Promessa al sapore di bacio di La Kurapikina (/viewuser.php?uid=102658)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 1 *** Cap. 1 ***
Efestione
era un ragazzo strano, e questo Alessandro l'aveva capito subito.
Si conoscevano fin da quando erano bambini, erano cresciuti insieme ed
ora, dopo diciasette anni, la loro amicizia era stata spezzata dal re:
Filippo aveva esiliato Efestione per un motivo ad Alessandro ancora
sconosciuto.
Quando glielo aveva chiesto il moro era scoppiato in lacrime, lo aveva
abbracciato velocemente ed era sparito con il suo cavallo; per questo
era un ragazzo strano.
Ora Alessandro stava immobile in centro alla piazza di pella, dove
poche ore prima si era svolta la scena: cercava di ricordare ogni
minimo gesto di Efestione, qualcosa che lo aiutasse a capire, ma nulla.
"Alessandro!" lo chiamò qualcuno alle sue spalle: Clito.
"Olimpiade ti sta cercando..." continuò l'uomo con voce
stanca, ma quando vide l'espressione assorta del principe chiese: "Stai
pensando ad Efestione? Quel ragazzo non è mai stato degno
della tua amicizia."
Clito aveva sempre odiato il moro per le sue origini ateniesi e per il
suo carattere dolce, definendolo un barbaro traditore.
"Faccia d'angelo e diavolo in corpo..." così diceva tutte le
volte che cercava di convincere Alessandro che quella di Efestione era
una lealtà di comodo, ma lui non gli aveva mai creduto.
"Sono felice di essermi liberato di lui!" commentò Clito con
un ghigno.
"Lascialo in pace." Alessandro lo fissò cercando di
leggergli dentro per vedere se sapeva qualcosa.
"Olimpiade ti cerca." si limito, invece a ripetere Clito allontanandosi
quando percepì la collera invadere il biondo.
Dopo qualche secondo Alessandro si riscosse ed iniziò a
camminare lentamente verso il castello , dove trovò quasi
subito sua madre.
"Ho mandato Clito a cercarti..." disse lei con un sorriso.
"Lo so!" sbottò invece Alessandro: "Odio Clito!"
"Solo perchè lui odia Efestione..." Olimpiade sorrideva
ancora dolcemente, ma l'espressione degli occhi era dura: "Sei un
principe, devi staccarti da quel ragazzo!"
"Perchè mio padre lo ha esiliato?"
"Un giorno non troppo lontano sarai re." continuò la donna,
imperturbabile: "E quel giorno dovrai decidere fra il potere e
l'amicizia."
"TU hai fatto esiliare Efestione!" urlò Alessandro mentre le
cosa raggiungevano il loro posto nel puzle disfatto della sua mente.
"No. Filippo l'ha voluto." fece tranquillamente Olimpiade.
"Menti strega!"
"Perchè dovrei?"
"Dimmi la verità." Alessandro strinse i pugni mordendosi il
labbro inferiore per la frustrazione.
"La verità? Vuoi veramente conoscerla?" ora Olimpiade
sembrava rassegnata e quando il figlio annuì
sospirò, ma disse: "Eravamo tutti daccordo per cacciare
Efestione, ma lo abbiamo fatto esclusivamente per il tuo bene."
Alessandro provò a protestare, ma lei non gli diede tempo:
"Ci siamo accorti di come lo guardi, di come sorridi ad ogni sua
parola. Forse gli unici che non se ne rendono conto siete proprio tu e
lui, ma quel ragazzo ti sta confondendo."
Il principe rimase in silenzio, fermo, poi si voltò e senza
guardare in faccia nessuno in faccia uscì dal castello,
montò su Bucefalo e si allontanò da Pella al
galoppo.
Cavalcò per un tempo indefinito nel bosco, seguendo una
rotta precisa: la sua meta era Atene, in quanto unico posto dove
avrebbe potuto andare Efestione.
Atene era una città bella e ricca, ma il popolo non aveva
mai accetato il fatto di essere caduti in mano ai Macedoni molti anni
prima.
Quando Alessandro varcò il portone tutti si voltarono a
fissarlo inchinandosi, ma le loro espressioni lasciavano trsprarire
tutto l'odio che provavano. Il principe avanzò lentamente
fra il popolo, poi, una volta arrivato nel centro del mercato, scese da
cavallo ed esclamò: "Avete visto Efestione?"
"Il traditore!" disse una voce dal centro della folla: "I suoi genitori
sono morti difendendo Atene e lui ci ha abbandonato!"
"Aveva solo cinque anni! Aristotele lo ha preso in custodia in quanto
orfano!" urlò Alessandro disprezzando tutti quei popolani
irragionevoli.
"Poteva tornare!"
"Quel bastardo è passato al nemico!"
In mezzo a quegli urli anti-Efestione, un'alziana signora si
avvicinò al principe, lo afferrò per un braccio e
lo trascinò in un vicolo deserto.
"Ho visto Efestione nascere." disse poi con voce gracchiante: "Ed
è venuto spesso a trovarmi: so che è un bravo
ragazzo. Non è fedele alla Macedonia, ad Olimpiade o a
Filippo, ma solo a te principe. L'ho visto combattere fra il desiderio
di tornare dal suo popolo e la lealtà verso di te, alla fine
ti ha preferito. Efestione non può stare qui: è
in pericolo. E' entrato in quel locale laggiù: va da lui
prima che sia troppo tardi." detto ciò la vecchia si
allontanò zoppiacando leggermente.
Ta-daaa!! Si sono ricomparsa... anche se non sono sicura che questo vi
renda felici...
Va beh, come vi è sembrato il primo capitolo? Non
sarà una ficcy molto lunga, ma sperò comunque che
vi piacerà!! Ringrazio tutti in anticipo e ricordatevi che
le recensioni sono sempre gradite!! ^^
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Capitolo 2 *** cap 2 ***
Alessandro
non esitò un attimo: corse verso il locale indicato dalla
donna, ma una volta arrivato alla porta si fermò ed
entrò silenzioso come un ladro.
"Come osi presentarti qui?!" stava urlando una donna austera
agitando minacciosa un mestolo contro un ragazzo moro.
La stanza era gremita di persone che, ferme, osservavano la scena
borbottando fra loro.
"Come osi tornare dopo aver giurato fedeltà al nemico?"
continuò la donna mentre un uomo alto e massiccio come un
armadio si avvicinava impugnando una spada.
Alessandro iniziò a sudare avvicinandosi alla
folla e potè così accertarsi che il moro che gli
dava le spalle era veramente Efestione, il quale rimase impassibile
dicendo lentamente, a voce bassa: "La mia intera fiducia è
rivolta al principe Alessandro e ciò che per lui
è importante lo è anche per me. Se questo per voi
significa aver giurato fedeltà al nemico, allora l'ho fatto
e non me ne pento."
L'uomo armadio a quel punto scattò verso il ragazzo
dimostrando una straordinaria agilità, ma Efestione non fu
da meno e con un gesto elegante sguainò la spada e
parò il colpo.
L'urto però fu talmente potente che il moro cadde a terra ed
ancora prima che riuscisse a rialzarsi un violento pugno lo
colpì in pieno viso, facendogli un occhio nero.
L'uomo ateniese alzò ancora la spada e si preparò
a colpire Efestione, che chiuse istintivamente gli occhi aspettando di
sentire la lama ucciderlo, ma ciò non avvenne: quando
tornò a guardare vide la figura del principe biondo davanti
a sé, la spada estratta che aveva fermato il fendente
dell'altro.
"Xandrè..." sussurrò appena, sempre
più confuso; il principe si voltò e gli sorrise
leggermente, poi, con un gesto rapido, lo afferrò per un
braccio, lo alzò di peso e lo trascinò fuori dal
locale, quindi salirono sui cavalli e galopparono fino a quando non
furono al sicuro lontano da Atene.
"Xandrè..." si limitò a ripetere Efestione quando
si fermarono, scendendo da cavallo e legando l'animale ad un albero,
subito imitato dal principe, che disse: "Se non avessi già
un occhio nero, te lo farei io!"
Il moro era sempre più confuso e guardò l'altro
con aria interrogativa.
"Stavi cercando di farti ammazzare?" urlò Alessandro
avvicinandosi brusco all'amico.
"Io... ecco... non sapevo cosa fare..." cercò di
giustificarsi Efestione arrossendo: "Dopo che tuo padre mi ha cacciato
accusandomi di stari impedendo di essere un buon sovrano..." il moro si
bloccò, la bocca ancora semi aperta, poi si portò
velocemente le mani al viso, nescondendosi.
"E' questo che ti ha detto?" chiese Alessandro più
dolcemenete.
"Non mi avresti dovuto seguire..." sussurrò l'altro
imbarazzatissimo.
"Se non lo avessi fatto ora non saresti qui con me..." Alessandro
sorrise, poi, visto che Efestione non rispondeva, aggiunse cercando di
alleggerire l'aria: "Olimpiade ha detto che tu mi stai confondendo."
"Io confondendo te? Ero pronto a dare la vita per te, perchè
TU stai confondendo ME disgraziato! Sono andato contro il mio popolo
per te, solo per la fedeltà e l'amicizia nei tuoi
confronti!" sbottò il moro, voltandosi verso un albero e
prendendo a testate il troco: "Aioh..." sussurrò poi
portandosi una mano all'occhio e alla fronte doloranti.
Alessandro ridacchiò, ma il sorriso gli morì
sulle labbra quando vide gocce salate rigare la guance
candide di Efestione.
"Ti sei fatto male?" chiese quindi preoccupato, anche se sapeva che non
era quello il motivo del suo pianto.
Eccomi di ritorno.... Ringrazio damadellecamelie per la sua
recensione... l'unica buon anima! GRAZIEEEEEEEE!!!!!!
Baci a tutti e ciao.
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Capitolo 3 *** 3 ***
Efestione
però non rispose e cercò di allontanarsi;
Alessandro lo prese bruscamente per gli avambracci e lo
abbracciò stingendolo in modo quasi possessivo a
sè.
Il corpo magro del ragazzo era scosso da violenti singhiozzi e per
quanto il principe ci provasse non riusciva a consolarlo.
Dopo un tempo indefinito, Efestione alzò timidamente i suoi
occhioni da cerbiatto e li specchiò in quelli bicolore del
principe, poi sussurrò: "E' tutto così
sbagliato... ingiusto."
Sentendo quelle parole cariche di dolore Alessandro posò le
labbra sulla fronte di Efestione, che si irrigidì di colpo,
poi si divincolò mormorando: "Tua madre ha ragione, sei
confuso."
Alessandro però lo riacciuffò per le spalle e gli
sussurrò all'orecchio: "Phai, se la confusione mi avvolgeva
fino a qualche minuto fa, ora è sparita. Ti amo Efestione."
Quest'ultimo spalancò gli occhi chiari sentendo il cuore
battere ad una velocità spaventosa; le braccia del principe
si serrarono intorno alla sua vita, poi il biondo poggio delicatamente
le labbra su quelle del moro che, dopo un attimo di esitazione, rispose
al bacio.
"Ti amo anch'io Xandrè e per questo non ho paura di dare le
vita per difenderti." sussurrò Efestione quando si
separarono, allacciando la braccia al collo del principe, che ridaccio
sfiorando il livido intorno all'occhio di Efestione: "Questo l'ho
notato..." poi lo baciò ancora.
EPILOGO**********
Alessandro, ricorrendo a tutte le sue doti da seduttore,
riuscì a convincere Efestione a tornare a Pella con lui,
dove, dopo due ore di consiglio, il principe riuscì ad
ottenere il permesso di far rimanere l'Ateniese (che avesse minacciato
di andarse per sempre con lui dalla Macedonia e che avesse dato un
pugno a Clito per aver solo osato intromettersi, erano solo dettagli.).
"Allora?" gli chiese Efestione correndogli incontro dal fondo del
corridoi quando lo vide arrivare.
Alessandro sospirò con espressione rassegnate, poi di colpo
sorrise radiose ed abbracciò l'altro urlando: "Ce l'ho
fatta!"
Efestione lo strinse a se ridendo e piangendo insieme: "Ti
starò per sempre vicino, Xandrè."
sussurrò.
"Ed io non permetterò a nessuno di separarci Phai." rispose
il principe sfiorando nuovamente il livido dell'altro, poi sugellarono
quella promessa con uno dei loro tanti baci.
Una promessa al sapore di bacio.
Scusate per questa ficcy che fa pena pure a me, ma ormai l'avevo
scritta... Baci a tutti e ciao.
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