L’ultimo assedio di Brema, la città che danza sull’acqua.

di xlairef
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 Una città sotto assedio e quattro eroi nervosi ***
Capitolo 2: *** Cap 2: Scusi, lei è in vendita? ***
Capitolo 3: *** Cap 3: Come rompere un assedio e altri rimedi casalinghi. ***
Capitolo 4: *** Cap 4 Tra moglie e marito.....meglio mettere almeno cento miglia di distanza ***



Capitolo 1
*** Cap 1 Una città sotto assedio e quattro eroi nervosi ***



 

 

“Onorabile Sir Robert, quando ci fermeremo per riposare? Fa così caldo che sento le mie ossa sciogliersi… Oh grande paladino, soccorritore dei deboli e degli oppressi…Insomma, cavaliere senza macchia, mi stai ascoltando?”
 
 
Nei deserti delle Terre Incantate il sole estivo è talmente caldo che bisogna essere pazzi per tentare di attraversare le sabbie ardenti per la calura di mezzogiorno.
O pazzi o umani, questo è il detto degli abitanti dei deserti roventi.
Quel giorno quattro figure, immerse tra le dune, arrancavano faticosamente verso la fine del mare di sabbia: un biondo cavaliere in cotta d’acciaio splendente che camminava a fianco del suo immacolato destriero, un ninja (senza occhi a mandorla) a torso nudo steso sulla groppa di un grifone, una creatura spettinata che pareva librarsi al di sopra del terreno cullata dal vento, e, in chiusura, una ragazza corrucciata in sella ad un roano nero, pure lui corrucciato.
 
“Sto cercando di orientarmi in questo deserto, …Chiedi a Cristanna un po’ di vento, se non sei in grado di procedere senza lamentarti…” sillabò con freddezza il cavaliere, Sir Robert, all’indirizzo del ninja, accasciato languidamente sul suo bizzarro mezzo di trasporto, e che per tutta risposta gemette ulteriormente.
“Secondo la norma 28456 del Codice Incantato, paragrafo 10, comma 45, ogni abitante delle Terre Incantate ha il divieto di intervenire, con l’ausilio di qualsivoglia mezzo, abilità, potere, allo scopo di agevolare e/o facilitare il cammino di esterni sulla superficie del territorio, pena il giudizio della somma Regina. Dovreste saperlo, no?” sciorinò al suo posto la jinn, allegramente impegnata a svolazzare tra le aure del suo amato (e gelido) Mistral, senza curarsi minimamente del resto della compagnia.
Con una lieve emicrania, Sir Robert riportò gli occhi all’orizzonte, impegnandosi a fondo per scorgere quella maledetta linea di nebbie che, gli avevano assicurato gli abitanti delle sabbie, segnava il confine con l’umido impero di ChengDu: nell’Alta Biblioteca di Brema, la capitale, era conservata l’unica copia valida ed esistente della mappa delle Terre Incantate, necessaria al loro viaggio.
“Ehi, non vale, Cris! Perché verso Fala soffi il tuo vento e a me no? Guarda il povero Lancillotto” e il ninja si girò ad indicare il suo grifone, che procedeva allegramente tra le sabbie, perfettamente a suo agio tra gli ardori del solleone “ guardalo, è quasi moribondo…Come puoi essere così crudele?”.
“Se non se ne rende conto non è un aiuto… E, nel suo caso, non credo si sia nemmeno accorta di dove siamo…” argomentò flemmatica Cristanna, indicando la principessa di Erd con un cenno del capo.
In effetti la ragazza sarebbe potuta tranquillamente piombare tra un’orda di Khan a cavallo o tra le fauci di una Sfinge senza notare nulla, impegnata com’era nel suo monologo preferito: l’elenco dei suoi diritti calpestati.
“…Impara la strategia, dice lui, impara a ragionare da regina…Ma io sono la regina! Se non fosse per quella schifosissima legge maschilista, voglio dire…Insomma, io sono la primogenita, chi se ne frega se non sono un maledetto maschio! Se quegli idioti di consiglieri mi ascoltassero, Jun…Ma no, perché sono una femmina, per questo sono stupida, debole e indifesa…Gliela dò io l’indifesa, a loro e a quell’idiota di principe scemo, con i suoi fott*** scacchi e le sue fot***issime strategie…” mugugnava tra sé la regale principessa, mulinando a tratti la spada contro il nulla: fortunatamente Jun, il cavallo, ci era abituato, e sapeva come fare per non trovarsi con il muso a fettine.
Spossato, e con i nervi al limite, Sir Robert si sforzava con tutti i suoi sensi di tenere gli occhi aperti contro il riverbero dorato del deserto: e finalmente la sua tenacia fu premiata. Una sottile striscia opaca, una nebbiolina leggerissima contro il profilo azzurrino delle catene montuose sullo sfondo, apparve all’improvviso, e si fece sempre più vicina ad ogni passo.
“Ci siamo”.
“Come, dove?” il ninja, dimenticato il caldo, saltò in piedi sulla groppa del grifone: appena vide la nebbia, “Forza Lancillotto!” si lanciò verso il confine alla massima velocità permessa dalle ali dell’animale.
“Julian!!! Razza di..., torna subito qui, non puoi lasciarci indietro!” urlò un indignato cavaliere madido di sudore (e sprovvisto di cavalcature alate).
Per tutta risposta anche Cristanna, abbandonato il suo Mistral, chiamò a sé il Simun e si mise alle calcagna di Julian: “Facciamo a chi arriva per primoooo!”
 La sua voce si perse nei granelli di sabbia che turbinavano alle sue spalle, dritti negli occhi di Sir Robert.
Il paladino, persa la sua leggendaria calma, montò in sella al suo destriero e a sua volta si buttò sulle tracce dei suoi scriteriati compagni. Fala senza notare alcunché continuò il suo monologo.
Inseguire il vento comporta un notevole sforzo: tuttavia il fido cavallo di Sir Robert, benché affaticato, non era mai stato considerato una cavalcatura comune, e così in poco tempo riuscì a portarsi, se non proprio alle spalle di Julian e Cristanna, almeno a una distanza non considerevole.
Intanto i due contendenti erano del tutto concentrati sul loro traguardo: “Non sperare che quel grifone fuori forma possa battere il mio vento!” ululò Cristanna, i capelli ancor più spettinati del solito.
“Vento? Quella brezza sarebbe vento? Mangia un po’ di polvere di piume di Lancillotto!”
 “Guarda, è arrivato il valoroso Sir Robert!”
 “Prode paladino, cosa pensi di fare con quel ronzino?”
 “Separarsi e lasciare indietro i propri compagni in un deserto ostile non rientra nel Codice! Non avete alcun senso dell’onore?”
“Mai sentito, è una nuova malattia?” si informò cortesemente Julian.
Così nessuno dei tre si accorse dell’accampamento fino a che non ci sbatterono contro.
 
Dall’altra parte del deserto, nel regno di ChengDu, era in corso un nuovo assedio della capitale: il cento sessantacinque millesimo, secondo le cronache. Le tende degli Amadan brulicavano di vita, di soldati, di cavalli, di armaioli, di spie travestite da mendicanti, di mendicanti travestiti da spie, e di pidocchi, ovviamente. Come negli ultimi dieci assedi si era deciso di adottare lo schema numero 89, il circonda-le-mura-e-schiera-le-catapulte, dato che Eliadan, il re, trovava poetico il paesaggio con il sole del meriggio a picco sul legno dei macchinari. Essendo oramai in tarda mattinata, come sempre era giunto il momento dell’invito ad arrendersi: secondo la routine, i fanti erano già allineati in righe ordinate davanti alla tenda del re, aspettando la sua comparsa.
Nessuno di loro si aspettava di veder piombare sulle loro teste un mini-ciclone e un grifone senza fiato; di conseguenza, mentre Cristanna e Julian si rialzavano dal suolo con fatica, lo stupore generale consentì ai due di non essere fatti a brandelli dall’orda armata tutt’intorno a loro.
“La mia povera schiena…Ti ho battuto Cris: cedimi il titolo, contessa del vento…”
“Non ci provare, ninja, ho superato il tuo pennuto secoli fa…”
I soldati si scambiarono sguardi interrogativi, mentre i due intrusi continuavano a litigare senza fare caso al resto.
“Ehm, scusate…” Un caporale, più coraggioso degli altri, avanzò di un passo.
“Oh, ecco, di sicuro costui saprà chi è il vincitore: forza, buon uomo, chi di noi è arrivato per primo?” lo interrogò Julian.
Il povero caporale fu esonerato dalla risposta: tre squilli di tromba indicarono la regale uscita dalla sua tenda di Eliadan, re degli Amadan, in tutto il suo metro e novanta di verde splendore.
Immediatamente tutte le truppe si inchinarono al suo cospetto, lasciando Cristanna e Julian alle prese con i loro problemi. Eliadan non parve averli notati: “Uomini! Quest’oggi è il gran giorno!” declamò il sovrano, indicando le torri e i ponti di Brema, alla destra dell’accampamento. Un buon inizio, come sempre.
“Oggi, finalmente fiaccheremo la tempra delle nostre nemiche, ed irromperemo nella città di Brema!”.
Un boato d’approvazione uscì dall’intero corpo militare.
“Troppe volte abbiamo morso la polvere: i piedi dei bastioni di difesa sono tinti del sangue versato dai nostri eroi!”
Seguì un breve silenzio, per commemorare i cari estinti (sebbene l’unica perdita rilevante fino ad allora fosse rappresentata dalla morte di un sergente maggiore, colto da un attacco d’asma mentre scalava le mura).
“Le nostre anime desiderano la vittoria da troppo: oggi è tempo di dare loro soddisfazione. Sono già schierate le armi con le quali abbatteremo immantinente…immediatamente…le pietre di volta della città di Brema, nelle cui strade, io vi prometto, stasera tutti voi festeggerete!”
Il ruggito degli uomini concluse l’orazione. Eliadan, soddisfatto, con un gesto della mano si ravviò i lunghi capelli dorati. Con un cenno fece di nuovo piombare il silenzio tra la folla, compresi Julian e Cristanna, improvvisamente consapevoli del gran numero di spade che sferragliava attorno a loro.
Il sovrano assoluto degli Amadan tese la mano, e subito uno scudiero gli porse uno strano strumento, simile ad un imbuto. Il monarca si aprì un varco tra il suo esercito, fino a raggiungere un innalzamento del terreno volto verso le porte argentee di Brema. Giunto sulla cima, inspirò profondamente e portò l’imbuto alla bocca. I soldati si coprirono le orecchie con le mani.
“XiWangMu! Regina di Brema, formalmente ti ordino di arrenderti!” L’urlo rimbombò fuori dall’imbuto ad un  volume esageratamente centuplicato, assordando gli incauti, e raggiungendo a tutta velocità le guglie della capitale assediata.
La conseguenza fu che, oltre le tende dell’accampamento, oltre le anse dei molti fiumi che fungevano da fossato, gli archi della città al di là dei bastioni di basalto si spostarono, cigolando dolcemente, alcuni di essi si piegarono a formare ponti acuti, altri si mossero dalle loro fondamenta fino a che la torre più alta di Brema non venne portata appena dietro alle porte delle mura. Una larga finestra si aprì, rivelando una sagoma femminile avvolta in vari metri di tessuto argentato.
“Eliadan, signore degli Amadan, formalmente respingo la tua richiesta!” ruggì altrettanto smisuratamente la figura indistinta dall’alto della sua postazione.
“Non sei nelle condizioni di dettar ordini, Xi, dolcezza! Ammira le nuove armi che i miei genieri hanno costruito per radere al suolo le tue mura di cartapesta!”
“Quei ruderi? Non sembrano in grado di distruggere nemmeno un castello di sabbia! Non reggeranno al fuoco delle mie truppe!”
“Non osare schernire le mie catapulte, strega, altrimenti…”
“Non osate continuare,sire.” Intimò una voce alle spalle di Eliadan.
Il sovrano si girò: di fronte a lui, in sella ad un bianco destriero, Sir Robert lo fissava con inequivocabile sguardo omicida.
“Scusate, voi sareste…”
“Nessun monarca degno di tal nome potrebbe mai minacciare in questo modo una donna, per qualsivoglia motivo. Nessun cavaliere degno di tal nome potrebbe mai permettere che questo insulto resti invendicato.” Sir Robert smontò da cavallo, impugnando la Durlindana. “Vi sfido, sire, per l’onore della sovrana di Brema!”
“Non di nuovo!”Julian emise un gemito di sconforto, mentre Cristanna, scuotendo il suo groviglio di capelli rosso fuoco, si preparava a godersi lo spettacolo. La platea si aprì a ventaglio, creando una perfetta arena di combattimento. Da Brema la voce di XiWangMu si innalzò tra le nubi: “Cavaliere, il vostro coraggio vi fa onore. Le porte di Brema si apriranno per voi e per ogni vostro amico, se vincerete!”
Eliadan appariva un tantino confuso: “Non ho idea di chi voi siate, cavaliere, ma accetto la vostra sfida! Xi!” esclamò girandosi nuovamente verso la città “Non credere di cavartela così! Appena avrò finito con costui porrò termine alla tua resistenza!”
“In guardia, sire!”
Lo scintillio della Durlindana sguainata nel silenzio generale dette inizio allo scontro. Con una mossa rapida del polso Eliadan estrasse dalla fodera che portava sulla schiena una lunga scimitarra con la quale parò senza difficoltà l’affondo di Sir Robert.
Per un attimo gli occhi dei due avversari, a pochi centimetri l’uno dall’altro, si incontrarono, valutandosi: l’uno impassibile e determinato, l’altro incuriosito e lievemente infastidito da quell’insolita novità in una routine lunga secoli.
I colpi iniziarono a susseguirsi rapidi, la spada di Sir Robert, accesa da una propria anima, riusciva a sventare i più subdoli attacchi della lama di Eliadan, che come ogni Amadan che si rispetti non si esentava dal giocar sporco tutte le volte che poteva, a dispetto del granitico onore di Sir Robert.
“Di questo passo faremo notte…” Osservò Cristanna, applaudendo una mossa particolarmente audace di Eliadan librandosi leggermente più in alto della marea costituita dalle spalle dei soldati.
Dietro di lei, Julian, appollaiato su di una pila di massi,  non prestava molta attenzione al duello in corso.
“Il problema principale è un altro: se vince lui, gli Amadan ci ammazzano; se vince l’altro, si limiteranno a sopprimerci…” commentò cupo.
“…Forse…”
Con un gesto nascosto delle mani, la jinn scrisse qualcosa nell’aria, starnutendo per coprire un sussurrio veloce.
“…Ma forse no.”
Dal deserto alle loro spalle, un’ombra lunga e conica cominciò ad allungarsi perpendicolarmente alla linea dell’orizzonte, avvicinandosi lentamente e inesorabilmente alla landa fertile che circondava Brema.
Il suono sordo che l’accompagnava non poteva sfuggire alle orecchie allenate del ninja, che, voltatosi e comprendendo al volo la situazione, immediatamente mise piede a terra.
“E questo come lo chiami, Cris?” Urlò correndo verso le porte di Brema.
“Questo cosa?”
Ignaro della sciagura che stava per abbattersi sul campo, l’esercito di Eliadan seguiva con trepidazione la sorte del suo signore, il quale non si era ancora sbarazzato del molesto avversario.
Una finta di Eliadan sembrò penetrare la difesa di Sir Robert, ma il cavaliere mulinò la Durlindana in modo tale da rendere vano ogni trucco del monarca, portandosi poi a distanza maggiore, completamente immerso nella lotta. Eliadan, gettata indietro la lunga chioma, portò la scimitarra all’altezza degli occhi.
“Non male, forestiero, niente male davvero…”
“Vi ringrazio, sire” rispose imperturbabile Sir Robert.
“…Sarà un piacere infilare la mia lama nel tuo…” Il monarca si interruppe.
Sir Robert si bloccò.
L’esercito trattenne il respiro.
Le iridi verdi di Eliadan si volsero dall’acciaio della sua arma al cielo alle sue spalle che essa rifletteva: le teste di tutto l’esercito si girarono con lui.
La lama cadde a terra.
“Uomini, al riparo!” Non ci fu bisogno dell’imbuto per udire la sua voce.
Il tornado avanzava verso le tende con la furia di una Sfinge, fagocitando nelle sue spire qualunque cosa, essere o creatura che incontrava sul suo cammino. Le milizie degli Amadan si dispersero per l’accampamento, cercando di salvare il salvabile, fissando con solide funi le catapulte e le armi più importanti e aprendo i varchi dei rifugi sotterranei, predisposti in previsione di attacchi aerei.
Eliadan, raccolta la scimitarra, la rinfoderò e con un cenno del capo salutò Sir Robert, il quale, guardando il disastro nel cielo, aveva fatto due più due, per cui ardeva dalla rabbia di non poter concludere lo scontro.
“Vi ucciderò un’altra volta, cavaliere…Se sopravvivrete alla collera del vento...” e scomparve nel caos e nella bolgia.
Sir Robert d’istinto cercò di seguirlo, ma una folata di Maestrale lo sospinse indietro, verso un paio di calzari azzurri a punta sospesi nell’aria.
“Non è il momento di eroismi, Sir Robert.”
“Tu! Come hai osato interrompere…”
“La retorica a dopo” Tagliò corto la jinn, e si innalzò nell’aria, seguita da un riluttante Sir Robert, sospinto a sua volta dal vento. In pochi minuti raggiunsero le porte di Brema, dove Julian e il suo grifone stavano contrattando l’accesso.
“…Vi ho detto che viaggio con lui, insomma guardatemi, assomiglio forse ad un nemico?Ma eccolo che arriva! Forza, paladino, fatti riconoscere, prima di farci travolgere tutti dall’ultima trovata di Cris!”
“Che c’entro io?”
“Dove è finito l’articolo 28etc…?”
“Siete voi il cavaliere che ha difeso l’onore della nostra regina?” Una voce dolce scese dalle mura.
“Così è, mia signora.” Sir Robert si portò sotto le grandi porte d’argento. “E questi sono i miei compagni.” Indicò Julian e Cristanna, accorgendosi in quel momento della mancanza di Fala.
“Dov’è la principessa?” domandò Julian, colto dal medesimo pensiero.
Come rispondendo al richiamo, il roano della ragazza caracollando giunse alle spalle della comitiva, proprio mentre le porte si aprivano, apparentemente senza che né lui né la sua padrona avessero notato nulla di strano nel loro tragitto.
Sir Robert si inchinò: “State bene, principessa?”
“…E quando sarò regina, allora farò mangiare ai vecchi bacucchi le loro leggi di…”
“ Tutto a posto, è sana e salva.” constatò Julian “Forza, muoviamoci, non c’è più tempo!”
E proprio mentre un mulinello fuori controllo stava per ghermirli, le porte d’argento si chiusero alle loro spalle, traendoli in salvo: l’uragano si infranse contro le lastre d’argento incantato, lasciando intatta la città.
 
  

 

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Capitolo 2
*** Cap 2: Scusi, lei è in vendita? ***


“Sia resa lode ai difensori dell’onore di Brema!”
Il boato di accoglienza lasciò i suddetti privi del senso dell’udito per qualche minuto.
Da ogni ponte di marmo e da ogni passerella d’avorio, da ogni torre istoriata e da ogni pinnacolo metallico, da ogni viale e da ogni canale, una moltitudine di donne riccamente vestite di panni oro e rosa si riversava verso gli eroi del giorno, lanciando fiori e confetti, scalpitando per avere il privilegio di portare i nuovi arrivati in trionfo.
“Da dove vengono tutte queste donne? Dove sono i soldati?” Sir Robert era smarrito.
“La città di Brema è popolata da una cittadinanza magica interamente femminile…” Enumerò Cristanna “Le XianNu e la loro regina gestiscono ogni struttura politica, economica e militare, senza alcun bisogno di una controparte maschile…”
Fala si voltò di scatto verso l’enciclopedica jinn, con occhi che brillavano.
“Niente regole di successione limitata? Niente esclusione di quote rosa dal governo? Nessun impedimento legale ad aprire attività commerciali? Nessuna deprivazione dei diritti di successione?”
“Che città deliziosa, non trovate?” Julian, attorniato da un imprecisato numero di graziose XianNu, sfoderava il sorriso delle grandi circostanze ( essenzialmente tre: la vincita di un’impudente somma di denaro alle bische clandestine, l’incontro con una o più donne di incredibile avvenenza e opulenza disposte ad obbedire ad ogni suo ordine, e la sconfitta di Sir Robert in combattimento).
“Da dove venite?” cinguettò una.
“Siete qui per sconfiggere gli Amadan?”
“Da quanto siete in viaggio?”
“Mi fate un autografo?”
“Qual è il vostro piatto preferito?”
“Avete già una moglie?” La Xian Nu si avvinghiò al braccio destro di Sir Robert, che arrossì violentemente.
“O più di una?” Un’altra si strinse teneramente al suo braccio sinistro.
Il vociferare fu interrotto dal suono metallico del gong: “Fate largo! La nostra regina vuole conoscere di persona gli eroi che hanno difeso il nome suo e nostro!” Una giunca sottile si accostò al viale, la donna al timone si inchinò verso i nuovi venuti: “La regina vi aspetta, vi prego, salite a bordo.”
 
La traversata rimase a lungo negli incubi dei neo salvatori di Brema.
“Onorevoli ospiti, vi invito a stringervi saldi al parapetto, per evitare incidenti…”
Con un suono ovattato la giunca, dopo essersi aperta la via tra gli innumerevoli rivi e canali che si intersecavano sotto le volte di marmo, si sollevò quasi in verticale.
“Cosa sta succedendo?” Tuonò Sir Robert, stritolando il legno intarsiato.
Cristanna svolazzando andò ad appollaiarsi sull’albero maestro.“Stiamo per salire ad un livello più alto”
Grazie ad un complesso meccanismo, l’imbarcazione venne lanciata in aria, sorvolò alcuni torrioni ed atterrò nelle acque di un canale che scorreva in un acquedotto a molte decine di metri dal suolo.
La manovra venne ripetuta una ventina di volte, finché la giunca non giunse nei pressi della torre più alta, circa quattrocento metri dal primo canale.
“Questa è la dimora della regina” spiegò la timoniera, navigando lentamente verso la fine dell’acquedotto: proprio sopra la cascata dell’acqua che scendeva ( e che sarebbe andata a riempire i canali sottostanti) nell’argento della torre si aprivano una porta e un ampio atrio.
“Mai più…Mai più…” Esalò Julian mentre scendeva a fatica dal legno, seguito dai compagni tremanti.
Fala ebbe qualche problema, poiché Jun aveva addentato il parapetto e non accennava a muoversi nemmeno per tornare con gli zoccoli al suolo.
Cristanna si librò leggera sopra la comitiva:“E’ stato fantastico, non vedo l’ora di fare il viaggio di ritorno!”
“Devo andare in bagno…” Borbottò Fala, e corse via, seguita dal suo cavallo.
“Eroici stranieri! Vi do il mio benvenuto a Brema!” Tra uno stuolo di damigelle argentee, XiWangMu fece la sua apparizione, avvolta in metri di velo iridescente.
“L’onore è nostro, maestà!” Sir Robert si inchinò profondamente, finalmente era di nuovo nel suo elemento: etichetta di corte.
Julian alzò il capo, e sobbalzò.“Ma è…”
“Shhh! Sta giù!” Il gomito di Cristanna gli si piantò violentemente tra le costole, costringendolo a piegarsi più di prima. “Non conosci l’etichetta?”
“Nella millenaria sfida tra noi e gli infami Amadan, mai nessuno aveva preso le nostre parti contro gli insulti sanguinosi a noi rivolti” Ruggì la sovrana. “Per questo avrete la nostra eterna riconoscenza”.
“E’ commossa, è passata al plurale majestatis….” sussurrò Cristanna.
“Ma è…è…” Mugolò Julian, ancora sconvolto.
“Shhh!” Intimò Sir Robert, ancora sprofondato in ossequioso omaggio. Fu solo quando levò la testa che la portata della visione lo colpì in pieno.
“Avvicinatevi” Sorrise XiWangMu, e le labbra tese scoprirono del tutto le zanne acuminate che le scendevano sul mento, mentre la coda a macchie nere vibrava  di soddisfazione alle sue spalle.
“Ma è…” Balbettò di nuovo il ninja.
“E’ una regina! Portatele rispetto!” Sir Robert si riprese immediatamente, e si precipitò al fianco della monarca di Brema senza ulteriori indugi.
“Si dice che la nonna materna fosse figlia del sacro Leopardo d’Oro…”
“Si dice e basta? Cosa mangia per colazione?”
Intanto la compagnia venne fatta spostare in un salone più adeguato, riccamente intarsiato di scene tradizionali del regno del Leopardo.
“E’ considerata una tra le più belle donne del suo regno... Certo, bisogna soprassedere a qualche piccolo dettaglio…”
“Quanto piccolo?”
La conversazione tra la regina e il cavaliere sembrava estremamente appagante per entrambe le parti.
Dopo i primi convenevoli, e la rivelazione del motivo reale del loro viaggio, Sir Robert si ritrovò però, per forza di cose, impaniato in un altro argomento di conversazione.
“…Gli Amadan, che il Leopardo li divori, da secoli e secoli tentano di espugnare la nostra città...Dalla loro hanno la forza delle armi: la nostra magia è in grado di neutralizzare la maggior parte degli attacchi, ma negli ultimi tempi è sempre più difficile…”
“E’ innegabilmente indegno di qualsiasi re la soverchieria nei confronti di una regina…Ma, se posso permettermi di chiedere a vostra maestà…”
“Prego, prego…”
Un corteo di dame si inchinò e passò accanto a Cristanna, lanciando languide occhiate a Julian da sopra i ventagli.
“Anche quelle sono…?”
“..Quali furono le ragioni di cotanta impudenza?”
Calò il silenzio.
Il sorriso benevolo di XiWangMu, congelatosi all’istante, si aprì a mostrare la dentatura immacolata: “ RAGIONI???? Con gli Amadan e il loro re non sono necessarie ragioni! Gli Amadan sono mostri sanguinari che ignorano il suono stesso della parola ragione! Finché la guerra non sarà vinta non si potrà parlare diragione!”
Tutte le dame d’onore si affrettarono a prosternarsi al suolo.
“Certo, vostra maestà!”
“Non c’è alcun dubbio, vostra grazia!”
“O forse intendete insinuare che le mie ragioni non siano inoppugnabili come voi stesso avete potuto verificare…?” Lo sguardo della regina dardeggiò su tutti i presenti.
“Ovviamente no, vostra eccellenza!”
“Loro non intendevano, vostra signoria!”
“Vossignoria vorrà scusare, sono stranieri…”
Sir Robert, afferrando il suo coraggio con entrambe le mani armate, si inchinò profondamente: “Se, nella mia ignoranza, ho in qualche modo offeso o recato turbamento alla vostra maestà, chiedo umilmente perdono. Sappiate solo che il mio sbaglio non nasce da malvagità nei vostri confronti, ma da…”
L’ira di XiWangMu parve placarsi. “Stranieri…Già, non potete sapere…E sia! Per questa volta la vita vi sarà risparmiata!”
Dopodiché si voltò e si incamminò a passo di marcia verso una lunga rampa di scale intricate.
“Seguitemi, ospiti stranieri!”
“Dovete scusarla, i continui assedi hanno logorato i suoi nervi…” Sussurrò una dama, stringendosi accanto a Julian.
“No, loro no…” Bisbigliò Cristanna, apparentemente a nessuno. Gli occhi del ninja si illuminarono rapaci e il suo braccio scivolò protettivo sulle spalle della XianNu.
Sir Robert era troppo impegnato per accorgersi delle sue disonorevoli intenzioni: le trattative per ottenere la mappa dei regni incantati stavano degenerando, dal suo punto di vista, in qualcosa di non troppo chiaro. Le scale non sembravano aver fine, e, data l’indole altalenante della pur reale sovrana, i negoziati si prospettavano lunghi e difficili.
Incurante di tutto, la principessa Fala, risolti i suoi guai con il bagno, si era accodata nuovamente agli altri, e aveva ripreso il suo borbottio abituale: “…Ma quando sarò regina, allora…”
Finalmente le scale terminarono: una botola introdusse gli ospiti in uno spazioso sottotetto, dove la luce proveniente dal lucernaio si rifletteva in innumerevoli alambicchi e fiale di cristallo, vetro, acciaio e altro ancora.
“Questo è il laboratorio del nostro Fang Shih…”
“Il nostro che?”
“Voi li chiamate maghi di corte.” Mormorò la gentile damina.
“…colui che ha elaborato una strategia per interrompere, dopo secoli, le odiose azioni degli Amadan…Xiao Li, fatti avanti…” Miagolò la regina.
Da sotto una pila di bacili d’argento provenne un rumore soffocato, e con un violento clangore una veste blu emerse alla presenza degli ospiti, si sistemò gli occhiali rotondi, e, resosi conto dell’importanza della visita, chinò affannosamente il capo più e più volte.
“Oh, ciao ziett…cioè, no, volevo dire, maestà, si, ecco...Salve a voi e ai vostri…ospiti?”
“Xiao Li, non formalizzarti, ed esulta: ho trovato ciò che ti mancava per completare il rituale!”
A queste parole il giovane Fang Shih inciampò nell’orlo della sua veste, finendo a capofitto in uno scaffale colmo di boccette e recipienti di finissimo cristallo, i quali si frantumarono sopra una tavolata di fiale piene di liquidi iridescenti, che si versarono a terra sopra le pagine aperte e ingiallite di alcuni tomi dall’aria antica.
“Dav-davvero zia?” balbettò Xiao Li, rialzandosi dalle macerie. “Allora sarà tutto pronto per l’alba di domani!”
“Il nostro trionfo sarà completo e totale, nipote!” Gongolò la zietta, sul procinto di fare le fusa.
Si girò verso i quattro ospiti, che fissavano la scena interrogativi (almeno: due di loro attenti e interrogativi, degli altri due uno era intento in un serrato corteggiamento, l’altra era impegnata ad enumerare i modi possibili di rivoluzione femminile) e iniziò a spiegare.
“Tra i compiti del Fang Shih vi è l’evocazione di entità che non appartengono del tutto al nostro mondo: è un’arte difficile, molti falliscono e muoiono ai primi livelli di evocazione. Qualche mese fa, nonostante tutto, il mio amato e dotato nipote” si girò verso Xiao Li, che fece cadere i vasi che aveva iniziato a raccogliere “ è riuscito ad accedere alla formula d’evocazione suprema, che permetterà di…”
Xiao Li prese la parola.“Si, che permette di evocare esseri dalle potenzialità immense e sconosciute, e di porli sotto il controllo dell’orante: per sconfiggere gli Amadan ho pensato a Janguli, dato che la forza del suo potere venefico è tramandata dai testi dei Sapienti…” E indicò con la testa i volumi fradici a terra.
XiWangMu, piccata per l’interruzione, riprese bruscamente il timone. “E quindi gli Amadan non avranno scampo, chiusi tra il nostro esercito e il veleno mortale di Janguli e dei suoi serpenti: e finalmente gli assedi avranno fine!”
“Janguli? Ma, vostra maestà…” intervenne Cristanna, dubbiosa “ siete sicuri di essere in grado di controllare un tale potere? Tutti i testi citano la scia di morti che l’entità lascia tra nemici e alleati, e più di un mago è morto mentre…”
“Mio nipote è perfettamente in grado di cavarsela!” Ringhiò XiWangMu. “I suoi precettori privati lo hanno esaminato e ammesso all’ordine degli Fang Shih con pieni voti! Ed è mio nipote! Impossibile che una semplice Janguli riesca a prevalere sulla sua forza, vero Xiao Li?”
“Ce-certo zia…” Xiao Li deglutì nervosamente.
“…e quindi il diritto di voto….” Fala si bloccò d’un tratto. “…Sento…sento che sta per succedere qualcosa…” Mormorò assente.
Fu Julian, a quel punto, ad esternare la domanda di tutti: “Mi perdoni, eccelsa, ma…In tutto questo noi che ruolo abbiamo?”
“Ma è naturale! Non posso cedervi la mappa senza aver nulla in cambio: per risvegliare Janguli è necessario versare, nell’alba del solstizio d’estate, il sangue delle vene di una donna guerriera, come l’entità. Il solstizio è domani perciò…” I suoi occhi si posarono su Fala, che infine comprese la situazione e alzò la testa con aria di sfida.
“Maestà! Il prezzo per questa mappa è troppo alto” Sir Robert si schierò tra Fala e la regina.
“Allora non mi date altra scelta, cavaliere: dovrò comperare a credito.” Ad un cenno, il corteo di dame si aprì a semicerchio nella stanza: nelle mani di ognuna comparve un corto pugnale.
Julian, fingendo di non accorgersi che la graziosa damina con cui stava amoreggiando stava estraendo dall’abito un’arma simile, all’ultimo momento parò l’affondo, e si portò spalla contro spalla con Sir Robert.
“E adesso?”
“Tu! Creatura dell’aria!” XiWangMu si rivolse a Cristanna: “Se intendi infrangere le regole, ed aiutare questi umani, interverrò personalmente.”
“E’ una minaccia?”
“ I tuoi poteri non possono competere con quelli di una regina degli Immortali: oseresti rischiare il tuo rango per i tuoi compagni?”
“Non ne ho intenzione. Prego, accomodatevi.” E Cristanna cedette il passo al drappello di XianNu.
“Non hai onore, jinn.” Gli occhi di Sir Robert erano due lame di ghiaccio.
“Dovresti esserci abituato, mi pare…”
“Sir Robert, non è il momento di discussioni filosofiche!” Julian fissò lo sguardo sulle XianNu che si avvicinavano, preparando i suoi shurinkan. “Estrai la tua spada e…”
“Un cavaliere non può colpire alcuna donna.”
Il ninja fermò il braccio a mezz’aria, allibito. “Non avrai intenzione di lasciarci morire tutti in nome del tuo dannato codice?”
“Cos’è la vita, senza onore?”
“Cos’è l’onore, senza vita?” (citazione n.d.a.)
“Spostatevi.” Fala avanzò davanti ai compagni, con passo sicuro. “Questa è la mia battaglia.”
Le XianNu attaccarono in perfetta sincronia. Con un movimento fluido Fala schivò la prima, saltò in aria ed estrasse la spada dal fodero sulla schiena. Non aspettò di essere a terra per mulinare colpi su colpi, obbligando le XianNu a difendersi strenuamente le loro vite.
“E queste sarebbero le vostre guardie?” Le derise la principessa, tra un affondo e l’altro. “A 5 anni sapevo fare di meglio!”
XiWangMu osservava contrariata il rapido declino delle sue guerriere.
“Nipote! Fai qualcosa!” Ululò vedendo la luogotenente (la dama di Julian) cadere con una ferita alla spalla.
Xiao Li, che guardava in disparte, corse verso il tavolo centrale.
“L’onore di un cavaliere….” Tentava di spiegare Sir Robert, schivando un attacco di una XianNu.
“Sai cosa devi farci con il tuo onore?” Rispose Julian, impegnato con il pugnale di una dama.
I due, indietreggiando, si accorsero nello stesso momento delle manovre di XiaoLi.
“Quello non è una donna!” Urlò Julian, mentre Sir Robert, evitando la sua avversaria, si lanciava verso il tavolo, proprio nell’istante in cui il Fang Shih afferrava una fiala di liquido blu.
“Troppo tardi.” Il mago aprì il tappo e una nuvola di fumo azzurro slavato invase il laboratorio: Sir Robert rovesciò Xiao Li a terra, ma subito dopo si sentì afferrare alla gola da una forza mostruosa che gli impediva di respirare.
I suoi compagni erano nella stessa situazione. “Maledetti…” Tossì Fala rivolta a XiWangMu  e ai suoi, immuni alla nebbia.
“Falla tacere.” Ordinò la regina al nipote, che si affrettò a far bere a Fala un altro filtro: la ragazza, impotente, calò nel sonno.
“Con voi ho un debito, cavaliere” XiWangMu si rivolse a Sir Robert, ansimante a terra, “Non posso uccidervi, per cui libererò voi e il vostro compagno, e permetterò alla jinn di uscire illesa da questa reggia.”
“Quale magnificenza” Commentò Cristanna.
Xiao Li creò una sfera di energia luminosa dal nulla: “Vi prego di scusarmi…Ma la posta in gioco è troppo alta.” Sussurrò ai due guerrieri mentre la sfera li avvolgeva e li sollevava in aria. Poi, ad alta voce: “ Il campo magnetico si esaurirà tra qualche ora, una volta compiuto il rituale d’invocazione. Dopodiché potrete andarvene per la vostra strada, onorati ospiti.”
La sfera si alzò verso il lucernaio e uscì all’aperto, seguita da Cristanna.
“Creatura dell’aria!” Chiamò imperiosamente XiWangMu.
Cristanna si voltò sollevando un sopracciglio.
“Anche se le leggi non dicono nulla in proposito, una creatura magica che si lega a degli umani per me è un insulto al decoro: non presentarti mai più nel mio regno.”
“Il decoro, l’onore…siete tutti uguali…” sospirò la jinn, gettandosi alle spalle le ciocche ribelli, e volando fuori dalla finestra.
“Ah, maestà...” Stavolta fu XiWangMu a girarsi. “Avete mai pensato di rivolgervi ad un barbiere, per quei baffi?”
E, chiamato a sé il Libeccio, si allontanò nel cielo. “Però, ne conosce di insulti, per essere una regina….” Ridacchiò tra sé, lanciandosi all’inseguimento della sfera.
 
 
 
 
  

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Capitolo 3
*** Cap 3: Come rompere un assedio e altri rimedi casalinghi. ***


“Onore…” Julian, steso sul fondo del campo di forza, digrignò i denti ad occhi chiusi.
Non c’era molto da ammirare, in effetti, nel panorama: la sfera, dopo aver oscillato in aria per qualche tempo, si era diretta nel deserto confinante, appollaiandosi infine ad un pinnacolo roccioso ai confini con il mare di sabbia.
Il malumore del ninja cresceva in modo direttamente proporzionale allo scorrere delle ore.
“Anche questo fa parte del codice? Marcire qui dentro fintanto che il sangue di Fala non smetta di scorrere? Questo è onorevole?”
“Taci.” Sir Robert aveva abbandonato ogni traccia di fierezza, e si limitava a guardare il cielo con occhi vitrei, semi-seduto contro la parete incantata.
Il fallimento di poche ore prima aveva minato il suo orgoglio: il solo modo per rimediare alla sconfitta era ritirarsi a vita da eremita, nell’espiazione più totale (e al riparo dai comportamenti disonorevoli ed errati di tutte le donne di sua conoscenza).
“Se Cristanna si farà rivedere, ma ne dubito, la ammazzo con le mie mani” affermò cupamente Julian, spostandosi i lunghi capelli neri dalla fronte.
Una folata di vento colpì la sfera, creando u n onda d’argento che si espanse nella notte. In un attimo la struttura del campo magnetico si dilatò, si assottigliò e infine un’ulteriore fiotto di luce cangiante si aprì un varco nell’incantesimo di confino.
“In questo caso, puoi restare dove sei…”
Due occhi dorati, appartenenti ad una testa capovolta all’ingiù e ad un corpo a gambe all’insù, fecero capolino attraverso la breccia.
“Cris! Sapevo che non ci avresti abbandonato!”
“Non so di cosa tu stia parlando: in questo deserto è facile incappare in una tempesta magnetica, di tanto in tanto, se si è fortunati…”
“Da quando le tempeste magnetiche interferiscono con la magia?”
“Se volete rimanere lì dentro a fare conversazione, me ne vado subito…”
Julian ai affrettò ad imboccare il varco.
“Non mi serve l’aiuto di chi tradisce.” Detto questo, Sir Robert voltò le spalle ai compagni.
“In questo caso…” Il guerriero si sentì sollevare per le gambe. “Il tradimento è qualcosa di relativo…” Julian trascinò la massa di carne e ferro che imprecava in modo forbito fino al passaggio aperto dalla jinn, la quale sogghignava a più non posso, e con un gesto deciso gettò Sir Robert fuori, seguendolo poi a ruota.
La caduta fu attutita dalla sabbia, tiepida nella notte del deserto. “E adesso che si fa?” Domandò Cristanna, volteggiando accanto ai compari che si rialzavano.
“Dovrebbe essere il prode paladino a dircelo…A meno che non preferisca ritornare lassù e lasciare che la figlia della sua sovrana muoia per una questione d’onore…” Julian alzò scettico le spalle, fissando il cavaliere.
Sir Robert inspirò profondamente, squadrò i suoi compagni, e alla fine parve decidersi: “La questione è solo rimandata.” Disse all’indirizzo di Cristanna, “ Il solstizio è domani, quindi abbiamo poche ore per convincere gli Amadan ad allearsi con noi e per elaborare un piano per rompere un assedio che dura da secoli.”
“Niente di troppo difficile, per fortuna.”
 
 
“Forse non è stata una grande idea…” Ipotizzò Cristanna, mentre una torma di soldati armati fino alla punta dei capelli intrecciati puntava le lance alla gola dei tre stranieri penetrati di nuovo nel loro accampamento.
“…Vogliamo parlare con il vostro re…” Tentò di spiegare Sir Robert, ma le urla belluine degli Amadan inghiottirono il suono delle sue parole.
“Impicchiamoli!”
“No, prima la frusta!”
“Ecco cosa succede a chi osa sfidare il nostro sovrano!”
“Calma, calma, truppa!” Una voce autorevole si fece largo tra il tumulto. “Abbiamo appena avuto il tempo di montare la tenda che già iniziano i guai…Cosa succede? Qualche cosa di interessante anche per noi Sidhe?” Un drappello di uomini dai corti capelli biondo-rame e dalla pelle appena più verde degli altri si aprì un varco tra gli Amadan: il loro capo, che si distingueva per la chioma infuocata e per le elaborate protezioni di cuoio sulle braccia atletiche, si diresse verso i prigionieri, illuminati dalla luce delle torce.
“Cosa abbiamo qui…” Sussultò, identificando i tre prigionieri. “Voi…Che cosa ci fate qui voi?”
Julian, riconosciuta la voce, rispose allegramente: “Finalmente qualcuno con cui ragionare! Finnvarra!Che ci fai tu quaggiù, amico?”
L’amico si rivolse ai soldati Amadan: “Indietro, uomini! Costoro sono amici miei…”
“Ma, vostra eccellenza, sono gli stranieri che prima del vostro arrivo hanno sfidato il re vostro cugino a duello…”
“Davvero? E chi ha vinto?” Chiese interessato Finnvarra, guidando i tre al sicuro lontano dalle schiere ostili.
“Venite, nella nostra tenda abbiamo vino e cibo” Aggiunse additando uno dei tendoni più sgangherati. “E abbiamo incontrato sulla strada per arrivare fin qui un gruppo di danzatrici davvero niente male…” Sussurrò con sguardo complice a Julian.
“Vi ringraziamo, ma è di vitale importanza per noi conferire con re Eliadan immediatamente” rispose Sir Robert, con tono grave.
“Che affari avete con mio cugino?” Si sorprese Finnvarra.
“Ne parleremo con…”
“La regina di Brema ha catturato Fala, e intende sacrificarla domattina all’alba per sconfiggere definitivamente Eliadan e distruggere tutto l’accampamento.”
Finnvarra si voltò verso Cristanna, e increspò lievemente la fronte. “Sarà meglio sbrigarsi allora…”
 
Eliadan scrutò i volti degli astanti, soffermandosi in particolar modo su Sir Robert: “Chi mi dice che questa non sia una trappola? Ho ancora un duello in sospeso con costui…”
“Garantisco io per loro, cugino: e anche la cara mammina, a cui devi metà del tuo esercito, se fosse presente, darebbe loro fiducia…” Assicurò Finnvarra.
Julian e compagni si guardarono di sottecchi: chiamare mammina la Morrigan, imperatrice suprema delle terre incantate, andava al di là della pazzia....
Anche Eliadan doveva pensarla alla stessa maniera, poiché indietreggiò istintivamente di un passo, ma parve rassegnarsi all’idea dell’alleanza con i tre ex-campioni di XiWangMu, poiché fece loro cenno di avvicinarsi ad un tavolo, dove una mappa di Brema era cosparsa di segni d’inchiostro e pedine di legno nero. “Questa risale a parecchi secoli fa, ma in mancanza di meglio… Sono secoli che tentiamo di fare una breccia nelle mura, ma inutilmente: le torri di guardia impediscono qualsiasi azione dei miei uomini…” Sospirò indicando alcuni punti segnati in rosso.
“Potremmo tentare un’azione diversiva…” Meditò Finnvarra, nel suo elemento.
“Non ho trascorso tutto questo tempo a lavorare a maglia” lo informò il cugino, seccato, “Abbiamo tentato migliaia di volte, ma è inutile: le mura sono magiche, avvertono ogni tentativo di espugnarle e respingono gli assalitori.”
“E se scavassimo un tunnel?” propose Sir Robert.
“Inutile, le fondamenta posano su una lastra di granito, impossibile da erodere…”
Finnvarra era assorto nei suoi pensieri.“Se a terra non c’è speranza, non rimane che affidarci al cielo…” Si rivolse a Eliadan: “ Quelle tue catapulte…sono ancora intere?”
“Ovvio, ma mancano i proiettili, dopo che un uragano dal deserto li ha spazzati via stamane…”
Julian fissò Cristanna, che fischiettò innocentemente.
Il principe comandante dei Sidhe convocò con un cenno il suo secondo: “Quante tende devono ancora essere montate?”
“A parte quella del banchetto, quasi tutte capo..”
“Cristanna….Che tempo pensi farà questa notte?”
“Mmm” Rifletté la jinn, guardandolo, e una volta compreso, sorrise: “Freddo e ventoso, direi…”
“Perfetto.” Il volto di Finnvarra si illuminò con un sorriso astuto. “Ho un piano.”
 
Nella torre più alta di Brema, nella pagoda sacra, Xiao Li stava passando un brutto momento: Fala aveva ripreso i sensi.
“…Stupido figlio di un *******, liberami, pezzo di ****, prima che ti faccia a pezzi e ti *******” Urlava la principessa indignata a pieni polmoni, strattonando le catene con le quali era stata agganciata all’altare del sacrificio.
Il Fang Shih, non abituato ad un linguaggio simile, arrossì facendo cadere le pagine che aveva tolto dai libri finiti inzuppati durante il giorno, e balbettò: “Se-se non la smetti di gridare in questo modo dovrò rimetterti il bavaglio, onorata principessa.”
“Che minaccia! Idiota di un mago da strapazzo, cosa credi di poter fare? Anche se sbudelli me, non riuscirai ad evocare un bel cavolo, imbranato come sei…” Lo derise lei, che aveva assistito ai suoi incerti tentativi di prepararsi per il rituale con crescente esasperazione: “Se proprio devo morire, avrei voluto essere uccisa in battaglia, per mano di un avversario alla mia altezza, non da un maghetto che ha ancora il sapore del latte sulla bocca…Ma ovviamente tu non puoi capire! Un codardo che usa la magia per…Ehi, dove sei finito?”
Xiao Li, abbandonati i tentativi di studiare per l’indomani, si era raggomitolato in una nicchia alla base dell’altare, in modo che Fala, incatenata mani e piedi,  non lo potesse vedere. Ben presto un suono sordo e soffocato si sparse per la stanza.
“Che ti prende? Stai invocando quella cosa in anticipo?” Indagò la ragazza, prima di riconoscere il suono: “Oh, dai…non prenderla sul personale…” Sbuffò, ma non infierì ulteriormente sul povero Fang Shih in lacrime.
“Non…non sai proprio niente tu!” Singhiozzò Xiao Li. “E’…E’ tutto sbagliato! La zia ci tiene tanto, ma non ho mai desiderato imparare la magia…Non ho talento per queste cose! Solo gli incantesimi minori mi riescono bene, ma dato che sono il nipote della regina i maestri mi hanno dato voti più alti del necessario…Io non sono capace di invocare la Janguli!” Ululò disperato.
“Ma non sei stato tu ad avere l’idea?”
“Si….No, cioè…E’ stato il mio mentore, il Fang Shih di corte prima di me: lui si che era forte…Dovevamo farlo assieme, ma due mesi fa ha litigato con la zia a proposito di…Beh, ha litigato e se ne è andato, ecco, e mi ha lasciato qui da solo, con tutte le Xian Nu che non fanno altro che tormentarmi, e la zia che vuole vincere a tutti i costi, e tu che non fai altro che ricordarmi che sono un fallito, e …”
“E piantala di piangere!” Sbottò Fala.  “Ascoltami un po’” Cercò di girarsi su di un fianco, ma fece solo sferragliare le catene. “Non ho idea di come funzionino le cose qui, ma se tu davvero non fossi portato, oggi non saresti riuscito a prendere prigionieri me e i miei compagni, no?” Aggiunse, provando a stirare gli arti, inutilmente.
“Fortuna….” Mormorò sconsolato Xiao Li.
“Bah!” Disgustata, Fala tentò nuovamente di spezzare le catene, senza risultato. Il suono dei singhiozzi le urtava i nervi, ma cercò di trattenersi.
“Ad ogni modo” continuò dopo qualche attimo, “Se sai leggere quelle scritte, e conosci le basi, e se il tuo mentore ti stimava al punto di permetterti di fargli da secondo, potresti anche farcela…”Cosa mi tocca dire…
“Si, certo, sicuro…”Bofonchiò l’altro, ma le lacrime avevano smesso di scendere sui suoi occhiali.
“Almeno provaci! Alla peggio” sogghignò Fala, “morirai sapendo di aver fatto del tuo meglio…”
“Non si tratta solo di me!” Xiao Li si alzò in piedi. “E’ di tutto il regno che parliamo! Se sbaglio, se uso la formula sbagliata, la Janguli si scatenerà contro tutti, anche contro di noi!”
“Non è un mio problema! Ti ricordo che devo morire svenata prima che cominci lo spettacolo…”
Il Fang Shih la fissò e sospirò di nuovo. “Vorrei ci fosse un altro modo… Non ho mai ucciso nessuno, finora…” Si avvicinò e sfiorò il lucchetto delle catene, sfiorandolo come indeciso.
“C’è sempre una prima volta, nipote.”
Xiao Li si voltò di colpo. “Zi-zietta!” Si allontanò con un salto dall’altare.
“Lurida *****!”
“Spero che tutto stia procedendo secondo il piano: hai finito con quelle formule?” XiWangMu inarcò le sopracciglia verso il nipote, avanzando nella pagoda.
“Si-si zia! Stavo giusto per finire di…” Xiao Li si impappinò mentre raccoglieva freneticamente da terra le pagine sgualcite.
“Molto bene.” XiWangMu si fermò davanti all’altare. “Perché mai è sveglia?” Domandò irritata mentre Fala la ricopriva di insulti.
“Pensavo…ecco, io….”
“…Specie di ******, ***** figlia di un ****** e di una ****** ******, spero che ti ficchino nel **** quella tua….”
“Nipote, spero tu sappia quello che fai, altrimenti…” ringhiò la sovrana. “So che mi renderai orgogliosa,” si addolcì un istante dopo, abbassando la guardia il tempo sufficiente da permettere a Fala di sputarle in un occhio.
“Nipote!” Il ruggito percosse le pareti della stanza e si propagò all’esterno.
Xiao Li si affrettò a stappare ancora l’alambicco del sonno, troncando a mezzo gli ultimi e più pesanti insulti.
 
 
Le stelle erano coperte da una fitta cortina di nubi nerissime, e il vento aveva preso a soffiare e a mugghiare sopra l’accampamento Amadan.
“Non sono convinto…” Commentò foscamente Sir Robert.
Finnvarra gli batté una mano sulla spalla. “Su, coraggio cavaliere: ti assicuro, è divertente, una volta fatta l’abitudine. Di che hai paura?”
Le catapulte erano state allestite in tutta fretta sul pianoro: con alcuni cesti e con le vecchie tende della guardia Sidhe i genieri di Eliadan avevano preparato dei rudimentali parapendii, che cigolavano alla minima folata di vento.
“Mi domando dove sia finito Lancillotto…” Si stava chiedendo Julian, scrutando l’orizzonte alla ricerca di un mezzo per evitare quella manovra d’arrembaggio alla città.
“Forza! Non abbiamo molto tempo.” Soggiunse Eliadan. “Ricordate, la terza torre da Sud è quella che presiede alla porta laterale: dovrete farci entrare da lì.”
“Sarà fatto, maestà” Sir Robert accennò ad un inchino.
“Il nostro duello….Sarà per la prossima volta, cavaliere.” Il monarca alzò le spalle a liquidare la questione. “O magari potrei anche soprassedere…se il risultato della vostra azione sarà decente.”
“Fidati, cugino” Finnvarra finì di legarsi l’imbracatura alla schiena. “Pensa ad una scacchiera: i cavalli si incuneano e saltano i loro ostacoli, e così faremo noi.” Mise un cavallo d’avorio nelle mani di Eliadan. “Un cavallo che penetra nell’accampamento nemico di sorpresa….L’idea ha un futuro” Aggiunse pensosamente, poi si arrampicò su di una catapulta, imitato da Sir Robert e Julian, molto meno tranquilli.
Ad un segnale, le corde vennero tagliate: “Reggetevi!” Avvisò Finnvarra, mentre ogni membro della comitiva prendeva il volo. Le imbracature ressero quel tanto da permettere al vento di soffiare e riempire la stoffa sdrucita delle tende, indirizzandole verso le mura di Brema, molto più in alto rispetto alla visuale delle sentinelle. Eliadan osservò le fragili figure allontanarsi spinte dalle correnti finché fu possibile.
“Nell’attesa, portatemi un pettine e uno specchio”
 
L’atterraggio non fu morbido, almeno per Sir Robert. Il vento smise di soffiare non appena i tre ebbero oltrepassato la cinta muraria, obbligando ad un atterraggio brusco. L’impatto con un carro di verdure evitò che il femore di Sir Robert subisse danni irreparabili. Il successivo atterraggio di Julian e Finnvarra sulla sua schiena peggiorò l’umore del paladino.
“Cosa è successo al vento?” Domandò quando fu di nuovo in grado di esprimersi in modo consono e adeguato. In quel momento Cristanna scese fluttuando a terra.
“Io non c’entro, non posso intervenire: se il vento vi avesse portato fino alla reggia sarebbe stata un’infrazione alla legge…”
“Ci hai fatto rischiare l’osso del collo per un cavillo legale?” Julian si accasciò tra la lattuga.
“Muoviamoci, dobbiamo aprire quella porta.” Ricordò Finnvarra, e di soppiatto i tre eroi sgattaiolarono via, dirigendosi verso il torrione che presidiava la porta secondaria. Le vie e i canali erano deserti, eccettuate le rare ronde di XianNu, che però Julian, grazie al suo addestramento riusciva ad individuare abbastanza in fretta da permettere a tutti di nascondersi.
Finalmente furono in vista della terza torre da sud.
“Non hai intenzione di muovere un dito, immagino.” Sir Robert era glaciale.
“Il mio senso dell’onore sopravvivrà lo stesso.” Rispose la jinn con un gran sorriso.
Scoraggiato, il cavaliere decise di abbandonare momentaneamente la questione: dopotutto, nemmeno egli stesso avrebbe potuto essere d’aiuto, quella sera, dato il genere del corpo di guardia. Si risolse così a non perder d'occhio lo svolgersi degli eventi.
“Dobbiamo aggirare le sentinelle all’entrata: una volta dentro la torre basterà spezzare le catene del ponte levatoio.” Finnvarra si incuneò tra due casupole di marmo incastonate nella muraglia, avvicinandosi alle spalle delle due XianNu di guardia.
“Lasciate fare a noi” aggiunse Julian seguendolo.
“…Dici? La mancanza di sonno mi ha fatto prendere qualche chilo…”
Le sentinelle non erano particolarmente vigili, come tutte le sere: del resto, che pericoli potevano mai venire dalla città?
L’attacco di Finnvarra e Julian le colse del tutto alla sprovvista.
“Chiedo umilmente perdono, graziose signore.” Sussurrò il Sidhe premendo una mano sulla bocca e una in un punto imprecisato del corpo della XianNu.
“E vi assicuro: non siete per niente grassa.” Rincarò Julian, con una manovra gemella.
Dopodiché fu relativamente facile penetrare nella torre: le guardie all’interno, più vigili, furono un altro paio di maniche.
Alla fine dell’operazione, a cui Sir Robert rifiutò di prendere parte, le XianNu si ritrovarono legate e imbavagliate (con molta gentilezza), e il ponte levatoio venne lentamente calato.
“Rimane solo Fala” Cristanna si librò al di sopra dei mobili.
“Dove possono averla portata?”
“Forse la torre di XiWangMu contiene alla base le prigioni…” Ipotizzò Finnvarra.
“Non ci resta che muoverci…” Sir Robert fu bloccato da un gesto di Cristanna.
“Ascoltate…”
Portato dal vento, il suono inconfondibile di una cascata fluente di improperi e maledizioni da scaricatore di porto giunse fino alle loro orecchie, per poi spegnersi bruscamente.
“Veniva da lassù!” I sensi allenati da anni di addestramento di Julian colsero immediatamente la direzione giusta, un’alta torre dal tetto spiovente.
Sir Robert concluse la prima parte della missione, dando il segnale con una freccia infuocata scoccata dall’alto del bastione, per subito dopo raggiungere i compagni alla volta della meta finale. Nel più perfetto silenzio le truppe Amadan varcarono dopo secoli i confini della città, prima di precipitarsi tra le sue vie con un boato di esultanza. 

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Capitolo 4
*** Cap 4 Tra moglie e marito.....meglio mettere almeno cento miglia di distanza ***


Dopo essere state svegliate così all’improvviso, le XianNu si stavano dando da fare tra le strade e i canali di Brema, cercando in tutti  i modi di contenere l’impeto delle forze Amadan, con scarsi risultati. L’orizzonte iniziava a tingersi di rosso, segno che l’alba non avrebbe aspettato l’esito degli scontri. Le guardie alla torre a pagoda erano state fatte spostare al palazzo di XiWangMu, dove la regina combatteva ferocemente, perciò l’accesso non aveva creato problemi alla spedizione di salvataggio, ore prima, eppure…
“Non arriveremo mai in cima.” Finnvarra, spossato, si accasciò su di uno degli innumerevoli gradini.
Julian lo imitò.“Inizio a rimpiangere le giunche volanti…”
“Proprio non vi capisco…è solo una scala…”
“Che tu non hai salito.”
“Ancora? Se usassi il vento anche per voi infrangerei le leggi, per cui dovete far da voi…Che c’è di difficile da capire?” Sbuffò Cristanna.
“Non fermatevi: dobbiamo andare avanti: l’alba sorgerà tra poco.” Sir Robert proseguiva eroicamente senza badare al peso dell’armatura e alle giunture doloranti.
Il ninja mugugnò tra sé e sé, ma si rialzò e si rimise in marcia.
“Potremmo lasciare la principessa al suo destino…Forse per una volta sarebbe contenta…”
 
“Contenta” non era la parola giusta per descrivere lo stato d’animo di Fala: incatenata e imbavagliata, se avesse potuto sprigionare veleno dagli occhi avrebbe ucciso all’istante mezzo continente.
“Mi dispiace, ma la zia non vuole sentire baccano…” Si scusò Xiao Li, in risposta allo sguardo assassino della principessa prigioniera, mentre si apprestava a sistemare gli ultimi carapaci di tartaruga intorno all’altare. XiWangMu percorreva avanti e indietro la stanza con passo marziale e un’aura esaltata tutt’intorno al suo corpo.
“Muoviti nipote! L’esercito di quei cani sta avanzando di minuto in minuto, senza la mia presenza in battaglia!”
Il primo bagliore dell’alba colpì il cristallo delle finestre. Xiao Li corse alla parete e abbassò una grossa leva. “Stai al centro, zietta!”
Con un cigolio e un fragore di vetri rotti le pareti di mezza pagoda si divisero in pannelli e scesero fino a scomparire all’interno delle mura della torre sottostante. Il tetto si accartocciò a formare un cono rovesciato e cavo, la cui punta venne a trovarsi a due palmi dal naso di Fala.
Nei viottoli sottostanti i due eserciti si fermarono di botto; nella torre, la missione di salvataggio si aggrappò alle mura per evitare di cadere a causa del tremore della struttura, ma continuò la sua avanzata. “Presto, prima che sia troppo tardi!” Finnvarra mise le ali ai piedi e si lanciò sui gradini sempre più sottili.
“E’ il momento!”
Xiao Li avanzò titubante fino all’altare, ma sotto lo sguardo truce della regina non poteva esitare: mise mano ad un pugnale finemente inciso e con un taglio netto (“Scusami” mormorò a Fala) incise le vene dei polsi, la giugulare e le vene alle caviglie di Fala.
“Invoco il potere degli spiriti superiori: offro sangue vivo” Iniziò a declamare ad alta voce.
 Il sangue, subito vincolato all’incantesimo di evocazione, prese a scorrere più lentamente del normale nelle scanalature dell’altare, riempiendo a poco a poco i carapaci istoriati.
Il sangue…ha detto che il sangue doveva essere vivo…non morirò fino alla fine… Fala sentiva a poco a poco scemare le forze e il coraggio.
Xiao Li continuava a declamare formule, e dopo alcuni secondi il sangue cominciò a ribollire nei contenitori: il vapore sanguigno si infilò nella punta del cono, e una luce dorata ne uscì dall’altro lato.
“Ci siamo! Ci siamo!” XiWangMu avrebbe ballato dalla gioia.
Una sagoma stava prendendo forma nella luce: il sibilo di decine di milioni di serpenti costrinse Amadan e XianNu a cadere a terra con le mani alle tempie.
“Fermi!” Sir Robert spuntò fuori dal pavimento, seguito a ruota dai suoi compagni.
“Voi!” XiWangMu fece un cenno e le sue dame sfoderarono i pugnali e impugnò lei stessa una katana. Julian si gettò verso di loro, mentre Sir Robert e Finnvarra correvano verso l’altare.
“Occupati del mago, devo richiudere le sue ferite!” Ordinò il Sidhe a Sir Robert, che assentì e con una spallata rovesciò Xiao Li sui gusci di tartaruga, ma il Fang Shih era talmente concentrato che continuò a recitare la sua litania.
Finnvarra con un colpo della sciabola tagliò le catene come burro, e con l’ausilio della magia Sidhe guarì all’istante i tagli sanguinanti.
“Troppo tardi idiota…” Esalò Fala, semisvenuta, tra le braccia di Finnvarra.
Ed aveva ragione: la sagoma di Janguli era ormai perfettamente formata, e fluttuava sopra alla pagoda attorniata dalle ombre dei suoi mille cobra.
“Che cosa hai combinato, Xi?” Anche Eliadan era salito fin lassù, ed ora fissava attonito il corpo per metà astrale e per metà solido di Janguli, avvolto da spire e spire di corpi di serpi.
“Quello che era necessario alla tua sconfitta!” Esclamò vittoriosa la regina. “Xiao! Finisci il tuo lavoro, adesso!”
“Nun poss-cio” Biascicò Xiao Li, uscito dallo stato di trance: Sir Robert aveva provveduto a legarlo e imbavagliarlo come un salame (poiché il mago era privo di armi, il Codice non consentiva null’altro), e ancora la sua mano era saldamente avvolta alla gola del povero Xiao Li, per evitare altre funeste litanie.
“Quella cosa non si limiterà a divertirsi con gli Amadan.” Con un soffio di brezza, Cristanna si portò a fianco dei due regnanti. “Ucciderà ogni essere vivente nel raggio di chilometri, per poi tornare sazia da dove è venuta.”
“Taci! Se mio nipote non può completare l’evocazione, ci penserò io!” Ruggì XiWangMu folle di rabbia, e, gettatasi davanti all’apparizione, le comandò: “Tu, spirito del Mondo Superiore! Obbedisci a chi ti ha chiamato, distruggi i miei nemici!”
Janguli era quasi del tutto visibile: all’udire l’ordine alzò il capo e sbatté le lunghe ciglia, perplessa. Un attimo dopo comprese, e piegò le labbra blu in un sorriso maligno: mosse una mano, e lentamente, al di sotto della torre, sulla città di Brema calò una densa nebbia, nera e calda, in cui si intravedevano lampi e sagome indefinibili. Immediatamente si alzarono i lamenti dal basso: “Li senti? Se non ritiri il tuo esercito, i tuoi uomini moriranno!” XiWangMu splendeva di vittoria. “Ritirati, e non tornare mai più!”
“Cristanna aveva ragione.” Julian, messe al tappeto le dame di corte, si intromise cupo. “Ascolta meglio, maestà, prima che sia troppo tardi.”
“Che cosa….” XiWangMu si bloccò, mentre i lamenti delle abitanti di Brema giungevano finalmente anche alle sue orecchie. Irata, si rivolse di nuovo a Janguli. “Che significa? Ti ho detto di colpire i miei nemici, non anche il mio popolo!”
Janguli sorrise di nuovo, e la sua espressione fece gelare il sangue a tutti.
Senza rispondere, piegò un dito ad uncino, e indicò la gola di XiWangMu: la sovrana subito cadde a terra, incapace di respirare.
“Fate qualcosa, idioti, prima che ci uccida tutti!” Urlò Finnvarra, che ancora reggeva Fala esanime.
“Sir! Libera il mago! Solo lui può riportarla indietro!”
“Bravo! Così prende il controllo e ci ammazza tutti!” Ribatté furioso Julian, lanciandosi verso Janguli, che con un altro dito lo costrinse ad agonizzare al suolo.
Sir Robert non aveva scelta, e slegò il prigioniero.
Xiao Li immediatamente iniziò a salmodiare a voce alta, gesticolando freneticamente, in preda al panico. “Non ce la faccio!” Lacrimò, diverse sillabe dopo, mentre Janguli proseguiva la sua opera mettendo al  tappeto Eliadan e Sir Robert.
“Idiota….” La voce di Fala era appena un sussurro. “Piantala di frignare...e muoviti, prima che faccia crepare anche me!”
Come a darle ragione Janguli si girò verso di lei, ma un istante dopo si bloccò, come se fosse impedita nei movimenti da qualcosa.
“Fu-funziona!!!” Xiao Li riprese la tiritera con più forza. Si alzò il vento, uno strano vento azzurro venato di rubino. La nebbia si dissolse, tra la rabbia dell’apparizione, la quale tentò più volte di reagire alla forza che la teneva ferma, senza risultato. Infine il vento arrivò fin sulla torre, e spazzò via l’immagine di Janguli dritta nel varco da cui era arrivata, richiudendolo dopo il suo passaggio.
“Ce l’ho fatta!” Si sorprese Xiao Li.
Cristanna rilassò le mani dietro la schiena, eliminando ogni sbuffo di azzurro.
“Ce l’ho fatta!” Il Fang Shih si mise a saltellare dappertutto, scavalcando anche i corpi a terra che iniziavano a rialzarsi.
“E’ tutta colpa tua!” XiWangMu fu la prima a riprendersi del tutto. “Tu e i tuoi sporchi trucchi! Se non avessi interferito adesso tu e i tuo esercito sareste lontani centinaia di chilometri in fuga!”
“Non raccontare storie, Xi! Se non fosse stato per me adesso tutto questo sarebbe un cumulo di sassi in rovina, grazie ai tuoi esperimenti e al tuo maghetto…”
Julian si rialzò dolorante. “La mia povera testa…Ho bisogno di sbronzarmi…”Sir Robert lo guardò storto, mentre si rimetteva in piedi.
“L’hai detto, amico: appena torniamo all’accampamento dovrò riprendere l’orgia di stanotte…” Approvò Finnvarra, prima di ricevere una gomitata nelle costole.
“Mollami, idiota di un Sidhe, mollami subito!” Fala si dimenava tra le sue braccia freneticamente.
“Ehi, ti sei già ripresa?” Si stupì l’altro. “Non ho nemmeno dovuto baciarti per rompere l’incantesimo…”
“Te lo do io il bacio, sulla punta della mia spada! Se non mi lasci subito io ti…”
“Come vuoi…” Finnvarra aprì le braccia e Fala cadde a terra di botto.
Intanto i due sovrani continuavano a litigare.
“Il mio esercito è entrato, dopo sei secoli e venti anni: non è più tempo di fare l’arrogante, dolcezza.”
“Idiozie, le mie guardie scelte ti sconfiggeranno subito!”
“Non mi sembra di averle viste molto in forma, quest’oggi….”
“Ne avranno per molto?” Chiese Julian alle dame di XiWangMu, che osservavano scoraggiate la scena.
“…E se la mia città è ancora in piedi non lo devo certo a te!”
“La tua città? Come osi, tu, misero Amadan, e infimo uomo, arrogarti il possesso della  mia città?”
“Perché sono il re, ecco perché, cara la mia moglie!”
“...”
 
“Come avete detto, scusa?” Osò domandare Julian tra lo sbigottimento generale dei suoi compagni.
“Secoli fa le regina e il re litigarono a proposito di…una divergenza di vedute…” Spiegò Cristanna, sbucandogli alle spalle.
“Il re voleva dipingere la sala del consiglio di verde, perché si intonasse al suo colorito, la regina voleva dipingerla d’oro, perché si accordasse alle sue vesti argentate…” Sospirò una dama XianNu, scuotendo la testa.
“E per un motivo simile…”
“Si, la regina ha cacciato suo marito e tutti gli uomini di Brema, colpevoli di non avere abbastanza gusto estetico…Sono secoli che vedo mio marito solo durante le tregue e di nascosto…” Si lamentò un’altra.
“Ma è incredibile!” sbottò Sir Robert, e rivolgendosi a Cristanna: “Perché non hai mai detto nulla?”
“Perché non me l’avete chiesto.”
“CHE COSA???” Tutti si zittirono, compresi il re e la regina. Fala, rialzatasi in piedi, si fece largo tra gli astanti, con un’aria pericolosa. “Solo perché sono capitata qui durante il solstizio sbagliato sono stata rapita, drogata, incantata, dissanguata, curata da quell’idiota ( Finnvarra chinò il capo in segno di ringraziamento), quasi ammazzata da uno spirito assassino, tutto per un’assurda questione di GUSTOESTETICO????” Sbraitò la principessa verde dalla rabbia.
“Principessa, non è il caso…” Provò a fermarla Sir Robert, ma Fala proseguì a ruota libera.
“…Tutto per colpa di un re deficiente e di una regina idiota con i baffi e le zanne che….”
“Non osare insultare la mia regina in mia presenza, ragazza!” XiWangMu non aveva fatto in tempo ad aprire bocca che Eliadan aveva già convocato le sue truppe. “Uomini! Arrestate questa diffamatrice e sbattetela in cella!”
“Squagliamocela!” Suggerì Julian, indietreggiando verso le scale, da cui però erano già spuntate le prime teste Amadan. Finnvarra, pronto a capire dove tirava il vento, si scostò per  far passare le guardie del cugino, sotto lo sguardo rassegnato di Sir Robert, che ormai aveva perso la capacità di indignarsi…
“Eliadan, tu….” Miagolò XiWangMu, al vedere il marito prendere le sue difese.
“Non permetterò mai più che tu subisca insulti simili, Xi…”
“Oh tesoro, non immagini quanto abbia sentito la tua mancanza…”
“Cris! Ci sarebbe bisogno del tuo intervento!”
“Non posso, le leggi dicono chiaramente che…”
“Ehi, psss…” Xiao Li li chiamò dalla parte ancora integra della pagoda. “Venite presto!”
Gli Amadan si lanciarono all’inseguimento della comitiva che correva al riparo sotto il tetto della pagoda, ma non appena giunti al muro ancora in piedi, con un orrendo scricchiolio il tetto si infranse, rivelando un rudimentale uccello di legno laccato da cui uscivano volute di fumo. La testa si aprì, mostrando una serie di sedili e il Fang Shih al posto di guida.
“Ma è la mia fenice meccanica!” Si indignò XiWangMu.
“Salite a bordo, presto!” I fuggitivi si affrettarono a seguire il consiglio, e si innalzarono nel cielo seguiti da una pioggia di frecce, pugnali e bastoni.
“Ho deciso di ampliare la mia conoscenza del mondo…” Li informò Xiao Li, inforcando due spesse lenti scure e impugnando saldamente la cloche.
“Buon per noi…Ehi, Lancillotto! Dov’eri finito?” Julian si sporse dall’abitacolo per vedere meglio.
“Jun! Smettila di morderlo, se non vuoi finire sul barbecue…”
“Non provarci nemmeno, ninja dei miei stivali, se non vuoi che ti…”
Il vento, stranamente rosato, si levò forte a sostenere la traballante carrucola dei cieli, lasciando sotto di sé il teatro di quello che (strano a dirsi) fu davvero l’ultimo assedio di Brema, la città che danza sull’acqua.
 
 
(Estratto dalla Grande Enciclopedia della Magia)
Finvarra: Re dei Daoine Sidhe, regna nel suo palazzo sotto la collina fatata di Knokma. Abilissimo               
                giocatore di scacchi, mai nessuno è ancora riuscito a batterlo in una partita. Inoltre è
                un vero e proprio donnaiolo, e molto spesso rapisce donne umane.
Sidhe: termine generico per i faeries irlandesi.
XiWangMu: Regina Madre dell’Occidente, regna sulle XianNu, le fate cinesi. Ha nel complesso
                     Ha nel complesso aspetto umano, con in più una coda di leopardo, e terribili zanne
                     di tigre.
XianNu: Esseri di sesso femminile, corrispondenti alle fate europee. Abitano in lussuosi palazzi
               sulla Luna, anche se non disdegnano di frequentare assiduamente il mondo dei mortali.
 
 
 
Angoletto dell’autrice:
Beh, salve, se siete arrivati fin qui alla fine, vi ringrazio davvero! ^^
Spero che questa storia vi sia piaciuta (anche perché a scriverla mi sono divertita moltissimo) e se vi interessasse, intendo darle una specie di prequel, appena avrò un minuto libero…^^  Per cui, stay tuned!  ringrazio ancora Schwartzlight per il suo concorso, senza il quale non avrei scritto proprio nulla!
Quindi il next episodio sarà all’incirca così:
“Strane voci serpeggiano nelle strade del regno di Erd: il fratello del defunto re ha già sollevato una Rivoluzione? La regina dovrà badare alle spalle…ma, un momento! Che senso ha far partire il migliore dei cavalieri per un viaggio apparentemente…probabilmente…quasi certamente suicida in compagnia di una strana specie di ninja stravagante e donnaiolo? La catastrofe incombe… Prossimo episodio:  Come il viaggio ebbe inizio (o qualcosa del genere…^^) Non mancate!”
 
 
  

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