All For One di crazyhorse (/viewuser.php?uid=116878)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Space Trucking ***
Capitolo 2: *** Secrets ***
Capitolo 3: *** Night Life ***
Capitolo 4: *** Here We Belong, Fighting to Survive ***
Capitolo 5: *** You Don't Fool Me ***
Capitolo 6: *** Promised You a Miracle ***
Capitolo 1 *** Space Trucking ***
SPACE TRUCKING 1
I personaggi di Firefly appartengono a Joss Whedon. E' mio solo il personaggio di Morgan, che ho inventato.
SPACE TRUCKING (1)
Persephone, anno 2518
Persephone non era decisamente il pianeta preferito del Capitano Malcom
Reynolds; il suo difetto principale era l'eccessiva presenza di truppe
dell'Alleanza che controllavano ogni granello di sabbia che attraccava
al porto, e questo poteva essere un problema se gli affari che dovevi
concludere non sempre erano legali, come spesso capitava a lui ed al
suo equipaggio. Purtroppo, però, uno dei suoi clienti migliori
era proprio di Persephone. Il Dottor Mitch Taylor, primario di
cardiochirurgia atomica dell'Ospedale Centrale di Persephone, era il
fulcro del commercio illegale di cioccolato di tutto il pianeta.
Questo, dal punto di vista del Capitano Reynolds, equivaleva ad un
sacco di lavoro sicuro e ben pagato, quindi al diavolo le truppe
dell'Alleanza. In effetti Persephone ed il porto della Capitale in
particolare, avevano anche un vantaggio: erano un inferno;
quotidianamente attraccavano e partivano quantità enormi di
astronavi che svolgevano ogni sorta di affari, dal commercio al
trasporto di persone e diplomatici, quindi bastava un pizzico di
astuzia (qualità che non mancava certo al Capitano Reynolds) per
mimetizzarsi in quella varia e colorita fauna astroportuale.
Quella mattina il Capitano Reynolds e la sua vice, Zoe Washbourne,
stavano facendo ritorno alla nave dopo aver consegnato l'ennesima
partita di cioccolato di contrabbando, che per inciso era stata rubata
dalle scorte dell'Alleanza destinate al Governo Centrale. Con un
sorrsiso soddisfatto sul volto dai lineamenti decisi, il Capitano si
sentiva come un moderno Robin Hood. In effetti il cioccolato rubato ai
ricchi e spregiudicati governanti non sarebbe certo servito per sfamare
i poveri di qualche galassia, ma i soldi che lui aveva in tasca in quel
momento sarebbero serviti a lui per mantenere la Serenity ed il suo
equipaggio per un bel po' di tempo, quindi sì, per il Capitano
quello era sufficiente per sentirsi un po' come Robin Hood.
Il suo sorriso si illuminò ancora di più quando, seduto
di fianco a Zoe sul loro quad scorse, a qualche
metro da loro, la Serenity, la sua astronave. Nave da trasporto a medio
raggio appartenente alla classe Firefly, la Serenity era il suo
orgoglio. Dopo la guerra, conclusasi circa cinque anni prima e durante
la quale lui e Zoe aveva combattuto
contro l'Alleanza e quindi perso, la Serenity gli aveva permesso
di ricostruirsi una vita decente. Nonostante si trattasse di una vita
senza fissa dimora, al Capitano Reynolds piaceva; anche perchè
una fissa dimora avrebbe voluto dire una vita forse neanche dignitosa
su una qualche luna dimenticata da Dio e da tutti dove gli
abitanti tiravano a campare grazie agli scarti lasciati loro dalla
bontà di cuore di prepotenti ed arroganti signorotti che
l'Alleanza aveva messo a tiranneggiare. Anche per questo odiava
l'Alleanza. Dopo la fine della guerra la società interstellare era
degenerata a livelli feudali, dove la contrapposizione fra ricchi e
poveri era più che evidente. Per questo lui non si faceva
neanche troppi problemi a dimostrare la sua avversione verso il nuovo
governo centrale, rubando all'Alleanza ogni volta che era necessario ed
indossando la giacca marrone tipica di chi aveva combattuto la guerra
civile fra le linee dell'Indipendenza.
La Serenity gli piaceva tutta, dentro e fuori. Quella sua forma che
richiamava quella di una lucciola la rendeva viva, e, quando nel
buio dell'aperto spazio il suo motore girava luminescente, al Capitano sembrava che
avesse addirittura dei sentimenti. Era dotata di due shuttle a
corto raggio, uno dei quali era affittato ad Inara, un'accompagnatrice.
Un brivido corse lungo la schiena di Mal quando il dolce viso di Inara incorniciato da una cascata di ricci neri
si disegnò nella sua mente.
Dentro, poi, la Serenity era perfetta. Aveva innumerevoli e
provvidenziali scomparti segreti che lui puntualmente utilizzava per
nascondere la merce contrabbandata e che nessuno, nemmeno le più
furbe guardie dell'Alleanza, sarebbero riuscite a scovare anche
avessero avuto un intero secolo a disposizione per cercarli. C'era un intero ponte
destinato agli alloggiamenti dell'equipaggio, ma c'erano anche, in
un'altra zona, alcune cabine supplementari. Questo si traduceva nella
possibilità di trasportare anche passeggeri, cioè altri
soldi. La sala macchine era un portento; ormai aveva perso il conto
delle volte in cui i rombanti e veloci motori della Serenity gli
avevano salvato la vita. Ok, parte del merito andava anche a Wash, il
talentuoso e pazzo pilota nonchè matito di Zoe, e a Kaylee, dinamica ed
efficiente meccanico che parlava letteralmente con ogni singolo bullone della
Serenity. Senza poi menzionare i due impareggiabili reattori che
permettevano alla nave non solo di decollare ed atterrare in verticale,
ma la rendevano estremamente maneggevole durante i bruschi cambiamenti
di rotta che i fenomenali Wash e Kaylee dovevano effettuare quando la
Serenity era inseguita dalle astronavi dell'Alleanza o degli spietati pirati dello spazio, i Reavers.
Ma la cosa che amava di più della sua nave era la
cucina/sala da pranzo. Se la sala dei comandi era il cervello della
Serenity e la sala macchine ne era il cuore pulsante, la sala da
pranzo era il suo cuore emotivo. Quando l'equipaggio si riuniva in
quella stanza per mangiare o per discutere di qualche problema, grosso
nella maggior parte dei casi, in genere quello che ne rimaneva erano
ricordi memorabili.
Sì, decisamente quello era un ottimo giorno per il Capitano
Malcom Reynolds, di ritorno alla sua nave con un bel gruzzolo in tasca.
Tuttavia la sua giornata era destinata a migliorare.
Parcheggiato il quad nella capiente stiva, il Capitano si
guardò attorno per fare il punto della situazione in modo da
poter ripartire il prima possibile da Persephone. Inara era fuori con
il suo shuttle e ci sarebbe rimasta per due settimane; intorno a lui,
Kaylee stava sistemando il pannello di comando per l'apertura del
portellone della stiva, Wash stava giocando a carte, e perdendo per
inciso, con il Pastore Book (un passeggero in cerca di una
destinazione) e River Tam. Si soffermò un secondo a fissare
River. Lei era una ragazza che non raggiungeva i vent'anni,
intelligente come nessuno che lui avesse mai conosciuto, ma
"problematica". Suo fratello Simon, il dottore di bordo, l'aveva
salvata da una struttura dell'Alleanza nascosta dietro la facciata di
un'accademia per ragazzi dotati in seguito a svariate richieste di
aiuto da parte di River stessa. Simon aveva poi scoperto che sua
sorella era stata sottoposta a test sconosciuti per spremere la
brillante e sconfinata mente di River. Come lui anche i fratelli Tam
scappavano dall'Alleanza che li braccava come animali da catturare; per questo li aveva accolti a bordo senza
stare troppo a pensarci, oltre al fatto che un medico sveglio come
Simon a bordo faceva comodo, soprattutto considerando i lavori non
molto legali che svolgevano loro.
Zoe e Simon assistevano divertiti alle imprecazioni in lingua galattica
nelle quali Wash si lanciava per aver perso la partita. Mal sorrise.
Quelli erano i suoi amici, oltre che i membri dell'equipaggio della
Serenity. In realtà erano una famiglia, un po' strana ma pur
sempre una famiglia. Mancava solo Jayne...già dov'era
Jayne:
-Dov'è Jayne? Voglio andare via di qui il prima possibile!-
Il Capitano Reynolds si era avvicinato a Kaylee e, con tono autoritario,
perchè quella sarà anche stata la sua famiglia ma lui era
pur sempre il Capitano, le aveva chiesto notizie di Jayne.
-Penso che sia alla locanda...- rispose la ragazza senza però
prestare troppa attenzione, concentrata com'era a non tagliare i fili
elettrici del pannello.
Imprecando silenziosamente utilizzando la stessa lingua galattica
usata da Wash qualche minuto prima, Mal scese la rampa e fece per dirigersi
verso la locanda per riportare Jayne indietro e ripartire, ma
fortunatamente non ebbe bisogno di arrivare fino a destinazione,
perchè a pochi metri dalla Serenity vide Jayne venirgli incontro
accompagnato da una ragazza che sarebbe passata inosservata solo
davanti a un cieco. "Jayne ha rimorchiato? Ma che gli prende lo sa che
dobbiamo partire,
adesso gliene dico quat..." stava pensando il Capitano mentre il
mercenario si avvicinava. Poi però, cambiò pensiero
vedendo lo sguardo troppo intelligente della ragazza di fianco a Jayne:
"No decisamente non l'ha rimorchiata! Quella è troppo sveglia
per Jayne!!". E infatti:
-Mal!- chiamò Jayne -Ho trovato un passeggero!- disse con il suo solito
tono di voce rozzo, come il suo comportamento in generale.
"Come
pensavo..non poteva aver rimorchiato una così..."
Davanti al Capitano Malcom Reynolds si presentò una ragazza non
molto alta, atletica, con capelli lisci e nerissimi e occhi altrettanto
neri con uno sguardo penetrante che avrebbe steso chiunque.
-Morgan Novak!- disse sorridendo, allungando amichevolmente la mano e
studiando attentamente l'uomo davanti a lei. Alto e snello, capelli e
occhi castani e una faccia che nel giro di un secondo avrebbe potuto
passare da
un'espressione amichevole ad una minacciosa, senza alcuna fatica. E poi
indossava una giubba marrone. Anzi, per Morgan quella era "La Giubba
Marrone", cioè quella di chi ha combattuto per l'Indipendenza.
-Capitano Malcom Reynolds!- disse Mal accettando l'energica stretta di
mano della ragazza e fissando come incantato gli occhi brillanti di
lei. Si riscosse, poi:
-Ehm...allora dove sei diretta?- chiese senza preamboli perchè
aveva sempre una fretta del diavolo di andare via da quel pianeta
pullulante di soldati dell'Alleanza.
-Calliphora.- risposta diretta e secca.
-Bene! Da qui ci vorrà una settimana circa...- Mal s'interruppe
perchè, va bene che aveva fretta ma non bisognava trascurare la
cosa più importante: -Jayne ti ha parlato del prezzo?-
andò giù dritto, senza complimenti.
Per fortuna Morgan non era tipo da formalismi:
-Ventimila...ora e altrettanti all'arrivo!- ancora una risposta diretta
e secca. Bene! A Mal piaceva questa ragazza senza fronzoli e grilli per
la testa e, soprattutto con un portafoglio ben fornito. Quarantamila!
Quasi svenne quando lei gli offrì tutti quei soldi per un
viaggetto di una settimana. Quarantamila!! Quarant...un momento! Un
momento:
-Ok, ma parliamo di cose legali, vero? Voglio dire, non sei ricercata o
cose simili?- "Ecco dov'era il trucco...Ti prego dì di no, ne ho
già abbastanza di due di ricercati!" pensò Mal mentre
attendeva una risposta.
-No, no figurati...ehm...è solo che non sono solo io...ci
sarebbe anche un carico un po'...ehm...particolare...- rispose Morgan che
adesso sembrava in difficoltà.
"Ok, non è ricercata, ma il trucco sta nel carico..." -Sarebbe a
dire...- sudò freddo per un secondo prima che lei dicesse:
-Cavalli...due cavalli-
"Per fortuna! Cavalli! Solo due! Dopo una
mandria di vacche qualche settimana fà, due cavalli saranno
come fare una passeggiata!"
-Bene! No nessun problema! Quando sei pronta per partire?- chiese
perchè il suo pensiero fisso era sempre lasciare Persephone.
-Dieri che un paio d'ore saranno più che sufficineti!
Ehm...però avrei bisogno di un posto per i cavalli...voglio dire
non possono starsene liberi nella stiva per una settimana...-
-Oh...giusto- "Giusto..un madria di vacche poteva stare libera nella
stiva, ma due cavalli in effetti..." -Beh, allora mentre tu sistemi le
tue cose noi vediamo di mettere in piedi due assi e fare un box...in un
angolo, va bene?-
-Perfetto! Grazie! A dopo!- disse lei accennando un saluto con la mano mentre si allontanava.
-A dopo!- rispose Mal. Poi: -JAYNE!!! Vieni qui!!-
Serviva un posto per due cavalli..."Già uno solo, chissà
perchè uno solo se i cavalli sono due?" pensò Mal
mentra dava istruzioni a Jayne. Non importava, lei non era ricercata e
aveva un sacco di soldi, il resto era solo un dettaglio e neanche di
sua comepetenza.
Due ore dopo, puntuale come la morte, Morgan si presentò al
punto di attracco della Serenity con i suoi cavalli e bagagli. Le
operazioni di carico richiesero poco meno di mezz'ora, dopo le quali
due imponenti e maestosi cavalli dal manto color ambra e dalla coda e
criniera bionde facevano bella mostra di loro in un angolo della stiva.
Accanto al box, Morgan aveva sistemato due grossi bauli, alcune balle
di paglia e diversi
sacchi che, come indicava una scritta all'esterno, contenevano "Fieno
pellettato ad alto contenuto proteico" e che avrebbero costituito
l'unica fonte alimentare dei quadrupedi durante la settimana di
viaggio. Dopo aver sistemato due secchi pieni di acqua sotto i vellutati
musi degli animali, la ragazza stava cercando faticosamente di muovere
altri due
grossi e pesanti bauli, senza riuscirci tra l'altro, che contenevano le
sue cose:
-Capitan...- con lo sguardo si voltò per cercare il Capitano e chiedergli dove poteva
sistemarsi; lo trovò davanti al box intento a fissare
come incantato i suoi cavalli, che in quel momento erano in fase di esplorazione della nuova casa. Gli si avvicinò e:
-Già, anche io potrei guardarli per ore...- disse quasi
sottovoce senza riuscire a nascondere un pizzico di amore quasi materno.
Mal, senza staccare gli occhi dagli animali chiese piano, come in trance:
-Come si chiamano?-
-Jam of Pearl e Juice of Angel! Sono fratelli.- sentenziò Morgan.
Se la Serenity era l'orgoglio di Mal, quei cavalli erano l'orgoglio di
Morgan e le faceva piacere quando qualcuno li apprezzava, tuttavia lei
doveva sistemarsi, quindi per sbloccare la situazione usò una
delle poche armi che, lei pensava, avrebbero riscosso il Capitano. Dalla
tasca della sua giacca grigia estrasse un sacchetto di tela pieno di
monete sonanti e lo piazzò senza dire niente nelle mani del
Capitano. Improvvisamente quest'ultimo, come se fosse stato svegliato
da un lungo sonno, si riscosse, intascò il sacchetto e poi,
lui invece riuscì benissimo a
nascondere l'imabarazzo per essere stato pizzicato in un atteggiamento
che faceva molto poco Capitano, battendo forte le
mani disse:
-Bene grazie!! Allora ti faccio vedere la tua sistemazione!- così
cominciò il giro della Serenity che il Capitano Raynolds fece
fare a Morgan.
La stiva, nella parte posteriore della nave,
era ampia e alta. Sulla sinistra, appena entrati, c'era
un'attrezzatissima infermeria che poteva ospitare fino a tre
persone. Di fronte alla rampa, attraverso una scala si accedeva ai
ponti superiori della Serenity.
-Se vuoi stare più comoda puoi andare nello shuttle n. 2, che
è da quella parte.- le disse il Capitano fermo in mezzo alla
stiva ed indicando una porta sulla destra. Poi: -Hai libero accesso
alla stiva e alla sala da pranzo, ma non alla sala comandi o alla sala
macchine. Se hai bisogno di qualcosa chiedi a me o a qualcun'altro,
saremo felici di aiutarti!- recitò il suo discorso promozionale,
mentre precedeva Morgan nella sala da pranzo dov'erano riuniti tutti
quanti prima di decollare. La presentò ai membri dell'equipaggio:
-Lei è il nostro passeggero per questo viaggio verso Calliphora, Morgan Novak!-
-Ciao a tutti!- disse la ragazza sorridendo.
-Jayne lo conosci già...- Sì, Jayne l'aveva già
conosciuto...superficialmente, e tale conoscenza non sarebbe
sicuramente diventata approfondita, neanche per tutto l'oro di tutte le
galassie dell'universo messo insieme. Jayne era un ragazzo il cui
quoziente intellettivo era inversamente proporzionale ai suoi
muscoli...e di muscoli il mercenario ne aveva tanti. Morgan
sospettava che lui avesse
interesse per queste tre cose: sopravvivenza, soldi e sesso. In
quest'ordine. Nient'altro.
-Lei è Zoe, il mio vice.-
Morgan non ebbe bisogno neanche di due secondi per capire che tipo era
Zoe; lei poteva essere definita in un solo modo, e cioè una con
le palle...quadrate per di più. Pelle scura, alta, statuazia,
capelli scuri ricci e raccolti, occhi neri e penetranti, labbra carnose.
Nonostante fosse terribilmente sensuale, Zoe non era il tipo di persona che
Morgan avrebbe incaricato di organizzare una festa, ma era sicuramente
il tipo di persona che Morgan avrebbe voluto accanto in caso di
pericolo. Tuttavia prima della fine della sua permanenza sulla
Serenity avrebbe dovuto ricredersi sul primo punto.
-Lui è Wash, pilota e marito di Zoe...- Wash era un uomo che
ispirava simpatia al primo sguardo. Nonostante non avesse aperto bocca,
Morgan provò d'istinto fiducia per quell'uomo dai capelli
biondo-rossicci e dalla perenne espressione vivace in viso. In effetti
per capire che era un po' fuori di testa sarebbe stato sufficiente
notare la camicia a fiori in stile hawaiano che indossava con
naturalezza.
-Kaylee, meccanico...se la vedi parlare con la nave..tranquilla
è del tutto normale!- Kaylee aveva lo sguardo ed il sorriso più dolci
che Morgan avesse mai visto. Più o meno della stessa sua
corporatura, Kaylee aveva capelli biondi, occhi scuri ed un'espressione del viso costantemente
raggiante, oltre che uno sbaffo di grasso sulla guancia destra.
-Poi siccome sulla Serenity non ci facciamo mancare nulla...lui
è il Pastore Book.-
Un prete. Di certo un prete era l'ultima
cosa che Morgan si aspettava di trovare sulla Serenity, soprattutto in
consederazione del fatto che era sicura che gli affari del Capitano
Reynolds non erano sempre limpidi. Il Pastore Book er un uomo sulla
cinquantina, di colore e con ruffi capelli sale e pepe (più sale
che pepe per la verità) raccolti in una coda. Morgan
immaginò che sciolti quei capelli avrebbero potuto
spaventare qualcuno a morte.
-Il dottor Simon Tam, medico di bordo e sua sorella River...- qui il
Capitano sembrò un po' in difficoltà. Simon era
innegabilmente un bel ragazzo. Capelli scuri e occhi azzurri, le cose
che di lui colpivano di più erano la compostezza e il contegno.
"...Forse
dopotutto la cavalleria non è ancora morta!" pensò Morgan
quasi incantata da quell'espressione sicura di sè ma al tempo
stesso quasi timida del giovane dottore. La sorella invece era una
ragazza dai lunghi e spettinati capelli scuri e dall'espressione
costantemente assorta. Chiunque, prima di sentirla parlare, avrebbe
pensato che fosse pazza o che avesse perso qualche rotella. Purtroppo
Morgan avrebbe capito a sue spese che River Tam era molto più
lucida e presente di quanto gli altri membri dell'equipaggio potessero
pensare. La giovane ragazza si avvicinò alla nuova arrivata e fissò i suoi scuri occhi sul
volto di Morgan, ma come se non la vedesse veramente...oppure come se le stesse
leggendo direttamente nel cervello. River parlò come se la sua voce venisse da
un'altro pianeta:
-Tu...scappi...anche tu...ti cercano...gli uomini con le mani...blu...-
un secondo di pausa, prima di: -...vanno sempre in coppia...loro...con
le mani blu....-
Morgan smise di respirare ed il suo cuore smise di battere per un
istante. Impallidì violentemente e credette di svenire. "Ma come fa lei a sapere..." pensò.
Per sua
fortuna però tutti i presenti cominciarono a parlare, cioè gridare più che altro,
fra di loro o a lei per confondere le acque:
-WASH!!! Portaci via di qua! SUBITO!- tuonò il Capitano Reynolds.
-River..tesoro...vieni...- Simon prese la sorella per le spalle e la
allontanò dolcemente lanciando a Morgan un occhiata furtiva ed
imbarazzata.
-CALLIPHORA!! BENE! Senti la cena sarà pronta fra qualche
ora...- Zoe si era avvicinata a Morgan e con un sorriso enorme che
mostrava tutti i denti che lei aveva in bocca prese a guidarla con
fermezza ma dolcezza allo stesso tempo verso lo shuttle 2.
-CALLIPHORA!! Senti ma ci saranno le fragole a Calliphora....adoro le
fragole...- con aria sognante Kaylee aveva affiancato Morgan dalla
parte opposta rispetto a Zoe e stava dicendo qualcosa a proposito dei
prezzi esorbitanti delle fragole nel sistema stellare.
(1) "Space Trucking" - Deep Pourple
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Capitolo 2 *** Secrets ***
SECRETS 2
SECRETS(1)
Morgan, ancora sotto shock per le parole di River, si lasciò
passivamente guidare da Zoe e Kaylee nello shuttle che le aveva
assegnato il Capitano. A quel punto Zoe se
ne andò dando appuntamento alla giovane per cena, e Morgan rimase sola con Kaylee a mettere a posto la sua
roba. Il meccanico si accomodò sul letto e chiese speranzosa:
-Allora? Le fragole?-
-Cosa...?- Morgan non aveva ancora ripreso pieno possesso delle sue facoltà mentali.
-Le fragole!?- insistette Kaylee.
-Oh..certo le fragole...beh...Calliphora ha un clima abbastanza mite e c'è un sacco di vegetazione
quindi...però non ti assicuro che non ti chiederanno un
pò di sangue prima di vendertele!-
-Già...- concordò mestamente Kaylee mentre diceva addio ad un succoso cestello di fragole.
-Senti ma chi è che occupa lo shuttle 1?- chiese Morgan giusto per fare due chiacchere mentre apriva i suoi bauli
-Inara! Ha preso in affitto lo shuttle un anno fà circa...fa
l'accompagnatrice...anche se Mal la chiama diversamente...non approva
molto il suo lavoro in effetti!- sentenziò pensierosa.
Morgan cambiò discorso, fare l'accompagnatrice era una scelta di
vita...che lei non avrebbe mai fatto, ma finchè loro erano
discrete e si facevano i fatti propri a lei non interessava.
-Allora...meccanico eh?-
-Sì...beh mi viene naturale...guardo il motore della mia bambina
e lui mi parla...- spiegò la ragazza con lo sbaffo di grasso
sulla guancia.
-Certo certo...e il dottor Tam cosa ne pensa...?- decisamente Morgan non era una che girava intorno al succo del discorso.
Kaylee arrossì leggermente e cercò di negare:
-Ehm..di che cosa...stai parlando?-
-Senti...prima in sala da pranzo non riusciva a toglierti gli occhi di dosso...non sono mica stupida!-
-Sì beh...Simon è un po'....- i suoi scuri occhi lucenti
finirono sul soffitto dello shuttle mentre lei pensava a come definire
Simon.
-Molto carino...- cominciò per lei Morgan
-Sì...ma è...-
-Troppo educato..credo...- ancora una volta Morgan le andò incontro.
-Esatto!!! Non mi fraintendere mi piace, quando parliamo e lui è
così gentile, ma certe volte vorrei che mettesse da parte quelle
sue buone maniere e...e...- "...e mi strappasse di dosso tutti i
vestiti..." sarebbe stata la conclusione perfetta se non fosse stato
che improvvisamente dall'interfono della Serenity risuonò
la voce autoritaria e anche un po' scocciata del Capitano:
"KAYLEE!! IL POTERTELLONE NON SI CHIUDE DANNAZIONE!!!"
-Oh...oh accidenti!! Scusa!!- e la diretta interessata si fiondò come una saetta fuori
dallo shuttle a finire di riparare il pannello di chiusura della
rampa della stiva.
Morgan rimase sola. Improvvisamente le parole di River le precipitarono di nuovo addosso con il peso dell'intera via lattea.
-Merda! Sarà una settimana d'inferno!!- imprecò Morgan
lanciando sul letto disfatto le sue lenzuola pulite: arancioni e con degli
enormi girasoli stampati erano colorate ed allegre.
Il resto del pomeriggio Morgan lo passò fra capatine veloci in
stiva per assicurarsi che i suoi cavalli stessero bene e l'mproba
missione di dare allo shuttle 2 un aspetto almeno abitabile. Alla fine
era comunque soddisfatta dei suoi sforzi: aveva ricoperto il tavolo con
una splendente tovaglia arancione e al centro aveva messo una semplice
composizione di marghetite bianche e felci; sul letto non poteva
passare inosservato uno sfolgorante copriletto stile patchwork tutto
sulle tonalità del giallo e dell'arancione...certo, lei non avrebbe
passato molto tempo a letto, ma non potendo dormire sul nudo materasso
tanto valeva fare le cose in grande. Sul comodino, con tanto di lampada
a gas rinnovabile, aveva sistemato un libro ed una seconda ma
più
piccola composizione di margherite. Infine, siccome quelle fredde
pareti metalliche proprio non la convincevano, prese da uno dei suoi
bauli (le imprecazioni in lingua galattica di Jayne mentre li
portava nello shuttle, Morgan le avrebbe ricordate per un bel po'
di tempo)
qualche telo rosso scuro di lucida seta e li fissò appena
sotto il soffitto sfruttando i gancini che in realtà servivano
per far passare qualche filo elettrico il cui scopo era a lei ignoto.
Ecco adesso Morgan riusciva quasi a respirare aria di casa.
Nel frattempo però erano passate più di tre ore ed era in ritardo per
la cena di circa un quarto d'ora. Per fortuna gli altri non si erano
posti troppi problemi e avevano già cominciato a mangiare, così lei
non si sentì troppo in colpa quando entrò in sala da
pranzo:
-Scusate...sono in ritardo...-
-Problemi?- s'informò il Capitano.
-No, è solo che adesso il suo shuttle è molto più
bello Capitano!- rispose lei raggiante mentre studiava il cibo nel suo
piatto:
qualcosa che sembrava una fetta di pane tostato con qualcosa di
squagliato sopra, una specie di rapa rossa solida come un uovo bollito e un
mucchietto di foglioline verde scuro lessate ma straordinariamente
saporite. Senza chiedersi cosa stava per mangiare, non voleva saperlo,
Morgan attaccò senza pensare la rapa rossa...che scoprì
non essere quello che sembrava.
-Allora Morgan cosa ti porta su Calliphora con due cavalli?- chiese
Wash con aria innocente mentre addentava quello che sembrava pane
tostato.
A Morgan venne un colpo. Quella domanda era stata fatta così
tanto per parlare oppure aveva uno scopo ben preciso? Forse le era
scappato detto qualcosa che aveva fatto insospettire il Capitano? Un
pezzo di cibo le andò dritto nei
polmoni e lei in un nanosecondo divenne più rossa della rapa che
stava mangiando e
cominciò a tossire come una forsennata. Mentre Kaylee le dava
dolci colpetti sulla schiena e lanciava al povero Wash un'occhiataccia
di rimprovero, Morgan prosciugò alla velocità della luce
il bicchiere d'acqua che aveva di fronte, ma senza risultato, quindi
agguantò la brocca al centro del tavolo e lo riempì
nuovamente. Ricominciò a bere e la tosse si calmò
lievemente. Nel frattempo Wash si era alzato, aveva afferrato il
piccolo estintore a polveri di idrogeno liquido e ora stava puntando
contro la ragazza un piccolo imbuto rosso, pronto a svuotare la
bomboletta su di lei, ovviamente per scherzo;
tuttavia l'espressione del viso dell'uomo era talmente seria e lui
davvero pronto all'azione, che a Morgan venne ancora di più da
tossire. Risultato: tutto il contenuto del bicchiere d'acqua
andò ad innaffiare il Capitano e il Pastore Book seduti di
fronte a lei. Zoe non riuscì a trattenere una risata, che si
placò solo in parte dopo uno sguardo contrariato di Mal:
-Meraviglioso...avevo proprio bisogno di un bagno!- sentenziò lui mentre si asciugava con il tovagliolo.
Il reverendo invece non fece una piega, ma si tamponò la camicia grigia e disse:
-Per fortuna che tu non sei in grado di moltiplicare le cose come....qualcun'altro!- e sorrise ironicamente.
-Scusate, scusate....oddio Capitano mi dispiace! Pastore....mi
scusi....-
Ripresasi dall'attacco convulso di tosse isterica, Morgan si era allungata sopra al tavolo e stava cercando di
aiutare i due sfortunati a riacquistare un aspetto decente.
-Ok...ok...grazie Morgan...sono a posto!- protestò il Capitano leggermente irritato.
-Certo...ehm...scusi...Capitano!- ribattè Morgan mortificata
quasi sottovoce mentre si ricomponeva sulla propria sedia con il viso
ancora rosso, ma per la vergogna in questo caso.
-Ok cambiamo argomento...cosa fai nella vita Morgan?- le chiese Mal
tenendo insistentemente d'occhio il cibo della ragazza, in modo da
scansarsi se questa avesse ripreso a tossire.
-Sono un veterinario.- risposta breve e secca che a Mal dava tanto l'impressione di
voler nascondere un pressante disagio. Per questo il Capitano disse:
-Ma dai?! E cosa porta una veterinaria con due cavalli su Calliphora?-
finita la domanda afferrò agilmente il piatto di Morgan e lo
allontanò per impedirle di mangiare e quindi soffocarsi una
seconda volta. Non aveva bisogno della prima doccia, tanto meno ne
desiderava una seconda.
Morgan rimase interdetta per un secondo, fissando la tovaglia vuota sotto il suo naso, poi con evidente imbarazzo:
-Ehm...niente di particolare...mio papà...ehm....vive
là...e i miei cavalli hanno una certa età...- s'interruppe per un breve istante, poi: -....pensione!-
scattò improvvisamente come se una lampadina le si fosse appena
accesa nel cervello -...li sto accompagnando perchè ormai hanno una
certa età...ehm...ed è ora che vadano in pensione!- concluse nervosa e
portando lo sguardo sul
suo piatto che Mal ancora tratteneva lontano da lei.
Non troppo convinto di quella risposta, e senza fare niente per
nasconderlo, il Capitano restituì la cena alla legittima proprietaria. La ragazza
non fece in tempo ad addentare un altro pezzo di rapa (che rapa non era
effettivamente) che Jayne rise sommessamente:
-Cosa c'è Jayne?- chiese Zoe con fare inquisitorio.
Lui rispose con tono da spaccone, come sempre:
-Credevo che i veterinari non esistessero più....insomma la gente fa fatica a campare...-
Morgan si schiarì la voce e rivolse una semplice domanda:
-Capitano...questa è carne, vero?- chiese indicando la rapa.
-Ehm...sì.-
A quel punto, sempre senza smettere di mangiare, con determinazione si lanciò e
decise di non risparmiarsi, mentre metteva Jayne al suo posto:
-Bene, allora auguro a tutti noi che i veterinari che hanno
supervisionato sia gli animali che stiamo mangiando che il processo
successivo di lavorazione siano
stati sufficientemente competenti per individuare eventuali malattie.
Vedete le malattie che si possono trasmettere attraverso il cibo sono
infinite, si va da infestazioni ad infezioni. Personalmente considero
le infestazioni le più gravi, fastidiose e difficili da
debellare. Ultimamente hanno scoperto una nuova forma di Toxoplasma,
resistente alla conservazione per inciso, che provoca nell'uomo sintomi
come
vomito, diarrea, cecità, difficolta nella coagulazione ematica e
paralisi progressiva di tutti i
muscoli, quindi la morte avviene per soffocamento in genere, sempre che
non ti
uccida prima l'edema cerebrale...ah ed impotenza anche fra le altre
cose...- e a quel punto si fermò un breve istante per lanciare
un'occhiata furtiva a Jayne, poi: -Certo sono tutte patologie
perfettamente curabili...grazie a
lunghe ed estenuanti cure che provocano atroci effetti collaterali come
alopecia, riduzione della massa muscolare ad un quarto, alterazioni
gastro-intestinali, riduzione della materia grigia encefalica...oddio
sono tutti effetti reversibili ovviamente...- pensò un secondo
poi concluse soddisfatta: -...direi che nel giro di un paio di anni di
disumane sofferenze si dovrebbe riprendere una vita pressochè
normale...- alzò lo sguardo e vide otto paia di occhi sgranati
che la fissavano senza battere ciglio e otto bocche vuote,
aperte spalancate.
-Spero che questa carne sia stata cotta...vero?- rincarò la dose fingendosi improvvisamente preoccupata.
Kaylee inghiottì a fatica un grumo denso di saliva, poi disse:
-Sì...questa volta...ma non sempre...- faceva fatica a respirare.
Morgan le strizzò l'occhio con fare complice, poi sorridendo:
-Beh...finchè si tengono temperature di cottura molto alte non
dovrebbero esserci problemi!- sentenziò addentando un'altro
pezzo di carne senza fare una piega.
Vendetta compiuta: Jayne, con un grugnito, allontanò da
sè il piatto ancora
mezzo pieno. Gli altri, che avevano colto l'occhio di Morgan strizzato
a Kaylee ripresero a mangiare come niente fosse.
La cena
proseguì senza che Jayne proferisse parola,
mentre rimuginava su
quello che il veterinario aveva appena detto, in particolare quelle
cose sull'impotenza e l'alopecia (passò circa un quarto d'ora a
chiedersi cosa volesse dire quest'ultimo termine, poi concluse che doveva avere
a che fare con la diarrea); gli altri, invece, parlarono e
scherzarono fra di loro. Alle nove circa, Morgan si
alzò dal tavolo e salutò l'equipaggio:
-Io mi ritiro...grazie di tutto. Buonanotte.- sembrava in
difficoltà, ma voleva stendersi un paio d'ore prima di
cominciare la sfacchinata, come ogni notte.
-Così presto?- chiese Kaylee fissandola con due occhioni brillanti.
-Sì...ehm..è stata una giornata faticosa...-
-Magari posso farti rilassare io....-disse Jayne risorgendo dai suoi pensieri. Il vocione possente del mercenario
suscitò varie reazioni: Wash ed il Pastore Book alzarono gli
occhi al cielo (il Pastore per pregare Dio che quella bella ragazza non
accettasse, gli stava simpatica); Kaylee e Zoe sbuffarono spavalde
sicure che nessuna donna del quoziente intellettivo che Morgan sembrava
avere, avrebbe accettato quella proposta; River disse con ostentata sicurezza: -E 'stato
appurato che rapporti sess...- Simon la interruppe inorridito:
-RIVER...NO!- poi rivolto a Jayne in tono sarcastico: -Ti
piacerebbe....-.
Il Capitano, invece, con la bocca già aperta ed
un'espressione minacciosa in viso, era pronto a latrare qualche
rimprovero a Jayne. Morgan, però, con un gesto della mano lo
fermò. Poi languidamente si avvicinò al ragazzone, gli
pose dolcemente una mano sulla spalla destra e gli
sussurrò qualcosa all'orecchio, piano piano, in modo che quelle
parole potessero essere udite solo da lui; dopo di che uscì
dalla sala da pranzo e si
diresse sorridendo verso lo shuttle 2.
Nessuno aveva sentito le parole che Morgan aveva bisbigliato a Jayne,
ma dal sorriso soddisfatto da vincitore che si dipinse sul viso di lui,
tutti capirono cosa lei doveva avergli detto, e tutti rimasero di stucco.
(1) "Secrets" - OneRepublic
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Capitolo 3 *** Night Life ***
NIGHT LIFE 3
NIGHT LIFE(1)
I programmi di Morgan per quella notte non erano differenti rispetto a
quelli delle notti passate, nonostante ora si trovasse sulla Serenity sospesa nel
vuoto dello spazio. Raggiunto lo shuttle 2 si stese sul letto per un
paio di ore circa, dopo di che il suo interiore meccanismo di sveglia
al quarzo svizzero che si era differenziato nel corso dei precedenti
mesi, le impose di alzarsi. Si vestì velocemente e,
mentre sgusciava silenziosamente fuori dal suo alloggio diretta alla
stiva, ripensò all'eterogeneo e pittoresco equipaggio
dell'astronave che la stava ospitando. Wash, lui sì che era
quello fuori di testa, e cioè il talentuoso e pazzo pilota che aveva
conquistato Zoe. La fredda ma al tempo stesso affidabile ed implacabile
Zoe a fianco della quale chiunque si sarebbe lanciato nel fuoco sicuro
che non sarebbe stato abbandonato. La dolce Kaylee, meccanico della
Serenity che per lei era come una persona, anzi la sua bambina. Jayne,
un uomo che non era possibile piegare, ma che per spezzare sarebbe
bastato fare due cose: sventolargli sotto il naso un bel gruzzolo di
soldi oppure, come aveva fatto Morgan quella stessa mattina per farsi
offrire un passaggio sulla Serenity, fargli due moine. Povero Jayne!
Magari in quel momento la stava aspettando nella sua cabina...aspetta
aspetta Jayne!! Il Pastore Book, enigmatico e misterioso uomo di fede che secondo
Morgan nascondeva un passato...forse con l'Alleanza? Forse aveva preso
i voti dopo chissà quale raccapriciante esperienza vissuta fra
le
fila dell'Alleanza? Chissà; ma forse Morgan non l'avrebbe mai
scoperto. E poi c'erano il dottor Tam e la sorella. Il giovane e
promettente dottore tutto d'un pezzo, ma che sapeva anche essere
ironico e dolce, per la gioia di Kaylee, pensò Morgan mentre
scendeva le scale verso la stiva. La ragazza sperava solo che Simon
fosse riuscito a tenere a bada River almeno fino a Calliphora; era
chiaro che l'Alleanza cercava anche loro, cioè lei più
che altro. River Tam dava un nuovo significato alle parole "mostro
d'intelligenza"; Morgan sospettava che il suo QI avrebbe fatto
impallidire perfino Einstein. "Beh Einstein o non Einstein speriamo che
non mi faccia scoprire, adesso che sono così vicina alla
fine..." pensò mentre apriva la porta del box dei suoi cavalli e
ci si infilava dentro. A bassa voce si rivolse ai due puledri che le si
erano avvicinati per vedere se potevano raccimolare qualcosa di
più goloso che del fieno pellettato ad alto contenuto proteico,
che sarà anche stato cibo sano ma per le loro papille gustative
non era sicuramente una festa:
-Hey, ragazzi...giornata intensa eh?- si fece annusare le mani,
poi come ogni notte, con una cominciò a grattare la gola di Jam
of Pearl mentre con l'altra l'orecchio di Juice of Angel. Mentre i due
cavalli cominciavano a rilassarsi come se lei avesse premuto un
pulsante segreto, il pensiero di Morgan volò al Capitano Malcom
Reynolds. Il granitico Capitano che, lei ne era convinta, era
riuscito a sopravvivere alla guerra contro l'Alleanza solo
grazie alla sua capacità di trasmettere ottimismo ai suoi
sottoposti, al suo sarcasmo e alla sua tenacia, oltre che
al coraggio che sicuramente ogni tanto poteva sembrare incoscienza.
Insomma un uomo che
nessuno sarebbe riuscito nè a piegare nè tantomeno a
spezzare, anche se lui riusciva a far credere il contrario. In fondo
però aveva un cuore d'oro (tutti i suoi compagni lo chiamavno
Mal) e su quella nave con il suo equipaggio
si sentiva come a casa con la sua famiglia. Le piaceva, sì
decisamente il Capitano piaceva a Morgan, forse un filo più del
dovuto...
A quel punto, però, tutta la sua attenzione dovette concentrarsi
su Juice of Angel, il più grande dei due puledri. Il calvario
che ogni notte Morgan doveva affrontare stava cominciando: l'animale
cominciò a schiumare dalla bocca, ogni singolo muscolo del suo
statuario corpo s'irrigidi improvvisamente e lui cominciò con
fatica ad indietreggiare finchè con la groppa non andò a sbattere
contro la parete dell'astronave. Morgan lo seguì senza smettere
di grattargli l'orecchio e, anzi, con l'altro braccio gli
circondò dolcemente il collo:
-Hey hey ragazzone....ok tranquillo, sono qui, sono qui Angie...sono
qui...- gli sussurrò piano per cercare di tranquillizzarlo.
Per quello Morgan stava scappando, perchè l'Alleanza voleva
i suoi cavalli per trasformarli in cavie da laboratorio,
per studiarli e Dio solo sapeva che altro avrebbe fatto loro se fosse iuscita a trovarli. Morgan
ovviamente non avrebbe permesso a nessuno di quei macellai di
avvicinarsi a loro, anche a costo della vita. I suoi cavalli avevano
una mutazione
genetica più unica che rara e che li rendeva speciali. Erano
cavalli instancabili e potenti, più di ogni altro, ma ogni notte
quel disordine genetico causava loro qualcosa di simile a crisi
epilettiche intermittenti che duravano circa un paio di ore,
cioè il tempo necessario affinchè i loro anticorpi
entrassero in azione. Mesi e mesi di notti in bianco avevano permesso a
lei di trovare una tecnica, non molto scientifica ma comunque efficace,
per ridurre la sofferenza dei suoi animali e, quindi, anche la sua.
Morgan aveva scoperto due punti strategici sul corpo dei suoi puledri,
e cioè la gola di Jam of Pearl e le orecchie di Juice of
Angel, e aveva scoperto anche che dolci ma incessanti carezze in
quei punti rilassavano molto i due animali, le cui crisi, in questo
modo, si riducevano
sia di tempo che d'intensità. Juice of Angel, più grande
di Jam of Pearl di quattro anni, era sempre il primo a "partire", mentre il
fratello lo seguiva mediamente un'oretta più tardi, quindi il
momento peggiore era l'ora in cui la ragazza doveva dividersi fra l'uno
e l'altro degli animali per calmarli in sequenza. Accidendi certe notti
avrebbe voluto avere un clone, mentre altre volte si addormentava
sulla
paglia insieme a loro, sfinita e senza neanche avere le forze necessarie per
trascinarsi a letto. Come accadde quella notte; evidentemente lo
stress del cambiamento di "casa" aveva aumentato il livello basale di
acetilcolina nel cervello degli animai ed entrambi sembravano impazziti,
pensava Morgan mentre, schivando un calcio sulla destra e una testata a
sinistra, cercava di allungarsi fra
l'orecchio destro di Angie e la gola di Jamie. Alle quattro del mattino
i puledri si erano calmati e distesi a terra, sfiniti...finalmente. Morgan si
accoccolò fra di loro ed in un nanosecondo si
addormentò...cioè svenne dallo sfiancamento più
che altro; per questo non si accorse che qualcuno, alle
prime ore del mattino, anche se l'alba in pieno spazio non c'era, aveva preso a fissarla come stregato.
********************
Alle sette del mattino il Capitano Reynolds era solito fare un giro
della Serenity per controllare che tutto fosse in ordine. La
mattina dopo la partenza da Pesephone non fece eccezione. Tutto sembrava essere al suo posto dappertutto, tranne
che nella stiva. La prima cosa che Mal vide fu quello che mancava, e
cioè da dove si trovava lui in cima alle scale, sembrava che i
due cavalli della sua passeggera non fossero nel loro box. Con il cuore
in gola, si avvicinò cautamente per vedere cosa fosse
successo...eppure la porta era chiusa...non potevano essere
scappati...
In effetti non erano scappati. I due cavalli erano pacificamente
distesi a terra e stavano dormendo come due angioletti, due enormi, pelosi e
biondi angioletti a quattro zampe. Tra di loro c'era anche Morgan. Con
la testa appoggiata sul collo di uno dei cue cavalli e i lunghi capelli
scuri che ricadevano sulla spalla dell'animale creando un contrasto di
colori molto suggestivo, anche lei stava dormendo mentre con una mano
continuava ad accarezzare, spinta da un riflesso autonomo
evidentemente, la gola di uno e l'orecchio sinistro dell'altro cavallo. Tutto
sommato era un quadretto quasi commovente.
Il Capitano Reynolds si fermò ad osservare quell'immagine come incantato,
con i gomiti appoggiati alla porta del box. Doveva ammettere che Morgan
era davvero bella, e in quel momento, con i lineamenti dolci e regolari
del viso rilassati dal sonno lo era ancora di più. Restò
a guardarla respirare per diversi minuti, incapace di muoversi, come se
qualcosa in quella strana situazione lo avesse ammaliato. Il giorno
precedente era rimasto affascinato dalla maestosità di quei due
possenti animali, ma ora, mentre tutti e tre erano addormentati e rannicchiati
stretti l'uno all'altra sembravano così vulnerabili...e poi
quell'incessante movimento delle mani di Morgan attorno alla gola e
all'orecchio degli animali, lo rapì letteralmente.
Non riuscì a distaccare lo sguardo neanche quando la ragazza si
mosse, spostandosi un po' verso l'alto. A quel punto però la
criniera del cavallo cominciò a solleticarle il naso e lei si
svegliò con uno starnuto. Immediatamente si mise seduta e si stiracchio con
calma, prima di accertarsi che i due cavalli stessero bene dopo la
travagliata notatta.
Fece per alzarsi, ma vide il Capitano che la stava fissando. Arrossì:
-Ehm...Capitano...cosa ci fa...qui...-
Il Capitano non fece un plisset:
-Niente...verificavo che i miei restanti ventimila crediti arrivassero
sani e salvi alla fine della giornata. Tu invece? Pensa che io credevo
che il mio shuttle fosse comodo!-
Morgan si alzò in fretta e cominciò a togliersi la paglia
dai capelli; nel frattempo pensava velocemente a cosa rispondere al Capitano,
dal momento che la frase "Ho dei cavalli speciali con crisi epilettiche
quotidiane che l'Alleanza vuole studiare per questo sto scappando!" era
da escludere dalle possibili opzioni.
-Ehm, no anzi...il suo shuttle è comodissimo si
figuri...è solo che...solo che...quando non riesco a
dormire...ehm loro mi rilassano...- concluse imbarazzata uscendo dal
box. Poi, visto che lui la fissava incerto si difese: -Hey...il suo
meccanico parla con i bulloni e io non posso dormire con i miei
cavalli?- il tono eccessivamente irritato serviva a mascherare il
crescente imbarazzo.
I movimenti della ragazza svegliarono anche i due puledri che subito si
misero in piedi allungando le giunture intorpidite dal sonno e
anchilosate dalla crisi notturna. Mal continuava a studiarli rapito.
-Si sta chiedendo come faccio a distinguerli.- intervenne la ragazza con decisione avvicinandosi a lui.
-Sì...non è che per caso sono clonati?-
-Scherza? Sono completamente diversi l'uno dall'altro, non vede?-
Mal si concentrò ancora sugli animali: stesso colore, quattro zampe, una testa
con due orecchie, una coda...no decisamente a lui sembravano identici
come due gocce d'acqua.
Morgan non ebbe bisogno di una risposta; cominciò a parlare dei
suoi cavalli mentre gli occhi le si illuminarono, avrebbe potuto andare
avanti per delle ore:
-Allora Jam è un po' più alto ed ha il pelo leggermente
più scuro...e poi vede la macchia bianca sulla fronte? E'
un po' più grande. Angie invece ha un macchia bianca in
più sul posteriore destro..vede? E gli occhi sono più chiari. E
poi Jam è molto più affettuoso e curioso, Angie è
più diffidente segue le persone con lo sguardo continuamente
come se volesse tenerle sotto controllo, sembra quasi freddo..ma se sai
come prenderlo
diventa un tenerone! Anche se entrambi hanno un bel caratterino...e
coraggiosi come due leoni...Jam è un po' più
forte e potente...insomma con la loro massa anche tre centimetri fanno la
differenza! ...aspetti...guardi...-
A quel punto si avvicinò al box, tirò il chiavistello che lo chiudeva
e aprì leggermente la porta, poi si avvicinò al Capitano
e gli disse, in modo del tutto naturale e senza pensare:
-Venga...mi abbracci...- e lei per prima gli mise le braccia attorno al collo.
Neanche gli avesse messo davanti un piatto di fumanti lasagne, Mal non
se lo fece ripetere due volte. Circondò la ragazza in uno
stretto abbraccio e lei appoggiò la testa al suo torace tenendo
gli occhi fissi sui cavalli. Tempo: un minuto cronometrato e Jam of
Pearl cominciò timidamente a farsi strada fuori dal box, seguito
a ruota dal fratello. Entrambi annusavano un po' l'aria e un po' il
pavimento della stiva e passo dopo passo alla fine un morbido e
vellutato naso candido cercò di insinuarsi fra Morgan e Mal,
continuando ad annusare, particolarmente interessato dalla faccia del Capitano
che chiuse gli occhi e chinò leggermente il capo sulla testa della ragazza.
-Vede..com'è curioso?- bisbigliò lei alzando lo sguardo ed incrociando gli occhi scuri di lui.
Fra i due seguì un momento di sfuggente attrazione e
successivo disagio. Mal avvicinò appena il viso a quello di
Morgan come se volesse baciarla, ma poi si bloccò. Rimase fermo per un istante fissando
gli occhi neri e brillanti di lei, infine, come se ci avesse ripensato,
si ritrasse e, per
confondere le acque disse piano, quasi in un sussurro:
-Hai un po' di paglia qui...- deglutì faticosamente ed
allungò un mano per toglierle un filo di paglia dai capelli.
Lei, dopo aver agganciato i magnetici occhi di Mal, che con quel
particolare riflesso di luce sembravano blu, non li mollò
più, ma continò a fissarli come se avesse voluto annegarci dentro. Le
loro
mani si intrecciarono mentre anche lei cercava di togliersi la paglia
dai
capelli...e....quel contatto ruppe l'incanto. Come percorsi da una potente
scossa elettrica, entrambi si allontanarono di scatto:
-Ehm...ha visto come sono curiosi....- disse Morgan imbarazza e arrossendo mentre faceva
delicatamente indietreggiare i puledri fino a chiuderli nuovamente nel
box.
-Già...sì ehm...ho vitso...affascinante...-
ribattè Mal. Poi, sempre per confondere le acque: -Vieni ti
offro un caffè...e chiamami Mal...comunque...- concluse
schiarendosi la voce.
-Sì...sì certo...ehm...grazie..-
Risalirono le rampe di scale fino al ponte superiore, in perfetto
silenzio, ognuno perso nei propri pensieri; se nello spazio ci fosse
stata una mosca il suo ronzare si sarebbe udito a decine di metri.
Raggiunta la porta dello shuttle 2:
-Forse sarà meglio che mi vada a dare una ripulita...ehm ti raggiungo.- disse Morgan ancora imbarazzata.
-Va bene...- Mal sorrise appena.
La giovane dottoressa scomparve nello shuttle.
Una volta dentro, la ragazza si buttò sul letto sbuffando. Ma
perchè tutte le volte che incontrava un uomo interessante le
cose dovevano sempre essere così dannatamente complicate? E poi
lui aveva esitato prima...insomma per darle un bacio non sarebbe morto
nessuno, ma lui si era tirato indietro. Forse c'era un'altra donna? Ma
chi? Beh, Zoe neanche a pensarci, Kaylee men che meno, River
Tam meno ancora...forse l'occupante dello Shuttle 1? Inara? Sorrise
al pensiero del "Capitano-Malcom- Tutto-d'Un-Pezzo-Reynolds" innamorato
di un'accompagnatrice. Beh, come pensava prima, quando lei incontrava
un uomo interessante le cose erano sempre dannatamente complicate.
Si alzò sbuffando nuovamente, aprì l'armadio e prese un
cambio di vestiti puliti e che non odorassero di stalla. Sconsolata e rassegnata si cambiò
e si pettinò prima di raggiungere il Capitano in sala da pranzo.
(1) "Night Life" - Aretha Franklin
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Capitolo 4 *** Here We Belong, Fighting to Survive ***
FIGHTING TO SURVIVE 3BIS
HERE WE BELONG, FIGHTING TO SURVIVE (1)
Moragn era soprapensiero (sì avete ragione, stava ancora
pensando a Mal e a quello che avrebbe potuto succedere nella stiva ma
non era successo) quando incrociò Jayne sulla soglia della sala
da pranzo. Il volto del mercenario, che già
normalmente non era un tripudio di dolcezza e gentilezza, quella
mattina era più torvo e contratto che mai:
-Hey...io to ho aspettato ieri...- si lamentò come se si stesse riferendo ad un suo diritto violato.
Lei gli si fermò accanto, poi con voce ostentatamente dispiaciuta ribattè:
-Oh...scusa...ti avevo forse dato l'impressione che io e te....oh quanto mi dispiace...- lasciò
in sospeso la frase che comunque non aveva nessun bisogno di essere conclusa.
Jayne però non aveva intenzione di mollare la presa, per
cui afferrò la ragazza per un braccio e fissandola negli
occhi con uno sguardo languido che fece drizzare a Morgan tutti i
capelli sulla testa per la nausea le disse:
-Come!? E dai una settimana vola, magari stasera?-
Morgan buttò
uno sguardo furtivo dentro la sala da pranzo e vide il Capitano che stava
armeggiando con un bricco tutto ammaccato di alluminio e delle bustine.
L'ultima
cosa che Morgan voleva era bere un caffè con Mal mentre Jayne la
tormentava, quindi andò giù dritta e senza complimenti:
-Senti Jayne, sono sicura che da qualche parte ai confini dell'universo
ci sia un pianeta dove tu possa essere apprezzato.
Sfortunatamente però, per quanto mi riguarda, il tuo
quoziente muscoli/cervello è paurosamente troppo a favore dei
primi, quindi credo che sarò costretta a rifiutare il tuo invito! Ma grazie comunque!- concluse educatamente.
Jayne rimase fermo sulla porta della sala da pranzo fissando la ragazza
di fronte lui come se stesse elaborando le parole che lei gli
aveva appena detto. Poi grugnì, con un'espressione da due di
picche dipinta in volto
evidente come un'esplosione atomica.
In quel momento dalla sala da pranzo uscì Simon stringendo in mano una mela:
-Dottor Tam- lo salutò Morgan.
-Buongiorno Morgan!- fece lui di buon umore, poi si voltò verso
il povero Jayne e gli lesse in faccia in un nanosecondo quello che era
successo. Un enorme sorriso di puro divertimento e sadica soddisfazione si
stampò sul viso del giovane dottore mentre diceva:
-Oh sì....aspetto questo momento da quando ho messo piede su questa nave!- e ridacchiò.
Simon non si fermò per commentare oltre, ma proseguì
diretto in infermeria. Jayne grugnì ancora, ma per lui non era
comunque finita, perchè dalla sala da pranzo spuntò
River, anche lei con una mela in mano.
-River.- disse Morgan che ormai stava facendo una fatica disumana per trattenere una grassa risata.
La giovane proseguì con espressione impassibile, ma sia Morgan
che Jayne sentirono quello che lei disse al fratello prima di scendere
la rampa di scale che portava nella stiva:
-Lo sapevo lei è troppo intelligente.-
I due fratelli Tam avevano inflitto il colpo di grazia alll'orgoglio di
Jayne, per cui Morgan decise che per quel giorno poteva bastare.
Sorrise mestamente all'uomo davanti a lei e, prima di entrare in sala
da pranzo gli diede una pacca sulle spalle.
Lui fece per seguirla dentro, ma il Capitano lo bloccò con la sua voce autoritaria:
-Jayne, vai a pulire la lettira dei cavalli di Morgan!-
-Oh no neanche per sogno!- si rifiutò lui con un ghigno schifato.
-JAYNE!!! HO DETTO vai a pulire la lettiera dei cavalli!!- tuonò più forte il Capitano.
Jayne si voltò mestamente e si diresse verso la stiva
borbottando qualcosa di poco lusinghiero in lingua galattica che
nessuno degli altri due capì.
-Poverino! Non dovevi, potevo tenerlo perfettamente a bada!- esordì Morgan.
-Oh lo so infatti non l'ho fatto per te! L'ho fatto per lui!-
ribattè allegramente Mal porgendole una tazza piena di liquido
nero fumante. Lei sorrise e si sedette al grande tavolo da pranzo che
in quei giorni aveva al centro un bel recipiente pieno di rosse e
succose mele. Una leccornia che i membri dell'equipaggio raramente si
potevano permettere.
I due bevvero alcuni sorsi di caffè in un imbarazzante silenzio.
Mal non sapeva cosa dire. Strano ma era così. In genere lui
trovava qualcosa da dire in ogni situazione. Ok, ogni tanto capitava
che quello che diceva era sbagliato e, in quei casi nella migliore
delle ipotesi Zoe gli toglieva il saluto per il resto della giornata,
mentre nella peggiore delle ipotesi, Wash era costretto a decollare in fretta e
furia per andare a prelevarlo fuori da qualche locanda per evitare che
un manipolo di accorati sostenitori dell'Alleanza gliele dessero di
santa ragione. Ma mai una volta in tutta la sua vita era rimasto senza
parole. Da un buon quarto d'ora la sua mente continuava a porsi la
stessa domanda in loop: perchè poco prima non l'aveva baciata?
Perchè si era tirato indietro? Morgan era una ragazza
maggiorenne e vaccinata, oltre che bella e intelligente e un sacco di
altre cose, ed era evidente che non si sarebbe opposta, ma allora
perchè lui aveva esitato fino a tirarsi indietro? Insomma in
fondo lui passava mesi e mesi senza vedere una donna...e adesso ne
aveva una lì davanti a lui che non l'avrebbe respinto, ma lui si
era fermato. Perchè? Forse perchè averla vista poco
prima così vulnerabile mentre dormiva pacificamente con i suoi
animali, gli aveva instillato un senso di protezione istintivo e adesso
lui aveva paura che lei gli si affezionasse troppo....noooo non era
quello il motivo. Morgan, che per inciso stava scappando...lei poteva
negare finchè voleva, ma lui conosceva fin troppo bene
l'attenggiamento di chi scappa per non riconoscerlo, era
abbastanza sveglia per capire che se fosse successo qualcosa fra di
loro si sarebbe trattato solo ed esclusivamente un'avventura.
No, il nodo allo stomaco che lo tormentava da prima che lui conoscesse
la ragazza che gli stava di fronte in quel momento gli confermò
che il problema non era Morgan, ma era lui, lui e lo shuttle N.1 che mancava dal suo posto da troppo tempo.
Per fortuna non dovette scervellarsi troppo per trovare un argomento di
conversazione, anche se quello che lei scelse lo lasciò
letteralmente pietrificato:
-Allora...Mal...com'è stata la battaglia di Serenity Valley?-
"Per la miseria...è ancora più sveglia di quello che
pensavo!!" pensò lui mentre cercava di rimanere impassibile:
-Tu sei una che va al sodo, vero?- Mal scelse di non rispondere.
-Andiamo...è fin troppo evidente....una giacca marrone che
comanda un'astronave che si chiama Serenity? Non sono mica scema!-
Mal sospirò mentre i suoi occhi si coprivano di un velo scuro e
spesso e i lineamenti del suo viso si contraevano. Rispose serio e
quasi bisbigliando come se la sua mente fosse migliaia di anni
luce lontana da lì:
-Beh...la battaglia di Serenity Valley...è stata una disfatta...a quanto pare...-
-Già...a quanto pare...se l'hai combattuta dalla parte giusta!-
ribattè Morgan anche lei seria in viso e nella voce.
-E tu cosa ne sai della battaglia di Serenity Valley?- chiese Mal improvvisamente ritornando al presente.
-Beh...c'era anche mio padre...dalla parte sbagliata però!-
rispose lei d'impulso. Si pentì, non avrebbe dovuto nominare suo
padre. Fissò l'espressione interrogtiva del Capitano e
pensò che lui non poteva conoscere la fama di suo padre, anche
perchè per lui suo padre si chiamava Novak, quindi...decise di
spiegarsi meglio, tenendo per se qualche piccolo insignificante
particolare e sperando che Mal non si facesse venire troppi dubbi sul
racconto lacunoso che si apprestava a fare:
-Ah beh, mio padre è medico...- si schiarì la voce
nervosamente -e al tempo della guerra fu reclutato dall'Alleanza...-
"Ti prego non mi chiedere perchè, non posso risponderti!!"
pensò mentre proseguiva -Lui rifiutò inizialmente...ma
poi dovette cedere...sai gli avevano fatto la tipica proposta che lui
non avrebbe potuto rifiutare...- lasciò in sospeso la frase
perchè finirla le riportava alla memoria ricordi non
propriamente idilliaci. Purtroppo però:
-Sarebbe a dire?-
A quel punto Morgan lasciò da parte ogni incertezza, se doveva
rispolverare momenti dolorosi della sua vita, tanto valeva farlo in
fretta. Con decisione completò il suo racconto:
-Beh...lo ricattarono. L'Alleanza rapì me e mia madre tenendoci
sotto chiave per tutta la durata della guerra e costrinse mio padre ad
arruolarsi come medico...- "Ti prego non mi chiedere perchè
l'Alleanza avrebbe voluto rapire la famiglia di un semplice medico per
costringerlo a passare dalla loro parte!!" urlò la mente della
ragazza mentre continuava: -Lo spedirono all'inferno, cioè
Serenity Valley! Per mesi fu costretto a combattere contro quello
in cui aveva sempre creduto. Per fortuna c'era un ufficiale...un
generale credo...che fece da tramite fra i miei genitori...hanno tenuto
me e mia madre praticamente rinchiuse per non so più neanche
quanto tempo, e se non fosse stato per lui....lei sarebbe morta di ansia
per mio padre...ci hanno liberate solo alla fine della battaglia, ma
ormai mia madre era ammalata....insomma morì pochi mesi dopo...-
Il Capitano Reynolds rimase a bocca aperta. Sapeva che quelli
dell'Alleanza erano dei bastardi, ma che fossero addirittura ricorsi a
mezzi di quel tipo non se l'era mai immaginato. Sorvolò
rapidamente sul fatto che non capiva perchè l'Alleanza avrebbe
dovuto rapire una famiglia per costringere un medico qualunque a passare
dalla loro parte e scrutò lo sguardo triste di Morgan mentre
cercava di rinchiudere in un qualche cassetto del suo cervello un
periodo che sicuramente avrebbe voluto dimenticare. Lei non c'era stata
fisicamente a Serenity Valley, ma in un qualche modo l'Alleanza l'aveva
costretta a vivere la "Sua Serenity Valley", e lui per primo sapeva che
una volta conosciuta Serenity Valley, quella rimaneva nell'anima
per sempre. Un moto di rabbia gli rivoltò lo stomaco come un
calzino.
-Sì, Serenity Valley è stata l'inferno, tuo padre aveva
ragione. E per l'Indipendeza è stata una disfatta, ma i miei
uomini hanno continuato a morire anche dopo la fine della battaglia
vera e prorpia...durante tutti quegli interminabili giorni in cui ci
hanno lasciati lì in mezzo al nulla senza cibo, acqua...niente.
La guerra è stata dura e i bombardamenti dell'Alleanza ci hanno
distrutti, ma la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare è
stato dare una ragione ai miei uomini per sopravvivere dopo la fine
della battaglia pur sapendo di essere stati abbandonati...-
Mal e Morgan si fissarono negli occhi per un lungo istante durante il
quale ognuno di loro rivisse quei momenti che non avrebbero mai
dimenticato e forse non volevano neanche farlo, perchè se erano
diventati quello che erano, era anche grazie a...cioè a causa di
Serenity Valley.
Fu la voce di Wash all'interfono che riscosse i due:
-CAPITANO HO BISOGNO IN CABINA DI COMANDO!"
Mal tracannò velocemente quello che rimaneva del suo caffè, poi:
-Scusa devo andare a fare il Capitano!!-
Morgan gli sorrise dolcemente e basta, uno scuro velo di tristezza che ancora le oscurava
gli occhi. Seguì con lo sguardo Mal dirigersi verso la cabina di
comando e sparire lungo il ponte, poi prese una mela e l'addentò con gusto.
(1) Da "Princes of The Universe" - Queen
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Capitolo 5 *** You Don't Fool Me ***
YOU DON'T FOOL ME 3
YOU DON'T FOOL ME(1)
-NO! NO! NO! E' INACCETTABILE! Noi non devieremo dalla rotta per
Calliphora!- abbaiò Morgan infuriata in faccia al Capitano.
-Che strano pensavo di essere io il Capitano di questa nave!!- rispose
lui deciso ed ironico come sempre ma mantenendo una calma invidiabile.
-Già ma i soldi che ti darò direi che mi danno il diritto di
dire la mia!- si difese la giovane, imbufalita e rossa in volto.
-Sì...in effetti i tuoi soldi ti danno il diritto di
dire la tua....ora che l'hai detta, andremo a Boros!- concluse lui senza fare una piega mentre usciva dalla sala da pranzo.
Un quarto d'ora prima il Capitano aveva lasciato la ragazza in quella
stessa stanza perchè Wash l'aveva chiamato in cabina di comando.
Infatti in cabina di comando lo stava aspettando una comunicazione da
parte di un suo cliente che voleva offrirgli un lavoro sul pianeta Boros. Questo
lavoro consisteva nel sottrarre da un magazzino dell'Alleanza un
carico. Era vero, il compenso non era stellare, ma il Capitano, che
difficilmente si tirava indietro di fronte alla possibilità di
derubare l'Alleanza, aveva deciso che una deviazione di qualche giorno dalla
rotta per Calliphora sarebbe stata poca cosa; Morgan, volente o
nolente, avrebbe dovuto adeguarsi.
Quando Malcom le aveva detto che il
suo viaggio si sarebbe allungato di un paio di giorni, sarebbero stati
cinque in effetti, ma quello era un dettaglio che avrebbe chiarito al
momento giusto, lei era letteralmente esplosa. In quel momento Morgan lo stava
seguendo verso la cabina di comando, agguerrita e continuando a
gridargli che non poteva modificare il piano di volo.
-Oh...certo che posso, io sono il Capitano e un Capitano fa quello che vuole sulla sua nave!-
-Ma insomma è così importante questa cosa che non
può aspettare che voi mi scarichiate a Calliphora dannazione!-
imprecò Morgan afferrando Malcom per la manica della camicia e
costringendolo a voltarsi.
-Certo! Che domande! Se era una cosa che poteva aspettare avrebbe
aspettato!- le rispole lui fissandola negli occhi che stavano
lanciando nei suoi fiamme di fuoco.
-No senti Mal io non posso aspettare! Devo raggiungere Calliphora prima
possibile! E' di vitale importanza!- ora lei si era lievemente calmata ed il pensiero di
prolungare ancora la sua fuga con la possibilità che l'Alleanza
la trovasse, le contrasse violentemente le viscere. In quel momento capì
che la disperazione l'avrebbe addirittura spinta ad implorare Mal
di non deviare dai loro progetti iniziali. Tuttavia lo sguardo
irremovibile di lui le face insorgere dei dubbi sul fatto che le
suppliche potessero sortire qualche effetto.
-Senti Morgan, Boros allungherà il tragitto solo di un paio di
giorni e poi sarà un lavoro facile facile...- s'interruppe
indeciso se darle i dettagli, poi ripensò al discorso che
avevano fatto mezz'ora prima e realizzò che magari l'idea di
mettere i bastoni fra le ruote dell'Alleanza avrebbe potuto farle
cambiare idea. Già e poi si ricordò che avrebbe
avuto bisogno anche del suo aiuto, quindi decise di proseguire, anche
se i dettagli non glieli comunicò tutti subito: -Atterriamo,
prendiamo quello che dobbiamo prendere da questo magazzino di minima
sicurezza dell'Alleanza e poi ce ne andiamo subito...liscio come
l'olio.-
Tuttavia Mal non aveva calcolato la reazione della ragazza; lei, nel
sentir pronunciare le parole "prendere" ed "Alleanza" nella stessa
frase quasi svenne. Deglutì faticosamente il niente che aveva in
bocca, dal momento che la saliva era un vago ricordo, e poi cercò
di rifugiarsi nella collera per coprire il terrore che l'idea di andare
dritta fra le braccia di quello da cui stava scappando le aveva fermato
il cuore:
-L'Alleanza? NO! NO! Non se ne parla! Non possiamo! Noi...non
andremo in nessun magazzino dell'Alleanza! NO! Tu adesso mi porti a
Calliphora e poi fai quello che vuoi e dove vuoi, ma io non posso
permetterti di portarimi così vicino all'Alleanza!-
Nella mente di Mal qualcosa, nelle parole della ragazza, non
tornava. Come mai era così terrorizzata dall'Alleanza? Insomma
la guerra era finita da un pezzo, lei e la sua famiglia erano
ormai liberi e nessuno aveva più dato loro fastidio,
quindi perchè tanto terrore nei confronti dell'Alleanza? E come
mai, se doveva semplicemente accompagnare i suoi vecchi cavalli in
pensione, era così importante per lei arrivare velocemente a
Calliphora?
-Beh, se non hai niente da nascondere l'Alleanza non dovrebbe essere un
problema! Ci sono delinquenti di cui dovresti avere più paura! E poi scusa giorno più giorno meno a te che
importa?! I tuoi cavalli sono in pensione, no?-
Quel "no" trapanò il cervello di Morgan come una punta di diamante; ebbe la certezza che Mal sospettava qualcosa.
-Merda!!!- imprecò lei abbandonando ogni contegno. Ma il peggio doveva ancora arrivare:
-Ah, e poi tu dovresti accompagnarci!- disse il Capitano buttando
quella frase tra una battuta e l'altra come a volerla mascherare.
-COSA!!!???- barrì la ragazza con quanto fiato aveva in corpo.
-IO IN UN MAGAZZINO DELL'ALLEANZA??? NO!! NEL MODO PIU' ASSOLUTO!!!
NEANCHE PER SOGNO!!! Ma cosa c'entro io? Il lavoro è tuo io sono
un passeggero pagante...e ti pago profumatamente anche!!- concluse con lo stesso volume di voce con il quale aveva iniziato.
Ma potevano andare ancora peggio le cose per Morgan? Certo, farsi
convincere a buttarsi nella bocca del lupo avrebbe decisamente
peggiorato le cose.
-Beh...dobbiamo rubare degli animali...e visto che a occhio e croce tu
sei l'unica fra noi in grado di riconoscre quella particolare specie che
dobbiamo prendere, direi anzi che tu sarai il nostro asso nella
manica!- concluse quasi raggiante Mal con quel suo sorriso ironico da
vincitore stampato in faccia.
-Oh, senti fatti mandare una foto, o qualcos'altro! Io non ci vengo a
buttarmi fra le braccia dell'Alleanza!- si rifiutò ancora la
ragazza incrociando le braccia al petto per ostentare una sicurezza di se che in realtà non aveva.
Mal giocò un'altra carta per convincerla:
-Tu sapresti distinguere un ermellino qualunque da un ermellino siberiano?-
-Certo!- rispose lei facendosi soppraffare dal proprio orgoglio.
Davvero il Capitano osava mettere in dubbio le sue
qualità di
veterinario? Mal sorrise, mentre lei gli spiegava con fare molto
professionale:
-In effetti non è facile distinguere un ermellino siberiano da
un ermellino dell'Alaska, per esempio. Entrambi hanno il pelo
bianchissimo e la coda marrone, ma l'ermellino siberiano è
più morbido, perchè sotto, vicino alla pelle, ha uno
strato di peli molto più densi e sottili rispetto ai peli
più lunghi che formano la vera pelliccia. Questo gli permette di creare un maggiore
strato atermico rispetto alle altre specie, quindi riduce di molto gli
scambi di calore con l'ambiente esterno...- si fermò
improvvisamente perchè aveva realizzato solo in quell'istante il
piano del Capitano per convincerla ad accompagnarli: -....oh merda, mi
hai fregato!-
concluse Morgan irritata.
-Visto? Sei indispensabile per questa missione...noi non sappiamo niente su...strati termometrici....- rispose lui trionfante.
-No, senti è una sciocchezza posso farvi vedere come si fa...-
Proprio Morgan non voleva mollare. Pazienza, Mal aveva ancora l'ultima
freccia al suo arco, ed era sicuro che questa non avrebbe mancato il
bersaglio:
-Non ti chiedi come mai l'Alleanza vuole degli ermellini siberiani?-
Siccome lei lo fissava interdetta senza capire il nesso di quella
domanda con la situazione di cui stavano discutendo, lui
continuò: -Perchè
li vuole ammazzare e farci delle pellice per quei bastardi dei loro
alti ufficiali!-
Il viso di Morgan improvvisamente avvampò perchè aveva
capito cosa stesse cercando di fare il Capitano. Lo interruppe ferocemente:
-NO! NO! Non ci provare! Ho capito cosa stai cercando di fare! Tu vuoi
farmi sentire in colpa! NO! Non ci riuscirai!-
-E la gente sulle lune più lontane delle galassie
muore di fame!- continuava imperterrito Mal riuscendo benissimo a
sopprimere un sorriso perchè aveva capito che la sua strategia
stava funzionando.
-Ho detto NO! Mal! Smettila!!- insisteva lei ormai in preda alla disperazione.
-Non vorrai mica che quelle povere bestiole vengano
trucidate senza pietà perchè loro possano soddisfare le
loro vanità, vero?- concluse Mal fingendo dolore anche se il suo cuore stava esultando.
-Merda! Merda! Merda!- imprecò Morgan nell'istante esatto in cui
capì che Mal l'aveva fregata ancora facendo leva sui suoi punti deboli. Quell'uomo era maledettamente furbo, accidenti!
In dieci minuti lui non solo l'aveva allontanata di due giorni dalla
sua destinazione che era anche la fine di mesi e mesi passati a
fuggire, ma l'aveva anche convinta a penetrare dentro un magazzino
dell'Alleanza, cioè la cosa da cui lei stava fuggendo. Mentre
abbandonava le braccia lungo i fianchi e si insultava per essersi fatta
fregare come una bambina pensò che per sua fortuna Mal amava
qualcun altra, perchè se per caso fra di loro fosse successo
qualcosa, lui probabilmente sarebbe stato in grado di convincerla a buttarsi nel fuoco al suo posto.
-Va bene, ok! Hai vinto! Ti odio, manipolatore che non sei altro!- si
arrese lei incenerendo il Capitano con uno sguardo. Poi fece una
richiesta:
-Però devo comunicare con mio padre a Calliphora...devo
avvertirlo del ritardo...ci sono delle cose che deve...ehm sistemare.-
L'imabarazzo della ragazza non passò inosservato al radar del
Capitano, che però decise di sorvolare, almeno per il momento:
-Certo! WASH!!- chiamò mentre si voltava verso la cabina di comando.
-Wash! Fai rotta per Boros! Accettiamo il lavoro di Kit! E poi Morgan ha bisogno di contattare il padre su Calliphora-
-Linea sicura!- precisò la ragazza velocemente evitando lo sguardo interrogativo che Mal le lanciò.
Wash, fece prontamente scattare tre interruttori sopra la sua testa e
digitò qualche tasto sul touch screen della console di comando:
-Allora...Boros...coordinate galattiche 54-983-67....fatto. E poi
comunicazione con Calliphora...che destinazione?- chiese candidamente il pilota
voltandosi verso Morgan e fissandola innocentemente con i suoi occhi chiari. Lei rimase impassibile mentre gli rispondeva:
-Chiama il servizio centrale, poi ci penso io.-
-Certo, come vuoi...- ribattè Wash un po' stupito e lanciando al Capitano un'occhiata interrogativa.
-In privato, per favore se non vi dispiace.- concluse lei.
-Certo, certo!! Wash, imposta la rotta poi vieni via e chiudi la
porta...con la maniglia, perchè lo sai che la chiusura magnetica
è rotta....- Mal diede queste istruzioni al suo pilota prima di
uscire dalla cabina di comando.
-Certo...come no...maniglia...sicuro...- Wah rimase inizialmente
interdetto per lo strano comportamento di Mal: maniglia? Ma che
maniglia?
La chiusura magnetica funzionava benissimo, anzi non aveva mai
funzionato meglio. Ma certo...ora aveva capito.
Il pilota inserì ancora qualche comando, poi fece partire la comunicazione con Calliphora:
-Ecco vedi devi inserire la destinazione della chiamata qui...- e
indicò a Morgan un rettangolo in basso a destra del video.
-Bene, grazie.- disse lei gentilmente mentre aspettava che Wash
schiacciasse un ultimo pulsante appena sotto la plancia prima di
uscire.
Dieci minuti dopo, scoraggiata perchè suo padre si era infuriato
ed inviperita con sè stessa per
essersi fatta raggirare come una stupida da Mal, Morgan uscì
dalla cabina di comando diretta verso la sala da pranzo: aveva bisogno
di un altro caffè. Quando varcò la soglia di quella
stanza, però, rimase a bocca aperta. Tutti i membri
dell'equipaggio erano seduti intorno al tavolo e la stavano fissando
come si fissa qualcuno che ti mangia in faccia un succulento piatto di
lasagne mentre tu sei a digiuno da giorni, cioè con moooolto
interesse.
Come lei
entrò nel loro campo visivo il Capitano, serio in volto, esordì:
-Direi che noi dibbiamo fare due chiacchiere Morgan.-
La ragazza deglutì quello che invece che saliva era diventato acido cloridrico. Si impose disinvoltura mentre rispondeva:
-Oh, e di che cosa?- chiese restituendo uno sguardo impassibile a Malcom.
-Wash?!-
Il pilota, ubbidiente, si alzò dal suo posto ed uscì dalla
sala da pranzo. Dopo pochi secondi dall'interfono risuonò chiara
e limpida la voce Morgan.
Il sangue nelle vene della giovane dottoressa si gelò in un secondo: il Capitano aveva fatto registrare la sua
conversazione col padre. Tutti ascoltarono con interesse la loro
comunicazione, mentre la ragazza impallidiva sempre più a mano a
mano che i dettagli dei suoi progetti affioravano come sassolini sul
letto di un fiume che si sta proscugando.
-Ciao papà...- Morgan, voce scoraggiata.
-Ciao tesoro...che faccia che hai! Cos'è successo?- voce maschile profonda ed autoritaria.
-Devo posticipare il mio arrivo.-Morgan, voce secca
-Maledizione! Come mai?- voce maschile arrabbiata.
-Ti prego non me lo chiedere, mi odieresti se ti rispondessi!-Morgan, voce abbacchiata.
-Di quanto?- voce maschile scocciata
-Un paio di giorni....ma ho la sensazione che potrebbero essere di
più.-Morgan, voce ancora più abbacchiata. In quel momento
la ragazza si era resa conto che probabilmente Mal le aveva mentito
sull'entità della deviazione.
-Più di un paio di giorni? PIU' DI UN PAIO DI GIORNI??
Morgan è un'eternità! Sono mesi che programmiamo questa
cosa! Dovrò rivoltare l'intero pianeta per pianificare tutto di
nuovo! Dannazione!!- voce maschile infuriata. Pausa, poi di nuovo voce
maschile preoccupata: -Loro come stanno?-
-Bene, stanno bene...normale amministrazione. Hanno avuto una crisi un
po' forte ieri notte dopo la partenza, ma è stato lo sress del
cambiamento di ambiente. Stamattina stanno bene.-Morgan, voce
sconsolata.
-Senti papà mi dispiace, ma trovare un passaggio con
due cavalli ricercati dall'Alleanza non è esattamente la cosa
più facile dell'universo!-Ancora Morgan, voce che denotava un timido tentativo di protesta.
-Ok, ok...ora chiamo subito la Federazione...stai attenta mi
raccomando!- voce maschile scocciata.
-Che nave vi sta
trasportando?- ancora voce maschile, ma diffidente questa volta.
-Un nave classe Firefly.-Morgan, risposta volutamente concisa.
-Gente fidata?- voce maschile preoccupata.
-Sì...sì il Capitano ha combattuto a Serenity
Valley...direi che sa il fatto suo...- rispose Morgan avvilita. Poi sottovoce:
-Speriamo solo che sia coerente a sufficienza per venire a riprendermi
se mi catturano...-
-Cosa? Non ho sentito?- voce maschile molto preoccupata.
-Niente niente!- Morgan, risposta frettolosa.
-Senti ti richiamo quando
ho notizie più precise. Comunque considera due o tre giorni di
ritardo! Ci sentiamo! Ciao!!- Ancora Morgan, voce non solo frettolosa,
ma proprio precipitosa.
La registrazione terminò e sei paia occhi incuriositi,
indagatori
e inquisitori erano puntati su Morgan che avrebbe voluto
teletrasportarsi dall'altra parte dell'universo. Il settimo paio di
occhi, quelli di River Tam la stavano sì fissando, ma Morgan
ebbe la sensazione che le stessero leggendo nel cervello il significato
della conversazione che lei aveva avuto con il padre.
Il Capitano sorrise mentre diceva semplicemente:
-Bene Morgan, siamo tutti orecchie!-
Lei inizialmente cercò di difendersi:
-Tu hai registrato la mia conversazione? Tu hai osato fare una cosa del
genere!? Era una comunicazione privata! Dannazione!!- cercò di
fingere collera meglio che poteva anche se già sapeva che
non sarebbe riuscita a spuntarla, non con il Capitano.
Infatti il Capitano Malcom Reynolds, gli occhi ridotti a due fessure sottili, si alzò dalla sua sedia,
serio e risoluto, si avvicinò alla ragazza e disse con un filo di
voce tagliente come la lama d'acciaio di un coltello appena affilato:
-Senti non mi interessa quanto siano illegali i tuoi progetti! Ma io
devo difendere la mia nave e il mio equipaggio! Devo assolutamente
sapere cosa sta succedendo per poter agire di conseguenza, quindi me ne
infischio della tua privacy e dei tuoi problemi, perchè
ora sono anche i nostri!-
-Merda!!- imprecò per l'ennesima volta nel giro di un'ora scarsa,
Morgan. No, decisamente l'inizio della fine del suo incubo durato
più di un anno non stava andando come aveva previsto.
(1) "You Don't Fool Me" - Queen
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Capitolo 6 *** Promised You a Miracle ***
CAPITOLO 4
PROMISED YOU A MIRACLE(1)
Simple Mind
Fissando lo sguardo irremovibile del Capitano Malcom Reynolds, Morgan
impiegò un nanosecondo per capire che continuare a combattere con lui
sarebbe stato inutile, quindi si sedette al tavolo di fronte alla sua inquisizione, respirò
profondamente e si apprestò a cominciare il suo racconto. Lo
fece senza preamboli che sarebbero stati comunque inutili, ma
andò direttamente al succo del discorso:
-L'Alleanza mi cerca. Cioè cerca i miei cavalli più che altro.-
-E perchè l'Alleanza vorrebbe due vecchi cavalli prossimi alla pensione?- chiese ironico il Capitano.
-Perchè non sono nè vecchi nè tantomeno prossimi
alla pensione. Sono puledri, cioè Juice of Angel ormai...insomma
hanno quattro e otto anni. E l'Alleanza li cerca perchè sono
speciali.- esitò un secondo prima di entrare nel merito
scientifico della loro particolarità, ma Mal la incalzò
impaziente:
-Sarebbe a dire?-
-Loro sono fratelli, stesso padre e stessa madre. La ricombinazione dei
patrimoni genetici dei genitori ha trasmesso a loro due mutazioni
genetiche molto particolare. Hanno due geni in più, per la precisione. Il primo gene
collega la produzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore, con la produzione di melatonina.
Il secondo gene codifica per un anticorpo anti-acetilcolina.-
Morgan si guardò attorno, ma vide che l'unico che non aveva la
bocca aperta era Simon, cioè l'unico che aveva capito di cosa
lei stesse parlando, infatti:
-Aspetta un secondo, ma di che sintomi stiamo parlando?- chiese il giovane dottore mentre il suo viso si accendeva d'interesse.
-Beh, sono animali che praticamente non dormono mai e non ne hanno
neanche bisogno. Sono più forti e potenti della media degli
altri cavalli della stessa età e massa corporea. Per questo
l'Alleanza li vuole. Per studiarli e per creare un modo di trasferire
tale condizione anche nei suoi soldati. Ovviamente questo
significherebbe trasformarli in cavie da ricerca prima che vengano
uccisi dagli esperimenti. Non è tutto rose e fiori, però,
perchè queste mutazioni genetiche hanno un effetto collaterale, e cioè una specie
di crisi epilettica che insorge ogni notte e dura circa un paio
d'ore.- concluse gravemente lei mentre sentiva i propri occhi
inumidirsi al pensiero di quello che poteva capitare ai suoi cavalli,
che per lei erano come fratelli.
-Aspetta aspetta vuoi dirmi che quando ti ho trovata con loro questa
mattina....cosa stavi facendo esattamente?- le chiese Mal interrompendo
il racconto.
-Beh, la notte la devo passare con loro, perchè se succde
qualcosa almeno posso intervenire subito...inoltre ho scoperto che sono
particolarmente sensibili ad una tecnica di manipolazione digitale in
un'area innervata da una concentrazione paticolarmente elevata di
terminazioni tattili...- guardando in faccia l'equipaggio della
Serenity, Morgan capì che non la stavano più seguendo,
per cui passò ad una definizione più terra terra della
sua tecnica, che d'altra parte di sofisticato non aveva un bel niente:
-...insomma grattini dietro l'orecchio o sotto la gola!-
-Ah adesso è più chiaro!- sentenziò il Capitano, mentre gli altri annuivano con il capo.
A quel punto però, Simon intervenne; sembrava in fibrillazione e a stento riuscì a reprimere un moto di esultanza:
-Whoa, ferma! Ma tu hai appena descritto i sintomi della Sindrome
di Collins...è una malattia rara negli uomini, ma è
letale entro i primi cinque anni di vita...-
-Sì, hai ragione i miei cavalli hanno la versione equina della
Sindrome di Collins, ma la seconda mutazione genetica ha permesso loro
non solo di sopravvivere oltre i cinque anni, ma vivranno benissimo come
qualunque altro cavallo normale. E io non mi chiamo Novak, per la cronaca...ma Collins,
mio padre è il dottor James Collins...quel Collins.- concluse quasi sussurrando
vedendo che anche la bocca di Simon, adesso si apriva lentamente. Ma il giovane dottore si riprese
subito. Si alzò dalla sua sedia, letteralmente galvanizzato e rosso in viso, mentre
cominciava a blaterare cose per gli altri senza senso, per gli
altri tranne che per Morgan:
-Aspetta! Tu sei la figlia del Dottor Collins! Accidenti ma quell'uomo
è un genio! Oddio Morgan è una scoperta
colossale...- prese a camminare avanti e indietro per la stanza
-...gestendo
bene un protocollo di ricerca si potrebbe trovare una cura per salvare
tanti di quei bambini!- a questo punto si voltò di scatto
verso Morgan e: -Vediamo se ho capito: il primo gene, quello
di collegamento, scatena la produzione di acetilcolina quando aumenta
anche quella di melatonina, cioè di notte. Le crisi epilettiche
si originano dalla grande quantità di neurotrasmettitore che si
scarica nelle placche motrici...i muscoli si irrigidiscono...dev'essere
orribile, poveri animali...ma non soffocano? E il cuore come fa a
continuare a battere?- Morgan aprì la bocca per rispondere ma
Simon la precedette: -No, certo perchè i muscoli cardiaco e
respiratori hanno una struttura ed un'innervazione differente rispetto
a quelli striati! Nel frattempo però si avvia la produzione di
anticorpo...ma ci vuole del tempo...due ore circa prima che vengano
immessi
in circolo e piano piano contrastino le crisi...- si fermò per
riprendere fiato, le mani nei capelli, la sua figura proporzionata e
slanciata tesa come la corda di un arco e gli occhi azzurri
letteralmente illuminati.
Proseguì, sempre senza lasciare il tempo a Morgan di
intervenire:
-Morgan con un semplice prelievo di sangue si potrebbe mettere a punto
una terapia immunologica per salvare centinaia di migliaia di
bambini....- ora anche il suo viso, che generalmente rifletteva i suoi
sentimenti con il contagoccie, si era infervorato.
Morgan si schiarì la voce e poi intervenne prima di essere investita da un altra ondata di esaltazione di Simon:
-Sì, beh...in effetti sono quattro anni che ci stiamo lavorando
con mio papà...e lo sto raggiungendo a Calliphora perchè
stiamo mettendo a punto la fase finale della sperimentazione, quella
con organismi artificiali apparato-simulatori...-
Simon la interruppe ancora più elettrizzato se possibile:
-Ma certo!! Organismi artificiali apparato-simulatori!! Così non
dovrete neanche passare attraverso la sperimentazione animale...e
neanche quella clinica...è straordinario...-
-Lo so!! Gli organismi artificiali sono stati una mia idea!- ora anche
Morgan si stava entusiasmando. Si alzò di scatto dalla sedia e
si avvicinò a Simon mentre ancora diceva, cioè quasi
gridava in realtà: -Così niente torture per gli animali! Dobbiamo solo estrarre gli
anticorpi dal sangue, riprodurre la sequenza genica con
compatibilità umana, ovviamente, e...-
Simon la interruppe continuando al suo posto:
-Introdurre il gene in un veicolo che provvederà
all'integrazione nel genoma dell'ospite....aspetta, scommetto che avete
scelto un virus multi-sistemico!-
-Beh sì in modo che l'integrazione genica avvenga in tutti i
tessuti, abbiamo scelto un virus multi-sistemico...questa è
stata un'idea di mio padre.-
-E' grandioso! Morgan è semplicemente grandioso!!- concluse Simon sospirando e sentendosi sfiancato da tante emozioni.
-Hey senti perchè quando arriviamo non vieni in laboratorio...ti
faccio fare un giro...- gli chiese Morgan contenta de aver trovato
qualcuno col quale condividere la passione per la scienza.
-Accidenti sarebbe fantastico! Grazie!!- accettò lui quasi commosso.
-Va bene, okay ora basta!!- abbaiò il Capitano che fino a quel
momento era rimasto in silenzio ma ora aveva esaurito la sua pazienza: -Scusate se interrompo i vostri
programmi per la gita scolastica.- disse bruscamente. Poi si
alzò e si avvicinò alla ragazza:
-Tutto questo è molto bello e renderà questo schifo di universo
un posto migliore in cui vivere, grazie Morgan, ma non capisco
perchè il tuo sbarco a Calliphora dovrebbe automaticamente
corrispondere alla vostra salvezza dalle grinfie dell'Alleanza.-
chiese freddo ed ironico il Capitano fissando la giovane negli
occhi.
-Oh beh...perchè mio padre quando fa una cosa la fa in grande! A
parte il fatto che una volta che la cura sarà resa disponibile
per tutti, l'Alleanza dovrà fare i conti con l'opinione pubblica,
quindi forse questo potrebbe bastare, ma non per mio padre! Ha fatto un
accordo con la Federazione Intergalattica per la Salvaguardia della
Salute in base al quale se la sperimentazione avrà successo noi
e i miei cavalli rientreremo in un progetto di salute universale per
cui saremo praticamente intoccabili!-
Mal non aveva obiezioni da fare, anzi la parola "intoccabili" lo aveva decisamente convinto.
Morgan, nonostante all'inizio fosse ovviamente restia a raccontare a
tutti loro, che erano pur sempre degli sconosciuti, la sua storia, ora
era contenta di averlo fatto. Nessuno di loro, Capitano in testa, si
considerava pro-Alleanza, per cui, a parte Simon che era raggiante, gli
altri non sembravano particolarmente turbati dal fatto di avere un bipede e due quadrupedi
clandestini a bordo. Anche perchè Morgan aveva il sospetto di non essere l'unica fuorilegge sulla Serenity.
-Come hai intenzione di comportarti ora, Capitano?- chiese l'efficiente Zoe.
Mal rimase in silenzio qualche istante fissando il viso di Morgan e pensando a cosa sarebbe stato meglio fare, poi:
-Nessun cambiamento di programma! Si va a Boros e lei ci aiuterà
a rubare gli ermellini all'Alleanza, dopo di che la portiamo a
Calliphora.- Poi rivolto al pilota: -WASH!!- gridò come faceva sempre quando dovevano andare da qualche parte.
-Subito capo!!- ubbidì il pilota che non ebbe neanche bisogno di un ordine esplicito. Si alzò prontamente ed
uscì dalla sala da pranzo diretto in cabina di comando. Il Capitano
lo seguì a ruota dicendo:
-Allora la rotta è già prestabilita, vero?-
I rossi capelli arruffati di Wash annuirono.
-Bene! Mettimi in comunicazione con Kit, voglio le piantine del magazzino dell'Alleanza!-
-Agli ordini capo!!- disse Wash da bravo soldatino.
-E smettila di chiamarmi capo!-
-Okay...capo!-
Mal alzò gli occhi al cielo, continuando a seguire il suo
incorreggibile e pazzo pilota, rassegnandosi al suo senso
dell'umorismo. Stava per raggiungere la cabina di comando dove Wash era
al lavoro con la cloche già in mano, quando Morgan lo
trattenne:
-Mal!-
Mal si voltò, e, per un secondo, rimase interdetto nel vedere lo
sguardo della ragazza: i suoi occhi neri brillavano lucidi come un
cielo notturno illuminato da una grande luna e milioni di stelle. Non
rispose, riuscì solo a fissare quegli occhi scintillanti.
-Senti...- mentre parlava Morgan sembrava in difficoltà. Poi
improvvisamente: -...quanto ci vorrà davvero per raggiungere
Boros?-
-Ehm...un paio di giorni. Dopo il lavoro ripartiremo subito e arriveremo a Calliphora nel giro di quattro giorni, tranquilla!-
-Ah, okay...-
Mal fece per voltarsi e conquistare la cabina di comando, ma:
-Mal!!- ancora Morgan lo chiamò.
Ancora una volta il Capitano si voltò e non rispose, perso nel
cielo di notte che erano quegli occhi che lo stavano fissando. Okay,
quella ragazza aveva bisogno di dirgli qualcosa, ma non ci riusciva,
forse non trovava il coraggio? Forse il suo orgoglio la frenava in
qualche modo? Mal doveva sbloccare la situazione, primo perchè
doveva parlare con Kit, le mappe del magazzino dell'Alleanza di certo
non si sarebbero inviate da sole e se nessuno glielo avesse chiesto a
quel cialtrone non sarebbe venuto in mente di inviarle, e secondo
perchè anche lui aveva bisogno di qualcosa: aveva bisogno di
sapere che cosa Morgan doveva dirgli. Fece un passo verso la giovane e,
come sempre quando si sentiva in imbarazzo, parlò abbassando il
tono di voce fino quasi a sussurrare:
-Dimmi...-
-Ehm...volevo solo ringraziarti per non avermi buttato fuori...- non
aveva finito, ma Mal la interruppe, riacquistando il suo modo di fare
spavaldo:
-Figurati....tutto pur di mettere i bastoni fra le ruote dell'Alleanza...e mettere nelle mie tasche altri ventimila...-
Detto questo fece per voltarsi un'altra volta, ma Morgan lo bloccò un'altra volta:
-Non ho finito! Accidenti perchè è così difficile
dire certe cose!- sbottò spazientita e irritata con sè
stessa più che altro. Poi respirò profondamente e si
lanciò, parlando tutto d'un fiato: -Senti non mi lasciate
là se mi prendono! ...per favore...- concluse
letteralmente implorando e prendendo a fissare con inconcueto interesse
il pavimento di metallo del ponte fra la sala da pranzo e la cabina di
comando.
Mal sorrise e, prima di rispondere, finse di pensare alle parole che
gli erano appena state dette, come se dovesse valutare davvero la
possibilità di andare a salvare Morgan in caso di una sua
cattura o se sarebbe stato meglio lasciarla lì dov'era. Lei, dal canto
suo, cominciò a tremare e le mani presero a pruderle dalla
voglia di lasciare un segno a forma di cinque dita sulla faccia del
Capitano per la sua esitazione. Si rilassò, solo quando lui rispose con apparente
indifferenza:
-Uhm...sì va bene...in fondo per ventimila....-
In quell'occasione un nervoso pugno sulla spalla da parte di Morgan, al Capitano non glielo tolse nessuno.
(1) "Promised You a Miracle" - Simple Minds
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