Il viaggio - ma dove siamo finiti?

di Tsukichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1°Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3°Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4°Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6°Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7°Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8°Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9°Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10°Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11°Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12°Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13°Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1°Capitolo ***


1°Capitolo

Una giornata tranquilla era quella che stava trascorrendo sulla nave …

Diciamo che stava diventando tremendamente tediosa. Mare calmo, piatto, con conseguente navigazione tranquilla. L’unica consolazione era l’aria frizzante che c’era quella mattina.

-          Ma non abbocca neanche un pesce – si lamentò Chopper affondando il musetto nel pelo sospirando annoiato

-          Bisogna essere paziente Chopper – spiegò Brook che con una mano manteneva la canna da pesca e con l’altra la tazzina di tè che tranquillamente continuava a sorseggiare – anche se di pesci non ce n'era neanche l’ombra

Usopp dal canto suo armeggiava tra ami ed esche, alla ricerca di quella giusta.

Avevano bisogno di pescare qualcosa, avevano finito le scorte e per quella sera non c’era davvero nulla che Sanji potesse cucinare.

-          Sanjiii – urlò il capitano tirandosi indietro per cercare il cuoco con lo sguardo – ho famee – continuò la solita tiritera

-          Idiota la cambusa è vuota cosa potrei cucinarti? – disse il cuoco stringendo la sigaretta tra le labbra e portando con le mani un vassoio di bevande – pensa a pescare e avrò di che cucinarti

Si chinò all’altezza di Robin, che leggeva tranquillamente seduta sulla sua solita sieda, all’ombra di un ombrellone – uno alla frutta per te – disse disegnando cuoricini con il fumo della sigaretta

Si girò con una piroetta verso Nami che sdraiata sulla sdraio ad occhi chiusi si godeva i raggi tiepidi del sole alto nel cielo – e l’altro, sempre alla frutta per te Nami-swaan

La cartografa socchiuse un occhio soltanto per afferrare il bicchiere e tenere sotto controllo le mani del cuoco che marpione si avvicinavano a lei.

Sbam, un pugno in testa – vai Sanji, vai in cucina – si sollevò a mezzo busto ormai infastidita

-          Sanji e a noi? – riprese Rufy sentendosi come al solito messo da parte dal cuoco

-          È in cucina, andate a prendervelo – rispose Sanji magicamente ripresosi dal colpo

-          È sempre la solita storia – disse Rufy con un dito su nel naso – cosa abbiamo noi in meno di Nami e Robin?

-          Non permetterti a dire una cosa del genere – il cuoco partì per il suo mondo immaginario Nami e Robin al suo fianco pronte per soddisfare qualsiasi desiderio, mentre piroettava sprizzando cuori da tutte le parti

Il capitano seguito a ruota da Chopper e Usopp schizzarono in cucina per prendere i loro bicchieri di succo, quando uno scossone alla Sunny mise tutti in allarme.

-          Robin cara – il cuoco si avvicinò all’archeologa stretta ai braccioli della sedia in cerca di un po’ di equilibrio sotto le visto oscillazioni – Nami-san stai bene?

-          Non direi – la ragazza si rialzò da terra massaggiandosi il fondo schiena, dopo che lo scossone l’aveva scaraventata poco delicatamente sul ponte

-          Ma che diavolo sta succedendo?  - lo spadaccino spuntò dai mandarini con lo sguardo da pesce lesso grattandosi la sua zazzera verde e trattenendo a stento uno sbadiglio rumoroso – è mai possibile che non si possa dormire tranquillamente? – biascicò, trascinando i piedi fino a raggiungere i suoi compagni

-          Se fosse un attacco e dovremmo contare su di te, staremmo freschi – lo rimproverò Nami cercando di rimettersi in piedi, ma perdendo nuovamente l’equilibrio poiché la nave oscillò di nuovo

-          Senti mocciosa ci siamo tutti a quanto pare – disse prendendola per la vista evitando di farla schiantare nuovamente con il suo bel sederino sulle assi del ponte

-          Di certo non grazie a te – continuò la rossa agitandosi per essere lasciata e messa terra

-          Prego, non c’è di che – disse Zoro fingendo di non sentire il suo starnazzare e lasciando poco delicatamente la presa

Nami si tirò giù la maglietta e si affacciò alla balaustra per capire cosa diavolo stesse succedendo.

All’orizzonte non c’era alcuna nave della marina e sicuramente non esistevano cannoni dalla gittata tale da attaccare senza essere visti e in più non c’erano scogli per nascondersi, erano in pieno mare.

Che attaccassero dal fondale, ma si notava nulla dalla superficie.

-          Forse potremmo usare lo Squalo sottomarino ragazzina – fece notare Franky notando i movimenti della navigatrice e affiancandola, seguito dai suoi compagni che cercavano di capire cosa potesse averli colpiti

-          Ehi ragazzi  venite un attimo qui – Brook rimasto con la sua canna da pesca a mollo nel mare richiamò i compagni – credo di aver preso qualcosa ed è grosso – iniziò a tirare con violenza per tirare su il pesce

Rufy, Usopp e Chopper corsero dallo scheletro per aiutarlo. Con forza tirarono la canna, tanto forte da ritrovarsi di schiena sul ponte tutti e quattro.

-          Ma che diavolo è? – esclamò Nami avvicinandosi guardinga ad un enorme conchiglia – mi sembra familiare – disse portandosi una mano al mento

-          Hai ragione Nami, abbiamo già visto qualcosa del genere – aggiunse il cecchino ancora steso a terra rovesciando gli occhi per guardare quella cosa “atterrata” dal mare

La conchiglia si mosse e si aprì sotto gli occhi stralunati di tutti e venne fuori un uomo buffo in giacca e cravatta.

-          Salve sono RiseRise della Lumacofono Shopping – parlò l’uomo presentandosi, poi si guardò un attimo intorno – ma ci siamo già incontrati vero? – piegò la testa al lato posando lo sguardo su Nami – tu hai comprato la risma di fogli milleanni … si siete proprio voi – li indicò contento con l’indice ad uno ad uno

-          Ehi è quel venditore pazzo che abbiamo incontrato dopo Alabasta … avanti tira fuori tutti quei gingilli dell’altra volta – saltellò il capitano con gli occhi a stellina, intorno al venditore

-          È quello che aspettavo – disse RiseRise mettendo le mani nella conchiglia e iniziando a tirar fuori ogni genere di stramberia

Alla fine ognuno di loro era stato affascinato da qualcosa, Sanji da qualche aggeggio da cucina, Usopp Chopper e Rufy erano attirati da qualsiasi cosa, Zoro se la strafregava alla grande poggiato alla balaustra.

-          E questa cos’è? – chiese Nami sollevando con le mani un ciondolo luminoso e davvero molto carino

-          Oh mio dio ragazzina sta attenta – si allarmò il venditore raggiungendola e prendendogliela dalle mani

-          Ehi? – si lamentò la cartografa – fammi vedere è davvero carina

-          Ma è magica – spiegò l’uomo

-          Che cretinata – sbuffò Zoro volgendo lo sguardo verso Nami che annuiva, concordando con lo spadaccino – una collana magica? Ma mi faccia il piacere …

-          È una collana che permette di viaggiare nello spazio e nel tempo, solo unendo i due ciondoli – tirò fuori da una custodia una seconda collana con la seconda parte del ciondolo tenendoli a debita distanza – questo diventa possibile. È un raro cimelio di un’antica civiltà ormai perduta.

Nami glieli prese dalle mani e li sollevò mostrandogli a Zoro, facendo una faccia come per dire, ma questo è completamente pazzo.

-          Non ci credo – disse scettica Nami – non esistono queste stramberie e poi viaggiare nello spazio e nel tempo … se ne inventi un’altra per vendere. Zoro vieni a vedere la collana magica – trattenne a stento una risatina

Zoro si avvicinò per vedere, quando Rufy si avvicinò un po’ troppo animatamente ai due, urtando lo spadaccino che andò a sbattere a Nami.

Accidentalmente i due ciondoli si scontrarono nelle mani di Nami.

-          Rufy sei un idio … - una luce invase lo spadaccino e la cartografa e puf spariti

-          Ops – fu l’unica cosa che riuscì a dire Rufy

 

 

Angolo di Tsuki

Se sei arrivato fin qui un grazie particolare ^^ se poi hai intenzione di recensire un grazie mille in più :p

Ennesimo esperimento, forse l’ultimo e poi se fallirà mi darò alla carriera di lettrice accanita di fic di Rolo XD e di quelle che meritano.

L’idea non sarà facile da sviluppare, ma spero di riuscirci e di portarla a termine.

Ovviamente un ringraziamento particolare va alla mia donna delle fic che legge tutte le mie cazzate in anteprima … Brava Giovanna^^

GRAZIE

 

 

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


2°Capitolo

-          Ops – disse il capitano osservando la nuvoletta di fumo dissolversi nell’aria con il dito su per il naso come se la cosa non lo riguardasse minimamente

Dello spadaccino e della navigatrice, però, neanche l’ombra.

-          Che hai fatto alla mia Nami-san!! – Sanji atterrò Rufy con un calcio in pieno volto e poi si lanciò sul venditore strattonandolo violentemente per il bavero della giacca – dov’è la mia Nami-san? – un’aura malvagia lo avvolse da capo a piedi terrorizzando cecchino e dottore, che corsero lontani dal raggio d’azione del cuoco

L’uomo sbattuto a destra e a manca non riusciva ad aprir bocca per spiegarsi.

-          Scu … scusi – tentò sollevando la mano per attirare l’attenzione del cuoco che pareva aver perso il lume della ragione

-          Mio dio bisogna fermarlo … pover’uomo – disse Usopp nascosto dietro la mastodontica spalla di Franky ben al sicuro dall’ira del biondo

-          Gli farà male – tentò di intervenire Chopper preoccupato per la salute di RiseRise

-          Forse se lo lasci parlare possiamo capire cos’è successo – disse pacatamente Robin

-          Oh Robin-chan tu hai sempre ragione – cinguettò Sanji, mollando il malcapitato sul ponte e  affiancandola, tornando a comportarsi “normalmente” – avanti cos’è successo alla mia sirena – i goccioloni agli occhi e fazzoletto stretto tra le labbra

-          Io l’avevo avvertita … io le avevo detto che quella collana aveva la capacità di trasferire nello spazio e nel tempo chiunque unisca i ciondoli e chi gli è vicino – iniziò a spiegare l’uomo

-          Ma dove ha preso una stramberia del genere? – domandò curioso il carpentiere

-          È di una civiltà ormai scomparsa. Lì gli abitanti avevano trovato il modo di spostarsi nel tempo a piacere

-          E sono scomparsi comunque? – fece notare giustamente Usopp, abbandonando la postazione di rifugio e tornando tra i presenti

-          Non i conosce molto di quel popolo – spiegò RiseRise

Tutti quanti si voltarono verso Robin per ricevere risposte. L’archeologa li soddisfece … in parte.

-          Mi sembra di aver letto di una cosa simile, ma sarà stato al massimo un paragrafo e non diceva granché, se non quello che il venditore ha già detto – rispose semplicemente la ragazza

L’attenzione di tutti si riposò sul venditore che impacciato non sapeva come filare via da tutto quel casino. Si chinò sul ponte e iniziò a raccattare tutte le cianfrusaglie che aveva esposto ai pirati nell’intenzione di rifilargliele e non di trovarsi in tutta quella situazione. A casaccio le gettò nella conchiglia gigante.

-          Bene ragazzi è arrivato il momento che io vada – disse RiseRise già con un piede nel suo mezzo di trasporto

-          Un attimo – sussurrò pacatamente Sanji avvicinandosi con una calma che raramente gli apparteneva

L’uomo inghiottì a vuoto l’aria, vedendolo così vicino a lui. Temeva nel trattamento che poco prima gli aveva riservato.

-          Bhè … bhè i … io devo andare  ve … veramente – balbettò mentre iniziava a sudare freddo

Sanji sollevò lo sguardo scoprendo i lacrimoni alla base dei suoi occhi – la mia Nami-san – si aggrappò al braccio dell’uomo – rivoglio indietro la mia Nami-san

-          Non so come aiutarvi, non c’erano le istruzioni nella scatola di quella collana, presumo che non ci sia un modo per tornare – rifilò tutto d’un fiato – arrivederci – sparì nella conchiglia, che un balzo sparì negli abissi marini, da dov’era comparsa

Un gocciolone enorme comparve dietro la testa di tutti quanti.

-          E ora come faremo? – chiese Chopper

-          Ma non sappiamo neanche dove sono finiti – aggiunse Usopp allargando le braccia

-          E non abbiamo nessun indizio di cosa sia successo veramente – terminò Franky

-          E se fossero qui sulla nave? Quel venditore ha detto che si potevano muovere nel tempo e nello spazio, forse sono semplicemente qui sulla nave yohohoh – rise fuori luogo Brook

-          Potrebbe essere

-          Robin, la mia dea potrebbe essere qui – il cuoco partì volteggiando alla volta delle stanze interne

Tornò dopo pochi minuti mogio e disperato. Nulla!

-          Farò qualche ricerca, devo capire cos’è successo prima di organizzarci – Robin sparì nella biblioteca, era l’unica che avrebbe potuto trovare una soluzione

-          Come farà adesso il mio bocciolo di rosa, tutta sola in un posto sperduto – Sanji rintanato in un angolo ripeteva questa litania mettendo alla prova anche la pazienza del santone di turno, a fargli compagnia il suo fido fazzoletto

-          Ma è con Zoro cosa potrà accaderle? Pensiamo a noi … cosa mangeremo adesso? – esordì il capitano che per tutto quel tempo era rimasto sul ponte dopo la botta del cuoco

Ancora un colpo, ancora una volta riverso sul ponte. Con Sanji non si scherza soprattutto se si tratta di Nami, la sua dea, sola con lo spadaccino, chissà dove, chissà quando.

Meglio non ricordarglielo.

Al suo fianco Brook con la sua di litania – non ho mai visto le mutandine di Nami, anche se io gli occhi non ce li ho yohohoh

-          Brook? – il cuoco richiamò lo scheletro – possiamo andare a vedere le mutandine di Nami-san – sussurò – ora lei non c’è non può picchiarci

Cuoco e scheletro si diressero verso la stanza della navigatrice.

Clik, Robin era intervenuta in tempo, lasciando i due a bocca asciutta. La biancheria di Nami era in salvo.

 

In un tempo e in uno spazio sconosciuti …

La navigatrice si massaggiò la testa emettendo un lamento – ma che diavolo è successo?

Tentò di rimettersi in piedi, incontrando qualcosa di morbido sotto le mani.

Mise a fuoco visto che la luce era davvero scarsa.

Tastò con le mani ciò che incontrava, era morbido in alcuni punti, duro e scolpito in altri, ma che era? C’era della stoffa, un bottone, anche quella che sembrava una cerniera e qualcosa di semi-duro.

-          Aaa – urlò facendosi indietro ritrovandosi a terra per l’ennesima volta in quella giornata

-          Ma starnazzi a tutte le ore? – Zoro si mise a sedere battendo la testa a qualcosa – che ca … - imprecò massaggiandosi la parte lesa dal colpo e dal pugno di Nami

-          Dove mi hai portato? – la navigatrice lo prese per il collo mettendosi comodamente a cavalcioni

Con la faccia cianotica lo spadaccino cercava disperatamente aria da immettere nei polmoni, annaspando con le braccia.

Nami lo liberò gusto in tempo.

-          Sei impazzita? – si massaggiò il collo – non so, dove siamo, è stata tutta colpa di quel babbeo del capitano

-          Ehi la collana? È stata tutta colpa di quel venditore inetto e idiota – tastò il pavimento – aspetta qui ce un ciondolo … trovato l’altro?

-          Questo? – le mise nella mano l’altro ciondolo

Tentò di rimetterli insieme com’era successo poco prima sul ponte ma nulla, una luce, una nuvola di fumo, un rumorino, un luccichio, niente.

-          Ma perché non funziona? – urlò isterica Nami saltellando nervosamente e allegramente sulle gambe di Zoro

-          Cosa ne posso sapere io? – portò le mani dietro il collo sistemandosi comodamente in quell’angusto spazio

-          Non sei mai d’aiuto … Zorooo – si accasciò poggiando la testa sulla spalla del verde – voglio tornare sulla nave

-          Forse se usciamo di qui, sarebbe più semplice no?

-          Te l’avevo detto io, dobbiamo uscire di qui – gli diede una pacca sulla spalla lasciandolo scioccato dal suo comportamento

Strisciò a quattro zampe sulle assi di legno.

-          Ti muovi Nami, qui è scomodo – la spinse mettendole la mano sulla coscia

-          Non toccarmi – allungò il piede indietro spiaccicandogli il tacco tra gli occhi - e non mettermi fretta buzzurro – fece qualche passo distratta da Zoro e andò a sbattere con la fronte contro qualcosa

Cadde all’indietro strofinando la mano sula fronte.

-          È tutta colpa tua – urlò

-          Finiscila – la spinse leggermente sulla spalla stringendo con le dita lo spazio tra gli occhi che gli doleva terribilmente

-          Aspetta sento qualcosa – appoggiò l’orecchio contro quella che doveva essere la porta

Fu aperta facendola scivolare a terra.

-          Nami-san che ci fai qui nella cambusa? – qualcuno si chinò verso di lei prendendole le mani tra e sue – ti sei fatta male cara?

-          Sanji finiscila – sollevò lo sguardo rimanendo scioccata

-          Nami amore che hai? E poi ti ho appena lasciata in cucina – parlò ancora la strana figura davanti a lei, un po’ stranita anche lei

-          Ma il cuoco ha tempo da perdere invece che andare a cucinare qualcosa? – Zoro fece il suo ingresso dietro Nami che continuava a fissare la figura davanti a lui in silenzio religioso quasi – ma che è sto schifo?

-          Sei tu – la cartografa sollevò il dito davanti a lei …

 

 

Angolo di Tsuki

Io ho tentato di utilizzare la tecnologia, ringraziando chi ha recensito tramite un messaggio privato e spero di aver fatto bene, altrimenti chiedo venia e dal prossimo capitolo riprendo i ringraziamenti tradizionali a fine capitolo …

Bene, bene, bene dove saranno mai capitai i nostri due eroi??? Ahahah

Spero che qualche risatina ve la siate fatta, come è successo a me mentre scrivevo.

Un grazie a tutti quelli che hanno messo tra preferiti, seguite e da ricordare, fra qualche capitolo vi ringrazierò tutti a dovere XD

Grazie naturalmente a chi ha letto soltanto …

GRAZIE

 

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Capitolo 3
*** 3°Capitolo ***


3°Capitolo

-          Ehi non facciamo scherzi – Zoro si alzò in piedi trovando davanti a lui la sua fotocopia solo in versione … come dire Sanji?

Forse era la definizione migliore, quello non poteva essere lui.

-          Nami-san – Nami si vide la mano di quella strana versione dello spadaccino e l’afferrò – oh dea – l’avvolse tra le braccia – ce ne sono due? Questo è un dono del cielo – si avvicinò pericolosamente alle labbra della navigatrice schifata da quel comportamento

-          Fermo – la scintillante lama della katana s’interpose tra i due salvando la rossa in extremis

Subito dopo un pugno della rossa lo stese a terra con un bernoccolo fumante sulla testa, che spuntava dalla zazzera verde.

-          Ma dove siamo finiti? – si chiese Nami sull’orlo di una crisi di nervi – non era già tanto la nostra ciurma?

-          Ehi ma che sta succedendo? – Sanji fece capolino nel corridoio

Ma il limite della bassezza non era stato raggiunto con quella versione dello spadaccino da idiota latin-lover?

Sanji apparve in tutta la sua bellezza … bhè non proprio bellezza. Indossava un fantastico pantalone di pelle attillato e una camicia semi-trasparente bianca, con in coordinato un delicatissimo grembiulino rosa di pizzi e merletti.

-          Ma gioia cosa ci fai qui … aspettate un attimo, ma ci sono due Zoro? – la faccia stralunata del cuoco era particolarmente esplicativa, poi un luccichio attraversò i suoi occhi – ma è un dono del cielo – si avvicinò ai due con sguardo e movimenti languidi

Entrambi i Zoro lo colpirono violentemente rispendendolo in cucina.

-          L’avevo sempre detto io che quel cuoco aveva tendenze strane – disse Zoro che osservò Nami, leggermente intontita da tutti quei Zoro e Sanji

Ripresosi dal colpo il cuoco, tornò alla carica verso il latin-Zoro – ma chi è questo tizio che ti assomiglia come una goccia d’acqua? Avevi un gemello e non ci hai detto niente?

-          Ma piantala? Ma tu non sei la mia Nami cara, vero? – l’osservò da capo a piedi – di solito non vesti in questo modo. Volete dirci chi siete? – si avvicinò ancora alla ragazza

Con lo sguardo terrorizzato la navigatrice afferrò il braccio del suo compagno, nascondendosi per trovare salvezza da quei due tizi.

Zoro la guardò dall’alto della sua statura, poi si voltò verso quella che considerava la sua copia riuscita male.

-          Noi siamo Nami e Zoro – iniziò lo spadaccino - voi chi siete?

-          Noi siamo Zoro e Sanji – rispose il cuoco con gli occhi cuoriformi puntati sul corpo scolpito che spuntava dalla maglietta, tonando all’attacco

-          Provaci e ti faccio a fette – mano sull’elsa, mentre con l’altra spingeva dietro di sé Nami tenendola lontana dall’altro Zoro

-          Un po’ ti assomiglia – disse il cuoco al latin-Zoro

-          Ma sei uscito fuori di senno, io come quello lì?

Dalla sua postazione Nami se la rideva alla grande. Visto che quel passo non avrebbero mai capito dove fossero e chi fossero quei due riusciti male, venne fuori dal nascondiglio, interponendosi tra i tre, prima che Zoro compisse una carneficina seduta stante.

-           Scusate l’irruenza del mio compagno – prese la parola – noi due siamo Nami e Zoro della ciurma di cappello di paglia

-          Anche noi mon-amour – latin-Zoro si chinò sulla sua mano per baciarla

Spiaccicò la mano stretta in un pugno, sulle labbra di Zoro, facendogli male – allora, secondo me sarebbe meglio che ci portaste dal capitano a questo punto

-          Oh andiamo gioia – la prese sotto braccio

Sanji si aggrappò allo spadaccino – gioia, tu invece vieni con me, ti accompagno io da Rufy

Nami e Zoro si guardarono negli occhi – dove siamo finiti – si sussurrarono impauriti

 

Toc Toc

-          Robin è permesso? – Sanji fece capolino nella biblioteca con una tazza di tè – trovato qualcosa di nuovo? – posò la tazza sulla scrivania prestando attenzione ai libri aperti su tutta la superficie

-          Grazie Sanji – l’archeologa sollevò il volto – non ho trovato niente di quanto non ci abbia già detto il venditore ambulante … l’unica novità è che la prossima isola su cui attraccheremo è popolata da alcuni discendenti della civiltà scomparsa che ha creato i ciondoli

-          Che notizia fantastica – il cuoco svolazzò attorno alla donna – sei fantastica Robin-san – i cuoricini svolazzavano per tutta la stanza – rivedrò la mia Nami-san e tutto per merito della mia dea Robin

Robin sorrise ala scena e sorseggiò il tè.

 

Ma cosa aveva combinato quella collana? Dove li aveva mandati?

Almeno la Sunny per quel che sembrava non era cambiata.

-          Deve essere sulla polena – disse Sanji

-          Ragazzi … ragazzi?! – Chopper corse verso i due - oh mio dio ci sono due Zoro? – frenò davanti a quella scena

-          E anche due Nami Chopper caro – spiegò latin-Zoro

-          Aaa – Nami urlò alla vista di Chopper

Ma quello non era Chopper, quello era un uomo, mentre Chopper era una renna. Questo aveva due gambe, due braccia e un volto umano.

-          Che forza! Ah comunque Nami ci ha chiamati in cucina, se non ho capito male dovremmo essere vicini alla nuova isola – continuò il ragazzo correndo in cucina precedendoli

-          Allora potete conoscerci tutti quanti in una volta, ragazzi – cinguettò Sanji rivolgendosi ad un disgustato spadaccino

L’entrata in cucina lasciò tutti quanti di sasso. C’erano due Zoro sull’uscio della porta.

-          Aaaa – una ragazza dai capelli rossi si alzò dalla sedia indicando una Nami sempre più confusa – chi … chi sei – balbettò la ragazza

Nami e Zoro, i due atterrati su quella nave di matti, si guardarono prima in faccia, poi passarono al vaglio tutti i presenti.

Usopp era spaventoso … spaventosamente bello, poté notare Nami.

-          Dov’è andato a finire il suo ridicolo naso – sussurrò Zoro all’orecchio della compagna, non credendo ai suoi occhi - Ma hai visto Robin? -

Sembrava una versione di una femme-fatale, con il suo completino che lasciava davvero poco all’immaginazione di tutti i presenti.

Nami tirò una gomitata a Zoro che aveva indugiato un po’ troppo su Robin.

-          Stronza – massaggiò il fianco – ma hai visto dove siamo finiti? E ci lamentavamo della nostra ciurma! – si grattò la testa

-          E voi chi siete? – chiese Rufy serio e composto

Un’enorme gocciolone apparve dietro le teste dei due. E chi era quello? Che fine aveva fatto il loro capitano? Come minimo avrebbe fatto chissà quale sceneggiata davanti a quella situazione.

-          Siamo Nami, la navigatrice – la rossa si indicò – e lui è Zoro, lo spadaccino e apparteniamo alla ciurma di cappello di paglia – indicò lo spadaccino

-          Ma noi abbiamo già una Nami – indicò una ragazzina con i codini e un abito di pizzi e fiocchi e imbarazzata da tutta quella attenzione

-          Ma quella è Biancaneve non sono io – sussurrò Nami a Zoro – mancano solo i nani e gli animali a farle compagnia

-          E abbiamo anche un Zoro … l’avete già conosciuto – il capitano lo indicò e lui per tutta risposta fece un occhiolino a Robin e a Nami lanciando un bacio volante

Il verde si spiaccicò la mano sulla faccia. Che figure gli faceva fare questo stupido latin-lover dei suoi stivali.

-          Sentite, siate chiari e diteci chi siete – Nami girò la testa verso la fonte della voce, era Franky

Il ciuffo c’era, la camicia hawaiana … no! Indossava i pantaloni? E le sue mitiche mutande che fine avevano fatto?

-          Ve l’abbiamo detto – ripeté Zoro infastidito da tutte quelle domande

-          Io direi di smetterla con tutte quelle domande, facciamoli parlare – Brook seduto accanto al capitano sorseggiava tranquillamente il suo fantomatico tè

Bhè?! Non si lanciava su di Nami e non le chiedeva di vedere le sue mutandine?

-          Ascoltatemi, non sappiamo neanche noi cos’è successo … vedete questi due ciondoli? – li sollevò per mostrargli alla ciurma – accidentalmente li abbiamo uniti e ci siamo ritrovati qui

-          Senti capitano non possiamo lasciare un fiore come lei in balia delle onde – latin-Zoro abbracciò Nami che piantò un pugno nel pieno del suo stomaco

-          Non ho detto questo .. ovviamente potranno restare qui finché vorranno – disse il capitano

C’è un piccolo problema però … non sappiamo come tornare –  sussurrò Nami

 

Angolo di Tsuki

Approfitto dell’inutile angolo per dirvi:

GRAZIE

 

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Capitolo 4
*** 4°Capitolo ***


4°Capitolo

-          Cosa? – urlò Zoro afferrando Nami per le braccia – non puoi farmi questo, non possiamo restare qui ancora … l’hai vista la mia copia, fa paura?

-          Perché la mia? – gli sussurrò nell’orecchio – Zoro non so davvero come andar via, non so neanche come ci siamo arrivati qui …  non piace neanche a me

La ciurma riunita guardava i due bisbigliare.

-          Non dovete farvi problemi potete restare quanto volete – ripeté il capitano – per Nami non sarà un problema cedervi la sua stanza, lei dormirà con Robin

-          Bhè … grazie – disse Nami – non è un problema per … per … te – indicò la sua copia che rossa come un peperone annuì con la testa – vuoi farcela vedere? – si alzò senza dir nulla e iniziò a camminare verso la sua stanza

Ma che le prendeva ogni volta?

La porta della stanza venne aperta. Le narici vennero invase da uno dolcissimo e stomachevole profumo di vaniglia. Gli occhi vennero invasi da una quantità esorbitante di rosa. Era ovunque, a partire dalle pareti, seguite da letto, coperte, mobili, il tutto accompagnato da una vagonata di peluche su tutta la superficie della cabina.

La mascella di Nami avrebbe toccato terra se solo fosse stato possibile, ma lei odiava il rosa, mentre questa, ci avrebbe scommesso che aveva anche le mutande di quel colore.

-          C’è un solo letto, dovrete sistemarvi voi – sussurrò BiancaNami entrando in cabina e uscendo stringendo il pigiama rosa e pieno di merletti, al petto – spero che vi troviate bene, manca poco alla cena, Nami puoi indossare qualcosa del mio armadio e potete usare il mio bagno – detto questo, in fretta e furia, lasciò, i due davanti a quella stanza

-          Zoro – afferrò il braccio del compagno – ti prego scappiamo …

 

-          Terraaa – la voce di Usopp gracchiò per tutta la nave – Robin siamo arrivati

-          Robin-san …  Robin-san – Sanji urlò volteggiando sul ponte – c’è l’isola …

L’archeologa sbucò dalla biblioteca – dobbiamo preparaci così non perderemo tempo

 

-          Gioieee la cena è pronta – il cuoco con i mestoli rosa stretti dalle mani, richiamò la ciurma in cucina – avanti o qui si fredda tutto

Zoro e Nami davanti alla porta osservavano la ciurma che tranquillamente si dirigeva in cucina.

-          Non corrono? Non si spintonano? Non urlano? – si domandò Nami ricordando la condizione dei loro pranzi, le urla, il cibo che si sposta “magicamente” nel piatto del capitano se non direttamente nelle sue fauci senza permettere a nessuno di mangiare, i litigi, le spade, i calci

-          Non è la nostra ciurma Nami, mettitelo nella tua testolina … dai andiamo, non vorrai far arrabbiare il cuoco

-          Sei tu che non devi farlo arrabbiare o lo farai piangere – tirò fuori la lingua

-          Per favore non ricordarmelo … mi mette ansia quell’essere e non parliamo della mia copia

-          Non farmi sedere accanto a lui, è peggio del nostro Sanji – si strinse al suo braccio – non lasciarmi con lui – sussurrò

 

-          Fiore ti ho tenuto il posto – latin-Zoro batté la mano sulla sedia accanto a lui – non lasciarmi solo

La cartografa sorrise nervosamente – sarà il posto di qualcun altro, non vorrei …

-          Non dirlo neanche per scherzo, non vorrai far male al mio cuoricino, vieni qui – con l’indice le fece segno di avvicinarsi e sedersi

Afferrò il braccio di Zoro, accanto a lei e se lo tirò appresso.

-          Vieni con me

Lo trascinò a sedere a suo fianco, sedendosi quasi sulle sue gambe, cercando di mettere più distanza possibile dal suo vicino di sedia, che aveva tutt’altre intenzioni a quella di mangiare.

-          Oh Robin sei un incanto – la donna fece il suo ingresso con un mini-abitino di pizzo suscitando solo gli ormoni di latin-Zoro, lasciando gli altri indifferenti

-          Ma dove deve andare questa qui? – domandò Zoro – ma quando si mangia stupido cuoco?

-          Gioia tranquillo – posò davanti a lui un piatto coperto – questo è per te – scoprì il piatto svelando una bistecca enorme con tanti cuoricini fatti con le uova – è solo per te questa … spero che riesca a frenare i tuoi bollenti spiriti – gli sussurrò vicino ad un orecchio

Gelato da quella vicinanza Zoro rimase immobile e trattenendo a stento un conato di vomito con la mano.

Nami dal canto suo se la rideva alla grande, vedere lo spadaccino alle prese con delle avance da parte del cuoco era la cosa più esilarante che potesse capitarle sotto gli occhi.

-          Finiscila o faccio fuori prima te che mi deridi e poi quel mezzo uomo – sussurrò a denti stretti alla navigatrice che non riusciva a trattenersi e scoppiò a ridere sguaiatamente battendo le mani sul tavolo

-          Questi sono stupendi – afferrò un cuoricino e lo fece scivolare in bocca – e sono anche buonissimi, Sanji non si smentisce come mai almeno come cuoco

-          E questo è per voi – dispose le restanti porzioni su tutto

Tranquillamente ognuno di loro prese ciò che più gli aggradava, nel rispetto e nell’attenzione verso gli altri. Facevano paura.

-          Potresti passarmi il mi latte? – Brook tese la mano verso BiancaNami

-          E la mia acqua minerale? … ah eccola – Franky spostò la brocca di vino e prese la sua di acqua

 

Altro luogo, altra ciurma …

-          Cosa abbiamo scoperto? – chiese Chopper addentando la sua coscia difendo le altre dal capitano che razziava a destra e manca da qualsiasi piatto, il tutto con il sottofondo delle urla del cuoco

-          Gli abitanti non conoscono questa leggenda – Franky bevve avidamente della cola

-          Io ho scoperto soltanto che c’è un tempio sulla collina che appartiene a quella civiltà, domani andrò a visitarlo … troverò sicuramente qualcosa – Robin sorrise in modo rassicurante ai compagni, avrebbero risolto sicuramente

 

-          Era tutto buonissimo Sanji – Nami ringraziò il cuoco che in brodo di giuggiole cercava di spalmarsi sul corpo dello spadaccino senza riuscirci – ma è tardi – alzò le braccia per stiracchiarsi – direi che è ora di andare a letto

-          Nami-san vieni qui a darmi il bacio della buona notte – latin-Zoro allungò le braccia e strinse le labbra a cuoricino in cerca delle labbra della donna

Nami si tirò indietro, sedendosi sulle gambe di Zoro stringendosi a lui, suscitando le ire di Sanji che vedeva sottratto il suo posto.

-          Fiorellino solo un bacino che ti costa – si avvicinò ancora

Errore, pugno della navigatrice e pugno dello spadaccino che la reggeva e latin-Zoro si vide scaraventato lontano dai due.

-          Buona notte – Nami agitò la manina dalle spalle di Zoro

-          Ma che razza di gente stiamo ospitando a bordo – disse Rufy guardando allibito tutta la scena

-          Nami-san …

-          Zoro-kun …

 

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo ***


5°Capitolo

-          No bello hai capito proprio male … tu adesso dormirai a terra – Nami rientrò dal bagno

Per poco a Zoro non venne un colpo.

-          Sembri una caramella di zucchero –  si portò le mani dietro al collo e la osservò da capo a piedi e la metafora aveva più che senso

Indossava un pigiamino rosa confetto, con le bretelle e i pizzi tutto intorno.

-          Taci, questo era il meno appariscente e ora fila a terra – si avvicinò al letto sfilando violentemente la coperta da Zoro

Sotto le coperte Zoro indossava solo i boxer. Nami rigettò le coperte sul suo corpo e salì sul letto, mettendosi in ginocchio e spingendolo giù tra i peluche.

-          Ma perché? – si lamentò Zoro facendo leva sul materasso e affacciandosi verso la donna – c’è spazio per tutti e due

-          Cosa? – si mise in ginocchio – tu con la tua mole mi schiacceresti contro il muro e morirei soffocata

-          Mi metto alla punta e non ho nessuna intenzione di toccarti

-          No! – si sdraiò dandogli le spalle e infilandosi sotto la coperta – ah! Spegni la luce per favore Zoro

-          Stronza – si alzò per spegnere e poi si lanciò tra i peluche

Pochi attimi di silenzio, poi il fruscio delle coperte riempì la stanza e poi si aggiunsero alcuni lamenti e sospiri.

-          Zo … Zoro – scivolò con le braccia e il busto verso il pavimento – questo cavolo di pigiama punge – lo scosse un po’ – ti sei già addormentato? Zoro? Zoro? – lo scosse ancora più forte dal braccio – Zorooo – si lamentò – punge

-          Nami piantala – le diede le spalle – sto dormendo e non ti sento – si mise le dita nelle orecchie per evitare di sentire tutta quella lagna insopportabile

-          Non so come fare – si sedette a letto grattandosi furiosamente ovunque, scostando i pizzi e i merletti dalla pelle nuda

-          Levati il pigiama, taci e rimettiti a dormire – borbottò cercando una posizione comoda tra i peluche, lanciandone alcuni che si erano conficcati nella spina dorsale

-          Non posso mica dormire senza pigiama con te a pochi metri da me – con il piede gli fece il solletico lungo la schiena - Zooroo

-          Infilati la mia maglia dovrebbe essere più comoda e non mi rompere più, ho sonno

-          È sporca cretino e io mi sono fatta la doccia

-          Prova a cercare qualcosa nell’armadio, in fondo, tra le robe ci sarà qualcosa di normale

Nami si alzò scocciata e accese la luce, bruciando le retine di Zoro, che le lanciò dietro un repertorio di bestemmie improponibile.

Spalancò le ante dell’armadio.

-          Trovami te qualcosa di comodo tra queste cianfrusaglie – si infilò quasi completamente nell’armadio – eureka! – venne fuori stringendo tra le man una maglietta larga e semplice senza fronzoli alcuni – non guardare – lanciò il pigiama maledetto sul volto di Zoro – finalmente – girò su se stessa contenta di poter dormire

-          Adesso che sei tranquilla posso venire sul letto? – chiese Zoro sperando di poter stare più comodo

-          Scordatelo! – immersa nelle coperte lo ignorò - buona notte …  ah Zoro la luce

Un gocciolone immenso apparve dietro la testa dello spadaccino.

 

-          Nonostante il colore e lo stile orrendo, questo letto è comodissimo – disse Nami con la voce ancora impastata dal sonno, stiracchiandosi un po’ per riprendere un po’ di mobilità

Si voltò a cercare il compagno e lo trovò stranamente già sveglio, occhi iniettati di sangue e occhiaie mostruose a contornarli.

-          Non hai dormito stanotte? – chiese genuinamente la rossa con il sorriso sul volto

In risposta ricevette un’occhiataccia torva, che l’avrebbe potuta incenerire all’istante, se solo ne avesse avuto la capacità.

Nami rise di rimando, mostrando i denti bianchi, prendendolo ancora di più in giro, sfiorando la morte così. Si chinò prendendo le guance dello spadaccino tra le mani e strizzandole poco.

-          Quanto siamo permalosi di prima mattina

Un leggero bussare alla porta catturò l’attenzione della cartografa.

-          Avanti – disse rimettendosi composta a sedere a gambe incrociate, di fronte alla porta

La porta venne spalancata mostrando due uomini? … ragazzi? … tipi, forse.

Latin-Zoro indossava un pigiama di raso blu e al suo fianco Sanji in tenuta notte con una meravigliosa camicia da notte con i cuori, che lasciava scoperte le gambe pelose e ripugnanti.

-          Oh Nami dolce Nami, ti ho portato la tua colazione a letto – latin-Zoro si avvicinò porgendole il vassoio che Nami poggiò al suo fianco sul letto

-          Zoro-kun, ieri sera non mi neanche dato il bacio della buona notte, protesti rimediare dandomi un bel bacio del buon giorno – Sanji a braccia spalancante si gettò su Zoro che riuscì a scostarsi in tempo, facendolo atterrare tra i peluche che sfortunatamente attutirono il colpo

Il cuoco si rialzò come se nulla fosse – c’è anche la tua colazione gioia cara su quel vassoio, non sia che il mio Zoruccio non mangi adeguatamente

-          Ti prego mandali via prima che faccia una strage – sussurrò a denti stretti lo spadaccino scostando abilmente gli attacchi del biondo, che stava mettendo a dura prova la sua pazienza

-          Nami cuoricino ma sei stupenda con questo pigiamino -  si avvicinò al bordo della maglia che si era sollevato un po’ troppo – oh mutandine bianche … ma sono fantastiche – strinse le mani mentre un rivolo di sangue colava dalle narici – le mie preferite

-          Pervertito – gancio destro che lo spedì fuori dalla stanza – via immediatamente da questa stanza o vi faccio fuori … vale anche per te Zoro devo cambiarmi

-          Puoi scordartelo, usa il bagno – si lasciò cadere sul letto sospirando di goduria

Un attimo di pietà colpi Nami che decise di assecondarlo almeno quella mattina.

-          Almeno dammi la mia colazione – addentò un soffice croissant passando l’altro a Zoro

-          E questa sarebbe un’adeguata colazione? – osservò il misero vassoio con soli cinque croissant

-          Non sia mai che Zoruccio metta su qualche chilo di troppo, perderebbe il suo fascino

-          Fottiti Nami, non è aria stamattina – trangugiò i restanti croissant e il latte – spero per lui che ci sia dell’altro in cucina

-          Sarà lieto di prepararti ciò che vuoi gioia – finì il suo cornetto accompagnandolo con una tazza di latte

Una cuscinata le arrivò in piena faccia facendole versare un po’ di latte addosso.

-          È l’unico pigiama decente – caricò la mano per picchiarlo selvaggiamente, ma si era già addormentato, l’avrebbe potuto picchiare anche più tardi, in fin dei conti

 

La giornata si svolse in tutta tranquillità, tra le fughe di Zoro da Sanji che cercava ogni occasione per saltargli addosso e spupazzarselo tutto e Nami che non faceva che picchiare selvaggiamente latin-Zoro che sapeva essere anche più asfissiante del loro di cuoco. Era insopportabile a tratti, avrebbe finito per ucciderlo se continuava così.

 

-          Almeno stasera posso dormire sul letto?

-          Devi solo sfiorarmi e ti faccio volare oltre i peluche e schiantarti sulle assi di legno … qui – indicò il limite del letto e si infilarono sotto le coperte – e non tirare la coperta che fa freddo – tirò lasciandolo scoperto – Zoruuuccioo  la luce … spegnila

-          Ti ammazzerei lo giuro …

 

 

Angolo di Tsuki^^

Regalino per il nuovo anno XD

Non ero scomparsa ero solo impegnata con l’università e le feste.

Nella speranza che possa piacere vi auguro buon anno

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Capitolo 6
*** 6°Capitolo ***


6°Capitolo

-          Non farlo anche stamattina – Zoro l’afferrò per un braccio riportandola sul letto

Nami sgusciò via dalla presa e corse a chiudersi in bagno.

Clack…

-          Namiii – Zoro batté violentemente le nocche sulla porta di legno facendola tremare violentemente – devo andare in bagno, devo farmi la barba … ho da fare

 

-          Ma fanno così ogni mattina? – chiese Chopper fermandosi ad origliare dietro la porta

-          Quei due mi nascondono qualcosa – bisbigliò Sanji accovacciandosi tra il dottore e il cecchino lì di fianco – e non mi piace che Zoruccio mi venga portato via da una donna qualunque

-          Quella lì è la gioia della mia vita – sospirò latin-Zoro volteggiando su se stesso in una stomachevole scena – non rivolgerti così a lei – continuò sempre in un sospiro – quanto mi piace … forse forse ragazzi io mi sono innamorato – strinse il volto tra le mani arrossendo

-          Fosse la prima volta – sospirò disgustato Usopp che tese l’orecchio per ascoltare meglio

-          Forse non è il caso di origliare – disse BiancaNami che per caso si trovava a passare di lì

-          Ma è divertente – fece notare Chopper che si spostò di poco per permettere anche alla ragazza di ascoltare

BiancaNami si piegò sulle ginocchia stringendo un peluche tra le braccia, curiosa di capire cosa stesse succedendo, quei due la incuriosivano non poco e tutta la ciurma era della stessa opinione, erano così … così strani, per i loro gusti.

 

-          Prima le signore – urlò dal bagno Nami cercando il suo spazzolino e il dentifricio

-          Tu una signora ma non farmi ridere – Zoro finse una risata, riprendendo a battere sulla porta correndo il rischio di gettarla a terra – se tu sei una signora allora io sono gay … apriii

 

-          Cosa?! – il cuoco al di là della porta scattò in piedi – è … è gay?

 

-          Idiota stava scherzando – latin-Zoro lo riportò di nuovo a terra e ripresero ad ascoltare – era ironico, torna qui

 

Clack …

-          Finalmente – Zoro mise la mano sul pomello per aprire la porta – hai capito chi comanda – appena la porta fu aperta venne investito da un getto d’acqua

-          E quindi? – con il miscelatore della doccia Nami lo minacciava, tenendolo sotto tiro

-          Fammi spazio almeno che mi faccio la barba … ma sei idiota – lo spadaccino si portò le mani al volto per riparasi dal getto puntato sul suo volto

Ridendo sguaiatamente la navigatrice mise a posto il miscelatore – ma fai in fretta, devo farmi la doccia

Con lo spazzolino in bocca, seduta sul portapanni, guardò il compagno farsi la barba.

Zoro si ammirò davanti allo specchio, passandosi la mano in contro pelo per controllare se fosse davvero necessario farla. Prese la schiuma da barba che “gentilmente” la sua copia gli aveva prestato e la passò sul volto.

-          Mi deconcentri e rischio di tagliarmi – mormorò a labbra strette Zoro passando il rasoio nel delicato punto sulle labbra

-          Uffa quanto sei scocciante – sputò il dentifricio in abbondanza nel lavandino bevendo un po’ d’acqua dal bicchiere per fare i gargarismi – guarda che lì hai saltato un punto – indicò sotto il collo, specchiandosi intanto nello specchio, sollevandosi i capelli in un ciuffo scompigliato – oh mamma, qui Zoro – gli sfilò il rasoio passandolo sul punto indicato

Sollevò gli occhi ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del verde. Lo guardò un attimo negli occhi e poi tirò fuori la lingua.

-          Come il sedere di un bambino – gli passò la mano sulle guance

Lo spadaccino sorrise e le diede uno schiaffetto sulla fronte.

-          Mi lavo i denti e ho finito … mocciosa

 

-          Non si sente più nulla … Zorino – Sanji da fuori si disperava come un matto accompagnato da latin-Zoro – cosa staranno facendo

-          Ma non è ora di colazione? – Robin apparve dal nulla dietro tutti i suoi compagni, accompagnata dal capitano, che appariva stanco con scure occhiaie a contornargli gli occhi

-          Si andiamo – mogio mogio il cuoco si diresse in cucina per preparare la colazione a tutti

 

Sulla nostra Sunny, lì dove l’avevamo lasciata …

-          Mi dispiace, ma non so di cosa stia parlando – il negoziante si occupò del cliente appena entrato

-          Sarà il decimo stamattina che ripete sempre questa frase – sospirò sconsolato Usopp – sono stanco – si lasciò cadere su una panchina lì a fianco con Chopper e Franky - Non riusciremo mai a scoprire qualcosa – il suo pessimismo era contagioso nel raggio di un paio di chilometri come minimo

Stessa ciurma, stessa isola, punto diverso

-          La collana del popolo Erzia – sussurrò una donnina di età avanzata seduta su una seggiola al sole

-          Era formata da due ciondoli e la mia amica li ha accidentalmente uniti e insieme al nostro spadaccino sono scomparsi – Robin tentò di spiegarsi e non ottenere false informazioni e speranze

-          Ho capito signorina, non sottovalutarmi – si mise in piedi facendo leva su un lungo bastone tempestato di diverse gemme colorate – ehi giovanotto aiuta una vecchia signora

Sanji si chinò per aiutarla e metterla in piedi – le serva qualcos’altro? – chiese

Lo scacciò malamente con la mano – allora i vostri amici sono stati colpiti dalla maledizione del popolo di Erzia

-          Ho letto qualcosa su questa maledizione

-          Non interrompermi signorina, è maleducazione – la bloccò la donna puntandola con il bastone – dicevo, la maledizione del popolo di Erzia. Si narra che in quei ciondoli sia racchiusa la forza dell’amore di una giovane e bellissima donna …

-          Donna? – il biondo scattò sull’attenti a sentire quella frase

-          Ho detto di non interrompermi – lo picchiò con la punta del bastone e iniziò a camminare seguita dall’archeologa – dicevo … è racchiusa la forza dell’amore di una giovane donna. La leggenda narra le vicende di due giovani ragazzi, legati da un profondo legame d’amore trovato sulle rive di un lago, durante una guerra. Lui giovane e bel soldato, lei umile abitante di un villaggio sotto attacco. Si incontrarono vicino ad un lago e fu amore a prima vista. Tutto non fu più lungo di una primavera, la guerra ricominciò e i due furono costretti a separarsi, di quell’amore rimasero solo due ciondoli, riuniti nelle mani della ragazza dopo la morte del suo uomo

 La leggenda continua dicendo che quando i due ciondoli vengono uniti, due anime unite da un legame, invisibile ma indissolubile, troveranno le condizioni necessarie per sviluppare una forza tale da unirli eternamente. Non è un caso che con lei sia sparito un altro vostro compagno … e non è perché erano vicini – disse la donna anticipando Robin – mi hai detto che il vostro capitano ha urtato i due, quindi anche lui era nelle vicinanze, sarebbe dovuto andar via anche lui con loro e invece questo non è successo … vedo che inizi a capire – la donna fissò il sorriso della ragazza che annuì convinta – erano destinati a sparire insieme

-          Ho capito cosa vuole dire … e avevo ragione a pensarlo

-          Io no – Sanji raggiunse le due che l’avevano distanziato di parecchio – non ho capito nulla di tutta questa storia

-          I vostri compagni sono destinati a stare insieme – spiegò la donna – un possibile amore, un possibile legame che li unirà per sempre, chiaro?

-          Na … Nami-san con quel marimo – il cuoco si accasciò a terra in posizione fetale – una possibile storia – un alone nero lo circondò

-          Capisco la leggenda – disse Robin sorpassandolo – ma come faranno a tornare indietro?

-          Lo vedi quel tempio lassù? Li troverai altre risposte alle tue domande

-          Può accompagnarci? – chiese l’archeologa – lei è la sacerdotessa non posso sbagliarmi

-          Hai occhio ragazza … ehi tu ragazzo portami sulle spalle e andiamo al tempio – lo scosse con il bastone e il trio si mise in cammino lungo il sentiero verso la collina

-          Nami-swaaan …

 

 

 

Angolo di Tsuki

Approfitto della vostra immensa pazienza per fare pubblicità

http://roloshouseportfolio.forumfree.it/

Qui potrete ritrovare Rolochan105 e le sue magnifiche fic … su avanti fateci un saltino

Se poi avete letto la mia fic che è solo passabile, troverete le sue fic strabilianti *.* Credetemi …

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Capitolo 7
*** 7°Capitolo ***


7°Capitolo

Ad accoglierli dopo la salita, c’era il tempio che la donna li aveva fatto notare dai piedi dell’altura. Era molto semplice, in rovina, ma sicuramente ai suoi tempi doveva essere stato un tempio sfavillante, come mostravano i resti attorno a loro.

-          Fino a qualche anno fa era tutto diverso qui – sussurrò con una nota di malinconia nella voce, la sacerdotessa – avanti seguitemi

Entrarono in un corridoio stretto e scarsamente illuminato, che comunicava con una stanza enorme. Robin prese a guardarsi intorno, alla ricerca di ciò che le interessava, anche se non si lasciava sfuggire nessun particolare. Notò una particolare incisione alla base di un’enorme rappresentazione di due innamorati, che occupava tutta una parete della sala.

-          Qui è riportato quello che lei ha detto – Robin fece scivolare le mani lungo una parete – qui però c’è qualcosa in più – si chinò per leggere meglio, scostando con la mano le ragnatele che la ricoprivano - se non scopriranno il legame, uno dei due rischierà la vita … di quel legame non resterà nulla, se non un flebile ricordo … questo non l’aveva detto – l’archeologa la fissò la vecchia anziana

-          Cosa significa questa storia? – chiese Sanji

-          È una piccola clausola – divagò la sacerdotessa - il problema nel racconto sorge quando tra i due innamorati si intromette una ragazza innamorata del soldato, ma non contraccambiata, fu lei a dividerli riportando l’uomo in guerra, portandolo alla morte … e questo significa che i vostri compagni si perderanno, non riusciranno a tornare da voi, se qualcuno si intrometterà tra di loro distogliendo l’attenzione l’uno dall’altra – disse tutto d’un fiato

-          E noi cosa possiamo fare? Non c’è modo di comunicare con loro? Non c’è nulla da fare? – il cuoco tempestò la vecchina di domande, sull’orlo di una crisi isterica, la sua dea rischiava di non tornare più indietro

-          C’è un unico modo …  ci sarà qualche oggetto a cui i vostri compagni sono legati, potete lasciarvi dei messaggi, tenervi in contatto … non c’è altro che potete fare, dipende tutto da loro … mi dispiace ma non posso aiutarvi in alcun modo – si strinse nelle spalle la donnina fissando i due ragazzi che si guardavano spaesati

-          Dobbiamo avvisare il resto della ciurma – disse Robin rivolgendosi al compagno

 

Salto spaziale …

-          Ascoltate noi vi abbiamo ospitati, ma non ci avete spiegato nulla di voi – il capitano affondò il cucchiaio nella zuppa

-          Avete ragione ma non c’è molto da dire, non sappiamo neanche noi cos’è successo – disse semplicemente Zoro prendendo del pane dal cesto lì al centro del tavolo – e chi siamo lo sapete, ve lo abbiamo ripetuto fino allo sfinimento

-          Questo lo sappiamo, ma cos’è successo? – chiese Sanji a capotavola

-          È tutta colpa di questa collana – Nami la sbatté sul tavolo, facendo oscillare tutto sulla tavola – non sappiamo perché siamo qui … l’unica cosa che sappiamo è che per colpa di questa stupida collana se ci troviamo qui. Eravamo sul ponte della nostra nave, quando è arrivato un venditore ambulante che ci ha mostrato la sua mercanzia, tra cui la collana – la indicò sulla tovaglia – era tra le mie mani, quando il nostro capitano ci ha urtati e ci siamo ritrovati qui e non sappiamo, neanche, come tornare, ci dispiace – abbassò il volto

-          Non voglio mettervi fretta assolutamente e non crediate che siete un peso per noi, vogliamo solo aiutarvi … è solo per questo che ve l’ho chiesto – ci tenne a precisare il capitano

-          Dovrò fare qualche ricerca – disse Robin sorseggiando sensualmente del vino, mentre con una mano accarezzava il volto del suo capitano, seduto lì al suo fianco

-          Grazie – sussurrò Nami, sollevando il volto e sorridendole di cuore

Stava bene lì, c’era Zoro con lei, ma voleva tornare con i suoi compagni, si stupiva lei stessa a pensarlo, ma le mancavano e come per lei anche per Zoro era lo stesso, nonostante non l’avrebbe mai ammesso.

-          Scusa Sanji, era tutto buonissimo, ma ho bisogno di un po’ d’aria, scusatemi tutti quanti – tirò indietro la sedia, la navigatrice e lasciò la stanza

-          Ti metto da parte il dolce gioia, così quando ne avrai voglia lo potrai trovare sul ripiano della cucina e guai a chi lo tocca – disse il cuoco

-          Grazie mille Sanji – sparì sul ponte

Latin-Zoro fu tentato di seguirla, ma la sua copia l’aveva preceduto di pochi millesimi di secondo, rubandogli la possibilità di stare solo con il suo fiorellino. Si sarebbe rifatto in un secondo momento, magari le avrebbe portato il dolce più tardi. Sì avrebbe sicuramente così. Si rilassò sulla sedia continuando il suo pranzo, questa volta era sicuro che c’era qualcosa di diverso con quella nuova ragazza, non si era mai sentito così.

-          È leggenda del popolo di Erzia ho letto qualcosa tempo fa – disse Robin iniziando a raccontare

Scese sul ponte, Nami, si sfilò le scarpe e passeggiò a piedi nudi sentendo l’erba fresca solleticarle la piante dei piedi. Si voltò verso il suo mandarineto, o meglio quello di BiancaNami. Forse le avrebbe fatto bene passare qualche momento in quel luogo familiare.

Sfiorò con le dita sottili un mandarino, doveva ammettere che la sua copia ci metteva amore nel curarli, erano davvero perfetti i frutti che quegli alberi stavano dando.

Alle sue spalle sentì un frusciare di foglie.

Si voltò convinta di trovare Zoro, invece si ritrovò BiancaNami con un enorme peluche tra le braccia.

-          Puoi prenderne uno se ti va … anche tu hai un mandarineto sulla tua nave? – chiese passandoglielo lei stessa tra le mani, scegliendo uno dei migliori

-          Si, ma io non sono così generosa con i miei compagni – sorrise e prese a sbucciarlo lentamente, godendosene il profumo, passando qualche spicchio alla ragazza poggiata ad un albero al suo fianco, che declinò l’offerta

-          Potrai stare qui, quanto tempo vorrai e venirti rifugiare tutte le volte che vuoi e anche i frutti sono a tua disposizione, finché non potrai tornare – si avvicinò e l’abbracciò, lasciando Nami di sasso

Lei era capace di un gesto così dolce? Lei che con le mani disegnava solo cartine e picchiava i suoi compagni?

La lasciò sola sotto i mandarini. Era strana come ragazza, ma sapeva cosa dire al momento giusto. Sorrise contenta.

Ancora un rumore tra le foglie, ma questa volta non si voltò a controllare era sicura di chi c’era, quell’inconfondibile rumore di spade che cozzavano tra loro, l’avrebbe riconosciuto ovunque.

-          Anche tu sei capace di questi gesti romantici – disse avvicinandosi alla compagna, rubandole qualche spicco di mandarino dalla mano

-          E tu che fai adesso, mi spii? – portò gli ultimi spicchi alle labbra, facendoli sparire nella sua bocca

-          Come i bimbi mangi – lo spadaccino avvicinò la mano al suo volto catturando qualche goccia di succo sfuggita dalle sue labbra

-          Ma smettila stupido – lo spintonò leggermente ridendo di cuore – dici che torneremo? – chiese tornando seria tutto ad un tratto – io non so cosa fare. È la prima volta che non so cosa fare Zoro …

Il verde le passò un bracciò sulle spalle avvicinandola a lui, restando per qualche istante in silenzio a guardare il vuoto.

-          Io credo che ce la faremo Nami, troveremo una soluzione, l’abbiamo sempre fatto perché questa volta dovrebbe essere diverso?

-          Le altre volte eravamo tutti insieme, questa volta siamo soli Zoro – si scostò leggermente dell’abbraccio, poggiando le mani sul suo petto, per guardarlo negli occhi – ho fatto qualche ricerca, ma non ho trovato nulla

-          Ci sono io con te, non sei sola e tu sei con me, ci aiuteremo a vicenda

-          Nami-saaan – latin-Zoro volteggiò sotto i mandarini con un piatto tra le mani – il tuo dolce … te l’ho portato

Lo spadaccino mollò malamente Nami e fulminò con lo sguardo la sua copia. Si alzò, lasciandoli lì soli, lasciando leggermente sgomenta la navigatrice, che lo seguì con lo sguardo finché le fu possibile.

 

Torniamo indietro …

-          E questo è quanto. Ora provo a lasciarle un messaggio nel cofanetto nella sua stanza – detto questo l’archeologa lasciò la cucina e entrò nella stanza della navigatrice, sua amica

 

Nami, sono Robin, spero che questo messaggio vi arrivi. State tranquilli stiamo facendo tutto il possibile per farvi tonare indietro. Cerca di rispondermi in qualche modo …

 

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Capitolo 8
*** 8°Capitolo ***


8°Capitolo

-          Grazie, ma adesso non mi va – declinò il piatto che latin-Zoro le aveva avvicinato

-          Non vuoi che Sanji si offenda e poi è al cioccolato … a chi è che non piace la cioccolata? Ti solleverà un po’ il morale – affondò la forchetta nella torta prendendone un pezzo – su apri la bocca

Leggermente impacciata la ragazza schiuse le labbra, accogliendo il dolce nella sua bocca. Chiuse gli occhi godendo di quel dolce sapore.

-          È buonissimo – affermò dopo aver mangiato giù il boccone – avevi ragione – sorrise

-          Allora apri la bocca cara – avvicinò nuovamente la forchetta

-          Credo di riuscirci anche da sola – prese la forchetta e poi il piatto, che poggiò sulle sue gambe nude

Latin-Zoro la guardò deluso, avrebbe voluto continuare, ma almeno non lo stava cacciando in malo modo, poteva restare ancora un po’. Solo un po’, meglio non sfidare la sua pazienza, ne andava della sua stessa vita, come aveva potuto constatare in quei giorni.

Si sdraiò su un fianco, poggiandosi sul gomito e fissandola mangiare il dolce.

-          Perché mi stai fissando? Non è carina come cosa! – chiesa la rossa voltandosi verso di lui e tornando poi, a prestare attenzione alla sua torta, molto più interessante

-          Sei carina quando mangi, sai? – con il dito catturò della cioccolata finita sul naso – è un piacere stare a guardarti

Nami in evidente stato di imbarazzo, si portò la solita ciocca ribelle dietro l’orecchio, fissando il piatto, ormai vuoto.

-          Ma che dici, cosa mai ci sarà di interessante a guardarmi?

-          Tu … sei tu ad essere interessante – disse con semplicità il ragazzo

La navigatrice lo fisso sbalordita, sentire quelle parole pronunciate da un uomo che aveva le stesse identiche fattezze del suo compagno, faceva un certo effetto, che non lasciava indifferenti. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Lei da Zoro aveva sentito dire solo insulti, imprecazioni e rare, rarissime frasi intelligenti, ora sentire quelle frasi sdolcinate la spiazzava e non poco.

Riprese a parlare, cercando di mascherare quello stupore e quell’imbarazzo – ma voi avete una compagna che è identica a me, con lei non ti comporti così, da quanto ho visto

-          Fisicamente siete identiche, ma tu sei il suo opposto, sei forte, dominatrice, fragile sì, ma cerchi continuamente di nasconderlo e di farcela con le tue forze …  la nostra compagna è dolce, timida, impacciata e si imbarazza per un non nulla. Tu mi intrighi – disse il verde riportandosi in posizione eretta al fianco di Nami dandole le spalle, infilando le mani nelle tasche – spero che rimarrete qui il più a lungo possibile, sono sincero. Ti lascio sola – scese gli scalini lasciandola sola

-          Aspetta - lo raggiunse prendendolo per un braccio – non puoi fare così. Dire quelle cose e poi andar via? E poi, no, non puoi dire quelle cose … - scosse la testa per rimarcare le parole appena pronunciate

-          E perché? A quanto pare non c’è nessuno che ti ronza intorno e poi il mio è semplice e puro interessamento, non è detto che io sia innamorato di te … almeno per ora – aggiunse nascondendo un sorrisetto che non prometteva niente di buono

-          Ma …

-          Ma cosa? Non mi sembra di aver detto nulla di compromettente, o c’è qualcosa che vuoi dirmi? – si poggiò alla balausta con un braccio, curioso di sentire quello che aveva da dirgli, magari le sue supposizioni erano esatte a lui piaceva tremendamente giocare

-          No, bhè ecco – abbassò lo sguardo sulle dita che nervosamente stringeva tra loro – è strano, e poi non è giusto

-          Nei confronti di chi? – chiese stuzzicandola ancora un po’

-          Dell’altra Nami – latin-Zoro la guardò stupito, certo che sapeva nascondere bene ciò che realmente pensava – si vede come ti guarda, lei è veramente interessata e te, dovresti darle un’opportunità

Si rimise in piedi – guarda staremo a vedere, ma sappi solo che il mio interesse è rivolto a te fiorellino – le prese il mento tra le mani posandole un bacio sulla fronte

Nami con gli occhi lo vide sparire in cucina e sentì le sue urla verso il cuoco, certo che quei due in qualsiasi occasione tempo e spazio, litigavano sempre e comunque.

 

-          Credo di aver avuto ragione fin dall’inizio – latin-Zoro – abbracciò BiancaNami strofinando il naso sulla tempia – quei due hanno bisogno solo di una spintarella

-          Non dire così, mi spezzi il cuore, Zoruccio è solo mio e non voglio condividerlo con nessuno – il cuoco strinse tra le mani il suo mestolo rosa trattenendo a stento due enormi lacrimoni

-          Lasciali perdere, devono capire da soli cosa provano … non forzarli – disse Robin seduta alla tavola mentre mangiava languidamente il suo dolce, raccogliendo con lingua la cioccolata rimasta sul cucchiaino

-          Sì, ma se continuano così non si avvicineranno mai … ma avete visto quanto sono orgogliosi quei due? Neanche sotto tortura ammetterebbero che sono legati l’uno all’altra – latin-Zoro afferrò un mazzo di carte dal mobile lì vicino – vi va una partita?

 

Zoro sdraiato sul letto, mani dietro il collo per sollevarsi un po’, fissava il soffitto.

Sentiva un fastidioso dolore all’altezza della bocca dello stomaco, da quando aveva lasciato il ponte. Quella sua copia, l’avrebbe volentieri fatta fuori, era persino peggio del cuoco da strapazzo loro compagno, superava tutti i limiti quello lì.

Si mise a sedere sul letto, quando un leggero bagliore attirò la sua attenzione.

Guardò in direzione del comò, posto di fronte al letto. Il bagliore proveniva da un cofanetto sommerso da centinaia di peluche di varie forme e dimensioni.

Gettò a terra, qualche decina di pupazzi e prese tra le mani il cofanetto. Lo guardò roteandolo tra le mani, cercando di capire cosa stesse succedendo.

Poteva aprirlo? Alla fine non era di sua proprietà, però quel bagliore lo incuriosiva non poco.

Sollevò lentamente il coperchio e la luce svanì pian piano, rivelando un interno ricolmo di cianfrusaglie.

Infilò la mano rovistando e cercando di capire cos’era successo pochi istanti prima. Tra le varie cose, vide un foglietto.

Strano che conservasse della carta lì dentro. Non erano affari suoi, ma aprì quel piccolo foglietto di carta.

 

Nami, sono Robin, spero che questo messaggio vi arrivi. State tranquilli stiamo facendo tutto il possibile per farvi tornare indietro. Cerca di rispondermi in qualche modo …

 

Rilesse diverse volte quel piccolo pezzo di carta.

-          Namiii – urlò correndo verso la compagna andandoci a finire addosso, incontrandola nel corridoio della Sunny

-          Ahioo – si rialzò – ma sei scemo?

Fingendo di non sentire cosa aveva detto prese il foglio dalla tasca – guarda? – lo aprì davanti ai suoi occhi – leggi

Nami ancora sotto il “dolce” peso di Zoro prese a leggere – dove l’hai trovato? – lo prese per il collo della maglietta  - parla

-          In un cofanetto nella stanza dove stiamo dormendo … è lo stesso cofanetto che hai tu nella tua stanza, sulla nostra nave

-          Potresti rialzarti adesso però – puntò le mani sul suo petto spingendolo leggermente

Rimando a quattro zampe, aspettò che Nami parlasse – ma com’è potuto succedere?

-          Non lo so – si mise seduta a terra rigirando il foglio tra le dita – non so cosa dirti … per ora non diremo nulla, proveremo a risponderli

-          E come? – chiese lo spadaccino

-          Nello stesso modo in cui è arrivato … dal cofanetto, sperando che funzioni anche per noi

-          Namii-sannn fiorellino volete venire a giocare a carte? – spuntando dalla cucina latin-Zoro richiamò i due - giochiamo con la penitenza però …

 

 

 

 

Angolo di Tsuki

Approfittiamone qualche volta di questo angolo XD

Visto che moi è single per necessità e perché la fidanzata non sa fare e non vuole fare e oggi è San Faustino ho deciso di aggiornare.

Dedico quindi il capitolo in primis a me e Rolo due ragazze ambiziose con la passione per il pennello, come la cara Giovanna ^^ e poi a tutti gli altri single e non, ovviamente :p

E naturalmente non dimentico di ringraziare anche qui le nove anime pie che hanno lasciato una recensione: un evento più unico che raro che mi ha tanto, ma tanto commossa T_T. Non mi monto la testa, anzi, ma spero che continuate ad apprezzare in tanti.

Alla fine mi auguro che sia stata una gradevole lettura!

Grazie^^

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Capitolo 9
*** 9°Capitolo ***


9°Capitolo

-          Ci penseremo dopo al messaggio – sussurrò Nami a Zoro – penitenza? – chiese rivolgendosi al ragazzo

-          Si fiore e la penitenza l’ha scelta Robin-san – disse latin-Zoro

-          Allora non sarà qualcosa di normale – deglutì lo spadaccino

-          Hai paura spadaccino? – lo stuzzicò Nami 

-          Finiscila mocciosa … senti brutta copia, quale sarebbe la penitenza? – si rivolse al verde che spuntava ancora dalla cucina in attesa di una risposta

-          Strip poker … ad ogni indumento perso giù un bicchierino di sakè da passare con un bacio a chi sta alla vostra destra e chi rimane prima in mutante ovviamente ha perso

I due si guardarono negli occhi, lasciando intravedere una scintilla di sfida.

-          Ci sto – affermò Nami

-          Ovviamente anch’io – Zoro si rimise in piedi porgendole la mano – che vinca il migliore e chi vincerà tra noi due dormirà da solo sul letto stanotte

-          Ok – si strinsero la mano e si diressero in cucina

 

-          Noi ci siamo già sistemati, tu ovviamente fiorellino ti siederai qui alla mia destra e al tuo fianco Zoro – latin-Zoro fisso tutto i compagni negli occhi sorridendo sornione

-          Bene, sarò io a doverti passare il sakè, sempre se perdo – disse a Zoro alla sua destra -  allora iniziamo – Nami prese le carte per mescolarle e darle a tutti i partecipanti

 

-          No ho perso io questo turno – latin-Zoro, gettò le carte al centro del tavolo, si sfilò la maglietta e mandò giù il sakè lasciandone un po’ ancora in bocca

Senza dare il tempo di controbattere o muoversi, prese Nami per le guance e la baciò passandole il sakè in bocca, leccandole le labbra con la lingua.

Zoro sgomento guardò la scena – ok direi che possiamo riprendere, la punizione è stata pagata – prese le carte per distribuirle, toccava lui

Dall’altro lato del tavolo proprio di fronte alla copia dello spadaccino, BiancaNami gli assestò un calcio in pieno stinco, tornando poi a sorridere e a prendere le carte tra le mani. In fondo anche lei sapeva reagire alle provocazioni e ai gesti infantili.

 

-          Zoro paga la tua penitenza dai – Nami estasiata batteva le mani, doveva baciare Rufy seduto al suo fianco

Lo spadaccino tolse la pancera poggiando le spade tra lui e Nami. Lasciò le carte e prese il bicchierino di sakè tra le mani, rimanendo a guardarlo. No, non poteva baciare un altro ragazzo, che schifo.

-          Ricordati della nostra scommessa, vuoi tornare a dormire sul pavimento? – la navigatrice si avvicinò poggiandosi sul suo braccio e affacciandosi verso il suo volto

-          Alziamo la posta i gioco tra noi due, dormiremo entrambi sul letto, ma chi perderà dovrà dormire completamente nudo – propose il verde

-          Siamo audaci … ti vedrò nudo stanotte allora … vada per questa scommessa … ora però bacia Rufy

Mandò giù il sakè e con gli occhi strizzati, passò il restante liquore nella bocca del capitano. Tornò seduto, trattenendo a stento un conato di vomito.

-          Bene, riprendiamo – disse Robin passando le tutte le carte a Rufy, ora toccava lui

Lo sguardo che latin-Zoro rivolse ai suoi compagni in quel momento, fu più loquace di mille parole. A partire da Robin che sedeva a fianco del loro capitano, a seguire Franky, Usopp, Chopper, Brook, BiancaNami e il cuoco.

Il loro piano doveva essere messo in atto. Solo un altro giro e poi dovevano iniziare.

Rufy distribuì le carte e poi toccò a Chopper pagare la sua penitenza e baciare Brook.

 

-          Co … come ho fatto a perdere? – le mani di Nami tremavano vistosamente

Zoro la guardava leggermente stupito, lei non perdeva mai una mano quando giocavano con i loro compagni e li riduceva in mutande in ogni senso. Un sorriso sornione spuntò sulle sue labbra e a stento trattenne una risata di scherno. Fu roba di pochissimi istanti e ricevette una gomitata in pieno fianco  che lo lasciò senza fiato.

-          Ma … ti sei rincretinita – abbandonò le carte sul tavolo per tenersi il fianco dolorante – hai perso e paga la tua penitenza

-          Te lo puoi scordare caro – agitò l’indice in senso di diniego – non è accettabile una cosa del genere

-          Allora ti ritiri – disse Robin poco distante, guardandosi le unghie distrattamente – e questo significa che hai perso, la nostra scommessa e la tua scommessa con il tuo compagno alla tua destra

La navigatrice si raggelò all’istante. Porca miseria le era passato di mente, doveva dormire nuda con Zoro a pochissimi centimetri dal lei. Meglio baciarlo, in fin dei conti non doveva essere così malvagia come cosa.

Posò le carte, che non segnavano neanche una coppia. Latin-Zoro le versò il sakè nel bicchierino e glielo porse.

-          Fiore tocca a te … peccato che non abbia perso io … ah dimenticavo devi toglierti un indumento cara – la osservò da capo a piedi – da dove inizi? E ti ricordo che le scarpe non contano, quelle puoi toglierle anche adesso se ti va

Bastardo! Indossava solo una maglia e la minigonna, la scelta era scarsa. Optò per la gonna, per il dispiacere di latin-Zoro che avrebbe preferito la maglietta.

Sganciò il bottone e portò giù la zip e poi via la gonna. Tirò la maglietta il più possibile per coprirsi il minimo tanga nero che indossava.

Afferrò imbestialita il bicchierino e mandò giù il sakè, trattenendolo per la maggior parte in bocca. Con le guance gonfie di liquore, strinse il braccio di Zoro, si avvicinò piano piano. Tutta la ciurma li guardava in trepida attesa, non vedeva l’ora.

La rossa si guardò un attimo attorno.

-          Allora? – Zoro la riscosse muovendo il braccio – non possiamo star qui tutta la sera e più lo tieni in bocca, più il sakè diventa caldo e fa schifo

Nami si voltò fulminandolo con lo sguardo. Premette le sue labbra di quelle dello spadaccino, attesa di riversare il liquore nella sia bocca. Zoro le schiuse delicatamente iniziando a succhiare il più lentamente possibile. Quando finì, non si staccarono, la lingua del verde disegnò il contorno delle labbra di Nami, che fece spuntare la sua lingua sfiorando quella di Zoro. Era buono il sapore. Si intrecciò a quella di Zoro, chiuse gli occhi per godere di quel tepore.

Ma che diavolo stava facendo?

Spalancò gli occhi, staccandosi da lui e tornando a sedere sulla sua sedia, leggermente rossa in viso.

-          Via si continua – Chopper prese le carte e guardò il suo compagno spadaccino che gli fece segno di aspettare

I turni si susseguirono e chi più chi meno si ritrovarono a pagare la propria penitenza, per chi disgustosa, per chi piacevole.

Ormai mancava poco, quasi tutti erano in biancheria.

-          Nami hai perso sei in mutande – Usopp la indicò – per stasera si finisce qui

-          Alt – la navigatrice scattò in piedi battendo le mani sul tavolo – non sono in mutande, ho ancora il reggiseno, solo quando mi toglierò quello, sarà in mutande e potrà definirsi chiusa la partita

Tutti impauriti la fissarono e Brook in uno scricchiolio d’ossa le passò le carte.

-          Fo … forse un’altra possiamo farla, e ha ragione in fin dei conti – balbettò lo scheletro

-          Bene … iniziamo

 

Il sudore gelido corse lungo la schiena della rossa, aveva perso ancora e ora doveva rispettare il patto. Magari prima il bacio con Zoro. Posò le labbra su quelle del compagno e visto che c’erano giocarono un po’ con le loro lingue, discretamente.

Passò poi a guardare tutti i compagni.

-          Non vorrai farlo sul serio – si allarmò Zoro – ormai hai perso possiamo chiuderla qua

-          Deve pagare – la bava di latin-Zoro ormai stava allagando tutta la tavola e le mani marpione si allungavano verso Nami

Due spade utilizzò Zoro in quel momento: una si piantò nel tavolo, l’altra a pochi millimetri da latin-Zoro

-          Piantiamola con questa pagliacciata – le lanciò la sua maglietta in testa – vado a letto se arrivi ora potrai trovarmi sveglio – lasciò la cucina in boxer, con i pantaloni sulla spalla e le spade sotto il braccio

 

 

 

Angolo di Tsuki

Lo so sono un orrendo essere con il ritardo impresso nel dna … neanche qui riesco ad essere un tantino puntuale. Però non prendetevela con me, ma con l’università e gli esami, è tutta colpa loro. Ho l’esame fra due giorni e la storia è passata in secondo piano. Spero essermi fatta perdonare con questo capitolo, prometto che se mi andrà bene l’esame aggiornerò venerdì sera come regalo XD

Visto che ci sono, ringrazio tutti quanti, lettori silenziosi, recensori e chiunque passi solo a dare un’occhiata.

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Capitolo 10
*** 10°Capitolo ***


10°Capitolo

Raccattò le sue cose e corse via nella stanza dove Zoro la stava aspettando.

Entrò silenziosamente, richiudendo la porta alla sue spalle.

-          Sei sveglio vero? – chiese timidamente rimanendo ancora in piedi davanti alla porta

-          Sono appena entrato mi sembra ovvio … ma ti rendi conto di quello che stavi facendo? Sei incredibile, fai tanto la brava ragazza e poi …  guarda sarà meglio che mi metta a dormire – non lo vide, ma sapeva che le aveva dato le spalle

-          Io mi chiedo solo una cosa: cosa diavolo ti interessa? Io decido cosa fare o non fare – puntò i piedi a terra come una bambina – tu non sei nessuno

-          Io sono quello che ti para il culo ogni volta – si alzò dal letto – io sono quello che si preoccupa per te – la prese per un braccio avvicinandola a sé

-          Io non te l’ho mai chiesto, giusto? – tirò via il braccio dalla presa ferrea - E poi siamo su una nave amica, anche se non è la nostra ciurma

-          E questo giustifica il tuo comportamento? Ti stavi denudando davanti a tutti … io proprio non ti capisco – strinse le tempie tra le mani

-          Non dire che non ti sarebbe piaciuto – si avvicinò facendo scorrere un dito lungo la sua mascella – prima sbaglio o mi stavi baciando?

Zoro allontanò il braccio – adesso non stiamo parlando di noi

-          Giusto non si parla mai di noi … o parliamo dello spadaccino o parliamo della navigatrice buona a nulla, se provo a parlare seriamente ecco che lo spadaccino si chiude a riccio

-          Ti stai rigirando la cosa a tuo piacimento … ero io ad avere ragione e tu ad avere torto visto che per una stupida partita ti stavi togliendo il reggiseno … mi spieghi cosa ti è preso?

-          E a te cosa interessa? Volevo attirare l’attenzione? Volevo divertirmi? Volevo fare ciò che mi pareva? Ma c’era lo spadaccino noioso che ogni volta deve intromettersi

-          Guarda sai che ti dico … non preoccuparti, d’ora in poi mi farò gli affari miei – le diede le spalle e si infilò sotto le coperte, sparendo sotto di esse

-          Zoro vai a quel paese – gettò la maglietta del verde a terra e lasciò la stanza imbufalita sbattendo rumorosamente la porta

 

Ma perché doveva essere così bambina alle volte? Non era certo normale che si denudasse davanti a tutti per una stupida questione d’orgoglio.

Sbucò dalle coperte, afferrò un pezzo di carta e scrisse un messaggio.

 

Robin riportaci indietro immediatamente, la situazione sta diventando insopportabile … Nami sta diventando insopportabile e io sto perdendo la pazienza

 

Lo ripose nel cofanetto e tornò sotto le coperte, cercando di restare sveglio il più possibile per aspettarla.

Ma perché quello spadaccino, idiota, troglodita e marimo non andava a farsi fottere qualche giorno? Srotolò la scaletta. Meno male che avevano attraccato proprio quella mattina su una piccola isoletta, quello che le serviva era una passeggiata.

Fece giusto qualche passo, andandosi a sedere poco distante dalla nave, in modo che potesse sempre e comunque tenerla sotto controllo.

La dunetta di sabbia, dov’era seduta, si affacciava su una piccola insenatura dove si specchiava la luna piena.

Afferrò della sabbia tra le mani lasciandola cadere attraverso le dita sottili.

Perché doveva essere così difficile? Certo il suo caratterino non era molto semplice da comprendere, ma anche Zoro non scherzava.

Sbuffò innervosita, lasciandosi cadere all’indietro sulla sabbia, che ne attutì il colpo. Sopra di lei un fitto manto di stelle.

Alcuni rumori attirarono la sua attenzione. Si stese dietro la dunetta per capire da dove provenissero e se fosse il caso di tornare indietro sulla nave.

Gli occhi saettarono per tutta la spiaggia fino a scorgere delle ombre muoversi furtive verso la spiaggetta dell’insenatura.

Si fece più audace e si affacciò per capire chi fossero e cosa stesse succedendo laggiù.

Ma … ma erano latin-Zoro e BiancaNami! Per poco non le venne un infarto, ma che stavano facendo? Passeggiavano su un spiaggia deserta al chiaro di luna.

Forse era lei che si era costruita in meno di un nano secondo un film che avrebbe fatto invidia a migliori registi, ma la situazione era alquanto strana.

Voleva capire e anche se da lì non sentiva cosa si stessero dicendo, sembravano contenti, stavano ridendo o così a lei sembrava.

Perché Zoro non poteva essere un po’ più come la sua copia? Che stupida idea. Continuò ad osservarli, molto curiosa.

Continuavano a passeggiare e se la vista non la stava tradendo proprio in quel momento, si erano presi per mano. Erano davvero carini, anche se il mattino seguente avrebbe fatto due chiacchiere con latin-Zoro per mettere in chiaro alcune cosette e magari lo avrebbe picchiato anche.

BiancaNami corse poco distante ridendo di cuore e richiamò con il dito latin-Zoro, mentre si spogliava del suo abito fuxia di pizzi e merletti.

Hai capito BiancaNami, si ritrovò a pensare la rossa davanti a quella scena, allora tanto tonta non lo era in fin dei conti.

Nami tirò a sé le ginocchia e al riparo da sguardi indiscreti si mise ad osservare quella scena carina.

La sua copia corse in mare, schizzando con la mano il suo compagno. Lo stava chiamando, ma latin-Zoro era restio ad entrare.

-          Zoro daiii – la sentì urlare

-          Inizia a correre o te ne pentirai – il verde lanciò via la maglietta, i pantaloni e gli stivali e corse in acqua

La sentiva sghignazzare e correre lungo la riva per evitare gli schizzi gelati dello spadaccino. La raggiunse gettandola a terra, sollevando schizzi di acqua e sabbia ovunque.

Nami si coprì gli occhi, lasciando le dita larghe per sbirciare ancora un po’.

BiancaNami sedeva sulla sabbia guardandosi il ginocchio.

Che pasticciona, come aveva fatto a cadere e farsi male? Nami sorrise con tenerezza guardandola, mentre cercava di ripulire la gamba con dell’acqua.

Latin-Zoro si chinò sulle gambe per raggiungere la sua altezza. Le prese tra le mani la gamba per controllarla, la sciacquò meglio. Le diede un bacio sul ginocchio e le scompigliò i capelli affettuosamente. Le prese il mento tra le dita e l’avvicinò al suo volto, le posò un bacio sulla punta del naso, sulla fronte, sulle guance, poi le tirò un morso alle labbra, strofinando il suo naso contro il suo.

Nami affondò la testa tra le braccia, inclinandola un po’ di lato, erano davvero teneri e lei era davvero invidiosa. Si perse con lo sguardo rimirando il mare nero come la pece, dove si specchiavano la luna e le stelle.

Tornò a guardarli: si stavano baciando, vedeva le mani di entrambi percorrere i corpi dell’altro. Non sembrava mica la prima volta per quei due, chi l’avrebbe mai detto

Sorrise sorniona, era meglio lasciarli in pace, la cosa stava diventando un po’ troppo bollente e non era il caso di continuare a spiarli.

Si mise in piedi e scavalcò dei cespugli per tornare alla nave indisturbata.

Decise di continuare la passeggiata che aveva interrotto. Passo dopo passo, sollevando con i piedi un nuvolo di sabbia, mani nelle tasche dei pantaloncini. Si portò i capelli dietro l’orecchio, scostandoli dal volto. Sbuffò innervosita, anche lei voleva passeggiare con qualcuno accanto, ridere, giocare finire col fare l’amore come quei due lì sulla spiaggia.

Raggiunse la nave, si arrampicò sulla scaletta e per poco non le venne un infarto, ricadendo all’indietro sbattendo contro la balaustra.

-          Stasera non la vuoi finire – si rimise in piedi

-          Io non ho fatto nulla – Zoro sospirando lasciò la balaustra

-          Ti ho lasciato in stanza

-          Non avevo sonno … ora si – le diede le spalle – dormo sulla coffa stanotte – lo vide arrampicarsi

si affacciò dallo stesso punto della balaustra e di lì poté vedere latin-Zoro e BiancaNami sulla spiaggetta, guardò verso la coffa, poi decise di tornare in stanza.

 

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Capitolo 11
*** 11°Capitolo ***


11°Capitolo

Era sveglia da un pezzo o per meglio dire non era riuscita per solo secondo a chiudere occhio quella notte. Seduta sul letto aspettava l’alba, sicura che di lì a poco sarebbe arrivata, sicura nello stesso modo in cui aveva aspettato Zoro per tutta la notte, con la stessa speranza di vederlo rientrare da quella porta a poco più di due metri da lei, speranza che si era andata sgretolando ora dopo ora, fino a non concretizzarsi proprio.

Si era ritrovata a piangere diverse volte, senza capirne a pieno il motivo, ogni volta promettendosi che quella sarebbe stata l’ultima volta. Puntualmente infrangeva quella promessa.

 

Un dolore lancinante gli mozzò il respiro in gola. Era l’ennesima volta quella notte che gli succedeva così e non riusciva a comprenderne la causa. Era così forte che ad ogni ora che passava, il respiro diventava sempre più corto, più pesante, più doloroso. Non era tanto certo, ma molto probabilmente aveva anche qualche linea di febbre.

Si raggomitolò nell’angolo, sperando vivamente che nessun sarebbe andato ad infastidirlo quella mattina.

 

Passò le mani sul volto, cercando di nascondersi da tutto e da tutti, sperando di sparire, di non vedere nessuno di quella maledettissima nave.

Un leggero battere sulla porta la ridestò. In quel momento odiò essere su una nave, con intimità zero e soprattutto su quella nave.

-          Nami-saaaan  - latin-Zoro volteggiò osando entrare nella stanza, senza aspettare risposta

-           Voglio restare sola – si nascose sotto la coperta per essere lasciata sola

-          È solo la tua colazione – posò il vassoio sul comodino evitando di sporcare i peluche tutt’intorno

-          Non ho fame – rispose secca tirando ancora di più le coperte sulla testa

-          Devi mangiare qualcosa – ripose pacatamente sedendosi sul letto e cercando di scostare le coperte

-          Lasciami in pace – urlò, rimanendo scoperta

-          Se … sei nuda? – compostamente asciugò un rivoletto di sangue che era colato dalle sue narici

-          Era la nostra scommessa e l’ho persa io ieri sera – strinse le braccia attorno alla vita

Latin-Zoro la ricoprì. Cercò sul vassoio il piattino dei biscotti, cercando il più grande.

-          Sono al cioccolato, sai? – glielo mise davanti agli occhi dondolandolo lentamente per attirare la sua attenzione

Nami lo afferrò e sbuffando se lo cacciò in bocca, tirandone un morso gigante.       

-          Befferò su fieci chili – bofonchiò sputacchiando briciole ovunque

-          Ma ti tornerà il sorriso – scostò le coperte per guardarla negli occhi

-          Ho sbagliato a comportarmi così? Tanto so che avete sentito tutto, abbiamo urlato ed era inevitabile – scostò lo sguardo

Latin-Zoro, stranamente serio, sospirò per prendersi tempo. La domanda non era semplice e la risposta non lo era altrettanto. Si abbandonò lentamente sul letto, andandosi a mettere di fronte a Nami, ancora nascosta.

-          Forse si, forse no – rispose

-          Che razza di risposte mi dai, ti chiedo un consiglio e tu fai il filosofico – tirò giù la coperta, scoprendo il volto per l’ennesima volta in quei pochi minuti

-          Tu vuoi sentirti dire cosa fare, quando tu sai qual è la cosa giusta da fare, no?

-          Io non so cosa fare – disse indispettita

-          Dici di no – alzò la testa poggiandosi sul gomito – allora dimmi cara … avete litigato, giusto? – Nami annuì – il motivo del litigio?

-          Quando volevo togliermi il reggiseno davanti a tutti – ammise vergognandosi e rendendosi conto di cosa diavolo stava per fare la sera scorsa se Zoro non l’avesse fermata

-          E poi?

-          Non era tanto tranquillo in questi giorni e neanch’io … gli ho rinfacciato alcune cose – disse sussurrando e agitando la mano, come se tutto fosse di poco conto

-          Tipo? – chiese ancora

-          Che non riusciamo mai a parlare seriamente di noi – era un po’ infastidita

-          Di voi?

-          La smetti con queste domande? Si di noi … non siamo in grado di essere seri e comportarci come due adulti, sei contento ora? Era quello che volevi sentirti dire – si mise seduta tirandosi dietro la coperta

-          Forse dovresti andare a parlarci

La navigatrice sollevò un sopracciglio in segno di scherno – cosa? È lui che ha sbagliato, minimo non mi vedrà finché non verrà a chiedermi scusa

-          E allora state freschi!

-          Non mi interessa cosa dici – si alzò avvolgendosi nel lenzuolo e afferrando la tazza di caffè

-          Tu volevi un consiglio – si mise a braccia conserte sdraiato sul letto comodamente - anche se devo essere sincero, io so che tu sai che sappiamo entrambi com’è

Nami si voltò a guardarlo stranita. Scosse la testa, leggermente confusa da quella frase apparentemente insensata, strinse la tazza e lasciò la stanza con un sorrisetto sul volto. Certo che quel tipo ne aveva di stoffa.

 

Non era proprio una mattina da passare all’aperto quella e per di più coperta solo da un lenzuolo e del resto essendo completamente nuda. Fortuna che c’era la sua tazza di caffè.

Ne sorseggiò un po’, per trovare un po’ di calore.

Sollevò lo sguardo verso la coffa. Era tutta la notte che vi si era rifugiato e non si era fatto vedere per niente.

Certo che era proprio testardo e certo che lei non scherzava minimamente in quanto ad orgoglio.

Fece qualche passo, finendo proprio sotto la coffa. Si poggiò all’albero maestro e finì il suo caffè.

Forse latin-Zoro aveva ragione, poteva anche salire, solo per vedere come stava, non aveva una bella cera la sera precedente.

Un brivido però le percorse la schiena causandole la pelle d’oca.

Erano ripartiti e lei non se ne era accorta.

Si guardò freneticamente attorno e annusò l’aria. Stava cambiando e se ne era accorta troppo tardi, non avevano molto tempo, di lì a poco si sarebbero ritrovati nel bel mezzo di una tempesta di dimensioni colossali.

-          EHI VOI … AI VOSTRI POSTI, E’ IN ARRIVO UNA TEMPESTA E NON ABBIAMO MOLTO TEMPO

Corse alla sua postazione, per tenere tutto sotto controllo. In quel momento tutta la ciurma venne fuori sul ponte, le nubi nere all’orizzonte.

Di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno.

Ciurma o non ciurma, si sarebbe data da fare.

 

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Capitolo 12
*** 12°Capitolo ***


12°Capitolo

Ma come faceva BiancaNami ad essere la navigatrice di quella ciurma? Non si era neanche accorta di quel repentino cambiamento di tempo.

-          Cosa sta succedendo – Rufy corse fuori sul ponte trattenendo il cappello che altrimenti sarebbe volato via

-          Namiiii – latin-Zoro volteggiò a fianco della nostra navigatrice appoggiando le mani sulle sue spalle nude

-          È in arrivo una tempesta … possibile che non ve ne siate resi conto? – urlò leggermente isterica – ai vostri posti

Possibile fossero tanto inetti?

Tutti le rivolsero uno sguardo smarrito. Cosa voleva dire?

-          Cosa? – si guardarono tra loro

-          Ai vostri posti … ai vostri posti … guardate lì! – la rossa indicò l’orizzonte – insomma vuoi fare la navigatrice o no? – prese la sua copia per le spalle scuotendola un po’

BiancaNami atterrita la fissò negli occhi – ma … ma io non so cosa fare? – balbettò

-          Sei o non sei una navigatrice, comportati come tale – le urlò contro

-          Ma i … io non so cosa fare! – si guardò impaurita intorno

-          Ahaaa lascia perdere – la mollò con poca delicatezza – ASCOLTATEMI BENE … FATE QUEL CHE VI DICO E NE USCIREMMO INDENNI … Chopper corri al timone e vira di 30° altrimenti finiremo nel pieno della tempesta e sarà troppo tardi – il medico di bordo corse verso il timone – Sanji, Zoro, Franky cazzate la randa al mio via – seguì i movimenti della nave sotto le direttive di Chopper che stringeva saldamente tra le mani il timone – ORA

Forse era troppo tardi, le manovre non rispondevano sotto i loro movimenti. O forse non erano all’altezza di seguire le sue direttive.

-          Datevi una mossa o coleremo a picco … volete che la ciurma del futuro re dei pirati coli a picco come una nave qualunque?? – cercò di scuoterli

-          Certo che no amore mio, ma non sappiamo cosa fare – trillò latin-Zoro cercando delle scusanti ai loro errori – la nostra Nami non è così aggressiva

-          Ma non c’è tempo da perdere … corse al centro del ponte reggendo il lenzuolo –ZOROO – urlò il nome del suo compagno urlando a più non posso, cercando di sovrastare i rumori della tempesta

Il silenzio più assoluto venne dalla coffa in quel momento.

Tentò ancora una volta. Doveva darle assolutamente una mano. C’era bisogno del suo aiuto, lui era in grado di seguire a mena dito le sue direttive e forse si sarebbero salvati.

Ancora nulla.

Tentò di arrampicarsi sulla scaletta, continuando a chiamarlo a gran voce. Un leggero capogiro, una fitta alla spalla sinistra, proprio sulla cicatrice, poi tutto fu buio, solo un attimo. Perse per qualche secondo la presa dalla scaletta, ma fu lesta a riprendere l’equilibrio ed evitare una caduta con il suo fondoschiena direttamente sul ponte.

-          Nami devi darmi una mano … devi guidarli fuori dalla tempesta o coleremo a picco sul serio – si rivolse alla sua copia con un tono quasi di supplica nella voce – io devo andare a prendere quello scansafatiche del mio compagno

 

Stava salendo lì?

Non poteva farsi vedere in quello stato, lo avrebbe subissato di domande e lui non aveva alcuna intenzione di starla a sentire né tanto meno di rispondere dandole corda.

Con un immenso sforzo, facendo leva sulle braccia, cercò di mettersi in piedi, aiutandosi con la panca che correva tutto intorno alla coffa.

Il dolore lancinante al petto non gli dava tregua, ma stava per salire.

Lanciò lo sguardo oltre la finestra e vide la tempesta avvicinarsi minacciosa alla volta del loro brigantino, che per quante risorse avesse, davanti ad una tempesta di tale portata se proprio non sarebbe colato a picco, avrebbe riportato seri danni sicuramente.

Si mise in piedi sulle sue gambe, quando la vide spuntare, fradicia e con un solo lenzuolo a coprirla. Proprio non riusciva a capirla quella ragazza, per quanti sforzi facesse, sembrava viaggiasse su un binario a lui opposto, diceva una cosa e ne faceva un’altra. Ma quello non era il momento di pensarci.

-          Ti ho chiamato un paio di volte potevi anche rispondermi – disse rimanendo ancora appesa alla scala senza entrare del tutto nella coffa

-          Non ti avevo sentito – mentì lo spadaccino cercando riposo sulla panca, dove si sedette

-          Ma se ti lamenti sempre che la mia voce ti raggiunge in qualsiasi angolo della nave … comunque c’è una tempesta a pochi metri da noi se non te ne sei accorto – con una mano fece segno di guardare fuori dalla finestra - e ho bisogno del tuo aiuto per evitarla … questi qui sono degli inetti non sanno cosa significa seguire delle direttive, per non parlare della navigatrice

-          La tua copia – sottolineò Zoro

-          Non me lo ricordare per favore, secondo me non sa neanche cosa significa tempesta … cosa ci fai ancora lì muoviti e non farmi pentire di essere salita fin quassù

Facendo appello a tutta la sua calma e alla sua forza l’assecondò, in fin dei conti ne andava della sua stessa vita.

Nami iniziò a scendere la scala per lasciarla libera a Zoro. Sentì la corda mancarle sotto i piedi. Avevano virato quegli idioti, avevano virato senza urlare che lo stavano facendo.

Lanciò un urlo e strizzò gli occhi in attesa dell’impatto. Questa volta non se la sarebbe cavata con qualche graffio.

Socchiuse un occhio, non era così in alto, perché non aveva ancora sentito l’impatto e lo scricchiolio delle sue ossa sulle assi del ponte?

Un momento ma era ancora sospesa nel vuoto. Sollevò la testa. Zoro l’aveva afferrata in tempo.

-          Na … Nami il lenzuolo – lo spadaccino si coprì gli occhi con l’altra mano

-          Oh porca misera – la navigatrice lo prese in tempo, prima che finisse a terra – tirami su porca miseria Zoro non tenermi mezza nuda e sospesa sul ponte – urlò agitandosi

-          Se non vuoi schiantarti ora sul ponte, smettila di agitarti sciocca – l’afferrò anche con l’altra mano – ti avvicino alla scala, tu afferrala e sali

Appena sentì il legno della coffa sotto i piedi, Nami riprese a respirare. Strinse la maglietta di Zoro tra le mani e affondò la faccia nel suo petto.

Se l’era vista davvero brutta questa volta.

-          Na … Nami … il lenzuolo – bofonchiò Zoro coprendosi la faccia con entrambe le mani questa volta

-          Ma porca miseria – urlò la ragazza coprendosi alla bene e meglio scostando il verde da sé – ma tu non avevi detto che non ti saresti più preoccupato per me?

-          Prego strega … tu di certo non me ne dai la possibilità. O preferivi schiantarti sul ponte? No altrimenti avvisami, così la prossima volta ti lascio cadere … stupida di una ragazzina – terminò la frase in un sussurro che però arrivò ben dritto alle orecchie di Nami

-          Non volevo dire questo – tentò di porre rimedio alla sua infinita acidità – io … grazie – disse quasi quella parola fosse impronunciabile, lei non chiedeva mai grazie, però almeno quella volta se lo meritava – LA TEMPESTA?! – urlò rendendosi conto che in quel momento era tutt’altro che Disneyland

 

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Capitolo 13
*** 13°Capitolo ***


13°Capitolo

-          Zoro … la tempesta – lo prese per la maglietta strattonandolo – andiamo, andiamo

-          Ehi … - le girò la testa

Il sole splendeva in un cielo quasi completamente terso. Allora non erano così stupidi infondo. Si mosse rapida per scendere finalmente sul ponte.

-          Prendi almeno questa – le lanciò sulla testa la sua maglietta

Era nuda!

-          Scendi prima tu sulla scala, allora così mi copri – si tirò la maglietta lungo le gambe per coprirle il più possibile – ma se alzi la testa ti pianto il piede dritto negli occhi

-          Non slabbrarmi la maglia è l’unica che mi rimane su questa nave – afferrò le corde della scala – muoviti andiamo

 

-          Cosa avete combinato? – disse la navigatrice

La ciurma la guardò un po’ intimorita. Forse avevano sbagliato, dovevano aspettarla, colare a picco? Non riuscivano a capire quello sguardo.

-          Eh … ehm … ho dato le direttive – disse tutto d’un fiato BiancaNami nascondendosi dietro il suo fido peluche gigante

Nami le si fiondò addosso, la prese per le spalle e l’abbracciò forte.

-          Brava brava – allora non era così tonta – sei un genio – le prese il viso tra le mani, strizzandole le guance – oooh – la strinse nuovamente a sé rischiando di soffocarla

-          Ehm Nami – la copia picchiettò sulla sua spalla – ho bisogno d’aria – bofonchiò annaspando nella ferrea presa delle braccia

-          Non dovresti alzare troppo le braccia – Robin delicatamente apparve alle sue spalle facendole notare dov’era arrivata la maglietta

Nami mollò BiancaNami abbassando la maglia fino alle ginocchia e colpendo latin-Zoro in pieno volto con un gancio destro micidiale, fermando il suo gongolare per essere riuscito a vederle il fondoschiena nudo.

Una risata generale si levò sul ponte, ormai quelle due figure strambe erano ben accette nella ciurma.

-          Ehi qui le funi non sono legate bene – Zoro a poppa della Sunny indicò le corde incriminate - così rischiamo di combinare un guaio … state più attenti

Fu raggiunto dallo spadaccino dongiovanni, che ancora si massaggiava la parte dolorante.

-          Ha un pugno micidiale – disse a Zoro

-          E tu non hai provato ancora niente – rise di rimando il verde sistemando ancora una fune

-          Ehi cos’hai? – latin-Zoro prese per un braccio Zoro che si era poggiato di peso alla balaustra alla ricerca di equilibrio

Rispose con un grugnito – tutto a posto – strinse all’altezza del petto – tutto a posto – ripeté annaspando alla ricerca d’aria – non farne parola con nessuno o ti faccio fuori

-          Potresti almeno parlare con il nostro Chopper - consigliò Latin-Zoro

-          Non ce n’è bisogno ne sono certo … tu – lo puntò con l’indice e con l’altra mano strinse le fidate katane – non farne parola con nessuno, soprattutto con Nami

-          Ehi dobbiamo rientrare, del riposo farà bene a tutti e poi è quasi ora di cena – era stato Chopper a parlare quello strano ragazzo che di una renna non aveva nessun tratto

-          E anche di una doccia – Nami si osservò da capo a piedi

Era fradicia, sporca di salsedine, ricoperta da una maglia sporca e necessariamente da cambiare, sudata, con delle occhiaie enormi sicuramente e sentiva anche un dolore all’altezza dello stomaco. Era uno straccio diciamocelo.

-          Allora ci vediamo a cena – il capitano si diresse sottocoperta con Robin al seguito

-          Zoro io vado, il bagno è mio – la navigatrice si rivolse al compagno ancora alle prese con le corde e iniziò a correre verso la cabina

-          Ehi ehi ehi … torna qua – lasciò latin-Zoro alle funi e la raggiunse – strega vieni fuori di lì

-          Sono già sotto la doccia – il getto dell’acqua era ancora freddo bisognava aspettare qualche minuto

-          Almeno sbrigati per la miseria … ne ho bisogno anch’io

Perfetto la maglia l’aveva data a Nami i pantaloni li aveva indosso … cosa doveva mettersi?

Il cuoco era da scartare, come minimo gli avrebbe uno di quei completino ridicoli di pelle aderenti con gli strass e i brillantini. Appena tornato avrebbe preso in giro il loro Sanji fino alla sfinimento. Quel pensiero gli fece nascere una risata di cuore.

Comunque la questione più rapida era cosa mettersi.

Forse la sua copia aveva qualcosa di decente e più adatto ai suoi gusti.

Percorse i corridoi fino alla cabina di quel pazzo, stralunato spadaccino. Bussò con forza, non aveva voglia di aspettare ed entrò senza aspettare risposta.

Errore.

-          Cazzo – si richiuse la porta alle spalle e si annotò a mente di non aprire mai più una porta senza verificare chi ci fosse dentro

La scena che aveva intravisto poi aveva dell’irreale. Latin-Zoro e BiancaNami insieme, abbracciati, che si baciavano e ben altro e se i suoi occhi non l’avevano tradito c’era anche un paio di manette tra le mani della ragazza. Una cosa era stato vederli da lontano, una da poco meno di un metro. Faceva ribrezzo il solo pensiero.

-          C’è qualche problema – la zazzera verde della sua copia spuntò dalla porta mantenendola socchiusa in modo da coprire se stesso e chi c’era dentro

Cosa diavolo ci faceva lì?

Dov’era la sua cabina, la sua tranquillità, I SUOI ABITI? In quel momento rimpiangeva Nami che lo trascinava a fare shopping forzato.

Mio dio era troppo tempo che era su quella nave.

-          Ho bisogno di qualcosa da mettermi, ma forse non è il momento – riuscì a dire in un breve momento di lucidità

-          Dammi sono un attimo – sparì lasciando un piccolo spiraglio che permetteva di vedere all’interno

-          Ah e niente camicie strane, colori azzardati e fantasie dai gusti particolari – ci tenne a precisare lo spadaccino

-          Chi è? – BiancaNami uscì timorosa dal bagno avvolta nella coperta, tutta rossa in volto

-          È Zoro e ha bisogno di un po’ di roba – rovistò nei tiretti alla ricerca di qualcosa che potesse stargli bene o meglio che potesse piacergli

La ragazza si sedette sul letto ad osservarlo.

-          Forse è meglio che vada – rindossò il suo stucchevole abito rosa di pizzi e merletti avvicinandosi al compagno e sfiorando con le labbra il suo orecchio – credo che stasera potremo riprendere – nelle tasche fece scivolare le manette, poi lasciò la stanza portando con sé l’inseparabile orso gigante usandolo per nascondersi alla vista di Zoro

Il verde la guardò con il sopracciglio sollevato e un’aria tra il sorpreso e lo schifato per quello che aveva visto.

Mai fidarsi delle apparenze.

-          Ecco prendi

Zoro afferrò gli abiti senza prestare alcuna attenzione e senza dir nulla tornò nella “sua” cabina, era meglio definirla stanza degli orrori, ma almeno poteva stare tranquillo, in teoria, sempre se al cuoco non saltava in mente di partire all’attacco.

Chiuse per l’ennesima volta una porta alle sue spalle e per poco non gli venne un colpo. Tranquillamente Nami usciva dal bagno avvolta in un asciugamano mentre si frizionava i capelli.

Sbuffò e mormorò a denti stretti frasi irripetibili e si chiuse in bagno.

La navigatrice lo seguì con lo sguardo e rimase a fissare per qualche istante la porta chiusa, si strinse nelle spalle e riprese ad occuparsi dei suoi capelli.

Il getto dell’acqua calda rilassò i suoi nervi sul punto di esplodere. Ma durò solo per pochi secondi, un getto di acqua fredda lo investì dalla testa ai piedi.

-          Namiii – urlò saltando fuori dalla doccia

-          Cosa c’è da urlare? – la rossa di affacciò – e copriti che schifo – si portò le mani al volto lasciando le dita larghe per poter tenere comunque sotto controllo quell’ominide

-          Hai finito tutta l’acqua calda ecco cosa c’è

-          E ti lamenti per questo? Per i tuoi allenamenti fai cose ben peggiori – lo rimbeccò stufa già di quella lagna

-          Avevo voglia di rilassarmi – disse con un tono particolarmente acido

-          Io avevo voglia di lavarmi – mani sui fianchi non aveva voglia di lasciar perdere

-          Esci fuori – la spinse fuori dalla porta

-          Esco quando lo dico io – scostò le braccia del compagno

-          Non è il momento di essere orgogliosi … scelta di tempismo sbagliata – la spinse ancora per poter tornare alla sua doccia seppur gelata

-          Va a quel paese stupido – uscì sbattendo rumorosamente la porta

 

-          Ma almeno ci hai parlato? – seduto sul suo letto, latin-Zoro cercava di capire perché Nami era entrata nella sua stanza urlando e strepitando

-          Con quello lì … faccio prima a spararmi un colpo in testa – camminava avanti e indietro per tutta la cabina

-          Così non concluderai nulla – la vide diventare pallida tutto d’un colpo e correre verso il bagno dritta verso il water

Inginocchiata lì, le sembrava di rimettere anche l’anima.

-          Mio dio Nami … sei incinta?

 

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