivo il suo petto premere contro la mia schiena e le sue mani scorrere lungo i miei seni, il mio ventre.
Le sue labbra succhiarono piano il mio collo, ispirando forte.
“Sai di sale e fiori..” mormorò.
Sorrisi mentre aprivo le gambe e lo
accoglievo dentro di me, con una sola spinta. Lo volevo di nuovo, anche
se erano passati a malapena una manciata di secondi. Lo volevo sempre,
per sempre.
“Facevamo sempre l’amore così quando aspettavi Joy, ricordi?”
Ebbi solo la forza di annuire.
Se ricordavo? Certo che
ricordavo…ogni cosa. Il modo in cui la sua pelle premeva contro
la mia schiena, come facesse scorrere le sue dita lungo il mio ventre
rigonfio, le nostre gambe intrecciate. Ogni cosa era stampata nel mio
cervello per l’eternità…
Chiusi gli occhi abbandonandomi
alle sensazioni e alla spirale di piacere che mi avvolgeva sempre
più forte ad ogni spinta, prima più lente e poi via via
più veloci e incalzanti, passionali
“Rob …” gemetti
il suo nome mentre lui pronunciava il mio e, capii di non essere mai
stata così innamorata di quell’uomo come in quel singolo
istante.
E mi lasciai andare. Lasciai che il
mio corpo si espandesse. Lasciai che volasse consapevole che,
comunque, non avrebbe mai volato alto come il mio cuore.
ROB POV
“Rob vai via..non è il caso..”
Scossi il capo. Era così testarda.
“Non dire idiozie” sussurrai mentre sentivo gli spasmi di un nuovo conato scuoterla.
Mi impegnai a tenerle i capelli raccolti sulla nuca e a massaggiarle la fronte sudata di tanto in tanto.
Alla fine dopo dieci minuti buoni
si accasciò stremata sulle pianelle fredde del pavimento. Senza
pensarci la presi tra le braccia, nonostante sapessi perfettamente che
non avrebbe gradito affatto.
E infatti…
“Rob mettimi giù” protestò “Dai posso camminare, davvero”
Certo che poteva…
Lanciai una rapida occhiata al suo viso pallido, ai suoi capelli sfatti e alle occhiaie.
Povero amore mio..
Mi si spezzava il cuore a vederla
in quel modo ma, allo stesso tempo, non potevo fare a meno di sorridere
pensando alla scena di ieri.
“Mmmm ma quanto ci mette il cibo ad arrivare?”
protestò seduta sul letto con solo indosso una mia camicia
“Sto morendo di fame!”
“Io mangerei solo te invece…”
Kris
alzò gli occhi al cielo “Beh io no. Sono tre giorni Rob,
tre giorni che non facciamo altro che fare sesso smettendo solo
per..ehm andare in bagno e mangiucchiare le cose che ci sono in cucina
ma…”
“Non ti sentivo protestare..”
“Non sto
protestando” disse sorridendo “ma ho bisogno di riprendere
le forze e quindi mangiare cibo vero..qualcosa che non siano Cracker o
lattine di Coca del frigo bar..”
La afferrai e
la trascinai sotto di me, solleticandole i fianchi. Non appena la
sfiorai iniziò a ridere come una pazza: quella ragazza aveva una
resistenza minima al solletico.
“No..no..nooooooooooo” strillò “Dai daiiiiiiiiiiii..ahhaha.basta basta..”
In quel momento si sentì un bussare alla porta e una voce con uno strano accento dire ‘Servizio ristorante’
Lascai kris che scattò in piedi lanciandomi un’occhiataccia.
“Scemo adesso penserà che stessimo facendo qualche strano gioco erotico!”
“Beh, che lo pensi” ridacchiai “Siamo in luna di miele, possiamo fare tutti i giochini che vuoi…”
Senza
rispondermi corse verso la porta e dopo pochi secondi la vidi tornare
con in mano una enorme coppa di vetro piena fino all’orlo di
gamberetti ricoperti di una strana maionese color rosa.
Si sedette sul
letto e ne afferrò uno con le dita, portandoselo alla bocca. La
vidi chiudere gli occhi e prendere un lungo respiro.
“Mmmm” mugolò “Dio..siiii”
Alzai un sopraciglio, sconvolto, anche se vederla così era piuttosto eccitante.
“Scusa..ma quel gamberetto ti sta dando un’orgasmo migliore di me?” domandai.
Kris sembrò pensarci su e poi si sciolse in un sorriso.
“Vieni qui gamberetto mio..” mormorò.
Non me lo feci ripetere due volte e poggiai il capo sul suo ventre, adagiandomi sulle sue gambe.
“Scusa ma
al momento ho questa voglia assurda di gamberetti e sono così
buoni che…mmm, Dio ne mangerei a quintali…”
“Mmm hai detto che hai questa strana voglia?” la punzecchiai.
“Haha” confermò, prima di rendersi conto di dove volevo andare a parare.
“Non ti
azzardare a ricominciare Rob. No, non sono incinta. No, non mi hai
messa incinta in questi tre giorni e no non sarò incinta nei
prossimi due o tre anni..ok?”
“Se lo
dici tu..” buttai lì. Io volevo un altro bambino e sapevo
che con kristen era tutta questione di usare la tecnica di persuasione
corretta…
“Lasciami continuare il mio orgasmo col gamberetto” disse ridendo.
“Fai pure ma guarda che se li mangi tutti starai male” la ammonii.
Anche se non la vedevo potevo scommettere che stava alzando gli occhi al cielo.
“Non portare sfiga. Vedrai che starò benissimo.”
E infatti…
Adagiai Kris sui cuscini e lei si raggomitolò su se stessa.
Mi stesi al suo fianco stringendola
in modo che la sua schiena fosse contro il mio petto e portai le mani
sul suo ventre, massaggiandolo delicatamente.
“Come sta il pancino?” domandai.
La sentii abbozzare una risata. “Mi sembra che tu stia parlando a Joy..”
“Beh mi prendo cura di entrambe le mie principesse”
“Lo so” strinse la mia mano “Grazie mille..e…mi spiace di..aver rovinato..tutto..”
La sentii tirare su col naso e la
strinsi più forte. “Kris non dire sciocchezze, può
capitare a tutti di star male in vacanza..”
“Ma questa non è una
semplice vacanza!” protestò “Questa è la
nostra luna di miele e se non mi fossi ingozzata…”
La sua voce fu interrotta dallo
squillare del cellulare sul comodino. Kris lo afferrò e non
appena rispose il suo viso si illuminò, cosa che mi fece
immediatamente capire chi era.
“Ciao mamma!”
esclamò “Sì, sì tutto bene. Oggi ho avuto un
po’ di nausea ma solo per…No, ti prego non anche tu! Non
sono incinta!Si si…mamma!”
La
conversazione mi fece scoppiare a ridere e lei mi fissò truce ma
si addolcì immediatamente quando sentì la voce di Joy.
Premette il tasto del vivavoce e anche io riuscii a sentire la mia
piccola.
“Amore!” urlammo
entrambi e, dall’altro capo, sentimmo Joy iniziare a strillare
estasiata di sentirci, come accadeva in pratica ogni giorno.
“Amore della mamma! Come stai?”
“Ma..ma mama!” rispose
la piccola. Ovviamente non capiva le nostre domande ma solo sentendoci
ci rispondeva, chiamandoci rispettivamente ‘mama’ e
‘dada’. Era così dolce la mia bambina…
Avvertii una stretta al cuore a
saperla lontana migliaia di chilometri ma entro un paio di giorni
l’avremmo rivista perciò scacciai immediatamente quella
sensazione di nostalgia.
Ovviamente la stessa cosa non si poteva dire per kristen.
Non appena ebbe riattaccato il telefono scoppiò in un pianto dirotto.
“Faccio schifo in tutto! Sono una pessima madre e rovino anche la luna di miele!”
Mi passai una mano fra i capelli
senza sapere che fare ma, improvvisamente, mi ricordai che di solito
quando era arrabbiata si scordava la tristezza.
“Kris sei sicura di non essere davvero incinta? Gli sbalzi d’umore, la nausea, le voglie…” la provocai.
Capii che aveva funzionato.
Il suo viso ora era rosso per la rabbia e non più per le lacrime che si erano fermate.
“Rob giuro che la prossima
volta che ti sento dire ancora una volta una cosa simile io
ti..ti..” sbattè con forza la mano sulla mia coscia e
alzai le mie in segno di arresa.
“Ok, ok ok” sussurrai
“Scherzavo. Diciamo che ci servirà da lezione. La prossima
volta che vorrai un orgasmo lo chiederai a tuo marito e non a un
gambere…”
“Ti prego non dire quella parola o ricomincio a vomitare!”
Si accoccolò col capo contro il mio petto e io la strinsi forte ridacchiando.
Spensi la luce principale lasciando accesa solo la piccola abat-jour.
“In caso che tu ti senta male , così non inciampi..”
Mi rivolse un debole sorriso. “Grazie per prenderti cura di me..”
“Sempre amore mio” le
posai un bacio sul capo e presi ad accarezzarla finche non vidi i suoi
occhi chiudersi lentamente per la stanchezza accumulata.
La guardai dormire tranquilla per
alcune ore e solo quando fui certo che probabilmente non si sarebbe
più sentita male mi azzardai a chiudere gli occhi.
Mi svegliai quando sentii una scia di baci posarsi lungo il mio petto fino al bordo dei miei boxer.
Era un sogno o era..
Spalancai gli occhi e vidi Kris
fissarmi sorridente. Si era cambiata e ora indossava una camicia da
notte leggera blu e mi sorrideva. Le occhiaie erano diminuite e
sembrava stare molto meglio anche se forse non era il caso che noi
ancora…
“Ehi” sussurrò
“Sto bene ora. Sono otto ore che non vomito..doveva essere solo
una semplice indigestione come aveva detto il medico.”
Mi fissò ammiccante. “Perciò ora possiamo tornare a divertirci, no?”
“Kris, non so” risposi serio “Forse è il caso che riposi un pochino, no?”
“No, dai non rovinarmi il
divertimento..” protestò con sguardo da cucciola sedendosi
su di me “ti pregoooo”
Alzai gli occhi al cielo e ribaltai le posizioni portandola sotto di me.
“Voglio il tuo gamberetto..” disse ridendo.
“Prima pesciolino, poi
squalo, ora gamberetto. Cos’è questa fissa di dare nomi
marini al mio..beh hai capito?”
“Non lo so, mi piace..” disse baciandomi con foga.
Ricambiai, staccandomi solo quel tanto che bastava per mormorare.
“Ti giuro che di questo gamberetto non farai mai e poi mai indigestione…”
“Rob mettiti la crema”
“No dai..sto dormendo” protestai affondando il capo sull’asciugamano.
“Uffa..sei proprio un bambino”
Sorrisi quando sentii le sue piccole mani iniziare a spalmare la crema sulla mia schiena.
“Mmmm si brava
piccola…continua così..” mormorai rilassandomi. Ad
un tratto avvertii le sue labbra iniziare a lasciare una scia di baci
sul mio collo.
“Voltati..voglio darti un bacio” soffiò.
Adoravo quando era così audace, perciò mi girai aspettandomi di sentire le sue labbra su di me, e invece…
“Kriiis che cavolo…” strillai quando una sua mano mi colpì sulla faccia piena di crema solare
“Ho detto mettiti la crema perciò tu ti metti la crema” disse ridendo.
Eliminai l’eccesso dal viso e
le feci la linguaccia. Era l’ultimo giorno di vacanza e ormai la
mia pelle aveva preso un po’ di colore, non era necessario
continuare a mettere quell’inutile impiastro sulla faccia.
“Ahi sì? Perciò
il nostro matrimonio sarà così? Tu mi dici quello che
devo fare e io lo faccio?”
“Ehm…”
sembrò pensarci un attimo “Direi di sì. Sarai
il mio piccolo schiavo..”
“Ah sì…” alzai un sopraciglio e la guardai con un sorrisino maligno.
Il suo si spense all’istante.
“Significa che mi devo vendicare ora..” mormorai.
“Rob no..” disse capendo immediatamente le mie intenzioni “Non ti azzardare oppure…”
Non la feci nemmeno finire di parlare che la caricai in spalla dirigendomi di corsa verso il mare.
“Rob no! No, dai mi sono
appena messa la protezione solare Rob!!” protestò
inutilmente battendo i pugni contro la mia schiena.
Quando arrivai ad un livello abbastanza profondo dell’acqua la gettai scoppiando a ridere.
La amavo disperatamente ma prenderla in giro era qualcosa che…beh, diciamo che non mi sarei mai annoiato di farlo.
Ritornò a galla e non perse un minuto per iniziare una battaglia di schizzi.
“Idiota…sei un vero idiota” si lamentò ma riuscivo a sentire le risata tra le sue parole.
Mi avvicinai e la strinsi per i fianchi posando alcuni baci sulla pelle bagnata del suo collo.
“Mmmm” mugolò
“Non credere di cavartela con così poco. Se mi brucio e
passo tutta la notte ad urlare tra le lenzuola io…”
“Kris” le lanciai un
sorrisetto “L’unico motivo per cui urlerai stanotte
sarò io, e ti assicuro che non saranno urla di
dolore…”
“Scemo..”
Arrossì alla mia affermazione e io la strinsi più forte
trascinandoci verso un punto più profondo.
Allacciò le gambe al mio bacino.
“E’ stata una luna di
miele fantastica” sussurrò “Anche se mi sarebbe
piaciuto andare a vedere quella riserva dove ci sono le scimmie.
C’erano anche le mamme con i cuccioli…”
Mi morsi il labbro per evitare di fare una battuta davvero spiacevole che però, era così perfetta..
Non farlo Rob, non farlo. Si arrabbierà
Kris mi mollò una sberla sul petto. “So cosa stai per dirlo e non dirlo. Non dirlo o..”
“Non ho detto niente!” esclamai scoppiando a ridere
“Tanto lo so che era una
qualche frase idiota tipo ‘Ancora appassionata di scimmie?’
o una qualche sciocchezza del genere” si lamentò.
“Ok” ammisi continuando a ridere “Era qualcosa di simile.”
Le scostai una ciocca bagnata dagli
occhi. “A proposito, ancora non ho capito perché non
è venuto al matrimonio. Ci è costato una litigata per
nulla.”
“La litigata c’è
stata perché tu sei scemo” obiettò “E
comunque stava girando un film e poi..”
Si morse il labbro e alla fine continuò “Beh pare che abbia una specie di nuova fidinzata…”
Scoppiai a ridere incapace di
trattenermi “Oddio e chi è una babbuina? Ahahahah o mio
Dio povera ragazza, ma che gusti ha?”
Kris incrociò le braccia sul petto allontanandosi da me. “Guarda che ci sono stata anche io eh!”
La riavvicinai a me, sentendo nuovamente la sua pelle scontrarsi con la mia sott’acqua.
“Beh i tuoi gusti sono molto migliorati”
“Mmm, non lo so. Ho sposato te.” Ribattè.
“Cattiva” mormorai “Mi tratti così dopo la splendida luna di miele che ti ho organizzato..”
Le sue labbra si tesero in un sorriso prima di sfiorare le mie.
“Vorrei che Joy fosse
qui” disse “Se ci fosse lei ti giuro sarebbe così
perfetto che non vorrei mai tornare a casa. E invece…”
“Ehi” le carezzai la guancia “Ci torneremo con la bimba, se vuoi. Te lo prometto.
Annuì.
Io sospirai, capendo benissimo come si sentisse.
Era come se in quella settimana
avessimo vissuto in un mondo a parte e pensare che da qualche parte ora
c’era gente che viaggiava, che cucinava, che lavorava
era…quantomeno assurdo. Eravamo riusciti a ritagliarci per una
volta il nostro piccolo angolo di paradiso e lasciarlo era
davvero dura. Ma dovevamo farlo.
“Senti ho
un’idea” proposi “Questa estate, non importa quanti
impegni abbiamo, troveremo una settimana per fare una piccola vacanza
con Joy. Forse non saranno le Fiji ma saremo tutti insieme, che ne
dici?”
Kris si aprì in un enorme
sorriso e fece scontrare le sue labbra salate contro le mie prima di
sussurrare : “Dico che ti amo!!”
La strinsi, imprimendo nella mia
mente il suo sorriso reso ancora più brillante dal sole e
dall’acqua cristallina che trasformava i suoi occhi verdi in due
smeraldi.
“E lo sai cosa dico io?” mormorai “Dico andiamo a goderci le nostre ultime ore di luna di miele!”
Kris mi baciò ancora spingendomi nell’acqua profonda. “La migliore che si sia mai vista…”
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Capitolo 34 *** Moments ***
cap 34
Sera
girls!!!! Allora siete felici che finalmente dopo addii al celibato e
nubilato folli, matrimoni strappalacrime e lune di miele esotiche siamo
....tornati alla realtà??? Mmmmm ripensandoci forse fossimo i
robsten ce ne saremmo rimasti alle Fiji... perchè diciamo
così?? Muhahahahah vedrete ....LOL
Voi ricordate sempre sempre
che ci volete tanto tanto bene e sopratutto continuate a lasciarci
tante recensioni che sono sempre meravigliose da leggere. O___+
Detto questo vi lasciamo al capitolo...molto lungo tra l'altro!!!
Un bacio
Cloe & Fio
P.S= Volevamo rispondere a maia96
che ci ha recensito il primo capitolo. Per prima cosa grazie mille dei
complimenti...sono davvero meravigliosi e speriamo di esserne
all'altezza. Per quanto riguarda la tua domanda ahahah è una
storia un pò strana, ma diciamo che la cosa di immaginarci
un'ipotetica figlia robsten col nome Joy è nata come un gioco
con una nostra amica, assidua lettrice di ff. La cosa poi si è
sparsa tra le varie scrittrici e...beh diciamo che ormai Joy è
diventatat una specie di istituzione. ;D
Ah e anche a Mortogola. Grazie
tantissimo dei complimenti e se ahi qualche domanda o curiosità
chiedi pure e ti risponderemo!
E ovviamente...abbiamo notato che
ci sono nuove fans che hanno appena scoperto la storia.
Benvenute....speriamo che continuerete a leggerci fino in fondo :D
Ed ora...capitolo!!!!
CAP 34 (Fio)
MOMENTS
POV KRIS
Col capo chino sulla spalla di Rob
guardavo fuori dal finestrino, le nuvole che incombevano attorno a noi
scurendo il cielo attorno sempre di più. Dovevo essermi
addormentata un'altra volta perché avevo perso la cognizione del
tempo. In fondo cos'altro c'era da fare su un aereo?
Affondai il viso nel suo collo
ispirando a fondo il suo profumo. Avrei voluto non espirare più
per tenerlo sempre dentro di me ma la sicurezza che ormai era mio per
sempre mi diede la forza di cacciare fuori il mio sospiro leggero.
Mio. Lo era sempre stato ma ora era
diverso. Ora era tutto sigillato, tutto stabilito e regolare. Come se
avessi semplicemente avuto una garanzia a vita su quello che già
sapevo.
Mi trovai a sorridere contro la sua giugulare e vi lasciai un dolce bacio.
“Ben svegliata...”
Allungai il viso fino ad arrivare al suo orecchio e baciarlo..
“Kris..” sibilò.
“Mmm...” mugugnai
desiderosa di lui e del suo corpo. Maledii quell'unico passeggero che
era in prima classe con noi.
Che cazzo.. non poteva starsene in economica?
Incurante continuai. Le mie labbra
lente si spostavano lungo il suo collo mentre le mie mani liberavano un
lembo della sua spalla su cui poggiai un bacio delicato e voglioso.
“Kristen..”
biascicò di nuovo. Lo sentii fremere sotto il tocco delle mie
labbra e mi resi conto che forse era davvero il caso di fermarmi prima
che si eccitasse lì.. anche se forse era troppo tardi..
Mi ritirai tenendogli semplicemente la mano e prendendo a tracciare leggere cerchi sul suo palmo.
“Sei proprio uno disgraziata” ansimò leggermente mentre io sorridevo maliziosa.
“Non posso sedurre mio marito?”
“Non puoi infatti.. Devi. Ma non quando lui non può rispondere alle provocazioni..”
Mi avvicinai lentamente al suo viso.
“Oh.. scusa.. non lo faccio più..” con la punta della lingua tracciai la linea delle sue labbra..
In un attimo mi afferrò il
viso stringendolo tra le sue mani e mi baciò con passione
lasciando la sua lingua calda scivolare in cerca della mia mentre le
mie mani si intrecciavano tra i suoi capelli.
Dio, quanto lo volevo...
Malvolentieri mi staccai un po' da lui per prendere fiato e sorrisi.
Mi lasciò un bacio casto e
leggero prima di attirarmi a sé tra le sue braccia. Mi ci
adagiai riprendendo la sua mano tra le mie e ripensando all'ultima
settimana passato solo a fare l'amore, eccetto il piccolo inconveniente
dei gamberetti. Ma poco importava.. avevo pescato un gamberetto
decisamente migliore e più appetitoso. Risi di me stessa e dei
pensieri che albergavano la mia mente.
“Che hai da sghignazzare?”
Continuai senza rispondere per un po'. “Pensavo ai gamberetti..” dissi infine.
“Ti senti ancora male?”
“No anzi.. non vedo l'ora di mangiarne ancora..” replicai con voce ammiccante sperando cogliesse il doppio senso.
“Sembra che tu parli di un ristorante..”
“Un ristorante molto buono”
“Oh.. ma ti pare che devi usare questi mezzi per dire che ti piace da morire fare l'amore con me?”
“Mi piace di più
quando sei tu che fai l'amore con me..” sussurrai baciandogli
dolcemente la mano mentre sentii il suo sorriso tra i miei capelli.
“Il tuo profumo.. mi fa impazzire..”
Risi. “Ma se stiamo qui dentro da.. quanto? Dieci ore? Avrò l'odore dei sedili ormai..”
“No” disse subito.
“Sai.. sai di lenzuola pulite.. e di desiderio... Mi fa impazzire
questo mix assurdo..”
Arrossii mentre mi sussurrava quelle parole all'orecchio baciandomi la fronte diverse volte.
“Quanto manca
all'atterraggio?” chiesi ansiosa di stare di nuovo sola con lui.
Era come se non potessi più farne a meno soprattutto ora che
tornavamo dalla nostra piccola ma stupenda luna di miele. Ma era niente
confrontato alla voglia che avevo di rivedere la mia piccola.
“Poco..”
“Non vedo l'ora di riabbracciare Joy..” sussurrai emozionata.
“Anch'io..” rispose con lo stesso tono. “Chissà com'è cresciuta!”
“Oh Rob.. siamo stati via solo una settimana” gli feci notare.
“Si ma.. loro crescono così velocemente.. Non vedo l'ora di rivederla..”
Le sue parole mi davano ancora
più ansia di quanto non ne avessi già e la parte peggiore
sarebbe stata l'attesa nell'attendere le valigie e nel viaggio in taxi
dall'aeroporto a casa dei miei.
Avremmo potuto andare a prenderla
la mattina seguente visto che atterravamo a un'ora piuttosto tarda ma
non ce l'avrei mai fatta a scendere dall'aereo consapevole di stare
nella stessa città in cui era lei e tornare semplicemente a casa
senza il nostro scricciolo. No.. decisamente no. Saremmo passati dai
miei per prenderla e fare un saluto veloce. Non c'era altra opzione per
me.
“E' in
corso la fase di atterraggio al Los Angeles International Airport. Si
prega i gentili passeggerei di allacciare le cinture di sicurezza e
restare seduti fino alla fine dell'operazione. Grazie.”
Istantaneamente strinsi forte la
mano di Rob e lui ricambiò senza esitazione. Ci trovammo a
sorridere mentre le luci della città ormai erano attorno a noi.
Sempre più vicine, tanti minuscoli punti gialli, blu, rossi che
diventavano man mano più chiari e sempre più luminosi,
proprio come la voglia che cresceva sempre di più.
Le rotelle rullavano sulla pista in un viaggio che sembrava interminabile.
Finalmente l'aereo fu completamente fermo e fummo liberi di scendere.
Era tardi. Guardai l'orologio ed
erano le 22:10. Ci avremmo messo almeno un'altra ora tra bagagli e
altro. Ancora un'ora prima di rivedere la nostra piccola che
probabilmente avremmo trovato già addormentata. Mi chiesi in
quel momento se fosse stato il caso di portarla davvero con noi se
l'avessimo trovata addormentata.
Bè.. non mi soffermarmi sul
pensiero più di tanto visto che non potevo saperlo. Per il
momento volevo almeno rivederla.
I passeggerei in economica erano
pochi.. Ovviamente pochi erano stati così audaci da prendere un
aereo di dieci ora che non facesse scali, ma per noi era stato
più comodo così. Meno aeroporti da toccare, meno foto e
meno paparazzi. Tuttavia dovevo ammettere che ormai la foga era
alquanto scemata. Certo se ci vedevano non esitavano a scattare foto ma
avevano decisamente smesso di darci la caccia e non potevamo che
esserne felici.
Dopo una buona mezz'ora ad
aspettare i nostri bagagli riuscimmo finalmente ad uscire dal gate per
entrare in quella che era la sala d'uscita VIP.
Mi bloccai di colpo quando a pochi
metri da noi vidi mia madre, mio padre, Taylor e.. . no. Non poteva
essere, Non potevano essere davvero lì.. non ci avevano
avvertiti, niente. Non una chiamata, un messaggio. Eppure erano
lì.. e i miei occhi increduli erano fissi su di lei. La mia
bambina che tra le braccia di mio fratello era distratta dalle luci
attorno a lei. Notai che anche Rob accanto a me era immobile. I miei ci
salutarono con la mano sorridendo mentre vidi Taylor cogliere
l'attenzione di Joy per indirizzarla verso di noi indicandoci col dito.
Appena ci vide si illuminò
in un sorriso smagliante e urlando iniziò a dimenarsi tra le
braccia dello zio che non ebbe altra scelta che lasciarla andare. La
mise giù e dopo qualche secondo per prendere equilibrio
iniziò a correre verso di noi.
Senza pensarci due volte buttai a
terra la borsa che avevo in spalla, lasciai la valigia e mi diressi
velocemente verso di lei. Urlava come una pazza mentre con quei piccoli
piedini si faceva strada più veloce che poteva. Eravamo a due
passi ormai.
Mi buttai in ginocchio per terra e
allargai le braccia per accoglierla a pieno. Ci si buttò con
tutto il peso gettandomi le sue braccine alle spalle.
“Amore mio” sussurrai ridendo sui suoi radi capelli profumati.
Le baciai la guancia ripetutamente e la strinsi a me sempre più forte.
Feci per alzarmi e lei si
aggrappò al mio corpo stringendo le gambe attorno alla mia vita.
Non potevo credere che potesse essermi mancata tanto.
Rob fu subito vicino noi e quando
Joy lo scorse si allungò subito verso di lui. La lasciai andare
aiutandola a finire tra le braccia del papà che come me la
strinse a sé affondando le sue labbra nel piccolo collo di Joy e
baciandola di continuo.
“Tesoro di papà! Mi sei mancata da morire..”.
Mi avvicinai e carezzai la schiena
di Joy per poi chinarmi e lasciare baci infiniti. Finalmente potevamo
spupazzarci di nuovo la nostra piccolina che non riusciva a smettere di
ridere per il solletico causato dalla continue pernacchie di Rob.
Mi ricordai solo dopo un po' che
c'erano anche i miei genitori. No cioè.. che c'erano soprattutto
i miei genitori! Di certo Joy non poteva essere venuta da sola!
Me li trovai proprio dietro di me. Gli sorrisi e li abbracciai felice.
“Ma.. cosa.. cosa ci fate qui?”
Mia madre scrollò le spalle.
“Non potevamo certo lasciarvi
prendere una freddo taxi con la nostra bella macchinina a
disposizione!” spiegò mio padre.
Gli baciai una guancia in risposta e passai ad abbracciare Taylor.
“Cam e Dana?” chiesi.
“Sono rimasti a casa... loro
malgrado. Ma non c'è posto per tutti in macchina. Così mi
sono intrufolato solo io..”
“Come ai vecchi
tempi..”. Replicai ripensando a quante volte Taylor mi aveva
accompagnato nelle premiere o nei viaggi. Mi sentivo così legata
che nemmeno mi sfiorava il pensiero che tecnicamente era mia cugino.
Per me era un fratello a tutti gli effetti.
Un secondo dopo Joy reclamava di
nuovo la mia attenzione allungandosi verso di me. Stirai le braccia e
le schioccai un sonoro bacio prima di adagiarla sul mio corpo. Si
strinse di nuovo a me chinando il visino nell'incavo del mio collo.
Rob fu così libero di
salutare calorosamente i miei che gentilmente si offrirono di portare i
nostri bagagli. Bè avevamo solo due modesti trolley quindi non
c'era da portare poi molto.
Uscimmo dall'aeroporto e coprii Joy con il cappuccio per tenerla al caldo dalla tenue brezza delle tipiche sere di giugno.
Qualche minuto dopo eravamo in macchina.
Sistemai meglio Joy tra le mie
braccia in modo che potesse stare bene stesa. Mi guardava con gli occhi
pesanti, come se avesse tanto sonno ma anche troppa paura di chiudere
gli occhi. Allungò una mano posandola prima sulla mia guancia e
poi sul lobo del mio orecchio che iniziò a stringere. Quanto mi
era mancato quel contatto.
Rob che era accanto a me era altrettanto affascinato da lei.. Si chinò leggermente e le baciò il nasino.
Mamma e papà si erano
offerti di ospitarci per la notte così da non dover arrivare
fino a Santa Monica ma avevamo gentilmente declinato. Volevo davvero
dormire nel mio letto.. per la prima vera volta con mio marito.
“Come volete” avevano sorriso e con santa pazienza ci avevano accompagnato fino a lì.
“Mi spiace che ora dobbiate
tornare indietro.. Se volete potete fermarvi voi da noi!” proposi
ma subito scossero la testa.
“Non è il caso amore.. Non preoccuparti.. Ci mettiamo una mezz'ora massimo a tornare..”
“D'accordo.. Grazie di tutto.. e state attenti..”
“Come sempre”
“Veniamo domani a prendere le cose di Joy” l'avvisai.
Baciai tutti e tre mentre uscivo
dalla macchina per fermarmi proprio davanti il cancello di casa nostra,
quello che apriva al vialetto di casa.
Taylor aiutò Rob a scaricare i due bagagli e ad entrarli in casa e poi si salutarono con una pacca sulla spalla.
“Fatevi vedere che vogliamo sapere tutto della luna di miele..”
Arrossii quasi visibilmente.
“Bè.. forse non proprio tutto” sghignazzò mio fratello e partirono.
Entrammo in casa facendo attenzione
a non fare troppo rumore per non svegliare Joy. Mia madre mi aveva
informato che aveva già mangiato quindi potevamo tranquillamente
metterla a letto. Pazienza che non avesse il pigiama addosso. Non
l'avrei mai svegliata solo per cambiarla.
“Dalla a me”
sussurrò Rob e gliela passai delicatamente visto che in effetti
iniziava un po' a pesarmi tra le braccia. Aveva quasi un anno ormai..
Assurdo.
“Andiamo a letto” continuò Rob. “Sistemiamo tutto domani”
Annuii e lo seguii in camera
nostra. Velocemente disfeci il letto e lui con garbo vi adagiò
Joy. Senza nemmeno cambiarci ci stendemmo entrambi accanto a lei e
restammo ad osservarla per un po' in silenzio vedendo il suo respiro
crescere e morire ogni otto secondi.
“Abbiamo fatto proprio un bel lavoro” mi trovai a dire mentre la mia mano dolcemente le carezzava i capelli.
“Già..” sussurrò Rob. “Non poteva essere altrimenti con una madre così..”
“Attento signor Pattinson. Le ricordo che la luna di miele è finita.. purtroppo..” sospirai.
“E chi lo dice?” mi provocò.
Aggrottai la fronte. “Che hai in mente..?”
“Proprio niente” rispose subito. “Però non so tu.. ma io non ho per niente sonno..”
Sospirai pesantemente. “Bah.. nemmeno io..”
Il jet leg ci aveva scombussolato parecchio, senza contare le ore di sonno che mi ero concessa in aereo.
“Vado a fare una tisana.. magari ci aiuta.. Ne vuoi?”
Annuii pensierosa nonostante il
pensiero di lui in cucina a preparare tisane mi risultasse alquanto
curioso. Diede un bacio alla manina di Joy prima di alzarsi e scendere.
Io restai in attesa ancora per
qualche minuto finché d'un tratto sentii vibrare il telefonino
in tasca. Fortuna che avevo la vibrazione. Se Joy si fosse svegliata
sarebbe stata la fine. Ma chi cavolo poteva essere a quell'ora?
Rimasi scioccata quando lessi il nome e risposi con titubanza.
“Pronto..”
“Oh sei ancora sveglia..”
“... sei impazzito?”
“Perché?”
“Oh no niente.. solo
perché sei al piano di sotto e mi stai chiamando col cellulare.
Ringrazia che avevo il silenzioso..”
“Ti sei mai resa conto del fatto che abbiamo una piscina che abbiamo usato si e no tre volte?”
Mi ignorò completamente prendendomi alla sprovvista.
“Ti aspetto in acqua”
Chiuse la comunicazione prima ancora che avessi il tempo di rispondere.
Dio.. quanto lo adoravo quando faceva così. Mi eccitava dannatamente.
Mi accertai che Joy fosse ancora nel mondo dei sogni e sistemai un paio di cuscini ai lati per evitare spiacevoli cadute.
Sentii di nuovo il cellulare vibrare, per poco stavolta e capii che era un messaggio.
Sto aspettando u.u
Sorrisi tra me e me e senza farmelo
ripetere due volte scesi le scale attraversando il salone e uscendo
dalla veranda che affacciava direttamente sul retro.
Le illuminazioni chiare nei
cespugli del giardino creavano un'atmosfera incantevole alimentata dal
frinire dei grilli e dalla leggera brezza che mi invadeva le gambe
già nude.
Lo scorsi lì, in acqua. Mi dava le spalle tenendo la testa poggiata sulle braccia a bordo piscina.
Mi mossi lentamente cercando di non
farmi sentire. Con calma mi liberai della maglietta e degli ultimi
indumenti sciogliendo i capelli che andarono liberi.
L'acqua era così
piacevolmente tiepida che un brivido di piacere mi percorse mentre mi
immergevo sempre di più. Mi aveva sentito.. ne ero sicura. Stava
solo aspettando che lo raggiungessi.. e ci misi poco.
In pochi secondi fui dietro di lui
e posai le mie mani sulla sua schiena baciandogli le scapole. Lo sentii
rabbrividire sotto il mio tocco.
Mi lasciò continuare irrigidendosi sempre di più finché non si voltò verso di me.
“Ci hai messo troppo..”
Non risposi e continuai quello che
avevo iniziato passando a baciargli lentamente il petto, lasciando che
l'acqua bagnasse le mie labbra e rendesse tutto ancora più
bello ed eccitante.
Le sue mani furono subito sui miei
fianchi avvicinandomi a lui mentre la sua lingua tracciava linee
immaginarie sul mio collo. Rabbrividii e strinsi la presa delle mia
mani sulle sue braccia.
Sentivo già la sue erezione premere contro di me, imponente e forte.
Mi ci strusciai su un po' facendolo fremere mentre si divertiva a giocare con i miei umori scatenando i miei sensi.
Mi immersi in acqua qualche secondo
per lasciare leggerei baci sul suo corpo, salendo sempre più su
mentre le sue mani erano ferme nei miei capelli. Mi riportò su e
mi baciò i seni più volte costringendomi ad inarcare la
schiena per il piacere.
Dio.. non ce la facevo più.
Fremevamo insieme. Tremando.
“Rob.. ti prego..”
Non ci fu bisogno di supplicarlo
oltre. Mi voltò in modo da stringermi tra lui e il bordo della
piscina e con una spinta decisa mi penetrò facilmente facendomi
sussultare di dolore e piacere.
Avvinghiai le gambe attorno alla sua vita e affondò di nuovo in me con forza.
I miei gemiti erano ormai incontrollabili e dovevo necessariamente sorreggermi alla sua schiena affondandovi le unghie.
Continuava a muoversi con fare
esperto dentro di me, sempre in cerca di punti nuovi e sembrava
trovarne sempre visto che ogni volta mi sembrava di avvicinarmi sempre
di più al paradiso.
Intrecciai le mani nei suoi capelli
avvicinando il suo viso al mio e portando la mia lingua a contatto con
la sua, in un bacio infinito accompagnato dai gemiti che ormai
regnavano sovrani.
Mi mossi sopra di lui assecondando
i suoi movimenti e stringendo le mie membra attorno al suo. Diverse
volte.. una tortura che sembrava non avere mai fine finché con
un'ultima spinta decisa si riversò in me portandomi al piacere
insieme a lui.
Dio...
Respiravo affannosamente mentre l'acqua tiepida si muoveva ancora attorno a noi asciugando il nostro sudore.
Accasciai il viso sulla sua spalla e la baciai dolcemente.
Rimase dentro di me ancora un po'
dandomi un senso di completezza e agio mai sentito prima, infine
sgusciò via ma dovette continuare a sorreggermi visto che le
gambe ancora mi tremavano.
Mi tenne saldamente una mano attorno alla vita e portò l'altra dietro la mia nuca baciandomi il collo.
Alzai il viso e un po' stremata incontrai i suoi occhi blu, pieni d'amore, e mi sciolsi come sempre.
Lo baciai con dolcezza. Senza
fretta. Le nostre labbra si sfioravano appena in un gioco così
casto e pure che mi ricordò uno dei nostri primi baci.
“Ti avevo detto che la luna
di miele non era finita..” sussurrò facendomi sorridere
per trascinarmi poi verso la parte più profonda della piscina.
“Mami... mammina...”
Sentivo la voce di Rob sempre più vicina ma non riuscivo a capire se stessi sognando o se fossi in dormiveglia.
Mi stiracchiai un po' scrocchiando
la schiena ma non aprii gli occhi finché una piccola manina mi
colpì dolcemente il naso.
Aprii gli occhi sbadigliando e mi
trovai Joy davanti a me, tra le ginocchia di Rob che era accucciato
accanto al letto e mi guardava divertito.
“Buongiorno dormigliona”
“Mmm..” mi lamentai semplicemente stropicciando gli occhi. “Che ore sono?”
“Sono le nove. Fortuna che questa bella bimba ha un padre.. Se fosse per te morirebbe di fame..”
Risi. “Mi dispiace.. non vi ho proprio sentiti..”
Allungai la mano in cerca di quella
i Joy che sorridendo l'afferrò iniziando a saltare sul posto
emettendo i suoi soliti versi incomprensibili.
“Ma.. ma... da..da... a-a-a-a-a-a-a...”
Sembrava un piccolo canguro
irrefrenabile e Rob accompagnava i suoi saltelli cingendole la vita
coperta solo dal pannolino. Mi resi conto che anche Rob era solo in
mutande. Già a prima mattina.. mio dio..
“Allora per farti perdonare..
alza dal letto quel bel culetto che ti ritrovi e vieni a fare la doccia
con noi..” mi schioccò un veloce bacio sulle labbra e
velocemente afferrò Joy facendola volare in aria tra le sue urla
e risa divertite e sparendo in un secondo dalla camera.
Quando li raggiunsi appena due
minuti dopo erano già immersi nella grande vasca da bagno piena
di schiuma e bolle che continuavano a volare nell'aria.
Joy era sulle gambe di Robert e si
divertiva a giocare con una paperetta. Appena mi vide diede un urlo
indicando verso di me e battendo le mani sull'acqua.
“Ecco la mamma...” annunciò Rob. “Come fai ad essere così sexy appena sveglia?”
Scrollai le spalle divertita e
accettando la provocazione mi avvicinai alla vasca. Lo trafissi con lo
sguardo e senza allontanare gli occhi dai suoi mi abbassai le mutandine
lasciandomi addosso solo la sua maglia che avevo messo per dormire e
che mi arrivava un po' sopra le ginocchia.
“Kristen.. ho Joy in braccio” mi fece notare e non potei bloccare una risata.
“D'accordo faccio
subito..” e detto questo mi liberai della maglia e mi immersi
nell'acqua accanto a loro sospirando.
“Sei bellissima..” mi sussurrò Rob all'orecchio per poi baciarmi piano una guancia lasciandola in fiamme.
“Anche tu”. Posai le labbra sulle sue per un bacio dolcissimo prima che le urla di Joy ci interrompessero.
“Che c'è piccolina
eh?” la stuzzicai portandola a cavalcioni su di me e facendole il
solletico sul pancino mentre le sue grida rimbombavano nel bagno.
Si dimenava come una forsennata e Rob riuscì ad afferrarla prima che finisse sommersa nell'acqua.
“Sei proprio una
monella!” la riprese ridendo mentre lei di tutta risposta lo
picchiò in faccia con quelle manine che non avrebbero potuto far
male a una mosca.
“Oh! Cattivona cattivona! Non
si picchia papà!”. Prese ad alzarla e abbassarla
continuamente dall'acqua facendola ridere senza sosta.
Quando si fermò
l'avvicinò a sé e le baciò teneramente le labbra.
Mi allungai per prendere lo shampoo e glielo passai dolcemente su quei
pochi ricciolini che aveva mentre con la testa seguiva i movimenti
delle mie mani cercando di unire le sue alle mie.
Dopo una buona mezz'ora passata
solo a crogiolarci nell'acqua ci decidemmo ad uscire prima che ci si
intorpidissero le dita. Uscì Rob per primo ed ebbi la
possibilità di ammirare il suo più che invitante corpo
nudo mentre lentamente si metteva l'accappatoio.
“Le piace quello che vede signora Pattinson?”
Mi faceva ancora strano sentirmi chiamare così eppure sorrisi arrossendo divertita.
“Stai zitto e prendila” risi.
Afferrò il grande
asciugamano che usavamo per il bagno di Joy e ce l'avvolse dentro
iniziando a massaggiarle la schiena e la testa e in attesa che io
uscissi dall'acqua.
Mi alzai e gli chiesi di passarmi il mio accappatoio ma si rifiutò.
“Rob dai! Mi sto congelando..”
“Fammi ammirare la mia Venere ancora un po'..” disse rauco mentre mi squadrava da capo a piedi.
Incrociai le braccia al petto cercando di coprirmi un po'.
Possibile che ancora arrossissi sotto il suo sguardo? Eppure mi aveva vista nuda così tante volte..
“Hai finito?” sbuffai.
“Ancora un secondo..” continuò imperterrito mangiandomi con gli occhi e facendomi eccitare dannatamente.
“Bè quando la smetti di fare il guardone fammi un fischio”
Rise di gusto. “D'accordo... finito” affermò ridendo e allungando una mano per aiutarmi a uscire.
“Sei un pervertito..” sussurrai mentre mi aiutava ad infilarmi l'accappatoio.
“Non ho il diritto di guardare mia moglie nuda?”
“Ma non di farla morire dal
fredda facendola sentire un'idiota” scherzai e di tutta risposta
rise sulle mie labbra baciandole piano.
Era incredibile.. come se non
riuscissimo davvero più a fare a meno l'una dell'altra.. nel
senso fisico dell'espressione..
Sospirai staccandomi e allungando le braccia verso Joy che venne subito verso di me.
“Andiamo ad asciugarci amore della mamma”
“Oh.. ancheggeresti un po' per me?”
“No! Non te lo meriti!” tuonai mentre lui metteva su un finto broncio.
Gli feci una linguaccia e mi avviai fuori dal bagno.
Mi voltai un secondo per sorridergli e uscii ancheggiando mentre sentivo la sua risata crescere sempre di più.
Joy si era innamorata. Dal primo momento in cui aveva messo gli occhi
su quel triciclo non ne aveva voluto sapere di staccarsene. Era come
ipnotizzata e in fondo non era davvero una cattiva idea comprarne uno.
Non l'avevamo abituata al girello ma un triciclo era davvero un'ottima
cosa considerando che migliorava nel camminare ogni giorno di
più e non avrebbe fatto altro che aiutarla a tenere
l'equilibrio, o almeno credevo.
L'avevamo messa sopra nel negozio
di giocattoli in cui eravamo entrati più per sfizio che per
altro e nonostante le urla di gioia nello starci seduta non si era
mossa di un centimetro. Ovviamente..
Cosa si aspettava la mia piccola povera illusa?
Camminava da nemmeno due mesi e già pretendeva di riuscire a pedalare?
Eppure nonostante i tentativi
andati a vuoto non volle saperne di scendere così, rischio crisi
isterica di pianto, fummo costretti a trascinarla alla cassa sul
nuovo giocattolo che ero sicura non sarebbe durato a lungo.
Se non imparava a muoversi da sola si sarebbe presto scocciata..
Rob si era anche preoccupato di
comprarle un casco adorabile. Fu difficile metterla in macchina
cercando di farle capire che il nuovo gioco era nel cofano e sarebbe
venuto con noi. Infatti non riuscimmo a calmarla per un po' e fui
costretta a tenerla in braccio anche se sapevo che a Rob dava molto
fastidio. Ogni volta se ne usciva con la storia degli incidenti.
“Se esistono i sediolini per
i bambini ci sarà un motivo” diceva sempre e non
mancò nemmeno di ricordarmelo allora.
“Prova a calmarla tu se ci riesci allora..” ringhiai mentre lui guidava verso casa dei miei genitori.
“Io invece ho intenzione di
lasciarla piangere e lasciarla sfogare.. così si
stancherà subito, si addormenterà dopo pranzo e io e te
possiamo fare tante belle cose insieme..”
Rimasi di sasso guardandolo interdetta mentre lui sorrideva come un cretino alla strada di fronte a sé.
“Credo che la luna di miele ti abbia dato alla testa..” sentenziai mentre cercavo di calmare la piccola.
“Oh non la penserai così quando sarà distrutta e addormentata nella sua culla..”
Mi trovai a sorridere nonostante tutto.. Effettivamente la prospettiva di avere ancora del tempo con lui mi allettava parecchio.
Sospirai mentre Joy sfogava gli
ultimi singhiozzi. La cullavo dolcemente ma sapevo che in nessun modo
mi avrebbe capito se le avessi detto che avrebbe potuto rivedere il suo
triciclo a breve. La lasciai piangere, anche perché avevo letto
che faceva bene dopotutto. Era segno di salute, se non c'erano problemi
a monte ovviamente.
Dopo una ventina di minuti Rob
parcheggiò sul vialetto di quella che prima era anche casa mia.
Lo era ancora, come diceva sempre mamma, ma ormai avevo una mia
famiglia e la mia vera casa era altrove.
“Mi raccomando.. saluto veloce, prendiamo le cose di Joy e andiamo via” mi raccomandai percorrendo il vialetto.
“Come mai tutta questa fretta
improvvisa? Non avrà mica programmi per il dopo-pranzo?”
mi stuzzicò come sempre da giorni ormai.
Gli feci una linguaccia mentre bussavo al campanello.
Ci aprì mia madre con un
sorriso a 64 denti che sbiadì repentinamente appena vide gli
occhi gonfi e arrossati di Joy che ormai tranquilla teneva il viso
chino sulla spalla di Rob.
“Oh mio dio! Cosa le avete fatto?” ci accusò.
“Ciao anche a te mamma! Che bello rivederti!”
Senza curarsi di noi allungò
le braccia alla nipotina che andò da lei di buon grado mentre io
e Rob ci scambiavamo uno sguardo sardonico.
D'un tratto la casa che
inizialmente era sembrata vuota si popolò. Mio padre e i miei
fratelli giunsero chi dalla cucina chi dal piano di sopra e
accerchiarono la piccola cercando di capire cosa avesse.
Mio dio..
“Ehi! Salve! Ci siamo anche
noi!” urlai soprattutto a Dana e Cameron che non si erano nemmeno
preoccupati di salutarci.
Velocemente spiegammo la faccenda e finalmente ci fecero entrare senza guardarci come se fossimo due genitori scellerati.
“Lo so io come tirarla
su” annunciò mia madre facendoci strada in salotto dove
trovai inaspettatamente i miei nonni seduti sulle poltrone.
“Kristen tesoro!”
esclamò mia nonna vedendoci entrare e cercando di alzarsi dalla
poltrona ma prima che potesse farlo fui da lei e mi chinai per
abbracciarla.
Rob fece lo stesso. Adorava mia
nonna.. e lei adorava lui. Erano due simpatici vecchietti, forse un po'
ingenui a volte ma unici nel loro genere.
“Ciao nonno!” lo salutai entusiasta mentre lui ricambiava il mio affetto.
“Come stai?”
Mi guardò spaesato per un secondo poi rispose. “Da nessuna parte..”
“No nonno.. non dove vai. Volevo sapere se ti senti in forma..”
“No non mi sembra che ha suonato il forno..”
Oddio.. “Non il forno nonno..” scossi il capo. “Ti senti bene?”
“Oh non c'era bisogno che mi portassi delle creme tesoro..”
Oh santo cielo.. Mi voltai un
secondo verso mamma in cerca di aiuto. Annuì e si
avvicinò a noi chinandosi all'orecchio di mio nonno.
“PAPAAAA'!!”
urlò all'improvviso facendoci saltare sul posto. Lanciai
un'occhiata preoccupata a Rob che sembrava aver perso un battito come
me. “ACCENDI L'APPARECCHIO PAPA'!!!” continuò mia
madre e finalmente capì e dopo qualche minuto riuscì ad
accendere il suo apparecchio acustico.
“Oh.. che dicevi tesoro?” disse con un sorriso tenero.
Mia madre scrollò le spalle con un sorriso.
Dio.. che famiglia di pazzi. Rob sorrideva divertito mentre per me c'era quasi da mettersi le mani nei capelli.
Joy ormai era distratta dai miei
fratelli ma le vidi gli occhi illuminarsi appena Jella fece il suo
ingresso in salotto. Apatico e strafottente quasi come sempre.
Il mio micione! Da quanto tempo non lo vedevo!
Mi ci piombai sopra riempiendolo di baci. Sembrò accettarli volentieri.. stranamente.
Non era un segreto che il nostro
era un vero e proprio rapporto odio/amore. Lui richiedeva sempre e solo
l'attenzione minima e indispensabile ma poi non si era mai fatto
scrupolo di venirmi a svegliare la mattina intrufolandosi nel mio letto.
Dio quanto mi era mancato.
Joy era catturata e attratta come me da lui.
“Ecco appunto.. abbiamo
trovato il modo per tirarla su” affermò Dana portando la
piccola vicino a noi mentre Cam ci parlava di come Joy si fosse
affezionata a Max nella settimana che era stata lì.
“Piano piano Joy..” le
intimavo accompagnando la sua mano dolcemente mentre Rob parlava di non
so cosa con mio padre.
“Restate a pranzo no?” chiese mia madre irrompendo in cucina.
“Veramente pensavamo di tornare a casa.. Siamo passati solo a prendere la roba di Joy”
“Andiamoooo perchèèè? E' da Natale che non facciamo un bel pranzo tutti insieme..”
Guardai Rob in cerca di aiuto ma anche lui non sapeva come tirarsi fuori e non avrebbe mai rifiutato un invito di mia madre.
“Ma dobbiamo far mangiare Joy..”
“Tesoro ho qui tutto il
necessario! Non cercare scuse! Insomma cosa avete di così
urgente da fare da dover tornare subito a casa?”
Io e Rob ci scambiammo uno sguardo furtivo e colpevole. Mi schiarii la voce..
“Ehm... noi.. dobbiamo..”. Ero a corto di idee, cazzo.
“Perfetto! Allora è
deciso!” esultò trionfante tornando in cucina mentre i
nostri allettanti piani svanivano sotto i nostri occhi.
Sbuffai abbastanza rumorosamente attirando l'attenzione di tutti e me ne uscii con un sorriso a 64 denti estremamente forzato.
Lanciai un'occhiata a Rob che
nonostante tutto sembrava alquanto divertito. Dannazione a lui che mi
metteva le pulci nell'orecchio.
Restammo fino ad ora di pranzo a
rilassarci sul divano e a parlare del più e del meno. Joy era
completamente dimentica della sfuriata di prima e sebbene mi era
balenata l'idea di metterla un po' sul triciclo l'abbandonai subito
onde evitare una nuova sfuriata durante il viaggio tra Los Angeles e
Santa Monica.
“A tavolaaaaa”
urlò mia madre dalla sala da pranzo. Rob e mio padre aiutarono
mia nonna ad alzarsi dalla poltrona in cui era sprofondata e dopo poco
eravamo tutti seduti. I miei avevano persino comprato un seggiolone per
Joy nonostante avesse passato lì solo sette giorni.
Tra un boccone e l'altro io e Rob
davamo la pappa a Joy che la gustava con piacere anche se con estrema
lentezza. Si distraeva facilmente e a volte teneva lo stesso boccone in
bocca per minuti interi. Purché non si affogasse andava bene
così visto che ci dava il tempo di mangiare qualcosa per noi
stessi.
“Allora.. diteci un po' della luna di miele.. non ci avete raccontato niente..” chiese curioso mio padre.
Ma perché proprio lui doveva
fare domande del genere? Cosa potevamo dire? Che avevamo passato le
giornate a fare l'amore tra camera da letto, spiaggia, sauna e vasca
idromassaggio?”
“Ehm..” iniziai imbarazzata cercando di ricordare cos'altro avevamo fatto ma non mi veniva niente in mente.
“E' stato tutto perfetto. Il posto era magnifico. Il servizio eccellente..”
Fortuna che avevo Rob che mi
salvava in calcio d'angolo con frasi di circostanza che ovviamente
avrei potuto dire anche io. Eppure se ripensavo alle Fiji tutto quello
che mi veniva in mente era...
“Abbiamo avuto solo un piccolo incidente di percorso..”
Tutti si bloccarono in attesa che continuasse.
“Kristen ha avuto una specie di intossicazione alimentare dovuta a sovrabbondanza di gamberetti..” spiegò.
Sentii lo sguardo di mia madre su di me. “Kristen.. tu non li digerisci i gamberetti..”
Abbassai il viso.
“Oh.. però. Questo non
me l'avevi detto.. Anche da sposati scopro nuove cose su di te..”
mi puntò Rob incatenandomi con lo sguardo.
Scrollai le spalle facendo una
smorfia superficiale. “Sciocchezze.. non è vero che non li
digerisco.. Solo che mi piacciono.. e magari mi lascio andare.. e SE ne
mangio troppi PUO' capitare che FORSE mi senta male... ma niente di
che..”
Rob mi fissava sprezzante alzando un sopracciglio.
“E poi.. dipende sempre dai
gamberetti.. alcuni scendono giù una meraviglia..” sorrisi
accattivante e tagliente sicura che avrebbe colto il doppio senso.
Infatti si limitò a sogghignare e abbassare il viso tra le mani mentre ridevo insieme a lui.
“Ooook.. direi che sicuramente è una di quelle cose che non vorremmo sapere..” esordì Cameron.
Infatti non avrei mai parlato di
qualcosa del genere. Era pur sempre mio fratello. Certo con una figlia
non poteva essere un segreto la vita sessuale mia e di Rob ma parlarne
apertamente era tutt'altra cosa che non riguardava nessun altro se non
noi.
“Quindi sei stata male?” chiese mia madre apprensiva.
“Ma solo una ventina di ore..”
“Già.. si è ripresa subito..”
Strattonai Rob con una gomitata e
entrambi dovemmo sforzarci di trattenere una sonora risata mentre gli
altri si scambiavano sguardi maliziosi.
“Si cioè.. un po' di nausea, qualche vomito e passa tutto..” aggiunsi.
“Ah a proposito! Auguri ragazzi!!!” se ne uscì mia nonna di punto in bianco.
Tutti ci voltammo a fissarla straniati cercando di capire di cosa parlasse.
“Magari era un po' presto per avere un altro bimbo ma sono tanto tanto felice per voi!”
Sputai nel bicchiere il vino che stavo bevendo e per poco non mi affogai.
“Mamma ma che stai dicendo..?” le chiese mia madre.
“Scusate, me ne sono ricordata solo adesso.. l'età si fa sentire..”
Robert rideva ovviamente.
“Nonna.. io non sono incinta!” mi affrettai a chiarire subito.
Mi guardò spaesata e con
aria mortificata. Mi fece una gran pena. “Ma come? Ho.. ho letto
su Gossip Magazine..”
Oddio.. eravamo alle solite.
“Mamma.. quante volte devo
dirti di non leggere quelle cose? Non sono vere.. sono inventate per
fare soldi e fare in modo che il giornale venga comprato..”
Sembrava davvero non poter credere alle sue orecchie. “Eppure..”
Si voltò per prendere la borsa appesa alla sedia e ne estrasse il giornale.
Una vecchia foto di me e Rob era in copertina. Una di quelle in cui si vedeva un po' del mio pancione quando ero incinta di Joy.
Diedi un'occhiata veloce all'articolo giusto per farmi due risate.
“Robert Pattinson e Kristen
Stewart si sono finalmente presi la meritata pausa dopo il caos di
Twilight e coronato il loro sogno di nozze sono volati alle isole Fiji
per consumare la prima notte che in effetti è chiaramente
già stata consumata in passato. Chissà i neo sposini a
chi avranno lasciato l'adorabile piccola Joy.. che pare avrà
presto un fratellino o una sorellina. Fonti note ci hanno confermato la
possibilità di una nuova gravidanza per l'attrice che nonostante
la giovane età sembra aver scoperto una voglia di
maternità che va oltre i suoi anni...”.
Mi fermai lì per scoppiare in una fragorosa risata insieme a Robert.
“Oddio..” non riuscivo
a fermarmi. “Queste fonti note mi fanno morire.. Chi credi
possano essere? Magari ci annunciano la buona novella anche a
noi..”
“Ahahaha” rise Rob insieme a me. “Forse i gamberetti hanno fatto la spia..”
Continuammo a leggere quelle
sciocchezze sbellicandoci ancora per un po' finché non ci
calmammo del tutto e trovammo sette paia di occhi a fissarci interdetti.
Ci ricomponemmo in un secondo.
“Bè comunque no.. non sono incinta. Forse qualcuno
dovrebbe spiegare alle riviste di gossip cos'è la
pillola..”
Gli occhi di tutti si puntarono su
Joy che del tutto estranea ai fatti era intenta a capire i meccanismi
di un giochino che aveva tra le mani.
“D''accordo.. ma lei è
stata davvero inaspettata. Fu una manchevolezza..” mi giustificai
e tutti annuirono silenziosi mentre io sorridevo tra me e me al
pensiero che quella manchevolezza ci aveva portato la cosa più
bella della nostra vita.
“Comunque sono davvero un bel
posto quelle isole..” Rob riprese a parlare cambiando discorso, o
per meglio dire, tornando a quello originario. “Infatti stavamo
pensando di tornarci con Joy o comunque di andare da qualche parte
prima che finisca l'estate..”
“La trovo una bellissima idea” approvarono i miei in coro, ridendo.
“Soprattutto visto che da settembre sarete di nuovo abbastanza impegnati” terminò mio padre.
“Si..” riprese Rob.
“Bè vedremo.. non devono essere per forza le Fiji.. Ci
sono tanti posti sulla faccia della terra.. Magari le Hawaii.. o il
polo Sud” scherzò. “Magari prima del suo
compleanno..”
“Dopo il 4 Luglio
però” aggiunsi io. “Voglio organizzare un barbecue
quel giorno” annunciai fiera.
Ovviamente mia madre approvò subito con gran piacere di Rob e si mise a completa disposizione per l'organizzazione.
L'aiutai a sparecchiare e lavare i piatti mentre Rob ne approfittava per cambiare Joy.
Ci riunimmo di nuovo in salotto e
notai che oltre al pannolino l'aveva cambiato anche d'abito. Assurdo..
era peggio di me a volte.
Joy trotterellava per il salone
sotto lo sguardo vigile di Rob. Appena mi vide si diresse verso di me
stringendo forte le mie gambe.
Mi chinai per baciarla dolcemente e
la rimisi giù. Si aggrappò forte alla mia mano mentre mi
avviavo verso il divano. Non feci in tempo a sedermi che mi madre
annunciò di volerci mostrare qualcosa in giardino, in quel suo
piccolo angolo di paradiso in tecnicolor. Mi chiesi cos'altro potesse
entrarci visto che molto dello spazio era occupato da tazze e scene
dipinte da Alice nel Paese delle Meraviglie.
Joy si aggrappò anche alla
mano di Rob e insieme agli altri uscimmo sul retro per vedere quello
che si stagliava di fronte a noi.
Non potevo credere ai miei occhi.
Un enorme riproduzione del Brucaliffo si innalzava al centro del
giardino con tanto di pipa e narghilè.
Era decisamente impazzita.
“Che ne pensate?” chiese entusiasta.
“Ti sei data al fumo?”
fu tutto quello che riuscii a dire mentre gli altri sogghignavano
divertiti. Rob come me era rimasto alquanto sorpreso.
“Non scherzare Kristen. E' un pezzo unico! Non sai cosa ho dovuto fare per averlo..”
“Non lo voglio sapere” risposi apatica.
Un secondo dopo la vidi fiondarsi verso quel coso fatto di creta o argilla, non sapevo bene cosa fosse.
“No mamma! Non è
proprio il caso!” cercai di fermarla prima che si mettesse la
pipa in bocca, ma era troppo tardi.
Mi lanciò un'occhiata quasi offesa e iniziò con mio stupore a soffiare invece di aspirare.
Dopo pochi secondi bolle di sapone
iniziarono a venir fuori dalla bocca dell'enorme bruco e in poco tempo
centinaia di bolle riempirono l'aria attorno a noi.
Mi
guardai attorno girando su me stessa incantata dallo spettacolo di luci
e arcobaleni che ci stavano offrendo. Joy si staccò dalle nostre
mani e corse per tutto il giardino inseguendo le bolle e cercando di
afferrarle. Rideva quando le si scoppiavano tra le mani e subito andava
a caccia di una nuova.
“Mamma..” sussurrai. “E' bellissimo..”
“Visto? Figlia di poca fede”
Sorrisi e mi accorsi di Rob che continuava a soffiare divertito creando bolle su bolle.
Mi voltai a guardare gli altri che
giocavano a rincorrere Joy sull'erba. Rob si unì a loro un
secondo dopo prendendo Joy in braccio e lanciandola in aria.
La sporgeva verso le bolle per ritirarla un secondo prima che potesse prenderle in bocca.
Era così bello.. Ridere tutti insieme.. Stare bene..
Mi resi conto di quanto la mia vita
fosse perfetta e di come lo sarebbe stata in ogni caso con una famiglia
del genere.. Con un marito che mi amava e una figlia che ci univa
ancora di più..
Mi gettai tra le braccia di mia madre quasi piangendo.
“Ti voglio bene mamma..”
“Anche io amore mio..” sussurrò. “Anche io..”
Era troppo bello per essere vero. Non che fosse una tragedia ma era decisamente qualcosa che non mi aspettavo.
Avevamo passato l'ultimo mese a
fare praticamente niente. In giro, dai miei, in piscina, in ogni posto
dove potevamo stare in pace..
E ora.. ora avevo un nuovo
dubbio ad assalirmi e la rabbia cresceva sempre di più quando mi
rendevo conto di essere stata una sciocca a non pensarci da sola. Come
poteva essermi sfuggito un “particolare” tanto importante?
Solo guardando un pacco di
assorbenti al supermercato mi ero resa conto di avere una settimana di
ritardo.. e non era normale visto che con la pillola avrei dovuto
essere un orologio svizzero come ero sempre stata, eccetto quando avevo
scoperto di aspettare Joy.
Ripensai ai gamberetti, ai vomiti,
alla nausea.. e all'antibiotico che avevo preso per cercare di stare
meglio e che aveva decisamente potuto annullare gli effetti della
pillola.
Dio! Come avevo potuto essere così stupida da non pensarci?!
Presi un profondo respiro mentre le
gambe mi tremavano terribilmente. Rob era di sotto e non sapeva niente.
Avevo preferito così. Magari si sarebbe illuso. Non sapevo come
avrebbe reagito quindi era decisamente meglio che sapessi prima io e
nel caso gli avrei comunicato la notizia.
Certo però.. un altro bambino quando Joy non aveva nemmeno ancora un anno.
Calma Kristen.
Dovevo stare calma. Non c'era
niente di certo, magari mi stavo solo facendo film in testa. Magari era
lo stress a causarmi il ritardo nonostante la pillola.. Peccato che di
stress in quel periodo non ne avevo avuto per niente!
Magari c'era un altro motivo in
ogni caso, qualcosa poteva aver annullato l'effetto della pillola
squilibrando il mio ciclo. Non voleva dire necessariamente che ero
incinta.
Forze e coraggio. Era solo uno stupido test. Già.. uno stupido test che avrebbe potuto cambiare di nuovo le nostre vite.
Rosa o blu. Un semplice colore a decidere.
Una sola cosa era certa. Non l'avrei mai scoperto stando seduta sullo sgabello del bagno.
Presi un lungo sospiro alzandomi. Era pronto. I minuti erano passati..
Era il momento di sapere.
Afferrai il bastoncino, un ultimo respiro profondo, un po' di coraggio. Chiusi gli occhi.. e lo girai.
O___________________O
Si aprano le scommesse...
POSITIVO o NEGATIVO???
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Capitolo 35 *** Lies ***
lies
Buon
pomeriggio ragazze!!!!! Come state?? Noi benissimo...non so se potremo
dire lo stesso però dopo che voi sarete arrivate alla fine
perchè ehm... Vabbè voi ricordate che la violenza non
è mai la via giusta, ok??? U___U
Ehm..ehm.. alla fine ci volete
bene e amate questa storia e noi e noi siamo buone buone. Coooomunque
tutte avete pensato che Kristen sia incinta...mah chissà????
Leggete e lo scoprirete ;D
Vi lasciamo a questo entusiasmante capitolo e buona domenica a tutte voi.
Bacio Cloe e Fio.
P.S= Volevamo ringraziare tutte
voi che avete segnalato questa storia per le 'storie scelte' . Siete
fantastiche e per noi significa moltissimo!! Se altre di voi vogliono
farlo non esitate eh ahahah ci fa piacere!
P.P.S= Abbiamo risposto alle recensioni via messaggio personale...controllate la vostra casella messaggi O__+
CAP 35 (Fio)
LIES
POV Rob
Allungai il braccio come facevo
sempre ogni mattina e fui felice di sentirla vicina anche se ero un po'
scottato e confuso dalla notte precedente.
Mi voltai sul lato e lasciai
scivolare piano la mia mano sulla sua pancia abbracciandola dolcemente
da dietro e immergendo il mio viso nell'incavo del suo collo.
Come poteva avere sempre un profumo così buono da scatenare i miei sensi anche a prima mattina?
La sentii muoversi candida cotto i miei tocchi e continuare a fingere di dormire.
Socchiusi le mie labbra e le
poggiai sulla sua spalla scoperta per baciarla dolcemente. La sentii
rabbrividire e continuai muovendomi piano lungo il suo collo fino ad
arrivare a mordicchiarle l'orecchio.
“Mmm...”
Era così adorabile quando mugugnava, e mi faceva impazzire che fossi io a farle quell'effetto.
“Buongiorno” le
sussurrai roco all'orecchio che avevo tra le labbra mentre già
sentivo crescere la mia voglia di lei.
“Giorno” rispose ancora con gli occhi chiusi e affondando il viso nel cuscino.
Continuai a punzecchiarla facendo
scivolare la mia mano sotto la sua maglia per toccare la sua schiena
nuda e liscia e lasciarla con la pelle d'oca.
Mi chinai su di lei e posai le mie
labbra sulla sua nuca e sui suoi capelli sperando in una reazione che
non tardò ad arrivare.
Si voltò e in un secondo le
sue labbra furono sulle mie, prepotenti e urgenti. Le sue mani tra i
miei capelli e il suo corpo che si inarcava sopra le mie braccia che le
cingevano la vita.
Le nostre lingue erano un tutt'uno e tutto quello che desideravo era essere in lei.
“Dio Kristen.. quanto ti voglio..”
Soprattutto visto che la sera prima ero stato.. come dire.. respinto?
Aveva sonno. O almeno questa era stata la sua scusa che non giovava per niente al mio ego personale.
Continuammo ad essere immersi in
quel bacio appassionato finché fu troppo per me e cercai di
sfilarle la maglietta ma mi bloccò.
“Rob no..” disse sul mio collo ma la ignorai e mi spostai sulle sue labbra per metterle a tacere.
Dapprima rispose con voglia poi si bloccò di nuovo.
“Dai Rob..”. Mi spinse dolcemente via con le mani e si ricompose un po' mentre io non capivo.
Assolutamente non capivo.
“Che succede Kris?”
Scosse la testa. “Niente, non succede niente, solo che non mi va..”
Oh, bene. Perfetto. Ottimo.
Non sapevo bene cosa dire.
“Sai.. essere respinto due
volte nel giro di dieci ore è davvero un colpo basso per la mia
autostima.. Devo pensare che non ti piaccio più?”
Si passò una mano tra i capelli prima di guardarmi attonita e sorpresa.
Si mise in ginocchio sul letto di
fronte a me e lentamente si avvicinò al mio corpo e mi
abbracciò. Le sue labbra sull'incavo del mio collo e i suoi
capelli che profumavano di camomilla erano un afrodisiaco.
Mi baciò la pelle prima di guardarmi negli occhi.
“Tu mi piacerai sempre..
anche se ti verrà l'orticaria o quando sarai vecchio e le rughe
copriranno il tuo bel faccino..”
“Però che bella immagine, grazie amore..” dissi sarcastico e si mise a ridere.
“Era per farti capire che non mi stancherò mai di te..”
“Non sembrava così ieri sera..”
Alzò gli occhi al cielo. “Cosa c'è di male? Ero stanca.. è successo altre volte..”
“Però di solito la mattina, ben riposata, rimediavamo..”
Sorrise mentre le sue mani giocavano con i miei capelli. Mi faceva impazzire quando lo faceva, e lo sapeva bene.
Portai un dito al suo mento e avvicinai le mie labbra alle sue tentando un'ultima volta.
“Rob.. abbiamo un sacco di cose da fare..”
“Kristen è presto..
gli altri non arriveranno prima di...” lanciai una rapida
occhiata alla sveglia sul comodino “.. cinque ore” conclusi
sbuffando e sentivo che stava svanendo tutta la magia che avevo cercato
di creare.
“Poco tempo. Dobbiamo preparare Joy, sistemare il giardino, cucinare.. e..”
“Ma non potevamo passare la festa dell'Indipendenza da soli? Solo noi tre e nessun altro?”
“Ma Rob..” si
lamentò. “Siamo stati da soli da quando siamo tornati dal
viaggio di nozze. Ho voglia di stare un po' in gruppo e poi ormai
è già tutto comprato e organizzato quindi non fare
storie..”
“Io.. faccio storie solo
perché per avere un po' di sano sesso con mia moglie sono
costretto a pregarla.. E' umiliante..”
“Dai non fare la vittima” rise sulle mie labbra e mi baciò.
Approfondii subito il bacio non contento e la trascinai con me mentre mi stendevo di schiena sul letto.
“Ci piaceva farlo la mattina presto..” bisbigliai.
“Quando non avevamo una
figlia da sfamare” rispose e capii che non ce l'avrei fatta. Quel
giorno era davvero incorruttibile perciò meglio ritirarmi prima
che il mio livello di autostima scendesse sotto lo zero.
Proprio in quel momento sentimmo Joy piangere dall'altra stanza, puntuale come sempre.
“Visto?”
Odiavo quando aveva dannatamente ragione.
“Non ci sarebbe stato il tempo..” affermò mentre si alzava da me.
“Oh si invece”
replicai. “Nel tempo che hai passato a cercare scuse l'avremmo
fatto tre volte!” le urlai mentre si dirigeva verso la porta.
Si voltò per un sorriso veloce e uscì dalla stanza.
La raggiunsi qualche minuto dopo
giusto in tempo per vederla uscire dalla camera con Joy che tra le sue
braccia si stropicciava gli occhi ancora mezza addormentata.
“Oh chi abbiamo qui.. Buongiorno amore mio.. vieni da papà..”
Allungai le braccia verso di lei
che sbadigliava a bocca spalancata. Mi guardò per qualche
secondo e infine voltando la testa tornò a stringersi a Kristen.
Senza parole.
“Ma cos'ho stamattina? La lebbra?”
Kristen rise divertita carezzando le schiena di Joy.
“Che ci vuoi fare? Preferisce la mamma”
Risposi con una linguaccia. “Scendiamo a fare colazione che è meglio..”
Spostai la tavola di compensato che
avevamo provvisoriamente poggiato alle scale per evitare che Joy
cadesse e mi beccai un colpo di tosse da Kristen.
“Quando avrai intenzione di montare il cancelletto che abbiamo comprato due settimane fa?”
“Oh.. ehm.. presto..”
“Prima che nostra figlia cada per le scale voglio sperare..”
“Certo.. prima che cada dalle scale.. E comunque non mettermi queste immagini in testa..”
“Ieri hai detto che l'avresti montato oggi..”
Scendendo le scale ci trovammo in cucina e iniziammo la nostra routine per la colazione, prima quella di Joy, poi la nostra.
“Non è vero” mi difesi non ricordando per niente di averle fatto una simile promessa.
“Si invece..”
“E quando esattamente di grazia?”
“Ieri notte, quando cercavi
di corrompermi hai detto 'Oh ti prego Kristen, farò tutto quello
che vuoi, laverò i piatti per una settimana, pulirò la
piscina e monterò il cancelletto'..”
Oh cazzo. Ora ricordavo ed era anche alquanto imbarazzante.
“Devi aver frainteso il senso del verbo montare evidentemente..” scherzai.
“Rob..”
“D'accordo Kris. Ti ho detto che monterò il cancelletto e lo farò!”
“Ti conviene.. perché se continui così sarà l'unica cosa che monterai..”
Mi fissai a guardarla terrorizzato da quella specie di minaccia.
Lei scrollò semplicemente le
spalle e dopo aver posizionato Joy nel seggiolone mi fece l'occhiolino
e iniziò ad imboccarla.
Io nel frattempo preparavo le nostre amate tazze di cereali.
“Credo che invece ti convenga
ritirare quello che hai detto. Potrei accettare la sfida e allora
verresti da me in ginocchio..”.
“Oh please, non sono io quella che ieri sera quasi si faceva venire una crisi..”
“L'ho solo trovato un po' strano, tutto qui. Nessuna crisi..”
“Strano cosa? Che non ti voglia?”
Disse quelle parole come se nulla fosse, come se non avessero peso eppure mi ferirono.
“E' così?” mi trovai a chiedere.
Si bloccò un istante e mi fissò attonita. “Ti ho già detto di no.. Rob, che ti prende?”
Scossi il capo fissando il pavimento. “Lascia stare..Vado a montare il cancelletto”.
Riposi il latte in frigo e uscii dalla cucina.
“Non mangi?” mi chiese da lontano.
“Non ho fame” mormorai cupo e salii le scale.
Non sapevo nemmeno perché
d'un tratto la situazione era diventata pesante eppure avevo la
sensazione che qualcosa non andava. Non c'era mai stata quel tipo di
tensione fra di noi, il tipo che si percepisce ma non si può
definire da dove venga o cosa l'abbia portata.
Tutto quello che sapevo era che
sarebbe stata una giornata lunga e non vedevo l'ora che finisse. Odiavo
stare in mezzo alla gente quando non ero a mio agio con Kristen. Mi
sembrava sempre che mi mancasse una parte di me, un appoggio, qualcuno
con cui parlare e da cui andare se avessi avuto qualche problema.
Fissavo quel foglio delle
istruzioni da mezz'ora ormai ma ero così concentrato nei miei
pensieri da non riuscire ca pire nemmeno se lo stessi leggendo nel
verso giusto.
Mi destai dalla mie preoccupazioni solo quando vidi Kristen salire con Joy.
“Ancora a montare sto coso stai?”
“Ci sono quasi..”
“Non se leggi le istruzioni al contrario!”
Dio.. possibile che per la prima volta odiassi il tono che stava usando?
Le lanciai uno sguardo e sospirai un po' ferito girando immediatamente il foglio.
“Dai se non sei capace lascia stare.. lo farò fare a mio fratello..”
“Ti ho detto che ci sono quasi Kristen!!!”. Avevo alzato il tono di voce di almeno due ottave.
Mi fissò perplessa per qualche seconda e ricambiai lo sguardo altrettanto duro.
“Volevo solo aiutarti. Non c'è bisogno di urlare..”
“Non ho bisogno di niente. Perché non vai a preparare il giardino visto che è tanto importante?”
I suoi occhi duri nei miei e poi
andò via. Mi sentivo una vera merda eppure ero convinto di non
poter dire di avere torto su qualcosa. Era lei che era strana..
Mi stavo solo adattando ai suoi comportamenti assurdi.
Uscì dalla camera di Joy poco dopo e ignorandomi completamente mi passò sopra e scese per le scale.
“Come la guardi la bambina?”
Non potei fare a meno di domandarle
preoccupato di come potesse occuparsi delle preparazioni nel giardino e
della cucina e guardare Joy allo stesso tempo, soprattutto visto che da
quando aveva imparato a camminare non stava più molto volentieri
nel box.
“Sono perfettamente capace di
fare due cose contemporaneamente. A differenza di qualcuno che non sa
nemmeno montare uno stupido cancelletto per bambini!!”
sputò acida in fondo alla rampa di scale e di nuovo fu fuori
dalla mia vista.
Dio mio! Odiavo ogni secondo di quella situazione e preso dalla rabbia tirai un pugno alla ringhiera.
Pessima decisione perché mi graffiai col legno e presi a sanguinare.
Non ebbi nemmeno la briga di andare
in bagno a disinfettare e mettere una fascia. Ero troppo fuori di testa
per preoccuparmi davvero di me. Il mio unico scopo al momento era
montare quel cazzo di cancelletto e dimostrarle che non ero un incapace.
Dopo due ore e duemila imprecazioni finalmente ci riuscii.
Posai il cacciavite nello stesso
momento in cui sentii un urlo assurdo e agghiacciante provenire dal
giardino. Riconobbi subito la voce di Joy e volando per le scale mi
precipitai giù e fuori dalla veranda.
Trovai Kristen chinata sulla bambina che piangeva come mai aveva pianto nel suo anno di vita.
Fui da loro in un secondo e notai subito che Kristen tamponava la testa della piccola con un fazzoletto di stoffa.
“Cos'è successo?!” chiesi subito allarmato.
“Io.. lei.. ho..” aveva la voce rotta dal pianto e dallo spavento e non riuscì a finire di spiegarmi.
Senza pensarci due volte presi Joy dalle sue braccia e diedi una rapida occhiata alla testa.
Sanguinava. Non molto ma abbastanza da farmi preoccupare.
Piangeva, piangeva e gridava dal dolore e prima che il panico mi assalisse cercai di pensare razionalmente.
“Kristen dimmi qualcosa!”
“Un chiodo Rob.. ha battuto la testa su un chiodo e.. e non è vaccinata..”
Mi ci volle un secondo per capire cosa dovevamo fare.
“Andiamo!” esclamai stringendo Joy al petto cercando di cullarla.
“Dove?” chiese Kristen che mi seguiva in lacrime.
“All'ospedale Kristen! Dove altro?”
In un secondo fummo in macchina e
fortunatamente le strade di Santa Monica erano alquanto libere e in
poco fummo al pronto soccorso dell'ospedale.
Joy non si era per niente calmata e la cosa iniziava a preoccuparmi sul serio.
Per fortuna riuscimmo a parlare subito con un dottore e fui io a spiegare la situazione visto che Kris era ancora sotto shock.
“La bambina non è
vaccinata. Non ha fatto l'antitetanica” puntualizzai subito
mentre il dottore esaminava il suo capo.
“Non è un problema. La
ferita non è profonda, non può aver causato problemi. Ma
la vaccinazione va fatta, almeno entro i dodici mesi. Quanto ha
lei?”
“Ne ha undici..”
“Quasi dodici..” aggiunse Kristen pronta.
“Allora gliela prescrivo stesso ora e potete farla subito al pronto soccorso.”
Disinfettò la ferita e Joy
pianse ancora di più per il bruciore. Mi sentivo così
impotente a vederla col faccino arrossato per lo sforzo e gli occhi
colmi di lacrime.
Quando finalmente il dottore ebbe
finito fu libera e si gettò tra le mie braccia battendo i piedi
sul lettino contemporaneamente.
“Sssh.. ssh.. va tutto bene cucciola..”
La presi in braccio e avvinghiandosi a me potevo sentire le sue calde e copiose lacrime bagnarmi il collo.
Con la prescrizione del medico ci
muovemmo per l'ospedale mentre cercavo di calmare Joy cullandola
dolcemente e nel frattempo quasi veniva la nausea anche a me. Gli
ospedali non mi erano mai piaciuti.
Kristen si aggrappò al mio
braccio mentre entravamo nella sala del pronto soccorso indicataci dal
medico e mi voltai per sorriderle.
Joy iniziava finalmente a calmarsi
un po' e quando fu il nostro turno rimasi completamente scioccato da
come la puntura non le avesse fatto alcun effetto. Era intenta ad
osservare un pupazzo orrendo che avevano apposta per i bambini piccoli.
Forse come me si chiedeva se fosse
per fare in modo che i bambini fossero spaventati più da quella
specie di alieno a tre teste che non dalla puntura in sé.
Dopo mezz'ora eravamo fuori dalla struttura grazie a dio e di nuovo in macchina verso casa.
Nessuno dei due aveva aperto bocca
per tutto il tempo se non per sussurrare parole dolci a Joy, il che era
abbastanza deprimente.
Stare nello stesso posto a pochi centimetri l'uno dall'altra e non sapere cosa dire mi rattristava.
Entrammo in casa e ancora il silenzio regnava sovrano e mi uccideva.
“Hai bisogno di una mano?” chiesi vedendola armeggiare tra i fornelli con Joy in braccio.
Si fermò. “Solo.. stai con Joy.. Io.. io devo cucinare...”
“Certo” risposi subito
prendendo Joy dalle sue braccia e non potei fare a meno di notare come
le sue mani stessero tremando.
“Tesoro va tutto
bene..” le sussurrai avvicinandola un po' a me ma si
scostò subito e fredda tornò al suo lavoro.
Ma perché faceva così?
Non potevo saperlo e se lei non parlava non potevo costringerla.
Joy era piuttosto calma dopo il
pianto che doveva averla sfinita parecchio e visto che il giardino era
ormai pronto e la mia presenza in cucina era evidentemente sgradita non
trovai altro da fare che stendermi con la mia piccola sul divano.
Accesi lo stereo e mi lasciai cullare dalla musica dolce del pianoforte
che inondava la stanza.
Avevo davvero bisogno di un po' di
tranquillità e niente mi faceva calmare più di un
pianoforte e del respiro finalmente pacato della mia bambina che
giocava col mio orecchio aiutando a rilassarmi ancora di più.
Fu il suono del campanello a farmi
accorgere che mi ero addormentato e quando aprii gli occhi notai che
quelli di Joy erano ancora chiusi. Mi alzai delicatamente cercando di
non svegliarla e di adagiarla alle mie braccia nel miglior modo
possibile.
Mi chiesi come mai Kristen non avesse risposto e quando la sentii cantare dalla cucina capii. Era peggio di quanto pensassi.
Cantava mentre cucinava solo in due
casi: o quando era estremamente felice o quando qualcosa la preoccupava
e cercava di non pensarci e dati i precedenti di quella mattina optai
per la seconda.
Il campanello suonò di nuovo
e Joy si mosse un po' tra le mie braccia. Andai ad aprire prima che si
svegliasse definitivamente e mi trovai Tom con un sorriso a 64 denti.
Gli feci segno di fare silenzio prima che potesse urlare e infatti si bloccò giusto in tempo.
Ci salutammo calorosamente con una stretta veloce e passai a salutare Carey con cui ormai faceva coppia fissa da un po'.
Mi chiese di Kristen e proprio in quell'istante lei venne fuori dalla cucina tutta pimpante e al settimo cielo.
Ma cosa diavolo le prendeva?
Urlò appena vide i nostri primi ospiti e così ogni tentativo di non svegliare Joy andò a farsi benedire.
Bè.. meglio così in
fondo visto che se avesse continuato a dormire poi non avrebbe chiuso
occhio la notte e tra un po' avremmo dovuto mangiare.
Kristen abbracciò Tom e di
seguito Carey con un entusiasmo che non era solita dimostrare, non in
modo così aperto e non potei fare a meno di chiedermi cosa
potesse essere successo mentre dormivo.
Forse stava semplicemente fuori di testa..
Le
ragazze andarono in cucina mentre io mi accomodai sulle sdraio del
giardino con Tom che poteva spupazzarsi Joy. Era come uno zio per lei e
se mai avessimo deciso per un eventuale battesimo certamente la nostra
scelta sarebbe caduta su di lui come padrino.
Gli raccontai delle stranezze di Kristen ma lui non sembrava per niente disorientato come me.
“E' normale.. i primi tempi
dopo il matrimonio è sempre così..” disse mentre
faceva fare il cavalluccio a Joy che rideva felice rallegrando l'aria
attorno.
Non potei fare a meno di sorridere a quel suono.
“O forse è incinta” concluse Tom ridendo.
Sorrisi per un secondo ma rimasi di sasso quando le sue parole riecheggiarono nella mia testa.
“Oddio..”
“Rob.. scherzavo”
“Lo so ma.. se lo fosse davvero?”
“Non pensi che te l'avrebbe detto?”
“Magari non lo sa nemmeno lei!”
“Le donne lo sentono subito. Sapeva di essere incinta di Joy no?”
“Si.. credo di si.. Bè si.. me lo disse lei, quindi..”
“Appunto. Se fosse stata incinta l'avrebbe saputo e di conseguenza anche tu”
Si.. aveva ragione. Che stupido ero stato a saltare subito alle conclusioni.
“Questo però ci
riporta al punto di partenza.. Non so cosa le prende e cosa fare per
scoprirlo.. E' inavvicinabile oggi..”
“Io mi ci sono
avvicinato..” scherzò sfrontato e se non fosse stato per
Joy gli avrei lanciato la birra addosso.
Sospirai. “Sono solo io che non gli vado a genio evidentemente..”
“Non dire stronzate. Kristen
ti ama, tu la ami, Joy vi ama, le api e i moscerini vi amano.. Tutti vi
amano.. Siete voi due.. Quelli che arriveranno a ottant'anni e si
terranno ancora per mano per strada. Quindi prima che vomiti per tanta
smanceria e sdolcinatezza smettila di dire cazzate”
Mi scappò un riso e
ringraziai il cielo di avere un amico come lui che riusciva a
sdrammatizzare e dire la verità nel modo più assurdo e
divertente possibile.
“Mi chiedo cosa ci abbia visto Carey in te” scherzai bevendo un altro sorso della mia birra.
Mi guardò con aria
sarcastica e di tutta risposta si bagnò il dito con un po' di
birra e mi bloccai quando capii quello che stava per fare.
“Chissà se le piace.. assaggia Joy..”
Mi drizzai immediatamente ma non ebbi il tempo di urlare di no che lui già se la stava ridendo.
“Ahahahaha sei uno spasso Rob, dovresti vederti! Sei pallido come un vampiro! Ahahaha”
“Non è divertente, idiota!”
“Ma secondo te posso mai dare la birra alla mia nipotina preferita?”
Continuò a ridere mentre io prendevo un sospiro di sollievo e tornavo a sdraiarmi sulla sdraio.
Dopo una mezz'ora erano arrivati
quasi tutti e se non fosse stato per l'aria pesante che aleggiava ogni
volta che io e Kristen ci incrociavamo non sarei potuto essere
più felice.
Aveva ragione: stare con i nostri
amici era divertente ogni tanto, ma non in quelle condizioni e con
quella morsa che mi chiudeva lo stomaco ogni volta che guardavo nella
sua direzione.
Era un comportamento stupido da
parte di entrambi e sapevo che era troppo orgogliosa per venire da me e
chiedere scusa e se non lo avessi fatto io mi avrebbe rinfacciato di
non aver fatto il primo passo mentre lei non poteva perché
intenta nella cucina.
Temevo che me ne sarei pentito ma sapevo che mi sarei pentito di più se non ci avessi almeno provato.
“Sam la guardi un po'?”
Lasciai la manina di Joy al mio amico che accettò volentieri con un grande cenno e un sorriso.
Mi allontanai dagli altri e da
quella conversazione di cui non avevo capito niente e andai da lei
qualche passo più in là approfittando del fatto che le
altre l'avessero lasciata sola vicino al barbecue, intenta ad arrostire
hamburger e salsicce.
“Hey..”
Mi avvicinai da dietro e saltò sul posto quando mi sentì.
Prese un profondo respiro e subito distolse lo sguardo. “Hey..”
Il tono freddo e distaccato. Mi uccideva e non se ne rendeva conto.
“Ti serve una mano?” mi offrii sperano di scongelare quell'aria gelida.
“No”
“Kristen per quanto tempo andremo avanti così?”
“Così come?”
“A monosillabi e grugniti..”
Non rispose.
“Dai lascia che ti dia una mano..” ripetei e iniziai a disporre su un piatto ketchup e maionese.
“Che stai facendo?”. La voce era perennemente infastidita e non lo sopportavo più.
“La salsa rosa”
Mi trafisse con gli occhi sbuffando sonoramente.
“E perché diavolo la stai facendo, Rob?”
“Per la carne, Kris” risposi a tono.
Nervosamente mi tolse le posate di mano e buttò nel cestino il contenitore che stavo usando.
“Che diamine ti prende? Che ha che non va quella salsa?”
“Lo sanno tutti che sulla carne ci va la salsa barbecue.. e smettila di dire salsa con quell'accento inglese..”
“E' il mio accento Kristen..”
“Bè mi dai fastidio..”
“Ah quindi io ti do fastidio?”
“Non intendevo questo..”
“Invece credo proprio di si!” mi resi conto io stesso di aver alzato la voce ma ormai ero abbastanza incazzato nero.
Che cazzo le prendeva?
Fece per andarsene ma io l'afferrai
per un braccio riportandola verso di me. Mi fulminò con gli
occhi ma non la lasciai andare.
“Non girarmi le spalle mentre stiamo parlando!!!”
“Te le giro perché tu non stai parlando, stai urlando..”
“E CERTO CHE URLO KRISTEN,
CAZZO!” sbraitai e il silenzio piombò attorno a noi mentre
sentivo gli occhi di tutti puntati addosso.
“Rob..” la sua voce era un sussurro. “Non è il momento..”
“E QUANDO E' IL MOMENTO KRIS,
EH? La sera quando non ti fai toccare? O il giorno quando a stento mi
rivolgi la parola?!” feci un breve pausa per riprendere fiato.
“Voglio sapere che cazzo hai Kristen”
“Ti avevo detto di non volere il tuo aiuto ROB!!!”
“E infatti pur di non farti aiutare stavi quasi ammazzando Joy!”
Mi pentii subito di quelle parole
ma erano vere e ormai erano andate. Doveva imparare ad affrontare le
cose come aveva sempre fatto.
Mi osservò fredda e triste mentre vidi una piccola lacrima addensarsi sul suo occhio destro e mi sentii male, malissimo.
“Lasciami”
sussurrò tra i denti e anche se non volevo.. la mano
lasciò andare il suo braccio e i suoi occhi lucidi furono subito
nei miei un secondo prima di chiudersi.
Istintivamente allungai le braccia e la sorressi ma continuava ad essere incosciente.
“Kristen.. Kristen..” sussurravo mentre la scuotevo leggermente e il fiato mi si bloccava in gola.
Non poteva succedere sempre tutto a noi.. Non potevo vivere in quella paura ogni maledetto giorno.
“Prendete
dell'acqua!!!” urlai mentre la prendevo in braccio e un secondo
dopo l'adagiavo sul divano seguito dagli altri che cercavano di darsi
da fare in qualche modo.
“Kristen.. amore...ti prego..
svegliati..” le sussurrai scuotendole un po' la testa e grazie al
cielo dopo pochissimi secondi aprì gli occhi sbattendo diverse
volte le palpebre e infine mi vide.
“Rob..” la sua voce rauca.
“Grazie a dio”. Mi chinai su di lei e le baciai diverse volte la fronte.
Tentò di alzarsi ma la fermai. “Stai giù..”
“Che è successo?” chiese confusa.
“Stavamo.. parlando.. E sei
svenuta..” dissi con un filo di voce ancora rotta dal terrore.
Bloccai Dakota che si avvicinava con l'aceto e chiesi semplicemente di
portare un po' d'acqua.
“Vieni..” l'aiutai ad
alzare la schiena e, nonostante non volesse, fu costretta, dalla
preoccupazioni intimidatorie di tutti, a bere un bicchiere intero per
poi chinare il viso sul mio petto e di nuovo la sentii vicina e a casa
come doveva essere sempre.
“Forse dovreste andare all'ospedale..” consigliò Tom ma Kristen lo spense con un no secco.
“Niente ospedale.. sto benissimo.. è stato solo un capogiro..”
“Ha ragione lui amore.. non si sa mai.. Sarebbe meglio andare..”
“Odio gli ospedali.. e una volta al giorno basta e avanza..”.
Scosse la testa e si mise dritta
nello stesso momento in cui Joy scendeva dalle braccia di Tom.
Barcollò un po' e infine venne da noi buttandosi con le braccia
sulle gambe di Kristen che la prese in braccio schioccandole un dolce
bacio per poi alzarsi, perfettamente, come se nulla fosse successo.
“Vi prego.. smettetela di guardarmi così.. sto bene..ora andiamo a mangiare..”
E così tra i borbottii
preoccupati di tutti, compresi i miei, passammo la giornata intenti a
non farla affaticare troppo, manco fosse incinta o cosa.
Era tardo pomeriggio quando man mano la casa si iniziò a sfollare.
“Facci sapere per qualsiasi cosa Rob, mi raccomando..”
“Certo Tom..”
Lo salutai con un abbraccio
amichevole e dopo le ultime raccomandazioni chiusi la porta dietro di
me e cercai Kristen che non era più sul divano dove l'avevo
lasciata un secondo prima.
La trovai in cucina intenta a pulire tutto e quasi mi venne un infarto.
“Togliti subito da lì!” quasi urlai e si immobilizzò per lo shock.
“Rob..sei ridicolo..”
rise e mi scaldò il cuore sapere che tutto quello che era
successo era ormai dimenticato.
“Sto benissimo..”
Tuttavia non volli sentire ragioni.
“Il massimo che puoi fare è mettere il pigiama a Joy e poi
stenderti sul divano. E' tutto quello che ti concedo. Qui finisco
io..”
Le tolsi le pezze da mano e mi
guardò attonita. Sorridendo prese Joy dal seggiolone ma prima di
andare via, si bloccò e si voltò per guardarmi di nuovo.
“Hey..”
“Si?”
Esitò prima di continuare.
“Io.. volevo solo.. volevo chiederti scusa per oggi.. Non so cosa
mi è preso.. Sai quelle giornate in cui ti svegli nervoso e non
sai perché? E' stato così e me la sono presa con te per
ogni piccola cosa.. e.. e.. quasi ammazzavo Joy..”
In due passi veloci fui da lei e
presi il suo viso tra le mani. “Hey hey hey, Va tutto bene.. non
è successo niente.. Non importa..”
Strinsi la mia presa facendola
davvero mia e lentamente mi avvicinai alle sue labbra per baciarle con
dolcezza. Finalmente erano di nuovo dove dovevano essere.
Dopo aver fatto mangiare Joy ci
stendemmo tutti e tre sul divano, Joy poggiata al mio petto teneva tra
le sue manine le dita di Kristen e io carezzavo i capelli ad entrambe
con le mie mani baciando le loro fronti di tanto in tanto.
Non mi ero mai sentito così
bene e in pace almeno finché non sentii Kristen piangere
delicatamente quando il film finì.
Avevo scelto “50 volte il
primo bacio” perché sapevo che era una commedia e che ci
avrebbe fatto ridere ma non mi aspettavo che si commuovesse.
“Perché piangi?” chiesi con un sorriso stupito.
“E' così triste..” tirò su con il naso.
“Ma è a lieto fine..”
“Bè non proprio..lei
non si ricorderà mai davvero di lui.. Ogni giorno non
ricorderà mai quello che è successo il giorno
precedente..”
“Ma ogni giorno vivrà qualcosa di diverso..”
“Si ma che senso ha se non hai ricordi a cui aggrapparti appena ti svegli la mattina?”
Mi lasciò abbastanza interdetto e non seppi come rispondere se non con “E' un film, amore..”
Scrollò le spalle sospirando. “Lo so però.. è malinconico..”
E in effetti lo era davvero ma non poteva angosciarsi per un film, surreale tra l'altro.
“Tu non ti dimenticherai di me, vero?” la sua voce un sussurro debole.
“Cosa?”
Giocò un po' con le mie dita prima di rispondere. “Prometti.. che non ti dimenticherai mai di me..”
Non sapevo cosa stesse dicendo o
cosa la portasse anche solo a mettere un dubbio una cosa simile ma le
alzai il viso e incollai i suoi occhi ai miei.
“Io non potrei mai dimenticarmi di te, MAI! Nemmeno volendo..”
Sorrise e io insieme a lei.
“Hai il sorriso più dolce del mondo” sussurrò a un centimetro dalle mie labbra.
“E tu sei il mio mondo..”
E la baciai.. con lentezza per non svegliare Joy che si era addormentata sul mio petto col biberon ancora in bocca.
“Non so se riuscirei a farti innamorare ogni giorno però..”
Non ebbi nemmeno la
necessità di pensare a una risposta. “Già lo fai..
Io ti amo ogni giorno di più...”
Con sguardo serio e concentrato
restò a fissarmi per secondi interminabili prima di aprirsi in
un sorriso sincero e felice.
Era quello di cui avevamo bisogno,
un po' di serenità dopo la giornata pesante e assurda che
avevamo passato e ancora una volta eravamo lì a perdonarci senza
bisogno di dire molto.
“Sei stanca?” chiesi preoccupato.
“Un po'..” ammise.
“Oggi mi hai fatto morire di
paura..” dissi con un filo di voce che richiamava l'ansia che
ancora mi saltava addosso al pensiero di lei incosciente tra le mie
braccia.
“Mi dispiace amore..non capiterà più..”
Non ebbi il tempo di rispondere che cambiò argomento. “Ah! Da domani iniziamo a vedere i dépliant?”
“Dépliant?”
“Per il nostro viaggio..
tutti e tre insieme.. dobbiamo sbrigarci..” mormorò in uno
sbadiglio immane che mi fece sorridere.
“Tranquilla.. c'è tempo.. vedremo presto.. ora dormi..”
Baciai il capo a entrambe le mie ragazze e canticchiando una ninna nanna mi addormentai con loro su quel divano.
Vedremo presto...
Così avevo detto.. e invece
non vedemmo proprio niente. Non potevo credere di stare vivendo di
nuovo lo stesso incubo, da ben due settimane ormai.
Dopo un paio di giorni in seguito a
quell'assurda litigata Kristen era tornata ad essere inavvicinabile, a
tratti almeno. Un secondo era acida e scontrosa, il secondo dopo mi
chiedeva scusa per come sgarbatamente aveva risposto.
Avevo cercato di mediare la cosa,
ti chiederle cosa non andasse ma ogni volta rispondeva che forse era il
caldo a farle quell'effetto. Ma noi eravamo stati in posti molto
più caldi e mai si era comportata in quel modo.
I piani del viaggio svanirono piano
piano per la sua capacità di costruire e distruggere un'idea o
un progetto nel medesimo secondo e capii presto che non se ne sarebbe
fatto più nulla soprattutto perché partire in quelle
condizioni non sarebbe stato il caso.
Era strana, davvero più
strana del solito. Scattava per nulla e non perdeva occasione di
cogliere ogni mia parola per tessere un'assurda tela in cui ero
rappresentato come una specie di marito buono solo a prenderla in giro
quando non era assolutamente così.
Ripensai a quel pomeriggio quando
avevo portato in casa gli ennesimi dépliant, ormai inutili, che
ci trovavamo nella posta tra cui avevo notato anche delle domande di
iscrizione a diversi college.
Ero rimasto alquanto sorpreso dalla cosa e avevo fatto il grosso errore di scherzarci su.
“Ma che.. hai intenzione di iscriverti al college?”
Quelle parole dette più per sorpresa che per scherzo erano state la mia rovina..
“Se anche fosse? Sono forse troppo stupida per iscrivermi al college?”
E da lì era nata una
polemica senza fine e i miei tentativi di farle capire che non era
quello che intendevo finirono inesorabilmente nel vuoto finché
non prese Joy e se ne uscì con “Vado a fare la
spesa!” lasciandomi solo in quella grande casa pensando per
l'ennesima volta alla stranezza dei suoi comportamenti e cercando anche
un modo per farmi perdonare..
E forse l'avevo anche trovato..
Non che fossi un ottimo cuoco ma di
solito le ragazze passavano sopra al sapore del cibo quando un marito
faceva trovare una tavola apparecchiata con fiori e candele..
E di solito serate come quelle non portavano altro che benefici.
Sicuro che nera com'era ci avrebbe
messo una vita a fare la spesa, soprattutto se poteva camminare al
sicuro con Dean al suo fianco, uscii di casa sapendo che avrei potuto
comprare e preparare tutto prima che tornasse.
In poco tempo fui al supermercato
sperando di non aver scelto proprio lo stesso e fortunatamente non fu
così. Fui costretto a fermarmi per fare qualche foto e qualche
autografo ma in meno di mezz'ora ero di nuovo sulla via di casa con
tagliatelle ai funghi porcini sulla lista delle cose da imparare a
cucinare velocemente.
Mi fermai qualche minuto per
comprare le sigarette e fu allora che mi accorsi di una figura alquanto
familiare nonché impossibile da non riconoscere grosso com'era.
Stavo per fare un cenno a Dean e
già mi stavo chiedendo dove fosse Kristen quando la vidi
camminare poco più avanti. Joy mano nella mano con lei e accanto
un.. un ragazzo.
Socchiusi gli occhi e focalizzai la vista per mettere a fuoco quella figura che mi parve essere...
No.. no..
Dovevo avere minimo qualche grado di miopia perché quello non poteva essere.. Michael.
Cercai di negare quello che vedevo ma invece era proprio lui. La scimmia!
Non potevo crederci..
Camminava accanto a Kristen e ridevano..
Interdetto li osservavo da lontano
mentre si sedevano a un bar e chiacchieravano allegramente.. proprio
come due ex rimasti in buoni rapporti. Quei rapporti che però
non mi erano MAI andati giù.
Il colmo che mi fece salire il
sangue al cervello giunse quando quell'essere si chinò su Joy
seduta in braccio a Kristen e le carezzò guance e capelli.
No! Questo era davvero troppo!
Avrei voluto andare lì e spaccargli la faccia come avrei dovuto fare molte volte e molto tempo fa..
Ma non avevo un'ottima giustificazione per farlo e avrei incrinato ancora di più la situazione con Kristen.
Si.. dovevo restare calmo e aspettare che fosse lei a spiegarmi tutto.
Ovviamente non dubitavo di lei.
Probabilmente si erano solo incontrati in strada e avevano deciso di
prendere un caffè insieme.
Non c'è niente di male..
Non c'è niente di male...
…
Non c'è niente di male un cazzo!
Dio! Quanto mi dava fastidio vederli insieme.. vicini.. con nostra figlia poi! La mia bambina! MIA!
Dovevo decisamente andare via da
lì prima di fare una pazzia e mettere sotto quell'essere come se
la mia macchina fosse una palla da bowling e lui un birillo da
abbattere.
In una specie di stato di trance
tornai in macchina e con mille domande che mi assalivano la mente
tornai a casa, lasciai i fiori che avevo preso sul tavolo del salone e
mi buttai sul divano a fissare il vuoto..
E così rimasi finché,
chissà quanto tempo dopo, non sentii lo scatto della porta che
si apriva e mi mostrava una Kristen tutta sorridente e felice.
Sentii la rabbia crescere ancora di più.
Joy scese rapidamente i tre scalini che separavano l'entrata dal salone e correndo verso i me mi si buttò in braccio.
L'afferrai al volo e ne approfittai per alzarmi e scoccarle una serie di baci per liberarla dall'influsso dell'essere.
Feci qualche passo e mi poggiai di schiena al divano dondolando Joy mentre vedevo Kristen avanzare sorridente.
“Sono.. sono per me?” chiese affabile quando vide il mazzo di rose sul tavolo.
“Lo erano” risposi duro.
Sempre sorridendo immerse il naso nei fiori inspirandone il profumo e solo dopo qualche minuto si accorse del mio umore.
“Ehm.. qualcosa non va..?”
“Vedo che la frenesia ti è passata.. siamo tornate allegre..”
“Ah si..” sempre quel
sorriso e quella risata che in altre circostanze mi avrebbero scaldato
il cuore ma che ora mi insinuavano il dubbio che ci fosse un altro
motivo a portare tutta quell'euforia.
“C'è un motivo particolare?” chiesi sempre con tono duro mentre rimettevo Joy a terra.
“In che senso?”.
Finalmente si era accorta che davvero c'era qualcosa che non andava e
che esigevo delle spiegazioni.
“Cosa hai fatto oggi pomeriggio?”
Alzò le spalle fingendo di non capire. “La spesa.. come ti avevo detto..”
“E le buste?”
“Sono in macchina Rob.. Cosa sono tutti questi sospetti?”
“Che altro hai fatto?”
“Niente Rob. Non ho fatto niente. Solo una dannatissima spesa, si può sapere che ti prende?”
“Che mi prende Kristen?! Mi
prende che come sempre nelle ultime due settimane ti incazzi con me per
niente, mi sputi in faccia acidità e disprezzo, poi te ne esci
portandoti nostra figlia per giunta, ti incontri col il tuo ex-ragazzo
e torni qui tutta felice e sorridente! Correggimi se ho mancato qualche
passaggio o dammi delle spiegazioni..”
Mi guardò stranita per
qualche secondo. “Oh mio dio, ti prego dimmi che non fai sul
serio.. dimmi che non è una scenata di gelosia quella a cui sto
assistendo..”
“Non è una scenata di
gelosia!” puntualizzai subito. “Joy, non ora..” dissi
alla piccola che mi strattonava il pantalone per essere presa in
braccio.
“Ah no? E allora
cos'è? Perché da quello che hai detto sembra che il vero
problema sia Michael.. o sbaglio?”
“Sbagli! Il vero problema
è che non me l'hai detto!” iniziai ad alzare il tono di
voce, come sempre quando si trattava di lui.
“Ti prego Robert, credevo che almeno da sposati mi avresti risparmiato queste cose..”
“Queste cose, cosa Kris?! Non
ho il diritto di sentirmi ferito se mia moglie non mi dice con chi ha
passato il pomeriggio?”
“Te lo stavo per dire se non mi avessi subito attaccata con le tue accuse assurde!!!”
“Le mie non sono accuse Kristen! Chiedo solo delle spiegazioni! Tutto qui!”
“Non c'è nulla da dire
Robert, cazzo! Ma perché devi essere sempre così? Non ho
fatto nulla di male, non mi sono incontrata di nascosto con nessuno! Ci
siamo intravisti per strada e visto che non ci vedevamo da tanto
abbiamo deciso di prendere un caffè! Fine della storia! Dio
santo!!!”
“Per quello ogni occasione è buona!”
“Invece ci ha fatto gli auguri per la bambina e si è anche scusato per non essere venuto al matrimonio!”
“Come se poi lo avessi voluto lì..”
“Si infatti, lo so bene come
la pensi! Ma abbi rispetto per me! Ha fatto parte della mia
vita..quindi cazzo, perché dobbiamo sempre tornare
sull'argomento?!”
“Sai cosa scriveranno i giornali?”
“Ma per favore! Da quando ti importa quello che scrivono i giornali?!”
“Da quando te ne vai in giro con lui!!!” urlai.
“Io non me ne vado in giro con lui, porca puttana! L'ho solo incontrato!”
“Joy, aspetta!” la ripresi di nuovo nervoso all'ennesima potenza.
“Credevo che da sposati almeno avresti avuto fiducia in me”
“Io ho fiducia in te! E' dei motivi che mi nascondi che non mi fido..”
“Se stai cercando un motivo per litigare con me dimmelo subito così facciamo prima!” eluse la mia risposta.
Era il colmo. “Io? Io che
cerco un motivo per litigare con te? Kristen! Nelle ultime due
settimane non ho fatto altro che stare attento alle mie parole per
evitare litigi con te, e nonostante tutto tu te ne sei ampiamente
fottuta!”
“Non è assolutamente vero!”
“Allora perché non
abbiamo un programma per il nostro epico viaggio? Perché hai da
dire su ogni cosa che faccio? Perché non facciamo l'amore da
più di una settimana?”
“Dio mio.. ma pensi sempre a quello..” alzò gli occhi al cielo.
“No! Non penso sempre a
quello ma so che c'è un motivo e va avanti così da due
settimane! Ora voglio sapere!”
I suoi occhi persi, il suo sguardo del tutto ignaro. “Io non so proprio che dirti Robert..”
“Qualsiasi cosa Kristen,
qualsiasi cosa.. Io sto .. uscendo pazzo.. Sono arrivato persino a
pensare che sei incinta..”
Si bloccò di scatto, quasi in agguato. “Perché lo pensi?”
“Hai un appuntamento dalla ginecologa domani, no?”
Un sospiro rapido e incredulo
uscì dalle sue labbra. “Non posso crederci. Ma che fai, mi
spii? Hai frugato nelle tasche dei miei jeans, sul mio cellulare,
cosa?”
“Non mi sarei mai permesso
Kris! Non dubitare di me in questo modo. Ho trovato un post-it per
terra in camera e scusa tanto se per sbaglio l'ho letto e sono rimasto
una merda quando ho scoperto che potresti essere incinta e io non
rientro nella lista di persone a cui dirlo..”
“Oddio smettila! Io non sono
incinta! Ho solo uno stupido ritardo! Per questo sono così
nervosa. Non so da cosa sia causato per questo ho preso appuntamento
con la dottoressa, ma non sono incinta! Perdonami se infrango le tue
mille speranze di avere un altro figlio mentre io non me la sento
ancora a quest'età a con una bambina di appena un anno!”
“Quando?” dissi guardandola attentamente negli occhi.
Sembrò non capire. “Quando cosa?”
“Hai fatto un test?”
Guardò a terra per diversi secondi prima di rispondere. “Si”
“Quando?”
“Due settimane fa..”
Annuii tra me e me deluso da quella confessione che era l'ultima che volevo sentire.
“Tu hai fatto un test di gravidanza e non mi hai detto niente..”
“Non c'era motivo valido..”
“IO NON SONO UN MOTIVO VALIDO
PER TE?! PARLI DI RISPETTO KRISTEN MA NON SAI NEMMENDO DOVE STA DI
CASA!!!” la mia voce ormai aveva raggiunto livelli assurdi.
“Non urlare per favore..”
“IO URLO QUANTO MI PARE, PERCHE' MIA MOGLIE PENSA BENE DI TENERMI NASCOSTE LE COSE!”
“MA NON ERA NIENTE SICURO!!!” esplose insieme a me.
“NON M'IMPORTA KRISTEN! SIAMO SPOSATI, CAZZO! Non è così che funzionano le cose!!!”
“ORMAI E' PASSATA ROB! CHE TI INCAZZI A FARE?!”
Fu davvero il colmo. “MA CHE
CAZZO VUOL DIRE? ALLORA OGNI VOLTA CHE SUCCEDE QUALCOSA DOBBIAMO
SORVOLARE SOLO PERCHE' ormai è passata ?
“Non ho più voglia di parlare con te”
Prima che potesse andare via l'afferrai per un braccio stringendo forte la presa.
“E invece parliamo!”
“Mi fai male Rob..” ghignò tra i denti.
“Così non va Kris..
CAZZO JOY! BASTA! DANNAZIONE!” urlai contro la piccola che in un
istante lasciò i miei pantaloni allontanandosi piano da me e
vidi la sua bocca vibrare velocemente prima che lacrime copiose
scendessero sulle sue piccole guance e scoppiasse in lacrime.
Ero.. immobile.. fuori di me.. incredulo per quello che avevo appena fatto..
Scorsi solo con la coda dell'occhio
lo sguardo di Kristen che mi guardava sconvolta e con ribrezzo..
scuotendo la testa con sorpresa come se avesse davanti i suoi occhi
un'altra persona. Si liberò dal mio braccio e prese Joy che si
strinse a lei incapace di controllare il suo pianto.
“Sshhh.. va tutto bene
amore..” Le baciò il collo per poi trafiggermi con i suoi
occhi verdi un'ultima volta prima di indietreggiare.
“Ma chi sei..?” un sussurro veloce velocemente fu fuori dalla porta di casa.
E io mi accasciai per terra.. senza vita..
E precipitai nel vuoto.
Ricordate....niente è come sembra...U___U
E soprattutto...
Kris dove cazzo sei andata? Da tua madre, dal makako....??
O____O
Boh..muhahahahah. Noi lo sappiamo e voi no :P
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Capitolo 36 *** Consequences ***
cap 36
Ehm..salve!!
^_^ Salve salve salve...speriamo che abbiate passato una buona domenica
tutte quante e che siate pronte per qst bel capitolo liscio e
tranquillo e scorrevole e dolce e pieno d'amore ^__^ Opssss ci è
appena cresciuto il naso di tre metri xD...mmm vedrete perchè
muhahahahahahahah.
Comunque non vi spoilero il
divertimento e vi ringraziamo per le 44 recensioni O__O siamo scioccate
davvero. Grazie ragazzeeeeeeeeeee!! Siete the best :)
Poi molte di voi (anzi la maggior
parte) hanno giustamente molti dubbi sull'atteggiamento di Kristen. E'
ovvio che lei ha sbagliato , ma non condannatela subito. A tutto
c'è una spiegazione lo promettiamo e presto capirete. :)
Bene detto questo vi lasciamo alla
lettura e ehm.. ci ritiriamo ahaha corriamo a nasconderci ci
barrichiamo in un bunker...ecco..
Un bacio enorme e...enjoy.
Cloe e Fio.
P.S= E lasciateci una recensioncina
CAPITOLO 36 (Cloe)
CONSEQUENCES
ROB POV
Tre giorni.
Tre giorni da quando Kris aveva preso nostra figlia ed era uscita dalla porta di casa, senza tornare.
L’avevo chiamata per ore e
soltanto la sera avevo ricevuto una telefonata piuttosto breve di Jules
per informarmi che Kristen e Joy sarebbero rimaste da lei, almeno per
un po’.
Già…almeno per un po’.
Ma per quanto ancora?
Solo tre giorni ed io…io ero completamente perso senza loro.
Lanciai una rapida occhiata all’orologio: le cinque del mattino.
Sbuffai e scalciai via le coperte.
Non avevo chiuso occhio. Di nuovo.
Ma era impossibile per me ormai riposare in quella casa, o anche
solamente viverci. Passavo le ore ad aggirarmi come un’anima in
pena, sentendo la presenza delle due persone che amavo di più al
mondo ovunque. Non c’era una sola stanza che non racchiudesse un
ricordo, una battuta, una risata…
Mi alzai dal letto, ancora
più stanco di quando ero andato a dormire e scesi in cucina.
Preparai distrattamente una tazza di caffè fumante e quando
tornai in salotto per berla mi sentii morire ancora una volta.
Mi ritrovai davanti al caminetto
del salotto, il luogo dove tante volte l’avevo stretta tra le
braccia la sera, dopo che Joy era andata a dormire, il luogo dove
avevamo fatto l’amore per la prima volta dopo che mi aveva dato
nostra figlia. Lo stesso luogo che tre giorni prima ci aveva visto
litigare furiosamente.
Non avevamo mai, mai discusso in
quel modo. Non ci eravamo mai detti quelle cose. Era come se non ci
fidassimo più l’uno dell’altra, come se non fossimo
più la squadra che eravamo sempre stati. Ma non era stata solo
quella singola litigata: era da un po’ che le cose andavano..male.
Male..
Il solo pensiero era assurdo.
Avevo sempre pensato che la nostra
relazione fosse più forte di qualunque cosa, di qualunque
ostacolo. Avevo sempre pensato che mai ci sarebbe stato un tempo in cui
le cose sarebbero andate male.
E invece…
Incapace di rimanere ancora lì mi diressi nuovamente al piano di sopra, ma le cose peggiorarono solamente.
Mi ritrovai a passare davanti alla cameretta di Joy e spinto da non so quale volontà di farmi del male ci entrai.
Era ancora come l’aveva
lasciata. Un poco disordinata, coi giocattoli ammucchiati a terra
vicino alla cassapanca e le tendine svolazzanti nella calda aria di
luglio.
Mi
avvicinai al lettino sfatto e presi la sua coperta preferita,quella che
non lasciava mai anche se era di lana ed eravamo in piena estate.
Muovendola notai qualcosa che prima mi era sfuggito: Mr. Rabbit era
rimasto lì abbandonato, esattamente come me. Era un coniglietto
di pezza appartenuto a Kris e che ora vegliava sul sonno di Joy tutte
le notti. Era un po’ malandato e l’orecchio sinistro era
stato rammendato parecchie volte, ma la mia piccola lo adorava e
rifiutava di dormire senza.
Mi chiesi come avesse fatto a
prendere sonno nelle sere passate e Jules non aveva accennato ad
eventuali capricci. O forse non aveva voluto farmi preoccupare
ulteriormente…
Ormai mia suocera era diventato
l’unico legame per arrivare a mia figlia. La sera la chiamavo e
lei mi faceva parlare con Joy, visto che Kris non mi aveva mai risposto
al cellulare. Jules aveva anche detto che potevo passare a trovare Joy
quando volevo, portarla fuori…ma ancora non l’avevo fatto.
Il solo pensiero di farlo mi
terrorizzava. Perché, allora, sarebbe stato tutto definitivo. La
frattura tra me e Kris sarebbe stata reale e non ero pronto ad
affrontare la cosa, anche se mia figlia mi mancava disperatamente.
Dicono sempre che l’amore ti
cambia e l’amore per Joy era ciò che mi aveva cambiato
più di ogni altra cosa al mondo. Per quanto fossi
indissolubilmente legato a Kris e stare lontano da lei fosse
terribile…la mancanza di mia figlia era qualcosa di totalmente
diverso.
E forse peggiore.
Perché lei era un pezzo di me.
Era sangue del mio sangue ed essere
separato da lei era come amputarmi volontariamente un braccio, come non
avere più aria per respirare.
“Mi manchi amore mio..” mormorai sistemano Mr. Rabbit tra le coperte.”Mi manchi..”
E in quel preciso istante un’immagine che non avrei mai dimenticato mi piombò alla mente.
Michael che sfiorava il visino e i capelli della mia piccola.
E in un secondo mi sembrò
che tutto il dolore e l’agonia venissero spazzati via da
un’altra emozione ancora più forte, ancora più
potente.
Rabbia, pura e cocente rabbia.
Perché, anche se Michael era
stata solo la goccia a fare traboccare il vaso, io non potevo
continuare ancora ad accettare che..
Presi un bel respiro nel tentativo di calmarmi.
Io mi fidavo di mia moglie e
l’amore che lei provava per me e per la nostra famiglia era
così ovvio e naturale che mai l’avrei creduta capace di
tradirmi. Il vero problema di questa storia era..lui. Perché
Kristen gli voleva bene ed era ancora troppo dispiaciuta per come le
cose si erano concluse fra loro, per vedere chiaramente.
Ma io..io vedevo.
Lui non l’aveva dimenticata,
lui la amava ancora e il pensiero che quando si vedevano o si parlavano
lui cercasse di…
Mi alzai e mi fiondai sotto la doccia.
Sapevo benissimo cosa dovevo fare.
Avrei risolto presto i miei problemi con Kris ma prima dovevo sistemare
una questione con Michael. Tanto per fargli capire che forse poteva
prendere in giro Kristen ma che non sarebbe riuscito a fare altrettanto
anche con me.
In meno di dieci minuti ero pronto
e, prima di avere qualche ripensamento, afferrai il portatile di Kris e
cercai nella sua rubrica mail.
Bingo: la mail di Michael si
trovava li di fronte ai miei occhi e non ci misi più di qualche
secondo a inviargli un messaggio, prima che gli scrupoli di stare
irrispettosamente violando la privacy di mia moglie mi frenassero.
Ho bisogno di parlarti. Vediamoci al bar dell’altro giorno tra 30 minuti.
La sua risposta non tardò ad arrivare e mi fece letteralmente ribollire il sangue.
Certo, nessun problema. Sono felice di rivederti, piccola.
Piccola??
Con quale diritto si azzardava a chiamarla così o a pensarla anche solo in quei termini.
Mi precipitai in macchina,
ricordando con facilità la strada per il luogo che mi aveva
spezzato il cuore solo pochi giorni prima e pensando anche a quello che
avrebbe detto Kris se avesse saputo quello che avevo appena fatto.
Sarebbe stata molto probabilmente disgustata da me…e in effetti un po’ lo ero anche io.
Ricordavo perfettamente come mi
aveva ferito quando mi aveva accusato di aver frugato tra le sue cose.
Ed ora non avevo fatto altro che fare questo: violare la sua privacy e
mandare una mail sapendo che Michael avrebbe creduto si trattasse di
lei.
Mi passai nervosamente una mano fra
i capelli domandandomi se davvero stessi facendo la cosa giusta ma,
allo stesso tempo, accelerai ancora di più.
Forse avevo sbagliato nel modo, ma
le mie intenzioni erano corrette. E poi volevo solo avere una
conversazione civile con lui…non prenderlo a pugni, anche se se
lo sarebbe di gran lunga meritato.
Parcheggiai nel primo posto libero,
senza quasi curarmi di controllare se fosse riservato o meno e
aspettai. Quando finalmente lo vidi scendere dalla sua auto ed entrare
nel locale strinsi involontariamente i pugni.
Stai calmo Rob..stai calmo…
Mi avviai a passo svelto e non fu difficile per me riconoscerlo, anche se girato di schiena, seduto ad un tavolino sul fondo.
“Ehi ti aspettavo spero non
sia suc…oh” La sua faccia si fece immediatamente scura
quando vide che ero stato io a battere piano sulla sua spalla e non la
persona che si aspettava.
“Sto aspettando qualcuno” grugnì.
Trattenni la voglia di roteare
palesemente gli occhi al cielo. Ma quanto davvero poteva essere stupido
quel ragazzo? Non era ancora arrivato a fare due più due?
“Sì..beh stai
aspettando me” spiegai sedendomi senza nemmeno chiedere
“Sono io ad averti mandato la mail.”
“E perché mai lo avresti fatto?” domandò scocciato.
“Perché ho bisogno di parlarti a proposito di Kristen”
La sua espressione si fece subito
preoccupata. Una parte di me avrebbe voluto alzarsi e urlargli che non
erano affari suoi di come stesse o non stesse Kris ma poi capii che,
anche se odiavo la cosa, era ovvio che la sua preoccupazione fosse
sincera.
Presi un lungo respiro.
“No, lei sta bene. Ma devo dirti delle cose..”
Michael alzò un
sopracciglio. “E dimmi, lo sa che mi hai mandato una mail
spacciandoti per lei? Io credo proprio di no…”
“No” risposi acido
“Non che comunque siano affari tuoi. Voglio che risolviamo questa
cosa una volta per tutte tra di noi. Se non sei troppo codardo per
affrontarmi.”
In quell’istante si
avvicinò la cameriera chiedendo le nostre ordinazioni e, senza
pensarci, chiesi due birre anche se era ancora mattina presto.
Ce le portò all’istante e in pochi secondi fummo di nuovo soli.
“Allora?” domandò “Che c’è?”
“C’è che devi
lasciare in pace la mia famiglia” sbottai. Era arrivato il
momento: dovevamo affrontarci, una volta per tutte. “Devi
lasciare in pace Kristen perché con questa cazzo di storia di
rimanere amici hai rotto e oltretutto non la dai a bere più a
nessuno.”
Lui mi fisso con sguardo arrogante
“Hai ragione sai? Noi siamo sempre stati molto più che
amici, e lo saremo sempre”
Cercai di mantenere la calma.
“Tu sei pazzo. Sei completamente assurdo e se avessi rispetto del
nostro matrimonio…”
“Rispetto del vostro
matrimonio” mi interruppe “Rispetto? E tu avevi rispetto
quando ti scopavi quella che era la mia ragazza?”
Lo guardai allucinato. Era completamente impazzito.
“Allora” spiegai
cercando di mantenere il tono di voce basso anche se con scarsi
risultati “Primo, io Kris non me la sono mai scopata come dici
tu. La rispetto troppo per questo. E secondo quando le cose sono
iniziate tra me e lei voi avevate chiuso da un pezzo. Eravate in crisi
e se tu fossi abbastanza uomo da ammettere che tra di voi non
c‘è mai, e dico mai, stato quello che c’è tra
me e lei, forse riusciresti ad andare avanti con la tua fottutissima
vita invece di cercare costantemente di rovinare la nostra e farci
litigare”
“E così’ avete litigato eh?” domando strafottente come sempre.
“Fatti i cazzi tuoi” grugnii.
“Scommetto che ci hai visti
qui l’altro giorno” continuò imperterrito “E
scommetto che quando è tornata a casa l’hai aggredita
trattandola come una merda per questo”
“Ho detto fatti i cazzi
tuoi” ribadii. Ormai sentivo il sangue darmi alla testa e sapevo
che se avesse continuato nessuno mi avrebbe impedito di colpirlo.
“E scommetto che ora lei ha
preso la bambina e se n’è andata…”
terminò con un mezzo sorriso.
“Ti diverti vero?” chiesi disgustato “Ti diverte sapere che sta soffrendo?”
Il suo volto si fece immediatamente
serio. “Io non voglio vederla soffrire. Io la..le voglio troppo
bene. Ma non posso di certo dire di essere stupito che tu abbia
sputtanato ancora le cose tra voi. Non lo vedi piccolo lord? Non fai
altro da quando sei entrato nella sua vita. La ferisci e le spezzi il
cuore e credi che un semplice sorriso del tuo bel faccino basti a
sistemare tutto. Ma sai che ti dico? Non sistemi un bel niente questa
volta…”
Lo afferrai per il bavero della
camicia e lo sbattei con forza contro lo schienale della sedia e con la
coda dell’occhio vidi i pochi clienti osservarci preoccupati.
“Sentimi bene brutto
stronzo” mormorai fra i denti “Tu non sai un cazzo di noi
ok? Non sai un cazzo..quindi non permetterti di ..di..Ero venuto con
l’idea di parlare come due persone civili ma è evidente
che tu ti rifiuti di capire. Perciò te lo dirò solo una
volta: se non puoi esserle semplicemente amico stalle lontano, ci siamo
spiegati?”
Non volevo nemmeno ascoltare una
sua eventuale risposta e per questo motivo mi alzai, pronto a dirigermi
verso l’uscita ma, prima che avessi il tempo di fare qualche
passo, sentii la sua voce.
“Sai spero tanto che questa
volta abbia aperto gli occhi” disse “Forse non
tornerà da me ma spero davvero che abbia capito che razza di
fallimento sei come marito per lei e come padre per quella
poverina!”
Mi irrigidii.
E fu come se tutto ciò che
ci circondava perdesse di importanza e prima che me ne rendessi conto
ero tornato indietro e lo stavo colpendo dritto sul naso.
Mi pareva di stare vivendo
un’esperienza extracorporea, come se osservassi la scena
dall’esterno. Sentii una ragazza urlare quando Michael fini
contro il tavolino e le nostre birre si ruppero in mille pezzi sul
pavimento.
Io amavo mia moglie e mia figlia più della mia stessa vita e non potevo tollerare che lui dicesse…che lui…
Presi un profondo respiro ed estrassi dal portafoglio una banconota da 20 dollari e gliela lanciai addosso.
“Non voglio doverti
assolutamente niente” sibilai “E lascia in pace la mia
famiglia o la prossima volta ti spacco la faccia non solo il
naso!”
Feci dietro front e uscii dal
locale , dirigendomi verso l’auto e partendo in quarta diretto
verso casa, cercando di controllare il respiro. Non sarei voluto
tornare in quello luogo dove l’unica cosa che mi circondava era
la mia solitudine ma in quello stato non potevo di certo andare da
qualche parte, tanto meno da mia moglie e mia figlia.
A malapena ero nelle condizioni di guidare.
Arrivai a casa in tempo di record e mi diressi immediatamente in cucina, senza quasi guardare nulla.
Non volevo ricordi in quel momento, non volevo pensieri…
Avevo solo bisogno di dimenticare
lo schifo di situazione di merda in cui mi ritrovavo a causa di quello
stronzo e della mia stupidità.
Volevo perdermi nell’oblio e
avere finalmente un po’ di pace e sapevo perfettamente che cosa
sarebbe stato in grado di darmela.
Aprii il frigo e tirai fuori tutte le birre che riuscii a trovare.
Tre..quattro..cinque..
Che importava. Volevo solo dimenticare.
Sprofondai sul divano del salotto,
aprendo una lattina e iniziando ad ingoiarne il liquido avidamente.
Bevevo, bevevo e nella mia testa risuonavano solo frasi di odio e
disprezzo.
La ferisci e le spezzi il cuore e credi che un semplice sorriso del tuo bel faccino basti a sistemare tutto.
E poi ricordai la faccia disgustata
di Kris quando avevo trattato Joy in quel modo orribile. Come se
guardasse un mostro, un uomo che non era quello che aveva sposato.
“…spero
davvero che abbia capito che razza di fallimento sei come marito per
lei e come padre per quella poverina!”
Forse aveva ragione lui. Forse non
ero altro che un fallimento in ogni senso. Avevo giurato di renderle
felici e invece…invece avevo rovinato tutto….
Mi adagiai tra i cuscini, avvertendo la testa improvvisamente leggera come un palloncino e le palpebre pesanti.
Sperai tanto che tutta la birra che
avevo ingurgitato stesse facendo finalmente effetto e, quando gli occhi
iniziarono a chiudersi, capii che era così. Ma prima di
addormentarmi riuscii a fare qualcosa che volevo fare disperatamente da
tre giorni a quella parte.
Pensai un ultima volta alla mia bambina e a quanto l’avessi delusa.
E piansi.
Un suono insopportabile mi trafisse l’orecchio.
“Mmmmm zitto…” mugugnai nascondendo ancora di più la testa sotto il pesante cuscino.
Una parte del mio cervello
recepì che quel rumore non era altro che il suono del mio
cellulare ma ero troppo distrutto per pensare anche solamente di poter
allungare il braccio e rispondere.
Chiunque fosse avrebbe dovuto aspettare.
Ma chiunque fosse evidentemente non aveva alcuna intenzione di aspettare.
Il telefono smise di squillare per poi riprendere ostinato, esattamente come il pulsare doloroso alla mia tempia.
“Mmmm” sussurrai “Kris ti prego rispondi tu…mi sento male..”
Il cellulare continuò e nonostante tutto scoprii il capo da sotto il cuscino.
“Kris…” Non
appena pronunciai il suo nome e i miei occhi saettarono
nell’enorme salotto vuoto ricordai tutto.
Kris non c’era. Se n’era andata, con Joy.
Doveva essere stato solo un sogno: averla stretta a me mentre dormivo.
Solo uno stupido sogno.
Sentii le lacrime tornare nuovamente prepotenti ma, improvvisamente, un pensiero si fece strada dentro di me.
E se fosse stata Kris a chiamarmi?
Certo sicuramente era ancora
arrabbiata ma magari era qualcosa di urgente. Magari aveva bisogno di
me. Magari era successo qualcosa di grave a Joy.
“Kris?” Risposi senza nemmeno controllare lo schermo.
“Kris? Kris? No guarda non me la nominare nemmeno in questo momento”
Riconobbi la voce del mio interlocutore. Nick, il mio agente.
Immediatamente il mio mal di testa si fece nuovamente vivo e pulsante. Dio, quanto avevo bevuto?
E quanto avevo dormito?
Dalle persiane socchiuse entravano raggi di luce molto bassi e accesi…sembrava il tramonto…
“Che vuoi?” mormorai.
“Che voglio?” rispose
inviperito “Voglio che mi spieghi che cazzo ti è saltato
in testa, ecco cosa voglio!”
“Non so di cosa parli. Mi sono ubriacato e mi sono svegliato ora…e non urlare ho mal di testa.”
“Mal di testa…lui ha
mal di testa” sospirò come se si stesse faticosamente
trattenendo dall’insultarmi.
“Hai un computer?” domandò freddo “Accendilo”.
Mi passai esasperato una mano fra i
capelli e mi diressi al tavolo dove il computer di Kristen era ancora
aperto da quella mattina.
Sprofondai su una sedia.
“Ok ci sono”
“Bene. Adesso vai su un sito di gossip” disse.
Roteai gli occhi al cielo. Ma cosa si era bevuto?
“Quale sito?”
“Non importa quale”
ribatté “Puoi andare su un qualunque sito di gossip
dell’intero pianeta e sarai certo di trovare la tua bella faccia
stampata sulla prima pagina. Ma se proprio vuoi goderti lo spettacolo
migliore vai su x 17”
Aprii la pagina e…e immediatamente capii di cosa stesse parlando Nick.
“Oh no..” mormorai.
C’erano foto di me che prendevo Michael per il bavero della camicia e gli tiravo un pugno e..e il video.
Oh cielo.
Lo feci partire e chiaro come il sole c’ero io che colpivo Michael e urlavo “E lascia in pace la mia famiglia o la prossima volta ti spacco la faccia non solo il naso!”
“Oh no…”
“Oh sì” esclamò Nick “E leggi che bell’articolo correlato” aggiunse con sarcasmo.
ROB PATTZ PAZZO DI GELOSIA?
In
esclusiva per x-17 il video di quello che probabilmente sarà
l’evento più inaspettato degli ultimi tempi. Questa
mattina infatti il dolce è affascinante attore inglese Robert
Pattinson ha avuto un acceso alterco con l’ex ragazzo della
moglie Kristen, Michael Angarano. Alterco che purtroppo è
sfociato in una bruttissima scazzottata in un famoso bar di Santa
Monica. Ma volete sapere la vera ironia? Il luogo è lo stesso
dove solo pochi giorni fa fonti ci hanno riportato l’avvenuto
incontro proprio tra Angarano e la Stewart. Un incontro che ci dicono
essere stato..piuttosto amichevole.
Siamo
dunque di fronte ad una scenata di gelosia in piena regola? Che ci sia
ancora qualcosa di irrisolto in questo triangolo amoroso che credevamo
chiuso da tempo? O forse è più semplicemente
l’ennesimo divorzio lampo hollywoodiano a pochi mesi dalle nozze?
X17 vi terrà aggiornati su quella che, forse, non è la storia d’amore fiabesca che tutti quanti credevamo.
Finii di leggere l’articolo e rimasi scioccato a fissare lo schermo, finché la voce di Nick non mi fece riprendere.
“Se me lo avessi detto questa
mattina, invece di ubriacarti, avrei potuto fare qualcosa forse.
Cercare di comprare il video e le foto invece di ritrovarmi con questo
schifo davanti.”
Ci fu un attimo di teso silenzio e poi aggiunse “Comunque è così?”
“Che cosa?” sussurrai senza capire.
“Volete divorziare?”
“No!!” esclamai “ma che cazzo dici?”
“Ti ha tradito con Michael?”
“No!”
“Tu l’hai tradita con qualcuna?”
“No!” sbottai
infastidito dal suo tono indifferente, come se fosse certo che il mio
matrimonio fosse ormai chiuso. Avevamo solo litigato per la miseria!
“E allora che diavolo
succede? Ti rendi conto delle conseguenze delle tue azioni, o no? Sei
famoso, la tua vita privata non è privata. Quello che fai
intacca la vita di molti altri. Senza contare il fatto che ora potrebbe
benissimo denunciarti per aggressione e saresti fottuto. Te ne rendi
conto?”
“Sì, sì cazzo me ne rendo conto” esclamai “Ho fatto una stronzata”
“Ah meno male che te ne
accorgi” sbottò acido “Perché ora sono io che
devo gestire tutto il casino che verrà fuori da questa storia.
Ero certo che..che lei ti avrebbe portato solo guai.”
“Che cazzo vuol dire questo?” chiesi sentendomi il sangue salire al cervello.
“Vuol dire che se mi avessi
ascoltato ora non saremmo in questo pasticcio. Vuol dire che ti avevo
sempre detto che eri troppo giovane, che avresti dovuto mantenerti un
immagine più leggera, libera da legami. Sarebbe stato il meglio
per la tua carriera ma tu no! Ovviamente ti sei dovuto innamorare di
lei e…Cristo Rob!”
“No, Nick quello ad essere
arrabbiato dovrei essere io. Qui vi permettete tutti di giudicare la
mia vita. Ma non sapete un cazzo, un cazzo!” urlai.
“Forse. Ma sai cosa so invece, Rob? So che se hai sputtanato tutto quanto per…”
Chiusi la comunicazione e preso dalla rabbia scagliai il mio i-phone contro la parete riducendolo in mille pezzi.
Sprofondai il volto fra le mani.
Merda, merda, merda.
Che cazzo avevo fatto?
Che cazzo avrebbe detto ora Kris di quell’idiota di suo marito che andava in giro a menare la gente?
Della mia carriera, dei soldi…non mi importava nulla.
Ma dell’opinione che mia moglie aveva di me sì. Mi importava che Joy non si vergognasse di suo padre.
Merda…
Rimasi in quella posizione non so bene per quanto ma so che, ad un certo punto, sentii il suono insistente del campanello.
Grugnii.
Era certamente Nick, pronto a
passare l’intera serata ad insultarmi ancora dal vivo.
Evidentemente per telefono non era sufficiente.
Mi alzai, notando come ormai fosse
buio e mi diressi alla porta intenzionato a prendermi tutte le mie
colpe ma non a permettergli di insultare Kris. Con Joy era il
più bel regalo che la vita mi avesse fatto ed io ne ero
orgoglioso.
“Nick vieni, però…”
Mi bloccai e spalancai gli occhi quando mi resi conto che non era chi pensavo.
Infatti di fronte a me c’era Kristen, livida di rabbia.
“Kristen..”
“Lasciami passare” mi
interruppe ancora prima che avessi occasione di spiegarmi. “Sono
venuta a prendere delle cose.”
Mi oltrepassò dirigendosi al piano di sopra senza degnarmi di uno sguardo.
“Kris..aspetta” Mi misi
a seguirla, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi a ogni suo
gesto volto specificatamente ad ignorarmi.
Entrò
in camera di Joy e, dopo aver preso un borsone dall’armadio,
iniziò a riempirlo di vestiti e svariati oggetti. Sembrava non
stare nemmeno prestando attenzione a quello che ci buttava dentro.
“Kris..”
“Mi serve Mr. Rabbit o Joy fa i capricci…”
“Kris…”
“Ah e anche la sua copertina…”
“Kris..”
“No!” strillò
lei “No Rob, ti prego no…non parlarmi perché potrei
dire delle cose che..”
“Senti per l’incidente di oggi…ti prego dì qualcosa. Qualunque cosa..”
Si voltò e mi fissò
fredda. “Vuoi proprio sapere eh? Ci tieni a sapere quanto mi si
è spezzato il cuore quando ho visto quello schifo su internet?
Quanto mi ha ferito sapere da Michael che l’hai incontrato con
l’inganno dopo aver frugato tra le mie cose come un ladro? Sapere
che non ti fidi abbastanza di me ancora una dannatissima volta! Quando
ho passato gli ultimi due anni a rassicurarti sul fatto che amo solo e
soltanto te ancora e ancora e ancora! Cos’altro dovrei fare, eh?
Spiegamelo perché io non lo so più Robert!”
Infilai le dita tra i capelli, esasperato.
Non urlare anche tu Rob..non urlare anche tu..
“Tu non capisci” dissi
“Io voglio solo proteggerti. Tu non c’eri…tu non
senti il modo in cui parla di te. Come se fossi sua o..”
“BASTA!”
Si diresse verso l’uscita ma la afferrai per il braccio.
La vidi ritirarsi, cercando di nascondere una smorfia di dolore.
Era il braccio che avevo stretto l’altro giorno.
Oh mio Dio..
“Kris fammi vedere” sussurrai.
Non ci potevo credere. Aveva dei lividi ed ero stato io a procurarglieli. Io avevo fatto del male a mia moglie. Io…
“Kris io” non sapevo
nemmeno cosa dire. Mi facevo schifo, solamente schifo. “Mi
dispiace, non mi ero reso conto di…”
Kris scosse il capo abbassando lo sguardo, come se volesse nascondermi i suoi occhi o, molto probabilmente le sue lacrime.
“I lividi sono stati solo uno
stupido incidente Rob. Non fanno male. Sai cosa fa male? Stare davanti
a te…e parlare a quello che mi sembra un perfetto sconosciuto.
Questo mi fa male e io adesso…Rob ti prego prendiamoci qualche
giorno. Dammi qualche giorno per pensare, ok?”
Annuii sconsolato. Non mi sembrava disposta a rivedere la sua decisione ed ero consapevole di non meritarlo neppure.
“ E per favore..dì a
Nick che Michael non sporgerà denuncia contro di te. Così
magari eviterà di chiamarmi e farmi sentire come la puttana che
ha sempre e solo cercato di rovinare la tua carriera.”
La fissai allucinato, registrando le sue parole.
Cosa le aveva detto? Cosa cazzo le aveva detto quel figlio di…
“Tu non..Kris tu sei la cosa più importante per me. La più importante di tutta la mia vita” mormorai.
Finalmente la vidi alzare gli occhi e fissarmi tra le lacrime.
Feci un passò verso di lei ma di conseguenza si voltò di spalle, schiarendosi la voce.
“Pa..passa a trovare Joy, le
manchi tanto. Passa quando vuoi... E poi è quasi il suo
compleanno perciò..”
“Manca anche a me”
risposi con un filo di voce “Mi mancate entrambe così
tanto. Kris io..io ti amo..”
“Anche io..a aanche io ti amo” sussurrò “Sempre, comunque vada…”
E, afferrato il borsone, uscì.
Mi sedetti sul pavimento, davanti
al lettino di Joy, con la testa fra le mani mentre le due ultime parole
che aveva pronunciato mi rimbombavano nella testa, terrorizzandomi.
Comunque vada...
O___________________________________________O
ahahahah ci asiamo affezzionate a qst faccina!!! Ormai è un must u.u
Comunque ragazze prima che ci
veniate a prendere per crocifiggerci sulla pubblica piazza ricordate
una cosa. Toccato il fondo non si può che risalire, no?
Certo..ehm...ancora non abbiamo detto che questo è il fondo
fondo fondo...si può sempre scavare un pò di
più...U__U
Muhahahahhhahah..
.....
O____O
ehm..scappiamo prima che la sola cosa che debba essere scavata sia la nostra fossa.
Alla prossima settimana...beso girls ;)
|
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Capitolo 37 *** Love never fails ***
cap sadic
Bene bene! :D Oggi è domenica quindi eccoci qui :D
Cosa leggono i nostri occhi?!?!?
50 recensioni?!?!? o____o Non sappiamo come ringraziarvi *__* State
fuori di testa davvero..*__* ma continuate pure eh! XD
E' Fio che vi parla oggi u_u
perché dovete sapere che io sono una pro-Kristen sfegatata e
quindi non sopporto che me la tocchino u_u E dopo tutte le belle
recensioncine contro di lei tengo a precisare alcune cose XD
Ooook.. Kristen si è
comportata male, d'accordissimo con voi.. Però forse siete state
troppo impegnate a prendervela con lei da non notare alcune cose, come
il suo avergli chiesto scusa per la giornata folle in cui gli aveva
buttato addosso il nervosismo senza sapere il perché..
Oh.. noi lo sappiamo il perché ovviamente XD Ma lei no.. e nemmeno voi! Muhamuha
Il punto è che per quanto
Kristen possa essere matura ha pur sempre 21 anni.. Io personalmente ne
ho 20 (Cloe è un po' più vecchia ma io non vi ho detto
niente eh u_u) e non riuscirei mai a immaginarmi a vivere una
situazione del genere a questa età...
Purtroppo gli errori si commettono.. e da una piccola cosa ne sfociano diverse..
Eppure Kristen ha detto che gli
avrebbe detto di Michael subito se non si fosse sentita attaccata.. da
lì matura ovviamente la sua sensazione che dopo tutto questo
tempo lui ancora non si fidi di lei...
Diciamo che le cose sono un po'
complicate e certamente sembra molto più semplice schierarsi
dalla parte di Rob.. ma considerate bene ogni cosa!
Coooomunque... avete visto che bella fotina è uscita stamane?? *__*
Ecco.. voi pensate alla fotina e
ai vostri occhi a cuoricino nel momento in cui l'avete vista e..
(forse).. alla fine non ci ammazzerete ^_^
Certo.. continuiamo a sognare.. ahahahaha
Bene :D Detto questo.. prendo un treno e vado da Cloe che mi aspetta nella fossa che ha scavato in giardino :D
Buona lettura! :S
E grazie mille per il sostegno a questa storia! *__*
Un bacio a tutte!
Cloe e Fio
P.S di Cloe
Due piccole precisazioni. Ho 21 anni U__U mica 86 come vi vuol far credere Fio
Seconda precisazione...notate il
titolo così speranzoso del capitolo :) :) :) Perchè
è così girls...l'amore alla fine vince tutto :) Tranne
forse ehm...ehm...la morte no?? O__+
CAPITOLO 37 (Cloe)
LOVE NEVER FAILS
KRIS POV
“Ufficio della dottoressa Smith, come posso aiutarla?”
“Sì io..io vorrei parlare con la dottoressa per cortesia” mormorai.
“Lei è già una paziente fissa o vorrebbe effettuare una visita per la prima volta?”
“Sono una paziente fissa…ma..”
“Può dirmi il motivo
della sua chiamata, per cortesia? Appuntamento, informazione, bisogno
di una visita urgente o..”
“Ho bisogno di parlare con la mia dottoressa” la incalzai “Per favore.”
“Temo che non sia
possibile” mi rispose la ragazza dall’altra parte
dell’apparecchio. “Va contro la procedura. Se ha un
problema deve riferire a me, io parlerò con la dottoressa e poi
le riferirò. D’accordo?”
Sbattei le palpebre e presi un lungo respiro.
D’accordo? D’accordo?
Stai calma Kristen, stai calma…
Perché tutte a me? Perché non potevo nemmeno chiamare il mio medico senza incappare in qualche brutta idiota?
“Devo parlare con la dottoressa in privato” grugnii “Sono problemi di una certa importanza e..”
“Non lo metto in dubbio, mi creda ..ma…”
“MI PASSI IL MIO MEDICO, ORA!” strillai senza neppure accorgermi di aver alzato la voce di almeno un paio di ottave.
Non avvertii più nessuno
dall’altra parte finché, finalmente, dopo qualche secondo
la voce di quell’oca non fu sostituita da una molto più
professionale e gentile.
“Pronto?”
“Dottoressa Smith sono..Kristen..Kristen Stewart..” dissi cercando di calmarmi.
“Oh Kristen!” esclamò “Ti aspettavo qualche giorno fa ma ho visto che hai annullato la visita”
“Sì sì” risposi “Ho avuto dei..dei problemi e davvero non ne ho avuto il tempo..”
Dei problemi…che eufemismo.
“Oh mi spiace, spero nulla di grave. Avrei proprio voluto chiamarti per farti gli auguri per il matrimonio.”
Silenzio.
Evidentemente la dottoressa Smith
non era un’assidua frequentatrice dei siti di gossip o, di certo,
avrebbe sicuramente saputo di…beh di tutto.
E poi che cosa avrei dovuto dire?
Grazie per gli auguri. Si, va tutto così bene che a soli due mesi dalle nozze vivo con mia figlia a casa di mia madre?
“Grazie..” mormorai solamente “Mi spiace per la visita, davvero. Ma ora avrei bisogno del suo aiuto..”
“Kristen, dimmi tutto. Ti senti male?” La sua voce si fece immediatamente preoccupata.
“Io…il ciclo non
è arrivato quando sarebbe dovuto arrivare, ed è strano
perché con la pillola dovrebbe essere così. E..e poi un
paio di giorni fa mi sono arrivate improvvisamente..”
“Abbondanti?” domandò lei professionale.
“No” sussurrai cercando
di spiegarmi “Insomma mi sono durate un giorno e poi ieri nulla e
questa mattina mi sono svegliata con un forte mal di pancia. Ma il
ciclo è sparito e io non ho mai sofferto di crampi..”
“Quando non hai visto arrivare il ciclo hai pensato ad una gravidanza?”
“Sì, ho anche fatto un
test..negativo.” dissi. “Perché durante la luna di
miele sono stata male e ho vomitato…”
“Mmmm” rispose
pensierosa “Di solito sono affidabili e accurati questi test.
Potrebbe trattarsi molto semplicemente di uno scompenso ormonale o
magari di un periodo di stress.”
“Possibile” confermai.
Visti anche i miei continui sbalzi d’umore uno scompenso era
probabilmente l’ipotesi più plausibile.
“Però sul serio
Kristen, voglio visitarti al più presto. Fare qualche esame, ok?
Sono certa di avere un buco domani alle due e trenta.”
“Oh no, domani no”
esclamai. Domani non avrei mai potuto liberarmi per nessun motivo al
mondo. Era un giorno troppo, troppo importante.
“Domani è il primo
compleanno di mia figlia” spiegai emozionata e, per la prima
volta da giorni, un vero e spontaneo sorriso nacque sul mio volto.
“Auguri allora” rispose lei ridendo “Comunque dopodomani verrai qui. Non ammetto proteste”
Le assicurai che ci sarei stata e
parlai di nuovo con la simpaticissima segretaria di prima che, molto
acidamente, mi diede appuntamento per lunedì alle cinque.
Chiusi la comunicazione e tornai a
sdraiarmi fra le coperte e abbracciai il piccolo corpicino che aveva
passato la notte accanto a me.
Posai un bacio sulla testolina di
Joy e lei si mosse impercettibilmente nel sonno, ma non diede alcun
segno di volersi svegliare anche se erano quasi le nove e trenta del
mattino ormai.
La strinsi ancora più a me, aggrappandomi al suo pigiamino e soffocando un gemito di dolore nel cuscino.
Ma se fosse stato solo quello al ventre l‘unico dolore che stavo sopportando…
Una lacrima mi sfuggì dall’angolo dell’occhio.
Quelle erano le ore che temevo di
più, ormai. Quelle in cui ero costretta a fermarmi e ad
accasciarmi sul materasso e dormire. Ma non dormivo…mi limitavo
a restare lì a pensare a tutto, trattenendo i singhiozzi per non
far spaventare mia figlia.
Lei era la sola cosa che mi faceva
uscire dal letto in quei giorni. La sola cosa che riuscisse ancor a
dare un senso a tutto quanto.
Mi sembrava di vivere una vita che
non era mia. Fino a pochi giorni prima ero felice: avevo la mia
famiglia, una casa dove crescere nostra figlia, un marito che si fidava
di me…
E ora mi sentivo alla deriva.
Mi sentivo ferita, mi sentivo delusa.
Da Rob, dal suo comportamento, dalle sue parole.
Delusa anche da me stessa. Da quella che non sembravo più nemmeno essere io.
Era come se una forza esterna si
fosse impossessata di me da qualche settimana a quella parte. Non
sapevo perché ridevo, perché urlavo, perché
piangevo.
E questo mi faceva paura. Una dannata paura.
Voltai il capo sprofondandolo tra i riccioli biondi della mia bambina, così simili a quelli del suo papà.
La sola immagine di Rob non fece altro che attorcigliare ancora di più il nodo che avevo allo stomaco.
Chissà cosa stava facendo?
Chissà se dormiva o se stava facendo colazione?
Chissà se soffriva per stare lontano da Joy?
Chissà se soffriva per stare lontano da…me?
E immediatamente altre immagini mi inondarono la mente.
Rob che prendeva a pugni Michael
dimostrando di non avere, ancora una volta, la minima fiducia in me. Di
non riuscire a vedere quanto io lo amassi in modo assurdo e
totalizzante sempre….
E invece aveva fatto quello che aveva fatto.
Perché?
Perché lo guardavo e non lo riconoscevo?
Perché sembrava che non riuscissimo più a parlarci?
Perché?
Perché?
Perché?
Improvvisamente due manine tiepide mi si posarono sul petto e io aprii gli occhi.
Joy mi fissava confusa, sporgendo il labbro inferiore.
“Pa..papà” mormorò guardandomi.
Una lacrima traditrice scivolo lungo la mia guancia.
“Papà non
c’è amore mio” risposi scacciando veloce la piccola
gocciolina. “Ma c’è la mamma, ok? Ora prepariamo il
latte, hai fame?”
Lei ignorò le mie parole e
il mio tono fintamente allegro e il suo labbro iniziò a
tremolare e i suoi occhi a inumidirsi.
“Pa..papà” sussurrò ancora spezzandomi il cuore.
Oh no..no..
Presi Mr. Rabbit dal pavimento su
cui era caduto e lo feci muovere davanti al volto di Joy, ma lei lo
ignorò completamente, iniziando a piangere.
Cosa che non fece altro che fare scoppiare anche me.
Tutte le lacrime che avevo sempre
cercato di trattenere di fronte a lei risalirono a galla
improvvisamente e iniziai a singhiozzare, aggrappandomi al corpo della
mia piccola.
“Shhh ti prego amore non piangere..ti prego..” mormorai tentando di parlare.
Joy ovviamente si spaventò ancora di più e sentii il suo corpicino scosso dai singhiozzi.
“Ma..mammaaaaa”
“No amore no…” mormorai ancora.
In quel preciso istante sentii la porta aprirsi e i miei genitori comparvero sull’uscio con un espressione preoccupata.
“Kristen che succede? L’abbiamo sentita piangere..”
“N..niente” risposi scacciando con forza le mie lacrime “Niente..”
Mio padre si avvicinò al
letto e gentilmente prese Joy fra le braccia, posandole piccoli baci
sul pancino scoperto e salutandola finché lei, probabilmente per
il solletico o per il tono allegro usato da papà, non smise di
piangere e iniziò a fare qualche piccolo versetto di
apprezzamento.
“Allora paperetta del nonno,
vuoi venire a mangiare? Meglio per te o il mostro del solletico ti
divorerà il pancino!” Detto questo riprese a sfiorarla
delicatamente e lei ricominciò a ridere, questa volta ancora
più forte.
Papà se la caricò sulle spalle e lei mi lanciò un'ultima occhiata, agitando la manina.
Risposi al suo gesto fingendo tutto l’entusiasmo possibile.
“Ciao amore…” balbettai.
I due uscirono dalla porta e io mi ritrovai sola in camera con mia madre.
“Kristen?
“No, mamma ti prego,
io…” feci per alzarmi dal letto ma, evidentemente, quella
fu una pessima idea perché mi ritrovai a dover correre nel mio
piccolo bagno e accasciarmi sul gabinetto, scossa dai conati. Non avevo
mangiato nulla dal giorno precedente quindi fui solo scossa da violenti
spasmi finché, dopo alcuni minuti, non iniziai a respirare
meglio ed ebbi la forza di tornare in camera.
Purtroppo mamma era ancora lì.
“Sono preoccupata” disse.
“Ho già preso
appuntamento domani col medico, vedrai, non sarà nulla.”
Risposi aprendo l’armadio e cercando qualcosa da mettermi.
“Non solo per la tua
salute” rispose così piano che quasi non fui certa di aver
sentito le sue parole “Cosa stai facendo Kristen? Tu non sei mai
stata una che scappava dai problemi.”
“Io non sto scappando” ribattei.
“Non li stai neppure
affrontando. Altrimenti non staresti qui e ieri quando è venuto
a prendere Joy non saresti rimasta barricata in camera..e...”
“E?? E cosa mamma?”
sbottai spazientita, aggredendola. Sentivo le lacrime pungere forti al
lato dei miei occhi “E cosa? Mi chiedi cosa succede…beh
non lo so, ok? So solo che abbiamo passato le ultime settimane a
comportarci come due sconosciuti che vivono insieme per qualche strana
ragione. So che non so che cosa mi sta succedendo, so che mi sono
sentita a pezzi quando mi ha aggredita per avere bevuto un caffè
con quello che è semplicemente un amico. So che mi sono
sentita..disgustata quando ho guardato quel video e…”
E improvvisamente scoppiai a
piangere e mia madre mi tenne stretta a sé, non so nemmeno per
quanto tempo, mentre le lacrime scorrevano copiose inondandomi il viso.
Piangevo per me, per Joy, per quella situazione…
Piangevo perché sapevo che mamma aveva ragione. Ero una codarda.
Avevo paura. Una fottuta paura di
affrontare Rob e scoprire che avevamo perso ciò che eravamo
sempre stati l’uno per l’altra. Paura di scoprire che forse
lui aveva capito di stare meglio senza di me. Avevo paura…paura
di tutto ormai.
“Avevi..avevi giurato che
avremmo superato qualunque cosa..” sussurrai svuotata mentre lei
cercava di tranquillizzarmi “Avevi detto..che….”
“E’ così
Kristen!” rispose lei “Lo pensavo e lo penso ancora. Non
butterete di certo tutto all’aria per qualche incomprensione e
qualche errore. Avete sbagliato entrambi così tanto. Ma il
sentimento che provate è più forte Kristen, io lo
so.”
“Io..io lo amo..” mi
ripulii malamente il volto con un fazzolettino “Io lo amo
così tanto e..e voglio la mia famiglia indietro ma..ma ogni
volta che ci penso poi vedo Rob picchiare Michael e..e quello non
è l’uomo che ho sposato mamma…”
“Ma l’uomo che hai
sposato è sempre li Kristen, te lo garantisco. E’ li, solo
che ora non riesci a vederlo” sospirò “Kris a volte
le persone che amiamo ci deludono. Anche se non vogliono, anche se ci
amano. Voi vi siete delusi a vicenda, avete accumulato momenti di
tensione finché il vaso non è traboccato. Dici che sono
settimane che non vi parlavate ..ma ci avete provato davvero? Vi siete
seduti ad affrontare i problemi insieme? No. Per proteggere
l’altro avete affrontato le cose da soli. Tu facendo il test e
lui..beh lui incontrando Michael.”
Annuii debole
“Sì…è vero abbiamo entrambi i nostri errori
ma..è che ora non ce la faccio neppure a parlargli. Ho solo
bisogno di pensare, di schiarirmi le idee…”
“Questo è giusto
Kristen” rispose abbozzando un sorriso “Ma ti prego non
tagliarlo fuori. L’ho visto ieri e…e ti posso assicurare
che non è distrutto solo a causa della lontananza da
Joy…si vede lontano un miglio che è a pezzi.”
Non risposi.
Se stava male anche solo la metà di come stavo io lo capivo alla perfezione.
“Le cose si risolveranno
Kris” terminò dolce mia madre alzandosi dal letto
“Non ho mai visto in tutta la mia vita un amore come il
vostro.”
“E ora vestiti ed esci un
po’” sorrise porgendomi un paio di jeans puliti “Vai
a prendere le cose che mancano per la festa di domani, ok? Noi badiamo
alla piccola.”
Annuii e le rivolsi un debole sorriso.
“D’accordo ..io..in effetti credo che due passi mi farebbero bene” risposi.
Mia madre mi carezzò ancora una volta la guancia e mi diede un bacio prima di uscire.
Mi affacciai alla finestra aperta,
osservando il giardino già in parte addobbato per la festa del
giorno dopo e afferrai il cellulare.
Insieme ad una boccata d’aria
avevo bisogno anche di qualche risposta. E se ero troppo codarda per
parlare con Rob potevo ottenerle in un altro modo.
Digitai rapida il messaggio e premetti invio.
Parcheggiai l’auto, piena di
piattini di carta e tovaglioli, in uno dei posti liberi e velocemente
percorsi i pochi metri per raggiungere la spiaggia. Avevo sempre
adorato il mare, soprattutto in una giornata stranamente nuvolosa come
quella.
La pochissime persone che riuscivo a scorgere erano parecchio lontane, sedute vicino a degli scogli.
Avevo scelto apposta quel luogo perché sapevo che era molto poco frequentato visto che la zona non era balneabile.
“Kristen…”
Una voce che ben conoscevo mi chiamò e io mi girai di spalle, trovandomi faccia a faccia con Michael.
Notai immediatamente il naso
leggermente gonfio e arrossato e mi sentii sinceramente male per lui.
Non era di certo il modo in cui avrei voluto che finissero le
cose…
“Fa..fa molto male? Domandai
Lui scosse il capo “No…”
“Io..devi sapere che mi
dispiace davvero tantissimo. Anche se te l’ho già
detto…io non posso fare a meno di pensare che è colpa
mia”
“Non è colpa tua. Non sei tu ad avermi colpito” rispose.
Prendemmo a camminare lungo la spiaggia mentre le onde si infrangevano rumorose a pochi metri da noi.
Non sapevo neppure io come tirare in ballo l’argomento senza ferirlo.
“Forse questo pugno è
stato utile” disse prima che avessi il tempo di parlare
“Forse ti servirà ad aprire gli occhi”
Mi bloccai fissandolo confusa.
“Oh andiamo Kris. Spero che dopo questo tu abbia capito che razza di idiota hai sposato!”
Presi un bel respiro. “Mike
tu non lo conosci, non lo hai mai conosciuto. Mai. E io so chi ho
sposato. Non intendo giustificare le sue azioni perché è
impossibile ma..credo che potremo superarle..o almeno spero..”
“No scusami..tu lo
perdonerai?” sbottò fissandomi come se fossi pazza
“pensavo che avessi capito quanto lui è sbagliato per
te..per voi!”
Ci misi qualche secondo a registrare le sue parole.
Sbagliato per noi??
“Per te e Joy, ovviamente.” Sussurrò.
Mi gelai all’istante.
Co..cosa? Come?
Sbagliato per Joy?
Scossi il capo, allibita.
Rob non era sbagliato. Lui era…era perfetto.
E io potevo avere mille problemi al
momento con lui e potevamo esserci urlati contro ma..ma mai per un
secondo l’avrei messo in dubbio come padre. Lui era il miglior
papà dell’universo. Il miglior uomo dell’universo.
“E quando gliel’ho
detto invece di accettare la realtà mi ha tirato quel
pugno” continuò “patetico…”
“Ti ha colpito..dopo che gli hai detto che non voleva nulla come marito e come padre?” domandai con la gola secca.
Michael annuì, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
“Cosa?” strillai
“Cosa? Ma come…come diavolo ti sei permesso. Lui è
tutto per Joy e..e anche per me, accidenti. Io pensavo che ti avesse
picchiato solo per stupida gelosia e invece tu l’hai insultato e
gli hai detto…Dio Michael, perché?”
Mi passai le mani fra i capelli
esasperata, provando a pensare a cosa avrei fatto io se una persona
qualunque fosse venuta da me a dirmi che ero una pessima madre per mia
figlia, una pessima moglie, a intaccare tutte le mie certezze…
“Perché?” mormorò lui “Perché. Tu mi chiedi perché…”
Ritornai a fissarlo e mi bastò un solo sguardo per sentirmi male.
“Sei ancora innamorato di me” sospirai.
Non era una domanda, più una mera constatazione…
“Sì”
“E non vuoi essere solo mio amico”
“No” rispose “ci ho provato, non ci riesco Kristen…”
E io che avevo sempre creduto che…avevo sempre pensato che…
E non avevo capito niente.
E avevo sempre detto a Rob di essere pazzo. Di vedere cose che non esistevano.
Ero sempre stata io ad essere cieca…
“Io amo lui” mormorai,
non sapevo nemmeno più se a lui o a me stesa “Io amo Rob.
L’ho sposato e lo amo e amo la nostra famiglia..”
“Kristen ma non capisci che avremmo potuto essere felici io e te? Invece..”
“Invece cosa?” domandai
incredula “Mike ma non capisci che tra noi sarebbe finita
comunque? Non capisci che io non ti amavo? Io ti ho voluto un bene
dell’anima e te ne voglio ancora. Ma quello che avevamo noi non
era amore. Ero una bambina e tu mi facevi sentire sicura e protetta ma
non c’era complicità, non c’era passione. Ti amavo
come amavo Taylor o Cameron e mi andava bene così ma poi
è arrivato lui e…Mike sai che tra noi non sarebbe mai
andata a vanti.”
“Ma..”
“No” lo bloccai
“No. Fa parlare me. Io voglio essere tua amica, perché
tengo a te e so che sei una persona meravigliosa e ti voglio bene.
Ma…ma forse non siamo pronti per esserlo. Anzi ora capisco che
è ovvio che non siamo pronti per esserlo.”
“Che cosa mi stai dicendo?” domandò
“Che è meglio se per
il momento non ci vediamo più. Almeno finché non sarai
pronto a capire come stanno le cose” risposi seria.
Mi guardò fisso, ferito.
“Sei di nuovo di fronte ad una scelta e stai di nuovo scegliendo lui.” Mormorò.
“Sceglierò sempre lui” sussurrai “Sempre…”
Michael non rispose e, senza guardarmi, mi passò a fianco, allontanandosi senza salutarmi.
E io rimasi lì, su quella spiaggia a fissare il mare scuro. A pensare a tutto quello che era appena successo.
A Rob, a come mi sarei sentita se le situazioni fossero state ribaltate, a Michael.
Mi sedetti sulla sabbia fresca e le
uniche parole che mi invasero la mente furono quelle che mi aveva detto
mia madre solo poche ore prima.
“Non ho mai visto un amore come il vostro…”
Ma l’amore bastava davvero
sempre? Bastava solo l’amore ad andare al di là delle
incomprensioni? Bastava solo l’amore a perdonare qualcuno?
Pensai al volto di Rob e a quello di Joy e mi alzai, pronta a tornare alla macchina.
Avevo appena avuto la mia risposta.
ROB POV
Suonai il campanello nervoso come mai prima.
Nemmeno quando avevo appena iniziato a frequentare Kristen e avevo paura del giudizio della sua famiglia.
“Rob” Jules venne ad aprirmi e abbozzò un debole sorriso.
“Ciao” mormorai di
rimando, ringraziando mentalmente che fosse lei. Nonostante tutto
quello che era successo tra me e Kris era sempre stata gentile con me,
sia al telefono sia quando il giorno prima ero venuto a prendere Joy
per un gelato.
“Vieni, su” disse “Ti aiuto a portare dentro quell’enorme regalo..”
Risposi al sorriso ed insieme
trascinammo il pacco fin nel giardino sul retro. Quasi feci fatica a
riconoscerlo, addobbato alla perfezione com’era ora.
Le decorazioni insieme a quelle
già presenti di Alice nel Paese delle Meraviglie rendevano il
posto magico, come se davvero fossimo usciti da una fiaba.
“Sei stata bravissima..”
“Oh non è nulla a
confronto del lavorone per il vostro matrimonio..” disse prima di
bloccarsi improvvisamente.
Quelle parole mi spezzarono il cuore all’istante.
Il nostro matrimonio….
A pochi passi da me c’era
stato il gazebo dove io avevo cantato a Kris la nostra canzone mentre
ballavamo stretti, quando eravamo certi che mai avremmo discusso, che
mai ci saremmo allontanati…
“Rob sono una stupida..”
“Non dirlo nemmeno” risposi fingendo un sorriso “Non fa..”
“Papaaaaaaaaaaaaà!”
Uno strillo acuto proveniente dalle
mie spalle mi fece voltare e i miei occhi si illuminarono
all’istante quando vidi la mia piccola principessa tentare di
scendere il primo gradino per raggiungermi.
Senza nemmeno pensarci mi fiondai
su di lei e in pochi istanti era al sicuro nel luogo in cui lo sarebbe
stata sempre. Tra le mie braccia, stretta al mio petto.
“Ciao..ciao amore mio…” mormorai.
“Pa..papino…”
disse solamente baciandomi il collo e, improvvisamente, il sorriso che
pochi secondi prima mi era nato alla vista di mia figlia morì
lentamente e senza che potessi controllarmi iniziai a singhiozzare.
Piangevo.
La tenevo stretta a me e piangevo.
Perché era splendida nel suo
abitino rosa pallido e nelle sue ballerine nere di vernice. Piangevo
perché stava crescendo. Piangevo perché era il giorno del
suo primo compleanno e quella mattina aveva aperto gli occhi ed io non
ero stato con lei.
“Ti amo tanto
piccola…ti amo tantissimo…” dissi debolmente
cercando di trattenere i singhiozzi prima di farla spaventare.
Scacciai velocemente le lacrime e
la feci volteggiare in aria, come sapevo che adorava e infatti lei
scoppiò a ridere, aggrappandosi ai miei capelli spaventata ed
eccitata allo stesso tempo dall’altezza.
Sentii Jules schiarirsi la voce dietro di me.
“Credo che dovremmo metterle un bavaglino” chiesi “ti dispiacerebbe passarmene uno?”
Mi voltai per prenderlo ma quando lo feci non mi ritrovai davanti Jules, bensì Kristen.
Trattenni il respiro per il secondo necessario al mio cervello a registrare la presenza di mia moglie davanti a me.
Indossava un abito bianco corto
senza maniche che metteva in risalto il suo incarnato chiaro. I capelli
scuri le ricadevano legati in una morbida coda al lato del volto.
Non so come fui in grado di
riprendere a respirare normalmente: erano giorni che non la vedevo e mi
sembrava che fosse ancora più bella di quanto la mia mente
potesse ricordare. Ancora più bella della prima volta che
l’avevo vista…
“Ehi..” mormorò, rivolgendomi un sorriso imbarazzato.
“Ehi” risposi come un idiota, senza avere la capacità di dire alcunché.
Di qualcosa di intelligente…di qualcosa…
“Tieni il bavaglino” disse porgendomi il pezzo di stoffa.
“Gr..grazie…” balbettai.
Mi sorrise solamente e si diresse
verso sua madre, sistemando le ultime cose, mentre gli invitati
iniziavano ad arrivare, tra cui alcuni nostri amici e alcuni bambini
del quartiere dove vivevano i genitori di Kris.
Purtroppo quasi nessuno dei nostri
amici era riuscito a farcela, visto che la maggior parte era impegnata
col lavoro e io avevo trovato una scusa coi miei genitori e le mie
sorelle, convincendoli a farci visita tra qualche settimana.
Vista la tensione tra me e Kris non era di certo il caso di organizzare una riunione di famiglia in piena regola.
Sempre che tra qualche settimana le cose vadano meglio… mormorò una stupida vocina nella mia testa.
La scacciai, impedendole di
rovinare il compleanno al mio angioletto e cercai seriamente di
divertirmi. E, in parte, ci riuscii.
Fu
bellissimo vedere il sorriso eccitato di Joy quando aprì,
aiutato da me, il mio regalo. Un cavalluccio a dondolo, completo di
nitrito quando gli si premevano le orecchie.
La aiutai a salire in groppa e a
dondolarsi mentre Kris, chinata davanti a noi, le scattava centinaia di
fotografie. Non potei immaginare come sarebbe stata la festa se fossimo
stati a casa nostra, nel nostro giardino…
Non era lì che saremmo dovuti essere noi tre. Non era lì.
Eravamo una famiglia e dovevamo, dovevamo superare i nostri problemi.
Quando alzai gli occhi vidi che
Kris non era più di fronte a me, impegnata con la macchina
fotografica, ma si stava allontanando.
La vedi entrare in casa e capii cosa dovevo fare.
Lei era mia moglie e io la amavo.
Ci appartenevamo a vicenda e l’avevamo giurato davanti a Dio e
io…io non l’avrei mai lasciata andare.
“Jules…puoi tenere Joy” sussurrai “Devo andare da Kris.”
Lei mi sorrise smagliante. “Ti prego, vai.”
Le sorrisi di rimando e mi avviai velocemente all’interno della casa e mi appoggiai allo stipite della porta della cucina.
E rimasi lì, parecchi secondi. Semplicemente ad osservarla.
Tagliava accuratamente la torta a
fette, spostando i piattini e i cucchiai mentre scacciava via una
ciocca di capelli dagli occhi.
Si sporcò un po’ il dito di crema e la succhiò velocemente e io sorrisi.
Era adorabile ed era una madre perfetta.
Attenta, premurosa di fare una
fetta leggermente più grossa per Joy, anche se lei non avrebbe
mai capito la dolcezza del suo gesto.
Nel momento esatto in cui
voltò il capo e i suoi occhi incontrarono i miei iniziai a
camminare e, prima di rendermene conto, ero inginocchiato di fronte a
lei, il volto premuto sul suo ventre morbido mentre la stringevo con
tutto me stesso.
“Ti prego perdonami”
mormorai “Non mi importa di niente. Non mi importa chi ha
sbagliato, non mi importa ..non..non so nemmeno più
perché ero arrabbiato. Ti prego torna a casa da me. Ti prego,
torna con Joy. Io..io senza di te..non sono niente Kris..niente…
E se sei ancora arrabbiata passerò il resto della vita a
dimostrarti che ti amo e che..”
“Rob no…no..” disse piano “Alzati ti prego…”
Quelle parole furono come una coltellata al cuore.
Rob …no..
Mi stava dicendo di no? Non sarebbe tornata? Non avrebbe mai…?
Rimasi paralizzato finché non la vidi inginocchiarsi di fronte a me.
“Se non ti alzi
tu..vorrà dire che mi inginocchierò io”
sussurrò. Intrecciò una mano fra i miei capelli,
obbligandomi a guardarla.
“Kris..”
“No..” posò l’altra mano sulle mie labbra “Fammi parlare ora…”
Prese un respiro ed iniziò.
“Mi hai ferita. Non hai avuto fiducia in me e mi hai ferita. Ma
sai che c’è? Anche io non mi sono fidata di te. Tutte le
volte che mi dicevi che Mike voleva molto di più…io ti ho
sempre ignorato. Sempre. Ho ignorato i tuoi sentimenti e..e non mi sono
mai, mai messa nei tuoi panni. E queste ultime settimane sono state
orribili e non solo per colpa tua. Abbiamo entrambi colpa in ugual modo
e per un terribile istante in questi giorni ho seriamente creduto che
non l’avremmo superata...perché pensavo che a volte solo
l’amore non basta a far funzionare le cose…”
“E lo pensi ancora?” domandai col cuore in gola
Scosse il capo mentre una lacrima le scivolava lungo la guancia. “No. Ho..ho capito che l’amore basta. Che solo
l’amore basta. Perché l’amore contiene tutto il
resto. Se ami qualcuno lo rispetti. Se ami qualcuno ti fidi di lui. Ed
è così per noi due. Io so…io lo so che ci fidiamo
l’uno dell’altra. Io lo so che ci rispettiamo anche se a
volte siamo troppo stupidi per capirlo. Io ti amo Rob…ti amo
e…”
Non le diedi il tempo di finire la
frase che incollai le mie labbra alle sue e gettai le braccia attorno
alla vita, con forse un po’ troppa foga visto che ci ritrovammo
abbracciati sul pavimento, a ridere fra le lacrime.
Spostai le mie labbra sulla sua guancia per asciugarle le goccioline che colavano copiose.
“Ti giuro..ti giuro .anche se
litigheremo ancora..e so che sarà così perché tu
sei tutto scemo e io una grandissima testa di cazzo alle volte”
ridacchiammo insieme alle sue parole “Ti giuro non me ne
andrò mai più. Mai più ti porterò via Joy o
farò una sciocchezza simile..Te lo giuro.”
Questa volta fu lei a baciarmi la
fronte, pronta a confortarmi. Doveva aver capito perfettamente quanto
mi avesse ferito non averle più con me.
Beh, se quello era il momento delle confessioni…
La strinsi ancora più a me,
pronto ad essere sincero. “Vorrei poterti dire che sono
seriamente pentito di aver preso a pugni Mike, ma non è
così…cioè mi spiace del gesto
però…”
Con mia grande sorpresa la vidi
aprirsi in un piccolo sorriso. “No hai ragione, non è
stato un bel gesto. Ma ieri ho parlato con lui e…e ci siamo
detti delle cose, o meglio, io gli ho detto delle cose..”
“Cosa?” domandai.
“Che è meglio se non
restiamo amici per ora” disse “Avevi ragione Rob, è
ovvio che non è passato oltre alla nostra storia e per quanto mi
dispiaccia devo fare il meglio per la mia famiglia. E penso che non
vedersi sia la cosa migliore anche per lui…”
“Okay” sussurrai, estremamente felice di quella sua decisione.
Mi sfiorò le labbra con le
sue. “E poi lo sai che tutto quello che ti ha detto erano cazzate
vero? Tu sei il marito migliore del mondo e sei il padre migliore per
Joy, ok?”
“Ma il modo in cui l’ho
trattata…” sospirai vergognandomi ancora di come avevo
alzato la voce contro il mio angioletto.
“Rob voglio ricordarti che
è successo anche a me. Quando piangeva o quando metteva i
dentini..è normale perdere la pazienza per qualche secondo. Ci
capiterà molte altre volte, credimi. Ma lei sa che la amiamo..sa
che tu la ami. Le sei mancato così tanto in questi
giorni…”
“E lei è mancata a
me” sospirai e un sorriso si aprì sulle mie labbra
“Stasera la facciamo dormire nel lettone con noi?” domandai
implorante.
Kris alzò gli occhi al cielo
ma poi annuì vigorosamente sorridendomi con così tanto
amore che non potei fare altro che baciarla.
Dio com’era bello averla
ancora stretta fra le mie braccia, sentire la sua lingua scivolare
nella mia bocca, il suo sapore mescolato al mio…
“Allora questa to…O mio Dio scusate torno dopo..”
La madre di Kris entrò e
uscì dalla cucina a velocità della luce e io e lei non
potemmo fare altro che ridere come due ragazzini colti in fallo dai
genitori.
Mi alzai in piedi di malavoglia e la aiutai ad alzarsi.
“Abbiamo dei bambini da sfamare…meglio muoverci..”
Lei annuì ma poi si fece seria.
“Che c’è?”
“Se questo è il
momento di essere sincera…ti devo ancora delle scuse. Per il
test. Ti giuro che era negativo. Se fosse stato positivo te
l’avrei detto immediatamente. Non te l’avrei mai nascosto
ma…ma quando ho visto quel segno negativo, non volevo
deluderti…”
“Deludermi?” chiesi scioccato
“Sapevo..so quanto tu volessi
un altro figlio e…e volevo solo proteggerti. Pensavo che ci
saresti rimasto così male, che avresti sofferto…ora
capisco di aver sbagliato. Ma ti assicuro che ho agito in buona fede,
te lo giuro.”
Annuii.
“Kris avremo un altro bambino
quando saremo pronti. Non c’è fretta, sul serio. Ma la
prossima volta confidati con me, senza paura di ferirmi.”
Lei mi sorrise debolmente posando
il capo contro il mio petto e abbracciandola potei chiaramente sentire
il suo corpo decisamente più magro contro il mio.
“Ma tu come stai? Sinceramente Kris.” Chiesi preoccupato “Sei andata dal medico?”
Scosse il capo “Domani”
“Non mi hai detto come
stai” continuai, terrorizzato. Se Kris stava male e io avevo
passato gli ultimi giorni a farla angosciare ancora di più non
me lo sarei mai perdonato.
“Non ti spaventare ora”
sussurrò “Ho avuto delle perdite, nausea, qualche
giramento di testa e dei forti dolori addominali…anche ora in
effetti…”
“Fa molto male?”
Oh mio Dio…
“No” rispose ma capii
chiaramente che mentiva “Un po’ ma…domani vado dal
medico e vedrai che non è nulla di preoccupante.”
“Vengo con te” sospirai
“Tua madre può tenere Joy magari e io ti accompagno, ok?
Non ti lascio da sola..”
Immediatamente i suoi occhi furono pieni di lacrime. “Grazie..”
“Shhh” la confortai “Non avere paura, vedrai che non è nulla. Nulla…”
“O..ok..”
mormorò “Perché non porti la torta fuori nel
frattempo. Io vado un secondo in bagno…”
“Sicura che non vuoi che venga con te? Non ti gira la testa? Non hai la nausea o..”
Kris alzò gli occhi al cielo nel modo che mi faceva sempre impazzire “No…davvero vai..”
Le baciai le labbra per un secondo.
“Non metterci troppo, ok?” chiesi prendendo il vassoio con il cibo “Non farmi preoccupare”
Annuì dandomi un ultimo bacio e sparendo lungo il corridoio.
Io
uscii in giardino e iniziai a distribuire le fette di torta
assicurandomi, ovviamente, che la più grossa venisse data alla
festeggiata.
Jules non faceva che smettere di sorridere mentre imboccava Joy.
“E’ tutto apposto ora..” mormorai felice.
“Non sai…ho pregato
così tanto perché tutto si risolvesse fra
voi…” rispose “ma a proposito, dove è sparita
Kristen?”
Lanciai una rapida occhiata alla casa, preoccupato.
“Era in bagno…ma sono più di dieci minuti…” risposi “vado a controllare”
Mi diressi velocemente verso il bagno in fondo al corridoio, il più vicino alla cucina.
“Kris?” bussai piano “Non voglio disturbarti ma è tutto ok?”
Non sentivo nessun rumore dall’interno, così ruotai la maniglia e aprii leggermente la porta.
“Kris..posso entrare?”
“Rob…” avvertii al sua voce mugugnare il mio nome in un sussurro.
Terrorizzato spalancai la porta e quasi morii di paura quando la vidi sdraiata sul pavimento di marmo.
“Kris” urlai “Oddio Kris…Kris”
Le cinsi velocemente le spalle con
un braccio, scostandole i capelli dal viso. Era pallida, più
pallida di come l’avessi mai vista in tutta la mia vita.
“Kristen..”
“Mi gira la..la testa e.. la
pancia…” le sue parole erano così flebili che a
stento riuscii a sentirle “Mi fa tanto male la
pancia…tanto..la pancia..”
“Ok..ok ora chiamiamo
aiuto” risposi deciso “tu cerca di restare sveglia. Ti
prego resta sveglia, ti prego”
Disperato passai l’altro braccio sotto le sue cosce e mi immobilizzai.
Sentii la stoffa del suo abito completamente zuppa e, immediatamente, capii di cosa si trattasse.
Chiusi gli occhi e quando li
abbassai per guardare il suo corpo vidi il suo abito bianco con una
chiazza rossa che si espandeva velocemente. Una chiazza molto simile a
quella che ora macchiava anche la mia mano.
Sangue.
O_______________________O
OMG OMG!!!!!!!!!!!
Comunque ragazze dovete guardare
il lato positivo. Se Kris è morta almeno prima ha fatto pace con
Rob e quindi il suo spirito riposerà in pace e non
vagherà sulla terra tormentata dal senso di colpa! Non è
una bella notizia???! O____+
Ehm..ehm...
Ok, abbiamo capito. Ci prendiamo per mano e ci buttiamo nella fossa U__U
Addio.
|
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Capitolo 38 *** Shattered ***
shattered
Salve
girls!! Sono Cloe ahahah...mmm Fio era stata così buona da avere
l'idea di postare con un giorno di anticipo..cioè ieri e io le
ho detto 'Sììì dai siamo buone, è Natale!'
ahah e poi ehm...mi sono dimenticata..:P noo in realtà sn
tornata proprio tardi! Chiedo umilmente perdono! Voi mi amate
perciò mi perdonate, vero?? Mmmmm beh vi lascio a questo
capitolo pieno di amore, dolcezza, gioia e spensieratezza, come
già si vede dal titolo :) --------> ironia mode:on
Ahahah lo so non si dicono le bugie a Natale ma io mi diverto così. Muhahhaha oook mi ritiro.
Bacio e...mi sa che vi dobbiam dire Buon Natale!
Non so esattamente quando posteremo il prossimo capitolo ma penso
proprio dopo il 25, siamo un pò incasinate al momento LOL.
Un bacio, un mega augurio di buone feste e un grazie per le recensioni!!!! *______*
XoXo Cloe e Fio
P.S= Per voi che seguite e amate 'Qui dove batte il cuore' è
assolutamente necessario che a Babbo Natale chiediate una cosa come
priorità assoluta. E cioè una dolce bambina, dai capelli
biondi e dagli occhi verdi...JOY. Chiedete il suo arrivo please
ç___ç
CAPITOLO 38 (Fio)
SHATTERED
POV Rob
Mi fisso le
mani, sono lì..proprio sotto i miei occhi e non mi sono mai
sembrate così diverse.. così.. sporche..
Non ho avuto il
coraggio nemmeno di lavarle.. non ho avuto la forza di farci passare
dell'acqua sopra.. forse perché in realtà voglio sentirne
il profumo e rendermi conto che quello non è il suo sangue, che
è tutto un incubo da cui mi sveglierò presto..
Eppure è
tutto troppo chiaro.. i camici che vedo svolazzare con la coda
dell'occhio, l'odore nauseante di ospedale, il vuoto che sento dentro,
la paura che mi squarcia il petto..
E' tutto troppo reale per essere un sogno e chinando il viso tra le mani, ritorno alla realtà..
A quella realtà che ogni volta mi mette in situazioni che non dovrebbero esistere..
Non poteva il
suono dell'ambulanza essere così familiare per me, il suo corpo
tra le mie braccia, il suo ultimo sguardo prima di chiudere gli occhi..
Mi sembrava di vivere in un deja-vu senza fine.. Tutto..
Era tutto lo stesso e sarebbe andato tutto bene anche questa volta.
Andrà bene.
Andrà bene.
Andrà bene.
E invece sono
in questa sala d'aspetto a torturarmi le labbra imponendomi di non
piangere mentre lei è chissà dove..
E ha bisogno di me..
Io devo essere con lei. Devo sapere.
È
successo tutto così velocemente che mille immagini mi passano
ripetutamente davanti gli occhi come un flash accecante che non ha
intenzione di darmi pace.
Lei lì
per terra, il suo candido vestito bianco macchiato di rosso, la sua
voce flebile nel disperato tentativo di dirmi cosa non andava, i miei
occhi già pieni di lacrime, il mio cuore con un battito in meno..
E poi luci, tante luci, tante voci.. Voci sovrapposte, voci disaccordi, voci preoccupate..
finché
non era sparita su una barella dietro quella dannata porta che fissavo
terrorizzato da quello che avrei scoperto quando si sarebbe aperta.
Non posso vivere senza di lei.
Ti prego Dio,
se esisti, non portarmela via. Lei è tutto ciò che sono,
tutto ciò che ho.. tutta la mia vita.. Prendi me, ma non lei...
E mentre quelle
preghiere aleggiano nella mia mente in cerca di una qualche silenziosa
risposta, una lacrime sfugge al mio controllo e la sento marcarmi la
guancia come se fosse fuoco incandescente sulla mia pelle. Tutto brucia.
Gli occhi, le mani, il cuore...
Sento
afferrarmi per mano e mentre quella goccia traditrice mi bagna le
labbra volto il mio sguardo verso Jules che serra le labbra nel
tentativo di non seguire il mio esempio. Non so come faccia ad essere
così forte.. non so se è la fede o la speranza a
darle la forza di sorridermi e dirmi “Andrà tutto bene.
Lei è forte..”
E so che
è così.. deve essere così. Eppure il terrore
continua a mangiarmi lo stomaco come se fosse il suo unico
sostentamento, come se volesse impormi di pensare solo al peggio e mi
maledico perché immagini impensabili si stagliano davanti a me
prima che possa impedire al cervello di ricevere il comando
Penso a Joy..
Chiama la mamma ma lei non c'è..
Mi chiede di
lei e io piango mentre cerco le parole per spiegarle il
perché..per dirle che era la cosa più importante
della sua vita e continuerà a proteggerla dall'alto..
Smettila Rob! Cazzo! Smettila!
E nello stesso
istante in cui la temo di più, la porta si apre rivelando un
alto medico in camice verde e non so perché ma quel colore non
mi piace.
In un secondo
io, Jules e John gli andiamo incontro come spinti dall'attrazione di
una calamita e quando me lo trovo davanti non riesco a parlare e mi
fisso sul suo viso cercando di capire dal suo sguardo quello che sta
per dirci..
Ho troppa paura per chiedere, terrore di morire per quello che sentirò..
So che ci penserà qualcuno al posto mio a fare la domanda.
“Dottore!
La prego! Ci dica qualcosa! Subito!”. Il tono di John è
perentorio e il medico annuisce iniziando a spiegare.
“La situazione è stabile al momento, ma abbiamo già disposto la preparazione per la sala operatoria..”
Tum.
Un altro battito.
“Co..cosa
vuol dire..?” la voce di Jules è un sussurro mentre chiede
una delle tante domande che vagano nella mia testa senza trovare il
coraggio di uscire.
“Cos'ha..?”
“Lei sta bene, si riprenderà dopo l'operazione ma purtroppo l'embrione è andato perso..”
Tum.
Un altro battito che va via insieme al respiro quando lo sento pronunciare quella parola.
Embrione.
Embrione.
Embrione.
E non trovo altro significato se non quello di..
No.. non può essere.. non può essere vero..
“Qua..quale embrione..?” la mi voce secca, rotta mentre gli occhi sono persi nel fissare la giuntura del camice..
“Abbiamo
riscontrato i sintomi di una gravidanza extra-uterina o anche ectopica,
definita come tale quella condizione patologica in cui l'impianto
dell'embrione avviene in sedi diverse della cavità
uterina...”
Gravidanza era
l'unica cosa che avevo capito di quella frase e la parola isolata non
aveva alcun senso per me, perché non poteva essere vero..
“Parli chiaro dottore!!! Cosa vuol dire?” sussurro stringendo piano i pugni nel tentativo di negare le sue parole.
“La
frequenza globale delle gravidanze ectopiche varia da 1/80 a 1/2000
gravidanze, in relazione alle diverse popolazioni osservate: il rischio
di insorgenza è infatti maggiore in una popolazione di
età maggiormente avanzata, o in una popolazione di nullipare con
anamnesi di poliabortività...Si tratta di una condizione che si
verifica con una certa frequenza perché secondo le statistiche
si manifesta nello 0,5-0,9% delle gravidanze...”
“Non me
ne faccio un cazzo delle sue statistiche!!!” urlo quasi
piangendo. “Voglio.sapere.cosa.ha.mia moglie.”
Non mi
importava di niente e di nessuno. Volevo solo sapere e volevo che quel
cazzo di medico parlasse chiaro altrimenti avrei lasciato che il pungo
chiuso gli volasse in faccia.
Lo vedo
guardarmi con compassione, uno sguardo che quasi mi uccide e infine
sospira. “Sua moglie ha avuto una gravidanza ectopica.. nel suo
caso particolare tubarica, vuol dire che l'embrione non si è
annidato all'utero ma alla tuba e crescendo ne ha provocato la rottura.
Una gravidanza del genere non diagnosticata o riconosciuta in ritardo
può complicarsi notevolmente fino all'esito letale. L'emorragia
interna può portare la paziente allo shock emorragico o ad
anemia grave e bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico come nel
suo caso”
“Non..non.. non è possibile.. Lei.. lei ha fatto un test ed era negativo..”
“Il test
di gravidanza si regola principalmente sul dosaggio quantitativo
dell'ormone Beta-Hcg, il cui valore in gravidanze del genere è
di solito molto basso e rischia di compromettere il risultato del test
soprattutto se fatto troppo presto.. L'embrione era appena a quattro
settimane..”
Le gambe mi tremano, gli occhi si appannano, il corpo diventa freddo.
“E'.. colpa nostra...”
“No”
risponde pronto il medico “Di solito le complicazioni di questa
gravidanza sviluppano intorno ai 60/70 giorni dal concepimento. Nel
vostro caso è stato tutto improvviso. Pur diagnosticando la
gravidanza non si sarebbe evitata l'emorragia..”
Le orecchie mi fischiano, la testa gira.. Tutto gira e sento solo di non riuscire più a reggermi in piedi.
John riesce a prendermi in tempo prima che possa cadere e non so dove trovi la forza per reggere anche me.
Sento il pavimento sgretolarsi sotto i miei piedi e riesco solo a pensare che non è possibile..
“Signor
Pattinson posso immaginare quanto sia sconvolto in questo momento ma
sua moglie deve essere operata d'urgenza e ho bisogno di una
conferma..”
Sono quelle parole che mi fanno aprire di nuovo gli occhi.
Kristen. Devo
pensare a lei. Accenno il capo e l'immagine di lei mi appare davanti
gli occhi così offuscata che sento il bisogno di vederla
immediatamente per assicurarmi che è ancora con me.
“Devo vederla, vi prego. Lasciatemi entrare.. Lasciatemi..”
“Non
sarebbe il caso e ad ogni modo è contro le regole dell'ospedale.
Mi dispiace. Tornerò tra poco, appena la sala operatoria
sarà pronta..”
“Dottore!”
Si volta a
guardarmi. “Non.. non è rischioso questo intervento..
vero? Lei.. poi.. sarà.. Sarà tutto come prima,
vero?”
Si ferma per
qualche secondo forse pensando se darmi o meno quell'ennesima batosta.
“Purtroppo ormai la tuba è danneggiata e compromette
inevitabilmente l'utero.. in condizioni del genere è difficile
che torni tutto alla situazione precedente..”
“Sta.. dicendo che..”
“Il
rischio di fertilità è alto, ma non assoluto. Altre
gravidanze sono possibili ma potrebbero comportare complicazioni, come
forse no. Mi spiace non poterle dire di più ma sono casi
delicati che variano di persona in persona.. Ha per caso avuto
esperienze del genere in passato? Altri aborti?”
Gelo. Sento il sangue fermarsi mentre quella parole esce candida dalla sua bocca.
Aborto.
“Si.. no.. ehm.. una.. una minaccia.. solo.. una minaccia d'aborto..”
“Capisco. Mi dispiace molto”
E si allontana mentre io sprofondo nel vuoto. Non riesco a muovermi, non riesco a pensare, non riesco a desiderare nulla..
Vedo Jules
muoversi impercettibilmente verso John che l'abbraccia rinchiudendola
tra le sue braccia e voglio solo avere Kristen con me.
Come la guarderò senza mentirle? Come potrò dirle la verità? Come farà a riprendersi?
Sento una mano
sulla spalla e mi giro di scatto in preda alla tensione per trovarmi
Tom davanti i miei occhi e non riesco più a trattenermi.
Lacrime amare e disperate cominciano a rigarmi le guance.
“Ha perso
il bambino..” dico tra un singhiozzo strozzato e l'altro mentre
lui sgrana gli occhi alle mie parole. Mi avvicina e mi stringo in un
abbraccio per lasciar sfogare le lacrime.
“L'ha perso..”
Un ultimo gemito disperato mentre le lacrime prendono il sopravvento.
“Perso.. perso..”
Aprii gli occhi scosso dai singhiozzi e dalla voce che mi si strozzava in gola..
Mi passai una mano sulla fronte per
trovarla tutta sudata dopo quell'incubo. L'ennesimo, sempre lo stesso
che mi tormentava ogni notte e che ormai non mi lasciava in pace
nemmeno durante il pomeriggio.
Mi passai una mano tra i capelli
come ormai facevo sempre, più del solito, come se quel gesto
fosse un modo per tenermi perennemente ancora alla realtà e mi
aiutasse a non naufragare nel desiderio che fosse davvero un incubo e
che quelle ultime due settimane non fossero esistite.
Non potevo permetterlo, non io, non ora che Joy aveva bisogno di me e Kristen.. Kristen non c'era.
Era assente.. totalmente e costantemente assente.. spenta..
E mi preoccupava ogni giorno di più.
Avevo visto i suoi occhi morire nel
momento in cui ero stato costretto a dirle tutto. Non avrei mai potuto
mentirle e non potevo tenerle nascosta una cosa del genere..
“Lasciami sola..”
aveva detto e non aveva parlato né mangiato per tre giorni
finché in un attimo di pura agonia mi aveva preso la mano
risvegliando il mio cuore.
“Rob.. voglio tornare a casa..”
quelle le sue uniche preghiere che avevo cercato con tutto me stesso di
assecondare, riuscendo ad ottenere la dimissione prima del previsto con
la promessa che avrebbe mangiato..
Ma non era così.. e io non sapevo più dove sbattere la testa.
Per la prima volta da anni non
avevo la minima idea di come prenderla e il pensiero di abbattermi non
poteva nemmeno sfiorarmi visto che avevo una figlia che da due
settimane era rimasta praticamente senza madre..
Credevo che il suo desiderio di
tornare a casa fosse dettato dalla voglia di vedere Joy e dimenticare
tutto. Credevo che la nostra piccola avrebbe potuto aiutarla a guarire
dalla malinconia di ciò che aveva perso ricordandole quello che
invece aveva, ma non era stato così.
“Lascia
che ti aiuti..” la sorressi mentre scendeva dalla macchina
tenendosi la pancia che sapevo ancora le dava dolore, nonostante
negasse col capo ogni volta che osavo rivolgerle la domanda.
Era altra la sua sofferenza. Era un dolore di cuore.
Si
lasciò aiutare forse perché davvero temeva che non ce
l'avrebbe fatta, ma io sarei stata al suo fianco, sempre e comunque.
Entrammo in
casa dove ad aspettarci c'era la sua famiglia che non aveva voluto
vedere per nessun motivo al mondo durante la degenza in ospedale.
“Ciao tesoro..”
La voce di Jules fu un debole sussurro accompagnato dal timore di essere respinta..
Sentii la mano
di Kristen tremare nella mia mentre si guardava in giro impaurita, come
se fosse tutto troppo per lei, come se si trovasse in un luogo che non
le apparteneva, come se fosse persa nella sua stessa casa.
Nonostante gli altri aspettassero che fosse lei a fare la prima mossa fu impossibile per Joy capire di stare ferma.
“Mammaaaaaa”
urlò con quella piccola vocina e prima che alcuno di noi potesse
evitarlo corse verso Kristen aggrappandosi alle sue gambe e facendola
tremare.
Fu costretta ad aggrapparsi a me per non cadere e mai come in quel momento mi sembrò tanto fragile.
Sorrisi mentre
Joy continuava a ripetere “Mamma, mamma, mamma...” e sperai
che la sua vocina riuscisse a farla vivere di nuovo ma era solo una
falsa illusione e nessuno rimase più scioccato di me nel vederla
carezzare velocemente i capelli di nostra figlia per poi spostarsi
velocemente lontano da lei e salire le scale con tutta la limitata
velocità che le era concessa.. e l'avrei aiutata se non fossi
rimasto immobile e incredulo da quello che i miei occhi avevano appena
visto.
Lei.. lei che
non riusciva a resistere a quella bambina più di chiunque altro
le aveva appena detto di no, l'aveva appena allontanata e se non fosse
stata troppo piccola per capire le avrebbe probabilmente spezzato il
cuore.
Joy prese a seguirla ma l'afferrai da dietro prima che potesse avventurarsi su per le scale.
La strinsi a me baciandole il capo.
“Andrà tutto bene tesoro mio..”
E invece andava tutto male. Dopo dieci giorni ancora andava tutto male e le cose sembravano solo peggiorare.
Kristen era diventata una specie di
automa. La sua giornata consisteva nello stare seduta in veranda a
guardare il nulla ed inutili erano i miei tentativi di stimolarla in
qualche modo e farle capire che non doveva sentirsi in colpa per nessun
motivo.
Ma conoscevo mia moglie troppo bene
per sapere che, nonostante tutto, ne era convinta e il mio sentimento
di impotenza cresceva di giorno in giorno perchè non potevo fare
niente. NIENTE!
Lanciai una rapida occhiata alla
porta-finestra del salone, sperando ingenuamente di vederla camminare
attraverso il vetro e poi aprirlo per venire a stringersi tra le mie
braccia e baciarmi di nuovo le labbra.
Mi mancava, mi mancava
terribilmente e non sapere quanto tutto questo sarebbe durato non
faceva che uccidermi ancora di più.
Nuvole grigie incombevano nel cielo
e un tuono mi fece saltare sul posto e Joy scoppiò a piangere
chiamandomi a gran voce.
“Papaaaaaà....
papaaaaaaà...” gridava tra le lacrime e in un secondo fui
da lei. Mi chinai sul box verso le sue braccine aperte e l'accolsi tra
le mie braccia dove sarebbe stata sempre al sicuro, nonostante tutto.
Dovevo proteggerla, dovevo salvarla dai mali del mondo, dall'ingiustizia, dal dolore, dalla sofferenza..
Dovevo salvare almeno lei..
Ma come potevo se io stesso ce l'avevo col mondo per quello che ci stava riservando?
“Scusa amore mio.. mi sono
addormentato..” le sussurrai baciandola diverse volte e
asciugando le sue lacrime. “Ora facciamo la pappa, che dici? Hai
fame eh?”
Ormai parlavo con lei come se
potesse capirmi e sapevo che era solo un disperato tentativo di non
impazzire per il silenzio che regnava in casa. Se non fosse stato per
Joy sarei morto anche io, insieme a lei.
La cullai dolcemente calmandola ma
ad ogni tuono sempre più forte si stringeva al mio collo e non
volle saperne di stare seduta nel seggiolone perciò decisi di
lasciarle mangiare il suo spuntino pomeridiano seduta sul divano con me
in salotto davanti un cartone nella speranza che potesse distrarla.
Ringraziai il cielo che almeno lei
non avesse perso l'appetito. Non avrei potuto combattere anche con lei
per convincerla a mangiare qualcosa.
Kristen già era abbastanza a
darmi preoccupazioni. Nonostante la promessa mangiava poco e poco
volentieri. Ero stato costretto a minacciarla per costringerla a
mangiare di più.
“Kristen.. vuoi che ti porti in ospedale e ti attacchino a una flebo? E' questo che vuoi?!”
Quante parole erano andate al vento, quante preghiere volavano via ogni sera con la futile speranza di essere ascoltate.
Quanti desideri erano svaniti nel nulla come la pioggia che iniziava a cadere rompendosi al contatto col suolo.
Proprio come me.
Se fossi caduto mi sarei frantumato in mille pezzi e non sarei più stato capace di ricompormi.
Il mio sguardo cadde d'un tratto su quei fogli sui quali mi ero addormentato un paio d'ore prima.
“Il dottor Dean è molto bravo. Sa fare bene il suo lavoro e lo conosco da anni, Rob. Pensaci..”
Le parole di Tom mi rimbombavano
nella testa da ore ormai, da quando avevo davvero iniziato a
considerare l'opzione di consultare uno psicanalista.
Trovai assurdo come avessi sempre
pensato a loro come strizzacervelli buoni solo a confonderti di
più le idee mentre ora mi rigiravo quel numero tra le mani come
se fossi in bilico tra giusto e sbagliato.
Kristen non avrebbe mai approvato ma ormai ero così disperato da essere disposto a tentare ogni strada.
Mi
girai intorno per cercare il telefono e il mio sguardo fu catturato
dall'immagine di Joy che in piedi, con le mani contro il vetro,
guardava fuori.
“Mamma..” bisbigliò tra sé e sé ma potei sentirla bene e mi si spezzò il cuore.
Doveva sentire la sua mancanza
quanto me, se non di più visto che si era sentita abbandonata
senza avere una minima spiegazione, senza capirne il perché.
Mi avvicinai e mi accovacciai dietro di lei.
Si voltò a fissarmi.
“Mamma..” disse di nuovo allungando un dito nella direzione
del vetro da cui si intravedeva leggermente Kristen raggomitolata su se
stessa su quella solita poltroncina.
“Mamma non c'è ora...ci sono io amore mio...”
La strinsi a me affondando il viso
nel suo piccolo collo e lasciando che una lacrime scivolasse senza
fermarla. Avevo così tanto bisogno di piangere e allo stesso
tempo avevo paura che se mi fossi lasciato andare non sarei più
stato capace di riprendermi.
Per quanto tempo sarei potuto andare avanti così?
Me lo chiedevo ogni giorno e ogni
volta mi negavo una risposta che mi avrebbe abbattuto ancora di
più. Non pensarci era l'unico modo per andare avanti.
“Aspetta qui tesoro..”
le baciai la testa lasciandola con le manine appoggiate al vetro e
afferrando una coperta dal divano aprii quella finestra che ormai
separava i nostri due mondi e mi preparai ad affrontare il suo mutismo
per l'ennesima volta.
Mi avvicinai piano e non si mosse di un centimetro quando mi vide arrivare.
Le poggiai delicatamente la coperta per coprirla e mi accucciai davanti a lei.
I suoi occhi erano così
scuri che mi sembrava di vederci la morte dentro, il suo respiro
così statico e silenzioso che sembrava quasi inesistente come se
davvero respirasse solo perché non dipendeva da lei.
Le carezzai i capelli scendendo dolcemente lungo una sua guancia.
Quanto avrei voluto vederla
piangere, quanto avrei voluto che si sfogasse e lasciasse uscire tutto
quello che si teneva dentro da giorni.
Non una lacrima, non un singhiozzo.
Niente. Si era chiusa dentro un suo piccolo universo fatto di sensi di
colpa e non aveva alcuna intenzione di uscirne o di farmi entrare per
portarla fuori da quel limbo in cui si era condannata.
“Amore.. fa freddo.. ti
prego.. vieni dentro..” le mie parole un sussurro disperato
mentre il cuore mi si spezzava per l'ennesima volta nel vederla
abbassare il capo senza alcun cenno di assenso.
“Kristen.. ti prego.. ti
scongiuro.. Fatti aiutare.. Mi uccide vederti così.. non capisci
che mi stai uccidendo?”
Niente.
“Non sei morta Kristen. Tu
non sei morta, io non sono morto, e Joy non è morta.. Hai una
figlia Kristen, lo ricordi questo? Guardala Kristen.. Guardala!”
Spostò leggermente lo
sguardo verso il vetro per vedere Joy che immobile dove l'avevo
lasciata ci osservava con un faccino triste. Una smorfia di dolore
apparve sul suo viso e speravo di stare toccando i tasti giusti.
“Sente la tua mancanza Kris..lei ha bisogno di te..” una lacrima mi bagnò la mano.
“Io.. ho bisogno di te...”
I suoi occhi di nuovo bassi, le sue
mani fredde mentre le afferravo tra le mie per essere respinto un
secondo dopo mentre un altro pezzo di quello che era rimasto del mio
cuore si frantumava come cristallo su un pavimento di marmo.
“Parlami.. dimmi qualcosa, qualunque cosa...”
La pregavo. Pregavo lei, pregavo dio, pregavo chiunque potesse aiutarmi ad arrivare a lei e scaldarle di nuovo il cuore.
“Io lo volevo Rob.. lo volevo..”
Le mani mi presero a tremare mentre sentivo di nuovo la sua voce, finalmente.
“Lo so amore mio.. lo so..”
Prese a scuotere il capo dandosi la
colpa per l'ennesima volta. “Se sol.. se solo fossi stata
più attenta.. se solo l'avessi capito...”
“Non sarebbe servito, amore.
Hai sentito il medico.. non è dipeso da noi.. Non avrebbe
cambiato nulla. Ti prego smettila di darti la colpa... Non è
colpa tua, non è colpa nostra. Non è colpa di
nessuno..”
Non aprì bocca e sentivo che stavo per perderla di nuovo.
“Noi.. noi ci proveremo
ancora..” le mentii continuando a nasconderle quel dettaglio che
l'avrebbe uccisa definitivamente. Come potevo dirle che le
possibilità che restasse di nuovo incinta erano pochissime?
Solo ora mi rendevo davvero conto
di quanto le importasse in realtà. Joy era stata
inaspettata e io molte volte ci avevo scherzato sopra..
Mai avrei creduto che la situazione potesse mutare in questo modo..
“Noi possiamo provare ad avere un altro bambino..”
“Io non ne voglio un altro! Io volevo questo!”
“Anche io Kristen, cosa
credi?!” la sfidai cercando di mantenere la calma. “Credi
che io non lo volessi? Credi che mi faccia piacere che le cose siano
andate così dopo averlo desiderato tanto? Lo volevo anche
io...”
“Lo so..” la sua voce così roca e rassegnata. “E ormai per me è tardi..”
Mi impietrii come se un fulmine mi avesse appena colto in pieno.
“Credi davvero che sia
così ingenua? Credi che sia così stupida da non sapere
cosa comporta un danneggiamento della tuba?”
Freddo. Solo un gran freddo.
“E' per questo che credo.. che dovresti lasciarmi...”
Le orecchie iniziarono a fischiarmi mentre quelle parole senza senso mi trafiggevano il petto.
“C-cosa?”
“Tu.. io.. So quanto desideri
avere altri figli... e io non posso darteli..perciò..
perciò magari potrei tornare a vivere dai miei e Joy.. non lo
so..può stare con te.. o con me.. e...”
“Kris ma che cazzo stai
dicendo?!” la bloccai prima che potesse andare avanti con quelle
idiozie assurde. “Che cazzo dici..”
“Non posso più darti quello che vuoi..”
“Io voglio te, Kristen! Solo te. Non ho bisogno d'altro! Ho te e ho Joy ed è tutto quello che desidero..”
La sentii gemere mentre si
aggiustava la coperta sulle spalle e non potei fare a meno di chiedermi
se davvero avesse ascoltato e capito le mie parole.
“Ti prego.. entra dentro con me.. Torna da me. Mi manchi così tanto.. che mi sembra di morire..”
La pioggia batteva sulla copertura
coprendo il silenzio che regnava di nuovo sovrano mentre lei chinava il
capo ignorando ancora una volta le mie preghiere.
“Mamma...”
Ci voltammo contemporaneamente
quando sentimmo la voce della nostra piccola che sulla soglia della
porta era in bilico tra interno ed esterno chiedendosi forse cosa
stessimo facendo e perché non fossimo dentro al caldo a giocare
con lei sul tappeto del salotto. Si avvicinò lentamente e
nonostante tirasse vento la lasciai fare con la solita speranza che
scongelasse il cuore della madre. Venne a mettersi tra le mie gambe e
allungò le braccia verso Kristen chiamandola ancora.
Avrei voluto prenderla in braccio e
adagiarla su quella poltrona insieme alla mamma ma non potevo essere io
a fare la prima mossa. Doveva essere lei a chiederlo, doveva essere lei
a volerlo altrimenti non avremmo mai risolto niente.
Potei vedere una lacrime riempirle
l'occhio e pregai, pregai il cielo per vederla scendere sulla sua
guancia ma respirando profondamente la ritirò nello stesso
momento in cui voltala lo sguardo lontano da me e da Joy.
“Portala dentro..fa freddo per lei qui fuori..”
L'avevo persa, l'avevo persa di nuovo.
“Fa freddo anche dentro, senza di te..”
E con quelle ultime parola presi
Joy tra le braccia e richiusi quella porta chiedendomi per quanto tempo
ancora l'avrebbe tenuta lontana da me.
Se non avessi davvero avuto bisogno
di forze probabilmente non avrei mangiato nemmeno io e in effetti con
quello che riuscivo a cucinare era come non mangiare niente.
Jules veniva una sera si e una no a
darmi una mano con Joy e con la speranza di vedere Kristen in uno stato
che non fosse vegetale.
Poverina.. la vedevo guardarmi con
sguardo speranzoso ogni volta che le aprivo la porta ma bastava un mio
cenno per farle capire come le cose stessero davvero.
Nessuno poteva aiutarmi, nessuno poteva aiutarla..
Mi sentivo così impotente
perché l'unica persona capace di poter fare qualcosa era lei
stessa ma invece di aiutarsi continuava a darsi colpe che non le
appartenevano..
Era un incubo..
“Allora?” le chiesi quando la vidi rientrare in cucina dopo aver portato a Kristen qualcosa da mangiare.
Scosse il capo afflitta. “Non parla..”
Nonostante volessi, decisi di non
dirle della misera conversazione del pomeriggio temendo di alimentare
le sue speranze rimaste deluse troppe volte.
“Jules.. grazie di tutto.. Ma si sta facendo buio.. torna a casa..”
“Posso fermarmi..”
“Non c'è bisogno..ormai so cavarmela..Tu prenditi cura della tua famiglia..”
“Anche voi siete la mia famiglia..”
“Lo so.. ma qui le cose non
cambiano.. Credimi... succederà.. Io ne sono sicuro.. ma
dovrà essere lei a volerlo.. Fino ad allora.. non possiamo fare
niente..”
Nonostante il dolore nell'accettarle fu d'accordo con le mie parole e prima che il cielo scurisse ancora mi salutò.
“Rob.. ricordale quanto la
ami. So che lo sa.. ma l'amore non deve essere mai una cosa scontata..
Assicurati che non l'abbia dimenticato..”
E quelle parole furono un veleno
che prese a scorrermi nel sangue esplorando ogni cellula del mio corpo
in cerca di riparo, in cerca di un rifugio dove poter riposare e
restare indenni dal tempo, dalla tristezza, dalla malinconia, dalla
rabbia...
Cullavo
Joy.. la cullavo disperatamente ancorandomi alla mia unica fonte di
vita in quel momento e vedendo in lei quello che avremmo potuto avere..
Una fratellino.. una sorellina..
Un pancione da accarezzare di nuovo la sera prima di dormire..
Una ninna nanna da sussurrare ancora attraverso quello strato di pelle che separava il contatto..
Un calcio.. o due.. tre... Sentirli ancora una volta semplicemente con il tocco di mano..
Maschio, femmina, nome, peso..
Una piccola mano che di nuovo afferrava il mio dito..
E la prima volta che avrei visto il suo viso..
Le notti insonni.. o forse no..
Il ciuccio che Joy non aveva voluto...
Mi accorsi di stare piangendo solo
quando vidi una lacrima cadere sulla guancia di Joy. Tenendola ancora
stretta a me l'asciugai con un bacio carezzando col mio viso il suo.
“Ti amo amore mio. Ti amo con
tutto me stesso..” sussurrai baciandole dolcemente gli occhi
ormai chiusi e lasciandomi cullare dalla musica rimasi a fissarla per
ore..
Senza stancarmi di stare in piedi, senza stancarmi gli occhi, senza preoccuparmi di altro..
La lasciai delicatamente nella sua
culla facendo attenzione che non si svegliasse e tornai giù
deciso a tenare di nuovo con Kristen, ma la trovai addormentata.
Il capo chino sul bracciolo della poltrona, tutta raggomitolata su se stessa e le labbra leggermente dischiuse.
Quanto era bella..
Solo in quei momenti sembrava
vagamente rilassata. Solo allora sembrava di nuovo la mia Kristen... ma
anche questa era solo una maschera dietro la notte che le riservava
incubi come i miei.. se non peggiori.
Come con Joy rimasi a fissarla per
un po' prima di avvicinarmi cautamente e passarle una mano dietro la
schiena e una sotto le gambe per prenderla tra le braccia.
Doveva essere davvero stanca per
non svegliarsi o forse era il rumore della pioggia ad accompagnare il
suo sonno profondo ma mentre entravo in casa si aggrappò al mio
collo affondando il viso nel mio petto e mi sentii di nuovo in paradiso.
Mi bloccai col timore che un altro movimento l'avrebbe fatta svegliare e l'avrebbe portata di nuovo via da me.
Molto lentamente presi a muovermi
di nuovo salendo le scale fino alla camera da letto e lì
l'adagiai con dolcezza e immediatamente mi stesi accanto a lei
riprendendola tra le mie braccia.
Ancora addormentata posò il
viso nell'incavo del mio collo e mi mancò il respiro al pensiero
che fosse finalmente tornata da me. Le baciai la fronte teneramente e
prima che potessi dirle quanto l'amassi aprì gli occhi e mi
guardò stranita.
In un secondo mi spinse via ed era già di spalle. Lontana da me.. ancora, come sempre.
E distrutto da quell'ennesima speranza andata in pezzi, restai a fissare il soffitto aspettando che il sonno mi prendesse.
Mi svegliai sudato dopo il solito
incubo e come sempre lanciai un'occhiata accanto a me per accertarmi
che Kristen fosse lì e il cuore mi saltò in gola quando
non la vidi.
Mi ripresi rapidamente cercando
come sempre di non pensare al peggio ma non poteva essersi già
svegliata.. erano appena le tre di notte.
Mi mossi rapidamente fuori dalla
camera fermandomi velocemente da Joy per trovarla ancora placidamente
addormentata nella culla..
Solo scendendo le scale un strano
odore di fumo e bruciato iniziò a insinuarsi tra le radici e il
panico si impossessò di me..
Prima che potessi immaginare il
peggio corsi in cucina e mi fermai di blocco sull'uscio della porta
quando vidi il fuoco avvampare dal fornello e Kristen.. Kristen era a
due passi da quel calore, gli occhi concentrati e la mano protesa verso
quell'enorme fiamma che sembrava ingigantirsi ogni secondo di
più.
Nonostante fossi paralizzato da quello che stavo vedendo respirai velocemente tornando in me.
“Kristen! Che cazzo stai
facendo?!” urlai percuotendola dallo stato di trance e
allontanandola velocemente per poi afferrare l'estintore dietro la
porta.
In poco la fiamma si spense e tornai a voltarmi verso Kristen che respirava a fatica.
Uno sguardo veloce prima di correre via dalla stanza ma era davvero troppo.
Le corsi dietro e non potei fare a meno di afferrarla per un braccio.
Si voltò di scatto riservandomi uno sguardo duro e freddo.
“KRISTEN!” urlai per la prima volta da giorni. “Che cazzo stavi facendo? Vuoi ucciderci tutti?!”
Mi pentii subito di quelle parole
che erano uscite senza che nemmeno ci pensassi quando la vidi tremare e
respirare in modo affannoso come se fosse in preda a un attacco d'ansia.
“Va tutto bene, va tutto
bene” mi affrettai a dirle allentando la presa sul suo braccio
per avvicinarla a me ma di risposta lei ne approfittò per
sgusciare via dietro quel vetro, dietro il suo limbo.
E tutto fu improvvisamente troppo.
Era abbastanza.
Continuavo a rivedere il suo viso
concentrato su quel rosso fuoco mentre avvicinava la sua mano come se
volesse bruciarsi per punirsi di qualcosa e nonostante fossi sicuro che
si era trattato di un incidente non potei fare a meno di pensare alla
possibilità che volesse farsi del male e capii che era ora di
trovare un punto di fine a tutto ciò.
Non poteva continuare così,
non potevamo andare avanti in quel modo. Io non potevo vivere con la
paura di vederla compiere un gesto sconsiderato nel cuore della notte e
arrivare troppo tardi per fermarla.
No.. il mio cuore non poteva
sopportare oltre e il suo doveva smetterla di tenersi tutto dentro e
sfogare il dolore per quella perdita che ancora non voleva accettare e
di cui non si era fatta una ragione.
E io.. io non ci avevo nemmeno
ancora pensato a quello che avevamo perso. Non ne avevo avuto il tempo
se non di notte quando quelle mille immagini di un altro bambino tra le
nostre braccia non faceva che procurarmi incubi.
E ci stavo male.. ci soffrivo e lasciavo che in quei momenti le lacrime scendessero senza far niente per bloccarle.
Lei era congelata nel tempo.. nella
negazione e nel senso di colpa e se avrei dovuto rischiare per far
battere il suo cuore di nuovo, l'avrei fatto.
Passai il resto della notte
sveglio, meditando su quello che avrei potuto fare, su quello che era
nelle mie possibilità e le parole di Jules continuavano a
ronzarmi nella testa..
Ricordale quanto la ami.. Assicurati che non l'abbia dimenticato..
Come poteva anche solo per un secondo dimenticare quanto l'amassi?
Eppure era stata lei poche ore prima a mettere in dubbio il mio amore pensando che i miei desideri venissero prima di tutto.
Non riuscii più a prendere
sonno e verso le nove, dopo aver lavato e vestito Joy e dopo averla
fatta mangiare, la presi in braccio e bisognoso di fare quell'ultimo
tentativo aprii quella dannata porta sperando di non doverlo fare
più per i prossimi dieci anni.
Come sempre non mi degnò di uno sguardo ma sapevo che mi avrebbe ascoltato.
“Devo uscire.. ti lascio Joy”. Il mio tono freddo e diretto a colpire a fondo.
Si voltò di scatto terrorizzata.
“Cosa? No! Non.. non puoi lasciarmi sola con lei..”
“Si che posso. Ho delle cose
da fare e non posso portarla con me. Tu sei ancora sua madre quindi
stai con tua figlia..”
Baciai velocemente il viso della
piccola mettendola giù un secondo dopo e reprimendo il terrore
che le succedesse qualcosa di orrendo sicuro che per quanto fosse
ancora sotto shock, Kristen non avrebbe mai permesso che le succedesse
nulla.
“ROB!” la sentii chiamarmi mentre tornavo dentro ma non mi voltai.
Avevo fatto la mia scelta.
Ahahhahah questa volta la faccia O___O non si addice molto. MMMMM meglio usare questa ç_________________ç
E prima che speriate che
questo sia un sogno, illusione, proiezione astrale ve lo diaciamo
subito...sì, il bimbo è morto morto morto. E si, sappiamo
anche di essere cattive, crudeli, sadiche ecc ecc.. ;D
Se non vi è chiaro qualcosa o volete fare qualche domanda non esitate nelle recensioni! :)
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Capitolo 39 *** Tears in heaven ***
tears in heaven
Salve ragazze!!!! Per prima cosa..BUON NATALE!!! Speriamo
che l'abbiate passato nei più felici dei modi e che, come vi
avevamo detto, abbiate chiesto anche una piccola Joy nel nuovo anno ;)
Ok eccovi questo lungo e corposo capitolo che...beh risolverà un
pò la situazione, anche se non totalmente.
Dobbiamo dirvi una cosa
importante. Come alcune di voi hanno notato ieri abbiamo postato il
prologo di una nuova mini FF (avrà solo 4 capitoli più
epilogo) che abbiamo scritto in questi giorni. Ovviamente per farlo
siamo rimaste un pò indietro con 'Qui dove batte il cuore' per
cui ci serve un pò di tempo per rimetterci in pari e scrivere
nuovi capitoli. Ehhh..piccola brutta notizia. Il prossimo
aggiornamenteo di questa storia sarà tra circa 15/20 giorni,
dipende da qnt ci mettiamo. Ma per consolarvi leggete il nostro nuovo
lavoro che,come già vi ho detto ,abbiamo iniziato a postare ieri
notte e che si chiama ' Never say never '. Ne vale davvero la pena ;) E lasciateci una piccola recensione, ok??
Bene vi lasciamo alla lettura..
P.S di Fio= Per scrivere qst capitolo ho riletto e mi sono ispirata a un libro stupendo 'Lettera ad un bambino mai nato' *__*
CAPITOLO 39 (Fio)
TEARS IN HEAVEN
POV Kristen
“Mamma...”
Sento la voce della mia
bambina, così vicina eppure non riesco a vederla.
“Mamma.. dove sei?”
“Amore.. sono qui..” sussurro
guardandomi intorno ma non c'è niente. Nessuno. Sono sola, persa in una immenso
campo di grano e sento solo il vuoto dentro.
“Mamma, non ti vedo.. Vieni a
prendermi..”
“Tesoro..” sussurro senza
nemmeno chiedermi come faccia la sua voce ad essere così chiara o come possa
parlare in modo così articolato..
Eppure è lei.. la
riconosco...
“Dimmi dove sei amore mio.. e
vengo a prenderti”
“Mamma ho paura.. mamma..
aiutami..”
Sento il cuore salirmi in gola
e le gambe tremare mentre la voce di mia figlia che mi chiede aiuto diventa
sempre più forte e vicina.
Mi muovo in quell'immenso campo
cercando una via d'uscita a quel labirinto di spighe, ma sono così alte che mi
sovrastano impedendo all'orientamento di avere la meglio.
“Mamma... ti prego..” stavolta
è un sussurro debolissimo. La sua voce si affievolisce e sento il cuore
scivolarmi via dal petto nel momento in cui mi rendo conto che non farò mai in
tempo a raggiungerla.
Non so dov'è, non riesco a
vederla..
Tendo la mia mano nel vuoto
cercando di localizzare la sua vocina debole e spaventata.
“Joy.. amore.. dove sei? Dimmi
dove sei..”
“Sono qui mamma.. perché non mi
vedi? Perché non mi prendi?”
“Amore fatti vedere..” una
spiga mi colpisce il viso graffiandomi la guancia ma continuo a correre verso
quel suono.. devo vederla..
“Non mi vuoi più bene mamma..
perché non mi vuoi?”
La gola secca, i piedi vanno da
soli perché ormai anche la forza di volontà mi ha abbandonato.
“Ti voglio tesoro.. ti voglio!
Continua a parlarmi.. ti sento..”
“E' tardi mamma.. sto andando
via.. mi portano via..”
Stavolta è chiara e riesco a
sentirla perfettamente alla mia destra. Mi volto velocemente ma la maglia
impigliata a qualche ramo mi tira indietro e inciampando in una radice, cado.
Cosa ci fanno le radici in un campo di grano.
“Non ce la fai mamma.. non ce
la fai per me?”
“S..si.. ce la faccio tesoro..
sto venendo..” dolorante mi rialzo ma la caviglia fa troppo male e mi rallenta
il passo.
“Ti prego mamma.. non farmi
portare via.. voglio stare con te..”
La sento così vicina ormai che
mi sembra di averla accanto a me. Non riesco più a trovare le parole per calmare
quel suo lamento che mi spezza il cuore.
Devo solo continuare a cercare.
Devo solo trovarla e poi potrò stringerla tra le mie braccia.
“Ci sono quasi amore.. resisti
Joy..”
“Non sono Joy
mamma..”
“Cosa?” bisbiglio senza capire
aggrappandomi a quelle sue ultime parole per arrivare finalmente a lei.
E' lì..non riesco a vederla ma
la sua manina spunta tra le spighe in attesa della mia.
“Eccomi amore.. ti vedo.. ti
vedo! Andrà tutto bene!”
Mi allungo per afferrarla ma la
sua mano si sbriciola sotto il mio tocco, e sento il cuore abbandonarmi nel
momento in cui tutto inizia a crollare lentamente attorno a me.
Le spighe sembrano andare a
fuoco per un istante prima di diventare nere come la pece e sgretolarsi attorno
a me lasciando libero il suo viso.. sconosciuto.
I lineamenti dolci, le labbra
così simili alle mie.. i capelli castani ricadono sul suo corpo, gli occhi
verde scuro rendono il suo sguardo tagliente..
Sembra mia figlia ma non lo è..
“Mi dispiace mamma.. è troppo
tardi.. Devo andare..”
E ora anche la sua voce è
cambiata. Non è quella della mia bambina.. Non è lei... Eppure l'istinto materno
prevale sul dubbio e voglio solo stringerla a me come se fosse mia..
Allungo la mano verso di lei e
con le lacrime agli occhi si morde le labbra proprio come faccio io..
Una goccia salata le bagna il
viso mentre lentamente allunga il suo braccio verso il mio.
“Perdonami mamma..” sussurra
piangendo prima di sgretolarsi sotto i miei occhi..
Cenere è tutto quello che
rimane...
Mi tocco il cuore sentendo il
respiro mancare.. Tutto attorno a me cambia e diventa nero.. tutto sembra
chiudersi su di me, tutto sembra volermi inghiottire in un buco nero nel quale
voglio precipitare..
Soffoco un urlo nel momento in
cui non sento più assolutamente nulla e apro gli occhi.
Presi un respiro
profondo nello stesso momento in cui mi accorsi di avere il soffitto sopra di
me.
Sentivo il cuore battermi in gola e la gola
continuare a seccarsi come se fossi appena stata operata alle corde
vocali.
Riuscivo a sentire le gocce di sudore bagnarmi la
fronte e infatti portandomi una mano la trovai completamente bagnata.
Mai avevo sudato
così per un incubo.. Mai un incubo era stato così reale e angosciante come
quello che mi perseguitava da giorni..
Mi aveva trovato
sul letto di ospedale e mi aveva seguito fino a casa senza volerne sapere di
abbandonarmi..
Deglutii rumorosamente respirando a fondo per
riprendere fiato e voltai lentamente il capo alla mia sinistra per vedere il
viso di Rob, intriso di una smorfia di sofferenza.
Le labbra tese,
la fronte corrugata.. Non potei fare a meno di chiedermi cosa stesse sognando e
se riuscisse a sfogare il suo dolore solo nel sonno o se soffrisse semplicemente
di più.
Una lacrima involontaria, la solita che
accompagnava i miei bruschi risvegli alla solita ora, scese sulla mia guancia
mentre lo guardavo.
“Perdonami amore mio..”
Avrei voluto
evitargli tutta quella sofferenza, avrei voluto essere forte per lui, per mia
figlia.. ma come potevo se era colpa mia?
Avevo
sottovalutato i miei malori, avevo posticipato la visita con la ginecologa,
avevo sbagliato tutto..
E ora lei mi tendeva la mano e non potevo
afferrarla..
Mi chiedeva aiuto e non potevo darglielo.. Glielo
avevo negato e non potevo fare niente per rimediare..
...è troppo tardi...
Continuavo a
vedere quel volto e sentire quella voce che chiedeva di me come se fossi la sola
persona esistente per lei.. la sola e unica che l'aveva abbandonata.
Ricordavo di
aver letto che non è possibile sognare volti sconosciuti, la mente non può
elaborare cose che non ha mai visto e quando crediamo di sognare qualcuno che ci
è ignoto in realtà è solo un ricordo di ciò che non abbiamo notato..
Ma come potevo
sognare quella bambina in modo così vivido?
Ogni notte
notavo un particolare che mi avvicinava a lei sempre di più: un braccialetto al
polso, un neo sul viso, le lentiggini sul naso, proprio come le mie..
Eppure per
quanto potessi avvicinarmi e sentire che era la volta buona, illudevo solo me
stessa dandomi delle speranze che si sgretolavano insieme a lei frantumando il
mio cuore..
Un'altra lacrima silenziosa..
Non riuscivo più
a trovare pace nel letto, chiudere gli occhi senza vederla non mi era permesso e
vederla mi uccideva ogni volta..
Se avessi potuto semplicemente pugnalarmi il cuore
sarebbe stata una soddisfazione oltre ogni limite ma ero troppo codarda e ancora
troppo sana di mente per fare una cosa del genere..
Non avrei mai
potuto lasciare mia figlia senza madre.. Non potevo abbandonare anche
Joy..
“Sente la tua mancanza
Kris..lei ha bisogno di te..”
Come poteva aver bisogno di me se non riuscivo
nemmeno a comportarmi come un essere umano?
Avrei voluto..
Avrei davvero voluto dormire, avrei voluto alzarmi una mattina e scoprire che
era stato tutto un incubo, avrei voluto poter guardare mia figlia negli occhi
senza vederci ciò che avevamo perso.. ed era solo colpa mia..
Solo quando
cercai di alzarmi dal letto mi resi conto di essere bloccata dalla mano di Rob
che mi cingeva la vita e lo stomaco.
Un brivido mi
scosse al pensiero che avrebbe potuto essere come prima.. come tempo
fa..
Lui avrebbe carezzato la mia pancia e si sarebbe
messo alla sua altezza per parlare al mio stomaco come un perfetto
idiota..
E io avrei riso.. e avrei ringraziato il cielo per
il dono che avevamo ricevuto...
Lo scostai dolcemente cercando di trattenere una
crisi di pianto.
Non potevo piangere, non potevo sfogare tutto il
mio dolore..
Sarebbe stato troppo facile..
Cosa mi sarebbe
rimasto dopo aver riversato in lacrime tutta la mia sofferenza?
Sarei stata
vuota, avrei diminuito il mio senso di colpa, avrei eluso un po' della pena che
mi portavo dentro e non lo meritavo..
Dovevo
soffrire.. dovevo continuare a tenermi tutto dentro e non liberarmi da quel peso
che meritavo.
Mi mossi in punta di piedi per il piano superiore e
il senso di nulla che avevo nello stomaco tornò a darmi forti crampi come ogni
notte.
Senza forza di volontà mi ritrovai accasciata sul
gabinetto a vomitare quel poco di brodo che mia madre si ostinava a portarmi
sperando che mi aiutasse a tenermi in forze.
Ma come se
volesse aiutarmi, anche il mio corpo rifiutava di assimilare cibo, solido o
liquido che fosse, e per quanto avessi voluto davvero mangiare qualcosa, lo
stomaco lo rifiutava semplicemente.
Mi sciacquai velocemente pronta a vagare per casa
come un fantasma, l'unica cosa che mi riusciva bene, ma passando davanti la
cameretta di Joy non potei fare a meno di fermarmi quando mi accorsi che era in
piedi nella sua culla.
Tornai indietro di qualche passo ed entrai nella
stanza.
“Ma...mamma...” si lamentò indicandomi e alla luce
della luna che entrava dalla finestra potei notare il suo viso bagnato dalle
lacrime.
Non potei fare a meno di fiondarmi da lei e
prenderla in braccio.
“Che succede amore? Hai fatto un brutto sogno anche
tu?”
Appena l'adagiai sul mio corpo mi buttò le braccia
al collo e si strinse a me forzando la presa delle sue gambe attorno alla mia
vita.
Iniziò a singhiozzare all'improvviso e mi si
strinse il cuore al suono del suo pianto che libero si disperdeva nella
cameretta.
“Sssh.. va tutto bene amore... va tutto bene..”
dissi automaticamente sorprendendomi per come ancora riuscissi a sembrare così
convinta di quelle parole quando nella ultime due settimane non avevo fatto
altro che maledire il mondo e le sue ingiustizie.. prima di capire che la vera
colpevole ero io.
Restai lì a massaggiarle dolcemente la schiena e
pensando fosse di nuovo addormentata mi abbassai per sistemarla di nuovo nella
sua culla ma a quel movimento nuovo si aggrappò più forte a me.
“Nooo...” pianse
un po' e tornai a rassicurarla lasciandole baci infiniti sul suo piccolissimo
collo.
Se solo il tempo avesse potuto fermarsi in quel
momento.. sarei stata finalmente in pace, dimentica di tutto ciò che ero
ora.
Restai per almeno un'ora a non fare altro che
cullarla.. respirando il suo profumo così dolce e così unico..
Quando fui
sicura che fosse di nuovo nei mondi dei sogni con movimenti lievi e appena
percepibili la posai nel suo lettino coprendola col lenzuolo.
Le carezzai i
capelli beandomi di quel momento che avrei voluto durasse in eterno..
Ma nulla era
eterno se non la sensazione di bruciore che non mi aveva dato pace da
giorni..
Dal momento in cui avevo aperto gli occhi per
svegliarmi in un incubo.
Sentivo qualche voce in
lontananza, deboli, come se fossero affievolite da mura molto spesse.. o forse
ero io che non volevo abbandonare i sogni e mi aggrappavo alla speranza che
quelle voci restassero più distanti possibile..
Era come vivere un sogno senza
fine e non sapevo se sarei morta svegliandomi o continuando a dormire.
Volevo aprire gli occhi, ma
erano pesanti come mai..
Forse era un segno.. forse era
la prova che avrei dovuto continuare a restare in quel limbo sicuro..
Non aveva senso eppure sentivo
strane lacrime addensarsi sugli occhi chiusi nello stesso istante in cui quel
dolce dormiveglia mi stava abbandonando e aprendoli la lasciai scorrere sulla
mia guancia permettendo che quello sfogo senza senso si posasse sul cuscino
morbido accanto a me.
Sbattei le palpebre diverse
volte per cercare di capire dove fossi ma non ebbi molti risultati.
Solo quando mossi un po' la
mano notai che Rob la teneva tra le sue. A quel flebile movimento alzò il capo
incontrando il mio sguardo che per qualche motivo ancora sconosciuto sentivo già
spento.
“Hey..” mi baciò la mano più
volte prima di carezzarla al suo viso.
“H-hey..”. Rimasi quasi
spaventata dalla mia stessa voce, così rauca e disumana, come se mi avessero
appena strappato le corde vocali e facessi sforzi che andavano oltre le mie
possibilità.
Sbarrai gli occhi guardandomi
ancora in giro, completamente persa.
“Come ti senti?” si alzò per
posarmi un dolce bacio sulla fronte e carezzarmi i capelli allontanandoli dal
viso.
“Mi.. mi fa male la
pancia..”
Mi sentivo spossata e senza
forze eppure cercai di alzarmi ma un minimo movimenti mi causò una fitta allo
stomaco.
“Amore stai giù.. non fare
sforzi..”
“Dove siamo? Che succede.. Do..
dov'è Joy?”
“E' a casa.. ci sono i tuoi
fratelli con lei..”
Tirai per un secondo un sospiro
di sollievo finché non realizzai dove mi trovassi.
“Perché sono in ospedale?”
chiesi d'un tratto agitata.
“Sssh.. andrà tutto bene
amore.. Non è nulla..”
Fu allora che notai il tono
della sua voce a metà tra il preoccupato e il sofferente..
Che cazzo stava
succedendo?
“Rob.. che..che succede..?”.
Una strana sensazione di ansia
mi pervase mentre cercavo di nuovo di mettermi seduta ma fu inutile e il dolore
me lo impedì di nuovo.
“Parleremo quando starai
bene..non c'è fretta..”
“Rob..” Sentivo la gola
maledettamente in fiamme e improvvisamente anche il cuore prese a battermi forte
e in modo così cadenzato che mi sembrava di sentirlo esplodere dentro di
me.
“Kris devi pensare a riposarti
ora..”
“Voglio sapere che cazzo è
successo!” cercai di mantenere il mio tono meno alterato possibile e gli strinsi
la mano per fargli capire quanto fosse importante per me sapere.
“Hai avuto un'emorragia e hanno
dovuto asportarti la tuba destra..”
Corrugai la fronte cercando di
capire ma non aveva alcun senso quello che stava dicendo.
“Come..? Emorragia? Per.. per
cosa? Perché la tuba?”
Chinò il viso e i suoi occhi
d'un tratto si oscurarono nascondendosi alla mia vista.
Cosa mi stava
nascondendo?
Strinse le labbra tra i denti e
sentii il respiro mancarmi sempre di più mentre quell'attesa cresceva
inesorabilmente.
“Il.. bambino..”. Un sussurro
appena percettibile tra i suoi denti stretti e riuscii solo a pregare di aver
capito male.
“C..c.. cosa?”
Strinse la fronte in una ruga
di dolore mentre mi diceva le parole che mi avevano ucciso.
“Abbiamo perso il
bambino..”.
Quattro semplici parole
bastarono ad annullarmi completamente, a farmi perdere i sensi.
La testa girava mentre le
parole si muovevano senza sosta. Potevo vederle in mille colori, mille forme
diverse, ma erano sempre le stesse, sempre pronte a dirmi che era la
realtà.
“No... NO! Che.. che stai
dicendo.. non.. non è.. non..” la voce mi si strozzò in gola in un suono che
spaventò me e lui.
“No.. non è vero.. è un
sogno..”
“Kris..”
“Dimmi che non è vero Rob..”.
Il corpo immobile mentre
aspettavo una risposta nella vana speranza che stessi ancora sognando, nella
speranza che fossi ancora in quel limbo da cui sentivo di non dovermi
svegliare.
Ma il suo sguardo non poteva
mentire, quel minimo movimento che fu più eloquente di mille parole suonò forte
al posto del suo cuore dandomi la conferma che mi bloccò il respiro.
“Lasciami sola...”
“Amore..”
“LASCIAMI SOLA!” urlai così
forte da sentire risuonare la mia voce nella stanza.
Abbassai il viso senza
guardarlo oltre; notai con la coda dell'occhio la sua mano indecisa a qualche
centimetro dalla mia prima di lasciarla completamente e allontanarsi lentamente,
al ritmo del mio cuore che perdeva un battito ad ogni suo passo.
Rimasi lì. Un corpo di pietra,
un cuore fermo e in silenzio.
Senza sentire altro se non un
peso sullo stomaco che mi schiacciava..
Il peso del nulla...
E fu come se il cielo mi fosse
piombato addosso senza far rumore.
Senza sapere né come né perché mi trovai davanti
quella fiamma incandescente, a fissarla, come se da quella dipendesse tutta la
mia vita.
Senza chiedermi come fossi finita in cucina e come
avesse il fuoco preso vita.. lo fissavo.. Incantata.. Rapita da quel calore che
seppure a un passo da me sembrava non trafiggermi minimamente.
Avrei potuto
passare la mano in quella fiamma e non sentire assolutamente niente..
Fu quel pensiero
malsano a farmi allungare il braccio lentamente.. senza volontà..
Spinta solo
dalla speranza che non fosse vero.. dal bisogno di sapere che ero ancora viva e
che potevo ancora bruciarmi..
Dovevo sapere se mi sarei sciolta come ghiaccio a
quel tocco o se non avesse avuto effetto su di me.
Avrei visto la
mia mano diventare nera e ridursi in cenere.. proprio come lei...
Era l'unico modo
per sapere, l'unico modo per sentirmi vicina a ciò che avevo perso.. L'unica via
per fare la sua stessa fine..
Ecco.. c'ero.. c'ero quasi. Stavo per perdermi, ero
a un passo dal sapere la verità quando sentii qualcosa scuotermi il
corpo.
“Kristen! Che cazzo stai facendo?!”
Via, fui
trascinata via dalla verità e nemmeno i miei occhi mi permettevano di capire
cosa stesse succedendo.
Tutto quello che vidi fu quella fiamma svanire,
lentamente.. proprio come il mio respiro.
D'istinto,
l'unica cosa che muoveva le mie azioni da tempo, fui fuori da quella stanza ma
non ebbi il tempo di rifugiarmi nel mio mondo che sentii afferrarmi il braccio;
una presa così forte e arrabbiata che destò uno sguardo freddo e duro da parte
mia.
“KRISTEN!Che cazzo stavi facendo? Vuoi ucciderci
tutti?!”
Di nuovo il respiro mi morì in gola.. le gambe
presero a tremare, le mani sembravano in preda a una crisi epilettica, il corpo
freddo. Mi sentivo il gelo addosso.
Lo guardai quel secondo che mi bastò per vederlo
pentirsi delle sue parole e cambiare espressione.
“Va tutto bene,
va tutto bene” disse dolce cercando ancora un modo per avvicinarsi a me, come
quel pomeriggio.
Ma era semplicemente troppo e approfittando della
sua presa più lenta sgusciai via per ritirarmi nel freddo che ormai mi
apparteneva.
Rob non mi corse dietro, non tornai da lui, non
tornai da Joy e su quella sedia gelida restai per ore ad osservare la pioggia
cadere, sempre più forte, come se ogni goccia fosse un piccolo tassello del mio
dolore e del mio senso di colpa; lo sguardo perso nel vuoto e nel buio finché la
luce dell'alba iniziò a mostrare un cielo limpido e pulito dalla nuvole del
giorno prima.
Eccolo, il mio domani. Ormai non era altro che
vuoto.
Riuscivo a respirare, riuscivo a sentire, ma ormai
non credevo più a niente.
Il mio cuore batteva ma dentro sentivo solo il
gelo.
Le mani iniziavano ormai a tremarmi per niente e in
un secondo perdevo la cognizione dei sensi.
Niente a cui
appigliarmi in quei momenti. Non un ricordo, non una speranza..
Solo un
rimorso..
Il cuore a pezzi non riusciva a rimettersi in sesto
e non avevo alcun luogo dove andare quando quel senso di solitudine era più
forte di qualsiasi parola di conforto, non importava se fosse Rob, mia madre, o
chiunque altro.
La verità era che nessuno poteva capire. E a chi
potevo rivolgermi sentendomi così lontana?
Ripensai a
qualche giorno fa quando in qualche momento di pura ossessione e disperazione
avevo cercato conforto su internet.
“C'è sempre chi sta peggio di te Kristen..” mi ero
detta.
E invece avevo l'impressione di essere io quella
sbagliata e di avere una reazione esagerata. Ma più leggevo di donne che a
quarant'anni non erano più riuscite ad avere figli dopo l'operazione e di come
continuassero a provarci in ogni caso, più mi sentivo persa.
Avrei voluto
avere la loro forza e non riuscivo a capire perché non potessi semplicemente
andare avanti?
Non sapevo più dove stavo andando, vedevo solo il
suo viso ovunque.
Nessun tempo, nessuno spazio, nessuna direzione.
Completamente persa.
C'erano momenti in cui mi imponevo di smetterla, in
fondo cosa avrei ricavato da tutto ciò?
Eppure mi
bastava un piccolo movimento per sentire la cicatrice pulsare e causarmi quel
fastidio che, avevo letto, mi avrebbe accompagnato ancora per molto.
Era calato un
silenzio così assordante attorno a me che bastò il suono della porta scorrevole
della veranda a farmi saltare sul posto.
Tuttavia non mi
voltai a guardarlo, non dopo ciò che era successo la sera prima.
Una piccola
parte di me ce l'aveva ancora con lui per aver solo cercato di nascondermi la
verità sulle conseguenze di tutto.. Era comunque una piccola parte
però..
Sapevo che l'aveva fatto per me.. Sapevo che tutto
quello che faceva lo faceva per me.. Ma mai mi sarei aspettata le parole che
stava per dirmi.
“Devo uscire.. ti lascio Joy”. Il suo tono freddo e
diretto a colpire a fondo.
Mi voltai di scatto sorpresa e terrorizzata da
quelle parole.
“Cosa? No! Non.. non puoi lasciarmi sola con
lei..”
“Si che posso. Ho delle cose da fare e non posso
portarla con me. Tu sei ancora sua madre quindi stai con tua figlia..”
Baciò
velocemente il viso di Joy prima di metterla giù mentre cresceva sempre di più
il terrore di restare sola con lei.
“ROB!” urlai disperata mentre entrava dentro ma non
si voltò. Sperai tornasse indietro ma invece poco dopo sentii la porta di casa
sbattere e capii che eravamo sole.
Respirando a fondo mi voltai verso di lei che mi
guardava con gli occhi persi.
Rob le aveva messo un vestitino a fiori che metteva
in risalto il suo capelli biondi e i suoi occhi verdi. Anche da lontano riuscivo
a vederli splendere colpiti da un improvviso raggio di sole che le fece storcere
il nasino e socchiudere gli occhi.
Con mia sorpresa non si avvicinò a me preferendo il
suo adorato triciclo e egoisticamente mi trovai a tirare un sospiro di sollievo
mentre dentro mi sentivo una vera merda per preferire rimuginare sul niente
invece di stringere mia figlia e dirle che le volevo bene.
Ma era così
difficile guardarla e non vedere in lei ciò che avrei potuto avere..
Non desideravo
un altro figlio, non era nei miei piani, ma sapere di averlo avuto e averlo
perso mi faceva piangere il cuore..
Anche Joy era stata inaspettata, anche lei non era
stata tecnicamente voluta, ma ora non riuscivo a immaginare la mia vita senza di
lei e il solo pensiero che ero stata vicina a perderla mi faceva
impazzire.
La vedevo lì, giocare sotto i miei occhi e per la
prima volta da giorni ringraziai davvero il cielo per avermi fatto un dono
simile e averla salvata.
Ma era questo il prezzo da pagare? Una vita per
un'altra?
Come funzionava?
Non si può avere
tutto dalla vita?
E troppo chiedere un po' di felicità?
Interrogai il
cielo non ottenendo risposta ovviamente.
Joy scese dal
triciclo con poca agilità e si trovò presto con le ginocchia per terra.
Prima
ancora che potesse iniziare a piangere fui accovacciata vicino a lei per calmare
le lacrime che non tardarono ad arrivare.
“Sei caduta
piccolina?” chiesi stupidamente cercando di ostentare il sorriso più falso e
plausibile di cui ero capace.
Continuava a piangere ovviamente. Non la davo a
bere a nessuno, nemmeno a una bambina di un anno.
“Non è successo
niente su!” continuai e sistemandola tra le mie gambe le soffiai sulle manine
per poi baciarne dolcemente i palmi.
Non trovai altro
modo per tirarla su se non il solletico ed era patetico che quella scorciatoia
fosse l'unico mezzo di cui disponevo per far ridere mia figlia.
Si rimise in
piedi iniziando a giocare con la palla e io tornai alla mia postazione
osservandola da lontano.
La mente prese a percorrere quell'ultimo anno di
vita meravigliandosi forse per la prima volta di quanto davvero fosse cambiata e
diversa da quello che mi aspettavo.
Sapevo che un giorno avrei sposato Rob. Sapevo che
per quello sarebbe stata questione di poco ma se qualcuno mi avesse detto che a
ventuno anni sarei stata a guardare mia figlia correre dietro una pallina di
gomma probabilmente gli avrei riso in faccia.
Eppure ero lì..
con gli occhi che, nonostante tutto, non riuscivano a staccarsi da quel piccolo
scricciolo che era piombato nella mia vita come un miracolo, un piccolo
terremoto di cui ero stata certa fin da subito.
Fin da quando
ebbi la sensazione che una nuova goccia di vita si nascondeva nel mio
corpo.
Mi trovai a sorridere per la prima volta dopo
giorni a quel ricordo.
Dio.. sembrava passato un secolo..
eppure..
Era tutto così chiaro..
“Sono incinta” mormorai a un
certo punto ignorando completamente Jessica e i suoi discorsi. Non avevo sentito
una sola parola troppo persa nelle mie supposizioni e non serviva a niente
continuare ad annuire senza capire.
Dovevo liberarmi da quel
peso..
“Cosa?” sbarrò gli occhi
sorpresa e scettica.
Annuii leggermente iniziando
già ad ammettere quella che sapevo essere realtà.
Lasciò quello che stava facendo
e mi raggiunse sul divano sedendosi velocemente accanto a me.
“Kris.. stai.. stai
scherzando?”
Scossi il capo.
“Ma come.. oddio.. ma sei
sicura? Hai fatto un test? Perché non me l'hai detto prima? Rob lo sa? Che ha
detto? Come l'ha presa? E tu come ti senti?”
Oddio.. meglio fermarla e dirle
quello che mi passava per la testa..
“In realtà.. non lo so. Non ho
fatto nessun test..”
“Una visita?”
“No..”
Attese un continuo. “Ho un
ritardo di quattro giorni...”
“Scusa ma.. com'è possibile?
Non prendi la pillola?”
“No.. l'ho sospesa quando
abbiamo iniziato il tour. Il fuso orario continuo e le premiere mi mandano
sempre in confusione e in passato mi capitava di dimenticarla.. il che è
peggio.. perciò avevo deciso di sospenderla per un mesetto visto che Rob l'avrei
visto poco in ogni caso..”
“Bè ma poi l'hai ripresa,
no?”
“No...”
“D'accordo ma.. almeno..
avrete.. preso precauzioni...?”
Distolsi gli occhi mordendomi
le labbra e chinando il capo imbarazzata.
“KRISTEN!”
“E' stato solo una volta! Non
avrei mai immaginato che bastasse... E poi...a dirla tutta...l''ho..
completamente dimenticato”
Ammisi ripensando a quella
volta.
L'aereo volava alto da poco più
di un quarto d'ora e ci stavamo uccidendo solo con gli sguardi. Ad un certo
punto mi aveva preso per mano trascinandomi in un cabina vuota e lì..
Bè lì avevo dimenticato tutto e
tutti.. anche di quella dannata pillola.
Arrossii al ricordo.
“Non posso crederci.. E non per
farmi i fatti tuoi ma dove sarebbe avvenuto il lieto evento?”
Cercai di non dare troppo peso
ad ogni sua parola. “Ehm..”
Oddio come spiegarlo senza
morire di imbarazzo?
“Diciamo.. tra Parigi e
Londra..”
Sbarrò gli occhi in uno sguardo
assurdamente stupito. “L'avete fatto su un aereo!?”
Mi schiarii la gola cercando di
evitare l'argomento. “Non è questo il punto Jess. Non sei d'aiuto
così!”
“D'accordo.. scusa” sospirò
riprendendo a respirare normalmente. “Quindi non hai fatto test, né visita. Come
fai ad esserne sicura allora? Quattro giorni di ritardo non sono
tanti..”
Già.. come facevo ad esserne
sicura? Eppure lo ero.
“Non.. non so spiegartelo. E'
assurdo lo so.. ma è come se lo sentissi..” sospirai rendendomi conto della
stranezza di quelle parole.
“Non è stata la prima
dimenticanza.. ce ne sono state altre in passato.. un paio.. ma per quanto
temessi sapevo che non ero incinta. Ma stavolta.. stavolta è diverso. Ho questa
sensazione addosso e so che è così..” chinai il viso tra le mani non sapendo
bene come reagire a quella mia stessa presa di coscienza.
“E ora che faccio? Come lo dico
a Rob? E il lavoro? E.. tutto? E.. Ho solo venti anni, cazzo!”
Jess mi prese le mani
stringendole tra le sue.
“Hey.. guardami. Dov'è
Rob?”
“Doveva vedersi col suo
agente..”
“Bene.. adesso noi andiamo in
farmacia, scendo solo io così nessuno penserà niente su di te, prendiamo un test
di gravidanza e mettiamo luce a questa cosa. Ma Kristen, qualunque cosa ne
uscirà.. Rob ti ama.. e sarà con te sempre. Non dubitare di lui..
Tu piuttosto.. lo
vorresti?”
La fissai negli occhi per
qualche secondo prima di rispondere. Non desideravo particolarmente un figlio e
il solo pensiero mi sembrava surreale, ma c'era una sola risposta a quella
domanda ed era così semplice che non avrei nemmeno dovuto pensarci su.
“Non potrei mai darlo
via..”
“Bene..” sorrise per poi
stringermi in un abbraccio. “Andrà tutto bene..”
E vedendo quello
che a distanza di quasi due anni avevo davanti sapevo con certezza che era stato
così. Nonostante le difficoltà era andato tutto bene.
Joy strappò una
foglia dalla rampicante che scendeva dal gazebo e divertita dallo strano rumore
mi guardò e mi sorrise in segno d'approvazione.
Risposi con un
sorriso altrettanto sincero ringraziando per la sua vita.
Come se volesse
condannarmi per quel minimo istante di pace una fitta al fianco mi ricordò di
quanto non avessi il diritto di essere felice.
Portai le mani
allo stomaco tamponando la cicatrice come se servisse a placare il
dolore.
Perché? Perché non ero riuscita semplicemente a
saperlo e avvertirlo come era stato con Joy?
Forse doveva
andare semplicemente così...
Forse c'è davvero una ragione ad ogni
cosa...
Forse il suo destino era altro...
“Perchè.. perché
non ti sei fatto sentire? Perché.. non mi hai dato un segno?” bisbigliai tra me
e me china sulla mia pancia nonostante sapessi che era ormai vuota.
Avrei voluto
almeno che in qualche modo potessi avere una risposta. Avrei voluto parlargli,
avrei voluto essere ascoltata dall'unica persona con cui avrei parlato
volentieri.
Senza pensarci due volte afferrai l'agenda che era
accanto a me, estrassi la pena e prima che potessi ripensarci o rendermi conto
di stare facendo una cosa completamente inutile, lasciai che le parole
scivolassero sul foglio.
Ciao
amore,
scusa..
forse non ho il diritto di chiamarti così, forse non ho il diritto di chiamarti
in nessun modo e se lo sto facendo è perché devo..
Devo
parlarti, devo poter sentirti vicino, devo poter arrivare a te in qualche
modo..
Scusami se
sto facendo tutto questo per me, scusami se forse tu non ricaverai niente da
ciò..
Ma mi
manchi.. non ti conosco e mi manchi dannatamente...
E mi manca
il tuo respiro, mi manca poterti sentire dentro, mi manca il pensiero di averti
potuto avere tra le mie braccia..ed è terribilmente egoista dire queste cose a
te in questo momento.. Proprio a te che cercavi il mio aiuto..
Perdonami
bambino mio, se lo sto facendo è per convincermi della tua esistenza da qualche
parte.. per sapere dentro al cuore che ci sei stato e ci sarai sempre.. magari
in un posto migliore di questo.
E' strana la
vita sai?
Scusa.. non
puoi saperlo perché ti è stata tolta prima che tu potessi
assaporarla..
Passi molto
tempo della tua vita a cercare seconde possibilità, a desiderare cose che non
puoi avere e solo quando ti rendi conto di aver perso qualcosa capisci davvero
quanto in realtà tutto quello che desideravi non era quello che
volevi..
Continui a
costruire bugie che coprano quello che ti manca, ma non serve a nulla.
Non fa
differenza.. scappare ancora non mette fine al dolore..
E' di gran
lunga meglio questa forma di sofferenza che mi mette in ginocchio senza che
lacrime calde possano davvero scendere sulle mi guance..
Il tempo
guarisce... E' quello che dicono tutti..
Ma come può
il tempo guarirmi se è esso stesso la mia malattia?
Vorrei
tornare indietro, vorrei andare avanti, vorrei fermarmi in questo istante e non
preoccuparmi di ciò che verrà..
Vorrei non
vedere più il cielo schiarire, vorrei non sentire altri rumori, vorrei che tutto
fosse fermo fuori dalla mia mente per darmi un po' di pace..
Vorrei
averti qui con me..
Vorrei
poterti toccare e carezzarti..
Vorrei
poterti promettere che andrà tutto bene e che verrai in un mondo
fantastico..
Falso. È
tutto falso. Quello che provo, quello che faccio..
Sono solo
parole che non servono a niente.. come tutto.
Perdonami
bambino mio..
Perdonami se
ti sto raccontando solo cose brutte..
Vorrei
poterti dire che il mondo fa schifo, vorrei convincerti che venire alla luce
sarebbe stata una pena che ti ho voluto risparmiare..
Ma non è
così e se posso mentire a me stessa non posso farlo a te.
Avrei voluto
farti vivere lo splendore di un'alba, la tenerezza di un bacio, il profumo di un
fiore o della pioggia...
Vorrei
almeno darti un nome, altrimenti come farò a pensare a te? Come pregherò per te
nella speranza che un giorno tu possa perdonarmi?
Lo fai
spesso, sai?
Nei miei
sogni, mi perdoni. Qualche volta prendi la mia mano chiedendomi di venire con te
ma le mie gambe sono sempre troppo pesanti e non mi permettono di accompagnarti,
come se ci fosse qualcosa di grosso a tenermi qui.
Eppure tu mi
sorridi. “Non importa.. ti perdono Mamma..” mi dici un secondo prima di sparire
e in quel misero secondo ti credo. Ma sono solo parole.
E' tutto
così effimero, così fragile quando mi dici che vivrai di nuovo, che nascerai
un'altra volta.
Non è così..
non prendermi in giro..
Tu sei già
morto.. Morto ancora prima di sapere della tua esistenza.. Morto senza sapere
cosa sono i colori, i sapori, i suoni, gli odori, i sentimenti.
Dio è sempre
stato un grosso punto interrogativo per me.. eppure mai come ora, se davvero
esiste, vorrei averlo di fronte a me per farci quattro chiacchiere.
Cosa
potrebbe dirmi? Come potrebbe giustificare?
“La
gravidanza non è una punizione inflitta dalla natura per farti pagare il brivido
di un momento. È un miracolo”
Mi direbbe
questo? Avrebbe il coraggio di parlare di miracolo quando tutto ciò che rimane
di te è un agglomerato di cellule in una pattumiera insieme a garze e
siringhe?
Ma resta un
punto interrogativo e non serve a nulla prendermela con lui.
Con i medici
forse...
Feto.
Ti hanno
chiamato così.. come se fosse inconcepibile il solo pensiero che un giorno
saresti diventato un bambino.
Vorrei
riuscire a pensare come loro.. Vorrei avere il coraggio di pensarti come un
nulla, come un mucchio di liquido che è apparso e scomparso senza
cambiarmi..
Sarebbe
tutto più facile.. ma è più forte di me..
Sei formato
nella mia mente almeno quanto lo sei nel mio cuore e ci sei.. perché se il cuore
fa male vuol dire che esisti..
E se ti
parlo ancora è solo per disperazione..
“Il feto è
andato perso...”
Perso.. come
se fossi una moneta, una gomma da masticare finita sotto le scarpe di
qualcuno..
Nessuno può
capire il mio dolore.. Nessuno riesce a capire quanto tu sia reale nei miei
pensieri, nei miei desideri, nei miei rimpianti e nei miei sogni; gli stessi da
cui mi sveglio ogni volta augurandomi che sia tutto uno scherzo del destino, un
incubo da cui uscire per trovarti vivo dentro di me e ricominciare
daccapo.
Ma ho capito
che l'ingiustizia divide chi ha e chi non ha e mi avvicina al domani sempre di
più.
Vedrai mai
il mio domani, bambino mio?
Varrà ancora
qualcosa per te allungarmi la tua mano quando non ci saranno più lacrime in
paradiso?
Vorrei
vederti, raggiungerti ma so che sono incollata qui..
Vedo tua
sorella e so che ha bisogno di me.. eppure il domani è diventata la mia nuova
paura.
Paura di
dimenticare, paura di perdonare, paura di stare bene.
La vita è
assurda. Rimargina le ferite a velocità folle lasciando solo le cicatrici a
ricordo del sangue che si è versato..
Cosa mi è
rimasto di te?
Solo un
segno sulla pancia a marchiare l'indelebile dolore del cuore e l'utopia di
poterti chiamare per nome.
Solo questo
Angel.
Vorrei
poterti chiamare così nella speranza che tu sia volato via nelle braccia di un
angelo, senza aver paura del vuoto, del nulla e dell'infinito. Senza sentirti
strappato dal calore del silenzio che ti avvolgeva.
Solo tra le
braccia di un angelo.. dove tu possa trovare pace.
Ti amo..
come solo può amare una madre che avrebbe dato la sua vita per te..
Per
sempre,
nel
mio cuore.
Mamma.
Posai la penna.. non rilessi e per evitare che
quelle parole si stampassero a fuoco nella mia memoria strappai il foglio e lo
arrotolai, non prima però che una lacrima sigillasse la sincerità di quelle
parole.
E ora?
Ora ero al punto
di partenza.
Cosa avevo guadagnato?
Solo una lettera
che avrei dovuto portare lontano da me prima che le mie stesse parole potessero
ferirmi ulteriormente.
Se solo ci fosse un modo...
Non feci nemmeno
in tempo a finire quel pensiero che vidi Joy avventurarsi dentro casa.
Le corsi dietro
solo qualche secondo dopo, quando mi resi conto di tutti i possibili pericoli
che correva senza qualcuno che la tenesse d'occhio.
Non dovetti
nemmeno augurarmi di non sentirla piangere visto che quando mi affacciai dentro
lei era già pronta per tornare fuori.
Tirai un sospiro
di sollievo e mi accovacciai allargando le braccia. Quando mi vide mi corse
incontro attenta a non inciampare ma nell'aprire le braccia lasciò andare il
palloncino che teneva stretto in una manina.
Afferrai il filo
giusto in tempo, prima che volasse via..
E d'un tratto
sentii il desiderio di lasciarlo andare, libero, in quel cielo che non mi era
mai parso così limpido..
E capii che forse anche quel palloncino aveva un
destino migliore di stare rinchiuso in un casa, privato della sua
libertà.
Baciai un guancia di Joy mentre le prendevo in
braccio. Tornai a sedermi lasciando che lei fosse in piedi tra le mie gambe ma
pretese di nuovo il palloncino.
“Amore..” sussurrai col cuore che mi stava in mano
insieme a quel foglio arrotolato.
“Vuoi bene un pochino alla mamma? Le fai un favore
grande grande? Le dai il palloncino? Non è per me... è per qualcuno che ne ha
più bisogno di noi ora.. Ti prometto che la mamma te ne compra un
altro..”
Ovviamente mia figlia mi guardava con la fronte
corrugata e gli occhi caparbi dato che non aveva capito una minima parola di
quello che avevo detto.
“Ti prego tesoro.. dallo alla mamma..” aprii una
mano aspettando che si sciogliesse e un secondo dopo il filo era tra le mie mani
mentre Joy abbracciava stretta le mie gambe.
Mi chinai su di
lei baciandole i capelli morbidi e profumati.
“Grazie piccola
mia..” sussurrai grata carezzandole le braccine che continua a stringere mentre
si dondolava a destra e sinistra.
Arrotolai meglio il foglio e attentamente lo legai
al palloncino con un semplice doppio nodo.
Mi alzai
spostandomi dalla copertura del gazebo con Joy che mi seguiva tenendomi una
mano.
Mi misi in ginocchio accanto a lei e abbracciandola
diedi un bacio a quel foglio prima di lasciarlo andare.
Niente di
complicato.. niente di più leggero di un pezzo del mio cuore che volava
via..
Lasciai che Joy si liberasse dalla mia stretta e
con la coda dell'occhio mi assicuravo che non combinasse guai mentre continuavo
a tenere lo sguardo in cielo.. verso quel punto che diventava sempre più piccolo
finché non scomparve del tutto.
Un lacrima mi solcò la guancia e avrei continuato
ad osservare il blu sognando una risposta se Joy non avesse reclamato la mia
attenzione.
Voltai il viso verso di lei e incontrai il suo
sorriso innocente e spensierato..
Un sorriso che avrei voluto anche io e che mi
regalò quando la vidi offrirmi un piccolo fiore che aveva tra le mani.
Non potei
fermare le lacrime mentre accettavo quel suo piccolo, grande gesto d'amore e
stringendola a me mi persi nell'incavo del suo collo sfogando le lacrime in
quell'unico posto dove le ferite del mio cuore sparivano.. nel suo
sorriso.
In mia figlia.
“Mamma..” disse
semplicemente mentre poggiava il viso sulla mia spalla e bastò a farmi scoppiare
definitivamente.
Stavo piangendo con mia figlia, l'unica che aveva
capito che avevo solo bisogno di tempo.
Restammo così
per molto tempo finché..
“Hey..” una voce preoccupata ci fece saltare
entrambe. Quasi fu dura staccarsi e infatti non feci in tempo a pulirmi le
lacrime che Joy tornò a stringersi a me.
“Tutto bene?
Stai bene? State bene?” fu subito alla nostra altezza carezzando dolce i capelli
di entrambe.
“Si.. stiamo bene..”. Si sorprese del mio sorriso e
ne aveva un grande motivo.
Si alzò offrendomi una mano per aiutarmi visto che
con Joy tra le braccia la situazione era un po' impedita.
“Tu dove.. dove
sei andato?”
Mi scrutò a lungo sicuramente sconcertato dal fatto
che stessi parlando apertamente e di mia volontà.
“Vorrei portarti
in un posto.. Ti prego, non dire di no..”
Non capii ma non
ebbi il coraggio e nemmeno la volontà di negargli quella preghiera.
“D'accordo..”
Senza dire una
parola guidò fino a Los Angeles per fermarsi fuori casa dei miei. Prese Joy
dalle mie braccia e senza fiatare le baciai la guancia e lo lasciai
fare.
Mi madre gli aprì la porta e senza avvicinarsi mi
salutò da lontano.
Ricambiai debolmente sapendo quanto era stata in
pena per me.
Rob tornò subito e di nuovo fummo sull'autostrada
per Santa Monica.
Non capivo il senso di quel fare avanti e dietro ma
non osai chiedere.
E così.. in silenzio continuai ad osservare le
strade che passavano sotto i miei occhi e il mare che splendeva dei riflessi del
sole, finalmente calmo dopo la tempesta.
Senza curarmi
d'altro chiusi gli occhi e pensai al palloncino che sicuramente da qualche parte
era arrivato a qualcuno...
Mi ridestai solo quando sentii il motore fermarmi e
mi resi conto che eravamo in mezzo al.. verde.
Non mi mossi di
una virgola ma Rob scese e venne ad aprirmi la porta.
Lo guardai
sospettosa quando allungò una mano ma l'afferrai lasciandomi guidare.
“Dove stiamo
andando?” chiesi flebile ma ottenni solo un leggero sorriso e e capii che non
avrebbe risposto.
Solo allora mi resi conto di un rumore che riempiva
l'aria insieme al canto degli uccelli. Non riuscivo a definirlo bene, sembrava
acqua, un ruscello o addirittura una cascata, ma abbandonai subito l'idea
assurda.
Alberi e cespugli era tutto quello che ci
circondava, almeno finché non aprì un piccolo passaggio attraverso una pioggia
di foglie rampicanti e il paesaggio cambiò.
Una distesa di
erba poco alta si apriva davanti a noi con fiori che spuntavano ovunque, decine
di alberi di pesco erano in fiore e i petali volavano per tutta l'aria
depositandosi sul ruscello che divideva il terreno in due parti.
E proprio quando
credevo di aver dato un limite all'immaginazione, spostai gli occhi sulla
modesta cascata che nasceva da chissà quale fonte poco più in alto.
Era uno
spettacolo.. e sentii improvvisamente un groppo in gola.
“Dove.. dove
siamo?” sussurrai.
Rob mi strinse la mano e sentivo il suo sguardo sul
mio viso. “Non lo so.. in paradiso forse.. Ha importanza?”
Mi voltai a
guardarlo colpita da quella parola. Paradiso.
Che l'avesse
detto a caso?
“Ho trovato questo posto qualche mese fa.. ma era
spoglio. Ed ora è in fiore.. Gli alberi di pesco fioriscono a marzo.. e invece
siamo ad agosto e sono vivi..”
Ancora un'altra parola. Vivi. E capii che non stava
parlando a caso.
Un lacrima si addensò sui miei occhi e stavolta non
feci nulla per fermarla.
Chinò il viso con aria sofferente.
“Lo volevo anche
io Kris.. Era parte di te così com'era parte di me.. Ma la vita continua. E io
non ti abbandonerò per questo..”
E la sentii scivolare. La lacrima che mai mi ero
permessa di lasciar andare davanti a lui.
“Non è colpa
tua. Non è colpa di nessuno.. e lo sai. Non devi affrontare le cose da sola.
Siamo noi due. Saremo sempre in due.”
Raccolse la
goccia salata con il pollice ma era troppo tardi e ormai l'una seguiva l'altra
senza sosta.
“E in futuro, quando deciderai della tua vita o
della tua morte, tieni a mente che deciderai per entrambi. Perché tu sei la mia
vita e se ti azzardi a farmi un'altra cosa del genere.. sappi che mi
ucciderai..”
Mi fissai nei suoi occhi lucidi e su quelle parole
per minuti interminabili finchè, lasciando sfogare tutto ciò che avevo represso
in due settimane, mi buttai tra le sue braccia e scoppiai in
singhiozzi.
“Mi.. mi dispiace.. Mi dispiace così
tanto..”
Subito le sue braccia mi furono attorno. “Lo so
amore...lo so.. Non importa. Va tutto bene..”
Dio.. perché non
avevo pianto prima? Perché ora sembrava essere la risposta a tutto? Perché non
avevo lasciato che si prendesse cura di me?
“Mi sei mancata
da morire..” sussurrò al mio orecchio e quelle cinque parole bastarono a farmi
notare la sua voce rotta dal pianto..
Stava piangendo.
Stava piangendo anche lui..
“Piangi amore mio.. piangi..” disse tra le
lacrime.
E piansi, proprio come mi chiedeva, proprio come
volevo e per un tempo infinito non fece altro che cullarmi mentre liberavamo
tutte le nostre lacrime in quel piccolo angolo di paradiso.
Visto
che di certo la prossima volta che ci sentiremo saremo nel 2011 vi
vogliamo augurare BUON ANNO con un pò di anticipo!!! Sperando
che sia un anno felice e pieno di epici momenti ROBSTEN ;D
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Capitolo 40 *** Fearless ***
cap 40
Sera
ragazzeeeeeee, vi siamo mancate vero?? Ah ma se vi abbiamo lasciato
quella splendida mini ff da leggere!(Se non l'avete letta fatelo mi
raccomando o ci arrabbiamo). Comunque sia ora siamo qui di nuovo con la
nostra piccola dolce Joy. E finalmente con qlc capitolo un pò
più leggero...almeno per ora. Ehm..ci conoscete no? I
contrattempi nella vita capitano sempre e anche nelle ff... U__U
Anyway, enjoy the cap e ovviamente recensite numerose come sempre ;D
Un mega super ultra fantastico bacio dalle vostre Fio e Cloe
Kiss kiss.
CAPITOLO 40 (Cloe)
FEARLESS
KRIS POV
Sistemai l’ultima maglietta
dentro la valigia prima di dover premere con forza per riuscire a far
scorrere la cerniera lungo tutta la lunghezza e poterla finalmente
chiudere.
Ecco fatto ora eravamo finalmente pronti a partire.
Sorrisi pensando che entro poche
ore saremmo stati su un aereo, direzione Florida, per la nostra piccola
ma meritata vacanza. Che poi a pensarci bene non era poi neppure
così tanto piccola e , di certo, non sarebbe stata nemmeno molto
tranquilla.
Dopo tutto il trambusto di
quell’estate avevamo deciso che era arrivato il momento di
passare un po’ di tempo a rimettere in sesto la nostra famiglia e
niente era meglio di un viaggio all’insegna del divertimento per
farlo. E così avevamo optato per…Disneyworld!
Quello che non avevamo messo in
conto era che io e Rob non eravamo genitori soltanto di una piccola
bambina di nome Joy ma, a quanto pareva, anche di un gruppetto di
bambini inglesi un pò cresciuti che avevano sfruttato
l’occasione per aggregarsi a noi.
Non che la cosa mi dispiacesse,
anzi! Non potei fare a meno di ridere al pensiero del casino che si
sarebbe creato in quei giorni tra Joy, Tom, Sam e Bobby in giro per un
parco di divertimenti. Per non parlare di Rob che, quando si trattava
di regredire a bambino di cinque anni, ci metteva meno di un paio di
minuti. Ma questo era uno dei lati che più amavo di lui: il suo
saper divertirsi, essere senza pensieri, portarmi in un mondo dove la
realtà era lontana da noi. Riusciva sempre a farmi dimenticare i
problemi e a portare un sorriso sul mio volto.
E Dio solo sapeva quanto bisogno avessi di ridere ultimamente.
Come a ricordarmi che la mia vita
non era completamente perfetta come solo pochi mesi prima lo era stata,
una fitta al basso ventre mi fece piegare, costringendomi a respirare
lentamente finchè non passò. Ci andarono solo pochi
secondi per fortuna, segno che, comunque, le cose stavano migliorando.
Il giorno prima mi era finito il ciclo e potevo giurare di non avere
mai mai in tutta la vita provato dei dolori terribile come in quei
giorni. Era come se ogni fitta fosse fatta apposta per farmi ricordare
e riportare a galla tutti i brutti pensieri che, sotto la superficie,
erano pronti a saltare fuori e divorarmi come terribili mostri. Il mio
psicologo mi diceva che dovevo cercare di concentrarmi su ciò
che avevo, sulla splendida famiglia che mi amava, sulla mia
bambina…e sapevo che aveva ragione. E ci riuscivo anche ma, ogni
volta che credevo di iniziare a buttarmi a capofitto in un nuovo
inizio, c’era quel dolore fisico impossibile da ignorare pronto a
ricordarmi che per quanto mi sforzassi ci sarebbe sempre stata una
macchia nel mio passato. Una macchia indelebile da cancellare.
La ginecologa mi aveva rassicurata
che il dolore sarebbe passato col trascorrere dei mesi e che, per ora,
era fisiologico e normale vista la gravità dell’intervento
che avevo subito, ma il mio cuore sperava solo che scomparisse
così da poter riuscire davvero a chiudere la brutta parentesi
che erano stati i mesi passati.
Non che fosse tutto andato male…
Da tutta quella brutta storia qualcosa di positivo era uscito: il mio rapporto con Rob.
Eravamo innamorati tanto quanto
prima ma, allo stesso tempo, il nostro rapporto era cresciuto ad un
livello che non ritenevo possibile. Da quando eravamo insieme la nostra
storia aveva attraversato tante fasi: eravamo stai amici, poi amanti,
poi innamorati, poi genitori ma eravamo anche tanto giovani e, per
quanto follemente innamorati, alle volte eravamo stati così
sciocchi da lasciare che problemi futili e litigi banali ci separassero
o creassero screzi tra di noi. Adesso invece era tutto diverso e
paradossalmente era servita un’esperienza terribile a rimettere
tutto nella giusta prospettiva. Sentivo Rob vicino come mai prima: era
la mia roccia, il mio appiglio, la mia forza. E la cosa bella era che
io per la prima volta sentivo di essere la stessa cosa per lui. Ci
sorreggevamo a vicenda: ridevamo insieme e piangevamo insieme. Non
importava se quello che condividevamo erano sorrisi o lacrime, ormai
eravamo una cosa sola io e lui. Non avevamo più stupidi segreti
pronti a separarci: io gli aprivo il cuore e lui mi apriva il suo.
Per la prima volta non mi sentivo
più una ragazza innamorata di un ragazzo, ma una donna
innamorata di un uomo. Era come se fossimo cresciuti.
Eravamo compagni nella vita, fianco a fianco. Sempre e comunque…
Come se avesse potuto leggermi nel
pensiero sentii le braccia di Rob avvolgermi la vita e farmi
precipitare con lui sul letto. La mia schiena poggiava contro il suo
petto e le sue mani mi stringevano a sé.
“Ho fatto addormentare Joy” sussurrò .
“Grazie” replicai baciandogli le nocche di una mano.
Tentennò un attimo prima di
continuare a parlare. “E scusa..se ti ho detto che sei una
rompipalle. Non lo pensavo davvero”
Scoppiai a ridere. “Scusa se
ti ho detto che non sei in grado di farti la valigia da solo. Anche
se…beh in effetti lo pensavo..”
“Ahi sì eh.” Mi
voltò in modo che fossimo faccia a faccia e prese a solleticarmi
il fianco facendomi contorcere.
Avevo appena detto che eravamo cresciuti eh?
Beh, sì in un certo senso
era così. Ma siccome eravamo sempre Robert e Kristen questo non
ci aveva di certo fatto smettere di litigare e punzecchiarci per
stupide sciocchezze. Solo che ora, anche per queste piccolezze, eravamo
sinceri l’uno con l’altra. E avevamo fatto anche una
promessa a noi stessi: mai andare a letto arrabbiati o con un pensiero
a roderci il cervello.
Mise il broncio. “E io penso che tu sia una rompipalle.”
“Ah lo so che lo sono. Ma ami anche questo di me, no?”
Portò le sue labbra sulle mie per un bacio che mi lasciò senza fiato. “Io amo tutto di te.”
Stavamo li abbracciati, pronti per
approfondire la situazione quando il cellulare di Rob iniziò a
vibrare. Lo estrassi da sotto la mia schiena e quando vidi chi era il
mittente della chiamata glielo passai all’istante. Mi sarei
tagliata un braccio piuttosto che rispondere.
Rob prese il telefono e si diresse verso il bagno .
“Nick, sì,
dimmi” lo sentii parlare un po’ ma, poi, si richiuse la
porta alle spalle e di questo gli fui estremamente grata. Non avevo la
più vaga intenzione di parlare ancora con Nick se non per
estrema necessità.
Dopo il litigio tra Rob e Mike e
lui che mi dava in pratica della sgualdrina avevo definitivamente
chiuso. Sapevo che forse non lo pensava e aveva parlato soltanto preso
dalla rabbia, ma ero anche consapevole del fatto di non piacergli.
Cavolo, non gli ero mai piaciuta sin dall’inizio e di certo non
mi sarei messa ora ad implorare la sua approvazione.
“Che ha detto?”
domandai infilandomi la maglietta del pigiama e gettando i vestiti nel
contenitore dei panni sporchi. Il giorno dopo sarebbe venuta la donna
delle pulizie e di certo avrebbe fatto anche il bucato.
“Il solito. Non uscire troppo
senza almeno una guardia del corpo, non rilasciare interviste ma, se
possiamo, farci fare una foto con qualche fan…tanto
per…lo sai com’è Nick, sempre a pensare alle
apparenze.”
Sospirai. “Sì, beh
è il suo lavoro. Incontreremo di certo un po’ di fan con
cui farci fotografare.”
Dovevamo dare l’immagine
della famiglia felice, dopotutto. E la cosa assurda era che noi lo
eravamo davvero, ma dovevamo addirittura convincere gli altri.
Dopo il trambusto dei mesi passati c’erano state così
tante voci e bugie sui giornali che ormai avevo smesso di contarli. Si
passava da un mio imminente divorzio da Rob a addirittura un mio aborto
segreto dovuto ad una gravidanza indesiderata. Dio..solo ripensare alla
volta in cui avevo letto una cosa simile su una rivista mi fece salire
la bile in gola. Ma come poteva certa gente farsi i soldi sulle
disgrazie degli altri? Era una cosa che ancora non riuscivo a concepire.
Ma, come diceva Nick, le apparenze
a Hollywood erano tutto. Quindi, anche se a me e Rob non fregava nulla
di ciò che pensava la gente, dovevamo comunque pensare alla
nostra immagine e a quella delle nostre carriere.
“Che poi a me non importa
nulla” sussurrò mentre ci infilavamo sotto le coperte e
io, come ogni notte, mi accoccolavo contro di lui “Questa vacanza
è solo per la nostra famiglia, non per il resto del mondo”
Gli baciai la guancia e sospirai. “Lo so…e vedrai ci divertiremo un sacco!”
Contenei a fatica uno sbadiglio e
Rob prese a massaggiarmi leggermente i capelli, cosa che di solito mi
mandava nel mondo dei sogni nel giro di pochi secondi, abbracciandomi
da dietro.
“Notte amore mio..”
Mugugnai qualcosa in risposta
accostandomi ancora più a lui ma, improvvisamente, mi
immobilizzai. Rob ne approfittò per scostarsi un po’ da me
senza però lasciarmi andare.
Nonostante fosse assurdo, visto che
aravamo sposati, mi sentii arrossire. Avevo sentito che era eccitato
e..beh non era decisamente la prima volta che succedeva
nell’ultima settimana. Sapevo che mi voleva e che erano quasi tre
mesi che non facevamo l’amore e io lo volevo in modo altrettanto
forte e assoluto solo che…non ero certa di sentirmi pronta. La
ginecologa mi aveva tranquillizzata, dicendo che la cosa ormai
dipendeva solo da me, che il mio corpo sotto quell’aspetto era
guarito anche se c’era possibilità che sentissi un
po’ di dolore.
Ma non era neppure quella la cosa
che mi spaventava di più. C’erano tante incognite che
riguardavano il mio corpo che non sapevo neppure da dove cominciare.
Per prima cosa avevo paura di non potere più avere altri bambini
ma, allo stesso tempo, ero terrorizzata alla prospettiva di
un’altra gravidanza. Mi ero documentata e ormai sapevo che il
rischio che una gravidanza extrauterina si ripetesse era aumentato e il
mio cuore era certo che non avrebbe sopportato un altro colpo simile.
Un altro aborto, un altro bambino a cui dire addio..
No..no questo era troppo.
Eppure la sola idea di non vivere
più un’altra maternità, di non dare a Rob
l’altro figlio che desiderava tanto e a Joy un fratellino o
sorellina, mi mandava fuori di testa.
Ma queste dopotutto non erano cose
a cui dovevo pensare adesso. Il problema più imminente era
essere di nuovo in intimità con mio marito: una cosa che mi
attirava e terrorizzava contemporaneamente.
Ma poi voltai il capo e incontrai
gli occhi assonnati e sereni di Rob, dell’uomo che aveva
attraversato l’inferno con me e mi aveva impedito di sprofondare
nel baratro. Mi aveva letteralmente salvato la vita.
Forse dovevo semplicemente
abbandonare la paura, lasciare tutti i brutti pensieri e buttarmi a
capofitto nelle sensazioni che volevo e potevo provare senza analizzare
troppo la cosa.
Mi voltai verso di lui posando le
labbra sul suo collo profumato e morbido. Lo mordicchiai piano,
chiudendo fuori tutto il resto.
“Mmm” sospirò “Che fai?”
Feci scorrere il palmo della mano sul suo addome fino ad arrivare dove lui mi voleva di più.
“Cosa ti sembra che stia facendo?” ridacchiai.
“Kris, ti prego non iniziare qualcosa che non puoi finire..”
“Eh chi lo dice che non posso
finirlo?” domandai e, prima che potesse iniziare con le proteste
che ero certa sarebbero sorte, mi sfilai la maglietta rimanendo nuda
dalla vita in su.
Lo sguardo che mi lanciò mi fece capire che i suoi dubbi si stavano definitivamente riducendo.
“Ti voglio dai..”
mormorai prima di catturare le sue labbra con le mie. Lo sentii
ribaltare le posizioni e il suo corpo premere il mio contro il
materasso.
Avevo vinto.
Proprio quando mi stavo rilassando sentii una fitta sul fianco a rovinare il momento.
Merda…
Non riuscii a contenere un gemito e Rob se ne accorse. “Tutto ok?”
“Sì” mentii con un sorriso “Mi hai solo tirato i capelli”
“Scusa amore, faccio piano prometto”
Le sue labbra si posarono di nuovo
sul mio collo scendendo verso il basso e scorrendo dolci sul mio seno,
fino ad arrivare al mio ventre e alla piccola cicatrice che vi era
sopra. Fui costretta a mordermi il labbro quando una serie di pensieri
totalmente indesiderati mi invase la mente.
Mi immaginai come sarebbe stato se
le cose fossero andate per il verso giusto, se la gravidanza fosse
andata avanti normalmente. Probabilmente sarei stata comunque qui in
questo letto a fare l’amore con mio marito ma sarebbe stato tutto
diverso. Sarei stata incinta di quasi quattro mesi e Rob a
quest’ora starebbe baciando una piccola collinetta che, mentre
cresceva, custodiva la vita dentro di me.
E invece...
“Sei bellissima” Le
parole di Rob mi riportarono alla realtà mentre mi sfilava gli
shorts e l’intimo e rimanevo nuda davanti a lui. Non che fossi in
imbarazzo, questo mai, ma improvvisamente sentii la mia volontà
vacillare. Ero davvero pronta? Forse potevamo aspettare ancora un
po’, forse..
Guardai gli occhi di Rob fissarmi
felici ed emozionati di sentirmi ancora così vicina e,
scacciando ogni dubbio, iniziai a spogliarlo e ad accarezzarlo come
sapevo che amava finche entrambi non ci ritrovammo nudi stretti
l’uno all’altro.
Mi guardava con uno sguardo
così pieno d’amore che il mio cuore smaniava di
accoglierlo e sentirlo di nuovo dentro di me. Avrei solo voluto potermi
gustare il momento e invece…e invece le fitte al ventre si
stavano facendo più forti e, quando finalmente lo sentii
scivolare in me, il dolore prese il soppravvento.
Il mio corpo riconosceva quello di
Rob ed era felice di sentire la sua pelle contro la mia, e il suo
profumo miscelato al mio ma…ma non potevo ignorare il dolore.
Bruciava e faceva male.
E i pensieri di una realtà che sarebbe potuta essere ma era stata distrutta rendevano il tutto ancora peggiore.
“Oh Kris è bellissimo..” La voce di Rob era un sospiro soffocato contro la mia spalla.
“Mmm” gemetti e sperai
solamente che non si rendesse conto del mio reale stato d’animo.
Io volevo che lui fosse felice, volevo che lui stesse bene…
“Kris!”riaprii gli occhi di scatto quando sentii le mani di Rob sul mio viso bagnato.
Bagnato…
Oddio stavo piangendo e non me n’ero nemmeno accorta.
“kris” si passò
le mani fra i capelli e uscì velocemente da me “Dio kris
ti senti male? Ti prego dimmi qualcosa..”
Mi fissava terrorizzato, ad occhi spalancati, senza riuscire a capire cosa non andasse.
E improvvisamente non riuscii a
sostenere il suo sguardo e la diga di lacrime che si era aperta poco
prima mi inondò le guance. Senza pensarci afferrai la maglietta
di Rob che mi arrivava a metà coscia e sgusciai fuori dal letto
riuscendo a chiudermi la porta del bagno alle spalle prima di scoppiare
in un pianto disperato.
Ma che razza di..di moglie ero se neppure riuscivo a stare con mio marito?
Sentii Rob dall’altra parte battere forte contro il legno.
“Kristen ti prego, ti prego apri. Stai male?”
“No..” riuscii a
balbettare “No..davvero torna a letto. Mettiti a dormire e..e
scusami se..beh scusami..”
“Ma scusarti di cosa?”
“Beh..di la ..noi..stavamo e poi io..” tirai su col naso e mi asciugai gli occhi con la stoffa della t shirt.
Lo sentii sospirare. “Ma cosa
vuoi che mi importi, Kristen. Ti prego..ti scongiuro dimmi che cosa
succede. Non ti chiudere a riccio di nuovo, ti prego non lo
fare..”
Ci fu silenzio per alcuni secondi prima che mi ponesse un’altra domanda. “Ti ho fatto male, vero?”
Trattenni il respiro perché
l’ultima cosa che volevo era che si sentisse in colpa. Se
c’era qualcuno da biasimare quella ero solo io.
“Non..non sei tu è
che..io mi sento pessima. Mi sento una pessima moglie perché non
riesco a..” deglutii “Volevo davvero stare con te..”
“Kris amore, anche io voglio
stare con te” disse fermo “Tantissimo. Mi manca
accarezzarti e mi manca fare l’amore con te. Ma se è
troppo presto, se ancora non sei pronta, di certo non è colpa
tua. Dobbiamo andarci piano, procedere un passo alla volta. Ma far
finta di stare bene e sopportare il dolore di certo non è la
soluzione giusta.”
“Lo so..” mormorai
flebile consapevole che le sue parole erano sensate e che avrei dovuto
ascoltarle. Semplicemente non era facile farlo ed evitare di sentirsi
sbagliata o fuori posto.
“Può darsi che sarai
pronta domani, o tra una settimana, o tra un mese o tra un anno. A me
non importa” disse “Può darsi che finirà per
staccarmisi la mano ma non fa niente..”
A quelle sue parole non potei fare
a meno di trattenere una risata e presto sentii quella di Rob unirsi
alla mia dall’altra parte della porta.
“Ti giuro, c’è stato un periodo quando avevo 13 anni che ero convinto mi si sarebbe staccata davvero..”
Le mie risa aumentarono a dismisura
e, con quel semplice gesto, sentii immediatamente il cuore e
l’animo più leggero. Non sapevo come ci riusciva ma,
ogni volta che vedevo solo nero, Rob arrivava e con una parola metteva
tutto in prospettiva e l’universo tornava a girare con un senso.
“Adesso mi apri?” la
sua voce fu un semplice sussurro e in meno di tre secondi ero di nuovo
stretta fra le sue braccia, al sicuro e protetta.
“Dimmelo la prossima volta
che ci proviamo se non ti piace. Dimmelo ti prego” mi
implorò “Ti voglio come partecipante attiva..altrimenti
c’è sempre la mano, te lo detto.”
Sorrisi e gli tirai un pugno sul
petto. “Mi..mi piaceva all’inizio. Mi piaceva stare con te
così, sentire il tuo corpo solo che poi quando..” arrossii
“Quando sei entrato..mi ha fatto male.”
“E’ per
l’intervento. La dottoressa ha detto che poteva fare male
all’inizio” mi tranquillizzò massaggiandomi le
braccia per rassicurarmi “Ci andremo piano, un passo alla
volta.”
Annuii poggiando il capo sulla sua spalla.
Lui mi sollevò tra le
braccia e mi adagiò tra le coperte prima di unirsi a me e
stringersi al mio corpo. Mi carezzò la fronte prima di posarvi
un bacio dolcissimo.
“Ora dormi, sei esausta.”
Affondai il volto sul suo petto ed
inspirai forte il suo profumo. “Grazie di..di essere così
come sei. Di capirmi, di non avere fretta.”
“Io ti amo Kris” mi
strinse la mano nella sua “Ricordi? Insieme, io e te, per sempre.
E vedrai, questa settimana sarà così bella e divertente
che non ci sarà spazio per i brutti pensieri.”
Sospirai, lasciandomi cullare dalle sue dolci e rassicuranti parole.
Avevo un marito che mi amava ed una figlia bellissima.
Dovevo solo lasciarmi andare e presto avrei ricominciato ad essere completamente e totalmente di nuovo felice.
“Mamaaaaaaaa!!” Joy
strillò eccitata per quella che doveva essere la milionesima
volta mentre ancora io mi aggiravo per la camera della nostra suite
d’hotel fingendo di non trovare il necessario per la giornata.
Finzione era la parola chiave.
Possibile che con tutte le
attrazioni che potevano aver inventato a Disneyworld dovevano metterci
anche due, e sottolineo due, parchi acquatici? Ok che in Florida faceva
caldo ed ora era ancora estate in pratica ma comunque..
“Te la stai facendo sotto
dalla paura?” mi prese in giro Rob entrando nella camera da letto
con in mano la crema solare e cercando di acchiappare Joy per
spalmargliela.
“Assolutamente no” risposi con una linguaccia “Ti piacerebbe!”
“Sei assurda. Insomma una
ragazza che ha vissuto a due passi dall’oceano tutta la vita si
rivela una fifona dei parchi acquatici”
Arrossi e gli puntai il dito contro. Quella era una bugia, una sporca ed enorme bugia!
“Io non ho paura. Come ben tu
sai adoro la spiaggia, adoro l’acqua e adoro il mare. Quello che
non mi piace sono quegli stupidi scivoli lunghi migliaia di metri in
cui rischi di spaccarti l’osso del collo o il fondoschiena,
ecco”
Rob roteò gli occhi e sorrise. “Questo a casa mia vuol dire che hai paura!”
Volevo rispondergli qualcosa ma,
proprio in quell’istante, mise in atto l’operazione
‘acchiappare Joy’ e si ritrovò a correre per tutta
la stanza nel tentativo di catturare la nostra piccola peste. Alla fine
la trovammo nascosta in uno degli armadietti della cucina e, con
parecchi sforzi, la trascinammo di nuovo in camera.
“Amore devi infilarti il
costumino!” le feci danzare davanti agli occhi il due pezzi
azzurro e arancione con stampato davanti il pesciolino di alla ricerca
di Nemo, ma lei non parve gradire troppo.
Lo allontanò con la mano e tirò fuori la lingua nella mia direzione, anche se solo per un breve secondo.
“La degna figlia di sua madre..” commentò mio marito prima di beccarsi una gomitata nelle costole.
“Beh..” sospirai
rassegnata “In fondo è una bambina. Possiamo lasciarla
fare il bagno nuda penso..”
A quelle parole Rob sbiancò
diventando della stessa tonalità di Edward Cullen e mi
lanciò un’occhiata omicida. “Kris ma sei impazzita?
Ho visto in un documentario una volta che diceva che i bambini maschi
sviluppano un’ossessione molto più marcata rispetto alle
femmine per il seno materno e tu questo sai cosa significa?”
“No..”
“Vuol dire che sono
già dei pervertiti sin da piccoli e di certo non lascerò
mia figlia a giocare lì nuda!”
Ci provai, provai con tutto il
cuore a spiegargli l’assurdità del suo ragionamento ma,
quando si mise addirittura a blaterare qualcosa riguardo a Freud
rinunciai del tutto sperando nell’aiuto del resto del gruppo per
farlo ragionare.
Avevamo programmato di incontrarci
all’ingresso del parco acquatico visto che alloggiavamo in due
complessi differenti. Quello dove alloggiava il resto del ‘brit
pack’ (anche se mi faceva ridere chiamarli così) era
più moderno mentre io e Rob ne avevamo scelto uno dove vi
erano svariate suite tutte arredate in stile africano. Mobili in legno
intagliato, copriletti in stile pelle di animale e un giardino che
rispecchiava la savana. Il tutto era un po’ kitch ma era
divertente viverci solo per una settimana e vedere Joy giocare a fare
il leoncino sul letto tutte le sere con Rob era impagabile.
La mia speranza che gli altri mi
aiutassero a far ragionare Rob si sgretolò di fronte agli
sguardi omicidi che mi lanciarono, specialmente Tom che, con qualche
moina e visto l’enorme ascendente che aveva su mia figlia,
riuscì a farle indossare il costume senza problemi.
“Acca!!
Acua!!” Joy iniziò a strillare appena mise il piede dentro
l’acqua della piscina e non smise finchè Rob non la prese
al sicuro tra le sue braccia e la gettò nell’acqua poco
profonda.
Mi misi comoda sul bordo della
vasca e tirai fuori la macchina fotografica, immortalando diversi
scatti. Era bellissimo vedere come tutti loro amassero mia figlia in
modo assurdo e incondizionato: facevano a gara a chi riusciva ad
attirare di più la sua attenzione e a chi la faceva ridere di
più. Era davvero fortunata la mia piccola ad avere uno stuolo di
zii totalmente innamorati di lei.
Dopo l’ennesima lotta
acquatica tra Bobby e Sam, il cui premio in palio era un bacino di Joy,
mi sdraiai sul lettino e un po’ per il caldo, un po’ per la
completa tranquillità che mi pervadeva, mi addormentai.
Se non che fui svegliata poco dopo
da due manine completamente raggrinzite per il prolungato contatto con
l’acqua che mi sfioravano le guance.
Aprii gli occhi e vidi Joy fissarmi con un enorme sorriso sdentato.
“Mmm” mugugnai “Tesoro che c’è? Hai sete? Vuoi un succo”
Lei fece segno di no con la testa.
“Dov’è papà?”
A quella mia domanda si
tappò la bocca con la manina come per contenere un eccesso di
risa e i suoi occhi si focalizzarono su un punto alle mie spalle.
Ma non feci in tempo a voltarmi che
mi ritrovai stretta in una morsa di numerose braccia che mi
sollevarono, dirigendosi verso…
“Rob nooo!” lo
minacciai quando capii quello che quei quattro idioti volevano fare
“Se lo fai ti giuro che..ti giuro che”
“Mi fai che cosa??” mi stuzzicò sapendo che non potevo dire niente di volgare con joy tra le sue braccia.
Merda…
“Ti giuro che ti farò
male..molto male! E dovrai anche trovarti un altro posto dove vivere
perché ti butto fuori casa seduta stante” strillai ma,
inesorabilmente, ci stavamo avvicinando all’inizio dello scivolo
più alto.
“Dai Kris di che hai
paura?!” mi informò tranquillo “E’ un
semplicissimo scivolo per le ciambelle di gomma. Stiamo su una io, te e
Joy. Sta tranquilla la comando io.”
Gemetti. “Rob tu non sai
neppure comandare una macchinina automatica figurarsi una cosa sparata
nell’acqua a 100 km orari!”
Ma ormai era troppo tardi per
protestare. Lui si era già sistemato su un enorme ciambella blu
e gli altri tre idioti traditori mi avevano già posizionato fra
le sue gambe, con la piccola Joy aggrappata al mio collo.
Inconsciamente sapevo benissimo che non rischiavamo davvero di farci male ma controllare la paura non era facile.
“Se moriamo ti giuro
che..” non riuscii però a terminare la frase visto che
chiusi gli occhi, completamente terrorizzata dalla velocità.
Sentivo solo le nostre urla e, prima che potessi contare pochi
effettivi secondi, mi ritrovai scaraventata in una piscina poco
profonda. Riuscii a tenere Joy sollevata il più possibile ma
quando riaprii gli occhi la vidi tossicchiare ed espellere un po’
d’acqua.
Rob mi abbracciò da dietro “Visto che non siamo morti?”
Scossi le spalle lanciandogli un’occhiataccia.
“Joy ha bevuto”
Lei però piccola traditrice ovviamente prese le parti del padre. “Ancola accola!!”
Feci roteare gli occhi e tutti e tre insieme uscimmo tornando verso i nostri lettini.
“Ehm..scusate” una
vocina ci interruppe mentre stavo facendo bere del succo alla piccola.
Ci voltammo e vedemmo due ragazzine di circa quindici anni sorriderci.
Ci chiesero una foto e ovviamente non ci facemmo pregare per farla.
L’unica eccezione che ponevo sempre in quei casi era Joy. Ero
grata della legge che impediva ai giornali di pubblicare le foto
di minori senza il consenso dei genitori e, sulla scia di questo,
lasciavo sempre mia figlia fuori dalle foto coi fan.
Le ragazzine fecero per andarsene
via felici ma ad un certo punto una di loro si voltò e mi
fissò, quasi scoppiando a ridere.
“Non..ehm..non ti sei accorta
del tuo costume?” chiese “la parte sul ehm..fondoschiena,
si è rotta… c’è uno strappo.”
A quelle parole avvampai e dopo aver lanciato una rapida occhiata mi resi conto di quanto avesse ragione.
Quello stupido..stupido..stupido scivolooo argg..
“Ehm..Kris..” disse Rob timido.
Mi aprii in un grande sorriso. “Joy amore ti consiglio di dare ora un bacio d’addio a papà..”
Vidi Rob correre divertito e preoccupato dentro la piscina e non attesi un attimo prima di inseguirlo.
“Perché io LO UCCIDOO!!”
“Tenelettola!!!”
Joy esclamò entusiasta mentre ci trovavamo proprio davanti alla
versione reale del castello delle fiabe di Cenerentola, dopo aver
passato ben due ore sulle giostre dei cavallucci senza riuscire a far
staccare Joy per nulla al mondo.
Solo la prospettiva di vedere le principesse aveva funzionato.
Come chiamata dalle parole di mia
figlia la modella che recitava la parte della protagonista si
avvicinò a noi e diede un bastoncino con tanto zucchero filato
rosa a Joy che lo prese felice.
Se ne andò dopo avere
lasciato un bacino alla mia piccola e dopo aver lanciato a Rob un
occhiata che a parer mio significava che non le sarebbe dispiaciuto
dare un bacino anche a lui.
Fui seriamente tentata di prendere
a calci quella svampita di Cenerentola nel suo fondoschiena foderato da
quello stupido vestito azzurro ma mi trattenni prima di farlo. Ci
mancava solo essere arrestata per tentato omicidio ad una principessa
Disney.
“Allora me la
lasciate?” implorò Tom per quella che doveva essere la
milionesima volta mentre faceva ballonzolare Joy sulle sue spalle. Lei
si mangiava di gusto lo zucchero sbrodolandolo anche un po’ sulla
testa del povero Tom, ma erano così carini che mi limitai a far
loro una foto, evitando di informarlo.
I fuochi d’artificio venivano sparati sopra di noi e nell’aria si respirava un atmosfera davvero magica.
“Tom non lo so, e se poi si
svegliasse nel cuore della notte e volesse me o Rob?” domandai
incerta sul da farsi. Tom mi stava pregando da tutta la sera di
permettere a Joy di trascorrere la notte con lui nella sua stanza. La
cosa mi faceva un piacere enorme ma ero preoccupata del carattere di
mia figlia: se si svegliava per un incubo o desiderosa di un po’
di latte caldo diventava intrattabile.
“Dai kris so benissimo cosa fare in tal caso”
“Io..non so..dai la vedi domani..”
“Kristen!!”
“Uff” domandai “Ma perché non sei andato anche tu a ubriacarti con Sam e Bobby stasera?”
“Perché voglio la mia nipotina” ribattè.
“Secondo me dovremmo
lasciarla andare con lui.” Disse Rob e la cosa mi lasciò
alquanto stupita. Di solito farlo allontanare da Joy era impossibile
“Una serata finalmente a vedere un film che vogliamo e non l’ennesimo cartone animati di Winnie the pooh..”
Sorrisi all’immagine. “Non sarebbe male in effetti..”
Io
e Rob ci scambiammo un’occhiata d’intesa e fu
sostanzialmente questo a spingerci a tornare verso il nostro
appartamento soli un’ora dopo, lasciando Joy e Tom a fare
conoscenza con Minnie e Topolino.
Era sempre terribile lasciare la
mia bambina specialmente in momenti, come la notte, in cui ero abituata
a saperla sempre al sicuro sotto il mio tetto ma…
Ma una serata sola con mio marito era un sogno in pratica..
Abbandonammo presto i vestiti sul
pavimento della camera e in breve tempo ci ritrovammo abbracciati nella
grande vasca idromassaggio che ancora non avevamo provato.
Rob tracciava disegni immaginari sul mio seno e io tenevo il capo poggiato rilassato sul suo petto.
Ci rilassammo tra coccole e carezze e stavo quasi per addormentarmi quando una sua domanda mi fece svegliare del tutto.
“Il dolore fisico non
è stato il solo problema vero?” sussurrò
“Intendo..la sera prima di partire…quello che è
successo…”
Deglutii e non so come trovai il coraggio di parlare.
“Non..non mi faceva male
solo..solo fisicamente” sospirai sull’orlo delle lacrime
“Io..ho iniziato a pensare a come sarebbe stato se..”
Mi sfiorai inconsciamente la pancia con la mano e subito Rob la coprì con la sua.
“A come sarebbe stato
se il nostro bambino fosse stato vivo” continuai “Ho
pensato che mi avresti accarezzato la pancia e poi avresti baciato la
mia pelle un po arrotondata e magari canticchiato qualcosa… E
invece non c’era niente di tutto questo..”
Tirai su col naso desiderosa
solamente di sprofondare il volto nel suo petto ma lui me lo
impedì. Mi trattenne per le spalle costringendomi a guardarlo e
non mi stupii quando vidi i suoi occhi pieni di lacrime.
“Lo sai che l’avrei
fatto. Sai che avrei amato te e..e nostro figlio. Però purtroppo
il destino aveva..aveva un altro piano per noi..per lui. Ma ora
mi aiuta credere che sia felice, in un posto migliore di questo. Invece
noi siamo qui e..e dobbiamo vivere il meglio che la vita ci
offre.”
“Dobbiamo vivere anche per lui..” mormorai flebile.
Rob si aprì in un debole sorriso. “Esatto amore…esatto..”
Cercai di rispecchiare il suo gesto
e di riflettere sulle sue parole. Aveva ragione ovviamente. Io ero qui,
viva, con Rob e mia figlia e non potevo continuare a mettere la mia
vita in stand by pensando a qualcosa che non potevo cambiare Mi sentii
pervadere da un bellissimo sentimento di tranquillità e pace e
capii, in quell’istante, che dovevo vivere il presente,
assaporarlo, buttarmi nella vita come avevo sempre fatto.
E avrei iniziato da quel momento.
Quella vacanza mi aveva dimostrato
che la Kris spensierata e allegra era ancora dentro di me, sepolta da
tonnellate di dolore che le erano state gettate addosso, ma c’era.
Ed ero ancora capace di trovare la strada per farla uscire.
La mia bocca si impossessò
di quella di Rob e mi sentii a casa, felice. Le mani vagarono sul suo
petto, sulla sua eccitazione e prima di rendermene conto mi ritrovai
sul letto, il suo corpo premuto contro il mio.
Ma questa volta non c’era la paura della volta precedente. Ero certa, sicura, priva di dubbi.
Rob mi aprì con gentilezza
le gambe accarezzandomi ancora e ancora, portandomi al limite numerose
volte, prima di incatenare i miei occhi ai suoi.
“Se provi dolore..”
“Te lo dico..tranquillo”
Sorrisi e quando iniziò ad
unire dolcemente il suo corpo al mio feci come aveva chiesto. Lo fermai
ogni singola volta in cui provai fastidio. E lui era sempre li per me,
a venire incontro ad ogni mia richiesta. Mi aspettava ed entrava
delicatamente, centimetro dopo centimetro, finchè non si
ritrovò totalmente perso in me.
“Bentornato a casa..”
mormorai sulla sua bocca mentre prendevamo a muoverci insieme piano,
senza fretta, nella notte tiepida e profumata. Ci amammo per ore,
perdendoci l’uno nell’altra e imparando a conoscere di
nuovo i nostri corpi dopo quella lunga forzata separazione. E quando
tremammo insieme, sconvolti, le nostre braccia intrecciate, sentii che
finalmente lui aveva riportato alla luce anche l’ultimo pezzetto
che la sofferenza aveva nascosto. Lui aveva riportato alla luce la vera
kristen. La Kristen di prima.
La kristen che non aveva paura…
“Ti ho fatto male?”
sussurrò, preoccupato, ore dopo quando i primi raggi della luna
spuntavano dalla finestra. Le sue labbra a soffiare sulle mie
“Dimmi la verità.”
Scossi il capo, sincera. “No,
ha bruciato un po’ all’inizio ma..ma poi è stato
bellissimo, come sempre.”
Dovette leggere la sincerità
nei miei occhi perché lo vidi rilassarsi sensibilmente e
ammiccare. “Un po come perdere la verginità?”
Spalancai la bocca alla sua domanda. Che diavolo voleva dire?
“Sì..beh ecco forse un pochino così..” confermai.
Rotolò su un fianco sempre senza togliersi dal volto quel sorrisino ebete. “Ma che hai da ridere?”
“Niente solo che pensavo che
così..ecco è stato come se in un certo senso avessi dato
la tua verginità a me..” disse senza smettere di
sogghignare “Potresti sostituire quel ricordo che di certo ha
fatto schifo, con questo di livello nettamente superiore..”
Mi trattenni dall’alzare gli occhi al cielo. “Come siamo modesti…”
“Lo sai, un uomo vuole sempre essere il primo amore di una donna..”
Mi mordicchiai il labbro, ora
seria. “Tu lo sei. Forse non nel senso fisico ma lo sei qui
dentro” Sfiorai con le dita il suo petto all’altezza
del cuore. “Sei il primo e l’ultimo..”
Rob mi catturò fra le
braccia e mi strinse contro di lui forte, come se volesse dimostrarmi
che per lui era lo stesso e che mai, mai, mi avrebbe lasciata andare
via.
“Ti amo..”
Sfiorai il naso contro il suo ma
arrossi di botto quando mi sentii bagnata tra le gambe e notai una
piccola macchia rossa sul lenzuolo.
“Oh cavolo…che schifo” sbottai “Vado a ripulirmi un secondo..”
“Dai Kris non importa”
“Solo un attimo”
sgusciai fuori dalle lenzuola prima che potesse trattenermi
“Perché intanto non chiami Tom per controllare Joy?”
Ma, quando dieci minuti dopo, uscii dal bagno non lo trovai al telefono con Tom.
“Lizzie, tu ti sei bevuta il
cervello” sibilò con un tono quasi..arrabbiato “Ma
chi è questo poi? Nemmeno lo conosco!”
Lo vidi arrossire di botto.
“Non è colpa mia se vivo dall’altra parte
dell’oceano! E comunque non è questo il punto! Il punto
è che chiamo tutte le settimane e nessuno mi aveva mai parlato
di questo tizio..oh..sei assurda..no Liz passami papà..ora,
voglio sapere che ne pensa. No, Liz mi arrabbio! Non riattaccare
o..”
Improvvisamente vidi Rob imprecare
a sbattere il telefono sul letto, sul viso un espressione mista tra
rabbia e sconvolgimento totale.
“Rob!” mi avvicinai a
lui preoccupata “Rob che è successo? Stanno tutti bene?
Liz? Le è successo qualcosa?”
Lui si limitò ad annuire.
Sbuffai: se stava cercando di farmi impazzire ci stava riuscendo benissimo. “Allora che succede?”
Improvvisamente alzò il capo e mi fissò a occhi sbarrati.
“Liz..Lizzie” deglutì. “Lei si sposa”
Beneeeee ecco il capitolo, ci
sentiamo tra..mmm 1 settimana o 10 giorni girls e diteci se vi è
piaciuto eh? Ahahah ma ovviamente voi ci amate o di certo vi è
piaciuto u.u. Sì lo so ci staimo un pò montando come la
panna ma è merito vostro e delle vostre meravigliose recensioni
;D
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Capitolo 41 *** True companion ***
Buon
pomeriggio girls!! Si lo so, forse siamo un pelino in ritardo ma
abbiamo deciso di postare oggi per riprendere il nostro ritmo di un
capitolo a settimana la domenica come eravate abituate :) Allora,
allora spero che abbiate un bel vestito perchè siete tutte
invitate al matrimonio della nostra Elisabeth Pattinson *_________* Con
chi, direte voi??
Ehhhh lo scoprirete
solo leggendo...e lasciando una bella recensioncina ;)
Vi ringraziamo ancora
una volta
per il fantastico supporto e per continuare a rendere questa ff una
delle più seguite ed amate della categoria 'robsten' diciamo
*______* per noi è sempre un onore.
Bene vi lasciamo al
capitolo e....ci vediamo in fondo!!
Beso Cloe e Fio
CAPITOLO 41 (Cloe)
TRUE COMPANION
ROB POV
“Joy
sta giù dai, il signore deve guidare. Non saltare come una
scimmietta.” Kristen prese la piccola tra le braccia e le
passò un peluche a forma di pinguino per farla stare buona.
Lei
lo prese e iniziò a giocare con l’etichetta che
era
attaccata al pancino, ignorando totalmente il mio cattivo umore.
Per fortuna.
Mi misi a guardare
fuori dal
finestrino del taxi che ci stava portando dall’aeroporto a
casa
dei miei genitori, nel disperato tentativo di sbollire la rabbia.
Che poi non era
neppure vera rabbia…
Anzi forse si, forse
ero veramente incazzato.
Insomma che mia
sorella era fuori
di testa lo sapevo bene. Era sempre stata quella pronta a compiere
scelte pazze, a non dare un minimo retta al buon senso ma…ma
credevo che almeno su una cosa simile ci avrebbe ragionato a lungo. O
forse speravo che i miei genitori l’avrebbero fermata dal
compiere qualche idiozia. Ma quando mai quella aveva dato retta
a
mamma e papà poi..
“Rob
smettila” Kristen parlò senza avere neppure
bisogno di guardarmi in faccia.
“Smettila di
fare cosa?” sbottai.
“Quello che
so che stai
facendo. Mugugnare e borbottare fra te e te credendo che gli altri non
sentano. E’ da un mese che ti sento puoi starne certo. Da
quando
ti ha detto che si sposava sei impazzito e ogni volta che si sfiora
l’argomento scatti come un gatto a cui hanno pestato la
coda” disse tutto d’un fiato “Devi
cercare di darti
una calmata. Per favore o ti verrà una sincope.”
Sbuffai esasperato.
Possibile che fosse così difficile capire?
“Eh che..da
quanto si
conoscono Kristen? Da quello che ho capito da quest’estate.
Cioè..saranno si e no sei mesi e ora..bum Lizzie si sposa. E
la
cosa che poi io lo vengo a sapere un mese prima delle nozze
è
ridicola. Mia sorella si sposa fra due giorni e io conosco stasera per
la prima volta lo sposo.”
Incrociai le braccia
sul petto. No,
avevano sbagliato a tenermi all’oscuro. Io ero parte della
famiglia per la miseria, anche se vivevo dall’altra parte
dell’oceano.
La sentii sospirare e
poi, forse
inconsciamente, portarsi una mano sul ventre. “Lo sai
perché..perchè ci hanno raccontato poco.
E’ stata
un’ estate dura per noi ed evidentemente non
volevano..beh..cerca
di capirli..”
”Io..”
scossi il capo,
per niente desideroso di portare il discorso su quella strada ancora
troppo accidentata. Mi limitai a stringerle la mano nella mia
“Lo
so che forse sono assurdo ma..beh non la vedo pronta per il
matrimonio.”
“Rob scusa
se te lo dico ma
quando ci siamo conosciuti nemmeno tu eri pronto. O io se per
questo..” lasciò cadere il discorso in un modo che
non mi
piacque.
“E questo
che vuol dire?”
“Vuol
dire”
sospirò “Vuol dire che la gente cambia. Che le
persone
crescono, maturano. E’ normale. L’amore ti cambia.
Probabilmente è successo anche a lei.”
“Pff”
sbottai. Non
avevo per niente voglia di darle ragione anche se il suo discorso non
faceva una piega. “Scommetto che non è
l’uomo adatto
a lei. Anzi, scommetto che è uno di quei musicisti
squattrinati, che vive in un qualche buco di appartamento in centro
senza un soldo…”
Improvvisamente
Kristen
scoppiò a ridere dicendo qualcosa che mi lasciò
letteralmente a bocca aperta. “Beh allora forse avrete un
po’ di cose in comune..”
Mi fece
l’occhiolino ma,
prima che avessi la possibilità di ribattere, scese dal taxi
con
Joy e solo in quel momento mi resi conto che eravamo arrivati di fronte
a casa dei miei.
Bene,
che il divertimento abbia inizio…
Mi accinsi a scaricare
le due
valige che erano il nostro semplice bagaglio mentre vedevo Joy correre
a perdifiato nel prato fino a raggiungere le braccia aperte di mia
madre, che la accolsero con entusiasmo.
“Nonnaaaaa!!”
strillò stringendola forte.
Quell’immagine
mi
strappò un sorriso nonostante tutto. Per me era sempre una
gioia
essere in Inghilterra con Kris e soprattutto con la mia bambina.
Mostrarle un po di Londra, dei luoghi dove ero
cresciuto…dividere i miei ricordi con lei.
Mio padre si
avvicinò a me e ci abbracciammo, anche se non potei non
notare l’occhiata imbarazzata che mi rivolse.
“Non
avercela con noi…tua sorella voleva farti una specie di
ehm..sorpresa..”
“Oh
credimi” sbottai
ritornando del mio umore precedente “E’ stata
davvero una
sorpresa, non c’è che dire.”
“Tua sorella
è grande ormai Rob”
Sospirai passandomi
nervoso una
mano fra i capelli “Questo lo so ma..insomma si conoscono da
così poco. E…e come sappiamo se è una
persona
affidabile. Come sappiamo se si prenderà cura di lei o se la
tratterà con rispetto o..”
Mio padre mi
bloccò con una
risata mentre percorrevamo il vialetto ed entravamo in casa.
“Essere padre ti ha fatto diventare davvero iperprotettivo.
Mi
ricordi un po’ me.”
Scossi il capo e non
potei fare a
meno di abbozzare una risata. Forse, anzi certamente, aveva ragione. Da
quando ero papà mi preoccupavo, riflettevo e pensavo alle
conseguenze di ogni mia piccola azione molto più di prima.
Ero
sempre stato protettivo con Lizzie perché sapevo quanto
fosse
sbadata e altruista e totalmente aperta verso il prossimo, che avevo
paura che qualcuno potesse finire col ferirla. Ed ora forse ero
peggiorato…
“Non so,
forse è così..” borbottai.
“Piuttosto
Kris..Kristen come sta” sussurrò “Mi
sembra parecchio dimagrita.”
Posai
la valigia nell’ingresso e vidi Joy correrci incontro dalla
cucina dove probabilmente mia madre e Kris si erano sedute a parlare.
“Dochii!”
urlò
felice indicando il box stracolmo di nuovi e luccicanti giochi che, ne
ero certo, non ci fossero l’ultima volta che eravamo venuti a
trovarli.
Papà la
prese e la
posizionò all’interno dove Joy si mise
immediatamente a
schiacciare tutti i bottoncini che riusciva a trovare su di una sorta
di pianoforte in miniatura.
“La viziate
troppo” ridacchiai.
“Beh
è così che
deve essere. I genitori li crescono e i nonni li viziano” mio
padre si unì alla mia risata ma sapevo che si aspettava una
risposta alla sua domanda precedente.
“Sta
bene” sospirai
sentendo un dolore improvviso al cuore a ripensare a solo pochi mesi
prima “Insomma…meglio diciamo. Sono stati
mesi…si
hai ragione è dimagrita parecchio ma ora sta
recuperando.”
Vidi mio padre
abbassare lo sguardo. “Saremmo dovuti venire quando
è successo solo che..”
Non lo lasciai finire,
posandogli
un braccio sulla spalla. “Sono stato io a chiedervi di non
venire, ricordi? Ed è stato meglio così.
Kristen…a
volte non sopportava di stare neppure con sua madre.
Neppure..”
ingoiai a vuoto “Neppure con me o Joy. Ha voluto farcela da
sola
in un certo senso..”
“E’
una ragazza forte, vedrai che ora la vita sarà
più generosa con voi”
“Speriamo..”
sussurrai
più rivolto a me stesso che a lui. “Vado a vedere
come sta
a proposito. Dai un’occhiata a Joy.”
Mi sorrise e io mi
avviai in cucina ma, quando mi trovai sulla porta, mi bloccai,
gelandomi.
Feci un passo indietro
istantaneamente.
Kristen si stava
asciugando gli
occhi con un fazzolettino. La crisi di pianto che doveva avere avuto,
però, doveva essere finita perché ora sentii il
suono di
una sua piccola risata riempire la stanza.
“E’
stato terribile
però si hai ragione” disse “Ora..ora mi
sento
diversa. Prima vedevo solo nero mentre…mentre ora mi sento
piena
di speranza. Mi sento..grata di essere viva. Grata di essere
madre…insomma ho Joy che è la mia gioia
più grande
e..e ho capito che la vita è troppo breve per sprecarla a
litigare per cose stupide. E ho capito che..che non voglio vivere
avendo paura…”
Sospirò e
si
mordicchiò il labbro inferiore prima di continuare.
“E
voglio avere altri bambini in futuro. Ho ..pensavo di avere troppa
paura, di essere spaventata ma poi, quando ho iniziato a stare meglio,
mi sono messa a riflettere. La vita di nessuno è perfetta.
Incidenti, dolore…capitano a tutti ogni singolo giorno.
Eppure
le persone vanno avanti, hanno fede. Beh, io mi alzo ogni mattina al
fianco di Rob e lui..lui mi da la forza di cui ho bisogno per accettare
che la perdita di questo bambino non è stata colpa mia.
Perciò io voglio avere fede, in Dio, nel destino, nella vita
o…o in qualsiasi altra cosa sia. Non voglio provarci subito
certo ..ma penso che tra qualche mese o qualche anno mi
sentirò
pronta. Sento che sarò forte abbastanza..”
“Oh
tesoro” la
bloccò mia madre “Io penso che tu sia
già
così terribilmente coraggiosa. Siamo molto molto orgogliosi
che
tu faccia parte della nostra famiglia, credimi. Sei..sei..avrei voluto
essere più vicina per te.”
Mia madre
allungò le braccia
e strinse Kristen a sé lasciandole un bacio fra i capelli.
“Sei come una figlia ormai per me, lo sai.”
“Grazie..grazie”
mormorò Kris e, proprio in quel momento, pestai un asse del
pavimento che scricchiolò ed entrambe si voltarono verso di
me.
“Oh ehm..io
stavo solo” arrossii mentre entravo in cucina e mi avvicinavo
a Kris.
“Stavi solo
origliando..” disse mamma ridendo.
Kristen si
alzò dalla sedia e si avvicinò a me, stringendomi
e posandomi un bacio sulla tempia.
“In
realtà Claire
dovresti essere molto più orgogliosa di Robert. Lui..se non
fosse stato per lui non avrei mosso mai un passo fuori dal letto. Mi ha
riportato a vivere e..e ogni giorno mi rende la persona più
felice del mondo”
La abbracciai e mia
madre si avvicinò entrambi posando una carezza sui nostri
visi.
“Sono felice
perché
avete l’un l’atra” sospiro e sorrise
“Spero
solo che anche Lizzie sia così fortunata..”
Afferrai
l’occasione al volo. “A proposito di
Lizzie…”
Mia madre
alzò le mani in
aria, impedendomi di continuare. “Rob non iniziare con le tue
solite polemiche. Da quello che ho potuto vedere è una brava
persona, ha un buon lavoro e cosa più importante ama tua
sorella. Questo è ciò che conta.”
“Ma..”
venni di nuovo interrotto.
“Rob siamo
già in
ritardo per la cena di stasera. Lo conoscerai e sono certa che ti
piacerà. E ora su andate a cambiarvi mentre io mi occupo
della
mia nipotina che non mi fate mai vedere!”
Uscì dalla
cucina in tutta fretta lasciandoci soli.
“Dai,
scommetto che ci
starà simpatico!” Kris abbozzò un
sorriso
entusiasta. Chissà perché non riuscivo a farmelo
piacere
nemmeno un po’. Anche se ci stavo provando.
Ok, forse non ci stavo
provando.
“Mmm”
mugugnai.
“Dai su
muoviamoci a vestirci” rise “E dagli almeno una
possibilità, no?”
Ci dirigemmo mano
nella mano su per
le scale. “Io la possibilità gliela do. Ma se se
la brucia
prendo Liz e le impedisco di sposarlo, giuro!”
“Secondo me
invece ti piacerà, diventerete amici e finirà che
ci divertiremo un sacco.”
Sospirai.
Chissà perché io invece avevo la sensazione che
non mi sarei affatto divertito?
E infatti non mi stavo per niente divertendo.
Questo..questo…com’è
che si chiamava? Ah sì Paul, beh come avevo previsto non mi
piaceva un granchè.
Anzi per niente.
Ok, non era un
musicista squattrinato senza un soldo ma comunque..comunque non era
adatto a lei.
E poi un medico.
Cioè Lizzie con un medico?
Pfff.
Bevvi un lungo sorso
di vino proprio mentre lei, raggiante di felicità,
raccontava del loro primo incontro.
“In poche
parole ero a casa
della mia amica Lauren quando canticchiando una canzone mi taglio in
cucina” disse ridendo “E..beh lei mi porta al
King’s
college hospital e mi lascia al pronto soccorso perché, beh
so
che lei odia il sangue per cui..So solo che dopo almeno
mezz’ora
un’infermiera mi chiama dicendo che il dottor Smith era
libero in
sala visita 1 e..” sospirò arrossendo, cosa che
non avevo
mai visto accadere, prima di continuare.
“Sono
entrata, ci siamo guardati e…e mentre lui mi cuciva la mano
ho sentito che era amore…”
Quasi mi strozzai col
vino alle sue parole.
“Scusa”
domandai
“Vuoi dire che hai sentito tutto questo amore mentre eri in
preda
al dolore e lui ti infilzava la mano con un ago?”
Insomma ma che razza
di storia romantica era quella?
Liz mi
fissò truce prima di
stamparsi un sorriso finto sulla faccia. “Parla quello che
racconta ogni volta di aver trovato l’anima gemella
guardando un film in tv. Almeno io lo vedevo in carne ed
ossa…tu
eri un tantino da…da pazzo stalker .”
Con mio sommo stupore
tutti i
presenti scoppiarono a ridere. Lasciandomi basito. Io non ero affatto
un..insomma quello sì che era un aneddoto romantico da
raccontare! Cosa diavolo avevano tutti nel cervello?
“Non te la
prendere, ti amo
anche se eri un po’ uno stalker” mi
sussurrò Kris
posandomi un bacio sulla guancia.
Sbuffai. Ci si metteva
anche lei, di bene in meglio!
“E tu Paul
ehm… allora
lavori al King’s college giusto?” Kris intervenne
probabilmente per impedirmi di dire qualcosa di cui mi sarei potuto
pentire in seguito. “Wow hai solo 28 anni e già
stai in un
ospedale così prestigioso.”
Paul le sorrise.
“Sì..beh in realtà dopo la laurea sono
stato un
anno in Africa a vaccinare i bambini orfani. Ma non sono mai stato
così felice di essere tornato a Londra…o non
avrei mai
incontrato l’amore della mia vita.”
Detto questo
avvicinò le
labbra a quelle di mia sorella e iniziarono a baciarsi in un modo
talmente scandaloso che dovetti voltare lo sguardo. Dio..era mia
sorella! Forse solo Victoria poteva capirmi. Invece, quando voltai il
capo, la vidi fissarli come se stesse guardando un film
d’amore
strappalacrime.
Dio,
sembrava che questo fantastico Paul avesse conquistato tutti! Perfino
Joy che era seduta vicino a kris nel seggiolone batteva le manine
felice nel vederli.
“Beh..comunque
non avrei mai
detto che Liz si sarebbe invaghita di un medico” Lo dissi
così, tanto per distogliere l’attenzione da quella
scena
orrenda che avevo davanti, ma improvvisamente tutti gli sguardi furono
su di me.
“Che vuoi
dire scusa?” Chiese Lizzie.
“Niente solo
che i tuoi passati fidanzati di solito erano musicisti o cantanti o..o
artisti ecco..”
“Beh magari
sono cresciuta.
Magari ho messo la testa a posto. Dopotutto se lo hai fatto tu lo
possono fare tutti, no?” domandò acida
più che mai.
“Magari
invece la testa
l’hai sbattuta, e molto forte” sussurrai
così piano
che solo lei potè sentirmi.
Mi lanciò
un’occhiata terribile, pronta ad uccidermi ma Paul, per
qualche assurdo motivo, venne in mio soccorso.
“Beh invece
il vostro lavoro
è terribilmente eccitante O almeno penso che lo
sia…quasi
non posso credere di essere parente di..di due star di Hollywood come
voi.”
Kris rise forte.
“Sì è eccitante alle volte. Alle volte
invece…tanto assurda credimi.”
Lui
inghiottì un po’
di dolce prima di sorriderle. “Però tu sei
fantastica.
Insomma ho visto alcuni tuoi film e…devo ammettere che in
Welcome to the Rileys superi te stessa. Sei..è uno dei film
migliori che abbia visto. E credimi lavorando in un pronto soccorso
capita di vedere tante ragazze di strada, o spogliarelliste che
purtroppo vengono picchiate o..o peggio. Quel film può far
riflettere molto.”
Alle sue parole vidi
Kris illuminarsi e capii di aver perso anche lei.
“E’..è
esattamente il motivo per cui l’ho fatto! Insomma quando
decido
per un progetto penso sempre allo scopo e all’impatto che
avrà e…”
“Era
perfetto”
continuò lui “E poi recitato da te. Credimi, non
mento se
ti dico che per me sei la migliore attrice di questa
generazione”
A quelle parole mi
raggelai e quasi sputai il mio boccone di cibo nel piatto.
Cosa aveva detto?
Cosa?
Che cazzo..??
Brutto..
Mi aveva appena
fregato la battuta.
Quella era la mia battuta. Il complimento che mi aveva fatto vincere il
cuore di Kristen e lui me lo fregava così?
E soprattutto lei
rideva e arrossiva?
Stavo davvero per non
contenere
più i nervi e urlare qualcosa di molto poco carino
quando
Lizzie saltò in piedi tutta eccitata tenendo la mano del suo
fidanzato.
“Ok so che
avevamo progettato
di aspettare ancora un po’ a dirlo ma..ma non ce la
faccio!” esclamò “Abbiamo un annuncio da
fare. Un
annuncio importante”
Oddio che altro
c’era ora? Già il matrimonio era una cosa enorme,
non riuscivo ad immaginarmi qualcosa di ancora..
“Sono
incinta!”
…peggio.
Rovesciai il bicchiere
d’acqua ma erano tutti così presi dalla notizia
che
nessuno mi prestò la minima attenzione.
Incinta.
Lizzie la mia
sorellina era incinta.
Lizzie incinta.
Dovetti ripetermelo
almeno dieci
volte prima che la cosa facesse davvero presa nel mio
cervello.
Lei era.. oh cazzo ma era assurdo.
“E non
è tutto” esclamò mentre mamma e
papà la abbracciavano “Sono due gemelli!”
Due …due??!
Oh ma era impazzita?
Liz non aveva
la più pallida idea di che cosa volesse dire crescere un
bambino, figurarsi due! Non aveva la più pallida idea della
fatica di un matrimonio e dei figli e…e si stava buttando
dentro
a qualcosa più grosso di lei troppo in fretta.
“Kris tutto
bene?” Paul domandò guardando al mio fianco.
Mi girai
preoccupato e vidi
che Kristen era rimasta con il braccio a mezz’aria nel dare
il
dolce a Joy e fissava davanti a se ad occhi spalancati.
“Tesoro,
amore…tutto bene?” la chiamai.
Lei girò la
testa e per un piccolo secondo vidi un velo di tristezza offuscarle gli
occhi.
“Sì..”
sospirò “Sì io…ehm..Liz
è
meraviglioso sono..davvero davvero felicissima per te e..davvero
solo..Rob finisci di..un secondo, vado alla toilette”
Si alzò e
corse via senza degnare nessuno di uno sguardo e mi sentii morire per
lei.
Cazzo, certo che era
sconvolta. Tutto quel parlare di gravidanze quando il nostro bambino
era appena..
Mi alzai e mi
affrettai a seguirla
per accertarmi che stesse davvero bene quando sentii qualcuno sfiorarmi
il braccio. Mi voltai e mi stupii di vedere Liz.
“Potevi
pensare per un attimo” la rimproverai.
Mi fissò
ferita. “Scusa..io hai ragione dille che mi dispiace. Davvero
non ho pensato alle conseguenze.”
“Lo fai un
po troppo spesso ultimamente non trovi?” sbottai gelido.
“Che vuoi
dire?” domandò consapevole che ormai Kris non
c’entrava più nulla.
“Voglio dire
che ti stai
buttando dentro qualcosa più grande di te. Non sai nulla di
cosa
significhi il matrimonio o i figli o..”
“Hai ragione
sai? Non so
nulla ma…beh nemmeno tu ne sapevi niente. Eppure io ti ho
sempre
supportato mentre tu non fai che criticare da un mese!”
protestò.
Sbuffai
“E’ diverso!
Cazzo Liz lo conosci per due mesi, rimani incinta e dopo altri tre mesi
lo sposi. E’…è..”
“E’
amore?” continuò
“E’
follia.” Commentai.
Si
allontanò di un passo, voltandomi le spalle.
“Fanculo Rob!”
“Si
beh..vaffanculo anche tu!” replicai mentre tornavo a
dirigermi verso il bagno.
Entrai, anche se
tecnicamente era il bagno delle donne. Non c’era nessuno,
solo Kris appoggiata al lavandino.
Sembrava
molto molto tentata di mettersi a fumare una sigaretta anche se aveva
smesso da quasi due anni ormai.
“Ehi”
mormorai.
“Ehi”
rispose lei “Tutti di là a dire quanta pena faccio
in questo momento?”
Abbozzò un
sorriso amaro. “No. Lo sai che non lo farebbero
mai.”
Poggiò la
fronte sul mio
petto e inspirò forte. “Scusa..lo so. I tuoi sono
fantastici e io..io sono davvero felice per Liz solo..solo è
dura.”
“Lo
so” annuii
carezzandole i capelli “E poi non preoccuparti, io per
esempio
non sono per niente felice di tutta questa storia”
Kris alzò
gli occhi e mi tirò un pugno sul petto.
“Ahi!”
“Sì
che sei felice. Solo che ti piace comportarti come un bambino e non
vuoi ammetterlo.”
Incrociai le braccia e
sbuffai.
Ripensai alla situazione e…e sì, Kris aveva
ragione
forse. Insomma era bello vedere Liz felice e sapere di diventare zio.
Dei cuginetti che avrebbero giocato con Joy..
Improvvisamente il
pensiero mi scaldò il cuore e non potei trattenere un
piccolo sorriso.
“Qual
è il problema?” chiese dolce Kris lasciandomi un
bacio.
“Il problema
è che Paul non è adatto a lei.”
“Stronzate.
Trovane un’altra.” Disse ridendo.
“Il problema
è che non
ha la vaga idea di cosa significhi avere impegni così seri.
Buttarsi in un matrimonio e diventare genitori non è
semplice
come sembra. Ci saranno problemi e casini e nemmeno si conoscono
e..”
“Guarda
noi” mi
interruppe “Abbiamo affrontato casini e casini. Ex fidanzati,
le
mie insicurezze, la separazione, gravidanze non esattamente
idilliache…eppure siamo ancora qui. E ti risposerei domani e
ogni giorno della mia vita. Perciò non raccontarmi stronzate
perché lo so quando lo fai…”
Mi infilai le mani in
tasca e guardai i suoi occhi chiari che mi chiedevano solo di essere
sincero.
“Lei
è la mia
Liz.” Le parole mi uscirono senza che avessi il tempo di
fermarle
“Lei è la mia Liz. Siamo sempre stati io lei e Vic
e…e non la voglio dividere. C’era sempre stata lei
ad
aiutarmi e..anche quando combinavo qualche casino con te. Sapevo che
comunque quello che avevo con Liz era intoccabile e…beh, mi
sembra che col suo matrimonio stia finendo una parte della mia vita.
Boh..è..lo so che è ridicolo.”
Sorprendentemente Kris
non rise ma
mi prese la mano. “Non è ridicolo. I miei fratelli
mi
hanno fatto un discorso simile qualche giorno prima del nostro
matrimonio sai?”
La guardai confuso.
Non me l’aveva mai detto…
“E’
dura staccarsi
dalla propria famiglia o vederla modificarsi ma..ma alle volte
è
necessario. E comportandoti così non aiuti nessuno.
Nè
te, né Liz. Un giorno ripenserà al suo matrimonio
e lo
ricorderà come il giorno in cui suo fratello Rob
è stato
uno stronzo con lei e suo marito. E’ questo quello che
vuoi?”
Scossi il capo.
“Rob cosa
abbiamo imparato questa estate? Che nella vita non contano le cazzate.
I litigi, le scaramucce. Queste sono stronzate. Nella vita conta far
sapere alle persone che ami che hanno il tuo appoggio nonostante tutto.
Perciò voglio che prima di sabato tu parli con Liz e le dica
esattamente le cose che hai detto a me, ok?”
“Com’è
che sei
diventata cosi’ saggia?” domandai sentendo il peso
che
avevo sullo stomaco alleviarsi un po’ dopo aver parlato con
lei.
“Oh non lo
so” commentò baciandomi
“Starò invecchiando”
La strinsi a me,
mettendomi a
pensare a come poter risolvere il mio rapporto con Liz dopo aver appena
rischiato di sputtanare tutto quanto.
Finì che quella sera non ebbi il coraggio di chiederle scusa
e
neppure il giorno seguente. Solo al matrimonio, dopo
l’ennesima
strigliata di mia moglie,decisi di fare quello che dovevo fare.
Solo ora mi rendevo
conto di quanto
avessi sbagliato tutto. Le avevo anche fatto pensare che non fossi
felice della sua gravidanza quando invece…
Improvvisamente sentii
un urlo di Joy che mi strappò in un secondo dai miei
pensieri.
Corsi tra le stanze
della canonica,
verso il pianto di mia figlia ma, quando la trovai, mi immobilizzai.
Perché avevo trovato anche Paul.
Se
ne stava in ginocchio davanti a Joy e le stava tamponando un ginocchio
con un fazzoletto pulito.
“Bua”
protestò lei fra le lacrime.
“Mmmm lo so
che la bua fa
male ma…ma se non piangi più lo zio Paul ti da
una
caramella e un cerottino con le principesse. Le vuoi?”
Immediatamente il viso
di Joy si illuminò e lei annuì.
“Però
non devi piangere eh.”
Si passò le
manine sugli
occhi e in men che non si dica aveva una gelatina alla fragola in bocca
e un cerottino colorato sul ginocchio.
“Brava
bambina” le carezzò i capelli e lei gli diede un
bacio e la sentii sussurrare ‘tio’.
Cavolo Paul aveva
conquistato anche lei. E dovevo ammettere che dopo quella
scena…
Mi passai una mano fra
i capelli.
Cazzo ero stato
davvero uno stronzo.
“Papààààà!”
Joy mi
saltò in braccio
mostrandomi la gamba guarita e io vi posai sopra le labbra prima di
strofinare il nasino contro il mio.
Avrei voluto restare
con Joy e usarla come scusa per non affrontare Paul ma…ma
dovevo comportarmi da uomo.
“Tesoro vai
dalla nonna. Ha
il cestino pronto per te.” La rimisi a terra e lei
iniziò
a correre via, lasciandomi solo col mio futuro cognato in un silenzio
imbarazzante.
“Grazie per
ehm..” balbettai “Averla aiutata.”
“Ma ti
pare…”
Ci furono altri
secondi di silenzio prima che trovassi il coraggio necessario a parlare.
“Senti mi
dispiace, davvero.
So di essermi comportato male quando tu sei stato più che
gentile ma la verità è che ho paura che tu la
faccia
soffrire. Ho paura che…che un giorno ti alzerai e la
lascerai e
io beh..finirei per odiarti. Forse penserai che sono uno
stronzo..”
Lui scosse il capo
abbozzando un
sorriso. “Ho una sorella anche io. Ha dodici anni
e…beh
forse avrei fatto anche io come te.”
Risi.
“Però Liz non ha dodici anni. E’ padrona
della sua vita. Non sono nessuno per giudicarla.”
Scosse
ancora il capo.
“Forse non vedi..tu sei tutto per lei. In realtà
ti ha
messo su un piedistallo ed è difficile competere con te,
credimi.”
Lo guardai confuso.
“Oh dai, non
dirmi che non
sai…lei ti vede come il padre perfetto, il marito perfetto,
il
fratello perfetto. Tu..beh alle volte, per quanto mi sforzi, so che
sarai sempre tu e solo tu il suo mito. Non fa che nominarti e dire
quanto le manchi…ma non dirle che te l’ho detto o
mi
uccide.”
Sbuffai. Merda merda
merda.
Avevo rovinato tutto.
Il giorno del suo matrimonio e..e forse anche il nostro rapporto.
“Vai a
parlarle”
sussurrò “Ha solo bisogno che tu le dica che sei
orgoglioso di lei e sarai al suo fianco sempre. Solo questo.”
“Grazie”mormorai
“Sei..sei una gran brava persona.”
Gli diedi una pacca
sulla spalla e
sospirai di sollievo nel constatare che almeno con lui era tutto
risolto. Era proprio vero che con gli uomini era tutto più
semplice…
“Lo
farò..grazie ancora” gli rivolsi un sorriso ma,
quando stavo per uscire, una cosa mi venne alla mente.
“Però
lo so che mi hai fregato la battuta su Kristen”
Lui rise.
“Ti stavi comportando come un arrogante..ahah volevo solo
stuzzicarti un po’”
Non potei fare a meno
di ridere con lui mentre mi dirigevo a grandi passi verso la camera
dove mia sorella si stava preparando.
Bussai col cuore in
gola e, quando entrai. niente avrebbe potuto prepararmi a quello che
vidi.
Lizzie se ne stava
davanti ad un grosso specchio vestita completamente di bianco e
sorrideva mentre parlava con mia madre.
Era una
visione…
“Che
vuoi?” sbottò.
Bene…
Beh dopotutto me lo
ero meritato..
“Solo
parlarti un secondo da
solo” mormorai e mamma, senza farselo ripetere due volte,
uscì dalla stanza dandomi un bacio.
“Mi sembra
che quello che pensassi tu me lo abbia già detto”
disse lisciandosi la gonna.
Deglutii a vuoto.
Avevo pensato di
dirle almeno un milione di cose diverse e ora che era davanti a me,
invece, non me ne veniva in mente neppure una.
Anzi, forse solo una..
La più
banale.
“Liz ti
voglio bene”
sussurrai “Sono uno scemo e sono geloso. Penso che nessuno
sia
alla tua altezza e sono egoista perché vorrei prenderti e
portarti via perché la parte pazza del mio cervello continua
a
ripetermi che quel ragazzo ti ferirà quando è
così
ovvio che invece…che invece ti ama alla follia. E voglio
solo
che tu sappia che se mi odi, beh ti capisco. Perché non ci
sono
stato quando avevi bisogno di me. Mentre tu eri sempre li per me e
quindi se non mi vorrai parlare mai più io lo
capirò
e…e so anche che sarai una madre perfetta
e…”
Non feci in tempo a
continuare che
venni stritolato dalle braccia di mia sorella. La sentii tremare contro
di me e non seppi mai dove trovai la forza di non scoppiare a piangere.
“Ti voglio
bene anche io” sussurrò tra le lacrime
“Ti voglio bene anche io…Claudia”
Risi
“Stronza”.
“Scusa”
disse “Le vecchie abitudini sono dure a morire.”
Si scostò
velocemente da me
e si pulì gli occhi. “Non volevo farti piangere. A
me Paul
piace…sembra un bravo ragazzo..”
“Lo
è. Lo è
davvero. E potrà sembrare assurdo ma…ma quando
l’ho
guardato ho sentito che era lui quello giusto. E mi ha ferito il tuo
comportamento perché speravo che proprio tu tra tutti
capissi..”
“Capisco”
sussurrai “E’ che non so se sono capace a lasciarti
andare…”
Mi morsi il labbro
senza lasciarle
la mano. “Non so..ora avrai la tua famiglia. E io da chi
andrò quando combinerò qualche casino e non
saprò
che fare con kristen?”
Alzò gli
occhi al cielo. “Non combinare casini con lei
allora.”
“Ci
proverò” ridacchiai proprio mentre papà
entrava e ci diceva che era ora di iniziare a prepararsi.
“E ora
vattene Claudia” mia sorella rise mentre mi parlava
“Mi devo sposare io!”
Le diedi un ultimo
bacio ma, quando
stavo per andare via, lei mi fermò “Eh
Rob…io ci
sarò sempre. Se farai qualche stronzata, qualunque
stronzata…io sarò dalla tua parte e ti
aiuterò a
uscire dai casini. Te lo prometto questo non cambierà mai.
Mai..”
E
fu così che, un ora dopo, mi ritrovai seduto dietro ai miei
genitori, gli occhi puntati sulla mia bambina che, imbarazzata da tutta
quell’attenzione avanzava timida nella navata della chiesa
spargendo petali rosa a terra, splendida nel suo abitino rosa.
Arrivò a
malapena ai primi
banchi prima che la timidezza avesse il sopravvento e si lanciasse tra
le mie braccia alla ricerca di protezione.
Tutti si sporsero a
guardarla e a
mormorare quanto fosse bellissima. Lei salutò tutti con la
manina prima di nascondere il viso contro il mio petto
La guardai e mi sentii
orgoglioso
come mai prima. La mai piccolina stava crescendo e stava diventando una
bambina magnifica. Bellissima e dolce…così
perfetta che
non l’avrei mai lasciata andare via.
“Ti amo
piccola”
sussurrai prima che il mio sguardo fosse catturato dalla damigella
più bella che si fosse mai vista sulla faccia della terra. I
capelli castani le scendevano in morbide onde sulle spalle e aveva uno
strato di rossetto rosso sulle labbra della stessa tonalità
del
suo vestito. Mi ritrovai a sbavare finchè non si sedette al
mio
fianco e potei stringerle la mano nella mia.
Ero fortunato che una
donna splendida come lei avesse scelto me con cui trascorrere il resto
della vita.
“Signorina
lei è stupenda oggi.” La provocai
“Mmmm ma lei
non è un uomo sposato?” scherzò
“Guardi che lo dico a sua moglie..”
Ridemmo e giocammo con
Joy
facendole fare a turno cavalluccio finchè finalmente la
marcia
nuziale non iniziò e mia sorella apparve al braccio di mio
padre.
La guardai estasiato
e, giunta a
circa metà navata puntò il suo sguardo nel
mio e
vidi con chiarezza le sue labbra mimare un ‘ti voglio bene,
Claudia..’
Le feci la linguaccia
di rimando
ma, quando distolse gli occhi e li posò su quello che stava
per
diventare il suo futuro marito, non riuscii a trattenere una lacrima.
Per un attimo avrei solo voluto poter tornare indietro nel
tempo
e giocare con lei ancora una volta. Mi ero sempre lamentato del fatto
che mi prendesse in giro e mi obbligasse a vestirmi come una delle sue
bambole ma…la verità era che io volevo essere
come lei.
Lei mi aveva fatto scoprire la musica, lei mi aveva fatto uscire di
casa di nascosto per entrare in un pub a sentire il mio gruppo
preferito. Era sempre stato così…e ora mi
sembrava di
perdere un pezzo di me stesso insieme a lei.
Kris mi
asciugò la lacrima col pollice e mi strinse la
mano.
Senza bisogno di dire
nulla.
Le parole erano
inutili tra noi e ormai lo sapevamo.
Mi aiutò a
restare allegro
per tutto il matrimonio. E lo fui davvero. Fui felice quando dissero
‘sì’, fui felice quando tagliarono la
torta e fui
felice quando Joy spalmò una fetta di dolce sulla testa
della
nonna di Paul e sul vestito da damigella di Vic.
E
non potei fare a meno di ridere, a metà fra il divertito e
il
disperato, quando mi ritrovai a rincorrere mia figlia col pannolino
mezzo staccato, tra i tavoli della cena .
“Joy!”
la chiamai cercando di restare discreto “Joy vieni
qui!”
Lei corse
più forte, nascondendosi sotto uno dei tavoli coperti dalle
lunghe tovaglie.
La trovai finalmente,
15 tavoli dopo, mezza addormentata sulla moquette, le mani a farle da
cuscino.
La sollevai
delicatamente, richiudendole il pannolino e posandole un bacio sulla
guancia.
“Vieni qui
piccola peste…”
Mi diressi verso Kris
quando, improvvisamente, sentii una canzone diffondersi
nell’aria.
Una canzone perfetta.
Una canzone che sapevo Kris adorava.
Sempre tenendo
saldamente Joy con un braccio le porsi la mano e lei la prese sorpresa.
“Mi concede
questo ballo
signorina?” chiesi “Vorrei danzare con entrambe le
mie
ragazze preferite…”
La vidi aprirsi in un
sorriso estasiato mentre avanzavamo sulla pista da ballo e le note di “True
companion” si diffondevano nell’aria. LINK
Joy dormiva
profondamente con il capo posato sulla mia spalla. Kris fece
altrettanto sull’altra.
Sometimes
I’m an angel and sometimes I’m cruel and when it
comes to love I’m just another fool…
“Sono molto
orgogliosa di
come ti sei comportato oggi” sussurrò Kris
“Anche se
so che è stata dura per te. So quanto ami Lizzie.”
Sospirai.
“E’ stata solo dura lasciarla andare. Ma con Paul
è in buone mani credo”
Lei annuì e
poi rise.
“Pensa a quando questo sarà il matrimonio di
Joy…non oso immaginare che farai.”
Rabbrividii al solo
pensiero e
strinsi più forte la mia bambina. “Che qualcuno ci
provi a
portarla via da me. Pfff”
“Sei
assurdo..” mormorò solamente prima di tornare a
godersi la melodia, e io con lei.
So
don’t
you dare and try to walk away, I’ve got my heart set on our
wedding day, I’ve got this vision of a girl in white. Made my
decision that it’s you allright
“Sai…
a volte vorrei non averti ancora sposata.”
Kris mi
pestò il piede a quelle parole.
“Non in quel
senso..nel senso
che vorrei che quel giorno si ripetesse. Alle volte ho paura che i
ricordi sbiadiscano e…e invece vorrei vederti vestita di
bianco
avanzare su quella spiaggia ogni singolo giorno.”
Sentii le sue labbra
curvarsi in un
sorriso e trattenne a stento un singhiozzo. “Sei dolcissimo
ma
sai…io preferisco avere quel singolo ricordo per
l’eternità. Perché quel momento
è
stato…so che anche quando avrò 90 anni e non
ricorderò dove avrò messo la dentiera, mi
ricorderò di te. E del tuo sorriso e..e dei tuoi occhi
quando mi
hai vista…”
Alzò lo
sguardo e vidi le sue guance bagnate di lacrime. Le asciugai con un
bacio.
“Dicevi sul
serio con mia
madre?” le mie parole non erano più di un sussurro
“Quando hai detto che magari proveremo ad avere altri
bambini.
Intendo…non hai paura?”
Lei annuì e
la vidi aprirsi
in un sorriso enorme. “Sì ho paura. Ma se sono con
te… se so che affronterò tutto con
te…allora la
paura sparisce.” Sfiorò le mie labbra con le sue
“Siamo solo io e te…”
“Fin che
morte non ci separi” risposi.
“E anche
oltre” rispose mettendosi a mormorare le parole della canzone
“And
when I look in your eyes I’ll still see that spark. Until the
shadows fall. Until the room grows dark. Then when I leave this Earth
I’ll be with the angels standin’. I’ll be
out there
waiting for my true companion…”
Il cuore mi batteva
così
forte per la vicinanza con quella magnifica creatura che, ora tra le
mie braccia, mi sembrava quasi un angelo.
“E lo sai
perché non ho paura?” chiese infine.
Scossi leggermente il
capo.
Le sue labbra si
posarono sul mio orecchio e dolcissime sussurrarono: “Because You are my true
companion …I got a true companion”.
Allora
una piccola cosa: Fio ha iniziato a postare una nuova ff. Si chiama
Broken
Road ed
è assolutamente fantasticaaaaaa. Perciò correte a
farci
un salto :) E' una Edward/Bella e sono certa che la amerete ;) E
lasciate una recensione con la vostra opinione :)
Vi mandiamo ancora un enorme
bacio e...a domenica prossima!!!
|
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Capitolo 42 *** Us against the world ***
joy cap
Buonasera
girls!!!!! Eccoci qui con l'aggiornamento come al solito buone e
puntuali per voi!!! Speriamo che il capitolo vi piaccia e vi soddisfi e
ovviamente vi ringraziamo per le tantissime recensioni *______*
Come la settimana scorsa vale la regola che chi lascia una recensione
avrà uno spoiler inviato dalla nostra segretaria di fiducia
(muhahahah) che cogliamo l'occasione per ringraziare *_____* tesoro sei
the best.
P.S= Grazie ad Anto per aver scurito l'immagine di Piazza di Spagna ;D
CAPITOLO 42 (Fio)
US AGAINST THE WORLD
POV Kris
Entrai in camera e sentii Rob
chiudere la porta dietro di noi, ma senza nemmeno riuscire ad avere la
forza di guardarlo, la mia attenzione era così presa dal letto
che mi ci buttai di peso morto.
Avvertii Rob stendersi al mio
fianco, il suo corpo che si avvicinava al mio mentre pian piano il
letto cambiava forma sotto di me portandomi ad avvicinarmi a lui
inevitabilmente.
Sentii una sua mano salire lungo la
mia schiena provocandomi i brividi per poi arrivare al mio collo e
iniziare a massaggiarlo dolcemente.
“Amore..”
“Mmm..” mugugnai di tutta risposta affondando ancora di più la testa nel cuscino.
Non volevo che la smettesse ma ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa.
Eravamo atterrati da due ore dopo
un viaggio turbolento dalla Germania, avevamo corso da una macchina
all'altra per evitare foto dei paparazzi, avevamo mangiato a un piccolo
ristorante il più velocemente possibile per evitare troppo
trambusto, eppure non era servito.
Arrivati davanti l'albergo c'erano
una quindicina di ragazzine ad aspettarci e mi meravigliai della loro
tenacia visto che era quasi l'una ed erano ancora lì, da
chissà quanto tra l'altro.
Volevamo fermarci data la poca
calca ma non ce lo permisero; entrando dal retro eravamo saliti
direttamente in camera e dopo l'assurda e movimentata giornata tra red
carpet, press conference, e fan event ero letteralmente distrutta..
Rob invece sembrava non aver per niente accusato lo stress.
Ma come faceva?
Nello stesso momento in cui mi
chiedevo quali fossero le sue intenzioni e cercavo un modo gentile per
fargli capire che non avevo forze per niente sentii le sue labbra
premere dolci e morbide nell'incavo del mio collo mentre la sua mano
entrava piano sotto la mia maglietta sfiorando il reggiseno che
slacciò un secondo dopo.
Mi uscì un leggero risolino al pensiero che da lì a poco avrei dovuto fermarlo..
Eppure le sue labbra continuavano a
muoversi sul mio collo fino a raggiungere il lobo del mio orecchio e mi
fecero rabbrividire più di quanto volessi davvero..
“Rob..” sussurrai
alzando leggermente il viso e cercando di girarmi in modo da averlo di
faccia ma lui me lo impedì bloccandomi con il corpo e portandosi
velocemente a cavalcioni sulla mia schiena facendo attenzione a non
pesarmi.
“Sssh..” si
abbassò sul mio corpo sibilando al mio orecchio e prese a
massaggiarmi la schiena dosando i movimenti delle sue mani.
Certo Rob non aveva un petto
completamente scolpito, non sarebbe mai riuscito a saltare una corda
senza inciampare, ma sapeva toccare i miei punti deboli e senza dubbio
sapeva come far felice una donna.
Nello stesso momento in cui quel
pensiero mi attraversò la mente mi trovai con un senso di
fastidio addosso e un'assurda gelosia mi pervase all'idea di lui che
riservava lo stesso trattamento ad un'altra..
Non che non mi fidassi di lui ovviamente, ma in fondo non avevo mai saputo moltissimo della sua relazione con Nina.. e..
“Ti consiglio di goderti il massaggio.. sappi che sei la prima a cui concedo questo onore..”
Era assurdo come a volte riuscisse a rispondere alle mie domande e leggermi nel pensiero senza nemmeno saperlo.
Immaginai che quello fosse il vero
amore. Riuscire a capirsi senza bisogno di dire niente, e per noi era
così. Fu quel pensiero a farmi rilassare del tutto, così
tanto che finii per addormentarmi sotto le sue mani.
Me ne resi conto solo quando lo sentii quasi gridare al mio orecchio “Ma stai dormendo!?!”
Saltai per quella specie di urlo e
nonostante fossi un po' intronata non potei non notare il tono
abbastanza indignato della sua voce.
“Ora non più.. grazie tante..” sbuffai affondando la testa nel cuscino.
“Non posso crederci..” lo sentii borbottare e scivolare via da me per stendersi dalla sua parte di letto.
Mmm.. che palle..
Crisi di ego maschile in arrivo!
Sospirai girandomi per guardarlo in faccia. “Che c'è? Mi avevi detto tu di rilassarmi..”
“Ma il fine era un altro.. non quello di farti addormentare! Non è il massimo per..”
“Uh nono! Questa la so! Non è il massimo per il tuo ego maschile forse?”
Mi beccai uno sguardo a metà tra l'assassino e lo stufato.
“Divertente.. molto divertente..”
“Ero stanca Rob.. dai non te la prendere. Non vuol dire mica che hai perso il tuo fascino..”
“Continui?”
Risi avvicinandomi a lui per accoccolarmi sul suo petto ma si scansò.
“Stasera niente coccole. Non te le meriti”
E stavolta fui io a lanciargli un'occhiata sardonica.
“Dai scemo, dammi un bacio..” tentai di nuovo avvicinando le mie labbra alle sue ma incontrai la sua guancia.
“Vaaa beeeeene..
comportiamoci pure come bambini di cinque anni e torniamo pure
all'asilo.. Sai, a volte Joy si dimostra più matura di te. Mi
chiedo chi sia il bambino tra voi due..”
Bastò quella frase per fargli tornare il buon'umore e sapevo che stava pensando quello che pensavo anche io.
“Che ore sono a Los Angeles?”
“Circa le cinque”
risposi subito e senza nemmeno metterci d'accordo, un secondo dopo
eravamo attaccati all'altoparlante del telefono in attesa che mamma
rispondesse.
“Pronto?!” rispose una voce così affannata che quasi non la riconobbi all'inizio.
“M..mamma?”
“Oh tesoro ciao! Come va a Berlino?”
“Ehm.. siamo a Roma..”
“Ah si.. intendevo Roma.. come è andata a Berlino? Il treno ha fatto ritardo?”
La mia faccia in quel momento
poteva benissimo essere rappresentata da una di quelle emoticon di
pallini gialli con un occhio chiuso e uno aperto e rispecchiai la mia
stessa espressione nel viso di Rob.
Ma che si era bevuta?
“Mamma va tutto bene?”
“A meraviglia!” rispose
subito nello stesso momento in cui si sentì un tonfo sul
pavimento causato sicuramente dal telefono che le era scappato di mano..
“Mamma?”
“Tutto ok! Siete solo caduti! Allora.. come procede il tour?” chiese come se stesse parlando di una visita guidata.
“Va bene ma.. mamma tu stai bene? Che succede? Joy sta bene?”
“Sta benissimo tesoro.. mai stata meglio!”
Peccato che il pianto che invase la cornetta tradì quella che voleva essere la sicurezza nella sua risposta.
“Mamma che succede?!”
“Tranquilla amore.. non è niente..”
Non capivo se stava parlando con me o con la bambina ma a sentirla piangere e non poter fare niente mi si stringeva il cuore.
“Mammaaaaaaaa” sentii
quell'urlo disperato che giunse come un lamento tra le lacrime che
immaginavo scendere copiose sul suo viso.
“Mammaaaaa. Vollio mammaaaaaa”
“Joy amore mio! Sono
qui!” quasi urlai istintivamente per farmi sentire mentre
incrociavo lo sguardo preoccupato di Rob.
In un secondo il pianto si fece più forte e capii che mia madre le aveva passato il telefono.
“Mammaaaaa”
“Amore! Che succede?”
chiesi quasi come se potesse davvero spiegarmi. Dio quanto avrei voluto
essere lì e prenderla tra le mie braccia.
“Papaaaà..”
“E' qui il
papà!” disse subito Rob e probabilmente sentendo le nostre
voci sembrò calmarsi un po' ma potevamo sentirla perfettamente
mentre singhiozzava ancora e tirava su con il naso..
Ringraziai solo che avesse smesso di urlare.. Sentirla in quel modo mi uccideva.
“B..bua..” disse piano dopo un po' che continuavamo a parlarle dolcemente per farla calmare.
“Amore di mamma, domani siamo di nuovo con te, va bene?”
Tirò su con il naso e la sentimmo piano riprendere a singhiozzare forte.
“Vieni qui scricciolo!”
sentii da lontano la voce di mio padre e lo immaginai perfettamente
afferrare Joy e cercare di tirarla su. “Tranquilla tesoro! Va
tutto bene!” gridò prima di allontanarsi definitivamente e
passare di nuovo la cornetta a mia madre.
“Mamma! Che diavolo succede?!”
“Niente tesoro.. ha solo male alla pancia.. penso sia per la febbre..”
“Cosa?! Ha la febbre?! E quando avevi intenzione di dirmelo?!”
“Sono solo pochi decimi Kristen.. non è nulla di grave..”
“Ma se piangeva come una disperata!” scattai esasperata.
“Perché vi cerca
tesoro! Sente la vostra mancanza e mi dispiace se non sono in grado di
procurarle due ologrammi così da non farla disperare! Faccio
quello che posso!”
Mi resi conto di essere stata un
tantino acida, soprattutto con mia madre che da quando era nata Joy non
aveva fatto altro che darci una mano in ogni modo possibile.
Rob mi diede una gomitata per farmi riprendere.
“Scusaci Jules”
parlò a nome di entrambi. “E' che non siamo abituati ad
averla lontana..è stata una lunga giornata..”
continuò prendendo le mie difese.
“Si.. scusa mamma..non volevo..”
“Tranquilli ragazzi! Quello
che fate è ammirevole.. Ma Joy sta bene.. Ha solo un po' di
febbre.. Si è già calmata.. Credo che tuo padre..”
“Non dirmi che l'ha messa sotto la ventola..”
“Ehm...”
“Mamma!”
“Però funziona tesoro! Come si dice, tale madre tale figlia..”
Sospirai mentre Rob mi guardava in cerca di spiegazioni..
“Voi rilassatevi e pensate un
po' a voi due.. Anche i genitori hanno bisogno di pause..”
terminò parlando dall'alto della sua esperienza e non potemmo
fare altro che ringraziarla e metterci d'accordo per domani.
Col fuso orario saremmo arrivati all'aeroporto verso le undici e da lì saremmo passati a prendere Joy.
“Grazie di tutto mamma..”
“Dai un bacio a Joy per noi..”
Chiudemmo la telefonata e a peso
morto mi gettai con la schiena sul letto intenta ad osservare il
soffitto della camera d'albergo mentre mille pensieri invadevano la mia
testa.
“Non lo fare” disse Rob raggiungendomi.
“Non fare cosa?”
“Non pensare e non dubitare di quanto tu sia un'ottima madre..”
Sospirai. “Si.. un'ottima madre che non può andare dalla figlia quando la cerca in lacrime..”
“Ha solo la febbre Kristen..”
“Odio i tour!” sbottai cambiando leggermente argomento.
“No, non è vero. Tu odi stare lontana da Joy..”
“Perché, tu no?”
“Mi uccide” i
suoi occhi nei miei mentre allungava una mano per carezzarmi la
guancia. “Ma sapevamo che sarebbe stato così Kristen.. Non
potevamo evitare la promozione.. Non vuol dire che siamo cattivi
genitori..”
“Si lo so.. però.. che
palle!” sbuffai ancora abbassando lo sguardo e cercando di
scacciare i cattivi pensieri, tuttavia era tutto inutile..
Eppure, prima che potessi davvero
mettermi a riflettere su cose che era meglio accantonare, Rob si
alzò prendendomi per mano e trascinandomi con se.
“Rob!”
“Ora basta Kris, si esce!”
“Sei impazzito?! Sono le due di notte!”
“Infatti.. di sicuro non
c'è nessuno per strada. Le macchine sono andate via quindi penso
anche le ragazzine.. e io e te.. non abbiamo mai passeggiato per
Roma..”
“Ma Rob..” protestai.
“Sono stanca.. e domani dobbiamo alzarci presto e ci aspetta una
giornata infernale, e sto sviluppando la sindrome del tunnel carpale
solo al pensiero di quanti autografi dovremo firmare e..”
Mi bloccò con un bacio sulle labbra e mi sciolsi completamente.
“Amore, hai 21 anni. Sei troppo giovane per essere stanca. Non fare la vecchia e andiamo..”
Alzai gli occhi al cielo e non
avendo scelta afferrai velocemente il giubbino e lasciai che mi
trascinasse giù per le scale e poi fuori dal “De
Russie”.
“A Dean non piacerà
per niente..” sbuffai pensando alle ramanzine che mi avrebbe
fatto la mia guardai del corpo per essere uscita da sola nel cuore
della notte in una città pressoché sconosciuta.
“Non lo saprà
mai..” mi sussurrò e stringendo la mia mano mi diede un
rapido bacio per poi iniziare a camminare, ma non facemmo nemmeno due
passi prima di notare tre ragazze che dall'altro lato del marciapiede
ci guardavano come se avessero appena visto due alieni.
Rob accennò un saluto con la
mano e io mormorai un debole “Ciao” sapendo che almeno
quello l'avrebbero sicuramente capito.
Contemporaneamente alzarono la loro
mano ma sembravano talmente impietrite da non riuscire a fare un passo.
Mi fece un po' ridere la cosa, sembrava una scena tipica dei film
comici e mi mise un po' di buon'umore. Trascinai Rob con me e
attraversammo per raggiungerle.
“Oddio..” disse una di loro e nonostante fosse italiano sapevo cosa voleva dire e mi scappò una risata.
“Ciao..” sussurrai di
nuovo quando fui vicina loro. “Volete che..?” non sapevo se
capissero o meno e accennai alla penna che una di loro aveva in mano.
“Oh mio dio.. Si.. si
grazie..” disse una di loro in inglese. Le sorrisi chiedendole il
nome. “E' Claudia.” lanciai un'occhiata a Rob ridendo del
perché sapessi scrivere quel nome alla perfezione e lui
unì la sua firma alla mia sul suo libro.
Rivolsi uno sguardo alle altre due chiedendo anche a loro.
“LETIZIA!!!”
esclamò una di loro e sbarrai gli occhi per la difficoltà
del nome. Rob mi prese in giro e scrisse per me.
“Oddio.. non ci posso
credere..” disse la terza ragazza, una volta in italiano e una
volta in inglese scusandosi per aver parlato nella sua lingua. Sorrisi
anche a lei.
“Oh.. Per me è Fiorella..” e prima che potessi sentirmi in imbarazzo subito mi fece lo spelling del suo nome.
“Kristen.. volevo dirti che..
sei fantastica! Davvero.. Non ascoltare quello che dicono quelle haters
del cazzo!” disse in perfetto inglese quando ebbi firmato la sua
rivista.
“Grazie mille..”
sussurrai timida mentre sentivo quella che ricordavo essere Letizia
sussurrare “Joy..” e di nuovo sorrisi.
“Avete la bambina più bella dell'universo..” si aggiunse Claudia emozionata.
“Grazie mille ragazze” rispose Rob per entrambi.
“Comunque..”
continuò. “Volevamo ringraziarvi.. perché senza di
voi non ci saremmo mai conosciute..”
“Voi forse non avete nemmeno
idea di quello che significa per noi..” continuò Fiorella
mentre sentivo il viso andarmi in fiamme sempre di più mentre la
vidi dare una gomitata a Letizia.
Lei tuttavia sembrava in trance.
“Joy..” ripetè di nuovo con lo sguardo perso nel vuoto e non potei fare a meno di ridere davvero.
Ci chiesero una foto promettendo
che non avrebbero twitterato niente finché non saremmo stati di
nuovo in America e le ringraziammo per questo.
“Non cambiate mai!” dissero infine talmente all'unisono che pensai che si fossero messe d'accordo prima.
“Mai” confermai e
mentre ringraziavano senza sosta le salutammo un'ultima volta per poi
voltare definitivamente l'angolo.
“Mi auguro che non si debba camminare troppo se no mi porti in braccio..”
“Cammina” rispose semplicemente e cercai di stare al suo passo.
“Sai, forse è il caso
che ti spieghi la differenza tra passeggiata e maratona” mi
lamentai al che lo sentii sbuffare e rallentare un po' il passo per poi
fermarsi di blocco facendo scontrare i nostri occhi.
“Da quando sei diventata così rompipalle?”
“Da quando mi svegli alle due
di notte e mi costringi a camminare dopo che sono stata due ore in
piedi su un red carpet..”
“Ci sono stato anche io..”
“Ma tu non avevi i tacchi
caro..” lo sfidai e sapevo che aveva vinto perché non
poteva controbattere e non era un segreto il mio odio per quegli
strumenti di tortura.
“Mmm” lo vidi alzare
gli occhi al cielo e poi sospirare sconfitto. “D'accordo..”
disse semplicemente dandomi la schiena e chinandosi leggermente in modo
da facilitarmi la salita.
Non me lo feci ripetere due volte e
facendo presa sulla spalle e con un piccolo slancio mi aggrappai alla
sua schiena stringendo le braccia attorno al suo collo e le gambe
attorno alla sua vita.
“Ti amo” sussurrai al suo orecchio mentre si incamminava.
“Ruffiana”
sibilò con un ghigno divertito e ridemmo insieme mentre mi
chiedeva spiegazioni sulla telefonata di poco prima.
“Cos'era quel fatto di tuo padre e della ventola?”
“Ah.. ahahaha” risi al
ricordo. “E' una stupidaggine ma pare che quando avevo le crisi
da bambina bastava che mi cullassero sotto la ventola della cucina e
inspiegabilmente mi calmavo..”
“Perciò mi stai
dicendo che probabilmente ora mia figlia è schiacciata alla
ventola della cucina di casa tua?” chiese scettico e gli menai un
piccolo schiaffo sulla spalla.
“Non fa male.. e se ha lo stesso effetto che aveva su me a quest'ora starà già dormendo..”
“Amore.. ti faceva calmare la ventola della cucina...”
Doveva essere un'idea assurda per lui da sviluppare.
“Bè si.. mi
affascinava.. quando ero più grande a volte mi mettevo in cucina
ad ascoltarla immaginando il rumore del mare..”
Lo vidi scuotere il capo e potei sentirlo ridere mentre chinavo il viso sulla sua spalla e baciavo dolcemente il suo collo.
“Sei sempre stata singolare, in tutto..”
“Bè, mi ami per questo, no?”
“E per molto di più..”
Piano le sue mani lasciarono andare le mie gambe e alzai il capo mentre mi mettevo in piedi.
“Perché siamo qui?” chiesi quando mi resi conto dove eravamo.
Era uno spettacolo come pochi: la
fontana di piazza di Spagna era sotto ai miei occhi illuminata dalla
luce della luna e dei lampioni che diffondendosi sull'enorme scalinata
creavano un'atmosfera calda e leggera che unita al suono dolce
dell'acqua che scendeva dava un senso di serenità e pace oltre
ogni limite. Non c'era nessuno ovviamente, solo noi immersi nella
bellezza e nella calma della piazza.
“Volevo portarti qui.. quella
sera.. per dirti che ti amavo..” sussurrò col viso chino
mentre prendeva le mie mani. “Volevo dirti che eri la sola cosa
nella mia vita che avesse un senso e che non m'importava del mondo..
Volevo dirti che ti avrei aspettata per sempre..”
Sentii il cuore fermarsi per un
secondo al ricordo di quella sera, al pensiero di tutto quello che
avevamo passato e quasi ancora soffrivo per la mia stupida indecisione.
“E mi hai aspettata.. Come.. dove.. dove hai trovato la forza?”
Senza parlare alzò una mano e la posò sul mio cuore. “Qui..”
Sentii i miei occhi inumidirsi e
riuscii a stento a ricacciare le lacrime indietro mentre vedevo il suo
sorriso aprirsi sempre di più perdendosi nei miei occhi e
ricambiai con una piccola risata che doveva servire a mascherare la mia
emozione.
“E quella sera io avevo la febbre.. e tu venisti in camera mia, ti ricordi?”
Annuì sorridendo.
“Già.. tre anni fa, in questo posto, tu avevi la febbre..
e ora ce l'ha nostra figlia a 10.000 km da noi..”
Sorrisi insieme a lui pensando a come le cose potessero evolversi in modo assurdo. “Sono cambiate molte cose..”
“Già.. però
siamo sempre noi.. Noi contro il mondo.. Come quella sera, come la sera
del nostro primo bacio, combatterei per te contro tutto e tutti, in
eterno.. per farti mia ancora e ancora..”
E questa volta non riuscii a
bloccare una lacrima e non volevo farlo. Volevo aprirmi a lui e
lasciare che mi facesse sua ancora una volta.
“Sono tua Rob.. lo sono sempre stata..”
“E lo sarai sempre..”
Sfiorai le mie labbra sulle sue.
“Me lo dai un bacio ora?” soffiai allungando le mani dietro
il suo collo e intrecciandole tra i suoi capelli morbidi e piacevoli al
tatto. Li avevo sempre adorati e sapevo che erano un suo punto debole.
Mi strinse le mani in vita
avvicinando i nostri corpi e lasciai che piano la sua lingua sfiorasse
le mie labbra prima di entrare a contatto con la mia per approfondire
il bacio sempre di più.
Mi staccai ansante dopo un po' per prendere il respiro e lo guardai ammiccante.
“Sai.. stranamente mi è passato il sonno..”
“E dimmi.. come pensi di fartelo tornare?”
“Non ho detto che voglio farmelo tornare..”
“Ah..” roteò gli
occhi. “E allora come pensi di passare il tempo?” mi
abbracciò stringendo la presa.
“Avrei qualche idea..”
“Credevo fossi troppo stanca”
Sgusciai via dalle sue braccia e mi passai le sue mani nelle mie iniziando a trascinarlo con me.
“Non sono mai stanca di te..”
“Sei stanca?” mi strinse la mano per farmi tornare alla realtà e negai col capo.
“So che lo sei..” continuò visto che evidentemente non potevo nasconderlo.
“Bè.. è stata
una settimana pesante..” ammisi stropicciandomi gli occhi.
“Odio stare lontana da Joy per così tanto tempo..”
“Siamo quasi arrivati..” disse per confortarmi e infatti era così.
Appena cinque minuti dopo il taxi
si fermò davanti casa dei miei genitori e immediatamente feci
uno squillo al cellulare di mia madre essendoci accordate
precedentemente che non avrei suonato il campanello a tarda notte per
non rischiare di svegliare Joy.
“Ci può aspettare qui?
Torniamo subito.. Lasci pure il tassametro acceso..” disse Rob al
tassista prima di scendere e proprio mentre salivamo i due gradini che
ci separavano dalla porta mio padre venne ad aprirci.
Lo salutammo con un abbraccio
abbastanza frettoloso visto che il mio unico interesse in quel momento
era rivedere mia figlia. Entrai in casa salutando i miei fratelli e
solo quando fui nel salone vidi mia madre con la piccola in braccio,
ancora sveglia.
“Guarda chi c'è amore!” disse mia madre a Joy mentre io mi avvicinavo per prenderla.
Eppure lei si limitò ad
alzare il capo dalla spalla di mia madre e lanciarmi un'occhiata
assonnata e stanca prima di stringersi ancora a mia madre.
Mi si strinse il cuore e forse sapevo anche perché..
Una piccola voce dentro di me non
faceva che dirmi che era colpa nostra, che forse si era sentita
abbandonata, proprio quando stava male e aveva più bisogno dei
suoi genitori vicino.
“E' solo molto stanca”
mia madre interruppe i miei pensieri. “Non ha dormito bene
stanotte e non riesce a prendere sonno..”
Rob ci raggiunse chiedendo cosa non andasse ma nessuno gli rispose.
“Vai dalla mamma tesoro
dai..” fece per passarmi Joy ma lei si aggrappò a mia
madre lamentandosi e dovetti quasi fare forza per prenderla tra le mie
braccia.
“Amore.. sono qui..”
sussurrai baciandole la guancia e finalmente sembrò di nuovo
riconoscermi e si accucciò sul mio petto stringendo le gambe in
vita.
Rob le carezzò i capelli baciandole poi il capo e potei notare la sua espressione un po' preoccupata.
Senza soffermarci troppo in casa
prendemmo il borsone con le cose di Joy e dopo aver salutato i miei
tornammo in macchina e in breve fummo sulla strada di Santa Monica.
Joy sembrava davvero stanchissima..
Aveva ancora un po' di febbre e i suoi occhi lucidi non nascondevano
quanto dovesse essere spossata.
Rob prese a carezzarle la pancia
dolcemente mentre io le davo il biberon che mia madre aveva preparato e
per fortuna prima che arrivassimo a casa riuscì ad
addormentarsi.
“Vuoi darla a me?”
“No, sto bene. Tu prendi le
valigie e paga il tizio” risposi a Rob mentre coprivo Joy con una
copertina e mi avviavo alla porta di casa facendo attenzione ai
movimenti per evitare di svegliarla. Rob mi raggiunse un paio di minuti
dopo e entrò per primo solo per accendere le luci. Entrai in
casa quasi in punta di piedi meravigliandomi di quanto mi fosse mancata
anche se solo per una settimana.
Sentii Rob chiudere la porta mentre
io salivo le scale e subito fu dietro di me. Lo vidi andare ad
accendere i riscaldamenti almeno nella zona notte della casa che dopo
essere stata chiusa per giorni interi era abbastanza fredda a
quell'ora. Per fortuna in poco si poté già sentire la
differenza tra la camera di Joy e il corridoio e prima che si
svegliassi l'adagiai piano nella sua culla coprendola per bene.
Rob tornò da me e mi strinse le mani in vita da dietro mentre poggiava il mento sulla mia spalla.
Non dicemmo niente e per molto
tempo restammo in quella posizione solo a fissare nostra figlia che
sembrava dormire beata.. almeno per ora.
A volte tirava un sospiro profondo
che non nascondeva i postumi di un forte raffreddore, tuttavia la
temperatura non era mai salita eccessivamente quindi decisi di non
preoccuparmi più di tanto.
“Andiamo a dormire..”
disse Rob dopo non so quanto tempo e nonostante sarei rimasta lì
tutta la notte, non avevo la forza fisica per farlo. Eravamo in piedi
da quanto? Venti ore?
Stavo decisamente crollando e Rob mi sorresse mentre entravamo nella nostra camera da letto, finalmente!
Non credevo che avere una casa vera e propria potesse farmi odiare le camere d'albergo così tanto..
“Oh è arrivata questa per te..” disse Rob passandomi una lettera chiusa.
Le diedi una rapida occhiata e l'afferrai mentre lui si cambiava.
Non c'era mittente e la sola scritta sulla busta diceva “Per Kristen”.
Incuriosita l'aprii ma ciò che ne uscì fu un semplice foglio bianco.
“Allora.. chi è? Novità?”. Rob uscì dal bagno e rientrò in camera.
Scrollai le spalle mostrandogli il foglio bianco. “Non c'è mittente.. mah.. avranno sbagliato..”
D'un tratto Rob divenne rigido e
potei vedere il suo viso cambiare espressione in modo perfettamente
evidente. Venne verso di me e mi prese la lettera da mano iniziando a
studiarla come se magicamente sotto i suoi occhi sarebbe comparso
l'inchiostro che gli avrebbe rivelato il vero contenuto.. Ma io sapevo
bene cosa stava pensando..
“Kristen..”
“Rob, non iniziare.. Non è niente.. Magari qualcuno che ha fatto uno scherzo..”
“O magari qualcuno che non scherza..”
“Rob, di lettere di minacce ne sono arrivate molte.. non avrebbe senso lasciare in bianco..”
Non riuscii a calmarlo per niente
con quelle parole e potei vederlo mettersi a letto con un'espressione
crucciata e preoccupata che mi dava quasi ai nervi.
Nonostante le nostre guardie del
corpo il pensiero che inaspettatamente potesse succedermi qualcosa per
mano di gente esaurita lo tormentava più del dovuto.
“La gente sta male
Kristen..” diceva ogni volta e non potevo non dargli ragione, ma
nemmeno vivere con l'ansia era una soluzione.
Mi cambiai velocemente per non
prendere freddo e dopo aver dato una veloce occhiata a Joy tornai in
camera stendendomi finalmente sotto le coperte del mio letto.
Mi spostai col corpo fino ad arrivare al suo.
“Abbracciami..”
sussurrai baciandogli il petto e nonostante riuscissi a sentirlo ancora
teso non se lo fece ripetere due volte e mi strinse a se posando le
labbra tra i miei capelli.
“Va tutto bene amore.. rilassati.. Siamo noi contro il mondo.. ricordi? Siamo noi..”
“Ma il mondo è più grande di noi..”
“Ma noi siamo più forti..”
“Dove trovi tutto questa forza?”
Alzai leggermente il viso per guardarlo negli occhi mentre allungavo la mia mano sul suo cuore. “Qui..”
Sospirò con un sorriso e il suo respiro caldo mi scaldò il cuore mentre mi posava un ultimo bacio tra i capelli.
“Ti amo Kristen”
“Ti amo anche io.. da
morire..” mi strinsi più forte a lui prendendo sempre
più calore e intrecciando le mie gambe alle sue.
“Sogna amore mio..” respirò profondamente e capii che almeno per quella sera era passata.
“Sogna di noi..”
E con quelle parole mi addormentai.. e sognai di noi.. per molto, molto tempo..
Un sogno così pure e
semplice che mi sembrava di dimenticarne ogni passaggio man mano che
procedeva, era tutto così essenziale che non c'erano particolari
da ricordare.. solo un senso di pace e beatitudine, di calma,
tranquillità, silenzio e... pianto?
Aprii lentamente gli occhi cercando
di dare un senso a quell'ultima immagine di Joy in lacrime e nel
dormiveglia mi sembrava ancora di sentire le sue urla, così
chiare e vicine che sembravano reali.. e.. cazzo.. lo erano!
Nell'istante in cui mi resi conto
di non stare più sognando sfilai velocemente dall'abbraccio di
Rob e quasi corsi fino in camera di Joy, per trovarla in piedi nella
sua culla che piangeva disperata.
“Mammaaaaaa”
“Amore, che succede?”
Allungò le braccia verso di
me appena mi vide e non esitai subito a prenderla. Poggiai la guancia
sulla sua fronte e di nuovo scottava..
Piangeva e non sembrava per niente voler smettere..
“Dici alla mamma che è
successo tesoro.. hai fatto un brutto sogno?” cercavo di capire
mentre la cullavo per farla calmare.
“Mottlo” ansimò tra un singhiozzo e un altro. “Buio..”
“No amore. Non c'è nessun mostro.. c'è la mamma.. va tutto bene ora..”
Ci misi almeno un'ora per farla
addormentare di nuovo e questa volta lasciai accesa una piccola luce
nella sua stanza e anche quella del corridoio in modo che non vedesse
nero se si fosse svegliata di nuovo.
Sfinita tornai a letto e cercai di riprendere sonno eppure mille pensieri invadevano la mia testa.
Joy non aveva mai sofferto d'insonnia e ormai dormiva tranquilla tutta la notte..
L'ultima volta che ricordavo avesse fatto un brutto sogno era quando.. quando mi aveva sentita lontana.. e..
No.. non potevo permettermi di perdermi ancora nei ricordi di quell'estate.. o non avrei più chiuso occhio..
Cercai di rilassarmi e lasciai
andare i pensieri finché inevitabilmente, e sicuramente solo per
la stanchezza, crollai di nuovo; tuttavia non per molto..
“Kristen... Kristen..”
Già vittima di un sonno
leggero mi rassegnai al pensiero che forse quella notte non era destino
che dormissi e aprii gli occhi per trovarmi Rob che era praticamente
addosso a me.
“Che succede?” sussurrai assonata.
“G.. guarda..”
Mossi il viso quel poco che mi
bastò per notare un piccolo corpicino che poggiava le braccia
sul letto e ci guardava come se stesse lì ad aspettare da ore..
“Joy amore..” allungai
una mano e lei l'afferrò. “Che ci fai qui? Perché
l'hai portata qui Rob? Ha avuto un altro incubo?”
“Non ce l'ho portata io..” disse mentre scendeva dal letto per andare a prenderla in braccio.
“Cosa?!” Mi misi a
sedere quando mi resi conto della situazione. “E come cavolo
c'è arrivata qui? Non sa scavalcare la culla!”
“Invece pare di si..”
sussurrò quasi fiero tornando a sedersi sul letto con la nostra
bimba che era stretta al suo petto.
“Amore, hai fatto un altro incubo? Hai sognato ancora i mostri?”
Annuì mentre mi parve di
vederle inumidirsi gli occhi. “Mottli..” sussurrò
terrorizzata e prima che scoppiasse in lacrime Rob salvò la
situazione.
“Che mostri e mostri! Non
esistono i mostri! Esistono solo mamma e papà.. Vuoi dormire con
noi amore? Si? Nel lettone con mamma e papà?”
“Ti..”
Avrei voluto controbattere solo
perché non volevo che prendesse il vizio o sarebbe stata la fine
ma.. ma non potei proprio resistere al suo faccino triste e impaurito e
mi avvicinai per carezzarle i capelli e darle un bacio sulla fronte
leggermente meno calda.
Quella febbre rischiava di farmi impazzire!
Rob si stese di nuovo lasciando che
Joy si adagiasse a pancia in giù sul suo petto, dopodiché
coprii tutti e tre col piumone e mi strinsi a loro.
“Ecco.. ora farai solo bei sogni tesoro..”
“Sogni stupendi.. Buonanotte principesse..” sussurrò Rob baciando sia Joy che me.
“Mamma.. manina..”
Anticipò con le parole i
miei movimenti e mentre un mio braccio avvolgeva il suo corpo, una mano
stringeva la sua e restai sveglia, con gli occhi persi nei suoi
finché non li vidi chiudersi piano.. stavolta fino al mattino.
Credere che il desiderio di Joy di
dormire con noi fosse dettato solo dalla febbre e dagli incubi si era
rivelato un grosso errore visto che da una settimana era diventata
un'abitudine.
La sera successiva, dopo una
profonda crisi di pianto, l'avevamo trovata di nuovo ai piedi del letto
e quella dopo ancora ci eravamo nascosti dietro la porta e avevamo
assistito alla sua nuova abilità di scavalcare la culla con
facilità impressionante.. sembrava avere un metodo tutto suo e
infallibile..
Così dopo la terza notte era direttamente venuta a coricarsi con noi..
La febbre era ormai sparita
tuttavia ancora a volte la sentivo agitarsi nel sonno e non facevo che
chiedermi da dove potessero generare quei sonni poco tranquilli.
Se da una parte davo la colpa a Rob
per averle fatto prendere quella brutta abitudine, dall'altra ero
felice di potere essere accanto a lei quando si svegliava nel cuore
della notte, terrorizzata da chissà cosa.
Rob non ci vedeva nulla di male,
dormire tutti e tre insieme era quello che aveva sempre sognato e che
io gli avevo privato per ovvi motivi..
Con la scusa che in quel modo non
avremmo più avuto intimità riuscii a convincere Rob
dell'assurdità di quella situazione e decidemmo che saremmo
andati avanti così ancora per un po' e pian piano l'avremmo di
nuovo abituata a dormire nella sua culla, magari appena avrebbe smesso
di agitarsi nel sonno..
Nel frattempo, mentre ci
alternavamo tra interviste e talk show, mio marito e mia figlia si
godevano la bella vita stando a letto fino alle undici di mattina a
vedere i cartoni animati, e quel giorno non faceva eccezione.
Ero appena tornata da un servizio fotografico e entrando in camera da letto cosa mi trovavo?
Rob
e Joy ancora sotto le coperte a vedere i Teletubbies in televisione
mentre lui mangiava cereali nel latte e lei prendeva il suo biberon in
completo relax.
“Come è andata?”
chiese Rob vedendomi entrare mentre Joy mi salutò con una
manina.. nessuno dei due, tuttavia, si scomodò ad alzarsi dal
letto.
“Bene..” risposi con un pizzico di disapprovazione.
“Vieni a vedere la tv con noi..”
Mi sedetti sul letto e mi allungai per baciare la guancia di Joy.
“Perchè le fai vedere
queste cose?” chiesi scettica osservando quei quattro pupazzi
giganti che facevano le capriole sul prato.
“Guarda come la rilassa..”
“Non voglio una figlia
rilassata.. preferisco che faccia la pazza piuttosto che vedere questi
quattro idioti che ripetono le cose duecento volte”
“Sono teneri!” li difese Rob.
“E' l'ora della nannaaaaa.. è l'ora della nannaaaaa.. è l'ora della nannaaaaaa”
Lanciai uno sguardo a Rob e si morse le labbra cercando di trattenere una risata.
“D'accordo.. forse sono un po' idioti..”
“Un po'??”
“Ma lei ha un anno e mezzo, che vuoi che ne capisca!?”
“Rob, sono le undici. Non dovresti prepararti?” cambiai argomento.
“La registrazione è alle due. C'è tutto il tempo..”
“Ma all'una non vengono a
prenderti? Non vorrai mica fare ritardo da Ellen?!” dissi con un
velo di acidità nella voce mentre mi stendevo sul letto sopra il
morbido piumone.
Non so come Rob scavalcò Joy e me lo trovai su di me, incrociò i miei occhi nei suoi e poi si fece una risata.
“Non la sopporti proprio vero? Vedrai che inviterà anche te..”
“Non me ne fotte un cazzo..
anzi.. vorrei che mi invitasse solo per rifiutare.. Diciamo che il mio
è un odio innato..” dissi soddisfatta mentre lui rideva
sulle mie labbra.
“Riferirò nel caso mi chieda di te..”
“Vatti a lavare idiota! E fatti la barba..”
“Credevo ti piacesse..”
“Infatti mi piace..”
ammisi carezzando quel filo di barba che mi faceva impazzire. “Ma
non vorrei che Nick andasse in giro a dire che per colpa mia stai
diventando un barbone..”
“Non deve fregartene di quello che pensa lui..”
“Non me ne importa infatti..
però.. a dirla tutta.. dopo questa settimana in cui ti ho visto
la maggior parte del tempo buttato sul letto.. non vorrei che
conducessi nostra figlia sulla cattiva strada..”
contemporaneamente lanciamo un'occhiata a Joy che continuava a vedere
la TV nel relax più totale..
Dio mio.. la sua pigrizia stava raggiungendo limiti assurdi..
“Direi che c'è già..” disse Rob ridendo.
“Ti avviso che finiti i nostri doveri ci diamo al movimento.. non voglio che mia figlia diventi una poltrona..”
“Detto dalla regina dell'ozio..” mi arronzò incastrandomi con le sue labbra.
“Mmm.. dico davvero Rob..” mormorai tra un bacio e l'altro.
“Sisi, ti credo..”.
Sapevo che mi stava prendendo in
giro e mi venne da ridere ma le sue labbra sulle mie bloccavano ogni
volontà e quando le sue mani entrarono sotto la mia maglietta
dimenticai pure che Joy fosse sullo stesso letto a pochi centimetri da
noi e approfondii il contatto.. finché non si alzò
improvvisamente.
“Meglio che vada a lavarmi.. non vorrei che la mia dolce cara Ellen cambiasse la sua bella opinione su di me..”
“Bastardo!” dissi in un ghigno divertito mentre lui mi faceva la linguaccia e si dileguava in bagno.
“Bene amore.. vediamo qualcosa di più intelligente..”
Accucciandomi vicino a Joy presi il
telecomando ma quando cambiai canale si fece afferrare per pazza e fui
costretta a ritornare al canale precedente per farla calmare.
“Amore.. non può davvero piacerti..” provai di nuovo ma un suo urlo mi fece ricredere.
“Babbis!!!”
“D'accordo.. mi
arrendo..” sospirai e a malincuore restai a vedere con lei quello
stupido programma e quasi volevo uccidermi quando mi resi conto che il
palinsesto prevedeva una specie di maratona di due ore.
Rob era andato via da un quarto
d'ora e restammo d'accordo che saremmo passati a prenderlo sotto lo
studio alle cinque per poi andare al teatro..
Ormai eravamo abituati alle
premiere ma dovevo ammettere che stavolta sarebbe stato quasi tutto
diverso.. La premiere di Los Angeles, la prima grande premiere mondiale
da marito e moglie, da genitori.. sarebbe stato.. diverso.
Joy sarebbe rimasta a casa con mia
madre ovviamente. Non avevamo nessuna intenzione di sottoporla ai flash
delle macchine fotografiche, tuttavia era l'una e mezza e mia madre
ancora non si vedeva.
Iniziai a farmi prendere dall'ansia visto che tra mezz'ora sarei dovuto uscire e lei ancora non era qui..
Non feci in tempo a prendere il
telefono che squillò e tirai un sospiro di sollievo quando vidi
il suo nome sullo schermo.
“Grazie a dio mamma! Sei qui
fuori? Io tra poco devo scendere.. Joy però è
tranquillissima, non ti darà problemi e..”
“Kristen” mi
bloccò. “Fermati! Tesoro! Sono bloccata nel traffico! Non
hai idea di quello che c'è in autostrada!”
“Cosa? Ma dove sei?!”
“Sull'Interstate 5. Pare che ci sia stato un incidente.. non lo so.. ma qui non si cammina..”
“Mamma ma perché sei sulla statale?!”
“Avevo quell'appuntamento a Sacramento, ricordi?!”
Cazzo, cazzo, cazzo!
“Ma porca..” respirai
profondamente. “Come cazzo faccio ora?! Dove la trovo una
baby-sitter affidabile in mezz'ora?!”
“Tesoro..mancano ancora quattro ore alla premiere! Io appena mi sblocco ti raggiungo ovunque sei!”
“Papà?”
“Sta lavorando..”
Dannazione! E i miei fratelli erano fuori città..
Perfetto, assolutamente perfetto..
Rimasi d'accordo con mia madre che mi avrebbe raggiunta all'hotel, restava solo da sperare che ce la facesse in tempo.
Riagganciai in preda all'ansia e
senza troppe moine sradicai Joy dal letto visto che in un quarto d'ora
dovevo lavarmi, lavarla, vestirmi, vestirla e darle da mangiare..
Ringraziai la mia capacità
di organizzazione e solo grazie alle mie manie di controllo fummo
pronte con cinque minuti di anticipo.
“Che ci fa lei qui?!” esclamò Stephanie quando mi vide entrare in macchina con Joy.
“Non ne parliamo..” sbuffai spiegandole velocemente la situazione mentre la macchina ci portava all'hotel.
Joy raccolse subito tutte le
attenzioni attorno a sé e fui di nuovo costretta a spiegare per
quali motivi avevo dovuto portarla con me.
“Sarà meglio preparare anche lei allora..” disse la stilista a un certo punto.
“Ma non la porto sul red carpet ovviamente.. Mia madre ci raggiunge appena si libera..” cercai di ragionare calma.
“E se non ce la fa?” s'intromise Stephanie.
“Allora la guarderai tu..”
“COSA?! No.. nono.. non se ne
parla proprio.. Non sono capace di badare ai bambini.. non so cosa
vogliono quando piangono e non so cambiare un pannolino..”
“E credi che io lo sapessi?!”
“Ma tu hai un anno e mezzo di esperienza!”
“Steph!”
“Kristen, ha ragione. Se tua
madre viene tanto meglio ma meglio prepararci all'evenienza!”
disse per poi fare un cenno del capo alla stylist che si
accovacciò per aprire le braccia verso Joy. Mia figlia, da
grande traditrice qual era, non si fece pregare e si lasciò
prendere in braccio.
“Saluta la mamma tesoro.. fai ciao.. torniamo tra poco belle e preparate..”
“Tao mamma..”
Sospirai salutandola con la mano e
feci giusto in tempo ad urlare: “Niente di complicato! E niente
trucco!” prima di vederle sparire dietro una porta.
Entrai nel mio vestito, un Oscar de
la Renta nero, con un semplice corpetto e una gonna che scendeva larga
aprendosi in piccoli.. non so cosa fossero ma nel complesso era
grazioso.
Mi lasciai andare ai truccatori e agli acconciatori pensando a cosa stessero combinando alla mia povera bambina..
Ebbi la risposta circa un'ora dopo
quando vidi Stephanie entrare mano nella mano con Joy che indossava un
semplicissimo vestitino di raso celeste con un fiocco che sembrava
chiudersi sulla vita dietro. Un paio di scarpette di vernice lucida
bianca ai piedi e un piccolo fiocco tra i capelli.
Era bellissima.. un piccolo angelo..
“Mamma! Guaddaaaaa!” iniziò a saltellare verso di me.
“Amore ma sei bellissima!
Fatti vedere!” le presi una mano e le feci fare qualche giro su
se stessa che rideva felice e contenta nel suo vestitino nuovo.
“Posso sapere come mai avete vestiti della sua taglia?!”
“Ti conosciamo abbastanza
bene..” rispose Stephanie facendomi ridere ma quando mi resi
conto dell'ora di nuovo andai nel panico.
“Dobbiamo andare Kristen.. bisogna passare a prendere Rob e non possiamo fare tardi..”
“Stephanie.. non voglio
portare Joy sul red carpet..” dissi afflitta e chinai il viso in
cerca di una soluzione finché non notai con la coda dell'occhio
Joy che si divertiva a correre attorno alle gambe di Dean.. e fu allora
che mi si accese la lampadina e presi a fissarlo con uno sguardo
vittorioso sul viso finché non si accorse di me..
“Oh.. no no.. non se ne parla!”
“Dai Dean! E' un angelo! Non ti darà alcun tipo di fastidio!”
“Io sono la tua guardia del corpo! Non il baby-sitter!”
“Ci sono altre 10 guardie e
di te mi fido ciecamente! Ti prego, ti prego, ti preeeeego!”
tentennò per qualche secondo e prima che potesse rifiutare mi
buttai su di lui scoccandogli un bacio sulla guancia.
“Grazie! Sei la mia salvezza!
Andiamo da papà amore!” dissi subito e evitando il suo
sguardo sicuramente disperato presi mia figlia per mano e tornammo alla
macchina.
Potevo solo immaginare lo sguardo
di Rob quando ci avrebbe visto entrambe lì, sarebbe rimasto
scioccato e infatti quando aprì la porta quasi si
pietrificò mentre Joy camminava sui sedili per raggiungerlo e
buttarsi tra le sue braccia.
“Papiiiiiiiiiiii! Guadda guaddaaa meeee” strillò saltando sul posto in attesa che Rob le desse attenzione.
“Sei splendida amore!!!” la salutò prendendola in braccio e chiedendomi spiegazioni un attimo dopo.
Per la terza volta spiegai gli
eventi assurdi del pomeriggio ma stavolta fui fiera di aggiungere Dean
nei miei piani geniali e vidi Rob tirare un sospiro di sollievo mentre
faceva fare il cavalluccio a Joy che rideva divertita.
Era così euforica che
credevo di avere le allucinazioni quando di punto in bianco si
appoggiò al petto di Rob e iniziò a dormire..
Mi scambiai un'occhiata preoccupata con mio marito tanto sorpreso quanto me.
“Vedi? E' colpa tua.. l'hai trasformata in una poltrona..”
“Ehi.. non è colpa mia se è abituata a dormire il pomeriggio..”
Bè.. tanto meglio in fondo..
Dean avrebbe avuto ancora meno problemi anche se da un lato quasi mi
dispiaceva che la sua bellezza fosse sprecata, tuttavia quel pensiero
mi abbandonò presto.
Mi chinai per baciarle il capo teneramente e Rob fece lo stesso prima di passarla a Dean una volta scesi dalla macchina.
“Vedrai che non ti
darà problemi..” mormorai suggerendogli di iniziare ad
entrare in teatro per evitare le urla e rischiare di svegliarla, anche
se di solito riusciva a dormire come un sasso durante il pomeriggio e
nemmeno le cannonate riuscivano a svegliarla..
Mentre insieme a Rob camminavamo sul red carpet sperai solo che quello fosse uno di quei pomeriggi..
Iniziammo a firmare autografi,
quanti pi possibili, cercando di accontentare tutti e già mi
sentivo morire su quei tacchi ma non lo davo a vedere.. o almeno
speravo che non fosse così evidente.
Quando ci incontrammo ci staccammo dalle transenne e posammo insieme davanti ai flash delle macchine fotografiche.
“Mi perdoni?” mi sussurrò a un orecchio prendendomi di sorpresa.
“Per cosa?” chiesi curiosa.
“Bè.. non ti ho ancora detto quanto sei bella..”
Arrossii di botto chinando il viso prima di alzare gli occhi e incrociarli ai suoi.
“Stai benissimo anche
tu..” risposi sincera e si chinò per baciarmi una guancia
prima di tornare a voltarsi verso i fotografi stringendomi a se.
“Roooob, Kriiiiis!”
avrei riconosciuto quella dolce vocina tra mille e io e Rob ci voltammo
giusto in tempo per vedere Mackenzie che correva verso di noi.
Rob si chinò istantaneamente e l'accolse tra le sue braccia tirandola in su e baciandole una guancia.
“Ciao scricciolo!” la
salutò e lei, timida, diede un bacio a lui e poi a me iniziando
a raccontarci tutto quello che aveva fatto durante l'estate e
abbracciandoci per fare in modo che venissero delle foto decenti.
Eravamo ancora a posare con lei quando sentii Stephanie chiamarmi seguita da.. Dean?
No.. non poteva essere. Lui era con Joy all'interno del teatro..
Non feci in tempo a girarmi per
cercare di capire che vidi lei, la mia bambina che correva per tutto il
red carpet seguita da Dean che le correva dietro cercando di prenderla,
ma lei era una specie di anguilla e riusciva a sgusciare tra le gambe
degli altri con estrema facilità. La persi un paio di volte
mentre la vedevo venirci incontro con un sorriso estasiato stampato in
viso finché la strada fu totalmente libera davanti a noi e
mentre Rob era impietrito con Mack in braccio fu istintivo per me
chinarmi e accoglierla tra le mie braccia.
Dean ci raggiunse un secondo dopo
con il fiatone. “Uff.. fiu.. non.. non sono più in forma
per fare queste cose..”
“Dean! Dovevi guardala!”
“Lo stavo facendo! Ma poi si
è svegliata e ha iniziato a piangere e non si calmava e la
cullavo ma lei continuava e vi cercava e poi vi ha visto e cavoli! E'
sgusciata così velocemente che quasi sbatteva la testa per terra
e ha iniziato a correre così veloce che..”
Scoppiai a ridere e Joy insieme a me.
“Ma brava tesoro! Sei venuta
da mamma e papà!!” la lodò Robert liberando una
mano per solleticarle il collo e lei prese a ridere e mi strinse le
braccia al collo per nascondere il suo punto più debole al
solletico.
“Tranquillo Dean.. non fa
niente..” sospirai infine. Non era la fine del mondo e già
era stato tanto gentile da aver accettato la mia idea.. Non me la
sentivo di dargli colpe che non aveva, forse l'unica colpa era nostra:
aver abituato Joy a non stare lontano dai suoi genitori e finché
non fossero stati i paparazzi a creare problemi, poteva anche starmi
bene. Dopotutto, eravamo una famiglia.
Le urla delle fan e dei fotografi
impazziti per quel quadretto che ora si presentava sotto i loro occhi
mi fece voltare lo sguardo verso Rob che affondò i suoi occhi
nei miei mimando un “Vi amo” a cui ricambiai con un
sorriso..
Sorridevo felice anche se quella situazione era piuttosto assurda.
“Fai ciao Joy..” disse
Mack alla piccola che le diede retta e prese a muovere piano la manina
facendomi scuotere il capo.
“Noi contro il mondo eh?” dissi chinandomi verso Rob.
“Già..” confermò sorridendo estasiato. “Noi contro il mondo”.
Le tre ragazze che incontrano Rob e Kris a Roma chi saranno mai??? Mah...chissà ;)
Vi voglio bene girls un giorno il nostro sogno sarà realtà *___*
Mi raccomando recensite ragazzeeeee *____*
P.S Leggete la ff di Fio mi raccomandooo :)
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Capitolo 43 *** Solo una volta o tutta la vita ***
BUON
COMPLEANNO JOY!!!!
Premetto
che prometto (che gioco di parole o.O) di non fare più
capitoli
così assurdamente lunghi! Ma davvero questo è
stato un
parto e non so nemmeno perchè o_O bah..
Credits
riguardo alla faccenda Edward Cullen=Winx vanno a Angy e alle sue
assurde Teorie Da Oscar hahaha. Cara io ho mantenuto la promessa u.u
vedi di mantenere la tua ora u.u
Invece,
per
chi non lo sapesse, la frase che Joy dice dal film "Cattivissimo me"
è "It's so fluffy I'm gonna die!" hahaha Cioè,
marty mi
ha fatto fissare talmente tanto che mi è venuto spontaneo
mettercela XD e in inglese è più carina XD ahaha
vabbè non interessa a nessuno u.u
lascio
la parola a Cloe che è più capace di me u.u
*Cough cough* Cloe prende la parola..
Come avrete notato dalla torta di compleanno e dalla scritta...oggi
è il compleanno di Qui dove batte il cuore. Eh
già...esattamente un anno fa abbiamo postato il primo
capitolo e
ora pensare che tra pochi capitoli sarà conclusa
è
terribilmente strano.... Mamma mia ricordo ogni dettaglio e soprattutto
l'emozione di quel giorno, ç___ç non avete idea
... Fu un
momento bellissimo e devo ringraziare questa storia perchè
senza
di lei non avrei mai conosciuto Fio così come la
conosco
ora. Abbiamo condiviso, sclerato e siamo diventate
amiche...perchè niente lega due persone come una passione. E
per
noi è la scrittura :) Ok ok la smetto con i momenti
commmozione
e vi lascio al capitolo :). Visto che oggi si festeggia ce la lasciate
una recensioncina vero??? ;D Enjoy the cap
Kiss kiss Cloe & Fio
CAPITOLO
43 (Fio)
SOLO UNA
VOLTA O TUTTA LA VITA
POV Rob
“..
così gli ho detto
'Senti Will, lo so che che hai paura di un rifiuto ma non lo
saprai mai se non ci provi e non ti lasci andare, magari è
la
donna della tua vita e se non ti butti vivrai per sempre nel rimpianto
di non averlo saputo..'. Ho ragione, no?” chiesi a mia figlia
che
di tutta risposta mi riservò uno sguardo accigliato quasi a
volermi chiedere di cosa stessi parlando e che cavolo stessi dicendo.
“Non hai
capito una parola di
quello che ho detto ovviamente..” notai tra me e me mentre le
levavo la maglia del pigiamino che finì nei panni sporchi.
Era possibile uscire
così
fuori di testa da raccontare alla propria figlia di un anno e mezzo le
avventure amorose dell'aiutante regista con la cameriera del bar di
fronte al set? Evidentemente si..
Non sapevo nemmeno
perché lo
stavo “raccontando” a Joy, eppure avevo iniziato a
parlare
e tutti i capricci, assurdi visto che di solito fare il bagno le
piaceva particolarmente, sembravano essere svaniti. Forse come me aveva
semplicemente mal digerito l'alzata dal letto, soprattutto nei giorni
di festa, ma dopotutto per lei ogni giorno era giorno di festa.
Ora che Joy era
più grande
io e Kris avevamo deciso di riprendere a ingranare man mano con i
nostri lavori stabilendo delle specie di turni in modo da non dover
essere costretti a lasciarla con baby-sitter, a meno che non fosse
stato strettamente necessario.
Così,
mentre Kristen ancora
si godeva la sua prolungata maternità, io ero tornato al
lavoro
sul set di un nuovo film, Water For Elephants; e ora che era Natale e
potevo godermi un po' di pace e tranquillità con la mia
famiglia
in quel di Londra, doveva per forza esserci qualcosa che non me lo
permettesse, o più che altro che non me lo lasciasse fare
come
avrei voluto.
Avevo proposto a
Kristen di
prendere in affitto un piccolo appartamento poco distante dai miei ma
loro avevano insistito così tanto nell'ospitarci, con la
scusa
di poter passare più tempo con la loro nipotina, che era
stato
impossibile rifiutare.
Inoltre da quando
Lizzie si era
trasferita insieme a Paul in una nuova casetta a circa venti minuti da
lì la casa era così tranquilla che sembrava quasi
che i
miei genitori accusassero sempre più la consapevolezza che i
loro “bambini” stavano crescendo..
Misi l'accappatoio a
Joy per non
farle prendere freddo mentre la vasca finiva di riempirsi e tornai di
nuovo a pensare a Will e a quando timoroso si era avvicinato per
chiedermi un consiglio.
A quanto pareva la
storia mia e di
Kristen, il mio combattere per lei fino ad averla per me era
così romantica da rendermi una specie di esperto in materia..
Non era affatto
così..
Io non ero un esperto
in materia di donne, io ero esperto solo in materia di Kristen e spesso
nemmeno molto su di lei.
Forse ero stato
precipitoso nel dargli un consiglio del genere ma dalla mia esperienza
non potevo fare altro.
Avevo imparato che se
davvero si voleva qualcosa bisognava fare di tutto per averla.
“Con la
mamma ha funzionato
in fondo..” mormorai riflettendo ad alta voce mentre mettevo
Joy
in piedi sul morbido tappeto del bagno.
Funzionato
cosa?!”
non ebbi il tempo di
fermare la
porta che Kristen l'aveva già aperta trovandosi una piccola
Joy
nuda sotto i suoi occhi, solo con l'accappatoio che le pendeva dal capo
mentre io ero ancora in boxer e canottiera..
“Rob..
perché siete ancora così?!” disse non
lasciandomi nemmeno rispondere alla domanda precedente.
“Dobbiamo..
solo vestirci..” arrancai una scusa mentre lei alzava gli
occhi al cielo.
“Basta che
vi muovete.. Lizzie e Paul passano tra dieci minuti! La prossima volta
imparate a dormire fino a tardi!”
“Kristen
sono appena le dieci e mezza, in quale paese..”
“Non
m'interessa Rob. E se
proprio vuoi battere sull'argomento l'Inghilterra non dovrebbe essere
la patria dei puntualini e precisini?”
Si abbassò
per chiudere Joy nel suo piccolo accappatoio e sfregarle le braccia
mentre la piccola saltava sul posto.
Io mi chinai dietro
Joy e di fronte a Kristen così che ora aveva formato una
specie di gabbia di cui Joy era prigioniera.
“E' evidente
che la tua
influenza americana non non è così positiva come
credi..” soffiai avvicinandomi alle sue labbra.
“Oh.. tu
dici?” rispose con voce altrettanto flebile sfiorando la mia
bocca con la sua.
“Si..”
poggiai le mie
labbra sulle sue leggermente, pronto ad andare oltre quel contatto e
quasi dimentico della nostra bimba in mezzo a noi, ma proprio mentre mi
sporgevo per approfondire il bacio si schivò velocemente
portando Joy tra le sue braccia e io finii con la faccia nella trave
della porta.
Dio, che male!
La sentii ridere.
“Non ci provare, Robert Pattinson. Non mi abbindoli
più con queste cose..”
“Traditrice..”
riuscii a biascicare con la fronte ancora attaccata al muro.
“La prossima
volta impari a fare il furbo.. e ad alzarti in orario! Ora vai a
lavarti, Joy la vesto io!”
“NO!”
urlai
rimettendomi velocemente in piedi. “Ti.. ti ho detto che ci
pensavo io.. tranquilla..” mormorai incerto continuando a
tenerle
segreto il piccolo particolare del bagno che dovevamo ancora fare.
“D'accordo..”
rispose
scrollando le spalle e prendendo Joy dalle sue braccia le feci fare un
paio di salti in aria per gustarmi il suono delle sue risa prima di
stringerla al petto e baciarle i morbidi capelli.
Kristen sorrise
poggiandosi al lato della porta.
“Abbiamo
tutto sotto controllo!” affermai sicuro facendole un
occhiolino.
“D'accordo
alla vi aspetto
giù..” rispose dopo un po' mentre io continuai a
sorriderle finché finalmente chiuse la porta del bagno
dietro di
se.
“Ok tesoro..
dobbiamo fare presto..”
Sballottolai un po'
Joy mentre
velocemente le toglievo l'accappatoio e cercavo di immergerla nella
vasca ma lei si aggrappò a me stringendo le gambe attorno
alla
mia vita.
“Naaaaa..”
“Dai amore,
ti prego, dobbiamo fare il bagnetto”
“NOOOOOOOOOOO!”
“Vuoi che la
mamma mi uccida
per caso?” tentai ancora di staccarla da me ma di tutta
risposta
infilò le sue piccole unghiette nella mia carne.
“Pule
tuuuuuu”
Rinunciai qualche
secondo per prendere fiato visto che quella era una vera e propria
battaglia, persa in partenza per giunta.
“E va
bene” mi arresi e
con tutti i vestiti addosso entrai nella vasca con lei che si
lasciò andare solo quando mi sedetti.
Si
allontanò un po' e infine si sedette di fronte a me e
sfoderò un sorriso mostrando i suoi dentini bianchi e io non
potei fare a meno di sorridere.
Cercando di evitare
pianti e
giocando velocemente con le “papelelle” come lei
riusciva a
chiamarle riuscii a lavarla velocemente e farle una rapida passata di
shampoo così che dopo cinque minuti massimo eravamo di nuovo
fuori, o almeno ci provavo visto che ora la mia dolcissima bambina
sembrava non voler uscire dalla vasca e cercava di appesantirsi, come
se davvero i suoi 9 kili potessero aiutarla contro la mia forza.
Bè, certo
il suo peso non le
era d'aiuto ma le urla improvvise appena la tirai fuori furono un
martello pneumatico alle orecchie e si dibatteva così tanto
che
era impossibile per me metterle l'accappatoio.
Solo quando Kristen
piombò
nuovamente in bagno si calmò.. mentre invece vedevo il volto
di
mia moglie passare per diverse tonalità ed espressioni
mentre si
aspettava una spiegazione.
“Siete
caduti per sbaglio nella vasca?” chiese scettica incrociando
le braccia al petto.
“Tesoro..”
iniziai.
“Ti prego, non è il momento..” e indicai
la piccola
che era tra le mie braccia a mezz'aria, sulla vasca da bagno.
Kristen scosse il capo
afferrando
l'accappatoio di Joy nello stesso momento in cui lei allungava le
braccia e urlava per richiamare la sua attenzione.
L'avvolse velocemente
per non farle prendere freddo e quando fu finalmente coperta la prese
in braccio.
E mentre quella
piccola traditrice
si nascondeva nel collo della madre io ero fradicio zuppo davanti a lei
che mi guardava con un sopracciglio alzato.
“Per essere
vestito sei
piuttosto bagnato..” disse sarcastica serrando le labbra in
un'espressione contrariata che conoscevo bene.
“Se tua
figlia non mi avesse costretto a fare il bagno con lei non sarei
bagnato”
“Interessante
che quando fa
qualcosa che non va diventi magicamente mia figlia mentre se fa
qualcosa di buono è la tua bambina..”
Abbozzai un sorriso
cercando qualche altra scusa ma alla fine me ne uscii con
“Dammi cinque minuti..”
“Contati!
Muoviti idiota, a
Joy ci penso io!” e avvicinandosi mi stampò un
bacio sulle
labbra prima di uscire e chiudere la porta dietro di se.
Non persi tempo e onde
evitare
ulteriori eventuali minacce raccolsi tutte le mie capacità
di
organizzazione e non so come in nemmeno cinque minuti ero
già
fuori.
Kristen era in camera
finendo di
vestire Joy che però era così piena di energia
quella
mattina che era impossibile da controllare.
“Aaa-aaaaa-aaaa-eeee-iiiii”
ripeteva a intermittenza mentre poggiandosi sulle spalle di Kris
saltava in piedi sul letto.
“Bè,
possiamo dire che
già conosce le vocali” scherzai entrando in camera
e
appena mi vide per poco non saltò dal letto per venirmi
incontro.
Riuscii ad afferrarla
giusto in tempo mentre si cimentava in una specie di volo nella mia
direzione.
Mentre giocava con le
mie orecchie
Kris finì di asciugarle i capelli fino a non lasciare
bagnato un
minimo capello e in poco fummo finalmente pronti ad uscire.
Peccato che Lizzie e
Paul non erano ancora venuti..
“Non posso
crederci! Non sono
ancora qui!” mi lamentai mentre scendevamo le scale e
entravamo
in cucina dove trovammo i miei genitori a bere una tazza di
caffè.
Mio padre
lasciò la sua e venendomi incontrò
reclamò Joy che andò dal nonno di buon grado.
Lui prese a
incappucciarla per bene mentre io mi riempivo una tazza.
“Saranno qui
a momenti Rob..”
“Non conosci
Liz. Ha sempre fatto ritardo, in ogni minima cosa!”
“Non glielo
farei notare in
questo periodo se fossi in te..” si intromise mia madre molto
pacata sorseggiando il suo caffè.
“Perchè?”
“Bè..”
fece una
pausa. “Diciamo solo che conviene non farla
innervosire..”
continuò e stavo per chiedere spiegazioni ma Kristen
interruppe
la mia curiosità continuando il suo discorso.
“E comunque
meglio essere in
anticipo che in ritardo..” rispose iniziando a riempire la
borsa
di Joy con qualche pacchetto di Plasmon.
“Perché
non lo dici a mia sorella invece che a me?”
Vidi i miei genitori
guardarci e sorridere mentre assistevano al nostro piccolo scambio di
battute.
“Perché
lei non
è qui ora.. e comunque manca ancora un quarto d'ora
all'orario
che avevamo stabilito..” disse scrollando le spalle e
lanciare
un'occhiata a mia madre.
Rimasi a bocca aperta.
“No,
scusa. Fammi capire. Mi hai fatto fare le corse e mi dici che avevo
ancora quindici minuti a disposizione?!”
“Era per
darti una mossa. Che
differenza vuoi che faccia ora cinque o sei minuti..” mi
sorrise
innocente con quegli occhi a cui non potevo resistere e lasciai cadere
la cosa nonostante avessi ancora voglia di continuare il nostro
teatrino.
In quello stesso
istante vedemmo
dalla finestra della cucina la macchina fermarsi sul vialetto e bussare
mentre Paul e Lizzie salutarono i miei da lontano e ci facevano segno
di raggiungerli.
“Visto? Sono
in anticipo!”
Scuotendo la testa mi
limitai a prendere Joy dalle braccia di mio padre e salutando i miei
uscimmo finalmente di casa.
Lizzie scese per
abbracciarci e lo
trovai strano visto che ci eravamo visti la sera prima e solo quando si
fiondò su Joy capii il motivo.
“Tiaaaaaaaaa”
urlò mia figlia sporgendosi verso di lei.
“Awww la mia
nipotina preferita!” esclamò come una ragazzina
pretendendola dalle mie braccia.
“Lizzie, sei
sicura di
farcela?” chiesi preoccupato visto che la sua pancia a cinque
mesi era già così evidente da ricordarmi quella
che Kris
aveva quando era al settimo.
“Sono
incinta Rob, mica invalida!” rispose con una linguaccia
mentre si spupazzava Joy.
“Oh prendi
pure il posto avanti.. io sto dietro con Kris e con questa
bambolina”.
E così
pochi minuti dopo eravamo in macchina, sulla statale.
Direzione: Ikea.
Un incubo.
Il solo pensiero di
dover andare in
un posto così affollato mi dava ansia ma Lizzie, senza
bisogno
che le dicessi una parola, mi aveva assicurato che nei giorni di festa
era di solito molto vuoto e ci teneva così tanto a fare
quella
specie di uscita insieme che non me l'ero sentita di distruggere i suoi
desideri e le sue voglie soprattutto.
Era molto suscettibile
da quando
era incinta, molto più di quanto lo fosse Kristen, almeno a
detta dei miei genitori, e non avevo alcuna intenzione di farla
innervosire.
“Liz sei
sicura che non vuoi
darla a me? Potrebbe darti fastidio..” sentii Kris
preoccuparsi
per mia sorella che però cocciuta come un mulo non ne volle
sapere di darle Joy, finché non iniziò lei stessa
a
lamentarsi.
Dapprima la
passò a Kristen
e la piccola sembrò calmarsi per un po', ma quando la mise
nel
seggiolino posizionato tra lei e Liz, fu la fine e fu impossibile
fermare le urla.
“Rob, credo
voglia venire da te..” disse Kris cercando di passarmi la
bambina.
“Kris, deve
stare nel suo seggiolino, sai come la penso..”
“Lo so Rob,
ma non possiamo
farci tutta la strada con lei che piange..” riuscii a
sentirla
nonostante le urla di Joy soffocassero la sua voce.
Si allungò
con le braccine
verso di me e dovetti sforzarmi come mai per non Sentivo
così
tante notizie di bambini morti o feriti durante un incidente stradale
perché non erano nel seggiolino e anche se poteva sembrare
una
fissa stupida era una specie di fobia da cui non riuscivo a liberarmi.
“Rob
dai..” mi pregò Kristen visto che Joy non voleva
saperne di calmarsi.
“Kristen, mi
dispiace..”
“Ma sta
piangendo! Ti vuole!”
“Deve
imparare ad auto-consolarsi..”
“Ma che
cavolo vuol dire! Ha un anno e mezzo! Come vuoi che si
auto-consoli?!”
“Stando nel
suo seggiolino..”
“Rob..”
“OH PER
L'AMOR DEL CIELO! SMETTILA DI DIRE CAZZATE E PRENDI LA BAMBINA
ROBERT!”
Mi gelai
istantaneamente quando mi
resi conto che quell'urlo isterico era uscito dalla bocca di Lizzie e
d'un tratto mi fu totalmente chiaro quello che intendevano i miei
genitori.
Io e Kristen ci
fissammo per un
millesimo di secondo e mentre realizzavo che c'era un assurdo silenzio
e che quindi anche Joy era rimasta allibita non feci altro che
allungare le braccia e prenderla per portarla avanti con me.
Lanciai uno sguardo a
Paul che tossì distrattamente.
Per qualche secondo
regnò il
silenzio e mentre Joy si accucciava al mio petto giocando col mio
orecchio non ebbi il coraggio di fiatare.
Fu Kristen a rompere
l'atmosfera.
“Cavoli Liz,
che pancia! La mia nemmeno a sette mesi era così..”
“Solo
perché sono in due..” rispose mia sorella
totalmente normale, o almeno in apparenza.
“Bè
sei felice che siano maschi? O preferivi due femmine?”
Pregai che le
andassero bene i maschi altrimenti quella domanda avrebbe causato un
cognaticidio.
“Ti
dirò.. le
gemelline sono più sfiziose da vestire ma i maschi non mi
dispiacciono. Poi mi sono divertita a vestire Rob da bambina quando era
piccolo quindi in un certo senso ho già dato..”
Sentii Kristen ridere
mentre io alzavo gli occhi al cielo. Possibile che quella storia non
fosse mai troppo
vecchia?
“E avete
già pensato a dei nomi?”
“Oh si!
Voglio chiamarli Tom e Jerry!”
Fu istantaneo. Io e
Kris ci
voltammo a guardarla increduli e anche Paul le lanciò uno
sguardo dallo specchietto e potei vederlo irrigidirsi mentre teneva
saldamente il volante.
“Cos'è?
Non vi
piacciono per caso?!” la sua voce era così fredda
e
autoritaria che nessuno avrebbe osato contraddirla.
“Ehm.. no
no.. che dici.
Sono.. carucci..” Kristen arrancava nelle parole temendo come
noi
una possibile minaccia di morte. “Vero Rob?”
continuò incastrando anche me.
“Ah.. eh..
si.. si..
perché no..” ingoiai una matassa di saliva
sperando non
facesse rumore e non potei fare a meno di vedere lo sguardo di Paul
perso nella strada mentre serrava le labbra e chiedermi a cosa stesse
pensando.
Povero, mi faceva una
pena..
I miei avevano davvero
ragione. Liz era emotivamente instabile..
E io che pensavo che
Kristen soffrisse di esagerate crisi ormonali quando era incinta.
D'un tratto i miei
pensieri furono
interrotti dalla risata di mia sorella che inondò il piccolo
spazio in cui eravamo costretti.
Io e Paul ci guardammo
per qualche
secondo interdetti, poi lui tornò a guardare la strada e io
mi
voltai ancora una volta per trovare mia sorella piegata in due per le
risate.
“Ahahahaha
oddio.. ahahaha dovreste vedervi.. Wow, non pensavo di fare
così paura.. ahahaha”
Kris mi
guardò con la coda dell'occhio.
“Andiamo,
posso mai chiamare i miei figli come un gatto e un topo? Non sono
così esaurita..”
Sempre più
allibiti tirammo un sospiro di sollievo e finalmente ci rilassammo del
tutto.
Joy ora era
tranquillissima tra le
mie braccia e il resto del tragitto fino a Bristol, più
lungo di
quanto pensassi, passò tra le chiacchiere di Kris e Liz che
parlavano dei più svariati argomenti sulla gravidanza mentre
io
e Paul ci eravamo imbattuti in una specie di dibattito sulla
rarità delle Cadillac antiche.
Quando arrivammo le
ragazze stavano discutendo sulla praticità del latte in
polvere.
“Io sono
stata costretta a
sostituirlo al latte materno a un certo punto ma tu se hai la
possibilità allatta finché puoi.. anche se con
due deve
essere tosta..”
Mentre camminavamo per
il
parcheggio Joy lasciò la mia mano per correre un po'
più
avanti verso Kristen e afferrare la sua.
Mia moglie si
chinò per
baciarle la guancia e aggiustarle il cappuccio e riprese a camminare
mentre in cuor mio mi chiedevo se e quanto ancora potesse farle male
parlare di tali argomenti.
Abbandonai il pensiero
quando Paul iniziò a parlarmi.
“Ok Rob,
regola numero uno.
Non contraddirla. Anche se vorrà comprare uno di quei divani
orrendi a forma di labbra o.. o un letto a forma di gabinetto. Ti
prego, lasciala fare..”
“Paul.. ma
tu stai bene?” chiesi in risposta vedendolo un po'.. come
dire? Stressato?
“Si
si..” si
passò le mani nei capelli sembrando più disperato
di
quanto volesse apparire. “E' che.. non pensavo.. Insomma
è
impazzita Rob. Un minuto è felice e contenta, il minuto dopo
ha
un diavolo per capello e quello dopo ancora è in
lacrime..”
Non potei fare a meno
di farmi scappare una risatina. “E' normalissimo amico.. Sono
gli ormoni..”
“Si lo so,
ma io non so cosa fare.. a volte sembra che ogni cosa che faccio non va
bene..”
“Ti capisco
perfettamente,
credimi. Anche Kristen era così, non a questi livelli,
certo.
Chissà, forse è perché sono in
due”
ridacchiai. “L'unica cosa che puoi fare è
assecondarla,
starle vicino e non far mai vedere che sei stanco o se ne esce con 'Tu
sei stanco? E cose dovrei dire io che devo portare in grembo i tuoi
figli per nove mesi?!'” finii imitando la voce di mia sorella.
Paul sorrise e
annuì leggermente dandomi ragione e prima che potesse dir
niente avevamo raggiunto le ragazze all'entrata.
Presi la mano libera
di Kris e mi preparai ad affrontare la bellezza di...
...quattro gatti ad
occhio e croce.
Liz mi
guardò soddisfatta
quando entrando notai che la folla che mi aspettavo era totalmente
assente. C'era pochissima gente, per lo più di
età
avanzata, che non ci avrebbe calcolato nemmeno di striscio.
Anche per questo
adoravo passare il tempo in Inghilterra. Qui era tutto diverso.
Kristen strinse la mia
mano
rilasciando un sospiro di sollievo e mi rilassai all'istante felice di
potermi godere una giornata senza stress..
Peccato che le mie
aspettative e
speranze furono distrutte da Liz che non riusciva a decidersi su niente
e aveva solo di che lamentarsi così che due ore dopo
sedevamo al
centro ristoro e non avevano comprato niente per la nuova casa.
Scoprii che in
realtà la
villetta era già arredata e lo scopo di Liz era quello di
passare una giornata diversa e non precludersi ogni
possibilità.
Ed era un ragionamento giusto ma anche incredibilmente assurdo e ora
non poteva pretendere di tenere il muso perché non aveva
trovato
niente che la colpisse.
“Sai, credo
che però
potremmo fare un giro al piano di sotto. Di solito c'è di
tutto,
anche le cose più impensate.. troverai sicuramente qualcosa
che
ti serve..” Kristen cercò di tirarla su e in
effetti a mia
sorella si illuminò il volto.
“Davvero?”
“Certo!
Possiamo andare dopo mangiato..”
“Oh io ho
finito! Ho un po' di nausea, non mi va più niente. Andiamo
adesso?” esclamò entusiasta.
“Oh.. ehm..
certo..” risi mentre Kris si ingozzava con l'ultimo boccone.
“Voi che
fate?” chiese mia sorella a Paul che sembrava d'un tratto
più rilassato.
“Oh andate
pure, noi restiamo qui..” disse in un sussurro alzandosi per
baciare Liz e carezzarle la pancia.
“Ci pensi tu
a Joy?” chiese mia moglie stringendomi da dietro le braccia
al collo e baciandomi la guancia.
“Certo..
finisco di darle da
mangiare” risposi in un sussurro carezzandole il braccio con
la
mano libera visto che l'altra teneva il piatto col pranzo di nostra
figlia.
“Mi
raccomando Rob, non te la perdere..” scherzò.
“Ma
figurati. Posso mai
perdermi mia figlia? E comunque sa dire il suo nome quindi non
c'è niente di cui preoccuparsi”.
“Scusa, che
garanzia
sarebbe?” disse lei chinandosi verso la piccola che se ne
stava
nella macchinina di plastica che aveva preteso appena ci aveva messo
gli occhi addosso.
“Bè,
le basterà dire Pattinson e sapranno chi
è..”
Kris alzò
gli occhi al
cielo. “Sai quanti Pattinson esistono sulla faccia della
terra? E
poi, sai, non vorrei deluderti ma esiste gente che non sa chi
sei..”
“D'accordo
allora
basterà dirle Joy Pattinson.. Sai dirlo Joy Pattinson,
amore?” chiesi alla piccola che ancora masticava il suo
boccone.
“Dici: Joy Pattinson”
“Zoy
Paison” ripetè lei.
“Visto?”
sorrisi soddisfatto.
“Si, ho
visto. Ho visto che se si perde e speriamo che ricordi il suo nome
giusto stiamo freschi..”
Stavolta fui io ad
alzare gli occhi al cielo. “Senti, ma perché
cavolo dovrebbe perdersi?”
La sua risposta fu una
risatina leggera e poi un altro bacio veloce.
“Kris
andiamo?”
“Ci vediamo
dopo!”
sussurrò. “Ciao amore!” un bacio veloce
a Joy e si
avviò per le scale insieme a mia sorella.
Noi finimmo di
mangiare in tutta
tranquillità e nonostante i miei sforzi Joy non ne volle
sapere
di uscire da quella macchinina e fui costretto quindi a trascinarla per
il resto del tempo.
Era passata almeno
un'ora da quando
le ragazze erano scese e ancora non si facevano vedere. Immaginai la
mia povera Kris in preda alla manie indecise di Lizzie e provai pena
per lei qualche secondo quando fui distratto da qualcosa che
colpì completamente la mia attenzione. Eravamo al reparto
per
bambini, aveva un po' di tutto, da giocattoli a vestiti e un delizioso
completino era sotto i miei occhi. Non sapevo se definirlo un pigiamino
o una tuta ma aveva poca importanza visto che quello che risaltava era
la scritta “AWESOME
LIKE MOM” sulla maglietta.
Lo presi e restai a
fissarlo per qualche secondo.
“E'
carino” disse Paul accanto a me.
“Si infatti,
voglio
prenderlo..” e nello stesso istante in cui dissi quelle
parole
sentii l'inconfondibile risata di Kris alle mie spalle e Paul fece
giusto in tempo a strapparmi il completino di mano e infilarlo nella
sua busta. Forse aveva intuito che volevo fare una sorpresa a Kristen e
lo ringraziai con un cenno.
“Trovato
niente?” dissi subito.
“Altrochè!”
disse mia sorella entusiasta mostrandoci due buste belle piene.
“Voi?”
chiese Kris. “Trovato niente?”
Scossi il capo
“No, niente
che mi colpisse” mentii e lei sorrise annuendo prima di
chinare
il capo verso la macchina di Joy.
“Rob..”
“Mmm?”
“Dov'è
Joy?”
“Come
dov'è Joy?”
“La bambina
Rob!” disse
d'un tratto allarmata iniziando a guardarsi in giro. Mi chinai per
vedere dentro la macchina dove era rimasta fino a un secondo fa ma era
vuota.
“Era.. era
qui fino a un attimo fa!” sentii il cuore saltarmi in gola in
un secondo.
Paul e lizzie si
guardarono attorno disorientati come me e Kris.
“Che vuol
dire un attimo fa!? Quando è stata l'ultima volta che l'hai
vista?!”
“Un attimo
fa Kristen!”
ripetei mentre sentivo il respiro mancarmi pian piano. “Era..
era
qui. Non è possibile che sia andata via.. che sia uscita
dalla
macchina..”
“Sa
scavalcare la culla Rob!
Pensi che non riesca ad uscire da quest'affare?!”
urlò
dando un calcio al giocattolo ai suoi piedi.
“Non urlare
Kristen! Ti ho detto che era qui. Non può essere andata
lontano..”
“Ti avevo
anche detto di non perdertela!”
“Non me la
sono persa!”
“Eppure non
c'è!” strillò attirando l'attenzione di
qualche persona su di noi.
Mi passai le mani tra
i capelli
cercando di fare mente locale ma era troppo difficile. Dio, come avevo
potuto perdermi mia figlia?!
I miei occhi finirono
sulle scale e un improvviso orribile pensiero mi passò per
la testa.
Mio dio.. mi affacciai
immediatamente con il cuore in gola ma per fortuna non ci fu nulla di
strano..
Prendemmo a correre
per diversi corridoi finché non ci scontrammo di nuovo.
Incrociai lo sguardo
di Kris terrorizzato e sentii improvvisamente una lacrima riempirmi gli
occhi.
Kris respirava a
fatica per la
paura e per la corsa, tremava, una lacrima le rigò il viso
arrossato e vederla così mi faceva temere il peggio.
Strinsi le mie mani
sulle sue braccia per cercare di calmarla.
“Kris
calmati, ti prego. Lei.. è.. noi..”
“ATTENZIONE
PREGO! E' STATA SMARRITA UNA BAMBINA! I GENITORI DI JOY PATTINSON SONO
PREGATI DI RECARSI ALLA ZONA GIOCHI IL PRIMA POSSIBILE!”
“Grazie a
dio..” sospirai lasciando ritirare quella piccola lacrima che
non doveva scendere.
Senza pensarci un
secondo prendemmo
a correre finché non fummo alla zona indicata e vedemmo la
nostra piccola che giocava su un tappeto.
“Oh grazie a
dio..” fu
solo un sussurro quello di Kristen prima che si fiondasse su di lei e
la prendesse stringendola a se. “Non farlo mai più
amore
mio! Non farlo mai più! Mi hai fatto morire di
paura!”
Io fu subito vicino
loro e abbracciai entrambe mentre Joy non capiva assolutamente niente
di quello che stava succedendo.
Fummo interrotti nel
nostro momento da un ragazzo che ci si avvicinò chiedendoci
se eravamo i genitori.
“Oh si.. si
scusi..” rispose Kristen riprendendosi.
“K..
Kristen?” chiese il tizio sbarrando gli occhi un paio di
volte.
“Ehm.. si..
sono io.. chi..”
“George!
George Curtis. Abbiamo fatto le medie insieme..”
I miei occhi si
muovevano da lui a
mia moglie mentre la vedevo aprire la bocca in una o di stupore.
“George? Oh mio dio! Sei davvero tu?!”
“Oh allora
ti ricordi di me..”
“Scherzi?
Eri l'unico che mi stava simpatico in classe..”
“Davvero?
Pensare che avevo una cotta per te. A saperlo mi sarei fatto
avanti!”
“Sei
cambiato tantissimo..” rise Kristen eludendo la sua
affermazione.
“Si anche
tu.. ma sei sempre bellissima”.
Ma chi cazzo era quel
tipo? Sentii
il sangue andarmi al cervello e strinsi i pugni. Di solito non ero
così, o forse lo ero, ma quel tizio non si stava facendo
alcun
tipo di problema a corteggiare mia moglie nonostante ci fossi io
presente.
“Grazie..”
arrossì Kristen.
“Solo la
verità....E wow.. hai una figlia? Da.. da quando?”
“Oh da quasi
un anno e mezzo. E' stato inaspettato”
“Non ne
avevo idea.. sapevo che le cose ti andavano bene ma non
così.”
“Si
bè, sono cambiate
un po' di cose. Tu come te la passi? Lavori qui? Voglio dire ti sei
trasferito qui in Inghilterra?”
“Si subito
dopo la scuola per cercare lavoro.. ed eccomi qui. In fondo adoro i
bambini..”
“Ti ci vedo
proprio..”
“Hey
salve!” dissi infine quando le palle degli occhi iniziarono a
farmi male per il troppo movimento.
“Oh.. scusa
Rob. George.. lui è Robert, mio marito. Rob, io e George
andavamo a scuola insieme..”
“Si l'avevo
capito. Piacere George..” dissi freddo stringendogli la mano.
“Piacere mio
Robert. E
così.. wow.. non sapevo che fossi sposata. Si vede che il
gossip
non mi impegna per niente..”
“Oh credimi.
Meglio così.” disse mia moglie.
“Visto che
non tutti ti conoscono?” scherzò lanciandomi
un'occhiata divertita.
“E
così, questa bella bimba è tua figlia.. Ti
somiglia tantissimo. Come l'avete persa?”
“Colpa
mia..” sussurrai
sentendo un improvviso bisogno di avere Joy tra le mie braccia. Mi
voltai verso Kristen e la mia piccola venne da me senza fare storie e
si strinse affondando la testa nel mio collo.
“L'ho
trovata che girava per
i corridoi da sola e l'ho portata qui. Aveva un foglietto nei jeans con
scritto nome e numero di telefono..”
Strabuzzai gli occhi a
tale affermazione. Che foglietto?
“Si lo
faccio per precauzione ogni volta che andiamo in posti
affollati” disse Kristen.
“E'
un'ottima idea..”
Evitai di chiedere
spiegazioni e
mentre cullavo Joy cercaci di non prestare attenzione ai loro ricordi
di “infanzia” e scusandomi raggiunsi Paul e Lizzie
e con
loro aspettai fuori che Kris ci raggiungesse, la bellezza di mezz'ora
dopo.
“Scusatemi.
Non lo vedevo da una vita..”fu il suo commento a cui non
seppi rispondere.
“Hai scritto
i nostri recapiti su un foglio da dare a Joy in caso di
smarrimento?”
“E' una
scheda a parte Rob.
Non sono così idiota” disse leggermente offesa e
sentii
l'aria farsi sempre più pesante mentre camminavamo nel
parcheggio verso la macchina.
Non sapevo
perché, forse
perché mi sentivo una merda per aver perso Joy o
perché
non ci avevo pensato io a quel “sistema di
sicurezza”, ma
d'un tratto mi incupii e tutto il viaggio di ritorno passò
nel
mutismo più assoluto.
POV Kris
Oddio, lo sapevo.
Sapevo che si sarebbe sentito in colpa per il resto della giornata ma
lo trovavo davvero immaturo e inutile.
Entrati in casa aveva
spogliato Joy
dal suo cappottino e senza rivolgermi la parola era andato in salotto
insieme a Paul per guardare il calcio in televisione.
Gli avevo chiesto una
mano per fare i biscotti ma lui era troppo intento a guardare la TV.
“Che cos'ha
Rob?” chiese Claire mentre infornavo i biscotti.
“Si sente in
colpa perché oggi ha perso Rob all'Ikea..” dissi
io semplicemente.
“.. e
perché hai fatto l'oca con quel tuo amico..”
aggiunse Lizzie.
“Cosa? Ma
stai scherzando?! Io non ho fatto l'oca! Non lo vedevo da una vita, ci
ho solo parlato..”
“Riso e
scherzato per più di un'ora..” mi corresse lei.
“E allora?
Solo perché sono sposata non posso scherzare con i vecchi
amici?”
“No ma.. sai
Rob com'è fatto. In quel momento si sarà sentito
una merda e messo da parte..”
“Si lo so.
Lo conosco fin
troppo bene ed è ora che la smetta di farsi
problemi.”
affermai. “I ragazzi, sono così fragili a
volte..”
scossi il capo mentre mi toglievo i guanti da forno per andare in
salotto.
Mi
poggiai al muro senza che nessuno si accorgesse di me e subito i miei
occhi puntarono su Joy che in piedi tra le gambe del padre gli mostrava
soddisfatta una pallina presa dall'albero di Natale.
“Oh che
bella amore! Ora vai
a metterla a posto..” disse lui carezzandole i capelli e mia
figlia sorridente fece come il padre le aveva detto.
Prima che potesse
tornare da Rob mi accucciai attirando la sua attenzione a aprii le
braccia facendole segno di venire da me.
La mia bambina non se
lo fece ripetere due volte e senza che nessuno se ne accorgesse corse
sul tappeto e venne da me.
L'afferrai e
velocemente tornai in
cucina, la poggiai sul tavolo e presi il contenitore con il cacao sotto
gli sguardi inebetiti di Claire, Victoria e Lizzie.
“La prova
del nove” spiegai e presi a cospargere la maglietta di Joy
con la cioccolata.
“Scusa amore
mio.. poi la nonna te lo lava..” sorrisi a Claire che rispose
annuendo.
“Rooooooob!
Puoi venire un attimo?”
Rimasi in attesa di
una risposta che non arrivò visto che dopo due secondi era
già da me.
“Dimmi”
“Hey, ehm..
pensavo.. se ti andasse di fare una passeggiata..” dissi
avvicinandomi a lui.
“Fa freddo
fuori. Siamo stati in giro tutto il giorno..”
“D'accordo”
risposi
subito visto che era quello che avevo previsto. “Allora ti
dispiace cambiare Joy? Si è sporcata tutta..”
“Certo”
disse solo mentre prendeva la piccola in braccio e usciva dalla cucina
per salire le scale.
“Bene.. vado
a
parlarci..” dissi alle altre e dopo cinque minuti salii le
scale
e sentii la sua voce provenire dal bagno e mi avvicinai per sentire
meglio.
“Mi dispiace
amore mio,
prometto che non succederà più. Sono proprio un
pessimo
padre. Ma tu mi perdoni vero..?”
“Daaaa”
fu la risposta di Joy. Chissà se Rob l'avrebbe preso come un
si.
Scossi la testa
sorridendo e dopo una rapida bussata entrai chiudendomi a porta alle
spalle.
“Hey..”
dissi quando incrociai i suoi occhi.
“Hey..”
ripetè lui distogliendo lo sguardo.
“La smetti
di evitarmi?”
“Non ti sto
evitando..”
“Si invece..
e mi da anche
abbastanza fastidio. Ho dovuto finire un pacco di cacao per farmi
considerare più di due secondi..” confessai
sapendo che
avrebbe capito a cosa alludevo.
E infatti diede una
rapida occhiata
alla maglia sporca che aveva tra e mani e poi a me alzando le
sopracciglia. Annuii senza aggiungere altro.
“Scusa..”
dissi infine dopo un po' sciogliendomi il cuore.
“Scusa di
cosa?”
“Non sono
stato attento.. Lei.. poteva.. poteva cadere per le scale o.. o
qualcuno poteva prenderla e..”
“Hei hei..
Rob..” mi
avvicinai e portai una mia mano alla sua guancia.
“Guardami..” sussurrai e grazie a dio fece come gli
dissi.
“Queste cose
capitano.. e
magari capiteranno ancora. Perché credi che abbia escogitato
quel sistema?” chiesi ma lui non capì e decisi di
confessare tutto.
“E' successo
anche a me.. una volta..”
Alzò di
più il viso e finalmente trovai il suo sguardo di sempre.
“Davvero?”
Annuii. “Si,
una volta, al
supermercato. Un secondo prima era accanto a me e quello dopo era
sparita. Mi sono sentita morire! Fortuna che Dean era con me e l'ha
trovata in meno di un minuto ma..”
“Non me
l'avevi mai detto”
“Perché
non volevo
sembrare una pessima madre ma poi ho capito che queste cose succedono.
A tutti.. è una specie di prassi. Mia madre
dimenticò di
venire a prendermi a scuola una volta..”
Finalmente vidi un
sorriso
dipingergli il viso sostituito presto da un ghigno
disturbato.
“Immagino che George ti facesse compagnia..”
Scoppiai a ridere.
“Per cortesia Rob..”
“Se l'avessi
saputo mi sarei fatto avanti” cinguettò imitando
la sua voce.
“Ti prego!
Se non mi avesse
detto il suo nome non mi sarei nemmeno ricordata di lui. Tra l'altro
è pure gay..”
“E'
gay!?”
“Andiamo?
Non l'hai visto?
Aveva proprio le movenze da gay.. ma forse eri troppo preoccupato a
farti le pippe mentali per notarlo..”
“Si..
forse..”
“Sei proprio
un idiota”
dissi sorridendo. “Sei il mio idiota ma non permetterti
più di evitarmi perché se no ti spezzo le gambe.
Compris?”
“Compris..”
sussurrò dolce avvicinando il mio corpo al suo e poggiando
le sue labbra delicatamente sulle mie.
“E
comunque.. tanto per dovere di cronaca, c'era una motivo valido per cui
mi sono distratto..”
“Ah si? E
sarebbe?”
Non rispose ma
staccandosi piano arrotolò le maniche di una magliettina
rosa e aiutò Joy a infilarla.
“Questo”
disse mostrando Joy col suo nuovo completo con tanto di scritta
“Awesome like Mom”
“Oddio! Ma
dove l'hai trovato?!”
“L'ho visto
e ho dovuto prenderlo..”
“E'
dolcissimo” sussurrai quasi commossa sorridendo tra me e me.
“No..”
prese Joy in braccio e mi strinse a lui di nuovo.
“E'
fantastico, come te e lei”
Guardavo l'acqua sotto i miei occhi mentre gli ultimi raggi si
rispecchiavano nel mare e sorridevo ripensando alle urla di gioia della
mia bambina quando la mattina di natale si era svegliata nel suo
pigiamino rosso e si era fiondata sui regali sotto l'albero.
Era incredibile che
fosse passato
già più di un anno dalla sua nascita. A volte
solo a
pensarci mi sentivo quasi vecchia, eppure avevo solo ventun'anni.
Dio, quante cose erano
cambiate in
così poco tempo. Se qualche anno prima mi avessero detto che
per
festeggiare il 2012 mi sarei trovata su un battello per l'Isola si
Wight con mio marito e mia figlia gli avrei riso in faccia sicuramente,
eppure ero lì, a pensare a loro e ad osservare l'acqua.
“Siamo quasi
arrivati..” Rob alle mie spalle interruppe i miei pensieri
invitandomi a rientrare.
Ci fermammo infatti
pochi minuti
dopo e quando scendemmo trovammo Tom ad attenderci. Insieme agli altri
era arrivato qualche giorno prima mentre noi avevamo passato quanto
più tempo possibile con la famiglia di Rob.
Ci salutò
velocemente per poi concentrarsi su Joy, che ormai era praticamente il
suo secondo amore.
Quando entrammo in
casa fui lieta
di notare che Carey aveva deciso di unirsi a Tom e a tutta la banda e
con enorme sorpresa trovai anche Johnny e Kim con Matthew, il loro
bambino.
Mentre lui e Joy
giocavano nel salone, i ragazzi apparecchiarono la tavola e io presi ad
aiutare le altre con la cena.
In realtà
era già
quasi tutto pronto e bisognava solo portare a tavola quindi tutto
ciò che feci fu cacciare dalla busta e disporre in un piatto
tutti i biscotti che avevo fatto e portato con me.
La serata fu una delle
più
piacevoli in vita mia, passata tra le chiacchiere, le urla dei bambini,
i regali di natale posticipati e la faccia di Rob quando
aprì il
regalo di Tom fu impagabile.
“L'xBox
kinect?!” domandò scettico e Tom mi fece un cenno
divertito che lui non si lasciò sfuggire.
“Te l'ho
detto che ti avrei messo in movimento..”
“Kris, amore
della mia vita,
luce dei miei occhi.. guarda che se proprio ci tieni che faccia
movimento conosco altri metodi che includono te e sono decisamente
più piacevoli..”
Ci misi meno di un
secondo ad afferrare un cuscino e a lanciarglielo mentre gli ridevano
divertiti.
“Ok.. questo
è per
Joy” disse Tom dopo un po'. “Joy, amore dello zio,
vieni
qui dai.. Regalo per te!”
Mia figlia
drizzò le orecchie e in meno di un secondo fu tra le braccia
di Tom che le porgeva il regalo.
L'aiutò a
scartarlo ma lei sembrò non apprezzare molto la riproduzione
di Edward Cullen che ne uscì.
“Una Winx
no?” disse Rob scettico.
“Ma tanto
è la stessa cosa”
“In che
senso..?”
“Bè
Edward Cullen brilla, le Winx brillano. Edward Cullen è una
Winx”
Soffocai una risata
mentre Rob lo guardava senza parole.
“Tu non sei
normale..” fu il suo solo commento ma Tom la prese a ridere.
“Dai
scherzo, non è
questo il vero regalo per la mia nipotina preferita.. vero Joy? Abbiamo
qualcos'altro per te!” e mentre lo diceva cacciò
da dietro
al divano un pacco decisamente più grande e morbido
all'apparenza e bastò per far urlare Joy di
felicità.
Come prima Tom
l'aiutò a
scartare il regalo e un urlo invase la stanza quando si
trovò
quel pupazzo di unicorno tra le mani.
Era una riproduzione
di quello del film “Cattivissimo me” che lei non si
stancava mai di vedere.
Era assurdo
perché non
capiva assolutamente niente ma si incantava a vederlo e puntualmente si
addormentava quando la piccola Agnes cantava la sua ninna nanna sugli
unicorni che era praticamente a inizio film. Avevamo DVD e vari pupazzi
a casa ma l'unicorno le mancava.
La piccola
iniziò a saltare felice per tutta la stanza mostrando il suo
nuovo regalo.
Tom la rincorse
facendola volare e pretendendo un bacio.
“Come si
dice Joy?”
“Gazze”
sussurrò lei timida prima di stringersi al pupazzo e
ricominciare a correre.
Rob la
fermò chiedendo la sua attenzione.
“Joy,
Joy” dovette
ripetere il suo nome più volte per averla attenta.
“Come
dice Agnes? It's...” la spronò. “It's
so..?”
“Is so fuffy
igonna
dieeee” urlò la frase che per lei non aveva senso
ma che
sapeva comunque a memoria e fu una risata e un applauso generale.
E così
passammo l'ultimo
giorno dell'anno, insieme, semplicemente a ridere e scherzare
aspettando la mezzanotte per brindare.
Dovetti fermare Rob
che si era
convinto di voler dare un po' di spumante anche a Joy per buon augurio
(aveva decisamente bevuto troppo) ma riuscii a farlo rinsavire giusto
in tempo.
“Sicuri che
non volete venire?” chiese Sam per l'ennesima volta mentre
mettevamo i cappotti per uscire.
“Sam, siamo
genitori ormai. Staremo qui con Johnny e Kim, tranquillo..”
“In
realtà..”
Rob mi prese alla sprovvista posandomi il giubbino sulle spalle.
“Metti questo, usciamo anche noi..”
“Ma Rob,
Joy..?”
“Viene con
noi. Devo portarvi in un posto..”
Non obiettai e feci
come mi disse.
Joy
era già in pigiama e Rob le mise il cappottino da sopra
mentre
Tom le dava un bacio e le posava sul capo un cappellino da babbo natale.
Scendemmo in strada e
salutammo gli altri che presero una via opposta alla nostra.
Joy mi
passò il suo
unicorno, separandosene per la prima volta da quando lo aveva visto, e
posizionandosi tra me e Rob ci prese per mano pretendendo ogni tanto di
fare un salto. Incredibile che avesse ancora tutta quell'energia
all'una di notte.
“Immagino
sia inutile chiederti dove stiamo andando..”
“Immagini
bene..” rispose. “Ma comunque siamo quasi
arrivati..”
E infatti poche
centinaia di metri
dopo superammo un piccolo cancelletto e ci trovammo sulla spiaggia
accanto a una piccola casa unico piano, col tetto spiovente e
l'architettura tipica delle case al mare.
Rob prese Joy in
braccio e mi afferrò per mano. Lo seguii mentre ci faceva
strada e poco dopo fummo dentro la struttura.
Lui si mosse
espertamente per accendere le luci che illuminarono l'ambiente.
Un ampio salone con
tavolo,
pianoforte, TV e divano davanti al camino. Dall'altra parte, separata
solo da una trasparente porta scorrevole intravidi una piccola cucina e
una vetrata separava il tutto da quella che immaginai fosse la zona
notte.
“Dove.. dove
siamo?” chiesi avanzando piano.
“Questa casa
è nostra.. Bè.. era dei miei genitori e hanno
deciso di regalarcela..”
“Oh mio
dio..” fu tutto
quello che riuscii a dire mentre camminavo piano osservando
attentamente ogni stanza. Rob mi fece strada mostrandomi la camera da
letto, quella che era la camera sua e delle sue sorelle, rimasta
intatta con tre letti singoli, il bagno e.. basta.
Era semplicemente
perfetta. Piccola, essenziale ed accogliente.
“Possiamo
dormire qui stanotte?” chiesi d'un tratto emozionata.
“Certo..
dobbiamo..”
“Peccato che
non abbiamo i pigiama..”
“Non sono
così sprovveduto..” rispose lui aprendo un
cassetto ed estraendone due pigiami di pail.
“Ovvio,
pensi sempre a tutto tu..”
“Sempre..”
sorrise baciandomi le labbra.
Mentre Rob accendeva
il
riscaldamento Joy, col suo inseparabile pupazzo, si fermò
seduta
ad aspettarci sul letto finché non fummo stesi con lei.
“Te l'avevo
detto che sarebbe
stato difficile toglierle il vizio del lettone..” mormorai
mentre
tutti e tre ci coprivamo al meglio.
“Si
bè.. ma è iniziato un nuovo anno.. nuove
abitudini, magari nuove sorprese, ma vecchi amori..”
“Hey,
sarò sempre il
tuo amore ma non sarò mai vecchia” mi lamentai
scherzosamente e lui mi baciò la fronte.
“Sono stati
carini i tuoi a regalarci questa casa..”
“Bè
sai, loro non ci vengono da anni.. La usavo solo io
praticamente..”
“Ci venivi
spesso?”
“Si.. ci
venivo da solo quando.. quando avevo bisogno di pensare e quando
soffrivo pene d'amore..”
“E ora sei
qui con la causa di quelle pene.”
“Non ho mica
detto che soffrivo per te..”
Gli lanciai un calcio
ma lui bloccò le mie gambe intrecciandole alle sue.
Portò una
mano sul mio viso carezzandomi dolcemente la guancia col pollice.
Mi persi nei suoi
occhi.
“Ho sofferto
per te, lo sai.
Ma rifarei tutto altre mille volte per vivere un solo momento infinito
come questo con te..”
Rilasciai il respiro
che mi si era
fermato appena aveva iniziato a parlare e trattenendo a stento una
lacrima chiusi gli occhi e gli presi la mano sorridendo.
Baciai il palmo e la
riportai sulla mia guancia.
“Non
smetterò mai di ringraziarti per avermi
aspettata..”
“E io non mi
pentirò mai di averlo fatto..”
Sorrisi ancora.
“Buon anno
principesse..” sussurrò stringendoci a lui e sia
io che
Joy ci addormentammo nel calore delle sue braccia.
Quando mi svegliai il
sole era
praticamente assente, nascosto dai nuvoloni, ma mi bastò una
rapida occhiata all'orologio per capire che era praticamente ora di
pranzo.
Dio, da quando dormivo
dodici ore?
Mi alzai e trovai Rob
in cucina.
“Buongiorno
amore..” disse mentre mi stiracchiavo e mi avvicinavo a lui
per dargli un bacio.
“Giorno..
dov'è Joy?”
“E venuta a
prenderla Tom un paio d'ore fa. Passa la giornata con lui e gli
altri..”
“Oh..”
“E tu
dormivi così
beata che non ho voluto svegliarti. Comunque ci hanno portato un po' di
cibo messicano. Hai fame?”
Scossi il capo.
“Ho freddo..” dissi chiudendomi in me e lui si
tolse la vestaglia per avvolgerci me.
“Ho acceso
il camino, ma devo andare a prendere altra legna. Inizia ad andare, ti
raggiungo subito”.
Tremando di freddo
feci come mi
disse e iniziai a prendere calore sedendomi sul tappeto davanti al
camino. Sfregai le mani tra di loro e mentre i miei occhi iniziavano ad
analizzare i particolari della stanza si fermarono irrimediabilmente su
qualcosa di così.. familiare.
Presi il libro e vi
lessi “Doomed
Love”.
Un sorriso automatico mi dipinse il viso mentre ripensavo a quando,
circa quattro anni fa, aveva usato quel libro come scusa per attaccare
un qualsiasi discorso che non riguardasse il film.
Mi trovai a sfogliare
il libro
rileggendo le parti che aveva sottolineato e che rispecchiavano
perfettamente quelli che dovevano essere i suoi pensieri a quel tempo,
quando qualcosa scivolò da una pagina.
Presi quel foglio di
carta stropicciato e lo stesi un po' per leggere meglio in corsivo.
“Falling in love for the first last time”
I miei occhi vagarono
su quel foglio senza sosta, leggendo quelle parole che mi colpirono a
fondo come una pugnalata.
E il suo dolore
sembrava
così vivo attraverso quelle parole, la sua rassegnazione e
la
sua tenacia combattevano tra di loro cercando di avere la meglio.
Rilessi quelle parole
un'altra volta, e un'altra ancora, e un'altra ancora chiedendomi come
dovessero suonare..
Ne aveva scritte di
canzoni per me ma mai me ne aveva tenuta segreta una e sapere il motivo
mi faceva quasi male.
Stavo per leggere di
nuovo quelle
parole ormai già stampate a fuoco nella mia mente quando
qualcos'altro volò da quelle pagine.
L'afferrai al volo e
quasi mi si bloccò il viso quando vidi quella.. foto.
Sembravamo due bambini
mentre gli stampavo un bacio sulla guancia e lui sorrideva felice e
forse un po' brillo.
Mio dio.. non vedevo
quella foto dal.. dal giorno in cui era stata scattata. I ricordi mi
aggredirono tutti insieme.
Io e lui, a casa mia,
quella sera,
quella foto. Le mie labbra sulla sua guancia. La foto. E poi le sue
parole, le sue labbra sulle mie. Il nostro primo bacio..
La chitarra..
“Solo una volta, o tutta la vita...”
diceva la scritta sul retro.
Sentii il cuore
prendermi a battere
in modo insano e poi fermarsi improvvisamente e fu decisamente troppo:
non potei fermare una lacrima che si posò su quel ricordo.
Scattai quando sentii
la porta di casa aprirsi e chiudere
“Non c'era
molta legna secca,
ma comunque dovrebbe andare bene anche questa. Dopo vedo se
trovo..” si bloccò quando alzai il viso e
incontrai i suoi
occhi. Posò subito la legna nella cesta e in due secondi fu
accanto a me.
“Amore va
tutto bene.. che succede?”
Lo guardai per qualche
istante finché non chinai il viso e lui con me, notando
finalmente quello che avevo tra le mani.
“Oh..”
disse semplicemente mentre prendeva quel pezzo di carta.
“Quando..
quando..” non riuscivo ad esprimere a parole quello che
sentivo.
“Era nel
2008..”
sorrise amaro. “La scrissi nel Maggio 2008. Sai credo che sei
l'unica a non conoscerla.. ormai è abbastanza famosa. Pare
che
qualcuno ci abbia fatto un video e Lee ha avuto la sua
fortuna..”
“Lee..?”
sussurrai confusa.
“Si.. Lizzie
la diede a lui e ci scrisse la musica sopra..”
“E.. e
questa? Sai per quanto tempo ho cercato questa foto?”
“Mi
dispiace.. io.. io la
portai con me quella sera..” sussurrò carezzando
la carta
lucida della stampa di polaroid. “Avevo bisogno di qualcosa
che
mi ricordasse che era successo davvero. Avevo bisogno di qualcosa che
mi ricordasse tutto quello che ho sempre voluto dirti.. Se avessi
sentito la tua mancanza, se non avessi più avuto parole..
Quando
non sapevo se sarebbe stato solo una volta o tutta la vita..”
Mi trovai a scuotere
il capo dolcemente rendendomi conto per l'ennesima volta di quanto ero
stata stupida.
“Tu.. tu
sei.. la persona
più dolce e meravigliosa che io abbia mai conosciuto.. E..
ancora non so come hai fatto a innamorarti di una pazza esaurita come
me quando avresti potuto avere ogni ragazza di questo mondo. Avresti
potuto avere tutto quello che desideravi e..”
“Io
desideravo solo te Kristen. Desidero solo te..”
Ci guardammo per
secondi
interminabili finché la distanza fu troppo insopportabile e
iniziammo a colmarla pian piano. Le mie labbra furono sulle sue
modellandosi così dolcemente come sapevano fare bene. La mia
lingua incontrò la sua e il suo sapore mi invase la bocca e
ogni
fibra del mio corpo.
“Fai l'amore
con me.. ti prego..” sussurrai sulle sue labbra.
“Non devi
pregarmi amore mio..”
E su quel tappeto
passammo il resto
del pomeriggio solo ad amarci.. per ore ed ore.. senza stancarci mai,
quasi senza prendere fiato.. col solo bisogno di appartenersi..
sempre.. per tutta la vita..
Quando
iniziò a scurire i
nostri stomaci presero a brontolare così forte che fu
impossibile non mangiare qualcosa dopo quel pomeriggio.
“Mi
mancavano momenti così..” disse mentre mi
imboccava.
“Si anche a
me..” risposi consapevole che con l'arrivo di Joy momenti del
genere erano decisamente diminuiti.
“Sai a volte
mi fa strano
pensare che abbiamo una figlia. È come se non l'avessi
ancora
realizzato. Non so se ha senso per te..”
“Si, ti
capisco”
confermò annuendo. “Ripenso a noi un paio di anni
fa e a
come siamo ora ed è come se vivessimo la vita di altre
persone..”
“Esatto..
però.. poi quando lei non c'è mi sembra tutto
così vuoto..”
“Già..
mi mancano le sue urla..”
“Si..”
risi io quasi nostalgica ma un bussare alla porta interruppe i nostri
pensieri.
“Hey? Siete
presentabili? Vi
avrei riportato lo scricciolo.. ma se avete bisogno ancora posso anche
tenerla con me. Non mi offendo..” la voce di Tom che urlava
da
fuori era riconoscibile tra mille e mi fece ridere.
“Due minuti
Tom!” urlò Rob.
“Wow amico..
due minuti? Perdi colpi”
Scoppiai a ridere
mentre Rob mi
prendeva per mano e mi tirava su. “Vestiti e mettiti il
cappotto.
Usciamo. Ah porta una coperta”
Ormai sapevo che con
lui chiedere
era una perdita di tempo perciò mi limitai a fare come
diceva e
quando uscii dalla camera da letto lui era all'entrata ad aspettarmi
con Joy e una chitarra sulle spalle.
“Ciao amore
miooo!” urlai alla mia bambina.
“Aaaaa
mammaaaaa” gridò lei di rimando buttandosi tra le
mie braccia.
Le scoccai un bacio
sulla guancia e seguii Rob fuori casa.
Ormai era sera e il
cielo era quasi totalmente scuro ma comunque non ancora da non
permettermi di vedere dove mettevo i piedi.
Ci fermammo poco
più in
là. Rob prese la coperta dalle mie mani e la stese accanto a
i
resti di un falò ancora ardenti.
Non dissi una parola
mentre mi
sedevo e stringevo Joy tra le mie gambe e tra le mie braccia
così da formare una piccola gabbia di calore.
Rob sfoderò
la chitarra sistemandola sul grembo e sapevo già cosa aveva
intenzione di fare.
“Hey”
lo chiamai prima
che iniziasse. “Comunque.. la risposta è.. per
tutta la
vita..” sussurrai chinando il viso insieme a quello della mia
bambina.
Lui non disse niente.
Annuì, sorrise.. e iniziò a cantare dal
ritornello.
“I'm falling
in love for the last time... I'm falling in love forever and
ever..”
|
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Capitolo 44 *** "Papà...Tolni?" ***
papà
Ragazzeeeeeeeeeeeeeeeeeee
per vostra immensa gioia siamo qui a postare addirittura con un giorno
di anticipo (si ci meritiamo un bel posticino in paradiso eh, voi che
dite :D?). Ok tecnicamente ve lo dovevamo visto che la scorsa settimana
è saltato l'aggiornamento ma...ma questi capitoli sono gli
ultimi visto che la storia volge alla conclusione e ci teniamo a dare
il meglio. Per me (Cloe) scrivere questo capitolo è stato
abbastanza estenuante...e inquietante..capirete poi perchè
o.O muhahmauhamuhahahahha. Ok la smetto u.u e vi lasciamo alla lettura
e....ci si vede domenica prossima...se ci arrivate ovviamente u.u!
Un bacio a tutte
Cloe e Fio
P.S= Quando diciamo che postiamo
domenica prossima intendiamo domenica 6 marzo ...non domani eh
U__U non fatevi venire strane speranze u.u
CAPITOLO 44 (Cloe)
"PAPA'....TOLNI?"
ROB POV
“Su amore di papà.
E’ facile” la incoraggiai mettendo su un enorme sorriso
“Facile, facile. Anzi facilissimo. Ti rilassi e cerchi di
lasciarla andare”
A quelle mie parole Joy rispose soltanto rifilandomi uno sguardo accigliato.
“No.”
“Joy, ti prego “ implorai
“No”
“Per favore, per il tuo papino..”
Lei provò a spingere diventando tutta rossa in viso, prima di scuotere la testa con energia. “No!”
“Joy, amore, sono ore che non la fai. Avrai sicuramente un po di bisogno no?”
Provò
a spingere ancora e a concentrarsi attentamente prima di rilassarsi e,
con estrema nonchalance, esclamare: ‘No!”
Mi lasciai accasciare sul pavimento
del bagno, sbuffando. Era almeno un ora che eravamo chiusi li dentro a
tentare di fare la pipì. Ecco, tentare era la parola più
giusta. Anzi, tentativo fallimentare avrei osato dire.
Io e Kris avevamo deciso che a
sedici mesi era arrivato il momento di insegnare a Joy ad usare il
vasino almeno per quanto riguardava la pipì. Kris, però,
era partita molto rilassata evitando di spronarla troppo o di
incitarla, dicendo che l’avrebbe fatto una volta che fosse stata
pronta. Il che era assurdo visto che aveva considerato perfettamente
normale stressare sia me che Joy quando aveva voluto insegnarle a
camminare.
Invece ora facevo io la parte del padre esigente e rompipalle.
Joy mi diede un calcio col suo
piedino sulla pancia, distraendomi dai miei pensieri. Me ne
tirò un altro prima di aggiungere alla serie di calci anche
l’altro piede togliendomi, nonostante avesse neppure un anno e
mezzo, l’aria dai polmoni.
Accidenti quella bambina aveva una forza niente male!
Subito glieli afferrai iniziando a
mordicchiarli e suscitando in lei una serie di risolini isterici che
quasi la fecero cadere dal vasino.
“Così impari”
dissi continuando a morderla e a farle il solletico “Impari a
dire sempre ‘sì’ al tuo papà”
“Noooo” rise forte “Ahahahah batta ..più..ahahhaha!”
La afferrai sotto le ascelle e la portai sulla mia pancia stringendola forte e lasciandole una serie di baci sul pancino nudo.
Proprio in quell’istante Kris entrò in bagno, scavalcandoci con un saltello per raggiungere il lavandino.
“Rob se la fai agitare così non riusciremo a farla addormentare” disse prima di iniziare a lavarsi i denti.
“Pazienza” risposi
stringendo la mia piccola ancora di più “Staremo svegli a
giocare tutta la notte. Vero amore?”
“Tutta notte!” esultò lei baciandomi le guance e poi fissandomi con una smorfia
“Scusa, papà si fa la barba domattina, promesso.”
“Vero scennnò scembli un barhhbone “ commento Kris con la bocca piena di dentifricio.
Ma io l’avevo sentita
benissimo e mi bastò allungare il braccio per lasciarle un
pizzicotto sul sedere, li dove finiva l’orlo della mia maglietta.
“E tu sei una ladra. Non hai un pigiama tuo?”
Mi fece la linguaccia prima di sputare la schiuma bianca nel lavello.
“E tu sei un rompipalle
“ rispose dicendo la parola ‘rompipalle’ soltanto con
le labbra per evitare di farla sentire a Joy “Quella povera
bambina ancora un po ti manda a stendere, avrà ormai il sederino
della stessa forma del vasino.”
Kris tornò in camera ridendo e sentii il rumore della tv accesa.
“Scusa perché quando eri tu a stressarla perché camminasse andava bene e invece io rompo?”
“Perché, strano ma
vero, ho capito che avevi ragione e forzarla non porta mai a nulla di
buono con lei. Fa le cose quando si sente pronta, ecco.”
Rispose e sentii il fruscio delle lenzuola mentre, molto probabilmente,
si infilava sotto le coperte.
Riposizionai Joy sul vasino lanciandole un’occhiata speranzosa.
“Proprio no, eh?”
Lei mi guardò afferrando il
suo coniglietto dal pavimento e iniziando a succhiare l’orecchio
con uno sguardo di scuse. “No”
Scossi il capo ridendo, mi alzai e presi Joy tra le braccia, spingendo il vasino col piede nell’angolo sotto il lavabo.
La coricai sul fasciatoio
rinfrescandola con una salvietta, prima di afferrare il pigiamino. Le
infilai la maglietta e poi mi ritrovai a guardare di sbieco il pacco di
pannolini.
In fondo…che bisogno c’era?
Insomma di notte perché
avrebbe dovuto scapparle la pipì? E poi se non la spronavamo un
po non si sarebbe mai abituata a stare senza no?
Convinto della genialità dei
miei pensieri le infilai un paio di mutandine pulite ed i pantaloncini
, prima di tornare in camera e gettarci entrambi sul lettone dove
già Kris ci aspettava a braccia aperte.
Subito Joy gattonò verso di
lei e si sdraiò col volto premuto sul suo petto accettando di
buon grado il biberon che kris le porgeva con un po di latte caldo e un
cucchiaino di miele. Kris prese a massaggiarle i riccioli biondi in
lunghe carezze circolari e gli occhi di Joy iniziarono a chiudersi
lentamente mentre, però, continuava a bere di gusto il latte.
Per la prima volta da sempre
quell’immagine, che di solito mi procurava una gioia incredibile,
mi fece soltanto stringere lo stomaco in una morsa d’acciaio.
Perché per le seguenti due settimane mi sarei addormentato da
solo e l’ultima cosa che avessi visto la sera sarebbe stato molto
probabilmente il soffitto della mia camera d’albergo.
“Non ci voglio andare” sbottai incrociando le braccia al petto. “Insomma..uffa”
Vidi kris alzare gli occhi al cielo
e nascondere a stento un risolino. “Molto maturo Rob.
Atteggiamento molto maturo. Sembra che tu stia parlando con la mamma il
tuo primo giorno di scuola”
A quella sua battuta non potei
fare a meno di sorridere, nonostante sentissi addosso una
tristezza immensa. Mi carezzò i capelli proprio come aveva fatto
poco prima con Joy.
“Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato”
Annuii. Certo, lo sapevamo.
Ci eravamo presi una pausa dal lavoro dopo Breaking Dawn
per stare con Joy, ma ora lei cresceva bene e aveva ritmi e abitudini
definite e non aveva più bisogno della nostra costante presenza
24 ore su 24, per cui avevamo deciso di prendere a dare
un’occhiata a diversi copioni. E mi ero innamorato di Water for Elephant alla
prima lettura. Era profondo, passionale, dinamico, fedele al
meraviglioso libro da cui era tratto e, cosa più importante di
tutte, le riprese si svolgevano a LA.
Tutto perfetto se non che ora era
sorta la necessità di girare alcune scene, soprattutto esterni,
in Tennessee. E questo significava solo una cosa.
Due settimane lontano da casa.
“Non vuol dire che comunque
la cosa mi faccia piacere” borbottai “E poi il
Tennessee….non mi piace il Tennessee.”
“E sentiamo, perché?”
“E’ la patria della musica cowntry. Io odio il cowntry.”
Rise. “Credo che nessuno ti costringerà a ballare, credimi.”
“Hanna Montana è del Tennessee” continuai ostinato.
“Ah e tu odi Hanna Montana,
vero?” ribattè lei adagiando una Joy ormai addormentata
fra noi e sussurrando al mio orecchio: “Se ben ricordo non sono
io a sapere la sigla a memoria.”
Allungai un braccio e la trascinai
verso di me, schiacciando tutti e tre in un abbraccio che ci faceva
sembrare un panino. Joy si abbassò sotto le coperte schiacciando
il viso contro il mio petto, come amava dormire, permettendo
così a me e kris di guardarci occhi negli occhi.
I nostro volti erano così vicini che quasi si sfioravano.
“La so solo perché è una canzone orecchiabile e Joy voleva vedere tutti gli episodi.”
Kris scoppiò a ridere ma poi si avvicinò a me e mi posò un leggero bacio sulle labbra.
“Lo so che sei preoccupato.
Di lasciarci, di essere lontano..e tutto il resto”
sussurrò a voce bassissima per non svegliare Joy “Ma devi
stare tranquillo. E poi è solo il Tennessee. A un paio di ore
da qui. Se ci fosse una qualsiasi emergenza arriveresti
subito”
Annuii leggermente senza
però sentire diminuire neppure di un grammo il peso che avevo
nel cuore. Perché doveva essere sempre tutto così
dannatamente difficile?
“Sai perché volevo tanto che Joy imparasse a fare la pipì prima che partissi?” domandai.
Scosse il capo. “Perché odi cambiare i pannolini?”
“No”
risi“Perchè ho il terrore che lo impari in queste due
stupide settimane. Ho il terrore che arriverò e lei avrà
imparato una cosa fondamentale per la sua vita, che avrà
compiuto uno di quei passi enormi della sua crescita e io..e io non ci
sarò stato, ecco.”
Sentii la mano di Kris chiudersi nella mia e il suo sorriso cercare di sciogliermi il gelo che avevo dentro.
“Oh Rob dai…vedrai che
non lo imparerà di già.” Mi tranquillizzò
“Insomma è un grande cambiamento per lei e abbiamo
iniziato solo da due giorni. Oltretutto è gennaio e non posso
nemmeno lasciarla girare per casa senza pannolino per farla abituare
alla cosa. Ho troppa paura che prenda freddo, perciò…se
si sarà abituata per il mese prossimo saremo fortunati.”
“Ne sei certa?”
“Sì” rispose convinta stringendosi di più a me e a Joy e passandole una mano intorno alla vita.
A quel punto si immobilizzò e mi guardò come se mi fosse dato di volta il cervello.
“Parlando di andare in giro
senza pannolino” disse “Qui c’è una bimba a
cui manca, guarda un po’”
Scrollai le spalle. “Ha detto
che non aveva bisogno, perciò non c’è problema. E
in caso le venisse le ho insegnato a dire ‘Papà
pipì’”
Kris alzò un sopracciglio.
“Ehm..Rob..ti sei reso conto che lei lo dice solo perché
suona bene ed è facile a pronunciare, vero?”
“Cosa??” ribattei “Nooo! Lo dice perché è intelligente e ha capito cosa deve fare.”
Lei sbuffò ma prima che
potesse dire qualcosa spensi la luce e le baciai in fretta la fronte.
“Mi alzerò io a portarla in bagno non preoccuparti”
“Non è questo, se la farà addosso.”
“No, non lo farà.”
“Sì”
“No”
“Sì” sbottò “Oh lascia perdere. Facciamo come vuoi tu.”
Le posai un altro bacio veloce
sulle labbra prima di posare la testa sul cuscino e godermi quegli
ultimi momenti di pace con le mie ragazze. Cercai di immagazzinare i
loro profumi, il rumore dei loro respiri e dei loro cuori tranquilli e
sereni per poterli portare con me in quelle due settimane di lontananza.
Sarebbe stata dura, ma era un film che sapevo le avrebbe rese entrambe orgogliose di me. Sì, forse ce la potevo fare.
Aggrappato a quel pensiero scivolai
nell’incoscienza e nella più totale tranquillità.
Questo finchè non mi svegliai sentendomi i pantaloni e la
maglietta bagnati fradici.
Era ancora buio e le lancette della sveglia segnavano le tre e trenta.
Sentii Kris muoversi e sbuffare al mio fianco, segno inconfondibile del fatto che fosse sveglia.
“Rob” iniziò
“Ci sono due motivi possibili per cui mi sento come se stessi
dormendo su un materasso ad acqua bucato. Motivo uno: hai rovesciato un
bicchiere d’acqua sul letto, ma ne dubito visto che non ci sono
bicchieri d’acqua. Motivo due” prese un profondo respiro
“Joy se l’è fatta addosso…e in tal caso sei
morto.”
Tastai con la mano proprio sotto il sederino di Joy da cui l’umidità si espandeva.
Eh già…io non portavo mai bicchieri d’acqua sul comodino la sera…
Affondai il capo nel cuscino perché c’era una sola spiegazione possibile.
“Merda. Ma aveva detto che non aveva bisogno!”
KRIS POV
Continuavo a fissare la mia piccolina, con aria ansiosa.
Avevo preso la decisione giusta?
In fondo avevo appena avuto il tempo di parlarne con Rob e anche se lui mi era sembrato d’accordo…
Uff, perché diavolo accettavo le proposte se poi passavo tutto il tempo a pensare di aver preso la scelta sbagliata?
Presi
il vassoio su cui avevo appoggiato i piatti ed i bicchieri e tornai in
salotto dove Joy guardava tranquilla ‘La principessa e il
ranocchio’. Avevamo deciso di trascorrere una serata tranquilla a
casa, solo noi due, nonostante mia madre ci avesse invitate per cena.
Meglio essere riposate per la mattina dopo!
Quel pensiero tornò a riportare a galla una serie di dubbi.
Insomma, io avevo sempre sempre
criticato quel genere di cose. Le persone famose che buttavano i propri
figli in pasto a giornali, film, registi, campagne pubblicitarie ancora
prima che avessero smesso di portare il pannolino.
Eppure il giorno dopo io avrei fatto la stessa identica cosa.
Beh, forse non proprio identica visto che comunque aveva un fine nobile, ma…
Sistemai il vassoio di pizza
sul tavolino e tagliai le fette in tanti piccoli pezzi, iniziando ad
imboccarla. Io e Rob avevamo iniziato a darle il cibo in un
piattino e a lasciare che imparasse a prenderlo da sola, ma questo
valeva soltanto quando era seduta sul suo seggiolone. Ora invece aveva
insistito per mangiare davanti alla tv e se l’avessi lasciata
fare avrebbe molto probabilmente usato la pizza per creare un quadro
astratto sul divano.
Le portai la forchetta alle labbra
e lei iniziò ad aprirle, inghiottendo un boccone dopo
l’altro senza mai staccare gli occhi dallo schermo e ridendo ogni
tanto, quando la rana che in realtà doveva essere una specie di
principe azzurro saltellava o faceva qualche espressione buffa.
Le misi tra le mani il bicchiere
verde e lei bevve un piccolo sorso d’acqua prima di aggrottare le
sopraciglia e ridarmelo.
“No” sbottò
“No?” domandai confusa “Non vuoi bere?”
“No acca! Coca!” I suoi occhi si illuminarono mentre iniziava a battere le manine “Coca, coca, coca!”
Ecco, quella era tutta colpa di Rob!
Prima di partire le aveva fatto
provare quello che doveva essere ‘un piccolo goccio’ di
Coca cola e ora…ora le cose mi erano un po sfuggite di mano.
Ok, la verità era che mi erano totalmente sfuggite di mano.
Joy si era come innamorata di
quella bevanda, probabilmente come qualunque altro abitante del pianeta
Terra, e puntuale come un orologio svizzero pretendeva il suo piccolo
bicchiere una volta al giorno.
All’inizio ero stata restia a
dargliela, preoccupata sia che le bollicine potessero causarle il mal
di pancia sia che lo zucchero le avrebbe fatto male ai denti o
l’avrebbe eccitata troppo ma..ma poi avevo ceduto. In fondo tutti
amavamo la coca cola e non avrei mai privato mia figlia di qualche
sorso quando suo padre le beveva davanti almeno mezza bottiglia
ogni giorno.
Quel pensare alla nostra
quotidianità mi fece mancare ancora di più Rob e, quando
tornai in cucina a prendere una nuova bibita per Joy, mi sentii pervasa
da una tristezza enorme. Avevo passato tutto il tempo prima della
partenza a consolarlo per poi scoprire, una volta partito, che
ero persa senza di lui. Insomma bastava solo questo piccolo fatto del
servizio fotografico a mandarmi fuori di testa completamente. Due
settimane prima era arrivata questa proposta:Vogue bimbi aveva
organizzato un photoshoot e aveva proposto la partecipazione a
diversi bimbi, figli di varie celebrità di Hollywood. La mia
prima naturale risposta alla cosa era stata: NEMMENO MORTA. Avevo
sempre cercato di proteggerla dai paparazzi e dai giornali, figurarsi
se l’avrei mai volontariamente esposta alla macchina fotografica.
Poi però tutti avevano insistito. Il mio intero staff, dal mio
agente alla pubblicista non avevano fatto che ripetermi quale ottima
occasione fosse, la pubblicità positiva che ci avrebbe fatto
eccetera eccetera. Mia madre aveva detto che era un’idea
fantastica e che così finalmente avrebbe avuto delle foto
decenti della sua nipotina visto che io ero troppo pigra anche solo per
stamparne qualche copia in più.
In realtà la cosa che aveva
convinto me era il fatto che i proventi di metà delle copie
vendute sarebbero andati ad aiutare la costruzione di un ospedale
pediatrico in Darfur.
Questo era il fatto positivo. Quello negativo era il ‘titolo’ che avrebbero dato alla copertina.
La futura generazione di Hollywood.
Insomma che razza di titolo era?
Era vero che molti bambini figli di attori finivano per seguire le orme
dei genitori, ma era anche vero che per Joy poteva benissimo non
essere così. E se avesse fatto la scrittrice o la giornalista o
il medico o l’insegnate? Non volevo che un giorno riguardasse
quella rivista e pensasse di essere un fallimento perché non era
diventata quello che tutti si aspettavano sarebbe diventata.
O forse io mi facevo davvero troppe seghe mentali.
Improvvisamente il telefono
squillò e mi precipitai in salotto alla velocità della
luce, perfettamente consapevole della persona che ci chiamava sempre a
quell’ora. E lo doveva sapere anche Joy visto che aveva
già agguantato il cordless ancora prima che mettessi piede nella
stanza.
“Pa…papààà!
Strillò molto probabilmente distruggendo il timpano di Rob.
“Papàààà”
Gli occhi di Joy sembravano
risplendere di luce mentre parlava con Rob. Beh forse parlare era una
parola grossa, ma le bastava sentire la voce di mio marito al di
là dell’apparecchio per scoppiare a ridere o fare i
versetti di gioia più dolci del mondo.
Ma mi si spezzò letteralmente il cuore quando disse qualcosa che non aveva mai detto prima.
“Papà…tolni?” domandò “Tolni…cada?”
Una nuova parola.
Aveva già cercato prima di dire ‘casa’ma addirittura il verbo tornare mai..
Mi sentii pervasa da un immediato
orgoglio verso mia figlia, subito scalfito però
dall’immagine del suo faccino triste. Le mancava il suo papà e questo lo sapevo, ma sentirglielo dire…beh era tutta un’altra cosa.
La presi tra le braccia e lei,
dimenticando addirittura la coca cola, si accoccolò contro il
mio petto sfregando il nasino sulla mia maglietta.
Ci avvolsi nella coperta di pail e le sfilai gentilmente il telefono dalle mani, mentre lei tornava a concentrarsi sul film.
“Ehi amore..” mormorai.
Sentii Rob sospirare e poi con tono tetro aggiungere. “Odio non essere lì”
“Rob..”
“No Kris, l’hai
sentita? Le manco…ha addirittura imparato una parola per
dirmelo” la sua voce si spezzò “Sa una nuova parola
e io non c’ero. Bello schifo di padre.”
“Rob”
“No..scommetto che ne
imparerà altre nei prossimi due giorni. E scommetto che ha
imparato ad usare il vasino ma tu non me lo dici per non farmi
soffrire.”
“Rob..”
“Magari imparerà anche ad arrampicarsi sugli alberi e io..”
“Rob” questa volta
alzai la voce in modo da farmi ascoltare “E magari tu stai
impazzendo. Ancora usa il pannolino, quella è la sola parola che
ha imparato te lo giuro e..e per quanto riguarda gli alberi..beh non
è mica una scimmia.”
Non potei trattenere una risata.
“Non c’è niente da ridere”
“No, hai ragione” mi
scusai “Ma so che non sei sincero. So che in fondo sei
elettrizzato di stare lavorando”
“Preferirei essere con voi”
Alzai gli occhi al cielo “D’accordo, lo immagino. Ma ci saranno degli aspetti positivi no?”
Sospirò. “Beh…mi sono completamente invaghito di una.”
“Ah sì? Reese?” domandai acida, anche se sapevo benissimo che stava scherzando.
“Nooo pff. Una mooolto meglio. Si chiama Rosie, ed è molto più formosa di Reese.”
A quelle sue parole non potei
contenere una risata, proprio mentre mi ritornava alla mente una cosa
in cui mi ero imbattuta sul web solo poche ore prima.
“Su un sito di gossip ho
visto alcune foto che sono riusciti a fare sul set” dissi
“E una ragazza nei commenti ha fatto una metafora tra la
proboscide di Rosie e…una tua certa parte anatomica.”
“Beh…non poteva scrivere cosa migliore”
“Mmm” lo presi in giro
“Ho lasciato un commento anonimo dicendo che le star di Hollywood
erano così sopravvalutate.”
“Stronza!”
borbottò senza riuscire a trattenere le risate e in qualche modo
fui felice di essere riuscita con una semplice frase a tirargli su il
morale.
“Mi manchi tanto sai”
aggiunse però facendosi di nuovo improvvisamente serio “Mi
manca stringerti la sera e dirti che ti amo. Mi manca..mi manca
prepararti il caffe e dare a Joy i biscottini plasmon…non so
più stare senza voi..”
Mi mordicchiai il labbro sentendo
una gran voglia di piangere “Non farmi scoppiare in
lacrime…mancano solo due giorni…”
Lo sentii ridere senza un filo di umorismo “Sembrano due mesi..”
Stavo per rispondere quando avvertii il rumore di altre voci e Rob che parlava allontanandosi dal telefono.
“Che succede?” domandai.
“Niente, alcuni della troupe vorrebbero andare a bere qualcosa…”
“Vacci, è un ordine!” lo incitai.
“Non mi va..”
“Rob, se non ci vai so che rimarrai tutta la sera chiuso in albergo a deprimerti. Non serve a nulla.”
Sbuffò “Non ti ricordavo così comandona sai?”
“Lo so” ridacchia “Ma mi ami per questo, te lo assicuro.”
“Sì ti amo” sussurrò dolce “Ti amo da morire..”
Sentii immediatamente il cuore
rimbalzarmi in gola, come ogni volta che mi diceva qualcosa di
simile,anche dopo tutti quegli anni passati tra noi.
“Ok, compromesso. Ci vado solo se mi fai prima salutare l’altra ragazza del mio cuore”.
Posai immediatamente lo sguardo su
Joy e solo allora mi accorsi che si era addormentata su di me, cullata
dalle mie dita che le massaggiavano i capelli.
“Sta dormendo però..”
“Non importa. Mettile il telefono vicino all’orecchio…”
Feci come mi disse e, per
l’ennesima volta in quella serata, avrei solo voluto averlo
lì in carne ed ossa per stringerlo.
“Ehi amore di papà. Mi
spiace di non essere li a cullarti…mi spiace di averti delusa
ma..ma papà ti ama tanto. E se sono lontano da casa è
solo perché voglio che tu e la mamma siate orgogliose di
me…solo per questo. Buonanotte amore mio…”
Rimasi ancora per lunghi minuti
sdraiata sul divano a pensare. A quanto fossi fortunata ad avere un
uomo così e a quanto lui fosse assurdo a credere di poterci
deludere. Non l’aveva mai fatto e mai lo avrebbe fatto. Noi
eravamo già completamente orgogliose di lui, indipendentemente
da tutto.
Decisi che un po di sano riposo non
mi avrebbe fatto altro che bene e dopo aver spento la luce del salotto
salii al piano di sopra e posizionai Joy al centro del nostro lettone.
Mi infilai un pigiama pesante e mi raggomitolai vicino al corpo di Joy
e, stretta nel suo calore, scivolai lentamente in un sonno agitato. Mi
capitava raramente visto che di solito dormivo come un sasso ma quella
sera non ci riuscii. Mi svegliavo continuamente, tormentata dal rumore
del vento che scuoteva le foglie della palma che avevamo in giardino e
ogni volta che aprivo gli occhi le ombre sul soffitto mi provocavano un
inquietudine terribile.
Fu con estremo sollievo che sentii
la sveglia suonare alle sette e mi resi conto che Joy era già
sveglia e mi fissava sorridente.
Sapevo che nonostante avesse capito
poco e niente di quello che doveva fare, era perfettamente a conoscenza
del fatto che quella sarebbe stata una giornata fuori dal comune.
“Ciao amore” la vezzeggiai “Hai fame? Vuoi il tuo lattino caldo?”
Joy si accucciò contro il
mio petto alla ricerca di altre coccole, affondando il viso sul mio
collo mentre io le massaggiavo i capelli. La presi tra le braccia e la
strinsi senza smettere di accarezzarla: cercava sempre carezze e bacini
quando era ancora assonnata la mattina.
Mi diressi alla finestra per aprirla e far cambiare aria quando qualcosa catturò la mia attenzione.
Non so dove trovai la forza di non lasciare cadere Joy a terra.
Sentii il respiro bloccarmisi in
gola e, nonostante volessi distogliere lo sguardo dalla piscina, non ci
riuscii. Gli occhi mi rimasero incollati a quell’immagine
così…
“Ma che cazzo…quello è sangue!”
O____________________________O omg omg omg era da troppo che non finivamo un cap con qst faccina così adorabile O__O
Ok lo sappiamo cosa state pensando.
'Queste due st****e non sanno stare manco cinque secondi senza scrivere
di tragedie, cose inquietanti e spargimenti di sangue U______U
Cattive u.u non è
così ueueueueueu noi siamo buone...abbiate fede. Abbiamo mai
scritto capitoli che vi hanno portate alle lacrime???
.......
.......
*silenzio imbarazzante*
Ooooook...ahahah a domenica!!!
:P
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Capitolo 45 *** Legami di sangue ***
lEGAMI DI SANGUE
Buonaseraaaaa
ragazze!!!!!!! *_______________* Siamo qui puntuali come (quasi) sempre
a postare un capitolo che immaginiamo aspettaste con ansia dopo
il finale della settimana scorsa :P Sì siamo state
cattivissime lo sappiamo muhamuhamuha. Beh ora siamo qui anche
se...ehm..beh non possiamo garantire che anche in questo capitolo non
ci sia una certa dose di ansia ehm..ehm..
A partire dal titolo che ho scelto
tutta da sola *___* ( io Cloe) . Per voi sarà poca cosa ma io nn
sono capace a sceglierli U__U per cui awwwwwww.
Ok la smetto di dire idiozie e...ci vediamo in fondoooo
Kiss kiss
Cloe e Fio
CAPITOLO 45 (Cloe)
LEGAMI DI SANGUE
KRIS POV
Mi diressi a rotta di collo giù per le scale. Poggiai Joy sul
tappeto del salotto, circondandola da qualche pupazzetto in modo che
giocasse e poi aprii le porte finestre che davano sul giardino. Ero
ancora scalza e, mentre sentivo l’aria gelida di febbraio
penetrarmi sin dentro le ossa, pregai con tutto il cuore di essermi
sbagliata. Forse ero ancora mezza addormentata e mi ero immaginata
tutto, forse era stato un sogno….forse un riflesso di..qualcosa.
Mi bastò voltare l’angolo per capire che non era affatto così.
Il prato era completamente ricoperto di foglietti bianchi e la piscina..
“Oddio..no, oddio no ti prego” mormorai, le parole che mi si spezzavano in gola.
L’acqua della piscina era completamente rossa.
Era una grande pozza rosso…sangue?
Quell’immagine mi diede il
voltastomaco soprattutto perché il rosso spiccava in maniera
assurda sul bianco dei fogli, proprio come se fosse neve schizzata di
scarlatto.
Ok, pensa con calma, pensa con calma.
Il sangue aveva odore, no?
Sì..sì ce
l’aveva ed era proprio per questo che detestavo entrare in una
macelleria. Cercai di prendere un bel respiro ma non sentii altro
intorno a me eccetto il classico odore della città che si
svegliava e il vento Santa Ana che proveniva dal deserto.
A gambe tremanti mi avvicinai e,
troppo presto, mi ritrovai al bordo della piscina. Disgustata e col
cuore che batteva come una furia sfiorai la superficie col pollice e
l’indice, per sfregarli poi insieme.
Tirai un sospiro di sollievo non
appena sentii che quello non poteva essere ciò che più
avevo temuto. Il sangue era viscido…quella era solo acqua.
Acqua colorata di scarlatto certo, ma solo acqua.
“Ma allora..cosa..” ebbi solo la forza di sussurrare “E’ stato uno scherzo?”
Improvvisamente sentii una rabbia
così enorme invadermi che lacrime si raccolsero agli angoli dei
miei occhi prima di colare lungo le guance.
Chi cazzo aveva potuto fare uno scherzo così orribile?
Chi cazzo poteva odiarci così tanto da..
I miei pensieri vennero interrotti
dal suono del mio cellulare che proveniva dall’interno della
casa. Mi alzai ancora terribilmente scossa ma, quando arrivai al
divano, vidi che Joy l’aveva già agguantato e sorrideva
felice ascoltando la voce di chiunque fosse dall’altra parte
dell’apparecchio.
“Papà!! Sange sange” strillò
Oh no…
“No Joy amore, dammi il
telefono.” Glielo tolsi con delicatezza prendendola in braccio e
spostandola all’interno del suo box, al sicuro.
Portai l’apparecchio all’orecchio.
“Kris! Kris! Che succede
Kris!” Rob strillava dall’altra parte del telefono
terrorizzato “Che ha detto Joy. Ha detto sangue? Che sta
succedendo?”
“Nie..niente..solo io..”
Cazzo!
Solo ora mi rendevo conto di quanto fossi ancora così scioccata da non riuscire quasi a parlare.
“Kris stai bene? Ti prego rispondimi!”
“No…cioè
sì, tutto ok.” La voce mi tremò e si spezzò
in gola ma cercai di reprimere l’istinto di piangere o correre in
bagno al solo ricordare quella pozza rossa in giardino.
“Kris dimmi che cazzo sta
succedendo. Adesso!” strillò così forte che temetti
che anche Joy potesse sentirlo.
“Qualcuno..qualcuno ha fatto
uno stupido scherzo” sospirai decidendo di raccontargli la
verità “Ha buttato della vernice o qualcosa di simile in
piscina e l’acqua è diventata tutta rossa. Stamattina ho
guardato fuori dalla finestra e…niente mi sono spaventata. Tutto
qui..noi stiamo bene.”
Sentii dei movimenti concitati dall’altra parte dell’apparecchio e delle voci in lontananza.
“Ma tu dove sei?” cercai di cambiare argomento.
“Non importa dove sono”
rispose nervoso “Importa…Dio non è una cosa da
poco! Come ha fatto qualcuno ad entrare in giardino?! Dovremmo avere un
grandioso sistema di allarme con quello che lo abbiamo pagato..”
Fu in quel momento, col biberon di Joy fra le mani, che mi immobilizzai.
Cazzo.
Cercai di ricordare tutti gli
eventi della sera precedente. Il pomeriggio al parco, la cena davanti
alla tv, la chiamata di Rob, l’addormentarci abbracciate
e…e mi ero messa a letto senza inserire l’allarme.
Perché lo inseriva sempre Rob.
Perché..cazzo!
“Kris..”
“Non l’ho
messo…” balbettai con una voce che non sembrava la mia
“Non..non l’ho inserito..mi sono dimenticata..”
Ci fu silenzio dall’altra parte per circa cinque secondi prima che esplodesse.
“Kristen cazzo! Siete sole in
casa e ti dimentichi di una cosa del genere?” urlò
“Poteva entrare chiunque. Chiunque e farvi del male!”
“Lo so, accidenti, lo
so” Ero così scossa che scoppiai in singhiozzi e feci
cadere il cellulare che si aprì in mille pezzi sul pavimento.
Merda..
Col biberon di latte tornai in
salotto e lo passai a Joy, cercando di non farle vedere le stupide
lacrime che mi colavano lungo le guance.
Perché diavolo doveva succedere sempre tutto a noi?
Perché la gente non poteva lasciarci in pace?
Il telefono di casa squillò facendomi sobbalzare terrorizzata.
“Kris amore scusami”
Rob iniziò a parlare così veloce che faticai a sentirlo
“Scusa ti prego io..non volevo urlare. Ho solo paura”
Cercai di scacciare le lacrime e di
mantenere sotto controllo i singhiozzi. “Hai ragione…avrei
dovuto inserirlo. Hai ragione tu, hai ragione tu. Scusami.”
Cercò di ridacchiare ma
capii subito che era un gesto solo dettato dall’ansia. “Ehi
poteva capitare a chiunque. Ora sei al sicuro e vedrai che sarà
stato solo uno scherzo stupido di qualche ragazzino.”
“Sì..sì” balbettai proprio mentre qualcuno suonava al cancello.
Sussultai così forte che quasi rischiai di rompere anche il cordles.
Ok, dovevo darmi una calmata.
“Chi è?” chiese Rob teso.
Mi alzai e con gambe tremanti osservai dalla telecamera la macchina che aspettava di entrare.
Immediatamente sospirai sollevata.
“E’ Ashley.
L’altro giorno ci siamo sentite e ha deciso di venire con noi per
il servizio e poi era un bel po’ che non vedeva Joy.”
“Bene, almeno vi farà compagnia. Ma tu te la senti di andare?”
La risposta sincera era no. Dopo
tutto quello che era successo quella mattina la sola cosa che volevo
fare era sprofondare sotto le coperte e non uscirne fino alla settimana
dopo ma..
Ma poi pensai all’ipotesi di restare l’intera giornata chiusa in quella casa con Joy. Da sole.
Con una piscina sul retro rossa come il sangue.
No, grazie.
“Sì…sì voglio uscire.” Risposi subito “Assolutamente.”
“Ok..” Rob sembrava
restio a riattaccare. Probabilmente pensava che se lo avesse fatto
sarei di nuovo scoppiata a piangere.
“Ti lascio andare al
lavoro.” Cercai di mettere su il mio migliore tono rilassato
“Davvero ora c’è Ash…va tutto bene.”
Non l’avevo per nulla convinto. “D’accordo. Chiamami però quando sei la. Ti amo”
“Ti amo”
Ti prego torna presto.
Evitai di aggiungerlo perchè sapevo che avrebbe solo portato
un’altra ondata di lacrime che non volevo versare di fronte ad
Ash.
Riagganciai e, quando aprii la
porta, lei mi volò praticamente a fianco quasi senza salutarmi,
ma pronta a coccolare e vezzeggiare Joy. Non potei non notare i due
pacchi regalo che teneva fra le mani.
Le avevo pregato di sorvolare sul
fatto di non aver dato i regali di Natale a Joy, le avevo detto che
aveva già ricevuto troppe cose, metà delle quali non le
servivano neppure ma…ma con Ash era inutile ovviamente.
Lanciai una rapida occhiata al mio riflesso allo specchio e corsi a salutarla.
Lei mi gettò le braccia al
collo, prima di rendersi conto di che ora fosse e del fatto che sia io
che Joy eravamo ancora in pigiama.
“Kris è tardissimo!” esclamò “Buttati sotto la doccia o non arriveremo mai!”
“Bah non preoccuparti. Ci metto dieci minuti in tutto a vestirmi, davvero”
La vidi arricciare il naso,
probabilmente al pensiero che qualcuno potesse anche solo pensare di
prepararsi in meno di un ora, e poi prendere Joy tra le braccia e
afferrarmi un braccio.
“Cosa mi tocca sentire? Fila
a prepararti, io mi occupo della mia nipotina acquisita. Certo sperando
che nell’armadio abbia qualcosa che non siano
converse…”
Non potei fare a meno di ridere. La
presenza gioiosa ed euforica di Ashley era così viva che
riusciva a scacciare anche i pensieri cupi di quella mattina. O quasi
del tutto per lo meno.
Mandai un messaggio prima di entrare nella doccia e lasciare che l’acqua calda mi sciogliesse i muscoli tesi.
Dovevo assolutamente sistemare quello schifo in giardino e impedire che qualcuno della mia famiglia lo vedesse.
O soprattutto Rob…
Scossi il capo, cercando di non pensare e non guardare mai fuori dalla finestra della camera.
Come previsto in meno di
mezz’ora ero pronta. E meno male visto che Ash mi aspettava
già ai piedi delle scale con un’elettrizzata Joy in
braccio. Una Joy vestita totalmente di rosa..
Oddio…
“Dai muoviti, la macchina
è arrivata e ci aspetta!” mi incitò Ash “Oh
ed è arrivato anche un uomo con un furgoncino bianco.”
“Ehmm..sì” balbettai “Voi andate in macchina e aspettatemi li, ok?”
Ashley annuì prima di
dirigersi verso la berlina nera al cancello, mentre io andavo incontro
all’uomo di mezza età che era appena arrivato: il
giardiniere che di solito si occupava della pulizia e del mantenimento
del nostro giardino
“Salve John!”
“Signora Stewart” mi
salutò sfiorandosi il cappello “Mi è arrivato il
suo sms, sembrava urgente.”
“Lo è mi creda” spiegai camminando verso il retro insieme a lui “Guardi qui…”
Vidi la sua bocca spalancarsi.
“Devono aver buttato una specie di vernice o qualcosa di simile…”
“Mi faccia dare un’occhiata”
John si chinò e aprì il filtro della piscina.
“Ah ecco qui il problema!” esclamò tirando fuori tre di quelli che mi sembravano semplici…tubetti.
“Questi sono coloranti
concentrati a rilascio graduale. Sono tre quindi possono colorare una
superficie molto estesa. Messi nel filtro entrano in circolazione
nell’impianto e puf…in poche ore la piscina è
ridotta questo schifo.”
“Quindi è…qualcosa che potrebbe aver fatto chiunque. Anche un ragazzino?”
Annuì. “Sì…è possibile certo”
“Senta può ripulire i fogli e..la piscina. Diciamo entro stasera?”
“Mi ci vorrà tutto il giorno e..avrei altri appuntamenti.”
Abbozzai un sorriso. “Le pagherò il doppio della paga all’ora.”
Quell’offerta sembrò
convincerlo perché immediatamente si attaccò al cellulare
per organizzare il materiale di cui aveva bisogno.
Finalmente quell’incubo
sarebbe finito. Sarei tornata a casa quella sera e il prato sarebbe
stato immacolato e l’acqua cristallina come sempre.
Mi chinai addirittura a raccogliere
uno di quei stupidi fogli che tappezzavano il prato. Era totalmente
bianco, eccetto che per due stupide x sul fondo della pagina.
Per un secondo l’immagine della sigla di ‘Gossip girl’ mi passò in testa e non potei non sorridere.
Forse era davvero uno stupido, innocuo scherzo.
Forse una ragazzina aveva saputo
qual’era la nostra casa e aveva scelto per sua fortuna
l’unica sera in cui non c’era l’allarme per cercare
di entrare.
Forse aveva usato il colore rosso senza un inquietante significato nascosto ma solo perché le era venuto comodo.
Già.
Forse.
“Ok,
scusa Kris puoi farle posare le manine sulla parete?” Il
fotografo mi indicò il muro di cartongesso viola proprio sotto
uno dei grossi riflettori ma, prima che avessi il tempo di muovermi,
Ashley era già volata a fianco di mia figlia conducendola per
mano e spiegandole di stare ferma e sorridere.
E non potei impedirmi di fare lo stesso.
Ashley in fondo era molto brava con
i bambini, ero certa che sarebbe stata una madre grandiosa. Certo,
sarebbe impazzita alla quarta notte in bianco ma…beh forse era
ancora un po prematuro parlare di Ashley ed eventuali suoi figli.
Scoppiai a ridere quando
tirò fuori dalla tasca una molletta a forma di piccola coccarda
multicolore e la appunto tra le soffici onde di Joy, beccandosi
un’occhiata tutt’altro che amichevole del fotografo, Will.
“Forse dovresti lasciare fare a loro prima che ci buttino fuori.” Le sussurrai quando tornò al mio fianco.
“Era solo per dare un po di colore al maglioncino grigio” protestò “Che male c’è?”
“Niente solo che magari sono loro quelli di Vogue, quindi…”
“Ehi io sono altrettanto esperta di moda, cosa credi?”
Sospirai. “Non lo metto in dubbio Ash..”
Meglio lasciar perdere, non avrei
mai vinto con Ashley e francamente mi era mancato quel lato testardo e
divertente del suo carattere.
“Ok, pronte per un altro
cambio!” urlò l’assistente e, immediatamente, io e
Ash fummo a fianco di Joy per aiutarla ad indossare un altro completino.
“Oh mio Dio!!”
strillò la mia amica “Questo è…è
bellissimo! Una mini divisa da cheerleader dei Dallas Cowboys!
Awwww”
“Awww” la imitai non
avendo la minima idea di cosa parlasse. Beh in realtà conoscevo
la squadra visto che, dopo aver vissuto tutta la vita con quattro
uomini, qualcosa in testa mi era entrato ma non potevo di certo dire di
essere un’esperta di sport.
“O mio Dio com’è
bella com’è bella!” riprese a strillare Ashley una
volta che Joy fu pronta e in perfetta versione ragazza pon pon.
Il fotografo ci indicò una
parete in mattoni grigi che avrebbe fatto da sfondo alla mia piccola
modella e noi la conducemmo li tenendola per mano. Ci allontanammo dal
set ma, questa volta, a differenza delle altre, Joy decise di non voler
più rimanere sotto le luci della ribalta.
Fece per seguirci e fui costretta a
distrarla con delle gelatine alla frutta per farla restare ferma sotto
i riflettori ed evitare che corresse verso di noi ogni volta.
L’umore le si era un po
guastato però, perché non riuscii a farla sorridere
neppure con il mio miglior repertorio di smorfie. La cosa non
sembrò disturbare il fotografo che disse che così aveva
un espressione ‘profonda e riflessiva’.
Per quanto mi riguardava ero solo contenta che fossimo finalmente a metà mattina.
Da
lì in poi Joy divenne piuttosto insofferente a tutte quelle
attenzioni. La capivo poverina: ormai l’effetto sorpresa era
svanito e le luci, i flash e i vestiti avevano iniziato a perdere il
loro potere magico. Riuscii comunque a strapparle due scatti splendidi.
In uno era seduta su un prato che mi
ricordava in qualche modo la radura di Edward e Bella mentre
nell’altro teneva in mano una girandola mossa da quello che era
un perfetto ‘effetto vento’. Ovviamente le foto erano state
fatte davanti ad un fondo verde e il background sarebbe stato aggiunto
solo in un secondo momento visto che erano di ambientazione
‘estiva’ e fuori era troppo freddo e gli alberi troppo
spogli per anche solo provarci.
Finalmente a mezzogiorno ci
ritrovammo a dover fare gli scatti ‘a due’, gli ultimi
prima di pranzo. In pratica tutti i bimbi del servizio erano stati
appaiati a due a due per delle foto e noi..
Beh a dire la verità ancora
non sapevo con chi Joy dovesse farle ma, quello, era il mio ultimo
problema mentre tentavo di farle indossare il vaporoso abitino bianco
in piena modalità ‘capriccio’.
Ashley aveva un impegno di lavoro e non c’era neppure lei ad aiutarmi a calmare Joy.
“Mi dispiace” mi scusai
col fotografo “Deve essere un pò stanca. Dopo un po si
distrae facilmente..”
Scosse la mano, bloccandomi.
“In realtà è tra le bimbe migliori che abbia
fotografato per tutto il servizio. Alcuni
erano…agghiaccianti.”
Scoppiammo entrambi a ridere e io
mi immaginai certi piccoli che vedevo quasi ogni settimana sulle
copertine delle riviste e che mi davano l’idea di essere
assurdamente viziati.
“E’ talmente brava che potrebbe avere un futuro come modella.”
“Oh Dio spero di no. Non vorrei diventasse una ragazza anoressica e..”
Il fotografo improvvisamente si
interruppe e mi mollò li a parlare al vento correndo ad
abbracciare qualcuno alle mie spalle.
“Miranda!”
esclamò eccitato “Oddio non ti vedo da così tanto
tempo! Oh e quest’angioletto è Flynn..o mio Dio è
divino e spezzerà tanti cuori come il suo papà!”
Oddio, pensai, e io non mi ero accorta che tu fossi così tanto gay.
Mi voltai e vidi una ragazza coi
capelli castani e lisci che teneva fra le braccia un neonato,
accompagnata da una signora di mezza età che presumetti essere o
la madre o la tata.
Miranda…Miranda… mmm.
Ero certa di averla già vista da qualche parte…ma dove? Anche il nome mi suonava famigliare.
Miranda..mmm
No. Cavolo, perché avevo una memoria così schifosa?
Infilai il vestito bianco col fiocco a Joy con un po di fatica, dandole un'altra caramella per farla stare buona prima.
“Dai amore tra poco
c’è il break per il pranzo. Non posso continuare a
darti caramelle” mormorai riuscendo a farle passare il
braccio nella manica e tamponandole le lacrime.
Joy sembrò abbastanza felice
della gelatina ma il vero miracolo per tranquillizzarla lo operò
la nuova arrivata, che dopo aver parlato con varie assistenti e aver
preparato il suo bambino lo portò verso di noi.
Era piccino, non avrà avuto
più di un paio di mesi, e io mi incantai a guardare il suo
nasino perfetto e le sue palpebre stese e rilassate nel sonno.
Joy sgranò gli occhioni e si aprì in un enorme sorriso, incuriosita.
“Ok” iniziò Will
“Per stare sicuri e certi che nessuno si faccia male faremo gli
scatti sul letto. Joy e il piccolo Flynn staranno seduti in varie pose
e cercheremo di fare il più in fretta possibile magari senza
svegliare l’angioletto.”
“Oh non fa nulla” rispose Miranda “Lui è molto buono di solito.”
Flynn…Miranda…
Miranda… Flynn
Mi suonavano famigliari ma non riuscivo ad identificarli.
“Io sono Miranda” mi
tese la mano mentre sistemavamo i piccoli al centro del grosso letto in
ferro battuto e contornato di cuscini bianchi e soffici “Piacere
di conoscerti. Tu sei Kristen vero?”
“Ehmm..sì.”
borbottai. Fantastico. lei mi conosceva e io invece neppure sapevo dove
l’avevo vista. Eppure se era lì col figlio doveva per
forza essere un’attrice…
Kristen Stewart che non riconosceva
una star di Hollywood. Già mi immaginavo le pagine dei giornali:
che figura del cavolo.
“Non mi hai riconosciuta, vero?” domandò come se mi avesse letto nel pensiero.
“No! Cioè sì! Cioè tu sei..sei..”
“…la moglie di Orlando Bloom?” mi aiutò lei.
“La moglie di Orlando
Bloom!” esclamai battendomi un colpo in fronte. Ecco dove
l’avevo già vista! Era incinta ed era venuta alla premiere
di Breaking Dawn!
Lei scosse il capo ridendo mentre
ci facevamo un po’ da parte per lasciare che facessero alcuni
scatti a Joy e Flynn stesi fianco a fianco sulle coperte.
“Non fa niente…in
fondo io faccio la modella, non l’attrice. Non mi sono
offesa.” Sussurrò sorridendomi.
“Scusami davvero. Seguo poco il gossip”
“Questo è un punto a tuo favore.” Commentò.
“Ok signore” Will ci interrupe “Ora qualche scatto con Flynn tra le braccia di Joy”
Sospirai. Quella era la parte che
mi aveva un po spaventata sin da quando avevo saputo di mia figlia e
del neonato che avrebbe dovuto reggere. Non che non fosse buonissima
ma…ma aveva 19 mesi e poteva fargli male con un gesto brusco in
un secondo.
“Ok Joy ora ti passo il bimbo ma tu..”
“Bibbo bibbo bibbo!” urlò entusiasta.
Le posai un dito sulle labbra.
“Shhh dobbiamo fare piano o si sveglia e noi vogliamo che faccia
tanta nanna. Ora la mamma ti spiega come tenerlo, ok?”
Lei annuì seria e composta.
Miranda le sorrise carezzandole i ricci e prendendo tra le braccia il figlioletto prima di posarlo sulle gambine stese di Joy.
“Metti una mano qui, sotto il
sederino” le spiegò “E la testina la poggi invece
qui sul tuo braccino. Perfetto..”
Joy si mosse leggermente, eccitata,
ma rimase comunque nella posizione corretta così ci azzardammo a
fare un passo indietro, lasciando che il fotografo facesse il suo
lavoro, pur restando a distanza di sicurezza.
“Tuo figlio è meraviglioso” mormorai senza riuscire a smettere di guardarlo.
Era così minuscolo e
perfetto allo stesso tempo che mi pareva impossibile che la mia stessa
bambina fosse stata tanto piccina. Sembrava passato un secolo da quando
tenevo Joy in braccio per le prime volte ed ero letteralmente
terrorizzata di poterle fare del male solo stringendola un po di
più. Ma poi c’erano stati i momenti che non avrei mai
dimenticato: capire che era me quella che voleva. Quella di cui aveva
bisogno, quella che la nutriva col suo seno…
“Anche la tua” rispose
“E poi è…sarebbe una sorella maggiore incredibile.
Guarda com’è portata!”
Era vero. Proprio in quel momento
Joy aveva sollevato la mano che teneva posata sul sederino del piccolo
e gli aveva accarezzato il nasino. Flynn l’aveva arricciato un
pochino aprendo gli occhietti chiari per qualche secondo prima di
richiuderli e rimettersi a dormire profondamente.
Trattenni a stento un gemito mentre
le parole di Miranda penetravano nel mio cervello. Non mi serviva
nemmeno un secondo per rendermi conto che…che se il mio bambino
fosse vissuto a quest’ora sarei stata al nono mese. Magari
sarebbe già anche nato e magari Joy, in quel preciso momento,
sarebbe stata in una camera di ospedale a tenere fra le braccia il suo
vero fratellino.
Non farlo, non farlo, non farlo…
Cercai di prendere un bel respiro e di scacciare quei pensieri che di tanto in tanto tornavano a tormentarmi.
Non potevo cambiare il passato.
IO avevo una famiglia perfetta, una figlia splendida e un marito che adoravo.
Ed andava bene così….mi andava bene.
Che bugiarda…
Una parte di me sapeva che se
fossimo stati solo noi tre per sempre sarei stata felice e appagata
comunque ma...ma se invece fosse stato così solo per una mia
paura di provarci ancora, di buttarmi..beh in tal caso non me lo sarei
mai perdonata.
Perché amavo Joy e Rob e sapevo che il mio cuore batteva per loro.
Ma sapevo che c’era spazio, tanto altro spazio, anche per qualcun altro.
E forse un giorno sarebbe stato reale.
*******************
Tolsi il gilet viola ed i jeans a
Joy per poter così aiutarla ad indossare quello che era
l’ultimo cambio della giornata.
Stavo per cadere a terra esausta e la mia piccola non era certo da meno, ma stava sopportando tutto piuttosto stoicamente.
Eravamo all’sterno ora ed era
stato ricreato un bellissimo set ‘autunnale’ con foglie
secche, muschio e…zucche giganti.
Tema
delle foto: Halloween. E, quindi, Joy indossava una maglia nera,
leggins in tinta e uno splendido tutù in tulle arancione. Dire
che le foto sarebbero state un capolavoro era un eufemismo, e non solo
perché io ero la sua mamma.
“Tesoro ora ascoltami”
la spronai “Manca poco poco e poi torniamo a casa e ci
rilassiamo, d’accordo? Mamma ti promette di prepararti il latte e
farti vedere un bel cartone….però adesso fai un ultimo
sforzo, ok? Guarda quante belle zucche! Vuoi giocarci un
po’?”
Lei sorrise con i suoi dentini in bella nostra. “Ducca!”
Aspettai che finissero di sistemare
il set e, al cenno del fotografo, la misi a terra, lasciandola correre
e sgambettare tra le zucche.
Prese a toccarle e a colpirle,
alternando risa a sguardi estremamente buffi che Will immortalava
cercando di restare a più distanza possibile per non rovinarne la spontaneità.
Mentre Joy si divertiva
sull’erba mi persi per una attimo ad osservare il cielo che man
mano si scuriva e sentii un brivido attraversarmi la schiena al
pensiero che presto sarei dovuta tornare a casa e restare sola tutta la
notte con Joy.
Non avevo pensato
all’incidente di quel mattino per tutto il giorno, troppo presa
fra prove di vestiti e bambini urlanti ma ora che si faceva sera…
Era stupido lo sapevo, ero stata a
casa sola con mia figlia decine di volte eppure…l’immagine
della piscina in quello stato era ancora così viva che avrei
voluto correre a nascondermi dietro ad una zucca proprio come Joy.
Lei invece sembrava tranquilla,
tanto che mi rivolse un ampio sorriso prima di iniziare a correre
spedita verso di me. Allargai le braccia per accoglierla e rimasi
scioccata quando mi superò di corsa strillando…
“Papà!”
Mi voltai di scatto proprio nel
momento in cui Joy si gettava fra le braccia di Rob che se ne stava
tranquillamente al bordo del prato ad osservarci con una bottiglia di
coca cola in mano.
Diedi a malapena il tempo al mio
cervello di registrare la sua presenza prima di percorrere gli stessi
passi della mia bambina a gettarmi anche io su di lui. Mi
afferrò con facilità, tenendoci ciascuna su un braccio.
Inspirai il suo profumo, affondai le mani tra i suoi capelli e le labbra sulle sue, senza dargli neppure il tempo di salutarmi.
E quando lo sentii…quando lo
sentii davvero con me e capii che non avrei dovuto passare la notte
sola a rigirarmi terrorizzata, crollai.
Iniziai a piangere e nessuno dei suoi baci, nessuna delle sue preghiere riuscì a tranquillizzarmi.
Piansi.
Piansi nel viaggio di ritorno verso
casa, piansi in auto, piansi mentre lui diede il latte a Joy e la mise
a letto. Cercai di contenere i singhiozzi di fronte a lei ma non smisi
mai di piangere.
Solo dopo quelle che mi parvero
ore, sdraiati al buio sul nostro letto, riuscii a calmarmi a
sufficienza per poter parlare. Le sue mani mi stavano accarezzando la
pelle della schiena mentre sentivo ogni centimetro del suo petto
nudo contro il mio. Non avevo freddo anche se eravamo a febbraio; la
sola cosa di cui avevo bisogno era il calore del suo corpo.
“Sai, non ti crederò
più” mormorai quando mi sentii abbastanza certa di non
scoppiare più a piangere “Ogni volta che mi dici che torni
un certo giorno…poi torni prima. La prossima volta ti
impedirò di sorprendermi”
“E io che sono tornato per
portarti prezioso cioccolato del Tennessee come dono di San Valentino.
Cioccolato ripieno al caramello per giunta. Non avevi detto che avresti
sempre voluto provarlo ma non avevi mai avuto
l’occasione?”Ridacchiò. “Perché tanto
sorpresa di vedermi? Aspettavi l’amante e io ho rovinato i tuoi
piani eh?”
Per qualche strana, incomprensibile
ragione, sentii un'altra lacrima rigarmi il volto e bagnare anche il
suo. Oggi era il 14 e io non me n’ero neppure accorta mentre
invece Rob si era ricordato anche di una stupida frase che avevo detto
mesi prima.
“Lo so…sei scossa per
stamattina” sussurrò ansioso “Ma ti giuro che non
permetterò a nessuno di farti del male. Vi chiuderò in
una gabbia d’oro se serve a proteggere te e Joy. E’ una
promessa”
Mi accoccolai ancora di più
a lui quasi come se avessi voluto fondermi nel suo corpo. Solo
così mi sentivo bene, al sicuro, completa. Era una situazione di
calore simile a quella che per un attimo, avevo sentito guardando Joy
con Flynn solo poche ore prima.
Era la sensazione di sapere che l’amore era più forte della paura, delle minacce, dell’ignoto.
Non so se passarono minuti, secondi
od ore ma so che, ad un certo punto, mi sentii più tranquilla.
Non potevo permettere al terrore di governare la mia vita. In nessuno
dei suoi aspetti.
“Rob” al buio sussurrai
parole che credevo non avrei mai più avuto il coraggio di
pronunciare “Tu vorresti…vorresti provare ad avere un
altro bambino?”
Awwwwww lo sappiamo cosa state
pensando. Queste passano dall'angoscia ai momenti *___* in uno schiocco
di dita. Ahahahahah no la verità è che questo capitolo
è pieno di cose importanti ed ENORMI, anche se il tutto è
un po contorto. Lo sappiamo che direte 'Oddio che inquietudine..' ma
abbiate fede perchè tutto ciò che scriviamo avrà
un perchè e sarà rivelato a tempo debito muhahahahah. Ok
basta, così sembriamo un po Nostradamus oO.
Visto che mancano pochi capitoli
alla conclusione continuate a recensire e a rovesciarci addosso tutto
il vostro amore!!! Anche se siete più tentate di rovesciarci in
testa un masso, invece :P
Alla prox week!
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Capitolo 46 *** Una serata movimentata ***
Una serata movimentata
Buonasera
girls!!!!! Scusate ahah stasera ho poco da dire perchè sono di
corsissima ( ah non mi dite che siete felici perchè io so che
adorate i miei discorsi vaneggianti e divertenti u.u) perciò vi
lascio al capitolo subito subito. Ma prima vogliamo ringraziarvi ancora
tantissimo per le recensioni e tutto il supporto che ci continuate a
dare dopo mesi e mesi ueueueueu...scusate oggi mi commuovo facilmente,
sarà la sindrome premestruale ueueueu.
Ehm...sì so che avevo detto che non avrei fatto discorsi stupidi ma evidentemente non ne sono capace u.u.
Ok, vi lascio davvero al cap e...enjoy.
P.S= Avete reagito bene alla piscina rossa ahahah pensavamo peggio
ù.ù. Siamo felici, avete dimostrato di essere abbastanza
forti da resistere anche a ehm..eventi molto peggiori, quindi??
Muhamuha..
Alla prossima settimana girls
Kiss kiss
Cloe e Fio
CAPITOLO 46 (Fio)
UNA SERATA MOVIMENTATA
POV Kris
“Rob”
al buio sussurrai parole che credevo non avrei mai più avuto il
coraggio di pronunciare “Tu vorresti…vorresti provare ad
avere un altro bambino?”
Restai in
attesa di una sua risposta mentre il suo respiro che cresceva e moriva
pian piano condizionava il mio petto. Sentii la sua mano fermarsi
improvvisamente sulla mia schiena.
“Perché me lo chiedi?”
“E tu
perché non rispondi?” risposi sinceramente presa alla
sprovvista da quella reazione. Insomma, credevo fosse quello che
voleva.. Lo credevo così tanto che avevo immaginato una sua
reazione già scontata, come se la mia domanda dovesse essere
solo un modo per dirgli che ero pronta e non per realmente chiedergli
se lo volesse.
Non lo voleva più forse?
Ci fu di nuovo
silenzio per alcuni secondi in cui sentii il bisogno di cercare la sua
mano sulla mia vita per stringere le sue dita tra le mie.
“Ho paura
a risponderti..” respirò piano come se insieme alla paura
di rispondere alla mia domanda ci fosse anche il terrore di confessare
quella paura stessa.
“Non devi
averne..” portai l'altra mia mano attorno al mio corpo in modo da
sfiorare la sua che era sulla mia schiena ancora immobile.
“Accarezzami.. e.. rispondimi solo..” sussurrai mentre la
sua mano di nuovo si muoveva sulla mia schiena, in piccoli cerchi
leggeri.
“Si.. Kristen.. Si, mi piacerebbe.. dovresti saperlo..”
Immediatamente mi tranquillizzai. “D'accordo..” sorrisi.
“D'accordo cosa? Perché questa domanda? Tu stai bene, o..?”
“Sto bene
Rob.. sto finalmente bene e .. non lo so.. pensavo..” sospirai
cercando un punto da cui iniziare. “Bè oggi Joy ha fatto
coppia con un bambino piccolo, due mesi circa, per il servizio.. Sai,
il figlio di Orlando Bloom. Avresti dovuto vederla.. Era così
tenera ed emozionata e.. attenta, come se fosse ipnotizzata e
consapevole. A volte mi meraviglio di come sembri percepire così
tante cose alla sua età..”
“Un'altra cosa che mi sono perso..” sospirò a bassa voce.
“Oh no
amore.. non iniziare.. Non è stato niente di epico, importante o
trascendentale.. A dirla tutta è stato un po' uno stress.. A un
certo punto non ce la faceva più. Fossi stata io avrei dato di
matto.. ma non è questo il punto..” lo rassicurai
carezzandogli il dorso della mano e cercando di nuovo di riprendere il
filo del mio discorso, il che mi risultava alquanto difficile visto che
non ne avevo propriamente tracciato uno.
“Sia io
che te.. siamo cresciuti con dei fratelli e delle sorelle su cui poter
contare.. Io non voglio che lei sia sola.. Anche quando un giorno io e
te non ci saremo più..”
“Kris oddio! Ti prego! Che cosa macabra. Perché dobbiamo parlare della nostra morte adesso?”
“Perché
è proprio adesso che dobbiamo pensarci. Io ho solo ventidue
anni, è vero. Tecnicamente siamo così in anticipo, se
così si può dire. Da un punto di vista oggettivo abbiamo
tutto il tempo che vogliamo ma.. è davvero così? Ce
l'abbiamo questo tempo? Non possiamo più saperlo ormai. Non
sappiamo quanto tempo potrebbe volerci né se è
possibile.. E non voglio ridurmi a trent'anni con la paura che il tempo
abbia solo peggiorato le cose..”
Dire quelle
parole ad alta voce in qualche modo aiutò a farmi scendere
addosso una tristezza che non mi aspettavo quando avevo aperto il
discorso. Credevo che Rob avrebbe semplicemente detto di si, lo avrei
baciato e tra la sue braccia avrei dormito serena fino al mattino..
Ora invece un velo di angoscia non mi permetteva di vedere le cose così chiaramente come avevo creduto.
“Ehi..” disse lui voltandosi verso di me e prendendo il mio viso tra le sue mani.
Perdendomi nei
suoi occhi riuscii a calmarmi e mi rilassai mentre le sua mani
carezzavano le mia guance impedendo alle lacrime di scendere oltre..
“Va tutto bene amore.. io la penso come te.. e sai che stavo aspettando che tu fossi pronta ma..” fece una pausa.
“Ma..?” chiesi quasi in ansia.
“Ehi, io
posso aspettare. Non devi farlo per me né per Joy. Non deve
dipendere da noi. Non deve dipendere dalla paura del tempo o dalla
paura della paura stessa. Devi sentirlo dentro.. Devi volerlo, devi
averne bisogno.. E io aspetterò sempre.. Non sono mai stanco di
aspettare te perché ne vale sempre la pena..”
Sorrisi e quasi
mi commossi a quelle parole. Rob. Lui era l'unica persona che riusciva
a capirmi davvero anche quando io stessa non mi capivo. Era l'unico che
riusciva a tranquillizzare quel lato di me che non conoscevo. L'unico
per cui venivo sempre prima di ogni altra cosa insieme a Joy, l'unica
persona che avrebbe continuato ad aspettare me in eterno.
Gli dovevo un
briciolo di verità e la verità era che forse avevo ancora
troppa paura. Lo volevo un altro figlio e sapere di essere limitata non
faceva che far crescere il mio desiderio e alimentare la speranza di
poter un giorno rivivere tutto quello che avevo vissuto con Joy.. ma
forse la mia ferita era ancora un po' latente, forse non era ancora
chiusa, o forse lo era ed ero troppo spaventata che potesse riaprirsi.
E se non fosse
andata bene? Se avessi perso la speranza in seguito a tentativi
inutili? Se, caso peggiore, ci fossero state complicazioni?
Erano queste le mie vere paure.. così diverse da quelle che avevo provato la prima volta..
Così vere.. così reali in confronto alla paura di non saper cambiare un pannolino..
Ma con Rob.. Io dovevo.. Io lo volevo.. e non era solo la paura a frenarmi e dettare il mio desiderio allo stesso tempo.
“Io.. io
lo voglio. Ho paura.. è vero.. Ma voglio provarci. So che lo
voglio ora e lo vorrò sempre di più. Magari.. magari non
proprio subito.. non so..” arrancavo nelle parole. “Magari
tra un po'.. potrei interrompere la pillola.. tanto per provare.. che
dici?”
Alzai gli occhi e incontrai l'unica risposta che poté scaldarmi il cuore: il suo sorriso.
Uno dei sorrisi
più dolci e sinceri che gli avessi mai visto in volto mentre
lentamente avvicinava le sua labbra alle mie per posarvele con cautela.
“Dico che
ti amo.. e che farò sempre qualunque cosa tu voglia..
sarò sempre con te qualunque cosa tu decida..”
“Ma questo non riguarda solo me, non devi assecondarmi..”
“Non lo faccio.. ma il corpo è tuo..”
“Il cuore no.. Quello è tuo da molto..”
Un altro sorriso, un altro bacio.
“Non potevo vivere senza..”
Sorrisi stringendomi al suo petto.
“Cosa farei senza di te?” mi resi conto di averlo detto ad alta voce solo quando mi rispose.
“E' una
domanda inutile..perché sarò sempre qui..” disse e
mi strinse a se permettendomi di posare le labbra e il viso nel suo
collo mentre sentivo la stanchezza per la stressante giornata crescere
sempre di più.
“Ora dormi amore mio.. c'è tempo..” e mi lasciai cullare da quelle parole.
“C'è tempo..”
Lo squillo improvviso del cellulare
che mi avvisava dell'arrivo di un messaggio mi ridestò dai miei
pensieri e mi tolsi la matita dalla bocca per osservare quanto fosse
mordicchiata, segno della profondità del ricordo di quella
conversazione di quasi un mese fa..
E cos'era cambiato da allora? Ancora niente..
Avevo da poco interrotto la pillola
e ancora mi sembrava assurdo che mentre nel caso di Joy era stata una
dimenticanza non prenderla ora era il mio volere a indirizzarmi su
quella strada.
Diedi
una rapida occhiata a mia figlia chinata sul tavolino, impegnata a
scarabocchiare su un foglio e poi presi il cellulare sicura di chi
fosse.
E infatti..
Pausa.
Voglio essere a casa. Mi mancate troppo!
A dopo amore mio.
Dai un bacio allo scricciolo.
Sorrisi tra me e me e senza
pensarci due secondi mi chinai anche io sul tavolino di fronte al
divano e allungandomi dietro Joy la strinsi al mio petto e le scoccai
una serie di baci sulla guancia e poi sul collo fino a farla ridere per
il solletico. Alla fine dovette essere così stufa che mi diede
una piccola gomitata nello stomaco per riappropriarsi dei pastelli a
cera e riprendere il suo perfettissimo quadro astratto.
Io tornai sul divano e mandai un veloce messaggio a Rob.
Pensa a lavorare e a portare i soldi a casa,
sfaticato.
Posai il cellulare di nuovo sul tavolino visto che non mi aspettavo una risposta che invece arrivò poco dopo.
Che antipatica! u.u e io che non faccio che aprirti il mio cuore.
Imparerò...
Dio, che bambino, pensai mentre sorridevo scrivendo un altro messaggio.
Quanto durano queste pause?
Sempre troppo poco.. devo andare. Ti amo.
Ok, buon lavoro.
Risposi fredda giusto per torturarlo ancora un po'..
...
Tre puntini sospensivi furono la sua unica risposta.
“Mamma, papà?” chiese Joy continuando a disegnare sul foglio.
“Torna presto amore..”
le risposi pensando a quanto avrebbe davvero capito il significato di
presto. Cosa poteva significare per lei? Il tempo di fare una
pipì o di bere un biberon?
Decisi di non stare troppo a
riflettere su quello stupido quesito e senza pensarci mandai un ultimo
messaggio a Rob sperando lo leggesse prima di tornare a lavoro.
Ci manchi anche tu..
Ti amo flippy.
Due secondi e arrivò la sua risposta.
Lo sapevo! u.u
Un bacio... lì dove ti piace tanto.
Sorrisi tra me e me pensando di averlo al mio fianco.
Era strano come potesse mancarmi
tanto.. C'erano stati periodi peggiori, periodi più duri e
più lunghi.. eppure senza di lui la casa mi sembrava così
vuota.
Bè, vuota per modo di dire.
Rob aveva raddoppiato le guardie in modo che due fossero perennemente
all'entrata del cancello e altre due alla porta della casa.
Aveva anche fatto in modo di far
sistemare la dependance della piscina così che almeno Dean e
John potessero essere presenti ventiquattro ore su ventiquattro.
Ero costantemente tenuta d'occhio e nonostante le mie lamentele Rob non aveva voluto sentire ragioni.
Tuttavia in quella casa così grande senza di lui mi sentivo sola..
Mi rilassai un po' al pensiero che
sarebbe stato solo per pochi giorni ancora. Le riprese di Water for
Elephants erano praticamente finite e da una settimana si trattava solo
di rigirare delle scene e pensare ai ritocchi, difatti Rob non tornava
mai a casa più tardi delle otto.
Inoltre era sempre così
attento e premuroso da farmi sapere ogni santo giorno quanto avrebbe
voluto essere con noi. A volte credevo che esagerasse ma poi immaginavo
me nella sua situazione e mi rendevo conto che non sapevo se ce l'avrei
fatta, a stare lontana da Joy per giorni interi, con la paura di
perdermi anche un piccolo passo della sua crescita.
I miei occhi caddero sul copione di
On the Road che era tra le mie mani e per un momento mi chiesi se stavo
facendo la cosa giusta.
Era giusto lasciare mia figlia da
sola? Bè, ovviamente non sarebbe stata sola.. Sarebbe stata col
padre, come stabilito.. Ma, se avesse sentito la mia mancanza? Se mi
avesse voluta? Se mi avesse chiamata o avesse pianto per telefono?
Io non potevo esserci..
Eppure.. amavo il mio lavoro.. Mi mancava recitare e quella parte era in ballo da anni..
Dio quanto amavo quel libro.. il
solo pensare di poter esserne parte attiva mi aveva fatto saltare di
gioia quando avevo avuto la conferma del ruolo e ora..?
Ora non lo sapevo più..
Ora vedevo la mia bambina che arricciava il naso mentre si pitturava le mani con i pennelli e non lo sapevo più..
In fondo, a che mi serviva lavorare?
Avevamo tanti di quei risparmi da
poter non fare nulla per il resto della vita. Avrei potuto stare con
mia figlia e godermi ogni secondo della sua vita..
Fu quel pensiero esatto a farmi rinsavire..
Ma cosa mi stava saltando in mente?
Io dovevo allontanarmi da lei, dovevo fare in modo che non fosse
attaccata a noi più di quanto non lo fosse già o sarebbe
cresciuta in una gabbia d'oro, morbida e sicura.
E i suoi rapporti sociali? Non potevano ridursi a me, Rob, i suoi nonni e gli zii..
Feci un profondo respiro e quando
alzò il viso per farmi ciao con la manina ricambiai mandandole
un bacio con la mano e lei fece lo stesso prima di tornare a
concentrarsi sul foglio.
Sospirando
restai assorta nei miei pensieri ancora un po', finché non vidi
la telecamera buttata poco più in là sul divano. Lasciai
da parte il copione e mi allungai per prenderla e accenderla.
Joy non si era accorta di me e per
un po' la filmai mentre disegnava, concentrata sul suo muovere il
pennello avanti e indietro come se fosse impossessata.
“Joy..” la chiamai dolce attirando la sua attenzione. Guardò la telecamera per qualche secondo e poi me.
“Lo mandi un bacio alla
mamma?” dissi e come prima le mandai un bacio sperando che
facesse lo stesso. E con immenso piacere subito dopo la mia bambina si
portò una manina alla bocca e poi lanciò il suo bacio
verso di me. Feci finta di afferrarlo e la ringraziai.
“Cosa stai disegnando?” dissi avvicinandomi e inquadrando il foglio pieno di linee contorte.
“Siamo noi questi? Mmm? Io, te e papà?”
Lei annuì ma non sapevo se
avesse capito quello che avevo detto né tanto meno se fosse
quello che aveva in mente di disegnare. Al 99% mi stava solo
assecondando.
“Batta!” esclamò di punto in bianco lasciando il pastello e facendo cadere il foglio sul pavimento.
“Come basta? Non vuoi più disegnare?”
“No”
“Ah.. e cose vuoi
fare?” continuai a filmarla mentre si guardava in giro quasi
spaesata, in cerca di qualcosa da fare. Si batté le mani sulla pancia indecisa e infine prese un lenzuolino da terra e si coprì completamente.
“Bicottooooo” urlò infine alzando le braccia al cielo dal di sotto del suo camuffamento.
La lodai un po' prima di andare
velocemente in cucina per prendere il meritato biscotto ma quando
tornai la coperta era per terra e lei non c'era più.
“Joy?” la chiamai dando
una veloce occhiata alla stanza e prima che potesse prendermi l'ansia
riuscii a vedere i suoi riccioli biondi che spuntavano sopra il
bracciolo del divano.
“Uuuh.. è
sparitaaaaa.. Dove è andata??” assunsi un'aria
volutamente ed eccessivamente sorpresa mentre giravo per la stanza
guardando ovunque tranne nella sua direzione. Potevo distintamente
sentirla ridere non riuscendo a trattenere la sua dolce risata.
“Mmm ma è proprio
brava a nascondersi.. dove sarà? Forse.. sotto al tavolo!”
facevo in modo che vedesse ogni mio movimento e con la coda dell'occhio
potevo vederla sporgersi completamente per vedere quello che stavo
facendo.
Mi voltai immediatamente e lei subito si nascose di nuovo ridendo come mai..
“No.. non c'è... allora.. allora forse dietro la tenda!”
Andai avanti per un paio di minuti ancora finché decisi di arrivare alla fine del gioco prima che potesse stancarsi.
“Vediamo vediamo..” mi
accucciai dietro il bracciolo opposto del divano. “Ora la trovo
eh..” iniziai a gattonare pianissimo dietro il divano sicura che
lei stava guardando dall'altro lato e quando si voltò
lanciò un urlo divertito trovandosi faccia a faccia con me.
“Eccola!!!” urlai insieme a lei che indietreggiò velocemente.
Cercai di afferrarla ma fu più veloce di me e in due secondi si mise in piedi e iniziò a correre per il salone.
“Dove vaaai?! Guarda che non
mi scappiiii!” presi a rincorrerla a rallenty fingendo di non
riuscire a reggere il suo ritmo ma infine la presi.
“Ti ho presaaa! Sei miaaa!” urlai mentre la tiravo su e la facevo volare in aria mentre rideva divertita.
“Aaaaah noooo battaaaaa aaaaaaah”
Non potei fare a meno di lasciarmi
contagiare dalle sue risate e buttandomi a terra finii sul tappeto
mentre lei crollava sul mio petto soffocando le risate nel mio collo.
Mi misi seduta per qualche secondo
per paura che non respirasse e quando si fu calmata mi stesi di nuovo
mentre lei carezzava le mie guance.
Ogni tanto le solleticavo un po' i fianchi e saltava su se stessa riprendendo a ridere.
“Ma che state facendo?”
Solo quando sentii la sua voce mi resi conto di non aver nemmeno fatto caso alla porta di casa aprirsi.
Non ebbi il tempo di rispondere che
Joy, senza risparmiarsi qualche poco delicata ginocchiata al mio seno,
si alzò velocemente da me e iniziò a correre verso Rob.
“Aaaah papà papà papàààà”
Si, dovevamo decisamente ampliare i suoi rapporti sociali.
“Amore mioooo! Vieni quii”
Mi misi a sedere sul tappeto mentre
vedevo Rob chinarsi velocemente e aprire la braccia per accogliere il
nostro scricciolo. Restai a fissarli per tutto il tempo in cui
cercarono di comunicare sulla loro giornata, infine fu lui ad
avvicinarsi e tendermi una mano per alzarmi. L'afferrai ma appena fui
di fronte a lui la passò subito dietro la schiena per attirarmi
a se e avvicinare il mio corpo al suo.
“Buonasera..”
“A te, straniero..” soffiai sulle sue labbra prima di farle combaciare con le mie.
“E' un tuo ologramma questo o mentre ero distratta hanno spostato Los Angeles dietro l'angolo?”
“Sorpresa..” disse sulle mie labbra mentre io sorridevo sulle sue.
Il suo sapore mi invase la bocca
subito e un'improvvisa voglia di lui mi invase facendomi quasi
dimenticare che Rob aveva ancora Joy in braccio.
“Nooo.. battaaaa”
Presto detto. Le sue mani furono sui nostri visi e fummo costretti a separarci.
“Mio!” esclamò semplicemente mentre stringeva le braccia al collo di Rob e avvicinava le loro guance.
“Oh perfetto! Ho un'altra fan girl di cui preoccuparmi adesso!” scherzai solleticando i fianchi della piccola.
“Gelosa?”
“Mai stata caro!” mentii.
“Non direi proprio..
Cooomunque, prima di imbatterci in un lungo discorso in cui avrei
sicuramente la meglio.. Vai a prepararti, voglio portarvi fuori a
cena..”
“Perché?” chiesi d'istinto.
“Non posso portare a cena fuori le donne della mia vita?”
“Non dovrai mica farti perdonare qualcosa?”
“Kris, amore mio.
Perché sei sempre così suscettibile? Se ogni volta che
faccio qualcosa di romantico fosse solo per farmi perdonare qualche
peccato, sarei il più grande peccatore che esiste al
mondo..”
“Simpatico.. davvero.. e molto modesto..”
“Vai scema. Joy la preparo io..”
“Rob..” mi fermai
qualche secondo ancora tra le sue braccia. “Non vorrei dire
niente, ma puzzi un po'... perché non vai a farti una doccia e a
Joy ci penso io? E' scientificamente provato che con tutto il tempo che
perdi a guardarti i capelli allo specchio ci metti più tempo di
me a prepararti quindi..”
“Puzzo?! Seriamente?!”
Scoppiai a ridere. “Vuoi la
verità o una bugia?” chiesi ammiccando e cercando di
trattenere ulteriori crisi di risa.
“Beeeene.. passo a prendervi in salotto tra trenta minuti!”
Uno strano suono che doveva
sembrare un misto tra una risata e un “cosa” di stupore mi
uscì dalla bocca. “Haha! Cos'è? Un appuntamento?
Forse devo spiegarti il significato di marito e moglie..”
“Joy, amore. Il papà non puzza vero?”
“Si invece. Diglielo Joy. Dici: papà puzzi!”
“Papà putzi!” ripetè lei dopo di me.
“Brava amore mio!!”
Scoppiai a ridere ancora mentre Rob accigliato osservava Joy che aveva
un sorriso soddisfatto dipinto sul viso.
“Cosa le insegni mentre sono via?”
“Le insegno a dire la verità... Non lo volevi anche tu?”
“Sai.. in momenti come questo mi chiedo se ti odio o se ti amo..”
“Mi ami. Dubbio risolto” dissi soddisfatta prima di prendere Joy dalle sue braccia.
“Vedi di muoverti altrimenti
dovrai passare a prenderci fino in cucina..” lo schernii ridendo
e lui si avvicinò per darmi un altro bacio ma lo allontanai.
“Ehm.. amore.. guarda che non scherzavo quando dicevo che puzzi..”
Di tutta risposta mi afferrò per la vita con forza e mi leccò una guancia.
“Rob! Dai, che schifo”
“Non mi sembra che ti abbia mai fatto schifo la mia lingua in altre circostanze..”
“Oh gesu!” risi e sebbene volessi rispondere a tono non ci riuscii. “Vatti a lavare puzzone!”
“Va bien!” sorrise prima carezzare i capelli di Joy che si tese verso di lui.
“Non ora amore.. aspetta che sia pulito..”
Rob sbuffò sonoramente.
“Sai Kristen, una cosa che non hai mai imparato di me è
quanto possa essere vendicativo..”
“Pfft, non riesci a stare incazzato con me per più di dieci secondi”
“Scommetti?”
“Paghi la cena?”
“Ma che cavolo di scommessa è? Avrei pagato in ogni caso..”
“Se vinci mi lascerai pagare..” dissi avvicinandomi sensualmente a lui e strusciando un po' il mio corpo sul suo.
Lo sentii deglutire..
“E' un colpo basso
però.. Se vinco paghi tu e non sarebbe per niente gentile da
parte mia... D'altronde se voglio pagare io dovrei perdere...”
“Eh già.. che dubbio esistenziale..” soffocai una risata.
“Sei una piccola vipera.. non si fanno di questi tranelli..”
“Bè.. basta non pensare al tranello ma alla scommessa in sé..”
“Come vuoi..” rispose
secco con finta nonchalance scrollando le spalle. “Siamo
ufficialmente in crisi a partire da ora!” esclamò prima di
dirigersi lentamente verso le scale.
10, 9, 8...
Il suo passo si fece ancora più lento.
7, 6, 5...
La sua mano indugiò sulla ringhiera..
4...
Un piccolo movimento di busto mentre io già mettevo Joy per terra, sicura che tra.. 3..2..1...
“Oh al diavolo!”
In un secondo si voltò e con tra grandi passi fu da me.
“Sei davvero una stronza!” le sue mani attorno alla mia vira.
“Lo so..”
“Lo faccio solo perché non voglio farti pagare..”
“Oh si certo..”
“Dico sul serio..”
“Ti credo Rob..”
“Kris..”
“Stai zitto e baciami..”
E senza farselo ripetere si avventò sulle mie labbra.
Guardai l'orologio per l'ennesima
volta mentre, seduta sul bracciolo del divano alternavo lo sguardo
dalle scale, aspettando che Rob scendesse, a Joy che cercava di mettere
in rete la palla nel mini canestro che le era stato regalato a natale.
Stavo per sbuffare per la quinta
volta quando finalmente sentii qualche porta chiudersi al piano di
sopra e finalmente fece la sua grande apparizione iniziando a scendere
con calma estrema.
“Ce l'abbiamo fatta!” esclamai esasperata.
“Hey, sto spaccando il minuto
in questo istante! Non rovinarmi il momento!” disse fingendosi
offeso e restai a guardarlo per i minuti successivi mentre scendeva con
tutta la calma di questo mondo.
“Ti sei reincarnato in una
modella con manie di protagonismo per caso?” lo presi in giro
quando finalmente scese l'ultimo gradino e mi raggiunse.
“Sei molto bella..” mi prese alla sprovvista sussurrando quelle parole e alzando il mento per un bacio dolcissimo.
“Per te..” disse e solo
quando la sua mano mostrò un mazzo di rose e mimose sotto i miei
occhi mi resi conto di non aver fatto caso a come l'avesse nascosta
prima.
“G.. grazie..” bisbigliai prendendo le rose tra le mani.
“Dove le hai prese?” mi
chiesi da dove le avesse cacciate visto che quando era entrato in casa
non le avevo viste. Sicuramente le aveva nascoste in giardino e poi
portate su mentre io mi preparavo.. tipico di Rob..
“Ho le mie risorse..”
disse semplicemente mentre chiamava Joy per porgere anche a lei un
piccolo mazzo di mimose che accettò volentieri.
Rob la prese in braccio e si avvicinò di nuovo per baciarmi una guancia.
“Oggi è la festa della donna.. e voglio festeggiarvi come si deve..”
Oh, avevo dimenticato di quella
festa. In America non era nemmeno molto conosciuta ma Rob ci teneva
sempre a queste cose e ad afferrare ogni occasione per dimostrare
quanto tenesse a noi.
Poteva essere un giorno di festa o un giorno qualunque.. era lo stesso..
“Solo tu puoi ricordarti di ogni minima festività..”
“Ovvio, visto che tu hai la testa bacata..”
“Mi sarò abituata al fatto che ci pensi tu per entrambi..” sorrisi mentre camminavamo verso la porta.
“Comunque, anche tu stai molto bene stasera..” gli dissi.
Eppure non eravamo vestiti in
nessun modo particolare. Eravamo noi, semplici come al solito.. Forse
per questo Rob mi piaceva sempre.. Era sempre lui stesso.
“Non pensi che potrebbero
avere almeno questa serata libera?” gli chiesi a bassa voce
mentre Dean e John ci seguivano al taxi che ci aspettava fuori.
“No Kristen. Non ricominciare.”
“E' il nostro lavoro Kristen.
Tranquilla. Non preoccuparti per noi.” Disse Dean per
rassicurarmi ma mi sentii ugualmente in colpa.
Fu Joy a distrarmi quando un secondo prima di entrare in taxi disse: “Papà pipì!”
Oh no, pensai mentre alzavo gli occhi al cielo.
“Kristen torno subito..”
“La farà nel pannolino Rob, dai..”
“Ehm.. veramente..”
Ci misi un secondo ad elaborare quel 'ehm.. veramente..'.
“Rob, dimmi che nei cinque minuti in cui ti ho lasciato Joy mentre mi lavavo non le hai tolto il pannolino..”
“Ehm....”
“Rob!”
“Le dava fastidio Kris! E poi deve imparare! Se l'ha detto è perché ha capito! Ne sono sicuro!”
“Sai di cosa sono sicura io invece?”
“Di cosa?”
“Che ti aspetto qui! Tanto non farà nulla, come nell'ultimo mese d'altronde. Muoviti e mettile un pannolino!”
“D'accordo..” mi assecondò mentre ripercorreva il vialetto di casa e io entravo in taxi.
“Allora? Mi sono persa l'epic
moment?!” scherzai quando cinque minuti dopo entrò in taxi
posizionando Joy tra di noi.
“Oh si Kris! Non posso credere che te lo sia perso! Volevo chiamarti ma sarebbe stato troppo tardi!”
Mi pietrificai.. No.. non poteva essere, non potevo essermelo perso.. non..
“Ha fatto subito! L'ho messa
sul vasino e un secondo dopo il sonoro rumore della sua dolce
pipì batteva sul fondo. E' stato dolcissimo.. Da non perdere
assolutamente”
Cambiai espressione quando il
racconto si trasformò in un'ode alla pipì di Joy e
mi resi conto che si stava prendendo gioco di me.
“Mi stai prendendo in giro vero?”
“Si” disse subito con
un ghigno sul viso. “Ma era per farti capire che sarebbe potuto
essere il momento giusto e te lo saresti perso..”
Riflettei su quelle poche parole mentre Rob dava istruzioni al tassista.
Non facemmo che qualche metro quando Joy prese a battere le sue mani sulle mie e quelle di Rob.
“Papààà pipìììììì”
Guardai Rob truce. “Tu le hai messo un pannolino, vero?”
La sua espressione alla 'oh-cazzo-sono-un-uomo-morto' fu la mia risposta.
Evitò di rispondermi chiedendo semplicemente al tassista di tornare indietro.
“Tu aspetti qui?” mi
chiese una volta di nuovo fuori casa. “Potrebbe essere la volta
buona..” ghignò come una specie di diavolo e non potei non
scendere dall'auto e tornare in casa logorandomi nel senso di colpa che
avrei avuto se davvero mi fossi persa quel momento.
Tuttavia come mi aspettavo non successe nulla.. anzi..
Joy sembrava piuttosto divertita da
tutte quelle attenzioni e nemmeno si sforzava minimamente di
assecondare la pipì. Si limitava a stare seduta sul vasino e ci
sorrideva.
Niente di più, niente di meno.
Guardai Rob accigliata.
“Mettile.un.pannolino.” scandii ogni parola e scesi di nuovo le scale per aspettarli giù.
“Tutto apposto?” chiesi quando di nuovo entrarono accanto a me.
“Certo.”
“Davvero Rob? OGNI cosa al suo posto in modo che non dobbiamo fare avanti e dietro tutta la serata?”
“Certo Kris.. OGNI cosa al suo posto”.
“Bene..” tirai un sospiro di sollievo e mi rilassai mentre quella serata sembrava finalmente avere inizio.
Ma poi...
“Papà...”
No.. no ti prego..
Non poteva..
“Papà pipì..”
..essere.
Perché le aveva insegnato a dirlo?!
Restai rilassata e tranquillizzata dal fatto che ormai aveva il pannolino mi volsi a guardare Rob soddisfatta ma...
“Scusi, può tornare indietro?”
Restai allibita, a bocca aperta mentre il tassista con santa pazienza faceva retromarcia per la terza volta..
Tenevo lo sguardo fisso su Rob che
però invece era ben attento a non incontrare il mio e appena
fummo di nuovo fermi fu fuori in un secondo.
“ROOOOB!”gli urlai dal finestrino.
“Glielo metto! Giuro che glielo metto!”
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Capitolo 47 *** Not a dream ***
not a dream
Buongiorno
girls oggi ci sono solo io a postare perchè Fio è partita
per London!! Sììììì, toccherà
e bacerà la terra che ha dato i Natali al nostro Rob
*__________________* Ok mmm non so quanto la cosa sia positiva visto
che mi lascia qui da sola a fronteggiare le vostre reazioni al
capitolo! Ahahah scherzo...voi non fareste mai cose avventate come
venire a casa mia a trucidarmi vero?...ehm....VERO?
Ok...vi lascio al capitolo e...buona lettura :)
CAPITOLO 47 (Fio)
NOT A DREAM
KRIS POV
Fui più che felice di notare la completa assenza di paparazzi
all'entrata del locale e sperai che nel corso della serata non
ricevessero una soffiata su dove fossimo da qualcuno che voleva avere i
suoi cinque minuti di gloria scrivendo su twitter di aver visto Robert
Pattinson e Kristen Stewart alla steak house.
Le cose erano così cambiate in quegli anni eppure sembravano sempre le stesse..
Non potevamo certo pretendere che
l'attenzione si distogliesse da noi solo venendo completamente alla
luce del sole. Certo, non c'erano più allusioni, gossip e voci
in giro.. ma la nascita di Joy e il matrimonio non avevano fatto che
accrescere il numero di fan che impazzivano per noi, il che mi
risultava ancora inconcepibile.
Non riuscivo a capire perché
cose che fa ogni coppia sulla faccia della terra diventassero uniche
solo perché eravamo noi a farle; cose come Joy, cose come una
casa insieme o un matrimonio.
Cos'era? Cosa avevamo noi?
Potevo accettarlo ma non capirlo.. non fino in fondo almeno.
Persa nei miei pensieri non mi ero
nemmeno accorta che eravamo stati scortati dal cameriere nella zona che
Rob aveva riservato a noi in modo che fossimo in pace e senza problemi.
In realtà la zona riservata consisteva in un privé
separato dal resto della sala da una specie di paravento e andava
benissimo così perché creava quel senso di
tranquillità ma non di solitudine.
Sistemai Joy nel seggiolone che ci
avevano procurato e prima ancora che potessimo ordinare, l'incubo
tornò.. più forte di prima.
“Papààà pipìììì”
Era incredibile quanto si
divertisse a prenderci in giro quel piccolo diavoletto. Lanciai
un'occhiata a Rob ma stavolta il suo sguardo sicuro e soddisfatto non
tradì le sue parole.
“Gliel'ho messo Kristen! Te lo giuro..”
“D'accordo” sorrisi mentre dicevo a Joy di farla nel suo pannolino ma lei non ne volle sapere.
“Noooo
pipìììì.
Papààààà!” urlava sull'orlo
delle lacrime e per evitare scenate Rob la prese dal seggiolone e
l'attirò a sé.
“Rob dove vai?” gli
chiesi quando lo vidi alzarsi e lui con un cenno indicò i bagni,
dall'altro lato della sala.
“Rob, non puoi entrare nei bagni delle donne.. Magari a loro non dispiacerebbe ma a me si..”
“Ah e tu eri quella che non era gelosa vero?”
“Non si tratta di gelosia. Ma
di regole ed educazione. Da che mondo è mondo i maschi non
entrano nei bagni delle signore..”
“Devo per caso ricordarti un piccolo episodio di circa tre anni fa...?”
Feci finta di non sentire e mi schiarii la voce.
“Non so di che parli”
“Giappone.. ti dice niente?”
“Mmm” indugiai. “No niente..”
“Ah..” sembrò
deluso ma capii subito che stava fingendo. “Allora forse.. questo
ti ricorda qualcosa..” e a un passo dal mio corpo fece scivolare
una mano dai miei fianchi fin giù per le mie gambe per
avvicinarsi sempre più verso l'interno.
Restai un attimo basita finché non ricordai dove eravamo.
“Rob!” mi scostai velocemente. “Che fai?” chiesi stupita. “Siamo in un luogo pubblico..”
“Non ti facesti così tanti problemi quella volta..”
Sospirai ripensando a quell'episodio.. Dio mio.. sembravano passati secoli..
“Non avevi tua figlia tra le braccia allora..”
“Vuoi dire che se lasciassi Joy nel seggiolone e ti trascinassi in bagno, lo faresti con me, lì?”
“No.. perché altrimenti chi guarderebbe Joy?”
“Mmm giusta osservazione..
anche se sono abbastanza certo che sia solo una scusa.. Non verresti in
ogni caso.. sei così puritana ormai..”
“Hey! Io non sono.. puritana..”
“Allora dimostramelo”
Le mani di Joy che, giustamente
impaziente, picchiava il viso di Rob ci distrassero ma non avevo
intenzione di lasciare a lui la vittoria di quella conversazione.
“Alla prima occasione” lo sfidai prima di prendere Joy dalle sue braccia e dirigermi al bagno.
Fu un'impresa più ardua del
previsto uscirne visto che non aveva intenzione di farla nel pannolino
e avevo dovuto fare in modo di tenerla in aria sul water, il che era
totalmente assurdo visto che non riusciva nemmeno a farla stando seduta.
Ma era così testarda.. proprio come me..
“Ok amore.. allora la devi
fare la pipì o no?” le chiesi mentre, in piedi sul ripiano
del lavabo, le sistemavo di nuovo la canottiera nelle calze colorate.
Annuì quasi in colpa.
“Ma non riesci a farla da
sola.. Facciamo così, solo per stasera la fai nel pannolino e
poi quando torniamo a casa lo buttiamo! Ok?”
Non sapevo quanto avesse capito e
probabilmente annuì solo perché ero stata dolce mentre le
carezzavo i capelli e le chiedevo se andava bene.
Annuì una seconda volta
più debolmente per poi buttarmi le braccia al collo e nascondere
il viso nel mio collo aggrappandosi a me.
“Oh amore mio, che
c'è? Mmm? Va tutto bene..” la tranquillizzai carezzandole
dolcemente la schiena ma lei sembrava del tutto giù e avrei
voluto sapere cosa le passava per quella piccola testolina.
Uscii dal bagno per trovarmi di fronte una delle ultime persone che mi aspettavo di vedere lì.
“Brit!” esclamai sorpresa.
“Kristen! Mio dio!
Ciao!” ci abbracciamo velocemente ma fu un po' difficile visti i
nostri reciproci ingombri: Joy e Scott.
“Oddio quanto è
cresciuto!” quasi urlai. Non ricordavo nemmeno l'ultima volta in
cui avevo visto Scott.. forse il giorno del suo secondo compleanno..
eppure ero la sua madrina. Mi resi conto che facevo abbastanza schifo..
“Awww anche Joy!” rispose lei ma la mia bambina non sembrava per niente intenzionata a darle corda.
“Dai Joy.. saluta.. guarda
chi c'è..” mi voltai un po' in modo da farle vedere Brit e
Scott ma lei di rimando si voltò dall'altro lato.
“Sta facendo un po' di capricci stasera..” la giustificai con la mia amica e lei sorrise.
“Allora che ci fai qui?!” le chiesi dopo qualche altra chiacchiera.
“Il signorino deve essere cambiato..”
“No, intendevo qui, a Santa Monica!”
“Oh.. bè io e Garret
volevamo fare un giro.. ci siamo fermati per mangiare ma è tutto
pieno.. però ne ho approfitto per usare il bagno..”
“Ma dai! Non andate via! Noi siamo nel privé e abbiamo un tavolo per quattro! Unitevi a noi!”
“Davvero? Sei sicura? Magari Rob voleva stare da solo..”
“Oh che dici.. da quando
c'è lei non si è mai veramente soli in ogni caso,
quindi.. Dai.. mi fa piacere, davvero! E' una vita che non ci
vediamo!”
“Bè.. se insisti..”
“Insisto” risposi ferma per poi dirle di fare con comodo e raggiungerci al tavolo quanto prima.
Così dieci minuti dopo eravamo tutti e quattro seduti al tavolo, a ridere e scherzare.
Era quasi paradossale eppure vedevo
più gli amici di Rob che i miei. Forse, come avevo elaborato
nella mia testa, era che loro abitando fuori fossero maggiormente
spinti a venirci a trovare quando erano in città per spupazzarsi
Joy mentre invece quanto più le persone erano vicine tanto
più l'ozio portava a rimandare..
“Joy.. vai a giocare con
Scott.. dai..” invogliai la piccola che era ancora incollata a me
come una sanguisuga ma niente..
Non fece altro che fare due passi
sul divanetto per raggiungere Rob che era lì accanto a noi e
buttarsi tra le sua di braccia.
“Che c'è amore, eh?” lo sentii chiederle visto che nemmeno a lui era sfuggito il suo umore un po' a terra.
Rob la strinse a se per un po', poi
si alzò e insieme a lei raggiunse Scott che giocava con la sua
macchinina un po' più in là. Non potei sentire quello che
gli diceva visto che stavo prestando attenzione a Brit che mi
raccontava quello che era successo negli ultimi tempi, eppure due
minuti dopo Rob era di nuovo al mio fianco, mentre Joy era seduta sulla
moquette e giocava tranquilla insieme a Scott.
“Ma come hai fatto?” gli chiesi quando mi fu vicino e mi passò una mano in vita.
“Sono un ottimo seduttore,
ricordi?” sussurrò al mio orecchio in modo che solo io
potessi sentire e sorrisi maliziosa.
“Noooooooo
miooooooooooo” un urlo interruppe quel momento silenzioso e
riconobbi subito di chi era. Lanciai il mio sguardo a Scott e Joy che
si stavano contestando la macchinina spingendosi l'un l'altro,
finché con una forte strattonata fu Joy a vincere facendo cadere
Scott per terra.
“JOY!” urlai mentre mi precipitavo insieme a Brit vicino a loro.
“Joy! Non si fa!” le diedi un piccolo schiaffo sul sedere.
“Mammaaa è miaaaa. Me l'ha pesaaaa! Pelò è miaaaaa” Scott piangeva in lacrime, disperato.
Joy invece aveva un'espressione
vittoriosa e arricciata come a chiedersi cosa avesse tanto da piangere
per una stupida macchinina.
“Dai amore, lei è più piccola, non fa niente”. Brit cercò di calmarlo ma fu inutile.
“No Brit! Non preoccuparti
proprio! Non so cosa le prenda stasera. Non è mai stata
così dispettosa!”. Non feci altro che toglierle il
giocattolo da mano provocando quel pianto che era stato prima
nascosto dalla sua bitchface.
Non poteva avere imparato anche quello da me, mi ritrovai a pensare.
Tra le lacrime dei bambini tornammo
al tavolo e Joy si rifugiò ovviamente tra le braccia del padre
che non mancò di cullarla.
“Rob, non imparerà se fai così!”
Lui mi lanciò un'occhiata come a dirmi che lo sapeva bene anche lui ma che non poteva proprio resisterle..
Finalmente dopo un po' le lacrime iniziarono a fermarsi e quando arrivarono con le nostre ordinazioni sembravano di nuovo calmi.
Joy restò seduta sulle gambe
di Rob che le aveva tagliato in piccoli pezzi la sua pasta al sugo in
modo che potesse prenderla da sola con la forchetta, e tra un boccone e
l'altro si appoggiava al suo petto e masticava lentamente.
Mentre noi aspettavamo il secondo
Joy fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Scese dalle gambe del
papà passando sotto il tavolo e andò a bussare alla gamba
di Scott che penzolava dalla sedia.
Lui si voltò verso di lei e
si mise a pancia in già per scendere. Come se nulla fosse si
misero di nuovo seduti sulla moquette a giocare.
“Credi sia l'occasione giusta
ora?” fu solo un soffio quello di Rob al mio orecchio prima di
scusarsi per andare in bagno.
Mi sentii avvampare di botto mentre
lo vedevo lanciarmi un'ultima occhiata.. quella che bastò a
farmi capire e farmi alzare d'istinto.
“Ehm.. dovrei andare in bagno anche io.. Posso lasciarvi Joy qualche minuto?”
“Certo, sono tranquilli.. vai pure..”
E così, prima ancora che potessi rendermi conto di quello che stavo facendo ero nei bagni. Davanti a me due porte.
Ladies. Gentlemen.
E ora? Dov'era andato?
Non potevo certo andare nel bagno dei maschi..
Mi mossi un po' incerta già
sperando che non entrasse nessuno e feci un passo verso il bagno delle
ragazze quando sentii qualcosa premermi da dietro, due mani, le sue
mani, sui miei fianchi che premevano spingendomi dentro la porta.
Riuscii solo ad assicurarmi che non ci fosse nessuno per poi girarmi e avventarmi sulle sue labbra.
La mia lingua entrò subito a
contatto con la sua e presero ad accarezzarsi come se il desiderio di
possedersi fosse l'unico loro scopo..
Intrecciai le mani dietro il suo
collo e poi tra i suoi capelli mentre lui scendeva a posare baci sulla
mia clavicola. Mi strinse a se tirandomi un po' su e facendo aderire il
mio corpo al suo ancora di più.
“Rob..” ansimai. “Noi.. noi non dovremmo.. potrebbe..”
“Sssh..”
Bloccò le mie parole con le sue labbra stringendo il mio labbro inferiore.
Alcune risate dall'esterno ci
fecero staccare immediatamente tuttavia lui fu più veloce di me,
mi prese per mano e rapidamente mi trascinò dentro uno dei bagni.
“Ssssh..” sussurrò piano posando sulle mie labbra prima un dito poi un bacio appena accennato.
Avevo il cuore in gola, il respiro quasi mi mancava, le mani mi tremavano mentre lui invece, semplicemente, sorrideva.
“Mio dio! Hai visto?! C'erano Robert Pattinson e Kristen Stewart!”
“Cosaaa?! Che stai dicendo?!
“Siiiii ti giuroo! Li ho intravisti nel privé prima! Sono con due che non conosco! Ma cazzo! Erano qui!”
“E c'è pure la bambina??”
“Siiii awwww è un amoreee! Cioè non l'ho vista ma immagino sia qui!”
“Madò beati loro, che culo!”
“Già.. beata lei soprattutto.. dio che darei per avere uno come lui”
Cercando di calmare il respiro
eravamo in silenzio ad ascoltare le voci di quelle due ragazze o donne,
o quello che erano e mentre parlavano non sentii per nulla odio,
né gelosia, né l'amaro in bocca..
Dio, avevano ragione.. Ero io ad
essere così fortunata. Ero io che ero chiusa in un bagno con
l'uomo della mia vita contro il mio corpo.. e mentre ascoltavo le loro
parole lui non faceva che sorridere mentre tracciava col naso il
profilo del mio viso.
Avvicinai piano le mie labbra al
suo collo mentre le parole di quelle ragazze erano ormai solo un'eco
lontana.. e quando sparì totalmente entrambi scoppiammo a ridere
uscendo dal bagno.
“Tu.. tu sei pazzo..” riuscii a dire mentre ero piegata in due dalle risate.
“Sei tu che mi hai reso pazzo.. perché non metti mai il reggiseno Kris?”
“Mi da fastidio.. e non
avrebbe nulla da reggere..” risposi ancora sorridendo, occhi
negli occhi con lui, incoscienti come mai perché qualcun altro
sarebbe potuto entrare da un momento all'altro.
“Si però.. mi provochi così.. ogni santa volta..”
“Bè.. tu vedi di trattenerti per quando siamo nel nostro di bagno allora..”
“Oh ma allora che sfizio c'è?” si lamentò lui.
Sorrisi, gli diedi un ultimo bacio e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno uscimmo come se niente fosse..
Quando tornammo al tavolo
l'atmosfera era completamente diversa visto che Joy e Scott non
facevano che correre per lo spazio che li circondava cercando di
acchiapparsi. Mi accostai a Joy quando la vidi cadere sulle ginocchia
ma lei rise semplicemente, si rialzò e riprese a correre.
Ci sistemammo di nuovo ai nostri posti chiedendo da dove fosse nata quell'improvvisa simpatia e fu un solo secondo.
Il tempo di distogliere lo sguardo
da Joy, il tempo di vedere quella piccola fontana dal bordo basso, il
tempo di vedere Joy inciampare e poi..
...un grande SPLASH!
Il mio corpo si mosse praticamente da solo e in meno di due secondi fui lì, insieme a Rob, Brit e Garret.
Rob l'afferrò velocemente
dall'acqua che era praticamente bassissima quindi non rischiava certo
di affogare ma era bagnata come un pulcino fradicio.
Eppur lei.. lei rideva...
“Hahahah accaaaaaaa” urlò entusiasta ignorando le nostre domande.
Tirammo tutti un sospiro di
sollievo finché non iniziò a tremare dal freddo. Afferrai
velocemente la borsa dove avevo tutta la sua roba, compreso un
ricambio, e insieme a Rob andammo in bagno.
“Di nuovo qui..” disse senza farsi problemi di entrare in quello delle donne. In fondo era un caso particolare.
“Rob.. pensa a toglierle i vestiti..” dissi con sguardo truce mentre cacciavo dalla borsa tutto l'occorrente.
Fu quasi divertente nonché
assurdo, stare lì, in un bagno di un ristorante, a riscaldare
nostra figlia sotto il getto dell'aria calda dell'asciugatore e anche
lei sembrava gradire molto..
Quando fu vestita restammo ancora un po' ad asciugarle i capelli finché non fu completamente asciutta come prima.
Mi complimentai con me stessa per
la mia organizzazione e prevenzione anche se mai avrei immaginato di
usare un ricambio in una situazione del genere.
Joy si mise di nuovo tranquilla tra
me e Rob mentre mangiava un po' del nostro dolce e parlando di nuovo
del più e del meno e di come Joy e Scott si fossero divertiti
quella sera, nonostante il primo brusco incontrò, Rob ebbe
l'idea di organizzare un pomeriggio al parco.. Disse che avrebbe fatto
bene a Joy per socializzare ma io sapevo che in realtà non
voleva che restassi ancora sola a casa; e in fondo non era poi una
cattiva idea.
Sarei andata a Los Angeles e magari sarei passata anche dai miei che non vedevano Joy da un paio di settimane.
Restammo d'accordo sull'orario e il
posto e infine ci alzammo. Rob avrebbe voluto pagare per tutti ma
Garret riuscì a convincerlo a dividere.
Stavamo per uscire quando Dean ci
venne incontro bloccandoci e informandoci dei paparazzi appostati sia
all'uscita principale che secondaria. Cazzo!
Ci scortò verso l'uscita del retro con la speranza che fossero di meno.
“Prendila tu Kris”
disse Rob passandomi Joy, secondo la nostra solita 'routine da
paparazzi'. Sarebbe andato avanti per beccarsi l'assalto mentre io
insieme a Dean sarei uscita dopo e avrei fatto una corsa in taxi.
E così fu..
Rob si beccò la maggior parte di loro ma non risparmiarono nemmeno me.
“Stai giù amore” sussurrai a Joy.
Fece come le dissi, come le dicevo
ogni volta, e coprendola al meglio la strinsi a me e corsi velocemente
verso il taxi mentre Dean mi seguiva come un ottimo cane da guardia non
lasciando che nessuno toccasse me o la bambina.
Restammo con gli sguardi bassi
finché non fummo lontani e allora ci rilassammo. Rob mi prese la
mano e carezzò la guancia di Joy.
Gli sorrisi e mi poggiai al suo petto fino a casa.
“Ah.. una ragazza ha lasciato
questo per voi..” disse il tassista dopo che Rob lo ebbe pagato e
stavamo per scendere.
“Scusate.. tra il casino ho dimenticato di dirvelo prima..” e dicendolo ci passò un mazzo di mimose.
Alcune gialle, alcune rosse.
“Non sapevo che esistessero mimose rosse” dissi annusandole sorpresa.
“Non esistono
infatti..” il tono di Rob mi costrinse a guardarlo in faccia per
cercare di capire dalla sua espressione quello che non voleva dire a
parole.
Era teso.
“Scusi, ma che ragazza?”
“Non so.. una ragazza bionda.. Ha solo detto che vi ama e se potevo darvi quello da parte sua..” rispose stufato.
Rob si fece sempre più teso mentre prendeva Joy in braccio per poi uscire. “Grazie. Buonanotte” disse freddo.
Mi passò di nuovo Joy e
mentre percorrevamo il vialetto di casa lo vidi rallentare il passo per
raggiungere Dean e John e borbottare qualcosa con loro.
Augurammo loro la buonanotte ed entrammo in casa. Misi il biberon di Joy a riscaldare mentre le mettevo il pigiama.
Scesi di nuovo in cucina e notai Rob seduto a una sedia, assorto, completamente con lo sguardo perso nel vuoto.
“Hey, che hai..?” gli chiesi mentre davo a Joy il suo biberon.
“Domani chiamerò per aumentare la sicurezza” disse serio.
“Stai scherzando?” chiesi e me lo augurai seriamente.
“No”
“Papà pipìììì”
Aveva ancora lo sguardo teso nei miei occhi mentre si alzava per prendere Joy e portarla in bagno.
Io lo seguii sperando di aver capito male.
“Rob.. non c'è bisogno di altra sicurezza.. quattro bodyguard bastano e avanzano..”
“No invece..” Joy si
poggiò alle sue spalle mentre lui le abbassava i pantaloni del
pigiama e le sfilava il pannolino per poi posarla su vasino.
“Rob, hai per caso intenzione di farmi vivere sotto una campana?”
“Io non ci sono a casa, soprattutto questi ultimi giorni. Non voglio che vi accada nulla.”
“Ma non ci accadrà nulla.”
“E' così che dicono tutti prima che accada qualcosa.”
“Rob, è follia. Stai uscendo pazzo. Erano solo fiori..”
“Kristen. Non si discute su questa cosa. Ho deciso.”
“E da quando decidi da solo
anche della mia vita? Pensavo avessimo stabilito di decidere insieme
ogni cosa il giorno in cui ci siamo sposati”.
“L'abbiamo fatto molto prima, ma il punto non è questo. Non voglio discutere sulla vostra sicurezza..”
“Ah! Si! bene!” alzai
un po' il tono di voce. “Lasciami pure vivere sempre col fiato di
qualcuno sul collo! Vedrai che mi aiuterà parecchio!”
“CAZZO KRISTEN!!!”
urlò facendomi tremare. “Ma non capisci?! Non sei al
sicuro.. non siete al sicuro.. forse sto esagerando.. è vero..
Ma ho promesso che non vi sarebbe mai accaduto niente e farò di
tutto per mantenere questa promessa! Quindi ti prego, lasciami
fare!”
Se il primo mio istinto era stato quello di urlargli contro, appena vidi i suoi occhi farsi lucidi mi bloccai immediatamente.
Prese un profondo respiro prima di
attirarmi al suo corpo e stringermi nel suo abbraccio facendomi sentire
così piccola e indifesa.. Così bisognosa di protezione..
Così debole era mentre mi stringeva, aveva così tanta paura che poteva sentirla vibrare nelle sue braccia.
“Ti prego.. voi.. voi siete tutta la mia vita e io.. non.. non posso immaginare che..”
“Sssssh” lo bloccai e stringendomi a lui a sua volta mi lasciai cullare mentre gli baciavo il petto.
“Andrà tutto bene Rob.. aumenteremo la sicurezza.. va bene... facciamo come vuoi..”
“Grazie..” fu un suo sussurro prima che Joy dicesse: “Fatto!”
Sia io che Rob ci staccammo istantaneamente e ci guardammo per un secondo ad occhi sbarrati.
Non ci lasciammo ingannare dal suo
solito sorriso e non le credemmo davvero finché non si
alzò rivelando la sua nuova vittoria, sul fondo del vasino.
“Awwwww brava amoreeeeeeeeee” la lodai subito prendendola in braccio.
“Bravissimaaaaa! Lo sapevo che l'avresti fatto quando saresti stata pronta!!”
Sembrò dire quella frase appositamente per beccarsi una mia occhiataccia acida, seguita da un sorriso istantaneo.
“Vedi? Va tutto bene..” sorrisi felice, ignara degli incubi che mi aspettavano quella notte...
Rob era dentro di me, lo sentivo
come se fosse vero, sentivo il suo calore e il suo piacere mentre mi
riempiva contro la parete di quel bagno dove ci eravamo trovati poche
ore prima. Era tutto perfetto, nonostante la situazione. La paura che
qualcuno entrasse da un momento all'altro non esisteva, eppure era
un'altra sensazione che non mi faceva essere tranquilla.. un senso di
vuoto, di perdita.. Cercai di ignorarlo ma non ci riuscii.
“Rob..” gemetti contro la sua bocca. “Noi.. dovremmo andare.. Joy.. Joy è sola..”
“Chi è Joy?” tra un bacio e un altro.
Sorrisi. “Dai Rob.. dov'è lei?”
“Kris..” mi
afferrò attirandomi maggiormente a lui e facendomi gemere.
“Di chi parli? Siamo solo io e te.. va tutto bene piccola..
solo.. io.. e .. te..”
E mentre ansimava quelle parole una tremenda paura si fece largo in me.. mi allontanai da lui..
D'un tratto ero nuda. Completamente
nuda. Restai a fissarlo mentre mi allontanavo. Presi una vestaglia
appesa alla porta non chiedendomi cosa potesse farci lì, e uscii.
Il ristorante non era più lì. Ero.. a casa?
Si, ero a casa. Ma come c'ero
arrivata? Non lo sapevo.. Sapevo solo che il silenzio che sentivo
addosso era opprimente e troppo rumoroso.. Come se presagisse quello
che sempre avevo temuto..
Dov'erano le urla di Joy?
Con il cuore in gola vagai per la
casa cercandola nella sua stanza ma.. era.. vuota. Completamente vuota,
uno stanzino al suo posto. I suoi giochi? Dov'erano? E il vasino nel
bagno? E i suoi biberon? Il seggiolone in cucina?
Iniziai a sentirmi le forze mancare mentre mi avvicinavo alla veranda. Inciampai in qualcosa e per poco non caddi..
Era.. era Mr Rabbit. Joy non se ne separava mai, come poteva essere lì per terra?
Se avessi saputo cosa sarebbe
successo prendendolo in mano non lo avrei mai fatto. Appena lo afferrai
infatti si ruppe sotto il mio tocco rivelando il suo interno di ovatta
mentre i punti di cucito si staccavano piano..
Lo lasciai andare immediatamente
sul divano e spinta da non so quale forza le gambe presero a muoversi
verso la finestra della veranda.. e fu allora che lo vidi..
Lo spettacolo più raccapricciante della mia vita..
La piscina era rossa, di nuovo, ma
stavolta era vero, stavolta era denso, stavolta era rosso sangue e
sparse qua e là sull'acqua navigavano mimose rosse e gialle..
Sentii la testa girare e il cuore balzarmi in gola ma solo quando mi accorsi di un altro particolare mi sentii morire..
Lì, tra il sangue e i fiori
c'erano i suoi vestiti.. quelli con cui si era bagnata la sera prima..
Le calze, la gonnellina, la maglietta..
Il respiro mi si accelerò e
si fermò di botto causandomi un conato di vomito che non
impedì di fiondarmi fuori mentre gridavo.
“Nooooo!” il mio stesso
urlo soffocato dalla paura che fosse tutto vero mi svegliò e mi
trovai sudata in mezzo al letto cercando di fare mente locale e
realizzare quanto di tutto quello fosse stato un incubo..
Lanciai un'occhiata a Rob che dormiva beato accanto a me..
Mi alzai come un'automa e senza
nemmeno pensarci andai in camera di Joy. La lucina era accesa, la sua
camera era sempre uguale e lei era lì, nella sua culla e dormiva
con la stessa espressione di Rob.. Gli somigliava tantissimo quando
dormiva..
Tirai un sospiro di sollievo e per
togliermi ogni dubbio mi affacciai per vedere la piscina, semplicemente
illuminata dai faretti notturni.
Altro sospiro di sollievo.
Un incubo.. era stato solo un incubo..
Eppure non riuscii a prendere sonno
per il resto della notte e quando Rob si alzò per trovarmi sul
divano a studiare il copione con una tazza di camomilla non gli dissi
nulla o sarebbe stato capace di restare con me..
“Non riuscivo a prendere sonno.. sono troppo in ansia per questo ruolo” mentii.
Con un po' di titubanza era andato
via con le solite raccomandazioni dicendomi che sarebbe passato a
prendermi dai miei nel pomeriggio.
Il problema era impegnare la
mattina. Il tempo sembrava non passare più, poi finalmente tra
copione, Joy e una lunga telefonata di Lizzie per aggiornarmi sulla
gravidanza mi trovai finalmente in macchina in direzione verso casa.
I miei non potevano essere
più felici di vedermi e inutile dire che Joy si prese tutte le
loro attenzioni. Il che fu anche meglio visto che volevo semplicemente
rilassarmi sul divano dove Jella mi raggiunse subito.
In quel momento avrei voluto restare così per sempre.. senza problemi..
Fu la voce di mia madre destarmi dai miei pensieri e farmi aprire gli occhi.
“Tutto bene tesoro? Sembri stanca..”
“Non ho dormito bene”
mentii anche a lei. Ma poi, era una bugia? No, non lo era a meno che
non si consideri una bugia l'omettere le proprie assurde paure e gli
incubi inquietanti.
Il pranzo e i miei fratelli
riuscirono a farmi rilassare un po' e, quando si svegliò dopo il
sonnellino pomeridiano, anche Joy sembrava piena di vita e pronta per il nostro pomeriggio al parco.
Così tra Dean e John che non
mancavano di seguire ogni mio movimento e un attacco di cuore che mi
procurò Joy quando nel giro di due secondi non la vidi
più.. passò anche il pomeriggio.
Mi aveva fatto prendere un infarto.
Un secondo prima era lì a scendere dalla scivolo e un secondo
dopo era sparita dalla mia vista. Come faceva quello scricciolo ad
essere così veloce?
Per fortuna non ebbi nemmeno il
tempo di allarmarmi davvero che Dean mi tranquillizzò
mostrandomi una grande tartaruga di marmo dietro la quale si era
nascosta. Maledii il giorno in cui aveva imparato quello stupido
nascondino porta-infarti.
Tornò
a giocare sulla sabbia insieme a Scott e più tardi, mentre
dondolavamo i bambini sulle altalene, mi aprii con Brit raccontandole
dell'incubo della notte passata.
Lei sembrò turbata solo al racconto tuttavia cercò di tranquillizzarmi come meglio poteva.
“Senti Kris.. se ti senti sicura solo vicino a Rob.. vai da lui e basta”.
“Ma come faccio? Sta lavorando..”
“Bè non ho detto che
devi interrompere il suo lavoro.. magari solo sentirlo vicino
servirà a farti stare calma..”
E così, due ore dopo ero di nuovo in macchina mentre mi dirigevo sul set di Water for Elephants.
Non sapevo se era stata davvero una
buona idea ma d'altronde tornare a casa non sarebbe servito a nulla e
Rob mi aveva detto che stavano solo facendo degli aggiustamenti che di
solito nemmeno lo riguardavano direttamente ma che richiedevano la sua
presenza in caso di bisogno.
Gli mandai un messaggio e lui venne a prendermi all'entrata con aria sorpresa ma estremamente felice.
“Amore che ci fate
qui?” abbracciò me e Joy si buttò tra le sue
braccia come sempre. “Ciao amore di papà!” la
salutò lui baciandole il capo più volte.
“Bè io.. io.. non..” possibile che mi mancassero le parole?
“Io non sapevo che fare.. e.. ho pensato di.. ma se è un problema andiamo via.. davvero non c'è..”
“Ma stai scherzando?!
È una sorpresa bellissima! Mi siete mancate troppo.. E poi Resee
non vedeva l'ora di conoscere Joy!”
“Oh” sussurrai semplicemente sollevata.
Avevo incontrato Resee già
un paio di volte e potevo dire con certezza che mi piaceva. Era bella,
professionale e intelligente. Niente a che vedere con le 'bionde' con
cui mi ero trovata ad avere a che fare in passato.
“Kristen! Che piacere
rivederti!” esclamò quando mi vide e solo allora mi resi
conto che Rob mi aveva trascinato sul set. Dio, perché ero
così persa nei miei pensieri?
La salutai con due baci e poi
ovviamente fu la volta per lei e per gli altri di passare a Joy, ai
complimenti per la nostra bellissima bambina che sorrideva imbarazzata
nascondendosi ogni tanto tra il petto e il collo di Rob.
Era così tenera che anche io me la sarei mangiata..
“La vuoi vedere una sorpresa
Joy? Un animale grande grande?” le fece una vocina così
dolce che nemmeno io avrei saputo resistere e infatti la piccola
annuì felice.
Rob mi prese per mano e ci condusse
in una zona recintata più in là in cui stava 'pascolando'
Tai, l'adorabile elefante che aveva praticamente rapito il cuore di
Rob. Ogni volta tornava a casa e mi raccontava di come quell'elefante
fosse così dolce ed empatico da sembrare umano.
“Le manca solo la parola..” diceva e io l'ascoltavo incantata.
“Uh eccola, la famosa Rosie”
Rob mi sorrise facendomi segno di
avvicinarmi per toccarle la proboscide. Esitai un po' ma lui mi
tranquillizzò assicurandomi che era buonissima, e infatti lo era
davvero.
Anche Joy allungò la sua
manina per toccarla e un urletto felice uscì dalla sua bocca
appena Tai mosse la proboscide sotto il suo tocco.
“Ti piace, si? Si chiama elefante..”
“Eeante..” ripetè lei.
“Esatto.. se la mamma dice di si la portiamo a casa con noi. La vuoi? Ti piace?”
“Ti..”
“Rob non metterle idee in
testa..” lo ripresi conoscendo mia figlia e sapendo che se
davvero avesse voluto non si sarebbe dimenticata di una mezza-promessa
del genere.
“Daaai abbiamo un giardino enorme.. e possiamo svuotare la piscina e farla dormire lì..”
Mi irrigidii all'istante alla
parola piscina ma cercai di non darglielo a vedere.. per fortuna lui e
Joy erano troppo assorti nell'adorazione dell'animale per notare il mio
cambiamento d'umore e quando tornammo dagli altri era già
passato.
Ora attorno a Resee c'erano
però due bambini, biondi come lei e bellissimi. Vedendoli
ricordai subito le parole di Rob e capii che dovevano essere i figli.
La bambina era più grande,
doveva avere almeno dieci o undici anni ed era la copia della madre
mentre invece il più piccolo sembrava avere sui sette anni o su
di lì.
Resee riuscì a trattenerli per presentare me e Joy ma dopo un po' fu impossibile non lasciarli andare a giocare.
“Vuoi venire Joy?” chiese Ava a mia figlia che guardò me e Rob quasi come se cercasse approvazione.
“Oh no tesoro, lei è troppo piccola” le disse la madre.
Presto detto. Joy iniziò ad
agitarsi tra le braccia di Rob e come un'anguilla riuscì a
divincolarsi e si trovò a saltellare per terra.
“E' un terremoto” osservò Resee ridendo.
“Già.. diciamo che
combatte per quello che vuole..” le feci eco io. “Lasciala
pure andare Rob..” e lui lasciò la sua mano mentre io
facevo un cenno intenditore a Dean che capì senza bisogno di
parole e seguì mia figlia dovunque volesse andare.
Li vidi voltare un angolo a un
certo punto ma non me ne preoccupai, finché Dean fosse rimasto
con lei sarebbe stata al sicuro.
Osservai le riprese di una scena
incantata dalla magia che sembrava avere quel film e durante la pausa
di nuovo ci trovammo a parlare. Rob aveva ragione: Resee era una donna
eccezionale. Mi aveva detto di come la vita, soprattutto sentimentale,
non era stata del tutto facile per lei.. un primo matrimonio andato
male, delusione su delusione.. eppure ora era felicemente sposata con
il suo agente.
Mi trovai a pensare a tutte le
difficoltà che io e Rob avevamo dovuto affrontare e prima che
potessi impedirlo immaginai se fosse andata male tra noi..
Se un giorno anche io e lui non
avessimo deciso per un divorzio, in fondo cosa ne potevo sapere di
quello che sarebbe successo da lì a quattro anni, per esempio?
“Hei tutto bene?”
sentii il soffio di Rob al mio orecchio, la sua mano calda e sicura
sulla mia schiena e mi diedi della stupida.
Scossi il viso allontanando il pensiero velocemente e annuii per rassicurarlo.
In quel momento Ava e Deacon vennero verso di noi ridendo e correndo.
“Ti ho presooooo”
urlò Ava quando acchiappò il fratello e poi per poco non
finirono a terra ai piedi della madre.
Ridemmo con loro per qualche
secondo. “Ava e Joy dov'è?” le chiesi dopo un po'
non vedendo apparire Dean insieme alla mia piccola che sicuramente non
era veloce quanto loro.
“Ah.. E' andata via con una signora bionda..”
Il sorriso che avevo avuto finora
si affievolì, sentii la pelle irrigidirsi, le gambe molli, le
ossa rompersi, il cuore crollare..
“Cosa?! Come?! Che signora bionda?!”
“Io.. non lo so.. è uscita dal bagno e ha detto che la portava a vedere l'elefante..”
Rob mi guardò. Sul suo volto la stessa espressione terrorizzata che potevo sentire pungere il mio viso.
Quante volte poteva il mio cuore collassare nel giro di poche ore?
Resee e gli altri sembrarono non
capire ma io e Rob.. Noi eravamo al limite del terrore, come se i
nostri peggiori incubi stessero diventando realtà..
Oddio.. i miei incubi..
“Vai di là! Io vado di qua!!!” urlò Rob e in un secondi ci separammo.
Presi a correre, più veloce
che potevo gettando lo sguardo ovunque, inciampando in quel terreno e
sentendo il respiro mancare sempre di più.
D'un tratto, fuori alcuni trailer
vidi Dean con le braccia conserte. Tirai un mezzo sospiro di sollievo
per un solo secondo, il tempo necessario per rendermi conto che Joy non
era con lui.
“DEAN!” urlai mentre mi buttavo praticamente addosso a lui. “DOV'E'? DOV'E' JOY?!”
“E' in bagno..”
“Come in bagno?!”
“Le scappava la pipì e non potevo entrare io.. l'addetta alle pulizie si è offerta di..”
Potei quasi vedere i suoi occhi morire mentre leggeva nei miei il mio terrore.
“No..” sussurrò semplicemente mentre io entravo nei bagni chiamando Joy a gran voce. Niente.
Perlustrai ogni bagno e quando
aprii l'ultimo mi sentii morire. Non era un bagno, era uno stanzino
con.. una porta di servizio, socchiusa.
Era un incubo.. doveva essere in
incubo anche questo.. mi ripetevo mentalmente mentre aprivo la porta
per trovarmi di nuovo nell'ambiente esterno.
Il sole mi accecò uscendo dalle nuvole e sentii agli occhi un dolore che non avevo mai provato prima.
Poteva un incubo essere così vero? Non lo sapevo..
Camminavo solo semplicemente sull'erba che potevo sentire piegarsi sotto i miei piedi..
Poi la vidi..
Una mimosa. Un semplice ramoscello di mimosa..
Pallini gialli e pallini.. rossi..
Le mimose, la ragazze bionda della sera prima..
“No..”
Feci gli ultimi passi e mi accostai alla sedia di legno per prendere il fiore e il foglio di carta su cui era riposto.
E' un incubo, mi ripetei mentalmente così tante volte da convincermene.
Ma non potevo. Due cose mi destarono da quell'illusione: le urla di Rob e le due X in fondo alla pagina.
Quelle due X...
Tutto sembrò unirsi come pezzi di un puzzle..
I fogli.. La piscina, le X, le mimose, la ragazza bionda..
“No.. no..”
Non poteva essere. Non era vero. Non.. non era vero. Era un incubo.
“Kristen!” era la voce di Rob?
Si lo era, ma lui dov'era?
Accanto a me, in un secondo. Le sue braccia sulle mie, i suoi occhi sui fiori, sul foglio, nei miei occhi.
Persi, vuoti..
“L'hanno presa Rob..”
E non mi svegliai.
Non era un incubo.
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Capitolo 48 *** Goodnight, my angel ***
Goodnight, my angel
Buona
domenica ragazze! Ed eccoci qui con l'ultimo capitolo della nostra ff.
Speriamo che vi piaccia, anche se sappiamo che sarete un po scioccate
dalla cosa. Probabilmente alla fine avrete delle domande su alcuni
punti poco chiari ma cercheremo di spiegare nell'epilogo che posteremo
la prossima settimana. Vorrei che lo leggeste ascoltando questa canzone che da il titolo al capitolo http://www.youtube.com/watch?v=dcnd55tLCv8
Vi lasciamo al capitolo e...buona lettura!
Kiss Cloe e Fio
CAPITOLO 48 (Cloe)
GOODNIGHT, MY ANGEL
ROB POV
Aprii gli occhi e li richiusi.
Una volta.
Due volte.
Li tenni così, serrati, le palpebre immobili.
La
casa era così silenziosa che avrei potuto sentire lo
scricchiolio di un gradino o il cigolio di una porta. L’abbaiare
di un cane in lontananza, il rumore delle gocce di pioggia sul vetro
perfino…
Invece non sentivo niente. Non riuscivo a sentire più niente.
Respirai. Forse era
stato tutto un incubo. Forse, se mi fossi sforzato abbastanza, quello
sarebbe tornato ad essere un giorno come un altro.
Mi sarei voltato
dall’altra parte e avrei visto Kris che si svegliava con me,
sorridendomi. Insieme avremmo sentito le risate e i discorsi
incomprensibili di nostra figlia dall’altra parte del baby phone
e, come una famiglia,saremmo scesi in cucina per la colazione. Avrei
poggiato Joy nel seggiolone e l’avrei sentita ridere e ridere e
ridere…
E allora perché, invece, c’era solo silenzio?
Perché il letto era vuoto e freddo al mio fianco?
Perché se mi toccavo il petto riuscivo ad avvertire il nodo della cravatta sotto le dita?
Perché avevo indossato quel vestito elegante?
Perché avevo passato la notte a fissare la stessa piccola macchia sul soffitto?
Perché…
Perché quello non era un giorno normale.
Perché quella non era più la mia vita.
Questa è la mia vita.
Da tre giorni a questa parte, la mia esistenza è come il peggiore degli incubi. Da cui però non posso svegliarmi.
Perché, da tre giorni, questa è la mia realtà.
“L'hanno presa Rob..”
Ancora prima che
l’aria uscisse dalle labbra, ancora prima che Kris pronunciasse
effettivamente quelle parole, avevo capito.
Sentii il petto
contrarsi sotto il peso di quei pensieri, così forte che, senza
pensarci, mi ritrovai accasciato sul pavimento del bagno a rigettare il
niente.
Niente cibo. Niente anima.
Non so come ci riuscii, ma aprii l’acqua del rubinetto. Immediatamente, una piccola pozza iniziò a formarsi.
Acqua…ancora acqua.
Sembrava che quell’elemento, in qualche modo, legasse ogni piccola parte del mio dolore.
Riaprii gli occhi mentre il rumore delle gocce di pioggia si mescolava a quello dei ricordi.
Arrestai il flusso sotto le mie mani ma mi sembrò che l’acqua, altra acqua, continuasse a scorrere.
Sedici
ore. Erano passate sedici ore dall’ultima volta in cui avevo
visto la mia bambina. Dall’ultima volta in cui l’avevo
stretta. Da quando era scomparsa
L’avevo lasciata andare. Le avevo permesso di allontanarsi a giocare e adesso… e adesso era nelle mani di qualcuno.
E se le fosse successo qualcosa….
Impedii
ai miei pensieri di prendere quella direzione, ma era la sola direzione
che riuscissero a percorrere. Sentivo le voci della gente intorno a me
quasi attutite, come se il sangue del mio corpo mi avesse invaso il
cervello e mi impedisse di capire la realtà che mi circondava.
Poliziotti, i miei genitori, la famiglia di Kris…erano tutti
lì. Tutti erano tornati a cercarla non appena il temporale di
quella notte si era calmato. Tutti tranne me e mia moglie. Noi non ce
n’eravamo mai andati. Avevamo continuato a setacciare la zona
sotto l’acqua, sotto i fulmini, come fantasmi ignari di
ciò che accade intorno a loro.
Per
un piccolo breve momento il mio sguardo angosciato si incrociò
con quello di Kris e, quello, fu l’esatto istante in cui tutto
crollò.
La
gente dice che basta un secondo per cambiare tutto. Un attimo prima sei
vivo, quello dopo sei morto. Un attimo prima hai ancora una speranza a
cui aggrapparti, un attimo dopo senti qualcuno che urla, ti metti a
correre e trovi la tua intera vita accasciata di fronte a te, a poche
centinaia di metri da dove eri immobile solo pochi minuti prima.
E
la morte ha le sembianze del corpo spezzato di tua figlia che galleggia
nell’acqua bassa di una laghetto strabordato durante il
temporale. Ha il viso tumefatto e innaturalmente gonfio della tua
bambina, che non respira più tra le tue braccia. Ha il suono
dell’urlo di tua moglie che te la strappa e la stringe al petto
cercando di ridarle ancora la vita.
E,
allora, capisci che la gente si sbaglia. Non è
quell’istante di consapevolezza a cambiare tutto, perché
tua figlia era morta da ore, sola in quella pozza d’acqua.
E tu, da ore, senza saperlo, eri già morto con lei.
Uscii dal bagno,
senza una meta precisa, a stento consapevole della presenza in casa di
altre persone. Venute lì a darmi forza, sostegno, amore.
Inutile. Era tutto inutile.
Mi bloccai davanti
alla stanza di Joy. Sapevo che kris era lì dentro. Non usciva da
giorni, persa nel suo dolore. Eppure avrei voluto stringerla, piangere
con lei…lei che era la sola a capire come mi sentissi.
Stavo quasi per
bussare quando, improvvisamente, sentii la risata felice e serena di
chi non ha una sola preoccupazione provenire dall’altra parte del
legno. Sconvolto, feci ruotare la maniglia e rimasi lì immobile.
Kris stava seduta sul pavimento, dandomi le spalle e di fronte a lei….
Quasi mi mancò il respiro mentre guardavo il lettore DVD portatile posato sul legno.
Ed eccolo lì
sullo schermo, il mio angelo. La mia piccola dolce Joy, i pugnetti
chiusi e il respiro delicato e appena percepibile di un neonato di
poche ore, addormentato.
“Alzala un
po’ Rob voglio filmarla per bene!” La voce di Kris era
eccitata e felice dietro la telecamera, tanto che, per un attimo, ebbi
il folle impulso di abbassare lo sguardo e scrutare la donna in carne
ed ossa al mio fianco a cui doveva appartenere. La donna di cui non
sentivo la voce da giorni ormai…
Eppure non lo feci. Non potevo, non quando di fronte a me, mia figlia mi sorrideva.
Così felice, così…viva…
“Oh no ti
prego!” continuò la Kris spensierata al di là dello
schermo “Facciamo cambio, dai. Con quell’orribile taglio in
testa sembri Frankestein e stai rovinando l’intero filmino!”
Vidi me stesso
alzarmi e passare il prezioso fardello alla sua mamma, ancora adagiata
tra le lenzuola bianche dell’ospedale.
La videocamera si
mosse veloce, prima di puntarsi di nuovo sul mio viso un pò
ammaccato. Cercai di ricordare quei momenti che sapevo di aver vissuto
ma…ma non ci riuscii. Sembravano appartenere ad un’altra
vita. La vita di qualcuno che aveva una speranza. La vita di qualcuno
che poteva essere felice.
“Salve a
tutti” iniziai “Sono Robert Thomas Pattinson, ho 24 anni e
oggi sono qui con le due donne che amo di più al mondo, a vivere
il giorno più bello della mia vita.” Spostai di nuovo lo
schermo puntandolo sul volto di Kris. Era pallida e profonde occhiaie
scure le scavavano il viso ma, negli occhi, aveva una luce che non
avevo mai più visto dopo quel giorno.
“Lei è
Kristen Stewart” continuò il mio me stesso più
giovane “La donna che amo e madre di mia figlia. Nonché
attrice migliore della nostra generazione, non scordiamolo”
La kris dello
schermo scoppiò a ridere, così forte che Joy si mosse
appena fra le sue braccia, iniziando a succhiarsi il pollice.
“Scemo! Guarda, la svegli!”
“Ora fa un po’ l’acida, ma so che un giorno la convincerò a sposarmi.”
Kris alzò
gli occhi al cielo “Ehi ti ho già detto sì. Di che
hai paura? Che ti molli sull’altare?”
Ridemmo entrambi al
di là dello schermo e io puntai la telecamera sul visino
addormentato della mia bambina, ingrandendolo il più possibile
con lo zoom. Continuava a succhiarsi il ditino, mentre la madre le
carezzava i capelli chiari sul capo.
“E
lei..” la mia voce suonava quasi attutita, come se stessi
parlando a qualcosa di magico o sacro “Lei è Joy Lily
Pattinson ed è ormai, a tutti gli effetti, la proprietaria
incondizionata del mio cuore. E’ il prodotto dell’amore mio
e di Kris e, certo, anche di un pacchetto di contraccettivi non
usato adeguatamente.” Si sentirono entrambe le nostre risate
echeggiare nella stanza di ospedale.
“Ma questo
non cambia il fatto che il nostro piccolo angioletto ha messo sotto
sopra il nostro mondo in modi che non credevamo possibili e ora
mai…mai potremmo immaginare la nostra vita senza di
lei…”
Improvvisamente la Kris al mio fianco afferrò il telecomando e spense il monitor.
Un gesto e lo schermo divenne nero.
Un gesto e tutto si spense.
La sentii soffocare
un gemito e, istantaneamente, allungai la mano ma, ancora prima che
potessi posarla sulla sua spalla, lei scattò in piedi.
Potei finalmente
vedere il suo viso: era pallida e gli occhi gonfi e rossi per il pianto
erano così brillanti e spalancati che, per la prima volta da
sempre, provai terrore nel guardarla. Anche se niente, niente fu come
sentire le parole che mi disse.
“Non ti azzardare a toccarmi.”
Rimasi lì,
la mano a mezz’aria. Immobile, mentre la convinzione che la sola
persona in grado di comprendermi fosse davanti a me si sbriciolava
lentamente. Non appena il mio sguardo si puntò nel suo,
abbassò il viso, come se fosse terrorizzata o disgustata alla
sola idea di guardarmi.
“Non ti
azzardare a piangere…non ti azzardare a piangere davanti a
me!” continuò e, solo in quel momento, mentre le dita
della mano sfioravano la mia guancia, mi resi conto che una lacrima
stava colando lungo il mio volto.
Avrei voluto fare
un passo ed abbracciarla. Avrei voluto che lei facesse un passo e
abbracciasse me, che le sue braccia mi aiutassero a tenere
insieme i pezzi.
Ma da lei proveniva solo odio.
“Kris io so..lo so come …”
“TU NON SAI
NIENTE!” strillò all’improvviso. Si portò le
mani ai capelli e iniziò a muoversi frenetica per la stanza
“A TE NON E’ MAI IMPORTATO DI NIENTE!”
Appoggiò le
mani al lettino. “Credi che non lo sappia?! L’ho sempre
saputo che mi hai sposata solo perché ero incinta! Che per
te…per te siamo state sempre e solo un obbligo ..sempre!!”
Bastò quella
piccola frase per far scattare qualcosa dentro di me. Un’emozione
che non provavo da giorni, da quando tutto il resto era stato soffocato
dal dolore.
Rabbia.
“Come ti
permetti?” La voce che avrei voluto mantenere calma si
alzò subito di parecchie ottave e, prima che potessi capire
quello che stavo facendo, afferrai il carillon dal mobile al mio fianco
e, con tutta la forza che avevo, lo scagliai contro la parete, proprio
al fianco di Kris.
Lei, che avrebbe dovuto essere al mio fianco..che avrebbe dovuto..
La vista mi si oscurò per le lacrime e sentii la rabbia ribollire ancora più forte.
“Come ti
permetti tu! Lei era…era tutta la mia vita…tutta. E tu te
ne stai qui rinchiusa, ignorando il fatto che nostra figlia è
morta!”
La vidi coprirsi le orecchie con le mani, come se si rifiutasse di sentire quello che avevo appena detto.
“Non è vero…non lo dire…non lo dire” gemette.
“E INVECE LO
DICO” continuai a strillare “LEI E’ MORTA! E’
MORTA!” la voce mi si spezzò in gola “E tu stai qui
mentre io sono la fuori e da tre giorni cerco di affrontare il mondo.
Sai cosa ho dovuto fare?Ho dovuto scegliere la sua bara, i fiori
e…e scommetto che sei così codarda che anche oggi mi
lascerai da solo a seppellire nostra figlia!”
Kris balzò contro di me e mi colpì forte al viso, prima di tempestare il mio petto di pugni.
“Eri
tu..” riusciva a malapena a parlare tra le lacrime “ Eri
tu..avevi detto che ci..ci avresti sempre protette..DOVE CAZZO ERI?
DOVE CAZZO ERI??”
Rimasi attonito mentre mi spingeva fuori dalla stanza e richiudeva la porta a chiave. Mentre mi chiudeva fuori, fuori da lei.
Mi diressi come un
automa dal lato opposto del corridoio. Le sue parole continuavano a
rimbombarmi nel cervello, ogni traccia della rabbia di pochi istanti
prima scomparsa. C’era di nuovo dolore…solo puro dolore.
Lo sentivo pulsare così forte nel mio petto che ormai ero
convinto fosse quello la sola cosa a far battere ancora il mio cuore.
Perché, di certo, ogni altra emozione era scomparsa.
Girai la maniglia
della porta che mi trovai davanti, senza sapere neppure in che stanza
stessi entrando ma, non appena vi misi piede, mi resi conto di aver
scelto il posto perfetto. Avrei voluto fare come Kristen: ignorare il
mondo che mi obbligava ad andare avanti e rinchiudermi lì
dentro, per sempre. Barcollando riuscii ad arrivare al mio pianoforte
e, solo nell’istante in cui le mie dita sfiorarono i tasti,
riuscii a sentire le parole di Kris penetrarmi fin dentro al cuore.
Perché
sapevo che una parte di tutto ciò che aveva detto era vera. Io
avevo promesso loro che le avrei sempre protette. Avevo tenuto in
braccio per la prima volta mia figlia e la cosa che avevo giurato
davanti a Dio era che avrei dato la mia vita per lei, per farla stare
al sicuro. E invece avevo fallito e avevo distrutto la sola cosa buona
della mia vita.
“Lei non lo pensa davvero, lo sai”
Non ebbi neppure
bisogno di voltare il capo per capire chi fosse a parlare. Tom era
arrivato il giorno prima da Londra per starmi vicino, eppure ancora non
gli avevo rivolto la parola. Avrei dovuto sentirmi in colpa,
perché sapevo quanto amasse mia figlia e quanto dovesse soffrire
al momento, eppure riuscivo a malapena a contenere il mio dolore.
Non mi voltai a guardarlo.
“E’ vero invece” le mie parole furono un flebile sussurro “Non puoi capire…”
“Rob io la amavo e..”
Scossi il capo e lui si zittì all’istante. Come avrei potuto spiegarglielo? “Tom tu hai figli?”
Lo sentii trattenere il respiro, probabilmente chiedendosi se fossi impazzito. “No, lo sai.”
Iniziai a muovere
le mani e la ninna nanna che avevo composto per lei risuonò
nella stanza. “Ma ami la tua famiglia, no? Tua sorella, i tuoi
genitori…”
“Certo”
“Prendi
quell’amore Tom. Prendi l’amore che nutri per tutte le
persone più importanti della tua vita, mettilo insieme,
moltiplicalo per un milione e ancora non avrai un idea di cosa si prova
ad avere un figlio.” L’ombra di un sorriso mi comparve
sulle labbra mentre ripensavo alla mia piccola e alla prima risata che
aveva rivolto a me, solo a me.
“Ora
immagina” continuai “Immagina il dolore che proveresti se
qualcuno ti dicesse che sei solo al mondo. Che tutte le persone che ami
sono andate via per sempre. Moltiplicalo per un milione ancora non
riusciresti a sentire un grammo del dolore di perdere il tuo
bambino.” Il mio sorriso scomparve immediatamente, perché
i ricordi che mi assalirono non furono più quelli felici e
spensierati di momenti vissuti con la mia famiglia, ma immagini di un
corpo freddo. Una bambola spezzata e bagnata fra le mie braccia.
“Puoi immaginare cosa significhi avere avuto solo pochi mesi con
il nostro angelo? Stavamo…stavamo appena iniziando a conoscerla,
ad amarla e ..ce l’hanno strappata via…”
Cercai di respirare ma era come se un grosso masso sul petto mi impedisse di farlo, di andare avanti.
“E siccome
Kris…lei non ce la fa e io..ho dovuto frugare tra i suoi
vestitini e scegliere quello che dovrà indossare oggi e il
peluche che…oh Dio..”
Sentii il mio corpo
scosso dai singhiozzi che mi avvolgevano e le mani di Tom posarsi sulle
mie spalle, cercando di darmi un po’ di forza.
L’avevo delusa….
Avevo lasciato mia figlia da sola a morire.
Avevo fallito nell’unico compito che era davvero importante per me.
Chiusi gli occhi e,
per un istante, mi sembrò quasi di sentire Joy intorno a me.
Forse perché la sua presenza era davvero in ogni centimetro di
quella stanza.
Come guidate da una
forza sconosciuta le mie dita presero a suonare un’altra melodia:
una canzone che mia figlia adorava. Avevamo passato interi pomeriggi
noi tre in quel luogo. Io mi sedevo al piano e suonavo per ore mentre
Kris prendeva fra le braccia nostra figlia e iniziava a muoversi in
tondo, come due principesse ad un gran ballo. I loro movimenti erano
una poesia, il testo perfetto di una musica senza parole.
Ma erano i momenti in cui eravamo solo io e lei, quelli che avrei per sempre conservato nel cuore.
Mi pareva quasi di
vederla. Mi avrebbe afferrato la mano e con la sua , piccola e paffuta,
avrebbe indicato la stanza della musica. Mi
ci avrebbe trascinato, riempiendo entusiasta la casa dei suoi urletti.
Ci saremmo accomodati davanti al piano e insieme, come ogni volta,
avremmo stiracchiato le dita. E poi… e poi io avrei posato le
mie sui tasti e lei si sarebbe accoccolata al mio fianco,
addormentandosi col capo posato sul mio grembo. Non appena avessi
smesso di suonare, però, i suoi occhietti si sarebbero
spalancati di nuovo e, col sorriso sulle labbra, avrebbe chiesto
“Ancola, ancola!”
E io le avrei detto
sì, perché era la mia piccola e non avrei mai potuto
perdermi nel suo sorriso e negarle qualcosa.
Ero così
perso nei ricordi che sussultai quando sentii Tom muoversi al mio
fianco, completamente dimentico della sua presenza nella stanza.
Si fermò prima di uscire dalla porta.
“Mi sembra quasi di vederla ballare” sussurrò.
Sentii la porta
chiudersi e, nell’esatto istante in cui le mie mani tracciarono
le ultime note della canzone, seppi cosa dovevo fare. Forse avevo
deluso Joy. Forse l’avevo lasciata da sola. Ma, ora, avevo
qualcosa da fare, qualcosa per rimediare.
“Sto arrivando piccola mia.”
Sembrava che quei semplici passi fossero i più difficili della mia vita. E, forse, lo erano.
Pochi metri, e le gambe così pesanti da farli sembrare chilometri.
Cercai di ordinare
al mio cervello di farmi muovere e dovetti riuscirci perché vidi
i banchi pieni di gente al mio fianco scorrere lenti.
Un passo e poi un altro.
Un respiro, un po’ di coraggio per andare avanti.
E poi, una mano tiepida nella mia.
Guardai al mio fianco e vidi mia madre, il volto distrutto ma composto, cercare di consolarmi con un piccolo gesto.
“Non ce la faccio mamma.”
Quella frase mi uscì come un gemito dalle labbra e la sua presa si rafforzò.
“Sì…sì che ce la fai. Ce la devi fare per lei.”
Per un istante mi
sentii di nuovo come un bimbo piccolo che, davanti a qualcosa di
particolarmente terribile, cerca un po’ di forza. Ma,
poi, spostai lo sguardo davanti a me: le venature del legno laccato di
bianco, le placche di ottone ai lati, il coperchio aperto e… e
improvvisamente fui di nuovo un padre. Solo un padre.
Tutto il mio corpo
si irrigidì nell’esatto istante in cui posai lo sguardo su
mia figlia. Il visino era pallido, ma le macchie scure sul collo che mi
tormentavano la mente da giorni erano scomparse, coperte da un sottile
strato di cerone. I capelli biondi erano raccolti in due codine ai lati
del capo e quel semplice elemento mi sembrò sbagliato.
“No…così non va..”mormorai “Così non è la mia Joy”
Allungai la mano e
le dita sfiorarono i fili dorati dei suoi capelli, sfilando i due
semplici nastrini che li tenevano imprigionati.
“Ecco..questa
è la mia Joy” la voce si spezzò mentre cercavo di
contenere il pianto “Lei amava essere libera. Odiava gli
elastici.” I miei occhi continuarono a vagare sul resto del suo
corpicino. Sul vestitino rosa che aveva indossato il giorno del suo
primo compleanno, ormai troppo corto per coprirle davvero tutte le
gambe come un tempo. Sulle converse tempestate di pailettes che avevano
catturato la sua attenzione in quel negozio di Londra mesi prima e che
lei si era rifiutata di togliere per giorni, persino per andare a letto.
“Ricordi
com’era testarda?” aggiunse mia madre come se potesse
leggermi nel pensiero “Si svegliava non appena cercavamo di
sfilargliele la sera. Ogni singola sera…”
Annuii solamente.
“L’hai portato?”
Seppi
immediatamente a cosa si riferisse. Cera qualcosa che dovevo dare alla
mia bambina, qualcosa che dovevo sapere essere con lei prima di
lasciarla andare.
Tirai fuori dalla tasca il gioco che aveva accompagnato Joy in ogni sua piccola tappa, sin dal giorno in cui era nata.
Osservai Mr Rabbit
nelle mie mani tremanti e per un piccolo, folle secondo, ebbi il
desiderio di tenerlo con me, di dare a Joy qualcos’altro che
amasse. Volevo tenere quel coniglietto per poterlo stringere e
inspirare il profumo di mia figlia la notte, una volta che fosse
sparito da qualunque altro posto.
Ma sapevo di non poterlo fare. Era sempre stato speciale per lei e le avrebbe tenuto compagnia…per sempre.
Lo adagiai vicino
al suo braccino, desiderando avere la forza di chinarmi e baciare per
l’ultima volta la sua fronte delicata. Ma non ce la feci. Se mi
sforzavo, sapevo che avrei sempre potuto sentire la morbidezza della
sua pelle tiepida e profumata quando si addormentava la sera, contro di
me, dopo il bagnetto. Quella era la mia bambina. La bambina che volevo
ricordare: tiepida, profumata e viva. Non fredda e con l’odore di
qualcosa di chimico addosso.
“Ti lascio Mr
Rabbit, amore” mormorai combattendo il nodo che cercava di
soffocarmi in gola “Lui starà sempre con te. Ti
starà vicino e ti proteggerà finchè papà
non sarà di nuovo con te, d’accordo? Ti giuro..ti
giuro..che un giorno ci rincontreremo piccola mia e…”
Non riuscii a
continuare. Tutte le lacrime che avevo cercato di reprimere iniziarono
a scorrere sulle mie guance e mi accasciai sul corpo morto di mia
figlia, in preda ai singhiozzi.
“Perdonami…ti prego perdonami…”
Non so cosa
successe dopo. So solo che ,in qualche modo, i miei genitori riuscirono
a farmi sedere su una panchina e di li in poi fu solo il buio. Il buio
ed un prete davanti a me che parlava e parlava di cose di cui non
capiva nulla, non sapeva nulla. Mi lasciai cullare dal suo tono
monotono e cantilenante, finchè non fu sostituito da quello di
altre persone. Mi parve di udire la voce di Tom, della madre di Kris,
di mia madre persino…
Tutti sembravano pronti a dire qualcosa di epico o memorabile su mia figlia. Tutti tranne me.
Appena sentii un
attimo di silenzio mi alzai in piedi e, come un automa, mi diressi
verso il pulpito. Mi vergognai in quell’istante perché non
avevo niente mentre, invece, Joy si sarebbe meritata tutto. Un vero
discorso, pagine e pagine di parole sulla sua dolcezza e perfezione. E,
invece, io avevo solo un peso sul cuore e una marea di pensieri confusi.
Mi schiarii la voce
ma non guardai nessuna delle persone di fronte a me. Non ero
certo che Kris fosse venuta e non sapevo se sarei riuscito a sopportare
di nuovo il suo odio, o peggio, il suo disgusto verso di me.
“Joy Lily
Pattinson è entrata nelle nostre vite come una sorpresa. La
più magnifica delle sorprese. Ma se n’è andata nel
peggiore dei modi: ci è stata strappata via dalle braccia ancora
prima che potesse esprimere davvero se stessa, ancora prima che potesse
dare al mondo la possibilità di conoscerla.
Joy Lily Pattinson
era una bambina dolcissima e, nel momento esatto in cui la conoscevi,
non potevi non cadere ai suoi piedi. Il suo pianto era in grado di
spezzarti il cuore mentre la sua risata…” presi un lungo
respiro cercando di continuare “La sua risata non era
comune…no. Era una di quelle risate spontanee e così
profonde e genuine che ti viene voglia di intrappolarle in una
bottiglia e poterle usare come conforto nei giorni difficili. Era la
bambina più speciale e meravigliosa che potessimo chiedere
e…e spero di averla resa felice, con quel poco che le ho dato,
perché lei ha davvero reso felici me e sua madre. Infatti
abbiamo impiegato molto tempo a decidere il suo nome ma ,alla fine, la
nostra scelta si è rivelata la migliore. Joy. E’
esattamente ciò che ha portato nelle nostre vite. Potrei parlare
per ore dei piccoli dettagli che non scorderò mai più
ma…ma penso di poter riassumere tutto in tre grandi certezze. So
che Joy è stato il più bel regalo che potessimo avere. So
con certezza che ogni singolo giorno della sua vita è stata
amata e adorata. E so…so che oggi una parte di me e di sua madre
muore con lei…”
Scesi in fretta gli
scalini, passando oltre i mormorii della gente, oltre le mani tese dei
mie genitori pronte a fermarmi. Non volevo parlare.
Non volevo sentire.
Non volevo provare più niente. Per qualche ora volevo solo il nulla.
Mi avvicinai alla macchina e, proprio mentre iniziavo a guidare, ricominciò a piovere.
Era buio quando
rientrai in casa. Non sapevo che ora fosse e francamente non mi
importava. Non potei non notare, però, l’agitazione della
mia famiglia e la madre di Kris in lacrime accasciata sul divano.
Non appena mi vide si alzò e mi gettò le braccia al collo.
“Ti prego dimmi che è con te…ti prego..”
“Con me..chi?” domandai confuso.
La testa pulsava
forte dopo ore passate a piangere in un parcheggio e non riuscivo a
capire di chi stessero parlando, incapace di sopportare altro dolore.
Ma, quando mia
madre sussurrò semplicemente un nome, Kris, capii che al dolore
non c’era mai fine. Credevi di aver raggiunto il fondo e, invece,
un secondo dopo, accadeva qualcos’altro a farti capire che potevi
morire ancora. Ancora un po’ di più.
“No..ti prego no..” gemetti
Mia madre si
avvicinò e aiutò Jules a sedersi di nuovo. “Rob
non…magari voleva solo stare sola. E’ che ha lasciato un
biglietto e…”
Un biglietto.
Istantaneamente avvertii un’ondata di nausea.
No. No.
Kris non si sarebbe mai…
Mi bloccai
ripensando a come l’avevo vista poche ore prima in quella stanza.
Ai suoi occhi disperati e a quella strana luce.
Se Dio esisteva non poteva avermi fatto anche questo. Non poteva portarmi via anche lei. Non adesso, non così.
“Che biglietto?” domandai
Mamma mi passò un foglietto stropicciato.
Solo tre parole.
Devo dire addio
Per qualche ragione però, quella semplice frase mi fece capire che avevo frainteso. Che tutti loro avevano frainteso.
E io…io sapevo esattamente dove trovarla.
Guidai per meno di
un chilometro, parcheggiai l’auto e sotto la pioggia iniziai a
correre verso il luogo in cui ero certo fosse Kris. Anche se non la
vedevo, anche se non potevo sentirla…lei era lì.
Con Joy.
Smisi di correre solo quando vidi una sagoma scura di fronte alla tomba e, dentro me, tirai un enorme sospiro di sollievo.
Potevo sentire i singhiozzi spezzare Kris e il suo corpo muoversi innaturalmente tentando di trattenere i gemiti.
“Perché?
Perché?” sentii la sua voce distrutta e il mio cuore
si spezzò ancora una volta durante quel terribile giorno “
Tu eri..eri tutto per me…eri tutto… E adesso ho perso
anche il tuo papà..”
A quelle parole
feci involontariamente un passo avanti e un rametto si spezzò
sotto il mio piede. Kris si voltò e questa volta, a differenza
di ciò che era successo quella mattina, sostenne il mio sguardo.
“Non odiarmi” mormorò flebile “Io…quello che ho detto..quello…”
Mi inginocchiai sulla terra fangosa, al suo fianco. “Shhh…non conta più ora..”
Le massaggiai la schiena, senza capire dove trovassi ancora la forza di consolarla.
“Io…non
riuscivo a guardarti..non riuscivo perché” gemette ancora
“Ogni volta che guardo i tuoi occhi vedo anche i suoi..”
A quelle parole affondò il volto tra le mani, colpita da un'altra ondata di singhiozzi.
“Se n’è andata” riuscì a dire “Se n’è andata…”
Mi gettò le
braccia al collo e affondò il volto bagnato sul mio petto mentre
grosse gocce di pioggia ci cadevano addosso. La strinsi,
cullandoci in quell’abbraccio, mentre le sue lacrime
diventavano anche le mie e, per la prima volta, piangevamo insieme
nostra figlia.
Mi lasciai andare
insieme a lei al dolore e, mentre fissavo la lapide di fronte a me,
sentii una terribile consapevolezza colpirmi e inondarmi, alle parole
di Kris.
La mia bambina era sotto decine di centimetri di terra e non sarebbe tornata.
Non l’avrei mai più sentita ridere.
Non l’avrei più sentita urlare di gioia.
Non avrei più visto il suo sorriso.
Non avrei più festeggiato il suo secondo , terzo e quarto compleanno e…
Non ci sarebbe mai più stata.
E, tra le lacrime, sotto la pioggia, aggrappato alla sola persona che sapevo capisse con certezza il mio dolore, pregai.
Pregai che le parole che avevo fatto incidere sulla tomba di Joy fossero vere.
Someday we'll all be gone
But lullabies go on and on
They never die,
that's how you and I will be.
Se pensate che sia stato duro da
leggere,non potete capire cosa è stato scriverlo...una specie di
catarsi. Sappiamo che ci aspetteranno insulti e urla...e avrete di
certo domande. Come è successo, cosa, chi è stato...
nell'epilogo troverete una risposta.
Alla prossima settimana.
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Capitolo 49 *** Non può piovere per sempre ***
non può piovere per sempre
Vi preghiamo semplicemente di leggere le nostre note alla fine U__U
P.S (DI CLOE) ----> donne di poca fede U_U
Capitolo 49 (Fio)
NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE
Pov Rob
Cammino. Lentamente. Come ogni
volta. Ormai dovrei sapere bene quello a cui vado incontro, quello che
mi aspetta, eppure ogni volta cammino, indeciso, sempre più
lentamente mentre l’erba secca si sgretola dolcemente sotto le
scarpe.
Chissà, forse spero ancora che sia un sogno, forse aspetto ancora di svegliarmi.
Ma come sempre vivo di illusioni, di false ma allettanti speranze, di sogni dimenticati. La mia vita è un sogno.
Ma quando arrivo lì, quando i piedi si fermano davanti quella pietra, mi sveglio. Ed è un incubo.
Trattengo le lacrime.
Stringo i pugni dolcemente, e come
sempre dimentico di avere qualcosa in mano. Prendo un lungo respiro,
chiudo gli occhi e sento il vento. Sento il suo odore, sento la sua
essenza. Solo così so che mi è vicina. Solo il vento.
Mi inginocchio lentamente e poggio quei fiori che sembrano sempre troppo pochi. Un altro respiro e inizio a parlare. Con lei.
“Ciao amore mio..” sussurro ed è il vuoto.
Non sento nulla, non sento il cuore
battere, non sento il sangue che mi scorre nelle vene ma credo che sia
normale in fondo; nessuno riesce davvero a sentirlo.
Solo che tutto questo non lo è.. non è normale. Non è naturale.
Cosa sono io ora? Cosa sono diventato?
Un bambino che perde i genitori è orfano, ma un padre che perde il figlio cos'è?
Sono un anonimo, ignoto, sono nulla. Senza etichetta, senza significato.
Mi asciugo una lacrima mentre col
dito sfioro leggermente quella J intagliata nel marmo, quelle parole
incise sulla pietra fredda. Spero davvero che servi a qualcosa?? spero
che andare lì ogni giorno da tre anni mi aiuti a dimenticare?
No, non devo. Non voglio.
Dimenticare mi fa paura più del terrore di non riuscire
più ad andare avanti. Vivo nella malinconia di ricordi mai
esistiti, memorie che la mia mente ha così ben imparato a
creare, per il semplice gusto di torturarmi.
E vedo lei: con il grembiulino il
primo giorno di asilo, con lo spazzolino in mano la sera prima di
lavarsi i denti, il suo primo voto a scuola, la prima vittoria
nell'essere riuscita ad allacciare le scarpe da sola, la prima frase di
senso compiuto, la prima volta sulla bici senza rotelle, il primo
pupazzo di neve, il suo primo bacio..
Troppe prime volte inesistenti, mancate, sprecate.
“Non doveva essere
così..” mi trovo a sussurrare, non so se a lei o a me
stesso. Forse a lei, forse per l'ennesima volta mi sto scusando
sperando che mi senta e che mi perdoni.
“Scusami angelo mio.. non
doveva essere così..” ripeto mentre una lacrima mi solca
il viso, coma una scia di fuoco sulla mia pelle: brucia portando con se
tutto il senso di colpa, tutto il rimorso, la rabbia.. Tutto tranne il
dolore.
Quella è l'unica cosa che
non mi abbandona mai, nemmeno quando faccio l'amore con Kristen
nell'illusione di perdermi in lei e solo in lei. Sono già
perso.. sono un nomade senza meta e senza punto di ritorno.
“Ti prego piccola mia..
perdonami..” un'altra lacrima mentre cado sulle ginocchia e
poggio la testa contro la pietra gelida per sentirla più vicina.
E quasi lo è..
Perché sono freddo anche io
e il contatto è quasi piacevole, ma è solo per un
secondo.. qualcosa interrompe quel brevissimo attimo di sollievo. Un
telefono, il mio cellulare.
Resto immobile a sentirlo squillare
per minuti interminabili. Nessuno deve volermi quando sono con lei,
penso. Ma poi affiora il timore che sia Kristen. Potrebbe esserle
successo qualcosa e se non ci fossi stato non me lo sarei mai
perdonato. Lei era l'unica ragione per cui continuavo a vivere. Senza
di lei mi sarei lasciato morire su quella tomba.
Il telefono continua a squillare ma non lo trovo; lo cerco nelle tasche dei pantaloni, della giacca, ma niente.
Infine appare accanto a me, ai miei piedi, come se fosse sempre stato lì, vicino a mia figlia.
COME BACK
è tutto ciò che leggo sullo schermo e prima che possa
cercare di decifrarne il significato sono da un'altra parte. Sono.. in
camera di Kris, la sua camera a casa dei suoi genitori. Sono steso sul
letto.
Sono sveglio ma non so più
qual è la realtà. Non so cosa è sogno e cosa
è illusione. Prendo a guardarmi in giro, come in cerca di
qualche segno che mi aiuti a capire e poi la vedo, la data sulla
sveglia. 14/03/2012.
Duemiladodici. Lo ripeto nella mia
testa così tante volte da darmi quasi la nausea e infatti un
conato di vomito mi sale alla gola quando mi rendo conto che era tutto
un sogno.
Mi alzai velocemente cercando di
contestualizzare il tempo. Era un sogno, solo un incubo. Continuai a
ripetermelo fino a rendermi conto di avere il viso bagnato.
Lacrime.. di cosa?
Di gioia perché era stato
solo un sogno, di rabbia per aver sofferto le pene dell'inferno per uno
stupido incubo, di sollievo per la consapevolezza che la mia bambina
era ancora viva.. e di frustrazione perché non sapevo dov'era.
Toccando gli oggetti di quella
stanza iniziai a riprendere contatto con la realtà, quella
realtà che da cinque giorni opprimeva ogni mio passo. Ogni mia
ora del giorno e della notte. Mi ero svegliato in un incubo per
trovarmi in un mondo che non aveva alcuna pietà di me.
Erano le tre del pomeriggio eppure
la stanza era quasi buia, grigia. Non un raggio di sole a cercare di
alleviare il peso nell'anima e l'angoscia nel cuore, non un filo di
speranza mentre vedevo le gocce di pioggia iniziare a battere sulla
finestra. Prima piano, delicate.. poi sempre più frenetiche,
piene di rabbia, piene del mio terrore mentre richiamavano alla memoria
il suo corpo in quel laghetto, il suo visino pallido e freddo, le sua
manine livide..
Dovevo uscire da quella stanza
prima di lasciarmi sprofondare nelle terribili possibilità che
quelle ore di sonno avevano portato. Possibilità che non avevo
osato sfiorare nemmeno per un secondo fino ad ora.
Mia figlia era viva.. e sarebbe stata di nuovo con noi. Doveva essere così..
Mi ridestai dai miei pensieri solo
quando scendendo le scale sentii la voce del commissario che parlava
con i genitori di Kristen.
“...purtroppo non si sa cosa
passi nella mente di persone del genere.. potrebbero passare settimane
fino a farsi sentire di nuovo..”
Avrei voluto tapparmi le orecchie
come fanno i bambini quando non vogliono sentire le prediche dei
genitori.. la sola differenza era che io non ero un bambino.
“.. quello che ancora non è chiaro è cosa voglia..”
Avrei voluto saperlo anche io.. Dio. Quanto lo avrei voluto!
“.. senza richieste di riscatto è difficile capire..”
Già.. un'unica chiamata: Joy
che piangeva disperata e un secondo dopo il Tu-Tu ininterrotto di un
telefono fuori posto. Da quattro giorno vivevamo praticamente a casa
dei genitori di Kristen a Los Angeles insieme a una squadra di polizia,
in attesa di una chiamata che non arrivava.. non arrivava mai.
Cosa cazzo voleva da noi? Per
quanto tempo era rimasta in silenzio a spiarci e a controllare ogni
nostra mossa? Come cazzo era riuscita ad entrare sul set? COME?!
Ma soprattutto, chi cazzo era?!
Grazie a un'accurata descrizione di
Dean si era tracciato un suo profilo, più che pulito, e da
quando ci avevano comunicato il nome non avevo smesso un solo secondo
di sforzarmi per trovare un nesso o associarlo a un viso, ma nulla.
Annie James, chi cazzo sei?
Non sapevamo niente di lei mentre
lei invece era abbastanza informata da conoscere ogni nostro
spostamento e agire al momento giusto.
Ma perché?! Cazzo! Perché?!
L'unico pensiero che mi dava forza
era sapere che la mia bambina era viva. L'avevo sentita piangere
attraverso quella cornetta ma era viva..
Eppure era stato quattro giorni fa, da allora più nulla.
Di nuovo il ricordo del sogno si
fece vivido come mai, un flash improvviso che portò con
sé l'immagine di quella piccola bara bianca.. quei pezzi di
legno che proteggevano il suo corpicino esanime..
Cazzo Rob! Cazzo! Smettila!
Urlai contro me stesso mentre mi portavo le mani alla testa per
bloccare il dolore lancinante come di mille aghi che scivolavano lenti
nelle mie membra, nei miei pensieri.
Non so per quanto restai così.. forse ore finché non sentii un tocco leggero sulla mia spalla e alzai il viso.
“Jules..” sussurrai quando la vidi di fronte a me.
“Dovresti riposare Rob.. non dormi da giorni..”
“NO!” urlai quasi tremando al solo pensiero di chiudere gli occhi. “Non.. non riesco a dormire..”
Mi resi conto di stare tremando davvero quando Jules mi strinse in un abbraccio per calmare i miei singhiozzi silenziosi e muti.
“Vado a chiamare tua madre..” disse dopo un po'.
Già.. mia madre.. la mia famiglia..
Ero riuscito a dissuaderli dal venire qui.
“Non servirebbe a
nulla..” avevo detto rendendomi conto della loro preoccupazione.
Ma io proprio non avrei retto. Non riuscivo a dire ad alta voce ogni
giorno che non c'erano stati cambiamenti dal giorno prima.. Jules si
occupava di tutto e non le avevo nemmeno mai detto grazie.
Glielo sussurrai per poi rendermi conto un secondo dopo che le mie parole erano andate al vuoto.
Ignorai la gente nel salone,
ignorai il commissario e i tecnici che sistemavano l'apparecchiatura
per l'ennesima volta, ignorai John che fissava la pioggia fuori dalla
finestra, ignorai l'assenza dei fratelli di Kristen e mi preoccupai
solo di lei e di dove fosse.
Vagai come un fantasma per quelle stanze finché non la scorsi in cucina a lavare i piatti.
Mi fermai sulla soglia della porta
a fissarla in silenzio, sentendomi quasi come un ladro che profanava il
suo dolore. Restai a guardarla per molto tempo osservando la sua mano
che si muoveva sulla stessa superficie della stessa pentola, con
intensità così assurda da scuoterle il corpo
finché non distinsi gli spasmi del pianto. Quando la sentii
scoppiare non riuscii a trattenermi e mi trascinai verso di lei per
sfiorarle la vita. Tremò al tocco e si voltò di scatto
soffocando in gola un urlo di disperazione e paura.
Gli occhi rossi e gonfi
incrociarono i miei e sentii gelarmi non riuscendo a leggerci niente,
nemmeno l'odio che mi aveva urlato contro nel mio subconscio.
“Mi.. dispiace..”
sussurrai senza nemmeno accorgermene. “Avevo.. avevo
promesso...” non riuscii a terminare la frase prima che un nodo
alla gola mi facesse quasi soffocare.
“Non dirlo Rob. Ti prego. Non
è colpa tua. E non parlare così. Non serve a nulla ora.
Lei è viva, capito? E noi la ritroveremo. Hai capito?”
Il tono fermo e deciso che sicuramente mascherava la debolezza e il terrore di crollare.
Annuii debolmente mentre lei si
asciugava le lacrime. Strinse i denti e tornò a strofinare la
pentola, lacerata ormai come il suo cuore. Non passarono però
nemmeno due secondi e l'abbandonò facendo risuonare il rumore
sordo per tutta la cucina.
Rimasi fermo, immobile, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
“Perché..?” un sussurro carico di dolore. “Perché..” un gemito intriso di pianto.
Dio, ti prego. Dimmi cosa fare! Pregai. Dammi la forza per..
“Ok amore.. ora lo facciamo
di nuovo questo gioco, così quando torna papà gli
facciamo vedere come sei diventata brava..”
Mi gelai.. e riuscii solo a percepire il corpo di Kristen irrigidirsi.
“Ripetiamo le carte, ok? Joy? Rispondi.. le ripetiamo un'altra volta?”
“Ti..”
“Che brava bimba che sei.. allora.. questo cos'è?”
“Cazzino..”
“Questo?”
“Panana”
“Questo?”
“Palla!”
“Brava amore.. e questo..?”
La voce.. la sua voce.. così
nitida che se non avessi avuto Kristen lì accanto a me sarei
corso di là sicuro che erano lì insieme..
Invece quando ci trovammo in salotto, c'era solo un televisore e un video che andava.
“Pandaaaa”
“Siiii.. ok.. questo?”
Vedevo il viso della mia bambina su
quello schermo e non rendeva nemmeno giustizia alla sua bellezza..
avevo gli occhi puntati su di lei e sebbene non vedessi gli altri ero
sicuro che anche da lì aveva catturato la loro attenzione.
La data era 8 Marzo. Quel 8 Marzo,
la sera in cui le avevo trovate rotolare sul pavimento, la sera in cui
ci aveva fatto fare avanti e dietro tre volte per una finta
pipì, la sera in cui aveva imparato ad usare il vasino.. Una sua
prima volta..
Non mi chiesi come mai il video
fosse lì o come fosse partito.. e con le lacrime che scorrevano
sul viso continuai a guardare..
“Mmm... baubau..”
Kristen rise baciandole il viso e attirando la sua attenzione.
“Si ma, come si chiama?” le mostrò di nuovo il cartoncino con l'immagine di un cagnolino.
“Ca..?”
“Cane..”
“Brava amore! Vedrai, papà sarà così orgoglioso di te..”
Sorrisi.. per un secondo solo. Un sorriso amaro..
“Allora.. questo? Lo so che è difficile ma se lo dici farai felice papà..”
“Mmm..”
“Dai amore.. prima l'hai detto..”
“Panofotte!”
“Si! Si! Awww che brava la mia bambinaaa! Mmm e che buonaaa.. vieni qui che ti mangio tuttaaa!”
Joy, la mia bambina, iniziò a correre e urlare mentre mia moglie la rincorreva con la telecamera..
Sarei rimasto in quella dolce illusione in eterno e invece in un attimo anche quella mi fu portata via, proprio da lei..
Lei che rincorreva la nostra bambina ora invece si era scagliata contro quel video.
“Basta. Basta. Basta!!!” staccò ogni filo per poi lanciare la telecamera dall'altra parte della stanza.
“Basta!” un ultimo grido strozzato in gola mentre calava il gelo nella stanza.
Avrei voluto fermarla mentre la vedevo avviarsi alla scale..ma qualcosa ci pensò al posto mio.
L'unica cosa che avrebbe potuto trattenerla in quel momento. Il suo cellulare.
Il silenzio si fece ancora
più pressante, come se fosse possibile e tutti gli sguardi
finirono su quel piccolo oggetto che era sul tavolo, a due passi da
noi, a due passi da tutti. Solo che nessuno osava avvicinarsi.. come se
temessimo la morte..
“Ok Kristen.. è
anonimo. Devi rispondere. Ricorda.. cerca di trattenerla il più
possibile.. è importante..”.
Vidi mia moglie scendere lentamente le scale osservando il cellulare vibrare.
“Vuoi che risponda io?”
Un solo cenno negativo del capo e poi uno affermativo dal commissario.
“Pronto..”
Sentivo il rumore delle macchine
percepire rumori di sottofondo, ma niente ancora. Nessuno parlava.
Però era ancora in linea. Buon segno.
“Pronto?” ripetè Kristen. Ancora niente.
“Ti prego.. se.. se sei tu..
Dimmi qualcosa.. dimmi cosa vuoi.. fammi parlare con lei, ti
scongiuro! Dimmi che è viva.. ti prego..”
“No..”
No.. no.. cosa?
Kristen si gelò avendo il mio stesso pensiero.
“No.. no cosa? No..”
“No..”
Di nuovo. Non era una voce da donna.. o forse lo era ed era estremamente camuffata.
NO COSA?! CAZZO! NO COSA?!
“Ti prego, dimmi che sta bene! Dimmi cosa vuoi! Ti daremo tutto quello che vuoi! Sono soldi quelli che vuoi?”
“No..”
Lessi la frustrazione negli occhi
di Kris mentre cercava di mantenere la calma, la stessa che cercavo di
tenere io per non toglierle quel cellulare da mano.
“Cosa vuoi?” tentò di nuovo.
“E' tardi..”
Dio, ti prego. Fa che non sia quello che penso.
“T..tardi per cosa?”
Nessuna risposta.
“Tardi..”
“Ti prego. Fammi parlare con lei..”
“Ho detto che è tardi!”. Staccò la chiamata.
Restai al fianco di Kristen
completamente inerme per qualche secondo finché un grande
frastuono nella stanza mi distrasse.
“Ce l'abbiamo!” urlò il commissario iniziando a dare ordini alla sua squadra su come muoversi.
Io e Kristen eravamo ancora
immobili mentre i nostri occhi si muovevano velocemente seguendo i loro
spostamenti veloci. In un secondo furono fuori dalla porta.
“Veniamo con voi!” disse Kristen precedendomi.
“Non potete! Rallentereste le
operazioni! Aspettate in centrale!” disse semplicemente correndo
via mentre l'assurdità di quella scena che avevo visto solo nei
film calava sulla nostra vita.
Restammo sul portico di casa a
piangere prima di riuscire a muoverci, mentre la pioggia, quella
dannata pioggia continuava a cadere..
E mentre trascinavo Kris dentro casa per prendere il cappotto una nuova speranza mi animava il cuore.
Non può piovere per sempre.
POV Kris
Tenevo il capo chino su quella
coperta da un'ora almeno. Non sapevo nemmeno perché l'avevo
portata. Era la coperta preferita di Joy e forse in cuor mio speravo
che quella telefonata risolvesse tutto. Speravo che qualcuno sarebbe
apparso presto da quella porta con la nostra bambina in braccio, le si
sarebbe dimenata e sarebbe corsa da noi buttandosi tra le nostre
braccia..
Sarebbe andato così, mi
ripetevo da quando avevamo messo piede in centrale in attesa di
notizie. Eppure era passata un'ora ed eravamo ancora lì, senza
sapere niente.. con i dubbi che l'ultima telefonata aveva piantato in
me.
Non volevo nemmeno minimamente
sfiorare la possibilità che la mia bambina non fosse viva. Lo
avrei sentito e mi rifiutavo di poter solo immaginare il contrario.. La
mia mente non lo concepiva e mentre stringevo quella coperta lo sentivo
ancora di più..
Il suo profumo di bambina era
ancora così forte che inspirai così a fondo per farmi del
male e immaginarla tra le mie braccia, avvolta in quell'involucro
profumato.
Quando riaprii gli occhi
però era tutto sparito, lei non era tra le mie braccia e tutto
ciò che i miei occhi videro fu quella rivista che era sul
tavolino lì accanto.
JOY. RAPITA O SCAPPATA? UN MISTERO.
Scappata..
Certo.. una bambina di meno di due
anni era scappata dalle grinfie e dalla fama dei suoi genitori che non
avevano intenzione di sprecare il loro denaro per darle da mangiare..
doveva essere decisamente così..
Potei quasi sentire il sangue
ribollirmi nelle vene mentre leggevo quell'intestazione assurda e
vedevo in copertina una foto non oscurata di mia figlia al parco.
Come cazzo si permettevano?!
Non avevano il permesso.. io e Rob non avevamo dato il nostro consenso
alla pubblicazione di foto non oscurate e sebbene non fosse la prima
volta che capitava non c'avevamo mai dato troppa importanza
semplicemente perché c'eravamo noi a proteggere la nostra
bambina..
Ma ora no. Ora non dovevano permettersi di pubblicare foto di lei e del suo viso senza il nostro consenso.
Quando tutto questo sarebbe finito
quella stupida rivista di gossip avrebbe sentito i nostri avvocati, e
tanti saluti alla gentilezza e all'accondiscendenza.
Mai giocare col fuoco quando la fiamma è più viva che mai.
Quando tutto sarebbe finito..
Mi bloccai mentre elaboravo i pensieri nella mia testa..
Già.. ma quando sarebbe finito tutto questo?
Alzai il viso quando Rob si sedette di nuovo accanto a me porgendomi una tazza con del caffè.
“Grazie..” dissi solo.
Non avevamo avuto una sola conversazione normale negli ultimi giorni e sinceramente non sapevo nemmeno cosa dirgli davvero.
Se si sentiva in colpa sbagliava di grosso. Anzi.. se proprio c'era qualcuno da incolpare quella dovevo essere io.
Io avevo permesso che andasse a
giocare, io non avevo da subito accettato l'aumento di sicurezza, io
avevo sottovalutato ogni piccolo segnale riducendolo a una mera
coincidenza.
Ma non era tempo per il senso di colpa. Avevo già imparato negli ultimi anni che non portava a niente.
Eppure non riuscivo a dirlo a Rob
in un modo che mi paresse sincero. Mi faceva rabbia il vederlo
così afflitto, come se tutto fosse perduto.
Ripensai a quando lo ero stata io.. a quando avevamo perso il nostro bambino prima ancora di saperlo..
Non sarebbe stato così stavolta.
“Andrà tutto bene” sussurrai poggiando il capo sulla sua spalla.
Forse lui credeva che lo dicessi
solo per auto convincermi ma invece io lo sentivo veramente. Avevo
davvero il bisogno di crederci.
“Si..” rispose semplicemente.
Quando l'attesa snervante
iniziò a farmi tremare visibilmente strinsi di nuovo la coperta
per cercare di mascherare l'ansia.. ma fu inutile.
Tutto il mio corpo tremava.. ogni piccola cellula, ogni piccolo pezzo del mio cuore.
Rob mi passò un braccio
attorno alle spalle e cingendomi alla vita mi avvicinò a lui.
Strinsi la sua maglia con una mano per aggrapparmici, come per impedire
che andasse via anche lui.. Non sarei sopravvissuta.
“Ho sognato prima..”
disse a un certo punto al mio orecchio. “Un sogno così
orribile che in confronto questa realtà è il
paradiso..”
Non riuscivo a capire dove voleva
arrivare e non avevo intenzione di chiedere cosa avesse sognato.. Se
era stato così orribile da fargli apparire migliore tutto
questo, potevo solo immaginare e non volevo nemmeno farlo.
“Devi promettermi che qualunque cosa accada, tu starai con me..”
“Rob..”
“Promettimelo Kristen! Io.. io non ce la farei senza di te..”
Non l'avevo mai sentito così
silenziosamente scosso e non osavo pensare a cosa doveva aver sognato
per farlo sentire così.
“Te lo prometto..”
risposi per rendermi conto subito dopo che avevo le gambe incrociate.
Non che credessi a queste cose.. eppure avevo fatto una promessa vana,
e l'avevo fatta volontariamente.
Non dissi nulla e tornai semplicemente a stringermi a lui che mi lasciò un bacio tra i capelli.
“Voi siete quelli della bambina scomparsa.. vero?”
Ci voltammo per osservare accanto a
noi la donna che ci aveva posto la domanda. Era bionda, di mezza
età, vestita completamente di nero e tra le mani aveva un
rosario.
Un improvviso nodo mi chiuse lo stomaco.
Rob annuì per entrambi e lei
sembrò quasi rincuorata dalla risposta affermativa. Ci
guardò con compassione e si sporse verso di noi per passarci un
opuscolo.
Il Paradiso Esiste.
Lo guardai senza prenderlo e sentii la rabbia aumentare sempre di più.
“Mia.figlia.non.è morta.” ringhiai.
“Cara..la speranza è
la chiave di tutto.. per questo ti chiedo di sperare nel paradiso.. Dio
esiste.. e ci ama tutti.. vedrai che la tua bambina è al
sicuro..”
No.. no.. la fanatica religiosa in un momento come questo proprio non la potevo sopportare.
“Senta perché non fa un piacere a entrambe e ci lascia stare prima che dica qualcosa di spiacevole?”
“La rabbia non ti porterà da nessuna parte.. La preghiera e l'amore per Dio sono la chiave della salvezza..”
Mi staccai da Rob in preda all'ira ma lui mi bloccò precedendomi con le sue parole.
“Grazie mille, pregheremo per
lei”. Peccato che solo io notai il tono seccato e contrariato con
cui lo disse. Io avevo capito che stava solo cercando di chiudere il
discorso.. ma lei non sembrava della stessa opinione.
“E' la decisione giusta.. le preghiere velocizzano il passaggio dal limbo al paradiso..”
Non ci vidi più.
“Senta! Ora basta!” scattai in piedi. “PERCHE' NON
CHIUDE QUELLA CAZZO DI BOCCA E PORTA LE SUE PREDICHE A QUALCUNO CHE NE
HA DAVVERO BISOGNO?! MIA FIGLIA NON E' MORTA! CAPITO?! NON AVRA'
BISOGNO DI NESSUN PARADISO PER MOLTO TEMPO!”
“Kristen..” Rob era
scattato in piedi accanto a me ma io avevo dannatamente bisogno di
urlare e sfogarmi. Me ne fregai degli occhi puntati su di noi e
aspettai una sua risposta, semplicemente perché volevo
continuare a inveirle contro, prendermela con qualcuno.
E lei era la persona giusta al momento giusto.. o forse...la persona sbagliata al momento sbagliato.
“Dio ti perdonerà cara..lui è ovunque..”
“E DOVE CAZZO ERA QUANDO HANNO PRESO LA MIA BAMBINA?! MI RISPONDA! DOVE CAZZO ERA IL SUO DIO?!”
“Si chieda piuttosto dov'era lei..”
Una risposta pacata che mi fece salire un conato di vomito e un improvviso giramento di testa.
“Robert.. Kristen..”
nonostante le orecchie mi fischiassero distinsi la voce del commissario
e mi voltai immediatamente verso di lui insieme a Rob.
Non l'avevo visto entrare.. non mi ero accorta di nulla..
Ci fece solo segno di seguirlo. Rob
mi strinse a lui e mi allontanò da quella donna prima che mi
arrestassero per averle messo le mani addosso.
“Abbiamo trovato la
donna”. Iniziò mentre camminavamo nei corridoio della
centrale. “Era in un quartiere residenziale, in una casa presa in
affitto con falso nome. Ci viveva da qualche mese. Quando siamo
arrivati non c'era nessuno.. la casa era vuota, ma non è
riuscita a scappare in tempo. Tuttavia non ha confessato niente..”
“Commissario.. la bambina..”
Entrammo in una piccola stanza, con
tre sedie, e un tavolo su cui erano poggiati i vestiti che Joy
indossava il giorno della scomparsa. Il mio cuore perse un battito.
“Sono l'unica prova che abbiamo.. può confermarmi che sono i suoi..?”
Sentii il respiro mancarmi mentre mi avvicinavo per prenderli lentamente. Annuii.. li strinsi a me bloccando le lacrime.
“Kristen.. non ci sono tracce
di sangue da nessuna parte.. è un'ottima cosa. Se sua figlia
è viva gliela riporterò..”
“Dov'è?” chiesi riconoscendo a stento la mia voce.
“E' nella stanza qui accanto.. La interrogheranno di nuovo tra poco..”
“Voglio parlarci..”
“Kris..”
“Voglio parlarci Rob. Vi
prego, lasciatemi parlare con lei. Giuro che non farò nulla di
assurdo. Ho solo.. bisogno di sapere..”
Il commissario annuì mentre Rob sembrava più incerto di lui.
“Tranquillo..” gli
dissi semplicemente prima di entrare in quella stanza. Eravamo
apparentemente sole ma mi chiesi se come me sapeva che in realtà
dietro quello specchio si nascondeva una sala di registrazione.
Era seduta, col viso chino. Non
alzò gli occhi ad incrociare i miei finché non posai i
vestiti di Joy e la coperta sul tavolo.
Finalmente la vedevo in faccia,
finalmente il volto di quelle foto aveva un consistenza, finalmente era
in carne e ossa davanti a me e, nonostante il desiderio di portarle due
mani al collo, potei solo riprendere il respiro e sedermi di fronte a
lei.
“Sai cos'è questa?” chiesi portando le mie mani sulla stoffa della coperta.
“E' la sua coperta
preferita..” risposi io stessa poco dopo. “Sai cosa vuol
dire guardare la sua culla ogni notte e sperare di non vederla vuota?
Lo sai?”
Ancora silenzio.
“Sai cosa vuol dire vivere
con la paura di trovare il suo corpo da qualche parte? LO SAI?!”
gridai quando ancora non ebbi risposta.
Di nuovo il tremolio alle mani.
Alzò di nuovo il viso con sguardo duro.
“Che vuoi da me?”
“Voglio sapere dov'è mia figlia..”
“Io non lo so”
“Voglio sapere perché l'hai fatto.”
“Non ho fatto niente”
“Voglio sapere chi cazzo
sei!” sbottai. “Per essere una che non sa niente sembri
sapere troppe cose di noi! Vediamo di pareggiare i conti. Io ho tutta
la notte.. anzi, ho tutta la vita perché non esco da qui
finché non mi dici chi sei e che cazzo vuoi da noi..”
Inaspettatamente si aprì in un sorriso sardonico.
“E' buffo.. io so anche quando sei nata e tu non ti ricordi nemmeno di me..”
Stavo per rispondere quando prese spessore in me un particolare.. non ti ricordi nemmeno di me..
“Rinfrescami la memoria..”
“Perché dovrei?”
“Perché tanto ci sono abbastanza prove da incastrarti” mentii. “Voglio almeno sapere”
Altro sorriso. Dio, quella donna non riportava alla mia memoria alcun ricordo! Com'era possibile che l'avessi già vista?!
“Sai quanta gente vedo ogni giorno? Ogni mese? Ogni anno? Non posso ricordarmi di tutti..”
“Di persone che hai rifiutato potresti ricordarti almeno!”
“Che.. che cosa?”
“Volevo solo far parte delle
vostre vite! Vi amavo e vi veneravo come nessuno! Ma tu invece hai
distrutto ogni mio sogno! 'Ti faremo sapere' hai detto! E sono rimasta
giorni ad aspettare una chiamata! Giorni interminabili mentre mi
logoravo nell'ansia e nella speranza di poter starvi accanto! E invece
niente! Non avete fatto sapere niente! Non una chiamata! Nulla! Ho
scoperto chi avevate assunto solo quando ho visto le foto sui
giornali!”
Non riuscivo a seguirla.. di cosa stava parlando?
“Quel posto doveva essere
mio! Dovevo essere io la sua baby-sitter! Sarei stata perfetta! Mi sono
anche allenata! E invece tu mi hai liquidato senza nemmeno stringermi
la mano!”
Rimasi con la risposta sulle labbra mentre cercavo di recuperare in un unico pensiero tutto quello che aveva detto.
Baby-sitter..
Io.. io ero sicura di non aver mai
visto quella donna in vita mia e invece era una di quelle che si era
presentata ed era stata rifiutata. Tuttavia sapere di lei non mi
aiutò a ricordare. Nonostante ora avessi associato un evento al
suo volto, non riuscivo comunque a ricordare. Ma d'altronde, come avrei
potuto? Negli ultimi anni avevo visto i visi di milioni di persone!
Come poteva pretendere che ricordassi tutti?
“Perché?” fu la mia unica risposta alla sua mezza confessione.
“Ho scoperto tre anni fa di essere sterile.. mio marito mi ha lasciato perché gliel'ho tenuto nascosto..”
Mi sembrò quasi di sentir
tremare la sua voce ma non mi lasciai abbindolare da quella che poteva
essere benissimo una bugia. L'assecondai.
“E io? Io che c'entro..?”
“Dovevi solo pagare..”
“E Joy? Per cosa deve pagare lei?! Non ha nemmeno due anni!”
“Io volevo solo far parte di qualcosa..”
“E rapire mia figlia ti è sembrata una soluzione?!”
“SI CAZZO! SI! DOVEVATE
PAGARE PER LA MIA DELUSIONE! VOLEVO CHE TI SENTISSI COME ME! VOLEVO CHE
PAGASSI PER LA TUA VITA PERFETTA!!!”
Avevamo quello che volevamo, ero riuscita a portarla a una confessione ma sentii il bisogno di andare avanti.
“Perfetta? Tu credi che la mia vita sia perfetta? Ti sembro perfetta adesso?”
Non rispose.
“Tu non puoi capire.. Sembra
tutto perfetto quando sei a guardare da fuori.. ma non è
così. La mia vita come anche la tua.. non sono niente..Il mondo
è così grande e pieno di male che io non sono nulla a
confronto, proprio come te. Dici che la mia vita è perfetta e
non hai nemmeno idea di quante cose potrei volere da una persona come
te.. Non sai quanto darei per poter camminare per strada senza i flash
delle macchine fotografiche puntati contro..e ora.. non potrai farlo
nemmeno tu. Sei contenta? Sei entrata nella mia vita.. e ora, che tu lo
voglia o no, devi accettarne ogni conseguenza e ogni aspetto..”
“Sempre meglio di niente..” sussurrò con voce bassissima, afflitta.
“Senti.. se è vero
quello che mi hai raccontato.. mi dispiace.. E se davvero mi conosci
come dici dovresti sapere che è vero.. dovresti sapere quello
che ho passato. Ma ti prego, per amore di quei bambini che non hai
avuto, per amore del dolore che mi ha quasi ucciso perdendone uno.. non
portarmene via un altro.. non portarmela via.. Lei è tutta la
mia vita.. ti prego..”
Restai in attesa di una sua risposta per molto tempo, col cuore che batteva in gola e il sudore freddo che mi bagnava la fronte.
“Mi dispiace.. io non ho
più nulla da perdere. Tu si” disse infine colpendo i miei
occhi con i suoi duri e impenetrabili, segno che non mi avrebbe detto
più nulla.
“Voi dovreste tornare a
casa.. riposarvi. Stare qui non cambierà le cose. Noi la terremo
qui per un paio di notti per sottoporla ad altri interrogatori.. vi
avviseremo in caso di novità..” mi dissero quando uscii
dalla stanza e fui tra le braccia di Rob.
Scossi il capo a quelle parole. “Io non vado via se non mi dice dov'è mia figlia..”
“Kristen.. hai fatto tantissimo! Non serve che stiate qui! Vi assicuro che la ritroverò..”
“Vorrei restare qui, se non
è un problema..” insistetti e fu costretto ad annuire
mentre Rob non fece altro che stringermi in un abbraccio che mi
sembrò durare un'eternità.
Due ore dopo, mentre il cielo scuriva e la pioggia continuava a battere a terra, eravamo ancora lì.
“Hai freddo..”. Non era una domanda quella che mi fece Rob mentre poggiava la mia giacca sulle spalle tremanti.
Non dissi nulla e seduti su quelle
sedie che ormai sembravano aver preso la nostra forma, restammo a
guardare al telegiornale l'ultimo aggiornamento sugli sviluppi della
nostra stessa vicenda.
Vedemmo noi stessi in quella TV
mentre uscivamo di casa quel pomeriggio per andare alla centrale,
vedevo le immagini di Annie James che veniva messa in manette, vedevo
la foto della mia bambina fissa all'angolo sinistro dello schermo e
l'unico bisogno che sentivo era di spaccarlo.
Avrei voluto urlare contro i
giornalisti che si erano appostati fuori casa nostra.. contro la
signorina alla TV che non faceva che dare informazioni nel modo
più freddo e neutrale possibile ma stavolta non potevo fare
niente.. Non potevamo fermare l'informazione mediatica..
Continuai solo a stringere i vestiti di Joy.. e la sua copertina..
“Amore.. vieni a mangiare qualcosa. Ti prego. Al bar qui di fronte.. non posso vederti così..”
“Non ho fame..”
“Devi mangiare.. ti prego. Anche solo un biscotto.. ti prego. Vieni con me..”
Rimasi ferma nella mia decisione
finché non incontrai i suoi occhi sofferenti e non potei
rifiutare. Accettai la sua mano e proprio quando uscimmo, la pioggia
che si era fermata per qualche minuto, prese a cadere giù, come
se andasse di pari passo con il mio umore.
Camminammo a passo svelto,
incuranti anche di tornare indietro per cercare un ombrello, e nella
fretta sbattei contro una signora.
“Scusi..” dissi voltandomi solo per un secondo.
“Scusi lei..”
Facemmo ancora qualche passo e ci
trovammo sotto la copertura del bar. Stavamo per entrare quando
qualcosa catturò totalmente la mia attenzione.
Un urlo, un pianto, un..
“Aaaaah mammaaaa! Mammaaa!”
No, non potevo stare sognando. Mi guardai in giro incrociando per un secondo gli occhi di Rob, impazziti almeno quanto i miei.
Non potevamo avere avuto una visione in due..
“Rob..”
“Mammaaaa!”
Di nuovo lo stesso urlo.. e fu allora che mi voltai di scatto.
Lì, a due passi dalla
centrale, a 50 metri da noi, c'era la signora contro cui avevo sbattuto
due minuti prima.. e qualcosa si dimenava tra le sue braccia..
Qualcosa, qualcuno che..
Oddio..
Non
riuscii a capire cosa stesse davvero succedendo finché, sebbene
offuscata dalla coltre di pioggia, non riuscii a distinguere la figura
della mia bambina che con forza scendeva dalle braccia di quella donna..
Le gambe presero a muoversi, correvano da sole incontro alla sua piccola figura.
“Mammaaaaaa!”
urlò di nuovo e pregai che non fosse frutto della mia
immaginazione. Sentii Rob subito raggiungermi, mentre correvamo
insieme.. verso di lei..
Ti prego, ti prego, fa che non sia un sogno!
Non so quante volte riuscii a pensarlo prima di percorrere quegli ultimi due passi che mi separavano da lei.
Fu come uno scontro di meteore. La
presi in braccio come se dovessi fermare la sua caduta da un
precipizio, la strinsi a me come se avessi dovuto farla fondere con il
mio corpo, la baciai come se le mie labbra dovessero essere l'ultima
cosa a sfiorarla per sempre.
E piangevo mentre lei ci chiamava..
E Rob scoppiò in singhiozzi mentre ci abbracciava..
E mentre le ultime gocce di quella
scrosciante pioggia di Marzo si fondevano con le nostre lacrime.. ebbi
solo la forza di pregare..
Ti prego, fa che non sia un sogno.
Volevamo
precisare solo che tale Annie James è stata accennata nel
capitolo 25 'New home'. Già era stato tutto calcolato nei minimi
dettagli allora come noterete se rileggete la parte U__U Detto questo
vi lascio ai commenti. Per favore leggeteli!!! Ah, per dovere di
cronaca mancano due capitoli e l'epilogo xD. Seriamente pensavate che
mollassimo la nostra ff, che è come una bimba, con un finale
così tragico e deprimente seguito da uno squallido mini epilogo?
U___U ci conoscete trp poco :P. Il prossimo aggiornamento?? Mmm..nelle
prossime due settimane pensiamo..
COMMENTO DI FIO
Ebbene si... ebbene si..
Prima di iniziare questa nota che non so quanto sarà lunga
né dove mi porterà.. tengo a precisare che questa scelta
di trama era stata decisa da tempo (e messa a punto in una notte di
Luglio, quando dormivamo nel mio lettone) e non sono state le critiche
a indirizzarci verso questa “soluzione” che, come detto,
era già stabilita fin da subito.
Vi invito a leggere tutto quello che scriverò perché ho davvero bisogno di sfogarmi..
Ed è domenica.. ci pensate? Sono passate due ore da quando
abbiamo postato e sento che devo scrivere questa nota adesso.. quando
ho la rabbia che mi brucia dentro e posso essere schietta nel dire
quello che voglio dire.
Avete visto? Proprio la soluzione a cui molte avevano pensato e che
però avevano scartato da subito.. si era rivelata quella giusta..
Mi dispiace se questa piega non sarà gradita a chi la reputa una
svolta “alla beautiful”. Personalmente non la penso
così.. Una persona può sognare, no? Avete mai fatto
incubi che sembravano non avere mai fine?
Io si.. una volta sognai la terza guerra mondiale e fu una cosa
devastante.. Mentre scrivo questa nota penso a mia madre che non ha mai
visto “La vita è bella” perché dice che
quando va al cinema deve farlo per rilassarsi.. Bè.. io le
rispondo: “Sai mamma.. da un lato hai ragione.. Ma certe cose ti
lasciano un segno dentro che puoi starci male per un po'.. ma poi ti
passa... Però sono cose che devi fare!”
Bene.. questa è solo una FF ovviamente.. ma sapete quanta
sofferenza e quanto cuore ci ha messo Cloe nel capitolo scorso? Sapete
da quanto tempo avevamo in mente una cosa del genere?
Ricordo una sera che ero a letto e mi arriva un suo sms “Mio dio!
Sono in lacrime per una FF! Questo ha ucciso la bambina di Edward e
Bella! E' straziante..”..
E' vero.. è straziante.. e io per scherzo le dissi
“Uccidiamo Joy una volta XD”. Sapete qual è il lato
negativo (per voi) di noi due? Non possiamo dire una cosa per scherzo
perché poi iniziamo a prenderla seriamente.. (E infatti è
proprio il modo in cui è nata QdbiC). E Cloe aveva già
tutto in mente, già allora mi diceva “Madò scrivere
una cosa del genere sarebbe bellissimo! Devastante ma bellissimo!
Immagino già Rob che posa il pupazzo preferito di Joy nella
culla. Sarebbe una bella sfida!”
E' stato questo ragazze.. Una sfida, un semplice mettersi alla prova..
perché per quanto possiamo essere sadiche, noi amiamo questa
bambina con tutto il cuore e fino a un secondo prima di postare abbiamo
pensato “Tanto non ci crederanno mai! Ci conoscono!”..
E invece... non è stato così. Ed è stato brutto
constatarlo e altrettanto brutto dover aspettare prima di potere
chiarire le cose..
Come avete potuto pensare, anche solo per un secondo, che avremmo avuto
il coraggio di ucciderla davvero dopo ben 48 capitoli! Come?!
Vi sarebbe bastato scorrere il numero dei capitoli, ricordare che ci
abbiamo messo noi stesse da più di un anno, vi sarebbe bastato
ricordare il titolo della FF “Qui dove batte il cuore”:
dove batte il cuore, non dove muore.
Vi sarebbe bastata avere un po' di fiducia in noi per risparmiarvi
molto del sangue amaro che vi siete fatto e molte delle parole che ci
hanno fatto male.
Sentirci dire di aver deluso, di essere state tolte dalle autrici o
dalle storie preferite, di aver rovinato un'intera FF.. non sono cose
che fanno molto piacere.
Probabilmente adesso vorrete mandarci ancora di più a fanculo... ma non siamo certo noi quelle da biasimare..
Una cosa di cui posso essere contenta è di non aver sentito dire
“L'avete fatto solo per aumentare le recensioni”
..perché credetemi.. Non è così..
Non andiamo in cerca di idee per aumentare i seguiti.. Cerchiamo solo
idee che ci permettano di essere originali e non scontate e soprattutto
che siano belle da scrivere.. anche se tristi o devastanti.
Non è tutto rosa e fiori.. e a chi ha “giustamente”
notato che non è possibile che due esseri siano così
sfigati dico: “E' per questo che si chiama FF... è per
questo che non c'è come sottotitolo 'Tratto da una storia
vera'”.
Ringraziamo coloro che hanno avuto fiducia in noi (in particolare io
personalmente ringrazio Vita per essere stata la prima a dire “so
quanto Fio ami questa bambina! E una cosa del genere non la farebbe
mai!”).
Ringraziamo per le recensioni.. e ringraziamo anche per il numero spropositato di critiche che abbiamo avuto XD
Se abbiamo sortito questo effetto evidentemente siamo state così
brave da far credere che fosse tutto vero.. quindi complimenti a noi!
Chi davvero ci conosce un pochino, avrebbe dubitato da subito della
veridicità di quel capitolo (e per questo ringrazio Anto.. e
molte altre persone..) e non avrebbe nemmeno sprecato il fiato a dire
quanto gli dispiacesse per la morte di Joy.
Avrebbe espresso il suo parere sullo stile e sul capitolo e avrebbe
detto “Brave ragazze! Ora fateli svegliare da questo
incubo!”
Ringraziamo anche coloro che per la prima volta dopo 48 capitoli hanno
deciso di scrivere due righe.. ma una domanda mi sorge spontanea: dove
eravate durante tutti i capitoli felici che avete rimpianto?
Noi sappiamo bene che recensire non è un obbligo.. ma permettete
che possiamo restarci male se vediamo gente recensire per la prima
volta solo per dire quanto abbiamo rovinato la storia?
E' facile farsi vivi solo quando le cose non vanno come si vuole..
Non si fa così, però...
Mi è dispiaciuta molto questa cosa.. Avrei preferito tenere le
recensioni sul numero 40 ed evitare di vedere commenti di gente che si
è fatta viva per la prima volta solo per criticare..
Non ci riferiamo a tutte ovviamente.. e infatti ancora ringraziamo per
coloro che nonostante fosse la prima recensione hanno richiamato alla
memoria tutto il bello della FF e non si sono limitate a criticarne un
solo capitolo..
E vi prego di scusarmi ma sono particolarmente nervosa e incazzata in questo momento..
Mi chiedo: ora che le cose sono alla luce del sole.. voi tornerete al buio oppure vi farete sentire di nuovo?
Mentirei se vi dicessi che non sono un po' delusa e amareggiata..
So che molte di voi l'hanno presa sul serio e ci sono rimaste male.. so
che vi siete affezionate a questa bimba.. ma noi le abbiamo dato vita..
ed è stato strano vedere che facilmente ci avete ritenute
capaci di una cosa simile..
Se qualcuno ancora si chiede perché questa scelta, lo ripeto:
Puro desiderio, puro masochismo, puro senso di libertà e di
dolore.. pura scrittura..
Perché leggerle certe cose fa male.. ma scriverle ancora di
più. Non posso parlare di questo capitolo che ha scritto Cloe,
ma io ho scritto qualcosa di simile e ho pianto per due giorni quasi
ininterrottamente.
Se credete che fosse per fare un male a voi vi sbagliate.. Era per
vivere e regalare emozioni forti perché anche se sono
devastanti.. sono bellissime.. Sono quelle che ti lasciano un vuoto
dentro e poi possono ricolmarlo..
Io, che sapevo della trama, ho pianto quasi per un'ora... Ma sono morta? No..
E da qui si vede la grandezza di una scrittrice. Mi permetto di dire
scrittrice perché parlo di Cloe.. e per me lei lo è. Una
scrittrice che avrebbe meritato solo una marea di complimenti per
quello che è riuscita a scrivere.. perché io non so se ce
l'avrei fatta..
Quindi ancora.. ringraziamo per i complimenti, per le critiche.. per tutto! Grazie di cuore..
Speriamo solo di non avervi deluso così tanto da portarvi ad
abbandonare questa storia che è cresciuta con noi... e non
morirà.
Ancora.. scusatemi per i toni che ho usato.. ora è mattina e
quindi posso scusarmi per questa nota che può sembrare molto
cruda.. ma ho pensato che se voi avete potuto dire la vostra a mente
calda...potevo farlo anche io..
Quindi a mente fredda chiedo scusa.. e ringrazio per l'ennesima volta TUTTI i nostri lettori.
Tutti coloro che ci seguono dall'inizio, quelli che hanno recuperato un
casino di capitoli per mettersi in pari, quelli che (nonostante il
sadic che ci scorre nel sangue u.u) hanno continuato a leggere e hanno
sempre avuto fiducia in noi.. Forse stavolta avevate bisogno di un
“Non è come sembra” a fine capitolo.. ma credeteci
quando diciamo che davvero non credevamo che lo avreste creduto! Se
avessimo immaginato una reazione del genere avremmo spiegato il motivo
del capitolo subito! Tanto valeva mettere le cose in chiaro! Ma non mi
stancherò mai di dirlo: siamo rimaste una merda nel leggere
persone così convinte del nostro essere capaci di fare una cosa
del genere..e eravamo al 99% sicure che non avreste preso la cosa sul
serio...anche per questo abbiamo scherzato sul fatto che mancasse solo
l'epilogo, giusto per tenervi sulle spine e farvi venire il dubbio.
Ahimè. Vi giuro che se avessimo saputo non l'avremmo mai fatto...
Da un lato vuol dire che siamo state brave a renderlo vero ma dall'altro mi dispiace e chiediamo scusa.
Di nuovo.. a chi si domanda il perché di questa scelta, ripeto
che è stato solo per la sfida di scriverla e affrontare temi
come questo.. Il sogno era l'unica cosa che ci permettesse di farlo. Ci
scusiamo se molti lo reputeranno banale o “alla
beautiful”.. Io lo considero più un EXTRA.. qualcosa da
leggere assolutamente..
Ringraziamo coloro che ci hanno detto delle belle parole che ci hanno tirato un po' su il morale.
Vi assicuro che mai come stavolta ho avuto paura nel leggere le
recensioni.. ma come mi è stato fatto notare, noi siamo
fortunate ad avere un seguito così e a poterci confrontare con
voi..
Quindi, in ogni caso, grazie.
A tutte coloro che nonostante abbiano recensito per la prima volta non
si sono limitate a questo capitolo ma hanno ricordato tutti quelli
precedenti, ai nuovi recensori (che a questo punto speriamo di rivedere
XD), ai lettori sempre silenziosi. Un grandissimo grazie a coloro che
hanno scritto “Anche se è morta davvero, grazie per le
mille emozioni!”.
E un grazie caloroso va a coloro che ci hanno riservato belle parole e
hanno mostrato sostegno (anche su twitter o per messaggio privato),
coloro che hanno chiesto scusa e che si sono ricredute.. Coloro che un
po' di fiducia in noi ce l'avevano...
Grazie mille!
PS: Un grazie particolare a Vero che ha ispirato il titolo di questo
capitolo e un paio di frasi all'interno. Questo capitolo infatti si
chiamava “Please, don't go”. Ma quello che hai detto
riguardo la pioggia.. e quella frase.. mi hanno davvero colpita e ho
deciso di modificarlo.
PPS: Scusate se ho scritto fesserie in campo poliziesco o_O La mia sola
esperienza a riguardo si limita alle prima stagioni di Distretto di
Polizia XD Quando se n'è andata la Pandolfi poi non mi ha
attirato più XD chissà perché XD
PPS: Andiamo u.u secondo voi avrei perso ore del mio prezioso tempo in
cui avrei potuto diligentemente studiare (crediamoci.. u.u) a cercare
foto di bimbe perfette solo per farla morire? u.u no way u.u
COMMENTO DI CLOE
Ok, salveee. Io ho deciso di scrivere il giorno dopo, a mente diciamo
così ‘fredda’. Per il semplice motivo che a mente
calda si dicono un sacco di cose che non si pensano (ehm.. come
è accaduto ad alcune di voi :P ). Vi voglio raccontare una cosa,
ora. Verso ottobre scoprii una ff inglese che mi prese tantissimo. La
seguii, recensii quasi tt i cap e poi a Dicembre l’autore fece
succedere qlcs che non mi piacque affatto. Lessi quel capitolo e
piansi. Piansi, urlai, gridai e mi arrabbiai molto per circa un ora.
Man mano che il tempo passava però mi misi ad analizzare la
cosa. Rilessi il capitolo con calma, scoprendo dei pezzi di pura e
assoluta perfezione e poesia. E poi mi fermai e mi feci una domanda. Mi
sono poi stupita così tanto che la storia prendesse questa
piega? E la risposta è stata…NO. Perché seguivo la
storia da tanto, un pò conoscevo l’autore e sentivo
già dentro di me la strada su cui la ff viaggiava.
Ora…riflettete un minuto e ponetevi la stessa domanda che mi
sono posta io a Dicembre. Mettetevi a pensare alla ff dal primo a
questo capitolo e chiedetevi: cavolo ma davvero l’hanno uccisa?
Davvero dopo tutto il lavoro, l’amore e la dedizione che hanno
dato a Joy, la storia finisce così?
Ecco, provate a darvi una risposta. Secondo me ce la fate anche da sole.
Joy nasce da noi, fondamentalmente. Da me, da Fio e da altre nostre
amiche che amano Robsten. Non so come la cosa sia arrivata ad avere una
certa portata, fatto sta che alla fine si è espansa anche in
altre ff. (ed è una sorta di ‘icona’, no? Altrimenti
non avrei quasi 100 persone pronte ad uccidermi). Per noi Joy è
più di un personaggio, è qualcosa che ci lega. Ragazze
con alcune di voi ho parlato su twitter, su msn di qst cosa.
Condividiamo l’ammirazione per Robsten, abbiamo sclerato ai
movie, abbiamo quasi pianto insieme quando postavamo e succedeva
qualcosa di epic come uscita di foto robsten ecc…
E poi mi ritrovo certe recensioni…e la cosa mi ha lasciato
spiazzata perché io ero convinta che un po’ ci conosceste.
Almeno un pochino..
Così convinta che ero certa neppure ci credeste (Qualcuno
infatti ci è arrivato). Avrei messo la mano sul fuoco sul fatto
di ricevere qlc recensione negativa sulla scelta del capitolo, ma mai
che davvero arrivaste a contemplare l’ipotesi della morte di Joy.
Senza contare che il capitolo è pieno di indizi sul fatto che
è un sogno, almeno secondo me :P.
Dico solo due parole sui punti che mi hanno infastidita.
1) Voi non avete idea di quanto tempo ho impiegato a
scrivere il capitolo. Giorni passati a piangere perché la sola
cosa che volevo era mettermi alla prova su qlcs di forte. E
francamente ne sono orgogliosa. La sola cosa che mi avrebbe fatto
piacere era che non lasciaste una recensione dettata solo dalla voglia
di sfogarvi, ma che ci pensaste due minuti e mi deste un vero parere
sull’argomento trattato. Sarebbe stato carino e alcune di voi
l’hanno fatto. A voi dico grazie, sono felice di avervi
emozionato perché scrivere di temi simili aiuta a crescere come
scrittrici, indipendentemente dal dolore che io posso aver provato
nella mia vita.
2) Poi passiamo a chi ha lasciato una recensione per
la prima volta. Indipendentemente da tutto, grazie . Io penso che gli
autori debbano essere grati di ogni recensione perché alla fine
non è un obbligo lasciare neppure due parole. Io accetto il
fatto che lasciate una recensione alla fine, quello che mi lascia
sconcertata da certe persone è che la sola cosa scritta
sintetizzando è ‘avete rovinato una gran bella ff, vi odio
’. Scusate ma una storia non si basa su un capitolo. Se volete
lasciare una recensione a fine storia (a parte che non è finita)
vorrei due parole sui restanti 48 capitoli e su tutto ciò che
è successo. Altrimenti è un controsenso non trovate?
3) Ora voi che ci seguite da un anno avreste dovuto
capire che non avremmo mai ucciso Joy, specialmente ragazze che mi
seguono in altre ff dove mi sembra chiaro che ci sono due cose che amo:
bambini e finali felici (-_-). Ma comunque, se anche fosse stato
così, e Joy fosse davvero morta, sarebbe stata una nostra scelta
visto che è il prodotto del nostro lavoro, fatica e amore, no?
Io non ho firmato un contratto col sangue quando sono entrata su efp
dove garantivo che tt le mie ff avrebbero avuto il lieto fine,
né ho mai promesso una cosa simile a qlcn. La sola cosa che
chiedo, penso a nome di tutti gli scrittori, è che se anche
tutto ciò che avete da dire è ‘La storia non mi
piace più, smetto di leggerla’, lo facciate sempre con
rispetto.
Ora ho messaggi, mail di gente che dice ‘scusa, forse ho
esagerato’. Ragazze, per me, fa nulla. Io sono una persona
suscettibile, ve lo dico francamente. Ma la cosa mi dura si e no
mezz’ora, non porto rancore. Ora, ricordo solo che cosa mi ha
infastidito, ma di certo non so i nick né chi ha scritto cosa
xD. Davvero, vi ringrazio ancora per le recensioni, e per avervi fatte
stare male. Ma se avete pianto e vi siete angosciate leggendo il cap
non posso chiedervi scusa…perché era il mio intento.
Mettermi alla prova e dimostrare che potevo scrivere qualcosa di simile
e, voi, me lo avete confermato J
P.S= la prossima di voi che sento dire che siamo sadiche…arghh.
Testa mozzata U__U. vi vorrei far notare che su una storia di 49
capitoli quelli tristi, e alcuni non lo sono neppure davvero, sono si e
no 9. Ora bilanciate la cosa e, mano sul cuore, ditemi che davvero
avreste amato questa ff se tutto sarebbe andato bene dall’inizio
alla fine. E poi ragazze…è una storia. Racconto di
fantasia, è ovvio che sia pieno di eventi e coincidenze che
nella vita normale non accadono. Andate in libreria e ditemi in quale
libro, racconto, novella non succeda, ok?
XoXo
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Capitolo 50 *** E vissero per sempre felici e contenti... ***
felici e contenti
Buonasera
girls!! Visto che due settimane fa vi abbiamo dato due aggiornamenti di
fila la scorsa settimana è ovviamente saltato. Questo è
il penultimo capitolo (questa volta davvero, niente scherzi).
Cooomunque dobbiamo ringraziarvi per l'enorme (al numero 100 ci
è quasi preso un infartoO__O) numero di recensioni hahaah
soprattutto perchè ci ha permesso di parlare con alcuni di voi
che non conoscevamo per nulla.
Grazie grazie grazie grazie!!! *______*
Vi lasciamo al capitolo e...enjoy!!
P.S= State votando per i movie
awards?? U__U mi raccomando il cane deve stare lontano anni luce dal
Best kiss Anche perchè quel bacio tra Bella e Jacob è
inguardabilmente vomitevole :@
P.S= Capitolo dedicato a una
nostra amica e alla sua futura bambina che si chiamerà Joy U___U
( muauhahaahuuahau ok mon amour scherziamo, era una battuta U_U nn ti
incazza)
CAPITOLO 50 (Cloe)
E VISSERO PER SEMPRE FELICI E CONTENTI...
POV KRIS
Non sapevo perché ma, essere
a Londra, mi faceva stare istantaneamente meglio. Anzi, forse sapevo
benissimo perché.
Mi faceva sentire al sicuro.
Anche se era una grandissima
città. Anche se ci vivevano milioni di persone esattamente come
a LA. Anche se succedevano comunque centinaia di crimini al giorno.
Furti, rapini, omicidi, rapimenti..
Sentii qualcosa spezzarsi dentro a quel pensiero. Qualcosa che ricacciai in fondo alla mente all’istante.
Londra era tante cose brutte, indubbiamente. Ma almeno non era LA. Almeno non era Hollywood.
Due settimane lontani da quel posto. Lontani dai ricordi, lontani da lei…
Mi resi conto di non avere quasi la
forza di deglutire, come ogni volta che ripensavo a quei giorni. Che
non avrei neppure saputo come definire. Quasi surreali, quasi
impalpabili. Come se fossi morta per ritornare a vivere solo quando mia
figlia era tornata fra le mie braccia.
E la cosa che mi faceva ancora
più rabbia era che una singola persona aveva avuto il potere di
distruggere non solo la mia vita, ma anche quella di Rob, di tutta la
mia famiglia e quella di Joy, persino.
Ma adesso era finita…
Era finita e io dovevo concentrarmi
solo sulla gioia che provavo nell’averla di nuovo stretta a me.
Nel ricordo dell’istante in cui avevo sentito la sua vocina
chiamare ‘mamma’ancora una volta.
Forse allora era vero. Forse Dio
esisteva dopotutto. Forse non era un’entità immaginaria,
un semplice ectoplasma creato dagli uomini per continuare ad avere la
forza di vivere, dopotutto. Forse era stato davvero Dio a ridarmi mia
figlia. A spingere quella donna malata, Annie, ad affidare mia figlia
alla vicina una volta sentitasi braccata. A far si che questa portasse
la nostra piccola proprio nel commissariato dove io e Rob la
attendevamo col cuore a pezzi.
Ma dopotutto non importava chi era stato: Dio, il destino, il fato…
Ora era con noi di nuovo e, cosa
ancora più importante, a malapena si era resa conto di
ciò che le era accaduto. A sentire i suoi pochi discorsi senza
molto senso, era stata con una signora gentile che aveva cucinato per
lei, le aveva fatto il bagnetto e dato un pigiama coi coniglietti per
la notte. E poi era semplicemente tornata a casa da mamma e
papà…
“Ehi tutto bene?”
La voce di Rob mi riscosse dai miei pensieri, riportandomi a Heathrow, zona reclamo bagagli, dove ci trovavamo in quel momento.
Circondati da guardie del corpo su ogni lato. Quattro persone che in pratica non ci lasciavano mai. Per fortuna.
Mi sembrava assurdo che ci fosse
stato un tempo in cui le avevo definite superflue o esagerate. La gente
li fuori era pazza, ed era qualcosa che mi ero fatta entrare in testa
solo quando avevo rischiato di perdere la cosa più importante
della mia vita. Cosa che mai più avrei messo in pericolo.
“Sì” annuii
rapida, cercando di pensare solo al motivo per cui ci trovavamo in
città. “Solo eccitata per Liz.”
Carezzai
i capelli mossi di Joy, proprio mentre Rob sogghignava, trasmettendomi
così, finalmente, un pò del suo buon umore.
Liz aveva il cesareo previsto da li
a quattro giorni e noi eravamo venuti ad assistere alla nascita dei due
piccoli gemellini di casa Pattz. Che ancora non avevano un vero e
proprio nome a quanto pareva.
“Ora che saranno fuori dal
pancione inizia il divertimento” commentò “Ricordi i
primi periodi con Joy? Dormiva pochissimo, non voleva mangiare..”
“..aveva le coliche” continuai per lui “Oh e poi..i dentini e la febbre e…”
Lasciai cadere il discorso,
ricordando nella mia mente tutti quei primi mesi che non erano stati
facili, certo, ma che avevano qualcosa di così dolce e unico nel
loro ricordo. Come il profumo di borotalco misto alla pelle di neonato,
le loro ditina tiepide che si chiudono nelle tue…
Non potei contenere un sorriso, emozionata, pensando a tutte le meravigliose cose che aspettavano Lizzie.
“Ma rifarei ogni singola cosa milioni di volte” mormorai.
“Anche io”
confermò “Non cambierei nemmeno un dettaglio. Neppure una
notte insonne per le coliche, niente.”
Massaggiò la schiena di Joy
che, poggiata al mio petto, stava per addormentarsi e intrecciò
le dita della mano alle mie. E rimanemmo così, legati, i nostri
sguardi uniti finchè…finchè un rumore mi fece
sussultare.
A pochi passi da noi tre ragazzine
di si e no 15 anni avevano cercato di avvicinarsi ed erano state
prontamente bloccate dalle nostre personali guardie svizzere. Il
body-guard che parlava con loro era uno appena arrivato con un nome
piuttosto strano e che parlava pochissimo inglese. Istantaneamente
avrei voluto che se ne fosse occupato Dean. Lui di solito sapeva essere
gentile anche quando rifiutavamo foto e autografi.
E avevamo sempre rifiutato da un mese a quella parte…
Sentii le dita di Rob rafforzare la
presa come se capisse quello che stavo pensando. “Non possiamo
fare felici tutti Kris. Prima viene la nostra famiglia.”
Annuii ma non potei non vedere le
espressione deluse di quelle ragazze. Dopotutto erano ancora delle
bambine e io non avevo avuto la loro età poi molti anni prima e,
anche se ero stata una teenager atipica e super concentrata nel lavoro,
ricordavo bene cosa si provava ad avere un mito, un film o un libro ad
emozionarti.
Improvvisamente tirai fuori dalla
borsa un blocco per appunti ed una penna, firmandoli e scrivendo
qualche parola standard per gli autografi.
Rob mi fissò confuso finchè non gli passai i foglietti.
“Che stai facendo?”
“Mi fanno tenerezza.” Sussurrai “Insomma mandarle via così..senza niente…”
Lo vidi aprirsi in un piccolo sorriso. “Se vuoi possiamo andare lì e fare un paio di foto…”
Trattenni il respiro. Lo volevo?
No..
La verità era che ero ancora
troppo codarda per muovere un passo fuori dalla mia sfera di sicurezza
che era personificata in Rob, Dean e negli altri uomini che
proteggevano me e Joy.
Scossi il capo. “No”.
“Okay..”
Mi lasciò un bacio sulla
guancia, senza chiedermi nulla di ciò che non fossi disposta a
dire e io mi aggrappai a lui, la mia roccia, mentre guardavo Dean
portare i fogli alle ragazze.
Una di loro mi lanciò
un’occhiata speranzosa, come se si aspettasse qualcosa in
più, qualcosa che prima
dell’’….dell’incidente, avrei dato senza
pensarci.
Abbassai lo sguardo, stringendomi con più forza a Rob e a Joy.
Mi dispiaceva, ma avevo già
dato troppo al resto del mondo. Gli avevo quasi dato la mia famiglia e,
di certo, non sarebbe più successo.
XXX
“Ahhh finalmente a
casa!” esclamò Rob lasciando cadere le valige in corridoio
e saltando sul divano con Joy sul petto.
Dean e gli altri sarebbero stati in un hotel in città, invece
“Shh.. probabilmente i tuoi
stanno dormendo” lo rimproverai sghignazzando e scivolando su di
lui, sulla porzione del suo corpo non occupata da mia figlia
“Stai facendo lo stesso rumore che farebbe uno scimmione. Anche
se noi abbiamo il fuso orario tutto sballato, per loro è..oddio
credo sia quasi mezzanotte.”
Le sue mani scivolarono sulla mia schiena, fino a terminare sul mio sedere, stringendolo senza farsi vedere da Joy.
“Ma sono il tuo scimmione” mormorò all’orecchio.
“Smettila stupido!” risi forte quando iniziò a farmi il solletico.
“Ti..papà tupidoooo”
Anche Joy iniziò a ridere come una pazza e dovetti tapparmi la bocca per non morire dal divertimento con lei.
Rob la guardava scioccato,
probabilmente perché era la prima parolaccia che le aveva
sentito dire chiaramente. Ed era rivolta a lui, a colui che era sempre
stato il genitore buono e permissivo.
Saltai in piedi, tenendo la mia piccola aggrappata al collo.
“Brava amore della mamma. E’ così che deve essere, tu ed io contro i maschi cattivi! Muhuhamuhaumuah”
Imitai una perfetta risatina
diabolica che Joy cercò di copiare ottenendo un effetto
più che altro comico, ma impagabile.
“Maschi cattivi eh? Ve lo faccio vedere io.”
Prima che potessi riprendermi, Rob
mi afferrò per la vita e mi buttò sul divano, coprendo
questa volta me e Joy col suo corpo.
“Solletico” strillò.
“No..papà..no no..ahhahahah”
Joy conosceva benissimo il
significato di quella semplice parola e iniziò a contorcersi e
scalciare cosa che, però, non fermò Rob.
Con una mano sul suo piccolo
pancino e una sul mio iniziò a solleticare la nostra pelle
scatenando, senza sminuire la cosa, l’inferno.
Dopo fu solo un continuo scalciare,
seguito da risate isteriche ed assurde di Joy. La furbetta però
riuscì a sgusciare via dai nostri corpi, visto il suo corpicino
piccolo e magro, e corse fino all’altra parte della stanza,
lasciandomi a lottare da sola contro mio marito.
“Joy..no Joy” strillai
più forte ora che aveva entrambe le mani occupate a torturare
solo me “No..ahahah Rob basta..Joy vieni da mamma ti prego no
ahahah.”
Joy mi guardò ridendo e
sembrò indecisa per un istante. Ma, poi, tornò a
focalizzare la sua attenzione sullo scatolone dove i genitori di Rob
conservavano i suoi giochi e fu evidente chi dei due vinse la battaglia
del suo cuore.
I giochi, ovvio.
Ma Rob, ora, aveva in mente un altro tipo di gioco.
Le sue mani si bloccarono sui miei fianchi, smettendo di muoversi in modo scherzoso e decisamente più erotico.
Mi aprì le gambe, posizionandosi nel mezzo e sfregando così la stoffa dei suoi jeans sulle mie cosce nude.
Perché avevo messo la gonna, perché?
Mi maledissi mentalmente visto che sapevo perfettamente cosa Rob avesse in mente.
Sentii la stoffa della gonna
scivolare in alto grazie al favoloso lavoro delle sue mani, non
abbastanza in alto però da lasciarmi scoperta.
Mi accarezzò le cosce avanti e indietro con movimenti leggeri, appena accennati.
“Rob..i tuoi genitori..”
“Dormono.”
“Ci
sentirà…” Le parole mi morirono in gola quando lo
sentii accarezzarmi completamente con il palmo della sua mano proprio
tra le cosce.
“Non ti sentiranno se farai piano..ah ma dimenticavo” mi prese in giro “A te piace urlare…”
Cominciò a massaggiarmi col pollice sulla stoffa, su e giù, prima più forte, poi velocemente..
Fui a malapena conscia di un rumore poco lontano da me: uno dei cubi delle costruzioni di mia figlia caduto a terra.
“La bambina..”
“Non capisce Kris. Per lei stiamo solo giocando, come prima.”
Avrei voluto dirgli che lo sapevo ma che, comunque, non mi sembrava giusto, che…
Ma in quell’esatto istante le sue dita scavalcarono la stoffa entrando più in profondità.
Molto più in profondità.
“O cazzo Rob..”
“Cazzo”
ridacchiò massaggiandomi con forza sia con le dita sia col palmo
della mano “Vuoi insegnare anche questa parolaccia a Joy?
No..no..mi sa che dovrò punirti mia cara.”
Aprii gli occhi tentando di
immagazzinare aria e il mio sguardo inavvertitamente finì sul
pavimento al mio fianco. Il cellulare di Rob era per terra,
probabilmente caduto dalla tasca dei suoi pantaloni e lampeggiava.
In un attimo di lucidità vidi che lampeggiava e..
15 chiamate senza risposta.
“Oh no..Rob basta. Basta..” mi contorsi sotto di lui e vidi i suoi occhi spalancarsi terrorizzati.
“Oddio scusa…ti ho fatto male.”
“No, no” lo tranquillizzai baciandogli la punta del naso “Ma il tuo telefono..prendi il telefono.”
Confuso si sporse e, con la mano non occupata da ehm…me, lo raccolse e lo portò all’orecchio.
“Mamma..sì..a casa.
Pensavamo foste di sopra a dormire in realtà ehm.. Noi
stavamo..beh Joy stava..lascia perdere” ridacchiò ma poi
vidi la sua espressione farsi improvvisamente seria “Quando?
Davvero? Sì sì…certo che veniamo, veniamo subito,
tanto Joy non ha sonno. Ha dormito per dodici ore in aereo.Ok,
ciao.”
“Che succede?”
Sorrise. “Liz è in
travaglio. A quanto pare i bimbi avevano fretta di nascere e non
avevano alcuna intenzione di aspettare il cesareo programmato.”
“Oh mio Dio ma è
meraviglioso!” esclamai emozionata “Joy hai sentito? i
bambini stanno arrivando!”
“Babbini!”
lanciò in aria un cubo di legno che però le ricadde
rovinosamente sulla testa. Lei si limitò a massaggiarsi il punto
che le faceva male, scacciando le lacrime con forza.
Stava diventando una bimba così coraggiosa, il mio tesoro…
“Direi che dobbiamo andare” sbuffò Rob.
Annuii. “E io che invece speravo di venire. Mi devi un orgasmo signor Pattinson.”
“Quando torniamo a
casa” mi bacio le labbra togliendo con delicatezza le dita che
teneva ancora dentro me “Avrai tutti quelli che vuoi. Ma
adesso…”
“..adesso è tempo di…” gli passai un fazzolettino per pulirsi la mano.
“BABBINIIII!” strillò ancora Joy.
Mi alzai dal divano tenendoli entrambi per mano. “Andiamo ad allargare la famiglia, su…”
XXX
“Kris è tutta tutta colpa tuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
L’urlo di Lizzie mi fece
ghiacciare il sangue nelle vene e accapponare la pelle. Quella non era
la mia Elisabeth, la ragazza dolce e un po’ pazza che in pratica
era diventata una sorella.
No, quello era un mostro, una strega, un…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Kris
perché?” scoppiò in un pianto irrefrenabile
“Perché mi hai obbligato a partorire naturalmente? Io
volevo il cesareo..lo volevo la drogaaaaaaa”
“Io..ma io..io non ho mai detto che dovevi o che..”
“Ti odioooooooooooo!”
All’ennesimo urlo capii che
probabilmente battere in ritirata era la cosa migliore. Avevo promesso
a Liz che le sarei stata accanto durante il parto visto che sia Vic che
la madre di Rob non reggevano molto la vista del sangue e volevamo
evitare svenimenti. Tutto era andato per il meglio quando io, Rob e
Joy, accompagnati da Dean, eravamo arrivati in ospedale. In
realtà erano appena arrivati in ospedale anche loro e tutti
eravamo molto emozionati. C’erano stati abbracci, congratulazioni
e un ultimo bacio di mia figlia ai suoi cuginetti attraverso il
pancione.
E poi..poi avevo fatto il
più grande errore della mia vita. Avevo detto a Liz che
partorire naturalmente era la cosa migliore per me. Le avevo raccontato
la mia esperienza e le avevo detto che, visto che i gemelli erano in
posizione corretta e i dottori non ci trovavano nulla di male, avrebbe
potuto avere un parto naturale invece del cesareo.
Ecco..bella idea cazzo.
Mi tolsi la mascherina e traballai nel corridoio. Ora Liz mi odiava..
“Ehi che
c’è?” Rob corse verso di me “Sono nati? Tutto
bene? Perché hai gli occhi lucidi?”
“Liz ha detto che mi odia” blaterai sentendo gli occhi pungere.
Con mia enorme sorpresa Rob
scoppiò a ridere. “Oh Dio Kris, non lo pensava dai! Le
donne sono irrazionali in quei momenti.”
Alzai un sopraciglio. “E tu lo sai data la tua enorme esperienza?”
Annuì. “Esatto. Con te.”
“Rob no” ridacchiai bloccandolo. Io non ero stata così..io ero stata calma e rilassata.
“Tu non capisci. Sta urlando
come una pazza! E ha detto delle parolacce che..che non credevo nemmeno
esistessero nel dizionario. Probabilmente non ha bisogno di un medico
ma di un esorcista. Oh..probabilmente i gemelli non sono normali. Sono
una specie di incarnazione satanica come in quel film..il mai nato o
…”
“Mmmm e dimmi” domandò “Scommetto che stava anche cercando di spezzare la mano di Paul.”
“Sì” annuii veloce “Come lo sai?!”
“Lo vedi questo?” alzò il polso mostrandomi una cicatrice vecchia ma evidente e fissandomi eloquente.
Capii all’istante. “Vuoi dire che quella te l’ho fatta io quando..no, non ci credo. Io ero calma!”
Scoppiò a ridere, seguito a
ruota da Joy che si comportava come se avesse capito ogni singola
parola della nostra conversazione.
“Eri isterica.”
“Oddio” sussurrai
sconvolta “Ero una specie di pazza anche io allora? Beh, sappi
che se e quando avremo un altro bimbo…non dovrai entrare.
Capirò, te lo giuro”
Il suo sguardo si addolcì.
“Non è un se, amore, è certamente un quando. E ti
giuro che anche se mi farai paura io sarò li con te.”
Mi baciò le labbra ma, in quel momento, la porta si aprì e ne emerse un Paul sconvolto.
“Kris il primo bimbo è..è nato. Ma ora vuole te.”
La gioia di sapere di avere finalmente un nipotino fu rimpiazzata dal puro terrore.
Mi voltai verso Rob. “E se io stessi con Joy ed entrassi tu?”
“Io?? Io non voglio vedere la
va…le parti basse di mia sorella grazie. E poi gliel’hai
promessu TU, non io.”
Sbuffai. “Grazie. Ricordi la
frase ‘nella buona e nella cattiva sorte’? Vai a fidarti di
un marito.” Borbottai tornando terrorizzata sui miei passi.
Entrai piano e mi avvicinai di nuovo a lei, sfiorandole piano la spalla.
Alzò di scatto il viso e lo vidi inondato di lacrime, ma felice.
“E’ nato il primo lo sai?” sussurrò emozionata, stringendo i denti.
Annuii.
Eccola di nuovo la mia Liz.
E come potevo non capirla. Per
qualche strana ragione non ricordavo per niente il dolore del parto.
Cioè, sapevo che aveva fatto malissimo, ma a distanza di tempo
non sapevo più la gradazione o il tipo esatto di dolore. Ma la
gioia, l’emozione, lo stordimento di vedere il tuo bambino per la
prima volta…quello era indelebile.
“Dai che ce la fai Liz” la incitai “Ancora un piccolo sforzo. Piccolo, te lo giuro.”
Annuì veloce, afferrandomi la mano per le ultime decisive spinte.
E così, dieci minuti dopo,
alle cinque e quarantacinque del 18 aprile, anche una piccola, nuova,
meravigliosa bambina venne alla luce.
E, anche se la sua povera zia Kris
aveva perso l’uso della mano, ne era valsa decisamente la pena.
Perchè ero stata io a consegnare, insieme a Paul, a Liz i suoi
bimbi per la prima volta e a vedere le sue lacrime di gioia e
commozione.
E niente valeva un’emozione simile…niente.
L’emozione
di stare tutti attorno ad un letto di ospedale a vedere una mamma con i
suoi bimbi, come una vera famiglia unita. Come eravamo noi.
“E’ stata davvero una
sorpresa” sussurrò Liz, tornata completamente nelle sue
facoltà mentali. Forse aveva espulso la parte satanica con la
placenta. “Pensavamo fossero due maschietti e
invece…”
“Allora. Nomi..dai!!” esclamò Vic “Siamo curiosi!”
Liz prese la mano di Paul e
sorrise. “Beh, all’inizio avevamo pensato di chiamarli
Thomas e Robert. Ma ora che dobbiamo cambiare…beh Thomas resta Thomas mentre la nostra bimba si chiamerà…si chiamerà Jaymes”
Trattenni il respiro per qualche
secondo e mi aggrappai a Rob, inconsciamente, sapendo che probabilmente
aveva gli occhi lucidi e un nodo alla gola tanto quanto me.
Gli aveva dato i nostri nomi. Beh, i nostri secondi nomi ma, comunque…
“Liz…”
“Oh credimi”
sussurrò “L’ho fatto soprattutto per me. Così
saprò che si ameranno per sempre, malgrado tutto, no?”
Non potei trattenermi e gettai le
braccia al collo sia a lei che a Paul, completamente emozionata. Vidi
Rob asciugarsi veloce gli occhi ma sapevo il genere di rapporto che lo
legava alla sorella e sapevo che avrebbero parlato dopo, soli, in
privato.
Mi avvicinai a lui e gli passai una mano intorno alla vita.
“Siamo molto fortunati” sussurrò.
E lo eravamo. Lo eravamo davvero, malgrado tutto quello che ci era successo.
Eravamo
una famiglia e ci amavamo e la cosa non mi fu mai così chiara
come quando Joy, seduta a fianco di Liz, si lasciò afferrare un
ditino dal piccolo Tom. Lui lo portò alle labbra e iniziò a succhiarlo provocando un moto di risate eccitate e divertite di mia figlia.
Sentii la presa di Rob rafforzarsi e una sola, semplice parola uscirgli dalla bocca.
“Presto…”
XXX
POV ROB
“Babbini!”
“Joy, no. Adesso i bambini non ci sono.”
“Babbini!!!!”
“Più tardi, ok?”
“Babbini!!!” Joy
sbattè il piede a terra, pretendendo qualcosa che non potevo
proprio darle. Aveva sviluppato un profondo attaccamento nei confronti
dei cuginetti nei tre giorni precedenti e avrebbe voluto vederli ogni
secondo. Il problema era che Liz era ancora in clinica visto che i
bimbi erano leggermente sottopeso e gli orari delle visite erano
piuttosto, anzi molto, rigidi.
“Amore, dai, perché
non giochiamo un po?” posai la chitarra che stavo strimpellando
sul divano e presi la mia bimba sulle ginocchia.
Scosse il capo testarda e, per la
prima volta, anche vederla fare i capricci fu la cosa più bella
del mondo. Il solo pensiero di aver rischiato di perderla per sempre,
di non vederla mai più…
Scossi il capo prima che il mio
cervello commettesse il grave errore di tornare a pensare certe cose.
Quando mi capitava non riuscivo più a concentrarmi su
nient’altro che non fosse quell’orribile sogno. Così
vivido, così vero che…che avrei preferito morire un
milione di volte. Così terribile che ogni sera mi addormentavo
col terrore di sognare ancora qualcosa di simile.
“Papà! Uffi”.
Joy annoiata e stufa mi riportò alla realtà.
“Possiamo giocare con..mm con
i giochi del tuo box?” Indicai il grosso box stracolmo di giochi
che però, ahimè, temevo che ormai Joy conoscesse
già alla perfezione.
E infatti...
“No, uffi”.
“Le bambole?”
Scosse il capo.
“Peluche?”
“Nooo, babbini!”
Risi. Certo che quando si metteva in testa qualcosa era impossibile distrarla.
D’altra parte la capivo. Dopo
il trambusto del nostro arrivo e della nascita dei gemelli la nostra
visita londinese non si era rivelata molto eccitante. A parte le visite
alla clinica eravamo rimasti chiusi in casa, un po’ per via della
pioggia incessante, un po’ perché uscire dopo quello che
era successo…
Ma adesso che il sole era tornato a
splendere, in ogni senso, forse era tornato il momento di ricominciare
a vivere una vita normale e serena.
Per cui…
“Amore la vuoi fare una bella passeggiata?” le proposi “Solo tu ed io?”
Immediatamente il suo volto si
illuminò e iniziò a saltellare sul divano.
“Sì!! Tio Tom, tio Tom, tio Toooooom!”
Mi finsi offeso, incrociando le
braccia al petto. “Ah sì? Preferisci lo zio Tom al tuo
papino, allora? Bene bene, me ne ricorderò…che bambina
cattiva.”
Alle mie parole rise ancora più forte. “Tio Tom…calamelle, legali!”
Non potrei trattenere le risate anche io, a quel punto.
“Hai capito che bambina
materialista ho cresciuto” borbottai prendendola a spalle
“Su mostriciattolo, andiamo a chiedere alla mamma il permesso di
andarcene in giro”
Io e Joy trovammo Kris in cucina
con mia madre, entrambe intente a preparare qualche sorta di dolce da
portare a Liz. Secondo loro la cioccolata aiutava a prevenire la
tristezza che veniva alle donne dopo aver partorito per via degli
ormoni impazziti. Quando avevo commentato che, a parer mio, gli ormoni
delle donne erano comunque quasi sempre impazziti, mi ero beccato
un’occhiata omicida degna del migliore serial killer per cui, in
quel momento, decisi di stare zitto.
“Io e Joy usciamo, ok?”
“Mmmm” mormorò
Kris senza staccare gli occhi dalla ricetta “Ok..chiama Dean e
chiedigli se non ha impegni allora.”
“Ehmm…veramente pensavo di non avere bisogno di lui, no?”
Immediatamente lo sguardo di Kris scattò su di me, allarmato.
“Stai scherzando?”. Riuscivo a leggere il panico mal celato nella sua voce.
Lo dovette notare anche mia madre
perché posò sul ripiano la ciotola in cui stava
mescolando qualcosa e si avvicinò, prendendomi Joy dalle braccia.
“Ecco amore, vieni un attimo con la nonna. Facciamo il bagnetto così se devi uscire sei bella e profumata.”
Lei non fece obiezioni, anzi, battè le manine elettrizzata di poter sguazzare per un po’ nella vasca.
“No” Kris parlò non appena furono uscite dalla stanza “No. Sei pazzo?”
“Kris..”
“No..”
“Ma ci sono io con lei”
“Questo non mi tranquillizza
affatto! Abbiamo appurato che la gente è pazza Rob e Joy non
è la sola a rischiare. Sai quante ragazze sono ossessionate con
te? Sai quante farebbero letteralmente follie per qualche minuto con
te? Ho paura per tutta la mia intera famiglia.”
Sbattè con forza il
cucchiaio sul tavolo. “E pensavo che fino a qualche giorno fa tu
la pensassi come me. E adesso…”
“Adesso la penso ancora come
te” la rassicurai “Non ho intenzione di lasciarla
allontanarsi da me neppure un secondo ma..” sospirai “Oggi
è il giorno libero di Dean.”
“Beh gli pagheremo gli straordinari, se è questo che vuoi.”
Allungai il braccio e la afferrai
per la vita, premendo la sua schiena contro il mio petto. “Non
è quello che voglio e lo sai.”
Le carezzai le braccia, capendo ogni singola goccia della paura che stava provando.
“Per favore, non possiamo
vivere nel terrore, no?” la implorai “Ti prometto che
torneremo per le sei al massimo. Un giretto in luoghi pubblici dove
nessuno può farci del male, giuro. Staremo in incognito come
agenti segreti tutto il tempo. Ho anche un cappellino rosa e occhiali
da sole abbinati per Joy.”
Riuscii strapparle un piccolo sorriso.
Annuì, anche se poco convinta.
“State attenti però, ok?”
La baciai sulle labbra. “Attentissimi lo prometto.”
“Tio Tom!!” Joy
sgusciò via dalle mie braccia non appena i suoi occhi, coperti
da un paio di occhiali da sole per bimbi, si posarono sul mio migliore
amico.
Vidi Tom correrle incontro e prenderla in braccio, stringendosela al petto e, poi, facendola volteggiare in aria.
Sentii il cuore stringersi un poco nel petto a quella vista. Erano mesi che non vedevo Tom, che non ci parlavo davvero…
Mi era stato vicino quando Joy era
stata rapita ma purtroppo si trovava dall’altra parte
dell’oceano per un film ed era successo tutto così in
fretta che avevo avuto tempo di informarlo solo quando, in pratica,
finalmente lei era tornata da noi.
Posò Joy a terra ed estrasse dalla tasca una manciata di lecca lecca rosa.
“Papàààà..lella lella!” esclamò Joy tirando lo zio verso di me.
E non so come successe ma ci
ritrovammo abbracciati. Non era un gesto che molti avrebbero definito
da uomini e che , in effetti, io e Tom usavamo spesso. Ma con
quell’abbraccio mi fece capire tutto ciò di cui avevo
bisogno. Mi fece capire che lui…che lui sapeva. Come stavo, cosa
provavo, il mio dolore…
Bastò un abbraccio per non dovere dire assolutamente più nulla.
“Allora, come
va?Davvero” domandò quando riprendemmo a camminare per il
viale mentre Joy correva davanti a noi, a brevissima distanza.
“Bene” sospirai
“Beh, ovviamente siamo ancora un pò scossi…è
stato tutto così assurdo e..non lo so..terribile… vorrei
solo dimenticare. Kris è ancora molto scossa, non voleva neppure
lasciarci uscire. E la capisco ma…”
“Ma non potete chiudervi in casa per sempre.” Continuò
“Esatto.
“E tu invece? Come va con Carrie?”
Storse la bocca. “E’
finita. Bah, forse devo dire che non è mai davvero cominciata.
Non so…non eravamo fatti per stare insieme credo. Siamo
più..amici ecco. Non so, forse volevo solo convincermi di
amarla. Perché volevo qualcosa come quello che avete tu e
Kris”
“Tom” lo tranquillizzai
passandogli uno dei lecca lecca che aveva portato. “Mangiane uno
e pensa positivo. Anche tu troverai la tua Kris, te lo giuro. E’
solo questione di un po’ di tempo.”
“Bah sarà. Comunque io
penso che bisogna dare una mano al destino a volte. Per esempio
tu…non hai il numero di qualche bella ragazza single?”
Risi, osservando attentamente Joy
che lanciava pezzi di dolce a delle anatre nel laghetto. “Sono
sposato. Devo stare lontano da ragazze simili, non lo sai?”
“Beh ma dico…nemmeno una baby sitter di Joy?”
Sbiancai all’istante e risi
amaro. “Non parlarmi di baby sitter, se ci tieni alla mia
sanità mentale, ti prego.”
“Ma no..intendevo quella di prima. Quella normale che stava con voi a Baton Rouge”
Intendeva..
“Intendi Cloe?”
“Sì, ecco come si
chiamava!” esclamò “Cloe. Quella volta che sono
venuto a trovarvi c’è stato feeling.”
“Ma se l’hai vista per dieci minuti mentre ti ripuliva la maglia dal vomito di Joy!”
Ah, Tom era incredibile. Si fissava
col dover trovare l’anima gemella a tutti i costi, senza capire
che non era così che funzionava.
“Ok” acconsentii per renderlo felice “Ti darò il suo numero se proprio insisti.”
“Insisto.E…beh dovrei
anche proporti un’altra cosina per oggi. Ho questi biglietti per
la tribuna vip per la partita Arsenal- Chelsea e mi chiedevo se ti
andasse di venire. Sarebbe un’introduzione per Joy al mondo del
calcio. Strapparla a quegli stupidi sport americani da cui è
circondata, no?”
“D’accordo ma…per le sei devo essere a casa. L’ho promesso a Kris.”
Si posò la mano sul cuore con un gesto eclatante. “Sarà finita per le cinque, giuro”
Sorrisi. Dio, da quanto tempo non
vedevo una partita! E forse era stupido ma farlo con mia figlia per la
prima volta era..emozionante.
Afferrai Joy sotto le braccine e la feci salire a cavalcioni sulle spalle
Tom tirò fuori un cappellino dell’Arsenal e lo posò in cima alla testolina di mia figlia.
“Pronta per un po’ di sano tifo per l’Arsenal piccolina?” domandai.
“Altenaaaaaaaaaaaal” strillò.
Bene, e che Arsenal sia.
XXX
Cazzo, cazzo, cazzo.
Le cinque, certo.
Sì, come no!
Tom, vaffanculo!
Il taxi accostò davanti a
casa dei miei e schizzai fuori così rapidamente che a malapena
mi ricordai di pagare. Tenendo tra le braccia una Joy sovraeccitata per
i troppi zuccheri.
Ancora una volta, grazie Tom.
Qualcuno mi ricordi perché era il mio migliore amico visto che
le aveva comprato zucchero filato, hot dogs, bibite gassate a iosa e
decine di inutili gadget e trombette spacca orecchie.
E ora erano le otto e io avevo
ben..cazzo, due ore di ritardo!E mi si era scaricato il telefono e Tom
aveva mandato un sms a Kris ma lei non aveva risposto e..
Ok, calmati Rob, calmati.
Aprii la porta ma mi raggelai
quando vidi tutti seduti sul divano, un’espressione seria sul
viso, con le mani premute sulla schiena di Kris, come a darle conforto.
I loro volti si posarono istantaneamente su di me.
“Che succede?” domandai.
E fu allora che vidi la faccia di
Kris attraversata dal maggior numero di emozioni che avessi mai visto
su una persona allo stesso tempo.
Terrore, sollievo, paura, frustrazione e…rabbia.
Cazzo.
“Tu..tu mi chiedi cosa
succede” sibilò “Dopo quello che abbiamo passato tu
sparisci con mia figlia per ore e non ti degni di chiamarmi. Non ti
degni di..”
“Io ti ho chiamata” tentai di difendermi “Ma il cellulare era scarico e Tom ti ha mandato un messaggio.”
“Non che io sappia”
ribattè gelida “E sai perché? Forse perché
Tom ha ancora il mio vecchio numero. Quello che avevo prima che tua
figlia fosse rapita. Che c’è? Un mese e te ne sei
già dimenticato. Ritorni ad essere la solita testa di
cazzo?”
Deglutii cercando di ignorare le sue parole.
Sapevo che voleva solo ferirmi perché era furiosa e che non voleva dire davvero quelle cose.
“Kris..”
Si mosse rapida, strappandomi Joy
dalle braccia e…mi tirò uno schiaffo. Fu così
improvviso e doloroso, anche se non fisicamente.
“Ma stai zitto almeno.”
Detto questo girò i tacchi e salì di corsa su per le scale, lasciandomi solo in salotto.
Sprofondai sul divano e notai solo
in quell’istante che i miei si erano eclissati in cucina. Potevo
sentire il profumo della cena aleggiare per casa, ma il mio stomaco era
sigillato ormai.
Perché sapevo che aveva ragione.
Ero stato un idiota, e dopo tutto quello che avevamo passato.
Non so quanti minuti passarono ma,
dopo quella che mi parve un’eternità, racimolai il
coraggio necessario a incamminarmi di sopra.
Entrai piano in camera mia e notai
Joy pacificamente addormentata nel lettino. Kris era sdraiata nel
nostro letto a una piazza e mezza e mi dava le spalle.
Sapevo che era furiosa e ne aveva ogni diritto.
Sapevo che se le cose fossero state al contrario anche io avrei reagito allo stesso modo.
Ma sapevo anche che dovevo fare qualcosa per rimediare, anche implorare se fosse servito.
Mi spogliai rapidamente rimanendo in boxer e, quando vidi che non mi scacciava, mi infilai al suo fianco sotto le coperte.
Ci sarebbero state tante cose da
dire, migliaia,e invece le sole parole che mi uscirono furono qualcosa
che mai avrei pensato di rivangare.
“Ho sognato che era morta.
Joy. Quando l’hanno presa io…io ho sognato che lei era
morta. Che la seppellivamo, che era in una bara, che tu mi
odiavi.”
“Io non ti odio” mi
bloccò “Lo sai. Ma sono arrabbiata con te. Ti considero un
buon padre e mi fido di te. Ma abbiamo capito che la sicurezza non
dipende più da noi. Che possiamo essere i migliori genitori del
mondo e non avere comunque alcun controllo…”
sospirò “E sono arrabbiata con me stessa perché ho
di nuovo paura.”
Sentii il suo corpo tremare e
spezzarsi in un singhiozzo. “Credevo di avere tutto alle spalle e
invece ho di nuovo paura”
Cinsi il suo fianco nudo e premetti il suo corpo tiepido contro di me, sorreggendola e carezzandola.
“La vita fa schifo” gemette.
“Sì, hai ragione, fa
schifo. Ed è anche meravigliosa. E ti posso garantire che ci
saranno ancora centinaia di momenti in cui farà uno schifo
terribile e centinaia in cui saremo così felici da toccare il
cielo con un dito. E so che la cosa importante quando alla fine ti
guardi indietro sono i momenti belli…e il modo in cui hai
superato quelli brutti. E noi li supereremo sempre”
Si voltò, il naso a due centimetri dal mio.
“Come fai a dirlo?”
“Siamo insieme” risposi semplice “Se lo siamo il resto vale meno di zero”
Cercò di prendere un lungo respiro e capii che era arrivato il momento di spezzare la tensione.
“La testa di cazzo è perdonata? Perché sono disposto ad implorare, se serve…”
“Sei perdonato” mi
massaggiò la schiena “Tom un po’ meno. Perché
cazzo non controlla mai la mail? Sono certa di avergli mandato il nuovo
numero.”
“Conosci Tom” borbottai “Lui..noi siamo ancora un po’ ragazzini a volte, scusaci”
Scosse il capo. “Io voglio solo essere felice. Voglio solo il mio ‘vissero felici e contenti’”
“Lo avremo” la
assicurai “Avremo il nostro lieto fine, presto. Io, te, Joy, baby
Pattz 1, baby Pattz 2, baby Pattz 3…”
“Tre??” domandò ridendo “Non esagerare ora…”
“Non esagero. Non
esagererò mai. Avremo la nostra fiaba e, come ogni fiaba che si
rispetta, finirà in un solo modo.”
“E come?” Si strinse più a me.
“E vissero per sempre felici e contenti…”
Si Rob non farti problemi, dai pure il mio numero a Tom, non mi offendo mica *___________________________*.
Ci si vede la prossima settimana
per l'ultimo capitolo ueueueueueu T__T ç____ç ok
disperiamoci. E poi ci sarà l'epilogo *__*
P.S= Ohohoho Tom mi ha telefonato e mi ha invitato a trascorrere un romantico week end con lui *___* a Londra muahahah.
Se magari -_-
|
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Capitolo 51 *** Like the first time ***
like the first time
Buonasera
ragazze!!!! Siamo qui con un' ansia terribile stasera! perchè?!
Come perchè?! Perchè stiamo postando l'ULTIMO
capitolo di Qui dove batte il cuore e poi perchè
stasera c'è la premiere di Water for Elephant e stiamo pregando
tutti i Santi di qualunque religione del mondo per un RCcon Kris
*______*
Unitevi anche voi in preghiera ma prima...leggete Joy O___+ mi raccomando!!!
Ci si vede... mmm credo la settimana prossima per l'epilogo e per
quella che si prospetta essere una lunga e commovente nota delle vostre
autrici preferite T___T
Vi lasciamo al capitolo.
Kiss kiss Cloe e Fio
CAPITOLO 52 (Fio)
LIKE THE FIRST TIME
Pov Rob
“D'accordo.. non dovrebbe
essere così complicato..” cercai di auto-convincermi dopo
aver letto le indicazioni per la preparazione. “Che dici amore,
ci proviamo?”
La mia piccola, nel suo adorabile completino giallo, annuì convinta.
“Ok.. quindi vediamo.. Ci
serve un recipiente.. Me lo passi Joy?” le chiesi indicando
il contenitore che era accanto a lei. Avrei potuto prenderlo io
perfettamente ma mi piaceva renderla partecipe e lei era contenta di
sentirsi utile. Con le sue manine l'afferrò e mo lo porse.
Io lo presi e la ringraziai con un
grande sorriso a cui rispose felice battendo le mani sul tavolo in
attesa che le dessi altri ordini.. peccato che non ci fosse molto da
fare visto che si trattava di un preparato per torte già pronto.
L'aiutai a versare il latte ma
quando iniziammo a girare insieme il tutto si stancò presto e
scese dalla sedia per iniziare a gironzolare per la cucina. Avevamo
coperto gli spigoli dei tavoli in modo che non ci sbattesse per sbaglio
e aveva già imparato, in seguito a uno spiacevole quarto d'ora
di pianti e urla, che le prese della corrente non dovevano essere
toccate. Tuttavia quando era irrequieta o estremamente sveglia non
riusciva a stare ferma. Accendeva la TV per poi restare a guardarla
solo qualche secondo, a meno che non si trattava di MTV. In quel caso,
se capitava qualche canzone che le garbava particolarmente, poteva
anche mettersi a ballare e saltare dappertutto. In particolare sembrava
piacerle molto Katy Perry..
Scossi la testa sorridendo quando
infatti si trovò ad accendere lo schermo proprio mentre
trasmettevano un suo vecchio brano..
“U e mi... eee laaaaka a liii
aaaa..i ne dri...e weeee o me ooo” risi mentre girando su se
stessa rideva e cercava di cantare Tennage Dream e arrotolava la lingua
per la velocità della canzone. Riconosceva il ritmo ma non era
ancora capace di articolare frasi di senso perfettamente compiuto..
come poteva pensare di cantare il verso di una canzone..?
Mentre la sua vocina invadeva la
cucina mi concentrai sul dolce, che era l'ultima cosa rimasta da fare.
Il resto era pronto e potevo solo sperare che fosse tutto commestibile.
Kristen non sarebbe tornata prima
di mezz'ora quindi avrei dovuto farcela a finire.. il problema era che
dovevo ancora lavarmi e darmi una sistemata prima del suo arrivo.
Preparai la tavola in terrazza in meno di cinque minuti senza tralasciare un paio di candele e una rosa al centro del tavolo.
Tornai in cucina giusto in tempo
per vedere Joy allungarsi sulle punte per cercare di prendere il
contenitore con le patatine che le finì addosso prima che
potessi impedirlo.
“Joy!” la ripresi
accovacciandomi per toglierle quel disastro tra i capelli. Perfetto..
ora aveva bisogno di un altro bagno.
“Non si fa! Guarda che ti sei combinata!”
“Papaaaà.. fameeee” si lamentò combattendo con le mie mani che cercavano di pulirla.
“Ora mangiamo amore..
su..” la tranquillizzai mentre la mettevo nel suo seggiolone.
Pulii per terra e riempii di nuovo il recipiente con le patatine.
“Atatinaaaa”
urlò lei dalla sua postazione apparentemente sicura e senza
rischio di altri piccoli disastri imprevisti. Apparentemente...
Ne misi qualcuna in un fazzoletto e glielo misi davanti.
“Tiiiiiii” esclamò felice. Sorrisi e le baciai il capo per poi tornare ad occuparmi del resto.
Controllai l'orologio e visto che
mancavano ancora cinque minuti di crescita all'impasto della torta che
sarebbe dovuta poi andare nel forno, mi dedicai a mettere un po'
di ordine in casa. Non che ci volesse molto visto che era una casa
molto modesta. L'avevamo scelta appositamente piccola in modo che non
fosse troppo complicato trasferirsi da un posto all'altro, soprattutto
dato che era solo per un mese.
Era una casa graziosa e nonostante
ci vivessimo da solo un paio di settimane mi ci ero già
affezionato. Mi chiedevo come dovesse sentirsi Joy quando si trovava a
vivere continuamente in ambienti diversi.
Los Angeles, Baton Rouge, Londra.. e ora New Orleans.
Kristen adorava quella città
e sapevo che venirci per un po', abbandonare l'aria pesante e cattiva
di Los Angeles, anche se per lavoro, le aveva fatto immensamente
piacere e le aveva portato un po' di sollievo.
Da dieci giorni ormai lavorava
assiduamente e sebbene tornasse a casa distrutta aveva sempre un
sorriso sulle labbra.. Era felice, serena come non la vedevo da tempo.
Sì.. era stato decisamente
un bene e un colpo di fortuna dover venire in un posto in cui non si
respirava paura e terrore nemmeno per strada.. Un posto in cui potevamo
uscire, camminare, ridere senza che qualcuno ci avvicinasse e ci
chiedesse perché lo facessimo, senza che qualcuno ci avvicinasse
per niente
Mi resi conto, mentre pensavo, che adoravo anche io quel posto.. e infatti non mi sarebbe per niente dispiaciuto..
Interruppi
bruscamente i miei pensieri quando rientrai in cucina e trovai Joy
seduta sul tavolo, un sorriso vittorioso sul viso mentre immergeva le
mani nell'impasto di cioccolata e si portava alla bocca una piccola
scodella.
Restai a fissarla per qualche
secondo impietrito.. non sapendo se essere preoccupato perché si
era arrampicata dal seggiolone alla tavola, arrabbiato perché al
90% avevo appena detto addio alla torta, oppure afflitto perché
si stava sporcando tutta.. di nuovo.
Lei mi guardò sorridente,
alzò le mani al cielo facendo schizzare qualche goccia di
cioccolato qua e là, e con un grido entusiasta esclamò:
“Papiiiii guaddaaaa! Zoccolataaaa!”
Mi viene da piangere...pensai mentre sentivo il cellulare vibrarmi nella tasca.
-Sei ancora vivo?
Non avevo nemmeno avuto tempo di
rispondere al messaggio precedente di Kristen per cercare di finire
tutto in tempo.. Le risposi prima che potesse avere qualche sospetto.
-Certo my love. Perché? Hai dubbi?
-Ovvio. Ho scommesso con me stessa su quanti giorni riuscirai a resistere senza di me.. e senza impazzire..
Sorrisi. Aveva ragione.. stavo
leggermente impazzendo. Joy chiedeva spesso di Kris e riuscire a
distrarla senza farle avere una crisi iniziava a diventare sempre
più difficile.
Altre due settimane pensai.. ce la posso fare..
Già.. due settimane e
avremmo dovuto lasciare quel posto.. per cosa poi? Per tornare
nell'assolata e sempre troppo affollata California. Storsi il naso solo
al pensiero..
-Che sfizio c'è a scommettere con te stessa?
-Bè, se perdo mi imporrò una settimana di astinenza da te..
Cosa!?
-Scusa se mi
permetto, ma sei altamente egoista. Perché non fai scommesse con
te stessa che non comprendano anche i miei sacrifici?
-Tu non preoccuparti.
-Mi preoccupo eccome. Questa cosa fa acqua da tutte le parti.
-Bè.. allora vedi di impazzire senza di me entro.. domani. O sarai tu a fare acqua da tutte le parti..
Non potei fare a meno di ridere mentre scrivevo la risposta.
-Sono già folle.. con o senza di te. Sono folle per te e di te...
-Uh è stato facile..
-Sai.. non vorrei rischiare di restare a secco..
-Potresti restarci comunque...
-E in quel caso moriresti di assurdo dolore... e di piacere x
-Non vedo l'ora LOL Dai un bacio alla peste! love you.. <3 a dopo! Xx
-Ti amo anch'io..
Posai il cellulare e tornai a
fissare la peste che imperterrita continuava a pasticciare con le mani
nella cioccolata praticamente fusa, morbida e dolce.
“Ok amore.. abbiamo fatto abbastanza le monelle per oggi.. su..”
Presi una salvietta e le pulii le mani, ma lei non demordeva.
Prese una patatina e la immerse nel recipiente. Riuscii a fermarla giusto prima che potesse portarsela alla bocca.
“No amore! Fa male!”
“Aaaaaah vollio la zoccolataaa! Papaaaaaà, daaaaai. Poco pocooooo”
“No..”
“Tiiiii.. poco... Poco
poco..” ripetè più calma iniziando a farmi un
piccolo broncio adulatorio.. tipica tattica che le aveva insegnato
Kris.. o forse l'aveva proprio ereditata da lei.
La guardai nei suoi occhi verdi,
così simili a quelli della madre, gli unici occhi a cui non
sapevo resistere.. e infatti cedetti con un lungo sospiro.
“Poco poco!” dissi serio mentre immergevo un mio dito nella crema marrone e lo portavo alla sua bocca.
Afferrò il mio dito e assaggiò con piacere.
“Mmmm..” gustò con un'espressione così beata che mi fece sorridere. “Acche tu!”
Stavo per dirle di no ma lei
già aveva di nuovo affondato una mano nella cioccolata e l'aveva
praticamente spalmata sulla mia bocca.
“Mmm che buonooo” l'assecondai leccandomi le labbra.
“Buonooo” ripetè
lei e per qualche secondo ci guardammo negli occhi. Mi persi nei suoi
piccoli occhi come la prima volta in cui li avevo visti.. come riuscivo
a perdermi solo in un altro paio di occhi.. Solo nei loro.
Solo loro riuscivano a mettere in pausa ogni parte di me per lasciarmi adorarle completamente..
“Ancolaaaa” prima che
potessi accorgermene mi trovai con la faccia totalmente ricoperta di
cioccolata che grondava dal mio mento colando per terra e sulla mia
maglia.
Rimasi in stand-by per molto tempo, osservando il sorriso timido e birichino di mia figlia.
Come avrei potuto sgridarla mentre mi guardava così, mentre era così felice..? come?
Non potevo..
“Piccola monellaccia che non
sei altro!” esclamai fiondandomi su di lei e avvicinando il mio
viso al suo in modo che anche lei si sporcasse della cioccolata che mi
aveva buttato addosso.
Rideva, rideva.. e il mio cuore si riempiva di quel suono.
“Aaaah papaaaà papaaaaà! Hahahaha battaaaa”
Ma io non mi fermai e nemmeno lei.
Le facevo il solletico, fingevo di soffrire quello che lei cercava di
fare a me, e andammo avanti per non so quanto.. finché non fu la
voce di Kris ad interromperci.
“Che diavolo state facendo..?!”
Mi voltai a fissarla sulla porta.
Aveva le chiavi e il cellulare in mano. Lo sguardo accigliato e
l'espressione sconcertata.. eppure vedevo che le sue labbra
nascondevano un sorriso divertito alla vista di suo marito e di sua
figlia stesi sul tavolo della cucina con i vestiti impastati di
cioccolata.
“Amore.. sei tornata prima..” notai soffocando l'ultima risata.
MAMMAAAAA!” aiutai istintivamente Joy a saltare giù dal tavolo prima che si rompesse qualcosa provandoci da sola.
Corse verso Kristen che, nonostante fosse sporca dalla testa ai piedi, non poté fare a meno di afferrarla.
“Ciao amore!” rise. “Ma che state facendo tu e papà?”
“La lotta di zoccolataaa!”
“Uuuh davvero? E stai vincendo tu, vero?”
“Tiii. Zoca pule tu mammaaaa!”
Kristen non le rispose mentre girava per la cucina osservando il casino che si era creato. Infine si fermò davanti a me.
“Sei retrocesso ai cinque anni per caso?” chiese divertita e risi.
“Rob.. che cosa hai fatto..?”
“Bè.. pensavo che
stasera potremmo festeggiare..” risposi e con un dito le pittai
il naso di cioccolata. Lei chiuse gli occhi per un istante e si morse
le labbra.
“Ma è il tuo
compleanno...Dovevo essere io a preparare qualcosa..”
sussurrò chinando gli occhi ma la costrinsi a guardarmi di nuovo.
“Hey, tu stai lavorando e io
invece ero qui senza fare niente.. ti assicuro che va bene
così.. ci siamo divertiti, vero Joy?”
“Ti tanto!”
“Lo vedo..” rise lei. “Ma comunque.. una torta l'avevo già preparata io..”
“Davvero? Quando?”
“Stamattina presto.. Dormivate ancora..”
“E dov'è?”
“E' nel freezer
Einstein” mi schernì ma ormai avevo le guance così
tirate per il sorriso che abitava sul mio viso che quasi facevano male.
“E sai questo che vuol
dire?” le chiesi avvicinandola a me. Le leccai la cioccolata dal
naso mentre una mia mano andava silenziosamente all'impasto.
“Che almeno una cosa di quella che mangeremo sarà commestibile..?”
“Anche.. ma..
fondamentalmente vuol dire che... SIAMO IN GUERRA!!” urlai
spalmandole in faccia una mia intera mano coperta di cioccolata.
Indietreggiò e tirò
un forte respiro incredulo. Mi guardò per qualche secondo
furiosa..e il suo viso si contrasse tutto d'un tratto.
“Sei proprio un idiota Rob..
torno a casa distrutta e hai il coraggio di farmi trovare questo
schifo! Voglio augurarmi che sarai tu a ripulire tutto dopo! Vai a
farti una doccia! E smettile di fare il bambino!” mi
fulminò con lo sguardo e con le parole per poi voltarsi per
uscire dalla cucina.. ma.. Non potevo crederci..
Doveva stare scherzando.. non poteva davvero prendersela per una cosa del genere.
Le corsi dietro e la bloccai per una spalla ma non si girò.
“Kristen.. andiamo.. non
starai facendo sul serio..” dissi abbandonando tutte le mie
difese; e si rivelò un grande errore visto che si voltò e
a sua volta mi passò una sua mano sporca sul viso.
“No.. ma ora siamo pari!” esclamò ridendo divertita e Joy insieme a lei.
Tirai subito un sospiro di sollievo e dichiarai guerra aperta.
“Guellaaaaa!” urlava Joy buttando una mano qua e là per partecipare alla lotta.
Non scappavamo nemmeno, ci limitavamo solo a riempirci a vicenda di crema al cioccolato.
Quando non potei più fare a
meno di lei presi Joy dalle sue braccia, l'afferrai per la vita e
l'avvicinai a me. La guardai negli occhi e poi piano mi chinai sulla
sua guancia e la leccai assaporando il dolce gusto che la cioccolata
creava con la sua pelle.
“Sei buonissima..” sussurrai con la voce carica di desiderio.
Sembrò notarlo e potei
vederla avvampare improvvisamente, il suo respiro si accelerò
fino quasi ad ansimare.. Infine passò una mano tra i miei
capelli e afferrandoli avvicinò la mia bocca alla sua, le nostre
lingue entrarono subito in contatto assaporando a vicenda quel sapore
misto di voglia e di cioccolata.
Ci staccammo qualche secondo dopo
per prendere fiato; le nostri fonti restarono a contatto, le nostre
labbra si sfioravano ancora e stavano per riprendere la loro opera
quando furono interrotte un secondo prima di incontrarsi.
“Ehi! Cosa sono queste zozzerie davanti la mia nipotina?! Me la deviate così!”
Non mi voltai a guardare chi fosse e continuando a guardare Kristen sorrisi e salutai. “Ciao Tom..”
“Non dimostrarti così felice di vedermi eh!”
“Decisamente no, visto che sono due settimane di seguito che ti vedo..”
“Tioooo Tooooooom”
urlò Joy quando si accorse del mio amico. Come un'anguilla
scivolò giù dalle mie braccia e corse tra le braccia di
quello che era praticamente uno zio per lei.
“Vieni qui
scricciolooo!” la chiamò lui con voce quasi supplichevole.
La strinse a sé è iniziò a parlarle intimandola a
non prendere esempio da quei due depravati e mentalmente deviati che si
trovava come genitori.
Io e Kristen ridemmo mentre Joy si ostinava a volergli far assaggiare la cioccolata.
Tuttavia Tom rifiutò.
“Datevi una pulita voi due! Fatevi una doccia! Allo scricciolo ci
penso io!” se la caricò in spalla stile pecora e si
allontanò dalla cucina borbottando qualcosa simile a un
“Fortuna che ci sono due bagni...”
Guardai Kristen che rideva sotto i baffi. La baciai di nuovo.
“Fortuna che c'è una doccia sola..” feci eco al mio amico e tra le sue risate me la caricai sulle spalle.
“Sicuri che non è un problema?” disse Tom mentre noi
tornavamo in cucina dopo una lunga e … rilassante doccia.
“Ma sei idiota!?” esclamammo insieme e ci guardammo sorridendo.
“Avevi preparato per due.. non vorrei sconvolgervi i piani..”
“Hey.. stai un po' zitto per
cortesia..” lo interruppe Kris mentre io già lo trascinavo
a sedersi con me al tavolo fuori il terrazzo.
Kristen ci raggiunse poco dopo e
aggiunse velocemente un altro posto per Tom. Ormai eravamo una specie
di trio.. nonostante fossimo distanti la maggior parte del tempo Tom
era sempre, sempre, stato vicino a me e a Kris quando ne avevamo
bisogno. Non si era fatto alcun problema di interrompere quello che
stava facendo e prendere il primo aereo e ora che le circostanze per la
prima volta ci avevano portato a poter stare un mese nella stessa
città sarebbe stato da stupidi non approfittare del tempo che
avevamo a disposizione.. Senza contare che Joy era pazza di lui..
Durante la cena aveva teso le
braccia verso di lui, che l'aveva presa dal seggiolone contento, gli
aveva dato un bacio sulla guancia e accoccolandosi sul suo petto aveva
finito di masticare la sua patatina.
“Tom.. dovresti davvero
pensare a diventare papà..” lo schernii quasi commosso da
quella scena e da quanto la mia piccolina potesse essere assurdamente
dolce.
“Prima dovrei trovare una ragazza..” rise mentre carezzava i capelli di Joy.
“La troverai” commentò Kris.
“Già..” sussurrò quasi pensieroso. “Spero di essere fortunato come voi..”
Io e Kris ci guardammo per un
secondo quasi non sapendo cosa dire. Era insolito che Tom fosse
così profondo e abbandonasse il suo lato sempre scherzoso e
divertente..
“Sarà fortunata la
ragazza che ti avrà accanto!” Kristen si era alzata per
lasciargli un bacio sulla guancia e abbracciarlo da dietro.
Tom non disse nulla e
carezzò il suo braccio mentre io restavo a guardarli. Il mio
amore, il mio migliore amico, la mia bambina. La mia famiglia. La mia
vita.
“Ah Rob, comunque Sam e
Garrett ti fanno gli auguri..” disse Tom scuotendomi
inevitabilmente dai miei pensieri. Vidi Kristen distogliere lo sguardo
un po' rigida mente cercava di trattenere una risata.
“Oh.. davvero?” chiesi scettico.
“Si, perché? Che ho detto?”
“Niente, lascialo stare. Si
infastidisce sempre quando parliamo di loro.. Non posso quasi nominarli
che si irrigidisce tutto..”
“E perché?”
“Perché mi hanno vista nuda..” fu la risposta di mia moglie e mi trovai a stringere i pugni.
“E allora? È per un film..”
“Lo so! Ma lui non capisce..” rise lei mentre giocava con le mani di Joy.
“Si che lo capisco.. figuriamoci. Ma permetti che mi dia fastidio che altri uomini vedano mia moglie nuda..?”
“Rob, che dovrei dire io? Hai fatto servizi fotografici con modelle con le tette al vento”
“Era diverso... e non ero io a essere nudo”
“E voglio sperare che tu non lo faccia mai per un servizio fotografico.. ma andiamo.. E' lavoro, nient'altro..”
Sospirai. “Ma non sto mettendo in discussione te.. Solo quello che hanno potuto pensare loro mentre..”
“Che vuoi che abbiano
pensato? Sicuramente che ho un corpo fantastico, che sono stupenda e
che avrebbero trovato un modo per sfruttarlo anche all'esterno..”
parlò col tono più finto che le avevo mai sentito.
“Ah-ah”
Lei rise e lasciò il collo
di Tom per venire a sedersi sulle mie gambe. Portò le mani al
mio collo, la fronte sulla mia e infine sussurrò al mio
orecchio: “Avranno pensato che sei l'uomo più fortunato
del mondo.. perché sono solo tua.. idiota..”
Sorrisi stringendo la presa sul suo fianco e lasciando scivolare la mia mano sulla sua schiena liscia.
“Ok.. ora dei regali!” esclamò Rob facendo un cenno a Kris.
“Ti raggiungo subito Tom!” disse lei mentre lui usciva dalla cucina portando Joy con sé.
“Che regali?” sbuffai in difficoltà. “Non dovevate..”
“Ssssh..” mi mise a
tacere con un dito sulle labbra. “Voglio darti il mio
adesso...” sussurrò e io sorrisi continuando a carezzarla.
Non volevo che si alzasse da me.
Come se mi leggesse nel pensiero
non lo fece, si limitò ad estrarre dalla tasca della felpa un
mazzo di chiavi e me lo mise in mano.
“Auguri amore mio..” disse contro le mie labbra.
“Cosa.. sono?”
Un sorriso le dipinse il viso.
“Queste.. sono le chiavi della nostra casa a Warwick Avenue..
numero 27...a Londra...”
Mi bloccai quando sentii
quell'ultima parola e Kris sorrideva mentre mi concedeva il tempo
necessario per collegare il tutto e capire..
“Tu.. tu hai.. hai comprato una casa a Londra?”
“Mm-mm”
“Perché..?”
Alzò le spalle chinando il
viso. “Perché.. perché quella è casa tua..
perché ti rende felice.. perché ti brillano gli occhi
quando ne parliamo e ti batte forte il cuore ogni volta che ci
andiamo.. Io riesco a sentirlo...e mi piace. Mi piace quando sei senza
pensieri, mi piace vederti sorridere, ridere. Mi piace vederti felice e
Londra di rende felice.” alzò gli occhi e incontrò
i miei, lucidi.
Dio, quanto amavo quella donna.. perché lei era una donna..
“E ovviamente anche
perché così eviterai di sedurmi sul divano dei tuoi
genitori mentre tua sorella partorisce..”
Sorrisi sincero e la strinsi a me commosso.
“Dio Kristen.. io.. ti amo così tanto..”
Baciò il mio collo. “Anche io Flippy.. Troppo..”
Presi il suo viso tra le mie mani e
lo carezzai, lo strinsi, lo carezzai e lo strinsi ancora perdendomi nei
suoi occhi lucidi come i miei.
“Ora non ti commuovere altrimenti mi muori quando ti darò l'altro regalo..”
“C'è un altro regalo..?”
“Spero di si amore...” rispose vaga per poi alzarsi velocemente per andare ad aiutare Tom.
“Chiudi gli occhi!!”
sentii urlare da dentro qualche minuto dopo e feci come mi era stato
ordinato tuttavia dovetti aprirli quando sentii intonare un
“tanti auguri a te”.
L'unica fonte di luce veniva dalle
candeline sulla torta che Kris reggeva mentre Joy davanti a lei si
avvicinava con un palloncino e un foglio di cartone sui cui potei
leggere “Auguri Papi! Ti voglio bene”.
Potevo commuovermi davanti una scena del genere?
Evidentemente potevo perché
sentii una lacrima accumularsi sul mio occhio e forse scese quando Joy
mi raggiunse e si buttò tra le mie braccia.
“Agui papi..” disse
timida affondando il suo faccino nel mio collo e mi si strinse il
cuore. Sicuramente era stata Kristen a insegnarle quella nuova parola e
a addestrarla per dirmela al momento giusto.. ma sentire la mia bambina
augurarmi buon compleanno fu davvero troppo.
Sospirai mentre la baciavo e la
stringevo a me, sospirai quando Kristen sorrise e poggiò la
torta davanti a me, e sospirai quando mi disse di esprimere un
desiderio prima di soffiare.
Avevo tutto quello di cui avevo bisogno per essere felice.. Cos'altro potevo desiderare?
C'era un'ultima sola cosa che mi
mancava, una cosa che mi avevano portato via e che avrei voluto riavere
indietro, una cosa che sentivo sarebbe arrivata prima o poi..
Come potevo essere così
meschino da desiderare altro oltre quello che avevo quando c'era gente
che non poteva nemmeno avere una torta di compleanno?
Desiderai che ogni uomo, donna o
bambino provasse almeno una volta nella vita la felicità e il
senso di completezza che sentivo io in quel momento.. Avrebbero senza
dubbio avuto una vita migliore se si fossero sentiti almeno una volta
come loro riuscivano a farmi sentire ogni giorno, ogni secondo, ogni
minimo attimo della mia vita.
Mangiammo la torta e ringraziai Tom
per il suo regalo, una Gibson del 1978 che avevo visto in un negozio a
Londra ma non avevo avuto il tempo di comprare prima della partenza.
Era favolosa, ma ancora pensavo al regalo di Kristen. Alla casa a Londra e a quello che ancora mi aspettava.
Morivo di curiosità e stavo
per chiederle ancora una volta di alleviarmi il desiderio di sapere
quando mi chiese se mi andasse di fare una passeggiata.
Le sorrisi e annuii.
“Perfetto.. devo solo andare un secondo in bagno e usciamo..”
“D'accordo, vai..”
La lasciai andare mentre velocemente Tom mi aiutava almeno a liberare il tavolo dai resti del dolce.
Era Maggio e si stava bene per
strada anche a maniche corte tuttavia era sera perciò costrinsi
Joy a mettere almeno una felpa sopra il vestitino.
Preparai il passeggino sapendo che
prima o poi si sarebbe stancata e si sarebbe addormentata tra le mie
braccia. Restammo all'ingresso aspettando Kristen.
Uscì dal bagno a testa bassa e senza guardarci si diresse alla porta borbottando un cupo “Andiamo!”.
Mi scambiai con Tom uno sguardo
preoccupato soprattutto dopo che dieci minuti che camminavamo per le
strade di New Orleans non aveva ancora alzato il viso né ci
aveva rivolto la parola. Solo ogni tanto si limitava a chiamare Joy
quando correva e prendeva le distanze da noi.
“Papi”. Joy, che da una
decina di minuti camminava mano nella mia mano sempre più
lentamente, mi chiamò e mi guardo supplichevole alzando le
braccia.
Come previsto.. povera cucciola, si era sfrenata tutto il giorno e ora era distrutta.
Mi chinai per prenderla e
stringerla a me. Poco dopo era già addormentata così la
misi nel passeggino e continuammo a camminare mentre mi chiedevo che
fine avesse fatto il sorriso che in quei giorni era stato parte di Kris.
“Ragazzi.. torno a casa da
qui..” disse Tom quando arrivammo a un incrocio. Lo salutammo, lo
ringraziai e mi sentii quasi in difficoltà. Kristen ancora non
parlava e certo Dean e John che ci tenevano d'occhio a distanza non
contribuivano a creare un'atmosfera confortevole. Alla fine arrivammo
sul lungomare e chiesi loro se volessero prendersi un gelato.
Rifiutarono all'inizio ma quando capirono che in realtà era un
mio tentativo di restare solo con mia moglie acconsentirono.
Mi diressi verso il molo e lei camminò silenziosa accanto a me finché non ne ebbi abbastanza e mi fermai.
“Kris..” la chiamai ma prima ancora che potessi dire altro lei alzò il viso umido e mi guardò, triste.
“Credevo.. credevo...”
la sua voce tremò. “Avevo.. un ritardo di sette giorni..
Credevo che..” si morse le labbra cercando di non piangere.
“E invece vado in bagno e.. mi sono venute e...”
singhiozzò senza lacrime. “Dio! Che stupida! Non avrei
dovuto dirti nulla! Avrei dovuto esserne certa! Ora.. ora ti sei illuso
e..”
“Amore!” la bloccai
prima che con quella piccola bocca potesse fare danni. “Guardami.
Non importa. Mi hai capito? Non importa.. Voglio che tu me le dica
queste cose. Non sono né deluso né illuso..”
Alzò lo sguardo.
“Volevo farti il regalo perfetto. Volevo guardarti felice e dirti
'Auguri amore.. aspettiamo un bambino..'”
“Kristen, il regalo perfetto
sei tu.. Anzi, non sei nemmeno un regalo perché vorrebbe dire
che ti ho solo nelle occasioni speciali.. Tu e Joy.. voi siete il dono
più bello che la vita potesse darmi.. Qualunque cosa
verrà sarà sempre ciò che deriverà da voi..
Io non ho bisogno di nient'altro.. Solo di voi..” mi fermai per
prenderle il viso tra le mani e inchiodare i suoi occhi ai miei.
“Quando verrà,
perché so che verrà, avrò solo un pezzo in
più di te.. Ma io sono già completo così.. Non ho
bisogno di altro.. mi capisci? Capisci quello che voglio dire?”
sapevo che era un ragionamento contorto e difficile da spiegare a
parole ma avevo davvero bisogno che mi capisse; in fondo per noi non
erano mai servite e infatti non servirono nemmeno quella volta.
Annuì abbozzando un mezzo sorriso e io le asciugai le ultime lacrime.
“Sai, pensavo.. che mi piace
questa città. Non voglio lasciarla così presto...
potremmo restare qui ancora un po'.. anche dopo le riprese.. Un mese o
due.. Solo per noi..”
“Si.. si, mi piace come idea..” sussurrò contro il mio petto.
“Bene.. perché ho
davvero bisogno di te.. e di Joy. Ho bisogno solo di voi. Voi e
nient'altro. È il mio unico desiderio.. puoi aiutarmi a farlo
avverare?” le carezzai i capelli e la sentii annuire.
“Si.. posso farlo..”
“Bene.. grazie piccola mia...”
E per non so quanto tempo restammo
su quel molo, stretti l'uno all'altra, a godere dei nostri respiri,
l'unico rumore in quella città che sembrava perfetta per noi.
L'unica perfetta in un momento in cui non contava altro.
POV Kris
“Lizzie.. la smetti di scusarti?” dissi per l'ennesima volta esasperata.
“Scusa! E' che mi dispiace non essere lì..”
“Ma dai! Seriamente.. non ti avrei permesso di affrontare un viaggio con due bambini di tre mesi!”
“Si ma.. due anni si fanno una volta sola..”
Già, due anni. Due anni. Era passato davvero così tanto tempo senza che me ne accorgessi?
Mi sembrava ieri quando avevo
scoperto di essere incinta, ieri quando lo avevo detto a Rob, quando
avevo dato alla luce la nostra bambina.
E invece il tempo era passato e
troppo velocemente aveva portato con sé anche i mesi di Giugno e
Luglio passati a New Orleans nel completo relax. Avrei voluto restare
ancora e Rob sembrava disposto ad assecondare ogni mio desiderio ma non
affrontare la realtà sarebbe stato inutile. La nostra casa era a
Santa Monica, in California, e per quanto il ritorno e la fine di
quella specie di vacanza avevano creato una patina di malinconia
attorno a me, tutto andava bene. Avevamo vissuto due mesi senza
pensieri ma non potevamo illuderci che fosse per sempre e avevamo
deciso di tornare prima del compleanno di Joy in modo che potesse
esserci anche la mia famiglia. Avevamo invitato anche Britney e
Garrett, tanto per dare a Joy un bambino con cui poter giocare.
La sua vita sociale con bambini
della sua età era alquanto scarsa e Rob mi rincuorava
rassicurandomi che sarebbe andata meglio quando avrebbe frequentato
l'asilo e la scuola.. ma invece il solo pensiero mi terrorizzava ancora
di più. Ero arrivata a un punto in cui riuscivo a sentirla al
sicuro solo quando era con noi e non potevo immaginare di doverla
lasciare a qualcun altro per mezza giornata.
“Ci saranno altri compleanni..” sorrisi contro la cornetta ricordandomi di Lizzie dall'altra parte.
“D'accordo ma almeno passamela. Voglio farle gli auguri!”
“Liz, non so quanto capirebbe..”
“Tu passamela e basta!”
Sospirai scuotendo il capo. Stessa ostinatezza del fratello; inutile combattere.
Mi affacciai dalla veranda per
vedere in giardino Joy che giocava insieme a Scott sotto la
supervisione dei miei fratelli mentre mio padre era tutto preso dal
barbecue e mia madre, in cucina, cercava di abbozzare un nuovo dolce.
“Joyyyy!” la chiamai ad
alta voce per farmi sentire e lei bloccò quello che stava
facendo e mi saluto, le manine colorate dalla pittura con cui stavano
giocando.
“Vieni qui amore!” continuai e la vidi mettersi in piedi e correre verso di me nel suo costumino intero.
A Luglio faceva così caldo
che ogni tanto sia lei che Scott, con il quale sembrava aver riscoperto
una nuova amicizia, si tuffavano nella piccola piscina di gomma che
avevamo comprato appositamente per giornate come quella.
L'unica nota stonata era il vento
che aveva iniziato ad alzarsi e che portava mio padre a borbottare
esausto nel tentativo di tenere acceso il fuoco per finire di cuocere
le salsicce.
Joy mi raggiunse e buttò le mani nell'asciugamano che avevo aperto.
“C'è la zia che vuole
parlarti amore..” le dissi dandole in mano il telefono.
“Dici pronto” le suggerii.
“Ponto” disse facendomi eco.
Cercai di avvicinarmi alla cornetta
per sentire quello che Lizzie le stava dicendo ma ogni volta Joy mi
allontanava con la mano oppure si voltava dall'altra parte, come se poi
condividesse con la zia i misteri del mondo che noi comuni mortali non
potevamo sapere.
La vidi annuire e sorridere un paio di volte.
“Okay..” disse infine e con la mano mandò un bacio all'aria.
Infine mi passò il telefono e si voltò per tornare in giardino ma la bloccai per il costumino.
“Si può sapere cosa le hai detto?” ripresi la mia conversazione con Lizzie.
“Oh.. cosa tra zia e nipote.. non puoi capire..”
“Oh si certo..” l'assecondai mentre con qualche sforzo facevo indossare a Joy una maglia a maniche corte.
Le legai i capelli in una codina ma non sembrava felice e fui lei stessa a slegarli di nuovo.
“Mammaaaa.. batta.” si lamentò. “Dov'è papà?” chiese appendendosi alle mie gambe.
“Torna tra poco amore.. Torna
a giocare!” le diedi un piccolo buffetto sul culetto e lei rise
prima di tornare in giardino. La guardai mentre Lizzie mi raccontava di
Tom e Jamie. Tuttavia l'ascoltavo distratta.. La piscina ancora mi dava
un senso di angoscia e vedere la mia piccola aggirarsi da quelle parti
mi faceva saltare il cuore in gola.
Eppure Cam le stava dietro ogni
volta che si avvicinava al bordo mentre Taylor e Dana la prendevano
fingendo di volerla buttare dentro.
Lei rideva ignara dell'ansia che albergava in me al ricordo di quei giorni terribili.
“Kristen, mi stai ascoltando..?”
Cazzo.
“Oh.. ehm.. si Lizzie, si. Mi
dicevi delle.. poppate..” azzardai sperando che fosse
quella l'ultima parola che mi sembrava di aver sentito.
“Già.. Tom mangia come
un porco.. mi svuotano completamente. Mi sento una mucca fisicamente
sfruttata per esperimenti genetici e alimentari..”
Risi di gusto allontanandomi dalla veranda.
“Comunque.. dov'è quel carciofo di mio fratello?”
“E' andato con Tom a comprare una torta.. visto che ha fatto cadere quella che avevo preparato..”
“Come diavolo hai fatto a sposarlo imbranato com'è!?”
Risi. Forse perché ero imbranata anche io.. pensai ma non glielo dissi.
“Uh, sono tornati” le dissi invece quando vidi la macchina parcheggiarsi fuori casa.
“Oh bene! Passamelo!”
“Dagli il tempo di entrare..”
Li guardai dalla finestra mentre si
avvicinavano alla porta. Tom aveva la confezione di una pasticceria tra
le mani mentre Rob..
“Tuo fratello ha in mano uno
scatolo di cartone completamente anonimo..” informai Liz con voce
sospetta. Aggrottai le sopracciglia e Rob accennò un saluto a
cui risposi con un cenno scettico.
“Oh-oh. La vedo brutta..” commentò Liz mentre entravano in casa.
“Rob.. c'è Lizzie al telefono!” gli dissi ma lui non mi calcolò quasi per nulla.
“Non ora amore” mi
diede un veloce bacio sulla guancia continuando a tenere la scatola in
mano, ben chiusa. “Dov'è Joy?”
“E'.. in giardino..”. Parlavo sia a lui che a Lizzie.
“Che succede?” mi chiese lei dall'altra parte del mondo.
“Ancora non lo so...”
risposi lentamente. “Ma chissà perché non ho un
buon presentimento..”
Restò in linea mentre le facevo la cronaca di quello che succedeva.
Rob chiamò Joy chiedendole
di avvicinarsi, si chinò alla sua altezza quando lei gli si
avvicinò, le baciò la testa, le parlò, le disse
che quella scatola era un regalo per lei, infine l'aprì e ne
estrasse un....
“Non ci credo..” sussurrai a me stessa.
“COSA!?”
“Scusa Lizzie. Devo andare a
decapitare tuo fratello un secondo. Ti chiamo dopo!” attaccai
senza aspettare la sua risposta e con tutta la calma di cui ero capace
mi accovacciai accanto a Rob che cercava di insegnare a Joy il modo
più consono di tenere in mano il gattino senza fargli male.
“Ciao amore..” lo salutai con un sorriso forzatissimo.
“Ciao amore mio..” rispose come se nulla fosse.
“Aaaaaw mammaaaa vedi? Che belloooo! È piccoo piccooo”
Sorrisi a mia figlia cercando di trattenere gli istinti omicidi.
“Perdona la domanda.. ma.. Da
quando le pasticcerie vendono animali?” Evitò il mio
sguardo e si concentrò su Joy che rideva felice carezzando il
pelo del gattino grigio.
“Era in omaggio con la torta. Non potevo rifiutare..”
“Rob..”
“Andiamo Kris.. era in uno
scatolo lì fuori.. Guardalo.. è così piccolo.. e
così carino! E miagolava e mi guardava come per chiedere aiuto!
Cosa potevo fare?”
“Confermo tutto!” Tom
mi solleticò i fianchi facendomi perdere l'equilibrio e finii
addosso a Rob facendolo barcollare e cadere.
“Zitto tu! Sono sicura che è anche colpa tua se ora ci troviamo un animale in casa!”
Tom si limitò a farmi un occhiolino e insieme a Joy iniziò a giocare col micio.
“Andiamo Kris.. tu ami gli animali.. sei pazza di Jella..”
“Si è vero... Li amo, ma sono una grande responsabilità Rob..”
“Abbiamo cresciuto una bambina senza saperne quasi nulla e guarda com'è venuta su..”
Guardai Joy che carezzava il gattino e poi correva via quasi come se volesse farsi inseguire.
“Si ma noi viaggiamo spesso..”
“Lo porteremo con noi..”
“Oh Rob..” alzai gli occhi al cielo.
“Ti
prego amore.. L'ho anche già portato dal veterinario e fatto
sverminare.. ti assicuro che non ci darà problemi.. E se dovesse
essere così gli troverò una sistemazione..”
Lo guardai sardonica. “Tanto lo sai che mi affezionerò così tanto che non lo permetterei..”
“Non ho una mente
geniale?!” esclamò soddisfatto e io non potei fare a meno
di sorridere mentre la sua mano che mi carezzava la schiena mi dava
piccoli brividi che abbattevano ogni mia barriera. Sentii un improvviso
bisogno di lui e non vedevo l'ora che tutti gli altri andassero via e
che Joy dormisse beata..
Sospirai mentre tutti gli altri aspettavano la mia sentenza.
Non mi ero nemmeno accorta che
anche mia madre si era unita al gruppo che si era creato attorno al
nuovo arrivato.. Tutti mi pregavano e aspettavano la mia decisione non
sapendo che l'avevo già presa quando avevo visto quella palla di
pelo uscire dalla scatola.
“Mami..” mi supplicò Joy avvicinandosi a noi e affondando il faccino nel pelo di quel cucciolo.
Erano così teneri che cedetti definitivamente e annuii dando il mio consenso.
“Tiiiii..” Joy si buttò su di noi facendo cadere il micio sull'erba.
Iniziavamo bene...
Avremmo dovuto spiegarle cosa poteva e non poteva fare.
“Avrà bisogno di un nome questa bestiolina” disse mia madre andando in suo soccorso.
“Io avevo pensato a Cake,
visto che era fuori la pasticceria..” suggerì Rob e io
scrollai le spalle. Non era male.
“Che dici Joy? Ti piace Cake?”
“Caaaaaaake” esclamò lei contenta e diede un bacio sia a me che a Rob prima di tornare dal suo nuovo amico.
“Direi che le piace..” notai poggiandomi al petto di Rob che mi baciò i capelli.
Sei ore dopo, quando la casa era
ormai di nuovo vuota, ero nel salone a fissare la mia bambina che era
crollata sul divano e non sembrava intenzionata a lasciare quel povero
gatto.
Erano davvero così teneri che non mi pentii per niente della decisione di averlo tenuto con noi.
“Sono dolci vero?” le
mani di Rob mi circondarono la vita e chiusi gli occhi chinando il capo
indietro e stringendo le mie mani sulle sue.
“Si.. Ma ora dovremmo trovargli un posto per dormire..”
“Gli ho comprato delle cose..”
Gli pizzicai la mano. “Brutto bastardo che non sei altro. Eri così sicuro che avrei detto di si vero?”
Rise solleticandomi il collo con le labbra. “So solo che non puoi resistermi..”
“Ne sei così sicuro, eh?”
“Si..”
E aveva ragione.. aveva proprio ragione.
“Portiamo Joy a letto..” sussurrai con voce carica di desiderio.
Rob la prese tra le braccia e
salì in camera mentre io sistemavo Cake sulla cuccia che
aveva comprato appositamente per lui ma quando mi allontanai mi corse
dietro strusciandosi contro le mie gambe.
“Aww cucciolo.. devi stare qui..” sussurrai prendendolo in braccio e riportandolo a posto.
Restai
a carezzargli il pelo finché non chiuse gli occhi e lentamente
andai via ma avevo la sensazione che durante la notte lo avrei trovato
sul mio letto.
Aprii la porta della camera di Joy e vidi Rob che dolcemente le carezzava il viso.
Restai a guardarli per un po' sicura che non si fosse accorto di me.. e invece..
“Ho visto il test in bagno..”
Annuii senza dire niente e andai accanto a lui.
“Non l'hai ancora fatto..” non era una domanda ovviamente visto che il test era ancora chiuso.
Presi un profondo respiro.
“Due anni fa a quest'ora avevamo una bambina di poche ore..
L'anno scorso a quest'ora eravamo in ospedale dicendo addio a una vita
di cui non eravamo nemmeno a conoscenza..” feci una pausa per
guardare Joy e fermare la mia attenzione su di lei e sulla fortuna che
avevamo avuto.
Come avrei potuto vivere senza di lei? Come?
Non potei fare a meno di pensare al bambino che avevo perso; adesso avrebbe avuto circa cinque mesi..
“Non voglio sorprese oggi..
non in questo giorno.. voglio aspettare domani..” dissi infine.
“Va.. va bene per te se aspettiamo domani?”
Non disse nulla; si limitò a
guardarmi, mi prese le mani stringendole alla sue e silenziosamente mi
portò in camera da letto.
Mi sfilò la maglia e
baciò il mio collo, il mio seno, il mio ventre. Fece scendere i
pantaloni mentre anche il suo viso scendeva sulla mia intimità.
“Rob..” ansimai
stringendo i suoi capelli tra le mie mani; sentivo le gambe iniziare a
crollare e non sapevo per quanto ancora sarei riuscita a restare in
piedi.
“Cosa.. cosa vuoi fare..?”
Le sue mani carezzarono le mie gambe per poi salire di nuovo sulla mia schiena.
Trascinando il naso su tutto il mio
corpo si alzò e passò la sua lingua sulla mia bocca
chiedendo il permesso che non gli negai.
“Voglio amarti.. come se fosse la prima volta..”
Persi controllo del mio corpo
quando le sue mani improvvisamente mi solleticarono in basso e fu
costretto a tenermi salda a sé per non farmi cadere. Mi
aggrappai alla sua schiena stringendomi a lui e baciandogli il collo
quando mi resi conto che non eravamo soli..
“Ehm.. Rob.. abbiamo
visite..” gli dissi portandolo a voltare il viso verso la porta
sulla cui soglia era accucciato Cake.
Dio, se fosse stata Joy..
Il probabile pensiero mi abbandonò quando Rob tornò a torturarmi facendomi gemere di piacere.
“Che facciamo.. con.. con lui..?” ansimai spudoratamente cercando di non pensare alle sue mani nel mio corpo.
“Lascia che si goda lo
spettacolo..” sorrise facendomi stendere sul letto e presto
divenne tutto così insopportabile che non potei fare a meno di
affidarmi alle sue mani e lasciarmi andare al suo corpo sopra il mio.
Ma vi immaginate se Rob e Kris
fanno il RC vicini vicini *___* Sì, scusate siamo partite in
quarta...mamma mia che ansiaaaaaaa. All'epilogo girls.
P.S= Ahahahah allora??? Positivo o
negativo??? Muhahahah ricordo l'utlima volta che vi ho fatto questa
domanda muahahah..ehm..ehm.. mi sa che la ricordate pure voi ehm... ok
iniziamo a correre.
|
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Capitolo 52 *** Epilogo ***
OK.. prima di tutto ci
scusiamo per il “ritardo” ehm....
Tra l'altro abbiamo
appena notato che è un mese esatto o__o (ma è
stato tutto voluto u.u tanto si sa che con noi è sempre
tutto voluto... programmato meeeeesi prima.. u.u *ogni riferimento al
capitolo della morte è puramente casuale*hahaha)
In realtà
abbiamo deciso di di aspettare perché ci tenevamo ad essere
insieme a postare l'epilogo di questa nostra creatura. *__*
Ebbene si.. infatti
siamo di nuovo insieme *_* Stavolta io (Fio) mi sono auto-invitata a
casa di Cloe u.u quindi stiamo sui monti insieme! Stile Heidi! *__*
hahahaha
I monti ci
sorridono.. le caprette ci fanno ciao.... ci siamo fatte qualche grammo
di cocaina come lei...
Insomma, tutto nella
norma u.u
Vabbè..
inutile dire che quando siamo insieme siamo leggermente più
sclerate o_O si sarà notato o_O haha Quindi non vi rubiamo
altro tempo, vi lasciamo al capitolo... e ci vediamo in fondo per un
bel pianto tutte insieme appassionatamente T__T
Ladies and
Gentlemen... Ecco a voi l'ADDIO ETERNO a Joy ç___ç
HERE WHERE
THE HEART IS (Cloe & Fio)
KRISTEN POV
“Ma porca
miseria, no!!”
Scattai seduta sul
letto non appena sentii Rob urlare ed imprecare. Come faceva in pratica
ogni singola, dannata mattina da quando eravamo arrivati a
Londra durante l’estate.
Anzi, mi correggo, non
da quando eravamo arrivati. Esattamente solo dal mese prima, quando Joy
aveva scelto il suo nuovo regalo di compleanno.
O meglio, ripensai
gettandomi di nuovo fra i cuscini, forse era il regalo che aveva scelto
lei.
Letteralmente.
Ma non potei non
sorridere ricordando come, quel giorno, la nostra famiglia avesse avuto
una nuova splendida aggiunta.
“Joy
ma non potevi essere una bambina come tutte le altre e chiedere una
bambola per i tuoi tre anni?” sbuffai mentre ci
aggiravamo accaldati e sudati per uno dei numerosi canili di
Londra.
Beh,
dovevo ammettere che se ci trovavamo lì era fondamentalmente
colpa mia. La settimana precedente io e Joy ci eravamo ritrovate
davanti alla tv a guardare i cartoni pomeridiani sulla BBC quando,
improvvisamente, avevano dato uno spot che mostrava come un canile poco
fuori città accogliesse cani abbandonati o randagi
provenienti da tutta l’area urbana intorno alla
città. Dire che Joy era rimasta scioccata era un eufemismo.
Nel corso dell’ultimo anno era diventata una bambina
brillante e sensibile e in realtà ero tremendamente
orgogliosa del fatto che non si capacitasse di come alcune persone
potessero abbandonare un animaletto morbido e carino da solo al suo
destino.
E
in effetti non lo capivo neppure io, ma se c’era una cosa che
avevo imparato essendo famosa era che, molto probabilmente, non avrei
mai capito la maggior parte delle persone.
Comunque
Joy tanto aveva detto e fatto che, ovviamente, era riuscita a
strapparci la promessa di portarla al canile per il giorno del suo
terzo compleanno. E Joy, al contrario di molti altri bimbi della sua
età, non si dimenticava facilmente delle cose.
“Joy
vuole vedele cagnolini!” esclamò iniziando a
correre tutto attorno finchè Rob non la afferrò
facendole fare l’aeroplanino in aria. La tenne sollevata per
pochi secondi prima di rimetterla a terra, fingendo un’aria
distrutta ed il fiatone che in realtà non aveva.
“Oddio
oddio non ce la faccio. Joy ormai sei così grande.
Papà non ce la fa più a tenerti in
braccio”
Gli
occhi di Joy si spalancarono per lo stupore e vidi un lampo di paura
attraversarle il volto. Perché se c’era una cosa
di cui ero convinta sin dal giorno in cui aveva emesso il suo primo
vagito era che Joy Pattinson fosse una piccola principessa di
papà.
“Papà…schezzi,
velo?” balbettò
“Mmmmm,
non lo so.” Disse accucciandosi a terra “Forse con
un bacio molto grosso. Ma intendo enoooooorme
allora…”
Mia
figlia non gli diede il tempo di finire che si precipitò tra
le sue braccia riempiendogli il viso di baci. Rob fece una faccia
buffissima, piegando le braccia come se stesse tastando la forza dei
suoi muscoli, prima di afferrare Joy, lanciarla un poco per aria,
facendola ricadere tra le sue braccia.
A
me prese un attimo un colpo per la paura ma lei dovette divertirsi
parecchio per continuò ad urlare ‘Ancora,
ancora’ finchè Rob non la accontentò
svariate volte.
“Grrrrr,
visto principessa? I tuoi bacini mi hanno fatto ritornare
forte!”
Si
strinsero in un abbraccio che mi fece fremere il cuore per
l’emozione nel vedere il loro rapporto così solido
e profondo. Perché se c’era una cosa di cui ero
orgogliosa nella mia vita era la mia famiglia. La mia piccola perfetta
famiglia…
Joy
scese dalle braccia di Rob solo quando la ragazza che ci accompagnava
nel giro annunciò che eravamo arrivati alla zona dove
tenevano i recinti dei cuccioli e la mia piccola divenne troppo
eccitata per stare in braccio.
Corse
davanti a noi, urlando di muoverci e non potei fare a meno di sorridere.
“Che
cosa ti diverte tanto?” Rob fece scivolare una mano sulla mia
vita, pizzicandomi piano il fianco.
“Al
fatto che…il tempo passa così in fretta. E che mi
sembra impossibile che siano già passati tre anni”
“Già.”
“Insomma”
scherzai “Sono già tre anni che io a
quest’ora me ne stavo..vediamo..” controllai
l’ora e feci un rapido calcolo “Si mi stavo
lentamente e dolorosamente dilatando per mettere al mondo tua figlia. E
tu invece gironzolavi per la città cercando di arrivare
puntuale da me e con un enorme bernoccolo sulla
testa…”
Alzò
gli occhi al cielo. “Non me lo lascerai mai passare
eh?”
“Direi
di no” scoppiai a ridere “Insomma un parto podalico
senza nemmeno un po’ di anestesia e un piccolo incidente
d’auto. Non ci sono paragoni. Senza contare che il fatto di
salire proprio sul taxi che viene tamponato da un auto proprio quando
hai una fretta incredibile…beh questa sia chiama
sfiga!”
“Ok,
ok,ok” alzò le braccia al cielo e poi, veloce come
la luce, mi afferrò per i fianchi e mi fece volteggiare
“facciamo meno le spiritose signora Pattinson e vediamo di
concentrarci su nostra figlia.”
Gli
baciai veloce le labbra. “Su nostra figlia e sul fatto che
non, e sottolineo non, sceglierà il suo regalo di compleanno
in questo posto. Perché ti giuro Rob che se hai
già avuto una brillante idea come quella dell’anno
scorso e ora oltrepasso l’angolo e mi ritrovo un cucciolo di
qualsivoglia razza con un fiocco attaccato al collare con su scritto
‘Buon Compleanno Joy’…beh diciamo che
sarai in guai molto molto seri.”
Mi
carezzò la gamba quasi completamente scoperta per via dei
pantaloncini leggeri che indossavo. “Così seri che
mi punirai?”
Gli
diedi una manata sulla spalla. “Pervertito.”
“Andiamo…ti
piace il mio lato pervertito…Anzi ieri sera mi sembrava ti
piacesse molto…”
“Ora
Joy” gli sfiorai la guancia con le labbra prima di
sussurrare: “Stanotte pensiamo a una bella
punizione…”
Non
ebbe neppure il tempo di rispondere che la vocina eccitata di nostra
figlia ci interruppe riportandoci alla realtà.
“Mamma!
Papà! Guaddateeeeeeeeeeeeeee!”
Saltellò
felice da un recinto all’altro. I cuccioli erano divisi a
seconda della razza di appartenenza e subito notai uno dei numerosi
cartelli che invitava le persone a non toccarli senza permesso.
“Joy
amore non accarezzarli, mi raccomando. Potrebbero morderti.”
Lei
si voltò e mi fissò contrariata “Ma
papà lo sta facendo!”
Puntò
il dito alle mie spalle e mi bastò un secondo per vedere Rob
che si era letteralmente fondato da alcuni cuccioli di Beagle che ora
gli leccavano allegramente il viso.
Ecco,
io lo sapevo, lo sapevo…
“Non
si preoccupi signora. Gli avvisi sono più che altro per
proteggere i cani, non le persone. Alcuni bambini tendono a stringerli
e schiacciarli troppo e non vorremmo incidenti.”
Sospirò “Ma beh…sua figlia sembra una
bambina così dolce e affidabile che non ci saranno problemi
di sicuro. Mmmm per esempio là ci sono dei San
Bernardo…perfetto!”
Sbattè
le ciglia un po’ troppe volte perché non capissi
che probabilmente il nostro cognome era il solo motivo per cui si
facesse un’eccezione alla regola.
“Mamma
ti plego potto andale a calezzale i cagnolini??” Joy si
aggrappò alle mie gambe alzando il visino su di me e
osservandomi da sotto le sue lunghe ciglia chiare. Il sole le
illuminava le lentiggini e non l’avevo mai vista
più bella e dolce di così.
“Ma
sì certo amore” mi accucciai alla sua altezza per
abbracciarla forte “Vai a giocare un po’ con i
cagnolini, ma fai come ti dice la signorina, capito?”
Annuì
rapida, prima di scoccarmi un sonoro bacio e correre via.
Sperai
vivamente che non si facesse venire idee strane in mente ma, non appena
mi diressi verso Rob, capii che non era Joy quella di cui dovevo
preoccuparmi di più.
“Kris
guarda che..”
“No”
lo bloccai prima che potesse dire altro “Non ti..non ci
provare o..”
“Ciao
Kris” Rob ricominciò a parlare, questa volta
però facendo la vocina triste e depressa che nella sua mente
malata sarebbe dovuta appartenere al cucciolotto fra le sue braccia
“Sono piccolo…”
“Rooob!”
“…solo…”
“No,
smettila, non prenderemo un cane!”
“…abbandonato
da tutti. Non vedi il mio sguardo triste e abbattuto mentre me ne sto
qui tutto solo? E tutto ciò che chiedo è una
famiglia, un po’ di affetto. Guarda i miei occhioni nocciola,
guardali …”
“No,
non li guardo perché i miei occhi sono chiusi” mi
portai le mani al viso “Serrati, cuciti col filo. Pinzati con
le graffette, sbarrati a doppia mandata. Non cederò, non
cederò e non cederò. Non hai tutto questo potere
su di me, bello mio.”
Improvvisamente
scoppiò a ridere così forte che mi azzardai a
sbirciare e vidi subito che aveva rimesso il beagle a terra e, ora, si
teneva la pancia per le risate.
“Che
cosa diavolo…”
“Forse
IO non ho tanto potere. Ma qualcun altro…”
“Nessuno”
ribadii “E ripeto nessuno mi farà prendere un
cane. Fine della questione.”
E
ovviamente avevo parlato troppo presto.
“Mamma!
Mamma!”
Joy
percorse la breve distanza che la separava da noi con una corsa veloce,
nonostante reggesse fra le braccia un…
Oh,
no, ti prego no!
“Mamma,
papà!” esclamò “Voio
lui”
Ok,
Kris, calma, mantieni la calma. Ci sarà un modo ragionevole
per spiegare alla tua bimba di tre anni che non puoi prenderle un cane
senza sembrare una strega senza cuore, no?
“Amore”
iniziai con molta calma “Puoi giocare con lui per un
po’ ma…ma lo sai che non possiamo portarlo a casa
vero?”
Il
suo visino si trasformò in una maschera di delusione.
“Pecchè no??”
“Perché
noi viviamo lontano lontano durante l’anno. Ti ricordi che
mamma ti ha detto che noi veniamo a Londra solo per le vacanze?
Ecco….e poi abbiamo Cake a casa ora. E i micini e i cani non
vanno molto d’accordo.”
“Ma
no!” Joy scoppiò a ridere come se avessi detto una
sciocchezza “Gaffield e Odie sono amici!”
Certo
la sua logica da bimba di tre anni non faceva una piega ovviamente.
“Mamma
ti pleeeeeeego!”
Lancia
un’occhiata veloce a Rob, in cerca di aiuto.
“Mamma
ti pregooooooo!” disse ripetendo le parole della bimba.
Mi
chiedevo io, ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quei due uniti
in ogni misfatto?
“Ragazzi
non è proprio il caso…”
“Ti
pregooooo”
“Ti
plegooooo. Mamma guadda che bello!”
Beh
bello…forse era una parola grossa. Era un cucciolo meticcio,
grigio, con varie macchie scure sparse sul corpo. E non mi stupii
affatto che Joy avesse notato proprio lui piuttosto che uno dei cani di
razza. Mi stupivo sempre di come, alle volte, mia figlia riuscisse a
guardare al di là dell’apparenza anche se era
ancora così piccola e innocente. Capiva subito se le si
diceva una bugia o non si era del tutto sinceri.
“Dai
mamma!”
“Ti
pleeegooo mamma!” incalzò Rob come se Joy non
fosse già abbastanza pericolosa da sola.
Lì,
così felice col suo cagnolino ed il suo papà a
giocare sul prato. Con i suoi occhioni verdi così simili ai
miei , eppure con il viso così simile a quello di Rob. Il
suo sorriso dolce, a cui non sapevo dire di no…
“Come
ce lo portiamo un cane a LA? Ci saranno vaccinazioni e moduli da
compilare e..”
“Abbiamo
ancora due mesi prima del ritorno negli USA. Mi occuperò io
di tutte le scartoffie burocratiche” Rob mi
abbagliò col suo sorriso.
“Ti
pleeegooo mamma!”
Non
cedere, non cedere.
“Io…”
“Ti
pleeeeegooo!”
Ok,
stai cedendo.
Cazzo.
Scossi
il capo, incredula di ciò che stavo per fare.
“Beh.
Benvenuto in famiglia allora!”
Carezzai
il musetto del cane proprio mentre lui fuggiva dalle braccia di Joy
terrorizzato, visto che lei si era gettata su di me facendomi
letteralmente finire a terra. Presto anche Rob si rotolò con
noi e si aggiunse a Joy nel baciarmi e abbracciarmi.
“Ti
voio bene mamma” mormorò mia figlia.
Rob
mi strinse forte e mi posò un lungo e sensuale bacio sul
collo.
“Anche
io ti voio bene mamma.”
Non riuscii a non
scoppiare a ridere. Perché se avere un nuovo animale ad ogni
compleanno era il prezzo da pagare per essere così felice
beh…allora lo avrei fatto più che volenteri.
“No, no, no!
Dannato animale”
Mi rotolai tra le
coperte ridendo come una pazza perché sapevo perfettamente
cos’era appena successo.
Spaventato dalle urla
di mio marito il nostro cagnolino saltò sul lettone,
accoccolandosi sotto le coperte contro il mio corpo. Affondai il volto
nel suo pelo morbido e tiepido, dello stesso profumo del bagnoschiuma
delle principesse Disney di Joy, con cui mia figlia lo aveva lavato la
sera precedente.
“Hai
combinato un altro casino eh? Devi imparare a chiedere quando devi fare
i tuoi bisogni”
Alzò il
muso, guardandomi con i suoi occhioni dolci e tristi spalancati, come a
chiedermi ‘Scusa Kris’. Come si faceva a restare
arrabbiati con uno sguardo simile, come?
“Vabbè
non fa nulla dai, imparerai.” Mormorai proprio mentre Joy
saltava sul lettone e si accoccolava fregandosi gli occhi
dall’altro lato di Bear.
Già,
perché il nostro nuovo cucciolo era stato battezzato Bear
dopo una lunga camera di consiglio tra Joy e Rob.
Il motivo di tal nome
ancora non mi era stato svelato.
“Ho tanto
tanto tonno. Pecchè papà ulla?”
“Perchè
si è un po’ arrabbiato con Bear. Deve aver fatto
di nuovo la pipì in cucina.”
“Beal
no” tentò di sgridarlo lei “Devi fale il
blavo.”
Proprio in quel
momento Rob entrò in camera, passandosi una mano fra i
capelli scompigliati, completamente assonnato.
“Mmmm fatemi
un po’ di spazio” brontolò avvicinandosi
al letto “Mi sono alzato all’alba per controllare
se aveva fatto pipì e l’aveva fatta. Sono
distrutto…”
Si bloccò
quando vide che non accennavamo a muoverci neppure di un millimetro.
“Beh, un
po’ di spazio per un uomo che ha fatto tutto il lavoro sporco
di pulizia, no?”
“Mmmm”
Volevo tenerlo sulle spine e farlo arrabbiare un po’. In
fondo era soprattutto colpa sua se stavamo accumulando animali su
animali. “No, scusa, usa il divano. Il tuo posto nel lettone
è già stato preso da un altro maschio. Vero
piccolo, dolce Bear. Ma quanto ti ama Kris eh? Tanto tanto
tanto..”
Rispose al mio gesto
d’affetto leccandomi il viso.
“ Oh amore
mio!” lo vezzeggiai.
“Amore
mio?” Rob alzò un sopraciglio
guardandomi scioccato “Cioè..preferisci lui a
me?”
“E’
morbido” mi strusciai contro Bear “Caldo,
profumato. Tu sei freddo…no, non ti
vogliamo.”
“Joy amore
di papà, tu mi vuoi vero”
“Papà
vai tul divano. Qui c’è Beal.”
Dovetti affondare il
volto sul cuscino per cercare di soffocare le risate ma non vi riuscii
e mi ritrovai a rotolare fra le coperte con Bear che abbaiava felice
saltellando e cercando di leccare il faccino di Joy.
“Oh Rob, la
tua faccia è ahahah impagabile. Oddio..sei stato
rimpiazzato. Non sei più l’uomo di casa. Un nuovo
uomo giovane e bello ti ha sostituito. Sorry.”
“Ridi
ridi..” mormorò uscendo dalla stanza, non prima ,
però, di avermi fatto l’occhiolino.
Sicuramente aveva in
mente qualcosa. Rob adorava quando lo provocavo soprattutto
perché sapeva sempre come vendicarsi.
Ma iniziai a pensare
di essermi sbagliata e che forse era semplicemente andato a guardare la
tv, quando dopo quasi mezz’ora non sentii alcun rumore.
Tutta la stanza era
calma e i raggi del sole del mattino entravano dalle persiane
leggermente aperte. Era un’altra bella giornata di sole,
forse un po’ anomala per Londra, eppure da quando eravamo
arrivati avevo iniziato a pensare che la voce che a Londra piovesse
sempre fosse solo un pregiudizio in fondo.
Guardai
l’orologio. Le sette.
Povero Rob, doveva
essersi alzato davvero prestissimo per ripulire.
Iniziava quasi a farmi
un po’ di tenerezza.
Questo
finchè…
“Sei finita
piccola!” Qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferrò
per le caviglie e iniziò a solleticarmi i piedi.
“No Rob, no.
Ti prego il solletico noooo!”
“Mi hai
rimpiazzato eh. Sono da rottamare ahahah. Ti faccio vedere io”
Si sollevò
su di me, schiacciandomi contro il materasso e iniziando a solleticarmi
i fianchi.
“No, no. Ti
prego faccio…faccio tutto quello che vuoi.”
Si fermò
per osservarmi con un’occhiata maliziosa. “Ok, due
condizioni. Prima…Mi punisci?”
“Ancora con
questa storia?”.
Lanciai
un’occhiata veloce a Joy che infastidita di essersi svegliata
per colpa nostra ci fissava truce.
Si voltò
dall’altra parte coprendosi il capo col cuscino,
perché se c’era una cosa che di certo Joy non
amava era alzarsi presto la mattina.
“Punizione
eh?”
“Ahahah”
mi baciò il collo sussurrando: “Con manette e
frustino e tutto il resto…”
“Sei
serio?”
“Non ti
resta che dirmi di sì e scoprirlo mia cara” mi
sfidò
Beh, se voleva giocare
chi ero io per dirgli di no?
“Ci sto. E
la seconda condizione?”
Lasciò una
serie di baci che mi fecero tremare.
“La seconda
condizione è che…” infilò le
mani sotto la mia maglietta “..che veniate subito al parco
con me e il cagnaccio, sfaticate!”
Furono le sue ultime
parole prima di caricarci a forza sulle spalle tra le nostre urla di
divertimento.
“Dai
non ci credo, sei ancora geloso?”
Gli solleticai la
pancia infilando la mano sotto la sua maglietta.
“Io non sono
MAI stato geloso di un cane. E sottolineo mai.”
Ah ah, sì
certo, come no…
“Dai lo sai
che sei solo tu il grande amore della mia vita, no? L’unico,
il solo il migliore per sempre sempre sempre..”
Gli posai un leggero
bacio sulla guancia nonostante la cosa non fosse facile visti i
cappellini e gli occhiali da sole che entrambi indossavamo. Perfino Joy
era dotata di cappello –anti riconoscimento. Purtroppo
eravamo stati fotografati poche settimane prima e da allora i paparazzi
inglesi cercavano continuamente di beccarci in giro.
Cosa che francamente
non capivo. Insomma eravamo una famiglia e se dovevo essere sincera
anche una famiglia piuttosto noiosa. Andavamo a cena fuori, a
passeggiare, al cinema ma nulla di più. Che cosa credevano?
Che avrebbero scoperto davvero uno di noi due mano nella mano con un
altro?
Ridicolo…
“Ruffiana”
sussurrò mentre mi abbracciava con forza con un braccio e
tenendo il guinzaglio di Bear con l’altro. Joy invece era al
mio fianco, saldamente ancorata alla mia mano. Tendeva ad eccitarsi per
ogni piccola cosa, come la maggior parte dei bambini, e non volevo
rischiare che si perdesse mentre inseguiva un gattino o una paperella
al bordo del laghetto. E oltretutto Hyde Park era uno dei suoi luoghi
preferiti in assoluto a Londra.
D’un tratto
Bear si fermò e fece pipì contro un tronco
guardandoci, una volta che ebbe finito, con aria soddisfatta.
“Ecco bravo.
Qui la devi fare. Non sul pavimento della cucina”
sbottò Rob e non riuscii a trattenermi dal tirargli un
piccolo pugno sullo stomaco.
“Eddai. Come
fai ad essere arrabbiato con un cucciolo così
carino!”
“Beh,
carino…insomma. Sembra un po’ un cucciolo di
iena.”
Joy alle sue parole si
fermò e scrutò il padre con sguardo omicida.
“Beal
è bellittimo papà! Chiedi scusa tubito. Fai bacio
a Beal.”
Prese il cucciolo tra
le braccia e lo avvicinò a Rob che fu costretto a abbassarsi
e farsi dare una leccatina sulla guancia. In realtà lo vidi
immediatamente sciogliersi alle coccole del cane, perché
poteva fare il geloso quanto voleva ma io sapevo benissimo che lo amava
alla follia.
“Vitto? Beal
ti vuole tanto bene!”
“Ma
sì, sì, anche io ti voglio tanto bene
Bear.”
“Joy amore,
prendi il sacchettino” le misi in mano una bustina piena di
briciole di pane “Noi stiamo qui sul sentiero con Bear. Tu
perché non vai a dare da mangiare alle
anatre?”
Joy si
illuminò e corse i pochi metri che la separavano dallo
stagnetto in cui nuotavano alcuni anatroccoli appena nati con le loro
mamme.
“Awwww lo
sapevo che amavi Bear. Lo ami tanto tanto tanto!” continuai a
prenderlo in girò.
Lui sbuffò,
alzando gli occhi al cielo. “Ma certo che lo amo.
E’ un po’ come il secondo figlio che non
abbiamo.”
Ridacchiò
contento, probabilmente senza aver fatto troppo caso a ciò
che aveva detto.
Ma io
sì…io sì che ci avevo fatto caso.
Non appena le parole
gli erano uscite dalla bocca mi ero ritrovata paralizzata, il sorriso
che avevo solo pochi istanti prima sul viso, scomparso.
“Kris cosa
c’è?”
Scossi il capo.
“Nulla. Davvero niente. Solo un’ondata della stessa
nausea che avevo ieri sera. Sarà una specie di virus. Certo
ad Agosto… che sfiga.”
“Kris
non…”
Vidi i suoi occhi
spalancarsi nell’esatto istante in cui, probabilmente, si
rese conto di ciò che aveva detto.
“Amore…”
“No lascia
stare” lo bloccai subito. Avevamo già perso troppe
ore a paralare, discutere, cercare rassicurazioni. Non volevo rovinare
la giornata anche a Rob per l’ennesima volta.
“Ehi”
mi sollevò il volto con le dita finché non mi
ritrovai costretta a guardarlo “Vieni qui”
Mi prese teneramente
per mano e mi condusse ad una panchina lì accanto, da cui
continuavamo comunque a vedere Joy con chiarezza.
Bear si
accucciò ai nostri piedi.
“Te
l’ho detto, non fa niente.”
“Sì
che fa invece. E io sono un grandissimo idiota.”
Ecco, come al solito
si dava la colpa per qualcosa si cui non era assolutamente
responsabile. Di cui nessuno di noi era responsabile.
“Sto bene
Rob. Credimi. E’ stato solo….solo un
momento.” Cercai di convincere entrambi
“E’ già passato”
Si chinò e
mi sfiorò appena percettibilmente le labbra.
“Abbiamo
tempo Kris. Tutta la vita è davanti a noi, dobbiamo solo
avere un po’ di pazienza. Vedrai, arriverà. E se
anche non dovesse essere così…abbiamo sempre noi
tre. Anzi, noi cinque con Cake e Bear!”
Scoppiai a ridere
proprio mentre Joy si sbracciava verso di noi.
“Papàààà!!
Vieni qui! Vieni!”
“Vai
Rob” lo incoraggiai “Vorrà che la aiuti
a dare da mangiare agli anatroccoli.”
“Sicura?”
Annuii.
“Sì, io rimango qui con Bear ancora qualche
minuto. Ho davvero ancora un po’ di nausea da
ieri…”
“Sicura
davvero davvero?” mi carezzò premuroso la fronte
“Possiamo tornare a casa se vuoi.”
“ Ma no! Mi
basta qualche minuto seduta.”
“Ok”
Si alzò,
correndo da Joy e lasciandomi un attimo da sola, capendo che era
ciò di cui avevo davvero bisogno.
Insomma, era vero che
la sera prima non ero stata molto bene, ma ad essere sincera non sapevo
se la sensazione che mi attanagliava lo stomaco in quel momento fosse
dovuta solo a quello. O a ciò che aveva detto Rob per
sbaglio.
E’
come il secondo figlio che non abbiamo…
Una parte del mio
cuore sapeva che era sbagliato sentirsi in colpa ma…ma a
volte non riuscivo a non pensare a certe cose. Perché
comunque la si rigirasse era il mio corpo che non riusciva ad avere un
altro bimbo, era il mio corpo che si sentiva totalmente inutile e
sbagliato.
La prima volta che
avevamo davvero sperato potessi essere incinta era stato il giorno del
secondo compleanno di Joy. Ricordavo ancora perfettamente la mattina in
cui avevo subito la delusione di vedere il test negativo. La prima
delusione di tante…
E dopo un
po’ avevamo detto basta. Basta test, basta pensarci
troppo, basta sentirci responsabili di qualcosa che era al di
là del nostro controllo.
Avremmo
aspettato….e avremmo avuto fede.
E io, nonostante
tutto, ancora ne avevo tanta.
Alzai gli occhi e, per
un attimo, mi sentii incredibilmente stupida. Era vero, desideravo un
figlio. Ma la cosa che più volevo era che la mia famiglia
fosse unita e felice e quella sì che era una cosa che
già mi apparteneva.
Guardai Rob prendere
Joy sulle spalle e aiutarla a gettare il cibo anche agli anatroccoli
più lontani. Guardai Bear che scodinzolava felice di fronte
a me.
E presi un lungo e
profondo respiro.
“Andiamo
dalla nostra famiglia, vuoi?”
Mi alzai veloce
diretta da Rob e Joy ma, non appena feci un passo, il senso di nausea
di poco prima si fece più forte e fu presto accompagnato da
una serie di vertigini.
Ok Kris, respira,
respira…
“Rob..”
cercai di chiamarlo ma era troppo distante per potermi sentire.
E quando Bear
strattonò con forza il guinzaglio mi ritrovai presto a
terra, sdraiata tra la polvere del vialetto.
POV ROB
Quanto tempo era passato da quando eravamo su quell'ambulanza, non lo
sapevo né avevo intenzione di saperlo. Non poteva essere
quella la mia preoccupazione in quel momento. Non volevo che fosse il
pensiero del tempo che passava ad occupare i miei pensieri, avevo paura
di scoprire poi che ogni secondo che passava aveva solo peggiorato le
cose e non potevo permettermelo, non mentre vedevo gli infermieri
facilitarle la respirazione, non mentre le tenevo la mano, e non mentre
Joy era rifugiata tra le mie gambe impaurita e spaesata.
Non aveva ancora detto
una parola da quando l'ambulanza aveva caricato Kristen su una barella
ed eravamo saliti con loro. Immaginavo che vedere la madre
così doveva scombussolarla parecchio.. Certo Kristen era
stata peggio ma lei non poteva sicuramente ricordarlo.
Lanciai un'occhiata a
Bear che era accucciato in un angolo del mezzo e non dava alcun
problema per i movimenti e non potei non pensare
all'assurdità della situazione.
Forse era un sogno,
cercavo di convincermene. Ero riuscito a mantenere il contatto con la
realtà giusto in tempo per chiamare l'ambulanza e mia madre.
Loro sarebbero di certo arrivati all'ospedale prima di noi per la loro
posizione e avevo bisogno che qualcuno si occupasse di Joy
perché io.. io dovevo occuparmi di Kristen, dovevo aprire
gli occhi, accettare quello che stava succedendo e ripetermi che non
era nulla di grave.
Nulla di grave. Solo
uno svenimento. Nulla di grave.
Sentii Joy stringere
le braccine attorno alla mia vita e affondare la testa contro la mia
pancia e mi si strinse il cuore.
Lasciando
a malincuore la mano di Kristen la presi in braccio e la strinsi a me,
cullandola e sussurrandole che andava tutto bene.
“Non
è niente amore..” continuavo a dirle mentre lei
forzava la presa dei suoi pugni sulla mia maglia, aggrappandosi a me
con tutta la forza di cui era capace.
“Papà
cos'ha la mamma..?” disse con voce tremante parlando per la
prima volta da quando tutto era successo velocemente.
“Niente
amore, va tutto bene.. Non ti preoccupare.. Starà
benissimo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrarle
pregando il cielo che fosse vero, pregando Dio di darmi la forza di
convincermene.. perché non avrei davvero potuto sopportare
oltre.. Sembrava che il mio cuore avesse già vissuto cento
anni di vita, con tutte le gioie e i dolori annessi.. Sembrava che
stesse invecchiando troppo in fretta non lasciandomi la
possibilità di godere le gioie della vita per più
di un anno.
Stringevo Joy facendo
in modo che non guardasse ancora il corpo di Kristen che giaceva sulla
barella, ad occhi chiusi.
Io invece la
guardavo.. e più la guardavo più mi sentivo male.
Il percorso fino
all'ospedale mi sembrava essere durato una vita e quando scendemmo mi
sembrava di non riuscire più a camminare. La sirena ancora
rimbombava nella mia testa..
Vedere i miei genitori
lì, all'entrata del pronto soccorso, mi portò
definitivamente alla realtà e tutto mi sembrò
succedere troppo velocemente. Scesero la barella dall'ambulanza dandomi
a stento il tempo di andare dai miei genitori per affidargli Joy e Bear.
“Tesoro ma
cosa..”
“Non adesso
mamma” la interruppi d'un tratto accelerato al massimo.
“Vi prego,
portate Joy a casa. Non voglio che stia qui..”
Le dissi solo questo
prima di affidarle la piccola.
“Papà
voio lestale con te!” si ribellò lei.
“Tesoro, non
puoi. Vai a casa a giocare con la nonna e io e la mamma torniamo tra
poco, okay? Fai la brava amore!”
“Robert,
facci sapere qualcosa!” urlò mio padre e
acconsentii con un cenno della mano mentre seguivo gli infermieri.
Afferrai la mano di
Kristen e potei vederla sbattere le palpebre diverse volte.. sembrava
che si stesse riprendendo ma non avesse la forza di aprire gli occhi.
Apri gli occhi amore
mio.. ti prego.. Apri gli occhi e guardami.
Pensieri muti.
“Allora qual
è il problema?” mi resi conto che ci eravamo
fermati solo quando sentii la voce di un medico che tentava di
raggiungermi. Forse si era anche presentato e io non lo avevo calcolato
nemmeno di striscio; le mie priorità sembravano essere altre.
Riuscii a spiegare di
nuovo l'accaduto cercando di ricordare ogni minimo particolare pensando
che potesse servire ogni minima cosa per una diagnosi accurata.
“Capisco”
disse quello che, da quello che riuscivo a leggere sulla targhetta che
aveva al camice, doveva essere il dottor Gregory.
“E lei
è?”
“Sono suo
marito” risposi pronto presentandomi come non avevo fatto
prima.
“Signor
Pattinson, mi sembra molto nervoso. Ho bisogno che lei si calmi e
compili dei moduli per sua moglie..”
“Si si,
tutto quello che vuole, prima però devo sapere..”
“La prego.
Si rilassi e compili i moduli. E' necessario per fare le
analisi..”
Necessario. Bene, mi
piaceva la parola necessario. Era una bella parola. Si, dovevo fare
qualcosa di necessario.
Come un automa mi
chinai a baciare la fronte di Kristen prima che la portassero via e
conducessero me a riempire una serie di fogli senza nemmeno sapere a
cosa servissero. Mi limitavo a compilarli finché mi resi
conto di non sapere se fosse allergica a qualcosa o no.
In tutti gli anni in
cui eravamo stati insieme non c'erano mai stati casi di allergie, ma se
non erano capitati non voleva dire che non era allergica a niente.
Dio, perché
non lo sapevo? Perché non glielo avevo mai chiesto?
Eppure Kristen era
stata ricoverata altre volte. Era la prima volta che vedevo quella
domanda oppure non ricordavo la risposta? Cosa avevo risposto altre
volte?
Dio, perché
non lo ricordavo?!
Sbattei con rabbia il
pugno sul ripiano creando un rumore sordo e attirando l'attenzione
della gente attorno a me.
Non alzai il viso e
ritirando in dentro rabbia e paura sbarrai quello spazio con una linea
obliqua promettendomi di chiederglielo appena l'avrei vista, sveglia.
Perché lei
doveva essere sveglia.
Elaborai quel pensiero
per la centesima volta quando alzai il capo e vidi il dottor Gregory
venirmi incontro con un'espressione indecifrabile sul viso.
Per quanto
già potessi sentire la paura far da padrone mi forzai di
muovere le gambe verso di lui. Non parlai e non ce ne fu bisogno visto
che fu lui ad iniziare e risparmiarmi il dolore di dover chiedere se
fosse grave o no.
“Allora..”
iniziò calmo mentre esaminava i moduli che avevo compilato e
che l'infermiera gli aveva passato. “Non sembra nulla di
grave signor Pattinson”
Ancora mi sembrava
assurdo che qualcuno vedesse in me un signor e ancora più
assurdo era il fatto che quello fosse il mio pensiero in quel momento.
“Aspettiamo le analisi del sangue per capire meglio e se
sarà il caso farò controlli più
approfonditi attraverso le urine. Ad ogni modo vorrei aspettare che si
svegli per chiedere a lei stessa..”
“Non
è ancora sveglia???” chiesi allarmato.
“Non del
tutto.. l'abbiamo sistemata in una camera provvisoria in attesa delle
analisi. Diventerà permanente in caso di
ricovero..”
“Ricovero?
Ma ha detto due secondi fa che non era nulla di grave!”
“Sto facendo
delle ipotesi secondo quello che ho avuto modo di vedere.. Ho bisogno
del risultato delle analisi per avere sicurezze.. Sia paziente.. Ci
vorrà solo qualche ora..”
Qualche ora?! Qualche
ora per delle stupidi analisi del sangue?!
Bollivo di rabbia e
frustrazione dentro di me ma decisi di stare zitto ed evitare di dare
spettacolo. Kristen divenne di nuovo il mio unico e solo pensiero e
chiesi gentilmente di essere accompagnato da lei.
Non era nemmeno una
vera camera quella in cui l'avevano momentaneamente sistemata, era
molto più piccola ma non c'era nessuno quindi andava bene
così.
Avvicinai una sedia al
letto e mi misi a sedere.
La guardai per qualche
minuto prima di riuscire ad avvicinarmi e prenderle le mano. Avevo
quasi paura che potesse sgretolarsi sotto il mio tocco..
Dio..
perché avevo così paura?
Perché..
perché.. “..non lo sopporto più.. La
devi smettere di farmi questo. Non m'importa se è un calo di
pressione o influenza. Non voglio più mettere piede qui
dentro, capito? Quindi smettila, ti prego.. Apri gli occhi e guardami..
Dimmi che stai bene.. che non è niente, così
potremmo tornare a casa da Joy e dimenticare questo posto.. Ti prego
amore mio.. apri gli occhi.. e dimmi che mi perdoni di non sapere
nemmeno se sei allergica a qualcosa..”
Non volevo piangere,
non ce n'era motivo perché.. perché non era nulla
di grave. Solo uno svenimento. Stress. Pressione. Svenimento. Nulla di
grave.
D'un tratto la sua
mano strinse la mia, prima piano, poi sempre più forte e
sentii il suo respiro crescere e lamentarsi un po' prima di aprire
lentamente gli occhi.
“Hey..”
sorrisi rilassando ogni fibra del mio corpo.
“Hey”
ricambiò il sorriso per poi strizzare le palpebre come a
cercare di focalizzare l'ambiente attorno a noi.
“Dove
siamo..che è successo?”
“Sssh..
sei.. sei svenuta.. Niente di grave..”
Scosse la testa prima
di annuire debolmente col capo. “Si, ricordo..”
“Cosa
ricordi? Cosa hai sentito..?”
“Mah.. ma
non lo so.. solo un gran giramento di testa.. e gli occhi pesanti..
tutto pesante. E sono crollata..”
“Oh..
bè.. io te l'avevo detto che tutto quel vino ti avrebbe
fatto male..” scherzai ripensando a come, la sera prima,
mentre Joy dormiva placidamente nel suo lettino, aveva deciso di
ubriacarsi con un calice di vino dietro l'altro per poi sedurmi e
giocare alla dominatrice.
Certo non si era
ubriacata.. ma aveva decisamente dominato.
“Stai
pensando a ieri sera vero?”
“Cosa..?”
“Hai quel
sorriso idiota...”
“Smettila,
piccola impertinente che non sei altro. Come ti senti?”
“Bene.. solo
che mi si chiudono gli occhi.. dici che è
normale..?”
Sospirai abbandonando
per un secondo il sorriso che avevo ostentato fino ad ora.
“Kristen.. devi smetterla di farmi morire di paura in questo
modo.. Ti piacciono così tanto gli ospedali da non poterne
stare alla larga per più di qualche mese?”
Fui lieto di vederla
tirare una specie di sospiro divertito e mettersi meglio a sedere.
“Vieni
qui..” sussurrò carezzandomi il viso prima di
trascinarlo vicino al suo e lasciarmi un bacio stampato sulle mie
labbra, marcato sulla mia pelle come il fuoco.
“Prometto di
stare alla larga dagli ospedali se tu prometti di non fare un dramma
per un giramento di testa, ok?”
“Svenimento”
la corressi poggiando la mia fronte contro la sua.
“Fa lo
stesso.”
“Sei proprio
assurda.. Vado a chiamare il dottore.. voleva parlarti.. e vedere come
stavi..”
“Oh..”
“Ha detto
che non è nulla ma ovviamente stiamo aspettando le
analisi..”
“Mm-mm”
annuì sorridendo contro la mia bocca.
“Tu torni
però, vero? Non vai via..?”
Che domanda sciocca.
Meritava una risposta altrettanto scontata.
“Dove
altro.. potrei andare?” sorridemmo insieme della battuta
totalmente casuale.
“Bella
risposta.. hai improvvisato..?”
“Ho
improvvisato quando era il caso di improvvisare.. Ora dico sul
serio..”.
Mi strinse la mano
fino a farla salire sul mio braccio e circondarmi per abbracciarmi. Mi
strinse a sé e io feci lo stesso lasciando scivolare le mia
mani dietro la sua schiena e cingendola fino a farla aderire
completamente al mio corpo.
Una cosa sola,
un'anima sola in quell'abbraccio.
“Torno
subito” dissi mentre le lasciavo un bacio sul capo.
“Rob..”
mi chiamò prima che uscissi.
“Si..?”
“Non sono
allergica a niente..” disse con un sorriso a cui risposi con
un cenno del capo.
“Non che io
sappia almeno..” continuò un po' scettica prima
che uscissi dalla stanza.
Trovai il dottor
Gregory solo due reparti più in là e stavo per
seguirlo in camera quando mi ricordai dei miei genitori che avevo
lasciato ignari di tutto e sicuramente preoccupati quanto lo ero stato
io.
Chiesi per un telefono
e gli dissi che lo avrei raggiunto tra un paio di minuti. Ripercorsi il
corridoio e tornai in sala d'aspetto, per rendermi conto che i miei
genitori erano lì, di nuovo, con Joy che appena mi vide
scappò dalla mano di mia madre per correre verso di me.
Non urlò
nemmeno come faceva di solito, si limitò a venirmi incontro
e sapevo che avrei solo dovuto chinarmi per prenderla tra le mie
braccia e stringerla.. e infatti così feci.
“Papi..”
sussurrò infine affondando la testa nell'incavo del mio
collo.
“Cucciola
che ci fai qui? Dovevi stare con la nonna..”
“Rob, non
stava un secondo ferma. Tenerla a casa era impensabile.. Era
preoccupatissima.. e anche noi..”
Annuii alla
spiegazione di mia madre e per tranquillizzarli spiegai subito come
stavano le cose. Joy aveva alzato il viso e osservava il mio attenta,
come se volesse concentrarsi il più possibile per capire..
per sapere.
Mi preoccupai
perciò di usare frasi che non potessero allarmarla ma che
anzi fossero semplici per lei e la tranquillizzassero sul fatto che la
madre stava bene.
“Allola
posso andale?” rispose pronta quando dissi che si
era svegliata da poco.
Mi aspettavo che lo
avrebbe chiesto ma non sapevo se era il caso..
Anche se in fondo
Kristen stava bene e per niente in qualche condizione che potesse
impressionare la piccola. Non riuscii a trovare un motivo valido per
impedire a mia figlia di vedere la madre.. anzi ero sicuro che a
Kristen non poteva che far piacere.
“Plometto
che faccio la blava e sto calma calma..”.
E i suoi occhi erano
così limpidi e desiderosi mentre mi supplicava che non potei
proprio dirle di no.
“D'accordo..
andiamo..”.
Mi
abbracciò forte e mi diede tre baci sulla guancia prima di
fare ciao con la manina ai miei genitori che avevano ritenuto opportuno
non riempire la stanza, già alquanto piccola, e non
soffocare Kristen finché non si sarebbe sentita davvero
meglio e avremmo saputo qualcosa di più concreto.
“Guarda che
bei disegni amore..” dissi a Joy mentre camminando ci
trovammo ad attraversare il reparto maternità. Lei tuttavia
non alzò il capo e anzi si strinse più forte a me.
“Amore, che
c'è?”
“Niente..
non mi piacciono i pedali..”
Conoscendola mi ci
vollero appena due secondi per capire che la sua parola storpiata stava
per ospedali.
Non le piacevano gli
ospedali, e come potevo darle torto? Non piacevano nemmeno a me
soprattutto dal momento in cui ci avevo passato più tempo
del dovuto.
Quello era infatti
l'unico reparto di cui portavo un bellissimo ricordo.
“Non
piacciono nemmeno a me..” le massaggiai la schiena.
“Però questa cosa è bella..se apri gli
occhi ti piacerà..”
Sembrò,
stranamente, fidarsi al primo tentativo e abbandonando un po' la presa
attorno al mio collo alzò il capo e aprì gli
occhi.
“Guarda..”
le indicai il vetro dietro il quale erano schierate due file di culle
con coperte così colorate da creare un bellissimo effetto
arcobaleno nella stanza.
Sembravano tutti
abbastanza tranquilli tranne uno che continuava ad agitarsi e piangere.
“Da dove
vengono tutti questi bambini?”
Oh-oh. Non era certo
il caso di affrontare 'il discorso' con mia figlia che aveva solo tre
anni e non volevo nemmeno profilarle la solita storia delle api o dei
cavoli. Per non parlare della cicogna.. non me l'ero bevuta
nemmeno io quando ero piccolo.
“Un bambino
arriva quando due persone si vogliono molto bene..” dissi
semplicemente sicuro che l'avrei confusa ancora di più.
“Allola
anche io posso avele un bambino con te..?”
Sorrisi della sua
ingenua intelligenza.
“No amore,
io sono il tuo papà. Devono essere due persone
grandi...”
“Come tu e
la mamma?”
“Esatto..
come io e la mamma..”
“Ma allola..
tu e la mamma non vi volete più bene?”
“Cosa..?
Certo che ci vogliamo bene.. ci vogliamo tanto bene..”
“E il
bambino dov'è allola?”
Già..
dov'era il bambino? Dov'era il nostro bambino?
In cielo, avrei
voluto dirle.
Arriverà,
avrei voluto ripetere a me stesso.
Invece non trovai
risposta alla sua domanda ma sembrò non curarsene. Con le
mani poggiate al vetro era troppo attenta a far vagare i suoi occhi da
una culla all'altra.
“Tu lo
vorresti un fratellino o una sorellina?” le chiesi baciandole
il piccolo collo.
“Piccolo
come questi?”
“Si..”
“Mmm... e
che piange come quello lì..?”
Risi.
“Magari no.. Tu eri proprio così.. piangevi
sempre..”
“Davvelo?”
“Già..
quindi forse lui o lei non piangerebbe tutto il tempo..”
“Mmm...”
sembrò pensarci qualche secondo. “Allola si. Se
non piange tutto il tempo si può fale..”.
Sorrisi e fui lieto di
non sentirle esprimere la paura di una possibile carenza d'amore da
parte nostra in caso di un nuovo arrivo.
Era un pensiero che
non doveva esserle passato per la testa e ne fui felice, anche se
sapevo che ciò non escludeva la possibilità di
eventuali gelosie in futuro.
Scossi il capo
fermando il mio fantasticare su un futuro ancora incerto e imponendomi
di tornare al presente.
“Andiamo
dalla mamma.. non so se possiamo stare qui..”.
Il dottor Gregory
copriva la figura di Kristen che inizialmente non si accorse di noi ma
quando mi spostai leggermente potei vedere i suoi occhi illuminarsi
alla vista della nostra piccola.
“Guarda chi
c'è..” le sorrisi mentre lei si era già
messa meglio seduta.
“Oddio,
amore mio! Vieni qui!!”
Joy non se lo fece
ripetere due volte e divincolandosi dal mio abbraccio come sapeva fare
solo lei scese a terra e corse verso il letto, si arrampicò
sulla sedia lì vicino e si buttò tra le braccia
della madre.
“Mami,
mami!”
Sobbalzai quando vidi
l'euforia con cui continuava a stringersi a lei ma bastò
un'occhiata del dottore per tranquillizzarmi.
“Bene
Kristen, allora ci vediamo più tardi con il risultato delle
analisi..”
Mia moglie era
tuttavia troppo impegnata a godere del corpicino di nostra figlia tra
le sue braccia e accennò a stento un sorriso e un grazie
veloce.
Accompagnai il dottore
fuori la camera per sapere di più ma sembrava che non ci
fosse nessuna novità rispetto a ciò che
già sapevo.
Quando tornai dentro
Joy era a gambe incrociate sul letto e parlava con Kristen di Bear.
“.. allola
siamo tonnati a casa dei nonni e l'abbiamo lassato lì..
perché io volevo venile da te.. Poi ha chiamato la zia che
voleva venile pure lei.. però la nonna ha detto di no
perché se no poi i cuginetti con chi stavano?
Però secondo me zia Lizzie viene lo stesso e poi ha chiamato
anche zia Vicky perché l'aveva chiamata zia Lizzie che
subito l'aveva chiamata.. e allora la nonna ha detto anche a lei non
venile.. ma secondo me viene anche lei..”
Sorrisi di quel suo
piccolo ed elaborato discorso ma il mio sguardo andò subito
agli occhi di Kris che si illuminavano come due stelle quando guardava
la nostra bambina.. e rideva anche lei per il suo modo di esporre le
cose e la sua parlantina.
Joy
continuò a parlare ancora per un bel po' e in un suo momento
di distrazione sussurrai a Kristen: “Come ti senti?”
Lei annuì
sicura tranquillizzandomi per poi lasciarsi scappare un eloquente
sbadiglio.
“Un po'
sonno..” ammise ma con voce non abbastanza bassa da non far
sentire a Joy.
“Mami vuoi
dolmile?”
“Oh no
tesoro.. continua a raccontarmi..”
Io però mi
alzai e abbassai di poco lo schienale del letto. Fui felice quando
rifiutò la coperta che avevo intenzione di metterle. Di
solito il freddo non era un buon segno in quelle situazioni,
soprattutto a fine Agosto.
“Okay.. tu
pelò chiudi gli occhi..”
Kris fece come le
aveva detto e Joy si stese accanto a lei, accucciandosi sul suo seno e
stringendo un braccio attorno alla sua vita.. quasi come se volesse
tornare dentro di lei.
Quella scena per
qualche motivo mi causò un grande senso di angoscia
accompagnata a tenerezza incredibile. Sapevo che Kristen stava solo
dormendo eppure vederla con gli occhi chiusi sembrava mandarmi in
paranoia. Decisi di spostare la sedia dall'altra parte del letto,
allungai una mano verso la sua libera, quella che non cingeva Joy, e la
strinsi per sentirla viva, anche se su quel letto, anche se sapevo che
non era nulla di grave. Avevo solo bisogno di sentirla con me.
La sua stretta
arrivò immediata accompagnata da un sorriso dolce e lieve,
finché Joy continuò il racconto della sua
giornata..
Era incredibile che
avesse così tanto da dire.. incredibile quante cose le
passassero per la testa.
Non so quanto tempo
passò.. Joy continuava a parlare e io mi lasciavo cullare
dalla sua voce insieme a Kristen. Era come un afrodisiaco, un dolce
sonnifero.
Il respiro di Kristen
era così calmo e rilassato che capii subito che stava
dormendo già da molto. Joy si fermò qualche
istante per guardare la madre; alzò una mano e prese a
carezzarle dolcemente il viso e i capelli.
“Mami..?”
Il respiro di Kristen
rispose per lei.
“Mami?”
riprovò in un sussurro.
“Papi, si
è dormentata..”
“Si..”
confermai accompagnando il tono della sua voce e sospirai di
tranquillità perché sapevo che non era nulla di
grave. Ormai la mia mente aveva elaborato quel pensiero e non c'era
altra alternativa a quella.
“Tesoro,
vuoi mangiare qualcosa..?”
“Dopo..
voglio stale ancora un po' qui..” bisbigliò con
voce labilissima, come se volesse tenere quelle parole solo tra
sé e la madre.
“Com'è
bella la mamma..”
“Si..”
sussurrai ancora commosso dalle parole di mia figlia. “E'
bellissima..”
Restammo in silenzio
per molto tempo. Lei le carezzava il viso e io la mano.. in completa
adorazione di quella che era la mia, ma anche la sua, ragione di vita.
“Papi da
quanto tempo sta dommendo?” disse non so quanto tempo dopo.
“Da un po'
tesoro..”
“Ma.. ma
però.. poi si sveglia vero..?”
Alzai il viso per
cercare quello di mia figlia che però era ancora catturato
verso la madre. Mi alzai dalla sedia lasciando a malincuore la mano di
Kristen e girai attorno al letto per potermi chinare su Joy.
“Certo che
si sveglia”, la tranquillizzai per poi passare un braccio
dietro la sua schiena a prenderla tra le mia braccia.
“Andiamo a mangiare qualcosa, su”
“Ma io ho
mangiato già papà..”
“Che ne dici
di un po' di cioccolata allora?”
“Davvelo?”
“Certo.. non
troppa però. Ti concedo due barrette..”
Rise quando le feci
qualche pernacchia sullo stomaco e, lieto di averla resa un po'
più spensierata, socchiusi la porta della camera e decisi di
andare alle macchinette della sala d'aspetto, tanto per poter parlare
con i miei genitori che erano ancora lì nonostante non fosse
nemmeno necessario. Ma loro erano così.. c'erano sempre..
così come le mie sorelle che, proprio come Joy aveva
predetto, avevano abbandonato quello che stavano facendo per venire in
ospedale. Le rimproverai dicendo che non c'era alcun allarme e non
c'era assolutamente bisogno della loro presenza ma mi misero
subito a zittire come solo loro erano capaci di fare.
Tutti cercammo di
distrarre Joy per quanto più tempo possibile ma lei non si
era certo dimenticata delle barrette di cioccolata che le avevo
promesso.
“Rob, tua
figlia si sta infilando dentro la macchinetta..” disse Lizzie
molto pacatamente.
“COSA?!”
mi voltai e vidi Joy che tranquillamente mi aspettava lì
vicino.
Presi un sospiro di
sollievo.
“Sei proprio
un fesso fratellino..” risero le mia sorelle di gusto.
“Ma ti conviene andare o di questo passo ci si infila
davvero..”
E senza pensarci
seguii il consiglio e assecondai la mia bambina che saltava felice
vicino il distributore.
“Alloooora..
abbiamo detto una barretta vero..?”
“Nooooo non
blogliare papi! Hai detto due!” esclamò facendo un
due con le dita per chiarirmi meglio il concetto.
Risi e le scompigliai
un po' i capelli. Dopo almeno un quarto d'ora si decise per un Kit-Kat
e un Kinder Bueno. Le scartai il primo quando vidi il dottor Gregory
entrare in sala chiedendo la mia attenzione. Mi gelai. Il suo viso era
incomprensibile.
“Joy.. vai
dalle zie e dai nonni.. arrivo subito..”
Non se lo fece
ripetere due volte e notai come tutti avevano lo sguardo fisso su di me
mentre mi avvicinavo al medico. Diedi loro le spalle e lo osservai
mentre con lo sguardo basso continuava a guardare e riguardare le
cartelle e le analisi.
“Allora..”
iniziò. “Sua moglie sta bene.. però
avreste dovuto avvertirmi delle condizioni in cui era..”
“Che..
condizioni..?”
“Della
gravidanza”
Sbiancai.
“Che.. che gravidanza..?”
“Cinque
settimane.. davvero non lo sapeva?” disse con estrema calma,
come se fosse una cosa scontata, e probabilmente per lui lo era.
Le gambe iniziarono a
tremarmi. “Io.. credo che ho bisogno di sedermi..”
bisbigliai sotto shock ma non lo feci. Non c'erano sedie nei paraggi
più vicini.
“Però...
mi dispiace davvero..”
O dio, ti prego no.
Dispiace.. dispiacere per cosa...?
No.. non potevo
sopportare un'altra perdita, semplicemente non potevo.
“Per.. per
cosa..?”
“Bè..
mi spiace che l'abbia saputo così.. da me.. Magari volevate
scoprirlo insieme..”
E fu così
che il mio cuore perse cento battiti di vita inutilmente. Sospirai di
sollievo diverse volte mentre elaboravo con calma tutte le informazioni
che stavo avendo.. anche se in realtà l'informazione era
solo una: Kristen era incinta, e io ancora non avevo totalmente
realizzato.
“Scusa..
ma.. ha detto.. vuole dire che.. cioè... che lei
è..”
“Incinta..”
finì per me.
“Incinta..”
contemplai la parola.
“Esatto.
È alla quinta settimana..”
Ah ecco cosa ancora
non avevo registrato.
Cinque settimane.
Non so come fui in
grado a fare qualche calcolo eppure riuscii subito a collegare tutto.
Doveva essere stata la notte del compleanno di Joy.
Ero appena tornato da
alcuni incontri che mi avevano tenuto impegnato cinque giorni a New
York.. e i giorni seguenti Kristen aveva avuto l'influenza per cui..
Si.. doveva essere
stata quella notte..
Mi trovai a tremare
emozionato a quel pensiero. Eccitato per quella notizia che aspettavamo
da più di un anno e in cui non avevamo mai perso le
speranze, nonostante tutto. Eppure un vecchio ricordo mi invase la
mente.
“Dottore..
lei.. Kristen ha avuto un aborto, un anno e mezzo fa. Ci avevano detto
che era difficile ma non impossibile.. Ci avevano detto che ci
sarebbero comunque stati problemi e complicazioni e.. questo svenimento
ora..”
Lui prese un respiro
per me e mi invitò a calmarmi. “Le assicuro che
sua moglie sta bene.. e certamente sarà una gravidanza da
tenere sotto controllo più del normale, ma molte donne
portano avanti gravidanze senza problemi anche dopo uno o
più aborti..”
Riuscii a calmarmi con
quelle parole e mi rilassai un po'.
“Robert, sua
moglie sta bene.. e starà anche meglio quando le
darà la notizia..”
“Già..”
dissi quasi in trance. “Devo dirglielo..”
“Direi di
si..”
Mi trovai a sorridere
come uno scemo mentre ringraziavo il dottore diverse volte, forse lo
abbracciai pure e quando mi voltai trovai gli sguardi preoccupati della
mia famiglia e sconvolti quando mi videro ridere.
Tutti si rilassarono
all'istante ma nonostante le loro domande non avevo intenzione di dare
loro una notizia che doveva essere prima della nostra famiglia.
Mi limitai ad
abbassarmi di fronte a Joy e stringerla a me più che potei.
“Va tutto
bene..” dissi a lei e agli altri. “va tutto
benissimo..” ripetei lasciando volontariamente fuori qualche
piccola informazione.
“Scusateci
qualche minuto” fu tutto quello che dissi per dileguarmi dai
loro sguardi attoniti.
Quando entrammo in
camera sia io che Joy ci sedemmo sul letto e bastò a far
aprire gli occhi di Kristen.
“Hey.. siete
qui..”
“Scusa, non
volevamo svegliarti..” anche se in realtà pensavo
l'esatto contrario.
“Non
importa.. tutto bene?”
“Oh
si..” non potevo proprio fare a meno di contenere la mia
ancora incredula felicità.
“Che
succede? Perché quel sorriso a sessantaquattro
denti?”
Non sapevo come
dirlo.. non sapevo come farlo nel modo più romantico e dolce
possibile.. così scelsi la via più normale.
“Perché..”
dissi piano passando una mano sulla sua pancia appena scoperta dalla
maglia. “Perché sei incinta..”
Il suo sguardo si
impietrì e i suoi occhi si incollarono ai miei per capire se
stessi scherzando o meno.
“C..
cosa?”
Annuii spostando i
miei occhi dalla pancia piatta al suo viso. Annuii ancora mentre
dolcemente le scostavo una ciocca di capelli.
“Cosa...?!”
esclamò di nuovo ridendo con voce carica di emozione.
“Sei
incinta..di cinque settimane..” mi morsi il labbro e corrugai
la fronte cercando di non farmi sopraffare troppo dalla sensazione di
gioia che stava per portarmi alla commozione.
“Oh mio
dio..” sussurrò con voce tremante. “Oh
mio dio.. oddio.. non ci credo..” una lacrima le scese sul
viso e fu come un segno per me per avvolgerla nelle mie braccia e
baciarla ovunque.
“Credici
amore.. credici” continuavo a ripetere senza smettere di
posare le mie labbra sulle sue, sulla sua guancia, sul suo collo.
Strinse le braccia
attorno al mio corpo così forte che quasi mi sentii
soffocare ma non importava perché ero più vivo
che mai e niente avrebbe potuto uccidermi in quel secondo.
Asciugai le sue
lacrime con diversi baci. “Non piangere amore, non
piangere..” dissi tra le lacrime.
“Stai
piangendo anche tu..” rise.
“Lo
so..”
Ridemmo insieme
piangendo finché fu Joy a portarci con i piedi sulla terra
che avevamo abbandonato da diversi minuti.
“Papà,
che vuol dile che la mamma è cinta?”
Mi staccai leggermente
da Kristen e anche a lei lo dissi nel modo più semplice che
conoscevo.
“Vuol dire
che avrai un fratellino..”
“Davveloooo??
Allola tu e la mamma vi volete ancola bene!!!”
esclamò felice ricordando il nostro discorso di un paio
d'ore prima.
“Non lo
so..” disse Kristen prendendo la mia mano. “Mi vuoi
ancora bene, papi?”
“No..io non
ti voglio bene.. Io ti amo.. Ti amo da morire” la baciai
ancora mentre lei sussurrava contro le mie labbra: “Anche io
amore mio.. anche io..”
“E
battaaaa!” Joy ci interruppe staccando i nostri visi con le
mani. “Voglio vedele il flatellino! Dov'è?
Dov'è?!?!” si muoveva euforica sul letto.
“Amore.. non
lo puoi ancora vedere.. non si vede..”
“Davvelo?
Uffa.. e quando si può vedele?”
“Tra otto
mesi tesoro.. ci vuole un po' di tempo..”
“Cosaaa?
Così tanto!?! Ma io lo voglio vedere adesso..”
disse delusa e un po' triste e io sorrisi insieme a Kristen, felice che
il suo pensiero non fosse ancora andato alle possibili complicazioni di
una seconda gravidanza. Non era il caso di preoccuparsi; solo
di vivere quel momento.
“Lo so
amore.. però sai che facciamo? Te lo faccio sentire..
vuoi?”
“Si!”
esclamò lei entusiasta.
“Bene..
vieni qui..”. Kris l'avvicinò baciandole il capo e
stringendola a sé. Infine portò una sua manina
sulla pancia, proprio accanto alla mia.. proprio accanto a quella
piccola, nuova vita che cresceva in lei..
Proprio accanto a quel
nuovo cuore che batteva..
“Lo senti
amore..?” le chiese premendo un po' la sua manina.
“E'
qui” sussurrò. “E' qui dove batte il
cuore”.
THE END
Eccoci qua..
insieme.. alla fine di tutto...
Madò che
depressione T__T no ok ci riprendiamo u.u
Ora che siamo qua in
effetti ci mancano un po' le parole.. forse perché questa
storia ci accompagna da un anno e mezzo e siamo un po' cresciute con
lei e con Joy.
Joy.. ah Joy.. la
nostra piccola icona..Ormai tutti ti venerano, tutti ti vogliono...
quando ci farai la grazia di venire al mondo?!
ç___ç
Nata un po' per caso,
un po' per gioco, un po' per la mente malata della nostra best friend
Leti *__* Joy non esisterebbe senza di lei. Perciò grazie di
cuore sister *___* Ok, basta venerazione u.u
Ci commuoviamo quasi
a ricordare le prime chiacchierate, i primi progetti, la paura e
l'emozione nel postare il primo capitolo. E' tutto impresso nella
nostra mente come fosse ieri...e non 15 mesi fa. Le faccine spaventate
e perplesse quando dicevamo la stessa cosa nello stesso istante.. e il
senso di completezza nello scoprire di trovarci praticamente su tutto!
(idee sadiche comprese XD). E' davvero difficile trovare persone con
cui è “amicizia” a prima vista.. e per
noi tre è stato così... Trovare qualcuno con cui
condividere qualcosa di così personale come la scrittura
è ancora più raro.. e possiamo dire di essere tra
le poche fortunate.
Siamo
diventate amiche grazie a Joy...e abbiamo creato un legame che non
avremmo mai mai creduto possibile....e tutto quanto per caso. Tutto per
un'idea che ha cambiato le nostre vite *__*
Speriamo che questa
storia e questa bimba abbiano dato anche a voi almeno un po' di
ciò che hanno regalato a noi. E credeteci....è
stato tantissimo. Così tanto che ci spezza un po' il cuore
ora a doverla salutare.. Soprattutto ora..
Ma come si dice.. all
good things must come to an end.. (e speriamo davvero che questa sia
stata una “good thing” ..)
Vi ringraziamo tutte
di vero cuore! Tutte coloro che hanno letto, che hanno aggiunto la
storia nei preferiti, nelle seguite. Un grazie speciale a chi ha
commentato ogni capitolo dandoci sempre sostegno e appoggio! (ok..
forse non proprio sempre ma vi perdoniamo u.u hihi).
E infine un grazie
particolare a coloro che hanno segnalato la storia per le scelte *-*
Siete tutte
fantastiche!
Sarà
meglio che andiamo prima di scoppiare in lacrime..
GRAZIE! GRAZIE!
GRAZIE! T__T
Un bacio mega-grosso!!
Cloe e Fio
ps. E
chissà... magari... Ci vediamo a Settembre... forse.. ;) lol
Se non vi siete
stancate di noi ovviamente! u.u
Che dite? Volete
sapere come procede la storia della piccola Joy? ;D
Alla prossima girls
*-*
P.S= Votate per i movie awards
mi raccomando!!!!!
AGGIORNAMENTO del 20/10/2011
Abbiamo appena postato il seguito di questa storia ^^
e lo trovate qui > "Ogni
battito del mio cuore"
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