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di STRAWBERRY
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


CAPITOLO 1: visita ad azkaban

ANNO 2017 14 FEBBRAIO

-" Sono qui per Malfoy, Draco Malfoy".

Una voce schietta e diretta ruppe il silenzio nella vecchia portineria polverosa di Azkaban.

Un omone sulla trentina sedeva dietro ad un’enorme scrivania. Guardò per un attimo il lungo mantello nero e il volto coperto da un lungo cappuccio. Era piuttosto basso e l’auror intuì che, in realtà, si trattava di una ragazzina.

-"Questa è una prigione di massima sicurezza! Non è di certo una scuola."

La ragazza sbuffò e, aprendosi il mantello lasciando senza più dubbi l’auror alla vista della divisa della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, afferrò qualcosa dal taschino. Era una pergamena.

-" Ho il permesso firmato da Harry Potter in persona."

L’uomo rimase inizialmente sbalordito. Possibile che Harry Potter avesse firmato quel permesso?

Prese la pergamena e fece cenno all’esile figura di seguirlo. I corridoi stretti e bui puzzavano come una vecchia topaia e il rumore dei passi echeggiavano come se ogni passo fosse un tonfo.

La porta della cella 323 si aprì in quel momento. Era buia più del corridoio…

La guardia si guardò intorno e, non vedendo nemmeno l’ombra di quello che era il prigioniero, chiuse la porta alle sue spalle. Si sentì il rumore del ferro vecchio che scricchiolava come un topo che veniva pestato e si lamenta, ma di Malfoy non c’era traccia; nemmeno l’ombra.

Poi un rumore sordo proveniente dall’angolo destro catturò la sua attenzione… Malfoy si era tradito da solo.

-"Esci fuori Malfoy:"

Un uomo alto e trasandato sui 35 anni era lì davanti a lei. Aveva il tipico aspetto di chi era stato un mangiamorte. Egli si girò verso la figura avvolta nel mantello nero ma non vide nulla a parte le piccole e carnose labbra di quella che era evidentemente una giovane ragazza. Scorse un marchio sulla divisa e fu solamente allora che rivide una maestosa serpe disegnata sullo scudetto verde, simbolo dei Serpeverde, la casa a cui l’uomo era appartenuto da giovane.

-" Questo non è certo posto per te… bambina! Come hai ottenuto il permesso di vedere un ex-assassino? In ogni caso è un imbroglio degno di una Serpeverde, devo dartene atto."

Ghignò e a Malfoy quel ghigno parve di beffa.

-" Ti sbagli! Mia madre era una Grifondoro e mio padre era un Serpeverde."

Ora fu l’uomo a ghignare. Quale Serpeverde a posto con la testa avrebbe mai potuto procreare con una Grifondoro?

-" Dunque sei una sporca mezzosangue!"

-" Bada Malfoy non ho mai detto di essere una mezzosangue. Il mio sangue è puro come l’oro zecchino."

Il mangiamorte, o meglio ex-mangiamorte, la guardò stranito; erano poche le Grifondoro purosangue.

-" Chi sei?"

-" Malfoy non è importante chi io sia. Ho passato i primi 11 anni della mia umile vita in Tibet. Ho appreso la magia da mia madre strega di nascita, e da un monaco buddista i segreti dei ninja; so come far passare un uomo nell’altro mondo senza che se ne renda conto. Frequento Hogwarts da 4 anni, ma questa è un’altra storia . Silente ti manda questo invito…" – disse porgendo all’uomo il foglio di carta.

Malfoy lesse attentamente più di una volta quelle poche righe e non riusciva a credere ai propri occhi. Possibile che Silente volesse davvero che lui diventasse professore di pozioni? Che volesse un ex-mangiamorte per insegnare a degli alunni? Guardò ancora la ragazza.

-" Qui il mio compito si conclude. Arrivederci… Padre." – e girò le spalle verso la porta.

Malfoy alzò il volto fissandola da dietro e ci capiva sempre meno. Quella strana ragazza lo aveva chiamato "padre", perché?

-"Qual è il tuo nome? Dimmi almeno il tuo nome!"

Non era abituato a supplicare nessuno e quella era quasi una supplica; Draco Malfoy la supplicava.

-" Il mio nome, Draco Malfoy, è Elektra."

In quel momento la porta della cella si richiuse lasciandolo nuovamente solo. Elektra era dunque… Portò le mani sulle sbarre ed urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

-" Ginevra!!!"

Si accasciò e il passato lo invase non lasciandogli altra scelta che ricordare.

Malfoy Manor era lì davanti a lei. Aveva odiato quella casa e i suoi abitanti per tanto tempo ed ora si ritrovava lì in cerca di chissà che cosa. Un flash nei suoi ricordi . Ci fu un ricordo lampo del giorno in cui perse la dignità per sempre.

FLASHBACK

-" Papà dici che è necessario…"

-" Si, lo è! Ginny, qualsiasi cosa accada, qualsiasi, noi ti vogliamo bene."

-" Arthur è proprio necessario? E’ la nostra bambina!"

-" Molly, cara, è l’unica cosa. Lei è l’unico auror incognito che ci rimane."

FINE FLASH BACK

In quel momento Ginevra Weasley, l’auror incognito del ministero, cessò di esistere lasciando il posto a Ginevra Weasley, la cameriera di casa Malfoy.

Suonò al campanello e quell’ orribile suono echeggiò nella sua testa. Respirò a lungo l’odore della libertà perché da quel momento lei sarebbe diventata un oggetto di casa Malfoy. Da quando era un crimine e fuori moda avere elfi domestici, le cameriere erano ricercatissime. Una donna vestita di nero sulla cinquantina col tipico volto duro e severo aprì la porta.

-" Dovresti essere la nuova cameriera. Seguimi!"

La casa era veramente grande e aveva un’aria tetra e lugubre. Entrarono nel salone dove vi era una poltrona con sopra una donna col ventre gonfio. Era evidentemente incinta.

-" Signora, la nuova cameriera."

-" Weasley, è dai tempi della scuola che non ti vedo. Un tempo ci fronteggiavi così bene, tu e Potter."

Già, lei ed Harry. Dio come le mancava. Erano stati insieme così tanto e lui si era opposto da subito perché non voleva che Ginny corresse strani rischi. Poi si ricordò quel volto familiare: era lei, Pansy Parkison che ormai evidentemente era Pansy Malfoy.

-" Ehm…"

-" Non ti preoccupare Weasley! Ciò che conta è che tu ora sei la mia servetta… Strano il destino non credi?"

Ginny l’avrebbe uccisa in quel momento se quella missione non le avesse imposto di fare una cosa simile.

-" I tuoi compiti qui saranno semplici: lavorerai, pulirai ed io sono la tua signora, Weasley, ricordatelo sempre."

Annuì tenendo il capo basso, odiava quella missione e se avesse potuto tornare indietro non avrebbe sicuramente accettato una cosa simile. In quel momento la porta dietro di lei si aprì e qualcuno con il passo pesante fece il suo ingresso.

-" Tesoro, già tornato dalla missione?"

Ginny non ebbe il coraggio di voltarsi, il suo volto trovarselo nuovamente davanti avrebbe causato lo scatenarsi di troppi ricordi belli, felici e pieni di quella che i poeti chiamano "passione"; ma nel contempo anche molto dolorosi. Rimase dritta, immobile e non mosse neanche un muscolo.

-" Weasley, ti conviene ringraziarlo! E’ solo grazie a lui se tu sei qua."

Non si mosse nemmeno questa volta. Respirò a fondo, socchiuse le palpebre.

-" La ringrazio signor Malfoy per avermi permesso di lavorare a Malfoy Manor."

Ghignò. Quel ghigno Ginny se lo ricordava bene così come le sue grandi e forti mani ,i suoi occhi…

-" Weasley, se l’ho permesso è solo perché vedere un Weasley, vedere te, che tanto sei stata sfacciata a scuola nei miei confronti, pulire per casa è un divertimento che non voglio negarmi. E poi Pansy ha bisogno di servitù… il bambino è in arrivo."

Da allora divenne la graziosa cameriera di Malfoy Manor. Le giornate alcune volte erano eccessivamente stancanti e Pansy, lei si che era stressante. Ginny era arrivata al punto che l’avrebbe uccisa a sangue freddo. Fortunatamente era spesso fuori per compere per il nascituro e Draco si vedeva raramente. Uno di quei giorni tranquilli, Ginny decise di entrare nello studio di Draco. Egli non c’era … fortunatamente. Era piuttosto ordinato, nel suo studio c’era una scrivania e un’enorme libreria piena di ogni genere di testi. Ginny vi si avvicinò. Era convinta che dietro vi fosse qualcosa, una stanza magari. Toccò un libro ma una voce fredda come il marmo la scosse.

-" Ti piacciono i libri Ginevra?"

Da quanto tempo non sentiva Draco Malfoy sussurrare il suo nome? Tanto, troppo tempo. Si maledisse al pensiero di aver pensato una cosa simile.

-"Continuate a chiamarmi Weasley, signore."- disse lei in tono gelido in modo da poter tenergli testa. Ma Malfoy non era sempre stato freddo e lei, voltandosi, aveva visto nei suoi occhi la dolcezza che aveva conosciuto un tempo ma quella era un’altra storia.

-" Come mai Weasley, una volta non ti dispiaceva se ti chiamavo Ginevra"

-" Quelli erano altri tempi Malfoy, tempi dimenticati! Fa anche tu lo stesso, ora sei anche sposato"

Draco avrebbe voluto dire qualcosa, replicare ma non poteva, il maledetto orgoglio Malfoy non glielo rendeva possibile. Era tutta colpa dell’orgoglio se tra lui e la giovane Weasley non aveva funzionato ed ora ne pagava le conseguenze; era sposato con una donna brutta, stupida e che, per di più, non amava.

-" Se non vado errato, Ginevra era una regina…"-la rossa annuì col capo.

-" La moglie di re Artù che tradì suo marito con Lancillotto il fedele cavaliere di Artù."

Ghignò e si perse in una risata maligna, in altre parole si stava prendendo gioco di lei.

-" Voi donne tutte uguali. Se Ginevra moglie di Artù non avesse ceduto alla lussuria oggi sarebbe ricordata come la moglie di un grande sovrano non come Ginevra l’amante di Lancillotto."

-" La lussuria non centra, Ginevra amava Lancillotto."

-" Amore è solo qualcosa di effimero che ci spinge a compiere gesti stupidi."

Non disse una parola. Ribattere con lui sarebbe stato inutile.

-" Quando ero piccolo ad Hogwarts lessi un libro: narrava la storia di Elektra, una ragazza bellissima dotata di poteri straordinari ma era un’assassina."

-" A però."

Draco ignorò quel commento fuori luogo. Aveva appena ammesso in quel momento che qualcosa lo affascinava.

-" Ti consiglio di chiamare tua figlia Elektra, tanto siamo in tema."

-" Bada Weasley non scordarti mai che io sono il padrone e tu, tu sei la mia serva."

Aveva ragione doveva contenersi e rimanere calma. Sospirò fece per voltarsi ma Draco fece una constatazione.

-" Ginevra ies amissilleb." Tornò indietro.

To be continued

Note capitolo 1:

Siamo arrivati alla fine del primo capitolo… che dire…

-Ci sono voluti sei libri per farmi apprezzare il personaggio di Draco Malfoy. Adoro come la Rowling lo abbia fatto; lo trovo complicato. Un ragazzo freddo, distaccato; sembra che apparentemente nulla lo tocchi mentre invece risulta indirettamente "forzato" ma mi viene il dubbio chi verrebbe su così con un padre come Lucius? È stato addestrato sin da piccolo ad essere il migliore, non credo che il suo sogno da bambino fosse di essere un mangiamorte. Un mangiamorte incapace di uccidere, come ci dimostra nell’ultimo libro. Un mangiamorte costretto ad essere un mangiamorte. Lo trovo un ragazzo che crede di sfuggire tutta la vita a quei sentimenti che noi consideriamo "umani".

-Ho costruito una fanfiction utilizzando un Malfoy combattuto tra il solito Malfoy e quello che m’immagino. Un Malfoy consapevole di provare sentimenti umani ma che non lo vuole dare a vedere, ho incominciato questa fanfiction pensando che Draco Malfoy in realtà potrebbe essere molto più di quello che vediamo, molto di più di un moccioso superbo. Dalla mia penna è nata ELEKTRA che ammetto che è un personaggio molto complesso, forse troppo. Una ragazza di quindici anni dal tono sicuro e deciso. Il personaggio di Elektra è qualcosa che ho imparato a caratterizzare e a conoscere poco a poco, per me stessa è stato un personaggio difficile fin dalla prima idea. Elektra si rivedrà nei prossimi capitoli non subito, forse perché è come dire anche lei come il padre abbastanza combattuta interiormente, come ho ripetuto Elektra non sarà mai completamente chiara ai lettori come non lo sarà mai per me che ne sono l’autrice. Vorrei però che tentasse di immedesimarvi in Elektra che non sarà assolutamente la protagonista, ma solo un personaggio che come gli altri assisterà e renderà possibile il proseguimento della storia, per questo per qualsiasi dubbio si ponga su questo personaggio vi chiedo di farmeli presente affinché possa valutarie si tratta di qualcosa di lecito che chiarirò altrimenti troveranno risposta nei capitoli. Un’ultima cosa che chiedo è di non farvi nessun viaggio di cervello su questo personaggio perché niente è ciò che sembra. Credo che con queste note finali io abbia chiarito e premeditato qualche dubbio che vi si è sviluppato durante la lettura. Terrei molto se mi LASCIASSE QUALCHE COMMENTO COSTRUTTIVO, ANCHE SE PER SAPERE SE VALE LA PENA CONTINUARE.

Kiss STRAWBERRY (recensite)

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo:"fuori da Azkaban"

-" Draco Malfoy… sei libero!"

Quella frase l’aveva attesa per quindici anni. Dal momento stesso in cui era entrato ad Azkaban aveva desiderato uscirne.

La razza umana è strana: diamo per scontata la libertà che quando viene a mancare ci sentiamo soffocare e morire. E’ così; è uno dei tanti misteri della vita. Solo quando una cosa non ce l’abbiamo più, capiamo quanto realmente conta per noi. La libertà è come qualsiasi sentimento, come una qualsiasi emozione: l’uomo nasce libero e spesso non è consapevole di quanto sia fortunato per questo. Draco Malfoy se n’era accorto quando aveva perso tutto. Mise il naso fuori da Azkaban: niente odore di chiuso, nessuna cella ad impedire l’entrata del sole che era lì davanti a lui e, vederlo così alto e splendente come lo ricordava gli fece ringraziare il cielo. Si diresse verso l’espresso per Hogwartz e, camminando, notò con piacere che nessuno si voltava a guardarlo. Non era più considerato un mangiamorte, ora era solamente Draco Malfoy, un uomo, e ancora una volta ricordò quei momenti in cui davvero si sentì il più felice degli uomuni.

Erano ormai trascorse tre lunghe settimane: Draco si era visto poco e lei non aveva ancora nemmeno uno straccio di prova per incastrarlo, tantomeno per sbatterlo ad Azkaban. Aveva un’incredibile voglia di vedere Harry. Harry le mancava? Sarebbe stato meschino pensare di no! Quella sera ci sarebbe stata una cena a Malfoy Manor. Ginevra sarebbe stata in mezzo a tanti mangiamorte e sicuramente ci sarebbe stato anche lui, Voldemort. Ci sarebbe stato un incredibile gioco di informazioni. Doveva stare attenta. Camminò per il corridoio di Malfoy Manor, poi una mano l’afferrò da dietro una porta , la ragazza provò a liberarsi ma niente.

-" Weasley… sono io!"- disse Malfoy dimenticando per un attimo di essere un mangiamorte, e lei si sentì stranamente più tranquilla e un ricordo le tornò alla mente

( "Non importa angelo". " Mi chiama Ginevra raramente, sono il suo angelo… sono stata mandata per salvarlo ma i miei sentimenti umani mi hanno portato a seguirlo tra i dannati. Sono il suo angelo ma ho fallito la mia missione. Sono o meglio ero il suo angelo che lo ha abbandonato al suo destino senza lasciargli scampo.)

Si riprende dal trance ed è ancora lì davanti a lui proprio come allora, proprio come quando condividevano un destino o, per meglio dire, una passione. Si guardarono: gli occhi di ghiaccio di lui erano quelli di sempre, ma a Ginevra parvero differenti. Si guardarono ancora ed ancora mischiandosi in un perfetto gioco di sguardi, i loro occhi non riuscivano a staccarsi. Il suo profumo era sempre lo stesso, il profumo dolciastro buono, profumo di Draco.

-" Cosa vuoi Malfoy?"

-" Te, Ginevra!"- di nuovo il suo nome. Era sincero, glielo dicevano i suoi occhi.

Ginevra lo guardò. Chissà perché amiamo sempre chi non lo merita, quasi che questo fosse l’unico modo per ristabilire l’equilibrio perduto del mondo. E’ la più antica forma di masochismo quella di amare chi non sa amare, è la più stupida, quella che ci rende tristi ma è quel sentimento che non si può controllare. Non è un fatto di cervello… è passione! Passione che ti squarcia da dentro e ti rende schiavo. Ginevra lo sapeva in quel momento non gli importava: amava un uomo che era un mangiamorte, non importava … Draco era Draco e per quanto lo rinnegasse lei lo amava. Fu un minuto: le loro labbra si avvicinarono, il primo bacio timido, poi più intenso, ben delineato e ancora più intenso. Non era cambiato niente in due anni. Si staccarono ancora; quel gioco di sguardi, nuovamente paurosi, nuovamente insieme. Un altro bacio si posò sulla fronte della ragazza e le mani di lui nuovamente tra i suoi capelli. Le lacrime scesero dai suoi occhi del colore dello smeraldo; calde ed amare lacrime. La realtà è dura.

-" Ginevra non piangere…"- disse mentre le asciugava le lacrime con la dita.

-" Dimenticavo che odi vedermi piangere…". Era vero; odiava vederla piangere, glielo aveva detto una volta.

-" Odio vederti piangere perché le tue lacrime sono l’unica cosa contro cui non posso niente."

Di nuovo la sua dolcezza, quella dolcezza che solo a Ginny era stato concesso conoscere, ma andava bene così.

-" Draco…"- chiamò piano. -" Malfoy!" lo richiamò più duramente. Basta con i sentimenti! Basta! Non potevano mettersi in mezzo nuovamente loro, non lo avrebbe più permesso. Era un auror, aveva Harry , i suoi fratelli una vita apparentemente perfetta. Perché Draco doveva avere la pessima abitudine di tornare da lei proprio quando la sua vita procedeva bene. Tornò dura e composta.

-" Malfoy hai fatto la tua scelta… hai scelto di essere un mangiamorte. Non c’è destino per noi, non ce n’era allora e non ci sarà mai posto per noi lo hai detto tu…"

-" Weasley!"

-" Ed ora scusatemi signor Malfoy vostra moglie mi aspetta."

Draco era sposato, aspettava un figlio e aveva qualsiasi cosa si potesse desiderare, anzi no: l’unica cosa che potesse desiderare si chiamava Ginevra Weasley e non l’avrebbe avuta mai. Si ricompose dirigendosi verso la propria stanza; doveva prepararsi. Presto sarebbe arrivato il signore oscuro doveva rendersi presentabile.

La sera arrivò in fretta, tutte le domestiche erano agitate, il signore oscuro sarebbe arrivato di lì a poco e , infatti, arrivò puntuale come un orologio svizzero. Malfoy lo accolse.

-" Signore è un onore avervi a casa mia."

-" E’ un onore per me ragazzo…"

Gli diede una pacca sulla spalla, come un padre ad un figlio. Ed ecco c’era anche Lucius Malfoy con sua moglie Narcissa: oramai vivevano nella loro residenza nelle Americhe. I lunghi capelli biondi di Lucius sembravano gli stessi di anni prima, nemmeno un capello bianco, nonostante l’età. Lo sguardo dell’oscuro si portò su di lei, su Ginevra Weasley, e sorrise nel vederla lì vestita da cameriera.

-" Che piacere rivedere un’amica di lunga data… non è vero Ginny?"

Il signore oscuro toccò un tasto dolente: al suo primo anno ad Hogwartz l’aveva posseduta, costretta a fare cose brutte e decisamente pericolose. Ginevra si limitò a guardarlo.

-" Cos’è Ginevra, Potter ti ha abbandonato."

-" No!"- errore-" cioè, io ho abbandonato lui."

Forse se l’era bevuta ma il signore oscuro la guardò con un orrendo sorriso stampato sulla faccia. Era consapevole che tra il biondo Malfoy Junior e Ginevra c’era stato qualcosa.

-" Come mai? Sempre che possa chiederlo."

-"Troppo impegnato a fare l’eroe."

-" Capisco… di gran lunga meglio un Malfoy dunque…"

-" Signore temo di non aver capito…"

Era un’esclamazione o una domanda? Sorrise: avere un mangiamorte simile sarebbe stato utile. Ginevra Weasley era un osso duro, sarebbe stata una mangiamorte perfetta.

Pansy si fece avanti facendosi notare dall’oscuro.

-" Pansy, cara, a quando il mio bel figlioccio?

-" E’ ancora presto, sette mesi ancora…"

Dopo sette mesi Draco sarebbe diventato padre … Quel bambino, se le cose andavano come speravano gli auror, non avrebbe mai conosciuto suo padre.

L’espresso vuoto si fermò davanti ad Hogwartz. Il castello era lo stesso esattamente come se lo ricordava. Ricordò che il giorno in cui aveva lasciato l’accademia di magia e stregoneria aveva avuto quasi un rimorso. Ad Hogwartz aveva lasciato una parte di lui, aveva lasciato Ginevra. Erano più o meno le quattro del pomeriggio e in quel momento stava iniziando l’ultima ora. Entrò nel castello e vide nell’oscurità una figura curva e gobba che ,pian piano , divenne più chiara: era Mastro Gazza, il vecchio custode ormai stanco e appesantito.

-" Signor Malfoy, qual buon vento?"-

-" Lo lasci a me, mastro Gazza…"- la voce del suo padrino, Piton, lo raggiunse.

To be continued

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


CAPITOLO TERZO: ELEKTRA

-" Draco!"

Piton lo abbracciò affettuosamente, quindici anni erano passati anche per lui: i suoi capelli corvini ormai lasciavano trasparire il colore bianco e, stranamente, non erano più appiccicosi. Si guardarono negli occhi: Piton aveva fatto molto per lui. Per un solo istante Draco avrebbe voluto tornare ad essere ancora il ragazzo che frequentava Hogwartz e non un uomo, un ex-mangiamorte, un ex-prigioniero di Azkaban. Poi scorse una figura al di là delle spalle di Piton e per un nano secondo forse la rivide, forse era lei, forse era Ginevra… la sua Ginevra.

-" Draco, potrai parlare con il preside solo dopo la mia lezione di difesa. Vieni! Seguimi!"

Seguì Piton che non gli aveva lasciato scelta. Non riuscì a proferire parola: si sentiva ancora piccolo quando parlava con lui, si sentiva ancora Draco il quindicenne e non Draco l’uomo. Si fecero strada ormai nei corridoi vuoti e, poco dopo, si trovarono davanti all’aula, la vecchia porta dell’aula di difesa contro le arti oscure. Piton entrò senza farsi troppi problemi mentre Malfoy sembrò quasi timoroso: rimaneva pur sempre un ex-mangiamorte. Entrò: Serpeverde- Grifondoro quarto anno.

" Sono una serpeverde da quattro anni."

Guardò le serpeverdi una per una, si soffermò soprattutto sulle bionde ma niente, nessuna che somigliasse a lei. Le guardò ancora ed ancora; sembrava che non ci fosse.

-" Signor Potter, visto che sta sghignazzando da quando sono entrato, che ne direbbe di mostrarci qualcosa sulla pratica?"

Draco portò lo sguardo sul ragazzo che si era appena avvicinato a Piton: divisa Grifondoro, occhi verdi, capelli castani e sguardo sicuro… Potter. Quel ragazzo era la copia di suo padre: stessi occhi, stesso sguardo di chi una ne pensa e mille ne combina. Solo per una cosa era differente da Harry, il giovane Potter non portava occhiali. Squadrò Malfoy da capo a piedi.

-" A sua completa disposizione prof."

-" Che ne dice di un serpeverde? Signor Priston, vuole venire lei?"

-" Professore, io vorrei Elektra!"

La cena con il signore oscuro procedeva tranquillamente: scherzavano come persone normali che, però, non erano. Draco era capo-tavola e il signore oscuro poco lontano da lui. Ginny si avvicinò all’uomo dagli occhi rossi, fece per servire ma quello l’afferrò per un braccio e lei si ritrasse di scatto. Quel movimento violento provocò in Malfoy un impeto interno che lo spinse ad alzarsi di scatto e ad attirare su di sé l’attenzione. Capì subito di aver commesso una leggerezza a lasciarsi andare in quel modo e cercò di porvi rimedio.

-" Mi scusi signore, è solo che la servitù non è più quella di una volta."- e rivolgendo lo sguardo a Ginevra continuò -" Weasley, in futuro stai più attenta: quando ti avvicini al mio signore pretendo da te la massima gentilezza e disponibilità ." Lei lo guardo terrorizzata ma lui aveva più timore di lei.

-" Capisco Draco, non è successo niente . Per un attimo mi era parso che ti fossi preoccupato per la tua servetta…" Nessuno aveva percepito quella nota di sarcasmo a parte i diretti interessati. Quella era la prova concreta: Draco teneva ancora a lei… lei era ancora il suo punto debole. Semmai il signore oscuro avesse voluto affondarlo, avrebbe attaccato il suo unico punto debole, avrebbe attaccato Ginevra. Si ricompose abbandonandosi sulla sedia. La guardò, aveva uno sguardo riconoscente, poi rivolse il suo sguardo alla moglie Pansy che lo guardava assai " nervosa". Conosceva suo marito, sapeva cosa provava per quella donna, sapeva che il giorno del loro matrimonio aveva detto di si ad un’altra e non a lei che gli stava di fronte. Quel giorno si era rassegnata, aveva capito che il suo cuore non le sarebbe appartenuto mai, almeno non completamente. Certo era protettivo; era naturale, portava in grembo suo figlio, l’erede dei Malfoy, ma il suo amore non era per lei. Erroneamente aveva acconsentito a prendere Ginny in casa come cameriera pensando che finalmente avrebbe dimenticato la donna di cui era innamorata vedendola ridotta a una serva senza più onore e dignità. Ma questo fu il suo errore: Ginny aveva sempre un’aria regale, riusciva ad essere perfetta anche in quella situazione.

Finita la cena Draco si apprestò ad accompagnare il signore oscuro alla camera appositamente preparata per lui.

-" Spero che sia di suo gradimento, signore."

-" E’ di mio gradimento anche la tua cameriera, la rossa."- disse ghignando mentre scrutava il ragazzo.

Malfoy lo guardò timoroso. In quel momento non sapeva veramente cosa fare. Se il signore oscuro gli avesse chiesto Ginevra, lui cosa avrebbe fatto? Deglutì e lo guardò negli occhi che gli parvero sempre più rossi.

-" Calma ragazzo! Non te lo chiederò; sono pur sempre tuo ospite e mi comporterò da gentiluomo , in fondo so cosa ha significato per te quella ragazza anche se ormai non c’è più nulla da parte tua, o mi sbaglio?"

-" Si, cioè no…signore… io vado."

Draco uscì dirigendosi verso le proprie stanze.

-" Tesoro!!!"

-" Dimmi Pansy…"

Non la guardò nemmeno in faccia e continuò a fissare un punto indefinito.

-" Volevo augurarti la buonanotte."

-" Buonanotte Pansy. Scusami ma devo andare nello studio ad ultimare un lavoro."

Draco proseguì il suo cammino fino allo studio. Si abbandonò sulla poltrona quando un rumore da dietro la porta lo fece sobbalzare. Afferrò la bacchetta ma poi la vide.

-" Ma-Malfoy… Pensavo fossi a vegliare sui sogni della tua adorata mogliettina…"- affermò quasi con malizia.

-" Cosa faccio io, Weasley, non è affar tuo. Piuttosto cosa ci fai tu qui nel mio studio? Avevi forse nostalgia di me!"

-" Nei tuoi sogni Malfoy. Ho perso il mio orecchino…"

-" Il tuo orecchino?"

-" Si, il mio orecchino, quello con le perle."

-" Possiedi un orecchino con le perle?"

-" Malfoy, sono stata la donna di Potter, non scordartelo!"

-" Weasley…"

-" Cosa c’è Malfoy."

-" Dovevo solo… dovevo."

-" Cosa Draco…"

-" Voglio Elektra…"

Quel nome risuonò nella testa di Draco. Una figura seduta agli ultimi banchi si alzò in piedi: corpo minuto, divisa serpeverde, capelli lunghi e rossi, viso lentigginoso, occhi di ghiaccio incapaci di trasmettere qualsiasi emozione così dannatamente uguali a quelli dell’ex-mangiamorte. Solamente allora vide la donna a cui aveva voluto bene… bambina, vide Ginevra ai tempi di Hogwartz. Portò lo sguardo su Malfoy, indifferente, come se fosse la cosa più normale del mondo.

-" Sei sicuro Potter di voler morire così giovane?"

La stessa voce fredda, il tono esattamente uguale a quello sentito ad Azkaban, il suo sguardo sicuro e l’aria superba degna di una Malfoy.

-" Non ti preoccupare Weasley…"

Dunque Elektra non aveva il suo cognome ma portava quello della madre; comprensibile, lui dopotutto non c’era mai stato in tutti quegli anni.

-" Paura Potter?"

-" Ti piacerebbe…"

Era strano, anche Draco aveva vissuto quel momento con un Potter al suo secondo anno quando l’allocco di Allock e Piton avevano organizzato il club dei duellanti; quella volta Potter lo avrebbe sistemato se non l’avesse salvato la " serpensortia".

-" In posizione! 3-2-1."

-" Experliamus!" – Potter lanciò il suo incantesimo.

-" Protego!"- Elektra schierò la sua difesa.

-" Allora Weasley ti schieri sulla difensiva?"

-" Impedimenta!"

Potter fu colpito in pieno, rimasero immobili per qualche secondo entrambi.

-" Colpito e affondato Potter…"

-" Solo colpito Elektra, non mi hai ancora affondato."

-" Sai Potter sto cercando di trattenermi dallo scagliarti contro un Cruciatus!!!"

Il ragazzo dagli occhi color smeraldo ghignò, sorrise beffardamente. Elektra era forte, lo era sempre stata fin dai tempi in cui la loro rivalità era iniziata e lui aveva sempre pensato che la sua forza, il suo essere perfetta a scuola e la sua arroganza servissero solo a creare un muro, o solo una maschera, con cui proteggere il suo io.

-" Un Cruciatus??? Mi onori, niente avada Kedavra?"

-" E vederti morire così velocemente? No, Potter… La tua morte sarà una cosa lenta… SERPENSORTIA!"

Un maestoso serpente con la testa triangolare si avvicinò pericolosamente a James Potter che era nuovamente incapace di muoversi.

-" Paura adesso Potter?"- richiese lei.

-" No…"

Ostinazione degna di un Potter. Elektra lo guardò stralunata, il serpente era troppo vicino… Draco guardò la ragazza. Avrebbe fermato quel serpente? Lei incrociò gli occhi del padre, ghiaccio nel ghiaccio, poi allungò la bacchetta.

-" Vipera Ivanesca."

James la guardò, guardò i suoi occhi, avrebbe pagato oro per conoscere quali sentimenti contrastanti le passavano per la testa.

-" Hai visto Weasley… tu hai avuto paura per entrambi."

-" Bene!" – sussurrò Piton.

Quel momento fu interrotto dall’apertura della porta. Ed eccola lì la vecchia professoressa di trasfigurazione. Entrando portò il suo sguardo prima su Malfoy e poi su Piton.

-" Professor Piton, il preside desidera ricevere la signorina Weasley e il signor Potter nel suo ufficio immediatamente."

-" Certo professoressa, subito. Gradirei accompagnarli io stesso."

Elektra guardò James che ricambiò lo sguardo, respirarono a fondo e seguirono la Macgranitt, con Piton e Malfoy. Uno strano silenzio arieggiava in quei corridoi: si sentiva solo il rumore dei passi. Draco affiancava il suo ex- professore e camminava cercando di non far notare la sua presenza.

-" E’ una settimana che non ci vediamo vero Miss Elektra? Vero James?"

Il vecchio era girato di spalle e non aveva ancora proferito parola nei riguardi di Malfoy. Ogni cosa a suo tempo aveva sempre detto.

-" Professore, io vi lascio e torno a lezione." - aveva detto la Macgranitt prima di scomparire dietro il passaggio segreto.

-" Professore, che cosa hanno combinato i ragazzi?"

-" Calma Severus, calma. Ogni cosa a suo tempo."

In quel momento la porta si spalancò ed ecco entrare un uomo sul metro e ottanta, capelli castani, occhi verdi , occhiali rotondi

e, soprattutto, una maestosa saetta sulla sua fronte.

-" James Gabriel Potter sei nei guai!!!"

Il ragazzo lo guardò esitante. Suo padre era buono e caro fino ad un certo punto. Se Harry Potter si arrabbiava con suo figlio, cosa che accadeva di frequente, era meglio stare lontani chilometri. Il suo sguardo arrabbiato si spostò sul biondo. Si guardarono per lunghi istanti: l’ultima volta che si erano visti Harry aveva chiuso a chiave la sua cella. Malfoy lo guardò e inarcò un sopracciglio con fare irritato. Poi, per la felicità di James, tornò sul ragazzo.

-" Tra tutte le cose che hai combinato questa è la peggiore. Come diavolo ti è saltato in mente di falsificare la mia firma?"

Lo sguardo di James si posò istintivamente su Elektra, gli occhi dei ragazzi si incrociarono timorosi ma complici.

-" Io… mi dispiace papi."- disse con aria furbetta.

-" No James, non pensare di cavartela così. Ti dispiace! Ti dispiace? E di cosa in particolare? Di aver falsificato la mia firma o di averla usata per entrare ad Azkaban? Questo è il colmo… io mi chiedo cosa passa per quel tuo cervello! Io…"

-" E’ colpa mia!"- interruppe Elektra. Odiava fare la codarda e per questo si intromise nella discussione.

-" Come?"

-" Ho chiesto io a James di falsificarla, zio Harry. James non voleva ma poi… poi ha accettato."

Harry portò lo sguardo su Elektra: ogni giorno somigliava sempre più a sua madre. Le voleva bene come se fosse stata sua figlia, si poteva dire che l’aveva cresciuta. Era il suo padrino e teneva a lei in modo indescrivibile ma, alcune volte, faceva fatica a capirla.

-" Elektra non occorre…" - le sussurrò James in un orecchio.

-" Professor Piton, sarebbe così gentile da chiamare la professoressa Weasley?"

-" Sono già qui, professor Silente!"

to be continued

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Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto: “Il ricordo più bello”

La bella professoressa di storia della magia fece il suo ingresso, nell’ufficio del preside. Malfoy non mosse un muscolo, sapeva cosa sarebbe significato spostare lo sguardo su quella figura, guardarla anche solo per un istante avrebbe significato ricordare... ancora. Deglutì silenziosamente, continuando ad osservare un posto fisso nel vuoto. Respirò a fondo. IIL momento di fare i conti con il passato era arrivato. Infondo era meglio così! Prima o dopo cosa poteva cambiare? Spostò lo sguardo su di lei: i suoi capelli rossi raccolti in uno chignon. I suoi occhi profondi. Adorava le iridi celesti della ragazza, nella quale tante volte aveva sognato di perdersi in quei lunghi anni trascorsi ad Azkaban. Le sue lentiggini che aveva adorate una per una. Il suo corpo ancora perfetto. Ginevra portò lo sguardo sul ragazzo fu allora che sentì il suo cuore fermarsi. Non sentì nessun battito dal suo petto, stava forse morendo?Fu allora che i ricordi avidi, e dolorosi si fecero avanti ricordando ad entrambi quello che era stato, ciò che nessuno avrebbe osato cancellare e rimembrare.

- “Draco” -

In quel momento compresero che andava bene così, che era giusto anche se sbagliato. Non potevano fare a meno l’uno dell’altra perché mentire ancora? A quale scopo? Draco comprese che sino a quel momento odiose bugie erano state la salvezza e un rifugio per entrambi, le menzogne erano state solo il muro che li aveva divisi. Per cosa poi? Per proteggere una donna che non amava? Un orgoglio che non gli apparteneva più? Un orgoglio che aveva perso nel momento stesso in cui aveva desiderato avere Ginevra Weasley. La guardò. Sorrise beffardamente a se stesso, era ancora tanto bella. Il senso comune, la morale ormai non contavano più. In quel momento se avesse ascoltato la sua mente Ginevra Weasley avrebbe sicuramente compreso che deludere tutti quelli che credevano in lei non era giusto, ma lei non diede al cervello l’opportunità di parlarle. Ascoltò l’impulso che la induceva tra le sue forti e possenti braccia. Lo baciò. Maledicendo e fregandosene altamente di tutto quello che la circondava. Ginevra si alzò sulle punte e baciò il suo nemico.Lo baciò, consapevole di sbagliare, sapendo che quello era il suo misero destino. Lo baciò sapendo che lui avrebbe ricambiato. Draco ricambiò quel bacio con passione e ardimento, quasi spinto da qualcosa che bruciava dentro di lui da tanto, troppo tempo. Le cinse la vita saldamente deciso a non volerla lasciare. Tanti sentimenti contorti scelsero quella sera di farsi spazio tra di loro, tante emozioni e desideri trascurati. La spinse contro la libreria, schiacciandola contro essa.

Ginevra sentì qualcosa spingere contro il suo stomaco. Sospirò contro la sua bocca desiderandolo. Lui la alzò premendola nuovamente contro la libreria di legno di noce, fremendo mentre la faceva aderire a lui.

- “voglio riaverti...” -

Lo dice respirando affannosamente.

- “voglio il tuo corpo... ma rivoglio anche il tuo cuore Ginevra.” -

Era giusto così. Doveva essere così. Ginevra doveva almeno credere di pensarlo per esserne lei stessa sicura di crederlo. Questo è quello che ci rende umani, che ci differenzia dagli esseri divini: il peccato. Noi esseri umani cadiamo in quello che ad esseri sopranaturali non è permesso. Che cosa c’è di meglio del peccato? Il peccato non è altro che la realizzazione di un nostro desiderio proibito. Anche per Lancillotto e Ginevra era stato simile, anche il loro era un rapporto proibito. Se esisteva un dio da qualche parte allora quel dio doveva farsi da parte e lasciarli liberi di peccare. Se a loro non importava, se al destino stesso non importava allora perché doveva importare ad un dio che se ne fregava di loro?

- “Io te l’ho donato tanto tempo fa e non me lo sono mai ripreso...” -

Era stramaledettamente vero. Sorrise. Ginevra aveva sognato di rivederlo sorridere, aveva voluto rivederlo sorridere.

- “lo vuoi Ginevra? vuoi fare l’amore con me?” -

Asserì con il capo.

- “Strappa tutto.” -

Ginevra intreccio saldamente le gambe intorno alla vita di Draco, con dita ferme lui spostò le sue mutande di lei. Dopo tanti anni entrò nuovamente in lei. Rumorosamente sospirò sulla sua bocca. Reggendosi alla libreria dietro di lei. Draco spinse forte dentro di lei, abbracciò Draco stringendolo. Solamente Dio sapeva quante erano state le lacrime versate per quell’uomo, ed ora era lì dentro di lei sposato. Draco Malfoy era sposato con un’altra, ma a Ginevra questo importava? No.

- “Draco”-

Un’altra spinta. Ginevra giurò quasi di sentire una fitta nel suo stomaco. Si sentiva emozionata come la prima volta. UUn altro colpo di reni, seguito dal culmine del piacere che finalmente arrivò. Draco esausto cadde seduto portando con se il corpo sudato di lei. Il silenzio li avvolse l’unico e dolce rumore a circondarli era quello di due persone affannate, in piena estasi. Ginevra non si mosse rimase sopra di lui, sino a quando il suo respiro non fu nuovamente normale.

- “Sei mia Ginevra” - sussurrò lui

- “sono tua?” - domandò lei ispirando profondamente.

- “si!” - disse deciso.

- “sono tua” - Cos’altro poteva dire? Non era forse sua che si sentiva? non era forse l’uomo che amava quello sotto di lei? Sorrise a lui... La notte generosa aveva accolto i sospiri dei due amanti, ma ora il sole non tanto generoso si faceva spazio nel buio della notte.

***

Il mattino avido si fece spazio nella notte. Il giorno e la notte, la notte e il giorno... due cose così diverse in sostanza non trovate? Se ci pensate bene entrambi non possono fare a meno l’uno dell’altra, entrambi esisterebbe senza l’altro. Cos’ì era per Draco e Ginevra due cose così opposte, destinate a non avere un futuro insieme. A quella notte ne seguirono tante altre, molte volte la luna fu l’unica testimone dei loro sospiri, ma compiaciuta li illuminò con la sua luce lunare. Trascorsero due lunghi mesi dalla loro prima notte proibita. Una mattina però il solito silenzio presente a Malfoy Manor fu interrotto da un litigio.

- “insomma Draco... guardami quando ti parlo!” - Urlò Pansy fuori di se dalla rabbia guardando il marito.

- “Pansy ho da lavorare, calmati e non scocciarmi!” - ghignò secco ed infastidito.

- “calmarmi Draco? Tu mi chiedi di calmarmi? Assurdo!”- esclamò esasperata. Guardò il marito negli occhi, non era sincero. - “Perché la guardi ancora con desiderio? perché nonostante faccia la cameriera l’interesse che provi per lei non svanisce? Perché preferisci stare con lei invece che con me?” - Urlò infine.

Draco la guardò, bastò quello sguardo. Pansy capì tutto si portò le mani alla bocca. Le lacrime uscirono dalle sue iridi nere, tanto diverse da quelle di Ginevra. Corse verso le scale, ma qualcosa la fece inciampare.

Si riprese dai ricordi un tantino turbato. Interruppe bruscamente il contatto con gli occhi di Ginevra.

- “Ginevra... Harry ho chiesto io ai ragazzi di farlo” - Interruppe Silente.

TO BE CNTINUED

Scusatemi, se non ho risposto sino ad ora ai commenti ma non ero a casa. Come notate in questo capitolo, ho cambiato stile ebbene mi sembra giusto utilizzare il mio. Non va decisamente bene recensite di più! Voglio sapere come la pensate. Allora... vediamo da chi cominciamo?

Naayachan: ti ringrazio. Anch’io penso che questa battuta in bocca ad Elektra e a James stia benissimo; come dimostra il capitolo il loro non è un odio di quello che intercorreva tra Draco Malfoy e Harry Potter, come puoi notare il loro è un rapporto d’eccezione. In verità credo proprio che nessuno dei due potrebbe fare a meno l’uno dell’altra... che dire si completano a vicenda. Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo.

Fiubi: Mi inchino con tanto di capello davanti alla tua recensione. Grazie davvero... continua a seguirmi e ricordati di lasciare un commentino quando hai letto il nuovo capitolo.

DarthSteo: Grazie per aver recensito, a dire la verità non ho ancora deciso chi sia la madre di James, anche perché non so ancora chi sarà la donna che è riuscita a domare l’inarrestabile Harry Potter. Ti prometto che sceglierò qualcuno alla sua altezza ma non sono sicura che sia qualcuna già nota nei libri. Grazie di aver Recensito. Recensisci ancora mi raccomando.

Vanellerine: Ti dirò ho aspettato con ansia la tua recensione... e non ti nego di essere rimasta delusa di non averla trovata. Comunque sia grazie per aver recensito.

Sheila: penso anch’io la stessa ed identica cosa. Draco Malfoy nei libri di mamma Rowling purtroppo è un personaggio tralasciato. Forse troppo per essere uno degli antagonisti principali, per quanto riguarda il suo modo di essere... credo che alla fine della fiction mi ucciderete, lincerete e via dicendo... grazie per il “meraviglioso” . Recensisci mi raccomando. Aspetto con impazienza il tuo prossimo commento.

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Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


Capitolo quinto: “Ti amo Draco Malfoy”

Si riprese dai ricordi un tantino turbato. Interruppe bruscamente il contatto con gli occhi di Ginevra.

- “Ginevra...Harry, ho chiesto io ai ragazzi di farlo” - Interruppe Silente.

- “ciò non toglie che il signor James riesce a falsificare la firma di suo padre che è il capo del ministro della magia...” -

Draco notò che come il suo solito Piton si era intromesso in una discussione che non gli riguardava, senza dubbio c’è lo aveva scritto nel dna di odiare i Potter. James Gabriel Potter era decisamente troppo uguale a suo padre; doveva possedere senza dubbio anche lui delle strane manie di protagonismo. Com’è che si dice? A sì tale padre tale figlio, e di certo si notava che al ragazzo non era mai stato molto simpatico il suo professore. Un pò per i pregiudizi che Piton aveva sui grifoni, un pò perché non aveva mai dato a James il voto che meritava.

- “Suvvia professore porta ancora rancore a noi Potter per quello che nonno James le ha fatto da giovane da giovane? Capisco che è stato cattivo però avercela ancora dopo così tanti anni” -.

Colpito ad affondato uno a zero per James Potter, decisamente buon sangue non mente mai, sopratutto se parliamo dei Potter c’è lo hanno scritto nel sangue di trasgredire alle regole, di essere contro Piton.

- “Potter ti consiglio di non peggiorare la tua situazione è già abbastanza complessa e sei abbastanza nei guai...” -

Uno ad uno per Piton, aveva ragione questa volta: James non poteva degenerare la situazione.

- “Ragazzi ho meditato a lungo sulla vostra punizione, e sono giunto alla conclusione che questa sera aiuterete il professor Malfoy a sistemare la propria roba, è tutto potete tornare nei vostri dormitori.” -

Silente si era pronunciato, al professor Piton non sembrava così dura come punizione, poi aveva notato lo sguardo che aveva la professoressa Weasley. Elektra rimase immobile quella era senza dubbio la peggior situazione nella quale poteva capitare, per la prima volta non era così sicura sul da farsi. James la guardò. La conosceva bene. Camminava silenziosamente con sguardo pensieroso e forse anche preoccupato.

- “ Che cosa farai adesso Elektra? Intendo ora che Lui è qui...”-

- “Nulla. Ho fatto a meno di un padre per quindici anni non capisco perché ora mi dovrebbe cambiare qualcosa...”-.

S’interruppe. James per una buona volta aveva ragione, non aveva pensato che ora sarebbe stato tutto più complicato andare avanti. Elektra era cresciuta con la consapevolezza di chi era stato suo padre di che cosa era stato e del suo soggiorno gratuito ad Azkaban. Harry Potter le era stato vicino nei momenti più difficili, momenti duri e dolorosi che da sola con sua madre non avrebbe potuto affrontare. Ginevra Weasley sua madre le aveva insegnato cosa era giusto e cosa non lo era, cosa era il male e cosa era il bene, quello che significava stare dalla parte del primo e quello che voleva dire stare sul secondo. Il problema era un altro, cosa voleva lei da quell’uomo? Il giorno che era entrata ad Azkaban aveva deciso di volerlo nella sua vita di volerlo guardare negli occhi, di voler vedere l’uomo amato da sua madre. Ed ora?

- “E poi tuo padre non vorrebbe James”-

Draco Malfoy sedeva silenzioso su una sedia di fronte alla camera della moglie. Aspettava ansioso che il medico di famiglia uscisse. I sensi di colpi lo avvolsero, era colpa sua se Pansy era in quelle condizioni. Il medico uscì.

- “Come sta?” - chiese al medico

- “La signora riposa nel suo letto, sta bene ma per il bambino signor Malfoy non c’è stato niente da fare. Mi dispiace.” -

Draco tirò un calcio alla sedia con ira, aveva appena per il suo erede suo figlio. Si diresse a grandi passi verso la sua stanza da notte. Forse era meglio così. Sarebbe mai stato capace di fare il padre? Avrebbe mai amato suo figlio il suo erede, sangue del suo sangue? Non lo avrebbe mai saputo. Tutto era successo in pochi secondi, in pochi attimi aveva perso il vero motivo che lo legava a Pansy, la sua mente non poteva far a meno di domandargli cosa avrebbe fatto. Draco Malfoy avrebbe abbandonato Pansy e il suo mondo? Non avrebbe mai saputo nemmeno questo. - “Draco”- Una voce, la sua voce. Alzò il capo la vide eccola lì: La donna in qualche modo responsabile di tutto quello che gli stava accadendo. Eccola in tutta la sua semplice bellezza, eccola Ginevra Weasley la donna per cui era diventato uomo. Sorrise beffardamente a se stesso, guardò la piccola figura dinnanzi alla propria. - “Vieni qua”- Ordinò con voce fredda degna di lui, non mosse nemmeno un muscolo rimase lì ferma, immobile a fissarlo. Alzò il capo ancora una volta e posò il suo sguardo su di lei incrociando le sue iridi celesti. - “Vieni qua ho detto!”- Al risuonare di quell’imperativo non ci fu nessun movimento, di nessun genere. Ginevra non accennava a muoversi, si limitava a fissarlo in silenzio. Già in silenzio era così che era entrata nel cuore di Malfoy. Nel silenzio aveva saputo domarlo, sempre nel silenzio aveva saputo capirlo. Sembrava impossibile ma con il silenzio lei aveva fatto breccia nel cuore di Draco diventandone quasi un dolce tormento.

- “Dì qualcosa Ginevra... qualsiasi cosa”-

-”Io ti amo Draco Malfoy”- Lui la guardò alzando il sopraciglio destro, era stato un sussurro, una verità o forse una certezza. Una certezza così dura da accettare per entrambi. Draco ripensò a l’amore che aveva ricevuto nella sua vita: da suo padre? Forse, da sua madre?Poteva darsi. Pansy lo aveva amato ma ben presto si era accorta che era un amore senza ricambio. Lui poteva dire che cosa fosse amore o cosa no? No. Lui non provava sentimenti concessi agli esseri umani. Spinto da un impeto interno abbracciò la donna che gli stava davanti. La strinse a se quasi temendo di perderla.

- “Voglio fare l’amore con te Draco”-

Draco si riprese da quel ricordo che sembrava così lontano, si stupì lui stesso di averlo ricordato. Si alzò dalla sedia e la vide dopo tanti anni lei Ginevra.

TO BE CONTINUED

Note:

Vi supplico non uccidetemi... lo so, lo so troppo corto ma questo era un capitolo necessario al proseguimento della storia la lunghezza lo era sopratutto. Si può dire che con il proximo cap entreremo nel vivo della storia... 266 letture sino ad ora e SOLO 18 recensioni!!! bhe cosa vi prende???? recensite di più!!!

Fiubi: Vedi “Stirpe di mangiamorte” come inizialmente avevo intitolato la storia si riferiva ad una possibile Elektra mangiamorte ... ma poiché questo lo vedremo soltanto in un’eventuale seconda parte.. per ora è meglio che si chiami Memory... quale titolo meglio di questo??? i Memory sono i ricordi quelli belli, brutti, tormentati, dolorosi, felici... ed in qualche modo e sul mondo dei ricordi che è incentrata la mia fanfiction. Spero di aver risposto alla tua domanda con precisione. MI raccomando recensisci.

MINAU: Mi fa piacere che ti piaccia questa fanfiction... ed anche come io abbia impostato i personaggi come ho ripetuto milioni di colte Elektra è un personaggio complicato quindi sono felice che a qualcuno piaccia.

Evans: Giovane Evans mi fa piacere che tu abbai recensito la mia fanfiction... ci tengo al tuo parere... Un bacio e recensisci mi raccomando!!!

Nayachan: questo è ancora più breve cara mia.. grazie per il tuo commento e recensisci ancora.

Sheila : Nemmeno a me se devo essere sincera mi piace la coppia Ginny-Harry troppo monotona... e come dire troppo scontato amo le cose complicate ... come dimostrano le mie ficcy. gRAZIE PER LA TUA RECENSIONE ... E RECENSISCI ANCORA.


 

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Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


Capitolo Still en enemy:

Draco si dirigeva a grandi passi verso il suo neo ufficio i corridoi erano sempre bui e tetri a quell’ora. Ripensò alle parole che Harry Potter aveva detto poco prima: “se ho consentito al tuo insegnamento qui, è solo perché mi è stato chiesto da Silenteaveva ancora un conto in sospeso con quell’uomo ed Hogwarts non era più tanto grande per entrambi. Draco guardò davanti a se e forse per un puro caso si ritrovò davanti all’ufficio “storia della magia”, era strano, erano state le sue stesse gambe a condurlo sin lì, forse dipendeva dal legame che aveva stipato con Ginevra? Possibile che dopo tanti anni fossero ancora così legati? Aprì uno spiffero della porta, la vide, sedeva alla scrivania e correggeva alcuni testi. Draco la guardò, era ancora tanto bella poi la fronte sua fronte si corrugò, probabilmente aveva letto qualcosa di sbagliato. La sua mano pallida posò la piuma d´oca che teneva in mano e posò la testa sul pugno, un gesto apparentemente semplice, seppure colmo di significato, era evidentemente preoccupato, e poi... occhi negli occhi.Rimase immobile a fissarlo, colta di sorpresa, chinò il capo inclinandolo come a chiedere qualcosa a se stessa. Draco fece un passo in avanti, la vide irrigidirsi: sembrava quasi uno strano gioco.

-"Co-Cosa ci fai qui?"-

Draco ghignò, evidentemente doveva pensare che si fosse ammattita; come se non sapesse che da quel giorno lui lavorava lì.

-“io ci lavoro Ginevra“-.

- “Cosa ci fai nel mio ufficio?”- Draco la scrutò.

- “Dobbiamo parlare...”-

Al risuonare di quell’imperativo Ginevra corrugò nuovamente la fronte, quindici anni ad Azkaban non lo avevano reso differente da quello che era stato, evidentemente quella forma verbale doveva essere la sua preferita. Scosse la testa, parlare con lui sarebbe significato sprecare fiato, spiegare dei "perché" a cui nemmeno lei aveva mai dato risposta. Lo guardò, era rimasto sull’ anta della porta.

- “Accomodati Malfoy” -

Si sedette davanti a lei, guardò il suo volto stanco, i suoi lineamenti gentili, anche

se erano trascorsi quindici anni era ancora tanto bella, chissà se, se ne rendeva conto?! Probabilmente no. I suoi occhi annebbiati dalla stanchezza erano ancora
luminosi, era perverso vero! Ma erano i suoi contorti pensieri, quelli no? Le sue orecchie e i suoi orecchini di perle?

-"Possiedi degli orecchini di perle Weasley?"

-"Malfoy sono stata la donna di Potter non scordartelo"-

-"Elektra è..."-

-"Tua figlia, penso che sia abbastanza chiaro! Ti somiglia da troppi punti di vista."-

-"Perché non mi hai mai detto niente di lei?"-

"Perché” le chiedeva? Be certo di "perché" c´e n´erano stati tanti, alcuni banali, altri superficiali certo, ma tutte motivazioni: perché non era legittima, perché era un mangiamorte, perché la loro storia era "clandestina", perché Elektra avrebbe
sofferto per un padre che probabilmente non lo voleva, Perché non lei era un’auror, Perché lui era di un’altra, Perché era sposato, perché era giusto ma sbagliato.

- “Dirti di una figlia tua che probabilmente nemmeno consideri, non avrebbe giovato la mia autostima”-

- “Come fai a sapere che non l´avrei voluta?”-

Domandò pacato, non c´era rabbia nel suo tono, probabilmente il vecchio Draco si sarebbe arrabbiato, forse quindici anni ad Azkaban lo avevano realmente cambiato in qualcosa. Questo significava rinnegare tutto ora? Significava che i perché non ci sarebbero stati più? Eppure quei perché rimanevano dentro di lei.

- “Tu sei Draco Malfoy! Ed io Ginevra Weasley, che cosa avevamo in comune? Io ero la tua cameriera tu il mio padrone... l´hai scelto tu... ricordi?”-

Ginevra aveva urlato, perché quei ricordi erano così dolorosi? Perché ricordarsi di lui era così difficile...

- “Diamine Ginevra! Ero giovane e stupido, tu mi hai chiesto di scegliere tra te e quello che dovevo diventare... Ginny una storia con te per quanto ne sapevo sarebbe potuta finire così come era cominciata. Rinnegare mio padre invece...”-

 

Anche lui cominciava piuttosto ad innervosirsi, come mai doveva mettere sempre ogni volta in discussione la sua scelta? Ancora una volta non riuscivo a trovare nessun punto d’ incontro con lei, probabilmente quello era il loro misero destino.
Però ora avrebbero dovuto parlare... aveva un legame, non una cosa da poco: una figlia. Dovevano trovare un punto comune dove incontrarsi, almeno per Elektra.

-“Parlare con te è inutile” - sbottò lei.

- “Ginny sei tu che quindici anni fa sei voluta rientrare nella mia vita... tu hai accettato l´azione di spionaggio a Malfoy Manor, tu!!! E non venirmi a dire che non sapevi quello che c´era stato tra noi: per te ero pronto a perdere tutto... avrei lasciato tutto. Pansy, il signore scuro, mio figlio, avrei mandato al diavolo mio padre e anche il mio cognome...” -


Lui guardò con ira, quante volte l´aveva odiata? Quante volte l´aveva maledetta
mentalmente per averlo stregato, certo se anni prima qualcuno gli avrebbe detto che un giorno avrebbe lottato per riaverla, avrebbe sicuramente spaccato la faccia a quel povero beota che si metteva in testa cose simili, l’avrebbe scuogliato vivo. Eppure ora era così... per lei lottava contro il suo "io".Draco la guardò ancora ed ancora, quella donna per lui era il tutto ed il niente,ed a questo punto si chiedeva quanto fosse contraddittorio.

- “Avresti lasciato Pansy per me?”-

Sussurrò, evidentemente si era fermata a quella frase, Draco non capiva come mai quelle parole per la dona fossero così importanti di altre.Draco annuì col capo, sussurrando un semplice "lo avrei fatto".I ricordi del giorno in cui il destino li divise si fecero avanti.

Era una domenica di marzo, una bellissima giornata di sole, Pansy usciva di
rado dalla sua camera, non le aveva mai parlato, si limitava al silenzio, odiava il silenzio... forse perché quello era pieno zeppo di parole, insulti, lacrime che in qualche modo avevano un fondo, vero. L´attacco a Malfoy Manor era ormai vicino... Ginny si sentiva stanca e più turbata, forse per colpa della primavera ormai vicina... o forse perché qualcosa in lei stava cambiando, i preparativi per una festa a Malfoy Manor occupavano gran parte della giornata... Quel giorno gli Auror di tutto il mondo avrebbero teso un agguato a tutti i mangiamorte. La sera della festa, Ginevra bussò alla porta del suo padrone.

- “Avanti” - Era seduto alla scrivania, e guardava delle carte, posò solamente dopo alcuni secondi lo sguardo su Ginevra. Era vestito completamente di nero, l’abito da Mangiamorte.

- “Signore, gli ospiti stanno per arrivare...” -Lui annuì debolmente.

-"Ginevra vieni qui..."-


Si avvicinò piano, le circondò la vita stringendola, Ginevra ricambiò l´abbraccio e fu lei, per la prima volta, a cercare le sue labbra... era un addio.


-"Draco ... va via da Malfoy Manor..."-


Lui la guardò negli occhi, inarcando un sopracciglio senza capire... respirò a fondo... il momento della verità era giunto.

-"Gli auror stanno preparando un attacco per pesci molto più grossi di te... porta via la tua famiglia e quella Parkinson... non avranno pietà... ne per loro ne per voi... va via... sono un auror... Draco".-

Draco sentì rompere qualcosa dentro, non c´era tempo, eppure, eppure in cuor suo lui lo aveva sempre saputo che Ginevra non aveva mai cambiato le sue idee che Ginevra aveva sempre seguito i suoi principi, saldi e precisi.Draco non riusciva ad arrabbiarsi in quel momento. Forse in quel momento aveva realmente perso tutto.


-"Dimmi che mi odi ti prego!"-


Lo supplicò lei, lui respirò ancora profondamente. Scosse la testa... non riusciva ad odiarla, nemmeno ora che sapeva che erano ancora nemici, nemmeno ora che si rendeva conto di tutto.


-"Dimenticarti sarà più semplice, se me lo dici, sarà meno impossibile... Draco fallo per me!".-

 

Ancora una volta si limitò a scuotere la testa.

-"Vado a parlare con mio padre"-


"Addio" sussurrò, e Ginevra pianse... pianse quante più lacrime poteva.

 

-"Il giorno che ti dissi addio non ti odiavo"- Disse lui, e lei d´altro canto lo sapeva, per questo non lo aveva mai dimenticato.


-"Il tuo "ti amo" è stato il motivo per cui sono sopravvissuto ad Azkaban in quindici anni, mi hai salvato la vita quindici anni fa... ed ora vuoi negarmi di vedere mia figlia? Sangue del mio sangue?"-

Ginevra sbuffò, era inutile, riusciva sempre a trovare il modo per ottenere quello che voleva. Riusciva a rigirar la frittata a suo piacimento.

-"Cosa vuoi da lei?"-

-"Io voglio che sia una Malfoy... e voglio nominarla mia erede a tutti gli effetti, voglio essere suo padre, e voglio che trascorra le vacanze a Malfoy Manor”-

Ginevra lo guardò... stava cercando di mettercela tutta, voleva veramente un rapporto con sua figlia?


-"Hai il mio consenso, a patto però che sia lei a scegliere, ora scusami ma devo correggere i compiti..."-


Draco si voltò e fece per andarsene, la salutò con un gesto di mano...
Ma sull´anta della porta si fermò.


-"Sei diventata fredda Ginevra"-


-"Ho imparato dal migliore"-


Draco sorrise, già, aveva imparato dal migliore, si diresse verso la sua aula, l´ora della punizione era vicina.

 

Note:

Scusate il ritardo!!! Sorry, Sorry, Sorry! Questo è stato un capitolo difficilissimo! Non trovavo nemmeno il tempo di batterlo infatti ringrazio: La mia migliore amica Lauretta che ha battuto con tanta pazienza questo cap, e che lo ha postato! Ti sfrutto più spesso, Xd: scherzo dai! Non vabene recensite di più!!! Dai.

Fiubi: Mi fa piacere che ti suoni bene professor Malfoy... Come puoi notare sono cambiate tante, e, tante cose... comunque ti ringrazio della tua fedelissima recensione, Recensisci anche questo capitolo ci tengo. Strawberry

Valery: Grazie per aver recensito, anch’io adoro questo titolo, perché sono i ricordi così belli incancellabili... e rimangono sempre lì dove nessuno li può toccare. Recensisci anche questo capitolo mi raccomando!!!

Dartsteo: Gia il capitolo scorso era un capitolo era necessario... che mi dici di questo? Recensisci e fammi sapere. Grazie

Evans: Evans, Evans.... Cara Evan che mi dici di questo capitolo?

RECENSITE DI PIù!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11 KISS STRAWBERRY

 

 

 





 

 



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Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***


Capitolo sette: “Forever and ever”

Ginevra osservò la classe, quarto anno, compresenza Serpeverde-Grifondoro. Posò sulla cattedra i compiti.

- Ragazzi conoscete la storia di Merlino e di re Artù, non è vero? Bene, oggi vi parlerò di Ginevra moglie d’Artù e amante di Lancillotto -.

- Perché tradire un re per uno stupido cavaliere?-.

A parlare era stato un ragazzo di Serpeverde, dalla chioma scura e dalle spalle larghe e possenti: Goyle Junior. Figlio di uno dei fedeli compagni di Draco Malfoy, ai tempi della scuola.

- Per qualcosa che non capiresti Goyle, si chiama amore...- All’esclamazione di James seguirono un diverso numero di risate.

- Calma ragazzi, calma... in ogni modo vi affiderò un tema che conterà per il voto di fine anno, per facilitarvi le cose mettetevi pure a coppie, ora potete andare-

Tutti gli studenti si affrettarono a sistemare i propri libri, la lezione di storia della magia era l’ultima della mattinata, gli studenti ora si potevano finalmente recare a pranzo. Elektra uscì per ultima dall’aula in compagnia di Tigher, Goyle e Amelia Zabini sorella gemella di Lyoner frutto entrambi, del matrimonio combinato tra Blaise Zabini e una incantevole strega norvegese. La ragazza possedeva dei lunghi capelli corvini, e dei bellissimi occhi color nocciola, era la fedele compagna di Elektra. In alcune occasione la rossa era persino stata tentata di rivelargli alcuni dei suoi segreti più preziosi. Elektra pensava che avere amici come loro, capeggiare su persone con cognomi simili era servito a renderla più Serpeverde. Il fatto di essere una Weasley tra tante serpi non era mai stato semplice. Elektra guardò Draco passare con passo sicuro in direzione delle camere. Occhi negli occhi, padre e figlia, sangue e sangue. Elektra lo guardò scomparire sotto il suo sguardo.

- Oh my God! E’ l’uomo più affascinante che abbia mai visto - Affermò Amelia osservando il bel professore di difesa contro le arti oscure passargli davanti. Elektra non poté che fissarla stranita, la sua compagna di banco attratta da suo padre? Anche Lyoner fissò la sorella disgustato.

- Amelia, quello è il nostro professore di pozioni e ci sono almeno dieci motivi per cui non può piacerti”- Fece Lyoner disgustato dalla sorella.

- Elektra facciamo il compito insieme? - Chiese Lyoner. Il primo erede dei Zabini faceva ormai dal secondo anno una corte senza tregua ad Elektra che in risposta non si dichiarava mai interessata a lui.

- Ma come fratellone?Avevi promesso a papà che mi avresti aiutato a scuola, ricordi?- piagnucolò la sorella -E poi Elektra è più brava di te in questa materia non ha bisogno del tuo aiuto - Con grande dispiacere Lyoner dovette accontentarsi di fare il compito con Amelia, alla quale Elektra era più che riconoscente.

- Andiamo a pranzo! Elektra che fai vieni anche tu? -

- Si, certo! ma prima devo prendere alcuni testi in biblioteca. - Prima che gli amici potessero ribattere Elektra era già sparita dietro l’angolo.

James sedeva annoiato in sala grande, alla sua destra sedeva un ragazzo della stessa età con i capelli rossi e lo sguardo perso, mentre alla sua sinistra una ragazza dai capelli vermigli. Arthur e Molly Weasley, gemelli, e fedeli amici dalla quale James non si divideva mai. Figli di Ron Weasley impiegato al ministero ed Hermione Granger uno dei migliori avvocati di tutto il regno magico.

- Molly la fai con me il compito?- Domandò James distrattamente, la ragazza lo guardò sognante. Poi si ricordò.

- No, mi spiace, ho promesso alla mamma di aiutare Arthur nei compiti- Disse la ragazza mortificata.

-Non preoccuparti, vedrai che troverò qualcun’altro...- Molly notò che lo sguardo di James era concentrato sul tavolo di Serpeverde. “Ovvio” pensò la ragazza. James Gabriel Potter, cercatore di Grifondoro dal suo primo anno ad Hogwarts, allievo modesto, e perennemente in cerca di guai. Ragazzo che ogni ragazza avrebbe voluto avere al suo fianco. Anche per Molly era lo stesso solo che, per lui, lei era solo un’amica al primo posto dei pensieri del cercatore c’era un’altra. Per Molly era più di una grossa sconfitta sapere che la ragazza che piaceva a James era: sua cugina, Serpeverde, e per di più, sua eterna rivale a scuola.

-Torno subito!- James uscì velocemente dalla sala grande.

James la trovò in biblioteca con davanti una fila intera di libri.

-Sai capisco perché sei persino più brava di Molly a scuola- Elektra non alzò lo sguardo, non voleva vederlo. Quel ragazzo era irritante, aveva la capacità di far perdere la lucidità ad Elektra più di qualsiasi altro. Era anche peggio di quell’oca di Molly-so-tutto-io, eppure Elektra odiava non poco sua cugina.

- Che vuoi Potter? Cosa posso fare per te? -

- Devi aiutarmi!- Elektra lo guardo. Con quale coraggio gli si presentava davanti con un imperativo? Però infondo , stava chiedendo aiuto? James Potter e il suo orgoglio maschile di Grifondoro che chiedevano aiuto a lei?

- James Potter che chiede aiuto a me questa è bella! Il mondo ha cominciato a girare al contrario senza che io me ne accorgessi?-

- Elektra... Ogni volta che hai avuto bisogno d’aiuto a chi ti sei rivolta? Ti rinfresco la memoria a me!-

Colpita ed affondata! Era vero, ogni volta che si trovava nei pasticci andava a chiedere aiuto a James, infondo il loro non era vero e proprio odio. Facevano solo finta di odiarsi perché il sangue che scorreva tra le vene di Elektra diceva così. Sangue Malfoy.

- Cosa posso fare per te? - Sospirò sconfitta Elektra.

- Faresti il compito di storia della magia con me? -

Elektra annuì col capo, infondo perché no? Quando aveva avuto bisogno di James lui c’era stato, eppure, c’era un eppure per quale motivo non aveva chiesto l’aiuto di Molly? I voti di Molly non avevano nulla d’invidiare a lei. Potter scomparì felice e beato dietro la porta sotto uno sguardo stranito di Elektra e un’altro ancora più incuriosito, Draco Malfoy aveva osservato la scena da dietro uno scaffale di libri. Quindi James ed Elektra non si odiavano veramente. Draco si diresse verso l’unico uomo che sarebbe stato capace di rispondere alle sue domande: Piton.

- Draco... mi cercavi?- Disse l’uomo levandosi gli occhiali.

- Si, volevo sapere di... Elektra-

-ah- Sospirò Piton sapeva che quel momento sarebbe arrivato -E’ la migliore pozionista che abbia mai avuto, ovviamente, dopo di te. Eccelle in tutte le materie. Capeggia su persone di altissimo rango come i Zabini e detesta gran parte dei Grifondoro, tuttavia, ha un talento naturale per i guai e ne combina non pochi con Potter!- Concluse Piton

- Quindi non si odiano come tutti credono- chiese Draco

-Il loro più che odio è una rivalità d’eccezione, forse data dal fatto che Potter senior ha cresciuto Elektra come se fosse stata figlia sua, ma tuttavia, nessuno dei due potrebbe combinare guai senza l’altro. -

Draco in quel momento odiò nuovamente Harry Potter, più di quanto non l’avesse mai odiato. Come aveva potuto Harry Potter crescere una Malfoy? Figlia di un mangiamorte. Lui non ne avrebbe mai avuto la forza.

Allora in quel momento ricordò l’ultima volta che aveva visto Potter. Il giorno in cui aveva chiuso la sua cella.

Chiuse la cella e lo guardò dritto negli occhi.Occhi negli occhi. Harry lo guardò malignamente dopotutto, Draco Malfoy gli aveva rubato la donna. La sua Ginevra. Harry lo guardò ancora una volta attentamente. Sembrava… distrutto Lacerato dal dolore. Che l’amasse? Che Draco Malfoy avesse conosciuto per l prima volta l’amore? Harry scosse la testa no! Non era possibile. Harry fece per andarsene.

- Potter… anche se tu l’amassi con tutta la capacità della tua persona non l’ameresti in ottanta’nni quanto io in un solo giorno!-

Una frase, una condanna, una verità. Harry lo guardò. Dunque i suoi sospetti erano fondati? Draco Malfoy amava veramente Ginevra Weasley? Quel giorno Harry si rassegnò completamente. Il cuore di Ginevra Weasley sarebbe appartenuto per sempre a Draco Malfoy. E non importava di quanto sangue fossero macchiate le sue mani, Ginny lo avrebbe amato sempre. Un Malfoy che ammetteva amore, ammirevole.

 

Salve a tutti! Sorry ! Scusatemi… ma quando non c’è l’ispirazione! Siate pazienti e presto la concluderò! Il tempo di mettermi avanti di un paio di capitoli ed aggiornerò anche le altre fanfiction, Giuro. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ho inserito una frase tratta da un grande romanzo, che mi pare giusto citare.

“- Potter… anche se tu l’amassi con tutta la capacità della tua persona non l’ameresti in ottanta’nni quanto io in un solo giorno!-”

Tratto da CIME TEMPESTOSE di una grande autrice. Ringrazio chi mi segue, e chi recensirà!

Kiss Strawberry

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Capitolo 8
*** capitolo ottavo ***


Capitolo otto: “In an old time”

Elektra era davanti all’aula di pozioni, l’ora della punizione era arrivata. Attendeva inquieta che arrivasse James, non se la sentiva di entrare da sola. Stava ammettendo a se stessa di aver bisogno di James? Ma perché quel ragazzo era perennemente in ritardo? Perché doveva sempre fare le cose a modo suo? Se lo chiedeva da quindici anni, ma non aveva mai trovato risposta. Chissà perché sentiva uno strano presentimento… Avrebbe mai accettato Malfoy come suo padre? Lo avrebbe ammesso nella sua vita? Aveva fatto a meno di un padre per quindici anni, eppure le sembrava di essere venuta su abbastanza bene. Certo, non incarnava la perfezione ma, aveva fatto sicuramente del suo meglio a scuola, come figlia. Aveva cercato sempre di bruciare le tappe in tutto e per tutto. Da quando aveva vita aveva sempre cercato la perfezione.

-“Hai intenzione di rimanere tutto il tempo li davanti?”-

Quella voce nel momento in cui l’aveva sentita per la prima volta si era prefissata di non scordarla mai. Non l’avrebbe mai dimenticata, forse odiata, ma dimenticata mai. Si girò a guardare gli occhi imperscrutabili di lui… ghiaccio nel ghiaccio, Draco la guardò, per la prima volta era vicina. Per la prima volta aveva la sua creatura davanti, sangue del sangue. Il peccato, quella ragazzina era la materializzazione del peccato più puro che Draco avesse mai commesso. Forse era contorto ma era così. Elektra era il peccato, suo e della donna che amava, era la lussuria, l’amore proibito era... tante e troppe cose assieme. Lei lo guardò inarcando un sopracciglio, comportamento classico di una Malfoy a parer dell’uomo. Era vero quello che aveva detto Ginevra poco prima: Elektra era simile a lui da troppi punti di vista. Gli uomini, il suo modo di fare irritabile. Era come guardare qualcosa che parlava di lui, in tutti i suoi movimenti.

-“No… aspettavo Potter che come il solito è in ritardo”-

Spiegò la giovane. Giustificandosi e facendo appello all’odio del padre verso i Potter.

-“Capisco… vuole entrare comunque, Miss Weasley?”- signorina Weasley

La ragazza annuì. Entrò nell’ufficio buoi e tetro assomigliava a quello del professor Piton. Elektra vide una fila di libri sulla scrivania, roba non ancora sistemata; probabilmente stava a lei e a James metterla a posto. Notò un libro particolarmente vecchio. Elektra lo prese in mano osservandolo. “Elektra”. Si era sempre chiesta il perché del suo nome, fin da quando aveva memoria la sua mente era tormentata dalla decisione di sua madre. Ora capiva tutto, quel nome ora assumeva tutta un’altra sfumatura. Quasi le piaceva.

-“Un nome leggendario… un libro nonché fantastico… lo hai mai letto?”-

Elektra scosse la testa, si era documentata sul nome che portava, ma non aveva mai letto il libro, ogni persona colta che incontrava le aveva sempre detto che quel nome era una grande responsabilità. Elektra era stata una grande donna, un’assassina spietata certo, ma non priva di una sua moralità e di una sua purezza d’animo completamente perduta.

-“Dovresti leggerlo… alla tua età ho adorato quel libro…”-

Elektra annuì di nuovo. Con Draco era impossibile, dire altro. Il suo carattere con quello di Draco svaniva del tutto.

-“Elektra… voglio che tu porta il mio cognome… voglio che tu sia la mia erede”-

Un rumore sordo li fece voltare, Potter era arrivato e mai Elektra lo ringraziò come in quel momento. Aveva interrotto il momento giusto. Le doti di Potter alcune volte si potevano ritenere utili. Bravo Potter! Qualche volta era utile… qualche volta però! Per il resto del tempo era veramente l’essere più stupido che avesse mai messo piede nel mondo magico.

-“Scusate… ecco… se volete vado, io… scusatemi…”- fece un giro di parole James.

-“Potter vuoi cercare di svignartela dalla tua punizione?”-Chiese Draco per sdrammatizzare quella tragica situazione. James lo guardò con sbuffando… Come si dice? Ah si! Tale padre tale figlia.

-“Io prof? Nononò… io non volevo intendere questo!”-Il tempo trascorse e tutti e tre erano davvero stanchi. Certo Draco li aveva fatti sgobbare non poco.

-“Sono le dieci… domattina ho la partita, incredibile… chissà se riuscirò ad alzarmi”-

Draco tese un orecchio verso i giovani che discutevano, era proprio curioso di sapere, di conoscere quello che si era perso. Certo di cose se n’era perse non poche. Non sapeva nulla di sua figlia. Non conosceva quali fossero le sue emozioni, e le sue paure, i suoi ideali.

-“Domani perderete tanto”-

-“Elektra ti ricordo che non abbiamo mai perso contro di voi… e questo perché ci sono io come giocatore”-

Elektra lo guardò torvo.

-“Tuo padre era un grande cercatore, tuo nonno lo è stato… ma tu faresti meglio a darti all’ippica”-

Schietta e diretta, decisa e caparbia… caratteristiche che da secoli facevano parte dei Malfoy. Potter cercatore... come suo padre. Ormai a distanza di anni ammetteva che, effettivamente Harry Potter era stato un grande giocatore. Chissà se Elektra giocava.

-“Elektra, tu cosa mi dici? Perché non giochi? Infondo hai sempre dato prova di essere brava sulla tua scopa, tua madre se non vado errando giocava come cacciatrice…”- Elektra guardò James male, anche Draco giocava a quiddich e secondo quello che aveva scoperto era veramente forte.

-“Perché il quiddich è stupido… e tu sei completamente imbecille”-

Draco avrebbe voluto ridere. Quella ragazza era una forza. Era una degna “erede” . La sua “erede” lo sarebbe mai stata? Elektra aprì uno scatolone e vi vide solamente una cosa, una foto tutta spiegazzata con un volto, il suo volto. Il volto di sua madre. Ginevra Weasley da bambina o meglio sedicenne con la divisa di Grifondoro, gli occhi blu spenti in quella fotografia sbiadita, i lunghi capelli color vermiglio lasciati sciolti…di fianco a lei un volto, una leggente un nome: Draco Malfoy, si guardò intorno, era disattento; decise che non si.

Che fatica! Vi dirò non avevo proprio quella che si chiama ispirazione.Vi lascio a questo capitolo fatemi sapere.

 

ValeBallerina: Sorry! Scusami veramente. Non ho battuto io la fanfiction sul computer, solitamente se ne occupa la mia amica Laura. Vado in fiducia non mi soffermo a rileggerli. Continua a recensire e dimmi cosa ne pensate di questo capitolo.

Kira Aso: Ti ringrazio per l’aggettivo “bellissima”. Come vedi ho aggiornato fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo.

Hysteria82: Spero di non averti fatto attendere troppo, ma avevo un pò di cose da fare. Fammi sapere cosa ne pensi!

Alera: Effettivamente anche a me inizialmente non piacevano Ginevra e Draco. Veramente non mi piaceva Draco, ci sono voluti sei libri prima che mamma Rowling sia riuscita a farmelo piacere. Ed adesso sono una Draco/Ginny dipendente. Scherzo. Effettivamente Elektra è un personaggio che va a simpatia. Può piacere e no, è una questione interamente personale. Ti consiglio a questo punto, se vuoi una donna all’altezza di Draco di leggere “Promessa sposa” l’altra mia fanfiction. Ti assicuro che l’Elektra della fanfiction promessa sposa si dimostrerà più che degna di Draco Malfoy. Continua a seguirmi mi raccomando!

DNikSophieG: Grazie della tua recensione carissima, non avevo mai considerato Ginevra una donna fortunata. Continua a seguirmi!

DarkStar:Come no? Come farei a non ricordarmi di te? Sai quanto tribolo dietro la tua fanfiction? Se posso prendere in prestito il tuo termine m’inchino con tanto di cappello d’innanzi alla tua recensione! Non credo di aver mai avuto una “fan”@///@Sei la prima. Trasmettere le emozioni dei personaggi è proprio quello che pretendo da me stessa quando scrivo. Alcune volte è davvero difficile, ma se oso pretenderlo in quello che leggo, devo anche pretenderlo da me stessa quando scrivo ti pare? Ti saluto carissima, aggiorna prestissimo anche tu e fammi sapere cosa ne pensi del nuovo capitolo. (Da una scrittrice del tuo rango pretendo una grande recensione ricordatelo.)

Julietta: Grazie, fammi sapere cosa ne pensi di quest’ultimo capitolo, capito? @_@ Mi raccomando!

Fiubi: Fedelissima come sempre! Mi ero preoccupata di non vedere la tua recensione. Stavo già contattando Chi l’ha visto. @_^ Ti dirò la nuova generazione a me non piace molto! Fammi sapere kiss!!

Alla prossima, baci strawberry!

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Capitolo 9
*** Capitolo nono ***


Grifondoro vs Serpeverte

 

Ultimo capitolo

La partita: Grifondoro vs Serpeverde

 

-Professori, Studenti e fantasmi di Hogwarts la partita del secolo sta per iniziare, se non avete ancora scommesso, avete ancora poco tempo per farlo, perché la partita avrà inizio tra meno di dieci minuti!- Urlò  il telecronista. Si sarebbe dimostrata una partita senza dubbio eccezionale. Anche se Elektra aveva vaghi ricordi delle vittorie su Grifondoro delle propria casa. Si stava dirigendo a grandi passi verso la sua tribuna. Qualcosa attirò la sua attenzione: James vestito e pronto per la partita con il manico di scopa nella mano destra e davanti a lui Molly, lei teneva il capo basso e Molly sembra alquanto imbarazzata, vuoi vedere che… Si avvicinò senza farsi sentire.

-Molly io… sono lusingato ma vedi… Non posso… non posso uscire con te cioè… sei la mia migliore amica, ti confido tutto, ma…non voglio rovinare quello che abbiamo.- James sembrava imbarazzato. ALT! James Gabriel Potter, quello che è uscito con metà Hogwarts era imbarazzato? Davanti alla sua migliore amica? Qualcosa non quadrava!  Elektra storse il naso… poi Molly si avvicinò a James baciandolo sulla morbida guancia… sbarrò gli occhi… stupido! Stupido! Stupido Potter! Possibile che non capiva? Molly era innamorata di lui! Lui non capiva! Molly corse via, fortunatamente non si accorse della presenza di Elektra.

-Sei uno stupido Potter!- Disse uscendo dal suo nascondiglio. –Che ti costava uscire con lei? Così le spezzi il cuore e basta!-  Conclusa severa.

-No. Sei tu quella che non capisce…- Per pochi secondi, James le era sembrato… debole, vulnerabile, solo, pauroso… non era James.

-Allora perché non mi spieghi cosa non capisco?- Voleva essere comprensiva, voleva finalmente capirlo, voleva davvero capirlo, per una volta, per una sola volta non sarebbe morto nessuno.

-Io…- James che prima arrossiva e che poi era senza parole, James che diceva a lei che non lo capiva, James che voleva solo essere capito… James… Non sapeva da cosa era guidata, ma si avvicinò a James, e smise di pensare… forse il peggior errore che potesse faree lo baciò.Un bacio casto, puro come mai prima d’ora aveva dato. Baciarlo... baciare James Gabriel Potter, un Potter dannazione! Si stacco da lui di scatto, dandogli le spalle. James era incredulo. Chi non lo sarebbe stato?

-Ele…- Ma lo interruppe subito.

-Se lo dici a qualcuno ti strappo la lingua!- E finalmente rise, la risata di James, la sua stupida risata che la infastidiva ma era ancora più bello vederlo ridere. Se non fosse stato Potter avrebbe potuto essere… affascinante.

-Non lo dico a nessuno solo se… usciresti con me? Se vinco la partita… esci con me?-

 

 

 

Si accomodò di fianco ad Amelia, uscire con James? Ma cos’era una barzelletta? Una Serpeverde e una Grifondoro, suo padre e sua madre, solo che questa volta la situazione era invertita. Un unione simile portava solo danni. Vide Madam Boom soffiare il fischio di inizio e via. James era subito alla ricerca del boccino. Gli occhi di Elektra non si distoglievano da James.

 

-Non lo dico a nessuno solo se… usciresti con me? Se vinco la partita… esci con me?-

 

Molly poco lontano faceva più chiasso di tutta la tifoseria, dannata lei e la sua cotta per quello stupido di James Potter. Dannato bacio che aveva dato a James, cosa gli era salato in mente? Vide James che si dirigeva velocemente verso qualcosa che fosse il boccino?

-Serpeverde segna!- Annunciò il cronista. Guardò suo padre sugli spalti che applaudiva orgoglioso ai giocatori Serpeverde anche Harry assisteva alla partita, Harry Potter assisteva a tutte quelle che poteva,  ministero consentendo. Loro lo avevano nel DNA il Quiddich… i Potter. Riportò lo sguardo su James, occhi negli occhi.  Poi aumentò la velocità…successe tutto in pochi secondi, il ragazzo dagli occhi del colore dello smeraldo afferrando il boccino si era sbilanciò troppo e… caddé nel vuoto.

 

James! Bacio! James! Bacio! James! Bacio!

-Non lo dico a nessuno solo se… usciresti con me? Se vinco la partita… esci con me?-

 

-ACCIO JAMES!- Chiamò Elektra con il primo incantesimo che le era venuto in mente. Solo quando si rese conto della formala pronunciata per salvare “l’amico” comprese la stupidità del suo gesto. James Gabriel Potter alla stessa velocità in cui cadeva e stava per spiaccicarsi al suolo si schiantò contro di lei. Guardò suo padre, in lontananza... i suoi occhi…e poi buio.

 

Malfoy & Malfoy

 

-Dite che sta bene?- Sentì una voce familiare, però era ancora così… lontana.

-Lyoner tu come ti sentiresti se ti si schiantasse Potter ad una velocità supersonica? - Lo rimproverò un’altra voce, ecco la riconosceva, Amelia! Aprì lentamente gli occhi e vide, Amelia, Lyoner, i due scimmioni, sua madre, Harry,  e… anche lui,, suo padre tutti  lì.

-Probabilmente come mi sento io adesso…- Sussurrò Elektra richiamando l’attenzione su di se. Riprendendo la sensibilità dei propri arti.

-Elektra stai bene?- Guardò sua madre. Annuendo piano con la testa ancora troppo dolorante. Quasi incerta, era davvero sicura di stare bene? Probabilmente doveva aver riportato qualche trauma cranico.

-Ehi!? Elektra ottimo colpo direi!- Disse Harry ridendosela. Ma cosa diavolo aveva da ridere? Guardò James. JAMES? Che diavolo ci faceva lui lì? Tutto intero senza! Doveva spezzargli il collo! Doveva prenderlo a sprangate, in modo che avrebbe riportato anche lui qualche trauma. Invece se ne stava lì: beato e sorridente con solo qualche graffio sul viso. Ma Potter un giorno avrebbe pagato anche questa! Le avrebbe pagate tutte una per una.

-Oddio.- Sghignazò quello schifoso di James.  –La prima della classe di Serpeverde che mi salva la vita con un “Accio”- Continuò a ridere beato. Beato lui che aveva qualcosa da ridere.

-Oddio Elektra comè?- Elektra guardò l’amica senza capire, confusa. Capire Amelia era un gran impegno poi dopo aver ricevuto un trauma cranico impossibile. –Comé schiantarsi contro un Grifondoro? Si vede davvero tutta la propria vita che ti passa davanti? Cioè hai rivisto tutto come un film babbano?- Elektra la guardò perplessa, fortunatamente anche dopo il trauma cranico probabilmente, era rimasta più intelligente di Amelia.

-Elektra sicura di stare bene? Hai bisogno di qualcosa…- Disse apprensiva la madre. Fisso da prima i suoi lineamenti dolci, poi i suoi occhi come l’oceano poi guardò quelli bigi del padre, dalla quale non traspariva niente. Girò il capo verso James.

-Potter dammi cinque minuti per connettere ed una “Avada Kedavra” non te la leva nessuno!- E James continuò a ridere facendola innervosire ancora di più.

-Tranquilla zia Gin se mi scaglia addosso minacce di morte è apposto! Ci eravamo preoccupati per niente!- E Potter sparì beato dietro la porta.

-Su ragazzi è ora di andare a lezione, mi raccomando… non potete restare qui.- Disse Harry prima di seguire il figlio.

-Elektra appunto tutto io non ti preoccupare!- Gridò Lyoner uscendo.

-Ora riposa…- Disse sua madre, gli unici rimasti erano lei e suo padre. Si diresse a grandi passi verso l’uscita, doveva sicuramente tornare a lezione. Elektra si soffermò su Draco che le diede le spalle anche lui, in procinto di uscire…

-Io ero orgogliosa di voi…-  Draco si fermò, probabilmente senza capire cosa la figlia davvero stava per dirgli...

-Io non ho mai pensato di rinnegarvi perché siete stato un mangiamorte Professor Malfoy.- Draco si girò a guardarla sorpreso. –Vi ho odiato si, ma prima di sapere che eravate rinchiuso ad Azkaban, pensavo soltanto… che io a voi non interessassi, per questo vi odiato prima di sapere la verità… Io non rinnego il vostro sangue padre, io sarei lusingata di essere una Malfoy…- Draco ghignò, quel ghignò ad Elektra ricordavano tanto i suoi modi spavaldi contro James.

-La gente parlerà… sono stato quel che sono stato Elektra, un mangiamorte… l’ho servito ed onorato, fregandomene del bene, ho ucciso tanta gente e non solo per salvarmi la vita, per mascherare la mia identità, tua madre mi ha abbandonato per quello che ero… per la scelta che avevo fatto… e se lui dovesse tornare Elektra lui affonderebbe te per colpire me…- Questa volta fu il turno di Elektra di ghignare. Possibile che non capiva? Chi si preoccupava di Voldemort? Chi se ne fregava di quello che avrebbe detto la gente? Le cose belle, non capitano mai troppo spesso. Quasi mai… La felicità ha un solo prezzo e il prezzo per pagarla è solamente il coraggio. Mettersi in gioco. Rischiare qualcosa. Senza rischiare non si può avere niente.

-Professor Malfoy…- S’interruppe specchiandosi nei suoi occhi, finalmente poteva vederlo il riflesso l’amore, non erano più due lastre di ghiaccio. –Padre, infondo voi avete fatto solo quello che vi è stato insegnato. Siete stato cresciuto per servirlo. Il passato non si rinnega, mai. Non si può vivere senza passato, padre e, a me non importa se voi siete stato un mangiamorte o Lord Voldemort, vi chiedo solo di poter essere vostra figlia. Lo volevate anche voi no?- Draco l’abbracciò in un attimo, in pochi secondi, probabilmente… era cresciuta davvero bene. Potter aveva fatto con lei un buon lavoro, le aveva insegnato il buon senso e la morale. Probabilmente aveva da Ginevra il senso del perdono… e se lei lo avesse permesso, non avrebbe mai abbandonato sua figlia. MAI. Non voleva perdersi niente di quanto già non si era perso. Ora c’era il tempo… il tempo di recuperare…per essere insieme felici. Perché la vita è davvero molto breve ed imprevedibile.

 

Ancora io e te

prima parte

 

Ginevra sospirò rumorosamente, sua figlia l’avrebbe uccisa senza ombra di dubbio giovane. Sorrise beffardamente, quando aveva l’età di Elektra pensava solo ad un modo per conquistare Harry, invece per Elektra era tutto diverso, non sentiva il bisogno di affetti umani, almeno non ne aveva mai sentito il bisogno sino a quel momento… non aveva mai espresso il bisogno di un padre che forse le mancava troppo, e nemmeno il vero orgoglio con cui lo ammirava. Il mondo che apparteneva ai Malfoy del tutto estraneo al suo, la aveva affascinata per questo amava il suo essere metà e metà… metà Serpeverde, metà Grifondoro. Elektra… sua figlia… Si rilassò sull’enorme poltrona dell’ufficio, ripensando al giorno in cui aveva scoperto di essere incinta… Ron le aveva subito dato della pazza, Hermione aveva cercato di capirla senza però riuscirci davvero, Harry era rimasto in silenzio, arrabbiato probabilmente, o forse deluso. Però… nonostante tutto, nonostante non lo meritasse veramente, nessuno dei suoi cari l’aveva mai abbandonata; ognuno a modo suo l’aiutava. Giorno per giorno, crescendo Elektra dentro di sé aveva imparato ad odiarla l’amore era venuto soltanto molto dopo.. Poi… una fredda notte di Gennaio era nata Elektra, e finalmente Ginny aveva capito tutto, che nonostante tutto, in fin dei conti Draco le aveva lasciato un regalo, che sarebbero sempre stati uniti da qualcosa di indelebile, una figlia. 

-Vuole essere una Malfoy…- La voce di Draco la riportò al presente.

-Non penso di aver detto, che avrei impedito una cosa simile.- Senza nemmeno essere invitato si accomodò sulle sedie davanti alla sua scrivania.

-Potter come pensi che la prenderà?- Lo guardò senza capire. Potter? Quale James o Harry? Che cosa c’entravano loro nella storia?

-Prego?-

-Voglio dire… Potter non la prenderà di buon grado ora che siete nuovamente congiunti.- Ginevra sgranò gli occhi ancora una volta. Lei ed Harry? Possibile che pensasse davvero che fosse tornata da Harry dopotutto quello che c’era stato? Si alzò e colpì con uno schiaffo il volto di Draco, con tutta la forza che aveva in corpo. L’uomo la guardò nuovamente di ghiaccio.

-Non azzardarti a farlo mai più!-

-Io e Harry? Ma non sei ancora stanco di dire cazzate? Io ed Harry cosa Draco? Non c’è niente, Harry ha un’altra donna, o meglio l’aveva, è morta due anni fa. La madre di James è morta capisci? Non c’è un me ed Harry.- Draco non seppe mai quanti battiti riprese il suo cuore, fece un breve viaggio tra i ricordi… al suo ultimo anno, l’aveva sedotta, strappata dalle braccia di Potter, per gioco, per scherzo e poi qualcosa era cambiato, lui in parte era cambiato, non riusciva a stare senza di lei più di un giorno. Si erano anche voluti bene, poi lei gli aveva chiesto una scelta. Perché lei era una Wasley, la ex di San Potter quella dai principi saldi, quella dagli ideali puri, quella che odiava Voldemort e tutto ciò che costruiva… Quando aveva scelto il male e l’aveva abbandonata non poteva sapere che se la sarebbe ritrovata davanti anni dopo, non sapeva nemmeno che i suoi sentimenti per lei sarebbero riaffiorati. Poi… per salvarla aveva combattuto contro il suo signore, per vederla vivere, solo per saperla sana e salva, si era schierato con gli Auror, forse era questo il segreto, forse per questo al processo era stato condannato a soli 15 anni ad Azkaban. Lei, Ginevra Weasley tutto ciò che andava contro suo padre e i suoi assurdi ideali che assecondavano le manie di grandezza di Voldemort. Se c’era una parte di lui giusta, era quella che assecondava gli ideali di Ginevra, la doveva solamente a lei.

-Possibile che non capisci? Quindici anni lì dentro Ginevra! Quindici! Quindici anni dove ho perso tutto, l’unica cosa che non ho perso sono i miei ricordi. Io amo Elektra, è mia figlia! Con lei non potrei mai fare degli sbagli, sono persino disposto a lasciarle frequentare quel Potter! Ma dammi una possibilità come ha fatto lei!- James? Elektra voleva frequentare James? Perché lei non lo sapeva? Ah sì… troppo impegnata con il lavoro, a correggere i compiti, ed Elektra a fare la dura, a soffrire in silenzio. Un Malfoy che supplicava? Quanto diavolo era cambiato il mondo? Lei aveva dormito per quindici anni? Il mondo era cresciuto e lei era rimasta la stessa sciocca Ginevra che aveva sedotto Malfoy ai tempi di Hogwarts? Si avvicinò sfiorandogli il viso con gentilezza, era solo Draco. Un uomo che aveva davvero perso tutto per lei. Si baciarono. Dopo quindici lunghissimi anni le loro bocche si toccarono nuovamente. Si unirono senza pensare al dopo, come era consuetudine tra di loro.

 

Malfoy & Potter?

 

Si rigirò tra le coperte dell’infermeria, quel letto era scomodo! Sorpresa vide un ombra sulla porta. James. Piegò il capo non capendo. Avanzò tenebroso, bello e per la prima volta James sembrava anche affascinante. Si accomodò sulla sedia, senza dire una parola.

-Hai promesso.-

-Io non ti ho promesso niente, sei tu che sei visionario.-

-Mi hai baciato…- Le rimembrò.

-Si ti ho baciato ma questo prima di subire un trauma cranico…- Lui rise. Di nuovo, di nuovo quel sorriso, nuovamente quell’attrazione verso di lui. James chinò il capo…

-Era il primo Elektra…- Guardò altrove imbarazzato, il primo? Il primo Bacio? Per James Potter era il primo bacio? Le sue guance arrossate, James imbarazzato. Elektra sorrise.

-Non azzardarti a ridere! Solo che io… volevo quella giusta…- Prese un forte respiro. –Posso baciarti Elektra?- Ed Elektra perse battiti preziosi per il suo cuore. James si era del tutto il cervello? Oppure lo aveva bevuto a colazione? Decisamente si era impazzito. Questa follia Potter…

-Ho deciso di accettare il cognome di mio padre, presto sarò Elektra Malfoy.- Rivelò ora senza guardarlo lei. Come se se ne vergognasse, come se avesse davvero paura di quello che doveva accadere, come se avesse paura di quello che doveva diventare, una Malfoy? Altre responsabilità. Altro odio da parte della gente, da parte di James.

-Wow allora dovremmo fare del nostro meglio per litigare! Forte una Malfoy ed un Potter! Non può portare a nulla di buono.- Disse pensieroso… poi allargò un ghigno. –Mi piacciono i guai!-

 

 

.Poi solo un bacio…

 Un bacio che sigillò una silenziosa promessa

Una promessa che ora, era più grande di loro… che sembrava effimera…

Un giorno l’avrebbero saputo… ma questa è un’altra storia….

 

Ancora io e te

Seconda parte

 

Si unirono senza pensare al dopo, come era consuetudine tra di loro. Ed i vestiti di Ginevra presero ben presto il loro posto sul pavimento, dove dovevano stare. Draco la spogliò a poco a poco, esasperandola. Questo era tutto quello che volevano dopo tanti anni? Volevano davvero? Essere nuovamente una cosa sola? Di nuovo Draco e Ginny? Volevano di nuovo farsi del male? 

-No!- Draco la lasciò andare.

-Cosa?-

-Non posso… capisci? Non posso. Ho penato tanto per avere un futuro sicuro senza vivere sulle spalle dei miei… io non posso deluderli un’altra volta capisci? Non posso.- Ginevra singhiozzava nuovamente. Piangeva di nuovo per colpa sua. Era finita doveva rassegnarsi? Finita? Per sempre?

 

-Non c’è per sempre Ginevra… Non si vive senza il passato… io faccio parte di esso Ginevra… non posso allentarmi non adesso che ho uno scopo per cui vivere, non ora che ho Elektra. Non ora che mi accetta capisci?-

-E’ finita Draco.. finita… per sempre. Tra me e te.-

 

TO BE CONTINUED OR AND?

 

Nooooo! Non potete picchiatemi no! Buoni! Vi pare che vi lascio così? Ci sarà L’epilogo. Magari le cose si sistemeranno lì! Prima di tutto scusatemi se mi ci è voluto un anno per il seguito di Memory. Ma dovevo trovare un finale degno per una storia non male. Che dire voglio tante, tantissime recensioni, si accettano anche gli insulti! Facciamo che vi saluto tutti nell’epilogo? Che mi commuovo lì e che voi mi massacrate dopo averlo letto?

Talpy: Eccoti la recensione della partita. Continua a recensirmi eh!

KIRA ASO: Mi dispiace ma Elektra non gioca e non credo giocherà a Quiddich, non l’attrae XD Però è attratta da James il cercatore quindi, Chissà! Recensisci questo…

Jiulietta: Te lo dimostra l’ultimo capitolo! Si loro due si vogliono bene, soprattutto possono contare l’uno sull’altra che non è cosa da poco. Questo capitolo è più lungo… pieno zeppo di avvenimenti di conciliazioni e di Addio… narrami! Ti è piaciuto?

Sheila: Purtroppo il faccia a faccia c’è stato, un faccia a faccia, senza amore (FORSE) un faccia a faccia sofferto per entrambi. Però pieno di scelte no?

Alera: Essì, promessa sposa è andata avanti? STAI SEGUENDO VERO? (ß Sguardo minaccioso!)

Fiubi: ç_ç Fedelissima e dolcissima Fiubi! Essì anche a me quella frase piaceva tanto!!!

Kagura: Si effettivamente quella frase necessita di parafrasi SORRY! Si w DRACO MALFOY!

Dark Star: Leggerti tra le recensioni è sempre un grande onore, ma tu e la tua fanfiction… -_- PERCHé NON LA FINISCI? Qui non c’era un rapporto ma speriamo che ci sarà, tra Draco ed Elektra, perché Elektra ama suo padre in modo indescrivibile. Hai pazientato tanto da aver ritrovato il seguito? Spero di sì. Scrivimi… da autrice ad autrice come sempre!

Continuate a seguirmi e soprattutto recensite Baci Starwberry!

 

 

 

 

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