Lilia Smith e il viaggio nella Terra di Mezzo di DiNozzo323 (/viewuser.php?uid=64620)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La compagnia dell'Anello - Inizio ***
Capitolo 2: *** La Compagnia dell'Anello - II capitolo ***
Capitolo 3: *** La Compagnia dell'Anello - III capitolo ***
Capitolo 4: *** La Compagnia dell'Anello - IV capitolo ***
Capitolo 5: *** La Compagnia dell'Anello - Fine ***
Capitolo 6: *** Le Due Torri - Inizio ***
Capitolo 7: *** Le Due Torri - II capitolo ***
Capitolo 8: *** Le Due Torri - Fine ***
Capitolo 9: *** Il Ritorno Del Re - Inizio ***
Capitolo 10: *** Il Ritorno Del Re - II capitolo ***
Capitolo 11: *** Il Ritorno Del Re - III capitolo ***
Capitolo 12: *** Il Ritorno Del Re - Fine ***
Capitolo 13: *** Il Ritorno Del Re - Alternative Ending ***
Capitolo 1 *** La compagnia dell'Anello - Inizio ***
IMPORTANTE
-Non
è la mia prima ff ma è la prima su Il Signore
Degli Anelli, quindi
siate clementi e mi scuso in anticipo se dovesse assomigliare a
qualche altra fic... La mia mente aveva partorito questa storia anni
fa, ma la mia mano ha deciso solo ora di portarla per iscritto.
-Questa
storia si rifà sia al libro che al film, quindi troverete
battute
del film (spesso) e descrizioni o battute del libro. Inoltre vi
è
una differenza di descrizione tra ''Le Due Torri'' e ''Il Ritorno Del
Re''.
Nel
primo mi sono attenuta allo schema del libro, quindi intervalli di
Merry/Pipino e Aragorn/Legolas/Gimli e solo dopo Frodo e Sam; nel
secondo ho seguito l'andamento del film.
-Infine
troverete in qualche capitolo dei testi di canzoni Disney che mi
hanno ispirata e trovavo adatti a descrivere cosa prova in quel
momento il personaggio che canta. Se vi scocciate di leggerli siete
liberissimi di andare avanti in quanto non riporto pensieri in mezzo
ad essi e sono scritti con caratteri diversi, quindi non sfuggono
all'occhio.
I
personaggi, luoghi e dialoghi non appartengono a me ma a J.R.R.
Tolkien e Peter Jackson e le canzoni Disney sono proprietà
della...
Disney! La mia mente ha solo aggiunto il personaggio di Lilia/Claudia
e modificato la storia originale (anche se non troppo). Non
è mia
intenzione offendere nessuno con questa storia scritta per puro
diletto e senza scopo di lucro alcuno. Si vede che non sono brava con
questi Disclaimer o come si chiamano.
Penso
di aver detto tutto, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura!
Era
tarda notte quando si sentì un leggero tonfo provenire da
una stanza
da letto illuminata appena da una candela al profumo di vaniglia. Il
tonfo che si era appena udito era quello di un libro bello doppio che
veniva chiuso dopo essere stato letto. Quel libro che tutti
conoscevano come ''Il Signore degli Anelli'' apparteneva a una
ragazza. Il suo nome era Claudia Smith, ragazza italiana di origini
statunitensi con una grande passione per “Il Signore Degli
Anelli”
e tutti i libri di J.R.R. Tolkien.
Claudia
scese da letto e si recò in bagno a sciacquarsi la faccia e
asciugare le lacrime, che, lente e non controllate, scorrevano sul
suo viso.
“È
mai possibile che ogni volta che finisco questo libro devo mettermi a
piangere? Ormai dovrei esserci abituata...” si disse
guardandosi
allo specchio, notando che aveva gli occhi lucidi e il viso
arrossato. Era da quando aveva l'età di 11 anni, prima volta
che
lesse Lo Hobbit, che ogni anno, rileggeva i libri di Tolkien. A volte
non tutti, ma in alcuni casi, come aveva fatto durante tutta
l'estate, aveva appena concluso l'intera ''saga'' riguardante la
Terra di Mezzo.
Claudia
stava chiudendo la porta di camera sua, piano, cercando di non
svegliare tutti, quando sentì qualcuno che la chiamava...
-Claudia-
-Ale,
sei tu?- bisbigliò.
-Ale?-
Uscì dalla stanza e entrò in quella adiacente del
fratello.
-Ale-
nessuna risposta... Si poteva sentire il respiro regolare del
ragazzo.
-Ale,
mi hai chiamata?- Niente di niente, silenzio totale.
“Mah,
l'avrò immaginato...”
Rientrò
nella sua stanza, si mise a letto e, come da un anno a quella parte,
salutò la mamma, che non c'era più. Poi spense la
candela che
lasciò un profumo di vaniglia per tutta la stanza. Fu in
quel
momento che si accorse che vi era un luce molto fioca che proveniva
dal portagioielli.
“Dio,
se è una bambola urlo” Si disse avvicinandosi
piano ad esso...
Aveva il terrore delle bambole, soprattutto quando era al buio. Senza
aprire la luce che non le avrebbe permesso di capire da dove arrivava
quella luce, aprì i vari cassetti cercando di capire cosa
potesse
luccicare, fino a quando non vide il SUO Unico Anello. Infilato nella
sua catenina d'oro risplendeva come se fosse giorno e le scritte
erano di un rosso vivo, come il fuoco.
“Ok,
sono impazzita... Mi rinchiuderanno in un manicomio... Sono
decisamente senza speranza” Non sapeva se dare credito a
questa
cosa o accettare il fatto che potesse essere semplicemente un'altra
allucinazione come quelle che aveva avuto per buona parte dell'estate
precedente probabilmente dovute alla recente perdita.
Allungò piano
la mano verso la catena e se lo infilò al collo.
-Claudia-
risentì la voce, più chiara di prima. Sembrava
quasi provenisse
dall'anello e si rese conto che forse non era una voce di un uomo.
-Chi
sei? Cosa vuoi da me? Come conosci il mio nome?-
-Ci
devi aiutare Claudia. O i popoli della Terra di Mezzo cadranno sotto
il potere di Sauron e dell'Unico Anello...-
-Si,
va bene, certo. Avanti Ale, sei tu? Silvio, se è uno scherzo
tu ti
uccido- sperò fosse l'amico del fratello che, dopo essersi
messo
d'accordo con Alessandro, le faceva quel simpatico scherzo. Una cosa
tipica di quei due.
-Non
è nessuno scherzo. Sei l'unica che ci possa aiutare... Tu
conosci la
storia...-
-Con
chi parlo? Quale storia?-
-Il
mio nome è Galadriel, regina di Noldor, e la storia di cui
parlo
riguarda la distruzione dell'Unico Anello. Tu devi aiutarci...-
“Si,
certo, e io sto parlando con Galadriel...”
-Mettiamo
che tutto questo sia vero. Cosa dovrei fare? Voi vivete in un mondo
che non esiste se non nel cuore e nella mente di coloro che leggono
la vostra storia. Come potrei mai io aiutarvi. Sono poco più
che
ventenne...-
-Allo
scoccare della mezzanotte di oggi, verrai catapultata vicino a Gran
Burrone, nelle Lande Del Sud. Dovrai raggiungere il prima possibile
Imladris, per poter aiutare il portatore di questo grande fardello-
-Insomma,
domani mi ritroverò sperduta in una terra che non esiste con
nessun
aiuto al di fuori di me stessa?-
-Tieniti
pronta, e ricordati, non capiranno subito. Fidati solo di te stessa-
“Come
se avessi altre possibilità”
-E
la mia famiglia? Non si chiederanno come mai sparisco bell'e buono...
ehmm... All'improvviso?-
-Per
loro sarà come se non fossi mai esistita. A mezzanotte
infila
l'anello che porti al collo. Ti saluto Claudia, figlia di Michael.
Addio-
-Addio-
Le
lacrime scendevano incessanti sul suo volto. Dal giorno successivo
non avrebbe più rivisto il padre e il fratello. Gli amici. I
familiari, ma anzi, sarebbe stata sola. Dopo aver pianto a lungo
capì
che si sarebbe dovuta organizzare per quel viaggio, nel caso la sera
dopo avesse sul serio preso il largo verso un mondo diverso.
Così
mise la sveglia alle 8 e si addormentò.
La
mattina pensò che tutto quello fosse stato solo un sogno,
poi però
trovò sul comodino una nota scritta con la sua grafia che
diceva
''Viaggio Terra di mezzo Zaino” e capì che era
tutto vero.
Dopo
essersi preparata fece una lista di tutto ciò che le sarebbe
potuto
servire.
Per
prima cosa uno zaino bello grande per poter contenere tutto, poi un
sacco a pelo e una coperta, una bussola, una mappa di dimensioni
colossali della Terra di Mezzo, una torcia con delle pile, uno zippo
e una bottiglia di alcool, che le sarebbero serviti per accendere
fuochi, visto che non ne era capace, un coltellino svizzero, anzi,
meglio un paio, una corda lunga e almeno una spada (che avrebbe preso
in prestito dal fratello). Per non contare poi di acqua, cibo e
vestiti comodi. Decise per prima cosa di andare da Decaty dove
avrebbe sicuramente trovato tutto il necessario per le escursioni.
Trovò
gli zaini da trekking, prese uno dei più grandi, poi un
sacco a pelo
che si poteva arrotolare, bussola e corda. Si recò poi nel
reparto
vestiario e comprò 3 paia di pantaloni pesanti di tute e
varie
magliette a maniche corte. Di felpe a casa ne aveva in abbondanza, e
anche un paio di scarpe da montagna. Poi andò al
supermercato e lì
comprò varie bottiglie di acqua e un paio di Gatorade,
assieme a
varie merendine e cracker che erano la cosa ideale da portarsi dietro
senza che andasse a male. Tornata a casa preparò la borsa e
la
nascose sotto il letto. Decise inoltre di portare con se anche degli
appunti sul Signore Degli Anelli e gli altri libri di Tolkien, che
l'avrebbero aiutata a ricordare gli avvenimenti, stampò una
mappa e
fece le fotocopie degli annali del libro. Poi decise di portare anche
il suo adorato cappellino a visiera e guanti e sciarpa., visto che
non sapeva che tempo avrebbe trovato, accompagnati da un
impermeabile.
Quella
sera preparò la cena per tutti e li salutò
tremila volte,
nonostante avesse deciso di non dire nulla. Certamente capirono che
c'era qualcosa che non andava, ma decisero di non indagare oltre.
Sapevano che se avesse voluto gliene avrebbe parlato lei.
Verso
le otto si fece una doccia e poi si recò a dormire, puntando
la
sveglia sulle 23.30, in modo da avere il tempo di controllare che non
si dimenticasse nulla.
Quando
squillò la sveglia si alzò e
ricontrollò che vi fosse tutto nello
zaino, dove aveva aggiunto una foto di lei con i genitori e il
fratello che voleva tenere con se, assieme al suo regalo di 18 anni,
un anello. Entrò silenziosamente in camera del fratello e
prese la
katana più grande, assieme a quella più piccola.
Erano smussate,
certo, ma meglio di nulla. Poi si sedette sul letto e attese.
Il
tempo sembrava non passare mai e quando a mezzanotte infilò
l'anello
era convinta che non sarebbe successo nulla, ma che si sarebbe
trovata sempre lì, sul suo bel letto, ma così non
fu.
Nell'istante
stesso in cui infilò l'anello vide tutto intorno a lei
vorticare,
poi una luce l'abbagliò e lei si ritrovò, dopo
alcuni minuti, stesa
su un prato verde. Era notte inoltrata.
-Oddio,
è successo sul serio. Non ci posso credere... Il problema
è: ora
che faccio?-
Stette
per alcuni minuti seduta, a pensare, illuminata solo dalla Luna. Poi
prese coraggio e si organizzò. Puntò la sveglia
dell'orologio che
aveva appena comprato alle 6 e si addormentò, avvolta nel
sacco a
pelo nuovo.
Si
svegliò la mattina che ancora non era sorto il sole, e dopo
aver
mangiato qualcosa prese la mappa e la matita e cercò di
capire in
che direzione doveva andare. Si guardò attorno e
notò che alla sua
destra e alla sua sinistra vi erano montagne, quindi, per lo meno, si
sarebbe davvero dovuta trovare nelle Lande del Sud. La bussola
indicava che il nord era alla sua sinistra, quindi, se davvero
lì la
bussola funzionava come sulla Terra, lei sarebbe dovuta andare dritta
e il sole avrebbe dovuto sorge di fronte a lei, cioè a Est.
Ora
bastava aspettare una mezz'oretta per esserne certa.
Nel
frattempo cercò di capire quale era il modo migliore di
agire.
-Allora,
Frodo è partito il 23 settembre da Casa Baggins e il 30 ha
lasciato
Brea... Oggi dovrebbe essere 6 quindi stasera Frodo verrà
attaccato
dai Nazgul. Posso farcela a raggiungere Colle Vento prima che venga
colpito?- -Devo provarci, d'altronde sono qui per aiutare, no?-
Mentre
Claudia si poneva queste domande, il sole spuntò
all'orizzonte,
esattamente di fronte a lei, quindi quanto meno la bussola andava
bene. Così si girò sul fianco sinistro e si
incamminò verso quella
che sperava fosse Colle Vento. Dopo pochi passi però
sentì un
dolore ai piedi poco sopportabile, così si dovette fermare.
Quando
si tolse le scarpe notò che i suoi piedi erano di gran lunga
più
grandi del normale... Saranno stati per lo meno un 42. Un dubbio
iniziò ad assalirla, così si toccò le
orecchie e notò che esse
erano a punta.
-Oh
cavoli! Sono un Hobbit!- Claudia alzò le sopracciglia,
passò lo
sguardo dai piedi alle scarpe, le prese e le mise nello zaino, giusto
per non farle trovare a chiunque. Chissà perchè
poi i vestiti le
andavano bene... Mah... I misteri della vita...
Gambe
in spalla marciò senza sosta per tutta la giornata. Era
stremata,
non abituata a quei ritmi, ma doveva arrivare dagli altri. Lo doveva
fare per Frodo. Era da poco tramontato il sole quando giunse nei
pressi di Colle Vento. Da lontano poteva vedere una luce piccola
piccola che immaginava indicasse l'accampamento dei 4 Hobbit e di
Aragorn. Camminò veloce, molto veloce, conscia che non aveva
un
minuto da perdere e quando fu abbastanza vicina nascose il suo zaino
dietro a una roccia e tenne con sé solo un mantello col
cappuccio
che la coprisse, le due Katane e una torcia. Aveva appena visto i
cavalieri passare vicino a lei, vicinissimi alla grotta e
capì che
era il momento di correre.
Corse
più veloce che poteva e dopo pochi minuti li vide. Vide
queste ombre
scure e dietro di esse Aragorn con gli Hobbit. Frodo stava
combattendo con se stesso per non infilarsi l'Anello, quindi aveva
solo pochi istanti per fare qualcosa.
-Ehi
brutti stronzi, sono qui!- urlò facendo girare verso di
sé tutti i
presenti. Poi corse verso i Cavalieri e iniziò a combattere,
ringraziando di avere seguito quelle poche lezioni di scherma al
campo estivo. Il suo intervento distrasse Frodo che tolse la mano
dalla catena e Aragorn corse a darle una mano. Insieme riuscirono ad
allontanare i Cavalieri. Appena se ne furono andati tutti si
avvicinarono a Frodo per controllare che stesse bene, coprendogli la
visuale da quella figura incappucciata che li aveva aiutati.
-Chi
sie..?- chiese Sam girandosi verso il buio. Ma lì non vi era
più
nessuno. Quella persona sembrava svanita nel nulla.
Claudia
corse, più in fretta che poteva e con più
leggiadria possibile
(aggettivo che non le si addiceva particolarmente) temendo che la
mattina successiva Aragorn avrebbe seguito le sue impronte e
l'avrebbe trovata. Così si addormentò subito,
nascosta dietro la
roccia dove aveva lasciato lo zaino e si svegliò alle 4 e
mezza. Era
distrutta, non abituata a delle giornate simili, ma ce la doveva
fare. Non poteva rischiare che i Cavalieri la trovassero o che la
trovassero gli altri, senza parlare prima con Elrond e Gandalf.
Così
si diresse verso l'Ultimo Ponte, che sarebbe stato attraversato da
Frodo non prima del 12.
Appena
si svegliarono tutti Aragorn seguì le tracce di Claudia,
fino al
giaciglio dove aveva dormito. Trovò le orme e delle briciole
di
Muffin, anche se non esistevano in quel mondo, quindi non poteva
sapere a cosa appartenessero. E un capello dorato. Non era molto
lungo, quindi non poteva dargli una certa sicurezza sul sesso dello
sconosciuto, né sulla sua razza, anche se era sicuro che non
fosse
un elfo. Forse un uomo, o meglio un ragazzino, vista l'altezza.
Più
probabilmente un Hobbit, ma non voleva azzardare ipotesi senza
esserne assolutamente sicuro.
Per
5 giorni Claudia camminò verso il Ponte. Aveva pensato di
oltrepassarlo e addormentarsi dall'altro lato, magari nascosta
proprio sotto il ponte, se ci fosse riuscita, in modo da farsi
superare dagli altri e recuperare un po' di forze, visto che era
davvero stanchissima, fermandosi solo la sera a cenare e dormendo
poco più di 6 ore a notte, cosa a cui non era abituata. Quei
primi
giorni furono probabilmente i peggiori. Aveva nostalgia di casa e
aveva paura di quegli stupidi cavalieri. Si sentiva terribilmente
sola...
La
sera dell'11 settembre giunse finalmente al ponte. Si fermò
al di là
di esso e mangiò un paio di merendine. Poi cacciò
il sacco a pelo e
la coperta, visto che iniziava a fare freddo la notte e si
addormentò
vicino la riva del fiume, sotto il ponte, sperando che niente andasse
a turbare il suo sonno. Dormì a lungo, e si
svegliò quando il sole
era già alto nel cielo.
“Bene,
adesso come faccio a sapere se sono già passati avanti? Ho
il sonno
talmente pesante che non me ne sarei mai accorta... Vabbè,
laviamoci
prima e poi ci pensiamo.”
Si
spogliò e si immerse nel fiume che scorreva rapido,
tenendosi a un
ramo, per non venire trascinata dalla corrente. Stava per risalire
quando sentì delle voci...
“Cavoli,
devono essere loro! Devo restare immobile e sperare che non mi
vedano. Meno male che ho lasciato delle impronte fasulle
stamattina...”
-Padron
Frodo, chi pensate che fosse quell'uomo mascherato dell'altra sera?-
-Non
lo so Sam, ma qualcosa mi dice che non è malvagio.-
-Merry,
io ho fame...-
-Pipino,
hai mangiato nemmeno due ore fa! Avanti, non ti lamentare-
-Grampasso,
perché vi siete fermato?- chiese Sam.
-Silenzio.
Mi sembra di aver sentito un rumore...-
“Certo
che l'hai sentito! Era il mio stupido orologio che mi diceva che sono
le 12 in punto. Valar, vi prego, non fatemi scoprire.”
-Pipino,
stai attento!- sussurrò Merry. Immaginò Claudia
che gli fosse
andato a sbattere contro.
Aspettò
ancora qualche minuto, poi capì che si stavano rimettendo in
marcia.
Quando non sentì più nessun rumore
uscì dall'acqua.
“O
Valar. Sicuramente mi verrà la febbre. Quell'acqua era
gelida” Si
asciugò in fretta e si vestì. Decise di
controllare almeno per
un'oretta i suoi appunti, per lasciare al gruppo il tempo di sparire
all'orizzonte, poi si rimise in marcia.
Appena
100 miglia la separavano da Gran Burrone, e immaginava che,
giacché
Frodo non era stato ferito, ci avrebbero messo meno tempo gli altri
ad arrivarvi. Quindi si doveva sbrigare.
Quei
giorni furono terribili. Le era salita una grande febbre e la
Tachipirina che si era portata non aiutava per nulla a farla
scendere. Era stanca e aveva molto freddo. Si maledì per
essersi
fatta il bagno e per la sua smania del pulito e proseguì.
Dopo altri
5 giorni giunse presso Il Guado. Sospettò che gli altri
fossero già
passati, così non si preoccupò più di
stare nascosta e con le
ultime forze che le restavano attraversò Il Guado, dove
l'acqua era
meno profonda. Giunta dall'altra parte fece ancora pochi metri. Poi
vide una luce che si avvicinava a lei.
-Gandalf?-
Fu l'ultima parola che disse prima che tutto diventasse buio e lei
cadesse con un tonfo, svenuta, a causa della febbre altissima e
del lungo cammino che aveva intrapreso.
Aggiornerò
la storia tutti i giorni o per lo meno un giorno si e uno no circa in
quanto già conclusa. Spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Se è
così mi piacerebbe che me lo diceste con una recensione,
anche
piccola piccola, ad ogni modo la continuerò fino alla fine,
anche se
non dovessi avere nemmeno un lettore... Odio tenermele sul pc le storie
che completo =D
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Capitolo 2 *** La Compagnia dell'Anello - II capitolo ***
Ecco
il secondo chappy! Ringrazio nini superga per
aver messo la mia storia tra i preferiti e averla recensita e un
grazie a tutti coloro che la leggono. Baci =)
Claudia
si svegliò dopo 4 giorni. Il pomeriggio del 23 ottobre in un
comodo
letto.
-Dove
sono?- Chiese più a se stessa, che a qualcuno in
particolare.
Completamente rintronata.
-Mia
cara ragazza, ti trovi nella casa di Elrond, e hai dormito per 4
giorni-
-Gandalf?
Sei tu?- chiese mettendo piano piano a fuoco la figura seduta accanto
a lei.
-Conosci
il mio nome. Ora posso sapere il tuo?- Era proprio come se lo
immaginava. La rassicurava molto.
-Mi
scuso per le mie cattive maniere. Il mio nome è Claudia
Smith o,
come direste voi, Claudia figlia di Michael.-
-Bene
Claudia figlia di Michael. Posso sapere chi sei? E come conosci il
mio nome?-
-È
una storia parecchio lunga, Mithrandir. Dimmi però, Saruman
ti ha
per caso chiesto qualcosa di me quando ti ha imprigionato a Orthanc?-
-Ho
tutto il tempo che vuoi. Ma non penso che Saruman sappia di te. Per
lo meno non ancora.-
-Bene,
allora posso chiederti una cosa? Vorrei chiederti il favore di
raccontarti la mia storia in privato- disse indicando con un cenno di
capo una guardia che si trovava nella stanza, e che Gandalf fece
uscire.
-Grazie,
e se potessi dirmi anche dove sono le mie cose te ne sarei grata.-
-Il
tuo zaino e i tuoi strani vestiti si trovano ai piedi del letto.
Eccolo.- Le disse passandole con garbo lo zaino, dal quale
cacciò la
mappa della Terra di Mezzo e gli appunti precedenti quel giorno, di
modo che potesse essere il più precisa possibile nel
raccontare di
lei.
-L'Anello!
Dov'è l'anello che portavo al collo?- chiese Claudia
ricordandosi
tutto ad un tratto della copia dell'Unico Anello che non portava
più
al collo.
-Eccolo.
Adesso per favore spiegami tutto.- Lo disse con una voce che celava
dietro l'invito un ordine. Così Claudia prese a raccontare
la sua
storia.
Ci
mise parecchio tempo per raccontare tutto e Gandalf non la interruppe
una volta. Alla fine Claudia chiese cosa era successo agli altri da
quando li aveva incontrati a Colle Vento e come fosse stata trovata.
-Dopo
l'incontro a Colle Vento gli Hobbit e Aragorn ti hanno seguita e sono
giunti fino al Guado che hanno superato con difficoltà a
causa degli
spettri. Frodo è stato graffiato al braccio dalla lama
Morgul d...-
-Del
re Stregone di Angmar...- sussurrò piano Claudia, beccandosi
un'occhiata di sorpresa da Gandalf.
-Scusa,
continua.-
-Fortunatamente
il taglio era superficiale e loro erano molto vicini a Imladris.- Si
fermò un secondo, attendendo probabilmente una domanda su
che posto
fosse Imladris, domanda che non venne, così
continuò.
-Frodo
è stato curato da Sire Elrond in persona e adesso sta bene.
Riguardo
a te sei stata trovata da Glorfindel che si trovava ancora nei pressi
del Guado. Ti ha portata qui quando si è accorto che portavi
al
collo l'Unico Anello, che sappiamo essere un falso. Avevi la febbre
altissima, e se fossi rimasta anche poche ore là fuori da
sola non
ce l'avresti fatta.-
-Vedi
Gandalf, quando ho raggiunto l'Ultimo Ponte, mi sono immersa nelle
acque di Mitheithel per farmi un bagno, solo che mentre facevo
ciò
sono passati sul ponte Aragorn, Frodo, Sam, Merry e Pipino, e per non
fare rumore sono rimasta immersa nelle acque gelide per almeno 20
minuti. Per questo mi sono ammalata. Gandalf, un'altra cosa: ma io
che cosa sono? Un Hobbit?- chiese Claudia, guardandosi i piedi.
-Aspettavo
questa domanda da un po'. Vedi Claudia. Noi non siamo sicuri di cosa
tu sia.-
-Cosa?
Com'è possibile?-
-Vedi,
tu sembri essere un, perdona la parola, incrocio delle varie razze
che si trovano nella Terra di Mezzo. Ciò dovuto
probabilmente al
fatto che non esistevi in questo mondo fino a appena 17 giorni fa.-
-Un
incrocio? In che senso?- Chiese Claudia terribilmente confusa.
-Bé,
hai notato che le tue orecchie sono a punta e, sei alta quanto un
Hobbit, ma d'altro canto la tua vita sembra scorrere allo stesso modo
di quella degli Uomini che popolano questo mondo, diciamo che sei una
donna in miniatura con le orecchie a punta, per non parlare del fatto
che sembri aver preso dai Nani la capacità di sopportare
fatiche e
stress senza risentirne troppo. Chiunque al tuo posto sarebbe morto
prima di raggiungere il Guado. Scommetto anche che conosci vari
metodi di guarigione, proprio come me, e infine hai preso la bellezza
eterea degli elfi. Quindi, capirai, siamo in dubbio nell'affermare a
quale razza appartieni. Credo però di affermare con una
certa
sicurezza che conosci le varie lingue di questo mondo.-
-Non
saprei, a parte con te ho sempre parlato da sola da quando sono qui.-
-Conosci
l'Ovestron. Elfico?-
-I
amar prestar aen, mellon nin.-
Il
mondo è cambiato, amico mio
-Khuzdul?-
Il
linguaggio dei nani.
-Tumun
Khazad-dum Salon se-
I
profondi saloni dei nani sono caduti.
-Conosco
anche la lingua oscura, ma preferisco non pronunciarla qui.-
-I
miei sospetti erano dunque fondati. Parlerai di ciò anche
con sire
Elrond. Poi vedremo che fare.- Uscì dalla stanza un secondo
e andò
ad avvisare la guardia di far venire Elrond, che doveva parlare con
la ragazza. Arrivò Elrond dopo poco.
Così
come a Gandalf anche a lui Claudia raccontò tutto.
-Dunque
non sei un nemico, e l'anello che porti al collo è una copia
realizzata nel tuo mondo per coloro che amavano la nostra storia,
è
esatto?-
-Si,
Sire.-
-Bene.
E' tutto chiaro. Parteciperai anche tu al Consiglio che si
terrà fra
due giorni, ma non dire a nessuno ciò che hai appena
raccontato a
noi. Non capirebbero e cercherebbero in tutti i modi di estorcerti
informazioni riguardanti il futuro. Puoi tenere le tue cose con te,
ma nascondile e non fare entrare nessuno nella stanza senza che vi
sia presente anche tu. Sei libera di andare dove preferisci
all'interno di Imladris. Fra poco si terrà la cena.
Nell'armadio
troverai dei vestiti che ti potrebbero andare bene. Ti
accompagnerà
Glorfindel.- Fece per andarsene assieme a Gandalf quando fu fermato
dalla voce di Claudia.
-Sire,
la ringrazio di avermi ospitata e di avermi guarito dalla febbre che
si era impossessata di me. Non molti l'avrebbero fatto, specie in
questi tempi bui e temendo che fossi il nemico. Vorrei chiedervi solo
una cosa. Posso cambiare nome? Il mio non mi sembra molto comune in
questo mondo.-
-Certo.
Quale nome preferisci?-
-Lilia,
se non è un problema.-
-Così
sia. Da oggi tu sarai Lilia, figlia di Michael.- E se ne andarono
entrambi, lasciandomi sola, con mille pensieri per la testa.
Entrò
nel bagno e si fece un bagno caldo, asciugandosi tranquillamente. Poi
tornò nella stanza, avvolta nell'accappatoio e
aprì l'armadio. Vi
erano un'infinità di vestiti, alcuni troppo grandi per il
suo nuovo
corpo, altri troppo piccoli, e molti che le andavano bene, comunque
tutti bellissimi.
“Non
posso mettermi questi vestiti... Sai che imbarazzo... Non sono
proprio abituata... Quasi quasi mi metto la mia tuta. Però
Elrond si
potrebbe offendere... Ma non voglio essere osservata troppo, visto
che sono sicura che succederà...”
-Che
faccio? Che faccio?-
-Io
metterei quell'abito verde. Si intona perfettamente ai tuoi occhi.-
Claudia si girò spaventata, era una voce femminile che aveva
udito
alle sue spalle.
-Ti
chiedo scusa per averti spaventata. Il mio nome è Arwen
Undòmiel.
Tu devi essere la straniera che ha salvato Il Portatore a Colle
Vento.-
-Bé,
salvato... Diciamo che ho solo dato una mano.- Rispose imbarazzata.
Non aveva mai visto una fanciulla così bella. Si restava
abbagliati
da lei.
-Io
sono Lilia, figlia di Michael, in panico per quello che mi
dovrò
mettere stasera.- La informò con un sorriso.
-Dici
che quello verde mi starebbe bene?- Chiese arrossendo sempre
più.
-Si,
ti starebbe davvero benissimo. Provalo. Ti aspetto qui.- Disse
affacciandosi alla finestra. Lilia si recò in bagno e
lì provò il
vestito. Era molto semplice, e bello. Aveva due bretelline sulle
spalle, leggero come una piuma, uno scollo non troppo pronunciato a
barca, stretto in vita da una cinta bianco panna, chiusa con un nodo,
lungo fino sotto le ginocchia, le scendeva morbido sui fianchi, lungo
il corpo. Era davvero stupendo, e si intonava davvero ai suoi occhi.
Dopo averlo indossato uscì e trovò Arwen nella
stessa posizione in
cui l'aveva lasciata.
-Avevi
ragione, è davvero molto bello.-
-Sai,
era mio, di quando ero più piccola. Tanti e tanti anni fa.-
-Cosa?
No, non posso indossarlo...-
-Lilia-
le prese le mani Arwen -sarebbe un onore per me vederti indossare
questo vestito.-
-Grazie...-
rispose piano Lilia, diventando rossa in volto, non riuscendo a non
perdersi negli occhi blu della principessa.
-Adesso
direi che è il caso di aggiustarsi i capelli.-
Affermò prendendo un
pettine fra le mani, iniziando a pettinarglieli piano.
“Arwen
mi sta pettinando i capelli! Arwen mi sta davvero pettinando i
capelli!”
-Così
stai davvero bene.- Disse passandole uno specchio. Aveva i capelli
lisci alla radice e a boccoli morbidi verso la metà, legati
in un
codino alto dietro la nuca, che lasciava sciolti gli altri sulle
spalle. Li aveva fermati con una spilla a forma di farfalla. Era
stupenda. Alcuni ciuffetti del ciuffo che portava erano stati
lasciati liberi ai lati della fronte.
-Adesso
non ci resta che truccarci un po' e poi possiamo andare.-
-Truccarci?
Voi conoscete il trucco? Posso vedere? Sono curiosa...- Le chiese,
facendola sorridere per la sua curiosità. Arwen si
avvicinò a un
cassetto e lì prese un cofanetto.
Vi
era della terra per il viso e una sorta di rossetto per le labbra.
“
Ti
farò conoscere
io, Arwen Undòmiel, i trucchi che si trovavano sulla terra,
ma
adesso è ora di andare, ed è meglio non combinare
pasticci.” Così
ci avviammo nei corridoi, verso la grande sala.
Verso
metà strada incontrarono Glorfindel, che si stava recando a
chiamare
le due fanciulle, e così Lilia ebbe anche modo di
ringraziarlo per
averla salvata.
-Figurati,
gli amici di Mithrandir sono i benvenuti, e se non ti avessi salvata
non saresti sopravvissuta.- rispose come se fosse stata una cosa da
nulla. Lui e Arwen entrarono per primi, un gran vociare si udiva
già
dal corridoio. Ma quando entrò Lilia tutti si zittirono e si
girarono a guardarla.
Lei
si fece rossa in volto, poteva sembrare un papavero gigante, sempre
che esistesse quella particolare pianta in quel mondo, e si
avvicinò
a tentoni verso il grande tavolo. Arwen si avvicinò a lei e
posò
due leggeri baci sulle sue guance e si sedette, cosa che
lasciò
tutti abbastanza sbigottiti.
“Decisamente
questo non è il modo migliore per farsi
conoscere...” Si disse
Lilia avvicinandosi a Sam, Merry e Pipino e sedendosi accanto a loro.
Quando
Elrond iniziò a chiacchierare tutti distolsero l'attenzione
da
quella strana e bellissima fanciulla e tornarono a farsi i propri
affari. Tutti tranne quattro Hobbit curiosi che la fissavano
insistentemente.
Lilia
sedeva dapprima guardandosi attorno e osservando il volto di tutti,
poi quando vide che i tre Hobbit la osservavano e Frodo faceva lo
stesso, divenne rossa e abbassò lo sguardo sul suo piatto.
Lo
stomaco le si chiuse e non riusciva a mangiare.
-Mia
signora, dovete mangiare. So che siete stata a letto malata per molti
giorni.- Disse una voce alla sua destra.
-Sam,
ti prego di darmi del tu e chiamarmi col mio nome: Lilia. E
così
anche voi, Merry e Pipino.-
-Come
conosci i nostri nomi?- domandò Pipino.
-So
molte cose di voi, ma non è il momento adatto per parlarne.
Piuttosto chiacchiererei del più e del meno e cercherei di
fare
amicizia, non vi pare?-
-TU!
Tu sei lo sconosciuto che ci ha salvato a Colle Vento! Riconosco la
tua voce.- disse a un tratto Merry.
-I..
io... io non...- iniziò a balbettare Lilia, non sapendo cosa
dire.
-Tu
hai salvato padron Frodo! Non smetterò mai di ringraziarti.-
Disse
Sam ad alta voce, chinando la testa in segno di rispetto.
Lilia
mise una mano sotto il suo mento e gliela fece alzare.
-Samvise
Gamgee, mai più ti dovrai chinare di fronte a me, e
così anche voi,
Meriadoc e Peregrino, perché voi compierete azioni degne di
eroi.-
Detto ciò iniziarono a parlare di varie cose, ridendo e
scherzando.
-Pipino,
non ti sembra che il nostro caro cuginetto sia un po' troppo
interessato a quanto facciamo? Non si è praticamente girato
da
quando si è seduta Lilia vicino a noi...-
-Hai
ragione Merry, qui gatta ci cova...- Concordò Pipino facendo
alzare
lo sguardo anche a Sam e Lilia, che si girarono verso Frodo.
Fu
in quel momento, quando i loro sguardi si incontrarono, quasi fossero
due calamite che si cercavano, che Lilia, così come Frodo,
sentì
una piacevole sensazione al corpo, ed entrambi ebbero gran caldo. Si
guardarono per attimi che sembravano eterni, fino a che i tre amici
non presero a sghignazzare, facendo arrossire Lilia che distolse lo
sguardo e lo perse nel vuoto, assieme a mille pensieri...
Finita
la cena Elrond e Arwen si alzarono e, dietro di loro, tutti
iniziarono ad avviarsi verso il Salone del Fuoco. Lilia si trovava
ancora tra Merry e Pipino, mentre Sam aveva raggiunto Frodo... Sapeva
che a breve avrebbe notato Bilbo nella sala e che quindi per quella
sera non avrebbe avuto occasione di rivolgergli la parola,
così si
sedette vicino agli altri due Hobbit e scherzarono per tutta la sera,
senza pensieri, ma con la voglia di divertirsi e basta.
Dopo
aver passato la serata a divertirsi con i suoi nuovi amici, Lilia
tornò nella sua stanza. Era stanca, ma quando si mise a
letto si
rese conto che non riusciva proprio a prendere sonno. Si
girò e
rigirò per un po' nel letto, poi indossò un
mantello e decise di
andare a fare un giro. Di sera si fanno gli incontri più
interessanti... Detto, fatto. Non arrivò nemmeno
giù in giardino
che andò a sbattere contro qualcuno che stava venendo dalla
direzione opposta alla sua.
-Scusi,
non l'avevo vista.- Mormorò piano Lilia, cercando di non
svegliare
nessuno. Era finita col sedere a terra e adesso stava afferrando la
mano che le veniva offerta.
-Non
ti preoccupare, non è successo niente.- Quando Lilia
alzò lo
sguardo incrociò un paio di occhi blu profondi come il mare.
Da
sempre aveva desiderato conoscere la persona a cui appartenevano
quegli occhi, e adesso non le sembrava vero che potesse farlo.
-Il
mio nome è Frodo Baggins, ma immagino tu lo sappia
già... Quanto
meno te lo avranno detto i miei amici... Mentre tu sei...?-
-Lilia,
figlia di Michael. Lieta di fare la tua conoscenza Frodo Baggins,
della Contea.-
-E
come mai una fanciulla si aggira a quest'ora della notte tutta sola
per Gran Burrone? Può essere pericoloso...-
-Sicuramente
non più pericoloso di Colle Vento, non credi? Comunque mi so
difendere benissimo da sola.-
-Ehi,
scherzavo. So che ci hai salvato tu e ti ringrazio. Comunque sul
serio. Che ci fai qui in giro?-
-Bé...
Non riuscivo a dormire... E tu? Perché ancora in giro?-
“Si,
non riesco a dormire perché penso a te...”
-Stesso
motivo...-
-Ehi,
che ne dici se chiacchieriamo un po'? Potremmo andare in camera
mia... Insomma... Fa abbastanza fresco qui fuori... Almeno non ci
ammaliamo...- Poi vide il suo sguardo sorpreso.
-Cioè....
Non so... Forse da voi non è usanza che due persone siano
nella
stessa stanza se...?- Disse facendo scemare la voce piano piano,
imbarazzata per la figura che aveva fatto.
-Oh,
bé. In effetti da noi non si usa molto, ma se dalle tue
parti invece
si andiamo pure a chiacchierare... Magari ci concilierà il
sonno.-
Rispose sorridente.
Al
vedere il suo sorriso Lilia si fece coraggio e si diresse verso la
sua stanza.
-Scusa
il disordine. Purtroppo è una cosa che fa parte della mia
vita.-
-Non
ti preoccupare. Questa è la tua famiglia?- Le chiese
prendendo in
mano la foto che aveva portato dalla Terra.
-Si.
Questa sono io, mia madre, mio padre e mio fratello, Alessandro. Mi
mancano molto.-
-Vedrai
che presto o tardi tornerai da loro.-
-Non
credo.- rispose con un sussurro.
-Ma
sai che sembri molto diversa in questo... Cos'è questo? Un
mini-ritratto?-
-Si,
chiamiamolo così. Allora Frodo, cosa ti va di raccontarmi?-
domandò
sperando di distrarlo.
-Lilia,
non saprei da dove cominciare...-
-Io
direi che l'inizio non sarebbe male, non credi?-
-Ok..-
Frodo le raccontò della sua infanzia, dell'adozione di Bilbo
e di
quegli anni passati nella Contea. Della magnifica festa che tennero
per i loro compleanni, e quando capì che anche Lilia sapeva
dell'Anello le raccontò anche la partenza da Casa Baggins,
dell'incontro con Tom Bombadil e con Grampasso. Fino ad arrivare a
quel giorno. Lilia pendeva letteralmente dalle sue labbra e non si
perse una parola.
-Adesso
tu sai tutto di me, ma io nulla di te.-
-Di
me non c'è molto da dire...-
“O
meglio, non c'è molto che ti posso dire”
-Sono
nata in un altro Paese il 7 gennaio. Ho un fratello più
piccolo di
un anno e, come te, ho perso mia madre. L'anno scorso. Abbiamo
continuato a vivere io, mio padre e mio fratello, ma quando ho capito
che c'era più bisogno di me qui li ho lasciati soli. Spero
che se la
caveranno...-
-Ne
sono certo.- La cosa la fece sorridere.
-Adoro
cucinare, anche se non sono molto brava, e adoro cantare e disegnare.
Sono molto molto timida e anche molto testarda. Non c'è
molto altro
che ti posso raccontare, almeno per il momento. Ti prometto
però che
se un giorno questa storia finirà ti racconterò
tutto di me-
-Ok,
vorrà dire che aspetterò.-
-Frodo,
ma tu hai 50 anni, vero?-
-Si,
perché?-
-Non
li dimostri proprio... Sembri molto più giovane... O meglio,
nel
Paese da cui provengo non avresti nemmeno 30 anni...-
-Perché?
Tu quanti anni hai?-
-Prima
che te lo dica devi capire che da me l'età di una persona si
misura
diversamente... Ho 21 anni.-
-Cosa?
Ma sei una bambina!-
-A
dire il vero no. Vedi... da me la vita di una persona è
divisa in 4
fasi principali: bambino, ragazzo, adulto, vecchio. Io in effetti
sono tre anni che sono una donna. Quindi per la tua gente quanti anni
avrei?-
-Adesso
capisco... Penso che tu potresti avere tranquillamente 40 anni, se
non di più. Senti, ma anche tu il 25 parteciperai...-
-Al
consiglio di Sire Elrond? Si, ci sarò anche io.-
-Sono
contento. Adesso penso sia ora di andare a letto. Altrimenti va a
finire che vediamo sorgere il sole.-
-Effettivamente...
Hai ragione. Ci vedremo domani, non è vero?-
-Certamente!
Buona notte Lilia.-
-Notte
Frodo.- Lo salutò con un bacio sulla guancia, poi mentre si
chiudeva
la porta mormorò -Sogni d'oro-
E
furono davvero dei sogni d'oro per entrambi che, dopo quella
conversazione
notturna, si addormentarono con un sorriso sulle labbra.
|
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Capitolo 3 *** La Compagnia dell'Anello - III capitolo ***
Visto
che stasera non ci sono ho preferito postare adesso il terzo capitolo
=) Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia e
soprattutto nini superga per
averla messa fra i preferiti e Eruanne fra
le seguite! Grazie e buona lettura ^_^
♪ ...L'amore
troverà la via
non
mi perderò con te
mi
sentirò a casa mia
Due
note fanno un'armonia
che
sboccia come un fiore
Per
noi due l'amore
troverà
la via
Per
noi
Troverà
la via... ♫
-Che
bella canzone! Ti prego, continua...- Lilia si girò
all'improvviso e
si ritrovò faccia a faccia con Arwen, che la ascoltava
incantata.
Decisamente quella era la canzone più adatta a entrambe in
quel
momento.
-Oh,
ciao Arwen... Grazie... È una delle tante canzoni dei
cartoni Disney
che cantavo a casa...- Arwen la guardò un po' confusa, non
potendo
capire di cosa parlava Lilia...
-Ehm...
Scusa... In pratica i cartoni Disney sono come dei ritratti che si
muovono e si vedono in uno schermo limpido come l'acqua dove i
personaggi, che possono essere uomini come animali, parlano e
cantano. La canzone che cantavo faceva parte di un cartone che si
chiama ''Il Re Leone'' dove i protagonisti sono gli animali, in
particolare i leoni... Esistono i leoni qui?-
-Credo
di no. Cosa sono?- chiese Arwen, attenta a ogni parola.
-Come
posso farti capire... Ecco, te lo farò vedere!- Disse Lilia
prendendo carta e matita e iniziando a fare uno schizzo. Ci mise
poco, disegnò Simba e poi lo mostrò alla
principessa. Era sempre
stata brava a disegnare, sicuramente più che a cantare.
-Com'è
bello! E questo è un...-
-Leone.
Si. Sono molto belli. Io adoro gli animali... Bé, quasi
tutti.-
Lilia rispose sorridendo.
-Arwen,
ieri tu mi hai aiutata a prepararmi, adesso vorrei farti vedere dei
trucchi che usiamo nel mondo da cui provengo... Sperando di non
averli persi.- Disse ficcando la testa nell'immenso zaino, da cui
usciva di tutto e di più. Alla fine, dopo aver cacciato
tutto sul
letto trovò la trousse con i trucchi e esultò.
Quando si girò
verso Arwen però vide che stava mangiando un muffin al
cioccolato e
scoppiò a ridere.
-È
buono! Che cos'è?-
-Si
chiama Muffin... E' fatto col cioccolato... Conoscete il cioccolato,
vero?-
-Si,
si. Cosa c'è in quella borsa?-
-I
miei trucchi.- La informò Lilia aprendola, con un sorriso a
32
denti.
-Cos'è
questo?-
-Questo
si chiama Mascara. Serve a allungare le ciglia e farle risaltare.
Adesso ti faccio vedere tutto. Dunque, queste sono matite. Si mettono
su questa parte dell'occhio. Puoi darci la forma che vuoi. Farle
spesse, sottili... Insomma, ci si diverte. Questi sono ombretti.
Servono a dare colore all'occhio. Poi c'è il mascara, i
brillantini..-
-Uao!
Hai un sacco di trucchi!-
-Si,
adoro truccarmi. Ora ti faccio capire come funziona.- Lilia si
truccò
spiegandole passo passo cosa usare per farle vedere cosa cambiava
rispetto ai loro trucchi.
-Che
differenza! Stai molto bene!-
-Grazie
Arwen. Adesso passiamo un po' a te. Capelli castani molto scuri,
occhi blu... Stai molto bene con i colori chiari. Se mi è
concesso,
tu stai benissimo non truccata. Comunque possiamo provare a vedere un
po' cosa succede cambiando... Io proverei con una matita marrone che
dovrebbe risaltare i tuoi occhi. Poi direi ombretti color carne e
mascara... Vado?-
-Dove
vai?-
-Scusa,
è un modo di dire. Significa inizio?-
-Oh,
si, vai.- La ragazza le truccò velocemente gli occhi,
facendo
divertire l'elfa che la vedeva tutta attenta a non sbagliare.
-Poi
metterei questo bel rossetto rosso sulle labbra. Con i tuoi colori ti
dovrebbe stare benissimo. Farai cadere ai tuoi piedi un certo
Ramingo...- Le disse facendole capire che lei sapeva di Aragorn e che
ne era felice.
Passarono
buona parte della mattina a parlare e scherzare. Lilia le
insegnò
alcune canzoni della Disney e Arwen alcuni canti degli elfi. Poi
verso le 11 la principessa di congedò, e Lilia
uscì dalla sua
stanza, decisa a fare una passeggiata. Si diresse sul lato orientale,
dove vi erano i giardini e dove avrebbe potuto passeggiare
tranquillamente... Almeno questo era quello che credeva lei. A
passeggiare ci riuscì, ma decisamente non fu una cosa
tranquilla,
visto che incontrò Merry, Pipino e Sam.
-Lilia!
Indovina chi sono?- Chiese qualcuno che le aveva poggiato le mani
sugli occhi.
-Dunque...
Frodo non penso, immagino sia con Bilbo. Sam non lo farebbe mai e fra
Merry e Pipino immagino tu sia... Pipino!- Disse girandosi e
indovinando chi fosse l'Hobbit.
-E
perché sarei stato proprio io? Sentiamo.-
-Semplice,
Merry è troppo intelligente per fare una cosa simile.- Disse
Lilia
prima di allontanarsi all'indietro e prendere a correre quando Pipino
capì cosa aveva detto.
-Se
ti prendo ti faccio vedere chi è intelligente, Lil!-
Gridò Pipino
rincorrendola mentre Merry e Pipino se la ridevano, seguendoli con
calma. Lilia frenò di botto.
-Lil...?
Mi piace.- Ma mentre pensava Pipino le andò addosso e
entrambi
caddero per terra.
-Lil...
Lil... Lil... Lo soffri il solletico?- Chiese l'Hobbit alzando e
abbassando ritmicamente le sopracciglia.
-No,
ti prego Pipino! Smettila! Non ce la faccio più! Ragazzi,
aiutatemi!
Vi prego! Faccio quello che volete! Ma fatelo smettere!- urlava Lilia
in preda a delle crisi di riso. Merry l'aiutò e le tolse
Pipino da
dosso.
-Ehi
Merry! Ci stavamo divertendo!-
-Tu
forse, a me fanno male gli addominali dalle risate. Grazie Merry. Ti
sarò debitrice a vita.- Controbatté Lilia.
-Comunque come va?
Dormito bene?-
-Benissimo.
E tu?- chiese Merry
-Splendidamente.-
“Specie
dopo aver chiacchierato con Frodo”
-Che
fate di bello?-
-Mah,
passeggiamo... Ci vuole fare compagnia?-
-D'accordo.
Ah, Sam. Smettila di darmi del Lei o mi arrabbio.- Rispose
rassegnata.
-Va
bene, Lilia.-
Dopo
un poco che passeggiavano Pipino si ricordò di una cosa.
-Ehi
Lil, ma stamattina eri tu che cantavi una canzone sull'amore e sulle
note?-
-Si...
Mi avete sentita?!- Chiese facendosi piccola piccola dalla vergogna.
-Si,
era molto bella. Ce ne canteresti un'altra? Era di un genere che non
avevamo mai udito...-
“E
ci credo. E' di un altro mondo...”
-Ok,
però non fate caso alla mia voce. Sono abbastanza stonata.-
Rispose
prima di cacciare la lingua da fuori e iniziare a cantare.
♪
Venivamo
da esperienze
sbagliate
ben lontani dal vedersi mai più
ma
siamo qua fabbricanti di sogni
Il mio inizio sei tu…
Sconosciuti
tu non eri nei piani
stiam vivendo nuove complicità
ma era un
po' che il cuore voleva
Funzionerà
Con te che io voglio
riempire i miei giorni
te che io voglio far veri i miei
sogni
Questo viaggio ha porti sicuri
chiari contorni…
Ci
sarò per la fine del mondo
ci sarò per amarti di più
E così
se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu…
La nostra vita
passava
cercando felicità
Con te un futuro ce l'ho
lo
aspettavo da un po'
niente ora ci cambierà
Con te che io
voglio riempire i miei giorni
te che io voglio far veri i miei
sogni
Questo viaggio ha porti sicuri
chiari contorni…
Ci
sarò per la fine del mondo
ci sarò per amarti di più
E così
se chiami rispondo
il mio vero inizio sei tu…...
♫
Mentre
Lilia cantava però i ragazzi non si erano accorti che due
persone li
stavano osservando da un balcone. Queste erano Bilbo e il nipote
Frodo.
-È
davvero una bella fanciulla, non è vero, ragazzo mio?-
-Si
zio. E ha anche una bella voce...-
-E
allora cosa aspetti ad andare da lei?-
-Oh,
zio. A parte che non è che mi piaccia. Mi incuriosisce
solamente, e
poi sicuramente è già fidanzata. Ha un anello
all'anulare sinistro,
e non è un gioiellino da nulla.-
-Se
è così mi dispiace, ragazzo mio. Ma ricorda, solo
chi non osa non
sbaglia.- Commentò Bilbo prima di rientrare nella sua
stanza, senza
specificare però per cosa fosse rammaricato. Frodo non lo
chiese e
lui non lo disse, e così continuarono a stare assieme dopo
tanti
anni che non si vedevano.
-Lo
sai, hai davvero una bella voce, Lil.-
-Pipino
ha ragione. E la canzone è molto bella. Ne conosci altre
così?-
chiese Sam
-Si,
molte, ma per oggi penso che possa bastare, no? Altrimenti se ne va
la voce e non posso più parlare per giorni...-
Merry
si avvicinò poi di più alla ragazza e le
sussurrò all'orecchio.
-Chi
è il ragazzo di cui canti? Lo conosco, non è
vero?- Lilia lo guardò
sorpresa ma non rispose. Fu salvata in corner da Pipino che
iniziò a
fare lo scemo e distrasse Merry dalla domanda appena fatta.
Pranzarono assieme e dopo iniziarono a fumare l'Erba-pipa.
-Che
sapore ha?- chiese timida Lilia.
-Non
hai mai fumato erba-pipa?- chiese sbalordito Merry.
-Oh...
Ehm... A dire il vero non ho mai fumato...-
-Bisogna
rimediare! Prova. Prendi pure la mia pipa.- disse Pipino
passandogliela.
-Che
devo fare?- disse Lilia guardando con attenzione quell'oggetto che
teneva fra le mani.
-Inspira
piano, tienilo per un po' in bocca e poi espira. Cerca di farlo
arrivare alla testa. Vedrai come è buono.- disse Merry.
-Ok,
io vado... Ci provo.- Specificò ricordandosi dell'episodio
con Arwen
di quella mattina. Inspirò e tenne per un attimo il tutto in
bocca,
poi però le venne da tossire e cacciò il fumo
tutto assieme.
-Ahahahah!
Si vede che non ci hai mai provato. Non sei abituata!- disse Pipino,
delicato come sempre.
-Prendi
fiato Lilia.- disse Merry, molto più gentilmente,
sorridendole.
-Respira-
disse Sam picchiando piano sulla sua schiena.
-Ehi,
non state mica cercando di ammazzarmela? Ancora non abbiamo
chiacchierato abbastanza a lungo da poter dire di conoscerla.- Era
una voce che veniva dal lato orientale del giardino. Non troppo
lontana da loro. Quando Lilia finì di tossire, prima di
alzare la
testa inveì contro Pipino e tutta l'Erba-pipa della Terra di
Mezzo,
per poi bloccarsi a metà quando vide che chi aveva parlato
era Frodo
Baggins.
-Ehi...-
Le disse con un sorriso che andava da guancia a guancia.
-Ciao...-
Rispose lei perdendosi come sempre nei suoi occhi.
-E
dimmi un po' cugino, quand'è che avreste chiacchierato? Che
ieri
sera e stamattina sei stato tutto il tempo con Bilbo?- chiese Merry.
-Merry,
ti sembra modo?- disse Sam -Padron Frodo. Si unisce a noi?-
-Volentieri
Sam. Di che parlavate?-
-Lil
ci stava dicendo che è molto brava a disegnare, specialmente
delle
cose che si chiamano cartoni animati.-
-Lil?-
-Si,
è un soprannome che mi ha affibbiato Pipino.-
-Mi
piace... Bene, Lil, e cosa sono i cartoni animati?-
-Praticamente
sono dei ritratti che si muovono e parlano e si possono vedere in uno
schermo... Tipo specchio. E' un po' complicato. Se volete ve ne
faccio vedere un esempio uno di questi giorni. Il mio preferito si
chiama Dragon Ball, e adoro letteralmente Goku, che sarebbe il
protagonista. Una sorta di eroe con super-poteri che sconfigge i
cattivi per salvare il mondo.-
-Stai
per caso parlando di padron Frodo?- chiese Sam facendo ridere tutti.
“Non
sai quanto sei vicino alla verità, Sam.”
Anche
il pomeriggio passò tranquillamente e i 5 Hobbit lo
trascorsero
insieme, fino a che non videro arrivare degli stranieri a cavallo.
Lilia sapeva chi fossero e perché si trovassero
lì, e sapeva anche
che ne avrebbe potuto parlare, visto che il giorno dopo tutti loro
sarebbero stati presenti al Consiglio, anche coloro che non erano
stati invitati, ma preferì tacere, e aspettare un momento
più
propizio per raccontarlo a Frodo. Dopotutto gli aveva taciuto la vera
identità di Aragorn, poteva anche tacergli per poche ore chi
fossero
quelle persone.
Per
primo arrivò Legolas Thranduilion.
-Lui
è sicuramente un elfo silvano. Di Bosco Atro presumo. Penso
di
discendenza regale.-
-Da
cosa lo deduci?-
-Dal
gioiello che avvolge la sua chioma dorata.-
Poi
arrivò Boromir di Gondor. Lilia lo riconobbe grazie al corno
e
all'incredibile simiglianza con la descrizione del libro.
-Lui
è un uomo.- Disse Pipino, con fare ovvio.
-Si...
Forse è del Sud...-
E
poi arrivò Gimli col padre Gloin, che sicuramente avrebbe
incontrato
Bilbo, in memoria dei vecchi tempi.
-Quello
è Gloin! Bilbo deve avervi narrato di lui.-
-Certo!
Glielo dovremo riferire padron Frodo. Scommetto che padron Bilbo
sarà
molto felice di rincontrarlo.-
-Glielo
diremo, Sam.-
Si
fece sera e mentre gli altri si diressero verso la Sala di Elrond,
Lilia volò letteralmente in camera sua a cambiarsi per
cercare di
essere quantomeno accettabile. Indossò un vestito bianco e
verde,
molto bello. Era lungo fin sotto le ginocchia, di velluto, stretto in
vita da una cinta marrone, con le maniche corte e scollo a V
pronunciato sotto il quale usciva della stoffa bianca, che si trovava
anche come orlo, bello doppio. Aggiustò il trucco e si
avviò verso
la Sala. Lasciò i capelli sciolti, con il ciuffo, che la
sera prima
aveva legato, di lato. Pettinò bene i boccoli in modo che si
disfacessero e dessero l'idea di morbide onde. Così si
diresse verso
la porta. A un tratto sentì bussare.
-Arrivo!-
Disse correndo alla porta, ma quando l'aprì non
poté non rimanere
con la bocca aperta.
-Finalmente
ti conosco Lilia, figlia di Michael. Molto si parla di te fra queste
mura, e molto abbiamo parlato di te durante questo viaggio verso
Imladris. Il mio nome è...-
-Aragorn,
figlio di Arathorn. So chi sei e il cuore mi si riempie di gioia nel
conoscerti. Ci farai compagnia stasera durante la cena o qualche
pensiero triste catturerà la tua mente anche oggi?-
-Stasera
mi unirò a cena con voi. Immagino sia inutile chiederti come
fai a
sapere tante cose, è esatto?-
-Esattissimo.
Sappi che Elrond e Gandalf conoscono la mia storia e si fidano. Non
voglio il male di nessuno se non del “grande occhio che non
dorme
mai”. Ti ringrazio di aver accompagnato gli Hobbit alla
salvezza.
Senza di te dubito che ce l'avrebbero fatta. Oppure sarebbero
arrivati l'anno prossimo, a furia di fermarsi ogni due ore per
mangiare.- Disse Lilia facendo scoppiare a ridere il futuro (che
ancora non lo sapeva) re e trascinando anche lei.
“Che
bella risata che ha... Adesso capisco perché Arwen lo ama e
Eowyn si
invaghirà di lui.”
Mentre
stavano parlando arrivarono all'ingresso della Sala e si congedarono.
Lilia salutò tutti con un inchino e si mise a sedere vicino
ai suoi
tre amici come sempre. Scherzarono per tutta la cena e, tranne per un
momento di tristezza di Lilia, quando pensò alla sua
famiglia che
ormai non sapeva nemmeno più chi fosse, restò
serena. Come la sera
prima dopo cena, alla quale parteciparono anche Legolas, Gimli e
Boromir, che guardava in cagnesco Aragorn, si recarono nella Sala del
Fuoco ad ascoltare la musica degli Elfi. Lilia però
restò poco là.
Decise di andare a letto presto, o almeno di provarci, visto che il
giorno dopo si sarebbe tenuto il Consiglio. Salutò i suoi
amici e il
signor Bilbo e Frodo.
-Lil,
se non riesci a dormire stanotte vieni nella mia stanza. Si trova
esattamente sopra la tua. Buona notte.-
-Lo
stesso vale per te, Frodo. Notte.- E se ne andò nella sua
stanza.
Si
spogliò e si mise a letto. Si addormentò subito,
ma dopo non molto
tempo si svegliò di soprassalto, a causa di un incubo.
Notò che era
appena mezzanotte e pensò che poteva provare a andare da
Frodo. Se
fosse stato sveglio l'avrebbe potuta tranquillizzare un po',
specialmente grazie ai suoi profondi occhi blu.
Salì
al piano di sopra e bussò nella stanza sopra la sua,
sperando che
fosse quella giusta. Dopo poco l'Hobbit, tutto spettinato, le
aprì
la porta.
-Cavoli
Frodo! Stavi dormendo! Scusa! Non dovevo venire! È che ho
avuto un
incubo e allora...-
-Lil,
tranquilla. Se non avessi voluto essere svegliato non ti avrei detto
qual'era la mia stanza, non ti pare? Ora entra e raccontami di cosa
parlava questo brutto sogno.- Disse calmo togliendole di dosso
l'imbarazzo per averlo svegliato.
-Dunque,
eravamo qui, a Gran Burrone, ma c'eravamo solo io e te, non so
perché
e noi iniziamo a andare in giro cercando gli altri. A un certo punto
arriviamo nelle stalle e troviamo Pipino, Merry, Gandalf, Ar...
Grampasso e tutti gli altri morti. Ci giriamo e ci sono i Nazgul che
ci dicono che faremo la stessa fine. Ti feriscono e tu diventi come
loro. Poi non ricordo bene cosa succede, ma mi ritrovo nella mia
stanza con una bambola, e questa inizia a parlare e quando mi salta
addosso per uccidermi mi sveglio.-
-Una
bambola?!-
-Si,
una bambola, di porcellana. Sono malefiche quelle di porcellana.- Gli
sussurrò.
-Tu,
una ragazza di 21 anni, hai paura delle bambole?!- E cercò
di
soffocare le risate, facendo scendere il broncio alla ragazza.
-Uffi,
la prossima volta non te le racconto queste cose.- Fece Lilia
mettendo il broncio, girando di scatto la testa dal lato opposto al
ragazzo facendo la finta offesa. In realtà anche lei aveva
voglia di
ridere... Era abbastanza comica la cosa.
-Scusa,
hai ragione, non dovevo. Mi perdoni?- Chiese guardandola con degli
occhi da cucciolo.
-Hmmm...
Forse... Ok, ti perdono.- Gli sorrise e lui se la portò
giù,
facendola stendere su di sé. Lilia si girò di
lato e poggiò la
testa sul suo petto.
-Sai,
riesco a sentire il tuo cuore. Tum. Tum. Tum... È molto
rilassante... Concilia il sonno...- mormorò chiudendo gli
occhi. Poi
si addormentò, in quella posizione, e Frodo poco dopo di
lei, felice
come non lo era da molto tempo.
-Padron
Frodo, vi dovete alzare. Fra non molto si terrà il consiglio
di sire
Elrond.-
-Sam?
Che ore sono?- Chiese Frodo intontito, guardandosi attorno e
osservando che Lilia non era più nella stanza.
-Le
10, Padron Frodo.-
A
un certo punto Frodo notò un biglietto sul comodino che era
sicuro
non fosse presente la sera prima. Così lo prese e lo
aprì.
Ben
alzato Frodo,
spero
abbia avuto sogni tranquilli e che io non sia stata troppo di peso
per te (figurativamente e letteralmente). Per informazione non ho mai
dormito meglio in vita mia. Quando mi sono alzata stamattina era
appena l'alba, e vedendo che dormivi ho preferito non svegliarti...
Eri così carino... Ok, la smetto di divagare. Ci vediamo
dopo al
Consiglio. Io vado a svegliare Merry e Pipino (ma come sono cattiva).
Tua
Lil
-Buone
notizie, padron Frodo?- chiese Sam accennando col capo alla lettera
che Frodo teneva ancora in mano, e che aveva fatto sorridere il
giovane.
-Buone?
Più che altro divertenti, mio caro Sam. Adesso è
meglio prepararsi,
o faremo tardi, non credi?-
In
un'altra stanza, invece, qualche ora prima, una ragazza si avvicinava
in punta di piedi a un grande letto dal quale uscivano due testoline
bionde e del russare, rumori simbolo di chi è ancora nel
mondo dei
sogni. Una volta avvicinatasi al loro letto si buttò fra i
due.
-Sveglia
pigroni! È ora di alzarsi!- gridò felice,
facendoli svegliare.
-Lil...
Sono solo le 7! Lasciaci dormire...- Mormorò Merry, Pipino
invece si
era girato dall'altro lato semplicemente.
-Se
ti do un bacio ti alzi, Meriadoc Brandibuck?-
-Un
bacio? Lo voglio anch'io un bacio!-
-Ah,
bene, noto con piacere che ti sei svegliato, Peregrino Tuc. Fatevi
salutare come si deve.- Diede un bacio sulla guancia a Pipino e uno a
Merry, che l'abbracciò facendola cadere sopra di lui.
-Potremmo
abituarci a essere svegliati così, Lil.- disse Merry.
-Per
me non ci sono problemi.- Rispose Lilia felice.
-Che
ne dici di dormire un altro po', Lil? Puoi restare con noi, se ti
va.-
-D'accordo.
Fatemi spazio!- Disse ficcandosi sotto le lenzuola, in mezzo ai due.
-Ma
dove la prendi tutta questa energia a quest'ora del mattino...-
borbottò Pipino.
“Chi
lo sa, chi lo sa...”
|
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Capitolo 4 *** La Compagnia dell'Anello - IV capitolo ***
ù.ù
Quasi quasi mi chiedo se non posto troppo velocemente... XD Ah,
non so se si capiva nei capitoli precedenti, spero di si, i discorsi
tra “” sono pensieri, quelli tra - - sono discorsi
a alta voce.
Altrimenti non so se si capisce molto di cosa scrivo. Un grazie
sempre a tutti coloro che leggono, anche silenziosamente, e a nini superga per
averla messa fra i preferiti e Eruanne e
elepaddy85 per averla
messa fra le seguite. Buon capitolo! A domani!
Alle
9 e un quarto suonò la sveglia dell'orologio di Lilia e lei
aprì
per prima gli occhi. Merry era di fronte a lei, i loro volti vicini.
Anche lui aprì gli occhi e si sorrisero. Pipino invece era
abbracciato a Lil da dietro e dormiva ancora.
-Merry,
io devo alzarmi... È tardi... Mi dai una mano?-
-Cosa
devi fare che vai così di fretta?-
“Strano,
loro dovrebbero sapere del Consiglio, altrimenti come fanno a
“prendervi parte”? Vabbè, per sicurezza
lo informerò io.”
-Devo
partecipare a un Consiglio dove sono riuniti i rappresentanti delle
varie razze della Terra di Mezzo per decidere della sorte
dell'Anello. Anche Frodo vi parteciperà. Pensavo lo sapessi.-
-Ah,
no, il caro cuginetto non ce l'aveva detto... Buono a sapersi...
Allora sveglio Pipino e ci cambiamo, così poi ti
accompagniamo in
camera tua e poi al Consiglio, che ne dici?-
-Che
sei grande Merry!- Gli occhi le brillarono e subito scoppio a ridere
quando Merry fece alzare Pipino gettandogli un secchio d'acqua
addosso, bagnando anche Lilia che era stretta a lui.
-Merry!
Sei impazzito?- Gridò Pipino dopo essere stato svegliato
bruscamente.
-Che
c'è? Ti ho solo fatto risparmiare il tempo per fare il
bagno.
Dovresti ringraziarmi....-
-Oh
si, adesso ti faccio vedere io come ti ringrazio!- E Pipino corse per
la stanza rincorrendo Merry con un secchio d'acqua addosso, che
però
finì quasi completamente addosso alla povera Lilia, in
quanto Merry
si era riparato dietro di lei.
-Ahahahah!
Lil! Sei bagnata fradicia!-
-Oddio!
La camicia da notte! È diventata trasparente!-
Urlò prima di
scappare sotto le lenzuola e di coprirsi fino al naso. Facendo
divertire troppo i suoi amici per la reazione che aveva avuto.
-Tieni
Lil, prendi questa. È una mia camicia. Ti dovrebbe andare
bene.-
Disse Pipino sentendosi un po' in colpa per il guaio che aveva
combinato.
-Grazie.
Ehi, non è che posso tenerla per oggi? Vorrei evitare di
andare al
Consiglio con un vestito...-
-Certo...
Quale Consiglio?-
-Ti
spiego tutto dopo Pipino.- lo zittì Merry mormorando a denti
stretti.
-Ok,
ragazzi. Cambiatevi, così mi accompagnate un secondo in
camera mia a
finirmi di vestire.-
-Lil,
ti dispiace girarti?- chiese Merry.
-Si,
mi dispiace.- Rispose con finto sguardo perverso. -Scherzavo. Mi giro
un po' faccia al letto.-
Parlavano
del più e del meno mentre i due ragazzi si cambiavano.
-E
adesso tu come ci arrivi in camera tua? E' al piano di sotto, dopo
tutto il corridoio e indossi solo la camicia di Pipino...-
-Dunque,
io mi metto in mezzo a voi due, uno mi cammina avanti e uno dietro, e
se passa qualcuno vi parate davanti a me. Speriamo di non incontrare
nessuno.-
-Contenta
tu. Allora esci dal letto e andiamo.-
-Ok...
Esco...- Uscì da sotto le lenzuola e scese con calma dal
letto. Era
davvero bella, e l'essere per parte elfo, e quindi avere la loro
bellezza, la rendeva stupenda ai loro occhi, infatti sia Merry che
Pipino rimasero a bocca aperta anche solo nel guardare le sue gambe,
lasciate scoperte dalla camicia troppo corta affinché le
potesse
coprire.
-Se
fate così torno sotto le lenzuola e poi ve lo sentite voi
Gandalf
per avermi fatto fare tardi...-
-No,
non sia mai. Andiamo.- dissero in coro chiudendo la bocca,
rabbrividendo al pensiero di come avrebbe potuto reagire lo Stregone.
-Merry,
io sto dietro.- Mormorò Pipino all'orecchio del cugino che
scuoté
la testa rassegnato.
Così
si incamminarono per il corridoio. Cauti, sperando di non incontrare
nessuno. A Lilia ricordava Mission Impossible... Erano arrivati quasi
alle scale quando sentirono una voce.
-Pipino!
Cosa state facendo? Perché camminate in questo modo strano?-
Era Sam
che, con Frodo, si stava dirigendo con calma verso il giardino dove
si sarebbe tenuto il Consiglio.
-Cosa?
Io? Nulla! Non è vero Merry?- Con un'abile mossa Merry e
Pipino si
erano affiancati a coprire Lilia che si trovava adesso nascosta
dietro di loro.
-Verissimo!
Stavamo andando a fare... Colazione!-
-Esatto,
soli soletti a fare una abbondante colazione...-
-Soli
soletti... E com'è che io vedo 5 gambe?- Fece Frodo,
rassegnato
nell'avere due cugini e amici come loro. Quando disse ciò
improvvisamente sparì la quinta gamba, ma al suo posto si
sentì un
tonfo. Infatti nel compiere il gesto troppo velocemente Lilia era
inciampata e era caduta. Tipico di lei, che era sempre stata
abbastanza imbranata.
-Ok,
ok... La stavamo solo proteggendo da sguardi indiscreti...-
-Pipino,
se vi è qualche sguardo indiscreto, quello è il
proprio il tuo...-
borbottò Sam.
-Lil,
ti sei fatta male?- Le chiese Merry dando le spalle agli altri.
-No,
non mi sono fatta nulla... Stupida goffaggine...- Alzò lo
sguardo
dal pavimento e vide due occhi azzurri che la guardavano attraverso
le gambe di Pipino. Quando vide i suoi occhi divenne viola e si
alzò
di scatto, nascondendosi dietro a Merry e abbracciandolo, sperando di
diventare tutt'uno col ragazzo, troppo imbarazzata dall'essere vista
in quelle condizioni da lui...
-È
una storia lunga...- Sussurrò Merry.
-Devo
arrivare in camera senza essere vista da nessuno... O meglio, da
nessun altro. Per questo ero nascosta fra Merry e Pipino.-
-Scusa
Lilia, ma perché non ti devono vedere le altre persone?-
chiese Sam
che ancora non si era avvicinato.
-Bé...
Diciamo che questi non sono gli abiti migliori con cui andare in giro
per Imladris, nella casa di Sire Elrond.- commentò facendo
capolino
da dietro l'Hobbit.
-Ah,
ecco. Decisamente no.- scuoté la testa Sam. Frodo intanto
era
rimasto in silenzio. Pensieroso e alquanto indispettito dal fatto che
la ragazza non indossasse null'altro che la camicia di uno dei suoi
cugini.
-Andiamo,
vi accompagniamo.- Disse Sam prima di rimettersi in cammino. Sia lui
che Frodo furono ben attenti alla spiegazione dei due ragazzi sul
perché l'amica fosse in quelle condizioni, soprattutto
quest'ultimo.
Per fortuna non fecero altri incontri strada facendo e tutti e
quattro attesero cinque minuti che Lilia fosse pronta per andare
tutti insieme. Lilia sapeva che avrebbe trovato delle opposizioni sul
fatto che avrebbe fatto parte della Compagnia, in quanto donna,
così
sperava che presentandosi vestita da uomo passasse inosservata.
Pantalone marrone, camicia bianca e coda di cavallo le sembrarono la
cosa ideale.
Dopo
non molto suonò una campana e Frodo e Lilia capirono che era
iniziata la riunione “segreta”. Così si
andarono a sedere. Frodo
tra Bilbo e Gandalf e Lilia tra Gandalf e un elfo di cui non
conosceva. Nemmeno si sedette che molti la guardarono straniti
domandandosi cosa ci facesse una donna là in mezzo. Le
davano molto
l'idea di essere nel Medioevo, quando le donne contavano meno di
nulla. Solo Gandalf le toccò la spalla in segno di coraggio
e
Aragorn le sorrise.
-Stranieri
di remoti Paesi e amici di vecchia data, siete stati convocati per
rispondere alla minaccia di Mordor. La Terra di Mezzo è
sull'orlo
della distruzione. Nessuno può sfuggivi. O vi unirete, o
crollerete.
Ogni razza è obbligata a questo fato, a questa sorte
drammatica.
Porta qui l'Anello, Frodo.- Con queste parole ebbe inizio il famoso
Consiglio di Elrond. E con queste parole Frodo si alzò e
posò
l'anello su una pietra alta posta al centro del Consiglio.
Camminò
piano e tutti si girarono verso di lui.
-Allora
è vero.- Boromir pose una mano sul mento, con fare
pensieroso. Lilia
sapeva cosa stava pensando e cosa covava il suo cuore e presto lo
avrebbero scoperto anche gli altri.
-In
un sogno ho visto il cielo dell'est rabbuiarsi, ma ad ovest resisteva
una pallida luce. Una voce gridava: 'Il giudizio si sta
avvicinando, il flagello di Isildur si è svegliato'. Il
flagello
di Isildur...- Stava quasi per toccare l'anello quando Elrond si
alzò
di scattò gridando il suo nome e Gandalf recitò
il verso famoso
nella lingua oscura.
-Ash
nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, Ash nazg
thrakatulûk, Agh
burzum-ishi krimpatul-
Con
quelle parole il cielo si oscurò e la terra prese tremare.
Boromir
si sedette spaventato.
-Mai
prima d'ora una voce aveva usato le parole di quella lingua qua a
Imladris.-
-Tuttavia
non ti chiedo perdono, Signore. Perché la lingua nera di
Mordor può
essere ancora udita in ogni angolo dell'Ovest. L'anello è
del tutto
malvagio.-
-Questo
è un dono... Un dono ai nemici di Mordor! Perché
non usare
l'anello? A lungo mio padre sovraintendente di Gondor ha tenuto le
forze di Mordor a bada. Grazie al sangue del nostro popolo tutte le
vostre terre sono rimaste al sicuro. Date a Gondor l'arma del nemico.
Usiamola contro di lui.-
“Cavoli
Boromir, ma lo vuoi capire che è inutile?!”
-Non
potete servirvene. Nessuno di noi può. L'Unico Anello
risponde
soltanto a Sauron. Non ha altri padroni.-
“Vai
Aragorn! Sei tutti noi!”
-E
cosa ne sa un Ramingo questa faccenda?-
“O
scè, mo ti vatto proprio.”
-Non
è un semplice Ramingo. Lui è Aragorn, figlio di
Arathorn. Si deve a
lui la vostra alleanza.- Legolas lasciò sbigottiti sia
Boromir che
Frodo, che non conoscevano ancora la vera identità dell'uomo.
-Aragorn?
Questo è l'erede di Isildur?!-
“E
cos'è mo sta faccia schifata?”
-Ed
erede al trono di Gondor.- Ci tenne a precisare l'elfo.
-Avodat,
Legolas.-
-Gondor
non ha un re. A Gondor non serve un re.-
“Già,
ha bisogno di quel pazzo di tuo padre invece...”
-Ha
ragione Aragorn. Non possiamo servircene.-
-Non
esiste altra scelta. L'Anello deve essere distrutto.-
-Allora
cosa aspettiamo? Aaaah!- Urlò Gimli cercando di spezzarlo
con la sua
ascia, che andò in frantumi. In quel momento Lilia si rese
conto che
stava mimando le frasi con la bocca, perché Aragorn la
guardò in
modo strano. Frodo ebbe una fitta alla testa e Lilia e Gandalf se ne
preoccuparono.
-L'Anello
non può essere distrutto qui, Gimli figlio di Gloin.
Qualunque sia
l'arte che noi possediamo. L'Anello fu forgiato fra le fiamme del
Monte Fato. Solo lì può essere annientato. Deve
essere condotto nel
Paese di Mordor e va ributtato nel baratro infuocato da cui
è
venuto. Uno di voi deve farlo.-
“Andiamo,
senza palle. Siete uomini o femminucce? Frodo è
più uomo di tutti
voi messi assieme...”
-Non
si entra con facilità a Mordor. I suoi cancelli neri sono
sorvegliati da più che meri Orchi. Lì
c'è il male che non dorme
mai. Il grande occhio è sempre all'erta. È una
landa desolata
squassata da fiamme, cenere e polvere. L'aria stessa che si respira
è
un'esalazione velenosa. Neanche con diecimila uomini sarebbe
possibile. È una follia...-
“Oh!
Vedi che quando sei calmo riesci a ragionare?”
-Non
avete sentito ciò che ha detto re Elrond? L'Anello deve
essere
distrutto!- disse Legolas alzandosi in piedi... Esuberante l'elfetto.
-E
suppongo che pensi che sarai tu a farlo?!-
-E
se falliamo cosa accadrà? Cosa accadrà quando
Sauron si riprenderà
ciò che è suo?-
-Sarò
morto prima di vedere l'Anello nelle mani di un Elfo! Nessuno si fida
di un Elfo!- Dire che Gimli offese tutti i presenti o quasi non si
allontana dalla realtà. Tutti si alzarono e iniziarono a
discutere.
E Frodo stava sempre peggio. Lilia lo sapeva ma sapeva anche che non
poteva fare nulla, o avrebbe rischiato di cambiare il corso delle
cose.
-Lo
porterò io! Lo porterò io! Porterò io
l'Anello a Mordor.- Tutti si
zittirono e si girarono verso di lui. Una voce nella testa di Lilia
voleva gridare: “No! Non devi!” Ma la ragione
prevaleva e lei
sapeva che così doveva essere.
-Solo
non conosco la strada.-
-Ti
aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins.
Finché dovrai
portarlo.- Gandalf gli si affiancò.
-Se
con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti io lo
farò.
Hai la mia spada.- Aragorn si inginocchiò e gli prese le
mani.
-E
hai il mio arco.- Legolas
-E
la mia ascia.- Gimli
-Reggi
il destino di tutti noi, piccoletto. Se questa è la
volontà del
Consiglio, allora Gondor la seguirà.- Anche Boromir aveva
accettato
le sorti dell'Anello.
-Ovviamente
non penserai di liberarti di me, tanto facilmente, vero Frodo
Baggins?- Era una voce femminile quella che si udì e Gandalf
si
spostò per fare spazio a Lilia, che si mise alla destra di
Frodo
sotto lo sguardo sconcertato di tutti.
-Una
donna? Missioni pericolose come questa non sono adatte alle donne.-
Lilia abbassò lo sguardo demoralizzata.
-Non
parlerei della giovane Lilia in questo modo. Ci ha aiutato a
respingere i Nazgul a Colle Vento.- La difese Aragorn.
“Un
re che difende una piccola Hobbit... Davvero cose dell'altro
mondo...”
-Boromir,
figlio di Denethor. Se vi è un dono per i nemici di Mordor,
è
questa ragazza. Ha il permesso di venire con voi.- Commentò
Elrond
lasciando tutti i presenti, Gandalf escluso, con mille domande che
gli ronzavano per la testa.
-Ehi!-
“Ecco
i miei tre piccoli eroi!”
-Padron
Frodo non si muoverà senza di me.- Disse incrociando le
braccia,
affiancandosi al padrone.
-No,
certo. È quasi impossibile separarvi, anche quando lui viene
convocato ad un Consiglio segreto e tu non lo sei.-
-Ehi,
veniamo anche noi! Dovrete mandarci a casa legati in un sacco per
fermarci.- Disse Merry, correndo affianco a me.
-Comunque
ci vogliono persone intelligenti per questo genere di missione...
Ricerca... Cosa!-
-Ma
così ti auto-escludi Pipino.-
“Cattivo
Merry... Ahahahahah”
-Dieci
compagni... E sia. Voi sarete la Compagnia dell'Anello.-
-Grandioso.
Dov'è che andiamo?- Pipino, sempre il solito.
I
giorni che seguirono il Consiglio, precedenti la partenza da Gran
Burrone scorsero veloci. Lilia divenne molto amica di Merry e Pipino
e trascorreva molto tempo con loro. Forse di tutti loro lei era
l'unica che sapeva realmente a cosa sarebbero andati incontro, ma non
sapeva invece come si sarebbe dovuta comportare. Seguire il libro
avrebbe significato la perdita di Boromir che, per quanto potesse
cadere sotto l'influenza dell'Anello, non era malvagio, aveva una
vita davanti a se. Quella di Gandalf la preoccupava maggiormente. E
se qualcosa fosse andato storto e lui non fosse più tornato?
Frodo
avrebbe potuto evitare di perdere un dito per colpa di quel verme di
Gollum e ferire nell'animo il povero Sam, che proprio non se lo
meritava. Per non parlare di Merry e Pipino. Quali orrori li
aspettavano. Insomma, era molto pensierosa e indecisa su cosa fare.
D'altro canto non poteva nemmeno distanziarsi troppo dal libro, o il
suo aiuto sarebbe stato vano, a causa delle enormi differenze che si
sarebbero create.
Un
pomeriggio mentre era seduta da sola in giardino a disegnare, le si
avvicinò l'unica persona che non si sarebbe mai aspettata lo
facesse. Boromir, di Gondor, colui che tanto aveva dubitato di lei e
di Aragorn.
-Disegni
bene Lilia, figlia di Michael. Sei molto brava.- Aveva disegnato i
suoi quattro amici in-piedi che scherzavano, con dietro la vista di
Imladris.
-Ti
ringrazio Boromir, figlio di Denethor. Ma, ti prego, chiamami
semplicemente Lilia. Dopotutto passeremo non poco tempo assieme in
questa missione.-
-Va
bene, Lilia. Volevo chiederti cosa intendeva dire Sire Elrond quando
ha detto che se c'è un dono per i nemici di Mordor, quello
sei tu.-
-Mi
duole non poterti rispondere, Boromir. Ci sono segreti che devono
rimanere tali. Ma spero che ti fiderai di me e che diventeremo presto
amici.-
-Come
posso essere amico di una persona che ha tanti segreti?-
-Immagino
tu possa solo avere fede, ma se non vorrai non te ne farò
una colpa.
So cosa ti turba Boromir. Ricordati che se hai bisogno di parlare con
qualcuno, di qualsiasi cosa, io ci sarò.- E se ne
andò a prepararsi
per la cena lasciando l'uomo seduto in giardino, pensieroso.
Qualche
sera dopo Arwen le giocò un bello scherzetto. Quando
entrarono nella
Sala del Fuoco chiese al padre il permesso di cantare una canzone del
mio mondo assieme a Lilia. La canzone in questione era “Ti
vada o
no”, che le aveva insegnato Lilia il giorno precedente e che
la
principessa non riusciva proprio a togliersi dalla testa.
-Arwen,
sei impazzita? Io non canto davanti a tutta questa gente...- le
bisbigliò all'orecchio Lilia, imbarazzata come non lo era
mai stata
in vita sua. Odiava essere al centro dell'attenzione.
-Ti
prego Lil! Vedrai che sarai bravissima! Poi la tua voce non
è niente
male...-
-Ok,
ma questa me la paghi.- La minacciò con un sorriso sadico
sul volto.
Lilia cantava le parti di Megara e Arwen le Muse.
♪ Se
esiste un premio per gli ingenui
io l'ho già vinto da tempo
Ma
nessun uomo vale tanto
di delusioni ne ho avute troppe
Cosa
credi amica
non
si può far finta quando
tutto parla chiaro
ma
noi ti leggiamo dentro
e anche se lo neghi
sai
si vede bene quanto immenso sia
Nooo!
Non
so perché non lo ammetterò mai
Ti
vada o no, l'ami e dillo, oh oh
Ma è certo che l'amo e non lo
saprà
So bene come andrà a finire
ed
i pensieri miei vanno
Io sento dentro "puoi fidarti"
mentre
la testa mia "non lo fare"
Ooooh!
Quanto
sei curiosa
tu
nascondi l'evidenza
Noi ti conosciamo
non
t'arrabbieresti tanto senza una ragione
se non fossi tanto presa
da, da, dall'eroe!
Non
so perché, ma è più forte di me!
Ammettilo, che felice
sarai
Scusatemi, ma non glielo dirò
Che storie fai?
Tanto glielo dirai!
Non lo farò, io, piuttosto, non lo
so
Tanto lo sa già
Lasciatemi, tanto no..
Ti
vada o no, l'ami e glielo dirai
Oh
oh oh!
Non cederò, ma io l'amo e lo so... ♫
Mentre
cantava Lilia assumeva le varie tonalità dal rosa al viola
più
acceso. Senza contare che Merry e Pipino le lanciarono fischi
d'incitazione. Quando finirono i presenti si prodigarono in un
cortese applauso e poi ripresero a parlare di ciò di cui
stavano
parlando all'inizio.
-Se
fossi in te io glielo direi... E non aspetterei troppo a farlo,
altrimenti sarà troppo tardi.-
Sussurrò Aragorn all'orecchio di Lilia prima di allontanarsi
con
Arwen. Lilia se ne andò dai suoi amici, ma non poteva fare a
meno di
porsi mille domande...
Con
Frodo non dormì più, anche se a volte parlavano
la sera fino a
tardi. La maggior parte del tempo la passava con Arwen (soprattutto
durante i primi giorni) e con Merry e Pipino. Talvolta si univa a
loro anche Sam. Le capitò di addormentarsi con i due qualche
altra
volta, senza torturarli però, svegliandoli all'alba, e gli
“fece
conoscere” altre cose del suo mondo... Specie attraverso i
disegni
che si dilettava a fare. Loro le insegnarono anche a fumare, con
enormi difficoltà, la loro amata erba-pipa e le raccontarono
divertenti aneddoti sulle loro avventure.
|
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Capitolo 5 *** La Compagnia dell'Anello - Fine ***
Ok,
ecco l'ultimo capitolo della compagnia! Mi dispiace di non aver
aggiornato prima ma sono appena tornata a casa =)
Ringrazio
i miei lettori silenti e:
nini
superga per
averla messa fra i
preferiti
Eruanne e elepaddy85
e
belial_die per averla
messa fra le seguite.
Un
bacio grande. A domani!!!
Giunse
poi il giorno della partenza. Gli elfi furono molto gentili nel
donare a Lilia un'arma, specie visto che nella corsa verso Imladris
aveva perso una delle sue Katane smussate e spezzato l'altra, una
spada leggera e non troppo grande, perfetta per il suo nuovo corpo.
Le sarebbe servita troppo presto, purtroppo. Così la
Compagnia
abbandonò Gran Burrone, per dirigersi verso la terra di
Mordor.
All'inizio
si diressero verso le Montagne Nebbiose, al passo di Cornorosso, sul
Caradhras. La via era stata proposta da Aragorn, ma purtroppo Lilia
non ricordava di preciso cosa sarebbe successo, così non si
oppose,
avendo preferito non portare nemmeno gli appunti con se. Incontrarono
i corvi di Isengard. Tornarono presto indietro e presero la direzione
per le Miniere di Moria, l'unica possibile poiché a causa
del
tradimento di Saruman non potevano passare per Rohan. Lilia era
preparata a questo, e soprattutto era preparata all'attacco che
ricordava ci sarebbe stato da parte dei lupi, e ne informò
anche
Gandalf.
Tutti
si prodigarono per respingerli e Lilia non fu da meno.
“Alla
faccia di tutti i maschilisti del gruppo”
Arrivati
fuori le porte di Moria poi Gandalf tradusse l'incisione che la luce
della Luna aveva mostrato sulla porta della montagna.
-Le
porte di Durin, signore di Moria. Parla, amico, e entra. Io, Narvi,
le feci. Celebrimbor di Eregion tracciò questi segni.-
-Cosa
significa?-
-Semplice,
se sei amico dici la parola giusta e le porte si aprono. Adesso
lasciatemi pensare.-
-Mellon.-
disse a chiara voce Lilia, con tono atono. Voleva restare lì
fuori
il meno possibile e sperava che andandosene subito Frodo non avrebbe
corso rischi inutili. Gli altri rimasero a bocca spalancata,
specialmente Gimli che, con tutto che era un Nano e che suo cugino
Balin si era recato non troppo tempo addietro, proprio in quelle
miniere, non conosceva la parola d'ordine. -Entrate, presto.-
Lilia
si avvicinò a Frodo, con la spada in mano, pronta a colpire
qualsiasi tentacolo avesse cercato di afferrare il ragazzo...
Sembrava quasi un battitore di Baseball per quanto era concentrata e
per la posizione che teneva. Bene
fece, perché
dopo qualche attimo un tentacolo spuntò dal nulla e lei non
mancò
di affettarlo in due parti. La bestia si infuriò ma,
contrariamente
al libro, non cercò nuovamente di afferrare l'Hobbit, anzi,
fece
subito crollare le porte dell'ingresso. Loro rimasero bloccati
dentro, ma almeno Frodo non aveva rischiato la pelle inutilmente.
-Sembrava-
disse Boromir calcando la parola -che tu sapessi perfettamente cosa
sarebbe accaduto.- Lilia gli rispose con un sorriso enigmatico prima
di affiancarsi a Gandalf, che, facendo luce con il suo bastone, si
mise in testa alla Compagnia e li guidò attraverso Moria.
Gandalf
li guidò speditamente attraverso quei luoghi bui, non
volendo
indugiare troppo per quelle vie dove le creature più oscure
restano
in vita. Intanto Lilia si interrogava...
“Prima
o poi Pipino getterà in un pozzo una pietra e, a causa di
questa, vi
sarà l'inseguimento sul ponte di Khazad-Dum. Non voglio che
Pipino
si senta in colpa per questa sua azione, ma, d'altro canto, se gli
impedissi di compiere quel gesto, chi mi assicurava che il Balrog ci
seguirà e Mithrandir diventerà Gandalf il Bianco?
Se ciò non
dovesse succedere Saruman non perderà i suoi poteri e tutto
cambierebbe.”
Alla
fine la ragazza prese la sua decisione: avrebbe gettato lei stessa la
pietra nel pozzo, facendolo sembrare un errore. Ora il tutto stava
nel capire quale era il pozzo.
Non
passò troppo tempo che vide Pipino avvicinarsi a uno di quei
pozzi.
Capendo che era giunto il momento si avvicinò a lui. Gli
prese la
pietra dalla mano e gli fece segno di tacere. Poi, poggiandola sul
bordo, diede le spalle al pozzo e la fece cadere con una gomitata. Il
rumore si sentì chiaro, come un rimbombo, e gli altri si
girarono
verso di loro.
-Scusa
Gandalf. Non l'ho fatto apposta. Mi sono solo poggiata. Non
è vero
Pipino?- disse guardando Gandalf negli occhi, cercando di fargli
capire che se aveva compiuto quel gesto l'aveva fatto per un motivo
più che valido.
-Si...
È vero...- mormorò l'Hobbit non riuscendo a
guardare l'amica negli
occhi, non potendo capire perché si era comportata
così. Gandalf
non infierì e dopo pochi attimi sentirono dei rumori di
tamburi, ma
subito tornò il silenzio e la Compagnia non
indugiò oltre col
pensiero a quell'azione involontaria che sembrava non avesse portato
conseguenze.
Dopo
vario tempo (Lilia sapeva essere passati appena due giorni, ma,
avendo lasciato l'orologio a Gran Burrone, a causa del suo
ticchettio, non poteva esserne sicura. Là non si capiva
quando
iniziava un giorno e ne finiva un altro) giunsero all'ultimo bivio, o
meglio, trivio, prima che raggiungessero la Camera di Mazarbul, ma
Gandalf non ricordava quale fosse la strada giusta. Così
furono
costretti a fermarsi e Lilia ne approfittò per parlargli.
-Gandalf,
ti posso parlare?-
-Certamente
Lilia, tanto immagino che tu sappia qual è la strada giusta
da
prendere.-
-In
effetti si. A destra. “Quando sei in dubbio, Meriadoc, segui
sempre
il tuo naso”- Disse citando le esatte parole dello Stregone.
-Parole
sagge. Dimmi pure Lilia.-
-Gandalf,
sai che non è caduta per sbaglio la pietra nel pozzo, vero?-
-L'avevo
intuito. Posso chiederti perché l'hai fatto?-
-Vedi
Gandalf, ho paura. Paura di allontanarmi troppo dal libro e non
riuscire più a prevedere gli eventi che avverranno. Paura di
non
riuscire a essere d'aiuto. Paura di perdervi, di perderti. So che non
sarà una cosa permanente, ma io resterei da sola. Nessuno sa
di me,
di quello che so, anche se leggo nei loro occhi che mi temono. Spesso
le mie azioni sono incomprensibili e ho intenzione di raccontargli
tutto, ma non prima della fine di questa missione. Non voglio
tentarli, le conseguenze potrebbero essere disastrose. E non so
nemmeno quale strada intraprendere poi... Seguire il mio cuore o la
ragione? Salvare coloro che possono essere salvati rischiando di
stravolgere tutto o non salvarli? Cosa farò io senza di te,
Gandalf?- disse, mentre una lacrima solitaria le rigava il volto.
-Sono
sicuro che te la caverai più che bene anche senza di me e
che
prenderai la decisione giusta. Se sei in dubbio però
confidati con
Aragorn. È un bravo uomo. Ti ascolterà e ti
aiuterà a portare
avanti questo fardello pesante quasi come quello di Frodo. Fidati di
lui, non perderà la ragione. A proposito di Frodo, eccolo
che
arriva. Sai cosa vuole sapere, vero Lilia?-
-Si,
e so anche cosa gli risponderai. Vi lascio parlare. Grazie Gandalf.
Sei come un papà per me.-
-Più
che un padre io direi un nonno.- rispose con un sorriso che Lilia
contraccambiò prima di allontanarsi e andare vicino agli
amici
Hobbit.
-C'è
qualcosa laggiù.- disse Frodo agitato.
-È
Gollum.-
-Gollum?-
-Sono
tre giorni che ci segue.-
-È
fuggito dai sotterranei di Barad-Dur?!-
-Fuggito...
O lasciato andare? E ora l'Anello lo ha attirato qui. Non si
libererà
mai del bisogno di averlo. Lui odia e ama l'Anello, come odia e ama
sé stesso. La vita di Smeagol è una triste
storia... Si, Smeagol si
chiamava una volta, prima che lo trovasse l'Anello, prima che lo
portasse alla pazzia.-
-Che
peccato che Bilbo non l'abbia ucciso quando poteva.-
-Peccato?
È stata la pena che gli ha fermato la mano. Molti di quelli
vivono
meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu
sei in grado di valutare, Frodo? Non essere troppo ansioso di
elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono
tutti gli
esiti. Il mio cuore mi dice che Gollum ha ancora una parte da
recitare, nel bene o nel male, prima che la storia finisca. La
pietà
di Bilbo può decidere il destino di molti.-
-Vorrei
che l'Anello non fosse mai venuto da me. Vorrei che non fosse
accaduto nulla.-
-Vale
per tutti quelli che vivono in tempi come questi, ma non spetta a
loro decidere. Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci
viene concesso. Ci sono altre forze che agiscono in questo mondo,
Frodo, a parte la volontà del male. Bilbo era destinato a
trovare
l'Anello, nel qual caso anche tu eri destinato ad averlo, e questo
è
un pensiero incoraggiante. Ah! Quella è la via.-
Si
incamminarono e finalmente giunsero a Nanos-Terra. Lì
vedemmo una
tomba illuminata nella Camera di Mazarbul. Gimli corse verso di essa.
-No!
Nooo!- gridò lacerato dal dolore.
-Qui
giace Balin, figlio di Fundin, signore di Moria. È morto,
dunque.-
Gandalf prese un libro dalle mani di un cadavere e iniziò a
leggere
della resistenza dei nani. Si erano comportati da veri eroi. Mentre
leggeva nessuno fece caso a Lilia che aveva chiuso la porta e la
stava rinforzando con delle armi trovate in quella stanza. Quando
Merry si girò verso di lei per chiederle cosa stesse facendo
sentirono dei tamburi. Prima piano, poi sempre più forti.
-È
un troll di caverna! Prendete le armi!- gridò Lilia. Tutti
si misero
in posizione e fino a che la porta non cedette Legolas era l'unico
che scoccava frecce attraverso le fenditure che si creavano pian
piano nella porta. Poi iniziarono a combattere tutti. Tutti se la
cavavano alla grande. Sam prese a difendersi con una padella, e se
non fosse stato una situazione critica ci sarebbe stato da morire dal
ridere. Merry e Pipino si difendevano come degli uomini di un metro
più alti e Lilia combatteva come un uomo. Poi
entrò il troll di
caverna. Lilia, che sapeva cosa sarebbe successo se nessuno l'avesse
fermato, cercò di distrarlo da Frodo e di stordirlo quanto
meno, ma
non ci riuscì. Con una bracciata la lanciò
attraverso la stanza,
facendola andare a sbattere contro un muro e facendola svenire.
Aragorn e Gimli si misero vicino a lei cercando di contrastare gli
orchetti che volevano finirla. La battaglia sembrava persa fino a che
non videro Frodo cadere a terra, colpito dalla lancia di quel troll.
Ciò sembrò donare una nuova forza a tutti, che
combatterono come
dei leoni. Merry, Pipino e Legolas finirono il troll, e, mentre Lilia
si alzava intontita e si recava come tutti attorno a Frodo, anche lui
si alzava, e mostrava la cotta di Mithril che lo aveva protetto.
-Gandalf,
dobbiamo scappare. Stanno per tornare. E non saranno soli.- disse
Lilia mentre si teneva la testa che le faceva male.
-Avanti!
Andiamo!-
Corsero
verso il ponte quando vennero accerchiati dai viscidi orchetti che
sembravano pronti a mangiarseli vivi, quando presero a fuggire.
-È
un Balrog di Morgoth! Gandalf, dobbiamo uscire da qui!-
gridò Lilia.
-Correte!-
sembravano avere le ali ai piedi. Arrivarono al ponte. Gandalf fermo
al centro di esso, pronto a combattere. Lilia non poteva credere che
stesse succedendo davvero. Sapeva come avrebbe continuato la storia e
che tutto sarebbe finito bene, ma in quel momento vedeva solo
disperazione e morte. Non voleva perdere Gandalf, e era pronta ad
avvicinarsi a lui quando sentì che qualcuno la stava
trattenendo.
Era Aragorn, che le sussurrò di aspettare.
“Si,
ma tu non sai cosa stiamo aspettando. La caduta di Gandalf il
Grigio”. Delle lacrime iniziarono a scendere lungo le guance,
ma
non si preoccupò di fermarle. Non riusciva a distogliere gli
occhi
da quello che per lei era un padre.
-Tu
non puoi passare! Sono un servitore del fuoco segreto e reggo la
fiamma di Anor! Il fuoco oscuro non ti servirà a nulla,
fiamma di
Udun! Ritorna nell'ombra!- gridò alzando il bastone sopra la
sua
testa, pronto a farlo calare sul ponte. -Tu non puoi passare!-
Il
Balrog cadde e tutto sembrò andare per il meglio. Gandalf si
girò
per seguirli quando la frusta del demone lo prese per la gamba e
così
si rese conto di non avere scampo.
-Fuggite,
sciocchi!- Gandalf cadde e l'urlo straziante di Frodo le
riempì la
testa. I nove riuscirono a fuggire, ma con una grave perdita che
lasciava un vuoto incolmabile nei loro cuori.
-Presto,
dobbiamo andare!-
-Falli
riposare un secondo! Abbiamo subito una grande perdita...-
-No!
Non possiamo fermarci! Questa sera queste colline brulicheranno di
orchi. Dobbiamo allontanarci il prima possibile da qui.-
Si
misero tutti in marcia, silenziosi come non mai, e la sera
raggiunsero il Nimrodel dove Haldir, la guardia, li fece fermare,
soprattutto a causa di Gimli, ma la Dama diede loro il permesso di
passare, così, anche se furono bendati, si avviarono verso
Lorien,
in quei luoghi dove più di 60 anni prima Aragorn e Arwen si
erano
innamorati.
“Finalmente
incontrerò Galadriel. Colei che mi ha condotta qui. E
potrò avere
delle risposte alle domande che mi pongo da tempo.”
Per
due giorni camminarono prima di raggiungere Caras Galadhon, la
città
di Lorien e non fu facile passare oltre il Celebrant. Tre corde
furono legate da un lato all'altro del fiume e la Compagnia dovette
passarlo camminando su una di esse, tenendosi alle altre due. Alcuni
passarono agilmente, come Aragorn e Legolas. Pipino fu decisamente il
migliore fra gli Hobbit. Si tenne con una mano sola e non volse una
volta lo sguardo in basso. Sam fu abbastanza impacciato e
ringraziò
tutti i Valar, quando mise piede a terra, dall'altro lato. Lilia lo
attraversò per penultima, prima di Frodo. Non aveva mai
fatto cose
simili, ed era abbastanza impacciata. Non volse lo sguardo verso il
basso, così come aveva fatto Pipino, anzi, a un certo punto
chiuse
proprio gli occhi per il terrore e camminò lentamente.
Infatti
soffriva anche di vertigini, e quella non era decisamente la
situazione migliore in cui si potesse venire a trovare. Finalmente
giunsero al cospetto dei signori di Lorien, Celeborn e Galadriel.
Lilia sapeva che stava ponendo tutti i membri di fronte a una scelta,
così era preparata psicologicamente a questo.
'Il
tuo cuore, Lilia, è diviso. Seguirai Frodo, colui che ami, o
i tuoi
migliori amici? E alla fine cosa farai? Sceglierai di rimanere qui, o
di tornare a casa dalla tua famiglia con un ricordo e null'altro?'
Lilia
non rispose, ma ciò le diede molto da pensare. Sam non
segretò i
suoi pensieri, mentre Merry troncò una frase a
metà. Nessun altro
parlò di ciò.
Rimasero
sotto le cure della Dama di Lorien per un mese circa, e per tanto
tempo Lilia si domandò perché la Dama attendesse
tanto per parlare
con lei. Durante questo tempo però non rimase inerte, ma,
anzi,
strinse amicizia con gli elfi di quelle parti che l'insegnarono molto
sull'arte della medicazione e le consentirono di prelevare delle
piante mediche, e di poterle portare con se. Poi, la sera del 14
febbraio, ella chiamò lei, Sam e Frodo, e gli fece guardare
attraverso il suo specchio. Per primo guardò Sam, che vide
Frodo,
pallido, addormentato sotto una rupe a picco. Se stesso che saliva
una scala che si avvolgeva a spirale all'infinito. Gli alberi della
Contea che venivano tagliati quando non dovevano. Vide il padre
girovagare con la sua roba in una carretta. Volle tornare a casa,
aiutarli, ma non cedette alla tentazione e decise che, se mai sarebbe
tornato a casa, l'avrebbe fatto con Frodo, o non ci sarebbe tornato
affatto.
Poi
guardò Frodo. Vide Gandalf, ma poi si rese conto che era
vestito di
bianco, e che quindi poteva averlo confuso con Saruman,
giacché il
volto era oscurato. Vide Bilbo che camminava su e giù per
una
stanza, circondato da carte in disordine. Vide il mare, un fiume che
attraversava una città, una bianca fortezza con sette torri.
Infine
lo vide. Vide l'Occhio, Sauron.
Prima
che Lilia potesse guardare nello specchio, Frodo offrì
l'Anello alla
Dama, la quale lo rifiutò, e li congedò.
-So
che a lungo hai desiderato incontrarmi, Claudia Smith. Parla
tranquillamente. Non temere.-
-Mia
Signora, io devo sapere. Perché sono stata portata qui?
Perché
proprio io.-
-Claudia,
ho scelto te perché il tuo cuore è grande, e la
tua fede tanta.
Nessun altro avrebbe accettato di compiere questo viaggio. Ti ho
portata qui affinché tu facessi in modo da far verificare
gli eventi
così come essi avvengono nel libro. Qualcosa stava
cambiando... Han
mathon ne nen... Han mathon ne chae... A han noston ned
'wilith...(*)-
-Mia
Signora, cosa vedrò nello specchio?- Disse
dopo aver trascorso qualche istante in silenzio, ricordandosi
dell'episodio di Moria, con il mostro del lago.
-Guarda
tu stessa.-
Lilia
vide per primo l'Anduin e gli Argonath. Poi tutto divenne scuro e
confuso e vide i cancelli neri di Mordor, poi le bianche torri di
Minas Tirith. Infine vide sia Frodo che suo padre e suo fratello, la
Contea e casa sua. Infine lo specchio tornò limpido, a
riflettere le
stelle.
-So
cosa hai visto, Claudia Smith, perché è anche
nella mia mente.
Presto ti troverai di fronte a un bivio e dovrai scegliere. Adesso
va', perché so che molto desideri parlare con Aragorn di
ciò che ti
tormenta.-
-Grazie
delle parole, Mia Signora. Spero di potervi salutare un'ultima volta
prima di partire.- E se ne andò. Quando raggiunse gli altri
si
avvicinò a Aragorn, che stava fumando, assorto nei suoi
pensieri.
-Aragorn,
scusa se ti disturbo. Possiamo parlare? Da soli...- Lui
guardò gli
altri che li stavano osservando e insieme si allontanarono.
-Di
cosa vuoi parlarmi, Lilia?-
-Devi
sapere io chi sono. La mia storia. Ora che Gandalf non c'è
so che è
la cosa giusta da fare. Sei l'unica persona con la quale mi potrei
confidare.-
-Ti
ascolto.- E ascoltò a lungo, perché, come
precedentemente aveva
fatto con Elrond e Gandalf, ci mise molto a raccontargli tutta la
storia. Gli raccontò i suoi dubbi e cosa le aveva detto la
Dama,
lasciando sul vago il quesito: “Frodo o amici?”
-Adesso
capisco. Come hai fatto a tenerti dentro tutto questo non lo so. Sei
forte, molto più forte di quello che pensi, Lilia. Sono
contento che
mi abbia reso partecipe della tua vita. Se hai bisogno di qualsiasi
cosa chiedi pure.-
-Grazie
Aragorn. Sapevo che potevo contare su di te.- Lilia lo
abbracciò e
così tornarono abbracciati dagli altri che li guardarono
straniti,
specialmente i quattro Hobbit. Merry e Pipino si scambiarono uno
sguardo, guardarono Lilia e Aragorn, poi Frodo e poi scoppiarono a
ridere divertiti come non mai.
Un
altro giorno ancora restarono in quei boschi, poi, il 16 febbraio si
prepararono a partire. Ricevettero numerosi e preziosi doni dai
Signori di Lorien: delle barche leggere che li aiutassero a guadare
l'Anduin, il Pan di via, o meglio conosciuto come Lembas, che avrebbe
fatto da sostentamento in quel lungo viaggio. I famosi, per Lilia,
mantelli tessuti da dama Galadriel, che li avrebbero riscaldati e
protetti, e dopo il banchetto di commiato altri doni gli vennero
offerti. I Signori di Lorien diedero a Aragorn un fodero creato
apposta per la sua spada, che l'avrebbe protetta e le avrebbe evitato
di spezzarsi. Inoltre ricevette come ''futuro'' dono di nozze una
spilla d'argento a forma di aquila con le ali distese, e in essa era
incastonata una grande pietra verde e limpida, Elassar. A Boromir fu
data una cinta d'oro e a Merry e Pipino delle piccole cinture
d'argento con la borchia a forma di fiore d'oro. Legolas ricevette un
arco come quello dei Galadhrim, più lungo e robusto, la cui
corda
era formata da capelli di elfo, accompagnato da una faretra di
frecce. A Sam la Dama regalò uno scatolino contenente la
terra di
Lorien, qualora fosse un giorno tornato nella Contea grandi sarebbero
stati suoi frutti. Gimli chiese un capello della chioma dorata della
Dama, che glielo concesse con benevolenza. A Frodo donò una
fiala
contenente la luce di Earendil, la loro stella più amata.
Sperando
che potesse illuminare la sua strada quando ogni altra luce si
spegneva. Infine la Dama si avvicinò a Lilia, la quale nulla
si aspettava in dono.
-Cara
Lilia, questo ciondolo è per te. La catena è
stata forgiata da noi
elfi, e non correrai rischio di spezzarla. In esso sono racchiuse 3
mie lacrime. Spero ti sia dono gradito. Te l'avrei incastonato in un
anello, ma vedo che già ne porti uno.- Disse a Lilia la
Dama,
concludendo la frase con una muta domanda che era la stessa che si
poneva da tempo anche Frodo.
-La
ringrazio, Mia Signora per questo dono incommensurato. L'Anello che
porto al dito contrariamente a quanto può pensare non
è il dono di
un ragazzo, mi è stato donato per i miei 18 anni da mia
madre prima
che ci lasciasse, era appartenuto a lei prima di me e non sono
riuscita a lasciarlo a casa. È probabilmente la cosa a cui
tengo di
più, assieme al dono che lei mi ha appena fatto.-
La
Signora dei Noldor si aprì in un grande sorriso e, anche se
Lilia
non poté notarlo, contrariamente a Merry e Pipino, anche
Frodo
sorrise fugacemente.
Infine
i Signori li congedarono e i membri restanti della Compagnia poterono
partire per le cascate di Rauros, dove, come sapeva Lilia, si
sarebbero divise le strade di tutti.
Lei
si trovava sull'ultima barca, assieme a Legolas e Gimli, che la
facevano divertire, specialmente l'ultimo, che le raccontava aneddoti
divertenti sulla vita dei Nani. Più volte si fermarono e
dovettero
in alcuni punti procedere a piedi, con le barche in spalla. Una volta
passati gli Argonath Lilia si rese conto che con loro si era
avvicinato anche il momento in cui avrebbe dovuto prendere la sua
decisione, e con essa quale strada scegliere.
La
sera si accamparono a Parth Galen, ma Lilia non riusciva a stare in
compagnia degli altri. Si sedette sulla riva del fiume e si perse nel
suo lento scorrere. Sam notò che non aveva mangiato,
così le si
avvicinò chiedendole se volesse qualcosa da mangiare, o un
po' di
compagnia.
-Sam,
sei così caro... Ti ringrazio dell'offerta, ma non ho un
grande
appetito... Sam, ti devo chiedere una favore. Non penso ti
costerà
molto farmelo, ma te lo voglio chiedere lo stesso. Se io non
riuscissi, stai vicino a Frodo. Avrà bisogno di qualcuno che
lo
comprenda e lo aiuti e so che tu sei la persona giusta. Gli vuoi
bene...-
-Come
lei dopo tutto...-
-Già,
come me...-
-Glielo
prometto.- Mormorò a bassa voce prima di andare a mangiare
vicino
agli altri. Dopo un'eternità, o almeno a Lilia
sembrò così,
Aragorn si sedette accanto a lei. Teneva una pipa fra le mani, e
offerse a Lilia un tiro di pipa, che lei non rifiutò.
-Cosa
ti turba Lilia? Perché sei qui da sola, pensierosa e priva
di
appetito? Non fa bene saltare il pasto, soprattutto quando si
è in
viaggio.-
-Aragorn,
è giunta l'ora. Devo fare la mia scelta, ma non sono sicura
che sarà
quella giusta. Ho paura di sbagliare...-
-Lilia,
sbagliare è normale. Se non sbagliassimo non impareremmo mai
nulla.
Riguardo alla tua scelta, purtroppo, non ti posso consigliare. Ma qui
nessuno si adirerà con te se qualcosa dovesse andare male.
Quindi
dormi serena e mangia qualcosa. Non stare così, altrimenti
si
preoccuperanno tutti. I tuoi amici sono già molto in
ansia... Dai,
torna con me da loro...- Le disse alzandosi e offrendole la mano, con
un ampio sorriso sul volto.
“Ma
come si può resistere a un uomo simile? Su, andiamo! Quel
che dovrà
succedere succederà.”
Non
trascorse molto tempo in piedi, però sapeva che quella era
l'ultima
sera che passava con alcune delle persone a cui voleva bene. Sarebbe
andata con Frodo e Sam o con Merry e Pipino? Ad ogni modo Legolas,
Aragorn e Gimli non li avrebbe rivisti per molto tempo. A tutti diede
la buona notte con un enorme abbraccio e un bacio sulla guancia, cosa
che causò un terribile imbarazzo soprattutto al Nano e a
Sam. Prima
di stendersi vide Frodo che guardava le stelle, steso, coperto dal
caldo mantello di Galadriel, e si inginocchiò accanto a lui.
-Ehi,
Frodo. Senti, per te va bene se dormo vicino a te stanotte? Non
voglio stare sola...-
-Certo
Lil. Vieni qui.- Le disse tirandosela affianco. Così si
addormentarono. L'una abbracciata all'altro. E a entrambi
sembrò di
essere tornati a quella notte di mesi prima a Imladris.
-Bisogna
per forza svegliarli?-
-No,
Sam. Possiamo restare qui a guardarli dormire e sperare che
all'Anello escano le gambette in modo che si vada a gettare tra le
fiamme da solo.-
-Mamma
mia, come sei simpatico, Merry.-
Mentre
discutevano Frodo aprì gli occhi, e, muovendo la testa per
svegliarsi, svegliò anche Lilia, che si girò
sull'altro fianco per
poterlo guardare negli occhi. Quegli occhi che tanto adorava...
-Buon
giorno.-
-Giorno.
Dici che ci dobbiamo alzare?-
-Credo
proprio di si.- Disse Frodo mettendosi seduto, imitato subito da
Lilia.
-Era
ora, finalmente! Temevamo non vi svegliaste più. Tra poco
dobbiamo
partire.- Disse Sam.
-Ragazzi,
potevate svegliarci prima, se si era fatto così tardi.-
Lilia
affermò, come se la cosa fosse ovvia a tutti tranne che a
loro.
-Eravate
così carini che non volevamo svegliarvi.-
-Che
dolce che sei Pipino! Siete da strapazzarvi di coccole, fino alla
nausea.- Disse allegra Lilia abbracciando Sam e Pipino, o meglio,
stritolandoli.
-E
a me niente?-
-Guarda
che ho sentito la tua battuta prima Merry. Perciò a te
niente.- E
gli fece una linguaccia, prima di scappare in cerchio, rincorsa
dall'Hobbit. Non passò troppo tempo che gli altri quattro
tornarono
e si rimisero in marcia.
Nel
pomeriggio si fermarono presso Parth Galen, poiché Lilia non
era
l'unica che doveva compiere una scelta, ma anche il portatore, e il
futuro Re avevano da interrogarsi, così Frodo chiese di
essere
lasciato da solo per poter pensare. Cosa fare? Andare da solo? Gli
altri non fecero caso al fatto che Boromir si fosse allontanato. O
meglio, Lilia sapeva benissimo dove stava andando, ma non voleva
impedire nulla, almeno per ora. Così, quando
tornò e gli altri
andarono a cercare Frodo non era preoccupata come loro,
perché
sapeva che, almeno lui, in quel momento, non correva pericoli, e che,
anzi, Sam gli sarebbe stato affianco, nel bene e nel male,
soprattutto nel male, fino alla fine di tutto. Lei si
allontanò con
Merry e Pipino, che sapeva l'avrebbero incontrato, nascosto dietro un
albero. Ma quando gli orchetti si avvicinarono, e Frodo fece capire
loro che non li avrebbe seguiti, quando Pipino saltò fuori
dal
cespuglio e si fece notare per attirare la loro attenzione, fu allora
che Lilia capì. Prese una decisione, che nel suo cuore
sapeva in
realtà presa da molto tempo. Dopo avergli lanciato un ultimo
sguardo, cercando di imprimere nella sua mente il volto dell'Hobbit,
abbandonò Frodo, e con Merry e Pipino scappò
dagli orchetti,
lontano. Sperando con tutto il cuore che tutto andasse bene.
Frodo
ebbe così il tempo di scappare alle barche e di prenderne
una, per
dirigersi verso l'altra riva, verso Mordor, ma quando si trovava
quasi a metà del corso, vide Sam chiamarlo e dirigersi verso
la
barca.
-Torna
indietro Sam. Andrò a Mordor da solo.-
-Certo
che ci andrete, e io vengo con voi.-
-Non
sai nuotare! Sam! Sam!- Gridò Frodo prima che Sam iniziasse
ad
andare giù. Frodo lo raggiunse con la barca, salvandolo da
un
annegamento certo.
-Ho
fatto una promessa, padron Frodo. Una promessa. Non devi perderlo
Samvise Gamgee. Non voglio farlo. Non voglio farlo.-
-Oh
Sam!- Frodo lo abbracciò, ed entrambi si resero conto che
avrebbero
sempre potuto contare l'uno sull'altro.
(*)Lo
sento nell'acqua... Lo sento nella terra... Lo avverto nell'aria...
(del prologo della Compagnia dell'Anello)
FINE
PRIMO LIBRO
|
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Capitolo 6 *** Le Due Torri - Inizio ***
Ieri
in ritardo, oggi in anticipo XD
Si
inizia con Le Due Torri che premetto sarà il libro
più breve dei
tre.
Come
sempre ringrazio tutti coloro che leggono semplicemente e inoltre
ringrazio
nini
superga per
averla messa fra i
preferiti
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
per
averla messa fra le seguite.
Bacioni!!!
^_^
Lilia
e i suoi due migliori amici stavano fuggendo dagli orchetti, che
però
li avevano ormai raggiunti e quasi catturati quando Boromir
arrivò
in loro soccorso nell'esatto momento in cui l'orchetto a loro
più
vicino stava per calare un'enorme ascia sui tre. I quattro presero a
combattere, Lilia stando molto attenta all'arrivo dell'Uruk che
avrebbe trafitto Boromir con le sue frecce. Avrebbe cercato di
salvarlo, per lo meno ci avrebbe provato. Boromir suonò il
corno di
Gondor che Lilia sapeva sarebbe stato udito non solo da Aragorn, che
si diresse verso di loro, procedendo però a fatica a causa
degli
attacchi incessanti da parte degli orchetti. Boromir stava cercando
di proteggerli. Si era molto affezionato a loro, specialmente a quei
due pazzi di Merry e Pipino, quando Lilia vide l'Uruk. In quel
momento andò in panico, e, dopo aver avvertito Boromir del
pericolo
cercò di avvicinarsi a quello quanto più
possibile. Lo voleva
vedere cadere. Si avvicinava piano, perché gli Orchi erano
davvero
tanti. Era quasi arrivata vicino a lui che quello scoccò la
prima
freccia. Lilia rimase immobile. Non aveva il coraggio di girarsi. Non
voleva vedere nessuno trafitto da quella freccia, ma quando vide il
sorriso sulla bocca del mostro, e lui che si preparava a tirarne una
seconda, e una terza, non ci vide più. Con uno scatto,
appena quello
aveva scoccato anche la seconda, gli arrivò alle spalle. Lo
trafisse
alla schiena due volte, facendolo perire, ma poi venne catturata per
prima e portata nuovamente verso gli amici, che erano stati afferrati
anche loro. Passò accanto a Boromir, che era inginocchiato a
causa
delle frecce, ma che non si perdeva d'animo. Lilia sperò che
essendo
stato colpito solo due volte si salvasse. D'altronde quell'uomo era
d'acciaio, ma non sapeva che quelle frecce erano state bagnate con un
potente veleno e che quindi Boromir era destinato a perire
lì.
Difendendo loro e dimostrando quale fosse il valore degli uomini di
Gondor.
-Boromir!
Boromir! Perdonami! Boromir!- Gridò lei cercando in tutti i
modi di
liberarsi, prima che uno degli orchetti la colpisse alla testa con
qualcosa di duro, facendola svenire.
Aragorn
uccise gli ultimi orchetti, poi corse verso Boromir, steso a terra
sanguinante.
-Hanno
preso i piccoletti!-
-Sta'
fermo-
-Frodo?
Dov'è Frodo?-
-L'ho
lasciato andare-
-Hai
fatto quello che io non ho potuto. Ho cercato di togliergli
l'Anello.-
-L'Anello
è lontano da noi, ora-
-Perdonami.
Non l'avevo previsto. Vi ho deluso tutti.-
-No,
Boromir. Hai dimostrato coraggio. Hai conservato il tuo onore.-
Aragorn cercò di togliere le frecce dal petto di Boromir,
che lo
fermò.
-Lascia
stare! È finita. Il mondo degli Uomini cadrà. Su
tutto calerà il
buio. E sulla mia città la rovina.-
-Io
non so quanta forza c'è nel mio sangue, ma ti giuro, non
lascerò
che Minas Tirith cada. Né che il nostro popolo fallisca.-
-Il
nostro popolo... Il nostro popolo. Io ti avrei seguito, fratello mio.
Mio capitano. Mio re.- Queste furono le ultime parole di Boromir,
figlio di Denethor.
-Riposa
in pace, figlio di Gondor.- Legolas, Gimli e Aragorn poi posero il
corpo dell'amico su una nave, e lo lasciarono scorrere verso le
cascate di Rauros. A quel punto Aragorn li informò che non
avrebbe
seguito Frodo, ma non avrebbe lasciato Lilia, Merry e Pipino in balia
degli orchi e delle torture che li avrebbero raggiunti senza ombra di
dubbio. Legolas e Gimli lo seguirono.
-Viaggeremo
leggeri. Andiamo a caccia di orchi.-
Lilia
si svegliò dopo quasi due giorni. Era completamente
intontita e non
dubitava che quel sasso l'avesse anche ferita alla testa.
-Lilia!-
-Pipino!
Dove siamo? Cosa è successo?-
-Ci
stanno portando verso Isengard! Sono quasi due giorni che siete
svenuti tu e Merry! Siete feriti! Lui non si è ancora
svegliato...-
-Vedrai
che starà bene. Staremo tutti bene, presto. Te lo prometto.-
Per
tre giorni Aragorn, Legolas e Gimli corsero. 45 leghe è
quanto
coprirono. Sapevano che era una dura lotta, e stavano man mano
perdendo coraggio. Dopotutto gli Orchi erano partiti con un vantaggio
di quasi un giorno. Fino a che, nelle vaste pianure di Rohan, non
trovarono una spilla a forma di foglia.
-Questa
spilla non è caduta da sola. Le spille elfiche non si
staccano, a
meno che il possessore non decida di perderla. Ci hanno mandato un
messaggio. Sono ancora vivi, o almeno lo erano quando l'hanno
lasciata cadere.- Disse Aragorn prima di rimettersi in marcia,
seguito dagli altri.
Il
giorno successivo un sole rosse spuntò.
-Sorge
un Sole rosso... Stanotte è stato versato del sangue.- Disse
Legolas. Poi vide dei cavalli correre verso di loro. Era Eomer,
cavaliere di Rohan e nipote del re Theoden. L'incontro non fu dei
migliori. Eomer era appena stato bandito dallo zio che, malato, era
caduto sotto l'influenza di Saruman e di Grima Vermilinguo, che
gestiva gli affari di Rohan per ordine del suo padrone. Il re stava
talmente male che non si rese nemmeno conto che suo figlio, il suo
unico figlio, era stato ferito gravemente e presto sarebbe deceduto a
causa di un assalto degli orchi.
-Lo
stregone bianco è astuto. Vaga qua e là dicono...
Come un vecchio
con mantello e cappuccio e ovunque le sue spie sfuggono alle nostre
reti.- Disse guardandoli di sbieco.
-Noi
non siamo spie. Inseguiamo un gruppo di Uruk-hai diretti a Ovest.
Hanno fatto prigionieri tre nostri amici.-
-Gli
Uruk sono distrutti. Li abbiamo trucidati stanotte.-
-Ma
c'erano tre Hobbit. Hai visto tre Hobbit con loro?-
-Sono
piccoli. Dei bambini ai vostri occhi.-
-Non
ci sono vivi. Abbiamo ammassato le carcasse e dato fuoco.-
-Morti?-
disse Gimli scioccato.
-Mi
dispiace.- Rispose Eomer con un cenno affermativo della testa.
-Hasufel! Arod! Vi conducano a una sorte migliore di quella dei loro
precedenti padroni. Addio. Cercate i vostri amici, ma non fidate
nella speranza. Ha abbandonato queste terre. Andiamo a nord!-
I
cavalieri così come erano giunti se ne andarono e i tre
amici si
recarono cavalcando verso il luogo del massacro. Distrutti dal dolore
e speranzosi per un possibile errore. Giunti sul luogo dove era
avvenuto lo scontro tutto ciò che trovarono furono dei corpi
bruciati e una testa di un Uruk infilzata su un palo. Gimli con la
sua ascia smuoveva i corpi in cerca di un segno, e trovò una
delle
cinture degli Hobbit.
-È
una delle loro cinture.- Constatò Gimli.
-Che
possano trovare la pace dopo la morte.- Disse Legolas in elfico.
Aragorn gridò, dopo aver calciato un elmo lontano,
inginocchiandosi,
distrutto dal dolore e dalla rabbia.
-Non
eravamo con loro.- Mormorò Gimli. Erano tutti tristi quando
Aragorn
trovò vicino a un'ascia dei resti di corde tagliate.
Ciò lo aiutò
a ricostruire la scena e a capire che i tre, dopo essersi liberati,
sfuggendo agli Uruk e cercando di non rimanere uccisi dai cavalieri,
si addentrarono nella millenaria foresta di Fangorn.
-Fangorn?
Quale pazzia li ha condotti lì dentro?- Disse Gimli. I tre
si
addentrarono nella foresta, speranzosi di trovare gli amici ancora
vivi. Seguivano ogni traccia e Gimli si rese conto che sulle piante
era presente sangue di orco. Probabilmente lo stesso che aveva
strappato la cintura a uno degli Hobbit. Era morto senza dubbio a
giudicare dalla quantità di sangue.
-Queste
orme sono strane...- osservò Aragorn
-L'aria
è così densa qui dentro...-
-Questa
foresta è vecchia. Molto vecchia. Piena di ricordi... e
rabbia.-
Disse Legolas prima di sentire degli strani versi che aumentarono
quando Gimli alzò l'ascia pronto a difendersi.
-Gli
alberi parlano tra loro!- Gridò Legolas.
-Gimli,
abbassa l'ascia.- Fece cenno Aragorn, non volendo far arrabbiare
ulteriormente coloro che vivevano in quella foresta.
-Hanno
sentimenti amico mio. Sono stati gli elfi... Risvegliando gli alberi,
insegnando loro a parlare.- Legolas
-Alberi
parlanti? Di cos'hanno da parlare gli alberi, uhm? Solo della
consistenza degli escrementi degli scoiattoli...-
Camminarono
ancora un po' e poi Legolas vide qualcosa.
-Cosa
vedi?- chiese Aragorn all'amico, che con i suoi occhi da elfo vedeva
più lontano di lui.
-Lo
Stregone bianco si avvicina.- Con lo sguardo indicò la loro
destra.
-Non
lasciare che parli. Ci farebbe un incantesimo.- I tre strinsero le
loro armi. -Dobbiamo agire in fretta.-
Si
girarono di scatto e cercarono di colpirlo, ma erano accecati da una
luce fortissima, e lo Stregone rispediva loro, le armi indietro.
-State
seguendo le tracce di tre giovani Hobbit.- La voce dello stregone
sembrava rimbombare.
-Sono
passati di qua l'altro ieri. Hanno incontrato qualcuno che non si
aspettavano. Questo vi conforta?-
-Chi
sei? Fatti vedere!- Gli gridò contro Aragorn, prima che la
luce si
affievolisse e loro rimanessero a bocca aperta dallo stupore.
-Merry!
Merry!- bisbigliavano Lilia e Pipino all'amico, ancora svenuto. Gli
Uruk si fermarono e si incontrarono con altri orchi, provenienti da
Isengard.
-Merry!
Svegliati! Il mio amico sta male! Vi prego, dategli un po' d'acqua.-
Chiese Pipino non accorgendosi di Lilia più avanti di loro
che gli
faceva cenno di no con la testa.
-Sta
male? Dategli un po' di medicina ragazzi!- Un orco infilò
nella
bocca del povero Hobbit chissà quale schifezza,
probabilmente
sangue. Acqua di sicuro non lo era, ma Merry si svegliò.
-Smettetela!
Lasciatelo in pace!- gridò Merry, preoccupato per il cugino,
così
come lo era Lilia.
-Perché?
Ne vuoi un po', eh?- Pipino restò in silenzio. -Allora non
parlare.
Zitto!-
-Merry...-
-Ciao
Pipino.-
-Sei
ferito...-
-Sto
bene. Era solo una recita...- disse sperando che il cugino,
nonché
migliore amico, non i preoccupasse troppo per lui.
-Una
recita?-
-Visto?
Ho ingannato anche te. Non preoccuparti per me Pipino.- Si
sentì un
urlo e gli orchi ripresero a avanzare, più veloci di prima.
Si erano
resi conto che Aragorn, Legolas e Gimli li stavano inseguendo, e non
ci tenevano proprio a farsi prendere. Fu a quel punto che Pipino
lasciò cadere la sua spilla elfica, sicuro che gli amici
l'avrebbero
trovata.
A
tarda sera gli Uruk si fermarono e buttarono a terra i tre Hobbit di
malo modo. Si sarebbero rifiutati di proseguire senza fare una pausa
e iniziarono a tagliare gli alberi che si trovavano lì
vicino per
accendere un fuoco.
-Tz.
Aragorn Gimli e Legolas corrono senza sosta, mangiando senza fermarsi
per salvarci e questi si fermano perché sono stanchi. Mezze
calzette.- mormorò a se stessa Lilia, prima di girarsi e
vedere
Pipino che si stava avvicinando a Merry, strisciando cautamente.
Decise di fare lo stesso e raggiungerli. Merry e Pipino sentirono dei
rumori.
-Cosa
è stato?- chiese Pipino.
-Gli
alberi...-
-Cosa?-
-Ricordi
la vecchia foresta ai confini della Terra di Buck? Le voci dicevano
che nell'acqua c'era qualcosa per cui gli alberi si allungavano e
prendevano vita.-
-Vita?-
-Alberi
che sussurravano... Parlavano tra loro. Si muovevano perfino...-
-In
realtà mi dispiace correggervi, ma non è stata
l'acqua a dare vita
agli Ent, anche se Merry ci è andato molto vicino.- Disse
Lilia che
li aveva appena raggiunti, con fare da maestrina, sorridendogli.
-Lilia!-
Gridarono i due assieme. Non abbastanza forte da farsi sentire,
comunque.
-Non
ti ho vista più...-
-Ero
più avanti. Sai, avevo voglia di sgranchirmi le gambe.-
-Non
perdi mai il tuo sarcasmo, vero?-
-No,
mai. Oh, ragazzi. Se potessi abbracciarvi lo farei... Purtroppo, al
momento non posso. Sapete... ho le mani legate.- Li fece ridere
appena, quando tutti e tre si girarono spaventati verso gli orchi,
visto il silenzio che si era formato.
-Muoio
di fame. Sono tre giorni che mangio solo pane pieno di vermi
schifosi!- Si lamentò un Uruk gettando a terra del pane che
aveva in
mano.
-Si!
Perché non possiamo avere carne? Perché non loro.
Sono freschi,
specialmente la femmina... Sembra appetitosa.- Merry e Pipino si
avvicinarono di più a Lilia, come a volerla proteggere.
-Loro
non sono da mangiare.- Disse un Uruk prendendoli tutti e tre per i
mantelli, allontanandoli dagli altri e facendoli alzare.
-Oh...
Magari le gambe... Non ne hanno bisogno. Sembrano gustose.- un altro
orco si lanciò verso di loro, ma venne respinto indietro
dall'Uruk
che li aveva fatti alzare.
-Non
ti avvicinare! I prigionieri sono per Saruman. Vivi e non
contaminati.-
-Vivi?
Perché vivi? Sono un bel passatempo?-
-Posseggono
una cosa. Un'arma elfica. Il padrone la vuole per la guerra.-
Lilia
pestò il piede a Pipino, sapendo che stava per parlare a
sproposito.
Un orchetto si avvicinò alle loro spalle che
gridò.
-Trinciamoli!
Solo un boccone!- L'Uruk gli tagliò la testa e
informò gli altri
che la carne era arrivata nuovamente. Mentre quei vermi si stavano
sbranando l'orchetto deceduto i tre iniziarono a strisciare lontano
da loro, fino a che non vennero fermati da un orchetto del cavolo.
“Cavoli,
mi ero scordata di questo!”
-Coraggio,
chiamate qualcuno! Guaite. Nessuno vi salverà adesso.- Non
ebbe
nemmeno modo di finire la frase che venne colpito alla schiena da un
palo lanciato dai cavalieri di Rohan. I tre si liberarono dalle corde
che gli tenevano legate le mani e se la svignarono nella foresta di
Fangorn, dove vennero però seguiti da un orchetto.
Merry
e Pipino si arrampicarono su un albero, Lilia anche stava salendo ma
l'orchetto l'afferrò per i capelli e la tirava indietro.
Lilia urlò
per il dolore, poi riuscì ad afferrare un pugnale che aveva
preso
dall'orchetto morto prima, al di fuori della foresta, e si
tagliò i
capelli, lasciandolo sbigottito con la sua bionda chioma in mano,
prima di pugnalarlo a morte. L'albero su cui si erano arrampicati gli
amici però non era un vero albero, e Lilia lo sapeva bene.
Quando
stava per afferrarla gli parlò.
-La
prego signor Fangorn, Barbalbero. Aspetti un attimo. Mi faccia
parlare.-
-Come
conosci il mio nome, Bru-ra-rum? Parla o stritolo i tuoi amici.-
disse stringendo le mani, causando dolore ai due amici.
-Signore.
Noi non siamo orchetti. Siamo Hobbit, mezzuomini, della Contea. Non
vogliamo farvi del male. Volevamo solo allontanarci dagli Orchi fuori
la foresta che ci volevano uccidere. La prego, non faccia del male ai
miei amici. Se conosco il suo nome è perché ho
sentito molto
parlare della storia delle Ere precedenti, e conoscendo gli Ent,
essendo questa la foresta di Fangorn, ho pensato che lei fosse
Fangorn, conosciuto anche come Barbalbero. Siamo stanchi e sfiniti.
La prego, ci porti dallo Stregone Bianco. Le confermerà
ciò che ho
detto.-
-D'accordo.
Vieni qui adesso.- Disse allentando la presa su Merry e Pipino,
afferrando Lilia con la stessa mano di Merry.
-Lo
stregone bianco?- chiese Pipino.
-Sei
per caso impazzita?- le disse Merry.
-Fidatevi
di me.- Dopo poco Barbalbero si fermò e li gettò
ai piedi di una
figura vestita di bianco. Quando gli Hobbit alzarono lo sguardo, due
di essi rimasero paralizzati dallo shock. Quello davanti a loro era
si lo stregone bianco, ma non era Saruman, bensì Gandalf.
Lilia lo
abbracciò forte felice che tutto fosse andato bene.
-Oh,
Gandalf! Mi sei mancato tantissimo!-
-Ma
com'è possibile che tu sia qui?- chiese Merry.
-Miei
giovani amici.- Disse Gandalf stringendo a se Lilia e i due Hobbit.
-So che siete molto stanchi e che avete affrontato mille pericoli,
quindi ho deciso che resterete con Barbalbero. Gli farà bene
avere a
che fare con voi tre. Noi ci rivedremo fra non molto. La mia presenza
è indispensabile altrove. Lilia, confido che gli racconterai
tu cosa
mi è successo. State bene e non combinate troppi guai.-
-Noi?
Guai? Quando mai ne abbiamo combinati...- Fece Pipino con un sorriso
ironico sul volto. Finalmente erano contenti, dopo tanto tempo...
Gandalf
se ne andò e Barbalbero portò i tre piccoli
Hobbit nella sua casa
sulla collina. Li informò che avrebbe presto indetto una
Entaconsulta e che si sarebbero potuti lavare sotto la cascata che
scendeva dietro casa sua. Poi si allontanò.
-Propongo
di andare a farci una doccia sotto la cascata e poi vi
controllerò
le ferite. Ho bisogno di togliermi da dosso questo fetore di orchi.-
Disse Lilia avviandosi verso la cascata. I due Hobbit si guardarono,
alzarono le spalle e la seguirono.
-Se
dipendesse da me laverei anche i vestiti... Anche se mi sa che non si
asciugano più poi... Meglio non rischiare.- I ragazzi
iniziarono a
spogliarsi, fino a rimanere in mutande e si avvicinarono all'acqua
gelida della cascata. Anche Lilia si spogliò rimanendo in
biancheria
e tutti e tre si lavarono di dosso la fatica, la paura, la stanchezza
e la puzza che li aveva accompagnati in quei giorni.
-Non
ti senti strana con i capelli corti?-
-No,
Pipino... Più che altro leggera... mi stanno molto male?-
chiese,
essendo pur sempre una ragazza e preoccupandosi del suo aspetto.
-No,
Lil. Stai molto bene così, non ti preoccupare.-
-Grazie
Merry.- Gli sorrise.
Dopo
essersi asciugati si rivestirono e Lilia decise che era il caso di
controllare le loro ferite, specialmente quella di Merry. Prima diede
un occhiata a Pipino, ancora privo di vestiti, ma notò che a
parte
qualche graffio e livido stava bene, così passò a
Merry che invece
sapeva essere ferito alla testa.
-Avanti
Merry, vieni qua. Fatti vedere quella ferita...- Disse Lilia
prendendo dai vestiti la trousse di pezza con le piante guaritrici,
assieme a dell'acqua che si trovava in una brocca e a delle bende.
Merry si sedette e Lilia iniziò a disinfettarlo con acqua e
erbe.
L'Hobbit fu molto coraggioso e non emise un lamento.
-Non
è molto grave... Per fortuna è una ferita
superficiale, ma dovevo
vederla, o si sarebbe infettata presto. Merry, hai gli occhi chiusi?
Ti faccio male?- l'Hobbit arrossì ma non rispose.
-Lil,
penso sia per la vicinanza tra il suo volto e una parte di te molto
privata.- La informò Pipino prima di mettersi a ridere.
-Oh.
Giusto. Aspetta, mi sposto.- L'Hobbit riaprì gli occhi e
Lilia gli
fasciò la testa con la manica, di modo che non si sporcasse
nuovamente.
-Adesso
tocca a te Lil. Anche tu sei ferita. Devo controllarti.- Disse Merry
facendoli scambiare di posto.
-Oh,
Merry. Non ti preoccupare. Non sarà nulla...- Ma a nulla
valsero le
sue proteste. Merry la fermò e le controllò per
bene il taglio.
Anche a lei non era molto profondo, ma era parecchio lungo e stava
iniziando a infettarsi. L'Hobbit le pulì la ferita e dopo la
fasciò
con una benda, lasciandole delle erbe secche che aiutassero a
togliere l'infezione.
-Grazie
Merry.- I loro volti erano molto vicini e Pipino si stava sentendo di
troppo lì, ma Lilia gli schioccò un bacio sulla
guancia e si spostò
vicino a Pipino, che abbracciò.
-Eru,
sono stata così in pena...- Una cosa strana le successe.
Iniziò a
piangere, lì, sulla spalla di Pipino che la strinse forte.
-Shh...
È tutto finito Lil. È tutto finito...- Erano
stati dei giorni
terribili per i tre ed era logico che la ragazza si sfogasse. Per tre
giorni e due notti si tenne l'Entaconsulta indetta da Barbalbero. Le
cose andavano per le lunghe e Merry, Pipino e Lilia erano davvero
impazienti. Lilia raccontò ai due cosa era accaduto a
Gandalf e i
due rimasero meravigliati. Non tanto per ciò che era
accaduto allo
stregone, quanto per il fatto che Lilia sapesse. L'ultimo pomeriggio,
il 2 marzo, i tre stavano scherzando fra di loro.
-Adesso
sono nuovamente più alto di te.-
-Dammi
l'acqua Merry!-
-Lil,
ne vuoi un po' anche tu?-
-No,
grazie Merry. Ci tengo a restare della mia altezza e non crescere
troppo. Bevo solo lo stretto indispensabile. Ti consiglio di
girarti.-
-Lil,
così non vale! Ci ero quasi...- Si lamentò Pipino
facendola ridere.
Proprio in quel momento si avvicinò Barbalbero che li
informò che
avrebbero combattuto Isengard, per vendicare tutti i loro amici
uccisi. Lui e Sveltolampo presero i tre amici e insieme agli altri
pochi Ent marciarono verso Isengard. Vi giunsero a tarda sera e
rimasero inorriditi da ciò che trovarono: pozzi eruttanti
fumi e
fuochi avvelenati, alimentati dai poveri resti degli alberi amici
degli Ent. Questi si resero conto che l'unico modo per fermarli era
deviare il corso del fiume Isen, di modo che allagasse le caverne
contenenti le fucine dello stregone. Tutto fu allagato, Saruman e
Vermilinguo imprigionati sulla Torre e agli Hobbit l'acqua arrivava
alla vita.
-Non
sembra molto contento, vero?- Fece Merry, vedendo Saruman affacciato
dal balcone che si guardava attorno spaventato.
-Forse
non lo è per niente.- Constatò Pipino.
-Eppure
immagino che la vista sia piacevole da lassù...- Disse Merry
-Oh,
si! È una costruzione di qualità. Dicono che i
sostegni sono molto
buoni.-
-Ragazzi,
se la finite con il vostro teatrino, che è comunque molto
simpatico,
vi consiglio di venire un po' a vedere qui.- Gli disse Lilia, qualche
metro dietro di loro. I due le si avvicinarono e sorrisero.
-La
dispensa di Saruman!?-
-Non
ci posso credere...-
-Non
può essere...-
-È
lei.-
-Foglia
di Pianilungone... La migliore erba-pipa del Decumano Sud.-
-Visto?
E ce n'è un barile per ciascuno di voi, visto che io non
fumo.-
-Aspettate.
Per voi va diviso con Barbalbero?- chiese Pipino, buono e ingenuo
come al solito.
-Diviso?
No! No... Pianta morta e tutto il resto... Non credo che capirebbe.
Magari è un parente lontano...- Continuò Merry a
denti stretti.
-Oh...
Ci sono. Non avere fretta.- Disse toccandosi il naso come qualcuno
che ha appena fiutato qualcosa.
-Esatto.
Bru-ra-rum.- Imitò Merry, facendo ridere gli altri due.
|
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Capitolo 7 *** Le Due Torri - II capitolo ***
Ecco
il penultimo capitolo de Le Due Torri. Spero vi sia piaciuto il
precedente e vi piaccia anche questo. Si vede che dei tre è
il libro
che mi aggrada di meno :P
Ringrazio
tutti coloro che leggono e
nini
superga per
averla messa fra i
preferiti
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
per
averla messa fra le seguite.
Baci!
*_*
Nel
contempo Legolas, Aragorn e Gimli rimanevano strabiliati nel
constatare che lo Stregone Bianco era niente di meno che il loro
amico perduto Gandalf. Legolas si inginocchiò, chiedendo
scusa per
non averlo riconosciuto.
-Perdonami.
Ti ho scambiato per Saruman.-
-Io
sono Saruman. O meglio Saruman come doveva essere.-
-Tu
sei caduto.- Disse Aragorn a denti stretti, non volendo credere a
ciò
che vedevano i suoi occhi.
-Attraverso
l'acqua, e le fiamme... Dal torrione più basso alla cima
più alta
ho lottato con lui. Il Balrog di Morgoth. Alla fine ho abbattuto il
mio nemico e ho scaraventato la sua carcassa contro il fianco della
montagna. L'oscurità mi ha avvolto e ho errato fuori del
pensiero e
del tempo. Le stelle compivano il loro giro e ogni giorno era lungo
come una vita terrena. Ma non era la fine. Ho sentito la vita in me,
di nuovo. Sono stato rimandato qui a terminare il mio compito.-
-Gandalf.-
disse Aragorn dopo aver ascoltato la storia dello Stregone.
-Gandalf?
Si... È così che mi chiamavano... Gandalf il
Grigio. Era quello il
mio nome. Io sono Gandalf il Bianco. E ritorno da voi ora, al mutare
della marea.-
-Una
fase del vostro viaggio è terminata. Un'altra inizia.
Dobbiamo
andare a Edoras di volata.-
-Edoras?
Non è certo breve la distanza.- Disse Gimli.
-Abbiamo
sentito di guai a Rohan, di una malattia del Re.- Disse a Gandalf
Aragorn.
-Si,
e non sarà facile da curare.-
-Allora
abbiamo fatto tutta questa strada per niente. Dobbiamo lasciare quei
poveri Hobbit qui in questa orrida, buia, fetida, infestata dagli
alberi...- Disse Gimli prima di spaventarsi a causa di un verso di
Ent.
-Voglio
dire incantevole, incantevolissima foresta.-
-Non
è stato il puro caso a condurre Merry, Pipino e Lilia a
Fangorn. Un
grande potere dorme qui da molti lunghi anni. Il loro arrivo
sarà
come la caduta di sassolini che dà inizio a una valanga, in
montagna.-
-In
una cosa non sei cambiato caro amico. Parli sempre per enigmi.- Disse
Aragorn dopo che Gandalf si era avvicinato con l'orecchio per sentire
meglio, facendolo ridere.
-Sta
per accadere una cosa che non accadeva dai Tempi Remoti. Gli Ent si
sveglieranno bruscamente e scopriranno di essere forti.-
-Forti?
Oh che bello!- Disse Gimli cambiando tono dopo l'ennesimo verso degli
Ent.
-Smetti
di crucciarti, mastro nano. Merry, Pipino e Lilia sono al sicuro. In
effetti molto di più di quanto stai per esserlo tu.-
-Questo
nuovo Gandalf è più burbero di quello vecchio.- I
quattro
abbandonarono Fangorn, dirigendosi a Edoras, capitale del regno di Re
Theoden. Arrivarono al palazzo d'oro di Meduseld e, come li aveva
già
informati Gandalf, non furono bene accolti. Gli fu ordinato di
lasciare tutte le armi e Gandalf riuscì a portare con se il
bastone
solo con uno stratagemma che vedeva in ballo la sua vecchiaia. Quando
entrarono si resero subito conto che grave era la situazione. Theoden
sembrava più vecchio di Aragorn, cosa impossibile, e Grima
Vermilinguo teneva ufficiosamente sotto controllo tutta Rohan, per
ordine di Saruman.
-Tarda
è l'ora in cui questo stregone decide di apparire. Rockspell
io lo
chiamo. Il malaugurio è un cattivo ospite.- Inveì
Grima avanzando
verso i quattro.
-Silenzio!
Tieni la tua lingua forcuta tra i denti. Non ho attraversato fiamme e
morte per scambiare parole inconsulte con un insulso verme.-
Puntò
verso di lui il suo bastone, cosa che fece spaventare Grima che
indietreggiò.
-Il
bastone. Vi avevo detto di prendere il bastone dello stregone!-
Legolas, Aragorn e Gimli si occuparono dei soldati, lasciando a
Gandalf il tempo di estirpare dal corpo del Re, Saruman.
-Theoden,
figlio di Thengel. Troppo a lungo sei rimasto nell'Ombra. Ascoltami!
Io ti libero dall'incantesimo.- Gandalf pose le mani di fronte a
sé,
verso il Re, che però iniziò a ridere e
parlò con la voce di
Saruman mista a quella di Theoden.
-Non
hai alcun potere qui, Gandalf il Grigio.- Gandalf si tolse il Grigio
mantello che lo copriva, mostrando la sua elevazione di grado.
-Io
ti estirperò Saruman, come il veleno viene estirpato da una
ferita.-
Eowyn, la nipote del re si lanciò verso lo zio, volenterosa
di
aiutarlo, ma venne fermata da Aragorn che le intimò di
aspettare.
-Se
io me ne vado, Theoden morirà.-
-Non
hai ucciso me, non ucciderai lui.-
-Rohan
è mia.-
-Vattene!-
Saruman abbandonò il corpo del Re che prese a ringiovanire
e, una
volta tornato sano, cacciò dal suo regno Grima, che
tornò
strisciando da Saruman. Si tennero poi i funerali per Theodred, con
grande disperazione del Re, che mai avrebbe voluto seppellire il suo
unico figlio e erede e di Eowyn, che aveva sì ritrovato uno
zio, ma
aveva perso il cugino. Theoden si rese conto che la guerra incombeva
e decise che la sua gente sarebbe stata più protetta al
Fosso di
Helm, che già in passato li aveva salvati e sperava
l'avrebbe fatto
di nuovo. Gandalf era di parere contrario, ma cavalcò
Ombromanto e
parlò con Aragorn.
-Attendi
il mio arrivo, alla prima luce del quinto giorno. All'alba guarda ad
est.- Poi si diresse a Nord.
Durante
il lungo cammino che andava da Edoras al Fosso di Helm l'esercito di
Rohan già perse dei valorosi soldati a causa di un attacco
da parte
dei mannari, mandati da Saruman. I Rohirrim ebbero la meglio e quasi
tutti riuscirono ad arrivare al Fosso, dove prepararono la difesa
alle mura. Un soldato di vedetta li informò che l'esercito
di
Saruman si stava avvicinando e che esso era formato da almeno
diecimila tra Orchi e Rinnegati. Erano stati creati appositamente per
distruggere il mondo degli Uomini il più velocemente
possibile.
Theoden
ordinò che uomini e ragazzi, tutti coloro che fossero in
grado di
reggere un'arma, combattessero contro le armate di Isengard. Il Re
era sicuro che nessuno avrebbe mai creato una breccia nelle mura e
sarebbe arrivato nel Trombatorrione. Decise che avrebbero protetto la
strada e la porta dall'alto. Mandò dei messaggeri, ma in
pochi
risposero. Le donne e i bambini vennero mandati nelle grotte e gli
uomini si prepararono a una fine imminente. La battaglia fu dura.
Vermilinguo aveva informato Saruman di un condotto fognario, unico
punto debole delle mura, e Saruman, da stregone qual'era, ne aveva
approfittato, riempiendo di polvere da sparo due enormi botti di
ferro. Queste causarono una breccia nelle mura e i soldati furono
costretti a ripararsi nell'anello più alto e successivamente
si
ritirarono all'interno del palazzo. Gimli e Aragorn proteggessero
l'ingresso per quanto poterono. Il nano e l'elfo avevano fatto una
specie di scommessa su chi avrebbe ucciso più orchetti.
Sarebbe
stata una scena comica se la situazione non fosse stata tanto
disperata. Quando si ritirarono nel palazzo, chiusi dentro, Theoden
aveva capito che quella era una sconfitta, ma Aragorn lo
spronò.
-La
fortezza è stata conquistata. È finita.- disse
Theoden amareggiato.
-Avevi
detto che non sarebbe mai caduta finché i tuoi uomini la
difendevano. La difendono ancora! Sono morti per difenderla. Non
c'è
un'altra via per le donne e i bambini per uscire dalle grotte?-
Chiese Aragorn. Theoden non rispose. -Non c'è un'altra via?-
-C'è
un passaggio. Conduce alle montagne. Ma non andranno lontano. Gli
Uruk-hai sono troppi.- Rispose Huma, condottiero di Rohan.
-Che
le donne e i bambini si dirigano al valico tra le montagne. E
barricate l'entrata.-
-Quanta
morte... Cosa possono gli uomini contro un odio così
scellerato?-
Disse Theoden, riprendendo il dono della parola.
-Vieni
fuori con me. Affrontiamoli a cavallo.-
-Per
la morte e la gloria.-
-Per
Rohan... per il tuo popolo.-
-Si,
si! Il corno di Helm Mandimartello suonerà nel fosso,
un'ultima
volta! Fa che questa sia l'ora in cui sguainiamo le spade insieme.
Feroci atti sveglia, non per collera, non per rovina o la rossa
aurora. Forza Eorlingas! Carica!-
I
condottieri rimanenti salito a cavallo e andarono contro gli Uruk,
quando il sole si levò alto nel cielo e Aragorn
ricordò le parole
di Gandalf. Fu allora che il rimanente esercito di Rohan vide a est
Gandalf, seguito da Eomer e i Rohirrim che distrusse l'esercito di
Isengard e condusse i restanti verso Fangorn, dal qual luogo non
fecero più ritorno. Poi Gandalf, Legolas, Gimli, Theoden,
Eomer e
Gamling si diressero a Isengard, per parlare con Saruman. Arrivarono
il giorno successivo e seduti sulle mura che circondavano la torre,
trovarono Merry, Pipino e Lilia seduti a scherzare, banchettare e
fumare, o meglio, i primi due a fumare. Lilia faceva solo qualche
tiro ogni tanto, un po' dall'uno e un po' dall'altro, per non
scontentare nessuno. Quando li vide Lilia saltò
giù dal muro,
direttamente addosso ad Aragorn, che la prese al volo, troppo felice
per restare a scambiare battute come facevano i suoi due amici. La
cosa lasciò leggermente allibiti Theoden, Eomer e Gamling
che non
capivano come un Re potesse accettare un simile comportamento, ma
lasciarono correre. Dopo tutto Aragorn non era un re qualsiasi. Poi
tutti insieme, si diressero sotto il balcone di Orthanc, a parlare
prima con Barbalbero che li informò che Saruman era
rinchiuso nella
torre e poi con Saruman. Gandalf voleva Saruman vivo, sperava di
poterlo riportare sulla retta via e quanto meno che parlasse e li
informasse dei piani di Sauron.
Saruman
tentò per primo di riassumere sotto il suo controllo la
volontà di
Re Theoden, con parole ovattate, ma questi rifiutò
definitivamente
ogni legame con lo Stregone, poi, cosa che Lilia non si sarebbe mai
aspettata, si rivolse a lei.
-Cara
Lilia. Perché non sali? Potresti unirti all'Oscuro Signore.
Ci
saresti molto utile con le tue conoscenze... Saresti largamente
ricompensata da Sauron il Grande. Potresti avere qualsiasi cosa
desideri. Basta solo che accetti di unirti a noi.-
-Non
lo farei nemmeno per tutto l'oro del mondo, sporco traditore! Se non
fosse per te adesso tutto sarebbe diverso!-
-Già...
Perché tu sai... Ma loro sanno
perché sei qui? Nel nostro
mondo? O non gli hai detto nulla, piccola insulsa Mezzosangue!- Tutti
si Girarono verso Lilia. Erano per lo più sospettosi,
soprattutto i
tre signori di Rohan. Aragorn la strinse forte a sé,
cercando di
trasmetterle con quell'abbraccio tutto l'amore possibile. Sicuramente
questo discorso rendeva effettivo il timore di Galadriel quando disse
che sentiva che qualcosa stava cambiando e che se Lilia non fosse
giunta lì si sarebbe corso il rischio che i fatti non si
svolgessero
come nel libro, rischiando la libertà dei Paesi liberi della
Terra
di Mezzo. Ma se invece le cose stessero cambiando perché
Lilia era
giunta lì? Era una domanda che si poneva spesso, ma alla
quale non
sapeva dare una risposta.
Poi
parlò Gandalf, distogliendo il pensiero dello Stregone dalla
giovane
ragazza, a causa del quale aveva perso ogni potere, e gli chiese di
fornirgli informazioni, di modo che altre vite fossero risparmiate.
Mentre discutevano Grima lanciò quella che per lui era solo
una
pietra addosso a Saruman, mancandolo e facendola cadere giù
dalla
torre. Saruman lanciò un terribile urlo perché
quella pietra era in
realtà il Palantir che usava per dialogare con Sauron.
Pipino scese
da cavallo e lo prese fra le mani, come se una forza lo attirasse
verso quell'oggetto maledetto, ma Gandalf glielo strappò
subito. I
10 si diressero cavalcando ad Edoras, Merry dietro a Gandalf, Pipino
dietro a Eomer e Lilia dietro a Aragorn. La ragazza si fece
promettere da Aragorn che se non ce l'avesse fatta a arrivare alla
fine di tutto, lui avrebbe raccontato agli amici quale fosse la
verità su di lei, anche se sperava di riuscirlo a fare da
sola.
Quella sera tutti banchettarono e bevvero, festeggiando la vittoria
contro le truppe di Saruman, Merry e Pipino saltarono su un tavolo e
iniziarono a cantare canzoncine della Contea, applauditi dagli
spettatori, trascinati dal ritmo veloce della canzone. Lilia
però
dopo essere stata tanto tempo in compagnia dei due amici, si
sentì
improvvisamente triste. Si allontanò e uscì fuori
dal palazzo.
Affacciata sulle pianure sconfinate di Rohan il suo pensiero
andò a
Frodo. Aveva perso il senso del tempo e si chiedeva cosa stesse
facendo e se stesse bene.
“Sicuro
che sta bene, Lil. Sam è con lui.”
La
sua bocca si mosse prima che si rendesse conto di cosa stava
cantando. Sembrava mossa da una forza più forte.
♪ La
voce dell’amore
di te mi parlerà
Ti sento qui vicino a
me
speranza mi darà
La voce dell’amore
nel cielo
volerà
Io chiudo gli occhi
ed ora sono là
Tu sei la luce
dell’alba
gioia e calore mi dai
Tu le miei notti
per
sempre riempirai
La voce dell’amore
ti dice che verrò
Io
troverò la strada e poi
da te arriverò
Lo sento nel mio
cuore
che ti ritroverò
E insieme a te
io sola non sarò
Per
tutta la mia vita
ed oltre questa vita
Soltanto te amore
io
vorrò... ♫
-È
una canzone molto bella, anche se triste. A chi stai pensando, amica
di Rohan?- Era Eowyn, che, avendo sentito cantare Lilia, le si era
avvicinata e l'aveva ascoltata.
-A
una persona molto lontana, mia Signora, a cui tengo particolarmente e
che temo che non rivedrò mai più.-
-Il
mio cuore mi dice che non sarà così. Adesso
perché non vai a
riposare? Sono sicura che sarai stanca. Spesso nei nostri sogni ci
appaiono le persone che vorremmo accanto, di modo da essere felici,
anche se solo per un attimo.-
-La
ringrazio delle parole, dama Eowyn. Le auguro una buona notte.-
-Che
sia una buona notte anche per te, cara Lilia.-
La
ragazza andò a dormire, seguita dopo poco da tutti gli
altri, felici
come non mai per quella vittoria che sembrava impossibile e
speranzosi per ciò che sarebbe presto accaduto.
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Capitolo 8 *** Le Due Torri - Fine ***
Scusate,
oggi vado davvero di fretta... Devo scendere di casa fra 10 minuti e
mi devo ancora vestire.
Ringrazio
tutti coloro che leggono e
nini
superga per
averla messa fra i
preferiti
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
e
Archangel
06 per
averla messa fra le seguite.
Un
bacio a domani (con calma) =D
Era
tarda notte ma Pipino non riusciva a prendere sonno. Nella sua mente
vi era solo una cosa: il Palantir e il suo desiderio di vederlo
ancora una volta. Si alzò, svegliando Merry e Lilia.
-Che
cosa fai?- chiese Merry, ma Pipino non rispose. Si fermò
davanti a
Gandalf e dopo essersi assicurato che stava dormendo gli sottrasse il
Palantir. Lilia afferrò la mano di Merry con la sua e la
tenne
stretta, spaventata anche se conscia di quanto stava per accadere.
Pipino
prese il Palantir fra le mani, che presto si ritrovarono come
incatenate all'oggetto, mentre si vedeva chiaramente il grande
Occhio, al suo interno. Strani versi si udivano provenire
dall'oggetto e Pipino era sempre più spaventato,
terrorizzato.
Sembrava lo stessero torturando. A quel punto Merry urlò,
Gandalf si
svegliò e Legolas e Aragorn accorsero vicino all'amico.
Aragorn gli
strappò dalle mani il Palantir che si incatenò
per un istante alle
sue, facendolo svenire per qualche attimo fra le braccia di Legolas.
Il Palantir rotolò e venne coperto da Gandalf, che ne
fermò la
corsa. Poi inveì contro Pipino, ma lo trovò come
pietrificato, sul
pavimento. Le mani ancora nella stessa posizione con cui teneva
stretto l'oggetto. Lilia stretta fra le braccia di Merry,
terrorizzata. Proprio non si aspettava una cosa simile. Merry era
sicuramente il più arrabbiato di tutti. Non sopportava di
allontanarsi dal cugino e che questo, a causa della sua
curiosità,
si mettesse sempre nei guai. Quando Pipino si riprese Gandalf lo
interrogò. L'Hobbit gli disse che aveva dovuto dire a Sauron
che era
un Hobbit, ma non aveva detto nulla né di Frodo
né dell'Anello, ma
che aveva visto un albero bianco morto, in un cortile di pietra.
Gandalf capì che adesso Sauron era convinto che Pipino
possedesse
l'Anello e che la prossima mossa dell'Oscuro Signore sarebbe stata di
attaccare Minas Tirith. Così prese Pipino con se e in groppa
a
Ombromanto corse verso la Città Bianca per avvertire il
Sovraintendente, Denethor, padre del compianto Boromir. Lontano da
Rohan. A Gondor.
Mentre
ai sei, o per meglio dire, sette, succedeva tutto questo Frodo e Sam
attraversavano l'Emyn Muil, desiderosi di arrivare dall'altra parte.
Purtroppo questo loro desiderio non sembrava avverarsi e spesso il
loro percorso si incrociava con strade già prese, facendoli
rimanere
bloccati lì, su quelle montagne deserte, come unica
“compagnia”,
se così la si poteva definire, Gollum, che non li perdeva di
vista.
Una sera, mentre erano intenti a cercare la giusta strada, videro
Gollum che seguiva le loro tracce, così gli tesero un
agguato e,
dopo aver combattuto contro la creatura, lo catturarono. Gollum non
faceva che piangere e gridare, anche a causa della corda elfica che
teneva legata al collo e che non riusciva proprio a sopportare. Frodo
e Sam sapevano fin troppo bene che non potevano proseguire
così, o
sarebbero stati presto scoperti e la loro missione sarebbe fallita.
Gli restavano non molte scelte a quel punto. Se l'avessero lasciato
legato lì sarebbe morto e se l'avessero liberato avrebbe
potuto
vendicarsi per il trattamento ricevuto. Sam era molto tentato di
lasciarlo lì a marcire, ma Frodo venne mosso dalla
pietà, così gli
promise che se avesse giurato fedeltà al Portatore
dell'Anello, lo
avrebbe liberato dalla corda che lo legava. Gollum giurò,
divenne
servizievole e li condusse fuori dall'Emyn Muil. Chissà
quanto ci
avrebbero impiegato senza il suo aiuto. Una volta usciti da quel
labirinto gli fece attraversare con sicurezza le Paludi Morte che si
estendevano dall'Emyn Muil fino ai confini della terra di Mordor. Era
sì il passaggio più pericoloso da percorrere, ma
anche il più
sicuro giacché gli orchi non lo usavano, ma allungavano la
strada
per miglia e miglia a Nord. Quelle paludi racchiudevano nei loro
acquitrini i corpi di coloro i quali erano deceduti durante la prima
battaglia con Sauron, e presso ogni corpo una lucina era accesa, a
voler attirare coloro che le attraversavano, conducendoli alla morte.
-Le
Paludi Morte... Si, si. Così si chiamano. Per di qua. Non
seguite le
luci.- disse Smeagol, quando Sam mise un piede nell'acqua per sbaglio
lui continuò.
-Fate
attenzione! Dove gli Hobbit vanno per unirsi ai loro morti accendono
delle piccole candele.-
Frodo
però fu come attirato da una di quelle candele e cadde
nell'acqua,
dove gli spiriti dei caduti lo circondarono. Stava per annegare
quando Gollum lo tirò fuori, salvandolo.
-Non
seguite le luci!-
L'Anello
ossessionava il giovane Hobbit e più si avvicinava a Mordor
più
esso si faceva pesante. Stava notti intere a guardarlo, senza
dormire, senza mangiare. Sembrava strano, ma l'unico che lo poteva
capire a quel mondo era proprio Gollum, che era da mezzo millennio
sotto i suoi influssi malefici. Mentre era steso a osservarlo una
notte, mentre attraversavano le Paludi sentì Gollum parlare
da solo.
-Così
brillante... Così bello... Oh... Tesoro!-
-Che
cosa hai detto?-
-Il
padrone dovrebbe riposare. Il padrone deve conservare le forze.-
-Chi
sei tu?-
-Non
ce lo chiedere. Non sono affari tuoi. Gollum. Gollum.-
-Gandalf
mi ha detto che sei un abitante del fiume.-
-Fredda
la mano, le ossa e il cuore. Freddo è il corpo del
viaggiatore.-
-Ha
detto che la tua vita era una triste storia.-
-Non
vede quel che il futuro gli porta quando il Sole è calato e
la Luna
è morta.-
-Non
eri molto diverso da un Hobbit una volta. Non è vero...
Smeagol?-
-Come
mi hai chiamato?-
-Questo
era il tuo nome una volta, non è così? Molto
tempo fa.-
-Il
mio nome. Il mio nome... Smeagol.- Disse quasi sorridendo per la
scoperta che aveva appena fatto. Fu probabilmente proprio quel fatto
che portò al, se così si può dire,
successivo litigio fra Smeagol
e Gollum, con la vittoria del primo che divenne ancora più
servizievole e gentile, specialmente verso Frodo e che cercava anche
di rabbonire Sam il quale però diffidava dell'atteggiamento
della
creatura. Probabilmente sarebbe stato più tranquillo se
avesse
cercato di scappare o di strangolarli, almeno avrebbe mostrato le sue
intenzioni apertamente. Superarono incolumi le Paludi e giunsero
finalmente al Morannor, al nero cancello. Quando però Sam e
Frodo
tentarono di avanzare per infilarsi all'interno assieme ai Sudroni
che passavano, Gollum li bloccò. Sapeva benissimo che era
una
missione suicida e l'ultima cosa che voleva era che l'Anello cadesse
nelle mani di Sauron. Era certamente più facile
riprenderselo dalle
mani di due Hobbit che da quelle del Signore Oscuro. Così li
informò
che esisteva un'altra via, sconosciuta agli orchi, che portava a
Mordor. Vi era un sentiero, poi delle scale e dopo una galleria.
Frodo accettò l'offerta della strada alternativa quando vide
il
cancello chiudersi avanti a lui. Sam era del tutto contrariato
all'idea di seguire Gollum, ma non voleva andare contro le decisioni
di Frodo. Lo avrebbe seguito in capa al mondo se necessario, e in
effetti era proprio ciò che stava facendo.
Gli
Hobbit attraversarono la regione ancora verde dell'Ithilien.
Camminavano di notte per non attirare su di loro i seguaci di Sauron,
ma tra quei verdi alberi, i loro spiriti si sentivano più
leggeri,
come se un peso gli fosse stato tolto dalle spalle.
Fu
in quelle sere che Smeagol ebbe un discorso con Gollum che
portò
alla rottura, anche se momentanea, fra i due.
-Lo
vogliamo. Ci serve. Dobbiamo avere il tesoro. Ce l'hanno tolto,
rubato. Meschini piccoli Hobbit. Malvagi, infidi, falsi.-
-No.
Non il padrone.-
-Si,
tesoro. Falsi. Ti imbroglieranno, feriranno. Mentiranno. -
-Il
padrone è mio amico.-
-Tu
non hai nessun amico. Non piaci a nessuno.-
-Non
ascolto. Non ascolto.-
-Sei
un bugiardo e un ladro.
-No.-
-Assassino.-
Smeagol si mise quasi a piangere.
-Va'
via.-
-Va'
via?!- Gollum disse, sbottando in una cinica risata.
-Ti
odio. Ti odio!-
-Dove
saresti senza di me? Gollum. Gollum. Io ci ho salvati. Sono stato io.
Siamo sopravvissuti per merito mio!-
-No.
Non più.-
-Come
hai detto?-
-Il
padrone si cura di noi, ora. Non ci servi più.-
-Cosa?-
chiese Gollum non credendo alle sue orecchie.
-Vattene
ora e non farti rivedere.-
-No!-
-Vattene
ora e non farti rivedere.-
-Grrr...-
-Vattene
ora e non farti rivedere! Noi gli abbiamo detto di andare via e lui
via se ne va, tesoro! Smeagol è libero!- Gollum se ne era
andato,
lasciando dopo tanto tempo Smeagol da solo, che sembrava felice come
non mai, e pieno di forze. Non litigava quasi più nemmeno
con Sam.
Durante una pausa diurna, Sam chiese a Smeagol di cacciare due
conigli, visto che moriva di fame e non ce la faceva più a
mangiare
solo Pan di Via. Gollum glieli procurò, ma quando accesero
un
piccolo fuoco per cucinarli, attirarono l'attenzione di una pattuglia
di soldati di Gondor, che si trovava in quelle regioni per sabotare
il cammino degli uomini del Sud. Sam e Frodo furono catturati e
vennero condotti al cospetto di Faramir, capitano di Gondor, fratello
del deceduto Boromir, a Henneth Annun.
-I
miei mi dicono che siete spie degli Orchi.- esordì Faramir.
-Spie?
No. Aspetta un momento!- disse Sam, non apprezzando il paragone.
-Se
non siete spie allora chi siete? Parlate!-
-Siamo
Hobbit della Contea. Frodo Baggins è il mio nome, e lui
è Samvise
Gamgee.-
-La
guardia del corpo?-
-Il
giardiniere.- disse Sam con sufficienza.
-E
dov'è il vostro amico furtivo? Quella creatura errante... Di
aspetto
sgradevole.-
-Non
c'è nessun altro. Siamo partiti da Gran Burrone con otto
compagni.
Uno l'abbiamo perso a Moria. Due erano miei congiunti e una era una
ragazza, ospite di Re Elrond. C'erano anche un Nano, un Elfo e due
Uomini. Aragorn figlio di Arathorn e Boromir, di Gondor.-
-Sei
amico di Boromir?-
-Si...
Da parte mia.-
-Ti
addolorerà sapere che è morto.-
-Morto?
Come? Quando?- Chiese Frodo sconvolto, che era ovviamente all'oscuro
dell'avvenimento in questione.
-Eri
un suo compagno. Speravo lo dicessi tu a me.-
-Se
è successo qualcosa a Boromir vorrei che tu ce lo dicessi.-
-Il
suo corno è stato trovato sulla riva del fiume, circa sei
giorni fa.
Era spaccato in due. Ma più di questo lo sono il mio cuore.
Era mio
fratello.-
Frodo,
Sam e Faramir parlarono a lungo e quando si resero conto che
avrebbero potuto difarsi dell'uomo, lo misero a conoscenza della loro
missione. Anche se per un istante Faramir pensò di prendere
l'Anello
e portarlo dal padre, si evidenziò esattamente per la
persona che
speravano che fosse. Saggio e pieno di compassione per Frodo e la sua
missione. Quella sera dormirono con i soldati di Faramir, ma all'alba
il Capitano svegliò Frodo, informandolo che Gollum sarebbe
stato
ucciso, in quanto, poiché stava cercando cibo nella cascata,
aveva
rotto il segreto di quel posto, ma Frodo intercedette per lui e
garantì che non avrebbe rivelato la loro posizione. Gollum
venne
catturato e bendato e in seguito rilasciato per continuare a guidare
i due Hobbit, ma quello venne preso dalla creatura come un tradimento
e la natura ostile tornò a galla. Faramir fornì
agli Hobbit vivande
fresche, per somma gioia di Sam che non ne poteva più del
Lembas, e
li lasciò liberi di compiere portare a termine la loro
missione.
I
tre si recarono attraverso l'Ithilien verso Minas Morgul, la Torre
degli Spettri. Nei tempi antichi era conosciuta come Minas Ithil, la
Torre della Luna. Un tempo una meravigliosa fortezza che custodiva
uno dei sette Palantir e, fuori della quale, sorgeva il Bianco Albero
dei Re che Isildur stesso aveva piantato. Venne poi conquistata dai
Nazgul che la portarono alla rovina. Adesso nessuno più vi
si
avvicina tanto è il Male che la abita.
Gollum
li condusse, come aveva promesso, verso le scale di Minas Morgul, che
gli avrebbero fatto raggiungere Cirith Ungol. Le scale erano molto
alte. Una strada impervia, che in certi punti li rendeva visibili
alle spie di Sauron. Non avevano ancora iniziato a salire che le
porte dell'antica città si aprirono e da esse un esercito di
Orchetti e dal Re Stregone di Angmar. Gli hobbit si nascosero dietro
un masso e aspettarono che si allontanassero, sperando di non essere
scoperti. Ma l'Anello stava spingendo Frodo a infilarselo, facendosi
scoprire dall'occhio e dai suoi servi. Il suo volere era forte e
difficilmente l'avrebbe contrastato se Sam non gli avesse afferrato
le mani che si stavano avvicinando troppo alla catena che portava al
collo. Non furono scoperti e poterono iniziare a salire le scale,
evitando di fermarsi in luoghi esposti e troppo spesso.
A
un certo punto, lungo la salita, dopo il passaggio dell'esercito e
del signore degli Spettri, il morale di Frodo finì sotto
terra.
-Non
posso farlo, Sam.-
-Lo
so. È tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui.
Ma ci
siamo. È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che
contano
davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non
volevi
sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale
allegro? Come
poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose
brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera,
quest'ombra. Anche
l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo
giorno. E quando il Sole
splenderà, sarà ancora più luminoso.
Quelle erano le storie che ti
restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo
piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di
capire ora.
Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di
tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti,
perché loro
erano aggrappate a qualcosa.
-Noi
a cosa siamo aggrappati, Sam?-
-C'è
del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere
per
questo.-
Mentre
riposavano, nei pressi della galleria, Gollum sparì e non lo
videro
tornare per molto tempo. Ma lui tornò da loro e li condusse
fino
alla galleria dove, loro non potevano saperlo, Gollum aveva
progettato di farli uccidere.
Entrarono
in quel luogo e vennero subito avvolti dall'oscurità.
Oscurità che
unita all'odore immondo gli tolse il respiro e li affaticò
sia
fisicamente che mentalmente. Quella galleria però era piena
di
passaggi e vie secondarie e strane escrescenze dondolanti dal
soffitto. Quando giunsero a metà del tragitto la
malvagità che li
circondava era talmente forte e potente che per un po'
paralizzò le
loro menti. Ma gli Hobbit riuscirono a riprendersi e proseguire nel
loro cammino ma si resero presto conto che qualcuno li seguiva.
Usarono la luce di Earendil che Galadriel aveva donato a Frodo per
illuminare il passaggio e lì videro la creatura
più terrificante
che esistesse. Un ragno gigante che li sovrastava. Shelob si chiamava
ed era l'ultima discendente del ragno Ungoliant, che aveva
accompagnato Morgoth nella prima Era, per contrastare gli altri
Valar. Shelob indietreggiò a causa della potente luce elfica
e Frodo
e Sam poterono avanzare velocemente dopo essersi liberati di varie
ragnatele che ostruivano il passaggio. Colto da uno strano impeto che
non riuscì mai a spiegare, Frodo corse fuori dalla galleria
urlando
e lasciando Sam indietro che lo seguiva veloce, ma la storia
purtroppo non era ancora finita. Da un passaggio laterale
uscì
Shelob, la quale conosceva quel posto molto meglio dei due piccoli
Hobbit. Si frappose tra Sam e Frodo e colpì quest'ultimo
alla
schiena col suo pungiglione enorme e Sam non poté fare nulla
per il
suo padrone. Era stato fermato da Gollum che li voleva vedere morire
entrambi, ma si liberò di lui e, dopo aver combattuto contro
il
ragno, riuscì a ferirlo e rispedirlo nella sua galleria. Sam
si
avvicinò a Frodo e lo liberò dalla ragnatela che
lo teneva avvolto,
ma ormai era tardi. Pianse e pensò cosa fare, poi decise di
portare
a termine lui la missione affidata al suo padrone e prese l'Anello e
Pungolo che sarebbe servita sicuramente più a lui e si
diresse verso
Monte Fato. Ma si fermò. Delle voci di Orchetti attirati
dalle urla
di Frodo però si stavano avvicinando e Sam, per proteggersi
indossò
l'Anello e probabilmente capì anche, con quel gesto,
perché Frodo
era tanto affaticato e provava tanta pietà per quell'essere
meschino
che era Gollum. Sam ascoltò i discorsi degli Orchetti e
seppe che
Frodo era stato solo paralizzato dal mostro, che si divertiva a
giocare con le sue vittime e le preferiva vive, e che si sarebbe
svegliato dopo qualche ora. Dopo essersi maledetto più volte
a causa
della sua ingenuità si mise a seguire gli Orchi che
camminavano
veloci, portando il corpo di Frodo verso la torre di Cirith Ungol per
tenerlo prigioniero.
|
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Capitolo 9 *** Il Ritorno Del Re - Inizio ***
Salve
a tutti! Come state? Sono davvero contenta che la mia storia sia
letta e apprezzata. Mi fate venire voglia di studiare XD
Vi
lascio con il primo capitolo dell'ultimo libro, sperando che vi
piaccia e che mi accompagnerete alla fine di questa avventura che mi
sono divertita tanto a scrivere. Come sempre ringrazio vivamente
coloro che leggono anche senza commentare e inoltre ringrazio
nini
superga e Aquamarine
per averla
messa fra i
preferiti;
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
e
Archangel
06 per
averla messa fra le seguite.
Un
bacione grandissimo! Buona lettura ^_^
Dopo
quattro giorni a cavallo Gandalf e Pipino giunsero a Minas Tirith.
Subito Gandalf si recò nella Cittadella per parlare col
Sovraintendente Denethor.
-È
l'albero. Gandalf. Gandalf.-
-Si.
L'albero bianco di Gondor. L'albero del Re. Il sire Denethor tuttavia
non è il Re. È solo un Sovraintendente. Un
custode del trono. Ora
fa' attenzione: il sire Denethor è il padre di Boromir.
Dargli
notizia della morte del suo amato figliolo non sarebbe saggio. E non
menzionare Frodo né l'Anello. E non dire niente nemmeno di
Aragorn.
In effetti è meglio che non parli, Peregrino Tuc.- Entrarono
in
questa sala vastissima alla fine della quale vi erano due troni, uno
sopra delle scale molto alte, vuoto, l'altro alla sua sinistra,
più
in basso, sul quale era seduto Denethor.
-Salute
a te, Denethor figlio di Echtelion., signore e Sovraintendente di
Gondor. Giungo con notizie in quest'ora buia e con consigli.-
-Forse
giungi per spiegare questo...- Disse Denethor tenendo in mano il
corno di Boromir, spezzato in due. -Forse sei qui per dirmi
perché
mio figlio è morto.- Gandalf non rispose, ma al suo posto
parlò
Pipino, facendo la cosa più inappropriata in quel momento.
-Boromir
è morto per salvare noi. Il mio parente e me. È
caduto difendendoci
da molti nemici.- Disse avanzando mentre Gandalf cercava inutilmente
di fermarlo.
-Io
offro i miei servigi, anche se insufficienti, in pagamento di questo
debito.-
-Questo
è il primo ordine che ti do: come hai fatto tu a fuggire e
mio
figlio no, nonostante fosse un uomo possente?-
-L'uomo
più possente può ucciderlo una freccia. E Boromir
ne è stato
trafitto da molte.-
-Alzati.-
Gandalf sicuramente non era felice di ciò che aveva appena
fatto
Pipino. -Mio Signore, ci sarà il momento del cordoglio per
Boromir,
ma non è adesso. La guerra è in arrivo. Il nemico
è quasi alle
porte. Come Sovraintendente devi difendere questa città.
Dove sono
gli eserciti di Gondor? Hai ancora degli amici. Non sei solo questa
volta. Manda un messaggio a Theoden di Rohan. Accendi i segnali.-
-Tu
credi di essere saggio, Mithrandir. Ma con le tue sottigliezze non
hai discernimento. Credi che gli occhi della torre bianca siano
ciechi? Io ho visto più di quanto tu non sappia. Con la
sinistra mi
useresti come scudo contro Mordor e con la destra cercheresti di
soppiantarmi. So chi cavalca con Theoden di Rohan. Ah, si. È
giunta
voce alle mie orecchie di questo Aragorn, figlio di Arathorn e te lo
dico ora: non intendo piegarmi a questo Ramingo del Nord, l'ultimo di
una cenciosa casata a lungo orbata di signoria e comando.-
Pipino
stava iniziando a capire nelle mani di chi si era messo a servizio, e
se ne stava pentendo amaramente.
-Non
ti è concessa l'autorità per negare il ritorno
del Re,
Sovraintendente.- Disse Gandalf calcando l'ultima parola. Denethor si
alzò dal trono, furioso, e gridò.
-Il
regno di Gondor è mio! E di nessun altro!-
Gandalf
se ne andò, e Pipino con lui, lasciando da solo il
Sovraintendente
nella sua ambizione e nei suoi giochi di potere.
Gandalf
pensò e alla fine diede a Pipino un compito molto
importante, che
avrebbe potuto cambiare le sorti di quella battaglia. Pipino dovette
salire sulla cima della pira di Gondor e accenderla, di modo che il
messaggio di aiuto arrivasse anche a Rohan e potessero essere
aiutati. Fortunatamente Pipino si comportò bene e non
fallì in
questa sua piccola, seppur importante, missione. Nel frattempo, a
Osgiliath, Faramir si stava preparando alla prima rappresaglia,
assieme ai suoi uomini.
Il
messaggio di Gondor arrivò a Rohan e fu visto subito da
Aragorn che
corse dal Re.
-I
fuochi di Minas Tirith! I fuochi sono accesi! Gondor chiede aiuto.-
-E
Rohan risponderà. Radunate i Rohirrim. Riunisci l'esercito a
Dunclivo. Tutti gli uomini che riesci a trovare. Hai solo due giorni.
Al terzo partiamo per Gondor. In guerra.- Disse al nipote Eomer.
-Chiedo
scusa. Io ho una spada. Ti chiedo di accettarla. Ti offro i miei
servigi, Re Theoden.- Disse Merry inchinandosi. Si vedeva che lui e
Pipino erano cugini e cresciuti assieme, si comportavano allo stesso
modo quando le occasioni che gli si presentavano erano simili.
-Sono
lieto di accettarla. Tu devi essere Meriadoc, scudiero di Rohan.-
Merry sorrise felice mentre Aragorn si avvicinava a parlare col Re e
Lilia lo raggiungeva. Merry non riuscì a capire cosa avesse
detto
l'amico a Re Theoden, ma notò che questi guardò
Lilia stralunato,
prima di annuire con la testa e congedarli. Così partirono
per
Dunclivo, Eowyn compresa, la quale avrebbe salutato gli uomini dove
si sarebbero riuniti gli eserciti, che si sarebbero poi diretti
incontro alle armate di Mordor. Merry e Lilia erano seduti sullo
stesso cavallo. Lilia sapeva cavalcare bene e il fatto che parlasse
l'elfico l'aiutava a interagire con l'animale che le obbediva
facilmente. Le faceva piacere stare assieme al suo amico. Almeno
poteva chiacchierare con qualcuno e Merry la rincuorava e la
distraeva dai nefasti pensieri che le attanagliavano la mente e il
cuore.
Intanto
a Osgiliath i soldati di Gondor, guidati da Faramir, si davano da
fare per respingere gli Orchetti di Sauron, ma purtroppo erano troppi
e in continuo aumento. Il giovane, dopo aver discusso un attimo con
Madril, diede dunque l'ordine di ritirarsi a Minas Tirith. Proprio
mentre ripiegavano sulla città arrivarono i Nazgul, che li
attaccarono, facendo molti morti. Se non fosse stato per Gandalf che
gli andava in contro con Pipino in sella a Ombromanto, usando il suo
potere di stregone bianco, facendo allontanare i Nazgul,
probabilmente sarebbero deceduti tutti. Madril purtroppo
però non ce
la fece e cadde a Osgiliath.
-Mithrandir!
Hanno spezzato le nostre difese. Hanno preso il ponte e la sponda
ovest. Battaglioni di orchi attraversano il fiume.- Disse Faramir,
interrotto da un soldato.
-Come
aveva predetto sire Denethor. Da tempo aveva previsto questa rovina.-
-Previsto
senza fare nulla!- Gandalf si girò con il cavallo,
permettendo agli
altri di vedere Pipino. Faramir lo guardò leggermente
sconvolto.
-Faramir.
Questo non è il primo mezzuomo che incontri sul tuo cammino.-
-No.-
-Hai
visto Frodo e Sam?- chiese Pipino aprendosi in un enorme sorriso.
Faramir annuì con la testa.
-Dove?
Quando?-
-Nell'Ithilien,
meno di due giorni fa.- Hobbit e Stregone erano davvero felici, ma il
sorriso di Gandalf si spense presto.
-Gandalf,
sono sulla strada di Morgul.-
-E
poi c'è il valico di Cirith Ungol.- Faramir annuì
mestamente.
-Che
cosa significa? Che cosa c'è?-
-Faramir,
dimmi tutto. Tutto quello che sai.- Faramir gli raccontò
tutto,
prima di raggiungere il padre nella cittadella. Purtroppo quando si
recò al cospetto del padre, questi non fu molto felice
dell'iniziativa del figlio di abbandonare Osgiliath e di lasciare che
Frodo si recasse a Mordor per distruggere l'Anello che, secondo lui,
avrebbe dovuto portare nella Cittadella per tenerlo al sicuro,
nascosto. Denethor era decisamente impazzito. Non riusciva
più a
ragionare e, mentre discuteva con il figlio immaginò di
vedere
Boromir venire verso di lui. Poi cacciò Faramir di malo modo
e gli
ordinò di tornare a Osgiliath con i suoi soldati e
riprendersi la
città.
-Vorresti
che i nostri posti fossero scambiati. Che io fossi morto e che
Boromir vivesse.-
-Si.
Vorrei questo.- mormorò il “padre”,
spezzando il cuore di
Faramir.
-Sei
stato derubato di Boromir. Farò quello che posso in sua
vece.- Disse
allontanandosi.
-Se
dovessi tornare, considerami di più, padre.-
-Questo
dipenderà dal modo in cui tornerai.- Faramir se ne
andò, ben
conscio che quella era una missione suicida, ma obbedì lo
stesso al
padre, sperando che qualcosa cambiasse nel suo cuore. Non sapeva che
in realtà il padre gli voleva davvero un gran bene ma che,
non si sa
per quale motivo, non glielo dimostrava, cosa che invece faceva con
Boromir.
Mentre
Faramir cavalcava con i suoi soldati verso Osgiliath, il
Sovraintendente che stava pranzando, chiese, o meglio,
ordinò, a
Pipino di cantare una canzone.
Casa
è alle spalle
il
mondo avanti
Pipino
poteva vedere nella sua mente i cavalli che galoppavano rapidi verso
Osgiliath, con i loro cavalieri a bordo, osservati dagli Orchi che
avevano invaso la città
Le
strade da seguire tante
Gli
Orchi aumentarono presso le mura occidentali della città. I
cavalieri continuavano ad avanzare
Nell'ombra
Faramir
sguaina la spada
il
mio viaggio va
Gli
Orchetti tirano su gli archi
Finché
luce nel cielo sarà
Faramir
continua a cavalcare, spada tesa in avanti, quasi come se fosse un
prosieguo del suo stesso braccio
Nebbia
e ombra
oscurità
Gli
Orchetti tendono gli archi
Tutto
svanirà
Prendono
la mira. I cavalieri sono ormai alla loro mercé.
Tutto
sva...
Il
loro capo gli ordina di scoccare
...nirà
L'esercito
di Rohan era arrivato ormai a Dunclivo. Purtroppo i soldati erano
appena seimila. Non sarebbero bastati per spezzare le linee di
Mordor, ma d'altronde non avrebbero potuto aspettare a lungo, Gondor
non avrebbe resistito a lungo. Potevano aspettare solo fino all'alba,
poi sarebbero dovuti partire. Come se non bastasse ai erano accampati
proprio sotto la montagna la cui strada conduceva al Dimholt, cosa
che rendeva irrequieti uomini e cavalli. Da lì nessuno
faceva
ritorno. Nel frattempo mentre Lilia stava chiacchierando con Gimli e
Legolas, Merry era da Eowyn a farsi aggiustare l'armatura.
-Ecco.
Un vero scudiero di Rohan.-
-Sono
pronto.- Disse Merry sguainando la spada e rischiando di colpire
Eowyn.
-Chiedo
scusa. Non è così pericolosa. Non è
nemmeno affilata.-
-Eh,
non va bene. Non ucciderai molti Orchi con una lama smussata. Forza!
Dal fabbro. Corri!-
-Non
dovresti incoraggiarlo.- Le disse il fratello mentre Merry correva
dal fabbro a farsi affilare l'arma.
-Non
dovresti dubitare di lui.-
-Non
dubito del suo cuore, ma della portata del suo braccio.-
-Perché
Merry dovrebbe restare indietro? Lui ha motivo di andare in guerra
quanto te. Perché non può combattere per coloro
che ama?-
-Sai
poco sulla guerra, come quell'Hobbit. Quando la paura lo coglie e il
sangue e le grida e gli orrori della battaglia lo investono credi che
starebbe lì a combattere? Scapperebbe, e avrebbe ragione di
farlo.
La guerra è di competenza degli uomini, Eowyn.- Queste
furono le
parole di Eomer, che però, invece di farla rassegnare,
accrebbero in
lei il desiderio di combattere per ciò in cui credeva e
dimostrare
quanto quelle parole fossero vuote e prive di significato.
Era
notte e quasi tutti dormivano, compreso Aragorn, che sognò
la sua
amata elfa in punto di morte, a causa del dolore che l'affliggeva,
quando questi si svegliò di soprassalto e un soldato lo
informò che
Re Theoden lo attendeva nella sua tenda. Vi entrò e
trovò l'uomo
intento a parlare con una figura incappucciata. Quando Aragorn
entrò
il Re si congedò e uscì dalla tenda lasciandogli
privacy. La figura
si alzò e si tolse il cappuccio, mostrando il volto di Sire
Elrond.
Aragorn era molto meravigliato di ciò. Elrond gli
confermò le sue
paure. La donna che amava stava realmente morendo e gli disse che lui
stava andando incontro a una sconfitta.
-Vi
occorrono più uomini.-
-Non
ce ne sono.-
-Ci
sono coloro che dimorano nella montagna.-
-Assassini...
Traditori... Dovrei chiamarli a combattere? Non credono in nulla.
Non rispondono a nessuno.-
-Risponderanno
al Re di Gondor.- Disse Elrond cacciando una spada da sotto il
mantello. Che gli porse.
-Anduril,
fiamma dell'Occidente, forgiata dai frammenti di Narsil.-
-Sauron
non avrà dimenticato la spada di Elendil. La lama che fu
spezzata
farà ritorno a Minas Tirith.- La cacciò dal
fodero, ammirandone la
bellezza e la maestosità.
-L'uomo
che può brandire il potere di questa spada può
chiamare a sé un
esercito più micidiale di qualunque altro su questa terra.
Metti da
parte il Ramingo. Diventa ciò che sei nato per essere.
Prendi la via
del Dimholt. Dai speranza agli Uomini.- Concluse in elfico.
-Non
ne ho per me.- Elrond se ne andò e Aragorn si
preparò a
attraversare la montagna. Da solo. Eowyn lo vide e gli chiese di non
andarsene. Avevano bisogno di lui, lei aveva bisogno di lui, ma
Aragorn le disse chiaramente che le augurava tutto il bene possibile,
ma non poteva ricambiare i suoi sentimenti. Non riuscì a
liberarsi
di Gimli e Legolas invece, compagni di molte avventure, che vollero
seguirlo a tutti i costi. Lilia avrebbe voluto salutarli, ma sapeva
che li avrebbe rivisti presto, e poi stava tanto comoda vicino a
Merry... La teneva al caldo in quella notte fredda. Era davvero
un'ottima persona, avevano legato tantissimo in così poco
tempo.
Questo le fece pensare che forse aveva preso davvero la strada giusta
accettando di seguire i due Hobbit più pazzi di tutta la
Terra di
Mezzo.
I
Rohirrim si scoraggiarono nel veder partire Aragorn, il futuro Re, e
capirono che non c'era più nulla da fare, ma Theoden gli
disse che
sì, avrebbero perso, ma avrebbero combattuto nonostante
tutto.
All'alba
Eowyn era in piedi, probabilmente non aveva dormito, a osservare il
sorgere del Sole, prendendo le sue decisioni. Re Theoden le si
avvicinò e le disse che lei avrebbe governato in sua vece e
la
nipote gli disse che avrebbe obbedito a qualsiasi ordine, senza
capire che l'unica cosa che sperava lo zio era che lei vedesse
allontanarsi quei giorni bui e tutto il Male di quegli anni.
Ho
appena notato che questo capitolo è pieno di discorsi
riportati. Mi
dispiace, ma pensavo che fosse più semplice per spiegare
cosa stava
accadendo (e anche più carino per quelli che, come me,
adorano il
film).
Vi
informo inoltre che restano da postare tre capitoli e una sorpresa
(che spero vi piaccia), quindi per
giovedì dovrebbe
essere tutto finito.
Spero
ne sia valsa la pena arrivare fino a qui. Un bacio =)
|
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Capitolo 10 *** Il Ritorno Del Re - II capitolo ***
Ecco
un nuovo capitolino, anche se aggiunto in ritardo (a causa del
laboratorio di chimica che mi ha fatta tornare a casa nemmeno
mezz'ora fa).
Ringrazio
sempre coloro che leggono e che mi recensiscono =D e inoltre
ringrazio
nini
superga e
Aquamarine
e
NiNieL82
per
averla messa fra i preferiti;
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
e
Archangel
06 e
fede95
per
averla messa fra le seguite.
Un
bacio a domani!!! ^_^
Aragorn,
Legolas e Gimli, invece, si addentravano nel Dimholt, oscura e
desolata. Nessuno la attraversava mai, e coloro che lo facevano non
tornavo più. Legolas spiegò a Gimli che
lì, molto tempo prima, gli
Uomini della Montagna giurarono all'ultimo Re di Gondor che sarebbero
andati in suo soccorso, ma, al contrario, fuggirono, rifugiandosi
nella montagna. Isildur li maledì e fino a che non avessero
adempito
la promessa, non avrebbero trovato pace. Adesso Aragorn, erede di
Isildur, spronato dal bisogno, li avrebbe richiamati, facendogli
compiere ciò per cui aveva giurato. Si addentrarono per la
Via dei
Morti.
La
via è chiusa. Fu creata da coloro che sono morti e i morti
la
custodiscono. La via è chiusa.
I
cavalli fuggirono spaventati a causa di versi sinistri, ma i tre non
tornarono indietro. I tre entrarono.
A
Dunclivo intanto l'esercito era quasi pronto per partire. Lilia e
Merry stavano sellando i pony, quando si avvicinò Re
Theoden, il
quale disse a Merry che non avrebbe combattuto. Diede un'occhiata a
Lilia e se ne andò, lasciando tutti e due esterrefatti.
-Se
gli Hobbit non sono adatti a combattere perché tu non puoi e
io si?-
-Non
lo so Lil. Non lo so.-
-Merry,
puoi venire con me a cavallo. Non sarai un fardello. Sarò
felice di
averti accanto. Non voglio separarmi da te. So che è egoista
come
cosa e che saresti più al sicuro a Edoras, ma davvero senza
di te
non ce la faccio.-
-E
puoi venire anche con me.- Disse un cavaliere comparso dietro di
loro.
-Chi
sei?- chiese Merry
-Dernhelm,
mi farò chiamare. Puoi venire con me.- Lilia si
ricordò quel nome e
ebbe la certezza che fosse Dama Eowyn quando alzò appena
l'elmo,
mostrando il suo volto.
-Mia
Signora, potremmo alternaci, così nessuno si
stancherà
eccessivamente, non crede?-
-Per
me va bene. Andiamo.- disse dopo aver fatto salire Merry avanti a
sé.
Seguendo gli altri e disobbedendo agli ordini di Re Theoden.
Aragorn,
Legolas e Gimli intanto attraversavano il passaggio circondati da una
sottile nebbia e da resti di scheletri, specialmente crani, che
ricoprivano il pavimento, rendendogli difficile avanzare. Finalmente
giunsero in un antro apparentemente vuoto dove l'unica cosa presente
era una porta molto alta, come una sorta di ingresso, e avanti a
questa porta comparve loro uno spirito.
-Chi
entra nei nostri domini?-
-Uno
che avrà la vostra lealtà.-
-I
morti non consentono ai vivi di passare.-
-Invece
lo consentirai a me.-
Il
Re dei Morti rise, e dalle pareti della montagna uscirono gli spiriti
di coloro che prima dimoravano in quel luogo. Assieme ad essi una
sorta di città costruita da quegli stessi morti.
-La
via è chiusa. Fu creata da coloro che sono morti. E i morti
la
custodiscono. La via è chiusa.- Il Re dei Morti
ripeté le stesse
parole incise sull'entrata della montagna e circondarono i tre amici.
-Ora
devi morire.- Legolas tese l'arco e Gimli afferrò la sua
ascia.
-Io
vi invito a rispettare il giuramento.-
-Nessuno
tranne il Re di Gondor può comandarmi.- Il Re
attaccò Aragorn, che
però potè difendersi in quanto la sua spada era
creata dai resti di
Narsil, appartenuta a Isildur.
-Quella
lama fu spezzata!-
-È
stata ricostruita.- Disse Aragorn afferrando il Re per la gola,
tenendogli contro Anduril.
-Combattete
per noi e riacquistate il vostro onore. Cosa rispondete? Cosa
rispondete? Io sono l'erede di Isildur! Combattete per me e io
riterrò rispettato il vostro giuramento. Cosa rispondete?-
Il Re dei
Morti rise e tutti iniziarono a svanire, città compresa.
-Avete
la mia parola! Combattete e io vi libererò da questa morte
vivente!
Cosa rispondete?- Tutto svanì. Le mura iniziarono a tremare,
la
montagna a crollare e i teschi a cadere negli abissi della montagna.
Erano un numero fuori dall'immaginabile. I tre corsero verso
l'ingresso, verso la salvezza. Dietro di loro il passaggio si chiuse.
Potevano vedere le navi nemiche solcare il fiume, dirette a Minas
Tirith. Erano tantissime. Poi il Re dei Morti uscì dalla
montagna.
-Combatteremo.-
Gli
eserciti di Mordor erano ormai giunti alle porte della bianca
città.
Tra di essi orchi, mannari e troll che spingevano enormi torri verso
le mura, con tanto di catapulte e ariete. Un solo cavallo camminava
solitario verso la porta, che venne aperta. Trascinato da questo vi
era il corpo di Faramir, unico superstite al massacro di Osgiliath.
La porta fu chiusa e il suo corpo portato alla Cittadella, al
cospetto del padre e di Pipino. Mentre Denethor si disperava per la
perdita di entrambi i figli, Pipino si avvicinò al giovane e
si rese
conto che era ancora vivo, ma il Sovraintendente non lo
ascoltò e
quando vide l'esercito ammassato sotto le mura, e queste iniziare a
crollare sotto i colpi delle catapulte nemiche, fu probabilmente in
quel momento che Denethor impazzì definitivamente e diede
ordine di
abbandonare i posti e mettersi in salvo. Fortunatamente la situazione
fu presa in mano da Gandalf che li esortò a prepararsi per
la
battaglia, e in sella a Ombromanto, corse fino mura più
esterne
della città. Iniziò una vera e propria battaglia
di catapulte.
Quelle nemiche che colpivano le mura, facendole crollare poco alla
volta, e quelle di Gondor che cercavano di fare quanti più
morti
possibili, di colpire le torri. Specie dopo che gli Orchi lanciarono
con le loro catapulte, all'interno della città, le teste dei
poveri
soldati che erano stati uccisi a Osgiliath, causando il panico tra i
soldati e la popolazione. Ma tutto ciò si interruppe quando
i
Cavalieri Neri, in groppa alle loro bestie alate, arrivarono su Minas
Tirith e iniziarono a uccidere soldati e a stordire gli altri con gli
stridii immondi dei loro animali. Le torri nemiche iniziarono a
accostarsi alle mura e da queste penetrarono nella città un
gran
numero di Orchi, mentre altri con un ariete cercavano di abbattere la
porta principale. Essa però era molto robusta, troppo per
loro, e
non ci volle molto affinché persino quegli stupidi Orchi se
ne
rendessero conto. Gothmog, capo degli Orchi, così, decise di
usare
“Grond”, in quanto i corpi dei suoi sottoposti si
stavano
ammassando in gran numero sotto la porta di Minas Tirith che non
voleva saperne di cedere. Persino Gandalf, quando vide Grond, la
testa di lupo, si spaventò. Era un ariete gigantesco a forma
di
lupo, tenuto su da enormi catene, nella cui bocca spuntavano vivide
fiamme.
-Non
potete proseguire. Voi non entrerete a Gondor.- Disse Aragorn ai
Corsari che attraversavano il fiume diretti a Minas Tirith sulle loro
navi. Lui, Legolas e Gimli erano sulla riva del fiume.
-Chi
sei tu per negarci il passaggio?- Chiese un corsaro mentre gli altri
ridevano.
-Legolas,
un avvertimento che sfiori le orecchie del nostromo.-
-Attento
alla mira.- Legolas scoccò una freccia, puntata vicino le
orecchie
di questo, ma fu deviata da un colpo di Gimli all'arco, e la freccia
si conficcò nel corpo di uno dei corsari, vicini al nostromo.
-Oh.
Ora basta? Vi abbiamo avvertiti? Preparatevi allo scontro!-
Gridò
Gimli scatenando le risate convulse di quelli a bordo delle navi.
-Scontro?
Con voi e con quale esercito?-
-Questo
esercito.- Disse Aragorn mentre gli spiriti dei morti uscivano dalle
montagne dietro di loro e si dirigevano sulle navi, mietendo vittime.
Era
notte e gli Orchi usavano Grond per abbattere il cancello... Ci
sarebbero riusciti presto e infatti Gandalf ordinò di andare
al
cancello. Intanto alla Cittadella Denethor usciva dal palazzo con
Faramir che giaceva su una barella e si recava nella sala dove erano
sepolti i suoi antenati per scegliere come lui e il figlio avrebbero
dovuto morire, cioè bruciati vivi. Pipino cercò
di fermare quella
follia ma non vi riuscì e venne sbattuto fuori e congedato
dal suo
ruolo di Guardia, così corse a cercare Gandalf. Lo stregone
stava
conducendo i soldati verso il secondo livello mentre gli Orchetti
penetravano liberamente nella città. Appena Pipino
trovò Gandalf e
gli spiegò della follia di Denethor, questi lo prese a
cavallo e
galoppò veloce verso la Cittadella. Mentre correvano rapidi
però
incontrarono il Signore dei Nazgul che spezzò il bastone di
Gandalf
mentre Pipino guardava impietrito. Stava quasi per finire il lavoro
quando suonò il Mandimartello e il Signore se ne
andò. I cavalieri
di Rohan erano giunti.
-Eomer,
porta la tua Eored sul fianco sinistro. Gamling, segui il vessillo
del Re al centro! Grimbold, porta la tua compagnia a destra dopo aver
passato le mura! Avanti! E non temete l'oscurità! Desti!
Desti
cavalieri di Theoden! Lance saranno scosse. Scudi saranno frantumati.
Un giorno di spade! Un giorno rosso! Prima che sorga il Sole!-
-Vada
come vada, resta con me. Io baderò a te.- Mormorò
Eowyn che portava
Merry in groppa. Lilia vicino a loro.
-Cavalcate
ora! Cavalcate ora! Cavalcate per la rovina e per la fine del mondo!
Morte!- E così cavalcarono contro gli Orchi.
Nel
frattempo Denethor stava cospargendo di olio il corpo suo e quello
del figlio. Quando i soldati erano pronti a bruciarli vivi, Gandalf
entrò nel Mausoleo cercando di fermare il pazzo, ma questi
non
ascoltò e bruciò la legna. Gandalf lo
gettò facilmente a terra, ma
Faramir restava lì, in mezzo alle fiamme, così
Pipino saltò giù
dal cavallo, in mezzo alle fiamme, e fece rotolare Faramir per terra.
Gli spense le poche fiamme che aveva addosso ma vene afferrato al
collo dal Sovraintendente. Gandalf per salvarlo lo gettò
sulla pira
e Denethor prese fuoco proprio nel momento in cui vide gli occhi di
Faramir aprirsi. Corse fuori e si gettò dalle mura.
Così trapassò
Denethor, figlio di Echtelion.
I
Rohirrim combattevano arduamente contro gli Orchi, fino a che non
giunsero gli Olifanti. La situazione si fece drammatica. Molti
caddero a causa di quelle enormi bestie. Lilia riuscì a
farne cadere
uno lanciando una picca nello stomaco proprio mentre ci passava sotto
e Eowyn tagliò i tendini di un altro.
-Prendete
le corde! Intrappolategli le gambe!- Gridò Lilia ai soldati
che si
trovavano lì vicino a lei, ricordandosi una scena di Star
Wars dove
si riproponeva una situazione simile. Tutti obbedirono alla ragazza,
in quanto gli era stato ordinato da Re Theoden in persona, nonostante
lei non lo sapesse. Così fecero cadere molti Olifanti. Fu
proprio
quando cadde uno di questi Olifanti che Merry, Eowyn e Lilia caddero
da cavallo, non riuscendo a ritrovarsi. Combattevano gli Orchetti da
terra ora. Poi però arrivò nel mezzo della
battaglia lo Stregone di
Angmar che gettò a terra Re Theoden, il quale si
ritrovò bloccato
sotto il suo cavallo. Lo spettro alato stava per ucciderlo quando
Eowyn gli staccò la testa, uccidendolo, pronta a difendere
lo zio
fino alla morte. Quando lo Stregone colpì con la sua mazza
lo scudo
di Eowyn questa fu ferita gravemente al braccio, e cadde vicino il
cavallo dello zio. Lo stregone stava per finirla ma Merry gli
ficcò
la mano nella schiena, rimanendo poi come paralizzato per il dolore.
Eowyn, dopo essersi tolta l'elmo e aver mostrato a tutti la sua
identità, lo finì con un colpo di spada dritto in
viso, o dove
avrebbe dovuto essere. Lo Stregone di Angmar cadde e l'antica
profezia di Glorfindel fu rispettata: “Lontano è
ancora il suo
destino ed egli non cadrà per mano di un uomo.”
Infatti era caduto
per mano di un Hobbit e di una donna.
Quando
Lilia vide i suoi due amici, coloro al cui fianco aveva combattuto,
svenuti, non più in grado di muoversi, venne colta come da
una forza
inarrestabile e da un grandissimo desiderio di vendetta. Uccideva
tutti coloro che le si paravano davanti e se non bastavano li andava
a cercare. I suoi corti capelli oscillavano mentre lei si muoveva
agile con la sua fedele spada in mano trafiggendo pance e tagliando
teste. Non si era mai sentita in quel modo. Il suo migliore amico...
Gothmog era l'ultimo Orchetto vivo nelle vicinanze, gli
ficcò la
lama nello stomaco con tutta la forza che possedeva e poi gli
tagliò
la testa. La sua sete di vendetta ancora non era stata pienamente
soddisfatta, ma la sua mano fu fermata da Aragorn. Se non avesse
visto i suoi occhi verde smeraldo non l'avrebbe mai riconosciuta,
cosa che era successa a Legolas, Gimli, Pipino e Gandalf, spettatori
di quel suo stato e preoccupati per la ragazza. Era completamente
sporca di sangue, suo ma soprattutto degli Orchetti che aveva ucciso,
e quando lo guardò aveva ancora uno strano sguardo in volto,
lo
sguardo di un assassino. Poi però, in un attimo, tutto
cambiò,
l'adrenalina smise di darle la carica e lei si abbandonò fra
le
braccia dell'amico, sfinita.
-Aragorn...
Merry e Eowyn... Feriti... Lì...- indicò il luogo
dove si trovavano
prima di svenire. Aragorn chiese a un soldato di portarla alla
Cittadella dove avrebbe potuto riposare e sciolse dal giuramento gli
Spettri delle Montagne che furono finalmente liberi di andare in
pace. Lui e gli altri invece presero i corpi dei feriti e li
portarono nelle mura, dove sarebbero stati curati. Aragorn in persona
curò le ferite di Merry e di Eowyn, le cui gesta sarebbero
state
ricordate nelle Ere a venire. Pipino restò tutto il tempo
vicino al
cugino e a Lilia, messi a dormire vicini. La battaglia di Gondor era
finita con la vittoria degli Uomini, ma quante vite furono spezzate.
Lilia
si svegliò la mattina seguente e parlò con
Pipino. L'uno raccontava
all'altra cosa aveva passato in quei giorni lontani. Entrambi
restarono accanto a Merry, anche se a volte mentre uno restava con
l'amico, l'altro andava a trovare o Faramir, nel caso di Pipino, o
Eowyn, nel caso di Lilia. Erano stati tutti e tre gravemente feriti e
sarebbe stato molto difficile dire chi si sarebbe ripreso per primo.
Aragorn si recò prima da Faramir, che era il più
grave dei tre, e
dopo aver recuperato dell'Athelas, con enormi difficoltà,
riuscì a
rianimarlo. Poi si recò da Eowyn e infine da Merry. Tutti si
svegliarono, ma tutti furono obbligati a rimanere a letto fino a che
non si fossero ripresi completamente.
Nel
contempo Frodo si svegliò nella torre di Cirith Ungol,
legato e
privato di tutto ciò che possedeva, vestiti compresi, che
capì si
stavano spartendo gli Orchetti. Quando si accorse di non avere
più
l'Anello al collo capì che tutto era finito. Aveva fallito e
presto
Sauron li avrebbe sottomessi tutti.
Intanto
due Orchi, Gorbag e Shagrat, diedero il via a una sorta di guerriglia
che contribuì ad aiutare Sam a raggiungere il padrone in
cima alla
torre senza troppi intoppi.
-Smettila
di squittire, topo di letamaio! Ti dissanguerò come un
maiale
infilzato! Ah!- Disse Snaga a Frodo che si agitava cercando di
liberarsi, prima di finire infilzato.
-No
se ti infilzo io prima!-
-Sam!
Sto ancora sognando? Ma gli altri sogni erano orribili.-
-Non
state per nulla sognando, padrone. È vero, sono io. Sono
arrivato.-
Sam lo slegò e lo aiutò ad alzarsi.
-Così
va meglio! Non osavo muovermi quando ero solo, o quando veniva una
delle guardie. Poi incominciarono tutte le urla e le lotte. Quei due
grossi bruti: credo che litigassero. Per me e per la mia roba. Ero
paralizzato dall'orrore. E poi tutto diventò immobile come
la morte,
e fu peggio ancora.-
-Si,
a quanto pare hanno litigato. Deve esserci stato un paio di centinaia
di quelle infami creature in questo luogo immondo. Un po' tante per
Sam Gamgee, direi. Ma se la sono sbrigata fra loro. È stato
un colpo
di fortuna, ma non abbiamo tempo di farne una canzone se non usciamo
prima di qui. Ora, che cosa dobbiamo fare? Non potete passeggiare
nella Terra Nera con nient'altro che la vostra pelle, signor Frodo.-
-È
troppo tardi. È finita. L'hanno preso. Sam, hanno preso
l'Anello!-
-Vi
chiedo perdono ma non l'hanno preso.- Disse Sam cacciandoselo dal
collo e porgendolo a Frodo che lo guardava mezzo allucinato. -Credevo
di avervi perduto, e così l'ho preso. Solo per custodirlo
però.-
-Dammelo.
Dammi l'Anello, Sam.- Sam ritrasse appena la mano, forse a causa
dello sguardo di Frodo, lo stesso che lo aveva accompagnato in quel
lungo viaggio e che lo aveva fatto poco ragionare. -Sam... Dammi
l'Anello. Devi capire. Questo è il mio fardello. Ti
distruggerà
Sam.- Disse, una volta indossato l'Anello.
I
due indossarono poi dei vestiti di Orchetti, i più adatti
per non
essere scoperti in quella terra deserta. Poi si incamminarono verso
la Montagna di fuoco.
|
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Capitolo 11 *** Il Ritorno Del Re - III capitolo ***
Buongiorno
a tutti! Bella giornata, non è vero?
Vi
lascio al penultimo capitolo di questa non-troppo-lunga storia. Un
bacione grande a tutti e come sempre un grazie a coloro che mi
leggono silenziosamente e coloro che mi recensiscono (spesso le
vostre recensioni sono più bella della stessa ff =) )
E
un grazie in particolare a
nini
superga e
Aquamarine
e
NiNieL82
che
hanno messo la mia storia fra i preferiti;
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
e
Archangel
06 e
fede95
che
l'hanno messa fra le seguite.
A
domani! *_*
Gandalf,
Gimli, Aragorn, Eomer e Legolas discutevano su cosa fare.
-Diecimila
Orchi ora si trovano tra Frodo e il Monte Fato. L'ho mandato alla
morte.- Disse Gandalf, pieno di rimorso.
-No.
C'è ancora speranza per Frodo. Ha bisogno di tempo e di
passare al
sicuro attraverso le pianure di Gorgoroth. Questo possiamo darglielo
noi.- Disse Aragorn.
-Come?-
chiese Gimli.
-Attiriamo
gli eserciti di Sauron. Svuotiamo le sue terre. Poi raduniamo le
nostre forze e marciamo verso il Nero Cancello.-
-Non
possiamo ottenere la vittoria con la forza delle armi.- fece notare
Eomer, conscio come tutti che erano di gran lunga inferiori di
numero.
-Non
per noi stessi, ma possiamo dare a Frodo una possibilità se
teniamo
l'Occhio di Sauron fisso su di noi. Renderlo cieco a ogni altra cosa
che si muove.-
-Un
diversivo- concordò Legolas.
-Certezza
di morte, scarse possibilità di successo. Che cosa
aspettiamo?-
disse Gimli serio.
-Sauron
sospetterà una trappola. Non abboccherà all'amo.-
Disse Gandalf,
pessimista.
-Oh,
io credo di si.-
Quel
pomeriggio stesso Aragorn prese il Palantir che era di Saruman e si
mostrò a Sauron per quello che era in realtà:
erede di Isildur e
futuro Re di Gondor.
Per
due giorni la città fu in preda ai preparativi per la
partenza
dell'esercito. Gandalf stesso informò Lilia della cosa,
anche se
lei, ovviamente, ne era già a conoscenza.
-Ragazzi-
esordì una volta raggiunti i due amici nella stanza dove
Merry
veniva curato. -Tra due giorni si parte per Mordor, per dare a Frodo
la possibilità di distruggere l'Anello creando un diversivo.
In
settemila partiremo.-
-Io
vengo.-
-E
anche io.-
-No
Merry, tu ancora non sei guarito. Non puoi venire con noi. Pipino
rappresenterà la Conta. Tu hai già fatto
moltissimo.-
-Io
non posso restare qui da solo.-
-Merry...-
-No
Lil! Tu non capisci! Voi andrete in battaglia e io non saprò
nulla.
Potreste morire e io sarei qui a letto perché non posso
venire. Non
posso pensare di vivere una cosa simile. È troppo doloroso.-
-Merry,
noi non moriremo. Noi non moriremo.- Lilia lo abbracciò
stretto
assieme a Pipino e ripeté questa frase per alcuni secondi,
quasi
volesse convincere sé stessa più che Merry.
Due
giorni dopo, il 18 marzo, l'esercito abbandona Minas Tirith per
dirigersi verso il Morannor. Merry, Eowyn e Faramir guardarono gli
amici allontanarsi, speranzosi per il futuro e tristi nell'essere
relegati in quelle mura, condannati a soffrire per la loro
disinformazione circa le sorti dell'esercito.
Frodo
e Sam stavano attraversando Mordor, diretti al Monte Fato, quando si
accorsero che gli eserciti di Sauron si stavano spostando verso il
Nero Cancello, come attirati da qualcosa. Per loro fu un gran colpo
di fortuna, che però finì tanto velocemente
quanto era arrivato.
Mentre camminavano furono visti da da un plotone di Orchi che si
stava dirigendo verso il Morannor, e che li costrinse a unirsi a
loro, in quanto erano vestiti da Orchetti e non erano stati
riconosciuti. Camminarono per un po' assieme agli Orchi, poi
però
l'Anello si fece troppo pesante e Frodo non ce la fece più.
Con un
abile stratagemma riuscirono a creare abbastanza scompiglio e sparire
senza essere visti, in modo da rimettersi in marcia verso il Monte.
Quando furono alle pendici dell'Orodruin Frodo si accasciò
sulle
rocce. Era sfinito e non sarebbe riuscito a proseguire. L'Anello si
era fatto pesantissimo e aveva lasciato sul collo dell'Hobbit un
livido che si estendeva al di sotto della catena. Si liberarono dei
vestiti che avevano indosso, rimanendo solo in camicia e pantaloni e
si riposarono, lì, su quelle nude rocce, al freddo. Fu
probabilmente
in quel luogo, durante la loro traversata finale, che Sam si rese
conto, e ammise a se stesso, che il viaggio di ritorno, in cui lui
tanto sperava, non vi sarebbe mai stato e che loro sarebbero morti
lì, per salvare l'intera Terra di Mezzo. Mentre il loro
cammino era
quasi giunto al termine, l'Occhio li vide. Vide Frodo e Sam ai pendii
del Monte e li osservò per quella che gli sembrò
un'infinità di
tempo, poi, come attirato da qualcos'altro, distolse lo sguardo,
dirigendolo verso il Nero Cancello e lasciando i due Hobbit liberi di
proseguire.
Intanto
l'esercito dell'Ovest era arrivato ai confini di Mordor e, dopo
essersi allineati, poiché apparentemente non vi era nessuno
e non si
sentiva alcun rumore, Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas, Pipino,
Lilia, Eomer e un porta-bandiera si diressero al cancello.
-Che
il Signore della Terra Nera venga avanti! Che giustizia sia fatta su
di lui.- Gridò Aragorn al Cancello chiuso. Questo, come
richiamato
dalle sue parole, si aprì, facendo uscire la creatura
più
ripugnante che esistesse, sempre che si potesse definire creatura: la
Bocca di Sauron. Lilia decisamente non lo immaginava così.
Era molto
peggio di quanto avesse mai immaginato anche nei suoi incubi
peggiori.
-Il
mio padrone, Sauron il Grande vi porge il benvenuto.-
“Si,
grande sto *censura*... Mamma mia quanto
è brutto questo.”
-Vi
è qualcuno in questa folla con l'autorità di
trattare con me?-
-Noi
non veniamo per trattare con Sauron, infedele e maledetto.
Dì questo
al tuo padrone: le armate di Mordor devono disperdersi. Egli deve
lasciare queste terre e non farvi ritorno.-
-Ah.
Vecchio Barbagrigia. Ho un pegno che mi è stato ordinato di
mostrarvi.- Cacciò da sotto il mantello la cotta di Mithril
di Frodo
e la lanciò verso Gandalf, lasciando tutti sconvolti,
soprattutto
Pipino. Lilia sapeva che non era morto, ma per il momento
preferì
non far sapere al nemico che lei sapeva molto più di tutti
loro
messi assieme.
-Il
Mezzuomo era caro a voi, vedo. Sappiate che ha sofferto grandemente
per mano di chi l'ha ospitato. Chi avrebbe detto che un essere
così
piccolo potesse sopportare tanto dolore... E lo ha fatto, Gandalf. Lo
ha fatto...- Aragorn intanto si avvicinò lentamente al
cavallo del
mostro.
-E
chi è costui? L'erede di Isildur? Per fare un Re non basta
una lama
elfica spezzata...- Queste furono le sue ultime parole,
perché
Aragorn gli tagliò la testa con un gesto secco attirando
l'Occhio su
di loro.
-Conclusione
delle trattative.- Mormorò Gimli gongolante.
-Io
non ci credo! Non ci crederò.- Poi guardò Lilia,
come aspettando
una conferma.
-Tutto
ciò era stato descritto in questo esatto modo, quindi non
posso che
pensare che nulla sia cambiato e che Frodo e Sam si trovino a un
passo dal distruggere l'Anello. Dobbiamo aiutarli!-
Ciò
bastò a tutti i presenti, nonostante molti non ne potessero
comprendere appieno il significato. Bastò soprattutto ad
Aragorn,
che, mentre gli Orchetti iniziavano ad avanzare verso di loro,
ripiegò assieme agli altri verso i soldati e tenne il
discorso che
sarebbe stato ricordato nelle Ere a venire.
-Figli
di Gondor! Di Rohan! Fratelli miei... vedo nei vostri occhi la stessa
paura che potrebbe afferrare il mio cuore... Ci sarà un
giorno in
cui il coraggio degli Uomini cederà, in cui abbandoneremo
gli amici
e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il
giorno!
Ci sarà l'ora dei lupi... e degli scudi frantumati quando
l'Era
degli Uomini arriverà al crollo, ma non è questo
il giorno!
Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su
questa
bella terra! V'invito a resistere... Uomini dell'Ovest!-
Tutti
sguainarono le spade e attesero che gli Orchi e i Troll e i Sudroni e
tutti coloro che componevano l'esercito di Mordor si avvicinassero,
sperando di tenere distratto l'Occhio da Frodo.
Frodo
e Sam erano quasi arrivati in cima al Monte, spinti da quella strana
forza che ti prende quando sei a un passo dall'adempiere al tuo
compito, quella forza che non ti abbandona nonostante tu sia stanco e
le tue ossa implorino pietà e tutto ciò che
desideri è di
stenderti e non muoverti più per mesi, quella forza che
spesso aiuta
a compiere gesta eroiche.
-Coraggio
padron Frodo! Non posso portare l'Anello per voi, ma posso portare
voi!- Sam si caricò Frodo sulle spalle e avanzò
verso la Bocca di
Fuoco. Senza lui Frodo sarebbe stato perduto. Erano quasi arrivati al
passaggio che avrebbe significato per loro la fine di tutto quando
vennero attaccati da Gollum che non voleva avanzassero ancora e
distruggessero il suo tesoro. Prima tentò di strangolare
Frodo, poi
intraprese una lotta con Sam che cercava di proteggere il padrone.
Quando Sam si girò, dopo aver colpito ancora la creatura, si
accorse
che Frodo era lontano e stava correndo, con le ultime forze che gli
restavano, verso l'imboccatura del passaggio.
Quando
Sam entrò nella bocca del monte vide Frodo, sull'orlo del
passaggio,
fermo, immobile, pronto a distruggerlo. Aveva la catena dell'Anello
in mano ed era pronto a farla cadere, ma purtroppo l'Anello aveva una
volontà sua che sicuramente non comprendeva l'essere
distrutto.
Irretì la mente di Frodo e proprio sull'ultimo lo spinse a
tirare su
la catena e indossare l'Anello. Sam gridò per la
disperazione, con
le lacrime agli occhi, ma non ebbe modo di fare nulla che venne
colpito alla testa da una pietra. Gollum l'aveva colpito e, seguendo
le impronte che comparivano sulla pietra ricoperta di polvere,
saltò
sulle spalle di Frodo. Lottarono per chi doveva possedere l'Anello,
ma, a un certo punto, Frodo tornò visibile. Gollum
saltellava felice
con il dito di Frodo, con tanto di Anello, stretto nella mano. Frodo
corse verso Smeagol e entrambi caddero verso il fuoco. Sam si
affacciò disperato per la perdita del suo padrone, ma lo
trovò
appeso alla roccia e lo aiutò a salire, entrambi invece
osservarono
Gollum con l'Anello in mano, scivolare nella lava. Era tutto finito.
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Capitolo 12 *** Il Ritorno Del Re - Fine ***
...O
forse no?
I
commenti li lascio sotto. Buona lettura.
Contemporaneamente
l'esercito venne accerchiato. Sauron tentò di corrompere
l'animo di
Aragorn, ma questi, guardando la cotta di Mithril che era appartenuta
a Frodo, alzò la spada e caricò verso il nemico
urlando: “Per
Frodo!”
Tutti
lo seguirono e così ebbe inizio l'ultima battaglia della
terza Era,
la battaglia finale contro Sauron.
In
mezzo a quella confusione nessuno riusciva a tenere d'occhio gli
amici e controllare che stessero bene. L'unica cosa che riempiva le
menti di tutti era l'istinto di sopravvivenza che, mischiato a un
pizzico di adrenalina, dava una forza enorme a tutti gli Uomini.
Tutti si batterono con molto onore, anche i piccoli Hobbit, che
poterono affermare di non essere stati con le mani in mano.
Arrivarono poi anche i cavalieri oscuri, privati da Merry e Eowyn del
loro capo, ma questi vennero fermati dalle Aquile che avevano
già
una volta salvato Gandalf, portandolo via da Orthanc, e che ancora
una volta avrebbero potuto salvare non una ma due vite. Mentre
combatteva, Lilia vide un Orco pronto a colpire Pipino. Senza pensare
lo colpì, piazzandosi fra lui e l'amico, che non si accorse
di
essere stato in pericolo, ma non vide che un altro le si era
avvicinato e questi la colpì dritta allo stomaco. Mentre
accadeva
ciò Frodo aveva gettato l'anello tra le fiamme del Monte
Fato, o
meglio, Gollum lo gettò, causando la distruzione di Sauron e
la
libertà per tutti i paesi liberi della Terra di Mezzo, ma
Lilia
questo non lo poteva sapere, perché era caduta.
Frodo
si svegliò dopo 14 giorni, l'8 aprile. Ai piedi del suo
letto, per
sua somma gioia, trovò Gandalf, e poi arrivarono da lui
Merry e
Pipino, che gli saltarono letteralmente addosso, Gimli e Legolas,
Aragorn, che personalmente aveva curato le sue ferite e quelle di
Sam, e il suo fidato amico Sam. Una sola persona mancava in quel
momento, ed era anche quella che più desiderava vedere. La
sua amata
Lilia. Tanto l'aveva aspettata e aveva atteso di rivederla, era uno
dei pochi pensieri che gli avevano dato la forza di andare avanti, ma
preferì aspettare e non dire niente, godendo appieno quel
momento di
gioia con i suoi amici, poi, quando questi se ne stavano andando,
lasciandolo solo, chiamò Gandalf.
-Gandalf,
puoi aspettare un secondo?-
-Certo,
mio caro Frodo. Cosa vuoi chiedermi? Anche se immagino di sapere
già
quale sia la tua domanda.-
-Gandalf,
dov'è Lilia?- chiese senza tanti giri di parole, con un
groppo in
gola.
-Vedi
Frodo, Lilia avrebbe tanto voluto essere qui, purtroppo è
stata
ferita gravemente, e adesso è sotto le cure di Sire Aragorn.
Non si
è ancora svegliata. Se la vuoi vedere ti condurrò
da lei.-
A
Frodo crollò il mondo addosso. Lilia, la sua Lilia era
ferita. Stava
per saltare giù dal letto quando Gandalf lo fermò.
-Prima
però è bene che tu conosca tutta la storia. Sono
sicuro che lei
vorrebbe che ti spiegassi tutto.-
-Storia?
Quale storia? Chiese Frodo senza capire.-
-Quella
della sua vita e della sua comparsa qui.- Frodo guardò
Gandalf
perplesso, così lo Stregone continuò.
-Caro
Frodo, c'è una cosa che Lilia vi ha tenuto nascosto per
tutto questo
tempo e che avrebbe voluto dirvi lei stessa. Lei non fa parte di
questo mondo.- Frodo avrebbe voluto chiedere a Gandalf se era
impazzito, di cosa parlava, ma preferì non interromperlo e
ascoltare
tutto con calma. Il tempo per le domande ci sarebbe stato.
-Lilia,
in realtà il suo nome è Claudia Smith, viene da
un altro universo,
diciamo un'altra versione della Terra come la conosciamo, molto
diversa da questa. In quel luogo lei viveva con la sua famiglia,
assieme a tutti gli altri Uomini che la abitano, poiché
lì non vi
sono altre razze all'infuori di questa ed era una grande appassionata
di un certo libro che si chiamava “Il Signore Degli
Anelli”.
Questo libro, in parole povere, parlava della nostra storia. Di
ciò
che abbiamo vissuto dal 111esimo compleanno di tuo zio Bilbo, fino a
oggi e forse anche di più. È stata portata qui da
Dama Galadriel
quando questa ha percepito un cambiamento che temeva avrebbe portato
a uno stravolgimento dei fatti come si sarebbero dovuti svolgere in
questo libro, così, per motivi che non mi sono del tutto
chiari, ma
che posso immaginare, ha portato Lilia qui, nel nostro mondo,
affinché ci aiutasse a far svolgere tutto come doveva
andare, a
distruggere per sempre l'Anello. Ovviamente Lilia non ha detto nulla
a nessuno, tranne me e Aragorn quando io sono caduto a Moria,
perché
non voleva tentarci nel chiedere informazioni riguardanti il futuro
che avrebbe potuto essere, in questo modo, stravolto immutabilmente.
Adesso lei è stata ferita da un Orchetto poco prima che
gettassi
l'Anello nel Monte Fato ed è caduta in una specie di coma.
Io
suppongo che il suo spirito debba operare una scelta. Restare qui,
con noi, e vivere per sempre nella Terra di Mezzo al nostro fianco, o
tornare dalla sua famiglia, che ha bisogno di lei, e quindi, non
svegliarsi mai più. È una scelta difficile,
qualsiasi sia la strada
che prenderà, ed è forse per questo che ancora
non è successo
nulla. So che queste notizie ti avranno sconvolto. Adesso sei libero
di scegliere cosa fare.-
-Gandalf,
io la voglio vedere.-
-Ne
ero sicuro. Seguimi. E ricorda di non dire nulla agli altri per il
momento. Quando arriverà il momento sapranno tutto.- Gandalf
lo
condusse nella stanza dove Aragorn si prendeva cura dell'amica, anche
se ormai non vi era molto da fare era quasi sempre lì da
lei. Quando
Frodo entrò si avvicinò al suo letto e si sedette
sulla sedia.
Gandalf gli sorrise e si allontanò, lasciandolo solo con la
ragazza
che sembrava quasi dormisse.
-Ciao
Lil. Sono io, Frodo. Sono qui adesso, vicino a te.- Le disse
stringendo forte una mano con le sue. -L'Anello è stato
distrutto e
la Pace tornerà presto. Non so se puoi sentirmi, ma voglio
credere
che sia così. Volevo dirti che a me non importa da dove
vieni o qual
è il tuo vero nome. Ti amo, Lilia. Ti ho amata dal primo
momento che
ti ho vista, splendida in quel vestito verde che risaltava il colore
dei tuoi occhi. Verdi, di un colore sconvolgente, e profondi come il
mare. Ero persino geloso di Aragorn, Merry e Pipino quando ti stavano
troppo vicino. Volevo che tu sapessi che non ce l'ho con te per non
avermi detto niente, lo capisco. E so anche che prenderai la
decisione giusta, anche se spero con tutto il cuore di perdermi
ancora una volta i tuoi occhi meravigliosi e di vederti sorridere
ancora.- Frodo le teneva una mano e le parlava, non del tutto
convinto che Lilia lo potesse sentire, ma pieno di speranza fino alla
fine.
Lui
non sapeva però che Lilia poteva sentire tutto. Dalle cure
di
Aragorn, alle veglie dei suoi amici, specialmente Merry e Pipino,
alle splendide parole di Frodo. Per tutti quei giorni aveva preferito
rimandare il momento di decidere, attendendo la sua venuta, ma adesso
capì che non poteva più aspettare. Davanti a lei
comparvero due
immagini. In una vi erano tutti i suoi amici sorridenti e lei e Frodo
sull'altare che si baciavano, nell'altra vi erano suo padre e suo
fratello, soli, tristi, come se derubati di qualcosa, qualcosa che
però non potevano ricordare. Per giorni ancora
pensò a cosa fare,
quale delle due dolorosissime vie imboccare, poi, nel 18 giorno della
quarta era, secondo il calendario di Gondor, decise. Frodo era come
sempre, vicino a lei, con la mano stretta nella sua. Mentre una
lacrima solitaria gli scendeva sul viso.
In
quel momento il cuore di Lilia smise di battere e, anche se il suo
corpo restò lì, fra le mani di Frodo, circondato
dal dolore
dell'Hobbit, degli amici e di tutti coloro l'avevano conosciuta, la
sua mente, il suo spirito, volarono attraverso l'Universo, attraverso
le Stelle, oltre il Tempo, fino a ricongiungersi con il suo vero
corpo, in casa sua, sulla Terra. Quando aprì gli occhi
sembrava che
nulla fosse cambiato. Lo zaino ancora sulle sue spalle e le Katane
ancora in mano, con la collana ancora lì, attorno al collo.
Lilia si
spogliò, nascose lo zaino sotto nell'armadio e si mise a
letto,
anche se pianse per molte e molte ore, senza riuscire a dormire. Il
dolore era insopportabile. La mattina dopo vide che il padre e il
fratello non si erano accorti di quella sua assenza che era durata
mesi, e si ricordavano ancora di lei. Erano tornati gli stessi di
prima, e non coloro che aveva visto nella sua mente. Passò
l'intero
giorno in camera sua, a letto, a piangere, poi prese lo zaino e
iniziò a svuotarlo. Per un po' non si accorse di nulla di
strano,
tutti i vestiti erano lì, e anche i trucchi e il cibo, poi
trovò
delle cose che non avrebbero dovuto esserci. In una tasca
trovò il
ciondolo che le era stato regalato da Dama Galadriel, il giorno della
partenza della Compagnia da Lorien. Poi trovò anche la
spada, o
meglio, il pugnale, visto che era tornata grande come un Uomo, che le
avevano regalato gli Elfi di Gran Burrone. Avvolti a mo' di cilindro,
l'uno dentro l'altro, i disegni che aveva fatto durante il suo
viaggio. Uno della compagnia, altri singoli, alcuni di Merry e
Pipino, altri degli Elfi e di Gran Burrone, un paio di Frodo. Riprese
a piangere, spostando i fogli per non bagnarli e rischiare di
rovinarli. Infine trovò in una tasca un anello. Era molto
semplice,
una fascetta d'oro con dei piccoli diamanti, e due pietre vicine, una
di un blu intenso, e l'altra di un verde vivace. Non ebbe dubbi che
quello fosse l'anello che le aveva messo al dito Frodo il giorno
prima che se ne andasse. E quei colori, identici a quelli dei loro
occhi... Quello era decisamente il regalo più prezioso che
potesse
ricevere.
Alla
fine nella Terra di Mezzo tutto andò come era previsto nel
libro.
Dopo la morte di Lilia si tennero i suoi funerali che furono a dir
poco maestosi. Tutti ormai conoscevano Lilia, la ragazza dell'altro
Paese, colei che aveva contribuito alla sconfitta di Sauron. Gandalf
e Aragorn informarono i loro amici della verità di Lilia e
che la
sua morte era dovuta all'aver accettato di tornare nel suo Universo
per stare vicini al padre e al fratello e che sicuramente quella era
stata la scelta più sofferta per lei, quindi non avrebbero
dovuto
odiarla per questo. Dopo due anni dalla distruzione dell'Anello,
Frodo abbandonò la Terra di Mezzo per non farvi
più ritorno. Non
aveva dimenticato Lilia, l'unica donna che avesse mai amato e mai
più
ne amò un'altra. Poi partì con lo zio, Gandalf,
Galadriel, Erlond e
Celeborn per l'Ovest, dal quale non fece più ritorno. Di lui
e degli
altri non si seppe più nulla, anche se furono raggiunti da
Sam dopo
la morte di Rosie, sua moglie, e forse, anche se di ciò non
si è
sicuri, da Legolas e Gimli, dopo la morte di Aragorn, quando la
Compagnia dell'Anello cessò di esistere nella Terra di
Mezzo. Per
quanto riguardava Lilia, o meglio, Claudia, dopo 5 anni da
quell'avventura ebbe una breve “avventura” con un
uomo che le
ricordava vagamente Frodo, il suo unico, vero amore; ebbero una breve
relazione e da questa Claudia rimase incinta di una bambina che
chiamò Viola, come il nome che avrebbe voluto dare Frodo a
sua
figlia e questa ebbe a sua volta un'altra figlia. A entrambe Claudia
raccontò la sua grande avventura, ma poi a nessun altro la
raccontò.
Visse una vita felice con i suoi due tesori, come soleva chiamarle,
anche se piena di rimpianti e solitaria sofferenza fino
all'età di
80 anni. I suoi tesori regalati alla nipote che mai avrebbe
dimenticato l'incredibile avventura della nonna.
La
figlia e la nipote immaginavano con piacere che Claudia avesse potuto
finalmente raggiungere la madre che l'aveva lasciata troppo presto, e
Frodo, colui che amava più di chiunque altro e che non aveva
mai
dimenticato, assieme agli amici, membri della Compagnia dell'Anello,
finalmente riuniti in un posto migliore.
Ed
è così che si concluse la storia
“Claudia Lilia Smith e Il
Signore Degli Anelli” ad opera di Lilia Moore, figlia di
Viola
Smith, nipote di Lilia, signora della Terra di Mezzo.
Ecco
a voi “l'ultimo” capitolo. Spero che non mi
linciate e che vi
piaccia come i precedenti. Adesso dovrei scrivere qualche cosa di
meglio visto che è giunta la fine, ma preferisco aspettare
domani,
quando
arriverà il
capitolo-sorpresa.
Nel
frattempo ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e
recensiscono e in particolare
nini
superga e
Aquamarine
e
NiNieL82
che
hanno messo la mia storia fra i preferiti;
Eruanne e
elepaddy85
e
belial_die
e
Elfosnape
e
blackpearl_
e
Archangel
06 e
fede95
che
l'hanno messa fra le seguite.
Un
bacione a domani, con il vero ultimo capitolo. ^_^
|
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Capitolo 13 *** Il Ritorno Del Re - Alternative Ending ***
Ecco
il mio capitolino a sorpresa! Come suggerisce il titolo questo
è un
finale alternativo. Ogni volta che leggo una ff e questa finisce bene
penso che sia bella la scelta del lieto fine, ma scontata, e ogni
volta che finisce male mi dispero perché avrei voluto che
finisse
bene.
Non
riuscendo a scegliere quale finale fosse più appropriato per
questa
fanfic, essendo il mio animo diviso tra sofferenza e
felicità ho
deciso che sarete voi a scegliere quale finale preferire, potendo
scegliere fra i due. Il primo pezzetto del capitolo fa da
collegamento con il III capitolo di IRDR e quindi sarà
simile a
parte del capitolo precedente. Liberi di saltarlo se vi va! ^_^
Adesso
vi lascio a quest'ultimo capitolo. Ci ritroviamo alla fine! Buona
lettura!
Ai
piedi del Morannor la battaglia ebbe inizio e tutti combatterono
strenuamente. Volevano dare una mano a Frodo e distrarre il nemico.
Lilia vide però che Pipino stava per essere colpito da un
orchetto e
così, per difenderlo, venne colpita allo stomaco e cadde
nello
stesso istante in cui Frodo gettava l'Anello nel Monte Fato. Dopo
alcuni giorni che era rimasto a letto Frodo si svegliò e fu
sì
contento di ritrovare tutti i suoi amici, ma anche triste
perchè
Lilia, colei che davvero voleva rivedere non era con loro. Non poteva
sapere che lei era ferita e in coma. Non poteva sapere che non
sarebbe cambiato nulla fino a che lei non avesse scelto fra gli amici
e la sua famiglia, ma tutto questo gli venne poi spiegato da Gandalf
che, assieme a Aragorn e Elrond, era l'unico a sapere della vita
della ragazza. Gandalf ritenne giusto informare Frodo di tutto
ciò
che era successo a Lilia e di come era possibile che lei si trovasse
lì da loro. Conoscere tutto aveva sconvolto il ragazzo che
però
capì che per lui Lilia era più importante di
qualsiasi cosa, anche
del fatto che lei gli avesse tenuta nascosta una cosa tanto
importante; così si recò da lei e le
dichiarò tutto il suo amore,
speranzoso che lei lo potesse sentire. Lilia in effetti
si
accorgeva di tutto. Delle cure di Aragorn, delle veglie dei suoi
amici, e sentiva le splendide parole di Frodo. Per tanti giorni aveva
preferito rimandare il momento il momento in cui avrebbe dovuto
compiere la sua scelta, attendendo la venuta di Frodo, ma adesso
capì
che non poteva più aspettare. Doveva scegliere se tornare
alla sua
vecchia vita, dal padre e dal fratello che avevano bisogno di lei,
pur non ricordandosi del suo volto, rimanendo però infelice
per
sempre, non potendo vivere col suo amore, o rimanere lì, in
quel
mondo fantastico, con i suoi amici a cui si era affezionata
tantissimo e con la persona che amava di più al mondo. Per
giorni
ancora pensò a cosa fare, quale delle due dolorosissime vie
imboccare, poi, nel 18 giorno della quarta era, secondo il calendario
di Gondor, si decise. Frodo era come sempre, vicino a lei, con la
mano stretta nella sua. Mentre una lacrima solitaria gli scendeva sul
viso.
In
quel momento Lilia aprì gli occhi e girò la testa
verso Frodo che
le stringeva forte la mano. Aveva optato per la scelta più
egoista,
ma era anche l'unica che la potesse rendere davvero felice. Quando
Frodo vide che si era svegliata e aveva aperto gli occhi gli
sembrò
di volare.
-Ciao...-
mormorò Lilia. Le sembrava strano parlare dopo tanto tempo
in
silenzio.
-Sei
sveglia. Sei sveglia! Non ci posso credere!- Frodo
l'abbracciò
forte, attento a non farle del male sulla ferita che ancora non si
era rimarginata totalmente.
-Ti
amo, Lilia. Non te l'ho mai detto e sono contento di poterlo fare
adesso.- le prese la mano sinistra, alla quale aveva infilato appena
il giorno prima un anello con dei piccoli diamanti e due pietre, una
verde e una blu, che indicavano i loro occhi che si incrociavano.
-Mi
vuoi sposare, Lil?- Sulle guance della ragazza scesero delle lacrime.
-Si!
Si! Si! Con tutto il cuore!- Si baciarono con calma, pieni d'amore.
Quella era stata davvero la scelta migliore che potesse fare.
-Adesso
sono davvero sicura di aver fatto la cosa giusta. Frodo, io ti devo
raccontare...-
-Lil,
tranquilla. So già tutto e non smetterò mai di
ringraziare Dama
Galadriel per averti portato qui da me. Le devo moltissimo.-
-Oh
Frodo!- Lo abbracciò stretta, come se avesse paura che fosse
tutto
un sogno. Restarono un pochetto a parlare, soprattutto di Lilia, poi
questa chiese a Frodo il favore di andare a chiamare gli altri.
Doveva anche a loro molte spiegazioni e sentiva che quello era il
momento giusto. Frodo obbedì a malincuore, non voleva
allontanarsi
più da lei, specie dopo aver rischiato di perderla. Erano
stati
lontani per troppo tempo. Andò di corsa a chiamare gli altri
che lo
seguirono a passo svelto, felicissimi che la loro amica fosse ancora
viva. Appena entrarono Merry e Pipino le si buttarono addosso,
riempiendola di baci e coccole, troppo felici che lei stesse bene.
-Ragazzi,
sono felicissima di vedervi!-
-Ehi,
così me la consumate! Sono geloso.- Scherzarono un po' e si
salutarono tutti, poi Lilia decise che era giunto il momento.
-Amici
miei, ho bisogno di parlarvi. È giunto il momento in cui io
vi
racconti la mia storia. Vi prego, accomodatevi tutti, ci
vorrà un
po'.- I quattro Hobbit si sedettero attorno a lei sul letto. Frodo le
teneva la mano e le sorrideva per infonderle coraggio. Gollum gli
aveva staccato un dito, ma a Lilia non importava. Leggendo il libro
aveva sempre pensato che facesse impressione, ma in realtà
non ci si
faceva nemmeno caso. Gandalf le si avvicinò e le
poggiò una mano
sulla spalla. La appoggiava nella sua decisione.
-Dunque...
Da dove inizio...- Mormorò Lilia cercando di iniziare il
discorso.
-So
che avete notato che spesso mi comportavo in modo strano, addirittura
incomprensibile, ma vi è una spiegazione a questo mio
atteggiamento.
So che può sembrare assurdo, e probabilmente lo
è, ma ecco... In
realtà...-
-Ok,
Lil, respira e pronuncia una frase di senso compiuto.- Disse Pipino,
beccandosi uno scappellotto da Merry e Sam.
-Io
vengo da un altro mondo.- Con questa rivelazione tutti si
sbigottirono, o meglio, tutti coloro non erano ancora a conoscenza di
questa verità.
-Da
un altro mondo? In che senso? Come? Perché?- chiese Sam.
-Io
vengo da un'altra Terra. Non penso si trovi nemmeno nello stesso
Universo. Sono stata portata qui da Dama Galadriel in quanto, nel mio
mondo, esiste un libro che si chiama ''Il Signore Degli Anelli'', che
parla di questa vostra, nostra avventura, della distruzione
dell'Unico Anello. In pratica nel mio mondo voi siete solo dei
personaggi di un libro fantasy. Io sono, ero, una grande appassionata
di questo libro e di quelli concatenati ad esso e conoscevo bene le
vostre avventure. Dama Galadriel ha deciso di portarmi qui quando ha
temuto che qualcosa potesse cambiare e gli avvenimenti non si
svolgessero come nel libro, che si concludeva dopo la distruzione
dell'Anello. Il mio compito era quello di fare in modo che tutto si
svolgesse correttamente e che l'Anello venisse distrutto. Non ve l'ho
detto prima perché non volevo che voi foste tentati dal
chiedermi
notizie riguardanti il futuro. Sarebbe stato devastante. Spero che
non ve la siate presi per questa mia decisione e che capirete cosa mi
ha spinto a comportarmi così.- Tutti la presero in modo
diverso, chi
bene, chi male, ad alcuni non si capiva, come Legolas che rimaneva
impassibile, quasi gli avessero detto che stava piovendo, ma che non
credeva se la fosse presa troppo.
-Come
ti chiami?- le chiese Merry.
-Claudia
Smith. Vivo, vivevo in Italia, un Paese come lo sono per voi Gondor,
Rohan e Eriador e ho 21 anni.-
-Se
il tuo compito era quello di fare in modo che l'Anello fosse
distrutto perché non hai seguito me e padron Frodo ma sei
rimasta
con il resto della Compagnia?- chiese Sam, con un'ingenuità
e
un'innocenza che solo lui poteva avere.
-Bella
domanda, Sam.- Disse Lilia facendo arrossire l'amico.
-Se
devo essere sincera non lo so nemmeno io. Per molto tempo mi sono
chiesta quale fosse la strada giusta da intraprendere, ma poi, quando
mi sono ritrovata in quella situazione, la mia impulsività
mi ha
spinto ad andare con Merry e Pipino. Penso che in realtà mi
sono
comportata così perché loro avevo più
bisogno di aiuto, al
contrario di Frodo che aveva te a stargli vicino. Ti ringrazio Sam
per aver fatto quello che non ho fatto io. Ti ringrazio davvero con
tutto il cuore.-
-Oh.
Chi se ne importa da dove vieni o come ti chiami! L'importante
è che
adesso stai bene.- Borbottò Gimli con il suo solito fare.
Tutti
parlarono a lungo e le fecero molte domande e le congratulazioni
quando lei e Frodo li informarono che si sarebbero presto sposati.
-Povero
Pipino, sei arrivato tardi.- disse Sam con aria finta dispiaciuta,
appoggiato dall'amico che tirò su tutta una scenetta su come
Lilia
gli avesse spezzato il cuore, facendo scoppiare a ridere tutti
quanti. Vi era una sola persona che non rideva e non parlava. Che era
distante e sicuramente voleva parlare con Lilia.
Quando
gli altri iniziarono ad andarsene Frodo si avvicinò al suo
orecchio
e le bisbigliò.
-Parlagli.
Per lui deve essere molto difficile, ma non è che non ti
voglia
bene. Noi ci vediamo dopo.- le diede un leggero bacio sulle labbra e
se ne andò, seguito da tutti gli altri.
-Merry,
puoi venire qui un attimo? Vorrei parlarti ancora un secondo.-
L'Hobbit si fermò e senza dire nulla tornò vicino
all'amica, ma
stavolta si appoggiò al muro, sguardo fisso avanti, braccia
incrociate. Non aveva molta voglia di restare con lei. Quando la
porta si chiuse restarono per un paio di minuti in silenzio, poi
quando Lilia capì che avrebbe dovuto parlare lei per prima
si fece
coraggio e si voltò verso di lui.
-So
che sei arrabbiato, ma dimmi qualcosa, Merry. Non restare in
silenzio... Non lo sopporto...-
-Tu
non lo sopporti? E io che dovrei dire? Ho appena scoperto che la mia
migliore amica, colei che per me era quasi una sorella, mi ha tenuto
nascosto per tutto questo tempo una cosa tanto importante! Come
dovrei prenderla, secondo te? Io non sono come tutti gli altri. Non
mi comporto come loro e se ciò ti arreca dolore non sono
problemi
miei.-
-Merry,
ti prego, cerca di capirmi Non potevo dirvi nulla. Avrei potuto
causare dei guai irreparabili. Perdonami per ciò che ho
fatto. L'ho
fatto solo per il vostro bene.-
-Il
nostro bene? Boromir è morto per difendere noi tre, io sono
rimasto
a letto per giorni, Frodo ha perso un dito ed è stato
colpito dal
veleno di quel ragno schifoso, Faramir stava per morire bruciato
vivo, Theoden è morto e Denethor con lui e sia tu che Pipino
avete
seriamente rischiato di morire. Se fosse stato davvero per il nostro
bene non avresti fatto accadere tutto ciò.- Queste parole
colpirono
profondamente Lilia che iniziò a piangere silenziosamente.
-Hai
ragione. Hai perfettamente ragione. Sono stata una stupida. Avrei
dovuto fare di più. Non merito il vostro perdono e la vostra
comprensione. Non li merito degli amici come voi.- Ormai le lacrime
scendevano copiosamente sul suo volto e la vista le si era appannata.
Merry restò per alcuni minuti in silenzio, pensieroso e
arrabbiato,
senza guardarla, poi però quando la vide in quelle
condizioni la
rabbia scemò, non resistette più e le si
avvicinò.
-Scusa
Lil, non avrei dovuto dirti tutte quelle cose. Ero solo furioso
perché mi avevi tenuto nascosto tutto ciò. Non
piangere.-
-No,
Merry. Tu hai ragione. Mi sono comportata malissimo nei vostri
confronti. Avrei potuto salvarvi tutti, ma non l'ho fatto. Sono io
che dovrei implorare perdono.-
-Oh
Lil. Ma quale perdono?! Ti voglio troppo bene.- Le disse Merry
abbracciandola forte.
-Anche
io Merry, anche io.- Sussurrò abbandonandosi all'abbraccio
dolce del
suo migliore amico.
Visto
che Lilia si era svegliata non si aspettò più
troppo per
l'incoronazione di Aragorn. La Cittadella era colma di persone e
Aragorn fu incoronato dallo stesso Gandalf.
-Questo
giorno non appartiene a un uomo solo, ma a tutti. Insieme
ricostruiamo questo mondo, da poter condividere nei giorni di pace.-
I
petali dell'albero bianco cadevano sui presenti, a voler
simboleggiare la nascita di una nuova era. Durante il suo passaggio
tutti si chinavano, Eowyn e Faramir che si erano conosciuti durante i
giorni di convalescenza di entrambi e si erano innamorati, Eomer...
Gimli lo accompagnava e Legolas gli andò incontro, poi si
scansò e
dietro di lui apparve Arwen. Aragorn rimase senza parole. Era tanto
che non la vedeva e il suo cuore si riempì di gioia. Si
baciarono
fra gli applausi di tutti, persino Erlond si commosse. Erano entrambi
felicissimi e Arwen lo accompagnò fino a che non giunsero di
fronte
ai cinque Hobbit, dove si fermarono. I cinque si chinarono, ma
Aragorn li fermò.
-Amici
miei, non inchinatevi a nessuno.- E fu così che il Re e
tutti i
presenti si chinarono al cospetto di quei piccoli mezzuomini, che
rimasero impalati lì a guardarsi attorno, senza aspettarsi
una cosa
simile.
Rimasero
lì per più di due mesi. Dopo essersi tenuto il
matrimonio del Re e
di Arwen, il 19 luglio, si misero in marcia, dirigendosi a Edoras
dove si tenne il funerale di Re Theoden. Aragorn li
accompagnò fino
a Isengard, il 19 luglio, poi lui tornò indietro. Gandalf li
accompagnò fino ai limiti della vecchia foresta, dove si
congedò
per andare a parlare con il vecchio amico Tom Bombadil.
-Ragazzi,
voglio avvisarvi, troverete una Contea come non l'avete mai vista.
Saruman ha posto il suo controllo su questa terra. Lotho è il
suo
burattino e non farà una bella fine.-
-Lil,
pensavo non volessi parlare del futuro.- disse Merry, ricordando
ancora il litigio che aveva avuto con l'amica mesi prima.
-Adesso
non corriamo più pericoli. Preferisco rendervi noti questi
ultimi
avvenimenti, di modo da agire il più in fretta possibile.-
-Allora
Tesoro, dicci tutto.-
-Saruman
e Grima si trovano a casa tua, Frodo. Lotho è il loro
burattino e
hanno posto il loro controllo su tutti. Verrà ucciso durante
la
notte da Grima. Noi arriveremo al cancello della terra di Buc dopo il
calare del Sole e ci verrà impedito il passaggio per non
incollerire
''Il Capo''. Riusciremo a entrare, soprattutto grazie all'imponenza
di questi due.- Disse indicando Merry e Pipino che si guardarono
compiaciuti. -E al fatto che portiamo divise da combattimento. Hob
Guardiabarriere ci aiuterà per la notte ma domani, quando
arriveremo
a Chianarana verremo fermati dai Guadacontea che ci arresteranno per
''Violazione di cancelli, distruzione di regole, assalto ai guardiani
dei cancelli, pernottamento negli edifici della Contea senza permesso
e corruzione di guardie con cibo”. Però troveremo
il benvolere di
tutti, stanchi dell'oppressione di Saruman. Gli abitanti ci
aiuteranno a ribellarci e arrivare a casa Baggins. Grima
ucciderà
Saruman mosso da una incontenibile rabbia e degli Hobbit uccideranno
a loro volta questi. Così si svolgerà tutto.-
Essendo
venuti a conoscenza di tutto ciò gli Hobbit agirono in modo
tale che
tutto avvenisse il più in fretta possibile, e
così accadde. La
Contea venne liberata dall'oppressione di Saruman e pian piano
riportata a splendere.
Sam
si sposò con Rosie Cotton esattamente un anno dopo
l'incoronazione
di Aragorn. Ebbero la bellezza di 14 figli, di cui Elanor la bella,
che ebbe in custodia il libro rosso, Frodo, Merry, Pipino, Bilbo e
Lilia. Cioccadoro si sposò poi con Faramir I, figlio di
Pipino e
Diamante di Lungosquarcio. Solo Merry non si sposò,
nonostante molte
fanciulle gli andassero dietro. Dopotutto era davvero un bell'Hobbit,
non passava di certo inosservato. I cinque amici rimasero unitissimi
e si vedevano spessissimo. Lilia non riusciva a stare più di
due
settimane senza vederli tutti e loro la prendevano spesso in giro per
questo suo comportamento, che in segreto gli faceva molto piacere.
Frodo e Lilia si sposarono il 14 Febbraio. Sam celebrò le
nozze,
mentre Merry e Pipino accompagnarono Lilia all'altare. Quello fu
senza dubbio il giorno più bello sia per Frodo che per Lilia
e i
loro amici erano felicissimi per loro. Andarono a vivere a Casa
Baggins, una volta che fu rimessa a posto e spesso si recavano nella
casa di Buckburgo che Frodo aveva comprato prima di partire,
così
stavano vicini anche ai due cugini pazzi di Frodo. Ebbero 7 figli che
chiamarono Viola, Sam, Fanyel, Merry, Pipino, Primula e Alex. I
cinque Hobbit, nel 3021, accompagnarono ai Rifugi Oscuri Gandalf e
Bilbo, che, assieme a Galadriel, Elrond e Celeborn, partirono per
l'Ovest. Frodo non andò con loro, ma restò con la
moglie e i figli
nella Contea dove vissero fino alla fine dei loro giorni. Quando i
cinque Hobbit morirono le loro salme furono portate a Rath Dinen,
dove vennero poi congiunti a Aragorn deceduto dopo 122 anni di regno.
Con la sua morte e la partenza di Legolas e Gimli, diretti anch'essi
a Ovest, la Compagnia dell'Anello cessò infine di esistere
nella
Terra di Mezzo.
E
così siamo giunti alla fine della storia.
Mi
auguro vi abbia fatto piacere questa sorpresina. Spero davvero che vi
sia piaciuta la storia e che sia valsa la pena di arrivare fino a
qui. Voglio ringraziare con tutto il cuore
nini
superga e
Aquamarine
e
NiNieL82
e
Archangel
06 che
hanno messo la mia storia fra i preferiti;
Eruanne e elepaddy85
e belial_die
e Elfosnape
e blackpearl_
e Archangel
06 e fede95
che l'hanno
messa fra le seguite.
Con
questa vostra scelta e con i vostri commenti mi avete davvero spinta
a continuare a postare, specie dopo il primo momento di depressione.
Temevo che non sarebbe piaciuta a nessuno!
Ringrazio
anche tutti coloro che l'hanno letta, chi l'ha seguita fino alla fine
e chi non ce l'ha fatta a continuare a leggere i miei deliri.
Mi
ha fatto davvero piacere intraprendere questo ''viaggio'' con voi.
Un
bacione immenso a tutti e grazie ancora!
Alla
prossima!
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