All For One

di crazyhorse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Space Trucking ***
Capitolo 2: *** Secrets ***
Capitolo 3: *** Night Life ***
Capitolo 4: *** Here We Belong, Fighting to Survive ***
Capitolo 5: *** You Don't Fool Me ***
Capitolo 6: *** Promised You a Miracle ***



Capitolo 1
*** Space Trucking ***


SPACE TRUCKING 1 I personaggi di Firefly appartengono a Joss Whedon. E' mio solo il personaggio di Morgan, che ho inventato.

SPACE TRUCKING (1) 

Persephone, anno 2518

Persephone non era decisamente il pianeta preferito del Capitano Malcom Reynolds; il suo difetto principale era l'eccessiva presenza di truppe dell'Alleanza che controllavano ogni granello di sabbia che attraccava al porto, e questo poteva essere un problema se gli affari che dovevi concludere non sempre erano legali, come spesso capitava a lui ed al suo equipaggio. Purtroppo, però, uno dei suoi clienti migliori era proprio di Persephone. Il Dottor Mitch Taylor, primario di cardiochirurgia atomica dell'Ospedale Centrale di Persephone, era il fulcro del commercio illegale di cioccolato di tutto il pianeta. Questo, dal punto di vista del Capitano Reynolds, equivaleva ad un sacco di lavoro sicuro e ben pagato, quindi al diavolo le truppe dell'Alleanza. In effetti Persephone ed il porto della Capitale in particolare, avevano anche un vantaggio: erano un inferno; quotidianamente attraccavano e partivano quantità enormi di astronavi che svolgevano ogni sorta di affari, dal commercio al trasporto di persone e diplomatici, quindi bastava un pizzico di astuzia (qualità che non mancava certo al Capitano Reynolds) per mimetizzarsi in quella varia e colorita fauna astroportuale.
Quella mattina il Capitano Reynolds e la sua vice, Zoe Washbourne, stavano facendo ritorno alla nave dopo aver consegnato l'ennesima partita di cioccolato di contrabbando, che per inciso era stata rubata dalle scorte dell'Alleanza destinate al Governo Centrale. Con un sorrsiso soddisfatto sul volto dai lineamenti decisi, il Capitano si sentiva come un moderno Robin Hood. In effetti il cioccolato rubato ai ricchi e spregiudicati governanti non sarebbe certo servito per sfamare i poveri di qualche galassia, ma i soldi che lui aveva in tasca in quel momento sarebbero serviti a lui per mantenere la Serenity ed il suo equipaggio per un bel po' di tempo, quindi sì, per il Capitano quello era sufficiente per sentirsi un po' come Robin Hood.
Il suo sorriso si illuminò ancora di più quando, seduto di fianco a Zoe sul loro quad  scorse, a qualche metro da loro, la Serenity, la sua astronave. Nave da trasporto a medio raggio appartenente alla classe Firefly, la Serenity era il suo orgoglio. Dopo la guerra, conclusasi circa cinque anni prima e durante la quale lui e Zoe aveva combattuto contro l'Alleanza e quindi perso,  la Serenity gli aveva permesso di ricostruirsi una vita decente. Nonostante si trattasse di una vita senza fissa dimora, al Capitano Reynolds piaceva; anche perchè una fissa dimora avrebbe voluto dire una vita forse neanche dignitosa su una qualche luna dimenticata da Dio e da tutti dove gli abitanti tiravano a campare grazie agli scarti lasciati loro dalla bontà di cuore di prepotenti ed arroganti signorotti che l'Alleanza aveva messo a tiranneggiare. Anche per questo odiava l'Alleanza. Dopo la fine della guerra la società interstellare era degenerata a livelli feudali, dove la contrapposizione fra ricchi e poveri era più che evidente. Per questo lui non si faceva neanche troppi problemi a dimostrare la sua avversione verso il nuovo governo centrale, rubando all'Alleanza ogni volta che era necessario ed indossando la giacca marrone tipica di chi aveva combattuto la guerra civile fra le linee dell'Indipendenza.
La Serenity gli piaceva tutta, dentro e fuori. Quella sua forma che richiamava quella di una lucciola la rendeva viva, e, quando nel buio dell'aperto spazio il suo motore girava luminescente,  al Capitano sembrava che avesse addirittura dei sentimenti. Era dotata di due shuttle a corto raggio, uno dei quali era affittato ad Inara, un'accompagnatrice. Un brivido corse lungo la schiena di Mal quando il dolce viso di Inara incorniciato da una cascata di ricci neri si disegnò nella sua mente.
Dentro, poi, la Serenity era perfetta. Aveva innumerevoli e provvidenziali scomparti segreti che lui puntualmente utilizzava per nascondere la merce contrabbandata e che nessuno, nemmeno le più furbe guardie dell'Alleanza, sarebbero riuscite a scovare anche avessero avuto un intero secolo a disposizione per cercarli. C'era un intero ponte destinato agli alloggiamenti dell'equipaggio, ma c'erano anche, in un'altra zona, alcune cabine supplementari. Questo si traduceva nella possibilità di trasportare anche passeggeri, cioè altri soldi. La sala macchine era un portento; ormai aveva perso il conto delle volte in cui i  rombanti e veloci motori della Serenity gli avevano salvato la vita. Ok, parte del merito andava anche a Wash, il talentuoso e pazzo pilota nonchè matito di Zoe, e a Kaylee, dinamica ed efficiente meccanico che parlava letteralmente con ogni singolo bullone della Serenity. Senza poi menzionare i due impareggiabili reattori che permettevano alla nave non solo di decollare ed atterrare in verticale, ma la rendevano estremamente maneggevole durante i bruschi cambiamenti di rotta che i fenomenali Wash e Kaylee dovevano effettuare quando la Serenity era inseguita dalle astronavi dell'Alleanza o degli spietati pirati dello spazio, i Reavers.
Ma la cosa che amava di più della sua nave era la cucina/sala da pranzo. Se la sala dei comandi era il cervello della Serenity e la sala macchine ne era il cuore pulsante, la sala da pranzo era il suo cuore emotivo. Quando l'equipaggio si riuniva in quella stanza per mangiare o per discutere di qualche problema, grosso nella maggior parte dei casi, in genere quello che ne rimaneva erano ricordi memorabili. 
Sì, decisamente quello era un ottimo giorno per il Capitano Malcom Reynolds, di ritorno alla sua nave con un bel gruzzolo in tasca. Tuttavia la sua giornata era destinata a migliorare.
Parcheggiato il quad nella capiente stiva, il Capitano si guardò attorno per fare il punto della situazione in modo da poter ripartire il prima possibile da Persephone. Inara era fuori con il suo shuttle e ci sarebbe rimasta per due settimane; intorno a lui, Kaylee stava sistemando il pannello di comando per l'apertura del portellone della stiva, Wash stava giocando a carte, e perdendo per inciso, con il Pastore Book (un passeggero in cerca di una destinazione) e River Tam. Si soffermò un secondo a fissare River. Lei era una ragazza che non raggiungeva i vent'anni, intelligente come nessuno che lui avesse mai conosciuto, ma "problematica". Suo fratello Simon, il dottore di bordo, l'aveva salvata da una struttura dell'Alleanza nascosta dietro la facciata di un'accademia per ragazzi dotati in seguito a svariate richieste di aiuto da parte di River stessa. Simon aveva poi scoperto che sua sorella era stata sottoposta a test sconosciuti per spremere la brillante e sconfinata mente di River. Come lui anche i fratelli Tam scappavano dall'Alleanza che li braccava come animali da catturare; per questo li aveva accolti a bordo senza stare troppo a pensarci, oltre al fatto che un medico sveglio come Simon a bordo faceva comodo, soprattutto considerando i lavori non molto legali che svolgevano loro.
Zoe e Simon assistevano divertiti alle imprecazioni in lingua galattica nelle quali Wash si lanciava per aver perso la partita. Mal sorrise. Quelli erano i suoi amici, oltre che i membri dell'equipaggio della Serenity. In realtà erano una famiglia, un po' strana ma pur sempre una  famiglia. Mancava solo Jayne...già dov'era Jayne:
-Dov'è Jayne? Voglio andare via di qui il prima possibile!-
Il Capitano Reynolds si era avvicinato a Kaylee e, con tono autoritario, perchè quella sarà anche stata la sua famiglia ma lui era pur sempre il Capitano, le aveva chiesto notizie di Jayne.
-Penso che sia alla locanda...- rispose la ragazza senza però prestare troppa attenzione, concentrata com'era a non tagliare i fili elettrici del pannello.
 Imprecando silenziosamente utilizzando la stessa lingua galattica usata da Wash qualche minuto prima, Mal scese la rampa e fece per dirigersi verso la locanda per riportare Jayne indietro e ripartire, ma fortunatamente non ebbe bisogno di arrivare fino a destinazione, perchè a pochi metri dalla Serenity vide Jayne venirgli incontro accompagnato da una ragazza che sarebbe passata inosservata solo davanti a un cieco. "Jayne ha rimorchiato? Ma che gli prende lo sa che dobbiamo partire, adesso gliene dico quat..." stava pensando il Capitano mentre il mercenario si avvicinava. Poi però, cambiò pensiero vedendo lo sguardo troppo intelligente della ragazza di fianco a Jayne: "No decisamente non l'ha rimorchiata! Quella è troppo sveglia per Jayne!!". E infatti:
-Mal!- chiamò Jayne -Ho trovato un passeggero!- disse con il suo solito tono di voce rozzo, come il suo comportamento in generale.
"Come pensavo..non poteva aver rimorchiato una così..."
Davanti al Capitano Malcom Reynolds si presentò una ragazza non molto alta, atletica, con capelli lisci e nerissimi e occhi altrettanto neri con uno sguardo penetrante che avrebbe steso chiunque.
-Morgan Novak!- disse sorridendo, allungando amichevolmente la mano e studiando attentamente l'uomo davanti a lei. Alto e snello, capelli e occhi castani e una faccia che nel giro di un secondo avrebbe potuto passare da un'espressione amichevole ad una minacciosa, senza alcuna fatica. E poi indossava una giubba marrone. Anzi, per Morgan quella era "La Giubba Marrone", cioè quella di chi ha combattuto per l'Indipendenza.
-Capitano Malcom Reynolds!- disse Mal accettando l'energica stretta di mano della ragazza e fissando come incantato gli occhi brillanti di lei. Si riscosse, poi:
-Ehm...allora dove sei diretta?- chiese senza preamboli perchè aveva sempre una fretta del diavolo di andare via da quel pianeta pullulante di soldati dell'Alleanza.
-Calliphora.- risposta diretta e secca.
-Bene! Da qui ci vorrà una settimana circa...- Mal s'interruppe perchè, va bene che aveva fretta ma non bisognava trascurare la cosa più importante: -Jayne ti ha parlato del prezzo?- andò giù dritto, senza complimenti.
Per fortuna Morgan non era tipo da formalismi:
-Ventimila...ora e altrettanti all'arrivo!- ancora una risposta diretta e secca. Bene! A Mal piaceva questa ragazza senza fronzoli e grilli per la testa e, soprattutto con un portafoglio ben fornito. Quarantamila! Quasi svenne quando lei gli offrì tutti quei soldi per un viaggetto di una settimana. Quarantamila!! Quarant...un momento! Un momento:
-Ok, ma parliamo di cose legali, vero? Voglio dire, non sei ricercata o cose simili?- "Ecco dov'era il trucco...Ti prego dì di no, ne ho già abbastanza di due di ricercati!" pensò Mal mentre attendeva una risposta.
-No, no figurati...ehm...è solo che non sono solo io...ci sarebbe anche un carico un po'...ehm...particolare...- rispose Morgan che adesso sembrava in difficoltà.
"Ok, non è ricercata, ma il trucco sta nel carico..." -Sarebbe a dire...- sudò freddo per un secondo prima che lei dicesse:
-Cavalli...due cavalli-
"Per fortuna! Cavalli! Solo due! Dopo una mandria di vacche qualche settimana fà, due cavalli saranno come fare una passeggiata!"
-Bene! No nessun problema! Quando sei pronta per partire?- chiese perchè il suo pensiero fisso era sempre lasciare Persephone.
-Dieri che un paio d'ore saranno più che sufficineti! Ehm...però avrei bisogno di un posto per i cavalli...voglio dire non possono starsene liberi nella stiva per una settimana...-
-Oh...giusto- "Giusto..un madria di vacche poteva stare libera nella stiva, ma due cavalli in effetti..." -Beh, allora mentre tu sistemi le tue cose noi vediamo di mettere in piedi due assi e fare un box...in un angolo, va bene?-
-Perfetto! Grazie! A dopo!- disse lei accennando un saluto con la mano mentre si allontanava.
-A dopo!- rispose Mal. Poi: -JAYNE!!! Vieni qui!!-
Serviva un posto per due cavalli..."Già uno solo, chissà perchè uno solo se i  cavalli sono due?" pensò Mal mentra dava istruzioni a Jayne. Non importava, lei non era ricercata e aveva un sacco di soldi, il resto era solo un dettaglio e neanche di sua comepetenza.
Due ore dopo, puntuale come la morte, Morgan si presentò al punto di attracco della Serenity con i suoi cavalli e bagagli. Le operazioni di carico richiesero poco meno di mezz'ora, dopo le quali due imponenti e maestosi cavalli dal manto color ambra e dalla coda e criniera bionde facevano bella mostra di loro in un angolo della stiva. Accanto al box, Morgan aveva sistemato due grossi bauli, alcune balle di paglia e diversi sacchi che, come indicava una scritta all'esterno, contenevano "Fieno pellettato ad alto contenuto proteico" e che avrebbero costituito l'unica fonte alimentare dei quadrupedi durante la settimana di viaggio. Dopo aver sistemato due secchi pieni di acqua sotto i vellutati musi degli animali, la ragazza stava cercando faticosamente di muovere altri due grossi e pesanti bauli, senza riuscirci tra l'altro, che contenevano le sue cose:
-Capitan...- con lo sguardo si voltò per cercare il Capitano e chiedergli dove poteva sistemarsi; lo trovò davanti al box intento a fissare come incantato i suoi cavalli, che in quel momento erano in fase di esplorazione della nuova casa. Gli si avvicinò e:
-Già, anche io potrei guardarli per ore...- disse quasi sottovoce senza riuscire a nascondere un pizzico di amore quasi materno.
Mal, senza staccare gli occhi dagli animali chiese piano, come in trance:
-Come si chiamano?-
-Jam of Pearl e Juice of Angel! Sono fratelli.- sentenziò Morgan. Se la Serenity era l'orgoglio di Mal, quei cavalli erano l'orgoglio di Morgan e le faceva piacere quando qualcuno li apprezzava, tuttavia lei doveva sistemarsi, quindi per sbloccare la situazione usò una delle poche armi che, lei pensava, avrebbero riscosso il Capitano. Dalla tasca della sua giacca grigia estrasse un sacchetto di tela pieno di monete sonanti e lo piazzò senza dire niente nelle mani del Capitano. Improvvisamente quest'ultimo, come se fosse stato svegliato da un lungo sonno, si riscosse, intascò il sacchetto e poi, lui invece riuscì benissimo a nascondere l'imabarazzo per essere stato pizzicato in un atteggiamento che faceva molto poco Capitano, battendo forte le mani disse:
-Bene grazie!! Allora ti faccio vedere la tua sistemazione!- così cominciò il giro della Serenity che il Capitano Raynolds fece fare a Morgan.
La stiva, nella parte posteriore della nave, era ampia e alta. Sulla sinistra, appena entrati, c'era un'attrezzatissima infermeria che poteva ospitare fino a tre persone. Di fronte alla rampa, attraverso una scala si accedeva ai ponti superiori della Serenity.
-Se vuoi stare più comoda puoi andare nello shuttle n. 2, che è da quella parte.- le disse il Capitano fermo in mezzo alla stiva ed indicando una porta sulla destra. Poi: -Hai libero accesso alla stiva e alla sala da pranzo, ma non alla sala comandi o alla sala macchine. Se hai bisogno di qualcosa chiedi a me o a qualcun'altro, saremo felici di aiutarti!- recitò il suo discorso promozionale, mentre precedeva Morgan nella sala da pranzo dov'erano riuniti tutti quanti prima di decollare. La presentò ai membri dell'equipaggio:
-Lei è il nostro passeggero per questo viaggio verso Calliphora, Morgan Novak!-
-Ciao a tutti!- disse la ragazza sorridendo.
-Jayne lo conosci già...- Sì, Jayne l'aveva già conosciuto...superficialmente, e tale conoscenza non sarebbe sicuramente diventata approfondita, neanche per tutto l'oro di tutte le galassie dell'universo messo insieme. Jayne era un ragazzo il cui quoziente intellettivo era inversamente proporzionale ai suoi muscoli...e di muscoli il mercenario ne aveva tanti. Morgan sospettava che lui avesse interesse per queste tre cose: sopravvivenza, soldi e sesso. In quest'ordine. Nient'altro.
-Lei è Zoe, il mio vice.-
Morgan non ebbe bisogno neanche di due secondi per capire che tipo era Zoe; lei poteva essere definita in un solo modo, e cioè una con le palle...quadrate per di più. Pelle scura, alta, statuazia, capelli scuri ricci e raccolti, occhi neri e penetranti, labbra carnose. Nonostante fosse terribilmente sensuale, Zoe non era il tipo di persona che Morgan avrebbe incaricato di organizzare una festa, ma era sicuramente il tipo di persona che Morgan avrebbe voluto accanto in caso di pericolo. Tuttavia prima della fine della sua  permanenza sulla Serenity avrebbe dovuto ricredersi sul primo punto.
-Lui è Wash, pilota e marito di Zoe...- Wash era un uomo che ispirava simpatia al primo sguardo. Nonostante non avesse aperto bocca, Morgan provò d'istinto fiducia per quell'uomo dai capelli biondo-rossicci e dalla perenne espressione vivace in viso. In effetti per capire che era un po' fuori di testa sarebbe stato sufficiente notare la camicia a fiori in stile hawaiano che indossava con naturalezza.
-Kaylee, meccanico...se la vedi parlare con la nave..tranquilla è del tutto normale!- Kaylee aveva lo sguardo ed il sorriso più dolci che Morgan avesse mai visto. Più o meno della stessa sua corporatura, Kaylee aveva capelli biondi, occhi scuri ed un'espressione del viso costantemente raggiante, oltre che uno sbaffo di grasso sulla guancia destra.
-Poi siccome sulla Serenity non ci facciamo mancare nulla...lui è il Pastore Book.-
Un prete. Di certo un prete era l'ultima cosa che Morgan si aspettava di trovare sulla Serenity, soprattutto in consederazione del fatto che era sicura che gli affari del Capitano Reynolds non erano sempre limpidi. Il Pastore Book er un uomo sulla cinquantina, di colore e con ruffi capelli sale e pepe (più sale che pepe per la verità) raccolti in una coda. Morgan immaginò che sciolti quei capelli avrebbero potuto spaventare qualcuno a morte.
-Il dottor Simon Tam, medico di bordo e sua sorella River...- qui il Capitano sembrò un po' in difficoltà. Simon era innegabilmente un bel ragazzo. Capelli scuri e occhi azzurri, le cose che di lui colpivano di più erano la compostezza e il contegno. "...Forse dopotutto la cavalleria non è ancora morta!" pensò Morgan quasi incantata da quell'espressione sicura di sè ma al tempo stesso quasi timida del giovane dottore. La sorella invece era una ragazza dai lunghi e spettinati capelli scuri e dall'espressione costantemente assorta. Chiunque, prima di sentirla parlare, avrebbe pensato che fosse pazza o che avesse perso qualche rotella. Purtroppo Morgan avrebbe capito a sue spese che River Tam era molto più lucida e presente di quanto gli altri membri dell'equipaggio potessero pensare. La giovane ragazza si avvicinò alla nuova arrivata e fissò i suoi scuri occhi sul volto di Morgan, ma come se non la vedesse veramente...oppure come se le stesse leggendo direttamente nel cervello. River parlò come se la sua voce venisse da un'altro pianeta:
-Tu...scappi...anche tu...ti cercano...gli uomini con le mani...blu...- un secondo di pausa, prima di: -...vanno sempre in coppia...loro...con le mani blu....-
Morgan smise di respirare ed il suo cuore smise di battere per un istante. Impallidì violentemente e credette di svenire. "Ma come fa lei a sapere..." pensò.
Per sua fortuna però tutti i presenti cominciarono a parlare, cioè gridare più che altro, fra di loro o a lei per confondere le acque:
-WASH!!! Portaci via di qua! SUBITO!- tuonò il Capitano Reynolds.
-River..tesoro...vieni...- Simon prese la sorella per le spalle e la allontanò dolcemente lanciando a Morgan un occhiata furtiva ed imbarazzata.
-CALLIPHORA!! BENE! Senti la cena sarà pronta fra qualche ora...- Zoe si era avvicinata a Morgan e con un sorriso enorme che mostrava tutti i denti che lei aveva in bocca prese a guidarla con fermezza ma dolcezza allo stesso tempo verso lo shuttle 2.
-CALLIPHORA!! Senti ma ci saranno le fragole a Calliphora....adoro le fragole...- con aria sognante Kaylee aveva affiancato Morgan dalla parte opposta rispetto a Zoe e stava dicendo qualcosa a proposito dei prezzi esorbitanti delle fragole nel sistema stellare.


(1) "Space Trucking" - Deep Pourple 
   

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Capitolo 2
*** Secrets ***


SECRETS 2 SECRETS(1)

Morgan, ancora sotto shock per le parole di River, si lasciò passivamente guidare da Zoe e Kaylee nello shuttle che le aveva assegnato il Capitano. A quel punto Zoe se ne andò dando appuntamento alla giovane per cena, e Morgan rimase sola con Kaylee a mettere a posto la sua roba. Il meccanico si accomodò sul letto e chiese speranzosa:
-Allora? Le fragole?-
-Cosa...?- Morgan non aveva ancora ripreso pieno possesso delle sue facoltà mentali.
-Le fragole!?- insistette Kaylee.
-Oh..certo le fragole...beh...Calliphora ha un clima abbastanza mite e c'è un sacco di vegetazione quindi...però non ti assicuro che non ti chiederanno un pò di sangue prima di vendertele!-
-Già...- concordò mestamente Kaylee mentre diceva addio ad un succoso cestello di fragole.
-Senti ma chi è che occupa lo shuttle 1?- chiese Morgan giusto per fare due chiacchere mentre apriva i suoi bauli
-Inara! Ha preso in affitto lo shuttle un anno fà circa...fa l'accompagnatrice...anche se Mal la chiama diversamente...non approva molto il suo lavoro in effetti!- sentenziò pensierosa.
Morgan cambiò discorso, fare l'accompagnatrice era una scelta di vita...che lei non avrebbe mai fatto, ma finchè loro erano discrete e si facevano i fatti propri a lei non interessava.
-Allora...meccanico eh?-
-Sì...beh mi viene naturale...guardo il motore della mia bambina e lui mi parla...- spiegò la ragazza con lo sbaffo di grasso sulla guancia.
-Certo certo...e il dottor Tam cosa ne pensa...?- decisamente Morgan non era una che girava intorno al succo del discorso.
Kaylee arrossì leggermente e cercò di negare:
-Ehm..di che cosa...stai parlando?-
-Senti...prima in sala da pranzo non riusciva a toglierti gli occhi di dosso...non sono mica stupida!-
-Sì beh...Simon è un po'....- i suoi scuri occhi lucenti finirono sul soffitto dello shuttle mentre lei pensava a come definire Simon.
-Molto carino...- cominciò per lei Morgan
-Sì...ma è...-
-Troppo educato..credo...- ancora una volta Morgan le andò incontro.
-Esatto!!! Non mi fraintendere mi piace, quando parliamo e lui è così gentile, ma certe volte vorrei che mettesse da parte quelle sue buone maniere e...e...- "...e mi strappasse di dosso tutti i vestiti..." sarebbe stata la conclusione perfetta se non fosse stato che improvvisamente dall'interfono della Serenity risuonò la voce autoritaria e anche un po' scocciata del Capitano:
"KAYLEE!! IL POTERTELLONE NON SI CHIUDE DANNAZIONE!!!"
-Oh...oh accidenti!! Scusa!!- e la diretta interessata si fiondò come una saetta fuori dallo shuttle a finire di riparare il pannello di chiusura della rampa della stiva.
Morgan rimase sola. Improvvisamente le parole di River le precipitarono di nuovo addosso con il peso dell'intera via lattea.
-Merda! Sarà una settimana d'inferno!!- imprecò Morgan lanciando sul letto disfatto le sue lenzuola pulite: arancioni e con degli enormi girasoli stampati erano colorate ed allegre.
Il resto del pomeriggio Morgan lo passò fra capatine veloci in stiva per assicurarsi che i suoi cavalli stessero bene e l'mproba missione di dare allo shuttle 2 un aspetto almeno abitabile. Alla fine era comunque soddisfatta dei suoi sforzi: aveva ricoperto il tavolo con una splendente tovaglia arancione e al centro aveva messo una semplice composizione di marghetite bianche e felci; sul letto non poteva passare inosservato uno sfolgorante copriletto stile patchwork tutto sulle tonalità del giallo e dell'arancione...certo, lei non avrebbe passato molto tempo a letto, ma non potendo dormire sul nudo materasso tanto valeva fare le cose in grande. Sul comodino, con tanto di lampada a gas rinnovabile, aveva sistemato un libro ed una seconda ma più piccola composizione  di margherite. Infine, siccome quelle fredde pareti metalliche proprio non la convincevano, prese da uno dei suoi bauli (le imprecazioni in lingua galattica di Jayne mentre li portava nello shuttle, Morgan le avrebbe ricordate per un bel po' di tempo) qualche telo rosso scuro di lucida seta e li fissò appena sotto il soffitto sfruttando i gancini che in realtà servivano per far passare qualche filo elettrico il cui scopo era a lei ignoto. Ecco adesso Morgan riusciva quasi a respirare aria di casa.
Nel frattempo però erano passate più di tre ore ed era in ritardo per la cena di circa un quarto d'ora. Per fortuna gli altri non si erano posti troppi problemi e avevano già cominciato a mangiare, così lei non si sentì troppo in colpa quando entrò in sala da pranzo:
-Scusate...sono in ritardo...-
-Problemi?- s'informò il Capitano.
-No, è solo che adesso il suo shuttle è molto più bello Capitano!- rispose lei raggiante mentre studiava il cibo nel suo piatto: qualcosa che sembrava una fetta di pane tostato con qualcosa di squagliato sopra, una specie di rapa rossa solida come un uovo bollito e un mucchietto di foglioline verde scuro lessate ma straordinariamente saporite. Senza chiedersi cosa stava per mangiare, non voleva saperlo, Morgan attaccò senza pensare la rapa rossa...che scoprì non essere quello che sembrava.
-Allora Morgan cosa ti porta su Calliphora con due cavalli?- chiese Wash con aria innocente mentre addentava quello che sembrava pane tostato.
A Morgan venne un colpo. Quella domanda era stata fatta così tanto per parlare oppure aveva uno scopo ben preciso? Forse le era scappato detto qualcosa che aveva fatto insospettire il Capitano? Un pezzo di cibo le andò dritto nei polmoni e lei in un nanosecondo divenne più rossa della rapa che stava mangiando e cominciò a tossire come una forsennata. Mentre Kaylee le dava dolci colpetti sulla schiena e lanciava al povero Wash un'occhiataccia di rimprovero, Morgan prosciugò alla velocità della luce il bicchiere d'acqua che aveva di fronte, ma senza risultato, quindi agguantò la brocca al centro del tavolo e lo riempì nuovamente. Ricominciò a bere e la tosse si calmò lievemente. Nel frattempo Wash si era alzato, aveva afferrato il piccolo estintore a polveri di idrogeno liquido e ora stava puntando contro la ragazza un piccolo imbuto rosso, pronto a svuotare la bomboletta su di lei, ovviamente per scherzo; tuttavia l'espressione del viso dell'uomo era talmente seria e lui davvero pronto all'azione, che a Morgan venne ancora di più da tossire. Risultato: tutto il contenuto del bicchiere d'acqua andò ad innaffiare il Capitano e il Pastore Book seduti di fronte a lei. Zoe non riuscì a trattenere una risata, che si placò solo in parte dopo uno sguardo contrariato di Mal:
-Meraviglioso...avevo proprio bisogno di un bagno!- sentenziò lui mentre si asciugava con il tovagliolo.
Il reverendo invece non fece una piega, ma si tamponò la camicia grigia e disse:
-Per fortuna che tu non sei in grado di moltiplicare le cose come....qualcun'altro!- e sorrise ironicamente.
-Scusate, scusate....oddio Capitano mi dispiace! Pastore....mi scusi....-
Ripresasi dall'attacco convulso di tosse isterica, Morgan si era allungata sopra al tavolo e stava cercando di aiutare i due sfortunati a riacquistare un aspetto decente.
-Ok...ok...grazie Morgan...sono a posto!- protestò il Capitano leggermente irritato.
-Certo...ehm...scusi...Capitano!- ribattè Morgan mortificata quasi sottovoce mentre si ricomponeva sulla propria sedia con il viso ancora rosso, ma per la vergogna in questo caso.
-Ok cambiamo argomento...cosa fai nella vita Morgan?- le chiese Mal tenendo insistentemente d'occhio il cibo della ragazza, in modo da scansarsi se questa avesse ripreso a tossire.
-Sono un veterinario.- risposta breve e secca che a Mal dava tanto l'impressione di voler nascondere un pressante disagio. Per questo il Capitano disse:
-Ma dai?! E cosa porta una veterinaria con due cavalli su Calliphora?- finita la domanda afferrò agilmente il piatto di Morgan e lo allontanò per impedirle di mangiare e quindi soffocarsi una seconda volta. Non aveva bisogno della prima doccia, tanto meno ne desiderava una seconda.
Morgan rimase interdetta per un secondo, fissando la tovaglia vuota sotto il suo naso, poi con evidente imbarazzo:
-Ehm...niente di particolare...mio papà...ehm....vive là...e i miei cavalli hanno una certa età...- s'interruppe per un breve istante, poi: -....pensione!- scattò improvvisamente come se una lampadina le si fosse appena accesa nel cervello -...li sto accompagnando perchè ormai hanno una certa età...ehm...ed è ora che vadano in pensione!- concluse nervosa e portando lo sguardo sul suo piatto che Mal ancora tratteneva lontano da lei.
Non troppo convinto di quella risposta, e senza fare niente per nasconderlo, il Capitano restituì la cena alla legittima proprietaria. La ragazza non fece in tempo ad addentare un altro pezzo di rapa (che rapa non era effettivamente) che Jayne rise sommessamente:
-Cosa c'è Jayne?- chiese Zoe con fare inquisitorio.
Lui rispose con tono da spaccone, come sempre:
-Credevo che i veterinari non esistessero più....insomma la gente fa fatica a campare...-
Morgan si schiarì la voce e rivolse una semplice domanda: 
-Capitano...questa è carne, vero?- chiese indicando la rapa.
-Ehm...sì.-
A quel punto, sempre senza smettere di mangiare, con determinazione si lanciò e decise di non risparmiarsi, mentre metteva Jayne al suo posto:
-Bene, allora auguro a tutti noi che i veterinari che hanno supervisionato sia gli animali che stiamo mangiando che il processo successivo di lavorazione siano stati sufficientemente competenti per individuare eventuali malattie. Vedete le malattie che si possono trasmettere attraverso il cibo sono infinite, si va da infestazioni ad infezioni. Personalmente considero le infestazioni le più gravi, fastidiose e difficili da debellare. Ultimamente hanno scoperto una nuova forma di Toxoplasma, resistente alla conservazione per inciso, che provoca nell'uomo sintomi come vomito, diarrea, cecità, difficolta nella coagulazione ematica e paralisi progressiva di tutti i muscoli, quindi la morte avviene per soffocamento in genere, sempre che non ti uccida prima l'edema cerebrale...ah ed impotenza anche fra le altre cose...- e a quel punto si fermò un breve istante per lanciare un'occhiata furtiva a Jayne, poi: -Certo sono tutte patologie perfettamente curabili...grazie a lunghe ed estenuanti cure che provocano atroci effetti collaterali come alopecia, riduzione della massa muscolare ad un quarto, alterazioni gastro-intestinali, riduzione della materia grigia encefalica...oddio sono tutti effetti reversibili ovviamente...- pensò un secondo poi concluse soddisfatta: -...direi che nel giro di un paio di anni di disumane sofferenze si dovrebbe riprendere una vita pressochè normale...- alzò lo sguardo e vide otto paia di occhi sgranati che la fissavano senza battere ciglio e otto bocche vuote, aperte spalancate.
-Spero che questa carne sia stata cotta...vero?- rincarò la dose fingendosi improvvisamente preoccupata.
Kaylee inghiottì a fatica un grumo denso di saliva, poi disse:
-Sì...questa volta...ma non sempre...- faceva fatica a respirare.
Morgan le strizzò l'occhio con fare complice, poi sorridendo:
-Beh...finchè si tengono temperature di cottura molto alte non dovrebbero esserci problemi!- sentenziò addentando un'altro pezzo di carne senza fare una piega.
Vendetta compiuta: Jayne, con un grugnito, allontanò da sè il piatto ancora mezzo pieno. Gli altri, che avevano colto l'occhio di Morgan strizzato a Kaylee ripresero a mangiare come niente fosse.
La cena proseguì senza che Jayne proferisse parola, mentre rimuginava su quello che il veterinario aveva appena detto, in particolare quelle cose sull'impotenza e l'alopecia (passò circa un quarto d'ora a chiedersi cosa volesse dire quest'ultimo termine, poi concluse che doveva avere a che fare con la diarrea); gli altri, invece, parlarono e scherzarono fra di loro. Alle nove circa, Morgan si alzò dal tavolo e salutò l'equipaggio:
-Io mi ritiro...grazie di tutto. Buonanotte.- sembrava in difficoltà, ma voleva stendersi un paio d'ore prima di cominciare la sfacchinata, come ogni notte.
-Così presto?- chiese Kaylee fissandola con due occhioni brillanti.
-Sì...ehm..è stata una giornata faticosa...-
-Magari posso farti rilassare io....-disse Jayne risorgendo dai suoi pensieri. Il vocione possente del mercenario suscitò varie reazioni: Wash ed il Pastore Book alzarono gli occhi al cielo (il Pastore per pregare Dio che quella bella ragazza non accettasse, gli stava simpatica); Kaylee e Zoe sbuffarono spavalde sicure che nessuna donna del quoziente intellettivo che Morgan sembrava avere, avrebbe accettato quella proposta; River disse con ostentata sicurezza: -E 'stato appurato che rapporti sess...- Simon la interruppe inorridito: -RIVER...NO!- poi rivolto a Jayne in tono sarcastico: -Ti piacerebbe....-.
Il Capitano, invece, con la bocca già aperta ed un'espressione minacciosa in viso, era pronto a latrare qualche rimprovero a Jayne. Morgan, però, con un gesto della mano lo fermò. Poi languidamente si avvicinò al ragazzone, gli pose dolcemente una mano sulla spalla destra e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, piano piano, in modo che quelle parole potessero essere udite solo da lui; dopo di che uscì dalla sala da pranzo e si diresse sorridendo verso lo shuttle 2.
Nessuno aveva sentito le parole che Morgan aveva bisbigliato a Jayne, ma dal sorriso soddisfatto da vincitore che si dipinse sul viso di lui, tutti capirono cosa lei doveva avergli detto, e tutti rimasero di stucco.

(1) "Secrets" - OneRepublic

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Capitolo 3
*** Night Life ***


NIGHT LIFE 3 NIGHT LIFE(1)

I programmi di Morgan per quella notte non erano differenti rispetto a quelli delle notti passate, nonostante ora si trovasse sulla Serenity sospesa nel vuoto dello spazio. Raggiunto lo shuttle 2 si stese sul letto per un paio di ore circa, dopo di che il suo interiore meccanismo di sveglia al quarzo svizzero che si era differenziato nel corso dei precedenti mesi, le impose di alzarsi. Si vestì velocemente e, mentre sgusciava silenziosamente fuori dal suo alloggio diretta alla stiva, ripensò all'eterogeneo e pittoresco equipaggio dell'astronave che la stava ospitando. Wash, lui sì che era quello fuori di testa, e cioè il talentuoso e pazzo pilota che aveva conquistato Zoe. La fredda ma al tempo stesso affidabile ed implacabile Zoe a fianco della quale chiunque si sarebbe lanciato nel fuoco sicuro che non sarebbe stato abbandonato. La dolce Kaylee, meccanico della Serenity che per lei era come una persona, anzi la sua bambina. Jayne, un uomo che non era possibile piegare, ma che per spezzare sarebbe bastato fare due cose: sventolargli sotto il naso un bel gruzzolo di soldi oppure, come aveva fatto Morgan quella stessa mattina per farsi offrire un passaggio sulla Serenity, fargli due moine. Povero Jayne! Magari in quel momento la stava aspettando nella sua cabina...aspetta aspetta Jayne!! Il Pastore Book, enigmatico e misterioso uomo di fede che secondo Morgan nascondeva un passato...forse con l'Alleanza? Forse aveva preso i voti dopo chissà quale raccapriciante esperienza vissuta fra le fila dell'Alleanza? Chissà; ma forse Morgan non l'avrebbe mai scoperto. E poi c'erano il dottor Tam e la sorella. Il giovane e promettente dottore tutto d'un pezzo, ma che sapeva anche essere ironico e dolce, per la gioia di Kaylee, pensò Morgan mentre scendeva le scale verso la stiva. La ragazza sperava solo che Simon fosse riuscito a tenere a bada River almeno fino a Calliphora; era chiaro che l'Alleanza cercava anche loro, cioè lei più che altro. River Tam dava un nuovo significato alle parole "mostro d'intelligenza"; Morgan sospettava che il suo QI avrebbe fatto impallidire perfino Einstein. "Beh Einstein o non Einstein speriamo che non mi faccia scoprire, adesso che sono così vicina alla fine..." pensò mentre apriva la porta del box dei suoi cavalli e ci si infilava dentro. A bassa voce si rivolse ai due puledri che le si erano avvicinati per vedere se potevano raccimolare qualcosa di più goloso che del fieno pellettato ad alto contenuto proteico, che sarà anche stato cibo sano ma per le loro papille gustative non era sicuramente una festa:
-Hey, ragazzi...giornata intensa eh?- si fece annusare le mani, poi come ogni notte, con una cominciò a grattare la gola di Jam of Pearl mentre con l'altra l'orecchio di Juice of Angel. Mentre i due cavalli cominciavano a rilassarsi come se lei avesse premuto un pulsante segreto, il pensiero di Morgan volò al Capitano Malcom Reynolds. Il granitico Capitano che, lei ne era convinta, era riuscito a sopravvivere alla guerra contro l'Alleanza solo grazie alla sua capacità di trasmettere ottimismo ai suoi sottoposti, al suo sarcasmo e alla sua tenacia, oltre che al coraggio che sicuramente ogni tanto poteva sembrare incoscienza. Insomma un uomo che nessuno sarebbe riuscito nè a piegare nè tantomeno a spezzare, anche se lui riusciva a far credere il contrario. In fondo però aveva un cuore d'oro (tutti i suoi compagni lo chiamavno Mal) e su quella nave con il suo equipaggio si sentiva come a casa con la sua famiglia. Le piaceva, sì decisamente il Capitano piaceva a Morgan, forse un filo più del dovuto...
A quel punto, però, tutta la sua attenzione dovette concentrarsi su Juice of Angel, il più grande dei due puledri. Il calvario che ogni notte Morgan doveva affrontare stava cominciando: l'animale cominciò a schiumare dalla bocca, ogni singolo muscolo del suo statuario corpo s'irrigidi improvvisamente e lui cominciò con fatica ad indietreggiare finchè con la groppa non andò a sbattere contro la parete dell'astronave. Morgan lo seguì senza smettere di grattargli l'orecchio e, anzi, con l'altro braccio gli circondò dolcemente il collo:
-Hey hey ragazzone....ok tranquillo, sono qui, sono qui Angie...sono qui...- gli sussurrò piano per cercare di tranquillizzarlo.
Per quello Morgan stava scappando, perchè l'Alleanza voleva i suoi cavalli per trasformarli in cavie da laboratorio, per studiarli e Dio solo sapeva che altro avrebbe fatto loro se fosse iuscita a trovarli. Morgan ovviamente non avrebbe permesso a nessuno di quei macellai di avvicinarsi a loro, anche a costo della vita. I suoi cavalli avevano una mutazione genetica più unica che rara e che li rendeva speciali. Erano cavalli instancabili e potenti, più di ogni altro, ma ogni notte quel disordine genetico causava loro qualcosa di simile a crisi epilettiche intermittenti che duravano circa un paio di ore, cioè il tempo necessario affinchè i loro anticorpi entrassero in azione. Mesi e mesi di notti in bianco avevano permesso a lei di trovare una tecnica, non molto scientifica ma comunque efficace, per ridurre la sofferenza dei suoi animali e, quindi, anche la sua. Morgan aveva scoperto due punti strategici sul corpo dei suoi puledri, e cioè la gola di Jam of Pearl e le orecchie di Juice of  Angel, e aveva scoperto anche che dolci ma incessanti carezze in quei punti rilassavano molto i due animali, le cui crisi, in questo modo, si riducevano sia di tempo che d'intensità. Juice of Angel, più grande di Jam of Pearl di quattro anni, era sempre il primo a "partire", mentre il fratello lo seguiva mediamente un'oretta più tardi, quindi il momento peggiore era l'ora in cui la ragazza doveva dividersi fra l'uno e l'altro degli animali per calmarli in sequenza. Accidendi certe notti avrebbe voluto avere un clone, mentre altre volte si addormentava sulla paglia insieme a loro, sfinita e senza neanche avere le forze necessarie per trascinarsi a letto. Come accadde quella notte; evidentemente lo stress del cambiamento di "casa" aveva aumentato il livello basale di acetilcolina nel cervello degli animai ed entrambi sembravano impazziti, pensava Morgan mentre, schivando un calcio sulla destra e una testata a sinistra, cercava di allungarsi fra l'orecchio destro di Angie e la gola di Jamie. Alle quattro del mattino i puledri si erano calmati e distesi a terra, sfiniti...finalmente. Morgan si accoccolò fra di loro ed in un nanosecondo si addormentò...cioè svenne dallo sfiancamento più che altro; per questo non si accorse che qualcuno, alle prime ore del mattino, anche se l'alba in pieno spazio non c'era, aveva preso a fissarla come stregato.

********************

Alle sette del mattino il Capitano Reynolds era solito fare un giro della Serenity per controllare che tutto fosse in ordine. La mattina dopo la partenza da Pesephone non fece eccezione. Tutto sembrava essere al suo posto dappertutto, tranne che nella stiva. La prima cosa che Mal vide fu quello che mancava, e cioè da dove si trovava lui in cima alle scale, sembrava che i due cavalli della sua passeggera non fossero nel loro box. Con il cuore in gola, si avvicinò cautamente per vedere cosa fosse successo...eppure la porta era chiusa...non potevano essere scappati...
In effetti non erano scappati. I due cavalli erano pacificamente distesi a terra e stavano dormendo come due angioletti, due enormi, pelosi e biondi angioletti a quattro zampe. Tra di loro c'era anche Morgan. Con la testa appoggiata sul collo di uno dei cue cavalli e i lunghi capelli scuri che ricadevano sulla spalla dell'animale creando un contrasto di colori molto suggestivo, anche lei stava dormendo mentre con una mano continuava ad accarezzare, spinta da un riflesso autonomo evidentemente, la gola di uno e l'orecchio sinistro dell'altro cavallo. Tutto sommato era un quadretto quasi commovente.
Il Capitano Reynolds si fermò ad osservare quell'immagine come incantato, con i gomiti appoggiati alla porta del box. Doveva ammettere che Morgan era davvero bella, e in quel momento, con i lineamenti dolci e regolari del viso rilassati dal sonno lo era ancora di più. Restò a guardarla respirare per diversi minuti, incapace di muoversi, come se qualcosa in quella strana situazione lo avesse ammaliato. Il giorno precedente era rimasto affascinato dalla maestosità di quei due possenti animali, ma ora, mentre tutti e tre erano addormentati e rannicchiati stretti l'uno all'altra sembravano così vulnerabili...e poi quell'incessante movimento delle mani di Morgan attorno alla gola e all'orecchio degli animali, lo rapì letteralmente.
Non riuscì a distaccare lo sguardo neanche quando la ragazza si mosse, spostandosi un po' verso l'alto. A quel punto però la criniera del cavallo cominciò a solleticarle il naso e lei si svegliò con uno starnuto. Immediatamente si mise seduta e si stiracchio con calma, prima di accertarsi che i due cavalli stessero bene dopo la travagliata notatta.
Fece per alzarsi, ma vide il Capitano che la stava fissando. Arrossì:
-Ehm...Capitano...cosa ci fa...qui...-
Il Capitano non fece un plisset:
-Niente...verificavo che i miei restanti ventimila crediti arrivassero sani e salvi alla fine della giornata. Tu invece? Pensa che io credevo che il mio shuttle fosse comodo!-
Morgan si alzò in fretta e cominciò a togliersi la paglia dai capelli; nel frattempo pensava velocemente a cosa rispondere al Capitano, dal momento che la frase "Ho dei cavalli speciali con crisi epilettiche quotidiane che l'Alleanza vuole studiare per questo sto scappando!" era da escludere dalle possibili opzioni.
-Ehm, no anzi...il suo shuttle è comodissimo si figuri...è solo che...solo che...quando non riesco a dormire...ehm loro mi rilassano...- concluse imbarazzata uscendo dal box. Poi, visto che lui la fissava incerto si difese: -Hey...il suo meccanico parla con i bulloni e io non posso dormire con i miei cavalli?- il tono eccessivamente irritato serviva a mascherare il crescente imbarazzo.
I movimenti della ragazza svegliarono anche i due puledri che subito si misero in piedi allungando le giunture intorpidite dal sonno e anchilosate dalla crisi notturna. Mal continuava a studiarli rapito.
-Si sta chiedendo come faccio a distinguerli.- intervenne la ragazza con decisione avvicinandosi a lui.
-Sì...non è che per caso sono clonati?-
-Scherza? Sono completamente diversi l'uno dall'altro, non vede?-
Mal si concentrò ancora sugli animali: stesso colore, quattro zampe, una testa con due orecchie, una coda...no decisamente a lui sembravano identici come due gocce d'acqua.
Morgan non ebbe bisogno di una risposta; cominciò a parlare dei suoi cavalli mentre gli occhi le si illuminarono, avrebbe potuto andare avanti per delle ore:
-Allora Jam è un po' più alto ed ha il pelo leggermente più scuro...e poi vede la macchia bianca sulla fronte? E' un po' più  grande. Angie invece ha un macchia bianca in più sul posteriore destro..vede? E gli occhi sono più chiari. E poi Jam è molto più affettuoso e curioso, Angie è più diffidente segue le persone con lo sguardo continuamente come se volesse tenerle sotto controllo, sembra quasi freddo..ma se sai come prenderlo diventa un tenerone! Anche se entrambi hanno un bel caratterino...e coraggiosi come due leoni...Jam è un po' più forte e potente...insomma con la loro massa anche tre centimetri fanno la differenza! ...aspetti...guardi...-
A quel punto si avvicinò al box, tirò il chiavistello che lo chiudeva e aprì leggermente la porta, poi si avvicinò al Capitano e gli disse, in modo del tutto naturale e senza pensare:
-Venga...mi abbracci...- e lei per prima gli mise le braccia attorno al collo.
Neanche gli avesse messo davanti un piatto di fumanti lasagne, Mal non se lo fece ripetere due volte. Circondò la ragazza in uno stretto abbraccio e lei appoggiò la testa al suo torace tenendo gli occhi fissi sui cavalli. Tempo: un minuto cronometrato e Jam of Pearl cominciò timidamente a farsi strada fuori dal box, seguito a ruota dal fratello. Entrambi annusavano un po' l'aria e un po' il pavimento della stiva e passo dopo passo alla fine un morbido e vellutato naso candido cercò di insinuarsi fra Morgan e Mal, continuando ad annusare, particolarmente interessato dalla faccia del Capitano che chiuse gli occhi e chinò leggermente il capo sulla testa della ragazza.
-Vede..com'è curioso?- bisbigliò lei alzando lo sguardo ed incrociando gli occhi scuri di lui.
Fra i due seguì un momento di sfuggente attrazione e successivo disagio. Mal avvicinò appena il viso a quello di Morgan come se volesse baciarla, ma poi si bloccò. Rimase fermo per un istante fissando gli occhi neri e brillanti di lei, infine, come se ci avesse ripensato, si ritrasse e, per confondere le acque disse piano, quasi in un sussurro:
-Hai un po' di paglia qui...- deglutì faticosamente ed allungò un mano per toglierle un filo di paglia dai capelli.
Lei, dopo aver agganciato i magnetici occhi di Mal, che con quel particolare riflesso di luce sembravano blu, non li mollò più, ma continò a fissarli come se avesse voluto annegarci dentro. Le loro mani si intrecciarono mentre anche lei cercava di togliersi la paglia dai capelli...e....quel contatto ruppe l'incanto. Come percorsi da una potente scossa elettrica, entrambi si allontanarono di scatto:
-Ehm...ha visto come sono curiosi....- disse Morgan imbarazza e arrossendo mentre faceva delicatamente indietreggiare i puledri fino a chiuderli nuovamente nel box.
-Già...sì ehm...ho vitso...affascinante...- ribattè Mal. Poi, sempre per confondere le acque: -Vieni ti offro un caffè...e chiamami Mal...comunque...- concluse schiarendosi la voce.
-Sì...sì certo...ehm...grazie..-
Risalirono le rampe di scale fino al ponte superiore, in perfetto silenzio, ognuno perso nei propri pensieri; se nello spazio ci fosse stata una mosca il suo ronzare si sarebbe udito a decine di metri.
 Raggiunta la porta dello shuttle 2:
-Forse sarà meglio che mi vada a dare una ripulita...ehm ti raggiungo.- disse Morgan ancora imbarazzata.
-Va bene...- Mal sorrise appena.
La giovane dottoressa scomparve nello shuttle.
Una volta dentro, la ragazza si buttò sul letto sbuffando. Ma perchè tutte le volte che incontrava un uomo interessante le cose dovevano sempre essere così dannatamente complicate? E poi lui aveva esitato prima...insomma per darle un bacio non sarebbe morto nessuno, ma lui si era tirato indietro. Forse c'era un'altra donna? Ma chi? Beh, Zoe neanche a pensarci, Kaylee men che meno, River Tam meno ancora...forse l'occupante dello Shuttle 1? Inara? Sorrise al pensiero del "Capitano-Malcom- Tutto-d'Un-Pezzo-Reynolds" innamorato di un'accompagnatrice. Beh, come pensava prima, quando lei incontrava un uomo interessante le cose erano sempre dannatamente complicate.
Si alzò sbuffando nuovamente, aprì l'armadio e prese un cambio di vestiti puliti e che non odorassero di stalla. Sconsolata e rassegnata si cambiò e si pettinò prima di raggiungere il Capitano in sala da pranzo.

(1) "Night Life" - Aretha Franklin

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Capitolo 4
*** Here We Belong, Fighting to Survive ***


FIGHTING TO SURVIVE 3BIS HERE WE BELONG, FIGHTING TO SURVIVE (1)

Moragn era soprapensiero (sì avete ragione, stava ancora pensando a Mal e a quello che avrebbe potuto succedere nella stiva ma non era successo) quando incrociò Jayne sulla soglia della sala da pranzo. Il volto del mercenario, che già normalmente non era un tripudio di dolcezza e gentilezza, quella mattina era più torvo e contratto che mai:
-Hey...io to ho aspettato ieri...- si lamentò come se si stesse riferendo ad un suo diritto violato.
Lei gli si fermò accanto, poi con voce ostentatamente dispiaciuta ribattè:
-Oh...scusa...ti avevo forse dato l'impressione che io e te....oh quanto mi dispiace...- lasciò in sospeso la frase che comunque non aveva nessun bisogno di essere conclusa.
Jayne però non aveva intenzione di mollare la presa, per cui afferrò la ragazza per un braccio e fissandola negli occhi con uno sguardo languido che fece drizzare a Morgan tutti i capelli sulla testa per la nausea le disse:
-Come!? E dai una settimana vola, magari stasera?-
Morgan buttò uno sguardo furtivo dentro la sala da pranzo e vide il Capitano che stava armeggiando con un bricco tutto ammaccato di alluminio e delle bustine. L'ultima cosa che Morgan voleva era bere un caffè con Mal mentre Jayne la tormentava, quindi andò giù dritta e senza complimenti:
-Senti Jayne, sono sicura che da qualche parte ai confini dell'universo ci sia un pianeta dove tu possa essere apprezzato. Sfortunatamente però, per quanto mi riguarda, il tuo quoziente muscoli/cervello è paurosamente troppo a favore dei primi, quindi credo che sarò costretta a rifiutare il tuo invito! Ma grazie comunque!- concluse educatamente.
Jayne rimase fermo sulla porta della sala da pranzo fissando la ragazza di fronte  lui come se stesse elaborando le parole che lei gli aveva appena detto. Poi grugnì, con un'espressione da due di picche dipinta in volto evidente come un'esplosione atomica.
In quel momento dalla sala da pranzo uscì Simon stringendo in mano una mela:
-Dottor Tam- lo salutò Morgan.
-Buongiorno Morgan!- fece lui di buon umore, poi si voltò verso il povero Jayne e gli lesse in faccia in un nanosecondo quello che era successo. Un enorme sorriso di puro divertimento e sadica soddisfazione si stampò sul viso del giovane dottore mentre diceva:
-Oh sì....aspetto questo momento da quando ho messo piede su questa nave!- e ridacchiò.
Simon non si fermò per commentare oltre, ma proseguì diretto in infermeria. Jayne grugnì ancora, ma per lui non era comunque finita, perchè dalla sala da pranzo spuntò River, anche lei con una mela in mano.
-River.- disse Morgan che ormai stava facendo una fatica disumana per trattenere una grassa risata.
La giovane proseguì con espressione impassibile, ma sia Morgan che Jayne sentirono quello che lei disse al fratello prima di scendere la rampa di scale che portava nella stiva:
-Lo sapevo lei è troppo intelligente.-
I due fratelli Tam avevano inflitto il colpo di grazia alll'orgoglio di Jayne, per cui Morgan decise che per quel giorno poteva bastare. Sorrise mestamente all'uomo davanti a lei e, prima di entrare in sala da pranzo gli diede una pacca sulle spalle.
Lui fece per seguirla dentro, ma il Capitano lo bloccò con la sua voce autoritaria:
-Jayne, vai a pulire la lettira dei cavalli di Morgan!-
-Oh no neanche per sogno!- si rifiutò lui con un ghigno schifato.
-JAYNE!!! HO DETTO vai a pulire la lettiera dei cavalli!!- tuonò più forte il Capitano.
Jayne si voltò mestamente e si diresse verso la stiva borbottando qualcosa di poco lusinghiero in lingua galattica che nessuno degli altri due capì.
-Poverino! Non dovevi, potevo tenerlo perfettamente a bada!- esordì Morgan.
-Oh lo so infatti non l'ho fatto per te! L'ho fatto per lui!- ribattè allegramente Mal porgendole una tazza piena di liquido nero fumante. Lei sorrise e si sedette al grande tavolo da pranzo che in quei giorni aveva al centro un bel recipiente pieno di rosse e succose mele. Una leccornia che i membri dell'equipaggio raramente si potevano permettere.
I due bevvero alcuni sorsi di caffè in un imbarazzante silenzio. Mal non sapeva cosa dire. Strano ma era così. In genere lui trovava qualcosa da dire in ogni situazione. Ok, ogni tanto capitava che quello che diceva era sbagliato e, in quei casi nella migliore delle ipotesi Zoe gli toglieva il saluto per il resto della giornata, mentre nella peggiore delle ipotesi, Wash era costretto a decollare in fretta e furia per andare a prelevarlo fuori da qualche locanda per evitare che un manipolo di accorati sostenitori dell'Alleanza gliele dessero di santa ragione. Ma mai una volta in tutta la sua vita era rimasto senza parole. Da un buon quarto d'ora la sua mente continuava a porsi la stessa domanda in loop: perchè poco prima non l'aveva baciata? Perchè si era tirato indietro? Morgan era una ragazza maggiorenne e vaccinata, oltre che bella e intelligente e un sacco di altre cose, ed era evidente che non si sarebbe opposta, ma allora perchè lui aveva esitato fino a tirarsi indietro? Insomma in fondo lui passava mesi e mesi senza vedere una donna...e adesso ne aveva una lì davanti a lui che non l'avrebbe respinto, ma lui si era fermato. Perchè? Forse perchè  averla vista poco prima così vulnerabile mentre dormiva pacificamente con i suoi animali, gli aveva instillato un senso di protezione istintivo e adesso lui aveva paura che lei gli si affezionasse troppo....noooo non era quello il motivo. Morgan, che per inciso stava scappando...lei poteva negare finchè voleva, ma lui conosceva fin troppo bene l'attenggiamento di chi scappa per non riconoscerlo, era abbastanza sveglia per capire che se fosse successo qualcosa fra di loro si sarebbe trattato solo ed esclusivamente un'avventura. No, il nodo allo stomaco che lo tormentava da prima che lui conoscesse la ragazza che gli stava di fronte in quel momento gli confermò che il problema non era Morgan, ma era lui, lui e lo shuttle N.1 che mancava dal suo posto da troppo tempo.
Per fortuna non dovette scervellarsi troppo per trovare un argomento di conversazione, anche se quello che lei scelse lo lasciò letteralmente pietrificato:
-Allora...Mal...com'è stata la battaglia di Serenity Valley?-
"Per la miseria...è ancora più sveglia di quello che pensavo!!" pensò lui mentre cercava di rimanere impassibile:
-Tu sei una che va al sodo, vero?- Mal scelse di non rispondere.
-Andiamo...è fin troppo evidente....una giacca marrone che comanda un'astronave che si chiama Serenity? Non sono mica scema!-
Mal sospirò mentre i suoi occhi si coprivano di un velo scuro e spesso e i lineamenti del suo viso si contraevano. Rispose serio e quasi bisbigliando come se la sua mente fosse migliaia di anni luce lontana da lì:
-Beh...la battaglia di Serenity Valley...è stata una disfatta...a quanto pare...-
-Già...a quanto pare...se l'hai combattuta dalla parte giusta!- ribattè Morgan anche lei seria in viso e nella voce.
-E tu cosa ne sai della battaglia di Serenity Valley?- chiese Mal improvvisamente ritornando al presente.
-Beh...c'era anche mio padre...dalla parte sbagliata però!- rispose lei d'impulso. Si pentì, non avrebbe dovuto nominare suo padre. Fissò l'espressione interrogtiva del Capitano e pensò che lui non poteva conoscere la fama di suo padre, anche perchè per lui suo padre si chiamava Novak, quindi...decise di spiegarsi meglio, tenendo per se qualche piccolo insignificante particolare e sperando che Mal non si facesse venire troppi dubbi sul racconto lacunoso che si apprestava a fare:
-Ah beh, mio padre è medico...- si schiarì la voce nervosamente -e al tempo della guerra fu reclutato dall'Alleanza...- "Ti prego non mi chiedere perchè, non posso risponderti!!" pensò mentre proseguiva -Lui rifiutò inizialmente...ma poi dovette cedere...sai gli avevano fatto la tipica proposta che lui non avrebbe potuto rifiutare...- lasciò in sospeso la frase perchè finirla le riportava alla memoria ricordi non propriamente idilliaci. Purtroppo però:
-Sarebbe a dire?-
A quel punto Morgan lasciò da parte ogni incertezza, se doveva rispolverare momenti dolorosi della sua vita, tanto valeva farlo in fretta. Con decisione completò il suo racconto:
-Beh...lo ricattarono. L'Alleanza rapì me e mia madre tenendoci sotto chiave per tutta la durata della guerra e costrinse mio padre ad arruolarsi come medico...- "Ti prego non mi chiedere perchè l'Alleanza avrebbe voluto rapire la famiglia di un semplice medico per costringerlo a passare dalla loro parte!!" urlò la mente della ragazza mentre continuava: -Lo spedirono all'inferno, cioè Serenity Valley! Per mesi fu costretto a  combattere contro quello in cui aveva sempre creduto. Per fortuna c'era un ufficiale...un generale credo...che fece da tramite fra i miei genitori...hanno tenuto me e mia madre praticamente rinchiuse per non so più neanche quanto tempo, e se non fosse stato per lui....lei sarebbe morta di ansia per mio padre...ci hanno liberate solo alla fine della battaglia, ma ormai mia madre era ammalata....insomma morì pochi mesi dopo...-
Il Capitano Reynolds rimase a bocca aperta. Sapeva che quelli dell'Alleanza erano dei bastardi, ma che fossero addirittura ricorsi a mezzi di quel tipo non se l'era mai immaginato. Sorvolò rapidamente sul fatto che non capiva perchè l'Alleanza avrebbe dovuto rapire una famiglia per costringere un medico qualunque a passare dalla loro parte e scrutò lo sguardo triste di Morgan mentre cercava di rinchiudere in un qualche cassetto del suo cervello un periodo che sicuramente avrebbe voluto dimenticare. Lei non c'era stata fisicamente a Serenity Valley, ma in un qualche modo l'Alleanza l'aveva costretta a vivere la "Sua Serenity Valley", e lui per primo sapeva che una volta conosciuta Serenity Valley, quella rimaneva nell'anima per sempre. Un moto di rabbia gli rivoltò lo stomaco come un calzino.
-Sì, Serenity Valley è stata l'inferno, tuo padre aveva ragione. E per l'Indipendeza è stata una disfatta, ma i miei uomini hanno continuato a morire anche dopo la fine della battaglia vera e prorpia...durante tutti quegli interminabili giorni in cui ci hanno lasciati lì in mezzo al nulla senza cibo, acqua...niente. La guerra è stata dura e i bombardamenti dell'Alleanza ci hanno distrutti, ma la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare è stato dare una ragione ai miei uomini per sopravvivere dopo la fine della battaglia pur sapendo di essere stati abbandonati...-
Mal e Morgan si fissarono negli occhi per un lungo istante durante il quale ognuno di loro rivisse quei momenti che non avrebbero mai dimenticato e forse non volevano neanche farlo, perchè se erano diventati quello che erano, era anche grazie a...cioè a causa di Serenity Valley.
Fu la voce di Wash all'interfono che riscosse i due:
-CAPITANO HO BISOGNO IN CABINA DI COMANDO!"
Mal tracannò velocemente quello che rimaneva del suo caffè, poi:
-Scusa devo andare a fare il Capitano!!-
Morgan gli sorrise dolcemente e basta, uno scuro velo di tristezza che ancora le oscurava gli occhi. Seguì con lo sguardo Mal dirigersi verso la cabina di comando e sparire lungo il ponte, poi prese una mela e l'addentò con gusto.

(1) Da "Princes of The Universe" - Queen

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Capitolo 5
*** You Don't Fool Me ***


YOU DON'T FOOL ME 3 YOU DON'T FOOL ME(1)

-NO! NO! NO! E' INACCETTABILE! Noi non devieremo dalla rotta per Calliphora!- abbaiò Morgan infuriata in faccia al Capitano.
-Che strano pensavo di essere io il Capitano di questa nave!!- rispose lui deciso ed ironico come sempre ma mantenendo una calma invidiabile.
-Già ma i soldi che ti darò direi che mi danno il diritto di dire la mia!- si difese la giovane, imbufalita e rossa in volto.
-Sì...in effetti i tuoi soldi ti danno il diritto di dire la tua....ora che l'hai detta, andremo a Boros!- concluse lui senza fare una piega mentre usciva dalla sala da pranzo.
Un quarto d'ora prima il Capitano aveva lasciato la ragazza in quella stessa stanza perchè Wash l'aveva chiamato in cabina di comando. Infatti in cabina di comando lo stava aspettando una comunicazione da parte di un suo cliente che voleva offrirgli un lavoro sul pianeta Boros. Questo lavoro consisteva nel sottrarre da un magazzino dell'Alleanza un carico. Era vero, il compenso non era stellare, ma il Capitano, che difficilmente si tirava indietro di fronte alla possibilità di derubare l'Alleanza, aveva deciso che una deviazione di qualche giorno dalla rotta per Calliphora sarebbe stata poca cosa; Morgan, volente o nolente, avrebbe dovuto adeguarsi.
Quando Malcom le aveva detto che il suo viaggio si sarebbe allungato di un paio di giorni, sarebbero stati cinque in effetti, ma quello era un dettaglio che avrebbe chiarito al momento giusto, lei era letteralmente esplosa. In quel momento Morgan lo stava seguendo verso la cabina di comando, agguerrita e continuando a gridargli che non poteva modificare il piano di volo.
-Oh...certo che posso, io sono il Capitano e un Capitano fa quello che vuole sulla sua nave!-
-Ma insomma è così importante questa cosa che non può aspettare che voi mi scarichiate a Calliphora dannazione!- imprecò Morgan afferrando Malcom per la manica della camicia e costringendolo a voltarsi.
-Certo! Che domande! Se era una cosa che poteva aspettare avrebbe aspettato!- le rispole  lui fissandola negli occhi che stavano lanciando nei suoi fiamme di fuoco.
-No senti Mal io non posso aspettare! Devo raggiungere Calliphora prima possibile! E' di vitale importanza!- ora lei si era lievemente calmata ed il pensiero di prolungare ancora la sua fuga con la possibilità che l'Alleanza la trovasse, le contrasse violentemente le viscere. In quel momento capì che la disperazione l'avrebbe addirittura spinta ad implorare  Mal di non deviare dai loro progetti iniziali. Tuttavia lo sguardo irremovibile di lui le face insorgere dei dubbi sul fatto che le suppliche potessero sortire qualche effetto.
-Senti Morgan, Boros allungherà il tragitto solo di un paio di giorni e poi sarà un lavoro facile facile...- s'interruppe indeciso se darle i dettagli, poi ripensò al discorso che avevano fatto mezz'ora prima e realizzò che magari l'idea di mettere i bastoni fra le ruote dell'Alleanza avrebbe potuto farle cambiare idea. Già e poi si ricordò che avrebbe avuto bisogno anche del suo aiuto, quindi decise di proseguire, anche se i dettagli non glieli comunicò tutti subito: -Atterriamo, prendiamo quello che dobbiamo prendere da questo magazzino di minima sicurezza dell'Alleanza e poi ce ne andiamo subito...liscio come l'olio.-
Tuttavia Mal non aveva calcolato la reazione della ragazza; lei, nel sentir pronunciare le parole "prendere" ed "Alleanza" nella stessa frase quasi svenne. Deglutì faticosamente il niente che aveva in bocca, dal momento che la saliva era un vago ricordo, e poi cercò di rifugiarsi nella collera per coprire il terrore che l'idea di andare dritta fra le braccia di quello da cui stava scappando le aveva fermato il cuore:
-L'Alleanza? NO! NO! Non se ne parla! Non possiamo! Noi...non andremo in nessun magazzino dell'Alleanza! NO! Tu adesso mi porti a Calliphora e poi fai quello che vuoi e dove vuoi, ma io non posso permetterti di portarimi così vicino all'Alleanza!-
Nella mente di Mal qualcosa, nelle parole della ragazza, non tornava. Come mai era così terrorizzata dall'Alleanza? Insomma la guerra era finita da un pezzo, lei e la sua famiglia erano ormai liberi  e nessuno aveva più dato loro fastidio, quindi perchè tanto terrore nei confronti dell'Alleanza? E come mai, se doveva semplicemente accompagnare i suoi vecchi cavalli in pensione, era così importante per lei arrivare velocemente a Calliphora?
-Beh, se non hai niente da nascondere l'Alleanza non dovrebbe essere un problema! Ci sono delinquenti di cui dovresti avere più paura! E poi scusa giorno più giorno meno a te che importa?! I tuoi cavalli sono in pensione, no?-
Quel "no" trapanò il cervello di Morgan come una punta di diamante; ebbe la certezza che Mal sospettava qualcosa.
-Merda!!!- imprecò lei abbandonando ogni contegno. Ma il peggio doveva ancora arrivare:
-Ah, e poi tu dovresti accompagnarci!- disse il Capitano buttando quella frase tra una battuta e l'altra come a volerla mascherare.
-COSA!!!???- barrì la ragazza con quanto fiato aveva in corpo. -IO IN UN MAGAZZINO DELL'ALLEANZA??? NO!! NEL MODO PIU' ASSOLUTO!!! NEANCHE PER SOGNO!!! Ma cosa c'entro io? Il lavoro è tuo io sono un passeggero pagante...e ti pago profumatamente anche!!- concluse con lo stesso volume di voce con il quale aveva iniziato.
Ma potevano andare ancora peggio le cose per Morgan? Certo, farsi convincere a buttarsi nella bocca del lupo avrebbe decisamente peggiorato le cose.
-Beh...dobbiamo rubare degli animali...e visto che a occhio e croce tu sei l'unica fra noi in grado di riconoscre quella particolare specie che dobbiamo prendere, direi anzi che tu sarai il nostro asso nella manica!- concluse quasi raggiante Mal con quel suo sorriso ironico da vincitore stampato in faccia.
-Oh, senti fatti mandare una foto, o qualcos'altro! Io non ci vengo a buttarmi fra le braccia dell'Alleanza!- si rifiutò ancora la ragazza incrociando le braccia al petto per ostentare una sicurezza di se che in realtà non aveva.
Mal giocò un'altra carta per convincerla:
-Tu sapresti distinguere un ermellino qualunque da un ermellino siberiano?-
-Certo!- rispose lei facendosi soppraffare dal proprio orgoglio. Davvero il Capitano osava mettere in dubbio le sue qualità di veterinario? Mal sorrise, mentre lei gli spiegava con fare molto professionale:
-In effetti non è facile distinguere un ermellino siberiano da un ermellino dell'Alaska, per esempio. Entrambi hanno il pelo bianchissimo e la coda marrone, ma l'ermellino siberiano è più morbido, perchè sotto, vicino alla pelle, ha uno strato di peli molto più densi e sottili rispetto ai peli più lunghi che formano la vera pelliccia. Questo gli permette di creare un maggiore strato atermico rispetto alle altre specie, quindi riduce di molto gli scambi di calore con l'ambiente esterno...- si fermò improvvisamente perchè aveva realizzato solo in quell'istante il piano del Capitano per convincerla ad accompagnarli: -....oh merda, mi hai fregato!- concluse Morgan irritata.
-Visto? Sei indispensabile per questa missione...noi non sappiamo niente su...strati termometrici....- rispose lui trionfante.
-No, senti è una sciocchezza posso farvi vedere come si fa...-
Proprio Morgan non voleva mollare. Pazienza, Mal aveva ancora l'ultima freccia al suo arco, ed era sicuro che questa non avrebbe mancato il bersaglio:
-Non ti chiedi come mai l'Alleanza vuole degli ermellini siberiani?-
Siccome lei lo fissava interdetta senza capire il nesso di quella domanda con la situazione di cui stavano discutendo, lui continuò: -Perchè li vuole ammazzare e farci delle pellice per quei bastardi dei loro alti ufficiali!-
Il viso di Morgan improvvisamente avvampò perchè aveva capito cosa stesse cercando di fare il Capitano. Lo interruppe ferocemente:
-NO! NO! Non ci provare! Ho capito cosa stai cercando di fare! Tu vuoi farmi sentire in colpa! NO! Non ci riuscirai!- 
-E la gente sulle lune più lontane delle galassie muore di fame!- continuava imperterrito Mal riuscendo benissimo a sopprimere un sorriso perchè aveva capito che la sua strategia stava funzionando.
-Ho detto NO! Mal! Smettila!!- insisteva lei ormai in preda alla disperazione.
-Non vorrai mica che quelle povere bestiole vengano trucidate senza pietà perchè loro possano soddisfare le loro vanità, vero?- concluse Mal fingendo dolore anche se il suo cuore stava esultando.
-Merda! Merda! Merda!- imprecò Morgan nell'istante esatto in cui capì che Mal l'aveva fregata ancora facendo leva sui suoi punti deboli. Quell'uomo era maledettamente furbo, accidenti! In dieci minuti lui non solo l'aveva allontanata di due giorni dalla sua destinazione che era anche la fine di mesi e mesi passati a fuggire, ma l'aveva anche convinta a penetrare dentro un magazzino dell'Alleanza, cioè la cosa da cui lei stava fuggendo. Mentre abbandonava le braccia lungo i fianchi e si insultava per essersi fatta fregare come una bambina pensò che per sua fortuna Mal amava qualcun altra, perchè se per caso fra di loro fosse successo qualcosa, lui probabilmente sarebbe stato in grado di convincerla a buttarsi nel fuoco al suo posto.
-Va bene, ok! Hai vinto! Ti odio, manipolatore che non sei altro!- si arrese lei incenerendo il Capitano con uno sguardo. Poi fece una richiesta:
-Però devo comunicare con mio padre a Calliphora...devo avvertirlo del ritardo...ci sono delle cose che deve...ehm sistemare.-
L'imabarazzo della ragazza non passò inosservato al radar del Capitano, che però decise di sorvolare, almeno per il momento:
-Certo! WASH!!- chiamò mentre si voltava verso la cabina di comando.
-Wash! Fai rotta per Boros! Accettiamo il lavoro di Kit! E poi Morgan ha bisogno di contattare il padre su Calliphora-
-Linea sicura!- precisò la ragazza velocemente evitando lo sguardo interrogativo che Mal le lanciò.
Wash, fece prontamente scattare tre interruttori sopra la sua testa e digitò qualche tasto sul touch screen della console di comando:
-Allora...Boros...coordinate galattiche 54-983-67....fatto. E poi comunicazione con Calliphora...che destinazione?- chiese candidamente il pilota voltandosi verso Morgan e fissandola innocentemente con i suoi occhi chiari. Lei rimase impassibile mentre gli rispondeva:
-Chiama il servizio centrale, poi ci penso io.-
-Certo, come vuoi...- ribattè Wash un po' stupito e lanciando al Capitano un'occhiata interrogativa.
-In privato, per favore se non vi dispiace.- concluse lei.
-Certo, certo!! Wash, imposta la rotta poi vieni via e chiudi la porta...con la maniglia, perchè lo sai che la chiusura magnetica è rotta....- Mal diede queste istruzioni al suo pilota prima di uscire dalla cabina di comando.
-Certo...come no...maniglia...sicuro...- Wah rimase inizialmente interdetto per lo strano comportamento di Mal: maniglia? Ma che maniglia? La chiusura magnetica funzionava benissimo, anzi non aveva mai funzionato meglio. Ma certo...ora aveva capito.
Il pilota inserì ancora qualche comando, poi fece partire la comunicazione con Calliphora:
-Ecco vedi devi inserire la destinazione della chiamata qui...- e indicò a Morgan un rettangolo in basso a destra del video.
-Bene, grazie.- disse lei gentilmente mentre aspettava che Wash schiacciasse un ultimo pulsante appena sotto la plancia prima di uscire.
Dieci minuti dopo, scoraggiata perchè suo padre si era infuriato ed inviperita con sè stessa per essersi fatta raggirare come una stupida da Mal, Morgan uscì dalla cabina di comando diretta verso la sala da pranzo: aveva bisogno di un altro caffè. Quando varcò la soglia di quella stanza, però, rimase a bocca aperta. Tutti i membri dell'equipaggio erano seduti intorno al tavolo e la stavano fissando come si fissa qualcuno che ti mangia in faccia un succulento piatto di lasagne mentre tu sei a digiuno da giorni, cioè con moooolto interesse.
Come lei entrò nel loro campo visivo il Capitano, serio in volto, esordì:
-Direi che noi dibbiamo fare due chiacchiere Morgan.- 
La ragazza deglutì quello che invece che saliva era diventato acido cloridrico. Si impose disinvoltura mentre rispondeva:
-Oh, e di che cosa?- chiese restituendo uno sguardo impassibile a Malcom.
-Wash?!-
Il pilota, ubbidiente, si alzò dal suo posto ed uscì dalla sala da pranzo. Dopo pochi secondi dall'interfono risuonò chiara e limpida la voce Morgan.
Il sangue nelle vene della giovane dottoressa si gelò in un secondo: il Capitano aveva fatto registrare la sua conversazione col padre. Tutti ascoltarono con interesse la loro comunicazione, mentre la ragazza impallidiva sempre più a mano a mano che i dettagli dei suoi progetti affioravano come sassolini sul letto di un fiume che si sta proscugando.

-Ciao papà...- Morgan, voce scoraggiata.
-Ciao tesoro...che faccia che hai! Cos'è successo?- voce maschile profonda ed autoritaria.
-Devo posticipare il mio arrivo.-Morgan, voce secca
-Maledizione! Come mai?- voce maschile arrabbiata.
-Ti prego non me lo chiedere, mi odieresti se ti rispondessi!-Morgan, voce abbacchiata.
-Di quanto?- voce maschile scocciata
-Un paio di giorni....ma ho la sensazione che potrebbero essere di più.-Morgan, voce ancora più abbacchiata. In quel momento la ragazza si era resa conto che probabilmente Mal le aveva mentito sull'entità della deviazione.
-Più di un paio di giorni? PIU' DI UN PAIO DI GIORNI?? Morgan è un'eternità! Sono mesi che programmiamo questa cosa! Dovrò rivoltare l'intero pianeta per pianificare tutto di nuovo! Dannazione!!- voce maschile infuriata. Pausa, poi di nuovo voce maschile preoccupata: -Loro come stanno?-
-Bene, stanno bene...normale amministrazione. Hanno avuto una crisi un po' forte ieri notte dopo la partenza, ma è stato lo sress del cambiamento di ambiente. Stamattina stanno bene.-Morgan, voce sconsolata.
-Senti papà mi dispiace, ma trovare un passaggio con due cavalli ricercati dall'Alleanza non è esattamente la cosa più facile dell'universo!-Ancora Morgan, voce che denotava un timido tentativo di protesta.
-Ok, ok...ora chiamo subito la Federazione...stai attenta mi raccomando!- voce maschile scocciata.
-Che nave vi sta trasportando?- ancora voce maschile, ma diffidente questa volta.
-Un nave classe Firefly.-Morgan, risposta volutamente concisa.
-Gente fidata?- voce maschile preoccupata.
-Sì...sì il Capitano ha combattuto a Serenity Valley...direi che sa il fatto suo...- rispose Morgan avvilita. Poi sottovoce: -Speriamo solo che sia coerente a sufficienza per venire a riprendermi se mi catturano...-
-Cosa? Non ho sentito?- voce maschile molto preoccupata.
-Niente niente!- Morgan, risposta frettolosa.
-Senti ti richiamo quando ho notizie più precise. Comunque considera due o tre giorni di ritardo! Ci sentiamo! Ciao!!- Ancora Morgan, voce non solo frettolosa, ma proprio precipitosa.

La registrazione terminò e sei paia occhi incuriositi, indagatori e inquisitori erano puntati su Morgan che avrebbe voluto teletrasportarsi dall'altra parte dell'universo. Il settimo paio di occhi, quelli di River Tam la stavano sì fissando, ma Morgan ebbe la sensazione che le stessero leggendo nel cervello il significato della conversazione che lei aveva avuto con il padre.
Il Capitano sorrise mentre diceva semplicemente:
-Bene Morgan, siamo tutti orecchie!-
Lei inizialmente cercò di difendersi:
-Tu hai registrato la mia conversazione? Tu hai osato fare una cosa del genere!? Era una comunicazione privata! Dannazione!!- cercò di fingere collera meglio che poteva anche se già sapeva che non sarebbe riuscita a spuntarla, non con il Capitano.
Infatti il Capitano Malcom Reynolds, gli occhi ridotti a due fessure sottili, si alzò dalla sua sedia, serio e risoluto, si avvicinò alla ragazza e disse con un filo di voce tagliente come la lama d'acciaio di un coltello appena affilato:
-Senti non mi interessa quanto siano illegali i tuoi progetti! Ma io devo difendere la mia nave e il mio equipaggio! Devo assolutamente sapere cosa sta succedendo per poter agire di conseguenza, quindi me ne infischio della tua privacy  e dei tuoi problemi, perchè ora sono anche i nostri!-
-Merda!!- imprecò per l'ennesima volta nel giro di un'ora scarsa, Morgan. No, decisamente l'inizio della fine del suo incubo durato più di un anno non stava andando come aveva previsto.


(1) "You Don't Fool Me" - Queen

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Capitolo 6
*** Promised You a Miracle ***


CAPITOLO 4 PROMISED YOU A MIRACLE(1)
Simple Mind

Fissando lo sguardo irremovibile del Capitano Malcom Reynolds, Morgan impiegò un nanosecondo per capire che continuare a combattere con lui sarebbe stato inutile, quindi si sedette al tavolo di fronte alla sua inquisizione, respirò profondamente e si apprestò a cominciare il suo racconto. Lo fece senza preamboli che sarebbero stati comunque inutili, ma andò direttamente al succo del discorso:
-L'Alleanza mi cerca. Cioè cerca i miei cavalli più che altro.-
-E perchè l'Alleanza vorrebbe due vecchi cavalli prossimi alla pensione?- chiese ironico il Capitano.
-Perchè non sono nè vecchi nè tantomeno prossimi alla pensione. Sono puledri, cioè Juice of Angel ormai...insomma hanno quattro e otto anni. E l'Alleanza li cerca perchè sono speciali.- esitò un secondo prima di entrare nel merito scientifico della loro particolarità, ma Mal la incalzò impaziente:
-Sarebbe a dire?-
-Loro sono fratelli, stesso padre e stessa madre. La ricombinazione dei patrimoni genetici dei genitori ha trasmesso a loro due mutazioni genetiche molto particolare. Hanno due geni in più, per la precisione. Il primo gene collega la produzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore, con la produzione di melatonina. Il secondo gene codifica per un anticorpo anti-acetilcolina.-
Morgan si guardò attorno, ma vide che l'unico che non aveva la bocca aperta era Simon, cioè l'unico che aveva capito di cosa lei stesse parlando, infatti:
-Aspetta un secondo, ma di che sintomi stiamo parlando?- chiese il giovane dottore mentre il suo viso si accendeva d'interesse.
-Beh, sono animali che praticamente non dormono mai e non ne hanno neanche bisogno. Sono più forti e potenti della media degli altri cavalli della stessa età e massa corporea. Per questo l'Alleanza li vuole. Per studiarli e per creare un modo di trasferire tale condizione anche nei suoi soldati. Ovviamente questo significherebbe trasformarli in cavie da ricerca prima che vengano uccisi dagli esperimenti. Non è tutto rose e fiori, però, perchè queste mutazioni genetiche hanno un effetto collaterale, e cioè una specie di crisi epilettica che insorge ogni notte e dura circa un paio d'ore.- concluse gravemente lei mentre sentiva  i propri occhi inumidirsi al pensiero di quello che poteva capitare ai suoi cavalli, che per lei erano come fratelli.
-Aspetta aspetta vuoi dirmi che quando ti ho trovata con loro questa mattina....cosa stavi facendo esattamente?- le chiese Mal interrompendo il racconto.
-Beh, la notte la devo passare con loro, perchè se succde qualcosa almeno posso intervenire subito...inoltre ho scoperto che sono particolarmente sensibili ad una tecnica di manipolazione digitale in un'area innervata da una concentrazione paticolarmente elevata di terminazioni tattili...- guardando in faccia l'equipaggio della Serenity, Morgan capì che non la stavano più seguendo, per cui passò ad una definizione più terra terra della sua tecnica, che d'altra parte di sofisticato non aveva un bel niente: -...insomma grattini dietro l'orecchio o sotto la gola!-
-Ah adesso è più chiaro!- sentenziò il Capitano, mentre gli altri annuivano con il capo.
A quel punto però, Simon intervenne; sembrava in fibrillazione e a stento riuscì a reprimere un moto di esultanza:
-Whoa, ferma!  Ma tu hai appena descritto i sintomi della Sindrome di Collins...è una malattia rara negli uomini, ma è letale entro i primi cinque anni di vita...- 
-Sì, hai ragione i miei cavalli hanno la versione equina della Sindrome di Collins, ma la seconda mutazione genetica ha permesso loro non solo di sopravvivere oltre i cinque anni, ma vivranno benissimo come qualunque altro cavallo normale. E io non mi chiamo Novak, per la cronaca...ma Collins, mio padre è il dottor James Collins...quel Collins.- concluse quasi sussurrando vedendo che anche la bocca di Simon, adesso si apriva lentamente. Ma il giovane dottore si riprese subito. Si alzò dalla sua sedia, letteralmente galvanizzato e rosso in viso, mentre cominciava a blaterare cose per gli altri senza senso, per gli altri tranne che per Morgan:
-Aspetta! Tu sei la figlia del Dottor Collins! Accidenti ma quell'uomo è un genio! Oddio Morgan è una scoperta colossale...- prese a camminare avanti e indietro per la stanza -...gestendo bene un protocollo di ricerca si potrebbe trovare una cura per salvare tanti di quei bambini!- a questo punto si voltò di scatto verso Morgan e: -Vediamo se ho capito: il primo gene, quello di collegamento, scatena la produzione di acetilcolina quando aumenta anche quella di melatonina, cioè di notte. Le crisi epilettiche si originano dalla grande quantità di neurotrasmettitore che si scarica nelle placche motrici...i muscoli si irrigidiscono...dev'essere orribile, poveri animali...ma non soffocano? E il cuore come fa a continuare a battere?- Morgan aprì la bocca per rispondere ma Simon la precedette: -No, certo perchè i muscoli cardiaco e respiratori hanno una struttura ed un'innervazione differente rispetto a quelli striati! Nel frattempo però si avvia la produzione di anticorpo...ma ci vuole del tempo...due ore circa prima che vengano immessi in circolo e piano piano contrastino le crisi...- si fermò per riprendere fiato, le mani nei capelli, la sua figura proporzionata e slanciata tesa come la corda di un arco e gli occhi azzurri letteralmente illuminati. Proseguì, sempre senza lasciare il tempo a Morgan di intervenire: -Morgan con un semplice prelievo di sangue si potrebbe mettere a punto una terapia immunologica per salvare centinaia di migliaia di bambini....- ora anche il suo viso, che generalmente rifletteva i suoi sentimenti con il contagoccie, si era infervorato.
Morgan si schiarì la voce e poi intervenne prima di essere investita da un altra ondata di esaltazione di Simon:
-Sì, beh...in effetti sono quattro anni che ci stiamo lavorando con mio papà...e lo sto raggiungendo a Calliphora perchè stiamo mettendo a punto la fase finale della sperimentazione, quella con organismi artificiali apparato-simulatori...-
Simon la interruppe ancora più elettrizzato se possibile:
-Ma certo!! Organismi artificiali apparato-simulatori!! Così non dovrete neanche passare attraverso la sperimentazione animale...e neanche quella clinica...è straordinario...-
-Lo so!! Gli organismi artificiali sono stati una mia idea!- ora anche Morgan si stava entusiasmando. Si alzò di scatto dalla sedia e si avvicinò a Simon mentre ancora diceva, cioè quasi gridava in realtà: -Così niente torture per gli animali! Dobbiamo solo estrarre gli anticorpi dal sangue, riprodurre la sequenza genica con compatibilità umana, ovviamente, e...-
Simon la interruppe continuando al suo posto:
-Introdurre il gene in un veicolo che provvederà all'integrazione nel genoma dell'ospite....aspetta, scommetto che avete scelto un virus multi-sistemico!-
-Beh sì in modo che l'integrazione genica avvenga in tutti i tessuti, abbiamo scelto un virus multi-sistemico...questa è stata un'idea di mio padre.-
-E' grandioso! Morgan è semplicemente grandioso!!- concluse Simon sospirando e sentendosi sfiancato da tante emozioni.
-Hey senti perchè quando arriviamo non vieni in laboratorio...ti faccio fare un giro...- gli chiese Morgan contenta de aver trovato qualcuno col quale condividere la passione per la scienza.
-Accidenti sarebbe fantastico! Grazie!!- accettò lui quasi commosso.
-Va bene, okay ora basta!!- abbaiò il Capitano che fino a quel momento era rimasto in silenzio ma ora aveva esaurito la sua pazienza: -Scusate se interrompo i vostri programmi per la gita scolastica.- disse bruscamente. Poi si alzò e si avvicinò alla ragazza:
-Tutto questo è molto bello e renderà questo schifo di universo un posto migliore in cui vivere, grazie Morgan, ma non capisco perchè il tuo sbarco a Calliphora dovrebbe automaticamente corrispondere alla vostra salvezza dalle grinfie dell'Alleanza.- chiese freddo ed ironico il Capitano fissando la giovane negli occhi.
-Oh beh...perchè mio padre quando fa una cosa la fa in grande! A parte il fatto che una volta che la cura sarà resa disponibile per tutti, l'Alleanza dovrà fare i conti con l'opinione pubblica, quindi forse questo potrebbe bastare, ma non per mio padre! Ha fatto un accordo con la Federazione Intergalattica per la Salvaguardia della Salute in base al quale se la sperimentazione avrà successo noi e i miei cavalli rientreremo in un progetto di salute universale per cui saremo praticamente intoccabili!-
Mal non aveva obiezioni da fare, anzi la parola "intoccabili" lo aveva decisamente convinto.
Morgan, nonostante all'inizio fosse ovviamente restia a raccontare a tutti loro, che erano pur sempre degli sconosciuti, la sua storia, ora era contenta di averlo fatto. Nessuno di loro, Capitano in testa, si considerava pro-Alleanza, per cui, a parte Simon che era raggiante, gli altri non sembravano particolarmente turbati dal fatto di avere un bipede e due quadrupedi clandestini a bordo. Anche perchè Morgan aveva il sospetto di non essere l'unica fuorilegge sulla Serenity.
-Come hai intenzione di comportarti ora, Capitano?- chiese l'efficiente Zoe.
Mal rimase in silenzio qualche istante fissando il viso di Morgan e pensando a cosa sarebbe stato meglio fare, poi:
-Nessun cambiamento di programma! Si va a Boros e lei ci aiuterà a rubare gli ermellini all'Alleanza, dopo di che la portiamo a Calliphora.- Poi rivolto al pilota: -WASH!!- gridò come faceva sempre quando dovevano andare da qualche parte.
-Subito capo!!- ubbidì il pilota che non ebbe neanche bisogno di un ordine esplicito. Si alzò prontamente ed uscì dalla sala da pranzo diretto in cabina di comando. Il Capitano lo seguì a ruota dicendo:
-Allora la rotta è già prestabilita,  vero?-
I rossi capelli arruffati di Wash annuirono.
-Bene! Mettimi in comunicazione con Kit, voglio le piantine del magazzino dell'Alleanza!-
-Agli ordini capo!!- disse Wash da bravo soldatino.
-E smettila di chiamarmi capo!-
-Okay...capo!-
Mal alzò gli occhi al cielo, continuando a seguire il suo incorreggibile e pazzo pilota, rassegnandosi al suo senso dell'umorismo. Stava per raggiungere la cabina di comando dove Wash era al lavoro con la cloche già in mano, quando Morgan lo trattenne:
-Mal!-
Mal si voltò, e, per un secondo, rimase interdetto nel vedere lo sguardo della ragazza: i suoi occhi neri brillavano lucidi come un cielo notturno illuminato da una grande luna e milioni di stelle. Non rispose, riuscì solo a fissare quegli occhi scintillanti.
-Senti...- mentre parlava Morgan sembrava in difficoltà. Poi improvvisamente: -...quanto ci vorrà davvero per raggiungere Boros?-
-Ehm...un paio di giorni. Dopo il lavoro ripartiremo subito e arriveremo a Calliphora nel giro di quattro giorni, tranquilla!-
-Ah, okay...-
Mal fece per voltarsi e conquistare la cabina di comando, ma:
-Mal!!- ancora Morgan lo chiamò.
Ancora una volta il Capitano si voltò e non rispose, perso nel cielo di notte che erano quegli occhi che lo stavano fissando. Okay, quella ragazza aveva bisogno di dirgli qualcosa, ma non ci riusciva, forse non trovava il coraggio? Forse il suo orgoglio la frenava in qualche modo? Mal doveva sbloccare la situazione, primo perchè doveva parlare con Kit, le mappe del magazzino dell'Alleanza di certo non si sarebbero inviate da sole e se nessuno glielo avesse chiesto a quel cialtrone non sarebbe venuto in mente di inviarle, e secondo perchè anche lui aveva bisogno di qualcosa: aveva bisogno di sapere che cosa Morgan doveva dirgli. Fece un passo verso la giovane e, come sempre quando si sentiva in imbarazzo, parlò abbassando il tono di voce fino quasi a sussurrare:
-Dimmi...-
-Ehm...volevo solo ringraziarti per non avermi buttato fuori...- non aveva finito, ma Mal la interruppe, riacquistando il suo modo di fare spavaldo:
-Figurati....tutto pur di mettere i bastoni fra le ruote dell'Alleanza...e mettere nelle mie tasche altri ventimila...-
Detto questo fece per voltarsi un'altra volta, ma Morgan lo bloccò un'altra volta:
-Non ho finito! Accidenti perchè è così difficile dire certe cose!- sbottò spazientita e irritata con sè stessa più che altro. Poi respirò profondamente e si lanciò, parlando tutto d'un fiato: -Senti non mi lasciate là se mi prendono!  ...per favore...- concluse letteralmente implorando e prendendo a fissare con inconcueto interesse il pavimento di metallo del ponte fra la sala da pranzo e la cabina di comando.
Mal sorrise e, prima di rispondere, finse di pensare alle parole che gli erano appena state dette, come se dovesse valutare davvero la possibilità di andare a salvare Morgan in caso di una sua cattura o se sarebbe stato meglio lasciarla lì dov'era. Lei, dal canto suo, cominciò a tremare e le mani presero a pruderle dalla voglia di lasciare un segno a forma di cinque dita sulla faccia del Capitano per la sua esitazione. Si rilassò, solo quando lui rispose con apparente indifferenza:
-Uhm...sì va bene...in fondo per ventimila....-
In quell'occasione un nervoso pugno sulla spalla da parte di Morgan, al Capitano non glielo tolse nessuno.

(1) "Promised You a Miracle" - Simple Minds

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