Lilia Smith e il viaggio nella Terra di Mezzo

di DiNozzo323
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La compagnia dell'Anello - Inizio ***
Capitolo 2: *** La Compagnia dell'Anello - II capitolo ***
Capitolo 3: *** La Compagnia dell'Anello - III capitolo ***
Capitolo 4: *** La Compagnia dell'Anello - IV capitolo ***
Capitolo 5: *** La Compagnia dell'Anello - Fine ***
Capitolo 6: *** Le Due Torri - Inizio ***
Capitolo 7: *** Le Due Torri - II capitolo ***
Capitolo 8: *** Le Due Torri - Fine ***
Capitolo 9: *** Il Ritorno Del Re - Inizio ***
Capitolo 10: *** Il Ritorno Del Re - II capitolo ***
Capitolo 11: *** Il Ritorno Del Re - III capitolo ***
Capitolo 12: *** Il Ritorno Del Re - Fine ***
Capitolo 13: *** Il Ritorno Del Re - Alternative Ending ***



Capitolo 1
*** La compagnia dell'Anello - Inizio ***


IMPORTANTE

-Non è la mia prima ff ma è la prima su Il Signore Degli Anelli, quindi siate clementi e mi scuso in anticipo se dovesse assomigliare a qualche altra fic... La mia mente aveva partorito questa storia anni fa, ma la mia mano ha deciso solo ora di portarla per iscritto.

-Questa storia si rifà sia al libro che al film, quindi troverete battute del film (spesso) e descrizioni o battute del libro. Inoltre vi è una differenza di descrizione tra ''Le Due Torri'' e ''Il Ritorno Del Re''.

Nel primo mi sono attenuta allo schema del libro, quindi intervalli di Merry/Pipino e Aragorn/Legolas/Gimli e solo dopo Frodo e Sam; nel secondo ho seguito l'andamento del film.

-Infine troverete in qualche capitolo dei testi di canzoni Disney che mi hanno ispirata e trovavo adatti a descrivere cosa prova in quel momento il personaggio che canta. Se vi scocciate di leggerli siete liberissimi di andare avanti in quanto non riporto pensieri in mezzo ad essi e sono scritti con caratteri diversi, quindi non sfuggono all'occhio.


I personaggi, luoghi e dialoghi non appartengono a me ma a J.R.R. Tolkien e Peter Jackson e le canzoni Disney sono proprietà della... Disney! La mia mente ha solo aggiunto il personaggio di Lilia/Claudia e modificato la storia originale (anche se non troppo). Non è mia intenzione offendere nessuno con questa storia scritta per puro diletto e senza scopo di lucro alcuno. Si vede che non sono brava con questi Disclaimer o come si chiamano.



Penso di aver detto tutto, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura!




Era tarda notte quando si sentì un leggero tonfo provenire da una stanza da letto illuminata appena da una candela al profumo di vaniglia. Il tonfo che si era appena udito era quello di un libro bello doppio che veniva chiuso dopo essere stato letto. Quel libro che tutti conoscevano come ''Il Signore degli Anelli'' apparteneva a una ragazza. Il suo nome era Claudia Smith, ragazza italiana di origini statunitensi con una grande passione per “Il Signore Degli Anelli” e tutti i libri di J.R.R. Tolkien.

Claudia scese da letto e si recò in bagno a sciacquarsi la faccia e asciugare le lacrime, che, lente e non controllate, scorrevano sul suo viso.

È mai possibile che ogni volta che finisco questo libro devo mettermi a piangere? Ormai dovrei esserci abituata...” si disse guardandosi allo specchio, notando che aveva gli occhi lucidi e il viso arrossato. Era da quando aveva l'età di 11 anni, prima volta che lesse Lo Hobbit, che ogni anno, rileggeva i libri di Tolkien. A volte non tutti, ma in alcuni casi, come aveva fatto durante tutta l'estate, aveva appena concluso l'intera ''saga'' riguardante la Terra di Mezzo.

Claudia stava chiudendo la porta di camera sua, piano, cercando di non svegliare tutti, quando sentì qualcuno che la chiamava...

-Claudia-

-Ale, sei tu?- bisbigliò.

-Ale?- Uscì dalla stanza e entrò in quella adiacente del fratello.

-Ale- nessuna risposta... Si poteva sentire il respiro regolare del ragazzo.

-Ale, mi hai chiamata?- Niente di niente, silenzio totale.

Mah, l'avrò immaginato...”

Rientrò nella sua stanza, si mise a letto e, come da un anno a quella parte, salutò la mamma, che non c'era più. Poi spense la candela che lasciò un profumo di vaniglia per tutta la stanza. Fu in quel momento che si accorse che vi era un luce molto fioca che proveniva dal portagioielli.

Dio, se è una bambola urlo” Si disse avvicinandosi piano ad esso... Aveva il terrore delle bambole, soprattutto quando era al buio. Senza aprire la luce che non le avrebbe permesso di capire da dove arrivava quella luce, aprì i vari cassetti cercando di capire cosa potesse luccicare, fino a quando non vide il SUO Unico Anello. Infilato nella sua catenina d'oro risplendeva come se fosse giorno e le scritte erano di un rosso vivo, come il fuoco.

Ok, sono impazzita... Mi rinchiuderanno in un manicomio... Sono decisamente senza speranza” Non sapeva se dare credito a questa cosa o accettare il fatto che potesse essere semplicemente un'altra allucinazione come quelle che aveva avuto per buona parte dell'estate precedente probabilmente dovute alla recente perdita. Allungò piano la mano verso la catena e se lo infilò al collo.

-Claudia- risentì la voce, più chiara di prima. Sembrava quasi provenisse dall'anello e si rese conto che forse non era una voce di un uomo.

-Chi sei? Cosa vuoi da me? Come conosci il mio nome?-

-Ci devi aiutare Claudia. O i popoli della Terra di Mezzo cadranno sotto il potere di Sauron e dell'Unico Anello...-

-Si, va bene, certo. Avanti Ale, sei tu? Silvio, se è uno scherzo tu ti uccido- sperò fosse l'amico del fratello che, dopo essersi messo d'accordo con Alessandro, le faceva quel simpatico scherzo. Una cosa tipica di quei due.

-Non è nessuno scherzo. Sei l'unica che ci possa aiutare... Tu conosci la storia...-

-Con chi parlo? Quale storia?-

-Il mio nome è Galadriel, regina di Noldor, e la storia di cui parlo riguarda la distruzione dell'Unico Anello. Tu devi aiutarci...-

Si, certo, e io sto parlando con Galadriel...”

-Mettiamo che tutto questo sia vero. Cosa dovrei fare? Voi vivete in un mondo che non esiste se non nel cuore e nella mente di coloro che leggono la vostra storia. Come potrei mai io aiutarvi. Sono poco più che ventenne...-

-Allo scoccare della mezzanotte di oggi, verrai catapultata vicino a Gran Burrone, nelle Lande Del Sud. Dovrai raggiungere il prima possibile Imladris, per poter aiutare il portatore di questo grande fardello-

-Insomma, domani mi ritroverò sperduta in una terra che non esiste con nessun aiuto al di fuori di me stessa?-

-Tieniti pronta, e ricordati, non capiranno subito. Fidati solo di te stessa-

Come se avessi altre possibilità”

-E la mia famiglia? Non si chiederanno come mai sparisco bell'e buono... ehmm... All'improvviso?-

-Per loro sarà come se non fossi mai esistita. A mezzanotte infila l'anello che porti al collo. Ti saluto Claudia, figlia di Michael. Addio-

-Addio-

Le lacrime scendevano incessanti sul suo volto. Dal giorno successivo non avrebbe più rivisto il padre e il fratello. Gli amici. I familiari, ma anzi, sarebbe stata sola. Dopo aver pianto a lungo capì che si sarebbe dovuta organizzare per quel viaggio, nel caso la sera dopo avesse sul serio preso il largo verso un mondo diverso. Così mise la sveglia alle 8 e si addormentò.


La mattina pensò che tutto quello fosse stato solo un sogno, poi però trovò sul comodino una nota scritta con la sua grafia che diceva ''Viaggio Terra di mezzo Zaino” e capì che era tutto vero.

Dopo essersi preparata fece una lista di tutto ciò che le sarebbe potuto servire.

Per prima cosa uno zaino bello grande per poter contenere tutto, poi un sacco a pelo e una coperta, una bussola, una mappa di dimensioni colossali della Terra di Mezzo, una torcia con delle pile, uno zippo e una bottiglia di alcool, che le sarebbero serviti per accendere fuochi, visto che non ne era capace, un coltellino svizzero, anzi, meglio un paio, una corda lunga e almeno una spada (che avrebbe preso in prestito dal fratello). Per non contare poi di acqua, cibo e vestiti comodi. Decise per prima cosa di andare da Decaty dove avrebbe sicuramente trovato tutto il necessario per le escursioni.

Trovò gli zaini da trekking, prese uno dei più grandi, poi un sacco a pelo che si poteva arrotolare, bussola e corda. Si recò poi nel reparto vestiario e comprò 3 paia di pantaloni pesanti di tute e varie magliette a maniche corte. Di felpe a casa ne aveva in abbondanza, e anche un paio di scarpe da montagna. Poi andò al supermercato e lì comprò varie bottiglie di acqua e un paio di Gatorade, assieme a varie merendine e cracker che erano la cosa ideale da portarsi dietro senza che andasse a male. Tornata a casa preparò la borsa e la nascose sotto il letto. Decise inoltre di portare con se anche degli appunti sul Signore Degli Anelli e gli altri libri di Tolkien, che l'avrebbero aiutata a ricordare gli avvenimenti, stampò una mappa e fece le fotocopie degli annali del libro. Poi decise di portare anche il suo adorato cappellino a visiera e guanti e sciarpa., visto che non sapeva che tempo avrebbe trovato, accompagnati da un impermeabile.

Quella sera preparò la cena per tutti e li salutò tremila volte, nonostante avesse deciso di non dire nulla. Certamente capirono che c'era qualcosa che non andava, ma decisero di non indagare oltre. Sapevano che se avesse voluto gliene avrebbe parlato lei.

Verso le otto si fece una doccia e poi si recò a dormire, puntando la sveglia sulle 23.30, in modo da avere il tempo di controllare che non si dimenticasse nulla.


Quando squillò la sveglia si alzò e ricontrollò che vi fosse tutto nello zaino, dove aveva aggiunto una foto di lei con i genitori e il fratello che voleva tenere con se, assieme al suo regalo di 18 anni, un anello. Entrò silenziosamente in camera del fratello e prese la katana più grande, assieme a quella più piccola. Erano smussate, certo, ma meglio di nulla. Poi si sedette sul letto e attese.

Il tempo sembrava non passare mai e quando a mezzanotte infilò l'anello era convinta che non sarebbe successo nulla, ma che si sarebbe trovata sempre lì, sul suo bel letto, ma così non fu.

Nell'istante stesso in cui infilò l'anello vide tutto intorno a lei vorticare, poi una luce l'abbagliò e lei si ritrovò, dopo alcuni minuti, stesa su un prato verde. Era notte inoltrata.

-Oddio, è successo sul serio. Non ci posso credere... Il problema è: ora che faccio?-

Stette per alcuni minuti seduta, a pensare, illuminata solo dalla Luna. Poi prese coraggio e si organizzò. Puntò la sveglia dell'orologio che aveva appena comprato alle 6 e si addormentò, avvolta nel sacco a pelo nuovo.

Si svegliò la mattina che ancora non era sorto il sole, e dopo aver mangiato qualcosa prese la mappa e la matita e cercò di capire in che direzione doveva andare. Si guardò attorno e notò che alla sua destra e alla sua sinistra vi erano montagne, quindi, per lo meno, si sarebbe davvero dovuta trovare nelle Lande del Sud. La bussola indicava che il nord era alla sua sinistra, quindi, se davvero lì la bussola funzionava come sulla Terra, lei sarebbe dovuta andare dritta e il sole avrebbe dovuto sorge di fronte a lei, cioè a Est. Ora bastava aspettare una mezz'oretta per esserne certa.

Nel frattempo cercò di capire quale era il modo migliore di agire.

-Allora, Frodo è partito il 23 settembre da Casa Baggins e il 30 ha lasciato Brea... Oggi dovrebbe essere 6 quindi stasera Frodo verrà attaccato dai Nazgul. Posso farcela a raggiungere Colle Vento prima che venga colpito?- -Devo provarci, d'altronde sono qui per aiutare, no?-

Mentre Claudia si poneva queste domande, il sole spuntò all'orizzonte, esattamente di fronte a lei, quindi quanto meno la bussola andava bene. Così si girò sul fianco sinistro e si incamminò verso quella che sperava fosse Colle Vento. Dopo pochi passi però sentì un dolore ai piedi poco sopportabile, così si dovette fermare. Quando si tolse le scarpe notò che i suoi piedi erano di gran lunga più grandi del normale... Saranno stati per lo meno un 42. Un dubbio iniziò ad assalirla, così si toccò le orecchie e notò che esse erano a punta.

-Oh cavoli! Sono un Hobbit!- Claudia alzò le sopracciglia, passò lo sguardo dai piedi alle scarpe, le prese e le mise nello zaino, giusto per non farle trovare a chiunque. Chissà perchè poi i vestiti le andavano bene... Mah... I misteri della vita...


Gambe in spalla marciò senza sosta per tutta la giornata. Era stremata, non abituata a quei ritmi, ma doveva arrivare dagli altri. Lo doveva fare per Frodo. Era da poco tramontato il sole quando giunse nei pressi di Colle Vento. Da lontano poteva vedere una luce piccola piccola che immaginava indicasse l'accampamento dei 4 Hobbit e di Aragorn. Camminò veloce, molto veloce, conscia che non aveva un minuto da perdere e quando fu abbastanza vicina nascose il suo zaino dietro a una roccia e tenne con sé solo un mantello col cappuccio che la coprisse, le due Katane e una torcia. Aveva appena visto i cavalieri passare vicino a lei, vicinissimi alla grotta e capì che era il momento di correre.

Corse più veloce che poteva e dopo pochi minuti li vide. Vide queste ombre scure e dietro di esse Aragorn con gli Hobbit. Frodo stava combattendo con se stesso per non infilarsi l'Anello, quindi aveva solo pochi istanti per fare qualcosa.

-Ehi brutti stronzi, sono qui!- urlò facendo girare verso di sé tutti i presenti. Poi corse verso i Cavalieri e iniziò a combattere, ringraziando di avere seguito quelle poche lezioni di scherma al campo estivo. Il suo intervento distrasse Frodo che tolse la mano dalla catena e Aragorn corse a darle una mano. Insieme riuscirono ad allontanare i Cavalieri. Appena se ne furono andati tutti si avvicinarono a Frodo per controllare che stesse bene, coprendogli la visuale da quella figura incappucciata che li aveva aiutati.

-Chi sie..?- chiese Sam girandosi verso il buio. Ma lì non vi era più nessuno. Quella persona sembrava svanita nel nulla.


Claudia corse, più in fretta che poteva e con più leggiadria possibile (aggettivo che non le si addiceva particolarmente) temendo che la mattina successiva Aragorn avrebbe seguito le sue impronte e l'avrebbe trovata. Così si addormentò subito, nascosta dietro la roccia dove aveva lasciato lo zaino e si svegliò alle 4 e mezza. Era distrutta, non abituata a delle giornate simili, ma ce la doveva fare. Non poteva rischiare che i Cavalieri la trovassero o che la trovassero gli altri, senza parlare prima con Elrond e Gandalf. Così si diresse verso l'Ultimo Ponte, che sarebbe stato attraversato da Frodo non prima del 12.

Appena si svegliarono tutti Aragorn seguì le tracce di Claudia, fino al giaciglio dove aveva dormito. Trovò le orme e delle briciole di Muffin, anche se non esistevano in quel mondo, quindi non poteva sapere a cosa appartenessero. E un capello dorato. Non era molto lungo, quindi non poteva dargli una certa sicurezza sul sesso dello sconosciuto, né sulla sua razza, anche se era sicuro che non fosse un elfo. Forse un uomo, o meglio un ragazzino, vista l'altezza. Più probabilmente un Hobbit, ma non voleva azzardare ipotesi senza esserne assolutamente sicuro.


Per 5 giorni Claudia camminò verso il Ponte. Aveva pensato di oltrepassarlo e addormentarsi dall'altro lato, magari nascosta proprio sotto il ponte, se ci fosse riuscita, in modo da farsi superare dagli altri e recuperare un po' di forze, visto che era davvero stanchissima, fermandosi solo la sera a cenare e dormendo poco più di 6 ore a notte, cosa a cui non era abituata. Quei primi giorni furono probabilmente i peggiori. Aveva nostalgia di casa e aveva paura di quegli stupidi cavalieri. Si sentiva terribilmente sola...

La sera dell'11 settembre giunse finalmente al ponte. Si fermò al di là di esso e mangiò un paio di merendine. Poi cacciò il sacco a pelo e la coperta, visto che iniziava a fare freddo la notte e si addormentò vicino la riva del fiume, sotto il ponte, sperando che niente andasse a turbare il suo sonno. Dormì a lungo, e si svegliò quando il sole era già alto nel cielo.

Bene, adesso come faccio a sapere se sono già passati avanti? Ho il sonno talmente pesante che non me ne sarei mai accorta... Vabbè, laviamoci prima e poi ci pensiamo.”

Si spogliò e si immerse nel fiume che scorreva rapido, tenendosi a un ramo, per non venire trascinata dalla corrente. Stava per risalire quando sentì delle voci...

Cavoli, devono essere loro! Devo restare immobile e sperare che non mi vedano. Meno male che ho lasciato delle impronte fasulle stamattina...”

-Padron Frodo, chi pensate che fosse quell'uomo mascherato dell'altra sera?-

-Non lo so Sam, ma qualcosa mi dice che non è malvagio.-

-Merry, io ho fame...-

-Pipino, hai mangiato nemmeno due ore fa! Avanti, non ti lamentare-

-Grampasso, perché vi siete fermato?- chiese Sam.

-Silenzio. Mi sembra di aver sentito un rumore...-

Certo che l'hai sentito! Era il mio stupido orologio che mi diceva che sono le 12 in punto. Valar, vi prego, non fatemi scoprire.”

-Pipino, stai attento!- sussurrò Merry. Immaginò Claudia che gli fosse andato a sbattere contro.

Aspettò ancora qualche minuto, poi capì che si stavano rimettendo in marcia. Quando non sentì più nessun rumore uscì dall'acqua.

O Valar. Sicuramente mi verrà la febbre. Quell'acqua era gelida” Si asciugò in fretta e si vestì. Decise di controllare almeno per un'oretta i suoi appunti, per lasciare al gruppo il tempo di sparire all'orizzonte, poi si rimise in marcia.

Appena 100 miglia la separavano da Gran Burrone, e immaginava che, giacché Frodo non era stato ferito, ci avrebbero messo meno tempo gli altri ad arrivarvi. Quindi si doveva sbrigare.

Quei giorni furono terribili. Le era salita una grande febbre e la Tachipirina che si era portata non aiutava per nulla a farla scendere. Era stanca e aveva molto freddo. Si maledì per essersi fatta il bagno e per la sua smania del pulito e proseguì. Dopo altri 5 giorni giunse presso Il Guado. Sospettò che gli altri fossero già passati, così non si preoccupò più di stare nascosta e con le ultime forze che le restavano attraversò Il Guado, dove l'acqua era meno profonda. Giunta dall'altra parte fece ancora pochi metri. Poi vide una luce che si avvicinava a lei.

-Gandalf?- Fu l'ultima parola che disse prima che tutto diventasse buio e lei cadesse con un tonfo, svenuta, a causa della febbre altissima e del lungo cammino che aveva intrapreso.

Aggiornerò la storia tutti i giorni o per lo meno un giorno si e uno no circa in quanto già conclusa. Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Se è così mi piacerebbe che me lo diceste con una recensione, anche piccola piccola, ad ogni modo la continuerò fino alla fine, anche se non dovessi avere nemmeno un lettore... Odio tenermele sul pc le storie che completo =D

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Capitolo 2
*** La Compagnia dell'Anello - II capitolo ***


Ecco il secondo chappy! Ringrazio nini superga per aver messo la mia storia tra i preferiti e averla recensita e un grazie a tutti coloro che la leggono. Baci =)


Claudia si svegliò dopo 4 giorni. Il pomeriggio del 23 ottobre in un comodo letto.

-Dove sono?- Chiese più a se stessa, che a qualcuno in particolare. Completamente rintronata.

-Mia cara ragazza, ti trovi nella casa di Elrond, e hai dormito per 4 giorni-

-Gandalf? Sei tu?- chiese mettendo piano piano a fuoco la figura seduta accanto a lei.

-Conosci il mio nome. Ora posso sapere il tuo?- Era proprio come se lo immaginava. La rassicurava molto.

-Mi scuso per le mie cattive maniere. Il mio nome è Claudia Smith o, come direste voi, Claudia figlia di Michael.-

-Bene Claudia figlia di Michael. Posso sapere chi sei? E come conosci il mio nome?-

-È una storia parecchio lunga, Mithrandir. Dimmi però, Saruman ti ha per caso chiesto qualcosa di me quando ti ha imprigionato a Orthanc?-

-Ho tutto il tempo che vuoi. Ma non penso che Saruman sappia di te. Per lo meno non ancora.-

-Bene, allora posso chiederti una cosa? Vorrei chiederti il favore di raccontarti la mia storia in privato- disse indicando con un cenno di capo una guardia che si trovava nella stanza, e che Gandalf fece uscire.

-Grazie, e se potessi dirmi anche dove sono le mie cose te ne sarei grata.-

-Il tuo zaino e i tuoi strani vestiti si trovano ai piedi del letto. Eccolo.- Le disse passandole con garbo lo zaino, dal quale cacciò la mappa della Terra di Mezzo e gli appunti precedenti quel giorno, di modo che potesse essere il più precisa possibile nel raccontare di lei.

-L'Anello! Dov'è l'anello che portavo al collo?- chiese Claudia ricordandosi tutto ad un tratto della copia dell'Unico Anello che non portava più al collo.

-Eccolo. Adesso per favore spiegami tutto.- Lo disse con una voce che celava dietro l'invito un ordine. Così Claudia prese a raccontare la sua storia.

Ci mise parecchio tempo per raccontare tutto e Gandalf non la interruppe una volta. Alla fine Claudia chiese cosa era successo agli altri da quando li aveva incontrati a Colle Vento e come fosse stata trovata.

-Dopo l'incontro a Colle Vento gli Hobbit e Aragorn ti hanno seguita e sono giunti fino al Guado che hanno superato con difficoltà a causa degli spettri. Frodo è stato graffiato al braccio dalla lama Morgul d...-

-Del re Stregone di Angmar...- sussurrò piano Claudia, beccandosi un'occhiata di sorpresa da Gandalf.

-Scusa, continua.-

-Fortunatamente il taglio era superficiale e loro erano molto vicini a Imladris.- Si fermò un secondo, attendendo probabilmente una domanda su che posto fosse Imladris, domanda che non venne, così continuò.

-Frodo è stato curato da Sire Elrond in persona e adesso sta bene. Riguardo a te sei stata trovata da Glorfindel che si trovava ancora nei pressi del Guado. Ti ha portata qui quando si è accorto che portavi al collo l'Unico Anello, che sappiamo essere un falso. Avevi la febbre altissima, e se fossi rimasta anche poche ore là fuori da sola non ce l'avresti fatta.-

-Vedi Gandalf, quando ho raggiunto l'Ultimo Ponte, mi sono immersa nelle acque di Mitheithel per farmi un bagno, solo che mentre facevo ciò sono passati sul ponte Aragorn, Frodo, Sam, Merry e Pipino, e per non fare rumore sono rimasta immersa nelle acque gelide per almeno 20 minuti. Per questo mi sono ammalata. Gandalf, un'altra cosa: ma io che cosa sono? Un Hobbit?- chiese Claudia, guardandosi i piedi.

-Aspettavo questa domanda da un po'. Vedi Claudia. Noi non siamo sicuri di cosa tu sia.-

-Cosa? Com'è possibile?-

-Vedi, tu sembri essere un, perdona la parola, incrocio delle varie razze che si trovano nella Terra di Mezzo. Ciò dovuto probabilmente al fatto che non esistevi in questo mondo fino a appena 17 giorni fa.-

-Un incrocio? In che senso?- Chiese Claudia terribilmente confusa.

-Bé, hai notato che le tue orecchie sono a punta e, sei alta quanto un Hobbit, ma d'altro canto la tua vita sembra scorrere allo stesso modo di quella degli Uomini che popolano questo mondo, diciamo che sei una donna in miniatura con le orecchie a punta, per non parlare del fatto che sembri aver preso dai Nani la capacità di sopportare fatiche e stress senza risentirne troppo. Chiunque al tuo posto sarebbe morto prima di raggiungere il Guado. Scommetto anche che conosci vari metodi di guarigione, proprio come me, e infine hai preso la bellezza eterea degli elfi. Quindi, capirai, siamo in dubbio nell'affermare a quale razza appartieni. Credo però di affermare con una certa sicurezza che conosci le varie lingue di questo mondo.-

-Non saprei, a parte con te ho sempre parlato da sola da quando sono qui.-

-Conosci l'Ovestron. Elfico?-

-I amar prestar aen, mellon nin.-

Il mondo è cambiato, amico mio

-Khuzdul?-

Il linguaggio dei nani.

-Tumun Khazad-dum Salon se-

I profondi saloni dei nani sono caduti.

-Conosco anche la lingua oscura, ma preferisco non pronunciarla qui.-

-I miei sospetti erano dunque fondati. Parlerai di ciò anche con sire Elrond. Poi vedremo che fare.- Uscì dalla stanza un secondo e andò ad avvisare la guardia di far venire Elrond, che doveva parlare con la ragazza. Arrivò Elrond dopo poco.

Così come a Gandalf anche a lui Claudia raccontò tutto.

-Dunque non sei un nemico, e l'anello che porti al collo è una copia realizzata nel tuo mondo per coloro che amavano la nostra storia, è esatto?-

-Si, Sire.-

-Bene. E' tutto chiaro. Parteciperai anche tu al Consiglio che si terrà fra due giorni, ma non dire a nessuno ciò che hai appena raccontato a noi. Non capirebbero e cercherebbero in tutti i modi di estorcerti informazioni riguardanti il futuro. Puoi tenere le tue cose con te, ma nascondile e non fare entrare nessuno nella stanza senza che vi sia presente anche tu. Sei libera di andare dove preferisci all'interno di Imladris. Fra poco si terrà la cena. Nell'armadio troverai dei vestiti che ti potrebbero andare bene. Ti accompagnerà Glorfindel.- Fece per andarsene assieme a Gandalf quando fu fermato dalla voce di Claudia.

-Sire, la ringrazio di avermi ospitata e di avermi guarito dalla febbre che si era impossessata di me. Non molti l'avrebbero fatto, specie in questi tempi bui e temendo che fossi il nemico. Vorrei chiedervi solo una cosa. Posso cambiare nome? Il mio non mi sembra molto comune in questo mondo.-

-Certo. Quale nome preferisci?-

-Lilia, se non è un problema.-

-Così sia. Da oggi tu sarai Lilia, figlia di Michael.- E se ne andarono entrambi, lasciandomi sola, con mille pensieri per la testa.

Entrò nel bagno e si fece un bagno caldo, asciugandosi tranquillamente. Poi tornò nella stanza, avvolta nell'accappatoio e aprì l'armadio. Vi erano un'infinità di vestiti, alcuni troppo grandi per il suo nuovo corpo, altri troppo piccoli, e molti che le andavano bene, comunque tutti bellissimi.

Non posso mettermi questi vestiti... Sai che imbarazzo... Non sono proprio abituata... Quasi quasi mi metto la mia tuta. Però Elrond si potrebbe offendere... Ma non voglio essere osservata troppo, visto che sono sicura che succederà...”

-Che faccio? Che faccio?-

-Io metterei quell'abito verde. Si intona perfettamente ai tuoi occhi.- Claudia si girò spaventata, era una voce femminile che aveva udito alle sue spalle.

-Ti chiedo scusa per averti spaventata. Il mio nome è Arwen Undòmiel. Tu devi essere la straniera che ha salvato Il Portatore a Colle Vento.-

-Bé, salvato... Diciamo che ho solo dato una mano.- Rispose imbarazzata. Non aveva mai visto una fanciulla così bella. Si restava abbagliati da lei.

-Io sono Lilia, figlia di Michael, in panico per quello che mi dovrò mettere stasera.- La informò con un sorriso.

-Dici che quello verde mi starebbe bene?- Chiese arrossendo sempre più.

-Si, ti starebbe davvero benissimo. Provalo. Ti aspetto qui.- Disse affacciandosi alla finestra. Lilia si recò in bagno e lì provò il vestito. Era molto semplice, e bello. Aveva due bretelline sulle spalle, leggero come una piuma, uno scollo non troppo pronunciato a barca, stretto in vita da una cinta bianco panna, chiusa con un nodo, lungo fino sotto le ginocchia, le scendeva morbido sui fianchi, lungo il corpo. Era davvero stupendo, e si intonava davvero ai suoi occhi. Dopo averlo indossato uscì e trovò Arwen nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata.

-Avevi ragione, è davvero molto bello.-

-Sai, era mio, di quando ero più piccola. Tanti e tanti anni fa.-

-Cosa? No, non posso indossarlo...-

-Lilia- le prese le mani Arwen -sarebbe un onore per me vederti indossare questo vestito.-

-Grazie...- rispose piano Lilia, diventando rossa in volto, non riuscendo a non perdersi negli occhi blu della principessa.

-Adesso direi che è il caso di aggiustarsi i capelli.- Affermò prendendo un pettine fra le mani, iniziando a pettinarglieli piano.

Arwen mi sta pettinando i capelli! Arwen mi sta davvero pettinando i capelli!”

-Così stai davvero bene.- Disse passandole uno specchio. Aveva i capelli lisci alla radice e a boccoli morbidi verso la metà, legati in un codino alto dietro la nuca, che lasciava sciolti gli altri sulle spalle. Li aveva fermati con una spilla a forma di farfalla. Era stupenda. Alcuni ciuffetti del ciuffo che portava erano stati lasciati liberi ai lati della fronte.

-Adesso non ci resta che truccarci un po' e poi possiamo andare.-

-Truccarci? Voi conoscete il trucco? Posso vedere? Sono curiosa...- Le chiese, facendola sorridere per la sua curiosità. Arwen si avvicinò a un cassetto e lì prese un cofanetto.

Vi era della terra per il viso e una sorta di rossetto per le labbra.

Ti farò conoscere io, Arwen Undòmiel, i trucchi che si trovavano sulla terra, ma adesso è ora di andare, ed è meglio non combinare pasticci.” Così ci avviammo nei corridoi, verso la grande sala.

Verso metà strada incontrarono Glorfindel, che si stava recando a chiamare le due fanciulle, e così Lilia ebbe anche modo di ringraziarlo per averla salvata.

-Figurati, gli amici di Mithrandir sono i benvenuti, e se non ti avessi salvata non saresti sopravvissuta.- rispose come se fosse stata una cosa da nulla. Lui e Arwen entrarono per primi, un gran vociare si udiva già dal corridoio. Ma quando entrò Lilia tutti si zittirono e si girarono a guardarla.

Lei si fece rossa in volto, poteva sembrare un papavero gigante, sempre che esistesse quella particolare pianta in quel mondo, e si avvicinò a tentoni verso il grande tavolo. Arwen si avvicinò a lei e posò due leggeri baci sulle sue guance e si sedette, cosa che lasciò tutti abbastanza sbigottiti.

Decisamente questo non è il modo migliore per farsi conoscere...” Si disse Lilia avvicinandosi a Sam, Merry e Pipino e sedendosi accanto a loro.

Quando Elrond iniziò a chiacchierare tutti distolsero l'attenzione da quella strana e bellissima fanciulla e tornarono a farsi i propri affari. Tutti tranne quattro Hobbit curiosi che la fissavano insistentemente.

Lilia sedeva dapprima guardandosi attorno e osservando il volto di tutti, poi quando vide che i tre Hobbit la osservavano e Frodo faceva lo stesso, divenne rossa e abbassò lo sguardo sul suo piatto. Lo stomaco le si chiuse e non riusciva a mangiare.

-Mia signora, dovete mangiare. So che siete stata a letto malata per molti giorni.- Disse una voce alla sua destra.

-Sam, ti prego di darmi del tu e chiamarmi col mio nome: Lilia. E così anche voi, Merry e Pipino.-

-Come conosci i nostri nomi?- domandò Pipino.

-So molte cose di voi, ma non è il momento adatto per parlarne. Piuttosto chiacchiererei del più e del meno e cercherei di fare amicizia, non vi pare?-

-TU! Tu sei lo sconosciuto che ci ha salvato a Colle Vento! Riconosco la tua voce.- disse a un tratto Merry.

-I.. io... io non...- iniziò a balbettare Lilia, non sapendo cosa dire.

-Tu hai salvato padron Frodo! Non smetterò mai di ringraziarti.- Disse Sam ad alta voce, chinando la testa in segno di rispetto.

Lilia mise una mano sotto il suo mento e gliela fece alzare.

-Samvise Gamgee, mai più ti dovrai chinare di fronte a me, e così anche voi, Meriadoc e Peregrino, perché voi compierete azioni degne di eroi.- Detto ciò iniziarono a parlare di varie cose, ridendo e scherzando.

-Pipino, non ti sembra che il nostro caro cuginetto sia un po' troppo interessato a quanto facciamo? Non si è praticamente girato da quando si è seduta Lilia vicino a noi...-

-Hai ragione Merry, qui gatta ci cova...- Concordò Pipino facendo alzare lo sguardo anche a Sam e Lilia, che si girarono verso Frodo.

Fu in quel momento, quando i loro sguardi si incontrarono, quasi fossero due calamite che si cercavano, che Lilia, così come Frodo, sentì una piacevole sensazione al corpo, ed entrambi ebbero gran caldo. Si guardarono per attimi che sembravano eterni, fino a che i tre amici non presero a sghignazzare, facendo arrossire Lilia che distolse lo sguardo e lo perse nel vuoto, assieme a mille pensieri...


Finita la cena Elrond e Arwen si alzarono e, dietro di loro, tutti iniziarono ad avviarsi verso il Salone del Fuoco. Lilia si trovava ancora tra Merry e Pipino, mentre Sam aveva raggiunto Frodo... Sapeva che a breve avrebbe notato Bilbo nella sala e che quindi per quella sera non avrebbe avuto occasione di rivolgergli la parola, così si sedette vicino agli altri due Hobbit e scherzarono per tutta la sera, senza pensieri, ma con la voglia di divertirsi e basta.


Dopo aver passato la serata a divertirsi con i suoi nuovi amici, Lilia tornò nella sua stanza. Era stanca, ma quando si mise a letto si rese conto che non riusciva proprio a prendere sonno. Si girò e rigirò per un po' nel letto, poi indossò un mantello e decise di andare a fare un giro. Di sera si fanno gli incontri più interessanti... Detto, fatto. Non arrivò nemmeno giù in giardino che andò a sbattere contro qualcuno che stava venendo dalla direzione opposta alla sua.

-Scusi, non l'avevo vista.- Mormorò piano Lilia, cercando di non svegliare nessuno. Era finita col sedere a terra e adesso stava afferrando la mano che le veniva offerta.

-Non ti preoccupare, non è successo niente.- Quando Lilia alzò lo sguardo incrociò un paio di occhi blu profondi come il mare. Da sempre aveva desiderato conoscere la persona a cui appartenevano quegli occhi, e adesso non le sembrava vero che potesse farlo.

-Il mio nome è Frodo Baggins, ma immagino tu lo sappia già... Quanto meno te lo avranno detto i miei amici... Mentre tu sei...?-

-Lilia, figlia di Michael. Lieta di fare la tua conoscenza Frodo Baggins, della Contea.-

-E come mai una fanciulla si aggira a quest'ora della notte tutta sola per Gran Burrone? Può essere pericoloso...-

-Sicuramente non più pericoloso di Colle Vento, non credi? Comunque mi so difendere benissimo da sola.-

-Ehi, scherzavo. So che ci hai salvato tu e ti ringrazio. Comunque sul serio. Che ci fai qui in giro?-

-Bé... Non riuscivo a dormire... E tu? Perché ancora in giro?-

Si, non riesco a dormire perché penso a te...”

-Stesso motivo...-

-Ehi, che ne dici se chiacchieriamo un po'? Potremmo andare in camera mia... Insomma... Fa abbastanza fresco qui fuori... Almeno non ci ammaliamo...- Poi vide il suo sguardo sorpreso.

-Cioè.... Non so... Forse da voi non è usanza che due persone siano nella stessa stanza se...?- Disse facendo scemare la voce piano piano, imbarazzata per la figura che aveva fatto.

-Oh, bé. In effetti da noi non si usa molto, ma se dalle tue parti invece si andiamo pure a chiacchierare... Magari ci concilierà il sonno.- Rispose sorridente.

Al vedere il suo sorriso Lilia si fece coraggio e si diresse verso la sua stanza.

-Scusa il disordine. Purtroppo è una cosa che fa parte della mia vita.-

-Non ti preoccupare. Questa è la tua famiglia?- Le chiese prendendo in mano la foto che aveva portato dalla Terra.

-Si. Questa sono io, mia madre, mio padre e mio fratello, Alessandro. Mi mancano molto.-

-Vedrai che presto o tardi tornerai da loro.-

-Non credo.- rispose con un sussurro.

-Ma sai che sembri molto diversa in questo... Cos'è questo? Un mini-ritratto?-

-Si, chiamiamolo così. Allora Frodo, cosa ti va di raccontarmi?- domandò sperando di distrarlo.

-Lilia, non saprei da dove cominciare...-

-Io direi che l'inizio non sarebbe male, non credi?-

-Ok..- Frodo le raccontò della sua infanzia, dell'adozione di Bilbo e di quegli anni passati nella Contea. Della magnifica festa che tennero per i loro compleanni, e quando capì che anche Lilia sapeva dell'Anello le raccontò anche la partenza da Casa Baggins, dell'incontro con Tom Bombadil e con Grampasso. Fino ad arrivare a quel giorno. Lilia pendeva letteralmente dalle sue labbra e non si perse una parola.

-Adesso tu sai tutto di me, ma io nulla di te.-

-Di me non c'è molto da dire...-

O meglio, non c'è molto che ti posso dire”

-Sono nata in un altro Paese il 7 gennaio. Ho un fratello più piccolo di un anno e, come te, ho perso mia madre. L'anno scorso. Abbiamo continuato a vivere io, mio padre e mio fratello, ma quando ho capito che c'era più bisogno di me qui li ho lasciati soli. Spero che se la caveranno...-

-Ne sono certo.- La cosa la fece sorridere.

-Adoro cucinare, anche se non sono molto brava, e adoro cantare e disegnare. Sono molto molto timida e anche molto testarda. Non c'è molto altro che ti posso raccontare, almeno per il momento. Ti prometto però che se un giorno questa storia finirà ti racconterò tutto di me-

-Ok, vorrà dire che aspetterò.-

-Frodo, ma tu hai 50 anni, vero?-

-Si, perché?-

-Non li dimostri proprio... Sembri molto più giovane... O meglio, nel Paese da cui provengo non avresti nemmeno 30 anni...-

-Perché? Tu quanti anni hai?-

-Prima che te lo dica devi capire che da me l'età di una persona si misura diversamente... Ho 21 anni.-

-Cosa? Ma sei una bambina!-

-A dire il vero no. Vedi... da me la vita di una persona è divisa in 4 fasi principali: bambino, ragazzo, adulto, vecchio. Io in effetti sono tre anni che sono una donna. Quindi per la tua gente quanti anni avrei?-

-Adesso capisco... Penso che tu potresti avere tranquillamente 40 anni, se non di più. Senti, ma anche tu il 25 parteciperai...-

-Al consiglio di Sire Elrond? Si, ci sarò anche io.-

-Sono contento. Adesso penso sia ora di andare a letto. Altrimenti va a finire che vediamo sorgere il sole.-

-Effettivamente... Hai ragione. Ci vedremo domani, non è vero?-

-Certamente! Buona notte Lilia.-

-Notte Frodo.- Lo salutò con un bacio sulla guancia, poi mentre si chiudeva la porta mormorò -Sogni d'oro-

E furono davvero dei sogni d'oro per entrambi che, dopo quella conversazione notturna, si addormentarono con un sorriso sulle labbra.

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Capitolo 3
*** La Compagnia dell'Anello - III capitolo ***


Visto che stasera non ci sono ho preferito postare adesso il terzo capitolo =) Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia e soprattutto nini superga per averla messa fra i preferiti e Eruanne fra le seguite! Grazie e buona lettura ^_^


...L'amore troverà la via

non mi perderò con te

mi sentirò a casa mia

Due note fanno un'armonia

che sboccia come un fiore

Per noi due l'amore

troverà la via

Per noi

Troverà la via... ♫


-Che bella canzone! Ti prego, continua...- Lilia si girò all'improvviso e si ritrovò faccia a faccia con Arwen, che la ascoltava incantata. Decisamente quella era la canzone più adatta a entrambe in quel momento.

-Oh, ciao Arwen... Grazie... È una delle tante canzoni dei cartoni Disney che cantavo a casa...- Arwen la guardò un po' confusa, non potendo capire di cosa parlava Lilia...

-Ehm... Scusa... In pratica i cartoni Disney sono come dei ritratti che si muovono e si vedono in uno schermo limpido come l'acqua dove i personaggi, che possono essere uomini come animali, parlano e cantano. La canzone che cantavo faceva parte di un cartone che si chiama ''Il Re Leone'' dove i protagonisti sono gli animali, in particolare i leoni... Esistono i leoni qui?-

-Credo di no. Cosa sono?- chiese Arwen, attenta a ogni parola.

-Come posso farti capire... Ecco, te lo farò vedere!- Disse Lilia prendendo carta e matita e iniziando a fare uno schizzo. Ci mise poco, disegnò Simba e poi lo mostrò alla principessa. Era sempre stata brava a disegnare, sicuramente più che a cantare.

-Com'è bello! E questo è un...-

-Leone. Si. Sono molto belli. Io adoro gli animali... Bé, quasi tutti.- Lilia rispose sorridendo.

-Arwen, ieri tu mi hai aiutata a prepararmi, adesso vorrei farti vedere dei trucchi che usiamo nel mondo da cui provengo... Sperando di non averli persi.- Disse ficcando la testa nell'immenso zaino, da cui usciva di tutto e di più. Alla fine, dopo aver cacciato tutto sul letto trovò la trousse con i trucchi e esultò. Quando si girò verso Arwen però vide che stava mangiando un muffin al cioccolato e scoppiò a ridere.

-È buono! Che cos'è?-

-Si chiama Muffin... E' fatto col cioccolato... Conoscete il cioccolato, vero?-

-Si, si. Cosa c'è in quella borsa?-

-I miei trucchi.- La informò Lilia aprendola, con un sorriso a 32 denti.

-Cos'è questo?-

-Questo si chiama Mascara. Serve a allungare le ciglia e farle risaltare. Adesso ti faccio vedere tutto. Dunque, queste sono matite. Si mettono su questa parte dell'occhio. Puoi darci la forma che vuoi. Farle spesse, sottili... Insomma, ci si diverte. Questi sono ombretti. Servono a dare colore all'occhio. Poi c'è il mascara, i brillantini..-

-Uao! Hai un sacco di trucchi!-

-Si, adoro truccarmi. Ora ti faccio capire come funziona.- Lilia si truccò spiegandole passo passo cosa usare per farle vedere cosa cambiava rispetto ai loro trucchi.

-Che differenza! Stai molto bene!-

-Grazie Arwen. Adesso passiamo un po' a te. Capelli castani molto scuri, occhi blu... Stai molto bene con i colori chiari. Se mi è concesso, tu stai benissimo non truccata. Comunque possiamo provare a vedere un po' cosa succede cambiando... Io proverei con una matita marrone che dovrebbe risaltare i tuoi occhi. Poi direi ombretti color carne e mascara... Vado?-

-Dove vai?-

-Scusa, è un modo di dire. Significa inizio?-

-Oh, si, vai.- La ragazza le truccò velocemente gli occhi, facendo divertire l'elfa che la vedeva tutta attenta a non sbagliare.

-Poi metterei questo bel rossetto rosso sulle labbra. Con i tuoi colori ti dovrebbe stare benissimo. Farai cadere ai tuoi piedi un certo Ramingo...- Le disse facendole capire che lei sapeva di Aragorn e che ne era felice.

Passarono buona parte della mattina a parlare e scherzare. Lilia le insegnò alcune canzoni della Disney e Arwen alcuni canti degli elfi. Poi verso le 11 la principessa di congedò, e Lilia uscì dalla sua stanza, decisa a fare una passeggiata. Si diresse sul lato orientale, dove vi erano i giardini e dove avrebbe potuto passeggiare tranquillamente... Almeno questo era quello che credeva lei. A passeggiare ci riuscì, ma decisamente non fu una cosa tranquilla, visto che incontrò Merry, Pipino e Sam.

-Lilia! Indovina chi sono?- Chiese qualcuno che le aveva poggiato le mani sugli occhi.

-Dunque... Frodo non penso, immagino sia con Bilbo. Sam non lo farebbe mai e fra Merry e Pipino immagino tu sia... Pipino!- Disse girandosi e indovinando chi fosse l'Hobbit.

-E perché sarei stato proprio io? Sentiamo.-

-Semplice, Merry è troppo intelligente per fare una cosa simile.- Disse Lilia prima di allontanarsi all'indietro e prendere a correre quando Pipino capì cosa aveva detto.

-Se ti prendo ti faccio vedere chi è intelligente, Lil!- Gridò Pipino rincorrendola mentre Merry e Pipino se la ridevano, seguendoli con calma. Lilia frenò di botto.

-Lil...? Mi piace.- Ma mentre pensava Pipino le andò addosso e entrambi caddero per terra.

-Lil... Lil... Lil... Lo soffri il solletico?- Chiese l'Hobbit alzando e abbassando ritmicamente le sopracciglia.

-No, ti prego Pipino! Smettila! Non ce la faccio più! Ragazzi, aiutatemi! Vi prego! Faccio quello che volete! Ma fatelo smettere!- urlava Lilia in preda a delle crisi di riso. Merry l'aiutò e le tolse Pipino da dosso.

-Ehi Merry! Ci stavamo divertendo!-

-Tu forse, a me fanno male gli addominali dalle risate. Grazie Merry. Ti sarò debitrice a vita.- Controbatté Lilia. -Comunque come va? Dormito bene?-

-Benissimo. E tu?- chiese Merry

-Splendidamente.-

Specie dopo aver chiacchierato con Frodo”

-Che fate di bello?-

-Mah, passeggiamo... Ci vuole fare compagnia?-

-D'accordo. Ah, Sam. Smettila di darmi del Lei o mi arrabbio.- Rispose rassegnata.

-Va bene, Lilia.-

Dopo un poco che passeggiavano Pipino si ricordò di una cosa.

-Ehi Lil, ma stamattina eri tu che cantavi una canzone sull'amore e sulle note?-

-Si... Mi avete sentita?!- Chiese facendosi piccola piccola dalla vergogna.

-Si, era molto bella. Ce ne canteresti un'altra? Era di un genere che non avevamo mai udito...-

E ci credo. E' di un altro mondo...”

-Ok, però non fate caso alla mia voce. Sono abbastanza stonata.- Rispose prima di cacciare la lingua da fuori e iniziare a cantare.


Venivamo da esperienze sbagliate
ben lontani dal vedersi mai più

ma siamo qua fabbricanti di sogni
Il mio inizio sei tu…
Sconosciuti tu non eri nei piani
stiam vivendo nuove complicità
ma era un po' che il cuore voleva
Funzionerà
Con te che io voglio riempire i miei giorni
te che io voglio far veri i miei sogni
Questo viaggio ha porti sicuri
chiari contorni…
Ci sarò per la fine del mondo
ci sarò per amarti di più
E così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu…
La nostra vita passava
cercando felicità
Con te un futuro ce l'ho
lo aspettavo da un po'
niente ora ci cambierà
Con te che io voglio riempire i miei giorni
te che io voglio far veri i miei sogni
Questo viaggio ha porti sicuri
chiari contorni…
Ci sarò per la fine del mondo
ci sarò per amarti di più
E così se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu…...


Mentre Lilia cantava però i ragazzi non si erano accorti che due persone li stavano osservando da un balcone. Queste erano Bilbo e il nipote Frodo.

-È davvero una bella fanciulla, non è vero, ragazzo mio?-

-Si zio. E ha anche una bella voce...-

-E allora cosa aspetti ad andare da lei?-

-Oh, zio. A parte che non è che mi piaccia. Mi incuriosisce solamente, e poi sicuramente è già fidanzata. Ha un anello all'anulare sinistro, e non è un gioiellino da nulla.-

-Se è così mi dispiace, ragazzo mio. Ma ricorda, solo chi non osa non sbaglia.- Commentò Bilbo prima di rientrare nella sua stanza, senza specificare però per cosa fosse rammaricato. Frodo non lo chiese e lui non lo disse, e così continuarono a stare assieme dopo tanti anni che non si vedevano.


-Lo sai, hai davvero una bella voce, Lil.-

-Pipino ha ragione. E la canzone è molto bella. Ne conosci altre così?- chiese Sam

-Si, molte, ma per oggi penso che possa bastare, no? Altrimenti se ne va la voce e non posso più parlare per giorni...-

Merry si avvicinò poi di più alla ragazza e le sussurrò all'orecchio.

-Chi è il ragazzo di cui canti? Lo conosco, non è vero?- Lilia lo guardò sorpresa ma non rispose. Fu salvata in corner da Pipino che iniziò a fare lo scemo e distrasse Merry dalla domanda appena fatta. Pranzarono assieme e dopo iniziarono a fumare l'Erba-pipa.

-Che sapore ha?- chiese timida Lilia.

-Non hai mai fumato erba-pipa?- chiese sbalordito Merry.

-Oh... Ehm... A dire il vero non ho mai fumato...-

-Bisogna rimediare! Prova. Prendi pure la mia pipa.- disse Pipino passandogliela.

-Che devo fare?- disse Lilia guardando con attenzione quell'oggetto che teneva fra le mani.

-Inspira piano, tienilo per un po' in bocca e poi espira. Cerca di farlo arrivare alla testa. Vedrai come è buono.- disse Merry.

-Ok, io vado... Ci provo.- Specificò ricordandosi dell'episodio con Arwen di quella mattina. Inspirò e tenne per un attimo il tutto in bocca, poi però le venne da tossire e cacciò il fumo tutto assieme.

-Ahahahah! Si vede che non ci hai mai provato. Non sei abituata!- disse Pipino, delicato come sempre.

-Prendi fiato Lilia.- disse Merry, molto più gentilmente, sorridendole.

-Respira- disse Sam picchiando piano sulla sua schiena.

-Ehi, non state mica cercando di ammazzarmela? Ancora non abbiamo chiacchierato abbastanza a lungo da poter dire di conoscerla.- Era una voce che veniva dal lato orientale del giardino. Non troppo lontana da loro. Quando Lilia finì di tossire, prima di alzare la testa inveì contro Pipino e tutta l'Erba-pipa della Terra di Mezzo, per poi bloccarsi a metà quando vide che chi aveva parlato era Frodo Baggins.

-Ehi...- Le disse con un sorriso che andava da guancia a guancia.

-Ciao...- Rispose lei perdendosi come sempre nei suoi occhi.

-E dimmi un po' cugino, quand'è che avreste chiacchierato? Che ieri sera e stamattina sei stato tutto il tempo con Bilbo?- chiese Merry.

-Merry, ti sembra modo?- disse Sam -Padron Frodo. Si unisce a noi?-

-Volentieri Sam. Di che parlavate?-

-Lil ci stava dicendo che è molto brava a disegnare, specialmente delle cose che si chiamano cartoni animati.-

-Lil?-

-Si, è un soprannome che mi ha affibbiato Pipino.-

-Mi piace... Bene, Lil, e cosa sono i cartoni animati?-

-Praticamente sono dei ritratti che si muovono e parlano e si possono vedere in uno schermo... Tipo specchio. E' un po' complicato. Se volete ve ne faccio vedere un esempio uno di questi giorni. Il mio preferito si chiama Dragon Ball, e adoro letteralmente Goku, che sarebbe il protagonista. Una sorta di eroe con super-poteri che sconfigge i cattivi per salvare il mondo.-

-Stai per caso parlando di padron Frodo?- chiese Sam facendo ridere tutti.

Non sai quanto sei vicino alla verità, Sam.”


Anche il pomeriggio passò tranquillamente e i 5 Hobbit lo trascorsero insieme, fino a che non videro arrivare degli stranieri a cavallo. Lilia sapeva chi fossero e perché si trovassero lì, e sapeva anche che ne avrebbe potuto parlare, visto che il giorno dopo tutti loro sarebbero stati presenti al Consiglio, anche coloro che non erano stati invitati, ma preferì tacere, e aspettare un momento più propizio per raccontarlo a Frodo. Dopotutto gli aveva taciuto la vera identità di Aragorn, poteva anche tacergli per poche ore chi fossero quelle persone.

Per primo arrivò Legolas Thranduilion.

-Lui è sicuramente un elfo silvano. Di Bosco Atro presumo. Penso di discendenza regale.-

-Da cosa lo deduci?-

-Dal gioiello che avvolge la sua chioma dorata.-

Poi arrivò Boromir di Gondor. Lilia lo riconobbe grazie al corno e all'incredibile simiglianza con la descrizione del libro.

-Lui è un uomo.- Disse Pipino, con fare ovvio.

-Si... Forse è del Sud...-

E poi arrivò Gimli col padre Gloin, che sicuramente avrebbe incontrato Bilbo, in memoria dei vecchi tempi.

-Quello è Gloin! Bilbo deve avervi narrato di lui.-

-Certo! Glielo dovremo riferire padron Frodo. Scommetto che padron Bilbo sarà molto felice di rincontrarlo.-

-Glielo diremo, Sam.-


Si fece sera e mentre gli altri si diressero verso la Sala di Elrond, Lilia volò letteralmente in camera sua a cambiarsi per cercare di essere quantomeno accettabile. Indossò un vestito bianco e verde, molto bello. Era lungo fin sotto le ginocchia, di velluto, stretto in vita da una cinta marrone, con le maniche corte e scollo a V pronunciato sotto il quale usciva della stoffa bianca, che si trovava anche come orlo, bello doppio. Aggiustò il trucco e si avviò verso la Sala. Lasciò i capelli sciolti, con il ciuffo, che la sera prima aveva legato, di lato. Pettinò bene i boccoli in modo che si disfacessero e dessero l'idea di morbide onde. Così si diresse verso la porta. A un tratto sentì bussare.

-Arrivo!- Disse correndo alla porta, ma quando l'aprì non poté non rimanere con la bocca aperta.

-Finalmente ti conosco Lilia, figlia di Michael. Molto si parla di te fra queste mura, e molto abbiamo parlato di te durante questo viaggio verso Imladris. Il mio nome è...-

-Aragorn, figlio di Arathorn. So chi sei e il cuore mi si riempie di gioia nel conoscerti. Ci farai compagnia stasera durante la cena o qualche pensiero triste catturerà la tua mente anche oggi?-

-Stasera mi unirò a cena con voi. Immagino sia inutile chiederti come fai a sapere tante cose, è esatto?-

-Esattissimo. Sappi che Elrond e Gandalf conoscono la mia storia e si fidano. Non voglio il male di nessuno se non del “grande occhio che non dorme mai”. Ti ringrazio di aver accompagnato gli Hobbit alla salvezza. Senza di te dubito che ce l'avrebbero fatta. Oppure sarebbero arrivati l'anno prossimo, a furia di fermarsi ogni due ore per mangiare.- Disse Lilia facendo scoppiare a ridere il futuro (che ancora non lo sapeva) re e trascinando anche lei.

Che bella risata che ha... Adesso capisco perché Arwen lo ama e Eowyn si invaghirà di lui.”

Mentre stavano parlando arrivarono all'ingresso della Sala e si congedarono. Lilia salutò tutti con un inchino e si mise a sedere vicino ai suoi tre amici come sempre. Scherzarono per tutta la cena e, tranne per un momento di tristezza di Lilia, quando pensò alla sua famiglia che ormai non sapeva nemmeno più chi fosse, restò serena. Come la sera prima dopo cena, alla quale parteciparono anche Legolas, Gimli e Boromir, che guardava in cagnesco Aragorn, si recarono nella Sala del Fuoco ad ascoltare la musica degli Elfi. Lilia però restò poco là. Decise di andare a letto presto, o almeno di provarci, visto che il giorno dopo si sarebbe tenuto il Consiglio. Salutò i suoi amici e il signor Bilbo e Frodo.

-Lil, se non riesci a dormire stanotte vieni nella mia stanza. Si trova esattamente sopra la tua. Buona notte.-

-Lo stesso vale per te, Frodo. Notte.- E se ne andò nella sua stanza.

Si spogliò e si mise a letto. Si addormentò subito, ma dopo non molto tempo si svegliò di soprassalto, a causa di un incubo. Notò che era appena mezzanotte e pensò che poteva provare a andare da Frodo. Se fosse stato sveglio l'avrebbe potuta tranquillizzare un po', specialmente grazie ai suoi profondi occhi blu.

Salì al piano di sopra e bussò nella stanza sopra la sua, sperando che fosse quella giusta. Dopo poco l'Hobbit, tutto spettinato, le aprì la porta.

-Cavoli Frodo! Stavi dormendo! Scusa! Non dovevo venire! È che ho avuto un incubo e allora...-

-Lil, tranquilla. Se non avessi voluto essere svegliato non ti avrei detto qual'era la mia stanza, non ti pare? Ora entra e raccontami di cosa parlava questo brutto sogno.- Disse calmo togliendole di dosso l'imbarazzo per averlo svegliato.

-Dunque, eravamo qui, a Gran Burrone, ma c'eravamo solo io e te, non so perché e noi iniziamo a andare in giro cercando gli altri. A un certo punto arriviamo nelle stalle e troviamo Pipino, Merry, Gandalf, Ar... Grampasso e tutti gli altri morti. Ci giriamo e ci sono i Nazgul che ci dicono che faremo la stessa fine. Ti feriscono e tu diventi come loro. Poi non ricordo bene cosa succede, ma mi ritrovo nella mia stanza con una bambola, e questa inizia a parlare e quando mi salta addosso per uccidermi mi sveglio.-

-Una bambola?!-

-Si, una bambola, di porcellana. Sono malefiche quelle di porcellana.- Gli sussurrò.

-Tu, una ragazza di 21 anni, hai paura delle bambole?!- E cercò di soffocare le risate, facendo scendere il broncio alla ragazza.

-Uffi, la prossima volta non te le racconto queste cose.- Fece Lilia mettendo il broncio, girando di scatto la testa dal lato opposto al ragazzo facendo la finta offesa. In realtà anche lei aveva voglia di ridere... Era abbastanza comica la cosa.

-Scusa, hai ragione, non dovevo. Mi perdoni?- Chiese guardandola con degli occhi da cucciolo.

-Hmmm... Forse... Ok, ti perdono.- Gli sorrise e lui se la portò giù, facendola stendere su di sé. Lilia si girò di lato e poggiò la testa sul suo petto.

-Sai, riesco a sentire il tuo cuore. Tum. Tum. Tum... È molto rilassante... Concilia il sonno...- mormorò chiudendo gli occhi. Poi si addormentò, in quella posizione, e Frodo poco dopo di lei, felice come non lo era da molto tempo.


-Padron Frodo, vi dovete alzare. Fra non molto si terrà il consiglio di sire Elrond.-

-Sam? Che ore sono?- Chiese Frodo intontito, guardandosi attorno e osservando che Lilia non era più nella stanza.

-Le 10, Padron Frodo.-

A un certo punto Frodo notò un biglietto sul comodino che era sicuro non fosse presente la sera prima. Così lo prese e lo aprì.




Ben alzato Frodo,

spero abbia avuto sogni tranquilli e che io non sia stata troppo di peso per te (figurativamente e letteralmente). Per informazione non ho mai dormito meglio in vita mia. Quando mi sono alzata stamattina era appena l'alba, e vedendo che dormivi ho preferito non svegliarti... Eri così carino... Ok, la smetto di divagare. Ci vediamo dopo al Consiglio. Io vado a svegliare Merry e Pipino (ma come sono cattiva).

Tua Lil


-Buone notizie, padron Frodo?- chiese Sam accennando col capo alla lettera che Frodo teneva ancora in mano, e che aveva fatto sorridere il giovane.

-Buone? Più che altro divertenti, mio caro Sam. Adesso è meglio prepararsi, o faremo tardi, non credi?-


In un'altra stanza, invece, qualche ora prima, una ragazza si avvicinava in punta di piedi a un grande letto dal quale uscivano due testoline bionde e del russare, rumori simbolo di chi è ancora nel mondo dei sogni. Una volta avvicinatasi al loro letto si buttò fra i due.

-Sveglia pigroni! È ora di alzarsi!- gridò felice, facendoli svegliare.

-Lil... Sono solo le 7! Lasciaci dormire...- Mormorò Merry, Pipino invece si era girato dall'altro lato semplicemente.

-Se ti do un bacio ti alzi, Meriadoc Brandibuck?-

-Un bacio? Lo voglio anch'io un bacio!-

-Ah, bene, noto con piacere che ti sei svegliato, Peregrino Tuc. Fatevi salutare come si deve.- Diede un bacio sulla guancia a Pipino e uno a Merry, che l'abbracciò facendola cadere sopra di lui.

-Potremmo abituarci a essere svegliati così, Lil.- disse Merry.

-Per me non ci sono problemi.- Rispose Lilia felice.

-Che ne dici di dormire un altro po', Lil? Puoi restare con noi, se ti va.-

-D'accordo. Fatemi spazio!- Disse ficcandosi sotto le lenzuola, in mezzo ai due.

-Ma dove la prendi tutta questa energia a quest'ora del mattino...- borbottò Pipino.

Chi lo sa, chi lo sa...”

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Capitolo 4
*** La Compagnia dell'Anello - IV capitolo ***


ù.ù Quasi quasi mi chiedo se non posto troppo velocemente... XD Ah, non so se si capiva nei capitoli precedenti, spero di si, i discorsi tra “” sono pensieri, quelli tra - - sono discorsi a alta voce. Altrimenti non so se si capisce molto di cosa scrivo. Un grazie sempre a tutti coloro che leggono, anche silenziosamente, e a nini superga per averla messa fra i preferiti e Eruanne e elepaddy85 per averla messa fra le seguite. Buon capitolo! A domani!



Alle 9 e un quarto suonò la sveglia dell'orologio di Lilia e lei aprì per prima gli occhi. Merry era di fronte a lei, i loro volti vicini. Anche lui aprì gli occhi e si sorrisero. Pipino invece era abbracciato a Lil da dietro e dormiva ancora.

-Merry, io devo alzarmi... È tardi... Mi dai una mano?-

-Cosa devi fare che vai così di fretta?-

Strano, loro dovrebbero sapere del Consiglio, altrimenti come fanno a “prendervi parte”? Vabbè, per sicurezza lo informerò io.”

-Devo partecipare a un Consiglio dove sono riuniti i rappresentanti delle varie razze della Terra di Mezzo per decidere della sorte dell'Anello. Anche Frodo vi parteciperà. Pensavo lo sapessi.-

-Ah, no, il caro cuginetto non ce l'aveva detto... Buono a sapersi... Allora sveglio Pipino e ci cambiamo, così poi ti accompagniamo in camera tua e poi al Consiglio, che ne dici?-

-Che sei grande Merry!- Gli occhi le brillarono e subito scoppio a ridere quando Merry fece alzare Pipino gettandogli un secchio d'acqua addosso, bagnando anche Lilia che era stretta a lui.

-Merry! Sei impazzito?- Gridò Pipino dopo essere stato svegliato bruscamente.

-Che c'è? Ti ho solo fatto risparmiare il tempo per fare il bagno. Dovresti ringraziarmi....-

-Oh si, adesso ti faccio vedere io come ti ringrazio!- E Pipino corse per la stanza rincorrendo Merry con un secchio d'acqua addosso, che però finì quasi completamente addosso alla povera Lilia, in quanto Merry si era riparato dietro di lei.

-Ahahahah! Lil! Sei bagnata fradicia!-

-Oddio! La camicia da notte! È diventata trasparente!- Urlò prima di scappare sotto le lenzuola e di coprirsi fino al naso. Facendo divertire troppo i suoi amici per la reazione che aveva avuto.

-Tieni Lil, prendi questa. È una mia camicia. Ti dovrebbe andare bene.- Disse Pipino sentendosi un po' in colpa per il guaio che aveva combinato.

-Grazie. Ehi, non è che posso tenerla per oggi? Vorrei evitare di andare al Consiglio con un vestito...-

-Certo... Quale Consiglio?-

-Ti spiego tutto dopo Pipino.- lo zittì Merry mormorando a denti stretti.

-Ok, ragazzi. Cambiatevi, così mi accompagnate un secondo in camera mia a finirmi di vestire.-

-Lil, ti dispiace girarti?- chiese Merry.

-Si, mi dispiace.- Rispose con finto sguardo perverso. -Scherzavo. Mi giro un po' faccia al letto.-

Parlavano del più e del meno mentre i due ragazzi si cambiavano.

-E adesso tu come ci arrivi in camera tua? E' al piano di sotto, dopo tutto il corridoio e indossi solo la camicia di Pipino...-

-Dunque, io mi metto in mezzo a voi due, uno mi cammina avanti e uno dietro, e se passa qualcuno vi parate davanti a me. Speriamo di non incontrare nessuno.-

-Contenta tu. Allora esci dal letto e andiamo.-

-Ok... Esco...- Uscì da sotto le lenzuola e scese con calma dal letto. Era davvero bella, e l'essere per parte elfo, e quindi avere la loro bellezza, la rendeva stupenda ai loro occhi, infatti sia Merry che Pipino rimasero a bocca aperta anche solo nel guardare le sue gambe, lasciate scoperte dalla camicia troppo corta affinché le potesse coprire.

-Se fate così torno sotto le lenzuola e poi ve lo sentite voi Gandalf per avermi fatto fare tardi...-

-No, non sia mai. Andiamo.- dissero in coro chiudendo la bocca, rabbrividendo al pensiero di come avrebbe potuto reagire lo Stregone.

-Merry, io sto dietro.- Mormorò Pipino all'orecchio del cugino che scuoté la testa rassegnato.

Così si incamminarono per il corridoio. Cauti, sperando di non incontrare nessuno. A Lilia ricordava Mission Impossible... Erano arrivati quasi alle scale quando sentirono una voce.

-Pipino! Cosa state facendo? Perché camminate in questo modo strano?- Era Sam che, con Frodo, si stava dirigendo con calma verso il giardino dove si sarebbe tenuto il Consiglio.

-Cosa? Io? Nulla! Non è vero Merry?- Con un'abile mossa Merry e Pipino si erano affiancati a coprire Lilia che si trovava adesso nascosta dietro di loro.

-Verissimo! Stavamo andando a fare... Colazione!-

-Esatto, soli soletti a fare una abbondante colazione...-

-Soli soletti... E com'è che io vedo 5 gambe?- Fece Frodo, rassegnato nell'avere due cugini e amici come loro. Quando disse ciò improvvisamente sparì la quinta gamba, ma al suo posto si sentì un tonfo. Infatti nel compiere il gesto troppo velocemente Lilia era inciampata e era caduta. Tipico di lei, che era sempre stata abbastanza imbranata.

-Ok, ok... La stavamo solo proteggendo da sguardi indiscreti...-

-Pipino, se vi è qualche sguardo indiscreto, quello è il proprio il tuo...- borbottò Sam.

-Lil, ti sei fatta male?- Le chiese Merry dando le spalle agli altri.

-No, non mi sono fatta nulla... Stupida goffaggine...- Alzò lo sguardo dal pavimento e vide due occhi azzurri che la guardavano attraverso le gambe di Pipino. Quando vide i suoi occhi divenne viola e si alzò di scatto, nascondendosi dietro a Merry e abbracciandolo, sperando di diventare tutt'uno col ragazzo, troppo imbarazzata dall'essere vista in quelle condizioni da lui...

-È una storia lunga...- Sussurrò Merry.

-Devo arrivare in camera senza essere vista da nessuno... O meglio, da nessun altro. Per questo ero nascosta fra Merry e Pipino.-

-Scusa Lilia, ma perché non ti devono vedere le altre persone?- chiese Sam che ancora non si era avvicinato.

-Bé... Diciamo che questi non sono gli abiti migliori con cui andare in giro per Imladris, nella casa di Sire Elrond.- commentò facendo capolino da dietro l'Hobbit.

-Ah, ecco. Decisamente no.- scuoté la testa Sam. Frodo intanto era rimasto in silenzio. Pensieroso e alquanto indispettito dal fatto che la ragazza non indossasse null'altro che la camicia di uno dei suoi cugini.

-Andiamo, vi accompagniamo.- Disse Sam prima di rimettersi in cammino. Sia lui che Frodo furono ben attenti alla spiegazione dei due ragazzi sul perché l'amica fosse in quelle condizioni, soprattutto quest'ultimo. Per fortuna non fecero altri incontri strada facendo e tutti e quattro attesero cinque minuti che Lilia fosse pronta per andare tutti insieme. Lilia sapeva che avrebbe trovato delle opposizioni sul fatto che avrebbe fatto parte della Compagnia, in quanto donna, così sperava che presentandosi vestita da uomo passasse inosservata. Pantalone marrone, camicia bianca e coda di cavallo le sembrarono la cosa ideale.

Dopo non molto suonò una campana e Frodo e Lilia capirono che era iniziata la riunione “segreta”. Così si andarono a sedere. Frodo tra Bilbo e Gandalf e Lilia tra Gandalf e un elfo di cui non conosceva. Nemmeno si sedette che molti la guardarono straniti domandandosi cosa ci facesse una donna là in mezzo. Le davano molto l'idea di essere nel Medioevo, quando le donne contavano meno di nulla. Solo Gandalf le toccò la spalla in segno di coraggio e Aragorn le sorrise.


-Stranieri di remoti Paesi e amici di vecchia data, siete stati convocati per rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è sull'orlo della distruzione. Nessuno può sfuggivi. O vi unirete, o crollerete. Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte drammatica. Porta qui l'Anello, Frodo.- Con queste parole ebbe inizio il famoso Consiglio di Elrond. E con queste parole Frodo si alzò e posò l'anello su una pietra alta posta al centro del Consiglio. Camminò piano e tutti si girarono verso di lui.

-Allora è vero.- Boromir pose una mano sul mento, con fare pensieroso. Lilia sapeva cosa stava pensando e cosa covava il suo cuore e presto lo avrebbero scoperto anche gli altri.

-In un sogno ho visto il cielo dell'est rabbuiarsi, ma ad ovest resisteva una pallida luce. Una voce gridava: 'Il giudizio si sta avvicinando, il flagello di Isildur si è svegliato'. Il flagello di Isildur...- Stava quasi per toccare l'anello quando Elrond si alzò di scattò gridando il suo nome e Gandalf recitò il verso famoso nella lingua oscura.


-Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, Ash nazg thrakatulûk, Agh burzum-ishi krimpatul-


Con quelle parole il cielo si oscurò e la terra prese tremare. Boromir si sedette spaventato.

-Mai prima d'ora una voce aveva usato le parole di quella lingua qua a Imladris.-

-Tuttavia non ti chiedo perdono, Signore. Perché la lingua nera di Mordor può essere ancora udita in ogni angolo dell'Ovest. L'anello è del tutto malvagio.-

-Questo è un dono... Un dono ai nemici di Mordor! Perché non usare l'anello? A lungo mio padre sovraintendente di Gondor ha tenuto le forze di Mordor a bada. Grazie al sangue del nostro popolo tutte le vostre terre sono rimaste al sicuro. Date a Gondor l'arma del nemico. Usiamola contro di lui.-

Cavoli Boromir, ma lo vuoi capire che è inutile?!”

-Non potete servirvene. Nessuno di noi può. L'Unico Anello risponde soltanto a Sauron. Non ha altri padroni.-

Vai Aragorn! Sei tutti noi!”

-E cosa ne sa un Ramingo questa faccenda?-

O scè, mo ti vatto proprio.”

-Non è un semplice Ramingo. Lui è Aragorn, figlio di Arathorn. Si deve a lui la vostra alleanza.- Legolas lasciò sbigottiti sia Boromir che Frodo, che non conoscevano ancora la vera identità dell'uomo.

-Aragorn? Questo è l'erede di Isildur?!-

E cos'è mo sta faccia schifata?”

-Ed erede al trono di Gondor.- Ci tenne a precisare l'elfo.

-Avodat, Legolas.-

-Gondor non ha un re. A Gondor non serve un re.-

Già, ha bisogno di quel pazzo di tuo padre invece...”

-Ha ragione Aragorn. Non possiamo servircene.-

-Non esiste altra scelta. L'Anello deve essere distrutto.-

-Allora cosa aspettiamo? Aaaah!- Urlò Gimli cercando di spezzarlo con la sua ascia, che andò in frantumi. In quel momento Lilia si rese conto che stava mimando le frasi con la bocca, perché Aragorn la guardò in modo strano. Frodo ebbe una fitta alla testa e Lilia e Gandalf se ne preoccuparono.

-L'Anello non può essere distrutto qui, Gimli figlio di Gloin. Qualunque sia l'arte che noi possediamo. L'Anello fu forgiato fra le fiamme del Monte Fato. Solo lì può essere annientato. Deve essere condotto nel Paese di Mordor e va ributtato nel baratro infuocato da cui è venuto. Uno di voi deve farlo.-

Andiamo, senza palle. Siete uomini o femminucce? Frodo è più uomo di tutti voi messi assieme...”

-Non si entra con facilità a Mordor. I suoi cancelli neri sono sorvegliati da più che meri Orchi. Lì c'è il male che non dorme mai. Il grande occhio è sempre all'erta. È una landa desolata squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe possibile. È una follia...-

Oh! Vedi che quando sei calmo riesci a ragionare?”

-Non avete sentito ciò che ha detto re Elrond? L'Anello deve essere distrutto!- disse Legolas alzandosi in piedi... Esuberante l'elfetto.

-E suppongo che pensi che sarai tu a farlo?!-

-E se falliamo cosa accadrà? Cosa accadrà quando Sauron si riprenderà ciò che è suo?-

-Sarò morto prima di vedere l'Anello nelle mani di un Elfo! Nessuno si fida di un Elfo!- Dire che Gimli offese tutti i presenti o quasi non si allontana dalla realtà. Tutti si alzarono e iniziarono a discutere. E Frodo stava sempre peggio. Lilia lo sapeva ma sapeva anche che non poteva fare nulla, o avrebbe rischiato di cambiare il corso delle cose.

-Lo porterò io! Lo porterò io! Porterò io l'Anello a Mordor.- Tutti si zittirono e si girarono verso di lui. Una voce nella testa di Lilia voleva gridare: “No! Non devi!” Ma la ragione prevaleva e lei sapeva che così doveva essere.

-Solo non conosco la strada.-

-Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins. Finché dovrai portarlo.- Gandalf gli si affiancò.

-Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti io lo farò. Hai la mia spada.- Aragorn si inginocchiò e gli prese le mani.

-E hai il mio arco.- Legolas

-E la mia ascia.- Gimli

-Reggi il destino di tutti noi, piccoletto. Se questa è la volontà del Consiglio, allora Gondor la seguirà.- Anche Boromir aveva accettato le sorti dell'Anello.

-Ovviamente non penserai di liberarti di me, tanto facilmente, vero Frodo Baggins?- Era una voce femminile quella che si udì e Gandalf si spostò per fare spazio a Lilia, che si mise alla destra di Frodo sotto lo sguardo sconcertato di tutti.

-Una donna? Missioni pericolose come questa non sono adatte alle donne.- Lilia abbassò lo sguardo demoralizzata.

-Non parlerei della giovane Lilia in questo modo. Ci ha aiutato a respingere i Nazgul a Colle Vento.- La difese Aragorn.

Un re che difende una piccola Hobbit... Davvero cose dell'altro mondo...”

-Boromir, figlio di Denethor. Se vi è un dono per i nemici di Mordor, è questa ragazza. Ha il permesso di venire con voi.- Commentò Elrond lasciando tutti i presenti, Gandalf escluso, con mille domande che gli ronzavano per la testa.

-Ehi!-

Ecco i miei tre piccoli eroi!”

-Padron Frodo non si muoverà senza di me.- Disse incrociando le braccia, affiancandosi al padrone.

-No, certo. È quasi impossibile separarvi, anche quando lui viene convocato ad un Consiglio segreto e tu non lo sei.-

-Ehi, veniamo anche noi! Dovrete mandarci a casa legati in un sacco per fermarci.- Disse Merry, correndo affianco a me.

-Comunque ci vogliono persone intelligenti per questo genere di missione... Ricerca... Cosa!-

-Ma così ti auto-escludi Pipino.-

Cattivo Merry... Ahahahahah”

-Dieci compagni... E sia. Voi sarete la Compagnia dell'Anello.-

-Grandioso. Dov'è che andiamo?- Pipino, sempre il solito.


I giorni che seguirono il Consiglio, precedenti la partenza da Gran Burrone scorsero veloci. Lilia divenne molto amica di Merry e Pipino e trascorreva molto tempo con loro. Forse di tutti loro lei era l'unica che sapeva realmente a cosa sarebbero andati incontro, ma non sapeva invece come si sarebbe dovuta comportare. Seguire il libro avrebbe significato la perdita di Boromir che, per quanto potesse cadere sotto l'influenza dell'Anello, non era malvagio, aveva una vita davanti a se. Quella di Gandalf la preoccupava maggiormente. E se qualcosa fosse andato storto e lui non fosse più tornato? Frodo avrebbe potuto evitare di perdere un dito per colpa di quel verme di Gollum e ferire nell'animo il povero Sam, che proprio non se lo meritava. Per non parlare di Merry e Pipino. Quali orrori li aspettavano. Insomma, era molto pensierosa e indecisa su cosa fare. D'altro canto non poteva nemmeno distanziarsi troppo dal libro, o il suo aiuto sarebbe stato vano, a causa delle enormi differenze che si sarebbero create.


Un pomeriggio mentre era seduta da sola in giardino a disegnare, le si avvicinò l'unica persona che non si sarebbe mai aspettata lo facesse. Boromir, di Gondor, colui che tanto aveva dubitato di lei e di Aragorn.

-Disegni bene Lilia, figlia di Michael. Sei molto brava.- Aveva disegnato i suoi quattro amici in-piedi che scherzavano, con dietro la vista di Imladris.

-Ti ringrazio Boromir, figlio di Denethor. Ma, ti prego, chiamami semplicemente Lilia. Dopotutto passeremo non poco tempo assieme in questa missione.-

-Va bene, Lilia. Volevo chiederti cosa intendeva dire Sire Elrond quando ha detto che se c'è un dono per i nemici di Mordor, quello sei tu.-

-Mi duole non poterti rispondere, Boromir. Ci sono segreti che devono rimanere tali. Ma spero che ti fiderai di me e che diventeremo presto amici.-

-Come posso essere amico di una persona che ha tanti segreti?-

-Immagino tu possa solo avere fede, ma se non vorrai non te ne farò una colpa. So cosa ti turba Boromir. Ricordati che se hai bisogno di parlare con qualcuno, di qualsiasi cosa, io ci sarò.- E se ne andò a prepararsi per la cena lasciando l'uomo seduto in giardino, pensieroso.

Qualche sera dopo Arwen le giocò un bello scherzetto. Quando entrarono nella Sala del Fuoco chiese al padre il permesso di cantare una canzone del mio mondo assieme a Lilia. La canzone in questione era “Ti vada o no”, che le aveva insegnato Lilia il giorno precedente e che la principessa non riusciva proprio a togliersi dalla testa.

-Arwen, sei impazzita? Io non canto davanti a tutta questa gente...- le bisbigliò all'orecchio Lilia, imbarazzata come non lo era mai stata in vita sua. Odiava essere al centro dell'attenzione.

-Ti prego Lil! Vedrai che sarai bravissima! Poi la tua voce non è niente male...-

-Ok, ma questa me la paghi.- La minacciò con un sorriso sadico sul volto. Lilia cantava le parti di Megara e Arwen le Muse.


Se esiste un premio per gli ingenui
io l'ho già vinto da tempo
Ma nessun uomo vale tanto
di delusioni ne ho avute troppe


Cosa credi amica

non si può far finta quando
tutto parla chiaro

ma noi ti leggiamo dentro
e anche se lo neghi

sai si vede bene quanto immenso sia


Nooo!
Non so perché non lo ammetterò mai


Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh

Ma è certo che l'amo e non lo saprà
So bene come andrà a finire

ed i pensieri miei vanno
Io sento dentro "puoi fidarti"

mentre la testa mia "non lo fare"

Ooooh!


Quanto sei curiosa

tu nascondi l'evidenza
Noi ti conosciamo

non t'arrabbieresti tanto senza una ragione
se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!


Non so perché, ma è più forte di me!

Ammettilo, che felice sarai

Scusatemi, ma non glielo dirò

Che storie fai? Tanto glielo dirai!

Non lo farò, io, piuttosto, non lo so

Tanto lo sa già

Lasciatemi, tanto no..

Ti vada o no, l'ami e glielo dirai


Oh oh oh!
Non cederò, ma io l'amo e lo so...


Mentre cantava Lilia assumeva le varie tonalità dal rosa al viola più acceso. Senza contare che Merry e Pipino le lanciarono fischi d'incitazione. Quando finirono i presenti si prodigarono in un cortese applauso e poi ripresero a parlare di ciò di cui stavano parlando all'inizio.

-Se fossi in te io glielo direi... E non aspetterei troppo a farlo, altrimenti sarà troppo tardi.- Sussurrò Aragorn all'orecchio di Lilia prima di allontanarsi con Arwen. Lilia se ne andò dai suoi amici, ma non poteva fare a meno di porsi mille domande...

Con Frodo non dormì più, anche se a volte parlavano la sera fino a tardi. La maggior parte del tempo la passava con Arwen (soprattutto durante i primi giorni) e con Merry e Pipino. Talvolta si univa a loro anche Sam. Le capitò di addormentarsi con i due qualche altra volta, senza torturarli però, svegliandoli all'alba, e gli “fece conoscere” altre cose del suo mondo... Specie attraverso i disegni che si dilettava a fare. Loro le insegnarono anche a fumare, con enormi difficoltà, la loro amata erba-pipa e le raccontarono divertenti aneddoti sulle loro avventure.

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Capitolo 5
*** La Compagnia dell'Anello - Fine ***


Ok, ecco l'ultimo capitolo della compagnia! Mi dispiace di non aver aggiornato prima ma sono appena tornata a casa =)

Ringrazio i miei lettori silenti e:

nini superga per averla messa fra i preferiti

Eruanne e elepaddy85 e belial_die per averla messa fra le seguite.

Un bacio grande. A domani!!!




Giunse poi il giorno della partenza. Gli elfi furono molto gentili nel donare a Lilia un'arma, specie visto che nella corsa verso Imladris aveva perso una delle sue Katane smussate e spezzato l'altra, una spada leggera e non troppo grande, perfetta per il suo nuovo corpo. Le sarebbe servita troppo presto, purtroppo. Così la Compagnia abbandonò Gran Burrone, per dirigersi verso la terra di Mordor.

All'inizio si diressero verso le Montagne Nebbiose, al passo di Cornorosso, sul Caradhras. La via era stata proposta da Aragorn, ma purtroppo Lilia non ricordava di preciso cosa sarebbe successo, così non si oppose, avendo preferito non portare nemmeno gli appunti con se. Incontrarono i corvi di Isengard. Tornarono presto indietro e presero la direzione per le Miniere di Moria, l'unica possibile poiché a causa del tradimento di Saruman non potevano passare per Rohan. Lilia era preparata a questo, e soprattutto era preparata all'attacco che ricordava ci sarebbe stato da parte dei lupi, e ne informò anche Gandalf.

Tutti si prodigarono per respingerli e Lilia non fu da meno.

Alla faccia di tutti i maschilisti del gruppo”

Arrivati fuori le porte di Moria poi Gandalf tradusse l'incisione che la luce della Luna aveva mostrato sulla porta della montagna.

-Le porte di Durin, signore di Moria. Parla, amico, e entra. Io, Narvi, le feci. Celebrimbor di Eregion tracciò questi segni.-

-Cosa significa?-

-Semplice, se sei amico dici la parola giusta e le porte si aprono. Adesso lasciatemi pensare.-

-Mellon.- disse a chiara voce Lilia, con tono atono. Voleva restare lì fuori il meno possibile e sperava che andandosene subito Frodo non avrebbe corso rischi inutili. Gli altri rimasero a bocca spalancata, specialmente Gimli che, con tutto che era un Nano e che suo cugino Balin si era recato non troppo tempo addietro, proprio in quelle miniere, non conosceva la parola d'ordine. -Entrate, presto.-

Lilia si avvicinò a Frodo, con la spada in mano, pronta a colpire qualsiasi tentacolo avesse cercato di afferrare il ragazzo... Sembrava quasi un battitore di Baseball per quanto era concentrata e per la posizione che teneva. Bene fece, perché dopo qualche attimo un tentacolo spuntò dal nulla e lei non mancò di affettarlo in due parti. La bestia si infuriò ma, contrariamente al libro, non cercò nuovamente di afferrare l'Hobbit, anzi, fece subito crollare le porte dell'ingresso. Loro rimasero bloccati dentro, ma almeno Frodo non aveva rischiato la pelle inutilmente.

-Sembrava- disse Boromir calcando la parola -che tu sapessi perfettamente cosa sarebbe accaduto.- Lilia gli rispose con un sorriso enigmatico prima di affiancarsi a Gandalf, che, facendo luce con il suo bastone, si mise in testa alla Compagnia e li guidò attraverso Moria.

Gandalf li guidò speditamente attraverso quei luoghi bui, non volendo indugiare troppo per quelle vie dove le creature più oscure restano in vita. Intanto Lilia si interrogava...

Prima o poi Pipino getterà in un pozzo una pietra e, a causa di questa, vi sarà l'inseguimento sul ponte di Khazad-Dum. Non voglio che Pipino si senta in colpa per questa sua azione, ma, d'altro canto, se gli impedissi di compiere quel gesto, chi mi assicurava che il Balrog ci seguirà e Mithrandir diventerà Gandalf il Bianco? Se ciò non dovesse succedere Saruman non perderà i suoi poteri e tutto cambierebbe.”

Alla fine la ragazza prese la sua decisione: avrebbe gettato lei stessa la pietra nel pozzo, facendolo sembrare un errore. Ora il tutto stava nel capire quale era il pozzo.

Non passò troppo tempo che vide Pipino avvicinarsi a uno di quei pozzi. Capendo che era giunto il momento si avvicinò a lui. Gli prese la pietra dalla mano e gli fece segno di tacere. Poi, poggiandola sul bordo, diede le spalle al pozzo e la fece cadere con una gomitata. Il rumore si sentì chiaro, come un rimbombo, e gli altri si girarono verso di loro.

-Scusa Gandalf. Non l'ho fatto apposta. Mi sono solo poggiata. Non è vero Pipino?- disse guardando Gandalf negli occhi, cercando di fargli capire che se aveva compiuto quel gesto l'aveva fatto per un motivo più che valido.

-Si... È vero...- mormorò l'Hobbit non riuscendo a guardare l'amica negli occhi, non potendo capire perché si era comportata così. Gandalf non infierì e dopo pochi attimi sentirono dei rumori di tamburi, ma subito tornò il silenzio e la Compagnia non indugiò oltre col pensiero a quell'azione involontaria che sembrava non avesse portato conseguenze.


Dopo vario tempo (Lilia sapeva essere passati appena due giorni, ma, avendo lasciato l'orologio a Gran Burrone, a causa del suo ticchettio, non poteva esserne sicura. Là non si capiva quando iniziava un giorno e ne finiva un altro) giunsero all'ultimo bivio, o meglio, trivio, prima che raggiungessero la Camera di Mazarbul, ma Gandalf non ricordava quale fosse la strada giusta. Così furono costretti a fermarsi e Lilia ne approfittò per parlargli.

-Gandalf, ti posso parlare?-

-Certamente Lilia, tanto immagino che tu sappia qual è la strada giusta da prendere.-

-In effetti si. A destra. “Quando sei in dubbio, Meriadoc, segui sempre il tuo naso”- Disse citando le esatte parole dello Stregone.

-Parole sagge. Dimmi pure Lilia.-

-Gandalf, sai che non è caduta per sbaglio la pietra nel pozzo, vero?-

-L'avevo intuito. Posso chiederti perché l'hai fatto?-

-Vedi Gandalf, ho paura. Paura di allontanarmi troppo dal libro e non riuscire più a prevedere gli eventi che avverranno. Paura di non riuscire a essere d'aiuto. Paura di perdervi, di perderti. So che non sarà una cosa permanente, ma io resterei da sola. Nessuno sa di me, di quello che so, anche se leggo nei loro occhi che mi temono. Spesso le mie azioni sono incomprensibili e ho intenzione di raccontargli tutto, ma non prima della fine di questa missione. Non voglio tentarli, le conseguenze potrebbero essere disastrose. E non so nemmeno quale strada intraprendere poi... Seguire il mio cuore o la ragione? Salvare coloro che possono essere salvati rischiando di stravolgere tutto o non salvarli? Cosa farò io senza di te, Gandalf?- disse, mentre una lacrima solitaria le rigava il volto.

-Sono sicuro che te la caverai più che bene anche senza di me e che prenderai la decisione giusta. Se sei in dubbio però confidati con Aragorn. È un bravo uomo. Ti ascolterà e ti aiuterà a portare avanti questo fardello pesante quasi come quello di Frodo. Fidati di lui, non perderà la ragione. A proposito di Frodo, eccolo che arriva. Sai cosa vuole sapere, vero Lilia?-

-Si, e so anche cosa gli risponderai. Vi lascio parlare. Grazie Gandalf. Sei come un papà per me.-

-Più che un padre io direi un nonno.- rispose con un sorriso che Lilia contraccambiò prima di allontanarsi e andare vicino agli amici Hobbit.

-C'è qualcosa laggiù.- disse Frodo agitato.

-È Gollum.-

-Gollum?-

-Sono tre giorni che ci segue.-

-È fuggito dai sotterranei di Barad-Dur?!-

-Fuggito... O lasciato andare? E ora l'Anello lo ha attirato qui. Non si libererà mai del bisogno di averlo. Lui odia e ama l'Anello, come odia e ama sé stesso. La vita di Smeagol è una triste storia... Si, Smeagol si chiamava una volta, prima che lo trovasse l'Anello, prima che lo portasse alla pazzia.-

-Che peccato che Bilbo non l'abbia ucciso quando poteva.-

-Peccato? È stata la pena che gli ha fermato la mano. Molti di quelli vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu sei in grado di valutare, Frodo? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti. Il mio cuore mi dice che Gollum ha ancora una parte da recitare, nel bene o nel male, prima che la storia finisca. La pietà di Bilbo può decidere il destino di molti.-

-Vorrei che l'Anello non fosse mai venuto da me. Vorrei che non fosse accaduto nulla.-

-Vale per tutti quelli che vivono in tempi come questi, ma non spetta a loro decidere. Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso. Ci sono altre forze che agiscono in questo mondo, Frodo, a parte la volontà del male. Bilbo era destinato a trovare l'Anello, nel qual caso anche tu eri destinato ad averlo, e questo è un pensiero incoraggiante. Ah! Quella è la via.-

Si incamminarono e finalmente giunsero a Nanos-Terra. Lì vedemmo una tomba illuminata nella Camera di Mazarbul. Gimli corse verso di essa.

-No! Nooo!- gridò lacerato dal dolore.

-Qui giace Balin, figlio di Fundin, signore di Moria. È morto, dunque.- Gandalf prese un libro dalle mani di un cadavere e iniziò a leggere della resistenza dei nani. Si erano comportati da veri eroi. Mentre leggeva nessuno fece caso a Lilia che aveva chiuso la porta e la stava rinforzando con delle armi trovate in quella stanza. Quando Merry si girò verso di lei per chiederle cosa stesse facendo sentirono dei tamburi. Prima piano, poi sempre più forti.

-È un troll di caverna! Prendete le armi!- gridò Lilia. Tutti si misero in posizione e fino a che la porta non cedette Legolas era l'unico che scoccava frecce attraverso le fenditure che si creavano pian piano nella porta. Poi iniziarono a combattere tutti. Tutti se la cavavano alla grande. Sam prese a difendersi con una padella, e se non fosse stato una situazione critica ci sarebbe stato da morire dal ridere. Merry e Pipino si difendevano come degli uomini di un metro più alti e Lilia combatteva come un uomo. Poi entrò il troll di caverna. Lilia, che sapeva cosa sarebbe successo se nessuno l'avesse fermato, cercò di distrarlo da Frodo e di stordirlo quanto meno, ma non ci riuscì. Con una bracciata la lanciò attraverso la stanza, facendola andare a sbattere contro un muro e facendola svenire. Aragorn e Gimli si misero vicino a lei cercando di contrastare gli orchetti che volevano finirla. La battaglia sembrava persa fino a che non videro Frodo cadere a terra, colpito dalla lancia di quel troll. Ciò sembrò donare una nuova forza a tutti, che combatterono come dei leoni. Merry, Pipino e Legolas finirono il troll, e, mentre Lilia si alzava intontita e si recava come tutti attorno a Frodo, anche lui si alzava, e mostrava la cotta di Mithril che lo aveva protetto.

-Gandalf, dobbiamo scappare. Stanno per tornare. E non saranno soli.- disse Lilia mentre si teneva la testa che le faceva male.

-Avanti! Andiamo!-

Corsero verso il ponte quando vennero accerchiati dai viscidi orchetti che sembravano pronti a mangiarseli vivi, quando presero a fuggire.

-È un Balrog di Morgoth! Gandalf, dobbiamo uscire da qui!- gridò Lilia.

-Correte!- sembravano avere le ali ai piedi. Arrivarono al ponte. Gandalf fermo al centro di esso, pronto a combattere. Lilia non poteva credere che stesse succedendo davvero. Sapeva come avrebbe continuato la storia e che tutto sarebbe finito bene, ma in quel momento vedeva solo disperazione e morte. Non voleva perdere Gandalf, e era pronta ad avvicinarsi a lui quando sentì che qualcuno la stava trattenendo. Era Aragorn, che le sussurrò di aspettare.

Si, ma tu non sai cosa stiamo aspettando. La caduta di Gandalf il Grigio”. Delle lacrime iniziarono a scendere lungo le guance, ma non si preoccupò di fermarle. Non riusciva a distogliere gli occhi da quello che per lei era un padre.

-Tu non puoi passare! Sono un servitore del fuoco segreto e reggo la fiamma di Anor! Il fuoco oscuro non ti servirà a nulla, fiamma di Udun! Ritorna nell'ombra!- gridò alzando il bastone sopra la sua testa, pronto a farlo calare sul ponte. -Tu non puoi passare!-

Il Balrog cadde e tutto sembrò andare per il meglio. Gandalf si girò per seguirli quando la frusta del demone lo prese per la gamba e così si rese conto di non avere scampo.

-Fuggite, sciocchi!- Gandalf cadde e l'urlo straziante di Frodo le riempì la testa. I nove riuscirono a fuggire, ma con una grave perdita che lasciava un vuoto incolmabile nei loro cuori.

-Presto, dobbiamo andare!-

-Falli riposare un secondo! Abbiamo subito una grande perdita...-

-No! Non possiamo fermarci! Questa sera queste colline brulicheranno di orchi. Dobbiamo allontanarci il prima possibile da qui.-

Si misero tutti in marcia, silenziosi come non mai, e la sera raggiunsero il Nimrodel dove Haldir, la guardia, li fece fermare, soprattutto a causa di Gimli, ma la Dama diede loro il permesso di passare, così, anche se furono bendati, si avviarono verso Lorien, in quei luoghi dove più di 60 anni prima Aragorn e Arwen si erano innamorati.

Finalmente incontrerò Galadriel. Colei che mi ha condotta qui. E potrò avere delle risposte alle domande che mi pongo da tempo.”

Per due giorni camminarono prima di raggiungere Caras Galadhon, la città di Lorien e non fu facile passare oltre il Celebrant. Tre corde furono legate da un lato all'altro del fiume e la Compagnia dovette passarlo camminando su una di esse, tenendosi alle altre due. Alcuni passarono agilmente, come Aragorn e Legolas. Pipino fu decisamente il migliore fra gli Hobbit. Si tenne con una mano sola e non volse una volta lo sguardo in basso. Sam fu abbastanza impacciato e ringraziò tutti i Valar, quando mise piede a terra, dall'altro lato. Lilia lo attraversò per penultima, prima di Frodo. Non aveva mai fatto cose simili, ed era abbastanza impacciata. Non volse lo sguardo verso il basso, così come aveva fatto Pipino, anzi, a un certo punto chiuse proprio gli occhi per il terrore e camminò lentamente. Infatti soffriva anche di vertigini, e quella non era decisamente la situazione migliore in cui si potesse venire a trovare. Finalmente giunsero al cospetto dei signori di Lorien, Celeborn e Galadriel. Lilia sapeva che stava ponendo tutti i membri di fronte a una scelta, così era preparata psicologicamente a questo.

'Il tuo cuore, Lilia, è diviso. Seguirai Frodo, colui che ami, o i tuoi migliori amici? E alla fine cosa farai? Sceglierai di rimanere qui, o di tornare a casa dalla tua famiglia con un ricordo e null'altro?'

Lilia non rispose, ma ciò le diede molto da pensare. Sam non segretò i suoi pensieri, mentre Merry troncò una frase a metà. Nessun altro parlò di ciò.

Rimasero sotto le cure della Dama di Lorien per un mese circa, e per tanto tempo Lilia si domandò perché la Dama attendesse tanto per parlare con lei. Durante questo tempo però non rimase inerte, ma, anzi, strinse amicizia con gli elfi di quelle parti che l'insegnarono molto sull'arte della medicazione e le consentirono di prelevare delle piante mediche, e di poterle portare con se. Poi, la sera del 14 febbraio, ella chiamò lei, Sam e Frodo, e gli fece guardare attraverso il suo specchio. Per primo guardò Sam, che vide Frodo, pallido, addormentato sotto una rupe a picco. Se stesso che saliva una scala che si avvolgeva a spirale all'infinito. Gli alberi della Contea che venivano tagliati quando non dovevano. Vide il padre girovagare con la sua roba in una carretta. Volle tornare a casa, aiutarli, ma non cedette alla tentazione e decise che, se mai sarebbe tornato a casa, l'avrebbe fatto con Frodo, o non ci sarebbe tornato affatto.

Poi guardò Frodo. Vide Gandalf, ma poi si rese conto che era vestito di bianco, e che quindi poteva averlo confuso con Saruman, giacché il volto era oscurato. Vide Bilbo che camminava su e giù per una stanza, circondato da carte in disordine. Vide il mare, un fiume che attraversava una città, una bianca fortezza con sette torri. Infine lo vide. Vide l'Occhio, Sauron.

Prima che Lilia potesse guardare nello specchio, Frodo offrì l'Anello alla Dama, la quale lo rifiutò, e li congedò.

-So che a lungo hai desiderato incontrarmi, Claudia Smith. Parla tranquillamente. Non temere.-

-Mia Signora, io devo sapere. Perché sono stata portata qui? Perché proprio io.-

-Claudia, ho scelto te perché il tuo cuore è grande, e la tua fede tanta. Nessun altro avrebbe accettato di compiere questo viaggio. Ti ho portata qui affinché tu facessi in modo da far verificare gli eventi così come essi avvengono nel libro. Qualcosa stava cambiando... Han mathon ne nen... Han mathon ne chae... A han noston ned 'wilith...(*)-

-Mia Signora, cosa vedrò nello specchio?- Disse dopo aver trascorso qualche istante in silenzio, ricordandosi dell'episodio di Moria, con il mostro del lago.

-Guarda tu stessa.-

Lilia vide per primo l'Anduin e gli Argonath. Poi tutto divenne scuro e confuso e vide i cancelli neri di Mordor, poi le bianche torri di Minas Tirith. Infine vide sia Frodo che suo padre e suo fratello, la Contea e casa sua. Infine lo specchio tornò limpido, a riflettere le stelle.

-So cosa hai visto, Claudia Smith, perché è anche nella mia mente. Presto ti troverai di fronte a un bivio e dovrai scegliere. Adesso va', perché so che molto desideri parlare con Aragorn di ciò che ti tormenta.-

-Grazie delle parole, Mia Signora. Spero di potervi salutare un'ultima volta prima di partire.- E se ne andò. Quando raggiunse gli altri si avvicinò a Aragorn, che stava fumando, assorto nei suoi pensieri.

-Aragorn, scusa se ti disturbo. Possiamo parlare? Da soli...- Lui guardò gli altri che li stavano osservando e insieme si allontanarono.

-Di cosa vuoi parlarmi, Lilia?-

-Devi sapere io chi sono. La mia storia. Ora che Gandalf non c'è so che è la cosa giusta da fare. Sei l'unica persona con la quale mi potrei confidare.-

-Ti ascolto.- E ascoltò a lungo, perché, come precedentemente aveva fatto con Elrond e Gandalf, ci mise molto a raccontargli tutta la storia. Gli raccontò i suoi dubbi e cosa le aveva detto la Dama, lasciando sul vago il quesito: “Frodo o amici?”

-Adesso capisco. Come hai fatto a tenerti dentro tutto questo non lo so. Sei forte, molto più forte di quello che pensi, Lilia. Sono contento che mi abbia reso partecipe della tua vita. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi pure.-

-Grazie Aragorn. Sapevo che potevo contare su di te.- Lilia lo abbracciò e così tornarono abbracciati dagli altri che li guardarono straniti, specialmente i quattro Hobbit. Merry e Pipino si scambiarono uno sguardo, guardarono Lilia e Aragorn, poi Frodo e poi scoppiarono a ridere divertiti come non mai.

Un altro giorno ancora restarono in quei boschi, poi, il 16 febbraio si prepararono a partire. Ricevettero numerosi e preziosi doni dai Signori di Lorien: delle barche leggere che li aiutassero a guadare l'Anduin, il Pan di via, o meglio conosciuto come Lembas, che avrebbe fatto da sostentamento in quel lungo viaggio. I famosi, per Lilia, mantelli tessuti da dama Galadriel, che li avrebbero riscaldati e protetti, e dopo il banchetto di commiato altri doni gli vennero offerti. I Signori di Lorien diedero a Aragorn un fodero creato apposta per la sua spada, che l'avrebbe protetta e le avrebbe evitato di spezzarsi. Inoltre ricevette come ''futuro'' dono di nozze una spilla d'argento a forma di aquila con le ali distese, e in essa era incastonata una grande pietra verde e limpida, Elassar. A Boromir fu data una cinta d'oro e a Merry e Pipino delle piccole cinture d'argento con la borchia a forma di fiore d'oro. Legolas ricevette un arco come quello dei Galadhrim, più lungo e robusto, la cui corda era formata da capelli di elfo, accompagnato da una faretra di frecce. A Sam la Dama regalò uno scatolino contenente la terra di Lorien, qualora fosse un giorno tornato nella Contea grandi sarebbero stati suoi frutti. Gimli chiese un capello della chioma dorata della Dama, che glielo concesse con benevolenza. A Frodo donò una fiala contenente la luce di Earendil, la loro stella più amata. Sperando che potesse illuminare la sua strada quando ogni altra luce si spegneva. Infine la Dama si avvicinò a Lilia, la quale nulla si aspettava in dono.

-Cara Lilia, questo ciondolo è per te. La catena è stata forgiata da noi elfi, e non correrai rischio di spezzarla. In esso sono racchiuse 3 mie lacrime. Spero ti sia dono gradito. Te l'avrei incastonato in un anello, ma vedo che già ne porti uno.- Disse a Lilia la Dama, concludendo la frase con una muta domanda che era la stessa che si poneva da tempo anche Frodo.

-La ringrazio, Mia Signora per questo dono incommensurato. L'Anello che porto al dito contrariamente a quanto può pensare non è il dono di un ragazzo, mi è stato donato per i miei 18 anni da mia madre prima che ci lasciasse, era appartenuto a lei prima di me e non sono riuscita a lasciarlo a casa. È probabilmente la cosa a cui tengo di più, assieme al dono che lei mi ha appena fatto.-

La Signora dei Noldor si aprì in un grande sorriso e, anche se Lilia non poté notarlo, contrariamente a Merry e Pipino, anche Frodo sorrise fugacemente.

Infine i Signori li congedarono e i membri restanti della Compagnia poterono partire per le cascate di Rauros, dove, come sapeva Lilia, si sarebbero divise le strade di tutti.


Lei si trovava sull'ultima barca, assieme a Legolas e Gimli, che la facevano divertire, specialmente l'ultimo, che le raccontava aneddoti divertenti sulla vita dei Nani. Più volte si fermarono e dovettero in alcuni punti procedere a piedi, con le barche in spalla. Una volta passati gli Argonath Lilia si rese conto che con loro si era avvicinato anche il momento in cui avrebbe dovuto prendere la sua decisione, e con essa quale strada scegliere.

La sera si accamparono a Parth Galen, ma Lilia non riusciva a stare in compagnia degli altri. Si sedette sulla riva del fiume e si perse nel suo lento scorrere. Sam notò che non aveva mangiato, così le si avvicinò chiedendole se volesse qualcosa da mangiare, o un po' di compagnia.

-Sam, sei così caro... Ti ringrazio dell'offerta, ma non ho un grande appetito... Sam, ti devo chiedere una favore. Non penso ti costerà molto farmelo, ma te lo voglio chiedere lo stesso. Se io non riuscissi, stai vicino a Frodo. Avrà bisogno di qualcuno che lo comprenda e lo aiuti e so che tu sei la persona giusta. Gli vuoi bene...-

-Come lei dopo tutto...-

-Già, come me...-

-Glielo prometto.- Mormorò a bassa voce prima di andare a mangiare vicino agli altri. Dopo un'eternità, o almeno a Lilia sembrò così, Aragorn si sedette accanto a lei. Teneva una pipa fra le mani, e offerse a Lilia un tiro di pipa, che lei non rifiutò.

-Cosa ti turba Lilia? Perché sei qui da sola, pensierosa e priva di appetito? Non fa bene saltare il pasto, soprattutto quando si è in viaggio.-

-Aragorn, è giunta l'ora. Devo fare la mia scelta, ma non sono sicura che sarà quella giusta. Ho paura di sbagliare...-

-Lilia, sbagliare è normale. Se non sbagliassimo non impareremmo mai nulla. Riguardo alla tua scelta, purtroppo, non ti posso consigliare. Ma qui nessuno si adirerà con te se qualcosa dovesse andare male. Quindi dormi serena e mangia qualcosa. Non stare così, altrimenti si preoccuperanno tutti. I tuoi amici sono già molto in ansia... Dai, torna con me da loro...- Le disse alzandosi e offrendole la mano, con un ampio sorriso sul volto.

Ma come si può resistere a un uomo simile? Su, andiamo! Quel che dovrà succedere succederà.”

Non trascorse molto tempo in piedi, però sapeva che quella era l'ultima sera che passava con alcune delle persone a cui voleva bene. Sarebbe andata con Frodo e Sam o con Merry e Pipino? Ad ogni modo Legolas, Aragorn e Gimli non li avrebbe rivisti per molto tempo. A tutti diede la buona notte con un enorme abbraccio e un bacio sulla guancia, cosa che causò un terribile imbarazzo soprattutto al Nano e a Sam. Prima di stendersi vide Frodo che guardava le stelle, steso, coperto dal caldo mantello di Galadriel, e si inginocchiò accanto a lui.

-Ehi, Frodo. Senti, per te va bene se dormo vicino a te stanotte? Non voglio stare sola...-

-Certo Lil. Vieni qui.- Le disse tirandosela affianco. Così si addormentarono. L'una abbracciata all'altro. E a entrambi sembrò di essere tornati a quella notte di mesi prima a Imladris.


-Bisogna per forza svegliarli?-

-No, Sam. Possiamo restare qui a guardarli dormire e sperare che all'Anello escano le gambette in modo che si vada a gettare tra le fiamme da solo.-

-Mamma mia, come sei simpatico, Merry.-

Mentre discutevano Frodo aprì gli occhi, e, muovendo la testa per svegliarsi, svegliò anche Lilia, che si girò sull'altro fianco per poterlo guardare negli occhi. Quegli occhi che tanto adorava...

-Buon giorno.-

-Giorno. Dici che ci dobbiamo alzare?-

-Credo proprio di si.- Disse Frodo mettendosi seduto, imitato subito da Lilia.

-Era ora, finalmente! Temevamo non vi svegliaste più. Tra poco dobbiamo partire.- Disse Sam.

-Ragazzi, potevate svegliarci prima, se si era fatto così tardi.- Lilia affermò, come se la cosa fosse ovvia a tutti tranne che a loro.

-Eravate così carini che non volevamo svegliarvi.-

-Che dolce che sei Pipino! Siete da strapazzarvi di coccole, fino alla nausea.- Disse allegra Lilia abbracciando Sam e Pipino, o meglio, stritolandoli.

-E a me niente?-

-Guarda che ho sentito la tua battuta prima Merry. Perciò a te niente.- E gli fece una linguaccia, prima di scappare in cerchio, rincorsa dall'Hobbit. Non passò troppo tempo che gli altri quattro tornarono e si rimisero in marcia.

Nel pomeriggio si fermarono presso Parth Galen, poiché Lilia non era l'unica che doveva compiere una scelta, ma anche il portatore, e il futuro Re avevano da interrogarsi, così Frodo chiese di essere lasciato da solo per poter pensare. Cosa fare? Andare da solo? Gli altri non fecero caso al fatto che Boromir si fosse allontanato. O meglio, Lilia sapeva benissimo dove stava andando, ma non voleva impedire nulla, almeno per ora. Così, quando tornò e gli altri andarono a cercare Frodo non era preoccupata come loro, perché sapeva che, almeno lui, in quel momento, non correva pericoli, e che, anzi, Sam gli sarebbe stato affianco, nel bene e nel male, soprattutto nel male, fino alla fine di tutto. Lei si allontanò con Merry e Pipino, che sapeva l'avrebbero incontrato, nascosto dietro un albero. Ma quando gli orchetti si avvicinarono, e Frodo fece capire loro che non li avrebbe seguiti, quando Pipino saltò fuori dal cespuglio e si fece notare per attirare la loro attenzione, fu allora che Lilia capì. Prese una decisione, che nel suo cuore sapeva in realtà presa da molto tempo. Dopo avergli lanciato un ultimo sguardo, cercando di imprimere nella sua mente il volto dell'Hobbit, abbandonò Frodo, e con Merry e Pipino scappò dagli orchetti, lontano. Sperando con tutto il cuore che tutto andasse bene.

Frodo ebbe così il tempo di scappare alle barche e di prenderne una, per dirigersi verso l'altra riva, verso Mordor, ma quando si trovava quasi a metà del corso, vide Sam chiamarlo e dirigersi verso la barca.

-Torna indietro Sam. Andrò a Mordor da solo.-

-Certo che ci andrete, e io vengo con voi.-

-Non sai nuotare! Sam! Sam!- Gridò Frodo prima che Sam iniziasse ad andare giù. Frodo lo raggiunse con la barca, salvandolo da un annegamento certo.

-Ho fatto una promessa, padron Frodo. Una promessa. Non devi perderlo Samvise Gamgee. Non voglio farlo. Non voglio farlo.-

-Oh Sam!- Frodo lo abbracciò, ed entrambi si resero conto che avrebbero sempre potuto contare l'uno sull'altro.







(*)Lo sento nell'acqua... Lo sento nella terra... Lo avverto nell'aria... (del prologo della Compagnia dell'Anello)









FINE PRIMO LIBRO

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Capitolo 6
*** Le Due Torri - Inizio ***


Ieri in ritardo, oggi in anticipo XD

Si inizia con Le Due Torri che premetto sarà il libro più breve dei tre.

Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono semplicemente e inoltre ringrazio

nini superga per averla messa fra i preferiti

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape per averla messa fra le seguite.

Bacioni!!! ^_^




Lilia e i suoi due migliori amici stavano fuggendo dagli orchetti, che però li avevano ormai raggiunti e quasi catturati quando Boromir arrivò in loro soccorso nell'esatto momento in cui l'orchetto a loro più vicino stava per calare un'enorme ascia sui tre. I quattro presero a combattere, Lilia stando molto attenta all'arrivo dell'Uruk che avrebbe trafitto Boromir con le sue frecce. Avrebbe cercato di salvarlo, per lo meno ci avrebbe provato. Boromir suonò il corno di Gondor che Lilia sapeva sarebbe stato udito non solo da Aragorn, che si diresse verso di loro, procedendo però a fatica a causa degli attacchi incessanti da parte degli orchetti. Boromir stava cercando di proteggerli. Si era molto affezionato a loro, specialmente a quei due pazzi di Merry e Pipino, quando Lilia vide l'Uruk. In quel momento andò in panico, e, dopo aver avvertito Boromir del pericolo cercò di avvicinarsi a quello quanto più possibile. Lo voleva vedere cadere. Si avvicinava piano, perché gli Orchi erano davvero tanti. Era quasi arrivata vicino a lui che quello scoccò la prima freccia. Lilia rimase immobile. Non aveva il coraggio di girarsi. Non voleva vedere nessuno trafitto da quella freccia, ma quando vide il sorriso sulla bocca del mostro, e lui che si preparava a tirarne una seconda, e una terza, non ci vide più. Con uno scatto, appena quello aveva scoccato anche la seconda, gli arrivò alle spalle. Lo trafisse alla schiena due volte, facendolo perire, ma poi venne catturata per prima e portata nuovamente verso gli amici, che erano stati afferrati anche loro. Passò accanto a Boromir, che era inginocchiato a causa delle frecce, ma che non si perdeva d'animo. Lilia sperò che essendo stato colpito solo due volte si salvasse. D'altronde quell'uomo era d'acciaio, ma non sapeva che quelle frecce erano state bagnate con un potente veleno e che quindi Boromir era destinato a perire lì. Difendendo loro e dimostrando quale fosse il valore degli uomini di Gondor.

-Boromir! Boromir! Perdonami! Boromir!- Gridò lei cercando in tutti i modi di liberarsi, prima che uno degli orchetti la colpisse alla testa con qualcosa di duro, facendola svenire.

Aragorn uccise gli ultimi orchetti, poi corse verso Boromir, steso a terra sanguinante.

-Hanno preso i piccoletti!-

-Sta' fermo-

-Frodo? Dov'è Frodo?-

-L'ho lasciato andare-

-Hai fatto quello che io non ho potuto. Ho cercato di togliergli l'Anello.-

-L'Anello è lontano da noi, ora-

-Perdonami. Non l'avevo previsto. Vi ho deluso tutti.-

-No, Boromir. Hai dimostrato coraggio. Hai conservato il tuo onore.- Aragorn cercò di togliere le frecce dal petto di Boromir, che lo fermò.

-Lascia stare! È finita. Il mondo degli Uomini cadrà. Su tutto calerà il buio. E sulla mia città la rovina.-

-Io non so quanta forza c'è nel mio sangue, ma ti giuro, non lascerò che Minas Tirith cada. Né che il nostro popolo fallisca.-

-Il nostro popolo... Il nostro popolo. Io ti avrei seguito, fratello mio. Mio capitano. Mio re.- Queste furono le ultime parole di Boromir, figlio di Denethor.

-Riposa in pace, figlio di Gondor.- Legolas, Gimli e Aragorn poi posero il corpo dell'amico su una nave, e lo lasciarono scorrere verso le cascate di Rauros. A quel punto Aragorn li informò che non avrebbe seguito Frodo, ma non avrebbe lasciato Lilia, Merry e Pipino in balia degli orchi e delle torture che li avrebbero raggiunti senza ombra di dubbio. Legolas e Gimli lo seguirono.

-Viaggeremo leggeri. Andiamo a caccia di orchi.-


Lilia si svegliò dopo quasi due giorni. Era completamente intontita e non dubitava che quel sasso l'avesse anche ferita alla testa.

-Lilia!-

-Pipino! Dove siamo? Cosa è successo?-

-Ci stanno portando verso Isengard! Sono quasi due giorni che siete svenuti tu e Merry! Siete feriti! Lui non si è ancora svegliato...-

-Vedrai che starà bene. Staremo tutti bene, presto. Te lo prometto.-


Per tre giorni Aragorn, Legolas e Gimli corsero. 45 leghe è quanto coprirono. Sapevano che era una dura lotta, e stavano man mano perdendo coraggio. Dopotutto gli Orchi erano partiti con un vantaggio di quasi un giorno. Fino a che, nelle vaste pianure di Rohan, non trovarono una spilla a forma di foglia.

-Questa spilla non è caduta da sola. Le spille elfiche non si staccano, a meno che il possessore non decida di perderla. Ci hanno mandato un messaggio. Sono ancora vivi, o almeno lo erano quando l'hanno lasciata cadere.- Disse Aragorn prima di rimettersi in marcia, seguito dagli altri.

Il giorno successivo un sole rosse spuntò.

-Sorge un Sole rosso... Stanotte è stato versato del sangue.- Disse Legolas. Poi vide dei cavalli correre verso di loro. Era Eomer, cavaliere di Rohan e nipote del re Theoden. L'incontro non fu dei migliori. Eomer era appena stato bandito dallo zio che, malato, era caduto sotto l'influenza di Saruman e di Grima Vermilinguo, che gestiva gli affari di Rohan per ordine del suo padrone. Il re stava talmente male che non si rese nemmeno conto che suo figlio, il suo unico figlio, era stato ferito gravemente e presto sarebbe deceduto a causa di un assalto degli orchi.

-Lo stregone bianco è astuto. Vaga qua e là dicono... Come un vecchio con mantello e cappuccio e ovunque le sue spie sfuggono alle nostre reti.- Disse guardandoli di sbieco.

-Noi non siamo spie. Inseguiamo un gruppo di Uruk-hai diretti a Ovest. Hanno fatto prigionieri tre nostri amici.-

-Gli Uruk sono distrutti. Li abbiamo trucidati stanotte.-

-Ma c'erano tre Hobbit. Hai visto tre Hobbit con loro?-

-Sono piccoli. Dei bambini ai vostri occhi.-

-Non ci sono vivi. Abbiamo ammassato le carcasse e dato fuoco.-

-Morti?- disse Gimli scioccato.

-Mi dispiace.- Rispose Eomer con un cenno affermativo della testa. -Hasufel! Arod! Vi conducano a una sorte migliore di quella dei loro precedenti padroni. Addio. Cercate i vostri amici, ma non fidate nella speranza. Ha abbandonato queste terre. Andiamo a nord!-

I cavalieri così come erano giunti se ne andarono e i tre amici si recarono cavalcando verso il luogo del massacro. Distrutti dal dolore e speranzosi per un possibile errore. Giunti sul luogo dove era avvenuto lo scontro tutto ciò che trovarono furono dei corpi bruciati e una testa di un Uruk infilzata su un palo. Gimli con la sua ascia smuoveva i corpi in cerca di un segno, e trovò una delle cinture degli Hobbit.

-È una delle loro cinture.- Constatò Gimli.

-Che possano trovare la pace dopo la morte.- Disse Legolas in elfico. Aragorn gridò, dopo aver calciato un elmo lontano, inginocchiandosi, distrutto dal dolore e dalla rabbia.

-Non eravamo con loro.- Mormorò Gimli. Erano tutti tristi quando Aragorn trovò vicino a un'ascia dei resti di corde tagliate. Ciò lo aiutò a ricostruire la scena e a capire che i tre, dopo essersi liberati, sfuggendo agli Uruk e cercando di non rimanere uccisi dai cavalieri, si addentrarono nella millenaria foresta di Fangorn.

-Fangorn? Quale pazzia li ha condotti lì dentro?- Disse Gimli. I tre si addentrarono nella foresta, speranzosi di trovare gli amici ancora vivi. Seguivano ogni traccia e Gimli si rese conto che sulle piante era presente sangue di orco. Probabilmente lo stesso che aveva strappato la cintura a uno degli Hobbit. Era morto senza dubbio a giudicare dalla quantità di sangue.

-Queste orme sono strane...- osservò Aragorn

-L'aria è così densa qui dentro...-

-Questa foresta è vecchia. Molto vecchia. Piena di ricordi... e rabbia.- Disse Legolas prima di sentire degli strani versi che aumentarono quando Gimli alzò l'ascia pronto a difendersi.

-Gli alberi parlano tra loro!- Gridò Legolas.

-Gimli, abbassa l'ascia.- Fece cenno Aragorn, non volendo far arrabbiare ulteriormente coloro che vivevano in quella foresta.

-Hanno sentimenti amico mio. Sono stati gli elfi... Risvegliando gli alberi, insegnando loro a parlare.- Legolas

-Alberi parlanti? Di cos'hanno da parlare gli alberi, uhm? Solo della consistenza degli escrementi degli scoiattoli...-

Camminarono ancora un po' e poi Legolas vide qualcosa.

-Cosa vedi?- chiese Aragorn all'amico, che con i suoi occhi da elfo vedeva più lontano di lui.

-Lo Stregone bianco si avvicina.- Con lo sguardo indicò la loro destra.

-Non lasciare che parli. Ci farebbe un incantesimo.- I tre strinsero le loro armi. -Dobbiamo agire in fretta.-

Si girarono di scatto e cercarono di colpirlo, ma erano accecati da una luce fortissima, e lo Stregone rispediva loro, le armi indietro.

-State seguendo le tracce di tre giovani Hobbit.- La voce dello stregone sembrava rimbombare.

-Sono passati di qua l'altro ieri. Hanno incontrato qualcuno che non si aspettavano. Questo vi conforta?-

-Chi sei? Fatti vedere!- Gli gridò contro Aragorn, prima che la luce si affievolisse e loro rimanessero a bocca aperta dallo stupore.


-Merry! Merry!- bisbigliavano Lilia e Pipino all'amico, ancora svenuto. Gli Uruk si fermarono e si incontrarono con altri orchi, provenienti da Isengard.

-Merry! Svegliati! Il mio amico sta male! Vi prego, dategli un po' d'acqua.- Chiese Pipino non accorgendosi di Lilia più avanti di loro che gli faceva cenno di no con la testa.

-Sta male? Dategli un po' di medicina ragazzi!- Un orco infilò nella bocca del povero Hobbit chissà quale schifezza, probabilmente sangue. Acqua di sicuro non lo era, ma Merry si svegliò.

-Smettetela! Lasciatelo in pace!- gridò Merry, preoccupato per il cugino, così come lo era Lilia.

-Perché? Ne vuoi un po', eh?- Pipino restò in silenzio. -Allora non parlare. Zitto!-

-Merry...-

-Ciao Pipino.-

-Sei ferito...-

-Sto bene. Era solo una recita...- disse sperando che il cugino, nonché migliore amico, non i preoccupasse troppo per lui.

-Una recita?-

-Visto? Ho ingannato anche te. Non preoccuparti per me Pipino.- Si sentì un urlo e gli orchi ripresero a avanzare, più veloci di prima. Si erano resi conto che Aragorn, Legolas e Gimli li stavano inseguendo, e non ci tenevano proprio a farsi prendere. Fu a quel punto che Pipino lasciò cadere la sua spilla elfica, sicuro che gli amici l'avrebbero trovata.

A tarda sera gli Uruk si fermarono e buttarono a terra i tre Hobbit di malo modo. Si sarebbero rifiutati di proseguire senza fare una pausa e iniziarono a tagliare gli alberi che si trovavano lì vicino per accendere un fuoco.

-Tz. Aragorn Gimli e Legolas corrono senza sosta, mangiando senza fermarsi per salvarci e questi si fermano perché sono stanchi. Mezze calzette.- mormorò a se stessa Lilia, prima di girarsi e vedere Pipino che si stava avvicinando a Merry, strisciando cautamente. Decise di fare lo stesso e raggiungerli. Merry e Pipino sentirono dei rumori.

-Cosa è stato?- chiese Pipino.

-Gli alberi...-

-Cosa?-

-Ricordi la vecchia foresta ai confini della Terra di Buck? Le voci dicevano che nell'acqua c'era qualcosa per cui gli alberi si allungavano e prendevano vita.-

-Vita?-

-Alberi che sussurravano... Parlavano tra loro. Si muovevano perfino...-

-In realtà mi dispiace correggervi, ma non è stata l'acqua a dare vita agli Ent, anche se Merry ci è andato molto vicino.- Disse Lilia che li aveva appena raggiunti, con fare da maestrina, sorridendogli.

-Lilia!- Gridarono i due assieme. Non abbastanza forte da farsi sentire, comunque.

-Non ti ho vista più...-

-Ero più avanti. Sai, avevo voglia di sgranchirmi le gambe.-

-Non perdi mai il tuo sarcasmo, vero?-

-No, mai. Oh, ragazzi. Se potessi abbracciarvi lo farei... Purtroppo, al momento non posso. Sapete... ho le mani legate.- Li fece ridere appena, quando tutti e tre si girarono spaventati verso gli orchi, visto il silenzio che si era formato.

-Muoio di fame. Sono tre giorni che mangio solo pane pieno di vermi schifosi!- Si lamentò un Uruk gettando a terra del pane che aveva in mano.

-Si! Perché non possiamo avere carne? Perché non loro. Sono freschi, specialmente la femmina... Sembra appetitosa.- Merry e Pipino si avvicinarono di più a Lilia, come a volerla proteggere.

-Loro non sono da mangiare.- Disse un Uruk prendendoli tutti e tre per i mantelli, allontanandoli dagli altri e facendoli alzare.

-Oh... Magari le gambe... Non ne hanno bisogno. Sembrano gustose.- un altro orco si lanciò verso di loro, ma venne respinto indietro dall'Uruk che li aveva fatti alzare.

-Non ti avvicinare! I prigionieri sono per Saruman. Vivi e non contaminati.-

-Vivi? Perché vivi? Sono un bel passatempo?-

-Posseggono una cosa. Un'arma elfica. Il padrone la vuole per la guerra.-

Lilia pestò il piede a Pipino, sapendo che stava per parlare a sproposito. Un orchetto si avvicinò alle loro spalle che gridò.

-Trinciamoli! Solo un boccone!- L'Uruk gli tagliò la testa e informò gli altri che la carne era arrivata nuovamente. Mentre quei vermi si stavano sbranando l'orchetto deceduto i tre iniziarono a strisciare lontano da loro, fino a che non vennero fermati da un orchetto del cavolo.

Cavoli, mi ero scordata di questo!”

-Coraggio, chiamate qualcuno! Guaite. Nessuno vi salverà adesso.- Non ebbe nemmeno modo di finire la frase che venne colpito alla schiena da un palo lanciato dai cavalieri di Rohan. I tre si liberarono dalle corde che gli tenevano legate le mani e se la svignarono nella foresta di Fangorn, dove vennero però seguiti da un orchetto.

Merry e Pipino si arrampicarono su un albero, Lilia anche stava salendo ma l'orchetto l'afferrò per i capelli e la tirava indietro. Lilia urlò per il dolore, poi riuscì ad afferrare un pugnale che aveva preso dall'orchetto morto prima, al di fuori della foresta, e si tagliò i capelli, lasciandolo sbigottito con la sua bionda chioma in mano, prima di pugnalarlo a morte. L'albero su cui si erano arrampicati gli amici però non era un vero albero, e Lilia lo sapeva bene. Quando stava per afferrarla gli parlò.

-La prego signor Fangorn, Barbalbero. Aspetti un attimo. Mi faccia parlare.-

-Come conosci il mio nome, Bru-ra-rum? Parla o stritolo i tuoi amici.- disse stringendo le mani, causando dolore ai due amici.

-Signore. Noi non siamo orchetti. Siamo Hobbit, mezzuomini, della Contea. Non vogliamo farvi del male. Volevamo solo allontanarci dagli Orchi fuori la foresta che ci volevano uccidere. La prego, non faccia del male ai miei amici. Se conosco il suo nome è perché ho sentito molto parlare della storia delle Ere precedenti, e conoscendo gli Ent, essendo questa la foresta di Fangorn, ho pensato che lei fosse Fangorn, conosciuto anche come Barbalbero. Siamo stanchi e sfiniti. La prego, ci porti dallo Stregone Bianco. Le confermerà ciò che ho detto.-

-D'accordo. Vieni qui adesso.- Disse allentando la presa su Merry e Pipino, afferrando Lilia con la stessa mano di Merry.

-Lo stregone bianco?- chiese Pipino.

-Sei per caso impazzita?- le disse Merry.

-Fidatevi di me.- Dopo poco Barbalbero si fermò e li gettò ai piedi di una figura vestita di bianco. Quando gli Hobbit alzarono lo sguardo, due di essi rimasero paralizzati dallo shock. Quello davanti a loro era si lo stregone bianco, ma non era Saruman, bensì Gandalf. Lilia lo abbracciò forte felice che tutto fosse andato bene.

-Oh, Gandalf! Mi sei mancato tantissimo!-

-Ma com'è possibile che tu sia qui?- chiese Merry.

-Miei giovani amici.- Disse Gandalf stringendo a se Lilia e i due Hobbit. -So che siete molto stanchi e che avete affrontato mille pericoli, quindi ho deciso che resterete con Barbalbero. Gli farà bene avere a che fare con voi tre. Noi ci rivedremo fra non molto. La mia presenza è indispensabile altrove. Lilia, confido che gli racconterai tu cosa mi è successo. State bene e non combinate troppi guai.-

-Noi? Guai? Quando mai ne abbiamo combinati...- Fece Pipino con un sorriso ironico sul volto. Finalmente erano contenti, dopo tanto tempo...

Gandalf se ne andò e Barbalbero portò i tre piccoli Hobbit nella sua casa sulla collina. Li informò che avrebbe presto indetto una Entaconsulta e che si sarebbero potuti lavare sotto la cascata che scendeva dietro casa sua. Poi si allontanò.

-Propongo di andare a farci una doccia sotto la cascata e poi vi controllerò le ferite. Ho bisogno di togliermi da dosso questo fetore di orchi.- Disse Lilia avviandosi verso la cascata. I due Hobbit si guardarono, alzarono le spalle e la seguirono.

-Se dipendesse da me laverei anche i vestiti... Anche se mi sa che non si asciugano più poi... Meglio non rischiare.- I ragazzi iniziarono a spogliarsi, fino a rimanere in mutande e si avvicinarono all'acqua gelida della cascata. Anche Lilia si spogliò rimanendo in biancheria e tutti e tre si lavarono di dosso la fatica, la paura, la stanchezza e la puzza che li aveva accompagnati in quei giorni.

-Non ti senti strana con i capelli corti?-

-No, Pipino... Più che altro leggera... mi stanno molto male?- chiese, essendo pur sempre una ragazza e preoccupandosi del suo aspetto.

-No, Lil. Stai molto bene così, non ti preoccupare.-

-Grazie Merry.- Gli sorrise.

Dopo essersi asciugati si rivestirono e Lilia decise che era il caso di controllare le loro ferite, specialmente quella di Merry. Prima diede un occhiata a Pipino, ancora privo di vestiti, ma notò che a parte qualche graffio e livido stava bene, così passò a Merry che invece sapeva essere ferito alla testa.

-Avanti Merry, vieni qua. Fatti vedere quella ferita...- Disse Lilia prendendo dai vestiti la trousse di pezza con le piante guaritrici, assieme a dell'acqua che si trovava in una brocca e a delle bende. Merry si sedette e Lilia iniziò a disinfettarlo con acqua e erbe. L'Hobbit fu molto coraggioso e non emise un lamento.

-Non è molto grave... Per fortuna è una ferita superficiale, ma dovevo vederla, o si sarebbe infettata presto. Merry, hai gli occhi chiusi? Ti faccio male?- l'Hobbit arrossì ma non rispose.

-Lil, penso sia per la vicinanza tra il suo volto e una parte di te molto privata.- La informò Pipino prima di mettersi a ridere.

-Oh. Giusto. Aspetta, mi sposto.- L'Hobbit riaprì gli occhi e Lilia gli fasciò la testa con la manica, di modo che non si sporcasse nuovamente.

-Adesso tocca a te Lil. Anche tu sei ferita. Devo controllarti.- Disse Merry facendoli scambiare di posto.

-Oh, Merry. Non ti preoccupare. Non sarà nulla...- Ma a nulla valsero le sue proteste. Merry la fermò e le controllò per bene il taglio. Anche a lei non era molto profondo, ma era parecchio lungo e stava iniziando a infettarsi. L'Hobbit le pulì la ferita e dopo la fasciò con una benda, lasciandole delle erbe secche che aiutassero a togliere l'infezione.

-Grazie Merry.- I loro volti erano molto vicini e Pipino si stava sentendo di troppo lì, ma Lilia gli schioccò un bacio sulla guancia e si spostò vicino a Pipino, che abbracciò.

-Eru, sono stata così in pena...- Una cosa strana le successe. Iniziò a piangere, lì, sulla spalla di Pipino che la strinse forte.

-Shh... È tutto finito Lil. È tutto finito...- Erano stati dei giorni terribili per i tre ed era logico che la ragazza si sfogasse. Per tre giorni e due notti si tenne l'Entaconsulta indetta da Barbalbero. Le cose andavano per le lunghe e Merry, Pipino e Lilia erano davvero impazienti. Lilia raccontò ai due cosa era accaduto a Gandalf e i due rimasero meravigliati. Non tanto per ciò che era accaduto allo stregone, quanto per il fatto che Lilia sapesse. L'ultimo pomeriggio, il 2 marzo, i tre stavano scherzando fra di loro.

-Adesso sono nuovamente più alto di te.-

-Dammi l'acqua Merry!-

-Lil, ne vuoi un po' anche tu?-

-No, grazie Merry. Ci tengo a restare della mia altezza e non crescere troppo. Bevo solo lo stretto indispensabile. Ti consiglio di girarti.-

-Lil, così non vale! Ci ero quasi...- Si lamentò Pipino facendola ridere. Proprio in quel momento si avvicinò Barbalbero che li informò che avrebbero combattuto Isengard, per vendicare tutti i loro amici uccisi. Lui e Sveltolampo presero i tre amici e insieme agli altri pochi Ent marciarono verso Isengard. Vi giunsero a tarda sera e rimasero inorriditi da ciò che trovarono: pozzi eruttanti fumi e fuochi avvelenati, alimentati dai poveri resti degli alberi amici degli Ent. Questi si resero conto che l'unico modo per fermarli era deviare il corso del fiume Isen, di modo che allagasse le caverne contenenti le fucine dello stregone. Tutto fu allagato, Saruman e Vermilinguo imprigionati sulla Torre e agli Hobbit l'acqua arrivava alla vita.

-Non sembra molto contento, vero?- Fece Merry, vedendo Saruman affacciato dal balcone che si guardava attorno spaventato.

-Forse non lo è per niente.- Constatò Pipino.

-Eppure immagino che la vista sia piacevole da lassù...- Disse Merry

-Oh, si! È una costruzione di qualità. Dicono che i sostegni sono molto buoni.-

-Ragazzi, se la finite con il vostro teatrino, che è comunque molto simpatico, vi consiglio di venire un po' a vedere qui.- Gli disse Lilia, qualche metro dietro di loro. I due le si avvicinarono e sorrisero.

-La dispensa di Saruman!?-

-Non ci posso credere...-

-Non può essere...-

-È lei.-

-Foglia di Pianilungone... La migliore erba-pipa del Decumano Sud.-

-Visto? E ce n'è un barile per ciascuno di voi, visto che io non fumo.-

-Aspettate. Per voi va diviso con Barbalbero?- chiese Pipino, buono e ingenuo come al solito.

-Diviso? No! No... Pianta morta e tutto il resto... Non credo che capirebbe. Magari è un parente lontano...- Continuò Merry a denti stretti.

-Oh... Ci sono. Non avere fretta.- Disse toccandosi il naso come qualcuno che ha appena fiutato qualcosa.

-Esatto. Bru-ra-rum.- Imitò Merry, facendo ridere gli altri due.

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Capitolo 7
*** Le Due Torri - II capitolo ***


Ecco il penultimo capitolo de Le Due Torri. Spero vi sia piaciuto il precedente e vi piaccia anche questo. Si vede che dei tre è il libro che mi aggrada di meno :P

Ringrazio tutti coloro che leggono e

nini superga per averla messa fra i preferiti

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ per averla messa fra le seguite.

Baci! *_*




Nel contempo Legolas, Aragorn e Gimli rimanevano strabiliati nel constatare che lo Stregone Bianco era niente di meno che il loro amico perduto Gandalf. Legolas si inginocchiò, chiedendo scusa per non averlo riconosciuto.

-Perdonami. Ti ho scambiato per Saruman.-

-Io sono Saruman. O meglio Saruman come doveva essere.-

-Tu sei caduto.- Disse Aragorn a denti stretti, non volendo credere a ciò che vedevano i suoi occhi.

-Attraverso l'acqua, e le fiamme... Dal torrione più basso alla cima più alta ho lottato con lui. Il Balrog di Morgoth. Alla fine ho abbattuto il mio nemico e ho scaraventato la sua carcassa contro il fianco della montagna. L'oscurità mi ha avvolto e ho errato fuori del pensiero e del tempo. Le stelle compivano il loro giro e ogni giorno era lungo come una vita terrena. Ma non era la fine. Ho sentito la vita in me, di nuovo. Sono stato rimandato qui a terminare il mio compito.-

-Gandalf.- disse Aragorn dopo aver ascoltato la storia dello Stregone.

-Gandalf? Si... È così che mi chiamavano... Gandalf il Grigio. Era quello il mio nome. Io sono Gandalf il Bianco. E ritorno da voi ora, al mutare della marea.-

-Una fase del vostro viaggio è terminata. Un'altra inizia. Dobbiamo andare a Edoras di volata.-

-Edoras? Non è certo breve la distanza.- Disse Gimli.

-Abbiamo sentito di guai a Rohan, di una malattia del Re.- Disse a Gandalf Aragorn.

-Si, e non sarà facile da curare.-

-Allora abbiamo fatto tutta questa strada per niente. Dobbiamo lasciare quei poveri Hobbit qui in questa orrida, buia, fetida, infestata dagli alberi...- Disse Gimli prima di spaventarsi a causa di un verso di Ent.

-Voglio dire incantevole, incantevolissima foresta.-

-Non è stato il puro caso a condurre Merry, Pipino e Lilia a Fangorn. Un grande potere dorme qui da molti lunghi anni. Il loro arrivo sarà come la caduta di sassolini che dà inizio a una valanga, in montagna.-

-In una cosa non sei cambiato caro amico. Parli sempre per enigmi.- Disse Aragorn dopo che Gandalf si era avvicinato con l'orecchio per sentire meglio, facendolo ridere.

-Sta per accadere una cosa che non accadeva dai Tempi Remoti. Gli Ent si sveglieranno bruscamente e scopriranno di essere forti.-

-Forti? Oh che bello!- Disse Gimli cambiando tono dopo l'ennesimo verso degli Ent.

-Smetti di crucciarti, mastro nano. Merry, Pipino e Lilia sono al sicuro. In effetti molto di più di quanto stai per esserlo tu.-

-Questo nuovo Gandalf è più burbero di quello vecchio.- I quattro abbandonarono Fangorn, dirigendosi a Edoras, capitale del regno di Re Theoden. Arrivarono al palazzo d'oro di Meduseld e, come li aveva già informati Gandalf, non furono bene accolti. Gli fu ordinato di lasciare tutte le armi e Gandalf riuscì a portare con se il bastone solo con uno stratagemma che vedeva in ballo la sua vecchiaia. Quando entrarono si resero subito conto che grave era la situazione. Theoden sembrava più vecchio di Aragorn, cosa impossibile, e Grima Vermilinguo teneva ufficiosamente sotto controllo tutta Rohan, per ordine di Saruman.

-Tarda è l'ora in cui questo stregone decide di apparire. Rockspell io lo chiamo. Il malaugurio è un cattivo ospite.- Inveì Grima avanzando verso i quattro.

-Silenzio! Tieni la tua lingua forcuta tra i denti. Non ho attraversato fiamme e morte per scambiare parole inconsulte con un insulso verme.- Puntò verso di lui il suo bastone, cosa che fece spaventare Grima che indietreggiò.

-Il bastone. Vi avevo detto di prendere il bastone dello stregone!- Legolas, Aragorn e Gimli si occuparono dei soldati, lasciando a Gandalf il tempo di estirpare dal corpo del Re, Saruman.

-Theoden, figlio di Thengel. Troppo a lungo sei rimasto nell'Ombra. Ascoltami! Io ti libero dall'incantesimo.- Gandalf pose le mani di fronte a sé, verso il Re, che però iniziò a ridere e parlò con la voce di Saruman mista a quella di Theoden.

-Non hai alcun potere qui, Gandalf il Grigio.- Gandalf si tolse il Grigio mantello che lo copriva, mostrando la sua elevazione di grado.

-Io ti estirperò Saruman, come il veleno viene estirpato da una ferita.- Eowyn, la nipote del re si lanciò verso lo zio, volenterosa di aiutarlo, ma venne fermata da Aragorn che le intimò di aspettare.

-Se io me ne vado, Theoden morirà.-

-Non hai ucciso me, non ucciderai lui.-

-Rohan è mia.-

-Vattene!- Saruman abbandonò il corpo del Re che prese a ringiovanire e, una volta tornato sano, cacciò dal suo regno Grima, che tornò strisciando da Saruman. Si tennero poi i funerali per Theodred, con grande disperazione del Re, che mai avrebbe voluto seppellire il suo unico figlio e erede e di Eowyn, che aveva sì ritrovato uno zio, ma aveva perso il cugino. Theoden si rese conto che la guerra incombeva e decise che la sua gente sarebbe stata più protetta al Fosso di Helm, che già in passato li aveva salvati e sperava l'avrebbe fatto di nuovo. Gandalf era di parere contrario, ma cavalcò Ombromanto e parlò con Aragorn.

-Attendi il mio arrivo, alla prima luce del quinto giorno. All'alba guarda ad est.- Poi si diresse a Nord.

Durante il lungo cammino che andava da Edoras al Fosso di Helm l'esercito di Rohan già perse dei valorosi soldati a causa di un attacco da parte dei mannari, mandati da Saruman. I Rohirrim ebbero la meglio e quasi tutti riuscirono ad arrivare al Fosso, dove prepararono la difesa alle mura. Un soldato di vedetta li informò che l'esercito di Saruman si stava avvicinando e che esso era formato da almeno diecimila tra Orchi e Rinnegati. Erano stati creati appositamente per distruggere il mondo degli Uomini il più velocemente possibile.

Theoden ordinò che uomini e ragazzi, tutti coloro che fossero in grado di reggere un'arma, combattessero contro le armate di Isengard. Il Re era sicuro che nessuno avrebbe mai creato una breccia nelle mura e sarebbe arrivato nel Trombatorrione. Decise che avrebbero protetto la strada e la porta dall'alto. Mandò dei messaggeri, ma in pochi risposero. Le donne e i bambini vennero mandati nelle grotte e gli uomini si prepararono a una fine imminente. La battaglia fu dura. Vermilinguo aveva informato Saruman di un condotto fognario, unico punto debole delle mura, e Saruman, da stregone qual'era, ne aveva approfittato, riempiendo di polvere da sparo due enormi botti di ferro. Queste causarono una breccia nelle mura e i soldati furono costretti a ripararsi nell'anello più alto e successivamente si ritirarono all'interno del palazzo. Gimli e Aragorn proteggessero l'ingresso per quanto poterono. Il nano e l'elfo avevano fatto una specie di scommessa su chi avrebbe ucciso più orchetti. Sarebbe stata una scena comica se la situazione non fosse stata tanto disperata. Quando si ritirarono nel palazzo, chiusi dentro, Theoden aveva capito che quella era una sconfitta, ma Aragorn lo spronò.

-La fortezza è stata conquistata. È finita.- disse Theoden amareggiato.

-Avevi detto che non sarebbe mai caduta finché i tuoi uomini la difendevano. La difendono ancora! Sono morti per difenderla. Non c'è un'altra via per le donne e i bambini per uscire dalle grotte?- Chiese Aragorn. Theoden non rispose. -Non c'è un'altra via?-

-C'è un passaggio. Conduce alle montagne. Ma non andranno lontano. Gli Uruk-hai sono troppi.- Rispose Huma, condottiero di Rohan.

-Che le donne e i bambini si dirigano al valico tra le montagne. E barricate l'entrata.-

-Quanta morte... Cosa possono gli uomini contro un odio così scellerato?- Disse Theoden, riprendendo il dono della parola.

-Vieni fuori con me. Affrontiamoli a cavallo.-

-Per la morte e la gloria.-

-Per Rohan... per il tuo popolo.-

-Si, si! Il corno di Helm Mandimartello suonerà nel fosso, un'ultima volta! Fa che questa sia l'ora in cui sguainiamo le spade insieme. Feroci atti sveglia, non per collera, non per rovina o la rossa aurora. Forza Eorlingas! Carica!-

I condottieri rimanenti salito a cavallo e andarono contro gli Uruk, quando il sole si levò alto nel cielo e Aragorn ricordò le parole di Gandalf. Fu allora che il rimanente esercito di Rohan vide a est Gandalf, seguito da Eomer e i Rohirrim che distrusse l'esercito di Isengard e condusse i restanti verso Fangorn, dal qual luogo non fecero più ritorno. Poi Gandalf, Legolas, Gimli, Theoden, Eomer e Gamling si diressero a Isengard, per parlare con Saruman. Arrivarono il giorno successivo e seduti sulle mura che circondavano la torre, trovarono Merry, Pipino e Lilia seduti a scherzare, banchettare e fumare, o meglio, i primi due a fumare. Lilia faceva solo qualche tiro ogni tanto, un po' dall'uno e un po' dall'altro, per non scontentare nessuno. Quando li vide Lilia saltò giù dal muro, direttamente addosso ad Aragorn, che la prese al volo, troppo felice per restare a scambiare battute come facevano i suoi due amici. La cosa lasciò leggermente allibiti Theoden, Eomer e Gamling che non capivano come un Re potesse accettare un simile comportamento, ma lasciarono correre. Dopo tutto Aragorn non era un re qualsiasi. Poi tutti insieme, si diressero sotto il balcone di Orthanc, a parlare prima con Barbalbero che li informò che Saruman era rinchiuso nella torre e poi con Saruman. Gandalf voleva Saruman vivo, sperava di poterlo riportare sulla retta via e quanto meno che parlasse e li informasse dei piani di Sauron.

Saruman tentò per primo di riassumere sotto il suo controllo la volontà di Re Theoden, con parole ovattate, ma questi rifiutò definitivamente ogni legame con lo Stregone, poi, cosa che Lilia non si sarebbe mai aspettata, si rivolse a lei.

-Cara Lilia. Perché non sali? Potresti unirti all'Oscuro Signore. Ci saresti molto utile con le tue conoscenze... Saresti largamente ricompensata da Sauron il Grande. Potresti avere qualsiasi cosa desideri. Basta solo che accetti di unirti a noi.-

-Non lo farei nemmeno per tutto l'oro del mondo, sporco traditore! Se non fosse per te adesso tutto sarebbe diverso!-

-Già... Perché tu sai... Ma loro sanno perché sei qui? Nel nostro mondo? O non gli hai detto nulla, piccola insulsa Mezzosangue!- Tutti si Girarono verso Lilia. Erano per lo più sospettosi, soprattutto i tre signori di Rohan. Aragorn la strinse forte a sé, cercando di trasmetterle con quell'abbraccio tutto l'amore possibile. Sicuramente questo discorso rendeva effettivo il timore di Galadriel quando disse che sentiva che qualcosa stava cambiando e che se Lilia non fosse giunta lì si sarebbe corso il rischio che i fatti non si svolgessero come nel libro, rischiando la libertà dei Paesi liberi della Terra di Mezzo. Ma se invece le cose stessero cambiando perché Lilia era giunta lì? Era una domanda che si poneva spesso, ma alla quale non sapeva dare una risposta.

Poi parlò Gandalf, distogliendo il pensiero dello Stregone dalla giovane ragazza, a causa del quale aveva perso ogni potere, e gli chiese di fornirgli informazioni, di modo che altre vite fossero risparmiate. Mentre discutevano Grima lanciò quella che per lui era solo una pietra addosso a Saruman, mancandolo e facendola cadere giù dalla torre. Saruman lanciò un terribile urlo perché quella pietra era in realtà il Palantir che usava per dialogare con Sauron. Pipino scese da cavallo e lo prese fra le mani, come se una forza lo attirasse verso quell'oggetto maledetto, ma Gandalf glielo strappò subito. I 10 si diressero cavalcando ad Edoras, Merry dietro a Gandalf, Pipino dietro a Eomer e Lilia dietro a Aragorn. La ragazza si fece promettere da Aragorn che se non ce l'avesse fatta a arrivare alla fine di tutto, lui avrebbe raccontato agli amici quale fosse la verità su di lei, anche se sperava di riuscirlo a fare da sola. Quella sera tutti banchettarono e bevvero, festeggiando la vittoria contro le truppe di Saruman, Merry e Pipino saltarono su un tavolo e iniziarono a cantare canzoncine della Contea, applauditi dagli spettatori, trascinati dal ritmo veloce della canzone. Lilia però dopo essere stata tanto tempo in compagnia dei due amici, si sentì improvvisamente triste. Si allontanò e uscì fuori dal palazzo. Affacciata sulle pianure sconfinate di Rohan il suo pensiero andò a Frodo. Aveva perso il senso del tempo e si chiedeva cosa stesse facendo e se stesse bene.

Sicuro che sta bene, Lil. Sam è con lui.”

La sua bocca si mosse prima che si rendesse conto di cosa stava cantando. Sembrava mossa da una forza più forte.


La voce dell’amore
di te mi parlerà
Ti sento qui vicino a me
speranza mi darà
La voce dell’amore
nel cielo volerà
Io chiudo gli occhi
ed ora sono là
Tu sei la luce dell’alba
gioia e calore mi dai
Tu le miei notti

per sempre riempirai
La voce dell’amore
ti dice che verrò
Io troverò la strada e poi
da te arriverò
Lo sento nel mio cuore
che ti ritroverò
E insieme a te
io sola non sarò
Per tutta la mia vita
ed oltre questa vita
Soltanto te amore
io vorrò...


-È una canzone molto bella, anche se triste. A chi stai pensando, amica di Rohan?- Era Eowyn, che, avendo sentito cantare Lilia, le si era avvicinata e l'aveva ascoltata.

-A una persona molto lontana, mia Signora, a cui tengo particolarmente e che temo che non rivedrò mai più.-

-Il mio cuore mi dice che non sarà così. Adesso perché non vai a riposare? Sono sicura che sarai stanca. Spesso nei nostri sogni ci appaiono le persone che vorremmo accanto, di modo da essere felici, anche se solo per un attimo.-

-La ringrazio delle parole, dama Eowyn. Le auguro una buona notte.-

-Che sia una buona notte anche per te, cara Lilia.-

La ragazza andò a dormire, seguita dopo poco da tutti gli altri, felici come non mai per quella vittoria che sembrava impossibile e speranzosi per ciò che sarebbe presto accaduto.

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Capitolo 8
*** Le Due Torri - Fine ***


Scusate, oggi vado davvero di fretta... Devo scendere di casa fra 10 minuti e mi devo ancora vestire.

Ringrazio tutti coloro che leggono e

nini superga per averla messa fra i preferiti

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 per averla messa fra le seguite.

Un bacio a domani (con calma) =D




Era tarda notte ma Pipino non riusciva a prendere sonno. Nella sua mente vi era solo una cosa: il Palantir e il suo desiderio di vederlo ancora una volta. Si alzò, svegliando Merry e Lilia.

-Che cosa fai?- chiese Merry, ma Pipino non rispose. Si fermò davanti a Gandalf e dopo essersi assicurato che stava dormendo gli sottrasse il Palantir. Lilia afferrò la mano di Merry con la sua e la tenne stretta, spaventata anche se conscia di quanto stava per accadere.

Pipino prese il Palantir fra le mani, che presto si ritrovarono come incatenate all'oggetto, mentre si vedeva chiaramente il grande Occhio, al suo interno. Strani versi si udivano provenire dall'oggetto e Pipino era sempre più spaventato, terrorizzato. Sembrava lo stessero torturando. A quel punto Merry urlò, Gandalf si svegliò e Legolas e Aragorn accorsero vicino all'amico. Aragorn gli strappò dalle mani il Palantir che si incatenò per un istante alle sue, facendolo svenire per qualche attimo fra le braccia di Legolas. Il Palantir rotolò e venne coperto da Gandalf, che ne fermò la corsa. Poi inveì contro Pipino, ma lo trovò come pietrificato, sul pavimento. Le mani ancora nella stessa posizione con cui teneva stretto l'oggetto. Lilia stretta fra le braccia di Merry, terrorizzata. Proprio non si aspettava una cosa simile. Merry era sicuramente il più arrabbiato di tutti. Non sopportava di allontanarsi dal cugino e che questo, a causa della sua curiosità, si mettesse sempre nei guai. Quando Pipino si riprese Gandalf lo interrogò. L'Hobbit gli disse che aveva dovuto dire a Sauron che era un Hobbit, ma non aveva detto nulla né di Frodo né dell'Anello, ma che aveva visto un albero bianco morto, in un cortile di pietra. Gandalf capì che adesso Sauron era convinto che Pipino possedesse l'Anello e che la prossima mossa dell'Oscuro Signore sarebbe stata di attaccare Minas Tirith. Così prese Pipino con se e in groppa a Ombromanto corse verso la Città Bianca per avvertire il Sovraintendente, Denethor, padre del compianto Boromir. Lontano da Rohan. A Gondor.



Mentre ai sei, o per meglio dire, sette, succedeva tutto questo Frodo e Sam attraversavano l'Emyn Muil, desiderosi di arrivare dall'altra parte. Purtroppo questo loro desiderio non sembrava avverarsi e spesso il loro percorso si incrociava con strade già prese, facendoli rimanere bloccati lì, su quelle montagne deserte, come unica “compagnia”, se così la si poteva definire, Gollum, che non li perdeva di vista. Una sera, mentre erano intenti a cercare la giusta strada, videro Gollum che seguiva le loro tracce, così gli tesero un agguato e, dopo aver combattuto contro la creatura, lo catturarono. Gollum non faceva che piangere e gridare, anche a causa della corda elfica che teneva legata al collo e che non riusciva proprio a sopportare. Frodo e Sam sapevano fin troppo bene che non potevano proseguire così, o sarebbero stati presto scoperti e la loro missione sarebbe fallita. Gli restavano non molte scelte a quel punto. Se l'avessero lasciato legato lì sarebbe morto e se l'avessero liberato avrebbe potuto vendicarsi per il trattamento ricevuto. Sam era molto tentato di lasciarlo lì a marcire, ma Frodo venne mosso dalla pietà, così gli promise che se avesse giurato fedeltà al Portatore dell'Anello, lo avrebbe liberato dalla corda che lo legava. Gollum giurò, divenne servizievole e li condusse fuori dall'Emyn Muil. Chissà quanto ci avrebbero impiegato senza il suo aiuto. Una volta usciti da quel labirinto gli fece attraversare con sicurezza le Paludi Morte che si estendevano dall'Emyn Muil fino ai confini della terra di Mordor. Era sì il passaggio più pericoloso da percorrere, ma anche il più sicuro giacché gli orchi non lo usavano, ma allungavano la strada per miglia e miglia a Nord. Quelle paludi racchiudevano nei loro acquitrini i corpi di coloro i quali erano deceduti durante la prima battaglia con Sauron, e presso ogni corpo una lucina era accesa, a voler attirare coloro che le attraversavano, conducendoli alla morte.

-Le Paludi Morte... Si, si. Così si chiamano. Per di qua. Non seguite le luci.- disse Smeagol, quando Sam mise un piede nell'acqua per sbaglio lui continuò.

-Fate attenzione! Dove gli Hobbit vanno per unirsi ai loro morti accendono delle piccole candele.-

Frodo però fu come attirato da una di quelle candele e cadde nell'acqua, dove gli spiriti dei caduti lo circondarono. Stava per annegare quando Gollum lo tirò fuori, salvandolo.

-Non seguite le luci!-

L'Anello ossessionava il giovane Hobbit e più si avvicinava a Mordor più esso si faceva pesante. Stava notti intere a guardarlo, senza dormire, senza mangiare. Sembrava strano, ma l'unico che lo poteva capire a quel mondo era proprio Gollum, che era da mezzo millennio sotto i suoi influssi malefici. Mentre era steso a osservarlo una notte, mentre attraversavano le Paludi sentì Gollum parlare da solo.

-Così brillante... Così bello... Oh... Tesoro!-

-Che cosa hai detto?-

-Il padrone dovrebbe riposare. Il padrone deve conservare le forze.-

-Chi sei tu?-

-Non ce lo chiedere. Non sono affari tuoi. Gollum. Gollum.-

-Gandalf mi ha detto che sei un abitante del fiume.-

-Fredda la mano, le ossa e il cuore. Freddo è il corpo del viaggiatore.-

-Ha detto che la tua vita era una triste storia.-

-Non vede quel che il futuro gli porta quando il Sole è calato e la Luna è morta.-

-Non eri molto diverso da un Hobbit una volta. Non è vero... Smeagol?-

-Come mi hai chiamato?-

-Questo era il tuo nome una volta, non è così? Molto tempo fa.-

-Il mio nome. Il mio nome... Smeagol.- Disse quasi sorridendo per la scoperta che aveva appena fatto. Fu probabilmente proprio quel fatto che portò al, se così si può dire, successivo litigio fra Smeagol e Gollum, con la vittoria del primo che divenne ancora più servizievole e gentile, specialmente verso Frodo e che cercava anche di rabbonire Sam il quale però diffidava dell'atteggiamento della creatura. Probabilmente sarebbe stato più tranquillo se avesse cercato di scappare o di strangolarli, almeno avrebbe mostrato le sue intenzioni apertamente. Superarono incolumi le Paludi e giunsero finalmente al Morannor, al nero cancello. Quando però Sam e Frodo tentarono di avanzare per infilarsi all'interno assieme ai Sudroni che passavano, Gollum li bloccò. Sapeva benissimo che era una missione suicida e l'ultima cosa che voleva era che l'Anello cadesse nelle mani di Sauron. Era certamente più facile riprenderselo dalle mani di due Hobbit che da quelle del Signore Oscuro. Così li informò che esisteva un'altra via, sconosciuta agli orchi, che portava a Mordor. Vi era un sentiero, poi delle scale e dopo una galleria. Frodo accettò l'offerta della strada alternativa quando vide il cancello chiudersi avanti a lui. Sam era del tutto contrariato all'idea di seguire Gollum, ma non voleva andare contro le decisioni di Frodo. Lo avrebbe seguito in capa al mondo se necessario, e in effetti era proprio ciò che stava facendo.

Gli Hobbit attraversarono la regione ancora verde dell'Ithilien. Camminavano di notte per non attirare su di loro i seguaci di Sauron, ma tra quei verdi alberi, i loro spiriti si sentivano più leggeri, come se un peso gli fosse stato tolto dalle spalle.

Fu in quelle sere che Smeagol ebbe un discorso con Gollum che portò alla rottura, anche se momentanea, fra i due.

-Lo vogliamo. Ci serve. Dobbiamo avere il tesoro. Ce l'hanno tolto, rubato. Meschini piccoli Hobbit. Malvagi, infidi, falsi.-

-No. Non il padrone.-

-Si, tesoro. Falsi. Ti imbroglieranno, feriranno. Mentiranno. -

-Il padrone è mio amico.-

-Tu non hai nessun amico. Non piaci a nessuno.-

-Non ascolto. Non ascolto.-

-Sei un bugiardo e un ladro.

-No.-

-Assassino.- Smeagol si mise quasi a piangere.

-Va' via.-

-Va' via?!- Gollum disse, sbottando in una cinica risata.

-Ti odio. Ti odio!-

-Dove saresti senza di me? Gollum. Gollum. Io ci ho salvati. Sono stato io. Siamo sopravvissuti per merito mio!-

-No. Non più.-

-Come hai detto?-

-Il padrone si cura di noi, ora. Non ci servi più.-

-Cosa?- chiese Gollum non credendo alle sue orecchie.

-Vattene ora e non farti rivedere.-

-No!-

-Vattene ora e non farti rivedere.-

-Grrr...-

-Vattene ora e non farti rivedere! Noi gli abbiamo detto di andare via e lui via se ne va, tesoro! Smeagol è libero!- Gollum se ne era andato, lasciando dopo tanto tempo Smeagol da solo, che sembrava felice come non mai, e pieno di forze. Non litigava quasi più nemmeno con Sam. Durante una pausa diurna, Sam chiese a Smeagol di cacciare due conigli, visto che moriva di fame e non ce la faceva più a mangiare solo Pan di Via. Gollum glieli procurò, ma quando accesero un piccolo fuoco per cucinarli, attirarono l'attenzione di una pattuglia di soldati di Gondor, che si trovava in quelle regioni per sabotare il cammino degli uomini del Sud. Sam e Frodo furono catturati e vennero condotti al cospetto di Faramir, capitano di Gondor, fratello del deceduto Boromir, a Henneth Annun.

-I miei mi dicono che siete spie degli Orchi.- esordì Faramir.

-Spie? No. Aspetta un momento!- disse Sam, non apprezzando il paragone.

-Se non siete spie allora chi siete? Parlate!-

-Siamo Hobbit della Contea. Frodo Baggins è il mio nome, e lui è Samvise Gamgee.-

-La guardia del corpo?-

-Il giardiniere.- disse Sam con sufficienza.

-E dov'è il vostro amico furtivo? Quella creatura errante... Di aspetto sgradevole.-

-Non c'è nessun altro. Siamo partiti da Gran Burrone con otto compagni. Uno l'abbiamo perso a Moria. Due erano miei congiunti e una era una ragazza, ospite di Re Elrond. C'erano anche un Nano, un Elfo e due Uomini. Aragorn figlio di Arathorn e Boromir, di Gondor.-

-Sei amico di Boromir?-

-Si... Da parte mia.-

-Ti addolorerà sapere che è morto.-

-Morto? Come? Quando?- Chiese Frodo sconvolto, che era ovviamente all'oscuro dell'avvenimento in questione.

-Eri un suo compagno. Speravo lo dicessi tu a me.-

-Se è successo qualcosa a Boromir vorrei che tu ce lo dicessi.-

-Il suo corno è stato trovato sulla riva del fiume, circa sei giorni fa. Era spaccato in due. Ma più di questo lo sono il mio cuore. Era mio fratello.-

Frodo, Sam e Faramir parlarono a lungo e quando si resero conto che avrebbero potuto difarsi dell'uomo, lo misero a conoscenza della loro missione. Anche se per un istante Faramir pensò di prendere l'Anello e portarlo dal padre, si evidenziò esattamente per la persona che speravano che fosse. Saggio e pieno di compassione per Frodo e la sua missione. Quella sera dormirono con i soldati di Faramir, ma all'alba il Capitano svegliò Frodo, informandolo che Gollum sarebbe stato ucciso, in quanto, poiché stava cercando cibo nella cascata, aveva rotto il segreto di quel posto, ma Frodo intercedette per lui e garantì che non avrebbe rivelato la loro posizione. Gollum venne catturato e bendato e in seguito rilasciato per continuare a guidare i due Hobbit, ma quello venne preso dalla creatura come un tradimento e la natura ostile tornò a galla. Faramir fornì agli Hobbit vivande fresche, per somma gioia di Sam che non ne poteva più del Lembas, e li lasciò liberi di compiere portare a termine la loro missione.

I tre si recarono attraverso l'Ithilien verso Minas Morgul, la Torre degli Spettri. Nei tempi antichi era conosciuta come Minas Ithil, la Torre della Luna. Un tempo una meravigliosa fortezza che custodiva uno dei sette Palantir e, fuori della quale, sorgeva il Bianco Albero dei Re che Isildur stesso aveva piantato. Venne poi conquistata dai Nazgul che la portarono alla rovina. Adesso nessuno più vi si avvicina tanto è il Male che la abita.

Gollum li condusse, come aveva promesso, verso le scale di Minas Morgul, che gli avrebbero fatto raggiungere Cirith Ungol. Le scale erano molto alte. Una strada impervia, che in certi punti li rendeva visibili alle spie di Sauron. Non avevano ancora iniziato a salire che le porte dell'antica città si aprirono e da esse un esercito di Orchetti e dal Re Stregone di Angmar. Gli hobbit si nascosero dietro un masso e aspettarono che si allontanassero, sperando di non essere scoperti. Ma l'Anello stava spingendo Frodo a infilarselo, facendosi scoprire dall'occhio e dai suoi servi. Il suo volere era forte e difficilmente l'avrebbe contrastato se Sam non gli avesse afferrato le mani che si stavano avvicinando troppo alla catena che portava al collo. Non furono scoperti e poterono iniziare a salire le scale, evitando di fermarsi in luoghi esposti e troppo spesso.

A un certo punto, lungo la salita, dopo il passaggio dell'esercito e del signore degli Spettri, il morale di Frodo finì sotto terra.

-Non posso farlo, Sam.-

-Lo so. È tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Ma ci siamo. È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il Sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.

-Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?-

-C'è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.-

Mentre riposavano, nei pressi della galleria, Gollum sparì e non lo videro tornare per molto tempo. Ma lui tornò da loro e li condusse fino alla galleria dove, loro non potevano saperlo, Gollum aveva progettato di farli uccidere.

Entrarono in quel luogo e vennero subito avvolti dall'oscurità. Oscurità che unita all'odore immondo gli tolse il respiro e li affaticò sia fisicamente che mentalmente. Quella galleria però era piena di passaggi e vie secondarie e strane escrescenze dondolanti dal soffitto. Quando giunsero a metà del tragitto la malvagità che li circondava era talmente forte e potente che per un po' paralizzò le loro menti. Ma gli Hobbit riuscirono a riprendersi e proseguire nel loro cammino ma si resero presto conto che qualcuno li seguiva. Usarono la luce di Earendil che Galadriel aveva donato a Frodo per illuminare il passaggio e lì videro la creatura più terrificante che esistesse. Un ragno gigante che li sovrastava. Shelob si chiamava ed era l'ultima discendente del ragno Ungoliant, che aveva accompagnato Morgoth nella prima Era, per contrastare gli altri Valar. Shelob indietreggiò a causa della potente luce elfica e Frodo e Sam poterono avanzare velocemente dopo essersi liberati di varie ragnatele che ostruivano il passaggio. Colto da uno strano impeto che non riuscì mai a spiegare, Frodo corse fuori dalla galleria urlando e lasciando Sam indietro che lo seguiva veloce, ma la storia purtroppo non era ancora finita. Da un passaggio laterale uscì Shelob, la quale conosceva quel posto molto meglio dei due piccoli Hobbit. Si frappose tra Sam e Frodo e colpì quest'ultimo alla schiena col suo pungiglione enorme e Sam non poté fare nulla per il suo padrone. Era stato fermato da Gollum che li voleva vedere morire entrambi, ma si liberò di lui e, dopo aver combattuto contro il ragno, riuscì a ferirlo e rispedirlo nella sua galleria. Sam si avvicinò a Frodo e lo liberò dalla ragnatela che lo teneva avvolto, ma ormai era tardi. Pianse e pensò cosa fare, poi decise di portare a termine lui la missione affidata al suo padrone e prese l'Anello e Pungolo che sarebbe servita sicuramente più a lui e si diresse verso Monte Fato. Ma si fermò. Delle voci di Orchetti attirati dalle urla di Frodo però si stavano avvicinando e Sam, per proteggersi indossò l'Anello e probabilmente capì anche, con quel gesto, perché Frodo era tanto affaticato e provava tanta pietà per quell'essere meschino che era Gollum. Sam ascoltò i discorsi degli Orchetti e seppe che Frodo era stato solo paralizzato dal mostro, che si divertiva a giocare con le sue vittime e le preferiva vive, e che si sarebbe svegliato dopo qualche ora. Dopo essersi maledetto più volte a causa della sua ingenuità si mise a seguire gli Orchi che camminavano veloci, portando il corpo di Frodo verso la torre di Cirith Ungol per tenerlo prigioniero.

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Capitolo 9
*** Il Ritorno Del Re - Inizio ***


Salve a tutti! Come state? Sono davvero contenta che la mia storia sia letta e apprezzata. Mi fate venire voglia di studiare XD

Vi lascio con il primo capitolo dell'ultimo libro, sperando che vi piaccia e che mi accompagnerete alla fine di questa avventura che mi sono divertita tanto a scrivere. Come sempre ringrazio vivamente coloro che leggono anche senza commentare e inoltre ringrazio

nini superga e Aquamarine per averla messa fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 per averla messa fra le seguite.

Un bacione grandissimo! Buona lettura ^_^





Dopo quattro giorni a cavallo Gandalf e Pipino giunsero a Minas Tirith. Subito Gandalf si recò nella Cittadella per parlare col Sovraintendente Denethor.

-È l'albero. Gandalf. Gandalf.-

-Si. L'albero bianco di Gondor. L'albero del Re. Il sire Denethor tuttavia non è il Re. È solo un Sovraintendente. Un custode del trono. Ora fa' attenzione: il sire Denethor è il padre di Boromir. Dargli notizia della morte del suo amato figliolo non sarebbe saggio. E non menzionare Frodo né l'Anello. E non dire niente nemmeno di Aragorn. In effetti è meglio che non parli, Peregrino Tuc.- Entrarono in questa sala vastissima alla fine della quale vi erano due troni, uno sopra delle scale molto alte, vuoto, l'altro alla sua sinistra, più in basso, sul quale era seduto Denethor.

-Salute a te, Denethor figlio di Echtelion., signore e Sovraintendente di Gondor. Giungo con notizie in quest'ora buia e con consigli.-

-Forse giungi per spiegare questo...- Disse Denethor tenendo in mano il corno di Boromir, spezzato in due. -Forse sei qui per dirmi perché mio figlio è morto.- Gandalf non rispose, ma al suo posto parlò Pipino, facendo la cosa più inappropriata in quel momento.

-Boromir è morto per salvare noi. Il mio parente e me. È caduto difendendoci da molti nemici.- Disse avanzando mentre Gandalf cercava inutilmente di fermarlo.

-Io offro i miei servigi, anche se insufficienti, in pagamento di questo debito.-

-Questo è il primo ordine che ti do: come hai fatto tu a fuggire e mio figlio no, nonostante fosse un uomo possente?-

-L'uomo più possente può ucciderlo una freccia. E Boromir ne è stato trafitto da molte.-

-Alzati.- Gandalf sicuramente non era felice di ciò che aveva appena fatto Pipino. -Mio Signore, ci sarà il momento del cordoglio per Boromir, ma non è adesso. La guerra è in arrivo. Il nemico è quasi alle porte. Come Sovraintendente devi difendere questa città. Dove sono gli eserciti di Gondor? Hai ancora degli amici. Non sei solo questa volta. Manda un messaggio a Theoden di Rohan. Accendi i segnali.-

-Tu credi di essere saggio, Mithrandir. Ma con le tue sottigliezze non hai discernimento. Credi che gli occhi della torre bianca siano ciechi? Io ho visto più di quanto tu non sappia. Con la sinistra mi useresti come scudo contro Mordor e con la destra cercheresti di soppiantarmi. So chi cavalca con Theoden di Rohan. Ah, si. È giunta voce alle mie orecchie di questo Aragorn, figlio di Arathorn e te lo dico ora: non intendo piegarmi a questo Ramingo del Nord, l'ultimo di una cenciosa casata a lungo orbata di signoria e comando.-

Pipino stava iniziando a capire nelle mani di chi si era messo a servizio, e se ne stava pentendo amaramente.

-Non ti è concessa l'autorità per negare il ritorno del Re, Sovraintendente.- Disse Gandalf calcando l'ultima parola. Denethor si alzò dal trono, furioso, e gridò.

-Il regno di Gondor è mio! E di nessun altro!-

Gandalf se ne andò, e Pipino con lui, lasciando da solo il Sovraintendente nella sua ambizione e nei suoi giochi di potere.

Gandalf pensò e alla fine diede a Pipino un compito molto importante, che avrebbe potuto cambiare le sorti di quella battaglia. Pipino dovette salire sulla cima della pira di Gondor e accenderla, di modo che il messaggio di aiuto arrivasse anche a Rohan e potessero essere aiutati. Fortunatamente Pipino si comportò bene e non fallì in questa sua piccola, seppur importante, missione. Nel frattempo, a Osgiliath, Faramir si stava preparando alla prima rappresaglia, assieme ai suoi uomini.


Il messaggio di Gondor arrivò a Rohan e fu visto subito da Aragorn che corse dal Re.

-I fuochi di Minas Tirith! I fuochi sono accesi! Gondor chiede aiuto.-

-E Rohan risponderà. Radunate i Rohirrim. Riunisci l'esercito a Dunclivo. Tutti gli uomini che riesci a trovare. Hai solo due giorni. Al terzo partiamo per Gondor. In guerra.- Disse al nipote Eomer.

-Chiedo scusa. Io ho una spada. Ti chiedo di accettarla. Ti offro i miei servigi, Re Theoden.- Disse Merry inchinandosi. Si vedeva che lui e Pipino erano cugini e cresciuti assieme, si comportavano allo stesso modo quando le occasioni che gli si presentavano erano simili.

-Sono lieto di accettarla. Tu devi essere Meriadoc, scudiero di Rohan.- Merry sorrise felice mentre Aragorn si avvicinava a parlare col Re e Lilia lo raggiungeva. Merry non riuscì a capire cosa avesse detto l'amico a Re Theoden, ma notò che questi guardò Lilia stralunato, prima di annuire con la testa e congedarli. Così partirono per Dunclivo, Eowyn compresa, la quale avrebbe salutato gli uomini dove si sarebbero riuniti gli eserciti, che si sarebbero poi diretti incontro alle armate di Mordor. Merry e Lilia erano seduti sullo stesso cavallo. Lilia sapeva cavalcare bene e il fatto che parlasse l'elfico l'aiutava a interagire con l'animale che le obbediva facilmente. Le faceva piacere stare assieme al suo amico. Almeno poteva chiacchierare con qualcuno e Merry la rincuorava e la distraeva dai nefasti pensieri che le attanagliavano la mente e il cuore.


Intanto a Osgiliath i soldati di Gondor, guidati da Faramir, si davano da fare per respingere gli Orchetti di Sauron, ma purtroppo erano troppi e in continuo aumento. Il giovane, dopo aver discusso un attimo con Madril, diede dunque l'ordine di ritirarsi a Minas Tirith. Proprio mentre ripiegavano sulla città arrivarono i Nazgul, che li attaccarono, facendo molti morti. Se non fosse stato per Gandalf che gli andava in contro con Pipino in sella a Ombromanto, usando il suo potere di stregone bianco, facendo allontanare i Nazgul, probabilmente sarebbero deceduti tutti. Madril purtroppo però non ce la fece e cadde a Osgiliath.

-Mithrandir! Hanno spezzato le nostre difese. Hanno preso il ponte e la sponda ovest. Battaglioni di orchi attraversano il fiume.- Disse Faramir, interrotto da un soldato.

-Come aveva predetto sire Denethor. Da tempo aveva previsto questa rovina.-

-Previsto senza fare nulla!- Gandalf si girò con il cavallo, permettendo agli altri di vedere Pipino. Faramir lo guardò leggermente sconvolto.

-Faramir. Questo non è il primo mezzuomo che incontri sul tuo cammino.-

-No.-

-Hai visto Frodo e Sam?- chiese Pipino aprendosi in un enorme sorriso. Faramir annuì con la testa.

-Dove? Quando?-

-Nell'Ithilien, meno di due giorni fa.- Hobbit e Stregone erano davvero felici, ma il sorriso di Gandalf si spense presto.

-Gandalf, sono sulla strada di Morgul.-

-E poi c'è il valico di Cirith Ungol.- Faramir annuì mestamente.

-Che cosa significa? Che cosa c'è?-

-Faramir, dimmi tutto. Tutto quello che sai.- Faramir gli raccontò tutto, prima di raggiungere il padre nella cittadella. Purtroppo quando si recò al cospetto del padre, questi non fu molto felice dell'iniziativa del figlio di abbandonare Osgiliath e di lasciare che Frodo si recasse a Mordor per distruggere l'Anello che, secondo lui, avrebbe dovuto portare nella Cittadella per tenerlo al sicuro, nascosto. Denethor era decisamente impazzito. Non riusciva più a ragionare e, mentre discuteva con il figlio immaginò di vedere Boromir venire verso di lui. Poi cacciò Faramir di malo modo e gli ordinò di tornare a Osgiliath con i suoi soldati e riprendersi la città.

-Vorresti che i nostri posti fossero scambiati. Che io fossi morto e che Boromir vivesse.-

-Si. Vorrei questo.- mormorò il “padre”, spezzando il cuore di Faramir.

-Sei stato derubato di Boromir. Farò quello che posso in sua vece.- Disse allontanandosi.

-Se dovessi tornare, considerami di più, padre.-

-Questo dipenderà dal modo in cui tornerai.- Faramir se ne andò, ben conscio che quella era una missione suicida, ma obbedì lo stesso al padre, sperando che qualcosa cambiasse nel suo cuore. Non sapeva che in realtà il padre gli voleva davvero un gran bene ma che, non si sa per quale motivo, non glielo dimostrava, cosa che invece faceva con Boromir.


Mentre Faramir cavalcava con i suoi soldati verso Osgiliath, il Sovraintendente che stava pranzando, chiese, o meglio, ordinò, a Pipino di cantare una canzone.


Casa è alle spalle

il mondo avanti


Pipino poteva vedere nella sua mente i cavalli che galoppavano rapidi verso Osgiliath, con i loro cavalieri a bordo, osservati dagli Orchi che avevano invaso la città


Le strade da seguire tante


Gli Orchi aumentarono presso le mura occidentali della città. I cavalieri continuavano ad avanzare


Nell'ombra


Faramir sguaina la spada


il mio viaggio va


Gli Orchetti tirano su gli archi


Finché luce nel cielo sarà


Faramir continua a cavalcare, spada tesa in avanti, quasi come se fosse un prosieguo del suo stesso braccio


Nebbia e ombra

oscurità


Gli Orchetti tendono gli archi


Tutto svanirà


Prendono la mira. I cavalieri sono ormai alla loro mercé.


Tutto sva...


Il loro capo gli ordina di scoccare


...nirà



L'esercito di Rohan era arrivato ormai a Dunclivo. Purtroppo i soldati erano appena seimila. Non sarebbero bastati per spezzare le linee di Mordor, ma d'altronde non avrebbero potuto aspettare a lungo, Gondor non avrebbe resistito a lungo. Potevano aspettare solo fino all'alba, poi sarebbero dovuti partire. Come se non bastasse ai erano accampati proprio sotto la montagna la cui strada conduceva al Dimholt, cosa che rendeva irrequieti uomini e cavalli. Da lì nessuno faceva ritorno. Nel frattempo mentre Lilia stava chiacchierando con Gimli e Legolas, Merry era da Eowyn a farsi aggiustare l'armatura.

-Ecco. Un vero scudiero di Rohan.-

-Sono pronto.- Disse Merry sguainando la spada e rischiando di colpire Eowyn.

-Chiedo scusa. Non è così pericolosa. Non è nemmeno affilata.-

-Eh, non va bene. Non ucciderai molti Orchi con una lama smussata. Forza! Dal fabbro. Corri!-

-Non dovresti incoraggiarlo.- Le disse il fratello mentre Merry correva dal fabbro a farsi affilare l'arma.

-Non dovresti dubitare di lui.-

-Non dubito del suo cuore, ma della portata del suo braccio.-

-Perché Merry dovrebbe restare indietro? Lui ha motivo di andare in guerra quanto te. Perché non può combattere per coloro che ama?-

-Sai poco sulla guerra, come quell'Hobbit. Quando la paura lo coglie e il sangue e le grida e gli orrori della battaglia lo investono credi che starebbe lì a combattere? Scapperebbe, e avrebbe ragione di farlo. La guerra è di competenza degli uomini, Eowyn.- Queste furono le parole di Eomer, che però, invece di farla rassegnare, accrebbero in lei il desiderio di combattere per ciò in cui credeva e dimostrare quanto quelle parole fossero vuote e prive di significato.

Era notte e quasi tutti dormivano, compreso Aragorn, che sognò la sua amata elfa in punto di morte, a causa del dolore che l'affliggeva, quando questi si svegliò di soprassalto e un soldato lo informò che Re Theoden lo attendeva nella sua tenda. Vi entrò e trovò l'uomo intento a parlare con una figura incappucciata. Quando Aragorn entrò il Re si congedò e uscì dalla tenda lasciandogli privacy. La figura si alzò e si tolse il cappuccio, mostrando il volto di Sire Elrond. Aragorn era molto meravigliato di ciò. Elrond gli confermò le sue paure. La donna che amava stava realmente morendo e gli disse che lui stava andando incontro a una sconfitta.

-Vi occorrono più uomini.-

-Non ce ne sono.-

-Ci sono coloro che dimorano nella montagna.-

-Assassini... Traditori... Dovrei chiamarli a combattere? Non credono in nulla. Non rispondono a nessuno.-

-Risponderanno al Re di Gondor.- Disse Elrond cacciando una spada da sotto il mantello. Che gli porse.

-Anduril, fiamma dell'Occidente, forgiata dai frammenti di Narsil.-

-Sauron non avrà dimenticato la spada di Elendil. La lama che fu spezzata farà ritorno a Minas Tirith.- La cacciò dal fodero, ammirandone la bellezza e la maestosità.

-L'uomo che può brandire il potere di questa spada può chiamare a sé un esercito più micidiale di qualunque altro su questa terra. Metti da parte il Ramingo. Diventa ciò che sei nato per essere. Prendi la via del Dimholt. Dai speranza agli Uomini.- Concluse in elfico.

-Non ne ho per me.- Elrond se ne andò e Aragorn si preparò a attraversare la montagna. Da solo. Eowyn lo vide e gli chiese di non andarsene. Avevano bisogno di lui, lei aveva bisogno di lui, ma Aragorn le disse chiaramente che le augurava tutto il bene possibile, ma non poteva ricambiare i suoi sentimenti. Non riuscì a liberarsi di Gimli e Legolas invece, compagni di molte avventure, che vollero seguirlo a tutti i costi. Lilia avrebbe voluto salutarli, ma sapeva che li avrebbe rivisti presto, e poi stava tanto comoda vicino a Merry... La teneva al caldo in quella notte fredda. Era davvero un'ottima persona, avevano legato tantissimo in così poco tempo. Questo le fece pensare che forse aveva preso davvero la strada giusta accettando di seguire i due Hobbit più pazzi di tutta la Terra di Mezzo.

I Rohirrim si scoraggiarono nel veder partire Aragorn, il futuro Re, e capirono che non c'era più nulla da fare, ma Theoden gli disse che sì, avrebbero perso, ma avrebbero combattuto nonostante tutto.

All'alba Eowyn era in piedi, probabilmente non aveva dormito, a osservare il sorgere del Sole, prendendo le sue decisioni. Re Theoden le si avvicinò e le disse che lei avrebbe governato in sua vece e la nipote gli disse che avrebbe obbedito a qualsiasi ordine, senza capire che l'unica cosa che sperava lo zio era che lei vedesse allontanarsi quei giorni bui e tutto il Male di quegli anni.




Ho appena notato che questo capitolo è pieno di discorsi riportati. Mi dispiace, ma pensavo che fosse più semplice per spiegare cosa stava accadendo (e anche più carino per quelli che, come me, adorano il film).

Vi informo inoltre che restano da postare tre capitoli e una sorpresa (che spero vi piaccia), quindi per giovedì dovrebbe essere tutto finito.

Spero ne sia valsa la pena arrivare fino a qui. Un bacio =)

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Capitolo 10
*** Il Ritorno Del Re - II capitolo ***


Ecco un nuovo capitolino, anche se aggiunto in ritardo (a causa del laboratorio di chimica che mi ha fatta tornare a casa nemmeno mezz'ora fa).

Ringrazio sempre coloro che leggono e che mi recensiscono =D e inoltre ringrazio

nini superga e Aquamarine e NiNieL82 per averla messa fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 e fede95 per averla messa fra le seguite.

Un bacio a domani!!! ^_^





Aragorn, Legolas e Gimli, invece, si addentravano nel Dimholt, oscura e desolata. Nessuno la attraversava mai, e coloro che lo facevano non tornavo più. Legolas spiegò a Gimli che lì, molto tempo prima, gli Uomini della Montagna giurarono all'ultimo Re di Gondor che sarebbero andati in suo soccorso, ma, al contrario, fuggirono, rifugiandosi nella montagna. Isildur li maledì e fino a che non avessero adempito la promessa, non avrebbero trovato pace. Adesso Aragorn, erede di Isildur, spronato dal bisogno, li avrebbe richiamati, facendogli compiere ciò per cui aveva giurato. Si addentrarono per la Via dei Morti.


La via è chiusa. Fu creata da coloro che sono morti e i morti la custodiscono. La via è chiusa.


I cavalli fuggirono spaventati a causa di versi sinistri, ma i tre non tornarono indietro. I tre entrarono.


A Dunclivo intanto l'esercito era quasi pronto per partire. Lilia e Merry stavano sellando i pony, quando si avvicinò Re Theoden, il quale disse a Merry che non avrebbe combattuto. Diede un'occhiata a Lilia e se ne andò, lasciando tutti e due esterrefatti.

-Se gli Hobbit non sono adatti a combattere perché tu non puoi e io si?-

-Non lo so Lil. Non lo so.-

-Merry, puoi venire con me a cavallo. Non sarai un fardello. Sarò felice di averti accanto. Non voglio separarmi da te. So che è egoista come cosa e che saresti più al sicuro a Edoras, ma davvero senza di te non ce la faccio.-

-E puoi venire anche con me.- Disse un cavaliere comparso dietro di loro.

-Chi sei?- chiese Merry

-Dernhelm, mi farò chiamare. Puoi venire con me.- Lilia si ricordò quel nome e ebbe la certezza che fosse Dama Eowyn quando alzò appena l'elmo, mostrando il suo volto.

-Mia Signora, potremmo alternaci, così nessuno si stancherà eccessivamente, non crede?-

-Per me va bene. Andiamo.- disse dopo aver fatto salire Merry avanti a sé. Seguendo gli altri e disobbedendo agli ordini di Re Theoden.


Aragorn, Legolas e Gimli intanto attraversavano il passaggio circondati da una sottile nebbia e da resti di scheletri, specialmente crani, che ricoprivano il pavimento, rendendogli difficile avanzare. Finalmente giunsero in un antro apparentemente vuoto dove l'unica cosa presente era una porta molto alta, come una sorta di ingresso, e avanti a questa porta comparve loro uno spirito.

-Chi entra nei nostri domini?-

-Uno che avrà la vostra lealtà.-

-I morti non consentono ai vivi di passare.-

-Invece lo consentirai a me.-

Il Re dei Morti rise, e dalle pareti della montagna uscirono gli spiriti di coloro che prima dimoravano in quel luogo. Assieme ad essi una sorta di città costruita da quegli stessi morti.

-La via è chiusa. Fu creata da coloro che sono morti. E i morti la custodiscono. La via è chiusa.- Il Re dei Morti ripeté le stesse parole incise sull'entrata della montagna e circondarono i tre amici.

-Ora devi morire.- Legolas tese l'arco e Gimli afferrò la sua ascia.

-Io vi invito a rispettare il giuramento.-

-Nessuno tranne il Re di Gondor può comandarmi.- Il Re attaccò Aragorn, che però potè difendersi in quanto la sua spada era creata dai resti di Narsil, appartenuta a Isildur.

-Quella lama fu spezzata!-

-È stata ricostruita.- Disse Aragorn afferrando il Re per la gola, tenendogli contro Anduril.

-Combattete per noi e riacquistate il vostro onore. Cosa rispondete? Cosa rispondete? Io sono l'erede di Isildur! Combattete per me e io riterrò rispettato il vostro giuramento. Cosa rispondete?- Il Re dei Morti rise e tutti iniziarono a svanire, città compresa.

-Avete la mia parola! Combattete e io vi libererò da questa morte vivente! Cosa rispondete?- Tutto svanì. Le mura iniziarono a tremare, la montagna a crollare e i teschi a cadere negli abissi della montagna. Erano un numero fuori dall'immaginabile. I tre corsero verso l'ingresso, verso la salvezza. Dietro di loro il passaggio si chiuse. Potevano vedere le navi nemiche solcare il fiume, dirette a Minas Tirith. Erano tantissime. Poi il Re dei Morti uscì dalla montagna.

-Combatteremo.-


Gli eserciti di Mordor erano ormai giunti alle porte della bianca città. Tra di essi orchi, mannari e troll che spingevano enormi torri verso le mura, con tanto di catapulte e ariete. Un solo cavallo camminava solitario verso la porta, che venne aperta. Trascinato da questo vi era il corpo di Faramir, unico superstite al massacro di Osgiliath. La porta fu chiusa e il suo corpo portato alla Cittadella, al cospetto del padre e di Pipino. Mentre Denethor si disperava per la perdita di entrambi i figli, Pipino si avvicinò al giovane e si rese conto che era ancora vivo, ma il Sovraintendente non lo ascoltò e quando vide l'esercito ammassato sotto le mura, e queste iniziare a crollare sotto i colpi delle catapulte nemiche, fu probabilmente in quel momento che Denethor impazzì definitivamente e diede ordine di abbandonare i posti e mettersi in salvo. Fortunatamente la situazione fu presa in mano da Gandalf che li esortò a prepararsi per la battaglia, e in sella a Ombromanto, corse fino mura più esterne della città. Iniziò una vera e propria battaglia di catapulte. Quelle nemiche che colpivano le mura, facendole crollare poco alla volta, e quelle di Gondor che cercavano di fare quanti più morti possibili, di colpire le torri. Specie dopo che gli Orchi lanciarono con le loro catapulte, all'interno della città, le teste dei poveri soldati che erano stati uccisi a Osgiliath, causando il panico tra i soldati e la popolazione. Ma tutto ciò si interruppe quando i Cavalieri Neri, in groppa alle loro bestie alate, arrivarono su Minas Tirith e iniziarono a uccidere soldati e a stordire gli altri con gli stridii immondi dei loro animali. Le torri nemiche iniziarono a accostarsi alle mura e da queste penetrarono nella città un gran numero di Orchi, mentre altri con un ariete cercavano di abbattere la porta principale. Essa però era molto robusta, troppo per loro, e non ci volle molto affinché persino quegli stupidi Orchi se ne rendessero conto. Gothmog, capo degli Orchi, così, decise di usare “Grond”, in quanto i corpi dei suoi sottoposti si stavano ammassando in gran numero sotto la porta di Minas Tirith che non voleva saperne di cedere. Persino Gandalf, quando vide Grond, la testa di lupo, si spaventò. Era un ariete gigantesco a forma di lupo, tenuto su da enormi catene, nella cui bocca spuntavano vivide fiamme.


-Non potete proseguire. Voi non entrerete a Gondor.- Disse Aragorn ai Corsari che attraversavano il fiume diretti a Minas Tirith sulle loro navi. Lui, Legolas e Gimli erano sulla riva del fiume.

-Chi sei tu per negarci il passaggio?- Chiese un corsaro mentre gli altri ridevano.

-Legolas, un avvertimento che sfiori le orecchie del nostromo.-

-Attento alla mira.- Legolas scoccò una freccia, puntata vicino le orecchie di questo, ma fu deviata da un colpo di Gimli all'arco, e la freccia si conficcò nel corpo di uno dei corsari, vicini al nostromo.

-Oh. Ora basta? Vi abbiamo avvertiti? Preparatevi allo scontro!- Gridò Gimli scatenando le risate convulse di quelli a bordo delle navi.

-Scontro? Con voi e con quale esercito?-

-Questo esercito.- Disse Aragorn mentre gli spiriti dei morti uscivano dalle montagne dietro di loro e si dirigevano sulle navi, mietendo vittime.


Era notte e gli Orchi usavano Grond per abbattere il cancello... Ci sarebbero riusciti presto e infatti Gandalf ordinò di andare al cancello. Intanto alla Cittadella Denethor usciva dal palazzo con Faramir che giaceva su una barella e si recava nella sala dove erano sepolti i suoi antenati per scegliere come lui e il figlio avrebbero dovuto morire, cioè bruciati vivi. Pipino cercò di fermare quella follia ma non vi riuscì e venne sbattuto fuori e congedato dal suo ruolo di Guardia, così corse a cercare Gandalf. Lo stregone stava conducendo i soldati verso il secondo livello mentre gli Orchetti penetravano liberamente nella città. Appena Pipino trovò Gandalf e gli spiegò della follia di Denethor, questi lo prese a cavallo e galoppò veloce verso la Cittadella. Mentre correvano rapidi però incontrarono il Signore dei Nazgul che spezzò il bastone di Gandalf mentre Pipino guardava impietrito. Stava quasi per finire il lavoro quando suonò il Mandimartello e il Signore se ne andò. I cavalieri di Rohan erano giunti.

-Eomer, porta la tua Eored sul fianco sinistro. Gamling, segui il vessillo del Re al centro! Grimbold, porta la tua compagnia a destra dopo aver passato le mura! Avanti! E non temete l'oscurità! Desti! Desti cavalieri di Theoden! Lance saranno scosse. Scudi saranno frantumati. Un giorno di spade! Un giorno rosso! Prima che sorga il Sole!-

-Vada come vada, resta con me. Io baderò a te.- Mormorò Eowyn che portava Merry in groppa. Lilia vicino a loro.

-Cavalcate ora! Cavalcate ora! Cavalcate per la rovina e per la fine del mondo! Morte!- E così cavalcarono contro gli Orchi.

Nel frattempo Denethor stava cospargendo di olio il corpo suo e quello del figlio. Quando i soldati erano pronti a bruciarli vivi, Gandalf entrò nel Mausoleo cercando di fermare il pazzo, ma questi non ascoltò e bruciò la legna. Gandalf lo gettò facilmente a terra, ma Faramir restava lì, in mezzo alle fiamme, così Pipino saltò giù dal cavallo, in mezzo alle fiamme, e fece rotolare Faramir per terra. Gli spense le poche fiamme che aveva addosso ma vene afferrato al collo dal Sovraintendente. Gandalf per salvarlo lo gettò sulla pira e Denethor prese fuoco proprio nel momento in cui vide gli occhi di Faramir aprirsi. Corse fuori e si gettò dalle mura. Così trapassò Denethor, figlio di Echtelion.

I Rohirrim combattevano arduamente contro gli Orchi, fino a che non giunsero gli Olifanti. La situazione si fece drammatica. Molti caddero a causa di quelle enormi bestie. Lilia riuscì a farne cadere uno lanciando una picca nello stomaco proprio mentre ci passava sotto e Eowyn tagliò i tendini di un altro.

-Prendete le corde! Intrappolategli le gambe!- Gridò Lilia ai soldati che si trovavano lì vicino a lei, ricordandosi una scena di Star Wars dove si riproponeva una situazione simile. Tutti obbedirono alla ragazza, in quanto gli era stato ordinato da Re Theoden in persona, nonostante lei non lo sapesse. Così fecero cadere molti Olifanti. Fu proprio quando cadde uno di questi Olifanti che Merry, Eowyn e Lilia caddero da cavallo, non riuscendo a ritrovarsi. Combattevano gli Orchetti da terra ora. Poi però arrivò nel mezzo della battaglia lo Stregone di Angmar che gettò a terra Re Theoden, il quale si ritrovò bloccato sotto il suo cavallo. Lo spettro alato stava per ucciderlo quando Eowyn gli staccò la testa, uccidendolo, pronta a difendere lo zio fino alla morte. Quando lo Stregone colpì con la sua mazza lo scudo di Eowyn questa fu ferita gravemente al braccio, e cadde vicino il cavallo dello zio. Lo stregone stava per finirla ma Merry gli ficcò la mano nella schiena, rimanendo poi come paralizzato per il dolore. Eowyn, dopo essersi tolta l'elmo e aver mostrato a tutti la sua identità, lo finì con un colpo di spada dritto in viso, o dove avrebbe dovuto essere. Lo Stregone di Angmar cadde e l'antica profezia di Glorfindel fu rispettata: “Lontano è ancora il suo destino ed egli non cadrà per mano di un uomo.” Infatti era caduto per mano di un Hobbit e di una donna.

Quando Lilia vide i suoi due amici, coloro al cui fianco aveva combattuto, svenuti, non più in grado di muoversi, venne colta come da una forza inarrestabile e da un grandissimo desiderio di vendetta. Uccideva tutti coloro che le si paravano davanti e se non bastavano li andava a cercare. I suoi corti capelli oscillavano mentre lei si muoveva agile con la sua fedele spada in mano trafiggendo pance e tagliando teste. Non si era mai sentita in quel modo. Il suo migliore amico... Gothmog era l'ultimo Orchetto vivo nelle vicinanze, gli ficcò la lama nello stomaco con tutta la forza che possedeva e poi gli tagliò la testa. La sua sete di vendetta ancora non era stata pienamente soddisfatta, ma la sua mano fu fermata da Aragorn. Se non avesse visto i suoi occhi verde smeraldo non l'avrebbe mai riconosciuta, cosa che era successa a Legolas, Gimli, Pipino e Gandalf, spettatori di quel suo stato e preoccupati per la ragazza. Era completamente sporca di sangue, suo ma soprattutto degli Orchetti che aveva ucciso, e quando lo guardò aveva ancora uno strano sguardo in volto, lo sguardo di un assassino. Poi però, in un attimo, tutto cambiò, l'adrenalina smise di darle la carica e lei si abbandonò fra le braccia dell'amico, sfinita.

-Aragorn... Merry e Eowyn... Feriti... Lì...- indicò il luogo dove si trovavano prima di svenire. Aragorn chiese a un soldato di portarla alla Cittadella dove avrebbe potuto riposare e sciolse dal giuramento gli Spettri delle Montagne che furono finalmente liberi di andare in pace. Lui e gli altri invece presero i corpi dei feriti e li portarono nelle mura, dove sarebbero stati curati. Aragorn in persona curò le ferite di Merry e di Eowyn, le cui gesta sarebbero state ricordate nelle Ere a venire. Pipino restò tutto il tempo vicino al cugino e a Lilia, messi a dormire vicini. La battaglia di Gondor era finita con la vittoria degli Uomini, ma quante vite furono spezzate.

Lilia si svegliò la mattina seguente e parlò con Pipino. L'uno raccontava all'altra cosa aveva passato in quei giorni lontani. Entrambi restarono accanto a Merry, anche se a volte mentre uno restava con l'amico, l'altro andava a trovare o Faramir, nel caso di Pipino, o Eowyn, nel caso di Lilia. Erano stati tutti e tre gravemente feriti e sarebbe stato molto difficile dire chi si sarebbe ripreso per primo. Aragorn si recò prima da Faramir, che era il più grave dei tre, e dopo aver recuperato dell'Athelas, con enormi difficoltà, riuscì a rianimarlo. Poi si recò da Eowyn e infine da Merry. Tutti si svegliarono, ma tutti furono obbligati a rimanere a letto fino a che non si fossero ripresi completamente.


Nel contempo Frodo si svegliò nella torre di Cirith Ungol, legato e privato di tutto ciò che possedeva, vestiti compresi, che capì si stavano spartendo gli Orchetti. Quando si accorse di non avere più l'Anello al collo capì che tutto era finito. Aveva fallito e presto Sauron li avrebbe sottomessi tutti.

Intanto due Orchi, Gorbag e Shagrat, diedero il via a una sorta di guerriglia che contribuì ad aiutare Sam a raggiungere il padrone in cima alla torre senza troppi intoppi.

-Smettila di squittire, topo di letamaio! Ti dissanguerò come un maiale infilzato! Ah!- Disse Snaga a Frodo che si agitava cercando di liberarsi, prima di finire infilzato.

-No se ti infilzo io prima!-

-Sam! Sto ancora sognando? Ma gli altri sogni erano orribili.-

-Non state per nulla sognando, padrone. È vero, sono io. Sono arrivato.- Sam lo slegò e lo aiutò ad alzarsi.

-Così va meglio! Non osavo muovermi quando ero solo, o quando veniva una delle guardie. Poi incominciarono tutte le urla e le lotte. Quei due grossi bruti: credo che litigassero. Per me e per la mia roba. Ero paralizzato dall'orrore. E poi tutto diventò immobile come la morte, e fu peggio ancora.-

-Si, a quanto pare hanno litigato. Deve esserci stato un paio di centinaia di quelle infami creature in questo luogo immondo. Un po' tante per Sam Gamgee, direi. Ma se la sono sbrigata fra loro. È stato un colpo di fortuna, ma non abbiamo tempo di farne una canzone se non usciamo prima di qui. Ora, che cosa dobbiamo fare? Non potete passeggiare nella Terra Nera con nient'altro che la vostra pelle, signor Frodo.-

-È troppo tardi. È finita. L'hanno preso. Sam, hanno preso l'Anello!-

-Vi chiedo perdono ma non l'hanno preso.- Disse Sam cacciandoselo dal collo e porgendolo a Frodo che lo guardava mezzo allucinato. -Credevo di avervi perduto, e così l'ho preso. Solo per custodirlo però.-

-Dammelo. Dammi l'Anello, Sam.- Sam ritrasse appena la mano, forse a causa dello sguardo di Frodo, lo stesso che lo aveva accompagnato in quel lungo viaggio e che lo aveva fatto poco ragionare. -Sam... Dammi l'Anello. Devi capire. Questo è il mio fardello. Ti distruggerà Sam.- Disse, una volta indossato l'Anello.

I due indossarono poi dei vestiti di Orchetti, i più adatti per non essere scoperti in quella terra deserta. Poi si incamminarono verso la Montagna di fuoco.


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Capitolo 11
*** Il Ritorno Del Re - III capitolo ***


Buongiorno a tutti! Bella giornata, non è vero?

Vi lascio al penultimo capitolo di questa non-troppo-lunga storia. Un bacione grande a tutti e come sempre un grazie a coloro che mi leggono silenziosamente e coloro che mi recensiscono (spesso le vostre recensioni sono più bella della stessa ff =) )

E un grazie in particolare a

nini superga e Aquamarine e NiNieL82 che hanno messo la mia storia fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 e fede95 che l'hanno messa fra le seguite.

A domani! *_*





Gandalf, Gimli, Aragorn, Eomer e Legolas discutevano su cosa fare.

-Diecimila Orchi ora si trovano tra Frodo e il Monte Fato. L'ho mandato alla morte.- Disse Gandalf, pieno di rimorso.

-No. C'è ancora speranza per Frodo. Ha bisogno di tempo e di passare al sicuro attraverso le pianure di Gorgoroth. Questo possiamo darglielo noi.- Disse Aragorn.

-Come?- chiese Gimli.

-Attiriamo gli eserciti di Sauron. Svuotiamo le sue terre. Poi raduniamo le nostre forze e marciamo verso il Nero Cancello.-

-Non possiamo ottenere la vittoria con la forza delle armi.- fece notare Eomer, conscio come tutti che erano di gran lunga inferiori di numero.

-Non per noi stessi, ma possiamo dare a Frodo una possibilità se teniamo l'Occhio di Sauron fisso su di noi. Renderlo cieco a ogni altra cosa che si muove.-

-Un diversivo- concordò Legolas.

-Certezza di morte, scarse possibilità di successo. Che cosa aspettiamo?- disse Gimli serio.

-Sauron sospetterà una trappola. Non abboccherà all'amo.- Disse Gandalf, pessimista.

-Oh, io credo di si.-

Quel pomeriggio stesso Aragorn prese il Palantir che era di Saruman e si mostrò a Sauron per quello che era in realtà: erede di Isildur e futuro Re di Gondor.

Per due giorni la città fu in preda ai preparativi per la partenza dell'esercito. Gandalf stesso informò Lilia della cosa, anche se lei, ovviamente, ne era già a conoscenza.

-Ragazzi- esordì una volta raggiunti i due amici nella stanza dove Merry veniva curato. -Tra due giorni si parte per Mordor, per dare a Frodo la possibilità di distruggere l'Anello creando un diversivo. In settemila partiremo.-

-Io vengo.-

-E anche io.-

-No Merry, tu ancora non sei guarito. Non puoi venire con noi. Pipino rappresenterà la Conta. Tu hai già fatto moltissimo.-

-Io non posso restare qui da solo.-

-Merry...-

-No Lil! Tu non capisci! Voi andrete in battaglia e io non saprò nulla. Potreste morire e io sarei qui a letto perché non posso venire. Non posso pensare di vivere una cosa simile. È troppo doloroso.-

-Merry, noi non moriremo. Noi non moriremo.- Lilia lo abbracciò stretto assieme a Pipino e ripeté questa frase per alcuni secondi, quasi volesse convincere sé stessa più che Merry.

Due giorni dopo, il 18 marzo, l'esercito abbandona Minas Tirith per dirigersi verso il Morannor. Merry, Eowyn e Faramir guardarono gli amici allontanarsi, speranzosi per il futuro e tristi nell'essere relegati in quelle mura, condannati a soffrire per la loro disinformazione circa le sorti dell'esercito.


Frodo e Sam stavano attraversando Mordor, diretti al Monte Fato, quando si accorsero che gli eserciti di Sauron si stavano spostando verso il Nero Cancello, come attirati da qualcosa. Per loro fu un gran colpo di fortuna, che però finì tanto velocemente quanto era arrivato. Mentre camminavano furono visti da da un plotone di Orchi che si stava dirigendo verso il Morannor, e che li costrinse a unirsi a loro, in quanto erano vestiti da Orchetti e non erano stati riconosciuti. Camminarono per un po' assieme agli Orchi, poi però l'Anello si fece troppo pesante e Frodo non ce la fece più. Con un abile stratagemma riuscirono a creare abbastanza scompiglio e sparire senza essere visti, in modo da rimettersi in marcia verso il Monte. Quando furono alle pendici dell'Orodruin Frodo si accasciò sulle rocce. Era sfinito e non sarebbe riuscito a proseguire. L'Anello si era fatto pesantissimo e aveva lasciato sul collo dell'Hobbit un livido che si estendeva al di sotto della catena. Si liberarono dei vestiti che avevano indosso, rimanendo solo in camicia e pantaloni e si riposarono, lì, su quelle nude rocce, al freddo. Fu probabilmente in quel luogo, durante la loro traversata finale, che Sam si rese conto, e ammise a se stesso, che il viaggio di ritorno, in cui lui tanto sperava, non vi sarebbe mai stato e che loro sarebbero morti lì, per salvare l'intera Terra di Mezzo. Mentre il loro cammino era quasi giunto al termine, l'Occhio li vide. Vide Frodo e Sam ai pendii del Monte e li osservò per quella che gli sembrò un'infinità di tempo, poi, come attirato da qualcos'altro, distolse lo sguardo, dirigendolo verso il Nero Cancello e lasciando i due Hobbit liberi di proseguire.


Intanto l'esercito dell'Ovest era arrivato ai confini di Mordor e, dopo essersi allineati, poiché apparentemente non vi era nessuno e non si sentiva alcun rumore, Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas, Pipino, Lilia, Eomer e un porta-bandiera si diressero al cancello.

-Che il Signore della Terra Nera venga avanti! Che giustizia sia fatta su di lui.- Gridò Aragorn al Cancello chiuso. Questo, come richiamato dalle sue parole, si aprì, facendo uscire la creatura più ripugnante che esistesse, sempre che si potesse definire creatura: la Bocca di Sauron. Lilia decisamente non lo immaginava così. Era molto peggio di quanto avesse mai immaginato anche nei suoi incubi peggiori.

-Il mio padrone, Sauron il Grande vi porge il benvenuto.-

Si, grande sto *censura*... Mamma mia quanto è brutto questo.”

-Vi è qualcuno in questa folla con l'autorità di trattare con me?-

-Noi non veniamo per trattare con Sauron, infedele e maledetto. Dì questo al tuo padrone: le armate di Mordor devono disperdersi. Egli deve lasciare queste terre e non farvi ritorno.-

-Ah. Vecchio Barbagrigia. Ho un pegno che mi è stato ordinato di mostrarvi.- Cacciò da sotto il mantello la cotta di Mithril di Frodo e la lanciò verso Gandalf, lasciando tutti sconvolti, soprattutto Pipino. Lilia sapeva che non era morto, ma per il momento preferì non far sapere al nemico che lei sapeva molto più di tutti loro messi assieme.

-Il Mezzuomo era caro a voi, vedo. Sappiate che ha sofferto grandemente per mano di chi l'ha ospitato. Chi avrebbe detto che un essere così piccolo potesse sopportare tanto dolore... E lo ha fatto, Gandalf. Lo ha fatto...- Aragorn intanto si avvicinò lentamente al cavallo del mostro.

-E chi è costui? L'erede di Isildur? Per fare un Re non basta una lama elfica spezzata...- Queste furono le sue ultime parole, perché Aragorn gli tagliò la testa con un gesto secco attirando l'Occhio su di loro.

-Conclusione delle trattative.- Mormorò Gimli gongolante.

-Io non ci credo! Non ci crederò.- Poi guardò Lilia, come aspettando una conferma.

-Tutto ciò era stato descritto in questo esatto modo, quindi non posso che pensare che nulla sia cambiato e che Frodo e Sam si trovino a un passo dal distruggere l'Anello. Dobbiamo aiutarli!-

Ciò bastò a tutti i presenti, nonostante molti non ne potessero comprendere appieno il significato. Bastò soprattutto ad Aragorn, che, mentre gli Orchetti iniziavano ad avanzare verso di loro, ripiegò assieme agli altri verso i soldati e tenne il discorso che sarebbe stato ricordato nelle Ere a venire.

-Figli di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei... vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore... Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli Uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi... e degli scudi frantumati quando l'Era degli Uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra! V'invito a resistere... Uomini dell'Ovest!-

Tutti sguainarono le spade e attesero che gli Orchi e i Troll e i Sudroni e tutti coloro che componevano l'esercito di Mordor si avvicinassero, sperando di tenere distratto l'Occhio da Frodo.


Frodo e Sam erano quasi arrivati in cima al Monte, spinti da quella strana forza che ti prende quando sei a un passo dall'adempiere al tuo compito, quella forza che non ti abbandona nonostante tu sia stanco e le tue ossa implorino pietà e tutto ciò che desideri è di stenderti e non muoverti più per mesi, quella forza che spesso aiuta a compiere gesta eroiche.

-Coraggio padron Frodo! Non posso portare l'Anello per voi, ma posso portare voi!- Sam si caricò Frodo sulle spalle e avanzò verso la Bocca di Fuoco. Senza lui Frodo sarebbe stato perduto. Erano quasi arrivati al passaggio che avrebbe significato per loro la fine di tutto quando vennero attaccati da Gollum che non voleva avanzassero ancora e distruggessero il suo tesoro. Prima tentò di strangolare Frodo, poi intraprese una lotta con Sam che cercava di proteggere il padrone. Quando Sam si girò, dopo aver colpito ancora la creatura, si accorse che Frodo era lontano e stava correndo, con le ultime forze che gli restavano, verso l'imboccatura del passaggio.

Quando Sam entrò nella bocca del monte vide Frodo, sull'orlo del passaggio, fermo, immobile, pronto a distruggerlo. Aveva la catena dell'Anello in mano ed era pronto a farla cadere, ma purtroppo l'Anello aveva una volontà sua che sicuramente non comprendeva l'essere distrutto. Irretì la mente di Frodo e proprio sull'ultimo lo spinse a tirare su la catena e indossare l'Anello. Sam gridò per la disperazione, con le lacrime agli occhi, ma non ebbe modo di fare nulla che venne colpito alla testa da una pietra. Gollum l'aveva colpito e, seguendo le impronte che comparivano sulla pietra ricoperta di polvere, saltò sulle spalle di Frodo. Lottarono per chi doveva possedere l'Anello, ma, a un certo punto, Frodo tornò visibile. Gollum saltellava felice con il dito di Frodo, con tanto di Anello, stretto nella mano. Frodo corse verso Smeagol e entrambi caddero verso il fuoco. Sam si affacciò disperato per la perdita del suo padrone, ma lo trovò appeso alla roccia e lo aiutò a salire, entrambi invece osservarono Gollum con l'Anello in mano, scivolare nella lava. Era tutto finito.

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Capitolo 12
*** Il Ritorno Del Re - Fine ***


...O forse no?

I commenti li lascio sotto. Buona lettura.





Contemporaneamente l'esercito venne accerchiato. Sauron tentò di corrompere l'animo di Aragorn, ma questi, guardando la cotta di Mithril che era appartenuta a Frodo, alzò la spada e caricò verso il nemico urlando: “Per Frodo!”

Tutti lo seguirono e così ebbe inizio l'ultima battaglia della terza Era, la battaglia finale contro Sauron.

In mezzo a quella confusione nessuno riusciva a tenere d'occhio gli amici e controllare che stessero bene. L'unica cosa che riempiva le menti di tutti era l'istinto di sopravvivenza che, mischiato a un pizzico di adrenalina, dava una forza enorme a tutti gli Uomini. Tutti si batterono con molto onore, anche i piccoli Hobbit, che poterono affermare di non essere stati con le mani in mano. Arrivarono poi anche i cavalieri oscuri, privati da Merry e Eowyn del loro capo, ma questi vennero fermati dalle Aquile che avevano già una volta salvato Gandalf, portandolo via da Orthanc, e che ancora una volta avrebbero potuto salvare non una ma due vite. Mentre combatteva, Lilia vide un Orco pronto a colpire Pipino. Senza pensare lo colpì, piazzandosi fra lui e l'amico, che non si accorse di essere stato in pericolo, ma non vide che un altro le si era avvicinato e questi la colpì dritta allo stomaco. Mentre accadeva ciò Frodo aveva gettato l'anello tra le fiamme del Monte Fato, o meglio, Gollum lo gettò, causando la distruzione di Sauron e la libertà per tutti i paesi liberi della Terra di Mezzo, ma Lilia questo non lo poteva sapere, perché era caduta.


Frodo si svegliò dopo 14 giorni, l'8 aprile. Ai piedi del suo letto, per sua somma gioia, trovò Gandalf, e poi arrivarono da lui Merry e Pipino, che gli saltarono letteralmente addosso, Gimli e Legolas, Aragorn, che personalmente aveva curato le sue ferite e quelle di Sam, e il suo fidato amico Sam. Una sola persona mancava in quel momento, ed era anche quella che più desiderava vedere. La sua amata Lilia. Tanto l'aveva aspettata e aveva atteso di rivederla, era uno dei pochi pensieri che gli avevano dato la forza di andare avanti, ma preferì aspettare e non dire niente, godendo appieno quel momento di gioia con i suoi amici, poi, quando questi se ne stavano andando, lasciandolo solo, chiamò Gandalf.

-Gandalf, puoi aspettare un secondo?-

-Certo, mio caro Frodo. Cosa vuoi chiedermi? Anche se immagino di sapere già quale sia la tua domanda.-

-Gandalf, dov'è Lilia?- chiese senza tanti giri di parole, con un groppo in gola.

-Vedi Frodo, Lilia avrebbe tanto voluto essere qui, purtroppo è stata ferita gravemente, e adesso è sotto le cure di Sire Aragorn. Non si è ancora svegliata. Se la vuoi vedere ti condurrò da lei.-

A Frodo crollò il mondo addosso. Lilia, la sua Lilia era ferita. Stava per saltare giù dal letto quando Gandalf lo fermò.

-Prima però è bene che tu conosca tutta la storia. Sono sicuro che lei vorrebbe che ti spiegassi tutto.-

-Storia? Quale storia? Chiese Frodo senza capire.-

-Quella della sua vita e della sua comparsa qui.- Frodo guardò Gandalf perplesso, così lo Stregone continuò.

-Caro Frodo, c'è una cosa che Lilia vi ha tenuto nascosto per tutto questo tempo e che avrebbe voluto dirvi lei stessa. Lei non fa parte di questo mondo.- Frodo avrebbe voluto chiedere a Gandalf se era impazzito, di cosa parlava, ma preferì non interromperlo e ascoltare tutto con calma. Il tempo per le domande ci sarebbe stato.

-Lilia, in realtà il suo nome è Claudia Smith, viene da un altro universo, diciamo un'altra versione della Terra come la conosciamo, molto diversa da questa. In quel luogo lei viveva con la sua famiglia, assieme a tutti gli altri Uomini che la abitano, poiché lì non vi sono altre razze all'infuori di questa ed era una grande appassionata di un certo libro che si chiamava “Il Signore Degli Anelli”. Questo libro, in parole povere, parlava della nostra storia. Di ciò che abbiamo vissuto dal 111esimo compleanno di tuo zio Bilbo, fino a oggi e forse anche di più. È stata portata qui da Dama Galadriel quando questa ha percepito un cambiamento che temeva avrebbe portato a uno stravolgimento dei fatti come si sarebbero dovuti svolgere in questo libro, così, per motivi che non mi sono del tutto chiari, ma che posso immaginare, ha portato Lilia qui, nel nostro mondo, affinché ci aiutasse a far svolgere tutto come doveva andare, a distruggere per sempre l'Anello. Ovviamente Lilia non ha detto nulla a nessuno, tranne me e Aragorn quando io sono caduto a Moria, perché non voleva tentarci nel chiedere informazioni riguardanti il futuro che avrebbe potuto essere, in questo modo, stravolto immutabilmente. Adesso lei è stata ferita da un Orchetto poco prima che gettassi l'Anello nel Monte Fato ed è caduta in una specie di coma. Io suppongo che il suo spirito debba operare una scelta. Restare qui, con noi, e vivere per sempre nella Terra di Mezzo al nostro fianco, o tornare dalla sua famiglia, che ha bisogno di lei, e quindi, non svegliarsi mai più. È una scelta difficile, qualsiasi sia la strada che prenderà, ed è forse per questo che ancora non è successo nulla. So che queste notizie ti avranno sconvolto. Adesso sei libero di scegliere cosa fare.-

-Gandalf, io la voglio vedere.-

-Ne ero sicuro. Seguimi. E ricorda di non dire nulla agli altri per il momento. Quando arriverà il momento sapranno tutto.- Gandalf lo condusse nella stanza dove Aragorn si prendeva cura dell'amica, anche se ormai non vi era molto da fare era quasi sempre lì da lei. Quando Frodo entrò si avvicinò al suo letto e si sedette sulla sedia. Gandalf gli sorrise e si allontanò, lasciandolo solo con la ragazza che sembrava quasi dormisse.

-Ciao Lil. Sono io, Frodo. Sono qui adesso, vicino a te.- Le disse stringendo forte una mano con le sue. -L'Anello è stato distrutto e la Pace tornerà presto. Non so se puoi sentirmi, ma voglio credere che sia così. Volevo dirti che a me non importa da dove vieni o qual è il tuo vero nome. Ti amo, Lilia. Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, splendida in quel vestito verde che risaltava il colore dei tuoi occhi. Verdi, di un colore sconvolgente, e profondi come il mare. Ero persino geloso di Aragorn, Merry e Pipino quando ti stavano troppo vicino. Volevo che tu sapessi che non ce l'ho con te per non avermi detto niente, lo capisco. E so anche che prenderai la decisione giusta, anche se spero con tutto il cuore di perdermi ancora una volta i tuoi occhi meravigliosi e di vederti sorridere ancora.- Frodo le teneva una mano e le parlava, non del tutto convinto che Lilia lo potesse sentire, ma pieno di speranza fino alla fine.


Lui non sapeva però che Lilia poteva sentire tutto. Dalle cure di Aragorn, alle veglie dei suoi amici, specialmente Merry e Pipino, alle splendide parole di Frodo. Per tutti quei giorni aveva preferito rimandare il momento di decidere, attendendo la sua venuta, ma adesso capì che non poteva più aspettare. Davanti a lei comparvero due immagini. In una vi erano tutti i suoi amici sorridenti e lei e Frodo sull'altare che si baciavano, nell'altra vi erano suo padre e suo fratello, soli, tristi, come se derubati di qualcosa, qualcosa che però non potevano ricordare. Per giorni ancora pensò a cosa fare, quale delle due dolorosissime vie imboccare, poi, nel 18 giorno della quarta era, secondo il calendario di Gondor, decise. Frodo era come sempre, vicino a lei, con la mano stretta nella sua. Mentre una lacrima solitaria gli scendeva sul viso.


In quel momento il cuore di Lilia smise di battere e, anche se il suo corpo restò lì, fra le mani di Frodo, circondato dal dolore dell'Hobbit, degli amici e di tutti coloro l'avevano conosciuta, la sua mente, il suo spirito, volarono attraverso l'Universo, attraverso le Stelle, oltre il Tempo, fino a ricongiungersi con il suo vero corpo, in casa sua, sulla Terra. Quando aprì gli occhi sembrava che nulla fosse cambiato. Lo zaino ancora sulle sue spalle e le Katane ancora in mano, con la collana ancora lì, attorno al collo. Lilia si spogliò, nascose lo zaino sotto nell'armadio e si mise a letto, anche se pianse per molte e molte ore, senza riuscire a dormire. Il dolore era insopportabile. La mattina dopo vide che il padre e il fratello non si erano accorti di quella sua assenza che era durata mesi, e si ricordavano ancora di lei. Erano tornati gli stessi di prima, e non coloro che aveva visto nella sua mente. Passò l'intero giorno in camera sua, a letto, a piangere, poi prese lo zaino e iniziò a svuotarlo. Per un po' non si accorse di nulla di strano, tutti i vestiti erano lì, e anche i trucchi e il cibo, poi trovò delle cose che non avrebbero dovuto esserci. In una tasca trovò il ciondolo che le era stato regalato da Dama Galadriel, il giorno della partenza della Compagnia da Lorien. Poi trovò anche la spada, o meglio, il pugnale, visto che era tornata grande come un Uomo, che le avevano regalato gli Elfi di Gran Burrone. Avvolti a mo' di cilindro, l'uno dentro l'altro, i disegni che aveva fatto durante il suo viaggio. Uno della compagnia, altri singoli, alcuni di Merry e Pipino, altri degli Elfi e di Gran Burrone, un paio di Frodo. Riprese a piangere, spostando i fogli per non bagnarli e rischiare di rovinarli. Infine trovò in una tasca un anello. Era molto semplice, una fascetta d'oro con dei piccoli diamanti, e due pietre vicine, una di un blu intenso, e l'altra di un verde vivace. Non ebbe dubbi che quello fosse l'anello che le aveva messo al dito Frodo il giorno prima che se ne andasse. E quei colori, identici a quelli dei loro occhi... Quello era decisamente il regalo più prezioso che potesse ricevere.

Alla fine nella Terra di Mezzo tutto andò come era previsto nel libro. Dopo la morte di Lilia si tennero i suoi funerali che furono a dir poco maestosi. Tutti ormai conoscevano Lilia, la ragazza dell'altro Paese, colei che aveva contribuito alla sconfitta di Sauron. Gandalf e Aragorn informarono i loro amici della verità di Lilia e che la sua morte era dovuta all'aver accettato di tornare nel suo Universo per stare vicini al padre e al fratello e che sicuramente quella era stata la scelta più sofferta per lei, quindi non avrebbero dovuto odiarla per questo. Dopo due anni dalla distruzione dell'Anello, Frodo abbandonò la Terra di Mezzo per non farvi più ritorno. Non aveva dimenticato Lilia, l'unica donna che avesse mai amato e mai più ne amò un'altra. Poi partì con lo zio, Gandalf, Galadriel, Erlond e Celeborn per l'Ovest, dal quale non fece più ritorno. Di lui e degli altri non si seppe più nulla, anche se furono raggiunti da Sam dopo la morte di Rosie, sua moglie, e forse, anche se di ciò non si è sicuri, da Legolas e Gimli, dopo la morte di Aragorn, quando la Compagnia dell'Anello cessò di esistere nella Terra di Mezzo. Per quanto riguardava Lilia, o meglio, Claudia, dopo 5 anni da quell'avventura ebbe una breve “avventura” con un uomo che le ricordava vagamente Frodo, il suo unico, vero amore; ebbero una breve relazione e da questa Claudia rimase incinta di una bambina che chiamò Viola, come il nome che avrebbe voluto dare Frodo a sua figlia e questa ebbe a sua volta un'altra figlia. A entrambe Claudia raccontò la sua grande avventura, ma poi a nessun altro la raccontò. Visse una vita felice con i suoi due tesori, come soleva chiamarle, anche se piena di rimpianti e solitaria sofferenza fino all'età di 80 anni. I suoi tesori regalati alla nipote che mai avrebbe dimenticato l'incredibile avventura della nonna.

La figlia e la nipote immaginavano con piacere che Claudia avesse potuto finalmente raggiungere la madre che l'aveva lasciata troppo presto, e Frodo, colui che amava più di chiunque altro e che non aveva mai dimenticato, assieme agli amici, membri della Compagnia dell'Anello, finalmente riuniti in un posto migliore.

Ed è così che si concluse la storia “Claudia Lilia Smith e Il Signore Degli Anelli” ad opera di Lilia Moore, figlia di Viola Smith, nipote di Lilia, signora della Terra di Mezzo.






Ecco a voi “l'ultimo” capitolo. Spero che non mi linciate e che vi piaccia come i precedenti. Adesso dovrei scrivere qualche cosa di meglio visto che è giunta la fine, ma preferisco aspettare domani, quando arriverà il capitolo-sorpresa.

Nel frattempo ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e recensiscono e in particolare

nini superga e Aquamarine e NiNieL82 che hanno messo la mia storia fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 e fede95 che l'hanno messa fra le seguite.

Un bacione a domani, con il vero ultimo capitolo. ^_^

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Capitolo 13
*** Il Ritorno Del Re - Alternative Ending ***


Ecco il mio capitolino a sorpresa! Come suggerisce il titolo questo è un finale alternativo. Ogni volta che leggo una ff e questa finisce bene penso che sia bella la scelta del lieto fine, ma scontata, e ogni volta che finisce male mi dispero perché avrei voluto che finisse bene.

Non riuscendo a scegliere quale finale fosse più appropriato per questa fanfic, essendo il mio animo diviso tra sofferenza e felicità ho deciso che sarete voi a scegliere quale finale preferire, potendo scegliere fra i due. Il primo pezzetto del capitolo fa da collegamento con il III capitolo di IRDR e quindi sarà simile a parte del capitolo precedente. Liberi di saltarlo se vi va! ^_^

Adesso vi lascio a quest'ultimo capitolo. Ci ritroviamo alla fine! Buona lettura!




Ai piedi del Morannor la battaglia ebbe inizio e tutti combatterono strenuamente. Volevano dare una mano a Frodo e distrarre il nemico. Lilia vide però che Pipino stava per essere colpito da un orchetto e così, per difenderlo, venne colpita allo stomaco e cadde nello stesso istante in cui Frodo gettava l'Anello nel Monte Fato. Dopo alcuni giorni che era rimasto a letto Frodo si svegliò e fu sì contento di ritrovare tutti i suoi amici, ma anche triste perchè Lilia, colei che davvero voleva rivedere non era con loro. Non poteva sapere che lei era ferita e in coma. Non poteva sapere che non sarebbe cambiato nulla fino a che lei non avesse scelto fra gli amici e la sua famiglia, ma tutto questo gli venne poi spiegato da Gandalf che, assieme a Aragorn e Elrond, era l'unico a sapere della vita della ragazza. Gandalf ritenne giusto informare Frodo di tutto ciò che era successo a Lilia e di come era possibile che lei si trovasse lì da loro. Conoscere tutto aveva sconvolto il ragazzo che però capì che per lui Lilia era più importante di qualsiasi cosa, anche del fatto che lei gli avesse tenuta nascosta una cosa tanto importante; così si recò da lei e le dichiarò tutto il suo amore, speranzoso che lei lo potesse sentire. Lilia in effetti si accorgeva di tutto. Delle cure di Aragorn, delle veglie dei suoi amici, e sentiva le splendide parole di Frodo. Per tanti giorni aveva preferito rimandare il momento il momento in cui avrebbe dovuto compiere la sua scelta, attendendo la venuta di Frodo, ma adesso capì che non poteva più aspettare. Doveva scegliere se tornare alla sua vecchia vita, dal padre e dal fratello che avevano bisogno di lei, pur non ricordandosi del suo volto, rimanendo però infelice per sempre, non potendo vivere col suo amore, o rimanere lì, in quel mondo fantastico, con i suoi amici a cui si era affezionata tantissimo e con la persona che amava di più al mondo. Per giorni ancora pensò a cosa fare, quale delle due dolorosissime vie imboccare, poi, nel 18 giorno della quarta era, secondo il calendario di Gondor, si decise. Frodo era come sempre, vicino a lei, con la mano stretta nella sua. Mentre una lacrima solitaria gli scendeva sul viso.


In quel momento Lilia aprì gli occhi e girò la testa verso Frodo che le stringeva forte la mano. Aveva optato per la scelta più egoista, ma era anche l'unica che la potesse rendere davvero felice. Quando Frodo vide che si era svegliata e aveva aperto gli occhi gli sembrò di volare.

-Ciao...- mormorò Lilia. Le sembrava strano parlare dopo tanto tempo in silenzio.

-Sei sveglia. Sei sveglia! Non ci posso credere!- Frodo l'abbracciò forte, attento a non farle del male sulla ferita che ancora non si era rimarginata totalmente.

-Ti amo, Lilia. Non te l'ho mai detto e sono contento di poterlo fare adesso.- le prese la mano sinistra, alla quale aveva infilato appena il giorno prima un anello con dei piccoli diamanti e due pietre, una verde e una blu, che indicavano i loro occhi che si incrociavano.

-Mi vuoi sposare, Lil?- Sulle guance della ragazza scesero delle lacrime.

-Si! Si! Si! Con tutto il cuore!- Si baciarono con calma, pieni d'amore. Quella era stata davvero la scelta migliore che potesse fare.

-Adesso sono davvero sicura di aver fatto la cosa giusta. Frodo, io ti devo raccontare...-

-Lil, tranquilla. So già tutto e non smetterò mai di ringraziare Dama Galadriel per averti portato qui da me. Le devo moltissimo.-

-Oh Frodo!- Lo abbracciò stretta, come se avesse paura che fosse tutto un sogno. Restarono un pochetto a parlare, soprattutto di Lilia, poi questa chiese a Frodo il favore di andare a chiamare gli altri. Doveva anche a loro molte spiegazioni e sentiva che quello era il momento giusto. Frodo obbedì a malincuore, non voleva allontanarsi più da lei, specie dopo aver rischiato di perderla. Erano stati lontani per troppo tempo. Andò di corsa a chiamare gli altri che lo seguirono a passo svelto, felicissimi che la loro amica fosse ancora viva. Appena entrarono Merry e Pipino le si buttarono addosso, riempiendola di baci e coccole, troppo felici che lei stesse bene.

-Ragazzi, sono felicissima di vedervi!-

-Ehi, così me la consumate! Sono geloso.- Scherzarono un po' e si salutarono tutti, poi Lilia decise che era giunto il momento.

-Amici miei, ho bisogno di parlarvi. È giunto il momento in cui io vi racconti la mia storia. Vi prego, accomodatevi tutti, ci vorrà un po'.- I quattro Hobbit si sedettero attorno a lei sul letto. Frodo le teneva la mano e le sorrideva per infonderle coraggio. Gollum gli aveva staccato un dito, ma a Lilia non importava. Leggendo il libro aveva sempre pensato che facesse impressione, ma in realtà non ci si faceva nemmeno caso. Gandalf le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla. La appoggiava nella sua decisione.

-Dunque... Da dove inizio...- Mormorò Lilia cercando di iniziare il discorso.

-So che avete notato che spesso mi comportavo in modo strano, addirittura incomprensibile, ma vi è una spiegazione a questo mio atteggiamento. So che può sembrare assurdo, e probabilmente lo è, ma ecco... In realtà...-

-Ok, Lil, respira e pronuncia una frase di senso compiuto.- Disse Pipino, beccandosi uno scappellotto da Merry e Sam.

-Io vengo da un altro mondo.- Con questa rivelazione tutti si sbigottirono, o meglio, tutti coloro non erano ancora a conoscenza di questa verità.

-Da un altro mondo? In che senso? Come? Perché?- chiese Sam.

-Io vengo da un'altra Terra. Non penso si trovi nemmeno nello stesso Universo. Sono stata portata qui da Dama Galadriel in quanto, nel mio mondo, esiste un libro che si chiama ''Il Signore Degli Anelli'', che parla di questa vostra, nostra avventura, della distruzione dell'Unico Anello. In pratica nel mio mondo voi siete solo dei personaggi di un libro fantasy. Io sono, ero, una grande appassionata di questo libro e di quelli concatenati ad esso e conoscevo bene le vostre avventure. Dama Galadriel ha deciso di portarmi qui quando ha temuto che qualcosa potesse cambiare e gli avvenimenti non si svolgessero come nel libro, che si concludeva dopo la distruzione dell'Anello. Il mio compito era quello di fare in modo che tutto si svolgesse correttamente e che l'Anello venisse distrutto. Non ve l'ho detto prima perché non volevo che voi foste tentati dal chiedermi notizie riguardanti il futuro. Sarebbe stato devastante. Spero che non ve la siate presi per questa mia decisione e che capirete cosa mi ha spinto a comportarmi così.- Tutti la presero in modo diverso, chi bene, chi male, ad alcuni non si capiva, come Legolas che rimaneva impassibile, quasi gli avessero detto che stava piovendo, ma che non credeva se la fosse presa troppo.

-Come ti chiami?- le chiese Merry.

-Claudia Smith. Vivo, vivevo in Italia, un Paese come lo sono per voi Gondor, Rohan e Eriador e ho 21 anni.-

-Se il tuo compito era quello di fare in modo che l'Anello fosse distrutto perché non hai seguito me e padron Frodo ma sei rimasta con il resto della Compagnia?- chiese Sam, con un'ingenuità e un'innocenza che solo lui poteva avere.

-Bella domanda, Sam.- Disse Lilia facendo arrossire l'amico.

-Se devo essere sincera non lo so nemmeno io. Per molto tempo mi sono chiesta quale fosse la strada giusta da intraprendere, ma poi, quando mi sono ritrovata in quella situazione, la mia impulsività mi ha spinto ad andare con Merry e Pipino. Penso che in realtà mi sono comportata così perché loro avevo più bisogno di aiuto, al contrario di Frodo che aveva te a stargli vicino. Ti ringrazio Sam per aver fatto quello che non ho fatto io. Ti ringrazio davvero con tutto il cuore.-

-Oh. Chi se ne importa da dove vieni o come ti chiami! L'importante è che adesso stai bene.- Borbottò Gimli con il suo solito fare. Tutti parlarono a lungo e le fecero molte domande e le congratulazioni quando lei e Frodo li informarono che si sarebbero presto sposati.

-Povero Pipino, sei arrivato tardi.- disse Sam con aria finta dispiaciuta, appoggiato dall'amico che tirò su tutta una scenetta su come Lilia gli avesse spezzato il cuore, facendo scoppiare a ridere tutti quanti. Vi era una sola persona che non rideva e non parlava. Che era distante e sicuramente voleva parlare con Lilia.

Quando gli altri iniziarono ad andarsene Frodo si avvicinò al suo orecchio e le bisbigliò.

-Parlagli. Per lui deve essere molto difficile, ma non è che non ti voglia bene. Noi ci vediamo dopo.- le diede un leggero bacio sulle labbra e se ne andò, seguito da tutti gli altri.

-Merry, puoi venire qui un attimo? Vorrei parlarti ancora un secondo.- L'Hobbit si fermò e senza dire nulla tornò vicino all'amica, ma stavolta si appoggiò al muro, sguardo fisso avanti, braccia incrociate. Non aveva molta voglia di restare con lei. Quando la porta si chiuse restarono per un paio di minuti in silenzio, poi quando Lilia capì che avrebbe dovuto parlare lei per prima si fece coraggio e si voltò verso di lui.

-So che sei arrabbiato, ma dimmi qualcosa, Merry. Non restare in silenzio... Non lo sopporto...-

-Tu non lo sopporti? E io che dovrei dire? Ho appena scoperto che la mia migliore amica, colei che per me era quasi una sorella, mi ha tenuto nascosto per tutto questo tempo una cosa tanto importante! Come dovrei prenderla, secondo te? Io non sono come tutti gli altri. Non mi comporto come loro e se ciò ti arreca dolore non sono problemi miei.-

-Merry, ti prego, cerca di capirmi Non potevo dirvi nulla. Avrei potuto causare dei guai irreparabili. Perdonami per ciò che ho fatto. L'ho fatto solo per il vostro bene.-

-Il nostro bene? Boromir è morto per difendere noi tre, io sono rimasto a letto per giorni, Frodo ha perso un dito ed è stato colpito dal veleno di quel ragno schifoso, Faramir stava per morire bruciato vivo, Theoden è morto e Denethor con lui e sia tu che Pipino avete seriamente rischiato di morire. Se fosse stato davvero per il nostro bene non avresti fatto accadere tutto ciò.- Queste parole colpirono profondamente Lilia che iniziò a piangere silenziosamente.

-Hai ragione. Hai perfettamente ragione. Sono stata una stupida. Avrei dovuto fare di più. Non merito il vostro perdono e la vostra comprensione. Non li merito degli amici come voi.- Ormai le lacrime scendevano copiosamente sul suo volto e la vista le si era appannata. Merry restò per alcuni minuti in silenzio, pensieroso e arrabbiato, senza guardarla, poi però quando la vide in quelle condizioni la rabbia scemò, non resistette più e le si avvicinò.

-Scusa Lil, non avrei dovuto dirti tutte quelle cose. Ero solo furioso perché mi avevi tenuto nascosto tutto ciò. Non piangere.-

-No, Merry. Tu hai ragione. Mi sono comportata malissimo nei vostri confronti. Avrei potuto salvarvi tutti, ma non l'ho fatto. Sono io che dovrei implorare perdono.-

-Oh Lil. Ma quale perdono?! Ti voglio troppo bene.- Le disse Merry abbracciandola forte.

-Anche io Merry, anche io.- Sussurrò abbandonandosi all'abbraccio dolce del suo migliore amico.

Visto che Lilia si era svegliata non si aspettò più troppo per l'incoronazione di Aragorn. La Cittadella era colma di persone e Aragorn fu incoronato dallo stesso Gandalf.

-Questo giorno non appartiene a un uomo solo, ma a tutti. Insieme ricostruiamo questo mondo, da poter condividere nei giorni di pace.-

I petali dell'albero bianco cadevano sui presenti, a voler simboleggiare la nascita di una nuova era. Durante il suo passaggio tutti si chinavano, Eowyn e Faramir che si erano conosciuti durante i giorni di convalescenza di entrambi e si erano innamorati, Eomer... Gimli lo accompagnava e Legolas gli andò incontro, poi si scansò e dietro di lui apparve Arwen. Aragorn rimase senza parole. Era tanto che non la vedeva e il suo cuore si riempì di gioia. Si baciarono fra gli applausi di tutti, persino Erlond si commosse. Erano entrambi felicissimi e Arwen lo accompagnò fino a che non giunsero di fronte ai cinque Hobbit, dove si fermarono. I cinque si chinarono, ma Aragorn li fermò.

-Amici miei, non inchinatevi a nessuno.- E fu così che il Re e tutti i presenti si chinarono al cospetto di quei piccoli mezzuomini, che rimasero impalati lì a guardarsi attorno, senza aspettarsi una cosa simile.

Rimasero lì per più di due mesi. Dopo essersi tenuto il matrimonio del Re e di Arwen, il 19 luglio, si misero in marcia, dirigendosi a Edoras dove si tenne il funerale di Re Theoden. Aragorn li accompagnò fino a Isengard, il 19 luglio, poi lui tornò indietro. Gandalf li accompagnò fino ai limiti della vecchia foresta, dove si congedò per andare a parlare con il vecchio amico Tom Bombadil.

-Ragazzi, voglio avvisarvi, troverete una Contea come non l'avete mai vista. Saruman ha posto il suo controllo su questa terra. Lotho è il suo burattino e non farà una bella fine.-

-Lil, pensavo non volessi parlare del futuro.- disse Merry, ricordando ancora il litigio che aveva avuto con l'amica mesi prima.

-Adesso non corriamo più pericoli. Preferisco rendervi noti questi ultimi avvenimenti, di modo da agire il più in fretta possibile.-

-Allora Tesoro, dicci tutto.-

-Saruman e Grima si trovano a casa tua, Frodo. Lotho è il loro burattino e hanno posto il loro controllo su tutti. Verrà ucciso durante la notte da Grima. Noi arriveremo al cancello della terra di Buc dopo il calare del Sole e ci verrà impedito il passaggio per non incollerire ''Il Capo''. Riusciremo a entrare, soprattutto grazie all'imponenza di questi due.- Disse indicando Merry e Pipino che si guardarono compiaciuti. -E al fatto che portiamo divise da combattimento. Hob Guardiabarriere ci aiuterà per la notte ma domani, quando arriveremo a Chianarana verremo fermati dai Guadacontea che ci arresteranno per ''Violazione di cancelli, distruzione di regole, assalto ai guardiani dei cancelli, pernottamento negli edifici della Contea senza permesso e corruzione di guardie con cibo”. Però troveremo il benvolere di tutti, stanchi dell'oppressione di Saruman. Gli abitanti ci aiuteranno a ribellarci e arrivare a casa Baggins. Grima ucciderà Saruman mosso da una incontenibile rabbia e degli Hobbit uccideranno a loro volta questi. Così si svolgerà tutto.-

Essendo venuti a conoscenza di tutto ciò gli Hobbit agirono in modo tale che tutto avvenisse il più in fretta possibile, e così accadde. La Contea venne liberata dall'oppressione di Saruman e pian piano riportata a splendere.

Sam si sposò con Rosie Cotton esattamente un anno dopo l'incoronazione di Aragorn. Ebbero la bellezza di 14 figli, di cui Elanor la bella, che ebbe in custodia il libro rosso, Frodo, Merry, Pipino, Bilbo e Lilia. Cioccadoro si sposò poi con Faramir I, figlio di Pipino e Diamante di Lungosquarcio. Solo Merry non si sposò, nonostante molte fanciulle gli andassero dietro. Dopotutto era davvero un bell'Hobbit, non passava di certo inosservato. I cinque amici rimasero unitissimi e si vedevano spessissimo. Lilia non riusciva a stare più di due settimane senza vederli tutti e loro la prendevano spesso in giro per questo suo comportamento, che in segreto gli faceva molto piacere. Frodo e Lilia si sposarono il 14 Febbraio. Sam celebrò le nozze, mentre Merry e Pipino accompagnarono Lilia all'altare. Quello fu senza dubbio il giorno più bello sia per Frodo che per Lilia e i loro amici erano felicissimi per loro. Andarono a vivere a Casa Baggins, una volta che fu rimessa a posto e spesso si recavano nella casa di Buckburgo che Frodo aveva comprato prima di partire, così stavano vicini anche ai due cugini pazzi di Frodo. Ebbero 7 figli che chiamarono Viola, Sam, Fanyel, Merry, Pipino, Primula e Alex. I cinque Hobbit, nel 3021, accompagnarono ai Rifugi Oscuri Gandalf e Bilbo, che, assieme a Galadriel, Elrond e Celeborn, partirono per l'Ovest. Frodo non andò con loro, ma restò con la moglie e i figli nella Contea dove vissero fino alla fine dei loro giorni. Quando i cinque Hobbit morirono le loro salme furono portate a Rath Dinen, dove vennero poi congiunti a Aragorn deceduto dopo 122 anni di regno. Con la sua morte e la partenza di Legolas e Gimli, diretti anch'essi a Ovest, la Compagnia dell'Anello cessò infine di esistere nella Terra di Mezzo.





E così siamo giunti alla fine della storia.

Mi auguro vi abbia fatto piacere questa sorpresina. Spero davvero che vi sia piaciuta la storia e che sia valsa la pena di arrivare fino a qui. Voglio ringraziare con tutto il cuore

nini superga e Aquamarine e NiNieL82 e Archangel 06 che hanno messo la mia storia fra i preferiti;

Eruanne e elepaddy85 e belial_die e Elfosnape e blackpearl_ e Archangel 06 e fede95 che l'hanno messa fra le seguite.

Con questa vostra scelta e con i vostri commenti mi avete davvero spinta a continuare a postare, specie dopo il primo momento di depressione. Temevo che non sarebbe piaciuta a nessuno!

Ringrazio anche tutti coloro che l'hanno letta, chi l'ha seguita fino alla fine e chi non ce l'ha fatta a continuare a leggere i miei deliri.

Mi ha fatto davvero piacere intraprendere questo ''viaggio'' con voi.

Un bacione immenso a tutti e grazie ancora!

Alla prossima!

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