.:Konoha prototype:.

di shinzui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola...prime reazioni ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Konoha prototypeErano finalmente giunti a Konoha.
Shikamaru e Sasuke reggevano rispettivamente Kiba e Naruto sulle spalle e Akamaru aggrappato alla schiena del padrone.
Erano ricoperti di terra graffi e sangue, non tutto quel liquido rosso caldo era loro e sulla pelle aveva un effetto gelido.
Quattro anni, da quasi quattro anni Shikamaru era andato via da Konoha; Sasuke e Naruto quasi cinque, mentre Kiba non c'era mai stato, ora ne avevano diciassette e li sembrava di aver sprecato una vita intera.
Avevano sempre pensato che il loro ritorno sarebbe stato diverso, quasi felice e spensierato, o almeno era così per l'Uchiha e l'Uzumaki, invece il ragazzo con il codino sapeva che il suo ritorno non sarebbe mai stato così, non dopo aver insultato nel modo peggiore tutti i suoi amici e Temari.
I passi si facevano sempre più pesanti. Le luci dei lampioni permetteva a loro di poter vedere in quella calda notte d'estate.
Ogni respiro diventava sempre più faticoso e i dolori che procuravano le ferite erano difficili da ignorare.
Finalmente giunsero ad un vialetto, che nonostante gli anni non era cambiato. Ancora pochi metri, la porta della casa di fronte a loro non era distante, ma a loro sembrava tremendamente lontana. La vista diventava sempre più annebbiata.
Finalmente erano giunti innanzi alla porta, Shikamaru alzò il braccio, cercando di bussare nel modo più normale possibile, ma i muscoli tremavano e le ferite procuravano delle fitte tremende, quel che ne uscì furono dei colpi pesanti e stanchi.
Dietro di lui sentì un tonfo: Sasuke e Naruto erano crollati a terra, svenuti. Tirò ancora dei colpi, cercando questa volta di tirarli più forti di prima, ma le forze mancavano e il cervello non riusciva a cordinare bene i movimenti.
-Maledizione non ho intenzione di morire sulla soglia di casa- disse il ragazzo digrignando i denti.
Ormai Kiba aveva perso conoscenza da un po' di tempo, il moro non riuscì più a tenerlo in spalla e lo lasciò cadere a terra insieme al cucciolo. Cercò disperatamente di bussare ancora alla porta, facendo appello a tutta la forza che gli era rimasta in corpo, poi cadde in ginocchio, la vista si faceva sempre più debole.
Una luce della casa si accese e sentì dei passi provenire dall'interno, seguiti da dei lamenti riguardanti l'ora tarda.
Non riuscendo più ad alzare le braccia, usò, come ultima speranza, il suo corpo, cadenso a peso morto a ridosso della porta, questa si aprì, facendolo cadere in avanti, vide una donna e sentì urlare il suo nome, da quanto non udiva la voce di sua madre; la sentiva distante, ma riusciva a capire, anche se a fatica quello che diceva.
La donna chiamò il marito dicendogli di chiamare l'ambulanza, mentre prendeva il figlio tra le braccia.
-Niente ambulanza....o....ci troveranno- disse il giovane Nara con le ultime energie, poi le voci si fecero sempre più distanti e l'oscurità lo prese.

*
La luce del giorno gli aggrediva gli occhi. Della notte precedente si ricordava solo di essere giunto a casa, che sua madre l'ho aveva soccorso e che le aveva cercato di dire di non chiamare l'ambulanza, poi tutto nero.
Non aveva ancora aperto gli occhi perchè la luce gli dava fastidio e aveva male alla testa. Riusciva a capire di trovarsi in un letto, ma non capiva quale né dove; cercò di portarsi una mano agli occhi, per farsi un po' d'ombra e provare ad aprirli, sfiorò con la mano il busto e senti delle medicazione sulle ferite, però questo non lo aiutava a capire se era all'ospedale o meno, dato che suo padre era un medico.
Rinunciò all'idea di portare la mano al viso, dopo che avvertì una fitta al braccio, quindi lo distese di nuovo e cercò di aprire gli occhi affrontando la luce accecante del sole, che filtrava dall finestra.
Ad un certo punto sentì la porta aprirsi e chiudersi, girò istintivamente la testa verso la fonte del suono.
-Ti sei svegliato finalmente- era la voce di sua madre. La donna vide che il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi, così superò il letto del ragazzo e chiuse le tende, creando un effetto di penombra permettendo al figlio di abituarsi all'intensità luminosa.
Mentre cercava di riacquistare la vista, cercò a fatica di tirarsi un po' più su con il busto.
-Quanto ho dormito?- chiese con la voce impastata -Due giorni!-.
Finalmente riusciva a vedere, si accorse di trovarsi in camera sua, quando si girò verso Yoshino si accorse che la donna aveva le lacrime agli occhi: non l'aveva mai vista piangere, avvertì improvvisamente un senso di colpa fortissimo.
-I miei amici dove sono?- -Si sono svegliati poco fa anche loro. Tuo padre li sta visitando. Scendi così mangi qualcosa!- detto questo Yoshino si avviò verso il piano di sotto -Mamma- disse all'improvviso Shikamaru -mi dispiace!- la madre tentennò un attimo di fronte alla porta, rimanendo di spalle al figlio, poi scese raggiungendo il marito e gli altri ragazzi.

Si tirò su piano piano mettendosi seduto sul letto; guardò il calendario che era appeso su una parete della stanza, mancavano pochi giorni all'inzio della scuola: non aveva voglia di tornarci e poi....come avrebbe affrontato i suoi amici, o forse era meglio dire EX-amici.
Rimanendo con il pantalone del pigiama scese lentamente al piano di sotto, faceva ancora fatica a muoversi, il dolore era allucinante. Si accorse solo in quel momento di avere i capelli sciolti che gli ricadevano sulle spalle.
La pigrizia e il dolore gli impedivano di prendere minimamente in considerazione cercare l'elastico e di rilegarsi i capelli.
Arrivato di sotto vide Kiba e Sasuke intenti a mangiare, Akamaru addormentato in un angolo e Naruto seduto sul divano con Shikaku che gli controllava le ferite.
I suoi sapevano benissimo il motivo per cui se n'era andato, glielo aveva detto prima di partire.
Nonostante la malinconia e la tristezza che lui provava, si accorse che in quella casa c'era gioia, dopotutto quello che avevano passato erano finalmente a casa e il figliol prodigo era tornato a casa.

Passarono la giornata a raccontare ai coniugi Nara quello che era accaduto in quell'arco di tempo, li raccontarono e li dimostrarono cosa erano diventati, il DNA di tutti e quattro i ragazzi era stato geneticamente modificato e mischiato con DNA animali, differenti tra di loro, modificato geneticamente a loro volta. Ciò aveva permesso loro di acquisire delle abilità, che differivano tra loro a dipendenza dell'animale e permettendo ai ragazzi di trasformarsi.
Quello di Kiba assieme a quello di Akamaru, creando tra di loro un legame indissolubile, quando si trasformava gli comparivano due zanne rosse sulle guance, i canini si allungavano, diventando simili a quelli di un cane, anche le unghie si allugavano a mo' di artiglio, mentre Akamaru diventava enorme e permetteva al padrone di cavalcarlo; Naruto invece era stato unito ad una volpe, le unghie e i canini compivano la stessa azione di quelli di Kiba, mentre gli occhi da azzurri passavano a rosso vermiglio e la pupilla si allungava; Sasuke era stato unito ad un falco e ad un serpente, ciò gli consentiva di tirare fuori delle ali grnadi e scure che gli permettevano di volare, i canini si allungavano riempendosi di veleno e gli occhi diventavano rossi  e la pupilla era circondata da tre Tomoe per occhio; infine Shikamaru era unito ad un cervo e ad un lupo, la cornea dei sui occhi diventava nera, la pupilla si allungava diventando bianca, i canini si allungavano come quelli di un lupo e anche a lui le unghie si allungavano a mo' di artiglio.

La trasformazione aumentava le prestazioni fisiche dei ragazzi, conferendoli alcuni poteri, come per Sasuke inniettare veleno, come i serpenti, e di vedere più lontano, fino a quasi prevedere le mosse degli avversari, Shikamaru, anche se apparentemente rimaneva uguale, aumentava il proprio peso e diventava parecchio più forte, inoltre era in grado di curare e curarsi, anche se implicava un certo dispendio di energia, ecc...

Decisero che, i ragazzi sarebbero rimasti a casa Nara fino all'inizio della scuola, di modo che Shikaku potesse controllare il loro progresso.

Gli ultimi giorni passarono in fretta, Shikamaru appena ebbe riacquistato sufficienti energie aiutò il padre a curare i ragazzi.
Il fatidico primo giorno di scuola si avvicinava e forse per i ragazzi era finalmente giunto il momento di poter ricominciare la propria vita da dove l'avevano lasciata.



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Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola...prime reazioni ***


Konoha prototype (Primo giorno di scuola)-SHIKAMARU ALZATI IMMEDIATAMENTE O STAVOLTA SALGO SUL SERIO- ripetè la Yoshino per la seconda volta al figlio, che ancora non si era alzato.
Il moro cercò, nonostante tutto, di nascondere la testa sotto il cuscino nella speranza che quello fosse solo un brutto sogno.
Grazie all'udito ormai sviluppato sentì la madre incamminarsi verso le scale, non che ci volesse un udito finissimo per avvertire il passo marziale di sua madre; mugugnando qualcosa che assomigliava molto a un "Che seccatura!" seguito poi da un -ARRIVO-, per evitare che la madre salisse in camera sua.
Arrendendosi all'idea che doveva alzarsi cominciò a prepararsi, dopo essersi lavato si infilò velocemente la divisa nera della scuola con la cravatta annodata alla bella e meglio e la camicia un po' dentro e un po' fuori...si rifece il codino e afferrò lo zaino a tracolla per poi scendere a fare colazione. Sorseggiò una tazza di caffè in compagnia di Kiba, che sarebbe rimasto a casa loro finchè i suoi non avrebbero compiuto il trasloco dalla città vicino a Konoha.
Suo padre era già uscito per andare a lavoro, mentre sua madre era in cucina a mettere a posto.
-Beh direi che possiamo andare- disse Kiba con vivacità, che nonostante fosse così tanta da poter contaggiare tutte le persone che lo circondavano non riusciva a contaggiare il suo pigro amico che lo osservava con uno sguardo mooooolto assonnato.

Qualche minuto dopo incrociarono per strada anche Naruto e Sasuke e insieme si diressero verso la scuola per il loro primo giorno dopo tanto tempo.
Ogni metro che facevano Shikamaru sperava che se ne aggiunggesse un altro automaticamente, di modo che non sarebbero mai arrivati, ma questo purtroppo per lui non era possibile e, cosciente di ciò, continuò a camminare verso la sua destinazione con il suo solito passo strascicato.
Ad un certo punto Shikamaru si sentì prendere il codino da dietro in avanti e in neanche una frazione di secondo i suoi capelli corvini erano sciolti sulle sue spalle e davanti a lui c'era un Naruto con un sorriso sornione e il suo elastico tra le dita.
-Mi dispiace Shika, ma oggi porterai i capelli sciolti tutto il giorno- disse il biondo facendo cadere l'elastico dentro a un tombino: il moro strabuzzò gli occhi e borbottò un "Naruto sei morto!" a mezza voce.
Kiba seguiva la scena divertito, cercando di trattenere le risate mentre osservava uno Shikamaru che, combattendo contro la sua pigrizia, rincorreva un Naruto che rideva vittorioso, mentre Sasuke osservava indifferente la scena e disse -Che baka!- osservando il biondo ormai tra le grinfie del moro intento a strozzarlo.

Tutti e quattro (miracolosamente anche Naruto, dato che gli altri due si erano decisi ad intervenire poco prima che il biondo perdesse i sensi) raggiunsero la scuola.
Nonostante il tempo fosse passato, non sembrava essere cambiato nulla.
Cominciarono ad incamminarsi all'interno del cortile, dove c'erano tutti gli altri scolari, che ridevano felici e chiaccheravano raccontando di come avevano passato le vacanze: Shikamaru era rimasto indietro rispetto agli altri tre, un po' per pigrizia e un po' per timore.

*
Un gruppo di ragazze, non molto distante dal cancello, stava chiaccherando.
-Dai Sakura, allora? Come è andata con Pain?- insistette Ino dando qualche gomitatina all'amica dai capelli rosa, -Ti assicuro che non è successo niente, è simpatico ed è molto carino, ma non è il mio tipo- disse Sakura -Mh e chi sarebbe il tuo tipo? Uno come Sai?- intervenne Temari con aria maliziosa -Oh certo, sono sicura che Sakura adori i tipi che la chiamano racchia....hahaha- rispose Ino prima che la sua amica potesse dire qualcosa.
-E tu Temari? Hai qualcosa da dire?- TenTen stava guardando la sua amica con sorrisetto di sfida.
La rosa distolse lo sguardo dal gruppo senza ascoltare la risposta dell'amica, rivolse la sua attenzione verso il cancello, incuriosita da un gruppetto di quattro ragazzi che stava entrando, guidati da un moro con i capelli abbastanza lunghi e dal labbiale si poteva capire che stava dicendo "Baka", dietro di lui un biondo con i capelli medio lunghi, che a quella parola abbassò la testa, mentre un castano con lo stesso taglio del secondo rideva della scena; il trio era seguito da un ragazzo con la testa bassa e i capelli sciolti di un colore nero corvino.
In un bisbiglio quasi forzato, riconoscendo Sasuke e Naruto, disse -Sono tornati-.
Nonostante quel sussurro fosse quasi impercettibile, riuscì a cogliere l'attenzione delle sue amiche, che dopo averla guardata con aria perplessa, rivolsero anch'esse lo sguardo nella stessa direzione. Hinata, che fino a quel momento era stata in silenzio si nascose di scatto dietro ad Ino gemendo, facendo così percepire la sua presenza.
Sakura, che non era riuscita a trattenersi, corse verso di loro, gridando i loro nomi e attirando la loro attenzione.

-NARUTO! SASUKE!- gridò Sakura quasi in lacrime. I due ragazzi non fecero in tempo a dire niente che la ragazza li era saltata addosso abbracciandoli, poterono sentire le lacrime di lei, che bagnavano le spalle delle loro giacche.
La rosa si sentì stringere, ma avvertì che la stretta era troppo forte, per essere solo quella di Naruto: sollevò il capo e si accorse, con sua grande sorpresa, che anche Sasuke la stava abbracciando. Già, Sasuke, quel ragazzo gelido, che sembrava immune alle emozioni e non sembrava essersi mai affezionato a qualcuno la stava abbracciando.
Il resto del gruppo la raggiunse poco dopo, tutte ad abbracciare e salutare quei vecchi amici che non vedevano da tempo. Pure Hinata, che per la troppa felicità, abbracciò Naruto lasciando da parte la propria timidezza.
-Ragazze questo è Kiba- disse fieramente il biondo dando una pacca sulla schiena dell'amico, purtroppo il colpo fu troppo forte e Kiba non era pronto a riceverlo, perciò di conseguenza andò addosso ad Ino ritrovandosela tra le braccia. L'unica cosa che uscì dalla bocca del castano fu un flebile "Scusa", mentre Ino cominciava a diventare tutta rossa in viso: dietro di loro Sasuke e Sakura diedero un pugno in testa a Naruto seguito da un "Baka".
Quando Kiba finì di presentarsi, la rosa si ricordò del ragazzo moro, che poco prima seguiva il trio ed ora era lì fermo a pochi passi da loro sempre tenendo la testa bassa, permettendo così ai capelli di cadergli sul viso impedendo di riconoscerlo.
-Non ci avete presentato il vostro amico- disse Tenten rivolta ai ragazzi -Beh lui ecco...- disse il biondo, a dire il vero non sapeva proprio come comportarsi e in più non voleva dire qualcosa di sbagliato, per poi ritrovarsi nella stessa scena di qualche minuto fa.
-Naruto cosa hai fatto al collo- lo interruppe Ino allarmata, notando dei segni violacei sul collo di lui, poi rispostò d'istinto lo sguardo sul ragazzo dietro: non aveva fatto un movimento, non aveva detto una parola, era comme immobile, una statua.
 Un leggero colpo di vento spostò qualche ciocca del ragazzo, permettendo alla bionda di intravedere, anche se per poco, un cercchietto argenteo appeso all'orecchio.
-No. Non è possibile- disse in un sussurro. Era sull'orlo delle lacrime. Rivederlo le faceva male.
-Ino tutto bene- Temari aveva notato che l'amica aveva strabuzzato gli occhi e stava per scoppiare a piangere.

Un altro colpo di vento, questa volta più forte del primo, spostò i capelli da davanti il viso del ragazzo, permettendo alle altre di riconoscerlo.
-Shikamaru- sussurò Temari con una stretta al cuore.

*
Gaara e Kankuro avevano visto tutta la scena e quando riconobbero Shikamaru, tornò a loro in mente, come un fulmine a ciel sereno, tutte quelle cose che aveva detto a loro e a loro sorella.
Si diressero a gran passo verso di lui, guidati dall'istinto di rabbia.
Il tempo si era come fermato per il Nara; il suo sguardo nonostante tutto rimase impassibile. All'improvviso si ritrovò Gaara di fronte a lui e gli arrivò un colpo bello forte sullo zigomo, poteva sentire il rumore delle ossa che si scontravano e il roteare del polso di lui sul suo viso, incidendo ancora di più il colpo: volò a qualche metro di distanza, per poi rimanere disteso.
Quando riaprì gli occhi vide sempre il rosso, che gli stava per tirare un pestone sul costato, si girò d'istinto per evitare il colpo, ma ricevette un poderoso calcio di Kankuro nello stomaco, lasciandolo senza fiato a terra in mezzo alla polvere.
-FATELA FINITA!- urlò Kiba vedendo l'amico mal menato, i due non gli diedero ascolto, troppo rabbia assopita da tempo e ora risvegliata riempiva i loro cuori.
Kankuro prese Shikamaru per la camicia e lo tirò su e i due continuarono a tirargli pugni nello stomaco, fin quando non cominciò a sputare sangue.
-ORA BASTA!- questa volta fu Sasuke ad intervenire, prendendo per la giacca i due fratelli e allontanandoli dall'amico, Naruto prese al volo il moro, prima che facesse una rovinosa caduta in terra.
-È tutto...a posto- disse affannosamente Shikamaru.

In tutto quel lasso di tempo le ragazze rimasero immobili e in silenzio, non potendo ancora credere chi si fosse trovato infine dopo quasi quattro anni di fronte a loro, senza dire una parola. Ma in fondo, che avrebbe dovuto dire, quel giorno disse tutto quel che doveva dire.
Temari spostò lo sguardo, da quel punto, ormai vuoto, in cui prima c'era il ragazzo, ai fratelli ancora rossi in viso per la rabbia e i denti digrignati come se volessero ringhiare, posando poi lo sguardo su Shikamaru, che nonostante le botte si era rialzato in piedi. Si accorse che era diventato più alto ed era il più alto tra i quattro ragazzi, anche se solo di qualche centimetro, i suoi lineamenti si erano fatti più severi e il suo sguardo era quello di uno che alla fine aveva visto tutto in modo prematuro: dolore, rabbia, frustrazione, guerra, fame, tradimento, non c'era spazio alla gioia e alla felicità. Quando rivolse nuovamente lo sguardo verso Kiba, Naruto e Sasuke, si accorse che anche loro possedevano il medesimo sguardo.

"Cosa è successo veramente, durante questi anni?" questa domanda sorse spontanea nella testa di Temari, che non smetteva di fissare Shikamaru.

*
Dinn doon daann (effetti sonori strabilianti, non c'è che dire ^^'' ndA) la campana della scuola ridestò i ragazzi, da quel momento di surreale silenzio.
-Dai andiamo- Kiba e gli altri non sembravano molto preoccupati delle condizioni dell'amico, si comportavano come se non fosse successo niente, mantenendo comunque uno sguardo profondo e serio. Si avviarono verso l'edificio dietro di loro, per iniziare le lezioni. La medesima cosa fecero le ragazze e i fratelli Sabaku dopo qualche secondo.
Quello che era appena accaduto non impedì ai ragazzi e alle ragazze l'istinto di gettarsi su Naruto, Sasuke e Kiba riempiendoli di domande e lasciando in disparte Shikamaru, che con la solita flemma e il passo strascicato li seguiva a pochi passi di distanza.

Passando per i corridoi i ragazzi videro molte facce conosciute, come Neji, Rock Lee, Shino, alcuni professori tra cui Kakashi, Ibiki, Gai, Anzo e Kurenai.
Molti sorrisero, altri si diressero anche loro verso i ragazzi per parlare. Ma molti appena riconobbero Shikamaru divennero seri e cupi.
Un duo vicino alla porta di una classe catturò l'attenzione del ragazzo con il codino: Asuma e Choji. Quest'ultimo appena lo vide lo riconobbe subito senza nemmeno guardarlo in faccia e spostò subito lo sguardo triste a terra, al primo invece comparve una luce negli occhi, che Shikamaru non vedeva da tanto tempo: la felicità; già perchè anche nelle risa dei quattro giovani si nascondeva sempre una nota di tristezza, mentre nel suo insegnante, colui che ha sempre preso come punto di riferimento, vedeva gioia.

Asuma fu il primo a mostrare felicità per il ritorno di Shikamaru.

*
"La situazione in classe non è tanto differente da qualche anno fa" constatò Shikamaru "Anzi oserei dire che è del tutto identica" ripensò guardando Sakura al primo banco che prendeva appunti come una forssenata, Ino che cercava di spiegare ad Hinata l'importanza dell'eyeliner e la mora che continuava a balbettare cercando di dirle che voleva ascoltare il professore, Choji che mangiava le patatine al ketchup di nascosto (beh forse non così di nascosto); Naruto e Sasuke erano di nuovo di banco assieme in seconda fila e di fianco a loro c'erano Temari e Tayuya, quest'ultima era la migliore amica della bionda sin dall'infanzia, si somigliavano molto di carattere, ma Tayuya, al contrario di Temari che era più tranquilla e ragionava su ogni sua mossa, era una vera testa calda.
La rossa appena aveva visto Shikamaru gli aveva praticamente ringhiato addosso, come fa un cane quando sente che il padrone è in pericolo.
Era ancora sul ciglio della porta ad osservare la situazione della classe quando notò Kiba, che si era seduto ad un banco in terza fila, che gli faceva cenno di andare a sedersi vicino a lui.
Quando fu quasi al banco un ragazzo dai capelli castano chiaro a spazzola si sedette vicino a lui -Ciao! Io sono Keiji. Tu?- disse facendogli un cenno con la mano e poggiando la borsa sul banco -Ehm...Kiba. Molto piacere-, Keiji cominciò subito ad attaccare bottone con Kiba, che si sentiva in colpa per aver abbandonato l'amico.
Shikamaru non dovette nemmeno sforzarsi per capire che quel ragazzo aveva deciso che il suo banco doveva essere quello vicino a Kiba, decise quindi di vedere di trovare un altro posto.
-Vedo con piacere Nara che hai avuto le palle per tornare- disse una voce alle spalle del moro e non appena si girò, mostrando la sua solita aria annoiata, vide subito Sai davanti a se che gli mostrava uno dei sorrisi più falsi che si potesse mai immaginare -Non c'è bisogno che ti sforzi a sorridere Sai! Dici tanto di aver difficoltà a mostrare le tue emozioni, ma si capisce benissimo che in questo momento non ti sto per niente simpatico, perciò non farmi perdere tempo!- rispose subito il ragazzo, in realtà, molto probabilmente, se non fosse stato per i suoi sensi sviluppati oltre ad ogni norma o se non fosse per il suo spropositato Q.I., avrebbe magari potuto solo intuire che i nervi del ragazzo erano tesi e i suoi arti pronti a scattare verso la preda.
Sai schioccò la lingua, fece un ultimo sorriso e se ne andò al suo banco.
Mentre Shikamaru ritrovò la sua postazione preferita: ultima fila, dietro una coppia di banchi, in linea d'aria con la cattedra, così che gli sarebbe bastato abbassarsi un poco e sarebbe entrato subito nel mondo dei sogni.

Appena furono tutti seduti entrò in classe il professor Kakashi, insegnante di letteratura. Dopo aver chiesto delle vacanze, più per una questione formale, che per pura curiosità, e dopo aver (ri)presentato il quartetto alla classe, iniziò la lezione senza indugi.

Il primo giorno di scuola era appena iniziato e i quattro ragazzi ancora si chiedevano se sarebbero riusciti a comportarsi nel modo più normale possibile.



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