E adesso che faccio?

di Pantesilea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'equazione dell'ananas ***
Capitolo 2: *** L'importanza dei dettagli ***
Capitolo 3: *** Discrezione, please ***
Capitolo 4: *** Gelosa io, seccatura!? ***
Capitolo 5: *** Contromisure ***
Capitolo 6: *** Lo strano sapore delle frittate ***



Capitolo 1
*** L'equazione dell'ananas ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
 
 


L’equazione dell’ananas
 

 
Kankuro lo sapeva. Glielo aveva anche detto, per giunta.

E lei niente. L’aveva insultato, pestato e poi, da vero genio della vendetta qual’era, gli aveva cucinato i broccoli. Per sette giorni broccoli, a pranzo e a cena.

Però niente. L’idea che quanto il fratello avesse ipotizzato potesse corrispondere a verità non l’aveva minimamente sfiorata, fino quando non si scoprì a disegnare quel ciuffo sulla sabbia. Lo fissò per qualche minuto, cercò una giustificazione; una difesa a sua discolpa, ma non ne trovò di plausibili. Il ciuffo era proprio quello, non c’era possibilità di errore.
Kankuro allora le chiese seriamente come mai un ananas la facesse sospirare tanto e lei, per tutta risposta, gli affondò un cazzotto in pieno naso.

Da quel giorno il ninja di Sunagakure no Sato decise che di lì in avanti, quando gli sarebbe venuta la brillante idea di confortare la sorella, ci avrebbe mandato Karasu.





Per chi non lo sapesse, Karasu è una della marionette a cui Kankuro riesce a far assumere il suo aspetto!
 
Questa è la seconda fic che scrivo, e –sebbene abbia in realtà cambiato l’ambientazione visto che l’altra riguardava HP- l’argomento principe è sempre quello. Sarà che sono fissata?

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Capitolo 2
*** L'importanza dei dettagli ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro


L'importanza dei dettagli

 

Che lei fosse forte nessuno poteva metterlo in dubbio. Era la kunoichi più promettente del villaggio e per diventarlo aveva già superato brillantemente diverse missioni. Merito del suo temperamento e, soprattutto, della sua astuzia. La riuscita o meno di una missione, come infatti sapeva benissimo, dipendeva sempre dal piano che c’era dietro.
 
Quella situazione non sarebbe stata differente.  La sua strategia era semplice e si componeva di due fasi.
 
Fase uno: rinsavire,
 
Fase due: evitare di ricadere nell’errore.
 
Ecco, forse come piano era anche troppo semplice e, come Temari dovette constatare, era debole sui dettagli; quelle cose piccole e all'apparenza insule che però avrebbero potuto comprometterne la riuscita.
Un dettaglio per completare la fase uno, ad esempio, era smettere di pensare a lui, e lei –di questo bisogna darle atto- ci aveva provato.
Inizialmente aveva tentato di tenersi occupata. Così facendo la sua testa avrebbe smesso di vagare sempre in quell’unica direzione. Al principio sembrava anche funzionare, come stratagemma. Peccato che sorprendendosi a sorridere per un’ombra che le era parsa allungarsi verso di lei capì che il suo piano d’azione era perfettamente inutile.
 
Allora chiuse gli occhi, sospirò profondamente e, non senza una punta di stizza, cominciò a pensare che come kunoichi sui dettagli non era poi così preparata.


 

Dopo che ho postato “L’equazione dell’ananas” ho deciso di dar sfogo al mio progetto iniziale, ovvero creare una sorta di raccolta delle situazioni e degli stati d’animo che potevano crearsi in Temari in questa situazione. Niente di impegnativo, solo un piccolo album fotografico –come lo chiamo io, insomma- degli stati d’animo di una dura innamorata.
 
Grazie a chi ha recensito il primo capitolo, spero che questo vi piaccia!




 

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Capitolo 3
*** Discrezione, please ***


 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 


Discrezione, please

 

Oramai era evidente che non c’era rimedio immediato per quanto le era accaduto. Era però evidente anche un’altra cosa, che forse le bruciava ancora di più, ovvero che, alla fine, non le importava molto che il rimedio ci fosse.
Inizialmente si era creduta debole, insulsa, scialba come tutte le altre ragazze della sua età, ma poi aveva capito che, comunque, lei sarebbe rimasta sempre lei e niente, neanche una cotta per un’idiota, avrebbe potuto modificare la realtà delle cose.

Il problema ora diveniva arginare gli altri. Sì, perché lei oramai aveva capito che quel nuovo stato non la indeboliva, ma gli altri? Cosa avrebbero pensato? Come l’avrebbe vista il resto del villaggio?
Aveva già sentito Kankuro spifferare la sua uscita “dell’ananas” a Gaara. E Gaara probabilmente era abbastanza intelligente da vedere l’ananas in questione per la testa che in realtà era.

Ma l’ultimo dei suoi fratelli probabilmente non sarebbe stato un problema. Era troppo un tipo di poche parole per poter spifferare qualcosa sul suo conto e, probabilmente, non gli importava neanche un granché di farlo. Il problema era Kankuro, però Temari aveva provveduto a fargli capire che era meglio per lui se non faceva più parola con nessuno della storia “dell’ananas” disegnato con la sabbia. E per farglielo capire aveva usato il suo ventaglio, quindi era abbastanza sicura del risultato.

Sfortunatamente le sue certezze su questo punto crollarono miseramente alcuni giorni dopo, mentre alzando gli occhi al cielo si stava concentrando profondamente su dei problemi burocratici sollevati da alcuni rappresentanti di Konoha in visita presso il loro villaggio. In quell’occasione, infatti, Kiba Inozuka osò parlarle. “Cos’è? Adesso inizi anche tu a guardare le nuvole?” le disse. E questo per lei fu sufficiente per scagliarsi contro i fratelli.
 

 
 
 
NB: La storia “dell’ananas” la si può capire solo leggendo il primo capitolo di questa raccolta.
 
 
Ringrazio ancora chi ha letto e commentato i capitoli precedenti. Oggi sono in vena creativa, quindi ne sforno subito un terzo! Vi chiedo di commentare per migliorarmi, visto che ho iniziato da pochissimo a scrivere fic e che ancora non sono molto sicura! Ad ogni modo sono abbastanza contenta di questi piccoli flash di Temari, che dire, io l’adoro veramente! Piccola chicca. In ognuno dei capitoli che posterò la parte finale sarà dedicata a un carattere identificativo di Shika ;P

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Capitolo 4
*** Gelosa io, seccatura!? ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro


Gelosa io, seccatura!?
 

La presenza dei rappresentanti di Konoha a Suna cominciava a darle sui nervi.
Ovviamente questo era il segno che prendersi una cotta per uno di loro era stato un errore, ma lei l’aveva capito da subito. Una debolezza che, temeva, prima o poi avrebbe pagato cara.
Intendiamoci, ricevere lezioni di Pronto Soccorso dalla leggendaria Tsunade era sicuramente stimolante. Temari adorava quella donna; la sua forza, la sua tempra, il suo spirito… vizio del gioco a parte, da lei aveva molto da imparare. Erano le sue due assistenti a non andarle completamente a genio.
Non facevano che cianciare di stupide e insopportabili futilità: “Sasuke qui”, “Sasuke lì”, “quando torna giù le mani dal mio Sasuke”… possibile che al mondo non esistessero argomenti più interessanti?
Ecco. Temari stava giusto pensando a quale immensa scocciatura fossero le due kunoichi quando Ino, di punto in bianco, disse qualcosa riguardo all’ananas. Al suo ananas. “È  una noia! Sempre lì a ripetermi che sono una seccatura!”
Temari allora alzò gli occhi dal suo manuale di ABC medico, scattò in piedi rovesciando fragorosamente la sedia e picchiò una mano sul tavolo. “Guarda biondina che lui chiama ‘seccatura’ anche me, capito!?”
 
A quel punto Ino si voltò verso Sakura allibita e con sguardo interrogativo. E a chi mai poteva interessare se il suo compagno di squadra chiamava ‘seccatura’ tutte le donne?


 

IamCrazy:mi divertirò a elencare i problemucci della nostra cara Tem ancora per poco. Da vera kunoichi prima o poi dovrà affrontare a viso aperto il suo “problema”, ma non temere, lo farà da degna donna di Suna!
 
Akemi_Kaires: visto che ti è piaciuta… ho deciso di inserire la storia dell’ananas anche qui! Non era previsto all’inizio, ma dopo il tuo commento ho immaginato potesse essere carino inserire un altro elemento comune a tutti i capitoli!
 
Grazie a chiunque abbia letto i precedenti capitoli e deciderà di sprecare un po’ del suo tempo anche con questo… non siate timidi e commentate pure!  Spero che sia apprezzato il fatto che in questa piccola fic Ino non venga identificata come l’antagonista in amore di Tem, per quanto quest’ultima possa esserne gelosa. Visti i toni mi pareva più calzante il contrasto completo tra le due anche negli interessi!

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Capitolo 5
*** Contromisure ***


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Avviso: ci stiamo avvicinando alla fine!

CONTROMISURE
 

Quella sera, quando rientrò a casa dopo il pomeriggio di lavoro, Kankuro ebbe l’impressione che stesse piangendo, ma, trattandosi di sua sorella, la cosa gli parve poco probabile.
“Ehi, tutto ok?”
Temari non rispose fino a quando non entrò in cucina. Lì l’altro non poteva vederla, così lei riuscì a strofinarsi gli occhi senza che lui s'accorgesse di nulla. Ad ogni modo non stava piangendo, le era solo entrata della sabbia negli occhi o, almeno, questo era quello che si era ripetuta.
“Certo!” rispose comunque a Kankuro. “E adesso non farmi perdere tempo e vieni subito qui ad aiutarmi!” aggiunse, mentre sistemava sul tavolo il suo nuovo acquisto.
Kankuro, pensando si trattasse della loro cena, la raggiunse immediatamente, ma quello che vide lo lasciò basito.
“Cosa? Ma quello che diavolo è?” domandò confuso indicando la tavoletta che l’altra stava preparando.
“Non lo vedi che è una scacchiera? E adesso muoviti, che devo allenarmi!”
 
 
Quel pomeriggio Temari, in qualità di ambasciatrice, aveva dovuto scortare per le vie di Suna l’ennesima rappresentante di Konoha che Gaara le aveva chiesto di seguire.
Inizialmente aveva protestato, stufa dei compiti noiosi che il fratello si ostinava ad affidarle, poi però aveva trovato la compagnia della ragazza piacevole. Certo, niente di entusiasmante, ma perlomeno Shiho era una tipa tranquilla e, cosa assai più importante, apparentemente estranea all’insulso berciare femminile che la kunoichi odiava tanto.
Ad un certo punto, però, la ragazza si era fermata davanti a una vetrina, a rimirare una piccola scacchiera da viaggio. “Che carina!” aveva commentato, senza che Temari le prestasse troppa attenzione. “Potrei portarla a uno dei nostri chunin…” aveva continuato arrossendo in maniera imbarazzante. “Sai, ultimamente ci vediamo spesso io e lui. Mi ha promesso che se mai riuscirò a batterlo a shogi mi avrebbe fatto vedere come sta senza la sua strana capigliatura da ananas!”
A quelle parole Temari si bloccò, deglutì a vuoto, contò mentalmente fino a dieci, poi tornò al suo lavoro impassibile; senza scomporsi ulteriormente.
Era una Jonin di Sunagakure no Sato, cribbio. Certo, aveva incassato il colpo,  ma ora doveva passare alle contromisure!

 

Eccomi qui con un altro capitolo!
Devo ammettere che mi sarebbe piaciuto utilizzare il nome specifico della scacchiera dello shogi (se esiste), ma non avendolo trovato… ho dovuto accontentarmi della traduzione italianizzata. Se qualcuno lo conosce lo prego gentilmente di comunicarlo anche a me!
 
Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto i capitoli precedenti, li hanno commentati, aggiunti tra i seguito o addirittura tra i preferiti! Insomma, grazie a tutti, ecco. In particolare, poi:
 
May Be: buona l’idea di scrivere ‘seccatura’ con la ‘s’ maiuscola solo quando il Nara si rivolge a Temari… mi sa che te la copierò!
 
Akemi_Kaires: dai… questa volta Kankuro almeno non le prende!
 
IamCrazy: mi accodo a quelle a cui piacerebbe essere chiamata “seccatura” dal bel Nara :X
 
Ellacowgirl in Madame_Butterfly: ho deciso! Prima o poi dovrò far incontrare Tem e Tsunade anche fuori da questa fic!



 

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Capitolo 6
*** Lo strano sapore delle frittate ***


 
Lo strano sapore delle frittate
 

 
Gaara era stato furbo. Le aveva fatto credere che nessuno avrebbe saputo rappresentare Sunagakure no Sato meglio di lei e lei, proprio come da piano, c’era cascata. A dire la verità, però, il kazekage non pensava che convincerla sarebbe stato così facile… c’era qualcosa che non aveva ben compreso sotto, ma poco gli importava. L’essenziale era che lei, anche quell’anno, si sarebbe diretta a Konoha per organizzare la selezione dei chunin.
 
Quando, dopo tre giorni di cammino, Temari giunse a destinazione, era sfinita e tutto ciò che le serviva era una bella doccia e un po’ di riposo. Era l’alba e l’ultima notte l’aveva trascorsa camminando.
“Ancora qui?”
La kunoichi non dovette attendere di girarsi per capire chi le stava parlando. La sagoma del ragazzo appoggiato alla grande porta rossa di Konoha era inconfondibile.
Temari non alzò neanche la testa. Non c’era stato tempo per il bagno, non c’era stato tempo per un vestito pulito e neanche per un po’ di riposo, ma avrebbe comunque affrontato quella sfida contro se stessa. Se si fosse impegnata, se avesse fatto tutto come era solita fare, lui non si sarebbe accorto di nulla.
Con quel tono di sfida che la faceva sentire tanto sicura di sé, quindi, rispose:
“Si da il caso che per i compiti importanti come l’organizzazione delle selezioni dei chunin scelgano sempre me, Crybaby…” affermò, per poi prendere la sua posizione d’attacco; mani sui fianchi, sguardo intimidatorio, sorriso sghembo; adesso poteva stoccare definitivamente, “e non capisco come mai qui continuino a scegliere te…”
Il ragazzo però non le rispose come la kunoichi di Suna aveva previsto. Non sbuffò,  non alzò gli occhi al cielo e nemmeno si premurò di sottolineare quanto fosse seccante lavorare con lei.
Lui, spiazzandola, semplicemente guardò a terra. “Veramente non lavoreremo insieme quest’anno”.
Temari allora fu combattuta, ma chiedere il motivo per cui non era stato scelto, forse, equivaleva a esporsi troppo, a mostrare il suo interesse nella questione.
“Capisco” rispose semplicemente, controllandosi. “E quindi come mai sei qui a quest’ora?” chiese, giusto per cambiare discorso, ma non avrebbe mai previsto di poter mettere in scacco quel ragazzo con una domanda tanto banale.
Lui s’irrigidì e deglutì a vuoto. Lo fece solo una volta e in maniera quasi impercettibile, ma lo fece. E i suoi occhi riflettevano una mente che stava ragionando. “Io, ehm… non è che si riesca a dormire fino a tardi con questa afa quindi ero uscito per fare due passi, cioè, ecco vedi, le nuvole hanno dei colori così belli all’alba!”.
Temari incrociò le braccia al petto sospettosa, ma non disse nulla. Poi una furia verde e dalle sopraciglia improbabili fu tra di loro. “Temari della Sabbia! Che bello rivederti! Sai la novità? Quest’anno lavoreremo insieme per le selezioni! Il nostro amico qui ha deciso che per lui era troppo imbarazzante non essere ancora un jonin e farsi superare così da una ragazza come te, quindi si è messo sotto con gli allenamenti!” disse Rock lì con il suo sorriso smagliante, mentre Shikamaru cercava di farlo tacere con strani gesti delle mani.
“Ehi, Shikamaru, che hai? Ho detto forse qualcosa di sbagliato?” si scusò Rock Lee, mentre un’idea gli balenava in mente. “Ah, scusate, io forse… ho interrotto qualcosa? Un incontro di lavoro?”
Temari lo guardò accigliata. “Cosa dovresti avere interrotto?”
“Beh, è lui che ieri sera ci ha salutato tutti prestissimo dicendo che questa mattina aveva un incontro importante, ma avevo immaginato qualcosa di diverso da un’ambasciatrice di Suna, capisci?” spiegò il ninja imitando il gesto delle virgolette mentre pronunciava la parola “diverso”.
Temari allora guardò di traverso entrambi i ragazzi, per poi posare gli occhi sul suo ananas.  “Capisco, capisco”, si limitò a dire un po’ malefica, mentre Shikamaru assumeva un’espressione indecifrabile. “Ma non ti preoccupare, Lee, Shikamaru aveva un appuntamento molto importante con le nuvole mattutine”.
 
Quella mattina, mentre veniva scortata da Rock Lee fino all’ufficio del quinto Hokage, Temari pensò che per il suo ananas Rock Lee aveva proprio combinato la classica “frittata”. Doveva ammettere, però, che si trattava di una “frittata” dal gusto irrimediabilmente dolce.
 

 

THE END
 

 
Ecco qui la fine. E se vi sembra che questo finale lasci un po’ troppo aperta la questione… non disperate. Ho in mente un seguito che tratterà il difficile modo di gestire un corteggiamento da parte del ninja più sfaticato di Konoha.
 
Per concludere, grazie a
Akemi_Kaires, IamCrazy, May Be, Ellacowgirl e Puffet per aver commentato,
 
Grazie anche a tutti quelli che hanno seguito la storia o che l’hanno aggiunta tra i preferiti e, per finire, un secondo grazie a May Be per avermi avvisato dello ShikaTema day… io sono quasi pronta!

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