Shadows from the Past

di OrAnGeMaSk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue - The Beginning of my Journey ***
Capitolo 2: *** First Chapter - Old Stupid Friend ***
Capitolo 3: *** Second Chapter - Bloody Mission ***



Capitolo 1
*** Prologue - The Beginning of my Journey ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Katsura Hoshino. Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono i miei personaggi originali.



PROLOGUE - THE BEGINNING OF MY JOURNEY

"Viaggiare non è veramente piacevole, si va incontro all'ignoto e l'ignoto è qualche volta sgradevole e sempre traumatico; però, fa bene.”
Alberto Moravia

Era una mattinata normale all’Ordine Oscuro: niente Akuma, niente strani esperimenti della Sezione Scientifica, niente Komurin Ex a distruggere le poche mura rimaste in piedi. Tutto filava liscio e molti Esorcisti erano ancora nelle loro stanze a dormire; altri, ancora assonnati, si erano invece diretti alla mensa in cerca di un po’ di pace e tranquillità prima della massa di gente che sarebbe arrivata di lì a poco.
Uno di questi era Kanda che, come ogni mattina, dopo un po’ di allenamento, si gustava la sua soba. Molti si erano chiesti come facesse il ragazzo a mangiare quella roba a colazione, altri si chiedevano come facesse a sopravvivere ed essere così forte mangiando solo quella roba. Una volta glielo aveva chiesto anche Lavi.
-Come fai a mangiare quella schifezza anche di mattina?- gli aveva detto. Per poco non ci era rimasto secco: Kanda aveva sfoderato la sua spada, Mugen, e con un fendente avrebbe staccato la testa a Lavi se quest’ultimo non avesse abbassato la testa dopo aver visto il bagliore famigliare della lama avvicinarsi sempre di più. Il risultato fu un Kanda a dir poco infuriato, un Lavi sbiancato e qualche capello rosso sul pavimento.
Solo a ripensarci, a Kanda cominciò a ribollire il sangue nelle vene.
Vide il “coniglio” entrare nella grande sala, seguito da Linalee e dalla mammoletta con i quali chiacchierava amichevolmente, sempre con quel suo sorriso che gli faceva venire voglia di strappargli la faccia.
-Ciao Yu, come va? Mattiniero anche oggi eh?- Si erano seduti al SUO tavolo, dopo aver preso ognuno la propria colazione.
-Non chiamarmi per nome! Ti faccio a fettine!- era irritato, seduto allo stesso tavolo, il SUO, con la mammoletta e quello stupido coniglio. Passi Linalee ma quei due proprio no.
-Kanda come fai a mangiare la soba anche di mattina?- Gli chiese gentilmente Linalee.
Il ragazzo non rispose e si trattenne dal creare una scena simile a quella dell’altra volta: era Linalee, una femmina, una ragazza, non poteva certo sfoderare Mugen e tagliarle la testa! Anche perché poi avrebbe dovuto fare i conti con quel complessato di Komui.
Gli era passato l’appetito e decise di alzarsi dal tavolo per andarsene, giusto in tempo prima dell’arrivo della massa di gente.
-Ma che gli è preso?- Allen, Lavi e Linalee seguirono Kanda con lo sguardo finché non sparì dietro a una porta.
-Non lo so e non mi interessa-  disse Allen addentando una coscia di pollo -Tanto con lui è impossibile fare amicizia.-
-Secondo me è perché ha visto cosa mangi, Allen- gli rispose Lavi, abbastanza nauseato da ciò che si trovava sul tavolo, sempre che si potesse vedere il tavolo -Lui mangerà anche tanta soba, ma tu sei proprio un bidone, Allen, lasciatelo dire!-
Ormai doveva esserci abituato a quanto mangiava Allen, eppure non riusciva a non stupirsi ogni volta delle enormi quantità di cibo che ordinava da Jerry. Più di una volta si era chiesto a quanto aumentasse la spesa settimanale per sfamare Allen. Forse era proprio Allen il motivo di tutti gli esorbitanti debiti di Cross. Non ci volle pensare e ritornò a concentrarsi sulla sua colazione.
Improvvisamente un rumore sordo, quasi come un microfono rotto, sorprese tutti nell’Ordine che si tapparono le orecchie con le mani.
-Prova, prova! Mi sentite?-Qualcuno aveva appena parlato - Caposezione Reever sei sicuro che questo aggeggio funzioni?-
-Al cento per cento- La voce di qualcun’altro.
-Bah, se lo dici tu. Prova, prova! Mi sentite tutti? Beh lo spero. Sono il supervisore Komui Lee-
-LO SAPPIAMO!- Tutte le persone presenti nella mensa  avevano gridato, decisamente alterate e infastidite dal fatto di essere state interrotte di prima mattina durante la colazione e soprattutto in modo così brusco.
-Oh! Mi è sembrato di sentirvi parlare. Che bello! Innanzitutto buongiorno, speriamo sia una bella giornata quella di oggi: le previsioni dicono che ci sarà il sole quindi chiunque abbia la giornata libera può andare fuori a farsi una passeggiata-
-Cooooosaaaaa??- Ognuno era rimasto perplesso –Strano che Komui lasci uscire il personale! Di solito riduce tutti agli straordinari!-
-Ovviamente scherzavo! HUAHAHAHAAA! Non ci avrete creduto davvero?- E le risa di scherno continuarono.
-BASTARDO!- Un’eco si era alzata da tutta la Sede.
-Comunque vi sto parlando per poter inaugurare questi splendidi nuovi altoparlanti costruiti dalla Sezione Scientifica e installati in tutta la Sede dopo l’attacco dell’Akuma di livello quattro di qualche settimana fa. Speriamo che funzionino!-
-Tranquillo che funzionano- gli rispose un po’ offeso il caposezione Reever.
-Meglio, meglio!- Un attimo di pausa e poi continuò con un tono più serio -Ragazzi so che è dura dopo quello che è successo e che ognuno ha perso un proprio caro, ma proprio per non provare ulteriore dolore dobbiamo lavorare per rendere più sicura la nostra Sede. Spero che mi capiate. Buona giornata.- Komui stava per spegnere il microfono quando -Ah dimenticavo! Tutti gli esorcisti nel mio ufficio entro mezz’ora. Anche tu Kanda!- E così chiuse la trasmissione.
Intanto nella mensa Allen, Lavi e Lenalee avevano abbassato il capo: le parole del Supervisore avevano riportato a galla ricordi dolorosi.
-Komui ha ragione!- Allen sorrise e gli altri due si sorpresero di ciò, guardandolo con tanto di occhi.
-Se stiamo fermi a crogiolarci nel nostro dolore è peggio. Dobbiamo lavorare, se non per distrarci, almeno per evitare che accada di nuovo una strage come quella.- Il suo sorriso si fece più largo e luminoso, contagiando anche Lavi e Lenalee.
-Cambiando discorso, secondo voi perché Komui ci vuole tutti nel suo ufficio?- Chiese il rosso, sorseggiando un po’ di caffelatte da una grande tazza bianca.
-Non penso sia qualcosa di grave-
Lavi e Allen si girarono verso Lenalee che aveva preso la parola e si affrettò subito a dare una spiegazione.
-Se fosse stato qualcosa di grave saremmo dovuti andare da mio fratello correndo- Sorrise  e addentò il croissant alla marmellata.
Allen sbuffò.
-Cos’hai Allen?- La ragazza aveva notato il suo sguardo: era tornato un po’ triste e addentava un’aletta di pollo senza la minima voglia.
-Pensavo appunto che tra mezz’ora dobbiamo essere nell’ufficio di Komui-
Questa volta anche Lavi si girò sorpreso verso l’amico rassicurandolo.
-Si e allora? Hai sentito Lina no? Non sarà niente di grave vedrai-
-Non è questo quello che mi preoccupa…- Allen osservò con gli occhi un po’ lucidi per una buona decina di secondi il cibo presente sul tavolo poi parlò -È che in mezz’ora non riesco a finire di mangiare tutto!-
Linalee e Lavi si guardarono: Allen era sempre Allen!
Intanto, da lontano, Howard Link li osservava con occhi strabuzzati: ancora non riusciva ad abituarsi di quanto cibo mangiasse il suo sorvegliato.

***

Prese le poche magliette presenti nel cassetto del comodino e le gettò in malo modo nella piccola valigia nera. Dire che era arrabbiata era dire poco: era furiosa. Se in quel momento qualcuno fosse entrato in camera sua avrebbe rischiato uno sguardo inceneritore e subito dopo come minimo due mesi di ospedale.
Era appena ritornata da una lunga missione e già sarebbe dovuta ripartire subito. Se c’era una cosa che lei odiava era proprio quella di non potersi riposare tra un viaggio e l’altro. In verità erano molte le cose che lei odiava e troppo poche quelle che le piacevano.
Oltre a non potersi riposare, odiava la luce perché le feriva gli occhi, troppo chiari per il sole di quel luogo, odiava i pomodori e soprattutto odiava ammettere di essere in torto.
A ciò si aggiungeva il fatto che non sopportava quel nano di Bak Chan! Per lui provava dei sentimenti, sempre che potesse provarne, di repulsione ma fiducia. Proprio per questa contraddizione non tollerava la sua vista, soprattutto se aveva novità a lei non molto congeniali, come era successo poco prima.
Era entrata nel suo ufficio per fare rapporto riguardo la missione appena svolta e quel nano cosa le aveva detto?
-Oh, ciao Rei! Bentornata! Ho una notizia per te: sarai trasferita alla Sede Europa-
Ci era rimasta di sasso e per un momento le era seriamente balenata in testa  l’idea di strozzarlo. Aveva appena disfatto la valigia e già l’avrebbe dovuta rifare, non che avesse tanti effetti personali poi. Se avevano tanta voglia di mandarla via potevano almeno avvertirla e si sarebbe fermata direttamente a Londra invece che tornare in Cina.
Prima o poi gliela avrebbe fatta pagare a quel nano malefico: lei era più alta di lui di un bel po’ di centimetri eppure non l’aveva sfiorato neanche una volta solo perché era il suo superiore. Ma un giorno si sarebbe vendicata.
Finito di fare la valigia, la chiuse con uno scatto secco, la prese in mano e si diresse alla porta aprendola.
Si fermò sulla soglia un istante e si girò per controllare di avere preso tutto, forse anche per dire di nuovo arrivederci a quella camera che per troppi anni era stata la sua unica casa. Ora si sarebbe dovuta trasferire, abbandonare quel luogo come una vecchia ciabatta, anche se in realtà era lei a sentirsi di nuovo come una vecchia ciabatta rotta, buttata nella spazzatura: l’avevano trasferita senza dirle niente, senza consultarla e chiederle se le andava bene. Quando aveva provato a chiedere spiegazioni a Bak, questo le aveva risposto che le avrebbe ricevute dal Supervisore della Sede Europa e che insistere non sarebbe servito a nulla. Punta nell’orgoglio, se n’era andata dall’ufficio di quel nano sbattendo la porta e si era diretta in camera per rifare la valigia.
Era ancora infuriata quando chiuse la porta e si incamminò nel corridoio. Ebbe quasi raggiunto il portone principale, quando vide davanti ad esso una piccola figura: era Lou Fa. La ragazza, nettamente più minuta di Rei, le porse una piccola scatola.
-Fai buon viaggio Rei- le disse la ragazzina con le trecce -Questi sono dei dolcetti per te da mangiare durante il viaggio-
Rei osservò un attimo interdetta la scatolina nelle mani della ragazza per poi prenderla.
-Cosa sono?- Le piacevano i dolci: le piaceva mangiare, anche se a prima vista non si sarebbe detto. Il cibo la rendeva più socievole, per modo di dire.
Era curiosa di sapere che tipo di dolci le aveva preparato Lou Fa.
-Ehm- la ragazzina arrossì e abbassò il capo -Sono dei bocchan dango, spero ti piacciano-
Rei non capiva per quale motivo Lou Fa fosse arrossita ma accettò il cibo offertole, e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, era rimasta colpita da quel gesto.
-Ci si vede- disse schietta.
Non le aveva mai dato particolarmente fastidio, quella ragazzina. Era dedita al lavoro e per niente invadente.
-Fai buon viaggio- Rei sentì quelle parole solo quando il portone le si richiuse alle spalle. Lou Fa era stata l’unica a salutarla e ad augurarle buon viaggio, non che si aspettasse chissà cosa visto il suo noto caratteraccio nella Sede.
Prima di incamminarsi si rigirò verso l’edificio e guardò in alto, verso l’ufficio di Bak: lo vide affacciato alla finestra che le sorrideva e la salutava con una mano, gli occhi leggermente lucidi. Rei ghignò e ricambiò al saluto con un dito medio alzato, lasciando il povero Bak di stucco.
Tirò giù il braccio e si rigirò, pronta per partire. Un flebile sorriso le increspò le labbra mentre cominciava ad incamminarsi: forse un po’ le sarebbe mancato quel nano, le sarebbe mancato il suo esantema che le dava la possibilità di prenderlo in giro. Ora però doveva partire e incontrare i suoi nuovi compagni, esorcisti come lei, e chissà, magari avrebbe rivisto una vecchia conoscenza.

***
Note dell'autrice:
Dopo un po’ di tempo mi sono decisa a ripubblicare questa storia. Ultimamente mi è tornata la fissa di D.Gray-Man anche se credo che sia il periodo peggiore per buttare giù storie. Perché? Perché tra poco ho gli esami di maturità e sono abbastanza piena di cose da fare. Ma perché l'ispirazione deve tornarmi sempre nei momenti meno opportuni?
Comunque spero che la storia vi piaccia e che la commentiate. Magari questo capitolo non è il massimo, ma spero si capisca che ci metto molta passione nello scrivere la storia. Piuttosto spero che questa passione mi rimanga per molto tempo.
Capisco che Rei, la protagonista, possa non piacere per il suo caratteraccio perché simile a quello di Kanda, ma credetemi se vi dico che un motivo c'è. Mi scuso anche con tutti quelli che non sopportano i nuovi personaggi che si intrufolano nella storia stravolgendola.
Per quanto riguarda i tempi di aggiornamento non so dirvi niente, ma finita la scuola cercherò di essere regolare.
Spero nei vostri commenti: positivi, negativi o neutri vanno sempre bene. Sono sempre pronta ad aprirmi ai consigli di chiunque voglia aiutarmi. Potete rendere questa fanfiction migliore segnalando anche eventuali errori di ortografia o punteggiatura.
Un'ultima cosa: si! Inserire citazioni fa figo!
Vi lascio con un'anticipazione del prossimo capitolo e ricordate: i commenti dei lettori sono il cibo degli autori.
Grazie.

"Superò tutte le altre persone presenti nello studio, senza degnare di uno sguardo l’uomo col mantello che le si era avvicinato per conoscerla, e con passo svelto e deciso si parò di fronte al ragazzo con la spada legata in vita."

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Capitolo 2
*** First Chapter - Old Stupid Friend ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono dei loro rispettivi proprietari. Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono i miei personaggi originali.



FIRST CHAPTER - OLD STUPID FRIEND

"Diffama sempre il tuo nemico. Vedrai che qualcosa resta nella memoria della gente."
Francis Bacon

Era passata più di una settimana da quando Komui aveva  annunciato l’arrivo di un nuovo Esorcista direttamente dalla Cina: sarebbe arrivato di lì a qualche ora. Allen non stava più nella pelle di conoscere una nuova persona con cui stringere amicizia, e come lui anche Linalee; Lavi sperava ardentemente che fosse una bella fanciulla carina e simpatica con cui flirtare, mentre a Kanda non poteva interessare di meno.
-Non vedo l’ora di scoprire che tipo è questo Esorcista!- Allen, insieme a Lavi, Linalee e Crowley, stava camminando per i corridoi dell’Ordine: quando si trattava di Esorcisti erano sempre tutti allegri, forse perché avrebbero potuto conoscere qualcuno che, come loro, sapeva cosa voleva dire portare il peso di essere un Apostolo di Dio.
-Chissà che tipo di Innocence avrà, invero- Persino Crowley era meno depresso del solito -E chissà se ha un buon sapore- Continuò mostrando i canini.
Lavi e Allen si allontanarono di qualche passo dal vampiro, sbiancati e abbastanza allarmati.
-Io spero che il nuovo Esorcista sia una ragazza, così almeno Miranda ed io avremo qualcuno con cui parlare di cose, diciamo, più da…-
-Anche io spero che sia una ragazza!- la interruppe Lavi con gli occhi a forma di cuore.
-Tra poco lo sapremo- Alle spalle dei ragazzi era apparso Komui in vestaglia con le pantofole e una tazza di caffè in mano.
-Ma che ci fai vestito così- Tutti erano rimasti allibiti, mentre Lenalee gli tirò un leggero scappellotto sulla testa.
-Piuttosto non puoi proprio dirci niente riguardo questo Esorcista?- Lavi si avvicinò al Supervisore con le orecchie rizzate.
-No mi dispiace! Posso solo dirvi che mi è arrivata conferma che questa persona è già sbarcata in Inghilterra, entro stasera sarà qui-
-E perché non usare l’Arca? Centra qualcosa Lvellie?- Chiese Allen con sguardo cupo: quell’uomo proprio non gli piaceva.
-Non ci è permesso usare l’Arca senza un permesso scritto e firmato dall’Ufficio Centrale. Piuttosto, andatemi a cercare Kanda. Deve essere presente anche lui dopo- Così Komui si congedò dai ragazzi.
Tra pochissimo sarebbe arrivato il nuovo esorcista.
“Ti prego, fa che non sia come Kanda” pensò Allen, dopo aver perso a morra cinese contro gli amici, mentre si dirigeva sconsolato verso il campo d’allenamento per chiamare il ragazzo giapponese.

***

Lenti e sicuri passi rimbombrono attraverso l’oscuro corridoio, illuminato solo dalla fioca luce lunare che filtrava dalle grandi vetrate alla sua sinistra. Davanti a lei, a guidarla, Bookman: quell’ometto dai buffi capelli era venuto a prenderla alla stazione, si era presentato come Bookman e l’aveva accompagnata alla carrozza.
Ne aveva sentito parlare, della stirpe dei Bookman. Non bene, a dir la verità. Sciacalli che infestano i campi di battaglia, registrando tutto ciò che cade sotto il loro sguardo, si mettono in mezzo a guerre che non hanno niente a che fare con loro, spudorati mentitori e ipocriti, sempre con i loro falsi sorrisi e i loro misteriosi silenzi. Da quello che importava a Rei potevano anche essere traditori o assassini, sapeva solo che tra la Dark Religious e i Bookman esisteva un patto e questo le bastava. L’importante era che non le stessero tra i piedi.
-Siamo arrivati- La voce di Bookman rimbombò attraverso  tutto il corridoio riportando Rei alla realtà.
Si trovavano di fronte a una semplice porta in legno massiccio, oltre essa, nella stanza, ad attenderli gli altri Esorcisti dell’Ordine: sarebbe dovuta andarci d’accordo e lavorarci assieme. E lei lo odiava. Lavorare in gruppo non era una cosa che le si addiceva, lei che aveva sempre contato solo sulle proprie forze per andare avanti, che se l’era sempre cavata da sola in ogni situazione, lei che credeva che tutti le fossero d’intralcio.
Lentamente Bookman bussò.
-Avanti- da dentro una voce li accolse.
L’ometto abbassò la maniglia della porta e la spinse: la luce della stanza ferì gli occhi della ragazza, ormai abituati al buio di quel corridoio.
I due esorcisti entrarono, prima Bookman e Rei subito dietro.
Si guardò attorno, la stanza non era grandissima ma era molto alta e di una forma circolare. Alle pareti c’erano decine di librerie con centinaia e centinaia di libri, appesa, dietro una scrivania, sommersa da fogli, libri e documenti vari, un’enorme cartina geografica raffigurante l’Europa.
Nella stanza vi era anche un divanetto. Su di esso erano seduti tre Esorcisti: una ragazza e due ragazzi. Ora che ci pensava si era concentrata sull’arredamento senza calcolare minimamente le persone presenti, non che gliene importasse qualcosa. Oltre ai tre ragazzi sul sofà, c’erano anche una donna alta e magra affiancata da un uomo abbastanza grosso e calvo, da uno più basso, biondo e con due nei verticali sulla fronte e da uno avvolto in un lungo impermeabile nero. Un’altro ragazzo si trovava poco distante dal gruppo appoggiato alla parete con le braccia conserte al petto. Quando lo vide, Rei assottigliò gli occhi impercettibilmente.
-Tu devi essere Rei-  un uomo alto con gli occhiali e un buffo cappello le si avvicinò sorridendo.
-Benvenuta all’Ordine Oscuro, io sono il Supervisore Komui Lee- continuò questo.
Rei lo osservò senza dire niente, fece solo un cenno col capo.
-Ciao- uno dei ragazzi seduti sul divano si alzò in piedi -Io sono Allen Walker- le porse la mano.
Osservò quello strano ragazzino: aveva i capelli bianchi come un vecchio e uno stranissimo segno sull’occhio sinistro, il simbolo degli Akuma. Rei ridusse gli occhi a due fessure, guardò la mano del ragazzo e salutò semplicemente senza stringergliela.
A giudicare dalla sua espressione doveva esserci rimasto un po’ male.
Anche la ragazza seduta sul divano si alzò e le si avvicinò.
-Ciao io sono Linalee, piacere di conoscerti- lei però non porse la mano come Allen, temendo un rifiuto come appena successo con l’amico.
-È bello sapere che c’è un’altra ragazza nell’Ordine, visto che siamo in poche- le sorrise.
“Ma che ha da sorridere questa? Non ha capito che siamo in guerra?” Si chiese Rei. La osservò meglio: era più bassa e più mingherlina di lei, una maglia nera, forse donatale dall’Ordine, e una gonna corta.
-Linalee ha ragione: ora c’è una ragazza in più- a parlare era stata la donna che prima era in piedi dietro al divano -Ah! Io sono Miranda Lotto- le porse la mano e, come aveva fatto con Allen, Rei non si degnò di stringerla, nemmeno la guardò. Miranda parve in preda a una strana ansia, pensò che forse aveva sbagliato qualcosa nell’approccio. D’altronde non era mai stato facile per lei stringere amicizia.
-Stai tranquilla Miranda- si alzò anche il terzo ragazzo dal divano e, dopo aver dato una leggera pacca sulla spalla all’amica per consolarla, si avvicinò a Rei -Visto che sono una persona educata mi presento. Sono Lavi-
-Nessuno te l’ha chiesto- Finalmente Rei parlò. Il suo tono era freddo e distaccato.
-Dovresti presentarti anche tu sai?- Lavi le rispose subito a tono, offeso dalla replica della ragazza.
Rei ridusse gli occhi. Chi si credeva di essere quello per dirle cosa fare? Lo osservò meglio, era alto, un po’ più di lei, dai capelli rossi e un occhio verde. L’altro era coperto da una benda: chissà cosa nascondeva. Lasciò perdere, magari l’aveva perso in un combattimento. Non sarebbe cambiato niente se lo avesse saputo o meno.
Piuttosto decise di concentrarsi sulla figura nell’angolo, su quel ragazzo dai lunghi capelli neri e lo sguardo imbronciato.
Superò tutte le altre persone presenti nello studio, senza degnare di uno sguardo l’uomo col mantello che le si era avvicinato per conoscerla, e con passo svelto e deciso si parò di fronte al ragazzo con la spada legata in vita. Questo la osservò e si tirò in piedi, un’aria di sfida stampata in faccia, proprio come lei.
Passò qualche attimo di silenzio in cui i due si squadrarono intensamente, finché Rei non si decise a parlare.
-Perché non mi hai salutata?- Una punta di superbia nella voce.
-Sono sorpreso-  Una semplice risposta, ma Rei afferrò subito il concetto nascosto dietro le parole del ragazzo.
-Non credevo fossi ancora viva- ecco cosa intendeva Kanda quando diceva che era sorpreso.
Ma i più sorpresi di tutti erano senz’altro le altre persone presenti nella stanza: chi lo avrebbe mai immaginato che il freddo Yu Kanda potesse dare confidenza a una ragazza appena conosciuta, anche se, a giudicare dai discorsi che stavano facendo, pareva che i due già si conoscessero, e da tanto tempo anche.
I due ragazzi si osservarono, senza badare ai commenti dei compagni, e continuarono con il loro discorso.
-L’hai più vista? Quella donna fantasma intendo- Una strana punta di derisione nella voce di Rei.
Kanda assottigliò gli occhi e in viso gli si disegnò uno strano ghigno.
-Stronza- adesso era davvero infuriato -Non sei cambiata minimamente eh? D’altronde una come te non può cambiare-
La osservò: a dir la verità era cambiata solo nell’aspetto. I capelli neri erano ancora corti e ribelli come anni prima, qualche ciuffo le copriva gli occhi verdi, a sprazzi gialli, molto simili a quelli di un felino. Poté notare quanto fosse alta, come lui praticamente, e decisamente di più della mammoletta. La pelle era diafana, come se la ricordava: era così bianca che in alcuni punti sembrava quasi trasparente e Kanda poteva giurare di riuscire a intravedere qualche vena. Le osservò il corpo: non era molto femminile, aveva le spalle larghe per una ragazza, il seno era piccolo, quasi inesistente,ed era magra, nonostante i muscoli fossero ben definiti, segnati dall’allenamento continuo degli anni passati. In faccia non aveva l’ombra di trucco e non aveva nessuno strano accessorio che di solito indossano tutte le ragazze della sua età. Al collo aveva solamente il solito ciondolo che indossava fin da piccola: una strana pietra blu incastonata tra dei fili di argento lavorati.
-Maniaco- la voce di Rei lo portò giù dalle nuvole.
Sul suo volto un’espressione confusa, non capì ciò cha aveva appena detto la ragazza, lei, dal canto suo, notò la faccia interrogativa di Kanda e si spiegò meglio.
-Sveglia! Ho detto che sei diventato un maniaco. Mi stavi guardando il seno, eppure si vede che non ne ho molto- disse tutto questo con una semplicità e un’apatia impressionanti. Qualsiasi ragazza si sarebbe vergognata di pronunciare quelle parole, ma non lei. A lei non interessava il proprio corpo, non le interessava imbellettarsi con trucchi e cose simili per piacere a un ragazzo, certe cose lei le riteneva futili, prive di significato e non riusciva a capire perché una persona dovesse spalmarsi in faccia delle strane cose e vestirsi con abiti corti e scollati solo per attirare gli sguardi di uomini lascivi e viscidi su di se. Lei non aveva bisogno di un uomo. Era forte e valeva tanto quanto gli energumeni della Sede Asia, forse di più.
Era  fredda, apatica, stronza quando le andava, nei suoi occhi non si leggeva la minima emozione, gli indumenti che metteva erano semplici, per niente curati o abbinati tra di loro, una semplice maglietta, una felpa se faceva freddo, dei pantaloni, corti o lunghi a seconda del clima, e un paio di scarpe comode, a lei bastavano e avanzavano.
Kanda, punto nell’orgoglio, decise di rispondere a tono alla ragazza di fronte a lui.
-Non mi interessano le femmine, figuriamoci i maschiacci come te?- Un sorrisino soddisfatto sul viso.
-Ehm… scusate. Non per interrompere la vostra amorevole discussione, ma ormai è mezzanotte passata- Komui intervenne nel discorso tra i due, richiamando l’attenzione su di se.
-Scommetto che sarai stanca dopo un viaggio così- si rivolse a Rei -Linalee ti mostrerà la stanza e domani ti faremo fare un giretto turistico dell’Ordine-
Rei guardò per un attimo il supervisore, poi osservò la ragazzina che avrebbe dovuto accompagnarla fino in stanza, intenta a sorriderle.
-Seguimi- le disse Linalee dirigendosi verso la porta -Buonanotte a tutti- disse poi rivolta ai compagni esorcisti e al fratello, prima di incamminarsi seguita da Rei.
-Allora vado anche io a dormire, buonanotte- Disse Crowley, evidentemente stanco e arrabbiato del fatto di non essere riuscito a presentarsi alla nuova arrivata: gli stava già antipatica quella ragazzina dai modi freddi e superbi. Lo seguirono anche Miranda, Marie e Bookman.
Ora nella stanza erano rimasti solo Allen, Link, Komui, Lavi e un Kanda abbastanza irritato.
Il giovane Bookman si avvicinò allo spadaccino con uno strano sguardo in faccia e una strana luce negli occhi.
-Dimmi Yu- iniziò con sguardo malizioso.
-In che rapporti siete tu e Rei? Voglio dire, vi conoscete vero? Tra di voi c’è qualcosa?-
-Ma Lavi che dici?- Allen si intromise nella discussione, avendo sentito il discorso del rosso e,anche se faceva lo gnorri, pareva abbastanza interessato all’argomento sollevato da Bookman Junior. E come lui anche Link, che si avvicinò per sentire meglio la conversazione.
-Ma come? Non hai visto come si guardavano, Allen?- continuò Lavi imperterrito, senza accorgersi degli strani rumori di vene che si stavano rompendo provenienti da Kanda.
-Allen- adesso si era intromesso anche Komui -Quei due continuavano a guardarsi in modo strano-
-Già!- Sorrise il rosso, felice di aver trovato qualcuno che lo appoggia -E Kanda continuava a guardare il corpo di Rei! Hehe, che marpione!- E le vene continuavano a rompersi e nessuno se ne accorgeva.
-Beh ma ve lo immaginate Kanda con il fuoco dell’amore che gli brucia dentro- Altra vena. Lo avevano proprio escluso, e pensare che stavano proprio parlando di lui.
-Magari qualche bacio gli potrebbe togliere quella sua aria fredda e distaccata, e magari ci abbraccerebbe ogni giorno, vero Yu?- Dopo quella domanda tutti si girarono verso il diretto interessato.
Kanda aveva abbassato la testa silenzioso,tremava vistosamente e una strana aura omicida lo avvolgeva. Alzò di scatto la testa, uno sguardo malefico a dir poco spaventoso a dipingergli il viso. Ora a tremare erano Lavi, Komui, Link e Allen, quest’ultimi anche se sapevano di non aver fatto niente.
-Vi faccio a fettine- e detto questo sfoderò Mugen cominciando ad avvicinarsi pericolosamente ai quattro, immobilizzati dal terrore.

***

Intanto nei corridoi dell’Ordine, Linalee e Rei raggiunsero la stanza di quest’ultima.
-Bene eccoci arrivate- Linalee cercò d’intavolare una discussione con la compagna, visto che per tutto il tragitto nessuna delle due aveva parlato, o meglio, Linalee le aveva spiegato dove erano le varie stanze chiedendole se avesse capito mentre Rei non aveva fatto altro che annuire con un semplice “mh” e un cenno del capo.
-I bagni come ti ho già detto sono divisi tra maschi e femmine- continuò la più piccola, evidentemente tesa.
-Allora buonan…- Non riuscì a finire la frase perché Rei si era precipitata in camera, sbattendole la porta in faccia.
Linalee, rimasta fuori, abbassò il capo triste: provava a convincersi che quella di Rei nei suoi confronti non fosse antipatia, ma solo timidezza. Cercava di convincersi eppure non ci riusciva. Iniziò a incamminarsi verso la sua stanza, mentre una lieve lacrima le solcò il viso.
Rei, in camera sua, prese dalla valigia il suo carillon, gettò il bagaglio in un angolo e si buttò sul letto: aveva proprio bisogno di un po’ di riposo e un letto decente dove dormire, visto che era da giorni che non dormiva tranquillamente, un po’ perché aveva il sonno leggero, un po’ perché quando era in viaggio, treno o nave che fosse, non riusciva mai a prendere sonno, e quando ci riusciva, si svegliava dopo poche ore senza più riuscire ad addormentarsi; e un po’ perché sempre quell’incubo ricorrente continuava a tormentarle le notti. Osservò la luna, sbuffando nel vederla proprio come se la immaginava: rossa, come il sangue.

***
Note dell'autrice:
Ed ecco anche il secondo capitolo, che per fortuna era già bello pronto e dovevo solo risistemarlo.
Come avete potuto notare da questo capitolo, Rei è una tipa fredda e può sembrare antipatica a prima vista. Dopotutto io adoro i personaggi pieni di difetti, infatti non sopporto quelli troppo perfetti o che sanno fare tutto. Bisogna capire che le Mary Sue e Gary Stu non esistono ma tutti abbiamo dei difetti che ci rendono unici. Proprio per questo odio i personaggi belli, capaci, super intelligenti e che hanno mille tecniche nel proprio repertorio insegnate loro da Goku, Naruto, Ichigo, Rufy, Sailor Moon, Gandalf e Yoda! E a volte mi sta antipatico anche Allen, perchè sorride anche nei momenti in cui invece c'è bisogno di una bella inca**atura!
Tornando al capitolo, avrete notato che Kanda e Rei pare che si conoscano da molto tempo e che quest'ultima non trovi molto simpatica Linalee...E sono sincera quando dico che Linalee è stata creata solo per riempire il Manga con una ragazza in più perchè, ai fini della storia, lei non serve a niente... Un pò come molti personaggi femminili in altri manga (e qui si scatenò il putiferio tra i lettori di questa fanfiction). Voglio dire, Linalee non serve davvero a nulla e mi da fastidio il fatto che non ci sia un volume in cui non si metta a frignare.
Ora comunque vi lascio a un'anticipazione del prossimo capitolo, oltre a un ringraziamento a tutti coloro che hanno recensito e letto la storia. Grazie di Cuore, con la C maiuscola.

"Si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore. Scese dal letto tremando leggermente e si avvicinò alla finestra, aprendola. Inspirò l’aria fresca del mattino per calmarsi un attimo."

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Capitolo 3
*** Second Chapter - Bloody Mission ***


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Katsura Hoshino. Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono i miei personaggi originali.



SECOND CHAPTER – BLOODY MISSION


“Le paure fanno avverare i nostri incubi”
Anonimo

Quella notte qualcosa la svegliò. Era una luce flebile ma non poteva essere quella bianca della luna: era piuttosto una luce più calda, più colorata e sicuramente più fastidiosa visto che l’aveva costretta ad aprire gli occhi. Ormai del tutto sveglia decise di alzarsi e di andare in giardino per prendere una boccata d’aria e per rinfrescarsi un po’. Doveva ammettere che quella era una notte davvero calda. Aprì piano la porta per non fare rumore.
Grande errore.
Si sarebbe pentita di quel gesto in eterno.
Ciò che vide non furono il giardino e la città sottostante immersa nel buio e illuminata solo dalla luce delle lampade a olio sparse qua e là.
No. Quella cittadella ora era immersa solo nelle fiamme e nelle grida degli abitanti. Come aveva fatto a non sentirle prima.
Le lingue di fuoco, che si levavano sempre più in alto, ben presto raggiunsero anche quel piccolo paradiso fiorito, stritolandolo in un calore distruttivo. E, assieme alle fiamme, si ergeva anche una figura nera. Non riusciva a distinguerne bene i contorni ma poté notare chiaramente che sembrava camminare su una scala fatta di fuoco. Ma la cosa di cui ebbe più paura in quel momento fu la sagoma di un’arma che quell’ombra stringeva nella mano sinistra.
Una falce.
La falce, aveva letto in alcuni libri, è lo strumento con cui la Morte ti uccide.
La paura la paralizzò, le gambe non si muovevano, il sudore che le colava dalle tempie e sulla schiena era freddo, non sentiva più le dita delle mani e dei piedi. Teneva gli occhi puntati su quella figura che le sembrava più grande ogni passo che avanzava verso di lei. Arrivatale praticamente a due passi si fermò. Lentamente alzò il braccio destro dietro la testa, stringendo la presa sull’arma.
Vide solo la falce scendere velocemente su di lei.
Poi solo il nulla.

***

Si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore. Scese dal letto tremando leggermente e si avvicinò alla finestra, aprendola. Inspirò l’aria fresca del mattino per calmarsi un attimo.
-Maledetto incubo- cominciò -Dopo tutti questi anni non ti è passata la voglia di tormentarmi?- Chiunque l’avesse vista in quel momento, l’avrebbe presa per una matta. Certo che parlare con un incubo non è certo da persone sane di mente. Si scostò qualche ciocca finita, per colpa della brezza mattutina, sul viso sudato.
“Che schifo” pensò “Sono tutta appiccicosa. Sarà meglio andare a farsi una doccia”.
Detto fatto, prese l’occorrente per lavarsi, un asciugamano, i vestiti ed uscì dalla stanza per dirigersi ai bagni.
Poté constatare che, nonostante l’ora, saranno state all’incirca le sette, parte del personale era già in piedi a lavorare: erano quelli della Scientifica e alcuni Finder. Non gliene importava niente al momento e decise di passare oltre. La sua unica preoccupazione ora era quella di lavare via quell’odore e l’inquietudine datale da quell’incubo maledetto. Sapeva che sarebbe riuscita a distendere i muscoli solo quando si sarebbe messa sotto il getto d’acqua tiepida. Passò in bagno non più di dieci minuti: si era lavata anche i denti e si era vestita. Indossava dei pantaloncini corti neri, una maglietta grigia di tessuto leggero e le solite scarpe da ginnastica.
Quando uscì dal bagno si scontrò con Lavi, diretto alla sua stanza.
-Buongiorno Rei- le disse sorridendo. La ragazza lo guardò con sufficienza e pensò: “Certo che è bravo a fare falsi sorrisi questo” .
-‘Giorno- rispose poi freddamente.
-Non essere così fredda con me, in fondo siamo compagni no? E poi dopo dobbiamo andare in missione insieme- le disse senza perdere quel suo sorriso fasullo. A Rei parve che fingesse che la discussione avuta la sera prima non fosse mai avvenuta.
-Dobbiamo andare da Komui, lui ci darà tutti i dettagli- continuò -Dovrebbe venire anche Lenalee, anche se non capisco perché servono tre esorcisti per una semplice missione-
-Forse perché non è una semplice missione- gli rispose Rei, insinuando il dubbio nel ragazzo.
-Metto giù queste cose e arrivo- continuò la ragazza, dirigendosi verso la sua stanza.
 E come fece Rei, anche Lavi si diresse alla sua stanza che, purtroppo per lui, divideva con Bookman. Mentre camminava si toccò la guancia: un piccolo cerotto a coprire una ferita. Meglio non rivelare a nessuno chi era quel pazzo samurai che gliel’aveva inferta.

***

“Sbaglio o è diverso da ieri?” Linalee si guardò attorno: si trovava nell’ufficio del fratello perché era stata convocata per una missione. Però era diverso da come lo aveva lasciato ieri: c’erano, non fogli, ma pezzi di fogli ovunque, il divano aveva qualche piccolo squarcio qua e là, così come il resto dell’arredamento, e qualche libro era letteralmente tagliato a metà.
-Fratello! Ma che cosa è successo qui dentro?- Domanda retorica, visto che la risposta già la sapeva.
-Ahahahaaa!! Dov’è Lavi?- Chiese Komui sviando la domanda della sorella, sapendo che non avrebbe insistito oltre.
Linalee si guardò attorno: evidentemente Lavi non era ancora arrivato. Intanto nella stanza, oltre lei e Komui, c’era anche Rei. In sua presenza Linalee si sentiva a disagio, sembrava che con quegli occhi riuscisse a vederle in fondo all’anima, a metterle a nudo tutte le sue emozioni e i suoi sentimenti. Quegli erano occhi troppo freddi da sostenere, persino più freddi di quegli di Kanda.
Appena l’aveva vista nella stanza aveva subito sentito un’angoscia chiuderle la gola. Perché quella ragazza le faceva quell’effetto? La osservò per un attimo: a un primo impatto poteva sembrare un maschiaccio, ma osservandola attentamente, Rei era bella, dalla pelle nivea, sembrava quasi un’entità magica ed eterea, che risplendeva di luce. Eppure quel suo carattere diceva tutto il contrario: selvaggia, orgogliosa, testarda e per niente aggraziata.
Osservò quegli occhi e per un attimo li incrociò con i suoi: un brivido lungo la schiena e una goccia di sudore freddo che colava dalla tempia sinistra, ecco come si sentiva Linalee.
-Scusate il ritardo- l’improvvisa entrata di Lavi nello studio riportò alla realtà Linalee, che poté staccare il contatto visivo con Rei, facendola sentire più al sicuro.
-Ora che siamo tutti qui,- esordì Komui, attirando l’attenzione su di se -vorrei illustrarvi i dettagli della missione-
Si sedette sulla sedia dietro la scrivania e invitò i ragazzi a sedersi sul divanetto.
-Questa sarà la tua prima missione qui, Rei. Lavorerai spesso con i tuoi nuovi compagni in modo da poterti ambientare meglio e trovare il partner ideale nelle missioni. All’inizio dovrai supportarli e osservare come funziona il tutto ma sono sicuro che ben presto potrai essere assegnata a delle missioni in cui sarai tu al comando - Rei annuì sbuffando: aveva già partecipato a varie missioni quando era in Asia, perché mai avrebbe dovuto starsene ad osservare se già sapeva come funzionavano le cose?
-Non avrei voluto assegnare questa missione a delle ragazze, soprattutto a Rei che è appena arrivata,ma gli altri sono già stati incaricati a fare altro e non avrei potuto mandare Lavi da solo.- L’espressione di Komui si era fatta più seria.
-Dovrete recarvi a Vienna-  un sonoro sbuffo interruppe il discorso del Supervisore.
Rei si stava alterando: non solo avrebbe dovuto lavorare in gruppo, o meglio osservare gli altri lavorare, ma avrebbe dovuto anche prendere il treno, di nuovo. E non erano passate neanche ventiquattro ore da quando aveva messo piede a terra, e non sul pavimento di un vagone.
-Oh coraggio! Avrete uno scompartimento tutto per voi- disse Komui, intuendo i pensieri della ragazza e cercando di tirarla su di morale.
-Tornando a noi: abbiamo trovato…-  esitò un attimo, sembrò titubante -un cadavere- continuò poi.
L’esitazione del Supervisore non scappò all’occhio dei ragazzi, turbati dalle ultime parole pronunciate dall’uomo.
-I nostri Finder sono già sul posto e vi daranno tutti i dettagli. Prenderete il treno tra un’ora, andate a prepararvi su!- esclamò Komui, finendo il discorso con un sorriso.
-Aspettate un attimo- a interromperlo fu Rei -perché dovremmo andare a vedere un cadavere? Non se ne può occupare la squadra che si trova già là?-
-Abbiamo riscontrato una strana sostanza simile all’Innocence nel…- ancora esitò -nel corpo.-
Detto questo congedò i ragazzi che uscirono dalla stanza. Solo Rei era rimasta nello studio.
-C’è qualcosa che mi vuoi chiedere, vero?- Una delle qualità del Supervisore era la perspicacia: capiva subito quando qualcosa non andava.
-Si- inizio l’Esorcista.
-Ho chiesto a Bak perché mi ha fatto trasferire. Non mi ha detto niente- disse Rei, una punta di disappunto nella voce.
-E quindi vorresti che te lo spiegassi io- concluse per lei la frase.
Annuì col capo.
-Ti dirò tutto a tempo debito. Ora vai che il treno non aspetta- E detto questo Komui le fece segno con la mano di uscire.
“Ecco” pensò Rei “Praticamente sono stata scaricata per la seconda volta”
-Ma è un vostro vizio?- Diede voce ai suoi pensieri prima di chiudere la porta.

***

Scesero dal treno quando ormai il sole stava tramontando dietro le montagne e il cielo di fuoco si mischiava a quello nero della notte .Tutto attorno a loro era caotico e sembrava che la musica di famosi compositori come Mozart e Beethoven risuonasse ancora nell’aria, conferendo alla città un aspetto ancor più armonioso, in sintonia con le note dei più famosi spartiti di musica classica.
Si erano incantati tutti e tre respirando quell’aria magica e gotica. Faceva freddo, d’altronde era quasi dicembre, Lavi affondò il viso nella sua sciarpa arancione, Linalee cercò di riscaldarsi le mani strofinandole tra loro e Rei le mise nelle tasche della giacca donatale dall’Ordine. Ora avrebbero dovuto esaminare quel cadavere, cercare la locanda dove già alloggiavano i Finder mandati precedentemente sul posto, mettere qualcosa sotto i denti e riposare.
Già, riposare. Rei non vedeva l’ora di tornare in Sede per poter finalmente dormire, ma era certa che le avrebbero assegnato una nuova missione, come le aveva già anticipato Komui quella mattina.
-Andiamo dal cadavere prima di tutto- disse Rei autoritaria ai due compagni di squadra.
-Sissignora!- Lavi si era messo serio sull’attenti per poi ridere come un matto.
-Scusa- disse -E’ che somigli troppo a Yu!- continuò imitando il broncio del ragazzo.
-Non paragonarmi a quello lì!- Rei era andata su tutte le furie -Quell’idiota ed io non abbiamo nulla da spartire, mi sono spiegata?-
Rei se l’era presa con Lavi che ora tremava dal terrore. Lenalee non poté fare altro che assistere impotente allo spettacolo.
“Però l’aura omicida è la stessa” pensò il giovane Bookman.

***

-Etchù!!- uno starnuto.
-Ehi Kanda, ti sei ammalato?- chiese Marie al ragazzo.
-No- ripose soffiandosi il naso.
“Qualcuno sta sparlando di me” pensò con una vena pulsante sulla fronte.

***

Un Finder li aveva raggiunti e accompagnati fino al luogo del ritrovamento del cadavere.
Si trovavano in un deposito del porto affacciato sul Danubio. Appena entrati, i ragazzi fecero tutti una smorfia di disgusto: l’aria era irrespirabile e l’odore nauseabondo. Odore di morte.
Rei e Lavi, che avevano l’occhio più attento, notarono subito gli schizzi di sangue sul pavimento. Gran parte di essi era sparpagliato qua e là, solo uno schizzo era regolare e arrivava fino a una parete. Dopo che Lavi glielo fece notare, anche Linalee si accorse che quelle macchie erano decisamente sospette.
Ma ciò che era più sospetto e che saltava più all’occhio di tutto il resto erano quegli stracci messi qua e là sul pavimenti con uno un po’ più grande degli altri impregnato di sangue esattamente al centro del deposito.
I tre esorcisti si avvicinarono a quel piccolo lenzuolo sospetto, accucciandovisi accanto .
Difficile descrivere cosa provarono quando Lavi sollevò quello straccio: un misto di orrore, disgusto, nausea. Lenalee si alzò in piedi e si voltò di scattò, trattenendo a stento un conato di vomito con la mano premuta sulla bocca, mentre le lacrime sgorgavano copiose dagli occhi. Anche Lavi si era alzato ed era andato dall’amica per confortarla. Non voleva darlo a vedere, ma anche lui era rimasto scosso da quella vista orribile. Diede una veloce occhiata a Rei che era ancora accucciata indifferente di fronte a quel macabro spettacolo. Si chiese come faceva a non mostrare la minima reazione.
Ma non era vero che era rimasta indifferente.
-Non ti bastavano i sogni?- chiese, prendendo tra le mani quella cosa raccapricciante e attirando l’attenzione del giovane Bookman -Quando la smetterai di tormentarmi?-
Rei fissò i suoi occhi su quell’obbrobrio. Li alzò, poi, e si guardò attorno: non era difficile pensare cosa ci fosse sotto gli altri stracci.

***
Note dell'autrice:
Finalmente riesco ad aggiornare la storia dopo moltissimo tempo. Inizio col scusarmi del ritardo: tra esami di maturità ed essere stata scaricata dalla mia Ispirazione non riuscivo più ad andare avanti. A dire la verità avevo tutto pronto tranne l'incubo di Rei, che per l'appunto ho modificato rispetto alla versione precedente che mi sembrava troppo "apocalittica".
Passando al capitolo, come potete vedere iniziano i misteri, soprattutto riguardo alla protagonista. E iniziano anche i casini: abbiamo un cadavere! Speriamo di rimanere su D.Gray-Man e di non divagare in CSI o NCIS visto l'andazzo che sta prendendo la storia XD. Per quanto riguarda il sogno, ho dovuto riscriverlo un pò di volte perchè non avevo idea di come strutturarlo: comunque il fatto che sia corto è voluto (più o meno).
Vorrei aggiungere un grazie a tutti quelli che commentano e a tutti quelli che leggono senza commentare, nonostante io continui a chiedere recensioni per poter migliorare. In fondo, ammettiamolo, ricevere recensioni è davvero bello e, non so voi, ma io sono sempre agitata ogni volta che vedo il contatore delle recensioni aumentare nella pagina delle mie storie! Un grazie va anche a LadyMischance che ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite e a hatsu no hana e alla mia adorata Yoshitsune06_15 che l'hanno messa tra le seguite. Ringrazio soprattutto la mia Sharina per gli errori che mi ha fatto notare! Thank you \(*3*)/
Comunque per me le vere vacanze inizieranno a metà agosto perchè andrò in Abruzzo... in moto! Wooooosh! Comunque prima di allora spero di trovare il tempo per aggiornare e soprattutto di continuare su Word la storia: io pensavo di godermi l'estate dopo gli esami, di poter fare quello che volevo, invece mi tocca studiare per la patente e, visto che sono tanto pigra quanto pazza, finirò per fare la muffa sul divano invece che uscire. E pensare che avevo un mucchio di progetti tra cui imparare a suonare la chitarra, leggere il Signore degli Anelli, leggere tutti gli Harry Potter (si sono una di quelle persone che prima si guarda i film e poi legge i libri XD), finire un mucchio di videogiochi lasciati in sospeso. Ecco questa era solo una parte della lunga lista che ho in cantiere XD
Ma tralasciamo questo e passiamo alla fine: vi saluto, vi ringrazio e vi lascio a una frase di anticipazione per il prossimo capitolo, sperando di ritrovarvi lì.

"Una figura che Rei conosceva bene, quella figura che tormentava il suo sonno, quella figura che ogni notte le faceva visita negli incubi. Quel boia, con la falce nera perennemente sporca di sangue."

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