Promessa al sapore di bacio

di La Kurapikina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Efestione era un ragazzo strano, e questo Alessandro l'aveva capito subito.
Si conoscevano fin da quando erano bambini, erano cresciuti insieme ed ora, dopo diciasette anni, la loro amicizia era stata spezzata dal re: Filippo aveva esiliato Efestione per un motivo ad Alessandro ancora sconosciuto.
Quando glielo aveva chiesto il moro era scoppiato in lacrime, lo aveva abbracciato velocemente ed era sparito con il suo cavallo; per questo era un ragazzo strano.
Ora Alessandro stava immobile in centro alla piazza di pella, dove poche ore prima si era svolta la scena: cercava di ricordare ogni minimo gesto di Efestione, qualcosa che lo aiutasse a capire, ma nulla.
"Alessandro!" lo chiamò qualcuno alle sue spalle: Clito.
"Olimpiade ti sta cercando..." continuò l'uomo con voce stanca, ma quando vide l'espressione assorta del principe chiese: "Stai pensando ad Efestione? Quel ragazzo non è mai stato degno della tua amicizia."
Clito aveva sempre odiato il moro per le sue origini ateniesi e per il suo carattere dolce, definendolo un barbaro traditore.
"Faccia d'angelo e diavolo in corpo..." così diceva tutte le volte che cercava di convincere Alessandro che quella di Efestione era una lealtà di comodo, ma lui non gli aveva mai creduto.
"Sono felice di essermi liberato di lui!" commentò Clito con un ghigno.
"Lascialo in pace." Alessandro lo fissò cercando di leggergli dentro per vedere se sapeva qualcosa.
"Olimpiade ti cerca." si limito, invece a ripetere Clito allontanandosi quando percepì la collera invadere il biondo.
Dopo qualche secondo Alessandro si riscosse ed iniziò a camminare lentamente verso il castello , dove trovò quasi subito sua madre.
"Ho mandato Clito a cercarti..." disse lei con un sorriso.
"Lo so!" sbottò invece Alessandro: "Odio Clito!"
"Solo perchè lui odia Efestione..." Olimpiade sorrideva ancora dolcemente, ma l'espressione degli occhi era dura: "Sei un principe, devi staccarti da quel ragazzo!"
"Perchè mio padre lo ha esiliato?"
"Un giorno non troppo lontano sarai re." continuò la donna, imperturbabile: "E quel giorno dovrai decidere fra il potere e l'amicizia."
"TU hai fatto esiliare Efestione!" urlò Alessandro mentre le cosa raggiungevano il loro posto nel puzle disfatto della sua mente.
"No. Filippo l'ha voluto." fece tranquillamente Olimpiade.
"Menti strega!"
"Perchè dovrei?"
"Dimmi la verità." Alessandro strinse i pugni mordendosi il labbro inferiore per la frustrazione.
"La verità? Vuoi veramente conoscerla?" ora Olimpiade sembrava rassegnata e quando il figlio annuì sospirò, ma disse: "Eravamo tutti daccordo per cacciare Efestione, ma lo abbiamo fatto esclusivamente per il tuo bene." Alessandro provò a protestare, ma lei non gli diede tempo: "Ci siamo accorti di come lo guardi, di come sorridi ad ogni sua parola. Forse gli unici che non se ne rendono conto siete proprio tu e lui, ma quel ragazzo ti sta confondendo."
Il principe rimase in silenzio, fermo, poi si voltò e senza guardare in faccia nessuno in faccia uscì dal castello, montò su Bucefalo e si allontanò da Pella al galoppo.
Cavalcò per un tempo indefinito nel bosco, seguendo una rotta precisa: la sua meta era Atene, in quanto unico posto dove avrebbe potuto andare Efestione.
Atene era una città bella e ricca, ma il popolo non aveva mai accetato il fatto di essere caduti in mano ai Macedoni molti anni prima.
Quando Alessandro varcò il portone tutti si voltarono a fissarlo inchinandosi, ma le loro espressioni lasciavano trsprarire tutto l'odio che provavano. Il principe avanzò lentamente fra il popolo, poi, una volta arrivato nel centro del mercato, scese da cavallo ed esclamò: "Avete visto Efestione?"
"Il traditore!" disse una voce dal centro della folla: "I suoi genitori sono morti difendendo Atene e lui ci ha abbandonato!"
"Aveva solo cinque anni! Aristotele lo ha preso in custodia in quanto orfano!" urlò Alessandro disprezzando tutti quei popolani irragionevoli.
"Poteva tornare!"
"Quel bastardo è passato al nemico!"
In mezzo a quegli urli anti-Efestione, un'alziana signora si avvicinò al principe, lo afferrò per un braccio e lo trascinò in un vicolo deserto.
"Ho visto Efestione nascere." disse poi con voce gracchiante: "Ed è venuto spesso a trovarmi: so che è un bravo ragazzo. Non è fedele alla Macedonia, ad Olimpiade o a Filippo, ma solo a te principe. L'ho visto combattere fra il desiderio di tornare dal suo popolo e la lealtà verso di te, alla fine ti ha preferito. Efestione non può stare qui: è in pericolo. E' entrato in quel locale laggiù: va da lui prima che sia troppo tardi." detto ciò la vecchia si allontanò zoppiacando leggermente.

Ta-daaa!! Si sono ricomparsa... anche se non sono sicura che questo vi renda felici...
Va beh, come vi è sembrato il primo capitolo? Non sarà una ficcy molto lunga, ma sperò comunque che vi piacerà!! Ringrazio tutti in anticipo e ricordatevi che le recensioni sono sempre gradite!! ^^

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Capitolo 2
*** cap 2 ***


Alessandro non esitò un attimo: corse verso il locale indicato dalla donna, ma una volta arrivato alla porta si fermò ed entrò silenzioso come un ladro.
"Come osi presentarti qui?!" stava urlando  una donna austera agitando minacciosa un mestolo contro un ragazzo moro.
La stanza era gremita di persone che, ferme, osservavano la scena borbottando fra loro.
"Come osi tornare dopo aver giurato fedeltà al nemico?" continuò la donna mentre un uomo alto e massiccio come un armadio si avvicinava impugnando una spada.
Alessandro iniziò a sudare avvicinandosi  alla folla e potè così accertarsi che il moro che gli dava le spalle era veramente Efestione, il quale rimase impassibile dicendo lentamente, a voce bassa: "La mia intera fiducia è rivolta al principe Alessandro e ciò che per lui è importante lo è anche per me. Se questo per voi significa aver giurato fedeltà al nemico, allora l'ho fatto e non me ne pento."
L'uomo armadio a quel punto scattò verso il ragazzo dimostrando una straordinaria agilità, ma Efestione non fu da meno e con un gesto elegante sguainò la spada e parò il colpo.
L'urto però fu talmente potente che il moro cadde a terra ed ancora prima che riuscisse a rialzarsi un violento pugno lo colpì in pieno viso, facendogli un occhio nero.
L'uomo ateniese alzò ancora la spada e si preparò a colpire Efestione, che chiuse istintivamente gli occhi aspettando di sentire la lama ucciderlo, ma ciò non avvenne: quando tornò a guardare vide la figura del principe biondo davanti a sé, la spada estratta che aveva fermato il fendente dell'altro.
"Xandrè..." sussurrò appena, sempre più confuso; il principe si voltò e gli sorrise leggermente, poi, con un gesto rapido, lo afferrò per un braccio, lo alzò di peso e lo trascinò fuori dal locale, quindi salirono sui cavalli e galopparono fino a quando non furono al sicuro lontano da Atene.
"Xandrè..." si limitò a ripetere Efestione quando si fermarono, scendendo da cavallo e legando l'animale ad un albero, subito imitato dal principe, che disse: "Se non avessi già un occhio nero, te lo farei io!"
Il moro era sempre più confuso e guardò l'altro con aria interrogativa.
"Stavi cercando di farti ammazzare?" urlò Alessandro avvicinandosi brusco all'amico.
"Io... ecco... non sapevo cosa fare..." cercò di giustificarsi Efestione arrossendo: "Dopo che tuo padre mi ha cacciato accusandomi di stari impedendo di essere un buon sovrano..." il moro si bloccò, la bocca ancora semi aperta, poi si portò velocemente le mani al viso, nescondendosi.
"E' questo che ti ha detto?" chiese Alessandro più dolcemenete.
"Non mi avresti dovuto seguire..." sussurrò l'altro imbarazzatissimo.
"Se non lo avessi fatto ora non saresti qui con me..." Alessandro sorrise, poi, visto che Efestione non rispondeva, aggiunse cercando di alleggerire l'aria: "Olimpiade ha detto che tu mi stai confondendo."
"Io confondendo te? Ero pronto a dare la vita per te, perchè TU stai confondendo ME disgraziato! Sono andato contro il mio popolo per te, solo per la fedeltà e l'amicizia nei tuoi confronti!" sbottò il moro, voltandosi verso un albero e prendendo a testate il troco: "Aioh..." sussurrò poi portandosi una mano all'occhio e alla fronte doloranti.
Alessandro ridacchiò, ma il sorriso gli morì sulle labbra  quando vide gocce salate rigare la guance candide di Efestione.
"Ti sei fatto male?" chiese quindi preoccupato, anche se sapeva che non era quello il motivo del suo pianto.


Eccomi di ritorno.... Ringrazio damadellecamelie per la sua recensione... l'unica buon anima! GRAZIEEEEEEEE!!!!!!
Baci a tutti e ciao.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Efestione però non rispose e cercò di allontanarsi; Alessandro lo prese bruscamente per gli avambracci e lo abbracciò stingendolo in modo quasi possessivo a sè.
Il corpo magro del ragazzo era scosso da violenti singhiozzi e per quanto il principe ci provasse non riusciva a consolarlo.
Dopo un tempo indefinito, Efestione alzò timidamente i suoi occhioni da cerbiatto e li specchiò in quelli bicolore del principe, poi sussurrò: "E' tutto così sbagliato... ingiusto."
Sentendo quelle parole cariche di dolore Alessandro posò le labbra sulla fronte di Efestione, che si irrigidì di colpo, poi si divincolò mormorando: "Tua madre ha ragione, sei confuso."
Alessandro però lo riacciuffò per le spalle e gli sussurrò all'orecchio: "Phai, se la confusione mi avvolgeva fino a qualche minuto fa, ora è sparita. Ti amo Efestione."
Quest'ultimo spalancò gli occhi chiari sentendo il cuore battere ad una velocità spaventosa; le braccia del principe si serrarono intorno alla sua vita, poi il biondo poggio delicatamente le labbra su quelle del moro che, dopo un attimo di esitazione, rispose al bacio.
"Ti amo anch'io Xandrè e per questo non ho paura di dare le vita per difenderti." sussurrò Efestione quando si separarono, allacciando la braccia al collo del principe, che ridaccio sfiorando il livido intorno all'occhio di Efestione: "Questo l'ho notato..." poi lo baciò ancora.



EPILOGO**********


Alessandro, ricorrendo a tutte le sue doti da seduttore, riuscì a convincere Efestione a tornare a Pella con lui, dove, dopo due ore di consiglio, il principe riuscì ad ottenere il permesso di far rimanere l'Ateniese (che avesse minacciato di andarse per sempre con lui dalla Macedonia e che avesse dato un pugno a Clito per aver solo osato intromettersi, erano solo dettagli.).
"Allora?" gli chiese Efestione correndogli incontro dal fondo del corridoi quando lo vide arrivare.
Alessandro sospirò con espressione rassegnate, poi di colpo sorrise radiose ed abbracciò l'altro urlando: "Ce l'ho fatta!"
Efestione lo strinse a se ridendo e piangendo insieme: "Ti starò per sempre vicino, Xandrè." sussurrò.
"Ed io non permetterò a nessuno di separarci Phai." rispose il principe sfiorando nuovamente il livido dell'altro, poi sugellarono quella promessa con uno dei loro tanti baci.
Una promessa al sapore di bacio.



Scusate per questa ficcy che fa pena pure a me, ma ormai l'avevo scritta... Baci a tutti e ciao.

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