Shadows from the Past di OrAnGeMaSk (/viewuser.php?uid=24495)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue - The Beginning of my Journey ***
Capitolo 2: *** First Chapter - Old Stupid Friend ***
Capitolo 3: *** Second Chapter - Bloody Mission ***
Capitolo 1 *** Prologue - The Beginning of my Journey ***
Disclaimer: I
personaggi non mi appartengono, sono di Katsura Hoshino. Questa storia
non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi
appartengono sono i miei personaggi originali.
PROLOGUE - THE BEGINNING
OF MY JOURNEY
"Viaggiare non è
veramente piacevole, si va incontro all'ignoto e l'ignoto è
qualche volta sgradevole e sempre traumatico; però, fa
bene.”
Alberto Moravia
Era una mattinata normale all’Ordine Oscuro: niente Akuma,
niente strani esperimenti della Sezione Scientifica, niente Komurin Ex
a distruggere le poche mura rimaste in piedi. Tutto filava liscio e
molti Esorcisti erano ancora nelle loro stanze a dormire; altri, ancora
assonnati, si erano invece diretti alla mensa in cerca di un
po’ di pace e tranquillità prima della massa di
gente che sarebbe arrivata di lì a poco.
Uno di questi era Kanda che, come ogni mattina, dopo un po’
di allenamento, si gustava la sua soba. Molti si erano chiesti come
facesse il ragazzo a mangiare quella roba a colazione, altri si
chiedevano come facesse a sopravvivere ed essere così forte
mangiando solo quella roba. Una volta glielo aveva chiesto anche Lavi.
-Come fai a mangiare quella schifezza anche di mattina?- gli aveva
detto. Per poco non ci era rimasto secco: Kanda aveva sfoderato la sua
spada, Mugen, e con un fendente avrebbe staccato la testa a Lavi se
quest’ultimo non avesse abbassato la testa dopo aver visto il
bagliore famigliare della lama avvicinarsi sempre di più. Il
risultato fu un Kanda a dir poco infuriato, un Lavi sbiancato e qualche
capello rosso sul pavimento.
Solo a ripensarci, a Kanda cominciò a ribollire il sangue
nelle vene.
Vide il “coniglio” entrare nella grande sala,
seguito da Linalee e dalla mammoletta con i quali chiacchierava
amichevolmente, sempre con quel suo sorriso che gli faceva venire
voglia di strappargli la faccia.
-Ciao Yu, come va? Mattiniero anche oggi eh?- Si erano seduti al SUO
tavolo, dopo aver preso ognuno la propria colazione.
-Non chiamarmi per nome! Ti faccio a fettine!- era irritato, seduto
allo stesso tavolo, il SUO, con la mammoletta e quello stupido
coniglio. Passi Linalee ma quei due proprio no.
-Kanda come fai a mangiare la soba anche di mattina?- Gli chiese
gentilmente Linalee.
Il ragazzo non rispose e si trattenne dal creare una scena simile a
quella dell’altra volta: era Linalee, una femmina, una
ragazza, non poteva certo sfoderare Mugen e tagliarle la testa! Anche
perché poi avrebbe dovuto fare i conti con quel complessato
di Komui.
Gli era passato l’appetito e decise di alzarsi dal tavolo per
andarsene, giusto in tempo prima dell’arrivo della massa di
gente.
-Ma che gli è preso?- Allen, Lavi e Linalee seguirono Kanda
con lo sguardo finché non sparì dietro a una
porta.
-Non lo so e non mi interessa- disse Allen addentando una
coscia di pollo -Tanto con lui è impossibile fare amicizia.-
-Secondo me è perché ha visto cosa mangi, Allen-
gli rispose Lavi, abbastanza nauseato da ciò che si trovava
sul tavolo, sempre che si potesse vedere il tavolo -Lui
mangerà anche tanta soba, ma tu sei proprio un bidone,
Allen, lasciatelo dire!-
Ormai doveva esserci abituato a quanto mangiava Allen, eppure non
riusciva a non stupirsi ogni volta delle enormi quantità di
cibo che ordinava da Jerry. Più di una volta si era chiesto
a quanto aumentasse la spesa settimanale per sfamare Allen. Forse era
proprio Allen il motivo di tutti gli esorbitanti debiti di Cross. Non
ci volle pensare e ritornò a concentrarsi sulla sua
colazione.
Improvvisamente un rumore sordo, quasi come un microfono rotto,
sorprese tutti nell’Ordine che si tapparono le orecchie con
le mani.
-Prova, prova! Mi sentite?-Qualcuno aveva appena parlato - Caposezione
Reever sei sicuro che questo aggeggio funzioni?-
-Al cento per cento- La voce di qualcun’altro.
-Bah, se lo dici tu. Prova, prova! Mi sentite tutti? Beh lo spero. Sono
il supervisore Komui Lee-
-LO SAPPIAMO!- Tutte le persone presenti nella mensa avevano
gridato, decisamente alterate e infastidite dal fatto di essere state
interrotte di prima mattina durante la colazione e soprattutto in modo
così brusco.
-Oh! Mi è sembrato di sentirvi parlare. Che bello!
Innanzitutto buongiorno, speriamo sia una bella giornata quella di
oggi: le previsioni dicono che ci sarà il sole quindi
chiunque abbia la giornata libera può andare fuori a farsi
una passeggiata-
-Cooooosaaaaa??- Ognuno era rimasto perplesso –Strano che
Komui lasci uscire il personale! Di solito riduce tutti agli
straordinari!-
-Ovviamente scherzavo! HUAHAHAHAAA! Non ci avrete creduto davvero?- E
le risa di scherno continuarono.
-BASTARDO!- Un’eco si era alzata da tutta la Sede.
-Comunque vi sto parlando per poter inaugurare questi splendidi nuovi
altoparlanti costruiti dalla Sezione Scientifica e installati in tutta
la Sede dopo l’attacco dell’Akuma di livello
quattro di qualche settimana fa. Speriamo che funzionino!-
-Tranquillo che funzionano- gli rispose un po’ offeso il
caposezione Reever.
-Meglio, meglio!- Un attimo di pausa e poi continuò con un
tono più serio -Ragazzi so che è dura dopo quello
che è successo e che ognuno ha perso un proprio caro, ma
proprio per non provare ulteriore dolore dobbiamo lavorare per rendere
più sicura la nostra Sede. Spero che mi capiate. Buona
giornata.- Komui stava per spegnere il microfono quando -Ah
dimenticavo! Tutti gli esorcisti nel mio ufficio entro
mezz’ora. Anche tu Kanda!- E così chiuse la
trasmissione.
Intanto nella mensa Allen, Lavi e Lenalee avevano abbassato il capo: le
parole del Supervisore avevano riportato a galla ricordi dolorosi.
-Komui ha ragione!- Allen sorrise e gli altri due si sorpresero di
ciò, guardandolo con tanto di occhi.
-Se stiamo fermi a crogiolarci nel nostro dolore è peggio.
Dobbiamo lavorare, se non per distrarci, almeno per evitare che accada
di nuovo una strage come quella.- Il suo sorriso si fece più
largo e luminoso, contagiando anche Lavi e Lenalee.
-Cambiando discorso, secondo voi perché Komui ci vuole tutti
nel suo ufficio?- Chiese il rosso, sorseggiando un po’ di
caffelatte da una grande tazza bianca.
-Non penso sia qualcosa di grave-
Lavi e Allen si girarono verso Lenalee che aveva preso la parola e si
affrettò subito a dare una spiegazione.
-Se fosse stato qualcosa di grave saremmo dovuti andare da mio fratello
correndo- Sorrise e addentò il croissant alla
marmellata.
Allen sbuffò.
-Cos’hai Allen?- La ragazza aveva notato il suo sguardo: era
tornato un po’ triste e addentava un’aletta di
pollo senza la minima voglia.
-Pensavo appunto che tra mezz’ora dobbiamo essere
nell’ufficio di Komui-
Questa volta anche Lavi si girò sorpreso verso
l’amico rassicurandolo.
-Si e allora? Hai sentito Lina no? Non sarà niente di grave
vedrai-
-Non è questo quello che mi preoccupa…- Allen
osservò con gli occhi un po’ lucidi per una buona
decina di secondi il cibo presente sul tavolo poi parlò
-È che in mezz’ora non riesco a finire di mangiare
tutto!-
Linalee e Lavi si guardarono: Allen era sempre Allen!
Intanto, da lontano, Howard Link li osservava con occhi strabuzzati:
ancora non riusciva ad abituarsi di quanto cibo mangiasse il suo
sorvegliato.
***
Prese le poche magliette presenti nel cassetto del comodino e le
gettò in malo modo nella piccola valigia nera. Dire che era
arrabbiata era dire poco: era furiosa. Se in quel momento qualcuno
fosse entrato in camera sua avrebbe rischiato uno sguardo inceneritore
e subito dopo come minimo due mesi di ospedale.
Era appena ritornata da una lunga missione e
già sarebbe dovuta ripartire subito. Se c’era una
cosa che lei odiava era proprio quella di non potersi riposare tra un
viaggio e l’altro. In verità erano molte le cose
che lei odiava e troppo poche quelle che le piacevano.
Oltre a non potersi riposare, odiava la luce perché le
feriva gli occhi, troppo chiari per il sole di quel luogo, odiava i
pomodori e soprattutto odiava ammettere di essere in torto.
A ciò si aggiungeva il fatto che non sopportava quel nano di
Bak Chan! Per lui provava dei sentimenti, sempre che potesse provarne,
di repulsione ma fiducia. Proprio per questa contraddizione non
tollerava la sua vista, soprattutto se aveva novità a lei
non molto congeniali, come era successo poco prima.
Era entrata nel suo ufficio per fare rapporto riguardo la missione
appena svolta e quel nano cosa le aveva detto?
-Oh, ciao Rei! Bentornata! Ho una notizia per te: sarai trasferita alla Sede Europa-
Ci era rimasta di sasso e per un momento le era seriamente balenata in
testa l’idea di strozzarlo. Aveva appena disfatto
la valigia e già l’avrebbe dovuta rifare, non che
avesse tanti effetti personali poi. Se avevano tanta voglia di mandarla
via potevano almeno avvertirla e si sarebbe fermata direttamente a
Londra invece che tornare in Cina.
Prima o poi gliela avrebbe fatta pagare a quel nano malefico: lei era
più alta di lui di un bel po’ di centimetri eppure
non l’aveva sfiorato neanche una volta solo perché
era il suo superiore. Ma un giorno si sarebbe vendicata.
Finito di fare la valigia, la chiuse con uno scatto secco, la prese in
mano e si diresse alla porta aprendola.
Si fermò sulla soglia un istante e si girò per
controllare di avere preso tutto, forse anche per dire di nuovo
arrivederci a quella camera che per troppi anni era stata la sua unica
casa. Ora si sarebbe dovuta trasferire, abbandonare quel luogo come una
vecchia ciabatta, anche se in realtà era lei a sentirsi di
nuovo come una vecchia ciabatta rotta, buttata nella spazzatura:
l’avevano trasferita senza dirle niente, senza consultarla e
chiederle se le andava bene. Quando aveva provato a chiedere
spiegazioni a Bak, questo le aveva risposto che le avrebbe ricevute dal
Supervisore della Sede Europa e che insistere non sarebbe servito a
nulla. Punta nell’orgoglio, se n’era andata
dall’ufficio di quel nano sbattendo la porta e si era diretta
in camera per rifare la valigia.
Era ancora infuriata quando chiuse la porta e si incamminò
nel corridoio. Ebbe quasi raggiunto il portone principale, quando vide
davanti ad esso una piccola figura: era Lou Fa. La ragazza, nettamente
più minuta di Rei, le porse una piccola scatola.
-Fai buon viaggio Rei- le disse la ragazzina con le trecce -Questi sono
dei dolcetti per te da mangiare durante il viaggio-
Rei osservò un attimo interdetta la scatolina nelle mani
della ragazza per poi prenderla.
-Cosa sono?- Le piacevano i dolci: le piaceva mangiare, anche se a
prima vista non si sarebbe detto. Il cibo la rendeva più
socievole, per modo di dire.
Era curiosa di sapere che tipo di dolci le aveva preparato Lou Fa.
-Ehm- la ragazzina arrossì e abbassò il capo
-Sono dei bocchan dango, spero ti piacciano-
Rei non capiva per quale motivo Lou Fa fosse arrossita ma
accettò il cibo offertole, e, anche se non
l’avrebbe mai ammesso, era rimasta colpita da quel gesto.
-Ci si vede- disse schietta.
Non le aveva mai dato particolarmente fastidio, quella ragazzina. Era
dedita al lavoro e per niente invadente.
-Fai buon viaggio- Rei sentì quelle parole solo quando il
portone le si richiuse alle spalle. Lou Fa era stata l’unica
a salutarla e ad augurarle buon viaggio, non che si aspettasse
chissà cosa visto il suo noto caratteraccio nella Sede.
Prima di incamminarsi si rigirò verso l’edificio e
guardò in alto, verso l’ufficio di Bak: lo vide
affacciato alla finestra che le sorrideva e la salutava con una mano,
gli occhi leggermente lucidi. Rei ghignò e
ricambiò al saluto con un dito medio alzato, lasciando il
povero Bak di stucco.
Tirò giù il braccio e si rigirò,
pronta per partire. Un flebile sorriso le increspò le labbra
mentre cominciava ad incamminarsi: forse un po’ le sarebbe
mancato quel nano, le sarebbe mancato il suo esantema che le dava la
possibilità di prenderlo in giro. Ora però doveva
partire e incontrare i suoi nuovi compagni, esorcisti come lei, e
chissà, magari avrebbe rivisto una vecchia conoscenza.
***
Note
dell'autrice:
Dopo un po’ di
tempo mi sono decisa a ripubblicare questa storia. Ultimamente mi
è tornata la fissa di D.Gray-Man anche se credo che sia il
periodo peggiore per buttare giù storie. Perché?
Perché tra poco ho gli esami di maturità e sono
abbastanza piena di cose da fare. Ma perché l'ispirazione
deve tornarmi sempre nei momenti meno opportuni?
Comunque spero che la
storia vi piaccia e che la commentiate. Magari questo capitolo non
è il massimo, ma spero si capisca che ci metto molta
passione nello scrivere la storia. Piuttosto spero che questa passione
mi rimanga per molto tempo.
Capisco che Rei, la
protagonista, possa non piacere per il suo caratteraccio
perché simile a quello di Kanda, ma credetemi se vi dico che
un motivo c'è. Mi scuso anche con tutti quelli che non
sopportano i nuovi personaggi che si intrufolano nella storia
stravolgendola.
Per quanto riguarda i
tempi di aggiornamento non so dirvi niente, ma finita la scuola
cercherò di essere regolare.
Spero nei vostri
commenti: positivi, negativi o neutri vanno sempre bene. Sono sempre
pronta ad aprirmi ai consigli di chiunque voglia aiutarmi. Potete
rendere questa fanfiction migliore segnalando anche eventuali errori di
ortografia o punteggiatura.
Un'ultima cosa: si!
Inserire citazioni fa figo!
Vi lascio con
un'anticipazione del prossimo capitolo e ricordate: i commenti dei
lettori sono il cibo degli autori.
Grazie.
"Superò tutte
le altre persone presenti nello studio, senza degnare di uno sguardo
l’uomo col mantello che le si era avvicinato per conoscerla,
e con passo svelto e deciso si parò di fronte al ragazzo con
la spada legata in vita."
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Capitolo 2 *** First Chapter - Old Stupid Friend ***
Disclaimer: I
personaggi non mi appartengono, sono dei loro rispettivi proprietari.
Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono i miei personaggi originali.
FIRST CHAPTER - OLD
STUPID FRIEND
"Diffama sempre il tuo nemico.
Vedrai che qualcosa resta nella memoria della gente."
Francis Bacon
Era passata più di una settimana da quando Komui
aveva annunciato l’arrivo di un nuovo Esorcista
direttamente dalla Cina: sarebbe arrivato di lì a qualche
ora. Allen non stava più nella pelle di conoscere una nuova
persona con cui stringere amicizia, e come lui anche Linalee; Lavi
sperava ardentemente che fosse una bella fanciulla carina e simpatica
con cui flirtare, mentre a Kanda non poteva interessare di meno.
-Non vedo l’ora di scoprire che tipo è questo
Esorcista!- Allen, insieme a Lavi, Linalee e Crowley, stava camminando
per i corridoi dell’Ordine: quando si trattava di Esorcisti
erano sempre tutti allegri, forse perché avrebbero potuto
conoscere qualcuno che, come loro, sapeva cosa voleva dire portare il
peso di essere un Apostolo di Dio.
-Chissà che tipo di Innocence avrà, invero-
Persino Crowley era meno depresso del solito -E chissà se ha
un buon sapore- Continuò mostrando i canini.
Lavi e Allen si allontanarono di qualche passo dal vampiro, sbiancati e
abbastanza allarmati.
-Io spero che il nuovo Esorcista sia una ragazza, così
almeno Miranda ed io avremo qualcuno con cui parlare di cose, diciamo,
più da…-
-Anche io spero che sia una ragazza!- la interruppe Lavi con gli occhi
a forma di cuore.
-Tra poco lo sapremo- Alle spalle dei ragazzi era apparso Komui in
vestaglia con le pantofole e una tazza di caffè in mano.
-Ma che ci fai vestito così- Tutti erano rimasti allibiti,
mentre Lenalee gli tirò un leggero scappellotto sulla testa.
-Piuttosto non puoi proprio dirci niente riguardo questo Esorcista?-
Lavi si avvicinò al Supervisore con le orecchie rizzate.
-No mi dispiace! Posso solo dirvi che mi è arrivata conferma
che questa persona è già sbarcata in Inghilterra,
entro stasera sarà qui-
-E perché non usare l’Arca? Centra qualcosa
Lvellie?- Chiese Allen con sguardo cupo: quell’uomo proprio
non gli piaceva.
-Non ci è permesso usare l’Arca senza un permesso
scritto e firmato dall’Ufficio Centrale. Piuttosto, andatemi
a cercare Kanda. Deve essere presente anche lui dopo- Così
Komui si congedò dai ragazzi.
Tra pochissimo sarebbe arrivato il nuovo esorcista.
“Ti prego, fa che non sia come Kanda”
pensò Allen, dopo aver perso a morra cinese contro gli
amici, mentre si dirigeva sconsolato verso il campo
d’allenamento per chiamare il ragazzo giapponese.
***
Lenti e sicuri passi rimbombrono attraverso l’oscuro
corridoio, illuminato solo dalla fioca luce lunare che filtrava dalle
grandi vetrate alla sua sinistra. Davanti a lei, a guidarla, Bookman:
quell’ometto dai buffi capelli era venuto a prenderla alla
stazione, si era presentato come Bookman e l’aveva
accompagnata alla carrozza.
Ne aveva sentito parlare, della stirpe dei Bookman. Non bene, a dir la
verità. Sciacalli che infestano i campi di battaglia,
registrando tutto ciò che cade sotto il loro sguardo, si
mettono in mezzo a guerre che non hanno niente a che fare con loro,
spudorati mentitori e ipocriti, sempre con i loro falsi sorrisi e i
loro misteriosi silenzi. Da quello che importava a Rei potevano anche
essere traditori o assassini, sapeva solo che tra la Dark Religious e i
Bookman esisteva un patto e questo le bastava. L’importante
era che non le stessero tra i piedi.
-Siamo arrivati- La voce di Bookman rimbombò
attraverso tutto il corridoio riportando Rei alla
realtà.
Si trovavano di fronte a una semplice porta in legno massiccio, oltre
essa, nella stanza, ad attenderli gli altri Esorcisti
dell’Ordine: sarebbe dovuta andarci d’accordo e
lavorarci assieme. E lei lo odiava. Lavorare in gruppo non era una cosa
che le si addiceva, lei che aveva sempre contato solo sulle proprie
forze per andare avanti, che se l’era sempre cavata da sola
in ogni situazione, lei che credeva che tutti le fossero
d’intralcio.
Lentamente Bookman bussò.
-Avanti- da dentro una voce li accolse.
L’ometto abbassò la maniglia della porta e la
spinse: la luce della stanza ferì gli occhi della ragazza,
ormai abituati al buio di quel corridoio.
I due esorcisti entrarono, prima Bookman e Rei subito dietro.
Si guardò attorno, la stanza non era grandissima ma era
molto alta e di una forma circolare. Alle pareti c’erano
decine di librerie con centinaia e centinaia di libri, appesa, dietro
una scrivania, sommersa da fogli, libri e documenti vari,
un’enorme cartina geografica raffigurante l’Europa.
Nella stanza vi era anche un divanetto. Su di esso erano
seduti tre Esorcisti: una ragazza e due ragazzi. Ora che ci pensava si
era concentrata sull’arredamento senza calcolare minimamente
le persone presenti, non che gliene importasse qualcosa. Oltre ai tre
ragazzi sul sofà, c’erano anche una donna alta e
magra affiancata da un uomo abbastanza grosso e calvo, da uno
più basso, biondo e con due nei verticali sulla fronte e da
uno avvolto in un lungo impermeabile nero. Un’altro ragazzo
si trovava poco distante dal gruppo appoggiato alla parete con le
braccia conserte al petto. Quando lo vide, Rei assottigliò
gli occhi impercettibilmente.
-Tu devi essere Rei- un uomo alto con gli occhiali e un buffo
cappello le si avvicinò sorridendo.
-Benvenuta all’Ordine Oscuro, io sono il Supervisore Komui
Lee- continuò questo.
Rei lo osservò senza dire niente, fece solo un cenno col
capo.
-Ciao- uno dei ragazzi seduti sul divano si alzò in piedi
-Io sono Allen Walker- le porse la mano.
Osservò quello strano ragazzino: aveva i capelli bianchi
come un vecchio e uno stranissimo segno sull’occhio sinistro,
il simbolo degli Akuma. Rei ridusse gli occhi a due fessure,
guardò la mano del ragazzo e salutò semplicemente
senza stringergliela.
A giudicare dalla sua espressione doveva esserci rimasto un
po’ male.
Anche la ragazza seduta sul divano si alzò e le si
avvicinò.
-Ciao io sono Linalee, piacere di conoscerti- lei però non
porse la mano come Allen, temendo un rifiuto come appena successo con
l’amico.
-È bello sapere che c’è
un’altra ragazza nell’Ordine, visto che siamo in
poche- le sorrise.
“Ma che ha da sorridere questa? Non ha capito che siamo in
guerra?” Si chiese Rei. La osservò meglio: era
più bassa e più mingherlina di lei, una maglia
nera, forse donatale dall’Ordine, e una gonna corta.
-Linalee ha ragione: ora c’è una ragazza in
più- a parlare era stata la donna che prima era in piedi
dietro al divano -Ah! Io sono Miranda Lotto- le porse la mano e, come
aveva fatto con Allen, Rei non si degnò di stringerla,
nemmeno la guardò. Miranda parve in preda a una strana
ansia, pensò che forse aveva sbagliato qualcosa
nell’approccio. D’altronde non era mai stato facile
per lei stringere amicizia.
-Stai tranquilla Miranda- si alzò anche il terzo ragazzo dal
divano e, dopo aver dato una leggera pacca sulla spalla
all’amica per consolarla, si avvicinò a Rei -Visto
che sono una persona educata mi presento. Sono Lavi-
-Nessuno te l’ha chiesto- Finalmente Rei parlò. Il
suo tono era freddo e distaccato.
-Dovresti presentarti anche tu sai?- Lavi le rispose subito a tono,
offeso dalla replica della ragazza.
Rei ridusse gli occhi. Chi si credeva di essere quello per dirle cosa
fare? Lo osservò meglio, era alto, un po’
più di lei, dai capelli rossi e un occhio verde.
L’altro era coperto da una benda: chissà cosa
nascondeva. Lasciò perdere, magari l’aveva perso
in un combattimento. Non sarebbe cambiato niente se lo avesse saputo o
meno.
Piuttosto decise di concentrarsi sulla figura nell’angolo, su
quel ragazzo dai lunghi capelli neri e lo sguardo imbronciato.
Superò tutte le altre persone presenti nello studio, senza
degnare di uno sguardo l’uomo col mantello che le si era
avvicinato per conoscerla, e con passo svelto e deciso si
parò di fronte al ragazzo con la spada legata in vita.
Questo la osservò e si tirò in piedi,
un’aria di sfida stampata in faccia, proprio come lei.
Passò qualche attimo di silenzio in cui i due si squadrarono
intensamente, finché Rei non si decise a parlare.
-Perché non mi hai salutata?- Una punta di superbia nella
voce.
-Sono sorpreso- Una semplice risposta, ma Rei
afferrò subito il concetto nascosto dietro le parole del
ragazzo.
-Non credevo fossi ancora viva- ecco cosa intendeva Kanda quando diceva
che era sorpreso.
Ma i più sorpresi di tutti erano senz’altro le
altre persone presenti nella stanza: chi lo avrebbe mai immaginato che
il freddo Yu Kanda potesse dare confidenza a una ragazza appena
conosciuta, anche se, a giudicare dai discorsi che stavano facendo,
pareva che i due già si conoscessero, e da tanto tempo anche.
I due ragazzi si osservarono, senza badare ai commenti dei compagni, e
continuarono con il loro discorso.
-L’hai più vista? Quella donna fantasma intendo-
Una strana punta di derisione nella voce di Rei.
Kanda assottigliò gli occhi e in viso gli si
disegnò uno strano ghigno.
-Stronza- adesso era davvero infuriato -Non sei cambiata minimamente
eh? D’altronde una come te non può cambiare-
La osservò: a dir la verità era cambiata solo
nell’aspetto. I capelli neri erano ancora corti e ribelli
come anni prima, qualche ciuffo le copriva gli occhi verdi, a sprazzi
gialli, molto simili a quelli di un felino. Poté notare
quanto fosse alta, come lui praticamente, e decisamente di
più della mammoletta. La pelle era diafana, come se la
ricordava: era così bianca che in alcuni punti sembrava
quasi trasparente e Kanda poteva giurare di riuscire a intravedere
qualche vena. Le osservò il corpo: non era molto femminile,
aveva le spalle larghe per una ragazza, il seno era piccolo, quasi
inesistente,ed era magra, nonostante i muscoli fossero ben definiti,
segnati dall’allenamento continuo degli anni passati. In
faccia non aveva l’ombra di trucco e non aveva nessuno strano
accessorio che di solito indossano tutte le ragazze della sua
età. Al collo aveva solamente il solito ciondolo che
indossava fin da piccola: una strana pietra blu incastonata tra dei
fili di argento lavorati.
-Maniaco- la voce di Rei lo portò giù dalle
nuvole.
Sul suo volto un’espressione confusa, non capì
ciò cha aveva appena detto la ragazza, lei, dal canto suo,
notò la faccia interrogativa di Kanda e si spiegò
meglio.
-Sveglia! Ho detto che sei diventato un maniaco. Mi stavi guardando il
seno, eppure si vede che non ne ho molto- disse tutto questo con una
semplicità e un’apatia impressionanti. Qualsiasi
ragazza si sarebbe vergognata di pronunciare quelle parole, ma non lei.
A lei non interessava il proprio corpo, non le interessava
imbellettarsi con trucchi e cose simili per piacere a un ragazzo, certe
cose lei le riteneva futili, prive di significato e non riusciva a
capire perché una persona dovesse spalmarsi in faccia delle
strane cose e vestirsi con abiti corti e scollati solo per attirare gli
sguardi di uomini lascivi e viscidi su di se. Lei non aveva bisogno di
un uomo. Era forte e valeva tanto quanto gli energumeni della Sede
Asia, forse di più.
Era fredda, apatica, stronza quando le andava, nei suoi occhi
non si leggeva la minima emozione, gli indumenti che metteva erano
semplici, per niente curati o abbinati tra di loro, una semplice
maglietta, una felpa se faceva freddo, dei pantaloni, corti o lunghi a
seconda del clima, e un paio di scarpe comode, a lei bastavano e
avanzavano.
Kanda, punto nell’orgoglio, decise di rispondere a tono alla
ragazza di fronte a lui.
-Non mi interessano le femmine, figuriamoci i maschiacci come te?- Un
sorrisino soddisfatto sul viso.
-Ehm… scusate. Non per interrompere la vostra amorevole
discussione, ma ormai è mezzanotte passata- Komui intervenne
nel discorso tra i due, richiamando l’attenzione su di se.
-Scommetto che sarai stanca dopo un viaggio così- si rivolse
a Rei -Linalee ti mostrerà la stanza e domani ti faremo fare
un giretto turistico dell’Ordine-
Rei guardò per un attimo il supervisore, poi
osservò la ragazzina che avrebbe dovuto accompagnarla fino
in stanza, intenta a sorriderle.
-Seguimi- le disse Linalee dirigendosi verso la porta -Buonanotte a
tutti- disse poi rivolta ai compagni esorcisti e al fratello, prima di
incamminarsi seguita da Rei.
-Allora vado anche io a dormire, buonanotte- Disse Crowley,
evidentemente stanco e arrabbiato del fatto di non essere riuscito a
presentarsi alla nuova arrivata: gli stava già antipatica
quella ragazzina dai modi freddi e superbi. Lo seguirono anche Miranda,
Marie e Bookman.
Ora nella stanza erano rimasti solo Allen, Link, Komui, Lavi e un Kanda
abbastanza irritato.
Il giovane Bookman si avvicinò allo spadaccino con uno
strano sguardo in faccia e una strana luce negli occhi.
-Dimmi Yu- iniziò con sguardo malizioso.
-In che rapporti siete tu e Rei? Voglio dire, vi conoscete vero? Tra di
voi c’è qualcosa?-
-Ma Lavi che dici?- Allen si intromise nella discussione, avendo
sentito il discorso del rosso e,anche se faceva lo gnorri, pareva
abbastanza interessato all’argomento sollevato da Bookman
Junior. E come lui anche Link, che si avvicinò per sentire
meglio la conversazione.
-Ma come? Non hai visto come si guardavano, Allen?- continuò
Lavi imperterrito, senza accorgersi degli strani rumori di vene che si
stavano rompendo provenienti da Kanda.
-Allen- adesso si era intromesso anche Komui -Quei due continuavano a
guardarsi in modo strano-
-Già!- Sorrise il rosso, felice di aver trovato qualcuno che
lo appoggia -E Kanda continuava a guardare il corpo di Rei! Hehe, che
marpione!- E le vene continuavano a rompersi e nessuno se ne accorgeva.
-Beh ma ve lo immaginate Kanda con il fuoco dell’amore che
gli brucia dentro- Altra vena. Lo avevano proprio escluso, e pensare
che stavano proprio parlando di lui.
-Magari qualche bacio gli potrebbe togliere quella sua aria fredda e
distaccata, e magari ci abbraccerebbe ogni giorno, vero Yu?- Dopo
quella domanda tutti si girarono verso il diretto interessato.
Kanda aveva abbassato la testa silenzioso,tremava vistosamente e una
strana aura omicida lo avvolgeva. Alzò di scatto la testa,
uno sguardo malefico a dir poco spaventoso a dipingergli il viso. Ora a
tremare erano Lavi, Komui, Link e Allen, quest’ultimi anche
se sapevano di non aver fatto niente.
-Vi faccio a fettine- e detto questo sfoderò Mugen
cominciando ad avvicinarsi pericolosamente ai quattro, immobilizzati
dal terrore.
***
Intanto nei corridoi dell’Ordine, Linalee e Rei raggiunsero
la stanza di quest’ultima.
-Bene eccoci arrivate- Linalee cercò d’intavolare
una discussione con la compagna, visto che per tutto il tragitto
nessuna delle due aveva parlato, o meglio, Linalee le aveva spiegato
dove erano le varie stanze chiedendole se avesse capito mentre Rei non
aveva fatto altro che annuire con un semplice “mh”
e un cenno del capo.
-I bagni come ti ho già detto sono divisi tra maschi e
femmine- continuò la più piccola, evidentemente
tesa.
-Allora buonan…- Non riuscì a finire la frase
perché Rei si era precipitata in camera, sbattendole la
porta in faccia.
Linalee, rimasta fuori, abbassò il capo triste: provava a
convincersi che quella di Rei nei suoi confronti non fosse antipatia,
ma solo timidezza. Cercava di convincersi eppure non ci riusciva.
Iniziò a incamminarsi verso la sua stanza, mentre una lieve
lacrima le solcò il viso.
Rei, in camera sua, prese dalla valigia il suo carillon,
gettò il bagaglio in un angolo e si buttò sul
letto: aveva proprio bisogno di un po’ di riposo e un letto
decente dove dormire, visto che era da giorni che non dormiva
tranquillamente, un po’ perché aveva il sonno
leggero, un po’ perché quando era in viaggio,
treno o nave che fosse, non riusciva mai a prendere sonno, e quando ci
riusciva, si svegliava dopo poche ore senza più riuscire ad
addormentarsi; e un po’ perché sempre
quell’incubo ricorrente continuava a tormentarle le notti.
Osservò la luna, sbuffando nel vederla proprio come se la
immaginava: rossa, come il sangue.
***
Note
dell'autrice:
Ed ecco anche il secondo
capitolo, che per fortuna era già bello pronto e dovevo solo
risistemarlo.
Come avete potuto notare
da questo capitolo, Rei è una tipa fredda e può
sembrare antipatica a prima vista. Dopotutto io adoro i personaggi
pieni di difetti, infatti non sopporto quelli troppo perfetti o che
sanno fare tutto. Bisogna capire che le Mary Sue e Gary Stu non
esistono ma tutti abbiamo dei difetti che ci rendono unici. Proprio per
questo odio i personaggi belli, capaci, super intelligenti e che hanno
mille tecniche nel proprio repertorio insegnate loro da Goku, Naruto,
Ichigo, Rufy, Sailor Moon, Gandalf e Yoda! E a volte mi sta antipatico
anche Allen, perchè sorride anche nei momenti in cui invece
c'è bisogno di una bella inca**atura!
Tornando al capitolo,
avrete notato che Kanda e Rei pare che si conoscano da molto tempo e
che quest'ultima non trovi molto simpatica Linalee...E sono sincera
quando dico che Linalee è stata creata solo per riempire il
Manga con una ragazza in più perchè, ai fini
della storia, lei non serve a niente... Un pò come molti
personaggi femminili in altri manga (e qui si scatenò il
putiferio tra i lettori di questa fanfiction). Voglio dire, Linalee non
serve davvero a nulla e mi da fastidio il fatto che non ci sia un
volume in cui non si metta a frignare.
Ora comunque vi lascio a
un'anticipazione del prossimo capitolo, oltre a un ringraziamento a
tutti coloro che hanno recensito e letto la storia. Grazie di Cuore,
con la C maiuscola.
"Si svegliò
di soprassalto, la fronte madida di sudore. Scese dal letto tremando
leggermente e si avvicinò alla finestra, aprendola.
Inspirò l’aria fresca del mattino per calmarsi un
attimo."
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Capitolo 3 *** Second Chapter - Bloody Mission ***
Disclaimer: I personaggi non mi
appartengono, sono di Katsura Hoshino. Questa storia non è
scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono
i miei personaggi originali.
SECOND CHAPTER – BLOODY MISSION
“Le paure fanno
avverare i nostri incubi”
Anonimo
Quella notte qualcosa la svegliò. Era una luce flebile ma
non poteva essere quella bianca della luna: era piuttosto una luce
più calda, più colorata e sicuramente
più fastidiosa visto che l’aveva costretta ad
aprire gli occhi. Ormai del tutto sveglia decise di alzarsi e di andare
in giardino per prendere una boccata d’aria e per
rinfrescarsi un po’. Doveva ammettere che quella era una
notte davvero calda. Aprì piano la porta per non fare rumore.
Grande errore.
Si sarebbe pentita di quel gesto in eterno.
Ciò che vide non furono il giardino e la città
sottostante immersa nel buio e illuminata solo dalla luce delle lampade
a olio sparse qua e là.
No. Quella cittadella ora era immersa solo nelle fiamme e nelle grida
degli abitanti. Come aveva fatto a non sentirle prima.
Le lingue di fuoco, che si levavano sempre più in alto, ben
presto raggiunsero anche quel piccolo paradiso fiorito, stritolandolo
in un calore distruttivo. E, assieme alle fiamme, si ergeva anche una
figura nera. Non riusciva a distinguerne bene i contorni ma
poté notare chiaramente che sembrava camminare su una scala
fatta di fuoco. Ma la cosa di cui ebbe più paura in quel
momento fu la sagoma di un’arma che quell’ombra
stringeva nella mano sinistra.
Una falce.
La falce, aveva letto in alcuni libri, è lo strumento con
cui la Morte ti uccide.
La paura la paralizzò, le gambe non si muovevano, il sudore
che le colava dalle tempie e sulla schiena era freddo, non sentiva
più le dita delle mani e dei piedi. Teneva gli occhi puntati
su quella figura che le sembrava più grande ogni passo che
avanzava verso di lei. Arrivatale praticamente a due passi si
fermò. Lentamente alzò il braccio destro dietro
la testa, stringendo la presa sull’arma.
Vide solo la falce scendere velocemente su di lei.
Poi solo il nulla.
***
Si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore. Scese
dal letto tremando leggermente e si avvicinò alla finestra,
aprendola. Inspirò l’aria fresca del mattino per
calmarsi un attimo.
-Maledetto incubo- cominciò -Dopo tutti questi anni non ti
è passata la voglia di tormentarmi?- Chiunque
l’avesse vista in quel momento, l’avrebbe presa per
una matta. Certo che parlare con un incubo non è certo da
persone sane di mente. Si scostò qualche ciocca finita, per
colpa della brezza mattutina, sul viso sudato.
“Che schifo” pensò “Sono tutta
appiccicosa. Sarà meglio andare a farsi una
doccia”.
Detto fatto, prese l’occorrente per lavarsi, un asciugamano,
i vestiti ed uscì dalla stanza per dirigersi ai bagni.
Poté constatare che, nonostante l’ora, saranno
state all’incirca le sette, parte del personale era
già in piedi a lavorare: erano quelli della Scientifica e
alcuni Finder. Non gliene importava niente al momento e decise di
passare oltre. La sua unica preoccupazione ora era quella di lavare via
quell’odore e l’inquietudine datale da
quell’incubo maledetto. Sapeva che sarebbe riuscita a
distendere i muscoli solo quando si sarebbe messa sotto il getto
d’acqua tiepida. Passò in bagno non più
di dieci minuti: si era lavata anche i denti e si era vestita.
Indossava dei pantaloncini corti neri, una maglietta grigia di tessuto
leggero e le solite scarpe da ginnastica.
Quando uscì dal bagno si scontrò con Lavi,
diretto alla sua stanza.
-Buongiorno Rei- le disse sorridendo. La ragazza lo guardò
con sufficienza e pensò: “Certo che è
bravo a fare falsi sorrisi questo” .
-‘Giorno- rispose poi freddamente.
-Non essere così fredda con me, in fondo siamo compagni no?
E poi dopo dobbiamo andare in missione insieme- le disse senza perdere
quel suo sorriso fasullo. A Rei parve che fingesse che la discussione
avuta la sera prima non fosse mai avvenuta.
-Dobbiamo andare da Komui, lui ci darà tutti i dettagli-
continuò -Dovrebbe venire anche Lenalee, anche se non
capisco perché servono tre esorcisti per una semplice
missione-
-Forse perché non è una semplice missione- gli
rispose Rei, insinuando il dubbio nel ragazzo.
-Metto giù queste cose e arrivo- continuò la
ragazza, dirigendosi verso la sua stanza.
E come fece Rei, anche Lavi si diresse alla sua stanza che,
purtroppo per lui, divideva con Bookman. Mentre camminava si
toccò la guancia: un piccolo cerotto a coprire una ferita.
Meglio non rivelare a nessuno chi era quel pazzo samurai che
gliel’aveva inferta.
***
“Sbaglio o è diverso da ieri?” Linalee
si guardò attorno: si trovava nell’ufficio del
fratello perché era stata convocata per una missione.
Però era diverso da come lo aveva lasciato ieri:
c’erano, non fogli, ma pezzi di fogli ovunque, il divano
aveva qualche piccolo squarcio qua e là, così
come il resto dell’arredamento, e qualche libro era
letteralmente tagliato a metà.
-Fratello! Ma che cosa è successo qui dentro?- Domanda
retorica, visto che la risposta già la sapeva.
-Ahahahaaa!! Dov’è Lavi?- Chiese Komui sviando la
domanda della sorella, sapendo che non avrebbe insistito oltre.
Linalee si guardò attorno: evidentemente Lavi non era ancora
arrivato. Intanto nella stanza, oltre lei e Komui, c’era
anche Rei. In sua presenza Linalee si sentiva a disagio, sembrava che
con quegli occhi riuscisse a vederle in fondo all’anima, a
metterle a nudo tutte le sue emozioni e i suoi sentimenti. Quegli erano
occhi troppo freddi da sostenere, persino più freddi di
quegli di Kanda.
Appena l’aveva vista nella stanza aveva subito sentito
un’angoscia chiuderle la gola. Perché quella
ragazza le faceva quell’effetto? La osservò per un
attimo: a un primo impatto poteva sembrare un maschiaccio, ma
osservandola attentamente, Rei era bella, dalla pelle nivea, sembrava
quasi un’entità magica ed eterea, che risplendeva
di luce. Eppure quel suo carattere diceva tutto il contrario:
selvaggia, orgogliosa, testarda e per niente aggraziata.
Osservò quegli occhi e per un attimo li incrociò
con i suoi: un brivido lungo la schiena e una goccia di sudore freddo
che colava dalla tempia sinistra, ecco come si sentiva Linalee.
-Scusate il ritardo- l’improvvisa entrata di Lavi nello
studio riportò alla realtà Linalee, che
poté staccare il contatto visivo con Rei, facendola sentire
più al sicuro.
-Ora che siamo tutti qui,- esordì Komui, attirando
l’attenzione su di se -vorrei illustrarvi i dettagli della
missione-
Si sedette sulla sedia dietro la scrivania e invitò i
ragazzi a sedersi sul divanetto.
-Questa sarà la tua prima missione qui, Rei. Lavorerai
spesso con i tuoi nuovi compagni in modo da poterti ambientare meglio e
trovare il partner ideale nelle missioni. All’inizio dovrai
supportarli e osservare come funziona il tutto ma sono sicuro che ben
presto potrai essere assegnata a delle missioni in cui sarai tu al
comando - Rei annuì sbuffando: aveva già
partecipato a varie missioni quando era in Asia, perché mai
avrebbe dovuto starsene ad osservare se già sapeva come
funzionavano le cose?
-Non avrei voluto assegnare questa missione a delle ragazze,
soprattutto a Rei che è appena arrivata,ma gli altri sono
già stati incaricati a fare altro e non avrei potuto mandare
Lavi da solo.- L’espressione di Komui si era fatta
più seria.
-Dovrete recarvi a Vienna- un sonoro sbuffo interruppe il
discorso del Supervisore.
Rei si stava alterando: non solo avrebbe dovuto lavorare in gruppo, o
meglio osservare gli altri lavorare, ma avrebbe dovuto anche prendere
il treno, di nuovo. E non erano passate neanche ventiquattro ore da
quando aveva messo piede a terra, e non sul pavimento di un vagone.
-Oh coraggio! Avrete uno scompartimento tutto per voi- disse Komui,
intuendo i pensieri della ragazza e cercando di tirarla su di morale.
-Tornando a noi: abbiamo trovato…-
esitò un attimo, sembrò titubante -un cadavere-
continuò poi.
L’esitazione del Supervisore non scappò
all’occhio dei ragazzi, turbati dalle ultime parole
pronunciate dall’uomo.
-I nostri Finder sono già sul posto e vi daranno tutti i
dettagli. Prenderete il treno tra un’ora, andate a prepararvi
su!- esclamò Komui, finendo il discorso con un sorriso.
-Aspettate un attimo- a interromperlo fu Rei -perché
dovremmo andare a vedere un cadavere? Non se ne può occupare
la squadra che si trova già là?-
-Abbiamo riscontrato una strana sostanza simile all’Innocence
nel…- ancora esitò -nel corpo.-
Detto questo congedò i ragazzi che uscirono dalla stanza.
Solo Rei era rimasta nello studio.
-C’è qualcosa che mi vuoi chiedere, vero?- Una
delle qualità del Supervisore era la perspicacia: capiva
subito quando qualcosa non andava.
-Si- inizio l’Esorcista.
-Ho chiesto a Bak perché mi ha fatto trasferire. Non mi ha
detto niente- disse Rei, una punta di disappunto nella voce.
-E quindi vorresti che te lo spiegassi io- concluse per lei la frase.
Annuì col capo.
-Ti dirò tutto a tempo debito. Ora vai che il treno non
aspetta- E detto questo Komui le fece segno con la mano di uscire.
“Ecco” pensò Rei “Praticamente
sono stata scaricata per la seconda volta”
-Ma è un vostro vizio?- Diede voce ai suoi pensieri prima di
chiudere la porta.
***
Scesero dal treno quando ormai il sole stava tramontando dietro le
montagne e il cielo di fuoco si mischiava a quello nero della notte
.Tutto attorno a loro era caotico e sembrava che la musica di famosi
compositori come Mozart e Beethoven risuonasse ancora
nell’aria, conferendo alla città un aspetto ancor
più armonioso, in sintonia con le note dei più
famosi spartiti di musica classica.
Si erano incantati tutti e tre respirando quell’aria magica e
gotica. Faceva freddo, d’altronde era quasi dicembre, Lavi
affondò il viso nella sua sciarpa arancione, Linalee
cercò di riscaldarsi le mani strofinandole tra loro e Rei le
mise nelle tasche della giacca donatale dall’Ordine. Ora
avrebbero dovuto esaminare quel cadavere, cercare la locanda dove
già alloggiavano i Finder mandati precedentemente sul posto,
mettere qualcosa sotto i denti e riposare.
Già, riposare. Rei non vedeva l’ora di tornare in
Sede per poter finalmente dormire, ma era certa che le avrebbero
assegnato una nuova missione, come le aveva già anticipato
Komui quella mattina.
-Andiamo dal cadavere prima di tutto- disse Rei autoritaria ai due
compagni di squadra.
-Sissignora!- Lavi si era messo serio sull’attenti per poi
ridere come un matto.
-Scusa- disse -E’ che somigli troppo a Yu!-
continuò imitando il broncio del ragazzo.
-Non paragonarmi a quello lì!- Rei era andata su tutte le
furie -Quell’idiota ed io non abbiamo nulla da spartire, mi
sono spiegata?-
Rei se l’era presa con Lavi che ora tremava dal terrore.
Lenalee non poté fare altro che assistere impotente allo
spettacolo.
“Però l’aura omicida è la
stessa” pensò il giovane Bookman.
***
-Etchù!!- uno starnuto.
-Ehi Kanda, ti sei ammalato?- chiese Marie al ragazzo.
-No- ripose soffiandosi il naso.
“Qualcuno sta sparlando di me” pensò con
una vena pulsante sulla fronte.
***
Un Finder li aveva raggiunti e accompagnati fino al luogo del
ritrovamento del cadavere.
Si trovavano in un deposito del porto affacciato sul Danubio. Appena
entrati, i ragazzi fecero tutti una smorfia di disgusto:
l’aria era irrespirabile e l’odore nauseabondo.
Odore di morte.
Rei e Lavi, che avevano l’occhio più attento,
notarono subito gli schizzi di sangue sul pavimento. Gran parte di essi
era sparpagliato qua e là, solo uno schizzo era regolare e
arrivava fino a una parete. Dopo che Lavi glielo fece notare, anche
Linalee si accorse che quelle macchie erano decisamente sospette.
Ma ciò che era più sospetto e che saltava
più all’occhio di tutto il resto erano quegli
stracci messi qua e là sul pavimenti con uno un
po’ più grande degli altri impregnato di sangue
esattamente al centro del deposito.
I tre esorcisti si avvicinarono a quel piccolo lenzuolo sospetto,
accucciandovisi accanto .
Difficile descrivere cosa provarono quando Lavi sollevò
quello straccio: un misto di orrore, disgusto, nausea. Lenalee si
alzò in piedi e si voltò di scattò,
trattenendo a stento un conato di vomito con la mano premuta sulla
bocca, mentre le lacrime sgorgavano copiose dagli occhi. Anche Lavi si
era alzato ed era andato dall’amica per confortarla. Non
voleva darlo a vedere, ma anche lui era rimasto scosso da quella vista
orribile. Diede una veloce occhiata a Rei che era ancora accucciata
indifferente di fronte a quel macabro spettacolo. Si chiese come faceva
a non mostrare la minima reazione.
Ma non era vero che era rimasta indifferente.
-Non ti bastavano i sogni?- chiese, prendendo tra le mani quella cosa
raccapricciante e attirando l’attenzione del giovane Bookman
-Quando la smetterai di tormentarmi?-
Rei fissò i suoi occhi su quell’obbrobrio. Li
alzò, poi, e si guardò attorno: non era difficile
pensare cosa ci fosse sotto gli altri stracci.
***
Note dell'autrice:
Finalmente riesco ad
aggiornare la storia dopo moltissimo tempo. Inizio col scusarmi del
ritardo: tra esami di maturità ed essere stata scaricata
dalla mia Ispirazione non riuscivo più ad andare avanti. A
dire la verità avevo tutto pronto tranne l'incubo di Rei,
che per l'appunto ho modificato rispetto alla versione precedente che
mi sembrava troppo "apocalittica".
Passando al capitolo, come potete vedere iniziano i misteri,
soprattutto riguardo alla protagonista. E iniziano anche i casini:
abbiamo un cadavere! Speriamo di rimanere su D.Gray-Man e di non
divagare in CSI o NCIS visto l'andazzo che sta prendendo la storia XD. Per quanto riguarda il sogno, ho dovuto riscriverlo un pò di volte perchè non avevo idea di come strutturarlo: comunque il fatto che sia corto è voluto (più o meno).
Vorrei aggiungere un grazie a tutti quelli che commentano e a tutti
quelli che leggono senza commentare, nonostante io continui a chiedere
recensioni per poter migliorare. In fondo, ammettiamolo, ricevere
recensioni è davvero bello e, non so voi, ma io sono sempre
agitata ogni volta che vedo il contatore delle recensioni aumentare
nella pagina delle mie storie! Un grazie va anche a LadyMischance che ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite e a hatsu no hana e alla mia adorata Yoshitsune06_15 che l'hanno messa tra le seguite. Ringrazio soprattutto la mia Sharina per gli errori che mi ha fatto notare! Thank you \(*3*)/
Comunque per me le vere vacanze inizieranno a metà agosto
perchè andrò in Abruzzo... in moto! Wooooosh!
Comunque prima di allora spero di trovare il tempo per aggiornare e
soprattutto di continuare su Word la storia: io pensavo di godermi
l'estate dopo gli esami, di poter fare quello che volevo, invece mi
tocca studiare per la patente e, visto che sono tanto pigra quanto
pazza, finirò per fare la muffa sul divano invece che
uscire. E pensare che avevo un mucchio di progetti tra cui imparare a
suonare la chitarra, leggere il Signore degli Anelli, leggere tutti gli
Harry Potter (si sono una di quelle persone che prima si guarda i film
e poi legge i libri XD), finire un mucchio di videogiochi lasciati in
sospeso. Ecco questa era solo una parte della lunga lista che ho in
cantiere XD
Ma tralasciamo questo e passiamo alla fine: vi saluto, vi ringrazio e
vi lascio a una frase di anticipazione per il prossimo capitolo,
sperando di ritrovarvi lì.
"Una figura che Rei conosceva bene, quella figura che tormentava il suo
sonno, quella figura che ogni notte le faceva visita negli incubi. Quel
boia, con la falce nera perennemente sporca di sangue."
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio no Profit:
Dona l’ 8% del
tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di
scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
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