Blue Eyes

di Angel Alexiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Il drago bianco ***
Capitolo 2: *** Prima giornata in famiglia ***
Capitolo 3: *** Il gioco delle parti ***
Capitolo 4: *** Della peggior specie? ***
Capitolo 5: *** "Blu intenso" ***
Capitolo 6: *** Un triste ricordo: Yoru ***
Capitolo 7: *** Profumo e sigarette ***
Capitolo 8: *** Il calore di un abbraccio, il calore di un inferno ***
Capitolo 9: *** Essere schiavi? ***
Capitolo 10: *** How could this happen to me? ***



Capitolo 1
*** 1° Il drago bianco ***


Spero che siate clementi, è una fiction nata in un pomeriggio passato da sola. Se volete essere così gentili da leggerla vi pregherei (vi stà supplicando abbiate pietà!NdHarry) di lasciarmi un commentino.. Per il resto buona lettura spero che Ran vi piaccia! Il tempo non si faceva dei migliori e ciò non poteva far altro che peggiorare il già pessimo umore di Harry. Dalla morte di Sirius non era più lo stesso. Scendeva solo per mangiare e passava tutto il resto del tempo in camera sua a osservare le crepe sul soffitto. Nessuno dei suoi amici si aspettava questo genere di reazione da parte sua. Credevano di attenuare almeno un po’ il suo dolore portandolo a Grimmauld Place per passare l’estate in compagnia, ma non vi fu il benché minimo cambiamento. I giorni trascorrevano lenti e il comportamento di Harry non subiva il minimo cambiamento. Sembrava neanche esistesse. Poi accadde qualcosa che avrebbe decisamente modificato l’andamento di quella noiosa estate. Un pomeriggio come gli altri Harry si affacciò alla finestra, giusto per respirare un po’ d’aria fresca, quando Ron gli mise una mano sulla spalla facendolo voltare: “Harry, noi andiamo a Diagon Alley a farci un giro, così prendiamo anche un gelato, vieni?” “No, Ron non mi và…” disse Harry con un tono tra l’annoiato e il depresso. “E NO SIGNORINO! TU VIENI E COME!” imprecò Hermione appena sulla soglia della porta. “Ma….” “Niente ma o ti giuro che ti tiro un calcio così forte da darti la possibilità di rimanere incinto!!!” “D’accordo verrò!” e così finì la discussione. Con la polvere volante arrivarono in poco tempo. E dopo alcuni silenzi pesanti Harry sembrò tornare quello di sempre. Andarono al negozio di oggetti da Quiddich dove Harry regalò a Ron l’agenda magica ufficiale dei Cannoni di Chudley. E poi via! Verso tutti i negozi di scherzi da maghi inseguiti da un Hermione furiosa per via di un indecente battuta di Ron sulla sua serietà. Dopo scherzi e risate Harry entrò nel negozio di creature magiche mentre Ron veniva letteralmente trascinato da Hermione nella libreria. Osservò centinaia di gufi e gatti, ma la sua attenzione venne attratta da un rumore dietro una minuscola porticina. Harry si voltò ad osservare il negoziante, che stranamente non era il solito vecchietto arzillo e sorridente, al suo posto vi era un vero e proprio energumeno che non lo aveva neanche sentito entrare per quanto era intento a leggere “La Gazzetta del Profeta”. Allora con molta cautela Harry spinse la porta in avanti, che per fortuna non scricchiolò. Rimase inorridito da ciò che vide. C’era un drago, legato al muro con una pesante catena che gli stringeva il collo e pieno di graffi di frusta sulle zampe e sulle ali. Ma fu un’altra cosa a spiazzarlo definitivamente: la bellezza di quel drago. Il manto a scaglie bianche e argentate, il corpo sinuoso e le grandi e bellissime ali piegate lungo il corpo. Senza neanche riflettere Harry entrò nella apparentemente piccola stanza, ma che in realtà si rivelò enorme abbastanza da contenerne comodamente tre di draghi come quello! Appena avvertì la sua presenza il drago aprì gli occhi e fissò la figura del suo nuovo visitatore. Dal canto suo Harry era soggiogato da un centinaio di emozioni contrastanti: la paura e quindi l’idea di filarsela prima di finire in qualche casino (tanto per cambiare) e…. il fascino, si, proprio il fascino esercitato da quei bellissimi occhi su di lui: color blu oltremare. Con la dovuta calma Harry si avvicinò al drago che socchiuse appena le ali, come se si preparasse a ricevere l’ennesima frustata. Ma Harry non fece nulla di tutto ciò. Si avvicinò al suo muso e iniziò ad accarezzarlo. Il drago spalancò gli occhi sorpreso mentre Harry tracciava lunghe linee ammezzo hai suoi occhi. D’un tratto un rumore li fece voltare entrambi: il nuovo commesso brandiva una frusta e non aveva l’aria affatto amichevole. Harry si chiese se non fosse un pazzo poiché stava minacciando anche lui con la frusta. “Moccioso! Chi ti ha dato il permesso di entrare!?!?!” puzzava d’alcool “Io ti ammazzo!” “HARRY!!” Ron e Hermione erano entrati ”NO!Si FERMI!” Ma il negoziante non le diete ascolto e fece per tirare una frustata ad Harry che si riparò con le braccia e chiuse gli occhi stringendo i denti, pronto a subire il colpo, che non arrivò, ne riecheggiò solo il rumore e quando Harry aprì gli occhi si ritrovò avvolto da una coltre bianca. Il drago lo aveva avvolto con una sua ala proteggendolo dalla frusta. “TU SCHIFOSISSIMO DRAGO!” urlò il negoziante adirato “ TI SQUOIERO’ CON LE MIE MANI!” Ma poi una luce alle sue spalle e una parola pronunciata da una voce ben conosciuta: “Stupefcium!” Era il signor Weasley. Che Dio lo benedica! Pensò Harry sollevato. “Harry grazie a Dio stai bene! Abbiamo trovato il vero negoziante chiuso in cantina. Quest’uomo vendeva draghi rari in via d’estinzione sul mercato nero e se nessuno li comprava li uccideva e vendeva le loro scaglie, le loro zanne e i loro artigli.” E detto questo il suo sguardo si posò sul drago alle spalle di Harry. Il drago dal canto suo sembrava non avesse mai visto nulla di più strano e sembrò ancor più sconvolto quando Harry gli tolse la catena al collo infischiandosene della pericolosità. “Ehm.. Harry quello non può venire via con noi ora è proprietà dello stato.” Harry non aveva parole. Ma una cosa la sapeva, non voleva abbandonare quel drago al Ministero della Magia! Punto! Aprì la bocca per ribattere, ma una voce che non aveva mai sentito lo precedette: “Su questo punto erra mio caro signore.” La voce era calda e suadente. Harry si voltò verso il drago che gli rivolse uno sguardo complice. “I-In che senso, scusa?” Il drago sembrò sorridere con gli occhi e gli rispose: “Secondo la tradizione, se un essere umano salva la vita a un drago quest’ultimo gli deve obbedienza assoluta. In breve io ora sono ai diretti ordini di…” Guardò Harry con fare interrogativo. “Harry Potter.”disse quest’ultimo. “…Harry e quindi non sarò pericoloso finché Harry non me lo richiederà.” “Ah!…Bene! ma come faremo a farti uscire di qui?” Detto fatto il drago si rimpicciolì fino a poter stare comodamente sulla spalla di Harry. “Rimarrò così fino a che non avrò recuperato le forze per assumere forma umana, d’accordo?” “Và bene.” Esclamò il signor Weasley con la sua solita tranquillità. Appena usciti arrivarono al “Paiolo Magico” e senza troppe cerimonie tornarono a Grimmauld Place con la polvere volante. Appena Harry cadde nel camino di casa Black tutti gli sguardi furono su di lui. Nella stanza infatti vi erano la signora Weasley, Bill, Charley, il professor Piton (ADDIRITTURA! NdHarry), Ginny e Hagrid. In quell’attimo ci furono diverse persone che gridarono: “Harry!!!” Mentre una (PITON) urlò, tanto per stare fuori dal gregge,:”Potter!!!” “Ehm.. ecco io … ehm ….” “At-chum!” gli sguardi di tutti si spostarono verso la spalla di Harry dove vi era un piccolo drago bianco dagli occhi blu. Ognuno ebbe la sua personalissima reazione: La signora Weasley era senza la benché minima parola. Bill rimase letteralmente sorpreso ma continuò a sorridere. Ginny esclamò un: “Accipicchia!” Il professor Piton si limitò ad un: “Ma…” Mentre sia ad Hagrid che a Charley brillavano gli occhi. E fu proprio quest’ultimo ad interrompere il silenzio: “Ma, questo è un rarissimo drago bianco. Credevo fossero estinti!!! Dove lo hai trovato Harry?” Dopo una veloce spiegazione, che fu pienamente confermata dai suoi amici e dal signor Weasley ci fu un silenzio che Harry definì appropriatamente “spettrale”, ma preferì tenersi quel commento per sé, soprattutto per via della presenza del professor Piton che osservava il drago che era comodamente seduto sul divano alla destra di Harry. D’un tratto però l’aria cominciò a farsi veramente pesante e Harry guardò il drago, come per trovare il lui un po’ di conforto. Quest’ultimo rispose al suo sguardo e rivolgendosi al signor Weasley disse: “Credo, che se vogliamo intraprendere un discorso razionale io debba assumere forma umana non crede?” “Già, forse è meglio…” disse il signor Weasley un po’ intimorito dal silenzio formatosi tra i presenti. Detto fatto. Tutti trattennero il fiato. Il piccolo drago si mise in piedi dalla sua postazione sul divano e chiuse le ali intorno a sé, formando un piccolo bozzolo che venne irradiato da una luce bianca che si fece sempre più grande fino a diventare delle misure di un essere umano. Quando le ali si aprirono il cuore di Harry saltò un battito. Al posto del drago vi era compostamente seduto un ragazzo sui quindici anni, vestito con un paio di pantaloni neri aderenti, scarpe dello stesso colore e una lunga giacca bianca che si chiudeva dal busto e che lasciava quindi ben in evidenza le gambe, capelli bianchi ed argentati, una pelle diafana come l’avorio e due bellissimi occhi blu oltremare. La signora Weasley che era vistosamente arrossita lo invitò a togliersi la giacca visto che erano in casa e faceva anche piuttosto caldo. Il ragazzo la ringraziò, si tolse la giacca e glie la porse. Sotto portava una maglia nera a collo alto sbracciata con disegnati tribali sopra che lasciava ben poco all’immaginazione ed Harry non seppe se essere contento di questo. Il ragazzo si risedette sorridendo. Harry si guardò intorno. Ognuno (Piton compreso nel prezzo) aveva una faccia estremamente stupita e il viso rosso per l’imbarazzo. Visto che i presenti sembravano tutti affetti da mutismo il ragazzo cominciò a parlare per primo con tono calmo ma risoluto: “Il mio nome è Ran e sono della stirpe dei draghi dell’ovest. Attualmente sono l’unico della mia specie e sono stato importato qui per essere venduto al miglior offerente. Come ho già accennato prima al signor Weasley, secondo le nostre leggi un umano che salva la vita a un drago verrà servito da quest’ultimo. E il primo ad avermi cercato di liberare è stato Harry. Quindi in breve ora sono la sua guardia del corpo.” “Ah!” esclamò Piton. “Bene, allora avremo un nuovo ospite!”disse la signora Weasley “Bè è sempre bello fare nuove conoscenze!” Rei sorrise, contento dell’affermazione dell’arzilla signora. Ma ad un tratto la signora Weasley sbiancò: “R-ran, do-do-dove dormirai tu?” Effettivamente non c’era neanche posto per un nano in quella casa, figuriamoci un drago. Ma Ran non si scompose, capendo l’imbarazzo della signora e con il suo tono di voce caldo come un fuocherello in pieno inverno rispose: “Non si preoccupi, posso dormire anche fuori, non mi disturba, anzi, mi piacerebbe proprio prendere una bella boccata d’aria fresca!” Anche se dubbiosa la signora acconsentì alla sua richiesta. Tutti fissarono Ran per un lungo istante per poi tornare ognuno alla sua occupazione prima dell’arrivo di Harry. Harry guardò Ran e anche se un po’ intimorito gli chiese: “Ti và di salire?” Ran lo guardò, gli sorrise ed annuì docilmente. Arrivati in camera,Harry lo invitò a sedersi e Ran ubbidì. “Senti…ma quel fatto, si quello che io sarei il tuo padrone…. Stavi scherzando per salvarmi dalla ramanzina vero?” “No.” Rispose Ran secco “è la pura verità. Qualsiasi cosa lei mi chieda io devo ubbidirle, che si tratti di lavare per terra o di uccidere qualcuno, se è lei a chiedermelo io lo farò.” Harry rimase spiazzato, cioè se lui avesse voluto la morte di qualcuno Rei l’avrebbe eliminato senza farsi troppi scrupoli. Continuò ad osservare Ran finché non vide un rivolo di sangue sulla sua spalla. “La frustata!” pensò e si mise vicino a Ran. “Non è nulla.”disse Rei con non curanza “guarirà in due o massimo tre giorni!” E gli sorrise. “No, fammi controllare, ti sei ferito a causa mia, voglio ripagare.” Ran lo guardò, ed acconsentì. Harry scese dalla signora Weasley a chiederle tutto l’occorrente e poi tornò in camera da Ran. Arrivato Ran si stava togliendo la maglietta, era uno spettacolo decisamente eccitante: la pelle bianca contrastava con il nero della maglietta e dei pantaloni, il petto di Ran era magro ma ben formato, aveva dei bei addominali e nel togliersi la maglietta il movimento delle sue scapole ricordò quello di due ali. Harry cercò di mantenere la calma e fu aiutato dal fatto che segni rossi ben evidenti tracciavano la schiena di Ran. Continua nel prossimo chappy! Aspetto i vostri consigli su possibili risvolti! Kiss Angel Alexiel

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Capitolo 2
*** Prima giornata in famiglia ***


(Vorrei ringraziare Felicity89 e Tinachan x aver commentato il 1° cappy! GRAZIE!) Harry fece un passo e si fermò, indeciso sul da farsi, era terribilmente imbarazzante! Intanto Ran si era voltato e l’aveva guardato serio dritto negli occhi per poi piegare le labbra in un dolcissimo sorriso: “Non ti preoccupare, non mi dà fastidio che tu le veda, sono…” pausa “…sono la realtà, sono il segno della schiavitù e dell’umiliazione, non mi servirebbe a nulla cercare di nasconderle, le avresti scoperte prima o poi…” sorrise di nuovo. Harry si sentì stringere il cuore, ebbe l’impulso di abbracciarlo e di gridargli di non dire così, che adesso non era più incatenato, che adesso…si adesso c’era lui e non l’avrebbe più lasciato andare. Arrossì vistosamente, ma che razza di pensieri faceva? Lo conosceva da appena due ore o quasi e già si sentiva così? Stava forse impazzendo? O forse…no non poteva, non doveva essere come pensava! Si avvicinò al bel drago, che si sedette su uno sgabello e spostò i capelli su una spalla, Harry iniziò a detergergli le ferite soffiandovi sopra qualche volta per attenuare il dolore. Quando ebbe finito ripose tutto nella scatola e tornò a guardare la schiena di Ran, i solchi rossi erano visibilissimi sulla sua candida pelle, allora si avvicinò e con un dito percorse una vecchia cicatrice che andava dalla scapola fino a metà schiena, Ran rabbrividì, il tocco del suo padrone era leggero e dolce, si voltò e fissò Harry che sentì per un attimo la temperatura corporea salire a livelli mai solcati, Ran prese quella stessa mano e glie la baciò, sorrise e si alzò per andare a riprendere la maglietta. Harry era rimasto imbambolato. Ad un tratto arrivò Ron che disse a Ran (Ron e Ran ehehehehe NdMe tu sei tutta scema NdRon) che sua madre lo cercava e scesero insieme. Harry rimase a fissare la porta. Poi ad un tratto si guardò di nuovo la mano e posò le labbra proprio lì dove le aveva posate Ran poco prima. Quando il suo cervello realizzò cosa stava facendo (eeeeh! Miracle! Nda) Harry scostò la sua mano violentemente. Che diamine stavano decidendo i suoi ormoni??? Lui non era assolutamente attratto da Ran, neanche per idea! Anche se la sua voce, il suo corpo e il suo sguardo erano tremendamente sexy!....basta! doveva schiarirsi le idee! Scese in cucina e l’idea di non pensare a Ran venne bocciata sul nascere. Ran stava aiutando la signora Weasley a cucinare il pranzo e portava un grembiule bianco semplice. Harry si sedette sul divano sospirando. Si voltò e vide Ginny in uno stato di completa catalessi! Guardava in un punto fisso , sbavando. Harry seguì la direzione dei suoi occhi che lo portò sul (meraviglioso! Nda) fondoschiena di Ran. Harry si voltò anche se ogni tanto aveva la tentazione di riportare lo sguardo là dove la mente diceva “no” e qualcos’altro diceva “si”. Finito di preparare Harry e tutto il resto della compagnia pranzarono divinamente e soprattutto con grandi porzioni! Appena dopo pranzato Harry, Ginny e Ron uscirono ad allenarsi un po’ a Quidditch, tutt’un tratto il pallone che stavano usando per giocare volò fuori dalla portata di Ron. Harry vide la scena al rallentatore. Il pallone stava per finire addosso a una finestra di casa Weasley! Per tutt i santi! Pregò che qualcuno li salvasse dall’orribile sgridata che si sarebbero beccati. Quando ormai mancava poco all’impatto uscì Ran, che guardò prima lui e poi i due fratelli Weasley per poi alzare lo sguardo e fare un piccolo salto per afferrare il pallone. “Siamo salvi!!!!!” urlò Ron, che si precipitò giù e abbracciò forte Ran, stava per mettersi a piangere dalla gioia. Harry si sentì un attimo montare dall’invidia. Ginny allora gridò per farsi sentire dal fratello: “Hey Ron, che dici Ran può giocare con noi????” “Certo, ma non abbiamo un'altra scopa!” disse Ron rabbuiandosi. “Peccato…” disse Harry. Ran allora, sempre mantenendo forma umana, aprì le sue ali e iniziò a volare posizionandosi vicino Harry: “Problema risolto!” asserì. “YEAH!!!!!!!!!!!” gridò Ginny. Harry si chiese chi dubiterebbe dell’esistenza degli angeli con affianco un soggetto simile. Ricominciarono a giocare, Ran era un ottimo ricevitore, non si lasciava mai sfuggire una sola volta il pallone e poi volava con una grazia degna di un angelo, tanto che Ginny lo guardava e tirava profondi sospiri. Più tardi Harry era sdraiato sul letto con una borsa del ghiaccio in testa per via di un lancio mal effettuato di Ginny. Intanto che lui si lagnava con Ron arrivò Hermione che disse in tono molto lusinghiero ad Harry (insomma da lecchina!nda): “Accidenti che batosta che hai preso Harry, sarà meglio per te non uscire oggi, Ron vedi di non lasciarlo solo..” “E chi lo lascia?” asserì Ron. “Bene visto che voi rimarrete a casa io e Ginny usciamo…Harry senti…” “Cosa?” mugugnò Harry. “Io e Ginny possiamo sequestrarti Ran per tutto il pomeriggio? Sai perchè avevamo pensato di comprare qualcosina anche per lui…” Ron boccheggiò senza parole. Dentro di se Harry le avrebbe detto: col cavolo che me lo sequestri! Ma la realtà è diversa infatti Harry disse: “Ok, basta che me lo riportate vivo e possibilmente sano di mente…” “Tranquillo, tornerà come nuovo!” Disse Hermione ed uscì di corsa. Harry le vide allontanarsi con Hermione che sorrideva radiosa e Ginny che trascinava Ran al centro tra le due. “Non credo che Ran tornerà vergine da quest’avventura!” disse Ron sghignazzando. Harry era seriamente preoccupato che quelle parole fossero veritiere, le sue due amiche erano molto determinate. Verso le 20:00 Hermione piombò in camera di Harry travolgendolo, seguita a ruota da Ginny. “Dai Ran entra stai benissimo! Da oggi in poi avrai l’imbarazzo della scelta nel vestirti! Muoviti!” urlò Hermione. “Un attimo, arrivo…” si sentì provenire la voce dolce di Ran dalle scale. Harry aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono. Ran era entrato nella stanza, vestito con un paio di jeans neri, una maglietta con il collo a barca color rosso scuro e un laccio nero di cuoio legato al collo. Semplice ma seducente pensò Harry. “è proprio figo?” disse Ginny a Ron che benché fosse cotto di Hermione da una vita, non era rimasto del tutto immune al fascino di Ran, infatti gli erano arrossite le orecchie come al solito. “Ah! Harry, io e Ginny abbiamo avuto un’idea, perchè domani sera non ce ne andiamo tutti insieme in discoteca?” disse Hermione. Harry guardò Ron e poi guardò Ran che gli fece le spallucce. “…..ok…” rispose in fine. “EVVIVA!!!!” gridarono in coro Ginny ed Hermione. Più tardi scesero tutti a mangiare, la cena si svolse tra i complimenti degli acquisti fatti da Ginny ed Hermione e Ran che sorrideva imbarazzato. La serata si prolungò sul tardi visto che la signora Weasley aveva preparato la sua spettacolare torta alle fragole (con panna Nda), quando Harry si mise il pigiama per andare a dormire Ron già russava alla grande nel suo letto. Ran lo raggiunse e lui si sentì non poco in imbarazzo: “R-Ran b-buonanotte..” “Anche a te Harry.” Rispose lui con un sorriso. Si addormentò subito, ma si svegliò nel bel mezzo della notte. Harry allora scese dal letto e si accostò dalla finestra per poter guardare il cielo stellato, ma si accorse di non essere il solo ad apprezzare le meraviglie del cielo. Ran stava sdraiato sul tetto della veranda, guardava il cielo a occhi socchiusi, con i capelli sciolti. UAO! Pensò Harry. Arrossì vistosamente e si rituffò sul letto soffocando il viso nel cuscino. Il resto della notte per lui fu moooolto agitata.(sporcaccione!nda in un qualche modo devo sfogare i miei istinti!ndHarry) Il giorno dopo passò molto velocemente, tutti erano in trepidazione per l’uscita in discoteca. Harry pensò che effettivamente era la prima volta che ci andava. La sera giunse velocemente. Ginny ed Hermione si erano occupate di preparare abiti per tutti in modo che anche Ron potesse risultare fashion! Ron portava una camici bianca, jeans chiari un po’ strappati (semplice), Harry jeans neri, una canottiera nera, braccialetti borchiati, con una cinta dello stesso genere con una croce gotica che scendeva sul petto (dark) mentre Ran aveva dei pantaloni aderenti neri, con una camicia nera con ricamato in rosso un drago orientale che si affacciava sulla spalla sinistra e che snodava il corpo per la schiena e un collare nero (stile alla mò-te-zompo-addosso!Nda). Moooooolto sexy! Arrivati alla discoteca si doveroso subire una lunga ed inesorabile fila per entrare, ma alla fine il locale era davvero carino. Presero posto su un divano davvero molto comodo mentre Ron si univa ad una gara di bevute benché Hermione cercasse di dissuaderlo dall’idea. Si divertirono un mondo, almeno fino a quando Harry non si sentì terribilmente osservato, si voltò un paio di volte finché non capì che non era lui ad essere osservato, ma Ran che gli sedeva al fianco. Si guardò in torno con molta circospezione e capì chi era a guardare Ran, con uno sguardo voglioso e sfrontato,probabilmente non si era accorto della sua presenza ma sinceramente era l’ultima persona che si aspettasse di vedere lì: Draco Malfoy. (TA-DAAANNN! Colpo di scena! Cosa accadrà nel prossimo episodio? Commentate e lo scoprirete! Kiss Angel Alexiel)

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Capitolo 3
*** Il gioco delle parti ***


(Ringrazio per aver commentato, non sono ancora molto abile ad usare l’HTML, o come si scrive, sorry se viene tutto un appiccicume! Ringrazio Lady Slytherin,Tinachan,Felicity89 e Magicforever per aver commentato lo scorso chap! Vi voglio bene!)

Draco Malfoy sorseggiava il suo Bloody Mary sensualmente appoggiato al bancone del bar quando vide una cosa o meglio una persona che lo lasciò decisamente interdetto; in effetti lui era andato lì per fare qualche conquista occasionale “una botta e via” insomma, ma quel ragazzo gli aveva fatto passare la voglia di puntare gli occhi altrove. L’abbigliamento decisamente accattivante, i capelli di un raro colore argento, gli occhi blu intenso e il corpo semplicemente perfetto erano alcuni dei tanti motivi per cui l’erede di casa Malfoy moriva dalla voglia di portarsi a letto quel ragazzo.

Harry intanto continuava a cercare un modo per allontanare Ran da quel punto visto e considerato che Malfoy aveva la fama di dare “gran prestazioni” a letto e di non considerare minimamente la differenza uomo-donna.

Ran intanto chiacchierava allegramente con Ginny al tavolo delle bibite ignaro del pericolo.

Ad un tratto Ran si avvicinò ad Harry, gli sorrise e gli disse sotto voce: “Senti, quel tipo ha finito di guardarmi là dove la schiena perde il suo casto nome o devo andare a pagarlo per farmi questo favore?”

Harry venne preso da un moto di riso che cercò, vanamente, di nascondere. Intanto aveva notato che Draco era stato raggiunto da un immancabile Zabini e per un attimo Harry temette che Ran potesse essere preso di mira da un branco di Serpeverde arrapati se continuava così, ne spuntavano come funghi! Ma poi ebbe un idea e disse all’orecchi di Ran:

“Ho un idea, sai quel tipo lo conosco bene e…diciamo che non è raccomandabile”Ran annuì come per dire che lo credeva bene “e allora ho avuto un’idea: …….”

Disse a Ran la sua idea che annuì e disse:

“Credo di riuscirci…”

“Secondo me li metterai nel sacco con due parole!” affermò Harry. Aveva avuto proprio un’idea geniale! Doveva solo aspettare il momento propizio.

Si separarono e Harry si andò a sedere sulla prima poltrona che trovò libera e non dovette attendere molto prima che Zabini si avvicinasse:

“Non ci posso credere! Cosa ci farà un santo come te in un posto come questo?” “in che senso?” “musica, sesso e droga!”

Zabini sapeva il fatto suo e già si era seduto sulla poltrona affianco alla sua fissandolo intensamente. Harry notò che alle sue spalle seduto vicino a un tavolo c’era Malfoy che si godeva la scena ma fece finta di niente si limitò a mostrare un espressione di sufficienza dopodichè si voltò dalla parte opposta.

“Ehi, chi ti credi di essere per ignorarmi? Non mi dirai che non ti dispiacerebbe passare una serata con me!” “No, preferirei non dover subire questo castigo!”

Prima che Zabini potesse ribattere Ran si avvicinò a loro senza essere notato e disse: “Scusa se ci ho messo tanto, ma c’era uno che non sapeva decidersi.”

Con passi lenti e calcolati si era avvicinato e gli porgeva un bicchiere con un qualche liquore strano ma molto leggero come lo aveva chiesto; Harry lo afferrò e Ran si sedette sul braccio della poltrona appoggiandosi lievemente ad Harry con il corpo snello. Zabini intanto li osservava attonito e senza parole, Harry guardò Ran che gli lanciò uno sguardo di intesa, dopo ciò Harry gli disse: “Hey, non sarà un pò troppo forte quello per te piccolo?” Indicando l’altro bicchiere nella mano del giovane,Ran ridacchiò e rispose: “Pensavo mi preferissi incapace di intendere e di volere..” e detto questo si sbilanciò fino a finire sulle ginocchia di Harry e sorridergli maliziosamente intrecciando le mani dietro la sua nuca. Era davvero leggero. Harry allora disse con aria di chi la sapesse lunga sulla faccenda: “Non è vero! è quando sei sobrio che dai il meglio di te! Da ubriaco non vedi l’ora di farti un bel sonno e non c’è più gusto!” Ran ridacchiò di nuovo e gli disse accarezzandogli i capelli: “Forse hai ragione..” e posò il suo bicchiere su un tavolino.

Intanto Zabini sembrava aver scordato tutto ciò che 5 anni di scuola gli avevano insegnato. Malfoy che dalla sua postazione aveva ben udito il discorso e visto la situazione presentava una faccia da “cacciatore-a-cui-hanno-fregato-la-preda” e continuava a fissare Harry come per capacitarsi che proprio lui avesse conquistato quell’angelo. Il dj fece partire la canzone “Blue” dei Eiffel 65 (l’ho scelta perchè l’ho ballata molte volte in discoteca e il titolo e la canzone fanno riferimento a un mondo blu, guarda caso come il colore degli occhi di Ran. Nda) e Ran gli chiese con aria da cucciolo indifeso di ballare e Harry non potè dire di no, anche perchè era un occasione in più per far rodere il fegato a Malfoy e poi d’altronde quella situazione non gli dispiaceva.

“Yo listen up here's a story

About a little guy that lives in a blue world

And all day and all night and everything he sees

Is just blue

Like him inside and outside

Blue his house with a blue little window

And a blue Corvette

And everything is blue for him

And himself and everybody around

Cause he ain't got nobody to listen”

Ran era vicino a lui e si muoveva sensualmente strusciandoglisi addosso.

”I'm Blue da ba dee da ba daa

I'm Blue da ba dee da ba daa”

”I have a blue house with a blue window

Blue is the colour of all that I wear

Blue are the streets and all the trees are too

I have a girlfriend and she is so blue

Blue are the people here that walk around

Blue like my Corvette, it's in and outside

Blue are the words I say and what I think

Blue are the feelings that live inside me”

Lui e Ran ormai ballavano attaccati, come se i loro corpi si muovessero all’unisono.

”I'm Blue da ba dee da ba daa

I'm Blue da ba dee da ba daa”

”I have a blue house with a blue window

Blue is the colour of all that I wear

Blue are the streets and all the trees are too

I have a girlfriend and she is so blue

Blue are the people here that walk around

Blue like my Corvette, it's in and outside

Blue are the words I say and what I think

Blue are the feelings that live inside me”

Harry cinse la vita di Ran e continuò a condurlo con sè in quel caleidoscopio di luci e musica.

”I'm Blue da ba dee da ba daa

I'm Blue da ba dee da ba daa”

”Inside and outside

Blue his house with a blue little window

And a blue Corvette

And everything is blue for him and himself

And everybody around

Cause he ain't got nobody to listen”

”I'm Blue da ba dee da ba daa

I'm Blue da ba dee da ba daa..”

Finita la canzone si guardarono per un lungo istante, forse si sarebbero anche baciati se Hermione non gli avesse rovinato il momento urlando a squarciagola che Ron era ubriaco fradicio e si sentiva male.

Tornarono a casa con Harry e Ran che sorreggevano Ron, la signora Weasley promise che la mattina dopo Ron non avrebbe avuto solo un mal di testa da sopportare. Andato a letto Harry guardò Ran mettersi il pigiama, infatti Charley era ripartito per la Romania e la signora Weasley aveva messo Ron al suo posto così che Ran e Harry potessero conoscersi bene visto e considerato che Ran sarebbe dovuto essere la sua guardia del corpo.

Harry ringraziò Ran per aver seguito le sue istruzioni riguardo il “gioco delle parti” e Ran gli sorrise contento di aver potuto essergli d’aiuto, quando Harry si mise sotto le coperte Ran glie le rimboccò e gli diete un bacio sulla fronte lieve come un petalo di rosa e gli augurò una buona notte . Di certo quel gesto insieme alla faccia di Malfoy dopo che erano usciti dal locale gli sarebbero rimasti nella testa per tutta la notte.

(Ora cosa accadrà? Secondo voi Malfoy rinuncerà alla sua preda? Commentate e lo scopriremo insieme! Kiss Angel Alexiel)

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Capitolo 4
*** Della peggior specie? ***


(Ringrazio Tinachan, Lady Slytherin e Felicity89 per aver commentato il capitolo precedente! Grazie! Sono commossa! Chiedo inoltre scusa a tutti coloro che leggono la mia fiction, ma ho avuto svariati problemi di natura familiare e un ulteriore accavallamento di idee su come proseguire la storia perchè in effetti non mi aspettavo che piacesse anche solo un pochino e non vorrei deludere nessuno in media al proseguimento:
X Tina-chan: Draco conviene che rinunci alla fuga è meglio vivere relegati che patire le pene dell’inferno nell’infausto mondo! E poi credo non ti dispiaccia l’incontro che ti ho fatto fare con Ran eh? (rosica,rosica NdHarry)(Harry credo ti ammazzerà! Nda)
X Lady Slytherin: sono contenta che Ran ti piaccia, insomma lui è il ragazzo perfetto! Bello, dolce, gentile, bravo a letto…ehm questa si poteva saltare! Ma credo che anche quest’ultima affermazione faccia crescere il desiderio nei suoi fans uomini (Harry, Draco, ecc…) e nelle sue fans (tutto il popolo femminile) ^____^ )

Harry dormiva, ma i suoi sogni erano agitati, in lui regnava l’angoscia e Ran l’aveva capito, l’aveva letto nei suoi occhi che guardavano spesso fuori dalla finestra, come in cerca di una realtà diversa, occhi nei quali si specchiava l’insicurezza di qualcuno che è cresciuto troppo presto.
Ran non riusciva a dormire e fissava il suo padrone, angustiato, per non poterlo aiutare, infondo lui l’aveva salvato. In quello stato non avrebbe concluso niente, quindi si alzò e si sedette per terra vicino il letto del padrone che si contorceva nel sonno, d’un tratto quest’ultimo sussurrò parole spezzate:
“Cedric…Si-Sirius…n-no…mamma,papà…” strinse convulsamente la coperta.
Ran allora portò la mano sulla sua, ma Harry non accennava a calmarsi, allora cercando di sfruttare il suo sesto senso salì silenziosamente a cavalcioni sul suo padrone senza però imprimergli il suo peso, con le mani gli tocco le spalle, per poi risalire fino al collo e successivamente al viso,Harry però cercava ancora scampo da quel suo sogno, allora Ran si avvicinò ancora di più fino all’orecchio di Harry e gli sussurrò:
“Calmo… tu non hai colpe, continuando a incolpati non li renderai felici, loro…loro vorrebbero solo che tu continuassi a vivere la tua vita, conservano,dentro di te, la loro memoria.”
Silenzio. Ran era riuscito a farsi udire dall’anima di Harry che si era quietata. Lo guardò. Ora dormiva sereno. Ma Ran. Si sentiva compresso, schiacciato da ricordi che pensava non sarebbero più tornati, ricordi che purtroppo lui portava ancora nel suo cuore. Chiuse gli occhi e si portò le mani al viso, lacrime che sperava di non dover nuovamente versare scendevano copiose solcando le sue gote. Scese dal letto e si avviò verso la finestra stando bene attento a non fare rumore, arrivato al ciglio del tetto si lasciò cadere aprendo le ali all’ultimo secondo librandosi nell’aria ben intenzionato a rientrare entro l’alba.

Quando Harry si svegliò quel mattino si sentiva leggero come una piuma, ricordava di aver sognato qualcosa di triste, ma il sogno nei fatti non lo ricordava, gli era solo sembrato di udire la voce di Ran nella testa e poi aveva avuto una specie di visione: Ran a cavalcioni su di lui che piangeva, ma molto probabilmente anche questo era un sogno. Si voltò e Ran giaceva piacevolmente addormentato nel suo letto,neanche la più lontana traccia di un pianto sul suo viso, questo confermava che aveva solo fatto un sogno molto malinconico. Intanto le palpebre di Ran avevano iniziato a schiudersi, fino a mostrare quei profondi oceani che erano i suoi occhi:
“Buongiorno Harry” disse appena svegliatosi.
Harry si sentì avvampare e cercò di nascondere l’imbarazzo rifugiandosi in bagno dopo aver risposto al saluto; arrivato in bagno si guardò attentamente allo specchio: gli occhi verde smeraldo brillavano fin dal primo mattino, aveva eliminato gli occhiali secondo consiglio di Silente ,poiché sarebbero stati di impiccio durante i combattimenti futuri, i capelli più scarmigliati del solito e il petto nudo che metteva in bella mostra i suoi addominali. Infatti a lui dava fastidio mettere la maglietta per dormire, ma da quando c’era Ran si trovava sempre più spesso a desiderare una maglietta dal più profondo del suo essere, mentre desiderava al contempo che a Ran venisse l’abitudine di fare a meno della maglietta durante la notte, non che gli servisse a molto visto che quella che portava era tre taglie più grande di lui e i pantaloni gli rimanevano ancorati alla vita solo per merito di un laccio, e in tutto quest’abbigliamento enorme la sua carica erotica saliva alle stelle poiché questi abiti lo facevano sembrare ancora più sexy. Harry si rese conto che in meno di mezzo minuto si era ritrovato a fare pensieri erotici su Ran, non che non ne avesse già fatti, anzi poteva dire che virtualmente ci avevano dato alla grande, immaginava tutto di lui, il contatto con la sua pelle, il suo sapore,le sue labbra, i suoi gemiti, insomma il suo corpo e la cosa che più di ogni altra metteva fuori uso il suo autocontrollo era il guardaroba che in un solo pomeriggio Hermione e Ginny gli avevano messo su, molto probabilmente Harry non era stato il solo a fare un pensierino su Ran e su l’opportunità di vederlo fare uno spogliarello.
Tornò in camera e Ran non c’era, probabilmente era già sceso e quindi Harry si accinse a cambiarsi e a scendere, si vestì in maniera semplice, con jeans e maglietta a mezze maniche bianca; arrivato in cucina Harry fu colto da un mancamento e pensò che forse Voldemort non avrebbe dovuto più accingersi a cercare di ucciderlo, perchè Ran sembrava metterci tutto l’impegno possibile per fargli prendere un accidente: pantaloni neri aderenti che, come Harry non potè fare a meno di notare, facevano risaltare la forma del suo fondoschiena, maglietta nera stile cinese con i lacci sul davanti rossi e i capelli legati a treccia piacevolmente appoggiati su una spalla e tutta questa bellezza in un bellissimo quadretto familiare nella cucina della signora Weasley. Ad un tratto la porta si spalancò ed entrò un uomo alto e dall’aria abbastanza robusta che disse con aria di chi è sull’orlo di una crisi di nervi:
“Dov’è Arthur???”
Aveva gli occhi neri come il vuoto e i capelli neri scompigliati con alcuni bianchi che spiccavano incredibilmente. Si voltò, osservò Harry da capo a piedi e gli lanciò un occhiata di sufficienza poi guardò alle sue spalle.
Fu un attimo, fulmineo, il misterioso ospite lanciò qualcosa.
Harry capì cosa fosse accaduto solo quando, voltatosi per vedere a chi fosse destinato il colpo, vide che Ran aveva bloccato tra le sue dita alcuni sottili coltelli che davano comunque l’idea che, se andati a segno, avrebbero fatto molto male. Harry guardò furioso il misterioso visitatore che disse:
“Siete più stupido di quanto pensassi signor Potter se non vi siete accorti che questo grazioso ragazzino è un drago e della peggiore specie…schifosi assassini che non pensano ad altro che riempirsi lo stomaco…”
Ran strinse i pugni, solo il fatto di avere un padrone a cui dare ascolto lo tratteneva dallo squartare quello schifoso uomo, infatti lui era uno di quegli esseri umani della “peggiore specie” che non hanno fiducia a nessuno, certe persone le riconosceva a naso. Certo che però poteva anche chiedere benissimo ad Harry: “mi scusi signor padrone non potrei far fuori quello spregevole uomo?”…forse sarebbe meglio di no.
Intanto Harry guardava quel tizio come se fosse sul punto di incenerirlo.
“Steve, quante volte ti ho detto di non usare quegli affari in mia presenza! Mi fanno accapponare la pelle! E poi guarda che non siamo mica scemi! Quel drago è di proprietà di Harry e sinceramente io non ci trovo niente di male!” esclamò la signora Weasley irritata.
In quel preciso istante (lupus in fabula!* NdRan) entrò il signor Weasley che condusse il misterioso ospite in sala per parlare in privato.

Tornò dopo circa tre ore durante le quali i ragazzi si erano salvati dal morire di fame, infatti anche la signora Weasley era andata a parlare con l’ospite, grazie al pronto intervento di Ran in cucina. Appena uscito il signor Steve si guardò in torno sempre con la stessa aria di sufficienza. Passarono la giornata nel migliore dei modi: divertendosi tutti insieme e scordandosi dell’atteggiamento di quell’uomo spregevole. Anche la cena sembrava procedere bene, a parte che il signor Steve prima di mangiare si era assicurato che Ran non avesse cucinato niente di tutto ciò, in realtà aveva fatto quasi tutto Ran, ma questi sono dettagli. Ad un tratto ci fu una lieve scossa di terremoto e saltò la luce. Il signor Weasley fece comparire delle candele a mezz’aria per assicurarsi la visuale, uno strano sibilo fece sussultare tutti:
“è Serpentese!” decretò Harry mettendosi in guardia.
“Abbiamo visite…” sussurrò Ran.

Vi lascio con il fiato sospeso ancora un po’!^^ che cattiva che sono! Vedrò di accelerare nel postare i capitoli ma come vi ho già detto ho avuto seri problemi. Ho una sola richiesta che sicuramente sarà per voi facilmente accontentabile: COMMENTATEEEEEEEEEEEEEEE!!!^^ kiss vi voglio bene! Angel Alexiel

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Capitolo 5
*** "Blu intenso" ***


(ringrazio Tinachan, Cisca, Kristin e Lady Slytherin per aver commentato lo scorso capitolo ! grazieeeeee! V.v.b.!)

Harry si guardava in torno cercando la fonte dei sibili, era serpentese ne era certo e a quanto pareva anche Ran lo aveva capito. Il signore misterioso si avvicinò cautamente alla porta:
“Restate vicini”sussurrò ed Harry disse tra sé e sé che la richiesta era scontata visto che erano schiacciati come sardine, allora l’uomo afferrò la maniglia e Ran sussultò:
“è una passaporta!”
Ma ormai era inutile, si erano ritrovati in un luogo ai confini di una foresta, in un ampio spazio verde, in quel momento piombò dall’alto una figura alata che si gettò in picchiata ad…abbracciare Harry:
“Harry quanto tempo che non ci vediamo!”
“Scusa ma chi sei?” chiese Harry balbettando.
“Che diamine non mi riconosci! Sono Fanny!”
Harry guardò la persona che lo stava abbracciando: era una ragazza alta con i capelli color rosso rame, gli occhi neri come l’oblio, due ali con piume rosse e un vestito color rosso ed arancione che ricordava quello delle danzatrici del ventre.
“Bhè in effetti voi non mi avete mai visto così” disse raggiante.
Si voltò ad esaminare tutti finchè gli occhi non le caddero su Ran, lo osservò attentamente e disse:
“Tu devi essere un drago…sai” si avvicinò a lui e gli poggio una mano sulla guancia “sei proprio bello”
Ran le sorrise. E Fanny si fece raccontare brevemente tutta la mini-storiella finchè non esclamò:
“Uao! Che fortuna che avete avuto! E poi Ran è proprio bellissimo!”
“Ma Fanny perchè hai messo un passaporta e ci hai condotto qui?” chiese Hermione.
“Passaporta?!? Io non ne so niente! Volavo tranquillamente quando vi ho visto e sono venuta a salutarvi!”
Rimasero tutti sbigottiti. “Meno male pensavo non ve ne foste mai accorti! Stavo mettendo le radici con tutti i vostri racconti!”
Due figure incappucciate fecero il loro ingresso in scena. La prima che aveva parlato disse:
“Fanny forse è ora che ti fai bruciare visto che l’udito ti fa cilecca! Ahahah” Si tolse il cappuccio. Il proprietario della voce, o meglio,la proprietaria era una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi color rosso sangue, portava un top nero aderente, una minigonna nera e un paio di stivali alti fino al ginocchio con il tacco alto, guanti neri lunghi fino al gomito.
“Nagini…” sussurrò Fanny.
“A quanto pare la memoria l’hai ben conservata!” affermò quest’ultima.
Ma com’era possibile? Nagini è il serpente di Voldemort! Pensò Harry.
“Non ti stupire signor Potter” affermò Nagini “ tutti gli animali magici potenti sono in grado di diventare umani! Piuttosto fatti una ragione di come finirà la tua vita!”
Harry tacque senza parole. La figura alle spalle di Nagini si spostò e scomparve per poi ricomparire vicino ad Harry pronto a vibrare un colpo. Harry si riparò con il braccio e d’un tratto la figura fu sbalzata indietro. Ran ora si trovava davanti a lui:
“Sei lento” disse alla figura, che alzò lo sguardo era identico a Nagini tranne per il fatto di avere capelli corti e l’essere maschio.
“Vi presento mio fratello Nagi…”sussurrò la gemella.
Ok, cervello gli aveva dato baci ed abbracci e se n’era andato in pace.
Intanto che Harry celebrava le esequie funerarie per il suo povero cervello Nagi s’era rialzato e subito scagliato su Ran pronto ad ingaggiare battaglia. Fu un combattimento pieno di colpi di scena, Ran era velocissimo ed evitava abilmente i colpi di Nagi che appariva già stanco. Quando Ran con un calcio sbattè Nagi contro un albero si voltò e guardò Harry.
“Aspetta l’ ordine” disse l’uomo misterioso.
“L’ordine, di cosa?” chiese Harry.
“Di ucciderlo.”
“Cosa?”
“Se ucciderlo o meno. Tu sei il suo padrone, lui l’ha combattuto per difenderti,ma dipende tutto dalla tua decisione.”
Harry guardò Ran e gli fece cenno di no con la testa.
Ran allora girò i tacchi e si diresse nella loro direzione , fu allora che Nagi cercò di sorprenderlo alle spalle, ma Ran se ne accorse e con un abile colpo alle costole lo fece crollare a terra.
“Non è onorevole da parte tua cercare di attaccarmi alle spalle.”
“Perchè c’è onore nell’essere schiavi?” disse Nagi.
“Suppongo di no.” Rispose Ran e in quel momento Nagi avrebbe giurato di aver visto un sorriso di amara tristezza sul suo volto.
“Hey, drago io mi chiamo Nagi.” Ran si voltò “ Qual è il tuo nome?”
“Ran” e gli sorrise come se fossero cari amici.
Nagi sentì un insolito brivido salirgli fin su per la spina dosale prima che la sorella lo affiancasse.
Il gruppo con la stessa passaporta tornò indietro scortato da Fanny e allora la sorella gli disse:
“Ti sei fatto battere!”
“Blu intenso”
“Cosa?”
“Ran, il suo nome vuol dire “Blu intenso” o “indaco”. Ma trovo che il primo sia più adatto.”
“E questo che c’entra?”
“Niente…..per te, ma per me è appropriato.”
Nagini scosse la testa non capendo.

Tornati a casa l’uomo misterioso disse bruscamente ad Harry:
“Ordina al tuo drago di non attaccare mai gli esseri umani se non su orine!”
“Per…per quale ragione?”
“Non hai visto che ha parlato con quel tipo? Se fosse associato anche lui a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Se ha davvero stretto un patto con te rispetterà l’ordine!”
Harry allora si diresse verso di Ran e disse:
“Ran” quest’ultimo gli sorrise “giurami che non attaccherai mai un essere umano se non te lo dirò io.”
Ran lo guardò per un attimo:
“Lo giuro.”

Ta-daaaannnnnnn! Il quinto capitolo non c posso credere! Ringrazio ancora chi ha commentato e invito ancora a commentare!^^ ditemi se vi piace o meno come stò continuando! Mi piace sentire le vostre opinioni! quanto sono felice! Kiss Angel Alexiel

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Capitolo 6
*** Un triste ricordo: Yoru ***


Ringrazio Felicity89, Lady Slytherin e tina-chan che hanno commentato lo scorso capitolo
XFelicity: stò già macchinando il ritorno in cena del mitico duo, povero Ran, ha l’imbarazzo della scelta tra un pretendente e l’altro^^.

X Lady Slytherin: grazie!^^ credo che alcuni dei tuoi dubbi troveranno risposta con questo chap!

Quella mattina Ran si svegliò presto, quando non era neanche l’alba, poiché sembrava che il suo corpo non avesse bisogno di un sonno ristoratore. Si guardò intorno e vide Harry coricato su di un fianco che dormiva pacificamente e si sentì sollevato all’idea che almeno per quella notte non avesse avuto più incubi.
Scese dal letto e afferrò i pantaloni del suo pigiama che già stavano abbandonando la sua vita pronti per calare, strinse di più il laccio che li teneva ancorati al suo corpo e andò in bagno. Si spogliò e lasciò che il pigiama calasse per terra, scivolando sulle sue curve. Aprì l’acqua della doccia e si buttò sotto il getto caldo. Si massaggiò i capelli e gli tornò in mente un triste ricordo:

“Fratello è gelata!” strillava Ran cercando a tentoni di scostarsi dal getto d’acqua.
“eheheh, calmo fratellino stavo solo scherzando!” sorrise il fratello.
“Tu scherzi sempre! mai una volta che tu faccia il serio! E sei anche più grande di me!”
Il maggiore fece il broncio:
“Ma tu mi tratti sempre male! Sigh! Eppure io ti amo!”
“Cosa?!?” chiese Ran.
“niente fratellino….assolutamente niente.” e gli lanciò addosso un getto d’acqua “su, fai il bravo e lasciati lavare i capelli! Ok?”

“fratello” disse fra sé e sé.
Quanto tempo era passato? Due anni. Due anni che lui aveva passato relegato. Sentì lo stomaco contrarsi. Uscì dalla doccia e si mise l’accappatoio. Sospirò e dopo aver tenuto chiusi per vari minuti gli occhi decise di non pensarci più. Si asciugò i capelli con l’asciugamano e poi col phon. Si stava appena apprestando a prendere i vestiti che Harry entrò in bagno ancora mezzo addormentato e si chiudeva la porta alle spalle. Ran trattene una risata, poiché la faccia di Harry al mattino era da fotografia e si sistemò addosso l’accappatoio. Harry andava a tentoni ammezzo alla stanza finchè non andò a sbattere addosso a qualcuno. Alzò lo sguardo e chiese mentalmente al Signore se questa era un serie di fortunati o sfortunati eventi:
“R-Ran, diamine, scusa, non ti avevo visto! Ehm.. ecco io…”
“Non fa niente tranquillo tanto io ho finito” rispose Ran.
“Aspe..” la frase rimase in sospeso visto che Harry scivolò sul pavimento bagnato e cadè rovinosamente addosso a Ran che in meno di trenta secondi si ritrovò disteso per terra con sopra Harry.
Harry alzò lo sguardo e guardò in che razza di posizione si ritrovavano, poi il suo sguardo passò in rassegna su tutto il corpo di Ran, allora non resistette più e lo baciò. Ran rimase immobile, ma non respinse colui che era il suo padrone. Socchiuse le labbra e lasciò che la lingua i Harry esplorasse la sua bocca. Harry passò le mani su i suoi fianchi e poi su il suo petto, cavoli quanto gli piaceva, avrebbe voluto gettare via quell’accappatoio e possedere Ran fino a quando le forze glie lo avessero concesso. Iniziò a baciare il collo di Ran, quest’ultimo fissava il soffitto rovinato e si chiese fino a che punto sarebbe arrivato. Harry gli aprì le gambe, Ran ebbe un sussulto, no, non poteva! Invece sembrava che il suo padrone avesse tutte le intenzioni che convergevano in quell’atto. Ran strinse gli occhi.
BUM!
Un rumore sordo proveniente dal piano terra fece sollevare Harry, appena ebbe campo libero Ran si alzò, chiuse l’accappatoio e corse via. Harry rimase di sasso. Aveva forse rovinato tutto?
Intanto Ran era corso in camera, per poi lasciarsi cadere in ginocchio sul pavimento impolverato, con le mani ancora si stringeva addosso l’accappatoio, si vestì in fretta, un paio di jeans e una maglietta nera a mezze maniche con disegnate dietro due ali. Appena ebbe finito si sedette sul letto. Possibile? Quello che gli avevano detto sugli esseri umani…era vero? Ricordava ancora quella frase detta da un suo vecchio amico:
“Ran,amico mio, cerca di non avere mai un padrone, rimani libero, così come sei, poiché io ho un padrone e vivo rincorrendo i giorni in cui ero felice come te. Ran, non trovarti mai un padrone, perchè finirai come me e come molti altri. Finirai col diventare la sua puttana.”
Deglutì. Eppure ci erano andati vicini. Molto vicini. Anche troppo. Ran pensò che l’unica cosa da fare era rassegnarsi all’idea. In fondo Harry non era cattivo, era un buon padrone e anche se lui fosse diventato la sua puttana. Anche se questo gli faceva stringere il cuore, l’avrebbe passato, come i due anni trascorsi in cella, come le cicatrici sulla sua schiena, anche questa storia sarebbe scivolata su di lui.
Si alzò e scese a vedere cosa fosse successo:
“Fanny è caduta dal divano!” gli aveva detto Ginny tra una risatina e l’altra porgendogli una tazza di tè caldo. Ran rise, e si sedette sul divano, vicino la fenice e iniziando a chiacchierare con lei e Ginny. Dopo un po’ Harry scese, lo guardò e abbassò lo sguardo con aria colpevole.
“Ran, ma tu ce l’hai una famiglia? Intendo fratelli, sorelle, genitori…” gli chiese Ginny e in quel momento anche Harry si sedete su una poltrona per partecipare al discorso. Ran rispose:
“I miei sono morti quando ero ancora un cucciolo, mio fratello invece solo due anni fa, comunque anche se io lo chiamavo fratello non avevamo legami di sangue, i miei lo avevano accolto in casa quando i suoi sono morti e abbiamo vissuto come fratelli.”
“Davvero??? E com’era? Come si chiamava?” chiese incuriosita.
Ran sorrise:
“Yoru, i nostri nomi sono paralleli, il mio significa “blu intenso” o “indaco” il suo “blu del cielo nella notte”, e aspetta...”
Si avvicinò al suo giacchetto bianco ancora attaccato all’attacca panni e ne tirò fuori una foto e la porse a Ginny, anche Harry si sporse a guardarla: c’era Ran che faceva segno di vittoria con le dita e affianco a lui con un braccio attorno alle sue spalle c’era un ragazzo più alto di lui, con la carnagione abbronzata, capelli neri come l’inchiostro e occhi color dell’oro liquido, che sorrideva come se la vita fosse il gioco più bello al mondo.
“Uao, tuo fratello era proprio un figo!” asserì Ginny.
“Penso sia il termine più appropriato. Comunque eravamo opposti anche per altri versi, per esempio io se devo fare una cosa ci rifletto lui invece si gettava a capofitto in ogni impresa.” Disse Ran.
Ginny rie. Anche Ran sorrise, ma in realtà si sentiva come se il mondo gli stesse crollando addosso.
Ad un tratto arrivò un gufo che atterrò vicino Fanny, lei prese la lettera e lesse, allora disse:
“Bene ragazzi, il professor Silente ci vuole tutti a Hogwarts! Ci sarà da divertirsi!”

Nuovo capitolo!!!!!! Allora secondo voi come andrà? Ran supererà il dolore? Harry reprimerà i suoi istinti? (ma così sembro un maniaco! NdHarry Zitto tu! Nda) e cosa li attende ora ad Hogwarts? Dopo avervi lasciato con tutti questi interrogativi… COMMENTATE!!!!!! ^^ kiss Angel Alexiel

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Capitolo 7
*** Profumo e sigarette ***


Mi scuso per il ritardo, ma a causa di numerosi problemi nell’abito familiare ho scritto solo quando ho potuto, spero sappiate perdonarmi, ringrazio tutti coloro che seguono la mia fiction che commentino o meno.

Non fecero in tempo ad arrivare che un vecchietto arzillo, da tutti chiamato professor Silente diede loro il ben venuto ma subito dopo i convenevoli li spedì a letto senza possibilità di replica. Allora entrò in campo l’uomo misterioso o meglio, il signor Steve che illustrò una serie di motivi (tra cui l’omicidio) per i quali Ran non avrebbe dovuto dormire con gli altri. Morale della favola: era stato spedito nei sotterranei a dormire nel dormitorio dei Serpeverde perchè era il luogo “più sicuro” per lui. Capiva il perchè, trovandosi nei sotterranei avrebbe avuto meno possibilità di svignarsela da una finestra e se fosse scappato avrebbe dovuto attraversare l’ampio spazio tra la scalinata principale e l’uscita che era sicuramente sigillata magicamente. Si gettò sul divano rigorosamente verde e accese il fuoco con un soffio, un po’ come fanno le ragazze innamorate quando si baciano la punta delle mani e poi soffiano per mandare un bacio a distanza. Si ritrovò a pensare che Hogwarts era decisamente uno dei posti più belli che avesse mai visto, gli piaceva anche quella strana sensazione che aveva provato entrandovi, la sensazione di essere a casa e ,a quanto pare, anche Harry e i suoi amici lì si sentivano veramente a casa. Già, “casa”. Era molto tempo che non pensava a quella parola. In effetti era passato molto tempo da quando aveva vissuto in una “casa” nel vero senso della parola. Allora gli venne in mente una cosa, chiuse gli occhi e le immagini delle passato si delinearono nella sua mente:

Stava lavando i piatti dopo cena, era una bella serata estiva e faceva anche abbastanza caldo ma spirava quel dolce venticello che rinfrescava un po’ tutti, Yoru che se ne stava spaparanzato sul divano con la sua bottiglia di birra in mano si alzò e avvicinandosi gli disse ironico poggiando la bottiglia sul tavolo:
“Ma tu guarda che bravo casalingo che abbiamo qui!” rise. “Spiritoso.” Rispose Ran ben cosciente che non si riferiva tanto alla sua attività quanto al grembiule che teneva legato in vita.
Yoru si avvicinò ancora e gli slacciò il grembiule e gli tolse il mollettone che faceva da fermo ai suoi capelli lasciando che essi scorressero liberi sulla sua schiena, lo abbracciò da dietro cingendogli la vita e appoggiando la bocca sul suo collo dandogli un lieve bacio.
“Ti piace questa casa?” chiese Ran appoggiando la testa alla sua spalla.
“No.” Rispose secco Yoru “perchè c’è un solo luogo che io posso chiamare casa…”
Ran lasciò perdere i piatti e si voltò nel suo abbraccio, guardandolo chiese: “E dov’è?...” Yoru sorrise e prima che Ran potesse fare altre domande gli pose un dito sulle labbra zittendolo, poi il dito scese sul mento, il collo fino a deviare la sua strada giungendo nel punto dove si trova il cuore:
“è qui.” Ran guardò il dito e poi guardò lui che continuava a stringerlo forte a se:
“Yoru, io….”
“Shhhh, non dire una parola, non ce ne è bisogno”

“Yoru” disse tra sé e sé guardando il fuoco scoppiettante.
Stava malissimo, non riusciva a respirare da quanto si sentiva pressato. La situazione che si era venuta a creare era estremamente imbarazzante per non dire che lui faceva solo finta di essere scemo, in realtà vedeva benissimo Harry e Co. che se lo mangiavano con gli occhi. Si chiedeva fino a che punto sarebbe valsa la pena continuare ad ignorare tutto.
Chiuse nuovamente gli occhi e ricercò nella sua mente l’odore di Yoru, era una fragranza che soleva mettersi,babbana, che chiamava profumo, ma Ran a quel tempo non sapeva cosa fosse,sapeva solo che aveva un odore buonissimo ed era accompagnato da una lieve aroma di tabacco, sorrise tra sé e sé, tante volte Yoru aveva comprato le sigarette ma non perchè ne avesse il vizio, i draghi non rischiano malattie come gli umani, ma perchè tante volte voleva farsi vedere più grande e poi a Ran pareva tanto sexy con la sigaretta in bocca e solo ora rimpiangeva di non averglielo mai detto. Non fece in tempo ad accorgersene che Morfeo già l’aveva accolto tra le sue bianche braccia.
Fuori al contrario regnava tempesta, un giovane biondo camminava velocemente verso il dormitorio imprecando sottovoce: “Ma guarda tu se quel vecchio rimbambito doveva costringere mia madre a mandarmi a scuola già da oggi! Diamine manca più di un mese all’inizio della scuola e per di più c’è quello scassa maroni di Potter, il cocco per eccellenza, che sembra perseguitarmi quest’estate! Prima in discoteca, ora qui! Ma cosa ho fatto di male? Ho seguito una dieta salutare con lui: lo insulto non più di tre volte al giorno, gli trovo tanti nomignoli, tormento i suoi amici, cosa vuole di più da me Signore mio?” disse guardando il cielo con un gesto disperato della mano.
Pronunciò la parola d’ordine ed entrò velocemente.
Stava giusto per buttare il suo mantello sul divano quando notò che era occupato. Si spostò lievemente più a sinistra per vedere bene il volto dell’occupante e mandarlo a quel paese con quel suo buon umore “post incontro con il vecchio bacucco” ma al contrario dei suoi piani spalancò gli occhi e il mantello gli scivolò via dalle lunghe dita fino a terra. Lunghi capelli argentei, pelle chiara, fisico perfetto…
Quello era…il ragazzo della discoteca, quell’angelo sceso in terra, quel… quel… cavoli non trovava parole! E se ne stava lì a dormire sul divano dei Serpeverde come nulla fosse! Ma…se fosse stato l’amante di Potter…in quel momento sarebbe stato da lui alla torre di Grifondoro non nei sotterranei! Quindi le possibilità sono due:
1) Potter è un rincoglionito e l’ha lasciato
2) Il vecchio bacucco gli stava facendo il più bel regalo della sua vita dopo cinque anni di scuola passati a sopportare le ovazioni fatte a Potter.
Entrambe le ipotesi lo ispiravano comunque perchè in ogni caso quella sera avrebbe avuto l’angelo dai capelli argentei che aveva occupato i suoi sogni più scandalosi fino a quel momento.
Si avvicinò con passo felpato per coglierlo di sorpresa quando vide un lacrima solitaria rigare quel volto perfetto, seguita da un’altra e un’altra ancora. Poi l’angelo pronunciò un nome:Yoru, sembrava invocarlo con tutte le sue forze e che le lacrime fossero il prezzo da pagare, come se quella fosse una brutta scommessa con il destino. Draco si sentì un verme, si sentì uno schifoso bastardo per aver solo pensato di far del mare a quella creatura quasi eterea. Si sedette sul bordo del divano e gli accarezzò i capelli lisci e setosi proprio come se li era immaginati.
Non passarono neanche pochi attimi che l’erede di casa Malfoy si rese conto di avere due occhi puntati su di lui, due bellissimi oceani, due baratri azzurri. Rimase congelato, era stato colto alla sprovvista, una cosa che non accade MAI ad un Malfoy, era stato beccato nel pieno di uno di quegli atteggiamenti che suo padre gli avrebbe fatto pagare con tutta la “dolcezza” di cui è capace. Non sa per quanto tempo rimasero a guardarsi, sa solo che Ran non batte ciglio.
“Scusa….” Disse il biondo e si diede mentalmente del deficiente, cosa diavolo gli passava per la zucca quella sera? Che Silente l’avesse drogato con qualche incenso o schifezza del genere?(quella sono io!Nda)
“…. Non fa niente… ci sono abituato…” disse il ragazzo con tono distaccato, quasi irreale alzandosi e proferendo un augurio di buonanotte prima di dileguarsi in una delle stanze lasciando il bel biondo solo a rimuginare su quelle parole. (Ammetti che uno sguardo al fondoschiena ce l’hai dato…Nda >///>NdDraco) Che voleva star a significare? Potter l’aveva per caso violentato? Altrimenti quella risposta non aveva senso! E pure lui che da bravo cretino gli aveva detto scusa!!! Ma che gli stava succedendo??? Un Malfoy non chiede mai scusa! A meno che….
Impossibile! Non valeva la pena neanche formulare quel pensiero! Si buttò sul divano e chiuse gli occhi.
La mattina dopo Ran dovette sopportare la più grande crisi che avesse mai visto delinearsi sui volti degli occupanti di Hogwarts, il che lo portò a capire che molto probabilmente Draco Malfoy (Ron aveva ripetuto questo nome come una nenia) non era una delle migliori persone con cui stringere un’amicizia, anche se a lui non era sembrato così la sera prima.
Ragion per cui c’era stata una riunione generale che teneva come escluso solamente lui.
Non che la cosa gli dispiacesse, così aveva potuto gironzolare per tutta Hogwarts senza problemi o continue lamentele da parte del signor Steve. Dopo aver girato tutta la struttura da cima a fondo, trovando tutti i passaggi segreti possibile ed immaginabili di cui alcuni non usati da parecchio Ran uscì nel meraviglioso giardino della scuola andandosi a sedere su di un albero davanti al lago.
Si appoggiò alla corteccia dell’albero sospirando.
Si mise le mani nelle tasche del giacchetto, quando la punta delle sue dita toccò una superficie solida, al tatto, una specie di scatola. La tirò fuori e lesse, gli venne quasi da ridere e al contempo da piangere, come aveva potuto dimenticarsene, in fondo le aveva affidate a lui come “scorta nei casi di emergenza”. Erano sigarette. Le preferite di Yoru.
Aprì il pacchetto e ne estrasse una, tanto non ci perdeva niente a provare non rischiando il cancro o roba varia tipica delle debolezze umane. Soffiò su quest’ultima accendendola e portandosela sulle sue labbra perfette prese una boccata.
Niente di che, non che si aspettasse qualcosa sia chiaro, ma l’odore lo riportava con la mente indietro e quindi decise di godersela tutta quella sigaretta.
Quando ormai la sigaretta era a metà Ran scese dall’albero e gridò:
“Se devi dirmi qualcosa fallo ora!”
Si udì un tonfo e Nagi uscì allo scoperto dal suo nascondiglio in mezzo ad una foresta che Harry gli aveva indicato come “Foresta Proibita”.
“Voglio la rivincita!” disse Nagi guardandolo.
“Non mi piacciono i tipi troppo insistenti…” disse Ran scuotendo la testa per poi riportarsi la sigaretta sulle labbra.
“Non puoi tirati indietro!” disse Nagi.
Ran sussurrò parole al vento, in una lingua strana, ignota, antica come la creazione terrestre, ma bellissima, che fece accapponare la pelle al serpente. “Io sono pronto…” disse Ran pur non essendosi mosso di un centimetro. Il vento intorno a loro spirava come se incitasse battaglia e le fronde degli alberi si muovevano ondulate intorno a loro, Nagi non ebbe il tempo di sollevare lo sguardo verso l’avversario che era già a terra.
“Proprio come pensavo….” Disse ansante “tu, puoi dominare gli agenti atmosferici non è così?”
“E non solo quelli…” disse Ran sorridendo “posso fare di peggio…”
Nagi sentì le parole morirgli in gola.
Fu come un lampo, vide se stesso, la sorella, i genitori, loro due da piccoli, l’addestramento presso i mangiamorte, tutto. Come nel peggiore dei suoi incubi.
“Argh!” gridò Nagi portandosi le mani sulla testa e serrando gli occhi “basta! Basta!” implorava.
Una mano. Una mano dolce e gentile si posò sul suo capo e quelle immagini sparirono come erano arrivate, ora vedeva solo due iridi blu di fronte a sé. Ran gli sorrideva, un sorriso quasi materno a dir la verità.
“Non devi aver paura. Tieni” disse Ran porgendogli delle bende comparse magicamente “non fare l’idiota e curati, fare lo sciopero della sanità corporea non servirà né a te né a Nagini, sappilo.”
E detto questo si allontanò scomparendo attraverso il portone di Hogwarts.

Ta-ta-ta-tannnnn….. L’oscuro potere di Ran è stato svelato. Cosa si nasconde dietro il nostro gran figon…ehm…begnamino? Lo scopriremo nel prossimo chap! Commentateeee

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Capitolo 8
*** Il calore di un abbraccio, il calore di un inferno ***


Ciau raga!!! Spero vada tutto bene! Per quanto mi riguarda sono un tantino depressa, l’unica mia consolazione è il fatto che mi porto a letto Ran e… (*__* ndDraco&Harry) ovviamente io scherzo^^”. Ringrazio Felicity89, Dolceamara e Lady Slytherin per aver commentato e ringrazio comunque tutti voi che date un’occhiatina alla mia fiction!

Era calata la sera ormai, ma nessuno era entrato o uscito dalla Sala grande, ogni tanto si era sentito il rumore delle posate o qualche urlo.
Ran se ne stava tornando nella Sala di ritrovo di Serpeverde, quando venne bloccato da Fanny:
“Ehi, Ran ti và di farmi compagnia?”
Ran la guardò:
“ok” sorrise.
Lei lo prese per mano e lo portò nella Sala di ritrovo di Grifondoro. Quest’ultima era completamente rivestita di stoffe rosse e dava un senso di calore ed accoglienza. “siediti pure” disse Fanny e Ran ne fu lieto.
Fanny dopo aver cercato un po’ in giro salì nel dormitorio maschile e ne tornò con due bottiglie di alcolici e una la lanciò a Ran, che dopo averla presa al volo ne lesse il nome:
“Roba forte! Si trattano bene!” affermò lui.
“vedo che sei un intenditore…”chiese Fanny.
“me la cavo” fece Ran alzando le spalle.
Fanny stappò entrambe le bottiglie con un incantesimo e poi disse:
“Benvenuto ad Hogwarts!”
E fece incontrare le loro due bottiglie provocando un tintinnio ed entrambi bevvero un sorso.
“facciamo un gioco?” propose Fanny.
“Basta che non è il gioco della bottiglia!” disse Ran.
“No, è il gioco del MAI. Io dico una frase con la parola MAI e se tu l’hai fatto bevi” spiegò Fanny.
“Ad esempio?” chiese Ran.
“MAI fatte le pulizie di casa!” guardò Ran “tu devi bere, perchè mi hanno detto che le hai fatte! Tocca a te!” e Ran bevve un sorso.
“MAI fatto sesso per soldi” disse Ran.
Fanny bevve.
“MAI fatto sesso con una donna” disse Fanny ma bevve lo stesso.
Ran la guardò ma non bevve, poi disse:
“MAI fatto sesso con un uomo”
Fanny bevve.
Andarono avanti così per più di un’ora quando poi Ran chiese esasperato:
“Ma quante diamine di esperienze hai fatto?!?!?”
“Bhè, capiscimi Ran, la vita con un vecchietto, per quanto tu gli voglia bene, non è per niente eccitante e quindi una le esperienze sessuali le và a cercare….altrove…” disse Fanny che ormai era ubriaca da un pezzo.
“Poveri studenti…”mormorò Ran guardando un ipotetico cielo oltre il soffitto.
“Come l’hai capito?”chiese Fanny.
“Sesto senso.”fece Ran sorridendole.
“Senti puoi spiegarmi una cosa?” chiese Fanny.
“Chiedi pure”
“Ma come fai a reggere così l’alcool? Sei un esperto di bevute o cos’altro?”disse Fanny quasi gridando.
“Bhè…io e mio fratello ogni tanto uscivamo con degli amici ed in un modo o nell’altro mio fratello mi costringeva a bere e quindi ormai ho una resistenza incredibile.” “Ma, che ti sei bevuto l’ultima volta che ti sei ubriacato?”chiese Fanny curiosa.
“Un fiume di Vodka.” Disse Ran serafico.
“Non ci vai leggero,eh?” fece Fanny traballando un pò.
Ran rise e la tenette per le spalle in modo che non cadesse dal divano, lei lo guardò e gli si tuffò letteralmente addosso.
“E-ehy” fece Ran, ma non c’era niente da fare Fanny si era accomodata tanto bene addosso a lui che Morfeo l’aveva già presa fra le sue braccia.
Il drago allora la prese di peso e la portò dall’altra parte del divano e la coprì con una coperta, fatto ciò eliminò tutte le bottiglie e uscì dalla Sala di ritrovo dei Grifondoro. Hogwarts di notte era terribilmente affascinante.
Ran si fece un bel giretto e poi rientrò nella Sala comune dei Serpeverde per poi andarsene a dormire.
Fu solo verso le due che Silente mandò tutti a letto dopo quell’adunata generale scherzando sul fatto che era ormai così tardi.
Se Draco s’era svegliato di buon umore perchè la sera prima aveva visto quel ragazzo ora era totalmente imbestialito. Appena rientrato andò subito nei dormitori e si spogliò rimanendo solo con i suoi boxer neri di seta attillati e si buttò a capofitto nel letto, ma rimase di sasso quando udì un “ahia” venire da sotto le coperte. Dalle coperte emerse, in tutto il suo splendore, il ragazzo dai capelli argentei, portava un pigiama enorme che gli lasciava scoperta una spalla, era lievemente spettinato e gli occhi ancora lucidi dal sonno. Draco sentì che sarebbe potuto saltargli addosso da un momento all’altro! E che diamine quel pigiama sembrava dirgli “toglimi!” Il ragazzo intanto era arrossito vistosamente e si era portato una ciocca d capelli dietro l’orecchio, Draco prese quella medesima ciocca e, mentre la toccava, gli chiese:
“Qual’è il tuo nome?”
“Ran.” Gli disse il ragazzo.
“Io sono Draco Malfoy” gi disse il Serpeverde, a dir la verità già conosceva il nome di quella splendida creatura, la Weasley e la Granger ne avevano parlato per tutto il giorno; sapeva anche che era un drago e che era al servizio di….Potter… tutte le fortune a quello Sfregiato, ma si può sapere il perchè? In fondo lui non era niente di speciale! Draco chinò la testa e baciò la ciocca di capelli argentei che teneva in mano: “Molto lieto” sussurrò.
“M-Mi perdoni, non sapevo che questo letto fosse il suo” fece Ran dispiaciuto. “Dammi pure del tu” disse Draco lasciando perdere la ciocca e accarezzandogli la testa.
“D’accordo Draco” disse Ran sorridendo.
In quel momento il cervello di Draco fuse un attimo e si immaginò quella frase in tutt’altro contesto e ,oltretutto , sentire pronunciare il suo nome da lui era come ascoltare una melodia, allora (soprattutto grazie alla scollatura del pigiama di Ran) Draco se lo immaginò nudo sotto di lui, completamente sudato che gemeva ed ansimava il suo nome e …Stop! Basta! Se continuava di questo passo Ran avrebbe dovuto stipulare un’assicurazione sulla vita dal valore non indifferente. Per distrarsi Draco afferrò due lembi del pigiama di Ran e con gesti affettuosi glie lo risistemò con precisione sfiorando con la punta delle dita il collo del giovane. Aveva una pelle liscissima. Ran lo guardò accigliato, era un tantino (ma giusto un tantino eh? Nda) diverso da come glie lo avevano descritto Harry e gli altri e dopo che Draco gli ebbe sistemato il pigiama disse facendo per alzarsi:
“Bhè, ora è meglio che vada è tardi”
Draco lo afferrò per le spalle e lo ributtò sul letto, “ecco, lo sapevo! Mi pareva strano! Addio verginità è stato bello finchè è durato!” pensò Ran bloccato sul materasso. “Non credo che ci sia nulla di male se resti a dormire qui…”gli sussurrò il Serpeverde guardandolo negli occhi.
Anche Ran lo guardò ma non disse nulla. Cosa avrebbe dovuto dire? Qualunque cosa avesse detto non avrebbe avuto senso!
Draco si coricò su di un fianco e allungò un braccio verso il comodino dove prese la bacchetta con cui spense le luci, dopo averla rimessa al suo posto rimboccò le coperte a Ran e si sdraiò. Ran intanto lo guardava con tanto d’occhi, rimase per un attimo sorpreso dal suo modo di fare, che gli trasmise un senso di protezione misto ad affetto, sentendosi più tranquillo chiuse gli occhi e si addormentò. Draco lo guardava riuscendo a distinguere ancora, nella semi-oscurità della stanza i suoi lineamenti. Non sapeva per quanto tempo era rimasto a guardarlo, sapeva solo che ad un tratto, durante la notte, Ran aveva tremato, forse di freddo, e quando lui aveva allungato un braccio per coprirlo Ran si era stretto al suo caldo petto sembrando poco intenzionato a separarsene (Dracky sei un termosifone!Nda no, lui è caldo per altri motivi! NdHarry O///O NdRan) . Un Malfoy con tutte le rotelle al posto giusto ne avrebbe approfittato già da mooolto tempo, ma essendo Draco un Malfoy un tantino…strano…non l’aveva fatto( Dracky è un OGM! Nda). Il perchè non lo sapeva, sapeva che quel ragazzo lo stava facendo eccitare un casino, ma sapeva anche che appena si trovava riflesso nelle sue iridi blu ogni suo proposito anche solo lontanamente malvagio si scioglieva come neve al sole.
Il giovane erede di casa Malfoy abbassò lo sguardo e si ritrovò a fissare per l’ennesima volta in quella notte la splendida figura del drago che dormiva abbracciato a lui, per l’ennesima volta accarezzò quei capelli di seta e per l’ennesima volta respirò quel profumo dolcissimo simile all’aroma di mora e muschio . A quel punto Draco si addormentò (come un pupo! Nda).

La mattina seguente Ran si svegliò avvolto da un intenso torpore, socchiuse gli occhi e si ritrovò tra le braccia di Draco, dopo un primo momento di panico più completo Ran pensò che era impossibile che avessero fatto qualsiasi cosa essendo entrambi vestiti e quindi scivolò lentamente fuori da quel caldo abbraccio e si sedette sulla sponda del letto.
Dopo essersi completamente svegliato Ran decise che magari prima di andare a colazione avrebbe potuto farsi un giretto nella scuola per l’ennesima volta, ma tanto a lui piaceva camminare quindi il problema non si poneva, a meno che il signor Steve non avesse da ridire, tanto per cambiare ed inoltre non gli andava di disturbare Draco che dormiva pacifico dal suo lato del letto.
Si cambiò e dopo aver ispezionato tutti i sotterranei utilizzò un passaggio segreto vicino l’aula di pozioni che lo fece ritrovare direttamente al settimo piano. Mentre camminava ad un tratto sentì odore di bruciato. E subito pensò che la colpa fosse sua, ma in verità si sbagliava: l’odore proveniva da un piano inferiore, affacciatosi per le scale notò che usciva fumo dal secondo piano. Immediatamente si precipitò sul luogo e sentì delle urla provenire dalla fine del corridoio. Al centro delle fiamme Ginny stava rannicchiata con una mano davanti alla bocca tossendo per via del fumo. “Ginny!” gridò e davanti a lui comparve una figura bianca.
“Aiutala! Aiutala!” gridava con una voce acuta ed isterica, era un fantasma dall’aspetto trasandato, forse era una giovane studentessa in passato, aveva dei capelli dritti e stoppacciosi come degli spinaci e portava enormi occhiali da vista simili a dei fondi di bottiglia.
Ran la guardò allibito per un attimo, ma subito pensò che era meglio rimandare le domande a dopo che Ginny fosse stata portata fuori da quell’inferno di fiamme. Si alzò in volo sotto lo sguardo atterrito del fantasma e si andò a posare vicino alla rossa prendendola in braccio e portandola vicino alle scale, gli si avvicinò il fantasma e lui disse:
“puoi andare a chiedere aiuto?”
“Credo di si” rispose il fantasma singhiozzando acutamente.
Ran tirò un sospiro di sollievo poi si voltò di scatto.
“Che ti prende?”chiese il fantasma prima di andare.
“C’è qualcun altro là dentro…”
“Cosa? Impossibile!”
“Ti dico che è così…io ritorno dentro, tu và più veloce che puoi a chiamare Harry e gli altri!” e detto questo si precipitò dentro per la seconda volta.
Arrivò fino alla fine del corridoio, alla sua sinistra stanziava un bagno alla sua destra un ripostiglio, si guardò intorno più volte, oramai le fiamme erano altissime, ad un tratto una voce, simile ad un sibilo arrivò alle sue orecchie:
“Ti stavo aspettando”
Ran si voltò e osservò il proprietario della voce, poi disse con un fil di fiato:
“Chi sei…?”

Mandatemi tanti commentucci e vediamo se ci azzeccate! (anke se non mi sembra tanto difficile capire chi è il tizio che attendeva Ran). INFORMAZIONI UTILI: ho scoperto dopo numerose ricerche (fatte sui fumetti) che “ran” può essere anche un verbo e stà a significare “osservare o scrutare” nel contesto.

Vi prego commentate ç__ç

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Capitolo 9
*** Essere schiavi? ***


Ringrazio tutti coloro che leggono e commentano la mia fiction, che si sono sempre fatti sentire ma anche coloro che si limitano a leggere! Grazie grazie grazie!!! Vi voglio un mondo di bene!!!!>_<

Nello stesso momento il giovane erede di casa malfoy si destava trovandosi solo nel suo letto. La cosa lo faceva stare male ma non poteva, anzi non doveva, darlo a vedere. Si vestì velocemente e uscì altrettanto velocemente, voleva rivedere Ran a tutti i costi! Mentre camminava una ventata gelata lo avvolse, il fantasma di Mirtilla Malcontenta sbraitava istericamente senza sosta fin quando Potter non le si avvicinò e le chiese:
“Mirtilla che hai? Perchè sei uscita dal tuo bagno?”
“Il fuoco….un incendio…Ginny…l’ha salvata il tizio con i capelli argentati!”
“Come un incendio?”
“non so come! È scoppiato dal nulla!”
“e dopo?”
“bhè sono uscita dal mio gabinetto e c’era Ginny vicino alle fiamme, ma poi l’incendio è diventato grande e Ginny non respirava! E a quel punto è arrivato uno gnoccone dai capelli argentei che l’ha tirata fuori ma poi è rientrato dentro!”
“Come è rientrato dentro?” sbottò Harry.
Mirtilla fece segno di si con la testa:
“Ha detto di aver sentito la presenza di qualcun altro là dentro ed è rientrato! Ginny è sulle scale!”
Detto ciò tutti seguirono Mirtilla fin su per le scale dove trovarono Ginny che chiamava Ran:
“sono più di dieci minuti ormai che è lì dentro!!!” diceva piangendo, rendendosi colpevole dell’accaduto.
Provarono a lanciare un incantesimo per spegnere il fuoco, ma sembrava non esserci niente da fare, quelle fiamme erano sicuramente incantate.
**intanto al centro dell’incendio**
“non credo che dovrebbe interessarti visto che tra poco morirai” disse il ragazzo di fronte a lui.
Ran lo squadrò da capo a piedi,aveva i capelli neri legati in una coda bassa, gli occhi segnati da graffi,probabilmente era cieco, il giovane drago si posò una mano sulla bocca, quello era l’odore del sangue rappreso, era fortissimo, guardò bene il ragazzo, aveva una ferita aperta sotto al mento. Quello non era un essere vivente!Era un morto che camminava!
“voglio almeno sapere chi dovrò maledire per la mia morte…” disse Ran con una finta risata.
“Io non ho un nome…poiché nessuno si è mai curato di darmelo…” disse il ragazzo stringendo i pugni.
Ran comprese la situazione e chiese:
“Chi è il tuo padrone?”
“Taci!” urlò il moro e gli si gettò contro aprendo la bocca e mostrando aguzzi canini dai quali fuoriusciva una sostanza violacea.
“un basilisco!” realizzò Ran.
Evitò tutti gli attacchi che gli venivano inflitti, non poteva attaccare, era vincolato dal patto fatto con Harry, anche se quello non era un essere umano lo era la sua forma, se l’avesse attaccato e avessero ritrovato il cadavere probabilmente il signor Steve gli avrebbe reso la vita difficile.
Il basilisco radunò a sé quanta magia poteva a scagliò un incantesimo su di Ran, una nube oscurò la visuale seguita da un rombo che risuonò per tutta la scuola.
**sulle scale**
“Cos’era???” chiese Hermione allarmata.
“Non possiamo fare niente! Dove sarà finito Silente????” fece Ron contagiato dall’isteria di Mirtilla.
“Dannazione!” sbottò Draco colpendo con l’ennesimo incantesimo la barriera di fuoco, si sentiva impotente.
“Malfoy…” disse Harry ed indicò il punto che draco aveva colpito, era riuscito ad aprire una breccia!
**incendio**
“Cretino!” disse il basilisco ma si ricredette.
Ran era ancora in piedi, aveva un braccio rivolto in avanti e la mano aperta, aveva bloccato il colpo, le mani e le braccia piene di graffi, anche le gambe ma Ran era in piedi.
“Perchè non ti difendi?!?” domandò urlando il basilisco irato da questo comportamento.
“Perchè io…ho promesso…e…non sarebbe giusto…nei tuoi confronti” disse Ran accennando un sorriso.
“Idiota! Vuoi dire che ti saresti fatto ammazzare?”
Ran non rispose.
“Mi fai schifo! Sei soltanto un lurido schiavo al servizio degli umani! Le persone come te mi fanno schifo….io stesso…mi faccio schifo”.
“Tu non…” cercò di dire Ran.
“Stai zitto! Anche se tu riuscissi ad uscire da qui torneresti da loro! In fondo ti fa comodo no? Avrai salvato la pelle e per di più passerai da eroe, tutto ciò che ti fa comodo!”
Ran scosse la testa:
“Credi davvero che la mia vita sia l’unica cosa che mi interessa?”
Questa volta fu il basilisco a dover tacere.
Ran riprese a parlare, ignorando le fiamme e avvicinandosi lentamente al suo avversario come se fosse un cucciolo da non spaventare:
”Tu per caso sai com’è la mia vita e quella della mia gente?Tu per caso sai cosa significa vivere tacendo ai soprusi dovendo trascinarsi tutti i giorni addosso le ansie altrui come gli animali si trascinano il giogo, senza speranza di riscatto? Non fu certo un Dio a farci schiavi, ma gli uomini, uomini come il tuo padrone e come il mio. Forse a quest’ora, da qualche parte, si stanno consumando le vite di innocenti! Di persone coraggiose e fiere che non meritavano assolutamente un destino così fatale come la schiavitù, peggiore della morte, dolorosa più di qualsiasi altra tortura! Sai cosa vuol dire essere sopravvissuti? Sai per caso cosa significa doversi portare ogni giorno l’amarezza di quei giorni che non torneranno mai? Di quelle parole che non hai mai detto? Di quei semplici gesti che non hai fatto?”
Il basilisco cadde in ginocchio mettendosi le mani sul volto:
“io…io…” non riusciva a parlare.
“Ora vivi o muori come ti è stato comandato” disse Ran inginocchiandosi davanti a lui per poi mettergli le mani sul viso e sollevarglielo “anche un asino sopporta le frustate senza gemere, anche i più stolti degli animali si feriscono a vicenda….ma noi abbiamo una coscienza. Solo chi ha una coscienza può sopravvivere, può mettere a tacere le grida del cuore, può soffocare la pena, la rivolta, la rabbia, l’odio e portare sulle proprie spalle un incarico come questo”.
In quel momento, il re dei serpenti capì, lacrime mai versate gli rigarono il volto e abbracciò Ran con il suo corpo freddo di morte.
Ran lo strinse e lo fece sdraiare facendogli appoggiare la testa sulle sue ginocchia, come una madre con il suo cucciolo.
“Io…amavo il mio padrone” sussurrò il moro “…Tom…è sempre stato buono con me… ero l’unico con cui lui parlava liberamente, sai era una persona davvero meravigliosa prima di cadere nel baratro della lotta al potere…lui…lui voleva tanto mostrare il suo valore agli altri, veniva spesso a sfogarsi con me e io…mi sono innamorato di lui.. ma non glie l’ho mai detto”
Il suo tono era triste ed amareggiato.
Ran gli accarezzò i capelli cercando di rassicurarlo con il suo tocco.
Il serpente si mise una mano in tasca e gli porse una chiave, era bella e finemente lavorata, in oro bianco, aveva incastonati degli zaffiri e degli smeraldi.
“è un regalo…vorrei che la tenessi tu…se mai dovessi trovarti in guai seri, qui troverai asilo sicuro” sorrise il serpente mettendogliela in mano e stringendo forte quest’ultima come se quello fosse un patto sacro.
“grazie…”sussurrò Ran.
Il serpente sorrise e con le mani gli toccò il viso cercando di intuirne la fisionomia, cercando di vedere oltre i suoi occhi ciechi:
“sai ho cambiato idea” disse abbozzando un sorriso “ucciderti sarebbe un peccato fatto a Dio, quindi mi limiterò a morire sulle tue ginocchia che sono estremamente comode, ok?”
Ran rise piano “ok”.
Non fece in tempo a dire ciò che il corpo del basilisco si dissolse in polvere, un solo sussurrò riecheggiò nell’aria : “…me la dedicheresti una canzone?…” Ran sorrise e si alzò in piedi, le fiamme stavano svanendo da sole, poi guardò la chiave che aveva in mano e se la mise in tasca.
In quello stesso attimo arrivò Ginny di corsa che lo abbracciò forte:
“grazie a Dio!”
“Ran che ti è successo?” chiese Hermione indicando i tagli sulle braccia e sulle gambe.
“Le fiamme erano incantate…erano come lame”disse Ran serio.
“Un po’ come la barriera di prima”disse Harry “dobbiamo avvertire Silente! Ran tu…”
“tranquilli, so dov’è l’infermeria” disse Ran sorridendo.
Draco non aveva proferito parola però mentre andava via si accorse che Ran raccoglieva una cosa da dove si trovava prima, una rosa nera.
Vide Ran sorridere e poi bruciare quella rosa con le sue stesse mani.
Che cosa stava a significare?
Quando aveva raccontato delle fiamme Ran non sembrava mentire.
Troppe cose non combaciavano.
“Malfoy datti una mossa!” lo rimbeccò il rosso.
“Taci Weasley prima che ti dia in pasto al tranello del Diavolo!”ribattè acido Draco.
Ran sorrise a quella scenetta scosse la testa, salì le scale e, giunto al quarto piano, fece venire un colpo all’infermiera della scuola che tirò giù tutti i santi del cielo per le ferite che aveva subito.
Quando uscì dall’infermeria le maniche della sua maglietta erano state brutalmente recise e le sue braccia bendate ed anche alcune dita, mentre un fascia bianca spiccava legata stretta sulla sua coscia. Quando scese trovò il professor Lupin che parlava di dosi di una certa pozione con il professor Piton, Ran ascoltò con interesse tutta la conversazione notando che il più delle volte, forse per farlo apposta, il professore di pozioni usava termini tecnici complicati, quando ad un tratto entrambi fecero silenzio mentre facevano mentalmente i conti Ran diede subito la risposta (modello calcolatrice!XD Nda Sono polivalente! NdRan). I professori lo guardarono con tanto d’occhi e mentre il professor Lupin gli rivolgeva complimenti l’altro taceva sospettoso, dopo aver seminato entrambi Ran rientrò nel dormitorio di serpeverde e dopo essersi seduto su una poltrona ritornò nel suo mondo dei ricordi.

Stava controllando i conti del mese con tutte le varie spese e bollette. Gli venne un colpo quando lesse che avevano una cifra enorme da pagare di telefono. Rifletté un attimo poi la risposta gli piombò in casa.
“Buonasera signor segretario generale!” esordì il maggiore.
“Yoru, non avrai mica chiamato a Jesse mentre è in vacanza in Spagna….vero?”chiese Ran alzandosi in piedi.
“si, l’ho chiamato, ma siamo stati poco…circa due orette…o erano tre?” Ran divenne dello stesso colore di un lenzuolo profumato con il sapone di Marsiglia, siamo sicuri che Yoru fosse davvero più grande di lui? Di statura sicuramente, di cervello solo quando decideva lui.
Yoru gli si avvicinò e appoggiò la testa sulla sua spalla:
“Ho mal di testa…”
“Hai bevuto come al solito,eh?”disse Ran ridendo.
“Nu….” Fece Yoru strusciando la fronte sulla spalla di Ran.
“Dai vai a dormire…”
Yoru ridacchiò.
“Che ti ridi???” chiese Ran.
Yoru continuò a ridere e lo spinse sul divano.
Ran divenne dello stesso colore dei pomodori maturi, stava accadendo sul serio! Che fosse un sogno???
“Yoru…?” chiese Ran ma poi notò che si era piacevolmente addormentato sopra di lui “maledetto…>///<’….”

Ran rise mentre pensava a quanto aveva volato la sua fantasia quella sera, si portò una mano alla bocca e cercò di soffocare le risa.
“Cosa c’è di divertente?” domandò una voce che Ran riconobbe come quella di Draco.
“Oh, niente di importante, pensavo una cosa…”rispose Ran.
“Cosa?”
“Niente di speciale”
“Ti fanno male?”chiese Draco indicando le fasciature di Ran.
“Ho subito di peggio” disse il drago non curante.
Draco lo guardò amareggiato.
Furono chiamati nella Sala Grande e Ran rimase con loro fino a dopo pranzo, poi il signore Steve chiese che venisse congedato. Ran aveva raccontato loro che quando era rientrato nel corridoio in fiamme non aveva trovato nessuno ma che dopo non era più riuscito ad uscirne e le fiamme erano taglienti come lame.
Tutti sembrarono credere alla sua versione, tranne il signor Steve e il professore di pozioni, Draco sembrava un po’ dubbioso.
Quando uscì Ran pensò che avrebbero potuto dargli l’Oscar per quell’interpretazione, ma se avesse raccontato la verità sicuramente i suoi alloggi si sarebbero trasferiti dal dormitorio di Serpeverde alla dispensa di ingredienti di pozioni.
Uscì e arrivò vicino ad una capanna dove un mezzo-gigante lo salutò allegramente e gli offrì un tè. Chiacchierarono del più e del meno, Ran raccontò delle varie specie di draghi.
Quando uscì sul retro Ran notò un Ippogrifo.
“aspetta prima di accarezzarlo…”intervenì Hagrid allarmato, ma non ce ne fu bisogno, Fierobecco già si godeva il tocco delicato di Ran sulla testa mugugnando qualcosa di incomprensibile alle orecchie di Hagrid.
“Così ti chiami Fierobecco,eh?” Sorrise Ran.
“Come lo sai?” domandò Hagrid.
“Me l’ha detto lui” rispose Ran.
Dopo aver passato tutto pomeriggio con Fierobecco ed Hagrid facendo l’interprete. Quando si allontanò si diresse verso un enorme platano sul retro della scuola. Ran si avvicinò e si fermò a guardarlo.
In quel momento arrivavano Harry,Draco e gli altri (tocca aggregarsi!NdDraco), il Platano si innervosì alla vista di quel visitatore che non gli staccava gli occhi di dosso.
“Ehy Ran!” chiamò Ron ma si zittì subito quando il Platano scagliò un ramo con violenza verso di Ran, quest’ultimo sollevò un braccio e bloccò il ramo nonostante il braccio stesso fosse ferito e lanciò un occhiataccia all’albero. Il platano continuò a fare resistenza ma subito dopo aver capito chi comandava il Platano lasciò perdere e passò un ramo intorno al braccio di Ran e il drago sorridendo glie lo accarezzò.
“Cavoli Ran ma come fai???” domandò Ron mantenendosi sempre a debita distanza dal platano che gli incuteva sempre un certo timore dal secondo anno.
Ran sorrise ma non rispose, aveva sempre avuto questa “capacità speciale” come la chiamava Yoru.
Sorrise mentre si dirigeva con gli altri verso la scuola per cenare, la chiave d’argento nella sua tasca produceva un leggero tintinnio ricordandogli che aveva ancora una promessa da rispettare.

Come proseguirà la storia? Vi ho sorpreso almeno un pochino? Ç_ç vi preeeego commentate!

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Capitolo 10
*** How could this happen to me? ***


Ringrazio Atsue per i consigli a me indispensabili e per l’aiuto con la traduzione della canzone e LadyLycan per essersi trattenuta dal violentare i miei personaggi!XD Ringrazio tutti coloro che commentano e non, vi voglio bene!!!!!!

La cena era stata servita come al solito e un silenzio tombale aleggiava per tutta la Sala Grande, la serata si era movimentata solo quando, nel pieno della cena, Malfoy aveva esordito con:
“Weasley non toccare quel pezzo di carne altrimenti diventerà immangiabile!” E da quel momento era iniziata un’enorme discussione a suon di insulti che era partita dal pollo, si era protratta sul modo di vestire, fino al Quidditch. Ran l’aveva ascoltata per maniera di dire, poiché in verità la sua mente era da tutt’altra parte. Ad un tratto anche Harry prese posizione nella discussione e Ginny ed Hermione si guardavano rassegnate e, al contempo, molto imbarazzate visto che tutto si stava svolgendo sotto gli occhi dei professori ma quest’ultimi non muovevano un solo dito.
Anche dopo cena, quando le ragazze si furono ritirate nelle loro stanze e Ran se ne fu tornato nel dormitorio di Serpeverde, la discussione si fece più infuocata e ci mancava poco che non si mettessero mani alle bacchette per risolvere tutto in maniera meno diplomatica.
“Taci Potter, non sai articolare neanche una parola!” sbottò draco.
“Zitto tu Malfoy, qui sei tu quello con la lingua biforcuta!”
“Benedetto Salazar, Potter ti credi tanto migliore di me solamente perchè hai una fottutissima cicatrice al posto giusto?”
“No, magari perchè al contrario di te Malfoy non sono un viscido opportunista!” (seee come no!).
Draco lo strattonò tenendolo per la maglia.
“Evita di gasarti Potter” sussurrò sibilino.
E dopo che l’ebbe lasciato Harry se ne andò con un ghigno stampato in faccia. Malfoy si sentì montare dalla rabbia, strinse forte il pugno con il quale aveva precedente stretto il braccio di Potter notando che vi erano rimasti intrecciati dei capelli e in quel momento arrivò l’idea.
Corse nell’aula di pozioni e aprì un massiccio armadio, al suo interno vi erano numerosi alambicchi stracolmi di pozioni dai colori sgargianti, ad un tratto notò quella di cui aveva bisogno e la prese in fretta e furia strappandone l’etichetta e gettandola in un cesto per poi darle fuoco con un incantesimo, mentre si allontanava però a noi è dato vedere cosa riportava scritto l’etichetta: “Pozione Polisucco”.
Draco camminò velocemente fino al bagno dei prefetti, dopo essersi chiuso dentro fece comparire il suo calderone e vi mise a riscaldare la pozione, poi prese i capelli e li gettò in quell’intruglio maleodorante per poi mescolare bene.
La pozione assunse un colorito verdastro e un odore acre fortissimo, Draco strinse gli occhi e incrociò le dita per poi buttare giù la pozione tutta d’un fiato.
Ad un primo impatto non sentì niente poi fu colto da un forte mal di stomaco e le ossa iniziarono a bruciargli, cadde in ginocchio e si strinse le braccia allo stomaco.
Dopo neanche una manciata di secondi costellati da dolori atroci per tutto il corpo tutto sembrò tornare normale e il principe Serpeverde iniziò a dubitare degli effetti della pozione e si posò una mano sulla fronte imperlata di sudore. A quel punto sentì delinearsi sulla sua fronte la forma di una cicatrice a forma di saetta, si alzò di scatto e si guardò allo specchio.
L’immagine di Harry James Potter si delineò davanti hai suoi occhi, ad un tratto si sentì soffocare ed allentò la cinta alla sua vita, in confronto a Potter era di costituzione fragile. Con un incantesimo modificò i suoi vestiti in quelli di Potter (un brutto colpo per la sua coscienza!).
Dopo aver fatto vari tentativi nel cambio nella voce gli sembrava di essere abbastanza bravo ad imitare il Grifondoro.
Prese un bel respiro e si avviò verso la sala comune di serpeverde, sussurrò la parola d’ordine ed entrò.
Ran se ne stava seduto sul divano, un pesante libro rilegato in pelle sulle ginocchia e un’espressione attenta sul viso.
Draco, o per meglio dire, Harry si avvicinò lentamente,Ran sollevò la testa e gli sorrise dolcemente e il Serpeverde sentì l’irrefrenabile desiderio di sotterrarsi, ma si costrinse a sorridere nella maniera ebete di Harry Potter.
“Harry come sei entrato?” chiese Ran un po’ sorpreso visto tutte le misure di sicurezza.
“Silente mi ha detto la parole d’Ordine. Come và?” chiese con tono noncurante.
“Tutto bene.” Disse Ran gentile.
“Sicuro?”
“Perchè lo chiedi?”
“Mi sei sembrato strano oggi”
“no tutto bene, sono solo un po’ scombussolato ma stò bene”
Draco si avvicinò piano e con il dorso della mano destra gli sfiorò dolcemente una guancia,Ran sollevò lo sguardo e lo fissò, l’erede di casa Malfoy avvicinò il viso al suo e lo baciò, dal canto suo il drago non sembrava né spaventato né,tantomeno, sorpreso. Fu un bacio lento e dolce, era come se il tempo si fosse fermato in quella stanza.
Draco passò le mani sul petto di Ran e le intrufolò sotto la sua maglietta,il giovane rabbrividì a quel contatto, socchiuse gli occhi ma si costrinse a richiuderli altrimenti non avrebbe retto oltre. Draco (purtroppo?) se ne accorse e interruppe il bacio.
“Che hai?” chiese.
Ran non rispose, spostò lo sguardo da un’altra parte.
“Ran” disse Draco costringendolo a voltarsi.
Il drago lo guardava, ma in effetti era come se non lo vedesse.
Draco capì che quella era stata una delle sue solite idee del cazzo, non che davanti a qualcun altro avrebbe fatto lo stesso, intendiamoci, lui si comportava così solo perchè lo sguardo di Ran aveva su di lui l’effetto di un tranquillante, come se attraverso quegli occhi potesse scavare dentro di lui.
Il giovane serpeverde si sedette al suo fianco e gli passò una mano tra i capelli e,tenendolo per la nuca, lo spinse a poggiare la fronte sulla sua spalla.
Ran rimase immobile per un po’, si lasciò coccolare (Malfoy stai bene??? NdMe). Dopo un po’ Ran sollevò il volto e si avvicinò al viso di Draco e dopo aver sfiorato le sue labbra lo coinvolse in un caldo bacio che coinvolse appassionatamente Draco, solo quando si separarono sussurrò:
“Grazie…Harry”
Draco spalancò gli occhi. CAZZO! A quel punto si alzò e con una scusa qualunque uscì dalla Sala di ritrovo verde-argento.
Ritornò di corsa nel bagno dei prefetti e vi si richiuse dentro.
Giusto in tempo, poiché l’effetto della pozione stava svanendo e lui, lentamente, riprendeva le sue fattezze maledicendo Potter e tutti i Grifondoro.
Ran intanto se ne stava ancora fermo dove (il presunto) Harry l’aveva lasciato. Chissà che gli era preso?
Comunque era stato carino da parte sua fermarsi.
Dopo circa una mezz’oretta rientrò Draco, pallidissimo, Ran gli chiese cosa avesse, ma il biondo si defilò in camera con la scusa di sentirsi poco bene.
Era l’una passata quando Ran decise di attuare il suo piano.
Uscì di soppiatto dalla sala di ritrovo e si diresse verso le scale con passo felpato. Arrivato nei pressi delle scale spiegò le ali e si sollevò in aria scatenando appena un leggero fruscio.
Arrivato nei pressi di una finestra uscì e salì sul tetto della grande scuola di magia. Si godette il panorama per un po’ e poi prese un bel respiro.
Draco nel frattempo uscì dalla camera, non aveva visto Ran andare a dormire e rimase di sasso quando non lo trovò.
Uscì di corsa e andò nei giardini sicuro di trovarlo lì, ma non fu così, lo notò invece sopra il tetto e si mise a risalire le scale, cosa diavolo ci faceva sul tetto a quell’ora? Passò velocemente da un piano all’altro fin quando non sbattè addosso a qualcuno: “Cazzo Potter che ci fai qui?”
“Che ci fai tu piuttosto!”
“Non sono cazzi tuoi!”
“Lo stesso vale per te!”
Draco non se ne curò e continuò a salire le scale ed ,inevitabilmente, si rimbattè in potter, a quanto pare avevano un obbiettivo comune.
“Senti Potter non..” “shhhh!Zitto! Ascolta…” lo interruppe l’altro.

“I open my eyes (Apro i miei occhi)
I try to see but I’m blinded by the white light (Cerco di vedere ma sono accecato dalla luce bianca)
I can’t remember how (Non riesco a ricordare come )
I can’t remember why (Non riesco a ricordare perchè)
I’m lying here tonight” (Sono steso qui stà notte)

Entrambi si affacciarono alla finestra,Ran stava seduto sul ciglio del tetto a cantare, aveva una voce dolce ed armoniosa.

”And I can’t stand the pain (E non riesco a sopportare il dolore)
And I can’t make it go away (E non riesco a farlo andare via)
No I can’t stand the pain”(No non riesco a sopportare il dolore)

”How could this happen to me? (Come è potuto accadere a me?)
I made my mistakes (Ho fatto i miei sbagli)
I’ve got no where to run (non sò dove scappare)
The night goes on (la notte và avanti nello steso modo)
As I’m fading away (in cui io svarisco)
I’m sick of this life (Sono stanco di questa vita)
I just wanna scream (voglio solo urlare)
How could this happen to me?” (Come è potuto accadere a me?)

A questo punto il drago prese un profondo respiro, come se le sue stesse parole facessero male e continuò:

”Everybody’s screaming (Tutti urlano)
I try to make a sound but no one hears me (Cerco di emettere un suono ma nessuno mi sente)
I’m slipping off the edge (Stò scivolando dall’orlo)
I’m hanging by a thread (sono sospeso sul ciglio)
I wanna start this over again” (Voglio ricominciare di nuovo)
”So I try to hold onto a time when nothing mattered (quindi cercavo di fermare il tempo quando non mi interessava niente)
And I can’t explain what happened (E non riesco a spiegare cosà è successo)
And I can’t erase the things that I’ve done (E non riesco a cancellare le cose che ho fatto)
No I can’t” (No, non posso)

”How could this happen to me? (Come è potuto accadere a me?)
I made my mistakes (Ho fatto i miei sbagli)
I’ve got no where to run (non sò dove scappare)
The night goes on (la notte và avanti nello steso modo)
As I’m fading away (in cui io svarisco)
I’m sick of this life (Sono stanco di questa vita)
I just wanna scream (voglio solo urlare)
How could this happen to me?” (Come è potuto accadere a me?)

In quel lasso di tempo entrambi i maghi avevano avuto un tuffo al cuore, poi ad un tratto notarono delle farfalle rosse come il sangue volteggiare intorno a Ran.

I made my mistakes (Ho fatto i miei sbagli)
I’ve got no where to run (non sò dove scappare)
The night goes on (la notte và avanti nello steso modo)
As I’m fading away (in cui io svarisco)
I’m sick of this life (Sono stanco di questa vita)
I just wanna scream (voglio solo urlare)
How could this happen to me?” (Come è potuto accadere a me?)

Così si concluse la canzone, Malfoy non riusciva a spiegarsi la presenza di quelle farfalle e con non poco disagio Harry dovette spiegarglielo:
“Secondo una leggenda, le farfalle rosse sono le anime delle persone morte che ci tengono compagnia in vita e ci sostengono con la loro presenza.”
Tacquero entrambi e senza più scambiarsi parola tornarono nelle loro rispettive case.
Ran osservava l’orizzonte incantato mentre le farfalle continuavano a danzare attorno a lui, solo un sussurro gli riecheggiò nella mente “grazie”
Ran sorrise e si sfilò la chiave argentata dalla tasca sorridendo:
“Prego”
Draco rimase sveglio tutta la notte e Ran rientrò solo appena prima dell’alba.

Ran ha mantenuto la sua promessa!
Cosa accadrà ora? La faccenda sembra prendere una brutta piega per Draco!
Per chiunque si interessato la canzone che canta Ran è “Untitled” dei Simple Plan!
Commentate!!!

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