AURORA di nefertiry85 (/viewuser.php?uid=76846)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO12 ***
Capitolo 13: *** capitolo13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** RETTIFICA CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** cap 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 34 ***
Capitolo 35: *** capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 38 ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 39 ***
Capitolo 40: *** capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 44 ***
Capitolo 45: *** capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** capitolo 54 ***
Capitolo 54: *** CAPITOLO 53 ***
Capitolo 55: *** capitolo 55 ***
Capitolo 1 *** CAPITOLO 1 ***
UN
GIORNO MENTRE PENSAVO ALLA STORIA DI NEW MOON MI è VENUTA IN
MENTE LA SCENA DELLA RADURA QUANDO BELLA INCONTRA LAURENT, IL PROBLEMA
CHE
NELLA MIA MENTE VEDEVO LAURENT MORDERE BELLA ED è STATO
COSì CHE MI SONO
CHIESTA: E SE I LICANTROPI NON FOSSERO INTERVENUTI IN TEMPO,
COSA SAREBBE
SUCCESSO A BELLA??
QUESTA è LA MIA PRIMISSIMA FAN FICTION, MI PIACEREBBE AVERE
DEI VOSTRI COMMENTI
PER SAPERE COSA NE PENSATE...
BUONA LETTURA, PER CHI DECIDERA' DI LEGGERLA... (fate uno sforzo per
superare
il primo capitolo)
Addio
fragile Bella
Mesi erano
passati da quando Edward mi aveva lasciata, mesi in cui il mio mondo
era andato
perso e la mia vita era andata a pezzi insieme al mio cuore.
Per mesi mi
sono trascinata e ho vissuto la vita di tutti i giorni come un automa,
fino a
quando non ho iniziato a sentire nella mia testa la voce di Edward; lui
si
faceva spazio dentro di me con la sua dolce voce ogniqualvolta mi
trovavo in
pericolo.
Lo avevo
scoperto quella sera a Portangeles
insieme a Jessica, quando mi ero avvicinata troppo a quei
sconosciuti e
avevo confermato la mia teoria grazie a delle moto e al mio amico di
avventura,
Jacob.
Già
proprio
lui che mi aveva teso la mano per uscire da questa mia non vita di
tenebre, lui
il mio sole che ha lottato contro le nuvole che mi avvolgevano; con lui
avevo
vissuto le mie esperienze di pura adrenalina e le mie giornate
più felici da
quando Edward era andato via.
Jacob mi aveva
confessato il suo amore, ma aveva anche accettato che io non lo avrei
mai
potuto ricambiare e nonostante ciò mi aveva promesso che non
mi avrebbe fatto
soffrire e che non mi avrebbe abbandonato.
Eppure ora
non era al mio fianco.
Dopo la
nostra ultima uscita e la sua promessa, era passata una settimana.
Era stato
malato e Billy non voleva che andassi a trovarlo.
Ero stata
attaccata al telefono per ore provando a chiamarlo e solo poche volte
ero
riuscita a parlare con lui o con suo padre.
E dopo
giorni di attesa ed ansia vengo a sapere che lui era guarito ed era
uscito con
i suoi amici, senza neanche degnarsi di avvisarmi per dire che stava
bene.
Ero furiosa
e delusa contemporaneamente.
Così
decisi
che avrei fatto qualcosa di stupido da sola, avrei cercato da sola la
radura in
cui mi portò Edward per rivelarmi il suo aspetto alla luce
del sole.
E incurante
degli avvertimenti di mio padre di stare lontana dai boschi per il
problema
degli orsi e dei campeggiatori scomparsi di questi ultimi tempi, appena
Charlie
uscì mi precipitai al volante della mia auto.
M’inoltrai
nel bosco e dopo un lungo tragitto e il silenzio del bosco rotto solo
dai versi
degli animali che lo popolavano, mi ritrovai a fissare la radura.
Era lo
stesso luogo ne ero certa, uno spiazzale così simmetrico e
circolare non lo
avevo mai visto altrove, ma senza il sole che lo illuminava, senza i
fiori
selvatici e soprattutto, senza lui,
tutto sembrava diverso, la magia che custodiva quel posto sembrava
fosse svanita.
La delusione
m’invase e mi lasciai cadere in ginocchio, lì
dov’ero.
L’unico
sollievo era che ero sola, almeno
Jacob non
avrebbe visto la mia faccia affranta dal dolore di quella visione.
Mi
rialzai a fatica, guardandomi intorno, stavo per andarmene quando
vidi
qualcosa che mi sconcertò, tra
gli alberi, al di là della radura sbucò una
sagoma, mi sorpresi di trovare
qualcun altro ero lontana dai sentieri.
Ma in un
secondo, guardando meglio quella figura, un’ondata
di emozioni mi travolse, mi accorsi di
quanto fosse immobile e pallida e in me esplose una speranza improvvisa.
Ma quel viso
non era quello che avrei voluto vedere.
Quello che stavo osservando,
era
nascosto da capelli neri, non
ramati, e subito un’ondata
di terrore mi assalì.
Non era
né
un escursionista solitario e nemmeno lui.
Lo riconobbi,
era Laurent.
L’emozione
che provavo era irrazionale, come potevo essere contenta di rivedere
uno dei
vampiri del gruppo di James? E’ vero lui non mi aveva dato la
caccia ma di
certo non era un vegetariano.
Poi
mi ricordai vagamente che lui era andato a
vivere con la famiglia di Denali, l’unico altro clan
di vampiri che si rifiutava di bere sangue umano oltre a
quella di cui
non mi permettevo nemmeno di pensarne il
nome.
Più
lo
guardavo e più vedevo che Laurent non era cambiato per
niente era sempre
uguale, ma infondo un vampiro con il passare degli anni non cambia,
rimane
sempre lo stesso.
Ma, forse,
quello che il mio
subconscio voleva farmi
notare era altro, ma non riuscivo a capire cosa.
Anche lui
era sorpreso di vedermi lì in quella radura.
Iniziò
uno
scambio di battute, molto semplici che non presagivano il pericolo che
stavo
correndo.
Mi chiese
dei Cullen e del perché la loro casa era vuota; sentire quel
nome faceva male
ma risposi, lui attendeva una risposta.
Si sorprese
sapendo che si erano trasferiti senza di me.
Più
lo
fissavo e più mi rendevo conto che in lui qualcosa non mi
convinceva, fu quando
vidi i suoi occhi rossi rubino che capii.
Quando
Carlisle ci aveva detto che Laurent era andato a vivere in casa Denali,
nelle
rare occasioni in cui avevo pensato a lui, me l’ero
immaginato con gli occhi
ambrati dei vampiri buoni, come quelli dei Cullen.
Feci un
passo indietro istintivamente, e i suoi occhi rossi rubino seguirono il
mio
movimento.
E proprio
nel momento in cui mi resi conto del pericolo che sentii la sua voce
bella e
vellutata che riemergeva per difendermi dal pericolo.
Mi suggeriva
di mentirgli, ma Laurent non era nato ieri e poi era deciso
più che mai, era a
caccia, ogni tanto gli piaceva tornare alle vecchie abitudini
perché gli era
difficile abituarsi alla dieta vegetariana.
Poi mi
confessò che era a Forks in avanscoperta per fare un favore
a Victoria e mi
resi conto che o per mano sua o per mano di Victoria, io sarei morta
comunque.
Nonostante
ciò
continuavo a seguire i consigli che Edward faceva rimbombare nella mia
testa,
ci provai fino all’ultimo a mentire, come provai anche ad
imploralo e a
minacciarlo, ma lui aveva capito tutto e disse una cosa che mi fece se
è
possibile ancor più male della morte a cui stavo andando
incontro.
<<
Verrà
a sapere che sei stato tu, non
la passerai liscia >> dissi riferendomi ad Edward.
<<
E
perché no? Il primo acquazzone laverà via
l’odore. E nessuno troverà il tuo
corpo, risulterai semplicemente dispersa come tanti altri esseri umani
prima di
te. Edward non avrà nessun indizio che riporti a me, sempre
che gli interessi
indagare… davvero Bella, niente di personale… ho
solo sete >>.
Queste sue
parole furono come un doloroso coltello girato e rigirato in una ferita
aperta
e sanguinante.
Prima di
uccidermi Laurent si fermò e con un sorriso gentile disse
ancora:
<<
Vedila così Bella, ritieniti
fortunata che ti abbia trovato prima io di Victoria. Farò in
fretta, non
sentirai niente, e a Victoria racconterò una bugia, per
metterle il cuore in
pace. Se sapessi cosa aveva in programma per te… Bella
>>.
Tremavo con
gli occhi spalancati in attesa del suo attacco.
Non sentivo
più niente, il ruggito nella mia testa era diventato
assordante, Edward o
meglio l’allucinazione della sua voce, aveva abbattuto ogni
muro che avevo
creato nella mia testa per trattenerlo…
Vedevo
Laurent avvicinarsi, porgendomi la mano e dicendo qualcosa, ma io non
sentii
niente.
Nella mia mente
ripetevo il suo nome Edward, Edward,
Edward…. Stavo per morire e poco
m’importava che pensare a
lui mi facesse così male, in quel momento, per
l’ultima volta nella mia mente, gridai:
EDWARD,
TI AMO!
Poi vidi
Laurent fiondarsi su di me, mi abbracciò teneramente, e il
contatto con la sua
pelle fredda e dura come il marmo mi fece sentire più vicina
a Edward.
Chiusi gli
occhi immaginando di essere fra le sue braccia, poi Laurent mi
scostò i capelli
dal collo con un lieve gesto sfiorandomi la pelle, e un brivido mi
percorse la
schiena.
Sentii che
mi piegava la testa di lato, il suo respiro freddo pizzicarmi il collo
e poi,
nella mia testa in contemporanea a Laurent, senti Edward sussurrarmi:
<<
Addio
Bella >> e con un
filo di voce risposi:
<<
Addio Edward >>.
Mentre
sentivo che le
fredde labbra e i denti di Laurent si
avvicinavano
al mio collo, seguite dal dolore, i suoi denti mi lacerarono la pelle e
la
carne.
|
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
QUESTO
CAPITOLO è SCRITTO DAL PUNTO DI VISTA DI ALICE, COMUNQUE
DURANTE TUTTA LA STORIA (SEMPRE SE LA SEGUIRETE) CI SARANNO I RACCONTI
DA DIVERSI PUNTI DI VISTA..
BUONA
LETTURA E DITEMI COSA NE PENSATE…
GRAZIE
A SPIDER MONKEY CHE MI HA MESSO TRA I PREFERITI..
LA VISIONE
POV. ALICE
C’eravamo
trasferiti lontani da Forks, mio fratello Edward non viveva
più con noi, non voleva condividere la sua sofferenza, e
così iniziò a dare la caccia a Victoria pur di
sfogare la sua rabbia e la sua agonia.
Ma quello che
Edward non sapeva era
che Bella mancava a tutti noi,
come lui, provavamo una sofferenza enorme, anche se io
forse stavo più male di tutti, perché avevo
rinunciato ad una grande amica e io volevo molto bene a Bella.
Jasper mi era
sempre vicino nonostante il mio stato d’animo ero sempre
molte infelice, ma lui né cercava di migliorarlo
né si allontanava da me, si sentiva in colpa per tutto
quello che era successo il giorno del 18°compleanno di Bella;
si sentiva colpevole per la
sofferenza di Edward e per la mia.
Più
volte gli avevo spiegato che non era colpa sua, che era la nostra
natura, ma non era servito a
niente.
Ero
a caccia
con
tutta la mia famiglia, avevo appena
finito con la mia prima preda e stavo per catturarne
un’altra quando all’improvviso il mio sguardo si
fece vitreo, e fui catapultata in un’altra delle mie
visioni... la più atroce.
Tutti intorno a
me si accorsero che qualcosa non andava quando videro con quanta
facilità il cervo da me puntato, si liberò dalla mia presa.
Jasper fu il
primo ad avvicinarsi a me, sentivo la sua mano stringere la mia e
chiedermi cosa vedevo.
No, no, non
poteva essere.
<<
Bella… noooo >> quello che usci dalle mie
labbra fu un lamento disumano che riecheggiava in tutto il bosco
circostante… vedevo Bella nella radura dove Edward
l’aveva già portata una volta, c’era Laurent, i suoi occhi
erano rossi rubino, non ambrati come mi aspettavo.
Bella era
impaurita e diceva:
<<
verrà a sapere che sei stato tu >> Laurent con
un ghigno sul viso le rispondeva:
<<
il primo acquazzone laverà via l’odore. E nessuno
troverà il tuo corpo: risulterai scomparsa come tante altre
persone prima di te. Edward non avrà nessun indizio che lo
porti a me, ammesso che gli interessi indagare. Niente di personale
Bella ho solo..sete >> poi parlò di cosa le
avrebbe fatto Victoria se l’avesse trovata, voleva vendicarsi
su di lei per l’uccisione del suo compagno James e che quindi
le stava facendo un favore, vidi la paura sul volto di Bella e Laurent
avvicinarsi,
abbracciarla come vecchi conoscenti e poi sussurrarle:
<<
Addio Bella >> e morderla mentre Bella disse:
<<
Addio Edward >>… l’ultimo saluto era stato per quello
stupido di mio fratello?
Non
ci potevo credere assistevo ad una scena che sarebbe avvenuta da
lì a pochi minuti e io ero troppo lontana, tutti eravamo
troppo lontani, poi la visione sparì di colpo proprio mentre
le braccia di Bella perdevano la forza e cadevano inermi lungo i suoi
fianchi… era tutto nero… cercai il futuro di
Bella, ma non c’era più niente da
cercare… lei non
c’era più… la mia amica, colei che
avevo considerato già una sorella non c’era
più… mi accasciai a terra coprendomi il viso con
le mani e iniziai a singhiozzare, i miei familiari li sentivo ancora
tutti intorno a me… tutti mi chiedevano cosa centrasse Bella
e che cosa avessi visto, alzai lo sguardo verso di loro e dissi:
<<
Bella è morta… è stata uccisa
>> Esme s’inginocchiò di fronte a me
e mi abbracciò forte iniziando a singhiozzare, dal petto di
Emmett fuoriuscì un
forte ringhio … anche lui adorava Bella…
<<
Chi è stato… farò a pezzi qualsiasi
umano l’abbia uccisa >> ringhiò
inferocito Emmett…
Ripensavo alle
parole di Laurent “l’acquazzone
laverà via le tracce... ed Edward non avrà nessun
indizio che lo porti a me” che stupido
vampiro… non aveva calcolato il mio potere… mi
alzai e iniziai a correre , non volevo che quel viscido vampiro facesse
sparire il corpo di Bella che la potesse sfigurare, sapevo che non
sarei mai arrivata in tempo per salvarla, ma speravo che una volta arrivata a Forks, lui
fosse ancora da
quelle parti, cercai il futuro di Laurent, ma come mi era successo
prima vedevo tutto nero… non capì ma non
m’ importava, corsi più veloce che potevo, sapevo
che mi ci sarebbero voluti quasi tre giorni per arrivare a Forks, ma speravo
davvero con tutto il cuore di trovare il corpo di Bella, e poi sarei
stata vicino a Charlie.
Sentivo la corsa
dei miei familiari che mi seguivano, Carlisle mi chiese cosa avevessi
visto, ma continuavo a non rispondere… fu Emmet che mi
affiancò e bloccò, mi girò con forza
verso di lui e chiese:
<<
Alice dimmi chi ha potuto fare ciò alla nostra dolce Bella,
chi ha osato ucciderla… >>, lo guardai negli
occhi e dissi:
<<
Emmet, è stato uno della nostra razza…
>> tutti mi guardavano sbalorditi <<
è stato … Laurent… è ora
vuole far sparire il corpo di Bella... per non lasciare tracce, sta
ingannando la famiglia di Denali… e ora per favore lasciami
e muoviamoci >>.
Mentre correvamo
ebbi un’altra visione Rosalie aveva intenzione di chiamare
Edward per comunicargli che Bella era morta, la visione continuava con
Edward che per il senso di colpa scappava in Italia per chiedere di
essere ucciso dai Volturi. No, non avrei perso un altro caro.
<<
Rose togliti dalla testa quest’idea... porteresti alla morte
Edward. Se gli comunichi che Bella è morta andrà
in Italia per essere ucciso dai Volturi… >>
<<
Deve sapere, non è giusto... >> mi rispose
Rosalie.
<<
Glielo diremo in un’altra maniera... per ora concentriamoci a
non far scappare Laurent >> risposi.
Mentre correvo,
cercavo di concentrarmi per vedere Laurent, ma niente sempre tutto
nero, forse il mio potere stava subendo l’influenza delle mie
emozioni non facendomi vedere niente.
Ormai correvamo
da due giorni e mezzo, Forks era vicina ancora alcune ore e saremmo
arrivati… pensai per parecchio tempo come avvisare Edward
senza portarlo al suicidio, poi decisi di chiamarlo.
Il telefono fece
parecchi squilli prima che lui si decidesse a rispondere, poi alla fine
lo fece; cercai di calmarmi e di avere la voce serena mentre gli
parlavo.
<<
Edward dove sei? Torna a Forks… per favore >>
dall’altro capo del telefono la sua voce acida e sofferente
mi rispose:
<<
Alice, non posso, sono sulle tracce di Victoria e poi … non
posso tornare nella vita di Bella >> che stupido, non
sapeva che ormai anche volendo non ci sarebbe più potuto
tornare nella sua vita,
lui che era andato via per salvarla e noi che avevamo rispettato la sua
decisione, avevamo portato Bella alla morte, lui stesso diceva che
Bella attirava disgrazie e nonostante ciò sperava che
andando via, lei potesse dimenticarci e soprattutto potesse
dimenticarlo, non sapeva quanto era ostinata quella ragazza? Persino il
suo ultimo pensiero prima della morte era rivolto a lui... ma come
avevamo potuto lasciarla senza protezione? Questi pensieri mi fecero
perdere la calma e nella mia testa corsero veloci in pochi istanti, ora
non ero più calma e risposi in tono stridulo a Edward che
era ancora dall’altro capo del telefono.
<<
Smetti di preoccuparti di Victoria e vieni a Forks … a noi
mancano poche ore per arrivare… >> dalla mia
voce Edward percepì qualcosa perché neanche mi
fece finire di parlare che con voce tremante mi chiese <<
Alice, cosa è successo? Bella sta bene…. Vero?
>> Non riuscivo a rispondergli stavo per rimettermi a
singhiozzare pensando agli ultimi istanti di Bella.
<<
Alice? Maledizione rispondimi! >>
Ormai con voce
sofferente, dissi:
<<
Edward per favore vieni >> non
aggiunsi altro ne aspettai una sua risposta, chiusi il
telefono e tutti in religioso silenzio continuammo la nostra corsa
verso Forks, ormai all’arrivo mancavano poche ore.
|
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
ED
ECCO IL MIO TERZO
CAPITOLO…PER ORA
AGGIORNERÓ LA MIA FAN FICTION TUTTI I GIORNI (IMPEGNI
PERMETTENDO) MA TRA UN PO’
SARò PARECCHIO IMPEGNATA CON GLI ESAMI E NON CREDO DI
RIUSCIRE A MANTENERE IL
RITMO, MA NON VI PREOCCUPATE NON VI ABBANDONO, SEMPRE SE PRIMA NON MI
ABBANDONIATE VOI :-D
un
grazie a:
1
- alexiell
[Contatta]
2 - bigia
[Contatta]
3 - deneb91
[Contatta]
4 - ilary
[Contatta]
5 - Spider
Monkey [Contatta]
Che
mi hanno messo tra i preferiti..
E
un grazie a:
1
- Crazyangel84
[Contatta]
2 - lady
cat [Contatta]
3 - luisina
[Contatta]
4 - Malia85
[Contatta]
5 - moerar
[Contatta]
6 - moka
[Contatta]
7 - m_aljen
[Contatta]
Che
avete messo la mia storia tra le seguite..
Ora
vi lascio…buona lettura
LA
CHIAMATA DI ALICE
POV EDWARD
Avevo
inseguito Victoria sino in Messico, poi si era buttata in acqua ed io
l’avevo
seguita, era riemersa sulla costa africana per poi proseguire
nuovamente a
nuoto verso l’India o almeno così sembrava, ma su
tutta la costa non avevo
ritrovato le sue tracce.
Mi trovavo a
Delhi quando mi squillò il telefono, lo presi velocemente ma
prima di
rispondere sul display lessi il nome di chi mi chiamava…
Alice.
Ero indeciso
se risponderle o no, non volevo sentirmi l’ennesima ramanzina
da parte sua per
la decisione presa, sapevo
che anche lei soffriva per aver lasciato Bella, ma non era stata lei a
guardarla negli occhi mentre rispondevo alla sua domanda:
“
tu…
non ….m i….vuoi? ” E io
soffrendo le risposi:
“ no ”, per
soffrire ancora di più quando le dissi:
“ Tu non
sei la persona giusta per me, Bella ”, bugia
più orribile non potevo dirla,
solo lei era giusta per me, solo e soltanto lei sarebbe stata la donna
della
mia vita… come vorrei
tornare ora
indietro e chiederle di
perdonarmi, ma non posso
essere egoista,
lei è
al sicuro senza di me… e poi
quel giorno mi aveva promesso
che non avrebbe fatto stupidaggini.
Il telefono
continuava a squillare tra le mie mani e decisi di risponderle solo per
sapere
come stavano.
Non dissi
neanche pronto che Alice mi disse:
<<
Edward dove sei? Torna a Forks…per
favore >> ci risiamo vuole di nuovo farmi ritornare sui
miei passi
<< Alice non posso, sono sulle tracce di
Victoria… e poi non posso
tornare nella vita di Bella >> sentì una
piccola pausa e poi la voce
inizialmente calma di mia sorella, si trasformò in un tono
stridulo mai sentito
da parte sua:
<<
Smetti di preoccuparti di Victoria e vieni a Forks … a noi
mancano poche ore
per arrivare… >>.
Stava per
continuare a parlare, ma la bloccai, il suo tono s’intonava
come un ordine ben
preciso, la sua voce era preoccupante e perché tutta la mia
famiglia stava
tornando a Forks? Con voce tremante chiesi << Alice, cosa
è successo?
Bella sta bene…. Vero? >> Che cosa poteva
essere successo? Alice non mi
rispondeva solo ora sentivo il suono della loro corsa e mi preoccupai
ancora di
più.
<<
Alice? Maledizione rispondimi!i >>
Ormai con
voce sofferente Alice mi rispose:
<<
Edward per favore vieni >>
senza aggiungere altro e senza aspettare una
mia risposta chiuse la conversazione.
Fissavo il
telefono immobile, non capivo cosa stesse succedendo, un brutto
presentimento
s’impossessò di me, non respiravo più,
mi sentivo mancare, anche se sapevo che
mai sarei potuto svenire, nella mia testa la voce e il tono distrutto
di mia
sorella Alice continuavano a ronzarmi,
martellandomi il cervello.
“ Edward
per favore vieni “ … “ Edward per favore vieni
“…. Che cosa
poteva essere successo? Mi guardai intorno non c’era gente
intorno a me,
scattai a una velocità disumana verso l’aeroporto,
sperando di trovare un volo
che mi avrebbe fatto atterrare direttamente a Seattle, mentre correvo
verso
l’aeroporto, chiamai a casa di Bella, ma non mi rispose
nessuno.
Arrivai
all’aeroporto mi avvicinai all’hostess del check-in
e chiesi:
<<
Il primo volo per gli Stati Uniti >>.
<<
Mi
dispiace signore, ma non ci sono posti disponibili fino a domani per
qualsiasi
meta degli Stati Uniti >>, il mio sguardo si fece di
fuoco e l’hostess si
allontanò impaurita da me, avevo spaventato una semplice
umana senza volerlo e
i miei occhi neri come la pece di certo non mi aiutavano. Mi allontanai
da lei
e mi guardai intorno, non potevo aspettare fino al giorno seguente,
individuai un gruppo di
ragazzi, sembravano una comitiva di amici di ritorno a casa dopo essere
stati
in vacanza, cercai di calmarmi e mi avvicinai a loro, sembravano
cittadini
brasiliani, e una volta avvicinatomi abbastanza, ebbi conferma dalla
lingua che
parlavano, e così con un brasiliano perfetto chiesi:
<<
Ciao
ragazzi, siete di ritorno a casa con il prossimo volo? >>
Cercai di fare
il mio sorriso migliore, non riuscendoci molto bene, i ragazzi si
guardarono
tra di loro, e non risposero subito, nei pensieri generali sentivo solo
che da
lì ad un ora si sarebbero imbarcati per far ritorno a Rio de
Janeiro, niente
male come destinazione, poi avrei potuto continuare a piedi fino a
Forks ci
avrei impiegato solo qualche ora, ma come fare ad acquistare uno dei
loro
biglietti? Poi nella mente di una coppia di fidanzati sentivo il
dispiacere di
ritornare a casa, proprio quello che mi serviva.
Mi avvicinai
a loro e chiesi:
<<
Vi piacerebbe passare un’altra
settimana qui in India? >> La ragazza mi
guardò sbigottita e dopo qualche
pensiero del tipo “ ma chi
è questo? Che
cosa vuole? Però quanto è carino.. ”
Rispose:
<<
Sarebbe bello ma il nostro budget è
terminato >>.
Avrei dovuto
fare una proposta allettante e che non avrebbero potuto non accettare, con un sorriso mi avvicinai di
più sia alla
ragazza che al ragazzo e dissi:
<<
Vi propongo uno scambio, uno dei
vostri biglietti per una settimana tutta pagata da me qui in uno dei
migliori
hotel e ovviamente vi ricompro i
biglietti del ritorno >>
mentre la ragazza pensava solo “ ma
ci sta prendendo in giro? Però sarebbe bello.. ”
il ragazzo diede voce ai
suoi pensieri:
<<
Ma ci stai prendendo in giro? Non è
divertente… perché dovresti fare tutto questo?
>>.
A quella
domanda mi rabbuiai, e i miei pensieri ritornarono alla telefonata di
Alice e
alle sue ultime parole “ Edward per
favore vieni “, vidi i due ragazzi guardarmi negli
occhi forse
l’espressione del dolore si era impossessata di me, e i loro
pensieri mi
diedero la conferma “ ha cambiato
espressione all’improvviso, forse ha un’urgenza di
tornare nel suo paese ”
pensò la ragazza che diede un pizzicotto al braccio del
ragazzo e fece un cenno
di consenso, il ragazzo subito pensò “ ha
ragione, ha un’espressione triste, forse deve aver perso
qualcuno ”, a quel
pensiero la tristezza si tramutò in rabbia; no non poteva
essere, Alice me lo
avrebbe detto, Bella
non può essere
mor… ma
il mio pensiero fu interrotto
dalle parole del ragazzo.
<<
Ok mi hai convinto, ti cedo il mio
biglietto, noi possiamo partire anche domani, e puoi anche solo pagarci
il
cambio del biglietto, per questa notte rimaniamo a dormire qui in
aeroporto >>.
Questi
ragazzi erano di animo gentile e mi sarei sdebitato con loro, non avrei
mai
permesso che dormissero in aeroporto.
Ci avviammo
verso il check-in e con uno sguardo più gentile mi avvicinai
di nuovo alla
stessa hostess di prima che si avvicinò a noi un
po’ intimorita.
<<
Mi
scusi signorina per prima, comunque avrei risolto in altro modo;
sarebbe così
gentile di cambiare intestazione di uno dei loro biglietti? E poi di
prenotare
il ritorno dei due ragazzi fra una settimana? >>
Il ragazzo
mi si avvicinò e disse:
<<
Veramente non è necessario >>
<<
Siete stati gentili, ed io ricambierò il favore
>>.
Senza
aggiungere altro chiesi all’hostess se poteva prenotare lei
l’hotel migliore
della città a nome dei due ragazzi per la prossima settimana
e ovviamente avrei
pagato tutto con la mia carta di credito in anticipo.
L’hostess
fu gentilissima e lasciai anche a lei una cospicua mancia.
Fece tutto
quello che le avevo chiesto nel giro di
mezz’ora.
Dopo aver
salutato i due ragazzi che,
venivano guardati con invidia dai loro amici per la fortuna che gli era
capitata, andai
verso
l’imbarco.
GRAZIE
A VOI CHE AVETE RECENSITO
luisina
|
Grazie
luisina…sono davvero strafelice che la mia storia ti piaccia!
Comunque
ci saranno altri capitoli dal punto di vista di Alice, come quelli di
Edward, di Bella e di Jacob..
Non
ti trovo affatto petulante, anzi sono contenta per le tue
“annotazioni”… spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto.
|
m_aljen
|
Sai
sono davvero felice che la mia ff piaccia, ma mi rimane sempre il
timore che i prossimi capitoli possano deludere… cmq grazie
di cuore per il tuo incoraggiamento..
|
bigia
|
Grazie
e spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.
|
Un grazie speciale a te..sei stato/a il/la
primo/a a mettermi tra i preferiti…
|
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
GRAZIE
PER LE VOSTRE RECENSIONI LE APPREZZO TANTISSIMO…VI LASCIO
SUBITO AL QUARTO
CAPITOLO DELLA MIA FAN FICTION, SPERANDO CHE IN TANTI
LASCERETE UNA RECENSIONE..
DOMANDE
E DUBBI
POV BELLA
I denti di
Laurent lacerarono la mia pelle, ormai era fatta, tra pochi istanti
sarei
morta.
Mentre
sentivo le mie forze mancare, il dolore aumentava.
Tutte
le vene che partivano dal mio collo per
estendersi in tutto il corpo bruciavano, mi
ricordava vagamente il dolore provato dopo il morso di James, ma era
più lieve.
Ripensai
alle parole di Laurent, anche lui mi aveva fatto una promessa, mi aveva
detto:
“ farò in
fretta, non sentirai niente ”.
Invece
sembrava che il tempo si fosse fermato e
il dolore lo sentivo eccome.
Chissà
forse
era abitudine di tutti i vampiri fare promesse che non avrebbero
mantenuto.
Sentivo le
mie braccia deboli e inermi cadere lungo i miei fianchi, la morte mi
avrebbe
raggiunto di lì a poco.
All’improvviso
sentii le fredde labbra di Laurent staccarsi dalla mia gola per
annusare
l’aria… perché aveva smesso? Non ero
morta, se riuscivo ancora a pensare, non
potevo essere morta; sentivo il dolore aumentare…
perché non continuava? Perché
non mi uccideva? Perché non finiva il lavoro iniziato?
Mollò
all’improvviso la presa salda che aveva sul mio corpo ed io
caddi al suolo come
una pietra, mi sentivo debole.
Udii dei ringhi, ma non
provenivano dalla mia testa
non erano allucinazioni, erano reali e soprattutto non appartenevano a
dei
vampiri; una folata di vento leggero e innaturale mi sfiorò
il viso e mi fece
capire che Laurent era scappato.
Ma come,
cosa poteva spaventare tanto un vampiro da indurlo alla fuga? Se i
ringhi che
sentivo non appartenevano ad altri vampiri dovevano essere di animali,
quindi
di cosa si preoccupava?
Non esisteva
puma, orso o giaguaro in grado di scalfire , la sua pelle dura come il
marmo.
La mia
debolezza stava svanendo, sopraffatta da un dolore che aumentava, stava
diventando atroce.
Le vene di tutto
il corpo sembravano scoppiare per il troppo calore, stavo andando a
fuoco.
Questa volta
il dolore era molto più forte rispetto a quella volta in cui
James mi diede un
semplice e veloce morso l’estate scorsa.
Non sapevo
per quanto tempo Laurent fosse stato attaccato alla mia gola, e quindi
quanto
veleno avesse messo in circolo nel poco sangue rimasto nel mio corpo,
ma
percepivo il bruciore intenso estendersi molto più
rapidamente.
I
ringhi si avvicinavano, avevo paura, se
fossero stati animali feroci, mi avrebbero ucciso loro facendomi
provare molto
più dolore, ma poi una fitta mi colpì il cuore,
il veleno doveva essere
arrivato lì, fu come se un pugnale bollente mi fosse stato
piantato in pieno
petto.
Ora
desideravo essere uccisa da chiunque, il dolore era insopportabile, in
quel
momento lanciai un urlo disumano, mentre la mia schiena
s’inarcava
pericolosamente, prima di accasciarmi a terra in preda a delle forti
convulsioni.
Il fuoco
dentro di me non accennava a diminuire, anzi aumentava sempre di
più, qualche
animale mi annusò e dopo qualche istante senti una voce
chiamarmi.
<<
Bella, Bella….Bella ti prego >>
era Jacob… ma che ci faceva lì? Lo
sentì urlare:
<<
Che
fate qui, inseguitelo e prendetelo! Fate soffrire quel parassita!
>> Poi
senti solo dei ringhi e lo scalpitare di molte zampe sul terreno umido.
<<
Bella
è colpa mia... ti ho abbandonato... perdonami
>> lo sentii singhiozzare.
Volevo
confortarlo ma il dolore era
allucinante, gli arti non rispondevano ai miei comandi, si muovevano
come presi
da una frenesia incontrollabile, e la mia gola non emetteva alcun
suono, solo
il mio ansimare per il troppo dolore.
Il fuoco
continuava a bruciarmi dentro e sentivo Jacob vicino a me, sapevo cosa
stavo
diventando ma non ci volevo pensare.
Stavo
cercando di mantenere il controllo, le fiamme dentro di me sembravano
essere
arrivate al loro culmine e quindi stabilite a quella temperatura,
ripresi il
controllo e cercai di rimanere il più ferma possibile anche
per non far
soffrire Jacob ulteriormente, lo sentivo singhiozzare come un bambino,
al mio
fianco ad ogni mia convulsione e le sue lacrime mi bagnavano il viso.
Ritornarono
i rumori della corsa di parecchie zampe accompagnate da ringhi, che
sparirono
quasi subito per lasciare il posto a delle voci di ragazzi.
<<
Jacob,
mi dispiace… >> disse il primo.
<<
Non
possiamo fare niente? >> Disse un secondo ragazzo; poi
sentii una voce
familiare l’avevo già udita molti mesi fa.
<<
Jacob, l’abbiamo ucciso e fatto a
pezzi….ehm… l’ha morsa, si sta
trasformando >>.
Nella mia
testa queste parole mi avevano confusa, volevo sapere di chi era quella
voce,
provai ad aprire gli occhi ma le mie palpebre sembravano non voler
rispondere
al comando, e poi come potevano dei ragazzi che conoscevano Jacob aver
fatto a
pezzi un vampiro? Come facevano a sapere che mi stavo trasformando?
Il fuoco e
questi pensieri mi avevano distratta dalle loro parole, quando poi
sentì urlare
Jacob:
<<
Voi non la toccherete… dovrete passare
prima sul mio cadavere >>.
Poi di nuovo
quella voce familiare:
<<
Ma Jacob si sta trasformando, vuoi
mettere a repentaglio la vita di tutta la città e dei tuoi
familiari giù a La
Pu… >>.
Jacob non
fece terminare la frase che lo senti imprecare contro l’amico
o chiunque fosse.
<<
Cazzo Sam… è Bella la mia Bella! Non
posso… >> non terminò la frase
<< E poi è colpa tua… Tu mi hai
detto
di allontanarmi da lei, tu non hai voluto che gli dicessi la
verità, l’ho
abbandonata senza nessuna spiegazione ed ecco adesso è qui
morente ai miei
piedi! >> .
Sam, Sam
ecco chi era, Sam Uley, il ragazzo che mi aveva trovato quella notte
nel bosco
lo stesso ragazzo che un tempo Jacob temeva… e ora che ci
facevano insieme? Non
capivo più niente, la mia testa andava in fiamme, cercavo di
non muovermi tanto
per non attirare la loro attenzione su di me.
Sam
continuò
a parlare:
<<
Jacob non puoi dare la colpa a me,
lei era la ragazza di uno dei succhiasangue, è una di loro e
adesso si sta
trasformando in una VAMPIRA! >>.
Non udii
nessuna replica da parte di Jacob, l’unica cosa che sentii fu
che qualcuno mi prese
in braccio.
<<
Jacob
dove la porti, non puoi portarla alla Push te lo proibisco e nemmeno da
suo
padre! >>
Oh…
Charlie,
avevo completamente dimenticato mio padre…
<<
Jacob
ragiona passati i tre giorni della trasformazione sarà una
parassita neonata e
tu stesso sarai in pericolo! >>.
Non
capii bene il significato dell’ultima
frase, sapevo che la trasformazione sarebbe durata circa tre giorni, e
sapevo
anche del fuoco e del dolore che avrei provato, ma Edward come nessun
altro
nella famiglia Cullen, mi aveva detto cosa mi attendeva al risveglio
della
trasformazione, perché lui era intenzionato a non
trasformarmi, poi Jacob mi
distrasse con la sua voce desolata:
<<
Mi dispiace Sam, ma non posso… non
posso uccidere Bella >>.
Sentii il
vento in viso e tra i capelli, stavamo correndo, ma non sapevo, dove mi
avrebbe portata.
RINGRAZIO
LE 11 PERSONE CHE MI HANNO MESSA TRA LE FF SEGUITE E LE 5 CHE MI HANNO
MESSA
TRA I PREFERITI, SPERANDO CHE IL NUMERO CRESCA…
SPOILER:
“
Continuando a parlarle pensai che avrei dovuto passare
lì i prossimi due giorni, combattendo contro il mio istinto
che avrebbe voluto
uccidere il suo nemico naturale… ma in questo caso il mio
nemico era lei stesa
e inerme su un divano. ”
LUISINA
98: sono contenta
che la mia storia ti piaccia…
M_ALJEN:
Edward doveva per forza
riprendersi, quando si tratta di Bella sai come è
protettivo..
CRAZYANGEL84:
spero che la tua
curiosità sia stata saziata con questo capitolo e che tu
l’abbia apprezzato..
BIGIA:
eccoti
accontentata..per ora credo che sarò
puntuale a postare ogni giorno, e spero che tu mi seguirai
sempre…
|
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Capitolo 5 *** capitolo 5 ***
BUONGIORNO
RAGA…SPERO
CHE LA MIA STORIA
NON VI STIA ANNOIANDO…MI
RACCOMANDO DITEMI SEMPRE QUELLO CHE PENSATE, SE AVETE DUBBI, DOMANDE,
IO SONO
QUI…
OVVIAMENTE
RINGRAZIO
ALLE 7 PERSONE CHE MI HANNO MESSO FRA I PREFERITI E LE 10 CHE MI HANNO
MESSO
TRA I SEGUITI..
BUONA
LETTURA…
SEGRETI
SVELATI
POV. JACOB
Avevo Bella
tra le mie braccia, volevo allontanarmi dal branco, prima che Sam desse l’ordine
del capobranco di uccidere Bella, un
ordine a cui noi del branco non potevamo sfuggire ed eravamo costretti
ad
eseguire.
Ma
dentro di me sapevo che non l’avrebbe mai
fatto, ma per precauzione dopo questi pensieri accelerai il passo.
Dove avrei
portato Bella? Sam aveva ragione non potevo portarla a La Push, ma
nemmeno da
Charlie, come gli avrei spiegato la sofferenza di Bella? E poi come
l’avrei
tenuto al sicuro dalla sete di Bella quando si sarebbe trasformata?
M’inoltrai nel
bosco guardando il viso di Bella, aveva
un’espressione sofferente, le leggende dei Quiliute dicevano
che la
trasformazione era molto dolorosa, ma non sapevano con esattezza cosa
si
provasse, perché mai nessuno dei nostri antenati aveva
parlato con un vampiro.
Tranne il
mio antenato Ephriam Black, l’unica occasione in cui si era
trovato a parlare
con uno di loro era stato quando avevano stretto il patto con la
famiglia dei
Cullen.
Cullen,
Cullen… giusto… la loro casa era vuota, erano
andati via all’improvviso, per
non so quale motivo, avrei potuto portare lì Bella, la casa
era circondata
dalla foresta ed era lontana dalla città.
Odorai
l’aria intorno a me per assicurarmi che nessuno ci stesse
seguendo, ma l’unica
cosa che il mio naso fiutò fu l’odore di Bella che
stava cambiando in
quell’orribile puzza da vampiro che detestavo, per fortuna
era ancora lieve, ma
nei prossimi giorni sarebbe diventata insopportabile, ma era Bella la
mia Bella
non avrei mai potuto abbandonarla a questo suo destino crudele.
Poteva un
licantropo abbandonare la sua tribù per assistere e
proteggere la sua amata che
si stava trasformando nel suo più odiato nemico? A quanto
pare sì, perché io
avevo voltato le spalle a tutti, per lei, la ragazza che da sempre
avevo amato,
fin dal primo giorno che la incontrai, ed ero qui nonostante sapessi
che era
innamorata di un altro.
Sapevo che
stavo andando incontro a una grande sofferenza, che tutto questo non
avrebbe
mai portato nulla di buono, ma il mio cuore non voleva sentir ragioni,
anche se
la pelle della ragazza che avevo tra le braccia si stava facendo fredda
e dura,
anche se il suo profumo stava, cambiano, anche se si stava trasformando
in un
mostro, io le sarei stato vicino.
Lei non
voleva diventare un mostro e mai le avrei fatto commettere azioni di
cui si
sarebbe pentita, l’avrei salvata dalla sua stessa natura.
Sapevo che i
Cullen si nutrivano solo di animali, e se potevano loro, avrei cercato
di far
fare la stessa cosa a Bella.
Mi stavo
dirigendo verso la loro casa e mi accorsi d’essere molto
vicino quando senti
una lieve traccia di vampiro che aleggiava ancora nei dintorni.
Percorsi gli
ultimi metri della stradina sterrata fino a ritrovarmi davanti ad
un’imponente
casa bianca, stavo infrangendo il patto, ero nel loro territorio, ma di
questo
non m’importava, infondo loro e quelli della loro razza erano
i responsabili,
l’avevano trascinata in questa vita fatta di leggende
“ vere ” e lei, la mia
Bella, ne stava pagando le conseguenze diventando una di loro.
Con un
calcio spalancai la porta, che quasi distrussi per la troppa potenza
che misi
nel colpo, davanti a me vidi un grande salone, tutti i mobili e i
divani erano
coperti da grandi lenzuoli bianchi, poi vidi la scalinata, sicuramente
portava
alle stanze da letto e così salì.
Aprii la
prima porta che incrociai, mi si presentò una stanza con una
parete
completamente fatta di vetro, un grande mobile vuoto coperto sulla
sinistra, e
un divano abbastanza grande sempre coperto.
<<
Stupidi
succhiasangue, solo divani >>.
Non avevo
intenzione di fare il giro delle stanze per vedere se esistevano letti
in quella casa,
quindi tolsi il lenzuolo e scoprì il divano
di pelle nera lungo e largo abbastanza da far distendere Bella.
La adagiai
con calma, non sentivo più un suo lamento da parecchio
tempo, volevo sapere
come stava.
Ma che
domanda stupida, ovvio stava male… le toccai la fronte e le
diedi un bacio, in
quel momento si girò verso di me e aprì
lievemente gli occhi.
Rimasi
impietrito, erano passate solo poche ore, ma i suoi dolci occhi color
cioccolata stavano svanendo, già si intravedeva uno sfondo
rossiccio, poi piano
mi sussurrò tremando:
<<
Jac… ob, per fav… ore parla… mi
>>
poi proseguì una lunga pausa, e con molta fatica
continuò a dirmi << voglio
sentire la tua voce … non mi abbandonare …
spiegami perché sarò peric … olosa e
qual è il segreto che mi...nascondi >>.
Oh Bella, la
sua voce era rauca e affaticata, m’inginocchiai sul pavimento
vicino al divano,
le presi la mano tra le mie grandi mani e iniziai a parlarle
spiegandole cosa
sarebbe diventata, anche se lo sapeva già, le spiegai anche
perché sarebbe
stata pericolosa… e poi le parlai del mio segreto.
Continuando
a parlarle pensai che avrei dovuto passare lì i prossimi due
giorni,
combattendo contro il mio istinto che avrebbe voluto uccidere il suo
nemico
naturale… ma in questo caso il mio nemico era lei stesa e
inerme su un divano.
LUISINA:
sono contenta di riuscire a suscitare delle emozioni in te mentre
leggi…con un
po’ di pazienza la tua curiosità verrà
saziata…baci :X
LUISA98:
grazie per il delizioso…loro sono andati a forks per cercare
il corpo di Bella
per paura che Laurent l’abbia nascosto..il loro intento e
cercarlo…
CRAZYANGEL84:
Anche a me Sam mi è sempre stato un po’ sul
…. Soprattutto in new moon…e ora
gli ho dato il ben servito…ma non finisce
qui…ahahahah..ne vedrai delle belle..
M_ALJEN:
hai indovinato…come hai potuto vedere era un pov Jacob spero
ti sia piaciuto…i
Cullen arriveranno..
SPOILER:
“
Mi feci coraggio, presi un bel
respiro e subito notai qualcosa di strano, spalancai gli occhi.. non
riuscivo a
credere a ciò che vedevo ”.
P.S.
ora se volete cliccate su “
Inserisci una recensione ” con pochi secondi e poche parole
mi renderete
davvero tanto felice… ci vediamo al prox capitolo…
|
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6 ***
NON
IMMAGINATE COME SONO CONTENTA, OGNI GIORNO VEDO
AUMENTARE I NUMERI DI PERSONE CHE SEGUONO LA MIA STORIA E IL NUMERO DI
PERSONE
CHE LA METTONO TRA I PREFERITI… GRAZIE
LA
MIA GIOIA AUMENTA QUANDO VEDO CHE ANCHE LE RECENSIONI
AUMENTANO E SONO SEMPRE POSITIVE, MI INCITA A SCRIVERE…
GRAZIE DAVVERO MILLE
GRAZIE..
ORA
PRIMA DI ANDARE AL MARE VI POSTO IL SESTO CAPITOLO…
SPERO TANTO CHE LO APPREZZIATE… BACI
TREMENDA
SOFFERENZA
POV BELLA
La corsa di
Jacob era finita, tante cose erano successe nella mia completa
cecità, il fuoco
continuava a bruciarmi dentro, ma gridare non serviva a nulla, solo a
far
soffrire Jacob che aveva litigato con “i suoi
amici” per difendere me.
Molte
domande durante la sua fuga, con me tra le sue braccia, mi erano sorte
nella
mia mente, non capivo molte cose: cosa era successo a Jacob?
Perché aveva detto
che era stato Sam a farlo allontanare da me? E che segreto non poteva
svelarmi?
Come avevano fatto a uccidere Laurent? E soprattutto che ne sapevano
loro dei
vampiri? Tutte queste domande punzecchiavano interrottamente la mia
testa che
già soffriva per le fiamme invisibili che divampavano al suo
interno.
Mi accorsi
di essere in un luogo chiuso quando Jacob mi distese su qualcosa di
morbido,
sentì la sua mano appoggiarsi sulla mia fronte seguita da un
tenero bacio,
avevo paura che si allontanasse da me, quindi mi feci forza, cercando
di non
gridare per il dolore, aprii gli occhi, guardando solo il suo viso con
voce
tremante dissi:
<<
Jac…ob, per fav…ore parla..mi >>.
Feci una
lunga pausa, e con molta fatica ripresi:
<<
voglio sentire la tua voce …non mi
abbandonare…spiegami perché sarò
peric…olosa e qual è il segreto che
mi…
nascondi >>.
Mi prese la
mano:
<<
Bella…tu sai già cosa stai
diventando… >> abbassò lo sguardo e
poi riprese << tutte le volte
che mio padre mi raccontava quelle vecchie leggende sui Quiliute e, i
loro
nemici, i “Freddi”, l’ho sempre
deriso… >>.
Continuavo a
fissarlo, nei suoi occhi vedevo il dolore, ricordavo vagamente quella
storia,
la parte che mi era rimasta più impressa era quella con cui
Jacob,
inconsapevolmente, mi aveva svelato il segreto dei Cullen. << Bella, ti
ho raccontato quella
leggenda quando ancora non credevo alle parole di mio padre, sono stato
io a
svelarti il suo segreto? >>
Con un lieve
cenno della testa gli risposi di sì, poi lui
continuò:
<<
hai saputo che erano dei mostri e sei
rimasta lo stesso insieme a loro…come hai potuto...
>> .
Per me non
erano mostri e dovevo dirglielo, con molta debolezza sussurrai:
<< Jacob loro non sono mostri si
nutrono solo di animali... >> alzò gli occhi
al cielo << si, lo so,
lo so.. loro sono buoni..ma resta il fatto che loro non dovrebbero
esistere,
sono dei parassiti, vorrei ucciderli tutti, li ODIO! >>
Si
portò
immediatamente una mano alla bocca, sapevo il motivo di quel gesto, io
stavo
diventando una di loro e lui aveva appena detto che li odiava.
<<
Bella,
mi dispiace >>.
<<
Jake…
>>.
Non riuscivo
a muovermi o a parlare molto, ogni respiro mi faceva male ogni
movimento mi
faceva soffrire facendo aumentare le fiamme, ma per lui dovevo, per lui
che non
so per quale motivo ora credeva nei vampiri e nonostante li odiasse,
era vicino
a me.
<<
Non ti preoccu...pa…re, ma ora voglio
delle ...risposte…perchè adesso credi nei
vampiri...come avete fatto ad
uccidere Laurent…. >> presi un sospiro
<< ..e dimmi qual è il tuo
segreto >>.
<<
Bells,
se odio tanto i vampiri, è per quello che sono
diventato…ti ricordi la leggenda
che ti ho raccontato? Ti rinfresco la memoria, la leggenda dice, anche
se
leggenda non è più il termine adatto, che noi
Quiliute discendiamo dai lupi… e
che i nostri nemici naturali, sono i vampiri >> .
Lo guardavo
con occhi sorpresi, non capivo, dove voleva arrivare.
<<
Mi spiego meglio, la leggenda dice
che noi Quiliute ci trasformiamo in lupi quando ci sono i nostri nemici
in
zona, la trasformazione avviene per difendere il nostro popolo, e solo
noi
siamo in grado di uccidere i vampiri…quindi si Bella sono un
Licantropo >>.
Non potevo
crede alle mie orecchie, c’era leggenda qui a Forks che non
fosse vera?
Guardavo fisso gli occhi di Jacob, lo sguardo di un ragazzino cresciuto
troppo
in fretta e che ora soffriva mentre raccontava cos’era
diventato.
Dopo una
lunga pausa continuò la sua storia questa volta con tono
leggermente più
entusiasta.
<<
Sono
un licantropo, ma non di quelli che si trasformano con la luna piena,
quella
leggenda è falsa, noi possiamo trasformarci quando vogliamo
di giorno e di
notte, siamo velocissimi, e per farti capire meglio quanto siamo
veloci, pensa
solo che siamo riusciti a catturare quel vampiro, siamo forti e dalle
ferite
guariamo in fretta,
molto in fretta >>.
Assurdo
veloci quanto un vampiro, questo era il suo segreto, continuai ad
ascoltare ma
questa volta cambiò intonazione di voce:
<<
il gene licantropo si mette in
funzione quando ci sono dei vampiri nei dintorni e il mio gene come
legittimo
discendente di Ephriam Black si è attivato la sera in cui
siamo andati al
cinema, una semplice arrabbiatura lo fa scattare dando il via alla
trasformazione, ma io quella sera ero felicissimo ma una volta tornato
a casa
una semplice parola di mio padre mi ha fatto perdere la pazienza e mi
sono
trasformato davanti ai suoi occhi…l’ho quasi
ucciso >>.
Quindi non
era malato.
Qualcosa non
mi quadrava, i Cullen erano già andati via quando Jacob ha
subito la
trasformazione, cercai di esporre il mio dubbio.
<<
Mah.. >> .
Lui
m’interruppe e proseguì, << so cosa
vuoi dire, la famiglia dei Cullen già
si era trasferita.. non so bene il motivo ma quando certi meccanismi si
mettono
in moto, non si può più tornare indietro. In
seguito sono comparsi quel lurido
vampiro che ti ha fatto ciò e la sua compagna con i capelli
rossi >> .
Come???
Victoria era qui a Forks?? Che destino crudele il mio…chiusi
gli occhi e
continuai ad ascoltare Jacob che parlava, la sua voce mi
tranquillizzava e non
mi faceva concentrare sulle fiamme che mi ardevano.
<<
Bells?
Non stai dormendo vero? >>.
Che domanda
sciocca, come potevo addormentarmi con questo fuoco che mi bruciava
nelle vene?
<<
No
Jake…brucia troppo >>.
Lo
sentì sospirare.
<<
E’ questo quello che si prova? >>
Feci un
cenno con la testa prima di aggiungere:
<<
Ti prego Jake continua a parlare >>,
Lo
sentì
sussurrare “ mi dispiace Bells vorrei esserti stato vicino
” e poi continuò.
<<
Prima mi hai chiesto perché sarai
pericolosa… le nostre leggende raccontano che i vampiri dopo
la trasformazione
seguono solo il loro istinto, che è quello di bere sangue.
Per questo ti ho
portata qui, non avrei mai potuto
portarti in paese, troppi umani indifesi che avresti potuto uccidere
>>.
Un attimo
dove mi trovavo? Aprì gli occhi e mi guardai in torno,
questa vetrata… questa
stanza... questo divano... ero in camera di Edward.
Potevo
sentire un dolore più forte delle fiamme che mi bruciavano
dentro? Non pensavo,
e invece si, stavo diventando una vampira, mi stavo affacciando ad una
vita
eterna, senza la persona che amavo, senza nessuno delle persone che
consideravo
la mia famiglia e che poteva aiutarmi a non diventare una assassina,
avrei
potuto andare io a cercarli a trasformazione conclusa, ma Edward non mi
amava
più me lo aveva detto chiaramente e poi Alice mi aveva
lasciata senza
salutarmi, possibile che non avesse avuto neanche una visione di quello
che
sarebbe accaduto e in che cosa mi stavo trasformando? Perché
non era qui? Anche
lei non mi voleva più bene? E poi quando mi sarei svegliata,
mi sarei dovuta
scontrare con Victoria che mi stava cercando, e umana o no voleva
vendicarsi,
non sapendo che a Edward non interessavo più, forse sarebbe
meglio se mi
lasciassi uccidere da lei.
Le
parole di Jacob in quel momento mi
risuonavano nella testa, sarei stata un’assassina spietata
solo alla ricerca di
sangue di umani… cosa? Umani? Jake nonostante fosse un
licantropo era un umano,
lui era in pericolo, ecco perché Sam aveva detto che sarei
stata pericolosa
anche per lui.
Ero nel
panico più totale, le fiamme mi divoravano ancora, il cuore
aveva preso a
pulsare più velocemente,
da quando avevo
capito dove mi trovavo.
Spalancai
gli occhi e fissai Jacob spaventata, con tutto il fiato che avevo in
corpo gli
gridai:
<<
Jake, tu sei umano, vai via di qui,
potrei aggredirti…non voglio ucciderti, vai via!
>>.
Jacob mi
guardò incredulo, e poi sorrise, ma che c’era da
ridere?
<<
Bella,
devi sapere che i vampiri per noi licantropi hanno un odore sgradevole,
e noi
per loro, quindi ho una teoria, non credo che il mio sangue ti attirerà, e
poi non ti abbandono, quando
la trasformazione starà per terminare, mi
trasformerò per tenerti a bada se
sarà necessario. Non ti permetterò di fare niente
di cui potresti pentirti >>.
Sfoderò
uno dei suoi sorrisi che mi rendevano
calma e felice ma quella volta ebbe solo il risultato di calmarmi e non
di
rendermi felice, erano tante le cose che mi rendevano triste e mi era
impossibile provare quell’emozione.
Jacob era un
tesoro, mi stavo trasformando in uno dei suoi nemici e nonostante
tutto, lui
era qui accanto a me, non si era allontanato neanche un secondo.
Ma quanto
tempo era passato? Non ne avevo la più pallida idea, sapevo
solo che le fiamme
non erano diminuite per niente, ed io non sopportavo più
questo dolore.
<< Jake, quanto tempo manca ancora?
>>
<<
Non
lo so di preciso, sono passati due giorni, quindi credo che ancora
qualche ora
e ti trasformerai… >> disse
quell’ultima parola con una tristezza
immensa.
Rimanemmo in
silenzio per parecchie ore, i miei sensi si stavano sviluppando lo
capivo
perché percepivo benissimo i suoni al di fuori della casa,
dal semplice
uccellino che sbatteva le ali per volare, alle macchine che
attraversavano la
superstrada.
In quelle
ore di silenzio avevo pensato a tante cose, come sarei diventata? Che
cosa
stava facendo mio padre? Non avrei mai voluto farlo soffrire, forse era
meglio
subire le chiacchiere malefiche di Jessica e stare lontana dai boschi
come
aveva detto lui, forse pensava che anch’io sia scomparsa per
colpa degli orsi
che altro non erano Jacob e gli amici trasformati in licantropi, e
soprattutto
non erano loro i colpevoli della scomparsa dei campeggiatori ma Laurent
che era
venuto nella nostra cittadina per imbrogliare le regole del clan dei
Denali.
Ma ormai era
fatta, non si poteva tornare indietro.
Se fossi
riuscita a sfuggire a Victoria, anche se adesso, pure
io stavo diventando una vampira e, non la temevo
più come una volta
perché avrei acquisito la sua stessa forza, con
l’unica differenza che lei
sapeva combattere ed io non lo avevo mai fatto prima, ma se fossi
riuscita a
sfuggirle avrei vagabondato come gli altri vampiri nomadi, non mi sarei
stabilita da nessuna parte.
Sentivo
Jacob russare, doveva essere molto stanco, era rimasto a parlare con me
per due
giorni consecutivi, ero concentrata sui suoi respiri, poi qualcosa
all’improvviso cambiò, le fiamme avevano
abbandonato gli estremi del mio corpo
piedi e mani erano libere dal fuoco e le sentivo fresche, molto
lentamente
sentivo le fiamme ritirarsi.
Toccai Jacob
sdraiato a terra, affianco a me, la sua pelle era bollente, al mio
tocco gelido
si svegliò di soprassalto e iniziò a tremare, lo
guardai e lui capì che
qualcosa stava cambiando, ci guardavamo senza parlare, nel frattempo
sentì la
corsa veloce di alcune persone dirigersi verso la casa, ma la loro
andatura era
troppo veloce non da esseri umani ma da vampiri.
Le fiamme si
erano ritirate da tutto il mio corpo concentrandosi nel mio petto, il
cuore
iniziò a battermi all’impazzata, il dolore sentito
fino ad ora non era niente a
confronto, le fiamme che mi avevano bruciato viva in questi tre giorni
erano
state come acqua fresca rispetto al fuoco che sentivo scoppiarmi nel
petto, non
avevo più il controllo del mio corpo, iniziai a dimenarmi
come una pazza, tutto
di me sembrava aver preso vita propria, il dolore era assurdo, che cosa
mi
stava succedendo?
Poi
all’improvviso il mio cuore cessò di battere, con
un ultimo battito sordo, il
fuoco non c’era più, sentivo solo la gola
molto secca, non respiravo, avevo paura di farlo, sapevo che affianco a
me
c’era Jacob, anche se sottoforma di licantropo,
l’avevo sentito trasformarsi
appena il mio cuore aveva iniziato ad impazzire, avevo gli occhi chiusi
e non
volevo aprirli… avevo paura una tremenda paura…
Mi feci
coraggio, presi un bel respiro e subito notai qualcosa di strano,
spalancai gli
occhi… non riuscivo a credere a ciò che vedevo.
ANDRY91:
Andry sono proprio contenta
che tu segua la mia ff, specie perché io sono una gran fan
delle tue…le odoro…
spero di non deluderti con la mia…baci
BIGIA:
grazie Bigia..il tuo intuito
non fallisce..i Cullen arriveranno presto non temere, io adoro la loro
famiglia..
SPIDER
MONKEY: grazie…non
so nemmeno come mi sia uscita
questa idea, da una sola immagine sono scaturiti i miei primi 15
capitoli,
anche se ormai i prox li ho già tutti in testa..e poi non
avrei mai immaginato
che sarei arrivata a metterli per iscritto..chissà..
CHANELLINA94:
grazie!! :D spero che
questo capitolo ti sia piaciuto
CRAZYANGEL84:
I Cullen arriveranno
prima o poi..non temere..
LUISA98:
grazie mille Luisa…davvero
grazie per la stima, sarebbe un mio sogno diventare scrittice anche
perché ho
una mia storia in testa, ma la strada è difficile e lontana,
per ora tento di
far pratica, ma non credo di esserne capace.. cmq provare non nuoce
giusto??
:-D
M_ALJEN:
grazie per le tue correzioni,
dove altro poteva portare Bella??? Buona vacanza aspetterò
le tue recensioni…baci
Per
lo spoiler non ho proprio tempo…devo
scappare perché è tardissimo, ma tanto domani
arriva presto e posterò il nuovo
capitolo…grazie a tutti voi che leggete la mia ff anche
quelli che sono nell’anonimato…RECENSITE!!!!!
|
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7 ***
CHE
BELLO… IL NUMERO DI PERSONE CHE SEGUONO
LA MIA FF E CHE L’HANNO MESSA TRA I PREFERITI AUMENTA E DI
QUESTO SONO
FELICISSIMA…LE VISITE SONO TANTISSIME, MA POSSIBILE CHE LE
RECENSIONI SI SIANO
FERMATE AD 8??? NON AVETE NIENTE DA DIRE ALLA POVERA AUTRICE DI QUESTA
FF
ASSURDA CHE DESIDERA TANTO SAPERE UN VOSTRO COMMENTO??
ADDIO
BELLA
POV JACOB
Ero rimasto
sveglio per più di quarantotto ore, Bella mi aveva pregato
di parlarle, cercava
di concentrarsi sulla mia voce per non pensare al dolore che provava,
aveva
detto che bruciava, ma io non avevo avuto il coraggio di chiederle in
che
senso.
Le avevo
raccontato il mio segreto e subito mi ero sentito meglio, ma poi la
stanchezza
ebbe il sopravvento su di me facendomi crollare sul pavimento affianco
a lei.
Non sapevo
per quanto tempo avessi dormito,
sapevo solo
che il tocco gelido di una mano sulla mia
pelle perennemente bollente mi aveva risvegliato dal mio sonno, fu una
sensazione bruttissima, conoscevo quella pelle era di un vampiro.
All’istante
mi ritrovai in piedi, tremante e spaesato, in pochi istanti ricordai,
dove
fossi e il motivo per cui ero in quella stanza.
Il mio
sguardo incontrò quello di Bella, qualcosa stava cambiando,
poi all’improvviso
comparve una smorfia di dolore sul suo viso e il suo corpo
iniziò ad assumere
posizioni contorte, era di nuovo in preda a delle convulsioni, ma
questa volta
più forti, sentivo il suo cuore battere
all’impazzata, pensavo che sarebbe
esploso.
Era finita
la donna che amavo, stava morendo lasciando il posto a un mostro
assassino.
Non sapevo
con esattezza cosa stesse succedendo, ma capì che la
trasformazione stava
giungendo al termine, lasciai che la rabbia invadesse ogni singolo
centimetro
del mio corpo ed esplosi nella mia forma animale.
La
sofferenza di Bella, mi faceva soffrire ogni arto si muoveva senza
senso, il
suo dolce profumo era quasi svanito nel nulla, al suo posto
quell’orribile
odore dolciastro e ghiacciato che
mi
bruciava le narici.
Il mio corpo
si avvicinò al suo, il mio istinto premeva per uccidere il
nemico che avevo di
fronte a me, ma sapevo che non sarei mai riuscito a farle del male.
Ero
vicinissimo a lei, volevo prevenire ogni suo scatto o movimento
improvviso o
pericoloso senza farle del male.
Troppo
concentrato sui movimenti di Bella e sugli ultimi battiti del suo
cuore, non mi
accorsi dei rumori all’interno della casa.
Poi
sentì la
porta spalancarsi…. Vampiri…. erano in
sei….
Accecato
dalla rabbia, non prestai attenzione al loro viso e non li riconobbi.
Dalla mia
gola uscì un forte ringhio, la mia testa era in balia di
quell’unico movimento,
guardavo Bella e poi mi giravo a ringhiare verso gli altri sei,
l’avevo
protetta fino ad ora e non volevo che nessuno le facesse del male.
Quando il
mio sguardo si riposò di nuovo su Bella, tutto successe
velocemente due
vampiri maschi si fiondarono su di me
buttandomi a terra, cercavo di rialzarmi, ma ogni tentativo fu
annullato dopo
che anche una delle vampire mi bloccò.
Poi
sentì
uno dei vampiri dire:
<<
Jazz, Emm, Rose non fategli del male >>.
Con questa
frase capì chi fossero, erano i Cullen, e non sapevo se
gioirne o rattristarmi, in
quel momento un ultimo battito sordo del cuore di Bella
annunciò che
la trasformazione era completata.
Chiusi gli
occhi ormai rassegnato al dolore della perdita della mia Bella.
Era
scomparsa per sempre, la dolce ragazza che amavo non esisteva
più…
Spoiler
“
Dall’odore sentivo che un licantropo era in casa, sul
nostro territorio, ma dov’era Bella? Non sentivo bene il suo
profumo, solo una
lieve traccia, mista a un altro profumo sconosciuto e al tanfo di quel
cane ”.
RINGRAZIO
TUTTI COLORO CHE MI HANNO RECENSITO :-D
CRAZYANGEL84:
ho sempre ammirato l’amore di Jake nei confronti di Bella, e
per me il vero
amore affronta qualsiasi differenza…
SPIDER
MONKEY: i cullen sono tornati, ma ci saranno tutti???
MARPY: A quanto pare sei del team
Jacob, beh devo
dirti che io sono del team Edward, ma nonostante questo mi è
sempre dispiaciuto
un casino del povero Jake e della sua sofferenza..quando Edward
arriverà cmq
non avrà un caldo benvenuto..
LUISA98:
Alice non “ vede ” niente, quando arriveranno a
Forks altro li porterà a casa
Cullen..
STELLALILLY:
Jake si è trasformato per tenere a bada Bella.
ANDRY91:come
sono felice che tu segua la mia ff…cmq presto la mia storia
si farà più
movimentata…baci
BIGIA:
lo spoiler dice parecchio, mentre Edward arriverà..prima o
poi…
NON
ABBIATE PAURA…LASCIATE UN COMMENTINO NON VERRò
MICA
A CASA VOSTRA A MORDERVI ;-P
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
PERDONATE
IL RITARDO…DI SOLITO AGGIORNO LA MIA STORIA LA
MATTINA, MA OGGI NON C’è STATO VERSO, SINCERAMENTE
STAVO PER SALTARE
COMPLETAMENTE L’AGGIORNAMENTO DI OGGI, PERò POI MI
SONO COSTRETTA AD APRIRE IL
MIO PORTATILE E A POSTARE IL CAPITOLO 8, SPERO VI PIACCIA..
SORPRESA
POV ALICE
Condussi
tutta la mia famiglia nella radura e mi fermai nel punto esatto, dove
la
tragedia si era consumata.
Niente, non
c’era niente, solo l’odore di Laurent e Bella, le
mie visioni non mi aiutavano,
non vedevo niente, mi sentì sprofondare; Jasper
sentì il mio dolore e mi
abbracciò, poggiai la testa nell’incavo tra il suo
collo e la sua spalla e
iniziai a singhiozzare.
“
Oh
bella mi dispiace, perdonami, non avrei mai dovuto dar
retta a mio fratello ”.
Ma un
attimo, cos’era questo orribile tanfo che si sentiva
nell’aria?
<<
Carlisle
lo senti anche tu, lo sentite anche voi? >> guardai
Carlisle intento ad
annusare l’aria.
<<
Si,
conosco questo odore...l’ho sentito molti anni fa quando tu e
Jasper non
eravate ancora parte della famiglia,
sono…Licantropi…o meglio i muta forma
Quiliute >>disse.
<<
I
muta forma con cui hai stretto un patto più di mezzo secolo
fa? >>.
<<
Sì,
Alice >>,
L’odore
si
divideva in due scie, seguimmo prima quella più forte,
sembrava fossero in
quattro e che avessero inseguito qualcosa o qualcuno nella foresta,
annusando
meglio, coperto da quel tanfo c’era l’odore di un
vampiro, Laurent.
Seguimmo
tutti la scia e ci trovammo davanti ad una chiazza di erba e tronchi
bruciati, l’avevano
ucciso, come c’erano riusciti?
In
quell’istante sollievo misto a senso di frustrazione nacquero
in me, forse
erano riusciti a non far portare via il corpo di Bella, ma la
frustrazione
nasceva dal fatto che non avevo avuto la mia vendetta.
Senza parlare
tornai indietro, per cercare il suo corpo o una traccia che avrebbe
potuto
riportarmi a lei.
Tornai nella
radura e tutti mi seguirono, l’odore di Bella era mescolato
con quello di un
Licantropo, diverso da quelli che avevano ucciso Laurent, andavano in
una
direzione opposta nel bosco, erano solo loro due, gli altri non gli
avevano
seguiti.
Seguì
quella
scia fino a capire che, dopo vari cambiamenti di percorso, si erano
diretti verso
casa nostra.
Corsi in
quella direzione.
Dall’odore
sentivo che un licantropo era in casa, sul nostro territorio, ma
dov’era Bella?
Non sentivo bene il suo profumo, solo una lieve traccia, mista a un
altro
profumo sconosciuto e al tanfo di quel cane.
Salimmo
velocemente tutti quanti le scale, fino a trovarci davanti alla porta
della
stanza di Edward, la spalancai con decisione e quello che vidi, non so
se mi
sconcertò o mi procurò sollievo.
C’era
un
lupo gigantesco chinato sul corpo della nostra Bella, ci ringhiava
contro, e
alternava il suo sguardo tra noi e Bella molto velocemente, era un
licantropo
nemico naturale dei vampiri, stava forse per aggredirla?
Ci
guardò
con aria minacciosa, e non capì se stesse proteggendo Bella
da noi o se la sua
intenzione fosse di aggredirla.
Quando il
suo sguardo si posò nuovamente su Bella, Emmet e Jasper, gli
saltarono addosso
bloccandolo sul pavimento, si dimenava con tutte le sue forze ed era
davvero
molto forte, Rosalie andò in loro aiuto, e lo fermarono
definitivamente, mentre
Carlisle disse:
<<
Jazz, Emm, Rose non fategli del male >>.
Io
ero rimasta impietrita ancora davanti alla
porta, mentre guardavo, distesa sul divano, la mia dolce amica e
sorella Bella,
avere le ultime convulsioni che avrebbero completato la sua
trasformazione,
facendola diventare per sempre una di NOI.
SPOILER
“Non
un movimento, non un gesto o un
cenno per dirmi che mi sbagliavo, niente, forse avevo ragione, per
ciò che ero
diventata la nostra amicizia, si era rotta, ora eravamo nemici
” .
GRAZIE
PER CHI HA RECENSITO… GRAZIE ANCHE DI CUORE ALLE
PERSONE CHE MI AGGIUNGONO TRA I SEGUITI E I PREFERITI, PERò
C’è UNA NOTA
NEGATIVA IN TUTTO QUESTO, COME MAI LE PERSONE CHE MI SEGUONO AUMENTANO
E I
COMMENTI DIMINUISCONO??
ANCHE
VOI CHE LEGGETE NELL’ANONIMATO RECENSITE…
LUISINA:
non ti preoccupare ti
perdono, sono felice invece che continui a seguire la mia fan fiction e
che ti
preoccupi sempre di commentare…grazie
STEZIETTA
W: commento particolare il
tuo… J
spero sia un’apprezzamento…
ARANEL_FAIR:
Edward??? Sarà una
sorpresa, ma di certo non avrà vita facile…
LUIGIA:
Gina tesoro grazieeeee, tu
si che sei un’amica e grande fan, mi lasci commenti ovunque,
su face book,
twilight italia…grazie e sono contenta che ti piaccia.
MARPY:
Povero Jake è sempre lui che
si sacrifica per la felicità di Bella…infatti ne
farà ancora tante per lei..
ANDRY91:
Ebbene si, più avanti ci
sarà da divertirsi…spero di riuscir a mettere
bene le mie idee per iscritto.
|
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
RAGAZZE
BUONGIORNOOOO!!! ED ECCO A VOI UN ALTRO CAPITOLO
DELLA MIA FF… LA BELLA UMANA E SCOMPARSA PER SEMPRE,
LASCIANDO AL SUO POSTO UNA
BELLISSIMA VAMPIRA, COSA FARà ORA IL NOSTRO JAKE???
RINGRAZIO
TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO METTENDOMI TRA LE FF
SEGUITE E PREFERITE, MA RINGRAZIO ANCHE TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO
NELL’ANONIMATO….
COME SEMRE SE VOLETE FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE, PER ME SAREBBE
DAVVERO
BELLO SAPERE COSA NE PENSATE E MI DAREBBE LA CARICA GIUSTA PER
CNTINUARE…
BUONA
LETTURA…
AMICI
O NEMICI??
POV BELLA
Davanti ai
miei occhi, ferma e immobile come una statua c’era Alice, mi
fissava come se
avesse visto un fantasma, dietro di lei Carlisle ed Esme avevano lo
stesso
sguardo.
Più
li
guardavo e più mi rendevo conto di come i miei occhi umani
mi avessero
ingannato.
I loro volti
erano sublimi, non esistevano parole nella mia testa per definire tanta
bellezza e perfezione.
La mia vista
era notevolmente migliorata, vedevo ogni minima particella di polvere
che
vorticava nell’aria come in una danza.
Continuavano
a fissarmi con quell’aria sorpresa… ma
perché? Alice sicuramente aveva avuto
una visione su tutto ciò che mi era accaduto nei giorni
scorsi, altrimenti non
sarebbero tornati.
Un sottile
lamento mi distrasse.
Mi girai
nella direzione dalla quale provenì quel suono, e quello che
vidi mi fece
infuriare.
Un enorme
lupo dal pelo rossiccio era schiacciato dal peso di Emmett,con Jasper e Rose che lo
bloccavano impedendogli
ogni movimento.
Il suo
sguardo sembrava triste e rassegnato e i suoi occhi mi ricordavano
tremendamente Jacob.
Accorsi
subito in suo aiuto.
<<
Lasciatelo!! >> dissi
fiondandomi su di loro, cercai di
spostare Emmett dalla sua posizione e, con mia grande sorpresa e senza
il
minimo sforzo, riuscii a far
volare
Emmett letteralmente fuori dalla finestra.
Il suo volo
terminò con un sonoro tonfo contro una parete di roccia, ma
non prima d’aver
spezzo tre grandi alberi.
In quel
momento, sia Rosalie che Jasper scattarono in piedi, lasciando libero
Jacob che
si alzò lentamente guardando verso la finestra.
Io fissavo
le mie mani incredula per ciò che avevo fatto e, con quanta
facilità l’avevo
fatto.
Rivolsi uno
sguardo veloce verso la finestra e poi mi voltai per guardare Alice e
gli altri
in viso.
Mi accorsi
che Jasper aveva assunto una posizione di difesa coprendo quasi del
tutto la
sua compagna.
<<
Perdonatemi,
non era mia intenzione >> dissi tutto a un fiato.
Portai una
mano alla bocca ma cos’era successo alla mia voce? Era troppo
squillante, anche
se molto dolce, sembrava quasi che cantassi.
In quel
momento Carlisle fece un passo in avanti verso di me e si
affiancò a Jasper.
<<
All’inizio ti sembrerà fastidiosa ma ci farai
presto l’abitudine >> spiegò
forse capendo il mio gesto.
In
quell’istante arrivò Emmett con
un’espressione quasi mortificata.
<<
Sorellina non è giusto mi hai colto
alla sprovvista… >> e poi, cambiando
completamente espressione e con un
sorriso sulle labbra continuò dicendo:
<<
…pretendo la rivincita >> il
solito burlone, il tempo non l’aveva cambiato
affatto, sempre pronto a dimostrare la sua forza.
Posai di
nuovo il mio sguardo su Alice, non aveva ancora detto niente.
<<
Alice? >>
La chiamai, e si ridestò come da un sogno.
Senza
fiatare scansò Jasper che le impediva il passaggio e mi
buttò le braccia al
collo, per stringermi in un forte abbraccio.
<<
Oh
Bella, non immagini come sia felice che tu non sia morta
>> disse con un
tono di sollievo.
<<
Morta?? >>
Non capivo cosa volesse dire, perché? Mi credeva morta?
Lei
fraintendendo il tono della mia domanda disse.
<<
Beh
sì, in un certo senso tu sei morta, forse era meglio se
avessi detto di essere
felice che tu non sia scomparsa… per sempre >>.
<<
Alice
veramente, non capisco cosa intendi >> mi staccai da lei
guardandola
incuriosita.
<<
Bella
ho visto il tuo incontro con Laurent e dopo qualche istante tutto
è diventato
nero... >> sul suo viso comparve
un’espressione di dolore.
<<
…E il tuo futuro è svanito >>.
<<
Mi
vuoi dire che siete venuti qua credendomi morta? Ma come è
possibile? Non hai
visto la mia trasformazione? >> Replicai.
<<
No
Bella…non ho visto niente. Perdonaci eravamo troppo lontani
da Forks e non
siamo riusciti a intervenire in tempo. Ma spiegami cosa è
successo? >> Mi
chiese incuriosita.
In quel
momento intervenne Carlisle:
<<
Alice, forse è meglio che prima Bella
sazi la sua sete >>.
Solo in quel
momento mi accorsi della mia gola secca e che bruciava, presi un bel
respiro e
un odore mi solleticò la gola, ma poi quello stesso odore mi
fece arricciare il
naso.
Mi girai
verso Jacob.
<<
Jake, avevi ragione, il tuo sangue non
mi attira >> e lui scoprì i denti come se
stesse ridendo, ma i suoi occhi
erano ancora tristi.
In quel
momento intervenne Rosalie.
<<
Come potrebbe attirarti il suo
sangue? Quel cane puzza >>.
La fissai in
malo modo e Jacob le ringhiò contro, Emmett rispose al suo
ringhio, ma io non
volevo che nessuno si facesse male e con una mano rivolta verso Jacob e
l’altra
rivolta verso Emmett li ammonì.
<<
Bella
ma come fai? >> Questa volta fu Jasper a parlare.
<<
A
far cosa?? >> Non capivo la sua domanda
<<
A
essere così…diciamo calma. Quando Carlisle ha
parlato della tua sete, ho
sentito crescere in te il desiderio di placarla, ma poi hai scherzato
con
questo licantropo e ti sei calmata. Adesso dovresti solo avere il
desiderio
di…sangue, e invece niente, non capisco >>.
Ora che
ricordavo Jacob durante la trasformazione mi aveva detto una cosa
simile, ma io
pur avendo la gola in fiamme per la sete che provavo, ora che me lo
avevano
nuovamente ricordato, non sentivo l’urgenza di placarla.
<<
Sinceramente
Jasper, non sento l’urgenza di placarla. >> E
in quel momento altre parole
di Jacob tornarono nella mia mente “ troppi
umani indifesi che avresti potuto uccidere ”
<< ..e poi ho paura, non
voglio uscire da questa casa per andare a caccia >>.
Questa volta
fu il turno di Esme:
<<
Mia cara, paura di cosa? >> La
sua dolce voce era melodiosa, più di quanto ricordassi.
<<
Paura
di scorgere il profumo di qualche umano e di ucciderlo >>
risposi secca.
<<
Bella
noi ti aiuteremo >> mi disse Carlisle con tono sincero.
<<
Mi
dispiace, per ora non cambio idea >> ero decisa e non mi
avrebbero
costretta.
<<
Va
bene Bella, risolveremo in un’altra maniera, non puoi non
nutrirti >>
rispose alla mia cocciutaggine, poi si girò verso Emmett:
<< Vai a caccia, e porta a Bella qualche
preda >>.
<<
Vedrai
che prelibatezze ti porterò >> e dopo un
occhiolino e un sorriso
malizioso, Emmett scomparve trascinando con se Jasper.
Alice mi
prese per mano cercando di trascinarmi fuori dalla stanza e disse:
<<
Andiamo giù in salone ci devi
raccontare tutto >>.
La bloccai e
mi girai verso Jacob.
<<
Per favore Jake potresti assumere di
nuovo le sembianze umane? >>.
Con il suo
testone da lupo fece cenno di no.
<<
Perché? >>
Di tutta risposta, guardò verso gli altri.
Capivo come
si sentiva, era nella tana del nemico, circondato da esso. Ed io ero
una di
loro.
<<
Per
favore lasciatemi sola con Jacob >> Sentì che
alle mie spalle tutti
scomparvero chiudendosi la porta.
<<
Ora
per favore Jake potresti tornare umano? >>.
Ancora una
volta con il suo gran testone fece cenno di no. Mi stava irritando, ma
anch’io
ero il suo nemico, non si fidava neanche di me? Questo pensiero mi
rattristì.
Jacob che
forse capì la smorfia di dolore comparsa sul mio viso, prese
con i denti
qualcosa e me la posò tra le mani.
Erano
pantaloni?! Capì cosa voleva dirmi, non poteva trasformarsi
davanti a me perché
sarebbe stato nudo.
Posai i
pantaloni sul pavimento e mi voltai.
<<
Giuro che non guardo >> dissi con
un sorriso.
Avevo il
nemico alle spalle ma ero tranquillissima, mi fidavo di lui.
Sentì
l’aria
nella stanza muoversi impercettibilmente e poi la sua voce.
<<
Puoi girarti ora Bella >>.
Era triste
il suo tono me lo confermava, ecco perché avevo deciso di
parlargli.
I suoi occhi
erano bassi non mi guardava in viso.
<<
Jake
guardami, per favore >>, ma il suo sguardo continuava a
fissare il
pavimento, decisi di parlargli lo stesso.
<<
Jacob
Black, ti ringrazio per avermi salvata dalla morte. Hai litigato con il
tuo
branco, lottato contro la tua natura, il tutto per vegliare sulla mia
trasformazione, su di me. Ti sei dimostrato ancora una volta un vero
amico, ti
sei nuovamente auto inflitto del dolore per me >>.
Feci una
pausa, ma lui continuava a non guardarmi e a non parlare, quindi fui io
a
riprendere il discorso.
<<
Jake
ti voglio bene e sempre te ne vorrò, ma se tu ora ti sei
pentito di quello che
hai fatto e mi consideri un mostro e un tuo nemico ti capisco. Non ti
costringerò a starmi vicino >>.
Non un
movimento, non un gesto o un cenno per dirmi che mi sbagliavo, niente,
forse
avevo ragione, per ciò che ero diventata la nostra amicizia,
si era rotta, ora
eravamo nemici.
Mi girai e
afferrai la maniglia per andarmene.
Una
tristezza immensa s’impossesso di me, avevo perso un altro
pezzo della mia
vita, gli occhi mi pungevano, ma le lacrime nel mio nuovo stato di
vampira non
esistevano.
Sottovoce
prima di aprire la porta dissi ancora:
<<
Ti voglio tanto bene Jake >>.
Feci per
andarmene ma lui parlò.
<<
Bella
non andare via. E’ vero tu ed io ora siamo nemici naturali,
ma se io ti avessi
considerata tale ora io e te non saremmo stati qui a parlare. Il lupo
che è in
me brama per ucciderti, ma io no, non ho potuto e voluto farlo nella
radura e
non voglio farlo ora. Non potevo ucciderti, perché
altrimenti…altrimenti ti
avrei persa per sempre. Il problema adesso e che non so cosa
succederà, i tuoi
simili sono tornati e chi meglio di loro può aiutarti? Non
so se sono capace di
tenere sotto controllo il tuo istinto e non vorrei farti del male per
proteggere qualche umano. Quindi Bella non so che fare, come
comportarmi e
soprattutto se rimanere >>.
Aveva fatto
tutto il suo discorso senza alzare lo sguardo, non voleva guardare il
mostro in
cui mi ero trasformata.
<<
Jake,
per me rimarrai sempre il mio migliore amico, tu fai quello che ti
senti di
fare, non voglio farti soffrire più di quanto io abbia
già fatto. Qualunque sia
la tua decisione io l’accetterò. Se ora mi dirai
che preferisci starmi lontano,
ok mi farò da parte, ma se un giorno cambierai idea io,
sarò qui ad aspettarti,
per te sarò sempre Bella la tua migliore amica, anche se un
po’ più pallida,
fredda e… resistente >>.
Lui
m’interruppe, alzando la testa e fissandomi negli occhi mi
rispose sorridendo:
<<
hai
dimenticato gli occhi da paura >>.
Non
l’aveva
detto per offendermi, era il suo modo per dirmi che mi accettava anche
da
vampira.
Ma la sua
battuta mi aveva incuriosita, così
mi
specchiai nell’enorme vetrata.
<<
Oh
mio Dio! I miei occhi! >>
<<
Dai
Bella altrimenti che protagonista da film horror saresti?
>> Il solito
Jacob.
La sua
battuta mi fece sorridere nuovamente distraendomi dallo shock appena
subito.
<<
Bella,
raggiungi il resto dei succhiasan…ops…volevo dire
dei Cullen e racconta cos’ è
successo, io starò fuori >>.
<<
Jake
puoi venire anche tu >> non gli avrebbero fatto del male.
<<
Bella
preferisco aspettare fuori, con te riesco a controllarmi, ma con loro
non
so...e poi quella bionda mi fa saltare i nervi per non parlare della
puzza che
c’è in questa casa. Ho bisogno di aria pulita per
rinfrescarmi le
narici. >>
E dopo aver
detto questo con un salto, uscì dalla finestra.
Spoiler
“
Davanti ai miei occhi comparve
quel viso e quel corpo perfetto, tutti i ricordi da umana mi colpirono
come uno
schiaffo in pieno viso, occupando la mia mente più nitidi
che mai, sentivo una
voragine squarciarmi il petto, il suo sguardo era incredulo, i miei
ricordi
umani però non rendevano giustizia a quel viso perfetto, lo fissai negli occhi per
un lungo istante e
poi scappai uscendo dalla cucina, senza neanche prestare attenzione a
ciò che
Alice mi stava dicendo ”.
E
ADESSO LA RISPOSTA ALLE VOSTRE RECINSIONI CHE
DIMINUISCONO OGNI GIORNO :’-(
STEZIETTA
W:
lo
so…lo scorso capitolo era particolarmente
corto…ma in compenso ogni giorno
posto i nuovi capitoli, almeno fino a quando
potrò… sono felice che tu apprezzi
la mia storia…grazie per il commento.
LUIGIA: gina, gina…
se non lasciassi con il fiato sospeso non riuscirei a far impazzire chi
legge
la mia storia e far diventare impaziente di leggere il prox
capitolo… alla fine
del capitolo voglio che chi legge deve dirsi: E ora che succede? Non
vedo l’ora
che arrivi domani… ;-P
CRAZYANGEL84:
Edward Edward…io sono una tipa vendicativa,
quindi ho riversato la mia vendetta su di lui…
LUISA98:
il tuo commento mi ha commosso…sapere che sono il
tuo primo pensiero tra tutte le altre fan fiction che ci sono qui su
efp, mi fa
sperare che stia scrivendo bene la mia….grazie di
cuore…
ANDRY91:
Edward non è con la sua famiglia per come avrai
capito da questo capitolo…al momento della visione di Alice,
lui si trovava in
India e ci impiega più tempo per arrivare. Grazie per il tuo
appoggio morale…
BIGIA:
mi avevi lasciato il tuo commento per il capitolo 8
nel primo capitolo, meno male che l’ho letto altrimenti non
ti avrei risp. Cmq si
sono arrivati e vedrai che quando il solitario tornerà altri
andranno…
|
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Capitolo 10 *** CAPITOLO 10 ***
RAGAZZE
COME SONO FELICE….LE PERSONE CHE LEGGONO LA MIA
STORIA AUMENTANO OGNI GIORNO E PER IL CAPITOLO 9 HO AVUTO BEN NOVE
RECENSIONI…GRAZIE
DI CUORE PER TUTTE COLORO CHE MI HANNO INCORAGGIATO SIETE
FANTASTICHE….
CAPITOLO
10… BUONA LETTURA…
NUOVO
ARRIVO
POV BELLA
Scesi le
scale molto velocemente, era sorprendente di come le mie
capacità fossero
incrementate.
In un
istante mi ritrovai in salotto.
Tutto era al
proprio posto, sembrava che non fossero mai partiti.
Esme era
seduta sul divano bianco e Carlisle seduto affianco a lei le cingeva le
spalle
con un braccio, entrambi avevano uno sguardo sereno mentre mi
guardavano.
Rosalie
seduta sulla poltrona faceva zapping in Tv e non mi guardò
con aria
indifferente.
Alice
vedendomi immobile ai piedi delle scale venne verso di me e mi
portò vicino al
divano facendomi sedere tra di loro.
Esme e
Carlisle mi sorrisero e Alice attirando la mia attenzione disse con
voce
squillante:
<<
Ora
ci devi raccontare tutto dall’inizio >>.
Cercai di
iniziare a raccontare dalla radura, ma facevo fatica a ricordare,
sembrava che
vedessi i miei ricordi da umana attraverso un vetro appannato.
Alice
capì
la mia difficoltà e mi spiegò che la memoria
umana a volte poteva svanire
com’era successo a lei o, se rimaneva qualche ricordo, era
per lo più sfocato,
ma se ci s’impegna a ricordare non tutto era perduto.
Mi
aiutò
lei, parlandomi della sua visione e così ricordai meglio
l’accaduto.
Ovviamente
dissi solo che mi ero data alle escursioni e non il vero motivo,
cioè che
cercavo di far scaturire nella mia mente le allucinazioni della voce di
Edward,
non volevo che mi prendessero per pazza.
Raccontai di
Laurent, di Victoria e di come l’intervento dei licantropi mi
avesse salvato da
morte certa.
Dissi che i
licantropi avevano ucciso Laurent e che Jacob aveva litigato con il
branco per
salvare me, portarmi lontana da loro, visto che volevano uccidermi
prima che la
trasformazione fosse completa.
In seguito
parlai dei tre giorni di dolore, provocato dalle fiamme sconvolgenti
che mi
bruciavano dentro.
Fu Alice la
prima ad intervenire.
<<
Quindi,
hai detto che i licantropi ti hanno salvata, che sono stati loro ad
uccidere
Laurent e che quel giovane licantropo ha vegliato su di te nei giorni
della
trasformazione >> non era una domanda, ma più
che altro una conferma di
quello che avevo appena detto.
<<
Esatto
>> risposi.
<<
Ho
capito, i miei buchi nelle visioni sono provocati da loro, quindi tutto
ciò che
riguarda i licantropi, non posso prevederlo, ecco perché ho
pensato che fossi
morta >> concluse Alice.
<<
Potrebbe
essere una loro difesa naturale, oppure… >> ma
le congetture di Carlisle
furono interrotte dalle imprecazioni di Jasper contro Emmet e da un
ruggito di
animale.
Jasper
comparve in salotto con un cervo vivo in spalla, mentre Emmet aveva tra
le braccia…cosa?
Un Puma?
La mia
sorpresa mi si dipinse in viso.
<<
Gli
avevo detto che era esagerato, ma lui ha detto “ gli ho
promesso una
prelibatezza ” >> concluse Jasper imitando la
voce di Emmett.
Feci un bel
respiro per sentire l’odore degli animali che mi avevano
portato, decisamente
quello del puma era il migliore, e mi infuocò la gola, solo
ora mi rendevo
conto di quanta sete avessi.
Jasper che
percepì il mio cambio di emozioni, posò a terra
il cervo e con un gesto
fulmineo gli spezzò l’osso del collo portandolo
subito a me.
Senza
pensarci troppo affondai i miei denti all’altezza del collo
della mia preda,
era così semplice riuscire a tagliare lo strato della
pelliccia e della carne
del cervo, era come affondare i denti nel burro.
Bevvi senza
pensare ad altro, mi sembrava un gesto così naturale quello
che stavo facendo.
Avevo finito
con la prima preda, ma non mi sentivo ancora sazia, alzai lo sguardo
verso
Emmett, e lui con un sorriso mi chiese:
<<
Pronta sorellina? >>
Capì
cosa
intendeva solo quando lo vidi allentare la presa sul puma e lasciarlo
libero
per casa.
Ma cosa
aveva in mente quel pazzo?
Il puma non
sembrava impaurito e continuava a ringhiarmi contro, avevo bisogno di
spegnere
le fiamme nella mia gola e il profumo del puma era molto invitante, ma
non
sapevo cosa fare, ogni volta che mi avvicinavo cercava di colpirmi con
i suoi
artigli, sapevo che nel mio nuovo corpo ero più forte e che
la mia pelle non
doveva temere i suoi artigli, così gli saltai addosso e
iniziammo a rotolare a
terra sembrava quasi che ci stessimo abbracciando.
<<
Sei
il solito Emmet, dopo chi ripulirà il macello?
>> Lo sgridò Rosalie, ma
lui rispose solo con una fragorosa risata.
Intanto il
puma capì di essere in pericolo e si liberò dalla
mia presa per cercare una via
di uscita dalla casa.
Iniziò
a
correre per tutta la casa, mi stavo divertendo troppo ci giocavo come
fosse un
cucciolo di cane, ogni volta che lui tentava di intraprendere una via
di fuga
io gli sbarravo la strada, la velocità in cui mi muovevo
senza inciampare in niente
era sbalorditiva, poi però mi stancai di quel giochetto, la
sete reclamava di
essere placata, saltai in groppa al puma e i miei denti affilati
puntarono alla
sua gola, cercò di liberarsi ma ormai la mia presa era salda
e non mi staccai
da lui fino a che il puma perse le sue forze e si accasciò a
terra.
La mia sete
era stata saziata, il sangue dei due animali lo sentivo circolare nelle
vene
facendomi sentire più forte e
un senso
di calore mi pervase.
Mi alzai e
mi guardai intorno, nella stanza sembrava fosse passato un tornado.
Guardai
Esme dispiaciuta, mi si avvicinò dicendo:
<<
Non è colpa tua >> e guardò con
sguardo di rimprovero Emmett che raccoglieva i corpi dei due animali
ormai
senza vita, senza smettere di ridere.
Carlisle mi
spiegò che più mi nutrivo di animali, prima i
miei occhi avrebbero perso il
colore rosso cremisi spaventoso che avevano ora.
Il giorno
seguente andò solo Jasper a caccia per me e ritorno con solo
due grossi cervi,
di certo il loro odore e il loro sapore non era come quello del puma ma
andava
bene lo stesso.
Nonostante
mi fossi nutrita per due giorni di seguito, non mi sentivo del tutto
sazia,
però non volevo essere un peso per loro, e di certo loro non
potevano essere a
mia disposizione, così con timore chiesi ad Emmett e Jasper
di accompagnarmi a
caccia, loro erano abbastanza forti da potermi fermare in caso avessi
incontrato la scia di qualche umano.
<<
Emmett,
Jasper, potrei chiedervi un favore? >>
<<
Bella,
cosa ti turba? Chiedi pure >> mi rispose Jasper che
ovviamente aveva percepito
il mio timore e aveva rimediato avvolgendomi con un’ondata di
tranquillità.
<<
E
che avrei ancora sete, e vorrei provare a cacciare da sola, vorreste
venire
con me?
>>
<<
Bella,
ma sei senza fondo? Vuoi essere la prima vampira al mondo che ingrassa?
>>
ovviamente Emmett mi prese in giro, ma mi sarei vendicata.
<<
Bella
è normale che tu abbia ancora sete, sei una neonata non ti
preoccupare, andiamo
>> e Jasper si avviò verso la porta.
<<
Alice,
non è che vorresti venire anche tu? >>
<<
No
Bella, rimango qui per sistemare delle cose, ma non ti preoccupare ho
già visto
che andrà tutto bene >> sembrava che mi
nascondesse qualcosa.
Ci
inoltrammo nella foresta, dopo qualche miglia Jasper ed Emmett si
fermarono e
io feci altrettanto.
<<
Bella,
concentrati cosa senti? >> mi chiese Jasper.
Chiusi gli
occhi e mi concentrai sull’udito, sentivo ogni piccolo
spostamento vicino e
lontano, sentivo un ruscello lontano e molti battiti di cuore, quel
suono fece
riardere la mia gola.
<<
Sento
un ruscello, e un branco credo di cervi o di alci >>,
presi un bel
respiro e sentì anche il loro odore, quel profumo mi fece
sentire il sapore del
veleno in bocca.
<<
Adesso
lasciati andare e segui l’istinto >>,
seguì gli ordini di Jasper e
divenni il temibile predatore, i miei muscoli erano tutti contratti e
tesi
pronti a scattare, e preso un altro bel respiro mi lanciai a tutta
velocità
sulla caccia.
Erano alci,
e nessun membro del branco si accorse del nostro attacco, abbattei due
grandi
alci in pochi secondi e mi nutrì di loro con altrettanta
velocità.
Ora il mio
corpo si sentiva sazio, ed io ero soddisfatta di come era stato facile
scovare
il branco e di come mi era risultato semplice cacciare da sola.
<< Grazie Jazz, Grazie Em
>>,
<<
Torniamo
a casa >> a Jasper non piaceva stare lontano dalla sua
Alice.
<<
Ehi
sorellina, a chi arriva prima? >> adoravo quando Emmett
mi chiamava così,
ma in realtà ora non mi sentivo parte della famiglia, mesi
fa sognavo di unirmi
a loro tramite il legame che avevo con Edward, ma ora..pensare a quel
nome mi
fece soffrire e non volevo che Jasper se ne accorgesse, quindi accettai
la
sfida di Emmett, ma senza neanche dare il via lui scattò
nella sua corsa, in un
istante mi aveva distanziato di molto, ma sentivo dentro di me scorrere
tanta
energia, così mi fiondai nella corsa e in pochi istanti fui
al suo fianco; non
voleva assolutamente essere battuto e iniziò a lanciarmi
addosso tronchi di
alberi che sradicava o spezzava, mentre scansavo l’ennesimo
tronco che mi stava
lanciando, decisi che gli avrei dato una lezione, così mi
piegai leggermente
sulle gambe e con uno slancio saltai fino ad atterrare a pochi metri da
Jacob
nel giardino dei Cullen.
<<
Ehi
hai barato >> si lamentò Emmett pochi secondi
dopo quando mi raggiunse.
<<
Io
avrei barato? E allora tu che per poco non sradicavi mezza foresta per
lanciarmela contro? >>
Alice ci
raggiunse fuori in giardino e si affiancò a Jasper che
arrivò in quel momento.
<<
Come
è andata la caccia? >> mi chiese in tono
curioso, come se non lo sapesse.
<<
Bene
Alice, ho scoperto di riuscire a correre senza inciampare
>> le risposi
sorridendo.
<<
E
soprattutto senza sbattere contro qualche albero >> mi
canzonò Emmett.
Sentì
un
latrato venire dalle mie spalle, mi girai e vidi Jacob sottoforma di
enorme
lupo rossiccio, che aveva scoperto i denti non in maniera minacciosa e
la sua
lingua era a penzoloni lateralmente, riconobbi il suo sorriso,
però in versione
lupesca.
<<
Ridi
di me? >> e senza pensarci gli saltai in groppa sotto lo
sguardo
sbalordito di tutta la famiglia che ormai era uscita in giardino.
Jacob si
dimenava come un toro impazzito, ma io non mollavo la presa, fino a
quando però
non si rotolò a terra con me sopra e io fui costretta ad
allentare la presa,
rimasi a terra a ridere mentre Jacob mi leccò la faccia.
<<
Ma
che schifo Jake >> e lui in tutta risposta
iniziò a leccare l’erba…
Jacob si
rifiutava ancora di entrare e per tutto il tempo rimase fuori alla casa
nella
sua forma di lupo, aveva detto che lo faceva per rimanere in contatto
con il
branco, visto che quando erano trasformati si potevano leggere nel
pensiero.
Era strano
non aver il bisogno di dormire, ma sia di giorno che di notte non mi
lasciavano
mai da sola.
Quella notte
eravamo tutti seduti in salotto tranne Emmett, non sapevo dove fosse, volevo sapere se mi
stavano ancora cercando.
Mi avevano
spiegato che mio padre continuava a cercarmi anche di notte da solo nel
bosco a
volte, ma Emmett e Jasper lo sorvegliavano sempre soprattutto dopo che
Jacob mi
aveva detto che il suo branco aveva avvistato Victoria nei dintorni.
Soffrivo per
Charlie, mi mancava e mi dispiaceva provocargli tutte queste sofferenze, non meritava tutto questo;
iniziarono a
discutere sulla
possibilità di inscenare
il mio funerale o di altre soluzioni, ma io non ero pronta per tutto
questo,
non ero pronta per questa vita, è vero l’avevo
desiderata, ma non è così che
l’immaginavo, avrei voluto avere la possibilità di
dire addio alla mia
famiglia, ai miei amici, e quell’addio non mi sarebbe pesato
perché ciò che
desideravo di più era passare
l’eternità in compagnia di Edward, ma lui non era
qui, io non volevo sapere dove fosse e con chi fosse e avevo cercavo di
non
pensare a lui, ma sapevo che prima o poi avrei fatto i conti con questa
sofferenza, se una cosa non era cambiata durante la trasformazione era
l’amore
che provavo nei suoi confronti e soprattutto la sofferenza del suo
abbandono.
<<
Bella,
cosa ti succede? >> nuovamente Jasper cercò di
intervenire sul mio stato
d’animo, ma non volevo tranquillizzarmi, avevo bisogno di
sfogarmi.
<<
Scusatemi,
ho bisogno di uscire vado a caccia, viene Jacob con me >>
non volevo
nessuno di loro al mio fianco, non volevo che i ricordi di Edward si
facessero
più nitidi nella mia mente non volevo ritornare
nell’oblio della sofferenza e
corsi fuori.
Con un solo
sguardo Jacob capì il mio stato d’animo e venne al
mio fianco e iniziammo a
correre nella foresta.
Mi lasciai
subito in balia dei miei sensi, lanciandomi a capofitto nella caccia,
ma
l’odore che scovai non era quello di un branco di cervi , ma
di un umano.
Corsi nella
direzione da cui proveniva quel dolce profumo, la gola riarse e il
veleno mi
inondò la bocca, era una sensazione talmente forte che la
sentivo come un
dolore fisico e quell’odore era come se mi promettesse di
rimediare a questa
sofferenza.
Sentivo quel
dolce nettare avvicinarsi sempre di più presto sarebbe stato
mio, i miei occhi
misero a fuoco l’uomo ancora lontano che emanava quel dolce
profumo, la notte
non ostacolava la mia vista, faceva
solo acquisire colori diversi a ciò che mi circondava,
così quando vidi bene
chi era la preda che avevo puntato mi bloccai di colpo, i miei muscoli
si
arrestarono e smisi di respirare.
Il lupo
rossiccio mi si parò davanti ringhiando, voleva bloccarmi
<< Jacob è
Charlie, stavo dando la caccia a Charlie
>> mi portai le mani al viso e corsi molto più
velocemente verso la casa
dei Cullen, trattenevo ancora il respiro per paura che
l’odore di Charlie
potesse raggiungermi.
Entrai in
casa e mi gettai tra le braccia di Alice singhiozzando.
<<
Bella
cosa è successo? >> mi chiese Alice
preoccupata, lei non aveva previsto
perché Jacob era con me, ma io non riuscivo a parlare,
l’unica cosa che mi
passava nei miei pensieri era il viso sconvolto e stanco di Charlie che
mi
cercava nel bosco.
In quel
momento in casa entrò Emmett << Voi non crederete mai a cosa
è successo >> era
euforico, << stavo vegliando su Charlie che è
ancora in giro nel bosco a
cercare Bella, quando vedo e sento Bella venire verso Charlie, aveva
fiutato il
suo odore, e puntava su di lui. Non c’è stato
bisogno di intervenire, perché
quando è riuscita a mettere a fuoco chi era la persona a cui
dava la caccia, si
è bloccata e si è fatta sorpassare dal cane che
le ringhiava contro, ha
detto “ Jacob è Charlie, stavo dando la caccia a
Charlie ” ed è scappata
via >>
Aveva
raccontato tutto ad un fiato, e quasi ridendo, mi fece scattare i nervi
e gli
urlai contro << CHE COSA AVREI DOVUTO FARE, UCCIDERE
CHARLIE? >>
Fu Carlisle
ad intervenire << Bella calmati, quello che Emmett voleva
dire e che hai
fatto una cosa fuori dal comune per una vampira neonata
>> non capivo
<< Bella tu non dovresti essere in grado di fermarti
durante la caccia e
di scappare via, il tuo istinto avrebbe dovuto prevalere, e tu non
saresti
riuscita a controllarti. Anche noi dopo decenni e secoli di esperienza
cerchiamo di stare attenti a dove cacciamo e che non ci siano umani in
giro,
perché quando ci abbandoniamo ai sensi è
difficile fermarsi, invece tu quando
hai visto che l’umano a cui stavi dando la caccia era tuo
padre, ti sei fermata
>>.
<<
Ho
smesso di respirare >> dissi tranquillamente.
<<
Lo
dice come se fosse una cosa normale >> disse Emmett.
Mentre
discutevamo di questo, sentì la corsa di qualcuno che si
avvicinava alla casa.
Chi poteva
essere? Nessuno sapeva che i Cullen erano tornati solo Jacob e il suo
branco.
Poi
riconobbi che il tipo di corsa; apparteneva ad un vampiro.
Il suo odore
mi ricordava qualcosa, un profumo che avevo già sentito da
umana, grazie al mio
olfatto da vampira ora percepivo gli odori in maniera amplificata,
distinguendo
odori che prima non distinguevo.
Edward..
Sicuramente
qualcuno l’aveva avvisato.
Non poteva
essere, anche questo non l’avrei sopportato.
<<
Bella,
io l’ho chiamato giorni fa, quando pensavo che tu fossi morta
>>mi disse
Alice, sentendo anche lei la corsa del fratello.
<<
Alice
non posso >> e mentre dissi ciò la porta si
spalancò.
Davanti ai
miei occhi comparve quel viso e quel corpo perfetto, tutti i ricordi da
umana
mi colpirono come uno schiaffo in pieno viso, occupando la mia mente
più nitidi
che mai, sentivo una voragine squarciarmi il petto, il suo sguardo era
incredulo, i miei ricordi umani però non rendevano giustizia
a quel viso
perfetto, lo fissai
negli occhi per un
lungo istante e poi scappai uscendo dalla cucina, senza neanche
prestare
attenzione a ciò che Alice mi stava dicendo.
Mi ritrovai
all’aria aperta senza preoccuparmi più delle mie
paure, di ciò che era successo
poco prima.
Adesso
volevo solo scappare da quella situazione.
Jacob mi
vide e scattò in piedi per seguirmi.
E insieme ci
inoltrammo nella foresta.
MI
RACCOMANDO RECENSITE…
RAGAZZE
VI DEVO CHIEDERE UN
FAVORE, DUE GIORNI
FA MI è VENUTA IN MENTE UN’ALTRA FF, HO SCRITTO
SOLO IL PRIMO CAPITOLO è VORREI
UNA VOSTRA OPINIONE, SE VI VA LEGGETE IL PRIMO CAPITOLO E DITEMI SE
VALE LA
PENA CHE IO CONTINUI A SCRIVERE GLI ALTRI CAPITOLI O MENO...NEL SENSO
SE L’IDEA
DI QUESTA STORIA VI PIACE O NO…
LA
STORIA IN QUESTIONE SI CHIAMA :
LA
TROVATELLA
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=400361&i=1
SPOILER
“
<< Edward, mi dispiace non
vedo niente, forse quel giovane licantropo è con lei
>>, mi rispose Alice.
E
senza aspettare altro, corsi fuori
per seguire le tracce del suo dolce profumo… ”
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
LUIGIA:
grazie tesoro…si Edward quando ha lasciato Bella mi
ha fatto proprio incazzare, quindi questo è il mio modo di
vendicarmi…
DINDY80:
grazie mille per la tua stima fino a definirti una
mia Fan, sono orgogliosa che i miei capitoli ti piacciano tanto, spero
ti sia
piaciuto anche questo… un favore però mantieni il
segreto, non dire che la mia
storia si trova anche qui, altrimenti poi tutti leggono qui e su FB non
ho più
commenti J
MARPY:
si Jake è
il
martire di tutta questa storia, ma ne subirà ancora
tante…i tuoi dubbi sono più
che fondati, Bella non è molto sconvolta di ritrovarsi
vampira, perché lei
conosceva l’esistenza dei vampiri e quando Laurent la morde
sa cosa sta
diventando, quando si risveglia come vampira cerca di non pensare ad
Edward per
non soffrire, invece per quanto riguarda Charlie, lui appartiene alla
sua vita
da umana di cui i ricordi sono molto sfocati, ma già in
questo capitolo Charlie
compare nella storia e lei ne rimane sconvolta…e poi
più in là succederà
altro…atendere
per sapere…grazie per il tuo commento..per qualsiasi dubbio
chiedi sempre..
STEZIETTA
W: Edward è tornato si, ma Bella non l’ha fatto
proprio a fette come hai potuto leggere..
PINKYADE:
Si purtroppo renesmee non ci sarà…però
ci saranno
molte sorprese…grazie per la tua recensione..
ANDRY91:
Visto?? Edward è tornato ma non ha avuto un caldo
benvenuto..
RAKY
CULLEN: grazie per esserti fermata
qualche secondo in più per lasciarmi
un tuo commento…ti ringrazio per avermi incoraggiata con il
tuo sostegno…spero
di non deluderti…
LUISA98:
è vero Nessi non ci sarà, quindi Jake non
potrà
avere il suo imprinting…come hai potuto vedere Edward
è tornato e Bella non ha
avuto una bella reazione..
BIGIA:
figurati non ti preoccupare… la risp alla tua
domanda è arrivata con questo capitolo…edward
è tornato Bella è andata via…il
branco??? Lo scoprirai presto…
|
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Capitolo 11 *** CAPITOLO 11 ***
RAGA
MI DISPIACE MA
OGGI NON RIESCO PROPRIO A RISPONDERE ALLE VOSTRE RECENSIONI
è TARDI E DEVO
STUDIARE…CMQ GRAZIE DI TUTTO CUORE A VOI TUTTI CHE MI
SOSTENETE, SIETE DEI
GRANDI… SONO FELICE DI VEDERE CHE OGNI GIORNO LE PERSONE CHE
MI SEGUONO O MI
METTONO NEI PREFERITI AUMENTANO SEMPRE DI Più, E SONO FELICE
ANCHE DELLE
SEMPLICI VISITE CHE AUMENTANO…GRAZIE DAVVERO MILLE
GRAZIE…A PROPOSITO CONTINUATE
A LEGGERE L’ALTRA MIA FF “ LA
TROVATELLA”…
ORA
VI LASCIO AL
CAPITOLO… BUONA LETTURA..
DOVE
SEI BELLA?
POV EDWARD
Ero in aereo
già da nove ore e per arrivare a destinazione ce ne volevano
circa altre dieci.
Ero nervoso
non riuscivo a stare fermo.
Non sapevo
cosa fosse successo, Alice non mi rispondeva più al
telefono, diverse, volte
dal telefono dell’aereo, avevo provato a chiamare a casa di
Bella, ma
continuavo a non ricevere risposta.
L’hostess
aveva scambiato la mia agitazione per paura di volare e si
avvicinò.
<<
Signore
abbiamo delle compresse di tranquillante per i passeggeri che hanno
paura di
volare >>.
Questa sua
offerta fece nascere sul mio viso un sorriso nervoso; se solo avesse
saputo
che, in caso d’incidente aero io sarei stato
l’unico sopravvissuto, forse il
tranquillante l’avrebbe preso lei.
La guardai
negli occhi e rifiutai gentilmente la sua offerta.
“ Non capisco perché certa gente si ostina
a
non voler ammettere le proprie paure ”
pensò, allontanandosi da me.
Finalmente
il pilota cominciò a eseguire le manovre
d’atterraggio.
Fui il primo
a scendere dall’aereo, e appena toccai terra, partii verso
Forks.
Ci avrei
impiegato due giorni pieni, nonostante la mia elevata
velocità.
Per tutto il
tragitto non pensai ad altro che a lei, e a cosa mi aspettasse.
Arrivai a
Forks in piena notte e decisi di dirigermi direttamente a casa sua.
Senza
pensarci troppo con un balzo felino saltai per entrare dalla sua
finestra, un
gesto che avevo fatto tantissime volte, ma non vidi ciò che
mi aspettavo.
Il suo letto
era intatto e nulla nella casa mostrava la sua presenza.
Per un
attimo sperai che fosse tornata dalla madre ma ogni mia speranza fu
annullata
dalla presenza dei suoi vestiti e soprattutto dal fatto che anche
Charlie non
c’era.
Perché
la
casa era vuota?
Nelle stanze
il suo profumo era lieve.
La maggior
parte era presente sui suoi vestiti, usati e lasciati sulla sedia a
dondolo su
cui, più volte, mi ero seduto durante le mie visite notturne.
Mi sembrava
d’impazzire, non capivo più niente, sembrava che
mancasse da giorni, cinque o
forse sei.
Uscii dalla
finestra da cui ero entrato, andai in strada per cercare qualche sua
traccia,
ma aveva piovuto tanto in questi giorni e il suo profumo
all’aperto era quasi
inesistente.
Aveva preso
il suo pick-up per dirigersi non so dove, non sapevo neanche da dove
cominciare
a cercarla.
Poi un
volantino attaccato al palo della luce attirò la mia
attenzione.
Sopra
c’era
una foto di Bella e sotto di essa una scritta:
ISABELLA MARIE
SWAN
RAGAZZA DI 18
ANNI SCOMPARSA
LA SUA MACCHINA
E’ STATA TROVATA NEI
PRESSI DEL BOSCO
Una freccia
indicava un pallino rosso su una cartina disegnata sopra il volantino.
Io conoscevo
quel punto, da lì io e Bella eravamo partiti per andare alla
radura, il giorno
che le svelai il mio vero aspetto alla luce del sole.
Come un
fulmine mi diressi nel punto
indicato,
la sua macchina non c’era più, forse il capo Swan
l’aveva fatta portare via.
M’inoltrai
nel bosco e mi diressi direttamente alla radura.
La pioggia
aveva lavato via tutti gli odori, ma io riuscivo a percepire quella
minuscola
traccia che il profumo di Bella aveva lasciato, ero troppo sensibile al
suo
odore.
Il problema
era che non capivo dove portava, cosa fosse successo e
perché lei fosse venuta
qua.
Non sapendo
che altro fare, decisi di recarmi dalla mia famiglia, Alice mi doveva
delle
spiegazioni.
In pochi
minuti mi trovai davanti a casa mia, dal suo interno udivo provenire le
voci
della mia famiglia, ma non erano soli…una voce femminile
sconosciuta ma allo
stesso tempo familiare disse << Alice, non posso
>>.
Aprii
velocemente la porta, giusto il tempo di vedere con i miei occhi
l’inimmaginabile.
Tra loro,
Bella, come l’avevo vista tantissime volte, solo nelle
visioni di Alice.
Era pallida,
i suoi occhi erano rossi, lei, lei…
Lei era una
vampira!
Per un
lunghissimo istante ci fissammo negli occhi, ma poi abbassò
lo sguardo e scappò
via come un fulmine.
<<
Bella
no, non and.. >>, Alice fece per seguirla, ma Carlisle la
bloccò.
Non riuscii
neanche ad aprir bocca che lei, era già fuggita passando
dalla cucina.
Non
respiravo più, nessun muscolo del mio corpo si muoveva,
fissavo lo spazio vuoto
che aveva lasciato dileguandosi dalla mia vista, oltre la porta.
Cosa le
poteva essere successo? Chi l’aveva privata dalla sua anima?
E perché era scappata
così?
Avevo il
vuoto nella mente e nel cuore, mi sembrava di sprofondare in un abisso.
Ero andato
via da lei solo per farle vivere una vita normale, da umana, e adesso
invece la
ritrovavo trasformata in una di noi.
Si era
trasformata, aveva sofferto, bruciata da quelle orribili fiamme che
l’avevano
portata a essere un abominio come me, anche se non potevo immaginare
mai Bella
come un mostro.
Io non le
ero stato affianco in quei tre giorni di sofferenza.
Mi destai
dal mio stato di shock e fissai la mia famiglia negli occhi, che a loro
volta
mi restituirono lo sguardo.
<<
Chi
è stato? >>, chiesi quasi ringhiando, come se
i colpevoli fossero loro.
Dalla mia voce si sentiva la rabbia furiosa che albergava in me.
Chiunque
fosse stato il colpevole, l’avrei fatto a pezzi.
“ Arrivi tardi, fratello, non avrai la tua
vendetta ” fu il pensiero di Emmet, e il mio
sguardo infuocato si posò su
di lui.
Poi Carlisle
si avvicinò a me e, posandomi una mano sulla spalla, mi
disse:
<<
Calmati Edward >>
<<
COME
FACCIO A CALMARMI! >>, gli gridai contro, ma subito me ne
pentii, non
potevo prendermela con mio padre, lui che era stato sempre gentile e
altruista
con me e con tutti.
Intervenne
Alice:
<<
Edward ti racconterò tutto io >>
.
Seguii tutto
il racconto di Alice, mi parlò della sua visione.
Quando
vidi le immagini che ritraevano Bella
tra le braccia di quel viscido vampiro, un ringhio acuto
uscì dalle mie labbra.
Come osava
pensare che non avrei indagato sulla morte di Bella? Quello che mi
rattristii
fu la smorfia di dolore di Bella quando le aveva detto:
“ Edward non avrà nessun indizio che
riporti a
me, sempre che gli interessi indagare… ”,
lei mi aveva creduto quando quel
pomeriggio nel bosco le avevo detto che non la amavo più,
è questa ne fu la
conferma.
E poi il
suo:
“
Addio
Edward ” mi aveva detto addio.
Successivamente,
la visione di Alice si fece nera e mi spiegò che la colpa
era dei licantropi,
lei non poteva vedere niente che li riguardasse. Rimasi stupito della
loro
presenza, io e Carlisle eravamo ritornati a Forks qualche anno fa,
perché
pensavamo ormai estinto quel difetto genetico che i giovani Quiliute
portavano
con sé.
Mi
spiegò
ciò che Bella aveva appreso da Jacob e della lite che
c’era stata nel suo
branco per la decisione di prendersi cura di lei durante la sua
trasformazione.
Di
questo gliene sarei stato grato per
l’eternità.
Alice mi
raccontò della sua prima caccia, della nostalgia che aveva
per il padre e ciò
che era successo pochi minuti prima del mio arrivo.
<<
Grazie
a tutti voi per esserle stati vicino >>,
dissi una volta finito il racconto di Alice.
<<
Edward
credo che tu debba andare a cercare Bella, per parlarle
>>, mi disse Esme
con voce piena d’amore.
<<
Se
è scappata da me, significa che non vuole vedermi, mi
odierà >>.
<<
Stupido
di un fratello che non sei altro. Ti odierò io se non alzi
immediatamente le
chiappe da quel divano e non vai subito a cercare la mia sorellina!
>>,
mi minacciò mio fratello Emmett che, non vedendo nessun mio
movimento continuò <<
…o preferisci che ti
spedisca nella foresta con un sonoro calcio sul tuo fondoschiena?
>>.
Aveva
ragione non potevo lasciare Bella fuori nella foresta da sola, sapevo
che alle
prime luci dell’alba troppi umani ci si sarebbero addentrati,
per cercare la
figlia dispersa del capo della polizia.
<<
Alice
dov’è? >>, chiesi girandomi verso di
lei, la vidi concentrarsi ma subito
dopo portarsi le mani sulle tempie come se le fosse scoppiato un
terribile mal
di testa.
<<
Edward,
mi dispiace non vedo niente, forse quel giovane licantropo è
con lei >>,
mi rispose Alice.
E senza
aspettare altro, corsi fuori per seguire le tracce del suo dolce
profumo…
LA
TROVATELLA
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=400361&i=1
|
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Capitolo 12 *** CAPITOLO12 ***
PRIMA
DI TUTTO SCUSATE PER IL RITARDO, MA COME VI HO Già DETTO
SONO IMPEGNATA CONLO
STUDIO… SONO IN UNA CRISI INCREDIBILE, perché
VORREI SCRIVERE I NUOVI CAPITOLI,
MA SONO BLOCCATA PER LA MANCANZA DI TEMPO.. MENO MALE CHE HO
Già TUTTO SCRITTO
FINO AL CAPITOLO 15… MA ORA BANDO ALLE CIANCE…
WOW
SONO CONTENTA DEL CONTINUO INCREMENTARE DEI MIEI FAN… MA
SONO TRISTE perché I
COMMENTI INVECE DI AUMENTARE COME I FAN DIMINUISCONO … MA
INSOMMA SOLO 4 COMMENTI
PER IL CAPITOLO PRECEDENTE??? DAI NON SIATE TIMIDE…
BUONA
LETTURA…
PRESA
DI POSIZIONE
POV JACOB
Era stata
una serata pericolosa, Bella era triste e aveva deciso di sfogarsi con
la
caccia.
Avevamo
corso un rischio enorme, io di attaccare Bella, e lei di uccidere suo
padre.
Non potevo
ancora crederci che lei fosse riuscita a fermarsi così, e a
scappare quando
aveva visto che l’umano cui dava la caccia era suo padre, che
di notte,
continuava le sue ricerche.
Ascoltai i
commenti del bestione e del dottor vampiro, che spiegavano a Bella che
ciò che
era successo era innaturale per una vampira neonata, e questo lo sapevo
anche
io.
Mentre si
perdevano nelle loro congetture, mi accorsi che qualcuno a una
velocità
sovraumana si avvicinava.
Era un altro
vampiro.
Anche dentro
la casa si accorsero del visitatore, perché calò
il silenzio.
Poi
sentì
parlare la nana << Bella, io l’ho chiamato
giorni fa, quando pensavo che
tu fossi morta >>, e capì subito a chi si
riferiva, era quel lurido
parassita che aveva fatto soffrire la mia Bella.
Ora il
quadretto si era concluso, la famiglia era al completo, come in tutte
le
favole, anche se questo, mi sembrava un racconto horror.
Adesso
poteva svolgersi il finale, “ tutti vissero felici e contenti
”, ma io non ero
compreso, ora, ero solo il terzo incomodo.
Ma Bella mi
stupì.
<<
Alice
non posso >>, nello stesso instante in cui udii quelle
parole. la porta
si spalancò, seguirono lunghi secondi di silenzio e poi vidi
Bella uscire di
corsa dall’uscita posteriore.
Scattai in
piedi e corsi al suo fianco.
Ci
inoltrammo nuovamente nel bosco.
Era una fuga
bella e buona, vedevo chiaramente che Bella non sapeva dove andare, i
suoi
occhi erano trisiti e persi nel vuoto, quante volte avevo visto quello
sguardo.
La sorpassai
e, bloccai la sua corsa.
Con il capo
le feci cenno di rimanere lì, andai dietro un albero e
ripresi le sembianze umane,
indossando i
pantaloni.
<<
Bella
perché stai scappando? >>.
<<
Jake,
è tornato, lui è tornato! >>, aveva
la voce smorzata dal pianto, ma i
suoi occhi non versavano una lacrima.
<<
E
allora? Non era quello che desideravi? >>, non ci capivo
più niente.
<<
Lui
è tornato perché pensava che fossi morta, e non
che fossi diventata una
vampira… >>, fece una lunga pausa, e poi
riprese << …capisci? Non
voglio tornare nella sua vita solo per i suoi sensi di colpa, lui non
mi ama >>.
Non sapevo
come confortarla, la abbracciai, nonostante lei fosse il mio nemico,
nonostante
il suo odore mi bruciava nelle narici e nonostante la mia e, la sua
pelle
fossero come fuoco e ghiaccio.
<<
Jake
ti prego nascondimi, non voglio che mi trovino >>, mi
supplicò.
Come
avrei fatto a nascondere una vampira a
dei vampiri? Avrebbero seguito il suo odore ovunque.
Un’idea
brillò nella mia mente, era molto pericolosa, ma volevo a
tutti i costi
proteggere Bella da altri dolori, perché quando la guardavo,
non vedevo il
mostro o la vampira, non vedevo la razza parassita che tanto detestavo,
ma
ancora la mia dolce e indifesa Bella.
Che pensiero
stupido mai un licantropo potrebbe stare con una vampira.
<<
Bella,
l’unico posto dove ti posso nascondere e dove lui non
può venirti a cercare,
nel territorio dei Quiliute >>.
Era una
scelta pericolosa, avrei messo a rischio gli abitanti della riserva e
Bella,
perché gli altri del branco non avrebbero mai accettato una
tale violazione del
patto e un tale pericolo.
Ma lei non
era una Cullen e non so per quale motivo non aveva lo stesso istinto
omicida
dei neonati.
Bella si
separò dal nostro abbraccio e mi guardò con occhi
spaventati << Jake sei
impazzito? Voi avete un patto da rispettare ed io sono una neonata, per
non
parlare del fatto che il resto del tuo branco mi voleva uccidere
>>.
Non aveva
tutti i torti, ma io avevo una carta che non avevo ancora giocato,
perché fino
ad ora non m’ineteressava.
La fissai
negli occhi e dissi:
<<
Bella
primo, tu non sembri una vampira neonata, sei riuscita a fermarti con
tuo padre
no? E secondo, tu non sei una Cullen, quindi non
c’è nessuna violazione del
patto, e per quanto riguarda il resto del branco, non potranno
toccarti, fidati
>>.
Era ancora
insicura,
la afferrai per mano e con passo deciso ci avviammo verso il confine.
<<
Bella
per favore tu aspetta qui sulla linea del confine, io devo parlare con
il resto
del branco >>.
Lei si
poggiò a un tronco e rimase immobile con lo sguardo vacuo.
Sembrava una
statua, una splendida statua.
Mi
trasformai e chiamai il resto del branco.
Erano
aumentati con il ritorno dei Cullen, non eravamo più solo io
,Sam, Jered, Paul
e il mio amico Embry, ora si era aggiunto anche l’altro mio
migliore amico
Quil, il giovane Seth e sua sorella Leah, ex fidanzata di Sam e prima
donna a
trasformarsi in licantropo nella
storia.
Come mi
aspettavano erano tutti di pattuglia.
“ Sam
per favore riunisce il branco
al confine, devo parlarvi ”.
“ Che
cosa succede Jacob? ”, mi chiese Sam.
A
quella domanda mi sfuggirono alcune immagini
del discorso fatto con Bella.
“ Jacob
Black te lo puoi solo sognare! ”, rispose Paul ai
miei pensieri.
A
volte era veramente fastidioso non avere un
briciolo di privacy.
“
Paul, non sto chiedendo il permesso
a NESSUNO! ”,
sottolineai l’ultima parola
“ Ah
no Jake?! Significa che hai già
deciso? Ricordati che siamo un branco e le decisioni vanno prese di
comune
accordo come fratelli
e sorelle ” aggiunse infine
per non offendere
Leah con la quale aveva già un po’ di attrito.
“ Bene se siamo tutti fratelli e sorelle, vi
chiedo di appoggiare la mia richiesta, ho bisogno di proteggere Bella
nel
nostro territorio ”.
“ La
risposta è no ”, disse secco Sam.
“
E’ questo che intendevi con una
decisione di branco? ”.
“
Jacob certe proposte non devono
neanche essere prese in considerazione.
Prima di tutto il patto lo vieta, poi è una
neonata e tu ne parli come
se fosse una fragile umana. Se ti fosse sfuggito, noi non offriamo
protezione a
quei succhiasangue, il nostro compito è dar loro la caccia. E poi,
protezione da chi, e da cosa? ”, la risposta di
Sam mi fece arrabbiare sul serio.
Non volevo
rivelare da chi la proteggevo.
“
Consideriamo bene le cose Sam, il
patto vieta ai Cullen di entrare nel nostro territorio e lei si chiama
Isabella
Marie Swan, e poi è vero che è una neonata, ma
non lo sembra ”.
Gli
mostrai ciò che era successo e tutti
rimasero senza parole.
“ Sam lei sarebbe ancora
umana, se fossimo
intervenuti in tempo, quando io ti avevo detto di intervenire, ma tu
hai detto
no, dovevamo per forza vedere se quel lurido vampiro fosse amico o
nemico ”.
Lo punsi nel
vivo, non sapeva più come difendersi, Bella era una vampira
per colpa sua e
questo non gliel’avrei mai perdonato.
Percepiva la
mia ostinazione e sapevo che la sua ultima carta era ordinare con il
timbro di
capobranco cui tutti erano costretti a obbedire.
“
Jacob
Black in nome del branco io ti ordino di non portare quella neonata nel
nostro
territorio ”, fu strano ma dal momento che avevo
accettato la mia
discendenza e la mia eredità, il suo ordine non fece nessun
effetto su di me.
Si accorse
di ciò e mi guardò stupito.
“ Mi
dispiace Sam, non avrei mai
voluto arrivare a questo ma tu mi hai costretto.”
La mia voce
assunse il classico timbro da capobranco.
“ Come legittimo successore di Eprhiam Black,
ultimo capobranco, io assumo il controllo su me stesso e su chiunque mi
voglia
seguire ”, le mie parole e il mio ordine fecero
più effetto su Sam, più di
quanto i suoi ordini avessero mai avuto su di me.
“
Jacob che cosa hai fatto? ”, chiese Sam
ormai prono alle mie
parole.
Non gli
risposi e guardai negli occhi il resto del branco, Embry e Quil furono
i primi
ad affiancarmi, erano i miei migliori amici.
Poi fu la
volta del piccolo Seth, per lui ero sempre stato un idolo, eravamo
quattro per
branco, ma, successe qualcosa che non mi sarei mai aspettato, Leah senza nemmeno guardare Sam, si
affiancò a suo fratello.
Per la prima
volta tutte le menti del branco erano prive di pensieri.
Io e Leah
non eravamo mai stati grandi amici.
Tutti
sapevamo che in cuor suo lei amava ancora Sam, nonostante lui si stesse
per
sposare con sua cugina Emily l’oggetto del suo imprinting.
Fu proprio
lei ad interrompere quel silenzio mentale.
“
Perché mi guardate cosi? Nel branco
si è posta una scelta, e io ho fatto la mia ”.
“ Ma
Lily… ”, intervenne Sam.
Leah
lo interruppe con un sonoro ringhio
quando udì il nomignolo con cui la chiamava Sam quando erano
fidanzati.
“ NON CHIAMARMI COSI’! Sam sono stanca di
rimanere nella tua ombra, stanca di soffrire ogni volta che ti vedo e,
soprattutto, il mio cuore non sopporta più le atroci
sofferenze che gli
infliggi ogni volta che pensi alla tua Emily. Ho fatto di tutto per non
odiarti, ho cercato di dimenticarti, ma non c’è
stato verso, quindi se c’è la
possibilità di starti lontano, io l’accetto di
buongrado. Dopo la
perdita di mio padre ho
responsabilità di vegliare su mio fratello e lui, ha scelto
di stare con Jake e
quegli stupidi succhiasangue. Se tutto questo mi aiuterà a
trovare la libertà
da te, sono disposta ad essere il cane da guardia di quella vampira
”.
Con lacrime
grosse quanto una pallina da golf corse nella
direzione in cui si trovava Bella, per poi sparire dalle nostre menti,
aveva
ripreso le sembianze umane per non condividere con noi il suo dolore.
Per Sam il
suo discorso fu distruttivo, sapeva che Leah soffriva ma non fino a
questo
punto.
Tutti
avevamo percepito il suo dolore e il suo punto di vista.
Sam ne era
consapevole, erano stati una coppia felice, ma poi queste maledette
leggi da
lupi avevano preso il sopravvento e avevano fatto avverare quello che
noi
pensavo fosse solo una leggenda, l’imprinting.
Sam non
accennava a riprendersi, così intervenni:
“ Sam,
mi dispiace per tutto questo,
ma tu… ”, il suo
sguardo mi fulminò, e lasciai perdere le scuse.
“
Jacob Black, è vero il ruolo di
capobranco ti spetta di diritto, ma io sono un licantropo da
più tempo di te,
la mia mente non è offuscata dall’amore non
corrisposto di una vampira. Il mio
dovere è di proteggere la popolazione da quei mostri. Quindi
tu ora puoi anche
avere il branco più numeroso, ma noi non ci uniremo a te e
alla tua assurda
crociata. Puoi anche avercela con me per quello che è
successo a Bella, ma
questa tua vendetta mette a rischio la vita della tua gente
”, le sue accuse mi
fecero perdere la
pazienza.
“ So
quello che faccio, e nessuno
sarà in pericolo ”,
detto ciò mi voltai per andarmene.
“ Lo
spero per te, e comunque non
perdere mai d’occhio la tua vampira ”, era una
minaccia, ma io non me ne preoccupai e mi affrettai
per raggiungere Bella.
QUESTA
VOLTA MI SONO RIPROMESSA CHE DEVO RISP ALLE
VOSTRE RECENSIONI…
LUIGIA:
COME NON HO SCRITTO NIENTE….SPERO CHE QUESTO
CAPITOLO ALMENO TI ABBIA SODDISFATTA MIA CARA GINA…
BIGIA:
SICURA DI SENTIRTI Più TRANQUILLA CON LA PRESENZA DI
EDWARD???
ANDRY91:
CREDO PROPRIO CHE PER UN LORO INCONTRO DOVRAI
ASPETTARE..NE PASSERà DI ACQUA SOTTO I
PONTI…DOVRANNO ACCADERE ANCORA MOLTE
COSE..
STELLALILLY:
AL PROX CAPITOLO AVRAI UNA RISPOSTA ALLA TUA
DOMANDA…SPERO INTANTO CHE TI SIA PIACIUTO QUESTO
CAPITOLO…
CAVOLI
QUASI DIMENTICAVO LO SPOILER
“
<<
BELLAAA,
TI PREGO DEVO PARLARTI >> il suo grido ci
arrivò forte e chiaro,
provocando un sussulto in Bella.
Dovevo
risolvere la questione, il
parassita sembrava non arrendersi e io non volevo far scoppiare una
guerra con
l’infrazione del patto e non volevo rischiare che il
succhiasangue perdesse
la pazienza ferendo qualcuno dei
miei.
<<
Bella vado a parlare con lui >>
mi guardò con aria terrorizzata ”
|
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Capitolo 13 *** capitolo13 ***
BENE
RAGAZZE ANCHE OGGI HO TROVATO 5 MINUTI DI NUMERO PER PUBBLICARE QUESTO
CAPITOLO…
SONO CONTENTA CHE CONTINUATE A SEGUIRE LA MIA FF, MI RIEMPIE DI GIOIA
IL MODO
IN CUI MI APPOGGIATE.. SPERO DI RENDERVI FELICI ANCHE CON QUESTO
CAPITOLO…PERDONATEMI
SE NON SONO Più ASSIDUA A RISP AI VOSTRI COMMENTI E NON SOO
Più PUNTUALE A
POSTARE I CAPITOLI, MA QUESTO ESAME MI STA
UCCIDENDO E DEVO ANCORA STUDIARE TANTISSIMO NEGLI 8 GIORNI CHE MI
RIMANGONO…
BACI
E BUONA LETTURA
TUTTO
PER BELLA
POV BELLA
Jacob aveva
ripreso le sue sembianze di lupo ed era andato a parlare con il resto
del
branco.
Ero contenta
che nulla tra noi fosse cambiato, sempre pronto a difendermi e a farmi
sorridere.
Il mio
sguardo era perso nella foresta che mi circondava, nel silenzio
più assoluto,
sembrava che la foresta fosse addormentata.
Ora che ci
facevo attenzione era bella la foresta che risplendeva alla debole luce
della
notte, ai miei occhi da vampira niente appariva nero, tutto aveva
assunto solo
una tonalità più scura, ma sempre del proprio
colore.
Non ci
potevo credere, che proprio
io Isabella
Marie Swan fossi da sola nella foresta in piena notte senza alcun
timore.
Come
potevano essere cambiate così tante cose in poco
più di un anno?
E come a
volermi dare una risposta, tutti i ricordi da umana mi passarono nella
mente
come se stessi guardando un film; i suoi occhi neri che mi fissavano
con odio
durante l’ora di biologia, la sua assenza per svariati
giorni, il suo ritorno a
scuola e tutte le sue domande per conoscermi meglio, perché
per lui la mia
mente era immune al suo potere, chissà se ora che ero
più simile a lui la mia
mente gli sarebbe stata accessibile, ma preferivo di no, non volevo
sentisse il
mio dolore, e poi altre susseguirsi di immagini,
dall’incidente, fino
all’odioso giorno del mio diciottesimo compleanno e al suo
abbandono, quante
volte avrei voluto dirgli che la mia mente da umana non lo aveva
dimenticato
affatto, al contrario di ciò che lui sosteneva, ma
sicuramente lui mi aveva
dimenticata o si era distratto molto velocemente.
Aveva
ragione quando diceva che i vampiri si distraevano con molta
facilità, e questo
l’avevo provato anche io, infatti mi sembrava di avere tanto
spazio extra nella
mia mente che cercava continue distrazioni per riempirsi.
I miei
pensieri furono interrotti da una corsa e poco dopo vidi apparire tra
gli
alberi un lupo, la sua mole era leggermente più piccola
rispetto al lupo
rossiccio in cui si trasformava Jacob e poi la sua pelliccia era grigio
chiaro.
Non sapevo
chi fosse e perché fosse lì e arretrai
leggermente, non avevo paura, ma timore
che in caso mi attaccasse io potessi far male a quel lupo a me
sconosciuto.
Ma il lupo
rallentò la sua corsa e avanzò verso di me con
sguardo non minaccioso.
A pochi
metri da me arrestò la sua avanzata e riprese le sue
sembianze umane.
Quello che
vidi mi stupì, il lupo che fino a pochi istanti fa era
davanti a me lasciò il
posto ad una bellissima ragazza dalla pelle abbronzata, il suo corpo
sembrava
esile ma molto slanciato e muscoloso, i suoi capelli neri erano corti come quelli di
Jacob, ma non
penalizzavano la sua bellezza e il suo viso aveva lineamenti decisi ma
dolci e
i suoi occhi erano di un verde cristallino.
Su quel viso
che studiavo con attenzione, era impresso uno sguardo triste e i suoi
occhi
erano arrossati e lucidi.
Neanche per
un istante incrociò il mio sguardo, i suoi occhi erano persi
in chissà quali
ricordi dolorosi; era davanti a me nuda e indifesa, come per Jacob non
provavo
attrazione per il suo sangue, ma il mio desiderio di avvicinarmi a lei era dettato dalla
voglia di consolarla.
Quel suo
sguardo mi ricordava tanto il mio, mi avvicinai a lei con molta
cautela, non
volevo irritarla.
Nonostante mi
portai al suo fianco, lei non reagì, solo un leggero
tremolio la percorse, non
poteva aver freddo perché sapevo che la sua temperatura si
aggirava intorno ai
42-43° come quella di Jacob, sicuramente era stato provocato
dalla mia
vicinanza, mi tolsi la lunga giacca di cui non avevo assolutamente
bisogno e la
coprì, non volevo che Jacob al suo ritorno la vedesse nuda.
A quel mio
gesto mi guardò un attimo disorientata, stava per dir
qualcosa quando la corsa
di quattro lupi la interruppe.
Un lupo
color sabbia affiancò subito la ragazza, e con il suo enorme
muso le accarezzò
il fianco, e la ragazza le diede qualche pacca sulla testa, Jacob si
portò alla
mia destra e ad un metro di distanza si fermarono anche altri due
grossi lupi,
uno color cioccolata e l’altro grigio scuro con delle macchie
sulla schiena.
Mi
guardavano con aria incuriosita e io guardavo Jacob in attesa di una
spiegazione.
Jacob che
aveva capito lo sguardo interrogativo che gli rivolsi e si
allontanò da me,
andò dietro ad un albero e riprese le sembianze umane, per
poi tornare da me.
<<
Jake
non capisco cosa succede? >>
<<
Bella
non ti preoccupare non ti faranno del male >> ma io non
mi preoccupavo di
quello.
<<
No
Jake voglio capire chi sono loro e perché sono qui
>>
<<
Beh
loro due già li conosci >> e mi
indicò in ordine il lupo color cioccolato
e quello grigio scuro << Sono i miei amici Quill ed
Embry, ricordi li hai
conosciuti nel mio garage mentre sistemavo le moto >> e
il suo volto si
illuminò con un gran sorriso in ricordo di quelle giornate
serene, di cui io
avevo un ricordo sfocato.
Ricordare i
miei giorni da umana era un gran fastidio era come scavare nel fango,
ma ora
che i ricordi dolorosi erano tornati a farmi del male, tanto valeva
sforzarmi
per non perdere nessun ricordo da umana, specie quelli felici.
<<
Quill,
Embry, è un piacere rivedervi, vi trovo come
dire… cambiati >> e i loro
leggero latrato mi indicò che apprezzarono la mia ironia.
Jacob poi
passo a presentarmi il resto dei presenti.
<<
Loro
sono Leah e Seth Clearwater, il loro padre era un amico di Charlie, se
ricordi >>
lo guardai incuriosita, perché parlava al passato?
Ma dallo
sguardo dei due fratelli e quello di Jacob capì che era
meglio non fare domande
al momento su questo argomento in loro presenza, glielo avrei chiesto a
Jacob
più tardi.
<<
Piacere
di conoscervi, io sono Bella >> il lupo di nome Seth mi
guardò con
sguardo curioso, ma sua sorella Leah non mi rispose.
Finite le
presentazioni Jacob passò a spiegarmi cosa era successo con
Sam, mi spiegò che
lui come diretto discendente di Ephriam Black ultimo capobranco, era il legittimo successore
come capo di
questo branco, ma non aveva rivendicato la sua eredità
perché non gli
interessava il comando e preferiva lasciarlo nelle mani di Sam, ma Sam
aveva
rifiutato la sua proposta e lui aveva deciso di accettare la sua
eredità e
aveva posto alla
fine della discussione
una scelta all’interno del branco, i
lupi qui presenti avevano scelto liberamente di seguire Jacob e il
risultato era
che ora erano divisi in due branchi uno guidato da Sam e
l’altro il più numeroso
guidato da lui.
<<
Quindi ora tu sei il capo, l’Alfa
di tutti loro >> gli chiesi
come conferma
<<
Alfa è un buon modo per
definirmi,
quindi diciamo che ora mi serve un Beta >>
e portò la sua mano sotto al mento mentre guardava ad uno ad
uno il resto del
branco << Vabbè deciderò in seguito
>>.
<<
Jake,
sei proprio sicuro di volermi nascondere nel vostro territorio? Non
sarà
pericoloso? >>
<<
Bella,
fidati di me, perché io mi fido di te >> detto
questo Jacob mi fissò
intensamente negli occhi.
<<
Ok Jake, accetto,
ma per favore stammi sempre
vicino >> con un semplice gesto della testa
acconsentì alla mia richiesta
e poi si rivolse ai suoi amici ancora trasformati.
<<
Embry,
Quill, Seth, ditemi, sentite ancora i pensieri del branco di Sam?
>>
tutti e tre contemporaneamente con il loro enorme testone fecero cenno
di no.
<<
E’
come temevo, ora che ci sono due branchi le nostre menti saranno
separate dalle
loro e questo può essere sia un bene per noi, infatti
così non potranno sentire
i nostri piani, ma è anche un male, visto che anche noi non
saremo a conoscenza
dei loro piani >> più che un discorso fatto
verso i suoi compagni,
sembrava che Jacob stesse tenendo un monologo con se stesso, perso nei
suoi
pensieri; ad interromperlo fu Leah.
<<
Senti
Jacob, anche se non sentiamo i suoi pensieri, conosco Sam,
l’hai punto
nell’orgoglio, gli hai spaccato in due quello che definiva il
suo branco,
quindi se proprio hai deciso che questa vampira deve stare nel nostro
territorio è meglio che due di noi le stiano sempre affianco
>>
Dicendo
questo il suo viso abbandonò la maschera della tristezza e
quando mi indicò
come “questa vampira” e
non con il mio nome sul suo viso
apparve del
disprezzo, di certo non le andavo molto a genio, ma chi poteva darle
torto? Era
costretta a sorvegliarmi e a proteggere il suo peggior nemico, tutti
loro erano
costretti.
<<
Leah,
questa vampira si chiama Bella, e vorrei che le portassi un
po’ più di
rispetto, detto questo, per il resto hai ragione, dobbiamo avere sempre
Bella
sotto controllo, nessuno del branco di Sam le si deve avvicinare e poi
come vi
ho già detto Bella è capace di controllarsi con
gli umani, ma è pur sempre una
neonata, quindi state attenti >> subito si
voltò verso di me << Senza
offesa Bella >>.
<<
No
Jake non mi offendo, però cosa ti salta in testa a dire che
mi so controllare
in presenza degli umani? Mi sono solo bloccata perché era
Charlie >> ma
cosa saltava in mente a questo stupido lupo.
Tutti udimmo
qualcuno che si avvicinava, era molto lontano, non mi interessava
sapere chi
fosse, anche se immaginavo che fosse Edward o qualcuno della famiglia.
Jacob mi
prese per mano e mi trascinò con lui all’interno
della foresta.
<<
Voi
quattro fate la guardia lungo tutto il confine, nessun vampiro deve
addentrarsi
>> e dopo aver dato l’ordine mi
strattonò per farsi seguire.
Mi voltai
giusto il tempo di vedere Leah in preda agli spasmi e vedere pochi
istanti dopo
il suo esile corpo trasformarsi nel
lupo
grigio chiaro che avevo già visto.
POV JACOB
Stavo
decidendo il piano con il resto del branco, quando tutti udimmo una
corsa
sovraumana, qualcuno veniva nella nostra direzione.
Sul viso di
Bella era apparsa l’espressione del panico, i suoi occhi
erano spalancati e
guardavano nella direzione da cui proveniva il suono della corsa,
dovevo
portarla via di lì, farle passare il confine del territorio
dei Quiliute e
sperare che gli altri vampiri onorassero il patto e non facessero
niente di
avventato.
<<
Voi
quattro fate la guardia lungo tutto il confine, nessun vampiro deve
addentrarsi
>> e dopo aver dato l’ordine presi Bella per
mano e la tirai con forza
oltre il confine, nel cuore del territorio Quiliute.
Eravamo
parecchi distanti dal confine ma il nostro udito, sentiva chiaramente
il
parassita che si era fermato sul confine e cercava di passare oltre.
<<
Fatemi
passare devo parlare con Bella >> il succhiasangue aveva
una voce
implorante e dopo una lunga pausa parlò nuovamente
<< so che il vostro
ordine è quello di far la guardia lungo il confine e di non
far passare nessun
vampiro, ma anche voi vi state chiedendo il perché state
difendendo una vampira
>>.
Come faceva
a conoscere il mio ordine? Nessuno tra di loro aveva ripreso le
sembianze umane
per poter parlare con lui; mi voltai verso Bella che con aria triste
fissava il
terreno.
<<
Bella?
>>non mi rispose e non alzò lo sguardo
<< Bella, come fa a
conoscere il mio ordine? >>
Continuando
a fissare il suolo ai suoi piedi e con voce che sembrava rotta dal
pianto
rispose.
<<
Lui
sa leggere.. nel pensiero >>
Non mi
meravigliai, ormai dopo che avevo scoperto che la succhiasangue nanetta
era una
veggente, e il suo ragazzo allampanato sapeva gestire le emozioni
altrui,
questo era solo un altro inconveniente, però al quanto
fastidioso.
<<
BELLAAA,
TI PREGO DEVO PARLARTI >> il suo grido ci
arrivò forte e chiaro,
provocando un sussulto in Bella.
Dovevo
risolvere la questione, il parassita sembrava non arrendersi e io non
volevo
far scoppiare una guerra con l’infrazione del patto e non
volevo rischiare che
il succhiasangue perdesse
la pazienza
ferendo qualcuno dei miei.
<<
Bella
vado a parlare con lui >> mi guardò con aria
terrorizzata
<<
No
ti prego non lasciarmi sola >> i suoi occhi erano
imploranti.
<<
Non
ti preoccupare dirò agli altri di raggiungerti
>> detto questo lasciai
che il mio corpo lasciasse libere tutte le energie che avrebbero
portato alla
mia trasformazione.
“ Leah, Seth, venite subito qui ”
“
Siamo subito da te ” a
rispondermi fu Seth, che pochi istanti dopo vidi comparire
seguito da
sua sorella Leah.
Raggiunsi
Quil ed Embry al confine e mi ritrovai il vampiro che tanto odiavo
davanti ai
miei occhi.
“ Embry, Quil, raggiungete gli altri, e poi
tutti e quattro riprendete le sembianze umane e sorvegliatela
”
“ Ma
Jacob non puoi rimanere da solo
con un vampiro ” era
Quil che era indeciso se lasciarmi solo o no.
Cambiai il
timbro della mia voce e diedi l’ordine dell’ Alfa
“ Raggiungete gli altri e
trasformatevi ” sentivo il peso delle mie
parole, il peso che i miei ordini
procuravano sul resto del branco, non mi piaceva usare
quel tono, ma
dovevo sistemare velocemente la situazione, in privato.
Tutti e
quattro circondarono Bella e dopo qualche secondo svanirono dalla mia
mente,
ora l’unico in grado di leggere i miei pensieri era il
vampiro che avevo
davanti.
SPOILER
“
Jacob Black aveva deciso di venirmi a parlare, richiamò
prima due lupi che sparirono dalla mia vista e quando lui mi raggiunse
sottoforma di un grosso lupo rossiccio mandò via anche gli
altri due lupi, i
suoi ordini erano chiari, dovevano vegliare su Bella ma sottoforma di
umani, a
quanto pare le loro menti erano collegate e si potevano leggere nel
pensiero e
non voleva che gli altri membri del branco ascoltassero il nostro
discorso. ”
RISPOSTA
VELOCE ALLE VOSTRE
RECENSIONI
MARPY:
sono contenta di esser
riuscita a trasmettere il dolore di Leah… grazie per
apprezzare Jake, è un
personaggio che per quanto in alcuni momenti non ho sopportato mi
è sempre
dispiaciuto per lui, e per lui ho versato lacrime amare…
purtroppo per il
beaty-case Edward pensa che preferirà comprarne un altro
piuttosto di tornare
in India, anzi sua sorella Alice ne ha già comprato uno
più trendy… J
STEZIETTA
W: rientra nella tua pelle
che presto scoprirai se si picchieranno o se chiariranno
solamente…cmq sarà
dura…
LUIGIA:
ciao gina, ormai ci sentiamo
più spesso tramite i commenti che per telefono o di persona,
eppure abitiamo
nello stesso paese… ah si questa Bella è testarda
cme me… J
BIGIA:
Dai dai…. Presto o tardi i tasselli
andranno al posto giusto… ma il problema è capire
qual è il posto giusto…tutto
dipende cosa partorirà la mia mente malata…
LUISA98:
ma se si chiariscono presto
la storia finisce già…e non può finire
se prima non accadano molte altre cose…
ANDRY91:
il prossimo sarà il
capitolo che tanto aspetti.. l’incontro
Edward-Jake…sperò ti
piacerà…aspetto
sempre con ansia i tuoi commenti… (come aspetto sempre con
ansia i capitoli di
tutte le tue ff stupende)
PER
CHI STESSE SEGUENDO L’ALTRA MIA FF “LA
TROVATELLA”, SAPPIATE CHE NON MI SONO BLOCCATA, IL CAPITOLO
è NELLA MIA TESTA,
MA NON HO IL TEMPO DI SCRIVERLO… NON VI PREOCCUPATE
AGGIORNERò APPENA POSSIBILE…MI
DISPIACE PER IL RITARDO…
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Capitolo 14 *** CAPITOLO 14 ***
GRAZIE
A TUTTE COLORO CHE HANNO RECENSITO….SPECIE ALLE
Più ACCANITE : LA MIA AMICA
GINA, MARPY, LUISINA, ANDRY91, LUISA98 E CRAZYANGEL84….SIETE
VOI CHE NON MI
ABBANDONATE MAI… GRAZIE VI
VOGLIO BENE!!!
PERDONATEMI
SE NON RISP ALLE VOSTRE RECENSIONI MA SAPETE CHE STO NUOTANDO IN UN
MARE DI
STUDIO… VI GIURO CHE APPENA MI RILASSO
VI RISPONDO…
UN
AVVISO IO HO SCRITTO FINO AL CAPITOLO 15, POI GLI ALTRI LI DEVO ANCORA
SCRIVERE, MA LO FARò NON VI PREOCCUPATE, DEVO SOLO TROVARE
IL TEMPO…UN BACIO E
ORA VI LASCIO ALLA LETTURA DELL’INCONTRO TRA
Jake-Edward…
GELOSIA
POV EDWARD
Alice, mi
aveva raccontato tutto quello che era successo.
Sentivo
dentro di me tanta rabbia, ma non sapevo su chi sfogarla.
Il vampiro
con cui volevo sfogarmi era morto, ucciso dai nostri nemici, i
licantropi.
Ma, proprio
uno di loro, aveva salvato la mia Bella.
Uscii di
casa per seguire la scia del profumo di Bella.
Ovunque si
fosse diretta, l’avrei seguita anche in capo al mondo, non
esisteva posto sulla
terra a me non accessibile.
Il suo
profumo da vampira era così buono, ricordava tanto
l’aroma del suo sangue ma
molto più forte ed intenso.
Questa
volta, però, non provocava nessun
bruciore alla mia gola, perché lei ormai era una di noi.
Quante
discussioni avevo avuto con lei e con mia sorella sulla sua
trasformazione.
Mi ero
opposto con tutto me stesso, lei non doveva essere un mostro senza
anima come
me. Non le avrei sottratto la vita, non l’avrei mai fatta
soffrire per la
separazione da tutti i suoi cari.
Questa mia
ostinazione, mi aveva portato a prendere una decisione difficile e
dolorosa per
me e per lei.
Anche se
avevo proibito ad Alice di vedere il suo futuro, nulla toglieva alle
visioni di
presentarsi da sole. Alice e Bella erano molto legate, infatti, anche
mia
sorella soffriva tantissimo.
In ogni
visione Bella era sofferente, spenta, aveva perso la scintilla nei suoi
occhi,
faceva tutte le azioni di routine come un automa.
Era per
colpa di quelle visioni che mi ero allontanato dalla mia famiglia,
concentrandomi sulla caccia di Victoria.
Non
sopportavo più di vedere quelle immagini e non potevo
impedire ad Alice di
averle. Ogni visione distruggeva pezzi della mia decisione di
allontanarmi da
lei per farle vivere una vita da umana.
Per paura
che ritornassi sui miei passi tornando da lei, decisi che era meglio
che mi
distraessi con la caccia.
Anche
Victoria me l’avrebbe pagata, era per colpa sua se Laurent
era tornato a Forks.
Nella mia
mente ripercorrevano le immagini del giorno che la abbandonai nel
bosco. Quante
menzogne le avevo raccontato.
Non potevo
credere che lei mi avesse creduto con così tanta
facilità, colpa della sua
scarsa autostima.
Ma forse
proprio quelle mie parole e il dolore che ne aveva conseguito, aveva
portato
Bella ad odiarmi. Forse, proprio quell’odio l’aveva
fatta scappare via da me
quando mi aveva rivisto. Infondo come potevo compatirla?! Si era
ritrovata
sola, senza nessuno che la proteggesse, era sola mentre bruciava nelle
dolorose
fiamme della trasformazione.
Lei mi
odiava ne ero certo, ma dovevo parlarle.
Perso nei
miei pensieri, non mi accorsi che il suo profumo mi aveva portato verso
il
confine della riserva dei Quiliute.
Non era
possibile, non poteva essersi rifugiata nel loro territorio, era contro
il
patto, ma ora che ci pensavo bene, Alice aveva detto che il licantropo
che
aveva protetto Bella si chiamava Jacob Black. Molto probabilmente era
l’erede
dell’ultimo capobranco, Ephriam Black, colui con cui
stringemmo il patto. E, se
lui era un discendente, aveva il potere di cambiare le condizioni o,
comunque,
decidere quello che voleva. E poi
lei
era fuggita con lui.
Arrivai al
confine e mi fermai, di guardia c’erano quattro licantropi.
I loro
pensieri erano confusi, erano lì per eseguire un ordine di
Jacob Black, ma non
capivano il motivo per cui stavano proteggendo una neonata.
<<
Fatemi
passare devo parlare con Bella >>, i loro pensieri
continuavano a
contrastarmi.
<<
So
che il vostro ordine è quello di far la guardia lungo il
confine e di non far
passare nessun vampiro, ma anche voi vi state chiedendo il
perché state
difendendo una vampira >>.
Sentii la
voce di un ragazzo provenire dal cuore della foresta, si chiedeva come
facessi
a conoscere gli ordini, poi, una voce dolce melodiosa e carica di
sofferenza
rispose:
<<
Lui sa leggere… nel pensiero >>.
Era Bella,
se io sentivo lei, lei poteva sentire me, << BELLAAA, TI
PREGO DEVO
PARLARTI! >> , il mio grido era una preghiera a cui non
ci fu risposta.
Jacob aveva
deciso di venirmi a parlare, richiamò prima due lupi che
sparirono dalla mia
vista e, quando lui mi raggiunse sottoforma di un grosso lupo
rossiccio, mandò
via anche gli altri due. I suoi ordini erano chiari, dovevano vegliare
su Bella
ma sottoforma di umani, a quanto pare le loro menti erano collegate e
si
potevano leggere nel pensiero. Non voleva che gli altri membri del
branco
ascoltassero il nostro discorso.
“ Bene
succhiasangue, so che puoi
leggermi nel pensiero, quindi spero che non te la prenderai se non mi
trasformo
per darti la mano ”, il
suo tono era sarcastico e scortese, ma non l’avrei
ricambiato, per quanto lo
considerassi il mio nemico, gli ero grato per quanto aveva fatto per
Bella.
<<
No
Jacob Black, se così ti senti più sicuro, rimani
nella tua forma animale >>.
“ Non
ho paura di te ”, il suo tono era
ancora sprezzante,
ma continuavo ad ignorarlo.
<<
Io
ho bisogno di parlare con Bella, ho bisogno di chiarirmi con lei
>>.
“
Sognatelo parassita, lei non vuole
parlare con te. Altrimenti non sarebbe scappata e non mi avrebbe
chiesto di
nasconderla da te ”
le sue parole mi colpirono come un pugnale piantato in pieno petto,
voleva
nascondersi da me.
<<
E
tu, l’avresti nascosta nel tuo territorio? Perdonami ma
questo non va contro il
patto? >>.
“ No!
Il patto dice chiaramente che
nessuno di voi Cullen può oltrepassare il confine, e lei,
non è una Cullen ” . Era riuscito
a trovare un
sotterfugio, ma io dovevo parlare con lei e non volevo arrendermi.
<<
Jacob,
ma lei è una neonata. Lo sai che rischi la vita del tuo
popolo? So che con
Charlie si è controllata, e mi stupisco anch’ io,
ma per lei, la gente del tuo
popolo, non è nulla, sono solo estranei >>,
non volevo che Bella avesse
sulla coscienza delle vite umane spezzate a causa della sua natura.
“ So
quello che faccio, Bella e gli
abitanti della riserva non sono in pericolo, mi fido di lei ”, le sue parole
furono rabbiose.
<<
Per
favore, devo parlare con lei, devo spiegarle…
>>, ma le mie parole furono
interrotte dai suoi ringhi.
“ Come
osi solo pensare di poter
parlare di nuovo con lei? L’ultima volta che lo hai fatto
l’hai ridotta ad uno
zombi. Viveva la
giornata per abitudine,
non hai idea di come l’abbiano trovata nel bosco dove tu
l’hai abbandonata come
un cane. Sono passati mesi prima che riprendesse un po’ di
lucidità, suo padre
stava impazzendo e quando lei ha deciso di reagire è venuta
a trovarmi. Non hai
idea di com’era ridotta, soffriva ad ogni battito di cuore,
qualsiasi cosa
vedeva o faceva veniva inghiottita da un buco nero. Ogni volta che ti
pensava
si manteneva il petto, come se avesse paura che il cuore le potesse
cadere in
mille pezzi, ma il suo cuore era già stato fatto a
brandelli, da uno sporco
parassita che l’ha trascinata in questo mondo e poi,
abbandonata nel pericolo.
Ero quasi riuscito a farla tornare a vivere, ma poi, questo maledetto
mondo di
vampiri e licantropi, mi ha trascinato dentro e per colpa della tua
specie sono
diventato questo, non potevo starle più accanto e lei si
è sentita tradita
nuovamente. Per questo si era avventurata nel bosco da sola. Se non fossimo intervenuti
in tempo di lei,
non sarebbe rimasto neanche quel corpo freddo e duro come il marmo.
Allora
dimmi ora, come puoi pretendere di parlare con lei?! ”.
Il
suo pensiero era un grido nella mia mente,
aveva urlato con tutta la rabbia che provava nei miei confronti, con
tutto
l’amore che provava per Bella e con tutto il disprezzo che
provava nei
confronti del mostro in cui si era trasformato.
Ogni sua
parola era stata accompagnata da un’immagine. Le condizioni
in cui Sam Uley
l’aveva ritrovata nel bosco dopo che l’avevo
lasciata. Non immaginavo d’averla
ridotta così, quel giorno mi preoccupai solo di lasciare un
bigliettino a
Charlie per dirgli dove trovarla. Non volli tornare indietro per
assicurarmi
che stesse bene per paura che la sua sofferenza mi avrebbe fatto
cambiare idea.
I ricordi di
Jacob proseguirono con le telefonate disperate di Charlie, di come
Bella, dopo
mesi che non la vedeva era andata da lui con due moto da sistemare,
l’aveva
rivista, ma era cambiata e senza vita. Dopo lunghe settimane aveva
visto
ricomparire la scintilla di vita nei suoi occhi, ma rimaneva sempre
diversa,
nonostante Jacob la rendesse felice, per ultima, l’immagine
di Laurent che
mordeva Bella.
<<
Jacob,
te ne sarò eternamente grato per quello che hai fatto per
Bella. Mi dispiace
per tutte le difficoltà che io e la mia famiglia abbiamo
creato, capisco se lei
mi odia e non vuole vedermi o parlarmi e per ora non la
forzerò, ma non posso
rinunciare a lei così >>.
“ Non
dispiacerti per me lurido
succhiasangue, ora sparisci e lascia in pace Bella! Sappi che fino a
quando lei
me lo chiederà la proteggerò da te, a costo di
ucciderti ”, le sue
intenzioni erano serie, ma io
avrei fatto di tutto pur di chiarirmi con lei.
<<
Ok
Jacob, ma prenditi cura di lei, se qualcuno di voi cani le
farà del male, sappi
che vi darò la caccia fino all’ultimo e guai a te
se rischi che Bella faccia
del male a qualche umano >>. Risposi alla minaccia con
un'altra minaccia,
ero grato a lui, ma non potevo permettere che mi considerasse un debole.
Avevo
bisogno di pensare, e mi allontanai da lui per tornare dalla mia
famiglia.
Ma prima,
dovevo sfogare la mia rabbia, avevo lasciato Bella in mano o meglio,
tra le
zampe di cinque giovani e incapaci licantropi.
I licantropi
giovani, erano pericolosi perché non riuscivano a
controllarsi.
Ma quello
che mi faceva più rabbia e che mi faceva molto male, era
l’immagine di Bella
che riacquistava la scintilla nei suoi occhi grazie a Jacob.
L’avevo lasciata
perché si rifacesse una vita normale e lei era riuscita a
passare da un
pericolo all’altro. L’immagine degli sguardi che
rivolgeva a Jacob mi lacerava,
ma io, come aveva detto quel cane, non potevo pretendere niente.
L’avevo
abbandonata e fatta soffrire e ora lei forse era innamorata di lui,
infatti,
era da Jacob che si era rifugiata.
Da dietro un
albero sbucò Alice: << Edward
com’è andata? >>, ovviamente lei non
aveva “ visto ” niente.
<< Si è
rifugiata nella riserva, non sono riuscito a parlarle e quel cane la
protegge >>,
la sua espressione sorpresa, mi fece capire che anche lei, era
sbalordita che,
Jacob Black stesse nascondendo una vampira nella riserva.
<<
Non
ti preoccupare Edward tutto si risolverà >>.
<<
Alice,
vedi qualcosa? >>, chiesi speranzoso.
<>.
Come poteva
esserne certa?
<<
Alice,
tu non hai visto ciò che ho visto io, i ricordi di Jacob
sono stati dolorosi
per me. L’ho lasciata in uno stato catatonico e solo grazie a
quel cane ha
ripreso a vivere. Io sono andato via perché lei si lasciasse
questo mondo
pericoloso alle spalle e tornasse a vivere una vita da umana, e invece,
un
licantropo è comparso nella sua esistenza, gli sguardi e la
complicità che li
legano..non posso pensarci, perché la gelosia mi logora
dentro! >>.
Ero stato
uno stupido a pensare che sarei riuscito ad accettare che Bella,
s’innamorasse
di qualcun altro.
<<
Come
posso poi lasciarla alla protezione di quel licantropo giovane?! Sai
quanto
possono essere pericolosi! >>.
Ma in quel
momento delle immagini percorsero la mente di mia sorella.
L’enorme lupo
rossiccio con cui avevo parlato poco fa e Bella, giocavano come un
bambino
gioca con il suo cucciolo nel giardino di casa Cullen.
La gelosia
si tramutò in rabbia e in quel momento, sradicai un grosso
albero dal terreno e
lo scagliai nell’oscurità della foresta.
NON
SO perché MA PER ME QUESTO
CAPITOLO è MOLTO IMPORTANTE… IL DISCORSO DI JAKE
FATTO AD EDWARD MENTRE LO
SCRIVEVO MI FACEVA SOFFRIRE… SE VOLETE DITEMI SE A VOI HA
PROCURATO QUALCHE
EMOZIONE…
SPOILER
“
<< Billy, voi non avete colpa,
più volte mi avete avvisata, ma io non vi ho dato ascolto, e
poi capisco cosa
significa avere un segreto da non poter rivelare, quindi per favore non
prendetevi colpe che non meritare, sono stufa di persone che si
addossano colpe
che non hanno >> ovviamente mi riferivo anche ad Edward,
<< e poi
sono stata io la stupida che si è inoltrata da sola nei
boschi >> ”.
|
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Capitolo 15 *** capitolo 15 ***
BENE
RAGAZZE.. PUBBLICO OGGI STESSO UN ALTRO CAPITOLO (L’ULTIMO DI
QUELLI CHE AVEVO
Già SCRITTO)… è IL CAPITOLO
Più LUNGO TRA QUELLI PUBBLICATI FIN ORA…
GRAZIE
ANCORA PER TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO IL CAPITOLO PRECEDENTE, E
COME
GIUSTO CHE SIA TRA TUTTE LE BELLE RECENSIONI POSITIVE CHE HO RICEVUTO
FINO AD
ORA, OGGI PER IL CAPITOLO 14 NE HO TROVATA UNA NEGATIVA…
OVVIAMENTE NON MI SONO
OFFESA, MA VORREI L’OPINIONE DI TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO.
LA
RECENSIONE NEGATIVA è QUESTA: scusa,
ma credo che oltre a recensioni positive sia giusto che
ci siano anche quelle negative... secondo me stai coinvolgendo troppo i
lupi...
la stai facendo lunghissima... e comunque nessun vampiro può
entrare nella
riserva, non solo i cullen...scusa ma all'inizio era molto bella come
ff ma si
sta facendo noiosa…
ORA
VOGLIO CHIEDERE A TUTTE VOI… SIETE D’ACCORDO??
IO
STO SCRIVENDO UNA FF CHE NON è UN EDWARD&BELLA
MA INVECE è UN
TRIANGOLO EDWARD&BELLA&JACOB
E CON JACOB DI MEZZO CREDO CHE SIA OVVIO CHE CI SIANO I LUPI. PER
QUANTO
RIGUARDA IL PATTO, CREDO CHE SOLO I CULLEN SIANO A CONOSCENZA DI QUESTO
DIVIETO
E NO TUTTI I VAMPIRI ESISTENTI E POI IL PATTO è STATO FATTO
SOLO E UNICAMENTE
CON I CULLEN, QUINDI MI SONO CONCESSA QUESTA PICCOLO STRAPPO ALLA
REGOLA DEL
PATTO, ANCHE perché JACOB Può VARIARLO COME GLI
PARE. PER QUANTO RIGUARDA LA
LUNGHEZZA NON SO CHE DIRE… PER ORA SONO SOLO 14 CAPITOLI
(CON QUESTO 15) E
SPESSO I CAPITOLI SONO CORTISSIMI…
ORA
QUESTO è IL MIO PENSIERO, MA CI TERREI VERAMENTE A CONOSCERE
IL PENSIERO DI
TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO, perché è VERO CHE LA
FF LA STO SCRIVENDO IO, MA
VOI LA STATE LEGGENDO E VOGLIO SAPERE SE C’è
QUALCOSA CHE NON VA!!
GRAZIE
E BACI…
BUONA
LETTURA…
POV BELLA
Jacob si era
trasformato e si era allontanato da me, svanendo nella fitta
vegetazione, ma
prima di andarsene aveva mandato il resto del suo branco a
sorvegliarmi, ma ciò
che non capivo era perché avevano ripreso le loro sembianze
umane.
Mi avevano
circondata creando una sorta di barriera con i loro corpi.
Nessuno
parlava e tutti cercavano di evitare il mio sguardo; anche se non
riuscivo a
scorgere Jacob ed Edward tra gli alberi perché troppo
lontani, sapevo che da
quella distanza li potevo sentire quello che si sarebbero detti o per
lo meno
quello che Edward avrebbe risposto ai pensieri di Jacob e io non
volevo, non
potevo udire ciò che si sarebbero detti, avevo paura di
ascoltare la sua voce,
dovevo allontanarmi da quel posto.
<<
Per
favore, devo allontanarmi da qui, almeno di qualche chilometro
>> feci la
mia richiesta senza guardare nessuno in particolare.
I ragazzi si
guardarono tra di loro non sapendo che decisione prendere, ma Leah
incrociò il
mio sguardo prima con aria ostile, ma poi i suoi occhi si addolcirono
improvvisamente, non
so cosa vide nei
miei occhi, forse sofferenza, strazio, lacrime invisibili, resta il
fatto che
fu l’unica a prendere una decisione.
<<
Spostiamoci
sempre compatti più all’interno del bosco
>> poi
si voltò verso di me << e tu per
favore non respirare, potrebbe esserci la scia di qualche umano
>>.
Quill, Embry
e Seth guardarono Leah con aria meravigliata, ma senza proferire parola
eseguirono il suo ordine, come feci anche io.
Presi un
ultima profonda boccata d’aria e smisi di respirare, ma il
profumo che mi
investì in quell’ultimo respiro mi trafisse il
petto, miele, lillà e sole,
lo avrei riconosciuto tra mille, era il suo
dolce profumo, mi solleticava le narici perché era fresco
come una mattina
d’estate.
Se mi fossi
concentrata troppo su quel profumo sarei corsa da lui e io non potevo
cedere.
Mi
allontanai in fretta da quel posto prima che il suono della sua voce mi
giungesse.
Ci
allontanammo abbastanza, per essere sicuri che la loro conversazione
non
giungesse a noi, mi sedetti ai piedi di un albero secolare e portai le
ginocchia al petto, nascondendo il mio viso tra esse, come avrei voluto
che
lacrime salate e bagnate solcassero il mio viso, sfogando tutto il
dolore che
avevo dentro, ma bloccata in questo corpo duro e freddo, piangere non
mi era
concesso.
Era assurdo
come il mio corpo anche lontano chilometri da lui sentiva la sua
presenza e
spingesse per avvicinarsi a lui, ma non avrei permesso che
ciò accadesse, per
sentirmi dire che si sentiva in colpa per ciò che mi era
successo.
Passarono
diversi minuti quando sentimmo la corsa che preannunciava il ritorno di
Jacob.
La sua corsa
si arrestò uscendo pochi
secondi dopo da
dietro dei cespugli nelle sembianze umane.
Appena i
miei occhi incontrarono i suoi, tutto il dolore che avevo represso
dentro mi
scoppiò in petto e mi buttai singhiozzando tra le sue
braccia, Jacob mi accolse
fra le sue caldissime braccia senza dire niente e io non gli chiesi
niente, perché
non volevo sapere niente, nascosi il mio viso nel suo petto, mentre le
sue mani
mi accarezzavano i capelli per calmare i miei singhiozzi.
Rimanemmo
nel cuore della riserva per molte ore, nessuno parlava e io ero rimasta
in
piedi immobile a fissare il vuoto e a perdermi nei miei ricordi,
nonostante non
avessi mosso un minimo muscolo per tutto il tempo, non percepivo
stanchezza o
voglia di muovermi, fu Jacob che mi destò dalla mia
impassibilità.
<<
Bella..non
possiamo rimanere per sempre in questo bosco, ti porto a casa mia
>> il
suo tono era deciso e sembrava un ordine, ma non potevo andare a casa
sua li ci
sarebbe stato Billy e non volevo fargli del male e poi anche se casa
sua era in
periferia era pur
sempre troppo vicino
al resto del villaggio dei Quiliute.
<<
Jake,
ma come puoi dire sul serio? Non tieni alla vita di tuo padre o sei
solo
diventato pazzo? >> i suoi amici assistevano alla
conversazione senza
intromettersi.
<<
So
che ci sarà mio padre e non sono pazzo da metterlo in
pericolo, ma preferisco
tenerti al sicuro in casa dove il nostro odore da licantropo
è perenne e molto
forte e ti potrà distrarre dall’odore dei semplici
umani e poi quanto pensi che
potrai restare qui in mezzo a questi boschi prima che qualche umano si
addentri
in esso per cercare la figlia dell’ispettore Swam scomparsa?
>>, aveva
ragione, ma le mie preoccupazioni non mi abbandonavano,
<<
E con
Billy, come faccio? >> lui è umano e non
potevo non tenerne conto,
<<
Billy
ha il nostro stesso odore, anche se è più lieve,
anche lui ha il gene
licantropo e poi Bella ho visto come ti sai controllare, mi fido di te
>>
questa sua fiducia non la capivo, era di suo padre che parlavamo, mi
guardai
intorno e incrociai lo sguardo di Leah e come se in
quell’istante avessimo
comunicato con gli occhi intervenne <<
Jacob, ne sei sicuro? Insomma
Bella è vampira da poco >>, il viso di Jacob
si tramutò in pietra e i
suoi occhi sembravano infuriati << Basta.. ho detto che
la portiamo a
casa mia >> Leah non parlò più, la
sua voce era stata dura, però non
potevo non obiettare.
<<
Jacob,
ma io non s… >> non mi diede modo di terminare
la frase, che Jacob mi si
avvicinò prese il mio freddo viso tra le sue enormi mani e
mi fissò,
<<
Bells,
fidati di me >> i suoi occhi erano sinceri e mi fidai di
lui.
Ci avviammo
verso casa sua, Jacob mi teneva per mano mentre il resto del branco mi
sovrastava con la loro enorme mole da lupi.
Eravamo
vicino la casa, vedevo il piccolo portico, la rimessa dove io e Jacob
avevamo
passato tanti pomeriggi spensierati, tanti ricordi
m’investirono, erano sfocati
ed era un gran fastidio riportarli alla mente, ma avevo deciso che non
avrei
perso nessun ricordo della mia vita da umana, almeno per quanto
riguardava il
periodo trascorso qui a Forks.
Più
ci
avvicinavamo al villaggio e più la mia gola ardeva, il
veleno riempiva la mia
bocca e qualcosa dentro di me scalpitava per essere liberata, ad ogni
respiro i
miei muscoli diventavano tesi ed elettrizzati, pronti a scattare per la
caccia,
ma non potevo permetterlo; chi ero io da poter mettere fine ad una vita
umana?
Che mostro sarei stata a strappare un povero essere umano ai suoi cari,
anche
se magari per me erano sconosciuti? Quei pensieri mi aiutarono a
rilassarmi e
se riuscivo a resistere all’odore di persone a me
sconosciute, forse sarei
riuscita a resistere nell’aggredire Billy.
<<
Siamo
arrivati >>
la voce di Jacob mi
risvegliò dai miei pensieri e proprio persa in quei pensieri
non mi ero accorta
di essere arrivata proprio di fronte alla porta della casa di Jacob, i lupi intorno a me erano
scomparsi, li
cercavo con lo sguardo e Jacob mi spiegò la loro scomparsa.
<<
Ci
raggiungeranno fra foco in sembianze umane >> disse
Jacob, ovvio grossi
lupi non potevano farsi vedere in giro come nulla fosse, specie dopo
tutti
quegli avvistamenti nei boschi e dopo tutte quelle persone scomparse.
<<
Forza
entriamo >> e poco prima che Jacob aprisse la porta presi
una lunga
boccata d’aria, avevo intenzione di trattenere il respiro al
più a lungo
possibile.
Varcai la
soglia come se stessi andando verso il patibolo, tra pochi istanti mi
sarei
ritrovata faccia a faccia con umano in un luogo chiuso.
<<
Papà,
sono a casa >> gridò Jacob, come se fosse
necessario in quella piccola
casa.
Billy dal
piccolo soggiorno ci fissava, o meglio fissava me, i suoi occhi si
velarono di
lacrime e il suo sguardo era triste, colpevole, quando
sospirò vidi che
arricciò leggermente il naso, anche a lui sicuramente dava
fastidio il mio
odore.
Non sembrava
sorpreso che dopo una lunga assenza da casa, suo figlio licantropo
fosse
ritornato portando in casa sua e sul loro territorio un vampiro,
cioè me.
Senza dire
niente spinse la sedia a rotelle verso di noi, il calore del suo corpo
mi
investì e anche senza respirare sentivo che mi attirava e il
sapore del veleno
riprese ad attanagliarmi la bocca.
Arretrai di
qualche passo tendendo il mio braccio verso di lui con il palmo aperto
per
indicargli di fermarsi.
<<
Bella,
mi dispiace per ciò che ti è successo,
è colpa nostra, mia.. >> la sua
voce profonda e triste mi colpirono come le sue parole.
<<
Perché
dovrebbe essere colpa vostra o tua? È stato un vampiro a
fare questo >> e
indicai il mio corpo.
<<
Bella
noi dovevamo proteggerti, poi io ho sbagliato a rispondere in quel modo
tutte
le volte che chiamavi per sapere come stava Jacob >> ora
capivo, si
sentivano in colpa per non avermi detto prima il loro segreto e per non
avermi
protetto dai vampiri, compreso i Cullen.
<<
Billy,
voi non avete colpa, più volte mi avete avvisata, ma io non
vi ho dato ascolto,
e poi capisco cosa significa avere un segreto da non poter rivelare,
quindi per
favore non prendetevi colpe che non meritare, sono stufa di persone che
si
addossano colpe che non hanno >> ovviamente mi riferivo
anche ad Edward,
<< e poi sono stata io la stupida che si è
inoltrata da sola nei boschi >>.
Billy
abbassò lo sguardo non sapendo cosa aggiungere, io intanto
con quel lungo
discorso avevo finito la scorta d’aria e ora dovevo respirare
di nuovo, no che
fosse necessario ma preferivo respirare con cautela e non prendere una
boccata
d’aria improvvisa quando avrei dovuto parlare nuovamente,
rischiando di non
resistere al profumo di Billy.
Respirando
molto più con la bocca che con il naso feci
un’altra scorta d’aria, e mi
sorpresi quando percepì che Jacob aveva ragione, il profumo
di Billy era molto
simile alla sua puzza, quindi non mi attirava molto proprio come il suo
sangue,
ma era pur sempre umano e il suo sangue solleticava parecchio la mia
gola.
Poco dopo
entrarono in casa di Jacob, Seth, Leah, Quill ed Embry, occuparono
tutti il
piccolo soggiorno e in casa sembrava impossibile muoversi e per me era
impossibile
respirare quel tanfo orribile, ma mi sarei abituata.
Billy chiese
al figlio spiegazioni di tutto ciò che era successo negli
ultimi giorni, di
cosa fosse successo con Sam e mentre loro si accomodarono sul piccolo
divano
del soggiorno, io non avevo la minima intenzione di ascoltare il
racconto degli
orribili giorni passati.
<<
Jake,
ti dispiace se io vado in garage? >> ero timorosa
nell’allontanarmi da
lui, ma avevo bisogno di rimanere sola e pensare.
Jacob era
indeciso, << Andrò io con lei >>
intervenne Leah, non so perché, ma
lo fece.
Jacob diede
il suo assenso con un leggero cenno della testa e io e Leah ci avviammo
verso
il garage.
Quando
entrai, vidi subito le nostre due moto, quanti pomeriggi passati qui a
guardare
sistemarle da Jacob, non potevo dimenticare tutti i bei ricordi, non
l’avrei
permesso, la mia vita da quando mi ero trasferita qui a Forks era
diventata
speciale, avevo incontrato persone speciali, persone che mi avevano
fatto
vivere momenti speciali, non mi importava se loro fossero vampiri o
licantropi
e se ora ero diventata una vampira non incolpavo nessuno, non mi sono
mai
pentita di tutte le scelte che ho compiuto e se potessi tornare
indietro le
rifarei tutte.
<<
Grazie
Leah per essere qui >> le dissi voltandomi verso di lei,
lei mi guardo
con sguardo truce.
<<
Non
ringraziarmi, non pensare che voi parassiti mi siate simpatici, io odio
questo
mondo non reale, mi ha portato via
tutte le persone che amavo, Sam, mio padre.. >> il tono
della sua voce si
intristì, non capivo cosa intendesse, lei mi
guardò negli occhi e vidi una
lacrima rigare il suo viso << ..se sono qui ora con te,
è che non pensavo
che voi parassiti aveste un cuore, ma mi è bastata guardare
l’espressione del
tuo viso e i tuoi occhi per riconoscere la mia stessa sofferenza, siamo
tutte e
due nella stessa barca, cerchiamo di sfuggire da un amore non
ricambiato e di
raccogliere i cocci del nostro cuore >> e dopo
ciò rimanemmo in silenzio
per parecchie ore senza guardarci o dirci niente, fu così
che Jacob ci trovò
quando venne a cercarci.
Le giornate
nella riserva passavano lente, chiusa in camera di Jacob a contemplare
il
soffitto, spesso rimanevo da sola in casa con Billy, ormai lui per me
non era
una tentazione e Jacob si fidava sempre di più a lasciarmi
da sola con lui,
mentre lui era di ronda con il resto del branco per dare la caccia a
Victoria e
vegliare su mio padre e sul gruppo di uomini che ancora mi cercavano.
Ero in
cucina e preparavo un’abbondante colazione per tutto il
branco, i profumi delle
frittelle e delle uova che stavo preparando era davvero nauseante,
stentavo a
crederci che da umana mi piacessero, assorta nei miei pensieri non
sentì Jacob
avvicinarsi fino a quando non mi stampò un bacio sulla
guancia e scattai
all’improvviso al suo contatto bollente
<<
Bells
ma che vampira sei?? Possibile che riesca sempre a sorprenderti? Sei
sempre
rimasta la solita Bella tra le nuvole >> il suo sorriso
mi illuminava le
giornate, ma non potevo negare di avere sempre la mente altrove,
navigavo
sempre tra i ricordi del passato per non dimenticarli ed era
così faticoso che
mi immergevo completamente nel passato annullando tutti gli altri sensi.
Jacob non
era cambiato per niente, ormai vivevo sotto il suo tetto da quasi una
settimana, rideva, giocava e scherzava con me, come se io fossi la
solita Bella
e tutto questo non mi dispiaceva affatto.
Billy ci
raggiunse in cucina << Che buono odore..cosa hai
cucinato? >> e
proprio in quel momento tutto il branco di Jacob entrò in
casa arraffando tutto
ciò che avevo cucinato e toccato il meno possibile per via
del mio odore.
Guardavo
Leah seduta in un angolo in disparte, da quel giorno in garage io e lei
non ci
eravamo più parlate, la vedevo sempre triste e distante dal
branco, fu Jacob a
spiegarmi tutto di Sam e della morte di suo padre Harry; sospettavano
che
l’infarto fosse stato provocato dalla scoperta che tutti e
due i suoi figli
Seth e Leah si fossero trasformati in licantropi.
Harry era un
gran amico di mio padre.. povero Charlie, oltre la sofferenza di avere
una
figlia scomparsa, ha dovuto affrontare da solo anche il dolore della
perdita di
un amico.
Quella notte
andai a caccia nella riserva, non ci provavo nemmeno ad uscire da essa
per
paura di incontrare qualche membro della famiglia Cullen; mi
accompagnarono
solo il giovane Seth e sua sorella Leah; ero alla mia seconda preda
quando
udimmo i ringhi dietro di noi, in pochi istanti i due grandi lupi mi si
affiancarono e io assunsi una posizione di difesa.
Da dietro i
cespugli un enorme lupo avanzava scoprendo i denti e ringhiando in modo
minaccioso, non avevo mai visto questo lupo dal manto argenteo scuro
che
risplendeva con i pochi raggi lunari che filtravano dalla chiome degli
alberi,
sicuramente era del branco di Sam, ma non sapevo chi fosse.
Leah mi si
parò davanti, e il suo ringhio era fortissimo, non volevo
che si attaccassero ,
nessuno si doveva far male per colpa mia.
<<
Leah
no.. >> ma neanche finì di parlare che il lupo
ci attaccò, senza pensarci
due volte saltai verso di lui, non potevo permettere che Seth e Leah si
facessero male, lo colpì al fianco, facendolo finire contro
un albero, rimase
steso qualche secondo, ma appena si rialzò tornò
all’attacco, questa volta però
nessuno di noi tre intervenne, un grosso lupo dal manto rossiccio lo
attaccò
immobilizzandolo a terra, in pochi istanti quel piccolo spiazzo fu
occupato da
tutto il branco di Jacob e dal branco di Sam.
Il lupo dal
manto nero ringhiò e Jacob lasciò andare il lupo
che aveva bloccato, Seth e
Leah rimasero al mio fianco, mentre Embry e Quil affiancarono Jacob;
tutti e
tre fissavano e ringhiavano contro l’altro branco.
Non ne
potevo più, portavo distruzione ovunque, non so di preciso
cosa successe, ma il
lupo dal manto nero si voltò e andò via poco dopo
seguito dagli altri due lupi.
Tutti insieme mi riaccompagnarono a casa di Jacob e io mi chiusi in
camera sua.
Ero distesa
sul letto e fissavo un punto indefinito della stanza senza guardarlo
però
realmente, ero immersa nei miei pensieri già da qualche ora
quando sentì
bussare.
<<
Jake
entra >> non mi serviva chiedere chi fosse, il suo odore
era
inconfondibile.
La porta si
aprì piano, Jacob sembrava quasi timoroso di entrare;
<<
Jake
non sto dormendo >> dissi con un sorriso amaro, e
così lui entrò con un
gran sorriso, ma appena mi guardò si fece subito serio.
<<
Vorrei
parlarti…. ti dispiace? >> disse indicandomi
il letto dove ero stesa.
Gli feci un
po’ di spazio affianco a me e subito lui si distese al mio
fianco, il letto che
sembrava così grande con solo me distesa sopra, ora sembrava
essersi
rimpicciolito all’improvviso, Jacob era veramente enorme.
<<
Bells,
mi dispiace per ciò che è successo poche ore fa,
Sam non aveva dato l’ordine di
attaccarti, è stata tutta colpa di quel cazzone di Paul, lui
è molto irascibile
e stupido, ti ha visto a caccia sul nostro territorio ed è
andato in
escandescenza, ma ti prometto che non accadrà mai
più >> aveva fatto il
suo discorso senza nessuna mia interruzione, aveva detto tutto
ciò come se
fossero delle scuse e non delle spiegazioni, ma in questo caso dovevo
essere io
a scusarmi e non lui.
<<
Jake
non sono arrabbiata per quello che è successo, caso mai mi
sento in colpa, mi
dispiace, ti sto incasinando la vita scusa >> non sapevo
che altro
dirgli.
Sentì
il suo
braccio passarmi sotto la testa e mi avvicinò a lui
facendomi girare su
un fianco, con la mano chiusa iniziò a
grattarmi con forza la testa con le sue nocche, non mi faceva male ma
dava fastidio.
<<
Smettila
Jake, per favore >>
ma le mie
risate lo facevano continuare, potevo benissimo liberarmi dalla sua
presa con
un semplice gesto
della mano, ma non
sapevo dosare ancora la mia forza.
<<
La
smetto se tu la finisci di dire idiozie >> mi rispose.
<<
Ok,
ok, basta che mi lasci >> smise di sfregare le sue nocche
sulla mia
testa, ma non mollo la presa con l’altro braccio stringendomi
ancor di più a
se.
<<
Bells..sei
così bella >> disse facendosi serio
all’improvviso e i suoi occhi
sembravano volessero penetrare nei miei; quella situazione era sin
troppo
intima, ma non mi mossi di un solo millimetro e cercai di
sdrammatizzare
quell’intimità e serietà che si era
creata.
<<
Anche
il licantropo Jake affascinato dai vampiri?! Chi lo avrebbe mai detto!
>>
e un sorriso nervoso uscì dalle mie labbra.
E ancor prima
di poter realizzare cosa stesse accadendo, le sue labbra si posarono
sulle mie.
Quello che
stava accadendo era impensabile e contro natura; i miei occhi erano
spalancati,
ero sorpresa di quel gesto, ma pian piano le sue labbra iniziarono a
muoversi
sulle mie e cedetti all’impulso di ricambiare il suo caldo
bacio, le mie labbra
si schiusero come le sue, e le nostre lingue timidamente iniziarono ad
accarezzarsi tra di loro, le sue mani presero possesso del mio corpo
accarezzandomi tutta la schiena, il suo caldo respiro, prese a
vorticare con il
mio, al contrario gelido, questa situazione mi portava alla mente
qualcosa, poi
la sua mano infocata sfiorò un lembo della mia pelle
gelida.. ecco, la
sensazione di fuoco e ghiaccio che si toccavano e baciavano io
l’avevo già
vissuta, ma al contrario, in quella situazione ero io il fuoco e lui il
ghiaccio, lui, Edward.
Cosa stavo
facendo? Presa da un momento di debolezza era accaduto
l’impossibile.
Mi scostai
delicatamente da Jacob, e con uno scatto fulmineo mi addossai
nell’angolo più
buio della stanza.
<<
Bells
perché? >> il suo sguardo triste ed
interrogativo mi fece male.
<<
Perdonami
>> speravo mi avesse sentito, perché non era
uscito più che un filo di
voce dalle mie labbra.
Scattò
in
piedi e mi raggiunse, con un dito sollevò il mio viso per
farsi guardare negli
occhi.
<<
È colpa
mia, non dovevo, il desiderio mi ha dominato, ma Bella tu mi sei sempre
piaciuta e anche se ora sei una vampira e ti dovrei odiare, non ci
riesco… mi
dispiace ma io ti amo lo stesso >>.
Ma che
mostro ero? Lui aveva spezzato il branco per me, aveva messo in
pericolo la sua
vita e quella del suo branco per difendermi, mi ha portato in casa sua
per
darmi un rifugio ed io ora non potevo far niente per ricambiarlo.
<<
Mi
dispiace Jake, vorrei tanto ricambiare il tuo sentimento, ma..
>>
<<
..Ma
non puoi perché sei ancora innamorata di quel parassita,
vero? >>
Abbassai il
mio sguardo, non
c’era bisogno di una
risposta, perché il mio silenzio e il mio gesto era una
risposta gridata ne
buio di quella stanza.
<<
Sono
stato uno stupido a pensare che.. >>
<<
No
Jake la stupida sono io che amo ancora qualcuno che non mi ricambia
>> i
suoi occhi si accesero di una scintilla.
<<
Allora
proviamoci Bells, io e te, il licantropo e la vampira >>
<<
Jake
no, non posso, ti farei solo del male e non te lo meriti
>> e senza
nemmeno guardarlo in viso fuggì da quella stanza e da quella
casa, non potevo
rimanere lì sapendo la sofferenza che gli avrei inflitto.
L’alba
stava
sostituendo il buio della notte, una notte che dovevo dimenticare come
tutto il
mio passato, niente di esso sarebbe tornato e quindi indugiare era
inutile e
doloroso; sarei andata via da La Push, via da Forks.
Ero fuori
sul portico della casa di Jacob, mi guardavo in torno, tutta la
popolazione
della riserva dormiva ancora, ma la foresta che la circondava con i
suoi
abitanti prendeva pian piano vita, dovevo decidere dove andare, in quel
momento
vidi Leah venire verso la casa di Jacob, le andai incontro.
<<
Leah,
io sto andando via, via da Forks e
vorrei tanto che uno di voi mi seguisse, in questo modo
non possono
avere visioni di me e di dove mi trovo; e non ti nascondo che vorrei
che sia tu
a seguirmi >> il mio sguardo sicuro incrociava il suo.
<<
E
perché no Jacob? >> la sua domanda era
legittima.
<<
E
anche per lui che vado via, non voglio più farlo soffrire e
poi lui è l’Alfa e
non può lasciare il branco >> le dissi sincera.
<<
Dove
andiamo? >>
<<
Non
lo so ancora >>
In quel
momento ci sentimmo libere, libere dal nostro passato e iniziammo a
correre
lasciandoci tutto alle spalle.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI:
PINKYADE:
mi dispiace se la mia storia per te stia
prendendo una piega noiosa, ma è la mia prima ff…
cmq sono contenta che tu mi
abbia rivolto questa critica che io chiamo costruttiva… cmq
la mia opinione l’ho
scritta sopra… grazie ancora, e spero di non perderti come
mia lettrice..
ANDRY91:
GRAZIE, GRAZIE E MILLE VOLTE GRAZIE. Sono super
felicissima di sapere che il capitolo 14 molto importante per me, ti
sia
piaciuto..
CRAZYANGEL84:
il chiarimento ci sarà, non temere…
LUISA98:
Sono davvero molto contenta…questo capitolo l’ho
sentito molto io, perché non accettavo che nessuno dicesse
ad Edward ti sei
comportato come un vero mostro…grazie.
STELLALILLY:
grazie, i tuoi sono anche i miei preferiti…spero
che ne troverai altri tra i prox.
SPIDERMONKEY:
è ovvio che la mia testolina matta ha
partorito l’incontro Bella e Edward… ci
sarà in uno dei prox capitoli…
|
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Capitolo 16 *** capitolo 16 ***
BENE
RAGAZZE SONO RIUSCITA FINALMENTE A SCRIVERE UN ALTRO
CAPITOLO…SPERO VI PIACCIA…DAL
PROX CAPITOLO PARTIRà LA VERA E PROPRIA AVVENTURA E LA NUOVA
VITA DI BELLA…GRAZIE
A TUTTE PER LE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI…SONO FELICE CHE
IN MOLTE
CONDIVIDIATE I MIEI GUSTI SUI LUPACCHIOTTI…
P.S.=
PER CONCLUDERE LA QUESTIONE DELLA PRESENZA DEI LUPI… IO NON
HO MAI ODIATO JAKE
E I LUPI DELLA MEYER MI HANNO SEMPRE AFFASCINATO UN CASINO E QUESTA
STORIA
NELLA MIA TESTA è NATA ANCHE PER DARE Più SPAZIO
A LORO….
BUONA
LETTURA…..
Cuore
infranto
POV JACOB
Ero di ronda
con Embry e Quill, mentre Seth e Leah avevano accompagnato Bella a
caccia, la
serata si svolgeva tranquilla ormai erano due giorni che la vampira dai
capelli
rossi non si faceva vedere, ma la prudenza non era mai troppa e quindi
continuavamo con le nostre ronde.
“
Cazzo Paul ” il
pensiero di Seth mi squillò in mente
accompagnato dall’immagine di ciò che vedeva, Paul
era uscito da dietro un
cespuglio e ringhiava minaccioso.
“ Seth stanne fuori ” Leah era sempre stata
protettiva nei
confronti di suo fratello e detto questo prese la posizione
d’attacco davanti a
Bella.
Eravamo
dall’altra parte della riserva e alla mia massima
velocità ci avrei impiegato
qualche secondo per raggiungerli.
“
Stiamo arrivando ” ma nel momento
esatto che comunicai
con loro, Paul era partito all’attacco, ma ancor prima che
Seth o Leah
potessero reagire, Bella si era scontrato con lui facendolo atterrare
contro un
albero; continuavo a correre velocemente per raggiungerli, Embry e Quil
erano
dietro di me, ancora pochi istanti e saremmo arrivati, proprio in quel
momento
Paul ripartì all’attacco, ma io che in quel
momento li avevo raggiunti saltai
su di lui bloccandolo con il peso del mio corpo.
Gli avrei
voluto staccare la testa a morsi.
“
Jacob lascialo subito ” era la voce di
Sam che sentivo nella
mia mente, ma come era possibile?
Alla
comparsa di Sam e Jerard, Seth e Leah
affiancarono Bella, mentre Embry e Quil affiancarono me.
“
Dovresti tenerlo al guinzaglio o
forse non sei più il suo padrone? ” in
qualità di Alfa di due branchi differenti, riuscivamo a
sentire i pensieri diretti che
ci
rivolgevamo.
“ Lei sta cacciando sulla nostra terra ”
replicò Sam.
“ Per me non è un problema ”
“
Forse dimentichi che il patto lo
vieta ” Sam pensava
di intimorirmi, ma si sbagliava
“ Forse tu dimentichi che è stato il mio
antenato a stipulare quel patto e io come suo discendente ho il potere
di
modificarlo o eliminarlo ” non poteva obiettare,
sapeva che avevo ragione e
senza rispondermi si voltò per andar via.
“ Ehi Sam ” lo richiamai, ma non
si voltò,
comunque sapevo che mi sentiva “ la
prossima volta tieni a bada il tuo branco ”.
Tornammo
compatti a casa, Bella
non parlò per
tutto il tragitto, appena entrati in casa si rinchiuse nella mia
camera, non
sapevo cosa le stesse prendendo, forse era meglio lasciarla sola,
domani
mattina le avrei parlato; sprofondai sul divano e cercai di dormire, ma
con
scarsi risultati.
Continuavo a
cambiare posizione cercando quella comoda e sperando che il sonno mi
raggiungesse,la mia mente volò al pensiero di Bella
nella’altra stanza distante
da me solo pochi passi.
Era assurdo
come tutto era cambiato e infondo era rimasto sempre uguale. Il suo
corpo
poteva essere cambiato come anche la sua dieta, ma
all’interno era rimasta
sempre la solita fragile Bella, non si era trasformata nella sadica
vampira
assetata di sangue.
Fino ad ora
si era dimostrata tenace e non aggressiva.
I miei
sentimenti nei suoi confronti non erano cambiati affatto, anche se la
natura ci
aveva messo contro.
Mi alzai dal
divano e con due grandi falcate mi portai davanti alla porta della
camera dove
lei…beh insomma, non
sapevo cosa stesse
facendo, infondo i vampiri non dormono mai.
Diedi due
leggeri colpi alla porta per bussare.
<<
Jake
entra >> ovviamente sapeva che era io, i suoi sensi erano
sviluppatissimi.
Aprì
piano
la porta, avevo timore che fosse arrabbiata con me, per quello che era
successo; non ero riuscita a proteggerla.
<<
Jake
non sto dormendo >> entrai con un gran sorriso, ma quando
la vidi in
volto mi feci serio, aveva una smorfia che voleva far sembrare un
sorriso?
<<
Vorrei
parlarti…. ti dispiace? >> dissi indicando il letto dove era
stesa.
Subito si
scostò per
farmi spazio e mi stesi
affianco a lei e dissi tutto ad un fiato il mio dicorso.
<<
Bells,
mi dispiace per ciò che è successo poche ore fa,
Sam non aveva dato l’ordine di
attaccarti, è stata tutta colpa di quel cazzone di Paul, lui
è molto irascibile
e stupido, ti ha visto a caccia sul nostro territorio ed è
andato in
escandescenza, ma ti prometto che non accadrà mai
più >> le avevo fatto
le mie scuse e le avevo dato le spiegazioni per ciò che era
successo.
Passarono
solo pochi secondi prima che lei prendesse la parola.
<<
Jake
non sono arrabbiata per quello che è successo, caso mai mi
sento in colpa, mi
dispiace, ti sto incasinando la vita, scusa >>
Ecco la
solita Bella, sempre altruista, sempre a prendersi la colpa di tutto
ciò che
succede intorno a lei.
Passai il
mio braccio sotto la sua testa e posai la mia mano sulla sua schiena
per
attirala più vicino a me e farla girare su un fianco per
guardarla negli occhi
e attuare la mia vendetta a quelle sue scuse assurde.
Strinsi la
mano libera in un grande pugno e con le mie nocche iniziai a sfregarle
la
testa.
<<
Smettila
Jake, per favore >> mi stava supplicando di smetterla, ma
la sua risata
cristallina mi obbligava a continuare.
<<
La
smetto se tu la finisci di dire idiozie >> le dissi.
<<
Ok,
ok, basta che mi lasci >> smisi di sfregare le mie nocche
sulla sua
testa, ma non mollai la presa dal suo corpo, per paura che si
allontanasse da
me, iniziavo ad abituarmi a quel marmo gelido.
Fissavo i
suoi occhi, e anche se erano ancora tinti del colore del sangue,
avevano la
stessa profondità dei suoi occhi da umana color cioccolato.
<<
Bells..sei
così bella >>
<<
Anche
il licantropo Jake affascinato dai vampiri?! Chi lo avrebbe mai detto!
>>
e le sue labbra si curvarono in un sorriso nervoso; alcune sue
abitudini erano
riconoscibili anche in questo corpo indistruttibile.
Quelle sue
labbra che tanto avevo desiderato baciare… poi senza
pensarci ricoprì quella
distanza tra i nostri visi, poggiando le mie labbra di fuoco, su quelle
sue di
ghiaccio.
Le sue
labbra rimasero immobili, sembrava che stessi baciando una statua, poi
pian
piano iniziarono a muoversi anch’esse, accompagnando la danza
del mio bacio, le
nostre labbra si schiusero timide, facendo sfiorare le nostre lingue;
ora in
questa stanza, su questo letto non eravamo più Jacob il
licantropo e Bella la
vampira, eravamo un uomo e una donna avvolti dalla passione; le mie
mani
lentamente accarezzavano
la sua schiena,
ma quando toccai un lembo della sua pelle gelida
all’improvviso il suo corpo
diventò di pietra e sfuggi dalla mia presa, in pochi istanti
il posto accanto a
me era vuoto, la cercai nella penombra della stanza e la vidi premuta
nell’angolo più buio della stanza.
<<
Bells
perché? >> non capivo, sembrava ricambiasse.
<<
Perdonami
>> la sua voce era stata un sussurro che se non fosse
stata per il mio
udito sviluppato non avrei mai colto la sua parola.
Mi alzai dal
letto velocemente per raggiungerla, dovevo guardarla in viso, capire
cosa fosse
successo, volevo delle spiegazioni e sapevo che tutto quello che volevo
mi
avrebbe fatto soffrire.
Guardava i
suoi piedi o forse il pavimento,
non so
cosa si preciso, con un dito sollevai il suo viso e la guardai negli
occhi.
<<
È
colpa mia, non dovevo, il desiderio mi ha dominato; ma
Bella tu mi sei sempre piaciuta e anche se
ora sei una vampira e ti dovrei odiare, non ci riesco… mi
dispiace ma io ti amo
lo stesso >>.
Mi guardava
con aria affranta, non sapevo cosa le passasse per la testa.
Pochi secondi
e mi rispose.
<<
Mi
dispiace Jake, vorrei tanto ricambiare il tuo sentimento, ma..
>>
<<
..Ma
non puoi perché sei ancora innamorata di quel parassita,
vero? >> finì io
la sua frase, certo di quello che avrebbe detto.
Lei non
odiava quel mostro per quello che gli aveva fatto passare, per come
l’aveva
ridotta e per cosa era diventata.
Lei era
fuggita da lui no perché non l’amava, ma per paura
di non essere ricambiata.
Se solo ora
non fossimo il licantropo e la vampira, se tutto questo non fosse mai
esistito,
lei mi avrebbe amato, ne sono certo.
Abbassò
lo
sguardo e capì che avevo ragione.
<<
Sono
stato uno stupido a pensare che.. >>
<<
No
Jake la stupida sono io che amo ancora qualcuno che non mi ricambia
>>
bloccò la mia frase, e con la sua risposta pensai,
m’illusi che si era accorta
di sbagliare.
<<
Allora
proviamoci Bells, io e te, il licantropo e la vampira >>
<<
Jake
no, non posso, ti farei solo del male e non te lo meriti
>> il mio cuore
si frantumò un’altra volta.
Una leggera
brezza mi sfiorò il viso, lei era fuggita dalla mia presa,
dalla mia vicinanza;
ero stato proprio uno stupido.
Davanti a me
il vuoto, ora davanti a me cerano solo le assi di legno della ma
parete,
appoggia una mano su quel legno liscio e poi la testa, sentivo un
dolore al
petto, una fitta atroce.
L’amavo
e
lei non amava me, dovevo essere forte, di certo non le avrei voltato le
spalle.
Mi voltai
fissando il letto in cui pochi istanti prima io e Bella ci eravamo
scambiati
quel bacio passionale, quel letto, questa stanza erano le uniche cose
testimoni
dei pochi ma interminabili secondi più belli della mia
esistenza.
Volevo
essere forte ma pensando a quelle immagini i miei occhi iniziarono a
pungere.
No! Non
potevo e non volevo piangere, ma calde lacrime rigarono il mio viso.
RISPOSTA
ALLE RECENSIONI
ANDRY91:
ti adoro…i tuoi commenti mi
danno sempre una gioia immensa….si questa storia
è un triangolo, ma finirà con
la coppia classica…ne accadranno di cose ora che Bella
andrà via e non tutte
saranno semplici da risolvere…spero di avere più
tempo per scrivere le mille
idee che ho per la testa…grazie ancora…il prox
capitolo sarà più bello di
questo…
PINKYADE:
mi dispiace sul serio di
averti delusa, sinceramente non ne capisco il reale motivo…
sempra quasi che a
te non piacciano i personaggi Quiliute…forse è su
questo che ci differenziamo, perché
a me piacciono un casino, e anche loro hanno le loro storie e meritano
un bel
coinvolgimento…sono contenta che continuerai a seguirmi, con
la speranza di
riconquistarti…
MARPY:
grazie per il tuo sostegno…sono
contenta che anche tu pensi come me che la presenza dei licantropi dia
una
scossa alla storia… cmq Leah con Edward non me la vedo
proprio…ma qualcosa
succederà anche a lei…baci e grazie…
MONI:
WOW una nuova fan….sono super
felice…grazie per i tuoi bei complimenti… la
famiglia Cullen manca a me, quindi
già dal prox comparirà…. E scoprirarai
tutte reazioni sulla fuga di Bella…
grazie…
LUIGIA:
come promesso ieri al tel ho
pubblicato un nuovo capitolo… gina Edward è solo
un paranoico, presto o tardi
reagirà…
STEZIETTA
W: O.O devo essere
sincera, il tuo commento non l’ho capito proprio,
però ti ringrazio lo stesso…
LUISA98: sono contenta che tu segua
tutte e due le mie
ff…grazie per il sostegno di tutta la storia e
dell’amicizia tra la vampira e
la lupa… J
NANEROTTOLA: non capisco
perché non dovrei scrivere sui
licantropi, a molti piacciono e anche a me..io adoro il loro
coinvolgimento e
le loro questioni di branco, però so anche che a una piccola
percentuale
possano non piacere e mi dispiace, ma spero che nonostante questa
differenza
continuate a seguire la mia storia…grazie per avermi scritto
il tuo pensiero…
PER
CHI NON L’AVESSE ANCORA LETTA, QUESTA è LA MIA
SECONDA
FF
LA
TROVATELLA
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=400361&i=1
|
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Capitolo 17 *** CAPITOLO 17 ***
RAGAZZE
PERDONATEMIIII….LO
SO, LO SO, è PASSATO TROPPO TEMPO DALL’ULTIMA
PUBBLICAZIONE, MA LO STUDIO MI
PORTA VIA TROPPO TEMPO, SONO RIUSCITA A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO CON
MOLTA
FATICA E SPERO CHE VI PIACCIA, HO INCLUSO SIA IL POV BELLA CHE IL POV
ALICE PER
FARMI PERDONARE PER L’IMMENSO RITARDO.
VI
PREGO NON NOTATE LA
PRESENZA DI ERRORI, MA HO APPENA FINITO DI SCRIVERLO E SENZA RILEGGERLO
E SENZA
FARLO LEGGERE ALLA MIA BETA VE LO PUBBLICO.
BUONA
LETTURA.
P.S.=PERDONATEMI
SE NON
RISPONDO HAI VOSTRI BELLISSIMI COMMENTI, MA è TARDI E IO
DEVO METTERMI SUI
LIBRI…ALLA PROX E RECENSITE IN TANTI.
BARROW
e VISIONI
Pov
Bella
Prima di
andare via da Forks, io e Leah passammo da casa mia, aspettammo che
Charlie
uscisse di casa per entrare nella mia camera.
Quando lo
vidi uscire, il fiato mi si bloccò in gola, ardeva e faceva
male, ma la
sofferenza maggiore era nel mio petto.
Sembrava
invecchiato di dieci anni, le rughe erano marcate e delle profonde
occhiaie gli
circondavano gli occhi.
Sarei tanto
voluta andare da lui e dirgli che stavo bene, in un certo senso, ma
sarebbe
stato pericoloso.
Aspettammo
che l’auto della polizia sparisse dall’orizzonte
per intrufolarci in casa.
La meta era
la mia stanza, entrammo dalla finestra che era abbassata ma senza la
sicura di
chiusura.
Quando
entrammo in casa non riuscì a resistere ad un ultimo giro
nelle stanze di
quella casa che tanto mi era mancata; una veloce perlustrazione e ci
rendemmo
conto che il caos regnava sovrano.
Le lattine
di birra vuote erano dappertutto, persino in bagno, una montagna di
piatti
sporchi riempivano il lavandino, il frigo era quasi completamente vuoto
e i
vestiti di Charlie erano sparsi per tutta la casa, la mia stanza era
intatta,
così come io stessa l’avevo lasciata, era
parecchio in disordine, ma
confrontata con il resto della casa era uno splendore.
Più
mi
guardavo intorno e più desideravo rimettere tutto a posto,
ma grazie a Leah
riuscì a resistere a quella tentazione.
Se al suo
ritorno Charlie avesse ritrovato tutto in ordine si sarebbe illuso di
trovarmi
in casa e avrebbe sofferto ancora di più quando invece non
mi avrebbe trovata.
Ero tornata
a casa solo per prendere i miei risparmi nascosti sotto il materasso e
qualche
ricambio, poi lasciammo Forks.
Avevamo
corso e camminato parecchio, fino a quando non trovammo un grazioso
paesino.
Da non
crederci, ma questo paesino era ancor più piccolo di Forks,
le case erano tutte
piccole strutture in legno, sembrava quasi stare nel villaggio della
Push.
Il nome de
paese era Barrow, è un comune del nord Alaska, il tempo qui
era come quello di
Forks, anzi qui per 65 giorni l’anno il sole non sorgeva mai.
Con i
risparmi che avevo preso a casa mia, affittammo un piccolo
appartamento,
avremmo potuto alloggiare in uno dei tre alberghi presenti in quella
città, ma
io e Leah cercammo di attirare il meno possibile
l’attenzione, anche se eravamo
diventate la novità; non volevamo essere viste come turiste
ma come parte
integrante della popolazione.
<<
Ma
non hanno mai visto una donna? >> Leah entrò
gridando e sbattendo la
porta.
Aveva
trovato un lavoro come cameriera in una locanda del paese che fungeva
da bar,
pub e ristorante.
Era
l’unica
a poter lavorare, io da quando eravamo arrivate mi ero chiusa in casa
senza
uscire mai, non potevo rischiare di far del male a qualcuno.
Erano poco
più ventiquattrore che avevamo preso casa in questo paesino
sperduto d’America
e già giravano pettegolezzi su di me e Leah, specie su di me.
<<
Cosa
è successo? >> chiesi quando vidi Leah
infuriata.
<<
Cosa
è successo? E me lo chiedi pure, in quella topaia sono tutti
degli arrapati! >>
sbraitò.
<<
Leah
mi dispiace che tu debba lavorare anche per me >> non mi
piaceva che lei
dovesse fare tutti questi sacrifici per me.
<<
Bella,
tu non ti puoi avvicinare agli umani per evitare eventuali danni, ma ti
giuro
che oggi il vero pericolo sono stata io per quel cretino
>> disse
sedendosi su una sedia della piccola cucina.
<<
Cosa
ti avrà fatto mai? >> chiesi
curiosa.
<<
Mi
ha palpato il sedere! >> disse infuriata,
<< Gli avrei voluto
staccare la mano a quel lurido, meno male che sono riuscita a
controllarmi,
altrimenti tutto il locale avrebbe visto un grande lupo strappare la
faccia a
morsi a quel maiale >>.
La guardai
stupita e dalla mia bocca uscì un risolino isterico, sapevo
benissimo che i
licantropi giovani non bisognava farli irritare molto, se si tiene alla
propria
incolumità.
<<
E
cosa hai fatto invece? >> chiesi .
<<
Beh
diciamo solo che per sbaglio il caffè bollente che avevo sul
vassoio si è rovesciato
sul cavallo dei suoi pantaloni >> disse ridendo, ormai la
furia si era
calmata.
<<
Leah
non mi dire che hai perso il lavoro >> quel lavoro ci
serviva, era una
fortuna averlo trovato subito appena arrivate in questo piccolo paesino
e i
miei risparmi non sarebbero durati in eterno e fino a quando io non
sarei
riuscita a controllarmi in presenza degli umani, lei avrebbe dovuto
lavorare
per entrambe.
<<
Certo
che no! Il proprietario si è scusato con me e ha cacciato il
cliente. Sai credo
di aver fatto colpo su di lui >> disse soddisfatta.
Erano
passati meno di due giorni da quando ci eravamo allontanate da Forks,
ma
entrambe ci sentivamo già più leggere e meno
sofferenti; ovviamente se ci
fermavamo a pensare a tutto ciò che ci aveva portato a
fuggire dal nostro paese,
la sofferenza veniva a bussare ai nostri petti, ma entrambe cercavamo
di
sopravvivere.
Tra me e
Leah era nato un sorto di strano legame, non ci amavamo come sorelle,
ma non ci
odiavamo nemmeno, era un compromesso più che soddisfacente
pensando alle nostre
condizioni di nemici naturali.
Persino i
nostri corrispettivi odori non provocavano più fastidio.
Anzi mi ero
talmente abituata al fastidioso cattivo odore di Leah, che ora il
pulsare del
suo cuore e il suo calore iniziavano a stuzzicare la mia sete.
<<
Leah,
io dovrei andare a caccia >> dissi quasi vergognandomi.
<<
Ok
allora dovremmo organizzarci, qui la notte fa davvero freddo, a volte
si
toccano i meno quaranta gradi e credo che anche con la mia elevata
temperatura
corporea avrei freddo >> mi rispose Leah tranquilla.
<<
Io
non soffro il freddo, quindi potrei andare da sola,e poi qui non
c’è
vegetazione, se ti trasformassi in lupo per te sarebbe difficile
nasconderti
nell’eventualità che incontrassimo qualcuno e
comunque qualcuno potrebbe
notarti >> dissi pensando ad un piano alternativo.
<<
Allora
come dovremmo fare? >> anche lei cercava ad
un’altra opzione, ma l’unica
che mi veniva in mente era solo una, sarei dovuta andare da sola.
<<
Credo
che dovrò andare da sola >> dissi.
<<
E
se incontrassi qualche umano? >> era strano sentir
parlare degli umani
come una terza specie esistente.
<<
Beh
hai detto che persino tu avresti freddo alle alte temperature notturne
di
questo posto, quindi non credo che qualcuno andrà in giro di
notte >> affermai
sicura.
<<
Credo
che tu abbia ragione, ma per sicurezza ti accompagnerò fuori
dal centro abitato
e poi potrai andare a caccia >> parlava della mia caccia
con una certa
naturalezza, e questo mi sorprese.
<<
Ok,
quindi tra paio d’ore andiamo. Mi chiedevo che cosa
dovrò cacciare da queste
zone >> qui la vegetazione consisteva ad un po’
d’erba oche nasceva ogni
tanto.
<<
Beh,
ho sentito alla locanda che in questo periodo stanno avendo problemi
con gli
orsi polari, il paese è pieno di cartelli che dicono
“Pericolo: Orsi Polari”,
quindi credo che tu possa puntare su di loro. Solo una raccomandazione,
stai
lontana dalla base militare è piena di telecamere
>> mi disse Leah.
La sua
preoccupazione per me sembrava reale.
<<
Leah
non dirmi che sei preoccupata per me e inizi a volermi bene
>> le dissi
scherzando.
<<
Ma
che dici, è solo che è una base militare che fa
esperimenti, non voglio che mi
prendano per degli assurdi esperimenti >> concluse
facendomi l’occhiolino
e sorridendomi.
Era davvero
bella quando sorrideva e la vedevo decisamente migliorata dalla
lontananza del
resto del branco.
<<
Io
vado a farmi una doccia, puzzo di patatine fritte >> e si
annusò i
vestiti.
<<
Ecco
perché il tuo odore mi ha messo un certo appetito
>> dissi scoprendo i
denti affilati.
<<
Non
ci provare succhiasangue, lo sai che in un istante ti metterei alla
brace >>
disse con un ghigno maligno e sparì dietro la porta del
bagno.
Sentivo che
lontane dal nostro mondo, lontane dalle nostre sofferenze, ma unite
soprattutto
da esse, io e lei stavamo istaurando un rapporto che forse potevo
chiamare
d’amicizia e ne ero realmente felice.
Decisi di
cucinarle qualcosa da mettere sotto i denti.
Quando
uscì
dal bagno si sedette subito a tavola e divorò tutto quello
che avevo preparato,
ero sicura che il suo appetito ci avrebbe mandato alla rovina.
<<
Ehi
vampira devo dire che non hai perso la mano in cucina >>
<<
E
io lupa devo dire che il tuo stomaco non si è ristretto con
il freddo >>
Entrambe
scoppiammo a ridere.
<<
Beh
forse è ora che anche io vada a mettere qualcosa sotto i
denti >> dissi
pacata, anche se la gola bruciava e la sete si faceva sentire con o
senza
stimoli.
<<
Prendo
qualcosa di pesante e ti accompagno >> disse Leah.
Ci avviammo
al confine della città e come avevo previsto, per le strade
del paese non
girava nessuno e anche la maggior parte delle case avevano la luce
spenta,
segno che gli abitanti dormivano.
<<
Bene
ci lasciamo qui, buona caccia >> detto questo corse ad
una velocità molto
più che umana verso il nostro appartamento.
Chiusi gli
occhi e alzai il naso al cielo, presi un bel respiro e mi concentrai
sugli
odori.
Il freddo li
copriva, come il vento copriva il suono dei cuori che pulsavano.
Nonostante
ciò io li percepivo tutti, soprattutto quelli umani che
provenivano dal paese
alle mie spalle.
Iniziai a
correre per addentrarmi in quel deserto bianco, la neve e il ghiaccio
ricoprivano tutto.
Mentre
correvo un profumo mi attirava verso la costa.
Arrivai
fulminea e vidi ciò che mi attirava, era una distesa di
dolci e tenere foche.
Il battito
dei loro cuori era come un orchestra che suonava per me.
Il veleno
invase la mia bocca, facendomi sentire il sapore metallico che non
amavo, ma
più mi avvicinavo a quegli animali e più capivo
che sarebbe stato come nutrirsi
di un cagnolino.
Ma la sete
reclamava e pulsava talmente forte che tutti i miei moralismi prima o
poi
sarebbero stati battuti da necessità più forti e
fatto prevalere la legge della
sopravvivenza del più forte.
I miei
discorsi furono interrotti dall’agitazione che
s’impadronì velocemente delle
foche, tutte scappavano in ogni direzione, possibile che si fossero
accorte di
me e del pericolo?
La risposta
alla mia domanda arrivò quando un profumo più
dolce di quelle delle foche
arrivò al mio naso, misi a fuoco la direzione da cui
proveniva quel profumo e
lo vidi, un gigantesco orso polare che aveva ucciso con
un’unica zampata una
grande foca.
Per un
attimo fui intimorita dalla sua mole, ma la sete e la fame liberarono
il mostro
che era in me e mi lasciai guidare dal puro istinto.
In un attimo
mi scagliai contro l’orso che cercava di liberarsi dalla mia
presa, i suoi
artigli affondarono nella mia giacca lasciando un segno evidente del
loro
passaggio, i suoi denti cercavano invano di mordere la mia spalla e
proprio nel
momento del suo ennesimo tentativo di morderla, io affondai con estrema
facilità i miei denti nel suo collo ricoperto da una spessa
pelliccia.
Quando bevvi
fino all’ultima goccia del suo sangue lasciai cadere il corpo
dell’orso e mi
avventai sul corpo della foca che ormai giaceva a terra morta, infondo
non
l’avevo uccisa io e sarebbe stato uno spreco lasciarla
lì, era una pietanza che
insisteva nell’essere consumata e la mia sete non se lo fece
ripetere due volte.
Il sapore
dell’orso era dolcissimo, mentre quello della foca messo a
paragone era agre.
<<
Ecco
come rovinare uno spuntino perfetto >> dissi a me stessa,
ma almeno così
avevo placato la mia sete, mi sentivo bene e sazia fino a scoppiare.
Esaminai i
danni che avevo procurato con la caccia, ma oltre i miei vestiti e i
due
cadaveri, niente era fuori posto, dovevo sbarazzarmi comunque delle
prove dei
crimini, mi avvicinai ad una lastra di ghiaccio e con un pugno
aprì un varco
abbastanza grande per far passare il corpo della foca, la sua carne
sarebbe
stato cibo per qualche orca, avrei fatto la stessa cosa con
l’orso, ma sapevo
che la sua pelliccia era molto pregiata, quindi provocandogli qualche
altra
ferita da combattimento lo issai in spalla e mi incamminai verso il
paese,
prima di entrarci però lasciai l’orso nelle
vicinanze di qualche abitazione in
periferia, e guardandolo per un ultima volta mi congratulai con me
stessa,
sembrava davvero che fosse ferito come in un combattimento fra due orsi.
Era quasi
l’alba
e mi affrettai nel rientrare in casa, gli umani si sarebbero svegliati
da lì a
poco e non volevo rischiare.
<<
Bella
ma cosa hai combinato ai tuoi vestiti >> mi disse Leah
appena entrai in
casa.
<<
Sei
già sveglia vedo >> le dissi io sperando di
cambiare discorso.
<<
Si
sono già sveglia, se gli ordini non sono cambiati da quando
siamo andate via, a
quest’ora Seth è di guardia e vorrei mettermi in
contatto con lui. Ma non
cambiare discorso, cosa ti è successo? >> ecco
non ci ero riuscita.
<<
Beh
possiamo dire che ho avuta una discussione accesa con un orso polare
>>
dissi ridendo e guardai meglio la mia giacca che ormai era da buttare
via.
<<
Bene,
quindi credo che ora tu debba andare a fare compere >>
<<
Leah
lo sai che non posso, per ora ho ricambi sufficienti >>
le dissi
<<
Ma
non hai una giacca o comunque un giubbotto pesante e se ti vedesse la
gente
senza uno di questi indumenti potrebbe insospettirsi; non ti
preoccupare andrò
io a comprarteli >> mi disse Leah.
<<
Ok,
ma ora dimmi perché vuoi metterti in contatto con Seth?
>> questa era un
argomento più importante.
<<
Sono
andata via senza dire niente, vorrei sapere come vanno le cose e come
sta mia
madre e l’ultima volta che mi sono trasformata è
stato durante il viaggio e
l’unico con cui ho parlato giusto un po’
è stato…Jacob >> mi disse
abbassando gli occhi.
Quindi lei
sapeva cosa era successo. Questo dubbio mi attanagliava da quando
eravamo
partite e ora avevo una risposta.
<<
Cosa
vi siete detti? >> dissi un po’ titubante.
<<
Quando
ha capito che ci stavamo allontanando da Forks, mi ha chiesto di
chiederti
scusa e di convincerti a tornare, ma io gli ho spiegato che forse
sarebbe stato
meglio per entrambe
allontanarci per un
po’ e lui ha capito e si è ritrasformato per non
sapere dove ci saremmo dirette
>> mi raccontò Leah.
<<
Va
bene, ma ora gli dirai dove siamo? >> avevo paura che
sarebbe venuto a
cercarmi.
<<
No,
sono brava a tenere a bada i miei pensieri e nascondere ciò
che voglio, quindi
dirò solo che stiamo bene >> disse sicura.
<<
Va
bene, ti lascio un po’ di privacy, io vado a farmi una doccia
>> e detto
questo mi avviai verso il bagno.
Appena
chiusi la porta senti lo strappo sordo che annunciava la
trasformazione, si era
trasformata in casa, il luogo più sicuro in questo paesino
sperduto.
POV ALICE
La versione
ufficiale per la popolazione di Forks, era che la famiglia Cullen era
ritornata
perché la moglie del dottore Cullen non si trovava bene
nella nuova città in
cui si eravamo trasferiti.
Io ed Edward
avevamo ripreso la scuola, mentre Jasper, Emmett e Rosalie per gli
ingenui
umani erano al college, e sarebbe stato così se la
situazione non fosse stata
così critica.
Da quando
Bella si era rifugiata nel territorio dei Quiliute io e gli altri non
sapevamo
più niente di lei, nessun lupo si era fatto avvicinare di
noi e tutti i lupi
del branco di Jacob avevano l’obbligo di non pensare a lei e
così anche il
potere di Edward era inutile.
Edward era
diventato intrattabile, si trascinava a lezione per salvare le
apparenze, ma si
escludeva da tutto e da tutti per non leggere i loro pensieri su Bella
e su
tutta la situazione.
Per un
attimo ieri ho temuto per la vita del piccolo e insulso Mike Newton,
che aveva
mentalmente accusato Edward della scomparsa di Bella.
Edward gli
si era avvicinato con sguardo minaccioso ma non fece altro che
guardarlo in
cagnesco ad un palmo dal suo naso.
Tutta la
famiglia non sapeva che fare, ogni giorno avevamo paura di avere la
notizia di
qualche altro disperso, non sapendo se poi sarebbe stata colpa di
Victoria o di
Bella.
Edward si
era dato anima e corpo alla caccia di Victoria e noi tutti lo
aiutavamo, ma
quella vampira aveva una certa dote di sfuggirci pochi secondi prima
che noi
l’avvicinassimo.
La
situazione peggiorava giorno per giorno e non sopportavo più
vedere il mio
Jasper chinato alle sofferenze di Edward e alle preoccupazioni del
resto della
famiglia.
<<
Basta
Jazz, io vado da quei cani pulciosi, a costo di infrangere il patto mi
devono
delle risposte o mi devono far parlare con Bella >>
esclamai
all’improvviso.
<<
Vengo
con te, anche se credo che non caverai un ragno dal buco
>> mi rispose
Jasper.
Anche io ero
insicura di questa missione che avevo deciso di intraprendere, senza le
mie
visioni mi sentivo inutile.
Arrivammo al
confine e senza sprecare un solo istante gridai.
<<
JACOB
BLACK, VIENI SUBITO QUI O VERRò A PRENDERTI IO
>>
In pochi
secondi vedemmo avanzare quattro grandi lupi, poi uno di loro poco
prima di
arrivare si fermò dietro un cespuglio e ci raggiunse sotto
forma umana affiancato
dai tre lupi.
<<
Cosa
volete ancora? >> disse quasi ringhiando.
<<
Devo
parlare con Bella, subito! >> dissi con un velo di
minaccia.
<<
Anche
volendo questo non sarà possibile >> mi disse
lui con un ghigno stampato
in volto.
<<
Come
sarebbe a dire? >> rispose il mio Jasper.
<<
Non
si trova a La Push >> disse sempre con il suo sorrisetto.
<<
In
che senso? Bella è a Forks? >> chiesi sorpresa.
<<
No
non è neanche a Forks >> rispose lui.
<<
Razza
di cane pulcioso dimmi dov’è… non dirmi
che ve la siete fatta scappare e ora
lei è in giro da sola >> dissi infuriata.
<<
Non
è qui e non è a Forks, ma non so dove sia e
comunque anche se lo sapessi di
certo non ve lo direi mai >> con questa risposta mi fece
perdere la
pazienza.
<<
Razza
di licantropo da quattro soldi, hai osato lasciar libera Bella,
è una neonata! >>
e cercai di
aggredirlo, ma prima che lo
facessi Jasper mi bloccò e i lupi iniziarono a ringhiare.
<<
Primo
lei non era nostra prigioniera, secondo lei sarà anche una
neonata ma se
controllarsi e terzo lei non è sola altrimenti
l’avresti vista andar via >>
e il sorriso sul viso di Jacob si spense.
Il suo
discorso non faceva una piega e da quello che aveva detto conosceva
anche i
miei poteri.
Il mio
nervosismo veniva placato da Jasper che diffondeva serenità
e calma.
<<
Sappiamo
calmarci da soli, quindi gira alla larga con i tuoi poteri
>> disse Jacob
indicando Jasper.
Questo lupo
in quei pochi giorni che ci era stato vicino aveva appreso da noi
parecchio.
Mi bloccai
all’improvviso, i lupi davanti a me sparirono dalla mia
vista, rimasi immobile
per parecchio tempo in balia della mia visione, qualcosa di tremendo
stava per
succedere, Bella doveva tornare al più presto.
Quando mi
ridestai dalla visione Jasper mi prese il viso tra le sue mani.
<<
Alice,
dimmi cosa hai visto? >>
<<
Victoria
>> dissi quasi tremando.
|
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Capitolo 18 *** capitolo 18 ***
RAGAZZE
AVEVO QUESTO
CAPITOLO INCOMPLETO E PER PRENDERMI UN POò DI SVAGO DAI
LIBRI UNIVERSITARI HO
PENSATO DI COMPLETARLO E PUBBLICARLO…PER ORA CREDO CHE
QUESTO CAPITOLO SARà L’UNICO
AD ESSERE PUBBLICATO… RIPRENDERò IL 12 DI OTTOBRE
DOPO AVER FATTO GLI ESAMI.
SPERO
VI PIACCIA.
BUONA
LETTURA.
RITORNO
POV
EDWARD
Erano quasi
due settimane che non avevo notizie di Bella.
Lei non mi
aveva cercato e io non avevo insistito, sapevo che se avesse voluto
parlare con
me mi avrebbe sicuramente contattato.
Più
passava
il tempo e più mi convincevo di aver fatto lo sbaglio
più grande al mondo, di
aver preso una decisione pessima e che mi meritavo tutta questa
sofferenza.
Infondo
l’avevo lasciata senza preavviso, procurandole un dolore
enorme.
Per colpa
mia aveva perso la sua anima, l’avevo lasciata senza
protezione in un campo
minato.
L’avevo
persa per sempre.
Ero stato
così stupido da lasciare l’unica persona al mondo
che aveva risvegliato questo
mio cuore morto e ora lei non sarebbe più tornata da me, non
mi avrebbe più
amato, forse lei ora amava Jacob Black.
In queste
due settimane mi ero ridotto ad uno straccio e ora si che potevo essere
il
protagonista per un film horror; mi trascinavo a scuola per salvare le
apparenze, mi nutrivo per necessità e rimanevo con la mia
famiglia lo stretto
necessario per non farli preoccupare molto, ma dai loro pensieri capivo
che non
l’ingannavo per niente, specie se tra la mia famiglia
c’era Jasper che
percepiva i miei stati d’animo.
L’unica
cosa
che facevo con passione in questi giorni era dare la caccia a Victoria.
Doveva
pagare per ciò che aveva fatto alla mia Bella, era per colpa
sua che Laurent
era venuto qui a Forks.
I primi
giorni dal nostro arrivo avevamo sentito spesso la sua scia, avevamo
cercato di
prenderla ma ci sfuggiva sempre.
Ma ora
è da
una settimana che non si fa viva da queste zone, secondo Jasper dopo
aver
sentito e visto la nostra presenza ha rinunciato al suo intento, ma non
per
questo continuerà a vivere e io a rinunciare a darle la
caccia; Victoria doveva
morire.
Non avendo
neanche più la caccia come svago, passavo l’intera
giornata a pensare a lei,
unico motivo per cui sono ancora qui a Forks.
Mi mancava
terribilmente, mi mancano i suoi occhi ormai non più
castani, mi mancano le sue
labbra, il suo viso a cuore, i suoi lunghi capelli castani e mi manca
la sua
vicinanza.
Le ultime
notti le ho trascorse nella sua cameretta a casa di Charlie,
lì il suo profumo
era ancora presente anche se in forma molto lieve, ma per come mi era
mancato
io lo percepivo forte e ad ogni respiro era come ricevere una pugnalata
al
petto, per la consapevolezza che non avrei mai più sentito
questo dolce profumo
umano, non avrei mai più visto le sue guance diventare rosse
per la timidezza,
non avrei mai più udito il dolce suono del suo cuore che
batteva frenetico ad
ogni mia carezza, quel suono aveva la capacità di calmarmi e
non avrei mai più
sentito le sue calde carezze.
Ma avrei
rinunciato a tutte queste sue qualità umane molto volentieri
se solo lei fosse
venuta da me a dirmi che mi perdonava e che mi amava ancora, almeno un
po’ di
quanto io amavo lei.
E se solo
fosse tornata da me, mi sarei fatto perdonare tutto il dolore che gli
avevo
inflitto.
Avevo
deciso, basta piangere sul latte versato, l’avrei cercata,
supplicata,
dichiarato nuovamente il mio amore.
Sicuro della
mia decisione corsi in direzione del confine di La Push.
Durante il
tragitto sentì la scia di mia sorella Alice e Jasper che
andavano nella stessa
direzione.
Le seguii e
mentre mi avvicinavo iniziavo a sentire i loro pensieri, non erano
soli,
stavano parlando con i licantropi e ancor prima di capire di cosa
stessero
parlando una visione di Alice mi catturò dentro immagini di
avvenimenti che
ancora dovevano accadere.
Victoria
stringeva la mano ad un ragazzo biondo e dietro di lei ci stavano due
donne e
sei uomini che la seguivano, eseguendo tutti i suoi ordini.
Erano in
Alaska e stavano parlando con in clan dei Denali, coloro che
consideravamo come
cugini.
Con
l’inganno ce li aveva messi contro, dicendo che Laurent era
stato ucciso dai
licantropi solo perché era andato a trovare una sua vecchia
amica umana e lei
voleva vendicare la morte del suo caro amico, ma non poteva
perché noi Cullen
eravamo tornati e preferivamo difendere i licantropi piuttosto che
appoggiare
la famiglia.
Faceva leva
sul sentimento che Irina provava nei confronti di Laurent.
Insisteva
col dire che l’uccisione di Laurent era ingiustificata e che
Bella fosse ancora
viva, ma noi la nascondevamo facendole credere che Laurent
l’avesse uccisa.
Voleva
uccidere tutti i licantropi e noi Cullen, se noi ci fossimo messi in
mezzo.
La famiglia
dei Denali aveva creduto alla sua menzogna e tra due giorni qui a Forks
ci
sarebbe stata una guerra.
<<
Victoria
>> esclamò mia sorella Alice.
In quel
preciso istante la raggiunsi.
<<
Alice
l’ho visto anche io, ma sistemeremo tutto prima che succeda
l’irreparabile >>
le dissi cercando di tranquillizzarla, lei voleva bene alle nostre
cugine e non
osava neanche pensare di doversi battere con loro.
<<
Alice,
Edward, cosa succede? >> ci chiese Jasper che ancora non
sapeva.
<<
Victoria
ha convinto Tanya, Irina, Kate, Carmen ed Eleazear che i licantropi
abbiano
ucciso Laurent solo perché era venuto a trovare una sua
vecchia amica umana,
Bella, e che noi la nascondiamo sana e salva per farle credere che
invece lui
l’abbia uccisa così da proteggere i licantropi; ha
organizzato un piccolo
esercito di neonati per attuare la sua vendetta su tutti noi
>> spiegò
Alice a Jasper.
<<
Basterà
che Bella si mostri a loro per risolvere questo malinteso
>> disse calmo.
<<
Questo
non sarà possibile >> la voce di Jacob mi fece
voltare verso di lui e il
resto del branco a cui non avevo ancora degnato di uno sguardo.
<<
Cosa
vorresti dire che preferiresti far scoppiare una guerra invece di dire
a Bella
di uscire dal tuo territorio? >> dissi furioso e quasi
ringhiando.
<<
Edward,
quello che vuole dire e che Bella è andata via da Forks
>> mi disse
Jasper mettendomi una mano sulla spalla per calmarmi.
Non credevo
a ciò che avevo sentito, ma le immagine nella mente di Jacob
parlavano chiare,
Bella era andata via.
<<
Perché?
>> chiesi furioso rivolto a Jacob.
Mi bastarono
i suoi pensieri come risposta, mi colpirono come pugni nello stomaco e
arretrai
impercettibilmente, come ad allontanarmi da quell’immagine
dolorosa.
Il loro
bacio mi bruciava dentro, faceva male.
Poi lei era
fuggita dalla sua presa e gli chiedeva scusa perché non
poteva farlo illudere,
perché era ancora innamorata di me e credeva che io non
l’amassi.
Dopo le
fiamme della gelosia che mi bruciavano alla visione di quel bacio,
quelle sue
ultime parole erano come un piccolo ma fresco sollievo, che fecero
accendere in
me una piccola speranza.
<<
Bisogna
ritrovarla al più presto >> fu Alice a
risvegliarmi dai miei pensieri e
distogliermi da quelli di Jacob.
<<
Se
lei non è qui, significa che non vuole stare qui! Se
è scappata, significa che
vuole stare sola, lontana da tutti noi >> con molto
dolore Jacob comprese
anche se.
<<
Se
il problema sono degli stupidi vampiri che vogliono affrontare il mio
branco si
facciano pure avanti, non abbiamo paura di loro >>
concluse Jacob.
<<
Idiota,
quattro cuccioli come voi non ce la faranno mai contro sei vampiri
esperti e
nove neonati fortissimi, sarete sterminati prima che possiate rizzare
il pelo;
noi vi aiuteremo ma la famiglia dei Denali non si tocca, voi non la
toccherete
perché sarà come infrangere il patto; quindi
l’unica cosa da fare è trovare
Bella e farla tornare a Forks entro due giorni al massimo
>> disse Alice
uscendo il suo lato malefico.
Il pensiero
di uno dei lupi mi colpì.
Il lupo in
questione si chiamava Seth, parlava con sua sorella a sere alterne da
quando
lei era fuggita con Bella, però non gli aveva mai detto dove
si trovavano.
<<
Jacob
Black, capisco tutto l’odio che provi per la nostra razza, ma
qui parliamo di
una guerra inutile, dove ci potrebbero essere perdite da entrambi i
fronti e
non credo che tu voglia che qualcuno dei tuoi non torni più
dalla sua famiglia.
Quindi per una volta metti l’orgoglio da parte e fai tornare
Bella a Forks >>
cercai di parlargli il più calmo possibile.
<<
Non
posso obbligarla >> mi rispose Jacob ormai rassegnato.
<<
Non
ce né bisogno, le basterà che le spieghi la
situazione e sarà lei a tornare
>> fu Alice a rispondergli, la conosceva bene e sapeva
che lei ci avrebbe
aiutato.
<<
Un’ultima
cosa, credo che Victoria con o senza l’aiuto dei Denali
combatterà lo stesso;
vuole a tutti i costi la sua vendetta, altrimenti non avrebbe creato il
suo
piccolo esercito di neonati, quindi noi tra tre ore al massimo ci
incontreremo
per allenarci a battere i neonati, se volete potete assistere agli
allenamenti
che faremo a sei
chilometri a ovest di
qui>> Jasper aveva già pensato a tutto, lui
era stato un gran soldato e
aveva gestito grandi eserciti di neonati prima di unirsi alla nostra
famiglia.
Con un solo
cenno della testa Jacob ci diede il suo assenso, mentre noi corremmo in
direzione di casa nostra per mettere al corrente la nostra famiglia.
Arrivati a
casa mettemmo al corrente tutta la famiglia dei piani di Victoria,
tutti
eravamo preoccupati per l’eventuale scontro con i Denali,
l’unico felice in
tutta questa situazione era Emmett, che non vedeva l’ora di
potersi battere
liberamente contro qualche vampiro.
Tre ore dopo
eravamo in un grande spiazzale ad allenarci per il combattimento, i
lupi ci
guardavano da lontano senza però allenarsi con noi.
Erano
presenti sia il branco di Jacob, che il branco di Sam, erano arrivati
ad una
tregua per il bene della popolazione.
Seth aveva
avuto l’ordine di parlare con sua sorella appena si fosse
trasformata per dare
sue notizie, era l’unico con il quale Leah voleva parlare,
quindi nessun altro
sarebbe stato d’aiuto, neanche Jacob il suo Alfa.
Gli
allenamenti terminarono e ci demmo appuntamento con i lupi per il
giorno
seguente.
Pov
Bella
La
vita qui a Barrow trascorreva tranquilla con la solita
routine, la notte andavo a caccia, la mattina Leah andava a lavorare
mentre io
mi occupavo delle faccende domestiche, poi la sera cucinavo per lei e
dopo cena
un giorno si e un giorno no, Leah si trasformava per dare sue notizie a
suo
fratello.
Quella
sera quando dopo cena Leah si trasformò la vidi
molto agitata, cercavo di capire dai suoi ringhi e piccoli ululati cosa
stesse
succedendo, una brutta sensazione si impadronì di me.
Leah
quella sera tornò molto velocemente umana, e quando
lo fece il suo viso era una maschera di preoccupazione.
<<
Bella dobbiamo tornare, subito! Abbiamo meno di
ventiquattro ore per tornare a Forks >> disse prendendomi
dalle spalle e
scuotendomi.
<<
Leah calmati e spiegami cosa è successo >>
ora iniziavo ad essere agitata.
<<
Victoria ha organizzato un esercito per
vendicarsi di te e dei Cullen e ha coinvolto un’altra
famiglia di vampiri che i
Cullen conoscono, ingannandoli e dicendo che vuole vendicare il suo
amico
Laurent.. Bella dobbiamo tornare, devo proteggere mio fratello, mia
madre, la
mia tribù >> mi disse disperata.
<<
Leah torneremo, ma non capisco perché la
famiglia dei Denali si è alleata con lei >>
era l’unica altra famiglia
che sapevo esistere oltre quella di Carlisle.
<<
Ha fatto credere che Laurent ti era venuto solo
a trovare e che non ti ha ucciso e che loro ti nascondono per farti
credere
morta e giustificare l’uccisione di quel maledetto vampiro
>> il tono di
Leah toccava l’isterismo.
<<
Svelta allora andiamo >>
Prendendo
le nostre poche cose lasciammo quella casa e
quel piccolo paese che ci aveva donato serenità e
tranquillità per sole due
settimane.
I
guai mi perseguitavano ed ero stata un’illusa a pensare
che potessi liberarmi del passato; prima o poi quel passato
verrà sempre a
cercarti.
Corremmo
più veloci che potevamo, ma la strada era tanta,
ci avevamo impiegato un giorno ad arrivare a Barrow, ma dovevamo
impiegarci
meno di un giorno per tornare a Forks.
Dovevamo
farcela, tra poche ore ci sarebbe stata una
guerra e non volevo che qualcuno morisse per colpa mia.
POV
EDWARD
A quanto
diceva Jacob Bella e Leah erano partite per far ritorno a Forks, ma non
sarebbero mai riuscite ad arrivare prima di Victoria, quindi ci
dovevamo
preparare al peggio.
Nonostante
l’eminente lotta che sarebbe avvenuta di lì a
poche ore, sentivo dentro di me
una strana gioia.
Tra poche
ore l’avrei rivista e questo faceva passare in secondo piano
la preoccupazione
della lotta.
<<
Edward
tra meno di un’ora saranno qui, dobbiamo andare
>> mi disse Alice
entrando nella mia stanza.
Arrivammo
allo spiazzale che ci era servito per gli allenamenti, volevamo
attirare la
loro attenzione lontano dalla città.
Lì ci
attendevano già i lupi che appena ci videro scattarono in
piedi.
“ Ehi
succhiasangue, sarebbe meglio
se noi memorizzassimo i vostri odori, così in caso di lotta
eviteremo di
confonderci e attaccare voi..anche se non mi dispiacerebbe per sbaglio
staccarti la testa a morsi ” fu il pensiero
di Jacob a cui non diedi molto peso alla
seconda parte di pensiero.
<<
Carlisle,
i licantropi vorrebbero memorizzare i nostri odori per facilitare la
lotta >>
mi rivolsi a Carlisle, ma lo avevo detto a tutti.
<<
Va
bene, potete avvicinarvi >> disse Carlisle.
A fila
indiana tutti i lupi a turno ci annusarono ad uno, ad uno, per poi
aprirsi ad
un semicerchio affianco a noi giusto pochi istanti prima della comparsa
di
Victoria e i suoi seguaci seguiti dalla famiglia dei Denali.
<<
Eleazear,
Carmen, Tanya, Kate…Irina, cari miei, mi fa piacere
rivedervi, anche se a causa
di un inganno >> disse
Carlisle
calmo e pungente.
Udita la
parola inganno Victoria parlò.
<<
Di
quale inganno parli, forse di quello con cui avete soggiogato la
fiducia della
vostra famiglia? >> disse con malignità
indicando con la mano l’intera
famiglia Denali.
<<
Come
osi parlare di famiglia tu che non sai nemmeno cosa significa
>> dissi ringhiando.
<<
Edward,
vediamo con i nostri occhi da che parte state >> e con
aria disgustata
Eleazear guardò i lupi al nostro fianco.
<<
Eleazear
ti sbagli, noi siamo qui per evitare uno scontro inutile
>> fu Carlisle a
rispondere.
<<
Come
potete dire questo, come potete proteggere gli assassini del mio
Laurent >>
il grido di Irina era colmo di rabbia.
<<
Laurent
non era innocente! >> mi dispiaceva per il suo dolore, ma
Laurent aveva
meritato la morte.
Un ringhio
acuto provenne da Irina.
<<
Irina
per favore ascoltami, Edward ha ragione, Laurent non era innocente, vi
ingannava, nell’ultimo mese ha fatto strage di umani qui a
Forks e ha quasi
ucciso l’umana che faceva parte della nostra famiglia
>> Alice cercava di
spiegarle l’accaduto ma continuava a ringhiare e aveva
assunto la posizione di
attacco.
Per ora le
sue sorelle Kate e Tanya la bloccavano tenendo le loro mani sulle sue
spalle.
<<
Non
è possibile…da noi si è cibato sempre
di animali >> disse Tanya con la
voce velata di dubbio.
<<
Che
significa poi che ha quasi ucciso l’umana >>
chiese Kate cercando una
spiegazione più approfondita.
<<
Laurent
era venuto qui per fare un favore a Victoria, voleva che lui
controllasse per
lei se noi proteggessimo ancora l’umana, voleva vendicarsi su
di lei per
l’uccisione del suo James. Anche James l’anno
scorso ha tentato di uccidere
Bella, ma c’eravamo noi a proteggerla, poi noi siamo andati
via e sapete anche
il motivo e quando Laurent ha incontrato Bella nel bosco l’ha
attaccata e se
non fosse stato per loro
– dissi
indicando i licantropi – Bella sarebbe morta >>
spiegai loro nella
maniera più convincente.
Ora anche
Irina aveva smesso di ringhiare e nelle loro menti si insediava il
dubbio di
chi dicesse la verità.
Se Laurent
li avesse realmente ingannati fingendosi vegetariano quando invece
continuava a
cibarsi di umani, neanche loro lo avrebbero perdonato e di certo non
avrebbero
combattuto con noi o con i lupi che avevano fatto la cosa giusta
proteggendo un
umano.
<<
MENZOGNE!!
Come potete credergli..Irina lui ti amava e non ti avrebbe mai
ingannata,
voleva bene a tutti voi! Se fosse come dicono loro, perché
l’umana non è con
loro? Perché non ci mostrano che è viva e che sta
bene? Perché non c’è lei a
raccontare la sua versione dei fatti? >> Victoria aveva
capito che stava
perdendo il controllo della situazione.
<<
Cercavi
forse me? >> al centro dello spiazzo atterrò
dolcemente e con molta
grazia il mio angelo.
<<
Finalmente!
>> un sorriso malefico comparve sul volto di Victoria,
nello stesso
momento in cui lessi le intenzioni di Victoria nella sua mente, Alice
ebbe la
visione del suo piano.
Aveva
pensato a tutto, ma senza mai decidere niente, aveva raggirato il mio
potere e
quello di mia sorella da vera esperta.
Solo ora mi
rendevo conto delle posizioni che avevano preso i neonati di Victoria;
si erano
posizionati ognuno dietro un membro della famiglia Denali.
<<
Ora!
>> e al suo ordine bloccarono Kate, Tanya, Irina,
Eleazear e Carmen.
<<
Attenz..
>> ma ancor prima che potessi terminare il mio
avvertimento il neonato
che bloccava Irina, l’aveva già fatta a pezzi e
dato fuoco con un accendino a
benzina.
<<
NOOOoooo!!
>> fu il grido straziante delle sue sorelle che si
dimenavano per cercare
di liberarsi dai loro esecutori.
Stavano per
fare la stessa fine.
<<
E
ora se non volete perdere altri membri della vostra famiglia vi
conviene
collaborare e tu Kate tieni a bada il tuo potere >> disse
Victoria
guardandoci ad uno ad uno.
Poi si
soffermò a guardare Bella che era al centro dello spiazzo,
lontana sia da lei
che da noi.
<<
È
una vera sorpresa non trovarti più umana, ora mi spiego
perché non trovavo più
tracce del tuo odore, pensavo ti avessero nascosta altrove e invece a
quanto
pare la tua amica veggente diceva la verità su quel che ha
fatto Laurent e devo
dire che ora sono contenta anche io che quei cani ti abbiano salvata e
ucciso
quel traditore >> dai licantropi provennero i loro ringhi
minacciosi.
<<
Calma
bestiacce… >> disse Victoria.
Dopo aver
sondato la mente di tutti i suoi alleati decisi di intervenire.
<<
Raley
– guardando il ragazzo biondo al fianco di Victoria
– sai almeno perché tu e
gli altri state facendo tutto ciò? Vi sta usando per
vendicarsi della morte del
suo unico amore James, tu non sei niente per lei >>
Il ragazzo
la guardò per una conferma.
<<
Ti
avevo parlato dei loro giochetti mentali, non credere a ciò
che dicono, io amo
solo te >> e concluse accarezzandogli il viso nella
dimostrazione d’amore
più falsa che abbia mai visto.
In quel
momento il mio sguardo incrociò quello di Bella che si era
voltata a guardarmi.
Un lieve
sorriso comparve sul suo viso.
Era come se
il mio cuore avesse ripreso a battere.
“
Edward ha deciso di tornare da te ” il pensiero di
mia sorella Alice mi
rese felicissimo.
<<
Dimmi cosa vuoi e facciamola finita >>
disse Bella audace come non l’avevo mai vista.
<<
Il
mio piano ha funzionato a meraviglia, sapevo che i vostri stupidi
legami
avrebbero fatto accadere tutto questo. Pur di evitare uno scontro
inutile ti
avrebbero fatto uscire dal tuo nascondiglio e non mi
sbagliavo… poi che domanda
stupida, io voglio TE>> e i suoi occhi si infiammarono.
Non
sapevamo come comportarci, il clan dei
Denali erano ancora bloccati e rischiavano di essere uccisi in pochi
istanti.
Kate e Tanya
guardavano tristi le fiamme in cui bruciavano i resti della sorella.
Si
incolpavano per aver dubitato di noi.
<<
Se
è me che vuoi vieni a prendermi >> le parole
di Bella mi terrorizzarono.
Ora era una
vampira e per di più neonata, ma era inesperta di
combattimento; rischiava di
essere fatta a pezzi nonostante la sua forza e noi non potevamo
muoverci.
<<
Questo
è un invito che accetto più che volentieri
>> e Victoria si acquattò in
posizione d’attacco e scattò verso Bella che
assunse una posizione di difesa.
<<
Ora
Leah!! >> gridò Bella.
SONO
DAVVERO MOLTO TRISTE…
I COMMENTI DIMINUISCONO SEMPRE…CAPISCO CHE ORA CHE SONO
RIPRESE LE LEZIONI
SCOLASTICHE VOI ABBIATE MENO TEMPO..MA UN PICCOLO COMMENTO NON COSTA
MOLTO
TEMPO E POI SIETE DAVVERO IN TANTI A LEGGERE LA MIA FF.
VABBè
OVVIAMENTE NON VOGLIO
OBBLIGARVI.
UN
BACIO E A PRESTO AL PROX
CAPITOLO.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE
RECENSIONI.
LUISINA:
grazie… tu non
manchi mai…mi dai sempre sostegno ed incoraggiamento..sono
contentissima che
condividiamo la simpatia per Leah! Per me lei e Bella hanno molte cose
in
comune in questa storia e per questo che diventeranno
complici…spero ti sia
piaciuto il mio capitolo. Un bacio…
LUISA98:
grazie…ebbene si
Bella e Leah più che semplici amiche avranno una amicizia
fatta di complicità.
ANDRY91:
come sono felice
di leggere il commento di una delle mie scrittici preferite tra le ff
che sto
seguendo…grazie.
MONI:
vedrai che inizierà a
piacerti anche Jake non temere… cmq è vero lo
studia ci impegna tutte…. Goditi il
tuo ultimo anno di liceo perché lo rimpiangerai per
sempre..baci
QUASI
DIMENTICAVO….LEGGETE LE STORIE DI cullenboy SONO
STUPENDE…
|
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Capitolo 19 *** RETTIFICA CAPITOLO 19 ***
HO
RIPOSTATO QUESTO CAPITOLO, CORRETTO DALLA MIA BETA (GRANDE
AMALIA)…MOLTI DI VOI
HANNO LETTO QUESTO CAPITOLO SENZA DIALOGO, QUINDI PREFERISCO
RIPOSTARLO….
MA
NON
PREOCCUPATEVI, DA DOMANI MI METTERò ALL’OPERA PER
SCRIVERE IL CAPITOLO 20, ORA
CHE HO UNA TREGUA DAGLI ESAMI, CERCHERò DI FINIRLA IL PRIMA
POSSIBILE, ANCHE PERCHè
IL MIO CERVELLO RIBOLLE PER SFORNARE NUOVE FF.
GRAZIE
DI
TUTTO…
BUONA
LETTURA!
P.S.=
FORSE E DICO
FORSE DOMANI STESSO TROVERETE UN NUOVO CAPITOLO….
LA
LOTTA
POV
BELLA
Stavamo
correndo a più non posso da molte ore.
Io
ero una vampira, Leah era un licantropo, ma
era anche umana.
Nonostante
la voglia di tornare il più in fretta
possibile a Forks, Leah risentiva dei suoi limiti umani.
Aveva
lavorato tutto il giorno, la notte
precedente aveva dormito poco, e adesso, questa corsa la stava sfinendo.
Quando
eravamo andate via da Forks, c’eravamo
fermate per far si che lei riposasse, invece ora, non potevamo
permettercelo.
<<
Leah trasformati >>.
Mi
guardò con i suoi occhioni da lupo, ma fece
come io le dissi.
Appena
prese le sembianze umane le lanciai
alcuni vestiti che avevo messo nella sacca.
<<
Bella, che cosa c’è? >>.
<<
Leah, la nostra corsa si è rallentata.
Prima di arrivare a Forks tu sarai sfinita, e se ci troveremo di fronte
ad una
battaglia, sarà pericoloso per te combattere nelle tue
condizioni >>. Dissi
decisa.
<<
Bella, non possiamo fermarci a riposare
>>, rispose sicura.
<<
Io non ho bisogno di riposarmi, il mio
corpo non può più sentire la stanchezza
>>. Stavo per continuare, ma lei
m’interruppe.
<<
Vuoi dire, che io mi devo fermare a
riposare, e tu proseguirai per Forks? Te lo puoi scordare!
>>, disse lei
arrabbiata.
<<
Quello che voglio dire, e che se per te
non è un problema, io ti potrei portare in spalla,
così potrai riposare, e la
corsa sarà più veloce >>. Sapevo
che stavo dicendo un’assurdità, ma era
l’unica soluzione.
<<
Ah! >>. Fu la sua unica risposta.
<<
Leah, allora? >>, chiesi
impaziente.
<<
Ok, questa sarà una gran bella
barzelletta per il branco, ma è una soluzione accettabile
per il bene di mio
fratello e di tutti gli altri >>.
Disse con gli occhi rivolti verso il terreno, come se stesse parlando
più con
se stessa che con me.
<<
Ok, ci sto >>. E, senza farle
dire altro, la presi in spalla. Non sentivo per niente il suo peso, e
così iniziai
a correre il più velocemente possibile verso Forks.
Finalmente
arrivammo. Leah era crollata sulla
mia spalla, ma era ora di combattere.
<<
Leah, svegliati >>. Dissi
allentando la presa delle sue braccia intorno al mio collo.
Se
fossi stata umana, la sua stretta mi avrebbe
soffocato.
<<
Leah ti ho detto di svegliarti, siamo
arrivate! >>. Lentamente aprì gli occhi, per
poi scattare in piedi.
Iniziò
a spogliarsi per la trasformazione, ma la
bloccai.
<<
Leah ascolta, non ti trasformare, sento
che stanno ancora parlando, nessun combattimento è ancora in
atto. Quindi,
prima di distruggere Victoria e il suo piccolo esercito,
cercherò di convincere
i Denali che Laurent, non era innocente, in modo da farli passare dalla
nostra
parte. Tu nasconditi nella boscaglia dietro di loro, guarda come sono
messe le
cose e quando ti darò il segnale attacca. Victoria non
è una sprovveduta e avrà
pensato a qualche piano di riserva. Quindi tieni gli occhi aperti. Ok?
>>.
Feci il mio discorso da perfetta combattente, peccato che non lo fossi
realmente.
<<
Va bene Bella >>. Mi fissò per un
lungo istante, la vidi avvicinarsi e stringermi forte a se.
<<
Però stai attenta >>, e senza
guardarmi scappò nella foresta.
Erano
a qualche centinaio di metri da me, li
sentivo parlare, anzi ora sentivo la voce di Victoria, stava parlando
di me, si
chiedeva dove fossi.
Feci
qualche passo indietro per poi prendere una
piccola rincorsa, flettermi sulle ginocchia, e fare un salto che mi
avrebbe
portato proprio in mezzo ai due fronti.
Atterrai
proprio dove avevo calcolato con una
facilità inaudita.
<<
Cercavi forse me? >>. Chiesi
sicura di me, guardandola negli occhi.
Sul
suo volto comparve un sorriso che non
presagiva nulla di buono.
<<
Finalmente! >>. Non capivo cosa
volesse fare.
<<
Ora! >>. Al suo ordine, i vampiri
neonati bloccarono tutti i membri della famiglia Denali.
<<
Attenz… >>. Non feci in tempo a
sentire la voce del mio amore, che tanto mi era mancata, che subito
delle urla
strazianti, mi giunsero alle orecchie:
<< NOOO!!
>>.
Uno
dei neonati aveva fatto a pezzi il corpo
della ragazza con i capelli biondi lisci e perfetti fino alle spalle.
Non
sapevo come si chiamava, perché di loro non sapevo nulla. Mi
erano stati sempre
indicati con il nome di clan dell’Alaska o famiglia Denali.
<<
E ora se non volete perdere altri membri della vostra famiglia, vi
conviene
collaborare e tu Kate, tieni a bada il tuo potere >>.
Disse Victoria,
guardando a uno a uno le persone che erano presenti.
Quando
i suoi occhi si posarono su di me,
iniziarono a brillare con una strana scintilla.
<<
È una vera sorpresa non trovarti più
umana. Ora mi spiego perché non trovavo più
tracce del tuo odore, pensavo ti
avessero nascosto altrove e invece, a quanto pare la tua amica veggente
diceva
la verità su quel che ha fatto Laurent. E devo dire, che ora
sono contenta
anch’io che quei cani ti abbiano salvato e abbiano ucciso
quel traditore
>>. Dai licantropi provennero dei ringhi minacciosi.
Sicuramente Jacob, e
gli altri si stavano chiedendo, dove fosse Leah e perché non
sentivano i suoi
pensieri.
Avrei
voluto girarmi e rassicurarli, ma, dai
pochi film che mi ricordavo d’aver visto da umana, quando mia
madre era
appassionata dalla lotta, mi era rimasto impresso che non bisogna mai
abbassare
la guardia.
<<
Calma bestiacce… >>. Disse
Victoria.
Poi,
la sua voce mi colpì, bella com’era,
l’avrei distinta tra mille e non avevo bisogno di girarmi per
capire che era
lui a parlare.
<<
Raley, sai almeno perché tu e gli altri
state facendo tutto ciò? Vi sta usando per vendicarsi della
morte del suo unico
amore, James, tu non sei niente per lei >>.
Il
ragazzo cui si riferiva Edward, guardò
Victoria per una conferma.
<<
Ti avevo parlato dei loro giochetti
mentali, non credere a ciò che dicono, io amo solo te
>>. Concluse
portando la sua mano sul viso del ragazzo, per fargli una dolce carezza.
Non
avevo mai visto una dimostrazione d’amore
più falsa di quella, si leggeva negli occhi di Victoria che,
in quel gesto, non
c’era amore. Non capivo, come quel ragazzo biondo al suo
fianco, non se ne
accorgesse.
D’istinto
mi girai verso Edward. Noi sapevamo
cos’era l’amore, c’era stato un tempo,
che per noi, quei gesti erano veri e
autentici. Anche lui mi guardò, e sul suo volto, comparve un
lieve sorriso.
Basta
avevo deciso, sarei tornata da lui. Lo
avrei supplicato di amarmi ancora, perché io lo amavo, e
forse, ora che ero una
vampira, sarei stata abbastanza per lui e per vivere al suo fianco per
l’eternità.
Ma
prima, dovevo concludere questa faccenda.
Victoria aveva rubato fin troppo tempo alle nostre eternità.
<<
Dimmi cosa vuoi e facciamola finita
>>. Dissi, in maniera sfacciata rigirandomi verso di lei.
<<
Il mio piano ha funzionato a meraviglia.
Sapevo che i vostri stupidi legami avrebbero fatto accadere tutto
questo. Pur
di evitare uno scontro inutile ti avrebbero fatto uscire dal tuo
nascondiglio,
e non mi sbagliavo… Poi, che domanda stupida, io voglio TE
>>. E i suoi
occhi s’infiammarono.
Non
avevo paura, anzi speravo che attaccasse, sentivo
le forze da neonata che avevo rinchiuso scrupolosamente in un angolo,
liberarsi
e impossessarsi del mio corpo.
Adesso,
in quello spiazzo, c’eravamo io e lei.
<<
Se è me che vuoi vieni a prendermi >>.
Dissi decisa.
<<
Questo, è un invito che accetto più che
volentieri >>. E, assunta la posizione di attacco,
Victoria scattò verso
di me. Ero pronta ad accoglierla tra le mie grinfie.
Ma
prima:
<<
Ora Leah!! >>. Il mio grido,
bloccò Victoria che iniziò a guardarsi attorno.
Leah
trasformata in licantropo sbucò dagli
alberi a una velocità impressionante, e, con una forte
spallata, colpì i
quattro neonati che bloccavano il resto della famiglia Denali.
I
neonati barcollarono, e allentarono
leggermente la presa. Subito, approfittando del momento di debolezza,
il clan
dell’Alaska si liberò dalla loro morsa.
Victoria,
che era rimasta ferma ad osservare
l’accaduto, si girò verso di me più
arrabbiata che mai, ringhiando più forte di
un animale feroce.
Con
un balzo venne verso di me, ma prima che ci
scontrassimo, Edward l’atterrò.
La
battaglia ebbe inizio.
Vidi
due lupi del branco di Sam sparire nel
bosco in direzione della Push. Sicuramente erano andati a sorvegliare
la
popolazione nel caso che qualche vampiro, ci fosse sfuggito.
Carlisle
ed Esme stavano combattendo contro una
neonata, piccola ed esile, ma molto forte.
Emmett
faceva di tutto per far si che Rosalie
non fosse attaccata da quel rude neonato contro cui stava combattendo,
era
muscoloso e grosso quasi quanto lui.
<<
Rose, tu accendi il fuoco! >> A
quell’ordine, la vidi sparire in direzione del bosco, per
tornare un instante
dopo, con le braccia cariche di legna.
Alice,
era alle prese con un vampiro per niente
facile, era agile e veloce, i suoi colpi quasi non si vedevano per
quanto erano
veloci.
Sicuramente,
prevedeva in anticipo ogni sua
mossa, per questo, si spostava sempre un secondo prima
dell’attacco.
Jasper
cercava di bloccare il vampiro, ma gli
sfuggiva in continuazione.
Jacob
e Quil, stavano attaccando una vampira,
che, si vedeva, era impaurita dai grandi lupi che la circondavano.
E
lo stesso stavano facendo Leah, Seth, Sam ed
Embry con altri due vampiri.
Mentre
la famiglia Denali si era divisa due
vampiri, uno tra i quali, era stato l’esecutore della sorella.
Su
di lui, si stavano divertendo a farlo soffrire.
Vedevo che la vampira bellissima dai lunghi capelli biondi rossicci, lo
bloccava e, quando la vampira dai capelli scuri lo toccava, si dimenava
come
preso da scosse atroci.
Appena
mi girai vidi che Raley, il ragazzo
soggiogato da Victoria, aveva immobilizzato Edward, e Victoria gli si
avvicinava pericolosamente.
Fui
presa da una scossa di puro terrore.
Mi
gettai su Victoria, scaricandole addosso
tutta la rabbia che avevo.
Mi
avventai sulla sua giugulare, ma prima che
potessi arrivarci, un calcio mi fece volare ad alcuni metri da lei.
Raley,
l’aveva vista in pericolo e l’aveva
soccorsa. Si stava avventando su di me, ma prima che io potessi reagire
Edward
lo bloccò.
Mi
alzai subito, e con lo sguardo cercai
Victoria, che sembrava scomparsa nel nulla.
Molti
della mia famiglia stavano facendo a pezzi
i loro nemici, dando una mano poi agli altri.
<<
Bella… Victoria sta andando da tuo
padre!! >>. Il grido di Alice mi giunse più
chiaro che mai.
I
miei occhi mandarono messaggi di puro terrore.
Guardai
Edward impegnato con Raley, non sembrava
in difficoltà.
Senza
indugiare oltre, corsi in direzione di
casa mia, non potevo permettere che mio padre finisse in mezzo a questo
casino
e non potevo permettere che lui morisse per colpa mia.
Dopo
pochi metri, mi sentii inseguire e
dall’odore nauseabondo, capii che era Leah.
|
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Capitolo 20 *** cap 20 ***
ED
ECCOMI
QUIIIII……PERDONATE LA LUNGA ATTESA MA LA MIA VITA
è UN CASINO…CMQ COMUNICO PER
CHI Può INTERESSARE CHE HO PASSATO IL MIO ESAME CON UN BEL
28.
ORA
ANDIAMO
AVANTI…SPERAVO DI PUBBLICARE QST CAPITOLO BETATO, MA LA MIA
GRANDE BETA è UN
PO’ IMPEGNATA (E LA CAPISCO), QUINDI DOVRETE LEGGERE IL
CAPITOLO COSì COME L’HO
SCRITTO QUALCHE GIORNO FA…SINCERAMENTE NON MI CONVINCE
Più DI TANTO, MA NON
POSSO FAR PASSARE ALTRO TEMPO.
CMQ
PER FARMI PERDONARE
DEL MIO ENORME RITARDO CERCHERò DI PUBBLICARE IL PROX
CAPITOLO IL PRIMA
POSSIBILE.
P.S.=
PER IL CAPITOLO
PRECEDENTE HO AVUTO POCHISSIME RECENSIONI…SONO TANTO TRISTE
PER
QUESTO…SIGNIFICA CHE LA MIA FF NON PIACE???
CMQ
SICCOME HO DOVUTO
MODIFICARE IL PRECEDENTE CAPITOLO PER DEI PROBLEMI TECNICI, LE POCHE
RECENSIONI
CHE MI AVETE FATTO SONO ANDATE PERDUTE, QUINDI VI PREGO DI PERDONARMI E
VI
PROMETTO CHE AL PROX CAPITOLO RISPONDERò ALLE VOSTRE
EVENTUALI RECENSIONI..
ORA
BANDO ALLE CIANCE,
HO Già SCRITTO TROPPO VI LASCIO AL CAPITOLO CHE SPERO VI
PIACERà.
BELLA
CONTRO VICTORIA
POV
BELLA
Dovevo a
tutti i costi salvare mio padre, dovevo arrivare in tempo. Non mi sarei
mai
perdonata se Victoria l’avesse ucciso per delle colpe che
appartenevano a me.
Leah correva
al mio fianco e ne ero felice, si era rivelata una grande amica e
complice. Ero
sicura che, ora più che mai, avrei avuto bisogno del suo
aiuto.
Ero
più
forte di Victoria, avendo dentro di me la forza da neonata che scorreva
libera,
ma in fatto di combattimento, ero un’incapace e,
l’aiuto di Leah mi sarebbe
servito.
Stavamo
correndo ancora nella foresta, quando udii la voce di mio padre.
<<
Signorina
lei ha visto Bella!? >>. Dal suo tono, capii che era
incredulo ed
emozionato.
<<
Sì,
l’ho vista proprio poco fa. Ma non credo che la
rivedrà >>, la voce aspra
di Victoria nascondeva un sarcasmo maligno.
<<
Non
capisco >>, disse mio padre scosso.
<<
Sua
figlia è nella foresta, ma lei non la rivedrà.
Pagherà i suoi errori, e il
dolore che mi ha inflitto il suo odioso ragazzo, Edward
>>.
Ora, oltre a
sentire le loro voci, riuscivo a vedere chiaramente, oltre il confine
degli
alberi che circondavano un lato di casa mia.
Mio padre
era in divisa, sicuramente stava andando a lavoro quando Victoria
l’aveva bloccato.
Era con le spalle premute contro la portiera del mio pick-up, e
guardava
Victoria intimorito. Come se il suo istinto le stesse indicando il
pericolo.
<<
Che
cosa c’entra ora Edward?! Loro non stanno più
insieme… Signorina si sta
avvicinando troppo! >>. E, dicendo ciò,
portò la mano al calcio della sua
pistola.
Non avevo
mai visto mio padre toccare l’arma posta nella custodia della
sua cintura,
specie se davanti a qualche persona, ma doveva aver percepito forte e
chiaro il
pericolo.
Victoria,
con aria felina, si avvicinava sempre di più a mio padre.
<<
Leah
se facciamo qualcosa di avventato, in meno di un istante potrebbe
uccidere mio
padre! Devo distrarla, istigarla a battersi contro di me. Appena si
sarà
allontanata, anche di pochi centimetri, mettiti fra lei e mio padre
>>.
Bisbigliai ad un tono di voce bassissimo, tanto che non ero sicura che
Leah mi
avesse sentito.
Ma come per
rassicurarmi, fece un cenno con il suo testone, e si separò
da me per prendere
posizione.
Ora toccava
a me, sapevo che, sicuramente, Victoria mi aveva sentito arrivare.
Quindi mi
precipitai nel giardino di casa mia, incurante del forte odore di mio
padre,
che mi provocava un gran bruciore alla gola.
<<
Bella…
>>. Mio padre cercò di venirmi incontro. Ma,
una mano di Victoria lo
bloccò sbattendolo nuovamente contro il pick-up.
I suoi occhi
erano stati velati dalle lacrime.
<<
Papà
per favore rimani fermo lì, qualsiasi cosa succeda
>>. Non mi rispose era
scioccato.
<<
Finalmente
Bella, ci hai messo tanto… Però ora potrai
assistere alla morte di un tuo caro >>,
disse ringhiando e girando solo la testa verso di me.
Dovevo agire
d’astuzia, colpirla nell’orgoglio.
<<
A quanto pare, sei una vigliacca,
proprio come il tuo James >>, dissi gelida con una voce
che non
m’apparteneva.
La frase
ebbe l’effetto desiderato, tolse la mano dal petto di mio
padre e si girò
completamente per guardarmi, senza però allontanarsi da lui.
Il suo
sguardo era inviperito, e un ringhio uscì dalle sue labbra.
Dovevo continuare.
<<
Proprio
come lui, preferisci scappare da un gruppo di tuoi simili, per
attaccare un
povero umano indifeso, con cui hai la certezza di vincere
>>. Con aria
molto teatrale, mi portai il dito indice al mento come se stessi
pensando e
continuai:
<<
Però,
pensandoci lui non ha vinto neanche contro un’ umana,
altrimenti io non sarei
qui ora >>. E, un ghigno soddisfatto si stampò
sul mio volto.
Victoria
avanzò di un passo, acquattandosi in posizione
d’attacco. Sembrava ancora
indecisa se attaccarmi o meno, quindi, era ora di assestarle il colpo
di
grazia.
<<
E
hai abbandonato il tuo piccolo esercito. Proprio come James ha
abbandonato te e
come lui, ti sei solo servita di loro per arrivare al tuo scopo,
proprio come lui
ha fatto con te. Gli sei servita solo per coprirsi le spalle, anche se
poi, non
è servito a granché visto che è morto
lo stesso. Chissà come ti avrà odiato
quando lo facevano a pezzi >>. Scoppiai in una risata
cattiva.
<<
BASTAAAA!!!
>>. Ci ero riuscita, l’avevo fatta infuriare e,
dopo il suo grido, si lanciò
verso di me, atterrando tutte e due sull’erba, sembrava quasi
giocassimo a
rotolare abbracciate l’una all’altra.
<<
Bella,
attenta!! >>. Mio padre stava per correre in mio aiuto,
quando vidi Leah,
ancora trasformata in licantropo, andargli incontro per bloccarlo.
Speravo
tanto che non gli venisse un attacco di cuore vedendola. Sbiancando si
bloccò
nuovamente contro la mia auto, non perdendo un solo attimo del mio
scontro.
Io e
Victoria, intanto, non rotolavamo più. Lei cercava di
mordermi sulla giugulare,
ma le mie braccia la tenevano distante, la mia forza aiutava parecchio.
Alzai una
gamba, mettendo un piede sul suo ventre e, mettendoci tutta la forza
che avevo,
la scaraventai in aria, facendola finire contro un albero che si
spezzò
all’impatto.
Si rimise
subito in piedi, scattando velocemente verso di me. Mi gettai in
avanti,
cercando di anticiparla, ma fu un grosso errore. Il mio era stato un
impulso di
difesa grezzo, senza nessuna istruzione in materia di lotta. Lei, come
se
avesse previsto quello che avrei fatto, si scansò
all’ultimo, posizionandosi,
troppo velocemente alle mie spalle.
Con un suo
braccio, bloccò entrambe le mie braccia dietro la mia
schiena e, con l’altro,
mi avvolse il collo. Mi sentii indifesa ed ebbi un fremito di paura.
<<
Ora
non sei più sicura di te? Sei solo un’arrogante
neonata! Preparati a morire
così come avete ucciso il mio James, perché lui,
era mio, lui mi amava >>.
Mi sussurrò all’orecchio.
Il suo alito
gelido, mi provocò una sensazione molto simile ad un brivido
di freddo.
Sentii le
sue labbra avvicinarsi pericolosamente al mio collo.
Non poteva
finire tutto così, non potevo morire, dovevo battermi, per
salvare mio padre e
Leah, per poi tornare da Edward.
Portai in
avanti la gamba destra e, con tutta la forza che avevo, la lanciai
all’indietro, scontrando il mio tallone contro il suo
ginocchio. Vacillò per un
istante, ma non mollò la presa, in quell’istante,
portai i miei denti sulla
mano del braccio che avvolgeva il mio collo, e, con un forte strattone,
gliela
staccai.
Un urlo
agghiacciante provenne da Victoria.
Sputai a
terra la sua mano, e mi liberai subito dalla sua presa divenuta ormai
debole.
Affondai un
calcio molto forte al suo fianco e la feci volare nuovamente contro un
altro
albero.
Quando si
rialzò non aveva più quell’aria sicura
e spavalda, alternava il suo sguardo tra
me, Leah e mio padre e il bosco dietro di se.
Lo si capiva
benissimo che era indecisa se continuare a lottare contro di me, o se
provare
ad attaccare mio padre che, in quel caso, significava scontrarsi contro
Leah
che le ringhiava minacciosamente contro. Poteva pensare anche di
scappare da
una situazione difficile, ma io non l’avrei permesso. La sua
esistenza, doveva
finire qui, non avrebbe più messo in pericolo la vita di
nessun altro, doveva pagare
per quello che aveva fatto.
<<
Dai,
non dirmi che vuoi già andare via. Ora che ci stavamo
divertendo. Per te non
ero solo un’arrogante neonata? >>. La
beffeggiai.
Da lei,
provenivano solo ringhi.
<<
Forse
è proprio per la tua codardia che James voleva toglierti dai
piedi. Sicuramente
non gli piacevi più… Sai, penso proprio che gli
piacessi di più io >>.
Ecco, l’avevo di nuovo punta nel vivo.
Si
scagliò
contro di me come una belva feroce, ma questa volta, non mi feci
ingannare.
Aspettai che si avvicinasse a me e poi la scansai all’ultimo
con molta agilità,
bloccandola io questa volta da dietro. Con molta più
astuzia, passai le mie
braccia sotto le sue ascelle e portai le mie mani dietro la sua nuca,
incrociandole
tra di loro e premendo contro la testa di Victoria per tenerle il mento
attaccato al petto.
In questa
posizione, non poteva mordere e anche le braccia aveva
difficoltà a muovere.
Ogni volta che ci provava, stringevo sempre di più la presa.
Era ora di
farla finita. Portai Victoria nel bosco, lontano dagli occhi di mio
padre.
Non volevo
che lui vedesse sua figlia fare a pezzi l’essere, che lui
reputava un’umana.
Senza
curarmi della mia velocità, corsi nel cuore della
vegetazione. Victoria cercava
di dimenarsi, ma non le davo tregua, la mia presa era forte e salda.
In quel
momento, ero accecata dalla rabbia. Incolpavo lei per aver mandato
Laurent a
cercarmi. Era sua la colpa se ora io ero una vampira, non che non
volessi
diventarlo, ma avrei voluto trasformarmi per volontà della
persona che amavo e
il mio desiderio più grande, era che fosse Edward a mordermi.
Per
giunta, era lei la causa del mio
improvviso allontanamento da Charlie. La sua cattiveria e sete di
vendetta,
l’avevano portata a trasformare tutti quegli esseri umani,
oramai morti. E, ora
che ci pensavo, non sapevo se il resto della mia famiglia stesse bene,
se
avevano vinto, o che nessuno fosse stato ferito. Ma, comunque fossero
andate le
cose, un componente della famiglia Denali era stato fatto a pezzi e
bruciato.
Con tutta
questa rabbia, affondai i miei denti in quella pelle granitica. Il
contatto con
essa provocò un forte rumore stridulo, come di acciaio
tagliato con altro
acciaio, sicuramente il suono rimbombò per diversi
chilometri.
Una massa
arancione, rotolò ai miei piedi, ma non mi sentì
pienamente soddisfatta fino a
quando ogni centimetro del suo corpo non fu dilaniato e fatto a pezzi.
In quel
momento, una leggera brezza mi sfiorò il viso. Alzai lo
sguardo e vidi due
componenti di quella che avrei tanto voluto considerare la mia famiglia.
Tra loro
però non c’era chi avrei voluto vedere, erano solo
Esme e Carlisle. Non sapevo
perché fossero venuti loro e come se avessero potuto leggere
nei miei occhi la
sorpresa e la delusione, chiarirono:
<<
Sarebbe
venuto Edward, ma serviva lì >>, mi disse
deciso Carlisle, mentre cercava
di ritrovare tutti i pezzi di Victoria.
<<
Bella,
stai bene? >>, mi chiese Esme avvicinandosi e
accarezzandomi il viso.
<<
Sì,
io sto bene. Ma per favore Carlisle, devi andare a vedere come sta mio
padre.
Ho paura che sia rimasto scioccato dal mio ritorno, dal combattimento e
dalla
visione di Leah trasformata >>. Dissi quasi supplicando.
Non se lo
fece ripetere due volte, e corse in direzione di casa mia.
<<
Beh,
credo che dovremmo fare un piccolo falò con i suoi resti
>>. Osservò
Esme.
Radunammo
qualche legnetto secco e un po’ di foglie, con le quali
coprimmo la piccola
montagnetta fatta con i resti di Victoria, la prima vampira che io,
avevo
ucciso.
Esme
tirò
fuori dalla tasca un piccolo accendino, e diede vita alle fiamme, che
segnarono
la fine di un’eternità.
Da dietro
gli alberi sbucò Leah, con in bocca quella che sembrava una
pietra, ma,
guardando meglio, mi accorsi che era la mano di Victoria. Avevo quasi
dimenticato
che era rimasta nel giardino di casa mia.
<<
Grazie
Leah >>, e la presi per buttarla nel fuoco.
Una colonna
di fumo nero si alzò dinanzi a noi, rilasciando un forte
odore d’incenso.
Leah
scomparve per pochi istanti, per poi tornare vestita.
<<
Bella, so che per te sarà difficile, Carlisle sta
facendo di tutto ma tuo padre non accenna a riprendersi. Guarda nel
vuoto, e
ripete solo il tuo nome. Credo proprio che tu debba andare da lui
>>. Mi
disse Leah.
Ero
insicura, era da parecchio che non cacciavo, o almeno per me, due
giorni erano
tanti, ero una neonata, e dovevo placare la mia sete molto
più spesso di un
vampiro normale.
Andando da
lui, la mia gola si sarebbe infiammata, ora non c’era
più la lotta a distrarmi,
e non volevo mettere a repentaglio la vita di mio padre.
Ma, era solo
per questo?
Forse, nella
mia mente, erano solo scuse per coprire la realtà.
Dovevo
essere sincera con me stessa, le mie paure non erano realmente quelle,
o
meglio, rappresentavano solo una piccola parte.
Se fossi andata
da mio padre, lui mi avrebbe visto diversa, i miei occhi erano rosso
cremisi,
nonostante tutta la caccia vegetariana. Io ero diversa, ero
più pallida del
solido e la mia pelle era fredda e dura come il marmo. I miei
lineamenti si
erano modificati leggermente, altri non l’avrebbero notato,
ma lui si, lui
avrebbe visto la differenza, era mio padre, non poteva essere
altrimenti, si
sarebbe accorto del mio cambiamento.
E se avesse
avuto paura anche di me, come ne aveva avuta di Victoria?
No, non
l’avrei sopportato, non avrei sopportato che mio padre mi
guardasse con occhi
terrorizzati.
Non volevo
che mi vedesse come un pericolo, ma io non potevo negarlo a lui o a me
stessa,
io ero il pericolo. Ora, proprio come mi disse tanto tempo fa Edward:
“ io sono
l’essere più pericoloso che esista al mondo
” e adesso anch’io lo ero.
<<
Bella,
Leah ha ragione >>. Esme mi ridestò dai miei
pensieri. << Lui ha
bisogno di te >>. Aggiunse.
Lui mi aveva
accolto in casa sua, sofferto in silenzio con me, quando andavo in giro
come
uno zombie, e non mi aveva mai abbandonata. Ora, era lui ad aver
bisogno di me,
glielo dovevo e l’avrei fatto.
Feci un
piccolo cenno con la testa, e tutte e tre corremmo verso casa di mio
padre.
Arrivammo in
giardino, ma non vidi né Carlisle né Charlie.
Sicuramente l’aveva portato
dentro.
Ci
avvicinammo vicino alla casa. Rimasi dietro ad Esme e Leah, prima che
loro
aprissero la porta, presi tutto l’ossigeno che i miei polmoni
potevano
contenere.
L’aria
intorno a noi, era satura dell’odore di Charlie e come avevo
pensato, la gola
s’infiammò subito, mentre il veleno
iniziò a bagnare la mia lingua.
Non mi feci
sovrastare dalla sete, pensai a mio padre e al suo bisogno di me.
Esme mi
guardò senza dire niente e, dopo un dolce sorriso
aprì la porta entrando in
casa, seguita subito dopo da Leah. Io rimasi ferma sulla soglia, come
se stessi
decidendo cosa fare.
<<
Ciao
Charlie >>, Esme lo salutò, senza ottenere
risposta.
<<
Bella
>>, fu solo il bisbiglio di mio padre.
Non mi aveva
ancora visto, era come se stesse chiedendo a tutti loro dove fossi.
E fu proprio
il suo richiamo, ad attirarmi in casa.
Con un passo
deciso, oltre passai la porta, entrando in casa.
Charlie era
seduto sul divano e fissava la televisione spenta davanti a se.
Carlisle gli
stava tastando il polso e con una lucina cercava la reazione delle sue
pupille.
Quell’uomo,
non sembrava mio padre, era uno zombie, era un uomo invecchiato almeno
di dieci
anni.
<<
Ciao
papà >>, dissi debolmente, ma sicura che mi
avesse sentita.
I suoi occhi
si sgranarono, voltò lo sguardo molto lentamente verso di me
e appena mi vide
scattò in piedi e con un gran sorriso, corse verso di me
gridando:
<<
Bella!!
>>.
In pochi
attimi, la distanza tra di noi sparì. Sentii le sue braccia
avvolgere il mio
corpo, e il suo calore riscaldare la mia pelle.
|
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Capitolo 21 *** CAPITOLO 21 ***
Chiedo
umilmente perdono… sono giorni anzi direi settimane
che non aggiorno. Non era mia intenzione assentarmi così a
lungo, ma tra un
impegno e l’altro e
mancanza di tempo,
non sono riuscita a concentrarmi abbastanza per scrivere.
Per
chi può interessare a gardaland mi sono divertita da
matti, consiglio a tutte di andare nel periodo di Halloween
perché è
spettacolare.
Piena
di zucche e tutti travestiti da personaggi di film
Horror.
Cmq
ora vi lascio al
capitolo e so già che alcune di voi quando leggeranno la
conclusione del
capitolo vorranno uccidermi…ma per favore lasciatemi
spiegare.
Le
cose devono andare per forza così perché Bella
deve fare
un’altra ESSENZIALE esperienza prima di vivere la sua eterna
felicità.
Quindi
pazientate ancora un po’ perché servono tutti i
pezzi del puzzle per concludere la storia.
Ora
vi auguro buona lettura.
P.S.=
mi piacerebbe leggere qualche commentino in più, sono
sempre così pochi? L…
STUPIDA
BELLA
Pov
Bella
Ero
diventata una statua, evitavo di respirare e le mie braccia erano tese
lungo il
mio corpo.
Charlie mi
stringeva ancora a se, con una forza che, se fossi stata ancora umana,
mi
avrebbe soffocato di certo.
Dopo
lunghissimi secondi, mio padre si allontanò un po’
da me, senza però perdere il
contatto fisico.
Le sue mani
erano ancora sulle mie spalle quando mi guardò. I suoi occhi
percorsero tutto
il mio corpo, come alla ricerca di una ferita.
<<
Bella
stai bene? >>. E, dicendo ciò, le sue mani
lasciarono le spalle per
stringere le mie braccia.
<<
Bells…
non ci posso credere, io… io… >>.
La sua voce tremava e le lacrime
iniziarono a rigargli il viso.
Volevo
parlare, ma avevo una paura tremenda di respirare il suo odore e di
farmi sopraffare
dalla sete.
<<
Bella,
perché non parli, che cosa è successo?
>>. Proprio in quel momento, mi
prese il viso fra le sue calde mani e mi fissò dritto negli
occhi.
<<
Bella…
sei fredda >>, disse con voce malferma. <<
E i tuoi occhi… Bella che
cosa è successo ai tuoi occhi? >>. Per un
attimo, nella sua voce,
comparve la paura.
Abbassai
subito il viso, e arretrai per sciogliere il nostro abbraccio.
Quando
rialzai lo sguardo, cercai gli occhi di Carlisle ed Esme, che subito
capirono
che avevo bisogno del loro aiuto.
<<
Charlie forse è meglio che tu… >>,
disse Carlisle prendendolo per un
braccio e cercando di allontanarlo da me.
Leah, mi si
era avvicinata mettendosi tra me e mio padre. Lei sapeva che era da
parecchio
che non mi nutrivo.
<<
Charlie
dovresti… >>, disse Leah nello stesso istante
di Carlisle, ma entrambi
non terminarono le loro frasi.
<<
CHE
COSA SUCCEDE?! >>. L’urlo di mio padre mi
scosse, e subito alzai il mio
sguardo verso di lui.
In quel grido,
era racchiuso tutto il dolore, la sorpresa, il dubbio, la paura, il
timore e la
preoccupazione. Tutti sentimenti che mio padre, aveva provato nelle
ultime
settimane.
Trovai il
coraggio, e parlai guardandolo negli occhi.
<<
Papà,
per favore calmati! >>. Avevo messo così tanta
enfasi in questa piccola
frase, da non essermi accorta di aver esaurito quasi tutta
l’aria che
conservavo nei polmoni.
<<
Bells,
la tua voce… Io non capisco sei… sei
così diversa! >>. Cercò di
liberarsi
dalla presa di Carlisle, ma il suo tentativo fu vano.
<<
Papà
è tutto a posto ora, sono qui! >>. Cercai di
tranquillizzarlo, ma fu
inutile e, la mia riserva d’ossigeno, era esaurita
completamente.
Parlò
di
nuovo, ma questa volta la sua voce tremolante fu sostituita da una
più decisa e
arrabbiata.
<<
Come
puoi dire che è tutto a posto?! Sei scomparsa per settimane,
tutto il paese ti
ha cercato per i boschi, ti ho creduta morta! Poi, quella ragazza dai
capelli
rossi mi dice che eri nel bosco! >>. La rabbia
lasciò di nuovo il posto
ad un tono più basso e terrorizzato.
<<
Quella
ragazza… aveva un’aria minacciosa, e i suoi
occhi… >>, un brivido di
freddo le percorse. << Poi tu sei uscita dal bosco e
avete lottato. Volevo
aiutarti, ma quel lupo enorme me l’ha impedito, era grande
quanto un cavallo… >>.
Si afflosciò sul divano, nascondendo il viso fra le mani.
<<
Papà…
>>. Un grande sbaglio, il mio fu un enorme errore.
Senza
pensarci, avevo parlato prendendo un bel respiro. Il veleno mi aveva
inondato
la bocca in un istante, facendomi assaporare quell’orribile
gusto metallico. La
gola andava in fiamme, e il fastidio aumentava per il veleno che
passando,
pizzicava le pareti asciutte. I miei occhi furono in un attimo neri
come la
pece, non avevo bisogno di specchi che me lo dimostrassero.
Il dolce
odore che proveniva da mio padre, prometteva di placare tutti questi
dolori e
di rilassare tutti i miei muscoli tesi come corde di violino.
Ma prima che
potessi muovere un solo passo, Leah mi aveva circondato da dietro con
le sue
lunghe braccia, Carlisle mi era davanti, mi teneva dalle spalle, mentre
Esme si
era posizionata davanti a mio padre.
Sentivo
sorgere dentro di me un mostro che gridava: “ Prendilo
è tuo! Quel sangue è tuo!
Tu sei più forte, liberati! ”. Ma non permettevo a
nessun muscolo del mio corpo
di muoversi.
Seduto su quel
divano, tormentato da mille pensieri, c’era mio padre,
l’uomo che si era preso
cura di me per tanto tempo, mi voleva bene ed io, ne volevo molto a
lui. Ma soprattutto,
non volevo che mi vedesse come un mostro.
Iniziai a
respirare con la bocca, e ripresi il controllo piano piano. Carlisle e
Leah, sapevano
che non avevano fatto nessuno sforzo per bloccarmi e trattenermi, non
ci
avevano messo nessuna forza nel fermarmi. Io ero rimasta immobile,
impegnata in
una lotta interiore, impegnata a vincere la lotta contro il mio lato
oscuro.
Carlisle mi
guardò sorridendo. << Sono orgoglioso di te
>>, disse, mentre la
stretta di Leah mi abbandonava.
Mi avvicinai
piano a Charlie ed Esme, subito si scansò con un gran
sorriso, facendo un cenno
d’assenso con la testa.
Mi piegai
sulle ginocchia e arrivai all’altezza del viso di mio padre.
Volevo spostare le
sue mani dal suo volto, ma non volevo che la mia pelle fredda come il
ghiaccio
toccasse la sua. Inoltre, avevo anche paura di non saper dosare la mia
forza.
Quindi, mi
limitai a poggiare le mie mani sulle sue spalle.
<<
Papà
ascoltami. Mi dispiace per tutto quello che hai passato, non volevo
farti
soffrire. Alcune settimane fa, quando sono scomparsa, mi è
successo qualcosa
nei boschi… Diciamo che ho avuto un incidente…
>>.
Non sapevo
se sarebbe stato giusto rivelare la verità, e poi se avessi
detto in cosa mi
ero trasformata, avrei messo in pericolo anche il segreto dei Cullen.
Quando udii
la parola incidente, finalmente mio padre alzò lo sguardo e
io continuai.
<<
Questo
incidente mi ha cambiato e non potevo più tornare da te
>>.
I nostri
visi erano molto vicini, e notavo come mio padre stesse studiando tutti
i
cambiamenti del mio volto, concentrandosi in particolar modo sui miei
occhi,
che ora erano molto scuri per la sete che provavo e che riuscivo a
controllare.
Anche se con molta difficoltà.
<<
Bella
che cosa ti è successo? Prima ti ho visto combattere! Chi
era quella donna? Che
cosa voleva da te? E poi tutte quelle cose che hai detto, come ti
muovevi… Non
riuscivo quasi a vederti! >>. A mano a mano che lo shock
passava, a mio
padre riaffioravano i ricordi di ciò che era accaduto poco
prima.
<<
Papà
sono sempre Bella ma diversa dalla vecchia e goffa Bella che ricordi.
Quella
donna si chiamava Victoria… >>.
<<
Che
vuoi dire con: “ Si chiamava ”? >>.
M’interruppe mio padre.
<<
Diciamo
che non potrà più nuocere a nessuno
>>. Intervenne Carlisle.
<<
Comunque,
Victoria voleva vendetta per quello che Edward aveva fatto al suo
compagno
l’estate scorsa. Mi aveva aggredito, ed Edward mi ha salvata
>>. Dissi, terminando
il mio discorso.
<<
Edward…
Quindi tutto questo è ancora colpa sua! >>.
Disse furioso, alzando la
voce.
<<
E
l’incidente della scorse estate era tutta
un’invenzione, in realtà era stato
qualcuno a ridurti così!? Ma perché non me lo hai
detto?! >>. Mio padre
era diventato rosso in viso, e si era alzato di scatto stringendo i
pugni.
<<
Papà
Edward la scorsa estate mi ha salvato, e lui non centra niente con il
mio
cambiamento di adesso >>. Ma sapevo che questa, non era
totalmente la
verità.
Anche se io
non lo incolpavo minimamente, lui era coinvolto in questa storia.
<<
E
quella specie di lupo gigante? >>. Speravo proprio di non
dover dare
spiegazioni su questo, ma la voce di Leah mi sorprese.
<<
Ero
io >>. Disse disinvolta.
<<
Co…cosa?
Non è possibile… >>. Disse Charlie,
guardando Leah sconvolto. Il suo
sguardo ero il riflesso del mio, non potevo crederci, Leah aveva
svelato il suo
segreto senza pensarci due volte.
Prese per
mano mio padre, e lo portò fuori. Senza neanche darmi il
tempo di parlare, con
il suono di uno strappo sordo, un lupo enorme dalla pelliccia grigia
comparve davanti
ai nostri occhi, tra i brandelli del vestito, che ora ricadevano
intorno a lei
come coriandoli.
Con fare
molto teatrale, come un cane ben addestrato, portò in avanti
una delle sue
enormi zampe e chinò il capo come se si stesse presentando o
stesse salutando
in maniera regale. Mi ricordava tanto quei cavalli del circo, cui era
stato
insegnato l’inchino.
<<
Ma..ma..m…
>>. La voce di Charlie era tremolante, e presa dalla
scenetta di Leah non
avevo prestato attenzione a lui.
Charlie fece
qualche passo indietro scontrandosi con Carlisle, che era alle sue
spalle, sul
portico di casa.
<<
Leah!
Ma ti sembra questo il modo? Volevi per caso fargli venire un infarto?!
>>.
Sgridai la mia amica per la sua impulsività.
<<
No,
è un sogno, questo è tutto un brutto
sogno… Non può essere vero! >>. Mi
voltai verso mio padre, e notando l’espressione che aveva
assunto, non potei
resistere dal ridere.
Era troppo
buffo, e Leah si aggiunse alla mia risata con quello strano ringhio per
niente
minaccioso.
<<
Papà
è grazie a lupi come Leah, che io non sono morta. Loro mi
hanno salvato da una
fine certa >>. Dissi ritornando seria.
<<
Vuoi
dire che ce ne sono altri?! >>. Mio padre era incredulo.
<<
Beh,
nella foresta erano cinque quel giorno, poi si sono aggiunti Leah e
Seth… >>.
Più che a mio padre, stavo facendo i conti per me, ma fui
interrotta.
<<
Anche
suo fratello è… è un lupo? E Sue lo
sa?! >>. Mio padre ora sembrava più
sconvolto per la questione dei lupi, che dal mio ritorno al quanto
cambiata. E
poi, perché ora si preoccupava di Sue?
<<
Papà
mettiamola così, se vedi grossi lupi nel bosco, non sparare
>>. Dissi
sorridendo.
<<
Anche
tu ti trasformi in…? >>. Chiese Charlie,
indicando il grosso lupo dinanzi
a lui che ora scodinzolava.
<<
No
papà, io non mi trasformo in un lupo >>. E non
sapevo se esserne triste o
felice, se fossi stato solo un lupo sarei potuta tornare alla mia
semplice vita
senza troppi cambiamenti.
Sentii mio
padre prendere un bel sospiro di sollievo, ma se avesse saputo cosa
realmente
ero forse sarebbe fuggito.
<<
Bella
senti… Non m’interessa se tu sei cambiata, se i
tuoi occhi ora hanno un altro
colore; non m’interessa se tu puoi trasformarti in lupo
>>. E guardò Leah,
ancora sconvolto, prima di riprendere a parlare. << O in
qualche altro
animale. Per me tu sei solamente mia figlia, e non smetterò
di volerti bene,
mai. Se dovrò accettare qualche segreto, per saperti di
nuovo al sicuro lo farò
senza problema. Ma per favore, non sparire più dalla mia
vita! >>. Detto
questo, mi strinse forte a se.
Il mio viso
era nascosto nell’incavo del suo collo, e anche se il veleno
mi pizzicava
lingua e gola, riuscivo ad ignorarlo senza problemi. La sete era
completamente
sommersa dall’amore che provavo per mio padre.
Molto
delicatamente, mi allontanai da lui, non sapevo quanto sarei riuscita a
resistere
alla sete. Avevo bisogno di cacciare.
<<
Papà,
io non ti abbandonerò più. Ma non posso dirti che
tutto sarà come prima. Ho
bisogno di un po’ di tempo per abituarmi ai miei cambiamenti,
e questo dovrò
farlo lontano da casa. Ma ti sarò vicina >>.
Dissi guardandolo negli
occhi.
<<
Bella
se il prezzo per averti vicina è lasciarti andare lo
farò. Suona anche a me
come un controsenso ma credo che tu mi abbia capito >>.
Disse
sbiascicando.
<<
Si
papà. Un’altra cosa, ovviamente dovrai tenere al
sicuro il segreto di Leah e
dei suoi amici. Ora devo andare a sistemare una cosa >>.
Gli diedi un bacio
sulla guancia e lo salutai. << Ciao
papà >>.
Dopo un
lungo sguardo a Carlisle e ad Esme, corsi nella foresta seguita ormai
dalla mia
inseparabile amica.
Pochi
chilometri mi dividevano da Edward, pochi chilometri e sarei stata di
nuovo fra
le sue braccia, avrei baciato di nuovo le sue labbra e avrei
accarezzato i
lineamenti del suo viso.
Mi ero persa
nelle mie fantasie, e solo l’odore dolciastro mi
risvegliò dal mio sogno ad
occhi aperti. Era lo stesso odore provocato dai resti di Victoria che
bruciavano.
Ero lontana
dallo spiazzo, dove si era svolta la lotta, ma vedevo perfettamente
ogni membro
di quella che sarebbe stata la mia famiglia.
Il piccolo
tornado di Alice, il risoluto Jasper, il grande e grosso Emmett
affianco alla
bellissima Rosalie e poi per ultimo, anche se non lo consideravo tale,
il mio
adorato Edward.
<<
Edward
mi sei mancato… Mi dispiace per tutto questo equivoco
>>. Una voce
melodiosa, associata alla vampira stupenda dai lunghi boccoli biondo
rossicci,
aveva catturato la mia attenzione.
Era la vampira
appartenente al clan dei Denali di cui ignoravo ancora il nome.
In un attimo
si era avvinghiata al corpo di Edward, incrociando braccia e gambe
dietro la
sua schiena.
Quella scena
mi trafisse il petto, frantumando ogni piccola speranza che covavo
dentro di
me.
Ero stata
una stupida, come potevo solo aver pensato che lui mi stesse aspettando?
Come potevo
solo sperare che lui provasse ancora qualcosa per me?
Quella
vampira bellissima, ora appiccicata a lui, era la prova che io non
sarei mai
stata alla sua altezza.
I miei occhi
pizzicavano, avrei tanto voluto trovare sfogo al mio dolore con il
pianto, ma
nessuna lacrima avrebbe bagnato il mio viso.
Un lupo
rossiccio ci veniva incontro, era Jacob, ma in quel momento desideravo
scappare, fuggire da tutto questo dolore.
<<
Bella
nooo! >>. La voce di Edward mi arrivò chiara
alle orecchie. Ma l’unica
risposta fu la mia fuga.
Fuggii verso
La Push, e mi fermai solo quando arrivai sulla spiaggia di First Beach.
Mi
accovacciai a terra e scoppiai in un pianto isterico, seppur senza
lacrime.
<<
Bella…
>>. La voce di Leah era addolorata, non avevo neanche
prestato attenzione
all’aria intorno a me. Non mi ero accorta che si era
trasformata.
Alzai lo
sguardo. Indossava un jeans e un top, notai che ai suoi piedi, cera lo
zaino
con tutti i nostri vestiti, lo doveva aver recuperato o qualcuno gliela
aveva
portato.
<<
Bella
mi dispiace >>. Disse nuovamente, poggiando una mano
sulla mia spalla.
<<
Oh
Leah, che stupida sono stata… Come potevo solo pensare che
in tutto questo
tempo lui non si fosse trovato un’altra vampira?
>>. Continuai ancora a
singhiozzare abbracciandola.
<<
Vedrai
che tutto si sistemerà, un giorno saremo felici
>>. Disse speranzosa.
<<
Sinceramente,
non ne sono molto sicura… Ma una cosa è certa, se
rimarrò qui, sarò solo
tormentata dal dolore >>. Dovevo scappare nuovamente da
Forks ma questa
volta sarei dovuta andare molto più lontano.
<<
Leah,
io me ne vado, e questa volta, andrò molto lontano. Non so
quando e se tornerò,
quindi non credo sia giusto chiederti se sarai ancora al mio fianco per
questo
viaggio. Tu qui hai una famiglia, il tuo branco e…
>>. Fui interrotta.
<<
E
tanto dolore. Quindi, avanti Bella chiedimelo… Io ti
seguirò >>. Disse
decisa.
Ci guardammo
intorno, un ultimo sguardo alla nostra terra prima di tuffarci in
acqua. Solo facendo
così, non potevamo essere seguite e rintracciate.
<<
Una
nuova vita ci attende >>. E, detto ciò, con
Leah sulle spalle nuotai il
più velocemente possibile.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
Recensione
di immaginaria
[Contatta]
del 07/11/2009 - 05:01PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
GRAZIE…MI
FA PIACERE SAPERE CHE LA MIA STORIA TI PIACCIA NONOSTANTE Jake e leah,
MA PER ME LORO COME TUTTI I LICANTROPI SONO PERSONAGGI IMPORTANTI NELLA
STORIA, A ME PIACCIONO MOLTO ANCHE SE SONO TEAM EDWARD…SPERO
CONTINUERAI A SEGUIRE LA MIA STORIA E A RECENSIRE I MIEI
CAPITOLI…BACI
|
|
Recensione
di luigia
[Contatta]
del 16/10/2009 - 02:30PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
CIAO
GINA…VISTO FINALMENTE SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE, NON HA
RACCONTATO NIENTE DI COMPROMETTETE, SOLO LEAH HA SVELATO IL SUO
SEGRETO…SPERO QST CAPITOLO TI PIACCIA…BACI
|
|
Recensione
di Luisa98
[Contatta]
del 16/10/2009 - 02:06PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
GRAZIE
PER LA TUA RECENSIONE NONOSTANTE LA MANCANZA DI TEMPO…MI
DISPIACE SE TI HO DELUSA CON QST CAPITOLO, TU SPERAVI CHE SI
INCONTRASSERO E INVECE LEI è FUGGITA DI NUOVO, MA NON
TEMERE…BACI
|
|
Recensione
di adry91
[Contatta]
del 15/10/2009 - 10:37PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
BEH
L’ATTESA SI PROLUNGA ANCORA UN PO’… MA
QUESTA SUA FUGA PORTERà A QUALCOSA DI
BUONO…VEDRAI! BACI
|
|
Recensione
di Crazyangel84
[Contatta]
del 15/10/2009 - 08:53PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
GRAZIE….SPERO
TI SIA PIACIUTO ANCHE QST CAPITOLO…DIMMI CHE NE PENSI..BACI
|
|
Recensione
di nanerottola
[Contatta]
del 15/10/2009 - 08:00PM sul capitolo 20: cap 20
- Firmata
|
CIAO…PRESTO
CERCHERò DI AGGIORNARE ANCHE LA TROVATELLA…SPERO
TI SIA PIACIUTO QST CAPITOLO…BACI
|
|
|
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Capitolo 22 *** capitolo 22 ***
Vi
devo
chiedere scusa per la lunga assenza…non è mia
abitudine lasciare le cose a metà
o far passare tanto tempo; ma nelle ultime settimane sono successe
tante cose
ed alcune molto brutte e preoccupanti.
Grazie
al
cielo tre giorni fa ho avuto belle notizie e il problema si
è quasi risolto,
quindi ora spero di riuscire ad aggiornare più
frequentemente la storia fino a
concluderla…
Ancora
una
volta chiedo di perdonarmi…. Ora però vi lascio
al capitolo, un po’ cortino ma
il 23 arriverà presto ve lo prometto…mi racomando
recensite….
BUONA
LETTURA!!!
TROPPO
TARDI
POV ALICE
La
battaglia, finalmente, era giunta al termine. Gli ultimi neonati erano
stati
fatti a pezzi, ed ora, bisognava dare fuoco a tutti
i loro resti. Ma, cosa
ancora più importante, dovevamo chiarire con
le nostre cugine dell’Alaska. Avevano perso una sorella per
un inganno, ma
tutto era partito dalla voglia di vendetta contro i lupi che avevano
ucciso
Laurent.
<<
Vado
da Bella >>, disse Edward.
Non mi ero
dimenticata di lei, avevo seguito tutta la sua battaglia, grazie alle
mie
visioni, ero a conoscenza, con largo anticipo, della sua vittoria.
E come avevo
previsto, tutto era andato per il meglio. Ciò che vedevo con
poca chiarezza,
era lo stato di salute, mentale e fisica, di Charlie. Aveva rivisto sua
figlia,
ed aveva assistito a parte della battaglia.
<<
Edward,
è meglio che siano Carlisle ed Esme ad andare da lei. Credo
che Charlie abbia
bisogno di un medico, e vorrà delle spiegazioni a tutto
ciò che ha visto. E
poi, noi dobbiamo sistemare la situazione con i Denali, e solo tu puoi
aiutarci. Dovrai leggere i loro pensieri, e capire se ci crederanno.
Non
possiamo permettere che nella rabbia di aver perso una sorella,
cerchino
vendetta contro i lupi >>.
Speravo mi desse
ascolto. Se Charlie avesse visto lui, avrebbe pensato che Bella, per
tutto
questo tempo, fosse fuggita da Forks con Edward.
<<
Gli
spiegheremo la situazione >>, rispose mio fratello, ai
miei pensieri.
<<
Edward.
Alice ha ragione, qui c’è bisogno di te, e solo tu
puoi fare da tramite per i
lupi, indagare nel profondo dei loro pensieri >>. Anche
Carlisle, capii
che questa era la cosa migliore.
<<
Non
temere >>, disse Esme che, dopo aver posato un delicato
bacio sulla
guancia di Edward, scomparve fra gli alberi con Carlisle.
Un gran
falò
era acceso al centro esatto dello spiazzo. Da esso si alzava una densa
colonna
di fumo nero.
Ci
avvicinammo cautamente alla famiglia di Denali, mentre Jasper tastava
il loro
umore, ed Edward leggeva i loro pensieri.
Fu
più
semplice del previsto convincerli che erano stati ingannati sin
dall’inizio,
sia da Laurent, che da Victoria. Il loro pensiero di vendetta contro i
lupi o
contro di noi, si era completamente esaurito.
Mentre
confortavamo Tanya e Kate, per la perdita di Irina, una visione mi
colpì
all’improvviso.
POV EDWARD
Adesso che
avevamo sistemato tutto con Tanya, Kate, Carmen ed Eleazar, mi sentivo
più
tranquillo. Ovviamente ero triste per la perdita di Irina, e cercavamo
di
confortarle come potevamo, ma il mio pensiero, se pur egoistico, era
rivolto
completamente al ritorno di Bella.
Ero talmente
distratto, che non riuscii a vedere tutta la visione che, in quel
momento,
aveva immobilizzato mia sorella.
Riuscii a
catturare solo le ultime immagini, che mostravano Bella fuggire
nuovamente.
In quel
momento fui investito da Tanya, che mi gettò le braccia al
collo, chiudendo le
sue gambe, attorno alla mia vita.
<<
Edward mi sei mancato… Mi dispiace per tutto questo equivoco
>>.
Non capivo
più nulla, non mi spiegavo cosa stesse succedendo. La mia
mente ed il mio
corpo, erano rimasti paralizzati dalla consapevolezza che Bella, stesse
per
fuggire di nuovo, anche se non sapevo perché e quando.
“
Edward, fai qualcosa, Bella ha
visto Tanya!! ”. In
un attimo, Alice mi rimostrò la sua visione. Tanya che mi
abbracciava e Bella,
che vedendo quella scena, decideva di fuggire di nuovo.
<<
Bella,
nooo!! >>. Ma il mio grido, la mia preghiera, era giunta
troppo tardi.
Quando mi girai, vidi solo il grande lupo rossiccio, che si era
inoltrato nella
foresta, nel tentativo di inseguire Bella.
<<
Scusami
Tanya… >>. Dissi, e senza darle il tempo di
parlare, mi liberai dalla sua
presa e mi lanciai fra gli alberi.
Il suo
profumo, mi portò nuovamente al confine con La Push. Mi
fermai, prima di
oltrepassarlo.
“ Sanguisuga dove pensi di andare! ”.
Leah
mi aveva sbarrato la strada.
<<
Leah
lasci che ti spieghi, io… >>.
“ Non m’interessano le tue spiegazioni!! ”.
“ Leah vai da Bella, parlo io con lui.
Qui... ci sono le
tue cose ”. Jacob
era uscito da dietro delle grandi felci, ed aveva posato vicino alle
zampe di
Leah uno zaino.
Leah prese
la borsa tra le sue fauci, e corse lontano, senza neanche degnarmi di
uno
sguardo.
“ Cullen sei un imbranato! ”.
Rimasi
stupito dal tono di voce con cui mi riprese.
Non era
cattivo, anzi, sembrava quasi che mi stesse rimproverando, come se
fossi un suo
amico, o un fratello.
Rimasi a
fissarlo, e dai miei occhi si capiva benissimo che cercavo spiegazioni.
“ Come fai ad essere così idiota?
L’hai fatta
fuggire ancora. Era tornata per restare, aveva
fatto la sua scelta, e aveva scelto te! ”.
Le sue ultime parole,
erano intrise di tristezza.
“ La amo troppo per vederla soffrire,
preferisco che almeno lei sia felice. Quindi, ora ti darò il
permesso di
passare il nostro confine, quest’unica volta, per convincerla
che ciò che ha
visto, è stato solo un equivoco.
Ma se
la farai soffrire ancora, ti prometto che ti distruggerò io
stesso, in pezzi
talmente piccoli, che
la tua famiglia
sarà costretta ad aspirarti con un aspirapolvere. Ci siamo
intesi succhia
sangue? ”.
Finito il
suo discorso, mi voltò le spalle. Io, in tutto il suo
monologo, non avevo
aperto bocca.
Ora sapevo
che potevo raggiungerla, senza infrangere nessun patto.
<<
Grazie
Jacob >>. E senza dire altro, scattai verso la spiaggia,
seguendo la scia
che Leah, aveva lasciato dietro di se.
In pochi
minuti raggiunsi la mia meta, il suo dolce profumo, misto a quello del
mare, mi
riempiva i polmoni, ma di lei non c’era nessuna traccia.
Mi voltai a
destra e sinistra, ma la spiaggia era deserta.
Il suo odore
mi portò fino al bagnasciuga. Non volevo pensarci, speravo
solo che mi stessi
sbagliando.
<<
Edward,
è partita, è andata via! >>. La
voce di Alice mi giunse alle spalle.
Jacob doveva aver fatto passare anche lei.
<<
Dove?
>>, chiesi fissando il mare.
<<
Non
lo so. Nella mia ultima visione, ha deciso di andare via, ma quando
Leah ha
deciso di seguirla, è sparito tutto. So solo che non voleva
essere seguita o
trovata, ecco perché è andata via nuotando
>>.
Caddi
inginocchio, lì sul bagna asciuga, non mi interessava che le
piccole onde mi
bagnassero i pantaloni.
<<
Alice,
era tornata, aveva deciso di perdonarmi ed io l’ho lasciata
fuggire. Le ho
spezzato ancora una volta il cuore >>. Dissi, premendomi
le mani sul
viso.
Sentii Alice
inginocchiarsi alle mie spalle, e le sue braccia mi circondarono il
torace,
lasciandomi sfogare tutta la mia tristezza.
CHIEDO
SCUSA MA NON HO TEMPO DI RISPONDERE ALLE VOSTRE BELLISSIME
RECENSIONI…
RINGRAZIO TUTTE E SE LASCIATE DELLE RECENSIONI SU QST CAPITOLO VI
PROMETTO CHE
NEL PROX VI RISPPONDERò….GRAZIE ANCORA!!!
P.S.=
la trovatella sarà aggiornata al più presto.
|
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Capitolo 23 *** CAPITOLO 23 ***
Perdonatemi
ragazze…lo so
sono mancata per tantissimo tempo, spero però che non mi
abbiate dimenticata,
come non abbiate dimenticato la mia storia.
Sono
stata fuori paese
impegnata in alcune faccende, ma per mia fortuna mi sono ricordata di
portarmi
insieme il mio computer, così sono riuscita a scrivere ben
tre capitoli…si sta
giungendo al termine di questa fan fiction.
Ma
per ora ci sono ancora capitoli…spero abbiate ancora voglia
di leggerli.
Questo
capitolo non è Betato.
Beh,
vi ho rotto abbastanza…buona lettura…
P.s.=
questo è un capitolo di passaggio.
UNA
NUOVA DESTINAZIONE
POV
BELLA
<<
Cavolo
Bella, si è bagnato tutto lo zaino… ora tutti i
vestiti e i soldi saranno
fradici! Potevi uccidere quello squalo con un solo gesto, ed evitare di
giocarci >>.
<<
Scusami
tanto se cercavo di evitare che ti staccasse una gamba, potresti almeno
ringraziare >>.
Stavo ancora
nuotando verso sud, indecise ancora sulla nostra destinazione.
Leah era a
cavalcioni su di me, come se fosse su un semplice acquascooter,
preferivo
nuotare solo io per essere più veloci.
<<
Non
ti dirò grazie, perché sai benissimo che quello
squalo non poteva farmi niente!
>>.
<<
Si
ho capito, la gratitudine non è il tuo forte, e comunque
preferivo non uccidere
quello squalo, sono giorni che non mi nutro e se lo avessi ferito il
suo sangue
mi avrebbe fatto perdere la testa e non so che sapore abbia uno squalo,
sai non
amavo tanto il pesce da umana e ho la nausea per tutto quel pesce che
portava
Charlie a casa, quindi non credo mi nutrirò di pesci anche
in questa vita >>.
<<
Perché
voi succhiasangue selezionate le
prede anche in base al sapore? >>. Il nomignolo con cui
ci aveva chiamato
non l’aveva detto in modo offensivo, anzi tutta la frase era
velata da una
punta di sarcasmo.
<<
È
per questo che non mi nutro di voi cani, se il vostro sapore
è pari alla vostra
puzza, non ci tengo proprio ad assaggiarlo >>, risposi
per i toni.
<<
Se
assaggiassi il mio sangue, ti leccheresti i baffi! >>,
Leah scoppiò a
ridere.
<<
Sai
Leah, non sono a me che spuntano i baffi, e poi se proprio devo
assaggiare il
tuo sangue è meglio che prima dia una bella lavata alla mia
preda, per togliere
il suo cattivo odore >>.
Leah smise
di ridere e non dandole nemmeno il tempo di pensare mi girai su un
fianco
facendola finire sott’acqua.
Riemerse
annaspando, aveva bevuto un po’ e quindi tossiva cercando di
espellere quel po’
d’acqua che aveva ingerito.
<<
Prima
di un tuffo bisognerebbe chiudere la bocca per non bere!
>>, dissi
ridendo.
<<
Traditrice!!
Mi avevi promesso che non mi avresti fatta bagnare completamente
>>.
<<
Ma
tu ti sei offerta come spuntino, e la mamma mi ha sempre detto di
lavare prima
tutto ciò
che mangio >>.
<<
Bella
se ti prendo sei una vampira morta! >>, gridò
nuotando verso di me.
<<
Leah,
io sono già morta >>.
Mi prese per
le spalle e mi spinse sott’acqua.
Rimasi
giù
diversi minuti, ovviamente non avevo bisogno di respirare.
Quando mi
lasciò andare ritornai in superficie tossendo.
<<
Ma
sei pazza? Mi stavi affogando! >>, dissi iniziando a
ridere come una
pazza, e alla mia risata si unii Leah.
<<
Beh
credo che sia il momento di approdare in qualche porto, sono tutta
bagnata e
anche se non mi prenderò di certo un raffreddore, mi sono
stancata di stare a
mollo; il problema che ora tutti i nostri vestiti e tutti i nostri
soldi sono
completamente bagnati >>, disse Leah.
<<
Sarà
molto difficile trovare un albergo che accetti soldi e documenti
bagnati, e poi
non ho la minima idea di dove siamo >>.
Non avevo
nuotato molto lontano dalla costa, ma non avevo prestato attenzione per
quante miglia
avessi nuotato.
<<
Beh,
io ho osservato la costa e se non sbaglio tra circa tre miglia
avvisteremo la
baia di New Port; credo sia un’ottima meta. A New Port ci
abita una mia vecchia
amica che si è trasferita lì con il marito, ci
siamo tenute in contatto da
quando è andata via dalla Push. Credo che ci
ospiterà molto volentieri, sono
mesi che mi invita ad andarla a trovare >>, disse Leah.
<<
Io
ho bisogno di nutrirmi, non posso rischiare di avvicinarmi agli umani
affamata
e comunque potrebbe essere lo stesso rischioso, l’unico umano
a cui mi sono
avvicinata è Charlie e non gli ho fatto del male
perché era mio padre; non
voglio rischiare Leah! >>, dissi timorosa.
<<
Bella
anche a Barrow non hai attaccato nessuno >>.
<<
Leah,
è diverso, mi nutrivo con regolarità, e durante
il giorno ero sempre chiusa in
casa >>.
<<
Il
problema è il loro odore… >>, vidi
Leah pensarci un po’ su e poi esclamò
<< semplice non respiri, so benissimo che per parlare hai
bisogno di
aria, quindi diremo che sei una mia amica muta! >>.
<<
Leah
è una buona idea, ma non so se… >>.
<<
Bella
basta! Non essere sempre pessimista, è andata bene fino ad
adesso e comunque io
sarò sempre al tuo fianco e poi ti prego, ho bisogno di una
doccia e di vestiti
asciutti >>, disse le ultime parole piagnucolando e con
le mani
intrecciate a
preghiera.
<<
Si,
si, ok; mi hai convinta, ma se ti ritrovi senza un’amica sai
chi dovrai
incolpare, e di certo non me! >>.
Leah mi
risalii sulla schiena e come aveva detto a circa tre miglia trovammo la
baia.
<<
Bella
se nuoti ancora un po’ alla fine della baia un po’
più a sud, troverai una
piccola foresta, sicuramente lì potrai fare uno spuntino
>>.
Al sol
pensiero di riuscire finalmente a placare la fame, la gola
andò in fiamme,
riardendola con un fuoco insopportabile, il veleno invase la mia bocca
in
abbondanza, e neanche il
suo fiotto
fresco che percorreva le pareti della mia gola riuscì a
calmare le fiamme.
Nuotai
ancora più veloce, avevo bisogno di placare il dolore, e
dopo pochi istanti
intravidi una fitta vegetazione.
Mi assicurai
che verso riva non ci fossero bagnati o imbarcazioni, per lanciarmi
verso la
spiaggia senza preoccupazioni.
<<
Leah
da qui alla riva saranno meno di cinquanta metri, posso lasciarti qui?
Io ho
urgenza di… >>.
<<
Si
vai pure >>, senza neanche farmi finire di parlare scese
dalla mia
schiena, lasciandomi libera di immergermi e raggiungere la riva senza
dare
nell’occhio, anche se la spiaggia era deserta.
In un
istante avevo raggiunto la spiaggia e subito mi ero lanciata in una
folle corsa
verso la vegetazione, anche se ci fosse stato qualche umano spuntato
dal nulla
sulla spiaggia, non sarebbe neanche riuscito a vedere la mia sagoma o
lo
sfumatura di essa.
In pochi
secondi raggiunsi la foresta e subito mi misi all’opera.
Annusai
l’aria alla ricerca di qualsiasi profumo, qualsiasi animale
anche il più
piccolo sarebbe entrato a far parte della mie prede.
Una lepre fu
graziata da un piccolo branco di cervi nelle vicinanze, con un balzo
raggiunsi
il piccolo spiazzo in cui si erano fermati a riposare.
Puntai
subito il più grande, di certo il capobranco e
prima che lui se ne accorgesse e desse l’allarme
al suo branco, mi
avventai sulla sua gola e affondai i miei denti nella sua pelliccia
andando in
profondità per cercare la vena più grande che
avrebbe saziato parte della mia
fame.
Tutto il
sangue presente in quel povero e innocente animale, fluì in
me, bagnando le
pareti della mia gola e placando il bruciore, senza estinguerlo del
tutto.
Appena
finì
di nutrirmi di lui, attaccai il secondo maschio più grande,
e prima che
riuscissi a saziarmi del tutto, uccisi altri tre cervi.
<<
Bella
hai fatto una strage >>, la voce di Leah mi raggiunse
nell’istante in cui
stavo posando a terra la mia ultima preda.
Mi guardai
intorno e ammisi che Leah aveva proprio ragione.
<<
Sono
giustificata se dico che avevo molta fame visto che non mangiavo da
giorni? >>,
dissi portando una mano a grattare la mia nuca.
<<
Beh
si hai ragione, ma ora andiamo >>.
<<
Leah?
>>, la chiamai con voce innocente.
Quando si
girò guardai verso il basso e dondolando come una bambina
che aveva fatto
qualche marachella le chiesi.
<<
Sai
sono un po’ difficili da nascondere cinque grossi cervi;
potresti inscenare un
attacco da un branco di grossi lupi? >>.
<<
Ma
come mai mi tocca insabbiare tutti i tuoi casini? >>.
Ma senza
ribattere ancora, vidi il suo corpo vittima di forti spasmi e poi
coriandoli di
vestiti esplodere in aria.
<<
Grazie
>>, dissi sorridendo, << ma i vestiti
potevi toglierli >>.
Un piccolo
ringhio uscii fra i denti di Leah.
<<
Ok,
come non detto >>. Alzai le mani in segno di resa e mi
scansai per darle
il giusto spazio con le sue povere vittime, che altro non erano i resti
delle
mie vittime.
Dopo qualche
graffio e qualche morso qua e là, Leah tornò
umana e tirò fuori dallo zaino
altri vestiti bagnati per indossarli.
<<
Ora
possiamo andare? >>, chiese Leah.
<<
Si,
si >>.
Ci
incamminammo verso il confine della foresta, ormai era pomeriggio
inoltrato e
il sole era sparito all’orizzonte.
<<
Ora
smetti di respirare, stiamo per entrare in paese >>,
disse Leah.
<<
Leah
non abbiamo pensato ai miei occhi >>, dissi preoccupata.
Di certo la
sua amica non aveva mai visto occhi così rossi.
<<
Bella,
non credo tu debba preoccuparti dei tuoi occhi, non sono più
rossi come qualche
giorno fa, anzi ora sono… arancioni, si, arancione scuro,
c’è solo qualche
sfumatura e linea rossa, ma non credo baderà molto ai tuoi
occhi dopo che ci
vedrà conciate in questo modo >>, disse
indicandoci.
E in un
certo senso era vero, sembravamo due ragazze sopravvissute ad un
disastro
navale.
I vestiti
erano ancora bagnati, anche se quelli di Leah si stavano asciugando
molto in
fretta, visto che il suo corpo emanava un calore di ben quarantadue
gradi; ma i
suoi capelli erano completamente un disastro, ma stavano sempre meglio
dei miei
visto che lei con un passata di mano poteva sistemare la sua corta
chioma,
mentre da quello che vedevo riflesso sul finestrino di una macchina al
mio
fianco, i miei capelli non avevano una soluzione semplice.
<<
Ti
sei incantata? >>, Leah mi passò una mano
davanti agli occhi.
<<
Leah
sono un disastro! >>, mi lamentai.
<<
Non
credo tu debba fare conquiste, quindi non preoccuparti >>.
Ci avviammo
verso il centro del paese e Leah chiese indicazioni per arrivare nella
via in cui
si trovava la casa della sua amica.
<<
Eccoci,
dovrebbe essere quella casa con il portico >>.
Leah
indicò
una bella casa non troppo piccola, con un bel giardino e
un’altalena sotto il
grande porticato.
La cassetta
della posta attaccata sullo steccato bianco che circondava la casa
portava il
nome di: “
Thomas ed Evily Grey ”.
Leah aprii
il cancelletto e ci avviammo verso la porta.
Dopo che
Leah ebbe premuto il campanello, attendemmo che qualcuno venisse ad
aprirci.
Dall’interno
della casa provenivano odori che indicavano che qualcuno era intento a
cucinare
uno stufato molto ricco, e ciò veniva confermato dai rumori
di pentole e
mestoli.
<<
Tom,
per favore potresti vedere chi è alla porta?
>>, una voce amorevole e
femminile giunse dall’interno destro della casa.
Dalla
sinistra si sentii chiaramente che qualcuno che stava sfogliando il
giornale,
lo ripiegò e si alzò da una poltrona per
accingersi verso la porta.
<<
Vado
io Evely >>.
E poco dopo
la porta si aprii.
Un uomo
sulla trentina, con capelli e pizzetto nero ci guardava con aria
curiosa.
Aveva occhi
castano scuro, era una spanna più alto di Leah e aveva un
fisico non troppo
muscoloso.
<<
Buonasera,
posso esservi di aiuto? >>, chiese l’uomo in
maniera molto cortese,
nonostante il nostro aspetto.
<<
Buonasera,
sinceramente cercavo… >>, ma Leah si
interruppe quando dal corridoio
sulla destra apparve una bellissima donna dai lunghi capelli neri,
carnagione
scura, occhi a mandorla di colore verde e molto più bassa
del marito,
<<
Caro
chi è alla… LEAH!? >>,
urlò incredula la donna.
<<
IVY
>>, gridò Leah.
Mentre sia
io che il marito le guardavamo prendersi per mano e saltellare girando
in tondo
come due bambine.
<<
Leah
che bello vederti. Dimmi come stai? Che ci fai qui? Come sta tua madre
e tuo
fratello? Che hai fatto ai capelli? E che hai combinato ai vestiti?
>>,
Evily la tempestava di domande.
<<
Ivy
se ti limiti ad una domanda alla volta, ti posso rispondere a tutto
>>,
rispose Leah allegra.
<<
Io
sto bene, come anche mia madre e mio fratello e i capelli come ti ho
detto
nell’ultima lettera li ho tagliati >>.
<<
Ma non mi avevi
detto che erano così corti e poi
dovevi inviarmi una foto, ma non mi hai più scritto nessuna
lettera, mi hai
fatto preoccupare >>, la sgridò
l’amica.
<<
Perdonami,
ma sono stata molto indaffarata, poi sono partita per un viaggetto io e
la mia
amica >> disse indicandomi << e passando di
qui ho pensato di
passarti a trovare >>.
<<
Ma
sembra che abbiate fatto un bagno completamente vestite!
>>, disse Evily.
<<
In
un certo senso è così >>, guardai
Leah con occhi spalancati, non sapevo
che scusa avrebbe inventato.
<<
Stiamo
facendo un viaggio lungo tutta la costa con delle piccole imbarcazioni,
e
quando siamo arrivati nella baia di New Port, abbiamo pensato di
scendere per
farti un salutino, ma la mia amica scendendo è scivolata
sulla passerella ed è
finita in acqua e non sapendo nuotare bene mi sono tuffata per aiutarla
>>.
Non potevo
crederci, mi aveva fato fare la figura dell’imbranata; ok
queste erano cose
tipiche della vecchia Bella, ma nella mia nuova vita e nel mio nuovo
corpo, l’equilibro
e le attività fisiche, erano innate.
Gliela avrei
fatta pagare.
<<
Comunque
piacere io sono Evely e lui è mio marito Thomas
>>, e mi allungò la mano
per stringere la mia.
Con molto
timore allungai anche la mia cercando di non stringere troppo la presa.
Subito Leah
venne in mio aiuto.
<<
Ivy
lei è Bella, purtroppo soffre di un mutismo temporaneo
>>.
Sul loro
viso subito comparve un’espressione dispiaciuta.
<<
Cosa
le è successo? >>, chiese Thomas.
<<
È
stata operata alla tiroide, e i dottori le hanno danneggiato le corde
vocali,
ora non può sforzarle; ma come ho già detto
è una cosa temporanea >>,
concluse velocemente Leah.
<<
Beh
siamo molto dispiaciuti, ma per favore non rimanere sulla porta, hai i
vestiti
umidi e le tue mani sono gelide >>. Disse Evily
invitandomi ad entrare
con un gesto della mano.
<<
Thomas,
come avrai capito lei è la mia amica Leah di La Push
>>, disse Evily al
marito.
<<
Piacere Thomas. Ivy mi ha tanto parlato di te, che mi sembra
già di conoscerti >>,
disse Leah sorridendo.
<<
Vale
la stessa cosa per me >>, disse Thomas.
<<
Che
buon profumino >>, disse Leah.
<<
Evely
stava preparando la cena, spero ci farete compagnia >>,
ci invitò Thomas.
Speravo Leah
rifiutasse, non sapevo proprio come avrei fatto a giustificare la mia
mancanza
di appetito.
<<
Accettiamo
molto volentieri grazie >>.
Lo sapevo,
avrei voluto ucciderla.
Strattonai
la maglia di Leah e indicai con la mano me e i miei vestiti e poi lei,
per
farle capire che forse non era il caso visto che eravamo impresentabili.
<<
Se
prima della cena volete lavarvi non
ci
sono problemi sopra abbiamo una stanza per gli ospiti, se per voi due
non è un
problema dividere la stanza e il bagno potrete utilizzarla entrambe,
saremo
molto felici di ospitarvi; perché vi fermerete per qualche
giorno, vero? >>,
disse Evely velocemente.
<<
Beh
si, ma non vorremmo darvi fastidio, potremmo cercare qualche albergo
nelle
vicinanze >>, disse Leah.
<<
Nessun
fastidio, sarà un piacere ospitarvi >>,
rispose Thomas.
<<
Tom
ha ragione, non ho nessuna intenzione di mandarvi in un albergo, sono
due anni
che ti imploro di venirmi a trovare e ora che sei qui non se ne parla
che tu
vada altrove a dormire >>. Minacciò severa
Evily, puntando un dito contro
il viso di Leah.
<<
Ok,
ok, allora se non ti dispiace vorrei togliermi questi stracci di dosso
>>.
<<
Venite,
vi faccio vedere la camera, per quanto riguarda i vostri vestiti ve li
laverò e
domani li avrete puliti ed asciutti, ma per stasera a Bella
procurerò qualcosa
di mio, visto che ha più o meno la mia taglia, mentre tu ti
dovrai accontentare
di una tuta di Thomas >>, disse allegra Evily,
<< non credo avrai
problemi visto che per quello che ricordo sei sempre voluta andare in
giro
vestita come un maschiaccio >> e poi scoppiò
in una fragorosa risata,
seguita da Leah.
Salimmo le
scale che portavano
al piano superiore
ed entrammo nella prima stanza sulla sinistra.
Era una
stanza con una grande finestra e con delle tende verde scuro come la
moquette,
un grande letto, sulla destra c’era un bagno che ci
mostrò, abbastanza grande
da contenere una vasca e tutto l’occorrente per dare tutti i
comfort agli
ospiti.
<<
Bene,
ora vi lascio, così potrete sistemarvi. Fuori vi
lascerò una cesta, mettete
tutti i vestiti che vi dovrò lavare >>.
<<
Grazie
Ivy >>, disse Leah.
Io invece mi
limitai a ringraziarla con un lieve cenno della testa.
<<
Figuratevi.
Se avete bisogno di qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi
>>.
E detto
ciò,
ci lasciò sole.
<<
Visto?
È andato tutto bene >>, disse Leah voltandosi
verso di me.
<<
Il
loro calore mi fa pizzicare la gola >>.
Per parlare,
avevo respirato e adesso la gola era tornata in fiamme.
Non mi era
necessario respirare, ma non farlo, specie per un lungo tempo, era
alquanto
fastidioso.
<<
Leah,
io… >>, non cera bisogno che terminassi la
frase, il suo sguardo si
concentrò sui miei occhi ritornati neri.
Subito si
avvicinò a me.
<<
Bella
concentrati, respira con la bocca, pensa a loro come amici, come ad
essere
umani con una famiglia e con degli amici a cui mancherebbero
tremendamente se
loro morissero >>.
Mi fu molto
difficile concentrarmi specie con il profumo di Evily che riempiva la
stanza e
con il battito dei loro cuori che mi chiamavano dal piano inferiore.
Di nuovo un
fiotto di veleno fresco mi bagnò la lingua.
<<
Bella
è una mia carissima amica, una sorella per me, proprio come
lo sei diventata tu
>>.
Le sue
parole mi sorpresero e la mia attenzione fu catturata dal viso triste
di Leah.
<<
Perdonami
>>, dissi.
<<
Sei
che tu che devi perdonarmi, non ho pensato che tu potessi soffrire a
stare a
contatto con degli umani >>.
Non avevo
bisogno di uno specchio per sapere che il nero dei miei occhi stava
lasciando
il posto allo strano colore che avevano assunto, nutrendomi di animali.
<<
Leah,
il bruciore sta passando, forse mi serve solo un bagno caldo
>>.
Avevo
mentito, il bruciore non stava passando, ma mi stavo pian piano
abituando, se
volevo vivere a contatto con gli umani mi sarei dovuta abituare.
<<
Il
bagno è tutto tuo, io inizio a mettere tutta la roba nella
cesta, e poi
asciugherò i soldi e i nostri documenti >>.
Entrai in
bagno ad iniziai a riempire la vasca con acqua bollente, per poter
sentire un
po’ di calore sulla mia pelle l’acqua doveva avere
alte temperature.
Feci
sciogliere nell’acqua dei sali profumati che trovai sul bordo
della vasca e poi
mi immersi in essa, provando una piacevole sensazione di tepore.
Sola con i
miei pensieri iniziai a vagare con la mente e a ripensare a tutto
ciò che era
successo nelle ultime settimane.
Da quando ero
diventata una vampira erano successe troppe cose e nessuna si poteva
definire
bella.
Avevo ferito
ancora una volta i sentimenti di Jacob, avevo abbandonato Forks e mio
padre a
cui avevo promesso di tornare da lui e che non lo avrei lasciato solo;
avevo
lasciato senza neanche un saluto tutti i miei amici che mi credevano
dispersa o
addirittura morta, e senza nemmeno salutarli avevo anche lasciato tutta
la
famiglia Cullen compresa la mia dolce e migliore amica Alice.
E per ultimo
avevo fatto il grande errore di pensare di poter tornare da Edward
tranquillamente, quando lui invece mi aveva già rimpiazzato
con una vampira che
era mille volte meglio di me.
Ero un
disastro, da quando ero rinata in questa mia nuova vita non avevo fatto
nulla
di buono, avevo anche messo in pericoloso tutti i Cullen e mio padre
per colpa
di Victoria e del suo esercito che mi erano venuti a cercare ed ero
quasi stata
uccisa da Victoria; se non fosse stata per la mia forza da neonata a
quest’ora
sarei morta per la mia incapacità di lottare, e cosa
peggiore la mia forza non
sarebbe durata in eterno, e se avessi incontrato qualche altro vampiro,
sarei
morta di sicuro.
Dovevo
imparare a difendermi, non potevo contare sempre su Leah, lei ha un
futuro che
perderà se rimarrà con me.
Ecco questo
sarà uno dei miei primi obiettivi, imparare a lottare e per
far ciò dovevo
trovare qualcuno che me lo insegni.
Di certo non
potevo andare alla prima palestra ad iscrivermi, un semplice umano non
poteva
insegnare l’arte di difendersi ad un vampiro, mi sarebbe
servito un vampiro
disposto ad insegnarmi tutto.
Peccato che
gli unici vampiri che io conoscessi, erano gli unici a cui io non sarei
andata
a chiedere aiuto.
Era
questione di orgoglio, non sarei stata una di quelle ex rompiscatole
che
intralciano la vita del loro ex ragazzo rimanendo sempre fra i piedi, e
poi non
avrei mai sopportato la vista del loro amore.
Dovevo
trovare una guida, un vampiro che mi dica come si vive
l’immortalità, un
mentore.
Ma
l’unica
persona che mi veniva in mente era Carlisle, lui aveva insegnato tutto
alla sua
famiglia che lui stesso aveva creato.
Però
ora che
ci pensavo bene, lui aveva imparato tutto da solo, aveva viaggiato in
solitudine per molti paesi prima di crearsi una famiglia, ed aveva
incontrato
anche molti vampiri con cui era diventato amico, tra cui un grande clan
in
Italia, un clan che viene rispettato come una casa reale.
I Volturi.
Questo nome
mi riportò alla mente molti ricordi della mia vita da umana,
era il pomeriggio
che ante cedeva alla mia disastrosa festa.
Edward, mi
parlò dei Volturi come della colonna portante di tutta la
specie dei vampiri e
che loro si erano assunti il compito di far rispettare le poche leggi
presenti
tra i vampiri, e se io andassi da loro desiderosa di imparare non
potranno
rifiutarmi.
Il
pomeriggio in cui Edward mi portò nello studio del padre per
raccontarmi la
storia di Carlisle, mi mostrò il quadro raffigurante un quel
quartetto di
uomini che rappresentavano Carlisle e i tre Volturi.
Ecco la
nostra nuova destinazione sarebbe stata Volterra in Italia, ma prima di
comprendere anche Leah avevo bisogno di comunicarle la notizia, io
sarei
andata, lei avrebbe deciso se seguirmi o vivere la sua vita.
Dai
recensite qst capitolo e fatemi
sapere che ne pensate…mi dispiace molto ogni volta che vedo
che le recensioni
non superino mai il numero 7…non siate timide, anche un
piccolo salutino mi
farebbe davvero contenta.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI.
|
RenesmeeBlack
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|
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violazione
|
10/12/09,
ore 22:53 - Capitolo 22: capitolo
22
|
Ciao
tesoro…grazie per l’augurio…e devo dire
che le cose che andavano storte e male sono migliorate e spero che
rimangano così…spero che anche nella tua vita le
cose vadano meglio…
Beh
ti è piaciuto qst capitolo??
baci
|
|
Bella
conosce benissimo i punti deboli del potere di Alice e farà
di tutto per non farsi trovare. Per quanto riguarda Jake, quando ami
veramente pensi solo alla felicità della persona amata; lui
ha pensato a Bella.
Grazie
per la tua recensione…
|
nanerottola
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|
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violazione
|
10/12/09,
ore 16:15 - Capitolo 22: capitolo
22
|
Ciao
bellissima….beh dopo tanto tempo ho postato un nuovo
capitolo…contenta??? Per LA TROVATELLA, credo che
metterò un piccolo avviso…Piaciuto il nuovo
capitolo??
|
|
Luisa98
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|
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violazione
|
10/12/09,
ore 16:08 - Capitolo 22: capitolo
22
|
Ebbene
si..se Edward si
colpevolizza sempre di tutto, Bella scappa sempre dal
dolore…non vuole sentire Edward prendersi le colpe per il
suo dolore…ma quando si fermerà capirà
quanto sia stata stupida….
Sono
contenta che tu continui a seguirmi…ci tengo davvero
tanto…baci
|
|
|
LadySile
[Contatta]
|
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violazione
|
10/12/09,
ore 13:18 - Capitolo 22: capitolo
22
|
Edward
era distratto…per quanto riguarda Tanya, si sa che ha una
certa fissa per Edward e in quell’abbraccio cercava anche un
po’ di consolazione per la perdita di Irina…beh
spero ti sia piaciut qst capitolo, e prox che verranno
|
|
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Capitolo 24 *** capitolo 24 ***
RAGAZZEEEE,
BUON ANNO
NUOVOOOOO….
VI
LASCIO SUBITO AL
CAPITOLO!
SOTTO
HO RISP ALLE VOSTRE
RECENSIONI CHE SONO AUMENTATE SOLO DI UNA…SIGH!
:’-(
p.s.=
capitolo non betato
VOLTERRA
POV
BELLA
<<
Leah!
>>.
Uscii dal
bagno con una velocità che di umano non aveva niente.
<<
Leah,
ho deciso; so dove voglio andare per ricominciare tutto
>>.
<<
Bella,
calmati un attimo e dimmi di cosa stai parlando >>, mi
disse lei con voce
curiosa.
<<
Beh,
insomma. Stavo rimuginando su tutto ciò che è
successo da quando sono diventata
una vampira, e ho capito che nelle ultime settimane la mia vita
è stato un
disastro, che ha rovinato la vita a molte persone. Sai tutto
ciò che è
successo, Laurent, Jake, i Cullen, mio padre, Victoria, i
neonati… >>.
<<
Si,
si ho capito, vai avanti! >>, disse impaziente Leah.
<<
La vita scorre come
granelli di sabbia in una clessidra... la grande differenza
è che la clessidra
puoi girarla e ricominciare da capo, con la vita non puoi tornare
indietro, si puoi
solo ripartire dal punto in cui si arrivati! >>.
Leah
continuava a guardarmi perplessa ed impaziente.
<<
Leah quello che voglio dire e che ormai questa è la mia
vita, e non ho nessuno
che mi spieghi come funzioni, cosa si fa e cosa non si fa, nella vita
dei
vampiri ci sono leggi e io non le conosco tutte e questo corpo
sarà pur
indistruttibile e fortissimo, ma ho bisogno di imparare a difendermi da
altri
vampiri >>.
<<
Quindi? >>.
<<
Per fare tutto ciò ho bisogno di una guida, di un altro
vampiro che mi insegni
tutto e ora come ora gli unici vampiri che conosco sono i Cullen, ma
non ho
intenzione di andare da loro; ma da dei vampiri che Carlisle ha
conosciuto in
passato, sono rispettati e sono la colonna portante della nostra
specie; andrò
da loro! >>, conclusi.
<<
Fammi capire hai deciso di andare a cercare altri vampiri che ti
insegnino come
si vive per l’eternità, e suppongo che quando tu
dica “ andrò ”, significa che
io non sono conteggiata in questo viaggio. E per la precisione, dove si
trovano
questi vampiri? >>, chiese scettica e anche un
po’ delusa.
<<
Il punto è proprio questo. Leah, io non ti sto escludendo a
priori. Il problema
che il paese in cui si trovano questi vampiri non è proprio
dietro l’angolo, e
io ti sono grata per tutto quello che hai fatto per me fino ad ora, ti
ringrazio di avermi seguita e sostenuta per tutto questo tempo; ma non
vorrei
che tu ti sentissi obbligata a seguirmi anche in questa pazzia. Loro
non sono
vegetariani e non so nemmeno come interpreteranno la mia intrusione nel
loro
territorio >>.
<<
Insomma Bella, pensi di dirmelo dove sono o devo provare ad indovinare?
E poi
so badare a me stessa! >>, Leah iniziava a perdere la
pazienza.
<<
A Volterra, in Italia >>.
<<
Ah! >>, esclamò sorpresa.
<<
Leah sentiti libera di vivere come vuoi, insomma se vuoi prendere una
strada
diversa dalla mia sentiti libera di farlo >>,
m’affrettai a dire.
<<
Bella per favore stai un po’ zitta >>, e poi
iniziò a muovere le dita
come quando i bambini contano sulle dita delle mani.
<<
Sai uno dei miei sogni è sempre stato vedere
l’Italia, credo si possa fare. E
credo che i nostri risparmi basteranno per due biglietti aeri e un
piccolo
appartamento, poi lì potrei sempre trovare un lavoro e poi
non è detto che io
debba per forza conoscere i tuoi futuri amici vampiri, mi basta una
sola
succhiasangue fra i piedi! >>, disse sorridendo.
La
guardai incredula.
<<
Mi stai dicendo che verrai con me? >>, esclamai quasi
urlando.
E
mi fece un cenno positivo con la testa.
<<
Leah sono felicissima >>. E le gettai le braccia al collo.
<<
Bella datti una calmata, ricordati che tu non dovresti parlare e spero
che il
tuo urlo non l’abbiano sentito giù
>>.
Dopo
che Leah si lavò, indossammo gli abiti che gentilmente Evily
ci aveva fatto
trovare in una cesta fuori dalla porta.
Per
entrambe aveva scelto due comode tute con la sola differenza che la mia
era
femminile e rosa, un colore che decisamente odiavo, ma mi accontentai,
mentre
quella di Leah era maschile e nera.
Scendemmo
per la cena e con la scusa che io avevo mangiato poco prima di scendere
dalla
nave riuscii ed evitare gran parte delle portate che invece Leah
divorava in un
sol boccone, in questo mi ricordava molto Jacob; arrivati al dessert
fui
costretta ad ingerire una gran fetta di torta al cioccolato ricoperta
di panna.
È
inutile dire che appena ingoiato l’ultimo pezzo, la mia prima
meta fu il bagno.
Ancora
non mi capacitavo del fatto che da umana una torta così mi
avrebbe fatto
letteralmente impazzire, mentre adesso il sapore di quel cibo era
disgustoso
per me.
Per
tutta la serata ci intrattenemmo in salotto, per sentire raccontare le
avventure di Evely e Leah quando entrambe vivevano a La push.
Si
conoscevano da quando erano bambine, anche se Evely aveva qualche anno
di
differenza da Leah erano sempre state molto unite, specie in tutti gli
scherzi
che riservavano ai ragazzi di La Push, in alcuni erano compresi anche
Jacob e
Seth.
Thomas
aveva ventott’anni e lavorava in banca, Evely invece ne aveva
ventiquattro e
anche lei lavorava in banca, è proprio lì che si
sono conosciuti e dopo solo un
anno di fidanzamento si erano sposati all’incirca un annetto
fa.
Evely
ci aveva confessato di essere incinta di quasi quattro mesi, ma io
l’avevo
capito già, visto che il mio udito molto sviluppato aveva
percepito oltre il
suo battito, un altro cuoricino che batteva frenetico.
Ci
intrattenemmo ben cinque giorni da Evely, giusto il tempo di
organizzare la
partenza.
Io
me la svignavo ogni volta che potevo per andare a caccia; la tecnica
del non
parlare per non respirare aveva funzionato, ma non con risultati
ottimali,
visto che anche il calore dei loro corpi, provocava la mia sete.
<<
Leah, Bella, è stato un piacere per noi ospitarvi, tornate a
trovarci quando
potete e buon viaggio >>, ci disse Thomas sorridendoci e
con una stretta
di mano.
<<
Bella, ti auguro di guarire presto e promettimi che terrai
d’occhio questa
combina guai >>, mi disse Evily abbracciandomi e poi
indicando Leah.
<<
Ehi, combina guai a chi? >>, replicò Leah.
<<
Vieni qui fatti abbracciare >>, ed Evily abbraccio forte
Leah, << mi
raccomando, non far passare un’altra eternità per
venirmi a trovare, per voi
casa mia sarà sempre aperta e poi ci conto che veniate a
conoscere il mio
bambino >>, e si toccò la pancia.
<<
Non ti preoccupare, verrò a trovare la piccola peste quando
nascerà, perché
vedrai sarà una bambina e sarà tremenda come
quando la mamma era ragazzina >>,
disse Leah ridendo.
Ci
allontanammo per raggiungere il nostro imbarco, continuando a salutare
con la
mano.
Una
volta sull’aereo mi sedetti rigida dalla parte del finestrino
rigorosamente
abbassato per non far filtrare la luce solare.
Anche
qui avevo assunto la stessa precauzione, di non parlare per non
respirare; è
per far si che nessuno mi rivolgesse la parola feci finta di dormire
per tutto
il viaggio, mentre Leah dormì realmente.
<<
Il capitano vi augura un buon soggiorno a Roma >>.
L’aereo
era atterrato e io cercavo di svegliare Leah che sembrava collassata in
un
sonno profondo.
<<
Leah ti vuoi svegliare?! >>, la chiamai bisbigliando.
Da
lei ricevevo solo dei mugugni.
<<
L’hai voluto tu >>, e posai le mie mani gelide
sul suo collo bollente.
Un
ringhio proveniente da Leah fece girare un hostess e sei passeggeri
nelle
vicinanze che guardarono Leah in maniera molto stramba.
Li
capivo benissimo, Leah aveva iniziato a tremare, forse avevo esagerato
un
pochino.
<<
Ma sei impazzita? >>, Leah mi guardò in
cagnesco.
<<
Non volevi svegliarti! >>, mi giustificai.
<<
Leah per favore scendiamo, ho bisogno di nutrirmi, questo lungo viaggio
e tutti
questi profumi mi fanno bruciare la gola >>, i miei occhi
neri come la
pece la misero in allarme.
<<
Ok, sbrighiamoci! >>, prese lo zaino, unico nostro
bagaglio e si fece
spazio tra la gente tenendomi per mano.
Appena
uscite dall’aereo presi un bel respiro per poter rinfrescarmi
le narici con
aria pulita e anche se erano presenti molte scie di umani presenti
lì, era per
me lo stesso un sollievo.
<<
Devo dire che stai migliorando parecchio con il controllo
>>, mi disse
Leah felice.
<<
Questo solo grazie a qualcosa che mi ha detto una mia cara amica
qualche giorno
fa, e cioè di inquadrare tutte le persone come gente che ha
una famiglia che
soffrirebbe per la loro perdita >>, dissi sorridendo.
<<
Sbrighiamoci altrimenti perderemo il treno >>,
tagliò corto.
Avevamo
fatto dei biglietti che portavano fino ad un paese chiamato
Montepulciano,
vedendo la cartina geografica dell’Italia, avevamo deciso che
sarebbe stato più
sicuro che Leah si fermasse lì, anche per cercare una
sistemazione per la notte
e un lavoro.
Da
lì io sarei potuta facilmente arrivare alla costa in poco
tempo, per poi
tuffarmi in mare per arrivare a Volterra che era poco distante dalla
costa.
Tutto questo per non far seguire le mie tracce e per far si che nessuno
mi
seguisse fino a Montepulciano.
Non
avrei passato le intere giornate dai Volturi, sempre se loro mi
avessero
accettata, avrei cercato di rifarmi una vita in compagnia di Leah e
magari
trovare anche un lavoro se il mio controllo fosse migliorato
notevolmente.
Avevo
tutte le intenzioni di riprendere una vita più normale
possibile, proprio come i
Cullen, una volta aver imparato a difendermi e a vivere tra gli umani,
avrei
vissuto come loro.
La
mia vita ormai sarebbe stata questa, il pensiero mi faceva soffrire,
passare
l’eternità lontana dalla persona che amavo non
erano i miei progetti; avrei tanto
voluto condividere con lui la mia eternità, è
solo per lui che agognavo questa vita,
se non fosse stato per Edward avrei vissuto la mia breve vita da
stupida e
impacciata umana.
Ma
ormai lui aveva la sua metà con cui condividere la sua
eternità.
Questi
pensieri mi stavano facendo sanguinare ferite ancora non chiuse e che
sicuramente non si sarebbero mai chiuse.
<<
Stai pensando a lui, vero? >>.
Leah
interruppe i miei pensieri.
<<
Si >>, fu la mia unica risposta.
<<
Bella, quando lui ti ha visto fuggire ti ha seguita, ma l’ho
fermato prima che
potesse oltrepassare il confine. Non sapevo se tu volessi parlare con
lui,
pensavo che fosse una decisione che dovessi prendere tu, e se avessi
voluto
saresti tornata indietro per chiedere un chiarimento, invece hai deciso
di
andar via e di non affrontarlo. Sai mi sto chiedendo se abbia fatto la
cosa
giusta a fermarlo; mi sento in colpa, forse lui…
>>, non sapeva come
continuare.
Volevo
arrabbiarmi con lei per non averlo lasciato passare, ma non potevo.
Sono
sempre stata una codarda e affrontarlo mi avrebbe solo fatto soffrire
ancora di
più. Cosa poteva dirmi che già non mi aveva detto
o che già non avevo visto?
Mi
aveva detto chiaramente che non mi amava e che io non ero la persona
giusta per
lui e avevo visto chiaramente chi adesso lo era.
<<
No Leah, non sentirti in colpa. Sicuramente voleva solo giustificarsi e
chiarire le cose con me addossandosi le colpe come al suo solito. Non
preoccuparti, anzi ti ringrazio >>.
<<
Se lo dici tu, mi sento meglio ora >>.
Le
sorrisi sforzatamente.
<<
Stazione di Montepulciano >>.
L’auto
parlante ci avvisò del nostro arrivo.
Senza
parlare ci alzammo dai nostri posti e scendemmo dal treno.
Una
volta uscite dalla stazione andammo verso il centro.
<<
Bene, io proseguirò verso la costa, tu cerca qualche posto
per la notte >>.
<<
Bella forse è meglio se ti riporti un ricambio e una
spazzola, non vorrai
presentarti dai grandi re dei vampiri tutta bagnata e con i capelli
scombinati >>.
<<
Grazie è una buona idea, se metterò tutto in una
busta eviterò di bagnarli >>,
e così dicendo presi il mio ricambio.
<<
Senti Leah, non scherzavo quando dicevo che non so come reagiranno alla
mia
presenza, se la vedessero come un’intrusione o una minaccia
potrebbero
uccidermi, se entro domani sera non torno, non venirmi a cercare e
rifatti una
vita, ok? >>, le sorrisi nervosamente.
<<
Bella sei sicura di quello che stai per fare? Potremmo arrangiarci da
sole e … >>,
la interruppi.
<<
No Leah, devo farlo! >>, l’abbracciai.
<<
Grazie di tutto quello che hai fatto per me, ti voglio bene
>>.
E
senza neanche darle il tempo di replicare o di rispondermi, iniziai a
correre
verso la costa; dovevo sbrigarmi, dovevo essere a Volterra prima che il
sole
sorgesse.
Finalmente
ero arrivata a Volterra, l’aria era satura di profumi diversi
molto simile al
mio, ma non potevo mettermi a seguire delle scie, potevano interpretare
male il
mio gesto. Non sapevo dove andare o dove fosse la loro dimora,
così iniziai a
percorrere diverse stradine fino ad arrivare in una grande piazza dove
l’odore
di vampiro era molto più forte.
Dovevo
sbrigarmi tra un paio d’ore al massimo, le prime luci
dell’alba avrebbero
invaso la città e non potevo rischiare che gli umani mi
vedessero risplendere.
Avevo
la sensazione di essere osservata già da qualche minuto, ma
ora ne ero sicura
perché percepivo la loro presenza.
Non
dovevo farmi vedere spaventata.
<<
Mi dispiace bellezza, ma in questa città la caccia
è vietata >>.
Una
voce alle mie spalle mi sorprese, mi girai di scatto e mi fu
inevitabile non
spaventarmi arretrando di un piccolo passo impercettibile ad occhio
umano.
Due
ombre una più grossa dell’altra, uscirono da sotto
un’arcata.
Feci
un bel respiro e ritornai sicura di me stessa.
<<
Cacciare non era tra le mie intenzioni >>.
<<
Ah no!? Allora cosa stai cercando? >>, disse una voce che
mi sembrava un
po’ più dolce e che proveniva dall’ombra
del vampiro più alto.
<<
I Volturi! >>.
Esclamai
decisa.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI…
CHE
BELLO AVERE UNA NUOVA LETTRICE DELLA MIA FAN FICTION…SONO
DAVVERO STRAFELICE... LA TUA RECENSIONE MI HA RESO EUFORICA…
SONO CONTENTA CHE TI PIACCIA! BEH E SONO ANCHE CONTENTA CHE TI PIACCIA
IL MIO Jacob e il resto dei Quiliute come sono felice che ti piaccia la
mia Leah.
Ma
non credo che quando leggerai Eclipse o breaking dawn Leah ti
piacerà molto…
Per
il tuo dubbio sul nuovo personaggio, mi dispiace ma ci deve essere per
arrivare alla conclusione, ma seguirò il tuo consiglio, lo
eliminerò dalla presentazione.
BACI
E AUGURI PER UN 2010 STREPITOSO…TI PREGO RECENSISCI
ANCORA…
|
fria
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|
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violazione
|
29/12/09,
ore 20:53 - Capitolo 23: CAPITOLO
23
|
Bella
deve andare dai volturi per dare la giusta piega alla sua
eternità… ma non temere Edward è alle
porte…baci e grazie per la tua
recensione…..AUGURONI PER UN BUON NUOVO ANNO…
|
|
RenesmeeBlack
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|
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violazione
|
29/12/09,
ore 13:17 - Capitolo 23: CAPITOLO
23
|
CIAO
STUPENDA…SONO COSì FELICE CHE TU RECENSISCA SEMPRE I MIEI
CAPITOLI… ANDARE DAI VOLTURI NON è PROPRIO UN
ERRORE, MA BISOGNEREBBE STARE ATTENTI A NON PRENDERLI PER I FONDELLI,
ALTRIMENTI… AUGURONI DI BUON ANNO…
|
|
ale04_94
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|
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violazione
|
29/12/09,
ore 09:46 - Capitolo 23: CAPITOLO
23
|
Che
bello…sono contenta che una lettrice anonima sia uscita allo
scoperto…significa che qst’anno è
cominciato proprio bene…
Cmq
spero che ti continuerà a piacere la mia storia…
e anche se potrà sembrare una fesseria far andare Bella dai
Volturi è una necessità per
l’evoluzione della storia… baci e auguroni di buon
anno
|
|
dindy80
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|
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violazione
|
28/12/09,
ore 21:03 - Capitolo 23: CAPITOLO
23
|
Credo
che con qst capitolo tu abbia scoperto cosa ha deciso Leah, secondo me
è stata la decisione miglire anche perché
l’Italia le cambierà la vita…baci e
auguroni
|
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Capitolo 25 *** CAPITOLO 25 ***
RAGAZZE
ECCOMI QUI….COME
UNA BUONA BEFANA HO PORTATO UN PENSIERINO…OVVIAMENTE UN
NUOVO CAPITOLO CHE
SPERO APPREZZERETE…
BUONA
LETTURA
p.s.:
Capitolo non
betato.
I
VOLTURI
POV
BELLA
<<
Stai
già parlando con alcuni di loro >>, disse
acido il ragazzo più basso.
I due
vampiri avanzarono verso di me e adesso potevo chiaramente vedere che
entrambi
erano coperti da dei mantelli con cappuccio scuro.
<<
A
me interessa, presentarmi a qualcuno che ricopre un ruolo di maggiore
importanza >>, dissi spavalda.
Ero sicura
che questi due vampiri non erano i vampiri raffigurati nel quadro che
si
trovava nello studio di Carlisle.
Ne ero certa
perché sapevo che i capi dei volturi erano tre e
perché sicuramente loro non
andavano in giro a fare la ronda per la città, erano compiti
che avrebbero
assegnato ad altri vampiri e sicuramente loro erano guardie.
<<
Fammi
capire, e chi ti dice che non siamo noi coloro con cui vuoi parlare?
>>.
Fu sempre il
vampiro più basso fra i due a parlare.
<<
Beh,
perché non credo che uno dei tre vostri capi vada in giro a
fare la guardia per
la città, e siccome mi avete tenuta d’occhio per
un po’ voi siete parte della
guardia >>.
<<
Demetri
la ragazza è intelligente e ti ha proprio battuta in astuzia
>>, ora era
stato il ragazzo alto a parlare, e grazie a lui ora sapevo il nome del
mio
interlocutore.
<<
Dementri,
posso chiamarti così visto che questo è il tuo
nome, vero? Visto che abbiamo
appurato che voi non siete coloro che cerco vi dispiacerebbe portarmi
da loro? >>.
Cercavo di
apparire sicura di me, e speravo che loro non cogliessero il velo di
paura e di
nervosismo nella mia voce.
Non ero
così
stupida, loro erano due ed io ero sola ed inesperta; per non parlare
del fatto
che il vampiro di cui non conoscevo ancora il nome oltre ad essere
alto, era
molto robusto e aveva spalle molto larghe, lo si notava anche se era
coperto da
quell’assurdo mantello.
<<
Ragazzina
sei troppo insolente per i miei gusti, forse hai bisogno di una bella
lezione >>.
Dicendo
ciò
Demetri fece un passo verso di me.
<<
Demetri
non essere precipitoso, lo sai che ad Aro piace conoscere nuovi vampiri
>>,
disse l’altro vampiro che mi ricordava molto Emmett per via
della stazza.
<<
E
tu, datti una calmata il mio amico è un tipo irascibile
>>, disse poi
voltandosi verso di me.
Quel vampiro
aveva nominato il nome di Aro con molta veemenza e per la prima volta
da quando
aveva parlato, mi era sembrato duro quando si era rivolto a me.
<<
Hai
ragione Felix >>, Demetri mi aveva svelato il nome del
suo amico.
<<
Seguici
>>, disse Felix.
Ci
inoltrammo in una stradina stretta che costeggiava un antico palazzo da
cui si
ergeva una possente torre campanaria con al centro un orologio che
segnava le cinque
e tre minuti.
Il sole
stava per sorgere, lo si capiva dal cielo che ormai
all’orizzonte si stava
schiarendo facendo sparire le prime stelle.
La fine del
vicolo era segnato da un alto muro di mattoncini, non c’erano
porte che
indicavano entrate, non capivo qual’era l’entrata;
per la prima volta ebbi
davvero molta paura, paura che mi avessero portata in un posto
più appartato
per liberarsi di me.
Forse la
piazza era un luogo troppo scoperto per uno scontro, che io comunque
avrei
perso in partenza.
Poi la mia
paura svanì appena non vidi più Felix; persa nei
miei pensieri non mi ero
accorta che un tombino era stato scoperto e che Felix era scomparso al
suo
interno.
Guardai quel
buco nero con molto timore, non sapevo quanto era profondo e cosa mi
aspettava
dall’altra parte.
<<
Povera
piccola, hai paura di farti male? Dove è finito tutto il tuo
coraggio? >>,
mi canzonò Demetri.
<<
Non
ho paura! Stavo solo cercando di capire dove potrebbe portare questo
tombino >>,
dissi con voce che non mostrava alcun timore.
<<
La
città è piena di tombini che hanno cunicoli che
passano sotto tutta la città,
li utilizziamo per muoverci di giorno, oltre che come passaggi segreti
che
portano al palazzo >>.
La voce
provenne dal buco nero sotto di me; era stato Felix a parlare.
Mi lanciai
in esso senza paura di farmi male, ma con molta attenzione per cercare
di
cadere in piedi e senza barcollamenti vari, non avrei sopportato di
mostrarmi
debole agli occhi di Demetri.
Atterrai con
la punta di un solo piede con molta eleganza, come si mi avessero
posata
delicatamente. Certe acrobazie da umana potevo solo sognarle.
<<
Wow,
che eleganza >>, mi canzonò Demetri atterrato
un istante dopo dietro di
me; ma il suo mi sembrò un complimento mascherato da
sarcasmo; questo fece
nascere sul mio volto un sorriso compiaciuto.
<<
Da
questa parte >>, disse Felix iniziando a camminare.
Percorremmo
a velocità sostenuta un lungo corridoio umido e poco
illuminato.
Tutto il
cunicolo era ricoperto da antichi mattoncini scuri.
Mi era
inevitabile pensare che se avessi percorso questo corridoio da umana,
sicuramente avrei avuto una paura tremenda.
Quando il
tunnel terminò ci trovammo di fronte a delle porte di un
ascensore che si
aprirono.
Al suo
interno suonava a volume molto basso una canzoncina tipica delle sale
d’aspetto.
Mi trovavo
esattamente al centro dei due vampiri sconosciuti e cercavo di
mantenere la
calma, ma il pensiero che da lì a poco avrei incontrato i
tre capi dei Volturi
mi incuteva un certo nervosismo; sarebbero stati loro a decidere della
mia
sorte.
Ma come mi
era venuto in mente di prendere così una decisione
così pericolosa?
Non dovevo
avere tutte le rotelle al posto giusto; affrontare così un
gran numero di
vampiri sconosciuti non era da sani di mente.
Se avessi
potuto sarei tornata indietro, ma come si vuol dire ormai la frittata
era stata
fatta.
Quando le
porte dell’ascensore si aprirono ci trovammo in una piccola
sala illuminata da
dei neon.
Sulla destra
affianco ad una porta era posizionata una scrivania e proprio in quel
momento
un’umana stava prendendo posizione dietro di essa.
Ma come
un’umana?
<<
Buongiorno
Demetri >>, che rispose con un occhiolino sfacciato.
<<
Felix
>>, continuò con il suo saluto la donna dietro
la scrivania, e chinò
leggermente la testa.
<<
Ciao
Gianna >>, rispose Felix.
Appena ci
allontanammo un po’ da lei, diedi sfogo alla mia
curiosità.
<<
È
un’umana!? >>.
Più
che una
domanda mi uscì un’esclamazione; ma dovevo capire.
Delle poche
regole che esistevano tra i vampiri, sapevo che una delle prime era che
nessun umano,
per nessun motivo doveva sapere della nostra esistenza.
<<
Si
è un’umana che spera di diventare una di noi, e
potrebbe riuscirci, come
potrebbe diventare solo un nostro pasto >>.
Demetri
rispose alla mia curiosità finendo la frase con un cinismo
disgustoso.
Ma infondo
cosa potevo aspettarmi?
Per loro gli
esseri umani erano solo fonte di sostentamento e non esseri viventi.
Arrivammo
dinnanzi ad un grandissimo portone in legno scuro, intagliato molto
dettagliatamente.
Prima di
entrare i due vampiri si tolsero i cappucci, e per la prima volta mi
soffermai
a guardare la fisionomia dei loro volti.
Entrambi
avevano una carnagione olivastra che creava uno strano connubio con il
loro
pallore.
Demetri
aveva lunghi capelli neri che gli arrivavano alle spalle e i suoi occhi
erano
di un rosso intenso come quelli di Felix.
Felix dal
suo canto aveva corti capelli neri e un viso più squadrato
rispetto a quello di
Demetri che ere più sottile ed esile come il resto del suo
corpo.
Chissà
perché in quel momento mi venne in mente di paragonarli ad
alle armi; Demetri così
spigoloso e sottile assomigliava alla lama di una spada e Felix
così imponente
e minaccioso poteva essere ben paragonato ad una mazza ferrata che
distrugge
tutto con la sua potenza.
Proprio
durante quelle mie fantasie assurde,
le porte davanti a me vennero spalancate dai due vampiri nello stesso
istante,
come fossero sincronizzati da qualche orologio dalla precisione
inverosimile.
<<
Felix,
Demetri, quale liete ospite avete portato alla nostra presenza
>>.
Questo
strano benvenuto ci era stato dato da un vampiro che sedeva su un trono
in
fondo alla stanza in cui eravamo entrati.
Era una
grande stanza ovale, con un bellissimo pavimento e un alto soffitto.
La mia
attenzione fu riportata a quello strano vampiro, dalla voce di Demetri
che mi
presentava.
<<
Mio
signore, abbiamo trovato questa vampira che vagava per la
città >>.
Demetri fu
interrotto da Felix.
<<
Non
era a caccia mio signore, cercava voi >>,
puntualizzò.
Il viso del
vampiro che chiamavano “ signore ”
m’incuriosì.
La sua pelle
era uguale alla nostra, ma in qualche modo diversa.
Era molto
più pallido di qualsiasi vampiro e la sua pelle era
traslucida, e sembrava
fragile e sottile come il velo che ricopre una cipolla; la mia
curiosità mi
portava a chiedere che sensazione avrei provato a toccarla.
I suoi
capelli erano lunghi e nero corvino e i suoi occhi tendevano sul nero,
segno
che era affamato o eccitato.
Dai suoi
lineamenti riconobbi uno dei tre vampiri del quadro di Carlisle.
Alla
puntualizzazione di Felix il viso del vampiro si fece curioso.
Poi fece un
gesto strano.
Allungo il
braccio, e a quel gesto Felix sparì dal mio fianco per
ricomparire a pochi
centimetri dalla mano tesa del vampiro.
Subito
quest’ultimo prese la mano della sua guardia e i suoi occhi
si fecero vacui; la
sua espressione mi ricordava molto Alice quando era preda delle sue
visioni.
<<
Curioso;
a quanto pare Demetri hai trovato pane per i tuoi denti
>>, e una piccola
risata acuta e strana provenne dal vampiro.
Non capivo
cosa fosse successo, perché dopo aver tenuto per pochi
secondi la mano di Felix
era scoppiato a ridere e adesso mi guardava con aria ancor
più curiosa?
<<
Perdona
la mia scortesia >>, disse guardandomi.
<<
Il
mio nome è Aro, ed io insieme ai miei due fratelli siamo i
capi dei Volturi >>.
Mi guardai
in giro alla ricerca dei due vampiri che lui chiamava fratelli, ma tra
i
vampiri presenti non riconobbi i loro visi.
<<
Mia
cara non sono qui presenti, li manderò subito a chiamare,
cosicché potrai
conoscerli >>.
Poi si rivolse
a Demetri e dopo un solo sguardo, Demetri non era più al mio
fianco.
<<
In
attesa che i miei fratelli ci raggiungano, ti dispiacerebbe dirmi il
tuo nome? >>.
La sua voce
e i suoi modi erano cordiali, ma mi sembrava tutta una recita.
<<
Il
mio nome è Isabella, ma preferisco essere chiamata Bella
>>, dissi
risoluta.
<<
Il
tuo carattere deciso mi piace >>. Affermò.
Dopo pochi
istanti comparvero altri due vampiri.
Entrambi
indossavano tuniche con cappucci,
come quelle di Aro e rispetto a quelle di Demetri e Felix, le loro
erano molto
più scure quasi nere.
Tutti i
presenti nella sala, tranne me, indossavano delle tuniche con cappucci,
ma i
colori si differenziavano.
Ai bordi
della sala i vampiri presenti indossavano tuniche di colore grigio
chiaro.
A quanto
capivo quello era il modo di distinguere la loro gerarchia, quindi i
due
vampiri che mi avevano condotto qui erano più potenti degli
altri, visto che le
loro tuniche erano di un grigio molto scuro quasi tendente al nero.
<<
Marcus
>>, disse Aro voltandosi alla sua destra, rivolto ad un
vampiro che aveva
la sua stessa pelle pallida e traslucida; i suoi capelli erano davvero
lunghi e
dello stesso nero corvino di Aro.
<<
Caius
>>, disse poi voltandosi a sinistra.
Anche Caius
aveva una pelle che sembrava fragile, e il suo pallore era uguale ai
sui
fratelli, e i suoi lunghi capelli erano chiari, quasi bianchi.
Mentre si
avvicinavano ai loro troni, fui attratta dalle loro movenze; sembrava
quasi che
fluttuassero.
<<
Abbiamo
l’onore di fare una nuova conoscenza; il suo nome
è Isabelle ma preferisce
essere chiamata Bella >>, disse indicandomi.
Piegai
leggermente la testa non in segno di rispetto nei loro confronti, ma
solo per
saluto e lo feci intendere continuando a guardarli negli occhi.
Avevo notato
chiaramente il saluto che Felix, Demetri e gli altri vampiri avevano
riservato
ai loro signori, si erano quasi inchinati.
Il mio gesto
era un chiaro avvertimento che non ero venuta qui per sottomettermi a
loro.
E il mio
messaggio dovevano averlo ben recepito, visto che da Caius provenne un
sibilo,
mentre Aro continuava a sorridere della mio piccolo gioco di sfida.
Quello che
mi sorprese e che invece Marcus guardava altrove, come se fosse
disinteressato
da tutto quello che stava succedendo.
<<
La
nostra Bella, premeva per conoscerci >>, continuava a
spiegare allegro
Aro.
Quel “
nostra
” mi dava al quanto fastidio, io non ero proprietà
di nessuno.
Ma non lo
feci notare, non volevo tirare troppo la corda, già non
sapevo da dove stessi
prendendo tutto questo coraggio che mi stava aiutando a mantenere
questa
maschera di sicurezza; forse era la paura a darmi la forza.
<<
Per
quale motivo dovremmo essere interessati a farci conoscere da te!
>>,
disse rabbioso Caius.
Prima che
potessi rispondere Aro intervenne.
<<
Calma
Caius. Non si trattano così gli ospiti, lo sai che per me, è sempre un piacere
conoscere altri vampiri >>.
Per come
aveva sottolineato se stesso e per come aveva poi cambiato espressione
Caius,
avevo ben capito che chi realmente comandava e aveva più
potere fra i tre, era
Aro.
Lo si capiva
anche dalla posizione che occupava.
Lui sedeva
sul trono centrale e anche leggermente più grande.
<<
Mia
cara Bella, mi piacerebbe conoscere prima la tua storia, se per te non
è troppo
disturbo >>.
Avevo ben
recepito il messaggio sottointeso
<<
Nessun disturbo! >>.
Ed iniziai a
raccontare tutta la mia storia, o la parte che volevo far conoscere,
con
qualche piccola modifica.
<<
Sono
una vampira da poco più di un mese…
>>, dopo sole poche parole fui
interrotta da Aro.
<<
Sei
una neonata! >>, esclamò, << Non
si direbbe, la tua sicurezza, la
tua calma ingannano persino il mio occhio esperto. Sembri una vampira
da molto
più tempo >>.
Sembrava un
bambino felice.
<<
E
dimmi chi è il tuo creatore, perché non
è qui con te? >>.
<<
Il
mio creatore si chiamava Laurent >>, dissi.
<<
Da
come ne parli con astio e al passato deduco che non cammina
più su questa terra
>>, disse Aro interrompendomi di nuovo.
<<
No,
è stato ucciso da… un suo nemico
l’istante dopo che mi aveva morso >>.
<<
Che
nemico? >>, a chiederlo era stato Caius.
Queste
continue interruzioni iniziavano a darmi sui nervi.
<<
Non
ho visto ciò che è accaduto! Se mi fate finire vi
racconterò tutto >>.
<<
Cara
Bella non ti interromperemo più, riserveremo le domande alla
fine del tuo
racconto >>,disse sorridente Aro.
<<
L’intenzione
di Laurent non era di trasformarmi, ma di nutrirsi di me, ma mentre
perdevo
conoscenza ho sentito Laurent lasciarmi a terra e scappare via
inseguito da
qualcuno; quando mi sono svegliata ero stordita e mi sono ritrovata
vampira. Ho
vagato in solitudine per circa un mese e dopo essermi scontrata contro
una
vampira che ho ucciso, sono qui >>, non ero mai stata
brava a mentire e
speravo che basando il racconto su alcune verità, le mie
parole fossero state
credibili.
<<
Come,
mai hai avuto uno scontro con un’altra vampira?
>>, chiese Aro curioso.
<<
Victoria
era amica di Laurent, mi riteneva in qualche modo colpevole della sua
morte >>,
un’altra volta avevo risposto con una mezza verità.
<<
Come
l’hai convinta? >>,chiese questa volta Marcus,
che sorprendendomi si era
interessato alla mia storia.
<<
L’ho
uccisa, prima che lei uccidesse me! >>, affermai.
<<
Quanti
anni aveva questa vampira? >>, fu la volta di Aro.
<<
Non
lo so di preciso, ma molti più di me >>.
<<
Cioè
tu una neonata inesperta delle tue abilità, hai ucciso una
vampira con più
esperienza!? >>, Caius era incredulo.
<<
Fenomenale,
fantastico! >>, Aro batteva le mani veramente sorpreso.
<<
Se
non ti dispiace vorrei conoscere i dettagli della tua storia
>>.
E ancora una
volta Aro tese il braccio, ma questa volta verso di me.
<<
Non
capisco >>, chiesi sospettosa.
<<
Ho
il potere di leggere tutti i pensieri che la mente abbia mai concepito,
con un
solo tocco >>, disse ora Aro abbandonando la maschera di
felicità.
Sul suo
volto comparve un sorrisino maligno, come se il gioco per lui fosse
durato
troppo e ora avrebbe svelato le carte e scoperto possibili mie bugie.
Ero fregata,
avevo omesso volutamente la mia conoscenza con i Cullen, la mia
amicizia con i
licantropi, insomma tutto ciò che riguardava la mia vita
privata.
Ero rimasta
immobile come una statua di ghiaccio.
<<
Avanti
non essere timida >>, disse Aro.
Dovevo
riprendermi, così facendo li avrei fatti insospettire, e
fatto pensare che
avevo mentito di proposito.
Quando
toccandomi avrebbe scoperto il resto, gli avrei semplicemente detto che
era una
storia troppo lunga da raccontare su due piedi e che pensavo che certi
dettagli
non erano importanti.
E poi se era
amico di Carlisle, non sarebbe stato cattivo con me, almeno speravo, e
al
massimo potevo dirgli che non volevo che lui accettasse la mia
richiesta,
influenzato dal mio rapporto con la famiglia Cullen.
Avanzai
verso di lui sicura e posai la mia mano sulla sua.
Subito
posò
l’atra mano sulla mia e mi guardò con
intensità.
Uno, due,
tre, quattro,… stavo contando i secondi del nostro contatto.
Con Felix
non ci aveva impiegato così tanto.
Poi una
piccola ruga comparve fra le sue sopraciglia.
<<
Come
è possibile! >>, sembrava leggermente
infastidito.
Ecco la mia
ora era vicina.
<<
Non
riesco a leggere la tua mente >>, disse Aro ancora
più infastidito e
anche un po’ curioso.
Quello che
non andava nella mia testa da umana, l’avevo portato anche in
questa vita.
Non ero mai
stata così felice nell’avere un difetto.
Aro non
poteva leggermi la mente proprio come non ci riusciva Edward.
La mia gioia
fu subito smorzata dal dolore che mi provocava pensare solo al suo nome.
<<
Avrà
qualche potere e si starà difendendo >>,
urlò quasi Caius indicandomi con
il dito.
<<
Non
so di cosa stiate parlando >>, mi difesi.
<<
Bella
che potere hai? >>, chiese dolcemente Aro.
<<
Continuo
a non capire >>, affermai.
Una strana
idea iniziava a girarmi in testa.
E se quello
che impediva di leggere la mia testa non fosse solo un mal
funzionamento, ma un
potere che mi proteggeva?
<<
Non
riesco ad entrare nella tua testa. Questa è una cosa mai
successa prima d’ora >>,
spiegò Aro.
Nella sua
voce si sentiva chiaramente il fastidio che provava nel non ottenere
ciò che
voleva.
<<
Mi dispiace ma io non ti sto tenendo
fuori dalla mia mente. Anche Laurent diceva qualcosa a proposito che
non
riusciva ad usare il suo potere su di me prima che mi trasformasse
>>.
Una piccola bugia per far capire che questo succedeva anche quando ero
umana.
<<
Dici
davvero? Questo è sensazionale! Se il tuo potere era
così forte sin da umana,
non voglio immaginare quanto sia forte ora, visto che non sei neanche
consapevole che in questo momento il tuo scudo attivo >>.
Aro era
ritornato allegro in un istante.
Ora
accarezzava lievemente la mia mano che era rimasta per tutto il tempo
fra le
sue, come se io fossi la cosa più preziosa al mondo per lui.
<<
Fratello
come puoi definirla uno scudo >>, disse pacato Marcus.
<<
Dovremmo
fare un esperimento. Felix vai a chiamare Jane ed Alec
>>, ordinò
eccitato Aro.
Sullo
sguardo di Felix vidi una smorfia di compassione e tristezza nei miei
confronti.
Chi erano
questi due vampiri che Aro aveva mandato a chiamare?
Iniziavo ad
aver paura.
Dopo pochi
istanti al centro della stanza ovale comparvero due ragazzini che
dimostravano
non più di quattordici anni.
Indossavano
tuniche di un colore più scuro di quelle di Felix e Demetri
e di qualche
tonalità più chiara dei loro signori.
I loro
cappucci erano abbassati e mostravano i loro visi angelici.
Sembravano
la più bella raffigurazione dei puttini.
La giovane
vampira che sicuramente doveva essere Jane era bassa, con dei favolosi
capelli
non molto corti e castano chiaro, le sue labbra erano piene e i suoi
occhi
erano di un rosso opaco.
Il vampiro
al suo fianco, anch’egli molto giovane, sembrava essere suo
fratello per via
della straordinaria somiglianza. Le uniche differenze erano i suoi
capelli,
erano di un castano un po’ più scuro di quello di
Jane e le sue labbra erano
sottili.
<<
Ci
avete mandato a chiamare mio Signore? >>.
Era stata
Jane a parlare, la sua voce era acuta e melodiosa.
Lo sguardo
di Jane si posò sulla mia mano, che Aro teneva ancora
saldamente.
Il suo
sguardo si raggelò e mi fulminò con gli occhi.
Sembrava
gelosa delle attenzioni che Aro mi stava rivolgendo.
<<
Jane,
Alec, miei cari. Ho bisogno dei vostri poteri per pochi istanti
>>, disse
Aro.
<<
Come
possiamo servirla? >>, fu Alec chiedere.
<<
Vi
presento Bella >>, e si girò a guardarmi.
<<
Stiamo
cercando di capire le capacità del suo potere, che lei non
sa di possedere. Io
non riesco a leggerle la mente e vorrei che voi provaste i vostri
poteri su di
lei >>.
<<
Ehi!
Aspettate un momento >>.
Sottrassi la
mia mano da quella di Aro e alzai i palmi uno verso di lui e
l’altro verso i
due fratelli.
<<
Mi
avete presa per un topolino da laboratorio? Sperimentiamo questo,
sperimentiamo
quello >>.
Ora stavo
davvero perdendo la pazienza.
<<
Non
era mia intenzione paragonarti ad un’animale da laboratorio.
Perdonami se ti ho
recato un’offesa >>, disse dispiaciuto Aro.
<<
Ma
è da secoli che vado alla ricerca di un vampiro che possegga
uno scudo in grado
di ostacolare i poteri degli altri vampiri >>, disse
illuminandosi
improvvisamente e guardandomi con occhi imploranti.
Chissà
perché,
mi sembrava che se io avessi posseduto il potere che lui tanto agoni
ava; non
ci sarebbe stato bisogno che io chiedessi loro di insegnarmi a lottare
e di
prendermi con loro il giusto tempo che serviva per avere il pieno
controllo
delle mie capacità, ma che Aro in persona mi avrebbe pregato
di rimanere lì.
Tanto valeva
sapere se avevo un potere, che male poteva farmi un piccolo e semplice
esperimento?
Se quello
che Aro chiamava scudo era abbastanza forte, avrei ottenuto senza
problemi ciò
che volevo ed anzi io potevo imporre delle regole; se invece non lo era
sarei
ritornata al mio piano originale, e cioè avrei avanzato io
la richiesta di
istruirmi.
<<
Va
bene. Farò questo tuo esperimento. Ma prima vorrei conoscere
che poteri loro
dovranno esercitare su di me >>.
<<
Alec
ti può privare di uno o di tutti e cinque i sensi, mentre
Jane ti può
infliggere tutti i dolori che vuole in diverse intensità
>>, spiegò Aro.
Rimasi senza
parole e i miei occhi dovevano essere un chiaro messaggio di terrore;
chi mi preoccupava
non era Alec e il suo potere, ma bensì il potere di Jane che
ancora mi guardava
con disprezzo.
<<
Non
temere, non esagereranno >>, cercò di
tranquillizzarmi Aro.
Poi fece un
cenno con la testa ad Alec ed io mi preparai a subire la perdita di uno
o tutti
i miei cinque sensi.
Niente,
tutto era normale.
<<
Bella
mi senti? >>, disse Aro dopo qualche secondo.
<<
Si,
sento la tua voce e i profumi di questa stanza, vedo ancora tutto e so
di
possedere ancora il tatto e il gusto >>.
Aro si
voltò
verso Alec.
<<
Signore
ho provato prima a toglierle l’udito e ora sto cercando di
privarla di tutti i
sensi, ma non succede niente >>, spiegò Alec.
<<
Eccellente
>>, disse Aro divertito, voltandosi poi verso Jane.
Lo sguardo
di Jane si posò su di me, mi preparai a sentire fitte di
dolore.
Niente, mi
fissava ed ancora una volta non sentivo niente.
Lo sguardo
di Jane s’intensificò, sembrava quasi volesse
oltrepassarmi, ma ancora niente.
Un ghigno di
rabbia comparve sul suo viso.
<<
Oh,
non te la prendere mia cara Jane, ha strabiliato anche me!
>>, disse
confortante Aro.
Poi Aro
rimase in silenzio per qualche istante, preso dai suoi pensieri.
<<
Bella
ho una proposta da farti! >>, disse Aro riprendendosi e
prendendomi
entrambe le mani e racchiudendole fra le sue.
<<
Ti
piacerebbe unirti alla nostra guardia? >>.
Ed ecco la
domanda che avrebbe soddisfatto tutte le mie necessità senza
essere io a
chiedere niente.
Sapevo
già
quale sarebbe stata la mia risposta, ma avrei accettato solo se
avessero
accettato le mie condizioni.
<<
Devo
pensarci >>.
<<
Aro
mio signore Eliseo è qui >>, disse Demetri
entrando nella sala.
<<
Bene,
fallo entrare >>, rispose Aro.
<<
Bella
tu pensa alla mia richiesta, Felix e Demetri ti faranno compagnia ed
esaudiranno
qualsiasi tua richiesta e risponderanno a qualsiasi tua
curiosità sulla guardia
o su di noi; ora vai >>, disse congedandomi con fare
molto cortese.
Ma sembrava
quasi che avesse fretta di farmi uscire dalla sala.
Mi affiancai
a Felix e insieme a Demetri ci avviammo verso il portone da cui eravamo
entrati.
In quel
momento il portone si aprì e un vampiro con la stessa tunica
di Felix e Demetri
entrò.
I suoi
capelli erano corti e castani, i suoi lineamenti erano delicati e i
suoi occhi
di un rosso lucente.
Era poco
più
alto di Demetri e
un po’ meno muscoloso
di Felix.
Il suo collo
e il suo viso erano ricoperti di cicatrici a mezza luna, proprio come
quella
che avevo io sul polso e proprio come ne era ricoperto Jasper.
Doveva
essere molto forte e pericoloso e doveva aver vinto molte battaglie.
Il nostro
sguardo si incrociò per pochi istanti e lui mi rivolse un
dolce sorriso, che
d’istinto ricambiai quando ne riconobbi la
sincerità.
<<
Eliseo,
ben tornato >>, la voce di Aro attirò
l’attenzione del vampiro.
Felix, io e
Demetri, uscimmo dalla stanza ovale.
Ahimè sono molto
triste…le recensioni invece di aumentare
diminuiscono…
adry91
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|
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violazione
|
04/01/10,
ore 15:02 - Capitolo 24: capitolo
24
|
CIAO
ANDRYYYYY…MI SEI MANCATA…PENSAVO NON SEGUISSI
Più LA MIA FF…SONO CONTENTA CHE TU MI ABBIA
RECENSITO ANCORA E SONO FELICE DI SAPERE CHE TI PIACE ANCORA LA MIA
STORIA…
BACI
E AUGURI COLLEGA… HIHIHI
|
|
dindy80
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violazione
|
03/01/10,
ore 02:56 - Capitolo 24: capitolo
24
|
BEH
ERA ORA CE SI MOSTRASSE DECISA…MA INFONDO LO FA ANCORA PER
AMORE perché NON VUOLE RENDERSI UN PESO PER EDWARD E TUTTA
LA SUA FAMIGLIA…LEI CREDE CHE ORMAI EDWARD ABBIA TROVATO LA
COMPAGNA ADATTA PER LUI…BACI
|
|
RenesmeeBlack
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violazione
|
03/01/10,
ore 00:02 - Capitolo 24: capitolo
24
|
BEH
NON C’è MOTIVO DI AVERE CATTIVI
PRESAGI…PER QUELLO CHE HAI POTUTO LEGGERE HAI BEN CAPITO CHE
ARO DESIDERA MOLTO BELLA NELLA GUARDIA…MA ORA
BISOGNERà CAPIRE LE CONDIZIONI DI BELLA E COME LORO
REAGIRANNO A SENTIRLE…BACI
|
|
barbidoluzza
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violazione
|
02/01/10,
ore 21:15 - Capitolo 24: capitolo
24
|
ANCHE
TU SCRIVI DELLE FF?? ALLORA ANDRò IL PRIMA POSSIBILE A
LEGGERLE…PER QUANTO RIGUARDA LE VISIONI DI ALICE LO
SCOPRIRAI NEI PROX CAPITOLI…NON è DETTA
L’ULTIMA…BACI E GRAZIE PER LE BELLE PAROLE DEL TUO
COMMENTO…BACIONI
|
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Capitolo 26 *** capitolo 26 ***
CHIEDETEMI
SE SONO
FELICE???
SAPETE
COSA VI
RISPONDERò????
CHE
SONO STRAFELICE…E
QUESTO GRAZIE A VOI MIE CARE LETTRICI…NON HO MAI AVUTO
COSì TANTI COMMENTI AD
UN CAPITOLO, BEN 12!
PER
ME è UN RECORD!
SONO
FELICISSIMA DI
SAPERE CHE VI PIACCIA LA MIA STORIA, E SONO ANCHE FELICE CHE ANCHE LE
PERSONE
CHE HANNO MESSO LA
MIA STORIA TRA I
PREFERITI E SEGUITI SONO AUMENTATE…
GRAZIE
GRAZIE GRAZIE E
GRAZIE..
VI
RINGRAZIEREI ALL’INFINITO,
MA è MEGLIO CHE VI LASCI AL CAPITOLO.
P.S.=
MI FA PIACERE CHE
IL PERSONAGGIO DI ELISEO VI ABBIA INCURIOSITE… VI DICO DA
SUBITO CHE IN QST
CAPITOLO LA VOSTRA CURIOSITà SI
MOLTIPLICHERà…BACIIII
Capitolo
non betato
VISIONI
SFOCATE
POV
BELLA
Demetri e
Felix mi accompagnarono in una stanza spoglia.
Le pareti
erano fatte di mattoncini beige, che facevano risaltare la piccola
finestra ad
arco, da cui entrava un raggio di sole che illuminava il centro esatto
della stanza.
Felix si
posizionò sotto la piccola finestra, mentre Demetri si
addossò, una volta
chiusa, alla massiccia porta in legno.
Sembrava
quasi volessero impedirmi di fuggire.
<<
Non
temete, non fuggirò! >>, dissi guardando la
parete nuda di fronte a me.
Felix si
rilassò all’istante, accennando un piccolo
sorriso, Demetri invece non si mosse
di un millimetro.
<<
Se
hai qualche curiosità, puoi farci qualsiasi domanda
>>, disse Felix.
Di domande
ne avevo tante, ma non sapevo quale rivolgere per prima e se le loro
risposte
mi sarebbero bastate.
<<
Cosa
comporta entrare a far parte dei Volturi? >>.
Questa era
una domanda di cui mi interessava parecchio la risposta, e forse
nessuno meglio
di loro poteva rispondermi.
<<
Significa
mettersi al servizio dei nostri Signori, ed affiancarli nelle loro
battaglie
per punire i trasgressori della legge >>, mi rispose
Felix.
<<
Devi
essere grata ad Aro per averti fatto questa proposta. Noi tutti
apparteniamo a
quella che potrebbe definirsi una casata reale. I nostri Signori sono
le
fondamenta della nostra specie. E siamo rispettati e temuti da tutti
gli altri
vampiri >>, disse Demetri.
<<
Non
punto al potere!>>, risposi a Demeti con una punta di
acidità.
<<
E
ora se non vi dispiace vorrei pensare un po’ per conto
mio>>.
Sicuramente
entrare a far parte dei volturi, aveva i suoi vantaggi.
Avrei avuto
i migliori insegnamenti riguardanti alla lotta e sarei venuta a
conoscenza
facilmente di tutta la storia passata dei vampiri e delle leggi che
vincolano
la nostra esistenza immortale.
Ma come
avevano detto Felix e Demetri, sarei dovuta stare al servizio di Aro,
Caius e
Marcus, ed affiancarli in battaglie che non mi interessavano.
E una volta
entrata a far parte della guardia, la mia fedeltà doveva
essere eterna o potevo
decidere di andarmene in qualsiasi momento?
Avrei potuto
vivere una vita normale e realizzare i progetti fatti con Leah?
Leah! Lei
era fondamentale per me.
Lei era la
chiave per vivere una vita tranquilla, grazie a lei potevo sfuggire
tranquillamente alle visioni di Alice.
Dovevo
includere Leah in ogni decisione, anche la più stupida.
Quindi se
avessi deciso di rimanere qui, lo avrei fatto per lei!
<<
La
smetti per favore di andare avanti ed indietro per tutta la stanza?
>>,
sbottò Demetri.
La sua voce
mi risvegliò dai miei pensieri.
Senza
neanche accorgermene avevo iniziato a camminare per tutta la stanza ad
una
velocità vampiresca.
Mi ero
fermata al centro esatto del fascio di luce che entrava dalla finestra.
L’intera
stanza fu illuminata dai riflessi della mia pelle al contatto con la
luce del
sole.
Vidi Felix e
Demetri sgranare
gli occhi.
Posai lo
sguardo sulla mia mano, incantata dalle mille sfaccettature che
brillavano come
diamanti, con l’altra mano accarezzai la mia pelle per
scoprirla liscia al
contatto.
Subito mi
persi nei ricordi.
Ero al centro
esatto della radura, al
mio fianco c’era Edward.
La sua pelle era
illuminata da alcuni
raggi di sole e brillava come se fosse ricoperto da migliaia di piccoli
diamanti.
Ero rimasta
abbagliata dalla sua
bellezza.
Il dolore di
quel ricordo mi travolse come un fiume in piena, facendomi cadere in un
baratro
di sofferenza.
Subito mi
ritrassi dalla luce.
Nei primi
giorni da vampira, mi ero sforzata così tanto per non
perdere i miei ricordi
umani, che quel pomeriggio passato con Edward, invase la mia mente con
scene
così nitide, che sembrava quasi esserci finita dentro quel
ricordo.
<<
Tutto
bene? >>.
Felix fece
un passo verso di me con un’espressione preoccupata.
<<
Si,
si, solo brutti ricordi >>.
In quel
momento sentimmo bussare alla porta.
<<
Possiamo
andare >>, disse Demetri.
Aro voleva
conoscere la mia decisione.
Ma io avrei
deciso di rimanere con loro, solo se avessero
accettato le mie condizioni.
Non avrei
rinunciato a condurre una vita il più normale possibile.
POV
ALICE
Erano due
settimane che non avevamo notizie di Bella e Leah.
Jacob e Seth,
ci avevano detto che prima della scontro con Vittoria e i suoi neonati;
avevano
vissuto in un piccolo paese dell’Alaska.
Avevamo
perlustrato ogni centimetro dell’Alaska, con la speranza che
si fossero
rifugiate nuovamente lì, ma di loro non trovammo nessuna
traccia.
Ormai tutta
la famiglia era coinvolta alla ricerca di Bella.
Ma
nonostante ciò dovevamo pur sempre stare attenti a condurre
una vita normale,
per non far nascere sospetti.
Così
io e
Jasper continuavamo a frequentare le lezioni e spesso riuscivamo a
trascinare
con noi anche Edward.
Edward non
si dava pace, aveva deciso che se fosse stato necessario avrebbe
perlustrato
tutti e cinque i continenti per ritrovarla.
Si sentiva
colpevole di tutto ciò che le era successo.
<<
Alice
ancora niente? >>.
Eravamo
seduti al tavolo della mensa, ed Edward mi rivolse quella che ormai era
diventata una domanda di rito.
<<
Edward
fino a quando Leah sarà con lei, io non avrò
visioni su di Bella >>.
<<
Ti
prego Alice sforzati! >>, insistette Edward.
<<
Cosa
pensi, che io non voglia ritrovare Bella!? >>.
Mi sentivo
frustrata e troppo normale, per quanto lo potevo essere come vampira.
Senza il mio
potere mi sentivo inutile.
<<
Amore
nessuno ti sta incol… >>.
Jasper mi
stava consolando, dopo aver percepito il mio stato d’animo
angosciato.
Ma non
riuscì ad ascoltare tutto ciò che mi stava
dicendo, perché improvvisamente
davanti ai miei occhi non c’era più la mensa, ero
all’interno di una delle mie
visioni.
POV
EDWARD
Nello stesso
istante in cui vidi mia sorella irrigidirsi e i suoi occhi diventare
vitrei,
fui nella sua mente.
Bella vagava di
notte per le strade
di un paese a me sconosciuto, era alla ricerca di qualcosa o di
qualcuno.
La visione
non era chiara, era come guardare un televisore sintonizzato male.
Bella si sentiva
inseguita, e poi
improvvisamente due figure coperte da dei mantelli le vanno incontro.
Non riesco a
distinguere i loro
volti, ma si capisce bene che Bella stava cercando loro.
Poi la visione
cambia e l’ultima
immagine che vedo nella mente di mia sorella, è un vampiro
ricoperto di
cicatrici.
<<
Alice!
>>.
Non riesco a
dire altro.
<<
Edward
anche io non ho capito nulla. Bella si deve essere allontanata da Leah.
Ma sa
benissimo come funzionano le mie visioni e sta giocando con esse. Sa
che
l’indecisione non mi farà avere visioni nitide e
poi in tutte le decisioni
comprende Leah; è per questo che le mie visioni sono piene
di buchi >>,
spiegò Alice.
<<
E
quel vampiro? Sarà una delle due figure con il mantello?
>>.
<<
Non
credo, la corporatura era diversa >>.
<<
Non
capisco, come mai Bella dovrebbe essere alla ricerca di altri vampiri?
E poi
hai visto il corpo e il viso di quel vampiro? Erano ricoperte di
cicatrici proprio
come quelle di Jasper. E i suoi occhi erano rossi! >>,
dissi allarmato.
<<
State
dicendo che Bella ha incontrato un vampiro non vegetariano e per di
più
pericoloso? >>, chiese Jasper.
<<
Sentite,
non so se quel vampiro è pericoloso; so solo che
avrà un ruolo molto importante
per Bella.
È stata l’unica immagine
nitida della visione, e ciò significa che sarà
lui a prendere una decisione che
riguarderà Bella. Questa decisione però
sarà presa per un evento che accadrà in
futuro, fino ad allora non vedrò altro e non
saprò dirvi altro >>.
Non capivo
più niente.
Bella che
cerca altri vampiri, un vampiro sconosciuto e molto probabilmente
pericoloso,
entrerà a far parte del futuro di Bella.
Avevo una
brutta sensazione, avevo paura che Bella si stesse cacciando in qualche
guaio,
e tutto questo per colpa mia.
Ora
più che
mai, ero deciso a ritrovarla al più presto.
E quando
l’avrò ritrovata le chiederò perdono
per tutto.
Ma lei
sarà
in grado di perdonarmi tutto il male che le ho fatto?
Risposta
alle vostre deliziose e
gratificanti recensioni.
_LaUra
[Contatta]
|
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violazione
|
10/01/10,
ore 14:05 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Grazie,
grazie mille laura…sono contenta che la mia storia ti
piaccia.
Spero
che questo capitolo non ti abbia delusa, perché non sono
molto entusiasta per come l’ho scritto..baci e spero che
recensirai ancora..
|
|
barbidoluzza
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
07/01/10,
ore 15:50 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Beh
che storia sarebbe senza un po’ d’azione? E poi che
Bella sarebbe se non si ficcasse nei guai? Goditi la sua decisione e i
vari scombussolamenti che farà tra la guardia.
Grazie
ancora per le tue recensioni sono sempre moolto
gradite…baciii
|
|
RenesmeeBlack
[Contatta]
|
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violazione
|
07/01/10,
ore 15:15 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Visto??
Bella conosce bene Alice infondo è la sua migliore amica,
quindi per lei è molto semplice poter raggirare le sue
visioni….quindi per ora Alice vaga ancora nei suoi buchi,
mentre Bella farà cercherà di non mettersi nei
guai..baci
|
|
Luisa98
[Contatta]
|
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violazione
|
07/01/10,
ore 15:15 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Spero
di aver esaudito le tue curiosità su Edward, anche se il
capitolo su di lui era corto.
Ma
per ora la storia è incentrata su Bella.
Stai
tranquilla nel cuore di Bella ci sarà sempre e solo Edward,
anche se….
Bacioni.
|
|
adry91
[Contatta]
|
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violazione
|
07/01/10,
ore 15:08 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Tesoro
che bello poter rispondere alle tue recensioni.... beh alcune tue
domande hanno trovato risposta con questo capitolo, ma la
curiosità su Eliseo dovrà aspettare…
p.s.=
sto leggendo la tua storia, ma ogni volta vado di fretta e non ho mai
il tempo di recensire…quindi spendo due parole
qui….IO ADORO UN PASSATO DA RICORDERE, E ATTENDO CON ANSIA
IL CONFRONTO TRA NESSI ED EDWARD CHE è APPENA TORNATO DA
FORKS…come reagiranno tutti???
|
|
|
|
moni
[Contatta]
|
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violazione
|
06/01/10,
ore 18:06 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Beh
per Eliseo dovrai aspettare…per Cosa sta facendo Leah dovrai
aspettare il prox capitolo… il suo impriting?? Forse ti
sorprenderà, ma forse ti deluderà
perché non sarà un essere speciale come un vero
lupo mannaro…baci
|
|
Viktoria_86
[Contatta]
|
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violazione
|
06/01/10,
ore 16:33 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Grazie
mille per tutti i complimenti…sono contenta che ti piaccia
la mia storia e il mio lodo di scrivere, spero solo di non averti
delusa con questo capitolo…sinceramente non convince neanche
me, per come l’ho scritto..baci
|
|
|
nanerottola
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
06/01/10,
ore 16:09 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Mi
dispiace Eliseo non si innamorerà di Bella e lei non
tradirà il suo amore per Edward. Però Eliseo
avrà un ruolo molto importante…Attendere per
sapere…baci
|
|
LadySile
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
06/01/10,
ore 15:59 - Capitolo 25: CAPITOLO
25
|
Come
hai visto Alice non ha visioni nitide per tutte le incertezze e per
Leah. Per quanto riguarda Eliseo e il suo potere lo scoprirai
presto…baci.
|
|
|
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Capitolo 27 *** capitolo 27 ***
AHIMè
LE RECENSIONI
SONO DIMINUITE RISPETTO IL PRECEDENTE CAPITOLO…FORSE
XKè IL CAPITOLO PRECEDENTE
NON è PIACIUTO??
ALLORA
SIGNIFICA CHE A
QST CAPITOLO NON AVRò NEANCHE UNA RECENSIONE…
VABBè SIGNIFICA CHE MI METTERò DI
IMPEGNO PER I PROX CAPITOLI…
UN
BACIO E BUONA
LETTURA
P.S.=
capitolo non
betato
BANCHETTO
POV
BELLA
<<
Allora
cosa hai deciso? Ti unirai a noi? >>, mi chiese Aro
quando fui riportata
nella stanza ovale.
<<
Ne
sarei davvero felice >>.
Sul volto di
Aro comparve un sorriso felice e di vittoria.
<<
Ma…
>>, continuai << … ho delle
condizioni >>.
Il sorriso
di Aro si affievolì, ma non scomparve del tutto.
<<
Come
osi, vampira impertinente >>, Caius ringhiò
rabbioso.
<<
Calma
fratello, sentiamo prima di che cosa si tratta >>, disse
Aro.
<<
Voglio
essere istruita sul passato dei vampiri e sulle nostre leggi. Voglio
che mi
insegnate a combattere e ad utilizzare il mio potere. Ma la cosa
più importante
e che voglio vivere una vita al di fuori di questo palazzo
>>, conclusi.
<<
Mia
cara, l’istruzione ti spetta come membro della guardia
>>, disse bonario
Aro.
<<
Ma
la richiesta di vivere al di fuori del palazzo non la capisco
>>.
<<
Aro,
sono stata strappata alla vita, contro la mia volontà. Sono
diventata una
vampira, senza che io lo volessi e per di più nel fior della
mia gioventù. Non permetterò
che la mia nuova natura, rovini tutta la mia esistenza. Voglio vivere
come una
persona normale tra la gente, per quanto, questo mi sia possibile
>>,
dissi decisa.
Vidi Aro
pensarci su.
<<
Questa
è la mia condizione fondamentale. Se potrò far
parte della guardia, vivendo
però al di fuori del palazzo, io sarò lieta di
mettere le mie capacità ai tuoi
servigi >>, cercai di convincerlo.
<<
Precisamente
dove vorresti vivere? >>, chiese Aro.
<<
Vorrei
che la mia residenza restasse sconosciuta. Verrò qui tutti i
giorni, ma al
calar del sole andrò via >>.
<<
E
se durante la notte avessimo bisogno della tua presenza?
>>, chiese Aro.
<<
Mi
munirò di un cerca persone, e voi potrete chiamarmi a
qualsiasi ora >>.
Fissavo Aro
negli occhi, sicura delle mie richieste.
Non avrei
rinunciato a niente.
A loro
serviva il mio potere e loro servivano a me.
Ma non avrei
abbandonato Leah che mi era stata affianco nel momento del bisogno, e
per la
sua sicurezza i Volturi non dovevano sapere quale sarebbe stata la mia
residenza.
<<
Ah,
ah, ahahah! >>.
La risata di
Aro mi distolse dai miei pensieri.
<<
Va
bene mia cara. Mi piace la tua sicurezza e sai ciò che vuoi.
Potrai vivere al
di fuori del palazzo, ma sta attenta a non mettere al repentaglio il
tuo
segreto. Le leggi valgono anche per la guardia >>, le
ultime parole
sembravano un avvertimento.
<<
Io
non costringo nessuno >>, e allargò le braccia
per indicare tutti i
vampiri presenti << a stare qui. Loro sono liberi
>>.
Anche io mi
chiedevo perché tutti questi vampiri avevano scelto di
servire Aro, Caius e
Marcus, e perché erano tanto fedeli.
<<
A
questo proposito, mi chiedevo una cosa. Se un giorno desiderassi
andarmene e
lasciare la guardia e Volterra, potrò farlo?
>>, avevo paura della
risposta, paura che la mia fedeltà sarebbe stata eterna.
<<
Bella,
come ho già detto, chiunque qui è libero. Noi
siamo solo uniti da un unico
scopo, cioè vivere in un mondo dove la nostra natura rimanga
segreta e far si
che tutti i vampiri rispettino le leggi >>, rispose Aro.
Non capivo
perché, ma il suo discorso non mi convinceva per niente.
Ma non ci
feci caso.
<<
Va
bene allora. Comunque non credo che abbandonerò il corpo di
guardia tanto
presto, infondo non ho amici o parenti che mi aspettano, mi credono
morta >>,
dissi malinconica.
La mia
vecchia vita, Forks, la mia famiglia, i miei amici, i Cullen e lui, ormai erano chiusi dietro una porta
di cui avevo perso la chiave.
<<
Bene,
un altro membro è entrato a far parte del nostro clan.
Bisogna festeggiare!
Heidi sta arrivando con il nostro banchetto >>, disse
gioioso Aro.
Tutti i
vampiri nella stanza iniziarono ad essere irrequieti ed eccitati.
Poi ne capii
il motivo.
Alle mie
narici arrivò un dolce odore che infiammo la mia gola.
Degli umani,
tanti umani si stavano avvicinando a noi.
Il veleno
fresco iniziò a bagnarmi la lingua, riempiendo pian piano la
mia bocca.
Sentii i
miei occhi cambiare colore, per diventare neri come la pece.
Tutti i
vampiri intorno a me, avevano lo stesso colore dei miei occhi.
Mi sentivo
in trappola, pochi istanti e questa stanza sarebbe stata piena di
umani, che
cadevano in un tranello come tanti piccoli ed indifesi topini.
Arretrai di
qualche passo fino a scontrarmi con il muro.
Ormai non
ero più al centro dell’attenzione, ormai tutti i
vampiri presenti si erano
trasformati in cacciatori che preparavano un agguato alle loro prede.
Le porte si
aprirono.
<<
Questa
è la stanza dei troni! E qui giunge al termine la vostra
visita guidata >>.
Una
bellissima vampira vestita con una corta minigonna in pelle nera e un
top in
pelle rossa, entrò nella stanza portando un gruppo numeroso
di umani, con i
loro deliziosi profumi.
Smisi
all’istante di respirare, cercando una via di uscita.
Mi avviai
verso la porta che Eliseo e Felix stavano chiudendo in
quell’istante alle spalle
dei turisti e senza indugi la oltrepassai, vedendo lo sguardo
stupefatto dei
due vampiri.
Richiusi la
porta alle mie spalle, ma ciò non impedì di udire
la voce di Aro che dava il
benvenuto a quelle povere e ignare vittime.
<<
Miei
cari ospiti, benvenuti a Volterra. Spero che la nostra Heidi via abbia
fatto
divertire, perché ora… è il nostro
turno >>, la voce di Aro diventò
tenebrosa.
Poi si
sentirono solo urli.
La bestia
che era in me, lottava per arrivare in superficie e potersi nutrire
come i suoi
simili, ma non avrei mai partecipato ad uno scempio del genere.
Sentivo
arrivare richieste da aiuto dalla porta alle mie spalle, ma sapevo per
certo
che se fossi entrata in quella stanza, la vista del sangue, mi avrebbe
trasformata in un mostro, che di certo non avrebbe aiutato quelle
persone.
Camminai
verso l’atrio e mi ritrovai nella sala d’ aspetto
dove Gianna occupava il suo
posto dietro una scrivania.
Non capivo
come poteva lavorare per dei vampiri e rimanere indifferente di fronte
a certi
massacri.
Ma ovviamente,
lei doveva far bene il suo lavoro, per sperare di ottenere la sua
ricompensa, e
cioè la vita eterna.
Sarei tanto
voluta uscire dal palazzo, ma fuori il sole splendeva ancora in cielo.
Quindi
rimasi nella sala d’aspetto e mi sedetti su una poltroncina,
chinando il busto
verso le ginocchia e portando le mie mani dietro la nuca.
Continuavo a
non respirare e cercavo di ritrovare la calma.
Sentii il
calore del corpo di Gianna accompagnato dal melodioso ritmo del suo
cuore
avvicinarsi a me.
<<
Serve
qualcosa? >>, mi chiese in tono molto professionale.
Sentivo che
stavo per perdere la calma, se si fosse avvicinata ancora, non ero
sicura di
riuscirmi a controllare.
Anche se
fino ad ora non avevo mai ucciso nessuno, ero pur sempre una neonata.
Il veleno
continuava
a stuzzicare le pareti ardenti della mia gola.
<<
Sta…
lon… tana… da me! >>, facevo fatica
a parlare.
<<
Gianna
forse dovresti darle retta >>, una voce maschile
l’avvertii.
Presa
com’ero ad isolarmi da ciò che mi stava accadendo
intorno, non mi ero accorta
che un vampiro mi si era affiancato.
<<
Bella,
giusto? >>, quella voce mi chiamò.
Non alzai lo
sguardo per vedere a chi appartenesse, feci solo un piccolo cenno con
la testa.
<<
Aro
vorrebbe parlarti >>, continuò il vampiro.
<<
Mi
dispiace ma non tornerò di là per ora, preferirei
non assistere >>, dissi
con fatica.
Parlando
presi un lieve respiro, sicura che se fossi scattata contro Gianna, il
vampiro
al mio fianco mi avrebbe fermata.
Ma a quanto pare Gianna era
uscita da quella
stanza, perché di lei sentivo solo un lieve odore.
<<
Non
temere, è stato ripulito già tutto
>>, mi rispose il vampiro che
sicuramente aveva capito cosa intendessi.
Alzai piano
lo sguardo e mi ritrovai di fronte il vampiro ricoperto di cicatrici.
<<
Eliseo!?
>>, chiesi per aver conferma.
<<
Si.
Piacere di conoscerti, Bella >>, e mi tese la mano.
<<
Piacere
mio >>, risposi stringendola.
<<
Adesso
andiamo, ci aspettano >>.
E lo seguii
verso la stanza ovale.
Aveva
ragione, dei cadaveri non c’era nessuna traccia, tutto era in
ordine e pulito,
come se lì dentro non fosse accaduto niente.
Mi guardai
intorno stupefatta, per poi posare lo sguardo su Aro.
<<
Non
capisco!? Perché sei fuggita in quel modo? Era un banchetto
delizioso >>,
mi chiese Aro.
Sul suo
volto con un cipiglio curioso mi scrutava.
<<
Forse
preferisci cacciarle tue prede? >>.
<<
No!
O meglio si. Io preferisco cacciare. Ma le mie prede non sono umane. Io
mi
nutro solo di animali >>, dissi fissandolo.
<<
Non
posso crederci! >>.
Una piccola
risata di Aro echeggio nella sala e portò un palmo sulla sua
fronte.
<<
Non
pensavo fosse possibile che altri vampiri potessero acquisire queste
abitudini >>,
la voce di Aro era incredula, ma allegra.
<<
Bella
come hai scoperto questa dieta a base animale? >>, mi
chiese curioso Aro.
<<
Non
voglio uccidere esseri umani. E se posso vivere di sangue animale,
perché non
farlo? >>, risposi.
Cercai di
rispondere in maniera più evasiva possibile.
Se un giorno
Aro fosse venuto a conoscenza del mio rapporto con la famiglia Cullen,
non volevo
che lui pensasse che io gli avessi mentito.
<<
Quindi
tu, mi stai dicendo che non ti sei mai nutrita di sangue umano? Sei
solo una
neonata! Come hai fatto a resistere? E poi prima come hai fatto a
scappare via
e sfuggire al richiamo del sangue umano? >>, continuava a
chiedermi Aro.
<<
Mi
è costata una certa fatica >>, ammisi.
<<
Ora
però, avrei bisogno di nutrirmi, la mia gola brucia ancora.
Quindi visto che
fuori è quasi il crepuscolo io andrei >>.
<<
Va
bene Bella. La Toscana è piena di vegetazione. Troverai
facilmente le tue prede
sui vari monti sparsi per la regione e sui nostri Appennini
>>, mi
comunicò Aro.
<<
Grazie
per l’informazione >>, risposi.
<<
Domani
mattina alle prime luci dell’alba sarò di nuovo
qui >>, comunicai.
Uscì
dalla
stanza accompagnata da Felix, che tramite cunicoli sotterranei,mi fece
uscire
dal palazzo, direttamente fuori Volterra.
<<
Domani
ci rivediamo in piazza >>, disse Felix.
<<
Va
bene >>, mi limitai a rispondere.
E corsi via
verso la costa.
Prestai
molta attenzione al mio tragitto per non incrociare umani e mi
assicurai che
nessuno mi seguisse.
Arrivai alla
costa ancor prima che il sole tramontasse del tutto e mi tuffai in mare
senza
indugi.
Decisi che
avrei cercato del cibo tornando a Montepulciano, non vedevo
l’ora di ritornare
da Leah.
Mi sembrava
quasi di non vederla da giorni e tornare da lei, mi dava la sensazione
di
tornare a casa.
Sulla via
del ritorno trovai un monte chiamato Amiata, per mia fortuna trovai
qualche
camoscio con cui rifocillarmi.
Una volta
estinta la mie sete, mi fu semplice sopportare le i profumi degli umani
che
incrociavo per le strade di Montepulciano.
Ero alla
ricerca della scia lasciata da Leah.
Fu un gioco
da ragazzi trovarla.
La
seguì
fino a ritrovarmi di fronte ad un albergo.
Era una
bella struttura rustica color rosa antico, il tetto era ricoperto di
tegole
beige e marroncine, l’intera struttura era circondata da
giardini con pini
uliveti e vigneti.
Per
arrivarci mi ero diretta verso la periferia di Montepulciano.
Infatti
questa struttura non era nel cuore di Montepulciano, ma non era neanche
distante dal paese, con
una brevissima
passeggiata ci si poteva arrivare tranquillamente.
Leah aveva fatto un’ottima scelta di alloggio.
<<
Allora
il mio naso funziona ancora bene. Sentivo una certa puzza proveniente
dal
giardino >>, la voce di Leah mi giunse da una finestra
del pian terreno.
<<
Pensavi di liberarti di me? >>, dissi ridendo.
<<
Devo
dire che ci speravo >>, disse Leah seria.
<<
Ehi
così mi offendi! Se vuoi posso tornare dai Volturi, loro ne
sarebbero felici >>,
dissi mettendo il broncio.
<<
Dai
scherzavo. Vieni dentro che ti presento delle persone >>,
mi disse
invitandomi con la mano.
Mi avviai
verso la porta e dopo pochi istanti Leah era dietro di essa che mi
aspettava.
<<
Ah
proposito, abbiamo un lavoro! >>, enunciò Leah.
E mi
portò
verso la stanza della direzione.
RISPOSTA
ALLE RECENSIONI
|
|
|
LadySile
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
22/01/10,
ore 20:23 - Capitolo 26: capitolo
26
|
NON
HANNO RICONOSCIUTO I VOLTURI perché ALICE ED EDWARD NON LI
HANNO MAI VISTI E NON HANNO MAI VISTO VOLTERRA. SOLO CARLISLE LI
CONOSCE…BACI
|
|
__cory__
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
22/01/10,
ore 18:15 - Capitolo 26: capitolo
26
|
NESSUNO
A FORKS SANNO DOVE SONO LE DUE FUGGIASCHE. CMQ BELLA è
ENTRATA A FAR PARTE DEI VOLTURI, MA COME HAI POTUTO VEDERE NON
VIVRà CON LORO E SA FARSI RISPETTARE…BACI
|
|
|
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|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** capitolo 28 ***
ATTENZIONE:
mi sento in obbligo di
darvi qst notizia!
Ho
scoperto tre storie su qst sito che vi assicuro sono degne di
attenzioni.
Si
trovano fra le originali genere fantasy, io le ho lette tutte ad un
fiato e
devo dire che la ragazza che le scrive LOVY91 ha prorprio talento nella
scrittura (secondo me), quindi vi consiglio vivamente di andarle a
leggere.
Vi
metto i link:
IL
COLLEGIO: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=370115&i=1
DUE
GEMELLI E UN SEGRETO: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=398440
COME
UN SOGNO ALTRUI Può DIVENTARE REALTà: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=438730&i=1
Ora
passiamo al mio
capitolo…grazie infinite a tutti voi che leggete la mia
storia e a tutti coloro
che la mettono fra le seuguite e preferite, è inutile dirvi
come qst mi riempie
di gioia.
E
poi è davvero strabiliante
per me vedere le recensioni che superano il numero 10…grazie
davvero..
“
Questo capitolo è dedicato alla mia carissima
Beta Amalia, che mi ha sempre dato utili consigli per la scrittura,
avendo con
me spesso molta pazienza… GRAZIE”
TEMPO
CHE PASSA
POV
BELLA
Erano
passati due mesi da quando mi ero unita alla guardia dei Volturi.
Ogni
mattina, puntualmente prima del sorgere del sole, mi presentavo al
palazzo.
Ormai
conoscevo tutti i passaggi segreti e tutte le entrate.
In questi ultimi
due mesi avevo imparato molte cose.
La storia
sulle guerre dei vampiri, le leggi e le restrizioni, erano tutte ben
memorizzate nella mia testa.
La mia
capacità di lottare, era migliorata di molto.
Felix, era
il mio insegnate personale e nelle ultime settimane ero riuscita a
batterlo la
maggior parte delle volte, grazie soprattutto alla mia forza da vampira
neonata.
A volte
anche Demetri mi aveva dato qualche lezione e, con lui, mi divertivo
molto ad
applicare tutti gli insegnamenti di Felix, battendolo e facendolo
arrabbiare
sempre.
Avevo
scoperto che ogni membro della guardia, aveva dei ruoli specifici.
Demetri era
un ottimo segugio, lui riusciva a scovare qualsiasi vampiro o persona;
gli
bastava anche solo per una volta captare le vibrazioni della loro
mente, per
ritrovarli in qualsiasi angolo del pianeta.
Ovviamente,
io ero la sua eccezione e questo gli dava parecchio fastidio.
Felix invece
aveva una forza assurda, pari quasi alla mia da neonata.
Anche per
questo mi ricordava Emmett.
Spesso mi
chiedevo chi in uno scontro fra i due, né sarebbe uscito
vincitore, ed
immaginavo quanto né sarebbe stato felice Emmett di
scontrarsi finalmente, con
un degno rivale.
I miei
allenamenti avvenivano sempre nella stanza ovale, sotto gli occhi
attenti di
Aro.
Quest’ultimo
era strabiliato della mia capacità di apprendere e si
complimentava con me ogni
volta, facendo crescere a dismisura la gelosia di Jane.
Lei era
l’unica con cui non avevo stretto nessun rapporto
all’interno della guardia.
Mi evitava e
mi guardava sempre con un odioso sguardo altezzoso.
Non
sopportava tutte le attenzioni che Aro mi rivolgeva.
Ma se con
Jane, non avevo stretto nessun tipo di rapporto, non potevo dire
altrettanto di
suo fratello Alec.
Lui si
divertiva a sperimentare il suo potere su di me, e lo esilarava
scoprire come
io ne fossi immune.
Spesso, mi
aiutava anche nell’allenamento del mio potere.
Quando
iniziarono i miei allenamenti, per fortificare e scoprire il mio
potere,
rimpiansi amaramente i primi giorni d’esercizio con Felix,
dove se fosse stato
possibile, sarei stata piena di lividi.
Fortificare,
come lo definiva Aro, il mio potere era piuttosto duro.
Per quanto
un vampiro non dovesse sentire stanchezza, io tornavo a casa distrutta.
Era faticoso
percepire il mio scudo e ampliarlo come voleva Aro.
Di grande
aiuto, mi fu Renata, la sua guardia personale.
Anche lei
era uno scudo, ma il suo potere era diverso dal mio, il suo, agiva a
livello
mentale sui nemici.
Riusciva a
deviare il loro percorso senza che loro se ne rendessero conto,
esercitando un
campo di forza intorno a se.
In
situazioni critiche non si separava mai da Aro, lui era il suo
obiettivo
principale da difendere, ma Renata riusciva ad espandere il suo scudo
anche per
diversi metri e ciò permetteva di proteggere anche Marcus e
Caius in caso di
necessità.
Ciò
che Aro
voleva da me, era di imparare ad ampliare il mio scudo,
perché nonostante lui
fosse ben protetto fisicamente, poteva essere colpito dai poteri extra
dei
vampiri.
I primi
giorni Renata cercò di farmi percepire il mio scudo.
Una volta
resami conto che esso, non era altro che una sottile pellicola che mi
avvolgeva, arrivò la parte difficile.
Dovevo
cercare di staccarlo da me ed espanderlo.
Mi sembrava
quasi impossibile, tanto da auto convincermi, che forse il mio scudo
serviva a
proteggere solo me e, che non aveva la capacità di avvolgere
altre persone.
<<
Ti
sbagli! Il tuo potere è ancora grezzo, ma più
riuscirai a diventare consapevole
di quanto sia potente, prima riuscirai a controllarlo >>.
Queste
furono le parole di Renata, quando le rivelai le mie paure.
Ma era
difficile, dannatamente difficile, separarlo da me.
Sembrava
quasi attaccato irrimediabilmente.
Con grandi
sforzi, pian piano riuscii a percepirlo, era come un elastico che
dovevo
allargare man mano.
All’inizio
però, riuscivo ad allontanarlo da me non più di
qualche centimetro.
Alec, in
questi casi ci aiutava usando il suo potere sui vampiri che assistevano
al mio
allenamento.
Il mio
compito era cercare di avvolgerli con il mio scudo, per annullare il
suo potere.
Dopo
settimane di allenamenti estenuanti, riuscii a governare lo scudo a mio
piacimento.
Ormai ero
una vampira forte abbastanza, da non dover temere più nulla,
sembrava che i
tasselli della mia vita stessero pian piano ritornando al suo posto,
anche se
alcuni erano andati dispersi.
Ma a questo
cercavo di non pensarci molto.
<<
Aro
se per oggi abbiamo finito, io andrei >>.
Ero
l’unica
che non chiamava i tre capi dei Volturi “ signori ”
o “ maestri ”.
<<
Anche oggi hai deciso di andare a lavorare? >>, mi chiese
Aro sorridente.
<<
Devo pur vivere in qualche modo, anche se il cibo non devo comprarlo,
ho
bollette e affitto da pagare >>.
<<
Lo
sai che potresti avere tutto qui, senza dover pagare nulla agli umani.
E poi
sai anche che, i nostri fondi sono vastissimi e potremmo darti tutto il
denaro
di cui hai bisogno >>.
Ecco che
ricominciava con la solita opera di convincimento.
Aro non si
dava mai per vinto ed ogni giorno cercava di convincermi a rimanere
lì.
<<
Grazie Aro, ma come sempre, ti ripeto che preferisco avere nelle mie
tasche
denaro guadagnato e non rubato a delle povere vittime >>,
risposi con una
tonalità che la diceva lunga su quello che pensavo a tal
proposito.
<<
Ma
mia cara, che male facciamo? Infondo a loro non servirà
più se sono morti >>,
disse.
Ecco, mi
stavo andando di nuovo ad incastrare in una conversazione senza via
d‘uscita.
Spesso,
avevo cercato di spiegare perché io mi nutrivo di animali e
trovavo sbagliato
uccidere esseri viventi, ma come sempre loro erano della convinzione
che gli
umani erano esseri inferiori e che esistevano solo per dar loro
nutrimento.
<<
Aro,
abbiamo già affrontato questa discussione tantissime volte e
non abbiamo mai
concluso nulla, quindi per favore basta parlarne >>,
dissi esausta.
<<
Il
fatto è che mi piace molto discutere con te delle nostre
diverse opinioni >>,
ribatté ancora.
<<
Mi
fa piacere sapere che t’interessano le mie opinioni, ma se
non parto subito
farò tardi a lavoro >>, dissi cercando di
porre fine al discorso.
<<
Se
ti soddisfa, vai a servire i tuoi tanto amati umani >>,
concluse con un
gesto della mano.
Con il
servire Aro diceva proprio la verità.
Leah, mi
aveva trovato lavoro come cameriera nel ristorante
dell’albergo in cui avevamo
alloggiato le prime due settimane.
Mentre lei
era l’aiuto cuoca, o meglio, era la tutto fare.
Avrei preso
molto volentieri il suo posto, ma con tutti i coltelli presenti in
cucina, se
qualcuno si fosse tagliato all’improvviso, non sapevo bene
come avrei reagito.
Quindi
preferivo prendere ordinazioni e servire le pietanze ai clienti.
Stare fra
gli umani era diventato per me, molto semplice.
Il loro
profumo stuzzicava la mia sete, ma riuscivo bene a controllarla.
I miei occhi
ormai erano diventati di un oro splendente, segno della mia dieta
vegetariana.
Mi nutrivo
quasi tutte le notti.
<<
Sei
in ritardo! >>. Ecco la solita frase con cui mi
accoglieva Leah.
Ma oggi
aveva ragione.
Entrai nello
spogliatoio delle signore del ristorante, dove indossavamo le nostre
divise.
<<
Ciao
Emy! >>. Salutai la nostra nuova amica e collega che
aveva appena finito
di indossare la divisa.
<<
Bella
ciao! >>, mi salutò con un gran sorriso.
Amalia, era
una ragazza dolcissima, aveva capelli neri e ondulati che gli
arrivavano un po’
oltre le spalle e due occhi castani che ricordavano molto i miei.
Era la cuoca
del ristorante. E dai complimenti dei clienti, dovevo dire che era
un’ottima
cuoca; il ristorante era sempre pieno grazie a lei.
<<
Forse
è meglio se ci muoviamo, altrimenti chi lo sente il capo
>>, disse
Amalia.
<<
Io
vado a preparare la sala, ci vediamo dopo >>, dissi dopo
aver indossato
il mio solito pantalone nero, camicia bianca ed il grembiule bordoux .
La serata
passò tranquilla, verso mezzanotte il ristorante era ormai
vuoto e prima di
chiudere pulimmo tutto.
<<
Sono
davvero stanca >>, disse Amalia entrando nello
spogliatoio.
<<
Ehi,
non ci freghi, avevamo programmato che saremmo andate a bere qualcosa
in paese.
Quindi ora fatti una bella doccia e vestiti >>, le
rispose Leah
puntandole il dito contro.
<<
Ma
dai Leah, se ha sonno lasciala andare a dormire >>, dissi
per difendere
Amalia.
Era normale
che sia io, che Leah non accusavamo stanchezza, ma lei era umana!
<<
Bella
tu si che mi capisci. Non so come fai a sopportarla >>,
disse Amalia
sospirando.
<<
Spesso
vorrei farle il pelo >>, dissi sghignazzando e beccandomi
un’occhiata
truce di Leah.
<<
Ragazze
posso entrare? >>, la voce del direttore ci interruppe.
<<
Si
direttore >>, disse Leah andando ad aprire la porta.
<<
Volevo
solo avvisarvi che vi anticiperò le ferie estive.
Dovrò chiudere il ristorante
per due settimane, per dei lavori di ristrutturazione, per la
metà di giugno.
Quindi fra due settimane siete libere di andarvene in vacanza
>>, disse
concludendo.
<<
Grazie
direttore >>, disse Amalia sorridendo.
E con un
cenno della mano uscì dallo spogliatoio.
<<
Fantastico!
Dove andiamo di bello? >>, chiese Leah raggiante.
<<
Leah,
lo sai che io ho l’altro lavoro, quindi non so se
potrò assentarmi anche da lì >>,
le dissi, cercando di farle capire a cosa mi stessi riferendo.
<<
Bella,
lo hai detto tu stessa che lì sei indipendente, quindi vedi
di convincere i
tuoi capi >>, disse supplichevole.
<<
Domani
ne parlerò >>, dissi per chiudere la faccenda.
<<
Va
bene ragazze, quindi se per Bella non ci saranno problemi dove andiamo?
Al
mare? >>, chiese Amalia.
Ops, avevamo
dimenticato il problema sole.
<<
Ehm?
Veramente… >>, non finii di parlare che Leah
m’interruppe.
<<
Bella
ha problemi alla tiroide e il dottore le ha vietato il mare
>>.
<<
Bella
non lo sapevo, mi dispiace >>, disse comprensiva Amalia.
<<
Beh,
allora potremmo visitare qualche bella città
>>, disse Amalia,
pensandoci.
<<
Perché
non organizziamo una bella gita in montagna? Ho sentito che le Dolomiti
sono
bellissime >>, proposi.
Ma le mie
intenzioni erano altre.
Mi ero
stancata di camosci, cervi e caprioli, che trovavo sugli Appennini, e
volevo
spostarmi con la speranza di trovare qualche animale più
succulento.
<<
Va
bene, per me non c’è nessun problema
>>, rispose Amalia.
Adesso avevo
un motivo in più per convincere Aro a lasciarmi andare in
vacanza.
Leah aveva
lasciato andare Amalia a riposarsi, solo dopo averle estorto la
promessa che
fra due giorni saremmo uscite, anche se il sabato sera finivamo di
lavorare
sempre dopo le due di notte.
Non vivevamo
più in albergo. Grazie ai nostri primi stipendi, avevamo
trovato una piccola
casa in affitto.
Ci stavamo
tornando, quando mi accorsi che la mia gola iniziava a bruciare.
Era strano,
perché mi ero nutrita prima di andare a lavoro e poi, nelle
vicinanze non
sentivo altro che l’odore di Leah.
Ma fu
proprio quando mi concentrai su di esso , che la mia gola prese a
bruciare un
po’ di più.
<<
Leah,
hai per caso cambiato profumo? Ora usi Canel n°5 o Giorgio
Alani? >>,
dissi sorridendo.
( Per chi
non lo sapesse sono profumi che esistono realmente e sono profumi per
cani )
<<
Simpatica.
Ma come ti vengono certe battute? Le sogni la notte? Ah! È
vero, tu non dormi! >>,
disse ringhiando.
<<
A
parte gli scherzi, il tuo odore è cambiato >>.
<<
Non
ti capisco, che vuoi dire? >>, mi chiese Leah un
po’ preoccupata.
<<
Nel
senso che puzzi di meno e che stai solleticando la mia sete
>>, le
risposi incerta.
<<
Dovrei
iniziare a temere che tu possa saltarmi al collo mentre dormo?
>>, chiese
con finto terrore.
<<
Ma
certo che no! >>, dissi sdegnata.
<<
Comunque
secondo me, senti il mio odore diverso solo perché ormai
viviamo insieme da
circa tre mesi e quindi ti starai abituando, come io mi sto abituando
al tuo >>,
disse per rassicurarmi.
<<
Sarà
come dici tu >>, risposi arrendendomi.
E tornammo
finalmente a casa.
RISPOSTA ALLE VOSTRE
RECENSIONI…
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barbidoluzza
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violazione
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28/01/10,
ore 19:57 - Capitolo 27: capitolo
27
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L’idea
di Bella è proprio quella, non faarsi trovare da Alice, ecco
perché è fndemetale Leah e poi dovendo affrontare
la rinascita da vampira da sola, ha dovuto per forza rafforzare il suo
carattere…baci
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dindy80
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27/01/10,
ore 19:09 - Capitolo 27: capitolo
27
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Leah
non ha presentato altro che il direttore dell’albergo che gli
ha dato il lavoro al ristorante…ma presto alcune cose
cambieranno…baci
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RenesmeeBlack
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27/01/10,
ore 17:10 - Capitolo 27: capitolo
27
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Ciao…son
contenta che ti piaccia così tanto Eliseo da volerlo far
mettere con Bella, ma mi dispiace deluderti perché Eliseo
cambierà la vita di Bella in un altro
modo….presto lo scoprirai…baci
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Luisa98
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27/01/10,
ore 14:50 - Capitolo 27: capitolo
27
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Ciao…Bella
aveva chiarito subito co “ il – re – del
– mondo ” che lei sarebbe stata libera di vivere,
quindi Aro non poteva negarle niente…baci
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LadySile
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27/01/10,
ore 09:30 - Capitolo 27: capitolo
27
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Bella
ha trovato un tranquillo lavoro
serale… ma per ora resterà con i
Volturi…ma per molto…presto qualcosa
cambierà e i Cullen si faranno vivi…baci..
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Capitolo 29 *** capitolo 29 ***
QUESTA
VOLTA I COMMENTI
SONO STATI DAVVERO POCHI… VABBè FA NIENTE.
CMQ
QST è UN CAPITOLO DI
PASSAGGIO CHE SERVIRà PER LA STORIA.
Buona
lettura.
CONSIGLIO
SEMPRE DI LEGGERE QST FAN FICTION
DI UNA BRAVISSIMA RAGAZZA LOVY91.
IL
COLLEGIO: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=370115&i=1
DUE
GEMELLI E UN SEGRETO: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=398440
COME
UN SOGNO ALTRUI Può DIVENTARE REALTà: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=438730&i=1
MISSIONE
POV
BELLA
Il giorno
dopo di buon ora ero già a Volterra.
<<
Sei
in anticipo oggi >>, mi disse Felix vedendomi in giro per
i corridoi del
palazzo.
<<
Non
avevo nulla da fare >>, risposi sorridendo.
Vidi nei
suoi occhi un po’ d’ imbarazzo e subito distolse lo
sguardo.
Ci
incamminammo lungo il corridoio che portava alla stanza ovale.
<<
Che
cosa vuoi fare oggi? >>, mi chiese continuando a guardare
innanzi a se.
<<
Che
ne dici di un po’ di allenamento nella lotta? Sono giorni che
non mi dai
lezioni… >>, chiesi con entusiasmo.
<<
Bella,
se continuiamo così, presto sarai tu a dover dare lezioni a
me >>, disse
Felix sorridente.
<<
Ma
dai, non è vero!? >>, dissi dandogli una
gomitata al fianco.
<<
Ok,
ma allora oggi facciamo un allenamento particolare >>,
disse con aria
furba.
Quando
arrivammo nella stanza dei troni, era ancora vuota.
<<
Ma
che cosa fate qui la notte? >>, chiesi curiosa.
<<
C’è
chi va in giro per Volterra, chi guarda film, chi gioca a vari sport e
chi
s’intrattiene con le proprie compagne o né va a
cercare in giro qualcuna >>,
m’informò Felix.
<<
E
tu? Non vai alla ricerca di una compagnia? >>, lo
canzonai.
<<
Beh…
io…ehm… no >>, disse infine.
<<
Dai
non dirmi che con tutte le ragazze in giro per il mondo e con tutte le
vampire
che ci sono a palazzo, non c’è né una
che t’interessa? >>, chiesi
incredula.
<<
Sinceramente
una vampira che mi piace a palazzo c’è
>>, disse guardandosi intorno.
Ma quando
riaprì bocca per parlare, fu interrotto da una folata di
vento che ci investì
in pieno.
<<
Ehi
Isabella! >>, mi salutò Demetri.
Era
l’unico
che mi chiamava con il mio nome intero e lo faceva per farmi irritare.
<<
Demetri
>>, risposi con acidità.
<<
Questa
mattina sei di cattivo umore? >>, chiese innocente.
<<
Sinceramente
il mio umore era ottimo fino ad un istante fa >>, dissi
alterata.
<<
Felix
cosa le avrai mai fatto? >>, disse con tono di finto
rimprovero.
<<
Demetri,
ma la finisci una buona volta di essere così rompi scatole?
Stavamo per
allenarci e giacché sei qui, renditi utile >>,
rispose Felix,
rimproverando seriamente il suo amico.
<<
Va
bene, ho capito >>, disse alzando le mani in segno di
resa.
<<
Allora
Bella >>, disse Felix attirando la mia attenzione.
<< Ora ti
benderò e tu dovrai difenderti dai nostri attacchi basandoti
solo
sull’udito>>.
<<
Dici
seriamente? >>, chiesi un po’ preoccupata.
<<
Non
ti preoccupare, fin’ora sei riuscita a difenderti benissimo
da attacchi
multipli. Adesso devi affinare qualche senso. Concentrati su ogni
spostamento
d’aria e sui rumori che ti circondano >>,
m’istruì Felix.
E poi mi
mise una benda sugli occhi.
Rimasi
immobile per qualche secondo, ma non mi aiutò per niente.
Anche loro
dovevano essere fermi e senza respirare, perché non sentivo
niente.
Poi Demetri
si tradì.
Un solo
piccolo passo, mi fece capire che proprio lui si era mosso verso di me
cercando
di attaccarmi alle spalle.
Felix nello
stesso istante cercò di attaccarmi di fianco.
Era facile
per me capire a chi appartenevano i passi.
Leggero
quello di Demetri, un po’ più pesante quello di
Felix.
Nel momento
in cui li sentii avanzare verso di me, rimasi immobile fino
all’ultimo istante,
per poi spiccare un salto di un paio di metri e sentire lo scontro tra
i loro
due corpi marmorei.
<<
Cavoli
che botta >>, si lamentò Demetri.
<<
Brava
Bella >>, si complimentò Felix.
Ritornata
con i piedi per terra, fui subito presa alle spalle dalle mani che
riconobbi,
essere quelle di Felix, ma mentre era intento a bloccarmi le braccia,
mi
ricordai subito che in questa sua presa lui tendeva sempre ad avere le
gambe
divaricate, così mi liberai subito dalla sua presa,
scivolando lungo il suo
corpo e passando fra esse.
Percepii i
passi di Demetri, subito dietro di me e con una capriola
all’indietro, mi
ritrovai davanti a lui e gli assestai un bel calcio nel fianco.
Il mio
errore fu subito colto al volo da Felix.
Non lo
sentii avvicinarsi e siccome rimasi con la gamba a mezz’aria,
la bloccò fra le
sue mani per farmi volare dall’altra parte della stanza.
La lotta si
concluse con la mia vittoria su Demetri e con la parità con
Felix.
Mi tolsi la
benda, per prendere in giro Demetri per la sua sconfitta, ma un
applauso mi
distolse dalle mie intenzioni.
Mi girai e
vidi Aro seduto sul suo solito trono.
A quanto
pareva aveva seguito gran parte dell’allenamento.
<<
Bella
i tuoi miglioramenti sono strabilianti, se continuerai così,
diventerai la
punta di diamante di questa guardia >>, mi
lodò Aro.
<<
Aro,
ti ringrazio per le tue lodi ma credo che ci siano vampiri migliori di
me nella
tua guardia >>.
Non mi
rispose e cambiò discorso.
<<
Felix,
sai quando tornerà Eliseo? >>, chiese Aro.
Eliseo non
l’avevo più visto dal giorno del “
banchetto ” e non avevo avuto altre
occasioni per parlargli.
<<
Mio
signore, non saprei è ancora in missione >>,
disse Felix chinando il capo
in segno di rispetto.
<<
Capisco,
questa è una vera disdetta >>, rispose Aro
leggermente irritato.
<<
Allora
andrete senza di lui > >, disse all’improvviso.
E poi voltandosi verso di
me aggiunse:
<<
Parteciperai alla tua prima missione >>.
Rimasi a
bocca aperta, sapevo che non potevo rifiutare, quindi mi limitai ad un
accenno
con la testa.
<<
A
Roma, c’è un neonato che sta mettendo a rischio il
nostro segreto. Un
informatore mi ha detto che il suo creatore è con lui, ma a
quanto pare non lo
sta formando a dovere. Sapete cosa dovete fare >>, disse
concludendo.
<<
Sì
signore >>, risposero all’unisono Demetri e
Felix.
<<
Alec
verrà con voi, le mie fonti mi hanno detto che il neonato ha
qualche potere >>,
disse guardando intensamente Felix e Demetri.
<<
Quando
dovremo partire? >>, chiesi.
<<
Subito
>>, rispose Aro.
Sarebbe
stato un vero problema per il mio lavoro, ma di certo non potevo dire
ad Aro
che mi rifiutavo di partire subito.
Uscimmo
dalla stanza e trovammo Alec già pronto ad aspettarci.
<<
Ciao
Bella >>, mi salutò con un lieve sorriso.
<>, risposi alzando una mano.
<<
Nervosa
per la tua prima missione? Vedrai sarà un gioco da ragazzi
>>, disse, ora
ridendo.
<<
Vedremo
>>, mi limitai a rispondere.
C’eravamo
messi in viaggio con un’Alfa Romeo 169 nera con vetri
oscurati, io sedevo
dietro con Alec.
Il tempo
passò in fretta, tra chiacchiere e prese in giro su Demetri
e sulle continue
sconfitte che subiva da parte mia.
<<
Prima
o poi la tua forza da neonata sparirà e poi vedremo chi
sarà più forte tra noi
due >>, disse truce Demetri.
<<
La
mia forza può darsi che diminuirà, ma la tecnica
rimarrà >>, dissi
continuando a prenderlo in giro.
<<
Ok
ragazzi, ora smettetela, siamo arrivati. Cerchiamo indizi e appena
farà buio li
intercetteremo >>, disse Felix.
Era lui che
guidava
la spedizione.
<<
Io
faccio una telefonata, devo avvisare che stasera non andrò a
lavoro >>,
dissi agli altri, avviandomi verso una cabina telefonica.
<<
Ehi
Bella, aspetta > >, mi chiamò Alec.
<<
Aro
mi ha detto di farti indossare questo >>. E mi
lanciò un pacchetto.
Quando lo
aprii, ne tirai fuori un mantello con cappuccio e mi sorprese nel
vedere che il
colore era più scuro di quello di Felix e Demetri e identico
a quello di Alec.
<<
Demetri,
a quanto pare Bella ti ha superato anche di grado >>,
disse Alec ridendo
a crepapelle e beccandosi uno sguardo assassino da parte di Demetri.
Dopo che
avvisai Leah che non sarei tornata, ci mettemmo alla ricerca di tracce
che
potevano portarci ai due vampiri.
Articoli del
giornale locale, riportavano tutti i morti trovati nel giro di poco
più di una
settimana.
Quei due
vampiri stavano davvero esagerando.
Era poco
più
che l’imbrunire, quando sentimmo odore di sangue.
Il veleno si
fece sentire puntualmente sulla mia lingua, con il suo sapore metallico.
Ci
inoltrammo nel piccolo vicolo, per vedere un pover’uomo,
ormai mezzo morto, fra
le braccia di un vampiro dai capelli neri e occhi rossi brillanti.
Era magro
quanto Demetri ma alto quanto Felix.
Appena si
accorse di noi scappò velocissimo, mi stavo per dare
all’inseguimento quando le
mani di Demetri mi bloccarono.
<<
Ferma.
Ormai non può più sfuggirmi >>, e
si tamburellò con un dito la tempia.
<<
Quest’uomo
è ancora vivo e sta per iniziare la trasformazione
>>, disse Felix.
<<
Qualcuno
di voi ha sete? >>, disse Alec.
<<
Isabella?
>>, chiese Demetri.
Sapeva
quanto soffrissi nel vedere il sangue umano e a sentirne
l’odore, però
m’istigava sempre.
<<
Quanto
sei stronzo >>, gli disse Felix in mia difesa.
<<
Tieni
Alec è tuo >>, disse Felix gettandogli
l’uomo fra le braccia, come fosse
di gomma piuma.
Dopo pochi
istanti Alec si liberò del corpo.
<<
Andiamo,
si stanno spostando >>, ci informò Demetri.
A sera
inoltrata, li trovammo alla periferia di Roma, mentre erano a caccia,
avevano
puntato una coppietta che passeggiava tranquillamente.
<<
Mi
dispiace ma la vostra caccia finisce qui >>, dissi io
mettendomi davanti
a loro.
La vampira
mi ringhiò contro.
Il neonato
mi fu subito addosso.
Essendo
neonato da meno tempo di me, la sua forza era leggermente superiore
alla mia e
in più, lui era carico di sangue umano.
Mi strinse
in una morsa, molto dolorosa e solo grazie all’arrivo di
Demetri me ne liberai.
<<
Credo
che tu ora mi debba un favore >>, disse Demtri.
<<
Attento!
>>, e afferrandolo per un braccio, lo tirai di lato e
assestai un calcio
frontale nella pancia del vampiro che rotolò per qualche
metro.
<<
Dicevi?
Credo che ora siamo pari > >, risposi con un sorriso
maligno.
Intanto
Felix era alle prese con la vampira.
Quando
riuscì a bloccarla nella sua presa, il vampiro neonato si
bloccò e guardò
intensamente Felix.
<<
Lasciala!
>>, gli intimò.
E Felix con
nostra grande sorpresa mollo la presa sulla vampira, che gli
sgusciò via
affiancandosi al neonato.
<<
E
ora uccidetevi fra voi >>, disse con voce autoritaria il
vampiro.
In pochi
istanti la situazione degenerò.
Alec stava
annientando tutti i sensi di Felix e gli stava andando incontro con
sguardo minaccioso,
all’improvviso mi ritrovai scaraventata a terra da un pugno
di Demetri.
I due
vampiri ci guardarono divertiti e capii subito che questo doveva essere
il
potere di cui ci aveva parlato Aro.
Scansai un
altro attacco di Demetri e gli bloccai le braccia da dietro.
<<
Non
riderei fossi in voi >>, dissi con un ghigno.
Dopo pochi
istanti, avvolsi i miei compagni con il mio scudo e si ripreso
all’istante.
Alec
liberò
Felix dal suo potere, mentre quest’ultimo scosse la testa
come per riprendersi
dallo schok.
<<
Me
lo potevi dire che non vedevi l’ora di abbracciarmi
>>, mi disse Demetri
sorridente e sarcastico.
Lo lasciai
subito andare.
<<
Ti
piacerebbe >>, gli risposi.
<<
Ma…
ma, come avete fatto >>, chiese incredulo il vampiro.
<<
Bella
capacità la tua. Sei un manipolatore mentale >
>, disse Felix.
<<
Peccato,
ti è andata male >>, continuò
Demetri.
<<
A
me non piace essere manipolato >>, disse Alec minaccioso.
<<
Che
cosa succede, non vedo più niente >>, disse il
vampiro, dopo esser stato
raggiunto dal potere di Alec.
<<
Ma
chi siete? >>, chiese ora la vampira.
<<
Facciamo
parte della guardia dei Volturi >>, rispose Demetri.
<<
Avete
infranto le leggi. Avete messo a rischio il nostro segreto e avete
ucciso senza
ritegno. Le leggi parlano chiaro: chiunque le infrange sarà
punito… con la
morte! >>, disse Felix in tono severo.
<<
Aspettate
un attimo >>, lo interruppe il neonato. <<
Io non ero a conoscenza
di nessuna legge >>.
Demetri
guardò Felix e fece un sorrisino, poi entrambi guardarono
Alec e lui restituì
la vista al vampiro.
<<
Bella,
Alec, bloccate il neonato >>, ci ordinò Felix.
Demetrì
in
un attimo fu sulla vampira e in un battito di ciglia di lei, del suo
corpo non
restarono altro che un ammasso di pezzi.
Non una
parola e non un urlo era uscito dalla sua bocca, ed ero sicura che
questo fosse
opera di Alec.
I resti
della vampira, furono avvolti dalle fiamme.
<<
Dicci
come ti chiami >>, ringhiò rabbioso fra i
denti Felix.
Non
l’avevo
mai visto così e mi fece un po’ paura.
<<
Gianni
>>, rispose tremante il neonato.
<<
Ora
Gianni, hai due possibilità >>,
continuò Felix minaccioso.
<<
O
diventi un mucchio di cenere come la tua amica, oppure, chiedi perdono
delle
tue colpe ai nostri signori e se ti concederanno il perdono, ti unirai
al corpo
di guardia, mettendoti al loro servizio, così da poter
espiare le tue colpe >>.
<<
Le
nostre leggi non danno seconde possibilità e non ammettono
nessun tipo di
trasgressione, ma tu sembri realmente pentito, quindi ti porteremo
dinanzi ai
nostri signori >>, aggiunse Felix passeggiandogli di
fronte.
<<
Va
bene, accetto di chiedere perdono >>, disse impaurito il
vampiro.
Non mi era
piaciuto vedere come avevano fatto a pezzi quella vampira. E vedere
come
avevano risparmiato quel vampiro, mi aveva fatto gioire. Ma
chissà perché, i
loro modi e i loro sguardi mi fecero nascere il sospetto che ci fosse
qualcosa
sotto.
Ancor prima
che sorgesse l’alba, eravamo alle porte di Volterra.
Il neonato
fu presentato ad Aro, Marcus e Caius e dopo varie discussioni e un
piccolo
processo, Aro concesse il perdono al nuovo vampiro, cedendogli la
grazia di far
parte della guardia, per riscattarsi. Dono che il neonato
accettò più che
volentieri.
RISPOSTA ALLE VOSTRE
RECENSIONI
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nanerottola
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violazione
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04/02/10,
ore 21:12 - Capitolo 28: capitolo 28
|
Beh
presto scoprirai il perché Bella sente l’odore di
Leah diverso e ti dico solo che grazie a questo evento ci
sarà una bella svolta della storia…baci
|
|
|
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Capitolo 30 *** capitolo 30 ***
Buona
sera ragazze…non sono l’autrice di qst fan
fiction, ma una sua cara amica.
Purtroppo
sta poco bene e ha chiesto a me di aggiornare con il nuovo capitolo.
Chiede
perdono per il ritardo e si scusa per non aver potuto rispondere alle
vostre recensioni,
ma mi ha detto che lo farà appena possibile o nel prossimo
capitolo che
arriverà a breve perché è
già stato scritto e vi confido un segreto, ci
sarà
una bella sorpresa, (spero che la mia amica non mi uccida per quel che
ho
detto), ma per ora lei non lo saprà.
Finisco
con assolvere il mio compito raccomandandovi sempre le fan fiction di
Lovy91
(le ho lette anche io e sono stupende).
Ora
vi
lascio alla lettura.
P.S.=
capitolo non betato
VACANZA
POV BELLA
<<
Mi
passi per favore il pantalone nero? >>, mi chiese Leah.
<<
Leah
se continui a mettere vestiti in valigia, non si chiuderà
dopo >>,
l’ammonì.
<<
Significa
che ne farò due! >>, mi rispose.
<<
Hai
intenzione di portarti dietro tutto il guardaroba? >>,
le chiesi.
<<
La
macchina dei tuoi “ amichetti ” è vuota,
tanto vale sfruttarla >>, disse
accentuando la parola amichetti.
Ebbene si,
quando avevo comunicato ad Aro le mie intenzioni di partire in vacanza
soprattutto per variare la mia dieta, Felix si era subito proposto in
maniera
gentile di farmi compagnia, mentre Demetri si era autoinvitato con
strafottenza.
Di certo non
potevo oppormi, altrimenti avrebbero sospettato che stessi nascondendo
una fuga
o altro.
Il problema
più grande, fu quando comunicai a Leah la notizia.
Dire che non
fu affatto contenta era un eufemismo.
Mi dovetti
subire un’intera notte di urla e prediche su come fossi stata
un’incosciente ad
accettare che due vampiri non vegetariani, passassero delle vacanze in
compagnia di un’altra umana e di come rischiavamo che
uccidessero nei dintorni
del posto che avevamo stabilito come meta.
Mi sorprese
che per tutta la durata della sua sfuriata, non notai neanche un
piccolo
tremore da parte sua; era riuscita a controllarsi.
Ma calmarla
non fu affatto facile, dovetti scendere a vari compromessi.
Ecco
perché
si era deciso di viaggiare su due auto separate.
E dovetti
farmi promettere da Felix e Demetri, che non avrebbero ucciso nessuno
durante
tutta la nostra vacanza.
<<
Bella
vai a rispondere al citofono, sicuramente sarà Amalia
>>, mi disse Leah
dopo aver sentito il campanello.
<<
Chi
è? >>, chiesi dalla cornetta del citofono.
<<
Ragazze
siete in ritardo! >>, disse Amalia sbuffando.
<<
Devi
prendertela con Leah che ha deciso di mettere l’intero
appartamento in valigia >>,
dissi sghignazzando.
<<
Ho
finito >>, urlò Leah dall’altra
stanza.
Scendemmo le valigie e le caricammo
in macchina, per
poi avviarci verso Volterra, luogo d’incontro con il resto
della compagnia di
viaggio.
<<
Non
capisco perché non viaggiamo in un’unica macchina
>>, ci chiese Amalia.
<<
Perché
altrimenti Leah avrebbe dovuto fare un’unica valigia
più piccola > >,
affermai.
<<
Di
certo non rinunciavo ai miei vestiti per far posto ai tuoi amici
succ…. >>,
disse guardandomi di traverso senza però finire la frase.
<<
Dai
Leah non prendertela, vedrai che non saranno male, infondo sono amici
di Bella >>,
disse per placare la tensione in macchina.
<<
Oh
no, non saranno male, infatti ne rimarrai affascinata; vedrai!
>>, disse
Leah.
Quello che
aveva detto era vero.
Demetri e
Felix non erano affatto male, e la loro bellezza veniva accentuata dal
fascino
del vampiro.
Questo
significava, che il mio compito principale era di non lasciare mai che
Amalia
si avvicinasse troppo a loro.
<<
Bella
siamo arrivate, dove ci dobbiamo incontrare di preciso?
>>, mi chiese
Amalia.
<<
In
piazza sotto la torre campanaria >>, l’informai.
Felix e
Demetri ci stavano già aspettando nell’auto con i
vetri oscurati, parcheggiati
all’ombra della torre campanaria.
Avevo deciso
che per non rischiare che un fascio di luce mi colpisse
all’improvviso durante
il viaggio, illuminando così l’intera autovettura,
di viaggiare con loro.
<<
Ragazze
voi andate avanti, noi vi seguiamo >>, dissi prima di
scendere dalla
macchina di Amalia.
<<
Ok
Bella, ma se avete bisogno di fermarvi per andare al bagno o per
mangiare
qualcosa, chiamate e ci fermiamo al primo autogrill >>,
disse premurosa
come sempre Amalia, ignorando però il fatto che per noi
certi bisogni non
esistevano più, tranne però il nutrirsi.
<<
Va
bene >>, e salì definitivamente in macchina di
Felix e Demetri.
<<
Non
ci presenti le tue amiche? >>, mi disse Demetri seduto al posto del
passeggero.
<<
Le
presentazioni sono rinviate all’arrivo >>,
dissi atona.
<<
Bella
le tue valigie? >>, mi chiese Felix.
<<
Sono
nella macchina delle mie amiche >>.
Alla fine
Leah aveva deciso che le sue valigie avrebbero viaggiato con lei, per
evitare
che si impregnassero dell’odore di noi vampiri.
Considerazione
un po’ stupida, visto che viveva con me che sono una vampira
e che quindi il
mio odore la circondava.
Ma il suo
orgoglio era più forte.
Dopo
all’incirca cinque ore di viaggio eravamo arrivati a
Cesiomaggiore.
Avevamo
scelto un piccolo paesino vicino al parco Nazionale delle Dolomiti
Bellunesi.
Appena
Felix parcheggiò la macchina, mi
catapultai fuori e mi guardai intorno.
Eravamo
immersi nel verde, le montagne facevano da sfondo ad un panorama
meraviglioso,
l’aria fresca e i profumi di montagna mi riportarono alla
mente la mia amata
Forks.
Non pensavo
che un paesino come Forks che avevo tanto odiato per tutto quel verde,
ora mi
sarebbe mancato così tanto.
Guardai
Leah, che aveva uno sguardo sognante e capii subito, anche lei doveva
soffrire
della mia stessa nostalgia.
<<
Piacere
io sono Amalia >>. La voce della mia amica mi
riportò alla realtà.
<<
Bella
non ci ha ancora presentati >>, disse porgendo la mano a
Felix e poi a
Demetri.
<<
Piacere
mio >>, disse Felix stringendo la mano di Amalia.
<<
Altrettanto
>>,
disse Demetri con uno sguardo penetrante.
<<
Scusatemi
ero concentrata sul panorama >>,
dissi avvicinandomi a loro e per finire le presentazioni.
<<
Allora
avete conosciuto Amalia e lei invece è la mia amica Leah
>>, dissi
indicandola.
<<
Leah
loro sono Felix e Demetri >>, dissi indicandoli ad uno ad
uno ed evitando
che si stringessero la mano.
Non volevo
che sentissero il calore elevato della pelle di Leah, già
era sufficiente che
sentissero un odore diverso in Leah.
Demetri mi
si avvicinò e abbassando il tono della voce mi chiese:
<<
Come
mai stai schermando le loro menti? >>.
<<
Semplice!
Perché loro vivono nel mio stesso paese e non voglio che tu
possa rintracciarle
>>, dissi secca.
<<
Bene
che ne dite di sistemarci in Albergo? >>, chiese Amalia.
<<
Perfetto,
prendiamo le valigie >>, disse Leah pur di allontanarsi
dai vampiri.
<<
Permettimi
di aiutarti >>, disse Demetri con voce suadente
all’orecchio di Amalia e
facendola arrossire.
<<
Gr…
grazie >>, disse completamente in imbarazzo Amalia.
Forse era il
caso di rinfrescare la memoria a Demetri.
Appena
entrammo nella Hall dell’albergo, Leah, Amalia e Felix si
avvicinarono al
bancone per prendere le chiavi delle due camere prenotate e io ne
approfittai
per ammonire Demetri.
<<
Sono
stata chiara >>, dissi quasi ringhiando. <<
In questa vacanza gli
umani non sono prede! >>.
<<
Non
vedo cosa ho fatto di male, credo solo di aver fatto una gentilezza.
Quella
valigia sembrava veramente pesante per le delicate forze della tua
amica >>,
disse sulla difensiva.
<<
Stai
alla larga da lei >>, dissi andandomene.
<<
Ehi
Isabella! Non sarai mica gelosa? >>, mi
canzonò, però facendo sentire la
sua battutina a tutti i miei compagni, compreso Felix che si
girò con un’aria
spaventata ed interrogativa.
<<
Anche
se tu fossi l’ultimo vam…, essere vivente sulla
terra, non avresti speranze con
me >>, dissi con
assumendo
l’espressione di una tipica smorfiosa.
<<
È
dura ammettere la verità, vero!? >>,
continuò lui.
<<
Bravo
auto convinciti da solo >>. E prendendo le chiavi della
camera andai via
seguita da Amalia e Leah.
Era quasi
passata una settimane, e le cose andavano bene.
La mattina
noi vampiri cercavamo di rimanere rintanati in camera il più
possibile, mentre
Leah cercava di distrarre Amalia con varie attività per non
farle fare molte
domande sul nostro comportamento.
Ma appena il
sole spariva dietro le montagne, ci dedicavamo a molte
attività.
La notte poi
era il momento ideale per la mia caccia.
Stavo per
prendere l’ascensore per andare poi a caccia, quando sentii
Felix chiamarmi.
<<
Bella
scusami >>.
<<
Dimmi
Felix >>, gli risposi voltandomi.
Lo vidi
irrequieto.
<<
Volevo
chiederti, se… insomma ho sete e vorrei provare la caccia
vegetariana! >>,
disse tutto ad un fiato.
<<
Certo!
>>, risposi, e poi abbassando la voce dissi:
<< Io sto andando a
caccia proprio in questo momento, sai con Amalia in camera non tutte le
notti
posso saltare dalla finestra per andare a caccia e poi stasera andiamo
in
discoteca ricordi? >>.
<<
Si
ricordo, la tua amica è stata al quanto convincente
>>, disse sorridendo
Felix.
<<
Leah
è fatta così! >>, dissi ricordando
la scenetta che si era svolta quella
mattina nella sala relax dell’ albergo.
<<
Dai
muoviamoci, dobbiamo tornare per le dieci e questa sera sono
intenzionata a
trovare almeno un orso >>, dissi sghignazzando quando le
porte
dell’ascensore si aprirono.
Prima di
iniziare a cacciare, ci allontanammo parecchio dalle zone abitate,
inoltrandoci
nella fitta vegetazione.
Percepii
subito la scia lasciata da un capriolo, ma la lasciai perdere per
concentrarmi
su altri odori.
Dopo pochi
minuti, la dolce scia di un carnivoro mi attirò nella sua
direzione.
Corsi per
raggiungerlo, inseguita da Felix.
Non ero
abituata a cacciare con qualcun altro e dovetti trattenermi dal
ringhiare
contro Felix, per il fastidio che sentivo nell’essere
inseguita durante la
caccia.
Poco
più
avanti vidi un’animale con una coda molto corta, dal manto
dorato e macchie
nere e lunghi peli sulle orecchie. Aveva le sembianze di un gatto
troppo
cresciuto.
Doveva
essere una lince.
Un istante
prima di attaccarla, mi accorsi che svariati metri più in
la, un’altra lince
camminava raso terra e ne capii il motivo quando vidi un branco di
caprioli in una
piccola radura.
<<
Felix
ce ne sono due, dividiamoceli >>, gli sussurrai anche se
era almeno venti
metri lontano da me, ma ero sicura che mi avesse sentito.
Con un
piccolo cenno della testa scomparve dietro la vegetazione per comparire
a pochi
metri dalla lince.
Contemporaneamente
saltammo sulle nostre prede e ci avventammo sul loro collo.
Era da tempo
che non mi nutrivo di un nettare così buono, ma
ahimè, la lince come animale
era piccolo e quindi il suo sangue non era abbastanza per me, la caccia
doveva
continuare.
Ritornammo
all’albergo solo dopo aver abbattuto quattro cervi e un orso.
Lasciai
l’onore di divertirsi con l’orso a Felix, che
sembrava aver scoperto un nuovo
gioco.
<<
Non
mi ero mai battuto contro un orso, devo dire che è stato
divertente e anche il
suo sangue non era male, come quello della lince; ma giuro che non
toccherò mai
più un erbivoro >>, disse Felix schifato.
<<
Dopo
un po’ ci fai l’abitudine, credimi
>>, dissi ridendo di gusto.
Rientrammo
nell’ascensore e quasi rimasi folgorata.
Nello
specchio era riflessa la mia immagine con al fianco un altro vampiro
dagli
occhi dorati.
Il sangue
animale, aveva cambiato il colore degli occhi di Felix.
Lo fissai,
per lunghi attimi senza aprir bocca.
Gli occhi di
quel colore su un altro vampiro che non fossi io, mi erano mancati
incredibilmente.
Il mio
sguardo era fisso su quello di Felix, ma la mia mente era immersa fra
le
immagini del passato.
Non mi
accorsi nemmeno di Felix che balbettava e che si avvicinava
pericolosamente
alle mie labbra.
<<
Bella…io…
io è da un po’ di tempo che volevo
dirti… che mi… che mi piaci >>,
disse
Felix prima di poggiare delicatamente le sue labbra sulle mie.
Rimasi
immobile come una statua.
Lo shock di
rivivere le immagini del passato nella mia mente e la dichiarazione di
Felix,
furono un mix che mi fecero perdere le capacità cognitive.
Plin.
Il suono
delle porte dell’ascensore che si aprirono portarono con se
oltre che
consapevolezza, odore di sangue umano.
<<
Demetri
>>, sussurrai.
E senza
preoccuparmi che ci fosse gente nel corridoio corsi a
velocità vampiresca verso
la stanza da cui proveniva l’odore.
Era la mia.
Spalancai la
porta e quasi mi venne un colpo, quando vidi Demetri che
succhiava il
dito di Amalia, mentre lei con le guance completamente imporporate
aveva il
capo chino.
<<
Demetri
>>,
urlai questa volta
precipitandomi su di lui e staccandolo da Amalia.
<<
Bella
>>, mi chiamò timidamente Amalia.
<<
Io,
… Lui >>, era in forte imbarazzo.
<<
Mi
è scivolato un bicchiere e mentre raccoglievo i pezzi mi
sono tagliata e
siccome usciva molto sangue Demetri che ti era venuto a cercare in
camera, ha
applicato un vecchio metodo di sua nonna e cioè di fermare
il sangue succhiando
la ferita > >, disse alzando lo sguardo.
<<
Io
non l’avrei mai fatto, perché non mi piace il
sapore del sangue e lui si è
offerto volontario per aiutarmi >>, disse Amalia
concludendo.
<<
Isabella
tu sei troppo precipitosa >>, disse Demetri con la sua
solita voce
strafottente che questa volta non sopportavo.
<<
Hai
detto che mi cercavi, dimmi tutto, ora sono qui >>, dissi
fulminandolo
con gli occhi.
Ma prima mi
girai verso Amalia e gli chiesi: << Emy per favore e da
prima di pranzo
che non vedo Leah, potresti cercarla? >>.
Amalia che
era una ragazza intelligente, capii subito che quella era una scusa, ma
si mise
subito a disposizione uscendo dalla stanza.
Nella stanza
eravamo rimasti solo io, Demetri e Felix che sentivo alle mie spalle.
<<
Demetri,
ma cosa ti dice il cervello? >>, lo sgridò
Felix.
<<
Il
problema è capire se un cervello ce l’abbia
veramente in quella testa bacata >>,
risposi io acida.
<<
Sentite
avevo sete e quando ho sentito odore di sangue ho seguito solo
l’istinto, e poi
ho bevuto solo poche gocce non la uccidevo mica >>, disse
tranquillo
sedendosi sul mio letto.
<<
E
se del veleno le entrava in circolo? >>, dissi ancora
furiosa.
<<
Ehi
bambina, non sono un vampiro da pochi mesi, so come non mettere il
circolo il
mio veleno >>, disse alzando la voce di qualche tono.
<<
Sarò
anche una neonata , ma almeno so controllarmi più di te e
non sono io l’irresponsabile
>>, dissi ringhiando.
<<
Ok
basta così. La prossima volta che avrai sete, sei pregato di
seguire la dieta
di Bella, come ho fatto io oggi >>, disse calmo Felix per
chiudere la
questione.
<<
Ora
è meglio prepararci, o faremo tardi >>, dissi
io.
E mentre
Demetri si avviava verso la porta gli dissi: << Ricordati
di portarti
delle lenti a contatto di scorta, i tuoi occhi sono ancora
più rossi > >.
La porta si
aprii e si richiuse, ma sapevo benissimo che Felix non aveva seguito
Demetri.
<<
Felix
>>, dissi voltandomi lentamente.
<<
Perdonami,
ma devo essere sincera, io non provo i tuoi stessi sentimenti e quel
bacio non
doveva esserci tra di noi, ma tu mi hai preso alla sprovvista e
io… >>,
ma mi bloccò.
<<
Bella,
sei tu che devi perdonarmi. Dovevo prima aspettare la tua risposta
>>,
disse mortificato.
<<
Felix,
mi piacerebbe ricambiare i tuoi sentimenti; sei bello, sei dolce, ma
proprio
non posso e non ci riesco, quindi facciamo finta che non sia successo
nulla;
ok? >>, chiesi.
<<
Ok,
non è successo nulla >>, disse, ma nei suoi
occhi si leggeva chiaramente
la sua delusione.
<<
Dai
sarà meglio prepararci, ci vediamo giù nella hall
>>, dissi sorridendo.
E con un
lieve cenno della testa e un sorriso sforzato uscii dalla stanza.
Arrivammo in
discoteca che era quasi mezzanotte.
La fila era
lunghissima, ma chissà come Demetri riuscì a
farci entrare senza aspettare tutta
la fila.
La serata
andava piuttosto bene, ero seduta su un divanetto e guardavo ballare
Leah e
Amalia, come due matte, attirando a se una gran folla di ragazzi.
Ogni tanto
il mio sguardo andava alla ricerca dei miei due amici vampiri.
Felix
ballava tranquillamente con una ragazza, mentre Demetri aveva catturato
fra le
sue braccia una bellissima ragazza con lunghi capelli lisci color
dell’oro e
con occhi color ghiaccio.
La vista del
loro ballo era da vietare ai minori di quattordici anni.
<< Sola? >>, la voce del
ragazzo
che si era seduto al mio fianco, mi era arrivata forte e chiara, anche
se
sovrastato dalla musica assordante della discoteca.
<<
Sono
in compagnia dei miei amici >>, dissi alzandomi per
uscire fuori dalla discoteca
per far riposare un po’ i miei timpani e soprattutto per
allontanarmi dal
ragazzo.
Appena uscii
dalla porta, mi accorsi che il ragazzo mi aveva seguito.
<<
Ehi
non fare la difficile, voglio solo chiacchierare >>, mi
disse con il suo
alito che puzzava d’alcool.
<<
Mi
dispiace essere scortese, ma non mi va proprio di chiacchierare
>>, dissi
per liberarmi di lui.
La porta
della discoteca si aprii e sperai che con qualche altro umano nei
paraggi,
questo ragazzo avrebbe smesso di darmi fastidio.
<<
Marco
hai fatto conquiste? >>, disse uno dei quattro ragazzi
appena usciti
dalla discoteca.
<<
La
ragazza non ci sta >>, disse Marco, il ragazzo che mi si
era avvicinato
per primo.
Io ero
tranquillamente poggiata al muro quando uno dei ragazzi mi
sfiorò il braccio.
<<
Dai
ci divertiamo solo un po’ >>, disse con voce
fiera.
<<
Fossi
in te non ci riproverei >>, dissi con un mezzo sorriso.
Tutti e
cinque si misero davanti a me, per bloccarmi le vie di uscita.
Quella
scena, riporto a galla altri vecchi ricordi.
Ma sapevo
benissimo che questa volta non avrei visto i fari di nessuna macchina e
non
avrei visto Edward venirmi in aiuto.
<<
Povera,
forse le facciamo paura >>, disse il ragazzo basso e
tozzo, guardando la
mia espressione triste.
Quando ero
una fragile umana, avrei avuto bisogno di aiuto in una situazione del
genere,
ma ora sapevo chiaramente che chi era in netto vantaggio ero io e non
loro.
<<
Ragazzi
che ne dite, se ora andate via prima che possiate farvi male?
>>, dissi
ritornando con un ghigno malefico in volto.
<<
Uh che
paura, una ragazza ci sta minacciando. Ragazzi forse dovremmo darle
retta >>,
disse uno di loro ridendo.
<<
O
forse no! >>, disse il ragazzo che mi aveva sfiorato il
braccio, e questa
volta posò direttamente la mano sulla mia spalla.
<<
Ti
avevo avvertito >>. E in pochi secondi, la sua mano non
era più sulla mia
spalla, ma dietro la sua schiena, completamente contorta.
<<
Puttana,
mi stai facendo male >>, urlò il ragazzo.
Uno di loro
caricò
nella mia direzione, ma con un calcio buttai a terra il suo amico, per
prendere
lui dalla gola e sbatterlo contro il muro.
<<
Bella
cosa succede? >>, mi chiese Felix uscendo dalla discoteca.
<<
Oh,
niente Felix, davo giusto una lezione sull’educazione a
questi teppistelli >>,
dissi guardandoli.
Il ragazzo
che avevo buttato a terra si rialzò e mi guardò
rabbioso.
Gli altri
tre, invece guardavano la stazza di Felix con terrore.
<<
Mi…
stai… soffocando >>, disse il ragazzo che
avevo fra le mani.
Lo lasciai
immediatamente e lui con i suoi amici fuggirono senza neanche guardarsi
le
spalle.
In quel
momento la porta della discoteca si riaprii ed uscirono Amalia e
Demetri che
portava in braccio Leah svenuta.
<<
Cosa
le è successo? >>, chiesi spaventata correndo
verso loro.
<<
Non
lo so. Ha solo detto che aveva i brividi di freddo e poi è
svenuta >>,
m’informò Amalia.
|
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Capitolo 31 *** capitolo 31 ***
Ragazze
buongiorno…sono stata poco bene…
Però
avevo i capitoli pronti e ho fatto postare ad una mia amica il capitolo
scorso…che devo dire si è fatta prendere la
mano… cmq a fine capitolo troverete
la sorpresa di cui vi parlava la mia cara amica…baci
P.S.=
capitolo non betato
MALORI
E SORPRESE
POV
BELLA
Tornammo
subito in albergo e portammo Leah in camera.
Per quanto
ne sapevo io, i licantropi non si ammalano mai. Non sapevo cosa fare e
di certo
portarla in ospedale come diceva Amalia, non era fattibile,
perché non si sarebbe
potuto spiegare il fatto che la sua temperatura girasse intorno i
quarantadue
gradi.
<<
Bella
>>, mi chiamò preoccupata Amalia.
<<
Leah
ha la febbre a trentanove e due >>, mi disse preoccupata.
<<
Come
trentanove >>, dissi scioccata.
<<
Lo
so è altissima, forse è il caso di chiamare un
medico >>, disse Amalia.
Ma il mio
shock era dovuto al fatto che la sua temperatura si fosse abbassata.
E se ci
fosse una malattia che riguarda solo i licantropi?
Non sapevo
proprio che fare.
Se fosse
stata fra il branco, sicuramente l’avrebbero aiutata.
Giusto il
branco.
<<
Amalia,
vado a chiamare un medico, resta qui con Leah >>, dissi
uscendo dalla
stanza di corsa.
Arrivai alla
cabina telefonica dell’albergo e composi dopo tantissimo
tempo il numero del
mio migliore amico.
<<
Pronto?
>>, la voce di Jacob, mi face quasi scoppiare a piangere.
<<
Ja..Jake?
>>, dissi emozionata con voce tremante.
<<
Bella,
Bella, Bella sei tu ? >>, chiese incredulo.
<<
Si
Jake sono io >>, dissi con voce più ferma.
<<
Bella,
che bello sentirti. Dimmi come stai? Che fine avete fatto tu e Leah?
>>.
Per la gioia
di sentire la voce di Jacob, avevo quasi dimenticato il motivo della
mia
chiamata; ma il nome di Leah mi portò a lasciare i
convenevoli a dopo.
<<
Jake,
è per Leah che ti chiamo >>, dissi
improvvisamente seria.
<<
Cosa
le è successo? >>, chiese preoccupato.
<<
È
svenuta e la sua temperatura è scesa a trentanove gradi e
due >>, gli
comunicai.
<<
Bella
è molto strano, noi licantropi non ci ammaliamo mai e per di
più la nostra
temperatura è costante. Devo chiedere agli anziani
>>, disse Jacob.
<<
Va
bene. Ti richiamerò domani >>, dissi.
<<
Bella
sono contento che tu mi abbia chiamato >>, disse Jacob.
<<
Jake?
Un ultima cosa. Puoi dire a mio padre che gli voglio bene e che mi
manca? E chiedigli
di perdonarmi per essermene andata un’altra volta senza
salutarlo >>,
dissi sentendo un
forte pizzicore agli
occhi.
<<
Tranquilla
Bella glielo dirò >>, disse prima di chiudere
la conversazione.
Tornai in
camera avvolta dalla desolazione.
Quando aprii
la porta della stanza, Leah era sveglia ed era in piedi che beveva
dell’acqua.
<<
Oh
Leah, mi hai fatto preoccupare >>, dissi gettandole le
braccia al collo.
<<
Bella
è stato solo uno svenimento >>, mi disse per
tranquillizzarmi.
<<
Leah,
potrai anche sentirti bene, ma hai la febbre a trentanove
>>, disse
allarmata Amalia.
Leah la
guardò corrugando le sopracciglia.
<<
Come
trentanove!? >>, chiese incredula.
<<
Amalia
ha ragione >>, le dissi io.
<<
Amalia
per favore mi passeresti il termometro? >>, chiese Leah.
<<
Certo
>>, rispose.
Ma quando
Amalia mise il termometro tra le mani di Leah, scivolò per
frantumarsi in tante
piccole schegge di vetro e spargendo per tutta la stanza piccole
palline
solidificate di mercurio.
<<
Cavoli!
>>, disse Leah.
<<
Il
termometro era dell’albergo >>, disse Amalia
fissando le palline grigie
sparse sul pavimento.
<<
Mi
è scivolato, non l’ho fatto apposta
>>, disse dispiaciuta Leah.
<<
Dai
non ti preoccupare, capita. Ma forse è meglio se ne vado a
comprare un altro.
Sicuramente ci sarà una farmacia di turno questa notte
>>, disse Amalia
disponibile e comprensiva come sempre.
<<
Grazie
>>, le dissi mentre
usciva dalla
stanza.
Ero
consapevole che Leah aveva fatto cadere il termometro di proposito.
Infatti
appena Amalia si chiuse la porta alle spalle, mi guardò con
sguardo
preoccupato.
<<
Bella,
sei sicura che Amalia non si sia sbagliata nel misurarmi la
temperatura? >>,
mi chiese a bassa voce.
<<
Non
si è sbagliata >>, le dissi sicura.
<<
Ma
non capisco come sia possibile. Stavo ballando e stavo bene, poi un
secondo
dopo ho avuto un brivido di freddo e mi sono mancate le forze e quando
mi sono
svegliata ero qui in albergo >>, disse confusa.
<<
Ma
come ti senti ora? Non potrebbe essere una qualche malattia o influenza
che
colpisce voi licantropi? >>, le chiesi con la speranza
che lei sapesse
qualcosa in proposito.
<<
Non
ho mai sentito parlare di malattie da licantropi >>, mi
disse dopo aver
pensato un po’.
<<
Comunque
quando domani richiamerò Jacob… >>,
mi interruppe con il suo urlo.
<<
COSAAAA?
>>.
<<
Leah,
ho dovuto >>, dissi per giustificarmi.
<<
Ti
prego dimmi che non gli hai detto dove ci troviamo >>, mi
chiese
incredula.
<<
No.
Ma domani dovrò richiamarlo per sapere cosa hanno detto gli
anziani >>,
le dissi.
<<
Bella,
io sto bene ora. Quindi non trovo la necessità di contattare
di nuovo il branco
>>, mi disse decisa.
<<
Leah,
ma… >>, provai a contraddirla.
<<
Niente
ma! Bella, ho assecondato tutte le tue scelte, ora per favore tu
asseconda le
mie. Conosci le regole del branco. Un ordine Alfa potrebbe obbligarmi a
tornare
e io non voglio. Secondo te perché non mi sono
più trasformata? Perché non
volevo che mi trovassero, non volevo che entrassero di nuovo nella mia
mente e
non volevo rischiare che Jacob mi costringesse a tornare
>>, disse
agitata.
<<
Dopo tanto tempo, mi
sento di nuovo libera e
serena. Quindi per favore Bella, fallo per me e fallo per la nostra
amicizia >>,
mi disse Leah supplicandomi con occhi lucidi.
<<
Va
bene Leah. Ma sicuramente se non ci faremo sentire, Jacob si
preoccuperebbe
troppo, e sicuramente ormai tua madre e tuo fratello saranno
già a conoscenza
del fatto. Quindi domani chiamerò mio padre e
dirò a lui di comunicare a Jacob
che tutto si è sistemato e di non preoccuparsi
>>, dissi convinta dalle sue parole.
Non avevo
mai pensato quanto ci tenesse Leah alla sua libertà dal
branco e alla sua
voglia di normalità.
<<
Grazie
>>, e mi stritolò in un suo abbraccio.
Il giorno
dopo chiamai Charlie e dopo varie rassicurazioni sul fatto che stavo
bene, che
non doveva preoccuparsi per me e che mi dispiaceva di esser andata via
così,
gli chiesi di rassicurare tutti che Leah stava bene.
La vacanza
si concluse senza altri avvenimenti strani.
Tutto
andò a
buon fine. Il rapporto con Felix non sembrava peggiorato, ma spesso lo
scoprivo
a fissarmi.
Demetri che
aveva bisogno di nutrirsi, si adeguò alla mio tipo di caccia
e gli andò
piuttosto bene, visto che non si nutrii di erbivori, ma solo di orsi e
linci,
ma chiarii che non avrebbe più cacciato animali
perché preferiva sempre il
sapore del sangue umano.
Le vacanze
con grande rammarico giunsero al termine e facemmo ritorno a casa.
Tornati
all’albergo il lavoro al ristorante ci sommerse.
Ormai
eravamo in piena estate e si lavorava tantissimo.
A Volterra
le cose non cambiavano. Le missioni aumentavano di giorno in giorno.
Durante la
giornata, mi dovevo occupare anche delle guardie lungo il perimetro di
Volterra
e durante le visite di altri vampiri al palazzo, il mio posto era di
fianco ad
Aro, per proteggerlo con il mio scudo.
Ormai ero
parte integrante della guardia.
Quella sera
tornai al mio appartamento a Montepulciano furiosa.
Entrai in
casa sbattendo la porta e per poco non si distrusse.
<<
Bella!
Ma che succede? >>, mi chiese Leah entrando in salotto
infilandosi una
canotta.
Il
giovedì
era il giorno di chiusura del ristorante e quindi era il nostro giorno
libero.
Leah si
stava preparando per la nostra serata tra amiche.
<<
Cosa
succede? Succede che quell’idiota di Demetri mi si
è incollato alle labbra come
una ventosa disgustosa >>, sbottai nervosa.
Leah
soffocò
una risata senza successo e un mio ringhio risuonò per le
mura di tutta la
stanza.
<<
Ok,
ora la smetto di ridere promesso >>, ma questa volta la
sua risata fu
molto rumorosa facendomi perdere la pazienza.
<<
Leah,
non ci trovo niente di divertente >>, la rimproverai.
<<
Hai
ragione! Dai ti prego racconta >>, disse cercando di
trattenere le
risate.
<<
Stavo
andando via dal palazzo, quando mi ha raggiunto dicendomi che mi doveva
parlare. Ha iniziato a blaterare di cose senza senso e senza valore;
poi
all’improvviso ha iniziato a guardarmi in modo strano e in un
istante si
avvinghiato a me. Ho fatto una fatica enorme a staccarmelo di dosso e
più ci
provavo e più lui pensava che io stessi partecipando al suo
bacio. È stato
orribile. Quando finalmente si è staccato da me, gli ho
mollato uno schiaffo
facendolo volare dall’altra parte della stanza. Mi ha chiesto
spiegazioni del
perché lo avessi fatto. E quando gli ho detto che non ho
intenzioni di iniziare
una storia e che lui non mi piace. Ha iniziato a gridare dicendo, che
lui
sapeva che io impazzivo per lui, che ogni volta che discutiamo sente il
mio
amore per lui e che quando vedrò un’altra vampira
al suo fianco e mi accorgerò
di averlo perso e andrò a pregarlo di perdonarmi, ma lui non
mi vorrà più e mi
caccerà >>, raccontai tutto
l’accaduto andando su e giù per tutta la
stanza.
Finito il
racconto mi bloccai e guardai Leah fissarmi con un ghigno divertito.
<<
Insomma
Leah, hai capito? Io innamorata di lui. Ma cosa gli prende ai volturi?
Prima
Felix e adesso Demetri >>, dissi concludendo.
<<
Bella,
solo tu potevi non capire che Demetri ti stuzzicava così
proprio perché
attratto da te >>, mi confidò Leah.
<<
Se
chiamandomi con il mio nome intero e prendendomi sempre in giro pensava
di
conquistarmi si sbagliava di grosso >>, disse
rifugiandomi nella mia
stanza e andandomi a preparare per la serata al bowling.
<<
Strike!
>>, urlò vittoriosa Leah al suo quarto strike.
<<
Sicure
di non aver mai giocato? >>, ci chiese dubbiosa Amalia.
<<
Sarà
la fortuna da principiante >>, dissi io, che come Leah
facevo sempre
strike.
<<
Fortuna di
principiante o no, mi state
stracciando >>, disse amareggiata Amalia.
<<
Dai
è solo un gioco >>, disse Leah.
<<
Forse
è il caso che ci tratteniamo un po’
>>, bisbigliai a Leah.
Finimmo la
partita sbagliando parecchi tiri e diminuendo il distacco di punti con
Amalia.
<<
Che
ne dite di una bella pizza? >>, ci chiese Amalia mentre
ci dirigevamo
alla cassa per pagare e restituire le scarpette da bowling.
<
< Per
me va bene, il mio stomaco brontola >>, disse entusiasta
Leah.
<<
Anche
per me >>, dissi io, pronta all’ennesima
sceneggiata di un bicchiere
d’acqua e di qualche stuzzichino che sarebbe finito nella
pianta più vicina o
nella mia borsetta.
Ci mettemmo
in macchina in direzione della pizzeria più vicina.
Quella sera
il cielo era ricoperto da un bellissimo manto di stelle, fuori
l’aria era calda
e gli odori della campagna impregnavano prepotenti l’aria.
Ero
distratta dallo scorrere del paesaggio fuori dal finestrino quando
sentii
Amalia che chiamava con voce leggermente isterica il nome di Leah.
<<
Leah,
LEAH! >>.
Subito
accostò e scesi dalla macchina per raggiungere il posto del
passeggero.
<<
Leah
che hai? >>, chiesi alzandole il viso.
<<
Ragazze
calmatevi, ho solo avuto una piccola fitta alla pancia, ma ora sto bene
>>,
ci disse massaggiandosi il ventre.
<<
Leah
forse avrai fatto indigestione con qualcosa che hai mangiato a pranzo.
Forse è
meglio che torni a casa per stenderti un po’ a letto
>>, disse preventiva
Amalia.
<<
No
sul serio sto ben… >>, cercò di
convincerci prima di piegarsi di nuovo in
due per un’altra fitta alla pancia.
<<
Leah
se continui a dire che stai bene, sarò costretta a chiamare
tu sai chi >>,
dissi minacciandola.
<<
Ok,
va bene >>, disse guardandomi male.
<<
Per
favore Amalia accompagnaci a casa >>, disse poi
dolcemente rivolgendosi
alla nostra amica.
Durante il
tragitto altre piccole fitte dolorose colpirono Leah e appena arrivate
a casa
si precipitò a chiudersi in bagno.
Ero davvero
preoccupata, ma dei lievi colpi alla porta mi distrassero e mi misero
in
allerta.
Chiunque ci
fosse dietro quella porta era un vampiro.
Il suo odore
non mi era sconosciuto, ma l’odore che lo accompagnava era
strano.
POV
ALICE
Negli ultimi
mesi in casa Cullen si respirava aria troppo pesante. Edward era
irascibile ed
era alla continua ricerca di Bella. Le uniche nuove e buone notizie ci
furono
date da Jacob qualche settimana fa.
Bella lo
aveva chiamato perché Leah non era stata bene e ce lo aveva
subito riferito.
Ci aveva
detto che il giorno dopo Bella l’ avrebbe richiamato, e Jacob
aveva dato il
permesso a me e ad Edward di andare a casa sua per provare a parlare
con Bella,
ma aspettammo invano
la sua telefonata
per tutto il pomeriggio, fino a quando Charlie non si era presentato
dicendo
che Bella lo aveva chiamato dicendo che stava bene e di tranquillizzare
tutti
perché anche Leah ora era migliorata.
Mi ero
sforzata inutilmente ad avere visioni su di lei, ormai tutto
ciò che riguardava
Bella era un buco nero.
Quel
pomeriggio stavo aiutando Esme con la sistemazione dei fiori per tutta
la casa,
quando all’improvviso, non so come, vidi tutto chiaramente.
La prima ed
unica cosa che feci, fu uscire di corsa e gridare: <<
EDWARDDDDDD! >>.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
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Capitolo 32 *** capitolo 32 ***
Buongiorno
a tutte…
finalmente per la felicità di molte di voi un POV
EDWARD…spero di non avervi
fatto penare troppo…
In
questo capitolo verrà
svelato il significato del titolo di questa fan fiction.
Vi
lascio subito al
capitolo… il prossimo è già in
lavorazione.
P.S:
capitolo non betato!
SCOPERTE
ED INGANNI
POV
EDWARD
Ero a caccia
nel bosco da solo.
La mia
presenza in casa portava solo tristezza.
Sapevo che
tutti soffrivano per il mio stato d’animo, ma io non riuscivo
proprio a fingere
di non essere preoccupato per Bella e non riuscivo neanche a mascherare
il dolore
che provavo a stare lontano da lei.
La mia
famiglia mi voleva bene e voleva aiutarmi, ma ogni volta che cercavano
di
confortarmi io diventavo scontroso.
Non ce la
facevo più a sentire i loro pensieri o parole di
incoraggiamento: “ presto la
troveremo ”, “ non ti preoccupare Bella sicuramente
sta bene ”, “ tutto andrà
per il meglio ”.
Tutti questi
pensieri erano ridicoli.
Sapevo
benissimo che anche loro erano preoccupati per la sorte di Bella.
Dall’ultima
visione di Alice, di lei non avevamo saputo più niente.
Le sagome di
quei due vampiri e il vampiro ricoperto di cicatrici erano diventati il
mio
pensiero fisso.
Avevo fatto
un disegno di loro e l’avevo fatto girare fra tutti i vampiri
presenti in
America.
Ma di loro
nessuna traccia, così come non avevo trovato nessuna traccia
di Bella.
Stavo
letteralmente impazzendo, avevo paura che quei vampiri le avessero
fatto del
male o peggio che adesso lei stesse al fianco di uno di loro.
<<
EDWARDDDDDD!!
>>.
Il grido di
mia sorella mi mise in allarme.
Era
impaurito ed isterico.
Corsi il
più
veloce possibile verso casa e vidi che non fui l’unico messo
in allarme da
Alice.
Tutta la mia
famiglia stava raggiungendo Alice che correva verso di me.
Nella sua
mente non leggevo altro che il mio nome.
Nell’istante
che la raggiunsi, anche tutta la mia famiglia l’aveva
affiancata.
Ora eravamo
tutti riuniti nei boschi vicino casa nostra.
<<
Alice
cosa è successo >>, chiesi a mia sorella.
Sul suo
volto era dipinta un’espressione sconvolta.
<<
EDWARD.
BELLA! >>, disse solo con tono spaventato.
<<
Alice
amore calmati per favore e dicci cosa succede >>, disse
Jasper
avvicinandosi e posandole una mano sul sua spalla cercando di calmarla
con il
suo potere.
Ma il sol
pronunciare il nome di Bella in quel tono impaurito, mise in allerta me.
<<
Alice
parla. Cosa è successo a Bella >>, dissi con
un filo di voce, anche se
dentro me, stava montando una rabbia pazzesca.
Se Alice era
così impaurita, significava che Bella era in pericolo, ed io
non ero al suo
fianco a proteggerla.
<<
Bella.
Eliseo. VOLTURI >>, disse con terrore l’ultima
parola.
Non sapevo
chi fosse questo Eliseo, ma il nome di Bella associato a quello dei
Volturi, mi
fece perdere un attimo di stabilità mentale.
Rimasi a
fissare Alice immobile come una statua.
Se Bella aveva
fatto scatenare i Volturi contro di se, era spacciata.
<<
Alice,
per favore si chiara. Cosa centrano i Volturi con Bella
>>, chiese calmo
mio padre.
<<
Alice
racconta tutto dall’inizio >>, disse amorevole
Esme accarezzandole la
schiena.
Dopo pochi
istanti di silenzio, Alice iniziò a parlare così
velocemente che quasi faticavo
ad ascoltarla nonostante fossi un vampiro.
<<
Stavo
sistemando i fiori in casa, quando non so come ho visto tutto
chiaramente >>,
disse Alice.
<<
Cosa
hai visto? >>, disse agguerrito Emmett che già
sentiva odore di
battaglia.
<<
Non
so cosa sia successo, ma ora vedo chiaramente il futuro di Leah e di
Bella… almeno
fino a quando non svaniscono >>, disse avvilita mia
sorella.
<<
Cosa
intendi per svanisce? >>, chiese Rosalie seriamente
preoccupata.
<<
Bella
si trova in Italia, di questo ne sono certa! Condivide un appartamento
con Leah
e qualcuno ha bussato alla loro porta. Quando Bella aprirà
si troverà davanti
Eliseo >>, disse facendo una pausa.
<<
Chi
è questo Eliseo? >>, chiese Jasper per tutti
noi.
<<
Vi
ricordate il vampiro ricoperto di cicatrici dell’ultima
visione che ho avuto su
Bella? >>, ci chiese mia sorella.
E dopo che
tutti confermammo con un cenno della testa, Alice continuò:
<< È lui!
Quello che non mi spiego è perché
nell’ultima visione lo vedevo chiaramente,
mentre ora il suo futuro è sfocato ed incerto. Comunque
ciò che farà o dirà a
Bella, porterà Bella a scontrarsi contro i Volturi e quando
prenderà la sua
decisione il futuro di Bella svanisce, insieme a quello di Leah e di
Eliseo >>.
Senza
sentire altro mi precipitai verso casa per prendere il passaporto e
salire sul
primo volo per l’Italia.
Stavo per
uscire quando Carlisle mi fermò.
<<
Edward
fermati un attimo >>.
<<
Carlisle
ogni istante è prezioso >>, dissi con rabbia.
<<
Edward
si ragionevole. Non sai a cosa vai incontro o quali siano i
motivi… >>,
mi disse lui, ma io lo interruppi.
<<
Cosa
vuoi dire! Che dovrei lasciare che Bella affronti i Volturi da sola?
Che dovrei
lasciarla morire? >>, dissi ora furioso sputando le
parole come veleno.
Come poteva
solo pensare che sarei rimasto senza far niente dopo una notizia del
genere,
dopo che avevo cercato Bella per mesi.
<<
Non
essere stupido! Nessuno potrebbe solo lontanamente pensare di lasciare
Bella in
difficoltà >>, disse Emmett con una
serietà mai sentita in lui.
<<
Allora
cosa!? >>, chiesi.
<<
Edward
dal momento in cui noi saremo al fianco di Bella, il nostro futuro
svanisce con
il suo >>, mi disse mesta mia sorella.
<<
Il
futuro può cambiare e noi lo cambieremo. Ma se
così non fosse, io voglio morire
difendendo la persona che amo >>, dissi deciso.
<<
Rosalie,
chiama l’aeroporto è prenota il primo volo
disponibile. Se non ci sono affitta
un Jet privato. Esme prendi tutti i passaporti. Io chiamo in ospedale
>>,
disse Carlisle impartendo tutte le istruzioni, per poi sparire nel suo
studio.
Dopo nemmeno
cinque minuti eravamo tutti nelle nostre macchine in direzione
dell’aeroporto
di Seattle.
POV BELLA
Non capivo
cosa ci facesse lui qui. E chi o cosa aveva con se.
Mi avvicinai
cautamente alla porta.
<<
Bella
sono Eliseo >>, disse dopo aver bussato nuovamente.
Avuta la
conferma di chi fosse aprii con decisone la porta.
<<
Elise…
>>, rimasi stupefatta.
Mi stavo
specchiando in due grandi occhi dorati. Come era possibile?
L’ultima volta che
lo avevo visto i suoi occhi erano di un rosso rubino.
<<
Bella
so che io non dovrei essere qui e non dovrei sapere dove abiti
>>, si
giustificò Eliseo.
Mi ero persa
in così tante domande sui suoi occhi che non ci avevo
proprio pensato che un
volturo conoscesse la mia residenza.
<<
Infatti
>>, dissi stizzita da tale tradimento.
<<
Bella
ascoltami, nessuno oltre me sa dove vivi >>, mi
rassicurò.
<<
Entra
>>, dissi facendomi da parte per farlo passare e andai
verso il salotto.
<<
Grazie
>>, disse Eliseo entrando e richiudendo la porta alle sue
spalle.
Lo strano
odore di prima ora era più forte.
Mi voltai
verso di lui, quando qualcosa che aveva fra le braccia si mosse
attirando la
mia attenzione.
<<
Bella,
quello che sto per dirti è surreale e faticherai a
crederlo>>, mi
avvertii Eliseo vedendo che il mio sguardo si era concentrato ad un
fagotto che
stringeva dolcemente fra le braccia, da cui proveniva quello strano
profumo.
<<
Lei
è Aurora >>, e delicatamente tirò
fuori dalle coperte che l’avvolgevano,
una piccola e tenera bambina.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
luigia
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violazione
|
26/02/10,
ore 05:16 - Capitolo 31: capitolo
31
|
Ogni
tanto ritorni in vita fra le mie recensioni…ma ti
capisco… la piccola Serena non ti lascia dormire e occupa
tutto il tuo tempo ora…Il mistero Leah verrà
svelato al prox capitolo…baci…
|
|
barbidoluzza
[Contatta]
|
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violazione
|
23/02/10,
ore 15:08 - Capitolo 31: capitolo
31
|
Demetri
è insopportabile, ma anche io adoro la dolcezza di Felix e
sinceramente avevo anche pensato in un breve flirt, ma sarebbe stato
inconcepibile che Bella si lasciasse Edward alle spalle non credi???
Beh la tua curiosità su Eliseo invece è stata
esaudità… Era lui a bussare alla porta di
Bella…baci
|
|
|
|
dindy80
[Contatta]
|
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violazione
|
21/02/10,
ore 22:55 - Capitolo 31: capitolo
31
|
Il
mistero Leah si svela del tutto nel prox capitolo..chi bussava alla
porta di Bella invece era Eliseo con una piccola sorpresa…i
Cullen??? Stanno arrivandooooo…baci
|
|
00Stella00
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|
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violazione
|
21/02/10,
ore 00:06 - Capitolo 31: capitolo
31
|
New
entry??? Io sono super felicissima di averti fra le mie
lettrici… non ho aggiornato presto come volevi, ma spero di
non averti fatto attendere molto..tu hai tralasciato i compiti per
leggere io tralascio lo studio degli esami per
scrivere…quindi siamo pari.. baci alla prox
|
|
|
cloh
[Contatta]
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violazione
|
20/02/10,
ore 15:32 - Capitolo 31: capitolo
31
|
Sembrava
quasi che mi stessi dicendo che non ti piaceva..e invece no era un
complimento…grazie per l’avvertimento dei dialoghi
di Leah…ora controllo e sistemo..baci e continua a recensire
se vuoi..
|
|
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Capitolo 33 *** capitolo 33 ***
Buonasera
ragazze… perdonatemi
l’attesa ma questo capitolo era lunghetto e spero di averlo
scritto bene…
Volevo
avvisarvi che fino
il 9 di marzo non aggiornerò con nuovi capitoli. Ho un esame
in vista molto
difficile che devo finire di preparare, con la speranza di riuscirci.
Forse
a voi non ve ne frega
niente, ma volevo solo avvisarvi.
P.S.=
CAPITOLO NON
BETATO
AURORA
POV
BELLA
Due occhi
color del cielo mi fissavano curiosi, i suoi capelli nero corvino
rilucevano
sotto la luce artificiale del lampadario; le sue guance erano rosee e
le sue
labbra piccole e piene avevano uno strano broncio.
La piccola
bambina che avevo di fronte dimostrava appena tre mesi, ma quando mi
sorrise
notai come già avesse tutti i denti.
Il suo odore
anche se diverso, assomigliava molto a quello di noi vampiri.
<<
Eliseo!
Non avrai creato una bambina immortale >>, chiesi
impaurita.
Le leggi e
le storie sui bambini immortali erano severissime.
<<
Bella,
ascolta attentamente… non senti il suo cuore che batte e il
sangue scorrerle
nelle vene >>, mi chiese Eliseo.
Ma adesso
che me lo aveva fatto notare, sentivo chiaramente il suo cuoricino
battere.
Ma il suo
battito era accelerato, un po’ come lo è quello
dei licantropi.
<<
Ma
allora… >>, chiesi curiosa senza neanche saper
come finire la domanda.
<<
Lei
in verità è una mezzo sangue, metà
vampira e metà umana >>, specificò.
<<
Ma
come può essere >>, chiesi ancor
più curiosa e avvicinandomi per
guardarla meglio.
<<
Aurora
è mia figlia! >>, mi disse soppesando bene le
parole.
<<
Cosa?
>>, chiesi incredula.
<<
Eliseo
mi credi così stupida? Noi vampiri non possiamo procreare
>>.
<<
Credimi.
Questa bambina è mia figlia >>,
provò a ripetere per convincermi.
<<
COSA?
>>. Questa volta la domanda proveniva dalle mie spalle.
Leah era
uscita dal bagno e aveva ascoltato solo quell’ultima frase di
Eliseo, rimanendo
incredula come me.
<<
Leah,
come stai? >>, chiesi distraendomi qualche istante da
Eliseo.
<<
Bella,
tu non ci crederai mai. Ma il mio corpo ha ripreso a funzionare
>>, disse
esultante Leah.
<<
Ok
forse è meglio che mi siedo. Sarò anche una
vampira, ma troppe scoperte in un
giorno potrebbero farmi male >>, dissi sarcasticamente.
<<
Mi
vuoi dire che ti è tornato il ciclo? >>,
chiesi a Leah.
<<
Si >>,
disse sorridendo e prendendomi per le spalle iniziò a
saltarmi intorno come una
bambina.
<<
Bella
chi è lei? E perché sa dei vampiri?
>>, disse preoccupato Eliseo.
Ero in
difficoltà, non sapevo come spiegarglielo e avevo paura che
non avrebbe capito.
<<
Piacere
io sono Leah. Io so dell’esistenza dei vampiri,
perché non sono del tutto
umana, o meglio non ero del tutto umana >>, disse
scoppiando in una
risata felice.
Una leggere
risata cristallina attirò la nostra attenzione verso la
bambina che Eliseo
aveva ancora fra le braccia.
<<
È
bellissima. Posso prenderla? >>, chiese Leah affascinata
da quella
piccola creatura.
<<
Prego
>>. Ed Eliseo un po’ titubante, la mise fra le
braccia di Leah.
<<
Chi
o cosa sei realmente, Leah? >>, chiese ancora Eliseo.
<<
Eliseo,
Leah come noi fa parte del mondo dei miti e delle leggende, per ora ti
basti
sapere ciò. Ma torniamo ad argomenti più
importanti >>, dissi rivolgendo
lo sguardo verso la bambina che Leah aveva fra le braccia.
<<
Non
è una bambina immortale perché sento chiaramente
il suo cuore. Ma se vuoi che
io creda alla tua storia, ti prego di raccontarmi tutto
>>, dissi seria.
<<
Sono
partito per una delle mie solite missioni per conto di Aro
>>, iniziò a
raccontare lui.
<<
Che
genere di missioni? >>, chiesi io.
<<
Non
dovrei dirtelo, ma ormai ho preso la mia decisione e non
m’importa svelare le
loro missioni segrete >>, disse Eliseo deciso, attirando
così anche
l’attenzione di Leah che giocava con la piccola.
<
< Missioni
segrete? >>, chiesi non capendo.
<<
Io
faccio parte di quei pochi componenti della guardia che conoscono i
piani più
meschini di Aro. Bella io ho un potere che Aro ha gran paura di
perdere, io per
lui sono importante >> , ci confidò Eliseo.
<<
Che
potere hai? >>, chiese Leah tra una smorfia e
l’altra che rivolgeva ad
Aurora.
<<
Io
posso privare un vampiro del proprio potere, per poi donarlo ad un
altro >>.
Senza
volerlo feci un piccolo balzo all’indietro allontanandomi da
lui.
Il mio
potere era l’unica cosa positiva di questa mia nuova vita.
Non volevo che mi
venisse sottratto, perché altrimenti i miei pensieri e
segreti, non sarebbero
stati più al sicuro.
<<
Bella
sta tranquilla, non ho nessuna intenzione di privarti del tuo potere.
Non
priverò più nessun vampiro del proprio potere
>>, disse rammaricato.
Intanto mi
rilassai un po’, ma non abbassai la guardia.
<<
Racconta
>>, lo incitai.
<<
Come
stavo dicendo, qualche mese fa sono partito per una delle mie missioni.
Aro ha
i suoi seguaci sparsi per tutta Italia, che lo tengono informato su
quello che
succede tra i vampiri o se qualche vampiro trasgredisce la legge. A
volte
vampiri nomadi e alcuni clan denunciano dei trasgressori, solo per
entrare
nelle grazie dei Volturi. Capita che Aro scopra che in giro ci sia un
vampiro
con un particolare potere, che a lui interessa, ed ecco che quel
vampiro o il
clan a cui appartiene abbia commesso qualche trasgressione della legge.
A
questo punto entro in gioco io >>, disse Eliseo
fermandosi un attimo.
<<
Fino
a qui credo che non ci sia niente di strano. Anche io ho partecipato a
missioni
punitive verso vampiri trasgressori della legge. È per
questo che esistono i
volturi, giusto? >>, dissi io.
<<
Si
è per questo che esistono. Ma con gli anni Aro ha
incrementato la sua sete di
potere. Io faccio parte della guardia da quasi un secolo e mezzo e ho
potuto
constatare con i miei occhi l’avidità di Aro
>>, disse Eliseo con
disgusto.
<<
Non
ti seguo >>, dissi confusa.
<<
Quando
Aro scopre un vampiro con un potere da cui è attratto e
questo vampiro non ha
fatto niente, manda me. Ovviamente non ha nessuna scusa per piegarlo al
suo
volere e quindi il mio compito e sottrargli il potere a tutti i costi
>>,
concluse.
<<
Cosa
intendi a tutti i costi? >>, chiese Leah interessata
all’argomento.
<<
Vedete
tutte le mie cicatrici? >>, disse esponendosi alla luce
di un lume vicino
al divano per farle vedere anche a Leah.
<<
Si >>,
dicemmo all’unisono io e Leah.
<<
Sono
frutto delle mie missioni. I vampiri a cui sottraggo i poteri, non sono
mai
consenzienti ovviamente, e quando Alec non è con me, diventa
piuttosto
difficile portare a termine il mio compito e spesso devo uccidere il
vampiro in
questione >>.
<<
Ma
questo è un abominio! Non ha senso. Perché
uccidere dei vampiri se non hanno
fatto niente? Solo per i loro poteri? >>, chiesi
incredula.
Eliseo mi
fece solo un cenno positivo con il capo.
<<
Perché
io non sapevo niente di tutto questo? Chi è a conoscenza di
questo segreto? >>,
chiesi infuriata per esser stata presa in giro da un clan che credevo
difensore
della legge.
<<
Demetri,
Felix, Alex e Jane >>, disse elencandomi quattro dei
componenti più
importanti della guardia, di cui almeno tre di loro erano quelli che
più si
avvicinavano al mio concetto di amici.
<<
Ora
mi spiego il perché di così tanta clemenza con i
vampiri a cui davamo la caccia
per aver trasgredito le leggi. Non ci avevo mai fatto caso al fatto che
coloro
che risparmiavamo la vita erano i vampiri che possedevano un potere
extra >>,
dissi arrivando
alle conclusioni e
spiegandomi quei strani sguardi che spesso si scambiavano nelle
missioni.
<<
Hai
capito bene Bella. La prassi è sempre la stessa; il vampiro
con un potere viene
data un chance, mentre il resto dei vampiri vengono giustiziati
>>,
confermò Eliseo
<<
Qual è il
ruolo di Alec nelle tue missioni? >>,
chiesi.
<<
Quando
devo dare la caccia ad un vampiro singolo, io non ho problemi. Sono
abbastanza
forte da potermi avvicinare a lui combatterlo e sottrargli il potere.
Ma quando
il vampiro in questione fa parte di un clan, compiere la mia missione
per me è
difficile, così Alec con il suo potere annulla tutti i sensi
del clan al
completo, io assorbo il potere del vampiro e quando tutti si riprendono
non
sospettano nulla, almeno fino a quando il vampiro non si accorge che
non ha più
il suo potere > >, mi spiegò.
<<
Ma
perché non fare così anche per i vampiri nomadi?
Perché loro li uccidi, mentre
i clan li lasciate in vita? >>, tutto questo per me non
aveva senso.
<<
Se
spariscono dei vampiri nomadi, nessuno se ne accorgerà; ma
se a sparire sono
interi clan che risiedono i determinati luoghi… beh sarebbe
un po’ inspiegabile,
non credi? Aro non vuole che circoli la voce che i vampiri perdono il
proprio
potere, non vuole che si scopra che tali poteri ora siano in possesso
dei
Volturi, quindi preferisce che i vampiri
a cui viene sottratto il potere, non possano andare in
giro a raccontare
il tipo di potere che possedevano >>. Eliseo mi
spiegò tutto come se
fosse una cosa ovvia.
<<
Quindi
fammi capire; se in giro per il mondo c’è un
vampiro con un potere appetitoso e
costui non ha infranto nessuna legge, Aro manda i suoi scagnozzi per
ucciderlo
e prendersi il suo potere, oppure se invece lo si può
incolpare di qualcosa,
gli si fa credere che gli viene concesso il perdono solo se entra a fa
parte
dei Volturi >>, ricapitolai il tutto sempre
più incredula.
<<
Esatto!
>>, disse Eliseo.
<<
Non
ci posso credere di essere stata presa in giro così e di
aver preso parte a
queste spedizioni >>, dissi alterata.
<<
Bella
calmati, spaventi Aurora >>, mi rimproverò
Leah.
<
< Scusami
piccolina >>, dissi sfiorandole il grazioso nasino.
<<
Cosa
centra lei in tutto questo? >>, chiesi ritrovando un
po’ di calma.
<<
Aro
mi ha dato l’ordine di dare la caccia ad un nuovo e potente
potere, e così mi
sono messo all’opera. Ovviamente l’ho trovato. Devi
sapere che il mio potere è
capace di percepire gli altri poteri sia per individuarli e sia per
capire di
che potere si tratta, o meglio capisco solo vari tratti del potere;
è così che
sono riuscito a trovarti. Comunque ho trovato il vampiro, ho preso il
suo
potere e l’ho ucciso >>.
Eliseo fece
una piccola pausa e i suoi occhi si incupirono.
<<
Che
cos’ hai? >>, chiesi avvicinandomi a lui.
<<
Bella
devi sapere che sono un vampiro da più di duecento anni.
Quando mi hanno
trasformato ho perso la mia umanità. Ormai vedevo gli umani
solo come prede,
come esseri inferiori che vivevano solo per nutrire noi vampiri, esseri
evoluti. Avevo rispetto per i miei simili e quando in un periodo della
mia vita
da immortale mi sono trovato in difficoltà durante una delle
tante guerre tra i
vampiri, Aro mi ha salvato e io di mia spontanea volontà ho
deciso di servirlo.
Decenni dopo ho scoperto il motivo perché tra tutti i
vampiri Aro avesse scelto
me. Tra la guardia c’era un certo Eleazar, lui riusciva ad
identificare i
poteri e dargli un nome; Aro grazie al suo potere, poteva scegliere chi
salvare
e chi giustiziare, e io fui salvato. Ma questo lo scoprii solo dopo
quasi mezzo
secolo, quando Eleazar decise di lasciare i Volturi con la sua compagna
Carmen
e mi raccontò tutto. Fui sorpreso, ma non deluso. Infondo a
Volterra avevo
trovato tutto. Compagnia, una dimora e sangue a sufficienza, quindi
svolgevo i
miei compiti senza troppi complessi, avevo preso il posto di Eleazar,
visto che
i nostri poteri erano simili. Da quel giorno è passato quasi
un secolo e con
gli anni mi sono reso conto di come Aro volesse ottenere sempre
più poteri per
essere il clan di vampiri più potente. Sinceramente le sue
manie di grandezza
non mi interessavano, avevo tutto e grazie al mio potere che Aro
ritiene
prezioso, non temevo niente; ma la mia ultima missione mi ha stravolto
la vita >>,
disse rivolgendo uno sguardo dolce verso la bambina che giocava
spensierata con
Leah.
<<
Cosa
vuoi dire? >>, chiesi.
<
< Il
vampiro a cui davo la caccia era uno scudo >>,
iniziò a raccontare ma io
lo interruppi.
<<
Come
me? >>.
<<
In
un certo senso era molto più potente di te!
>>, affermò.
Io
strabuzzai gli occhi, uno scudo più potente del mio, non
sapevo nemmeno cosa
immaginare. Cosa poteva essere più potente del mio
respingere ogni tipo di
potere?
<<
Lui
era intaccabile fisicamente >>, continuò a
spiegare.
<<
Cioè
non potevi avvicinarti a lui? >>, chiesi io.
<<
Esatto!
>>, confermò Eliseo.
<<
Allora
come… >>, ma non finii di chiedere che lui
intuita la mia domanda già mi
stava spiegando.
<<
Come
ho fatto? Ho dovuto conquistarmi la sua fiducia. Gli sono diventato
amico >>,
disse incupendosi.
<<
E
quando l’hai ucciso, ti sei reso conto che ti eri affezionato
davvero a lui >>,
conclusi io.
<<
Si >>,
disse solo con voce tremante.
<<
E
poi cosa è successo? >>, chiesi.
<<
La
sera che l’ho ucciso e ho visto i suoi resti bruciare, mi
sono sentito un vero
mostro, un assasino. E un dolore mi ha invaso il petto. Ho passato
l’intera
serata seduto su una panchina a tormentarmi per quello che avevo fatto
quella
sera e negli ultimi centocinquanta anni >>, disse
prendendosi la testa
fra le mani.
E senza che
io facessi o dicessi niente, rialzò lentamente la testa,
trasformando
quell’espressione triste e amara, in un piccolo sorriso
sereno.
Fissando la
bambina che lui diceva essere sua figlia continuò il suo
racconto:
<<
Quando
stavo per alzarmi da quella panchina per fare ritorno a Volterra, la
luce in
quella notte cupa si è seduta al mio fianco
>>.
Il suo viso
ora era sognante, ma i suoi occhi erano sempre tristi; segno che questa
storia
non avrebbe avuto il lieto fine.
<<
Era
una ragazza incantevole. I suoi capelli erano neri e i suoi occhi erano
azzurri
come il cielo di una giornata di sole. Il suo viso era un perfetto
ovale che
racchiudeva la perfezione. Il suo naso era piccolo e aggraziato, le sue
labbra
erano piccole ma piene e i suoi occhi avevano un taglio orientale
perfetto >>,
e guardando più intensamente sua figlia, disse:
<< Lei è identica a sua
madre >>.
Non osavo
parlare o interromperlo.
Dalla sola
descrizione di quella ragazza, si capiva che se ne era innamorato
perdutamente.
<<
Con
un sorriso si era avvicinata a me, cosa al quanto strana per
un’umana; di
solito il loro istinto dice loro di fuggir lontano da noi >
>.
E io questo
lo sapevo bene, avevo constatato sulla mia pelle l’attrazione
che un vampiro
può esercitare su un’umana.
<<
Si
è seduta al mio fianco e mi ha chiesto, cosa mi fosse
successo per rendermi
così triste. Il suo profumo era inebriante ed avevo
parecchia sete, ma qualcosa
dentro me, mi spingeva a risponderle, invece che a ucciderla. E
così feci. Le
dissi semplicemente che avevo
perso un
amico a cui non sapevo di voler molto bene, e che il mio lavoro mi
aveva reso
un uomo cattivo… E sai cosa ha detto lei? >>,
chiese a nessuno in
particolare, e continuando a fissare Aurora che sicuramente le
ricordava la
donna di cui era innamorato, continuò:
<<
Mi
ha detto di sorridere, perché anche dopo la notte
più buia sarebbe
spuntato il sole.
Non so come abbia
fatto, ma mi ha fatto vedere il mondo con occhi diversi. Abbiamo
passato
l’intera notte a parlare, seduti su quella panchina. E mi
sono sentito diverso.
E come se qualcosa di bello fosse nato in me. Una sensazione piacevole
ritrovata. Mi sono sentito di nuovo umano >>, disse
rivolgendosi a me.
<<
E
poi? >>, chiesi io consapevole che la storia non era
finita.
<<
Poco
prima che all’orizzonte il sole rinascesse a nuova vita, sono
andato via. Mi
sono rimesso in viaggio per ritornare a Volterra, ma durante tutto il
viaggio,
non ho fatto altro che pensare a lei, il suo sorriso mi ritornava in
mente e
l’eco della sua voce rimbombava nelle mie orecchie. Di
ritornare a Volterra non
avevo nessuna voglia, mentre una forza invisibile mi spingeva a tornare
indietro da lei. E così sono tornato e appena il sole ha
lasciato il posto
all’oscurità sono tornato a sedermi su quella
panchina, con la speranza che lei
venisse, spinta dalla stessa voglia di rivedermi. Dopo neanche
mezz’ora si è
presentata di nuovo al mio fianco più bella di come
l’avevo lasciata e abbiamo
parlato ancora per tutta la notte. È andata avanti
così per più di tre
settimane, fino a quando una di quelle sere, prima che io andassi via,
mi ha
chiesto di non lasciarla. Mi ha portato nel suo appartamento e
lì ci si amati,
di un amore fisico che credevo non potesse esistere tra un vampiro ed
un’umana.
Lei mi ha mostrato il mondo sotto un’altra luce e ho visto
tutto sotto un’altra
aspettativa. Ma mi sembrava tutto perduto, quando la sete ha iniziato
ad ardere
la mia gola. Come poteva un mostro come me, amare una donna
meravigliosa come
lei? Come poteva un assassino stare al suo fianco? Ma poi mi sei venuta
in
mente tu Bella. Una vampira neonata che ha lottato contro la sua stessa
natura,
per poter continuare a vivere tra gli esseri umani. E così
prendendo il tuo
esempio sono andata a caccia di animali. All’inizio non
è stato semplice lo
ammetto; il sapore del loro sangue è disgustoso paragonato
al sangue umano. Ma
ho combattuto per Nadia, si perché Nadia era il suo nome
>>, la sua voce
si incrinò.
<<
Come
era!? >>, chiese Leah che ora coccolava Aurora assopita
fra le sue
braccia.
Ma lui
continuò il suo racconto come se non avesse ascoltato la
domanda.
<<
Abbiamo
vissuto un intero mese insieme, condividendo tutto. Infatti dopo che
lei mi
portò a casa sua le dissi la verità sulla mia
natura. Le dissi che ero un
vampiro. Avevo paura che sarebbe scappata terrorizzata, o che
semplicemente
iniziasse ad avere paura di me. E invece disse che non le importava,
che aveva
capito che io ero diverso, ma ciò non cambiava le cose, per
lei ero
semplicemente Eliseo l’uomo che amava e che in me vedeva la
bontà. Questo mi
riempii di gioia e sentirle dire che mi amava riprese a far battere il
mio
cuore che da troppo tempo avevo perso. Tutto sembrava andare per il
meglio. Non
mi preoccupavo di Volterra, di Aro, di nessuno. La mia
priorità era lei,
proteggerla da qualunque cosa e da chiunque >>.
Fece una
piccola pausa per poi riprendere velocemente.
<<
Poi
successe l’immaginabile. Nadia venne da me dicendo di
aspettare un bambino. Non
potevo crederci, ma la sua e la mia felicità
sovrastò ogni incredibilità >>,
disse sorridendo, per poi diventare improvvisamente cupo.
<<
Ma
presto la gioia fu sostituita dalla mia rabbia. Avevo impiantato in lei
il seme
della morte. Capii subito che la sua non era una semplice gravidanza.
La sua
pancia iniziò a crescere ad una velocità
impressionante e più i giorni
passavano e più lei faceva fatica a nutrirsi e a reggersi in
piedi. Stava
morendo sotto i miei occhi ed io non ero capace di salvarla da qualcosa
che
avevo provocato io. Quello che mi faceva più male era
continuare a vedere Nadia
sorridermi; per lei quello che stava accadendo era una cosa
meravigliosa, mi
ringraziava per averle fatto un regalo splendido. La sua teoria era che
stava
dando al mondo un essere speciale ed unico, nato dal nostro amore
altrettanto
unico. A sole tre settimane dal concepimento Nadia sembrava in procinto
di
partorire, ma le sue condizioni erano pessime. Il suo corpo rifiutava
qualsiasi
genere di cibo, e fu così che un’idea orribile mi
balenò nella mente. Se la
creatura che stava crescendo nel suo ventre era figlio mio, allora
avrebbe
avuto bisogno solo di un nutrimento e cioè di sangue.
Così rubai delle sacche
di sangue all’ospedale più vicino e le feci bere a
Nadia. La sua reazione ancora
una volta mi stupii, non si tirò indietro disgustata dalla
mia proposta, ma fu
ben felice dell’idea che avrebbe aiutato nostro figlio. Bevve
subito la prima
sacca e con mia enorme sorpresa le piacque il sapore del sangue,
chiedendomene
subito altro. Le cose sembravano sistemarsi; Nadia riprese colorito e
un po’ di
forza, e iniziò a mangiare nuovamente cibo umano. Facemmo
mille progetti del
nostro futuro insieme. Mi chiese di essere trasformata dopo la
gravidanza per
poter vivere tutti e tre insieme felicemente. Io acconsentii senza
pensarci
troppo; avrei avuto la mia personale famiglia e avrei vissuto
un’eternità
splendida. Ma pochi giorni dopo mentre ero in cucina a preparare la
cena a
Nadia tutto il mio futuro svanii. La sentii urlare e quando accorsi in
camera
da letto, lo spettacolo non fu dei migliori. Le candide lenzuola
bianche, erano
immerse in una pozza di sangue e dalla pancia di Nadia, la creatura che
aveva
cresciuto per un mese dentro di lei, si stava facendo strada a morsi
per uscire
dalla pancia di sua madre. Cercai di limitare i danni aiutando ad
uscire,
quella che scoprii poi essere una femminuccia. Appena la tirai fuori
Nadia la
volle subito stringere fra le sue braccia e gliela lasciai solo pochi
istanti.
Era stupenda, anche in quelle condizioni. Stringeva radiosa sua figlia
tra le
braccia. “ Il suo nome sarà Aurora, come la luce e
l’inizio di un nuovo giorno.
Perché lei è l’inizio di una nuova vita
.”, disse guardando intensamente nostra
figlia; e poi guardandomi mi disse solo un’ultima cosa:
“ Proteggila a tutti i
costi. Ti amo ”. I suoi occhi si chiusero e il suo cuore si
stava spegnendo,
così tentai in tutti i modi di riportarla in vita, la morsi
in vari punti per
far entrare più veleno possibile in circolo; ma il suo cuore
e il suo corpo
erano troppo deboli e lei è … >>,
si fermò e iniziò a singhiozzare.
Se fossi
stata umana a quest’ora il mio volto sarebbe stato rigato
dagli stessi fiumi di
lacrime che bagnavano il volto di Leah.
Morta! Ecco
il finale di questa storia.
Non sapevo
cosa dire o fare; in queste situazioni ci si sente impotente ed
inutile.
Il dolore di
una perdita di una persona che si ama, non si può consolare.
Mi avvicinai
a Eliseo e lo abbraccia, era l’unica cosa da poter fare in un
momento del
genere.
Quando
sciolsi l’abbraccio, mi voltai per guardare la piccola Aurora
dormire ancora in
braccio a Leah.
Quasi mi
venne un colpo quando vidi che la bambina era in braccio ad una donna
che non
era Leah.
<<
Tu
chi sei? >>, dissi mettendomi in guardia e non capendo da
dove fosse
entrata.
<<
Bella
ma ti è andato di volta al cervello? >>, disse
quella donna.
La sua voce
era uguale a quella di Leah, ma la fisionomia sembrava la copia
perfetta, della
descrizione che Eliseo ci aveva fatto di Nadia.
<<
Bella
sta tranquilla >>, mi disse Eliseo mettendomi una mano
sulla spalla.
<<
Quella
che vedi è Leah, solo con le sembianze di Nadia
>>, continuò fissando
intensamente Leah.
<<
Ma
si può sapere che state dicendo? >>, ci chiese
Leah infastidita, andando
verso lo specchio.
<<
Oh
cavoli! Dove è andato a finire il mio corpo? E la mia
faccia!?! >>, ci
chiese tastandosi con una mano il viso.
<<
Ho
dimenticato di dirvi il potere di Aurora! >>, ci disse
sorridendo
lievemente Eliseo.
POV
ALICE
Eravamo
sull’aereo che ci avrebbe portato in Italia. Ancore poche ore
e saremmo
atterrati a Roma.
Mi stavo
sforzando tantissimo per avere altre
visioni su Bella, Leah e il vampiro Eliseo; ma tutto il loro futuro era
avvolto
in una nebbia, e vederci attraverso mi stava provocando un dolore
immenso alla
testa. Non capivo cosa stesse succedendo, o cosa impedisse al mio
potere di
vedere chiaramente.
<<
Alice,
l’unica cosa da fare, è arrivare in tempo!
>>, mi disse mio fratello
Edward preoccupato.
Salvare
Bella a qualsiasi costo, era il suo scopo.
Ma anche io,
come tutto il resto della nostra famiglia, non avrebbe permesso a
nessuno di
far del male a Bella.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
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cullenpersempre
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Segnala
violazione
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26/02/10,
ore 15:33 - Capitolo 32: capitolo
32
|
beh
la tua teoria su Eliseo che è il padre di Aurora
è giusta per quanto hai potuto leggere in questo capitolo,
ma che voglia crescere Aurora CON Bella non è
giusto…lo scoprirai nei prox capitoli…baci
|
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barbidoluzza
[Contatta]
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Segnala
violazione
|
26/02/10,
ore 14:29 - Capitolo 32: capitolo
32
|
Grazie
per l’avviso dei dialoghi che non comparivano nel capitolo
precedente…ho sistemato!!! E cmq come hai letto Leah non
è incinta, specie di Eliseo..presto tutti i misteri verranno
svelati…baci…
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Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** CAPITOLO 34 ***
Chiedo
umilmente perdono per il ritardo immenso… ma è
stato un periodo incasinato al
massimo…
Ho
finito
di scrivere questo capitolo proprio ora e dopo una rapida rilettura lo
sto
postando, quindi perdonate errori o altro.
Questo
è
un capitolo di passaggio, in cui ci sono altre spiegazioni, ma dal
prossimo (già
in fase di scrittura) ci sarà l’azione e
soprattutto i Cullen atterreranno in
Italia..
Perdonatemi
se non rispondo alle vostre stupende recensioni, ma adesso vado di
fretta, ma
al prox capitolo risponderò…
Non
siate
timide e recensite (CAPITO MIA CARA GINA????),
mentre io spero che il
numero delle recensioni salga di quantità…
Ora
vi
lascio al capitolo..
P.S.=
capitolo non Betato…
POTERI
E PASSAGGI
POV
BELLA
<<
Ho
dimenticato di dirvi il potere di Aurora! >>, ci disse
sorridendo
lievemente Eliseo.
<<
Potere?
>>, chiesi incredula dopo aver visto con i miei occhi le
capacità di una
mezza vampira così piccola.
<<
In
Aurora il talento di sua madre si è tramutato in un vero e
proprio potere >>,
disse Eliseo.
<<
Spiegati
meglio >>, disse preoccupata Leah per aver preso la
fisionomia di
un’altra donna.
<<
Come
ho già detto, Nadia aveva la capacità di farti
vedere tutto in modo diverso e
Aurora ha ereditato questa capacità, con l’unica
differenza che lei può realmente
farti vedere ciò che vuole
>>,
concluse Eliseo.
<<
Illusione
>>, affermai io.
<<
Potremmo
chiamarla illusione, infatti se lei decidesse di tramutare la semplice
acqua
contenuta in una bottiglia in sangue, alla nostra vista
sembrerà sangue a tutti
gli effetti, ma se lo assaggiassimo scopriremmo che si tratta solo di
acqua >>,
ci spiegò Eliseo.
<<
Capisco
>>, dissi io.
<<
Ma
è un cambiamento permanente? >>, chiese
intimorita Leah.
<<
Non
temere. Dura solo il tempo in cui Aurora ti sta immaginando sotto
quello
aspetto. Appena sveglia le basterà dire che vuoi tornare
come prima e lei lo
farà >>, la rassicurò Eliseo.
<<
Parli
come se lei capisse già tutto. Avrà poco
più di due mesi >>, dissi io
convinta che una bambina di quell’età non potesse
capire, ma che si lasciasse
guidare solo dagli istinti.
<<
Bella,
Aurora ha solo una settimana di vita! E Comunque si, capisce
già tutto ciò che
le si dice >>, concluse Eliseo con tono divertito.
<<
Una
settim… >>, le parole mi morirono in bocca per
via dello stupore.
Ora che ci
pensavo, dal racconto di Eliseo i tempi combaciavano. Aurora avrebbe
dovuto
avere solo sette giorni di vita, ma allora come mai…
<<
So
cosa state pensando >>, disse Eliseo guardando le nostre
facce stupite.
<<
Pensateci!
Se per nascere ci ha impiegato solo un mese, significa che la sua
crescita è
accelerata. Vi basta guardarla attentamente anche ora, e noterete che
tutto in
lei è cresciuto in queste poche ore. Capelli, statura
>>.
Era vero, se
la si guardava attentamente, potevo notare benissimo come i suoi
capelli si
fossero allungati di qualche millimetro e come anche fra le braccia di
Leah,
ora fosse anche cresciuta.
Guardai
allarmata Eliseo.
<<
Ma
se la sua crescita è così accelerata, significa
che la sua vita sarà breve. Tra
meno di trent’anni sarà morta >>,
dissi facendo rapidi calcoli mentali.
<<
Non
lo so! >>, disse affranto. << Non so cosa
pensare e forse non
voglio nemmeno pensarci. In tutta la mia vita non ho mai sentito
parlare di
bambini come lei >>.
<<
Faremo
delle ricerche >>, dissi per confortarlo.
<< Sicuramente non sarai
stato il primo vampiro che si è innamorato di
un’umana >>, e io lo sapevo
per certo.
<<
Come
fai ad esserne così sicura >>, mi chiese lui.
<<
Perché
io…io… >>, non riuscivo a
continuare, non volevo ricordare lui.
<<
Eliseo
perché come tu sei cambiato per un’umana, altri
vampiri possono aver vissuto la
tua stessa esperienza>>, disse Leah venendomi in aiuto.
<<
Hai
ragione >>, disse Eliseo.
<<
Leah
forse è il caso che ti avvisi che non hai più le
sembianze di Nadia, ma… >>,
non terminai di parlare che subito si avviò allo specchio
dicendo: << Era
ora che tornassi ad essere me stes… Oh cavolo! No No NOO!,
cambiare in un’altra
donna posso anche accettarlo, ma diventare lui no! >>,
disse indicando
Eliseo.
<<
A
quanto pare sta sognando me e sua madre > >, disse Eliseo
accennando un
sorriso amaro.
Era triste,
capivo benissimo la sua sofferenza. Aveva perso qualcuno che amava, ma
ciò che
non capivo era la luce triste che invadeva i suoi occhi ogni volta che
guardava
Aurora.
<<
Eliseo,
perché sei venuto da me? >>, chiesi.
Ed ecco che
quel piccolo sorriso, scomparve per diventare una smorfia di dolore.
Allungò
le
sue braccia per prendere Aurora che era comodamente accoccolata fra le
braccia
di Leah.
Anche se
ormai la piccola mezza vampira non era più fra le braccia di
Leah, lei
continuava ad avere le sembianze di Eliseo.
Posai di nuovo
lo sguardo sulla figura del vero Eliseo, che adesso stava accarezzando
teneramente il viso di sua figlia.
Come temevo
qualcosa preoccupava molto Eliseo, e qualsiasi cosa fosse, riguardava
la
bambina che ora stringeva protettivo fra le sue braccia.
<
< Eliseo
>>, lo chiamai ancora.
Come se lo
avessi richiamato da chissà quale bel sogno,
riportò gli occhi disorientati su
di noi.
<<
Aro
ama collezionare pezzi rari o unici. E i suoi preferiti sono quelli
vivi!
Quando ti hanno raccontato dei bambini immortali, ti hanno mai detto
che per
alcuni anni Aro ha tenuto con se alcuni di loro? Li voleva studiare e
cercava
di educarli, ma non ci è riuscito e si è dovuto
sbarazzare di loro >>,
disse Eliseo posando nuovamente il suo sguardo su Aurora.
Conoscevo
quella parte della storia, mi era stata raccontata interamente e anche
se non
capivo come si potesse avere il coraggio di
uccidere bambini vampiri di appena due anni, ma capivo la
necessità di
farlo.
<<
Temi
che Aro possa uccidere Aurora? Lei non è una bambina
immortale! >>,
affermai.
<<
No
lei non è una bambina immortale, ma è un essere
unico o comunque raro >>,
disse triste.
<<
Allora
fuggi via con lei! >>, disse Leah che aveva capito le
paure di Eliseo.
<<
Non
posso >>, disse con voce alterata. <<
Fuggire così dai Volturi è
impossibile, mi darebbero la caccia e mi accuserebbero di tradimento e
lei
sarebbe in pericolo >>.
<<
Allora
di ad Aro che vuoi lasciare la guardia >>, suggerii io.
<<
Bella,
davvero hai creduto che Aro desse la possibilità a chiunque
di lasciare la
guardia? >>, disse con un sorriso isterico.
<< Per vampiri dai
poteri forti come i nostri, lasciare la guardia è difficile
se non impossibile >>.
<<
Ma
Eleazar è riuscito ad andar via con la sua compagna
>>, dissi io.
<<
Hai
mai conosciuto Chelsea? >>, mi chiese.
Chelsea non
partecipava mai alle missioni, o almeno io non l’avevo mai
vista, ma era sempre
presente alle riunioni dei Volturi e di tutta la guardia, poche volte
mi ero soffermata
a parlare con lei, e sembrava una vampira semplice e dai modi gentili,
spesso
mi ero chiesta quale fosse il suo ruolo nella guardia.
E ora non
capivo come e cosa centrasse Chelsea nel discorso.
<<
Si
ho avuto modo di conoscerla >>, dissi con un cenno
positivo.
<<
Conosci
il suo potere? >>, mi chiese sempre con
curiosità.
<<
Chelsea
ha un potere? >>, chiesi incredula. Nessuno mi aveva
detto niente, eppure
mi erano stati elencati i poteri di tutti i vampiri presenti nella
guardia.
<<
È
normale che tu non ne sia a conoscenza. Solo coloro che fanno parte
della
guardia per molto tempo e hanno la piena fiducia di Aro, conoscono il
suo
potere >>, mi spiegò Eliseo e poi
continuò: << Il suo potere è
molto importante sia all’interno della guardia, che in
missioni di una certa
consistenza. Lei ha il potere di influire sui legami affettivi delle
persone.
Può rafforzarli o può indebolirli. Può
fare in modo che qualcuno si senta
legato ad un’altra persona o semplicemente può
spezzare il rapporto che li lega
>>, precisò.
<<
In missioni
importanti dove ci sono un gran
numero di avversari, Chelsea spezza i rapporti tra i nostri nemici, in
maniera
di avere una vittoria più semplice, oltre che a risparmiare
quelli che io
indicavo come vampiri con un buon potenziale. Ma il suo compito era
anche
quello di separare dal clan i vampiri innocenti da quelli colpevoli.
Aro deve
mantenere ancora il ruolo di protettore della giustizia. E se non lo
trova
necessario non stermina i nostri simili. Questi suoi atti di
magnanimità, mi
convincevano che le mie azioni erano necessarie e giuste.
Perché più il nostro
clan era potente e più potevamo controllare i nostri simili
e far regnare
l’ordine >>, concluse.
<<
Questo vuol dire che Chelsea potrebbe
avere anche il compito di far si che tutta la guardia si senta legata
ai
Volturi, tanto da eseguire ogni loro ordine per compiacerli?
>>, chiesi
io per far chiarezza.
<<
Si
ho sempre sospettato che il suo compito fosse anche questo! Ma
l’ho sempre
visto come un fattore positivo, perché ci rendeva
più uniti e ciò contribuiva
ad aumentare la nostra efficienza. E poi rende la coesistenza
più semplice >>,
disse Eliseo.
<<
Ma
così Aro si assicura la vicinanza e la fedeltà
della sua guardia con l’inganno >>,
dissi in tono dispregiativo.
<<
Quanto
è forte il suo dono? >>, chiese curiosa Leah.
<< Tu sei riuscito a
prendere la decisione di andartene e da ciò che hai detto,
anche altri prima di
te ci sono riusciti >>.
<<
La
mia assenza prolungata deve aver indebolito l’effetto del suo
potere su di me,
e poi Nadia ha stravolto la mia esistenza. Su di Bella sicuramente non
ha
effetto e chi è riuscito ad andarsene da Volterra
è perché era motivato da una
forte emozione che neanche Chelsea può gestire:
l’amore! >>, mormorò fra
se l’ultima parola.
Ero felice
che nessuno potesse manipolare la mia mente in nessun modo, ero libera
di
prendere le mie decisioni senza che nessuno influisse su di esse.
Tutte queste
rivelazione sui Volturi mi stavano convincendo sempre di più
che non potevo
collaborare con dei mostri falsi ed assassini. Io non ero
così e non volevo
contribuire a far trionfare l’ingiustizia.
Avevo
partecipato a così tante missioni che ora mi sentivo le mani
sporche di sangue
innocente; neanche il pensiero che comunque uccidendo quei vampiri
avevo
salvato vite umane, mi rincuorava.
Ero grata ad
Eliseo, per avermi rivelato in che realtà di menzogne stavo
vivendo; ma ciò che
ancora non capivo era perché lo stava facendo e
perché era venuto da me.
Infondo ci
eravamo conosciuti appena, a Volterra.
<<
Perché
sei qui >>, chiesi senza mezzi termini, volevo una
risposta chiara.
<< Non fraintendermi, sono contenta che tu mi stia
facendo luce su verità
che mi sono state nascoste, ma ho bisogno di sapere perché
sei venuto da me! >>.
Il suo
sguardo catturò il mio, mi guardava con insistenza, come se
stesse cercando di
leggermi dentro, poi si avvicinò a me.
<<
Voglio
che tu cresca Aurora come fosse figlia tua! >>, disse
porgendomi quel
tenero fagotto.
Indietreggiai
di qualche passo, non prendendo Aurora fra le mie braccia.
<< Stai
scherzando vero? > >.
La faccia di
Leah con ancora le sembianze di Eliseo, aveva lo stupore stampato a
grandi
lettere.
<<
No,
non sto scherzando. Non sono mai stato così serio in vita
mia >>, disse
deciso.
<<
Eliseo,
capisco che tu voglia che Aurora cresca con una figura femminile
vicino, e sono
lusingata che tu abbia pensato a me; se ti farà piacere
sarò presente nella sua
vita, ma non puoi chiedermi di crescerla con te. Insomma ci sono tanti
padri
single al mondo che tirano su figlie modello e tu non sarai da meno
>>,
dissi io con tono gentile e scherzoso per smorzare la tensione.
<<
Bella
non capisci, presto Aurora non avrà neanche un padre
>>, disse con tono
esasperato.
<<
Ok
facciamo un passo indietro. Cosa vuoi dire? >>, chiese
Leah dubbiosa.
<<
Se
pensate che io possa andare da Aro e dirgli semplicemente “ Me ne vado ” per
poter poi vivere un’eternità
felice e serena con mia figlia, siete delle povere illuse
>>, disse
alterandosi. << Lui mi manderà a cercare e con
Demetri sai benissimo
quanto sia facile che mi trovi >>, disse rivolto a me,
per poi continuare:
<< e cosa pensi succederà una volta che
scoprirà l’esistenza di Aurora? >>,
chiese retoricamente.
<<
Ti
aiuterò a lasciare la guardia illeso e la lascerò
anche io. Poi andremo via
dall’Italia e ti proteggerò con il mio scudo e
Demetri non potrà trovarti >>,
dissi rassicurandolo.
<<
Bella
l’unico modo di salvare Aurora è che io muoia
>>, disse triste ma
convinto.
<<
Stai
scherzando vero? >>, chiese allibita Leah.
Non potevo
credere a ciò che stavo sentendo.
<<
Come
puoi solo pensare di abbandonare tua figlia? Come puoi volerla rendere
orfana?
Non basta che lei abbia già perso sua madre?
>>, cercavo di non gridare
per non svegliare Aurora.
<<
Ma
cosa pensi che io sia felice di lasciarla? Il solo pensiero di non
vederla
crescere, mi attanaglia il petto. Vorrei poter stare al suo fianco ogni
giorno
della sua vita e renderla felice, ma non posso! Aro non
permetterà che io me ne
vada e se lo facessi contro la sua volontà, mi darebbe la
caccia per
costringermi a tornare oppure mi ucciderà. Io sono il
testimone vivente di
tutti i suoi subdoli piani, non correrà il rischio che io
vada in giro a
raccontarlo ai quattro venti. E se sapesse di Aurora, la userebbe per
ricattarmi e io non voglio che viva un’esistenza in cui lei
debba guardarsi
sempre le spalle >>, disse agitato.
Sedendosi
affranto sul divano continuò con voce arrendevole.
<<
Cosa
faresti tu se la tua unica ragione di vita fosse in pericolo per colpa
tua!?
Cosa faresti se sapessi che solo tu puoi salvarla, ma a caro prezzo?
>>,
disse alternando lo sguardo da me a Leah.
Ero sicura
che se avesse potuto, sarebbe scoppiato in lacrime per la disperazione.
<<
Combatteremo!
>>, dissi.
<<
Sarebbe
un suicidio >>, disse atono.
<<
No
se raccontiamo cosa fa Aro e avremo un esercito dalla nostra parte
>>,
dissi convinta.
<<
I
Volturi hanno combattuto guerre da cui sono usciti illesi e anche se
vincessimo, le conseguenze sarebbero disastrose. Pensa ad un mondo
senza i
Volturi che rappresentano la legge; regnerebbe l’anarchia e i
vampiri
uscirebbero allo scoperto facendo vere e proprie stragi di innocenti. I
Volturi
servono proprio a mantenere l’ordine. Condanneresti davvero
l’intera umanità
solo per salvare me? E poi come potrei vivere io sapendo che Aurora
crescere in
un mondo in cui sarà padrone il caos! >>,
disse Eliseo.
Non
esistevano vie di uscita, ogni soluzione portava ad una strada piena di
pericoli; che la morte di Eliseo fosse davvero l’unica
soluzione? Ma con quale
coraggio potevo permettere la morte di un mio simile; come avrei potuto
accettare che una bambina potesse crescere senza un padre. Ma a quanto pare la
sopravvivenza della figlia,
portava all’inevitabile sacrificio del padre.
<<
Come
pensi di fare!? >>, dissi ormai arresa.
<<
Bella
non dirai sul serio >>, gridò Leah.
Abbassai il
viso, non avevo il coraggio di guardare in faccia la realtà.
La mano di
Eliseo si poggiò sulla mia spalla.
<<
Grazie
>>, disse con voce commossa.
<<
Io…
io … io non credo alle mie orecchie! Come potete permettere
che accada >>,
ribatté isterica
la mia amica.
<<
So
che è difficile da accettare, ma è necessario
>>, rispose tranquillo
Eliseo.
Ma Leah,
rimase comunque sconvolta.
<<
Come
sai che sarò capace di prendermi cura di tua figlia. Mi
conosci a malapena >>,
chiesi.
<<
Forse
non ti conoscerò da decenni o secoli, ma mi sono bastati
pochi secondi per
rendermi conto di quale persona speciale mi trovavo di fronte. Quando
ti ho vista
per la prima volta dai tuoi occhi tanto diversi dai miei di allora, ho
letto
gentilezza, bontà. Ho capito che eri speciale e diversa da
tutti noi, quando
all’invitante richiamo del sangue umano sei fuggita
resistendo al mostro che è
insediato in ognuno di noi. Tu una semplice vampira di soli pochi mesi
avevi
lottato contro la tua natura, perché non volevi essere un
mostro, perché non
volevi uccidere esseri umani. Sei la prima vampira che io conosco, che
ha
conservato intatta la propria umanità. Sei piena
d’amore, nessuno meglio di te
potrà crescere mia figlia e nessuno meglio di te
potrà proteggerla >>, mi
disse Eliseo guardandomi dritta negli occhi.
<<
Io…
non so se sarò all’altezza di proteggerla
>>, dissi spaventata da questo
ruolo.
Le parole di
Eliseo mi avevano lusingata e confortata. Non lo diceva solo per
convincermi,
lui ci credeva realmente. Mi considerava ancora un’umana, con
un cuore.
<<
Hai
avuto i migliori insegnamenti per la difesa fisica e il tuo potere
è molto
potente. Ma io ti renderò la vampira più forte e
inattaccabile che esista >>,
disse con un mezzo sorriso.
<<
Cosa
intendi >>, chiesi sconcertata.
<<
Non
ho ancora passato a nessuno il dono del vampiro a cui l’ho
sottratto e tu hai
tutte le carte in regola per poterlo riceverlo. Il dono che
già possiedi è
simile a questo, quindi non entreranno in contrasto, ma anzi, si
fonderanno tra
loro e tu sarai inattaccabile a livello mentale e fisico
>>, disse Eliseo
trasformando il mezzo sorriso in un vero e proprio sorriso.
<<
Perché
allora non lo utilizzi tu, questo scudo >>, chiese Leah.
<<
Perché
io non posso avere dentro di me il potere di un altro vampiro, oltre i
tre
mesi. Poi inizierei a star male, fino a quando il potere non
evaporerà >>,
spiegò Eliseo.
<<
Quindi
non ci sono alternative >>, disse Leah ormai convinta
dall’ovvio.
<<
No >>,
ribadii Eliseo dispiaciuto.
Poi Eliseo
tornò a guardarmi, ma questa volta il suo viso aveva una
espressione colpevole.
<<
Bella,
so che ti ho già chiesto molto e mi sento in colpa ora per
quello che ti
chiederò di fare >>.
<<
Cosa?
>>.
<<
Il
procedimento per passarti il nuovo potere è parecchio
doloroso >>, spiegò
sempre più colpevole.
Cercai di
sdrammatizzare la tensione. << Ho sopportato le fiamme
che mi bruciavano
per tre giorni durante la trasformazione, sopportare questo dolore per
me sarà
una passeggiata >>.
<<
È
questo il punto! Hai presente le fiamme che senti bruciare dentro di
te, per
tre lunghi giorni? >>, mi chiese conoscendo
già la risposta, visto che
quei tre giorni, sono il ricordo peggiore di ogni vampiro.
<<
Ecco
devi pensare al dolore di tre giorni concentrato in una sola ora
>>.
<<
Ah…
>>, fu l’unica risposta che riuscii a dare.
Il mio viso
doveva esprimere tutto il terrore che non riuscivo ad esternare con le
parole, perché
Eliseo si scusò.
<<
Scusami,
forse ti sto chiedendo troppo! Infondo questa è la mia
battaglia e io sto
coinvolgendo te. È vero, sei l’unica vampira a cui
affiderei la vita di mia
figlia, ma ti sto stravolgendo l’esistenza. Sono solo un
egoista >>,
disse mortificato.
<<
Ti
sbagli. È vero mi stai stravolgendo l’esistenza,
ma questo perché mi hai fato
aprire gli occhi sulla realtà. Se tu questa sera non avessi
bussato alla mia
porta, forse io avrei continuato a vivere nella menzogna, commettendo
atti
orribili e diventando un’assassina contro la mia
volontà. Quindi io ti devo
ringraziare per tutto questo e se per dimostrarti il mio
riconoscimento, dovrò
affrontare un’ora di dolore, va bene,
l’affronterò. Se pensi che io sia
terrorizzata, hai pienamente ragione. Anche tu hai dovuto affrontare
tre
lunghissimi giorni di fiamme, e quell’agonia e quel dolore
non si dimentica
facilmente; pensare che dovrò affrontare il tutto in una
sola ora, mi spaventa,
ma lo farò >>, dissi convinta.
<<
Bene
>>, disse con un cenno del capo. << Leah, potresti tenere Aurora?
>>, chiese poi
alla mia amica.
Senza dir
niente e con la preoccupazione dipinta in volto, Leah prese fra le sue
braccia la
bambina.
Non fece in
tempo a portarsela al petto, che le sue sembianze cambiarono
nuovamente. Ora era
di nuovo il ritratto di Nadia.
Eliseo, la
fissò a lungo, poi come illuminato da un’idea
grandiosa mi chiese un favore.
<< Bella, saresti così gentile da scattarci
una foto? Dentro la mia borsa
ho una macchinetta digitale. Nadia ha voluto comprarla per immortalare
ogni
istante passato insieme e tutto il periodo della gravidanza
>>, poi si
rattristò. << Ma non c’è
nessuna foto della famiglia al completo, mi
piacerebbe che le rimanesse un ricordo >>, disse
accarezzando il viso di
sua figlia.
Quindi solo
delle semplici foto, le sarebbero rimaste della sua vera famiglia,
nient’altro.
Eliseo si
avvicinò a Leah che aveva le sembianze della sua amata,
cingendole il fianco,
sul suo volto comparve una maschera di pura felicità. Anche
i suoi occhi sorridevano,
ero convinta che si fosse immerso in qualche bel ricordo. Leah dal
canto suo,
non voleva rovinare la foto e sorrise felice anche lei, dimostrando
affetto
materno per la bambina che stringeva addormentata al suo petto.
Quella foto
era solo pura illusione, ma almeno Aurora avrebbe avuto il ricordo dei
suoi
genitori abbracciati felicemente, mentre la stringevano tra loro.
Il flash,
illuminò i loro volti, e nell’istante in cui sulla
memoria digitale fu impressa
la loro immagine, Eliseo tornò più triste di
prima e sembrava quasi che il
sorriso di pochi istanti fa non fosse neanche esistito.
<<
Dove
lo facciamo >>, disse tornando al discorso di prima senza
preamboli.
<<
Andiamo
nella mia stanza >>, dissi. << Leah tu
rimani qui con la bambina >>,
dissi rivolgendomi a lei.
Varcammo la
soglia della mia stanza e ci chiudemmo la porta alle spalle.
Non era
molto grande, e neanche molto arredata. C’era solo un piccolo
armadio, e un
letto addossato alla parete e su di essa un piccolo quadro che
rappresentava le
campagne toscane.
<<
Di
solito il passaggio di potere avviene con l’aiuto di Alec.
Lui per l’intera
durata del processo, anestetizza il vampiro, per così dire.
Ma nel tuo caso,
neanche Alec ti sarebbe d’aiuto. Il tuo scudo psichico, ti
protegge anche dal
suo potere >>, mi spiegò.
Feci solo un
cenno della testa, per dire che avevo capito.
<<
Per
passarti il nuovo potere, dovrò morderti al di sotto della
nuca. Il dolore sarà
forte perché i miei denti dovranno penetrare in
profondità, fino ad arrivare
alla tua spina dorsale. Una volta arrivato, lascerò che il
potere passi da me a
te. E da quel momento in poi, perderai tutte le forze e il dolore in
pochi
secondi crescerà a dismisura >>.
Non diedi
nessuna risposta. Gli rivolsi le spalle e alzai i miei capelli per
mostrargli
il collo. Il terrore aveva bloccato la mia voce. Una parte di me, si
chiedeva perché
non stavo neanche lontanamente pensando, alla probabilità
che tutto questo
fosse solo un tranello. Che fosse stato solo una messa in scena per
portarmi
via il potere, ma non feci in tempo a darmi una risposta.
<<
Perdonami
>>, sussurrò al mio orecchio.
E poi per la
seconda volta in vita mia, senti dei denti affilati entrare nella mia
carne e
le forze abbandonarmi un secondo dopo l’altro.
|
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Capitolo 35 *** capitolo 35 ***
Chi
è disposta a
perdonare il mio enorme ritardo? Ok forse nessuno di voi ha alzato la
mano…
Il
problema sta nel
fatto che cerco di far passare del tempo per vedere se qualche
ritardatario
scrive la sua recensione.
Mi
dispiace vedere che
nonostante ci siano più di trecentocinquanta lettori della
mia storia solo 8 o
9 lasciano una recensione…
Vabbè lasciamo perdere le mie
lamentele e andiamo
avanti con il capitolo..
Buona
lettura…
P.S.=
capitolo non
betato…
LASCIO
VOLTERRA
POV
BELLA
In pochi
istanti dentro di me si scatenò l’inferno.
Il dolore
era terrificante, la testa mi scoppiava e andava a fuoco come il resto
del mio
corpo.
Era come se
un’infinità di fiamme percorressero tutta la mia
spina dorsale per poi
impossessarsi di ogni angolo del mio corpo.
Ogni muscolo,
non era più sotto il mio controllo.
Li sentivo
contorcersi e io non potevo fare niente per governarli.
Tutto
intorno a me era nero. Non capivo se l’oscurità mi
avvolgeva perche fosse notte
o perché i miei occhi erano chiusi.
Il dolore
era insopportabile, dalle mie labbra non uscivano grida, ma solo versi
di
dolore soffocati.
In confronto
a questa pena, avrei affrontato molto più volentieri le
fiamme della
trasformazione altre mille volte.
“
Perdonami ”, “
Mi dispiace ”.
Continuavo a
sentire queste parole. Non capivo però se fosse solo la mia
immaginazione o se
qualcuno al mio fianco le stesse pronunciando ripetutamente come un
mantra.
Il mio
tormento aumentava invece che diminuire, il dolore atroce mi stava
annebbiando
la mente, a tal punto di non ricordarmi più
perché stessi subendo questa
tortura.
Il tempo
sembrava si fosse fermato e io non sapevo quanto ne fosse passato e per
quanto
altro avrei continuato a soffrire.
Poi
all’improvviso il dolore aumentò a dismisura. Non
pensavo fosse possibile
provare un dolore più forte di quello che avevo subito negli
ultimi minuti, ma
dovetti ricredermi.
Il dolore
invadeva ogni piccolo millimetro della mia pelle.
Era come se
una quantità estrema di aghi incandescenti mi fossero
penetrati nella pelle e
un istante dopo sentii come se una seconda pelle molto più
resistente e dura mi
stesse avvolgendo.
E una volta
che ricoprii tutto il mio corpo, spalancai gli occhi.
<<
Era
ora che ti svegliassi >>, mi disse Leah con le lacrime
agli occhi.
<< Non
ce la facevo più a vederti
così sofferente >>, continuò con
voce tremante.
Mi guardavo
intorno disorientata. Non capivo se mi fossi svegliata da un incubo
terribile o
se quel dolore l’avevo provato realmente.
Poi ricordai tutto.
<<
Dov’è
Eliseo? >>, chiesi con calma.
Nella stanza
eravamo presenti solo io e Leah.
Poco prima
che Eliseo mi mordesse, avevo temuto che fosse stato tutto un tranello
per
privarmi del mio potere.
Dopo che il
dolore era cessato e
avevo aperto gli
occhi, avevo subito intuito di sentirmi diversa. Ma non capivo se la
mia
diversità consisteva nell’aver perso il mio potere
o nell’aver acquisito uno
nuovo.
<<
È
di la con sua figlia. Gli ho dato il cambio mezz’ora fa. Mi
sembrava giusto che
trascorresse un po’ di tempo con sua figlia, prima
di… >>, Leah non
riusciva a continuare la frase, per lei era ingiusto quello che stava
per
accadere ad Eliseo e io ero d’accordo con lei.
Con un
movimento quasi inesistente, mi avvicinai allo specchio posizionato al
muro.
Stavo
esaminando ogni centimetro del mio corpo, non trovando niente di
anomalo.
Eppure avevo sentito chiaramente che qualcosa stava ricoprendo il mio
corpo.
<<
Bella
ma cosa succede? >>, chiese un po’ preoccupata
Leah, vedendo il mio
strano comportamento.
<<
Niente
>>, dissi continuando a fissarmi le mani e le mie
braccia. << Andiamo
di la >>, dissi avviandomi verso la porta.
Seduto sul
divano con in braccio sua figlia, Eliseo stava facendo strane smorfie,
provocando graziose risate nella piccola Aurora.
Quando mi
sentii entrare nella stanza, si girò a guardarmi con un
mezzo sorriso. <<
Mi dispiace immensamente per il dolore che hai provato
>>, mi disse
serio.
<<
Non
è stato semplice sopportarlo, ma ormai è passato
>>, dissi sorridendo.
Una
vibrazione nella tasca dei miei jeans mi fece quasi saltare.
Era il mio
cerca persone.
Lo tirai
fuori e vidi che i Volturi mi stavano cercando.
Non era mai
capitato che i Volturi mi cercassero nelle ore notturne.
<<
Aro
mi sta chiamando a palazzo >>, dissi con voce perplessa.
<<
Ma
è ancora presto. Mancano quasi due ore prima del tuo turno
>>, mi disse
Leah.
<<
Sarà
successo qualcosa e hanno bisogno di me >>, dissi.
Prestare
ancora le mie capacità per i loro piani, ormai mi
disgustava, ma fino a quando
la questione di Eliseo non si fosse conclusa non potevo fare altrimenti.
<<
Ok.
È arrivato il momento di sistemare tutto >>,
disse Eliseo alzandosi in
piedi con ancora Aurora fra le sue braccia che si divertiva a far
cambiare
colore di capelli a suo padre.
Conoscevo il
significato di quelle sue parole. Aveva deciso di metter fine alla sua
vita.
<<
Perché
oggi. Puoi aspettare, trascorrere ancora un po’ di tempo con
lei >>,
disse Leah disperata.
<<
A
cosa serve aspettare? Solo a metterla in pericolo >>,
disse serio.
<<
Aurora ascoltami attentamente >>,
disse poi a sua figlia con voce tenera. << Sai che ti
voglio bene e che
sempre te ne vorrò. Ma purtroppo sono costretto a fare una
cosa orribile.
Dovrai crescere senza di me. Ma non sarai sola, Bella si
prenderà cura di te.
Io e la mamma veglieremo su di te, sempre. Perdonami piccola mia
>>.
Grosse
lacrime iniziarono a rigare il viso della piccola Aurora. Aveva capito
tutto.
<<
Lei
si prenderà cura di te come fossi figlia sua
>>, continuò asciugando le
lacrime dal volto di sua figlia.
La
abbracciò
a lungo, riempiendo la sua testa e il suo viso di teneri baci,
coccolandola
fino a farla addormentare.
<<
Addio
piccola mia >>, e con la voce rotta dal pianto,
adagiò sua figlia tra le
braccia di Leah.
<<
Nella
borsa c‘è tutto l’occorrente
>>, disse a Leah che piangeva silenziosamente.
<<
Facciamola
finita! >>, disse deciso.
E dopo aver
dato un’ultima carezza a sua figlia oltrepassò la
soglia del nostro
appartamento senza guardarsi più indietro.
Il viaggio
verso Volterra fu silenzioso. Non sapevo cosa dire e sinceramente non
volevo intromettermi
nel suo dolore.
Si stava
sacrificando per amore di sua figlia.
Eliseo dopo
secoli in cui si considerava solo un mostro senza cuore, aveva scoperto
l’amore. Aveva scoperto di poter amare. Ma il destino era
stato crudele con
lui. Gli aveva fatto assaporare la felicità, per poi
toglierla del tutto. Aveva
perso prima la donna che amava e ora era costretto ad abbandonare il
frutto del
loro amore.
Tutta questa
storia aveva riportato a galla tutti i dolori che avevo cercato di
sopprimere.
Ero stata una
sciocca a pensare che ignorando il mio dolore, lui sarebbe scomparso
senza che
io facessi niente.
Avevo
vissuto questi ultimi mesi mentendo persino a me stessa.
Avevo
creduto che una nuova vita, in un nuovo stato, avrebbe sistemato tutto.
Ma ero stata
una povera illusa. Solo ora mi rendevo conto, che ero andata avanti
senza
vivere realmente. Avevo lasciato che il tempo passasse senza rendermi
conto di
cosa stessi facendo.
In tutto
questo tempo, tutto ciò che mi circondava aveva perso valore
e significato; il
sole che aveva illuminato tutti i miei giorni, da quando lui mi aveva
lasciata
ad oggi era come se si fosse spento.
Dovevo
ammetterlo, senza Edward mi ero smarrita.
Adesso che
avevo ammesso, quanto Edward mi mancasse e di come io
l’amassi ancora, tutta la
sofferenza repressa mi stava travolgendo.
La mia mente
era partita con mille supposizioni.
Se fossimo
rimasti insieme, forse a quest’ora io e lui avremmo avuto una
figlia, e saremmo
stati una famiglia felice.
Mi era
così
semplice creare delle immagini nella mia mente, che il solo immaginarle
mi
faceva stare male.
<<
Bella
siamo quasi arrivati >>, disse Eliseo distogliendomi dai
miei dolorosi
pensieri.
Mi
concentrai subito sulla situazione attuale. Tutto doveva andare alla
perfezione. Aro non doveva sospettare nulla del nostro piano.
Per colpa
dell’avviso del cerca persona, avevo dimenticato una cosa
essenziale.
<<
Sono
una stupida! Come faremo a far si che Aro non ti legga nella mente
>>,
dissi preoccupata.
<<
Dirò
che non si dovrà avvicinare a me, perché
altrimenti attiverò lo scudo rubato
alla mia ultima vittima >>, disse lui semplicemente.
<<
Ma
ora ho io lo scudo e non ho la minima idea come governarlo
>>, dissi
terrorizzata.
<<
Prova
>>, disse Eliseo.
Facemmo
svariati tentativi, ma con scarsi risultati.
Riuscivo ad
allontanarlo da me creando come una bolla d’aria intorno a me
in cui nessuno
poteva accedere, ma non riuscivo ad includere nessuno dentro lo scudo.
<<
Questo
è un gran problema. Dovevamo esercitarci. Ora tutto
fallirà per colpa mia >>,
dissi affranta.
<<
Non
è detto. Cerca di tenere separati i due scudi. Prova ad
espandere solo il tuo
scudo mentale >>, disse
speranzoso.
Mi
concentrai e visualizzai al mio interno i due scudi. Li distinsi tra
loro, per
poi utilizzare solo uno dei due.
<<
Mi
costa una certa fatica. Ma ci sto riuscendo >>, dissi
vittoriosa.
<<
Magnifico.
Se sarà necessario mi proteggerai con quello
>>, disse Eliseo. << Ora
andiamo >>.
Arrivati nei
pressi di Volterra, io ed Eliseo ci separammo. Se fossimo arrivati
insieme, Aro
avrebbe sospettato qualcosa.
Entrai a
palazzo da uno dei corridoi segreti a cui si poteva accedere da fuori
le mura
di Volterra. Percorsi pochi metri, subito mi accorsi che qualcosa non
andava.
Di solito quei corridoi erano sorvegliati, mentre ora erano desolati.
Incrocia
le prime guardie solo man mano che mi avvicinavo all’entrata
del palazzo, ma
anche lì notai che il numero di guardie era inferiore.
Come sempre
ero libera di entrare in ogni stanza del palazzo, nessuno mi fermava,
tutti mi
conoscevano e alcuni mi temevano perché sapevano che ero
molto più forte di
loro.
Non riuscii
nemmeno ad appoggiare la mano sulla maniglia dorata della porta con cui
si
accedeva nella stanza dei troni, che essa fu aperta da una delle
guardie.
<<
Sei
in ritardo >>, disse spazientito Caius.
Dei tre,
Caius era il volturo che più detestavo. Era arrogante e
presuntuoso. Era
malvagio di natura e la sua espressione di eterno arrabbiato mi faceva
saltare
i nervi.
<<
Ora
sono qui >>, dissi con fare altezzoso. E poi non
degnandolo nemmeno di
uno sguardo e non dando nessun tipo di spiegazione, mi rivolsi ad Aro.
<<
Cosa succede? Come mai mi hai fatto chiamare? >>.
Aro aveva un
leggero sorriso disegnato sul volto, a lui piaceva come riuscivo a
tenere testa
a Caius.
<<
Mia
cara, abbiamo bisogno di tutte le guardie disponibili >>,
disse Aro
tranquillamente.
<<
Allora
come mai il palazzo è semideserto? >>, chiesi
perplessa.
<<
La
maggior parte delle guardie sono impegnate in una spedizione di ricerca
>>,
disse Aro.
<<
Che
tipo di ricerca? >>, chiesi curiosa.
<<
Stanno
cercando un nostro membro, di cui non abbiamo notizie da diversi mesi.
Credo
che tu l’abbia conosciuto. Il suo nome è Eliseo
>>, mi spiegò Aro.
Questa
notizia mi allarmò non poco.
Grazie al
cielo, avevo protetto per tutto il tempo sotto il mio scudo la mente di
Eliseo,
anche se una piccola falla si era creata per tutto il periodo del
passaggio di
potere e per tutto il viaggio fino a Volterra.
Se Demetri
fosse stato nei paraggi, sicuramente si sarebbe fiondato di nuovo qui a
Volterra.
Cercando di
apparire il più tranquilla possibile chiesi più
informazioni ad Aro. << Perché
io non sono stata coinvolta nella ricerca? Dove sono Demetri e Felix?
>>.
<<
Demetri
e Felix sono partiti ieri sera per il sud Italia. Eliseo doveva
svolgere la sua
missione lì. E tu non sei tra loro, perché le tue
potenzialità sono più utili
qui, per proteggerci da eventuali attacchi >>, Aro
parlò come se stesse
spiegando una cosa ovvia.
Quindi ora
che più della metà della guardia non sorvegliava
il palazzo e non garantiva la
sicurezza dei tre Volturi, io ero considerata l’arma
più efficace. Chissà come
avrebbero reagito alla sorpresa che stavano per ricevere e come si
sarebbero
allarmati quando avrei comunicato loro che avrei lascito il palazzo e
la guardia
per sempre.
Nella stanza
erano presenti pochi vampiri senza poteri, erano di guardia davanti le
varie
entrate della stanza, Renata, sempre dietro ad Aro e l’odiosa
Jane che mi
guardava con astio era vicino ai troni.
Senza
chiedere nessun tipo di permesso, mi sedetti su una delle tante panche
in
marmo, presenti nella sala.
Passò
poco
più di un quarto d’ora, prima che Eliseo si
facesse vivo.
La sua
entrata fu al quanto teatrale.
Spalancò
la
porta, facendola quasi scardinare.
<<
Aro
sono tornato! >>, gridò Eliseo.
A quanto
pare aveva deciso di far infuriare il capo dei volturi.
<<
Lo
vedo, mio incauto amico >>.
La risposta
di Aro era un ammonizione ed un avvertimento a ritrovare la calma.
<<
Amico?
Amico! Ma quando mai siamo stati amici, io sono stato solo un tuo
suddito >>,
rispose con rabbia Eliseo.
Intanto la
metà delle guardie presenti nella stanza si pararono davanti
ai loro padroni e
anche io dovetti fare la mia parte.
Mi
posizionai vicino ad Eliseo pronta a scattare verso di lui, al primo
segno di
minaccia.
<<
Spiegami;
cosa ha provocato la tua rabbia? >>, chiese con finta
calma Aro.
<<
Non
vuoi che io lo spieghi davvero davanti tutta questa gente!?
>>, disse
sarcastico e minaccioso Eliseo.
Conoscendo
ora tutta la verità, riuscivo a ben decifrare
l’espressione sconvolta che Aro
tentava di nascondere.
<<
Eliseo
cosa vuoi >>, disse ora furioso Aro.
Far perdere
le staffe ad Aro era molto difficile, e a quanto pare lui ci era
riuscito con
solo poche parole.
<<
Morire!
>>, fu la sua unica parola.
Ecco la faccia
sorpresa che si era dipinta sul volto di tutti i vampiri presenti,
sarebbe
stato un bel ricordo da portarsi dietro per
l’eternità.
<<
Questa
tua richiesta è al quanto sconcertante >>,
disse Aro avanzando con la
mano alzata verso di lui, ma con Renata attaccata al suo fianco.
Il suo gesto
voleva dire solo una cosa. Voleva leggergli la mente.
Con grande
sforzo, staccai il mio scudo psichico da me e lo avvolsi al sicuro.
Ma il
contatto non avvenne, perché Eliseo si tirò
indietro sotto lo sguardo
sconcertato di tutti i presenti.
<<
Aro,
anche se tu ti mi toccassi, non riusciresti a leggere niente. Il potere
che ho
con me, mi avvolge come una sottile pellicola e anche se a te
può sembrare di
toccare la mia pelle, non sarà la realtà
>>, spiegò Eliseo calmo.
Ma io sapevo
benissimo che stava bleffando e quel suo gioco poteva costarci caro ad
entrambi.
<<
Jane
>>, chiamò Aro.
Lo sguardo
di Jane si posò su Eliseo e io sentii una pressione spingere
contro lo scudo
che avvolgeva Eliseo, nello stesso istante Eliseo si gettò a
terra urlando per
il dolore.
Non era
possibile, il potere di Jane non l’aveva nemmeno sfiorato.
Stava fingendo, la
sua era tutta una recita.
Aro si
piegò
su di lui e poggiò la sua mano sul collo di Eliseo.
<<
Niente!
>>, disse al quanto infastidito e allontana dosi da lui.
Il potere di
Jane era ancora attivo, lo sentivo premere sul mio scudo. Anche se con
grande
rimorso, lasciai che il potere di quella sadica vampira lo colpisse. Se
lo
avessi continuato a proteggere, Eliseo non avrebbe saputo quando
smettere di
lamentarsi.
Passò
un
lungo minuto prima che Jane terminasse la sua dolorosa tortura e quando
liberò
Eliseo dal suo potere, quest’ultimo si alzò
tremolante.
Mi sentivo
tremendamente in colpa, ma un suo fugace sguardo mi face capire di aver
agito
nella maniera giusta.
<<
Consegnaci
il potere e ti concederò la morte >>, disse
irritato Aro.
<<
Scordatelo!
>>, rispose Eliseo. << Questo potere
svanirà con me, e se non sarai
tu ad uccidermi lo farà un altro vampiro. Ho deciso di
morire e tu non mi farai
cambiare idea. Quindi o mi concederai la morte per mano dei tuoi
seguaci oppure
provocherò la rabbia di un altro vampiro. Ma a quel punto
dovrai chiederti se
io ho spifferato qualcosa a qualcuno >>, disse con mezzo
sorriso
minaccioso.
<<
Hai
superato ogni limite >>, disse Aro spazientito.
<< Bella, Rodrigo,
Lucas. Uccidetelo >>.
I due
vampiri che Aro aveva nominato gli furono subito addosso, ma io non mi
mossi di
un centimetro. Non potevo e non volevo essere io l’artefice
della sua morte.
I tipici
rumori dell’uccisione di un vampiro riempirono la stanza e io
non riuscivo a
staccare lo sguardo da quello spettacolo osceno che si parava davanti
ai miei
occhi.
Mentre lo
facevano a pezzi, Eliseo guardava verso di me con un sorriso
compiaciuto,
mimando con le labbra un “ grazie ”.
Era
orribile. Ciò che stava accadendo era crudele.
In quella
stanza, in quel palazzo non volevo stare un istante di più.
Posai i miei
occhi su Aro, che a sua volta mi stava guardando stupito per non aver
eseguito
un suo ordine.
Nell’aria
odore di incenso si stava propagando per tutta la stanza.
<<
Io
me ne vado >>, dissi con voce tremolante.
Volevo
piangere. Volevo allontanarmi da tutti quei vampiri malvagi e senza
cuore.
<<
Come
scusa? >>, chiese incredulo Aro.
<<
Abbandono
Volterra e la guardia. Non voglio più vivere con voi
>>, ribadii.
<<
Non puoi! >>, disse Aro.
<<
Scusa?
Io sono libera di fare quello che voglio e di vivere con chi voglio.
Voi non
siete la mia famiglia!! >>, gridai.
<<
Noi
siamo la sua famiglia >>, disse una voce che conoscevo
bene.
La porta
principale della stanza ovale si spalancò e quella voce
paterna portò con se
sette profumi che conoscevo benissimo.
Risposta
alle vostre recensioni
|
bellina97
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
31/03/10,
ore 19:18 - Capitolo 34: CAPITOLO
34
|
Wow
che bella recensione la tua…quando l’ho letta un
sorriso spontaneo mi si è stampato sul volto…ho
sentito l’entusiasmo della tua recensione…sono
contenta che ti piacciano le mie idee assurde…grazie un bacio
|
|
luigia
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
29/03/10,
ore 16:15 - Capitolo 34: CAPITOLO
34
|
Ehi
antipatica come hai visto non hai aspettato un altro
mese….anche se di tempo ne è
passato…spero che ti sia piaciuto qst
capitolo…sto già lavorando sul
prox…baci e guarisci presto..
|
|
|
Non
ti preoccupare…capisco i tuoi impegni, ma mi fa piacere che
anche sporadicamente riesci a ritagliare un po’ di tempo per
recensire…sono contenta che ti sia piaciuta l’idea
di Aurora. Spero continuerà a piacere il resto della storia
che verrà. baci
|
|
|
|
|
|
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Capitolo 36 *** capitolo 36 ***
Mi
sarebbe piaciuto
concludere questo capitolo, ma non ci sono riuscita.
Ma
avendo concluso
almeno il Pov Edward, ho preferito pubblicarlo, come segno di
ringraziamento a
tutte le lettrici che hanno lasciato tutti quei commenti meravigliosi.
Sono
davvero felice che
siano aumentati.
Ma
non odiatemi se per
la fretta non riuscirò a rispondere alle vostre recensioni.
È
tardissimo e io devo
correre sotto la doccia….
Un
bacio e commentate
ovviamente.
P.S.=
Capitolo non
betato….
IN
TEMPO
POV
EDWARD
In viaggio
ormai da ore, stavamo per atterrare nell’aeroporto di Roma.
Una volta
scesi dall’aereo, andammo alla ricerca di due macchine
sportive e veloci, che ovviamente,
non avemmo il tempo di noleggiare e nemmeno di chiedere il permesso ai
proprietari.
Sfrecciammo a
tutta velocità sulle strade italiane, per arrivare il prima
possibile a
Volterra.
Le visioni
sfocate di Alice, mi avevano reso ansioso.
<<
Prendiamo
la strada secondaria >>, consigliò Alice.
<< Sulla principale
troveremo coda per un incidente e il futuro di Bella dipende dal nostro
arrivo >>.
Con la
nostra guida spericolata avevamo raggiunto Volterra in poco
più di tre ore.
Lasciammo le
macchine lontane dal palazzo dei Volturi e lo raggiungemmo a piedi.
<<
Strano!
>>, commentò Carlisle. << In
giro non ci sono guardie e l’entrata
non è sorvegliata >>.
Dai ricordi
di Carlisle, potevo vedere come il palazzo e l’intera
città fosse sempre sotto
stretta sorveglianza, ma quella notte non era così. Anche se
mi sembrava strano
non potevamo fermarci a chiedere quale fosse la motivazione.
Il mio
olfatto percepii l’odore di un vampiro dato alle fiamme.
No non
poteva essere. Forse eravamo arrivati troppo tardi. Non me lo sarei mai
perdonato.
Tutti quanti
ad una velocità impressionante seguimmo
quell’odore dolciastro, che ci guidò
fino davanti ad una grande entrata chiusa da due porte.
Il suono di
una voce che udii provenire da dietro quella porta mi
risollevò.
Anche se
tremolante per un misto di rabbia e sofferenza, era per me un gran
sollievo
poterla udire nuovamente.
<<
Abbandono
Volterra e la guardia. Non voglio più vivere con voi
>>, la sentii dire
decisa.
Questo
voleva dire che Bella era entrata a far parte dei volturi?
<<
Non puoi! >>, le rispose Aro dispotico
e furioso.
<<
Scusa?
Io sono libera di fare quello che voglio e di vivere con chi voglio.
Voi non
siete la mia famiglia!! >>, la sua voce era incredula.
Sentii
Jasper avvisarmi che dentro quella stanza la tensione stava crescendo a
dismisura. E che erano presenti molti sentimenti pericolosi, tutti
provati nei
confronti di Bella.
Stavo per
dirlo a Carlisle, ma lui aveva già aperto la porta.
Entrò
nella
stanza sicuro di se.
<<
Noi
siamo la sua famiglia >>, disse con voce autoritaria.
Bella si era
immobilizzata, di lei potevo ammirare solo la sua figura di spalle.
Volevo
specchiarmi
di nuovo nei suoi occhi, volevo vedere di nuovo le sue labbra
incurvarsi in un
dolce sorriso.
Desideravo
correre
ad abbracciarla, ma i pensieri della mia famiglia mi distrassero.
Erano tutti
intenti a guardare i vampiri di fronte a noi, specie i tre Volturi che
avevano
assunto facce minacciose.
Di fronte al
vampiro che presumevo fosse Aro, bruciavano ancora i resti di un
vampiro.
<<
Carlisle!?
>>, chiese titubante Aro.
<<
Salve
Aro >>, rispose mio padre.
<<
Mio
caro amico. Che sorpresa rivederti >>, disse Aro
realmente sorpreso.
<<
Spero
sia una sorpresa gradita >>, rispose mio padre rimanendo
sulle sue e
cercando di mantenere un tono cortese.
<<
Ma
certo. Anche se credo di non aver compreso bene
l’affermazione di poco fa >>,
disse con finta ingenuità.
<<
Ho
solo dichiarato che Bella è parte della mia famiglia
>>, ribadii Carlisle.
<<
Famiglia!?
Un termine davvero interessante per definire un clan di vampiri
>>, disse
strafottente quello che individuai come Caius.
Sul trono
opposto invece era seduto Marcus, che ci guardava con aria
meravigliata, e ne
capii subito il motivo.
Lui
percepiva le relazioni tra le persone, e in vita sua, non aveva mai
percepito
la forza dei nostri legami.
<<
Caius,
eppure dovresti ben ricordare la diversità di Carlisle. Lui
è sempre riuscito a
distinguersi tra tutti gli altri vampiri. E ci ha lasciati proprio
perché voleva
crearsi una sua famiglia, e a quanto pare ci è riuscito. Mi
dispiace solo che
abbia aspettato tanto tempo per farmela conoscere >>,
disse Aro
guardandoci con curiosità.
La sua
curiosità nasceva dalla voglia di scoprire quali talenti
Carlisle era riuscito
ad includere in quel suo buffo clan.
<<
Comunque
famiglia o meno, Bella ha prestato giuramento di fedeltà ai
Volturi e quindi
non può lasciare la guardia >>, disse con un
ghigno Caius.
<<
Cosa?
>>, sibilò Bella.
Era lontana
da noi e anche se voltata di spalle ero consapevole che stava perdendo
le
staffe e che stava per aggredire Caius. Non me ne sarei meravigliato,
infondo
era ancora una neonata.
“
Incredibile! Sta mantenendo il
controllo ”,
pensò
Jasper meravigliato.
<<
Ho
prestato il giuramento è vero! Ho mantenuto fede alla parola
data, fino ad
oggi. Ma era stabilito che io potessi andar via quando volevo. E adesso
io
voglio andar via! >>, disse furiosa Bella.
I pensieri
di Aro erano un misto di preoccupazione e rabbia.
Non poteva
permettersi di perdere Bella, aveva già perso una risorsa
preziosa uccidendo il
vampiro che ardeva ancora fra le fiamme di fronte a lui e per lui Bella
era un’arma
speciale e non poteva far niente per trattenerla. Aveva sempre seguito
gli
ordini e non aveva mai commesso errori; non poteva usare nulla contro
di lei e
Chelsea con il suo potere era inutile. E poi dai suoi pensieri, si
capiva che
la temeva.
Ma
all’ultimo
secondo pensò di giocarsi il tutto per tutto con
l’unica carta che possedeva.
|
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Capitolo 37 *** capitolo 37 ***
Ragazze
grazie per
tutti i bellissimi commenti…. Mi danno la voglia di
aggiornare velocemente,
oltre che a darmi l’ispirazione per nuovi capitoli.
A
fine capitolo
troverete le risposte alle vostre recensioni…
P.s.=
capitolo non betato
FINALMENTE
LIBERA?
POV BELLA
Non avevo il
coraggio di voltarmi e vedere con i miei occhi che l’intera
famiglia Cullen era
qui… per me!
Le parole di
Carlisle, mi avevano sorpresa, sia perché non mi aspettavo
il loro arrivo e sia
perché nonostante tutto mi volevano con loro.
Aro con
l’arrivo dei nuovi ospiti, aveva indossato nuovamente la
maschera cordiale con
cui cercava di abbindolare nuovi vampiri, dando l’immagine di
vampiro giusto e
cortese.
Non lo
scalfiva il fatto che a pochi metri da lui ardevano ancora le fiamme in
cui bruciavano
i resti del vampiro che lo aveva affiancato per secoli.
Forse non nascondeva il massacro
appena compiuto,
solo perché così lo scenario appariva
più inquietante agli occhi dei nuovi
arrivati, facendo temere la potenza dei Volturi.
<<
Carlisle!? >>, chiese con voce titubante Aro, come se non
fosse sicuro
che il vampiro che si trovava dinnanzi a lui, fosse proprio Carlisle.
Cosa stupida
ovviamente, visto la memoria che possediamo noi vampiri. Anche se
fossero
passati dieci secoli, Aro non poteva non riconoscere Carlisle, visto
che nulla
era cambiato in lui.
<<
Salve Aro >>, rispose semplicemente Carlisle.
<<
Mio
caro amico. Che sorpresa rivederti! >>, disse Aro adesso
con voce
realmente sorpresa.
<<
Spero sia una sorpresa gradita >>, rispose il
capofamiglia Cullen con un
tono quasi distaccato se pur cortese.
<<
Ma
certo. Anche se credo di non aver compreso bene
l’affermazione di poco fa
>>, disse con finta ingenuità Aro.
<<
Ho
solo dichiarato che Bella è parte della mia famiglia
>>, ribadii
Carlisle.
<<
Famiglia!? Un termine davvero interessante per definire un clan di
vampiri
>>, disse acido e strafottente Caius.
Mentre
guardavo con disgusto Caius, sentii due occhi puntati su di me.
Marcus dal
suo trono mi stava guardando con occhi sgranati.
Il suo
sguardo si alternava da me ad un punto che io non potevo vedere alle
mie
spalle, dove sentivo la presenza dei Cullen.
Vedere
Marcus così impegnato a scrutare tutta la famiglia Cullen,
lo fece apparire per
un attimo vivo. Conoscendo il suo potere, doveva essere al quanto
sorpreso, nel
sentire la potenza dei legami che univa tutti noi.
Poi
Aro che non aveva notato lo sguardo di suo
fratello Marcus, si rivolse a Caius, mantenendo sempre fisso lo sguardo
indagatore su tutti i Cullen
<<
Caius, eppure dovresti ben ricordare la diversità di
Carlisle. Lui è sempre
riuscito a distinguersi tra tutti gli altri vampiri. E ci ha lasciati
proprio
perché voleva crearsi una sua famiglia, e a quanto pare ci
è riuscito. Mi
dispiace solo che abbia aspettato tanto tempo per farmela conoscere
>>.
Forse, non
avevo vissuto con Aro per dei secoli, ma pochi mesi e le rivelazioni di
Eliseo,
mi avevano portato ad interpretare Aro con molta facilità.
Lo sguardo
che stava rivolgendo ai Cullen, poteva significare solo una cosa.
Aro, voleva
scoprire quali poteri nascondeva Carlisle nella sua famiglia.
<<
Comunque famiglia o meno, Bella ha prestato giuramento di
fedeltà ai Volturi e
quindi non può lasciare la guardia >>, disse
con un ghigno Caius.
<<
Cosa? >>, quasi urlai.
I miei occhi
lasciarono il volto di Aro, per puntarsi roventi sul viso di Caius.
Loro non
potevano costringermi a rimanere. Sentivo la rabbia impossessarsi del
mio corpo
e annebbiarmi la mente. Le fiamme che si andavano spegnendo alla mia
destra, mi
schiarirono le idee, portandomi alla mente l’immagine di
Eliseo che affidava a
me, sua figlia. Non potevo perdere il controllo, perché ora
Aurora aveva
bisogno di me per crescere. Ora ero una madre, se pur adottiva. E non
potevo attaccare
uno dei tre Volturi, lasciando che poi mi accusassero. Dovevo mantenere
la
calma e tornare al più presto da lei.
<<
Ho
prestato giuramento, è vero! Ho mantenuto fede alla parola
data, fino ad oggi.
Ma era stabilito che io potessi andar via quando volevo. E adesso io
voglio
andar via! >>, dissi però con tono furente.
Non potevo e non volevo
mostrarmi debole.
Aro perse
per pochi istanti la sua maschera di sicurezza. Aveva capito che mi
stava
perdendo e lui non poteva far niente per trattenermi lì con
loro.
<<
Hai
ragione! Era stabilito che qual’ora tu avessi deciso di andar
via, saresti
stata libera di farlo >>, disse Aro tornando a sorridere
beffardo.
<< Ma gli avvenimenti di quest’oggi, hanno
portato a nuove scoperte. Tu
non hai mantenuto fede al tuo giramento >>.
<<
Spiegati
>>, dissi minacciosa.
<<
Oggi
non hai eseguito gli ordini >>, disse indicando con
indifferenza il mucchietto
di cenere innanzi a se. << E hai mentito. Il giuramento
implica la
sincerità del vampiro che viene accolto nella guardia. E io
posso affermare che
tu non sia stata sincera quando hai raccontato la tua storia
>>.
Aro sapeva
benissimo di non poter far niente per obbligarmi a rimanere con lui.
Neanche
Chelsea sarebbe stata in grado di influenzarmi con il suo potere.
Il suo, era
un tentativo disperato di trovare un appiglio su cui aggrapparsi, per
tenermi
sotto il suo controllo. Ma si stava arrampicando su specchi al quanto
scivolosi.
<<
Ah,
ahah, ahahah >>, la mia risata nacque spontanea,
attirando su di me gli
sguardi increduli di ogni vampiro presente nella stanza.
<<
Aro
non credi tu stesso alle accuse che hai formulato >>,
dissi guardandolo
con ancora un sorriso sulle mie labbra.
<<
Oggi
non ho eseguito i tuoi ordini perché avevo già
deciso di abbandonare la
guardia. Quindi, da quando ho messo piede a palazzo, non mi consideravo
più una
guardia >>, dissi con tono deciso. << E
poi, ti ho raccontato tutta
la mia storia e ti ribadisco che ho raccontato solo la
verità. Come puoi
affermare il contrario? Non puoi avere prove accusatorie nei miei
confronti,
visto che non puoi entrarmi nella mente >>, dissi fiera
di me.
Alle mie
spalle, sentii dei mormorii scaturiti per la mia ultima affermazione.
<<
Quando
ti è stato chiesto perché eri “
vegetariana ” , non hai mai accennato di
conoscere i Cullen. Quindi so per certo che hai mentito sulla tua
provenienza >>,
disse quasi sibilando.
Aro faticava
sempre di più a mantenere la calma. Lo stavo affrontando
nella sua città,
davanti parte della sua guardia e alla presenza di alcuni vampiri, che
per lui
erano degli sconosciuti.
<<
Mesi fa, la tua
domanda è stata: “ Bella come hai scoperto questa
dieta a base di sangue
animale? ” >>, dissi rievocando le sue esatte
parole . << E la mia
risposta fu: “
Non voglio uccidere
esseri umani. E se posso vivere diversamente, perché non
farlo? ”, queste
furono le mie parole. Tu non mi hai mai chiesto da chi
avessi appreso la mia dieta, quindi ho solo omesso un
particolare >>.
Il
mio ragionamento era
inattaccabile e questo lo aveva capito anche Aro, che aveva
un’espressione
furente disegnata sul viso.
Una
sottilissima risata
provenne dalle mie spalle, e capii subito si trattasse di Emmett.
Purtroppo
mi accorsi
troppo tardi del gesto della mano di Aro.
Un
urlo improvviso e
soffocato provenne dalle mie spalle.
<<
Edward!! >>,
dissero sei voci preoccupate.
Mi
voltai di scatto e ciò
che vidi non mi piacque per niente. Edward era a terra, in preda a
convulsioni
dolorose. L’immagine del suo viso sofferente, non era quella
che avevo
desiderato rivedere dopo mesi di lontananza.
Mi
bastò un attimo, per
capire chi stesse causando ciò al ragazzo che amavo.
<<
Jane >>,
ringhiai fissando i suoi occhi concentrati su Edward.
Non
mi fermai ad
estendere il mio scudo per proteggerli. No, desideravo dare sfogo alla
mia
rabbia.
Scattai
verso di lei e
qualche istante dopo, il suo intero corpo era contro il muro. La mia
mano
avvolgeva la sua esile gola. Strinsi la presa intorno alla sua gola e
la
sollevai da terra.
Jane
era più bassa di me
di parecchi centimetri, quindi fu semplice alzarla di una decina di
centimetri
dal pavimento.
Il
muro dietro di lei, si
era crepato, e in alcuni punti i mattoni avevano ceduto, rientrando di
pochi
centimetri.
Il
viso di Jane, mi
appariva rosso, tutto intorno a me era avvolto da una nebbiolina rossa.
Il
veleno con il suo sapore metallico, invase la mia bocca.
Il
volto di Jane aveva
abbandonato completamente la sua espressione di superiorità,
per lasciare il
posto ad un’espressione di puro terrore. Era una goduria per
me infliggerle
questa umiliazione.
<<
Non. Osare. Mai.
Più. Posare. Il. Tuo. Insulso. Sguardo. Su. Un. Componente.
Della. Mia.
Famiglia. >>, dissi fiatandole a pochi centimetri dal suo
viso e
scandendo bene ogni parola, resa minacciosa dal mio tono furioso.
E
dopo averle ringhiato
contro per alcuni secondi mostrandole i denti, con forza la scaraventai
dall’altra parte della stanza.
Mi
girai piano verso il
resto dei Cullen per controllare se stessero bene e notai il loro
sguardo
sbalordito.
Esme
teneva Edward
stretto in un abbraccio, che mi impedii di guardarlo in viso.
<<
Aro dopo decenni
di amicizia, non mi aspettavo questo trattamento, nei riguardi della
mia
famiglia >>, disse con voce aspra Carlisle.
Io
intanto mi ero
concentrata su ogni mossa di tutti volturi presenti, per cogliere ogni
minimo
segnale di pericolo.
<<
Carlisle,
perdona la mia incauta Jane. Sono mortificato per il suo comportamento,
deve
aver mal interpretato il mio gesto. Ma devi pur capire, che la mia
guardia è
addestrata affinché assicuri la nostra sicurezza. Forse Jane
ha mal
interpretato la situazione e pensando di essere sotto minaccia ha agito
d’impulso >>, il tono di Aro sembrava realmente
dispiaciuto.
Jane
che intanto si era
alzata e si era avvicinata al suo signore, teneva la testa bassa.
Io
dal mio canto, non
potevo credere a ciò che avevo udito. Aro aveva scaricato
tutta la colpa su
Jane, quando avevo ben visto il gesto della sua mano e io sapevo cosa
significasse.
Tutti
i vampiri presenti
nella stanza, erano allarmati e ne capivo chiaramente il motivo.
Aro,
Marcus e Caius,
avevano ben capito, che si trovavano in una situazione di forte
svantaggio.
Avevano
davanti a loro
sette vampiri di cui non conoscevano le capacità e senza di
me dalla loro parte
erano certi che avrebbero perso.
<<
Per farmi
perdonare, ti concedo di portare con te la nostra preziosa Bella, con
la
speranza che tu possa chiamarmi ancora amico e che tu possa finalmente
presentarmi
la tua famiglia >>, disse supplichevole Aro, porgendo la
sua mano a
Carlisle, come se non ci fossero quasi cinque metri a separarli.
<<
Non è per tua
concessione che io andrò via, ma per mia volontà
>>, dissi sputando fra i
denti e mettendomi nella traiettoria visiva di Aro e Carlisle.
<<
Bella calmati >>,
disse dolce Carlisle, poggiando la sua mano, sulla mia spalla.
Mi
calmai all’istante e
non so, se fosse merito di Jasper e del suo potere, o fosse solo grazie
a quel
tocco tanto caldo familiare.
<<
Accetto le tue
scuse Aro. E sono lieto di presentarti la mia famiglia
>>, disse Carlisle
ignorando con gran maestria, la mano di Aro ancora a
mezz’aria.
<<
La donna al
centro è mia moglie Esme. Alla sua destra ci sono mia figlia
Alice e mio figlio
Jasper. Mentre alla sinistra di mia moglie, ci sono i miei figli
Edward,
Rosalie e Emmett >>, disse presentandoli ad uno ad uno.
<<
Una famiglia
bellissima, complimenti! E noi che ridevamo dei tuoi progetti. A quanto
pare
gli stolti siamo noi. Ma dimmi quali capacità extra
completano questo bel
quadretto? >>, disse con un sorriso innocente.
La
sua domanda però non
era innocente. Il suo scopo primario era di conoscere i talenti che
Carlisle
aveva nella sua famiglia e con una domanda così diretta, non
poteva rifiutarsi
di svelare i poteri extra che appartenevano a tre dei suoi figli.
<<
Jasper è
empatico. Alice vede il futuro. Edward legge il pensiero
>>, disse senza
dare troppe spiegazioni e per nulla contento.
Ma
quelle poche parole,
eccitarono Aro.
<<
Famiglia piena
di talenti! Sarebbe bello avervi fra di noi >>, disse
entusiasmato da
tali scoperte.
<<
Grazie per
l’offerta, ma abbiamo stili di vita troppo differenti
>>, disse cortese
Carlisle.
<<
Peccato >>,
disse Aro.
<<
Per noi è ora di
andare. Spero di rivedervi presto per una situazione più
piacevole >>,
concluse Carlisle.
<<
Come andate già
via? Bella non vuoi aspettare per salutare i tuoi amici?
>>, chiese Aro
nella vana speranza che restassimo.
Ero
certa che tutti i
componenti della guardia fossero stati avvisati e che stessero
rientrando.
Rimanere era pericoloso.
<<
No dobbiamo
proprio andare. Il nostro volo è prenotato e poi dobbiamo
andare ad una festa >>,
disse Alice intromettendosi nel discorso.
La
sua voce trillante, mi
era mancata terribilmente. E chi se non lei poteva trovare come scusa
l’invito
ad una festa?
<<
Se è così, non
vi trattengo oltre. Arrivederci Cullen >>, disse Aro. Ma
marcò
profondamente il suo saluto, come a farci capire che prima o poi ci
saremmo
rivisti.
Io
speravo, di no.
Un
folletto mi assalì
letteralmente, mentre l’orso prese fra le sue braccia
entrambe.
I
successivi saluti
sarebbero stati rimandati a più tardi. Ora
l’importante era uscire dal palazzo
e allontanarci da Volterra il prima possibile.
Dovevo
tornare a
Montepulciano da Leah e Aurora, e chissà come avrebbero
reagito tutti loro
quando l’avrebbero conosciuta.
RISPOSTA
ALLE
VOSTRE RECENSIONI
|
|
dindy80
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
11/04/10,
ore 21:41 - Capitolo 36: capitolo
36
|
Beh
è vero i capitoli li interrompo sempre sul più
bello ma per lasciare un po’ di suspance…come hai
potuto leggere, la carta che si è giocata Aro non era poi un
granchè…solo un futile tentativo di ricattare
Bella. Ma non ci è riuscito…baci e al prox
capitolo
|
|
cloh
[Contatta]
|
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violazione
|
11/04/10,
ore 16:00 - Capitolo 36: capitolo
36
|
Grazieeeee…che
bel complimento che mi hai fatto…mi dispiace farti soffrire
con la mia suspance, ma mi piace tenere i lettori sulle
spine…sono un po’ sadica..vero??? baci
|
|
|
|
|
|
naog94
[Contatta]
|
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violazione
|
10/04/10,
ore 21:33 - Capitolo 36: capitolo
36
|
Spero
ti sia passata l’ansia…Aro si è giocato
una carta veramente debole…era un illuso se pensava di
trattenere Bella…baci e a l prox capitolo
|
|
bellina97
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
10/04/10,
ore 21:31 - Capitolo 36: capitolo
36
|
Grazie…il
Pov Edward ha fatto a tutte lo stesso effetto…e
cioè vi ha messo l’ansia
addosso…ihihihi…sono proprio cattiva..vero? beh
spero mi perdonerai con qst pov Bella…baci e al prox capitolo
|
|
|
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Capitolo 38 *** CAPITOLO 38 ***
Buonasera
raga… eccomi
con un nuovo capitolo.
Vi
dico sin da subito,
che scrivere questo capitolo per me non è stato semplice.
Avevo in testa ciò
che doveva succedere, ma
non avevo l’ispirazione
per scrivere.
Ma
come potete vedere
il capitolo è qui, quindi significa
che nonostante tutto io ho provato a scriverlo.
Il
risultato non
convince neanche me.
Buona
lettura…
P.S.=
capitolo non betato…
RITORNO
A CASA
POV
BELLA
Ci eravamo
messi in viaggio da qualche minuto.
Io ero nella
macchina guidata da Jasper. Al suo fianco, al posto passeggero, sedeva
Alice.
Mentre sul sedile posteriore con me, sedeva Emmett.
Edward era
nella macchina con i suoi genitori e Rosalie.
Avrei tanto
voluto chiedere ad Alice, perché Edward non era in macchina
con noi, ma non lo
feci. Forse la motivazione era che non volevano forzarmi alla sua
presenza,
visto che l’ultima volta ero fuggita. O motivazione ancor
più semplice, ma
dolorosissima per me; lui non mi voleva al suo fianco.
<<
Bella
sei stata una forza! >>, mi ridestò dai miei
pensieri, Emmett con
il suo vocione.
Risposi,
solo con un piccolo sorriso. Per quanto mi sentissi a casa fra di loro,
dentro
di me ero agitata.
Avevano
rischiato
davvero tanto per venirmi in aiuto.
<<
Quella
piccola vampira ha perso tutta la sua spavalderia, quando
l’hai fatta diventare
un tutt’uno con il muro >>, continuò
allegro.
<<
Jane
mi è sempre stata antipatica >>, dissi con
indifferenza.
<<
Chi
l’avrebbe mai detto. La nostra piccola e pasticciona Bella,
è riuscita ad
entrare nella guardia dei volturi. Chissà quante cose ti
hanno insegnato. Una
volta a casa voglio battermi con te >>, disse in tono di
sfida.
<<
Certo
Emmett. Ti darò quest’umiliazione
>>, dissi ridendo.
Pian piano,
mi stavo di nuovo abituando alla loro vicinanza. Mi erano mancati
davvero
tanto.
Mentre
Emmett sognava ad occhi aperti, la nostra futura sfida, Alice
iniziò a
raccontarmi tutto ciò che era successo a Forks, dopo che io
ero andata via.
Come speravo
non era riuscita a vedere granché sul mio futuro e questo
aveva portato alla
pazzia “ alcuni ” componenti della famiglia.
Aveva
sottolineato la parola alcuni, come a farmi capire che era incerta
sulla
possibilità o meno di nominare suo fratello.
Da quello
che mi raccontava, si capiva quanto
dolore e preoccupazione avevo inflitto, a tutta la
famiglia Cullen e a
mio padre Charlie.
Senza
neanche lasciarmi il tempo di parlare, continuò il suo
racconto, arrivando a
descrivermi la sorpresa, quando dal nulla, le era spuntata la visione
riguardante Leah, che le aveva svelato dove mi trovassi.
Ma che
qualcosa le impediva ancora di vedere chiaramente il mio futuro.
<<
Ho
provato a capire cosa impedisce al mio potere di avere una visione
nitida. Ma
da quando un certo Eliseo ha bussato alla tua porta, tutto è
stato avvolto da
una fitta nebbia >>, disse amareggiata Alice.
A quanto
pare Alice non riusciva a vedere, ciò che riguardava Aurora.
Quindi non
sapevano della sua esistenza.
Questo fece
nascere in me un grande dubbio.
Era giusto
coinvolgerli nella mia battaglia personale? Cosa avrebbero pensato di
Aurora?
L’avrebbero accettata?
Non sapevo
neanche, se raccontare loro di Aurora, ora o di aspettare che se la
trovassero
davanti.
Mi sentivo
tremendamente in colpa.
Loro, mi
avevano sempre aiutata, avevano rischiato di lottare contro i volturi
per me e
ora io gli stavo per incasinare la vita.
<<
Bella,
perché ti senti colpevole? Nessuno è arrabbiato
con te >>, disse Jasper
percependo le mie emozioni.
<<
Io..io…
>>, non sapevo cosa dire.
<<
Bella
sai che potrai sempre contare su di noi >>, disse Alice.
Dopo aver
risposto con un cenno del capo, mi girai verso il finestrino, per
ammirare
un’ultima volta il paesaggio delle campagne toscane.
<<
Fermati
davanti a quel portone verde >>, dissi a Jasper, una
volta arrivati nei
pressi del mio appartamento a Montepulciano.
Scendemmo
dalla macchina tutti molto velocemente e senza guardarli, volai su per
le
scale.
Aprii il mio
appartamento e li feci accomodare ad un uno ad uno nella sala
principale; dalla
cucina provenivano rumori di padelle.
<<
Leah
sono tornata >>, gridai per sovrastare il fracasso che
stava facendo.
<<
Bella
finalmente! Aurora si è svegliata affamata e non ne vuole
sentire di mangiare.
Mi ha fatto capire chiaramente di aver sete e io non so proprio dove
trovare
del san… >>, Leah che iniziò a
parlare mentre usciva dalla cucina, si
bloccò quando vide tutti i Cullen in salotto.
Avevano
tutti la stessa espressione sbigottita.
Ci furono
attimi interminabili di silenzio, in cui io non sapevo cosa dire o come
cominciare a spiegare.
Fu Carlisle
il primo a parlare. << Bella cosa hai fatto?
>>, chiese sconvolto.
<<
Lasciate
che vi spieghi >>, dissi. Era chiaro che stessero
fraintendendo tutto.
<<
Bella
tesoro, ci sono delle leggi >>, disse preoccupata Esme.
<<
Si
lo so! Non si possono creare bambini immortali >>, dissi
con voce
scontata.
<<
E
allora come hai potuto!? >>, disse Rosalie isterica, ma
incantata da
Aurora.
<<
Forse
se la lasciate parlare, potrà spiegarvi quanto siete lontani
dalla verità >>,
disse Leah, venendo in mio soccorso.
Tutti
tacquero, ma mi guardavano perplessi e preoccupati. L’unico
volto che non
riuscii a guardare fu quello di Edward. Avevo paura di leggervi il
disprezzo.
<<
Lei
è Aurora >>, dissi prendendo in braccio la
bambina che si stava
sbilanciando nella mia direzione.
<<
Non
è una bambina immortale, credo che il termine che meglio la
possa descrivere è:
mezza vampira >>.
In quel
momento fui interrotta dal campanello.
Tutti si
girarono verso la porta da cui proveniva l’inconfondibile
profumo di sangue
umano.
La riconobbi
subito.
<<
Perché
Amalia è qui? >>, chiesi a Leah abbassando la
voce.
<<
Sta
cercando di aiutarmi a dar da mangiare alla piccola peste. Ha rifiutato
tutte
le pappine che le ha preparato. Mi ha anche morso >>,
disse mostrandomi
il dito fasciato. << Ma a quanto pare il mio sangue non
è di suo
gradimento, visto che l’ha subito sputato >>,
disse ridendo.
Il
campanello suonò ancora ed Alice andò ad aprire.
<<
Ha
detto che andava a comprare qualcosa che sicuramente avrebbe mangiato
>>,
concluse velocemente Leah, mentre Amalia entrava timida in una casa
piena di
vampiri.
<<
Ehm…
Buongiorno >>, disse dopo aver chiuso la porta e alzando
lo sguardo per
esaminare le persone che aveva davanti.
<<
Ciao
Emy >>, dissi io avvicinandomi a lei.
<<
Ciao
Bella >>, disse riacquistando un po’ di fiducia
trovandosi affianco ad
una persona conosciuta.
<<
Emy
ti presento… >>, ero in difficoltà,
non sapevo come presentarli.
<<
Ciao
io sono Alice >>, disse raggiante e porgendole la mano.
Come sempre Alice
veniva in mio aiuto.
<<
Loro
sono mio padre Carlisle e mia madre Esme. Mentre loro sono i miei
fratelli
Emmett, Edward e Jasper. Mentre lei è mia sorella Rosalie
>>, disse
indicandoli ad uno ad uno.
<<
Piacere
di conoscervi. Io sono Amalia, ma potete chiamarmi Emy
>>, disse alzando
la mano in segno di saluto.
<<
Emy
vieni in cucina così cerchiamo di farla mangiare
>>, disse Leah prendendo
di nuovo fra le sue braccia la piccola Aurora.
Aveva capito
che io dovevo spiegare molte cose e che Amalia non poteva essere
presente.
Appena si
chiusero la porta della cucina alle spalle, fui assalita dalle domande
di
Carlisle.
<<
In
che senso mezza vampira? Vuoi dire che non è stata morsa?
>>, chiese
ansioso.
<<
No.
Lei è nata dall’amore di un vampiro e
un’umana >>, dissi alzando appena
il viso e incatenando per pochi attimi il mio sguardo in quello di
Edward.
Nei suoi
occhi vi lessi sorpresa.
Il mio
racconto, continuò senza nessuna interruzione. Tutti i
presenti, pendevano
dalle mie labbra, concentrati su ogni particolare che raccontavo.
Iniziai a
raccontare la triste storia di Eliseo e Nadia; della loro scoperta e di
come in
un solo mese, fosse nata Aurora, con la conseguente morte di sua madre.
Dissi loro
tutto ciò che Eliseo mi aveva confidato, delle
verità che mi aveva svelato su
di Aro e del suo ruolo all’interno della guardia.
Raccontai
loro del dolore che avevo provato durante il passaggio di potere e di
come
adesso possedessi un secondo potere che non sapevo come controllare.
Parlai della
crescita accelerata di Aurora, della sua formidabile intelligenza e del
suo
potere.
Poi arrivai
alla parte più triste e abbassai il tono della voce.
Ero sicura
che Amalia non potesse sentirmi, ma Aurora era una mezza vampira e non
volevo
che rimanesse traumatizzata ascoltando il racconto degli ultimi istanti
di vita
di suo padre.
Parlai loro
delle sue ultime volontà e del suo sacrificio, per
proteggere sua figlia.
<<
Povera
piccola >>, disse singhiozzando Esme e portandosi una
mano al petto.
<<
Bella
ti sei presa un’enorme responsabilità
>>, disse Carlisle posando la sua
mano sulla mia spalla.
<<
Lo
so >>, risposi.
<<
Se
Aro venisse a conoscenza… >>, Carlisle aveva
colto nel segno, ma non lo
feci terminare.
<<
Aro
non dovrà mai sapere di lei. Ma se mai lo
scoprirà, sarò in grossi guai e non
voglio trascinarvi dentro >>, dissi allontanandomi da
loro.
<<
Tu
non ci stai trascinando in niente. Siamo noi che ti seguiamo. Non ti
lasciamo
da sola >>, disse serio il capofamiglia guardandomi negli
occhi.
<<
Ma…
>>, cercai di replicare.
<<
Niente
ma. Noi ti sosterremo. Vero ragazzi? >>, disse
rivolgendosi al resto
della famiglia.
<<
Ovvio
>>. << Certamente >>.
<< Puoi contarci >>.
Dissero tutti.
<<
È
il caso di muoverci. Parte della guardia sta tornando a Volterra e Aro
potrebbe
decidere di mandare qualcuno a cercarci >>, disse Alice.
Questa giornata
sembrava non aver mai fine. Troppe cose erano successe in poche ore.
Eliseo,
Aurora, il ritorno dei Cullen.
<<
Bella,
bisogna far le valigie e andarsene >>, mi
chiamò Alice.
<<
Si,
hai ragione >>, dissi cercando di organizzarmi
mentalmente.
<<
Alice,
per favore raduna tutte le mie cose nella mia stanza. Metti in valigia,
tutto
ciò che potrebbe ricondurre a me o a Forks >>,
le chiesi. << Io
vado a chiamare Leah e ad occuparmi di Aurora >>.
<<
Leah!
>>, la chiamai entrando in cucina. Aveva in braccio
Aurora, che beveva
soddisfatta dal suo biberon un liquido denso e beige.
<<
Amalia
è un genio. Ha fatto un frappé con il latte e
l’omogeneizzato alla frutta e
Aurora sta gradendo >>, disse sorridente.
<<
Grazie
Emy. Sei un tesoro >>, dissi sorridendo. <<
Leah, prepara la
valigia. Si fa ritorno a casa >>, dissi seria.
Leah mi
guardò sorpresa, sicuramente voleva chiedermi delle
spiegazioni, ma qualcosa
della mia espressione la fece desistere. Mi dispiaceva costringerla ad
un altro
trasferimento. L’Italia le piaceva davvero e la considerava
il suo punto di
partenza. Ma ormai era diventato un territorio pericoloso per me e
anche per
lei.
<<
Mi
dispiace >>, le dissi sentendomi in colpa.
<<
Non
ti preoccupare. Ora sto bene. Non vedo l’ora di riabbracciare
mia madre e mio
fratello >>, disse sincera. O almeno a me lo era sembrata
veramente.
Mi
lasciò
Aurora fra le braccia e corse in camera sua a preparare la valigia.
<<
Quindi
andate via >>, disse triste Amalia.
Mi girai
nella sua direzione e mi avvicinai a lei.
<<
Purtroppo
si. Sono successe un po’ di cose che ci costringono a tornare
a casa >>,
dissi rammaricata.
Era davvero
brutto lasciare un’amica.
<<
Capisco
>>.
<<
Emy
se non è chiederti troppo; potresti dire tu al capo che noi
siamo partite? >>,
le chiesi gentilmente.
<<
Non
ci sono problemi. Quindi è arrivato il momento di salutarci.
Ci rivedremo? >>,
chiese speranzosa.
<<
Spero
di si >>. Non stavo mentendo. In Amalia, avevo trovato
una buona amica e
doverla salutare per sempre mi rattristava.
<<
È
stato davvero bello conoscervi >>, disse quando fummo
raggiunte da Leah.
<<
Anche
per noi >>, rispose quest’ultima.
E dopo
svariati abbracci, Amalia andò via, non prima di aver
salutato tutti quanti.
<<
Un
Jet privato ci sta aspettando in aeroporto, pronto al decollo
>>, disse
Edward chiudendo il cellulare.
<<
Va
bene andiamo >>, disse Carlisle.
Uscirono
tutti. Jasper ed Emmett portavano le nostre valigie, mentre io con in
braccio
Aurora addormentata e Leah, ci voltammo un’ultima volta a
guardare il nostro
appartamento, ormai svuotato dalle nostre cose.
Solo il
nostro odore era rimasto ad impregnare le stanze, motivo per cui tutte
le
finestre erano state lasciate aperte.
Sul tavolo
una busta con tutti i soldi per l’affitto e le bollette e una
breve lettera in
cui davamo false spiegazioni per la nostra partenza improvvisa alla
padrona di
casa.
Quel piccolo
appartamento, ci aveva regalato una vita apparentemente normale.
Con lo
sguardo basso, chiudemmo la porta alle nostre spalle, per
ricongiungerci al
nostro passato.
Il viaggio
in aereo era stato tranquillo. Tutti a turno si conquistarono la
fiducia di
Aurora, anche se difficilmente si staccava da me o da Leah.
Il primo a
farla sorridere fu Emmett, che mi tolse da una situazione difficile.
Aurora mi
stava chiedendo dove fosse suo padre. Ovviamente non parlava, ma con il
suo
potere mi fece capire chiaramente chi cercava.
Emmett che
aveva preso le sembianze di Eliseo, cercò di distrarre
Aurora, chiedendole di
trasformarlo in ogni membro della famiglia.
Tutti rimasero
affascinati da questa meravigliosa creatura che avevo fra le braccia.
Carlisle
analizzò
nuove teorie, esaminando vecchie leggende. Esme la guardava con occhi
sognanti.
Rosalie era incantata da ogni sua movenza. Alice progettava
già dello
shopping dedicato
esclusivamente ad
Aurora.
<<
Alice
ti ho detto di no >>, ribadii ancora una volta.
<<
Bella
in poche ore Aurora è cresciuta. Quindi è
necessario fargli un guardaroba
fornito. Appena atterriamo dobbiamo andare a fare shopping
>>, continuava
a ripetermi.
<<
Alice
non verrò con te a fare shopping >>.
<<
Tu
non capisci. Aurora ha bisogno di vestiti nuovi. Quelli che indossa
sono
piccoli >>, disse esasperata.
Alice aveva
ragione. Il vestitino che Aurora indossava iniziava ad andargli stretto.
<<
Ovvio
che comprerò qualche altro vestito ad Aurora. Il punto
è, che tu non verrai con
me >>.
<<
Non
dici sul serio. Tu non puoi farmi questo >>, disse questa
volta con
espressione triste.
<<
Alice
davvero non ho intenzione di girarmi tutto il centro commerciale. Un
solo
negozio mi basterà per trovare ciò che mi serve.
Se tu verrai con me, finiresti
per svaligiare ogni negozio >>, dissi disperata.
<<
Ti
prego >>, disse supplicando e guardandomi con gli
occhioni tristi. Sapeva
che non potevo resistere alle sue suppliche.
<<
Questo
si chiama giocare sporco >>, le feci notare.
<<
Grazie,
grazie, grazie >>, disse esultante. <<
Aurora, zia Alice domani ti
comprerà tanti vestiti all’ultima moda
>>.
Quando
sentii denominarsi “ zia ”, un brivido mi percorse
lungo tutto la schiena.
Non mi ero
ancora resa realmente conto che ora io ero una madre, era davvero
strano per me
considerarmi tale.
Ne sarei
stata capace? E Aurora mi avrebbe accettata? Sarei stata capace di
prendermi
cura di lei?
Di certo non
era una bambina normale. Aurora aveva le sue particolari esigenze.
Ero sicura
che tutta la famiglia Cullen mi avrebbe aiutato in questa mia nuova
avventura.
Ma Edward
cosa ne avrebbe pensato?
Non eravamo
riusciti scambiarci neanche una parola. Io avrei tanto desiderato
abbracciarlo,
ma non sapevo cosa lui provasse per me.
E se si era
tenuto lontano da me, proprio per farmi capire che i suoi sentimenti
erano
sempre gli stessi dell’ultima volta che avevamo parlato?
Ciò
significava che non mi voleva vicino e che nonostante io fossi entrata
a far
parte del suo mondo, io non ero la vampira adatta a lui.
Forse al suo
ritorno ad attenderlo ci sarebbe stata quella vampira dai lunghi
capelli ricci,
che alla fine dello scontro con Victoria, si era gettata su di lui.
Non sarei
andata da lui. Non avrei mai voluto che si sentisse colpevole e in
dovere di
fare qualcosa per me.
La manina di
Aurora si posò sulla mia guancia.
Mi guardava
intensamente e i suoi splendi occhi celesti erano pieni di
interrogativi.
<<
Mi
prenderò cura di te. Te lo prometto >>, dissi
stringendola forte a me.
Quando uscimmo
dall’aeroporto, con mia grande sorpresa trovammo Jacob e
Charlie ad aspettarci.
<<
Bella!
>>, gridarono insieme facendosi spazio fra la folla per
raggiungerci.
Era talmente
felice di rivederli, che corsi in loro direzione, muovendomi forse in
maniera
non troppo umana.
<<
Bella!
>>, disse nuovamente emozionato mio padre.
<<
Papà
>>, dissi io gettandomi fra le sue braccia e facendo
attenzione a non
schiacciare Aurora.
<<
E
lei chi è? >>, chiese curioso mio padre una
volta staccatosi da me.
<<
È
una lunga storia, ne parliamo a casa >>, risposi.
<< Hey Jake non
mi saluti? >>, dissi girandomi verso il mio amico e
tirandogli un
pizzicotto.
Ma lui non
fece una piega e con lo sguardo imbambolato, continuava a guardare
fisso
davanti a lui.
Cercai di
capire il centro del suo interesse e voltandomi, notai che
un’altra persona
aveva assunto la sua stessa espressione.
RISPOSTA ALLE
VOSTRE RECENSIONI
|
dindy80
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
16/04/10,
ore 21:04 - Capitolo 37: capitolo
37
|
COME
PENSAVI, TRANNE QUALCHE FRAINTENDIMENTO INIZIALE, AURORA HA STREGATO
TUTTI E TUTTI L’HANNO ACCETTATA…COME TI
è SEMBRATO QST CAPITOLO? BACI…
|
|
|
bellina97
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
16/04/10,
ore 18:54 - Capitolo 37: capitolo
37
|
SE
IL POTERE FOSSE RIMASTO DENTRO ELISEO, DOPO QUALCHE MESE SAREBBE
EVAPORATO, perché LUI ERA SOLO UN CONTENITORE. MA UNA VOLTA
CHE ELISEO PASSA IL POTERE AD UN ALTRO VAMPIRO, QUEST’ULTIMO
LO AVRà PER TUTTA LA SUA LUNGHISSIMA VITA…BACI
|
|
|
bellina3000
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
16/04/10,
ore 15:44 - Capitolo 37: capitolo
37
|
CAVOLO
QNT MI HAI LUSINGATA….SONO CONTENTA CHE TI PIACCIA IL MIO
MODO DI SCRIVERE E LA MIA STORIA…SPERO SOLO DI NON AVERTI
PERSA CON QUESTO CAPITOLO PENOSO…BACI
|
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Capitolo 39 *** CAPITOLO 39 ***
LE
VOSTRE ADORABILI
RECENSIONI MI HANNO DATO LA VOGLIA DI SCRIVERE IL CAPITOLO
PRESTISSIMO… ERO
COSì FELICE DI AVER AVUTO TANTE RECENSIONI SOLO DOPO UN
GIORNO DALLA
PUBBLICAZIONE DEL CAPITOLO, CHE MI SONO MESSA SUBITO
ALL’OPERA.
IN
QUESTO PRECISO
ISTANTE HO FINITO DI SCRIVERE E RILEGGERE IL CAPITOLO, QUINDI SE VOGLIO
PUBBLICARLO ENTRO QST SERA DOVRò RINUNCIARE A RISPONDERE AD
UNA AD UNA ALLE
VOSTRE DOMANDE.
MA
SICCOME LA MAGGIOR
PARTE DI VOI HANNO FATTO LA STESSA DOMANDA O SUPPOSIZIONE,
RISPONDERò ALLA FINE
DEL CAPITOLO A
TUTTE INSIEME…
BUONA
LETTURA RAGA…SPERO
CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA… è UN PO’
LUNGHETTO MA NON POTEVO DIVIDERLO, SPERO
NON VI DISPIACCIA…
E
UN GRAZIE PARTICOLARE A TUTTE COLORO CHE MI HANNO SOSTENUTA NEL
CAPITOLO PRECEDENTE, NONOSTANTE QUEL CAPITOLO NON MI CONVICESSE
PARTICOLARMENTE.
P.S.= capitolo non betato…
DI
NUOVO A CASA
POV
BELLA
Ero in
macchina con mio padre, Aurora era sulle mie gambe che si divertiva a
giocare
con la radio della polizia.
Sui sedili
posteriori dell’auto, dietro quella spessa retina che
divideva i poliziotti
dagli arrestati, sedevano Leah e Jacob.
In aeroporto
avevo dovuto attirare l’attenzione del mio amico,
sventolandogli una mano
davanti agli occhi.
Solo
così
ero riuscita a malapena a farmi salutare, prima che si lanciasse verso
Leah.
Ora si
guardavano intensamente, mentre Leah raccontava a bassa voce tutte le
nostre
avventure a Jacob.
Stava per
raccontare la storia di Aurora, quando la interruppi.
Charlie non
avrebbe sicuramente sentito, visto il suo tono al quanto basso, ma non
volevo
che Aurora riportasse a galla dei ricordi freschi e dolorosi.
<<
Leah!
Credo che Jake abbia sentito abbastanza per oggi >>,
intervenni.
Come se
avessi scoppiato una bolla intorno a loro, sembrava che solo ora si
erano resi
conto di non essere soli.
<<
Ehm
scusa >>, disse Leah abbassando lo sguardo.
Le sue
guance si imporporarono, facendo diventare più scura la
tonalità della sua
pelle.
Io non li
capivo. L’ultima volta che li avevo visti insieme, Leah non
era così “ cordiale
” nei confronti di Jacob, anzi nonostante fosse la sua beta,
ricordo
chiaramente che tra di loro non scorreva buon sangue.
Ma forse
questo periodo lontano da Forks e dal branco, e l’aver
ritrovato la sua natura
umana, l’aveva fatta cambiare.
<<
Charlie
per favore, portaci a casa dei Cullen >>, chiesi a mio
padre.
Aurora
doveva nutrirsi in maniera adeguata e sicuramente Carlisle avrebbe
trovato un
metodo.
<<
Ma
bella è ora di pranzo. Io ho fame >>, disse
mio padre.
<<
E
io sinceramente vorrei andare a casa >>,
replicò Leah. << Tra il
viaggio e il fuso orario, sono distrutta >>.
Leah aveva
ragione. Il viaggio era stato lungo e anche se eravamo partiti nel
primo
pomeriggio dell’ora italiana, dopo sette lunghe ore di
viaggio, qui nello stato
di Washington era ora di pranzo.
<<
Ok
Leah >>, acconsentii. Infondo la sua presenza non era
necessaria e aveva
diritto di voler riabbracciare la sua famiglia il prima possibile.
<< Ma
noi andiamo dai Cullen. Esme sarà felice di prepararti
qualcosa >>, dissi
rivolta a mio padre.
Charlie
borbottò qualcosa di incomprensibile e fece come dissi.
Aurora prese
a tirarmi i capelli, divertendosi quando vedeva le mie buffe
espressioni di
finto dolore.
<<
È
davvero bella >>, disse mio padre porgendole una carezza
veloce.
<<
Già
>>, risposi.
Quando
guardai fuori dal finestrino, riconobbi il paesaggio della riserva.
Ne avevo
varcato il confine senza preoccupazioni, sicura che il permesso datomi
da Jacob
mesi prima, fosse ancora valido.
Mi voltai in
cerca del suo sguardo e appena lo trovai, un suo cenno positivo, mi
fece
comprendere che la mia deduzione era esatta.
Jacob, era
il vero capo branco e solo lui poteva variare le restrizioni del patto.
<<
Grazie
del passaggio Charlie >>, disse Leah mentre scendeva.
Nel
frattempo Jacob stava scaricando le sue valigie dal cofano.
<<
Figurati.
Salutami tua madre, sarà felicissima di riaverti a casa
>>, disse Charlie
con un gran sorriso ed imbarazzato.
<<
Ehi
piccolina, noi ci rivediamo presto >>, promise ad Aurora
abbassandosi sul
mio finestrino aperto.
Aurora le
sorrise e poi triste la guardò allontanarsi.
<<
Domani
verrà a trovarti. Non temere >>, la rassicurai.
Trovarmi
nuovamente davanti alla maestosa casa Cullen, fu per me
un’emozione stupenda.
Quanto mi
era mancata quella casa. Tirai un profondo sospiro di sollievo e una
miriade di
odori raggiunsero le mie narici.
Erano odori
familiari che tanto mi erano mancati, legno, terriccio umido, muschio e
un
odore che infiammava la mia gola già secca: sangue umano.
Affrontare
il viaggio con Charlie non era stato semplice. L’auto era
satura del suo
profumo e la sola presenza del
cattivo
odore di Jacob, non mi aveva aiutato a spegnere le fiamme nella mia
gola.
Anche Leah
oramai aveva un odore quasi invitante. Dico quasi invitante,
perché se ci si
concentrava, nel suo odore si poteva percepire un leggero alone del suo
tanfo
originale.
Nelle sue
vene scorreva pur sangue di licantropo, e poi Aurora non aveva gradito
il
sapore del suo sangue.
Ma
nonostante il continuo richiamo del sangue, riuscivo a tenere
tranquillamente a
bada, il mio istinto.
Avendo
sicuramente sentito il nostro arrivo, Carlisle era venuto ad aprirci la
porta,
ancor prima che noi scendessimo dall’auto e ci
aspettò sorridente sulla porta.
<<
Benvenuto
Charlie. Accomodati >>, disse Carlisle come un perfetto
padrone di casa e
lasciandoci passare.
La casa era
rimasta identica a come me la ricordavo.
Sul divano
bianco del salotto Emmett e Jasper stavano litigando per il possesso
del
telecomando.
Alice con
una mossa fulminea della mano, lo strappò da in mano a suo
fratello Emmett, per
girare su un canale in cui stavano trasmettendo una sfilata di moda.
<<
Charlie,
che piacere averti qui >>, disse Esme scendendo dal piano
superiore.
<<
Grazie
>>, disse imbarazzato mio padre.
Non era mai
venuto a casa Cullen e ora ne stava approfittando per guardarsi intorno.
<<
Esme
mio padre dovrebbe pranzare. Potresti gentilmente preparargli qualcosa
mentre
parlo con Carlisle? >>, chiesi sicura che non avrebbe
rifiutato.
<<
Ma
certo! Cosa preferisci? >>, chiese Esme a mio padre.
<<
Sinceramente
non vorrei disturbare. Appena Bella avrà finito torneremo a
casa e pranzerò lì >>,
disse mio padre rosso in viso.
<<
Ma
che disturbo. Adoro cucinare e per me sarà un vero piacere
farlo per te >>,
disse Esme entusiasta.
Era vero,
lei adorava cucinare e ora che io non ero più umana, non
sapeva per chi
farlo.
<<
Un
sandwich andrà più che bene >>, si
arrese mio padre.
Ma sapevo
che Esme non avrebbe mai servito un semplice sandwich.
<<
Bella
vieni nel mio studio >>, disse Carlisle avviandosi su per
le scale.
<<
Charlie
ci sono problemi se ti lascio un attimo solo? >>, chiesi a mio padre.
<<
Bella
non temere non lo mangiamo mica >>, disse Emmett ridendo.
Era il
solito idiota, quando iniziava con le sue battutine a doppio senso
avrei voluto
staccargli la testa a morsi.
Ma fui
preceduta da Rosalie che gli diede un gran scappellotto, ad una
velocità che
solo Charlie non poteva vedere.
<<
Charlie
sta per iniziare la partita vuoi vederla con noi? >>,
disse Jasper
mettendo a proprio agio, anche grazie al suo potere, mio padre.
<<
Non
dico mai di no ad una partita >>, disse avviandosi felice
verso il
divano.
Alice
rinunciò alla sua sfilata di moda e diede il telecomando a
Jasper.
<<
Grazie
>>, dissi mentre tranquilla seguivo Carlisle sulle scale.
Dagli odori
della casa, si capiva chiaramente che Edward non era in casa.
Me lo
immaginai tra le braccia di quella vampira e mi persi nel dolore,
stringendo
più forte Aurora al mio petto.
<<
Bella?
>>, mi chiamò Carlisle.
<<
Scusami
>>. Ed entrambi entrammo nel suo studio.
<<
Da
quando l’ho vista la prima volta, sono sicura che si sia
allungata di un
centimetro abbondante. I suoi capelli sono cresciuti anche di
più e il suo viso
si è allungato leggermente >>.
Stavo
spiegando a Carlisle, tutti i cambiamenti che avevo constatato in
Aurora da
quando Eliseo me l’aveva portata.
Intanto
Carlisle, indossando i panni di un medico scrupoloso, stava visitando
Aurora,
annotando il suo peso e varie misure del suo corpo.
<<
Da
oggi prenderemo le misure tutti i giorni, più volte al
giorno >>, affermò
Carlisle. << Dobbiamo stabilire il suo ritmo di crescita
>>, disse
mentre rivestivo Aurora.
<<
Mi
hai detto che ha poco più di una settimana di vita. Ma da
quel che vedo,
dimostra un mese. Però il suo peso, è al di sotto
della norma, almeno se ci
basiamo sul peso di un bambino umano di un mese>>, il suo
discorso non
era rivolto direttamente a me. Stava ragionando su delle sue ipotesi e
parlava
ad alta voce, per rendermi partecipe delle sue idee.
<<
Con
quale frequenza mangia? >>, mi chiese.
<<
L’unica
volta che l’ho vista mangiare è stato in Italia
>>, lo informai.
<<
Dico
ad Esme di preparargli qualcosa >>, disse avviandosi
verso la porta.
Ma le
lamentele di Aurora l’avevano fermato.
Sul suo
volto un’espressione di disgusto si era disegnata.
La sua
espressione era buffa e ci fece sorridere.
<<
Carlise?
Credo che lei abbia sete, più che fame. In Italia non ha
apprezzato le varie
pappine per neonati e ha chiaramente dimostrato le sue preferenze
mordendo
Leah. Anche se a quanto pare non ha apprezzato il suo sapore
>>, conclusi
sorridendo.
<<
Giusto!
Leah l’aveva detto >>, disse pensieroso. Poi
come se si fosse reso conto
di un particolare di vitale importanza, scattò nella mia
direzione fermandosi a
pochi centimetri da me e Aurora.
<<
Ha
morso Leah?! >>, disse sbalordito.
<<
Si >>,
risposi semplicemente. Leah lo aveva detto davanti a lui e io
l’avevo appena
riconfermato, quindi non capivo questa agitazione.
Dovette
capire la mia domanda silenziosa, perché iniziò a
darmi spiegazioni. << Pensa
Bella, se noi mordessimo un umano cosa succederebbe? >>.
<<
Se
noi mordessimo e non uccidessimo quell’umano, il nostro
veleno innescherebbe il
principio della trasf… >>, dissi
automaticamente. Io lo sapevo bene,
perché ricordavo il dolore e le seguenti fiamme che provai
prima per colpa di
James e poi per colpa di Laurent.
Capii quello
che Carlisle cercava di dirmi e rimasi senza parole.
<<
Brava! Ma Leah non ha avuto nessun sintomo e sappiamo chiaramente che
è ancora
umana. Quindi, o il sangue dei licantropi è immune al nostro
veleno… >>,
disse lui.
<<
O
Aurora non è velenosa! >>, conclusi io.
<<
Devi
chiedere a Leah di farsi visitare da me. Sono sempre stato curioso di
studiare
il loro DNA e il loro sangue >>, disse eccitato.
Sarebbe
stato davvero difficile convincere Leah a farsi visitare da un medico
vampiro.
Aurora
iniziò
ad agitarsi tra le mie braccia.
<<
Carlisle
credo che lei abbia sete. Ma è troppo piccola per cacciare
>>, dissi
preoccupata.
In quel
momento bussarono alla porta.
Il profumo
che sentivo, mi fece capire che si trattava di Alice.
<<
Entra
>>, disse Carlisle.
Il suo volto
pensieroso, comunicava che la sua mente stava elaborando una gran
quantità di
pensieri.
<<
So
chi vi serve questo >>, disse trillando Alice entrando
nella stanza.
<< Avevo mandato Edward a prenderlo >>.
Mise davanti
al mio viso, una tazza di metallo chiusa con un coperchio a cui era
stato fatto
un buco, nel quale era stata inserita una cannuccia.
Mi
bastò un
millesimo di secondo per capire che, ciò che conteneva
quella tazza, era
sangue; sangue umano.
La mia gola
s’infiammo,
i miei occhi diventarono neri e i miei muscoli iniziarono a vibrare.
Avere un
umano vicino era sopportabile, ma avere il suo sangue servito davanti a
te, era
qualcosa di veramente pericoloso.
Un flebile
ringhio uscii dalle mie labbra, mentre Aurora si sporgeva felice verso
la
tazza.
<<
Alice
>>, ringhiò furioso Edward alle sue spalle.
Successe
tutto in pochi attimi.
Carlisle mi
tolse la bambina dalle braccia, Alice si allontanò da me,
portandosi il più
lontano possibile, la tazza con quel dolce nettare.
Edward mi
catturò fra le sue braccia, premendo il mio viso contro il
suo petto.
Pochi
respiri e quel dolce profumo che tanto mi era mancato mi invase la
mente e i
polmoni, facendomi completamente dimenticare, il profumo che mi aveva
trasformato in un mostro.
<<
Bella
perdonami >>, disse Alice strappandomi dalle braccia di
Edward e
saltandomi addosso. << Sono stata una sciocca
>>.
<<
Alice
ma come hai potuto sventolargli del sangue umano sotto il naso senza
pensarci >>,
la rimproverò Edward rabbioso.
<<
Non
vi preoccupate ora sto bene. Mi ha solo presa alla sprovvista e poi
sono giorni
che non mi nutro >>, dissi cercando di tranquillizzare
gli stati d’animo
presenti nella stanza.
<<
Edward
l’importante che non sia successo niente. Bella con la sua
naturalezza, spesso,
ci fa dimenticare che è ancora una neonata >>,
disse Carlisle
avvicinandosi a suo figlio.
<<
Forse
è meglio se ti fermi qui da noi, così potrai
andare a caccia senza problemi >>,
disse Alice.
Risposi solo
con un piccolo cenno della testa.
Ripresi
Aurora fra le mie braccia e scendemmo tutti giù.
<<
Esme
per favore daresti tu da mangiare ad Aurora? >>, chiesi
gentilmente.
<<
Certo
>>, disse compiaciuta, che io avessi riposto in lei tale
fiducia.
<<
Muovi
quelle gambe!! >>, urlò con contegno Charlie
dal salone contro qualche
giocatore.
Mio padre
sembrava suo agio fra i vampiri, ma lui non conosceva la loro natura ed
ero
sicura, che Jasper avesse messo il suo zampino per farlo stare
tranquillo.
<<
Carlisle,
mio padre conosce la natura di Jacob, Leah e Seth, e non so di quali
altri
ragazzi della riserva. Prima della mia… partenza
>>, cercai di non dar
peso alla parola partenza, perché in realtà
dovevo dire fuga, << Charlie
ha visto parte della lotta con Victoria, ha notato in me dei
cambiamenti e
credo che abbia già notato che i miei occhi non sono
più rossi, ma dorati come
i vostri. Non ha ancora fatto domande su dove sono stata, di cosa mi
sia
successo. E non ha ancora insistito per sapere i particolari su Aurora.
Ma
credo che appena saremo soli, le sue domande saranno tantissime e
sinceramente,
io non so se sarò in grado di rispondere e soprattutto non
voglio
mentirgli. Lui ha
accettato già molte
cose senza fare domande e non merita che gli vengano raccontate delle
bugie >>,
dissi con tono serio e tranquillo.
<<
Vuoi
raccontargli la verità? Conosci le leggi e sai che potrebbe
essere in pericolo!
>>, mi disse mesto.
<<
Non
intendo raccontargli la verità o almeno non tutta
>>.
Ricordavo
ancora chiaramente ciò che mio padre mi disse quando dopo lo
scontro con
Victoria, mi aveva vista dopo settimane di lontananza. Aveva notato
tutti i
miei cambiamenti e nonostante si leggesse chiaramente dai suoi occhi
che mi
temeva, mi aveva rassicurato con le sue parole.
“ Bella senti… Non m’interessa
se tu sei
cambiata, se i tuoi occhi ora hanno un altro colore; non
m’interessa se tu puoi
trasformarti in lupo ”.
E guardò Leah,
ancora sconvolto, prima di riprendere a parlare. “ O in
qualche altro animale.
Per me tu sei solamente mia figlia, e non smetterò di
volerti bene, mai. Se
dovrò accettare qualche segreto, per saperti di nuovo al
sicuro lo farò senza
problema. Ma per favore, non sparire più dalla mia vita! ”.
Le sue parole rimbombavano ancora nella mia
mente.
Aveva
dimostrato che un padre poteva superare ogni ostacolo, per amore di sua
figlia.
A lui non
importava chi fossi diventata. Per lui era importante avermi vicina,
anche se
poi l’avevo abbandonato per mesi interi, senza dargli mie
notizie.
Ora meritava
una ricompensa per il suo amore.
<<
Sono d’accordo. Infondo Charlie, ha dimostrato di saper
mantenere il segreto
dei licantropi e ormai ha visto Aurora, e vedrà la sua
crescita accelerata.
Senza tener conto che ora Bella, è sua madre e lui
diventerà nonno >>,
disse Alice appoggiando la mia idea.
<<
D’accordo.
Bella sei libera di dirgli ciò che vuoi >>,
disse Carlisle benevolo.
Esme mi
sorrideva apprensiva e con il viso mi comunicò che anche lei
era d’accordo.
Edward, sembrava intento a leggere nella mente del padre qualcosa, ma
non mi
sembrava contrariato dalla mia idea.
Sicuramente
il resto della famiglia aveva udito il nostro discorso e se ci fossero
stati
pareri contrari, sarebbero sicuramente venuti da noi ad esporre la
propria
opinione.
<<
Non
dirò ciò che siamo, ho paura che non
l’accetterebbe >>. E con queste
ultime parole mi avviai in salone seguita da Alice, Edward e Carlisle,
mentre
Esme continuava a dar da mangiare ad Aurora che sembrava insaziabile.
<<
Papà
dovrei parlarti >>, dissi una volta vicino a lui.
Si
guardò intorno
cercando di capire se era
una cosa privata o tutti potessero sentire.
<<
Loro
devono rimanere, perché è una cosa che ci
riguarda tutti >>, dissi
indicandoli con un gesto della mano.
Mio padre
rimase tranquillo e prendendo il telecomando dal tavolino di fronte a
lui
spense il televisore.
<<
Quindi
è arrivato il momento di tirare le somme >>,
disse mio padre, con un
sospiro.
<<
Spero
non saranno salate >>, scherzò Emmett. Peccato
che quello però non era il
momento adatto.
E lo capii,
quando tutti i presenti della stanza, lo guardarono truce e lui fece il
gesto
di tutti i bambini, quando vogliono far capire che non diranno
più niente:
chiuse la zip immaginaria delle sue labbra.
<<
Papà,
ti ricordi cosa mi dicesti dopo aver notato i miei cambiamenti e aver
saputo di
Leah? >>, io potevo anche avere una memoria indelebile,
ma mio padre era
umano e sapevo benissimo che spesso alcuni ricordi il cervello umano li
rimuove.
Ma ebbi la
conferma che si ricordava tutto, quando lo vidi rabbrividire un
po’, per poi
darmi conferma a parole.
<<
Dissi
che non mi importava cosa fossi diventata, l’importante e che
tu mi fossi
vicina >>.
<<
Io
ti dissi che prima di poterti essere vicina, dovevo allontanarmi per un
po’.
Ok, non contavo di allontanarmi così tanto e per
così tanto tempo, ma ora posso
riprendere una vita quasi normale >>, dissi.
<<
Che
vuol dire, quasi? >>, chiese perplesso mio padre.
<<
I
miei cambiamenti, hanno cambiato molte abitudini della mia vecchia
vita. Ma
niente di cui tu, ti debba preoccupare. Ma sappi che se mi vuoi ancora
nella
tua vita, dovrai accettare delle cose >>.
<<
È
una velata minaccia? O accetti o vado via? È quello che stai
cercando di dirmi?
>>, chiese mio padre preoccupato, ma anche un
po’ irritato.
<<
No
papà, non è una minaccia. Quello che ti voglio
dire e che ormai non posso più
tornare indietro. Ora sono quel che sono e mi sono portata dietro
parecchie
cose e se vorrai includermi ancora nella tua vita, sarà
inevitabile includere
anche questi nuovi particolari >>, dissi un po’
agitata per via del
fraintendimento.
<<
E
per la precisione cosa dovrei accettare? >>, chiese
curioso.
<<
Aurora
>>, dissi solo.
<<
Cosa
centra quella adorabile bambina con te? >>, chiese
Charlie.
<<
Quell’adorabile
bambina mi è stata affidata. Ora sono sua… madre
>>, dissi quell’ultima
parola con timore.
Un timore
che non era preoccupazione per la reazione di Charlie, ma di non sapere
se
potevo riconoscermi in tale ruolo.
<<
Sua
madre? Bella hai solo diciotto anni! E i suoi genitori dove sono?
>>,
disse ora mio padre un po’ alterato.
Non capivo
perché Jasper non lo stesse calmando.
<<
Sua
madre è morta durante il parto. E suo padre, me
l’ha affidata poco prima di
morire in un incidente >>, questa non poteva definirsi
una bugia. Anche
se Eliseo era stato assassinato e non era morto in un incidente.
<<
Credo
che qualcun altro, sarà in grado di prendersi cura di una
piccola orfanella
>>, disse guardando Carlisle.
Sicuramente
stava pensando a lui.
<<
Vuoi
per caso dire che io non sarei una buona madre? >>, gli
urlai
irrigidendomi.
Sapevo che
non era quello che voleva dire, ma le sue parole avevano fatto scattare
in me
la molla del dubbio. Era da quando Eliseo mi aveva chiesto di prendermi
cura di
lei, che avevo questo dubbio e ora le parole di Charlie, mi stavano
togliendo
quel po’ di sicurezza che avevo.
La rabbia
aveva liberato il mostro aggressivo e la sua potenza. Avevo voglia di
distruggere qualcosa.
In questo
momento avrei tanto voluto avere Felix a disposizione, per una lotta
senza
esclusioni di colpi.
<<
Jazz
calmala >>, sentii dire da Alice con un tono troppo
basso, per non farsi
sentire da mio padre.
<<
Capo
Swan >>, intervenne Edward. La sua voce era dolce e
tranquilla. <<
Conosce sua figlia meglio di tutti noi, sa quanto sia matura rispetto
tante
altre ragazze della sua età. E sa benissimo che saprebbe
crescere quella
bambina nei migliori dei modi >>.
Le sue
parole ebbero un effetto calmante su di me, quando il potere di Jasper
mi
raggiunse, ero già calma.
Edward aveva
fiducia in me e questo mi fece sentire bene, anche se non potevo
illudermi che
quella fiducia fosse nata da un sentimento più grande come
l’amore.
<<
Ma
io non intendevo dire assolutamente questo >>, intervenne
mio padre.
<< So benissimo che Bella ha sempre dimostrato una
maturità al di fuori
della norma. Ha sempre avuto la testa sulle spalle e sono orgoglioso di
mia
figlia >>, disse rivolto a tutti, per spiegare
ciò che loro avevano
frainteso.
<<
Tesoro,
quello che volevo dire e che potresti goderti un altro po’ la
vita, prima di
prenderti certe responsabilità. Ma se è quello
che vuoi, io non mi opporrò >>,
disse mettendo le mani avanti.
<<
Si,
è ciò che voglio. Suo padre ha avuto fiducia in
me e io non posso tirarmi
indietro. Ma non lo faccio solo perché ho delle
responsabilità verso gli
impegni presi con suo padre. Lo faccio anche perché Aurora
ha conquistato il
mio cuore >>, dissi quieta.
<<
Va
bene, allora da questo momento dovrò considerarmi vecchio;
infondo ora sono
nonno >>, disse ridendo.
<<
Nonno
di una bambina un po’ speciale >>,
precisò Esme, raggiungendoci con in
braccio Aurora nel mondo dei sogni.
Grazie al
cielo tutti avevano ancora il loro aspetto.
<<
In
che senso speciale? >>, chiese mio padre titubante.
<<
Papà
hai presente Leah, Jacob, Seth e tutti noi? >>.
<<
Non
mi dire che una bambina così piccola si trasforma in uno di
quei lupi >>,
disse rabbrividendo.
<<
No,
certo che no! Papà noi non ci trasformiamo in lupi
>>, dissi sbalordita
dalle sue parole.
Pensavo
avesse capito che io non mi trasformavo in niente.
<<
Okay,
basta così. Non mi interessa in cosa vi trasformate voi, o
se non vi
trasformate, cosa e chi siete. Mi basta sapere che quei tre e non so
chi altro,
si trasformano in grandi cani. Quindi d’ora in avanti voi
siete semplicemente
la famiglia Cullen, tu sei mia figlia Bella e lei…lei
è mia nipote >>,
disse indicando la bambina.
<<
Meglio
così. Ma dovrai accettare delle sue
particolarità. Perché lei è
più speciale di
tutti noi messi insieme >>, lo avvertii.
A questa
frase schiuse le labbra per dire qualcosa, ma poi scosse la testa, come
per
cacciare dalla mente le sue molteplici domande.
Sicuramente
Edward era a conoscenza di ogni suo singolo pensiero, ma io, non volevo
conoscerli.
<<
È
tardi, la bambina dorme. È ora di tornare a casa
>>, disse con finta
calma mio padre alzandosi dal divano.
<<
Ehm,
Charlie!? A proposito di questo… volevo chiederti se per te
è un problema se io
rimango qui questa notte e le… >>, stavo per
dire le prossime notti, ma
non terminai la frase.
Vidi il viso
di mio padre, prima sbiancare, poi riprendere colorito pian piano, fino
a
diventare di un rosso acceso.
Se in quel
momento non avessi avuto paura di mio padre, anche essendo una vampira,
sicuramente tutto quell’affluire di sangue sul suo viso,
avrebbe stuzzicato la
mia sete.
<<
Come
scusa? >>, disse piano e irrigidendosi. Ma non aspettava
una risposta, lo
sapevo. Infatti dopo poco istanti iniziò a sbraitare.
<< Se pensi che io
ti lascia dormire in questa casa con lui presente >>,
disse indicando
Edward con il suo dito. << Ti sbagli di grosso
signorina!! Ho accettato
tutto, ma non ho ancora accettato tutto quello che lui ti ha fatto. Ti
ha fatto
solo del male e tutto ciò, è successo per colpa
sua >>, disse continuando
ad accusarlo.
<<
Ma…
>>, cercai di intervenire.
<<
Niente
ma! Sei mia figlia e fino a quando porterai il mio cognome tu vivrai
sotto il
mio tetto e secondo le mie regole, intesi? >>,
ordinò.
<<
Papà
io… >>, se
avessi vissuto sotto il
suo tetto, sarebbe stato pericoloso e soprattutto difficile per me.
<<
Isabella
Marie Swan fila in macchina, ADESSO! >>.
Con il suo
ultimo grido, svegliò Aurora che iniziò a
piangere.
<<
Spero
che tu ora sia contento >>, dissi prendendola fra le mie
braccia
facendola calmare.
E ad una
velocità poco umana uscii dall’ingresso principale.
Nessuno
aveva osato mettere una parola e di certo non ne facevo loro una colpa,
però
Jasper avrebbe potuto calmarlo.
Mio padre si
stava scusando per la scenata e dopo averli salutati si
avviò verso la
macchina.
Alice
più
veloce di lui, si avvicinò al mio finestrino e con la scusa
di dover dare un
bacio alla piccola Aurora, mi comunicò che sarebbe passata
in nottata per
portare la poppata ad Aurora e alcune spiegazioni.
Dopo tanti
mesi, non potevo dire di non essere emozionata nel momento in cui
varcai
nuovamente la porta di casa, ma il momento era stato rovinato dal mio
umore
tetro.
Il viaggio
era stato silenzioso. Più volte avevo notato Charlie girarsi
nella mia
direzione pronto a parlare, ma la mia espressione lo faceva desistere.
Una volta
entrati in casa, mi recai direttamente su per le scale, volevo mettere
Aurora a
dormire nel mio letto.
Durante il
breve viaggio da casa Cullen, a casa Swan si era riaddormentata
giocando con
una ciocca di miei capelli.
Il fuso
orario e le emozioni che aveva vissuto solo il giorno prima, dovevano
averla
distrutta.
Dopo averla
messa a letto, uscii dalla stanza per recarmi in bagno, ma trovai poco
distante
dalla mia porta, Charlie che mi aspettava.
<<
Bella,
scusami per la mia reazione, ma… ma ti ho persa troppe volte
e mi sei mancata
davvero tanto. Io sento che sto per perderti inevitabilmente e questo
mi fa
paura. Quindi perdonami se ti ho costretta in qualche modo a passare
altro
tempo con me >>, disse in tono di scuse.
Corsi ad
abbracciarlo.
Rimanemmo
abbracciati per svariati minuti, fino a quando Charlie non rabbrividii
per il
mio contatto.
<<
Se
saprai accettarci per la nostra diversità, non mi perderai
>>, dissi
guardandolo negli occhi.
Con un gran
sorriso, iniziò a scendere le scale mentre io entravo in
bagno.
<<
Bella?
>>, disse a metà scalinata.
<<
Si?
>>, chiesi con la mano sulla maniglia.
<<
Il
colore di questi occhi mi piace molto di più di quelli
rossi. Erano troppo
paurosi >>, disse con un mezzo sorriso. <<
Anche se preferivo il
tuo colore originale >>, disse un po’
rammaricato. << Ma per me sei
sempre bella >>. E detto ciò scese di corsa
gli ultimi gradini e si
appollaiò sul divano accendendosi la televisione.
Dovevo
ammetterlo. Charlie era un buon osservatore e se gli avessi dato solo
qualche
indizio in più, sicuramente avrebbe capito che si trovava di
fronte ad un
vampiro, proprio come io l’avevo quando avevo conosciuto
Edward e la sua
famiglia.
Dopo una
lunga doccia rilassante, andai in salotto a svegliare Charlie che si
era
addormentato durante le cronache sportive, per farlo andare a letto.
Potevo
portarcelo io, ma se si fosse svegliato durante il percorso
salotto-camera da
letto in braccio a sua figlia, si sarebbe spaventato.
Dopo essersi
trascinato come uno zombie in camera sua, io andai in camera mia a
controllare
che Aurora dormisse tranquilla e non si fosse scoperta.
Non vedevo
l’ora che Alice arrivasse. La notte era lunga e non sapevo
cosa fare, almeno le
sue chiacchiere, mi avrebbero distratta anche dalla sete che non potevo
placare
al momento, visto che non potevo lasciare Aurora da sola.
Sentii passi
felpati di un vampiro avvicinarsi a casa mia, pochi salti ed era
sull’albero di
fronte alla mia finestra, il profumo che mi aveva raggiunto ancor prima
della
sua presenza, mi aveva avvertito che, chi stava arrivando non fosse
Alice.
Con un
timido sorriso sghembo, mi guardò attraverso la finestra.
Anche al buio non
avevamo difficoltà a vederci.
<<
Vorrei
parlarti, posso entrare? >>, chiese quasi supplichevole.
Se avessi
avuto un cuore ora sarebbe nel mio petto a battere
all’impazzata.
Ero rimasta
imbambolata a fissarlo, non riuscivo a muovermi.
Il suo
sorriso scomparve, la sua espressione divenne interrogativa fino ad
incupirsi,
stava per saltare giù dall’albero, quando capii,
che forse aveva frainteso la
mia immobilità.
Con uno
scatto quasi inesistente, mi avvicinai alla finestra e la aprii.
<<
Entra
pure Edward >>, dissi con voce tremante.
Come
forse tutte avrete capito, Jacob non ha avuto l’impriting con
Aurora, ma bensì
con Leah…le spiegazioni ci saranno nel prox capitolo
credo….
Solo
poche di voi avevano indovinato…
Al
prox capitolo e mi raccomando recensite, recensite,
recensite…
P.S.=
Avete visto il trailer di Eclipse??? È
spettacolare… La lotta con i neonati la
trovo splendida e adoro in particolar modo il salto che fa Alice per
scansare
il vampiro che viene attaccato dal lupo e quando Edward abbatte
l’albero su cui
si trova Vicoria… Credo che qst sarà il film
più spettacolare della saga…David
Slade è un grande…
|
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Capitolo 40 *** capitolo 40 ***
Non
vi nascondo che
scrivere questo capitolo per me è stato un po’
difficile…era una parte
importante della storia e non sapevo se ero in grado di farcela.
Ho
impiegato tutta la
giornata di ieri per scriverlo ed era l’una di notte quando
ho scritto l’ultima
parola. Ma ero talmente stanca, che non riuscivo a rileggerlo per
pubblicarlo,
quindi ho aspettato qst mattina.
Spero
vivamente che vi
piaccia.
Vi
avviso che alcune frasi,
vi ricorderanno le frasi del libro ed in effetti sarà
così.
Poi
nel capitolo ci sarà un
pezzo identico al libro e l’ho messo di proposito,
perché per me è stata una
parte meravigliosa che nel film ingiustamente non l’hanno
messa…
Ma
ora poche chiacchiere,
vi lascio leggere…
DI
NUOVO INSIEME
POV
EDWARD
In sole
ventiquattro ore, era successo di tutto.
Arrivati a
Forks mia sorella Alice mi aveva ordinato di andare nel più
vicino ospedale per
comprare del sangue di donatori, sotto il nome di Carlisle.
La piccola,
che Bella aveva adottato avrebbe avuto fame, ed Alice aveva previsto
che la
bambina non avrebbe accettato nessun tipo di cibo umano.
A malincuore
mi allontanai da Bella, per assolvere al mio dovere.
Da quando
l’avevamo ritrovata, non mi ero ancora avvicinato a lei e non
le avevo ancora
parlato.
Avevo il
terrore che mi potesse rifiutare e non volevo forzarla , non volevo
assolutamente imporgli la mia presenza.
Per me era
una tortura atroce, essergli così vicino e non poterla
toccare.
Era un
dolore fisico, resistere all’attrazione che mi spingeva verso
di lei.
Quando Alice
poi, imprudentemente gli sventolò come nulla fosse del
sangue umano sotto il
naso, persi la mia capacità di ragionare e senza pensarci,
quando vidi Bella
perdere il controllo, mi fiondai su di lei, proteggendola in un
abbraccio
possessivo.
In quel
momento mi sentivo completo ed in pace. Bella non si sottraeva dal mio
contatto
e la sentivo ispirare il mio odore, e pochi istanti dopo si
calmò.
Fosse stato
per me, sarei rimasto in quella posizione in eterno, ma quella nana di
mia
sorella, mise fine a quel contatto per scusarsi con la sua migliore
amica.
Dovevo
assolutamente scusarmi con lei, dovevo parlarle, dovevo implorare il
suo
perdono, ma lo dovevo fare in completa solitudine. Senza vampiri
impiccioni in
giro.
Ecco
perché
ringraziai mentalmente Charlie, per aver costretto Bella a tornare a
casa sua.
Mi trovavo
davanti alla stanza di mia sorella Alice pronto a chiedergli di
appoggiare il
mio piano.
Ancor prima
di bussare, mia sorella mi aveva aperto la porta e aveva iniziato a
parlare.
<<
Finalmente
ti sei deciso! >>, disse. << Ma sappi che
non sarà semplice. Non
riesco a vedere chiaramente la sua decisione per via di Aurora. Ma ti
consiglio
di scegliere bene le parole del tuo discorso >>. E detto
ciò chiuse la
sua mente.
<<
Grazie
Alice sei la sorella migliore del mondo >>, dissi
abbracciandola.
<<
Si,
si lo so! Ma ora vai >>, disse spingendomi oltre la porta.
Pochi
istanti dopo, ero appollaiato sul solito ramo, di fronte alla sua
finestra.
Lei era
davanti a me, a pochi metri dalla finestra chiusa. Il suo sguardo era
sorpreso
ed incredulo, aspettava mia sorella e invece mi ero presentato io.
Timidamente
le rivolsi il sorriso che lei un tempo amava e gli chiesi di entrare.
La sua mente
e i suoi pensieri, come sempre per me erano un mistero e non potevo
capire se
la mia presenza le desse fastidio.
Ci guardammo
per parecchi minuti e la sua espressione non cambiò. Era
rimasta immobile,
lontana dalla finestra. Sicuramente
non
voleva parlarmi, così triste decisi di andare via, ma poco
prima che saltassi
giù dall’albero, la finestra si aprii e sentii la
sua dolce voce chiamare il
mio nome ed invitarmi ad entrare.
<<
Entra pure Edward >>, disse con voce tremante.
Con la gioia
nel cuore saltai attraverso la finestra aperta e atterrai proprio di
fronte a
lei.
Era a pochi
centimetri da me, ma nonostante ora fossi lì davanti a lei,
non accennava a
parlare.
Presi un bel
respiro profondo e decisi che fosse arrivato il momento di chiarire
molti punti
in sospeso.
<<
Bella,
sono qui per chiederti scusa >>, dissi guardandola fissa
negli occhi.
Ma
ciò che
vidi non mi piacque per niente.
Il suo viso
abbandonò l’espressione sorpresa, per passare alla
delusione e dopo pochi
istanti, la rabbia si impossesso dei suoi dolci tratti.
POV
BELLA
Ero davvero
felice che lui fosse qui davanti a me. Eravamo di nuovo io e lui nella
mia
stanza, come un tempo.
Volevo dire
mille cose, ma nessun suono usciva dalle mie labbra, ero come
paralizzata dalla
sorpresa. Forse per noi esisteva ancora una speranza, forse era qui per
riprendere la nostra storia.
Ma mi
disillusi subito. Ero stata una stupida e nient’altro. Appena
sentii le sue
parole, capii che lui era qui solo per colpevolizzarsi.
<<
Allora
puoi tornare da dove sei venuto >>,dissi dura. Non volevo
ascoltare
ancora una volta, come si rendeva colpevole di qualcosa che non
dipendeva da
lui.
<<
Per
favore fammi spiegare >>, chiese supplichevole.
<<
Non
c’è niente da spiegare. Edward non voglio che
chiedi scusa per qualcosa che non
hai fatto o che comunque non è dipeso da te
>>, dissi appoggiandomi al
muro alle mie spalle per allontanarmi da lui.
<<
Bella
ma io ti devo delle spiegazioni >>, continuò
lui.
<<
Edward
lo scorso settembre sei stato chiarissimo. Essendo umana non ero alla
tua
altezza, ma adesso che sono una vampira, le cose non cambiano,
perché hai detto
di non amarmi e che non ero la persona giusta per te. E da quello che
ho visto
durante lo scontro con l’esercito di Victoria, a quanto pare
hai trovato la
vampira alla tua altezza e mi dispiace se quello che mi ha fatto
Laurent vi
abbia fatto litigare >>, dissi cercando di non mostrare
tutto il dolore
che avevo dentro.
Non volevo
che capisse che l’amavo ancora, perché sicuramente
se ne sarebbe fatto una
colpa.
Edward aveva
sempre avuto la sindrome dell’eroe, ma in questo momento io
non volevo essere
la povera ragazza che ha bisogno del suo eroe per non cadere nel
baratro del
dolore.
<<
Quindi
per favore vai. Sicuramente la tua bella vampira ti starà
aspettando >>,
dissi cercando di ingoiare il groppo che avevo in gola.
Mi staccai
dal muro dandogli le spalle e iniziai ad avviarmi verso il letto dove
dormiva
beatamente Aurora.
Mi sentivo a
pezzi, il mio cuore cadeva a pezzi.
Avevo temuto
questo confronto da mesi e proprio per sfuggire ad esso che ero andata
via da
Forks.
Non volevo
sapere la verità, non volevo che Edward si scusasse per
avermi abbandonato,
lasciando che Laurent mi trasformasse e soprattutto non avrei mai
voluto sapere
del suo nuovo amore.
Presi un bel
respiro profondo e ingoiai quel po’ di veleno che si
formò nella mia bocca,
provocato dall’odore di Charlie presente nella casa.
Le fiamme
erano niente in confronto a quello che sentivo dentro.
Era come se
stessi ingoiando milioni e milioni di schegge di vetro, che mi
scendevano giù
per la gola e che all’altezza del cuore esplodevano
provocandomi una fitta
acuta.
<<
Tanya.
La vampira che hai visto abbracciata a me dopo lo scontro con i
neonati, si
chiama Tanya >>, disse lui pacato.
<<
Credo
mi perdonerai se non mi presenterò a lei di persona
>>, dissi trattenendo
a stento i singhiozzi.
Volevo che
andasse via per poter scoppiare a piangere liberamente, o comunque
singhiozzare
liberamente, visto che noi vampiri eravamo stati privati delle lacrime.
<<
Bella
>>, il fiato di Edward era sul mio collo.
Concentrata
a trattenere i singhiozzi, non mi ero resa conto che ora Edward era
alle mie
spalle.
Sentii la
sua mano, sulla mia spalla e una scossa mi percorse la schiena.
<<
Per
favore ascoltami. Sono qui per chiederti scusa, non solo per
ciò che ti è
successo da quando ti ho lasciato. Ti chiedo scusa perché ti
ho mentito e ti
prego di perdonarmi >>, disse voltandomi lentamente verso di lui.
Quel
contatto improvviso e la sua voce cosi dolce, che mi sussurrava a pochi
millimetri
dal mio orecchio, mi fecero perdere lucidità.
Non capivo
cosa volesse dire.
<<
Io…
non… capisco >>, dissi a testa bassa.
Non ce la
facevo a guardarlo negli occhi. Non ora che i nostri visi erano
pericolosamente
vicini.
<<
Lo
scorso settembre io ti ho mentito >>, disse mettendo il
suo indice sotto
il mio mento e alzando il mio viso per incatenare i nostri sguardi.
<<
Quando nella foresta ti ho detto addio, pensavo che non ti saresti
arresa
facilmente, quindi ho dovuto convincerti che non ti amavo
più. Ma credimi sono
state le parole più difficili da dire, perché
è stata un’orribile bugia. Ma
comunque non pensavo che tu mi credessi così facilmente! Ti
ho ferita e ti
chiedo scusa… scusa perché è stato un
tentativo inutile di proteggerti. Volevo
salvarti da me e da quelli della mia specie e invece ti ho spinta fra
le loro
braccia. Scusami >>, continuava a chiedermi scusa e io
non riuscivo a
dire una parola.
Ero
sbalordita da ciò che stavo ascoltando, e le sue mani che
avvolgevano il mio
viso, non mi lasciavano via di fuga. Il suo sguardo stava
monopolizzando il
mio.
Con un
sorriso amaro continuò il suo discorso, che non avevo il
coraggio e la forza di
spezzare con la mia voce.
<<
Bella,
ma come hai potuto credermi? Dopo che ti ho ripetuto migliaia di volte
che ti
amavo, com’è stato possibile che una semplice
parola frantumasse la tua fiducia
in me? Quel giorno lo vedevo dal tuo sguardo, sembravi davvero convinta
che non
ti volessi più. L’idea più assurda e
ridicola… come se io potessi vivere senza
di te! >>, sospirò.
Ero
impietrita e senza fiato, ma volevo rispondere alle sue parole che per
me
sembravano impossibili.
<<
Edward
io ero un’umana. Come potevo solo pensare, che io fossi
abbastanza per te. Non
ero alla tua altezza e forse non lo sono nemmeno ora >>,
dissi
arrendevole.
<<
Sei
incredibile! >>, disse con una risata nervosa e irritata.
<< Se
sono qui, è perché ti amo. Ti ho sempre amata e
sempre ti amerò. Dirti che non
ti volevo, è stata una terribile bestemmia >>.
Scossi la
testa e mi liberai dalla sua presa, allontanandomi da lui di qualche
passo.
<<
No…
no. Amarmi non a mai avuto senso per te. Guardami anche adesso come
vampira,
non potrò mai competere con altre vampire come Tanya.
Perché dovresti amare me,
invece che lei >>, risposi con voce spezzata da lacrime
invisibili.
Serrò
le
mascelle e mi si avvicinò poggiando la sue mani sulle mie
braccia lasciate
inermi lungo il mio corpo.
<<
Tanya
per me è solo una cugina. Non ti nascondo che più
di una volta mi ha fatto
intendere di provare qualche attrazione nei miei confronti, ma il suo
interesse
per me, non è corrisposto >>, mi
spiegò.
Poi divenne
improvvisamente cupo. << Bella per favore si sincera. Per
tutta la
giornata sei stata incerta o comunque distaccata nei miei confronti. Ho
bisogno
di sapere il perché. Ti ho ferita irreparabilmente? O ti sei
lasciata tutto
alle spalle come desideravo? Dimmi solo se puoi amarmi ancora o no.
Senza
temere la mia reazione >>, sussurrò triste.
Se lui non
capiva come avessi potuto credergli così facilmente quando
mi aveva detto che
non mi amava, io non potevo credere alla domanda stupida che mi aveva
appena
posto.
Prima che
mal interpretasse il mio silenzio, parlai.
<<
Edward,
da quando mi hai lasciata, niente ha avuto più senso. Vivevo
come un automa. Il
vuoto che avevi lasciato dentro di me, mi inghiottiva
nell’oblio sempre di più,
giorno dopo giorno. Poi la tua voce è comparsa nella mia
testa e tutto ha
iniziato a prendere senso. Ogni volta che facevo qualcosa di pericoloso
o
stupido, tu eri qui >>, dissi tamburellando la mia tempia.
<<
Ho
guidato persino una moto, pur di sentirti >>, stava per
dire qualcosa, ma
gli posai un dito sulle labbra. << Poi ho cercato la
nostra radura;
volevo sentirti vicino e invece lì ho incontrato Laurent.
Forse dovrei dire
grazie a lui e ai licantropi, se sono diventata come te. Ma da quando
mi sono
svegliata nella mia nuova forma, ho capito che non era quello che
volevo, o
comunque l’immortalità non mi interessava se non
avevo te al mio fianco. Però
quando ti ho visto piombare di nuovo a Forks, non volevo affrontarti,
non
volevo che tu ti sentissi in dovere di prenderti cura di me, e
soprattutto non
volevo che ti sentissi colpevole per ciò che mi era
successo. Così sono
scappata per dimostrare a tutti e me stessa, che sarei stata in grado
di vivere
la mia nuova vita da sola, in maniera tale che tu non ti sentissi
obbligato di
cambiare la tua vita per me. Ma mi sbagliavo. Nonostante riuscissi a
vivere da
sola, la mia non la potevo considerare vita, ma solo sopravvivenza. Tu
eri in
ogni mio pensiero, vedevo il tuo viso in ogni ricordo. Così
dopo aver
combattuto contro Victoria, avevo deciso di tornare da te e chiederti
un’altra
possibilità, ma poi ho visto quella vampira saltarti addosso
e ho pensato che
tu ti rifossi fatto una vita e io non volevo interferire.
Così sono scappata in
Italia, alla ricerca dei Volturi. Quand’ero ancora umana, tu
mi raccontasti di
loro come difensori della nostra razza e protettori della legge. Decisi
che
avevo bisogno di qualcuno che mi insegnasse le regole di questa mia
nuova vita
e per questo andai da loro. Aro mi ha accolta a braccia aperte,
soprattutto per
il mio potere. Mi hanno insegnato a gestirlo e a combattere. Cercavo di
non
pensarti, impegnando le mie giornate con gli allenamenti, le missione e
il
lavoro. Ma ancora una volta mi ero solo illusa di poterti dimenticare.
La tua
presenza era forte nella mia mente e nel mio cuore. Quindi ora dimmi,
come puoi
solo pensare che io non possa più amarti? Senza di te, non
avrebbe senso vivere
questa immortalità >>, conclusi.
Edward che
non aveva fiatato per tutto il mio sproloquio, ora mi guardava con uno
sguardo
sbigottito e con gli occhi sbarrati.
Poi in un
battito di ciglia, si avventò sulle mie labbra.
Nell’istante
in cui le nostre labbra si erano sfiorate, tutto ciò che mi
rilegava su questa
terra non aveva più importanza. Mi sembrava di essere al di
fuori del tempo e
dello spazio, eravamo solo io e lui, legati l’una
l’altro da un bacio
appassionato. Le nostre mani erano impegnata ad esplorare ogni angolo
dei
nostri corpi, che tanto ci erano mancati. Le mie dita penetrarono fra i
suoi
capelli, saldando la presa per avvicinarlo il più possibile
a me e per non
farlo fuggire. Il nostro bacio ardeva sempre più di
passione. Era diverso dai
tanti baci che ci eravamo scambiati quando io ero una fragile umana.
Questo era
poco prudente e molto più libero. Per la prima volta non
sentivo nessuna
differenza tra me e lui.
Edward mi
stringeva forte contro di se e io non ero da meno. Le nostre lingue si
cercavano per lasciarsi andare in una danza sfrenata, ma che lasciava
il tempo
di assaporare ogni attimo e ogni movimento.
I nostri
respiri divennero corti e
affannati e la
nostra pelle sembrava andasse a fuoco. Era bello non sentire la
differenza di
temperatura dei nostri corpi.
Edward
portò
le sue mani sul mio viso e lo racchiuse in una morsa
d’acciaio.
Affievolì
il
nostro bacio, trasformandolo in tanti piccoli baci a fior di labbra, e
tra un
bacio e l’altro sussurrava il mio nome e diceva di amarmi.
Poi
appoggiò
la sua fronte, sulla mia e dalle sue labbra uscirono parole degne di un
poeta.
<<
Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia,
ma con
qualche stella: punti di luce e razionalità… Poi
hai attraversato il cielo come
una meteora. All’improvviso, tutto ha preso fuoco:
c’era luce, c’era bellezza.
Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro
l’orizzonte e il buio è
tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti
accecati. Non
vedevo più le stelle. Niente aveva più senso
>>, sussurrò a pochi centimetri
dalle mie labbra e riprendendo di nuovo a lasciare piccoli baci su
tutto il mio
viso.
“ Ti amo tanto ”, dissi
abbassando il mio
scudo per fargli sentire per la prima volta i miei pensieri.
Si
arrestò
di colpo e mi guardò dritto negli occhi meravigliato.
<<
È
quello che penso? >>, chiese sorridendo felice.
<<
Si >>,
dissi guardando la sua espressione felice.
<<
Ti
prego fallo ancora >>, chiese supplichevole.
“ Ti amo Edward Cullen e in
questo momento, sono
la donna più felice al mondo ”, pensai
abbassando ancora una volta il mio scudo.
Si
fiondò
ancora una volta sulle mie labbra, facendomi perdere il contatto con il
mio
scudo, che ritornò al suo posto.
<<
Ops
>>, disse staccandosi da me.
<<
Se
mi distogli in questo modo, è difficile tenerlo abbassato
>>, lo rimproverai
sorridendo.
<<
Amore
che ne dici di andare a caccia? I tuoi occhi sono neri e le tue
occhiaie sono
molto marcate >>, disse Edward preoccupando dopo aver
esaminato il mio
viso.
Ora che me
lo ricordava, la sete bussava prepotente fra i miei bisogni.
<<
Mi
piacerebbe, ma non possiamo lasciare Aurora da sola >>,
dissi
accarezzando il volto di Aurora.
<<
Ma
ci sono io >>, disse una voce proveniente
dall’esterno.
Alice era
appollaiata sul bordo della finestra, come se fosse lì in
quella posizione da
sempre.
<<
Alice,
non so se essere felice o arrabbiata di questa tua intrusione
>>, dissi
guardandola severa.
<<
Ma
dai sorellina, ho solo visto, che dopo la vostra riappacificazione,
avreste
avuto bisogno di una baby-sitter >>, disse allegra.
<<
Tu
hai spiato nel nostro futuro? >>, dissi questa volta
irritata.
<<
No,
cioè si. O insomma lo sai che io vedo sempre tutto
>>, si discolpò.
<<
No
sorellina. A quanto pare non sei più onnisciente
>>, dissi indicando
Aurora con un sorriso malvagio.
Avevamo
scoperto che le visioni di Alice erano un totale fallimento quando
c’ erano di
mezzo licantropi e mezzi vampiri.
Questo ad
Alice non andava giù.
<<
Simpatica.
Molto simpatica >>, disse con un sorriso falsissimo.
Mentre noi
uscivamo velocemente dalla finestra.
Appena i nostri
piedi toccarono l’erba tagliata, del prato che circondava
casa mia, lanciai una
sfida di velocità ad Edward e partimmo come schegge in
direzione della foresta.
Con non poca
difficoltà, ero riuscita a batterlo per un pelo, solo grazie
ai miei potenti e
lunghi salti, che mi erano concessi, dalla mia forza, da vampira
neonata, che
ancora non mi aveva abbandonata del tutto.
<<
Avevamo
parlato di corsa, non di salto in lungo >>, si
lamentò Edward.
<<
La
sfida era a chi arrivava prima. Quindi non essere pignolo e accetta la
sconfitta >>, lo canzonai.
<<
Va
bene, ma ora sono io che ti sfido a chi cattura la preda più
grande >>,
disse.
<<
Ci
sto! >>, e subito mi misi a sondare ogni piccolo rumore
che ci circondava
ed ogni piccolo profumo.
Dagli odori
che provenivano da est, era chiaro che ci saremmo dovuti accontentare
di un
branco di cervi; quindi raggiungemmo insieme il branco, cercando di
accaparrarci l’esemplare più grande.
Insieme
individuammo, quello che doveva essere il capo branco. Era grande e
possente e
il suo palco di corna superava quello di ogni altro esemplare, presente
nello
spiazzo, dove stavano riposando.
Partimmo
insieme, per aggiudicarci la vittoria, ma un istante prima che mi
avventassi
sull’animale, un nuovo odore mi colpii e lasciai che Edward
proseguisse con il
suo attacco, mentre io saltai su un albero lì vicino.
Pochi
istanti dopo atterrai con un grandissimo esemplare di puma tra le
braccia, che
si dimenava come un pazzo, per cercare di liberarsi dalla mia presa.
Ovviamente
la sua, era un’impresa vana, infatti pochi secondi dopo i
miei denti
affondarono nella sua gola, dissetandomi con quel dolce nettare.
<<
Dai
Edward non fare il bambino. Ti prometto che la prossima volta ti faccio
vincere
>>.
Erano dieci
minuti buoni che si stava chiedendo come avessi fatto a batterlo.
<<
Sei
una vampira da meno di un anno. Come fai ad essere migliore di me a
cacciare >>,
disse incredulo.
<<
Vorresti
dire che dovrei essere una schiappa? >>, dissi fingendomi
arrabbiata.
<<
No!
Volevo solo dire che io dovrei essere più bravo di te, visto
che ho un secolo
di vantaggio >>, disse abbracciandomi.
<<
Se
Emmett lo sapesse, mi prenderebbe in giro per
l’eternità >>, si lamentò
fra i miei capelli.
<<
Potresti
comprare il mio silenzio >>, dissi con voce maliziosa.
<<
Signorina
Swan, mi sta per caso provocando? >>, chiese con finta
sorpresa.
<<
Sto
solo proponendo una via di uscita alla derisione eterna
>>, dissi con
indifferenza. << Ma se non ti interessa…
>>, dissi sciogliendo il
nostro abbraccio.
<<
Non
così di fretta >>, disse catturandomi di nuovo
in quella prigione
accogliente che formavano le sue braccia. << Dimmi qual
è il prezzo e io
ti pagherò il doppio >>.
<<
Un
bacio >>, dissi avvicinandomi alle sue labbra.
E
così ci
lasciammo andare di nuovo, in un bacio pieno di passione.
Senza
neanche rendercene conto, eravamo finiti a terra. Edward era sopra di
me e le
sue mani, percorrevano ogni centimetro del mio corpo.
Le mie mani,
si intrufolarono sotto la sua camicia e le mie dita, iniziarono a
tracciare il
contorno di ogni suo muscolo. Sentivo il mio corpo travolto da nuove
sensazioni,
che non riuscivo a frenare.
Le labbra di
Edward si spostarono lungo il mio collo, lasciando dietro di se, scie
infuocate.
Un suono
fastidioso ed insistente, ci interruppe.
Edward con
il fiato corto, estrasse il telefono dalla tasca ed emise un piccolo
ringhio,
quando sul display, vi lesse chi chiamava.
Poi si
portò
il telefono all’orecchio.
<<
Alice
spero che sia importante >>, disse infastidito.
Intanto mi
misi seduta, pensando che se il telefono non avesse iniziato a
squillare, non
immaginavo dove quella passione ci avrebbe fatto arrivare.
<<
Bella,
tuo padre si sveglierà tra cinque minuti >>,
disse Edward mettendo il telefono
in tasca.
<<
Allora
è meglio andare >>, dissi alzandomi e
sistemandomi i capelli.
<<
Certo
>>, disse Edward un po’ imbarazzato e cercando
di sistemarsi la camicia
completamente sgualcita da me.
Arrivati a
casa mia, saltammo su nella mia stanza, ritrovandoci faccia a faccia,
con tutti
i restanti fratelli Cullen.
<<
Alice
se volevi organizzare una festa nella mia stanza, forse avresti dovuto
chiedermelo >>, dissi scherzando.
<<
Scusa
l’intrusione, ma volevamo vedere Aurora >>,
disse Rosalie con voce dolce,
mentre guardava la piccola dormire ancora profondamente.
<<
Non
ti preoccupare nessun disturbo. Quando volete potete venire
>>, dissi io.
<<
Certo
per fare i baby-sitter mentre giocate al dottore in mezzo alla foresta
>>,
ridacchiò Emmett.
<<
O
meglio ancora, quando Bella deciderà di battere di nuovo
Edward >>,
sghignazzò Jasper.
<<
Alice
>>, ringhiammo all’unisono io ed Edward.
Se fossi
stata umana sarei diventata rossa come un peperone per la battuta di
Emmett.
Avrei fatto
pagare cara, l’intrusione di quella veggente da strapazzo nel
mio futuro.
Ma un rumore
proveniente dalla camera da letto di mio padre, mi distrasse dai miei
pensieri
di vendetta.
In pochi
istanti la stanza si svuotò, lasciando soli me ed Edward.
<<
Sta
arrivando >>, disse nascondendosi dentro
l’armadio, nell’istante in cui,
mio padre mezzo addormentato aprii la porta della mia stanza.
Sembrava
tanto uno di quei telefilm per ragazzi, dove il fidanzatino era entrato
di
nascosto nella camera della propria ragazza e per non farsi scoprire
dai
genitori di lei, si nascondeva nell’armadio.
Ma pensandoci,
la situazione era proprio la stessa.
<<
Bella
già in piedi? >>, chiese mio padre con la voce
impastata dal sonno.
<<
Ehm,
si. Sai devo ancora abituarmi al fuso orario >>, mentii.
<<
Capisco.
Io mi faccio una doccia e poi faccio colazione. Mi fai compagnia?
>>,
chiese.
<<
Sinceramente
non ho fame. Ma intanto che tu ti fai la doccia, io ti preparo la
colazione >>,
risposi.
<<
D’accordo
>>, disse chiudendosi la porta alle spalle.
E nello stesso
istante Edward mi fu accanto.
<<
Sembriamo
dei ragazzini >>, dissi abbracciandolo.
<<
Infondo
agli occhi della gente siamo solo due adolescenti >>,
disse con il suo
sorriso sghembo.
<<
Si,
un adolescente vampiro che ha più di un secolo, e
un’adolescente vampira che è
già madre >>, dissi guardandolo negli occhi.
Gli posai un
dolce bacio a fior di labbra e scesi giù a preparare la
colazione a Charlie.
Alle sette
Charlie si mise al volante della polizia per dare inizio ad una nuova
giornata
lavorativa.
Salii di
corsa in camera e trovai Edward steso sul letto affianco ad Aurora che
dormiva
ancora.
<<
Sei
l’unico genitore che non ha bisogno di dormire e invece lei
dorme tutta la
notte >>, disse ridendo.
<<
Sono
una mamma fortunata >>, dissi stendendomi dalla parte
opposta del letto.
Guardammo
Aurora dormire ancora per pochi minuti, poi dopo vari movimenti
iniziò a
stiracchiarsi, protetta dai nostri corpi.
Quando aprii
gli occhi si guardò intorno un po’ spaesata, ma
appena i suoi splendidi occhi
celesti si posarono sul mio viso, mi regalò un sorriso
magnifico.
Sembrava a
suo agio fra me ed Edward, e questo mi diede una speranza. Forse per
lei non
sarebbe stata dura vivere con noi.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
luigia
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|
28/04/10,
ore 01:23 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
Non
mi lamento se non hai recensito gli altri capitoli non ti
preoccupare…sono contenta che cmq quando la piccola Serana
ti lascia un po’ di tempo la prima cosa che fai è
leggere la mia ff e mi lasci anche una recensione…ti sono
piaciute le parole di Bella ed Edward? Fammi sapere un bacio a te e a
tua figlia…
|
|
bellina3000
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|
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violazione
|
25/04/10,
ore 11:34 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
Non
ti ho ancora trovata sotto casa mia con il forcone, quindi deduco che
non sono stata molto ritardataria nell’aggiornare la
storia…o almeno spero..ma è stato difficile
mettermi al computer per scrivere qst capitolo…cmq spero ti
piaccia…baci
|
|
Vampire_Twilight
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|
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violazione
|
25/04/10,
ore 09:04 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
In
due giorni hai letto tutti i trentanove capitoli?? E non sei scappata a
gambe levate??? Sono contentissima di questo…mi fa davvero
piacere che la mia storia ti piaccia e che tu abbia lasciato persino
una recensione….spero ti piaccia anche qst capitolo..baci
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fabiolina
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violazione
|
24/04/10,
ore 04:00 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
Mentre
pensavo a Charlie che ordinava ad una figlia vampira di entrare in
macchina in quel modo, mi è venuto da ridere e mi sembrava
carino scriverla la sua sfuriata…e vedo che hai colto a volo
la frase “fino a quando porterai il mio
cognome”…sei un’ottima
osservatrice…ma prima della proposta credo che
passerà un po’ di tempo…baci
|
|
artline
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violazione
|
23/04/10,
ore 23:49 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
Dopo
tutto qst tempo separati una riappacificazione veloce era quello che ci
voleva…non credi?? E così ho
fatto…tante parole e tanta passione…baci
|
|
dindy80
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violazione
|
23/04/10,
ore 23:28 - Capitolo 39: CAPITOLO
39
|
Beh
si anche io quando in breaking dawn Leah si inserisce nel branco di
Jake ho sempre pensato che si sarebbero stati una bella coppia, poi
c’è stato il colpo di scena con Nessi e tutto
è cambiato.
Beh
più o meno anche io ho immaginato Bella con la mascella che
toccava terra quando vede Edward sul ramo…baci
|
|
|
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Capitolo 41 *** capitolo 41 ***
Buonasera
ragazze e ragazzi…si
perché dalle recensioni ho notato con estremo piacere che ci
sono anche lettori
maschili…
Per
lo scorso capitolo ci
sono state solo 9 recensioni…sigh!!! L
Io
mi chiedo, se ogni volta
il capitolo viene letto da oltre 300 persone, perché le
recensioni sono così
basse?
Voglio
fare una prova, per
provare a far uscire dal loro nascondiglio i lettori timidi…
Non
pubblicherò il nuovo
capitolo fino a quando non arriverò ad un minimo di 20
recensioni… ok detta
così sembra una minaccia… ma vi assicuro che non
lo è. Voglio solo vedere se
riuscirò mai a superare le 20 recensioni… per me
sarebbe un record…
Ora
devo scappare, mi
dispiace non poter risp alle vostre recensioni, se ci riesco lo
farò domani…
baci
P.s.=
Capitolo non betato
IMPRITING
POV
BELLA
Al suo
risveglio, Aurora fece subito intendere che aveva fame ed io non sapevo
come
soddisfare il suo bisogno, visto che in casa non avevamo cibo per
bambini e
tantomeno del sangue.
<<
Tranquilla
Bella >>, mi disse Edward alzandosi dal letto e
avviandosi verso il mio
armadio. << Emmett e Jasper, questa notte, mentre noi
eravamo a caccia,
hanno istallato un piccolo frigo nel tuo armadio, con delle scorte di
sangue >>,
disse aprendo l’anta del mio armadio e rivelando una
colonnina di finti tiretti
che prima non c’era.
<<
Fantastico!
Ora se Charlie metterà il naso nel mio armadio,
scoprirà un frigo pieno di
sacche di sangue >>, dissi incredula.
<<
Non
potrà mai aprire quest’anta >>,
disse indicando la colonnina. << È
una cassaforte e per poterla aprire ci vuole un codice
>>, disse
sorridendo orgoglioso.
Mi
mostrò
velocemente come accedere al frigo dentro la cassaforte e poi volai
giù per
scaldare un po’ di sangue nel microonde.
Ovviamente
durante tutto il procedimento e mentre davo la colazione ad Aurora,
evitavo di
respirare.
<<
Sei
una madre favolosa >>, disse Edward seduto sulla sedia a
dondolo.
<<
Grazie
>>, sussurrai emozionata per il complimento.
<<
Cosa
facciamo oggi? >>, dissi cambiando argomento e lasciando
che Aurora
giocasse con qualche mio vecchio peluches.
<<
Carlisle
ci aspetta per prendere le misure di Aurora >>, disse
Edward.
<<
Giusto
hai ragione. Badi tu ad Aurora il tempo che mi preparo?
>>, chiesi
sorridente.
<<
Ovvio
>>, disse alzandosi e raggiungendo Aurora sul letto.
Io
recuperai, un Jeans ed una maglia rossa a maniche lunghe con lo scollo
a V e mi
chiusi in bagno per un doccia rilassante.
Sotto il
getto dell’acqua calda, non potei fare a meno di pensare a
tutto ciò che era
successo nelle ultime ore.
E ora
lontano da lui anche di soli pochi metri, mi sembrava tutto un sogno.
Le belle
parole che mi aveva detto e la rivelazione che non aveva mai smesso di
amarmi,
mi avevano fatto dimenticare tutto il dolore che avevo passato.
Era come se
i pezzi del mio cuore, fossero ritornati al loro posto.
Ora, mi
sentivo una stupida per come ero scappata. Se la paura non mi avesse
fatta
fuggire, gli ultimi mesi li avrei trascorsi fra le sue braccia e non a
servire
delle carogne come i Volturi.
Se pensavo a
come quei mostri avevano mentito a me e a tutta la comunità
dei vampiri, una
rabbia cresceva in me. Il solo pensiero che avevo assolto le loro
missioni mi
faceva sentire sporca.
Per mia
fortuna, in nessuna di essa, avevo mai ucciso un altro vampiro.
Ciò
che mi
consolava, era che andare in Italia e vivere
quell’esperienza, mi aveva portato
a conoscere la vera identità, di quelli che si definivano i
nostri regnanti, ma
cosa più importante, quest’esperienza, mi aveva
regalato un dono prezioso come
Aurora. Anche se ciò era avvenuto ad un prezzo troppo alto:
la morte di Eliseo,
suo padre.
Uscii dalla
doccia e mi avvolsi nel morbido asciugamano, passai una mano sullo
specchio per
rimuovere il velo di umidità che si era formato.
L’immagine
riflessa, era quella di una ragazza felice. Felice perché
ora si sentiva
completa. Non avevo mai immaginato che sarei stata felice di essere
madre.
Anche se Aurora non era realmente figlia mia, verso di lei sentivo un
affetto
profondo.
E ciò
che
rendeva completa la mia felicità, era l’amore di
Edward.
Entrai nella
mia stanza, sorridendo dello spettacolo che mi si presentò.
Edward era a
quattro zampe, impegnato a gattonare per tutta la stanza con Aurora in
spalla.
<<
Sai
Edward anche tu sembri… sembri molto a tuo agio con i
bambini >>, dissi.
Ma
ciò che
stavo realmente per dire, era che anche lui sembra un buon padre, ma un
pensiero mi balenò in testa.
E se lui non
volesse ricoprire questo ruolo? Di certo io non potevo forzarlo.
Dopo aver
vestito Aurora, con abiti decisamente striminziti, andammo a casa
Cullen.
Appena
arrivammo, trovammo tutta la famiglia riunita nel salone.
Alice era
impegnata a scrivere qualcosa e mi rivolse solo un sorriso. Jasper
stava
imbustando le lettere che Alice, gli passava.
Rosalie
stava leggendo un libro, che lasciò subito per venire a
prendere Aurora fra le
sue braccia.
Emmett era
impegnato ad un’intensa partita alla playstation e per poco
quasi non ci
salutava.
Esme invece
dopo aver sistemato l’ultimo vaso di fiori, venne a salutarci
con una carezza e
con un gran sorriso sulle labbra. Anche se non lo esprimeva a parole,
sapevo
che quello era il suo modo per dirci che era contenta che io ed Edward
fossimo
ritornati insieme.
Carlisle
dopo aver dato una pacca sulla spalla di Edward e dopo aver sorriso a
me,
sparii nel suo studio, per tornare subito dopo, con una bilancia per
bambini e
un centimetro.
Dopo varie
lamentele di Aurora, io e Rosalie, riuscimmo a convincerla, che doveva
stare
buona e ferma solo per pochi secondi e poi sarebbe tornata a giocare.
<<
Rispetto
a ieri sera, è cresciuta di 13 millimetri e il suo peso
è aumentato di 400
grammi >>, disse Carlisle.
<<
Ma
a questa velocità… >>, disse Esme
preoccupata, senza neanche terminare la
frase.
<<
Lo
so! Dovremmo fare delle ricerche. Vedere se Aurora è
l’unico caso esistente >>,
disse Carlisle pensieroso.
<<
Carlisle,
ci sono quelle leggende che parlano dei succubi…
>>, intervenne Edward.
A quella
parola, mi ricordai, varie leggende sui vampiri, che lessi su internet,
quando
cercavo di capire qualcosa di più sul segreto di Edward, che
ancora non
conoscevo.
<<
Si
Edward, se quelle leggende fossero vere, ci sarebbero vampiri che
riuscirebbero
a sedurre donne umane senza ucciderle >>,
spiegò Carlisle.
<<
Ho
imparato che una leggenda, è solo una parola per nascondere
un fatto reale. Quindi
sono sicura che esitano altri mezzi vampiri >>, dissi io
certa.
<<
Allora
li troveremo >>, disse Edward cingendomi il fianco destro.
Dopo che
Rosalie, portò Aurora a giocare, Carlisle, mi
ricordò il favore che mi aveva
chiesto.
<<
Bella,
hai chiesto a Leah di farsi visitare da me? >>, chiese
speranzoso.
<<
Perdonami
Carlisle, mi è proprio passato di mente. La chiamo subito
>>, dissi
dirigendomi al telefono.
Quando
chiamai a casa sua, Sue mi disse che la figlia aveva detto che andava a
casa di
Jacob. Ma quando telefonai a casa Black, Billy mi disse che Jacob era
uscito
insieme a Leah.
La questione
non mi quadrava. Leah ormai, non era più un licantropo, o
almeno non si
trasformava più in un grosso lupo e per di più il
suo corpo femminile aveva
ripreso, le sue normali funzioni. Quindi non mi spiegavo cosa stesse
facendo
con Jacob. Era da quando eravamo tornati, che quei due si comportavano
stranamente.
<<
A
cosa stai pensando? >>, mi chiese Edward avvolgendomi da
dietro con le
sue braccia.
<<
Leah
non è a casa sua e Billy ha detto che Jacob è
insieme a Leah >>, lo
informai.
<<
E
allora? >>, chiese perplesso.
<<
Leah
non è più un licantropo, quindi non ha motivo di
uscire con Jacob e per di più,
non si sono mai potuti sopportare a vicenda più di tanto
>>, dissi
esponendo i miei dubbi. << Comunque andrò alla
riserva a cercarla >>.
<<
Non
ce ne bisogno. Suo fratello Seth sta arrivando qui >>,
disse Edward
voltandosi verso la porta.
Dopo poco
sentimmo bussare alla porta. Esme andò ad aprire sorridente,
con un vassoio di
biscotti appena sfornati in mano.
<<
Benvenuto
Seth >>, disse porgendogli il vassoio.
<<
Grazie
Esme. Ma così mi vizi >>, disse sorridente,
prendendo una manciata di
biscotti.
Seth, mi
ricordava molto Jacob ragazzino di un anno fa, prima del suo sviluppo
esagerato.
<<
Ehi
amico! >>, disse rivolto ad Edward.
<<
Seth…
è un piacere rivederti >>, disse Edward con
una pacca sulla spalla.
<<
Bella,
sei favolosa >>, disse poi squadrandomi dalla testa ai
piedi.
<<
Calma
amico. Potrei esserne geloso >>, disse scherzando Edward.
<<
Quindi
significa che voi due… >>, disse indicandoci
con un dito.
<< Esatto >>,
rispose orgoglioso Edward.
<<
Sono
contento >>, disse Seth felice.
<<
Seth,
ho chiamato a casa tua. Cercavo Leah >>, chiesi.
<<
No
ti prego non voglio più sentire nominare il nome di mia
sorella >>, disse
disperato mettendo le mani avanti.
Intanto
Edward sghignazzò, per i pensieri che sicuramente stavano
passando per la testa
di Seth.
<<
Come
mai? >>, chiesi io ancora all’oscuro di tutto.
<<
Ti
capisco amico. Anche io non vorrei mai leggere dei pensieri del genere
su mia
sorella >>, disse Edward scoppiando a ridere.
<<
Tu
ridi? Questa notte l’ho persino sognata!! >>,
disse isterico.
<<
Volete
far capire anche a noi o dobbiamo indovinare? >>, chiese
Alice curiosa.
Aveva
lasciato il tavolo per capire di cosa Edward e Seth stessero parlando.
Non
conoscere gli eventi prima degli altri, le dava fastidio.
<<
Jake
e Leah, hanno avuto l’impriting! >>,
sbottò Seth.
<<
Cosa??
>>, chiesi io incredula.
<<
Quando
si sono rivisti all’aeroporto, tra di loro è
scattato l’impriting. Il
consiglio, dice che è qualcosa di sconvolgente.
Perché non era mai successo
prima d’ora, che scattasse un doppio imprinting
>>, spiegò Seth.
<<
Cioè
vuoi dire che Leah ha avuto l’impriting con Jacob e
viceversa? >>, chiesi
io per chiarire.
<<
Si.
Gli anziani credono, che sia l’impriting più
potente che ci sia stato in tutta
la storia dei Quiliute >>, continuò a spiegare
lui.
<<
A
quanto pare però, i vostri anziani non si spiegano come sia
potuta accadere una
cosa simile >>, constatò Edward, sicuramente
dopo aver letto un pensiero
di Seth.
<<
Cosa
non si spiegano? >>, chiesi io.
<<
Solo
i licantropi sono soggetti all’impriting. E Leah, non
è più un licantropo visto
che il suo corpo ha ripreso ad invecchiare, ma ciò che turba
ancora di più gli
anziani e che non si spiegano come abbia fatto Leah a ritornare umana
così
velocemente, specie vivendo a stretto contatto con una vampira
>>, disse
Seth.
<<
Ci
potrebbero essere molte spiegazioni, ma come ho detto a Bella, mi
servirebbe
che Leah si lasciasse visitare >>, disse Carlisle
intervenendo nel
discorso.
<<
Ecco
perché la cercavo >>, dissi io.
<<
Sinceramente
non la vedo da ieri sera… per fortuna >>,
commentò sussurrando le ultime
parole.
Ma al nostro
udito anche quel sussurro era forte e chiaro.
<<
Ma
si può sapere cos’hai contro tua sorella? Insomma
è arrivata solo ieri
pomeriggio e voi bisticciate di già? >>, dissi
io spazientita.
<<
Magari
avessi litigato >>, disse Seth.
<<
E
allora qual è il problema? >>, chiesi.
<<
Da
quando è rientrata a casa non ha fatto altro che parlare di
Jacob. Jacob di
qui, Jacob di lì… Quanto è gentile
Jacob. Mia madre ha subito capito cosa le
fosse successo, ed era al settimo cielo. Non ce la facevo
più ad ascoltarle e
così sono uscito di ronda. Ma appena mi sono trasformato ho
intercettato i
pensieri di Jacob… e bleh!! Credimi Bella, non vorresti mai
sentire certi
pensieri su tua sorella. Per tutta la notte Jacob non ha fatto altro
che
pensare e parlare di Leah; quando sono tornato a casa per dormire, ho
avuto
l’incubo più brutto della mia vita. Baciavo mia
sorella! >>, disse
esasperato coprendosi il viso.
Una risata
soffocata, si trasformò pian piano in una risata generale,
che coinvolse anche
me.
Non
immaginavo che l’impriting fosse così potente e mi
dispiaceva per Seth e per i
pensieri che era costretto a leggere, nella mente del suo capobranco.
<<
Cosa
c’è di tanto divertente? >>, disse
una voce sulla soglia della porta di
ingresso, lasciata aperta da Seth.
<<
Jake!
>>, dissi io felice di rivederlo.
<<
Ciao
Bella >>, disse abbracciandomi, una volta che lo
raggiunsi.
<<
Bella
>>, disse tranquilla Leah, venendo avanti da dietro le
spalle di Jacob.
<<
Leah
cercavo proprio te >>, dissi io facendola accomodare.
<<
Ah
si? Per quale motivo? >>, chiese lei curiosa.
<<
Carllisle,
avrebbe il desiderio di visitarti. Sai per dare una spiegazione al tuo
cambiamento e a quello che ti è successo ieri
>>, dissi io tranquilla.
<<
E
di preciso cosa sarebbe successo ieri? >>, disse con
finta innocenza.
Ma fu
tradita dalle sue guance che si imporporarono e dallo sguardo truce,
che Jacob
stava inviando a Seth.
<<
Dai
Seth ci ha raccontato tutto, quindi ora non fate gli innocentini
>>,
dissi sghignazzò Emmett.
Ero felice
che ora il cuore di Leah, fosse pieno d’amore, di un amore
ricambiato. Come ero
anche felice, che finalmente Jacob aveva trovato la sua esatta
metà.
<<
Hai
una lingua troppo lunga >>, disse Leah rivolto al
fratello.
<<
Dai
prima o poi l’avrebbero scoperto >>, disse Seth
indicando Edward.
Entrambi
fecero un sospiro e dopo essersi guardati per pochi istanti, fu Jacob a
parlare.
<<
Visto
che sapete già tutto, non c’è bisogno
che noi ripetiamo quello che avete già
ascoltato da Seth >>.
<<
Io
e Jacob stiamo insieme >>, disse Leah soddisfatta e
stringendo la mano di
Jacob.
<<
Sono
davvero felice per voi >>, dissi abbracciandoli entrambi.
<<
Si,
si, va bene >>, disse Leah staccandosi
dall’abbraccio imbarazzata. <<
Comunque sono venuta qui, per trovare
Aurora e non per le ufficializzazioni o per visite mediche
>>, disse
guardandomi male e cercando di farmi capire che non era ben disposta a
farsi
visitare.
<<
Ma
Leah… >>, provai a replicare.
<<
Niente
ma. Oggi non voglio sottopormi a nessuna visita.
Dov’è Aurora? >>, disse
guardandosi intorno e per cambiare discorso.
Ora che lo
notavo, Rosalie era sparita con Aurora.
<<
È
di sopra con Rosalie >>, disse Esme. << Le
sta sistemando i capelli
e le sta provando qualche vestitino nuovo >>.
Ma come se
l’avessimo chiamata, Rosalie si materializzò sulle
scale, con Aurora fra le
braccia.
La piccola
indossava un vestitino pieno di pizzi e tulle, con le spalline sottili
e una
gonna molto vaporosa. Il colore viola-blu del vestito, le esaltava la
carnagione e i boccoli che le aveva fatto Rosalie.
<<
Oh,
oh >>, disse Jacob.
Mi girai per
chiedergli cosa fosse successo e mi indico con lo sguardo Seth.
<<
Ne
abbiamo perso un altro >>, disse Jacob.
Lo sguardo
di Seth era identico a quello ce avevo visto il giorno prima, sul viso
di Jacob
e Leah.
Era come se
si fosse estraniato dal mondo. I suoi occhi brillavano di una luce
particolare,
era come se stesse ammirando la cosa più bella che avesse
mai visto in vita
sua. Come un cieco, che vede per la prima volta il sole.
<<
No,
no, no, no, no! Non guardare così la mia bambina
>>, dissi mettendomi
davanti a Rosalie e ad Aurora.
Ma Seth era
come se non mi avesse visto o sentito.
<<
Seth!?
>>, lo chiamò Edward tirandolo per un braccio.
Seth che
sembrò
ridestarsi da un sogno fantastico, si sentii per un attimo disorientato.
<<
Ehm…si?
>>, chiese continuando a fissare Aurora.
<<
Amico
credo che tu sia nei guai >>, disse Jasper ridendo.
|
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Capitolo 42 *** capitolo 42 ***
CIAO
RAGAZZE E RAGAZZI… AVEVO QST CAPITOLO
PRONTO Già DA QUALCHE GIORNO, MA NON AVEVO IL TEMPO DI
POSTARLO.
GRAZIE
PER AVER RAGGIUNTO I 20 COMMENTI, ANCHE
SE QUALCUNO HA PRESO LA MIA RICHIESTA COME UN VERO E PROPRIO
RICATTO…MI
DISPIACE IMMENSAMENTE, VOLEVO SOLO SENTIRE LA VOCE DI ALTRI LETTORI CHE
DI
SOLITO NON RECENSISCONO MAI.
MA A
QUANTO PARE HO SBAGLIATO!!!
CHIEDO
PERDONO….
VI
LASCIO AL CAPITOLO…
MAI
METTERSI CONTRO ALICE
POV
BELLA
Ero chiusa
nella camera di Edward e stringevo Aurora tra le mie braccia.
Dopo aver
ringhiato come un animale inferocito e aver quasi perso la pazienza nei
confronti di Seth, avevo preferito allontanarmi da lui, prima che
commettessi
qualche sciocchezza.
<<
Bella
ragiona. Per Aurora non potevi sperare di meglio >>.
Jacob mi aveva
raggiunto dopo pochi minuti, affiancato da Edward e cercava in tutti
modi di
farmi ragionare.
<<
Non
ho mai amato i matrimoni combinati >>, dissi stufa di
quel discorso.
La rabbia
del momento, non accennava a passare e di certo vedere Jacob,
trasformarsi in
Seth per opera del potere di Aurora, non aiutava affatto.
<<
Aurora,
per favore riporta Jacob alle sue sembianze naturali >>,
chiesi con tutta
la calma che riuscivo a recuperare.
A quanto
pare, anche lei era rimasta affascinata da Seth e voleva tornare
giù per
conoscerlo meglio.
<<
Non
è un matrimonio combinato! >>,
sbottò Jacob. << E a quanto pare
Aurora ha reagito come ogni donna, quando un licantropo ha
l’impriting con loro
>>.
<<
Ma
Aurora non è una donna, è una BAMBINA
>>, dissi alzando un po’ la voce.
Il mio grido
spaventò Aurora, infatti dopo pochi secondi
iniziò a singhiozzare.
<<
No
piccola perdonami. Non grido più te lo prometto
>>.
Dopo un
po’
di coccole si calmò.
<<
Forse
è meglio se la lasci con Alice o Rosalie >>,
consigliò Edward.
L’istante
dopo, neanche se le avessi chiamate le sorelle di Edward, entrarono
nella
stanza.
<<
Rosalie
la lascio a te. A quanto pare sei l’unica concorde alla mia
opinione >>,
dissi mettendole Aurora fra le braccia.
<<
Non
posso crederci che non ti fidi di me > >, disse offesa
Alice.
<<
Non
ora >>, dissi chiudendo la porta in faccia al suo broncio.
La
verità,
era che in quel momento mi fidavo più di Rosalie, che di
Alice; il motivo era
semplice, nessuno tranne Rosalie e me, aveva reagito male
all’impriting di
Seth.
Mi girai
lentamente conscia del mio viso contratto dalla rabbia. Ora che Aurora
non era
con me, ero libera di poter strangolare il mio migliore amico e
chiunque si
fosse alleato con lui.
<<
Dai
su Bella! Non ti ricordavo così melodrammatica. Forse il
veleno da vampira ti ha
fatto andare in pappa il cervello? >>, disse scherzando
Jacob per
tagliare l’atmosfera densa che si era creata nella stanza.
Edward era
presente a quella discussione, solo per assicurarsi che io non
commettessi
nessuna sciocchezza, di cui mi sarei pentita dopo. Come uccidere il mio
amico.
Ma il motivo
più essenziale, era che entrambi non riuscivamo a stare
distanti, uno
dall’altro.
<<
Oh
no… il mio cervello funziona più che bene.
È quello di voi licantropi che deve
avere qualche problema >>, risposi alla sua provocazione.
<<
Insomma
basta con tutta questa messa in scena! Ascoltami un minuto senza dar
aria a
quella lingua velenosa >>, sbottò Jacob.
<< Al
tuo fianco hai una persona che ti ama >>,
disse indicando Edward. << Ti ha sempre difesa da ogni
pericolo e che
darebbe la vita per te. E di questo tu sei felice, vero?
>>.
Era la prima
volta, che sentivo Jacob parlare tranquillamente del rapporto mio e di
Edward.
<<
Si,
ma è diverso >>, dissi capendo il suo discorso.
<<
Ma
in cosa è diverso. Seth l’amerà come
fosse l’unica donna sulla terra. La
rispetterà come fosse un angelo sceso in terra. La
difenderà a costo della sua
vita, ogni momento della sua vita. La renderebbe felice,
perché il suo unico
interesse, sarà vederla sorridere ogni istante della
giornata. Asciugherà le
sue lacrime, quando qualcuno o qualcosa la farà soffrire e
sarà il suo complice
per ogni assurdità che riuscirà ad inventare.
Quindi Bella dimmi, in cosa è
diverso? E non augureresti ciò alla tua bambina?
>>, disse serio.
Mentre
parlava gli si illuminavano gli occhi, ed ero sicura che stava
descrivendo
l’amore che lui provava per Leah. Ma a quanto pare, ogni
impriting portava alle
stesse emozioni.
<<
Jake,
l’hai detto tu stesso. Io augurerei ciò ad ogni
ragazza su questo pianeta e
ancor di più a mia figlia. Ma lei è una bambina
>>, dissi dopo aver
ritrovato la calma con le parole di Jacob.
<<
Bella
non essere assurda ora. Ma veramente pensi che Seth ora provi quel tipo
di
attrazione nei confronti di Aurora? Seth ora, sarà solo il
miglior compagno di
giochi per lei. Quando crescerà sarà suo fratello
e amico, lui sarà sempre
pronto a consigliarla. Una volta adulta sarà il fidanzato
perfetto >
>, disse Jacob sorridendo.
Il suo
discorso era giusto. Seth aveva tutto il tempo del mondo per aspettare
la
crescita di Aurora. Fino a quando fosse stato un licantropo, lui
sarebbe stato
immortale come noi vampiri. E anche se il discorso di Jacob mi aveva
ammorbidita abbastanza per accettare l’impriting di Seth,
qualcos’altro turbava
i miei pensieri, qualcosa in tutto questo che non potevo accettare.
<<
E
se Aurora una volta adulta non corrispondesse ai suoi sentimenti?
>>,
chiesi curiosa.
<<
Noi
pensiamo che l’impriting sia una qualche magia che lega con
un doppio filo. Nel
senso che la ragazza in questione abbia un qualcosa che assomiglia ad
un colpo
di fulmine o che comunque una qualche attrazione la spinga verso colui
che ha
avuto l’impriting con lei. Ma se così non fosse,
perché mai Aurora dovrebbe
rifiutarlo? Lui sarà tutto per lei e nessuno
potrà completarla, come lui completerà
lei. Ma nel caso lei non corrispondesse i sentimenti, Seth la
lascerà andare
augurandole ogni bene, nonostante la sua sofferenza sarà
terribile >>,
disse spaventato.
Ero certa
che aveva immaginato cosa significasse lasciare andare il soggetto del
proprio
impriting.
<<
Non
temere. Fortunatamente anche lei ha avuto l’impriting verso
di te >>,
disse sorridendo Edward, dando una pacca sulla spalla del mio amico.
Edward mi
aveva confermato i pensieri di Jacob.
<<
E
si! Devi proprio ringraziare la fortuna. Perché se
così non fosse stato, a
quest’ora lei non sarebbe con te e ti avrebbe fatto passare
le pene
dell’inferno >>, dissi io sghignazzando.
<<
Simpatici
>>, disse Jacob alzandosi dal divano in pelle nera di
Edward.
Quello
scambio di battute tra Edward e Jacob, mi aveva reso felice. A quanto
pare
Jacob non odiava più i Cullen e soprattutto non odiava
Edward.
L’amore
aveva la capacità di rendere felice ogni situazione.
Scendemmo
giù nel salone, dove tutti ci aspettavano riuniti.
Leah aveva
un braccio sulle spalle di Seth. Quest’ultimo guardava con
grande interesse il
tappeto sotto i suoi piedi e quando ci sentii scendere non
alzò lo sguardo
triste.
Rosalie era
in cucina a far mangiare Aurora, lo sentivo dal buon profumo di sangue
umano
appena riscaldato, che fece ardere una fiamma nella mia gola.
Mi distrassi
subito e continuai ad esaminare la stanza.
Jasper si
stava rilassando da una posizione tesa che aveva assunto, quasi
sicuramente per
colpa della mia sete e delle mie emozioni. Edward gli stava sorridendo,
dandogli
un pugno amichevole sulla spalla. << Sensazionale, vero?
>>, disse.
Jacob
tornò
sorridente dalla sua Leah che lo accolse con bacio e intrecciarono le
loro mani.
<<
Tutto
a posto >>, sussurrò Jacob
all’orecchio di Seth, che subito mi guardò
sorridente e corse in cucina da Aurora, seguito da Edward.
Carlisle era ben posizionato sul
divano, immerso nella
lettura di un grande libro dall’aspetto antico.
Esme aveva
preso il posto di Jasper, ad aiutare Alice con quelle decine e decine
di
lettere che aveva fra le mani. Emmett invece, era impegnato a metterle
con
ordine in una sacca.
<<
Ma
si può sapere cosa state facendo? >>, chiesi
curiosa.
Ma Alice
senza degnarmi di una risposta, mi passò davanti consegnando
una lettera nelle
mani di Jacob.
Ovviamente
era ancora arrabbiata con me.
<<
Questo
è l’invito per la festa di diploma e bentornato,
che faremo sabato prossimo >>,
disse sorridendo ai miei amici.
Una festa di
diploma con settimane di ritardo era strana, ma poteva anche andare, ma
ciò che
suonava strano in quella sua spiegazione era la parola “
bentornato ”.
Una festa di
bentornato, si faceva sempre, in onore di qualcuno che era stato via e
che dopo
molto tempo era tornato.
In quel
momento cercavo di capire per chi fosse quella festa, per poi arrivare
all’ovvia
conclusione che chi era andata via da Forks, per poi fare ritorno dopo
un lungo
periodo, ero io.
In un
secondo arrivai al tavolo delle lettere e strappai di mano
l’ultima lettera che
Emmett stava riponendo nella sacca.
Con orrore
lessi il suo contenuto.
Siamo
felici di invitarti a casa Cullen,
per
la festa di diploma. In occasione, si svolgerà anche la
festa di bentornato, in
onore di Isabella Swan.
Vieni
a festeggiare!!!
Erano poche
righe scritte a mano, che ebbero la capacità di
terrorizzarmi.
Non amavo le
feste, tantomeno se io ero al centro dell’attenzione.
<<
EDWARDDD
>>, gridai isterica e tutti gli sguardi furono puntati su
di me.
<<
Amore
cosa è successo >>, disse affiancandomi in un
istante.
<<
Lei…
>>, dissi indicando Alice. <<
TU… >>, dissi accusandolo. Lui
sapeva tutto e non mi aveva detto niente. <<
Io… >>, dissi senza
terminare nessuna frase per la voglia, che avevo di piangere per la
rabbia.
<<
Alice,
ti avevo detto di chiederle il permesso >>, disse
infuriato Edward.
Mentre
notavo che Emmett se la svignava con il sacco pieno di lettere.
<<
Io
non verrò a nessuna festa >>, dissi impuntando
i piedi.
<<
Oh
si che lo farai. È la tua festa e quindi ci sarai
>>, disse Alice con
tono di sfida.
<<
Non
è la mia festa. È la festa per i diplomi e io
vorrei ricordarti che non mi sono
diplomata >>, dissi con un sorriso vittorioso.
<<
Al
dire la verità Bella, oggi io e tuo padre siamo andati a
parlare con i
professori e con il preside. La settimana prossima sosterrai gli esami
>>,
disse Carlisle.
Ero felice
di questa notizia. Anche io avrei avuto il mio diploma e studiare tutti
gli
arretrati in pochi giorni, per me, non sarebbe stato un problema.
<<
Visto?
>>, disse con un sorrisetto Alice.
Volevo chiedere
a Carlisle, cosa avessero raccontato ai miei professori e al preside
sulla mia
scomparsa, ma ora ero impegnata in una lotta, da cui non potevo
distrarmi.
Avrei chiesto spiegazioni più tardi.
<<
Non
vedo la necessità di fare una festa del diploma a
più di due settimane di
distanza >>, chiesi.
<<
Perché
questa città è un mortorio ed una festa
è quello che ci serve. E visto che
nessuno ha festeggiato decentemente il proprio diploma, io
organizzerò una
festa che passerà alla storia >>, disse
orgogliosa di se stessa.
Stavo
perdendo questa battaglia, ma non potevo arrendermi così
facilmente.
<<
Sicuramente
molti ragazzi saranno partiti per le vacanze >>, dissi io
cercando di
aggrapparmi sugli specchi.
<<
Ti
sbagli. Sono ancora tutti a Forks. Solo una certa Anna è
partita >>,
disse lei assaporando il gusto della vittoria.
<<
Okay,
hai vinto. Organizza la tua stupida festa, tanto io non ci
sarò. Nessuno sa
ancora che sono tornata a Forks, quindi nessuna festa di bentornato
>>,
dissi io sicura di aver scelto la carta vincente.
<<
Ti
sbagli. Tutti a Forks sanno del tuo ritorno. Charlie l’ha
detto a tutto il
distretto e uno dei professori, è cliente del negozio dei
Newton, questo
pomeriggio è andato da loro per comprare una nuova tenda e
ha comunicato la
bella notizia. È inutile dire che l’hanno subito
riferito a tutti i loro
clienti e al loro figlio Mike, che ha subito chiamato Jessica e gli
altri >>,
disse facendomi il reso conto di come il mio ritorno era stato reso
pubblico.
La mia
pazienza stava per esaurirsi, combattere contro Alice era estenuante ed
inutile. Lei prevedeva ogni mia domanda e aveva già la sua
risposta pronta.
Questa festa
sembrava obbligatoria, ma forse esisteva una salvezza.
<<
Per
fare una festa di bentornato, hai bisogno del festeggiato. Ma ti
comunico, che
io quella sera non sarò presente. Ti conviene non spedire
quegli inviti >>,
dissi fiera.
<<
Tu
ci sarai. Perché gli inviti sono stati già
spediti >>, disse lei
saccente.
<<
Cosaaa??
>>, chiesi incredula.
<<
Proprio
in quest’istante Emmett, ha consegnato l’ultima
lettera >>, disse
trionfante.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
|
Vampire_Twilight
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
11/05/10,
ore 10:43 - Capitolo 41: capitolo
41
|
QUI
DIVERSAMENTE CHE IN BD, BELLA è STATA Più
FLESSIBILE, ANCHE perché SI è LASCIATA CONVINCERE
DALLE PAROLE DEL SUO MIGLIORE AMICO…SPERO DI NON AVERTI
DELUSA PER LA SUA REAZIONE…BACI
|
|
|
|
fabiolina
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
08/05/10,
ore 19:09 - Capitolo 41: capitolo
41
|
GRAZIE…SONO
CONTENTA CHE TI PIACCIA LA MIA IDEA DI IMPRITING TRA SETH E
AURORA…PER ORA CI SARANNO ALCUNI CAPITOLI QUASI
TRANQUILLI…MA IL BELLO ARRIVERà
PRESTO…BACI
|
|
|
|
Fortheternity
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
08/05/10,
ore 15:09 - Capitolo 41: capitolo
41
|
DAI
NON VOLEVA ESSERE UNA MINACCIA….CMQ LEAH NON è
FREDDA NEI CONFRONTI DI BELLA, LE è SOLO STATO CHIESTO
QUALCOSA CHE NON LE ANDAVA E LEI HA REAGITO CON IL SUO BEL
CARATTERINO…BACI
|
|
|
Isotta
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
08/05/10,
ore 14:01 - Capitolo 41: capitolo
41
|
NO
NO…NON AVREI MAI ABBANDONATO LA STORIA SE NON ARRIVAVO ALLE
20 RECENSIONI…E HAI RAGIONE NON LO FARò
Più PER RISPETTO DI VOI LETTORI CHE RECENSITE
SEMPRE…CMQ SAI CHE HAI SOSTITUITO TUTTE LE r CON LE l???
FORSE HAI UN VIRUS CHE TI HA MODIFICATO LA LINGUA DELLA
TASTIERA….BACI
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ornella
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
07/05/10,
ore 22:19 - Capitolo 41: capitolo
41
|
OK
CHIEDO PERDONO SE LA MIA RICHIESTA, TI è SEMBRATO
Più UNO SPORCO RICATTO…PERDONATA?? HAI RAGIONE MI
DOVREBBERO GRATIFICARE LE QUASI QUATTROCENTO PERSONE CHE LEGGONO LA MIA
STORIA E HAI RAGIONE ANCHE, CHE MAGARI 20 RECENSIONI CHE DICONO LA
STESSA COSA NON SONO UTILI, MA ANCHE SE DICONO LA STESSA COSA, MI FANNO
CAPIRE SE è PIACIUTA L’IDEA O SE HANNO QUALCHE
TIPO DI ASPETTATIVA. SE ESISTESSE UN CONTATTO DIRETTO CON
L’AUTRICE DI UN LIBRO CHE STO LEGGENDO, SAREBBE UNA COSA
FANTASTICA. CMQ CHIEDO DI NUOVO SCUSA, SE TI HO COSTRETTA A
RECENSIRE…BACI
|
|
aurora
julia
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
07/05/10,
ore 21:59 - Capitolo 41: capitolo
41
|
UH
CHE BELLO…UNA LETTRICE CON LO STESSO NOME DEL MIO
PERSONAGGIO…CHE NE DICI, TI PIACE COME HO DESCRITTO LA MIA
AURORA??? CMQ OVVIAMENTE AURORA SI RICORDERà DEI SUOI VERI
GENITORI, MA VORRà ANCHE MOLTO BENE A QUELLI ADOTTIVI.
BACI…
|
|
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** capitolo 43 ***
Buonasera
a tutti…. mi dispiace, ma sto per darvi una brutta notizia.
Purtroppo per via
dello studio, non potrò aggiornare per un po’ di
tempo. Devo assolutamente
mettermi a studiare seriamente, perché giugno e luglio sono
due mesi di fuoco
all’università per gli esami.
Non
so
quando avrò il tempo di scrivere un nuovo capitolo, ma vi
prometto che appena
trovo il tempo scrivo il prossimo.
Sinceramente
ho preferito prendermi una pausa dopo questo capitolo,
perché dal prossimo
succederanno nuovi eventi nella storia e quindi preferivo lasciarvi con
un
capitolo tranquillo piuttosto che con uno movimentato…
Mi
dispiace tantissimo…
FESTA
POV
BELLA
Tornai a
casa esausta. Ovviamente non letteralmente.
Tra
l’impriting e la festa di Alice, la giornata non era stata
semplice da
superare.
Ciò
che non
valutai, fu la sfortuna dell’incontro casuale, che mi
investii ad un centinaio
di metri da casa mia.
Edward stava
riaccompagnando me ed Aurora, con la sua volvo. Eravamo tutti e due
troppo
impegnati a parlare e divertirci delle facce buffe di Aurora, per
accorgerci
chi dalla parte opposta del semaforo, ci fissava con aria sbalordita e
irritata.
<<
Oh
no Charlie >>, dissi io fissandolo.
Ormai
abbassarmi per nascondermi sotto il cruscotto, come una dodicenne non
sarebbe
servito a niente.
La giornata
non era finita, sicuramente una volta arrivata a casa, avrei dovuto
subirmi la
sfuriata di mio padre.
A lui non
piaceva l’idea che io potessi ritornare con Edward. E non mi
serviva di certo
il potere di Edward per scoprirlo.
Seguivamo
l’auto della polizia, che stava percorrendo il nostro stesso
tragitto. Quando
Charlie parcheggiò nel vialetto, scese dall’auto
senza neanche guardarci e
entrò a passo di carica dentro casa.
<<
Edward
forse è meglio se vada solo io. Mi sarà
più facile calmarlo >>, dissi
guardandolo negli occhi.
<<
Sicura?
>>, disse lui percependo i pensieri infuriati di mio
padre.
Accennai la
mia risposta con un cenno positivo della testa.
<<
Ok >>,
disse sfiorandomi velocemente le labbra per paura che mio padre ci
stesse
spiando dalla finestra.
Percorsi il
vialetto ghiaioso, con passo lento, stringendo al petto Aurora
sorridente.
La povera
piccola non era cosciente della tempesta a cui avrebbe dovuto assistere.
Entrai in
casa guardandomi in torno come fossi stata una ladra che entrava in una
casa
sconosciuta. Con enorme sorpresa, trovai mio padre seduto sul divano
con una
birra in mano, che guardava una partita in televisione.
<<
Ciao
papà >>. Dissi innocentemente.
<<
Ciao
>>, disse atono e guardando di sfuggita la piccola che lo
guardava
sorridente.
Il suo era
un chiaro messaggio. Avremmo rimandato la discussione, quando Aurora si
sarebbe
addormentata.
<<
Ehi
piccolina, vuoi venire con il nonno a guardare un po’ di
cartoni animati? >>,
disse con un tono davvero felice.
La piccola
si pretese verso di lui.
<<
Aurora
ricorda. Niente morsi e niente illusioni >>, dissi
velocemente con una
tonalità troppo bassa, per essere udita dal debole udito
umano di Charlie.
Li lasciai
soli in salotto, mentre mi avviai in cucina per preparare qualcosa da
mangiare
a mio padre.
Nel frigo
trovai un po’ di pesce e decisi di fare uno dei suoi piatti
preferiti per
addolcirlo un po’.
Quando
tornai in salotto per comunicare che la cena era pronta, trovai Charlie
fissare
incantato, il volto di Aurora entrata nel mondo dei sogni.
<<
La
cena è pronta >>, dissi in silenzio.
Si
alzò
piano dal divano per non svegliarla.
<<
Vuoi
darla a me? >>, dissi premurosa.
<<
No
la porto io di sopra >>, disse avviandosi verso le scale.
Lo seguii in
silenzio e quando fu davanti alla porta aperta della mia camera, rimasi
sbalordita da ciò che vidi.
Una
bellissima culla in legno di ciliegio, con vari orsetti e farfalle
intagliate
nel legno, affiancava il mio letto.
Charlie mise
delicatamente Aurora nella culla, coprendola con una stupenda coperta
rosa,
tutta ricamata.
La
riconoscevo, era la culla di quando io ero bambina. Anche le coperte
erano le
stesse e nonostante avessero diciotto anni erano perfettamente in buono
stato.
Ovviamente
riconoscevo questi oggetti, non
perché
avessi ricordi dei miei primi mesi di vita, ma solo perché
sul caminetto erano
disseminate le mie foto da bambina ovunque. Non ero mai riuscita a
convincere
mio padre ad eliminare dalla visuale di tutti, tutte quelle foto che mi
raffiguravano da quando avevo soli pochi mesi, fino ad arrivare
all’anno
scorso. Ogni estate mio padre mi costringeva a posare davanti alla sua
macchina
fotografica e io dovevo fingere il mio miglior sorriso.
La mia culla
era stata fatta interamente da Charlie, sotto l’occhio vigile
di Billy. Infatti
Billy era un vero talento nello trasformare grezzi pezzi di legno, in
vere e
proprie sculture.
Mia madre mi
raccontava sempre, di come mio padre era orgoglioso di esser riuscito a
costruire una culla, bella e solida da solo per la sua bambina.
Peccato
però,
che poi fu utile solo per pochi mesi, vista la decisione di mia madre
di andare
via da Forks e portarmi via con lei.
Nella
penombra della stanza, vidi chiaramente il suo sorriso soddisfatto.
<<
Finalmente
una bambina ci crescerà dentro >>,
bisbigliò Charlie, ignorando che io
potessi udirlo.
Lentamente
si girò e si allontanò dalla culla molto
silenziosamente, uscendo dalla stanza.
<<
Buonanotte
Bella >>, disse un po’ freddamente.
<<
Papà
aspetta parliamone >>, dissi supplichevole.
Certo mio
padre aveva deciso di non affrontare l’argomento e io
sembravo una pazza
masochista, che aveva deciso di affrontare la sua furia. Ma dovevo
farlo per il
mio bene e soprattutto il suo, non potevo sopportare la sua espressione
delusa.
Si
fermò di
colpo e mi guardò sorpreso. << Di cosa
dovremmo parlare? >>, disse
retorico. Infatti senza aspettare nessuna mia risposta,
continuò a farmi
domande a cui non serviva risposta. << Di come lui ti
abbia lasciato un
anno fa? A come ti sei ridotta per colpa sua? O forse a ciò
che ti è successo
dopo. Ma come hai potuto riaccettare nella tua vita una persona che ti
ha fatto
così del male? >>.
Capivo la
sua rabbia e le sue perplessità nei confronti di Edward. Lui
non conosceva i
veri motivi di tutto quel dolore.
<<
Papà
io capisco che per te sembra irrazionale tutto questo. Ma non
è come tu pensi.
La mia vita è cambiata quando io ho deciso di venire a
Forks. Se non fosse per
lui, io sarei morta nel parcheggio della scuola schiacciata dal
furgoncino di
Tayler e tu ora porteresti dei fiori sulla mia tomba. Quel giorno,
avevo due
opzioni da scegliere, o credevo di essere stata salvata da un miracolo,
oppure
scavare più a fondo per conoscere la verità. Ho
scelto la seconda e la mia
decisione mi ha fatto intraprendere una strada che mi ha portato a
conoscere
segreti e vivere esperienze che nessun essere umano, pensa mai di
scoprire o di
vivere. Hai ragione, Edward ha contribuito in tutto questo; ma sono io
che ho
deciso a tutti i costi di scoprire i suoi segreti. Sono io che quando
li ho
scoperti, li ho accettati, non lui. Lui ha solo cercato di
allontanarmi, senza
successo e quando
ha deciso di stare con
me, si è sempre e solo preoccupato della mia salvezza,
purtroppo una qualche
sfiga cosmica mi ha scambiato per il suo bersaglio preferito, e quando
Edward
per la seconda volta, non è riuscito ad evitare la
catastrofe, si è incolpato
di tutto e ha pensato di lasciarmi per il mio bene. Tutto
ciò che è venuto
dopo, è avvenuto solo per colpa della mia testardaggine.
Quindi papà, lui non è
colpevole di niente. Edward mi ama e io amo lui con una forza, che va
al di
sopra di ogni sentimento. Io ora sono felice, completa. Ti prego
papà sii
felice anche tu per me >>, dissi avvicinandomi a lui.
Mi
fissò
negli occhi per qualche istante, cambiando molte espressioni. Sapevo
che le mie
parole avevano fatto sorgere nella sua testa tante domande, ma preferii
non
chiedere niente e si limitò ad abbracciarmi.
<< Si bambina mia >>,
disse accarezzandomi la schiena. Poi allontanandosi da me percorse
l’ultimo
pezzo di corridoio che lo divideva dalla sua camera.
Con la mano
sulla maniglia, per tenere la porta aperta, si girò e disse
le ultime parole
minaccioso. << Ma avvisalo. Se riprova a farti soffrire,
lo inseguirò
fino in capo al mondo, dimenticando di essere un uomo di legge
>>. Detto
questo entrò in camera richiudendosi la porta alle spalle.
Non potei
far a meno che sorridere. Non avevo mai sentito mio padre minacciare
qualcuno.
<<
Dovrò
stare attento >>, sussurrò la
sua
voce suadente al mio orecchio, mentre le sue braccia mi circondarono la
vita.
<<
Lo
hai sentito. Ti conviene stare molto attento. Sarai anche
antiproiettile, ma
mio padre troverebbe il modo di ucciderti >>, dissi
minacciandolo con un
velo di sarcasmo.
<<
Allora
dovrò trattarti con i guanti d’oro ed esaudire
ogni tuo desiderio >>,
disse iniziando a baciarmi il collo.
<<
Potrei
viziarmi >>, dissi appoggiando la mia testa sulla sua
spalla, per esporre
di più il collo.
<<
Correrò
il rischio >>, disse girandomi verso di lui , prima di
abbandonarsi
completamente alle mie labbra.
<<
Alice
non vengo a fare shopping >>. Era la decima volta che
ripetevo a quella
vampira pestifera seduta sul mio letto che non sarei andata a fare
shopping con
lei.
<<
Bella,
tra due giorni è la festa e tu non hai niente da metterti
>>, disse
guardando il mio armadio.
<<
Tra
due giorni ci sarà anche la festa, ma io domani ho
l’esame >>.
Erano cinque
giorni che memorizzavo tutto il programma, un’impresa
umanamente impossibile.
La particolarità era proprio questa, una mente umana, non
sarebbe mai riuscita
a memorizzare così tanto i poco tempo, ma la mente da
vampira, mi permetteva di
memorizzare tantissimi concetti con un’unica lettura. Quindi
cinque giorni
erano stati più che sufficienti per completare il programma
di studio.
<<
Se
proprio devi inventati una scusa, inventatene una migliore. Ieri sera
conoscevi
già tutto il programma alla perfezione >>,
disse lamentandosi.
<<
Voglio
ripetere per sicurezza. Mi è stata data questa chance, non
voglio sprecarla >>.
Carlisle e
Charlie, avevano davvero ricamato una buona storia. La versione che
tutti a
Forks conoscevano era ricca di particolari e prove documentate.
Il giorno in
cui ero scomparsa, ero impegnata in un’escursione solitaria
in mezzo la
foresta. Ma quando nel pomeriggio ho deciso di ritornare, mi sono persa
nel
bosco e calata la notte, sono inciampata e ho sbattuto forte la testa,
perdendo
i sensi. Al mio risveglio, non ricordavo nulla. Non sapevo chi fossi o
dove mi
trovassi e così ho cominciato a camminare, senza sapere che
nella direzione
presa, mi stavo inoltrando sempre di più nella foresta,
allontana domi da
Forks. Ho camminato per tre giorni, fino a trovare un rifugio di
cacciatori.
Per mia fortuna al suo interno ho trovato un brav’ uomo che
mi ha portato
all’ospedale di Seattle. Dopo svariati giorni, ho solo
ricordato che vivevo a
Phoenix, e così sono andata lì, per cercare di
ricordarmi qualcosa. E li ho
vissuto fino a quando non mi è ritornata la memoria.
Questa
storiella, la ripetevo da giorni nella mia testa, perché ero
sicura che avrei
dovuto ripeterla tantissime volte all’esame e alla festa. Non
potevo rischiare
di cambiare versione ogni volta.
<<
Va
bene. Ma poi non ti lamentare se non saprai cosa metterti
>>, sbuffò
Alice.
<<
Non
temere, ho sempre i miei jeans e la mia camicia rossa> >,
dissi
sorridendo.
<<
Aurora
ti va di andare a fare shopping con la zia Alice? >>,
disse rivolgendosi
alla mia bambina dopo il mio rifiuto.
<
< Non
penserai di andare sa sola fino a Seattle con lei!? >>,
chiesi intimorita.
<<
No
Bella, andremo a Port Angeles e con me verranno Rosalie, Emmett e
Jasper >>,
disse per rassicurarmi.
<<
Ok,
ma tornate prima di cena >>, dissi.
Quando
Aurora non era nelle mie vicinanze entravo nel panico più
totale. Diventavo
ansiosa e volevo che fosse protetta il più possibile.
<<
Alle
otto in punto saremo di ritorno >>, disse mettendogli le
scarpine color
sabbia abbinate al vestitino.
Non capivo
cosa serviva comprare così tanti vestiti, che Aurora avrebbe
indossato al
massimo per due giorni.
Avevano
comprato un armadio enorme, che misero nella mia stanza e ogni angolo o
tiretto
era occupato da vestiti, scarpe e accessori vari.
E a quanto
pare ad Aurora, piaceva da matti andare in giro con loro,
perché si divertiva e
tornava a casa esausta.
<<
Dopo
la festa ti accompagna Edward >>, chiese mio padre
appoggiato allo
stipite della mia porta.
Il giorno
dell’esame era passato e io avevo ottenuto ottimi voti. Tutti
i professori e il
preside erano impietositi dalla mia
triste storia, ma dopo averla raccontata per ben due
volte, i
professori, passarono a farmi domande sull’esame.
<<
Si,
non ti preoccupare >>, dissi cercando di dare una forma
ai miei capelli.
<<
Sicura
di non voler lasciare Aurora a me? >>.
<<
La
terranno Esme e Carlisle al piano di sopra, così nessuno la
vedrà, ma se sarà
necessario, io potrò andare da lei >>, gli
spiegai.
<<
Va
bene >>, disse riportandosi in posizione eretta.
<<
Papà
se vuoi sei il benvenuto alla festa >>, lo invitai ancora
una volta.
<<
Non
amo la musica alta e stare in mezzo a decine di ragazzi che dimenano il
loro
corpo in danze sfrenate. Preferisco rimanere a casa >>,
disse.
<<
A
chi lo dici. Se solo potessi, rimarrei a farti compagnia
>>, dissi
guardandolo dallo specchio, mentre litigavo ancora con i miei capelli.
Sorridendo
si avvio verso le scale, non prima di avermi detto : <<
Lasciali sciolti >>.
Seguii il
suo consiglio e dopo essermi messa il mascara e un po’ di
terra, per mascherare
il pallore eccessivo, aprii con cautela, la scatola che Alice mi aveva
consegnato
nel primo pomeriggio.
Ciò
che
vidi, non fu quello che mi aspettavo. Per tutto il pomeriggio avevo
fissato
quella scatola, con la paura di scoprirne il contenuto e invece il
vestito che
mi aveva regalato era stupendo.
Elegante, ma
senza esagerare e di un colore che Edward amava. Era
una canotta a spallina larga, con uno
scollo a V non esagerato, al centro della canotta all’altezza
del seno c’era
una piccola apertura a goccia. Tutto il vestito era di velo e tessuti
simili,
con righe celesti. La gonna era di una lunghezza perfetta, ma era un
po’
trasparente. Infatti sotto il vestito avevo trovato un bigliettino IN
CASO TU SIA PIGNOLA COME AL SOLITO. Sotto la velina
che ricopriva il
vestito c’era una bellissima gonna in raso blu.
( dopo aver
aperto il link, dovete cliccare sul quadratino blu per vedere il
vestito
scelto.http://www.yoox.com/item.asp?cod10=34149989&TP=17868&utm_source=criteo_it&utm_medium=shopping&utm_campaign=shopping_it
)
Le scarpe
argentate,
con sottili striscioline erano perfette. Il tacco era vertiginoso, ma
ormai per
me non era più un problema camminare con scarpe
così alte. Uno dei tanti
vantaggi dell’essere vampira, era proprio
l’equilibrio.
Avevo appena
finito di allacciare il cinturino delle scarpe, quando sentii in
lontananza la
macchina di Edward arrivare.
Dopo pochi
secondi, parcheggiò davanti al vialetto e con
velocità umana arrivò alla porta,
per poi suonare al campanello.
<<
Capo
Swan >>, disse educatamente.
<<
Edward
>>, fu il solo saluto di mio padre.
Anche stando
al piano superiore, potevo sentire chiaramente, la tensione che
proveniva dal
pian terreno, così mi affrettai a prendere la borsa per
poter scendere a
salvare la situazione.
Mentre
scendevo i primi scalini, notai lo sguardo di apprezzamento del mio
ragazzo e
gli occhi sgranati di mio padre.
Mi sembrava
di essere ritornata alla sera del ballo del primo anno che frequentavo
la Forks
High School.
<<
Sei
stupenda >>, si complimentò Edward.
<<
Grazie
>>, dissi abbassando lo sguardo. Se fossi stata umana,
sicuramente sarei
arrossita.
<<
Aurora
ha fatto un po’ i capricci e non ha finito la sua pappina.
Forse dovresti dire
ad Esme se più tardi le da mangiare >>, disse
mio padre schiarendosi la
voce, per richiamare la nostra attenzione.
<<
Si
certo >>, dissi imbarazzata. E prendendo Aurora tra le
mie braccia.
Salutammo e
salimmo in macchina per raggiungere casa Cullen.
Pochi minuti
e i primi invitati sarebbero arrivati. Solo allora, mi resi conto che
da li a
poco, avrei incontrato dopo quasi un anno, tutti i miei amici di
scuola. Da
quando ero tornata a Forks, avevo evitato di farmi vedere in giro, non
andavo
nemmeno a far la spesa e mi approfittavo della disponibilità
di Esme, per
riempire il frigo per Charlie.
Durante
tutta la festa, sarei stata al centro dell’attenzione, e
molti mi avrebbero
trovata diversa. Come avrei spiegato i miei cambiamenti?
<<
Alice
come… >>. Ma non terminai la mia domanda, che
mise già una scatolina
nelle mie mani.
<<
Ho
dimenticato di dirtelo. Indossa queste, ma ricordati che ogni paio
d’ore il
veleno le disintegra e dovrai andare in bagno a metterne delle nuove
>>,
disse avviandosi verso la console.
Non capii di
cosa parlava, fino a quando non aprii la scatola nelle mie mani, per
scoprire,
che conteneva un paio di lenti a contatto colorate. Erano di un marrone
simile
al colore dei miei occhi umani.
Senza
perdere altro tempo, corsi in bagno a metterle. Mi guardai allo
specchio, e il
mio viso sembrava avere un tocco più umano.
Scesi
giù in
cucina, per salutare Aurora, prima che Esme e Carlisle, la portassero
di sopra
per nasconderla agli occhi dei cittadini di Forks. Preferivamo, che
nessuno
fosse a conoscenza della sua esistenza, specie per la questione della
sua
crescita accelerata.
Trovai quasi
tutti riuniti in cucina, che riempivano di coccole Aurora.
<<
Così
la vizierete >>, gli sgridi sorridente.
<<
Ma
non si può fare a meno di girarle attorno >>,
disse Rosalie.
<<
Esme,
mio padre ha detto che non ha mangiato molto. La capisco, solo
l’odore di
quelle pappine, mi fanno venire la nausea, però vorrei che
mangiasse anche cibo
umano >>, dissi io preoccupata.
<<
Non
ti preoccupare, proverò a cucinare qualcosa di buono, magari
mangerà più
volentieri >>, disse Esme.
<<
Ma
se non mangia, solito biberon >>, risposi io.
Dopo neanche
un quarto d’ora, il campanello suonò per la prima
volta.
Diedi un
bacio veloce ad Aurora e raggiunsi gli altri in salotto, che per
l’occasione, aveva
preso l’aspetto di una discoteca, con tanto di angolo bar.
Affiancai
Edward al centro della sala e lui mi cinse un fianco, mentre Alice
aprii la
porta con un sorriso smagliante stampato in volto.
I primi
cinque ragazzi, entrarono timidi accennando un flebile saluto mentre si
guardavano attorno. Durante la loro perlustrazione
dell’intero salone, i loro
occhi si posarono su di me e contemporaneamente esclamarono il mio
nome.
<< Bella!!! >>.
I primi
cinque ad arrivare, furono proprio Angela, Ben, Mike, Jessica ed Eric.
Angela fu la
prima a corrermi incontro e ad abbracciarmi felice. Jessica e gli altri
la
seguirono a ruota. Tutti mi esaminavano con occhio clinico, notando le
mie
differenze, ma nessuno accennò ad esse e limitarono le loro
domande per chiedere
cosa mi fosse successo.
Andarono
aventi così per almeno venti minuti, almeno fino a quando
dalla porta lasciata
aperta da Alice, entrarono altri ragazzi della mia scuola. Arrivavano
sempre in
gruppi numerosi, come se fossero intimoriti da qualcosa.
Ma li
capivo. Infondo stavano entrando nella casa dei misteriosi Cullen, che
a scuola
non avevano mai legato con nessuno in particolare, almeno fino al mio
arrivo.
Quando
arrivò l’intero branco di Jacob, la festa prese
vita. Infatti loro furono i
primi a gettarsi sul gran banchetto che Esme aveva preparato con amore,
facendo
arrivare cibo in abbondanza dai miglior ristoranti.
Embry e
Quil, sembravano quelli più a disagio a stare in una casa di
vampiri. Loro non
avevano legato molto con i Cullen, perché non ne avevano mai
avuto occasione.
Mi avvicinai
a loro per salutarli, erano diventati miei amici nel periodo in cui
andavo
sempre a trovare Jacob, prima che diventassi una vampira.
<<
Ciao
ragazzi >>, dissi alzando leggermente il viso.
Come tutti i
ragazzi licantropo, anche loro avevano raggiunto il massimo sviluppo,
diventando così troppo cresciuti per la loro età.
<<
Ciao
Bella. Sono contento di rivederti >>, disse Embry con un
sorriso sincero.
<<
Anche
io >>, disse Quil un po’ più timido.
Stavo per
chiedere come stavano quando fui interrotto da Seth. <<
Bella posso
andare da Aurora? >>, chiese impaziente.
Seth
paragonato al resto del suo branco, sembrava ancora un bambino.
Ovviamente
anche lui aveva avuto lo sviluppo istantaneo, ma aveva conservato la
sua aria
innocente e il viso da ragazzino.
<<
Si
Seth, puoi andare. È di sopra nella camera di
Edward>>, dissi
indicandogli le scale. << Ma non tenerla sveglia fino a
tardi >>,
dissi mentre andava via.
Non feci in
tempo a rigirarmi per continuare la conversazione con i due Quiliute,
che fui
afferrata da un braccio da Jessica.
<<
Oh
Bella, ancora non ci credo che tu sia viva. Ho pensato al peggio, ma
dentro di
me, sentivo che tu eri viva. Non volevo credere che la mia cara amica
fosse
sparita nel nulla. I giorni passavano e di te non si sapeva niente.
Sono stata
malissimo >>,
disse senza neanche
fermarsi a respirare.
Se uno dei
miei ultimi ricordi umani non mi ingannavano. Jessica non mi era stata
molto
vicina nel periodo in cui ero stata male. Anzi era stata la prima a
voltarmi le
spalle.
<<
Jessica
mi dispiace che tu sia stata male per me >>, dissi
sarcastica. Ma
ovviamente lei non recepì il mio tono. Continuò a
parlare a raffica, non
lasciandomi la possibilità di andare via. Quando poi
iniziò ad indagare su me ed
Edward, fu il mio limite.
<<
Ho
notato con grande piacere che tu ed Edward eravate abbracciati. A
quanto pare
la lontananza non vi ha separati >>, disse con un tono
che mi diede molto
fastidio. Perché nascondeva un’invidia mostruosa.
<<
Sai
come si dice. La distanza spegne i piccoli fuochi, ma fa ardere ancor
di più i
grandi fuochi >>, dissi con un sorriso entusiasta.
“ Edward ti prego salvami da questa vipera.
Perché potrei ucciderla in un istante ”,
dissi abbassando il mio scudo e
indirizzando il mio pensiero, al mio ragazzo.
<<
Amore,
ti ho cercato ovunque. Vieni Alice ti cerca con urgenza
>>, disse
prendendomi per mano e trascinandomi via dopo pochi secondi.
<<
Jessica
devo andare. Ci vediamo dopo >>, dissi con finto
dispiacere.
<<
Grazie
>>, dissi rivolta ad Edward.
Ci fermammo
vicino al tavolo del cibo, dove trovammo Jacob rifocillarsi, con tutti
i tipi
di snack presenti sul tavolo.
<<
Se
continui così, gli altri ragazzi non troveranno niente da
mangiare tra pochi
minuti > >, lo presi in giro.
<<
Alice
mi ha detto che Esme ha ordinato tutto con doppie porzioni e io non ho
pranzato
>>, disse per giustificarsi.
<<
Dov’è
Leah? >>, chiesi per cambiare discorso.
<<
È
andata a salutare Aurora >>, disse guardando le scale.
<<
Vado
a vedere come sta Aurora >>, dissi dando un bacio sulla
guancia ad Edward
e mi allontanai dal tavolo sfilando tra la gente.
Mi era
talmente facile camminare tra tutti quei corpi in movimento, senza
neanche
sfiorarli, che non mi resi conto neanche di camminare tra decine e
decine di
ragazzi.
Proprio
davanti alle scale, trovai Mike. << Bella questa
è una festa stupenda >>,
disse fissandomi dalla testa ai piedi. << E tu questa
sera sei splendida.
Questo vestito ti sta d’incanto. Ti va di ballare con me?
>>, disse
avvicinandosi a me.
Solo allora,
mi concentrai sul suo alito. Mike aveva bevuto, forse un po’
troppo.
<<
Mike!
>>, la voce di Edward ci raggiunse vicina e minacciosa.
<< Forse è
meglio che tu non ti metta alla guida dopo >>, disse
portando il suo
braccio sulla mia spalla.
Cercava di
far capire chiaramente, che io non ero disponibile e che ero la sua
ragazza.
Come faceva
ad essere così geloso di un umano? Davvero non capivo come
solo potesse pensare
di essere inferiore a lui.
<<
Non
ti preoccupare siamo venuti con la mia macchina >>, disse
Ben
avvicinandosi mano nella mano con Angela.
La
festa sembrò durare un’eternità. Tutti
volevano parlare con me e tutti mi guardavano come se fossi appena
resuscitata
dal regno dei morti.
Più
di una
volta avevo sentito ringhiare Edward al mio fianco, mentre gli occhi di
alcuni
ragazzi indugiavano più del solito su di me.
Ma alla fine
quella tortura chiamata festa finii e pian piano tutti i nuovi
diplomati di Forks,
presero le loro auto per tornare a
casa, con alla guida i pochi ragazzi sobri.
L’idea
di
Emmett di imbucare dell’alcol alla festa, non mi era piaciuta
per niente, ma
lui voleva vedere quei ragazzi divertirsi una buona volta. Anche se il
mio
sospetto era che l’aveva fatto per divertirsi a guardare i
movimenti impacciati
di tutti quei poveri ragazzi sotto l’effetto di qualche
bevanda alcolica.
<<
Finalmente
è finita >>, dissi abbracciandomi ad Edward,
che mi accolse volentieri
fra le sue braccia.
Gli unici
rimasti nella stanza eravamo noi Cullen e il branco di Jacob.
<<
Jake,
Seth dov’è? >>, chiesi curiosa.
<<
Con
Aurora >>, disse tranquillo.
<<
Non
mi dire che sta ancora giocando con lei. Gli avevo detto che doveva
dormire >>,
dissi leggermente arrabbiata.
<<
Non
ti preoccupare. Aurora dorme già da un paio d’ore.
Seth è affianco al suo letto
e la guarda dormire >>, disse Esme scendendo le scale,
seguita da
Carlisle.
<<
Mi
ricorda qualcuno >>, dissi con un sorriso malizioso ed
incrociando lo
sguardo con quello di Edward.
<<
Visto
che Aurora dorme, perché non la lasci qui? >>,
disse Rosalie speranzosa.
<<
D’accordo
>>, dissi pensandoci su. Infondo prima del suo risveglio
sarei stata di
nuovo qui.
Salutammo
tutti, ed io ed Edward ci avviammo alla macchina.
Già
pregustavo la lunga notte sdraiata sul mio letto, fra le braccia del
mio
adorato amore.
Risposta
alle vostre recensioni
|
|
|
Fortheternity
[Contatta]
|
Segnala violazione
|
16/05/10,
ore 10:31 - Capitolo 42: capitolo
42
|
Sono
contenta che tu non abbia pensato alla minaccia per quanto riguarda le
recensioni, hai lo stesso mio pensiero…cmq la sfida
è progettata per il prox capitolo, dovrai aspettare mi
dispiace un casino…baci
|
|
artline
[Contatta]
|
Segnala violazione
|
16/05/10,
ore 01:51 - Capitolo 42: capitolo
42
|
Tu
non hai idea di come mi piaccia avere un lettore maschio che recensisce
anche…..impazzisco di gioia!!! Sono contenta che ti piaccia
Seth, perché anche io adoro quel lupacchiotto…baci
|
|
|
|
bellina3000
[Contatta]
|
Segnala violazione
|
15/05/10,
ore 19:02 - Capitolo 42: capitolo
42
|
Ti
adoro…sei una lettrice stupenda e occhio attento ai
particolari… hai fatto le domande migliori…
però come risposta, posso solo dirti che dovrai aspettare i
prossimi due capitoli, perché hai chiesto cose che nella mia
mente erano progettate da un pezzo… brava davvero
brava…baci
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Capitolo 44 *** CAPITOLO 44 ***
CAPITOLO 44
Ciao
a
tutti!!! Si Si lo so, forse voi mi odiate. Avevo detto che avrei
scritto il
nuovo capitolo dopo l’esame di giugno, ma ci sono stati dei
problemi, e non ho
fatto l’esame a giugno, così mi sono messa a
studiare subito per quello di
luglio e dopo uno stress enorme, ci sono riuscita e ho fatto
l’esame
superandolo con un bel 28. Ma credetemi se vi dico che per riprendermi
da
quello stress sono passati tantissimi giorni. Comunque ora mi sono
rimessa all’opera
e tra un bagno al mare, una piccola vacanza e i libri da studiare per
gli
ultimi due esami di settembre, scriverò altri capitoli,
sperando che qualcuno
abbia ancora la voglia di leggere la mia storia.
Ora
vi
lascio alla lettura del capitolo…chiedo ancora perdono per
l’immenso ritardo!!!
P.S.=
Capitolo
non betato….
PERICOLO
POV
BELLA
Ogni
volta che sfogliavo la mia copia di Cime
Tempestose, la mia gola prendeva fuoco. Tra quelle pagine sfogliate
così tante
volte, potevo percepire il mio profumo da umana.
Quella
dolce fragranza era una terribile tentazione,
che scatenava la mia sete e ogni volta che la sentivo, pensavo a come
fosse
stato difficile per i vampiri presenti nella mia vita da umana,
resistere al
mio profumo e soprattutto a che pene aveva patito Edward nello starmi
accanto
durante tutti quei mesi, in cui ero ancora umana.
<<
Mamma >>.
La
voce di Aurora mi ridestò dai miei pensieri.
Eravamo
a fine Luglio ed era passato poco più di un
mese e mezzo, da quando Eliseo, aveva affidato sua figlia, alle mie
cure,
chiedendomi di prendermi cura di lei, come fosse figlia mia.
Da
allora Aurora, era cresciuta a vista d’occhio,
facendo progressi ogni giorno.
Due
settimane fa mentre stavo cucinando la cena a
Charlie, che guardava la Tv; Aurora stava giocando sul tappeto sotto la
stretta
sorveglianza di Charlie, e quando la sua pallina preferita era rotolata
lontana
da lei, senza l’aiuto di nessuno, si era messa in piedi e
aveva mosso i suoi
primi passi, sotto gli occhi sbalorditi di mio padre, che con un verso
strozzato, aveva richiamato la mia attenzione.
Iniziammo
subito ad applaudire felici, ma dai nostri
sguardi, traspariva tutta la sorpresa di questo evento così
prematuro.
Di
certo non fu di aiuto il fatto che solo pochi
giorni dopo, la sentii pronunciare la sua prima parola, a cui pochi
secondi
dopo, seguirono un fiume di parole e nomi. Quando Charlie si sentii
chiamare
nonno, fu la scena più commovente a cui avevo assistito in
vita mia.
Charlie
si mise a piangere come un bambino, facendo
volteggiare Aurora in aria e riempiendola di baci e di abbracci.
La
sua prima parola fu “ mamma ”, ed è
inutile dire
che se avessi avuto ancora lacrime da versare, avrei pianto ogni volta
che la
sua dolce vocina, pronunciava quella dolce parola. Mi aveva
riconosciuto un
ruolo molto importante nella sua vita.
Ma
tutta questa felicità, veniva smorzata dalla
preoccupazione, della crescita accelerata fisica e mentale di Aurora.
Nonostante
avesse solo due mesi, ad un occhio
esterno, poteva passare tranquillamente per una bambina di quasi otto
mesi.
<<
Mamma ho fame >>, disse mettendosi in
piedi nel suo lettino.
Mi
alzai velocemente e fui subito da lei.
<<
Andiamo subito a preparare una buona
colazione >>, dissi prendendola in braccio.
<<
Ma io non voglio le cose che mangia nonno >>,
disse guardando l’armadio, dove sapeva che si trovava, la
scorta di sangue, che
mi procurava Carlisle per la sua alimentazione.
<<
Lo
avrai, solo se prima mangi qualche biscotto che ti ha preparato Esme
>>.
Carlisle,
voleva che Aurora si nutrisse equamente di
entrambe le fonti di nutrizione, umana e vampiresca.
Con
un sorriso sulle labbra, mi disse di si con la
sua testolina, ricoperta di lunghi e soffici capelli neri.
Dopo
aver preso una sacca di sangue, scendemmo
velocemente giù e lasciai Aurora sul divano, con i suoi
biscotti, mentre io
riscaldavo il suo biberon nel forno microonde.
Ormai
dar da mangiare ad Aurora non era più
difficile per me. Mi bastava trattenere il respiro, fino a quando lei
avesse
finito di soddisfare la sua sete.
La
mattinata trascorse velocemente, in casa eravamo
solo io e lei che mi seguiva dappertutto, mentre sistemavo e ripulivo
la casa.
Ogni
tanto ci divertivamo a rincorrerci e a saltare
sul letto, anche se io mi limitavo a guardare lei saltare, per paura di
distruggere il letto.
<<
Andiamo a preparare qualcosa per Charlie >>,
dissi prendendola per mano e scendendo le scale.
Quando
aprii il frigo, notai la scarsa quantità di
mangiare che conteneva, con rammarico.
Dovevo
andare a fare la spesa, ma non potevo portare
Aurora con me.
Cercavamo
di nasconderla agli abitanti di Forks,
perché per quanto Charlie avesse accettato il suo essere
speciale, con sole
poche informazioni, il resto della cittadinanza, non poteva capire e
sapere.
In
questi casi, la lasciavo sempre a casa Cullen, ma
tutta la famiglia Cullen, all’infuori di Edward, erano
partiti alla ricerca di
informazione su vecchie leggende, che riguardano gli ibrido come Aurora.
Carlisle
come tutti noi era preoccupato per la sua
crescita accelerata, così aveva fatto delle ricerche, dove
si parlava di
vampiri che procreavano approfittando di povere umane.
Così
erano partiti tutti quanti alla ricerca di più
informazioni possibili.
Edward
era rimasto con me, ma in quel momento era a
caccia. Se lo avessi chiamato, sarebbe stato qui in un istante, ma
preferivo
non disturbarlo.
I
Cullen erano partiti da una settimana, e da allora
Edward non si era più nutrito.
Di
solito sfruttavamo la notte per andare a caccia
per via di Charlie. Uscivamo di nascosto dalla mia stanza, lasciando un
Aurora
addormentata, alle cure di Alice o Rosalie.
Ma
non potendo lasciare la bambina con nessuno,
Edward, preferiva mandare me a caccia tutte le notti, rimanendo lui con
Aurora.
Avevo
provato più di una volta ad insistere, per
mandare lui, ma ogni volta diceva, che lui poteva resistere senza
soddisfare la
sua sete per parecchi giorni, mentre io essendo ancora una neonata,
avevo
bisogno di soddisfarla il più possibile.
Ma
quando questa mattina tornata dalla mia caccia,
avevo fissato i suoi occhi neri come la pece, lo avevo costretto con la forza ad andare a
caccia.
Mentre
mi avviai verso il telefono attaccato alla
parete per chiamarlo con la speranza che avesse concluso la sua caccia,
bussarono alla porta.
Dal
battito del suo cuore accelerato e dal suo
odore, capii subito chi fosse.
<<
Seth! >>, dissi sorridendo e aprendo
la porta.
Neanche
il tempo di scostarmi per farlo entrare, che
un piccolo tornado gli era saltato fra le braccia.
<<
Ciao piccolina >>, disse Seth scompigliandole
tutti i capelli.
<<
Ciao Seth >>, disse sorridendo felice
Aurora.
Il
rapporto che si era creato tra i quei due era
incredibile. Seth era attento ad ogni necessità di Aurora e
le stava dietro
senza mai stancarsi, accompagnandola in ogni suo gioco o capriccio.
<<
Capiti giusto in tempo >>, dissi
facendolo entrare. << Ti devo chiedere un favore
>>.
<<
Chiedimi tutto >>, disse entrando.
<<
Devo andare assolutamente andare a fare la
spesa e non c’è nessuno che possa stare con
Aurora. Volevo chiamare Edward, ma
è a caccia e preferirei non chiamarlo >>.
<<
Se mi stai chiedendo di prendermi cura di
Aurora per le prossime ore, ti comunico che sono qui per questo
>>, disse
fiero di se.
<<
Grazie Seth >>, dissi correndo di sopra
a prepararmi.
Dopo
essermi vestita e aver
indossato le mie lenti a contatto
colorate, scesi giù per prendere le chiavi del mio pick up.
<<
Io vado non fate danni >>, dissi
baciando la testolina di Aurora.
<<
Mamma posso andare con Seth nel bosco? >>,
disse pregandomi con quegli occhioni celesti.
<<
Bella volevo portarla a fare una
passeggiata >>,
disse quasi
colpevole Seth.
<<
Va bene. Ma non vi allontanate troppo e
stai attento che nessuno la veda >>, dissi tranquilla.
<<
Grazie mille Bella >>, disse saltando
con un bambino felice. << Aurora pronta a correre?
>>.
E
prima che potessi dir loro di non correre, erano
sfrecciati fuori dalla porta.
Camminavo
tranquilla tra i corridoi dell’unico
supermarket presente in paese, cercando di comprare il necessario per
un intero
mese, per poter evitare così di venire di nuovo, rischiando
di fare incontri
poco piacevoli.
<<
Ciao Bella >>.
La
voce di una donna stridula attirò la mia
attenzione.
<<
Buongiorno signora Newton >>, dissi
stampandomi in faccia un sorriso per l’occasione.
La
mamma di Mike era la prima pettegola del paese.
<<
Ogni volta faccio fatica a riconoscerti.
Sei così cambiata! >>, disse squadrandomi per
intera.
<<
Forse è l’età dello sviluppo
>>,
dissi con un sorriso isterico.
Un
paio di lenti a contatto colorate, non potevano
nascondere tutti i cambiamenti del mio aspetto fisico. Il mio colorito
era più
pallido del solito, ma solo chi mi conosceva bene lo notava, grazie al
fatto
che la mia pelle era sempre stata molto chiara. I capelli erano
più sani e
setosi, e il colore era più acceso e luminoso. La mia pelle
era più liscia e
tonica. Ed infine ogni curva del mio corpo si era tonificata.
Erano
cambiamenti che presi singolarmente erano quasi
invisibili per un occhio attento, ma esaminata nel complesso, risultavo
cambiata anche allo sguardo più disinteressato.
<<
Forse hai ragione. Anche il mio Mike sembra
cresciuto. Ormai siete diventati grandi, vi siete diplomati e ora vi
aspetta il
college. A proposito, ho saputo che sei stata ammessa al Dartmouth
College. È davvero
meraviglioso; ma mi chiedo come mai un’università
così ligia alle regole,
abbiano accettato una domanda d’iscrizione inviata con tanto
ritardo >>,
disse con una voce che voleva fare insinuazioni.
Quel
suo tono accusatore mi fece alterare e la mia
risposta uscii con un tono al quanto acido.
<<
Forse perché le mie tesine sono piaciute
così tanto, da rendermi degna di
un’università di grande livello, senza dar
alcun peso al ritardo della mia domanda d’iscrizione. E ora
se può scusarmi
devo continuare a fare la spesa. Buongiorno signora Newton
>>.
E
me ne andai con un vero e bel sorriso stampato in faccia,
fiera della mia risposta e dell’espressione che aveva assunto
quella vipera.
Quando
ieri pomeriggio mio padre era tornato dal suo
turno in ufficio, entrò in casa senza neanche salutare e
guardandomi
stralunato.
*********************
<<
Papà cosa è successo? >>, chiesi un
po’ preoccupata.
Di
solito entrava sorridendo cercando subito Aurora.
<<
Perché non mi hai detto niente? >>, disse
accusatore, ma il suo tono era
sbalordito e felice.
Non
capivo di cosa stesse parlando, ma prima che potessi chiedere qualcosa,
Edward
bussò alla porta e andai subito ad aprire, senza
però smettere di guardare mio
padre che non mi staccava gli occhi di dosso.
<<
Ciao! >>, dissi facendolo accomodare.
<<
Ciao. Buongiorno Charlie! >>, disse guardandolo
sorridendo.
Sicuramente
Edward stava leggendo i pensieri di mio padre, trovandoli divertenti.
Mio
padre che già di solito non era molto amichevole con Edward,
quella volta fu
molto più freddo, limitandosi ad un cenno del capo come
saluto.
<<
Ok papà mi dici cosa succede? >>, dissi
guardandolo male, per la mancanza
di rispetto verso Edward.
Senza
dire nulla, estrasse dalla tasca interna del suo giubbotto della divisa
da
sceriffo, una grande busta rettangolare e spessa. Me la
lanciò tra le mani ed
io lessi il mio nome scritto con una calligrafia molto raffinata. Solo
dopo
averla esaminata completamente, notai il mittente.
“
Dartmouth College ”.
Spalancai
gli occhi, cercando di capire, come e perché
un’università così prestigiosa, mi
avesse inviato una lettera.
Notai
con mio grande disappunto che un lembo della busta era già
aperta e guardai mio
padre con uno sguardo accusatore.
<<
Ero solo curioso >>, disse alzando le mani in segno di
resa.
Estrassi
dall’interno della busta molti fogli e dépliant e
una lettera scritta su una
carta dall’aria molto costosa.
<
< È una lettera di ammissione!? >>,
dissi incredula e sorpresa.
Sentii
Edward al mio fianco sghignazzare.
<
< Perché non mi hai detto che avevi fatto domanda per
l’università? >>,
disse mio padre in un turbinio di emozioni.
<<
Ma io… >>, e prima che potessi dire qualcosa,
Edward intervenne.
<<
Perché voleva farle una sorpresa. Non era sicura che
avrebbero accettato la sua
domanda, perché le iscrizioni erano state chiuse, ma poi con
mio padre, abbiamo
pensato che allegando un certificato medico con spiegazioni di quello
che è
successo, forse avrebbero fatto un’eccezione. Ma prima di
comunicartelo,
preferiva avere una riposta positiva, per non creare false illusioni
>>,
spiegò Edward con molta naturalezza una storia di cui io non
sapevo niente.
<<
Oh Bella! Come sono felice. Mia figlia andrà in
un’università prestigiosa. Sono
così orgoglioso di te! >>, disse
abbracciandomi.
E
appena mio padre smise di abbracciarmi, andò in cucina per
chiamare Billy e non
so chi altro, per comunicare la bella notizia, mentre io trascinai
Edward nella
mia camera, dove Aurora stava dormendo, per fami spiegare la storia di
Dartmouth, di cui io non sapevo niente.
Appena
chiusi la porta della mia camera, senza alzare la voce per non
svegliare
Aurora, diedi inizio alla mia sfuriata.
<<
Hai falsificato una mia domanda. Hai spedito delle tesine non mie. E
hai fatto
tutto alle mie spalle. Sai quanto mi sarebbe piaciuto entrare in
College così
prestigioso, ma volevo farlo con le mie forze e non con una domanda
falsificata o con
una donazione stratosferica >>.
<<
Non ho falsificato nessuna tesina >>, disse Edward calmo.
<<
Sai? Io non ricordo di aver mai fatto domanda >>, dissi
fra i denti.
<<
Un paio di settimane fa, Aurora ha fatto cadere una scatola piena di
fogli e
libri. Senza volere, mi sono capitati dei fogli in mezzo le mani e li
ho letti,
scoprendo che erano delle bozze di tesina per le domande di ammissione
al
college. Le ho solo ribattute al computer, senza modificare nulla e le
ho
spedite insieme ai tuoi dati. Di falsificato in quella domanda
c’era solo la
tua firma; ma anche quella è uguale alla tua
>>, disse sorridendo e
poggiando le sue mani sulle mie spalle.
Fu
così che alcuni ricordi annebbiati della mia vita umana
tornarono a galla. Fu
poco prima dell’incidente con Laurent. In uno dei pomeriggi,
in cui pensavo che
Jacob fosse malato, avevo iniziato a scrivere le tesine per
l’ammissione al
college, per avere tempo di modificarle e migliorarle.
<<
Quindi loro mi ritengono degna della loro Università
>>, dissi emozionata
e quasi singhiozzando.
<<
Qualsiasi Università ti aprirebbe le sue porte, Bella! Mi
sarebbe piaciuto
inviare la tua domanda a molte altre Università per
dimostrartelo, ma Alice
aveva previsto che ti avrebbero accettato a Dartmouth, quindi farlo
sarebbe
stato inutile, anche perché quel College è
perfetto per noi. È immerso nel
verde e il New Hampshire ha un clima perfetto per noi >>,
disse con il
suo sorriso sghembo, che mi faceva sempre perdere la testa e il filo
del
discorso.
<<
E poi così il mese prossimo potremmo trasferirci insieme ad
Hanover >>,
mormorò al mio orecchio.
<<
Vuoi dire che anche tu… >>.
<<
Si, si >>.
E
dimenticandomi di tutto il resto, gettai le mie braccia intono il suo
collo e
lo baciai con passione.
***************
<<
Ehi Bella! >>.
Questa
volta la voce che chiamava la mia attenzione
nel parcheggio del supermarket era molto gradita.
Ancor
prima di girarmi per accertarmi che fosse lei,
la salutai.
<<
Ciao Angela >>, incontrare Angela,
per me era sempre un piacere. Era una delle poche amiche della mia
esistenza
umana, che mi dispiaceva lasciare. << Ciao Ben
>>, dissi salutando
il suo ragazzo.
<<
Ciao Bella >>, disse sorridendomi.
Erano
una coppietta perfetta,sempre sorridenti, erano
due persone sincere e altruiste.
<<
Sai che non mi piacciono i pettegolezzi, ma
ho saputo che sei stata ammessa a Dartmouth; quindi volevamo solo farti
gli
auguri >>, disse con un sorriso sincero.
<<
Grazie ragazzi! L’ho saputo solo ieri
pomeriggio, ma a quanto pare tutta Forks ne è a conoscenza
>>, dissi con
grande disappunto.
<<
Bella a quanto pare non ti sei abituata a
Forks. Quando succede qualcosa, le notizie volano >>,
disse ridendo Ben.
<<
La notizia non sarebbe volata così
velocemente se Charlie non fosse stato peggio di una comare pettegola
>>,
dissi secca.
<<
Edward a quale università è stato ammesso?
>>,
chiese Angela curiosa.
<<
Anche lui a Dartmouth >>, risposi tranquilla.
Con grande dispiacere di Charlie, aggiunsi mentalmente.
A
Charlie, non era andata molto a genio la notizia, che
anche Edward avrebbe frequentato il mio stesso College, come non aveva
anche
digerito, la mia ferma decisione di non far pagare a lui le rate del
mio
college.
Non
avrei mai permesso che Charlie attingesse al suo
fondo pensionistico e io avevo ancora da parte una buona somma di
denaro,
guadagnato lavorando in Italia e poi avrei cercato un lavoretto durante
gli
studi.
<<
Sono felice per voi >>, disse Angela.
<<
Anche noi frequenteremo insieme l’Università
di Washington >>, disse guardando con occhi innamorati
Angela.
<<
Sarebbe stata dura dividersi >>,
scherzai.
<<
Già >>, disse Angela.
<<
Beh ragazzi vi saluto, corro a casa a
cucinare per mio padre. Spero di rivedervi prima di partire, poi
sarà difficile
incontrarci >>, dissi con rammarico.
<<
Infatti saremo così lontane >>, disse
triste Angela. << Promettimi che mi scriverai tante
e-mail >>.
<<
Certo che lo farò >>, le promisi e
dopo esserci abbracciate, mi misi in macchina per tornare a casa.
Quando
parcheggia nel vialetto, una strana
sensazione mi invase. Sentii il telefono dentro casa, squillare e senza
perdere
nemmeno un istante presi le buste e corsi dentro casa.
Neanche
il tempo di portarmi la cornetta vicino all’orecchio,
che la voce preoccupata di Alice mi raggiunse.
<<
Bella dannazione. Ti ho sempre detto che
devi comprarti un cellulare. Ho chiamato Edward. Lui è
già lì >>,disse
tutto ad un fiato.
<<
Alice cosa diavolo sta succedendo >>,
dissi ansiosa.
<<
Aurora è in pericolo. Felix e Demetri….
>>.
Ma
appena sentii il nome di Aurora, collegata alla
parola “ pericolo ” e i nomi di Felix e Demetri,
lasciai la cornetta e corsi
fuori dalla porta lasciata aperta, alla ricerca della scia di Aurora e
Seth.
I
volturi erano qui. Le persone che amavo erano in
pericolo. E chiunque li avrebbe affrontati, ne sarebbe uscito
distrutto.
Neanche Edward poteva fare niente. Con una paura folle, corsi alla mia
massima
velocità per raggiungerli, sperando che non fosse troppo
tardi.
PERDONATEMI
SE NON RISP ALLE VOSTRE RECENSIONI, MA VADO DI
CORSA. VI PROMETTO CHE LO FARò NEL PROSSIMO
CAPITOLO…SEMPRE SE QUALCUNO MI
LASCERà QUALCHE RECENSIONE…. :-)
|
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Capitolo 45 *** capitolo 45 ***
Mi
dispiace tantissimooo….non volevo farvi aspettare tanto per
il nuovo capitolo e
a dir la verità era già pronto da moltissimi
giorni. Però non avevo il tempo di
sistemarlo e correggerlo, per non parlare di accendere il Pc.
Cmq
eccomi qui pronto per voi…ho notato che le letture sono
diminuite, mi dispiace
tanto, ma almeno le recensioni sono sempre le stesse… ovvio
che la mia speranza
sia che aumentino, però come dice il detto: “ chi
si accontenta gode! ”
Buona
lettura
P.S.=
Capitolo non betato…
SEGRETI
SVELATI
POV
EDWARD
Davanti a
Bella non volevo ammettere la mia sete, ma i miei occhi questa mattina
mi
avevano tradito.
Al suo
ritorno Bella aveva portato con se, una leggera traccia di odore di
sangue e le
fiamme non avevano dato tregua alla mia povera gola secca.
Quando poi
Bella mi aveva obbligato ad andare a caccia, non le era stato difficile
convincermi.
Avevo
cacciato per tutta la mattina e la mia sete era stata messa a tacere,
ma
preferivo riempirmi ancora un po’ per poter resistere qualche
giorno in più. La
mia famiglia era partita da una settimana e quando questa mattina avevo
chiamato Alice, mi era sembrata molto frustrata.
“ Non
è
facile trovare, ciò che sfugge alle mie visioni ”,
mi aveva detto con un tono
al quanto infastidito.
Per lei era
davvero dura non poter tenere tutto sotto controllo.
Prima aveva
scoperto che non poteva vedere i licantropi e poi con
l’arrivo di Aurora, aveva
scoperto che anche gli ibrido come lei, formavano dei buchi neri nelle
sue
visioni.
A quanto
pare le ricerche sarebbero andate per le lunghe, anche se da un paio di
giorni
insieme alla mia famiglia si erano unite le nostre amiche amazzoni per
aiutarli
nella ricerca.
Cacciai
ancora due prede e poi iniziai a correre verso casa mia, per potermi
cambiare e
raggiungere casa di Bella con la mia macchina. Charlie ultimamente era
più
scontroso del solito e da quando aveva scoperto che io e sua figlia
saremmo
partiti insieme per lo stesso collage, i suoi sguardi e le sue minacce
mentali
erano aumentate.
Dopo una
doccia veloce, mi vestii velocemente, recuperai le chiavi della mia
adorata
volvo e andai in garage.
Il telefono
iniziò a vibrare nella mia tasca.
<<
Alice?
>>, dissi aprendo la conversazione.
Speravo che
mi comunicasse notizie positive sulla ricerca, ma la sua voce allarmata
mi fece
capire che così non fosse.
<<
Edward,
non riesco a rintracciare Bella. Aurora è in pericolo e
credo che sia con
qualcuno del branco, perché riesco a vedere chiaramente
Bella che sta facendo
la spesa al supermarket in città >>, mi
comunicò velocemente.
<<
Alice
dimmi cosa hai visto >>, chiesi correndo già
nella foresta alla ricerca
di una scia lasciata da Aurora o di chi fosse con lei.
<< Due componenti dei
Volturi, quei due vampiri
che vidi nella mia prima visione di Bella a Volterra, erano sulle
tracce di
Bella, ma poi hanno incrociato le scie di Aurora e di un licantropo e
non
capendo di chi si trattasse, le hanno seguite. Da allora ho perso anche
il loro
futuro. Devono averli trovati >>, disse preoccupata.
<<
Come
è possibile che se quei due vampiri erano sulle tracce di
Bella tu non li abbia
visti prima? >>, chiesi infuriato.
<<
Edward,
non puoi prendertela con Alice >>, disse Carlisle che
doveva aver preso il
cellulare. << Il futuro di Bella è
continuamente incrociato con quello di
Aurora e per Alice è difficile vederlo con chiarezza, e poi
ora tua sorella è concentrata
su questa missione, è ovvio
che abbia
visto solo all’ultimo minuto il pericolo che incombeva su di
voi >>.
<<
Hai
ragione. Chiedi scusa ad Alice >>, dissi dispiaciuto del
mio
comportamento. In quel momento captai la scia di Aurora e Seth.
<<
Ho
trovato le loro scie >>, comunicai agli altri.
<<
Edward
sii prudente noi arriviamo il prima possibile >>, disse
Carlisle prima di
chiudere la conversazione.
Anche se
avessero corso a tutta velocità, ci avrebbero impiegato un
giorno e mezzo per
raggiuncerci.
<<
Questo
licantropo, protegge una bambina immortale >>.
La voce
furiosa di uno dei due vampiri, mi giunse da nord.
A quanto
pare li avevano raggiunti e Seth si doveva essere trasformato per
proteggere
Aurora.
<<
Demetri
fermo. Arriva qualcuno >>, disse uno dei due, nel momento
in cui mi
sentii arrivare.
I ringhi di
Seth erano minacciosi e si calmarono leggermente quando li raggiunsi
nello
spiazzo.
I due
vampiri erano furiosi e la lotta era inevitabile. Dalla posizione
protettiva
che avevo assunto davanti al mio amico che proteggeva con il suo corpo
Aurora,
pensavano che io fossi il creatore di una bambina immortale.
Il loro
pensiero era solo uno: Morte!
POV
BELLA
Mentre correvo
lungo la scia lasciata da Aurora e Seth, mi davo della stupida. Come
avevo
potuto lasciare sola Aurora? Avevo portato dietro di me il pericolo,
lasciando
che travolgesse le persone a me care.
Se fosse
successo qualcosa ad Aurora o a Seth o ad Edward, non me lo sarei mai
perdonato.
Suoni
inconfondibili arrivarono dalla foresta. Due vampiri stavano
combattendo.
Ormai a
pochi metri di distanza da loro, vidi chiaramente Demetri in posizione
di
attacco davanti a Seth sotto le sue sembianze di licantropo, mentre
Felix con
la sua enorme mole, aveva bloccato Edward con una mano alla gola contro
un
grande masso.
Ancora
qualche istante e gli avrebbe staccato la testa. Lo sapevo,
perché molte volte
avevo visto Felix fare a pezzi un vampiro prendendolo dalla gola.
Con un
balzo, mi attaccai alla schiena di Felix, che sorpreso
allentò la presa sulla
gola di Edward e in quel momento ne approfittai, per staccare la sua
mano dalla
gola di Edward e con una capriola, lo scaraventai contro Demetri, che
impreparato volò contro un albero insieme a Felix.
<<
Non
dire agli altri di venire >>, dissi
rivolta a Seth.
Non volevo
che i due volturi sapessero dell’esistenza del branco.
Edward mi
affiancò immediatamente, ringhiando contro i due vampiri che
già erano
ritornati in posa di attacco, con sguardo sorpreso.
<<
Edward,
metti Aurora in groppa a Seth >>, gli ordinai senza
staccare gli occhi di
dosso ai due vampiri che ora mi guardavano sbalorditi ed infuriati.
<<
Ciao
Isabella >>, disse Demetri con il suo solito tono
strafottente,
rimettendosi eretto, senza perdere la guardia.
<<
Ciao
Bella >>, mi salutò Felix con un tono triste.
<<
Felix,
Demetri sarebbe un piacere rivedervi se non aveste appena tentato di
uccidere
il mio ragazzo, il mio amico e mia figlia >>, dissi
indicandoli ad uno ad
uno.
<<
Il
tuo ragazzo? >>, disse Felix guardando con astio Edward.
<<
Vuoi
dire che hai per amico un licantropo e per figlia una bambina
immortale? >>,
disse Demetri ridendo con cattiveria. <<
Cosa di tutte le leggi che ti abbiamo
insegnato non ti è rimasto impresso? Quella che dice che
è assolutamente
vietato creare bambini immortali o che noi vampiri, abbiamo un solo
nemico e
guarda un po’, si tratta proprio dei licantropi?!
>>, continuò con
allusivo.
<<
Le leggi
sono chiare e io non le ho infrante >>, dissi decisa.
<<
A
me non sembra >>, mi rispose.
<<
È
forse stato lui a crearla? >>, disse Felix rabbioso e con
un pizzico di
speranza, indicando Edward.
<<
No!
Vi ripeto che le leggi non sono state infrante. Lei non è
una bambina immortale
e nessuna legge dice che io non posso essere amica di un licantropo
socievole >>.
<<
Siamo
venuti fino a qui, per poterti rivedere, per poterti parlare. Sei
andata via da
Volterra senza salutarci e ora che ti abbiamo trovata, scopriamo che
non solo
hai infranto la legge, ci hai anche mentito >>, disse
deluso Felix.
Non capivo
cosa volesse dire.
<<
In
cosa vi ho mentito >>.
<<
Si
riferiscono a quando li hai respinti entrambi come possibili compagni
>>,
disse Edward con tono piatto.
Doveva aver
letto qualche ricordo nella loro mente e quello che più
odiavo e che doveva
aver visto il ricordo del bacio di Felix.
Non mi
guardava, ma lo vidi stringere i pugni, fino a farsi sbiancare ancora
di più le
nocche. Gli presi un pugno tra le mie mani e subito si
rilassò.
<<
Lei
è mia >>, disse possessivo.
<<
Ma
come… >>, disse Demetri.
<<
Leggo
nei pensieri >>, rispose Edward ad una domanda silenziosa.
E senza che
me ne rendessi conto, Felix si scagliò contro di noi. Ero
girata di fianco e non
feci in tempo a girarmi per affrontarlo, fu allora che sentii esplodere
un
potere che era rimasto assopito dentro di me.
La paura che
Felix potesse solo sfiorare uno di loro presente nella radura,
scatenò in me
una tale energia, da creare intorno a me, una sorta di bolla che
racchiudeva
nel suo interno Seth, Aurora ed Edward.
Felix si
schiantò contro quella barriera invisibile, ribalzando
all’indietro per un
centinaio di metri.
<<
Il
tuo scudo non è fisico. Questo era lo scudo che Eliseo non
ha voluto consegnare
ad Aro >>, disse Demetri shockato.
<<
Hai
infranto molte leggi Isabella >>, disse guardando alle
mie spalle.
<< E ne pagherai amaramente le conseguenze
>>.
E detto
ciò
raggiunse Felix che era rimasto a debita distanza e corsero via.
Lo scudo fisico
ritornò intorno a me, ad una velocità tale che mi
fece perdere per qualche
istante l’equilibrio.
<<
Mamma
>>, mi chiamò con voce tremante Aurora.
Corsi da lei
abbracciandola stretta. << È
finito. Se ne sono andati >>, dissi cullandola.
Sentimmo
lunghe falcate raggiungerci. Seth doveva aver comunicato che tutto era
finito.
<<
Cosa
è successo >>, disse Jacob uscendo da dietro
dei cespugli, dopo aver
indossato i suoi pantaloncini. Seguito da Leah che doveva aver
costretto Jacob
a portarla in groppo. Qualche secondo dopo, Quil ed Embry ci
raggiunsero ancora
trasformati.
<<
I
Volturi hanno scoperto l’esistenza di Aurora e non solo
>>, dissi
guardando tutti loro.
<<
Che
ci facevano qui Felix e Demetri? >>, disse Leah
riconoscendo le loro
scie. Nonostante fosse ritornata umana, il suo olfatto era ancora molto
sviluppato, come la sua forza fisica. Ma continuava ad ostinarsi a non
farsi
visitare da Carlisle.
<<
Non
lo so >>, dissi scuotendo la testa.
<<
Cercavano
Bella! >>, intervenne Edward. << Aro aveva
concesso loro di
cercarla per salutarla, visto che era andata via senza salutarli e da
quanto ho
letto nella loro mente, Aro non ha detto loro con precisione, il
perché è
andata via e con chi. Quando siamo stati in Italia, ho letto la mente
di Aro e
lui desidera i poteri che ci sono nella nostra famiglia e sicuramente
ha
mandato le sue due guardie qui, con la speranza di trovare qualcosa con
cui
accusarci per distruggerci. Sospettava che Bella avesse qualche segreto
per
volersene andare frettolosamente e ora li ha scoperti >>.
<<
Ora
cosa succederà? >>, chiese Jacob.
<<
Verranno
per distruggerci >>, dissi colpevole.
Spero
di scrivere presto il prossimo capitolo, così da poterlo
postare prima di
partire per la vacanza…anche se devo preparare tutte le cose
da portarmi in
campeggio…
RISPOSTA
ALLE VOSTRE FEDELI
RECENSIONI
Austen95
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27/07/10,
ore 00:22 - Capitolo 44: CAPITOLO
44
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Bello!!!
Hai fatto le tue vacanze in trentino???? Come ti invidio a me
piacerebbe tantissimo andare in Trentino…io invece parto
venerdì per 10 giorni di campeggio….cmq
grazie…baci…
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cloh
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20/07/10,
ore 23:46 - Capitolo 44: CAPITOLO
44
|
Perdono
non ho postato presto, ma l’estate è
così incasinata che dopo aver fatto l’esame ho
dovuto sistemare tutte le cose che avevo rimandato…baci
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bellina3000
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20/07/10,
ore 19:52 - Capitolo 44: CAPITOLO
44
|
Ciaoooo…sono
contenta che nonostante il ritardo tu mi segua ancora…cmq
hanno saputo di Aurora per un caso fortuito…cmq anche se
provano qualcosa per Bella, sono due vampiri feriti
nell’orgoglio ora…baci
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vanderbit
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20/07/10,
ore 18:53 - Capitolo 44: CAPITOLO
44
|
Eh
si prima o poi si trasferiranno per il college ma prima???? Cmq la ff
è quasi al termine…mancano pochi capitoli, anche
se non so quanti…baci
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Capitolo 46 *** capitolo 46 ***
Chiedo
umilmente perdono per il ritardo….. avevo promesso il
prossimo aggiornamento
subito dopo le vacanze, ma da quando sono tornata non ho trovato un
momento di
pace. Problemi su problemi ed impegni, hanno occupato la mia giornata,
poi un
progetto importante ha occupato molti miei pomeriggi e la sera arrivava
troppo
presto… sono riuscita finalmente a terminare qst capitolo
prima di ritornare
con la testa sui libri….
Perdonatemi…
Buona
lettura
HO
FALLITO!!!
POV
BELLA
<<
Verranno per distruggerci >>.
Questa
consapevolezza, mi fece cadere in un baratro terrore.
La
verità
delle mie stesse parole, mi travolse.
Stringevo
Aurora forte tra le mie braccia, niente le avrebbe fatto del male.
Sarei morta
per proteggerla.
Ma in quel
momento mi resi
conto che avevo fallito.
<<
Bells
dobbiamo prepararci all’attacco >>, disse Jacob
seguito dai ringhi di
assenso dei sui compagni.
<<
Jake
non è il momento >>, disse Leah affiancandomi
e fulminando con lo sguardo
il suo ragazzo. Jacob arretrò impercettibilmente, come
sottomesso da un ordine
Alfa. Nulla oltre il proprio imprinting poteva sottomettere un maschio
Alfa.
Ringraziai
Leah con lo sguardo. Io e lei contro ogni aspettativa e contro ogni
leggenda,
avevamo creato un legame solido negli ultimi mesi e in quel momento
Leah capii
che non ero in vena di parlare di strategie.
<<
Devo
tornare a casa >>, dissi con lo sguardo perso nel vuoto.
E stringendo
ancor di più Aurora al mio petto, mi girai e corsi in
direzione di casa mia,
con la consapevolezza che Edward mi avrebbe seguita, non lasciandomi
sola in un
momento come questo.
Ai confini
della foresta che spalleggiava casa mia, rallentai e mi avviai a passo
umano
verso la porta sul retro.
<<
Bells
sei tu? >>, chiese mio padre dal salotto.
La voce del
presentatore del quiz televisivo che mio padre stava guardando, stava
annunciando tristemente che il concorrente aveva sbagliato la risposta.
<<
Si
siamo noi >>, risposi, annunciando anche la presenza di
Edward.
Mio padre si
precipitò in cucina, con le braccia già tese per
accogliere Aurora, che felice
si buttava tra le braccia del nonno.
Charlie non
era veramente suo nonno, ma per lei era come se lo fosse, come mio
padre
considerava Aurora, come una vera nipote.
<<
Ciao
tesoro di nonno. Oggi mi sei mancata tantissimo >>, disse
dandole un
bacio sulla guancia.
Aurora
dimostrò il suo affetto, tirando come al suo solito i baffi
di Charlie.
<<
Bells
ascolta >>, disse Charlie diventando improvvisamente
rosso e schiarendosi
la voce. << Questa sera, avremmo ospiti a cena. Si tratta
di…
Sueeisuoifigli >>, disse tutto ad un fiato e velocemente.
Se fossi
stata umana, sicuramente avrei avuto bisogno che ripetesse
l’ultima parte della
frase, ma il mio cervello, nonostante si trovasse con i pensieri
altrove, aveva
recepito bene il messaggio.
Mio padre
aveva parlato con la testa bassa, forse per paura di non riuscire a
dirmi ciò
che mi aveva appena detto. Non ottenendo risposta, alzò il
viso timoroso,
rimanendo male per la mia espressione.
<<
Bells,
se non vuoi… se non ti va di cucinare o se non ti piace
l’idea, posso annullare
tutto >>, si affrettò a dirmi.
Non mi
meravigliò la notizia, che Charlie si vedeva con Sue e il
mio cervello elaborò
subito, che essendo solo Sue e i suoi figli gli ospiti, si trattava di
una cena
di presentazioni ufficiali.
Ero molto
felice che mio padre si stesse rifacendo una vita dopo così
tanti anni, ma il
mio viso non riusciva ad esprimere emozioni di gioia e mio padre doveva
aver
frainteso.
<<
No
no papà, non mi dispiace affatto. Ho fatto la spesa questa
mattina, preparerò
qualcosa di buono per questa sera >>, mi affrettai a
rispondere
disegnandomi sul viso, il sorriso più sincero che potessi.
Quello di
quella sera, sarebbe stato un evento magnifico, se la mia vita non
fosse
precipitata in poche ore nel pericolo più assoluto.
<<
Tesoro
sei sicura? Ovviamente Edward sei invitato anche tu >>,
disse mio padre,
forse per addolcirmi un po’.
<<
Grazie
signore >>, rispose educato Edward, fingendo una finta
tranquillità.
Poi Charlie
tornò con lo sguardo su di me.
<<
Tranquillo
papà. Per me va benissimo. Però se non ti
dispiace prima che mi metta all’opera
ai fornelli, dovrei parlare con Edward. Ti dispiacerebbe tenere con te
Aurora? >>,
chiesi avviandomi di qualche passo verso le scale.
<<
Nient’affatto.
Andiamo di la a guardare qualche cartone animato, vero piccolina?
>>. E
senza dire altro ci lasciò liberi di andare nella mia stanza.
<<
Amore
quello che è successo… >>. Edward
cercò di consolarmi, ma lo interruppi.
<<
È
tutta colpa mia >>, dissi terminando la sua frase e
chiudendomi la porta
alle spalle.
Anche se lui
diceva il contrario, sapevo che si sbagliava.
<<
Quello
che è successo è tutta colpa mia
>>, dissi ancora una volta. << Ho
fallito! Suo padre si è sacrificato inutilmente. Lei non ha
più un padre perché
Eliseo pensava che con me sarebbe stata al sicuro. Ma si sbagliava!
Morire non
è servito a nulla. Dovevo tenerla nascosta da loro e invece
l’ho servita su un
piatto d’argento >>, caddi sulle ginocchia,
coprendomi il viso con le
mani. Gli occhi iniziarono a pizzicare, ma nulla bagnava le mie guance,
solo i
singhiozzi indicavano che stessi piangendo. Edward si
inginocchiò di fronte a
me e mi scostò le mani dal viso.
<<
Bella,
tesoro, tu non hai fallito >>.
<<
Come
puoi dire che non ho fallito! >>, dissi alzando la voce.
<< Ho
portato il pericolo dietro di me e per colpa mia, ora non solo io sono
in
pericolo, ma anche tutti voi. Tutta la tua famiglia e il branco,
rischiano di
morire per colpa mia >>.
<<
Tutti
facciamo delle scelte sbagliate nella vita. Che siano umani, licantropi
o
vampiri, nessuno conosce le conseguenze delle proprie azioni. Andando a
Volterra, tu non hai messo in pericolo noi, ma hai salvato la vita
della
piccola Aurora. Se Eliseo non ti avesse conosciuta, a
quest’ora si darebbe alla
macchia con sua figlia o forse sarebbe stato già ucciso e
Aurora sarebbe in
mano ad Aro. Nascondere ad Aro per l’eternità una
creatura preziosa come lei, è
pura utopia. Prima o poi l’avrebbero scoperta. È
vero, noi ci auguravamo che
ciò accadesse il più tardi possibile e invece le
nostre paura si sono già
avverate, ma eravamo già pronti a questa evenienza. Nessuno
lascerà ce facciano
del male ad Aurora >>. Disse con voce tranquilla, che
ebbe un effetto
calmante su di me. Ma il terrore aleggiava ancora dentro di me.
<<
Ed
è proprio questo che mi preoccupa. Nessuno
lascerà che facciano del male ad
Aurora, ma nessuno pensa al male che sarà fatto a loro
>>.
<<
Il
branco non permetterà mai che dei vampiri uccidano la
ragione di vita di un
proprio membro. È una loro legge. E Jacob, non
permetterà mai che facciano del
male a te, la sua migliore amica e a sua figlia. Mentre la mia
famiglia, non
penserebbe mai di abbandonare nel momento del bisogno una figlia o una
sorella.
E per quanto riguarda me, nessuno dovrà mai osare farti del
male >>,
disse con una scintilla negli occhi. << Ho rischiato una
volta di
perderti e non sarò così stupido da rischiare
ancora >>.
Iniziai di
nuovo a singhiozzare, ma questa volta perché mi sentivo
amata e al sicuro.
Gettai le braccia al collo di Edward felice. Avevo un’intera
famiglia di
vampiri, pronta a proteggermi e un intero branco di amici licantropi
che non ci
avrebbe mai abbandonato.
Il resto del
pomeriggio lo trascorsi in cucina, preparando molte pietanze,
conoscendo la
stomaco senza fondo degli invitati. Ovviamente mi riferivo a Seth, Leah
e
Jacob, che aveva chiamato poco prima, per avvisare di aggiungere un
posto in
più a tavola.
Ogni qual
volta poteva, diventava l’ombra di Leah, ma sicuramente
l’autoinvito, derivava
anche dalla speranza di poter parlare di ciò che ci
aspettava.
E proprio
ciò che ci aspettava, che occupava la mia mente, nei momenti
in cui Edward era
impegnato a parlare al telefono con Carlisle e Jasper, mentre Charlie
teneva
impegnata Aurora tra giochi e Tv.
L’ora
di
cena arrivò in un battibaleno, prendendomi alla sprovvista.
Tutto era pronto,
ma io avevo bisogno di una doccia.
<<
Edward
è andato a casa sua a cambiarsi, per la cena tutto
è pronto, ora io e Aurora ci
andremo a preparare. Giusto signorina? >>, dissi
allungando la mano per
stringere la sua manina nella mia.
<<
Si
mamma. Noi ci andiamo a fare belle >>, disse sorridendo
al nonno.
<<
Spero
che tu vada a metterti qualcosa di più carino
>>, dissi guardando il suo
abbigliamento.
<<
Ehm…
si. Si certo! >>, disse guardandosi nel riflesso della
credenza alla sua
destra.
<<
Bene
>>, affermai. L’influenza di Alice e i suoi
insegnamenti, a quanto pare
si erano impressi nella mente, impadronendosi di me, senza volerlo.
<<
Dai
mamma, per favore voglio mettere quello blu >>, disse
piagnucolando la
mia piccolina.
Erano cinque
minuti che discutevamo su quale vestito indossare, e nonostante io mi
fossi
sbrigata velocemente, scegliendo un vestito color ghiaccio stretto in
vita e
una gonna che arrivava sopra al ginocchio, che ovviamente era un regalo
di
Alice; Aurora si era ostinata a non voler indossare il vestitino lilla
che
avevo scelto per lei, deviando la sua scelta, sul vestitino blu che
Alice le
aveva regalato prima di partire per le ricerca di qualche altro ibrido.
<<
Anche
io opto per quello blu >>, disse Edward sorridente seduto
elegantemente
sul bordo della mia finestra, come se fosse stato lì durante
tutta la nostra
discussione.
<<
Visto?
>>, disse Aurora facendomi una linguaccia e regalando un
bel sorriso ad
Edward.
<<
Ciao.
Grazie per avermi aiutato con la mia causa >>, dissi
sfiorandogli le
labbra. << E per quanto riguarda te signorinella, credo
che tu debba
passare meno tempo con Alice >>.
<<
Io
vado, per arrivare ufficialmente dalla porta principale
>>, disse Edward
regalandomi il suo splendido sorriso sghembo.
I rumori dal
vialetto e gli odori che raggiunsero le
mie narici, mi avvisarono che gli ospiti erano ormai arrivati.
Quasi non
feci in tempo ad agganciare il fermaglio tra i capelli di Aurora, che
sfrecciò
giù dalle scale a velocità poco umana per una
bambina della sua età, appena
sentii il campanello suonare.
<<
Seth!!
>>, esclamò attaccandosi alla sua gamba appena
Charlie aprii la porta non
accortosi della velocità di Aurora o semplicemente ignorando
questa stranezza,
come ignorava di proposito molte altre stranezze.
<<
Ehi
piccola furia sei stupenda >>, disse Seth facendole fare
una giravolta.
<<
Aurora
è buona educazione salutare anche gli altri invitati
>>, dissi con tono
severo.
<<
Scusami
mamma >>, disse in tono dispiaciuto. <<
Buonasera a tutti >>,
disse inchinando un po’ la testa.
<<
Sei
proprio una piccola principessa >>, disse Sue piegandosi
sulle ginocchia
e dandole un bacio sulla guancia.
Charlie si
schiarì la voce iniziando con le presentazioni.
<< Sue forse la conosci
già, ma comunque ti presento mia figlia Bella, mentre lui
è il suo ragazzo
Edward, il figlio del dottor Cullen >>.
Sue strinse
le nostre mani con sicurezza, ma percepii chiaramente il brivido che la
percorse, quando la sua pelle entrò in contatto con la
nostra. Non era paura
nei nostri confronti, ma un sistema di difesa delle sue origini.
<<
È
un piacere conoscervi >>, disse sorridendo.
<<
Invece
voi già vi conoscete >>, continuò
Charlie indicando noi ragazzi.
<<
Cause
di forze maggiori, hanno fatto in modo che ciò avvenisse
>>, disse
sghignazzando Jacob. Meritandosi la gomitata nello stomaco da parte di
Leah.
<<
Ahi!
Tesoro mi hai fatto male >>, disse Jacob massaggiandosi
la parte lesa.
<<
Così
magari la prossima volta ti ricorderai di collegare la spina del tuo
cervello,
per provare a dire una frase seria e di senso compiuto
>>, disse Leah.
Ridendo
allegramente
andammo in sala da pranzo per dare inizio alla cena.
<<
Tutto
squisito >>, si complimentò Sue.
<<
Grazie
>>, risposi.
<<
Peccato
che non ci fosse un bis per quel polpettone squisito >>,
disse Jacob.
<<
Jake
forse volevi dire il tris >>, lo rimproverò
Sue.
Come
previsto Leah, Jacob e Seth avevano razzolato tutte le loro porzioni e
le mie e
di Edward, che molto velocemente spostavamo nei loro piatti, per dare
l’impressione che stessimo mangiando.
<<
Quando
mangiamo quella favolosa torta alle fragole che ho visto in frigo?
>>,
chiese Jacob, con il sorriso di un bambino di due anni.
<<
Jacob
Black, hai per caso lasciato sul comodino la buona educazione?!
>>, disse
Sue.
<<
No
mamma. Sul comodino ha proprio lasciato il suo cervello
>>, disse seria Leah.
E tra le
risate generali, andai in cucina a prendere la torta.
Per qualche
ora, avevo dimenticato il pericolo che incombeva su di noi e mi sarebbe
piaciuto che nulla rovinasse questo clima di serenità e
felicità, ma tutti noi,
tranne Charlie, sapevamo benissimo che intorno a noi si era solo creata
una
finta bolla di quiete e normalità. Dentro di noi conoscevamo
i pericoli che si
nascondevano al di fuori di quella bolla.
<<
Bella
hai bisogno di una mano? >>, chiese Leah facendo capolino
dalla porte della
cucina.
<<
Si
certo. Prendi i piattini dalla credenza >>, dissi
cercando di recuperare
il più velocemente un’espressione serena.
<<
Stavi
pensando a questo pomeriggio, vero? >>.
Non ero
riuscita a raggirarla.
<<
Si >>,
dissi semplicemente.
<<
Saremo
al tuo fianco. Abbiamo già parlato con il branco di Sam.
Anche loro si
batteranno con noi >>, disse sorridente.
Questa
notizia invece per me non era affatto bella. Io li consideravo altri
innocenti
che di sarebbero fatti uccidere per i miei casini.
<<
Entrambi
i branchi si batteranno per proteggere Aurora. Lei è
l’imprinting di Seth e
tutti i suoi fratelli si sarebbero battuti ad ogni costo per non farle
accadere
nulla. Chi ha avuto l’imprinting, conosce il legame che li
unisce alla propria
metà e nessuno immaginerebbe una vita senza la propria anima
gemella. Quindi si
batteranno anche se tu rifiuterai il loro aiuto >>,
affermò Leah.
<<
Grazie
Leah >>.
<<
Bella!?
>>, mi fermò poco prima che varcassi la soglia
della sala da pranzo.
<< Hai pensato a come proteggere Charlie?
>>.
Non ci avevo
pensato affatto. Anzi poco prima che me lo dicesse lei, non pensavo
neanche che
Charlie fosse in pericolo, ma ora che ci pensavo, conoscendo i Volturi,
potevano usarlo comeesca per farmi cedere ai loro ricatti, mi avrebbero
accusata
di mettere a rischio il nostro segreto vivendo a stretto contatto con
un umano.
Dovevo
trovare una via di uscita a qualsiasi scusa loro avrebbero trovato e
soprattutto nei prossimi giorni, Charlie doveva essere al sicuro
ventiquattro
ore su ventiquattro e con me non lo sarebbe stato. Un piano iniziava a
formarsi
nella mia mente e ciò comportava lunghe assenze da casa.
Tornai in
sala da pranzo un po’ più sicura delle mie
decisioni. Aprii la mia mente ad
Edward per svelargli i miei piani attuali e lui con un cenno del capo
mi
dimostrò il suo appoggio e con sicurezza, presi parola.
<<
Papà,
Sue. Credo di parlare a nome di tutti i presenti quando dico, che
capisco il
motivo di questa cena >>. Entrambi diventarono rossi come
peperoni,
mentre anche Leah e Seth, asserivano con il capo. <<
Siamo felici per
voi. Congratulazioni >>. Dissi sorridendo e battendo le
mani seguita dal
resto della tavolata. Eravamo felici che i nostri genitori avessero
trovato
qualcuno con cui condividere la loro vita.
<<
Grazie
ragazzi. Ma per ora ci stiamo solo frequentando e volevamo rendervi
partecipi.
Non parliamo di matrimonio >>, disse imbarazzato Charlie.
<<
Ovvio
che non si parla di matrimonio. Come unico maschio della famiglia non
ti
concederò facilmente la mano di mia madre >>,
disse Seth con finta
serietà e trattenendo a stento le risate.
<<
Ora
però mi dispiace rovinare questo clima di festa, ma devo
dirti una cosa
importante papà >>, dissi attirando la sua
attenzione su di me.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
|
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cloh
[Contatta]
|
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violazione
|
03/08/10,
ore 00:39 - Capitolo 45: capitolo
45
|
Anche
qst volta mi perdoni il ritardo??? Spero di si…Demetri
è uno stronzo egocentrico, lo penso anche io…
Cmq
la suspance è qualcosa che ho ereditato dopo anni di visione
di cartoni animati…ti lasciavano sempre con il fiato in
sospeso… ihihihihih
|
|
luigia
[Contatta]
|
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violazione
|
02/08/10,
ore 23:36 - Capitolo 45: capitolo
45
|
Ciao
GinA…. Siamo andati ben oltre il rientro delle vacanze per
qst capitolo… ma finalmente è
arrivato… I volturi pensano che le leggi sono state
trasgredite ma Bella ha un suo piano…baci
|
|
|
|
Vampire_Twilight
[Contatta]
|
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violazione
|
02/08/10,
ore 22:01 - Capitolo 45: capitolo
45
|
EBBENE
SI DEMETRI E FELIX OLTRE AD ESSERE VAMPIRI SONO UOMINI…E SI
SA GLI UOMINI SONO ORGOGLIOSI E IL RIFIUTO DI BELLA RODE DENTRO SPECIE
CHE ORA HANNO VISTO BELLA IN DOLCE COMPAGNIA….BACI
|
|
bellina3000
[Contatta]
|
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violazione
|
02/08/10,
ore 21:28 - Capitolo 45: capitolo
45
|
CIAO….PERDONI
IL MIO RITARDOOOOOO??? CMQ LA TROVATELLA LA CONTINUERò DOPO
AVER TERMINATO QST E POI HO ALTRE 2 STORIE IN MENTE CHE
SCRIVERò APPENA MI SARò LIBERATA DAGLI IMPEGNI
UNIVRSITARI…CMQ I VOLTURI STANNO ARRIVANDO E TROVERANNO PANE
PER I LORO DENTI…
|
|
vanderbit
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|
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violazione
|
02/08/10,
ore 20:48 - Capitolo 45: capitolo
45
|
SCUSA
SE TI HO FATTO ATTENDERE MOLTO PER QST CAPITOLO…CMQ SI
EDWARD è GELOSO DI FELIX E NON SOLO…EBBENE SI LA
STORIA è AL TERMINE, MA PRIMA CI SARà UN COLPO DI
SCENA…BACI
|
|
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|
Ritorna all'indice
Capitolo 47 *** capitolo 47 ***
Buongiorno!!!
Va
bene l’ho capito,
siete arrabbiate con me… sono scostante negli aggiornamenti
e forse anche un po’
deludente, viste le scarse recensioni.
Su
300 lettori, solo 4
recensioni???
Me
lo merito sono d’accordo
con voi… spero che con questo aggiornamento lampo possa
meritarmi il vostro
perdono.
Buona
lettura…
PROPOSTE
POV
BELLA
<<
Continuo
a non capire perché dovrei trasferirmi alla riserva
>>, insisteva
Charlie.
<<
Papà
ho bisogno di saperti al sicuro in ogni momento della giornata. Nei
prossimi
giorni dovrò assentarmi molto da casa e non sarò
tranquilla sapendoti qui solo
e indifeso >>.
<<
Vuoi
dire che qualcuno minaccia te o me? >>, disse assumendo
il tono da
poliziotto.
<<
Sinceramente..
>>, non sapevo cosa rispondere. Se gli avessi mentito
dicendo di no, non
avrebbe accettato di andare alla riserva; ma se in caso contrario gli
avessi
detto la verità, mi avrebbe tempestato di domande per sapere
chi minacciava lui
o la sua bambina, di cui ignorava il particolare che fosse una forte
vampira
ora.
<<
Charlie
credo che tu debba prendere una decisione! Vuoi o non vuoi conoscere i
nostri
segreti? Sai già che noi tre ci trasformiamo in grossi
l… >>, disse
schietto Jacob, ma Charlie lo bloccò.
<<
Okay,
messaggio recepito >>, disse rivolgendo il palmo della
sua mano verso
Jacob. << Tesoro se hai bisogno che io vada alla riserva,
avrai le tue
buone ragioni, mi fido di te e quindi farò come dici.
Però tu verrai con me,
perché non lascerò mia figlia e mia nipote da
sole qui >>.
<<
Papà
non resteremo qui. Saremo ospitate dai Cullen >>, dissi
tranquilla.
<<
Ne
abbiamo già parlato >>, disse diventando
livido e alzandosi di scatto.
<<
Basta!
Per una buona volta, metti da parte l’orgoglio paterno. Qui
non stiamo parlando
di una fuga adolescenziale o di notti d’amore tra due
fidanzati. Qui parliamo
di una questione seria >>, dissi alzandomi a mia volta
dalla sedia e
fronteggiando lo sguardo di Charlie.
<<
Charlie
>>, lo chiamò Sue posando la sua mano, su
quella di mio padre. Il
cambiamento del viso di mio padre fu istantaneo; i tratti si
ammorbidirono e
l’espressione si addolcì, Sue doveva avere un
forte ascendente su di lui.
<< Tua figlia ha ragione. Qui ci sono in ballo situazioni
di rilevante
importanza. Fidati di lei! >>.
Con un solo
cenno positivo, mio padre si rimise a sedere, stringendo la mano di Sue
a sua
volta.
<<
Ora
che ne dite di mangiare questa favolosa torta? >>, disse
Seth per
spezzare la tensione.
Durante
tutto il battibecco con mio padre, erano rimasti in silenzio senza
intromettersi. Persino Aurora al fianco di Seth, rimase in silenzio.
<<
Anche
io voglio la torta >>, esclamò Aurora.
E
così
concludemmo la cena come se nulla fosse accaduto.
Seduta
davanti al mio computer, scrivevo una e-mail a mia madre per
raccontarle della
cena. Sarebbe stata felice di sapere che Charlie finalmente dopo tanti
anni,
era riuscito ad andare avanti.
Proprio
quando premetti il tasto invio, la melodia canticchiata da Edward per
far
addormentare Aurora, cessò e l’istante successivo
mi ritrovai circondata dalle
braccia di Edward.
<<
Non
vedevo l’ora di rimanere un po’ da solo con te.
Oggi è stata una giornata
alquanto movimentata >>, disse sorridendo ad un passo
dalle mie labbra.
Detto
così
sembrava che nulla di male fosse accaduto, capivo che era il suo modo
di
alleggerire la mia tensione.
<<
Avrei
preferito la solita noiosa giornata >>, dissi baciandogli
il mento.
<<
Anche
io avrei preferito non vedere alcune cose >>, disse un
po’ infastidito.
Sapevo a
cosa si stava riferendo e dalla tensione dei suoi muscoli, anche se non
lo dava
a vedere, capivo quanto fosse risentito da ciò che aveva
scoperto.
<<
Avrei
dovuto dirtelo, ma volevo lasciare alle spalle quella parte della mia
esistenza
>>, dissi per giustificarmi.
Non sapevo
neanche il perché non gli avessi raccontato di Demetri e
Felix, infondo io non
avevo ricambiato i loro sentimenti o i loro gesti, ma preferivo che
Edward non
sapesse niente.
<<
Non
sopporto che loro ti abbiano desiderata o sperato che tu ricambiassi i
loro
sentimenti e ancor di più detesto che lui ti abbia baciata
>>, disse
sibilando.
<<
Le
loro erano illusioni e io non ho mai corrisposto a niente. Mi dispiace
non
avertelo detto, ma non volevo che tu ti arrabbiassi con me per quello
che è
successo >>, dissi triste. Non volevo litigare con lui.
<<
Bella,
amore. Io non ti sto accusando di aver ricambiato i loro sentimenti o
gesti.
Perdona il mio tono, ma io sono arrabbiato con me stesso. Sono stato
così
stupido a lasciarti andare. Ho visto dalla loro mente, come ogni
vampiro in
quel palazzo parlava di te o ti desiderava. Sei così bella,
sensuale e
semplice, che ogni essere che ti incrocia sul suo cammino, ti desidera.
Ma il
destino è stato mio amico. Ti ha fatto tornare da me e io
non sarò mai più così
stupido da lasciarti andare. Io sono tuo, io ti appartengo, il mio
cuore ti
appartiene, ogni fibra del mio essere ti appartiene e vorrei tanto che
anche tu
mi appartenessi >>, poi frugò nella sua tasca
e si inginocchiò davanti a
me. << Isabella Marie Swan, vorresti diventare mia
moglie? >>.
Davanti ai
miei occhi comparve un anello con un ovale ricoperto di diamanti.
Sembrava un
anello antico, ma brillava anche al buio della notte. Ero diventata una
statua,
nessuna particella del mio corpo si muoveva e sul mio viso dovevo aver
dipinto
un’espressione da pesce lesso.
<<
Da
molto tempo ormai desideravo chiedertelo, avevo in mente un altro luogo
e un
altro tipo di giornata, ma oggi ho capito che voglio legarmi a te il
prima
possibile, sempre se anche tu lo vorrai >>.
Continuavo a
rimanere lì impalata senza dir nulla, ma ora il mio sguardo
si era spostato
dall’anello al suo viso.
Edward
iniziò ad alzarsi, cambiando notevolmente umore. Si stava
incupendo e la
delusione traspariva dai suoi occhi. << Bella, non voglio
una risposta
subito o se tu non vuoi non ti costringerò a far…
>>.
<<
Si >>,
dissi incolore.
<<
Va
bene aspetterò >>, disse Edward fraintendendo
la mia risposta.
<<
Edward
Cullen, si voglio sposarti >>, dissi buttandomi su di lui
e cadendo fra
le sue braccia sul morbido materasso alle nostre spalle.
Le mie labbra
cercarono subito le sue e i nostri sapori esplosero in un mix di
piacere nelle
nostre bocche. La passione di quel momento ci distaccò dalla
realtà; eravamo
solo io e lui, non esisteva nessun pericolo, la minaccia dei Volturi
era
lontana e la preoccupazione di Charlie nell’altra stanza era
svanita
completamente. Anche se avesse fatto irruzione nella mia stanza in quel
momento, non lo avrei sentito e non me ne sarei neanche preoccupata.
Ero presa
dalla felicità della proposta di Edward e con essa dentro di
me era scoppiata
una passione mai sentita prima.
Da quando io
ed Edward ci eravamo riuniti, nella nostra intimità era come
se si fossero
tracciati dei limiti, quegli odiosi limiti che tanto mi ricordavano i
nostri
baci quando ero ancora umana.
Nonostante
non dovessimo più preoccuparci della mia
fragilità, le nostre mani non
superavano mai il confine del tessuto dei nostri vestiti e per me era
una tale
frustrazione lasciarmi andare in quelle lunghe e approfondite
esplorazioni
delle nostre bocche senza andare mai oltre a qualche carezza.
Solo una
volta durante una caccia, i nostri vestiti erano finiti a brandelli, ma
ancor
prima di poter andare avanti, Edward aveva messo le distanze fra noi
inventando
qualche scusa per rientrare.
Non capivo
come facesse a fermarsi nonostante l’eccitazione che ci
travolgeva.
Ma in quel
momento forse complice l’entusiasmo del momento e un
po’ della sua gelosia,
sembrava anche lui molto riluttante all’idea di fermare le
mie mani e anche le
sue.
Non mi ero
trasformata in una ninfomane, ma la trasformazione aveva portato con se un mondo
completamente diverso
di percepire i miei ormoni, che alla vicinanza di Edward impazzivano.
Infondo
ero pur sempre una vampira adolescente.
Prima che
Edward si riprendesse dal suo stato di accondiscendenza, slacciai
velocemente
la sua camicia, baciandogli man mano ogni lembo di pelle che veniva
allo
scoperto. Potevo strappargliela, come per il resto dei vestiti, ma la
mattina
dopo avrebbe avuto bisogno di vestiti.
Appena la
sua camicia fu totalmente aperta, seguii con i polpastrelli, ogni
piccola linea
del suo torace soffermandomi sui suoi capezzoli che pizzicavo e
baciavo,
provocandogli gemiti di piacere.
Non ero
un’esperta in quel campo, anzi forse era meglio dire, che non
sapevo proprio
nulla, ma in quel momento tutto mi sembrò naturale.
Desideravo
che lui mi togliesse quella vecchia canotta bucherellata che usavo
ancora come
pigiama e così aprii la mia mente per fargli vedere il mio
desiderio.
Con un
piccolo sussulto quando recepii i miei pensieri, accontentò
subito la mia
richiesta e con uno scatto repentino mi ritrovai sotto di lui solo con
il mio
semplice reggiseno panna.
Per pochi
istanti rimase immobile a fissare il mio seno ricoperto da
quell’indumento di
materiale sintetico, bloccai il mio respiro affannato, convinta che il
limite
era stato già passato e che da lì a poco Edward
si sarebbe fermato, con qualche
scusa.
Chiusi gli
occhi già arresa a ciò che sarebbe accaduto
inevitabilmente, ma le sue labbra
all’altezza del mio ombelico mi stupirono.
Le sue mani
risalivano i miei fianchi, mentre le sue labbra morbide e calde per me,
seguivano una linea immaginaria lungo il mio torace, fino ad arrivare
al mio
reggiseno che si divise in due quando i denti
di Edward lo sfiorarono.
Mai come in
quel momento il mio seno era nudo davanti ai suoi occhi. Il suo sguardo
sembrava perso fra le mie colline; la sua mano destra posata sul mio
fianco,
salii delicatamente sfiorando appena il lato del mio seno, lasciando
brividi
infuocati dietro di se, poi con un tocco lieve le sue dita esplorarono
il mio
seno e le sue
labbra si posarono sul mio
capezzolo.
Un fuoco
prorompente divampò nel mio basso ventre e involontariamente
i miei muscoli
fecero inarcare la mia schiena per far aderire meglio i nostri bacini.
Inutile dire
che l’erezione di Edward oltre ad essere ben recepibile al
tatto era anche ben
visibile dai suoi jeans scuri.
La sua
lingua continuava imperterrita a stuzzicare i miei capezzoli turgidi e
i nostri
bacini ancora fasciati dai nostri indumenti, si scontravano con
regolarità in
un movimento che alleviava di poco la nostra eccitazione.
Volevo di
più, mai come quella sera mi sentivo pronta ad un passo
così importante come il
donare la mia verginità ad Edward, così tra il
suono del nostro respiro corto e
i nostri ansimi di piacere, portai lentamente le mie mani alla fibbia
dei
pantaloni di Edward, iniziando ad armeggiare con essa per aprirla senza
distruggerla.
<<
Bella…
>>, fu la prima parola detta su quel letto. Avevo
pronunciato il mio nome
con voce che trasudava eccitazione.
Riuscii
finalmente ad abbassare quella maledetta zip, ma la mano di Edward mi
bloccò il
passo successivo.
<<
Bella
no! Già così mi è difficile resistere,
non minare ancora di più il mio
controllo >>, disse con voce rotta dal piacere.
<<
Allora
lasciati andare >>, dissi accarezzando la sua
protuberanza nei pantaloni.
Non sapevo
neanche io dove avessi preso tutta questa audacia, ma forse quando nel
proprio
corpo erano in circolo gli ormoni, la timidezza svaniva.
<<
Bella
non possiamo >>.
Ed ecco il
blocco che temevo.
<<
Perché!?
>>, la mia era quasi una supplica.
<<
C’è
Aurora qui e tuo padre e nella stanza affianco >>. Ecco
le solite scuse.
<<
Edward
per una volta dimmi realmente qual è il problema
>>, dissi quasi
infastidita.
Sembrò
pensarci su e poi si mise a sedere portandomi con se.
<<
Bella
lo sai io ho vissuto per più di un secolo, il mondo si
è evoluto e io mi sono
sempre evoluto con lui. Ma alcuni miei fondamenti, alcuni miei valori,
risalgono ancora a quand’ero umano >>, disse
fissandomi intensamente. <<
Amore tu non sai quanto ti desideri e ogni volta fermarmi diventa
sempre più
difficile, ma voglio che tutto accada a suo tempo. Prima di unire i
nostri
corpi, voglio che Dio suggelli il nostro amore >>.
<<
Quindi
tu hai sempre inventato qualche scusa, per non violare la mia
virtù?! >>,
dissi con un sorriso sulle labbra.
<<
La
tua anima è pura e tale dovrà rimanere
>>, disse serio.
<<
Allora
dovrò dire ad Alice di organizzare il nostro matrimonio il
prima possibile >>,
dissi maliziosa riprendendo a baciargli il collo.
<<
Bella
così rendi l’attesa fino a quel giorno difficile
da sopportare >>, disse
tornando con il fiato corto.
<<
Se
è la virtù che dobbiamo preservare, nulla ci
vieta di far allenamento sui
preliminari >>, dissi spingendolo nuovamente disteso sul
letto e tornando
a cavalcioni su di lui.
Ero felice,
nonostante la giornata fosse iniziata nei peggiori dei modi, molte cose
positive erano accadute in poche ore. Mi sentivo protetta e amata dai
miei
simili e da coloro che un tempo dovevano essere i nostri nemici, la mia
esistenza
ora era più serena,Charlie avrebbe avuto una donna al suo
fianco anche quando
io sarò costretta ad allontanarmi da lui e la mia
eternità sarebbe trascorsa
affianco all’uomo che amavo che presto sarebbe diventato mio
marito e padre di
Aurora.
Ma tutto
questo sarebbe accaduto solo se i Volturi non ci avessero distrutto.
Anche
se le recensioni sono pochine non è detto che io non debba
ringraziare le 4
lettrici che non mancano mai all’appello…
|
bellina3000
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violazione
|
01/09/10,
ore 11:44 - Capitolo 46: capitolo
46
|
Ciao….qst
volta ho aggiornato presto visto??? Cmq si ovvio che la trovatella la
porto a termine e ho 2 storie che mi ronzano in testa da parecchio
tempo ormai, ma non potrò iniarle a pubblicare fino a quando
non sarò un po’ più libera
dall’università…per quanto riguarda
Aurora è al termine, ma non so quanti capitoli
scriverò ancora, sto cercando di scriverli tutti insieme, vi
farò sapere quando sarò certa…baci
|
|
cloh
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violazione
|
31/08/10,
ore 23:32 - Capitolo 46: capitolo
46
|
Visto??
Non ho lasciato per molto tempo la suspance…poi a differenza
dei creatori di holly e benji non lascio un calcio con rovesciata in
sospeso per diverse puntate…
|
|
vanderbit
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|
31/08/10,
ore 17:50 - Capitolo 46: capitolo
46
|
Ciaoooo!!!
Allora Bella si sente in colpa, ma ormai ha capito che tutta la sua
famiglia allargata non potrà mai lasciarla sola…
Non so quanti capitoli mancano… siamo alla fine qst
è certo ma non ho idea di quanti capitoli
scriverò ancora…
|
|
|
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Capitolo 48 *** capitolo 48 ***
Bene
ragazze
nuovo capitolo!!!
Dai
non
abbiate quelle facce sconvolte, lo so che qst è un
miracolo!!!
Ho
adottato
una nuova tecnica…non pubblico il nuovo capitolo se non ho
già scritto il
successivo…ciò vuol dire che il prossimo
è pronto, ma non lo pubblicherò fino a
quando non scriverò quello che segue… baci
P.s.=
spero che per qst aggiornamenti lampo, merito qualche commentino in
più…
Buona
lettura!!!
PIANI
POV
BELLA
<<
Le
valigie sono pronte. Ricorda dopo… >>.
<<
Dopo
il lavoro devo andare subito alla riserva senza deviazioni
>>, cantilenò mio
padre, terminando la frase che gli avevo ripetuto interrottamente da
quando si
era svegliato.
<<
Almeno
posso salutare mia nipote? >>.
<<
Sta
ancora dormendo. Ma ti prometto che entro questa sera la
porterò alla riserva >>,
dissi rassicurandolo.
<<
Lo
sceriffo di Forks agli arresti domiciliari. È il colmo
>>, borbottò
prendendo le valigie e uscendo per andare a lavoro.
Sue aveva
proposto a Charlie di stare da lei. L’avrebbe ospitato
volentieri così si
sarebbero fatti compagnia a vicenda, visto anche che Seth e Leah
sarebbero
stati parecchie ore fuori casa.
<<
Non
è scocciato come sembra per questa convivenza forzata
>>, disse Edward
comparendo al mio fianco.
<<
Lo
penso anche io >>, risposi baciandolo dolcemente.
<<
Aurora
si sta svegliando >>, disse Edward leggendo i suoi
pensieri.
<<
Andiamo
a darle la bella notizia? >>, dissi guardando
l’anello che mi aveva
regalato.
<<
Con
enorme piacere >>.
E in un
battito di ciglia eravamo in camera mia affianco al suo lettino,
proprio mentre
apriva i suoi occhietti celesti.
<<
Buongiorno
piccolina >>, dissi sorridendole.
<<
Fame?
>>, chiese Edward.
<<
Si >>,
biascicò con la voce impastata dal sonno.
Edward scese
per preparargli una colazione sostanziosa a base di cibo umano e non
solo.
Dopo averla
lavata e vestita, scendemmo giù, per raggiungere il tavolo
sommerso da ogni
genere di cibo.
<<
Non
credi di aver esagerato un tantino? >>, chiesi al mio
ragazzo e futuro
marito.
Sembrava
agitato e non riusciva a nasconderlo.
<<
Grazie
per la colazione Edward >>, disse educata la mia
piccolina.
<<
Aurora,
dobbiamo dirti una cosa >>, dissi sorridendo.
Era piccola
e sembrava assurdo farle un discorso di quella portata, ma noi sapevamo
benissimo che il suo cervello era ben sviluppato.
<<
Io
e la tua mamma ci sposiamo >>, disse Edward di slancio e
nervoso.
I
suoi occhietti ci lanciavano sguardi
perplessi.
<<
No
piccolina. Non penserei mai di prendere il posto del tuo
papà >>, rispose
Edward abbassandosi sulle ginocchia per essere alla sua altezza.
<< Se
vorrai, io mi prenderò cura di te, come avrebbe fatto il tuo
papà, ma non
voglio sostituirlo nel tuo cuoricino. Tutti e tre saremo una famiglia
>>.
<<
Devo
chiamarti… papà? >>, chiese
titubante.
<<
Solo
se lo vorrai >>, rispose sorridendo Edward.
<<
Si >>,
disse felice. << Da oggi tu sei papà Edward
>>, e si gettò tra le
braccia di Edward felice.
<<
Però
tesoro, non dire niente a nonno Charlie >>, dissi per
paura che mio padre
lo scoprisse prima che fossi io a comunicare la nostra decisione.
Ero
orgogliosa, presto avrei regalato una vera famiglia ad Aurora.
<<
È
arrivato Seth!! >>, esultò Aurora correndo
verso la porta dopo aver
percepito la sua presenza.
Andai ad
aprire per farlo accomodare.
<<
Buongiorno
a tutti. Buongiorno anche a te piccolina >>, disse
prendendola in braccio.
<<
Sai
che la mamma e papà Edward si sposano? >>,
disse entusiasta di essere
stata la prima a dirglielo.
<<
Aurora!
Ti avevo detto che non dovevi dirlo. Dobbiamo essere noi a comunicarlo
>>,
dissi severa.
<<
Scusa
mamma. Ma tu avevi detto di non dirlo a nonno >>, disse
mettendo il
broncio.
<<
Comunque
auguri ragazzi. Sono felice per voi >>, disse sincero e
scompigliando i
capelli di Aurora che tornò presto a sorridere.
<<
Durante
la ronda abbiamo incrociato le tracce della tua famiglia e li abbiamo
raggiunti. Sono arrivati una mezz’oretta fa e mi hanno
mandato a chiamarvi o
meglio mi sono proposto di venire qui io ad avvisarmi >>,
ci comunicò.
<<
E
immaginiamo il perché tu ti sia proposto >>,
disse ammiccando Edward.
<<
Si…
cioè no! L’ho fatto solo per essere gentile
>>, disse imbarazzato.
<<
Seth..
>>, lo riprese Edward picchiettando la sua tempia destra.
<<
Va
bene. Per essere gentile e per dare il buongiorno ad Aurora
>>, ammise,
per poi avviarci tutti insieme verso casa Cullen.
<<
Che
bello rivedervi sani e salvi >>, disse il capofamiglia
Cullen appena
varcammo la soglia.
Tutti e tre
fummo travolti dal resto della famiglia, ma la maggior parte delle
attenzioni
furono rivolte ad Aurora, che passava felice tra gli abbracci di tutti.
Dopo esserci
salutati per lunghi minuti, si passo subito agli argomenti
più urgenti e
scottanti.
Eravamo
tutti riuniti nel salone. Jacob e il suo branco rimasero in piedi di
fronte a
noi, mentre Leah prese posto sulla poltrona davanti a Jacob. Tra di loro era presente anche Paul
come rappresentante
del branco di Sam.
Raccontammo
tutto l’accaduto del pomeriggio precedente e tutti seguirono
il racconto con
attenzione fino alla fine.
<<
Aro
non perderà questa occasione per venire a distruggerci. Ci
ha sempre visti come
una minaccia e in lui è nata una grande gelosia nei tuoi
confronti Carlisle. Tu
hai una famiglia numerosa e con grandi poteri >>, disse
Edward.
<<
Ma
lui sa benissimo che non ho manie di conquiste. Mi conosce e sa
benissimo che
il potere non mi tenta >>, disse pacato Carlisle.
<<
Lo
so! Ma lui vede questa spedizione punitiva come un’occasione
per conquistare
dei nuovi potenti membri > >, m’intromisi io.
Lo conoscevo
troppo bene e dopo le rivelazioni di Eliseo ogni tassello delle sue
maniere di
operare, aveva creato nella mia testa un quadro ben definito.
<<
Allora
perché non li abbiamo uccisi subito. Eravamo più
di loro, non sarebbero
scappati e non avrebbero comunicato le loro scoperte >>,
disse deciso
Jacob.
<<
Se
li avessimo uccisi, saremmo stati veramente colpevoli di reato. Per ora
non abbiamo
ancora commesso nessun crimine. Ma uccidendo due componenti del corpo
di
guardia, nessuno avrebbe fermato la furia dei Volturi >>,
spiegai io.
<<
Ma
loro ci hanno già accusato. Tanto valeva iniziare a
diminuire la loro potenza,
eliminando due vampiri >>, sbraitò Jacob.
<<
Le
loro accuse non hanno fondamento, credetemi! Penserò io ad
annullarle >>,
dissi sicura di me stessa.
Sapevo come
affrontare Aro e anche con quali armi sconfiggerlo.
<<
Cosa
hai in mente? >>, chiese Esme.
<<
Io
spero di non arrivare mai ad uno scontro, ma se sarà
necessario saremo in grado
di affrontarli >>, dissi certa.
<<
Bella
non vorrei contraddirti, ma i Volturi hanno alle spalle secoli di
esperienza e
tecniche di lotte raffinate e piani di attacco infallibili
>>, disse
Rosalie.
<<
Rose
ha ragione >> disse Carlisle. << Se fosse
così semplice altri
vampiri li avrebbero già spodestati >>.
<<
Voi
tutti dimenticate
una cosa >>,
dissi guardando tutti i presenti con un sorriso beffardo.
<< Io ho fatto
parte della guardia dei Volturi e in quei mesi ho avuto i migliori
insegnamenti
sulle tecniche di lotta. Conosco ogni vampiro e ogni suo punto debole
>>.
Nella mia
mente, avevo ben impresso tutti gli allenamenti con ogni vampiro
presente in
quel palazzo. Sapevo chi erano i migliori e chi non sapeva lottare
granché perché
a loro era affidato solo il compito di difesa con i propri poteri.
<<
Quindi
il tuo piano è insegnarci a combattere contro di loro
>>, disse
riassuntivo Jacob.
<<
Decisamente
>>, affermai.
<<
Quando cominciamo? >>, chiese impaziente Emmett.
<<
Anche
subito >>, dissi io. << Leah tu saresti
così gentile di occuparti
di Aurora? >>.
<<
Certo
>>, disse prendendo Aurora dalle braccia di Rose che con
riluttanza la
consegnò a Leah.
Il telefono
di Edward squillò e tutti ci voltammo verso di lui.
<<
Alice
dimmi >>, disse Edward portandosi il telefono
all’orecchio.
Il nostro
udito ci permise di sentire chiaramente la risposta di Alice
all’altro capo del
telefono.
<<
Edward
l’abbiamo trovato! Questa notte saremo a casa
>>.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
dindy80
[Contatta]
|
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violazione
|
07/09/10,
ore 21:17 - Capitolo 47: capitolo
47
|
VISTO??
HAI Già TROVATO IL NUOVO AGGIORNAMENTO…SONO STATA
VELOCE… NON TI PREOCCUPARE PER AVER SLTATO LA RECENSIONE
DELLO SCORSO CAPITOLO…MI BASTA SAPERE CHE MI SEGUI E CHE
QUANDO PUOI MI LASCI UN TUO COMMENTO CON IL TUO PARERE…BACI
|
|
ManuCullen
[Contatta]
|
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violazione
|
04/09/10,
ore 20:31 - Capitolo 47: capitolo
47
|
ULTIMAMENTE
SONO UN PO’ Più VELOCE AD AGGIORNARE, MA LA VITA
è PIENA DI IMPEGNI…CMQ SONO CONTENTA CHE TU ABBIA
TROVATO LA MIA STORIA E CHE TI SIA PIACIUTA…SPERO DI NON
PERDERTI COME LETTRICE E DI LEGGERE ANCORA LE TUE RECENSIONI CON QUELLO
CHE PENSI DEI CAPITOLI… BACI
|
|
cloh
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
04/09/10,
ore 13:15 - Capitolo 47: capitolo
47
|
ANCHE
QST VOLTA TI HO LASCIATO CON IL FIATO IN SOSPESO…VERO??? MA
NON TI PREOCCUPARE IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO ARRIVA
PRESTO…BACI
|
|
bellina3000
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
03/09/10,
ore 20:26 - Capitolo 47: capitolo
47
|
I
TUOI COMMENTI SONO SEMPRE QUELLI CHE MI FANNO SORRIDERE E MI DANNO LA
FORZA DI PENSARE CHE QUELLO CHE SCRIVO NON DEVE ESSERE PROPRIO UNA
SCHIFEZZA…ANCHE SE IO A VOLTE PENSO CHE ULTIMAMENTE SONO
PIETOSI I MIEI CAPITOLI…
CHE
NE PENSI DI QUESTI AGGIORNAMENTI FLASH???
BACI
|
|
vanderbit
[Contatta]
|
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violazione
|
03/09/10,
ore 16:03 - Capitolo 47: capitolo
47
|
SI
PENSO ANCHE IO CHE EDWARD AVREBBE CONSERVATO LA VIRTù DI
BELLA IN OGNI CASO…LUI VIENE DA UN'ALTRA EPOCA NON
DIMENTICHIAMOLO…BACI
P.S.=
CHE NE PENSI DI QST CAPITOLO??
|
|
|
|
Fortheternity
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
03/09/10,
ore 15:13 - Capitolo 47: capitolo
47
|
GRAZIE
PER I TUOI COMPLIMENTI…SONO FELICE DI SAPERE CHE NONOSTANTE
PENSO CHE I MIEI ULTIMI CAPITOLI SIANO SCRITTI VERAMENTE MALE, TU NON
RIMANI DELUSA…GRAZIE MILLE…
HAI
RAGIONE CHARLIE è PROPRIO COTTO, ED ERA ORA CHE SI TOGLIESSE
DI MENTE LA MAMMA DI BELLA, NON PENSI ANCHE TU??
|
|
|
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Capitolo 49 *** capitolo 49 ***
Buongiorno
a
tutte!!!!!
Un
altro
capitolo è aggiornato… qualcuno di voi
(Bellina 3000 ) sta gridando : MIRACOLOOOO!!
Vi
avviso che
ho già altri 2 capitoli pronti, posso pubblicarli nel
più breve tempo possibile
se volete o pubblicarne uno a settimana… cmq se li
pubblicherò tutti insieme,
sappiate che per i nuovi capitoli, dovrete aspettare dopo il 5
ottobre…
Devo
preparare gli ultimi 2 esami decisamente difficili e spero vivamente di
riuscire a darli entrambi…
Ora
vi
lascio…
Buona
lettura….
P.s=
sono molto triste… ho notato con mio grande
rammarico che le recensioni sono diminuite… ho aspettato
fino ad oggi, proprio
perché speravo in qualche altro commento… mi
piacerebbe davvero tanto leggere i
pensieri dei miei lettori, le opinioni sul capitolo e sulla storia,
spero che i
lettori silenziosi, prima che qst storia giunga al termine, si facciano
sentire
con una loro opinione, positiva o negativa che sia… baci!!!
RITORNO
POV
BELLA
Una macchina
aveva appena imboccato lo svincolo che portava a casa Cullen, erano le
dieci di
sera e ancora nessuno di noi dopo la chiamata di Alice, aveva mosso un
muscolo.
I pneumatici
frenarono sulla ghiaia del vialetto e quattro sportelli quasi in
sincrono, si
aprirono per chiudersi subito dopo.
Carlisle
andò ad aprire la porta.
<<
Eleazar
che piacere rivedervi tutti > >, disse il padre di Edward
facendo
accomodare il clan dei Denali.
Quella
mattina, dopo che Edward aveva chiuso la telefonata con Alice, Carlisle
aveva
subito chiamato Eleazar per accennargli della battaglia che presto
avremmo
dovuto affrontare contro i Volturi e loro si erano subito resi
disponibili a
darci una mano, anche per farsi perdonare del disastro combinato con
Victoria.
<<
Ciao
Carlisle >>, disse Eleazar entrando e stringendogli la
mano.
Da quando
avevo sentito la chiamata di Carlisle, ero diventata tremendamente
nervosa. Non
avevo parlato con nessuno, nemmeno con Edward che non si era
allontanato per
niente da me. Sapevo che l’arrivo della famiglia
dell’Alaska, avrebbe portato
con se brutti ricordi e lei.
Tanya la vampira
che era la causa della mia partenza per Volterra. Edward mi aveva
assicurato
che tra di loro non cera mai stato
niente e che lui la considerava solo una cugina, ma aveva anche detto
che lei
provava qualcosa per lui e più volte lo aveva fatto capire.
E poi come
potevo reggere il confronto con lei?
Lei era
bellissima e io neanche ora, che ero una vampira, potevo reggere il
confronto.
Quando tutti
i componenti del clan Denali entrarono, vidi subito come gli occhi di
Tanya
andarono alla ricerca di Edward e vidi chiaramente il suo sorriso
quando alla
fine lo trovò, senza neanche notare che era al mio fianco.
Mi irrigidii
subito e la mia mente iniziò a produrre pensieri poco
amichevoli nei confronti
di quell’odiosa vampira.
Il suo
sguardo indugiava troppo sul mio ragazzo e per paura di commettere
qualche
omicidio quasi ingiustificato, preferii allontanarmi da lei.
<<
Io
vado a prendere Aurora >>, informai i presenti nella
stanza.
Non avevo
salutato nessuno e non mi ero neanche presentata. Sicuramente il mio
comportamento era poco educato, ma preferivo allontanarmi da una
situazione che
portava a galla il vampiro che era in me.
Tutti i
presenti si voltarono incuriositi verso di me e alcuni Cullen erano
perplessi
dal mio comportamento, tranne Rosalie che aveva
un’espressione comprensiva ed
Edward che mi guardava preoccupato.
Prima che
qualcuno potesse ribattere o anche fermarmi, uscii di corsa
dall’uscita
posteriore della casa, lanciandomi in una folle corsa verso la riserva.
<<
Bella!?
>>.
Edward mi
aveva seguito e non sapevo se esserne felice o infastidita. Volevo
stare un po’
da sola per calmarmi, ma ero felice che lui non fosse rimasto in casa
con lei.
Continuai a
correre verso la riserva senza fermarmi.
<<
Bella
per amor del cielo fermati >>, disse afferrandomi il
braccio e bloccando
la mia corsa. << Parliamone >>.
<<
Di
cosa? >>, dissi tranquilla facendo finta di non capire.
<<
Del
perché sei andata via così >>.
<<
L’ho
detto devo andare a prendere Aurora >>.
<<
Bella
è tutto il giorno che sei nervosa e non hai detto nulla per
tutta la giornata,
tranne per dire a Leah e a Seth di portare Aurora da tuo padre.
All’inizio
pensavo che fossi nervosa per questo nuovo vampiro che Alice aveva
trovato, ma
pensandoci sopra ho capito che si trattava di Tanya >>,
mi spiegò Edward.
<
< Hai
ragione >>, ammisi.
<<
Non
hai motivo di essere gelosa di lei. Ti ho già spiegato che
io non provo niente
nei suoi confronti >>, mi ribadii.
<<
Lo
so! Ma non sopporto come ti guarda, ti mangia con gli occhi e non si
è neanche
accorta che io ero al tuo fianco >>, sbottai furiosa.
<< Dovevo
andarmene da li prima di commettere qualche stupidaggine
>>, terminai
ringhiando.
<<
Sei
così bella quando diventi gelosa >>, disse
avvicinandosi con uno sguardo
languido.
<<
Io…
>>, cercai di dire qualcosa, ma le sue labbra me lo
impedirono.
<<
Sei
l’unica donna per me >>, disse scendendo con le
sue labbra lungo il mio
collo.
<<
Ma
lei è così bella >>, dissi con una
voce smorzata dai brividi che mi stava
procurando.
<<
Ma
tu lo sei molto di più e poi io preferisco le more
>>, le sue labbra
arrivarono bollenti lungo il mio decolté.
<<
Ed..ward
>>, lo chiamai.
<<
Mmh
>>, solo un piccolo gemito ma nessuna risposta. Se avesse
continuato così
non saremmo mai arrivati alla riserva.
<<
Edward…
devo veramente andare alla riserva a prendere Aurora >>.
Finalmente
riuscii a convincerlo.
<<
D’accordo
>>, disse staccandosi da me.
<<
Domani
la riporti qui, vero? >>, chiese mio padre speranzoso.
<<
Non
lo so! Domani avremo molto da fare e non c’è
nessuno che la possa accompagnare
qui >>, spiegai a mio padre.
<<
Sapevo
che non sarei più riuscito a stare con lei >>,
disse amareggiato.
<<
Papà
non fare così, appena posso la riporto >>.
<<
Bella
dobbiamo andare >>, disse Edward nervoso.
Fuori casa
di Sue il branco di Sam era molto irritato dalla nostra presenza. A
quanto pare
anche se ci avrebbero affiancato durante la lotta con i volturi, non
erano
molto propensi ad avere dei vampiri che gironzolavano dentro la loro
riserva,
nonostante il lasciapassare di Jacob.
<<
Non
vi preoccupate di quel testone di Sam >>, disse Leah
irritata. << Non
capisce che non siete voi i vampiri da temere >>, disse
sottovoce.
<<
Ah
no? Sai Leah ora che non ti trasformi più in un cane
puzzolente, il tuo odore è
più invitante >>, dissi mostrandole i denti
giocosamente.
<<
Ma
credo che potresti subire un’intossicazione alimentare. Il
suo sangue è molto
acido >>, rise sotto i baffi Seth.
<<
Il
mio amore è più dolce dello zucchero e nelle sue
vene scorre il miele >>,
disse adorante Jacob.
<<
Jake
è un invito ad assaggiarla? >>, chiesi
avvicinandomi al collo di Leah.
<<
Bleah!
Per favore Jake non dire più certe cose in mia presenza.
È di mia sorella che
stiamo parlando >>, disse disgustato Seth.
<<
Ok
basta. Bella prendi Aurora e andate. Noi vi raggiungiamo tra un
po’ >>,
disse Leah stufa dei loro continui battibecchi.
<<
Papà
devo andare >>, dissi chiamandolo dall’altra
stanza.
<<
Ciao
piccolina, ricorda alla mamma che ti voglio rivedere presto
>>, disse
Charlie ad Aurora.
<<
Si
nonno >>, rispose prima di gettarsi con enfasi tra le mie
braccia.
<<
Jacob
volevo avvisarvi che in casa abbiamo ospiti, quindi arrivate con
cautela >>,
lo informò Edward.
<<
Non
parlo solo di Alice e i suoi ospiti >>, disse Edward
sicuramente leggendo
nella mente di Jacob.
<<
Chi
altro c’è? >>, chiese Seth.
<<
Sono
arrivati i miei cugini dall’Alaska >>.
Ovviamente
li aveva definiti così davanti a mio padre, ma Seth, Leah e
Jacob, capirono
chiaramente a chi si riferisse.
<<
Ho
capito! >>, disse serio Jacob.
Sapeva benissimo
che il clan dei Denali non tanto apprezzava i licantropi
perché avevano ucciso
Laurent e per quel malinteso Irina era morta. Non sapevamo neanche noi
se li
avevano perdonati completamente.
<<
Ci
vediamo più tardi. Ciao papà. Ciao Sue e grazie
di tutto >>, e uscimmo di
casa sotto lo sguardo vigile di Sam e i suoi.
Durante il
tragitto ci fermammo a cacciare un po’, più per
Aurora che per noi. Con un po’
di difficoltà Aurora riuscii a cacciare senza il nostro
aiuto, era piccola, ma
era pur sempre una mezza vampira.
Senza troppa
fretta ci avviammo poi verso la villa.
<<
Cosa
pensi? >>, mi chiese Edward affiancandomi e senza perdere
di vista Aurora
che guardava per la prima volta incuriosita la foresta di notte.
<<
Il
clan dei Denali, non sanno dell’esistenza degli ibrido come
Aurora, potrebbero
fraintendere come Demetri e Felix >>, dissi esternando le
mie
perplessità.
<<
Hai
ragione. Ma presto Alice arriverà con l’altro
mezzo vampiro e dimostreremo che
Aurora non è una bambina immortale. E poi Eleazar
è un uomo intelligente capirà
>>, disse sicuro.
Eleazar. Il
suo nome mi portava in mente alcuni ricordi.
“
…Tra
la guardia
c’era un certo Eleazar, lui riusciva ad identificare i poteri
e dargli un nome;
Aro grazie al suo potere, poteva scegliere chi salvare e chi
giustiziare, e io
fui salvato. Ma questo lo scoprii solo dopo quasi mezzo secolo, quando
Eleazar
decise di lasciare i Volturi con la sua compagna Carmen e mi
raccontò tutto… ”.
<<
Edward devo chiederti una cosa >>, dissi bloccando il
nostro cammino.
Non
poteva essere una coincidenza.
<<
Dimmi >>.
<<
Eleazar e la sua compagna, facevano parte dei Volturi? >>.
<<
Si. Lui e Carmen facevano parte della guardia e qualche decennio fa
hanno
deciso di lasciarla insieme. Ma tu scusa come fai a saperlo?
>>, mi chiese
incuriosito.
<<
Eliseo mi ha parlato di lui e della sua compagna. È stato
Eleazar a scoprire il
potenziale di Eliseo >>.
All’improvviso
ero curiosa di conoscere il clan dell’Alaska, sicura che
Eleazar avrebbe
accettato Aurora quando avrebbe scoperto che era figlia di Eliseo.
<<
Zia Rosalie. Zio Emmett >>. Gridò Aurora
appena entrò in casa, buttandosi
fra le loro braccia.
Era
la prima volta che li chiamava zii e le loro espressioni interrogative
erano
esilaranti.
Ma
sinceramente non capivo neanche io il perché li avesse
chiamati così.
Una
risatina di Edward mi fece capire che lui ne sapeva qualcosa.
<<
Allora? >>.
<<
Jacob gli ha spiegato che ora i miei fratelli deve chiamarli zii visto
che ci
sposiamo >>, mi spiegò Edward sotto voce.
<<
E lui cosa ne sa che ci sposiamo? >>, chiesi. Ma ci
arrivai da sola,
<< Seth! >>.
<<
Non è colpa sua. Sai che tra di loro si leggono nel pensiero
>>.
Era
giustificato, ma non volevo che fossero gli altri a spargere la
notizia. Di
questo passo mio padre lo avrebbe scoperto prima che fossi io a
dirglielo.
<<
Edward, Bella, ben tornati >>, ci accolse amorevole Esme.
<<
Devo chiedere scusa per il mio comportamento >>, dissi ai
presenti.
Ma
nessuno mi rispose. Il Clan Denali al completo avevano uno sguardo
inorridito e
fissavano Aurora.
<<
Non è come pensate >>, intervenne Edward.
<<
Lasciate che vi spieghi >>, disse Carlisle.
Ma
tutti pian piano stavano indietreggiando verso la porta.
<<
Eleazar! Carmen! >>, li chiamai e loro si voltarono verso
di me. <<
Vi ricordate di Eliseo? >>.
Nei
loro occhi nacque un’espressione interrogativa. Se non avessi
dato subito
spiegazione sarebbero andati via credendoci dei creatori di bambini
immortali.
Non
mi risposero, ma dai loro occhi capivo che si ricordavano di lui e si
chiedevano
cosa centrava quel vampiro lasciato anni prima a Volterra.
<<
Eliseo è il padre di questa bambina >>,
specificai.
<<
Chi ha creato questa bambina immortale non ci interessa e non
giustifica il
fatto che voi la stiate proteggendo! >>, disse Eleazar
portando Carmen
alle sue spalle.
<<
Carlisle conosci il nostro passato, mi meraviglio che tu ci abbia
chiamate per
proteggere una bambina immortale. Conosci le leggi e sai che
è per gli esseri
come lei che nostra madre è stata uccisa >>,
disse rabbiosa Kate.
<<
Eliseo è il padre biologico di Aurora, non il suo creatore
>>, sbottai
per quella situazione che si stava rendendo fastidiosa.
Non
mi piaceva per niente il modo in cui guardavano Aurora e come parlavano
di lei.
<<
Non ci in… COSA? >>.
Ecco
finalmente Eleazar iniziava a ragionare.
<<
Si avete capito bene. Se vi calmate vi racconto la sua storia
>>, dissi
sedendomi sulla poltrona.
<<
Rosalie ti dispiacerebbe portare Aurora a fare una passeggiata?
>>.
<<
Certo >>. E con Emmett si allontanò dal raggio
di udito della piccola
Aurora.
Avevo
ben notato come aveva reagito al nome di suo padre e avrebbe solo
sofferto
ascoltando la storia che stavo per raccontare, compreso i dettagli
della sua
morte.
Rosalie
aveva ben capito il motivo per il quale volevo allontanare Aurora.
I
primi ad avvicinarsi furono proprio Eleazar e la sua compagna e Kate e
Tanya li
seguirono a ruota.
Il
mio racconto proseguii senza interruzioni e con la completa attenzione
dei
vampiri che avevo di fronte. Persino Edward e i suoi genitori
ascoltarono con interesse
di nuovo tutto il racconto.
Raccontai
loro del mio viaggio a Volterra e di come ero entrata a far parte della
guardia, delle mie missioni e di come quella sera Eliseo si era
presentato alla
mia porta con sua figlia, raccontandomi tutta la sua storia e di come
si era
sacrificato per Aurora, fidandosi cecamente di me.
<<
Es
horrible! >>, esclamò Carmen.
<<
Ha capito troppo tardi di essere il pedone di un malsano gioco
di Aro >>, concluse Eleazar mormorando tra se.
Non avevo detto
niente riguardo i veri scopo che celavano le missioni di
Aro, ma Eleazar doveva sapere abbastanza, più di quello che
pensava Eliseo.
<<
Quindi i maschi della nostra specie possono riprodursi con
delle donne umane >>, constatò Kate.
<< Allora come mai non abbiamo
mai sentito parlare di questa possibilità >>.
<<
Pensa. Quanti vampiri hanno la capacità e
l’intenzione di non
uccidere un umano? Pochi! Quindi è immaginabile per quelli
della nostra razza
ad arrivare ad un’intimità tale, senza far del
male all’umano >>, spiegò
Carlisle.
<<
Ma noi ci riusciamo >>, disse Tanya.
Facendomi subito
immaginare come per loro doveva essere semplice poter
conquistare un semplice umano.
<<
Ma voi avete rinnegato il sangue umano. E prima di farlo avete
tolto la vita a molti vostri amanti >>,
precisò Carlisle.
<<
Quello che vuole dire Carlisle, è che per un vampiro
normale, è
difficile risparmiare la sua vittima, specie se sono travolti da una
forte
eccitazione. Voi riuscite a non uccidere gli umani, perché
la nostra dieta, ha
fatto rinascere in noi sentimenti umani, come la compassione, la
pietà e
l’amore >>. Spiegò con
più chiarezza Edward leggendo i dubbi nelle loro
menti.
<<
Perché non dite a Rosalie di tornare, così
possiamo conoscere quella
splendida creatura? >>, disse Carmen amorevole.
In poco tempo
Rosalie fu di ritorno, subito seguita da Aurora ed Emmett
che si rincorrevano felici.
Appena entrata
in casa però, Aurora si irrigidì e corse da me,
abbracciando la mia gamba. Aveva ben recepito il clima di tensione che
si era
creato prima e adesso aveva paura che i nuovi arrivati non
l’accettassero.
Fu Carmen con un
sorriso rassicurante ad avvicinarsi per prima
spalleggiata da Eleazar.
<<
Ciao Aurora. Io sono Carmen e lui è Eleazar
>>, disse
amichevole.
Aurora
guardò prima timorosa me e poi i vampiri che le erano di
fronte.
<<
Vai >>, dissi rassicurandola.
<<
Ciao >>, rispose timida.
<<
Seis dulce >>, disse Carmen.
<<
Sento chiaramente il suo cuore battere veloce, ma il suo
profumo è molto più simile al nostro
>>, disse Kate avvicinandosi
curiosa.
<<
È speciale >>, disse Esme.
<<
Direi che non è solo il suo essere mezza vampira a renderla
speciale. Ha anche un grande potere! >>, disse sbalordito
Eleazar.
E senza perdere
tempo, Aurora diede dimostrazione di se, cambiando
totalmente l’aspetto di Emmett in un grande orso bruno.
Anche se
meravigliati, tutti scoppiarono a ridere senza che Emmett
capisse il perché.
<<
Forse è il caso che tu ti guarda allo specchio, prima che a
qualcuno
di noi venga sete e ti salti addosso >>, disse Edward a
suo fratello.
<<
Piccola peste >>, gridò Emmett dopo aver visto
la sua
immagina riflessa sulla vetrata alle sue spalle. E imitando
perfettamente le
movenze di un orso,iniziò a rincorrere Aurora per tutta la
stanza.
<<
È un’illusionista >>,
confermò Eleazar. << Carlisle
hai decisamente una famiglia piena di talenti >>, disse
poi guardando me
con decisione.
Si
concentrò su di me, fino a che mi guardò
incredulo. << Non è
possibile! Hai due poteri >>.
Tutti gli
sguardi dei presenti puntarono su di me.
<<
Avevo capito che eri uno scudo, ma non riuscivo a capire se
avessi uno scudo fisico o mentale. Tu li hai entrambi >>,
continuò
completamente strabiliato di tale scoperta.
<<
Regalo di Eliseo >>, dissi abbassando la voce per non
farmi sentire da Aurora.
Il discorso sul
mio doppio potere, durò qualche minuto, fino
all’arrivo
del branco di Jacob al completo. Discutemmo parecchio sulla loro
presenza, ma
dopo aver chiarito il loro ruolo e l’importanza di Seth nella
vita di Aurora,
tutti accettarono la loro presenza.
Cullavo Aurora
tra le mie braccia, aspettando che si addormentasse,
accompagnata dal dolce suono della canzone che Edward stava suonando
per lei.
Tutti insieme,
impegnati in faccende diverse, aspettavamo il ritorno di
Alice che sarebbe arrivata di li a poco con il mezzo vampiro che
avevano
trovato, grazie anche all’aiuto delle tre vampire amazzoni.
<<
Dorme, la porto di sopra >>, dissi piano ad Edward.
Andai di sopra
evitando di proposito lo sguardo di Tanya, che non mi
aveva mai mollato. Mi guardava come se io non fossi
all’altezza di Edward, come
se io non meritassi lui e tutto ciò che mi circondava.
Dopo aver
adagiato Aurora sul letto messo apposta per lei nella stanza
di Edward, scesi di sotto per attendere con gli altri il ritorno di
Alice, ma
ciò che vidi non mi piacque per niente.
Tanya era troppo
vicino ad Edward e gli parlava sottovoce, la sua mano
sfiorò il suo braccio e quel gesto mi fece perdere la testa.
Edward era
chiaramente infastidito da quel contatto e cercava di
scrollarsela di dosso e allontanarsi, ma lei non gli lasciava via di
uscita.
La furia si
impossessò di me e sentii tutta la potenza caricarsi nelle
gambe e nelle braccia. Scattai verso di lei con l’intenzione
di staccargli
quella mano sudicia dal mio futuro marito, ma un istante prima di
esserle addosso,
un piccolo tornado mi travolse buttandomi
a terra.
<<
Bella vi organizzerò il matrimonio più bello del
secolo >>.
Alice era
tornata.
RISPOSTA ALLE RECENSIONI
|
bellina3000
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|
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violazione
|
08/09/10,
ore 20:18 - Capitolo 48: capitolo
48
|
Adoro
le tue recensioni…mi danno la carica…se vuoi
intanto potremmo conoscerci su facebook… pensi
che io sia la scrittice numero 1 su qst sito????? O_o sono felice per
il tuo complimento, ma sono sicura che ci sono molte altre scrittici
migliori di me… Cmq sul mantenere intatta l’indole
dei personaggi mi trovi d’accordo, a volte leggo fan fiction
dove sono stravolti completamente i poveri Cullen… spero che
la mia storia non ti deluda mai, infondo tu sei la mia fan numero
1….baci mandami tramite mail privata il tuo nome e cognome e
ti cerco su face book…bacioniiiiii
|
|
vanderbit
[Contatta]
|
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violazione
|
08/09/10,
ore 18:28 - Capitolo 48: capitolo
48
|
Beh
Aurora ha ben impresso il ricordo di suo padre, ma non le dispiace
affatto che ora Edward sia suo padre, perché vede come lui
è innamorato di Bella la sua mamma adottiva…baci
|
|
|
ManuCullen
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
08/09/10,
ore 15:07 - Capitolo 48: capitolo
48
|
Beh
non c’è stato modo di parlare del suo scudo fisico
con gli altri Cullen e poi non sa ancora come utilizzarlo, nello
scontro con demetri e felix, lo scudo si è azionato senza
capire come… ora dovrà imparare ad
utilizzarlo…baci
|
|
|
Fortheternity
[Contatta]
|
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violazione
|
08/09/10,
ore 14:16 - Capitolo 48: capitolo
48
|
Charlie
anche se fa il duro è ben contento di passare del tempo con
Sue. Aurora cresce sempre più in fretta diventando sempre
più intelligente… ma per lo scontro con Emmett
negli allenamenti, dovrai aspettare il capitolo 50…baci
|
|
|
Ritorna all'indice
Capitolo 50 *** capitolo 50 ***
Come
promesso nuovo
capitolo….vado di fretta quindi vi lascio direttamente alla
lettura….
Senza
però dimenticare
di ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia…
Baci
Buona
lettura….
TRISTE
STORIA
POV
BELLA
Mi alzai
velocemente e notai come per l’ennesima volta in quella
giornata avevo tutte le
attenzioni rivolte su di me.
<<
Di
che matrimonio stai parlando? >>, chiese Tanya ad Alice
stizzita.
La notizia
di Alice, ebbe il gran successo di far staccare Tanya da Edward prima
che la
facessi a pezzi.
<
< Del
nostro matrimonio >>, dissi fiera, portandomi al fianco
di Edward per
rimarcare il territorio. << Quindi sei pregata di non
posare più le tue
sudice manacce sul mio futuro marito, se ci tieni ad averle ancora
attaccate,
ovviamente >>. Risposi ancora alterata per la visione di
poco prima.
Intanto
Alice saltellava felice battendo le mani, non curante dello sguardo
truce che
gli stavo inviando.
<<
Forse
non era destino che annunciassimo noi questa bella notizia. Volevamo
aspettare
tempi più sereni, ma visto che Alice ha svelato la
sorpresa… >>, dissi io
arrendendomi all’evidenza.
<<
Ho
chiesto a Bella se voleva farmi l’onore di diventare mia
moglie. E lei ha
accettato >>, concluse Edward con un tono che sprigionava
gioia e
fierezza, guardandomi con dolcezza.
Tutti erano
felici di questa notizia e la mia mente era abbastanza spaziosa per
pensare
anche questa scenetta avrebbe fatto corrodere dall’interno
Tanya.
Arrivavano gli
auguri da tutte le parti e venimmo abbracciati dalla nostra famiglia al
completo e dai cugini dell’Alaska; persino il branco di Jacob
ci abbracciarono
con enfasi.
L’unica
che
rimase interdetta e in disparte fu proprio Tanya, che non si
congratulò nemmeno
con noi.
Appena la
notizia passò in secondo piano mi accorsi che occhi estranei
fissavano con
curiosità l’accaduto.
<<
Alice
forse dovresti passare alle presentazioni. È poco educato
lasciare gli ospiti
sulla porta >>, la rimproverò Esme.
<<
Scusatemi,
ma è dalla scorsa notte che non vedevo l’ora di
riabbracciare la mia futura
cognata >>, trillò la nanerottola passando
subito alle presentazioni.
<<
Loro
sono Zafrina, Senna e Kachiri >>, disse indicando le tre
vampire
amazzoni. Erano bellissime e i loro vestiti in pelle le rendevano
selvagge e
anche un po’ inquietanti, i loro lunghi capelli neri erano
legati in trecce e
code fermate con dei laccetti in cuoio, mentre quella indicata come
Kachiri
aveva una chioma indomabile. Erano altissime e i loro arti sembravano
quasi
stirati per quanto erano lunghi. Si muovevano come un unico corpo.
<<
È
un piacere rivedervi >>, le salutò Carlisle a
cui risposero con una
alzata di mano e un saluto breve.
<<
Lui
è Garrett. Lo abbiamo incontrato in un villaggio durante le
nostre ricerche ed
è stato lui a portarci da Nahuel e sua
zia Huilen
>>, disse indicando gli ultimi tre vampiri presenti nella
stanza.
Ogni
vampiro presentato da Alice aveva gli occhi color del
sangue, segno che decisamente non erano vampiri vegetariani e questo mi
metteva
una certa inquietudine.
<<
Loro invece sono la nostra famiglia >>, disse
Alice affiancata da Jasper. << Lei è Bella e
il suo futuro marito Edward,
mio fratello >>. Ci presentò sorridendo.
<< L’armadio è Emmett, con
affianco la sua bellissima moglie Rosalie, anch’essi sono i
miei fratelli,
mentre lui è nostro padre Carlisle e nostra madre Esme
>>, disse
spostandosi a velocità vampiresca vicino ad ognuno di noi,
mentre ci
presentava.
Poi
passò a presentare il clan Denali.
<<
Loro sono la famiglia Denali, li consideriamo dei
nostri cugini. Eleazar, Carmen, Tanya e Kate >>.
Ed
infine presentò il branco di Jacob che si era messo in
disparte il più lontano possibile da tutti quei nuovi
vampiri.
<<
Loro invece sono dei nostri amici. Jacob, Leah, suo
fratello Seth, Quil ed Embry. Vi sarete accorti che non sono vampiri e
che non
hanno proprio un buon odore >>, disse Alice.
<<
Ehi nana >>, disse rabbioso Jacob.
<<
Alice >>, la rimproverò Esme.
<<
Scusate era per spiegare ai nostri ospiti. Comunque
loro sono licantropi >>, disse finalmente fermando quella
sua parlantina
che non ti lasciava spazio di replica.
<<
Calmatevi >>, intervenne Jasper sentendo gli
animi dei nostri ospiti agitarsi. Un onda di serenità ci
avvolse tutti.
<< Non sono nostri nemici. Ci hanno aiutato in più di
un’occasione >>, spiegò subito
Jasper.
<<
Non capisco. I licantropi sono nostri nemici
naturali, perché dovrebbero aiutarvi >>,
chiese perplesso Garrett, che
aveva parlato per la prima volta da quando era entrato in casa Cullen.
<<
Più di mezzo secolo fa, abbiamo fatto un patto con
loro. O meglio con i loro antenati. Non cacciamo nel loro territorio e
loro da
allora non ci danno problemi. Poi Jacob era molto amico della nostra
Bella
quando era ancora umana e la loro amicizia ha superato anche questa
loro
diversità. Poi la nostra alimentazione non ci porta in
contrasto con la loro
missione >>, disse Carlisle in tono pacato.
<<
Che missione? >>, chiese Zafrina.
<<
Proteggere gli umani dai vampiri >>, rispose
Jacob in tono di sfida.
<<
Noi ci nutriamo di umani >>, disse Huilen.
<<
A tal proposito >>, intervenne Carlisle.
<< Vi pregherei di uscire dallo stato per cacciare, noi
risediamo qui in
pianta stabile e non vorremmo alimentare sospetti >>.
<<
Nessun problema >>, rispose Zafrina
tranquilla.
Il
branco soffocò un ringhio. Per loro non faceva
differenza, ma sapevano che per il bene di tutti dovevano accettare dei
compromessi.
<<
Non vedo la bambina per cui abbiamo fatto tanta
strada >>, disse Nahuel prendendo la parola.
La
sua pelle era molto più scura di quella di sua zia. Era
un bellissimo ragazzo alto e ben scolpito e sentivo chiaramente il suo
cuore
battere alla stessa velocità del cuore di mia figlia.
Nahuel
era decisamente un ibrido come Aurora, e molte
domande vorticavano nella mia testa. Domande che avevano bisogno di una
risposta e che finalmente, presto l’avrebbero ottenuta.
<<
Siamo lieti di ospitarvi in casa nostra, per
qualsiasi necessità non esitate a chiedere e vi siamo grati
per aver accettato
questo gravoso compito >>, disse Carlisle, prendendo
subito parola.
<< La bambina di cui parli, si chiama Aurora, in questo
momento sta
dormendo >>, continuò.
<<
Mi farebbe piacere poter riposare anche io. Non
dormo quasi da un giorno >>, ci informò Nahuel.
<<
Certo! Ti mostro la stanza degli ospiti > >,
si affrettò Esme.
<<
Grazie. Zia se vuoi puoi raccontare tu la nostra
storia >>, e detto questo Nahuel seguii Esme su per le
scale.
Il
nostro sguardo si posò sulla vampira che
Nahuel chiamava zia. Mi chiedevo se tra loro ci fosse veramente un
rapporto di
parentela, o la chiamava così per altri motivi.
Huilen
era una vampira molto bella, ma non era molto alta e
i suoi capelli erano tenuti stretti in una lunga treccia che ondeggiava
sulla
sua schiena mentre camminava.
<<
Nahuel è veramente mio nipote! >>, disse
tranquilla appoggiandosi al muro alle sue spalle, senza che noi
avessimo
chiesto qualcosa. << Un secolo e mezzo fa, vivevo in un
piccolo villaggio
insieme ai miei genitori e mia sorella Pire. Lei era bellissima. Una
notte mi
aveva confidato che un angelo le faceva visita tutte le notti e che in
grembo
portava il suo frutto. Capii subito che si trattava
dell’essere che nelle
nostre leggende chiamavamo Lobishomen
e che nel suo grembo nasceva il frutto del male. Ma lei proteggeva e
amava quel
bambino nonostante le faceva male dall’interno procurandole
tantissimi lividi.
Quando la pancia velocemente iniziò a crescere
l’aiutai a fuggire di casa perché
sapevo che i nostri genitori avrebbero fatto uccidere il bambino e mia
sorella.
La portai nella foresta e lì iniziò a nutrirsi di
animali e del loro sangue. Il
bambino iniziò a spezzargli le ossa, ma nonostante tutto mia
sorella continuava
a volergli bene e lo chiamò Nahuel, che significa giaguaro.
Poi dopo quasi un
mese, il bambino uscii dal corpo della madre facendolo a pezzi. Prima
di morire
mia sorella mi fece promettere di prendermi cura di lui e
così accettai le sue ultime
volontà, ma quando raccolsi Nahuel dal corpo martoriato
della madre, lui mi
morse e così lo lasciai lì, rifugiandomi nella
foresta per morire. Non feci
molta strada, il dolore era troppo. Anche se con qualche
difficoltà, il neonato
si fece strada tra la vegetazione e mi raggiunse. Dopo tre giorni di
fuoco, mi
risvegliai trovandolo accoccolato al mio fianco mentre dormiva. Mi sono
presa
cura di lui, ho cacciato per lui, fino a quando non è stato
in grado di farlo
da solo. Da allora, abbiamo cacciato sempre nei villaggi circostanti,
nascondendoci sempre nella foresta >>.
Chinò
il capo con lo sguardo triste.
E
capii benissimo, che rispolverare quei ricordi doveva
essere doloroso per lei, anche se erano passati moltissimi anni.
Avevo
delle domande da fare. Preoccupazioni che mi
assillavano. E forse cambiare discorso, l’avrebbe distratta
da quei ricordi.
<<
Hai detto che il racconto risale a un secolo e
mezzo fa >>, chiesi curiosa.
<<
Decennio più, decennio meno. Non contiamo con
precisione gli anni >>, chiarii Hulein.
<<
Ma Nahuel mostra più o meno diciotto anni >>,
mormorai.
<<
Capisco cosa vuoi dire. Anche io ero preoccupata
per la sua crescita accelerata. Ad un mese, sembrava già un
bambino di quasi un
anno, a due mesi sembrava ne avesse poco meno di due e così
dicendo. All’inizio
avevo paura che avrebbe avuto vita breve, ma poi vidi la sua crescita
rallentare e dopo sette anni smise di crescere, restando con
l’aspetto che ha
ancora adesso >>, disse sorridendo.
Tirai
un sospiro di sollievo. Ed ero sicura che tutta la mia
famiglia era sollevata come me per la bella notizia.
<<
Huilen, hai detto che la tua trasformazione è stata
innescata dal morso di Nahuel >>, chiese pensieroso
Carlisle. Aveva la
solita espressione, che assumeva quando era concentrato a fare
congetture e
nuove scoperte.
<<
Si >>, rispose tranquilla la vampira.
<<
Ma la nostra Aurora non è velenosa >>.
Un
piccolo solco era nato fra le sopracciglia del volto
perfetto di Carlisle.
<<
Solo i maschi mezzi vampiri sono velenosi >>,
sospirò come se non volesse continuare.
Ma
la curiosità di Carlisle era alta e non si sarebbe
fermato.
<<
Come fai ad esserne sicura? >>, chiese
impaziente di avere nuove informazioni da studiare.
<<
Nahuel ha delle sorelle. Tre per la precisione. Non
so come si chiamano, ma abbiamo saputo di loro quando Joham, suo padre,
qualche
anno dopo la nascita di Nahuel si è ripresentato per cercare
suo figlio >>,
il tono con cui nominò il padre di suo nipote, eri ricoperto
di odio. << È
stato felice di ritrovarlo e di scoprire che era un maschio, ma non si
aspettava di trovarlo in compagnia. Gli ha proposto di unirsi a lui e
alle sue
sorelle, ma Nahuel ha rifiutato. Ogni tanto torna a fargli visita, ma
Nahuel
non è mai felice di rivederlo >>, concluse.
<<
E le sue sorelle non sono velenose? >>,
chiese Edward questa volta.
<<
No >>.
La
notte passò tranquilla. Raccontammo la storia di Aurora e
ciò che era successo il giorno prima ai nuovi arrivati.
Il
branco era tornato alla riserva, all’infuori di Seth che
desiderava dormire al fianco di Aurora. Edward mi aveva confidato che
Seth era
geloso del nuovo mezzo vampiro.
Garrett
fu una vera scoperta quella notte. Era un nomade
solitario e avventuriero, gli piacevano le sfide ed era incuriosito
dalla
nostra alimentazione. Lo definì pazzo quando chiese a Kate
di provare il suo
potere, ma Kate accettò volentieri quella proposta.
Garrett
era un bel vampiro con un fisico asciutto e molto
slanciato. I suoi lunghi capelli biondi erano legati in una coda
ordinata, con
un laccetto di cuoio.
Quando
finii a terra tremolante e stordito per vari secondi
per aver solo sfiorato il palmo di Kate, inorridii vedendo
un essere immortale come noi ridotto
in quello stato. Era uno spettacolo sconvolgente e fui felice di essere
immune
al suo potere.
Dopo
quell’episodio fu quasi impossibile staccare Kate e
Garrett che iniziarono a raccontarsi le loro avventure e stili di vita.
Il
sole stava sorgendo all’orizzonte, colorando con una
sfumatura violacea le nuvole. Pian piano i colori della foresta
iniziarono a
prendere vita.
Dal
piano di sopra, un cuoricino aveva iniziato ad
accelerare il suo battito, indicando che tra pochi attimi la mia
bambina si
sarebbe svegliata.
Andai
di sopra, restando immobile vicino alla porta
godendomi lo spettacolo.
Seth
era completamente stravaccato sul letto di Aurora, e
avendo occupato tutto lo spazio, Aurora aveva trovato più
comodo dormire sulla
pancia di Seth, che a ritmo regolare si alzava e abbassava.
Era
davvero una visione tenera, sembravano legati da un filo
invisibile, come due pezzi dello stesso puzzle.
Aurora
si svegliò guardandosi in giro. Era disorientata,
capii subito di non trovarsi nella sua stanza, ma un sorriso
illuminante
apparve sul suo viso appena vide Seth addormentato. Mi
guardò con un ghigno
stampato in volto, un istante prima di iniziare a saltare sulla pancia
di Seth
che si svegliò di soprassalto.
<<
Piccola peste. È questo il modo di svegliare la
gente? >>, disse con voce roca. E velocemente
catturò Aurora fra le sue
grandi mani e iniziò a farle il solletico.
Le
risate di Aurora riempirono la casa ed Edward fu subito
al mio fianco.
Come
me stava sorridendo della scena davanti ai nostri
occhi.
<<
AHI! I capelli no >>, gridò tra le risate
Seth.
Aurora
gli aveva tirato con forza i capelli per liberarsi
dalla morsa di Seth.
<<
Dai corriamo di sotto >>, disse Aurora
posizionandosi sulle sue spalle.
E
senza farselo ripetere due volte Seth corse giù per le
scale, dicendo solo un lieve: << Buongiorno ragazzi
>>, quando
passò tra me ed Edward.
Nel
momento in cui Seth scese le scale, Nahuel uscii dalla
camera degli ospiti, fissando con interesse la scena, anche se il suo
sguardo
era concentrato più su Aurora.
La
sua pelle vista alla luce del giorno era di un marrone
molto scuro e i suoi occhi tek, ti ipnotizzavano. Seth in futuro
avrebbe avuto
un degno rivale.
Esme
aveva preparato una colazione abbondante per Aurora,
Seth e Nahuel. Seth si accomodò subito al tavolo,
riempiendosi il piatto di
ogni cibo presente, Aurora acconsentii di mangiare del cibo umano solo
dopo che
le avevo promesso che più tardi saremmo andati a caccia.
Nahuel invece che non
era abituato ad avere qualcuno che gli preparasse una colazione con il
cibo
umano, prese posto con titubanza.
<<
Prego serviti pure con quello che vuoi >>,
disse Esme con dolcezza porgendogli un piatto vuoto.
<<
Grazie >>, disse imbarazzato da così tanta
premura.
<<
Esme questi muffin al cioccolato sono buonissimi >>,
disse Seth ingurgitando il suo terzo muffin in un minuto.
<<
Ehi lasciane qualcuno anche al tuo Alfa >>.
Jacob
entrò direttamente in casa dalla porta di servizio in
cucina. Casa Cullen per lui era diventata una seconda casa.
<<
Jake hai appena finito di fare colazione >>,
lo rimproverò Leah dall’ingresso.
<<
Amore ma la strada dalla riserva a qui è lunga. Ho
bisogno di rifornimento >>, si giustificò
Jacob.
<<
E poi ora che è diventato un lupo da trasporto, gli
servono più energie >>, mormorò
divertito Seth.
Un
fermacarte ovale, volò in direzione di Seth, che con
agilità prese al volo, prima che colpisse la sua testa.
<<
Fai un’altra battuta e la prossima volta, stai pur
certo che ti colpirò in pieno e con un oggetto molto
più pesante >>,
disse furiosa Leah.
Scoppiammo
a ridere e tra le risate generali, vidi gli
sguardi allegri dei nostri ospiti, che guardavano con
curiosità l’armonia della
nostra famiglia. Una famiglia che univa con semplicità e
amore specie diverse
tra loro.
RISPOSTA
ALLE VOSTRE RECENSIONI
(un grazie speciale a voi 8 che non
mancate mai con le vostre opinioni e complimenti)
dindy80
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16/09/10,
ore 17:00 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Ciao
dindy….non ti preoccupare io sono già felicissima
quando leggo che non è tua intenzione trascurare la
recensione ma che per motivi di forza maggiore tu non puoi
recensire… grazie mille per il sostegno…
P.s.=
Alice è Alice…lei è onnipresente ogni
volta che c’è bisogno di lei….
baci
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|
nAnA_Cullen
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14/09/10,
ore 15:14 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Wow….sono
felice che finalmente una lettrice silenziosa abbia
recensito… cmq ho deciso di postare una volta a settimana
per ora… Il tuo nick mi piace…specie il nome
Nana…mi riporta in mente un anime e un manga che
adoro….baci e spero non sia stata la tua unica
recensione…
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bellina3000
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14/09/10,
ore 14:17 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Nuova
settimana, nuovo capitolo!!! Ebbene si da non credere ma non ho saltato
la pubblicazione!!! Felice??? È vero le tue recensioni mi
danno una gran carica e una grande gioia…
Per
quanto riguarda la mail che mi hai inviato, mi dispiace che tu non
abbia fb, mi sarebbe piaciuto averti tra le mie
amicizie…vabbè significa che mi
accontenterò delle tue fantastiche recensioni!!! baci
|
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ManuCullen
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14/09/10,
ore 14:14 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Tutte
volete la morte di Tanya o qualche amputa mento di qualche parte del
suo corpo!?!?!??! Eheheheheh… non temete la neonata Bella
non lascerà correre a lungo…baci
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LazioNelCuore
1711
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14/09/10,
ore 13:33 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Beh
Tanya raramente la rendono piacevole nelle fan fiction…in
altre ff quando sembra docile poi si rivela una grande stronza!!! Cmq
arriverà il momento propizio per lo sfogo di Bella nei suoi
confronti…baci
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|
vanderbit
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violazione
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14/09/10,
ore 13:12 - Capitolo 49: capitolo
49
|
Ovviamente
Alice è sempre al posto giusto al momento
giusto…e se si è fiondata così su
Bella e proprio perché ha avuto una visione…poi
alla fine ho deciso di postare un capitolo a settimana per
ora…baci e grazie per il tuo commento…
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Capitolo 51 *** capitolo 51 ***
Ciao
ragazze… qst è un capitolo pieno
d’azione.. spero che vi piaccia…..
Buona
lettura….
AMICHE?
POV
BELLA
Ero molto
nervosa quando avevo iniziato, adesso le parole e le spiegazioni
fluivano dalla
mia bocca lente e precise.
Jasper si
era offerto volontario per le dimostrazioni pratiche.
<<
Demetri
tenta sempre di immobilizzare l’avversario bloccandolo da
dietro o dal fianco >>.
Jasper si posizionò dietro di me bloccandomi le braccia.
<< Liberarsi da
questa presa sembra impossibile e lo è se non sarete veloci.
Se vi blocca in
questa posizione dopo qualche secondo sarete senza testa
>>.
Avendo le
braccia immobilizzate lungo il mio corpo, gli unici arti liberi di
muoversi
erano le gambe. Sollevai velocemente i piedi da terra e con le mie
gambe
avvolsi velocemente le gambe di Jasper. Feci leva con il mio bacino sul
corpo
di Jasper alle mie spalle e con tutte le forze, spinsi le sue gambe in
avanti
facendogli perdere l’equilibrio e cadere sotto di me.
Anche lui
come Demetri perse per qualche istante la presa, quei pochi istanti che
bastavano per liberarsi.
Mi mancava
solo illustrare la tecnica di Felix, ma Jasper non sarebbe andato bene.
<<
Emmett
è il tuo turno >>, lo chiamai.
Si
avvicinò
sorridendo a tutti e già proclamandosi vincitore.
<< Togliti quel ghigno
dalla faccia, è solo una dimostrazione >>, gli
dissi.
<<
Dimostrazione
o no, non riuscirai mai a buttarmi a terra come hai fatto con Jasper
>>,
disse convinto.
Alzai gli
occhi al cielo. << Mettiti in posizione
d’attacco >>.
<<
Allarga
di mezzo metro le gambe. Perfetto. Fermo così
>>. E mi voltai per le
spiegazioni. << La posizione iniziale d’attacco
di Felix è questa.
Guardatela bene, perché ha un forte punto debole
>>.
E con un
cenno dissi ad Emmett di attaccarmi. Mezzo secondo dopo era a terra.
<<
Di
nuovo >>, ringhiò Emmett.
<<
La
rivincita a dopo >>, dissi con un ghigno divertito.
<<
Come
avete visto, Felix per la sua enorme mole, mantiene il suo baricentro
allargando le gambe. Basta spostarglielo un po’ e vi
sarà semplicissimo
sovrastarlo >>.
Avevo
istruito, i presenti su ogni tecnica di lotta e su ogni punto debole
dei
componenti della guardia. Gli unici su cui non potevo dar notizia,
erano Jane
perché non avevo mai lottato con lei, anche se credevo che
non sapesse lottare
un granché. Ero fin troppo sicura che l’orgoglio
per il suo potere non l’aveva
mai fatta preoccupare di prendere lezioni di lotta. Un altro vicolo
cieco per
me, erano Marcus ed Aro. Marcus, perché con lui mi ero
sempre limitata a
parlare e a prendere lezioni di storia sui vampiri, mentre Aro era
sempre lo
spettatore numero uno dei miei allenamenti, senza mai prenderne parte.
Caius
invece mi aveva sfidata, ma aveva perso. Anche se aveva una tecnica
eccellente,
i suoi movimenti, sembravano troppo lenti per me.
<<
L’ultimo
su cui non posso darvi notizie esaurienti è Gianni.
È stato l’acquisto della
mia prima missione. Ha un grande potere, è un manipolatore
mentale. Ovviamente
su di me non ha effetto. Gianni è un neonato e nei pochi
giorni trascorsi con
lui, ho subito capito che non l’avrebbero subito istruito
come avevano fatto
con me; lui era ancora troppo accecato dalla voglia di sangue per poter
rendere
in battaglia. Quello che è certo e che sa usare
perfettamente il suo potere >>.
Affermai.
<<
Aro
sta creando un’armata invincibile >>,
mormorò tra se Eleazar.
<<
Ora
se volete passiamo agli allenamenti >>.
Tutti i
vampiri e i lupi presenti nel giardino di casa Cullen asserirono.
Tutti a
turno lottarono prima con me. Esme, Rosalie, Carlisle, e Kate furono i
più
semplici da battere. Erano bravi e anche molto veloci, ma la mia forza
era
maggiore della loro.
Quando
arrivò il turno di Garrett mi divertii parecchio. Era agile
e scivolava via
dalle mie prese come fosse un’ anguilla, quando pensavo di
aver perso contro di
lui, riuscii a batterlo grazie un piccola trappola.
Ero sempre
stata dell’idea che se non riesci a battere con la forza, si
passa all’astuzia.
Jasper era
molto bravo. Aveva una tecnica eccellente e il nostro combattimento
durò più di
mezz’ora. Nessuno dei due faceva errori. Ci studiavamo
attentamente, ma ogni
attacco andava a vuoto. Lo avevo sempre paragonato ad un leone e mai
come in
quel momento, il mio paragone era perfetto. I suoi movimenti erano
felini e
regali. La mia vittoria su di lui fu solo averlo immobilizzato.
Carmen e
Eleazar furono un altro paio di maniche. Anche loro avevano una tecnica
eccellente. Ma da loro me l’aspettavo visto che in passato
erano parte della
guardia dei Volturi.
Con Alice fu
impossibile. Il nostro era diventato il gioco del gatto e il topo, e in
quel
caso io ero il gatto che non riusciva a prendere il topo troppo veloce.
Prevedeva ogni mia mossa, rendendo impossibile batterla. Ciò
che mi consolò e
che nonostante tutto, almeno lei non aveva battuto me.
Tanya era
una brava combattente, ma su di lei misi tutta la concentrazione per
batterla.
Trovavo quell’occasione perfetta per riversarle addosso,
tutta l’ira che
provavo peri lei. Fu la vendetta più deliziosa al mondo,
bloccarla con la
faccia rivolta al terreno e le braccia dietro la schiena, mentre i miei
denti
premevano contro la sua giugulare. Inutile dire che il suo astio nei
miei
confronti aumentò notevolmente.
<<
Vediamo
come te la cavi senza il tuo potere >>,
canzonò Emmett, quando arrivò il
turno di Edward.
La nostra
più che una lotta sembrava una danza sensuale senza
esclusione di colpi. Tra
una carezza e l’altra, il combattimento si fece rovente tra i
nostri colpi ben
assestati. Il risultato fu che finii addosso a lui, bloccandolo
completamente e
fermando le mie labbra sotto il suo mento.
<<
Non
sperare di vincere ora >>, disse Emmett avvicinandosi
minacciosamente.
Il mio
sorriso, lo fece partire all’attacco.
Schivare i
suoi colpi era un gioco da ragazzi. Vedevo l’ira e la
frustrazione crescere sul
suo volto e aumentare per ogni colpo andato a vuoto.
<<
Ehi
fratellone così mi deludi >>, lo schernii.
Per lunghi
istanti continuavo a muovermi velocemente ancor prima che il suo colpo
giungesse a destinazione.
<<
Invece
di sfuggirmi combatti! >>, disse continuando a battersi.
<< O hai
paura che la mia forza possa travolgerti? >>. Il suo
sorriso di sfida lo
accettai appieno.
Smisi di
scostarmi e in un attimo la sua gamba sollevata pronta a colpirmi di
fianco, fu
catturata immobilizzata dalle mie mani, per un brevissimo istante lo
bloccai in
modo che potesse guardarmi in faccia e dopo un sorriso malizioso, alzai
il mio
sopracciglio destro mentre il suo corpo si schiantò contro
un masso enorme che
andò in frantumi.
Rimase
stordito per qualche istante.
<<
Emmett
non ce la farai >>, lo avvisò Edward.
Ma prima di
finire la sua frase, Emmett mi fu di nuovo addosso.
Le sua mano
si posò con forza sulla mia spalla e anche se lui ci stava
mettendo tutte le
sue forze, il mio fisico non ne risentiva. Sentivo chiaramente dentro
di me fluire
tutta la forza da vampira neonata.
Mi piaceva
dar libero sfogo a tutta questa potenza.
Con un
movimento veloce gli afferrai il polso e dalle mie spalle, il suo corpo
si
trovò disteso di schiena sul prato di fronte a me.
Prima che
potesse rialzarsi, lo immobilizzai a terra e dichiarai vittoria.
<<
Riprovaci
fra qualche mese. Quando la mia forza sarà diminuita
>>, lo schernì e con
uno schiocco di lingua, raggiunsi la mia piccola Aurora, che batteva le
mani
felice.
<<
Mamma,
mamma, tu sei la più forte >>.
Un Emmett
borbottante raggiunse l’interno della casa senza alzare la
testa, tra i
risolini dei suoi fratelli.
<<
Rose
credo che tu debba risollevare il morale ad Emmett. È molto
abbattuto >>,
le comunicò Jasper trattenendo a stento le risate.
Guardai
Rosalie dispiaciuta. Non era mia intenzione ridurre Emmett in quello
stato.
<<
Bella
non fare quella faccia. Emmett è un bambinone, vuole vincere
sempre lui. Tra
qualche minuto gli sarà passato tutto >>, mi
rassicurò Rosalie.
Passammo il
resto della giornata ad allenarci. Riuscii a battere anche le amazzoni
e Hueil,
ma mi rifiutai di battermi con Nahuel. Lui in parte era umano e anche
se
continuava a ripetermi che la sua pelle e il suo corpo erano abbastanza
forti,
continuavo a rifiutarmi di battermi con lui.
Ero ben
consapevole che passato un anno dalla mia trasformazione, non sarebbe
stato più
così tanto facile concludere ogni combattimento con la mia
vittoria. A un anno
dalla mia trasformazione, la mia forza smisurata
mi avrebbe abbandonata e avrei avuto la forza
di ogni altro vampiro, quando ciò sarebbe avvenuto, avrei
dovuto contare solo
sulla mia abilità e la mia tecnica.
<<
Che
ne dite di fare alcuni gruppi? Potremmo coinvolgere il branco,
cosicché loro
possano abituarsi a combattere contro gruppi di vampiri o comunque
combattere uno
contro uno >>. Jasper era un buon comandante e io ero
felice di poter
lasciare a lui il comando.
<<
Bella
aiutami a fare dei gruppi bilanciati >>, mi coinvolse
Jasper.
<<
Jacob
>>, lo chiamai. << Tu combatterai contro
Edward >>.
<<
Seth
>>, fece subito un passo avanti. << Tu
combatterai contro Esme >>.
Nonostante avessi visto con i miei occhi la bravura di Esme nel
combattimento e
come si trasformava da amorevole mamma in vampira aggressiva, per me
era
difficile non aver paura per lei.
<<
Quil,
Embry! Voi combatterete contro Jasper e Carlisle >>,
dissi continuando
con gli accoppiamenti.
<<
Sam
>>, passare a dare ordini al branco di Sam, faceva
sorgere parecchia
tensione. << Contro Eleazar >>.
<<
Paul
e Jerard, con Kate e Garrett >>.
Il branco di
Sam terminava qui. Sapevo che nuovi ragazzi avevano subito la
trasformazione,
ma non sapendo ancora chi scegliere tra i due Alfa, non erano ancora
entrati a
far parte di nessun branco. E ne Sam e ne Jacob li spingevano a
scegliere,
perché li ritenevano troppo giovani e speravano che non
dovessero mai scendere
in campo di battaglia. Ma fu detto loro di seguire per i primi tempi,
gli
allenamenti tramite i pensieri del branco.
<<
Alice
contro Hueil >>, erano entrambe minute e ciò
mi portava a pensare a
qualche genere di parità. Anche se in realtà, non
sarebbe stato uno scontro ad
armi pari, visto il potere di Alice.
<<
Nauhel,
Emmett e Rosalie, combatteranno contro Zafrina, Senna e Kachiri
>>.
Emmett a cui
era tornato il sorriso, si mise subito di fronte alla sua avversaria.
<<
Ed
io? >>, chiese aspra Tanya.
<<
Ovviamente
tu ti batti con me >>, dissi io come se nulla fosse. Ma
nella mia mente
avevo già organizzato tutto.
Per un solo
istante vidi negli occhi di Tanya un lampo di paura, che
cacciò subito via per
lasciare il posto ad un atteggiamento sicuro.
In pochi
istanti lo spiazzo dietro casa Cullen, si trasformò in un
vero e proprio campo
di battaglia. Ringhi e suoni di scontri tra corpi di marmo, si
ripercuotevano
nell’aria come i tuoni di un temporale.
Sicuramente
in paese avrebbero pensato che un temporale stesse raggiungendo il
paese.
Tutti si
battevano al massimo delle forze e io di certo non mi sarei fatta
pregare, per
fare altrettanto.
Tanya di
fronte a me, cercava in tutti i modi di immobilizzarmi, ma non mi
facevo mai
neanche sfiorare. Però dovevo darle atto che aveva ben
memorizzato la mia
tecnica di combattimento.
E dopo i
primi minuti, i suoi colpi iniziarono ad arrivare a destinazione.
Riuscii ad
incassare bene un suo pugno, al mio fianco sinistro. Ma il calcio che
arrivò
dietro la mia schiena, mi fece crollare a terra.
<<
Tu
non sei migliore di me >>, mi ringhiò
all’orecchio quando mi fu addosso
mentre ero stesa per terra.
<<
E
tu non avrai mai quello che ho io >>. E una mia gomitata
in pieno viso la
face volare lontana da me.
Un suono
gutturale nacque dal suo petto e senza aspettare il suo contrattacco,
mi gettai
su di lei.
Il nostro
non sembrava un semplice allenamento. Visto da fuori ero pur certa, che
sembrava un vero e proprio combattimento. Almeno io lo interpretavo
come una
regolazione dei conti.
Quando fummo
in posizione di stallo, con sguardo accattivante Tanya mi
sussurrò: << Se
ti batto Edward sarà mio e se mi batti mi troverò
un altro intrattieni >>.
Il veleno mi
annebbiò completamente la vista. Davanti a me tutto aveva
preso una sfumatura
rossastra. Il solo immaginare le grinfie di Tanya sul mio ragazzo, mi
fece
perdere il controllo.
Con un lieve
cenno del capo accettai quella perversa scommessa. Non avrei mai
permesso a me
stessa di perdere e non avrei mai permesso a lei di vincere. E quella
battaglia
tra me e lei poteva liberarmi finalmente dal fardello “
gelosia Tanya ”.
Il nostro
scontro si fece più furioso e la mia attenzione era
concentrata su ogni suo
minimo movimento, ma per un attimo mi distrassi.
Il mio
cervello, aveva registrato un lamento doloroso di Edward e la mia
attenzione si
rivolse subito dal punto da cui proveniva il suono.
Ovviamente
non poteva essere successo nulla di grave, ma la mia apprensione mi
portò a
commettere un errore grave.
Tanya senza
perdere tempo, ne approfittò e mi immobilizzò.
<<
Hai
perso! >>, disse sprezzante.
I suoi denti
si stavano avvicinando alla mia giugulare. Quello che successe dopo,
accadde in
pochissimi attimi.
Il pensiero
di aver perso l’amore della mia vita per una stupida
scommessa e l’istinto di
sopravvivenza, fece scaturire in me un mix di emozioni e violenza che
mai avevo
sentito prima.
Mi liberai
ancor prima che i suoi denti potessero sfiorare la mia pelle. E il
corpo di
Tanya volò oltre lo spiazzo, finendo tra gli alberi, il suo
urlo di dolore non
mi scalfì, come non mi fermò nemmeno vedere tra
le mie mani, la sua mano
strappata dai miei denti. Aveva istigato il vampiro neonato senza
controllo.
Tornai su di
lei e dopo averla di nuovo atterrata posai i miei denti sulla sua gola.
<<
Bella!
>>, la voce preoccupata di Edward, mi raggiunse alle
spalle.
<<
Credo
che tu abbia perso
>>, dissi
ringhiando come un animale inferocito. E riacquistando tutto il
controllo, mi
alzai. Il suo sguardo rabbioso, per me fu una grande vittoria.
<<
A
proposito, questa e tua! >>, e le lanciai la sua mano.
Si
alzò
velocemente e iniziò a ridere.
Ora dubitavo
della sua sanità mentale.
<<
Hai
perso! Cosa ci trovi da ridere >>, dissi infuriata.
Edward al
mio fianco sorrise.
<<
Hai
vinto e sono felice, perché finalmente Edward ha trovato una
compagna degna di
lui >>, disse Tanya.
<<
Non
capisco >>. Ora ero frastornata.
<<
Voglio
molto bene ad Edward e non è un mistero che lui mi sia
sempre piaciuto. Ma lui
non ha mai assecondato le mia avance. Sono contenta che dopo
così tanto tempo,
lui abbia trovato qualcuna che lo renda felice e che lo ami. Ora sono
certa che
saresti disposta a tutto pur di difenderlo e averlo al tuo fianco
>>, mi
spiegò Tanya.
<<
Vuoi
dire che mi hai messo alla prova? >>, chiesi incredula.
<<
Ci
puoi giurare. Se dovevo rinunciare a lui, non l’avrei fatto
per la prima che
passa >>, disse facendomi l’occhiolino.
Scossi la
testa incredula, ma felice.
<<
Quindi
ora siamo amiche? >>, dissi porgendole la mano.
<<
Si.
Ma rimandiamo la stretta di mano a quando Carlisle me
l’avrà riattaccata >>,
disse sventolando il suo arto amputato.
<<
Perdonami,
mi sono lasciata andare >>, dissi mortificata.
<<
Almeno
non è la mia testa. Quella si che sarebbe stata fastidiosa
da riattaccare >>.
E ridendo raggiungemmo gli altri nello spiazzo.
RISPOSTA ALLE VOSTRE
RECENSIONI
bellina3000
[Contatta]
|
Segnala
violazione
|
21/09/10,
ore 20:57 - Capitolo 50: capitolo
50
|
Ciao…beh
se hai pensato che avesse avuto una buona lezione nello scorso
capitolo, voglio proprio vedere cosa pensi della lezione che Tanya ha
avuto in qst capitolo….lottare per una ragazzo è
favoloso…essere temute dalle rivali, ancora di
più!!! (Esperienza personale :-D)… ma finalmente
ora Bella non dovrà più guardarsi le spalle da
Tanya…baci e grazie ancora per le tue stupende recensioni e
i tuoi complimenti…
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luigia
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violazione
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20/09/10,
ore 23:31 - Capitolo 50: capitolo
50
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Ciao
tesoro…ogni tanto la sento la mancanza dei tuoi commenti, ma
capisco che Serena ti pori via tanto tempo…dovrebbe essere
una mezza vampira anche lei, così crescerebbe in
fretta…ma poi che gusto ci sarebbe??? Niente pianti notturni
e nessun dolore per le colichette…meglio godersi questi
momenti.. un bacio…
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dindy80
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violazione
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20/09/10,
ore 23:24 - Capitolo 50: capitolo
50
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Contentissima
che tu sia riuscita a commentare lo scorso capitolo… Beh ora
che ne pensi di Tanya? Hai cambiato opinione su di lei??? baci
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cloh
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violazione
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20/09/10,
ore 15:13 - Capitolo 50: capitolo
50
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La
scuola è ricominciata e gli impegni ora sono
tanti… ma ti dico che io preferirei tornare tra i banchi di
scuola piuttosto che studiare per gli esami
universitari…baci..
P.s.=
che ne pensi del capitolo??
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vanderbit
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violazione
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20/09/10,
ore 14:28 - Capitolo 50: capitolo
50
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Tanya
è stata molto odiosa…ma qst capitolo è
stato rivelatore…si è messa in pericolo pur di
assecondare una sua teoria… Beh ovviamente Seth vete Nhauel
come rivale visto che è un ibrido come Aurora…baci
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Capitolo 52 *** capitolo 52 ***
Perdonatemi…
rischiavo
quasi di non aggiornare qst settimana, ma fino alla fine ci sono
riuscita!
Purtroppo
è stata una
settimana davvero brutta per me e non vi sto a raccontare il
perché, per non
annoiarvi con le mie lamentele…
Dovete
perdonarmi anche
perché il capitolo di oggi è davvero breve, ma mi
metto subito all’opera per
scrivere il prossimo capitolo per poterlo postare al più
presto!!
Chiedo
scusa, ma non
riesco a rispondere alle vostre recensioni, spero solo che qst non
faccia diminuire
ancor di più i vostri commenti, che sono già
drasticamente diminuiti di numero…
Buona
lettura…
RIVELAZIONI
POV
BELLA
I giorni,
diventarono settimane, gli allenamenti procedevano bene e i nuovi e
giovani
licantropi ebbero il permesso da entrambi gli Alfa, di poter allenarsi
con noi.
Dai
Volturi non avevamo notizie e anche se nel
profondo speravo che non ci avrebbero attaccato, sapevo che la mia era
una
speranza vana. Aro non si sarebbe mai persa questa occasione di
riavermi con
lui e con me, portarsi parte della mia futura famiglia. Ma io non
gliela avrei
mai permesso!
<<
Ehi
Bella! >>. Garrett richiamò la mia attenzione.
<< Ho sentito che
riesci a tenere testa a più di un vampiro alla volta
>>.
<<
Me
la cavo >>, risposi con falsa modestia. A Volterra,
più di una volta
Felix mi aveva coinvolto in allenamenti multipli.
<<
Allora
che ne dici di batterti contro me e Kate? >>,
domandò speranzoso.
Sembrava ardere dal desiderio di questa nuova sfida. Garrett era un
vampiro
affabile e da quando aveva conosciuto Kate non si erano separati un
istante,
lanciandosi sempre in nuove sfide. Dal provare la nostra alimentazione
vegetariana, al desiderare combattere con Jacob che era il licantropo
dalla
mole più massiccia. Avevo subito capito, che nella sua
indole cera qualcosa che
lo spingeva a mettersi sempre alla prova.
<<
Perché
no >>. E accettai con piacere la sua sfida. Mi ero
battuta più volte con
loro durante gli ultimi giorni e avevo ben memorizzato le loro tecniche.
Occupammo il
centro del giardino alle spalle di casa Cullen e tutti i presenti si
misero ai
bordi curiosi dello spettacolo a cui presto avrebbero assistito.
<<
Che
fa la mamma? >>, chiese Aurora, che in quel momento uscii
mano nella mano
con Edward da dentro casa. << Si diverte un po’
>>, rispose
divertito Edward.
E
prendendola in braccio, si poggio all’albero alle sue spalle.
<<
Scommetto
mille dollari che Bella questa volta verrà fatta a pezzetti
>>,
sghignazzò Emmett rivolto a Jasper. << Ci sto.
Ovviamente per la
scommessa contraria >>, disse Jasper accettando la
scommessa del
fratello.
Per loro
scommettere per ogni minima piccolezza, era un’abitudine e
puntare cifre così
alte, era cosa di poco conto.
La maggior
parte degli allenamenti multipli che avevo affrontato, li facevo ad
occhi
bendati, ma Kate e Garrett non mi vincolarono con quella clausola.
<<
Iniziamo
>>, annuciò Kate. Non terminò la
frase che Garrett, già si lanciò contro
di me.
Con un lieve
balzo all’ultimo istante, fui alle sue spalle, si
girò di scatto e nell’istante
in cui il suo braccio era partito per un attacco, io mi abbassai
leggermente
per sferrargli una gomitata in pieno stomaco che lo fecero cadere
supino a
qualche metro di distanza. Nello stesso istante Kate cercò
di afferrarmi da
dietro, ma accovacciandomi, rotai di cento ottanta gradi con la mia
gamba stesa
che la colpì in pieno sullo stinco, facendola cadere su di
un fianco. Garrett
mi fu subito addosso e mi assestò un calcio in pieno petto.
Inutile negare che
provai dolore, ma riuscì a mantenere l’equilibrio.
Mi fiondai
su di lui e scansando un suo pugno, approfittai del suo braccio teso,
per
afferrarlo e lanciarlo contro Kate, che cadde nuovamente a terra.
La lotta
proseguii senza esclusione di colpi per svariati minuti. Ogni tanto
qualcuno
batteva le mani e spesso sentivo Emmett grugnire per paura di perdere
la sua
scommessa.
Nelle ultime
settimane, i danni ambientali fatti al bosco circostante furono
parecchi e quel
giorno aumentarono gli alberi abbattuti.
Avevo
lanciato Garrett contro un albero, che ovviamente si spezzò
sotto il suo peso,
e avevo bloccato Kate fra le mie braccia.
<<
Credo
proprio che abbiate perso >>, dissi trionfante.
Fu in quel
momento che sentì nuovamente quella sensazione provata
settimane prima, quel
fatidico pomeriggio nella foresta.
Sentii come
una vibrazione nella mia testa e qualcosa di invisibile, ma consistente
esplose
intorno a me. Solo all’ultimo istante, quasi in concomitanza
al forte suono
dell’urto, mi accorsi che Emmett era balzato dalla sua
postazione, per
prendermi alla sprovvista alle mie spalle. Mi girai appena in tempo per
vedere
il suo corpo scontrarsi contro una barriera invisibile a pochi
centimetri da me,
ed essere sbalzato molti metri più i la.
Tutti mi
guardarono sbalorditi ed io ero più sbalordita di loro.
Non avevo
avvertito il pericolo avvicinarsi, eppure qualcosa dentro di me era
scattato in
mia difesa. Solo in quell’istante mi accorsi che anche Kate
era stata sbalzata
lontana da me.
Da quel
pomeriggio, più di una volta avevo cercato con
l’aiuto di Eleazar, di usare il
mio scudo fisico, ma i risultati erano scarsi. Si staccava da me con
grande
sforzo e ritornava al suo posto dopo solo pochi secondi. E nel suo
interno,
tranne quel pomeriggio in cui ero riuscita a proteggere Edward, Aurora
e Seth,
non riuscivo ad includerci nessuno.
<<
Come
hai fatto? >>, chiese Carlisle.
Scuotevo la
testa ancora incredula e senza una spiegazione logica.
Era come se
lo scudo avesse percepito il pericolo che la mia mente ancora non aveva
avvertito e che mi avesse difesa dall’attacco imminente di
Emmett.
Ma la cosa
non aveva senso. Di certo non avrei mai classificato
l’attacco di Emmett come
pericoloso; sapevo benissimo che non mi avrebbe mai fatto del male e
poi mai il
mio scudo in questi giorni di allenamento non si era attivato, nemmeno
quando
ero in difficoltà durante il combattimento.
<<
Io
credo >>, con voce ancora incerta, esposi i miei
pensieri. << Che
lo scudo fisico, abbia percepito l’attacco di Emmett, ancor
prima che la mia
mente elaborasse ciò che stava accadendo e mi abbia difeso
>>.
<<
Ma
come mai anche Kate è stata sbalzata lontano da te
>>, chiese Edward.
Sapevo cosa stesse cercando di chiedermi.
<<
Non
lo so. Quel pomeriggio quando ero distratta e Felix ci ha attaccato, il
mio
scudo si è attivato e ha incluso anche voi,
perché in quel momento era mia
intenzione proteggervi. Adesso è stato diverso. Ho sentito
come una vibrazione
nella mia testa e lo scudo ha difeso solo me, perché non ero
pronta all’attacco
e non pensavo che Kate fosse in pericolo. È talmente tutto
strano che non ci
capisco niente >>, conclusi.
Non sapevo
neanche se la mia spiegazione avesse convinto me stessa.
Eleazar fece
qualche passo verso di me, ma si bloccò a mezzo metro da me,
palpando l’aria
dinnanzi a lui.
<<
È
ancora attivo >>, mormorò.
Infatti mi
sentivo come rinchiusa in una bolla, ma invece di sentirmi prigioniera,
avevo
la sensazione di trovarmi nel posto più sicuro della terra.
<<
Aurora
corri da tua madre >>, le disse Eleazar.
<<
NOO
>>, gridai. Se avesse corso verso di me, si sarebbe
scontrata contro la
mia barriera facendosi male.
Ma con un
balzo, scese dalle braccia di Edward e ancor prima che potessi fermarla
o
ritirare il mio scudo, me la ritrovai al mio fianco.
<<
Come
sospettavo >>, mormorò nuovamente Eleazar. Lo
interrogai con lo sguardo.
<< Il tuo scudo fisico, come quello mentale, segue le tue
emozioni. Non
volevi che Aurora si facesse del male e al suo passaggio si
è come
smaterializzato. Ma solo lei l’ha potuto attraversare. Io non
ho mai perso il
contatto con la barriera e quindi posso confermare che non si
è indebolita
neanche un po’ >>, disse deciso.
<< Ciò che non mi spiego e perché
si sia attivato all’attacco di Emmett proprio oggi. Non
è la prima volta che lo
fa e tu sai che lui non rappresenta per te un vero pericolo. Quale
sensazioni
stavi provando? >>, chiese curioso di ricevere risposte
ai suoi
interrogativi.
Sotto questo
punto di vista l’unico vampiro maschio del clan
dell’Alaska, non aveva nulla da
invidiare alla curiosità di Carlisle.
Iniziai a
ripercorrere nella mia mente, tutte le immagini degli attacchi a
sorpresa di Emmett
dell’ultimo periodo. Cercai di ricordare ogni singola
emozione provata in
quegli istanti e ricordare non era certo un problema per la mia super
mente da
vampira.
Dopo aver
analizzato ogni singolo episodio, riportai alla mente ciò
che era successo nel
bosco con Demetri e Felix e quello che era accaduto poco fa.
<<
Ci
sono! >>, esclamai felice di avere la risposta.
<< Quando Emmett
nei giorni scorsi mi ha attaccato di sorpresa, per cercare di
sopraffarmi,
senza riuscirci >>, e mi girai per fargli una linguaccia.
<< Io ero
tranquilla e serena. Invece nel bosco ero sulla difensiva, come proprio
poco
fa. Anche se sapevo che l’incontro tra me, Garrett e Kate
fosse finito, ero in
allerta, perché ufficialmente loro non avevano sventolato
bandiera bianca,
quindi io ero ancora sulla difensiva nella probabilità di un
altro attacco da
parte loro >>, spiegai ai presenti.
<<
Ad
Aro questo non piacerà >>, borbottò
Eleazar. Parecchi di noi chiesero
spiegazioni per la sua affermazione. << Vi rendete conto
che Bella è
indistruttibile sotto ogni aspetto? Credo che non esista vampiro
più forte di
lei. Per Aro sarà un gran problema, perché
comprenderà molto bene che se lei
non è dalla sua parte, la sua supremazia è in
grave pericolo. Appena Bella
saprà servirsi alla perfezione del suo potere, niente e
nessuno potrà
avvicinarsi e far del male a lei e ad ogni persona che
deciderà di proteggere >>,
spiegò con calma, ma con grande enfasi.
<<
Questo
vuol dire che dovrò impegnarmi con tutta me stessa ad
imparare a gestire i miei
poteri contemporaneamente al più presto >>,
disse euforica.
Poi la mia
ilarità si spense appena incrociai lo sguardo preoccupato di
Edward, che
fissava poco lontano da lui sua sorella.
Gli occhi
vitrei di Alice, non erano un buon segno, specie se abbinati al suo
sguardo
terrorizzato e dalle braccia di Jasper che la circondavano per
sorreggerla.
Trattenni
il respiro fino a quando non pronunciò le parole che noi
tutti temevamo.
<<
Dovrai
imparare a gestire i tuoi poteri in sole due settimane,
perché loro stanno
arrivando in molti. Anzi in troppi! >>,
esclamò quasi terrorizzata.
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Capitolo 53 *** capitolo 54 ***
ADDIO
PAPA’
*Toc
toc* entro timida in Efp, con una tremenda paura che voi possiate
linciarmi per
la lunga assenza.
Non
mi giustificherò con lunghe spiegazioni, inventando
chissà quali tragiche
storie, per motivare il mio lungo mutismo. Vi dirò
semplicemente la verità!!
L’università
mi ha tolto tanto tempo, il professore della mia tesi mi sta facendo
diventare
pazza visto che sono 2 mesi che non ho sue notizie, ma ciò
che ha portato a non
scrivere più, è stato un improvviso blocco. Lungo
il periodo di pubblicazione
di questa storia, ho avuto svariati blocchi, ma mai così
lunghi e pesanti, vi
confesso che ho anche pensato di non completare questa storia. Sul mio
pc l’icona
di questo capitolo mi guardava da più di un mese, ma quando
l’aprivo, trovavo
solo poche righe scritte, senza mai la voglia di continuarlo.
Perdonatemi
se volete, ma capirò se molti di voi avrete dimenticato
questa storia e se peggio
l’avrete cancellata dalla vostra
lista.
Ora
vi lascio alla lettura, sperando che ci sia ancora qualcuno che legga
qst ff.
Ormai
mancavano poche ore all'arrivo dei Volturi e già da quella
notte ci saremmo
radunati tutti nello spiazzo che Edward e la sua famiglia usava come
campo da
baseball.
Carlisle
lo aveva proposto perché era abbastanza lontano dalla
città e nell'eventuale
lotta, gli abitanti di Forks avrebbero scambiato i suoni dei nostri
scontri per
un brutto temporale in alta quota.
<<
Siamo arrivati >>.
Edward
mi riscosse dai miei pensieri.
Per
tutto il tragitto in auto, verso casa di Sue, la mia mente era altrove
e non mi
ero resa conto neanche di aver attraversato il confine; un confine che
almeno
per me e i Cullen non esisteva più, grazie al mio amico
Jacob, discendente
dell' ultimo alfa e
quindi a sua volta
possessore per diritto di nascita di quel titolo. Ma il nostro
sodalizio era
stato ancora più fortificato da un amore magico;
l'imprinting tra Aurora una
mezza vampira, che mi era stata affidata da suo padre che si era
sacrificato
per la sua salvezza e Seth un licantropo del branco di Jacob.
<<
MAMMA! >>
Gli
occhi di Aurora si illuminarono di gioia, mentre mi guardava dalla
soglia della
porta della casa di Sue.
Avevo
lasciato che Aurora passasse tutta la giornata con Charlie, visto che
non
sapevo cosa l'immediato futuro riservasse a tutti noi.
<<
Coraggio andiamo >>, disse Edward stringendo la mia mano.
Mio
padre alle spalle di Aurora ci guardava perplesso.
Dovevo
prepararmi alla possibilità di dirgli addio.
Appena
scendemmo dall' auto Aurora mi piombò
in
braccio con un' agilità che aveva poco di umano per una bambina della sua
età.
<<
Ciao piccola >>, dissi baciandole i capelli.
Charlie
che sembrava non aver notato i movimenti della mia bambina continuava a
scrutarmi ancora attentamente ed io non riuscivo a reggere il suo
sguardo,
sapendo molto bene che lui stava studiando la mia espressione da bravo
poliziotto e in quel momento mi sentivo proprio come un delinquente che
si
stava recando in centrale a confessare un reato grave.
<<
Buonasera Charlie. Spero che Aurora non ti abbia fatto stancare molto
quest’oggi >>, chiese Edward a mio padre.
<<
Sinceramente non so come facciate a starle dietro tutta la giornata!
È una
continua fonte di energia. Ma non sono ancora così tanto
vecchio da farmi
abbattere da una bambina >>, rispose mio padre sorridendo.
Edward
era riuscito a salvarmi da quella situazione opprimente, lo aveva
distratto e
prima che tornasse ad indugiare su di me, Edward lo aveva impegnato in
una
discussione su non so quale sport!
Prima
di dirgli addio, volevo passare una serena serata con lui!
Quando
entrammo in casa, Sue ci raggiunse all’ingresso e ci diede il
benvenuto con un
sorriso forzato. No perché non fosse felice di averci in
casa sua, ma perché
lei era a conoscenza già da tempo di ciò che
avremmo dovuto affrontare
l’indomani e oltre a sostenere Charlie che non avrebbe mai
saputo tutta la
verità, era una donna, che avrebbe dovuto affrontare da sola
la preoccupazione
e il timore di perdere il proprio figlio, nella pericolosa battaglia in
cui ci
affiancava.
<<
Mamma! Io, Sue e nonno oggi abbiamo fatto i biscotti >>,
disse entusiasta
Aurora.
<<
Sue ti ha fatto avvicinare ai fornelli?! >>, chiesi
incredula a mio padre.
<<
Bella, ti voglio ricordare che ho vissuto da solo e che non sono mai
morto di
fame >>, borbottò Charlie.
<<
Si, grazie alla tavola calda giù in città
>>, precisai io.
E
scoppiammo a ridere, mentre Charlie diventava color peperone.
Sue
andò in cucina a prendere i famosi biscotti e
tornò da noi con un vassoio pieno
di biscotti dalla forme più bizzarre.
<<
Aurora ha insistito per modellare
i
biscotti >>, chiarì Sue.
<<
E in tutto questo >>, dissi indicando il vassoio pieno di
biscotti,
<< che ruolo avrebbe avuto mio padre? >>.
<<
Lui passava gli ingredienti che io gli chiedevo >>, disse
serafica.
Dopo
aver chiacchierato del più e del meno per almeno
mezz’ora, davanti ad una tazza
di thè con i biscotti, che noi ovviamente non avevamo
toccato, la nostra
quiete, fu interrotta dall’ingresso di Seth che si
precipitò da Aurora e da
Leah e Jacob che stavano come al solito litigando.
<<
Fatti visitare almeno da Carlisle! >>, sbraitò
Jacob che entrando. Non si
era ancora accorto di noi.
<<
Jacob ti ho già detto che adesso sto bene, deve essere stato
il sandwich di
questa mattina. Sicuramente aveva qualcosa di avariato
all’interno >>, si
difese Leah.
Non
avevo bisogno del potere di Edward per capire che Leah era stata preda
di una
nausea mattutina e che per sua sfortuna aveva avuto Jacob come
spettatore.
<<
Ti faccio presente, che io ne ho mangiati dieci, eppure non sono corso
dietro
un albero a rimettere l’anima >>.
<<
Jake forse non consideri che io non sono più un
lu… >>.
<<
Ehm,ehm. Ragazzi >>, Edward intervenne, prima che Leah
terminasse il suo
discorso, che sicuramente avrebbe incluso informazioni che mio padre
non
avrebbe voluto ascoltare, anche se era a conoscenza del loro segreto.
<<
Edward, Bella >>, ci salutò imbarazzato Jacob,
grattandosi la nuca.
<< Preso dalla nostra chiacchierata, non mi ero accorto
che eravate qui >>.
<<
Lo avevamo notato >>, bofonchiò Charlie.
Rossi
in viso la coppietta si accomodò sul divano al nostro fianco
e senza
complimenti si tuffarono sul vassoio pieno di biscotti e rubando le
nostre
tazze di thè ancora fumanti.
<<
Questo l’ho fatto per te >>. Aurora si
avvicinò timida a Seth, stringendo
delicatamente un piccolo fagottino fatto con un tovagliolo. Seth lo
prese in
custodia, curioso aprii delicatamente il tovagliolo, che racchiudeva un
biscotto a forma di cuore, o almeno quella era la forma che doveva aver
cercato
di dare al biscotto mia figlia.
Sul
viso di Seth, comparve una gioia immensa e con un sorriso accecante
ringraziò
Aurora scompigliandole i capelli. << Grazie piccola peste
>>.
Rossa
in viso Aurora imbronciò le sue labbra. << Io
non sono una peste! E non
guastarmi i capelli che mi ha fatto zia Rosalie >>, si
lamentò.
<<
Fratellino, fossi in te le darei ascolto; sai che la bionda potrebbe
farti a
pezzi per meno >>, scherzò Leah.
<<
La psicopatica ne sarebbe capace >>, subito
replicò Jacob che aveva fatto
una scorta di biscotti in mano. << Senza offesa Edward
>>, continuò
Jacob.
<<
Non posso negare che non ne sarebbe capace >>, rispose
ridendo.
L’atmosfera
in quel salotto, diventava sempre più leggera. Edward era
bravo a nascondere
paure e tensioni, mentre Jacob e Seth, paragonavano la battaglia ad un
gioco da
ragazzi. Io invece sentivo un gran peso sullo stomaco e come me, Sue e
Leah
condividevano la stessa sorte.
<<
Ehi voi tre!! Abbiamo passato un intero pomeriggio in cucina per
preparare quei
biscotti e non per farli divorare a voi >>. Charlie
riprese i tre
Quiliute che continuavano ad ingurgitare biscotti, come fossero
caramelle.
<<
Ma noi abbiamo fame >>, cercò di discolparsi
Jacob.
<<
Voi avete sempre fame. E poi tu hai una casa. Billy non ti fa mangiare?
>>,
lo accusò Charlie.
<<
Si, ma non cucina i biscotti >>, rispose ridendo,
riempiendosi la bocca
con un altro biscotto.
Chiusa la questione
biscotti, parlammo ancora
un po’ di vari argomenti, per rimandare il più
possibile la notizia che avrebbe
rattristato mio padre, una notizia che non avevo il coraggio di
comunicare.
Proprio
mentre stavamo parlando dei nuovi acquisti che Leah aveva fatto con
Alice, Leah
mi invitò a seguirla nella sua stanza.
<<
Il mio nuovo vestito è davvero spettacolare
>>, disse Leah aprendo la
porta.
Sapevo
che era una scusa, Leah non era per certe frivolezze, se aveva comprato
un
nuovo vestito, te lo avrebbe fatto vedere una volta indossato, senza
neanche
chiederti se ti piacesse o se le stava bene.
Appena
chiusi la porta, le porsi la lettera delle analisi accuratamente
piegata, quel
foglio era il vero motivo di quella farsa.
Senza
dire una parola , Leah lo prese e iniziò a
leggere il suo contenuto. La sua faccia iniziò
una serie di smorfie
buffe, fino a quando non alzò il viso e incrociò
il mio sguardo. Come
immaginavo non aveva decifrato neanche un valore e la capivo benissimo.
Anche
per me tutti quei simboli, iniziali e numeri, erano un mistero!
<<
Carlisle, dice che tutti i valori sono buoni e che il bambino sta bene
>>,
spiegai ripetendo le parole che mi aveva riferito Carlisle.
<<
Ma… >>, si, esisteva un ma. <<
Ma? >>, mi incitò Leah a
continuare.
<<
A quanto pare, nel tuo sangue c’è ancora quel
cromosoma in più che ti distingue
dai semplici umani e che ti associa al resto del branco
>>, feci una
piccola pausa per far assimilare bene le mie parole. Non trovando in
lei
nessuna reazione, continuai. <<
Carlisle pensa che il tuo corpo abbia ripreso a funzionare
perché, quel
cromosoma, è restato per molto tempo inattivo, per le tue
mancate trasformazioni
e stando sempre a contatto con un vampiro >>, mi indicai
con la mano sul
petto, << ha contribuito a renderlo un cromosoma
dormiente >>.
<<
Quindi sono sempre un licantropo >>, disse a voce
talmente bassa, che
sembrava stesse parlando solo con se stessa.
<<
Si e no, il tuo fisico è tornato alla normalità.
Adesso puoi invecchiare e
cambiare, ma la tua temperatura è sempre elevata rispetto ad
un semplice essere
umano, ma è inferiore a quella del resto del branco. La tua
natura non è
cambiata completamente, si è solo assopita. Quindi dovrai
tenere il tuo umore
sotto controllo per non risvegliarla. Se avvenisse una trasformazione
nelle tue
condizioni, non sappiamo quali potrebbero essere le conseguenze
>>.
<<
Ho capito! Il mio lupo ha solo deciso di schiacciare un pisolino
>>,
disse con rammarico.
<<
Leah, altri prima di te hanno addormentatola loro parte animale e hanno
vissuto
una vita tranquilla. Quindi non vedo perché tu non dovresti
riuscirci >>,
dissi avvicinandomi a lei e posandole una mano sulla sua spalla. Lei
non
rabbrividì e non si scostò da me, ormai era
abituata al mio tocco e alla mia
vicinanza.
<<
Hai ragione! Sarò forte per lui >>, disse
posando la sua mano sul suo
ventre. <<
..O lei >>, concluse
sorridente!
<<
Dai forza ora andiamo di là prima che si insospettiscano
>>, dissi
dirigendomi verso la porta.
<<
Forse Carlisle dovrebbe sapere che c’è un altro
aspetto della mia vecchia
natura che non è cambiata >>, disse con una
mano sulla maniglia. <<
Spiegati >>, dissi curiosa. << Le ferite si
rimarginano ancora in
fretta, un po’ più lentamente di prima, ma sempre
più velocemente del normale.
Il buco del prelievo che mi ha fatto questa mattina, è
svanito dopo poche ore >>,
disse alzandosi la manica della maglietta che indossava.
Guardai
attentamente e notai che nulla faceva capire che si era sottoposta ad
un
prelievo, solo poche ore prima.
Nessuna
traccia, neanche un lieve puntino.
<<
Meglio no? Così Jake non si accorgerà di nulla
>>, disse con sollievo, ma
sempre con punta di tristezza.
<<
Sei ancora decisa a non dirgli niente? >>, chiesi.
<<
Come ti ho già detto, nessuno oltre me, te, Edward e i suoi
genitori deve
sapere niente. Non voglio che Jacob domani sia distratto da questa
notizia.
Deve rimanere concentrato per rimanere in vita
e tornare da noi >>, disse accarezzandosi il
ventre.
<<
E di tua madre, che mi dici? >>, continuai.
<<
In questo momento ha altri pensieri per la testa. Preferisco che sia
tranquilla
quando riceverà la notizia, così potrà
godersi la felicità senza timori, dopo
tante sofferenze >>.
<<
Hai ragione >>.
Uscimmo
dalla stanza e raggiungemmo gli altri.
<<
Bella quasi dimenticavo. Questa mattina tua madre mi ha chiamato in
centrale >>,
esordii Charlie appena presi posto nuovamente vicino ad Edward.
<< Si è
lamentata del fatto che non ti vede da troppo tempo e che, ora che si
era
decisa a fare un viaggetto qui a Forks, tu eri in gita con la famiglia
Cullen
al Dormounth college. Ho subito un suo monologo, di oltre dieci minuti
e si è
interrotta, solo per intimarmi ad obbligarti di andarla a trovare prima
che tu
parta per il college >>.
Non
sapevo neanche se avrei avuto mai la possibilità di vedere
un qualsiasi
college.
<<
Papà dovrei parlarti proprio di questo >>,
dissi con tono triste.
<<
Seth perché non porti Aurora a giocare fuori?
>>, chiese Edward
tranquillo al suo amico.
<<
Certo >>, disse acconsentendo subito. <<
Ehi peste, facciamo una
gara a chi trova la pietra più strana ? >>.
<<
Si >>, ed entrambi corsero fuori diretti alla spiaggia
vicina.
<<
È arrivato il momento delle brutte notizie, vero?
>>, disse mio padre
sconfitto appena la porta si chiuse alle spalle di Seth ed Aurora.
Come
aveva capito?
<<
Bella sei mia figlia, ti conosco >>, disse rispondendo
alla mia domanda
silenziosa. << È da quando sei entrata che sei
nervosa ed irrequieta >>.
Ero
quasi sicura di aver finto bene e aver nascosto le mie paure, ma lui
aveva
letto ogni mio gesto.
<<
Si papà quello che ho da dirti non sarà molto
piacevole >>.
<<
Parla, sono qui che ti ascolto >>, disse allargando le
braccia e appoggiandosi
allo schienale della poltrona su cui era seduto. Sue si sedette sul
comodo
bracciolo al suo fianco, mentre Leah e Jacob si sedettero sul morbido tappeto.
Chiusi
gli occhi per un momento e presi un bel respiro per calmarmi e
riordinare i pensieri.
La
gola iniziò a bruciare e la sete si fece sentire,
risvegliata dal buon odore si
Sue e mio padre. Le fiamme nella mia gola però, non erano
prepotenti, nei
giorni precedenti mi ero nutrita più del solito per caricare
tutte le mie
energie ed essere pronta ad affrontare Aro e il suo esercito. E poi
ogni buon
odore e smorzato dall’essenza non proprio gradevole di Jacob.
Dovevo
affrontare tutto il discorso con calma e dovevo descrivere un quadro
chiaro,
nei limiti del possibile.
<<
Papà conosci i motivi della tua permanenza qui. Tutto
è avvenuto dopo lo
spiacevole evento di quel pomeriggio. Qui tu eri e sarai al sicuro,
Jacob e i
suoi amici erano gli unici che potevano proteggerti, mentre io ero dai
Cullen >>,
dissi posando la mia mano sul ginocchio di Edward.
Mio
padre, mi guardava serio e aspettava che io continuassi. Lui non sapeva
del
pericolo che avevano affrontato Edward, Seth ed Aurora, ma sapeva
perché poteva
affidare la sua vita ad un gruppo di ragazzi.
<<
Se mi sono trasferita dai Cullen, esiste una spiegazione. Sapevamo che
dopo
quel pomeriggio avremmo dovuto affrontare qualcosa e il mio tempo
lì è servito
per prepararci. Io vorrei poterti dire tutto, ma… ma non
posso! No, se non
voglio metterti ulteriormente in pericolo >>.
Abbassai
lo sguardo, non riuscivo a reggere le domande silenziose e piene di
paura di
mio padre. Ero qui per spiegargli le linee generali della situazione,
ma non
riuscivo ad andare avanti.
<<
Quello che Bella vuole dire >>, intervenne Edward,
<< è che domani
saremo coinvolti in qualcosa di pericoloso, che potrebbe portare alla
nostra
dipartita >>.
Edward
fu schietto, ma non con l’intento di essere duro. Non
esisteva altro modo per
addolcire la pillola.
Charlie
che si aspettava qualche brutta notizia, non si aspettava
però una notizia così
atroce. Non
riusciva a parlare, le sue
labbra si erano schiuse più volte, senza emettere nessun
suono. Alternava lo
sguardo da me ad Edward, per poi guardarsi intorno, per vedere se era
li
l’unico sorpreso da una notizia così brutale.
<<
Capisco che vi trovate in una brutta situazione, da cui io stesso ho
chiesto di
restare all’oscuro, ma… ma >>,
questa volta era Charlie a balbettare alla
ricerca di parole. << Ma io sinceramente… NO!
No, io non capisco cosa
possa essere successo di così grave e cosa possa accadere
domani da rischiare
addirittura la morte >>, sbraitò alzandosi dal
divano e camminando a
passo svelto lungo il poco spazio che tra noi e il mobilio, era
avanzato nella
stanza.
<<
Io non posso permettere che la mia bambina affronti un pericolo
così grande da
sola. Chiamerò tutta la mia squadra, l’FBI,
l’esercito se servirà, ma non me ne
starò con le mani in mano >>, continuava a
blaterare.
<<
Charlie calmati >>, lo chiamai e gli andai vicino, ma lui
non mi
ascoltava. << PAPA’, ti ho chiesto di calmarti
>>, dissi parandomi
davanti a lui bloccando la sua camminata. Mi guardò
stralunato e con gli occhi
lucidi.
<<
Come è potuto succedere tutto questo? >>,
disse abbracciandomi e
nascondendo il suo viso nell’incavo del mio collo, prima che
gli altri
potessero vedere le due lacrime che erano sfuggite al suo controllo.
<<
Papà ascoltami >>, dissi allontanandolo un
po’ da me. << Qualsiasi
cosa succeda domani, io sarò al sicuro. Nessuno
potrà ferirmi o uccidermi >>,
dissi con un sorriso forzato con l’intento di risollevarlo.
<<
Ma Edward ha detto… >>, iniziò lui.
<<
Edward ha detto che potrebbe costare la nostra dipartita, ma io non
sono
compresa >>, dissi ancora con il sorriso più
falso che riuscivo ad
ottenere. Io ero inattaccabile è vero, ma se Edward ed
Aurora fossero morti, io
avrei trovato il modo di far giungere alla fine la mia
eternità.
<<
Ma non è tutto. Anche se alcuni di noi riusciranno a
salvarsi, saremo costretti
a scappare, molto probabilmente, io non potrò più
venire da te e tu non dovrai
cercarmi. Per il mondo io dovrò essere dispersa o morta.
Troverò il mondo per
farti sapere che sono viva e che sto bene, ma ti prego papà
non cercarmi e
consola Renèe a cui non dovrai dire niente >>,
gli spiegai.
<<
Quindi, qualsiasi cosa accada, io non ti rivedrò
più? >>, chiese con voce
rauca.
<<
Certo che no! Se tutto va per il meglio, dimenticheremo questa brutta
esperienza ed andremo avanti >>, dissi ora con un sorriso
sincero. La mia
speranza era di riuscire a sconfiggere i Volturi e di essere abbastanza
potente
da proteggere tutti quanti coloro sarebbero stati al mio fianco in
questa
battaglia.
Un
sorriso si dipinse anche sul suo viso, ma nei suoi occhi aleggiava
ancora un
velo di terrore.
Rimanemmo
ancora un’ora in casa di Sue, parlando ancora un
po’ di ciò che avremmo dovuto
affrontare. Mio padre continuava a propormi ogni genere di forza
militare ed
era difficile farlo desistere, dicendogli solamente, che nessun
esercito
avrebbe potuto fare qualcosa. Dopo svariati abbracci e singhiozzi
nascosti,
salutai mio padre con un sofferto << Addio
papà! >>.
Ci
congedammo verso l’ora di cena, permettendo ad Aurora di
cenare e dormire da
suo nonno, per quella che poteva essere la sua ultima notte trascorsa
con lui.
Charlie non si capacitava ancora di come una bambina poteva essere resa
partecipe a questo delirio.
<<
Seth, alle sette dovrai essere nello spiazzo con Aurora
>>, disse Edward
al suo amico.
<<
Va bene >>, rispose lui, rientrando in casa e lasciando
me, Edward e Leah
sulla porta.
<<
Bella ti prego, riporta sani e salvi mio fratello e il padre del mio
bambino >>,
disse con voce tremante.
<<
Oh Leah >>, dissi abbracciandola. << A
costo di doverli prendere
personalmente a calci in quelle chiappe pelose ma torneranno da te
>>.
In
quel momento Jacob uscii dalla bosco circostante alla casa e ci
raggiunse.
<<
Il branco è già nello spiazzo e i lupi
più giovani saranno di guardia alla
riserva >>, disse serio. << Quando volete
possiamo andare, gli
altri ci stanno aspettando >>, continuò.
<<
Jake non c’è bisogno che venga anche tu questa
notte. Dormi un po’ e resta al
fianco di tuo padre e di Leah. Domani ci raggiungi con Seth
>>,
consigliai al mio amico.
<<
Ma… >>, stava per replicare.
<<
Jake >>, lo chiamò dolce Leah. Un richiamo che
racchiudeva la supplica di
starle accanto quela notte. Bastò uno sguardo e Jacob aveva
già deciso.
<<
Si hai ragione >>, disse sfiorando le labbra della sua
compagna, <<
resto qui >>.
Tornammo
a casa Cullen e posteggiammo la Volvo in garage. La casa era deserta,
tutti
erano già riuniti nello spiazzo.
Edward
ed io ci lasciammo solo un altro istante solo per noi due, ci fissammo
negli
occhi e ci scambiammo un bacio intenso e pieno di significati.
Lasciammo
l’enorme casa bianca alle nostre spalle e con pochi minuti di
corsa raggiungemmo
gli altri. Erano tutti indaffarati negli ultimi preparativi di
strategia,
mentre alcuni si stavano allenando in compagnia del branco.
Appena
Alice ci vide, fece segno di raggiungerla.
<<
Ben tornati >>, ci salutò Esme con un dolce
sorriso.
La
tensione era palpabile.
Alice,
Jasper, Carlisle, Esme, Zafrina, Kate e Garrett, erano intorno ad un
grande
masso su cui era appoggiato un foglio. Jasper stava indicando con una
penna
delle posizioni. << Voi sarete qui, qui, qui e qui
>>, disse Jasper
continuando un discorso che aveva iniziato ed indicando due segni a
destra e
due a sinistra, che
affiancavano un
grande punto al centro del disegno. Kate, Garrett, Esme e Carlisle,
annuirono.
<< Alice,
noi saremo qui, al fianco di Carlisle ed Esme >>,
continuò Jasper, dando
ordini come un vero soldato.
<<
Alternati a noi vampiri, ci saranno i licantropi, quindi tra ogni
vampiro ed un
altro ci sarà uno spazio sufficiente per loro.
All’inizio il branco dovrà essere
nascosto nel bosco alle nostre spalle
e solo dopo l’ arrivo dei
Volturi faranno
la loro comparsa. Così dovremmo rallentare le loro azioni e
si soffermeranno a
pensare, almeno spero; e se lo faranno, noi avremo tempo per studiare
meglio la
situazione >>, spiegò Jasper.
Se
le supposizioni di Jasper erano esatte, io avrei potuto attuare il mio
piano.
Un piano che solo io conoscevo. Alice mi guardò ,
rimpicciolendo i suoi occhi.
Sicuramente doveva aver avuto una visione poco chiara sul mio piano.
Non mi
meravigliava, visto che tutte le azioni del prossimo futuro avrebbero
coinvolto
il branco.
<<
Edward, tu sei qui >>, disse Jasper indicando la X a
destra più vicina al
grande punto centrale. << Mentre Zafrina tu sei qui
>>, disse
indicando la X alla sinistra di quello che doveva essere il punto
principale.
<< Bella tu invece sei qui >>, disse
puntando la punta della penna
al centro esatto del grande pallino nero.
Io
ero il centro, io ero il nucleo di quella battaglia, io ero
l’unica via di
salvezza.
P.s.=
la storia credo comprenderà altri due o tre capitoli al
massimo, più l’epilogo.
Questi capitoli sono nella mia mente in parte, ma devono essere ancora
scritti.
Li potrò scrivere dopo il 3 febbraio (data del mio esame),
spero che voi
possiate capirmi!
|
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Capitolo 54 *** CAPITOLO 53 ***
Raga
perdonate la mia
lunga assenza, ma face book e altri siti mi hanno messo Ko il computer
riempiendolo di virus e ciò mi ha rallentato la scrittura di
qst capitolo.
Ma
hanno inciso anche
altri fattori, come gli appuntamenti con il mio prof di tesi che ogni
volta che
devo andare da lui, devo arrivare in culonia per raggiungere il suo
studio e
quando ci vado, la sera torno troppo distrutta per mettermi al pc.
Cmq
vi avviso che ieri
mi sono messa di impegno per concludere il capitolo, visto che questo
pomeriggio porterò il mio computer da un tecnico per
sistemarlo, formattarlo e
non so che altro, quindi suppongo che non potrò scrivere per
un po’, o almeno
fino a quando non riavrò indietro il mio adorato computer.
Già
mi dispero al sol
pensiero di come farò senza computer ed internet!!! Virus
del cavolo…
Ma
tornando alla
storia. Visto che lo scorso capitolo è stato alquanto corto
e che non ho
aggiornato per 2 settimane e non aggiornerò di nuovo fino a
quando nn avrò di
nuovo il computer, mi faccio perdonare con un capitolo mooooolto lungo.
Spero
non vi dispiaccia
e non vi tedi!!!
Un
bacione e buona
lettura.
P.s.=
Mi dispiace non
potervi risp alle recensioni, ma sempre questi virus del cavolo non me
le fanno
vedere…
PERDONATE
EVENTUALI
ERRORI, MA HO DATO SOLO UNA RILETTURA VELOCE…
ULTIMI
GIORNI
POV
BELLA
<<
Bella
concentrati! >>, mi rimproverò Eleazar.
Da quando
Alice ci aveva dato una scadenza, gli allenamenti aumentarono e per me
invece
non avevano quasi mai sosta.
<<
Ora prova ad
includere tutti quanti, tranne me
>>, continuò a
darmi istruzioni.
Tutta la mia
famiglia, tra cui il clan dell’Alaska e le amazzoni erano intorno a me, ma
sparsi per tutti il
giardino, lungo un largo raggio.
Con molta
pazienza, allargai il mio scudo fisico e mentale
e con molta fatica, riuscii ad includere
tutti loro, tranne Eleazar.
<<
Bene
>>, si complimentò, tastando quella barriera
invisibile che lo separava
da noi altri. << Edward ora prova ad attaccarmi
>>, disse Eleazar.
Non avevamo
mai fatto questo esercizio e non sapevo neanche io se Edward fosse
riuscito a
combattere da dietro allo scudo. Con mia grande sorpresa, invece, per
lui fu
semplice colpire Eleazar, mentre quest’ultimo, non riusciva
ad assestare nessun
colpo, trattenuto da una forza invisibile a pochi millimetri dal corpo
di
Edward.
Mentre
l’allenamento proseguiva, mantenere lo scudo, mi era sempre
più faticoso e
quando Eleazar, vide ritornare Nahuel e sua zia dalla caccia per cui
erano
partiti il giorno precedente, li chiamò chiedendo loro di
provare a combattere
contro qualcuno presente sotto il mio scudo.
Mantenere lo
scudo attivo e
farlo diventare come una
pelle invisibile su Edward, mentre si muoveva e combatteva, era molto
difficile
e dovevo essere parecchio concentrata, quindi fare la stessa cosa con
più di
una persona, mi sembrava impossibile.
Non riuscii
ad esporre il mio parere, perché tutto successe velocemente.
Nahuel e sua zia,
attaccarono Carmen ed Esme, che ovviamente non furono raggiunte mai da
nessun
colpo, mentre Eleazar continua imperterrito a combattere con Edward.
Quando
Esme e Carmen iniziarono anche loro a battersi, non riuscii a
concentrarmi
abbastanza e la stanchezza mentale prese il sopravvento. Lo scudo
ritornò al
suo posto con uno schiocco sonoro nella mia mente, proprio mentre
Eleazar stava
provando ad assestare un calcio dietro la schiena di Edward, che per
sua sfortuna,
lo raggiunse con una potenza inaudita, facendolo volare di molti metri
,
urlando dal dolore.
<<
Edward
>>, gemetti correndo
da lui
disteso a terra.
Eleazar che
ci aveva raggiunto, lo aiutò ad alzarsi. << Mi
dispiace. Non volevo farti
male, ma avevo caricato tutta la forza in quel calcio per provare la
resistenza
dello scudo, non pensavo si sarebbe disattivato >>.
<<
È
tutta colpa mia >>, dissi avvilita e abbassando gli occhi
che mi
pungevano per le lacrime che non sarei riuscita a versare.
<< Quando
anche Esme e Carmen hanno iniziato a combattere, non sono riuscita a
concentrarmi, per far aderire lo scudo al loro corpo e lo sforzo ha
causato
solo il rientro di esso >>, spiegai ancora più
mortificata.
<<
Amore
nessuno se la prende con te. Hai già fatto ottimi progressi
in così pochi
giorni >>, disse abbracciandomi.
<<
Si,
ma non sono riuscita a proteggerti e tu ti sei stato colpito e se questo accadesse in
battaglia? Se non
riuscissi a proteggere tutti voi? Se non riuscissi a proteggere te e
Aurora? >>,
dissi quasi singhiozzando, nascondendo il mio volto
nell’incavo del suo collo.
Ero consapevole di stare facendo una scenata quasi isterica davanti a
tutti, ma
in quel momento tutte le prospettive negative, mi investirono,
travolgendo
tutte le sicurezze che avevo. Se solo qualcuno di loro si fosse fatto
del male,
non sarei riuscita a perdonarmelo.
<<
Bella
sarai anche fortissima e con poteri straordinari, ma nessuno qui pensa
che sei
infallibile. Qui tutti siamo consapevoli che hai iniziato a prendere
confidenza
con il tuo nuovo potere solo da pochi giorni e nessuno si aspetta che
tu faccia
miracoli. Ovviamente sarà un arma in più su cui
contare, ma se per qualche
ragione tu non riuscirai a governare il tuo scudo fisico, avrai sempre
quello
mentale che sai usare molto bene e ognuno conterà solo sulle
proprie forze e
credimi non siamo degli sprovveduti >>, mi sorrise
Eleazar.
Infatti
aveva ragione. Il mio potere non era l’unico. Zafrina in caso
di necessità,
avrebbe utilizzato le sue illusioni; Kate poteva fulminare ogni vampiro
si
fosse avvicinato; Jasper poteva influenzare i loro umori; Alice avrebbe
previsto ogni loro mossa ed Edward poteva leggere nel pensiero di
chiunque. Io
infondo ero solo un’altra vampira con due poteri e se uno dei
due avesse fatto
le bizze quel giorno, potevo sempre aiutare la mia famiglia e i miei
compagni,
neutralizzando tutti i poteri della guardia.
<<
Hai
ragione. Grazie >>,
dissi
ringraziandolo e sentendomi un po’ risollevata da quel peso
che sentivo
incombere su di me.
Aurora stava
giocando con varie bambole e vestiti, ovviamente regalo di Alice, per
far
nascere in lei l’amore per la moda sin da piccola; almeno era
quello che
sperava lei. Mancavano solo cinque giorni all’arrivo dei
Volturi e nella mia
testa mille pensieri e molti altre soluzioni prendevano forma
rapidamente, come
rapidamente le scartavo subito dopo.
<<
Non
permetterò che tu lo faccia >>.
Edward era
entrato in salone scuro in volto. Mi bastarono pochi secondi per capire
a cosa
si riferiva. Alice doveva aver avuto un’altra visione su di
me e lui doveva
averla letta nella sua mente.
<<
Stavo
solo pensando a delle ipotesi >>, dissi tranquilla.
<<
Alice
non ha visioni sulle ipotesi, ma solo su decisioni prese
>>, disse
trattenendo a stento la sua rabbia. Si tratteneva per non spaventare
Aurora e
anche perché, non era sua intenzione essere arrabbiato con
me.
<<
Edward
se la situazione si facesse critica, ritornare a far parte della
guardia dei
volturi, forse sarebbe l’unico modo per salvare tutti voi
>>, dissi con
voce carezzevole per addolcire la pillola. Questa soluzione non era
nemmeno di
mio gradimento, ma se Aro mi avesse promesso di lasciare in pace la mia
famiglia, sarei stata disposta a sacrificarmi.
<<
Non
pensi agli altri? Chi si prenderebbe cura di Aurora? Ed io? Non pensi
neanche a
me? >>. La sua voce sembrava toccare
l’isterismo. Capivo i suoi
sentimenti e li condividevo appieno, neanche io potevo pensare di
allontanarmi
di nuovo da lui.
<<
Se
ho pensato a ciò e proprio per prendermi cura di tutti voi,
ma neanche io
voglio allontanarmi da voi, da te. Non temere, quella è solo
l’ultima carta del
mio mazzo, prima di essa ho molte altre carte vincenti da giocare
>>, e
sorridendo posai le mie labbra sulle sue.
<<
Alice
non posso credere che tu mi stia chiedendo di andare a fare shopping
due giorni
prima del loro arrivo >>, dissi quasi inorridita.
<<
Tra
poco più di una settimana partiremo per il collage e abbiamo
bisogno di
rinnovare il guardaroba. Non saremmo più liceali, dovremo
dimostrare un’aria
più matura >>, rispose seccata alle mie
continue repliche.
<<
Aurora,
zia Alice va a fare compere, che dici di venire con me a Seattle?
>>, si
rivolse ad Aurora che frugava nell’armadio di Alice alla
ricerca di non so
cosa.
<<
Siii
>>, urlò felice da qualche angolo
dell’armadio, la sua voce arrivò ovattata
alle nostre orecchie, come se fosse sommersa da chissà
quanti strati di
vestiti.
Il mio
sguardo preoccupato, mi fece conquistare un’occhiata truce da
parte di Alice.
<<
Dovrei
ritenermi offesa. Hai paura di lasciare alle mie cure Aurora!?
>>,
suonava più come un’accusa, che come una domanda.
<<
No,
non è così >>, tentai di
giustificarmi.
<<
Ho
capito! Non c’è bisogno di giustificarti. Hai
paura che Aro possa aver mandato
qualcuno in perlustrazione prima del loro arrivo e hai paura che io non
possa
averlo “ visto ” per colpa della cecità
in cui mi induce Aurora >>, disse
quasi scocciata con un tono che sembrava stesse dicendo una poesia.
<<
A
volte mi chiedo cosa serve parlare con una persona che conosce
già le risposte >>,
dissi sedendomi sul bordo del letto matrimoniale di Jasper ed Alice.
<<
Comunque
sta tranquilla, con me verranno anche Jasper, Rosalie…
>>.
<<
Ed
io. Hanno incastrato anche me. >>, disse Emmett entrando
nella stanza.
<< Ehi piccolina esci di lì,
quell’armadio nasconde trappole che fanno
paura anche a me e se ti perdi non verrò a cercarti
>>, disse mettendosi
davanti la porta dell’armadio e richiamando
l’attenzione di Aurora, che con un
sorriso uscii dalla giungla di vestiti e scarpe.
<<
Quello
che non capisco… >>, cercai ancora di farla
ragionare, ma fui interrotta
dal suo sguardo inceneritore.
<<
Se
tu non vuoi venire a fare shopping non ti obbligo, ma non puoi vietarlo
anche a
me >>, disse irritata. << Andiamo Aurora,
siamo in ritardo >>,
e prendendola fra le sue braccia uscii dalla stanza seguita da Emmett,
non
senza prima minacciarmi. << E comunque non temere conosco
perfettamente
le tue misure, non ho bisogno della tua presenza fisica per rinnovarti
il
guardaroba >>.
E scendendo
dalle scale, sentii ancora le sue imprecazioni su come una persona
possa essere
totalmente priva di passione nei confronti della moda.
Era la prima
volta che Alice si arrabbiava con me e sinceramente non sapevo cosa
avevo detto
di così sbagliato.
Incredula ed
irritata scesi giù in garage, dove sapevo che avrei trovato
Edward e Jacob che controllavano
il motore della Aston Martin.
<<
Bella,
prima di andar via Alice mi ha detto di chiamare tua madre. A quanto
pare sta
pensando di fare un viaggetto per venirti a trovare e per sua sfortuna,
si
troverebbe qui proprio il giorno dell’arrivo dei Volturi
>>, mi avvisò
ancora con la testa bassa, mentre guardava assorto il motore.
<<
Cavolo
Bells! Come mai quella faccia? Ti è scappato il cervo da
sotto i canini? >>,
scherzò Jacob, che invece aveva alzato lo sguardo al mio
ingresso in garage.
Incuriosito
dal suo commento, Edward si girò a guardarmi, per valutare
la situazione.
<<
Amore
perché mi sembri arrabbiata? >>, ovviamente
non potendomi leggere nel
pensiero, lui andava sempre a tentativi, anche se ormai mi conosceva
talmente
bene, che da ogni minimo movimento del mio viso o del mio corpo, capiva
il mio
stato d’animo.
<<
Alice
>>, dissi solo.
<<
Ti
ha turbato la vostra piccola lite? >>, chiese apprensivo.
In quella casa
non esisteva privacy ed era normale che avesse sentito tutta la nostra
discussione.
<<
È
la prima volta che si agita così con me e sinceramente non
capisco il perché di
tanta rabbia. Trovo assurdo che volesse trascinarmi a fare shopping per
un
progetto futuro che non siamo neanche sicuri possa esserci
>>, dissi
nervosa.
Prese il
canovaccio appoggiato sulla sua spalla e pulendosi le mani si
avvicinò a me.
<<
Tesoro,
capisco quello che vuoi dire, ma devi vederla dal suo punto di vista
>>,
disse sfiorendomi la guancia con un dito, fino a posarlo sul mio
broncio. Non
capivo di quale punto di vista stesse parlando. Dovevo far passare la
mania,
anzi l’ossessione di Alice per lo shopping normale, anche a
due giorni prima di
uno scontro che ci avrebbe coinvolti tutti, con risultati al quanto
incerti?
Interpretando la mia espressione, Edward continuò.
<< Alice ha sempre
avuto tutto sotto controllo grazie al suo potere, ma questa volta il
coinvolgimento di Aurora e dei lupi la rende completamente cieca e il
nostro
futuro è talmente intrecciato con quello del branco e di
nostra figlia, che
anche sforzandosi, non riesce a vedere neanche un fotogramma del futuro
di
tutti noi. Questa giornata di distrazione e preparazione per il
college, è il suo
modo per sfogarsi e organizzare un futuro che spera ci sarà
ancora dopo questo
brutto episodio >>.
Ok, adesso
il mostro ero io.
I sensi di
colpa mi trafissero. Se mi fossi concentrata un po’ di
più, tutto queste cose
le avrei capite da sola e forse, e dico forse, mi sarei sottomessa alla
sua
pazzia dello shopping o comunque avrei rifiutato l’invito con
più delicatezza.
<<
Tutto
questo mi ha portato lontano da tutti. Mi sono talmente concentrata
sugli
allenamenti, le tattiche; che ho trascurato tutti voi, senza capire che
dovevo
approfittare di questi giorni per poter passare del tempo con la mia
famiglia >>,
dissi avvilita, rendendomi conto di aver trascurato tutti, specialmente
mio
padre Charlie. Erano cinque giorni che non andavo a trovarlo. Aveva
passato più
tempo Aurora con lui, che io. Seth
la
portava a casa sua e Seth la riportava a casa Cullen a fine serata.
<<
Tesoro
non devi sentirti in colpa. Il tuo comportamento, è la
conseguenza di tutto quello
che stai affrontando. Ti senti colpevole del pericolo che incombe su
tutti noi,
anche se nessuno ti incolpa di niente >>, disse Edward
accarezzandomi la
guancia con il pollice con movimenti circolari e rilassanti.
<<
Credo
chi sia meglio che vada a chiamare mia madre per evitare una sua visita
e poi
farò un salto da mio padre, per avvisarlo che ho dovuto
mentire a Renee per non
farla venire qui >>, dissi cercando di distogliere la mia
mente dai
pensieri negativi che la invadevano.
<<
Dov’è
la Volvo? >>, chiesi guardandomi in giro.
<<
L’hanno
presa i Eleazar e la sua famiglia >>, rispose Edward
tornando con la
testa sotto il cofano alzato della sua Aston. << E la gip
di Emmett? >>,
chiesi ancora.
<<
La
stanno usando le amazzoni con Nauhel e sua zia >>, disse
tranquillo.
Non chiesi
nemmeno dove fosse la Mercedes di Carlisle e la BMW di Rosalie,
perché sapevo
benissimo che le avevano prese Carlisle per andare a lavoro ed Esme per
andare
a consegnare un progetto di una casa da ristrutturare. Ma dove erano
andati gli
altri? Se fossero andati a caccia, di sicuro non avrebbero preso le
auto.
<<
Ma
dove sono tutti? >>, chiesi incuriosita.
<<
Diciamo
che Alice è stata molto persuasiva con tutti
>>, rispose Edward con un
sorriso sghembo.
<<
Ha
persino convinto Leah ad andare con lei! >>, disse Jacob
con un tono tra
l’incredulo e triste.
<<
E
come mai non è riuscita a convincere anche voi?
>>.
<<
Io
dovevo sistemare il motore della mia adorata >>, disse
accarezzando
delicatamente la carrozzeria dell’auto sotto di lui.
Cavolo a
volte riusciva a farmi ingelosire anche di un auto.
E prima che
potessi sfogarmi contro l’oggetto della mia gelosia
insensata, mi rivolsi a
Jacob che continuava a trafficare con le mani tra i pezzi del motore.
<<
E
come mai tu non stai scodinzolando dietro la tua ragazza?
>>, chiesi
ancora più curiosa. Era strano vederli separati da quando
avevano avuto
l’impriting.
<<
Diciamo
che ultimamente Leah è diventata più intrattabile
del solito. I suoi continui
sbalzi di umore mi stanno facendo impazzire. Quando penso di fare
ciò che
vuole, è sempre la cosa sbagliata e se faccio ciò
che mi chiede esplicitamente,
sbaglio sempre qualcosa >>, disse in tono rassegnato e
ancor più triste.
<<
Dai
sarà solo il suo periodo del mese >>, dissi
affiancandomi a lui e
dandogli una pacca sulla spalla.
<<
Certo.
Certo >>, rispose atono.
Appena Jacob
andò via Edward mi raggiunse in cucina, dove appoggiata al
meraviglioso e
tecnologico frigorifero, stavo ancora al cellulare con mia madre.
<<
Si
mamma, appena torno da Hannover ti chiamo e potrai venirmi a trovare
quando
vuoi >>, dissi sorridendo esausta di ripetere di nuovo
quella balla
colossale.
Ma cosa
altro potevo dirle? Che non poteva venire perché aspettavamo
la visita di un
clan di vampiri italiani, con intenzioni tutt’ altro che
amichevoli?
Ovviamente
no, quindi l’avevo chiamata con la scusa di raccontarle di
come ero entusiasta
della visita a sorpresa che Edward
e la
sua famiglia mi avevano regalato. E di come mi stessi divertendo a
visitare il
mio futuro college con quasi due settimane di anticipo, quando ancora
era mezzo
deserto.
<<
Certo
mamma! Ci saluteremo prima che io parta definitivamente per il college
>>.
E dopo aver
ascoltato ancora una volta, tutte le sue lamentele di come la sua
sorpresa era
sfumata, mi salutò con un “ Ti voglio bene
” e un “ saluta Billy ”.
<<
Ti
voglio bene anche io mamma. A presto >>.
E prima che
iniziassi a singhiozzare e mandare a monte tutta quella telefonata
falsa,
chiusi la comunicazione.
Non vedevo
mia madre da tantissimo tempo e anche se aveva accettato il cambiamento
della
mia voce, con qualche scusa medica, non sapevo quanto avrebbe accettato
il
cambiamento del mio corpo e la mia nuova vita. Della mia vita attuale,
era
all’oscuro di molte cose, come anche dell’esistenza
di Aurora. Ma tutte queste
cose passavano in secondo piano, quando pensavo che forse non ci
sarebbe
neanche stato modo di mostrarle la mia nuova vita. Che forse tra soli
due
giorni, tutto sarebbe cambiato e tutto sarebbe finito.
Tutti questi
“ forse ” rimbombavano nella mia mente, come
l’eco di una voce solitaria ed
impaurita, in un bosco buio e spaventoso. Ecco cos’era il
nostro futuro
un’incognita buia e spaventosa.
Edward si
avvicinò a me e mi abbracciò.
<<
Andrà
tutto bene >>, mi sussurrò per confortarmi.
Dopo aver
avvisato mio padre di supportare la mia bugia, in eventuale chiamata di
mia
madre, decidemmo di andare un po’ a caccia.
Erano giorni
che non mi nutrivo, gli allenamenti avevano occupato la maggior parte
dei miei
pensieri e quando non mi allenavo passavo ogni istante con Aurora ed
Edward; ma
a quanto pare avevo ignorato troppo a lungo il bisogno di nutrirmi,
visto che
Edward avevo un’espressione abbastanza preoccupata, quando
con il suo indice mi
accarezzava piano quei segni violacei che incorniciavano la base dei
miei
occhi.
<<
Sai
non dovresti ridurti così >>, disse Edward
mentre correvamo nel bosco.
<< Dovresti
nutrirti più spesso >>.
<<
Non
ne sentivo il bisogno >>, mi giustificai.
<<
Sei
ancora una neonata, non credo che la tua sete non si sia fatta sentire
>>.
<<
Non
più di tanto >>, replicai.
<<
I
tuoi occhi e quelle occhiaie dicono il contrario >>,
disse sorridendomi.
<< Sei sempre la solita. Minimizzi sempre tutto
>>, disse scuotendo
la testa.
<<
Comunque ora siamo
a caccia, quindi concentrati o ti
batterò di nuovo >>, tagliai corto e scomparvi
fra gli alberi.
<<
Non
questa volta >>, disse ridendo Edward, superandomi con la
sua velocità.
Rientrammo
in casa completamente sporchi e con i vestiti strappati.
<<
Quell’orso
era mio >>. Stavamo ancora discutendo della caccia e di
come mi aveva
rubato la preda che avevo individuato.
<<
Neanche per sogno!
Io ho fiutato per primo la
sua scia >>, si impuntò.
<<
Stai
scherzando spero. Io ero già sulle sue tracce, quando tu sei
sbucato dal nulla >>.
<<
Ok,
allora siamo pari. Ci siamo divisi la preda, quindi basta discutere
>>,
disse tranquillo avviandosi su per le scale.
Scattai in
avanti e mi parai davanti a lui, un gradino più in alto.
<< No mio caro!
Un puma e mezzo orso, non equivalgono ad un orso e mezzo. Quindi anche
questa
caccia l’ho vinta io >>, dissi premendo la
punta del mio indice sul suo
torace, nel punto in cui la stoffa era stata distrutta da un mio
graffio che
però non aveva ferito la sua pelle diafana.
Il dito
scese piano lungo tutto lo strappo della sua camicia e si
fermò sotto il suo
petto scultoreo.
Sentii
chiaramente un brivido percorrerlo e alzò il viso fissandomi
con uno sguardo
seducente.
<<
Non
scherzare. La tua prima preda era un giovane grizzly ed è
equivalente al mio
grosso puma >>, disse portandosi sul mio stesso gradino e
incollando i
nostri corpi, mentre il suo braccio avvolgeva il mio bacino e la sua
mano
scendeva delicatamente sul mio fondoschiena, facendomi aderire ancor di
più a
suo bacino.
<<
Ed..ward
>>, dissi iniziando e fremere dal desiderio. Le mie mani
si insinuarono
sotto i brandelli della sua camicia e iniziai ad accarezzare ogni
angolo della
sua schiena, mentre le mie labbra si scontrarono con le sue per un
bacio dolce,
che prestò si tramutò in un bacio che di casto
aveva ben poco.
Ma
perché
dovevamo aspettare il matrimonio? E chi ci assicurava che ci fosse un
matrimonio? Potevamo morire tutti e noi non avremmo mai fatto
l’amore.
Stavo per
esporgli il mio pensiero quando la porta di ingresso si aprii.
<<
Ciao
ragazzi >>, disse Esme sorridente. Noi ci staccammo
subito e dopo aver
salutato iniziammo ad incamminarci su per la nostra stanza.
<<
I
vostri vestiti sono distrutti >>, ci fece notare.
<<
Ehm…
ci siamo contesi una preda >>, dissi imbarazzata.
Il sorriso
di Esme le morii sulle labbra. Che si fosse arrabbiata
perché ci eravamo
azzuffati? Ma poi seguii il suo sguardo e vidi anche io quello che
vedeva Esme.
<<
Oh,
oh! > >, l’esclamazione di Edward mi mise in
allarme. Prima di entrare in
casa non ci eravamo tolti le scarpe piene di fango e il risultato era
un
ingresso, parte del salotto e più di mezza scalinata, sporca
di fango e alcuni
rametti e foglie che avevamo tra i nostri capelli e che si erano
staccati da
noi.
Il dolce e
amorevole viso di Esme, diventò presto spaventoso.
<<
Siamo
nei guai vero? >>, bisbigliai ad Edward, ce si
limitò a dirmi di si solo
con il movimento della testa.
<<
Vi
do meno di trenta secondi per far ritornare questo posto pulito, come
quando,
l’ho lasciato io questa mattina. E se su questo parquet
d’epoca, rimarrà anche
solo un alone, sarà peggio per voi >>, disse
in tono glaciale.
Avevo
sentito più volte da Emmett, Jasper ed
Edward, di come la loro dolce madre, poteva trasformarsi in qualcosa di
pericoloso e letale, ma non avevo mai creduto ai loro racconti e ogni
volta che
immaginavo Esme come ad un vampiro spaventoso, non ci riuscivo mai. Ma
questa
volta, mi dovetti ricredere e constatare di come lo sguardo e il tono
della
splendida signora Cullen, mi facesse accapponare la pelle.
Ci mettemmo
subito all’opera e per nostra fortuna, il fango non aveva
intaccato il legno di
quel prezioso parquet.
Appena finimmo,
- in meno di trenta secondi -, andammo subito a farci una doccia e a
cambiarci
i vestiti.
Da sotto il
getto della doccia, sentii chiaramente la voce del resto della famiglia
Cullen
e dei nostri ospiti, rientrare dalla loro giornata di shopping.
Uscii dal
bagno e velocemente mi vestii e andai in salone, dove trovai la maggior
parte
di loro.
<<
Ah
Bella cara. Ho appena infornato una torta per tuo padre, saresti
così gentile
da portargliela questa sera? >>, mi chiese dolce Esme.
In lei non
cera più la minima traccia del tono e dello sguardo, avuto
poco prima.
<<
Certo
>>, dissi sorridendo.
Quando
constatai che Alice non era nel salone con gli altri, andai verso la
sua
stanza. Arrivata davanti alla porta, presi un bel respiro e mi preparai
mentalmente il lungo discorso di scuse che le avrei fatto.
<<
Entra!
>>, disse tranquilla ancor prima che bussassi. Aprii la
porta e la vidi
intenta a far spazio ai nuovi acquisti, in uno dei suoi armadi.
<<
Alice…
io… >>, tentai di dire.
<<
Si,
si. Scuse accettate. Ma ora siediti e guarda >>, disse
con un sorriso abbagliante.
Mi convincevo sempre di più che in quella famiglia avevano
la straordinaria
capacità di cambiare umore ad una velocità
straordinaria, o più semplicemente
potevano soffrire di disturbi della personalità.
Alice saltellò euforica
verso una montagna
di buste colorate e ricoperte di
scritte e firme prestigiose, piene di chissà quante cose.
Davanti ai
miei occhi passo un’enorme quantità di vestiti,
scarpe, borse e accessori tutti
abbinati e di una moltitudine di colori. In me si fece strada un
cattivo
presentimento.
<<
Hai
svaligiato il negozio per rifarti tutto il guardaroba?
>>, chiesi
speranzosa, che tutto quello che mi aveva mostrato fosse suo.
<<
Oh
certo che si >>, disse felice come una bambina la mattina
di natale,
mentre io sospirai per il sollievo. << Ma tutti i miei
acquisti li ho già
sistemati nel mio armadio >>, disse con un sorriso da
nana malefica.
Questo era il momento della sua vendetta, me lo sentivo.
<< Tutto quello
che hai visto >>, e non era una mia impressione che
avesse accentuato
quel “ tutto ”, << fa parte del tuo
nuovo guardaroba da universitaria >>,
e disse le tremende parole che uccisero le mie speranze.
Ciò
che
avvenne dopo, non potevo di certo evitarlo. Era la sua vendetta e la
mia pena
da subire per farmi perdonare di non essere andata con lei a fare
shopping.
Tutte le
vampire donne presenti nella casa, furono riunite
nella stanza di Alice. Rosalie entrò con
imbraccio Aurora che corse da me sorridente.
<<
Mamma
mi sei mancata >>, disse saltando fra le mie braccia.
<<
Anche
tu piccolina >>, dissi posando le mie labbra sulla sua
fronte. << Ti
sei divertita? >>, le chiesi curiosa.
<<
Si!
Zia Alice mi ha comprato tantissimi vestiti. Poi zio Emmett e Nahuel mi
hanno
portato al parco giochi. E quando sua zia Hueil e Zafrina, Senna e
Kachiri sono
arrivate per avvisarci che dovevamo andare via, tutti i bambini sono
andati da
loro pensando che fossero le attrazioni di quel pomeriggio
>>, disse
ridendo al ricordo di quella giornata.
<<
Beh
è stato un po’ difficile convincere quei bambini
che non eravamo le attrazioni
del parco giochi, ma le madri per fortuna le hanno allontanati da noi
perché
intimoriti dal nostro aspetto >>, disse sorridendo
Zafrina.
Non capii la
gravità della mia pena da scontare, almeno fino a quando non
mi accorsi di un
piccolo paravento sistemato da Alice, in un angolo della stanza.
<<
Bella
è tutto pronto >>, disse chiamandomi.
<< Signore prendete posto,
tra pochi istanti assisterete ad una sfilata privata >>,
disse
sghignazzando.
Le vampire
presero posto un po’ a casaccio nella stanza, approfittando
del letto, della
scrivania o di qualche sedia per sedersi.
<<
Tu
non puoi farmi questo >>, dissi esasperata ad Alice.
<< Sai che non
amo essere al centro dell’attenzione >>, ma
continuò ad ignorarmi e a
spingermi dietro il paravento. << Ti prego
>>, piagnucolai.
Ma neanche
le mie suppliche la fermarono e con un sorriso sempre stampato in volto
mormorò: << Se fossi venuta con me, avresti
provato direttamente in
negozio quello che bisognava comprare, ma visto che ho dovuto prendere
un po’
di tutto, ora devi provarli per vedere ciò che ti sta meglio
>>, mi
spiegò tranquilla.
E mentre le
sue mani mi infilavano il primo vestito, esposi le mie lamentele.
<< Si,
ma tutta questa messa in scena era necessaria? >>.
<<
È
un momento come un altro per passare
il
tempo tra donne e poi più ne siamo, meglio sapremo
consigliarti >>, e mi
spinse fuori per mostrare il primo vestito.
<<
Girati
>>.
<<
Cammina
>>.
<<
Gira
su te stessa >>.
<<
Bello
>>.
<<
Ti
dona >>.
<<
Colore
meraviglioso >>.
E
così
dicendo ogni donna presente della stanza, commentò tutta la
sfilata, con il
risultato che ogni vestito e persino ogni braccialetto, era come se
fosse stato
creato per me.
Mentre
rimettevo il semplice jeans scolorito e la mia magliettina verde,
sentii Tanya
chiedere bisbigliando ad Alice, quando avrebbe mostrato il contenuto
dell’enorme sacca copri abito, con cui era tornata, dopo
essere sparita
un’oretta dalla loro vista, al centro commerciale.
Alice
tagliò
corto e rispose a Tanya con un << A
tempo debito >>.
<<
Sapevo
che ti sarebbe stato tutto a pennello >>, disse serena.
Ma la sua
affermazione, mi mandò in bestia. << Tu, TU!
Mi hai fatto subire questa
pagliacciata, sapendo che tutti i capi che hai comprato mi sarebbero
stati
bene? >>.
<<
Dai
ci siamo divertite >>, disse arretrando di qualche passo,
mettendo le
mani davanti al suo corpo e sforzandosi di sorridere.
<<
Divertite?
>>, sputai in un ringhio.
Ed ecco come
quando meno te lo aspetti, la mia natura vampira da neonata si faceva
sentire e
a volte scattava per delle stupidaggini.
<<
Alice,
riconosco quello sguardo. Scappa fin quando sei in tempo. Non vorrai
mica
ritrovarti senza una mano come è successo a me
>>, disse ridendo Tanya.
Ed Alice
uscii correndo dalla sua stanza gridando. << Jaaasperrr!
Ti prego fermala
>>.
Sapevo a
cosa si riferisse, perché un istante fa i suoi occhi erano
diventati vacui,
proprio nel momento in cui avevo deciso di distruggere tutti i suoi
nuovi
acquisti, e non parlavo di quelli fatti per me, ma di quelli che aveva
fatto
per se.
Mi avvicinai
minacciosa al suo armadio e nessuno delle presenti si mise tra me e
quell’enorme struttura.
<<
Te
la sei cercata tu questa volta >>, ridacchiò
Edward, che doveva essere
accorso alle urla della sorella.
<<
No,
il vestito di Versace noooo >>, l’urlo
disperato di Alice coprii il suono
del tessuto che veniva fatto a pezzi.
Le risate
generali, erano mescolate ai mormorii dispiaciuti di vedere un vestito
così
bello distrutto. Stavo giusto afferrando un secondo vestito a casaccio,
quando
sentii i miei nervi rilassarsi tutti insieme e troppo velocemente,
tanto da
farmi quasi sentire priva di forza, ma tranquilla e senza traccia di
rancore
verso Alice.
<<
Grazie
Jasper >>, disse quasi singhiozzando Alice, saltando al
collo del suo vampiro.
La prossima
volta il folletto di casa Cullen ci avrebbe pensato due volte, prima di
ripercuotere su di me le sue vendette.
<<
Allora
mia figlia non mi ha dimenticato!? >>, disse sarcastico
Charlie, aprendo
la porta.
<<
Vengo
in pace! E porto con me un dono >>, dissi sorridendo
lievemente e
mettendo la torta fra me e lui.
Si
scansò e
ci fece entrare.
Aurora si
avvinghiò alla gamba del nonno, felice di vederlo, mentre
Charlie stava
stringendo la mano ad Edward.
Passammo una
serata tranquilla e in tarda serata ci raggiunse Seth dal suo giro di
ronda e
Jacob e Leah poco dopo.
Era evidente
che qualcosa non andava. Leah era strana e scontrosa un po’
con tutti e
guardava nervosa Edward.
Doveva per
forza essere successo qualcosa, da quando Jacob e Leah avevano avuto
l’imprinting, tutti e due, ma specialmente lei, erano la
felicità fatta a
persona; mentre ora alternava momenti di dolcezza a momenti di rabbia
immotivata.
Guardai
interrogativa Edward, avevo bisogno di capire cosa passasse per la
testa di
Leah e lui era l’unico a poterlo sapere.
Quando la
serata giunse al termine, salutammo tutti, con la promessa che sarei
passata
nella giornata successiva. Non me la sentivo di dare un saluto
definitivo
quella sera. Il giorno dopo con più calma avrei spiegato a
mio padre che le
cose sarebbero potute cambiare.
Appena
entrammo in macchina Edward parlò: << Devi
parlare con Leah, devi
convincerla a farsi fare delle analisi da mio padre >>.
<<
Perché
non sta bene? Lo sai che non vuole farsi visitare. Cosa sta succedendo?
>>.
<<
Chiedi
a lei. Sente il bisogno di sfogarsi con qualcuno che non sia Jacob
>>,
disse Edward.
<<
Allora
tu porta Aurora a casa, io rimango qui e cerco di parlare da sola con
Leah >>,
dissi scendendo dalla macchina.
Edward fece
un cenno positivo con la testa e mi salutò con un bacio a
fior di labbra.
Bussai di
nuovo a casa di Sue, pensando ad una scusa per parlare da sola con
Leah, senza
Jacob nei paraggi, ma non ce ne fu bisogno, perché Leah mi
aprii la porta e
vidi chiaramente Jacob concentrato a vedere una partita di football con
mio
padre.
<<
Dobbiamo
parlare! >>, dissi sottovoce.
<<
Lo
sapevo che quel succhia pensieri del tuo ragazzo era entrato nella mia
testa >>,
disse sconfitta.
<<
Non
avevo bisogno di Edward per capire che c’è
qualcosa che non va >>, dissi
a monocorde.
Iniziammo a
passeggiare lontane da casa sua e arrivammo presto sulla spiaggia di La
push.
Era davvero da tanto che non ci venivo. Ci sedemmo sul tronco, che
riconobbi
essere quello su cui un tenero Jacob mi aveva svelato le segrete
leggende dei
Quiliute e con esse, mi aveva svelato l’esistenza dei
vampiri. Mi persi un po’
nei ricordi sfocati della mia vita umana, ricordando tutte le volte,
che ero
stata su quella spiaggia. Io e Leah ci incantammo a fissare il
meraviglioso spettacolo
del mare davanti a noi. Una timida luna si specchiava fra le onde che
infrangendosi sul bagno asciuga a pochi metri da noi, creavano una
leggera e
candida schiuma che volava, sollevata dal leggero venticello che
scuoteva anche
i nostri capelli.
<<
Credo
che il mio corpo si sia bloccato di nuovo >>, disse
improvvisamente
calciando una pietra.
Sapevo cosa
voleva dirmi, si stava ritrasformando in un lupo.
<<
Ne
sei sicura? >>, chiesi poggiandole una mano sulla sua. La
sua pelle era
calda, ma infondo anche quando era ritornata umana, la temperatura del
suo
corpo era diminuita, ma era sempre sopra la media.
<<
Si.
Questo mese non ho avuto il ciclo e credo che dipenda dalla presenza di
troppi
vampiri nel territorio >>, mi spiegò.
<<
Magari
è solo un ritardo per il troppo stress di tutta questa
storia >>, dissi
speranzosa.
<<
No!
Mi sento diversa e a stento riesco a trattenere la rabbia
>>, poi si
rabbuiò.
<<
Quando
tutto questo sarà finito, ritornerai ad essere tranquilla e
vedrai che tutto
riprenderà a funzionare >>, la confortai. Ma
qualcosa nel suo sguardo mi
disse che aveva qualcosa di più che la preoccupava.
<< Qual è il vero
problema? >>, chiesi.
<<
E
se subissi di nuovo la trasformazione e l’imprinting tra me e
Jacob si
spezzasse? >>, chiese con le lacrime agli occhi.
Allora era
questo il fulcro della sua preoccupazione.
<<
Già
è diverso. Non è più come prima, si
sta allontanando >>, disse disperata.
L’abbracciai
forte e dopo svariati minuti , l’allontanai posando le mani
sulle sue spalle.
<<
Jake
ti ama! Se il vostro imprinting si spezzasse, le cose non
cambierebbero. Voi
non siete sotto un incantesimo, la vostra storia non è il
gioco di chissà quale
leggenda. Voi siete uniti dal vostro amore, l’imprinting
è solo qualcosa in più
che vi tiene uniti. E lui, non si sta allontanando. Jake non capisce
cosa sta
succedendo e non sa come comportarsi. È un ragazzo, ed
è risaputo che il sesso
maschile non è molto pratico con i nostri sbalzi
d’umore >>, dissi
sorridendo.
<<
Forse
hai ragione >>, disse tirando su con il naso.
<<
Non
esiste nessun forse. È così, punto
>>.
<<
Grazie
Bella >>.
<<
Non
ringraziarmi perché ti sto per obbligare a fare qualcosa che
non ti piacerà >>.
Mi
guardò
interrogativa.
<<
Tu
ora, anche se è tardi vieni con me da Carlisle e ti fai
visitare una volta per
tutte >>.
<<
Sognatelo
>>.
<<
Ti
ricordo che sei umana ora. E se è necessario ti
porterò di peso alla villa >>,
dissi avvicinandomi minacciosa.
<<
Tu.
Non. Oserai… >>.
Ma prima che
finisse la sua intimazione, eravamo già verso la strada che
portava a casa
Cullen.
<<
Tu
vampira da strapazzo, se solo oserai di nuovo prendermi con la forza e
correre
come una pazza per la foresta, puoi dichiararti morta. Ma morta sul
serio >>,
disse seguendomi su per i gradini della veranda.
<<
E
non ignorarmi >>, continuava a gridarmi dietro anche una
volta entrati.
<<
Leah
che sorpresa averti qui >>, la salutò Esme.
<<
Buonasera
Esme > >, rispose tutta smielata Leah.
Forse era
proprio questa casa ad influire sulle doppie personalità
delle persone. Un
attimo prima Leah mi sbraitava contro e un attimo dopo rispondeva ad
Esme con
un tono così dolce?
<<
Nessuno
si avvicinerà al mio braccio con un ago. Hai capito?
>>. Stava di nuovo
urlando.
<<
Leah
tesoro, gradisci un po’ di torta al cioccolato?
>>, s’intromise di nuovo
Esme tra un urlo e l’altro.
<<
Grazie.
Muoio di fame >>, rispose di nuovo tranquilla. Ma se
aveva svuotato il
frigo di casa sua nemmeno mezz’ora fa.
<<
E
comunque chiamo Jacob e dico di venire qui a prendere a calci quel tuo
sederino
bianco e marmoreo >>, sbraitò ancora Leah,
mentre io salivo su per le
scale per andare a dare la buonanotte ad Aurora e a mettere al corrente
Carlisle
delle condizioni di Leah.
<<
Qualcuno
qui è parecchio infuriata >>, disse il vocione
di Emmett, che stava
rientrando da una caccia in quel momento.
<<
Cerchi rogne? >>, gli ringhio Leah contro.
<<
No,
no >>. E con le mani alzate, Emmett corse di sopra.
Quando scesi
giù con Carlisle, Leah era intenta a mangiare un gran pezzo
di torta al
cioccolato e chiacchierava tranquilla con Esme.
<<
Leah,
Bella mi ha detto che hai bisogno di essere visitata >>,
disse pacato il
dottore di casa.
<<
Si
è vero >>, rispose tranquilla.
Forse non
avevo sentito bene. Leah aveva detto che era vero e aveva detto di si
come se
nulla fosse?
<<
Dai
Bella non guardarmi così. Prima avevo solo bisogno di
sfogarmi e poi ho parlato
con Esme, e lei crede… >>, ma non
terminò la frase, perché sorrise e
arrossì di colpo.
<<
Leah
mi ha raccontato i suoi sintomi, e credo che i suoi sbalzi
d’umore, la sua fame
>>, disse indicando la teglia della torta che era stata
quasi del tutto
svuotata, << e il suo ritardo… beh non siano
da associare alla
trasformazione in lupo >>, disse pacata e sorridente
Esme, mentre
accarezzava il braccio di una Leah ancora più sorridente.
Però
io
continuavo a non capire, mentre vidi chiaramente che Carlisle al mio
fianco,
aveva iniziato a sorridere anche lui.
<<
Scusate,
ma vorrei capire anche io >>, dissi stufa di tutti quei
sorrisini.
Fu Carlisle
a parlare.
<<
Gli
esami del sangue possono aspettare; Leah adesso ha bisogno solo di una
ecografia. Se me lo permetterai >>, chiese Carlisle.
Ma come
avevo fatto a non capirlo prima anche io?
Leah era
incinta!!!!
SIETE
GIUNTI AL TERMINE DEL CAPITOLO SENZA ADDORMENTARVI???
ASPETTO IL VOSTRO PARERE… NON LASCIATEMI A BOCCA ASCIUTTA!!!
;-)
|
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Capitolo 55 *** capitolo 55 ***
SCACCO
MATTO AL RE
Ehm,
ehm… si sono viva!! Lo so forse molte di voi avrebbero
preferito il contrario,
almeno sarebbe stata una scusa valida per questo ENORME ritardo.
Se
vi raccontassi tutto quello che è successo negli ultimi due
mesi vi mettereste
le mani fra i capelli…io l’ho fatto e li ho anche
strappati!! XD
Vi
dico solo, che il maledetto esame di Filosofia non l’ho
superato, non sono mai
stata bocciata e per questo esame ho collezionato, ben 2 bocciature e
una terza
volta non ho avuto il coraggio di affrontarlo. Vi dico solo che la
prof.ssa è
da denuncia (la pensano come me anche i 200 ragazzi bocciati
più volte), ma non
vi annoio con le motivazioni!
Seconda
e terza motivazione del ritardo, mia sorella ha partorito due splendide
gemelline nonché prime nipotine e nel frattempo si
è anche candidata come sindaco
del mio paese, quindi fra zia baby-sitter e campagna elettorale il
tempo per
stare vicino al pc, era inesistente.
Quarta
motivazione, l’altra mia sorella si è sposata!!
Tutto
questo in 2 mesi….
Perdonatemi
quindi questo ritardo…
Vi
lascio alla lettura di questo capitolo, sperando che qualcuno segua
ancora
questa storia e soprattutto si ricordi ancora la trama…
Dopo
aver pianificato la nostra strategia di difesa e attacco, passammo il
resto
della notte ognuno insieme ai propri compagni.
L'alba
ci colse ancora abbracciati e in silenzio, nessuno aveva parlato,
nessuno aveva
pronunciato parole di addio o parole di incoraggiamento. I nostri occhi
pronunciavano le parole non dette.
Alle
sette in punto, Jacob, Seth e Aurora ancora addormentata tra le braccia
di
quest'ultimo, ci raggiunsero. Jasper spiegò loro i piani e
indicò sul foglio le
loro postazioni.
Presi
Aurora fra le mie braccia e le accarezzai il viso posandole un bacio
delicato
sulla sua fronte, avrei dato fondo a tutti i miei poteri pur di
salvarla.
Edward
ci affiancò e strinse entrambe fra le sue braccia e dopo
pochi istanti Aurora
ci investii con la bellezza dei suoi occhi.
<<
Buongiorno piccolina >>, la salutò Edward.
<<
Buongiorno >>, gli feci eco. Il suo sorriso e il suo
buongiorno sereno,
alleggerì i nostri sguardi tesi.
<<
Tra ventitre minuti saranno qui e non saranno soli >>, ci
comunicò Alice agitata.
<<
In che senso non saranno soli? >>,chiese Carlisle con la
sua maschera di
tranquillità, che questa volta nascondeva la sua agitazione.
<<
Ha radunato molti vampiri nomadi e diversi clan di tutto il mondo. Ma
non vedo
con chiarezza se si sono uniti per battersi >>, disse
nervosa per le sue
visioni poco chiare.
<<
Se lo conosco bene, li ha radunati solo come testimoni della sua opera
di
" giustizia " >>. Eleazar sputò l'ultima
parola con rabbia e
disgusto.
Questa
ultima notizia mi aveva reso ancora più nervosa e agitata.
<<
Bella >>, Alice mi si avvicinò richiamando la
mia attenzione, lasciai
Aurora tra le braccia di Edward e mi avvicinai a lei. Mi
allontanò dal gruppo e
una volta in disparte, abbassò la voce.
<<
Purtroppo non so quale sarà il nostro destino
>>, disse frustrata per la
sua cecità. << Ma qualsiasi cosa accada, tu
sarai l'unica... >>.
<<
Alice no, ti prego non terminare nemmeno il tuo discorso
>>, la
interruppi. Io non volevo essere l'unica in niente.
<<
Bella per una dannata volta ascoltami! >>, disse
esasperata.
<<
Qualsiasi cosa accada, apri questo zaino e troverai la tua salvezza
>>,
disse consegnandomi un piccolo zaino nero. Lo presi dalle sue mani
senza
neanche chiedermi cosa ci fosse dentro, annuendo semplicemente ad Alice
e
tornando alle nostre postazioni.
Presi
di nuovo Aurora fra le mie braccia e misi lo zaino al sicuro sulle sue
spalle, Edward
lo notò, ma non fece domande.
<<
Sono qui! >>, furono le ultime parole spaventate di Alice.
Fu
facile distinguerli dal resto del panorama al nostro orizzonte, era
come se una
vasta macchia scura venisse nella nostra direzione, né
troppo velocemente, né
troppo lentamente. Personalmente la vedevo come se la sentenza della morte, ci stesse venendo incontro.
Nessuno
distoglieva lo sguardo da loro, tutti pronti in posizione di difesa,
immobili
nelle postazioni assegnate loro da Jasper; un semicerchio, il cui
centro ero
io.
Nell’aria
era presente una tensione quasi palpabile.
I
Volturi si erano fermati a poche decine di metri da noi e
l’intero corpo di
guardia ci studiava attentamente ad uno ad uno.
Aro,
dopo aver anch’egli studiato
ogni
singolo volto e dopo essersi soffermato sui volti del nostro gruppo che
non
conosceva, mi fissò ardentemente.
Nei
suoi occhi si leggevano molte emozioni; desiderio di riavermi con lui,
rabbia e
delusione, tutte ben mascherate da un sorriso artefatto.
Dopo
avermi fissata per qualche secondo, posò il suo sguardo su
Aurora, che strinsi
maggiormente nella mie braccia, mentre lei attorniava il mio collo con
le sue
esili braccine.
Carlisle
interruppe il silenzio. << Aro, amico
mio è un piacere rivederti >>.
Avevamo concordato che se ci fosse
stata occasione di parlare e bloccare sul nascere
quell’inutile lotta; Carlisle
sarebbe stato
l’unico a poterlo fare,
per la sua amicizia nei confronti di Aro e soprattutto per la sua
diplomazia e
pacatezza.
<<
Amico? Una terminologia non
più
appropriata, visto ciò che tu e la tua congrega avete fatto
e ora state
proteggendo >>, disse indicando Aurora. <<
Vorrei dire lo stesso,
ma non è mai un piacere dover far visita ad un vecchio
amico, per punire la sua
trasgressione di una delle più grandi e antiche leggi
>>, disse con un
tono che sembrava quasi realmente dispiaciuto. Poi come a voler
attirare
l’attenzione il suo tono di voce cambiò diventando
più deciso. << Voi
tutti conoscete la legge che vieta la creazione dei bambini immortali,
eppure
l’avete infranta senza troppi problemi >>. Tra
i testimoni che i volturi
avevano portato con se, si elevarono parecchi mormorii di assenso per
le parole
di Aro.
<<
Aro, io e la mia famiglia, non abbiamo commesso
ciò per cui ci accusi >>,
rispose Carlisle; marcando di proposito la parola famiglia,
perché noi non
eravamo un clan, ma una vera famiglia caratterizzata
dall’amore che ci univa.
<<
Sei sempre stato un uomo intelligente e curioso, che non si
è mai soffermato
alle apparenze >>.
Punto
nel vivo, Aro spalancò gli occhi e raddrizzò le
spalle curve, che fino a quel
momento sembravano essere oberate dal peso del mondo. Le sue labbra si
schiusero per rispondere, ma Caius fu più veloce di lui.
<<
Quante parole inutili! Cosa mai si potrebbe nascondere dietro la
creazione di
quello che vediamo chiaramente essere
un
abominio, protetto da Isabella >>.
Caius
sputò con rabbia le sue parole, additando Aurora, come per
scovarla dal suo
nascondiglio; un nascondiglio ben visibile a tutti.
Quelle
parole, la sua definizione, il suo tono e il suo comportamento, mi
fecero
infuriare, alterando la mia vista e sentendo il sapore metallico del
veleno
sulla mia lingua.
Caius
apparve ai miei occhi avvolto da una patina rossastra. Sentivo la
neonata che
era in me, pian piano liberarsi e arrivare in superficie.
<<
Calmati Bella >>; bisbigliò Edward,
sicuramente allertato dai pensieri di
Jasper che doveva aver captato il mio cambio di umore. <<
Ricordati che
non vogliamo una battaglia e
Caius sta
cercando di provocarti >>, concluse posando una mano
sulla spalla, che
ridusse lievemente il mio tasso di rabbia. Ma anche non potendo
scaricare la
mia rabbia con l’azione, non potevo farla passare liscia a
quel disgustoso
vampiro, che tanto avevo odiato.
Indossai
il mio miglior sorriso e mi rivolsi a lui, con il tono che di solito si
usa ai
bambini piccoli.
<<
Caius, non mi meraviglia che tu non capisca; la tua immaginazione e la
tua
astuzia, non vanno al di la di ciò che ti si presenta
davanti >>.
Un
sibilo di rabbia si sollevò dal corpo di guardia, eco del
ringhiare furioso di
Caius che mi fulmina con gli occhi, mentre i testimoni bisbigliavano
sorpresi
della mancanza di rispetto che avevo dimostrato a coloro che dovevo
considerare
i miei re.
<<
Tu! Insolente neonata, come ti permetti! Se non ti ho mai fatto a pezzi
in
passato è solo perché eri un prezioso componente
della guardia >>.
A
sua insaputa, Caius aveva appena
posizionato il primo tassello del mio piano. E a giudicare
i mormorii
nati nei gruppi di testimoni, si capiva che loro non erano stati messi
a
conoscenza di questo particolare; Aro, aveva omesso a quei vampiri, che
la loro
spedizione punitiva, riguardava un gruppo di vampiri in cui era
presente un
vecchio componente della guardia.
Visto
che la rabbia di Caius aveva portato i suoi frutti, osai ancora una
volta.
<<
Se sono ancora tutta intera, forse
è
solo perché non sei mai riuscito a battermi
>>, dissi umiliandolo ancora
di più.
Caius
stava perdendo la pazienza, ma ancor prima che potesse agire o solo
parlare,
Aro alzò la mano e mise a tacere i vari ringhi nati nel suo
corpo di guardia.
<<
Calma! Calma fratello. Sai bene che Isabella risponde ancora ai suoi
impulsi da
neonata >>, disse sminuendo il mio attacco verbale.
<< Porta
pazienza, se esistono delle spiegazioni o storie che non conosciamo,
voglio
ascoltarle, per valutare in profondità il da farsi
>>.
Aro
aveva portato con se i testimoni e tutta quella messa in scena di una profonda valutazione, sapevo bene essere
solo una recita nei loro confronti; se nello spiazzo ci fossimo stati
solo noi
e il suo corpo di guardia, la lotta sarebbe scoppiata nello stesso
istante del
loro arrivo.
Portarsi
dei testimoni però, si stava rivelando un’arma a
doppio taglio per loro e se
riuscivo a giocarmi bene le mie carte, presto avrei avuto io il
coltello dalla
parte del manico.
Aro
posò con fare bonario il suo sguardo su di me.
<< Impudente Isabella,
porta rispetto a coloro che ti hanno accolta ed istruita, anche in
materia
delle leggi che governano il nostro mondo >>. Il suo tono
di rimprovero,
sembrava quello di un padre che sgrida una bambina che ha avuto uno
sfogo
esagerato. << E ora se non ti dispiace, illuminaci con
questa spiegazione
di cui parlava Carlisle >>.
Non
sopportavo il suo tono, non sopportavo i suoi modi falsi e in quel
momento
avrei preferito mille volte combattere contro di lui e tutti i suoi
cani
fedeli, piuttosto che parlare, ma non potevo mettere a repentaglio la
vita di
Aurora e di tutti coloro che mi erano vicini. La mia intera famiglia e
gli
amici rimasti al mio fianco per appoggiare la mia causa, mi guardavano
perplessi e timorosi, che mi facessi sopraffare dal mio lato impulsivo,
scatenando così la temuta lotta!
Mi
raddrizzai lentamente e con un gran respiro, cercai di calmare la mia
furia,
cancellando ogni sfumatura rossastra dalla mia vista e poi parlai,
senza però
cedere al suo tentativo di sottomettermi alla sua supremazia.
<<
Il mio rispetto è rivolto a coloro che lo meritano e che lo
dimostrano a doppio
senso e confermo quello che è stato detto da Carlisle poco
prima. Conosco le
leggi e qui nessuno, inclusa me, ha infranto la legge sulla creazione
dei bambini immortali. Esamina bene
i
ricordi di Felix e Demetri e troverai tu stesso la risposta
>>, dissi con
fermezza
Con
un piccolo cenno della mano, i due vampiri da me nominati, si
avvicinarono ad
Aro.
Solo
allora, mi concessi uno sguardo generale approfondito, su tutta la
guardia. Erano
presenti tutti, persino le mogli. Aro, Marcus e Caius erano al centro,
leggermente più avanti del resto della guardia, da dietro ad
Aro, spuntava il
mantello che sapevo appartenere a Renata. Le mogli erano protette al
centro del
resto della guardia, con ai loro fianchi Alec che mi guardava neutro e
Jane,
che mi guardava con puro odio. Demetri e Felix che ora si trovavano al
fianco
di Aro, mi fissavano.
Nello
sguardo di Demetri potevo leggere astio nei miei confronti, mentre
leggevo il
dispiacere in quello di Felix.
<<
Hai lasciato un segno tangibile in loro. Alcuni componenti della
guardia, ti
temono, altri ti odiano, ma molti sono davvero dispiaciuti di doverti
annientare >>, mi bisbigliò Edward al mio
fianco.
<<
Tra di loro ci sono vampiri costretti a stare al loro fianco, con
l’inganno del
potere di Chelsea >>, risposi ad Edward, senza
distogliere l’attenzione
da ciò che stava avvenendo.
Aro
separò le sue mani, da quelle dei due vampiri al suo fianco
e ci guardò
perplesso. << Ammetto di vedere delle differenze. Ma i
ricordi a volte
sono ingannevoli >>, giustificò Aro le
incongruenze che sicuramente aveva
visto.
<<
Sai benissimo che la nostra mente non è più
umana, basta un solo e
fuggevole sguardo
per noi vampiri e
memorizziamo ogni frase letta o ogni immagine vista, alla perfezione. I
ricordi
dei tuoi seguaci sono perfetti >>. Questa volta fu di
nuovo Carlisle a
parlare, distruggendo le scuse di Aro.
<<
Se i ricordi che ho visto sono veri, come spieghi questa differenza?
>>,
questa volta dalle parole di Aro trasudava vera e propria
curiosità. Lui amava
le stranezze del nostro mondo e amava ancor di più
collezionarle.
Lasciai
a Carlisle, raccontare la vera natura di Aurora e durante tutto il
racconto
tutti erano in perfetto silenzio, completamente catturati dalla
spiegazione di
questa nuova scoperta. << Tutti loro sono testimoni,
della veridicità
delle mie parole. Loro possono confermare come hanno visto crescere
Aurora
sotto i loro occhi, di come lei abbia sviluppato
un’intelligenza superiore ai
bambini della sua età, di come apprende appieno tutto
ciò che le si dice e
soprattutto di come sappia frenare i suoi impulsi da vampira
>>, concluse
Carlisle, indicando la schiera di amici dalla nostra parte.
<<
Ma il suo futuro è incerto. Se quello che dici è
vero, questa bambina è unica e
potrebbe essere una minaccia per il nostro segreto >>,
disse Caius con il
suo solito tono aggressivo, ancora ferito per l’umiliazione
pubblica ricevuta
poco prima.
<<
Ancora una volta, ciò che dici non è esatto
>>, precisai indicando Nahuel.
Nahuel
si fece avanti eretto e fiero del suo essere. Parlò senza
aspettare
presentazioni.
<<
Mi chiamo Nahuel e se presterete attenzione, sentirete un cuore che
batte,
proprio qui >>, disse posando una mano sul suo petto,
<< esattamente
come la piccola Aurora. Io come lei sono un mezzo vampiro nato da
un’umana e un
vampiro >>.
Il
suo racconto proseguii con varie interruzioni, Aro era ingordo di
informazioni,
voleva sapere dettagli sulla sua crescita, di cosa si nutriva e di chi
si era
preso cura di lui. Ogni domanda trovava risposte, ogni domanda che
aveva l’aria
di voler metterci in trappola, non riusciva nel suo intento.
<<
Anche la madre della bambina fra le tua braccia è morta?
>>, chiese Aro.
Risposi
solo con un flebile << Si
>>,
leggendo negli occhi di Aurora, tutta la consapevolezza di aver capito
di chi
stessimo parlando.
<<
Chi di voi è il suo padre biologico?
>>,
continuò Aro.
Una
sola parola, un solo nome, ebbe la forza di scatenare
l’incredulità e
chiacchiericci rumorosi in tutta la guardia. << Eliseo
>>.
Aro
non fece altre domande, mi guardò solo con insistenza, come
se volesse capire
cosa e quanto sapessi. La mia risposta fu solo un sorriso a
metà, pieno di
significati.
Fu
in quel momento che vidi nei suoi occhi la certezza che ci avrebbe
eliminato ad
ogni costo.
<<
Anche se ciò che avete appena raccontato è vero,
ci sono molte altre cose nei
ricordi di Felix e Demetri, come ad esempio la certezza di aver seguito
il tuo
odore fino ad una casa abitata da un umano, una casa in cui abiti tutti
i
giorni e che condividi, con colui che era tuo padre nella tua vita
umana; hai
rivelato ad un umano il nostro segreto o anche se non lo hai ancora
fatto,
presto questo accadrà e poi ho ben visto nei loro ricordi,
la tua amicizia con
un licantropo, nostri nemici giurati fin dalla notte dei
tempi>>. Disse
Aro con un sorriso malefico.
Non
avendo più la possibilità di incolparci come
trasgressori della legge, cercava
altri appigli su cui ancorare i suoi artigli. Non poteva continuare
sulla
stessa linea, visto che i suoi testimoni, avevano accettato la nostra
storia e
avevano verificato con i loro occhi e con i loro sensi, la
veridicità della
natura di Aurora e Nahuel.
<<
Il nostro segreto non è a repentaglio. Mio padre non
è a conoscenza della mia
vera natura e mai la conoscerà. Tra qualche mese,
lascerò la sua casa e lui non
avrà più occasione di rivedermi. Per quanto
riguarda il licantropo in
questione, lascia che te lo presenti >>, e detto
ciò vi voltai
leggermente verso la fitta vegetazione alle mie spalle.
<< Seth, per
favore fatti avanti >>.
Si
udii chiaramente la corsa di un quadrupede, i licantropi si erano tenuti a debita distanza da noi,
in maniera tale che
il loro cuore non fosse udibile e il loro odore fosse nascosto dalla
natura
circostante. Poco prima di arrivare al limite della vegetazione, la
corsa di
Seth si arrestò e proseguii il suo avanzare con passi lenti
e calcolati.
La
sua entrata in scena fu teatrale, ma invece degli applausi, si udirono
chiaramente respiri bloccati e imprecazioni di timore.
I
volturi con tutta la sua guardia si compattò verso il
centro, in segno di
difesa dei loro comandanti e i testimoni
giunti con i Volturi fecero tutti in contemporanea un passo indietro,
come se
non fossero già abbastanza distanti da noi e
dall’animale che tanto temevano.
<<
Colui che hai visto nei ricordi di Demetri e Felix è qui,
come vedi il nemico
che tanto temi, non è nostro nemico. Non esiste una legge
che vieta di
intrecciare rapporti di amicizia con altri esseri sovrannaturali, anche
se di
specie diversa. Nessuna legge impone a noi vampiri di essere nemici di
coloro
che tu, reputi nemici. Il nostro
stile di vita, aiuta la nostra pacifica convivenza. Loro proteggono gli
esseri
umani dai vampiri, ma la mia famiglia non si nutre di persone come ben
sai >>.
I muscoli del mio viso non riuscivano a trattenere le mie labbra che
erano
curvate in un sorriso. Un sorriso che non andava a genio ad Aro.
<<
Loro? >>, chiese dubbioso Caius. Per un attimo ero
riuscita a leggere nel
volto del vecchio vampiro un lampo di paura.
<<
Si, loro. Seth non è l’unico nella sua specie in
questa zona. Lui appartiene ad
un branco >>. E al termine delle mie parole
spuntò come se fosse stato
sincronizzato, l’intero branco, occupando le postazioni
prestabilite da Jasper.
Nessun
vampiro appartenente alla mia schiera si mosse, tutti abituati alla
loro
presenza e al loro arrivo. Questo stupii non poco i vampiri dal lato
opposto
della radura.
I
sibili minacciosi della guardia si elevarono all’unisono,
tutti pronti in
schiera di difesa e attacco.
Aro
guardò stupito il nostro gruppo assortito delle due specie e
sembrava valutare
le sue possibilità di vittoria.
<<
I testimoni hanno paura che Aro possa chiedere il loro aiuto. Molti ci
hanno
catalogato come innocenti e iniziano a sospettare di Aro
>>, bisbigliò
Edward.
<<
A quanto pare avete progettato tutto nei minimi dettagli per
sopraffarci >>,
ci accusò Aro ridestandosi dai sui pensieri.
Fu
Edward ad intervenire questa volta. << Aro mi dispiace
contraddirti, ma
ti sbagli! Noi ci siamo solo organizzati per difenderci in caso non vi
foste
fermati per sentire le nostre spiegazioni. Ora tutto ciò che
c’è da sapere, è
tutto qui sotto la luce del giorno. L’esistenza di Aurora, i
nostri rapporti
con coloro che definisci tuoi nemici, sono stati dichiarati davanti ai
tuoi e i
nostri testimoni. Nulla è stato nascosto. Ma se mi permetti
ci terrei a fare
una precisione. I nemici di cui tu parli, sono i figli della luna,
umani che
hanno il potere di trasformarsi in bestie assassine senza nessun
barlume di
umanità,nelle notti di luna piena, ma noi ci troviamo in
pieno giorno e i
nostri amici nonostante le loro sembianze animali, hanno una mente
ancora
totalmente umana. Anche se loro si definiscono licantropi, non lo sono!
Il
giusto termine per loro, sarebbe mutaforma,
è un caso che le loro sembianze siano quelle di un lupo. In
antichità i loro
antenati hanno scelto questa forma e questo animale che loro venerano,
ma
potevano essere benissimo un puma, un’aquila o anche un
roditore >>.
Dalla schiera del branco si elevò un certo guaire di
dissenso, che mi strappò
un sorriso sincero e di puro divertimento. Non avevo mai pensato a
questo ed
Edward non me ne aveva mai parlato, quindi questo suo discorso era
nuovo anche
per me.
<<
Quindi non sono in grado di distruggerci? >>, la voce di
Caius nascondeva
speranza.
Questa
volta fu Jasper ad intervenire. << Hanno le nostre stesse
capacità,
forza, velocità e abilità nella lotta. Sono nati
per distruggerci! >>.
Il
viso di Caius si oscurò.
<<
Amici, siamo venuti fin qui per ristabilire giustizia, una giustizia
che sembra
non sia stata infranta >>, disse Aro comunicando con
tutti i vampiri
presenti. << Nuove conoscenze sono state aggiunte alla
nostra storia e
bisogna valutarle per non cadere in errore. Se non vi dispiace io con i
miei
fratelli dobbiamo discutere >>. E detto ciò il
trio si chiuse in un
piccolo cerchio, con le mani di Aro che stringevano le mani di Marcus e
Caius.
<<
Bella attenta! >>
Nell’istante
in cui Edward mi allertò, qualcosa colpii il mio scudo.
Jane
stava martellando tutta la sua superficie, per cercare una falla in
esso, una
falla che non avrebbe trovato.
Feci
aderire lo scudo come una seconda pelle su ogni membro della mia
famiglia e dei
miei amici, cercando di tenerli al sicuro.
<<
Jane sta provando a colpire alcuni di noi, ma non riesce a penetrare lo
scudo
di Bella>>, disse Edward.
Con
strafottenza incrocia lo sguardo furente di Jane.
<<
Ma stanno ancora discutendo >>, disse Esme.
<<
E la loro tattica. Mentre loro discutono, Chelsea, Alec e Jane, mettono
fuori
gioco i componenti più forti del clan che vogliono
distruggere o acquisire >>,
rispose Eleazar.
<<
Ma non c’è nulla da decidere, la nostra difesa
è stata avvalorata. Siamo
innocenti! >>, disse Rosalie.
<<
Aro vuole distruggerci a tutti i costi. A quanto pare pensa che noi
sappiamo
segreti compromettenti e in più ci vede come una minaccia al
loro potere, per
via dei lupi >>, constatò Edward.
<<
Quali segreti? >>, chiese Alice.
<<
Bella perché il nome del padre di Aurora ha scatenato
l’ira di Aro? >>,
chiese indagatore Edward.
Un
sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra, un sorriso di soddisfazione.
Ero
riuscita ad ottenere il risultato voluto.
<<
Da qui in poi, gioco da sola! >>, dissi sollevata.
<<
Ottimo! >>. Alice esultò saltellando e
battendo le mani, dopo la sua
visione. << La regina da scacco matto al re!
>>
Speravo
di concludere con questo capitolo, ma ho preferito terminare qui e
scrivere il
resto nel prossimo capitolo che sarà sicuramente
l’ultimo capitolo di questa
storia, ovviamente non includendo l’epilogo che
sarà un capitolo a parte…quindi
aspettatevi altri due capitoli che cercherò di scrivere il
prima possibile!!
Un
bacione e un grazie a voi tutte che avete letto, sperando di meritare
qualche
recensione… ;-D
P.s.=
Perdonatemi, ma non ricordo a quali delle recensioni ho risposto al
capitolo
precedente..ma vi prometto che risponderò a tutte quelle che
riceverò qui…
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