Crystal's World

di KuromiAkira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Note iniziali: Salve, qui è Kuromi che vi parla! Finalmente sono riuscita ad andare avanti con questa fiction, ideata prima delle due precedenti su Pokémon che ho pubblicato ad aprile ma che, tra blocchi dello scrittore e crisi di ispirazione, son riuscita a continuare solo ora.
A essere sincera non so se si capirà molto. Io stessa fatico a capirla, questa fiction XD È stato difficile scriverla e non è nemmeno esattamente ciò che avevo in mente all'inizio.
L'impostazione originale, però, ho dovuto scartarla perchè non riuscivo a trovare una spiegazione logica a ciò che scrivevo XD Non so se questa versione ce l'ha, invece. Ma almeno sono rimasta fedele all'idea di base, ecco XD
Tra gli avvertimenti ho messo 'Cross-over' e 'What If' però non sono certissima che siano esatti per definire questa fiction.
Comunque, non è un cross over con un altro videogioco/anime/ecc. Ma siccome almeno per questo capitolo non voglio anticipare nulla rimando le spiegazione a un altro momento. (che poi forse è intuibilissimo già dall'introduzione XD)

Come sempre: i protagonisti qui hanno troppe cose in comune e ho faticato sulle ripetizioni. Ho fatto del mio meglio ma penso di aver ripetuto troppe volte i nomi. Accetto suggerimenti nel caso voleste darmene qualcuno.

Chiedo venia anche per eventuali errori di battitura. Scrivo nel blocco note e non ho il correttore automatico o la classica lineetta rossa di Word. Rileggo i capitoli mille volte (modificandoli e facendo nuovi errori, di solito) ma qualcosa mi sfugge sempre, di solito. Anche qui: se notate qualcosa fatemelo sapere.



Crystal's World
Capitolo 1




Il rumore di un treno che attraversa i binari.
Questa era la prima cosa che aveva sentito Kotone dopo aver ripreso i sensi. (O forse era stata l'ultima prima di perdere i sensi?)
Non sapeva nemmeno dire se quel suono era reale o no. Era talmente abituata a sentirlo a Fiordoropoli che era strano che, questa volta, avesse fatto così caso a quel rumore.
Ma non era il momento di pensarci, si disse, mentre si rialzava lentamente da terra. Piuttosto, non si ricordava bene cosa le era successo.
Una volta in piedi, si voltò alla propria sinistra, portandosi inconsciamente una mano sulla nuca come per placare con quel gesto il forte mal di testa, e fissò la torre radio.
- Ma certo! Stavo usando il teletrasporto al Centro Globale! - ricordò l'allenatrice.
Nel suo lungo viaggio aveva conosciuto allenatori provenienti da altre regioni lontane e non era raro, per lei, scambiare i pokémon con loro tramite i servizi del GTS.
Questa volta stava usando il pannello per il teletrasporto, avendo voluto vedere i video lotta, ma qualcosa doveva essere andato storto.
La luce del pannello, che normalmente la circondava durante lo spostamento da un piano all'altro, si era spenta all'improvviso e aveva sentito 'qualcosa' spingerla via.
Dopodichè, il buio.
Non aveva idea di cosa fosse successo e come si fosse poi ritrovata fuori dall'edificio.
Si voltò all'indietro, come se volesse osservare ciò a cui stava pensando.
- Cosa? - esclamò.
Davanti a lei vide, al posto del pezzo di terra dove si ergeva la sede del Centro Globale, un'immensa distesa d'acqua, separata dal terreno da un recinto chiaro.
Avanzò appena, incredula. Come poteva essere sparito non solo il centro, ma persino il suolo sotto ad esso?
Pensando di dover chiedere a qualcuno si accorse delle altre stranezze.
Prima di tutto le strade erano deserte.
I colori delle case e degli alberi erano spenti, come sbiaditi.
Alzò lo sguardo al cielo e notò che era grigio, senza sole ma non sembrava fossero le nuvole a causare quell'effetto.
Non udiva alcun suono, nemmeno il vento o quello delle onde del mare.
Si avvicinò al recinto, osservando l'acqua. Era immobile come, pareva, tutto il resto.
Quella era sicuramente Fiordoropoli: c'era la torre radio, la stazione e poteva vedere, da dove si trovava, anche il tetto del centro commerciale.
Eppure, non solo la scomparsa del Centro Globale, ma anche l'aria che si respirava la metteva a disagio.
Entrò alla torre radio, trovandola vuota.
Salì al primo piano, poi provò in stazione, salendo anche sul treno, corse fino al centro pokémon e al centro commerciale ma ovunque era uguale.
Non c'era anima viva.
Il silenzio di quella città era opprimente e Kotone, confusa, provò un senso di terrore.
Agitata, prese il pokégear e lo aprì. L'orologio funzionava quindi il tempo passava, nonostante l'apparenza.
Guardò la rubrica. Il primo numero era quello di Hibiki e lo chiamò.
Sperava di sentire almeno la sua voce, come capitava spesso. L'amico d'infanzia la chiamava molte volte per darle consigli, informarla di qualche novità o solo per salutarla.
Eppure non sentiva nemmeno squillare, in quel momento. - Non c'è campo? - si chiese, con voce tremante, guardando il display.
Era forse un sogno? Quella situazione era troppo assurda. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Cominciò a correre uscendo dalla città, fino ad arrivare al percorso 34.
Si piegò appena, poggiando le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato.
Poi alzò la testa, guardando la pensione pokémon.
Il nonnino, che, sorridendo gentile, rimaneva sempre a fianco della casa ad attendere gli allenatori che avevano lasciato dalla moglie i loro pokémon, non c'era così come gli allenatori che sostavano tra i sentieri o nell'erba e che spesso la sfidavano.
- P-perchè? - si chiese prima di tornare a correre, fermandosi all'entrata del Bosco di Lecci. - È un incubo! Questo è un incubo, vero? - mormorava nella corsa.
Un lampo di lucidità le permise di pensare di poter usare un pokémon.
Prese lo zaino e, nervosamente, cercò le pokèball.
- Pidgeot! - urlò, quasi disperatamente, sperando rispondesse alla sua chiamata.
In effetti aveva sempre un pokémon accanto a sé, a seguirla per le città e i percorsi e, anche se era rientrato nella sfera quando erano arrivato al centro Globale, ora che si trovava all'aperto avrebbe dovuto esserci anche un pokémon insieme a lei.
Temeva quindi fossero spariti anche loro, oltre che tutta la popolazione di Fiordoropoli.
La pokèball si aprì e, dalla luce che ne uscì apparve, volteggiando in aria, il pokémon volante.
Pidgeot salutò allegro la sua allenatrice, volandole attorno, e Kotone, sollevata nel vederlo, lo abbracciò.
- Oh, Pidgeot, almeno tu ci sei! -
Percependo dall'abbraccio dell'umana una certa inquietudine il pokémon pigolò preoccupato.
- Non so cosa stia succedendo. Sono spariti tutti. Avevo paura che anche voi pokémon... - non riuscì a concludere la frase, agitata com'era.
Pidgeot si guardò attorno, poi annuì con la testa come per confermare che anche lui aveva l'impressione ci fosse qualcosa che non andava.
Kotone chiamò anche gli altri pokémon, volendo più compagnia possibile. Solo altri due pokémon uscirono, Meganium e Quagsire.
La ragazza li fissò qualche istante come se stesse attendendo che gli altri tre pokémon uscissero. Ma non successe.
- E gli altri? - chiese preoccupata, prendendo le altre tre sfere. - Shinx? Numel? Bidoof? -
Aveva da poco cominciato ad allenare i pochi pokémon originari dalle regioni di Hoenn e Sinnoh che si trovavano, in certi giorni, anche a Johto e proprio loro mancavano all'appello.
- Oh, no, e se fossero usciti dalla sfere quando è successo quella cosa al pannello del teletrasporto? -
Gli altri tre pokémon si guardarono tra loro e si avvicinarono alla loro padrona, ormai in lacrime.
Attirarono la sua attenzione e scossero la testa in segno di diniego.
- S-scusate - mormorò lei sfregandosi gli occhi. - È solo che... tutto questo... non ci sto capendo nulla! E ho talmente paura... -
Aveva affrontato tante difficoltà, durante la sua avventura. Non si era mai arresa ed era sempre andata avanti con coraggio fidandosi dei suoi pokémon e delle sue capacità ma questa volta era molto diverso.
Si inginocchiò a terra coprendosi il volto, non riuscendo più a evitare di piangere.
- Mi ritrovo da sola e tre pokémon sono fuggiti chissà dove, magari sparendo insieme al Centro Globale. E questo posto ora è così spaventoso... -
Meganium, Pidgeot e Quagsire scossero nuovamente la testa. Il pokémon d'erba indicò col musino le tre sfere ancora in mano a Kotone.
La ragazza cercò di capire cosa volesse dirle.
- I pokémon... non sono usciti dalle pokèball? - intuì e le creaturine annuirono.
Stando insieme dentro la borsa loro riuscivano a capire quando e chi usciva dalle sfere, anche se di loro spontanea volontà.
E non era ciò che quei tre pokémon avevano fatto.
- Quindi non vogliono uscire? -
Ancora, i pokémon negarono. Erano svaniti da un momento all'altro, senza uscire.
- Sono... spariti? - capì l'allenatrice, sempre più spaventata e confusa - Come tutta la gente? -
Ebbe conferma dai pokémon e fissò le sfere.
Al GTS era successo qualcosa, un errore forse. E lei si era ritrovata per strada, in una Fiordoropoli senza Centro Globale e senza abitanti, dove tutto sembrava fermo e senza vita.
Non riusciva a ragionare bene ma non trovava delle spiegazioni logiche e ciò che le stava accadendo.

Improvvisamente alzò la testa - Pidgeot, voliamo altrove! Forse nelle altre città qualcuno c'è! - esclamò.
Il pokémon annuì, rassicurato dalla ritrovata sicurezza della sua allenatrice, seppur nella sua voce ci fosse ancora un'ombra di paura, si accovacciò per permetterle si salirgli in groppa mentre gli altri due compagni di viaggio rientravano nelle loro sfere.
Girò ovunque, a Johto, visitando tutte le città ed entrando in ogni casa o edificio.
Urlava a squarciagola, sperando che qualcuno le rispondesse, controllava in ogni angolo ma la situazione era identica a quella della più grande città della regione.
Quello era un mondo grigio e triste e l'ansia era tale che Kotone non riusciva quasi a respirare.
Abbracciò i suoi pokémon che le si erano avvicinati per confortarla seppur anche loro preoccupati per quello che stava succedendo.
Era esausta e non sapeva più cosa fare o cosa pensare.
Aveva avuto modo di notare alcune differenze dalla Johto che ricordava: oltre al Centro Globale anche la zona safari era sparita e così anche il parco lotta e il pokéathlon.
Sembrava che quella non fosse la stessa regione da cui veniva.
Sospirò profondamente, nel tentativo di calmarsi. La situazione non l'aiutava ma disperarsi non sarebbe servito a nulla.
Doveva riflettere bene, doveva esserci una soluzione. - Voglio andare a casa - dichiarò. Forse, nel luogo dov'era cresciuta, sarebbe riuscita a ragionare.
Pidgeot obbedì nuovamente e volò a Borgo Foglianova.
Appena scesa, Kotone corse a sud-est della città, verso la casa di Hibiki, prima ancora di andare nella propria abitazione, nella vana speranza di trovare il suo amico.
In fondo al cuore sapeva che, se tutti erano spariti nel nulla, c'erano ben poche possibilità di incontrare proprio il ragazzo ma voleva provarci comunque.
Quagsire fece per seguirla ma Meganium lo bloccò, scuotendo la testa. Meglio attenderla fuori.
La ragazza entrò senza bussare, controllò il piano terra poi corse al primo piano ma la casa era vuota, esattamente come tutte le altre.
- Hibiki... - sussurrò appoggiandosi al muro.
Era sola con tre pokémon, ormai doveva arrendersi a questo fatto.
Sola, e non sapeva cosa stesse accadendo e perchè, come tornare alla sua Johto, se quella era un'altra Johto, almeno.
I tre pokémon erano rimasti fuori dalla porta, ad aspettarla e quando la videro Kotone aveva un'espressione triste.
- Siamo soli... - li informò, ma quello era chiaro fin dall'inizio a tutti loro.
Sospirò, e nel farlo le cadde l'occhio su un cartello, lì dove era abituata a vedere una cassetta delle lettere.
Un'altra delle tante differenze, pensò, e ormai abituata a queste cose lesse ciò che c'era scritto sperando di trovare conforto nel leggere nero su bianco il nome di Hibiki.
Ma non le fu concesso nemmeno questo, infatti spalancò gli occhi e si avvicinò al cartello.
- 'Casa del professor Elm'?! - esclamò. - Ma lui e la sua famiglia abitano al primo piano, sopra il laboratorio! - aggiunse e, nel farlo, si voltò nella direzione in cui c'era il grande edificio.
Decise di controllare e si diresse verso il laboratorio, passando per la casa a sud-ovest della città, trovandolo più piccolo di quel che ricordava, privo del primo piano.
- La casa del professore è al posto di quella di Hibiki... che non esiste? - si chiese pensando, ormai, di essere finita in un'altra dimensione. Oppure nel passato. Ma anche in quel caso non si spiegava perchè non ci fosse anima viva da nessuna parte, né come ci fosse finita lei lì.
Seguita dai suoi pokémon andò verso casa sua, sempre sperando di poter riflettere in un luogo a lei familiare ma, ormai rassegnata, non ebbe alcuna reazione quando lesse ciò che c'era scritto nel cartello: 'Casa di Kris'

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Un'altra dimensione, un universo parallelo (c'era differenza tra le due cose? In quel momento non le importava.), il passato... qualunque cosa ipotizzasse Kotone trovava quella situazione troppo assurda.
Forse era meglio convincersi che fosse tutto un sogno, pensava mentre fissava la porta di quella che doveva essere casa sua e invece lì era quella di qualcun'altro.
- Gli edifici non sembrano molto diverse... - ragionò, guardando il laboratorio, una delle poche eccezioni a ciò che aveva appena detto.
Pensando che non ci sarebbe stato nessuno, Kotone decise di entrare.
Afferrò la maniglia e aprì la porta lentamente. In silenzio, seguita dai tre pokémon, si diresse verso il salotto.
Lì, dove era abituata a vedere sua madre, trovò una giovane ragazza dai capelli blu.
Era seduta sulla sedia, con le braccia poggiate sul tavolo di cui fissava immobile la superficie scura, tanto da far credere a Kotone che si fosse fermata insieme al tempo di quel mondo, in cui nemmeno il vento soffiava per far frusciare le foglie e le onde non si infrangevano sulle spiagge e sugli scogli.
Tuttavia la sconosciuta si voltò verso di lei con un movimento lento della testa, fissandola per qualche istante, seria e piuttosto tranquilla.
Poi cambiò completamente espressione e, stupita, si alzò di scatto dalla sedia.
- Cosa ci fai qui? - chiese agitata.
Quella reazione allarmò Kotone che mise le mani davanti.
- Scusami se sono entrata senza permesso - disse insicura.
Faceva uno strano effetto dirlo in quella casa.
L'altra la fissava incredula e Kotone si chiese se fosse al corrente di ciò che accadeva nel resto della regione.
- Ascoltami, non so cosa stia succedendo ma non c'è nessuno qui, nemmeno una persona! - provò a spiegarle. - Sei la prima che incontro. Le case sono vuote e c'è un'aria strana... -
- Questo lo so! - rispose la ragazza, avvicinandosi a lei. - Ma cosa ci fai TU qui? - ripeté.
- I-io? - chiese, non capendo perchè avesse evidenziato tanto la parola 'tu'. - Aspetta, come sarebbe a dire che lo sai? - Come poteva stare tranquilla in casa in una situazione come quella?
L'altra sussultò come se si fosse resa conto di aver detto qualcosa di troppo.
Kotone la osservò.
Doveva avere circa la sua età e, a guardarla bene, di viso le somigliava molto, nonostante il colore dei capelli e degli occhi fossero diversi.
- Chi sei? - le chiese l'allenatrice, irrequieta.
- Sono Kris - rispose la 'padrona di casa' con un sospiro.
- Kris... - Kotone ricordò di aver letto proco prima il suo nome - Cos'è successo qui? -
- Quello che vedi - disse tranquilla, tornando a sedere dov'era prima. - Tu non dovresti essere qui - aggiunse poi, guardandola seria.
- Qui dove? Dove siamo? - domandò, ormai certa che quello non fosse il posto da cui lei proveniva.
Kris la fissò. Quella ragazza ovviamente non sapeva nulla. Non credeva sarebbe stato possibile, per loro, incontrarsi ma ormai le doveva qualche spiegazione.
E non le avrebbe mentito, anche se probabilmente non sarebbe stata creduta facilmente.
- Siamo nel mondo di Cristallo - le rispose poggiando un gomito sul tavolo.
- Il mondo di Cristallo? Non siamo a Johto? -
- È Johto - confermò. - La Johto di Cristallo. -
- Non... credo di aver capito - balbettò la mora.
- Sei agitata. Siediti. Purtroppo non posso offrirti nulla visto che non c'è più niente qui, mi dispiace. -
La tranquillità di Kris era inspiegabile, per Kotone, ma non aveva molta scelta, soprattutto se quella ragazza sapeva qualcosa.
Fece un passo poi si ricordò dei pokémon e li richiamò nelle sfere.
- Dei pokémon... - mormorò la padrona di casa. - Che nostalgia. -
Kris sorrise amaramente e solo allora Kotone si rese conto che, sin da quando i loro sguardi si erano incrociati, c'era un qualcosa di triste negli occhi dell'altra.
Forse quella sua strana calma era in realtà rassegnazione come quella che aveva colto anche lei poco prima.
Le diede ascolto, sedendosi di fronte a lei, imponendosi di stare tranquilla.
- Ti prego. Spiegami cos'è successo - supplicò l'allenatrice.
- Lo chiedo io a te - rispose Kris. - Come sei arrivata qui? -
Kotone le raccontò di ciò che era successo al Global Trade Center e di come si era ritrovata davanti alla Torre Radio circondata dal silenzio più assoluto.
- Centro Globale a Fiordoropoli... - ripeté Kris.
- Sì. Si trova vicino alla Torre Radio. O meglio... qui non c'è, in effetti... non so come spiegarlo. -
- Non preoccuparti - la tranquillizzò. - Dev'essere un'aggiunta. -
- Un'aggiunta? -
- Qualcosa che è stato creato nel tuo mondo e che qui non esiste - spiegò come se fosse una cosa ovvia.
- Quindi questo cos'è? Un mondo alternativo? - Kotone ricominciò ad agitarsi. Anche sapendo cosa fosse quel mondo come poteva esserci finita lei?
- Più o meno. -
Kris avrebbe voluto evitare di dirle la verità ma Kotone era comprensibilmente confusa.
- Sicuramente non mi crederai - esordì dopo aver riflettuto qualche istante.
- Su cosa? -
- Su cos'è questo mondo - sorrise l'altra.
- Perchè? -
Kris strinse le spalle. - Lo troveresti assurdo. -
- Più assurdo di così... - commentò Kotone.
- D'accordo. Non farò giri di parole: siamo in un mondo fatto di dati - spiegò Kris con voce ferma.
- Di... dati? -
- Sì. Siamo in un programma. Io, te, questo mondo e quello da cui provieni tu. -
La sua ospite non le rispose e lei continuò a spiegare.
- Questo mondo è stato creato dieci anni fa, come versione modificata e migliorata di altri due mondi: il mondo d'Oro e quello d'Argento. -
Kotone non osò dire nulla, cercando di assimilare bene ciò che Kris le stava dicendo.
- Inoltre il mondo da cui vieni tu è un ulteriore miglioramento di questi due mondi, vengono chiamati Heart Gold e Soul Silver. -
- Non è possibile! -
Kris sorrise - Te l'ho detto che era assurdo. -
- Mi stai dicendo che siamo in un mondo di dati! - esclamò Kotone come per giustificarsi. - E come sarei arrivata qui? -
- Un bug, direi - rispose l'altra ragazza, sempre con la massima tranquillità. - Un bug del Centro Globale. -
- Un bug. Cioè siamo in un mondo di dati e ci sono dei bug? E saremmo anche noi dei dati? -
- Certamente. Di solito nessuno se ne accorge. D'altronde siamo programmati per vivere una vita normale. Comunque ormai questo mondo è pieno di bug e probabilmente tu sei stata coinvolta in uno di essi. -
Kotone faticava a crederle ma d'altronde non c'erano spiegazioni logiche a ciò che stava succedendo e quella di Kris era addirittura la più plausibile.
- E io che credevo semplicemente di essere finita in un mondo alternativo o nel passato... - mormorò, afflosciandosi sulla sedia.
Kris rise. - Beh, questo è un mondo diverso dal tuo ed è stato creato dieci anni prima di quello da cui provieni tu. Quindi si può dire che siano corrette entrambe le cose, cara Kotone. -
La giovane allenatrice sospirò, senza saper più cosa pensare e solo dopo un po' si accorse di essere appena stata chiamata per nome.
Spaventata com'era, aveva scordato le buone maniere e non si era presentata.
- Come sai il mio nome? - chiese.
- Io ti conosco da quanto ti hanno creata. -
- Come? -
Kris si poggiò allo schienale della sedia e guardò Kotone negli occhi. - Come ti ho già detto questi mondi sono dei programmi e il tuo, ma prima ancora questo mondo, sono un rifacimento di altri due mondi. Tu, come me, sei la 'protagonista femminile' dei tuoi mondi. Abbiamo lo stesso ruolo in mondi molto simili tra loro, ambientati nella stessa regione, con gli stessi pokémon. Ciò che hai vissuto finora l'ho vissuto anche io dieci anni fa. Questo, e lo stato di decadenza in cui è il mio mondo, potrebbe aver creato un legame tra di noi. Io ho sempre percepito la tua presenza da qualche parte, so chi sei, come ti chiami, cosa ti piace e cosa odi, cos'hai provato nel corso della tua avventura... ad esempio non ho mai visto il Global Center ma sentendone parlare da te ho provato un senso di déjà-vu, come se conoscessi le sensazione che dà quel posto. Questo perchè TU ci sei stata. -
La più giovane delle due sembrava ancora più confusa, non riusciva ad afferrare bene ciò che stava sentendo.
Non seppe cosa dirle quindi decise di fare un'altra domanda.
- Perchè questo mondo è in decadenza? -
Kris chiuse gli occhi, sospirando.
- Perchè è vecchio e perchè i rifacimenti, o remake se preferisci, hanno delle conseguenze. -
- Conseguenze? -
- Quello che vedi. Il mondo è fermo, non c'è più nessuno. Sono impazziti tutti e sono stati cancellati. -
- Impazziti? Cancellati? - quelle parole suonavano terribili, alle sue orecchie della 'nuova arrivata'.
- Accadevano cose strane, ovvero i bug. Le persone ne finivano spesso coinvolte e sparivano. Persone e pokémon si sono resi subito conto che c'era qualcosa di strano. Ma nessuno sapeva il motivo. -
- E tu? - si permise di chiederle Kotone.
- Io? Io ho continuato a cercare finché non ho scoperto la vera natura di questo mondo. Quando anche Silver e Gold sono spariti mi sono rassegnata. -
- Silver? -
- Anche tu conosci una persona di nome Silver. Due persone diverse ma, allo stesso tempo, la stessa persona. Gold, invece, è colui che tu conosci come Hibiki. -
- Hibiki è Gold? -
- Tutti i giochi, ovvero i mondi, hanno nomi diversi. Di solito i protagonisti hanno i nomi di quei mondi. Mondo d'Oro e Mondo d'Argento. Gold e Silver. E poi il mondo di Cristallo. E io, che mi chiamo Kris, ovvero Crystal. Nei remake di Oro e Argento è naturale che ci siano anche Silver e Gold.-
- Quindi conosci anche loro... -
- I dati di Gold e Silver furono inseriti anche qui. Quindi sì, posso dire di conoscerli. Ma non ho mai incontrato Gold. -
- Come? -
- Il Mondo di Cristallo non era programmato per farci incontrare. O c'ero io o c'era lui. Ma, in entrambi i casi, potevamo percepire la presenza l'uno dell'altra esattamente come son sempre riuscita a percepire te. -
Kotone stette zitta qualche istante, ormai in uno stato di rassegnata confusione.
- Lo so, ti è difficile crederlo. Ti capisco bene. Ma ora dobbiamo farti tornare nel tuo mondo. Non devi rimanere qui, è pericoloso. -
Kris si alzò, diventando improvvisamente seria.
La ragazza dai capelli castani la imitò istintivamente. - Sai come farmi tornare a casa? -
- Non esattamente. L'unico modo è usare un bug. Ma non so quale e non so se funzionerà. E anche se funzionasse non c'è la certezza che tu riesca a tornare nel tuo mondo. Ogni programma può avere dei bug e uno di essi deve aver unito i nostri mondi tramite il Global Center. -
- Le probabilità di successo, quindi, sono minime - comprese Kotone.
- Ma dobbiamo almeno provare - la incoraggiò Kris. - Ti aiuterò. -
Kotone annuì.
- Oh, i miei pokémon! - ricordò poi.
- Cosa? -
- Numel, Shinx e Bidoof sono spariti nel nulla! Non sono usciti dalle pokéball né scappati, sono proprio scomparsi! -
- Numel, Shinx e Bidoof? - chiese Kris.
- Sono pokémon di Hoenn e Sinnoh - spiegò l'allenatrice.
- Nuove regioni che, quando è stato creato questo mondo, non esistevano. Probabilmente il programma non li ha accettati. No, se tu sei qui anche i tuoi pokémon dovrebbero esserlo. -
- Li ho cercati dappertutto! -
- Accidenti. - Kris si mise una mano all'altezza del mento, pensierosa. - Potrebbero essere rimasti intrappolati nel bug. -
- Sono in pericolo? -
- Se lo fossero sarebbe troppo tardi. Ci sono bug che cancellano i dati in modo irreversibile, com'è successo a chi abitava qui. -
- N-no! -
Vedendo Kotone disperata, la ormai ex-allenatrice di pokémon si affrettò a rassicurarla e le mise le mani sulle spalle.
- Ma molti bug sono innocui. Hai detto che eri a Fiordoropoli, vero? Torniamo lì. -
- M-ma... -
- Ascoltami, se non sono qui potrebbero essere finiti in un altro mondo, magari proprio ambientati nelle loro regioni. Se così fosse staranno bene. -
Kotone, rassicurata appena da quelle parole, annuì.
- Sei venuta qui volando? -
- Sì - confermò lei.
- Bene, così faremo in fretta. -
La prese per mano, comprendendo bene la paura della sua controparte e uscirono fuori.
La mancanza del vento sulla pelle, sensazione scontata in quella città, rattristò Kotone. La presa della mano da parte della ragazza dai capelli blu si strinse appena e comprese che anche lei stava provando la stessa amarezza.
Era davvero molto triste, quella situazione, e Kris viveva lì, sola, attendendo la fine di quel mondo. Eppure la stava aiutando.
- Non è rimasto nessun pokémon qui? - chiese, sperando che almeno qualcuno fosse rimasto a far compagnia alla ragazza.
- No. A poco a poco anche i dati di tutti i pokémon sono impazziti. -
Kotone la guardò dispiaciuta e Kris se ne accorse.
- All'inizio ero disperata anche io. Poi sono venuta a conoscenza della verità e ho capito tutto. Percepire la tua presenza mi ha aiutata. Ero sempre triste ma non sono impazzita. -
- Perchè Hibiki e Silver sono stati rifatti nei nuovi mondi e tu no? Perchè ci sono io, perchè non sono come te? -
Kris scrollò appena le spalle, sorridendole. Era un sorriso malinconico eppure pieno di dolcezza.
- Perchè io sono nata per questo mondo. Che senso ha mettere Kris in un mondo che non è quello di Cristallo? - chiese amaramente. Kotone notò il tono di voce della ragazza.
- Ma Silver e Gold erano nel tuo mondo anche se avevano i loro - commentò, seria. L'altra si voltò dandole le spalle
- Perchè questo mondo è stato programmato per accettarli ma Oro e Argento non erano programmati per accettare ME. A quei tempi io non ero ancora stata creata. Immagino sia per questo. Comunque non avrebbe cambiato le cose. Mi sarei solo ritrovata davanti la mia fotocopia proveniente da un altro mondo. -
Kotone non ribatté, decidendo di non fare altre domande.
La sua controparte, pensò, non riusciva a nascondere quella che doveva essere la delusione per non essere stata inserita nei nuovi mondi e trovò giusto non infierire. La situazione era già troppo difficile e il dolore dell'ex-allenatrice era già troppo intenso.
Lei stessa era fin toppo spaventata e confusa per entrare in un discorso così complicato.
Chiamò Pidgeot e volarono a Fiordoropoli.
Kotone voleva tornare a casa al più presto ma, allo stesso tempo, non accettava l'idea che Kris rimanesse lì sola in attesa del suo destino.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Arrivati a Fiordoropoli Kotone si guardava attorno, approfittandone per osservare bene quelle piccole differenze che prima non aveva avuto modo di notare.
Il modo di avanzare di Kris, invece, tradiva un certo entusiasmo nel girare per la città. Non lo faceva da tempo, d'altronde.
Quando aveva capito cosa stava succedendo al suo mondo, e soprattutto dopo un certo avvenimento, la ragazza si era chiusa in uno stato di rassegnazione.
E poi non aveva senso visitare città deserte.
L'unica cosa che la rincuorava, in quella vita, era il poter percepire i nuovi mondi. Si teneva impegnata cercando di risolvere quei bug per allungare la vita a quel mondo ormai condannato, pur essendo rimasta completamente sola.
Uscire di casa per altri motivi voleva dire ricordarsi di quando era allenatrice, aveva dei pokémon e incontrava tantissima gente diversa.
Tutto quello che aveva perso per sempre.
Ma ora era diverso.
C'era Kotone con lei e, anche se il suo obbiettivo era quello di farla tornare il casa il prima possibile, il solo fare qualcosa per qualcuno la riempiva di gioia.
E poi loro due sarebbero sempre state connesse in qualche modo.
Sapeva che Kotone era triste per lei e le era grata per questo.
Un tempo si chiedeva perché doveva essere a conoscenza dell'esistenza di quella ragazza che aveva ciò che lei stava perdendo.
Aveva capito che, nonostante tutto, il suo destino era quello di rimanere in quel mondo ma quelle 'sensazioni' la facevano soffrire ancora di più.
Più il tempo passava, però, e più comprendeva la natura virtuale sua e del suo mondo, più quel legame diventava l'unica sua salvezza contro la disperazione.
Doveva ammettere che trovarsela all'improvviso davanti aveva in un certo senso riacceso quel dolore.
Non sapeva spiegare il motivo. Forse in lei rivedeva la sé stessa che, confusa e disperata, girava per le due regioni in cerca di una risposta e di una soluzione a quella situazione.
Ora voleva aiutarla a recuperare ciò che lei non avrebbe potuto più riavere. Nel farlo, però, aveva l'ultima occasione su tante cose.
Parlare con qualcuno, viaggiare, rivedere dei pokémon, condividere qualcosa con un'altra persona...
Kotone non era una sconosciuta benché fosse complicato spiegare in che modo la conoscesse.
Sapeva bene che era una persona dolce, sincera e onesta. Timida e inesperta in certe cose. Impaurita in quella situazione, probabilmente ancora stentava a credere alle sue parole e sperava fosse tutto un sogno.
Si somigliavano.
Forse Kotone rappresentava davvero la Kris di Oro e Argento. E probabilmente, un giorno, anche il suo mondo avrebbe fatto la fine di quello di Cristallo.
Ma non avrebbe permesso a quei bug di intrappolarla lì. Non era giusto proprio perchè un giorno anche Heart Gold e Soul Silver avrebbero fatto la stessa fine.
Kotone aveva il diritto, una volta arrivata al capolinea, di essere nel posto per cui lei era stata creata, di 'morire' nel posto in cui 'era nata'.
Questo pensiero dava a Kris una nuova forza inaspettata. Perchè anche lei voleva sparire nel suo mondo. Il suo posto era nel mondo di Cristallo, per quanto devastato fosse.
- Mi sono ritrovata in questo punto - la informò Kotone, distogliendola così dai suoi pensieri, avvicinandosi all'entrata della stazione radio. - Nel mio mondo lì c'è il Global Trade Center. - aggiunse, puntando poi il mare.
- Il bug potrebbe aver lasciato qualche traccia nei paraggi. Se riuscissi a capire che tipo di bug ti ha portata qui potrei dirti cosa fare per tornare a casa. O almeno ritrovare i tuoi pokémon. -
- Ma come? -
- Per attivare alcuni bug ci sono delle cose da fare. Se fosse quel tipo di bug saremmo fortunate. Basterebbe fare quelle azioni per riattivarlo. Il Centro Globale ha orari di chiusura? -
- No. -
- E i teletrasporti sono sempre attivi? -
- Sì, che io sappia. -
- Perfetto! - sorrise l'ex-allenatrice - Quei teletrasporti potrebbero essere necessari. -
Kotone annuì e si mise a controllare i paraggi anche se non aveva assolutamente idea di cosa cercare.
Kris parlava di cose strane, dati 'confusi', angoli dove era possibile fare cose particolari.
Le consigliò di toccare le case e gli oggetti: alcuni bug permettevano di passare attraverso le cose.
Provarono a entrare alla Torre Radio e nella stazione. Salirono sul treno le cui porte, non più alimentate dall'energia, erano perennemente aperte.
A volte Kris si perdeva nei suoi pensieri, sorridendo appena con aria nostalgica e Kotone non aveva il coraggio di chiederle qualcosa o parlarle.
Non trovarono nulla e la ragazza dai capelli blu si sedette.
- Sei stanca? - le chiese allora l'altra.
- No. Avevo solo voglia di sedermi - le rispose sinceramente guardandosi attorno. - Non ho molti ricordi del treno. Eppure ricordo ogni singola volta che sono andata a Kanto. -
Anche Kotone si mise a osservare attentamente l'interno del mezzo. - Nemmeno io lo ricordo. Non saprei nemmeno dirti quali differenze ci sono tra questo e quello del mio mondo. -
Kris le sorrise - Evidentemente non siamo programmate per ricordarcelo. -
La castana annuì, sedendosi accanto a lei.
Non poteva dire di aver la totale consapevolezza di essere un programma ma ormai si era abituata al fatto che l'altra si riferisse a loro come tali.
E poi che differenza c'era tra essere fatti da cellule ed essere destinati a invecchiare e morire e essere un ammasso di dati destinato a sparire col proprio mondo?
- A pensarci bene - esordì infatti dopo un po', - non siamo tanto diversi da un essere vivente. -
Kris la guardò.
- Voglio dire: anche noi abbiamo una fine, non siamo immortali. -
- Hai ragione. - questo pensiero, lo sapeva, rassicurava entrambe.
- Non abbiamo trovato nulla, alla fine - cambiò poi discorso la più giovane.
- I bug compaiono improvvisamente, qui. Prima invece potevi anche crearli. -
- Davvero? - chiese Kotone sinceramente stupita. Come se tutto quello che aveva saputo fino a quel momento non fosse stato abbastanza assurdo, per lei.
- Sì. Tipo clonare i pokémon. -
- Clonare i pokémon? E a che scopo? -
- Ci sono pokémon troppo rari, per qualcuno - rise Kris. - E poi serve per quegli oggetti che trovi solo una volta ogni tanto. Come la Master Ball. Immagina di averne più di una. Non te ne approfitteresti? -
Kotone non rispose. Certo sarebbe stato comodo e sì, forse le sarebbe piaciuto avere la possibilità di catturare qualsiasi pokémon al primo tentativo, ma allo stesso tempo non lo trovava giusto.
- E come si fa? -
Kris le sorrise e, sistemandosi meglio sul sedile, cominciò a raccontarle i procedimenti di alcuni bug tipici del suo mondo e successivamente, con meno entusiasmo, anche di quelli comparsi a seguito del decadimento del programma.
Alla fine la sua interlocutrice fu presa da una forte inquietudine.
- Ce ne sono molti - mormorò.
- Quando mi accorgo che un bug sta facendo molti danni, vado alla sede della Game Freak per sistemare le cose. Come se ciò avesse una qualche utilità... - sospirò Kris guardando fuori dal finestrino. A che scopo prolungare la 'vita' del programma se ciò comportava anche l'allungamento del suo dolore nell'essere rimasta completamente sola? Eppure non sopportava l’idea di rimanere a guardare.
L'altra ragazza rimase in silenzio anche se c'era qualcosa che voleva chiederle ma Kris, tornando a guardarla, intuì la domanda.
- Appena ho capito cos'era questo mondo sono corsa lì a chiedere aiuto. Ma non c'era più nessuno, ormai. Tu ci sei stata? Se ci pensi bene sono loro stessi a parlare di programmi e progetti riferendosi a noi. Ma anche così prima di allora non ci avevo mai fatto caso. Comunque ho cercato di usare i loro computer per fare qualcosa ma in realtà non ne ero capace, all'inizio... - abbassò la testa, fissandosi le scarpe.
- È successo qualcosa? - domandò allora.
- Ho fatto degli errori. Ho creato altri bug - confessò Kris.
- Però te la sei cavata e da sola. Sei incredibile - tentò di confortarla la sua controparte.
L'ex-allenatrice le sorrise. - Quando ho cominciato a imparare mi è stato sempre più difficile andarci. Il treno non funzionava più e, alla fine, non avevo più pokémon per volare ad Azzurropoli. Ora i bug compaiono indisturbati e la situazione è degenerata. Così tanto che uno di essi è stato capace di portarti qui! - Dopo aver pronunciato queste parole la ragazza rimase immobile e in silenzio per un po', poi sussultò. - Ma certo! Col tuo Pidgeot possiamo andare alla Game Freak! Possiamo creare il bug noi! - esclamò.
- Cosa? -
Kris, con un balzo, si alzò dal sedile e prese la mano a Kotone.
- Perchè non ci ho pensato prima? Ce ne stiamo qui a cercare bug che possiamo inserire noi! - continuò trascinandola fuori dal treno.
Volarono ad Azzurropoli e salirono le scale della sede dei loro creatori.
I computer, programmati ancora per accendersi, erano in funzione.
Kris si mise subito davanti a un pc e cominciò velocemente a battere i tasti con le dita. Kotone sbirciò alcuni di essi ma non aveva le conoscenze adatte per capire quei numeri sullo schermo.
- Nulla, non risultano anomalie a Fiordoropoli. Il bug che ti ha portato qui è sparito - la informò la ragazza dai capelli blu dopo un po'.
- Puoi controllarlo da lì? -
Kris annuì. - Qui c'è il programma. Tutti questi numeri sono ciò che formano questo mondo. - Tornò a scrivere qualcosa. - Provo a modificare i parametri della città e ad inserire il Global Trade Center in questo mondo. -
- Il Centro Globale? Come fai a riprodurlo, non l'hai mai visto! -
- No, ma lo conosco comunque, grazie a te. Come ti ho già spiegato io e te siamo sempre state connesse e, seguendo l'istinto, dovrei riuscire a capire com'è fatto quel posto. -
- In pratica lo sai inconsciamente? -
- Si può dire così. Comunque descrivimelo. Cercherò di riprodurlo il più fedelmente possibile. - Kotone cominciò a raccontare. Purtroppo non ricordava ogni particolare, a molte cose non aveva mai fatto caso.
Quando finirono Kris si alzò dalla sedia. - Andiamo a Fiordoropoli. Non so cosa sia uscito però - ridacchiò.
L'allenatrice annuì ma rimase seria.
- Perchè solo tu ed io siamo connesse? E perchè io non me ne sono mai accorta? -
- È probabile che anche tutti gli altri fossero connessi. I due Gold del mondo Oro e di questo. I due Silver allo stesso modo... Forse li percepirebbero ancora, se esistessero i loro dati. Se fossero ancora qui magari percepirebbero anche Hibiki e il Silver del tuo mondo. Io me ne sono accorta solo perchè so la verità. -
- E gli altri sono spariti per questo? -
- Chissà... - sospirò l'altra. - Il non sapere perchè il mondo stava finendo forse li ha fatti impazzire. Essere al corrente di tutto aiuta a farsene una ragione, com'è successo a me. -
Non aggiunsero altro e decisero di tornare dove Kotone era apparsa.

Effettivamente si era aggiunto un pezzo di terra dove Kotone, voltandosi la prima volta, aveva visto solo mare.
Su di esso si ergeva un grande edificio ma l'interno non era come si erano aspettate.
I grandi computer, che sembravano più antiquati, erano nel posto giusto tuttavia mancavano dei tasti ed erano spenti.
Inoltre non c'era traccia dei teletrasporti.
- Non è uscito bene... - commentò la 'creatrice' del luogo. - Questo mondo non accetta tecnologie che non esistevano quando è stato inventato. Infatti io i dati dei teletrasporti li ho messi, ma non è comparso nulla. -
- Anche se fosse uscito uguale non c'era la certezza né di trovare i miei pokémon né di tornare a casa - mormorò Kotone avvicinandosi là dove ricordava il pannello dov'era sparita.
Kris, intanto, aveva provato ad attivare i computer ma fu inutile.
Sospirò ma l'urlo dell'altra ragazza la fece sussultare.
- Kotone? - le corse vicino.
L'allenatrice più giovane si trovava davanti a ciò che, fino a qual momento, non aveva ancora consapevolezza essere la realtà: uno scorcio fatto di pixel, di dati indefiniti ma indubbiamente digitali.
Fissava incredula il muro e lo spazio vuoto distorcersi, mischiarsi con oggetti vicini e, infine, gridò ancora quando si accorse che la stessa cosa stava accadendo alle sue gambe e al suo braccio sinistro.
- Kotone! - la chiamò di nuovo Kris ma l'altra sembrò non sentirla. Tremava fissando il suo corpo perdere forma, senza riuscire a muoversi, terrorizzata com'era.
L'ex-allenatrice le afferrò la mano sana. La tirò verso di sé e Kotone cadde a terra inginocchiata.
- Kotone, calmati! - urlò la più grande, ma l'altra continuava a non staccare gli occhi dai suoi arti, se così ancora poteva definirli.
Capendo che era tutto inutile Kris decide di passare alle maniere forti.
Si mise in ginocchio davanti alla ragazza, alzò il braccio e le diede un forte schiaffo sulla guancia, tanto da farle voltare la testa.
Kotone fissò nella direzione in cui era stata costretta dal colpo a guardare, poi parve riprendere lucidità e guardò Kris.
Lei ricambiava, con cipiglio serio.
- Calmati! Se perdi la testa sparirai esattamente come tutti gli altri! -
A quelle parole Kotone sobbalzò.
Vedendo comunque che il suo metodo aveva avuto l'effetto sperato l'espressione dell'ultima abitante del mondo di Cristallo di addolcì.
- Andrà tutto bene - la rassicurò, abbracciandola. - Ti farò tornare a casa insieme ai tuoi pokémon. Non permetterò che tu rimanga intrappolata qui. Te lo prometto - le sussurrò.
Sentendo quelle parole, Kotone pensò alla grande forza di volontà della sua controparte e ricambiò la stretta, scoppiando a piangere.
Kris avrebbe voluto permetterle di sfogarsi ma non c'era tempo e si allontanò appena da lei.
- Usciamo da qui. Se ti allontani dal bug dovresti tornare normale - le disse cercando di sollevarla.
Ci riuscì a fatica, essendo l'altra ancora spaventatissima.
- Coraggio, prima che sia troppo tardi! - esclamò poi, uscendo di corsa dall'edificio.
Una volta fuori, fortunatamente, il corpo di Kotone tornò normale e Kris tirò un sospiro di sollievo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Avevo detto a un paio di persone che non avrei postato fino a quando i capitoli non fossero stati betati.
Ma io e la beta non riusciamo proprio a essere connesse nello stesso momento e le cose stanno andando troppo per le lunghe.
Quindi, come sempre, il capitolo lo posto non betato. Comunque ho cercato di correggre da me ciò che di solito sbaglio, quindi, spero, ci sarà poco da correggere. Scusate l'attesa.





Se solo ci fosse stato qualcosa da bere, Kris l'avrebbe offerto a Kotone per calmarla.
In ogni caso il corpo della ragazza era tornato normale ed era un buon segno.
L'ex-allenatrice fissava il mare in silenzio, con un' espressione triste.
Kotone, seduta a terra accanto a lei, si stringeva le gambe con le braccia, rannicchiata.
- Quello... era un bug? - le chiese con voce tremante.
- Sì - le rispose la ragazza con i capelli blu, voltandosi a guardarla con apprensione.
- È capitato anche a te? - domandò dopo qualche istante di esitazione.
- Sì - ripeté l'altra. - È capitato a tutti quelli che abitavano questo mondo. È così che si sparisce. - spiegò.
Kotone notò come lo sguardo di Kris fosse addolorato e si alzò preoccupata.
L'altra si voltò verso di lei senza nascondere i propri sentimenti, poi tornò a guardare davanti a sé. - Ho visto sparire Silver - spiegò poi.
L'allenatrice spalancò gli occhi e per un attimo smise di respirare, a quella rivelazione. "Ha visto sparire una persona in quel modo..." pensò.
- Ciò che ti è successo... quando tutto il corpo diventa instabile vieni cancellato per sempre - abbassò lo sguardo. - Allora non sapevo la verità... -
Kotone le strinse la mano e Kris ricambiò.
- Non hai mai pensato di inserire di nuovo i dati? - le chiese.
La più grande scosse la testa - Non mi sembra giusto. Finché si tratta di oggetti e case ce la faccio. Ma una persona... una persona che, nonostante tutto, consideravo amica... Ci ho pensato, in passato. Ma vedendo i disastri che facevo, se andasse male... sarebbe ancora più doloroso. -
- Hai ragione. Non dovevo chiederlo - anche la ragazzina abbassò la testa e rimase in silenzio a riflettere per un po', prima di riprendere la parola. - Come hai fatto? -
- Cosa? - si ridesto anche l'altra, voltandosi verso di lei.
- A resistere. A non impazzire nonostante tutto... - spiegò Kotone con voce incrinata. - Anche se sai che tutto questo è un programma è comunque così doloroso e terribile. -
Lei era lì da poco eppure stava già per perdere il controllo.
Kris, invece, vedeva e viveva certe cose da tantissimo tempo, completamente sola.
L'ultima abitante del mondo di Cristallo decise di raccontarle tutto. - Ho sempre avuto un legame speciale con questo mondo. Così come percepivo la presenza di Gold pur non avendolo mai incontrato riuscivo anche a sentire che stava succedendo qualcosa, qui. Io e Silver, per scoprire perchè tutto si era fermato e perchè pokémon e persone sparivano, avevamo iniziato a viaggiare insieme. I bug e tutte le stranezze che avevano cominciato ad accadere ci fecero in qualche modo intuire, o comunque nutrire dei dubbi, sulle nostre vere origini. Silver sparì quando si rese conto che nessuno dei suoi pokémon era rimasto. -
- Kris... -
- Quando cominciò a sparire si voltò verso di me. Aveva un'espressione incredula, come se non credesse che stesse succedendo davvero a lui. In quell'istante anche la presenza di Gold scomparve. Improvvisamente mi ricordai delle parole dei programmatori, sebbene fino a qual momento non mi fossero mai venute in mente, nemmeno quando vidi che questo mondo era fatto di dati. Volai alla Game Freak e allora ebbi la certezza che questo era un mondo digitale. In quel momento ho cominciato a sentire un'altra presenza. Qualcuno che non era Gold. Qualcuno simile a me ma che non ero io. Ho cominciato a sentire la sua presenza, Kotone. -
Kris chiuse gli occhi e alzò appena la testa, quasi come stesse ascoltando un suono che non poteva sentire o per farsi accarezzare da un vento che aveva smesso di soffiare da molto, ormai.
Tutto, attorno a loro, era spento e grigio eppure, agli occhi dell'allenatrice, Kris sembrava brillare, in qualche modo.
- Questo è il mio mondo - riprese la più grande. - Io posso esistere solo qui. Da quando ho preso questa consapevolezza sono riuscita a mantenere il controllo e a resistere al dolore e alla solitudine - concluse e tornò a guardare la sua controparte.
Anche quest'ultima assunse un' espressione triste. In qualche modo Kotone si sentì in colpa.
La forza dell'altra, quel suo risplendere in un mondo ormai morto, l'appartenere a qualcosa... anche se sapeva quanta disperazione ciò comportava Kotone si rese conto di invidiare Kris.
Perchè Cristallo era il mondo di Kris così come Oro e Argento erano quelli di Gold e Silver.
E il mondo da cui proveniva lei? Erano i rifacimenti di quei due mondi quindi erano sempre i mondi di Gold, ovvero Hibiki, e Silver. Il legame che Kris aveva quel suo mondo ce lo avevano sicuramente anche i suoi due amici.
Ma lei? Lei apparteneva davvero a Heart Gold e Soul Silver?
Durante il racconto Kotone pensò che forse, sparendo, Silver è stato semplicemente trasferito nei nuovi mondi. Lo ipotizzò quando Kris le disse che con Silver scomparve anche Gold e poi cominciò a sentire anche lei.
E se quel momento coincidesse con la creazione del suo mondo?
Venne colta da un senso di solitudine e iniziò a piangere. Kris fu sorpresa da quella reazione.
- Non è giusto. Invece che me potevano mettere te, nei nuovi mondi! Perchè devi rimanere qui sola a vivere tutto questo? -
- Ma cosa dici? - domandò l'altra stupita. - Tu sei stata creata per quei mondi! -
- Ma anche Hibiki... no, Gold. Gold e Silver era stati creati per altri mondi eppure erano sia qui che negli altri. -
- Te l'ho già detto: non aveva senso mettere una Kris in un mondo dove, originariamente, non esisteva. E non sarebbe cambiato nulla per me. -
Kotone scosse la testa. - E se invece fosse cambiato qualcosa? E se Gold e Silver fossero semplicemente stati trasferiti? -
L'ex-allenatrice rimane immobile a guardarla. Per un momento parve considerare seriamente quell'eventualità. Ma poi sorrise appena, e scosse la testa - Non è possibile. Se così fosse sarebbe bastato trasferire anche questo mondo, o modificarlo, invece di lasciarlo morire. Certo, come abbiamo appena scoperto è possibile che qualcuno venga trasferito in un altro mondo, com'è successo a te. Ma è per un bug. Normalmente non sarebbe possibile. Gold non è Hibiki. Si può dire che Hibiki sia 'un clone'. Ma il Gold che conosco io ero a sua volta un clone di quello del mondo Oro e Argento. Non è come dici tu. -
- E se invece che me ci andassi tu nel mio mondo? Abbiamo lo stesso ruolo, forse il programma ti accetterebbe! Sei arrivata prima tu, non è giusto che io ti abbia sostituita! -
Kris rise. - No, perchè è il tuo mondo, appunto. Tu non mi hai sostituita perchè io non sono mai esistita in Oro e Argento. Io sono 'Crystal'. Io devo rimanere qui. Non accetterò di vivere in un mondo non mio. -
- Ma... - tentò di insistere Kotone.
- Un giorno anche il tuo mondo farà questa fine - la interruppe subito la più grande. A quelle parole Kotone si bloccò e la fissò. - Siamo programmi, come puoi immaginare tutti i programmi diventano obsoleti se non aggiornati. Tutto ciò che è virtuale prima o poi sparirà. Se tutto deve avere una fine è giusto che tu, in quel momento, stia lì e non qui.-
- Kris... tu sei una ragazza veramente forte. -
- Lo sei anche tu - le rispose, carezzandole affettuosamente la testa.
- No, io sono orribile! Per un attimo ti ho invidiata perchè tu appartieni a un mondo tutto tuo anche se hai sofferto così tanto! Io non credo di appartenere a quei mondi, per questo ho pensato di averti sostituita, in qualche modo. -
- Non l'hai fatto. Non è come dici tu. Anche se fossi stata come me saremmo sempre state due persone diverse. Io sono grata ai nostri creatori proprio perchè tu sei diversa da me. Darti il mio nome e il mio aspetto sarebbe stato come essere davvero sostituita. Invece posso dire di essere unica. Io esisto solo in un mondo, a differenza di Gold e Silver e, sicuramente, di tanti altri. -
Kotone si asciugò le lacrime abbassando però lo sguardo, piena di vergogna. Kris aveva ragione e ne sapeva anche più di lei. Probabilmente non sarebbe davvero cambiato nulla.
- Ecco perchè dico che sei forte - ripeté l'allenatrice.
- In una situazione come la nostra è anche facile essere egoisti - mormorò Kris carezzandole una guancia. - Ma tu stai piangendo per me. Ecco perchè sei forte. Certamente, quando anche il tuo mondo finirà, tu non distoglierai lo sguardo. -
La più piccola annuì e finalmente parve calmarsi almeno un po'.
- Dobbiamo trovare un modo per farmi tornare a casa - sussurrò, più a sé stessa che all'altra ragazza.
Kris annuì ma appena si mossero il paesaggio attorno a loro cambiò.
Comparvero alberi, laghetti, staccionate. Tutto all'improvviso e, sembrava, senza logica.
Kotone si strinse istintivamente a Kris e, mentre lo faceva, il paesaggio cambiò di nuovo. Tutti gli elementi comparsi poco prima cambiarono posizione.
- Cos... cosa sta succedendo? - domandò con voce tremante. Più rimaneva lì più erano spaventose e assurde le cose che le accadevano.
L'altra si concesse qualche istante per osservare bene ciò che stava accadendo, prima di rispondere. - La Città dei Numeri! - esclamò.
- La Città dei Numeri? -
- Accidenti! Compare a volte, se modifichi il programma! Ed è pericolosissimo, le probabilità di essere coinvolti in bug letali è altissima! Di nuovo... ho fatto lo stesso sbaglio! - Nel dirlo Kris si inginocchiò, come se tutta la determinazione che aveva sempre avuto fosse improvvisamente scomparsa. - Se anche tu sparissi per colpa di questo... - bisbigliò osservando due alberi (uno e mezzo, più precisamente. Ed erano separarati da dei '9' fluttuanti a mezz'aria.) tra due edifici.
Questa volta fu Kotone a sollevarla. - Allora andiamocene! Non perderò la testa di nuovo! - Fece per portarla via e Kris non fece in tempo ad avvertirla di non muoversi.
Appena la più piccola delle due fece un passo, infatti, il paesaggio cambio ancora e si trovarono bloccate in un spazio ridotto dalle staccionate.
- Ora non possiamo più muoverci! Camminando i dati si mischiano e compaiono cose diverse - spiegò l'ex-allenatrice. - Tutti gli elementi dentro al mondo, come vedi, appaiono casualmente. -
- M-ma come fanno a cambiare? -
- Noi siamo dentro questi dati. Muovendoci li mischiamo. -
- Cosa facciamo? - gridò la più piccola, agitata.
- Dobbiamo volare via! Torniamo a Borgo Foglianova! -
Kotone chiamò il suo Pidgeot e salirono sulla sua groppa. Ma proprio quando stavano per volare via la proprietaria del pokémon senti qualcosa di familiare.
Si guardò attorno e, incastrato tra un albero e un muro, vide un Bidoof. Capì subito che si trattava del suo.
- Bidoof! - Urlò infatti e salto giù dal pokémon ignorando le grida di Kris che le ordinò di non farlo.
Intorno tutto cambiò ancora e Kotone finì in acqua.
In realtà non era esatto, perchè l'allenatrice si ritrovò inginocchiata su quello che sembrava essere un Lapras ma l'umana era quasi certa che non fosse un pokémon reale.
Era così stupita che non riuscì a dire nulla e rimase letteralmente a bocca aperta.
- Di male in peggio! - Esclamò la sua controparte. Se muovendosi l'acqua fosse sparita prima che lei riuscisse ad uscirne completamente, sarebbe rimasta incastrata.
- M-ma questo...? - balbettò.
- Tranquilla, è 'un pokémon' creato dal mondo. Non sei programmata per nuotare ma solo per far usare surf ai pokémon quindi ora che sei finita in acqua ha fatto comparire la 'sagoma'. In ogni caso esci. -
Kotone non aveva capito bene cosa l'altra intendesse con 'sagoma', comunque provò a uscire ignorando 'il Lapras' sotto di lei che, comunque, non sembrava essere vivo.
Ottenne solo di allargare il laghetto. Fortunatamente, così facendo, il pokémon di Sinnoh fu libero.
- Non muovetevi! - gridò Kris.
Pidgeot cercò di avvicinarsi alla padrona, seguendo le indicazione dell'altra ragazza rimasta sulla sua groppa.
- Kris! Quello è il pokémon! Non posso volare via lasciandolo qui! -
- Prima salvo te! Se stai in acqua sei in pericolo! - le spiegò.
Kotone annuì e allungò la mano permettendo a Kris di farla risalire sul pokémon.
Bidoof osservava immobile, attendendo fiducioso.
- Bidoof, ci avviciniamo. Tu salta! - ordinò la sua allenatrice, in modo da ridurre i passi del pokémon.
Lui obbedì e venne preso al volo da Kotone che lo strinse forte a sé.
- Come sono felice di averti ritrovato! -
La creaturina si strinse alla ragazzina, agitato.
Davanti a loro Kris sorrideva.
Dopo il primo momento di commozione, la padrona dei pokémon si rivolse alla ragazza.
- Com'è possibile che Bidoof fosse qui? -
- È qui che sei comparsa. Forse, come avevo ipotizzato, i tuoi pokémon sono rimasti intrappolati dal bug. Se così fosse il bug che ti ha portato qui è la 'Città dei Numeri'. -
- Di cosa si tratta? -
Kris si mise a guardare il suolo sotto di loro. - Di solito quando vai in posti in cui non dovresti andare, oltre gli alberi che circondano le città o oltre il mare il programma compensa creando un paesaggio a caso. Ultimamente capitava anche quando sbagliavo a inserire dei dati, come in questo caso. Ma non credevo che si potesse anche raggiungere un altro mondo. -
- Forse i programmi erano già connessi prima - azzardò Kotone, che ormai cominciava a capire come ragionare in quella situazione.
- Intendi dire che normalmente tutti i mondi sono uniti? -
- Siamo sempre dati in un computer, no? Se tutti i mondi fossero nello stesso computer... -
-... anche se normalmente sono mondi distinti è possibile che per qualche motivo si siano mischiati! - concluse per lei Kris.
Quest'ultima rimase in riflessione per un po'. Se fosse davvero così quello che aveva detto Kotone prima, ovvero che le persone possono essere trasferite in un altro mondo, poteva essere esatto.
- In ogni caso - cambiò discorso la ragazza dai capelli blu - anche gli altri due pokémon potrebbero essere qui. -
- È vero! - concordò Kotone. - Bidoof, hai mica incontrato Shinx e Numel in questo posto? -
Il pokémon annuì.
- E sai dove sono ora? -
Questa volta scosse la testa.
- Muovendosi la zona cambia e ci si perde facilmente di vista. Anche se li cercassimo potremmo metterli in pericolo o perderci noi - informò Kris.
- A maggior ragione non posso abbandonarli qui! - gridò la proprietaria dei pokémon.
Kris sorrise. - Lo immaginavo. Per il momento prova a chiamarli. Il paesaggio non cambia quindi potrebbero essere rimasti bloccati da qualche parte. -
Kotone annuì e cominciò a gridare i loro nomi. Ma non udì alcuna risposta. Che fosse già troppo tardi? Strinse a sé Bidoof ma questi, all'improvviso, saltò giù non solo dalle sue braccia ma anche dalla groppa di Pidgeot.
- Bidoof! - esclamò la sua padrona scendendo anche lei, senza pensarci, dal pokémon volante.
- Stupidi! Che fate? - si lamentò Kris.
- Scusaci - mormorò Kotone ma il pokémon, capendo di non dover muoversi, puntò comunque davanti a sé. - Forse Bidoof sa qualcosa. - si rivolse Kotone a Kris.
Il 'topaffuto' azzardò a fare un passettino. Molto lentamente avanzava anche se il paesaggio cambiava comunque. Andare piano dava solo l'impressione di poter evitare i pericoli.
Kotone, rimasta immobile a guardare preoccupata il suo pokémon allontanarsi, riuscì a intravedere il suo Shinx.
La creaturina, accucciata a terra con gli occhi chiusi, si accorse di loro e cominciò a correre verso la sua allenatrice.
Attorno a loro, però, tutto cominciò a modificarsi velocemente, i pixel si mischiarono nuovamente e Kotone, improvvisamente, si ritrovò in uno spazio tutto nero.




Note finali: Mi senbra doveroso spiegare perchè ho detto che la 'Città dei Numeri' compare quando vai in un posto dove non dovresti andare.
In Blu, Rosso e Giallo non era così e la 'Città del Numeri' originale è quella che compare in quei giochi.
In Oro, Argento e Cristallo, invece, si può arrivare a una specie di 'Città dei Numeri' usando il codice per attraversare le pareti e gli alberi. In questo modo, andando oltre le città, dove di solito non si può camminare, il gioco non sa cosa far comparire e a volte crea un paesaggio a caso.
Ho visto pochi video e non era esattamente come il bug dei primissimi giochi ma ricordo bene che la spiegazione era quella.
Lo spazio nero finale, invece, non c'entra nulla, troverete la spiegazione nel prossimo capitolo :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Un attimo prima era accucciata, attendendo che anche il secondo pokémon disperso tornasse da lei.
Subito dopo il buio. Letteralmente.
Kotone si mise in piedi e si guardò attorno.
- Kris? Bidoof? Shinx? - chiamò. Non sentiva nulla, nemmeno la propria voce.
Si mosse di qualche passo ma l'oscurità non le permetteva di capire dove stesse andando. Non c'era nessuno. Non percepiva nulla. Non vedeva, non sentiva, non riusciva a toccare nulla. I suoi occhi non riuscivano ad abituarsi al buio e non intravedeva nemmeno la più lieve luce. Capì che non ce n'era. L'oscurità era totale. Venne assalita dalla paura e si mise a gridare disperata, nascondendosi il volto come per coprire le tenebre attorno a lei con l'ombra delle mani.
E se non fosse più riuscita a uscirne? E se fosse rimasta per sempre intrappolata in quel 'nulla'?
- Hibiki... - sussurrò in un singhiozzo.

- Ah! -
Hibiki si ritrovò in piedi in mezzo alla sua stanza mentre Marill, il primo pokémon che aveva in squadra, scorrazzava felicemente attorno a lui.
- Ma mi sono addormentato in piedi? - si chiese grattandosi la testa, in stato confusionale.
Ricordava vagamente di aver avuto voglia, durante la sua avventura, di fare un salto a casa. Era salito in camera a rilassarsi e poi... bhò, non ricordava.
- Che idiota che sono - rise.
Poi roteò gli occhi, guardando la stanza. Ne osservava ogni angolo quasi con diffidenza, come se ci vedesse qualcosa di insolito.
Si posò una mano sul petto. Non sapeva perchè ma aveva una strana sensazione.
Era come se 'sentisse' qualcosa di strano, qualcosa di indefinibile e non piacevole. Una sorta di inquietudine per chissà cosa.
Uscì di casa salutando distrattamente la madre e, fuori dalla propria abitazione, una forte folata di vento lo costrinse a chiudere gli occhi.
Un vento del genere era perenne lì, a Borgo Foglianova.
Hibiki guardò il cielo e, sempre non capendone il motivo, venne preso quasi dalla tristezza.
Prese il pokégear, aprendo la rubrica telefonica.
Il primo numero nella lista era quello di Kotone e il ragazzo fissò quel nome sullo schermo.
Di tanto in tanto gli veniva voglia di sentirla quindi la chiamava, a meno che non fosse lei a chiamare lui ma in quel momento era diverso.
Voleva telefonarle come per essere sicuro che stesse bene.
- Hibiki, buongiorno! Sei passato a trovare tua madre? - lo salutò il professor Elm.
L'allenatore chiuse il pokégear e si voltò verso l'uomo.
- Buongiorno, professore. -
Lo studioso si avvicinò a lui - Come va col tuo viaggio? -
- Mh, bene - rispose senza entusiasmo, addirittura scostando lo sguardo come se non avesse avuto realmente voglia di rispondergli.
- Tutto a posto? Ti vedo strano. -
- Mh, non so. È che ho... no, lasciamo stare. Mi scusi, ora la saluto. -
Corse al percorso 29, lasciando il professore abbastanza stupito.
Per un istante gli era venuto in mente di dirgli della sua brutta sensazione. Ma alla fine ci aveva ripensato: non sapeva nemmeno lui cosa dirgli e sicuramente l'uomo non poteva fare nulla.
E se ne avesse parlato a Kotone? Non che lei potesse aiutarlo, o forse sì vista la voglia di sentirla. Che fosse coinvolta col suo stato d'animo?
Riprese il pokégear, esitando però nel accedere ancora alla rubrica. Aveva forse paura che lei non rispondesse?
- Sciocchezze - mormorò sorridendo appena. - Lei mi risponde sempre. Ora la chiamo e mi passerà tutto - si disse, premendo il pulsante.

- Kotone! Kotone! -
Piegata appena verso il basso, pur rimanendo in groppa a Pidgeot, Kris fissava l'acqua comparsa all'ennesimo passo del pokemon di Sinnoh e dov' era scomparsa Kotone.
Preoccupata, ignorò ciò che lei stessa aveva detto e scese dal pokémon.
Appena il suo piede toccò quello spazio distorto l'acqua scomparve e lei si inginocchiò, posando le mani sul terreno, sbattendole poi a terra.
- No! - urlò.
Tremò appena poi si accorse di poter sentire ancora la presenza della sua controparte.
Chiuse gli occhi e dovette solo sperare che fosse tornata nel suo mondo.

Il 'nulla' che la circondava la stava esasperando. A nulla serviva nascondere il volto con le mani, il terrore cresceva.
Rimase immobile per un po'. Stava per scoppiare a piangere ma si ricordò delle parole di Kris.
Doveva farsi forza e cercare una soluzione!
Si impose di stare calma e cercò una qualche luce o un suono.
Mosse le braccia come per capire se ci fosse qualcosa e avanzava tenendo gli occhi serrati. Forse, camminando, sarebbe potuta uscire da quel luogo.
"È un bug anche questo? È così diverso dall'altro..." pensò.
Si mise anche a correre, sentendo l'inquietudine crescere. Non voleva rimanere intrappolata lì! A quel punto sarebbe stato meglio sparire poco prima, in quell'ammasso di pixel!
- Qualcuno... mi aiuti... Kris! Kris, ti prego, ci sei? -
Qualcosa dentro di lei la convinse che no, lei non c'era. Non sapeva perchè ma, appena finì di chiamarla, ne ebbe la certezza. Forse era quella la loro connessione? Forse non era più nel mondo di Cristallo ma da un'altra parte?
A tastoni cerco il pokégear nella sua borsa e lo aprì. Anche senza vedere sapeva bene come si poteva accedere alla rubrica. Premette subito il pulsante per avviare la chiamata. Il primo numero era quello di Hibiki. Era una vana speranza ma si augurava che almeno in quello strano posto potesse sentire la sua voce.

Non aveva sentito nemmeno squillare.
Hibiki guardò le tacche nel pokégear. C'era la massima ricezione. Che si fosse rotto?
In ogni caso quel fatto non faceva altro che accrescere quella strana sensazione. Che cos'era?
- Kotone... dove sei? - mormorò.
Dal pokégear, sebbene non avesse squillato, Hibiki sentì qualcosa.
Lo avvicinò all'orecchio, per ascoltare meglio.
Sembrava un rumore in lontananza ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Forse era Kotone che aveva risposto ma c'era poco campo? Però era talmente poco chiaro che non ne poteva esserne certo.
Ascoltò qualche secondo finché il misterioso suono cessò.
Il ragazzo fissò lo schermo del pokégear, poi lo chiuse sospirando.
La sensazione e il peso che sentiva dentro di sé, si erano fatti persino più forti.

Nulla. Non aveva sentito nemmeno squillare.
Kotone chiuse l'apparecchio, stringendoselo al petto.
Come nel mondo di Cristallo anche lì, evidentemente, non c'era campo. O proprio non era possibile comunicare con un altro mondo.
- Come faccio a uscire da qui? - si chiese.
D'un tratto percepì come se fosse andata a sbattere contro qualcosa e poi venne spinta via con violenza, cadendo seduta a terra.
- C-cosa...? - balbettò. Il terrore era tornato e questa volta non riusciva a calmarsi. - Cos'è stato? C'è qualcuno? -

- Mi dispiace. Mi dispiace tanto... - mormorò Kris abbracciando i due pokémon della sua controparte. Era come se la Kris inconsapevole e impaurita fosse improvvisamente tornata. Aveva visto, dopo tanto tempo, qualcun'altro sparire davanti a lei, per giunta un'allenatrice venuta da un altro mondo. Questo fatto riaccese un enorme dolore nel suo petto e non riuscì a trattenersi dal piangere, questa volta. - Avevo promesso che l'avrei riportata a casa insieme a voi, che non le avrei permesso di sparire in un mondo come questo... Invece ho peggiorato la situazione! -
I due pokémon, benché non conoscessero quella ragazza che a loro ricordava la loro padroncina, fecero dei versetti lasciandosi stringere.
Anche Pidgeot, tornato a terra, sfregò la testolina sulla guancia della ragazza.
- Non so cosa fare. Se volassimo via questo posto, ai nostri occhi, sparirà. -
Shinx, sentendo quelle parole, si accucciò semplicemente a terra.
Kris lo fissò. - È pericoloso rimanere qui... dobbiamo andarcene prima che spariate anche voi! -
Il pokémon scosse la testa. Voleva attendere lì.
L'ex-allenatrice gli carezzò la schiena - Le volete molto bene, vero? Il legame tra umani e pokémon è meraviglioso in ogni mondo. Sono contenta di questo. D'accordo. Proviamo a fare qualche passo, se il paesaggio cambia forse la ritroveremo. -
Il pokemon volante si accucciò. Avrebbe camminato tenendo in groppa Kris e i suoi due colleghi pokémon.
Subito la ragazza capì e, ascugandosi le lacrime, salì. Non doveva cedere. Kotone esisteva ancora, lo sentiva. Non era tutto perduto. Non doveva lasciarsi andare, come faceva un tempo.
Pidgeot si muoveva lento e irrequieto. Bidoof, in braccio a Kris, tremava. A nulla servivano le carezze dell'ex allenatrice.
Shinx si guardava attorno. Era incuriosito e spaventato da quel posto. Fissava alberi e tetti comparire nel nulla, spalancava gli occhi nel vedere addirittura numeri fluttuare in aria.
Da quando si era ritrovato lì non si sentiva bene. E forse anche per Bidoof era lo stesso. E per Numel che, per i pochi istanti in cui l'aveva avuto accanto, aveva visto dolorante.
- Continuando a camminare la situazione peggiorerà - li informò l'umana.
Si guardò attorno. I dati erano sempre più confusi e osservare i dintorni faceva venire addirittura il mal di testa.
Di Kotone neanche una traccia e purtroppo non sapeva come riportarla indietro. Ogni volta che comparivano distorzioni del genere, perdeva per sempre qualcuno.
- Mamma... - bisbigliò persa in dolorosi ricordi, incurante dei successivi sguardi incuriositi dei pokémon.
Pidgeot attirò l'attenzione della ragazza con un verso.
Poco lontano, accucciato a terra, vide qualcosa che sembrava molto un pokémon.
Kris non lo conosceva ma era ovvio che si trattasse del Numel di Kotone.
- Pidget, avvicinati facendo meno passi possibili! - gli ordinò.
Il volatile annuì e con pochi balzi, consapevole di non dover volare per non far sparire quello strano posto, raggiunse il compagno.
Kris scese dalla sua groppa e si avvicinò al pokémon di fuoco il quale, accortosi della sua presenza, tremò impaurito.
- Tranquillo. Sono un'amica di Kotone - gli sussurrò lei, inginocchiandosi vicino alla creaturina.
Numel la guardò. Vide anche gli altri pokémon che, probabilmente, lo tranquillizzarono con i loro versetti quindi si lasciò prendere in braccio.
- Sarà felice di rivedervi tutti e tre, quando la ritroveremo - mormorò la ragazza più per farsi forza che altro. Perchè lei doveva ritrovare Kotone. Assolutamente!

A fatica, poiché le sue gambe non si muovevano più come avrebbe voluto, Kotone si rimise in piedi.
Tremava e si stringeva con le braccia.
Non riusciva più a pensare lucidamente, si guardava attorno come se potesse vedere qualcosa oltre che l'oscurità ma non osava più fare un passo.
- Non voglio rimanere qui - mormorò, ansante. Deglutì. - Non voglio rimanere qui! Non voglio rimanere qui! - iniziò a gridare, benché lei stessa non poteva sentirlo, in lacrime. - Qualcuno... mi faccia uscire... -
Nuovamente sentì qualcosa spingerla via. Non ebbe il coraggio di opporsi e capì che stava venendo letteralmente trascinata da qualcosa.
Non importava, magari, così, da qualche parte sarebbe arrivata. Strizzò gli occhi, singhiozzò, pregò che tutto andasse bene o che finisse in qualche modo. Non gli importava dove. Ma voleva andarsene da qual posto.
Quando riaprì gli occhi vide finalmente qualcosa. La vista era, in quel momento, appannata e non sapeva bene cosa avesse davanti ma qualcosa c'era e quello era abbastanza per calmarla almeno un po'.
Si voltò con la testa. Dietro di lei c'era ancora il buio ma, con un'ultima spinta, ne uscì.
E allora, per un' istante, Kotone intravide un ragazzo sconosciuto, il quale, dopo aver assunto un'espressione sorpresa, si volatilizzò davanti a lei.
Chi era? Non l'aveva visto bene in volto, appena si rese conto che era sparito l'unico particolare che ricordava era una sciarpa bianca.
Kotone toccò con i piedi un terreno. Perse l'equilibrio e cadde in ginocchio.

- Kotone! - la chiamò Kris, raggiungendola.
La ragazza si voltò verso di lei ancora confusa con sguardo vacuo, come se non avesse riconosciuto la voce dell'amica, e venne abbracciata dalla sua controparte.
- Kotone! Per fortuna ti ho trovata! -
- Kris? - bisbigliò dopo qualche istante.
Roteò gli occhi e capì di essere tornata a Fiordoropoli o meglio alla Citta dei Numeri.
- Cos'è successo? - chiese.
- È quello che mi chiedo anche io! Sei sparita... ti abbiamo cercata dappertutto. Poi sei apparsa davanti a noi. -
Kotone rimase in riflessione poi parve fare mente locale.
- Mi trovavo... in uno spazio nero. -
- Uno spazio nero? - le fece eco l'altra.
- Non... non vedevo nulla! Non sentivo alcun suono! Non c'era niente lì. Poi è arrivato un ragazzo e mi sono ritrovata fuori - spiegò agitata stringendo le mani sulle braccia dell'ex-allenatrice.
- Un ragazzo? Chi? Lo conoscevi? -
- No, mai visto. Che bug era, quello? -
- Non lo conoscevi, allora? - Kris assunse nuovamente un'espressione pensierosa. - Non ho idea di cosa fosse quel bug, non l'ho mai visto. Che fosse... un bug di un altro mondo? -
- Un altro mondo? -
Kris annuì - Oltre ai nostri devono esisterne altri. Purtroppo non li conosco bene. Forse avevi ragione tu, prima. Tutti i mondi sono connessi. O forse un bug li sta connettendo e sta facendo danni. -
La ragazzina mugugnò e, appena riuscì a rendersi davvero conto di essere tornata scoppio a piangere. - Oddio! Avevo una paura terribile! Temevo sarei rimasta lì per sempre! - esclamò abbracciando l'amica.
La ragazza con i capelli blu ricambiò la stretta. Senza farsi vedere dall'altra, le sfuggì qualche lacrima di commozione - Avevo paura anche io. La città dei numeri è comparsa a causa mia e delle mie modifiche al programma... se ti fosse successo qualcosa non avrei potuto accettarlo. -
Kotone avrebbe voluto tranquillizzarla dicendole che non era colpa sua ma era così scossa che non ci riuscì.
Kris si calmò da sola e si allontanò dall'altra. - Forza, usciamo di qui. Vieni, che c'è una bella sorpresa per te. -
Si alzarono e, mano nella mano, si avviarono verso i pokémon.
Se non fosse per una staccionata comparsa davanti a lei all'ennesimo suo passo, l'allenatrice sarebbe corsa verso le creaturine.
Furono loro, invece, a raggiungerle e la ragazza poté finalmente abbracciare anche Numel.
- State bene! Grazie al cielo state tutti bene! -
Appena in disparte Kris sorrise. Poi fu costretta a interromperli per ricordare loro di dover allontanarsi al più presto. Così, in groppa a Pidgeot, tornarono a Borgo Foglianova.




Nota finale: la scena iniziale con Hibiki è ovviamente una citazione all'Hibiki non giocabile, che da un certo punto del gioco in poi rimane sempre in camera sua col Marill che gli gira attorno.
Dal loro punto di vista entrambi viaggiano e, allo stesso tempo, l'altro agisce come personaggio non giocabile, anche se gestire questa cosa è un po' complicato per me. XD

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- Ehi, Silver! - esclamò Hibiki, appena arrivato ad Azzurropoli, vedendo l'amico -sicuramente il diretto interessato non la pensava allo stesso modo ma Hibiki lo considerava tale, in fondo - uscire dal condominio della città.
Il ragazzo, notandolo, assunse la sua solita espressione infastidita. Ma perchè doveva incontrare lui, o l'altra sua amichetta, ovunque andasse?
Suo malgrado venne raggiunto dall'allenatore di Borgo Foglianova.
- Anche tu da queste parti, eh? - domandò, mentre anche il Marill del ragazzo salutava allegro.
- Mh - mugugnò semplicemente Silver, voltandosi da un'altra parte.
Hibiki non se la prese, abituato com'era all'atteggiamento scontroso dell'altro e subito cambiò discorso.
- Senti, Kotone non l'hai vista, vero? - sussurrò, quasi si vergognasse di chiederlo.
Silver sembrò perfino risentito a quella domanda e tornò a guardarlo - E perchè dovrei averla vista? - urlò.
- L'ho chiamata e non risponde - spiegò semplicemente lui, ignorando il tono di voce del ragazzo con i capelli rossi.
- Non riesci a starle lontano per più di un giorno, tu? -
Hibiki arrossì. - Non è questo! Comunque la sto cercando. Ti do il mio numero, se la vedi mi fai uno squillo? -
Silver cominciò a incamminarsi, dandogli le spalle - Non ho intenzione di assecondare le tue ansie da fidanzatino - gli rispose seccato.
- Ti prego. Lo so che forse esagero ma da prima ho una strana sensazione e mi serve sapere che Kotone sta bene! - si giustificò lui, ignorando l'insinuazione dell'altro.
A quel punto Silver si bloccò e si voltò appena per guardarlo. - Una strana sensazione? Di che tipo? -
- Non saprei spiegarlo... è come se avessi la certezza che fosse successo qualcosa. Non lo so - scosse la testa. Ora sicuramente l'amico l'avrebbe preso in giro.
- Capisco - disse invece l'altro.
- Davvero? - domandò incredulo.
- Per una strana coincidenza anche io oggi mi sento più o meno così. Non è normale. -
- Sicuramente. È la prima volta che dici di capirmi - ironizzò Hibiki.
- Ma figurati! - sbottò l'amico-rivale.
- Ok e qui che ci facevi allora? -
- Ero da quei spostati della Game Freak. Dicono cose assurde quelli. È stata una perdita di tempo. -
- Assurde? - Hibiki tentò di ricordarsi cosa dissero a lui quando entrò nel condominio di Azzurropoli. Rammentò solo il Lettore GB donatogli da uno dei programmatori.
- Mhà, urlavano qualcosa tipo che un virus avrebbe fatto finire il mondo e che dovevano porvi rimedio... - rispose tornando a incamminarsi, seguito questa volta dall'altro.
- Oh... - mormorò semplicemente il padrone di Marill, non capendo bene.
- Lascia perdere. Io me ne vado. -
- Aspetta! - lo bloccò Hibiki. - E se questa strana sensazione riguardasse questo? -
- Cos'è, ti sei montato la testa dopo aver cacciato il Team Rocket e ora vuoi essere il paladino della giustizia? -
- No. Ma contaci che se qualcun'altro tenta davanti ai miei occhi di fare del male ai pokémon io lo fermerò! E scusa se te lo dico ma per me non è un caso che entrambi abbiamo le stesse strane sensazioni. -
- Mi viene da vomitare... - commentò Silver sentendo quella frase.
Ma Hibiki ormai era deciso e, anche se con molta difficoltà, trascinò Silver alla sede dei programmatori.
In quel momento ci fu un leggero terremoto. Entrambi i ragazzini però ne rimasero turbati. Per esperienza sapevano che avvenimenti del genere significavano guai.

Kotone mise una mano nell'acqua del percorso 27. Non muovendosi, il mare sembrava quasi finto ma l'arto si immerse esattamente come succedeva nella sua Johto.
Tutti i suoi pokemon erano al sicuro nelle pokéball e con Kris era tornata nella loro città d'origine.
- Chissà quanto tempo è che sono qui... - mormorò quasi tra sé e sé l'allenatrice.
- L'orologio del pokégear dovrebbe funzionare - le rispose Kris in piedi poco più indietro di lei.
- Lo so. Ma quando ho visto l'ora ero così sconvolta che ho rimosso tutto - si voltò a guardarla. - Cosa facciamo, ora? -
- Non lo so. Ti direi che potremmo creare altri bug e andare a tentativi finché non troviamo quello per farti tornare a casa ma come avrai capito è improponibile. È troppo pericoloso. -
- Già - sospirò Kotone.
- Mi dispiace... - mormorò dopo un po' la ragazza dai capelli blu.
- Cosa? -
- Avevo promesso che ti avrei riportata a casa. Ma non so cosa fare. -
- Non me la prenderò certo con te se non ci riuscissi - le sorrise Kotone. - E poi mi andrebbe bene anche andare a tentativi, - continuò tornando a guardare il mare, - se solo avessi la certezza che tu rimanga con me. -
Kris la fissò - Come? -
- La cosa che più mi ha spaventata non era tanto il rimanere intrappolata in quel luogo buio ma essere rimasta completamente sola. Ho pensato che sarebbe stato meglio sparire prima, dentro il Centro Globale, perchè almeno tu eri accanto a me - spiegò.
L'ex-allenatrice si sedette accanto a lei. - Purtroppo non c'è nemmeno questa certezza - le rispose.
- Mi dispiace. -
- Di cosa? -
- Sto dicendo di non voler rimanere sola pur sapendo che, se riuscirò ad andarmene, lo rimarrai tu. -
- Non c'è problema. -
Kotone abbassò lo sguardo.
- Sul serio. È giusto così. Tu devi tornare nel tuo mondo - la rassicurò Kris, sorridendo come sempre. Ovviamente non le piaceva quell'idea, non le era mai piaciuto rimanere lì completamente sola, ma sapeva che era così che doveva andare per questo cercava di non mostrare esitazione nel rispondere alla sua controparte.
- Lo so... - sussurrò tristemente la ragazza castana.
Fissò nuovamente il mare per qualche secondo poi prese e aprì il pokégear.
Sullo schermo apparve subito la rubrica.
Kris le si avvicinò per sbirciare.
- Quello è il tuo pokégear? Wow, Hibiki è in cima alla lista - commentò con una punta di maliziosità che, tuttavia, non venne percepita da Kotone.
- Quando ero in quel posto ho pensato a lui. Ho provato a chiamarlo anche se sapevo che era impossibile. -
- Bhè, non è detto che lo sia. -
- Ma sono in un altro mondo, ora. -
- Che sono tutti connessi. Originariamente, da mondi differenti, due allenatori potevano lottare o scambiarsi pokémon. -
- Quindi andando in un centro pokémon potremmo riuscire a connetterci con qualcuno? - chiese speranzosa.
- Sarebbe stato possibile ma ormai non ci sono operatori. Potremmo provare, in effetti non ci ho mai pensato. Ma, anche se funzionasse, ci dovrebbe essere qualcuno 'dall'altra parte'. -
- Eh, già... - sospirò l'allenatrice. Quindi non c'era proprio nulla da fare? Praticamente era finita lì per caso, tramite chissà quale dei tanti bug che potrebbe non ripresentarsi mai più. Sì rabbuiò. Riflettendoci anche con calma, non trovava alcuna soluzione. E Kris non era onnisciente, per quanto sapesse molte cose su quel mondo. Probabilmente non poteva aiutarla. Kotone cominciava a pensare che sarebbe rimasta lì per sempre. E, nonostante non volesse lasciare sola la sua nuova amica, non riusciva ad accettare facilmente l'idea di non tornare mai più nella sua Johto, dai suoi amici e dalla sua famiglia.
- Ma visto che dobbiamo tentare il tutto e per tutto... andiamo a Fiorpescopoli! - decise la ragazza del mondo di Cristallo, prendendo per mano la propria controparte.
- Al Centro Globale abbiamo fallito miseramente. E ci siamo trovate in pericolo - mormorò disillusa.
- Perchè ho creato io l'edificio. Ma i Centri Pokémon e relativi piani superiori esistono già. Al massimo non funzionerà nulla. Cosa cambierebbe, allora, se rimanessimo qui? -
Kotone rimase zitta. Perchè provare sapendo già che non servirà?
Ma Kris, determinata, cercò di tirarla in piedi.
- Non arrenderti! -
- Sapendo che le mie speranze verranno infante perchè non dovrei farlo? -
- Perchè se lo fai sarà davvero tutto finito! - rispose la più grande.
- È già tutto finito, Kris! Conosci la situazione meglio di me, come potrei tornare a casa? - urlò, con le lacrime agli occhi. - Non c'è soluzione! -
- Una soluzione c'è sempre. -
- Se così fosse questo mondo non starebbe scomparendo. Va bene essere ottimiste ma cerchiamo di essere realiste! -
- La nostra realtà è molto più di quello che abbiamo sempre pensato, Kotone. Forse io non posso fare nulla per aiutarti. Ma se i tuoi dati sono qui significa che non sono nel tuo mondo. Si accorgeranno della tua scomparsa e magari ti ritroveranno qui. -
- Oppure rifaranno semplicemente i dati... - mormorò rassegnata l'allenatrice.
Kris assunse un'espressione adirata. - Stai parlando sul serio? - le chiese, con tono cupo.
- Anche per loro sarebbe più semplice così, no? Essere solo dei dati è comodo - le rispose. Erano cose terribili anche per lei che le diceva ma ormai vedeva tutto in negativo e quello era il suo modo di sfogarsi.
- Se la pensi così allora sarebbe davvero meglio se ci scambiassimo davvero! Io vado a Fiorpescopoli! - urlò la più grande e, camminando velocemente, si diresse verso il percorso 29.
Rimasta sola, Kotone si rannicchiò abbracciandosi le gambe. - Non c'è nessuno che può aiutarci... siamo sole. Completamente sole... - sussurrò, singhiozzando.

Al condominio c'era, in quel momento, uno strano via-vai di gente.
In realtà era così anche quando Silver era entrato prima di incontrare Hibiki, ma quest'ultimo lo notò solo in quel momento.
Una strana agitazione regnava e nessuno faceva caso a loro.
Nemmeno il terremoto fermava i programmatori e, in quel momento, persino l'amministratrice sembrava turbata.
I due allenatori presero allora l'ascensore riservato alla Game Freak e, appena arrivati, quasi si scontrarono subito con un uomo che dapprima li fissò, quasi stupito di vederli, poi, venendo richiamato dal suo capo, sobbalzò e si scusò.
- Che sta succedendo? - chiese allora Hibiki.
- Scusate per il terremoto di prima. Colpa mia - confessò la programmatrice, seduta sulla sua scrivania davanti al computer. Aveva un'aria afflitta.
- Ah, nulla - le rispose Hibiki.
Silver fece un passo avanti. - Che vorresti dire? -
- Ragazzi! - esclamò il direttore. - Non abbiamo tempo per voi ora, questa è un' emergenza! -
- Di che tipo? Possiamo fare qualcosa per aiutarvi? - si offrì l'allenatore di Borgo Foglianova. Dietro di lui, l'amico-rivale sbuffò.
- Nulla, nulla! Andate - sbottò il direttore con fare sbrigativo.
- Ci dica, è vero che sta per finire il mondo? - Hibiki lo disse quasi con entusiasmo. Silver cominciò a pensare che davvero il collega fosse preso dalla mania di essere l'eroe della situazione sempre e comunque.
- Ci penseremo noi. Non dovete sapere nulla. -
- Suvvia, Direttore. Tanto sono programmati per dimenticarselo appena usciti da qui - disse il compositore.
- Il personaggio sì. Ma il rivale non dovrebbe essere qui. L'ho già spiegato prima. Significa che il virus l'ha contagiato. -
- Che diavolo significa? - sbottò 'il rivale', chiamato in causa. - Se siamo coinvolti degnateci di spiegarci tutto! -
- Sono desolata - mormorò la programmatrice - Il computer principale, dove teniamo i dati di tutti i giochi creati, è stato infettato da un potente virus che ha danneggiato tutti i programmi - e, con le lacrime agli occhi, si inchinò in segno di scuse essendo sopratutto lei a controllare il pc.
- Non è colpa tua - la consolò il direttore creativo.
Ma la donna si mise a piangere.
- Non perdete tempo! Scacciate quel virus e ripristinate i dati! È un'emergenza! Questa è una vera emergenza! - gridava, isterico, il direttore.
- Suvvia, mantenga la calma, capo - cercò di placarlo il compositore.
- Ma che dici! Se non lo fermiamo immediatamente saranno guai seri! - lo sgridò lui - Tu sei sempre troppo spensierato! Ci rimetterò il posto! Il posto! - si lamentò l'uomo.
- Ma cosa dice? Lei è il boss, qui. Al limite, il posto, ce lo rimettiamo noi - puntualizzò il game designer.
La programmatrice, a quelle parole, tornò a piangere.
- Silver, mi sa che il nostro aiuto è indispensabile! - bisbigliò Hibiki, assistendo a tutta la scena.
- Sì... - concordò il ragazzo, sospirando rassegnato.






Note di fine capitolo: Parlerò sempre della Game Freak riferendomi ai personaggi che compaiono nel gioco. Per scelta, quando mi riferisco alla compagnia o ai programmatori, non intenderò mai quelli reali ma quelli che si incontrano ad Azzurropoli.
Lo so che non è logico che a risolvere bug del gioco siano i programmatori fittizi ma concedetemelo. E comunque mi sto divertendo a caratterizzare questi personaggi come più mi piace! (ovvero come dei matti.) Ovviamente che siano tutti abbastanza esagerati e stereotipati è fatto apposta.
In effetti è anche strano che tutti i dati dei giochi siano contenuti nello stesso pc e che un virus possa mischiali fino a far andare un personaggio in un altro gioco... licenza poetica, ok? XD Oppure potremmo definirlo un AU?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


A Fiorpescopoli, Kris ci andò di corsa.
Non era affaticata. Un programma non è mai stanco. Si poteva averne l'impressione ma lei, che sapeva la verità, era consapevole di poter correre per entrambe le regioni senza avere nemmeno il fiatone. Era arrabbiata. Non poteva assolutamente accettare che Kotone si arrendesse in quel modo. Aveva tutti i motivi per deprimersi, erano state tante le volte in cui anche lei l'aveva fatto, da quando era rimasta sola, quindi non poteva certo dire di non capire il punto di vista della sua controparte. Per questo l'aveva lasciata sola. Era facile lamentarsi, quando hai qualcuno con cui farlo. Era facile deprimersi rimanendo da soli. Ma avrebbe potuto anche riflettere e trovare dentro di se una forza nuova. E, se davvero loro due erano simili, Kotone non si sarebbe arresa.
Entrò al centro pokémon. Non si stupì di trovarlo deserto e salì direttamente le scale, al Club Via Cavo. Anche lì, le operatrici erano assenti perciò Kris oltrepassò la porta dietro il bancone. Tra quelle mura, di solito, si lottava contro altri allenatori o ci si scambiava pokémon. La ragazza avanzava con cautela: qualsiasi passo falso, in quel mondo, poteva generare ulteriori bug. Ma non c'era nessuno e non sapeva come attivare un eventuale collegamento. Uscendo, sospirò, cercando di reprimere il pensiero di Kotone ancor più depressa quando avrebbe saputo dell'ennesimo fallimento. Forse non avrebbe dovuto lasciarla sola. L'aveva infastidita la frase sui dati perchè pensava che, seppur programmi, loro fossero insostituibili. Ecco perchè non aveva mai pensato a Kotone come a una Kris modificata, né tanto meno come una sua sostituta. Era semplicemente l'ennesimo personaggio femminile creato dopo di lei. Così come riteneva Hibiki e Silver diversi da Gold e dal Silver che aveva conosciuto lei. Avevano solo un aspetto molto simile. Sentire Kotone dire una cosa del genere le faceva rabbia. E la rendeva molto triste. Ma forse doveva tornare da lei prima che si facesse prendere dalla disperazione e venisse cancellata dal programma.
Se la ritrovò proprio davanti all'edificio, appena atterrata col suo Pidgeot.
- Kotone... - mormorò. Non era certa che quei minuti le fossero bastati per meditare, e non aveva certo l'espressione di chi spera ancora nonostante tutto.
- Nulla? - le chiese l'allenatrice.
Kris scosse la testa. L'altra abbassò lo sguardo.
- Ascolta... - cominciò la ragazza dai capelli blu, pronta a incoraggiarla di nuovo per non farle perdere la speranza.
- Scusa - la precedette però la ragazzina. - Non avrei dovuto dire quelle cose. -
Kris rimase interdetta ma, rassicurata da quelle parole, le sorrise. - Non è nulla. Ti capisco. -
- È che... ho paura! Non voglio rimane qui! Non voglio che si dimentichino di me e mi lascino qui, rifacendo semplicemente dei dati per creare un'altra Kotone! Lo so, non dovrei dirti certe cose... -
- È la stessa cosa che pensavo io all'inizio. Anche quando sei nata tu. Sentivo che avevi ciò che io ho perso. Però, come gli esseri umani devono accettare l'idea di morire, noi programmi dobbiamo accettare di essere cancellati, prima o poi. Ovviamente, questo non significa che devi rassegnarti a rimanere qui, anzi, tutt'altro! -
- Non ci riesco. -
- Anche gli esseri umani, nonostante tutto, continuano ad aver paura di morire. D'altronde, temere la morte significa tenere alla propria vita. È per questo che esiste l'istinto di sopravvivenza. È per questo motivo che ci si impegna a fare del proprio meglio, per resistere. In questo momento non devi pensare né a me né a nessun altro. Se rinunci farai un torto sopratutto a te stessa! -
- A me stessa? -
La ragazza annuì. - Se rinunci senza nemmeno combattere dichiari la tua sconfitta, nonostante tu voglia vivere. -
- È perchè sai queste cose che sei forte? - chiese Kotone, sentendosi come una bambina piccola che fa le domande più scontate.
- Non sono tanto più forte di chi è impazzito in questo mondo. Semplicemente sono stata fortunata - Kris chiuse gli occhi qualche istante, poi li riaprì fissando Kotone, serissima. - Cosa vuoi fare ora, Kotone? Vuoi arrenderti o riprovarci? -
La più giovane rimase in silenzio per un po', scrutando lo sguardo della sua controparte, come se volesse trovarci quella forza che lei riteneva, invece, di non possedere.
- Pensavo di tornare alla Game Freak - mormorò dopo, un po' con insicurezza. - Lì è dove possiamo fare più cose. Quindi è il luogo dove possiamo scoprire di più sulle meccaniche di questo mondo. -
- D'accordo! - esclamò Kris, soddisfatta della risposta. - Andiamo subito. -
Kotone sospirò. Si era sfogata piangendo, mentre era sola, e ora si sentiva stravolta. Non aveva avuto modo di riflettere per bene: alla fine aveva prevalso il desiderio di non rimanere sola e aveva raggiunto la propria controparte. Ma si era calmata e aveva capito di averla ferita, con le sue parole. Inoltre lamentarsi o arrendersi non avrebbe cambiato le cose. Seppur disillusa, riconosceva che provare fino all'ultimo era la cosa migliore.
- Che hai? - le chiese l'ex-allenatrice, avvicinandosi.
- Nulla - le rispose la ragazzina, con voce bassa. - Improvvisamente mi sento stanca. -
- I programmi non provano stanchezza. Si vede che non sei ancora pienamente cosciente della tua natura. Ma non c'è fretta, riposiamoci pure dentro il centro pokémon. -
Sedersi in quell'edificio era strano per entrambe. Di solito, appena curati i pokémon, uscivano e tornavano alle loro avventure. Lì dentro, come nel resto del mondo di Cristallo, regnava il silenzio più assoluto. Non si sentiva nè caldo nè freddo, un posto completamente 'neutro' In mezzo a quel 'niente' era impossibile rilassarsi. Fu solo grazie ai ricordi della gente che sostava davanti quel bancone e all'impressione di sentire ancora quei mormorii perenni, che Kotone riuscì ad addormentarsi. Nel farlo, si sbilanciò appena con la testa e si appoggiò a Kris che, seduta accanto a lei, la guardava sorridendo intenerita.
- Siamo tutti figli della Game Freak, è come se fossimo sorelle - sussurrò. - Mi sarebbe davvero piaciuto esistere insieme a te, nello stesso mondo. -

- Allora, che dobbiamo fare? - chiese Hibiki con decisione.
- Ve l'ho detto, nulla! Ci pensiamo noi! - replicò il direttore, alquanto infastidito.
- E perchè non vi date una mossa? - domandò Silver.
- Ci serve un antivirus. Uno potente! Solo così potremo fermare tutto e inserire correttamente i dati danneggiati! - gracchiò l'uomo, nervosissimo.
- Ok - Hibiki annuì con un cenno della testa. - Dove ve lo trovo? -
- Siamo noi i programmatori. Dovremmo crearcelo. Anzi, queste cose non sarebbero dovute mai accadere! - borbottò ormai sull'orlo dell'esasperazione.
- E se chiedessimo a Bill? - propose il game designer.
- Giusto! - concordò il compositore - Lui ci sa fare, no? -
- Praticamente ci facciamo aiutare da un personaggio inventato da noi! Rendetevi conto quanto siamo caduti in basso! - si lamentò il presidente della Game Freak.
- Suvvia, non si aggrappi a certe piccolezze, direttore. Le sale la pressione - ghignò il grafico, ignorando i successivi insulti del suo capo.
- L'abbiamo creato genio, approfittiamocene! L'intelligenza di una persona si vede anche quando ammette i propri limiti e si affida agli altri - filosofò l'addetto alle musiche.
La programmatrice si voltò verso di lui, con gli occhi lucidi.
- Che c'è? - chiese il compositore.
- Hai appena detto una cosa seria - mormorò la donna mettendosi una mano davanti alla bocca, piena di commozione. - Sono fiera di te! -
- Sono un figo, nevvero? - si vantò lui, mettendosi le mani sui fianchi e ridendo.
- Allora, ve lo chiamo io, Bill? - domandò Hibiki, desideroso di rendersi utile il prima possibile.
- Ok, andate da lui. Già che siete qui, pronti a dare una mano... - si arrese il direttore.
- Io no! - obbiettò Silver, ma fu completamente ignorato.
- Che c'è di male nel volervi aiutare? - insistette l'allenatore di Borgo Foglianova.
- Il fatto stesso che siate qui è un bug - lo informò il game director.
- Un bug? -
- Esatto - disse la programmatrice che, seppur ancora con gli occhi lucidi, una volta che metteva le mani sulla tastiera riacquistava sicurezza, mentre il compositore ancora si pavoneggiava. - A causa delle anomalie del gioco i vostri programmi stanno analizzando dati che di solito ignorano. -
- Che vorrebbe dire? - chiese il ragazzino, ancor più confuso.
- Che tu sei programmato per parlarci e andartene senza curarti di cosa facciamo noi. E che Silver non dovrebbe nemmeno mai entrarci, qui - cerco di chiarire la donna.
- E io non volevo venirci, infatti! - sottolineò, per l'ennesima volta, il rivale.
- D'accordo, d'accordo, ora andate - li cacciò praticamente via il direttore, sempre più nervoso. - Piuttosto se il personaggio maschile e il rivale sono entrambi qui che ne è del personaggio femminile? -
- Controllo subito - rispose la programmatrice battendo velocemente le dita sui tasti della tastiera. - Dunque Kotone in questo momento si trova... - cominciò, per poi bloccarsi e alzarsi stupefatta dalla sedia - Non c'è! -
- Cosa? - esclamarono all'unisono il direttore e Hibiki.
- I suoi dati sono spariti dal programma HeartGold/SoulSilver! -
- Cos'è successo a Kotone? - chiese agitato il ragazzino.
- Calmati. Quando avremo quell'antivirus potremo ripristinare i suoi dati. -
Ma il giovane non lo ascoltò e, come se potesse capirci qualcosa, fissò lo schermo del computer.
- I suoi dati mancano all'interno del programma che forma questo mondo - spiegò la programmatrice, guardandolo. - Lei, in questo momento, non esiste più. -
- Sciocchezze! - obbiettò Hibiki, guardandola male. - Lei esiste eccome! -
- Se la programmatrice dice così significa che è così e basta. È lei l'esperta - commentò il game designer, con voce ed espressione indifferente.
- Vi dico che non è così! - insistette ancora l'allenatore, pieno di rabbia.
- Come fai a dirlo? - chiese il direttore.
- Me lo sento! - rispose semplicemente Hibiki. - Sento che c'è. -
L'attenzione dei presenti fu tutta puntata su di lui finché il disegnatore non aprì nuovamente bocca: - Mentre noi parliamo il virus distrugge i dati - ricordò ai colleghi.
- Non c'è più tempo! - urlò il direttore nel sentire quelle parole - Per il momento andate da Bill e spiegategli la situazione! -
- D'accordo - sospirò Hibiki.
- Voialtri controllate tutti i dati e tenete d'occhio quel maledetto virus! Contattate le altri sedi. -
- Sì, direttore! -
In silenzio, quasi imbronciato per la fretta e per la maleducazione, comprensibile comunque in quell'occasione, del direttore, Hibiki uscì dal condominio di Azzurropoli diretto da Bill.
- Silver - mormorò al rivale che, ormai stranamente rassagnato, lo stava seguendo.
- Che vuoi? - chiese lui, senza aver davvero alcuna voglia di ascoltarlo.
- Mi sento triste... - lo informò l'altro.
- Non sperare che ti consoli. -
Ma alla provocazione Hibiki non rispose e guardò con preoccupazione il cielo. - Spero che Kotone stia bene. La sensazione che provavo si è fatta più forte. -
Silver non rispose, intento a riflettere a ciò che quelli della Game Freak avevano detto loro poco prima. Era chiaro che parlassero del mondo come un mondo virtuale ma, stranamente, senza fare domande di alcun genere e senza, in modo concreto, sapere nulla di dettagliato sui loro discorsi, Silver sentiva di aver compreso bene la situazione. Anche lui, da un po', aveva uno strano presentimento, qualcosa che non aveva mai provato prima di allora.

- Direttore! - esclamò improvvisamente la programmatrice.
- Cosa c'è? -
- Ho ricevuto una mail dalla Game Director di Platino! - informò.
- Cosa dice? - chiese l'uomo avvicinandosi.
- Come temevamo il virus ha colpito anche quel mondo. E poi... il personaggio maschile che, come Hibiki, è arrivato improvvisamente da lui, dice di aver intravisto una ragazza nella Zona Misteriosa! Dalla descrizione sembrerebbe Kotone.-
- Cosa, cosa? - strillò il capo.
- Com'è possibile? Il nostro personaggio femminile è finito sul mondo di Platino? - chiese incredulo il direttore creativo, tenendosi le orecchie tappate essendo appena stato assordato dalla voce del presidente.
- Non più, pare sia sparita nuovamente insieme al bug della Zona Misteriosa. - precisò la donna.
- A che punto sei col controllo dei file? -
- Quasi completato - rispose la programmatrice. - Ma il virus ha mischiato tutti i dati. Infettando il computer principale, comune in tutti i mondi, ha potuto danneggiare molti file. Sto procedendo al controllo di Nero e Bianco. -
- I vecchi mondi li hai controllati? - suggerì il compositore.
- Rosso, Verde, Blu e Giallo ormai non sono più disponibili. Oro e Argento sono collassati prima dell'intrusione del virus. Controllerò Cristallo. Ma ormai, anche quel mondo... -
- Tsk. I mondi sono troppo connessi tra loro, ormai - mormorò tra sé il direttore. - Di questo passo rischiano tutti i scomparire! -

Kotone si era svegliata di colpo quando, portando tutto il peso dalla parte destra del corpo, stava per scivolate a terra. O meglio addosso a Kris.
- Scusa! - esclamò la ragazzina allontanandosi immediatamente.
Kris era rimasta tutto il tempo accando a lei e le sorrise quando si accorse che era sveglia.
- Come va? - le domandò, del tutto indifferente all'imbarazzo della sua controparte.
- Mh... meglio... - rispose. In realtà non è che si sentisse proprio riposata, ma almeno non avvertiva più la spossatezza di prima.
- Allora possiamo andare? -
Kotone, dopo qualche istante di esitazione, annuì. - Certo. Andiamo. -






Note finali: Ok, mi rendo conto di mostrarmi sempre più incoerente, ma per Bill ho deciso di tenere il nome occidentale.
Non so quanti di voi hanno mai sentito il nome giapponese. Penso che, anche chi preferisce usare quelli italiani o inglesi, conosca bene o male i nomi originali dei personaggi principali, mentre per quelli secondari è più difficile.
Magari non è così, ma ho pensato che, usando il nome Masaki, i lettori non avrebbero pensato subito al creatore del sistema dei box, mentre scrivendo 'Bill' il collegamento è immediato.
È lo stesso ragionamento che faccio con le città e i pokémon. Le scrivo in italiano (o nella versione occidentale, nel caso dei nomi dei pokémon) perchè dubito che tutti conoscano a memoria i nomi giapponesi di tutte le città dei giochi.
Sarebbe frustrante cercarsi o chiedersi sempre a che città mi sto riferendo mentre per i personaggi, visto che comunque non sono moltissimi, se proprio non si conoscono i nomi originali basta cercarseli una volta poi di solito ce li si ricorda.
Penserete 'ma allora perchè non usi i nomi occidentali anche per i protagonisti, così fai prima?' La risposta è: preferisco usare quelli originali, per quel che posso.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


- Allora... - esordì Kris, davanti al computer principale della sede della Game Freak. - Io guardo spesso cosa c'è in questo computer, so come modificare il mondo per creare o cancellare bug e in generale qualunque cosa si trovi qui. Cosa suggerisci di fare? - chiese a Kotone.
- Proviamo a vedere cos'altro c'è nel pc - propose lei, guardandola. In realtà non ne capiva molto, di certe cose.
- È pericoloso, lo sai? -
L'allenatrice annuì. - Ne sono consapevole. Ma ormai non abbiamo nulla da perdere - nonostante l'avesse detto con fermezza, aveva ovviamente paura delle conseguenze. Non voleva sparire ma preferiva rischiare di essere cancellata subito piuttosto che attendere semplicemente che accadesse.
La più grande le sorrise. - E va bene! Tentiamo il tutto e per tutto. Se il mondo finirà mi dispiacerà ma almeno non saremo sole. -
Detto questo cominciò ad aprire ogni file che trovava e ad aprirlo, provando a cancellarli parzialmente o a modificarli. Alcuni davano errore e non si aprivano, altri lo facevano dopo le modifiche di Kris. Spesso la ragazza aveva una strana sensazione, segno che quei file riguardavano il suo mondo. Si accorse poi di alcuni file che non aveva notato non solo prima ma anche in passato. Il che era stranissimo dato che si trovano nella stessa cartella dove c'erano anche i dati del suo mondo, che lei maneggiava spesso quando comparivano i bug. Così come la cartella del suo mondo si chiamava 'Cristallo' gli altri avevano nomi di pietre preziose o metalli, con l'eccezione di uno di loro. I nomi le erano familiari e solo quando ne lesse uno in particolare capì cosa fossero.
- Non è possibile! Sono gli altri mondi? - esclamò, avvicinando la testa allo schermo. I nomi li conosceva perchè li aveva letti in un altro file, che sembrava essere solo una specie di lista, che si aggiornava, non sapeva come, col tempo. Forse man mano che nuovi mondi venivano creati. Ma i file dei programmi di quei mondi non li aveva mai visti.
- Cosa? Che c'è? - domandò Kotone, allarmata.
- Guarda! Sono comparse improvvisamente altre cartelle. 'Rubino Zaffiro'. 'Smeraldo'. 'Diamante Perla'... ma guarda qui sotto... -
La ragazzina lesse - 'Heart Gold Soul Silver'. Kris, ma questo nome non è... -
- Sì. È il nome del mondo da cui provieni tu - confermò.
- Com'è possibile che siano comparsi ora? -
- Forse c'erano anche prima ma ho fatto qualcosa che li ha resi visibili. -
- Riesci ad aprirli? - chiese Kotone, incerta.
- Ci provo. Spero di non fare danni, facendolo. -
Ci cliccò su. Comparve una finestra che chiedeva nome e passworld.

- Direttore! - urlò la programmatrice, con tono allarmato.
L'uomo sussultò. Adoperandosi per tenere sotto controllo la situazione, in quel momento c'era il silenzio più assoluto. - Che c'è questa volta?! - chiese esasperato. Era la quinta volta in mezz'ora che la donna lo chiamava con quel tono.
- Qualcuno ha cercato di entrare in questo mondo! -
- Il virus? - scattò il capo. - Da dove? -
Lei controllò - Dal... mondo di Cristallo?! -
- Come? Allora è rimasto qualcuno? - commentò il grafico, voltandosi verso la programmatrice.
- Viene dai nostri computer. Che sia uno di noi? - rifletté il direttore.
- Provo a mandare una e-mail? - chiese la donna al proprio capo.
- Ottima idea. Chiedi chi sono e spiega loro la situazione. Il virus avrà colpito anche lì - ordinò, poi si voltò, nervoso. - Accidenti, dove sono finiti il protagonista maschile e il rivale? Bill abita a Fiordoropoli, con la mossa volo ci mettono due minuti cronometrati a portarcelo qui! - ringhiò, facendo avanti-indietro per la stanza.
- Capo, non si agiti. Se continua così le verranno i capelli bianchi - mormorò il game designer, con tono serio nonostante lo stesse palesemente prendendo in giro.
- Come pensi sia possibile, sono un programma anche io! - urlò l'uomo quasi capovolgendo la scrivania, per lo scatto che aveva fatto, mentre guardava malissimo il proprio dipendente.
- Il direttore è salito di livello e si è evoluto in 'Direttore Di Cattivo Umore'! - commentò, con finto stupore, il compositore.
Il grafico si voltò verso il collega. - Ma quella non è la sua forma base? - chiese, serissimo.
- Potrebbe essere un pokémon leggendario? - rispose l'altro con la stessa serietà.
- Ehi, qui stiamo cercando di salvare il mondo... - mormorò la programmatrice.
- Loro stanno cercando di farsi licenziare - borbottò invece il diretto interessato. Poi scoppiò. - Dove diavolo sono quei due ragazzini? -
In quel momento l'ascensore di aprì e Hibiki ne uscì fuori con un balzo.
- Eccoci! - urlò. - Scusate il ritardo - disse entrando, seguito da Silver e Bill.
- Dove siete andati a cercare Bill, alla via Vittoria? -
- Non era in casa e l'abbiamo cercato per Johto e Kanto. Era andato a trovare il nonno senza dire nulla a nessuno - spiegò l'allenatore di Borgo Foglianova.
- Ma non è programmato per fare una cosa del genere - obbiettò la programmatrice.
- È l'ennesimo bug, di cosa ti stupisci? - chiese il direttore.
- Mi hanno spiegato tutto - esordì l'inventore del sistema dei box pokémon. - Datemi un pc e vi creo l'antivirus. -
- Vedi di sbrigarti! - sbottò il direttore.

- Kris, guarda! Ora è comparsa l'icona di una busta. Non è un messaggio? - osservò Kotone.
- È vero - disse lei cliccandoci su.
Comparve la mail della Game Freak.
- Kotone, questa mail viene dal tuo mondo! - esclamò stupita la ragazza con i capelli blu.
- Ma com'è arrivata qui? È possibile scambiarsi e-mail da un mondo all'altro? -
- A quanto pare... - mormorò lei, poi ridacchiò. - L'avessimo saputo prima ci saremmo risparmiate tutto. Comunque, parlano di un virus. -
- Un virus? -
- Sì... - Kris rilesse la parte mentalmente poi prese a spiegare a Kotone, anche se, essendo la controparte dietro di lei, poteva leggere lei stessa. - Un virus ha colpito i pc principali e si sta diffondendo in tutti i mondi. Ha mischiato tutti i dati e ora i mondi sono più connessi di quel che dovrebbero. -
- È per quello che sono finita qui? - ipotizzò la ragazza.
- Credo di sì. Intanto provo a rispondere e spiego loro quello che ti è successo. -
- Sì - annuì lei, sollevata. Poter comunicare col suo mondo le dava una speranza che credeva non sarebbe mai arrivata.
Kris si voltò appena verso di lei. - Hai visto, Kotone? Basta provarci e qualcosa viene fuori. Se ti fossi arresa non avresti mai letto questa mail. -
- Già. Avevi ragione tu. Lo terrò bene a mente da ora in poi. -
L'ex-allenatrice sorrise.

- Ragazzi, vi è arrivata una mail - avvertì Bill, che stava lavorando col pc della programmatrice.
- La leggo da qui - affermò il direttore, dalla sua scrivania. Lesse. Assunse un'espressione sorpresa, poi sospirò. Di cosa si stupiva, ormai?
- Che c'è, capo? Chi c'è in quel mondo? - domandò il grafico.
- Kris - rispose l'uomo. - E c'è anche la nostra protagonista femminile, Kotone. -
- Kotone? Sta bene? - chiese immediatamente Hibiki, agitatissimo.
- Quindi è finita lì? - mormorò il direttore creativo.
- A quel che c'è scritto nella mail è arrivata tramite un bug del Centro Globale. Ovviamente chiedono se c'è un modo per farla tornare. Dico loro di attendere lì. -
Il direttore si voltò verso Hibiki, che lo guardava speranzoso e Silver che, per una volta, si mostrava vagamente interessato. - Dobbiamo prima scacciare il virus - specificò, per calmare le loro aspettative.

Bill ci mise un po' a creare l'antivirus. Il direttore, seppur consapevolissimo che ci volesse tanto tempo, era impaziente e quando il lavoro fu finito sospirò. Quando lo installò nel pc, però, non diede gli effetti desiderati.
- Ha bloccato l'antivirus - informò.
- Non solo! Non ci permette più di modificare i file! - aggiunse preoccupata la programmatrice.
- Cos'è, si è risentito per l'attacco? - ironizzò il grafico.
Bill rimase qualche istante in silenzio, poi sorrise. - Mi è venuta un' idea! -

Kotone e Kris, obbedendo al direttore, erano rimaste alla sede della Game Freak di Cristallo.
Erano sedute, in silenzio, l'una affianco all'altra.
- Chissà quanto dovremo aspettare... - mormorò Kotone guardando il soffitto.
- Tranquilla, sicuramente risolveranno tutto e ti faranno tornare nel tuo mondo. -
- Ora che so che posso tornare a casa sono impaziente. -
- Comprensibile. -
Ci furono altri istanti di silenzio. Poi Kotone si voltò verso Kris.
- Kris... - iniziò la ragazzina.
- Non verrò - la interruppe immediatamente l'ultima abitante del mondo di Cristallo.
- Ma Kris, i mondi dovranno comunque essere riprogrammati! Possono benissimo fare in modo che HeartGold e SoulSilver accettino anche te! -
- Te l'ho già detto, il mio mondo è solo questo e io rimarrò qui fino alla fine. -
- Ma questo mondo sta per morire - esclamò Kotone, mettendosi in piedi.
- Anche il tuo lo farà, prima o poi - le ricordò, fissandola seria.
- Ma quel giorno saremo insieme! -
- Kotone,- Kris si alzò a sua volta, afferrandole delicatamente entrambe le mani con le proprie - io e te abbiamo un legame particolare. Anche se saremo in mondi diversi saremo sempre insieme. -
- Ma, - insistette, - è troppo triste. Non posso lasciarti qui! Non posso tornarmene a casa sapendo che tu rimarrai da sola! -
- Appena tornerai probabilmente ti cancelleranno i ricordi riguardanti me e questo posto. -
- Cosa? - esclamò indignata la ragazzina. - No! Non lo permetterò! - si oppose.
- Non dipende da te - le spiegò l'altra, tranquillamente. Anche lei era triste: non poteva nemmeno sperare di essere ricordata. Kotone abbassò lo sguardo. No, non poteva. Non poteva accettarlo! Era troppo, avrebbe parlato con i programmatori a qualsiasi costo.
- Abbiamo già fatto questo discorso. Anche se ci andassi cosa potrei fare lì? La protagonista sei tu - riprese Kris.
- Ma almeno stare lì... magari viaggiando con Silver... - bisbigliò l'allenatrice, sapendo però che non sarebbe riuscita a convincerla.
- No, non voglio compromessi. Sono stata il primo personaggio femminile. E sono orgogliosa di questo. -
Kotone la guardò dispiaciuta. Non era sua intenzione ferirla, voleva solo convincerla ad andarsene da un mondo ormai morto. - Scusa. -
- In ogni caso... - Kris lasciò le mani dell'altra e tornò a sedersi. - Visto che dobbiamo aspettare qui parliamo di cose più piacevoli. -
La sua controparte non rispose ma tornò anche lei sulla sedia.
L'ex-allenatrice sorrise. - Mi parleresti di Hibiki e Silver? -
Kotone la guardò quasi stupita. - Hibiki e Silver? -
- Sì. Che rapporti hai con loro? -
- Bhè... suppongo gli stesso che avevi tu con Gold e il Silver di questo mondo - mormorò.
- Ma tu hai incontrato Hibiki, quindi qualche differenza c'è di sicuro. -
- Non saprei. Hibiki è mio amico d'infanzia. Giocavamo sempre insieme. È diventato allenatore prima di me quindi spesso mi da consigli. È molto gentile - dicendolo la ragazzina sorrise e arrossì appena al pensiero. - Con Silver invece ho lottato molte volte. È un po' arrogante e maleducato ma penso che ultimamente sia cambiato. Non ci prende molto in considerazione a me e Hibiki. Ma io vorrei vederlo sorridere e magari farci amicizia. -
Kris ridacchiò. - È come il Silver che ho conosciuto io. -
- Davvero? -
Lo sguardo della più grande si addolcì. - Già. Silver è programmato per cambiare grazie alle sconfitte che subisce. Quando abbiamo cominciato a viaggiare insieme era molto più umile. Certo, aveva sempre il solito broncio. E non parlava mai di ciò che provava riguardo alla situazione di questo mondo. Anche quando è scomparso non disse nulla... -
- Quel Silver ha conosciuto Gold? - domandò Kotone.
- Sì. Lui è il rivale di entrambi - annuì l'ex-allenatrice.
- E non te ne parlava mai? -
- Non era programmato per farlo - le rispose, quasi meccanicamente.
- Ti manca? - chiese ancora, dopo un attimo di esitazione.
- Sì. Fu lui a propormi di viaggiare insieme. Mi fece capire che si fidava di più ad andare con me, perchè sapeva che avevo pokémon più forti di lui. La cosa mi fece davvero piacere.Era testardo ma era più gentile con i suoi pokémon. Aveva capito cosa aveva sbagliato e cercava di porvi rimedio. Ovviamente, se glielo facevi notare, si arrabbiava - rise amaramente. - Fu un periodo difficile perchè non avevamo idea di cosa stesse succedendo ma è stato bello viaggiare con lui. -
- E ciò non rende la situazione più dura? Non accresce il tuo desiderio di rivederlo? -
- Può darsi, ma proprio perchè mi sono ritrovata sola quell'esperienza è così speciale, per me. Anche se io andassi nel tuo mondo quel Silver non tornerà. Per lui, per Gold, e per tutte le persone che abitavano qui io non me ne andrò. Come loro, io appartengo a questo mondo. -
Kotone fissò Kris. Negli occhi della ragazza non c'era traccia di alcuna esitazione o insicurezza.
- D'accordo... - si arrese.
- Non hai vissuto ciò che ho vissuto io. Non pretendo che tu capisca. -
- Già. -
- Amo questo mondo per ciò che è stato un tempo. Non posso abbandonarlo. -
- Rispetterò la tua scelta - decise l'allenatrice, seppur triste al pensiero.
- Grazie, Kotone. -

- Finito! - esultò Bill ore dopo essersi rimesso a lavoro
- Ok, magnifico, sono contento! - esclamò il direttore, rosso in viso per l'agitazione. - Ma ora degnati di spiegarci cos'hai fatto! Hai detto che ti era venuta un'idea e ti sei messo subito al pc senza rispondere a nessuno! -
- Mi stavo concentrando - si giustificò il ragazzo. - Ma è sempre così? - chiese poi agli altri membri della Game Freak. Tutti gli altri annuirono con rassegnazione. Ma, dato che il diretto interessato era ormai al limite della sopportazione, il giovane creatore dei box dovette iniziare a spiegare per evitare guai a tutti. - Comunque la risposta è molto semplice. Ho creato un programma a parte per dare forma fisica al virus rinchiudendolo in una parte mondo. -
- Tu sei in grado di fare una cosa simile? - chiese Silver, stupefatto.
Il direttore ghignò. - Anche un virus è un ammasso di dati, in fondo. Non male, come idea. -
- Non ho capito quello che ha detto - disse Hibiki, confuso.
- Noi siamo dati e agiamo secondo il programma, no? Noi qui abbiamo forma fisica quindi ovviamente, se entrasse in questo mondo, ce l'avrebbe anche il virus. Quando il grafico ha detto che si è risentito dell'attacco mi è venuto in mente un pokémon. Quindi mi è venuta l'idea di cambiare il suo aspetto come quello di un pokémon così lo si potrebbe sconfiggere. -
- Davvero possiamo? - esclamò l'allenatore di Borgo Foglianova.
- È il programma a farci prendere delle scelte. Se tu vedi un pokémon o lo prendi o lo sconfiggi o fuggi. Tutte azione predefinite. Il programma quindi crea le azioni obbligatorie. Se il virus fosse un pokémon non potrà sottrarsi a queste azioni. -
- E secondo te il virus si lascerà convertire in un pokémon? - chiese il grafico, un po' scettico.
- Dovremo essere veloci. Avremo poco tempo prima che il virus blocchi anche quel programma. L'ho creato su un pc diverso e dovrò installarlo con la chiavetta. -
- Dove lo manderai? - chiese il grafico.
- Questo non lo so ancora. Il programma lo deciderà casualmente, così nemmeno il virus potrà prevederlo. Poi manderemo gli unici personaggi programmati per sconfiggere un pokémon, ovvero i personaggi principali. -
- Ma non possiamo più modificare i dati! - gli ricordò il compositore.
- No, per ora. Ma appena il virus sarà rinchiuso in un solo mondo è possibile che il programma ce lo lasci fare, almeno da altri pc. -
- Possiamo invece - si intromise il direttore. - Non abbiamo bisogno del computer principale per farlo. Bill, installa il programma! Ma prima contattiamo tutte le sedi Game Freak! -
- Possiamo andare anche noi? - chiese Silver.
- Sì. Ma portatevi i pokémon più potenti che avete. Sarà una dura lotta. -





Note finali: Ok, la cosa del convertire il virus in pokémon è una cavolata immane, ma che fiction su Pokémon sarebbe senza una bella battaglia? XD
Ah Kotone dice che Hibiki è diventato allenatore prima di lei. Un po' l'ho scritto influenzata dal fatto che, giocando con la ragazza, lui ti da consigli come se fosse effettivamente più esperto ma è anche una citazione al fatto che Hibiki, nella sua versione 'Gold' è effettivamente allenatore da molto prima di Kotone XD

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


- Direttore, cosa intendeva dire con 'non abbiamo bisogno del programma principale'? - chiese Bill.
- Non ci fa accedere al programma principale ma i dati non sono certo tutti lì. L'unico inconveniente è che ogni mondo dovrà mandare i dati dei propri protagonisti. E dovremo farlo contemporaneamente prima che il virus ci blocchi. -
- Ma se non sappiamo dove mandarli è inutile - obbiettò il compositore.
- Lo sapremo, ma solo all'ultimo... - lo corresse Bill. - Appena il mio programma avrà convertito il virus lo spedirà in un luogo a caso e quel luogo sarà registrato dal pc. -
- Mi auguro tu ti riferisca anche ai computer degli altri mondi... - mormorò la programmatrice.
- Non credevo fosse possibile - ridacchiò il giovane. - Rimedio. -
- Se possiamo mandare e-mail, sarà possibile comunicare con gli altri mondi col pokégear? - chiese invece il compositore.
- Non abbiamo mai provato a farlo. Anche perchè per chiamare ogni mondo ha un suo dispositivo. -
- Io non son riuscito a chiamare Kotone - si ricordò Hibiki. - Però sentivo una specie di suono, in lontananza... -
- Quindi a qualcosa si è connesso. Se i pokégear e simili fossero però connessi al pc, così come possiamo inviarci e-mail possiamo chiamarci. -
- Ma nel mondo di Cristallo non ci sarà il cavo apposito! -
- In quello di Kotone no, in quello di Kris sì - ghignò il direttore. - Intanto proviamo a vedere se funziona con un altro mondo. -
- Direttore, ho mandato le mail - avvertì la programmatrice.
- Voialtri cominciate a preparare la connessione! E avvertite Kris e Kotone del nostro piano. -
- Ci saranno anche loro? - chiese Hibiki.
- Sì ma nel loro caso, visto che hanno detto che sono sole, dovranno essere loro a inserire i dati. E per cercarli in mezzo a tutti voi protagonisti, per risparmiare tempo, servirà loro il nickname e la password.-
- Quindi potrebbero non esserci... - borbottò Silver.
- Non potete inserirli voi quelli di Kotone? Appartiene a questo mondo. -
- Questo è vero ma per ragioni di sicurezza, se entriamo da questo mondo, possiamo trasferire solo i dati di chi si trova qui. Kotone è stata mandata in un altro mondo quindi qui non possiamo raggiungere i suoi dati, in quanto attualmente assenti nel programma HeartGold e SoulSilver. Ci serve per non inserire per sbaglio dati di altri personaggi appartenenti ad altri mondi. Insomma, in quel programma, probabilmente non colpito dal virus, si trovano i dati di TUTTI voi ma noi possiamo accedere solo ai vostri, ora come ora. Dunque, inseriremo solo i vostri nickname e le vostre password. -
- E quali sono? - chiese Hibiki, curiosissimo.

Quando la mail arrivò al pc principale del mondo di Cristallo, dal terminale provenne un suono. Le ragazze si affrettarono quindi a tornare davanti alla scrivania e ad aprire la mail.
- Sconfiggere il virus rendendola una lotta contro pokémon selvatico? Bill dev'essere un pazzo o un genio! - commentò Kris. - Cercheranno di chiamarci per dirci dove mandare i nostri dati perchè loro non possono farlo... -
Le due lessero il resto. Kotone, alla fine, si inquietò. - Un nick e una password... -
- Ho capito. Ci sarà un cavo da qualche parte... - Kris cominciò ad aprire tutti i cassetti. Kotone, invece, rimase immobile.
- Che hai? - le chiese allora l'ex-allenatrice.
- Non ci hanno detto cosa dobbiamo inserire... -
Kris si bloccò - Io so cosa intendevano. -
- Lo sai? -
Kris annuì ma abbassò appena la testa, un po' triste. - Come ti dissi il mio nome viene dalla parola 'Crystal'. Immagino che sia quello il nome in codice. Nel programma la maggior parte dei protagonisti principali non ha un nome anche se ha nomi predefiniti che si possono scegliere. Ma come avrai già capito il programma ci chiama in base al nome del mondo. Quello di Hibiki probabilmente è Gold. Silver è scontato, a questo punto... - commentò Kris guardando la controparte. In effetti quello di Kotone, allora, qual' era?
Kotone si rattristò - E il mio quale sarà? -
- Chiedilo alla Game Freak. Loro lo sapranno di certo - suggerì l'ex-allenatrice, sorridendole.
Kotone annuì. Non sapeva per quale motivo, ma il non sapere il nome in codice la faceva sentire in qualche modo esclusa.

Hibiki, improvvisamente, si sentì di nuovo triste. Non seppe capire il motivo. La sensazione che provava non era diminuita per nulla ma non sembrava esserci alcun motivo per essere addirittura triste. Guardò la programmatrice inserire già il suo 'nickname' e la password chiedendosi se avrebbe partecipato alla lotta anche Kotone. Certo, una volta cancellato il virus avrebbe potuto rivederla, ma aveva una certa fretta e avrebbe preferito ci fosse anche lei.
- Direttore, Kotone ha chiesto i dati da inserire per entrare nel luogo dove manderemo il virus - informò la donna.
Nel sentire il nome dell'amica Hibiki alzò la testa di scatto.
- Dopo proveremo a chiamarle - le rispose il capo. - Com'è andata con gli altri mondi? -
- I mondi Smeraldo e Diamante e Perla sono stati colpiti dal virus ma i personaggi principali si stanno comportando normalmente. Non potranno inviarli nel luogo della battaglia. Sto provando a contattare Platino... ah ecco! - si interruppe la donna e cominciò a conversare col game director di Sinnoh.
- Ahia... - mormorò Bill.
- Fammi indovinare: c'è qualcosa che non va - disse il compositore.
- Il virus sta accendendo ai dati della conversazione.Ogni parola che la programmatrice dice lui la controlla. -
- Perfetto, quindi scordiamoci di dire a Kotone i suoi dati, o il virus le bloccherà l'accesso. -
- La chiami lo stesso! - richiese Hibiki.
- Allora dammi il pokègear. -
Il viso dell'allenatore, in quel momento, si illuminò. Era assolutamente impaziente di sentire almeno la voce dell'amica d'infanzia. Ci vollero ancora alcuni minuti per terminare i preparativi. Ma, appena il collegamento con tutti i mondi fu stabilito il direttore di portò il pokègear di Hibiki all'orecchio. Si alzò e si schiarì la voce. Poi fece un cenno di assenso alla programmatrice che avviò le chiamate.
- Sono il Presidente della Game Feak di Heart Gold e Soul Silver. Parlo ai miei colleghi e ai protagonisti dei mondi 'Cristallo', 'Rubino e Zaffiro', 'RossoFuoco e VerdeFoglia', 'Platino' e 'Nero e Bianco'. Siete tutti al corrende della delicata situazione in cui versano i nostri mondi e al grande pericolo che essi corrono. Mi auguro siate già tutti pronti a mandare i vostri personaggi a sconfiggere il virus. Bill, l'inventore del sistema dei box di Kanto e Johto attiverà, tra un minuto esatto, il programma. Entro due minuti il virus verrà convertito e rinchiuso da qualche parte in uno dei mondi. Il luogo verrà automaticamente inviato a tutti i nostri computer. È molto importante che, tra tre minuti esatti, tutti gli allenatori che ne hanno la possibilità vengano trasferiti in tale luogo. Una volta lì non avremo la possibilità di comunicare in alcun modo con loro ma potremo visionare i dati della lotta. -
- Boss, il minuto è passato. Avvio il programma! - lo avvertì Bill.
L'uomo annuì e concluse il discorso. - Tra due minuti inserite i dati! Il conto alla rovescia è iniziato. Contiamo sui nostri eroi. -
Tutti i membri delle varie game Freak diedero il loro assenso e terminarono la conversazione. Ma il direttore sentì ancora qualcuno in linea e, controllando sul pc, capì di chi si trattasse.
- Kotone, ci sei ancora? - chiese infatti senza esitazioni.
Hibiki e Silver si voltarono verso l'uomo.
- S-sì, direttore - mormorò lei.
- Hai ancora problemi con il nickname, vero? - domandò con tono comprensivo. Ora che il più era fatto il presidente era tornato calmo.
- Sì... - rispose nuovamente lei.
- Purtroppo non posso dirti nulla. Il virus sta registrando ogni nostra parola e se nominassimo le parole esatte, riuscirebbe a bloccare gli accessi. Non posso far altro che cercare di fartelo sapere in altri modi. -
- Credo di aver capito i criteri della scelta delle parole, direttore. Ma anche così, non so proprio quale possa essere il mio nickname. -
L'uomo rimase in silenzio qualche istante, riflettendo bene sulle parole da usare.
- Prima di tutto ricorda che la passworld è il luogo in cui ti trovi ora. Serve al programma per sapere dove cercare i tuoi dati, quindi non è il mondo da cui provieni ma quello in cui sei. Il nickname invece riguarda il tuo mondo di provenienza. È il nome che abbiamo dato ai dati che ti riguardano. -
- Ma questo vale per Hibiki e Silver! - urlò, così forte che, dal mondo HeartGold e SoulSilver, la sua voce si sentì chiaramente.
Rendendosi conto di aver detto il nome, e quindi anche il nickname, di Silver, Kotone si mise una mano davanti alla bocca, e si scusò col direttore. Ma questi non ebbe modo di sentirla poiché Hibiki prese improvvisamente il suo pokègear.
- Kotone! - la chiamò allegro come al solito.
La ragazzina sussultò e riconobbe immediatamente la voce dell'amico.
- Hibiki! - sussurrò commossa.
Kris, di fianco a lei, si voltò a guardarla.
- Ehi, tutto bene? Quel'è il problema? - le chiese cercando di nascondere l'enorme sollievo nel sentirla e di sembrarle il più naturale possibile.
- Hibiki... - ripeté Kotone senza riuscire ad aggiungere altro.
- Sai, io so qual'è il tuo nick! - la informò. - L'ho saputo quando ho chiesto il mio. -
- Anche io so qual'è il tuo - rispose lei, amaramente. Hibiki è il Gold dei nuovi mondi, era ovvio quale nome avessero i suoi dati.
- Davvero? - chiese lui, stupito. - Allora non dovresti avere problemi! -
- Come? Ma... -
- Ascoltami bene. Io e te apparteniamo allo stesso mondo allo stesso modo - suggerì, sottolineando in modo particolare le ultime due parole.
L'allenatrice non rispose. Non sapeva cosa stesse cercando di dirle.
- Quindi stai tranquilla, ok? Ti aspetto lì! Non ricordo di aver mai lottato insieme a te, sarà una bella esperienza! - concluse emozionato. Fece per riattaccare, poi si ricordò di qualcosa. - Ah, un'ultima cosa: quattro lettere! - detto questo riattaccò.
Kotone rimase immobile. Il suo amico aveva cercato di darle qualche indizio ma non riusciva a ragionare bene.

Hibiki sorrise soddisfatto al direttore. Bill, invece, si mise a ridere.
- Che c'è? - gli chiese il compositore.
- Senza saperlo Kotone ci ha fatto un grosso favore - rispose lui.
- Perchè? -
- Ha nominato Silver. Il virus ha trovato il nome nell'archivio ma, siccome quel nickname è associato al primo Silver, che ormai non esiste più, sta cercando a vuoto - spiegò la programmatrice, per la prima volta davvero allegra.
- Che vorrebbe dire? - scattò subito il ragazzo con i capelli rossi.
- Il Silver associato a questo nome è quello dei mondi Oro e Argento. A quello di Cristallo e a te abbiamo dato un nickname differente. -
Silver sembrò abbastanza soddisfatto della risposta e incrociò le braccia al petto senza aggiungere altro.
- In ogni caso il virus ora è impegnato anche in questa ricerca - concluse Bill.
- Speriamo solo che Kotone riesca invece a inserire il suo... -
- Lo farà - affermò l'allenatore di Borgo Foglianova, con sicurezza. - Lei capirà sicuramente cosa volevo dirle. -

Kotone fissò il pokégear di Kris in silenzio. Cercava di pensare ma non riusciva a fare ragionamenti logici, in quel momento.
- Che ti ha detto? - chiese allora la ragazza dai capelli blu.
- Che io e lui apparteniamo allo stesso mondo allo stesso modo - le rispose l'altra.
- Allo stesso modo? -
L'allenatrice annuì e fissò lo schermo del pc, leggendo il nome del loro mondo.
"Se lui è Gold e apparteniamo allo stesso mondo allo stesso modo significa che io sono Heart? Ma ha cinque lettere, non quattro? Possibile che sia...? Ma allora perchè Hibiki ha detto quelle cose?"
I suoi pensieri vennero interrotti dalla controparte che l'avvertì che mancava poco allo scadere del tempo. Kotone si sedette davanti a un pc, inserì per prima cosa 'Pokémon Versione Cristallo' come passworld, poi fissò la riga del nickname. Esitò un po', guardando la barra lampeggiare in attesa che venissero digitate quelle quattro lettere. Decise di provarci. Che non inserisse nulla o che si sbagliasse le cose non sarebbero cambiate. Ma se avesse avuto ragione, invece, avrebbe potuto lottare assieme a Hibiki, Silver, Kris e a molti altri. Prese un profondo respiro e scrisse l'unica altra parola che le era venuta in mente: Soul.



Note finali: lo ammetto, tutto questo casino sui nickname è per risolvere la questione dell'appartenenza ai mondi. Spero comunque mantenga una logica, nella storia.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


- Bene, bene. Dov'è stato mandato, quel dannato virus? - chiese subito il compositore, piegandosi verso il computer della programmatrice.
La donna, controllò i dati.
- Cristallo - rispose dopo un po'.
- Ma come? Dopo il casino fatto per il nick di Kotone il virus finisce dove lui stesso ha mandato lei? -
- Aspetta - lo interruppe la collega. - Il luogo non è ciò che loro, come personaggi, possono vedere. Da sola non ci sarebbe potuta arrivare. Certo, il programma di Bill ha scelto proprio il mondo più complicato, per la battaglia. -
- Questo creerà altri bug - osservò il grafico.
- Questo creerà problemi! - puntualizzò il direttore, nuovamente nervoso.
- Ormai non possiamo fare più nulla, solo osservare i dati della lotta, quando inizierà - mormorò Bill.

Kotone non riusciva proprio ad abituarsi alla sensazione di venir 'trasferita' in un altro luogo.
E, quando si ritrovò in un immenso spazio bianco, rimase in stato confusionale.
Senza accorgersene si sbilanciò appena, andando a sbattere contro Kris che, invece, sembrava più abituata a questo genere di cose.
- Ce l'hai fatta! - esclamò l'ex-allenatrice.
Quando vide la propria controparte Kotone capì cosa fosse successo e sorrise. - Sì. Però... - si guardò attorno - Dove siamo? -
Non vedeva nient'altro che un bianco infinito. - Mi ricorda il luogo scuro dov'ero finita prima - rifletté. - Ma riesco a sentire la mia voce e a vedere e sentire te. -
- Non dovremmo aver sbagliato, il virus deve trovarsi qui sotto forma di pokémon - disse l'altra, scrutando a sua volta i dintorni. - Però ho la sensazione di essere già stata in questo posto... - mormorò poi.
- Davvero? - domandò l'allenatrice. - Anche Hibiki e gli altri dovrebbero essere qui, vero? Ma non vedo nessuno. -
Kris suggerì di provare a muoversi per vedere cosa fosse successo ma anche camminando non cambiava nulla.
- Sembra non avere fine, mi sa che anche se ci fossero gli altri non li troveremo! - si agitò la ragazza con i capelli castani.
Improvvisamente si sentì afferrare da dietro, proprio com'era accaduto nello spazio nero, ma, invece di venir spinta via, questa volta due braccia le cinsero delicatamente il collo.
- Kotone! - esclamò Hibiki, raggiante. - Finalmente ti ho trovata! -
L'allenatrice rimase interdetta qualche istante. Poi realizzò a chi appartenessero quella voce e quel calore così familiare e si voltò, meravigliata.
- Hibiki! - esclamò, a bocca aperta. Sapeva che lì doveva esserci anche lui ma rivederlo, finalmente, dopo aver temuto di non poter tornare a casa, la stupiva comunque, come se fosse stata una cosa impensabile avercelo vicino.
Kris, lì accanto, fece qualche passo indietro.
Finalmente riusciva a vedere il volto di Gold, nonostante ora avesse la certezza che Hibiki fosse una persona diversa dalla propria controparte maschile mondo di Cristallo.
Il ragazzo che in un certo senso conosceva più di chiunque altra persona non avrebbe mai abbracciato qualcuno in quel modo, nemmeno in un'occasione simile. Era troppo orgoglioso per farlo.
Anche l'espressione sarebbe stata diversa.
Era comunque felice di potergli dare una forma fisica. Era indubbio che, almeno come aspetto, i due personaggi maschili fossero identici.
Quando l'ex-allenatrice si voltò anche Silver, sbuffando, li stava raggiungendo e lei gli sorrise.
- Lo sapevo che ci saresti riuscita! - dichiarò intanto Hibiki, facendo un paio di passi indietro per guardare l'amica di infanzia. - L'hai capito subito, vero? -
- Beh... - iniziò Kotone, ancora incredula. - Mi hai detto che apparteniamo allo stesso mondo. Tu sei Gold e pensavo di essere Heart ma... -
Hibiki ridacchiò. - No, sono io Heart - rivelò l'allenatore di Borgo Foglianova. - Mi hanno detto che il nick 'Gold' appartiene a un altro personaggio e, anche se ormai lui non esiste più, non potevano dare lo stesso nome a me. Ecco perchè ho specificato 'allo stesso modo'. -
- Oh... - mormorò la ragazzina. - Ma Silver allora? - chiese poi, ricordandosi anche di averlo nominato durante la conversazione. Credeva di aver fatto un grave errore, invece il rivale era lì assieme a loro.
L'allenatore rise di gusto, prima di rispondere. - Lui? Ha un nome stupendo: Silthree! Però forse è scritto anche con simboli, ma non ho capito bene. -
- Che hai da ridere? - sbottò il ragazzo con i capelli rossi, arrossendo imbarazzato. - E comunque piantatela adesso, siamo qui per un motivo. -
- In effetti dovremmo sbrigarci - informò Kris.
- Ah, tu sei Kris, vero? - Hibiki si avvicinò alla ragazza con i capelli blu.
- Sì, sono io. Piacere di conoscervi, Hibiki, Silver. -
Kotone guardò l'amica. Non capiva perchè avesse detto 'piacere di conoscervi' visto che in realtà già li conosceva. Forse non voleva che loro lo sapessero? In fondo continuava a ripetere che loro non erano le stesse persone del mondo di Cristallo.
Ma Hibiki le rispose di essere a conoscenza di tutta la situazione, di sapere chi fosse 'Gold' del legame che esisteva tra i due protagonisti principali.
L'ex-allenatrice annuì - Sono contenta che sappiate tutto, così le cose sono molto più semplici. Ma come ha detto Silver non abbiamo tempo da perdere. -
- Mh, c'è poco da fare. Non si vede nulla, qui. La mappa del pokégear mi segna ad Azzurropoli - affermò Hibiki, guardando l'apparecchio.
Kotone decise di imitarlo - A me segna Fiordoropoli - scoprì, stupita. Non le era venuto assolutamente in mente di guardare la mappa ma, per qualche ragione, segnava l'ultimo posto dov'era stata nella Johto del suo mondo. - Kris, e a te? -
La ragazza controllò - Azzurropoli - rispose. - Le cose sono due: o siamo in un mondo diverso o in un posto che la mappa non può segnalare. -
- Dov'è la differenza? - domandò Hibiki, confuso.
- Che nel secondo caso potremo anche essere a Johto o a Kanto, ma all'interno dei dati che sì compongono il nostro mondo, ma in cui noi non possiamo andare - spiegò.
- Come hai fatto a trovarci? - chiese invece Kotone all'amico.
Il giovane alzò le spalle. - Ti ho vista all'improvviso - rispose semplicemente. - Comunque ora cosa possiamo fare? Anche se abbiamo fretta... -
- Per il momento proviamo a girarci attorno - propose Kris. - Può darsi che anche il virus comparirà all'improvviso. -
Detto questo, si avviò.
- Nonostante la situazione in cui siamo, quella ragazza ha una calma invidiabile - osservò Hibiki, ammirato.
- Purtroppo è abituata a cose del genere - mormorò Kotone.
- Invece di stare qui seguiamola, prima di perderla di vista! - sbraitò Silver, sempre più nervoso.
- Hai paura, Silthree? - lo prese in giro il rivale.
- Stai zitto! Sei tu che appena arrivato qui ti sei messo a urlare! - ribatté l'altro.
- Ma ho perso il mio Marill! - spiegò il ragazzo, assumendo, al pensiero, un'espressione dispiaciuta.
- Marill? - chiese Kotone.
L'amico annuì - Era accanto a me e temo si sia perso... -
L'allenatrice meditò qualche secondo in silenzio, temendo che anche il piccolo acquatopo fosse rimasto intrappolato in qualche bug ma, mentre Kris tornava indietro per non seminarli sul serio, le venne in mente un particolare - Hai controllato nella pokéball? - chiese infine.
Hibiki assunse un'espressione confusa poi negò e guardò nella borsa. - Ah! Eccolo, è davvero lì - gioì. - Allora questo è uno dei posti in cui i pokémon non possono rimanere fuori? -
L'abitante del mondo di Cristallo guardò Kotone. Per una volta era lei che cercava spiegazioni.
- In realtà ho notato che nel mondo di Cristallo i pokémon rimangono tutti nelle sfere, indipendentemente da dove vai. Nel nostro mondo, invece, il primo pokémon della squadra ti segue. -
- Hai ragione, questo mondo non è programmato per avere pokémon non selvatici fuori dalle pokéball - confermò Kris. - Dev'essere stupendo avere un pokémon sempre accanto a te. -
Hibiki tirò un sospirò di sollievo.
- Possiamo andare, adesso? - borbottò Silver.
Il ragazzo annuì ma, appena il rivale dai capelli rossi avanzò una persona sconosciuta gli andò addosso.
Un ragazzino biondo finì col sedere a terra, poi alzò lo sguardo, fissandoli. - Ah, ho trovato qualcuno! - gridò.
- Visto? Te l'avevo detto che dovevamo lasciar fare a Jun e alla sua abitudine di scontrarsi con la gente - rise qualcun'altro dietro di lui.
Dal nulla, come se quel luogo fosse in realtà coperto di una fitta nebbia, comparvero una ragazza mora e un ragazzo che le somigliava molto.
Quest'ultimo, appena vide Kotone, si lasciò sfuggire un'esclamazione e la puntò col dito - Tu sei la ragazza della Zona Misteriosa! - esclamò.
L'allenatrice di Johto fissò il nuovo arrivato. Si ricordò del suo volto e della sciarpa. - Ma certo! Sei quello che mi ha tirata fuori da quello spazio nero! -
Lui annuì - Mi spiace, devo averti spaventata. Credevo fossi Hikari. Ah, io mi chiamo Kouki. -
Dopo una breve presentazione, e dopo essere tornati a camminare per quello strano luogo bianco, Kris domandò cosa fosse la Zona Misteriosa.
- Come ha detto Kotone, la Zona Misteriosa è un immenso spazio nero. Compare quando il programma non riesce a caricare le mappe, ovvero il luogo in cui camminiamo - spiegò Hikari. - È un bug del nostro mondo, il mondo Platino. -
- Ce l'ha spiegato il Game Director quando Kouki ha detto di averti vista lì - aggiunse Jun.
- Praticamente è l'equivalente della Città dei Numeri. La mappa non si carica e appaiono elementi casuali - osservò Kris. - Ci trovavamo lì quando Kotone è finita nel vostro bug. -
L'allenatrice di Sinnoh sospirò e mise le mani sui fianchi, guardando la propria controparte maschile. - Colpa di Kouki che si mette a giocare con la bicicletta! -
Il diretto interessato ridacchio, dispiaciuto.
- Dove accidenti è quel virus! Ci sta solo facendo perdere tempo! - si lamentò Jun, camminando velocemente davanti a tutti gli altri.
- Qualcuno sa dove ci troviamo, almeno? - domandò invece Kouki.
- Il pokékron segnala ancora la Riva Valore - rispose Hikari, sollevando la mano in aria per capire se ci fosse davvero della nebbia a impedire loro di vedere.
- Ovvero il luogo da dove siete stati mandati qui, giusto? - chiese Kris.
Hikari annuì.
L'ex-allenatrice si mise a riflettere a voce alta. - Mh. Questo luogo si trova sicuramente in uno dei mondi pokémon esistenti. Almeno stando a quello che ha detto il direttore della Game Freak. Se siamo qui non abbiamo sbagliato. Temo che dovremo continuare a camminare finché non incontriamo casualmente il virus. -
- Cosa? E quanto tempo ci vorrà? Io ho fretta! - gridò disperato il rivale del mondo Platino.
- Direi ci vorranno pochi istanti. Guardate lì - fece notare Hibiki, puntando davanti a sé.
Poco distante da loro, infatti, un non ben definito ammasso di pixel aleggiava in mezzo al 'nulla' che formava quel luogo.
- È... il virus? - domandò sconcertato Jun.
- È un pokémon? - chiese a sua volta Silver, ricordandosi che avrebbe dovuto assumere l'aspetto di un pokémon, secondo Bill.
- Ha proprio l'aspetto di un bug - ridacchiò Kris a sua volta, per nulla sconvolta dalla visione.
- Come fai ad essere così tranquilla? Quella cosa è inquietante! - mormorò Hikari indietreggiando. Non aveva mai visto una cosa simile. Eppure, negli ultimi tempi, col suo mondo infettato dal virus, aveva avuto modo di vedere tante cose stranissime, avvenimenti che i programmatori chiamavano, appunto, bug.
- Sai quante di quelle 'cose' ho visto, in vita mia? - le rispose l'altra.
- Quindi è il virus? - domandò Kotone, impaurita.
- "Specie di Pokémon appena scoperta e attualmente oggetto di attenti studi. Al momento non sono disponibili ulteriori informazioni in merito" - esalò qualcuno.
I sei ragazzi si voltarono dietro di loro. Altre quattro persone, due ragazzi e due ragazze, erano, come ormai era la norma lì, comparsi improvvisamente.
- Scusate, ma voi avete pure la descrizione, Haruka? - chiese una delle due ragazze all'altra, ignorando il gruppo davanti a loro, come se non li avesse visti.
- Sì, ma come hai sentito non dice praticamente nulla - le rispose la collega.
- Mh. - mugugnò l'altra, appoggiando un braccio sulla spalla del ragazzo accanto a lei, che a sua volta fissava il pokédex. - Noi nulla, eh? - chiese poi al compagno.
L'attenzione degli altri venne attirata appunto da quest'ultimo ragazzo. Il berretto ne nascondeva in parte il volto, essendo a testa abbassata per cercare una qualche descrizione del 'pokémon' davanti a loro, ma gli abitanti di Johto sembrarono conoscerlo.
- Ma non è... - iniziò Hibiki.
- Sembra proprio... - continuò Kotone
- ...Red? - concluse Kris.
- Chi, lui? - sbottò Silver.
Il ragazzo alzò la testa e li guardò in silenzio. Solo allora anche gli altri tre accanto a lui sembrarono notarli.
- Ehi! Eccovi qui, finalmente! - li salutò la ragazza di fianco a lui, senza togliergli il braccio di dosso. - Dovete essere quelli degli altri mondi. -
Kouki, totalmente indifferente nel vedere il collega davanti a lui, annuì. - Stavo per dire la stessa cosa. -
- Yes! - esclamò lei. - Noi veniamo da 'RossoFuoco e VerdeFoglia' - spiegò. - Io sono Leaf e lui è Fire. - salutò, puntando anche il ragazzo col berretto che però non disse nulla.
- Noi siamo Yuuki e Haruka, veniamo da 'Zaffiro e Rubino'. - si presentò invece l'altro ragazzo, rimasto a fianco della propria controparte femminile, colei che aveva letto la descrizione.
- Ormai non ci sono dubbi. Quello è il virus sotto forma di pokémon - mormorò Kris, dopo le ulteriori presentazioni.
- Sì, a modo suo è un pokémon - ironizzò l'allenatore di Hoenn.
- Alla faccia dell'originalità - osservò Jun. - Allora, andiamo a sconfiggerlo? -
- Non è meglio aspettare? Non ci siamo tutti! - si oppose Hikari.
- In effetti non c'era un altro mondo? - chiese Leaf.
- Nero e Bianco - si ricordò Kris. - Ma dobbiamo attendere di trovarli per caso. -
- Non voglio aspettare! - gridò il rivale del mondo di Sinnoh e, senza ascoltare più nessuno, corse davanti all'ammasso di pixel. - Stammi bene a sentire! Ora te la faccio pagare per i casini che hai combinato! Preparati perchè sono forte! - sbraitò, agitando le braccia.
- Jun! - gridarono i due compagni, preoccupatissimi.
Ma l'allenatore di Duefoglie li ignorò, prese una pokéball e chiamò il suo starter, Infernape, a cui ordinò di attaccare con ruotafuoco.
Il pokémon, ubbidendogli, roteò verso il virus, attaccandolo il più velocemente possibile ma, una volta tornato a terra, scoprì che l'avversario non aveva fatto una piega.
- Ma è vivo? - chiese allora Jun.
Gli altri lo raggiunsero e in quel momento il virus si mosse. Sembrava quasi si fosse girato verso di loro ma non poterono esserne certi, poiché non capivano dove fosse la faccia di quell'essere.
- Forse attacca! - gridò Haruka, chiamando a sua volta il suo Blaziken.
Kris, in quel momento, si accorse di un particolare a cui non aveva ancora pensato. - Ma io non ho pokémon! - esclamò infatti, sentendosi di troppo.
- Pidgeot! - chiamò allora Kotone. - Vai da Kris e segui i suoi ordini! - disse appena il volatile fu davanti a lei.
La ragazza dai capelli blu la guardò riconoscente.
- D'accordo - mormorò poi, affiancandosi al pokémon uccello. - Si inizia. -






Note finali: per gli starter dei protagonisti mi sono affidata al manga, questa volta. Non ho mai letto il manga e non conosco la storia nè il carattere dei personaggi, ma non volevo affidarmi solo alle mie partite (anche perchè se no tutte le ragazze avrebbero avuto lo starter di fuoco e i rivali quello d'acqua) quindi sono andata su qualche sito a cercarmi quelli della versione cartacea.
Per Kotone, che nel manga non compare, ho scelto lo stesso di Kris.

Ho deciso di chiamare i personaggi di 'RossoFuoco' e 'VerdeFoglia' Fire e Leaf poiché non hanno altri nomi ufficiali.
Ovviamente Fire in realtà è Rosso ma non volevo si confondesse col Rosso dei giochi di prima generazione, così ho optato per un nome diverso, anche perchè 'Fire' è il nickname con il quale è entrato nel luogo della battaglia.
Leaf, invece, è quasi il nome ufficiale della povera Blue, nel videogioco (che cambia nome a seconda della versione, praticamente XD Ma per me rimarrà sempre Blue!)
Potevo anche usare Satoshi per Rosso, ma la controparte femminile sarebbe comunque rimasta senza nome.

Infine un'altra precisazione: ho detto che Gold è diverso da Hibiki. Ho preso spunto dagli artwork originali. Lo stile era un po' differente e il Gold di Oro e Argento sembra avere un'espressione più arrogante di Hibiki.
Spesso ho trovato questa differenza anche in fan art o comics giapponesi, quindi non sono l'unica a pensarlo.
So anche che il Gold del manga è effettivamente arrogante e un po' egoista (l'ho solo letto in giro, non so se sia vero) mentre Hibiki, come personaggio non giocabile, ha un carattere diverso.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Probabilmente a tutti avevano detto di portarsi i pokémon più forti e, come lui, gli altri avevano pensato, oltre ai leggendari, anche agli starter.
Si disse questo Hibiki, dopo aver richiamato il suo Typhlosion e aver osservato i suoi colleghi. Visto che quella non sarebbe stata una normale battaglia ebbe voglia di utilizzare anche Ho-oh e, da quel che sentiva, ognuno degli allenatori aveva almeno un pokémon leggendario con sé.
Escluse chiaramente Kris e Kotone, quest'ultima, sapeva Hibiki, aveva catturato Lugia ma in quel momento non l'aveva in squadra.
Aveva ascoltato i discorsi di tutti: quello tra Haruka e Yuuki, che si chiedevano se fosse stato il caso di utilizzare anche Latios e Latias, col ragazzo dallo strano copricapo bianco che si lamentava di non aver portato Rayquaza; quallo di Leaf che decideva quale dei tre uccelli leggendari usare ed esortava Fire a chiamare Mewtwo; infine i tre allenatori di Sinnoh che, a quanto pareva, avevano avuto l'imbarazzo della scelta sui pokémon leggendari da portare lì.
Hibiki sorrise. Non solo alla consapevolezza che ognuno di loro era un validissimo allenatore ma anche nel vedere che, nonostante quelle discussioni, avevano comunque scelto i loro starter per iniziare la lotta.
Trovava meraviglioso che, per quanto un leggendario fosse maestoso e potente, la fiducia di tutti era posta nei loro primissimi pokémon, che li avevano accompagnati nella loro avventura fin dal primo passo fuori dalla loro città natale.
L'allenatore di Borgo Foglianova si avvicinò ai suoi amici, mettendosi tra Kotone e Kris. Vicino a quest'ultima si trovavano Silver e il suo Feraligatr.

Vedendo tutti quei pokémon Kris pensò che probabilmente Pidgeot non potesse competere in quanto forza. Ovviamente non poteva esserne certa ma, comunque, il volatile apparteneva a un'altra persona e ciò avrebbe sicuramente influito.
Ma il pokémon che le era stato affidato era attualmente l'unico di tipo volante in battaglia e per questo sarebbe stato sicuramente utile.
- Facciamo molta attenzione - disse l'ex-allenatrice. - Sembra forte. -
- Da cosa lo capisci? - chiese Kouki.
- Ma dai, non vedi la potenza che traspare dai suoi occhi? - scherzò Leaf.
- Quali occhi? - domandò Yuuki, ridendo.
- Beh, li avrà... - fu la risposta dell'allenatrice di Biancavilla.
Come se si fosse sentito chiamare in causa, il virus si mosse ancora.
Non aveva braccia per attaccare e nemmeno una bocca o una coda, eppure un getto d'acqua colpì in pieno Infernape, e lo stesso allenatore di Sinnoh.
- Ehi, non è leale! Vuoi una multa? - sbraitò Jun, sbattendo i piedi.
L'attacco, pur essendo una mossa non potente, ebbe comunque effetto sul pokémon di fuoco.
- Era pistolacqua - affermò Kouki.
- Quindi è del tipo acqua? - chiese Haruka.
L'ammasso di pixel si mosse ancora, usò la stessa mossa ma continuava a colpire l'allenatore biondo, che si mise a quel punto a correre per fuggire agli attacchi. Fu inseguito dal virus sotto gli occhi increduli degli altri.
- Perchè mi sta inseguendo? - gridò Jun.
- Non puoi certo aspettarti che un virus si comporti come gli altri pokémon - spiegò Kris, sempre molto pacatamente.
- Questa cosa non mi rassicura affatto! - urlò ancora, senza smettere di correre.
- Però, corre molto veloce, il vostro amico. Notevole - commentò invece Leaf.
- Sai, è abituato ad andare di fretta - le rispose Hikari.
- Volete degnarvi di darmi una mano? - chiese il rivale di Sinnoh, vedendo tutti molto tranquilli a guardare.
- Ehi, Jun! Fai da esca così mentre ti insegue noi lo attacchiamo! - gli rispose Kouki, ridendo.
- Infame! - sbottò l'amico, fermandosi a guardarlo male.
In quel momento si trovò il virus praticamente addosso e, nonostante gli scherzi, Kouki fu il primo a scattare per difendere Jun.
Non fece però in tempo a ordinare al proprio Torterra di attaccare che una scarica elettrica colpì il virus, il quale si limitò a bloccarsi senza però cedere.
- Non basta, Zebstrika. Ancora fulmine! - gridò una ragazza, comparsa improvvisamente in quel bianco e nessuno ormai se ne stupiva più.
Il pokémon elettro obbedì. A dare man forte anche Galvantula, come l'aveva chiamato il ragazzo a fianco della nuova arrivata.
L'ammasso di pixel si mosse ancora appena, poi rimase immobile. Ciò diede a Jun la possibilità di allontanarsene.
- Siete gli allenatori di 'Bianco e Nero'? - chiese Kris.
La ragazza annuì. - Touko e Touya, Piacere. -
- Siete in ritardo! E il fulmine ha colpito anche me! - si lamentò Jun.
- Gli eroi arrivano sempre per ultimi - gli rispose una terza persona, comparsa proprio dietro l'allenatore di Sinnoh.
Il ragazzo biondo si voltò di scatto.
Il nuovo sconosciuto gli sorrise. - Io sono N. Piacere. -
- Non sapevamo saresti venuto anche tu - disse Touya, alquanto stupito.
- Sono stati i pokémon a riferirmi la situazione. Loro certe cose le capiscono molto più di noi. Certo, che il mondo sia un gioco e noi personaggi virtuali mi ha stupito. -
- Sono stati i pokémon? - domandò Silver, guardandolo scettico.
- N sa parlare con i pokémon - spiegò Touko. - Dimmi, N, il virus riesci a capirlo? -
Il nemico del mondo di Unima rimase qualche attimo in silenzio, poi scosse la testa. - No. Non sta dicendo nulla. Non parla. -
- Un virus non può dire niente. Non è come noi o i pokémon, che agiamo secondo il programma - gli spiegò Kris.
N annuì. - Non ha intelligenza, non ha pensieri. Peccato, perchè avrei potuto almeno anticipare i suoi attacchi. -
- Ne faremo a meno - esclamò Haruka. - Ora ci siamo tutti, no? -
- Direi di attaccarlo tutti insieme contemporaneamente. Magari senza toccarlo, non si sa mai... - propose Kouki con un po' di inquietudine. - Da come è fatto sembra che toccandolo ti possa contagiare o ti risucchi dentro di lui. - aggiunse, come per giustificare la frase precedente.
- Hai ragione. Meglio non farlo toccare ai pokémon - mormorò Kotone, ricordando con orrore ciò che le era successo al Centro Globale creato da Kris.
N chiamò il suo pokémon più forte, Zekrom. - Un pokémon leggendario di tipo drago/elettro dovrebbe fargli male - commentò guardandolo. - Zekrom, incrotuono - ordinò.
Touko, ghignando, chiamò il secondo drago leggendario, Reshiram e gli ordinò di precedere Zekrom usando incrofiamma.
- Sarà anche di tipo acqua, ma questo attacco rafforza incrotuono - spiegò.
- Ti ringrazio, Touko - le rispose N sorridendole.
I due pokémon attaccarono come richiesto. Il virus indietreggiò, poi però tornò immobile per qualche istante.
Gli sguardi di tutti gli allenatori e dei rispettivi pokémon furono addosso a quell'ammasso di pixel.
- Non si muove... - bisbigliò con cautela Hikari.
- Eppure quando l'ho attaccato io si è messo a inseguirmi - ricordò Jun.
- Sicuramente non ha perso troppi punti vita - dovette riconoscere Kris. - Finché non si muove, attacchiamolo. Anche usando più pokémon. Tutti quelli che avete! -
Gli altri annuirono e ben preso quello spazio bianco si riempì di pokémon.
Per tutti gli allenatori quella vista era spettacolare, anche per la presenza di così tanti pokémon leggendari l'uno di fianco all'altro. Ma non c'era tempo per incantarsi e ordinarono di sferrare l'attacco più potente che conoscevano.
Il virus barcollò ancora. Ma rimase nello stesso punto di prima.
- Di nuovo! - gridò Jun. Prima o poi doveva pur cedere.
Ma prima che le creature obbedissero il virus scomparve e vennero allontanati, insieme ai loro allenatori, da un fortissimo vento.
- A-aereoattacco?! - esclamò Haruka reggendosi sia a Yuuki che a Blaziken.
- È un pokémon acqua/volante? - domandò Touko.
- Non mi stupirebbe se avesse attacchi casuali. Ricordatevi che NON è un vero pokémon - sottolineo Kris tenuta da Hibiki in modo che non fosse scaraventata via.
I pokémon non riuscivano più ad attaccare. Alcuni erano impegnati a reggersi bene a terra, altri proteggevano i propri allenatori.
Il virus continuava a fare lo stesso attacco.
- Così non va! Non resisteremo a lungo! - gridò Hikari.
- Maledizione, ci sarà pur un attacco che possa avere effetto! - sbottò Leaf, irritata.
La situazione non era affatto favorevole e la preoccupazione era un sentimento condiviso da tutti, in quel momento.
- Ferrothorn, radicamento! - ordinò Touya al suo pokémon erba/acciaio. In quel modo sarebbe rimasto fissato al terreno e avrebbe potuto attaccare allo stesso tempo.
- Ottima idea! Abomasnow, anche tu, radicamento! - esclamò Kouki.
- Non vorrei fare la guastafeste, ma i pokémon erba sono deboli contro quelli volanti - fece notare Leaf.
- Però possono tenere un pokémon elettro in modo che non voli via. Il tipo erba è resistente a quello elettro - propose Kotone.
- Allora c'è bisogno ancora di Zekrom - constatò N.
- Cosa ti fa pensare che il tuo pokémon elettro sia più forte dei nostri? - chiese Silver, a cui sembrava che l'allenatore di Unima fosse troppo arrogante.
- Perchè è un pokémon leggendario, quindi più potente - rispose semplicemente l'altro.
- Allora useremo anche Zapdos! - esultò l'allenatrice di Biancavilla.
Fire la guardò come se si chiedesse cos'avesse la collega per essere così entusiasta.
Zekrom, tenuto da Ferrothorn, e Zapdos, tenuto da Abomasnow, attaccarono rispettivamente con incrotuono e tuono.
Il vento cessò e il virus, per quel che si poteva capire guardandolo, sembrava aver subito molto.
- Ok, di nuovo tutti insieme! - gridò Leaf, ormai esaltata.
I pokémon elettro lasciarono la precedenza agli altri, infine attaccarono anche loro, per ultimi.
L'ammasso di pixel sembrava sul punto di cedere ma ancora rimaneva lì, immobile.
I pokémon erano ormai affaticati, avendo usato gli attacchi più potenti che avevano. Gli allenatori rimasero in attesa, fissando il virus.
Attesero lunghi secondi. Nessuno osava muoversi o parlare. Tutti speravano che quello strano 'pokémon' cadesse a terra esausto, o sparisse, o qualunque cosa facesse un virus quando viene sconfitto.
Ma nulla accadde.
- Forse l'abbiamo già battuto? - azzardò a chiedere Kotone, facendo qualche passo avanti.
Proprio in quel momento il virus attaccò con pistolacqua e, insieme a qualche pokémon, colpì anche la stessa allenatrice di Johto.
Tra tutti i pokémon della ragazzina il primo a reagire fu il piccolo Bidoof. Corse verso i pixel, ignorando le grida della propria allenatrice, e lo colpì di testa.
Kotone si mise le mani davanti alla bocca, temendo che chi si fosse fatto più male fosse il piccolo pokémon 'topaffuto'.
Eppure fu davvero una mossa efficace. I pixel che componevano il virus, infatti, iniziarono a sembrare instabili. Un rumore, forse il verso della creatura, si propagò nell'aria e, a poco a poco, quell'ammasso di dati scomparve.
Gli allenatori rimasero letteralmente a bocca aperta.
- L'ha... sconfitto? - chiese Yuuki.
- Un Bidoof? Con bottintesta? - domandò Jun incredulo, alternando lo sguardo tra il piccolo pokémon e il punto dov'era sparito il virus.
- Non ci credo... - commentò Leaf.
- Bidoof! - gridò invece Kotone, notando come, una volta tornato a terra, il piccolo pokémon sembrasse dolorante. La sua padrona lo prese in braccio. - Stai bene? -
Ma il 'topaffuto' si limitò a fare un verso. N si avvicinò a loro. - Sta male. Dice di avere la nausea. -
Gli altri allenatori si avvicinarono. Videro che le zampine posteriori del pokémon si stessero distorcendo in pixel, come quel virus e come, loro non sapevano, era successo alla stessa Kotone.
- Allora è vero, se toccano il virus vengono contagiati! - si disperò quest'ultima.
- No, dice che sta male da quando si è trovato in uno spazio con dei numeri - la corresse il nemico del mondo 'Bianco e Nero'.
- Uno spazio... la 'Citta dei Numeri'? - esclamò la ragazzina con i codini.
- Kotone! Anche Shinx e Numel! - la avvertì Kris.
Dietro di loro, infatti, anche gli altri due piccoli pokémon erano nelle stesse condizioni.
- Cosa sta succedendo? - domandò allarmata Kotone.
In quel momento tutti loro si ritrovarono, improvvisamente, alla Game Freak del mondo di Cristallo.





Note finali: Hibiki, all'inizio del capitolo, pensa che gli starter 'li avevano accompagnati nella loro avventura fin dal primo passo fuori dalla loro città natale.'.
Il suo è un errore ma da per scontato che sia così. In realtà in alcuni giochi il pokémon lo si ottiene fuori dalla città natale.

Il fatto che Jun, colpito da un fulmine, non abbia subito danni mortali è un riferimento all'anime. Ash ne prende così tante, di scosse, e mai una volta che mi faccia il favore di farsi male è__é Nel gioco, in effetti, non ricordo se si possa sopravvivere a un attacco pokémon così...

Ho detto che per i pokémon avrei tenuto conto del manga, ma non so assolutamente Reshiram e Zekrom che ruolo hanno nella versione cartacea.
Siccome, però, obbligatoriamente N ha uno dei due, ho scelto Zekrom come nel mio gioco e ho dato a Touko Reshiram perchè io uso lei.
Non ho avuto modo di inseririlo ma, per compensare, Touya ha il terzo drago leggendario: Kyurem.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Ritrovarsi in un posto nuovo così all'improvviso sorprese tutti gli allenatori.
Persino Kris si trovò spaesata, i primi istanti. Poi riconobbe il luogo.
- Dove siamo? - chiese Hikari, allarmata.
Kris si affrettò a rassicurarla: - Siamo nel mondo di Cristallo, alla sede della Game Freak. Ma non capisco perché siamo tutti qui - dicendolo prese il pokégear, ancora collegato al pc, pensando che il direttore fosse ancora in linea.
La sua intuizione si rivelò giusta ma le fu semplicemente detto di attendere. Stavano cercando di sfruttare i bug ancora presenti per stabilire un contatto visivo tramite i computer.
Dopo aver riferito quelle parole ai propri colleghi la ragazza si sedette, aggiungendo che potevano parlare nel frattempo.
Era tranquilla e mostrava molta fiducia verso i membri della Game Freak e questo rassicurò gli altri ragazzi.
Solo Kotone era visibilmente triste.
Benché sollevata dall'idea di poter finalmente tornare a casa, non riusciva ancora ad accettare di dover lasciare Kris al proprio destino.
I suoi colleghi pensarono fosse dovuto alle condizioni dei suoi pokémon.
Infine il computer principale di quel mondo si accese da solo e nel monitor apparve il volto del direttore del mondo HeartGold e SoulSilver.
- Ci siete tutti, per fortuna! Vi vedo stupiti. Questa 'videochiamata' è un po' inaspettata, lo so. Volevo congratularmi con tutti voi, non avete deluso le nostre aspettative. -
- Sì, come no! - esclamò Jun, deluso. - Quel coso è stato battuto da un Bidoof! -
L'uomo rise. - L'avevate lasciato con un punto vita, per questo dopo bottintesta è scomparso. Ora Bill, l'inventore del sistema dei box di Kanto e Johto, sta provvedendo a cancellare il virus dai nostri computer. -
- Mi scusi, direttore - si intromise Kris. - Dove ci avete mandati? Era uno spazio bianco, mi sembra di esserci già stata ma non ricordo bug del genere. -
- Nessun bug - le rispose l'uomo. - È la schermata di lotta. Nel gioco, quando inizia una battaglia tra pokémon, lo sfondo è bianco. -
- Non ci avevo mai fatto caso. Ormai non me ne stupisco più. -
- A parte per farvi meritati complimenti vorrei spiegarvi il motivo per cui vi abbiamo mandato tutti qui. Stiamo risolvendo tutti gli errori che il virus ha creato in tutti i mondi, a voi penseremo quando sarà tutto risolto. Abbiate solo un po' di pazienza. -
- Va bene, ma sarà da sistemare anche questo mondo, no? - domandò Leaf.
A quelle parole Kris abbassò lo sguardo.
- Beh, a questo proposito... - cominciò il direttore, esitando a continuare, visibilmente imbarazzato.
- Lo dica - esortò Kotone, che cominciava a provare un certo risentimento. - Sarebbe inutile, giusto? -
Tutti si voltarono verso di lei e Hibiki fu stupito dal tono di voce dell'amica. Non ricordava di averla mai sentita parlare in quel modo provocatorio e adirato.
Kris volle dirle qualcosa per cercare di calmarla e per cercare di mettere fine a quel discorso ma non fece in tempo. Il direttore le rispose quasi immediatamente, cercando di avere un tono più conciliatorio possibile: - Non sta a noi dire se è inutile o no. I bug di quel mondo, benché effettivamente peggiorati a causa del virus, erano di un altra natura. Mi dispiace dirlo, sul serio. Ma anche i mondi virtuali hanno una loro fine e il mondo di Cristallo si sta avviando al capolinea. -
- Quindi Kris rimarrà qui da sola ad aspettare il giorno in cui sparirà insieme a questo? - gridò, nervosa più di prima.
- Cosa? Come sarebbe a dire? - chiese Jun, indignato, come tutti gli altri, a quelle parole.
- È davvero così? - domandò Silver a Kris.
La ragazza annuì, spiegando la situazione e dichiarando di aver già accettato tutto ma ciò non servì a calmare i suoi colleghi.
Decise quindi di fare qualche passo in avanti e di cambiare discorso.
- Direttore, alcuni pokémon stanno male - lo informò.
Alla richiesta di ulteriori informazioni al riguardo Kotone, che almeno in quel momento riuscì a mettere da parte la preoccupazione per la sorte di Kris in favore do quella per i suoi pokémon, mostrò le tre creaturine.
L'uomo chiese alla programmatrice di controllare e, dopo qualche istante, la donna spiegò che i loro dati erano stati danneggiati da un bug.
- In realtà, - dichiarò la responsabile del pc principale, la cui faccia non era visibile nello schermo, - pare che già da prima dell'inizio della lotta i dati fossero corrotti. -
- Vuol dire che è stato il bug che ci ha portati qui? - chiese la padrona dei pokémon, angosciata.
- Molto probabilmente sì - rispose la donna.
- Si possono guarire? -
- I dati sono davvero molti, anche se lo facessimo sarebbe praticamente come sostituirli con pokémon nuovi - specificò, sapendo bene quanto la questione stesse a cuore sopratutto alle due protagoniste dei giochi ambientati a Johto.
- Cosa significa? - volle sapere Kotone.
- Potrebbe essere necessario resettare livello, esperienza e probabilmente anche la loro memoria. -
Kotone si trattenne da farle presente che l'ultima cosa l'avrebbero fatta in ogni caso, non solo ai pokémon ma anche agli allenatori.
I tre cuccioli cominciarono ad agitarsi e a gridare contro lo schermo del computer.
- Che succede? - chiese Yuuki.
- Non vogliono che la loro memoria venga cancellata - spiegò N. - Dicono che preferiscono sparire, piuttosto. -
- È comprensibile - commentò Touko.
Il direttore sospirò. - Se rimangono così non possiamo farli tornare nel loro mondo. Genererebbero ancora i bug. -
La proprietaria dei pokémon abbassò lo sguardo. Se l'era immaginato, ovviamente.
Che doveva fare? Non voleva separarsi da loro ma nemmeno farli stare ancora male. Tuttavia gli occhietti dei tre cuccioli la imploravano di lasciare intatti i loro ricordi. In quel senso li capiva: anche lei non voleva scordare neanche un secondo di ciò che le era successo, per quanto assurdo e traumatizzante fosse stato. Ma non aveva scelta ed era consapevole anche di questo.
Per i pokémon era diverso. La Game Freak sarebbe stata disposta a non modificare la loro memoria a patto che non tornassero nel loro mondo con lei.
Che fare? Entrambe le opzioni erano terribili, per lei.
Decise che sarebbero stati i pokémon a decidere. Si inginocchiò e li fissò seria.
- Piccoli miei, siete certi di non voler continuare a vivere come avere sempre fatto, pur senza ricordi? - chiese loro, senza nascondere la propria tristezza.
I tre cuccioli esitarono, si guardarono tra loro poi guardarono Kotone. Non volevano allontanarsi da lei ma per loro quei ricordi erano preziosi. Non considerarono la possibilità di crearne di nuovi una volta tornati a casa. Erano terrorizzati dall'idea di perdere tutto. Come aveva detto la programmatrice sarebbe stato come sostituirli e loro non volevano che ciò accadesse.
Annuirono nuovamente e la loro allenatrice sorrise loro.
- Va bene - sussurrò alzandosi. - Nel caso decidessi di farli rimanere qui cosa succederebbe a questo mondo? - chiese al direttore.
- Non solo sono danneggiati ma sono pokémon che non esistevano ancora, quando il mondo di Cristallo è stato creato. Darebbe errori, chiaramente. Ma questo mondo ne è già piena di suo. Ma sei sicura della tua decisione? -
- Non è stata una mia decisione - disse l'allenatrice di Borgo Foglianova. - Io rispetterò il volere dei miei pokémon. E poi, - si voltò verso Kris, sorridendole, - sarà una persona magnifica a prendersi cura di loro. -
L'x-allenatrice non nascose il proprio stupore. Kotone le si avvicinò.
- Kris, ti devo molto. Non mi viene in mente nulla che possa ripagarti abbastanza per quello che hai fatto per me. Non riesco a non pensare che la mia sola esistenza sia un torto nei tuoi confronti. Ma, almeno, permettimi di affidarti i miei pokémon. In questo modo non sarai più sola, né lo rimarranno loro. -
La più grande le sorrise, commossa. - Questo è più che sufficiente. Anche tu mi hai dato tanto e ora mi sento persino in debito. Non sai quanto è importante, per me, ciò che stai facendo. Ti prometto che dedicherò loro le migliori attenzioni che possa offrire. -
Fece qualche secondo di pausa, poiché la sua voce, ormai incrinata, tradiva il suo stato d'animo e, per quanto fosse naturale e non ci fosse motivo di vergognarsene, la prima protagonista femminile della storia dei giochi pokémon non volle mostrare lacrime.
Infine si voltò verso tutti gli altri. - Sono quasi grata al virus per avermi dato la possibilità di conoscervi - dichiarò, guardandoli ad uno ad uno. - Vi assicuro che non vi scorderò mai. -
- Ovviamente nemmeno noi lo faremo! - esclamò Hibiki.
- No, ecco, - si intromise il direttore, con espressione estremamente dispiaciuta, - a questo proposito c'è una cosa che dovrei dirvi. Nel momento in cui vi trasferiremo nei vostri corrispettivi mondi i vostri ricordi relativi a questa esperienza verranno cancellati. -
L'uomo stette poi in silenzio, ascoltando pazientemente le ovvie lamentele dei ragazzi, poi riprese a parlare: - Cercate di capire, voi non avreste ai dovuto scoprire la verità sui vostri mondi e nemmeno incontrarvi. Ciò che è accaduto è un immenso bug a cui dobbiamo porre rimedio. Non riuscireste più a comportarvi secondo programma, se rimaneste consapevoli della vostra natura. -
- No, non è giusto! - insistette Jun.
- Che male c'è se lo sappiamo? - chiese Haruka.
- Tutti voi vi siete accorti di qualcosa di strano, per qualche motivo siete andati alle sedi della Game Freak. Ciò era dovuto ai bug. Voi stessi, attualmente, siete ancora infettati dal virus. Una volta sistemato tutto sarà conseguenza logica che vi scordiate tutto. -
- Ha ragione lui - disse Kris, guardandoli. - È così che dev'essere. Mi auguro, però, che la cosa non valga anche per me. -
Il direttore scosse la testa. - No, non abbiamo intenzione di farti anche questo. Hai già sofferto abbastanza. Inoltre il fatto che tu fossi a conoscenza di tutto ci ha aiutati. Avremmo dovuto ringraziarti anche noi e non l'abbiamo ancora fatto. Siamo dei genitori degeneri con tutti voi, per quanto io rappresenti solamente il 'direttore' al momento della creazione dei mondi 'HeartGold e SoulSilver', credo di parlare anche a nome degli altri direttori. Mi dispiace. -
- Non è colpa vostra - rispose l'abitante del mondo di Cristallo.
Dopo una spiegazione del genere nessuno seppe più cosa dire. Tutti volevano opporsi, ma come?
- Vi lascio, ragazzi. Vi avvertirò quando sarà tutto sistemato e vi riporteremo nei vostri mondi. Per il momento attendete alla Game Freak. Vi sconsiglio di uscire, anche solo rimanendo ad Azzurropoli. Cristallo è un mondo pericoloso e instabile. -
- D'accordo... - mormorò Kouki a nome di tutti quanti.
Il pc si spense e ci fu un lungo silenzio, durante il quale ognuno dei ragazzi riordinò le idee.
Solo dopo qualche minuto, esortati da Kris, alcuni di loro cominciarono a raccontare qualche aneddoto sulle loro avventure e presto ne nacque una vera e animata discussione.
Erano tutti interessati a sapere quali allenatori, pokémon e capopalestra si incontravano nelle diverse regioni: ognuno di loro mostrò agli altri il proprio pokédex e si parlò dei team nemici e su quello N ebbe molto da dire.
Leaf e Fire scoprirono che quest'ultimo, a Johto, era considerato l'allenatore più forte del mondo. L'allenatrice di Biancavilla fu molto sorpresa nel saperlo ma che i loro mondi fossero addirittura ambientati tre anni prima di quelli di Kris, Kotone, Hibiki e Silver la lasciò ancor più esterrefatta.
Non perse tuttavia l'occasione di prendere in giro la propria controparte maschile quando i tre allenatori di Borgo Foglianova dichiararono di averlo già sconfitto sul Monte Argento.
Fire, però, era molto più interessato all'Emolga di Touya e non le rispose.
- Siete molto amici? Vedo che lo prendi in giro spesso - le chiese Haruka.
- Non l'avevo mai visto prima di oggi - dichiarò la ragazza. - L'ho conosciuto alla Game Freak prima di essere mandati qui per sconfiggere il virus. -
- Davvero? - esclamò, stupita, l'allenatrice di Hoenn.
Leaf fece spallucce. - Non l'ho mai incontrato in giro per Kanto. Però, stranamente, mi è subito sembrato familiare appena l'ho visto... - confessò, volgendo lo sguardo verso il ragazzo.
Fire ricambiò l'occhiata senza dire nulla.
- Accidenti, quello sì che è uno sguardo d'intesa! - commentò Touya. - Ehi, ora che ci penso, a parte al Metrò Lotta, nemmeno io ho mai incontrato Touko eppure è come se la conoscessi da sempre. -
La ragazza di Unima annuì. - Forse non è così strano. Siamo programmi. -
- Esatto - confermò Kris. - Vedete, ho ragione di credere che voi siate praticamente la controparte l'uno dell'altra. In effetti vi somigliate anche molto. E le controparti hanno sempre un legame speciale, ricordatevelo sempre. -
- Mi sembra tutto così irreale... - mormorò Hibiki, appoggiandosi allo schienale della sedia. - E tra poco scorderemo tutto. -
Il silenzio calò nuovamente e l'allenatore di Borgo Foglianova si pentì di aver aperto bocca.
- Qualcuno di voi sa perché questi mondi sono stati creati? - chiese improvvisamente Yuuki. Era da un po' che se lo chiedeva.
- Siamo un gioco - risposero all'unisono Kris e N.
La ragazza guardò stupita il Sovrano del Team Plasma.
- Come ho già detto, i pokémon certe cose le sentono. Me l'hanno riferito loro - spiegò lui.
- Un gioco... - ripeté l'allenatore di Albanova. - Quindi un mondo finisce perché non ci gioca più nessuno? -
- Può darsi - rispose Kris. - Questo mondo è stato creato più di dieci anni fa, non è strano che ormai il gioco sia stato dimenticato dai più - aggiunse sorridendo appena.
- Che cosa triste - commentò Hikari.
- Tra dieci anni tutti i nostri mondi saranno così - disse Haruka.
- Tra dieci anni io, sicuramente, non ci sarò più! - esclamò ridendo l'ex-allenatrice, provando a sembrare scherzosa, benché il pensiero le facesse male.
- Posso illudermi che esista un paradiso per i personaggi dei giochi? - provò a ironizzare Leaf.
Gli altri risero.
- Giusto! - affermò Kotone. - Un paradiso dove tutti ci ritroveremo. -
- Non tanto presto, eh - commentò Jun.
- Avremo anche i pokémon e ci sfideremo! - dichiarò Touya.
- E le pokéball saranno gratis - desiderò Yuuki.
- E più pietre evolutive! - disse Touko.
- Ci voglio le Super Gare! - dichiarò Haruka e Hikari concordò con lei.
- Tks, che sciocchezze - commentò invece Silver.
Kris rise. Ovviamente quelle cose erano pura utopia ma fantasticare era divertente lo stesso. Le spiaceva davvero che presto tutto sarebbe finito. Si sarebbe sentita ancora più sola.
Scacciò quel pensiero. Dopo tanto tempo avrebbe avuto dei pokémon. No, sarebbe stata bene comunque. Il suo destino l'aveva accettato da tempo, ormai. Non doveva essere triste, ma solo godersi quegli ultimi momenti con serenità.
Il tempo passò troppo in fretta, per tutti loro, e infine la Game Freak ristabilì il collegamento per avvertire i giovani allenatori che era tutto pronto.
Tutti si alzarono dalle sedie, con aria solenne.
- È giunto il momento - disse Kris sorridendo triste.
- Mi dispiace davvero che sia già finita - commentò Hikari.
- È stato divertente! - esclamò Leaf. - Ci rivedremo nel nostro paradiso, allora! -
- Certo! In bocca al lupo! - salutò Touko.
- Ciao e grazie a tutti - mormorò Kotone, facendo anche un leggero inchino.
I primi ad essere rimandati nel loro mondo furono il trio di Sinnoh, con Hikari in lacrime e Jun che tentava di rimanere impassibile nonostante gli occhi lucidi. Kouki cercò di calmare entrambi, pur essendo nelle loro stesse condizioni.
Fu poi il tirno di Leaf e Fire. Quest'ultimo sembrò rimuginare un po', volendo finalmente dire qualcosa, ma, quando si decise, il trasferimento era già iniziato e lo si vide solo muovere le labbra.
Kris, osservandolo, poté intuire avesse detto 'buona fortuna' e gli sorrise.
Infine vennero rimandati a casa anche tutti gli altri e gli allenatori di Johto rimasero soli.
Kotone chiese di poter almeno riaccompagnare Kris a casa sua con Pidgeot e ottenne il permesso.
A Borgo Foglianova Hibiki, oltre ad accorgersi della la mancanza del vento nella sua città natale, provò una strana sensazione nel vedere la casa del professor Elm al posto della propria.
Kris spiegò che, in quel mondo, casa sua coincideva con quella di Gold, tuttavia non nello stesso momento.
Kotone salutò per l'ultima volta Numel, Bidoof e Shinx. - Grazie di tutto - sussurrò loro, abbracciandoli.
Anche Pidgeot, Meganium e Quagsire salutarono i loro colleghi.
Infine fu il turno degli allenatori.
Hibiki e Silver rimasero un po' in disparte, lasciando una minima intimità alle due ragazze. Entrambi non sapevano cosa dire e come esprimere ciò che avevano dentro.
Loro quattro avevano un legame particolare, questo era certo. Ma nulla di ciò che veniva loro in mente era giudicato adatto alla situazione.
Kris e Kotone si trovavano l'una di fronte all'altra, serie.
Nessuna delle due cercava di piangere ma di mantenere un certo contegno per il saluto finale.
Infine, l'ex-allenatrice abbracciò la propria controparte, che non riuscì ad evitare di palesare il proprio dispiacere e la propria commozione.
Sciolto l'abbraccio, Kris, con gli occhi lucidi, si rivolse a tutti a tre.
- Sono davvero felice di avervi potuto incontrare. Grazie - disse.
- E di cosa? - chiese Hibiki, sorridendole. - Siamo noi a dover ringraziare te! -
- Questo non è un epilogo molto felice - commentò Silver esprimendo, a modo suo, il proprio rammarico.
- Non dire così. Questo mondo sarebbe finito comunque e aver potuto vivere questa esperienza prima della fine definitiva è decisamente meglio di non averla vissuta affatto. -
- Kris, - disse Kotone, relativamente calma e lucida benché sempre in lacrime, prendendole entrambe le mani, - anche se scorderò tutto ti prometto che, in fondo al mio cuore, non mi dimenticherò mai di te. -
Kris le sorrise. - Sono certa che non lo farai. Addio Kotone. -
- Addio, Kris. Probabilmente non ci rincontreremo mai più. Ma spero che, prima o poi, un'altra Kris e un'altra Kotone possano vivere nello stesso mondo. -
L'altra si limitò a sorriderle, senza essere in grado di annuire a quell'affermazione, e, senza distogliere lo sguardo e tenendo i pokémon in braccio, osservò i tre colleghi smaterializzarsi.
Tuttavia, dentro di lei, ne percepiva ancora la presenza, come se fossero ancora lì.

La tv mandava in onda un film che le interessava ma Kotone se ne accorse solo dopo qualche istante. La ragazzina si guardò attorno mentre il suo Marill scorrazzava felice per la stanza. Si rese conto di non ricordare quando era tornata a casa. Aveva la sensazione di aver fatto un lungo sogno.
Scese le scale e salutò distrattamente la madre.
Una volta uscita di casa fece un respiro profondo e si godette per qualche istante il vento sulla pelle. Provò una forte nostalgia.
- Kotone! - la salutò Hibiki. - Non sapevo fossi tornata anche tu a casa. Pensa che stavo per chiamarti! -
L'amica annuì ma non rispose, temendo che potesse chiederle le ultime novità, argomento su cui era abbastanza confusa.
- Tutto bene? - le chiese allora il ragazzo, notando qualcosa di strano.
- Sì, sì. Però è tutto il giorno che ho una strana sensazione. -
- Una strana sensazione? - ripeté lui. - Di che tipo? -
- Non saprei. È come se sentissi qualcosa che prima non percepivo. -
L'amico rifletté qualche istante. - È una sensazione negativa? -
Kotone lo fissò per un po', quasi stesse pensando bene alla risposta da dargli, poi scosse la testa. - No, per niente! -
- Bene! - commentò lui, rasserenato.
- Beh, è meglio andare. Oggi ho tre pokéball vuote e ho pensato di iniziare ad allenare pokémon di Hoenn e Sinnoh. -
- Ottima idea! Sai come si fa, vero? Basta ascoltare la radio in certi giorni. - spiegò, come al suo solito. - Ma cosa ci facevi con soli tre pokémon in squadra se hai deciso solo ora di prenderne di nuovi? -
La ragazzina lo guardò quasi confusa. - Non lo so... in effetti mi sembrava di averne sei, con me - rispose preoccupata.
L'espressione dell'amica impensierì anche Hibiki. - Dai, magari semplicemente non ti ricordi di averne depositati qualcuno - cercò di tranquillizzarla.
Lei annuì poco convinta. - Tu ora cosa farai? Rimani qui e ti riposi? -
- No, mi rimetto in viaggio anche io. Ti accompagno per un po', magari. Ti va? -
Kotone sorrise felice. - Davvero? Certo che mi va! -
Avviandosi verso il percorso 29 Kotone guardò il cielo mentre un'altra folata di vento la costrinse a tenersi il cappello in testa con una mano.
Era decisamente perplessa riguardo a quella strana sensazione improvvisa ma in un certo senso la rassicurava.
Se avesse dovuto spiegarlo a parole avrebbe potuto dire che sentiva come se qualcuno vegliasse su di loro, come un angelo custode.
A quel pensiero, sorrise.
Hibiki, già qualche passo fuori dalla città, la chiamò preoccupato e lei decise di smettere di mettere in ansia l'amico di infanzia e corse allegra verso di lui.
- Scusa, andiamo! -

Seduta nel giardino di casa sua, Kris coccolava i tre pokémon che le aveva affidato Kotone.
Sorridendo serena, alzò lo sguardo al cielo.
- Hai mantenuto la promessa - mormorò. - Anche se hai scordato tutto ciò che è successo qui hai cominciato a percepire la mia presenza come io ho sempre sentito la tua. -
Shinx, sulla sua spalla, le leccò la guancia mentre Numel, comodamente accucciato sulle gambe della giovane, si godeva le carezze. Bidoof, poco distante, saltellava nel giardino.
Kris sorrise loro.
- Finché anche quel mondo non verrà dimenticato l'avventura potrà ricominciare sempre. Vi auguro buon viaggio, Kotone, Hibiki. E anche a te, Silver. -
In qual momento una leggera folata di vento soffiò su Borgo Foglianova. Per quanto lieve, riuscì comunque a stupire l'ex-allenatrice. Poi si rilassò pensando che, dopotutto, era rimasto qualcuno che ancora si ricordava di lei e del mondo di Cristallo.






Note finali: Ehi! Sono davvero finali, queste note! Finalmente la fiction è arrivata alla conclusione e se c'è qualcuno che l'ha letto fin dall'inizio, beh, vi faccio i miei complimenti per aver resistito tanto XD
Spero si sia capito tutto e che abbia lasciato qualcosa nei vostri cuori.
Mi mancherà, questa fiction, e sopratutto mi mancheranno Kris e Kotone insieme.
Ringrazio chi ha letto, chi ha commentato e chi ha messo questa storia tra i preferiti o le seguite. L'ultima frase è una dedica a tutti voi. Sì, insomma: avete letto la fiction, avete quindi pensato a Kris e a Pokémon Cristallo, magari ricordando i giorni in cui ci giocavate, e di conseguenza il vento torna a soffiare in quel mondo.
Mi dispiace aver lasciato comunque Kris lì. Ma, per come avevo impostato la storia, era impensabile che lei andasse con Kotone. Comunque a me il finale soddisfa e spero possa soddisfare anche voi.

Ah, cosa meno importante: avete notato che Fire non dice mai nulla? XD D'altronde è Rosso e lui non parla MAI nei videogiochi u_u Gli ordini ai pokémon li dava ma lo faceva quando lo facevano anche gli altri, quindi nessuno lo sentiva.

Non ho più scritto nulla, su pokémon, ultimamente. Ma mai dire mai. Quindi arrivederci e alla prossima!

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