Il cuore come il cielo.

di Lue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo. ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo. ***
Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo. ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo. ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo. ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo. ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo capitolo. ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo. ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo capitolo - La Fine. ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo. ***



Primo capitolo.

 
[Hogwarts, Primo Anno]

La barca scivola veloce sull’acqua scura, nel silenzio ovattato della prima sera.
Il respiro dei bambini forma bianche nuvolette di vapore, quasi avessero assunto le sembianze del treno rosso da cui sono appena scesi.
Andromeda siede con la schiena diritta sul legno duro della barca, e trattiene il fiato ogni volta che le sembra di vedere le luci del castello.
Il bambino biondo accanto a lei trema violentemente.
-Hai freddo?- gli chiede lei incuriosita.
-No- sorride lui –Sono solo felice.
Anche Andromeda è felice, d’una felicità che non aveva mai provato prima, come se stesse per incontrare una persona importantissima, che aspettava di conoscere da lungo tempo: se stessa.
-In che casa vuoi andare tu?- le chiede il bambino.
Corvonero.
-Serpeverde. Tu?
-Non lo so! Sai- continua impacciato –i miei sono babbani.
Andromeda non fa in tempo a rispondere, perché la sua attenzione viene catturata dalla maestosa figura di Hogwarts che si staglia nella notte come un castello fatato.
Hogwarts. La sua nuova scuola.
E molto di più.
 

*****

 
Andromeda cammina a testa alta lungo la Sala Grande, attraverso i tavoli delle varie case.
Al suo fianco c’è il bambino biondo della barca.
Lei non lo scaccia, non gli rivolge parole cattive, ma sorride per i suoi occhi sgranati davanti alle magie del castello.
I primi tre bambini vengono smistati tra Grifondoro e Tassorosso.
-Black, Andromeda!- chiama la professoressa McGranitt.
Lei procede sicura verso lo sgabello e vi si siede, indossando il cappello logoro.
“Che confusione, qua dentro, bambina...”.
“Non sono una bambina!”.
“Certo, certo... Allora, dove ti mettiamo? Hai qualche preferenza?”.
“Si può?”.
“Ovviamente. Dunque? Io ti vedrei bene in Corvonero, o Grifondoro...”.
“No! Grifondoro no, ti prego!”.
“Come preferisci.. Corvonero, allora? So che è la casa in cui vorresti andare...”.
“Beh, sì…”.
“Dunque, C...”.
“No! Aspetta, ti prego! Mettimi in Serpeverde!”.
“Serpeverde? Tu non sei una Serpeverde”.
“Hai detto che potevo scegliere!”.
“Ma tu hai scelto, hai scelto Corvonero...”.
“Ho sbagliato! Per favore, per favore! Bella mi ucciderà se non finisco in Serpeverde!”.
“Bella, Bellatrix? Che ragazza crudele...”.
“Ehi! È mia sorella!”.
“Certo... Allora, cosa facciamo? Là fuori si staranno chiedendo che fine hai fatto... Sicura di non volere Corvonero o Grifondoro? Sei così diversa da tua sorella, giovane Andromeda...”.
“Io... sì. Mettimi là, per favore”.
“Mi raccomando, non farti contagiare, bambina...”.
“Lo prometto”.
“Dunque, la tua casa sarà...”.
-SERPEVERDE!
Andromeda scende sorridendo dallo sgabello, mentre ingoia l’amaro che le riempie la bocca alla vista del tavolo blu di Corvonero.
Guarda gli altri bambini finire nelle case che hanno scelto.
Rabastan Lestrange, un giovane dai capelli scuri, prende posto accanto a lei al tavolo di Serpeverde.
Dorcas Meadowes, una ragazzina dai lunghi capelli biondi, finisce in Corvonero.
Molly Prewett, rossa e un po’ cicciottella, corre a sedersi al tavolo dei Grifondoro.
Ted Tonks, il bambino biondo Nato Babbano, viene smistato a Tassorosso.
E l’ultimo, Arthur Weasley, un ragazzino allampanato dai folti capelli rossi, finisce in Grifondoro.
Andromeda si guarda intorno, tutta la felicità di poche ore prima è svanita.
Si versa del succo di zucca nel bicchiere.
 

[Hogwarts, Secondo Anno]

All’età di dodici anni Andromeda non può vantare molti amici.
Più che altro nella sua casa.
Ecco, in Serpeverde Andromeda non ha nemmeno un amico. Strano per una Black.
Dal canto suo, invece, Bellatrix passa il tempo con un manipolo di ragazzi dall’aria strana e cattiva.
L’unica vera amica di Andromeda si chiama Dorcas e sta in Corvonero, proprio dove sarebbe voluta finire lei.
Dorcas ha i capelli biondi e lisci come spaghetti, due occhi color del mare e un’aria sempre concentrata.
È la migliore del loro anno, tanto che nell’ultimo periodo Silente presenzia alle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure solo per vederla combattere contro un molliccio dalle forme più strane.
Dorcas Meadowes è una buona amica e Andromeda le vuole bene.
Poi c’è Molly Prewett, che è sua cugina di terzo grado o giù di lì.
Molly sorride tantissimo e tiene i capelli ricci e rossi sempre legati in una lunga treccia.
Lei e Andromeda non sono così amiche, ma si salutano sempre nei corridoi e quando Grifondoro e Serpeverde sono in classe assieme si siedono allo stesso tavolo.
A Bellatrix Molly e Dorcas non piacciono molto, sopporta che Andromeda sia loro amica solo perché sono Purosangue.
Poi c’è Ted Tonks, che invece è in Tassorosso, e lui è uno di quei ragazzini di cui Andromeda vorrebbe essere amica, ma non può, perché sono Sanguesporco.
Ted la saluta sempre quando la vede, anche se si sono parlati poche volte, e quando non c’è Bellatrix nei paraggi, Andromeda risponde al saluto con un sorriso.
Andromeda non ha molti amici ma, per ora, è felice.
 




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Ciao e riciao a tutti. :)
E' una storia su Andromeda, credo si sia capito.
Oggi sono di poche parole.
Bon, un bacio.
Lu.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo. ***


Secondo capitolo.
 

[Espresso di Hogwarts, Inizio Terzo Anno]

-E Dromeda, ascolta, ma è vero che c’è da mangiare tutto quello che vogliamo?
-Sì, Cissy…
-E che se fai qualcosa di male tolgono i punti alla tua squadra?
-Alla tua Casa, Narcissa…
-E le scale cambiano direzione, è vero?
-Qualche volta sì…
-E ci sono i fantasmi?...
Bellatrix sbuffa, da dietro il suo libro: -Narcissa, la vuoi piantare con tutte queste domande? Stiamo per arrivare, non rompere le scatole!
Lei abbassa lo sguardo dispiaciuta, e poi si mette a guardare il panorama fuori dal finestrino. Andromeda le stringe la mano affettuosamente.
-A me non dispiacciono le sue domande, Bella, non ci ascoltare se ti diamo fastidio...- fa l’occhiolino a Narcissa, che mette la mano davanti alla bocca per non ridere.
Bellatrix, che è già tornata a leggere, fa un gesto annoiato con la mano.
-E quindi… Ci portano al castello sulle barche?
-Esatto…
-Ma io ho paura dell’acqua fredda!- esclama preoccupata Narcissa.
Bellatrix la guarda: -E da quando, scusa?
-Regulus ha paura dell’acqua fredda, allora anch’io ho paura dell’acqua fredda…
-Regulus ha sette anni- ribatte Bella, altezzosa.
-Sì, ma…
-Tanto anche se cadi c’è la Piovra Gigante a rimetterti su!- la consola Andromeda.
Gli occhi di Narcissa si illuminano: -E c’è anche una Piovra Gigante?!
Bellatrix alza gli occhi al cielo, tornando a leggere il suo libro.

 
[Hogwarts, Storia della Magia, Terzo Anno]

-Quand’è che hai scoperto di essere davvero una strega tu?- domanda Dorcas ad Andromeda, mentre cercano di non addormentarsi durante una lezione di Storia della Magia.
-Avevo sei anni e Bellatrix mi aveva rubato la mia bambola preferita... Mi sono messa a urlare e a piangere dalla rabbia e a lei sono caduti i capelli!
Dorcas strabuzza gli occhi e poi si mette a ridere: -Immagino la faccia di tua sorella!
-Immaginati la pelata, altro che la faccia!- sghignazza Andromeda –E tu?- chiede, tornando seria –Quando l’hai scoperto?
-Io non me lo ricordo, ma mamma dice che una mattina non mi ha trovata nella culla, ha guardato in su e mi ha vista che galleggiavo dormendo sul soffitto...
Andromeda è piegata in due dalle risate.
-Meno dieci punti a Serpeverde e Corvonero, se non state zitte!- le sgrida il professore.
Le due soffocano le risate mordendosi i pugni per evitare di dare a vedere che si stanno ancora sbellicando.
 

[Provenza, Estate dopo il Terzo Anno]

Quest’estate le due famiglie Black hanno deciso di passare le vacanze insieme, in Provenza.
Andromeda e Sirius stanno sdraiati nel prato, a guardare le nuvole.
-Dromeda... Secondo te i babbani sono diversi da noi?
-Mmh- lei ci pensa un po’ su –No- decreta poi –Sinceramente non lo penso... Non hanno la magia, ma sono persone, no? Io conosco un ragazzo che ha i genitori Babbani, ma è... è normale, anche simpatico...
-Ci pensavo anche io, sai? Ho chiesto a mia madre perché li schifa, ma lei non sapeva cosa rispondermi. Ha detto che sono un asino se non lo capisco...
Andromeda scoppia a ridere: -Ma tu sei un asino a prescindere!
Lui le dà un colpetto sul braccio.
-Loro mi odiano, c’è solo Regulus per loro...
-Non dire sciocchezze, Sirius!
-Non sto dicendo sciocchezze!- protesta lui –Ma non mi dà nemmeno troppo fastidio, tanto ci siete tu e zio Alphard che siete simpatici...
-Solo simpatici?- Andromeda finge di lamentarsi.
Sirius ridacchia, poi torna a fissare le nuvole.
-Fa caldo, vero?- osserva.
estate, Sirius... Comunque sì, fa caldo. Ti va un gelato?

Lui si alza di colpo, con un sorriso che gli va da un orecchio all’altro: -Sì! Sì, dai!
Andromeda si alza ridendo e lo segue lungo i campi.
 

[Hogwarts, Campo da Quidditch, Quarto Anno]

Finalmente Andromeda, che è al quarto anno, ha deciso di presentarsi ai provini come Cacciatrice per Serpeverde.
Il capitano Christian Montague la guarda dall’alto in basso, sogghignando.
-Quanto sei alta, tu? Un metro e un boccino? E poi da quando le ragazze giocano a Quidditch?
Andromeda alza le spalle e non risponde, solo rimpiange un po’ di essersi presentata.
Le fanno fare un giro di prova.
La ragazzina si solleva sulla scopa, sfrecciando intorno al campo da gioco, mentre i lunghi capelli frustano l’aria.
Il capitano sembra abbastanza soddisfatto, lancia in aria le Pluffe e Andromeda passa più di mezz’ora a rincorrerle e gettarle dentro, sotto lo sguardo degli altri.
Andromeda ama stare sospesa in aria, nel vento che soffia, prima leggero poi potente, guardando il mondo che ai suoi piedi è così piccolo.
Non è facilissimo dimenticare, lì sopra, le aspettative che hanno tutti su di lei?
Montague fischia e Andromeda scende in picchiata, arrestandosi a pochi centimetri da terra, tra gli applausi degli altri Serpeverde.
-Sei dentro, Black- esclama Montague orgoglioso.
Andromeda accetta i complimenti degli altri giocatori con un sorriso radioso.
Tra loro ci sono persone che non sopporta, come Lucius Malfoy, ma in questo momento Andromeda sorride anche a lui.
Dopotutto questi sono i suoi nuovi compagni di squadra.
 




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Rieccomi qua! :)
Spero tanto che continuerete a seguirmi, tengo moltissimo a questa storia!
Un bacio,
Lu.

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo. ***



Terzo capitolo.

[Hogwarts, Corridoi e Cucine, Quarto anno]

-Pssst!- Andromeda e Molly stanno camminando, quando sentono la voce di Dorcas che sibila da qualche lato del corridoio. Si guardano intorno, cercandola.
-Sono qui!- sussurra lei da dietro un arazzo.
Gli occhi blu brillano e sul viso ha dipinto un enorme sorriso.
-Cos’hai combinato?- ridacchia Molly, giocherellando con la lunga treccia.
-Ho scoperto una cosa bellissima!- trilla lei, afferrando le mani delle due amiche –Venite con me!
Molly rivolge uno sguardo interrogativo ad Andromeda, che sospira annuendo.
Dorcas le scarrozza su e giù per il castello, fino a uno strano quadro raffigurante della frutta.
-E questo sarebbe...?- comincia Andromeda ma si interrompe sorpresa, spalancando la bocca alla vista di uno stuolo di elfi domestici che le offrono vassoi colmi di cibo.
Molly è ancora più meravigliata di lei, accetta delicatezze da ogni elfo e ne assaggia un morso a turno.
-Sono... buonissime!- esclama, addentando due paste al cioccolato.
Gli elfi si inchinano fino a toccare terra.
-La signorina non prende nulla?- domanda un elfo ad Andromeda, porgendole un vassoio di salsicce.
-P’endi’e D’omeda!- bofonchia Dorcas, masticando tre fette di torta diverse.
Dopo un’ora le tre ragazzine ritornano nei rispettivi dormitori con le pance talmente piene che le uniformi stanno loro strette.
-Non vieni a cena, Andromeda?- domanda Narcissa, a braccetto con Malfoy.
-No, grazie... Non ho molta fame...
 

[Grimmauld Place, Estate dopo il Quarto Anno]

Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius e Regulus stanno riposando in salotto dopo una lunga giornata.
I loro genitori siedono nella stanza accanto, bevendo liquore da bicchierini di vetro e discutendo dei figli.
Hanno dato loro i nomi di stelle, di costellazioni, perché i Black devono brillare.
E dopotutto ognuno di loro brillerà per una ragione diversa.
Bellatrix è quella con l’intelletto più spiccato, è capace di essere garbata con chi vuole, ma sa demolire una persona grazie alla sua ironia cattiva.
Brillerà per la sua furia omicida.
Andromeda è la più gentile e buona, ma non si fa sottomettere da nessuno.
Brillerà per la sua forza d’animo.
Narcissa è la più bella, coi suoi lunghi boccoli biondi; le piace stare accanto a Regulus e proteggerlo dagli scherzi di Sirius.
Brillerà perché sarà prima di tutto madre.
Sirius è un ribelle, si vede già, ma è anche un ragazzino leale e allegro.
Brillerà per la sua ingiusta condanna e la sua innocenza.
E poi c’è Regulus, il piccolo Regulus. Lui che se ne sta sempre in silenzio a disegnare su un album nero, con una bravura straordinaria per la sua età; lui che ha una paura folle di deludere tutti.
Brillerà per il suo coraggio nascosto.
Sono cinque stelle diverse e non sanno ancora cosa riserverà loro il futuro.
Meglio così” viene da pensare, guardandoli dormire vicini.
 

[Espresso di Hogwarts, Inizio Quinto Anno]

Un nuovo anno scolastico è cominciato, e Andromeda avanza sul treno, cercando Dorcas in ogni scompartimento. Sembra che l’amica sia scomparsa.
-Andromeda!- lei si volta, al suono di una voce affannata che chiama il suo nome; Ted Tonks le sorride, sventolando la mano. Lei si guarda intorno per controllare che non ci siano Narcissa o Bellatrix, poi gli sorride di rimando.
-La tua amica Dorcas dice che anche tu sei un Prefetto, quindi devi venire nello scompartimento riservato a noi- Andromeda nota la spilla che spicca sul petto del ragazzo –Mi ha detto di venire a cercarti e di dirti che sei una testa di rapa- Ted arrossisce un po’, perché gli viene da ridere ma non vorrebbe mancarle di rispetto: Andromeda è così carina.
Lei, inaspettatamente, scoppia a ridere.
-Giusto! Andiamo!- lo segue lungo il treno –Sai per caso chi è l’altro Prefetto di Serpeverde?
-Coso Lestrange, credo...
Andromeda fa una smorfia: -Noo, lui no! È peggio di un Avvincino!
Ted ridacchia, poi le apre la porta di uno scompartimento e la fa entrare.
-Finalmente!- esclama Dorcas, facendole cenno di avvicinarsi –Credevo ti fossi persa, Dromeda!
Lei le fa la linguaccia, ignorando la smorfia di disappunto di Rabastan Lestrange, e le siede accanto.
-Visto che roba?- le chiede Dorcas euforica, indicando il paesaggio fuori dal finestrino –Mai visto un Autunno così Autunno!
Guardando la brughiera che si estende vicino ai binari, Andromeda non può che concordare con il parere di Dorcas: gli alberi sono di uno strano arancio brillante, e le foglie morte che vorticano al passaggio del treno paiono essere pronte a sgretolarsi da un momento all’altro; il cielo è di un grigio scuro ma non spettrale, e i raggi del sole sono deboli e malati, anche se non vi sono nuvole a oscurarli.
Andromeda distoglie lo sguardo dal paesaggio e posa gli occhi sugli altri Prefetti.
Ted Tonks la sta guardando, ma appena nota che lei se n’è accorta, abbassa lo sguardo, diventando rosso.






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Ed è ecco il nostro buon Ted :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacio,
Lu.

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo. ***



Quarto capitolo.

[Hogwarts, Aula di Pozioni, Quinto Anno]

Andromeda non ama molto l’Inverno.
Da piccola le facevano indossare vestiti di pizzo e seta leggera anche durante questa stagione, facendola ballare in salotto come una piccola bambola di porcellana, mentre Bella suonava il piano.
Sua madre batteva le mani a tempo, ridendo insieme al marito.
Ora che può, Andromeda si copre con sciarpe e maglioni pesanti, fino a sembrare un involucro di lana colorata.
Sta preparando la sua pozione sotto gli occhi attenti di Lumacorno, tenendo il cucchiaio tra le mani coperte dai guanti, quando la professoressa McGranitt entra veloce nella stanza, con espressione triste ma ferma.
Si dirige verso Lumacorno e gli sussurra qualcosa, poi i due si voltano verso Andromeda.
Lei solleva la testa, sorpresa, e vede che Ted Tonks nel tavolo davanti la guarda incuriosito.
Lumacorno torna a controllare la pozione di alcuni Tassorosso, mentre la McGranitt si muove in direzione di Andromeda.
-Andromeda- sussurra dolcemente la giovane donna –Devi venire fuori con me, ho bisogno di parlarti...
Lei la fissa allarmata.
-Perché? Cos’è successo?
La professoressa si mordicchia il labbro, e poi ripete: -Andromeda, è successa una cosa, devi venire con me...
-No!- protesta lei, mentre ormai tutta la classe la sta guardando, Andromeda Black che non risponde mai male a un professore, sempre diligente, il Prefetto Black –Mi dica cos’è successo!
-Non è il caso di parlarne qui, Andromeda- per la prima volta la donna sembra in difficoltà –Devi venire con me.
Andromeda ha freddo, un freddo alimentato dalla paura e non dall’Inverno.
La McGranitt la prende per mano e la porta fuori dalla classe.
Le dice tutto subito, velocemente, e Andromeda si lascia cadere a terra.
La professoressa le si siede accanto, sul pavimento freddo del corridoio, non trovando parole per consolarla.
Le sue urla disperate raggiungono i compagni nell’aula.
 

[Hogwarts, Ufficio del Preside, Quinto Anno]

-L’hanno investita con un’automobile, stava tornando a casa da sola lungo il Sentiero dei Pini...
Andromeda siede su una poltrona, abbracciando Narcissa, che si è chiusa come un riccio e non ha ancora spiccicato parola. Era la più attaccata alla madre.
-Da chi?- dice Bellatrix, furiosa –Chi è stato?
La professoressa McGranitt esita prima di parlare: -Un... Babbano.
-Cosa?- sbraita Bella –Un Babbano? Un lurido esemplare di feccia ha ucciso mia madre?
-Calma i toni, signorina Black- interviene Silente, pacato ma severo.
-Calma i toni!- ripete lei sprezzante –Me l’hanno ammazzata!- la McGranitt trasale, sentendo la disperazione nel tono di Bellatrix: mai avrebbe pensato di vedere tanto dolore in lei.
-Ho preparato una Passaporta per voi- il preside indica uno specchio poggiato sulla sua scrivania –Tornerete a casa per un paio di giorni.
-Cosa dobbiamo fare?- mormora Narcissa, tenendo gli occhi bassi.
-Dovete semplicemente toccarla quando si illuminerà- le risponde lui gentile, poi si rivolge ad Andromeda –Ti affido le tue sorelle, Andromeda, so che saranno in buone mani.
Lei annuisce, non ribatte nemmeno che è Bellatrix la maggiore, ha capito cosa intende il preside: è Andromeda la più forte tra loro.
Si alza, prendendo per mano Narcissa e, insieme a Bellatrix, si avvicina alla Passaporta.
Una stretta allo stomaco, e sono già a casa.

[Casa Black, Quinto Anno]

Bellatrix urla e piange di rabbia.
-No!- strilla, aprendo con foga i cassetti dei mobili del salotto.
Andromeda rimane raggomitolata sul divano e le lacrime le scendono silenziose sulle guance.
Bellatrix strappa le pagine di album fotografici, le squarta, mentre Andromeda rabbrividisce al suono della carta lacerata.
-No.- afferma decisa Bellatrix.
Si avvicina al camino dove arde scoppiettante il fuoco e vi butta dentro le fotografie e le cartoline e le lettere.
-Smettila!- esclama Andromeda, alzandosi di colpo e cercando di strappare dalle mani della sorella tutti i ricordi, mentre quella vi si aggrappa con le unghie.
-Lasciami, Dromeda!
Ma con uno strattone più forte Andromeda riesce ad appropriarsi delle carte, e se le stringe al petto, quasi per difenderle.
-Non puoi gettarle nel fuoco...- sussurra accarezzandole piano con il dito.
-E perché?- sbraita Bella –Lei è morta- sputa rabbiosa.
Andromeda si inginocchia accanto a lei e la abbraccia.
Si vogliono bene in questo momento, possibile che Bellatrix lo dimentichi?
 

[Cimitero, Quinto Anno]

Andromeda non guarda la bara nera della madre che viene portata sulle spalle da quattro uomini.
Lascia vagare lo sguardo sulla folla di persone accorse al funerale.
Vede la famiglia Malfoy e il figlio dei Parkinson fingere espressioni desolate. Le verrebbe da prenderli a pugni: queste persone non la conoscevano nemmeno, sua madre.
Poi socchiude gli occhi, infastidita dalla debole luce del sole, per osservare il padre che posa un fiore accanto alla lapide, compunto.
Aguzza lo sguardo per cercare di vedere cosa ci hanno scritto sopra, perché non ha voglia di avvicinarsi.
Narcissa la raggiunge, e le parla con voce neutra: -Ce ne andiamo?
Andromeda la prende per mano e si allontana con lei lungo il prato, voltandosi per guardare Bella che fissa la tomba con rabbia.
-Ha detto che ucciderà tutti i Babbani che riuscirà- commenta Narcissa –Perché è stato un Babbano a investire la mamma...
Lei la guarda, poi scuote le spalle.
-Non parlava sul serio- risponde.
Procedono senza più guardarsi indietro.
 

[Hogwarts, Sala Grande, Quinto Anno]

Andromeda è tornata a Hogwarts ieri sera, senza salutare nessuno, e stamattina si alzata presto per andare a colazione senza essere disturbata.
Siede da sola, bevendo del caffè e masticando piano un toast.
-Ciao, Andromeda- saluta la voce di Molly alle sue spalle –Posso sedermi?
-Certo... Ma i miei compagni di Casa ti prenderanno in giro perché sei al nostro tavolo...
Molly fa spallucce e comincia a mangiare.
Rimangono in silenzio, e Andromeda apprezza quello che sta facendo Molly per lei.
Dopo qualche minuto arriva Dorcas, e anche lei siede accanto ad Andromeda, senza parlare.
Rabastan Lestrange prende posto al tavolo, guardandole male: -Accettiamo cani e porci adesso, alla nostra tavolata?
-Me lo sono chiesto anch’io appena ti sei seduto- ribatte Dorcas sprezzante; Rabastan arrossisce, umiliato, e poi comincia a mangiare per conto suo.
-Andiamo?- propone Molly, notando che anche le altre due hanno finito di fare colazione.
Si prendono tutte e tre per mano ed escono dalla Sala Grande, incuranti degli sguardi degli altri alunni.

 



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Non so se a qualcuno interessa, ma questo capitolo è legato a una shot che ho scritto un po' di tempo fa, se vi andasse di leggerla, è qui.
Un bacio :)
Lu.

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo. ***


 


Quinto capitolo.


[Casa Black, Estate dopo il Quinto Anno]

Il campanello trilla sonoro e l’elfo domestico corre alla porta.
Appena l’uscio si apre, Sirius corre dentro, annunciato dalle urla di zia Walburga.
-Dromeda!- strilla, gettandosi incontro alla cugina –Ti devo dire un segreto!
Regulus lo segue con passo strascicato, sorridendo sghembo e stringendo tra le mani un quaderno nero rilegato in pelle.
-Ciao Regulus- saluta Andromeda, lasciandosi trascinare da Sirius lungo il corridoio –Dopo ti devo mostrare un nuovo disegno!
Lui annuisce con un sorrisino triste, mentre Narcissa prova a strappargli di mano il quaderno.
-Allora- esordisce Sirius chiudendosi la porta alle spalle –Tra una settimana comincio Hogwarts e... ho scelto la Casa in cui andare.
Andromeda si illumina tutta.
-Ti prego, dimmi che non è Serpeverde!
Lui storce il naso, scuotendo la testa deciso.
-Grifondoro!- sussurra euforico. Andromeda lo guarda un po’ sorpresa; si aspettava che Sirius andasse contro la tradizione ma non immaginava certo un cambiamento così netto.
-E saresti pronto a sopportare la delusione dei tuoi?
Sirius fa spallucce, e poi risponde: -Sai che mi importa... Io lo so che tu a Serpeverde non sei mica felice, e so anche che io sono un Grifondoro, per Godric!
-Sì, ecco, almeno non farti sentire mentre imprechi così!- ridacchia Andromeda, guardandolo affettuosamente –Forza, ora andiamo, devo far vedere un disegno a Regulus...
Sirius sbuffa ma la segue comunque fuori dalla stanza.
In salotto ci sono Narcissa e Regulus che sfogliano un libro a figure, mentre Bellatrix beve del vino da un calice; Sirius si avvicina ridendo e poi glielo sfila dalle mani, facendole finire tutto il vino addosso.
Lei strilla infuriata: -Io ti ammazzo!- mentre Sirius ride come un matto, scappando intorno al tavolo, e Regulus e Narcissa si avvicinano ad Andromeda.
-Volete vedere il mio disegno?- propone lei ai due che sono lieti di abbandonare il salotto dove Sirius e Bellatrix stanno litigando.
 

[Hogwarts, Binari del Treno, Inizio Sesto Anno]

Andromeda fa fatica a tirare giù dal treno il baule.
Durante le vacanze estive tra il quinto e il sesto anno è dimagrita moltissimo, tanto che l’uniforme sembra di una taglia in più, e fino all’anno prima le andava stretta.
Trascina il bagaglio fino allo sportello del treno e poi tira forte, per farlo cadere ai suoi piedi.
Ma quello non si sposta nemmeno di mezzo millimetro.
Andromeda sospira e si passa una mano sugli occhi, stanca.
-Serve una mano?- chiede una voce dolcemente.
Lei alza lo sguardo e incontra due occhi castani e una zazzera bionda.
Ted Tonks le sorride gentilmente e profuma di buono, mentre l’aiuta a prendere il bagaglio.
-Come sei dimagrita, Andromeda...- mormora con una strana espressione dispiaciuta, sfiorandole la spalla con il dito, appena, quasi temesse di romperla.
Andromeda sussulta al suo tocco, sentendosi arrossire.
Se si innamorasse di un Sanguesporco, specialmente ora che sua madre è morta da un solo anno, sarebbe la fine.
È la fine, dunque.
 
 

[Hogwarts, Sala Grande, Inizio Sesto Anno]

-Ehi Dromeda! Dromeda!- strilla Sirius, procedendo lungo la Sala Grande insieme agli altri bambini del primo anno.
Lei si volta sorridendo e salutandolo con la mano.
-Dromeda, lo sai che ho già un amico?!- esclama, indicando un ragazzino coi capelli spettinati accanto a lui.
Andromeda gli fa cenno di tacere perché un sacco di gente lo sta guardando e la McGranitt lo fissa come se volesse incenerirlo.
Il ragazzino vicino a lui gli dice qualcosa e Sirius scoppia a ridere, tirando in mezzo un bambino biondo dall’aria malaticcia che sorride debolmente quando sente la battuta di quello spettinato.
Poi si rivolgono a un altro bambino dai capelli color topo, cicciottello, che li guarda meravigliato e poi fa loro un enorme sorriso, annuendo vigorosamente.
Andromeda guarda la faccia del cugino e lo vede finalmente felice come non lo era mai stato.
E vedendo gli altri tre ragazzini che lo incoraggiano quando è il suo turno al Cappello Parlante, Andromeda capisce che questo è l’inizio, l’inizio di una grande amicizia.
-GRIFONDORO!
 

[Hogwarts, Parco del Castello, Sesto Anno]

-Dorcas...- mormora Andromeda, seduta all’ombra di un albero.
-Mmh- risponde l’altra, che sta creando una collana di fiori con delle piccole margherite che spuntano dall’erba.
-Se... per dire... mi fossi innamorata... per dire... sarebbe un male?
Dorcas alza lo sguardo su di lei.
-No, ovviamente... Quindi, per dire- la prende in giro –di chi saresti innamorata?
-Va bene ma se questa persona non fosse esattamente il tipo di persona che si aspetta la mia famiglia per me?
-Chi è?- ripete Dorcas, sorridendo, perché ha già capito ma lo vuole sentire dalla sua migliore amica.
-È... ecco... Ted- esclama, arrossendo di colpo e coprendosi il viso con le mani.
-Lo sapevo!- strilla Dorcas abbracciandola –Evviva!
-Ma cosa evviva?- mormora Andromeda sconsolata –A parte che non ho possibilità... Lo sai che è un Nato Babbano?
-Ma mica lo devi sbandierare a tutti, no?
-Vuoi dire che.. mettiamo che ci fidanzassimo (smettila di ridere!) potrei semplicemente tenermelo per me?
-Andromeda, la tua intelligenza mi sorprende!- ride Dorcas –Di questo passo Ted Tonks cadrà ai tuoi piedi!
Andromeda la guarda male e poi scoppia a ridere, rubandole di mano la collana di fiori e indossandola.
 


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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo. ***



Sesto capitolo.


[Hogwarts, Lago Nero, Sesto Anno]

Andromeda siede davanti al Lago Nero, cercando di studiare, ma venendo distratta ogni minuto dai movimenti armoniosi dei tentacoli della Piovra Gigante.
Con la coda dell’occhio nota una figura che si avvicina a lei.
Si porta la mano alla fronte per proteggersi dalla luce del sole e con un colpo al cuore riconosce Ted Tonks.
Sorride.
-Ciao Andromeda!- la saluta lui allegro –Posso sedermi?- le chiede, indicando il terreno accanto a lei.
Andromeda annuisce, spostando i libri.
-Come stai?
-Bene... Meglio- si corregge lei –Anche se preferirei non dover studiare Storia della Magia!
Ted ridacchia.
-Sono felice di saperlo... Stasera c’è una riunione dei Prefetti nello studio di Silente, la parola d’ordine è Bignè... Verrai?
-Certo! Anche se questo significa che dovrò sorbirmi Lestrange per almeno mezz’ora!- commenta Andromeda sconsolata.
-Beh, ci sono anche io...- osserva lui impacciato.
Il cuore di Andromeda quasi scoppia.
-Lo so- gli sorride.
Lui si dondola in silenzio, poi la guarda.
-È meglio che vada, ora... Ti ho già rubato troppo tempo...
Si alza un po’ goffamente e poi si allontana con un’espressione contenta sul volto.
Troppo tempo? Me ne rubi troppo poco di tempo, Ted Tonks!” sospira Andromeda tra sé e sé, guardandolo camminare verso il castello.
 

[Hogwarts, Ufficio del Preside, Sesto Anno]

Dopo cena Andromeda scappa veloce verso lo studio di Silente per evitare Rabastan Lestrange.
-Bignè- mormora, rivolta al gargoyle di pietra.
Lo studio di Silente pare vuoto, quindi Andromeda si guarda intorno.
La sua attenzione è catturata dai quadri sulle pareti, ne è affascinata.
Sono dipinti in modo talmente minuzioso che sembrano reali.
Lei e Regulus hanno sempre avuto in comune la passione per il disegno, e Andromeda sa che anche lui darebbe qualunque cosa per poter raggiungere un tale livello di perfezione.
-Ti piacciono questi quadri, signorina Black?
Andromeda si volta di scatto all’udire la voce calma di Silente dietro di lei, e arrossisce.
-Sono molto belli, sì...
Lui sorride, annuendo, poi indica il ritratto di una donna dai lunghi boccoli argentati che dorme su una poltrona rossa.
-Quella donna si chiama Dilys Derwent ed è stata una dei migliori presidi che Hogwarts abbia mai avuto. Conosci la sua storia?
Andromeda fa segno di no con la testa.
-La sua era una delle famiglie più ricche e importanti del mondo magico, e per lei era stato programmato un matrimonio con un tuo antenato, Augustus Black. Ma, purtroppo per la famiglia (e fortunatamente per lei, aggiungerei) Dilys si innamorò di un babbano. E compì un gesto di grande coraggio e cuore: scappò dalla sua famiglia, da un destino che non le apparteneva per sposare l’uomo che amava.
Andromeda rimane zitta, sposta gli occhi dal viso gentile e sorridente di Silente al quadro di Dilys Derwent, che si è svegliata e ricambia curiosa il suo sguardo.
La giovane Black apre la bocca per parlare, ma uno scalpiccio di piedi la interrompe.
Gli altri Prefetti sono arrivati e tra loro spicca l’adorato viso di Ted.
Dilys le fa l’occhiolino.
 

[Hogwarts, Corridoio, Torre di Astronomia, Sesto Anno]

Alla fine della riunione Andromeda si dirige per prima fuori dallo studio di Silente, e aspetta che tutti i Prefetti siano usciti.
Ma Ted rimane dentro.
Rabastan la guarda con quel sorriso antipatico.
-Non torni in dormitorio?
-Sì, ma devo parlare prima col preside.
Lui alza le spalle e se ne torna verso i sotterranei.
Andromeda rimane seduta a terra, ad aspettare che Ted esca dalla stanza.
Appena sente il vecchio gargoyle spostarsi, si alza di scatto, lisciandosi le pieghe della gonna.
Ted la guarda piacevolmente sorpreso.
-Cosa ci fai ancora qui?
-Ti aspettavo...
Andromeda arrossisce di colpo, sentendosi d’un tratto una stupida.
Ma lui le sorride.
-Ti va di andare su, alla Torre di Astronomia? Si vede bene il tramonto da lì.
Lei annuisce vigorosamente, seguendolo per le scale.
Andromeda è innamorata, innamorata di lui.
Lui che sorride e ha sempre una buona parola per tutti... Lui che sa come tirarle su il morale, lui che è un Sanguesporco, e a lei nemmeno importa.
Lui che è l’unica persona per cui Andromeda farebbe quello che ha fatto Dilys Derwent.
Ted le prende la mano e la aiuta a salire l’ultimo scalino.
-Guarda che meraviglia...
Ma Andromeda non riesce a guardarlo, il panorama.
Lei guarda Ted.
Gli si avvicina lentamente, e gli occhi di lui si illuminano.
È così vicina che può sentire i loro cuori che battono veloci, cantando la stessa melodia.
Andromeda sfiora col dito la guancia di Ted.
Sotto il polpastrello sente la peluria della barba del ragazzo.
Sposta il dito fin sotto il collo di lui, poggiandolo sulla vena che pulsa, e poi sul maglione di lana spessa.
Passa l’altra mano tra i capelli di Ted, scoprendoli sottili e morbidi come filigrana d’oro.
Lui non stacca lo sguardo dagli occhi di lei.
Andromeda alza il mento e poggia le labbra su quelle di Ted.
Le strofina piano, per sentirne la delicata dolcezza al tatto, prima di assaporarle.
È il suo primo bacio, sulla Torre vuota e silenziosa di Astronomia.
Forse lo sanno già, forse lo hanno già deciso, ma quelle due bocche ormai si appartengono e non ne baceranno mai altre.



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Capitolo 7
*** Settimo capitolo. ***



Settimo capitolo.


[Hogwarts, Campo da Quidditch, Sesto Anno]

Il capitano Lucius Malfoy cammina avanti e indietro per lo spogliatoio.
-Questo è il primo anno che la finale si disputa tra Serpeverde e Tassorosso; sebbene sia risaputo che siano degli idioti- Andromeda stringe i pugni –Quest’anno hanno una squadra potente... Quel Cacciatore, Tonks, non è male; Black, stai attenta.
Andromeda annuisce, e si prepara a uscire. Diluvia, fuori e il vento sposta la traiettoria delle scope.
La Pluffa è in mano a Ted che sfreccia davanti ad Andromeda con un sorrisino, salendo di quota.
-Lo prendo io!- grida Andromeda verso l’altro Cacciatore, Flint, e segue Ted tra le nubi sempre più alte.
Sono faccia a faccia, ora e sotto di loro ci sono solo nuvole e pioggia, Hogwarts sembra un ricordo lontano.
Andromeda gli si avvicina con un sorriso e lo bacia.
-Ma dove diavolo sono finiti?!- esclama Dorcas, cercando di trattenersi dal ridere, rivolta a Molly che fa spallucce, rivolgendo un gran sorriso ad Arthur, dietro di lei. Dorcas scuote la testa e aguzza gli occhi, tentando di vedere Andromeda e Ted con le loro uniformi tanto diverse.
-Eccoli!- strilla una ragazzina del secondo anno.
-Dove?!- sbraita Dorcas, alzandosi in piedi. Poi li vede, Andromeda scende in picchiata con la Pluffa in mano e Ted la segue, sterzando a destra per evitare un bolide.
Il bolide sfreccia a destra e colpisce Andromeda nel fianco.
-Qualcuno la prenda!- urla Dorcas, terrorizzata.
Andromeda si sente sbalzare dalla scopa con una potenza inaudita e le sue costole emettono un rumore di vetri infranti; il dolore è insopportabile.
Qualcuno l’afferra per il braccio e, per la prima volta nella sua vita, Andromeda sviene.
 

[Hogwarts, Infermeria, Sesto Anno]

Andromeda apre piano gli occhi, trovandosi in un comodo letto.
Si guarda intorno, scoprendosi in infermeria. Vicino a lei c’è un ragazzo dai capelli rossi e un paio di occhiali di corno che le sorride.
-Buongiorno- saluta Arthur Weasley –Molly mi ha obblig... mi ha chiesto di stare con te finché lei e Dorcas non tornano... Sono andate a prendere qualcosa dalle cucine- sussurra, controllando che la nuova infermiera non l’abbia sentito.
Andromeda annuisce e tenta di sorridere: -Ma cos’è successo?
-Oh, oh sì, giusto! Ti ha colpito un bolide e Ted e Malfoy ti hanno presa appena in tempo... Comunque a quanto pare non hai più niente di rotto, la nuova infermiera deve essere brava, ti ha riparato le ossa in due secondi!
-E chi ha vinto?- lo interrompe lei, avida di sapere.
-Avete vinto voi!- esclama la voce dolce ma un po’ triste di Ted che si avvicina al suo letto.
-Oh, grazie a Godric!- sussurra Andromeda sorridendo –Anche se forse in questo caso dovrei dire “Grazie a Salazar”!
-Scherza pure, tu, intanto mi hai fatto prendere uno spavento...- Ted si siede accanto al suo letto.
-E perché mai?- lo prende in giro Andromeda –Vai ora, se qualcuno ti vede qui...
-Ma io sono venuto a trovare Arthur, non te!- Ted ridacchia in direzione dell’amico mentre Andromeda alza gli occhi al cielo, ridendo.
-Bene, allora puoi andare!- finge di essere offesa.
Ted avvicina il viso a quello di lei: -Me lo concede un bacio, signora Tonks?
Andromeda strabuzza gli occhi ridendo: -Signora Tonks?
-Certo- le sussurra Ted all’orecchio –Devi cominciare ad abituarti per il futuro, no?
Si allontana verso l’uscita, lasciando Andromeda col cuore che batte forte.
 

[Hogwarts, Infermeria, Sesto Anno]

-Hai visite, signorina Black- sorride Poppy Chips, tirando le tende del letto di Andromeda e sorridendole.
Lei si sporge per vedere se Ted è tornato a trovarla, ma è solo Narcissa che tiene tra le mani un mazzo di gigli bianchi.
-Dromeda!- esclama, sedendosi sulla poltrona accanto al suo letto, scostandosi i lunghi capelli biondi dal viso –Ero spaventatissima! Ti ho vista cadere e ho avuto paura che…
Andromeda sorride, stringendole il braccio con fare materno.
-Stamattina siamo venute a trovarti io e Bella, ma tu dormivi.
-Bella? L’hanno lasciata entrare?
-Beh sì- annuisce Narcissa –Era tanto preoccupata anche lei, ed era anche così strana!
-In che senso?- domanda Andromeda incuriosita.
-Continuava ad accarezzarsi il braccio e guardarsi intorno tutta nervosa- spiega la sorella gesticolando.
Ad Andromeda si ghiaccia il sangue nelle vene; non può essere
-Quale braccio?- mormora, fissando il vuoto.
Narcissa ci pensa un po’ su.
Ti prego, di’ il destro”.
-Il sinistro, perché?
Le lacrime pizzicano gli occhi di Andromeda e lei si porta una mano alla bocca.
-Vai, Narcissa, non mi sento molto bene. Puoi chiamare l’infermiera?
Narcissa le bacia la guancia e poi ubbidisce prima di uscire dalla stanza.
-Mi scusi- sussurra Andromeda piangendo –Potrebbe farmi chiamare Ted Tonks?
Poppy Chips la fissa preoccupata: -Okay cara, ma va tutto bene?
Andromeda annuisce piano, tirando su col naso e non desiderando altro che vedere Ted perché il dolore per la scoperta che Bella è una di loro, è devastante.
 
*****
 
Se ne stanno abbracciati, Ted e Andromeda, nel letto dell’infermeria.
La signorina Chips non ha fatto troppe storie, vedendo il viso sconvolto della ragazza, e ora pulisce le ampolle in fondo alla stanza.
-Mi dispiace tanto, Dromeda- sussurra Ted accarezzandole i capelli.
-Io sapevo che le sue idee erano... Ma non avrei mai immaginato che sarebbe arrivata fino a questo punto! Io non la riconosco più...
Ted la stringe più forte, perché la ama e odia vederla così.
-Ma ne sei sicura? In fondo potrebbe solo avere un taglio al braccio o, non so...
Andromeda lo interrompe: -Io lo sapevo già, Ted, erano mesi che lo sospettavo e ora… Ora è ovvio.
Tacciono, rimangono per qualche momento solo loro due.
-Ti amo, Andromeda.
Lei sorride, baciandogli la guancia.
-Ti amo anch’io. Ti amo moltissimo.
-Più del Quidditch?
-Più del Quidditch. Giuro.
 

[Casa Black, Sala da Pranzo, Giardino, Natale del Sesto Anno]

Andromeda si porta alle labbra il cucchiaio d’argento e sorseggia delicatamente la minestra di carote.
A tavola regna il silenzio, rotto solo da infelici tentativi di conversazione da parte di Narcissa.
Le vacanze di Natale sono sempre un peso per le sorelle Black.
Devono sopportare i silenzi di loro padre, e il suo dolore per la perdita di sua moglie.
Poi ci sono i pretendenti, come li chiama lui, i giovani rampolli di famiglie Purosangue coi quali sarebbe bene concludere un matrimonio.
Per Bellatrix ormai la decisione è presa: sposerà il più grande dei Lestrange.
Andromeda non ne ricorda nome né volto.
Mentre Narcissa mostra un certo interesse verso il giovane Malfoy.
Per Andromeda ancora non si sa, pare che lei non abbia ancora deciso.
E invece ha deciso eccome, la sedicenne, anche se nessun altro lo sa.
Mentre sta cenando con la sua famiglia, la sua mente spazia altrove, verso baci e promesse nelle aule vuote, e verso sogni e progetti per un futuro che non è poi così lontano come sembra.
 

*****

 
Le mani di Andromeda scavano veloci nella terra umida del giardino.
È inginocchiata sotto un pino lontano da sguardi indiscreti, e le sue unghie si riempiono di terriccio, sporcandosi.
Andromeda si scosta i capelli dalla fronte, macchiandoli di terra.
Poi, veloce, richiude la buca, proteggendola con un incantesimo.
Si ripulisce con cura, attenta a non avere macchie sui vestiti, e poi con calma torna verso casa.
Le grida di Bella la raggiungono fin dal giardino.
-Dove diavolo è la mia bacchetta?!- sbraita, camminando su e giù per il salotto.
Andromeda sale le scale fino alla sua camera, e lì si chiude a chiave.
La terra è sua amica, nasconderà ciò che le ha affidato.
Perché nemmeno lei vuole che Bellatrix compia altri scempi seguendo il Signore Oscuro.
Bisogna fermarla prima che sia troppo tardi.
Andromeda si convince che basterà nascondere la sua bacchetta, ma in cuor suo sa che sua sorella è già perduta.





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Ok, beh questo capitolo non mi fa impazzire ma spero ugualmente che a voi piaccia :)
Un bacio,
Lu.

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Capitolo 8
*** Ottavo Capitolo. ***




Ottavo capitolo.
 

[Hogwarts, Dormitorio di Serpeverde, Sesto Anno]

-Andromeda!
Lei ficca la testa sotto il cuscino e se lo preme sulle orecchie, domandandosi perché mai la voce di Dorcas debba essere così squillante anche nei sogni.
Qualcosa le atterra a peso morto sulla pancia, e Andromeda cerca di districarsi dalle coperte.
-Dromeda, nevica!- il viso allegro di Dorcas le si para davanti, facendola strillare di sorpresa.
-Cos... Quand... Come hai fatto a entrare nel mio dormitorio?
-Ho detto a tua sorella Narcissa che dovevamo ancora finire la ricerca per la McGranitt! Sbrigati! Alzati! Vestiti! C’è Molly giù che ci aspetta! Ho scoperto un incantesimo per lanciare le palle di neve a comando a velocità della luce! Dai, dai, dai!
Andromeda si alza barcollando, troppo rintronata dalle parole dell’amica per disubbidire.
Si infila due paia di pantaloni, tanto è Domenica e non c’è da andare a lezione, tre paia di calze, due canotte, una maglia e due golf di lana.
Si volta scocciata al suono della risata di Dorcas.
-Sembri un Goblin!
-Zitta, scema, se ho freddo...!
Si allontanano ridendo verso il portone.
-Per Godric!- sussurra Andromeda, sconvolta, trovandosi davanti il parco di Hogwarts totalmente ricoperto di neve.
-Bello, eh?- ridacchia Dorcas –Vedi di non affondare, ricoperta come sei di vestiti...
Una palla di neve la colpisce in piena faccia.
Che la battaglia abbia inizio.
 

[Espresso di Hogwarts, Fine Sesto Anno]

-Scrivimi, capito?- sorride Ted baciando Andromeda, non prima di essersi guardato intorno per controllare che nessuno li veda.
-Certo- sussurra lei voltandosi per scendere giù dal treno.
Si guarda intorno per vedere se Bella è venuta a prendere lei e Narcissa.
-Dromeda! Siamo qui!- esclama la voce cristallina della sorella minore che aspetta in fondo al binario assieme a Bellatrix.
-Bella è appena stata a comprarci dei regali di bentornato, vero, Bella?- cinguetta Narcissa prendendo sotto braccio Andromeda e guardando di sottecchi Bellatrix che fa una smorfia.
-Ho mandato l’elfo, Narcissa, piantala di seccarmi.
Andromeda alza gli occhi al cielo, stringendosi a Narcissa.
-Su, andiamo Cissy, è già tardi.
 

[Casa Black, Estate dopo il Sesto Anno]

-E il matrimonio con Rodolphus sarà a giugno dell’anno prossimo, voi due fate da damigelle. Poi tu, Andromeda, decidi una buona volta con chi diavolo vuoi sposarti, o lo deciderò io per te…
Ad Andromeda va il tè di traverso; fissa Bellatrix  come fosse spiritata.
-Io non voglio sposare nessuno di loro!- esclama, pensando a Rabastan e ai suoi disgustosi amici.
-Cosa succederebbe se una di noi si innamorasse di un Nato Babbano?- tenta, mordicchiandosi il labbro e tenendo gli occhi bassi.
Bellatrix e Narcissa si guardano; scoppiano a ridere.
-Non dire sciocchezze Andromeda, non potrebbe mai succedere!
-Sì ma se- insiste Andromeda –Dico se succedesse…
-In quel caso- risponde Bellatrix con voce pacata ma ferma –Non sarebbe più parte della famiglia.
Andromeda alza gli occhi al cielo: -Su, Bella, ripudieresti ad esempio Narcissa se si innamorasse di un Sanguesporco?
-Sì- Bellatrix alza le spalle.
-E tu, Cissy, ripudieresti Bella?
-Ovvio, Dromeda- risponde Narcissa con la stessa semplicità.
Andromeda deglutisce: -Ripudiereste me?
Le due sorelle si guardano, poi Bellatrix prende la parola: -Certo, Andromeda, non saresti più mia sorella. Non vedo davvero la necessità di queste domande stupide! Aiutatemi a decidere se invitare i Parkinson, piuttosto...
Andromeda fissa le fiamme che danzano nel camino e prende una decisione che cambierà per sempre la sua vita.
 

[Espresso di Hogwarts, Inizio Settimo Anno]

Ti devo parlare. Foresta Proibita”.
Andromeda lo scrive di fretta su una pergamena e lo mette nelle mani di Dorcas.
-Sei sicura?- sussurra l’amica, guardando il foglio con gli occhi blu spalancati.
Lei annuisce: -Dai, portalo a Ted…- e osserva Dorcas uscire dallo scompartimento e percorrere il corridoio del treno.
Manca così poco alla fine di tutto, e Hogwarts le mancherà terribilmente.
Ma se le cose vanno come lei spera, allora potrà continuare a vedere Molly e Dorcas tutte le volte che vuole; e Ted... Beh, con lui è un altro discorso.
Perché se lui accetta...
Il ritorno di Dorcas nello scompartimento interrompe i pensieri di Andromeda.
-Gliel’ho dato- sorride –Mi ha fatto giurare che non vuoi mollarlo!
Le due amiche si guardano e scoppiano a ridere.
-Lo sai, vero? Che io ci sarò sempre e non ti lascerò mai- mormora Dorcas guardando Andromeda con affetto –Anche quando sarai diventata una casalinga piena di pargoli urlanti  intorno ai piedi!
-Certo che lo so, saremo amiche per tutta la vita, fino a che tutti i nostri denti saranno diventati marci- ridacchia lei mentre Dorcas storce il naso.
Rimangono in silenzio per un po’, guardando il sole che illumina i campi e il paesaggio che scorre fuori dal finestrino.
-Dorcas… Tu che ne pensi di questa faccenda?
Lei si mordicchia il labbro: -Penso che ti cambierà la vita.
-Secondo te mi dirà di sì?
-Vuoi una risposta sincera o una per farti stare bene?
-Una sincera- annuisce Andromeda.
-Boh.

[Hogwarts, Foresta Proibita, Inizio Settimo Anno]

Andromeda alza gli occhi sulla boscaglia e ne aspira l’intenso odore di muschio.
Il cielo non si vede in questo punto, è coperto dalle fronde degli alberi.
E Andromeda, cercando sprazzi di azzurro tra i rami, pensa a una cosa strana; Andromeda pensa che il suo cuore è come il cielo.
Il cuore di Andromeda abbraccia tutti, non lascia fuori nessuno, nemmeno le persone che lo meriterebbero.
Ma a volte le nuvole si stringono intorno al cielo, al suo cuore, e non gli permettono di guardare il mondo.
Lo intrappolano.
E anche se la sua gabbia è d’oro, il cuore di Andromeda vuole essere libero.
-È successo qualcosa?- domanda la voce di Ted, forte nel silenzio.
Andromeda alza gli occhi su di lui.
-Mi sposeresti?
Ted inarca le sopracciglia, preso alla sprovvista.
-È… tipo, una battuta?
La ragazza scuote il capo, abbassando gli occhi, la delusione le riempie il petto. Possibile che Ted non provi quello che prova lei?
-No, non è una battuta.
-Allora sì.
Andromeda alza lo sguardo.
E realizza che è Ted il sole destinato a spazzare via le nubi, è il cuore di Ted che ha le chiavi per liberare il suo.
Le viene da sorridere.


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Capitolo 9
*** Nono Capitolo. ***





Nono capitolo.


[Casa Black, Estate dopo il Settimo Anno]

È buio, là fuori, tanto che nemmeno lo spicchio di luna riesce a illuminare la casa e il parco.
Andromeda si alza dal letto lentamente; c’è tempo.
E non è nemmeno vero, che c’è tempo.
Ce n’è così poco che rischia di sfuggirle dalle mani da un momento all’altro.
Ma ad Andromeda non importa, vuole fare le cose per bene.
Entra nella stanza di Narcissa a piccoli passi, con la tremenda paura di svegliarla.
Sua sorella dorme con la bocca socchiusa e la testa appoggiata morbidamente al cuscino; i suoi capelli sono sparsi sul guanciale.
Andromeda si avvicina e le posa un bacio sulla fronte; lascia una lettera sul comodino.
Ma nella stanza di Bellatrix Andromeda non entra, per la prima volta non vuole guardarla; fa scivolare un foglio sotto la porta.
Suo padre si è addormentato sulla poltrona del salotto, accanto una bottiglia vuota di Whiskey.
Andromeda gli getta uno sguardo e poi gira su se stessa.
Un attimo dopo non è più una figlia, e non è nemmeno più una sorella.
 

[Giardino di Casa Weasley, Estate dopo il Settimo Anno]

Andromeda osserva le stelle nel giardino della casa di Molly e Arthur e aspira l’aria fresca della notte di giugno, ne aspira quintali.
Quintali d’aria; esistono, poi?
Non lo sa, Andromeda, sa soltanto che ha bisogno di qualsiasi cosa per riempire il vuoto del suo petto.
Ted le si avvicina piano, da dietro, e la cinge con le sue braccia forti e dolci.
-Dromeda...- comincia lui, ma lei lo interrompe.
-Shh, Ted, taci ti prego.
Lui affonda il viso nei capelli della donna che ama.
-Sei ancora in tempo per tornare dalla tua famiglia.
-Non dire assurdità! Sei tu la mia famiglia.
Andromeda piega la testa all’indietro per poggiarla sulla spalla del suo futuro marito.
 
 

[Grimmauld Place, Estate dopo il Settimo Anno]

Ore, ci vogliono, a sua zia Walburga, per eliminare il suo nome dall’arazzo.
Quella segna con precisione millimetrica il punto dove rivolgere la bacchetta, per evitare che gli altri nomi si rovinino, ma all’ultimo una forza invisibile le sposta il braccio di pochissimo, e la bruciatura è sempre minima.
Walburga è convinta che sia per il fatto che Andromeda è una Black, dopotutto, e in quanto tale, il suo nome è fissato al muro con un incantesimo di Adesione Permanente.
Ma la spiegazione è molto più semplice.
Sirius, che ha dodici anni e mezzo, si è fatto prestare il Mantello dell’Invisibilità dal migliore amico James Potter, e scaglia con sorprendente precisione un Protego ogni dieci secondi.
Se la ride, sotto il Mantello, ogni volta che sua madre impreca contro il nulla, e pensa all’adorata cugina Andromeda.
Un giorno anche lui taglierà i ponti con questa famiglia.
 

[Casa Weasley, Vigilia del Matrimonio]

Andromeda sta sveglia tutta la notte.
Inspira il profumo delle lenzuola che Molly ha preparato per lei nella stanza al secondo piano di Casa Weasley.
“La Tana”, la chiama Arthur ridendo, da quando Andromeda entrandoci ha detto che sembra un rifugio, un posto sicuro dove ripararsi.
Chissà come si chiamerà la casa sua e di Ted, quando si sposeranno.
Chissà se avranno dei figli, come Molly che ne vuole un esercito.
Andromeda si alza dal letto, e si ferma davanti alla finestra aperta, da cui filtra leggera l’aria di prima estate.
Il sole sta sorgendo piano, illuminando di bianco i contorni degli alberi e della brughiera, dilatandosi per toccare il nero della notte, e vincerlo.
Lei ama i colori, aveva una zia che poteva cambiare le tinte dei capelli e degli occhi a piacimento. Era divertente guardarla.
Pian piano il buio si dirada, e Andromeda si copre gli occhi per schermarsi dalla luce del sole. Si stiracchia, passandosi mollemente la mano tra la chioma morbida.
Benvenuto, nuovo giorno.
 

[Casa Weasley, Giorno del Matrimonio]

L’abito è appeso all’anta dell’armadio.
Andromeda siede in mutande sul letto, guardando com’è bello, bianco, perfetto.
Immagina come si sentirà quando ce l’avrà addosso, quando camminerà finalmente verso Ted per sposarlo.
La porta si apre e Dorcas entra nella stanza con un sorriso a sessanta denti.
-Allora? Non sei ancora pronta?! Lo sai che Ted ha appena vomitato? Perché io gli ho detto che tu eri scappata, e subito dopo Arthur ha fatto una battuta e gli ha detto che lo champagne che stava bevendo era piscio di drago! Un tantino agitato, il ragazzo... Dromeda? Mi ascolti?
Andromeda la guarda.
-Tu credi che mia madre me l’avrebbe fatto sposare, Ted?
Dorcas scuote la testa, convinta.
-Assolutamente no! Era pur sempre una Black anche lei! Probabilmente si aspettava che tu sposassi Rabastan, e che almeno indossassi il vestito bianco come segno di purezza... Altro che Ted Tonks!- scoppia a ridere, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi.
Andromeda annuisce, pensierosa.
-Mi aiuti a prepararmi?
Il viso di Dorcas si illumina, e la ragazza stacca il vestito dall’anta dell’armadio.
-Tirati su, Signora Tonks!
Andromeda sorride, alzandosi dal letto.
 
Ted la sta guardando.
La guarda come non l’ha guardata mai; tiene la testa diritta e lo sguardo fiero e orgoglioso.
E sorride in un modo tanto bello che Andromeda si sente svenire.
Andromeda cammina con attenzione per paura di inciampare nel vestito e rotolare fino a Ted; alle sue spalle Dorcas e Molly procedono con due abiti colorati come l’arcobaleno.
E i due ragazzi dicono .
È un sì oggi, domani e per sempre.






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Non preoccupatevi per tutta questa smielatezza, dai prossimi capitoli comincia la guerra (*-*) e non ci sarà più tempo per le coppiette felici :)
Un bacio a tutti!
Lu.

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo. ***



Decimo capitolo.


[Diagon Alley, Agosto]

Andromeda cammina svelta per Diagon Alley.
Si guarda intorno, circospetta, sobbalzando a ogni rumore.
A un tratto qualcuno l’afferra per il braccio e la trascina nel vicolo vicino.
Andromeda spalanca la bocca, trovandosi davanti Bellatrix, gli occhi neri grandi e colmi di apprensione.
È cambiata, in due mesi. I capelli neri sembrano aumentati di volume e sono più spettinati del solito; i tratti del viso si sono fatti più marcati e negli occhi brilla una luce pericolosa.
-Andromeda- sussurra –Devi tornare... Noi ti perdoneremo, sposerai Rabastan e dimenticheremo tutto!
Lei libera il braccio con uno strattone, fiera.
-Non ho nessuna intenzione di lasciare Ted e tornare da voi! È mio marito...- Bellatrix inorridisce, notando la fede al dito della sorella -...Dovreste capirlo e accettarlo!
-È un Sanguesporco!- sibila Bella –E noi siamo la tua famiglia- si lamenta, afferrandole le mani e stringendole tra le sue.
-No- mormora Andromeda –Se foste la mia famiglia vorreste davvero il meglio per me, non il meglio per voi.
Bellatrix si stacca da lei e la guarda con rabbia.
-Non cercare di tornare, Andromeda, non sei più una Black- dice furiosa, prima di smaterializzarsi.
Andromeda sbatte le palpebre per qualche secondo, poi comincia a ridere.
È solo contenta di non essere più una Black.
 

[Casa Tonks, Ottobre dell’Anno dopo]

-Sono incinta- sussurra Andromeda, appoggiata allo stipite della porta, mentre Ted fa colazione.
Il toast gli va di traverso e lui comincia a tossicchiare con gli occhi sgranati puntati su sua moglie.
-Ma è... è meraviglioso!- esclama quando si è ripreso, alzandosi dalla sedia e correndole incontro.
Andromeda gli sorride radiosa, mentre lui la abbraccia commosso.
-Da quanto, Dromeda?
-Sette settimane- ride lei, e la felicità la invade dalla punta dei capelli fino ai piedi.
-Vuol dire... Vuol dire che saremo genitori?- chiede Ted scombussolato.
Andromeda scoppia a ridere tenendosi la pancia, quasi per trasmettere quell’allegria anche al suo bambino.
-Ma certo, Ted! Cos’altro?
Lui, contagiato dalla sua felicità sorride di un sorriso speciale che Andromeda gli ha visto sul volto solo durante il loro matrimonio.
-Sette settimane...- mormora Ted, sfiorando col dito la pancia di lei.
 

[Casa Tonks, Gennaio]

-Non devi più uscire di casa- mormora Ted guardandola di sottecchi.
-Prego?- chiede Andromeda accarezzandosi il pancione.
-Non puoi più uscire di casa ormai, Dromeda, almeno finché la guerra non sarà finita.
-Ma non dire cavolate, Ted!
-Non sono cavolate!- esclama lui, serio e preoccupato –Siamo sulla lista nera, noi due, ora più che mai! I Mangiamorte, i seguaci di Tu-Sai-Chi, cercheranno di farci del male!
-Mia sorella Bellatrix...- comincia Andromeda, ma Ted la interrompe.
-Tua sorella è una di loro.
Lei sente la rabbia ribollire.
-So benissimo quello che è, ma non permetterebbe mai che...
-Ne sei certa?- chiede il marito, aspro –Avremo un figlio presto, Andromeda, dobbiamo pensare alla nostra famiglia.
Lei sposta lo sguardo fuori dalla finestra, sul giardino verde e rigoglioso e sul piccolo orticello nell’angolo.
-Immagino che tu abbia ragione- mormora.
Ted la raggiunge sul divano e le si siede accanto.
-Dromeda, in questo momento dobbiamo capire quali sono gli amici e quali invece i nemici...
Lei si appoggia a lui, con le lacrime agli occhi, e lui la stringe forte a sé.
 

[San Mungo, Maggio, Giorno del Parto]

Ted si dondola velocemente, seduto su una sedia nel corridoio del San Mungo.
Ogni volta che vede passare un medico si alza e gli chiede: -Mi scusi, mia moglie sta partorendo...
Ma il guaritore gli sorride, comprensivo.
-Primo figlio, eh? Aspetti, arriverà qualcuno a informarla...
E Ted si risiede, tremando dal nervosismo.
Era convinto che i bambini nascessero in poco tempo, al massimo in mezz’ora, ma Andromeda è già dentro da tre ore, e Ted è preoccupato.
Finalmente una donna gli si avvicina.
-Signor Tonks... Vuole vedere sua moglie e sua figlia?
-F-figlia?- balbetta Ted, alzandosi di scatto e seguendola lungo il corridoio.
-Sì, è una bambina.
Ted non fa in tempo a meravigliarsi, che l’infermiera gli apre la porta di una camera e lo spinge dentro.
Adromeda è sdraiata nel letto e tiene tra le braccia un fagottino bianco. Appena lo vede gli fa cenno di avvicinarsi, sorridendogli raggiante.
Ted si dirige veloce verso di lei, verso di loro. Andromeda sposta la copertina e gli mostra la bambina che dorme beata con un dito in bocca.
-Ma...- boccheggia Ted –Ha i capelli viola!
 
-Allora, come la volete chiamare?- chiede l’infermiera con voce strascicata.
-La mia piccola Ninfea...- mormora Andromeda accarezzando la testolina della figlia.
Ted inarca le sopracciglia –Ninfea? Pensavo l’avremmo chiamata Almadora!
-Assolutamente no!- esclama lei inorridita, stringendosi la piccola al seno.
-Beh, nemmeno Ninfea allora! Almadora è un nome bellissimo!
-Non dire sciocchezze Ted! Ninfea è un nome delicato e...
-È il nome di un fiore!
-Almadora non è il nome di niente, se è per questo!
-Chiamatela Ninfadora!- esclama la voce allegra di un ragazzino.
I due si voltano, mentre Sirius procede nella stanza con un gran sorriso.
-Ninfadora?- domanda Ted, guardando Andromeda.
-Sì, metà Ninfea metà Almadora- conferma Sirius.
-Beh, è carino...- approva lei, mentre Sirius annuisce vigorosamente.
-Vada per Ninfadora!- esclama ridendo Ted, mentre Andromeda bacia la bambina sulla fronte e l’infermiera appunta il nome su una cartella bianca.
 

[Casa Tonks, Fine Febbraio]

-Posso prenderla in braccio?
Andromeda si volta sorridendo verso Sirius, che fissa adorante la cuginetta.
-Sì, puoi… Possibile che tu non ti sia ancora stancato? È nata da otto mesi!
Sirius ridacchia, stringendosi al petto Dora che oggi ha i capelli rosso scuro.
-Otto mesi e sei giorni!- precisa, cullandola –Allora, Dora, come mi chiamo io? Si-rius! Ripeti! Si-rius!
Andromeda scoppia a ridere, osservando la scena.
Dora afferra una ciocca di capelli del ragazzo: -Si’us!- esclama a pieni polmoni, tirando più forte la ciocca.
Sirius rivolge uno sguardo ad Andromeda, scioccato.
-Ha… detto il mio nome! Hai detto il mio nome!- si rivolge a Dora, abbracciandola forte.
Andromeda sorride, raggiungendoli.
Sono proprio belli.





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Il prossimo sarà il mio capitolo preferito, parla della morte di due personaggi diversi e a me molto cari. Sapete indovinare quali? ;)


Grazie di cuore per le recensioni <3 (se avete un momentino potete passare dall'ultima storia che ho pubblicato? ci tengo davvero molto, Close to tears )

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo. ***


Undicesimo capitolo.


[Casa Tonks, Quattro Anni dopo la Nascita di Dora]

Sirius irrompe a casa Tonks in un fresco pomeriggio primaverile.
Ted apre la porta sorridendo, ma cambia espressione davanti al viso addolorato del ragazzo.
-Che succede, Sirius?
Andromeda entra nella stanza, portando Dora in braccio.
Il ragazzo fissa la famigliola e scoppia a piangere.
Ted si avvicina alla moglie e si fa dare Ninfadora, così che Andromeda possa correre incontro al cugino e abbracciarlo.
-È diventato… È diventato un Mangiamorte! È… anche lui! Come ha potuto? Come?!
Il cuore di Andromeda batte forte; si scosta da Sirius per guardarlo bene in faccia.
-Mio… fratello- singhiozza Sirius senza ritegno e Andromeda si porta le mani alla bocca.
-No, non Regulus! Devi aver capito male, non può essere lui… Ha sedici anni!
Sirius si asciuga le lacrime, scuotendo la testa.
-Ne parlano tutti a scuola… Lui ha scelto da che parte stare… Lui ha scelto! Evidentemente è la parte opposta alla mia. La parte sbagliata.
Si rialza e si strofina gli occhi, cercando di ridarsi un certo contegno.
-Scusatemi se sono venuto qui senza avvisare, non succederà più- Andromeda tenta di interromperlo ma lui alza il tono di voce –Mi dispiace che mi abbiate visto così, di solito non… mi comporto in questo modo. Ci vediamo presto, ciao Dora- fa un cenno in direzione della cuginetta che lo fissa curiosa e subito gli sorride sbracciandosi.
-Tonnapesto  Si’ius!
Andromeda si lascia cadere sul divano, senza parole.
Che diavolo sta succedendo al mondo?
 

*****

 
Cara Andromeda,
prima di leggere questa lettera devi promettere che non la mostrerai mai a nessuno.
Non credo che ci rivedremo tanto presto, noi due, no. Lo vorrei, ma sai, purtroppo a volte facciamo delle scelte, scelte che poi rimpiangiamo, scelte che però a volte possiamo rinnegare.
Capisci, Dromeda, quando ci viene data questa opportunità non possiamo permetterci di rifiutarla, dobbiamo coglierla. Non pensare troppo a me, non piangere, cugina; sto facendo qualcosa di giusto.
Ricordi i nostri disegni? Quelli che cominciavo io e completavi tu. Li conservo ancora, nel cassetto della scrivania di camera mia. Farò in modo che ti arrivino, magari potrai mostrarli a tua figlia.
Avrei tanto voluto conoscerla, e ti chiedo perdono perché so che ti ho molto delusa.
Scusami, Dromeda, non avrei mai voluto essere altro che il tuo cuginetto con la passione per l’arte.
Sei stata la mia migliore amica, lo sei anche adesso, mentre la mia mano ancora calda muove la penna su questo foglio, ma immagino che non lo sarai più quando leggerai questa lettera.
Sarà troppo tardi, credo.
Non dire nulla a Sirius, non sopporto di pensare che lui mi ricordi con pena o compassione.
Ti voglio bene Andromeda, sei sempre stata la stella più brillante tra noi.
Non dimenticarmi.
Regulus                                             

 
Le lacrime le scendono lungo le guance e Andromeda non cerca nemmeno di fermarle. Perché dovrebbe? Sono un piccolo omaggio al suo Regulus.
Dora trotterella fino a lei, sorpresa.
-‘chè piangi, mami?- si solleva sulla punta dei piedi per sbirciare oltre il tavolo al quale è seduta sua madre.
Ma Andromeda non risponde, continua a singhiozzare, stringendosi la lettera al cuore.
Dora le si accoccola accanto e le cinge la gamba con le braccia.


[Casa Tonks, Sesto Compleanno di Dora]

Andromeda entra nella stanza della figlia in punta di piedi, attenta a non fare rumore.
Si prepara, puntando i piedi per terra, e poi spicca un salto, atterrando sul letto di Dora che si sveglia con uno strillo.
Mentre Ted apre le imposte ridendo di gusto, le due si rotolano sul letto, facendosi il solletico.
-Buon compleanno piccola Dora!- esclama Andromeda, invitando Ted a raggiungerle con un gesto della mano –Papà ci dà il permesso di fare un giretto al Ghirigoro, oggi?- si rivolge più al marito che a lei, guardandolo con occhi dolci.
Dora strilla di contentezza: –Pe’ favoe, papi! Mami mi compa il libo della pincipessa e ‘l dago!
Andromeda annuisce sorridendo, e Ted sospira.
-E va bene- concede, poi alza la voce per sovrastare le esclamazioni delle due –Ma andate solo e soltanto lì, non camminate per strada da sole e tornate a casa subito.
Andromeda e Dora annuiscono vigorosamente, la stessa espressione seriosa impressa sui volti.
 

[Diagon Alley, Il Ghirigoro, Sesto Compleanno di Dora]

Dora si muove spedita tra gli scaffali di libri, mentre Andromeda la segue, raccogliendo tutto ciò che lei fa cadere.
All’improvviso un fragore le fa sobbalzare; Andromeda afferra Dora, la prende in braccio e se la stringe al petto palpitante.
Delle voci parlano al negoziante; Andromeda ne riconosce una e rabbrividisce, stringendo Dora più forte.
Poi Bellatrix fa capolino da uno scaffale, il Marchio Nero che spicca indelebile sul braccio scoperto.
Osserva la sorella e la nipote, sorpresa.
Poi, inaspettatamente, fa cenno loro di tacere, posando un dito sulle labbra.
-Andatevene- sussurra.
-Grazie...- gracchia Andromeda piano.
-Non ringraziarmi, ho saldato il mio conto, ora posso smettere finalmente di considerarti mia sorella... La prossima volta non sarò così buona.
Andromeda indietreggia e si smaterializza a casa con Dora tra le braccia, ancora il cuore che le batte forte nel petto.
Non sa quanto le parole di Bellatrix si riveleranno profetiche.
 

[Casa Tonks, Febbraio e Aprile]

-Dov’è la mia piccolina preferita?- esclama Dorcas salutando Ted con un abbraccio e dirigendosi ad ampie falcate verso Dora.
La bambina getta uno strillo e si alza da terra, correndo incontro a Dorcas.
-Ziiiiiiiiiiiiiiia!
Andromeda e Ted si scambiano uno sguardo e poi scoppiano a ridere.
-Come mai questa visita improvvisa, Dorcas?- chiede Andromeda sorridendo.
Dorcas alza le spalle, prendendo in braccio Dora e guardandosi intorno.
-Mah, volevo salutarvi...
Lo sguardo di Andromeda si rabbuia: -Tesoro, fai vedere a papà il disegno che hai fatto stamattina- scambia uno sguardo di intesa con Ted che porta Dora fuori dalla stanza.
-Un’altra missione, Dorcas?- sibila appena i due sono usciti –Mi avevi promesso che avresti smesso coi combattimenti!
Lei si lascia cadere sul divano: -Cosa vuoi che ti dica, Dromeda? Stanno diventando sempre più forti, c’è pur bisogno di qualcuno che li fermi, no?
-Ma io ho paura per te- mormora Andromeda sedendosi accanto all’amica.
Dorcas sbuffa in un sorriso: -Dromeda, questo è quello che ho: combattere. Resistere. Io lotto perché Dora possa avere un futuro!
-Lo farei anch’io se…
-No!- esclama Dorcas alzando gli occhi color del mare –Tu non puoi, non devi. E se ti succedesse qualcosa? Tu e Ted siete due genitori, dovete badare a lei. Ma a me, cosa resta? Non ho un marito, non ho figli…
-Abbiamo ventidue anni!- sbotta Andromeda furiosa –Hai tutta una vita davanti!
-No che non ce l’ho!- ribatte lei con rabbia –Non ce l’ho perché questi bastardi vogliono portarla via a me e alle persone che amo! E io non glielo permetterò!- termina fiera, col petto che si alza e si abbassa per l’affanno.
Andromeda resta in silenzio con gli occhi bassi.
-Sei la mia migliore amica. Torna a casa, Dorcas.
-Torno sempre a casa- sorride lei alzandosi per abbracciarla.
 

*****

 
Dorcas muore in un giorno di primavera.
Il sole tiepido illumina le gocce di rugiada sui fiori del prato.
Andromeda siede in giardino, cullandosi nell’odore del vento e guardando l’orizzonte.
Non distoglie lo sguardo dal cielo anche se le lacrime le appannano la vista e scendono lungo le guance fino sul maglione.
Se ne sta in silenzio, tirando piano su col naso.
-Sono venuta appena ho saputo- mormora Molly sedendosi accanto a lei.
-Ha avuto il suo gran finale- commenta Andromeda con voce roca –Ce ne ha messo, quel figlio di puttana, a toglierla di mezzo…
-Nessuno combatteva come la nostra Dorcas- sorride Molly piano.
Andromeda fa scivolare la mano nella sua.
Si stringono forte, anche se il dolore è grande, è immenso, e Andromeda soffre in modo indescrivibile.
Si stringono forte, sedute sui fili d’erba, e pensando che quell’essere pagherà, deve pagare per tutto quello che ha fatto.







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Sulla morte di Regulus pittore, vedi anche qui.


Purtroppo nell'ultimo periodo le mie storie hanno subito un drastico calo di audience, non so perchè :)
Forse dovrei ritirarmi del tutto! XD
Bon, se qualcuno di voi vuole farsi un giro sulla mia pagina... le recensioni sono sempre ben accette!
Un bacio e alla prossima,
Lu.

PS. Questo, assieme all'ultimo, è il capitolo che ho amato di più.

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Capitolo 12
*** Dodicesimo capitolo. ***



Dodicesimo capitolo.



[Casa Tonks, Decimo Anno dalla Nascita di Dora]

Un boato nell’entrata.
Andromeda alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Spegne il fuoco del fornello, e poi si dirige fuori dalla cucina con passo elegante ma strascicato per via delle pantofole di pelo.
Arrivata nell’entrata prende un piglio severo e si ferma con le mani sui fianchi.
Sua figlia non si è ancora accorta della sua presenza, e cerca disperatamente di riaggiustare un vaso azzurro, raccogliendone i minuscoli pezzi da terra.
-Ahem- tossicchia Andromeda.
Ninfadora si blocca col braccio a mezz’aria al suono inconfondibile della voce di sua madre.
Scuote la testa sospirando e poi si volta verso di lei.
-Te lo giuro, mamma, non ho fatto apposta!- si appoggia la mano sul cuore, spalancando gli occhi scuri.
Andromeda la fissa per un altro secondo, poi distende il viso in un sorriso.
-E va bene, da’ qua- prende i cocci tra le mani di Ninfadora, e con un fluido gesto della bacchetta li aggiusta.
Poi prende il vaso azzurro e lo rimette sulla mensola, nella sua solita posizione.
-Mami...- Andromeda guarda la figlia –Posso venire a cucinare con te?
-Magari mi stai a guardare, va bene? Così impari come si fa- le tende la mano, e la bambina la afferra ridendo.
Per questa volta la cucina è salva dall’esplosione.
 

[Hogwarts, Sala Grande, Inizio Primo Anno per Dora]

Dora si ripete mentalmente le parole della madre e del padre: “Mi raccomando, sii gentile con tutti”, “Dora, ascolta, al momento del Cappello scegli la Casa che più preferisci, non farti influenzare”, “Ah, sì! E attenta al gradino vicino al Cappello, io ci sono inciampato subito!”, “Tesoro manda almeno una lettera alla settimana”...
-Ohi, Billy!- esclama Dora, stringendosi all’amico –Secondo te in che Casa finisco?
Bill Weasley la guarda attentamente: -Tassorosso!
-Come papà! Tu dove vuoi andare?
-Grifondoro, credo...- ma Bill si blocca a uno sguardo severo della McGranitt, che comincia a leggere i nomi dalla lista.
-Tonks, Ninfadora!- dice, dopo aver chiamato una decina di bambini.
Dora cammina lentamente verso il Capello, inciampando nel gradino ma riuscendo a restare in piedi.
Buonasera, signorina!”.
“Ciao!”.
“Direi che Tassorosso è la Casa che fa per te, sempre che tu non abbia strane scelte come tua madre!”.
“Ah, no! A me Tassorosso sta benissimo, anche il mio papà lo era”.
“Sì, ricordo Ted Tonks, avete la stessa bontà e dolcezza... Ma possiedi anche la forza e la determinazione di tua madre... Quindi è deciso, Tassorosso?”.
“Oh, sì!”.
“E sia...”.
-TASSOROSSO!
Ninfadora scende saltellando gli scalini, senza nemmeno inciampare, poi fa l’occhiolino a Bill, che è verde dall’emozione, e si siede contenta al tavolo dei Tassorosso.
 

[Casa Tonks, Fine Settimo Anno per Dora]

-Ho detto di no- Andromeda sbatte la pentola sul tavolo, evitando di guardare sua figlia.
-Perché no? E poi, scusa, non puoi decidere tu! È la mia vita!
-Hai diciassette anni... Potresti fare un altro lavoro! Spiegami perché l’auror!
Dora gesticola, abbattendo un vaso di plastica che rimbalza per terra: -Perché sì, perché avrei come insegnante Alastor Moody, che è un grande! Hai idea delle cose che potrei imparare? E poi potrei combattere...
Andromeda sbatte la pentola sul tavolo con più forza, voltandosi verso Dora che ammutolisce alla vista dell’espressione preoccupata e seria della madre.
-Non dovresti combattere, Dora. Abbiamo già combattuto noi quando è stato il nostro tempo... Persone sono morte, amici, cugini- l’immagine del piccolo Regulus le sfreccia davanti, vivida come un fotogramma –Li ho visti cadere- mormora con voce rotta –Ed ero terrorizzata, perché sapevo che potevo essere la prossima, che potevi esserlo tu, che poteva esserlo tuo padre... E ora tu scegli questo lavoro...
-Ma mamma- mormora Ninfadora avvicinandosi –Non siamo in guerra...
-Non lo siamo ora!- esclama lei, poggiando le mani sul tavolo –E quanto tempo durerà? Lui è da qualche parte, lui tornerà!
Dora rabbrividisce, udendo il tono disperato della madre. Si avvicina e l’abbraccia.
-Non devi preoccuparti per me, mamma. Io voglio essere una di quelle persone che, quando e se lui tornerà, potranno difendere gli altri. Ma mi devi dare l’opportunità di prepararmi, così che quando questo succederà io sarò pronta.
Andromeda la stringe più forte, mentre le lacrime d’orgoglio per quella ragazza pasticciona le bagnano le guance.
 

[Diagon Alley, Anno della Fuga di Sirius da Azkaban]

Diagon Alley è ricoperta da manifesti; Andromeda non li guarda, non sopporta di vedere il viso di Sirius venduto come quello di un criminale. Se è evaso allora Andromeda è solo contenta per lui: è certa che lui sia innocente.
Un grosso cane nero le si avvicina, scodinzolando.
-Ciao, bello!- sorride Andromeda, inginocchiandosi per accarezzarlo. Quello gli appoggia il muso sulla mano e poi vi depone un foglietto bianco.
Andromeda se lo rigira tra le mani, poi spalanca la bocca, sorpresa.
“Ci credi se ti dico che non sono stato io?”
-Sirius...- mormora Andromeda, guardandosi intorno –Dove sei? Dov’è?- si rivolge sconvolta al cane nero, che però indica il foglietto con un cenno del muso, continuando a scodinzolare.
-Certo che sì, certo che ti credo.
Il cane le si avvicina e le appoggia il muso sul ginocchio, poi punta gli occhi neri su di lei e scappa via.
Andromeda rimane per terra con il foglietto in mano e il cuore che batte di felicità perché Sirius è libero, libero.
 

[Grimmauld Place, Creazione del Nuovo Ordine della Fenice]

Grimmauld Place numero 12, Andromeda se la ricorda bene, sì. Lei e Sirius odiavano quella casa; Regulus invece ci stava bene, c’era quell’elfo domestico, Kreacher, che gli era tanto simpatico, e poi tutte le camere affrescate...
È ai due cugini che va il pensiero di Andromeda mentre cammina per il corridoio impolverato, fino al salotto.
Sirius siede sul divano, accanto all’amico Remus Lupin, e Bill e Dora che ridono a una sua battuta; alza gli occhi e vede Andromeda.
Lei gli sorride, commossa, procedendo a grandi passi verso di lui che si è alzato in piedi.
Si abbracciano stretti, per l’immensa felicità di essersi ritrovati.
-Tu non hai idea di quello che mi hai fatto passare, Sirius- mormora Andromeda asciugandosi una lacrima –Prima il piccolo Regulus, poi tu...
-Beh- obietta Sirius –Non è proprio la stessa cosa.
-Hai ragione, dopotutto lui non c’è più, mentre tu, nonostante tutte le cose che hai dovuto sopportare, sei qui...
-Non intendevo questo- ribatte ancora Sirius mentre Andromeda lo guarda accigliata –Io ero innocente, lui se l’è cercata.
-Se l’è cercata?- ripete Andromeda, che sente la furia crescere dentro di lei.
-Preparati...- sussurra divertita Dora a Remus -È in arrivo una tempesta!
-Come osi parlare così di tuo fratello?!
-Ha smesso di essere mio fratello quando è diventato un Mangiamorte...
-Ma ti senti quando parli?! Bellatrix ha usato le stesse parole con me quando ho sposato Ted!- sibila Andromeda.
-Non intendevo...
-No! Tu lo intendevi! Lui si è pentito...
-Lui ha avuto paura!- esclama Sirius.
-Regulus ha rinnegato Voldemort e i suoi seguaci! È morto per la giustizia, come i tuoi amici, come Dorcas!
I presenti sono ammutoliti; Andromeda non nomina mai la migliore amica scomparsa.
-Quindi non ti permettere mai più di parlare così di Regulus in mia presenza!- sbraita.
Sirius abbassa gli occhi: -Scusa...
-Bene, ora avresti un bicchiere d’acqua?- gli domanda Andromeda, tornando a un tono gentile.
-Mia madre!- mormora Dora con affetto, mentre Andromeda e Sirius si spostano in cucina.





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Scappo a studiare e vi mando un bacio! :*
Lu.

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo. ***


Tredicesimo capitolo.



[Casa Tonks, Anno della Seconda Guerra Magica]

-Prepara la tua roba, Ted, devi andartene- esordisce Andromeda, rivolta al marito che osserva il tramonto appoggiato al davanzale della finestra.
Ted posa lo sguardo su di lei: -Lo so, è già tutto pronto.
Andromeda gli si avvicina lentamente, gli poggia le mani sulle spalle e gli dà un bacio sulla guancia.
-Ho paura...- sussurra.
Lui si volta e le prende il viso tra le mani.
-Sai che forse non tornerò, Dromeda- lei annuisce, mentre le lacrime le riempiono gli occhi –Ti amo, sempre, da sempre e per sempre.
Le lacrime le bagnano le guance, copiose, e Andromeda le soffoca nel maglione di Ted.
-Devi tornare, Ted, devi tornare, ti prego...
Lui non risponde, se la stringe al petto perché non trova parole, non vuole trovarle.
Si baciano mille e mille volte, per recuperare il tempo che probabilmente perderanno.
 
Ted parte al tramonto, si smaterializza appena fuori dal perimetro della casa.
Prima di andare si gira un’ultima volta e sorride ad Andromeda, mimando il gesto di un bacio e soffiandolo fino a lei.
Lei rimane sulla soglia della porta per ore, in piedi, guardando fiera l’orizzonte, finché del sole non rimane nulla, e il buio prende possesso del cielo.
 

[Punto non Precisato della Gran Bretagna, Anno della Seconda Guerra Magica]

Bellatrix lo fissa con una smorfia di crudele felicità impressa sul viso.
-So a cosa stai pensando, Tonks: “Come sarebbe stata la mia vita se non avessi fatto il grande errore di sposare Andromeda?”... Lascia che sia io a dirtelo, Sanguesporco. Avresti fatto la stessa fine che farai ora!
-Oh, no, Bellatrix- Ted ride senza felicità, un taglio che gli sfigura il viso –Tu non hai la minima idea di cosa io stia pensando ora...
-Illuminami allora- lo deride lei.
-Se io potessi tornare indietro, sposerei Andromeda mille volte. L’unica cosa diversa è che tu non saresti qui... Ti avrei ucciso prima!- sputa rabbioso.
Lo sa, Ted, sa che la sua ora è vicina, e il suo pensiero va ad Andromeda e a Ninfadora.
-Purtroppo- mormora Bellatrix sogghignando –Indietro non si può tornare.
Lo guarda un’ultima volta, e Ted non trova alcuna somiglianza tra lei e la sorella, tra lei e la donna che lui ama da sempre.
-Avada Kedavra.
 

[Casa Tonks, Anno della Seconda Guerra Magica]

-Hanno trovato il corpo nel bosco, stamattina...- Remus le comunica la notizia un pomeriggio di Primavera, stringendosi Dora al petto e accarezzandole i capelli.
-Perché?- sussurra Andromeda, prendendosi la testa tra le mani.
Si alza dal divano e comincia a camminare per la stanza, a vorticare da un angolo all’altro, perché non può essere, perché deve trovare un indizio che la rassicuri, che le confermi che Ted è vivo, che Ted tornerà.
Si accascia lungo la parete, singhiozzando senza ritegno, mentre i capelli le si incollano alle guance bagnate, e lei serra gli occhi, lei non vuole più vedere.
-Ted... No, Ted...
Remus e Dora sono ammutoliti, lui non avrebbe mai immaginato di vederla così, e Dora non la vedeva piangere dalla notizia della morte del cugino Regulus, quando lei aveva quattro anni, e nemmeno allora la madre aveva manifestato tanto il suo dolore.
-Mamma...- mormora, avvicinandosi a lei.
Ma Andromeda la scaccia con un gesto della mano.
-Vattene- singhiozza –Ti prego vai via, torna domani Dora... Perché? Perché, Ted...
Si interrompe di colpo e punta lo sguardo su Remus.
-È stata lei, vero?
-Io... non lo so.
-Devi scoprirlo. Scoprilo, perché se è stata lei, se è stata lei io la ucciderò- socchiude gli occhi con rabbia.
Lo sguardo di Remus è fermo; annuisce.
Lo scoprirà, è una promessa.
 

[Casa Tonks, Nascita di Teddy]

Andromeda guarda sorridendo il suo piccolo nipote appena nato.
Ha i capelli di un rosa soffice e leggero, come fossero di zucchero filato. Sono diventati di quel colore appena ha visto sua madre Dora, forse in un buffo tentativo di imitarla.
Andromeda gli carezza la punta del nasino con il dito, e sospira.
Si chiama Teddy, suo nipote. Teddy, Ted, come si chiamava suo marito.
È un bel giorno questo, un giorno importante poiché è oggi che il cerchio si chiude.
Andromeda è stata figlia, è stata madre, e ora è nonna.
E Ted, beh è come se Ted fosse tornato in vita sotto forma di questo piccolo bambino colorato.
Perché anche la loro storia ha avuto inizio con una nascita.
La nascita di Ted, di un mago, in una famiglia babbana; e la sua, in una famiglia Purosangue e fedele alle tradizioni.
Poi c’è stata la nascita di Dora, ed è stato un punto di partenza, come se quella neonata rappresentasse una seconda opportunità per sua madre di vivere senza gli obblighi di una famiglia troppo severa.
E ora che Ted è morto, questo bambino rappresenta un nuovo inizio.
La nuova vita di Andromeda.

[Casa Tonks, Due Mesi dopo la Fine della Guerra]

 
Mamma,
sto andando a combattere. Tornerò, non posso promettertelo ma posso sperarci con tutto il cuore.
L’altro giorno pioveva, ho scritto una lettera a Teddy, questa qui che trovi sotto il foglietto su cui sto scrivendo.
Ho pensato che avrebbe voluto sapere qualcosa di me, se non fossi più tornata a casa, è una possibilità che dobbiamo considerare. Leggigliela prima di farlo addormentare, tutte le sere.
Vado, ma voglio tornare, mamma. Non ho voluto scrivere una lettera anche a te, perché tu sei... tu.
So che non serve a niente dirti di non piangere, so che lo farai.
Sei la mia mamma.
Tua per sempre Dora                                           
 
Caro, piccolo, Ted,
spero che tu non stia leggendo questa lettera.
Perché se lo stai facendo, allora significa che io non ci sono più.
Non scordarti di me per favore, pensami ogni giorno, anche se non ricorderai il mio viso: sono un’egoista, che vuoi farci, voglio che il mio ricordo rimanga vivo in te.
Ti vedo già grande, Teddy, coi tuoi capelli, coi nostri capelli colorati; sai, ti prenderanno in giro, ma non farci caso, è tutta invidia.
Mi piacerebbe vederti con un ciuffo blu, hai i lineamenti di tuo padre, già lo so, e lui non mi ha mai permesso di tingerglieli.
Parla con lui, fatti raccontare di com’ero persa e matta senza di lui, e di come lui lo era senza di me.
Sì, Teddy, il nostro è un grande amore. Per ora posso parlare solo da parte mia, ma lui mi ha sposata... Proprio schifo non devo fare, no?
Vi divertirete un sacco, voi due, già lo so, coi vostri libroni che odorano di polvere e antico, e le vostre cravatte col nodo fatto male, perché non sarete capaci di farlo.
Fatti preparare dalla nonna la cheese-cake ai frutti di bosco, è la mia preferita. Chiudi gli occhi mentre la mangi, si sentono meglio i sapori.
Però fai attenzione, ecco, non fare troppe cavolate: te lo dice una che se ne intende.
Potrei raccontarti di tutti i disastri che ho combinato, ma non voglio rischiare che tu faccia lo stesso.
Tesoro, piove ora, sai?
Ti sei addormentato appena ha cominciato, so quanto ti piace il ticchettio dolce delle gocce sulla finestra.
Scrivo questa lettera seduta al tavolo, e ti tengo in braccio, dalla parte sinistra, così posso scrivere. Sei mancino tu? Tuo padre sì, ma secondo me è molto meno complicato scrivere con la mano destra.
Quale sarà il tuo colore preferito, Ted? E che nome avrà la tua prima cotta?
Ti sembrerò sciocca, qui a stringerti più forte al mio petto e ad ammirare commossa il tuo piccolo corpicino che si alza e si abbassa, ti sembrerò sciocca perché tecnicamente (e letteralmente) ora che scrivo non me ne sono ancora andata.
Ma sai, io mi conosco.
Tuo padre andrà a combattere e io andrò con lui, perdonami amore, se ti lascerò a casa ad aspettare, ma non potrei mai abbandonare il tuo papà.
Non lo so se stavolta ne uscirò indenne.
Non fasciamoci la testa prima che qualcosa accada, dirai tu. Beh, hai ragione, piccolo.
Vedi, forse il fatto è solo che ho paura. Ho una paura folle, perché lo so, non manca molto prima della fine.
E se non vincessimo, Teddy? Se vincessero loro?
Non potrei mai permetterlo.
Preferisco morire, pur di lasciarti a una vita felice e serena, che rischiare che qualcuno ti faccia del male.
Sei bello, sai? Sei bello come il sole. Sei mio.
Sì, sei anche di tuo padre, ma te l’ho detto, sono un’egoista. Non un’egoista cattiva, un’egoista mamma.
Profumi, o meglio, profumavi fino a qualche secondo fa.
Ora puzzi di letame di drago, Ted, accidenti!
Meglio andare a cambiarci, non vorrei che il tuo bel culetto di rosa si irritasse.
Sarà banale, piccolo, ma ti voglio un gran bene, non ti lascerò mai davvero, sarò sempre accanto a te, qualunque cosa accada.
Ciao, amore.
Mamma

 
Come ogni sera da due mesi ormai, Andromeda legge queste parole al piccolo Teddy che si addormenta piano, cullato dalla sua voce. I capelli sono rimasti rosa, non cambiano più colore, forse aspettano ancora che Dora torni.
Andromeda non piange più, ha finito le lacrime, le ha versate tutte per colpa di questa Morte, che, una ad una, le ha portato via tutte le persone che amava.
Harry, che passa ormai le giornate da loro, si è appisolato sul divano, e lei non ha cuore di svegliare quel caro ragazzo.
Il campanello trilla sonoro, ma né Teddy né Harry danno cenno di essersi svegliati.
Andromeda si alza e va ad aprire.
-P-posso entrare?

 











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CHI SARA' ALLA PORTA?...


*Lu si guarda intorno e poi scappa veloce come un razzo per sfuggire al lancio di pomodori*


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Capitolo 14
*** Quattordicesimo capitolo - La Fine. ***



Quattordicesimo capitolo.


[Casa Tonks, Due Mesi dopo la Fine della Guerra]

Narcissa sta ferma sulla soglia della porta, guardando Andromeda coi grandi occhi grigi colmi di lacrime.
Andromeda la fissa con freddezza, senza rispondere.
-Lo so che dopo tutto quello che è successo non avrai la minima voglia di vedermi, ma volevo solo salutarti... Io e Draco partiamo per la Francia... E volevo... volevo dirti che mi dispiace- grossi lacrimoni scendono lungo le guance di Narcissa, lei che non piangeva mai.
-Entra- concede Andromeda, secca.
Alla luce dell’ingresso osserva bene sua sorella. Narcissa sembra invecchiata di secoli... Dopotutto sono anni che non la vede da vicino. Due occhiaie profonde le segnano il viso, e i capelli cortissimi hanno perso tutto il loro antico splendore; i vestiti sono logori e leggeri.
Andromeda le fa cenno di sedersi al tavolo della cucina, muovendo la bacchetta per far apparire due tazze di tè.
-Quanti anni sono passati dall’ultima volta che ci siamo parlate?- mormora Narcissa, sorseggiando il tè dalla tazza.
-Diciamo che sono cambiate molte cose... Io non ho più un marito e una figlia, entrambi ammazzati da nostra sorella... Avrei voluto essere io a ucciderla, ma Molly mi ha preceduto- Andromeda sputa dolore e rabbia insieme a queste parole.
-L’ho implorata- sussurra Narcissa con voce strozzata –L’ho implorata... Mi sono inginocchiata ai suoi piedi e l’ho pregata!- si avvicina ad Andromeda, piangendo –Ma lei non mi ha ascoltata... Devi credermi, Dromeda!
-Non chiamarmi così- mormora lei, abbassando gli occhi.
Ma Narcissa non si arrende: -Tu devi credermi, Andromeda! Mi sono umiliata davanti a tutti, davanti a mio figlio e a mio marito... Io l’ho implorata- ripeté singhiozzando –E lei rideva... Lei rideva...
-Ti credo- Andromeda guarda quel viso sofferente, così diverso dalla Narcissa che aveva sempre conosciuto –Non sei mai riuscita a dire bugie a me, Cissy...
Lei le si getta al collo, abbracciandola stretta e piangendo rumorosamente.
-Perdonami, Andromeda, perdonami ti prego... Avrei dovuto fare qualcosa...
Lentamente Andromeda ricambia l’abbraccio, accarezzando i capelli corti di Narcissa, e sentendo il cuore che si riempie di perdono.
 

[Stazione di King’s Cross, Una Settimana dopo il Ritorno di Narcissa]

Andromeda si volta per controllare che Teddy non si sia svegliato, ma il bambino dorme placido tra le braccia di Harry che sorride accarezzandogli i capelli rosa.
Narcissa scende dal treno e si avvicina a lei.
-Allora ci vediamo presto, Dromeda- mormora alzando gli occhi chiari sulla sorella.
-Scrivimi- si trova a rispondere Andromeda –E non prendere troppo freddo, sei già fin troppo debole…
Narcissa si avvicina piano e l’abbraccia: -Non smetterò mai di ringraziarti per avermi perdonato.
Andromeda sorride dolcemente, e si sposta vedendo il giovane Draco scendere mesto dal treno; anche Harry vicino a lei assume un’espressione accigliata.
-Io… volevo salutare- mormora tenendo gli occhi bassi.
Narcissa si avvicina a lui: -Andiamo, Draco, il treno sta per partire- rivolge un ultimo sorriso alla sorella e poi sale sul treno.
Draco alza le spalle e la segue, ma un attimo prima di salire si volta e rivolge uno sguardo alle tre persone sulla banchina: -Buona vita.
Sale sul mezzo senza voltarsi indietro.
Il treno parte sferragliando.
 

[ Villa Conchiglia, Tre Anni dopo la Nascita di Teddy, Nascita di Victoire]

-Nonna!- esclama Ted, strizzando il suo boccino di peluche - ’ove andiamo?
-Andiamo alla festa per la nascita della piccola Victoire- gli sorride Andromeda, abbottonandosi il cappotto e prendendo la giacchetta del nipote.
-Su, infila!- lui obbediente spalanca le braccia e si fa vestire dalla nonna.
Poi Andromeda lo prende in braccio e, insieme, entrano nel camino.
Appena mettono piede a Villa Conchiglia, Ted strilla: -Fiore!- indicando con la mano la bella Fleur che stringe tra le braccia un fagottino sorridendogli radiosa.
-Teddì! Vieni a veder Victoire!
Lui scalpita per farsi mettere giù dalla nonna e poi trotterella fino a Fleur, incuriosito, i capelli di un verde brillante.
-Ciao Andromeda- sorride Bill, andandole incontro e prendendole il cappotto per appenderlo –Ti ho fatta venire prima perché ti devo chiedere un favore.
-Dimmi- risponde lei, controllando Teddy con la coda dell’occhio.
-Ho sempre pensato che la madrina per uno dei miei figli sarebbe stata lei, ma...- Bill deglutisce, e Andromeda capisce immediatamente, ripensando all’amicizia tra lui e Dora –Beh, mi chiedevo se andasse a te di farlo...
Andromeda lo abbraccia: -Certo, mi farebbe molto piacere.
 
La cerimonia viene celebrata in giardino, sotto i raggi del sole di Aprile.
Mentre Teddy le sta aggrappato alla gamba, in punta di piedi, per cercare di vedere qualcosa, Andromeda osserva la piccola Victoire che dorme con un dito in bocca.
Ad un tratto un raggio di sole illumina il pezzo di giardino davanti ai presenti, e Andromeda socchiude la bocca, sorpresa.
Perché in quel momento li vede tutti, sente il loro spirito accanto a lei.
C’è Regulus, col suo album da disegno tra le mani e gli occhi scuri che brillano.
Dorcas che sventola la mano col suo sorriso felice, i lunghi capelli biondi che ondeggiano nel venticello fresco.
C’è Sirius che sta accanto al fratello, cingendogli la spalla con il braccio e guardandolo con un affetto nuovo e sincero.
Remus, coi suoi abiti rattoppati e il viso buono, che ha occhi solo per Teddy e si sporge per ammirare ogni piccolo particolare del suo bambino.
E poi ci sono loro due, i più importanti: i grandi e meravigliosi occhi azzurri di Ted sono colmi di lacrime d’amore che gli scendono lungo le guance, e Dora gli si stringe, sorridendo triste e scostandosi la chioma rosa dalla fronte.
Alzano la mano per salutarla. Un altro raggio di sole e sono scomparsi.
Andromeda si piega e prende Teddy tra le braccia.
Il bambino la guarda: -Graccie nonna- ridacchia, e poi punta lo sguardo su Victoire.
Il sole illumina i loro volti.


Fine

 

Ops, mi ero scordata di dirvi che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo :)
Vi ringrazio tutte, davvero. Spero tanto di vedervi nella mia nuova storia (
Love will tear us apart) :)
Un bacione e alla prossima!
Vostra Lu.

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