Stiamo davvero entrando nel Mondo Magico

di SummerEnd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel treno ***
Capitolo 2: *** L'arrivo a Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Nel treno ***


"Dai Rose, sbrigati!" gidò Albus dal treno per superare il frastuono della folla di genitori che salutavano i loro figli.
1° settembre, mancavano pochi minuti alle 11 e alla partenza dell’Espresso per Hogwarts. Rose era arrivata in ritardo perché aveva finito la valigia quella mattina stessa, e il padre si era commosso per il suo ingresso alla scuola di magia a tal punto che in macchina rischiava di sbandare, e sua madre l’aveva rimproverato aspramente, ma Rose sapeva che anche lei era emozionata.
La ragazza era salita sul treno quasi correndo e con il cuore in gola, mentre l’altro cugino, James, dall’interno del treno faceva levitare il suo baule e lo faceva entrare dal finestrino.
"Ehi ragazzina, " la chiamò Al dallo scompartimento in cui era seduto con il fratello.
Appena entrata James stava ancora ridendo, chissà cosa ci trovava di divertente.
Rose si sedette accanto al cugino, Albus, con il viso in fiamme, tanto che era dello stesso colore dei capelli.
Al capì il suo imbarazzo e le sorrise: "Non ti preoccupare, capita a tutti di arrivare in ritardo"
"Dai Rose, non è per un ritardo che tolgono punti a Hogwarts", aggiunse James facendole l’occhiolino.
Una voce dall’esterno del treno richiamò l’attenzione dei tre, e Rose si affacciò appena in tempo per vedere i suoi genitori e suo fratello Hugo salutarla, mentre il treno partiva.
"Ciao mamma!" urlò lei, "Hugo, ti manderò stormi di gufi!", ma il treno aveva fischiato e il fratello non aveva sentito le sue parole.
La ragazzina si sedette sul sedile e i due cugini videro una lacrima solcarle il viso.
"Dai Rose, non stai andando a cercare lo Yeti sull’Everest. Il 30 giugno sarai di nuovo su questo treno per tornare a casa, per non parlare delle vacan…"
"Insomma, smettetela!" sbottò Rose, "Sto benissimo, semplicemente…"
"Ti sei dimenticata di salutarli" la interruppe Albus.
"E di dire a tua madre quanto le vuoi bene" aggiunse James sghignazzando.
"Ma piantatela!" esclamò la ragazza, troncando la discussione.
 
Tre ore dopo i tre cugini stavano morendo di fame, quando arrivò il carrello dei dolci a salvarli.
Albus stava per andare a prendere da mangiare quando inavvertitamente inciampò nei piedi di James. Nella caduta rovesciò la gabbia di Edvige, la civetta bianca del fratello, così Rose ne approfitto per uscire lasciando i cugini nello scompartimento insieme alla civetta che non voleva tornare in gabbia. Al carrello c’era un altro ragazzo, non lo poteva vedere chiaramente perché le dava le spalle e aveva i capelli neri, ma poteva sentire chiaramente la donna del carrello che lo consolava.
"Che cosa è successo?", chiese una volta che si era avvicinata.
"Niente cara, Harold ha perso il suo rospo"
"Harold? Ehm, non ti preoccupare, lo troveremo." e dimenticandosi dei dolci cominciò a girare per il treno cercando il rospo.
"Non mi sono presentato.", disse Harold dopo che i due avevano cercato senza successo per interi scompartimenti <>
"Paciock? Come il professore di Erbologia?"chiese Rose.
"Si, è mio padre"
"Ah! Piacere, io sono Rose Weasley"
"La figlia di Ron Weasley? Di quel Ron Weasley?"
ecco, ci risiamo.
"Si, di quel Ron Weasley, il migliore amico di Harry Potter, adesso però cerchiamo il tuo rospo, ok?"
"D’accordo! Io vado a chiedere da questa parte, tu dall’altra", disse Harold ancora emozionato per quella scoperta.
Rose continuò la sua ricerca finché non entrò in uno scompartimento dove sedeva da solo un ragazzo biondo che guardava fuori dal finestrino. Quando entrò lui si girò e due occhi grigi la fissarono come se la stessero analizzando. Quel ragazzo aveva uno sguardo solo.
"Ehm…Hai per caso visto un rospo? Un ragazzo di nome Harold ha perso il suo", disse Rose per rompere quel silenzio imbarazzante.
Il ragazzo scosse la testa.
"Sei sicuro?" Il ragazzo annuì.
"Ehi, ma ti hanno tagliato la lngua?" chiese scherzosa la ragazza e se ne andò. Uscendo dal corridoio incontrò Harold che aveva finalmente ritrovato il suo rospo, Rose gli sorrise visto che la caccia al tesoro si era conclusa, ma in realtà non aveva per niente voglia di sorridere. Quel ragazzo seduto tutto solo le ricordava troppo bene lei. Se non avesse avuto i suoi cugini a quest’ora sarebbe stata da sola come lui. Tornò indietro e comprò qualcosa dal carrello, senza nemmeno rendersi conto di cos’era.
Tornò dai cugini che erano riusciti a rimettere in gabbia la civetta che emetteva dei versi inquieta.
Chissà se poteva fare qualcosa per quel povero ragazzo, tutto solo nel giorno più bello di ogni mago o strega adolescent…
"Ehi Rose, torna dal mondo dei sogni!".
La ragazza mise a fuoco il volto dei cugini che la scrutavano preoccupati.
"È successo qualcosa? Ci hai messo un secolo a tornare, stavamo per venire a cercarti"
"Non è niente, solo che…".
E così nel successivo quarto d’ora Rose raccontò della caccia al rospo con Harold Paciock (Paciock hai detto? Aspetta che lo sappia papà! Esclamò James ridendo) e del ragazzo solo.
"Dai Rosie, non essere triste. In fondo non ti riguard…"
"James Sirius Potter! Mi sorprendi. Stammi bene a sentire, a NESSUNO piace stare da soli, alla nostra età è un caso raro o patologico. Se tu fossi da solo in questo scompartimento saresti già morto di solitudine da un pezzo", senza rendersene conto la ragazzina si era alzata in piedi e scrutava il cugino in un modo che a Al ricordò molto sua zia Hermione quando faceva una ramanzina a suo zio Ronald.
"Ok, ma noi che possiamo fare?" chiese Al con una vocina sottile sottile.
"Semplice, andate in quello scompartimento e lo invitate qui con qualche scusa".
"Ad esempio?"
"Possiamo liberare Edvige vicino al suo scompartimento" propose Al, parlando ancora con un tono di voce basso.
"D’accordo, ma io resto qui." disse Rose.
"Perché?"esclamò risentito James.
"Se mi vede l’idea di Al sarà inutile e poi siete ragazzi, avete tutti e tre il cromosoma Y,parlerà"
In effetti l’idea di Albus non era poi così male, a parte il fatto che Edvige non voleva tornare in gabbia una seconda volta, il ragazzo biondo uscì ad aiutarli e quando loro lo invitarono ad andare nel loro scompartimento accettò volentieri.
Quando entrarono Rose si era già cambiata e li stava aspettando con un paio di cioccorane.
"Stiamo per arrivare?" chiese James.
"Poco fa è passato il controllore è ha detto di sì…ehm..forse è meglio se esco mentre vi cambiate",  Rose stava per uscire quando notò che il ragazzo biondo la guardava sospettoso, ma oramai era fatta. Dopo mezz’ora il treno arrivò a destinazione e Rose, Albus e Scorpius (questo il nome del ragazzo), lasciarono James con la sua ragazza e si diressero verso un’omone con la barba argentea che gridava "Primo anno, primo anno, da questa parte!"
"Ciao Hagrid!" lo salutò Albus che conosceva il gigantesco Custode di Hogwarts.
Hagrid sorrise attraverso il cespuglio argentato che gli ricopriva metà del volto e strizzo loro un occhio.
Rose ricambiò quando si sentì tirare per una manica. Si voltò nella calca di undicenni che li circondavano e vide che era stato Scorpius.

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Capitolo 2
*** L'arrivo a Hogwarts ***


Rose non riuscì a capire quello che le stava dicendo Scorpius, nella folla di coetanei si erano separati. Era bastato un secondo e ora c’erano tre metri e una decina di ragazzini a separarli. Gli fece il gesto "non sento" lui le rispose con un "dopo".
Oh santo cielo, pensò Rose, chissà cosa voleva dirle! Seguì Hagrid e finalmente giunsero alle barche che li avrebbero portati sull’altra riva del lago e dopo avrebbero camminato sino al castello, e lì, sarebbero stati smistati.
La bambina si girò in cerca del cugino ma sembrava sparito, chissà che fine aveva fatto. Salì su una barca e si sedette quando ad un certo punto sentì un soffio caldo sul collo e si voltò. Alle sue spalle c’era Scorpius.
"So che sei stata tu a dire ai tuoi cugini di venire nel mio scompartimento…"
"Si, mi dispiace, avrei dovuto farmi i fatti miei", Rose sentiva la faccia in fiamme e probabilmente doveva essere quello il suo aspetto,  "solo che mi dispiaceva che tu stessi solo per tutto il viaggio".
Il ragazzinoo sorrise. "Veramente volevo ringraziarti proprio per questo, rimanere soli non è bello"
"Se vuoi posso evitare che tu rimanga solo", Rose si zittì immediatamente, ma oramai era fatta.
"Cioè quello che volevo dirti è..vuoi essere mio amico?" le era uscita una vocina sottile sottile cercando di rimediare alla frittata.(Che figura! Pensò).
Scorpius la guardò incerto, prima lei poi la mano tesa.
"Non è un contratto a vita, non sei obbligato" disse Rose delusa abbassando la mano quando all’improvviso il bambino la strinse e le sorrise."Non è un contratto…ma ti avverto che non sono un buon amico"
"Nemmeno io" sorrise Rose.
"Allora iniziamo in parità…".
"È un buon inizio"
E tutte e due, alzarono lo sguardo verso il castello, il loro immediato futuro che sembrava lontano mille anni, amici appena trovati per chissà quanto, ma per quella sera, guardando l’antico castello avevano entrambi, senza saperlo, lo stesso desiderio.
 
"Al!". Rose agitava la mano nella folla di ragazzini. Il cugino era a un paio di metri di distanza e le faceva segno con la mano dopodiché la raggiunse distribuendo gomitate a destra e a manca.
"Ehi Rose! Come è andata la traversata?" il ragazzo si interruppe quando vide Scorpius ma non ci fece caso. "Abbiamo visto uno dei tentacoli della piovra! Ci credi? È passata sotto la nostra barca!"
"L’abbiamo vista anche noi" disse Scorpius, felice di poter parlare con qualcuno. Probabilmente è venuta a vedere i nuovi studenti!>>
"Già! Chissà com’è fatta!" esclamò Rose eccitata.
Ora si trovavano nell’atrio, quando videro una signora dall’aspetto austero guardare verso di loro dall’alto di una scala. Hagrid tornò indietro, non senza salutare Rose e Albus ma quando vide Scorpius rimase un po’ stupito. Non si fermò a chiedersi cosa stava succedendo ma tornò fuori.
"Salve ragazzi e benvenuti a Hogwarts" disse la donna. Scese le scale verso di loro e Rose poté vedere che come tutti i maghi vestiva in maniera molto particolare. I capelli argentati formavano un’acconciatura molto complicata che ricordava la forma di una torta multistrato e in cima c’era un cappellino rosso e oro. Un paio di occhialini dorati erano in equilibrio sul suo naso minuscolo che sembravano rimanere lì per magia. Aveva un abito color porpora scuro coordinato con un mantello viola scuro che faceva a pugni con il cappello. Milioni di rughe sul suo viso testimoniavano che aveva una veneranda età.
"Io sono la professoressa McDonald, nonché capo della casa di Corvonero e Vicepreside. Vi do il benvenuto in quella che d’ora in avanti per sette anni sarà la vostra nuova casa.  Tra poco inizierà la cerimonia di smistamento in cui voi sarete divisi in quattro case diverse: Corvonero, Grifondoro, Tassorosso e …Serpeverde". Sembrò che l’ultima parola l’avesse sputata fuori, come se si trattasse di qualcosa di abominevole. Non è tanto simpatica, pensò Rose. Di sicuro non vorrei finire a Corvonero se c’è una come lei a capo della casa.
"Vi lascio qui un momento mentre avviso che siete arrivati", e così dicendo se ne andò.
"Wow, secondo voi come ci smisteranno?" chiese Albus eccitato.
"Ci metteranno in testa il cappello parlante che dopo aver dato un’occhiata alle nostre testoline deciderà in quale casa dovremo andare in base alle nostre qualità", disse Rose, sempre preparata.
"In che casa pensi che andremo?" chiese eccitato Al.
"Non so...si va a Grifondoro per il coraggio, Corvonero per l’intelligenza, tasso rosso i buoni di cuore, e Serpeverde…credo per l’iniziativa personale, o…"
"La malvagità" aggiunse Al con un sospiro. "James mi ha torturato quest’estate dicendomi che sarei potuto andare a Serpeverde".
"Naaaa…non penso, probabilmente voleva solo prenderti in giro. Secondo te andremo a Grifondoro?"
"Credo di si, i miei erano Grifondoro e…tu Scorpius?"
Il ragazzo era fortemente a disagio da quella domanda e Rose se ne rese conto subito, per un attimo pensò che Albus l’avesse fatto apposta.
"Non so…mio padre era Serpeverde ma mia madre era Corvonero"
Rose scoppiò a ridere. "Probabilmente entrambi tengono per la loro vecchia Casa. Ti immagini se vai a Grifondoro o Tassorosso?". Si pentì immediatamente di quella domanda perché il volto di Scorpius, già pallido, diventò di cera.
"Sicuramente… la prenderanno un po’ male."
"Non ti preoccupare, comunque vada prima o poi si dovranno arrendere" ghignò Al, mostrando di avere qualche tratto caratteriale in comune col fratello maggiore.
In quel momento tornò la professoressa McDonald.
"Bene ragazzi, ho annunciato il vostro arrivo, preparatevi a entrare a Hogwarts"

Holaa! Come va? Vi è piaciuto?
Mi raccomando, se volete che continui ditemelo, perché potrei fermare qui la storia, a meno che non lo vogliate!
Besos!

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