La Vita Secondo Navarro Adam

di Faddo
(/viewuser.php?uid=101218)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: L'Inizio della Nuova Vita dello Scorbutico Adam ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Railey ed I Miei Amici Impiccioni ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: Rivelazioni, Sta Zitta Railey! ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Il Giorno (Non) Libero di Adam ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Dannato Ottobre! ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: Famiglia al Primo Posto, col Cavolo! ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: Chi Vuole un Passaggio? ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: Mai Fare Favori, Mai! ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9: Buon Natale, Adam! ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: 4 Minuti di Gloria? ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11: Consulenza e Cena ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12: Festival Primaverile ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13: Decisioni di Coppia ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14: Estate e Sunflower ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15: Weekend con Rinos ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16: Dopo le Vacanze Estive Tutti Sembrano Cresciuti ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17: L'Autunno, Stagione delle Foglie Cadenti ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18: Schegge e Frammenti di Ronald ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19: Quando Cambi Qualcosa Spesso Ti Stressi ***
Capitolo 20: *** ATTO FINALE: CAPITOLO 20: Tra L'Egocentrismo e L'Etica, La Fine! ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: L'Inizio della Nuova Vita dello Scorbutico Adam ***


CAPITOLO 1: L'INIZIO DELLA NUOVA VITA DELLO SCORBUTICO ADAM
Una giornata comune, questo lo era per molti, di sicuro non per me, laureato in psicolgia con il massimo dei voti ho passato anni a cercare un lavoro in un ospedale, cosa che non sono mai riuscito a fare, ho lavorato alle scuole elementari come psicologo scolastico, praticamente inutile il mio ruolo intervenivo in pochissimi casi, ma ricevevo comunque un buono stipendio, neanche male direte, ma alla fine il destino ha deciso di darmi un occasione nuova, ed ecco che oggi 12 settembre 2010 per me sarebbe stato il primo giorno come insegnante di psicologia nel liceo scientifico Alfieri, avevano da poco aperto l'indirizzo psico socio pedagogico e cercavano chiaramente degli insegnanti, fatto sta che ho avuto la fortuna di passare tra i primi candidati dopo il concorso.
Riguardo me, il mio nome è Adam Navarro, ho 40 anni, sono alto 1.81, di stazza robusta, non mi definirei grasso o magro, sono qualcosa di indefinibile, capelli marroni abbastanza lunghi, insieme ad una barba e dei baffi non troppo folti, occhi marroni e un espressione sempre tra il serio, triste e l'arrabbiato, ho una voce profonda, ma non troppo.
Sentimentalmente la mia vita fa schifo, non ho mai avuto una ragazza al di fuori di una ragazza quando ero giovane, si chiamava Railey, era davvero bella, ma dopo il...brutto fatto, non la ho più sentita.
Vivo a Selice in uno squallido bilocale in centro, un conodminio pieno di gente fuori dal comune, prima abitavo in un monolocale ma dopo quel...brutto fatto, ho passato tanto tempo via da Selice, ci ero tornato da 15 anni e non è cambiato assolutamente niente da quella volta, è sempre la solita città tra il vuoto e l'affollato.
Mi definiscono come un misantropo, un falso solitario, la verità è che mi piace davvero la solitudine, ma ho molte cose che rimpiango perchè non ho.
Caratterialmente oltre la misantropia, sono un tipo abbastanza scorbutico, critcone, sarcastico, odioso, e bastardo, ma tutto è dovuto fidatevi, inoltre mi piace molto l'ironia e odio chi è ripetitivo nei miei confronti, detto questo ritorniamo a quella giornata del 12 settembre.
La mattina mi alzai tra il fetore di quelle lenzuola che non cambiavo da 2 mesi, sceso dal letto con il piede spostai dei vestiti sparsi per la stanza alla ricerca di una camicia che potevo definire come pulita, ma mi scorraggiai presto e ne dovetti prendere una nuova dall'armadio, insieme alla giacca marrone con le toppe ai gomiti, tipico da insegnante universitario che mi ero preso 3 giorni fa in occasione del mio nuovo posto.
Appena vestito mi diressi in cucina dove presi solamente un bicchiere d'acqua in quanto non avevo mai niente da mangiare in frigo o in dispensa, solo in rari casi, non pranzavo molto spesso a casa e se lo facevo prendevo da mangiare dal take away dietro l'angolo, si trattava di un ristorante indiano, mi piaceva la cucina indiana, sopratutto il pollo al cherry, invece la colazione e il pranzo la facevo altrove, precisamente dove mi stavo dirigendo ora.
Dopo aver preso la mia 24 ore nuova, come la giacca, e con dentro, fascicoli e il libro di testo per insegnare mi diressi al Bar da Rinos, un luogo squallido frequentato da poco gente, ma ci andavo li perchè sono abitudinario, il cibo non costava molto, era a metà precisa tra la scuola e casa mia, conoscevo gente del Bar, ed era poco affollato.
Sceso per strada notai come nonostante fosse Settembre il caldo era tipico di una dannata giornata estiva, indossavo tutti abiti decisamente non estivi, compresi i miei vecchi Blue Jeans e le mie scarpe da ginnastica, so cosa pensate, giacca da professore, jeans da giovani e scarpe da ginnastica, dove sta il senso? vi dirò che mi piace l'abbinamento che somiglia vagamente ad un giovane vecchio.
Arrivato all Bar da Rinos, subito fui accolto dai soliti 3 clienti.
"Lars: h..heilà Adam"
"Kirk: Oh, ma chi è arrivato!"
"Demetria: buongiorno Adam"
"Ronald: giovinastro!"
Lars era un disoccupato 25enne che viveva 2 piani sopra di me insieme alla madre, era biondo alto 1.85, occhi azzurri, capigliatura sempre in ordine e un fisico mingherlino con una voce davvero bassa e tra l'acuto e il grave.
Caratterialmente era timido e riservato, spesso balbettava o si dimenticava parole, spesso molto insicuro specialmente quando ordina nei bar o nei ristoranti la pietanza o la bevanda.
Kirk è un mio amico da molto tempo, suonava la chitarra con me quando eravamo giovani, lui è il custode del condominio, ripara: tubature, doccie, caldaie ecc... fisicamente è alto 1.75, capelli neri con i boccoli lunghi fino alle spalle, un naso molto a triangolo una voce da ragazzo nonostante i suoi 38 anni, anche lui mingherlino come Lars.
Caratterialmente è un tipo che vive la vita in maniera serena nonstante lo squallido lavoro che si ritrova a fare, è circondato da una serie di eventi fortunati che si contrappongono ad altrettante serie di eventi sfortunati, inoltre è immune ai miei tentativi di offesa in quanto mi conosce meglio degli altri e sa che fino a un certo punto scherzo, lui è uno dei pochi che sa qual'è il punto preciso tra lo scherzo e la serietà
Demetria invece è una ragazza in carriera, una giovane 32enne che lavora in banca come segretaria, lei abita affianco alla mia porta, alla destra, fisicamente è alta 1.69 capelli marroni lunghi, tenuti separate a meta precisa sulla riga della testa, uno sguardo sempre tra l'acceso e l'ancor più acceso, e un fisico davvero da donna attraente, anche se denota forme piccole in punti caldi.
Caratterialemente è una donna alla quale piaccerebbe trovare una relazione seria, ma che non riesce a trovare in quanto nessun uomo sopporta il suo fare da perfettina nei rapporti, però per il resto è solare, allegra e ottimsita in molte cose, peccato pecchi nel realismo e nella razionalità
Ronald invece è un vecchiaccio che abitava con me nella vecchia casa-magione dove eravamo aggregati su due piani con 4 stanze monolocale ciascuna che erano chiaramente i nostri appartamenti in affitto e lui è uno dei pochi vecchi abitanti che ho reincontrato dopo il...brutto fatto, fisicametne è un vecchiaccio qualunque, capelli bianchi con il riporto, una pancia da vino, una postura molto gobba, se non sbaglio ha 73 anni, ma si sente vivo come se ne avesso 20 appena compiuti.
Caratterialmente è uno che cerca la neutralità in molte cose, però è vero che è uno saggio che sa sempre cosa dire se c'è da dire qualcosa e ogni volta che apre bocca dice qualcosa di mirato, per il resto è come altri vecchi un totale demente.
entrato nel locale chiusi la porta e dissi un monotono e annoiato:
"Adam: Salve gentaglia"
Subito mi sedetti su una sedia del bancone, l'unica altra libera che era rimasta, ce n'erano 6 ma tanto al massimo ne venivano occupate 4 da noi; appena mi sedetti vidi un giornale, sembrava quello di oggi così lo presi e mi misi a leggerlo, intanto Kirk si mise a continuare a raccontare la storia che stava raccontando:
"Kirk: e insomma, vi dico che era vero, dentro le tubature della signorina Ford ho trovato questo bracciale, non so come ci sia finito, vi assicuro che era sporchissimo con ben pochi altri gioielli abbandonati si possono trovare, ma con una bella pulizia è tornato ottimale e pronto per esser venduto a qualche bifolco" Kirk mostrando il bracciale di nuovo agli altri, la quale loro reazione fu un grande interesse, Kirk si rivolse verso di me e mi disse:
"Kirk: hey, Adam, non la trovi una botta di fortuna la mia?"
Ma io non stavo nemmeno ascoltando ciò che diceva e dissi solo:
"Adam: ah cazzo, il giornale è del 10, fanculo, hey dov'è Eveline voglio il mio caffè"
Demetria subito voltandosi verso di me mettendo giù il croassaint che stava mangiando disse:
"Demetria: è dietro la cucina, ha detto che vuole cominciare a fare le pulizie di primavera"
Con una risatina corta che si spense in un attimo dissi:
"Adam: ah! pulizie di primavera a Settembre, quella è fuori"
Kirk riprese con violenza la sua domanda e disse
"Kirk: hey Adam, mi vuoi rispondere si o no? cosa ne pensi?"
Guaradando quel bracciale la mia reazione più spontanea fu:
"Adam: oh bello...a chi l'hai rubato?"
"Kirk: davvero spiritoso, io ora devo andare, la doccia del signor Harris non funziona di nuovo, a dopo"
Gli altri salutarono Kirk, mentre io cercavo qualcosa di interessante nel quotidiano di due giorni fa, anche un necrologio di uno che mi stava sulle palle mi andava bene, ma niente di niente, così dopo essermi arreso arrotolai il giornale e lo lanciai su uno dei tavoli vuoti che era dietro di me, in tutta risposta Lars fu il primo a dirmi
"Lars: n...n...nervoso eh?"
"Adam: ecco a voi Lars lauerato con 110 e lode in ovvietà"
"Demetria: eddai Adam, smettila di accanirti sempre così contro Lars"
Con occhi di rimando verso il cielo dissi:
"Adam: si sono nervoso ok? oggi comincia la mia prima giornata come insegnante all'Alfieri"
Demteria guardandomi storto disse:
"Demetria: cosa? insegnerai la, allora facciamo la strada insieme no? la banca dove lavoro io è la vicino"
Molto tranquillo e in maniera liscia e sicura dissi:
"Adam: cosa? io e te fare la strada insieme, preferisco un ondata di tifo in piena estate, grazie lo stesso, ma dove cavolo è Eveline!?"
Subito misi un braccio sul bancone e sporsi la testa oltre il bancone e urlai
"Adam: Eveline! ho bisogno del caffè!"
Una voce dalla cucina urlò:
"Eveline: la cucina è chiusa per stamattina Adam va da un'altra parte"
Eveline era la propietaria del locale, era una giovane 33enne dai capelli ricci color nero, due occhi verdi non molti grandi e belli, un fisico ne sensuale ne da bruttona, di contro le piaceva vestirsi in modo provocante, la sua voce era abbastanza simile a quella dei telfoni erotici.
Carterialmente era una persona che non esprimeva molto le sue emozioni attraverso la faccia, aveva spesso la stessa espressione da...morta direi, le piacciono molto le relazioni mordi e fuggi fermandosi sempre al sesso, le piace stare sempre con una sigaretta in bocca anche se non è accesa le piace tenerla e quando ha voglia di fumarla, sta pochi secondi ad accenderla; ah si piccola parentesi lei è la figlia del vecchio propietario che è morto, ha eriditato il locale dopo la sua morte, ma la clientela che gira non è molta però riesce comunque a mantenersi nonostante i pochi introiti.
Mi misi di nuovo composto e subito girai lo sgabello girevole verso la porta e scesi dicendo:
"Adam: bene, la giornata comincia nel migliore dei modi"
Presi la 24 ore e mentre mi incamminavo fuori Ronald mi disse:
"Ronald: vai pure verso la scuola, sta attento ai giovani, io li conosco bene, non è vero Adam?"
Ronald si esprimè con una finale risatina di compiacimento e io uscendo dissi mentre cercavo un cigarilos nella taschina del giubboto
"Adam: sei il solito vecchio bastardo Ronald, ci vediamo a pranzo"
Uscendo il coretto dei rimasugli della feccia mi disse solo un ciao quasi sarcastico
Appena uscito mi accesi un cigarillos con un fiammifero, ultimamente mi piacevano i "che" una marca che un mio amico mi ha consigliato per anni ma che non avevo mai preso prima di 2 mesi fa.
La strada per la scuola non era molto lunga dal bar e arrivato davanti alla scuola feci giusto in tempo a finire il cigarillos, che buttai  di seguito per terra.
La scuola Alfieri era un blocco grigio con un piccolo spazio o per meglio dire giardinetto con dei tavolini per poter star fuori durante la ricreazione, dentro è come molte altre scuole, su due piani, puzzolente di prodotti chimici e flatulenze degli ormoni giovanili, piena di fogli attaccati nei muri a destra e a sinitra e infine corridoi lunghi pieni di porte, e ogni tanto piccoli atri con delle macchinette.
Entrato dentro la prima cosa che feci fu chiedere ad uno dei bideli una piantina della scuola.
Sapevo già quali prime dovevo addesstrare quest'anno, e mi era capitata solo due classe per mia fortuna, la 1^E e la 1^C.
Guardando nella piantina notai che la classe era al piano terra, il che mi rendeva felice in quanto avrei evitato la coda di alunni per le scale.
Decisi di andare in classe ma prima mi fermai ad una macchinetta per il caffè, per godermi un sano caffè lungo, il fatto che sia sano o meno è realitvo.
Suonò la prima ora e dovetti recarmi nella prima classe della giornata, la 1^E.
Come entrai in classe lo scenario che mi si presentò fu di una classe con gentaglia seduta sopra i banchi, chi invece in piedi chi invece al proprio posto che chiaccherava a vanvera per fare conoscienza.
Appena videro entrare in classe una figura come me ci fu il silenzio più totale, la situazione era imbarazzante sia per me che per loro, così dopo aver dato un colpo di tosse, poggiai la 24 ore per terra e mi sedetti sulla sedia, dietro la cattedra e decisi di presentarmi.
"Adam: salve il mio nome è Navarro Adam, guai a voi a chi mi chiama per nome prima che glielo consenta esplicitamente, sono il vostro insegnante di psicologia per quest'anno, per il prossimo si vedrà in quanto di questi tempi nulla è sicuro, ma intanto il vantaggio è che io sarò quello che vi rompera le balle e mi daranno pure soldi per farlo, non lo trovate figo? no chiaramente, scherzi a parte, siccome è la prima ora, non ci conosciamo e ne io ne voi abbiamo voglia di far qualcosa direi che possiamo cominciare con un giro di presentazioni rapidi, comincia pure te ragazzina in prima fila"
Una ragazza si alzò e cominciò a presentarsi e una dietro l'altra si presentò, e man man che loro parlavano io mi annotavo i loro nomi su un block notes; la classe contava 19 alunni di cui 13 femmine e 6 maschi.
Finito il giro di presentazioni, stavo per dire qualcosa, quando entrò una bidella a dare l'orario provvisorio, e la sfortuna volle che il giorno dopo c'ero io alla 2^ora.
Appena la bidella uscì io mettendomi le mani tra i capelli dissi:
"Adam: oh no ho ancora voi pure domani, comunque, già dalle vostre facce, dalla vostra postura e da come vi siete espressi nella presentazione mi son fatto una idea generale su di voi e se devo esser sincero, molti di voi non me la sento di chiamarvi per nome in quanto vi considero solo delle amebe in fase primordiale, ma tranquilli il mio scopo è pure quello di farvi crescere, perciò a molti voi non vi chiamerò ancora per nome ma userò dei soprannomi e nei prossimi 10 minuti mi impegnerò per trovare dei soprannomi carini"
Subito il mio sguardo si rivolto verso qualche vittima, c'era chi era impaurito chi se ne fregava altamente, e chi invece era attento ma non esprimeva un filo di emozione, i miei soggetti preferiti erano quelli che non si facevano toccare dalle mie angherie, perciò subito me la presi con i cagasotto risparmiando gli altri
"Adam: vediamo, a te, ragazzo in prima fila ti chiamerò, testa a spillo, ti piace? no ovvio ma tanto fino a quando non mi dimostrerai di meritarti un nome ti chiamerò testa a spillo, te invece ragazza in ultima fila ti chiamerò influenza stagionale, questo per la tua intensità vocale simile a quella di un germe e sinceramente non ho ancora sentito i germi parlare, invece te la infond..."
Subito una ragazza mi interruppe e disse:
"Ragazza: lei è un despota!"
Io mi girai verso di lei e dissi:
"Adam: vediamo, il tuo nome è Carlotta eh? bene Carlotta te hai vinto il tuo nome originale, brava Carlotta"
La ragazza che si era alzata in piedi rimase confusa e disse:
"Carlotta: questo su che base?"
"Adam: hai grinta, mi piace questo"
La campanella della prima ora suonò e io dovetti uscire dicendo solo
"Adam: bene cari alunni, spero che la lezione di oggi sia stata interessante, ahahah, ma non prendiamoci in giro, ci vediamo domani alla 2°ora, portate il libro che cominciamo a spiegare qualcosa, a domani gentaglia"
Usci dalla stanza con la mia 24 ore, avevo il resto della giornata libera, ma stetti in aula insegnanti a prepare le argomentazioni per il giorno dopo, il tempo passava, sentivo campanelle a destra e manca che suonavano fino ad arrivare alla terza campanella che di solito nel primo giorno di scuola è pure l'ultima.
In quel momento tutti i ragazzi uscirono, ma io dovevo ancora finire due robe così andai alle machinette a prendermi una bottiglia d'acqua quando non trovavo la monetina rimasta da quando mi ero preso il caffè e tra un cerca e cerca nelle tasche accadde che la moneta mi cadde dalla tasca; subito mi chinai per riprenderla quando un'altra mano la prese prima di me.
Una votla rialzato non guardai nemmeno in volto guardai le mani e dissi:
"Adam: hey è la mia moneta, da qua"
Le sfilai la moneta di mano, e la misi nella macchinetta per prendere la bottiglia d'acqua quando ad un certo punto, la persona che mi raccolse la moneta buttò a terra i libri che teneva sottobraccio e mi abbracciò da dietro dicendo
"???: Adam, oddio non credo che sia tu! oddio, Adam!"
In un primo momento la respinsi dalla paura e stavo per urlare "cosa credi di fare?" però quella voce simile al rumore delle rondini a primavera mi ricordava solo una persona, così una volta liberato dall'abbraccio, mi girai e guardai in volto quella persona e la riconobbi era lei, era proprio lei, esclamai solo:
"Adam: R...Railey?"

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: Railey ed I Miei Amici Impiccioni ***




CAPITOLO 2: RAILEY ED MIEI AMICI IMPICCIONI

Ed ecco che in quel piccolo atrio con le macchinette il passato tornò a farsi vivo in un secondo, era lei, Railey, l'unica donna che abbia mai veramente amato e che persi tempo fa dopo...il brutto fatto.
Ero decisamente imbarazzato, scontato che non sapevo cosa dirle, erano passati anni dall'ultima volta che ci eravamo visti.
Railey è una donna di 39 anni, la conobbi quando mi trasferii a vivere per 2 anni nella magione Sunflower, cioè un caseggiato con stanze monolocali affittabili, lei viveva con la madre dentro una stanza al piano terra, li la conobbi; fisicamente è una ragazza davvero molto carina, fisico magro ed esile, capelli mossi color arancione acceso, dei grandi occhi blu scuro, un sorriso sempre stampato in faccia.
Caratterialmente era una ragazza sempre felice, anche se ogni tanto aveva delle ricadute, dovuto a preoccupazioni che si creava solo lei in testa, caratterialmente era quasi l'opposto di me, ma eravamo come una bilancia, mi ricorderò sempre l'episodio di quando arrivai a casa arrabbiato per una delle mie solite giornate, mi lamentavo a destra e manca e lei solo parlando mi faceva calmare e tornare in me, insomma io ero lo yang e lei il mio yin, io ero razionale, serio, la aiutavo nei suoi momenti tristi e ad andare avanti, esattamente come lei con il suo modo di fare sorridente e gentile mi dava una mano quando ero arrabbiato mi faceva calmare con poco e infine mi supportava fino alla fine.
E indovinate? non era cambiata di una virgola esattamente come io non ero cambiato, ma qualcosa in me era cambiato di sicuro a differenza sua.
Railey subito tentò di riabbraciarmi fortissimo; era davvero felice, però io non ero lo stesso Adam, il...brutto fatto, mi aveva cambiato e cominciai a capire molte cose.
"Railey: mi sei mancato tanto Adam, amore!"
Sentita quella parola non potevo più trattenere il pensiero e subito dovetti esprimermi, così respinsi lei e il suo abbraccio.
"Adam: mancato? amore? ma cosa diavolo credi? siamo nel 2010 non nel 1989; comunque credimi, forse è stato meglio così Railey, io ora devo andare ci vediamo"
Railey subito impetuosamente disse:
"Adam: aspetta no Adam...Adam...non te ne andare ti prego..."
Stavo facendo una cosa giusta oppure stavo sbagliando? in quel momento non sapevo cosa fare, dopo il suo "non te ne andare ti prego" mi fermai, volevo dirle qualcosa ma non trovai le parole, in compenso trovai il coraggio di andare avanti senza guardarla, la sentii singhiozzare mentre raccoglieva i libri che le erano caduti, giusto o meno, mi sentivo male al pensiero che lei stesse male per colpa mia.
Era ora di pranzo, e durante la strada il mio unico pensiero fu Railey.
Mentre ero per strada incontrai Demetria uscire dalla banca che si dirigeva a casa per andare a pranzare, cercai subito un modo per svincolarle, mi guardai a destra e a sinsitra per vedere se potevo attraversare la strada trafficata in qualche secondo o scavalcare il recinto di qualche casa per fare irruzione e nascondermi ma niente, così mi arresi e appena arrivai davanti alla banca dove, per tutto il tempo che ho fatto questo mio giro di pensieri di fuga, lei mi stava aspettando.
Arrivato lì davanti lei mi disse sorridendo:
"Demetria: Ciao Adam!"
Io con tono un po' soffocato e arrendevole dissi sbuffando:
"Adam: si ciao..."
Demetria non potè far altro se non notare il mio stato e disse subito con un tono fermo:
"Demetria: Adam! quando la smetterai di fare così con noi? Sono una tua amica da tempo, puoi dirmi cosa succede"
Subito in maniera altrettanto ferma e con il piede ben piantato a terra dissi:
"Adam: Senti Demetria ora ascoltami bene, si è vero sei una mia amica ma questo non vuol dire debba dirti ogni cosa che mi passa per la testa e ogni cosa che mi crea confusione nella vita privata, ok?"
Demetria apparentemente offesa emanò un lieve risolino e disse:
"Demetria: tanto sò già come sei fatto, ti conosco da 10 anni, sò che cederai prima o poi e finirai per raccontarmelo, o raccontarlo a quelli del bar"
"Adam: si vedrà"
Demetria prese un'altra strada mentre io mi diressi al bar per pranzare e ci salutammo praticamente con uno sfocatissimo ciao.
La strada dal bar alla scuola non era così lunga ma quel giorno mi sembrava più lunga del solito, nel mentre per la strada stavo elaborando una espressione facciale e delle movenze che mi avrebbero permesso di non far notare minimamente il mio stato d'ansia e preoccupazione per via della storia di Railey, mi preparai pure un tono vocale che nascondesse la tristezza, ma facendolo avrei dato troppi sospetti d'altronde io ero sempre con un tono tra il serio e l'arrabbiato, movenza da persona stanca e appesantita e dall'espressione sempre triste ma arrabbiata, in pratica mi resi che conto che stavo perdendo tempo quando già il mio essere nascondeva le emozioni vere che provavo alla perfezione.
Arrivato dentro il Bar c'erano Ronald, e Kirk al bancone, mentre Eveline dietro il bancone stava preparando degli hamburger; ovviamente come sempre il resto del locale era sfollato, subito Kirk e Ronald mi accolsero salutando:
"Ronald: Oh guarda c'è Adam"
"Kirk: Ben arrivato Adam!"
"Eveline: ciao Adam"
Subito mi incamminai per sedermi e appena misi la giacca sul divanetto di uno dei tavoli dietro di me che era vuoto insieme al resto del locale, presi una delle seggiole rosse e mi sedetti; Ronald con tono ironico disse:
"Ronald: Allora prof.Adam, com'è stato il primo giorno? i ragazzi ti hanno bombardato di fogliettini di carta appallottolati e aeroplanini?"
Subito prendendo un tovagliolo e pulendo il bancone dallo sporco che si annidava sopra risposi dicendo:
"Adam: intanto mi chiamo prof.Navarro, quale alunno sarebbe così temerario da osare chiamarmi per nome? e comunque fidati che in un giorno ho messo in riga quei ragazzi, mi temono, per lo meno quasi tutti..."
"Eveline: secondo me non ti temono, ti trovano insopportabile, un po' come noi, solo che noi non ti diamo nemmeno affetto"
Io fissai con uno sguardo da arrabbiato Eveline come per darle della stronza e intanto da dietro Ronald e Kirk se la stavano ridendo sottovoce, però come mio solito ero pronto a rispondere a tutte le battute che mi venivano dette
"Adam: Strano che una donna dai modi facili come te possa parlare di affetto; piuttosto dov'è il mio hamburger?" Ronald per la mia prima frase si mise a ridere, come faceva sempre
"Eveline: non lo hai nemmeno ordinato"
Io quasi in preda alla disperazione dissi:
"Adam: per favore Eveline, sai benissimo che è da 4 anni che vengo qui e a pranzo prendo sempre un hamburger e un insalata di contorno"
Eveline sbuffando disse:
"Eveline: d'accordo professore"
Ci fu un attimo di silenzio tra di noi, Kirk stava sorseggiando un tè freddo, mentre Ronald tamburellava con le dita sul tavolo tenendo l'altro braccio appogiato al bancone, mentre per il bar si sentiva il rumore degli hamburger alla piastra quando vengono schiacciati con forza facendo partire pure degli schizzi.
Dopo poco l'hamburger con insalata di contorno fu pronto e finalmente potevo pranzare, dopo poco però Ronald notò che per tutto il tempo il mio sguardo era rimasto intorpidito tra i miei pensieri e così interruppe la mia mangiata chiedendomi una semplice domanda:
"Ronald: sicuro che vada tutto bene Adam?"
Quella domanda mi fece ricordare Demetria e il suo discorso, no non avrei ceduto, e così dopo aver fissato il vuoto aspettando di mandare giù il boccone oltre che aspettare di macchinare una risposta efficace dissi:
"Adam: assolutamente si, va tutto bene, tutto regolare, come ieri e l'altro ieri"
Tornai a mangaire, ma dopo due bocconi Eveline mollò un risolino lieve e disse:
"Eveline: non sono psicologa, ma anche un bifolco capirebbe che stai mentendo, avanti dicci pure cosa non va, sfogati"
Avevo quasi finito di mangiare l'hamburger, diedi un ultimo grande morso per poter scappare via il prima possibile e mentre masticavo presi il sale e l'olio per condire l'insalata, e così una volta mandato giù pure l'ultimo boccone del panino e aver rimesso il sale e l'olio al loro posto dissi:
"Adam: ok è vero ho qualcosa che mi va storto, ma di sicuro non ho voglia di parlarne con voi, ora se non vi dispiace preferisco finire l'insalata che devo tornare a casa per preparare la lezione di domani"
"Eveline: come vuoi tu professore"
Mangiai pure l'insalata di fretta, mentre io mangiavo Ronald Kirk ed Eveline parlavano per i fatti loro, appena finita l'insalata posai 5 euro sul bancone ed Eveline mi diede il resto di 60 centesimi, una volta presi li misi in una tasca a caso dei pantaloni, ripresi la mia giacca da professore e uscii subito seguito dal coretto di "ci vediamo adam" dei compagni di vita del Bar da Rinos.
La strada per arrivare invece a casa mia, era tanto lunga quanto fare quella da scuola al Bar, però per colpa di quella dannata di Railey, mi sembrò tutto ancora più lungo del solito.
Arrivato a casa, però mi sentivo come al riparo, tra il mio squallore, la puzza di vecchio e mal curato che regnava per il mio piccolo squallido bilocale, subito mi distesi nel letto per cercar pace nel dolce sonno, così togliendomi solo le scarpe e la giacca mi buttai sul letto in jeans e camicia, addormentadomi dopo pochissimi minuti.
Mi risvegliai alle 15.30 e subito mi misi ad aprire il libro e a preparare la lezione, il tempo scorreva, ma tra una nozione e l'altra mi stavo annoiando a morte, così mi presi una pausa, mi preparai uno snack con quelle tre cose che c'erano in frigo e mi misi sul divano a guardare qualcosa in TV, peccato che alle 17.15 non c'erano altro che cartoni animati per bambini, stupidissime sitcom per ragazzini e dibattiti inutili di persone inutili su cose inutili, quindi mi arresi e decisi di leggermi un libro.
Subito andai a prendere un libro sulla libreria che era affianco della televisione, una vasta libreria; scelsi un libro vecchio che lessi per le vacanze quando ero in 4^superiore, era un romanzo storico che mi era sempre piacuto, però il destino mi era avverso, infatti il mio momento di pausa e la lettura di alcuni passi di un libro che mi è sempre piacuto, furono bloccati dal bussare della porto dopo neanche due pagine e io subito dissi in maniera scocciata:
"Adam: avanti"
Dalla porta entrò Kirk che con un kit da idraulico mi disse:
"Kirk: sono qui per riparare il tuo bagno"
Con tono molto distaccato e senza nemmeno guardarlo tenendo gli occhi fissi sul libro dissi:
"Adam: non ti ho mai chiamato qua, ora esci, ci vediamo"
Kirk buttando subito giù la sua borsa con l'attrezzatura corse sul divano di fianco a me che ero indiferrente e non me n'ero ancora accorto che era ancora qua, finche non mi accorsi che Kirk mi stava fissando con uno     sguardo quasi da ebete e io dissi:
"Adam: si?"
"Kirk: sono curioso, dimmi cosa ti è successo oggi!"
Io buttando il libro sul tavolo senza guardare dove ero arrivato dissi a Kirk:
"Adam: tutto qui? lo sai benissimo come vanno queste cose Kirk, tu mi chiedi una cosa, io ti dico no, e ti mando all'inferno sbattendoti fuori di casa mia, cavolo Kirk credevo tu capissi"
Così mi alzai e accompagnai fuori dalla porta Kirk che nel mentre continuava a ripetere:
"Kirk: oh eddai Adam, ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, a me puoi dirmele certe cose, eddai Adam"
"Adam: si certo Kirk ti voglio bene anche io, è stato un piacere vivere insieme l'infazia e tutto il resto ma ora fuori"
"Kirk: ok ok ho capito..."
Kirk prese il suo kit da idraulico e se ne usci ripetendo la stessa frase.
Ero libero e tornai a leggere il mio libro, però bastarono solo altri 30 minuti che...
"Eveline: Adam, ci sei?"
Era Eveline che bussava alla porta, subito andai alla porta e dopo averla aperta dissi:
"Adam: cosa c'è Eveline?"
"Eveline: hai un minuto libero o ti disturbo?"
"Adam: la seconda"
"Eveline: simpatico...seriamente dimmi cosa avevi oggi a pranzo?"
Con tono desolato e stressato dissi:
"Adam: Eveline, non ne ho voglia di parlare, sei la meno cretina del bar dovresti capirlo, quindi ora torna a casa tua e fatti una delle tue solite sveltine con un ragazzo adolescente o vecchio o chi altro, oppure entra e fa di me il tuo uomo per un giorno,  ma è meglio se vai"
Eveline con tono quasi di superiorità disse:
"Eveline: preferirei farmi ogni giorno Ronald piuttosto che avere una sveltina con te"
"Adam: wow, anche io pensavo di farlo con Ronald ogni giorno piuttosto che parlare con te..."
"Eveline: stronzo"
"Adam: zoccola che mi fa il caffè..."
Chiusi la porta e tornai alla lettura del libro quando più tardi sentii di nuovo bussare la porta...  
"Ronald: Adam, Adam....professor Adam?...aprimi Adam so che ci sei"
Io ero in preda ad una crisi di nervi e con voce strazziata dissi:
"Adam: Ronald, maledetto vecchio giuro che se bussi ancora una volta farò tutto il possibile affinchè tu non riceva più la pensione"
"Ronald: allora posso entrare o no Adam?"
Mi alzai e andai ad aprire la porta, Ronald entrò e mi ringrazio di cuore
"Adam: a cosa devo tutta questa gioia?"
"Ronald: il fornello di sopra si è rotto, quindi volevo chiederti se potevo cucinare da te stasera"
"Adam: scusa ma hai provato a chiamare Kirk?"
"Ronald: Kirk? mi pare che non poteva"
Disse Ronald con aria molto da bugiardo, nonostante l'età la sua faccia era leggibile come un libro, ma a quanto pare non come il libro che stavo leggendo io che si stava trasformando in un qualcosa che il destino non ti lascia proprio nemmeno quasi guardare!
"Adam: ma scusa, sono le 18.45, mangi a quest'ora tu?"
"Ronald: si, mangio presto perchè vado a letto presto e mi piace fare i lavori a bocca piena"
"Adam: si dice stomaco pieno; comunque che tipo di lavoro?"
"Ronald: non sono affari tuoi"
"Adam: bella risposta, mi dai soddisfazioni vecchiaccio, cucini tu vero?"
"Ronald: volevi cucinare tu?"
Dopo aver detto la frase io e Ronald ci guardammo per qualche secondo finche entrambi non scoppiammo in una sonora risata.
"Adam: avanti fai pure Ronald, non ho prefernze perciò fa quello che vuoi con quello che ho in frigo"
Ronald ancora prima di aprire il frigo disse molto ironicamente
"Ronald: con la roba nel tuo frigo? quindi immagino si mangi tonno in scatola con contorno di birra e maionese?"
Mi ero appena seduto sul divano e avevo ripreso in mano il libro quando con voce abbastanza annoiata dissi:
"Adam: ho fatto la spesa la settimana scorsa, credo"
Aperto il frigo Ronald guardò la misera vastità di cibo e disse:
"Ronald: mmm, qualcosa riesco a cucinare di sicuro".
Non stetti nemmeno a sentire perchè mi ero precipitato di nuovo tra le pagine del libro, se non fosse che alla gente piace rompere e si sentì di nuovo la porta bussare, non chiesi nemmeno chi era aprii la porta e vidi che era Lars e subito senza che io gli chiesi nulla lui cominciò a parlare a vanvera dicendo:
"Lars: b...beh, i..io s..s...sono qua, p...p...beh vedi, ecco, s...sono..."
Io stetti tutto il tempo ad ascoltare ondeggiando ininterrottamente la testa e tenendo una faccia falsamente interessata, fino a quando con furia gli chiusi la porta in faccia senza dire niente.
E tornai dentro a leggere, quando Ronald mi disse:
"Ronald: eheh, sai sei divertente quando ti ci metti Adam, certo che sei cambiato dopo...il brutto fatto"
"Adam: me lo ripeti da quando ho concluso il periodo del...brutto fatto, e fidati che ogni volta che la dici non capisco cosa ci trovi di diverso in me, sono uguale a quando eravamo nella magione Sunflower, l'unica differenza è che io ero giovane e tu...beh tu un po' meno vecchio"
"Ronald: come vuole lei professore"
Dopo pochi minuti furono pronte le bistecche con contorno di carote al vapore e subito ci mettemmo a tavola a mangiare
Eravamo tranquilli a tavola e tra una chiaccherata e l'altra appena finimmo Ronald mi disse:
"Ronald: hey Adam, approposito che avevi a pranzo oggi?"
Subito buttando le posate sul piatto in segno di rassegnazione dissi:
"Adam: oddio non anche te, sapevo che eri qui per chiedermi questa cosa, esattamente come voleva farlo Lars, Kirk ed Eveline, ma Ronald, no non dirò una parola ora torna nel tuo appartamento a far il lavoro della quale non voglio saperne niente"
Ronald ridendo disse:
"Ronald: ok vado, grazie per l'ospitalità"
E mentre usciva gli dissi con voce bassa, quasi sussurrando:
"Ronald: ritienti fortuanto solo che ti abbia aperto la porta vecchiaccio, a domani"
Finalmente ero rimasto solo e in pace, ormai erano le 19.20 e nessuno mi avrebbe più rotto le scatole, difatti la serata si concluse con la fine del 5 capitolo del libro e il tentativo di addormentarmi presto per esser sveglio il giorno dopo, ma nel letto non riuscivo a dormire ripensando proprio a lei, a Railey; forse stavo sbagliando ma il ricordo del...brutto fatto, mi fece capire che invece stavo facendo qualcosa di giusto, anche se il dubbio principale era che forse tutto veniva reso difficile solo dalla mia incapacità nel perdonare, di mille pensieri questo è il più forte e non mi faceva dormire; grazie al cielo però pensare stanca e pure morfeo ci mise la sua mano, così dopo meno di un'ora di giramenti per il letto presi sonno.
Il giorno seguente mi svegliai tardi, così non feci nemmeno in tempo a passare per la colazione dal Bar da Rinos, la gioranta scolastica cominciava con la 2°Ora in 1^E poi avrei avuto la 1^C alla terza ora, e in quel momento appena svegliato erano le 8.30, mi vestii di fretta con gli abiti del giorno prima, diedi una sciacquata al viso, una spazzolata rapida dei denti e una accurata pettinatura ai capelli, scesi in strada con la 24 ore e mi incamminai verso scuola pronto per un nuovo giorno.
Arrivato li, c'erano solo bidelli per i corridoi in quanto mancavano 5 minuti al cambio d'ora e tutti erano, grazie al cielo, nelle loro classi.
Io passai per l'aula insegnanti per appoggiare nel mio armadietto un paio di cose e subito mi diressi con il libro di testo sottomano davanti alla 1^E, per mia fortuna, dovetti aspettare meno di un minuto prima che suonasse la campanella e tra me e me dissi:
"Adam: bene ora torniamo a torturare gli asini e incentivare i leoni"
La porta si apri subito e io entrai dicendo un sarcastico e ben scandito:
"Adam: Buon-gior-no!"
Credetemi che quando tutto sembra regolare, ecco che arriva il fulmine a ciel sereno, mi girai verso la prof e vidi che era proprio chi non volevo incontrare, Railey.
Subito lanciai la 24 ore a terra e cercando di nascondere il mio volto triste dissi con tono sarcastico e arrabbiato tutto fuorchè quello che Railey voleva sentirsi dire:
"Adam: Professoressa Acrington, potrebbe uscire dall'aula, sa minimamente cosa sia un cambio d'ora? no, non provi a dirmi niente, esca e basta su, vada"
Railey uscì senza dirmi niente, abbracciava i libri ed era diventata rossa in volto, la guardai andarsene e ora era di spalle, ero salvo dal suo sguardo, ma potei benissimo vedere che mentre era girata le scendeva una lacrima dagli occhi, non la vedevo in volto ma da dietro i suoi lunghi e mossi capelli arancioni, vedevo e capivo tutto, anche se avrei preferito non capire e non soffrire nemmeno io per lei, eravamo due anime con lo stesso desiderio ma diversa voglia di realizzazione di quel desiderio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: Rivelazioni, Sta Zitta Railey! ***



CAPITOLO 3: RIVELAZIONI, STA ZITTA RAILEY!:

La professoressa Railey Acrington se n'era uscita dall'aula e finalmente potevo cominciare la lezione; aperta la 24 ore presi i libri di testo e senza nemmeno aprirli feci una domanda all'intera classe, una domanda quasi scontata:
"Adam: per caso, ma solo per caso, qualcuna di voi povere pecore sa cosa significhi la parola psicologia?"
Guardavo i volti di vari alunni: c'era chi guardava il banco per evitare il mio occhio che in quel momento si stava tramutando in qualcosa di peggio di uno sguardo maligno, chi invece non stava ascoltando e infine c'era il più irritante di tutti, uno che dalla faccia sapeva poco e alzando la mano avrebbe offerto la sua testa su un piatto d'argento, era il momento adatto:
"Adam: si parla pure faccia ottusa", Il ragazzo subito ribadì chiedendomi:
"Ragazzo: scusi, perchè faccia ottusa?"
"Adam: tutto dipenderà dalla risposta che darai faccia ottusa, ora rispondi grazie, la mano alzata significa molte cose, ma non qua dentro"
Il ragazzo prese coraggio e superando la barriera prof-alunno, alunno-prof disse:
"Ragazzi: La psicologia è lo studio dei matti"
in quel momento io dissi:
"Adam: si certo di matti, cavolfiori, sedie e ginestre...ora capisci perchè ti chiamo faccia ottusa?"
Subito notai che c'erano tante mani alzate.
Il mio sguardo si era concentrato su faccia ottusa quindi mi parve più che naturale che gli studenti avessero avuto in precedenza il tempo per guardare nel libro e io dissi:
"Adam: ok vorrei la risposta da uno che non ha guardato nel libro grazie"
Subito si abbassarono 4 mani e ne rimasero 2 e io dissi accorgendomi della faccia poco sincera di una delle due ragazze:
"Adam: ho detto tutte, non ci provare"
Subito la ragazza in centro banco abbassò la mano e rimase una sola mano alzata
"Adam: denti sporgenti, parla pure"
"Ragazza: Allora, la psicologia è una scienza che studia i processi mentali dell'uomo"
In quel momento mi alzai in piedi e andai verso denti sporgenti e le strinsi la mano chiedendole:
"Adam: il tuo nome?"
"Ragazza: Julia Herebert"
Sciogliendo la stretta di mano le dissi:
"Adam: congratulazioni hai vinto la possibilità di essere chiamata col tuo nome, e dalla tua espressione e dallo spessore dello zaino direi che non avevi il libro, brava!"
"Julia: grazie professore"
In quel momento dissi ridendo:
"Adam: tu guarda, pure sottomessa...una cosa davvero esilarante, bene Julia ora siete in due a meritare il nome proprio di battesimo, Carlotta, la nostra piccola sindacalista di estrema sinistra e Julia la saputella, bene bene, la classe si evolve di giorno in giorno"
e dissi aggiungendo con tono più marcato e incisivo, talmente incisivo che mi sentirono fino a 5 classi affianco:
"Adam: decisamente però certuni del Gregge devono fare progressi, caproni!, ora prendete il libro e andate a pagina 15, primo capitolo, mi raccomando prendete appunti su ciò che dico se non sapete come si prendono appunti vuol dire che imparerete a nuotare al momento"
La lezione andò avanti a lungo, dopo quell'ora avevo un'ora in 1^C e poi un ora senza nessuno nella quale sarei rimasto a scuola ad aspettare che il tempo passasse e prepararmi per la lezione di domani.
Suonata la campanella uscì senza dire nient'altro che un semplice e monotono "ciao".
Ora mi aspettava un'ora in 1^C e poi finalmente la pausa per prepararmi per le lezioni successive.
L'ora in 1^C passò altrettanto lentamente, ed ebbi il piacere di conocere certi alunni e vi assicuro che quando hanno visto me e come mi comporto erano del tutto impauriti all'idea di avermi per i prossimi 2 anni e chissà se pure oltre.
Finalmente l'ora di pace in sala insegnanti.
Ero su un tavolo grande e quadrato fatto in legno d'acero che sorseggiavo il caffè più schifoso del mondo, quello delle macchinette, sapevo che prima o poi mi sarei abbituato a quel sapore di acqua misto caffè misto qualcosa di misterioso, tra un pensiero e un altro riguardo i caffè mi accorsi che avevo perso mezz'ora a trastullarmi mentalmente, perciò subito presi il libro di psicologia e cominciai a prepararmi le lezioni da fare tra due giorni, si esatto il mercoledì era il mio giorno libero.
Il tempo passava e dopo varie sottolineature e discorsi scritti su di un block notes in parte era ormai la quinta ora, gli alunni stavano affrontando la loro ultima ora di scuola, io avevo appena finito di preparare le lezioni e il discorso, beh sapete, fare i professori è un po' come fare gli attori, bisogna prepararsi, le battute a memoria prima di entrare in scena e bisogna cambiare la propria maschera di pirandello da quella di normale uomo a quella di mostro professore, credetemi io non lo facevo mai perchè tanto erano due maschere uguali; in quel momento entrò l'unica persona che non volevo vedere, esatto entrò proprio lei, la professoressa Railey e appena io la vidi volevo scappare, presi così la mia 24 ore buttai dentro i libri di fretta e mi alzai, così a passo svelto simulando una corsa camminata stavo per uscire dall'aula, però Railey mi fermo per un braccio e mi disse con voce davvero calma e dolce:
"Railey: ti prego Adam ti chiedo solo di parlare"
Io stetti un attimo a pensare, la sua dolce mano mi teneva fermo l'avambraccio in maniera davvero sublime, mi ricordava molto quella volta che noi due...ok brutto esempio, diciamo che mi ricordava le giornate passate al parco, su una panchina a tenerci per mano, guardando la gente passare e ridere ad ogni occasione buona grazie ad un misto di battute e di scenette divertente che animavano il parco, finche non finiva che lei mi prendeva l'avambraccio stringendomi tutto il gomito e il tutto finiva con un bacio davvero appasionato dal sapore indescrivibile accompagnati dal rumore del fruscio delle foglie di primavera; già, bei tempi, ma in tutto questo ricordare e ricordare, niente mi convinceva e l'unica cosa che riuscii a dire in quel momento fu:
"Adam: hai avuto 20 anni dal brutto fatto per potermi parlare e cercarmi, e tu cosa hai fatto? eh...cosa?"
Railey non disse niente, mollo la presa che mi ricordava la gioventù e che per un momento mi rese pure insolitamente felice, ed entrò dentro l'aula insegnanti sedendosi nello stesso posto da dove mi ero alzato, Railey mi faceva davvero tenerezza era un po' come una Lucia dei promessi sposi, fragile, problematica, ma in ogni uomo creava una tenerezza d'animo fino a spingerli alla pietà, ma almeno posso definirmi fiero di esser resistito più di quanto non l'abbia fatto l'innominato...se non avete capito la citazione studiate I Promessi Sposi grazie.
Mettendo da parte Lucia e Railey e tornando a me, io decisi invece di andare via prima, tanto la dentro non avevo altro da fare, così mi diressi a casa, ma il viaggio di ritorno a casa in quei due giorni era stato lo stesso, fatta eccezione per l'inconto con Demetria che almeno oggi non è avvenuto, sempre gli stessi pensieri su Railey e sul...brutto fatto.
Tornato a casa appoggiai la mia 24 ore a terra per poi poter andare a mangiare fuori al solito Bar da Rinos con i soliti amici il mio solito panino per pranzo.
Però prima di uscire mi accorsi che nel salotto nella libreria c'era un album di foto che si trovava fuori posizioni, cosa davvero insolita, così mi misi in punta di piedi per spingerlo in dentro, una volta fatta pure questa mi sentivo soddisfatto, ma qualcosa mi diceva di tornare indietro, la mia curiosità o forse il destino volevano che io guardassi quel cavolo di album, così senza pensarci due volte lo presi e sfogliai le pagine; esattamente come avevo sospettato era il destino che ci aveva messo la mano, era un album con delle foto di me e Railey, non voletti andare avanti, non volevo lasciarmi trasportare dalla corrente e decisi di rimetterlo via quell'album prima che mi venissero certe idee strane.
Lasciandomi alla spalle ricordi e destino mi diressi al bar per pranzare.
Arrivato dentro il bar, apri la porta e con il cigarillos acceso in bocca dissi:
"Adam: buongiorno gentaglia"
Subito tutti si voltarono verso di me, e mentre tutti risposero con un monotono "ciao Adam", Eveline, da dietro il bancone, cominciò a rompermi le scatole dicendomi:
"Eveline: hey non puoi fumare qua dentro!"
E io in maniera sarcastica dissi:
"Adam: oh si, non vorrei disturabre la tua miriade di clienti"
ed Eveline disse, accompagnata da un sottofondo formato dai risolini degli altri disse:
"Eveline: sarà, ma il mio bar di sicuro non è un deserto"
Tutti noi ci voltammo per vedere la miriade di gente che affollava il locale ed Eveline a vedere la nostra reazione disse:
"Eveline: wow i miei clienti abituali sono dei comici...quando vi odio"
E Ronald molto sarcasticamente cercando di imitare il mio modo di fare disse:
"Ronald: si però intanto sei te quella che ci fa da mangiare" e concluse con una risatina da vecchiaccio.
In quel momento si senti la porta del locale aprirsi ed una voce femminile dire:
"???: Scusi è libero un tavolo?"
E io dissi subito senza neanche voltarmi per vedere chi era
"Adam: faresti prima a chiedere se ci sono dei tavoli occupati"
Come sempre la mia battuta fu seguita da delle risatine da parte degli altri ed Eveline disse:
"Eveline: Adam, falla finita, Si certo si accomodi pure, cosa ordina?"
"???: Una pasta al pomodoro"
"Eveline: si arriva subito"
Appena Eveline si barricò in cucina, io finii il cigarillos e stavo ancora aspettando il panino, senza volerlo mi girai e notai che la donna che si era seduta al tavolo non era una persona qualunque, ma una persecuzione degli ultimi due giorni, peggio del panda della pubblicità del formaggio, era Railey.
Volevo girarmi e far finta di non averla vista, ma per mia sfortuna quando io la guardai pure lei si era girata a guardarmi e disse:
"Railey: Adam!"
In quel momento dissi agli altri sottovoce:
"Adam: ragazzi io devo andare mi spiace, ciao a tutti a domani mattina"
Mi alzai e senza guardare Railey a passo svelto, simile a quello in aula insegnanti mi diressi verso la porta, anche stavolta Railey mi si buttò addosso e mi afferò nello stesso modo di 2 ore fa e di molti anni fa e mi disse la frase che mi sciolse una volta per tutte e lo fece sotto gli occhi dei miei compagni di ogni giorno, tra la quale Ronald che riconobbe Railey, ma non disse niente per il momento:
"Railey: Adam, ascoltami almeno ora, ti prego fallo ora o non ne avrai altra occasione e resterai a vivere nel dubbio senza esserti mai chiarito, fallo ora, ascoltami ti prego"
Non resistitti, pure l'innominato cedette a Lucia, così come io ora cedetti a Railey e dissi:
"Adam: avanti dimmi pure..."
E Raiely in un primo momento mi disse parole in modo dolce e di seguito divenne più incisiva, quasi arrabbiata e disse:
"Railey: So cosa ti fa rabbia Adam, e ti chiedo scusa, ma durante quel periodo non son riuscito a trovarti, non sapevo dove ti avessero mandato, il...brutto fatto, credi che abbia colpito solo me?! da quando te ne sei andato ho passato giorni interi a piangere e a riflettere! tu piuttosto perchè non hai mai chiamato e non mi hai mai cercato da quando sei uscito di prigione?"
In quel momento Railey per un suo errore di parola aveva rivelato la parte del mio passato che tenevo nascosata a tutti i miei amici, solo Ronald sapeva di questa storia, e si era promesso di non andare in giro a dirla.
In quel momento Railey aveva la mano davanti alla bocca, si era accorta della fesseria che aveva detto, aveva detto parole proibite che non doveva dire.
In quel momento Railey sudava, e i suoi occhi si riempivano lentamente di lacrime accortasi dell'errore fatale, in un secondo aveva rovinato la sua chance di ricongiungersi a me, sussurrava di sottofondo:
"Railey: mi dispiace, non volevo"
Ormai forse era troppo tardi per lei, stava per uscire dal locale, si era accorta che forse non aveva veramente più spreanze di riconciliare il passato, e io conlcusi dicendo:
"Adam: se ti interessava veramente di me, non avresti mai testimoniato contro in tribunale, per quanto le false parole di Lenny fossero convincenti, ora va via!"
Railey se ne uscì in silenzio, si accorse della brutta figura che aveva fatto, ma ora non era lei a dover spiegare il tutto agli amici increduli.
Avrei dovuto raccontare della truffa, del processo dove ero accusato di complice per una rapina, di chi era Railey, e dei miei lunghi 4 anni in prigione, da quel giorno sarebbero cambiate molte cose e sapevo già che la storia con Railey non sarebbe finita qui.
A passo molto smorto mi diressi di nuovo verso la sedia dove stavo seduto seguito dagli sguardi pieni di domande dei miei compagni e il primo a fare domande fu Kirk:
"Kirk: Adam, ma...ma chi era quella? e poi...prigione?"
Io con tono davvero annoiato e stufo dissi:
"Adam: si chiama Railey diciamo che lei....era la mia ragazza, per lo meno prima del...brutto fatto ovvero sono finito in prigione"
Tutti quanti a sentire queste seplici parole che spiegavano molto ma niente rimasero con delle facce davvero strane ma allo stesso normali, si capiva chiaramente che i dubbi erano ancora molti sparsi per i loro visi e il primo a rompere il silenzio breve che si era formato fu di nuovo Kirk che chiese:
"Kirk: ma com'è che sei finito in prigione Adam, cavolo me ne sono andato da Selice quando avevamo 18 anni, non posso essermi perso così tanto della tua vita"
Questa era la domanda che negli ultimi anni non volevo mai dare risposta ma ormai le circostanze mi avevano semi-costretto a dover rispondere e dissi:
"Adam: beh, è stato tutto un errore giudiziario, ti ricordi Lenny vero?"
Kirk pensandoci un po disse:
"Kirk: si all'incirca ricordo chi è"
"Adam: beh diciamo che riguardo l'onestà di Lenny è l'unica cosa sulla quale ora io posso darli ragione, è un meschino, mi ha raggirato dicendomi che andava in banca a fare un prestito, aveva detto che aveva passato notti intere a fare su un progetto per un azienda, e invece si erano rivelati progetti per una rapina, io non l'avevo capito e mi son ritrovato come complice senza volerlo, era armato"
Presi fiato e poi continuai parlando della parte della mai vita che tutt'ora mi fa più male
"Adam:e beh diciamo che in quel momento mi fu chiaro chi erano i miei veri amici: nessuno, tutti testimoniarono contro di me, gli unici che non lo fecero furono Ronald e mia madre, che la sua anima riposi in pace, povera mia madre, tutti gli altri testimoniarono contro di me, vi rendete conto? amici che frequentavo da anni che dissero ai giudici che ero sempre stato un po' un piccolo criminale solo perchè per due volte non avevo pagato dei conti al bar, avevo rubato da un supermercato una bibita e spesso facevo battute sarcastiche sul rapinare negozi, e tutto questo ha fatto si che i miei compagni di vita mi testimoniassero contro, persino la donna che amavo..."
In quel momento il silenzio si fece ancora più cupo, finche Eveline uscita fuori dalla cucina con il piatto di pasta in mano disse:
"Eveline: ecco qui signora, il suo piatto di pas...hey, dov'è la signora?"
E io prendendo in mano il piatto di pasta dissi:
"Adam: non credo tornerà, da qua"
Ed Eveline cambiando la sua faccia da stupore per la fuga della cliente a rabbia per un sospetto nei miei confronti disse:
"Eveline: cosa le hai detto Adam"
e io che avevo la forchetta in mano e avevo già inforchettato il boccone e l'avevo addirittura già mandato giù, buttando la forchetta a terra con violenza e andandomene dissi:
"Adam: il problema è cosa ha detto lei!"
E sbattei la porta con violenza lasciandomi dietro una serie di sguardi: quello di Ronald che sembrava viaggiare nel tempo quelli di Lars, Demetria e Kirk che esprimevano tristezza e pena e quello di Eveline...lasciamo perdere; lei resterà sempre la zoccola che mi fa il caffè.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: Il Giorno (Non) Libero di Adam ***



CAPITOLO 4: IL GIORNO (NON) LIBERO DI ADAM

Mercoledì, finalmente il mio primo giorno libero, in quella mattinata però c'era qualcosa da fare, qualcosa che in tutto il condominio si teme ogni mese, cioè dover portare in discarica la spazzatura.
Certo di norma non è così terribile, ma la cosa peggiore era che bisognava caricare tutti i sacchi d'immondizia di tutti i condomi e ognuno mensilmente ad ogni riunione di condominio era pesca e doveva portarli.
Potreste dire che ci sono i netturbini a fare questo, si ma diciamo che il comune non ha concesso al nostro condominio il servizio per vari motivi di carattere burocratico che non mi sono mai interessati; ma non tanto perchè non me ne freghi, solo che di burocrazia non ci capisco niente quindi preferisco farmi da parte, così finche l'amminstratore del condominio non risolve questo problema tocca far così; e ora indovinate a chi è toccato portare la spazzatura in discarica? A me, esatto.
Ed eccomi qua che quella mattina il mio giorno libero mi dovetti alzare alle 9.00 per andare a buttare tutti quei sacchi che avevano già posizionato tutti i condomini nel corridoio della zona del garage.
A Quel punto dovetti prendere la mia macchina una vecchissima una Cadillac Seville che comprò mio zio ad un asta ai tempi quando comprava auto messe male, le sistemava e le rivendeva a cifre alte ma scontate rispetto al prezzo originale di fabbrica; mi ricorderò sempre quando al mio 18°compleanno mio zio arrivo con quella macchina e io tutto contento lo abbracciai e montai su quella macchina a fare un giro con affianco a me mio zio, e dietro mia madre e mio nonno e per tutto il tragitto c'era mio zio che guardava fuori dal finestrino, mia madre che da dietro mi stressava dicendomi ogni tre secondi cosa fare e mio nonno che si era portato dietro la bottiglia di vino se ne stava buono, fino a quando non fece una macchia sui sedili dietro che si mise tutto il tempo a bestemmiare cercando di pulire la macchia con un fazzoletto che portava sempre in tasca con se.
Quella macchina a quel tempo era bella bianca insomma un vero gioiello, mentre ora era solo un auto messa davvero male, con il paraurti davanti pieno di botte, da un lato 3 segni che mi avrà fatto qualcuno con una chiave e dall'altro lato invece 2 segni fatti con la chiave
i due specchietti tenuti stretti con lo scotch; l'interno era messo abbastanza meglio, a parte la macchia violacea opaca dietro, un buco sul sedile del passeggero davanti, lo specchietto in alto che si staccava ogni tanto senza alcun preavviso o segnale di cedimento e i cambio che era davvero duro da maneggiare; una vera e propria baracca.
Aperto il bagagliaio cominciai a caricare tutta l'immondizia, però la vecchia del piano da basso mi aveva lasciato un regalo davvero grande, cioè un letto con tanto di brandina e materasso e io a quel punto parlando da solo tra me e me dissi:
"Adam: ma cos'è uno scherzo? non ci entrerà mai nella mia macchina" e fu in quel momento che da dietro venne Kirk che sentendo il mio soliloquio disse:
"Kirk: montalo sul tetto usando dei cardini no?"
Io che non mi ero accorto del suo arrivo mi girai spaventato e dissi:
"Adam: la fai facile, hai almeno delle corde elastiche e dei moschettoni?"
"Kirk: si aspetta vado a cercarle, torno subito"
Nel mentre che Kirk era andato a prendere la roba io finii finalmente di caricare tutta l'immondizia nella macchina.
A quel punto Kirk era tornato con le corde elastiche e li partiva la parte più difficile.
Kirk prese la brandina da un lato e io dall'altro lo caricammo a fatica sopra la macchina e subito dopo buttammo sopra il materasso di seguito legammo il tutto con le corde elastiche che erano allacciate sotto la macchina in quanto non c'era un punto dove poter far si che i moschettoni attacandosi sostenessero in maniera efficace la brandina e il materasso al tetto.
Fatto questo io dissi dando una pacca sulla spalla a Kirk.
"Adam: bene, grazie ci vediamo dopo Kirk"
Così subito salii in macchina, presi un cigarillos e con un fiammifero subito lo accesi, di seguito però subito Kirk mi fermo e mi disse:
"Kirk. hey hey cosa credi di fare? e io?"
"Adam: cosa vuoi anche te un cigarillos?"
"Kirk: no ma che dici? non posso venire con te? eddai Adam sarà divertente"
E io senza neanche guardarlo perchè cercavo di mettere in moto invano la macchina dissi:
"Adam: per te, per me sarebbe solo angosciante, come sempre"
Però Kirk nel frattempo era già velocemente in macchina ed era li sul posto passeggeri affianco a me che mi guardava e io li dissi:
"Adam: quale parte di per me è angosciante non ti è chiaro?"
Kirk rispose senza pensarci molto:
"Kirk: eddai parti parti! ormai son qui"
Dopo di questa ci rinunciai e tentai di nuovo di mettere in moto la macchina, stavolta con successo.
Appena usciti dalla rampa del garage mi trovai a dover cercare di ricordarmi dove fosse la discarica e tra un pensiero e l'altro finalmente qualcosa mi tornava in mente, passammo per la piazza di Selice che quel giorno era più gremita del solito, eppure il giorno del mercato è Giovedì, non Mercoledì, era strano vedere cosi tanta gente in piazza il mercoledì mattina alle 10.00, passammo pure per moltissimmi luoghi che sia a me che a Kirk ricordavano molte cose, questo accadeva non tanto perchè nessuno di noi girava tanto per Selice, ma più che altro perchè era da tanto che non facevo più un giro con Kirk e questo ci influenzò e fu lui il primo a dimostrarlo:
"Kirk: hey Adam, Adam, guarda lì, Il centro giovani Bertozzi, era li che ci riunivamo con quelli della band durante i sabati seri che non eravamo impegnati in concerti, ricordi eh?"
E io ridendo dissi:
"Adam: mamma mia, quanti ricordi, chissà ora come stanno Paul e Meredith"
"Kirk: beh, so che Paul cotninua a suonare, ora è in America, vive la e suona con un gruppo davvero bravo, Meredith invece l'ultima volta che l'ho incontrata è stata 6 anni fa, mi aveva detto che era diventata mamma, si era sposata con un tizio laureato in ingenieria e che ormai la pianola sua è solo un enorme oggetto rinchiuso in cantina, beh piuttosto Roger che fine ha fatto?"
In quel momento si calo il silenzio nella macchina, non volevo rispondere ma Kirk subito mi disse:
"Kirk: hey...Adam...ci sei? Adam..che c'è? avanti parla"
Capii che però era giusto che lo sapesse e così facendo un ultimo tiro del mio cigarillos e buttandolo fuori dal finestrino dissi a Kirk:
"Adam: è morto...era ubriaco ed è caduto dal terrazzo di casa sua durante i festeggiamenti per l'ultimo concerto..."
Kirk rimase attonito e si stravacco completamente sul sedile mettendosi una mano in faccia e sospirando per la disperazione e io replicai
"Adam: ti sei perso davvero molto da quando ti sei trasferito con i tuoi familiari eh?...siamo arrivati è dietro l'angolo la discarica"
Subito sterzai velocemente la macchina ed entrammo nel posto più schifoso del mondo, la discarica.
Ci impiegammo circa 30 minuti per sezionare tutti i sacchi e capire quale sacco andava dove e alla fine rimase solo il letto che richiese tempo solo per staccare le corde elastiche.
Una volta buttato pure il letto ci spettava il ritorno a casa, però prima di montare in macchina sia io che Kirk notammo che i piedi del letto avevano fatto delle ammaccature sul telaio della macchina, subito Kirk disse:
"Kirk: Questa è sfiga"
E io dissi:
"Adam: benvenuto nella mia vita"
Tornato a casa erano le 11.05, ero contento che il lavoraccio fosse finito, finalmente potevo riposarmi.
Congedai Kirk che mi disse che doveva andare a fare delle commissioni in centro e mi rinchiusi nel mio appartamento a sonnecchiare fino all'ora di pranzo.
Essendo che era il mio giorno libero quel giorno decisi di prepararmi da solo da mangiare, però mi accorsi che già in partenza era una stupida pretesa in quanto il frigo era vuoto di nuovo e non avevo ne pasta ne riso in dispensa.
Cosi mi arresi e optai per andare a mangiare alla solita Tavola Calda.
Essendo che ero arrivato prima del solito c'erano soltanto Ronald ed Eveline, appena entrato dissi:
"Adam: Buongiorno persone fastidiose che ricoprono la mia vita"
Ronald si mise a ridere mentre Eveline disse:
"Eveline: Buongiorno, incubo"
E io una volta seduto presi il giornale che era affianco a me e dissi:
"Adam: ci sono incubi peggiori...ordino il solito Eveline"
Molto scocciata Eveline rispose:
"Eveline: si, arriva subito..."
Mentre leggevo Ronald mi interruppe dicendo
"Ronald: hey Adam, ho bisogno di un favore"
E senza neanche guardarlo risposi:
"Adam: scordatelo"
"Ronald: eddai non fare così, in fondo, siamo amici da molto, ho cucinato per te la cena la scorsa sera e poi...e poi...ho finito gli argomenti a favore"
Scocciato chiesi con un falso interesse:
"Adam: e quale sarebbe il favore sentiamo?"
"Ronald: beh oggi ho delle analisi, e devo andare in ospedale, potresti accompagnarmi, non mi piace andare da solo alle visite, di solito viene sempre mia figlia, ma oggi è impegnata, non ho nessun altro, ti prego Adam vieni con me, dopo le analisi son sempre stanco e debole non posso tornare a casa da solo in quelle condizioni, e poi..."
Subito lo interruppi e dissi:
"Adam: e va bene e va bene ti accompagno ti accompagno!, seccatore di un vecchio bastardo"
Ronald ridendo disse:
"Ronald: grazie Adam, passo da te alle 3.30 ci vediamo dopo ora devo andare"
Dopo che Ronald uscii stetti solo nel locale e mentre aspettavo l'arrivo del pranzo mi misi a pensare che dovevo ancora finire due robe per la lezione del giovedì in 1^C così nel mentre che leggevo il giornale mi persi a pensare a cosa dire riguado "l'adattamento e il disadattamento" e formare un pensiero concreto, quando il tutto fu interrotto da Eveline che arrivò con i due piatti, quello con l'hamburger e quello con l'insalata e appoggiandoli davanti a me disse:
"Eveline: ecco, tieni, e Ronald dove è andato?"
"Adam: ha detto che aveva da fare, e sto pomeriggio devo pure accompagnarlo in ospedale per delle analisi che palle"
"Eveline: oddio che rottura, credimi ti sei preso un brutto affare, la scorsa volta ci son andata io con lui"
"Adam: ah interessante"
Però il mio cervello elaborò le informazioni fondamentali solo dopo e le collegò ad altre solo dopo che ero arrivato a meta dell'hamburger, quando mi sorse un dubbio e chiesi ad Eveline che nel mentre stava pulendo dei bicchieri
"Adam: aspetta...l'ultima volta sei andata te con lui? ma di solito non ci va con sua figlia?"
"Eveline: no, non mi risulta ci vadi con la figlia, di solito lo accompagnamo sempre io oppure Demetria"
"Adam: ma cos...no no niente, lasciamo perdere"
Tornai a mangiare però mi restò sulla testa questo dubbio riguardo il vecchiaccio.
Finito di mangiare posai 5 euro sul bancone, presi il resto e me ne andai via a casa per finire di preparare le cose di psicologia.
Erano le 14.20 ed avevo appena appoggiato le chiavi di casa sul solito vaso in entrata dove metto le cose che mi porto dietro prima di uscire.
Subito mi misi in salotto a lavorare per la roba di giovedì; dopo solo 40 minuti avevo finito completamente per davvero questa volta, erano le 15.10 e così tra poco sarebbe arrivato Ronald, in quei 20 minuti decisi di accendere la TV per guardare se c'era qualcosa di interessante, ma come al solito c'era ben poco di interessante, finche non decisi di spegnere pure la TV e arrendermi a tornare a leggere il libro che avevo ricominciato a leggere.
Dopo 20 minuti arrivò Ronald, che bussando con un'po di energia mi disse:
"Ronald: Adam, sei in casa? andiamo vieni!"
"Adam: si arrivo vecchiaccio!"
Subito posai il libro, e andai fuori insieme a lui.
Ci incaminammo fino all'ospedale e lungo il tragitto Ronald mi annoio completamente parlando dei suoi probelmi, per esempio il problema alla prostata, il problema alle reni, il problema di circolazione del sangue, e altre varie cose, un tempo Ronald era pure più allegro, mi ricorderò come ai tempi della Sunflower era il tipo che organizzava i festini tra gli affittuari della magione eravamo come una grande famigia e sentivamo tutti come se Ronald fosse sotto sotto il padre un po' di tutti, saggio consigliere, sempre disposto ad aiutare tutti, si vede che la vecchiaia lo ha reso diverso, ma il suo carattere di sicuro non cambierà, rideva come rideva un tempo e non ha mai smesso di ridere in tutta la sua vita.
Arrivati all'ospedale ci sedemmo sulle panchine d'attesa dove Ronald mi fece una domanda abbastanza invasiva che non mi piaceva affatto il quale tema  non volevo saltasse fuori per tutta la giornata siccome avevo l'occasione di non sentirne parlare finalmente dopo questi due giorni.
"Ronald: Adam, ma dimmi, perchè devi fare il difficile con Railey"
Io risposi davvero disperato mollando un sospiro prima di parlare:
"Adam: senti Ronald, non puoi intrometterti sempre nella mia vita, te ci ricordi come la coppietta più felice e attiva della Sunflower, ma sai le cose che cambiano"
Ronald si mise di nuovo a ridere e disse in maniera davvero tranquilla e pacata:
"Ronald: sai, io son convinto che sotto il tuo odio c'è ancora l'amore che provi per quella donna"
Stavo per dire qualcoa ma in parte a noi si aprì una porta e un infermiera disse:
"Infermiera: il prossimo, chi è?"
E Ronald disse subito alzando la mano:
"Ronald: tocca a me"
L'infermiera subito lo fece accomodare e Ronald disse all'infermiera:
"Ronald: è davvero uno schianto di infermiera lei"
L'infermiera mollò un risolino davvero ipocrità quasi avesse paura dell'infermiera io invece a sentirlo fare così mollai un risolino lieve e sottilissimo da udire
Sapevo che la sua visita sarebbe stata lunga, ma non avrei mai creduto così tanto lunga, dopo un ora e mezza non era ancora uscito, nel frattempo mi misi a leggere una rivista, ma come in ogni posto le riviste erano le più penose e inutili, così decisi di aspettare senza far niente, fissando l'orologio appeso sopra di me, quando mi si avvicinò una signora che vide il posto affianco a me vuoto e si sedette
Emanava un odore di vecchiaia davvero assurdo, e purtroppo il fato volle che finimmo pure per parlare e mi chiese:
"Vecchia: giovanotto, scusi come mai è qui?"
Io dissi:
"Adam: sono qui con un mio am..."
Però quella voce mi ricordo qualcosa, una bella sensazione, una voce che in passato avevo sentito e sentito più volte ma che non mi veniva in mente al momento e così chiesi
"Adam: scusi...ma noi due ci conosciamo già?"
La signorina teneva con se una busta con della spesa e accortasi che non si era presentata appoggiò per terra la spesa e disse allungando la mano verso di me:
"Eris: oh scusi, ha ragione, piacere mi chiamo Eris Donovan"
Nella mia mente il nome Eris era ancora presente nella mia testa, Donovan Eris era un nome che non potevo rimuovere dalla mente e dissi subito:
"Adam: oddio signora Donovan, non si ricorda di me? Adam!"
E lei disse:
"Eris: Adam chi?"
"Adam: Navarro, Adam Navarro, lei ha una figlia che si chiama Railey Acrington"
Con mia grande delusione però Eris rispose:
"Eris: oh si mia figlia, ma lei come la conosce"
"Adam: Andiamo signora Donovan, come fa a non ricordarsi di me sono stato il fidanzato di sua figlia per oltre 4 anni"
"Eris: giovanotto mi creda non l'ho mai incontrata prima"
Incominciai a perdere le staffe e dissi:
"Adam: ma cosa cazzo ha, accidenti come può non ricordarsi di me siamo stati nella stessa magione per 4 anni la Sunflower!"
Eris però un po' impaurita gridò:
"Eris: aiuto, infermieri, guardie, medici aiuto, quest'uomo sta impazzendo"
Subito in quel momento un po' barcollante uscì fuori Ronald che disse:
"Ronald: andiamo Adam? sono pronto...oh salve signora Donovan"
Eris si calmò e disse con tono sereno a Ronald
"Eris: oh ciao Ronald, anche te per una visita? il tuo amico è completamente impazzito, ma chi è?"
Ronald stava per rispondere quando io urlando dissi:
"Adam: lei signora non capisce un cazzo! Adam Navarro, stavo con sua figlia 4 anni fa, dannazione a lei vecchiaccia la tortuerò persino nei sogni, sia maledetta lei e il suo Alzheimer!!!"
Ronald ridendo, ma un po'imbarazzato disse:
"Ronald: meglio se ce ne andiamo"
Subito ripresi la calma e insieme a lui uscimmo dall'ospedale.
Erano ormai le 17.50 e cominciava a tramontare il sole, perciò io e Ronald ci incamminammo un pochino più in fretta verso casa, Ronald era barcollante, era stanco morto finchè non mi disse:
"Ronald: ti prego Adam...fermiamoci qua...alla panchina della fermata dell'autobus"
"Adam: eddai vecchio mancano solo 100 metri all'arrivo non poltrire"
"Ronald: no sul serio sono stanco morto non ce la faccio, son vecchio ti prego fermati"
"Adam: e va bene, fermiamoci qua"
Io e lui ci sedemmo sulla panchina, Ronald aveva il fiatone, e pensare che avevamo solo camminato, approfittandone del momento di pausa mi fumai un cigarillos, ma prima ancora che lo accendessi Ronald mi disse:
"Ronald: Adam...ti devo dire una cosa"
con tono abbastanza irritato e arreso dissi:
"Adam: dimmi Ronald..."
"Ronald: non è vero che di solito mi accompagna mia figlia, vedi...io e mia figlia abbiamo litigato ed è da due anni che non la sento più, non so proprio perchè ti abbia mentito riguardo mia figlia, so solo che mi dispiace di averlo fatto"
Io sorridendo dissi a Ronald:
"Adam: andiamo suvvia Ronald, non devi preoccuparti di questo, e poi non ti abbattere te per me resti sempre Ronald il sorridente, lo sai che non mi piacerebbe vederti così abbattuto"
"Ronald: aspetta...non hai capito...il punto è che voglio che tu mi aiuti.... a ricongiungermi con mia figlia..."
Io sorpreso da questa frase mentre mi ero acceso il cigarillos rimasi con gli occhi spalancati di frotne a tale affermazone e ribattei dicendo
"Adam: e va bene che sono psicologo, ma non faccio mica terapia di coppia o terapia familiare"
"Ronald: Adam ti prego aiutami in qualche modo, lo sai...mi rimane di sicuro poco tempo da vivere, vorrei per lo meno andarmene lasciando di me un'idea di un vecchio sereno, cosa che faccio da sempre, ma mia figlia...oh cavolo perchè mai le ho detto tutte quelle cose"
Notai che dal viso di Ronald stava scendendo una lacrima, era davvero dispiacuto e io per aiutarlo li dissi solo:
"Adam: beh vedi, è normale nei vecchi sentire la falce arrivarsi da dietro, specialmente dopo che si è appena andati in ospedale, Ronald calmati anche se hai dei problemi con tua figlia non ti dimenticare che...tu sei suo padre, insomma le cose si risolveranno stanne certo e poi credo che la cosa migliore da fare se tu le hai fatto un torto è che tu ti riavvicini a lui, perciò fallo, avvicinati, chiamala"
Ronald prendendo il fazzoletto e asciugandosi le lacrime, si soffio il naso e disse:
"Ronald: grazie Adam, mi sento abbastanza meglio torniamo a casa"
Tornati a casa lo accompagnai fino al suo appartamento e quando tornai al mio tirai fuori le bistecche dal congelatore e le riscaldai per prepararmi la cena.
La gioranta passata per me fu veramente una giornata strana, quante cose che nella mia vita ho fatto e ho perso, in quel momento mi vennero in mente tutte le facce di persone che ho conosciuto e perso nel tempo.
Alle facce di Eris, Railey, Paul, Roger, Meredith, per non parlare di altri amici della Sunflower che forse non rivedrò mai più, come il giapponese Yukata che mi entrava sempre di nascosto nell'appartamento e mi fregava il cibo però poi pentendosi ogni tanto cucinava a me la cena e il pranzo, per non parlare dei gemelli Jackerson, gli unici due grandi sportivi nell'appartamento, facevano nuoto ed erano due campioni a livello regionale, poi non posso dimenticare di sicuro la giovane Serena, una ragazza per bene che ad ogni festino rinunciava sempre all'alcol e diceva che era astemia ma poi di nascosto si ciucciava le birre al bar spendendo grandi somme del suo stipendio da cameriera, un tuffo nel passato ogni tanto fa bene, ma quel periodo per me era tutto un mare di ricordi e mi c'ero ormai perso nel mezzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: Dannato Ottobre! ***



CAPITOLO 5: Dannato Ottobre!

Sono passate 3 settimane, vi farò un breve riassunto delle uniche cose interessanti che mi sono successe in queste tre settimane, vediamo di fare una lista breve, allora: come prima cosa ho visto la mia prima busta paga da insegnante, lasciamo stare a quanto ammonta, per lo meno la classe comincia a mostrare più interesse durante le mie lezioni, ma restano ancora molti idioti in tutte le classi, nessuno si è meritato di venir chiamato col suo vero nome se non le due ragazze in 1^E; come seconda cosa, Kirk ha ritrovato la sua vecchia chitarra andando a trovare sua madre e ultimamente è spesso chiuso nel suo appartamento a suonare tutto il giorno, per esser bravo è ancora bravo, ma dopo mezz'ora ti stufi e ti vien voglia di ucciderlo, come terza cosa ho scoperto una scatola di sigari davvero pregiati rimasta in uno di quelli scatoloni che dal trasferimento di 10 anni fa non ho mai svuotato, oltre che a dei libri, una pila di fumetti manga e un libro di cucina che avevo preso per fare qualche ricetta, mi chiedo solo perchè avessi mescolato sigari e libri, poi, ho compiuto 41 anni e ho passato il giorno del mio compleanno in casa a mangiare con Ronald a mangaire dei pasticcini che ha comprato e come ultima cosa i miei rapporti con Railey sono peggiorati esattamente come io volevo, per lo meno fino a oggi, 19 ottobre, diciamo che il fato è come un enorme mulino, una volta dentro il suo ciclo, non puoi uscirne e devi farti trascinare e pregare di salvarti.
Partiamo da qui: era suonata la campana della terza ora, c'era ricreazione, stavo uscendo dalla classe quando una delle rappresentati di classe stufa del mio modo di fare voleva parlarne con la coordinatrice, ma non me lo disse esplicitamente che doveva parlare di questo, però si capiva benissimo in quanto era sempre una di quelle che contestava ogni mia battuta ironica e ogni cosa che trovava ingiusta e tra me e lei c'era una nemiciza nascosta che nell'ultima settimana si era ingrossata a causa del suo primo brutto voto in psicologia nella verifica; fuori tra la classe il corridoio, mi disse:
"Ragazza: scusi professore, potrebbe dirmi chi è il coordinatore di classe o la coordinatrice?"
"Adam: beh, dovrebbe essere la signora Calvin di italiano, perchè?"
"Ragazza: avrei bisogno di parlare con lei in privato"
Io molto cortesemente risposi:
"Adam: mmm, di solito il giovedì è in sala insegnanti e la incontro sempre vuoi che le dica qualcosa?"
"Ragazza: si, che se può venga a fine scuola fuori dal cancello che ho bisogno urgente di parlare per...per...una cosa interna alla classe diciamo"
Io fingendo interesse e ancora sempre più gentilezza risposi:
"Adam: oh capisco Braccia Secche, come vuoi te, riferirò tutto alla prof, non ti preoccupare, ora devo andare ci vediamo domani"
Me ne andai nell'aula insegnanti per riposarmi, in quell'occasione ebbi il piacere di chiaccherare con alcuni professori, ma nulla avrebbe potuto comparare al piacere che avrei provato una volta finita la scuola.
Il tempo volò davvero in fretta quel giorno, e appena finita scuola, Braccia Secche si diresse fuori dalla scuola pronta per parlare con la prof di Italiano, la coordinatrice di classe, ma appena arrivò fuori ebbe una bella sorpresa la prof non c'era e appena mi vide che me ne stavo fuori aspettando chissà cosa fumando un cigarillos, mi venne incontro con aria minacciosa ed esclamò con tono davvero ostile:
"Ragazza: professor Adam!" subito la interruppi e dissi:
"Adam: dovete chiamarmi professor Navarro..."
la ragazza pettinandosi un ciuffo fuori posto disse:
"Ragazza: si d'accordo, comunque, lo sapevo che lei non avrebbe chiamato la professoressa Calvin, lei è un bastardo, voglio parlare con la coordinatrice di classe e ne ho il diritto"
E io buttando fuori il fumo del cigarillos e ridendo dissi:
"Adam: coordinatrice? chi la Calvin?"
La ragazza invece puntandomi il dito contro convinta di aver il coltello dalla parte della lama disse:
"Ragazza: Cosa diavolo sta dicendo, lei mi ha detto che era la Calvin la coordinatrice? cos'è mi prende pure per fessa ora?"
Io dissi con tono davvero serio:
"Adam: oh scusa, mi son sbagliato non è la Calvin, anzi ti ho mentito e sai perchè?"
La ragazza tenendo ancora l'aria da sfida disse:
"Ragazza: sentiamo, perchè?"
E con aria perfida e maligna dissi ironicamente:
"Adam: volevo vedere la tua faccia quando avresti scoperto che sono io il coordinatore di classe, sorpresa! ora dimmi pure il problema interno della classe, dimmi pure dimmi pure!"
La ragazza spalancò per un momento gli occhi, notai benissimo che le era venuto il viso rosso e stava scendendo una goccia di sudore, subito lei girando lo sguardo disse:
"Ragazza: n...n...non è niente professore, ora devo andare, a...arrivederla"
Io con aria molto spavalda dissi:
"Adam: spero potremmo chiaccherarne di questo problema magari in consiglio di classe, ciao ciao!"
Conclusi dicendo tra me e me, mentre Braccia Secche si allontanava dal mio campo visivo:
"Adam: povera stupida, ora torniamo a casa valà"
Mi incamminai dal lato opposto che prese Braccia Secche per tornare a casa, e appena dopo due passi senti un auto frenare di colpo e poi un successivo tonfo preceduto da un rapido urlo femminile.
Subito mi girai per vedere cosa era successo e vidi che l'auto si era fermata e i due passeggeri si erano fermati a vedere lo spettacolo della persona presa sotto, io invece vidi due gambe apparire in basso alla sinistra di una delle due ruote, oltre che psicologo avevo pure il brevetto da primo intervento, accorsi subito per vedere cosa era successo e indovinate un po'?
Avevano messo sotto proprio Railey, subito le sentii il polso, il cuore batteva ancora, la misi nella posizione migliore per aiutare a farla riprendere, ma appariva svenuta per il botto, subito dissi ai due ragazzi che guidavano l'auto di chiamare un ambulanza, erano pietrificati dal terrore, si vedeva che era la prima volta che facevano un incidente, il tipo era talmente nervoso che non riusciva nemmeno a scrivere 118 sulla tastiera del suo telefono.
Non riuscivo a crederci il destino ha voluto che Railey ed io ci reincontrassimo per un incidente quasi mortale...ma il destino è stupido o cosa?
Dopo 2 minuti era arrivata l'ambulanza, Railey fu caricata dentro, sentivo che il mio lavoro era fatto, quando però uno dei paramedici disse:
"Paramedico: scusi lei è il marito giusto? non viene?"
Io risposi un po' infastidito:
"Adam: no non sono il marito, solo perchè l'ho soccorsa non vuol dire che io sia il marito, che le dice il cervello...comunque si vengo"
Il paramedico era confuso dall'ultima parte della risposta e mi fece salire sul retro dell'ambulanza e li vidi lo spettacolo che non solo non avrei mai voluto vedere, ma che non mi sarei mai aspettato di vedere: Railey era tra la vita e la morte e io ero l'unica persona vicino in quel momento, davvero fastidiosa.
Era tutta intubata, aveva attaccata una flebo, ed era attacata ad un macchina che costantemente faceva bip e segnava il suo battito cardiaco, inoltre aveva il viso davvero stravolto ed erano ben visibili delle chiazze di sangue nel vestito, una ferita che però il medico aveva medicato accuratamente prima; questa forse era l'inizio del nostro ravvicinamento? non ne sono sicuro, ma quell'immagine di Railey mi scuoteva l'animo in positivo, la guardavo e la guardavo durante tutto il viaggio, quando ad un certo punto notai che i suoi occhi chiusi tremavano ed emmetteva dei sibili simile ad una donna dolorante, io in quel momento feci una cosa che non facevo da molti anni, le afferrai la mano che si scorgeva da sotto le coperte del lettino dell'ambulanza e mentre stringevo quella mano dissi:
"Adam: andrà tutto bene Railey, sono qui, sono qui"
Il paramedico sentendo la mia frase mi diede una occhiata strana, non disse niente, mi accorsi del suo sguardo, ma non me ne importò niente, il mio sguardo restava sulla faccia di Railey, che mentre la tenevo per mano mostrava segni di rilassamento.
Arrivati all'ospedale subito portarono la barella fino a un reparto della quale non avevo sentito il nome, dove la curarono e le fecero riprendere coscienza, per poi portarla nel Day Hospital.
Avevo passato l'intero pomeriggio li ad aspettarla, quando alle 17.00 la portarono nel Day Hospital, stavo per entrare ma mi dissero che non ne avevo il permesso, così mi tocco aspettare fuori per un bel po' ammazzavo la noia con vari pensieri e leggendo qualche rivista, nonostante quelle riviste parlassero di tutto fuor che di quello che mi interessava era l'unico modo per ammazzare la noia.
Ormai era ora di cena, non mi era ancora concesso entrare, così decisi di andare altrove e feci un giretto per l'ospedale, passai per vari reparti, Oncologia dove vidi lo spettacolo di centinai di neo-madri che guardavano il figlio con un grande compiacimento, chi invece allattava il figlio, chi invece dormiva e infine la più strana fu una che tutta sola in una stanza piangeva, stavo per entrare per chiderle cos'era successo, in quanto psicologo e iscritto all'albo potevo tranquillamente farlo, però qualcosa mi disse che era meglio lasciarla sola durante quella fase della depressione post-parto.
Proseguendo la mia odissea per l'ospedale passai per Radiologia dove c'era una puzza orrenda, causata da non capisco cosa, proseguendo trovai pure Pneumologia dove c'era un inquietante silenzio, Cardiologia dove vedevo medici andare avanti e indietro e macchine che con tutti quei bip sembravano impazzite, addirittura un dottore scambiandomi per un medico cercò di trascinarmi dentro la stanza dove c'era uno alla quale il cuore si era fermato e dovevano rianimarlo, poi arrivai al Reparto di rianimazione, questo posto era pieno di gente in lacrime e preoccupate, una donna persino mi afferrò per un braccio e mi strinse forte a lei e diceva:
"Signora: si salverà, ti prego mi dica che si salverà, oddio!" e io subito mi liberai dalla presa della signora e scappai; infine non capendo neanche come mi ritrovai da dove ero partito  in quel momento mi chiesi solo:
"Adam: aspetta...ma se ho sempre camminato dritto...come sono arrivato qua?" In quel momento mi ritrovai disteso sulla panchina appena fuori dalla stanza di Railey, mi ero addormentato e il mio giretto era stato tutto uno strano sogno, non ero laureato in psicoanalisi e quindi non sapevo tradurre i sogni, ma a prima impressione quel sogno mi apparriva un sogno senza senso, esattamente quello che state pensando voi ora, a svegliarmi fu una infermiera che mi disse:
"Infermiera: lei deve essere il marito giusto? la signora ora sta bene, i valori si sono stabilizzati, ma ora sta riposando, può entrare a vederla ma non la svegli grazie".
L'infermiera si allontanò di fretta correndo in quanto la chimarono per un emergenza e mentre scappava via io dissi urlando:
"Adam: Non sono il marito!..." ma ovviamente non mi sentiva e così alzandomi e dirigendomi un po' gobbo verso la stanza di Railey dissi a bassa voce tra me e me:
"Adam: ma cos'hanno i medici che non va..."
Entrato nella stanza, c'era lei e solo lei su una stanza da 2 letti, era li davanti ai miei occhi e questo sembrava proprio l'ultimo atto dei miei anni di odio verso quella donna, in quel momento appena entrato rimasi in piedi a fissarla e ricordarmi di tutte le belle cose fatte insieme di quei 4 anni favolosi e del bene che lei aveva portato nel mio animo, un animo frastagliato, poi sereno, ora di nuovo frastagliato e tra un po'...chissà, fatto sta che dopo aver smesso con questa serie di flashback da in piedi, presi una sedia e mi sedetti alla sua destra.
Le luci erano spente e davanti a me c'era solo una finestra un po' malandata dalla quale scorgeva un raggio di luna, erano le 20.00 di notte, il mio stomaco brontolava, non avevo ne pranzato ne cenato, mentre ero seduto continuavo a guardarla e a pensare a lei; quando, ad un certo punto senza motivazione, mi scesero delle lacrime dal viso, poche ma significative, forse avevo finalmente capito quanto avevo sbagliato, era vero lei è stata la donna che ho sempre amato e mi ha pure testimoniato contro in tribunale, ma in fondo perchè mai devo giudicare una persona da un'azione fatta molti anni fa, e poi non è stata di sicuro la sua testimonianza a farmi finire in prigione ma quella di tutte le altre persone a me care che si rivelarono cani, fu l'insieme, è vero che lei era la persona dalla quale mi sarei aspettato tutto fuorchè un tradimento del genere, però ora che ricordo, la sua non fu neanche una vera e propria testimonianza contro di me, diciamo che furono più delle frasi che disse non con vera intenzione, ma frase estirpate fuori dall'avvocato della difesa, estirpò parole che apparivano ostili e critiche nei miei confronti, ma sei forse Railey non le voleva mai dire e io non le ho mai lasciato l'occasione per scusarsi e lasciarsi spiegare. Anche mentre mi stavano portando in prigione voleva spiegarmi qualcosa ora che ci penso e io rinnegai sempre la sua voce, ci credo che non voleva cercarmi, l'imbarazzo era troppo grande e temeva di continuare a soffrire per il mio rifiuto; e poi Adam, questa ragazza dopo il tuo...brutto fatto, non ha avuto altre storie amorose, questo è tipico delle persone che hanno rimorsi, lei mi ama ancora, mi ha sempre amato, ma l'unico stupido qui sono stato forse io, che con i miei dubbi e i miei mali pensieri non ho fatto altro che scavarmi la mia stessa fossa di maledetto odio e di enorme rabbia; se tutto questo è vero allora sono io che sono in errore e Railey sarebbe solo l'angelo buono consigliere che non ho mai ascoltato e ne ho mai voluto ascoltare negli ultimi attimi prima di finire in prigione e nell'ultimo mese.
Questo era il lungo pensiero pieno di risposte ma anche dubbi che stringeva la mia testa e faceva scendere lacrime dal sapore amaro dai miei occhi.
Piangevo in silenzio trattenendo il maggior numero di lacrime possibili, non piangevo da ormai chissà quanti anni, ma ecco che ad un certo punto, nelle mie mani caldi sentii arrivare un gelo, una stretta dolce e amorsoa ma allo stesso tempo un po' fredda, era la mano di Railey, sentendomi piangere si era svegliata, aveva lo sguardo felice, gli occhi socchiusi che non mi permettevano di capire verso dove la pupilla guardava, la mano era leggera e mi sfiorava le nocche con dolcezza, una sensazione davvero bella che non provavo da anni, intendo dire questo senso di piacere, una mano così piccola appariva come un grande rifiugio dalla mia malinconia.
Railey con movimenti leggeri girò la testa verso di me e guardandomi nel volto, che nel frattempo avevo asciugato rapidamente dalle lacrime pulendole nella mia giacca marrone che non avevo tolto neanche un secondo dall'inizio della giornata, disse sussurrando:
"Railey: Adam...sei qua..."
In quel momento sorrise ancora di più e io dissi fingendo il mio solito modo di fare davvero sarcastico che in quel momento tornava utile solo per nascondere l'imbarazzo di esser stato beccato a piangere come un bambino delle elementari dopo una rissa tra compagni:
"Adam: no non sono qua, sono solo un apparizione dovuta agli anti dolorifici..."
Railey in maneira quasi comprensiva, continuando ad accarezzarmi le nocche della mano disse:
"Railey: perchè vuoi ancora nasconderti dietro quella maschera? ora siamo soli, cosa temi?"
Sbuffando in maniera arrendevole dissi:
"Adam: hai ragione..."
"Railey: bene...ma...dimmi, perchè s..."
La interruppi perchè sapevo già cosa voleva domandarmi e dissi:
"Adam: sono qui, per....credo per un senso del dovere, eri li a terra morente e...odio o meno, non potevo non aiutarti e poi..."
In quel momento mi interruppi, non volevo dire nient'altro, finche Raiely non disse:
"Railey: te...lo ripeto, siamo soli...non aver timore...dillo"
Presi fiato e poi dissi in maniera davvero serena e dolce:
"Adam: la verità è che mi sei mancata molto"
Railey sorridendo mi disse:
"Railey: Adam....perchè?...perchè? hai scelto di vivere nella continua tristezza e nell'odio...invece che cercare la felicità esprimendoti...invece che chiudendoti?"
Io facendo un po' di ironia sul passato dissi:
"Adam: hey, ero e son sempre stato io il saggio, non serve che mi dici cosa fare, ho vissuto bene negli ultimi reprimendo le emozioni"
"Railey: ne...sei veramente sicuro?"
In quel momento come tanti flashback mi vennero alla mente gli anni di tristezza passati nel rancore e di quanto Railey avesse ragione, nonostante sia la persona più misantropa di tutta Selice, sono una persona qualunque, e forse era veramente ora di smetterla di fare così, e in quel momento l'unica cosa che mi venne da dire:
"Adam: beh, ti dirò, è vero sono triste, rabbioso, cinico a votle una vera testa di cazzo, ma ciò non vuol dire io debba cambiare, credimi ho molti motivi per cui nella mia vita sono triste e rabbioso e fidati, non sei solo te l'unico motivo che mi ha reso così negli ultimi anni, Railey, te non hai capito cosa mi sta succedendo adesso? no vero? sto provando compassione per te, non sono cambiato ho solo capito che non si vive di sola rabbia e odio, ma c'è altro...vorrei tu fossi quel "altro" che sei sempre stata e ho perso da tempo"
Railey, da un sorriso passò ad un vero e proprio riso e con ironia disse:
"Railey: questa è la dichiarazione più schifosa che potevi inventarti dopo anni che non ci vediamo"
Io invece ridendo di me stesso dissi:
"Adam: beh, ho un repertorio piuttosto striminzito vero, ma il senso resta no?"
E Railey disse smettendo di ridere:
"Railey: e quale sarebbe il senso sentiamo?"
Presi fiato e le diedi un lento ma significativo bacio sulle labbra con la luce della luna soffusa che illuminava il mio volto e il suo volto che si reincontravano dopo tanto tempo in un lieve bacio a stampo e le dissi:
"Adam: che ti ho amata, ho finto di odiarti e ora ti amo ancora come un tempo"
Railey mollando un sospiro tra il rilassamento e una piacevole malinconia disse:
"Railey:anche io, e pensare che ho aspettato 18 anni per sentirmi dire di nuovo, ti amo da te".
"Adam: beh, eccoti accontenta, no?"
In quella notte, la più romantica dei miei anni, rimasi tutto il tempo a chiaccherare con Railey, parlammo e parlammo fino a quando tutti e due non fummo sul punto di addormentarci, ma appena stavo per addormentarmi ecco che accadde qualcosa di strano, senti la voce dell'infermiera che disse:
"Infermiera: scusi signore, si svegli, sinogre..."
A quel punto mi svegliai di sobbalzo, ero fuori che stavo aspettando sulla panchina per poter entrare per vedere come stava Railey, è stato tutto un ulteriore sogno; a quel punto tra me e me dissi:
"Adam: cavolo no!"
Invece, l'infermiera guardandomi bene in faccia, con aria gentile disse:
"Infermiera: sua moglie sta meglio, ora è sveglia, può andare a visitarla, scusi devo andare via di fretta"
L'inefrmiera corse via altrove per un emergenza e io nella speranza che mi sentissi urlai:
"Adam: non è mia moglie! non sono il marito...oh al diavolo"
Subito mi alzai e decisi di entrare nella stanza, stavolta convinto che non era un sogno, erano le 20.00, appena entrai in quella stanza, mi si presentò Railey sul letto che guardava la tv, tutte le luci erano accese e c'era lei che appariva energica, ma era chiaramente stanca e dolorante.
Appena Railey mi vide mi sorrise, mentre io a testa bassa le diedi un occhiata ed emanai un lieve verso, un saluto timido direi; presi una sedia e mi sedetti vicino a lei mollando un sospiro, ci guardammo per qualche secondo finchè, non dissi levando ogni imbarazzo:
"Adam: allora....come stai ora?"
Railey assunse un tono davvero sereno come se niente fosse e disse:
"Railey: non così male quanto sembra"
Entrambi restammo per un po' a fissare altrove senza parlare, di sottofondo c'era un conduttore di un game show, la quale voci si zitti subito in quanto Railey aveva spento la TV e nello stesso momento disse:
"Railey: mi hai salvato tu vero? se si...perchè?"
Io presi fiato e a mani giunte che coprivano la bocca la guardai e dissi:
"Adam: che ti aspettavi che ti avrei lasciato li morire?"
"Railey: beh sai...dopo il mio errore di rivelare la storia della prigione a tutti i tuoi compagni credevo che riparlarti o aver a che fare con te sarebbe stato impossibile"
Mollando un risolino dissi:
"Adam: ma figuarti, ormai se ne sono già dimenticati che sono andato in prigione, tranne pochi casi che continuano a farmi domande..."
Rimanemmo un'altro po' in silenzio finche per sciogliere il ghiaccio lei non mi chiese:
"Railey: e così ora lavori come professore, chi l'avrebbe detto, hai sempre aspirato a lavorare in un ospedale o gestire un tuo studio raccontami un po della carriera che hai fatto"
"Adam: beh, uscito di prigione ho conseguito la laurea, poi ho trovato posto come psicologo scolastico in una scuola elementare dove ci son rimasto circa 7-8 anni, poi ho avuto un piccolo periodo da disoccupato, e ora ho trovato un posto come professore, te invece? cosa ti ha spinto a ritornare pure a te nella stessa topaia di scuola?"
Railey sorridendo disse:
"Railey: topaia ahah, comunque, ho avuto una quasi improvvisa passione per la matematica da quando sei finito in prigione"
"Adam: capisco capisco"
 Rimanemmo un'ulteriore volta ancora in silenzio, non sembra ma è abbastanza interessante come il destino ci abbia quasi costretti a parlare, fino a quando Railey non disse la cosa che meno mi aspettavo mi avrebbe mai detto o per lo meno capito.
"Railey: so che hai una domanda, ti vedo che non desideri altro che chiedermi quella domanda, ora ne hai l'occasione, avanti chiedi"
Prima risi, in quanto ero stato beccato, poi sbuffai, di seguito presi fiato di nuovo tolsi le mani da davanti la bocca, mi asciugai la fronte e mettendo le mani strette a pugno sulle ginocchia dissi ciò che da tempo volevo chiedere:
"Adam: ok ma si onesta...perchè testimoniasti contro di me quella volta?"
Railey buttando la testa sul cuscino e guardando in alto disse:
"Railey: sono stata sciocca e confusa, mi son lasciato trascinare dalla concretezza delle prove invece che nella fiducia che riponevo in te, è stato un errore, inoltre...lo ammetto avevo paura a difenderti, sono stata solo una stupida, mi spiace"
"Adam: ora capisco....beh Railey, io ora devo andare,  si è fatto tardi e...ho fame, beh ci vediamo, guarisci presto, ci rivederemo fuori da qui"
Railey tutta stupita disse:
"Railey: come sarebbe a dire ci rivediamo fuori?"
"Adam: beh, ormai ho capito tutto, perchè dovrei ancora odiarti? ci vediamo"
Railey in quel momento mi guardo sorridendo, mentre io me ne stavo andando a casa, convinto che ciò che avevo fatto era la scelta giusta, finalmente la mia anima si era quasi del tutto messa in pace sulla questione Railey, non restava che vedere come sarebbero andate le cose ad quel maledetto Ottobre.



|------------------------------|

"Note dell'Autore: Wow...essendo che sono arrivato al 5 capitolo e da qui partirà una grande svolta della storia ho deciso di dedicari ai miei pochi lettori uno speciale, quindi vi presento in forma grafica i personaggi principali della storia (no mi spiace le donne non sono nude e nemmeno gli uomini se qualcuno di voi è ninfomane o amante degli hentai...mi spiace)"

Adam: (Immginatevelo con meno barba, non ho potuto far altrimenti cavolo!)

Railey:

Eveline:

Kirk:

Demetria:

Lars:

Ronald:(non sono riuscito a rendere molto bene l'effetto vecchiaia ma non ho trovato altro modo, mi spiace)


|--------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: Famiglia al Primo Posto, col Cavolo! ***



CAPITOLO 6: Famiglia al Primo Posto, col Cavolo!

Erano passati 2 giorni, questo giorno volevo tornare a trovare Railey in quanto non era ancora uscita dall'ospedale, colpa dei medici incompetenti che non la lasciavano andare per motivi a me ignoti, ma di sicuro sono analisi costose in più ed inutili, così di mia spontanea volontà volevo andare a trovarla per chiederle come stava e poi dopo molti anni sentivo che qualcosa per lei stava tornando, una grande simpatia quella che provavo un tempo ma ora come ora non è proprio esattamente come un tempo.
Quella mattina era mercoledì, perciò avevo il giorno libero, e subito incominciai a vestirmi per andare a fare colazione al bar, come ogni giorno.
La strada quel giorno mi sembrava davvero corta, sarà perchè ero senza preoccupazioni in quanto il giorno libero era, ovvimante, il mio giorno preferito della settimana, più della domenica, mi piaceva molto il concetto di starmene a casa un giorno alla settimana mentre molti altri lavorano e si fanno il culo; in quel periodo dell'anno cominciavano a cadere molte foglie dagli alberi, foglie rosse e foglie gialle, era ormai pieno autunno, l'autunno è una stagione crudele, piena di angoscia, malinconia, tristezza e per molti solitudine, ma invece paradossalmente per me era una stagione di ricrescita, la mia vita forse lentamente stava riprendendo un'altra nuova via, una cosa era certa in quei 2 giorni non sentii solo la mia solita rabbia, la mia solita tristezza, cominciavo a sentire nuove emozioni come la felicità momentanea che ti colpisci per pochi secondi; così in quella triste strada d'autunno feci una cosa che non facevo da molto tempo, giusto perchè mi sentivo in vena, la strada era deserta in quel momento così colsi l'opportunità e avvistato il primo palo, ci appoggiai le mani e feci un capogiro in senso antiorario facendo ballare il cartello stradale che era malfissato, quella giravolta mi portava indietro nel tempo a quando ero un adolescente spensierato, ogni tanto tutti noi dovremmo far così, pure i più misantropi come me.
Finito il capogiro ripresi a camminare normalmente, non sorrisi e non mostrai emozione, non tanto perchè non volessi esprimerla, ma più che altro perchè mi accorsi che mentre giravo dall'incrocio prima del Bar da Rinos era spuntata fuori una anziana che in quel momento mi stava guardando malissimo, ma avrei fatto anche io così, lo spettacolo di un 40 enne barbuto che si diverte a "ballare" con un palo è una cosa molto promiscua e imbarazzante per chi la fa.
Arrivato al bar mi lasciai ogni pensiero e apri lo stomaco ad accogliere il solito caffè lungo e la brioche alla crema; quel giorno al bar c'erano solamente Lars, Demetria ed Eveline, era strano che Ronald e Kirk non ci fossero, loro erano sempre lì in quanto fancazzisti, specialmente Ronald.
Fui accolto da un coro di "Ciao Adam" che mi apparì diverso dal solito, forse ero io.
Appena mi sedetti dissi:
"Adam: Salve, compagni" in quel momento non mi accorsi di cosa avevo detto, anzi a dire il vero me n'ero accorto ma non ci davo molto peso, era un giorno tra il felice e il normale e per me era quasi normale esser così; ma per qualcun altro non lo era: Demetria mandò giù velocemente il sorso d'acqua che stava bevendo, mentre Lars che leggeva il giornale lo stava mettendo giù, invece Eveline che con un panno stava asciugando una tazza mi guardava fissò negli occhi in maniera quasi impaurita e fu lei la prima a dire
"Eveline: compagni?"
"Adam: si, beh è quello che siete no? miei compagni...di bar...siamo compagni di bar no?"
Demetria invece subito disse:
"Demetria: wow, cosa ti succede oggi Adam?"
Lars senza darmi tempo di rispondere disse:
"Lars: a...anche io..s...sono tuo...hem...hem...compagno?"
Io invece sbuffando in quanto il mio momento di felicità-normalità era appena stato distrutto dissi riprendendo il mio solito tono scorbutico
"Adam: ma niente non mi sta succedendo niente, cos'è solo perchè son veritiero sono strano e comunque Lars, no non ti sopporto come sempre, comincerò a farlo forse quando risolverai la tua leggera dislessia e i tuoi lapsus da dodicenne che si trova a baciare per la prima volta una donna"
Eveline mollando un fiato di sospiro disse:
"Eveline: fiu...per fortuna credevo ti avessero fatto una stregoneria, ho avuto paura, ma in realtà è tutto normale, sei sempre il solito stronzo..."
"Adam: zoccola che mi fa il caffè...approposito, prendo una brioche e un caffè lungo"
"Eveline: la tua "zoccola" te lo prepara subito...maschilista da 4 soldi..."
Ignorando le offese di Eveline, soffiai da sotto il naso il giornale a Lars, il quale come al solito non aveva le palle per rispondere alle mie offese e cominciai a leggerlo, indovinate cosa era accaduto? niente di niente se non omicidi, economia che va a puttane, e politici indaffarati a far finta di fare qualcosa per l'Italia.
Demetria invece finendo il caffè mi chiese una cosa:
"Demetria: approposito, oggi è il tuo giorno libero giusto?"
"Adam: si, perchè?"
Demetria disse, girando la sedia verso di me che ero tutto intento a leggere il giornale:
"Demetria: vedi avrei bis..."
Io che avevo capito cosa stava per chiedermi dissi:
"Adam: oh no, non ci provare oggi pomeriggio sono già impegnato, ho cose importanti da fare"
Eveline dandomi il piatto con la brioche e la tazza con il caffè disse ridendo:
"Eveline: e sentiamo un po' cosa mai avrebbe da fare un poveraccio come te di così importante?"
Di norma non avrei risposto a una domanda del genere fatta da lei, ma giusto perchè avevo voglia di farla rosicare un pochino dissi con tono molto beffardo:
"Adam: devo andare a trovare una donna all'ospedale!"
"Demetria: che quella che ti ha testimoniato contro?"
Io colpito dall'aruguta botta di fortuna che riscontrai nelle parole di Demetria dissi ingenuamente senza accorgermi che così avrei rivelato tutto:
"Adam: cosa? come fai a saperlo che vado da lei?"
In quel momento buttai la faccia sul tavolo in quanto mi ero accorto della figura di merda, inoltre ero vicino a due donne, anzi, a due "ragazzine adolescenti" e io sapevo cosa mi sarebbe toccato subire...
"Eveline: cosa? ti piace ancora? vuoi andarla a trovare solo per provarci"
"Demetria: io invece la trovo una cosa romantica, nonostante le avversità alla fine l'amore vince di nuovo"
Intanto da una posizione del tipo: Eveline e Demetria che parlano con me, si passò ad Eveline che parlava con Demetria e viceversa, mi ero liberato per un momento dalle grinfie e in quell'istante Lars che si trovava vicino a me ed era rimasto colpito dal fare da oche incantate di Demetria ed Eveline mi disse, sussurrando all'orecchio:
"Lars: m..m...mai vista s...scena più...più ridicola alla...la..la loro età"
Io sussurrando all'orecchio di Lars dissi:
"Adam: è la cosa più intelligente che ti abbia sentito dire, bravo"
Finito il discorso, mi misi a sorseggiare il caffè e a mordere la brioche per poter scappare il prima possibile da questa scena ridicola, quando però vicino al traguardo Eveline disse:
"Eveline: sai Adam, potresti portarli dei fiori, dei cioccolatini, sai, alle donne piace sentirsi un po' coccolate ogni tanto"
"Adam: divertente...sei una donna dai facili costumi, le tue realzioni durano poco e arrivano non oltre al sesso, e parli di romanticisimo?"
Finii la frase addentando l'ultimo boccone, stavo per alzarmi ed andarmene, quella mattina volevo cominciare a correggere il compito di psicologia della 1^C, quando appena mi alzai, presi la mia solita giacca e lasciai 1 euro e 60 centisimi giusti sul bancone, accadde una cosa davvero insolita, entrò una persona nel locale, so che detta così sembra un'altra battuta riguardo il vuoto del locale, ma lo dico perchè quella persona era proprio lui...
"Adam: io vado ci vediamo gentaglia, aspetta un attimo...papà?"
"John: figliolo mio Adam, ti ho trovato finalmente come va?"
Disse ridendo e abbracciandomi mio padre, invece io ricambiai l'abbraccio ed ero ugualmente contento di vederlo e mollai pure io un lieve risolino
"John: Ti trovo invecchiato, ma sembra che tu non sia ancora troppo vecchio per abbracciare tuo padre"
Io con un po' di imbarazzo dissi:
"Adam: beh, non ti vedo da 11 anni ormai, mi sembra quasi naturale farlo, piuttosto come mi hai trovato?"
"John: è stato facile, son passato per casa tua credendo che tu fossi lì, ho incontrato Kirk è piuttosto invecchiato pure lui da quando suonavate insieme, diceva che ti stava riparando la doccia e mi ha detto che ti avrei sicuramente trovato qui"
"Adam: ma la mia doccia è apposto...comunque non importa, dimmi cosa ti ha portato a tornare nella vecchia, puzzolente e schifosa Selice?"
Mio padre smettendo di sorridere e con tono serio disse:
"John: volevo solo rivederti figliolo..."
Io invece ondeggiai la testa in avanti in segno che lo comprendevo, si creò un lieve silenzio, che fu subito sciolto da una mia insolita proposta:
"Adam: oh papà, volevo farti conoscere una parte dei miei amici"
e portandolo verso gli altri sfigati seduti là ad uno li presentai
"Adam: questo è Lars"
Lars un po' più agitato del solito disse:
"Lars: p...p....p...p...piacere signor N...N..Navarro"
John invece dimostrando sicurezza e senza timore allungò la mano gliela strinse e disse:
"John: piacere tutto mio giovanotto"
"Adam: questa è Demetria"
Demetria con sicurezza e molto volentieri allungò la mano e disse:
"Demetria: piacere signore"
Con tono molto allegro, in quanto Demetria era una donna, mio padre disse:
"John: ma il piacere è tutto mio signorina"
"Adam: questa invece è Eveline"
Eveline un po' con una faccia da ragazzina del liceo che incontra un uomo provocante disse:
"Eveline: molto, molto piacere"
John invece alla vista di Eveline tirò fuori la sua galanteria nascosta e le strinse la mano con dolcezza per poi tornare allegro e pimpante come prima e dire:
"John: santo cielo, mi permetta signora, lei è una bambola"
Tutta rossa Eveline disse:
"Eveline: grazie"
"John: Adam, perchè non mi hai detto che avevi trovato una cosa giovane e bella ragazza"
Eveline si mise a mollare un risolino per il complimento della "giovane e bella ragazza" ignorando il fatto che mio padre alludeva ad una relazione tra me ed Eveline, e io risposi a mio padre con tono scorbutico
"Adam: babbo, vedi di scendere dalle nuvole, lei è solo una zoccola che mi fa il caffè, ma credimi il caffè è l'unico motivo per la quale le darei dei soldi, e non è neanche un granchè come caffè..."
Eveline riprendendosi da un mondo immaginario creato in quell'istante disse:
"Eveline: nemmeno con tuo padre risparmi il peggio di te"
"Adam: si si sta zitta...andiamo papà, ti porto a casa mia, li potremmo parlare meglio"
John continuando a ridere disse:
"John: come vuoi tu Adam"
Stavamo per uscire quando mio padre si girò e stava per dire ai miei amici al bar una cosa che non volevo dicesse:
"John: Adam vi ha mai raccontato di quando allo zoo..."
Io subito lo afferri per la spalla e lo portai fuori dicendo:
"Adam: risparmiatela per i pensionati con la quale giochi a scacchi al parco ok?"
Arrivati a casa mia lo feci accomodare sul divano, Kirk non era in casa, ma meglio per lui, altrimenti avrebbe dovuto darmi molte spiegazioni riguardo la doccia e su cosa cavolo ci faceva in realtà a casa mia, ma questo ora come ora non era importante.
John, una volta seduto sul divano, mollo un respiro per la fatica dei 4 passi da casa mia al bar e subito asciugandosi la fronte da quelle 3 goccie di sudore create dalla "fatica" disse con in maniera semi-allegra:
"John: hai qualcosa da offrire al tuo vecchio?"
Io piuttosto sgarbatamente risposi:
"Adam: solo acqua vecchiaccio, non faccio quasi mai la spesa, piuttosto ora che ti ho presentato agli amici e ti ho tolto da quella situazione smettiamola con la recita del bravo padre e del bravo figlio, cosa sei venuto realmente a fare, tornare a Selice dopo 11 anni, dopo che la mamma è morta, dopo che ti dissi già che non volevo più vederti"
John con tono triste disse:
"John: volevo solo rivedere mio figlio, senti Adam, mi spiace davvero per tutto, ma quel giorno al tribunale non sono potuto venire per difenderti, scusa"
Io arrabbiato diedi un pugno sul tavolo e li urlai addosso:
"Adam: non dire cazzate, non è solo per quello che c'è l'ho a morte con te, sei sempre stato un pessimo padre, eri sempre via per lavoro, mi ha cresciuto praticamente solo mia madre, il giorno della mia maturità non c'eri, quando avevo deciso di presentarvi la mia ragazza non c'eri, quando mi sono trasferito c'eri, a casa tua, non a casa mia alla cena d'inaugurazione, quando c'era il processo non c'eri, quando sono uscito di prigione non c'eri, l'ultima volta che ti ho visto era alla mia laurea, non sei nemmeno venuto al funerale di mamma, ti rendi conto, quella donna la hai sposata e non c'eri nemmeno al suo funerale, ok è vero avete divorziato 1 anno dopo che ero finito in prigione, ma era pur sempre la tua donna, sei stato sempre un padre irresponsabile e lo dimostri tutt'ora, sei persino superficiale nei tuoi pensieri maledetto bastardo"
John invece che tirare fuori argomentazioni a suo favore cercò in tutti i modi di scusarsi e disse precisamente così:
"John: lo so, hai ragione sono stato un padre merdoso, però lo sai bene che tutte le volte che ero via per lavoro, lo facevo per voi per mantenervi, dovevo essere più presente è vero, e a volte lo ammetto ho pure approfittato delle piccole occasioni per allontanarmi da te e da mamma, però, ora son cambiato mi son accorto solo da vecchio di quanto sia stato stupido, egoista e ingenuo da giovane, son venuto qui per scusarmi, con le serie intenzioni, sono pur sempre tuo padre Adam"
Ero sul punto di cedere, quando però mi tornarono altri immagini alla mente e dissi subito riprendendo un tono arrabbiato:
"Adam: cambiato? non sei mai cambiato, dicevi ogni volta che tornavi a casa che eri cambiato, girando in continuazione al lupo hai perso sempre più la mia stima e la mia fiducia, come pensi che ora ti tenda la mano, e mi ricordo bene la prima votla che dissi questa frase: 8 ottobre, il mio compleanno, il mio 9°compleanno, me lo ricordo perchè rimasi tutto il tempo fuori dal cancello ad aspettarti con il regalo, convinto che tu saresti arrivato, ma non sei mai arrivato e mi son perso tutta la festa, e il giorno dopo tu arrivasti senza regalo e mi arrabbiai con te per 1 mese, dimmi, dov'è la mia nave dei pirati da 8.000 pezzi della lego? eh dov'è?"
John in quel momento non sapeva cosa dire, se non che altri scusa, io invece rimasi sulla mia posizione di rabbia e dissi:
"Adam: basta te i tuoi scusa inutili mi hai stufato, esci fuori da casa mia ho altro da fare"
John si alzò e con tono arreso mi guardò con i suoi occhi che in quel momento era luccicanti dalle lacrime che stavano per uscirli e mi disse:
"John: comunque sappi...che era vero non sono andato al funerale della mia Judy, però sono rimasto il giorno dopo in cimitero per 2 ore a piangere e ogni 2 mesi le porto sempre delle rose"
"Adam: resti sempre e comunque il solito irresponsabile...lo vedi non hai nemmeno capito niente del funerale, non volevo che tu ci fossi al funerale perchè era la mamma, anche per quello sì, ma principalmente perchè volevo che tu mi sostenesti in quell'occasione, volevo che tu ci fossi per me oltre che per la mamma, vattene...e stavolta non ritornare, però abbi la certezza che almeno io al tuo funerale ci sarò"
John se ne uscì dicendo con una lacrima che li scendeva dall'occhio sinistro:
"John: stasera ho il volo per Roma, ci vediamo Adam, anzi...addio"
John se ne uscì chiudendo piano la porta e mi abbandonò ai miei pensieri, non avevo ormai più voglia di correggere i compiti aspettai l'ora di pranzo, dove stavotla mi sarei davvero cucinato da me, non avevo voglia di uscire a pranzare e spender soldi, mi sarei fatto una semplice pasta al pomodoro.
Finito il pranzo, erano le 14.00, decisi di farmi un pisolino per poi andare alle 16.00 a trovare Railey; mi stendetti sul letto, ma quel giorno mi fu più difficile prendere sonno, più del solito, qualcosa dentro mi rattristava, forse ero stato davvero troppo cattivo con mio padre, ma era giusto così, quel vecchio non poteva tornarsene qui convinto che lo avrei perdonato e avrei fatto finta che non siano mai esistiti tutti gli anni passati a soffrire a causa sua.
Alle 16.00 ero più bello e pronto che mai pera andare a trovare Railey, dopo la riposata che alla fine si protrasse tra le 14.50 fino alle 15.30 mi ero pure tolto parzialmente dalla testa mio padre, ed ero pronto ad andare a trovare con Railey con la stessa allegria con la quale era cominciata la giornata; quindi eccomi qui davanti all'ospedale alle 16.20,  solo 10 minuti in anticipo rispetto all'orario di visita.
Quei 10 minuti li passai fuori sulla panchina dove l'altra volta mi addormentai, aspettando che la dottoressa mi desse il permesso di entrare.
Passati i minuti uscì la dottoressa e mi disse:
"Dottoressa: ora può entrare a vedere sua moglie"
Io piuttosto stufo di questa situazione dissi alla dottoressa:
"Adam: senta diffonda il messaggio per l'ospedale, sono un cinico, bastardo, sadico e single, quella donna, non è mia moglie, mi dia quella cartella che tiene in mano e mi lasci scrivere che non è la moglie di nessuno quella donna, cavolo è solo un'amica tanto difficile da concepire o è troppo complesso? persino le infermiere in burnout sarebbero più capaci di afferrare un concetto simile, ma no, voi medici di base siete troppo stupidi per afferrare un concetto simile, il vostro cervello non è allenato a recepire messaggi al di fuori di quelli del primario..."
La dottoressa molto offesa disse:
"Dottoressa: l...lei è un insensibile" e se ne andò a passo svelto stringendosi al petto la cartella come per cercare un punto di sicurezza e io dissi urlando:
"Adam: e faccio bene ad  esserlo!"
Appena entrai vidi Railey messa molto meglio rispetto ai 2 giorni successivi:
"Railey: Heila Adam, di cosa parlavi con la dottoressa?"
"Adam: Railey ciao, no niente di che solo questioni...mediche"
Mi sedetti sullo sgabello dell'altra volta, presi una cartella che stava sul fondo del letto, e la lessi e guardando le analisi dissi:
"Adam: beh, niente male, nonostante ti abbiano tirato sotto, non riporti fratture di nessun tipo, hai solo avuto qualche contusione, una sola costola incrinata, in compenso hai perso un bel po' di sangue...e qui dice che le tue condizioni sono stabili e che hai avuto una guarigione rapida...quindi, cosa ti tengono a fare qui?"
"Railey: analisi"
"Adam: lo avevo immaginato...solito ospedale scrocca soldi, piuttosto tu ti senti apposto vero?"
"Railey: di sicuro più apposto di quando ero morente..."
Io sorridendo dissi:
"Adam: vedo che abbiamo imparato il sarcasmo..."
Railey non rispose se non con un sorriso ricambiato, si creò un altro attimo di silenzio come l'ultima volta che fu interrotto da una cosa che mi ero ricordato di darle, così aprendo la giacca, tirai fuori dalla tasca interna un libro e dandoglielo dissi:
"Adam: ti ho portato, un libro, un libro davvero bello, lo leggevo sempre nei momenti di noia, "la nave di milliardari" non è male, ti consiglio di leggerlo, di sicuro è più interssante delle riviste squallide di gossip che circolano in questo postaccio"
Railey lo aprì con interesse e disse:
"Railey: grazie, ne avevo sentito parlare di questo libro, delle mie amiche lo recensivano davvero bene, lo leggero, grazie"
"Adam: beh, prego"
Si creò un altro attimo di silenzio, ma stavolta non c'era niente che creava sottofondo per rompere un imbarazzante silenzio, era strano come nonostante entrambi ci sentivamo più vicini rispetto al primo mese, da quando ci siamo reincontrati, ma ancora persistono questi attimi di silenzi che non riusciamo a coprire, dove entrambi vogliamo dire qualcosa, ma non sappiamo se dirla, quando Railey trovò il modo per rompere il silenzio un'ulteriore volta e disse:
"Railey: beh, cosa ti ha portato qui? avevi detto che ci saremmo rivisti quando sarei uscita"
Io sorridendo dissi senza troppo impaccio:
"Adam: beh, lo ammetto avevo voglia di vederti e di vedere come stavi, son contento di sapere che stai bene, piuttosto che mi racconti di interessante?"
"Railey: che qua il cibo fa pena, era persino più brava mia madre, e se lo dico vuol dire che sono disperata"
"Adam: ah si tua madre, l'ho incontrata in ospedale ancora a Settembre"
"Railey: e cosa ti ha detto?"
"Adam: niente, praticamente mi ha riconosciuto subito e ci siamo salutati, ci siamo raccontati due cose a caso, poi lei è dovuta entrare dentro per la visita, io invece ero li con un amico"
Un complesso di bugie solo per non fare figure di merda, e lei al tutto aggiunse:
"Railey: mi ha pure raccontato che un pazzo ha cominciato a sbraitarli contro e insultarla, gente fuori di sè"
Io ridendo dissi:
"Adam: poveri dementi!"
"Railey: te invece che mi racconti?"
Presi fiato e mi ritrovai a fare una scelta, le racconto di cazzate varie, oppure cerco di restabilire un contatto con lei, uno più profondo e avrei cominciato a parlare di cosa mi andava storto, volevo esser cauto nel tutto e non sembrare da subito invadente così optai per dirle quattro cavolate all'aria.
"Adam: ti racconto che oggi mi son messo a correggere dei compiti di psicologia, non ti immagini che fannulloni quella C, mamma mia, invece in matematica come vanno?"
Railey ridendo disse:
"Railey: in matematica quella della 1^C non sono messi male, ma malissimo, spiego le cose come se stessi parlando a dei bambini delle elementari e loro mi fissano come dei pesci e con la bava alla bocca penzolante, una immagine da vedere"
Io ridendo all'unisono con lei dissi:
"Adam: posso immaginare, che generazione di decelebrati..."
"Railey. vero"
Alla fine tra un silenzio e l'altro restammo a parlare insieme fino alle 18.00 di sera, ci raccontammo di tutto e di più e alla fine finimmo pure per parlare di cosa avevamo fatto in tutti quegli anni che non ci siamo più visti e ci siamo accorti di quante cose ci siamo persi l'uno dell'altro.
Quando me ne andai, lei mi prese con quelle poche forze al collo e mi strinse in un abbraccio apparentemente amichevole e disse:
"Railey: Grazie di tutto, davvero!"
Io dissi invece senza abbracciarla in quanto ero rimasto un po' scosso da questo:
"Adam: f...figuarti, io ora devo andare, se esci vieni a trovarmi, altrimenti...torno io ok?"
"Railey: ok ciao!"
Uscito dall'ospedale era ormai sera, ero stanco, ma molto allegro, tutto stava tornando come un tempo, lentamente quello stava diventando per davvero un autunno di rinascita, ma tornando per casa passai quasi accidentalmente nella via dove abitavo un tempo e li mi tornò in mente mio padre e il sorriso per aver rivisto Railey era scomparso ed era tornata rabbia e tristezza.
Tornato a casa sbuffando buttai le chiavi e il cellulare sul vaso porta oggetti, ma quando arrivai al salotto togliendomi le scarpe notai che tra il divano e il tavolo della cucina c'era un enorme pacco regalo con sopra un biglietto, avvicinandomi a quel pacco, presi il bigliettino e lo lessi diceva solo "Buon Compleanno, Adam. Tuo Padre".
A quel punto un po' stupito decisi di aprire il pacco e al suo interno trovai il vascello dei pirati della lego da 8.000 pezzi, quello che per il mio nono compleanno ricevetti; tutto ciò mi fece capire come infondo era vero che l'amore paterno se pur non evidente esiste sempre, e che forse questa volta mio padre non chiamava il lupo per finta, stavolta c'era davvero un lupo ed era lui stesso.
Decisi di non cenare, avevo di meglio da fare, così una volta aperto il tutto mi misi a costruirmi il vascello dei pirati che ho sempre desiderato da piccolo, pezzo per pezzo, sorriso per sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: Chi Vuole un Passaggio? ***



CAPITOLO 7: Chi vuole un passaggio?

Erano passati pochi giorni dall'ultimo incontro con Railey, ormai era la penultima settimana di Ottobre; passai per l'osepdale il giorno prima ma mi avevano detto che l'avevano mandata a casa, e non c'era a scuola ne ieri, ne oggi.
Era l'ultima ora di un Giovedì e avevo all'ultima ora la 1^E ed ecco che mentre finivo di spiegare come si differenzia una scoperta psicologica partendo dalla ricerca per poi arrivare alla pratica, cioè a quando tutto ciò che si è scoperto viene applicato nella vita reale; quando un alunna mi chiese:
"Alunna: scusi professore, vorrei sapere, lei sa come mai la prof. Railey è assente?"
Io molto scocciato dissi:
"Adam: scusi signorina Barbuta, mi sa dire perchè interrompe la mia lezione?...riprendiamo prima che in un impeto di rabbia decida di convertire le sedie in aste appuntite e i banchi con i tavoli del Bar dove pranzo...lo so, non sembra una minaccia, ma non avete visto lo schifo di quei tavoli, credetemi la cameriera è un incapace...ma ora torniamo a noi, allora stavo dicendo?...ah si, il 3°metodo con la quale si studia un fenomeno, e qui si arriva al fulcro, è l'esperimento, dove di solito prima c'è una raccolta di dati che si fa tramite test quali quelli...proiettivi, come il test delle macchie di Rorschach oppure usa i test psico-attitudinali, come l'MMPI, ovvero sono test dove c'è una serie di domande dove la persona è costretta a rispondere in un dato modo e dalle risposte che da si riesce a capire le caratteristiche della personalità della persona e anche, ma questo è un secondo scopo che è più facile trovare in altri test, ovvero aiutare nell'indirizzamento scolastico e universitario; invece l'altro modo oltre i test, è il colloq..."
In quel momento fui fermato da una mano alzata e io bloccandomi dissi:
"Adam: cosa vuoi  Faccia Ottusa?"
"Faccia Ottusa: mi può dire la sigla dell'MMPI?"
"Adam: no, cercatela a casa"
Ad un certo punto vidi un'altra mano alzata, era Carlotta, se non vi ricordate chi è Carlotta, è la ragazza che il primo giorno di scuola mi ha dato del despota e io decisi di darle il diritto di esser chiamata col suo vero nome.
"Adam: dimmi pure Carlotta?"
"Carlotta: scusi prof, potrebbe dirmi la sigla dell'MMPI?"
"Adam: ma certo: è Minnesota Multiphasic Personality Inventory, allora, come dicevo...l'altro modo è il colloquio e si suddivide in coll...che c'è Faccia Ottusa?"
La mano di Faccia Ottusa era di nuovo alzata e disse:
"Faccia Ottusa: come mai a Carlotta ha risposto e a me no, tutto questo non vale"
Io facendo finta di piangere per imitare Faccia Ottusa dissi:
"Adam: mamma, il professore è cattivo, mi vuole mangiare..." poi riprendendo la mia espressione di serietà misto arrabbiatura dissi:
"Adam: senti un po' il mondo è crudele la fuori e io sono la minaccia minore, dimostrami di meritarti la mia stima come lo ha fatto Carlotta e poi ci ripenserò ok?"
"Faccia Ottusa: ma come, Carlotta ha solo detto che lei è un despota e improvvisamente le ha dato il nome"
Io sbuffando e mettendomi una mano sulla faccia dissi:
"Adam: ok, vediamo di tirare fuori dalla mia 24ore gli ultimi compiti, ti va di guardarli insieme?"
Faccia Ottusa stava per rispondere quando io lo precedetti dicendo:
"Adam: è una domanda Retorica"
Apri la mia borsa, presi un fascicolo con dentro i compiti fatti sia in 1^C che in 1^E, cercai il compito di Faccia Ottusa e quello di Carlotta e alzandomi li misi entrambi sul banco di Faccia Ottusa e tornandomene al posto dissi:
"Adam: guardateli fino alla fine dell'ora poi dimmi cosa ne pensi, basandoti sul fatto che Carlotta mi odia e mi reputa un despota e ha preso 9 1/2, mentre tu sei un maledetto cagnolino che se ne sta buono nella cuccia a frignucolare e poi al primo compito di psicologia...sulla...nascita della psicolgia, un argomento più difficile persino di Freud, oh sono sarcastico, mi hai preso 5-...sotterrati poi torna fuori quando avrai trovato un cervello e la voglia di studiare!"
Mi sedetti al mio posto, la classe era rimasta in silenzio, solo Carlotta e Julia sembravano avere uno sguardo felice, d'altronde erano le mie studentesse migliori, Carlotta ha preso 9 1/2 mentre Julia ha preso 8/9, e credetemi, non ho fatto preferenze, erano davvero brave e sembravano apprendere in fretta, mentre tutto il resto della classe si aggirava sul 7, 6, 5 e 4 come primo voto, tranne uno dei ragazzi che ha preso 8 +, infatti stavo pensando di promuoverlo a studente con nome, ma avrei aspettato ancora un po'.
Stava per finire l'ora quando bussarono alla porta ed entrò il professor Eric Linderson, mio collega di psicologia che si occupava delle classi: 1^A, 1^B e 1^D, lo conobbi per i corridoi, avevamo molte cose in comune, tranne il comportamento: amavamo entrambi il caffè senza zucchero, infatti è così che ci siamo conosciuti ad esser precisi, ha avuto una storia d'amore travagliata, vive in un bilocale, non ha moltissimi amici da frequentare, e reputa che la propria vita faccia schifo. Per il resto Eric è un uomo sui 43 anni, alto 1.77, barba ben rasata, capelli sembre ben tagliati e in regola di un color marrone scuro, un fisico atletico nonostante faccia una vita da sedentario da oltre 10 anni e si pone alla vita in maniera allegra e scherzosa con un grande senso di ironia, sarcasmo e capacità di auto critica, un tipo che mi ha affascinato da subito sopratutto perchè era l'unico con cui potessi parlare di psicologia, e poi era vero, la sua personalità coinvolgeva tutte le persone attorno...
"Eric: heila Adam brutto cane bastonato, senti dopo vieni con me a mangiare un boccone fuori?"
"Adam: non lo so, sai hai molti problemi con il tuo complesso di Edipo irrisolto, sicuro che la mamma ti lasci uscire?"
Il tutto fu accompagnato da una risata spontanea di entrambi noi due, e il tutto fu rotto da lui che disse:
"Eric: beh tanto lei è ormai in una casa di riposo da anni che mi scrocca soldi per vivere...schiattasse una buona volta...oh beh allora vieni o no?"
"Adam: no non sono io che verrò sei tu che verrai con me, ti porto a mangiare nel mio posto solito il Bar da Rinos, poi facciamo un salto a casa mia, prendiamo la mia macchina e torniamo qui per il collegio docenti che te ne pare?"
Eric ci stette un secondo a pensare e disse:
"Eric: al diavolo, ma sì vengo con te"
"Adam: ok a dopo, ti aspetto fuori da scuola, oh e se troverai gente strana lì, non serve studiarli si capisce a vista che non hanno gravi sintomi psicologici se non l'essere dei rompiballe"
Eric ridendo disse:
"Eric: lo terrò a mente, ti lascio al tuo rituale di tortura degli studenti pazzo sadico, ci vediamo"
Eric se ne uscì, io stavo per tornare a spiegare la lezione quando suonò la campanella e me ne dovetti andare.
Siccome era suonata volevo seguire Eric per andare via con lui, quando però all'uscita fui fermato da Faccia Ottusa che subito mi bloccò e mi disse:
"Faccia Ottusa: professore, voglio essere interrogato"
Io lo guardai in faccia, vidi che era abbastanza serio e sembrava avesse veramente voglia di far qualcosa per la sua situazione cominciata col piede storto, io guardandolo dissi:
"Adam: mi spiace, non faccio interrogazioni se non ogni 2 o 3 compiti scritti, beh, il prossimo compito dovrebbe essere per i primi di Novembre, studia e se prenderai un'altro brutto voto, ti prometto che sarai il primo ad essere interrogato se vorrai"
"Faccia Ottusa: grazie professore"
Faccia Ottusa se ne stava per andare, sembrava di fretta siccome stava correndo, ma io dissi:
"Adam: aspetta Faccia Ottusa!"
Lui subito si girò e guardandomi con occhi sereni mi fissava mentre io stavo per chiedergli una cosa:
"Adam: qual'è il tuo vero nome?"
"Faccia Ottusa: Gerrington Adam"
"Adam: bene omonimo, se prenderai oltre il 7 all'interrogazione o al compito ti chiamerò per nome"
"Garrington: Grazie.."
E se ne andò con la stessa fretta di prima, io invece guardandolo andare via mi scappò un sorriso che subito tornò il mio solito broncio.
Arrivato all'uscita andai con Eric fino al Bar da Rinos dove all'entrata fui accolto da Demetria Ronald e Lars che mi dissero un sonoro "Ciao Adam!"
"Adam: salve perdenti"
Subito mi sedetti su uno dei tavoli, invece che sedermi sul bacone come facevo di solito.
Appena i miei amici si accorsero della presenza di Eric e Demetria fu la prima a dire:
"Demetria: hey non ci presenti il tuo amico?"
"Adam: non ci vuole molto, Eric-Perdenti, Perdenti-Eric...ci voleva tanto?"
Eric ridendo si alzò e andando verso i miei amici andò a presentarsi e disse:
"Eric: ah, ma allora è così con tutti, io pensavo fosse così solo quando ricopre il ruolo sociale di professore, piacere Eric, lei è?"
Disse stringendo la mano a Ronald, il qual rispose:
"Ronald, piacere mio"
poi indirizzandosi verso Lars disse:
"Eric: piacere mi chiamo Eric"
Lars non strinse la mano ad Eric e disse:
"Lars: p...p...pi...piaaaa....piacere, mi chiamo L...L...Lars"
Io dissi a Eric da lontano che era perplesso di fronte a Lars
"Adam: Fa sempre così"
Eric guardando bene Lars disse:
"Eric: non esser sempre insicuro altrimenti cosa speri di raggiungere nella vita se ti poni dubbi e sei condizionato dalle tue paure?"
Dopodichè si indirizzo verso Demetria che disse un po' imbarazzata:
"Demetria: M...Molto piacere Eric, mi chiamo Demetria"
"Eric: il piacere è tutto mio Demetria"
Dalla cucina spuntò fuori in quel momento Eveline che appena vide Eric disse:
"Eveline: e questo da dove è spuntato?"
Io dissi accendendomi un cigarillos:
"Adam: è un mio amico, professore di psicologia nelle altre prime dove insegno"
"Eveline: beh signore, molto piacere, il mio nome è Eveline ma tutti mi chiamano Evi"
"Eric: molto piacere Evi, il mio nome è Eric"
Io ridendo dissi:
"Adam: Evi, ma molto spesso la chiamiamo zoccola"
"Eveline: Adam, non ora!"
Forse dovevo smetterla di presentare nuova gente ai miei compagni del Bar.
"Adam: ordino un hamburger e un insalata come la solito, da bere dammi mezzo litro d'acqua"
"Eric: pure io prendo la stessa cosa, tranne per l'acqua, Evi"
Eveline arrossendo disse:
"Eveline: vedrò di fare svelta"
Era chiaro come il sole che Eveline era rimasta affascinata da Eric, ma non avrei voluto sottolinearlo a Eric, anche perchè pure lui si era accorto di questo e aveva lo sguardo rivolto verso la porta della cucina, però lui nego tutto tentando di usare una frase abbastanza usata da molti:
"Eric: cavoli quella è pazza"
Io invece facendo un tiro del mio cigarillos dissi:
"Adam: si è sempre così" anche se avrei voluto dire altro.
Arrivati gli Hamburger finalmente si poteva mangiare io cominciai a mangiare senza esitare mentre Eric era tutto indaffarato a prendere un fazzoletto e metterselo come bavagliolo.
Boccone dopo boccone stavamo elaborando qualcosa da diric quando mi venne spontaneo chiedere:
"Adam: senti, dopo al consiglio dei docenti, di cosa si parlerà che non ho capito?"
Eric mandando giù un boccone di fretta con un sorso d'acqua disse:
"Eric: solite robe noiose, però da quanto ho capito sto anno si è messa pure in discussione una cosa piuttosto calda, cioè se fare le gite o meno"
"Adam: cosa? che diavolo salta in mente a quei pazzi?"
"Eric: non ho ben capito perchè staremo a vedere"
Io invece sbuffando dissi:
"Adam: ecco ora cosa diranno gli studenti di noi professori?"
Demetria che aveva ascoltato tutto disse:
"Demetria: non giudicare se non sai tutta la verità, magari è un motivo valido che ne sai?"
"Lars: g..g..già Adam"
"Adam: no no, ne sono sicuro è tutta una mossa dei soliti rivoluzionari di sinistra, no per loro non va bene questo non va bene quello, santo dio che rompiscatole quelle persone"
Ronald che fino a quel momento se n'era rimasto buono buono in disparte disse:
"Ronald: approposito Adam, più tardi dovrei andare a trovare mia figlia, sai ho deciso di farle quel discorso che mi hai consigliato di dirle un mese fa, mi son deciso oggi è il giorno, mi offri un passaggio si o no?"
Io che avevo appena ripreso a mordicchiare il mio panino dissi con la bocca piena
"Adam: va bene!"
Non feci tempo a mandare giù il boccone che Demetria mi disse:
"Demetria: ora che ci penso anche io avrei bisogno di un passaggio devo andare ad una cena di lavoro col capo e vari subordinati, la mia macchina è a riparare mi offri un passaggio vero?"
"Adam: hey ma cosa sono un taxi? è incredibile, i vecchietti non hanno la patente e scroccano passaggi, questo posso capirlo ma che impiegate di banca scrocchino passaggi, questo mi puzza di surrealtà...e vabene...ti offro un passaggio pure a te"
"Lars: A...a..."
Lars non fece in tempo a finire la frase che io dissi:
"Adam: te non ci sali sulla mia macchina, è troppo bella linda e pinta per farti salire..."
Eveline in quel momento senti la mia frase e se ne uscì ridendo e disse:
"Eveline: ho visto la tua macchina Adam, l'hai pulita quando l'ultima volta? prima o dopo la caduta del Muro di Berlino?"
Mentre Eveline stava ridendo sonoramente con tutti gli altri io dissi:
"Adam: no l'ultima volta che l'ho lavata è stata quando c'è stato un cliente diverso dai soliti, perciò ancora prima della caduta del Muro di Berlino, o forse era quando hai preparato un caffè buono? ah no aspetta è stata l'ultima volta che hai avuto una storia che non si fermasse al sesso, non mi piace viaggiare troppo nel tempo stiamo per finire negli anni ottanta...questo non è un bene"
Tutti quanti i miei amici scoppiarono a ridere come dei pazzi, tranne Eveline ed Eric.
Finito il pranzo andammo a casa mia a prendere la macchina, una volta saliti uscendo dal Garage Eric che era seduto in parte a me disse:
"Eric: cos'è sta puzza?"
"Adam: non lo so"
"Eric: ricorda molto...hai presente quando schiacci quegli insetti parenti delle cimice che all'inizio l'odore sembra piacevole però poi fa schifo"
Io fissandolo a occhi spalancati dissi:
"Adam: cosa stai dicendo?..."
"Eric: niente parti va"
Eravamo in macchina per strada quando Eric mi disse aprendosi in maniera seria a me:
"Eric: senti, secondo te...dovrei provarci con Eveline?"
"Adam: cosa? stai scherzando?"
"Eric: non lo so, forse è solo un colpo di fulmine ma quella ragazza, mi affascina per davvero, però io sono un uomo divorziato, non credo tu possa capire come siamo fatti noi, siamo indecisi, pieni di paure"
Io mollando un sorriso dissi:
"Adam: senti Eric, onestamente, buttati, Eveline è una preda abbastanza facile per gli uomini, ma ti conosco, anche se da poco, quasi come se fossi un amico di vecchia data, ne sono sicuro, col tuo comportamento l'affascineresti di sicuro, potrebbe essere la tua svolta esattamente come la sua, buttati, fidati!"
"Eric: grazie Adam..."
Arrivati alla scuola scendemmo dalla macchina e ci incamminammo verso l'auditorium dove si riunivano tutti i professori.
Una volta entrati scoprimmo di esser tra gli ultimi arrivati e appena ci accomodammo aveva già iniziato a parlare il preside della scuola, il signor Jonathan Berry, stava parlando dell'andamento iniziale della scuola e dei fondi disponibili quest'anno per le attività extracurricolari da organizzare quali, gruppo musica, gruppo teatro, e vari concorsi letterari quali "racconti in classe" un concorso per le classi seconde dove si fanno dei racconti propri che poi potrebbero venir premiati, e poi il "certamen lucretianum" cioè un concorso di traduzioni di versioni di lucrezio, scrittore latino; da quello che stava dicendo potevo dedurre che sia quando ero adolescente e sia ora, questa scuola con i fondi ci arrivava giusta giusta ogni anno, una vera fortuna.
Ecco che si cominciò a parlare del discorso gite:
"Berry: Ora, vorrei parlare dell'argomento gite, è venuto fuori che alcuni professori, come forma di protesta, vogliono abolire ogni tipo di uscita didattica, vorrei cercare di capirne di più, qualcuno potrebbe spiegarmi meglio?"
Si alzò un professore, credo un professore di Scienze e disse:
"Prof: Noi vogliamo fare questa protesta perchè non ne possiamo più delle condizioni con la quale ci mandano a fare gite, un tempo venivamo pagati per farlo e quello che spendavamo durante i pranzi e le cene nelle gite ci venivano ripagati, inoltre ora siamo pieni di responsabilità: se il ragazzo si ferisce ad un dito dopo per noi son cavoli amari, se il ragazzo fa il cretino in camera affacciandosi alla finestra e rischia di cadere è colpa nostra, noi vogliamo fare questa protesta in modo che gli studenti agiscano e facciano qualcosa, vogliamo non fare più gite dando la colpa così al governo e facendo così muovere le proteste degli studenti che cercheranno di difendere i loro e i nostri diritti"
Partirono una serie di applausi fragorosi, pure dal preside, alla vista di quella scena non potei non incazzarmi, e credetemi, ero davvero infuriato in quel momento.
Il preside disse:
"Berry: credo che la cosa migliore sia metterla ai voti, quin...scusi non avevo visto la mano alzata, dica pure"
Ero io che tenevo la mano alzata e il preside mi avevo dato la parola, così mi alzai in piedi e stavo per parlare, Eric che era vicino a me continuava a dire sottovoce:
"Eric: qualunque cosa tu stia per fare non farla Adam"
e io risposi:
"Adam: no no, ora mi sentono"
Presi fiato, e cominciai a dire:
"Adam: scusate, a tutti i professori che sono d'accordo con questa cosa avrei una domanda? ma da quale angolo del vostro cervello vi inventate tali stronzate? Siete fuori con le carte? Insomma fatemi ben capire, perchè qui non so se ridere o piangere davanti alla vostra demena, voi volete non fare le gite agli studenti per poi far si che loro protestino e sperate che poi voi riotterrete la vecchia paga per i professori che accompagnavano gli studenti in gita? Oddio, ma io non riesco a capire, ho vissuto per 5 anni in questa scuola quando ero ragazzo, ho visto molti adolescenti con questa storia delle proteste, scioperi e altro, però credevo fosse una cosa del tipo: durerà fino alla fine dell'adolescenza poi si daranno una regolata e metteranno la testa apposto, e invece no, mi ritrovo insieme a un gruppo di adulti che sono convinti che la loro protesta porterà qualcosa di buono; ok ora ascoltatemi attentamente, nel caso non vi fosse chiaro, al governo non gliene frega assolutamente niente di questo, se sentiranno questa notizia se ne fregheranno in maniera spavaldissima, cos'è credete di intimidirli con dei deficenti pieni di ormoni che non si ricordano nemmeno il loro giorno di nascita tra un po'? robe da pazzi, questa è solo la dimostrazione di come questo mondo stia andando a rotoli non solo per i giovani, ma pure per gli adulti.
Ora tornando all'interno vero e proprio delle gite, perchè mai, dovremmo rinunciare tutti ad accompagnare gli studenti in gita, quando c'è qualcuno che vuole anche se non è pagato, deve farsi i turni di guardia di notte e se uno studente si fa male rischia la carriera e altri che invece non vogliono, abbiamo sempre fatto così perchè mai solo ora dovremmo far così e cambiare tutto; e poi siate onesti, avanti, anche se otterrete quello che cercherete dopo accompagnerete gli studenti in gita lo stesso? No  semplice, non lo avete fatto ora, non lo avete fatto prima e non lo farete mai, state solo sprecando idee e tempo di questa riunione.
Inoltre vorrei ben ricordare che state mandando a scioperare gli studenti per difendere i vostri diritti? cos'è vi pesa il culo alzarvi voi e andare voi a scioperare eh? Infine vorrei concludere dicendo che se non faremo le gite gli studenti non se la prenderanno con il governo, ma con voi in quanto non capiranno il senso di tutto questo, perciò non state facendo altro che scavarvi una fossa senza un motivo logico".
Partirono una serie di applausi al mio discorso, però il preside disse:
"Berry: Prof.Navarro, veda di moderare i termini, si andrà per votazione lo stesso"
Io infuriato dissi:
"Adam: preside Berry, cosa vuole votare? visto che c'è perchè non votate per un suicidio di massa? è un po' la stessa cosa vista la situazione, vabene voglio proprio vedere chi è così stupido da votare per abolire le gite"
"Berry: veda di calmarsi, si andrà con la votazione, i professori hanno fatto partire l'iniziativa e se ne parlerà con o senza il consenso di un singolo professore, ora si va al voto, alzi la mano chi è contro l'abolizione delle gite"
Una piccola parte di persone alzò la mano
"Berry: ora voti chi è a favore dell'abolizione delle gite"
A quel punto si alzarono più mani di quelli che erano contro.
"Berry: bene direi una vittoria schiacciante, quest'anno le gite non si faranno, però ved..."
Io parti ad applaudire fragorosamente e dissi:
"Adam: bravissimi, non vi facevo così idioti, ho viste scimmie con un criterio di scelta migliore del vostro, in un esperimento che feci all'università. Prima di votare avete almeno pensate a quanto si infurieranno con voi le forme di vita più simili a noi adulti? parlo dei ragazzi di quinta, loro quest'anno hanno la grande gita, quella della quinta, e ora gliel'avete tolta, quando vi ritroverete delle uova marce sulle pareti di casa vostra non venite a piangere da me, e poi le gite sono l'unica occasione per far apprendere davvero qualcosa agli studenti, se non l'avete ancora capito, gli studenti non imparano niente standosene seduti su quelle putride sedie ascoltando i nostri discorsi per ora, devono girare per capire il mondo, girare il mondo".
Un professore ridendo disse:
"Prof: lei sta mettendo in discussione il metodo di insegnamento scolastico delle elementari delle medie e delle superiori? ma è pazzo?"
"Adam: si lo sto mettendo in discussione e non sono pazzo, sono serio, basta vedere che razza di adulti siete diventati voi per capire che sto dicendo la cosa più intelligente che le vostri menti abbiano mai sentito, ah al diavolo me ne vado, sono venuto qui per sentire qualcosa di intelligente, ma l'unica cosa seria che ho sentito è stato quello che ha detto all'inizio il preside, cioè buongiorno a tutti, dopo sono arrivate un sacco di cazzate, basta me ne vado da questo congresso di idioti"
Me ne andai sotto l'applauso di 2 o 3 professori, Eric invece decise di rimanere lì.
Appena uscito ero fuori dalla scuola, prima di tornare a casa volevo sciogiere la tensioni fumandomi un cigarillos, a quel punto però senti una voce da dietro, e con mia grande sorpresa, era lei!
"Railey: hei, cosa fai?"
Io mi giari e sorridendole dissi:
"Adam: Railey? ciao, ma quand'è che sei uscita dall'ospedale? potevi almeno telefonarmi"
"Railey: non ho più il tuo numero, son passato al Bar da Rinos, credendo tu fossi lì, ma Eveline mi aveva detto che eri già andato al consiglio dei docenti...cosa vuoi che ti dica...bel discorsetto, io ci avrei aggiunto qualche idiota di più"
"Adam: facciamo sarcasmo? comunque credimi nemmeno io ho più il mio numero di telefono, ormai lo ho cambiato, aspetta, mi porto sempre dietro un bigliettino nel portafoglio con il mio nuemro...eccolo, tieni"
Railey guardò il bigliettino e mi disse:
"Railey: un numero semplice, esattamente come il tuo vecchio numero, hai ancora problemi a memorizzare le cose?"
"Adam: si è una specie di alzheimer precoce, ma te chi sei?"
Scoppiamo entrambi in una lieve risata, finche lei non mi chiese:
"Railey: sei in macchina vero? mi dai uno strappo a casa?"
Io sbuffando fuori il fumo del cigarillos dissi:
"Adam: beh, ok..."
Salimmo in macchina, appena salimmo e chiudemmo le porte, lei subito disse:
"Railey: wow, solo te potevi tenere la stessa macchina che avevi 20 anni fa; cos'è sta puzza? non mi dirai che qua dentro ti ubriachi e vomiti, no vero?"
"Adam: divertente, dopo la prigione sono diventato astemio, comunque non puzza così tanto, puoi dire che ho uno specchietto attaccato per miracolo, che è piena di graffi che il paraurti potrebbe cadere da un momento all'altro, ma la puzza...no non puzza è solo vecchia"
Eravamo per strada, le chiesi dove abitasse e lei rispose:
"Railey: Via Mazzini n°19"
"Adam: credo di aver capito dov'è, non mi dirai che abiti in quel brutto blocco di appartamenti verso la pasticceria?"
"Railey: si, lasciamo stare va..."
Il viaggio continuava, alla radio trasmettevano le solite canzoni da quattro soldi, così decisi di spegnerla, una votla spenta Railey mi chiese:
"Railey: io mi ricordavo che te volevi diventare psicologo o psicoterapeuta e lavorare negli ospedali, o aprire uno studio privato, come mai sei finito con l'insegnare?"
"Adam: beh diciamo che a ognuno vengono date delle possibilità per realizzare i prorpri sogni, io ho perso due occasioni nella mia vita, e dopo aver perso la musica e il lavoro come psicologo, mi son ritrovato a fare da insegnante, il mio terzo sogno"
"Railey: capisco..."
Arrivati in Via Mazzini, lei mi disse:
"Railey: fermati pure qua, ci vediamo Adam"
"Adam: ci vediamo Railey"
Lei scese la e appena scese chiuse la porta, stavo per ripartire quando lei, battè sul finestrino con la mano e io tirandolo giù dissi:
"Adam: dimmi?"
Railey si grattò la testa e un po' imbarazzata mi disse:
"Railey: ti...ti ricordi quando in ospedale mi invitasti a mangiare qualcosa quando sarei usc..."
Io bloccandola dissi:
"Adam: da me Sabato sera alle 20?"
"Railey: sarebbe perfetto" disse mostrandomi un sorriso gigantesco, mentre abbassava la testa e si rimetteva apposto un ciuffo fuori posto"
"Adam: allora...a Sabato, abito in v..."
"Railey: lo so dove abiti, me l'ha detto Eveline quando ero venuto a cercarti prima, 3 piano giusto?"
"Adam: s..si!"
"Railey: bene, ciao"
"Adam: ciao"
Non ci potevo credere, avevo un appuntamento con Railey, ma, almeno era un appuntamento quello che voleva? l'importante infondo era che dopo anni e anni, qualcosa tra di noi forse c'era ancora
Ormai si era fatta sera, ero andato al Bar da Rinos, per accompagnare in macchina Ronald e Demetria nei luoghi dove dovevano andare.
Entrato nel Bar fui accolto quasi come un messia
"Ronald: oh, eccolo qua, finalmente sei arrivato eh?"
"Demetria: benissimo è qua, ormai quasi non ci speravo più"
Io guardandoli dissi:
"Adam: ma volete un passaggio per dove? quasi quasi vi abbandono in campagna fuori città se non fosse che sono una persona di sani principi, ora andiamo"
Stavo per uscire quando venne Eveline correndo e disse:
"Eveline: aspetta ho bisogno anche io di un passaggio, ti prego Adam non dirmi di no!"
Io la guardai, Eveline era vesitata con il suo vestito migliore, un bell'abito rosso da sera con gonna lunga e scarpe tacco 12, i capelli invece legati dietro con una coda che lasciava due ciuffetti ai lati del viso, era carina bisognava ammetterlo, ma quando aveva questo vestito c'era qualcosa sotto e io dissi:
"Adam: hey devo accompgnarti per caso in tangenziale?"
"Eveline: spiritoso, si da il caso abbia un appuntamento stasera, con un ragazzo davvero gentile"
In quel momento ci rimasi male, in quanto sapevo che Eric ci voleva provare con Eveline, ma se ora ha il ragazzo come poteva sperare di avere delle chance con Eveline, anche se però sarebbe bastato aspettare forse un mese conoscendola.
"Adam: ok dai ti do un passaggio"
Stavamo salendo in macchina, Eveline aveva appena chiuso il Bar.
Eravamo dentro la macchina, Ronald era seduto affianco a me, mentre Demetria ed Eveline avevano scelto i posti dietro.
Ronald appena entro nella mia macchina disse:
"Ronald: hey che strano odore, mi ricorda quando dimenticai fuori dal balcone il formaggio"
"Demetria: a me ricorda quando cambiavo il pannolino a mio nipote"
"Eveline: a me ric..."
Io invece con tono arrabbiato dissi:
"Adam: hey smettiamola ora prima che qualcuno si faccia male...ma cos'è vi siete messi d'accordo per caso?"
Avevo messo in moto la macchina e in quel momento passò Lars che bussava al mio finestrino, io calai il finestrino e Lars subito mi disse:
"Lars: A...Adam, devo anda...anda...andare fino alla cas...cas...casa di riposo, oggi è il com..compleanno di mia m...madre"
Io lo guardai bene in faccia e dissi:
"Adam: ti auguro una buona passeggiata allora..."
Così Ingranai la prima e me ne andai via di fretta da lì.
Durante il viaggio Ronald, Eveline e Demetria si erano messi a parlare di fatti loro, parlavano di qualcosa che non capivo bene in quel momento, io non volevo intromettermi quando Ronald disse:
"Ronald: hey Adam, te cosa ne pensi?"
"Adam: su cosa scusa?"
"Ronald: sul nucleare, sai ultimamente è molto messo in discussione questo fatto, te che ne pensi?"
In un primo momento non risposi in quanto davanti a me c'era un auto che andava lentissima e non potevo sorpassarla e subito suonando il clacson, mi sporsi dal finestrino e urlai:
"Adam: e allora? ci vogliamo muovere?"
Eveline subito disse con tono un po' sorpreso dal mio atteggimento:
"Eveline: ma Adam, quella è un ambulanza..."
"Adam: Hey, non ha le sirene accese quindi non è un emergenza e anche se ci fosse dentro magari un morto o un ferito non vuol dire che se la sua vita è finita deve rallentare la mia"
Dopo un attimo di silenzio e qualche incrocio passato Ronald mi disse:
"Ronald: allora vuoi partecipare anche te alla nostra discussione si o no? cosa ne pensi del nucleare?"
"Adam: wow non avrei mai creduto che la mia auto potesse assomigliare a uno di quei salotti austriaci, cos'è volete anche un tè?"
"Eveline: non voglio sapere con quale pezzo della tua macchina lo faresti il tè"
Gli altri scoppiarono a ridere:
"Adam: di sicuro con il sedile dove stai seduta te, così la smetti di rompermi una buona volta"
In quel momento arrivammo a casa della figlia di Ronald e allora dissi:
"Adam: bene vecchio questa è la tua fermata giusto?"
"Ronald: si grazie Adam, comunque che ne pen..."
"Adam: ho detto ci vediamo, ora vai dai...ciao"
Appena Ronald scese io ripartii subito verso il ristorante dove cenava Demetria.
"Demetria: perchè non vuoi anche te discutere con noi, sulle energie rinnovabili e il nucleare?"
"Adam: ti svelo un segreto: io ho fatto l'errore di avere un telefono fisso in casa, e ogni giorno vengo bombardato da sondaggi, e come se non bastasse ricevo posta, e su cosa? conventi su perchè si all'eolico, si al nucleare si al fotovolatico, mi sono rotto le balle, questo paese potrebbe andare avanti come energia bruciando gli scassa palle che perdono tempo con queste cose senza arrivare mai ad una conclusione concreta basta su dati reali invece no, loro si basano sui se...forse...se...parlo di gente noiosa"
"Eveline: quindi te potresti alimentare il mio forno e la mia TV?"
"Adam: Non so a cosa ti serva un forno tanto la tua cucina fa schifo, comunque guarda che la campagna non è molto lontana...."
"Eveline: ok sto zitta..."
Alla fine arrivamo al ristorante dove Demetria andava a cenare con il capo, una volta ripartiti eravamo solo io ed Eveline rimasti in macchina, mancava pure poco al ristorante dove andava a mangiare lei.
"Eveline: Adam, perchè sei sempre così?"
"Adam: così come scusa?"
"Eveline: sei sempre odioso con tutti, persino con i tuoi amici, cosa ti è successo?"
Io fermandomi all'ultimo semaforo rimasto prima del ristorante dissi frenando e poi sbuffando:
"Adam: senti Eveline, immagino che la tua vita non sia stata normale, di sicuro hai avuto anche te brutti momenti e bei momenti, ma credimi se potessi conoscere la mia vita per intero capiresti che di 40 anni ne sono stato felice solo per 4, tutti gli altri ero una persona triste, malinconica, odiata da molti, non molto diverso da oggi, persino alle elementari ero così, beh di sicuro più allegro, però mi odiavano in molti e avevo questo carattere scontroso e poi c'è di mezzo pure mio padre e molte altre cose...."
Il semaforo tornò verde, ripartimmo verso il ristorante, mi fermai, lei scese e mi disse:
"Eveline: credo di capirti meglio ora..."
E se ne andò sbattendo la porta, io non parti subito rimasi un secondo in macchina a pensare e a ricordare la mia vita passata, e cosa ne avevo concluso da quei pochi secondi? le stesse cose di ogni giorno.
Guardando lo specchietto retrovisore, vidi Eveline entrare dentro il ristorante con il ragazzo che l'ha invitata a cena, ed era Eric questo ragazzo.
Io prendendo un cigarillos e accendendolo dissi tra me e me:
"Adam: bella mossa Eric, davvero bella mossa!"

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: Mai Fare Favori, Mai! ***




CAPITOLO 8: Mai Fare Favori, Mai!


Era Venerdì, mancava 1 ora alla fine della scuola e sia io che Railey che Eric avevamo ora buca, quindi stavamo facendo come ogni venerdì, passavamo il tempo in sala insegnanti a chiaccherare, correggere compiti, e preparare lezioni per la volta successiva, ogni tanto ci facevamo pure una partita a scacchi, ma solo quando il preside e il vice preside se n'erano andati, altrimenti se ci beccavano avrebbero cominciato con delle lamentele quasi infinite.
In questo caso eravamo io ed Eric che stavamo preparando la lezione, mentre Railey era indaffarata a correggere i compiti di matematica.
"Eric: hey Adam, la vuoi sapere una cosa?"
Io mentre stavo sottolineando l'ultima parte del 2°capitolo del libro e trascrivendo delle nozioni su un block notes dissi:
"Adam: dimmi tutto"
"Eric: beh ti ricordi ieri quando mi dissi che infondo forse dovevo veramente provarci con Eveline?"
Io fingendo interesse, non tanto perchè mi infastidisse ma perchè sapevo già dove stava mirando, dissi:
"Adam: si non vorrai dirmi che..."
Eric mi interruppe subito e disse:
"Eric: esatto l'ho invitata, le ho dato appuntamento ieri sera al ristorante dietro l'ufficio postale, hai presente quello che hanno aperto il mese scorso? bene e li abbiamo mangiato, chiaccherato e riso davvero molto, è stato un appuntamento davvero bello ma c'è di più..."
Io però a quel punto diventando davvero interessato domandai con un po' di irruenza:
"Adam: Cosa non vorrai dirmi che te la sei portata a letto dopo il primo appuntamento?!"
Eric subito rispose discolpandosi:
"Eric: no no, ma sei fuori? qualcosa di meglio...anzi...non so se è veramente meglio del sesso, comunque ci siamo dati un altro appuntamento"
Io a quel punto dissi:
"Adam: ma...è fantastico, finalmente torni in carreggiata, scommetto che la tua ex moglie si starà rodendo il fegato, quella stronza"
"Eric: puoi giurarci, nel prossimo assegno per pagare gli alimenti le scriverò qualcosa che la farà rodere ancora di più"
A quel punto scoppiamo entrambi in una risata abbastanza fragorosa finchè Railey non ci interruppe dicendo:
"Railey: perchè voi maschi dovete sempre esibre ai vostri simili le vostre conquiste?"
Eric disse:
"Eric: perchè se non abbiamo vanterie di cosa viviamo?"
"Adam: non guardare me, non vivo di vanterie, l'unico che si stava vantando qua sei tu"
Eric un po' innvervosito disse:
"Eric: ipocrita, la settimana scorsa mi hai sfottuto per mezz'ora con la storia del gatto che salvasti quando eri piccolo"
Io innervosito quanto Eric dissi:
"Adam: non era una vanteria era un semplice racconto, e poi avevi cominciato te quando mi hai chiesto ridendo, se con tutto l'odio che provo verso il genere umano avessi mai salvato qualcuno, e io ti ho risposto di si, un gatto e ti ho raccontato la storia, è diverso Eric"
Eric a braccia conserte subito mi rispose lanciandomi un occhiataccia:
"Eric: allora nemmeno la mia era una vanteria ma un semplice racconto, non faccio mai vanterie come vedi..."
"Adam: lo ho detto prima e lo ripeto, nemmeno io faccio vanterie"
Railey ci interruppe dicendo:
"Railey: wow, avete persino vanterie sul non fare vanterie..."
A quel punto la campanella suonò e subito raccogliemmo le nostre cose e ce ne andammo.
Appena fuori io stavo camminando verso casa insieme a Railey, quando lei mi chiese:
"Railey: Adam, toglimi una curiosità, sai quando Eric ha detto che tu li hai consigliato di chiedere ad Eveline di uscire mi è venuta spontanea una domanda: ma per davvero in tutti gli anni non hai più frequentato una donna"
Io tra me e me mi dissi: "No Railey stavi andando così bene, brutta stronza lo hai fatto apposta vero? non si fanno mai domande sulle ex se non per fare una trappola, calma Adam, sai cosa fare"
"Adam: no, per davvero nessuna, ho avuto troppo da fare per pensare al gentilsesso, sai appena uscito dalla prigione avevo  27 anni, mi son messo subito all'opera per ricostruire la mia vita, ho fatto 4 anni di psicologia, un corso di specializzazione di 2 anni, e cosi sono arrivato a 33 anni, da li poi ho passato 6 anni della mia vita in una scuola elementare come psicologo, uno schifo, e solo quest'anno ho cominciato a insegnare psicologia alle superiori, e indovina un po'? niente di niente riguardo quel posto come psicologo in un ospdale, all'inferno!"
Railey annuì dicendo:
"Railey: capisco, bella sfiga..."
Io invece in quel momento mi accorsi che nemmeno io sapevo realmente cosa aveva fatto in quegli anni lì:
"Adam: piuttosto tu che hai fatto dopo il brut...quando sono finito in prigione"
"Railey: beh, dopo che tu finisti in prigione passai un'anno a continuare a fare il solito lavoro e vivevo sempre nella nostra vecchia stanza alla Sunflower, poi ho cominciato a studiare matematica all'università, e così alla fine a 27 anni mi son laureata e nello stesso anno hanno...beh lo sai, demolito la Sunflower...quindi io son andata a vivere a Peronedo, mentre Yukata è tornato in giappone, Ronald ha  comprato un appartamento nello stesso condominio dove vivi tu, invece degli altri non ho più avuto notizie, così io a Peronedo, ho cominciato a insegnare alle medie matematica, poi l'anno scorso si è liberato un posto a Selice e ho subito colto l'occasione per ritornarci, e quindi eccomi qua"
Rimasi sorpreso dal tutto, e dissi una cosa che a Railey non avevo mai avuto l'occasione di dire negli ultimi anni e tutto rattristato dissi:
"Adam: ah già approposito, ti chiedo perdono per non aver firmato pure io quel foglio, cavolo se l'avessi firmato la Sunflower sarebbe ancora in piedi, è tutta colpa mia"
Railey mi appoggiò una mano sulla spalla e mi disse:
"Railey: non fartene una colpa, posso capirti se non l'hai fatto, sta tranquillo nessuno ce l'ha con te, ti abbiamo perdonato praticamente subito, credimi eravamo tutti arrabbiati alla tua decisione di non firmare ma ci passò dopo 1 settimana"
"Adam: grazie"
Questa storia interessante ve la racconterò, in pratica il comune aveva deciso di far abbattare la Sunflower, ma prima serviva il conseso dei propietari e degli inqulini, così il comune fece un'offerta la scelta era tra, o far restar in piedi la Sunflower oppure dar il consenso per abbatterla, non firmando il foglio, ricevendo così un appartamento bilocale in centro e 1 milione delle vecchie lire, alla fine tutti i gli inquilini firmarono il foglio tranne io che arrabbiato ancora con loro decisi invece di non firmare, se non c'era la firma di tutti la casa veniva abbattuta, chi aveva firmato il foglio non avrebbe ricevuto l'appartamento anche se la Sunflower veniva distrutta, e Ronald mi raccontò quando uscii di prigione che Eris sopra il luogo dove la casa era stata abbattuta ancora prima che ci costruissero un nuovo blocco di appartamenti aveva scavato una buca e aveva sotterrato nel fondo un album di foto con molti ricordi della Sunflower, ma nessuno ha ancora trovato questo libro, nemmeno gli architetti quando costruirono il garage e dissodarono mezzo terreno.
A quel punto al penultimo incrocio prima di arrivare al Bar da Rinos incontrai Demetria, e nello stesso incrocio Railey girava a destra per andare verso casa sua, mentre Demetria veniva da sinistra, era un incrocio strano visto sotto questo punto di vista, esce una donna e ne entra un'altra...
"Demetria: Heilà Adam"
"Adam: ciao Demetria"
In quel momento ero ancora perso nei ricordi della Sunflower, Demetria mi vedeva un po' giù, ma ricordandosi dell'ultima volta che mi vide così per strada, non fece domande ricadendo nello stesso errore, ma preferì raccontarmi qualcosa tanto per chiaccherare
"Demetria: com'è stata la tua giornata?"
"Adam: leggera direi, te invece?"
"Demetria: tutto bene..."
Demetria mi stava guardando con un aria molto allegra, almeno così sembrava, io guardandola bene dissi con tono davvero piatto:
"Adam: ma...stai sudando, e cos'è quell'sorriso così sghembo?"
Demetria accasciandosi e ingobbendosi disse con tono depresso:
"Demetria: mi hanno licenziata..."
"Adam: cosa? e come è successo?"
"Demetria: Dicono che abbia rubato del denaro dal conto di un cliente, ma io continuo a ripetere che non c'entro niente con questo, io non ho mai avuto accesso ai conti degli altri, sono solo una segretaria, è accaduto sicuramente, perchè il mio capo ci prova con me da tempo e il giorno della cena fuori dal locale ha tentato di baciarmi e io li ho dato uno schiaffo"
Io abbastanza scosso presi le parti di Demetria e dissi:
"Adam: devi citarlo in tribunale questo è abuso di potere e false accuse"
"Demetria: no non posso citarlo in tribunale ha una schiera di avvocati incredibili quell'uomo, ti prego parlaci tu Adam!"
Io ridendo dissi:
"Adam: io? sei fuori di testa, perchè devo farlo io?"
"Demetria: sei l'unico che può convincere il mio capo!"
"Adam: senti, ora cerca di ragionare, io che vado dal tuo capo a parlare di te? vuoi che mi rovini la reputazione? e poi non mi darà ascolto è sarebbe una scena patetica andiamo non sono mica tua mamma, cos'è il professore ti ha dato uno schiaffo e vai a piangere dalla mamma e ti aspetti che lei subito scatti in piedi e vada a menar accuse a destra e manca verso la scuola? no signora io non ci parlo col tuo capo e non ci andrò per nessun  motivo"
Demetria a quel punto disse quasi in un impeto di disperazione:
"Demetria: ti offrirò una cena!"
Io sarcasticamente risposi
"Adam: capirai..."
Ma lei mentre me ne stavo per andare mi afferrò per il polso e disse:
"Demetria: all ristorante il Terzo Senso!"
Io improvvisamente rimasi paralizzato e dissi:
"Adam: al Terzo Senso?...li fanno la migliore bistecca della città, mangiare una bistecca lì è come faro sesso...vabene vedrò cosa posso fare"
"Demetria: perfetto, allora ci andrai domani?"
"Adam: si promesso!"
Detto quello Demetrai salto dalla gioia e come una ragazzina adolescente fece un salto e mi saltò addosso abbraciandomi forte e mentre diceva a ripetizione come se si fosse inceppata la frase
"Demetria: Grazie, Grazie, Grazie" io scortesemente come sempre risposi
"Adam: oddio quando voi donne fate così siete peggio dei polipi, eddai, togliti Demetria è imbarazzante!"
"Demetria: vedrai sarà facile basta che ti fingerai mio marito e subito al mio capo li verrà la pelle d'oca!"
"Adam: ok ok, ho capito, ma ora molla la presa, andiamo al bar, ho fame!"
Arrivati al Bar da Rinos io e Demetria salutammo tutti quanti, quel giorno c'erano davvero tutti, e nel mentre io entrai, a uscire era un Eric dalla faccia molto soddisfatto che vedendomi mi si avvicinò e guardandomi in faccia tutto allegro e pimpante mi diede due schiaffettini leggeri e amichevoli sulla faccia e mi disse:
"Eric: come va, pirla!" e se ne uscì ridendo sotto un mio sguardo davvero molto storto.
Mi sedetti su una sedia e dissi guardando Eveline:
"Adam: ecco brava, hai visto cosa hai fatto? lo hai già reso un cretino, cos'è li hai messo qualcosa nel cibo?"
"Eveline: sta zitto, lui a differenza tua è un vero gentiluomo!"
"Adam: cosa vorresti dire? che non ho speranze con te? beh ti dirò io non ho speranze con te, vero, ma tu non hai speranze nemmeno nei tuoi sogni con me e nemmeno nelle tue fantasticherie"
Gli altri scoppiarono a ridere mentre Eveline offesa disse, cercando una scappatoia dalla mia battuta:
"Eveline: un hamburger un insalata e mezzo litro d'acqua in arrivo, stronzo!"
E mentre mi accendevo un cigarillos sussurai tra me e me
"Adam: wow se per avere il pranzo subito bastasse offenderla sai quanti pranzi ci rimedierei in un ora?"
Kirk subito mi disse approfittandone del momento di silenzio che si era formato
"Kirk: senti, io questo sabato, avrei bisogno che tu vada al negozio di strumenti a ritirare la mia chitarra, la ho portata a farla aggiustare, e mi serve per un concerto dove mi hanno invitato a suonare un paio di pezzi, sono dei miei vecchi amici, io non faccio in tempo ad andare a ritirarla, quindi mi chiedo se potevi prendermela e lasciarla davanti alla porta di casa mia"
Io credendo che fosse una cosa molto semplice da fare, infatti lo era, dissi:
"Adam: eh? si ok non c'è nessun problema, per che ora ti serve?"
"Kirk. per le 20.00 fammela trovare sulla porta, grazie!"
"Adam: sarà fatto!"
A quel punto visto che tutti avevano notato la mia strana gentilezza ne approfittarono e il primo a farlo fu Lars:
"Lars: s...senti Adam, io oggi e domani d...devo a...a...a...andare via m...ma mia sorella mi ha d....dato da bad...ba....badare a mia n...ni...n...nipotina, potresti f...fa...farlo te ti...p..prego, ti pagherò!"
E io sorridendo dissi:
"Adam: ah parliamo di soldi eh? sentiamo quanto offri?"
"Lars: c...c...cento!"
Io ridendo dissi:
"Adam: da quando sai trattare così bene gli affari con la gente, accetto solo perchè mi sento in vena"
"Lars: p...perfetto allora t...te...te la porto q...qu...questo pomeriggio....ok?"
"Adam: si passa pure da me e lasciami la mocciosa"
"Ronald: oggi sei strano Adam, successo qualcosa di interessante"
"Adam: no è un giorno schifoso come gli altri con gente schifosa"
Ronald ridendo disse:
"Ronald: si è un giorno normale si vede!"
Eveline se nè uscì con i due piatti in mano e mentre me li diede disse:
"Eveline: chissà perchè il tuo mondo si ferma sempre tra la scuola e casa tua!"
"Adam: mangio da te solo perchè costi poco, appena troverò un bar più economico cambierò posto!"
"Eveline: allora alzerò i prezzi!"
Io fermandomi e spegnendo il cigarillos per poter mangiare dissi
"Adam: lo sai che non si mangia mica tanto male qua?"
Dopo poco che cominciai a mangiare tutti se ne andarono visto che avevano già finito, tranne Demetria che invece fu colta da un bisogno urgente e corse in bagno e io dissi subito fermando Demetria:
"Adam: guarda che l'ufficio d'igente ha detto che quel luogo è radioattivo dallo schifo che fa"
Eveline con il canovaccio mi diede una frustata leggera e disse:
"Eveline: smettila Adam!"
"Adam: ok ok, scusa..."
Dopo un attimo di silenzio, però Eveline con tono dolce mi disse:
"Eveline: senti Adam, mi faresti un favore?"
e io disperato buttando la forchetta sul piatto dissi:
"Adam: no, no non anche te oddio cosa avete oggi, siete tutti come dei bambinoni che chiedono aiuto alla mamma, oddio state entrando in una fase regressiva o è uno scherzo vostro?"
"Eveline: non puoi dire solo si o no?"
"Adam: ok ok, dai dimmi..."
Eveline tutta sorridente si diede una rapida sistemata ai capelli e con occhioni dolci mi guardò e disse:
"Eveline: ti ricordi il tizio che mi hai presentato ieri? Eric"
"Adam: si?"
"Eveline: ecco vedi io e lui quella sera che ti chiesi un passaggio siamo usciti ed è stata la miglior serata della mia vita sai prima abbiamo ord..."
Io interrompendo con un sonorò e ironico "bla bla bla" dissi con tono serio:
"Adam: arriva al punto!"
"Eveline: sono troppo nervosa per chiederli un altro appuntamento potresti farlo tu da parte mia?"
"Adam: oh certo certo, ma dimmi, vuoi anche che venga a cena con voi e che ti suggerisca parole romantiche e quando andrete a letto ti consigli pure le migliori posizioni del Kamasutra?"
Eveline disse:
"Eveline: ok ok lo prendo come un no, però non credere te lo avrei fatto fare gratis!"
Io ridendo tra me e me dissi:
"Adam: e cosa puoi offrirmi una botta e via come hai fatto con mezza Selice?"
Eveline ignorando l'offesa disse:
"Eveline: una settimana di pasti gratis!"
"Adam: è come avvelenarsi...ma accetto!"
io ed Eveline ci stringemmo la mano per sigillare il patto e in quel momento uscì Demetria che disse:
"Demetria: Eveline hai mai pensato che la gente a leggere sulla porta Man e vedere la figura di un omino con la gonna, potrebbero confondersi?"
"Eveline: no veramente qualcuno tempo fa mi ha fatto uno scherzo e ha scambiato le figure degli omini sulle porte"
"Demetria: quindi io sono entrato nel..."
E io dissi:
"Adam: esatto...Demetrio...".
Era pieno pomeriggio io ero ormai a casa buono buono, nel pomeriggio ho avuto un'altra interruzione da parte di uno dei vicini di porta che siccome era via tutto il giorno dovevo dare da annaffiare alle sue piante preziose, erano di quelle che pianti che se non le innaffi per un giorno rischiano di morire, e così mi son ritrovato un altro seccatore, stavo per sbatterli la porta in faccia ma lui mi ricordò di quel favore che mi fece molto tempo fa, quindi dovetti accettare senza discutere.
Tra qualche minuto sarebbe arrivato Lars con i due marmocchi, così ebbi il tempo giusto giusto per finire di scrivere la lista per la spesa per domani siccome dovevo andare a prendere qualcosa da far da mangiare per la cena di domani, ricordo per chi se lo fosse dimenticato che ho un appuntamento con Railey, o una cena...dipende tutto da come lei lo considera, ma a dire il vero nemmeno io lo consideravo come un vero e proprio appuntamento, oserei dire che sono confuso, davvero confuso.
A quel punto sentii bussare, aperta la porta vidi una bambina davvero euforica subito correre per casa saltellando e Lars con voce molto smorta disse:
"Lars: Sere....Serena, f...fa piano! s...se...se fai arrabbiare A...Adam, do...do...dopo lo dico a tua ma...madre!"
"Adam: tranquillo Lars, ho lavorato alle elementari so come trattare i bambini"
"Lars: g...grazie Adam, la passo a prendere dom...domani se...sera alle...20.00, c...ciao!"
 "Adam: si si, ciao"
Chiusa la porta ci fu un attimo di silenzio e scambio di sguardi tra me e la bambina di nome Serena io subito avvicinandomi a lei, trasformai il mio solito broncio in un falso sorriso quasi gentile, cosa che mi veniva quasi innaturale e piegandomi quasi toccando terra con il sedere, dissi:
"Adam: allora, piccola come ti chiami?"
e la piccola che teneva un orsacchiotto in mano mi disse molto scortesemente:
"Serena: ma lei è scemo o cosa? mio zio le ha già detto che mi chiamo Serena" io sorridendo e ignorando l'offesa dissi:
"Adam: vero vero, quanti anni hai?"
"Serena: sei!"
"Adam: allora sai leggere vero?"
"Serena: si"
Rialzandomi un po' a fatica dissi alla bambina:
"Adam: bene allora ti va di leggere questo libro di favole?"
Dissi cercando nella libreria un vecchio libro di favole per poter intrattenere la bambina e una volta trovato disse:
"Serena: ho detto che so leggere, non che voglio leggere"
Infastidito in quanto mi aveva fatto perder tempo a cercarle il libro forzando la mia schiena già malandata di suo dissi:
"Adam: e dimmi, cosa ti va di fare?"
"Serena: voglio guardare la TV..."
"Adam: ma a quest'ora non f..."
Serena mi interruppe ed alzando la voce disse:
"Serena: voglio guardare la TV!"
"Adam: ok ok, il telecomando è la, accomodati"
Quella bambina era permalosa e viziata come poche di sicuro avrà dei genitori incapaci di educare una bambina a dovere, se conoscessi la madre saprei bene cosa dirle e non sarebbero parole gentili.
Le ore passarono e arrivati alla cena preparai l'unica cosa che avevo in casa, bistecche e dopo averle cucinate e messe a tavola dissi alla piccola Serena che aveva una faccia strana alla vista di quelle bistecche:
"Adam: buon appettito allora"
"Serena: sono vegetariana io!"
E io sul punto di incavolarmi dissi:
"Adam: vegetariana a 6 anni...certo che però potevi dirmelo prima di cucinare le bistecche"
"Serena: voglio la pizza!"
Io dovetti sottomettermi al suo volere, infondo era solo per un giorno, non volevo scatenare conflitti mondiali tra me e la famiglia di Lars, perciò volevo accontentare la bambina e fare il suo gioco anche se questo andava contro ogni cosa che ho studiato di pedagogia, però era anche vero che l'educazione spetta ai genitori, non ad altri...maledetti i suoi genitori!
"Adam: ok ok, ordino una pizza".
Dopo 30 minuti non era ancora arrivata e io che ero a tavola che avevo finito le bistecche, ero li che sorseggiando acqua aspettavo che arrivasse la pizza, nel mentre Serena aveva cominciato a saltarmi sul divano e la sua voce che sprizzava gioia da tutti i pori riecheggiava per la casa e io ormai sul punto di arrendermi a tutto questo dissi con un tono tra l'arrabbiato e il calmo:
"Adam: hey, hey, scendi dal divano!"
"Serena: uffa...io ho fame"
"Adam: saltare sul divano non farà arrivare prima le pizze"
Serena per sfidarmi continuò a saltare sul divano, stavo per alzarmi in piedi e andare a tirarla giù dal divano di forza, ma fui fermato dal campanello, erano arrivate le pizze; subito la bambina disse:
"Serena: hai visto, ho saltato e sono arrivate,hai visto? hai visto?!"
"Adam: sta zitta..."
Aperta la porta notai che c'era un uomo, credo di origini indionesiane, con una pizza in mano, subito me la consegnò e in tutta risposta allungò la mano per chiedermi i soldi; tirai fuori il portafoglio e dandogli 6 euro e 50 centesimi li feci gesto di andarsene, lui però in tutta risposta disse:
"Ragazzo delle consegne: Come? Niente Mancia?"
e io ironicamente dissi:
"Adam: se dovessi darti la mancia in base al tempo che ci hai impiegato allora dovresti darmi tu dei soldi...vattene!"
Subito il ragazzo offeso se ne andò dicendo:
"Ragazzo delle consegne: Bajingan!"
e io arrabbiato urlai mettendo la testa fuori dalla porta e facendo sentire la mia voce rabbiosa per tutto il corridoio
"Adam: hey gyarda che per due anni ho avuto un compagno indonesiano all'università, stronzo sarà tuo fratello!"
Sbattendo la porta tornai dentro e poggiando la pizza sul tavolo dissi:
"Adam: ecco la tua pizza Serena"
Subito la bimba tutta contenta si sedette a tavola composta e silenziosa, cominciando a mangiare.
Io mi misi a preparare la lezione di psicologia per il giorno dopo, mentre stavo scrivendo degli appunti finali sulla frustrazione e le sue cause interiori ed esteriori, fui bloccato da un rumore fastidioso, Serena stava masticando con la bocca aperta e io restitetti per un po', ma quel rumore continuava e continuava era peggio delle zanzare nelle calde notti d'estate, già in quelle notti ti è difficile dormire a causa del caldo, persino dormire con la testa sul cuscino ti fa caldo e per di più ti arrivano queste zanzare a romperti, diciamo che la sensazione che provavo in quel momento era molto simile, solo che non potevo schiacciare Serena come fosse una zanzara.
"Adam: mastica con la bocca chiusa..."
In tutta risposta la bambina cercò di fare ancora più rumore e io stufato dissi:
"Adam: se fai la brava dopo ti offrò una caramella dal vassoio che ho in salotto"
e la bambina ridendo disse:
"Serena: mi sono già servita!" e dalla tasca tirò fuori quattro caramelle e io dissi:
"Adam: ottimo perchè sono scadute!"
"Serena: tanto non le ho mangiate"
"Adam: male..."
La bambina nonsotante tutto mangiò in silenzio senza far più rumore, fino a quando una volta finito prese posizione tuffandosi sul divano e senza dire niente accese la TV e guardò il programma che più le andava a genio, io e lei rimanemmo in silenzio tutta la sera ignorandoci, finchè guardando l'ora notai che erano le 21.40 e dissi:
"Adam: dai è ora di andare a letto Serena"
Grazie al cielo almeno li decise di esser ubbidiente e subito scendendo dal divano andò in bagno a lavarsi i denti, mentre io intanto preparavo il letto per lei, io invece quella sera andai a dormire sul divano; Serena arrivata in camera con il suo pigiama si buttò sul letto, io le rimboccai le coperte ma lei appoggiando la testa sul cuscino e annusando mezzo letto disse:
"Serena: che puzza!"
"Adam: scendi dal letto un secondo..." Appena scese presi il cuscino, lo girai dall'altro lato, poi tirando la coperta dall'altro lato del letto, chiesi a Serena che mi guardava stranita:
"Adam: ti piace l'Arancia?"
"Serena: si moltissimo!"
A quel punto presi una vecchia boccetta di profumo per casa al gusto di Arancia e la spruzzai su mezzo letto, e anche sul cuscino
"Adam: ecco, sotto le coperte ora che è tardi"
Subito Serena si buttò sul letto e le rimboccai di nuovo le coperte, stavolta disse:
"Serena: che buon odore"
"Adam: notte Serena"
"Serena: notte signor.Navarro"
Me ne andai dalla stanza spegnendo la luce e andai in salotto dove mi ero sistemato con un cuscino e una coperta da quattro soldi sul divano.
Stavo per prendere sonno e mentre stavo per farlo mi venne da pensare a come fosse difficile fare il genitore e a quel punto mi vennerò delle strane fantasie su me e Railey genitori, smisi subito di pensarci prima di cominciare a delirare e dopo pochi istanti presi sonno.
La mattina dopo mi alzai presto, non è che mi svegliai presto, ma venni svegliato da Serena che si era alzata presto, a dire il vero erano le 3.50 di mattina, si era svegliata perchè aveva paura a dormire da sola e aveva fatto un incubo era venuta da me piangendo e mi disse singhiozzante:
"Serena: signor...signor Navarro...ho paura, posso...posso dormire con lei?"
Io sul punto di una crisi nervosa alzai la coperta fingendomi buono e comprensivo e dissi:
"Adam: forza vieni qua"
A quel punto Serena si mise vicino a me, stringendo forse il suo orsacchiotto e poggiando la testa sul cuscino cercò di prendere sonno; io cercavo di tenermi distante da lei, cercavo di non avere un contatto fisico ma il divano stretto lo rendeva impossibile, ad un certo punto però Serena prese il mio braccio e lo fece passare davanti a lei, come per sentirsi protetta e a quel punto disse:
"Serena: grazie signor Navarro" e io abbastanza scocciato da tutto questo dissi:
"Adam: ok, ma ora cerchiamo di dormire"
Alla fine arrivò la mattina, dopo una sera lunga, anche se da come ve ne ho parlato sembran passati due minuti.
La mattina decisi di fare la colazione a casa con quel poco che avevo, cioè pane quasi secco e del miele che non mi ricordavo come era finito nella mia dispensa, questo perchè se avessi portato la bambina al bar mi avrebbero sfottuto a morte gli altri.
La colazione fu molto schifosa e ovviamente criticata da Serena ma io le dissi:
"Adam: fidati se ti avessi portato a far colazione dove vado io avresti santificato questa colazione..."
Di seguito accompagnai Serena a scuola in macchina, arrivati al garage e una volta saliti in macchina il suo commento fu:
"Serena: c'è uno strano odore dentro, come se un cane ci avesse fatto la cacca dentro"
"Adam: ah si? i pareri su cosa sia questa puzza è molto divisa, ma la verità è che è un problema al motore, non puoi capire"
Arrivati alla scuola elementare di Selice la feci scendere e le dissi:
"Adam: a che ora devo venire a prenderti?"
"Serena: 18.00"
"Adam: cavolo certo che finite tardi voi qua...bene ci vediamo alle 18.00"
Sfrecciai con la mia macchina verso scuola, quel giorno avevo solo due ora in 1^C.
La giornata lavorativa passò molto in fretta e subito mi ritrovai a guidare verso casa e per radio facevano una delle mie canzoni che mi riportava indietro nel tempo Layla di Eric Clapton, mi fece ripensare alla mia beate gioventù da liceale e tutte le avventure folli con i miei amici, tra tutte le uscite il sabato sera, agli scherzi ai professori, ai segreti condivisi, e tutto racchiuso in una canzone, che mi ricoradava di loro in quanto la prima volta che andammo a fare un giro tutti quanti insieme con la mia macchina fu la prima canzone che avevano messo alla radio, per noi era quasi un segno e ogni volta che andavamo con la mia macchina la prima canzone da ascoltare era questa; le emozioni che provavo quella votla ad ascoltare quella canzone sono le stesse che provo ora.
Nella mia confusione mentale non mi accorsi che il semaforo all'incrocio dove di solito incontro Eveline era diventato rosso frenai di colpo, per poco non stavo per investire una signora anziana, mi sporsi dal finestrino e guardando la vecchietta impaurita dissi:
"Adam: signora sta bene...oddio ma lei è" vi stupirete nello scoprire chi era la signora anziana, sfiga vuole che quel giorno incontrai proprio lei
"Eris: ma come guidi giovanotto....hey aspetta, ma tu...tu sei quello strano tipo che all'ospedale mi aveva urlato dietro; fermati qua, vieni fuori da quella macchina"
disse mentre con il suo bastone diede una botta al cofano
"Adam: vecchia psicopatica! ora si ricorda di me eh?"
Io subito in preda al panico ingranai la retro, grazie al cielo non c'era nessuno dietro di me e subito andando nell'altra corsia schivai la nonnetta e per una botta di culo non passò nessuna macchina e filai via dritto senza nessun'altro intoppo verso casa
"Adam: troppa gente mi conosce..."
Arrivato a casa mi preparai da mangiare un piatto di spaghetti al pesto, non avevo voglia di mangiare al Bar da Rinos
Quel pomeriggio dovevo andare a fare la spesa in quanto dovevo preparare la cena per quella serata, subito andai in camera per prendere la lista.
Appena fuori notai che avevo dimenticato un dettaglio, cioè che dovevo dire a Ronald se poteva cucinarmi la cena, così andai un secondo al suo appartamento ma trovandolo chiuso cercai un foglietto e prendendo una penna dalla giacca ci scrissi sopra un messaggio:
"Ronald, ho bisogno di un favore, dovresti cucinarmi la cena per un appuntamento con una ragazza che ho stasera fatti trovare all 17.00 da me, grazie!"
Infilai il bigliettino sotto la porta, però mi accorsi che per errore infilai sotto la porta la lista della spesa
"Adam: ma vaffanculo guarda te se doveva capitarmi pure questa...allora cos'era la lista? allora vediamo arrosto, patate, pane fresco...hem...lo ricorderò per strada..."
Arrivato al supermercato notai come dall'ultima volta che ci ero entrato era cambiato qualcosa, fui accolto dal solito cassiere, Gaetano, che ormai mi conosceva bene, era un ragazzo del sud che si era trasferito qui 10 anni fa, mi conosceva bene, perchè venivo sempre qua, ma poche volte, appena entrai lui subito mi disse:
"Gaetano: we! c'è il signor Navarre, come va la vita sua?"
"Adam: tutto bene Gaetano, dimmi c'è qualcosa di nuovo qua o sbaglio?"
"Gaetano: e come no! non si è accorto che ora abbiamo messo i cartelli per indicare il reparto, nessuno ce capiva più na mazza de come arrivare nei reparti giusti, così ora, il reparto 1 è per gli alimentari del tipo...merendine, il 2 è per i prodotti per casa, il 3 è per i condimenti, le bevande e gli alcolici, e nel 4 c'è la roba surgelata e robe altre robe, poi c'è ora abbiamo un nuovo commesso al banco dei salumi, Robert è il suo nome, simpatico è, anche se..."
e io dissi con tono annoiato:
"Adam: se?"
"Gaetano: diciamo che... è pignolo..."
"Adam: pignolo?"
"Gaetano: si esatto, pignolo..."
"Adam: vabè, ci vediamo Gaetano"
Gaetano alzando il braccio mi urlò:
"Gaetano: buona giornata signor Navarre"
"Adam: si dice Navarro!"
Per miracolo mi ricordai tutto quello che dovevo prendere, ma arrivato al banco dei salumi toccava prendere l'arrosto e avrei conosciuto questo Robert così pignolo di cui mi parlava il buon Gaetano.
"Adam: buongiorno"
"Robert: no semmai buonpomeriggio..."
Io guardandolo negli occhi già infastidito ignorai la sua frase distogliendo lo sguardo per dirigerlo verso la vetrina dissi:
"Adam: avrebbe un arrosto già cucinato?"
"Robert: intende dire forse...precotto?"
"Adam: si..."
"Robert: certo che c'è ecco a lei, tenga anche lo scontrino, vada pure in cassa"
"Adam: ok, oh potrebbe incartarmelo e metterlo dentro una busta"
"Robert: certo glielo incarto con quale carta, e vuole una di quelle buste biodegradabili? quelle di carta? quelle normali?"
"Adam: mi va bene una qualunque..."
"Robert: ok vada per la carta da forno e per la busa di carta"
Appena mi diede il tutto compreso lo scontrino andai in cassa a pagare la spesa, Gaetano passò lentamente alimentò per alimentò tutto ciò che volevo comprare, sopra il solito scanner dei prezzi e dopo solo 2 minuti di attesa mi disse:
"Gaetano: ecco a lei, sono...59 euri e 28 centesimi"
Posai sul bancone 60 euro, ma Gaetano aveva difficoltà col resto, e mentre stava contando sulle dita il resto facendo chissà quale calcolo dissi:
"Adam: mi devi 72 centesimi di resto"
"Gaetano: oh vero, vero, ecco a lei" disse mentre mi diede i soldi giusti, almeno quello"
Mi misi la spesa nella  busta e dopo poco ecco che uscendo dal negozio fui congedato da un altro sonoro
"Gateano: saluti a lei, signor Navarre" e io ripetei urlando, mentre ero furoi dal negozio sotto gli occhi di mezza gente
"Adam: si pronuncia Navarro! o, non e, o!"
Ora non restava che tornare a casa e far cucinare il tutto a Ronald.
Per mia fortuna al mio rientro era già li fuori dalla porta che mi aspettava e appena entrammo dissi:
"Adam: bene Ronald mettiti all'opera!"
"Ronald: certo, ma perchè devo farlo io?"
Mentre mi accendevo un cigarillos e mi leggevo il libro che avevo cominciato a leggere a inizio scuola, ormai l'avevo quasi finito, dissi:
"Adam: perchè sei in debito con me per molte cose, e poi sei molto più bravo di me a cucinare"
"Ronald: giusto, giusto"
Erano le 19.00 e tra mezz'ora sarebbe arrivata Railey, io dissi subito a Ronald vista l'ora:
"Adam: presto esci veloce, tra un po' arriverà Railey!"
Ronald sorpreso disse:
"Ronald: chi? allora ti vedi con lei eh?"
"Adam: zitto vecchiaccio..."
"Ronald: ok ok vado, però tra 20 minuti devi tirare fuori l'arrosto, le patate le devi mettere a bollire precisamente tra 5 minuti, mentre invece il contorno di erbette e spinaci lo devi solo scaldare, per 10 minuti a cottura bassa"
Subito sorridendo dissi:
"Adam: Ronald davvero, grazie, sei un vero amico non so come farei senza di te"
"Ronald: davvero?"
"Adam: no, ora esci, grazie per l'aiuto ma ora esci su su..."
"Ronald: ok ciao!"
Stavo per chiudere la porta quando lui mettendo un piede disse:
"Ronald: domani raccontami com'è finita"
Io con voce davvero stufa di averlo qua in casa dissi:
"Adam: si ma ora vai, ciao!"
Chiusa la porta andai a  farmi una doccia veloce e a cambiarmi d'abito.
Erano le 19.28 e la porta bussò ero pronto come non mai, e avevo messo tutto il cibo a cuocere nel giusto tempo e tolto l'arrosto nel giusto momento, la serata era programmata per bene.
"Railey: hey Adam, ci sei?"
"Adam: si arrivò"
Mi diedi una pettinata veloce, con un pettine che non ho capito perchè era in salotto, e lo nascosi subito sotto il divano, aperta la porta dissi:
"Adam: prego entra pure"
Il commento di Railey guardando la mia casa fu:
"Railey: squallida ma accogliente...ci son certe cose che non cambiano nel tuo modo di vivere vero?" concluse ridendo e io rispondendo con altrettante risa:
"Adam: se certe cose non cambiano non voglio vedere come hai arredato casa tua...mi vuoi dare la giacca?"
"Railey: simpatico, come sempre, tieni la giacca"
Subito posai la giacca sul divano, bene in ordine e feci accomodare Railey sul tavolo nel cucinotto, avevo posato al centro una candela accesa e a guardare la candela Railey disse:
"Railey: da quando hai soldi per le candele?"
Io con tono un po' scocciato dissi:
"Adam: vedi di non ammazzare l'atmosfera..."
"Railey: ok..."
Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio che fu rotto dalla presentazione della cena
"Adam: oh aspetta, metto in tavola le portate"
Dopo un grande trambusto formato da, prendi la padella, posala, di qua, togli il coperchio, spegni il fuoco versa le dosi giuste nei due piatti, taglia le fette dell'arrosto, mettile nei piatti, spegni il forno, prendi le patate, tagliale, condiscile e servile su un piatto a parte, potei finalmente dire con soddisfazione sotto gli occhi di Railey
"Adam: ecco qua, la cena è pronta!"
"Railey: uuu arrosto, come al nostro primo appuntamento alla Sunflower, vedo che certe cose te le ricordi eh?"
Non mi ero minimamente accorto del tutto, ma per non far figure di merda dissi solo:
"Adam: mi ricordo molte cose come vedi, e non ho perso il mio vecchio, charme" ci fu un attimo di silenzio e poi entrambi scoppiammo a ridere
"Adam: charme, si bella battuta"
"Railey: già, quando mai, versami del vino piuttosto"
Presi la bottiglia e ne versai un po' nel bicchiere e poi pure nel mio
"Railey: pure un ottimo vino, bravo Adam, certe cose le hai imparate nel tempo"
"Adam: il tempo insegna, no?"
"Railey: a quanto vedo è proprio così"
La serata proseguì tra chiacchere e bocconi, più chiacchere che bocconi, finchè alle 20.05, non bussarono alla porta.
"Adam: e quindi vedi che li dissi...aspetta hanno bussato arrivo subito"
La persona che sarebbe apparsa alla porta l'avrei strangolata, chiunque fosse, ma aperta la porta a mia grande sorpresa scoprì che era Demetria, era abbastanza incavolata
"Adam: Demetria, cosa c'è che non va?"
"Demetria: oh, come sarebbe a dire cosa c'è che non va? mi avevi promesso che saresti andato dal mio capo a parlargli di quella faccenda questa mattina, non sei bravo nemmeno a fare il marito!"
Railey subitò disse molto stupita:
"Railey: marito? tu?"
Io togliendomi ogni colpa dissi:
"Adam: no noi due non siamo spos...è solo che"
A quel punto fui interrotto dall'arrivo del vicino di casa alla quale dovevo badare alle piante, siccome non avevo dato l'acqua erano morte, e il tipo era venuto a sbattermele in faccia e disse:
"Vicino: Adam sei un irresponsabile non riesci nemmeno a badare ad una pianta! è una pianta cavolo!"
"Adam: oh andiamo, per una pianta morta nessuno ha mai pianto, cos'è ti senti solo a casa e l'unica tua compagnia è quella stupida pianta"
"Railey: vedo che sei un uomo responsabile come sempre Adam..."
"Adam: no è che avevo molte cose per la testa Railey!"
Arrivò pure una persona molto infuriata che non conoscevo, una donna sulla trentina che mi si avvicinò contro con aria minaccioa e mi disse:
"Signora: lei è Adam Navarro?"
"Adam: si!"
A quel punto quella signora mi diede uno scihaffo in faccia e mostrandomi la bambina che teneva per mano, che era Serena mi urlò dietro
"Signora: dovevi andare a prendere Serena alle 18.00 ma non ci sei andato, sei un irresponsabile come padre!"
Railey molto stupita disse:
"Railey: sei sposato, non sai badare nemmeno ad una pianta e sei pure padre con un'altra donna!"
e io con tono davvero ironico e maleducato verso Railey dissi:
"Adam: oh beh certo, ti pare normale tutto questo?"
A quel punto arrivò pure nello stesso momento Eveline che molto infuriata stava per dire qualcosa quando io le dissi:
"Adam: e tu cosa vuoi?"
"Eveline: solo dirti che sei uno stronzo, dovevi solo invitare Eric ad un appuntamento e te ne sei dimenticato"
Railey sempre più sorpresa disse:
"Railey: e sei pure Gay?"
A quel punto mi venne una crisi nervosa, c'era mezza di quella gente che parlava alla rinfusa e facevano casino davanti a casa mia, parlavano della mia incompetenza e del mio fallimento in tutti i favori che dovevo fare e che non ho compiuto e a quel punto urlai:
"Adam: adesso basta, basta!"
La gente si azzitti dopo che mi sentì urlare come non mai e continuai dicendo
"Adam: non ho mantenuto rispetto ai vostri impegni per dei semplici motivi, il primo, Demetria, il problema con il capo è tuo non mio, non mi interessa cosa stai per dirmi ma lo devi risolvere te, Eveline, esci con mille ragazzi, l'hai data a tutti e hai paura di chiedere un'altro appuntamento a Eric, ma sei per caso stupida? cara sorella di Lars e vicino di casa rompiscatole, è vero nel vostro caso mi son totalmente dimenticato, ma questo perchè oggi avevo un appuntamento a casa mia con questa fantastica ragazza che non rivedo da 11 anni, quindi se ho mancato la promessa, ok scusatemi, d'ora in poi spero la lezione vi sia chiara, non chiedetemi favori, e giuro che se lo farete non solo vi dirò no, ma vi prenderò a calci in culo, uomini o donne che siate, ora fuori da casa mia, avanti! fuori!"
A quel punto tutti se ne uscirono e io chiusi la porta furiosamente, mollai un sospiro quasi nevrotico e mi sedetti per terra, per poi rialzarmi alla vista di Railey che era in piedi e si stava dirigendo verso la porta e io rialzandomi dissi:
"Adam: hey, hey, dove vai?"
"Railey: appuntamento eh? non ho mai parlato di appuntamento...comunque mi sa che sono capitata in un brutto giorno, meglio se...si...se torno a casa, ci vediamo domani Adam"
"Adam: no aspetta Railey! no!"
Ma era troppo tardi, mi aveva già voltato le spalle e se n'era andata verso casa, così io rassegnato mi buttai sul divano, mi accesi un altro cigarillos e dissi:
"Adam: troppa gente sa dove abito..."
Il giorno dopo la giornata comincio in maniera normale come ogni altro giorno, solo che arrivato a fare colazione al Bar da Rinos, l'aria che tirava non era delle migliori.
"Adam: buon....anzi...ciao..."
C'erano gli sgaurdi di Eveline, Demetria e Kirk che sembravano molto più che accusatori, invece Ronald era tranquillo che si beveva una tazza di caffè; io mi sedetti di un posto lontano dagli altri e dissi ad Eveline
"Adam: una tazza di caffè grazie"
Eveline senza guardarmi, prese una tazza e ci mise dentro dei cicchi di caffè, poi ci verso dell'acqua di rubinetto e appoggiandomela sul bancone disse:
"Eveline: ecco..."
Io guardando la tazza dissi:
"Adam: forse è meglio se vado a fare colazione da un'altra parte, ci vediamo eh?"
"Demetria: meglio"
"Kirk: maledetto te Adam, ci contavo che facessi quel favore, grazie tanto, alla fine non ho potuto suonare, non avevano chitarre da imprestarmi e il negozio era chiuso, ti odio!"
"Adam: oh andiamo non è che ti sei perso questa grande occasione alla fine"
Kirk si alzò e se ne andò dal bar dicendomi solo
"Kirk: muori, stronzo!"
Io non dissi niente e mentre me ne stavo per uscire arrivò Lars molto arrabbiato, io gli dissi:
"Adam: Ciao Lars"
Lui in tutta risposta, mi tirò un pugno allo stomaco e mi disse:
"Lars: stronzo, ho saputo come hai trattato mia sorella, tu prova a rifare una cosa simile e ti uccido!"
Io a terra dolorante per il pugno stranamente forte di Lars dissi:
"Adam: ma che ti ha detto?"
"Lars: che l'hai aggredita sessualmente!"
Con il poco fiato che avevo dissi:
"Adam: ma non ho fatto niente di tutto questo, comunque hai visto oggi non balbetti neanche"
Lars mi tese la mano per darmi una mano a rialzarmi, e dandomi uno spintone mi scaraventò fuori dal bar e disse:
"Lars: stronzo!"
La cosa che mi stupì di più fu la forza di Lars, non credevo fosse così forte; così andando verso scuola, grattandomi l'addome dal dolore per il pugno dissi:
"Adam: troppa gente sa dove mangio..."
Arrivato a scuola credevo di esser al sicuro: ero in 1^C, quando entrò furioso Eric dalla porta che mi disse:
"Eric: Eveline mi ha raccontato tutto, nemmeno questo eh? potevi farlo almeno per me, non tanto per lei, no?"
E io riposi:
"Adam: Eveline ti ha invitato al secondo appuntamento si o no?"
"Eric: si!"
"Adam: allora qual'è il problema"
Eric con un segno di disprezzo mi disse:
"Eric: tu proprio non capisci eh... ma vaffanculo va..."
Eric se ne uscì sbattendo la porta e io appoggiandomi alla cattedra mi misi due mani in faccia in segno di disperazione e rimasi in silenzio finchè un alunno non mi chiese
"Alunno: professore? va tutto ben?"
E io togliedomi le mani  dal volto scoprendo così un volto semplice, senza lacrime come si sarebbe potuto pensare stessi facendo in quel momento dissi:
"Adam: si è tutto apposto, è solo che...troppa gente sa dove lavoro..."
Che vita amara la mia.




"Angolo delle Domande: Se avete una domanda qualunque non esitate a chiederla con un commento o tramite messaggio privato...nah solo come commento... e io nel capitolo successivo vi risponderò.
Per oggi, rispondo definitivamente a una domanda che lettori esterni e interni di EFP mi fanno:
DOMANDA 1: "Ma il personaggio di Adam è ispirato a qualcuno?"
RISPOSTA: "No, è ispirato a me stesso e a un mio modello di comportamento che non tiro fuori molto spesso nella vita, però mi son solo immaginato da grande con questo comportamento e ho tirato fuori un personaggio cinico da aggiungere tra i grandi cinici della letteratura, cinema o che sia, alcune battute e gag sono ispirate"
Per ora è tutto...beh al prossimo capitolo, quasi quasi vi lascio con due piccole anticipazioni in modo che capirete di cosa si tratta:
"???: grazie signore, ne stia pur sicuro, a tutti i bravi uomini in questo periodo dell'anno viene fatta una benedizione"
"Adam: e chi sarebbe che le fa?"
"???: Dio.." "Adam: beh di pure al tuo Dio che ha un debito con me che non ha mai pagato, e mai pagherà probabilmente"


"Eveline: allora che te ne pare della mia idea?"
"Adam: certo cosa potevo chiedere di meglio se non essere avvelenato il giorno della vigilia..."

"Railey: non ti ricordi niente? questo giorno, la Sunflower, la festa in camera di Ronald...non ti ricorda proprio niente?"
"Adam: se intendi la sbronza di Ronald e quando si dal caldo si è spogliato e si è buttato nella neve allora si che me lo ricordo, faccio pure uno strano sogno a riguardo..."
"Railey: non ricordi nemmeno il giorno del nostro primo bacio?"

Fine anticipazioni, spero che abbiate capito di cosa si parlerà nel prossimo capitolo se non l'avete capito siete veramente ottusi! XD.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 9: Buon Natale, Adam! ***






L'Angolo delle Massime di Adam:
"Meglio un giorno da leoni...che mille da Adam, ma sul serio, non scherzo mica..."


CAPITOLO 9: Buon Natale Adam!

"Adam: il giorno dove tutte le mie paure diventano reali, cioè il giorno dove l'affetto mondiale ti si riversa contro che tu lo voglia o meno, per non parlare dei regali, ci sono varie possibilità e tutte queste sono spiacevoli, se ricevi un bel regalo devi farne un'altro bello uguale o più bello altrimenti la persona in questione si sentirà offesa, se fai un regalo devi sapere i gusti delle persone e quasi sicuramente ti capiterà di fare regali doppi, ma questa persona avrà il coraggio di ridiriti qualcosa, oppure la più spiacevole è quella nella quale tu fai un regalo e l'altro non ha fatto niente e fa finte di niente, inoltre perchè devo rivedere tutte le persone che non voglio vedere tutte insieme in un unico giorno? già nel corso dell'anno si ha a che fare con schiere di rompiballe e idioti, ma a Natale è peggio sono tutti riuniti a festeggiare; ecco perchè odio il Natale vi è chiaro?"
"Classe: Si prof!"
Era il 23 Dicembre, era l'ultimo giorno prima delle vacanza natalizie, e quel giorno siccome ero rimasto indietro con le interrogazioni a causa dell'influenza che mi ha preso nei primi di dicembre dovevo finire le interrogazioni con l'ultimo che mancava, ed era Faccia Ottusa, per chi non se lo ricordasse, faccia ottusa era il ragazzo del compito alla quale era andato male e si era lamentato per la disparità e per le preferenze che facevo, aveva detto che per il secondo compito si sarebbe impegnato, peccato abbia preso  5 1/2, così doveva mantenere feda al patto fatto, cioè di farsi interrogare per primo, peccato che alla fine si è fatto interrogare per ultimo, ma ecco il suo momento, se Faccia Ottusa avesse preso almeno 7 avrebbe conquistato il nome tanto ambito.
"Adam: comunque non cercate di farmi domande solo per farmi perder tempo, è l'ultimo giorno ma onestamente non mi interessa, perciò ora avanti venga fuori a farsi interrogare...un po' di tensione...vi prego fate il classico crescendo di oh, così aumenta la suspence"
Gli studenti mi guardarono estraniati come se stessi parlando una lingua aliena e io alzandomi e muovendo le mani verso l'alto con i palmi rivolti verso il tetto dissi:
"Adam: dovete fare così: ooooooooooooooo ollè, dai non l'avete mai fatto, ai miei tempi si faceva per creare tensione e per metter ansia negli interrogati..."
Gli studenti mi guardarono ancora più estraniati con sguardi simili alla copertina dell'album In the court of the Crimson King, se non avete presente l'immagine cercatevela su google; io a quel punto incazzato dissi:
"Adam: al diavolo, Faccia Ottusa vieni qua subito prima che prenda della cartavetrata e renda gli angoli della tua testa meno spigolosi!"
A quel punto era cominciata la vera interrogazione ed era simile ad un incontro di boxe, dove io cominciavo a tirare pugni e lo studente doveva difendersi e contrattacare se non voleva finire K.O.
"Adam: bene, elencami gli scopi della psicologia sperimentale e di quella applicata e dimmi di cosa si occupano i due settori"
Faccia Ottusa prese fiato e dopo aver preso pure coraggio e sicurezza disse:
"Faccia Ottusa: allora...descrivere, misurare e spiegare un comportamento se ne occupa la psicologia sperimentale, mentre quella applicata si occupa di prevedere, controllare e migliorare un comportamento, poi mentre quella sperimentale diciamo che, studia un fenomeno, invece quella applicata da quello che la sperimentale ha studiato lo applica per migliorare la vita delle persone"
"Adam: esatto, bravo, prossima domanda...quali sono le strategie di un buon osservatore?"
"Faccia Ottusa: perchè...mmm....ah si!"
"Adam: insight?"
"Faccia Ottusa: eh?"
"Adam: niente vai avanti..."
"Faccia Ottusa: allora, i metodi sono registrare con un video i comportamenti, osservare il tutto da uno specchio monodirezionale e prepare delle schede d'osservazione dove si segneranno le cose notate"
"Adam: si dai te accettabile come risposta, poi...in che senso gli psicologi collaborano con architetti urbanisti?"
"Faccia Ottusa: questa la so, ne son sicuro, allora...collaborano con gli architetti urbanisti per studiare come sistemare gli edifici o come colorarli per rendere l'ambiente dove la persona vive il più piacevole possibile, giusto?"
"Adam: non male Faccia Ottusa stai dando il meglio di te eh..."
L'interrogazione continuò con domande su domande, gliene feci 12 se non ricordo male, qualcuna la sbaglio, qualcuna la azzecco in pieno e mi diedi anche informazioni in più in altre ci dovette pensare più tempo o fece dei piccoli errori, ma alla fine il risultato è quello che è.
"Adam: bene Faccia Ottusa, abbiamo finito"
A quel punto mi alzai in piedi e richiamando l'attenzione della classe con un manata forte sulla cattedra dissi:
"Adam: Hey, gregge, un attimo d'attenzione...voglio che tutti salutiate il vostro nuovo compagno di classe, è un po' tonto, un po' ottuso, si chiama Gerrington Adam, e oggi ha preso 7/8 all'interrogazione, salutatelo tutti quanti"
Gerrington era felice davvero felice e facendo un mega sorrisone a 32 denti si mise in modo quasi beota a salutare la classe che in quel momento stava mollando giù applausi spontanei, sembrava quasi che la classe fosse davvero unità per quanto non sapessi le loro relazioni nella vita privata e scolastica, però dopo 4 mesi cominciavano a puzzare di vera classe e non più di sbandati novizi, questo mi piaceva molto.
"Gerrington: grazie Prof"
"Adam: te lo sei meritato Gerrington, avrai il sudato 6 nella pagella di fine quadrimestre, ora va a sederti"
Dopo che Gerrington torno al suo posto io ero pronto per chiamare il prossimo interrogando, ma mi accorsi che avevo fatto un errore e che non ce n'erano più di alunni da interrogare, tutta colpa di due voti che avevo messo nella casella sbagliata del mio registro così a quel punto dissi agli alunni:
"Adam: visto che è l'ultima ora prima delle vacanze di Natale e mancano ancora...30 minuti, potete fare quel diavolo che volete ora"
Gli studenti cominciarono a fare il tipico casino di chiacchere, giri per la scuola a prendere robe dalle maccinette e attaccavano musica e si mettevano a fare balletti idioti.
Io invece rimasi tranquillo nella mia cattedra a godermi la scena, fino a quando due alunni non vennero da me con un mazzo di carte e uno di loro mi disse:
"Ragazzo: briscoletta Prof ?"
Io guardandolo dritto in faccia dissi:
"Adam: Cresta da Gallo, mi piace la tua idea, ma ti avverto sono un giocatore professionista di briscola, meglio non giocare a soldi o qua ti porti via la tua paghetta più i soldi che dovrai ricevere a natale, fai mescolare al soldato Joker"
Giusto per non farvi confusione, allora, Cresta da Gallo si chiama così per via della sua cresta fac-simile a quella di un gallo, e fin qui si capiva, invece soldato Joker lo ho nominato così perchè è uguale all'attore che interpreta il Soldato Joker in full metal jacket, se non avete visto quel film guardatelo e poi tornate qua così avete un'idea su come sia quest'alunno.
Mentre cominciammo la partita entrò pure in classe Eric che aveva ora buca ed era venuto a darmi un saluto e per dirmi che doposcuola dovevo fermarmi per sistemare e schedare tutte le verifiche fatte in classe e trascrivere i voti dal mio registro a quello ufficiale dove venivano raccolti tutti i voti dell'alunno.
"Eric: hey Adam, cosa fai? ti metti a giocare a carte, sei matto lo sai che se passa il preside e ti vede sono cavoli?"
"Adam: senti Eric non prendermi in giro, so che anche tu ora vuoi farti una partitina con noi"
"Eric: vero, posso unirmi?"
"Adam: ma certo almeno così possiamo rimettere nel mazzo il due di spade, ora siediti"
Eric si sedette e insieme a Cresta da Gallo e Soldato Joker cominciò una partita a briscola epica, in quanto era a squadre, alunni contro prof e il risultato si sapeva già fin dall'inizio.
"Adam: 120 a 0...ci hanno battuto 120 a 0..."
"Eric: questa è pesante"
Cresta da Gallo e Soldato Joker erano euforici per la vittoria e Cresta da Gallo fu il primo a dirmi:
"Cresta da Gallo: 120 a 0, le brucia questo?"
"Adam: ho fatto la media dei tuoi voti e nonostante il tuo 6 preso all'interrogazione hai lo stesso il 5, ti brucia questo, eh ti brucia?, ora vai con il secondo round, si fa al meglio di 3, nel prossimo round non avremo pietà!"
Alla fine di tutta la partita a Briscola ne uscimmo vincitori noi prof come era previsto fin dall'inizio d'altronde.
"Adam: da un solo round la parita non è mai decisa e direi che questa ne è la dimostrazione, vero ragazzi?"
Cresta da Gallo e Soldato Joker erano abbastanza amareggiati, ed Eric sfottendoli aggiunse:
"Eric: e cosa abbiamo imparato oggi? che non si sfidano i prof nemmeno a carte"
"Soldato Joker: non finisce qui, tornati dalle vacanze vogliamo la rivincita, verremo pure a casa sua se necessario"
"Adam: hey se il 26 di dicembre siete liberi di sera fate un salto a casa mia e vi beccherete un'altra lezione, io e il prof. Linderson vi aspetteremo, alle 21.00 puntuali mi raccomando"
"Cresta da Gallo: non verremo mai a casa sua!"
"Adam: bene vedo che la psicologia inversa funziona come sempre, ora andate al posto che mancano ancora cinque minuti"
In quello stesso momento la campanella suonò e tutti quanti si alzarono in piedi più goiosi del solito.
"Adam: merda di orologio, lo devo sistemare..."
Una volta che tutti i ragazzi uscirono io andai in sala professori a fare quel lavoro dei voti insieme ad Eric, ci volle meno di 1 ora, finito di trascrivere i voti io ed Eric decidemmo di andare a pranzare insieme al Bar da Rinos e appena fuori da scuola beccammo pure Railey che vedendoci ci venne incontro e disse:
"Railey: Adam, Eric, come va?"
"Eric: tutto bene!"
"Adam: a me va male come sempre, dove vai di bello ora?"
"Railey: a casa, niente di particolare, perchè?"
"Adam: ti va di venire con noi a pranzare al Bar da Rinos?"
Railey dopo che si soffermò a pensare per un po' disse entusiasta dell'idea:
"Railey: ma certo che mi sta bene"
"Adam: bene dai vieni, così ci facciamo una passegiata"
Era chiaramente pieno inverno ormai, le strade erano deserte fredde e molto più grige del solito, specialmente quel giorno che nel cielo c'erano nuvole, ma non erano nuvole qualunque erano davvero strane.
L'inverno mi piaceva davvero tanto, non solo per l'ambiente triste e malinconico che mi fa sentire a mio agio, ma anche perchè si va alla ricerca del caldo, di un posto dove sentirsi sicuri da tutto quel freddo e io quel posto cominciavo a trovarlo, ma non era un luogo era una persona, sentivo giorno dopo giorno che la mia vecchia fiamma per Railey si stava riaccendendo e pure lei sembrava stesse tornando a sentire qualcuna delle vecchie emozioni provate quando eravamo diciottenni; difatti eravamo sempre più uniti l'un l'altro.
Arrivati al Bar ci accomodammo su un tavolo, quel giorno non c'era nessuno al Bar da Rinos tranne Eveline e Ronald.
Se ve lo state chiedendo, sì, la storia di tutti i guai che ho combinato l'ultima volta è già passata.
"Adam: Heila Ronald, com'è?"
"Ronald: vecchio, ma per il resto tutto bene come sempre te come va?"
"Adam: incazzato con il mondo, ma per il resto tutto bene come sempre"
Ronald scoppiò in una delle sue solite risate.
Appena ci sedemmo al tavolo subito Eveline dalla cucina venne da noi per prendere le ordinazioni accogliendoci a tutti con un bel ciao, mentre a Eric con un bacio.
In effetti non vi ho raccontato cosa è successo tra Novermbe e Dicembre, per cominciare Eric ed Eveline si sono ufficialmente fidanzati, stanno insieme da quasi un mese, sembrano affiatati come copia, ma Eveline è sempre imprevedibile nelle relazioni; in secondo luogo è successo che il problema dell'immondizia dell'appartamento che non veniva ritirato è stato finalmente risolto come terza cosa dopo l'appuntamento imbarazzante io e Railey ne abbiamo avuto un'altro e per quel giorno son stato ben attento a non combinare casini, ma sopratutto da quella volta chi prova a chiedermi un favore rischia di ricevere come risposta un pugno sul naso, comunque l'appuntamento andò bene.
"Eveline: che cosa ordinate?"
"Adam: per me un toast, e un insalata"
"Railey: la stessa cosa"
"Adam: ah ed un litro d'acqua naturale!"
"Eric: per me un Hamburger fatto con le tue mani di fata"
Eveline si mise a ridere e arrosendo i due si diedero un altro bacio veloce a stampo.
Io guardando la scena dissi:
"Adam: mani di fata? quali le stesse mani che ogni giorno mi rifilano al posto del caffè intrugli da strega?"
"Eveline: sta zitto vecchio associale"
"Adam: a me basta che tu mi dia ciò che ordino"
"Eveline: in arrivo subito un hambuger, un toast e una forbice"
"Adam: perchè una forbice?"
"Eveline: per tagliarti la lingua..."
Io indiferrentemente presi il gioranale e cominciando a leggerlo dissi:
"Adam: vedi che ho ragione quando dico che ti piace fare intrugli da strega..."
Dopo di questa Eveline se ne andò in cucina a prepararci il pranzo e vista la scena ad Eric fu spontaneo chiedermi
"Eric: perchè te fai sempre così con Eveline?"
Io tenendo un tono davvero molto indiferrente dissi:
"Adam: sto leggendo il giornale ne parliamo dopo"
"Eric: no, adesso..."
Sbuffando e chiudendo il giornale per poi metterlo via dissi:
"Adam: ti dirò...è da 6 anni che andiamo avanti così, non ho intenzione di smettere proprio ora, e poi alla fine si scherza per quanto aggressivo possa essere, per lo meno scherziamo sulla maggior parte delle cose, sulle sue abilità in cucina non ci scherzo"
Railey sentendo queste parole disse:
"Railey: mentre te sei un grande chef in grado di giudicare con facilità i gusti altrui data la sua illuminante esperienza da cuoco?"
Io prendendo un cigarillos e riflettendoci su un attimo su come rispondere dissi:
"Adam: no, hai ragione, ma almeno quello che io cucino non lo rivedrai due volte quasi al 100%"
Eric scandalizzato mi disse:
"Eric: aspetta come? vorresti dirmi che hai vomitato mangiando il cibo di Eveline?"
Io rimasi allibito dalla domanda di Eric e prima ancora di accendermi il cigarillos lo guardai con due occhi spalancati e dissi:
"Adam: Eric....stavo scherzando, speravo fosse chiaro, cos'è hai paura che una volta sposati dovrai cucinare te?"
Railey ed io scoppiammo a ridere
"Railey: hai mangiato anche te il suo tortino ai funghi e formaggio alla cena dei docenti?"
"Adam: oh si e credimi le crocchette di pollo prese alla gastronomia del preside Berry erano molto meglio"
In quello stesso momento venne fuori Eveline con l'acqua e i tre bicchieri e mi venne spontaneo dire una cosa che avevo notato in tutto questo, una cosa strana che agli altri appariva normale mentre per me che venivo qua ogni giorno era una strana novità
"Eveline: ecco a voi l'acqua, tenete"
"Railey: grazie Eveline"
"Eric: oh, grazie!"
"Adam: scusa ma...da quando servi l'acqua in tavola prima ancora del piatto come fanno nei veri ristoranti?"
Eveline alzando un sopracciglio dimostrandosi dubbiosa disse:
"Eveline: che vorresti dire?"
"Adam: no dico solo che è strano che tu cambi abitudini, di solito porti acqua e cibo nello stesso momento, un po' come si fa con i cani, e tu tratti i tuoi clienti come cani, strano che tu oggi faccia così, dimmi la verità cosa vuoi?"
Eveline in quel momento era paralizzata, non disse niente se non quello che doveva dire:
"Eveline: ok mi hai beccata...."
Rimase un po' di silenzio fino a quando non dissi:
"Adam: allora...racconta, chiedi, domanda, esponi, avanti!"
"Eveline: siete tutti invitati la sera del 24 dicembre, a cenare qua insieme a tutti gli altri, se avete un partner potete pure portarlo, vero Eric?"
"Eric: ma certo che verrò cara"
"Railey: vabene io posso venire non ho problemi Eveline"
Piccola parentesi mi son scordato di diverlo prima, tra le altre cose, c'è che ora Eveline e Railey si conoscono abbastanza, diciamo che sono quasi considerabili come amiche.
Eveline guardandomi mentre mi stavo versando un po' dell'acqua che aveva portato mi chiese:
"Eveline: allora che te ne pare della mia idea?"
"Adam: certo cosa potevo chiedere di meglio se non essere avvelenato il giorno della vigilia..."
"Eveline: cerca di esser sintetico, verrai si o no?"
Dopo due sorsi d'acqua e una breve riflessione dissi:
"Adam: va bene...tanto non aspiro a fare di meglio per quella sera"
"Eveline: ne ero certa...che non avevi niente di meglio da fare..."
Si creò un attimo di imbarazzante silenzio che fu successo da una domanda di Eric ad Eveline:
"Eric: cara, dimmi una cosa, ma secondo te il mio tortino di funghi e formaggio fa veramente così schifo?"
Eveline piuttosto di rispondere disse:
"Eveline: aspetta ho dimenticato i panini sulla piastra, torno subito eh"
Mentre Eveline corse in cucina sotto gli occhi di un Eric che prima erano rimasti fissi verso Eveline che piuttosto che mentire era scappata in cucina, tornarono verso me e Railey, mentre Railey cerco di non aver un contatto visivo e dover dare una risposta al posto di Eveline, invece io facendo un ultimo tiro al cigarillos fui l'unico ad avere il coraggio di rispondere:
"Adam: La verità viene sempre a galla, sempre!"
Detta quella frase evitai di aver altre discussioni di tortini con Eric chiudendo ogni via di comunicazione grazie al giornale che prima ero stato costretto a chiudere.

Finito quel delirante pranzo, decisi di andare a fare un giro per le vie di Selice, siccome c'era la sagra e mi piaceva molto girare per le bancarelle a vedere cosa vendevano e mi piaceva molto l'atmosfera che da vuota-affollata diventava affollata e vedevo volti di persone, felici e serene, era un bel periodo dell'anno e quella sensazione di rilassamento e piacere era l'unica cosa che mi piaceva del periodo natalizio tutto il resto lo odiavo, per questo mi rifugiavo sempre in queste cose, come le sagre del paese; nel mentre che ero vicino ad una bancarella che vendeva calze invernali ecco che accadde una cosa insolita che non accadeva a Selice da ormai 8 anni, cominciò a nevicare.
Vedere quei piccoli fiocchi di neve cadere scatenò una reazione di allegria e stupore in tutti quanti, la neve per quanto potesse esser fredda era una cosa che dentro scaldava le persone, pure un cinico come me alla vista della neve non poteva non sorridere, la neve a Selice poi è sempre stato segno che l'anno che verrà sarà un anno pieno di sorprese e buoni avventi e questo pensiero mi rallegrò ulteriormente, ma non potè non scapparmi il pensiero che con tutta quelle neve avrei avuto problemi a uscire con la macchina e che come 8 anni fa sarebbe toccato a me spalare la neve insieme al custode del condominio che però quest'anno almeno è Kirk, perciò non sarà noioso come 8 anni fa.
E mentre stavo finendo il mio giro per le vie di Selice, ecco che per strada incontrai una presenza che mi riportò indietro nel tempo di molti anni, trovai uno che in mezzo a quella nevicata suonava la sua chitarra elettrica, suonava blues, suonava da dio, le sue dita nonostante il freddo non sembravano non risentirne e si appoggiavano perfettamente alle corde della chitarra facendone sentire i suoi magnifici accordi e facendo volare nel vento note e neve; tutto ciò mi ricordava quando guardando un suonatore di strada decisi di cominciare a suonare la batteria a 12 anni, non potei resistere e feci una cosa che faccio sempre quando incontro un suonatore di strada: butto nel suo cappello, o custodia una banconota da 10 euro, non riesco a resistere ai suonatori di strada e mai riuscirò a resisterci.
Buttati i soldi nel cappello, il suonatore si fermò e guardandomi negli occhi disse:
"Musicista: grazie signore, ne stia pur sicuro, a tutti i bravi uomini in questo periodo dell'anno viene fatta una benedizione"
"Adam: e chi sarebbe che le fa?"
"Musicista: Dio.."
Io mollando un risolino, quasi simile ad un ghigno dissi:
"Adam: beh di pure al tuo Dio che ha un debito con me che non ha mai pagato, e mai pagherà probabilmente"
e me ne incamminai verso casa senza più pensare a quello che l'uomo mi stava dicendo in quel momento, la neve continuava a cadere e la chitarra tornò a suonare, quelle note si facevano sempre più lievi passo dopo passo, e in modo sincronizzato il mio momento dedicato ai ricordi del passato e di quando suonavo in una band, svanivano e tutta la mente restava concentrata su cosa avrei fatto ora a casa che erano cominciate le vacanze.
Arrivato a casa mi buttai sul divano, e mi riposai un po', ma dal bagno sentivo qualcuno fischiare, era Kirk che si era deciso a ripararmi il termosifone del bagno che non funzionava, ironico come tutto quello che si rompeva in casa mia si rompeva solo in bagno; io subito dissi:
"Adam: Kirk? sei qui vero? sei tu?"
Dal bagno si senti una voce che disse:
"Kirk: si sono io, ti sto aggiustando sto cavolo di termosifone una volta per tutte"
"Adam: bene bene"
Continuavo a riposare a occhi aperti fissando il soffitto, non stavo pensando a niente in quel momento, pensavo solo a rilassarmi, ma sentendo bene quello che stava fischiettando Kirk, qualcosa mi tornava in mente, sentivo come se quel ritmo, quella melodia mi fosse molto familiare, molto vicina, ed ecco che l'illuminazione mi venne e tirando fuori la mia voce quasi stonata cercai di intonarla per bene e cantai la prima frase di quella canzone per vedere se pure Kirk se la ricordava e se era proprio quella.
"Adam: You Never Know, What's gonna happend you in a day..."
Ci fu un attimo di silenzio e si senti una chiave inglese appoggiarsi a terra e Kirk dopo pochi secondi disse continuando a cantare:
"Kirk: Even if your life is getting...ruine"
E io appena finita quella frase continuai subito:
"Adam: You Never Know, What's gonna happend you in a day..."
E poi tutti e due insieme cantammo l'ultima frase del ritornello di quella canzone:
"Kirk e Adam: It couldn't always going, better" prolugando la parola better e tirandola con l'acuto più alto che sapevamo cacciare, fino a farci sentire per tutti i piani del condominio.
Finito pure questo ci fu un'altro attimo di silenzio e Kirk ancora in bagno mi disse:
"Kirk: vedo che te la ricordi eh?" e io ridendo dissi:
"Adam: come posso dimenticare la prima canzone che scrissi io per il gruppo?"
Kirk poi mi pose una domanda che in tutti quegli anni non aveva mai voluto chiedermi, mi chiese:
"Kirk: sai, anche quando ero andato via da Selice e dal gruppo, ho letto sui giornali che nonostante tutto, te, Meredith, Paul e Roger eravate i migliori per tutta la provincia, eravate i più richiesti, come mai avete smesso, potevate puntare in alto"
Io sbuffando, raccontai un segreto che ci eravamo promessi non sarebbe venuto fuori dal nostro quartetto di vecchi suonatori in un gruppo rock, ma Kirk per noi anche quando se n'era andato era come uno di noi e così gli raccontai uno dei più oscuri segreti del nostro gruppo.
"Adam: ti ricordi...quando quel giorno di Settembre ti raccontai della morte di Roger dopo i festeggiamenti del grande concerto fatto a Peronedo, il nostro più grande concerto?"
"Kirk: si mi ricordo..."
"Adam: vedi...non è tutto qui..."
Kirk buttò per terra uno strumento, dal rumore sembrò una chiave inglese e uscendo dal bagno con un canovaccio tra le mani per pulirsele mi chiese:
"Kirk: cos'è realmente accaduto quella notte?"
Io subito discolpandomi dissi:
"Adam: no no, non ti ho raccontato menzogne di quello che ti ho raccontato, ma c'è dell'altro"
"Kirk: continua..."
Presi fiato e cominciai finalmente a raccontare il tutto:
"Adam: vedi, dopo che Roger da ubriaco cadde dal terrazzino di casa sua e morì, il giorno dopo a prove non avevamo più lo stesso spirito, ai funerali eravamo tutti presenti, abbiamo visto mentre gli uomini calavano dentro il buco di terra la bara di Roger con dentro il suo basso e il suo pletro preferito, quello che prese a un live del suo gruppo preferito i Deep Purple, ricordi quanto andava fiero del suo pletro?" dissi ridendo e Kirk ridendo mi rispose:
"Kirk: si, certo che me lo ricordo, se provavi a toccarglielo mancava poco che ti staccava una mano" concluse pure lui ridendo, e dopo che tornammo seri dissi:
"Adam: nessuno di noi volle più suonare, io non avevo ormai più le forze per andare avanti, invece Meredith dopo la morte di Roger per un gran periodo di tempo non si mosse di casa, lei amava Roger, ma non glielo disse mai, invece Paul fu l'unico che ogni giorno telefonava sia me che Meredith per chiederci se oggi andavamo a prove a suonare, ma dopo vari no sia da parte mia che da parte di Meredith, le telefonate non ricevettero più risposta, fino a quando il 12 Gennaio 1990, dopo 10 giorni che Paul non chiamava più, ricevetti un ultima chiamata, io non risposi ,ma continuava a chiamare e a chimare, sembrava urgente, così quel giorno decisi di rispondere...mi disse che era finita, era tutto finito, che era già andato in sala prove a prendere il suo amplificatore e tutti i suoi oggetti e che aveva trovato un'altra band, pure Meredith lo stesso giorno andò in sala prove e si riprese tutte le sue cose, rimasero soltanto la mia batteria, l'amplificatore di Roger e il nostro grande quaderno del gruppo, dove mettavamo le nostre idee, dove mettavamo le foto dei live, lo presi io, e ce l'ho ancora qui, in quella libreria"
 dissi indicando la librerie vicino alla tv
"Kirk: wow..."
"Adam: ma c'è dell'altro...quella sera non festeggiamo solo per il grande concerto, ma c'era di più, saremmo potuti diventare famosi, famosissimi, fare milioni di soldi, quel giorno festeggiamo l'arrivo della proposta di un contratto da una casa discografica londinese, son venuti da Londra fino a Peronedo, solo per sentirci, ci offrirono il contratto, saremmo diventati famosi, non c'erano trucchi ne inganni sia io che Meredith lo avevamo letto miliardi di volte per vedere che non ci fossero imbrogli o inganni, ma dopo la morte di Roger, non eravamo più gli stessi, il contratto fu bruciato e la casa discografica londinese non ci contatto più, saremmo partiti dopo 7 giorni per un tour per tutto il Regno Unito se solo Roger non fosse morto..."
Kirk dopo aver sentito la storia stette zitto per qualche secondo; stava per tornare in bagno quando si girò verso di me e mi disse:
"Kirk: sai, c'è una cosa che volevo dirti, volevo fosse una sorpresa ma...vuoi render memoria a Roger?"
Io un po' malinconicamente dissi:
"Adam: lo ho desiderato ogni giorno della mia vita"
"Kirk: ti ricordi come si suona la batteria"
"Adam: è come andare in bici, dopo la prima volta non si scorda mai"
"Kirk: e sei libero il 25 Gennaio per il concerto dei Jack's Tree?"
Io rimasi stupito da quel nome e subito scattando in piedi dissi:
"Adam: aspetta, ma...non è il gruppo dove ora suona Paul?"
Kirk tutto emozionato mi rispose:
"Kirk: si ma c'è di più ha chiesto a me e Meredith se volevamo suonare un pezzo, quello che stavo fischiettando, e mi ha pure incaricato di chiederlo a te siccome non trovava il tuo numero, dice che lo vuole fare per darci un occasione per rimediare ad un errore che tutti abbiamo fatto nel passato, Adam è l'occasione della nostra vita, il giorno dopo che mi hai raccontato della morte di Roger ho subito richiamato Paul e li ho detto che accettavo, e pure Meredith sapendo che io ci sarei stato, ha accettato, manchi solo tu, ti prego Adam, fallo per Roger"
Io in quel momento non seppi cosa dire, ma mi venne molto istintivo dire una sola cosa:
"Adam: Kirk, non c'è modo per rendere memoria a Roger, l'occasione l'ho persa e non tornerà, questo concerto non significa niente, e ti ripeto non renderà alcuna memoria a Roger l'errore l'abbiamo ormai già fatto e non è uno di quelli che si posso rimediare, io non verrò non tornerò è inutile"
Kirk in quel momento mi disse:
"Kirk: io...io ho finito con la caldaia, devo...devo andare ho delle cose da fare, ci vediamo, Adam, ci vediamo domani sera alla festa di Eveline"
Togliendo ogni imbarazzo dalla scena appena passata o almeno provando a non apparire triste, andai ad aprire la porta a Kirk appongiandoli una mano sulla spalla:
"Adam: certo che ci sarò...ora vai Kirk..."
Kirk se ne uscì e io me ne restai solo a casa a pensare a tutta la storia del concerto, non saremo mai tornati come un tempo, sono passati troppi anni, le cose perse da troppo tempo non si possono recuperare.

Il giorno successivo scorse in fretta e senza nemmeno quasi accorgermene mi ritrovai alle 19.30 ad entrare dentro il Bar da Rinos, quel giorno mi cambiai d'abito, tanto per cambiare indossavo una camicia bianca, dei pantaloni in seta neri, una giacca abbatanza elegante color nero, una cravatta delle mie che non usavo quasi mai e dei mocassini neri ben lustrati, ma la barba restava sempre quella mia solita malcurata di sempre.
Appena entrato notai che erano arrivati solo Lars e Ronald, per ora, così entrando cercai da subito di essere un po' più affettuoso del solito fallendo in quanto, prima ancora che potessi dire qualcosa mi venne davanti Lars che mi disse:
"Lars: h...h...h...hey A...Adam, co...com...c...co...com...co...come...com...co...c..." Io irritato dissi:
"Adam: hey Lars, prima che la cena sia finita, si sto bene Lars, te invece?"
"Lars: bene...g..grazie!"
Subito dopo che strinsi la mano a Lars andai verso Ronald, tesi a lui la mano, ma in tutta risposta mi prese e mi abbracciò, ridendo mi disse:
"Ronald: ma guardati, per una cena tra amici ti vesti come se fosse il matrimonio di tua sorella, non cambi mai di una virgola, pure quella volta alla festa di natale alla Sunflower eri vestito uguale"
Io sorridendo dissi ironicamente:
"Adam: hey non sono così tirchio da indossare lo stesso vestito per 20 anni nella stessa occasione, almeno in questo non sono tirchio"
Dopo aver riso, cominciai a chidermi dove fosse Eveline e subito urlai:
"Adam: Eveline? ci sei?"
Dalla cucina uscì fuori Eveline, con un fantastico vestito rosso, davvero molto elegante e una gonna, color nero, con delle scarpe tacco dodici, l'unica cosa rimasta uguale era la sua dozzinale acconciatura.
Subito lei guardando tutti noi chiese:
"Eveline: come sto?"
Lars disse, incredibilmente, senza balbettare:
"Lars: stai d'incanto"
Ronald invece disse ridendo:
"Ronald: fatemi tornare giovane per una notte!" A sentire questa battuta pure ad Eveline scoppiò una lieve ma sincere risata e poi guardandomi mentre mi disse:
"Eveline: beh? Adam?"
Io fingendo di non capire dissi:
"Adam: Beh cosa?"
"Eveline: come sto?"
"Adam: sai, solo perchè è la viglia ho deciso che non ti dirò la mia battuta, ma sarò onesto, è la prima volta che potrei decidere di fare un pensiero su di te, ma non sperare mai più che possa dirti qualcosa di simile"
"Eveline: e quello che sto per dirti non lo risentirai mai più se non in maniera ironica o sarcastica, grazie Adam, anche tu sei un bel figurino con quella cravatta e quella giacca"
"Adam: hey cos'è vuoi fare una gara a chi è il più elegante della serata? guarda che questa giacca non sembra ma l'ho pagata abbastanza"
"Eveline: 80 euro dai cinesi non è come lo chiami te, abbastanza!"
"Adam: Senti, sono stato il primo a partire con il piede giusto, vedi di non rovinare tutto altrimenti questa festa si trasformerà in uno dei nostri soliti campi di battaglie a colpi di ironia e colpi di lingua talmente taglienti che si infilzano nel nostro orgoglio e animo, nel più profondo".
Ci fu un momento di silenzio, fino a quando Ronald non mi disse:
"Ronald: molto poetico..."
"Adam: grazie, la tenevo per un'occasione speciale come frase ad effetto, direi che ha fatto il suo lavoro più che eccellentemente"
Appena finito di dire Eccellentemente entrarono dalla porta Demetria che ci accolse con un enorme
"Demetria: buonasera a tutti"
"Ronald: heilà Demetria"
"Lars: c...c...ciao Demetria"
"Adam: buonasera anche a te"
"Eveline: eccoti arrivata anche te"
Demetria era vestita come quando andava a lavorare in banca, ah vero! che stolto, mi son dimenticato pure di dirvi che alla fine Demetria ha trovato un lavoro, ma non nella stessa banca, diciamo che ha ritrovato lo stesso lavoro, nella stessa posizione, con lo stesso stipendio, solo in un'altra banca.
"Demetria: siamo ancora così in pochi? chi altro manca?"
"Lars: m...m...man...mancano, K...K..." io subito lo interruppi e dissi:
"Adam: si vabè, prima che lo dici te...comunque, mancano Kirk, Eric e Railey"
Nello stesso momento entrarono dalla porta Eric e Kirk
"Eric: eccoci qua!"
"Kirk: scusate per il ritardo"
Eveline subito andrò verso Eric, il quale a vederla con quel vestito disse:
"Eric: wow, devo esser stato proprio buono, devo dire che questo natale ho ricevuto un bel regalo amore, grazie" Eveline si mise a ridere e subito diede un bacio a Eric il quale contraccambio molto volentieri, finita quella scena Ronald fu il primo a chidere:
"Ronald: come mai siete venuti assieme?"
La stessa cosa a dire il vero me la stavo domandando pure io...
"Kirk: no, non siamo arrivati insieme ci siamo trovati qua fuori all'entrata"
"Demetria: una coincidenza casuale, meno male, niente di promiscuo"
Eric con il suo solito fare da simpaticone ironico che conquista tutti con una battuta disse:
"Eric: beh non che non sia un bell'uomo o che non sia un bel tipo eh..."
Tutti quanti non potemmo non mollare una risata di fronte alla solita comicità di Eric, in quel momento entrò l'ultima, la grande ritardataria tra le ritardatarie, ladies and gentelmen...
"Railey: salve gente, scusate il ritardo, ho dei problemi a camminare sulla neve quando si forma ghiaccio"
Tutti quanti accolsero Railey con un caloroso coro, un misto di, ciao, buonasera, salve, chi si vede e via dicendo.
"Eveline: bene siamo tutti qua, cominciamo la nostra cena?"
Tutti si accomodarono sul tavolo che quella sera era unico, Eveline aveva unito 2 dei 3 tavoli grandi del bar, e messo su un angolo in parte gli altri piccoli, il bar per il resto era addobbato con un albero di natale decisamente economico e mediocre, ghirlande qua e la, luci che facevano il giro di tutto il soffitto e infine il camino, che per anni è stato ornamentale quel giorno fu accesso e c'era pure un fuocherello bello e acceso bene, di sicuro l'avrà acceso Ronald, Eveline fa persino fatica a usare i fiammiferi.
Le sedie erano su due lati, erano quattro sedie da uno e 4 dall'altro, sul primo lato eravamo in ordine da destra a sinistra, Kirk, Lars, Demetria ed Eric; dall'altro lato eravamo in ordine da sinistra a destra, Railey, Io, Ronald ed Eveline, ovviamente siccome lei era cuoca doveva muoversi velocemente, per questo era messa più esterna.
Dopo pochi minuti arrivò in tavola l'antipasto, un tortino di funghi e formaggio fatto da Eveline.
Tutti ne prendemmo una fetta, tranne Kirk che i funghi non li piacevano e io fui il primo a fare un po' di ironia su tutto questo, così morso dopo morso, in un falso silenzio, costituito da persone che addentavano il tortino per un primo assaggio, io ruppi il silenzio per sfottere Eric, cominciai a simulare degli orgasmi gustativi, e subito dissi:
"Adam: oh, si questo è un tortino ai funghi e formaggio...vero Eric?"
"Eric: te ne sfornerò a miliardi per il tuo prossimo compleanno..."
"Adam: spero che tu non creda che li mangi per davvero?"
Ronald subito intervenne ridendo e disse:
"Ronald: ignora questi palati fini, se fai i tortini dalli pure a me"
"Adam: sei già malmesso di tuo Ronald, di quanto vuoi accorciarti la vita?"
Gli altri scoppiarono in una risata compreso lo stesso Ronald ed Eric arrendendosi disse:
"Eric: ho capito, non tenterò mai più di cucinare antiapasti, d'ora in poi solo pasta al pomodoro" in quel momento aveva un tono offeso, ma io subito dopo essermi pulito la bocca con il tovagliolo e mandato giù l'ennesimo boccone dissi:
"Adam: eddai Eric, non arrabbiarti si scherzava..."
Tutti tornammo a mangiare senza più menzionare alcun tortino, tutti cominciarono a chiaccherare tra di loro: Kirk e Lars cominciarono a parlare di un gruppo musicale che a entrambi loro piaceva molto e cominciarono a parlare della loro storia e dei pareri sulla loro miglior formazione, mentre Demetria Eric e Railey parlavano del progetto di Eric di trasferirsi in una casa in periferia e parlavano dei vari pro, contro e dei prezzi, mentre invece io, Ronald ed Eveline ci soffermammo in una seria discussione su cosa sarebbe meglio sistemare del bar siccome cominciava ad esser vecchio e non sono state mai fatte manutenzioni al bar nonostante varie perdite d'acqua dal soffito e muri con un paio di crepe, quella fu la prima volta che parlammo del bar senza fare battute ironiche su quanto fosse vuoto, anche perchè quel giorno eravamo in otto quindi avrei potuto lasciar perdere, non avrebbero avuto molto effetto come battute.
Il primo consisteva in un piatto di tortellini di carne in brodo, uno dei piatti che riusciva meglio ad Eveline infatti fu molto apprezzato da tutti, arrivarò pure il secondo che era per quel giorno capretto, dell'ottimo capretto cucinato da Ronald con contorno di spinaci e patate al forno, una delizia.
"Adam: si sente che questa è la cucina di Ronald"
"Ronald: già come l'arrosto che cucinai quella volta a casa tua"
Railey sentendo il tutto disse:
"Railey: parla proprio di quell'arrosto?" sapete di solito alle donne si evita di dire per forza tutta tutta le verità, però qui era chiaro che se avessi mentito sarei stato beccato subito era chiaro che l'arrosto, al nostro appuntamento, l'aveva cucinato Ronald, così evitando ogni altro possibile errore dissi:
"Adam: si, a dire il vero non me la cavo a cucinare le carni in pentola, sbaglio tempi di cottura, sbaglio a condire, ho chiesto una mano al grande anziano chef del condominio"
"Ronald: e per me è stato un piacere non esser pagato come sempre" conclue ridendo per sottolineare quanto ero tirchio.
"Demetria: certo che è davvero molto buono, ma te nel passato sei stato cuoco?"
"Ronald: a dire il vero, prima di gestire la Sunflower ero cuoco in una portaerei militare, l'ho fatto per 6 anni, poi ho mollato, in quanto non mi dava più soddisfazioni lavorare lì, però quando gli ufficiali o il capitano non erano a bordo o non c'erano alle cene o ai pranzi per motivi loro, e questo mi veniva preannunciato da un loro suddetto, mi sbizzarivo sempre in cucina con gli altri 5 cuochi e cucinavamo per gli affamti marinai ricette molto gustose e innovative invece che la solita sbobba che ci veniva ordinato di servire ai marinai, insomma, cucinavamo ciò che ai superiori si cucinava per i marinai, e da li ho imparato moltissime ricette"
"Lars: w...w...wow, bello, anc...anche..i..io avrei semp...se...sempre voluto fare il c...cu...cuoco"
"Eric: ma poi cosa successe?"
"Lars: n...no...non ero dotato a f...far...fare le dosi g...giu...giuste, in...infatti anche quando f...f...faccio la pasta a vo...volte metto troppo s...sa...sale o ne ne metto t...troppo...p...p...poco"
"Eveline: questo è un problema che hanno tutti all'inizio, è un peccato tu abbia mollato la tua passione"
Io ritornando però al discorso di Ronald chiesi curioso:
"Adam: e quanto ti pagavano?"
Ronald rise e mi disse:
"Ronald: pagare? divenni cuoco per 3 anni per punizione in quanto per errore avevo fatto saltare in aria mezzo deposito di armi della caserma, così per i primi 3 anni sono stato obbligato, negli altri 3 mi sentivo come a casa, non mi pagavano ma vivevo degli avanzi, che molto spesso erano molti, e vivevo sulla nave, per 6 anni non toccai la terra ferma, ma poi mi resi conto che quella vita non era per me, e tornai di nuovo a navigare sulla terraferma"
Ci fu un brevissimo silenzio di riflessione interroto da Kirk che disse sorridendo:
"Kirk: chissà che botto quando hai fatto saltare in aria mezzo magazzino"
Ronald ridendo più del solito disse:
"Ronald: beh sappi che se vai alla caserma di Peronedo trovi ancora una targhetta con sopra scritto ristrutturato dopo l'esplosione causata da Ronald Seanfield 1956"
"Adam: che storie..."
"Railey: il militare...io da piccola avrei sempre voluto fare il militare donna" io buttando la forchetta sul piatto dissi:
"Adam: no Railey, ti prego non quella storia, ti giuro è da imbarazzarsi"
"Railey: che c'è, ero piccola e poi scusa se ho un po' di autoironia...comunque mi ricordo che all'asilo giravo sempre con un mitra giocattolo fatto in legno e andavo in giro per tutto il cortile a sparare a tutti mentre loro stavano sull'altalena, sul dondolo e via dicendo, io mi aggiravo in giro, facevo agguati nascondendomi dietro alberi o cespugli e aspettavo che passasse qualcuno per poi spararli, mi divertivo e passavo anche intere giornate così, credo sia colpa di mio nonno se ho avuto questa mania"
Tutti rimasero in silenzio fino a quando Kirk non disse:
"Kirk: beh la fantasia dei bambini e molto varia, anche io facevo un gioco davvero strano, passavo interi pomeriggi da mia nonna fissare le rane che aveva nello stagno e a volte cercavo di prenderne una legarla con un filo e la portavo a fare delle passeggiate per la città come se fosse il mio cane, ero invidioso che molti avessero un cane ma io non potevo mai avere un animale domestico, così giocavo con le rane di mia zia"
Io stupito da tutto questo dissi:
"Adam: sono psicologo, ma non voglio fare commenti citando autori di pedagogia per dire cosa direbbero di voi..."
"Eric: ripiegheresti su Erikson?"
"Adam: nah, io direi che qui sarebbe meglio esser dalla parte della vecchia psicanalisi di Freud..."
Quelle tre frasi le capimmo solo io ed Eric tutti gli altri non dissero niente.
Finito pure il secondo tutti cominciarono solo a chiaccherare a random, Eveline invece sparecchiava e serviva caffè a chi ne voleva.
Alla fine tra una chiacchera e un'altra io andai un attimo fuori a fumarmi un sigaro fuori, per l'occasione scelsi un buon cubano, e mi fece compagnia Ronald, mentre ero fuori in una sedia sotto la tettoia non molto grande e larga del bar.
"Adam: sai, devo dirti che questa serata mi è piacuta"
"Ronald: anche te questa sera hai provato le stesse sensazioni di quando eravamo alla Sunflower vero?"
"Adam: a dirti il vero...sì, ma solo perchè c'eravate te e Railey"
Ronald ridendo disse:
"Ronald: Railey...certo che è veramente cresciuta eh?"
"Adam: già, ora sembra più matura, molto più matura e meno svampita e persa di quando era giovane"
"Ronald: tutti crescono, eppure te sei rimasto abbastanza uguale, tranne per l'odio, la barba e i capelli che un tempo li tenevi lunghi e folti, ora sono, una mezza via, la barba ti è cresciuta e il tuo odio verso il mondo si è esteso"
Io facendo un tiro profondo del sigaro dissi:
"Adam: l'odio fortifica l'animo"
Ronald prima di rientrare dentro, perchè non riusciva a sopportare più di tanto il freddo mi disse:
"Ronald: hai avuto 40 anni di tempo per odiare, quando comincerai a vivere? l'odio fortifica l'animo solo fino ad un certo punto Adam, credimi"
Ronald dopo quella frase tornò dentro e io rimasi a riflettere su quelle parole ancora per un po', quando la porta si riaprì e venne fuori Railey:
"Railey: hey Adam..."
"Adam: ciao Railey"
Pure lei si sedette sulla sedia e mi disse:
"Railey: com'era la cena?"
"Adam: ottima devo dire che per la prima volta la cucina di Eveline mi ha sorpreso"
Railey emise una lieve risata, si creò un attimo di silenzio, fino a quando io non dissi una cosa che son sicuro si sarebbe voluta sentir dire:
"Adam: bellissimo quest'abito, non posso credere che nonostante siano passati vent'anni ce l'hai ancora e ti stia d'incanto, ricordo che lo indossasti alla viglia di natale dell'89, impressionante come questa cena assomigli moltissimo a quella che facemmo a casa di Ronald, quell'anno"
"Railey: cos'altro ti ricordi quel giorno, riguardo me intendo"
Io rimasi tempo a pensarci ma non mi venne niente in mente, cercai di rompere l'imbarazzante silenzio con qualche tiro lungo del cigarillos, fino a quando Railey non si alzò in piedi davanti a me e disse:
"Railey: non ti ricordi niente? questo giorno, la Sunflower, la festa in camera di Ronald...non ti ricorda proprio nient'altro?"
"Adam: se intendi la sbronza di Ronald e quando dal caldo si è spogliato e si è buttato nella neve allora si che me lo ricordo, faccio pure uno strano sogno a riguardo..."
Railey fermando questa mio possibile monologo disse sospirando quasi in lacrime:
"Railey: non ricordi nemmeno il giorno del nostro primo bacio?"
Io subito mi alzai in piedi e le dissi:
"Adam: ti sbagli non era la viglia di natale, era natale, era mezzanotte e due minuti, io stavo andando nella mia stanza e te per le scale mi hai fermato e li ci siamo baciati per la prima volta"
Railey disse:
"Railey: dettagli Adam, tutti dettagli inutili"
Railey si incamminò altrove, sembrava davvero arrabbiata, io decisi di seguirla, camminava veloce, ma come aveva detto quando è arrivata lei non è molto brava a camminare sulla neve con il ghiaccio e dopo qualche metro che cercavo di seguirla per fermarla lei inciampò.
Subito accorsi da lei, le tesi la mano e la aiutai a rialzarsi.
In quel momento eravamo molto vicini, viso a viso.
"Railey: in 20 anni non ho mai smesso di pensarti"
Io con tono abbastanza malinconico dissi:
"Adam: pure io, dopo 20 anni credo di provare le stesse cose di un tempo cara Railey, mi spiace solo averci impiegato 3 mesi per capirlo"
Pochi secondi di silenzio, ci stavamo tenendo la mano in quel momento, dopo che la rialzai dalla caduta non si stacco neppure per un secondo, le nostre mani emanavano un gran calore, ed ecco che Railey chiese:
"Railey: baciami, ora..."
Lei si stava per avvicinare con le labbra, ma io fermandola dissi:
"Adam: i baci, non si chiedono, si danno e basta Railey, è come se un neonato chiedesse esplicitamente con parole vere e proprie di esser allattato dall madre non ha senso e poi vista l'occasione credo che il bacio perfetto debba esser dato a mezzanotte e due minuti" velocemente con la mano con la quale avevo fermato le labbra di Railey, guardai l'orologio e dissi:
"Adam: cioè ora..."
Ed ecco il grande momento, finalmente le nostre labbra si reincontrarono in effusione davvero incredibile, le mani erano ancora strette e si stringevano tanto quanto le nostre labbra, sensuali movimenti di lingua accompagnavano il bacio fino a renderlo perfetto, le posai una mano dietro la nuca per impedire ogni fuga possibile, sia mia che sua, lei mi abbraccio forte, come quando era tutto cominciato, in quel 12 settembre, e quando tutto cominciava a ritornare per il meglio cioè in quel giorno di metà ottobre, ma ancora meglio, quel bacio era finalmente l'inizio del ritorno alla mia vera vita
quella che durò tra il 1989 e il 1994, e ora ricomincia il 25 dicembre del 2010.
L'inverno non è così crudele come tutti credono, anzi è proprio bello perchè si va tutti in cerca del calore, chi in una casa con la propria famiglia, chi con gli amici e chi come me, ritrovando passioni che credevo ormai scomparse da troppo tempo per poter tornare, oserei dire che questo è un caldo quasi estivo per me.


|------------------------------|
Personaggi che l'autore si è dimenticato di aggiungere negli scorsi capitoli:
Eric:

"Note dell'Autore: ed ecco che finalmente pure il romanticismo in questa commedia è arrivata, un applauso ad Adam e a Railey, la coppia che farà più scalpore persino di William e Kate...voi direte, "fatti proprio l'uno per l'altro se passano 20 anni senza frequentare altri" eh si, ma questo elemento aiuta a rendere il tutto molto più romantico e poi scontroso com'è Adam volete che si trovasse una nuova ragazza? forse una camionista...mah... Il prossimo capitolo, il capitolo 10, sarà un bel capitolo per chi ama le storie delle Rock Band, esatto il prossimo capitolo sarà dedicato interamente ad Adam e al suo passato nella band.
Prima di lasciarvi vorrei chiedervi scusa se in certi parti questo racconto a causa delle eccessive chiacchere inutili è sembrato un po' palloso, ma quelle chiacchere nella cena mi servivano a rendere il tutto molto simile alle classiche cene dove si parla del più e del meno."

|----------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: 4 Minuti di Gloria? ***


"Note dell'Autore: Siamo arrivati a 10 capitoli di questa storia, robe da non crederci, dico subito che non credo questa storia proseguirà oltre i prossimi 10 o 15 capitoli, credo la chiuderò un po' presto, credo! Mi scuso in partenza se questo captiolo sembrerà un po' diverso dagli altri, noterete di sicuro delle lievi differenze questo perchè è un capitolo un po' malinconico e dedicato al vecchio gruppo rock dove suonava Adam, beh goedetevi il capitolo, non mancheranno le solite scene comiche di Adam, questo è garantito"






Massime di Adam:
Un panno non potrà mai pulire fino a fondo un tavolo, ma Eveline al bar quei tavoli non li pulisce nemmeno...

CAPITOLO 10: 4 minuti di Gloria?

Siamo già al 23 di Gennaio, il tempo è volato molto in fretta da quel giorno di Natale, vi chiederete in 31 giorni cosa sia successo? poche cose, tanto per cominciare, Eric ed Eveline sembrano in un punto un po' instabile della loro relazione, come ho sospettavo da tempo che sarebbe andata così, invece la mia relazione con Railey va alle stelle usciamo ogni sabato sera e ogni domenica pomeriggio, e di questa relazione se ne sono pure accorti gli studenti e alcuni dei miei studenti più rompiscatole mi hanno pure chiesto:
"Studente X: ma allora lei e la prof Acrington...ha capito no? ficcate?"
E la mia risposta era sempre la stessa:
"Adam: cosa vuoi capirne te di questo verbo che potrai provarlo solo quando ti sarà sparito l'alito da mangiatore avido di dolcumi e quei dozzinali brufoli da adolescente, tornatene a casa a rimpire il tuo hard disk di video porno e non venirmi a rompere..."
Nonostante da quando io e Railey eravamo tornati una coppia come a quei tempi, in certi sensi io non ero cambiato di una virgola.
L'ultima cosa interessante è che il concerto dei Jack's Tree si avvicina e io non ho ancora confermato la mia presenza in quella giornata e tanto meno avevo intenzione di confermarla, ma ecco che mentre sto a parlarvi di questo alla porta sta per bussare qualcuno che non avrei voluto vedere ora.
"???: Adam? ci sei? sò che sei a casa"
La prima cosa che mi venne in mente fu che questa voce non mi era nuova, così corsi subito ad aprire e la persona che c'era davanti alla porta era proprio chi pensavo potesse essere.
"Paul: ciao Adam..."
Paul è l'ex chitarrista del gruppo nella quale suonavo da giovane, è un ragazzo alto, capelli marroni molto scompigliati, uno sguardo che ha sempre conquistato le ragazze, un fisico ben mantenuto nonostante fosse anche più vecchio di me.
Caratterialmente era un tipo normale come molti altri, solo che aveva l'abitudine di esser insistente quando voleva qualcosa, era una di quelle persone che se aveva un obiettivo in testa pur di raggiungerlo avrebbe preso a testate tanti di quei muri da poterci morire, ma non si arrendeva e in secondo luogo era uno che piaceva andare dritto al punto della situazione, anche se quel giorno venne con un piede pacifico, sapeva che la proposta fatta da Kirk aveva ricevuto esiti negativi così tentò il tutto per tutto venendo lui stesso e dando un semplice out-out.
"Adam: Paul..." non potè non scapparmi un sorriso visto tutto il tempo che non lo vedevo
"Adam: ti trovo invecchiato, a parte il solito taglio di capelli e i soliti vestiti dozzinali sei cambiato molto...come stai?"
"Paul: non mi lamento, ma potrei stare meglio, sai come?"
"Adam: sò già cosa vuoi dirmi, ma ti farò contento e dirò, no, non lo so dimmi..."
Paul sorrise in maniera poco naturale emettendo un lieve suono quasi nasale e disse:
"Paul: suona con noi dopodomani sera, ti prego è la nostra ultima occasione, ti rendi conto che non suonerò più a Selice dopo questo giorno? andiamo poter rifarti di tutto almeno una volta, non lo desideri? so che lo vuoi, ma cosa ti tiene lontano"
ignorando ogni sua singola parola dissi:
"Adam: accomdati, vuoi qualcosa da bere, ho della birra in frigo..."
Paul sbuffando decise di entrare si sedette sul divano, e mentre io stavo prendendo due birre e le stavo stappando lui decise di continuare la sua chiacchera
"Paul: andiamo Adam ci saranno tutti, Kirk, Meredith, io, manchi solo te..."
Io subito lo interruppi e dissi:
"Adam: no manca anche Roger..." Paul ridendo disse:
"Paul: andiamo, non posso far tornare in vita i morti, Adam tutto questo è illogico"
"Adam: dico solo che senza Roger non sarà mai come una volta"
"Paul: vedi di non dire cavolate tu suonavi perchè ti piaceva farlo, non perchè c'era Roger"
Portai la bottiglia di birra a Paul e mi sedetti pure io sul divano davanti a lui, in silenzio aspettando dicesse qualcosa.
"Paul: non voglio che tu lo faccia per Roger, devi farlo per me, per te, per Kirk, per Meredith, siamo stati degli idioti tutti quanti gettando la spugna così quando in palio c'era Londra...l'Inghilterra..."
"Adam: beh, però tu hai ottenuto tutto questo no?"
"Paul: si ma perchè io non mi son fermato alla morte di Roger, io sono andato avanti non ho fatto il vostro errore, vi sto dando l'opportunità di rimediare e perchè no divertirci insieme come un tempo, Adam...perchè sei diventato così?"
A quel punto arrabbiandomi mi alzai in piedi e dissi:
"Adam: no, no e no, ascolta Paul, intanto tu non hai idea di cosa ho passato negli ultimi anni, tu torni qua e piombi senza nemmeno raccontarmi qualcosa di interessante, sono passati 20 anni e per ora sono rimasto riguardo te ancora a quando ho saputo che sei diventato zio, vieni qua da me e subito parli del concerto, mi fai incazzare! e poi io non ho fatto un errore, dopo la morte di Roger avevamo tutti il morale a terra, la band era finita, era già predestinata a finire morto o non morto Roger, tu non hai capito che non eravamo solo demoralizzati per la morte di Roger, Londra...ci faceva paura, una grande città e tutto, tu stai vivendo la vita di una Rockstar mediocre, ma almeno tu credi di esser veramente felice? non facendo altro che suonare a destra e sinistra, vivendo come un nomade, avendo sveltine con centinaia di fans, non ci hai mai scritto mai contattato, hai vissuto solo l'oggi fregandotene di ciò che hai abbandonato, tu lo sai che il tuo caro vecchio amico, Adam, il sottoscritto è finito in prigione? gli è morta la madre? sai almeno che lavoro faccio ora? non prendermi in giro se lo sai lo sai solo perchè Kirk te l'ha detto in questi giorni, non venirmi a dire balle, io a quel concerto non suonerò il nostro vecchio pezzo, scordatelo non trovo un motivo per farlo, non trovo un solo motivo buono e se mai lo troverò mi presentero sul palco, ora se non ti dispiace esci di casa mia con la stessa sbruffonaggine con la quale te ne sei entrato"
Paul un po' offeso si alzo e a testa bassa dando un ultimo sorso alla birra se ne andò ma disse:
"Paul: se ci ripensi...vieni, ti accoglierò fino a un secondo prima che inizi la canzone...22.30..."
"Adam: esci!"
"Paul: comunque la storia della prigione la sapevo anche senza Kirk..."
"Adam: esci e basta, non fare il solito testardo, vattene!"
"Paul: ho capito ho capito...ci vediamo Adam, ci vediamo sul palco"
"Adam: si speraci..."
Paul uscì dalla camera, e si lasciò dietro l'immagine della mi faccia incavolata come sempre...non era una cosa nuova, spesso per colpa del modo di fare di Paul finivamo a fare dei piccoli litigi, come quelle volte che si finiva per litigare tra chi doveva guidare fino al luogo del live, a volte litigavamo persino per una nota di una canzone, mentre uno di noi diceva che era meglio una l'altro diceva che era più musicale l'altra, addirittura a volte si litigava per cosa prendere da mangiare durante le nostre pause, ma tutte le volte la spuntava lui per la sua testardaggine, ma non stavolta, io non ci sarei mai tornato su quel palco, non ne avrei trovato motivo.
Era quasi ora di cena, quella sera uscivo fuori con Railey, nonostante fosse Giovedì, ma la scuola era chiusa per dei controlli, ci sono stati ultimamente dei casi di vandalismo e hanno preferito chiudere la scuola fino a lunedì per agevolare le investigazioni, così avevo i giorni liberi, così eccomi a cenare con Railey in uno dei locali trai mediamente costosi di Selice, erano prezzi onesti, la qualità del cibo non era ottima e spesso c'era gente che faceva casino, però essendo giovedì non c'era molta gente quindi io e Railey potevamo parlare tranquillamente scegliemmo pure un po' più riservato e lontano dagli altri posti.
Mentre eravamo seduti e avevamo appena ordinato io e Railey cominciammo a parlare del più e del meno.
"Railey: sai, da quando siamo tornati insieme le ragazze della 1^E cominciano a comportarsi in modo strano, mi fanno sempre domande su di te, mi chiedono come sei come amante e varie robe"
Io interessato dissi:
"Adam: oh, e come rispondi a quelle bisbetiche?"
"Railey: beh dico la verità, che sei un uomo, sincero, dolce, comprensivo, un uomo perfetto"
Quelle affermazioni erano di sicuro false, delle tipiche avance sdolcinate per sentirsi più sicuri in un rapporto facendo elogi al partenr, e questo mi era chairo non solo dal suo sorriso ma anche da come in quel momento mi prese la mano come per cercare sicurezza e io risposi cercando di usare parole sincere ma non offensive:
"Adam: beh sai per quanto tu possa dire la verità è meglio non dare troppa confidenza a quelle sbandate e poi chissà ora cosa pensano di me e chissà perchè ti hanno fatto quelle domande, non vorrei finire sui giornali per uno scandalo pedofilo"
Railey si mise a ridere dopo la mia battuta e disse:
"Railey: che pensino quello che vogliono, tanto l'importante siamo noi due non è vero?"
"Adam: ma certo cara" questa frase l'aveva detta in maniera quasi possessiva come se mi stesse dicendo che stava sfottendo le ragazzine della classe per dirle "lui è mio e non vostro vi rode vero?", aver studiato psicologia non faceva di me un abile lettore dei segnali del corpo, ma io ho studiato Railey e so che sotto il suo fare buono e gentile si nasconde un diavolo che non vuole mai tirare fuori e sotterra con quel suo amabile sorriso e il suo fare gentile e disponibile, oltre che affettuoso e paziente.
Arrivò il vino in tavola e nessuno dei due si tirò in parte per fare un cin e bere un bel sorso vino rosso aspettando che arrivassero le bistecche di manzo al sangue con contorno di patate al forno, sò che sembra un piatto già visto, e lo è, ma in quel ristorante era la migliore pietanza che facevano è solo un caso, non c'è alcun collegamento logico con il nostro primo appuntamento fallito che ben ricorderete.
Railey però dopo il sorso di vino mi vide un po' calante d'animo, il mio sguardo si faceva sempre più perso tra i miei pensieri, e così finendo un sorso di vino mi disse con tono un po' preoccupato:
"Railey: qualcosa non va?"
Io alzando la testa e accorgendomi che mi ero totalemente perso e non stavo più pensando alla bella serata dissi:
"Adam: no scusa...pensavo, sono solo...sovrappensiero ecco tutto"
Railey pulendosi dalla bocca col tovagliolo per prendere del tempo per pensare se chiedermelo o meno mi disse:
"Railey: a che pensavi?"
In un primo momento non volevo parargliene, ma poi mi decisi, presi fiato e cominciai a vuotare il sacco, e senza vagheggiare troppo
"Adam: ti ricordi il gruppo nella quale suonavo vero?"
"Railey: si, non ricordo il nome ma ricordo che eravate molto bravi, ricordo anche i componenti, tra i quali c'era anche Kirk"
"Adam: esatto, vedi, dopo che ci siamo sciolti, Paul, ha preso la stessa strada che stavamo percorrendo solo con un altro gruppo, siccome questo sabato il gruppo dove suona lui viene qui a Peronedo a suonare ha chiesto a me e al resto del vecchio gruppo di suonare"
Railey mi conosceva bene e interropendo il mio discorso disse:
"Railey: ma tu non ci vuoi andare vero?"
"Adam: esatto..."
"Railey: perchè Adam, io la trovo una bella idea, suonare come ti piaceva un tempo, no?"
"Adam: no, non è questo il punto, lui ha messo di mezzo altre cose, ha messo Roger, ha messo il fatto di riparare ad un errore fatto molto tempo fa, ma il punto è che di sicuro tutto questo non ha niente a che vedere con Roger e suonando insieme non ripareremo a nessunissimo errore"
Cominciavo ad alzare un po' il tono di voce visto che questo argomento mi irritava, dimenticadomi che questa era una bella serata in coppia e Railey alzando la voce pure lei mi chiese:
"Railey: che errore?"
"Adam: quello di arrenderci dopo la morte di Roger, ricordi? mi hai pure tenuto compagnia per due mesi quando era morto Roger, ti ricordi bene quanto ho sofferto, non potevo ricominciare, non potevo andare a Londra"
"Railey: Londra, Londra, Roger, Roger, perchè devi tirare in mezzo queste cose, ma scusa fregatene di quello che ha detto Paul va lì e suona per divertirti con i tuoi vecchi compagni per riprovare quello che provavi un tempo, non dev'essere per forza un modo per ricordare Roger o per rimediare all'errore di essersi arresi, non puoi considerarlo solo un normale concerto tra vecchi compagni?"
Infuriandomi per davvero dissi sbattendo il tovagliolo sul tavolo:
"Adam: dopo tutto quello che è successo non riesco a pensarla come dici te, non ci riesco proprio, non lo capisci?!"
Mi ero accorto che avevo alzato troppo il tono della voce e avevo un po' spaventato Railey, così subito ricomponendomi e prendendo il tovagliolo da dove l'avevo buttato dissi con un tono davvero molto calmo e dispiacuto:
"Adam: scusami Railey, scusami per davvero, non era mia intenz..."
Ma lei con il suo solito modo di fare mi interruppe e disse:
"Railey: no tranquillo credo di aver capito, alla fine penso tu abbia ragione, è difficile pensare in questa maniera dopo tutto quello che è successo, perdonami non so cosa stavo dicendo"
Sentendo delle scuse così fasulle, pacate ed efficenti, la presi per il mento e gentilmente le diedi un bacio e di seguti dissi:
"Adam: sei davvero una donna fantastica Railey, ma non serve ti scusi con me per ogni cosa, tranquilla, sono stato io lo stupido che ha alzato la voce, vediamo di non pensarci e di goderci la bella serata di Gennaio ok?"
Railey arrossì e sorridendo mentre le nostre facce dopo il bacio erano ancora molto vicine lei mi disse con un tono pacato e quasi sussurrando:
"Railey: hai...hai ragione"
La serata continuò per il verso giusto, mangiammo, bevemmo, ridemmo, scherzammo ci sfogammo l'un l'altro delle nostre frustrazioni scolastiche sbeffeggiando gli alunni meno meritevoli e raccontando anche qualche novella su di loro e la serata si concluse con il mio galante gesto di riaccompagnarla in casa in auto; arrivati davanti a casa sua lei prima di smontare dalla macchina disse:
"Railey: beh, io ora vado abbiamo avuto una bella serata, grazie per tutto, anche per avermi offerto la cena" Io a questa frase non potei non ridere e dire
"Adam: hey, almeno il prossimo che ti dice che sono uno spilorcio, puoi raccontarli questa storia".
Entrambi ci mettemmo a ridere, si slacciò la cintura del sedile, ma prima di uscire mi chiese:
"Railey: ah approposito, prossima settimana di va di venire a cena a casa di mia madre, sai, scommetto sarebbe felice di rivederti dopo tanto tempo"
Dopo quei due precedenti incontri con Eris, se fossi andato a casa sua sarebbe stato come entrare in un campo minato...
"Adam: no, sai, siamo adulti, non credo servano più cose del tipo, presentami i tuoi, ti presento i miei ecc... non credi?"
Railey però insistì, non voleva mollare e disse:
"Railey: però Eris per te era quasi un'amica oltre che esser stata tua suocera"
"Adam: ok, ok ci penserò ti farò sapere"
Quella frase mandò su di giri Railey, nel senso positivo e di seguito mi abbracciò e mi disse:
"Railey: oh grazie amore"
A quel punto mi diede un bacio, essendo la fine di una serata tutto sommato bella, quel bacio durò più del solito rimanemmo in macchina a baciarci per 1 minuto, mi piaceva la relazione che stavo tenendo con Railey, mi piaceva l'affetto ritrovato tra di noi due, anche se questo affetto si stava trasformando pian pianino in qualcosa di nuovo.
Tornato a casa la notte sembrava lunga e la mia mente era immersa nei pensieri.
Passai tutto il Venerdì chiuso in casa senza far niente se non guardare la TV che stranamente in quel giorno trasmettevano dei bei film, leggere qualche libro ecc...ma dovetti pure passare per il Bar da Rinos per pranzo e così una volta uscito mi resi conto che sarebbe potuto apparire un Paul dopo ogni incrocio che passavo, tenevo perciò la guardia alta, non si sapeva mai.
Arrivato sano e salvo al bar, trovai solo Eric, Demetria e Ronald, fui accolto dal solito "ciao Adam" fatto in coro ma io risposi con uno scontroso
"Adam: giorno feccia, come vanno qua le cose?"
"Eveline: male, come sempre..."
"Ronald: sono vecchio, ma per il resto bene"
"Demetria: vanno..."
"Eric: finchè c'è Eveline a me bene, vero amore?"
Eveline questa volta non si mise a ridacchiare, come ho detto prima le cose tra Eveline ed Eric non andavano per il meglio ed Eveline disse:
"Eveline: oh beh, certo per te le cose vanno sempre bene vero? ti preparo subito l'Hamburger con l'insalata Adam"
 Eveline corse dritta in cucina, era chiaro che avesse preso la mia entrata come buon pretesto per andare in cucina ed evitare Eric, infatti era strano che si trovasse qua, anche se ultimamente aveva cominciato a venire qui al bar più spesso...
"Adam: wow, non le ho detto niente e sta per arrivarmi il pranzo, non compio gli anni oggi io...strano..."
Ronald si mise a ridere alla mia battuta ma non disse niente
"Demetria: certo che sembra davvero distrutta ultimamente Eveline"
"Adam: si appunto, perchè non vuoi dirci cosa hai combinato?"
"Eric: io assolutamente niente, lei ha cominciato a fare così, non riesco a capire perchè, però non prendo la vita troppo male, se mi fermo a piangere e preoccuparmi troppo non troverò più i momenti per ridere e vivere"
Io accendendomi un cigarillos dissi:
"Adam: intelligente, ma stiamo parlando di donne, è come se ti mettessi nudo a correre in un campo minato senza vedere dove metti i piedi, ma anche se avessi gli occhi aperti non potresti vedere dove sono le mine da quanto son ben sotterrate ecco cos'è una donna, un campo minato, fai i passi giusti e ne esci vivo, metti il piede in un punto sbagliato e sei morto, alcune mine si notano altre sono infigarde e nascoste, e tu bello mio stai correndo nei punti dove ci sono le mine più bastarde..."
"Eric: e quali sarebbero queste mine"
"Adam: non chiederlo a me, Eveline è la tua donna...".
Si creò un breve silenzio che fu interrotto da una affermazione di Ronald che non c'entrava niente ma dal nulla venne fuori con questa frase:
"Ronald: sapete da giovane mi sarebbe tanto piaciuto suonare in un complesso rock, mi piaceva molto il basso elettrico mi ricordo che negli an..."
Io interruppi subito Ronald e chiesi a tutti:
"Adam: Kirk è già passato di qui vero?"
"Demetria: si con un tizio di nome Paul..."
"Adam: oh cavolo...no, fatemi indovinare vi ha pagato per far si che voi mi convinciate a suonare domani sera vero?"
"Ronald: non ci ha pagato, ci ha pure dato i biglietti per venire a sentirti" concluse mostrando fieramente i biglietti e ridendo nella sua solita maniera.
"Adam: bene perchè tanto non mi vedrete domani sera su quel palco"
"Demetria: e perchè no?" non avevo voglia di ripetere tutta la storia e mi limitai solo a dire
"Adam: non sono affari vostri"
"Eric: e così, tu suonavi in una rock band eh? incredibile non l'avrei mai detto, come vi siete formati?"
Quella domanda mi fece tornare in mente moltissime cose, a quella domanda non potevo non rispondere e cominciai a sputare il rospo su tutto e raccontare la storia della band, in quello stesso momento uscì Eveline che aveva sentito tutto e disse:
"Eveline: domanda interessante..."
"Adam: aspetta...anche tu hai i biglietti?"
"Eveline: oh si caro mio"
"Adam: a questo punto verrei solo per dire che il tuo biglietto è falso alla sicurezza e farti mandare via ancora prima di entrare..."
"Demetria: hey non cercare scappatoie, racconta ora e subito forza!"
"Adam: ok, ok, era nell'87, ero ancora minorenne, in quel periodo avevo appena smesso di suonare con un compagno di classe con la quale suonavamo in sieme amatorialmente, avevamo deciso di prendere strade diverse, ecco tutto; lui aveva già una band mentre io ero in cerca di membri, e fu così che conobbi Paul, lo incontrai passando vicino all'oratorio dove facevano anche lezioni per gli strumenti, e da fuori sentii questa chitarra suonare, e subito voletti andare a vedere chi aveva questo tocco divino e incontrai Paul uno dei migliori chitarristi di tutta la provincia di Peronedo, cominciammo a suonare insieme, affittammo una stanza sopra un edicola che era sull''orlo del fallimento, infatti chiuse dopo 1 anno che suonavamo, e in quella stanza cominciammo solo io e Paul, con pochi brani, poi mentre io e Paul eravamo a fare un giro di pomeriggio incontrammo Roger, lui aveva già 20 anni a quell'epoca, mentre io ne avevo 16 e Paul 17; la cosa buffa di quando lo conoscemmo era che fu sbattuto fuori da un locale in pieno pomeriggio perchè ubriaco marcio, io e  Paul lo portammo in sala prove con noi, era in condizioni pietose, Paul era una specie di paramedico, e appena aveva l'occasione voleva mostare la sua abilità da principiante, così soccorse Roger cercando di farli passare la sbornia.
In quella stanza c'era un basso, ce l'avevo portato io, perchè volevamo fare le audizioni per qualche bassista la prossima settimana, ma sembre che le audizioni si tenevano quel giorno, infatti Roger dopo aver sboccato litri di alcol ebbe la forza di alzarsi prendere il basso, attaccarlo a un amplificatore per voce, regolare i bassi e gli alti e cominciare a suonare qualcosa per il basso, era bravo, era un genio, tutto ciò nonostante fosse ubriaco marcio e con poche forze in corpo.
Kirk invece lo conobbi io, anzi a dire il vero lo conoscevo, lui era il mio compagno di classe con la quale suonavo prima, mi disse che aveva mollato il gruppo dove suonava ora, erano passati 4 mesi dalla nostra separazione e in quel attimo sia io che lui ebbimo la stessa idea, e fu così che Kirk fu subito ben accolto nel gruppo non solo per le sue capacità come chitarrista ma anche per le sue capacità canore.
Poi c'è la tasterista, ecco, per lei la storia è buffa, Meredith, abitava vicino a mio zio, per anni io e lei non parlammo mai, mi ero semi-innamorato di lei, era l'88 ed ormai suonavamo da un anno insieme con il gruppo, quel giorno passai a casa di mio zio perchè mi aveva messo a posto la bici, così da li partii per andare a prove e nello stesso momento che ero fuori dalla rampa del garage apparve da dietro Meredith, ci fu uno scambio rapido di sguardi, ma nessuno disse niente, io intanto andavo dritto senza pensieri verso prove, ma dopo un po' di strada mi accorsi che sembrava che Meredith mi stesse seguendo, in un primo momento pensai fosse una coincidenza ma a pochi metri da casa di mia nonna, sentivo il cuore battere a mille, la mia mente faceva strani pensieri, ma ecco che arrivato nel luogo dove facevamo prove sia io che lei ci fermammo contemporaneamente e li fui accolto da tutti i membri del gruppo che da fuori si affacciarono alla finestra e urlarono "benvenuta" in un primo momento mi misi a ringraziare credendo si riferissero a me, siccome ero anche in ritardo, pensavo fossero sarcastici, però quella "a" finale mi fece capire che non era riferito a me il benvenuto, e fu così che scoprì che Meredith era una brava tastierista che si era unita al nostro gruppo, l'aveva scoperta Roger, e da li cominciammo a fare molti brani, io cominciai a scrivere testi per fare canzoni e Paul insieme a Kirk studivano la musica da metterci sopra, ben presto diventammo famosi per tutta Selice e per tutta la provincia di Peronedo, ma dopo la morte di Roger che avvenne subito dopo un live nessuno di noi aveva più la forza di suonare e rinunciammo persino ad un contratto per suonare a Londra per 1 anno in tour..."
La storia sbalordì tutti, e tutto quel pensare mi faceva venire male e malinconia.
"Demetria: wow, incredibile..."
"Eric: cioè...tu potevi diventare famoso e alla fine hai buttato tutto all'aria?"
"Adam: che devo dirti non ero tagliato per la vita da Rockstar, avevo paura di Londra e di tutto quello che sarebbe successo"
"Eveline: io ancora non riesco a credere che te sapevi suonare così bene uno strumento"
"Ronald:erano dei ragazzi simpatici, mi ricordo di quel capodanno passato insieme"
Sia io che Ronald ci mettemmo a ridere e pensammo entramb ad una scena che ci era riamsta ben impressa in mente
"Adam: e ti ricordi quando Roger ti rovescio per errore mezza bottiglia di Rum sul tuo maglione e tu ti tolsi il maglione e cominciasti a succhiare il maglione per non buttare via un goccio di quel Rum?"
Ronald scoppiò in una risata quasi fuori misura, sembrava quasi fin troppo onesta e spontanea come risata facendo passare per fasulle quelle che faceva di solito
"Ronald: oltre a quella scena mi ricordo di quando un giovane Kirk mi insegno qualche accordo di chitarra e io mi misi da ubriaco a suonare qualcosa a caso e cantare una canzone senza senso improvvisata al momento, bei ricordi"
"Eveline: wow...per voi i bei ricordi sono tutti legati all'alcol?"
"Adam: che ci vuoi fare da ubriachi persino gli avvocati e i giudici sono divertenti..."
Finito il pranzo passai il resto della giornata a casa.
Arrivò il sabato fatidico e io non avevo minimamente cambiato idea, rimasi tutto il giorno in casa, persino a pranzo, per rompere la noia però decisi di prendere uno degli scatoloni che tenevo da anni li in cantinetta e mettere a posto qualche libro o magari trovare quei sigari che avevo trovato quella volta che avevo rovistato a Ottobre, ma sbagliando scatolone ne aprii un'altro e dentro ci trovai qualcosa che avrebbe potuto farmi ripensare a quella sera, le mie vecchie bacchette, le prime che avevo usato in tutta la mia carriera da batterista, delle bacchette dalla punta ovale, molto consumata, il manico aveva perso quasi del tutto la laccatura, ma la scritta Vater, era ancora ben visibile e chiara, le mie prime bacchette, le più resistenti, cominciai a prenderle e usarle contro il muro del ripostiglio, mi ricordavo ogni cosa studiata, le mie braccia dopo 20 anni sembravano muoversi automaticamente e con la stessa agilità di quando ero giovane e bravo, una volta perso tra i ricordi, in quel pomeriggio decisi di passare per il cimitero a fare una visita alla tomba di Roger, sapevo che li avrei trovato la risposta su cosa era da farsi, li avrei potuto pensare a mente lucida.
Arrivato al cimitero ci impiegai un po' per trovare la tomba di Roger essendo che a furia di nuovi morti dalla prima riga dove mi ricordavo si trovava era ormai passata alla quarta riga di tombe sulla destra, ed eccomi alla sua tomba, era una rettangolo deforme e malfatto, con al centro la sua foto in grande e sotto il suo epitaffio che era una frase che era solito a dire:
"Vivi come un vivo perchè da morti non si vive" questa frase la diceva spessissimo quando qualcuno gli diceva "bevi troppo" è sempre stato un tipo curioso lui, un saggio fuorilegge pazzoide sena alcun controllo, ma un saggio...
In quel momento mi venne da pensare che forse c'era un buon motivo per salire sul palco, non avrebbe riportato in vita Roger ma di sicuro lui sarebbe stato felice nel rivederci tutti insieme un'ultima volta, salire su quel palco era la cosa giusta? forse si o forse no, ma come ho detto a Paul sarei salito solo se avrei trovato uno scopo preciso, ma non sentivo di averlo ancora trovato, ma ecco che con un tempismo strabiliante da dietro senti una voce che disse:
"???: heila..."
Subito mi girai di scatto spaventato e vidi che era proprio lei:
"Adam: M....Meredith?"
"Meredith: da quanto tempo eh?"
"Adam: non posso crederci, ma sei davvero te? sei uguale a tanto tempo fa"
"Meredith: te invece sei cambiato moltissimo, cos'è quella barba, e quella giacca da professore?"
"Adam: io sono un professore, insegno psicologia, comunque cosa ci fai qua?"
"Meredith: io...io sono in città perchè suonerò stasera al conc..."
Io la interruppi e dissi:
"Adam: no, intendo cosa ci fai qui al cimitero"
Meredith abbassò lo sguardo e mi venne vicino e si mise a guardare malinconicamente la tomba di Roger e disse:
"Meredith: volevo dare un saluto a Roger, era da tanto che non passavo a trovarlo, mi mancava un po' "
Si creò un breve silenzio che si concluse con una mia domanda
"Adam: tu...tu stasera per cosa suonerai?"
"Meredith: io? io suonerò per Paul e per il gruppo"
"Adam: cosa per Paul, non mi dire che lo ami ancora?"
Meredith emise una breve risata e disse:
"Meredith: no, tu non lo sai, Paul non te l'ha detto che questo sarà il suo ultimo concerto e ci vuole tutti là a suonare con lui?"
A quel punto tutto era chiaro, ma io rimasi comunque di stucco e da bravo idiota seppi solo dire:
"Adam: c...cosa?"
"Meredith: hai capito bene vuole che suoniamo al suo concerto d'addio al mondo del rock, finirà il suo viaggio con i Jack's Tree, e tu per cosa verrai stasera?"
A quel punto mi soffermai a pensare tutto mi era chiaro e ora tutto aveva un senso
"Adam: io non verrò, o per lo meno, dopo tutto quanto non meriteri di venire, la verità è che io verrò per i miei vecch amici, verrò per Paul, per Kirk, per Te e per Roger, si pure per Roger, sento che c'è ancora un legame tra di noi, e stasera sarò sul palco"
"Meredith: certe cose non cabiano, hai lo stesso entusiasmo di tempo fa"
"Adam: forse hai ragione, ma un occasione simile non tornerà, mi sdebiterò di tutto e concluderemo oggi la nostra carriera musicale, non abbiamo mai smesso sotto sotto no? abbiamo vissuto tutti nel rimpianto, tutti tranne Paul, lui è l'unico che ha fatto la cosa giusta, non si è mai arreso, quanto lo invidio ora in questo momento...secondo te...Roger avrebbe accettato di ritornare sul palco dopo tanti anni?"
Meredith mi mise una mano sulla spalla e mi disse:
"Roger: no, sarebbe stato lui a chiedercelo..."
Sia io che Meredith non potemmo non mollare una lieve risatina in quanto questa frase ci faceva ripensare a quanto Roger fosse uno pieno di iniziativa e voglia di fare.
Arrivo la sera, erano le 22.00 spaccate e dall'ombra del retro del palcoscenico dove c'erano Paul, Kirk e Meredith a chiaccherare ecco che dall'ombra spuntai fuori io con in mano le mie vecchie bacchette, salutai il gruppo nella maniera che usavo salutare tutti a quel tempo:
"Kirk: Adam? sei davvero tu? alla fine è venuto per davvero!"
"Meredith: eccoti finalmente..."
"Paul: lo sapevo saresti venuto, sei carico Adam, ti ricordi il brano?"
"Adam: Adam? chi è Adam? io non sono Adam, sono il vecchio Drummer Soul"
Tutti scoppiarono in una risata e Paul fu il primo a dire:
"Paul: certo che non ti sei dimenticato niente, bene tra poco noi 4 saremo di nuovo su un palco, dopo tanto tempo insieme"
"Kirk: 4? chi ha detto che saremo in 4?"
"Paul: conta..."
Io ridendo dissi:
"Adam: no Paul, Kirk ha ragione stasera suonerà pure Roger insieme a noi, lui è come se stesse nelle mie bacchette"
"Kirk: e nel mio plettro"
"Meredith: ed in ogni tasto della mia vecchia Korg"
"Paul: la mettete cosi? beh lui sta nel manico della mia chitarra e pure nel microfono"
"Adam: ora basta con queste cazzate, si va in scena tra poco..."
Ecco il momento fatidico, 22.30, ed ecco che tutti i mebri dei Jack's Tree scesero dal palco, tranne Paul che aveva fatto l'ultimo brano insieme a loro prima del suo ritiro e ora toccava al nostro ultimo brano prima del suo ritiro.
Mi appostai sulla batteria per regolare come piaceva a me tutti i tamburi e i piatti nella posizione migliore.
Kirk si mise a sistemare la sua chitarra e la pedalina, Meredith faceva il suo solito rituale e suonava la pianola da spenta cantando il ritmo, Paul si scrocchiava le dita e Roger dall'alto ci fissava con il basso in mano e aspettava solo che dessi il tempo con le mie bacchette vecchie.
Il momento era giunto...1...2...3...4 dato il tempo il brano partì, un rock lento, dalle parole inglesi abbastanza semplici da udire, cantato da un Kirk gasato come non mai, accompagnato da dei ritmi  fantastici e armonici della chitarra di Paul insieme a delle scale fatte in successione dalla tastiera, per poi passare al ritornello che veniva cantato tutti assieme, per poi passare a quello che chimavano cambio, dove il ritmo era uguale tra tutti gli strumenti e io avevo lo spazio per fare dei passaggi con la batteria.
Il brano continuava e arrivati dopo il terzo ritornello partì la parte lenta, dove c'era un mio piccolo assolo tra piatti e tamburi accompagnato da una chitarra acustica che suonava Paul, in quel momento diedi un colpo troppo forte sul bordo del rullante e mi si spezzo una bacchetta, ma io con grande abilità girai la bacchetta e cominciai a usare quel poco che ne rimaneva dalla parte del culo della bacchetta invece che usare la punta che ormai era caduta e persa chissà dove, ed ecco gli ultimi secondi del mio assolo che poi sarebbero ripartiti con il cambio; tutto filo liscio ed ecco la chiusura del brano dove io tenevo i quarti con la cassa e la chitarra concludeva con il solito ritmo accompagnata solo dalla batteria e da nessun'altro, la riappacificazione tra me e Paul avvenne lì dopo uno sguardo rapido e un sorriso.
Fummo sommersi dagli applausi dopo quel brano e lasciammo gloriosamente il palco.
Finito il tutto stavo per tornare a casa dopo aver salutato Meredith e Kirk, Paul al parcheggio mi fermò e mi disse:
"Paul: sei venuto perchè Meredith te l'ha detto vero?"
"Adam: si...e così abbandoni la scena musicale eh? e cosa farai?"
"Paul: quello che ho sempre voluto fare realmente, tornare a Selice dai miei amici..."
Io ridendo misi una mano sulla spalla a Paul e dissi:
"Adam: abbiamo ancora talento, ma non sperare che suoni ancora con te e Kirk solo perchè siete tornati a Selice"
"Paul: non ci speravo neanche io"
"Adam: sembra che allora torni con delle buone intenzioni, hai vinto una pizza, andiamo? offro io?"
"Paul: con piacere, non rifiuterò l'offerta"
Il tutto si concluse con una fantastica serata con i vecchi amici, pure Kirk e Meredith ci fecero compagnia alla pizzata in quanto gli avevo chiamati e detto di tornare indeitro e così tutti noi avemmo una fantastica serata che passammo a ridere tra di noi, raccontarci di tutto e di più, senza mai voltarci verso il passato ed esserne tristi, la migliore serata del nostro gruppo e anche la conclusiva.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** CAPITOLO 11: Consulenza e Cena ***




"Massime di Adam: Rosso di sera bel tempo si spera...è solo un tramonto, svegliatevi"



CAPITOLO 11: CONSULENZA E CENA

Era Lunedì dopo il Weekend del concerto, quella mattina ero a scuola, avevo la penultima ora in 1^E con i soliti ragazzi di sempre, ma appena prima che suonasse la campana uno di loro, Lipidi, il ragazzino tondo e mangione della classe mi disse:
"Lipidi: professor Adam, ma lei suona la batteria?"
"Adam: oddio...non mi dire che c'eri anche te quel sabato a Peronedo?"
"Lipidi: si è stato un mito professore, non sapevo avesse anche un gruppo" Io mettendomi due dita sul setto nasale in segno di disperazione, presi fiato e dissi:
"Adam: ok, chi altro c'era a quel concerto?"
Ci furano altre 5 mani alzate, della quale uno era Gerrinton, l'altra era di Carlotta, Fattona, la chiamavo così per i rasta per come veniva vestita e poi sapevo bene che ogni tanto fumava droghe, leggere ma pur sempre droghe, poi c'era quella che chiamavo Zighinì perchè era di origini africane è lo zigihnì è un piatto tipico africano, molto famoso, e lei odorava di quella pietanza.
"Adam: ok bene a tutti voi che mi avete visto sappiate che non ho un gruppo, avevo un gruppo, e si sò suonare la batteria ma questo non vi riguarda"
In quel momento stesso suonò la campanella, stavo per uscire quando Lipidi mi disse:
"Lipidi: io vorrei suonare la batteria, mi insegnerebbe se la pagassi?"
"Adam: schietto e dritto al punto senza mezzi termini eh? beh mi spiace faccio già fatica ad insegnare a delle forme di vita desertiche come voi, figurati se ora mi metto a insegnare due cose, no mi spiace, ora devo andare mi aspetta la sala professori, a domani ragazzi e studiate sempre!"
"Classe: arrivederci prof.Navarro"
Uscito dalla classe andai diretto in sala insegnanti, dalla porta uscì Eric che stava andando in 1^A, nel vedermi sembrava felice, troppo felice, così senza mezzi termini dissi subito
"Adam: cosa vuoi Eric?"
"Eric: beccato senza aver detto niente, comunque, avrei bisogno di un favore"
"Adam: no, no e no, ti ricordi cosa è successo l'ultima volta che ho fatto un favore a qualcuno?"
"Eric: si, all'incirca, ma questo non è un vero favore è un...debito"
"Adam: nel senso?"
"Eric: nel senso che se farai una cosa per me io ne farò una per te, facile"
"Adam: ok, credo di aver capito, allora...io ti farò questo favore, ma una volta fatto tu dovrai...vediamo...dovrai lavarmi la macchina"
Eric ridendo disse:
"Eric: lavarla? quella macchina va riparata o buttata" concluse con una lunga risata e io ridendo insieme a lui dissi:
"Adam: ma te volevi un favore o un calcio nei testicoli?"
"Eric: ok seriamente, avrei bisogno che tu mi dia una mano con Eveline, per riparare alla situazione è come..."
"Adam: è come se tu fossi su un treno che sta per schiantarsi contro un treno merci pieno di esplosivo?"
"Eric: direi di sì"
"Adam: ti capisco, ok...ti darò una mano, dopo vieni al bar ci si vede li"
Eric aveva una faccia davvero rasserenata e mi disse:
"Eric: grazie, grazie e grazie, a dopo"
"Adam: si ok...ora vai dai tuoi alunni, avanti"
Entrato in sala professori e per mia gioia trovai Railey, mi avvicinai a lei e con grande gioia nel vederla, almeno durante la mia pausa prima di tornare a casa, così la salutai lei mi diede, istintivamente un bacio e una volta seduto chiacchierammo del più e del meno sulla giornata.
"Railey: amore mio, come va?"
"Adam: a giudicar dal bacio direi che ho fatto qualcosa di bello" Railey rise e disse:
"Railey: no, è solo che son contenta" ci fu un attimo di silenzio notai che Railey mi guardava tutta sorridente e a quel punto tutto mi fu chiaro
"Adam: ok, va dritta al punto cosa devi dirmi che potrebbe farmi incazzare?"
"Railey: beccata eh..."
"Adam: la seconda in pochi minuti, un record..."
"Railey: ok, allora, il problema è che mia madre dopodomani partirà per un mese per una vacanza in sud-america con le amiche del bingo del sabato sera, perciò per te sarebbe possibile far stasera la cena?"
Io molto schietto le dissi:
"Adam: no..."
"Railey: e se facessimo invece solo un tè?"
"Adam: no..."
"Railey: e che ne pensi se vieni a pranzo"
"Adam: no, niente pranzi, niente cene, niente aperitivi, niente festini, niente orgie, niente grigliata in giardino a ricordare i bei tempi di quando lei sarà stata una lavandaia che lavava i vestiti sporchi dei soldati in guerra..."
"Railey: cosa posso fare per convincerti?"
"Adam: non sperare di convincermi..."
"Railey: ho capito, allora io ora vado da Eric, sai era così curioso di sapere quando con un tuo amico avete fatto un viaggio in macchina e vi siete risvegliati in un bar pieno zeppo di..."
"Adam: alle 8.00 ti passo a prendere e andiamo?"
"Railey: perfetto"
Con il ricatto subdolo mi aveva fregato, ero in trappola se mi presentavo a casa di Eris dopo ciò che è successo quella volta all'incrocio in macchina e in ospedale, la mia vita sarebbe finita, ma da qualche parte giaceva forse una speranza...la speranza che una vecchiaccia cadesse tra le bracia del mietitore, solo quello avrebbe potuto salvarmi ormai.
Arreso ormai al mio destino ma senza far notare quanto fossi disperato in quel momento mi misi ad appuntarmi delle robe per la lezione che avrei fatto domani, ma subito Railey interruppe il tutto dicendomi:
"Railey: approposito, sai è stato un bel concerto quello di sabato"
"Adam: vero era...tu c'eri?" Railey tutta sorridente e ridendo mi disse:
"Railey: beh vedi, Paul mi ha dato i biglietti..." Io mettendomi una mano sul viso e ridendo dissi:
"Adam: Paul, oddio, ma allora ha fatto di tutto pur di tentar di farmi venire...era disperato eh..." Railey ridendo in modo simile al mio disse:
"Railey: pensa che mi ha detto addirittura che dovevo venire a convincerti di venire e che l'idea di ascoltarti suonare era eccitante" entrambi scoppiammo in una sonora risata, fino a quando lei tutta seria non mi disse incuriosita:
"Railey: com'è ritornare sul palco e sentire il pubblico che ti acclama come un idolo?"
"Adam: fantastico..."
"Railey: immagino"
"Adam: pensa che c'erano addirittura qualcuno dei miei studenti ad assistere, ad esser preciso 5, che banda di fancazzisti..."
"Railey: di sicuro c'era il cicciottello, K..." io interrompendola dissi:
"Adam: no, volevi dire Lipidi..."
"Railey: si si, lipidi scusa, dovresti vederlo è tutto il giorno che parla di batteria con i compagni e dei suoi batteristi preferiti, vorrebbe imparare a suonare la batteria ad ogni costo mi sa..." Io sentendomi molto soggetto in questa frase dissi con un tono molto ironico:
"Adam: già ad ogni costo..."
Passata pure l'ora mi diressi al solito Bar da Rinos dove però in quel giorno speciale c'erano tutti e intendo davvero tutti, tranne Railey; però quel giorno Ronald, Lars e Kirk stavano in un tavolo in parte mentre sul bancone ci stava Eveline che stava servendo un piatto di pasta al ragù a Demetria, mentre c'era Eric messo un po' lontano che se ne stava con la faccia da cane bastonato, persino da fuori si poteva notare come Eveline fosse un po'incavolata con qualcuno proprio a caso...
Entrato salutai tutti e fui accolto da un coretto di ciao dove spiccò la voce iniziale di Ronald che disse:
"Ronald: ecco la nostra Rockstar Navarro Adam, un applauso!" tutti gli altri si limitarono a salutarmi con la solita monotonia
"Kirk: hey Ronald non dimenticarti che c'ero anch'io, diglielo Adam chi è il miglior chitarrista in zona!" io ridendo dissi:
"Adam: tu Kirk, sempre tu...come vi vanno le cose oggi a voi?"
"Lars: b...bene dai"
"Ronald: vecchio...ma bene!"
"Demetria: oggi è un giorno che non sa da niente come gli altri..."
"Kirk: ho le mani che si disgustano di esistere ho dovuto sturare il cesso di uno dei vecchietti, mi pare del signor Mimose, non ti immagini quanto caghi quel tipo..." Ronald ridendo, come sempre, disse:
"Ronald: credimi so perchè ne fa così tanta, sta tutto il giorno fuori a giocare a carte con i vecchietti sul retro del parchetto della stazione, non ti immagini quante sia bravo e fortunato"
"Eveline: a me le cose vanno male, non è vero Eric?"
"Eric: si..."
"Adam: hey voi due calmi, calmi, cosa sta succedendo?"
Eveline con voce molto incavolata e offesa disse:
"Eveline: mi sta tradendo questo maledetto, so che si sente al telefono con un'altra" Eric con voce più calma ma comunque evidentemente sotto pressione disse:
"Eric: te l'ho ripetuto mille volte è solo la mia ex moglie che mi rompe al telefono"
"Eveline: e allora cos'erano quelle discussioni sul vedersi domani pomeriggio, ti ho sentito e ho letto i messaggi"
"Eric: non è come pensi!" decisi di intervenire immediatamente e dissi:
"Adam: avanti, cercate di calmarvi, i probelmi di coppia non sono mai stati risolti alzando la voce, ora...quando alzate la voce uno contro l'altro o sentite che state per farlo pensate solo che questo non farà altro che danneggiare di più la chiglia della barca fino a farla affondare e voi due siete in questa barca legati l'uno all'altro, ok?"
I due tranquillizzandosi un po' dall'evidente stato di tensione creatosi prima dissero
"Eveline: si"
"Eric: ok"
"Adam: bene ora ascoltatemi, Eveline, tranquilla è solo la sua ex, nessun uomo è così pazzo da fare due volte uno stesso errore non succederà niente, devi fidarti di Eric, quando stai con Eric devi avere la sensazione che di lui ti puoi fidare, e di lui ti fidi no?"
"Eveline: beh...ovvio"
"Adam: perfetto, tu invece Eric cerca di apparire più calmo e più esplicito quando senti che la tranquillità della tua vita è minacciata inoltre se devi veramente vederti con la tua ex alla fine basta che tu non faccia niente che la tua coscienza poi tirerà fuori, mostrando chiari segnali nei riguardi di Eveline, qualunque sia il motivo per cui vi troviate dillo a Eveline e cerca di esser chiaro ok?"
"Eric: chiaro..." ci fu un attimo di silenzio fino a quando Eveline non disse:
"Eveline: scusa tesoro, mi spiace non so cosa mi sia preso" Eric sorridente rispose ad Eveline abbracciandola da oltre il bancone:
"Eric: tranquilla amore, capita di esser gelosi non c'è niente di male, tranquilla"
"Eveline: grazie"
"Eric: di niente"
Eveline a quel puntò andò in cucina a far non si sa cosa e a quel punto Eric mi saltò letteralmente addosso tutto sorridente e mi sussurrando mi disse:
"Eric: sei un mito Adam, grazie, grazie e grazie! vengo a lavarti la macchina sabato prossimo! contaci!"
"Adam: ok, ma la prossima volta se so che son andrò così bene mi ci giocherò una cena al ristorante Il Terzo Senso"
Eric uscì dalla porta e subito gli altri commentarono l'accaduto:
"Demetria: cosa diavolo è appena successo scusa?"
"Adam: niente di che, Eric mi ha chiesto un favore e in cambio lui mi avrebbe lavato la macchina"
"Kirk: beh devo dire che te la sei cavata bene"
"Ronald: a dire il vero è la prima volta che ti vedo in azione come psicologo"
"Adam: no, non ho fatto tanto da psicologo, più da intermediatore tra un anima scombussolata femminile e un anima un po' tontolona e impreparata maschile"
"Lars: s...s..sei stato f...figo!"
"Adam: grazie Lars sono tutte così che studi alla facoltà di psicologia di Padova...".
Finito di pranzare al Bar da Rinos mi diressi a casa per riposare un po' ma siccome a casa non c'era molto da fare optai per andare a farmi una passeggiata, giusto perchè dovevo schiarirmi le idee per prepararmi alla cena con la madre di Railey, Eris.
Le vie di Selice a Gennaio son davvero triste, a Dicembre sono molto più allegre nonostante il freddo ma in quei giorni ci si avvicinava ai giorni delle merla i più freddi, c'era poca gente in giro e quella poca gente non sembrava avesse voglia di stare fuori; io ero fuori per prendere aria e per schiarirmi le idee, chissà se anche qualcun altro era così pazzo come me da fare così in quei giorni, mentre ero assorto nei miei pensieri passai nelle vicinanze del supermercato dove vado di solito e li incontrai Gaetano, se non vi ricordate chi sia è il cassiere del supermercato dove vado sempre, quel giorno era fuori dal supermercato perchè stava pulendo i marciapiedi con la scopa, appena mi vide gli si accese un sorrisone in faccia e mi disse:
"Gaetano: we! buongiorno signor Navarre!" io piuttosto irritato ma trattenendomi dissi:
"Adam: si pronuncia Navarre...comunque come ti vanno gli affari qua?"
"Gaetano: ultimamente bene..." mi fece cenno con la mano di avvicinarmi di più a lui e sussurrandomi aggiunse:
"Gaetano: però qualche mascalzune ultimamente si mette un po' di robba nei pantaloni"
"Adam: intendi dire che scippa?"
"Gaetano: si esatto scippa, scippa, sto ragazzotto, se lo becco i doc nu schieff e i fezz grè a capa" io rimasi un attimo totalmente immobile e attonito per cercar di capire cosa avesse detto ma arrendendomi in questo invano tentativo dissi:
"Adam: non ho capito un accidenti, ma son sicuro che non li farai niente di bello..."
"Gaetano: comunque, non ho idea di come beccarle, lei che è professò, cosa farebbe?"
ci riflettei un attimo e dicendo la prima idea che mi venisse in mente
"Adam: beh, tutti i ladri per non destar sospetti comprano qualcosa e nascondono sotto la maglia qualcosa, fai così ogni volta che entra un ragazzo puoi fare così, quando passi il prodotto sullo scanner, prendilo e glielo dai in alto in modo che per prenderlo debba alzare le braccia, così si alzerà la maglietta e vedrai la roba, di sicuro non puoi dirgli alza la maglietta, oppure qualcosa con più probabilità di successo è semplice, chiedi a Robert o a qualcuno che pulisce i locali di vedere se trova qualcuno che si aggira abbastanza rapido che si guarda abbastanza in torno, controlla sopratutto quanto suda, se possibile quando viene alla cassa a pagare stringili la mano se riesci, cercando di apparire un po' gentile, magari presentandoti e fingendoti molto amicone e socievole e senti quanto sudano a quel punto capirai se è un ladro o meno e quando ti sarà chiaro beccalo e denuncialo"
"Gaetano: lei signor Navarre è un genio!"
"Adam: Navarro..."
"Gaetano: comunque a lei come vanno le cose?" io un po' smorto dissi:
"Adam: uff...male purtroppo" Gaetano stupito dalla mia risposta disse:
"Gaetano: male....lei? lei ha tutto signore, apra gli occhi, ha un lavoro sicuro, una casa, una bellissima femmena dai capelli rossa, la invidio Adam, sà Cosima ultimamente sta invecchiando molto, è diventata una specie di orribbile barile, mostruoso, trita tutto..."
"Adam: intendi dire che ti ferga il cibo a tavola?"
"Gaetano: esatto, vedo che capisce al volo, signor Navarre...comunque come mai le vanno male le cose?"
"Adam: sono nella merda più totale...diciamo che ho una cena con la madre di Railey, la mia ragazza..."
"Gaetano: guardi, signor Navarre, io son un grande scaricatore negli appuntamenti, le posso dare qualche consiglio, il metodo che si usa dalle mie parte è di mangiare piccante, più che si può e far scappare la donna  a suon di tromba" stavo per interrompre Gaetano quando lui continuò a parlare e disse:
"Gaetano: oppure se vuole andare sul classico: vada spesso in bagno, fingendo di stare male"
"Adam: si ma v..." non c'era modo di fermarlo continuava a interrompremi
"Gaetano: oppure chiami qualcuno a caso col cellulare, faccia uno squillo e poi aspetti che richiami, se è fortunato le basterà rispondere e fingere che il suo amico stia male e poi andarsene"
Stavolta sembrava avesse finito:
"Adam: devo dire che come idee non sono male, sei un grande, ma non è questo il problema, il fatto è che sua madre mi odia, io vado a cena con Railey, ma da sua madre, lei mi odia per una serie di motivi, ma la mia amata non lo sa, non so che fare" Gaetano mi guardò con gli occhi spalancati e disse:
"Gateano: si veramint intà mird"
"Adam: credo di aver capito, sono fottuto eh?" Gaetano non rispose si limitò a muovere le labbra e agitare la testa in segno che c'avevo azzeccato, non restava che sperare ancora nella morte della madre...
Era tardi ormai, e tra un po' dovevo prepararmi per andare all'appuntamento a casa di Railey, mentre ero per strada passai davanti al Bar da Rinos, quando notai che c'era un po di confusione dentro sentivo delle urla, così capendo forse cosa stava succedendo decisi di entrare e vidi che c'era Ronald messo in un angolo ad assistere al litigio tra Eveline ed Eric che era degenerato, ovviamente Eveline era un piede in avanti rispetto ad Eric visto che Eveline è sempre stata una donna che portava i pantaloni...
"Eveline: sei un idiota!"
Mi avvicinai a Ronald che sembrava terrorizzato e chiesi:
"Adam: che sta succedendo?"
"Ronald: hanno cominciato quando è arrivato Eric...non so altro non ci sto capendo niente..."
Eveline aveva il volto infuriato mentre Eric cercava di difendersi urlando con la voce altrettanto alta, solo io potevo fermare la situazione e intervenendo tra i due seprandoli dissi:
"Adam: cosa cazzo sta succedendo qua?"
"Eric: è lei è che è scattata per niente"
"Eveline: per niente ma se l'hai baciata!"
"Eric: è lei che mi ha baciato! quella vipera stronza"
"Eveline: non recitare sò che ti piace ancora, brutto maniaco stronzo, lo sapevo, altro che fidarmi di te dovrei picchiarti, sei un essere viscido e schifoso" a quel punto non potendo più reggere la situazione urlai io e dissi:
"Adam: adesso, basta!" ci fu un breve silenzio e sfurttando il momento dissi solo la realtà dei fatti
"Adam: dovete finirla di lanciarvi contro sassi appuntiti, Eveline la vera verità è che hai paura, paura esatto, come in ogni tua altra relazione, temi di andare avanti perchè non sai come andare avanti e non sai come andrà per questo ti sei frequentata con miliardi di uomini, non solo perchè sei una ninfomane attempata, ma anche perchè sei insicura e hai paura di amare, ecco perchè la storia dell'ex moglie ti fa comodo per andare contro ad Eric, te invece Eric sei un idiota, dove sono le palle maschili, di in faccia ad Eveline le cose, e poi se quella ti ha baciato dovevi respingerla ma fammi indovinare tu da grande idiota mollaccione hai lasciato che facesse tutto lei e ti sei solo lasciato trascinare per paura di reagire vero?" a quel punto stavo per andarmene quando loro due mi risposero:
"Eveline: hey, chi credi di essere per giudicarmi così"
"Eric: sei cattivo così"
"Adam: ma per favore la vera verità è che siete una coppia di idioti, e siete fatti l'uno per l'altro nella vostra pesante idiozia, ma sapete potete pure continuare come avete vissuto fino ad ora, te Eveline torna pure a scoparti centinaia di uomini, vecchi e bambini ignorando ogni legge morale, te invece Eric torna pure a fare il topo d'appartamento senza mai vedere una donna e continuando a stare tra le grinfie di quella stronza della tua ex, oppure fate gli adulti e risolvete le cose come dei veri adulti e non come ora che sembravate due bambini sprovveduti delle elementari, imbecilli. Ah si è tu Eric prova a chiedermi di nuovo un favore come farti consulenza e giuro che ti prendo a calci da qui fino alla fine dell'anno scolastico!"
A quel punto me ne andai, i volti di Eveline ed Eric erano davvero tristi, direi che avevo fatto c'entro.
"Ronald: ha dannatamente ragione...posso un po' d'acqua sono...scosso...".
Tornato a casa mi stavo lavando per poi andare all'appuntamento fatidico, non avrei mai potuto prevedere come sarebbero andate le cose, non mi restava che sperare che il tutto prendesse una piega migliore o improvvisa.
Saltato in macchina andai davvero piano per le strade buie di Selice con quei fari illuminati che continuavano a mostrare il mio volto, fascio per fascio, mentre si trasformava nel volto evidente di una persona tesa e quasi disperata.
Arrivato in via Mazzini, trovai Railey che mi aspettava fuori di casa, non era vestita troppo elegante, jeans con una maglietta appena appena scollata e una giacchettina pesante ma molto graziosa.
Salita in macchina mi diede un bacio sulla guancia e mi disse:
"Railey: sei arrivato in ritardo di 5 minuti, ma non importa, dai andiamo, non vedo l'ora di vedere la faccia di Eris quando ti rivedrà"
"Adam: già non vedo l'ora" conclusi ridendo in maniera molto ipocrita.
Durante il percorso feci di tutto per cercar di sbagliare strada e Railey mi dava le indicazioni, ma io sbagliavo in continuazione apposta, proprio a quella cena non volevo andarci cascasse il mondo, ma il destino mi fu fatale e a furia di girare per errore mi ritrovai davanti casa sua.
"Railey: ecco qua, vieni, scendiamo"
"Adam: si, amore"
Scesi dalla macchina con una lentezza assurda e per perder tempo dissi:
"Adam: la luna oggi è bella non trovi? Se ne vedono poche di lune così belle, non credi?" Railey si mise a ridere credendo fosse una battuta e proesguì aggiungendo:
"Railey: simpatico come sempre...vieni dai"
Railey suonò il campanello firmando la mia condanna, non potevo scappare non mi restava che prepararmi la fossa, ma era troppo tardi pure per quello Eris aprì la porta, e la sua vecchia faccia raggrinzita e i suoi capelli lunghi bianchi mi si prostrarono e li era la fine della mia vita, addio Railey, addio alunni miei, addio compagni del bar.
"Eris: ciao Railey come stai, te devi essere il giov..." Eris mi guardò fissò in silenzio e disse stupita:
"Eris: tu...tu sei..." oddio lo stava per dire avrebbe rivelato tutto a Railey, è finita!
"Eris: tu sei Navarro Adam, il ragazzo della 2-B della Sunflower, da quanto tempo, come stai, mi ricordo di te quando eri un 22enne, se non sbaglio l'ultima volta che ti ho visto era al processo, povero, mi spiace per te Adam, caro, entra entra, immagino avrai tanto da raccontare su ciò che è successo negli ultimi anni, venite.
Stavamo per entrare, Eris era veloce nonostante l'età e si distaccò in breve tempo da me e Railey.
"Railey: ah si, non te l'ho detto, Eris soffre di un particolare Alzheimer, in pratica si ricorda poche cose e non sempre se li ricorda, ma i ricordi recenti del tipo di due settimane o un mese, se li dimentica quasi tutti dopo non molto, strano vero? dicono che ci siano 3 casi su 5.000.000 ogni anno nel mondo"
"Adam: non importa...tanto...se amo te vorrò bene pure a Eris, a qualunque costo, non importa cosa sia successo nel passato d'altronde, ora mangiamo e non pensiamoci"
In quell'istatne la fortuna mi fu sfacciata troppo sfacciata, ma almeno mi ero salvato.
Era tutto talmente strano che se spaccavo tutti i vasi di casa non me ne sarebbe fregato un accidente, tanto visto che c'ero potevo farlo, la follia sembra normale quel giorno.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** CAPITOLO 12: Festival Primaverile ***




"Massime di Adam: Ormai il dado è tratto...e non esce mai il numero che voglio!"




CAPITOLO 12: Festival Primaverile


La primavera era da poco cominciata, era il 2 Aprile, in quel giorno a scuola si festeggiavano i 100 anni della fondazione della scuola, questa cosa era talmente importante che il preside Berry non solo fece passare circa tre o quattro circolari per segnalare il fatto, fece pubblicità fuori dalla scuola con un manifesto enorme, e addirittura organizzo un festival scolastico; come idea era basilare, il tutto consisteva in una banale presentazione della scuola, un buffet e vendita di prodotti il quale ricavato verrà dato in beneficenza ad una scuola Africana, un idea base, se non fosse che il preside Berry fu folle in quell'occasione, organizzo una cosa che chiamò competizione tra classi, in pratica...il rappresentate di classe più gli alunni sfidavano varie classi dello stesso anno in varie competizioni davvero squallide, per esempio: tiro alla fune, calcetto, staffetta, lancio del vortex, abbuffata di torte, freccette e biliardino e robe simili.
Per farla breve il preside Berry diceva che queste cose avrebbe fortificato l'unione tra alunni e professori, la verità e che al preside piaceva della sana competizione.
Da Gennaio sono passati un bel po' di mesi, vi racconterò il più brevemente possibile gli avvenimenti più interessanti: il primo è che alla fine Eric e Eris hanno continuato la loro relazione, sembra che stavolta Eveline sia riuscita a prendere seriamente una relazione, a tal punto che a Febbraio lei si è trasferita a casa di Eric e ora vivono insieme; la seconda cosa è che ora Paul vive a Selice, e molto spesso viene al Bar da Rinos; la terza cosa è che Ronald ultimamente è felicissimo, ormai lui e sua figlia si incontrano spesso, hanno fatto pace finalmente e si son ritrovati; la quarta e ultima cosa è che Railey è venuta di nuovo a cena a casa a da me, ma questa volta non ci siamo fermati alla cena...avete capito, ed è stata una delle cose più belle che abbia fatto negli ultimi 20 anni...essendo che era da 20 anni che non lo facevo.
Tornando al festival...quel 2 aprile era una domenica, così noi professori e alunni fummo costretti a venire a scuola pure di domenica, non vi dico la rabbia che avevo io e i miei studenti, esser assenti quel giorno equivaleva ad esser assenti a un giorno di scuola.
Arrivai in macchina, avevo accompagnato Railey quella mattina...questo perchè la cena a casa mia che ho citato prima è stata fatto l'1 Aprile, cioè ieri sera.
Arrivato nel parcheggio della scuola, trovai una bella sorpresa che mi aspettava, non c'era un parcheggio, non c'era nemmeno parcheggio sul recinto, tra un po' le macchine era parcheggiate addirittura in verticale su due ruote; così mi tocco rompermi le scatole, uscire dal parcheggio e parcheggiarla altrove per poi camminare fino a quello schifo di festival scolastico.
"Adam: ma tu guarda che palle, nenache un parcheggio, e si che sono solo le 9.30!"
"Railey: guarda che il festival cominciava alle 8.30" io sbuffando dissi:
"Adam: quante volte te lo devo ricordare che quando cambia il fuso orario mi dimentico di cambiare le ore negli orologi manuali e rimando sempre il lavoro?"
"Railey: ma il tuo segna le 9.30, e ora sono le 9.30"
"Adam: si ma io a casa guardo quello in cucina e poi ieri sera abbiamo fatto tardi, avevo sonno, alla fine l'importante è che non abbiano cominciato già le sfide, i miei ragazzi senza di me sarebbero persi"
Railey scoppiò in una risata molto naturale, troppo naturale, non le chiesi come mai stesse ridendo preferii ignorarla e camminare fin nel mezzo della folla del festival, folla ammassata sopratutto tra buffet e bancarelle, solo alcuni erano sparsi un po' qua e là a chiacciherare a gruppetti.
Dopo varie ricerche trovai finalmente i miei alunni che erano ammasati in un angolo, a parlare, uno di loro aveva un foglio in mano mi pare fosse Cresta da Gallo, si era sicuramente lui; una volta raggiunti subito fui accolto da loro con un insolito saluto, sembravano allegramente seri nel vedermi.
"Gerrinton: prof.Navarro, professoressa Acrington, salve, abbiamo un bel problema"
"Adam: di cosa si tratta Adam?"
"Gerrinton: vogliamo vincere ad ogni costo questa competizioni, ma Jeffry ha fatto del ricerche tramite amici sulle altre prime e sembra che per ogni disciplina ci ritroveremo contro dei professionisti, noi non siamo bravi in niente" I ragazzi e le ragazze sembravano determinati a vincere questa competizione assurda creata da quel mentecato del preside Berry, a quanto pare aveva ragione creare sfida tra i ragazzi faceva bene, e si vedeva come sembravano determinati a vincere, ma tendenti all'arrendevole, così subito elaborai in pochi secondi una frase vincente che tirasse su di morale quei pappamolle dei miei scolari,
"Adam: nessuno nasce bravo e professionista, ma per qualcuno si fa un eccezione, non dite mai queste cose senza prima aver provato, vi prometto che faremo il culo ad ogni competizione a tutte le classi, non dimenticate che avete me come professore, voi mi conoscete bene" conclusi con una risata un po' malefica.
Piccola parentesi, nel tempo che è passato quasi tutti gli alunni della 1^C si sono guadagnati il loro nome originale, mentre solo metà della 1^E si è guadagnata il nome originale, tra questi abbiamo: Soldato Joker, che si chiama in realtà Jeffry Salamel; Braccia Secche, per chi non si ricordasse la rappresentante di classe che mi sta alle calcagna per il mio comportamento, si chiama Ellie Shelter; di seguito c'è Barbuta, la ragazza che interrompe sempre le mie lezioni con domande su domande ricordo che è molto pettegola, il suo nome è Sarah Behemounth; poi c'è Zighinì, una delle ragazze che era presente al concerto dei Jack's Tree dove ho suonato, lei è di origini africane la chiamavo così perchè emanava lo stesso odore di un piatto africano che si chiama per l'appunto così, il suo vero nome è Lisangela Menhotù, penultima è Narciso, una ragazza che finora non ho avuto occasione di presentarvi, Narciso, lei è la tipica belloccia super egocentrica della classe è studiosa nonostante tutto questo, il suo vero nome è Fiona Debelli, infine l'ultima arrivata nella famiglia degli alunni con nome, è Fattona, altra ragazza presente al concerto, il suo vero nome è Selen Javier.
Tutti gli alunni non nominati qua sopra sono dei poveri sfigati.
"Jeffry: Questa è pessima, dove l'ha tirata fuori?"
"Adam: sta zitto o ti degrado di nuovo a Soldato Joker!"
A quel punto Railey da dietro mi diede un bacio sulla guancia e mi disse:
"Railey: ci vediamo dopo, io ora vado a parlare con il professor Mennafis di Biologia, mi doveva parlare del concorso di matematica di Maggio, ciao"
"Alunni: arrivederci Prof."
"Adam: a dopo amore!"
In quel momento non mi accorsi di cosa avevo appena detto ed ecco che si scatenò la reazione degli alunni
"Sarah: che bella coppia che siete"
"Gerrinton: la prof Acrington è pur sempre una bella donna"
"Lisangela: chissà come fa a sopportarla" concluse con una risata molto ironica, io in tutta risposta guardando male quei tre dissi:
"Adam: vi boccio, mi costasse la casa, io vi boccierò!"
Qualche studente capendo l'ironia si mise a ridere altri non mostrarono segni di vita in alcun modo, per certi versi ormai cominciavo a stare simpatico ai miei alunni e loro a me, alcuni.
"Adam: comunque ditemi a che ora cominciano le sfide?"
"Cresta da Gallo: dovrebbero cominciare alle 10.00"
"Jeffry: ancora mezz'ora capitano"
"Adam: capitano?"
Subito si fece avanti uno studente che non vi ho ancora presentato, si chiama Scienziato Mancato, lo ho soprannominato così perchè è uno che se la cava molto con le materie scientifiche, nonstante questo ha scelto psicologia, sbagliando indirizzo, ma non sembra deciso a cambiare indirizzo, e io lo prendo in giro per questo motivo, però per il resto si può notare come sia il genio della classe, un ragazzo, serio e preparato, anche se a volte si lascia andare e diventa una di quelle persone davvero scherzose.
"Scienziato Matto: professore, le sfide che ha imposto il preside Berry funzionano così: in ogni sfida noi ragazzi siamo capitanati dal coordinatore di classe, in questo caso lei"
"Adam: ok a cuccia Scienziato Matto, qual'è la prima sfida?"
"Cresta da Gallo: staffetta"
Nel mio volto si creò un ghigno gigantesco, mi accesi un cigarillos in quel momento e dissi:
"Adam: al liceo son stato campione regionale di staffetta, lasciate che vi spieghi qualche trucchetto!"
Cominciai a riunire lì gli studenti che volevano partecipare in quell'occasione erano:
Jeffry, Cresta da Gallo, Niagara, e Io, la penutlima è una ragazza che fa ateletica leggera, specialità corsa, è una ragazza con grande sicurezza di sè, la chiamo Niagara perchè suda sempre facilemente.
"Adam: cosa? Niagara, sei sicura che vuoi partecipare...allora vogliamo proprio umiliare le altre classi, d'accordo allora è fatta, alle 10 ci si trova al campo"
"Alunni: sì"
Ognuno andò in direzioni diverse a fare i loro affari o a fare un giro tra le bancarelle fuori dalla scuola, l'importante era che tutti alle 10 si trovassero al campo di ateltica della scuola; grazie al cielo arrivata l'ora tutti erano lì, ovviamente siccome era una corsa amatoriale nessuno indossava pantaloni da corsa o scarpe adatte; nella prima sfida solo i primi 16 classificati su 20 potevano accedere al turno successivo, piccola parentesi, per chi non lo sapesse le sezioni qui vanno dalla A alla T, contando anche la J e la K, ci sono ben 20 sezioni, ma arrivati verso le classi quarte mancano un po' di sezioni visto che si vanno a sfoltire più avanti con gli anni.
"Adam: abbiamo la vittoria in pugno, comunque chi parte per primo nella staffetta?"
"Niagara: io so che tutti i professori partono per primi"
"Adam: ah si?" dissi accendendomi un altro  cigarillos
"Adam: io partirò per ultimo, credetemi funzionerà"
"Niagara: cosa ma perchè?"
"Adam: non c'è tempo per spiegartelo, noi rientriamo nella prima batteria da 4 che partirà, ai posti, Jeffry per primo, poi Cresta da Gallo, Niagara e poi io, prendiamoci la corsia più esterna, credetemi sono tutti trucchetti che ho imparato!"
"Cresta da Gallo: speriamo in bene"
Tutto furono posizionati nelle corsie predestinate, lo starter era pronto a dare il colpo per far partire la prima batteria, ci eravamo già riscaldati e approfittai del riscaldamento per studiare la fiscità degli avversari e notai una cosa, che molti di loro erano di quelle persone mediamente alte con le gambe non molto lunghe, la vittoria era in pugno.
Ecco che finalmente in cielo si librò il colpo a salve dello starter e Jeffry subito con un grande scattò si ritrovò ultimo contro tutti i professori, che subito consegnarono ai loro alunni la sbarra di ferro, mentre Cresta da Gallo la ricevette per ultimo, ma il trucchetto del passaggio della staffetta aveva funzioanto infatti Cresta da Gallo stava recuperando sugli altri studenti, ma essendo lui un fumatore dopo i primi 250 metri era già quasi stanco e passò a stenti a Niagara la sbarra.
La situazione si faceva grave, Niagara era l'ultima nonostante tutto, l'ultima speranza risiedeva in me; il passaggio del tesoro da portare in salvo avvenne con una grande sincronizzazione dei movimenti, ed ora toccava allo scatto finale del dio della staffetta, Navarro Adam, con un grandissimo scatto e un passo allungato e quasi feline superai tutti gli studenti, nonostante indossassi dei jeans abbastanza stretti ed ero vestito con la camicia e la giacca come ogni giorno e avevo pure il cigarillos ancora in bocca, arrivai primo su tutti e feci pure la mia grande figura.
A quel punto alzai la sbarra vincente verso gli spalti che tutti cominciarono ad esultare per la splendida ripresa fatta, nonstante l'età ero ancora veloce come da giovane, c'è poco da fare.
"Adam: la 1^E batte tutti, all'inferno tutte le altri sezioni!"
Era troppo presto per cantare essendo che eravamo la prima batteria, ma alla fine il tutto si concluse con la nostra vittoria per davvero, al primo posto la 1^E al secondo posto la 1^R e al terzo la 1^H.
Mentre stavamo uscendo dal campo entrarono i ragazzi delle terze che sembravano agguerritissimi e pronti a vincere, sembrava si fossero preparati già l'anno scorso a sta competizione, tutti erano in divisa da corsa con tanto di fascette e scarpe nuove da corsa, noi al confronto sembravamo sbarbatelli, ma son sicuro che avrei fatto il culo pure a loro.
Ci dirigemmo ora tra i prati più a est della scuola per la prossima gara:
"Adam: tiro alla fune? state scherzando spero..."
"Gerrinton: no, il preside ha voluto davvero fare tiro alla fune, approposito, per ora le sezioni che sono state eliminate sono la 1^B, la 1^F, la 1^K, e la 1^N"
"Adam: ottimo, ottimo, ora devo pensare a qualcosa per il tiro alla fune, non sono mai stato bravo, non ho una minima idea di come poter fare qua"
si sentì un colpo di tosse provenire da dietro gli studenti riuniti, era Scienziato Mancato pronto a esporre la sua teoria in merito
"Adam: si Scienziato Mancato?"
"Scienziato Mancato: a mio parere dovremmo sfruttare le leve, in pratica, disporrei così il nostro team, i più mingherlini e deboli davanti a seguire i forzuti e per ultimi i più grassi"
Al sentire questa mia notizia mi si accesero gli occhi e dissi:
"Adam: Lipidi! grasso bastardo mettiti per ultimo, se provi a farci perdere non ti farò mangiare più merendine in classe chiaro?" Lipidi un po' intimorito disse:
"Lipidi: si prof!"
"Adam: qui come vale la regola per venire sconfitti?"
"Niagara: ci saranno due partite con due sezioni diverse, chi ne perde 2 è fuori"
"Jeffry: quindi dobbiamo vincerne ad ogni costo 2 in modo da qualificarci in modo sicuro alla prossima gara e per eliminare qualcuno!"
"Adam: bravo Jeffry, così mi piaci!"
"Adam: ok, allora saremo disposti così: In fondo Lipidi, a seguire Zighinì, Cresta da Gallo, Io , Jeffry, Niagara, Gerrinton, Patata e Scienziato Mancato, voi ragazze disponetevi come meglio credete, basta che davanti ci siano Manico di Scopa e Braccia Secche"
Allora; Patata è un ragazzo della classe, si chiama così per via del suo enorme naso a patata, per il resto è un ragazzo, serio, con uno sguardo addormentato, non è motivato a far niente ma quando fa qualcosa la fa meglio di tutti; Manico di scopa è una delle ragazze più magre di tutta la classe, come si suol dire uno stecchino, per il resto ha un grande senso dell'umorismo e dell'ironia; infine Braccia Secche è la ragazza che mi sta addosso e che mi rompe per ogni cosa che dico o faccio, se non ve la ricordate è la ragazza che voleva parlare col coordinatore di classe e le tesi uno scherzo fuori da scuola.
"Manico di Scopa: Prof. Navarro starò attenta a non spezzarmi in due che dopo la scuola va nei casini"
"Ellie (Braccia Secche): lei vorrebbe insinuare che me e Manico di Scopa siamo le ragazze più deboli e fragili della classe?"
Io sbuffando dissi:
"Adam: oddio che rotta in culo...Scienziato Mancato dì qualcosa tu per favore" Scienziato Matto si rimise a posto gli occhiali che teneva sempre addosso e disse:
"Scienziato: statisticamente sì, sei tra le ragazze più deboli, qualcosa in contrario contro le mie statistiche?"
Non osò commentare, così Braccia Secche andò dritta a posizionarsi ai posti di combattimento, in prima linea, la classe contro la quale ci scontravamo era la 1^T, classe dello Scientifico a indirizzo Informatico, erano dei fusti d'albero, ma non di un albero qualsiasi, ma di alberi secchi della boscaglia, la vittoria contro di loro fu immediata nonostante la loro superiorità numerica.
"Alunni: Sì!"
"Adam: bene bravi ragazzi così si fa, siamo qualificati per le prossime gare...sotto i prossimi"
I prossimi erano i ragazzi della 1^A, la classe dove Eric era il coordinatore, la sfida si faceva interessante essendo che loro erano anche di più rispetto a noi e i suoi ragazzi sembravano molto più forti dei nostri
"Eric: guarda chi si vede, Adam...come è andata ieri la serata con Railey?"
"Adam: bene, com'è andata la tua con Eveline?"
"Eric: di sicuro meglio la tua, della mia" concluse ridendo ad alta voce.
"Adam: ti compatisco..."
Dopo quelle due chiacchere cominciò la sfida e si fece subito molto accesa, infatti nessuna delle due parti sembrava cedere di un passo, tutti gli alunni della 1^E e della 1^A si stavano facendo venire i calli pur di vincere.
"Adam: avanti ragazzi metteteci forza, Lipidi ciccione del cavolo, spingi, fallo per il pranzo, prima finiamo prima andiamo a prendere le costolette per la grigliata, carne succulenta, dorata e croccante che attende te, per non parlare delle centinaia di salsicce e wurstel"
A quel punto gli occhi di Lipidi si accesero e urlò:
"Lipidi: carne? Carne? io...voglio Carne!" Lipidi tirò con tutta la forza che aveva in corpo
"Eric: oh no...oh no!"
L'intera squadra avversaria cadde a terra inciampando a causa della forza simsurata di Lipidi che dopo aver buttato giù tutti si mise a urlare di vittoria e corse verso la grigliata per cibarsi della tanto amata carne.
"Alunni: si abbiamo vinto"
"Eric: beh, non importa dai ne avevamo già vinta una prima, siamo qulificati lo stesso, no ragazzi?" concluse ridendo come sempre, ma la risposta dei suoi alunni fu moscia e deprimente:
"1^A: si, professore..."
"Eric: siete giù ragazzi, andiamo a pranzare, su forza tutti a ricaricarci di energie!" con una allegria insolita per uno sconfitto Eric condusse i suoi alunni verso la grigliata.
"Selen (Fattona): heilà prof. possiamo anche andare noi a cibarci?"
"Lisangela (Zighinì): Stiamo morendo di fame" Io ridendo mentre mi sistemavo la giacca e la cravatta che erano tutte in disordine dopo la lotta
"Adam: cosa? abbiamo solo tirato una fune e alcuni di noi hanno corso...ok dai andate a mangiare".
Tutti con gioia si diressero verso il barbeque, ma fermai subito Gerrinton che fu il primo che mi capitò sotto le braccia e li chiesi:
"Adam: mio omonimo, dimmi un po' come si chiama in realtà Lipidi?" Gerrinton rimase esterrefatto a questa domanda, non capì immediatamente le mie intenzioni, ma rispose lo stesso
"Gerrinton: Kevin Jekel"
"Adam: bene vai a dirgli che d'ora in poi si chiama così e che tutti lo devono chiamare così, ha fatto un buon lavoro oggi quel ciccione bastardo"
Gerrinton mi sorrise e disse:
"Gerrinton: certo prof!"
Durante il pranzo ebbi tempo per reincontrare Railey che mi chiese come erano andate le gare e rimase molto felice quando venne a conoscenza del nostro vantaggio su molte altre classi.
Dopo la gara col tiro alla fune le classi eliminate furono: la 1^D, a seguire la 1^G, poi la 1^I, la 1^Q, la 1^S e infine la 1^T.
Le Sezioni invece rimaste in gioco erano: A, C, E, F, H, K, L, M, O, P; in totale eravamo in 10 e la prossima gara era...
"Adam: cosa? Lancio del Vortex?"
"Cresta da Gallo: si ma nessuno di noi sa lanciare il vortex prof." La situazione era critica, ma mi venne un idea su come poter risolvere il tutto e così a mani strette e nella speranza che le mie idee potessero funzionare chiesi:
"Adam: qualcuno di voi ha mai imparato a lanciare la palla da football americano?"
A quanto pare non ottenni la risposta che volevo, così passai le ore successive prima che ricominciasse la gara, nella pausa post pranzo, per allenarli a lanciare il pallone da football americano, e con mia grande sopresa trovai subito gli altri due lanciatori per la competizione e furono: Gerrinton e Narciso, scusate, volevo dire, Fiona.
Questa volta le regole per l'eliminazione era che le due squadre che facevano i risultati peggiori una volta sommati, venivano eliminate.
"Scienziato Mancato: scusi prof. perchè ci ha fatto allenare con il pallone da football americano e non con il vortex?"
"Adam: facile, perchè il pallone da Football Americano applica lo stesso principio, come vi ho insegnato io dovete tenere da entrambi i lati con il medio e il pollice e in centro sulla punta, nel caso del vortex sotto una nella rientranza delle alette che tocca il culo della palla e poi lanciarla facendo ottenere l'effetto a roteazione, e poi perchè è più complesso farlo col pallone da football americano, fidatevi, al primo tentaivo voi due farete faville.
Arrivata l'ora ecco che si cominciò a lanciare, noi fummo tra gli ultimi e la cosa preoccupante era che i precedenti avevano fatto lanci molto buoni; il primo a lanciare fu Gerrinton, tutto molto concentrato e respirando lentamente ad occhi chiusi prese lo slancio in maniera perfetta e lancio un siluro vero e proprio.
I direttori di gara andarono a controllare e misurare e dopo pochi istanti urlarono a quello che segnava i risultati:
"Arbitri: 30.4"
Gerrinton alzò le braccia e tornò verso di me tutto vittorioso e contento.
"Adam: bravo ben fatto, ora tocca a te Fiona, mi raccomando concentrata"
"Fiona: certo professore le prometto che farò il più bel lancio che ha mai visto!"
E dopo pochi istanti gli arbitri urlarono:
"Arbitri: nullo!"
"Fiona: ops..."
"Adam: brava, hai lanciato e hai sbagliato, nullo, cavolo siamo ultimi ora con quei 30 metri, devo fare assolutamente qualcosa o abbiamo perso"
A quel punto mi tolsi la giacca e la cravatta e diedi il tutto a Fiiona e aggiunsi:
"Adam: abbine cura!"
Presi in mano il Vortex e in tutta tranquillità ignorando le grida dagli spalti mi accesi un cigarillos, feci 2 o 3 tiri per calmarmi dalla tensione, afferai ben stretto il vortex tenendo la posizione perfetta, a dire il vero avevo laniciato poche volte il Vortex, ma ero davvero bravo a lanciarlo.
Eccomi che con tutta la forza di volontà in corpo e la potenza di lancio dei migliori Quaterback di Football Americano tirai un vero e proprio missile, tale che il fischio che fece il vortex lo sentirono fino a Peronedo tra un po'.
Il tiro non era nullo, era valido, gli arbitri stavano andando a misurare, una volta fatto uralarono:
"Arbitri: 62,9 metri"
Gli spalti andarono in delirio per il gran lancio eseguito, e pure io rimasi soprepso nel vedere che le mie abilità non erano affatto peggiorate, anzi tutt'altro.
Alla fine ci piazziammo alla metà precisa della classifica delle 10 sezioni, grazie al mio lancio spettacolare, le sezioni che ne uscirono da questa sfida furono la 1^P e la 1^K; ergo rimasero in campo la 1^A, la 1^C, poi la 1^E, la 1^F, la 1^H, la 1^L, la 1^M, e infine la 1^O.
Dopo la vittoria ci riunimmo tutti quelli della classe per capire bene come fare nella prossima sfida, cioè...
"Adam: Torneo di Calcetto...oddio siamo nella merda, io a calcio facevo schifo, ero bravo solo in difesa" a quel punto si creò un ghigno sulla faccia di alcuni alunni, cioè Cresta da Gallo, Niagara, Jeffry e Patata che dissero:
"Cresta da Gallo: lasci fare a noi, io sono un grande attaccante"
"Niagara: io sono sempre stata la più brava tra le ragazze a calcio"
"Jeffry: per 5 anni centrocampista con il Selice A.C."
"Patata: gioco spesso con i miei amici nei weekend sono un ottimo portiere..."
"Adam: ragazzi, però non ci sono altri modi, o vinceremo la partita o siamo fuori da questa competizione e non sopporterei la figura di merda che farei dopo essermi dato tante arie contro i professori delle altre squadre"
"Jeffry: cosa ha fatto?"
Io ridendo e buttando via il cigarillos acceso ancora dal lancio del Vortex dissi:
"Adam: solo un po' di psicologia...ora andiamo in campo, siamo i prossimi, e siamo contro che sezione che non ricordo?"
"Cresta da Gallo: contro la 1^H"
"Adam: bene sembra che la prima 1^M abbia appena perso contro la 1^A...quel maledetto di Eric è sempre stato bravo a calcio"
Essendo che non sono stato mai bravo a parlare di calcio vi riassumerò molto brevemente la partità:
Patata ha fatto di quelle parate incredibili nonostante i miei pochi errori difensivi, l'accoppiata Jeffry e Cresta da Gallo ha totalmente spiazzato i giocatori avversarsi e Niagara ha fatto di quei bei passaggi e mi ha dato una mano pure in difesa, abbiamo vinto 10 a 4 alla fine nonostante molti prenostici erano tutti contro la nostra vittoria, sicchè la 1^H era un team di rookie-stars del calcio.
Alla fine le due partite rimaste furono 1^F contro la 1^O che si concluse in una schiacciante vittoria per la 1^O e 1^L contro 1^C dove a uscirne vincitori furono la 1^L.
Alla fine le 4 squadre rimaste per l'ultima sfida, ovvero freccette, erano:
La 1^A, la 1^E, la 1^O e la 1^L.
Per la gara di freccette scoprì una cosa che non mi sarei mai aspettato e che mi mise in crisi, cioè che nessuno dei maschi era bravo con le freccette tranne Scienziato Mancato, e questo mi mise in crisi, dovevo cercare tra le donne le più brave e a mio stupore le trovai facilemente le bravi giocatrici:
La prima era Otaku, una ragazza molto dedita ai manga giapponesi e alla cultura giapponese, alla pittura, che studia solo quando non legge manga; la seconda era Ferrovia, una ragazza davvero brutta, la più brutta della classe, la avevo soprannominata così per il suo apparecchio che sembra una ferrovia tra i denti, per il resto era una ragazza che studiava quanto serviva molto insicura di sè, ma in quell'occasione mi rivelò che giocava molto a freccette con i suoi genitori e suo fratello maggiore ed era molto brava; la terza era Schizzata, una ragazza normalissima, studiosa, solare e simpatica, ma ha un tic nervoso all'occhio motivo per qui la chiamo schizzata; la quarta e ultima era, Occhi di Pesce, la chiamavo così per il suo sguardo da pesce, sempre occhi spalancati che ti fissano, a parte questa era una ragazza che non capisce mai cosa le dici perchè è deconcentrata in continuazione, si perde tra i suoi pensieri e viaggia senza ritorno a volte.
"Adam: ok direi che come squadra è fatta da persone apparentemente brave, ma ora che ci penso...tutti voi siete bravi in qualcosa e siete tornati utili per queste attività tranne, Selen, Carlotta e Julia"
"Carlotta: non mi guardi, io me la cavo solo nello studio e nel flipper"
"Julia: io sono una poetessa, mi dica una sola poetessa o scrittrice che era brava nell'attività fisica" io prontamente a braccia conserte risposi:
"Adam: Adam Lindsay Gordon, poeta inglese dell'ottecento, eccelleva nello sport ma trovo il vero se stesso nella poesia...te invece Selen che scusa hai?"
"Selen: sono pigra di natura..."
"Adam: capisco, bene ora andiamo dentro per la sfida finale, noi delle prime siamo i primi chiamati per le sfide"
Una volta dentro ci spiegarono come funzionava e a farlo fu direttamente il preside Berry
"Berry: ok cari finalisti le regole sono molto semplici, uno giocatore a turno farà i suoi tre lanci e si andrà avanti così, per ultimi i professori, una volta sommati i punti di tutti i giocatori della propria sezione si vedrà il vincitore" il preside Berry stava continuando quando un professore, credo il professore di fisica della 1^L chiese:
"Professore: Scusi preside, qual'è il grande premio finale per ogni sezione?"
"Berry: non c'è alcun premio, solo la gloria di aver vinto e di aver superato ogni sfida con coraggio e in modo prodigioso" Per tutta la sala calò un silenzio assurdo che non si sente nemmeno nei deserti più remoti del medio Oriente finche un alunno non urlò dal fondo
"Alunno: si impicchi preside Berry!" il preside piuttosto scocciato da questo intervento disse:
"Berry: ho capito cominciamo la gara prima che mi infurì e cominci a sospendere alunni a caso, partite pure voi delle prime"
Partita la gara a freccette, finalmente la finale di questa serie di sfide stupide, dopo di questa tutti a casa a cenare, i primi che lanciavano erano quelli della 1^O, poi quelli della 1^L, di seguito quelli della 1^A ed infine la 1^E.
Alla fine di tutti i lanci rimanesero solo due prof, Io e Eric, la situazione dopo le somme era di parità fra le nostre due squadre, ormai la 1^O e la 1^L erano fuori gara, tutto sarebbe stato deciso nei prossimi lanci.
"Eric: sai Adam, non te l'ho mai detto...ma...sono un campione nelle freccette"
"Adam: buon per te, ma se non lo sai il muro vale 0 punti...tira avanti, vediamo cosa sai fare?"
Eric tirò una dietro l'altra in pochi secondi tutte e tre le freccette e prese il centro tutte e tre le volte, totalizzando 150 punti, ci fu una serie di applausi interrotta solo da me:
"Eric: allora Adam come ti sembra, ritirati pure non serve che ci provi, ti risparmi l'umiliazione" concluse ridendo.
"Adam: tanto per cominciare dov'è finita la tua modestia e la tua autocritica? ora osserva e piangi Eric..."
Con la stessa Freddezza io lanciai le freccette e presi lo stesso bersaglio nello stesso modo in cui lo fece Eric, solo che io non mirai al centro ma mirai sul quadratino in alto del 20, dove i punti si moltiplicano per tre, facendo 60 punti al colpo, in pratica in totale feci 180 punti, portando alla vittoria la 1^E"
Si creò un silenzio ancora più gelido di quello creatosi prima che fu smosso dagli applausi e dalla faccia atonita di Eric.
"Adam: mi spiace Eric, son nato per esser un vincente, per lo meno nei giochi e nello sport, è un dono di natura" conclusi ridendo mentre venivo travolto dagli abbracci dei miei alunni mentre me ne uscivo per andare a casa
"Cresta da Gallo: lei è un figo prof!"
"Selen: oh mio dio prof ha bruciato il culo al prof della 1^A"
"Gerrinton: sempre più in alto prof.Navarro!"
"Kevin: è stato davvero molto figo"
"Ellie: la odio, ma devo ammettere che è stato un grande!"
"Carlotta: che eroe di professore!"
"Otaku: wow, nemmeno mio padre è così bravo, come diavolo ha fatto?"
"Adam: Campione regionale di frecciette, oltre che di Corsa a Staffetta, di Pac-Man e di Scala Quaranta" dissi ridendo e proseguì aggiungendo:
"Adam: grazie a tutti, io ora vado a casa, ci vediamo domani, fatevi trovare in classe o mi incazzo"
Appena uscito mi trovai davanti alla macchina Railey che mi accolse con un bacio e mi disse:
"Railey: quante cazzate che dici ai tuoi alunni..."
"Adam: beh per lo meno mi trovano figo da morire ora...salta in macchina ti do un passaggio fino a casa"
Railey ridendo a crepa pelle disse:
"Railey: devo ammetterlo, certe volte dimostri di essere unico al mondo caro Adam".
"Adam: che posso dirti, sono nato vincente..."

|-------------------------------------------------|

"Note dell'autore: Bene ecco finito pure il capitolo 12 che per mia decisione è finito prima, come premio per voi lettori vi lascio un bonus...ovvero la lista degli alunni della 1^E, godetevela, e ci vediamo al prossimo capitolo dove vedremo una grande decisione nella relazione tra Adam e Railey, grandi svolte in arrivo!"



Classe 1 sezione E  "Adam: La più strana la dovevo gestire io eh?"




FEMMINE:
[Carlotta Sebastian] (un po' ribelle, ma molto dilignete, preparata e sembra sia la seconda ragazza ad esser addocchiata dai maschi, ciò la sta rendendo una persona con ancora più autostima)
[Julia Romanzi] (saputella), la classica secchiona con la risposta pronta ad ogni domanda dei prof, non esce molto di casa e passa il tempo principalmente a scrivere racconti, poesie e studiare, però in quelle cose è molto brava)
Braccia Secche (rapp. di classe e nemica del prof Adam, una ragazza decisa, studia il minimo indispensabile e quando ci si mette è insopportabile) [Ellie Shelter]
Barbuta (pettegola, appena c'è un posto dove mettere il naso ci si fionda, per il resto è una tra le ragazze che studia meno e dedita alla pigrizia) [Sarah Behemounth]
Ferrovia (insicura di sè, brutta, porta l'apparecchio perciò Adam la chiama ferrovia)
Niagara (ragazza che suda molto, ateltica e sportiva, sicura di se)
Manico di Scopa (ragazza mingherlina dal grande senso dell'umorismo)
Narciso (ragazza molto egocentrica, fissata sull'aspetto fisico ma non stupida) [Fiona Debelli]
Occhi da Pesce (ti guarda con gli occhi spalancati,  spesso si deconcentra e non capisce cosa dici)
Fattona (ragazza, molto solare, coi rasta, fa uso di sostanze quando le capita e ha voglia, per il resto è normale, ma non molto studiosa) [Selen Javier]
Otaku (ragazza che legge moltissimi manga, pure in classe, brava a disegnare, sa molto del giappone, per il resto studia quando non legge manga)
Zighinì (ragazza africana, di carnagione scura, si chiama così per il nome di un cibo africano conosciuto, è una ragazza molto robusta e tondeggiante, che ride molto spesso, molto studiosa) [Lisangela Menhotù]
Schizzata (ragazza con qualche tic all'occhio, per il resto è solare simpatica e molto studiosa)



MASCHI:
[Adam Gerrinton] (un po' tonto certe volte, ma pieno di buona volontà, Navarro prova una certa simpatia per quest'ultimo motivo)
Cresta da Gallo (un tipo molto scherzoso, ambizioso e a volte spavaldo)
Soldato Joker (temerario finge di esser un ragazzo timido e innocente) [Jeffry Salamel]
Patata (per via del enorme naso a patata, un ragazzo molto annoiato da tutto)
Scienziato Mancato (dedito alle scienza ma ha sbagliato indirizzo, sfottuto dal prof per questo motivo, è serio ma spesso tende a lasciarsi andare ed esser scherzoso)
Lipidi (grassone, mangia tutto, molto spiritoso e buontempone) [Kevin Jekel]

|-------------------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** CAPITOLO 13: Decisioni di Coppia ***







MASSIME DI ADAM: Mai odiare: sarebbe dare troppa importanza all'odiato...si ma vuoi mettere l'appagamento di farlo sentire a disagio?


CAPITOLO 13: Decisioni di Coppia

Avete presente le tipiche giornate che fate? Bene la mia era sempre così: Sveglia alle 7.00, mi lavo, mi vesto, vado al bar a fare colazione dove trovo la "piacevole" compagnia dei miei "amici", raggiungo scuola a piedi tutto fiero con la mia giacca, la mia cravatta e la 24 ore, appena suona l'ultima campana vado dritto filato nello stesso bar dove ho fatto colazione e ci pranzo stavolta, di seguito torno a casa, preparò la roba di scuola per il giorno dopo, cazzeggio occupando il tempo come mi pare e piace fino ad arrivare alla sera quando di solito ordinò il cibo dal take away indiano a due passi da casa mia oppure mi cucino qualcosa di surgelato, infine per andare a letto alle 23.00 in modo tale da dormire le mie tanto desiderate 8 ore di sonno giornaliero.
Perchè vi dico tutto questo? Semplice quanto odiate quando questa vostra Routine viene spezzata da qualcosa che potrebbe eliminarla o modificarla? Ve lo dico io come è successo, tutto è comnciato all'incirca alle 11.05 del 20 Aprile:
"Adam: no, mi spiace Railey, ma così non va!"
"Railey: allora la finiamo qua?"
"Adam: direi che è meglio così...per tutti e due"
No questo è il 22 Aprile ed erano le 16.45, troppo avanti, cerchiamo di beccare la data e l'ora giusta stavolta...
Quel giorno a ricreazione stavo per andare in 1^C quando beccai Railey per le scale che sembrava di fretta, ma si fermò lo stesso e dandomi il solito bacio a stampo veloce ma piacevole mi disse, prima che io potessi dire qualunque altra cosa:
"Railey: scusa Adam sono di fretta, a pranzo vieni al Bar da Rinos che ho bisogno di parlare per una cosa" a quel punto salì le scale di fretta nonostante avesse i tacchi quel giorno e urlai invano:
"Adam: e dove vuoi che vada a pranzare al Terzo Senso" e aggiunsi sussurrando tra me e me
"Adam: dovrei fare un mutuo per andarci..."
Aspettai fuori dall 1^C che suonasse la campanella della fine della ricreazione, ma mentre stavo appoggiato al muro mi misi a fantasticare su tutto quello che avrebbe potuto dirmi Railey e mi immaginai varie scene e varie risposte da preparare:
"Railey: sono incinta"
"Adam: io devo partire per una spedizione in Alaska entro poche ore e starò via 30 anni, addio mia amata, addio figliolo o figliola mio...o mia"
Oppure
"Railey: vedi in realtà sto con un altro"
"Adam: qual'è il problema chiamiamo la mafia russa e facciamolo far fuori no?"
O peggio:
"Railey: in realtà c'è una che non ti ho detto, sono lesbica e ho deciso di fare un operazione di cambio di sesso"
"Adam: poco male vuol dire che ci incontreremo pure nel bagno dei professori maschi a scuola e andremo d'accordo su molte più cose"
Infine la meno peggiore forse:
"Railey: c'è una mia amica che vorebbe fare una cosa a tre"
"Adam: perdona l'ignoranza, ma...cosa vorrebbe fare a tre? una partita a carte? una passeggiata? una cena?"
Ma solo più tardi avrei scoperto che non era nessuna di queste cose, meno male.
Finita la Scuola uscì abbastanza felice da scuola, non solo perchè quel giorno finalmente a scuola avevano finito di riparare il bagno vicino alla 1^C e non dovevo più andare fin dall'altra parte del 1°piano per andare in bagno, ma anche perchè ero curioso di sapere la notizia che mi avrebbe dato Railey.
Ormai era piena primavera e per arrivare a scuola c'era una strada con dei fantastici ciliegi con i fiori rosa accesi che creavano una atmosfera decisamente molto allegra, era un vero piacere passarci lì ogni singolo giorno per due volte o più; anche io ero un po' in prima vera essendo che le cose andavano migliorando di giorno in giorno e sentivo sempre di più scivolarmi di dosso il peso del fardello che è vivere, credevo che pure questa volta i miei pensieri sarebbero stati fermati da Demetria che avrei incontrato al solito incrocio per raggiungere il bar, ma niente da fare, nemmeno oggi  c'era, in effetti ultimamente non c'era quasi mai per questa strada, chissà forse avrà cambiato strada; ogni tanto bisogna cambiare strada, fa bene al cervello vedere qualche cosa di diverso ogni giorno, la monotonia fa male ad un certo punto, basta che non venga sconvolta troppo velocemente e ferocemente come sarebbe successo quel giorno a me.
Arrivato davanti al bar, feci due respiri lunghi prima di aprire la porta per prepararmi al peggio.
Quando entrai vidi che c'erano Eveline, Ronald, Demetria e Paul al bancone, così li salutai con allegria vedendo che non c'era Railey e dissi:
"Adam: heila gente"
"Ronald: ciao Adam"
"Demetria: buongiorno professorone"
"Paul: heila batterista"
"Eveline: oh eccoti qua finalmente Adam"
La frase mi suonò molto strana, ma facendo due passi avanti per andare verso il bancone notai che c'era una persona su uno dei tavoli più lontani dal bancone e li c'era Eveline che aveva già mangiato da un pezzo che mi aspettava per dirmi quelle cose che aveva da dirmi; mi avvicinai al tavolo con un falso sorriso stampato sulla faccia che nascondeva il mio timore che non aveva cessato dalla ricreazione fino ad ora e forse fino al secondo prima che avrebbe detto cosa voleva dirmi, tempo che non tardò...
"Railey: siediti pure amore"
"Adam: scusami tesoro, vedo che hai già mangiato spero di non averti fatto aspettare troppo"
"Railey: no è che alla fine oggi all'ultima ora non sono andata in sala professori per lavorare son venuta direttamente a pranzare e poi mi son ricordata che dovevo dirti quella cosa perciò son rimasta qui"
"Adam: ah capisco..." mi bloccai per un secondo e decisi di accendere io il fuoco per farlo spegnere il prima possibile chiedendo:
"Adam: beh, quindi?" Railey dimostrandosi un po' tonta chiese con voce dubbiosa
"Railey: quindi cosa?" io rispondendo con un tono un po' irritato dissi:
"Adam: Railey, sei connessa o cosa? quello che devi dirmi, avanti dimmelo, son curioso"
"Railey: ah si, vero!" si creò un attimo di silenzio nella quale Railey stava sudando e si stava sventolando con una mano per far passare il caldo; si schiarì la voce con qualche colpo di tosse; cominciò a fare dei gesti vuoti con le mani e a dire continui "ehm" fino a quando non prese il coraggio definitivo e disse:
"Railey: sai, la nostra relazione sta andando davvero bene, forse quasi meglio di quando eravamo giovani, e visto che questa volta mi sembra una relazione davvero matura e seria, vorrei fare dei passi avanti"
Queste parole non sembravano annunciare grandi temporaloni, ma pur sempre temporali così deglutendo chiesi:
"Adam: ma tu, di preciso, cosa intendi con...fare dei passi avanti?" Railey deglutendo pure lei continuò il discorso:
"Railey: beh vedi, tra 4 giorni devo consegnare l'affitto del appartamento e vorrei liberami di quell'appartamento visti i vari problemi e il vicinato, quindi mi chiedevo se a te insomma andrebbe bene se...se mi trasferissi da te entro domani"
Rimasi totalmente di stucco, non seppi cosa dire; cominciai pure io a muovere le mani senza motivo e dire continui "ehm" fino a quando trovato il modo per rispondere dissi:
"Adam: trasferirti da me? convivere insieme nel mio merdoso bilocale? ti sembra davvero una buona idea?"
"Railey: beh...sì"
"Adam: non lo so Railey, questo non è un passo, è un grande passo, insomma...non lo so non credo sia una buona idea" Railey sbuffando disse:
"Railey: Ma perchè? alla Sunflower condividevamo la stanza!"
"Adam: si ma per la maggior parte del tempo eri da Eris che abitava sotto di noi e la tua roba era ancora lì, dormivi da me e stavi insieme a me per del tempo e basta, ma ora sarebbe diverso più serio intendo"
Railey mi prese la mano e disse con tono davvero calmo:
"Railey: ti prego Adam per me è importante tutto questo, è si un grande passo, ma...te non credi che tutto questo sia una buona cosa per la nostra relazione?"
"Adam: beh, sì!"
"Railey: e poi non la trovi una cosa fantastica il vederci di più?"
"Adam: sì"
"Railey: e ti rendi conto di quanta benzina risparmieresti per venirmi a prendere in auto ogni appuntamento? hai pensato che potrei cucinare io qualcosa di vero e non le cose surgelate che fai tu? hai pensato pure al fatto che non sai gestire in modo ottimale la casa da solo e dormi sulle stesse lenzuola da Luglio?"
"Adam: si, sì e...oddio sì..." Railey mollando la mia mano aggiunse:
"Railey: allora qual'è il problema?" io mi accesi un cigarillos per riflettere e dissi:
"Adam: ci penso sù, stasera quando avrò deciso ti...ti chiamerò sì!"
"Railey: ok..." A quel punto Railey con una faccia quasi delusa e silenziosamente se ne andò salutandomi con una mano, sembrava piuttosto imabrazzata e io decisi di ricambiare il saluto nello stesso modo alzando solo la mano.
Appena Railey uscì io mi stravaccai sul divanetto del tavolo e dissi tra me e me
"Adam: oddio e ora?"
A quel punto mi si avvicinarono tutti quanti e chiesero curiosi
"Paul: cosa farai ora Adam?"
"Adam: non ne ho idea..."
"Ronald: andiamo non mi sembra tanto grave la situazione, no?"
"Adam: non ne ho idea..."
"Demetria: andiamo Adam, Railey ha ragione, fareste bene a condividere insieme un appartamento è più facile gestirlo e poi potresti dividere l'affitto con lei e risparmieresti soldi a volontà!"
"Adam: non ne ho idea, non lo so e non voglio parlarne..." Si creò un silenzio enorme fino a quando Eveline non concluse dicendo:
"Eveline: secondo me sei nella merda Adam...e questo mi piace molto" concluse ridendo a braccia conserte, sembrava soddisfatta di tutto questo, proprio lei che aveva fatto su un putiferio quando Eric ha proposto ad Eveline di vivere assieme a casa sua.
Tornato a casa ebbi tempo per riflettere da solo, con questo intendo dire che passai ore e ore come al solito ad annoiarmi, a parte che recentemente tra i vari scatoloni pieni di roba che non ho mai messo in ordine da quando son tornato a Selice ho trovato pure la mia vecchia console NES, e ho provato a vedere se andava ancora e se qualche cassetta funzionava ancora bene, e ogni tanto quando avevo tempo giocavo a Super Mario bros. o a Pac-man mania e mi ricordo che da piccolo guardavo Captain Tsubasa, e quello era l'unico gioco di "calcio" che io abbia mai avuto; chiaramente ne avevo molte altre di cassette ma le ore lunghe delle mie giornate le passavo con questi di giochi.
Ma proprio quando mi ci ero appena messo a giocare, visto che avevo finito di fare tutto il lavoro per scuola, ecco che bussarono alla porta; in un primo momento ignorai, ma visto che la persona dietro la porta non cedette e continuò a bussare decisi di aprire, e a mia grande sorpresa era Eric.
"Adam: ciao"
"Eric: Adam, Eveline mi ha raccontato di cosa è successo e sono qui per darti una mano" Lo fissai per qualche secondo fino a quando non mi venne in mente di chiedergli la cosa più spontanea che mi potesse venire in quel momento
"Adam: scusa ma...come fai a sapere dove abito?"
"Eric: Me lo avrai detto per errore mentre chiacchieravamo, non ricordo"
"Adam: da quale angolo remoto del tuo cervello ti è venuta in mente l'idea di darmi una mano? sono a posto io"
Stavo per chiudere la porta quando Eric con un movimento rapido riuscì a sgattaiolare dentro casa e subito mi disse:
"Eric: almeno lasciami parlare"
Un po' arreso e curioso di sapere cosa aveva da dire li dissi:
"Adam: avanti siediti pure sul divano" Eric si sedette e pure io sul divano reciproco al suo, ora eravamo faccia a faccia divisi da un tavolino dove stava ancora appoggiato il controlle della NES, se non era per Eric mi ci sarei buttato su per giocarci; stavo fissando il  joystick in quel momento e pure Eric se ne accorso e prima di continuare a parlare mi chiese:
"Eric: forte, il NES, ma ti funziona per davvero ancora?"
"Adam: oh si puoi giurarci, ho un po' di giochi messi da parte in uno scatolone che ho trovato ieri, e dentro c'era pure il NES, non capisco come si sia mantenuto così bene, funziona come se fosse nuovo."
"Eric: quanti ricordi del NES...piuttosto tornando al discorso di prima, credo di aver capito qual'è il tuo problema"
"Adam: sentiamo?"
"Eric: te non hai tanto paura del trasloco in sè, ma di cosa ne comporterà"
"Adam: credo di aver capito dove vuoi arrivare..."
"Eric: te sei un abitudinario e lo sappiamo tutti, inoltre te hai sempre vissuto come un misantropo per gli ultimi vent'anni, è chiaro che alla fine per te non è solo condividere insieme, si tratta di un vero e proprio trasloco, e i cambiamenti mettono sempre stress nelle persone"
"Adam: appunto vedi hai toccato il fulcro di tutto sono un abitudinario non mi piace cambiare così la mia vita tutto d'un colpo"
"Eric: come? ma scusa, se tutto d'un colpo ti sei ritrovato dopo solo quattro mesi a baciarti la tua ex di vent'anni fa, questo non è un cambiamento?"
"Adam si"
"Eric: e poi ora insegni psicologia, dopo vent'anni che eri relegato alle elementari, questo non è un cambiamento?"
"Adam: lo è"
"Eric: e ti hanno causato stress?"
"Adam: no, per niente, anzi sono felice, molto"
Si creò un attimo di silenzio, ma mano che Eric andava avanti più mi accorsi che aveva ragione e che forse questo cambiamento non sarebbe stato frutto di stress, ma anzi un occasione per arricchre la mia vita di felicità come stava accadendo negli ultimi otto mesi.
"Eric: inoltre tu temi un'altra cosa, la più grande"
"Adam: cioè?"
"Eric: molte donne quando cominciano a prendere queste importanti decisioni, non si fermano lì"
Avevo già capito dove volesse arrivare Eric, ma io con indifferenza e fingendomi calmo dissi solo:
"Adam: continua..."
"Eric: sto parlando del matrimonio, tu hai paura che Railey un giorno voglia sposarsi con te e finirà per chiedertelo nello stesso modo con la quale ti ha chiesto di traslocare da te"
"Adam: Railey è stata furba ne ha approfittato della storia dell'affitto che arrivava tra poco per trasferirsi da me, quella dietro il suo sorriso nasconde una mente geniale e perfida ogni tanto, mi chiedo dove abbia imparato, quando eravamo insieme nel 89 era un po' ottusa certe volte, per il resto era una comune persona, ma certe volte era lenta di comprendonio, dove avrà imparato?"
Eric a quel punto rise e disse:
"Eric: ma è ovvio dove ha imparato, da sè, Adam è una donna non una ragazzina"
"Adam: vero...ma comunque che c'entra il matrimonio?" Eric mi guardò con due occhi pieni di pietà ma tenendo un sorrisetto tipico delle persone che hanno dannatamente ragione disse:
"Eric: sappiamo entrambi cosa ne pensi del matrimonio"
"Adam: no non è vero..." Eric continuò a guardarmi in quel modo, io un po' nervoso cercai di distogliere l'attenzione dalla sua faccia fino a quando non cedetti e dissi:
"Adam: ok, odio il matrimonio, la trovo una cosa insnensata visto che due persone posso amarsi senza dire: si lo voglio, in una chiesa di fronte ai tuoi parenti ai tuoi amici, alla tua schiera di ex, alla serie di suoi pretendenti che hanno fallito prima di te, i parenti miei che mi tocca invitare che non vedo da una vita e se non lo faccio c'è un motivo, inoltre spendere tutti quei soldi per mangiare cibo di gran classe che poi ti arrivano porzioni misere e per sfamarti devi ripiegare o sulla torta o sui vari dessert che ti arrivano; per non parlare del ballo, io proprio non so ballare e non ne capisco il motivo di farlo ai matrimoni" dissi con gran foga alzandomi dal divano per andare a prendermi da bere un po' d'acqua; ora ero veramente molto nervoso.
Eric mi si avvicinò e cercando tranquillizzarmi mi disse:
"Eric: Adam, guarda che in realtà, la convivenza insieme non deve esser per forza qualcosa di simbolicamente brutto, creidmi ne so qualcosa, ora ogni mattina ho un visto che si sveglia accanto a me, che mentre sono in bagno si alza e mi perpara la colazione, poi torno a casa per pranzo, mentre lei è ancora a lavoro per tutto il giorno e lì mi sento di nuovo solo e mi ricordo di come stavo dopo il divorzio; e poi, non per forza dovrete sposarvi se tu non acconsenti, e se state facendo un errore tornare indietro sarà facile"
A quel punto mi accorsi che Eric aveva dannatamente ragione, ma mi rimase ancora un dubbio
"Adam: e se...sarò debole e alla richesta di matrimonio cederò come sto facendo adesso con il trasloco, intendo superando ogni mia barriera emotiva?"
"Eric: se cederai vuol dire solo che la ami, e che forse per voi il matrimonio sarà la scelta migliore"
Eric se ne stava per anadre a passo lento, ma io finendo l'ultimo sorso di acqua gli chiesi:
"Adam: te perchè ti sei sposato?"
Eric ormai che stava per chiudere la porta per uscire disse:
"Eric: ero giovane e stupido, e ho accettato solo perchè la nostra relazione era sull'orlo del fallimento, il matrimonio avrebbe curato le ferite, e l'ha fatto, ma ogni ferita si apre se non la fai curare con pazienza e amore..."
Si creò un grande silenzio, fino a quando Eric concluse dicendo solo:
"Eric: tutto ciò che ti sta per accaddere è il male minore di ciò che potrebbe accaderti nella vita...e te le così peggiori le hai già passate negli ultimi vent'anni comincia a goderti un po' la vita prima di diventare un vecchio ancor più cinico e pieno di rimpianti"
La porta si chiuse ed Eric mi lasciò con un bel po' di materiale su cui riflettere, a quel punto dallo stress che provavo e dall'ansia, mi veniva a mancare il respiro, sentivo che in casa l'aria si faceva sempre meno, sembrava l'inizio di un attacco di panico, in un primo momento non ci feci caso, ma poi quando si fece più forte mi venne voglia di scappare di casa, così presi subito: cellulare, portafoglio e chiavi, così subito potei andare a farmi un giretto per la città a prendere un po' di aria "pulita" che c'era fuori.
Appena uscito dal portone del condominio cominciavo già a sentirmi meglio, mi accesi subito un cigarillos per cercar di calmare i nervi e fuori trovai Paul che pure lui come me è andato a farsi un giro.
"Paul: heila Adam!"
"Adam: ciao Paul, com'è?"
"Paul: tutto bene, te con la storia di oggi?"
"Adam: credo....credo di esser giunto ad una soluzione"
"Paul: ovvero?"
"Adam: che te frega, andiamo a farci un giro và"
Le stradi di Aprile a Selice non erano tanto diverse da quelle invernali o autunnali, anzi, a volte mi sembra giri più gente d'inverno che d'estate, ma è solo una mia impressione forse, però Aprile restava il mese dove tutti dicono: "non vedo l'ora che arrivi l'estate" ma poi arrivata l'estate dicono "con sto caldo, non ne posso più; si stava meglio in primavera, io penso che la primavera sia il mese perfetto, ne troppo caldo ne troppo freddo".
Eravamo nel centro di Selice, quando dalla strada che portava alla chiesa, notai arrivare molta gente vestita elegante, ma tra tutti spiccò la presenza della donna con il grande vestito bianco, esatto c'era un matrimonio quel giorno, sembrava l'avessero quasi fatto a posta; però nel vedere le loro facce così sincere e felici, mi fece capire come anche se non tutte le belle cose possano finire bene questo non vuol dire non dobbiamo viverle, le gioie vanno vissute anche se potrebbero avere una doppia faccia e un risvolto negativo, se non viviamo per trovare la felicità di cosa viviamo?
"Adam: Paul, dimmi, te hai mai avuto una donna per tutti questi anni?"
"Paul: beh mentre giravo l'inghilterra con la band per tutti questi anni ho avuto una donna con la quale ho avuto una relazione seria, una inglese dai capelli ramati, uno sguardo provocante e un senso dell'umorismo da far invidia ai nostri comici, per non parlare del suo profumo"
"Adam: si senti non ti ho chiesto di fare la parte dello scrittore arrapato, ti ho solo chiesto se hai mai avuto una donna"
"Paul: si, abbiamo pure vissuto insieme prima di mollarci"
"Adam: capisco, e te credi che ne sia valsa la pena vivere con lei per poi mollarsi?"
"Paul: assolutamente sì, non c'è niente di meglio che condividere qualcosa con la donna che ami..."
In quel momento pensai se persino Paul poteva capire quanto fosse bello vivere insieme con una donna, io, perchè non potevo trovarlo bello?
A quel punto decisi di tornare a casa e chiamare una volta per tutte Railey, si stava facendo sera e il tempo scorreva lentamente come se stesse preparando il tutto per uno dei grandi eventi della mia vita.
Tornando a casa incontrai Gaetano fuori che stava pulendo il marciapiede davanti al supermercato e subito gli chiesi:
"Adam: te come trovi convivere con una donna in una casa" Gateno rispose in maniera schietta e onesta
"Gaetano: se è la donna giusta, allora sarà la scelta più bella della tua intera vita":
"Adam: grazie Gaetano, sei un grande!"
Me ne stavo tornando a casa a passo svelto, quando Gaetano mi urlò
"Gaetano: ci vediamo signor.Navarre!"
Io sentendolo urlai ancora più forte:
"Adam: si pronuncia Navarro, con la o di ornitorinoco!"
Arrivato a casa accadde tutto in un attimo, l'aria era ancora irrespirabile dentro casa mia, sentivo stava per tornare l'attacco di panico, ma io afferrando veloce il telefono di casa, stavo per chiamare Railey, dentro di me sentivo le voci di varie persone che conoscevo che dicevano la stessa parola:
"Ronald: fallo!"
"Paul: fallo!"
"Demetria: fallo!"
"Lars: f...fallo!"
"Gateano: fallo! fallo!"
"Kirk: fallo e subito!"
"Gerrinton: prof. lo faccia!"
"Eveline: avanti idiota cosa aspetti? fallo!"
Presi coraggio, composi il numero di Railey e ormai metà del lavoro era fatto.
Il telefono squillava e squillava ma non c'era verso che rispondesse, fino a quando ecco che sento il classico rumore della cornetta del telefono che si alza e si avvicina alla bocca e sento la sua voce che dice:
"Railey: pronto, chi è?" e io subito senza esitare dissi:
"Adam: pronto Railey, sono Adam"
"Railey: Adam tesoro, cosa c'è, a cosa devo la chiamata?" Io mettendomi un po' a sorridere dissi:
"Adam: lo sai benissimo perchè ti ho chiamato, fai i bagagli e prendi tutte le tue cose, tu domani ti trasferisci da me"
"Railey: Adam, amore...questa è una bellissima notizia! sapevo avresti accettato, allora ci vediamo domani dopo pranzo, ciao!"
"Adam: ciao amore, ciao ciao!"
Messa giù la cornetta l'aria in casa tornò respirabile, ero emozionatissimo all'idea che finalmente un po' di felicità sarebbe entrata di nuovo nella mia vita, non potei far altro che sorridere e aspettare che il giorno dopo arrivasse.
Il giorno dopo tutto andò a buon fine, Railey arrivò precisa dopo pranzo con la macchina piena di scatoloni, scoprì che nella casa affittata non c'era neanche un mobile suo, si era portata dietro solo i suoi valori e vari oggetti.
Passammo l'intero pomeriggio fino a sera tarda a metter tutto in ordine e pulire per bene casa, cenammo solo con un panino veloce.
Arrivata quasi la mezzanotte, casa mia non sembrava neanche più casa mia con tutte ste nuove cose come quadri, vasi, soprammobili, foto, nuovi cd nel mio repertorio musicale, inoltre anche molti LP insieme alla mia vasta raccolta di LP; insomma per farla breve non era più casa mia, era casa nostra.
Sfiniti ci buttammo entrambi sul mio letto per riposarci, incredibile come dovetti tirare fuori un cuscino per far dormire una persona da me.
Prima di addormentarci Railey disse solo:
"Railey: sai ho due cosa da dirti..."
"Adam: dimmi tutto"
"Railey: si starà davvero bene insieme d'ora in poi ne sono sicuro"
"Adam: credimi io ne sono ancora più sicuro di te..."
Si creò un attimo di silenzio quando però mi venne in mente che Railey non aveva detto la seconda cosa e subito le chiesi:
"Adam: e la seconda cosa?" Railey scoppiò a ridere da sola e disse:
"Railey: il tuo letto puzza da morire" pure a me venne da ridere e risposi:
"Adam: d'accordo domani cambierò le lenzuola, ma solo perchè ora dovrai dormirci anche te su sto letto"
Dopo poco tempo ci addormentammo; verso la tarda notte mi svegliai, sentivo qualcosa di strano; non era una sola cosa, erano molte: la mano di Railey che si era posata sul di me e mi stringeva in uno strano abbraccio, il suo dolce respirare notturno, il suo viso così sereno e dolce mentre dormiva che veniva illuminato dalla luce notturna e il suo odore così buono che aveva sovrastato la puzza del mio letto.
Credo di capire cosa intendeva dire Eric con, dormire con affianco una persona a te cara.
E se vi state chiedendo cosa c'entri quella scena iniziale con il trasloco, la risposta è facile: non c'entra niente, il 22 Aprile accadde che Eveline aveva messo le freccette al bar e Railey mi ha chiesto di insegnarle a giocarci e siccome Railey era proprio negata alla fine mi son arreso e le ho detto quella frase, tutto qua.


|------------------------------------------------|



"Personaggi Relativamente Nuovi:
Paul:
Gaetano:


"Note dell'Autore: Bene siamo già al 13, mi scuso alla fine per quei lettori che dopo aver visto il flash forward sono collassati, mi spiace spero che la prognosi sia positiva e rapida.
Per il resto non ho altro da dirvi se non -7


|-------------------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** CAPITOLO 14: Estate e Sunflower ***







Massime di Adam:
 Chi la fa l'aspetti...si ma quanto devo aspettare?!






CAPITOLO 14: Estate e Sunflower


Passeggiavo tra i banchi, mancavano ancora due ore alla fine della scuola, e le avevo tutte e due di fila con la 1^E, così ebbi tempo per sfogare le mie frustazioni su di loro
"Adam: e così ragazzi, siamo giunti al grande punto, l'ultimo giorno di scuola siete contenti immagino?"
"Classe: sì"
Io tutto incazzato lanciai la penna che tenevo in mano contro la lavagna dietro la cattedra e dissi cominciando a incavolarmi
"Adam: maledetti voi! per colpa vostra e della vostra esistenza quest'anno fino alla mia pensione dovrò passarmi Giugno a fare scrutini, grazie al dio ho solo 2 classi e ne dovrò fare due, ma poi non solo mi hanno pure chiamato per la commisione d'esame, ma porca puttana! io son prof di psicologia non ci sono quinte dell'indirizzo psico socio pedagogico, ma guarda te se devo stare a subirmi discorsi noiosi degli alunni di quinta nemmeno loro vogliono che io li ascolti, tanto se passano o no il loro futuro potrà benissimo esser fottuto come no, ogni giorno si vede gente poco meritevole che sopravvive e muore la brava gente perchè anche con loro non potrebbe funzionare così? quindi perchè devo ascoltarmi i loro insulsi discorsi, maledizione alla vostra classe sociale, alunni"
La classe mi guardò con occhi davvero intimoriti fino a quando Carlotta non fu la prima a dire:
"Carlotta: è lo stato che la impone di fare così"
"Adam: esatto, brava risposta azzeccata, ma se voi non esistite non esisterebbero nemmeno gli esami di maturità e io passerei l'estate buono buono..."
"Carlotta: cos'è vuole una mano?"
"Adam: magari, vieni te a farlo al posto mio, ti pago se vuoi"
Subito la solita scassa balle di Ellie fu la prima a dirmi
"Ellie: professore è suo compito farlo, lo faccia senza rimpianti di sicuro è meglio che farlo disperandosi tutto il tempo"
"Adam: signorina Shelter, spero che agli scrutini la bocceranno perchè io non posso più di averla nella mia classe"
"Ellie: allora è reciproco"
Io ed Ellie ci lanciammo sguardi di fuoco fino a quando, non decisi di cambiare discorso e dissi:
"Adam: comunque, siccome non ho la minima idea di cosa fare nelle prossime ore, ho deciso che la regola sarà quella del giorno prima delle vacanze di natale, voi fate quello che volete e io faccio quello che mi va di fare, se qualcuno vuole fare casino lo faccia in classe, non si azzardi ad andare in giro, voglio danni limitati, bene buon divertimento"
Loro si misero a chiaccherare insieme fare giochetti e c'era qualcuno aveva portato da mangiare patatine, pizzete e varie schifezze, c'era persino chi attaccava musica con il loro telefono; io invece ero lì tranquillo a osservarli per le prossime due ore.
Son passati due mesi dall'ultima volta che vi ho raccontato qualcosa, di nuovo non è successo tanto, le uniche cose interessanti è che ora la relazione tra me e Railey è molto fissa e il fatto che sia entrata nella mia vita ha effettivamente cambiato la mia quotidianità infatti ora a cena non prendo più roba d'asporto al take away indiano, o per lo meno lo faccia raramente, e durante il giorno libero di Railey pranzo a casa con lei; inoltre non da meno casa mia è diventata più ordianta e pulita e la vita di coppia comincia a risultare molto più bella di quanto potesse sembrarmi.
Un'altra cosa interessante è che Paul ora che è tornato a Selice ha aperto un attività, ad esser precisi ha aperto il primo negozio di strumenti di Selice, un evento incredibile e gli incassi che registra sono da record, Selice si sta riempiendo di tanti piccoli musicisti? chissà.
Tornando alla situazione in classe, un'ora era già passata il tempo volava, i ragazzi stavano facendo vari giochi, ma i gruppi si erano separati in: ragazze con giochetti un po' scemi e i ragazzi che stavano giocando a poker, texas hold'em ad esser precisi, ad un certo punto uno dei ragazzi che giocava aveva perso tutto e non sapendo cosa fare si diresse verso di me che in quel momento stavo leggendo il giornale che avevo rubato dal bar alla mattina, se non sbaglio era patata, il ragazzo dal naso grande, e avvicinandosi a me disse:
"Patata: salve prof" quando io leggo il giornale non ho mai voglia di parlare con gli amici del bar, figuriamoci con i miei alunni.
"Adam: non ti sto ascoltando..."
"Patata: la prego prof ho una domanda, e per me...è urgente"
"Adam: qualunque sia la domanda non mi interessa"
Patata subito si guardò dietro e aprendo il portafoglio tirò fuori 5 euro e li passò di soppiatto a me facendoli finire in bella vista a me e disse:
"Patata: la pagherò se è necessario"
La cosa mi scosse abbastanza io presi in mano i soldi e li ridiedi a lui, a quel punto chiusi il giornale e dissi:
"Adam: wow, per volermi dare addirittura 5 euro dev'esser qualcosa di importante per te, ok, ti ascolto dimmi pure"
Patata prese fiato e sussurrando a bassa voce disse:
"Patata: voglio che lei mi aiuti per capire come rimorchiare una ragazza"
Io subito dissi:
"Adam: è della classe vero?"
"Patata: come ha fatto a capirlo!"
"Adam: perchè stai parlando a bassa voce, quindi non vuoi che ti senta la ragazza, ovvio, chi è"
"Patata: beh...è...hem, com'è che la chiama? ah si! manico di scopa"
Io guardai bene la ragazza in questione che in questo momento stava facendo le imitazioni dei professori cosa che le riusciva bene e in quell'istante era arrivata proprio a imitare me, si vedeva benissimo per i gesti che faceva.
"Adam: quella là? nah, non hai speranza"
"Patata: perchè?"
Stavo per riprendere il giornale convinto di aver risposto alla sua domanda, ma decisi di dire una cosa che a uno studente non va detto ma piuttosto che lasciare che un mio alunno si cacciasse in problemi di amori irrealizzabili preferivo dire la verità e a quel punto dissi:
"Adam: vedi, il problema non è tanto che te non puoi farcela con lei, ma è che te non puoi farcela con le donne, hai proprio la faccia di chi fallisce già in partenza, sbagliando ogni mossa da fare e rovinando una possibile relazione fin dall'inizio; ma tranquillo magari in un futuro potresti rimediare a questo"
Patata un po' scetticco disse:
"Patata: me lo dimostri"
Stavo di nuovo per riprendere il giornale sperando che stavolta veramente avessi chiuso la questione ma a quel punto decisi di giocare il tutto per tutto e dissi:
"Adam: va a prendere un mazzo di carte dai tuoi compagni"
Patata senza dire altro si alzò e andò un mazzo di carte, a quel punto me lo diede, io tirai fuori tre carte senza fargliele vedere e le misi coperte in modo che non potesse sapere quali avevo preso.
"Adam: scegli una carta e prendila tra le tre"
Patata pescò e quando guardò la carta disse:
"Patata: come? due di picche? non ci credo"
"Adam: vuoi riprovare?"
"Patata: certamente"
"Adam: ok mischio le carte, tu intanto girati"
Patata si girò io mescolai le tre carte tra di loro e quando diedi il via Patata si girò e prese un'altra carta e per sua grande gioia quando pesco uscì fuori...
"Patata: ancora due di picche?"
"Adam: vuoi che facciamo una terza prova?"
"Patata: sì"
Stesso procedimento di prima solo che stavolta accadde:
"Patata: due di picche? oddio, maledizione...provi a mettere le tre carte nel mazzo e farmi pescare una carta dal mazzo!"
"Adam: ok, come vuoi!"
Presi le tre carte le rimisi nel mazzo e diedi una mescolata, poi porsi le carte aperte a ventaglio per bene e dopo un po' di indecisione Patata pescò una carta:
"Adam: secondo me è il due di picche anche stavolta"
"Patata: no non potrà capitarmi di nuovo il...sono un caso perso..." e per sua grande gioia aveva pescato la carta che non voleva pescare su altre 54 carte
"Adam: mi spiace, ma tranquillo non è cronico migliorerà con la crescita, o per lo meno lo spero per te, va pure al posto ora"
Patata se ne tornò al posto con un volto distrutto dalla delusione, ma forse era meglio così che soffrire più a lungo avanti nel tempo.
Il tempo passava e passava, e visto che pure l'ultima ora si stava avvacinando decisi di richiamare l'attenzione di tutti.
"Adam: ragazzi, mancano solo 5 minuti, potete un attimo rimettervi ai vostri posti un secondo, ho...un discorso da farvi, se posso"
Tutti i ragazzi erano curiosi di sapere cosa avrei detto:
"Adam: questo è stato il mio primo anno di insegnamento alle superiori, non ho la minima idea di come vi siate trovati realmente con il mio metodo di insegamento, molto dedito verso la meritocrazia, o come vi siate trovati a dover prendere sempre appunti senza che io vi tendessi una mano per aiutarvi, ma di sicuro i risultati sono ben chiari, o sono un geniale professore alle prime armi o siete una grande classe, sperò sia la seconda; ciò che voglio dirvi è che credo che comincio a tenerci a voi in modo particoalre, quindi voglio che questa estate facciate qualcosa per me, per ricambiare la stima che provo verso di voi...o la maggior parte di voi, voglio che diate ascolto a questa mia frase che sto per dirvi e riguarda pure il momento adolescenziale vostro che è chiaramente: critico; riguarda l'amore: se mai vi troverete in vacanza da qualche parte in un luogo che non è la vostra città, state ben attenti agli amori estivi, voi giovani ne siete una facile preda, e io lo so meglio di voi...sapeste che brutti ricordi che ho...quindi voglio che mi facciate questo favore, non dannatevi l'anima per un cuore distante, perchè alla fine di cuori ce ne sono miliardi più vicini a voi, cuori che a volte nemmeno noi ci rendiamo conto provino queste cose per noi, più un cuore è distante più ci fa soffrire e più perderemo tempo a inseguirlo in quanto è distante, ritrovandosi a correre a vuoto; per farvelo capire meglio il concetto è semplice, non innamoratevi in vacanza, non farete altro che rovinarvi la vita; il perchè ci tenga a dire una cosa che non c'entra molto? è che pure la mia professoressa disse una cosa simile, non le diedi ascolto ma aveva ragione, mi stavo dannando la vita per una donna distante chilometri da me, che idiota che ero..."
In quel momento la campanella suonò e tutti si apprestarono a uscire fuori dall'aula coperti da un coro di grandi urla e di gioie, ma i miei alunni non urlavano molto, il discorso fatto forse gli aveva lasciati pensare, ma appena fuori tutti si scatenarono nelle più improvvisate manifestazioni di gioia.
Io da fuori la finestra di quella classe ormai vuota fino a Settembre guardai la gente uscire dal cancello della scuola, chi con gran fretta chi molto lentamente e chi invece aspettava altre persone prima di uscire, ma in ogni caso dopo meno di 10 minuti non c'era più nessuno a scuola, a quel punto spalancai la finestra e mi sporsi fuori per fumarmi un cigarillos per abbattere la malinconia dell'addio a quei 19 studenti che avevo portato dal 12 Settembre fino a oggi 11 Giugno, un tempo lungo, abbiamo condiviso momenti brutti, tristi, felici, ilari e di ansia, alla fine era un po' come avere 19 figli solo uno diverso e più scapestrato dell'altro, ma sentivo che le piccole lezioni di vita che davo a loro sarebbero tornate utili nel futuro se mi avessero ascoltato.
Mentre ero assorto nei miei pensieri arrivò una persona da dietro, sentii i suoi passi, erano dei tacchi, subito buttai giù il cigarillos sperando nessuno lo vedesse, ma quando mi girai vidi che era Railey, fui accolto da un bacio e da un:
"Railey: hey amore, come è andato il tuo ultimo giorno?"
"Adam: direi, bene, i ragazzi sono stati stranamente abbastanza calmi"
"Railey: i miei si sono scatenati a più non posso"
Si creò un attimo di silenzio fino a quando Railey non mi chiese:
"Railey: ti va di venire in sala insegnanti per il brindisi di fine anno?"
"Adam: no grazie, io penso che ora vado via a pranzare da Rinos"
"Railey: oh, ok, io invece ti raggiungo a casa dopo, io ora vado insieme agli altri"
Io e Railey uscimmo dalla classe, mi accompagno fino alla scalinata che portava al piano inferiore, quando mi venne spontaneo chiederle
"Adam: c'è anche Eric a quella festicciola tra demoni?"
Railey con tono un po' sospeso e incerto:
"Railey: non ne sono sicura, ma...credo che Eric sia andato a festeggiare con gli studenti"
Io non molto sorpreso dissi:
"Adam: immaginavo mi aveva già detto che l'avrebbe fatto"
"Railey: sembra che vada molto d'accordo con i giovani"
"Adam: questo perchè Eric potrebbe quasi considerarsi uno che soffre della sindrome di Peter Pan"
"Railey: la sindrome di che?"
"Adam: niente niente, io ora vado, ciao"
Mi diressi fuori dalla scuola e subito fui travolto dal caldo di Giugno, nonostante non fosse ufficialmente estate le temperature dicevano il contrario e questo si ripercuoteva su di me che indossavo gli stessi abiti per venire a scuola da quando avevo inziato col freddo autunnale, non è che non li ho lavati, li lavavo, ma la giacca restava la stessa, mentre la camicia e i pantaloni cambiavano
Mi stavo dirigendo verso il bar da Rinos quando appena dopo l'incrocio dove di solito incontravo Demetria incontrai dei ragazzi che da fuori un cancello lanciavano uova contro una casa, erano ragazzi di quarta, e uno di loro mentre prendeva un nuovo cartone delle uova dentro lo zaino mi vide e disse:
"Alunno: oh cazzo, ragazzi quello è un prof."
"Adam: hey cosa diavolo state facendo voi"
I loro volti erano terrorizzati non sapevano se scappare o meno fino a quando dissi:
"Adam: parlate o chiamo la polizia, ho detto parlate!"
Uno di loro credo il più coraggioso disse:
"Alunno: st...stavamo solo lanciando uova contro la casa del preside Berry"
"Adam: beh...aspetta...preside Berry? questa è casa sua? bene bene..."
Gli alunni erano convinti che adesso avrei fatto qualcosa di male a loro, ma l'unica cosa che feci fu prendere un uovo dalla scatola e lanciarlo dritto verso una delle finestre aperte, credo quella della camera visto che da lontano vidi un armadio.
Di fronte alla faccia di stupore degli alunni dissi:
"Adam: quello stronzo non lo sopporto, continuate a tirare uova se non volete che lo vada a raccontare a lui, fatelo e subito"
Gli alunni si misero a ridere e subito cominciarono con cattiveria a lanciare le uova ma mentre me ne andavo verso il bar sentii le loro chiacchere:
"Alunno 1: ma chi era?"
"Alunno2: è stato davvero un figo! che grande!"
"Alunno 3: quello è il prof Navarro Adam, insegnante di psicologia del nuovo indirizzo psico-socio."
Arrivato al Bar da Rinos, l'atmosfera era la stessa solo che per mio stupore stavolta c'erano solo Roland ed Eveline chiusa in cucina.
"Adam: heilà Ronald, come va?"
"Ronald: oggi mi sento da dio, te?"
"Adam: un po' meno, mi tocca stare tutto Giugno e Luglio a rompermi le balle a scuola, cos'hai che sei tanto contento di solito ti lamenti per la tua vecchiaia e i dolori al cuore, le prendi le pastiglie vero?"
"Ronald: si ovvio"
"Adam: beh allora ne hai prese troppe per esser così contento" dissi accendendomi un cigarillos, e nello stesso tempo Ronald si mise a ridere e continuò a raccontarmi cosa era successo e questa cosa era interessante, pure per me!
"Ronald: vedi, c'è una grande notizia: ho deciso di fare una riunione di tutti i vecchi abitanti della Sunflower, verranno tutti, manchi solo te"
"Adam: cosa? quegli svitati?"
"Ronald: sì non sei curioso di vedere come son cambiati, come stanno e tutto il resto?"
"Adam: beh...sì, quando sarà la cena?"
"Ronald: stasera, alle 20.00"
"Adam: ok e dove?"
"Ronald: andiamo in quel ristorante in via XXXI Ottobre" subito il nome di quella via mi riportò in mente un ristorante dove non ci volevo andare
"Adam: oh no...non parlerai del Terzo Senso? ma volete capirlo che siamo tutti troppo poveri per andare lì?" Ronald subito ridendo disse:
"Ronald: no, ma che hai capito non andremo al Terzo Senso sei matto? lì mezzo litro d'acqua costa almeno 8 euro" disse ridendo ancora prima di dire il prezzo, io ridendo insieme a lui aggiunsi:
"Adam: e poi vuoi mettere solo il costo del coperto? con quello ci fai la spesa per una settimana, roba da matti" smettendo di ridere Ronald continuò e disse:
"Ronald: no parlavo di quell'altro ristorante"
"Adam: quale quello che persino da fuori si sente la puzza di marcio?"
"Ronald: esattamente quello"
Mi fermai un po' a pensarci e poi dissi:
"Adam: ma sì dai, perchè no, io ci sono stasera"
Eveline uscì fuori dalla cucina e subito vedendomi seduto lì dopo avermi salutato mi chiese:
"Eveline: Adam, hai visto Eric venendo qua?"
"Adam: no, in realtà non ho la minima idea di dove sia"
In quello stesso istante dalla porta uscì Eric tutto sorridente salutando i ragazzi che erano fuori dalla porta che erano degli alunni di chissà quale classe, Eric era tutto sorridente sembrava si fosse divertito a festeggiare la fine della scuola con gli alunni e subito tutto fieri Eric alzò la maglietta mostrando il torace e l'addome pieno di scarabocchi degli alunni, scritte strane e un po' sconce e mostrandolo disse:
"Eric: come lo trovate? non è una figata?"
Ronald stava ridendo come un matto, Eveline si era messa una mano davanti agli occhi per non guardare per pietà e io facendo un ultimo tiro del cigarillos dissi:
"Adam: eh si, decisamente molto infantile direi"
Tornato a casa passai il tempo di nuovo davanti al NES cercando di battere il mio vecchio record con Super Mario ma dopo avevo altro da fare durante il pomeriggio, per esser precisi dovevo andare a far la spesa e poi andare in posta per pagare un bollettino.
La prima cosa che feci delle due fu andare a pagare il bollettino andai sul pomeriggio presto, erano le 4.00, le poste si trovavano in una via a destra dopo l'incrocio alla fine della piazza, nonostante fosse il primo giorno delle vacanze estive per i ragazzi, non ce n'erano molti in giro di loro, anzi si può dire che il clima caldo fosse direttamente proporzionale all'ambiente desertico della città in quelle ore, così vedendo questa cosa cominciai a convincermi che non ci sarebbe stata molta coda, ma ecco che arrivato lì si rivelò che le mie spreanze erano false, c'era più gente del solito.
"Adam: oh andiamo ma cos'è? tutti si sono rifugiati alle poste per il caldo?"
Subito mi diresse alla macchinetta per prendere il ticket, subito cliccai sul tasto A, cioè importi finanziari, ed ecco che ricevetti il biglietto con scritto A208 e il tabellone elettrico segnava che ora toccava ad A176, il mio commento fu:
"Adam: io odio le poste" aspettavo che arivasse il mio numero e nel frattempo cercavo di ingannare il tempo origliando un po' quello che veniva detto agli sportelli, anche se più che origliare ascoltare visto che c'era certa gente che urlava invece che parlare normalmente, e origliavo pure i problemi che aveva la gente prima di arrivare allo sportello, il tutto mi faceva pensare che da lì non ne sarei uscito molto presto, tutt'altro.
Finalmente toccò a me, dopo tanto tempo atteso, ma arrivato allo sportello la signora mi disse:
"Signora: scusi, potrebbe far passare davanti il tizio dietro di lei è il suo turno, non il suo"
Mi girai e dietro di me vidi che c'era un tipo un po' spelacchiato con gli occhiali in sedia a rotelle e a quel punto dissi:
"Adam: veramente signora io sono l'A208 e il tabellone segna che tocca a me, non a questo tizio dietro che è...scusi che numero è lei?" dissi rivolgendomi al tizio in sedia a rotelle
"Mi chiamo Freddy, e sono l'A209"
"Adam: ecco appunto, A209, lei vorrebbe mettere in discussione l'ordine dei numeri?"
La signora disse con delicatezza e sussurrandomi
"Signora: lo lasci passare avanti, andiamo non vede che è un uomo in carrozzina?"
"Adam: che fretta vuole che abbia questo tizio tanto anche se ora mi passa avanti per far prima si ritrova ben presto a esser bloccato per la via di casa da una barriera architettonica"
Il tipo dietro di me, con voce un po' irritata disse:
"Freddy: hey! non vedi che sono in sedia a rotelle abbi rispetto"
"Adam: oh si certo per cosa? per i soldi che ricevete dallo stato? e pensare che voi handicappati o diversamente abili o come cavolo vi fate chiamare siete le prime persone che vogliono esser trattati come ogni persona e poi cominciate a lagnarvi appena c'è coda da qualche parte o avete bisogno di un passaggio"
"Freddy: si calmi, lei ce le ha due gambe funzionanti, io no, non credo sia in posizione per parlare"
"Signora: andiamo signore, che le costa far passare avanti questo tipo"
"Adam: è questione di principio..." e continuai poi rivolgendomi verso il tipo in sedia a rotelle
"Adam: e te non provare a sfruttare la tua mancanza per tenermi testa in un discorso o passarmi davanti in ogni fila, persino se fosse la fila per suicidarsi da un ponte!"
Freddy a quel punto si infuriò e muovendosi avanti con la sedia a rotelle mi diede un colpo di gomito forte nelle anche facendogli posto davanti a me che mi ero spostato, stava cominciando a parlare con la signora quando ad un certo punto preso da un attimo di furia presi la carozzina e spostai il tipo lanciando via lui e la sedia a rotelle lontano da me, curandomi che non colpisse niente o nessuno.
A quel punto dissi alla signora allo sportello:
"Adam: salve, sono qui per pagare un bollettino, ecco a lei, quant'è l'importo totale più commissioni?"
Ma Freddy, l'uomo dalle due ruote non si arrese e tornò alla carica chiamando addirittura il pubblico in causa e disse urlando:
"Freddy: avete visto tutti? quest'uomo mi ha appena aggredito, fate qualcosa, aiutatemi, sono un uomo in sedia a rotelle non avete compassione per me?"
"Adam: oh no, questo è davvero scorretto!"  la gente intorno cominciò a urlarmi dietro svariate frasi di disprezzo verso il mio atteggiamento
"Adam: è stata auto-difesa quel pazzo in sedia a rotelle mi ha aggredito per primo mi ha dato una gomitata sull'anca, e mi voleva passare davanti" ma il pubblico non la smetteva di guidicarmi male e tentai il tutto per tutto dicendo
"Adam: solo perchè è in sedia a rotelle non vuol dire debba esser privileggiato rispetto a noi, son sicuro che nemmeno a voi andrebbe giù che arriva sto bastardo tutto fiero che vi frega il posto, lui lotterò contro barriere fisiche, io combatto contro barriere ancora più grandi delle sue ma non per questo voglio un'assegno dallo stato o mi metto a impietosire poveri idioti come voi che si fanno fregare da due ruote, che per altro sono pure quasi sgonfie..."
A quel punto Freddy stufo della situazione disse:
"Freddy: ok, passa avanti se per te conta così tanto, avanti paga sto bollettino..."
"Adam: e ci voleva tanto?"
Pagai l'importo, la signora guardandomi malissimo strappò il bollettino dandomi la parte che mi spettava e tenendosi quella da consegnare in posta e subito tornai a casa sotto gli sguardi accusatori della gente e la frase finale di Freddy che fu:
"Freddy: non creda che finisca qui signore"
"Adam: di sicuro non finirà qui ma ovunque tu mi trovi non sarai mai abbastanza veloce, ricordati che sarò sempre un passo avanti a te bastardo!"
Tornato a casa era ormai troppo tardi per andare a fare la spesa, ma per mia fortuna ci pensò Railey a farla e così tornato a casa trovai Railey che stava sistemando tutto quanto nel frigo e nella dispensa.
"Adam: sono a casa tesoro"
Railey mi venne incontro e ci bacciammo abbracciandoci, come facevamo sempre e lei subito disse:
"Railey: bene eccoti, vai a lavarti che dobbiamo andare alla cena dopo"
"Adam: si, si ok..."
Railey subito si accorse del tono e chiese:
"Railey: oh no, non vorrai dirmi che non vuoi andare a quella cena perchè non sopporti di rivedere gli inquilini che ti hanno reso la vita stressante alla Sunflower?" rimasi un attimo in silenzio quando dissi:
"Adam: sai...questo fa paura, tu mi conosci talmente bene che sai creare discorsi che non dico e che non penso, sicura che tu non voglia diventare Navarro Adam? però tieni conto che mi sarebbe difficile essere Acrington Railey, forse perchè non ho una voce femminilmente provocante, o il carattere che addesca molti uomini, che ne pensi?" Railey ridendo quasi in silenzio e dandomi un asciugamano pulito che aveva preso dallo stanzino dove prima tenevo robaccia e scatoloni, ma ora rimesso in ordine, mi disse:
"Railey: meno deliri e più doccia! avanti"
"Adam: ok ok, ci vado subito!"
Una volta fatta la doccia vestito e sopratutto aspettato che Railey finisse di truccarsi e vestirsi fummo pronti per andare
"Adam: bene pronta?"
"Railey: si, andiamo con la mia macchina?"
"Adam: cosa la mia non va..." Railey mi lanciò un occhiataccia e io capendo cosa intendeva dire dissi:
"Adam: oh si...in effetti...hai ragione...prendiamo la tua"
La macchina di Railey era una comunissima Peugeot 207 color grigio metallo, la differenza principale dalla mia macchina era che la sua era tenuta bene in ordine e non aveva ne un graffio ne uno schitto sulla carrozzeria, i sedili interni profumavano di nuovo nonostante la macchina l'avesse presa nel 2007.
"Adam: sai, son curioso di vedere come stanno tutti gli altri"
"Railey: già, specialmente son curioso di vedere Serena come sta, anzi come si è ridotta" sia io che Railey scoppiammo a ridere ripensando a lei.
Una volta parcheggiata la macchina ed entrati nel ristorante subito vedemmo in bella vista il tavolo dove erano già arrivati tutti, eravamo in ritardo e fummo accolti da un benvenuto con saluti misti, detto così sembra l'antipasto arrivato in tavola.
Appena dopo che arrivò la cameriera a prendere le ordinazioni tutti noi ci mettemmo a raccontare cosa avevamo fatto negli ultimi anni.
Il primo a raccontare il tutto fu uno dei due gemelli Jeckerson, Rod.
I Gemelli Jekerson erano i due sportivi dentro la Sunflower, stavano nella stanza 3-A, erano dei grandi nuotatori, di aspetto fisico erano entrambi biondi alti occhi azzurri, due adoni greci per farla breve, a volte capitava che dicevano la stessa cosa insieme, il che rendeva il tutto molto inquietante, di carattere erano diversi, Rod era quello più introverso e sbadato, mentre l'altro Ted era sveglio e carismatico, ma nel nuoto non c'era differenza erano due assi alla pari.
A quel tempo avevano 27 anni, ora ne hanno 48, ma il fascino che li contraddistingueva tra gli altri non è di sicuro venuto a mancare.
"Rod: Beh, io mi sono da poco sistemato con mia moglie, abbiamo una famiglia ristretta; nuotare lo faccio solo nei weekend se ho tempo, per il resto...lavoro come impiegato in un ufficio, gestisco la contabilità insieme ad altri"
Subito Ted continuò a parlare senza nemmeno lasciarci il tempo di far domande a Rod:
"Ted: Io invece adesso viaggio per lavoro, per esser precisi faccio la guida turistica free lancer, mi chiamano nelle varie stagione invernali o estive nei vari luoghi vacanzieri, fortuna che la stagione estiva è appena cominciata e parto tra due giorni per le maldive a lavorare, per il resto non sono ne sposato ne fidanzato però...ogni tanto mi capita che scappi un mordi e fuggi con qualche bella straniera durante i miei viaggi" disse tutto sorridente e fiero.
Il prossimo che si ripresentò fu Serena.
Serena è non molto alta, un fisico da urlo, capelli lunghi neri che arrivano fino alle reni e uno sguardo molto provocatorio, un po' alla Eveline ma molto di più, caratterialmente era una che fingeva di esser per bene ma quando non reggeva più si trasformava in una bestia che fumava a tutto spiano, beveva alcol come nessuno aveva mai fatto e nei casi più estremi diventava una belva assetata di erotismo, infatti una volta ad un festino quando era ubriaca si mise a farmi una lap dance e scivolando mi baciò sulla bocca, fu l'esperienza più terribile che ebbi mai avuto, oltre che spaccarmi per poco un dente dalla furia con cui mi baciò il suo alito puzzava di alcol in maniera allucinante e ci vollero settimane prima che la puzza sparì, quella volta però io e Railey non stavamo ancora insieme perciò non ci furono casini o altro e la questione con Serena fu chiarita con delle scuse sincere da parte sua, scuse molto timide a dire il vero.
A quel tempo aveva 32 anni, ora ne ha 52.
"Serena: beh su di me non c'è molto da dire, gestisco un fruttivendolo insieme al fratello di mio marito, no tranquilli tra di noi non c'è niente di più che una semplice relazione tra colleghi, comunque io e mio marito abbiamo 2 figli, tutte e due maschi, il primo ora va alle elementari il secondo prossimo andrà in prima liceo il prossimo anno" A quel punto mi venne spontaneo dire:
"Adam: oh interessante, mandalo al socio pedagogico se puoi che te lo raddrizzo e lo striglio per bene" dissi mollando un sorriso a Serena sorseggiando del vino che appena arrivato.
"Serena: no tranquillo me la cavo a crescere i figli, son cambiata credimi Adam"
"Adam: oh ti credo ti credo".
Di seguito volle presentarsi Ronald.
"Ronald: di me non è cambiato niente da come vi ricordavate, son sempre il solito, solo che ora son vecchio, e son in pensione, ma per il resto sono il solito di sempre"
"Ted: già il solito di sempre, mi ricordavo quando..." e aggiungendosi pure Rod per dire la frase
"Rod e Ted: organizzavi festini per ogni motivo con la scusa di bere alcol" Tutti quanti i convitati scoppiarono a ridere soprattutto Ronald.
Poi fu il turno di Yukata, giapponese di media statura capelli neri sempre tenuti ben ordinati un volto serio che ispirava sicurezza, non era tipo che esprimeva le sue emozioni attraverso il volto che infatti rimaneva uguale in ogni occasione sempre la stessa faccia da persona diligente caratterialmente però era un po' furbetto, si divertiva a fregare cibo agli inquilini entrando dalle loro finestre, la sua identità e la sua stanza era un mistero per tutti noi nessuno ci era mai entrato e nessuno sapeva cosa ci faceva dentro anche se ogni tanto si sentivano rumori di donne, forse era un gran donnaiolo o guardava video porno a volume alto.
A quel tempo aveva 29 anni, ora ne ha appena compiuti 50 da poch giorni.
"Yukata: dopo la distruzione della Sunflower son tornato in giappone non ho moglie o fidanzate, ma lì con mio padre abbiamo aperto un attività e ora son ricco e famoso in giappone, talmente ricco che ora Adam posso ripagarti di tutto il cibo che ti ho fregato negli anni, tieni 200 euro" disse passandom due banconote da 100 e io prendendole e guardandole dissi:
"Adam: non ho bisogno del tuo denaro" ma intanto le stavo mettendo nel portafoglio.
A presentarsi dopo il giapponese fu Railey:
"Railey: beh io...non ho fatto niente di interessante sono andata a vivere a Peronedo, ho studiato matematica e poi mi sono specializzata in biologia all'università ma dopo ho scelto di insegare matematica, per il resto ora sto di nuovo con Adam dopo vari trambusti, ci siamo reincontrati a Settembre e ora viviamo felicemente insieme"
Ci fu una serie di applausi e compiacimenti, questo perchè alla Sunflower eravamo la coppietta d'oro.
Yukata subito chiese a Railey:
"Yukata: aspetta, ma Eris? non viene?"
"Railey: no, non è potuta venire oggi...oggi è l'11 giugno e lei..."
Tutti se n'erano dimenticati ma all'improvviso tutti se ne ricordarono in un attimo in modo collettivo; per esser specifici l'11 Giugno era l'anniversario di morte di suo martio, del padre di Railey ed era sua abitudine starsene tutta il giorno seduta davanti alla sua tomba.
Si calò il silenzio fino a quando non parlai io per ultimo.
"Adam: io invece...sono come son sempre stato, con la differenza che sono uscito da tutti i problemi avuti nel passato, ora insegno psicologia al liceo, anche se vorrei lavorare in un ospedale, ho una fantastica relazione la mia unica e amabile rossa preferita" dissi guardando e sorridendo a Railey che contraccambio e continuai dicendo: "e...e mi dispiace per la Sunflower"
Ci fu un attimo di silenzio fino a quando non mi accorsi che avevo detto qualcosa che forse non andava e dissi:
"Adam: no scusate è solo che...non ho mai avuto occasione di dirvelo a tutti voi, mi spiace feci una cazzata a quel tempo, mi dispiace...devo ammettere che mi mancano i tempi della Sunflower..."
Il silenzio continuava senza interruzioni fino a quando Serena non disse prendendo la bottiglia di vino e cominciando a bere a canna
"Serena: Adam non importa dai, alla fine la distruzione di quella casa ha portato benefici a tutti noi, un brindisi al campo di girasoli rinato e riunito qua stasera"
La serata continuò in allegria tra mangiate, battute racconti di vita e molto altro che non sto a dirvi.
Devo ammetterlo anche se non eravamo sotto il tetto della Sunflower in quella cena o per meglio dire...festino, mi sentivo tornato indietro nel tempo, nella mia vera casa, nell'unico luogo formato dalle persone a cui tenevo e che potevo chiamare per davvero casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** CAPITOLO 15: Weekend con Rinos ***


CAPITOLO 15: Weekend con Rinos

Selice in estate era un luogo famoso per via del meteo, in pratica ogni anno si preannunciavano pioggie continue che avrebbero alleviato il caldo insopportabile, ma la verità è che ogni anno le temperature record nella regione si registravano lì, ma io con il caldo non avevo un grande problema e nonostante ci fossero 35 gradi all'ombra, andavo in giro fieramente con una camicia a maniche corte dei jeans lunghi e le solite scarpe sportive.
Era prima mattina e al mio risvegli scoprì che Railey era uscita, non avevo voglia di preparami la colazione così decise di vestirmi e andare dritto come ogni giorno al Bar da Rinos.
Erano appena finiti gli esami e per me cominciavano le mie due lunghe settimane di ferie, e questo weekend era il primo giorno, perciò ero tutto intenzionato a sfruttare queste due settimane per rilassarmi completamente.
Arrivato al Bar notai qualcosa di strano, era vuoto, ma non vuoto come al solito, ma veramente vuoto, e per di più le porte erano chiuse, ma in quello stesso momento dai vetri leggermente oscurati apparve la figura in primo piano di Eveline che con del nastro adesivo attaccò un cartello verde con scritto:
"Bar da Rinos, In ferie dal 18/07/11 al 02/08/11" Dopo poco Eveline uscì fuori e mentre chiudeva richiudeva la porta le dissi:
"Adam: ma davvero tu riesci a permetterti le ferie tenendoti a cuore solo 6 o 7 clienti che vengono a trovarti ogni giorno o è uno scherzo?"
"Eveline: si e con i vostri, pranzi spuntini e robe varie prendo pure più di te a fine anno"
"Adam: questa è un ingiustizia, fammi indovinare sali troppo il cibo in modo che compriamo di più da bere?"
"Eveline: no solo il tuo perchè vorrei trovarti un giorno morto disidratato nel mio bar"
Accendendomi un cigarillos nonostante non fossi dentro e faceva caldo aggiunsi:
"Adam: beh con quello che ci fai pagare per mezzo litro d'acqua non mi stupirei se non fossi il primo"
A quel punto facendo una risata sarcastica Eveline chiese:
"Eveline: piuttosto dimmi e la tua borsa?"
Io ovviamente ignaro di quello a cui si stesse riferendo dissi molto stupito:
"Adam: cosa? di che borsa parli?"
"Eveline: come di quale borsa parlo? hai presente fare i bagagli rimpiendo il tutto con vestiti o robe varie che serovno per esempio per un viaggio?"
Non ci stavo davvero capendo più niente allora in cerca di spiegazioni definitive chiesi:
"Adam: ok, parla chiaro di cosa diavolo stai parlando, perchè dovrei avere una borsa"
In quello stesso istante dietro di me apparve Railey con due borse sottobraccio e disse:
"Railey: Adam, si va al mare per questo Weekend"
Rimasi di stucco, ero talmente immobile che il mozzicone di cenere del cigarillos restava attaccato al resto nonostante fosse lungo, sfidando ogni legge fisica, fino a quando trovando delle parole adatte dissi:
"Adam: non capisco cosa ti ho fatto di male, non mi pare di averti trascurata ne dentro ne fuori dal letto"
"Railey: spiritoso, ho semplicemente deciso io che ci saremo andati, alla fine sarà divertente"
"Adam: beh avresti almeno potuto avvisarmi? Ora devo anche andare a farmi i bagagli e ci toccherà far aspettare gli altri, no, non voglio esservi di disturbo ormai siamo in ritardo Railey lasciamo stare, andiamo a casa"
Dissi io in maniera ovviamente falsa credendo di averla scampata ed esser ormai salvo, ma Railey sogghignando mi appoggiò una borsa sotto i piedi e disse:
"Railey: sapevo che avresti detto e fatto così, infatti ti ho preparato io la borsa con tutto l'occorrente, e non te l'ho detto perchè altrimenti te avresti cominciato a dire frasi del tipo: no non ci vengo odio il mare, oppure: passo già quasi tutto l'anno con quei tipi al bar, almeno durante le mie vacanze lasciamele vivere come voglio io no?, o se devo passare al tuo lato peggiore: ok arrivo subito ma aspetta che vado a tagliarmi via le orecchie e imbottirmi gli occhi di aghi prima di venire con voi al mare; questi sono i motivi per la quale non te l'ho detto e tu passerai il weekend con noi e con gli altri"
Railey con quel suo monologo molto serio mi aveva messo con le spalle al muro, a quel punto non potei altro che domandare ad Eveline delle cose per cercar di alleviare il dolore di tutto questo.
"Adam: ok, ho capito mi arrendo vengo" dissi prendendo la borsa che era per terra in quel momento
"Adam: ma, Eveline toglimi un paio di curiosità: tanto per cominciare, chi viene?"
"Eveline: tutti: Kirk, Lars, Demetria, Eric, Paul e Ronald, per un totale di nove persone compresi noi tre"
"Adam: ok prossima domanda, tra quanto si parte di preciso?"
Eveline guardando l'orologio disse:
"Eveline: beh ora sono le 9.26, e il ritrovo è alle 10.00 sotto casa di Eric, si va fino in mare con il pulmino di suo zio"
"Adam: ah bene, bene, ma ultima cosa, in che città balneare andiamo e dove alloggeremo?"
"Eveline: beh, andremo un po' lontani: Rimini, tre o al massimo tre ore e mezza di viaggio da qui; per quanto riguarda l'alloggio, alloggeremo in una casa a due piani non molto distante dalla spiaggia che ho preso in affitto per due settimane e quattro giorni per passare le vacanze con Eric"
La risposta riguardo all'alloggio era stupido perchè se Eveline aveva programmato la vacanza solo per lui e Eric perchè mai chiamarci così e farci trovare sprovveduti, ma il mio pensiero era chiaramente illogico, la risposta era ovvia ma io cercavo di non pensarci perchè quello sarebbe stato sicuramente un elemento che avrebbe solo peggiorato la mia vacanza
"Adam: e noi altri dove alloggeremo scusa?"
"Eveline: in quella casa, ha 5 camere e un totale di 11 posti letto"
A quel punto scoppiai in una sonora risate e continuai chiedendo:
"Adam: no dai a parte gli scherzi, dove alloggeremo noi altri?"
"Railey: non scappare dalla realtà hai capito benissimo"
Il cigarillos mi cadde dalla bocca dalla depressione e chiesi ad Eveline
"Adam: Eveline, cara, potresti farmi un caffè ti prego, riapri il bar solo per farmi un caffè, ti prego"
"Eveline: almeno questo te lo concedo vieni dentro dai"
Preso l'ultimo caffè al Bar da Rinos prima delle vacanze da passare via con gli altri.
Alla fine alle 10.00 tutti eravamo sotto casa di Eric, il quale senza ritardare troppo uscì dalla rampa del garage con il pulmino pronto per farci caricare tutti i bagagli.
"Eric: eccovi qua, alla fine venite davvero tutti"
Per davvero erano venuti tutti, in un primo momento quando Eveline mi disse chi veniva non ci credevo che fosse per davvero tutti i soliti personaggi che incontravo ogni giorno al Bar o altrove, ma alla fine era tutto vero!
"Ronald: alla buon'ora Eric, due minuti di ritardo" disse Ronald ridendo
"Demetria: io il mio bagaglio me lo tengo vicino"
"Paul: ma sei impazzita non ci staremo mai se tutti facciamo così"
"Kirk: heila Eric, bel pulmino sicuro che ci staremo per davvero tutti?"
"Eric: ma certo, tre davanti, tre dietro e tre ancora dietro"
"Eveline: è più spazioso di quello che mi hai detto"
"Railey: wow, è uguale a quello che usava mio nonno per portare ad allaneamento quelli della squadra di calcio che abitavano lontani dal campo!"
"Lars: n...n..non vedo già l'ora di e...e...ess...esse...e..esser al mare!"
"Adam: meno chiacchiere e cominciamo a caricare sti bagagli prima che scappi via..."
Dopo solo 30 minuti passati a giocare a tetris nel porta bagagliai per posizionare correttamente ogni bagaglio salimmo in macchina e partimmo via dritti verso Rimini.
Alla guida davanti ci stava Eric, a fianco c'erano Kirk ed Eveline, dietro, sulla seconda fila, c'eravamo io, Ronald e Lars, infine infondo sull'ultima fila erano seduti Railey, Demetria e Paul.
Ognuno chiaccherava quasi per conto suo, scambiando raramente qualche parola con le persone dietro di sè, troppo pigri per girare troppe volte il collo; io mi ritrovai a parlare con Ronald e Lars riguardo le nostre migliori vacanze in passato, o per lo meno loro parlarono di quello io preferii asternermi.
Dopo 1 ora di viaggio la noia si faceva sempre più forte, tutti restammo in silenzio ad ascoltare un po' la radio, dopo solo un'ora era raro che qualcuno parlasse con gli altri, il che mi preoccupava sull'andamento del weekend.
Ecco che però dopo un bel po' ci fu la nostra prima pausa in un autogrill a metà strada precisa da Rimini, mentre Demetria, Lars, Kirk e Eveline decisero di andare dentro a fare rifornimenti di qualche snack e fare un giro, io Railey Ronald Eric e Paul decidemmo di starcene appena fuori dalla macchina ad aspettare.
Paul prese in mano la chitarra elettrica che si era portato dietro e si mise ad arpeggiarla senza attaccare il cavo all'amplificatore, mentre Ronald si era perso a seguirlo, così rimanemmo solo io Railey ed Eric a chiaccherare tra noi.
Mentre io mi accesi un cigarillos Eric si mise a parlare di come era contento di essersi liberato dagli impegni come professore agli orali degli esami, se ben ricordate pure io mi son beccato sto compito palloso.
"Eric: e insomma vedi che alla fine il prof Panuzzi, di italiano chiede a questo di quinta di parargli del pascoli, e lui si mette a paralre dei pascoli in sardegna e dei pastori sardi" Sia io che Railey scoppiammo in una risata spontanea
"Adam: mai quanto uno studente che mi son ritrovato che alla prima domanda del professore di fisica subito si alza in piedi e scappa urlando: oh no il mio problema alla vescica, non oggi; per farla breve non è più tornato"
"Railey: certo che siete stati davvero sfortunati"
"Adam: beh te chi ti sei beccato? un gruppo di perfettini?"
"Railey: io non ho dovuto fare da esaminatrice, per grazia di dio"
"Adam: come? perchè?"
Railey tutta sorridente come per sbeffeggiarci disse:
"Railey: a differenza vostra non mi hanno pescata per farlo"
Ironico in effetti come la maggior parte degli esaminatori fossero maschi, tutta colpa di quel porco del preside Berry.
Dopo un po' di minuti tornarono pure gli altri.
"Eveline: bene possiamo ripartire"
Si notava una cosa in tutti e quattro, nessuno di loro aveva dietro roba comprata e mi venne spontaneo chiedere:
"Adam: scusate, ma la roba che volevato comprare da mangiare?"
"Kirk: che vuoi alla fine non l'abbiamo più comprata, problemi?"
"Adam: no era solo per chiedere, ero curioso"
Solo durante il viaggio di ritorno scoprì che quel posto vendeva solo roba dietetica e quindi tra fare la fame e fare la fame mangiando da schifo loro hanno scelto la prima.
Appena ripartimmo a prendere il volante per il resto del viaggio fu Lars, si offrì volontario visto che si stava annoiando, così almeno potevo chiacchierare con Eric e Ronald, invece che con Lars e il secondo; che poi con questo viaggio avemmo pure l'occasione di scoprire una delle abilità latenti di Lars, ovvero la guida, era un mito al volante.
La seconda parte del viaggio fu come la prima, un iniziale voglia di parlarsi l'uno con l'altro per poi arrivare ad annoiarsi e ascoltare la radio.
Dopo un ulteriore sosta in un area d'emergenza dell'autostrada per lasciare il tempo a Lars ed Eric per discutere sull'uscita da prendere, mi ritrovai non mi ricordo perchè, davanti insieme a Eric, alla radio trasmettavano musica rock tra gli anni 60 e 80, quella che più ha caratterizzato il mio gruppo quando eravamo ancora in fase embrionale, in quel momento però trasmettevano una canzone che non mi è mai piaciuta, una canzone di Rod Stewart e dopo solo 1 minuto dissi.
"Adam: oddio per favore cambia, stazione"
Eric che era il più vicino alla radio mi chiese:
"Eric: perchè?"
"Adam: non mi paice Rod Stewart, in paricolar modo Young Turks!"
"Eric: perchè?"
Io cominciando a infastidirmi dissi:
"Adam: dai cacchio, cambia sta stazione!"
"Eric: ma non è una stazione è un cd!"
A quel punto schiacciai il tasto "Eject" e tirando fuori il disco per guardarlo, c'era scritto "Storyteller"
"Adam: cos'è tipo una raccolta dei successi di Rod Stewart?"
Eric agitò ondeggio la mano e disse:
"Eric: circa..."
"Adam: metti su un cd più da viaggio no?"
"Eric: ok, senti questo"
Mise dentro un cd e partì una canzone degli Oasis che mi piaceva tanto: "Roll With It"
"Adam: eh...questa è bella" Eric sembrava contento che mi fossi messo in pace con la musica però dopo neanche dieci secondi aggiunsi:
"Adam: però, non è questo quello che intendo con musica da viaggio, qualcosa di più...bello, un po' movimentato? non che questa non lo sia, ma, non è da viaggio"
"Eric: mamma mia, certo che sei soffisticato in fatto di musica..."
"Adam: che vuoi sono uno che ricerca la bellezza del suono..."
Eric mise via pure questo CD e prendendone un altro, lo mise dentro con calma e partì una canzone che mi piaceva ancora più della precedente: "Even Flow" dei Pearl Jam, già dopo i primi quattro accordi di chitarra replicai dicendo:
"Adam: no troppo esagerata, cambia..."
Eric stavolta zitto cambiò, ormai arreso al fatto che forse tutto il viaggio sarebbe durato in questo modo, perciò continuo con il prossimo disco.
Dopo aver schiacciato "Play" sull'autoradio, partì: Musical Box dei Genesis, ma ovviamente appena partì il cantante subito replicai:
"Adam: ma questa ti sembra musica da viaggio? ma dai, ma dai!"
"Eric: ho capito allora lasciamo stare i Genesis prima che ti venga un attacco nervoso"
I Cd stavano per giungere alla fine, Eric stava per mettere su il prossimo ma appena vidi la scritta "Opera Lirica" subito dissi:
"Adam: Giù quel CD, non ci provare bastardo!"
"Eric: ok ok, niente opera lirica, proviamo questo"
Mise un CD dei Golden Earring e il primo brano era Radar Love.
"Adam: oh ecco, questo è quello che cercavo, un sound simile, sentì che roba, senti il basso!"
Eric guardandomi soddisfatto di aver trovato finalmente il brano giusto disse:
"Eric: come vuoi tu, basta che tu ora non rompa"
Alla fine tra una cosa e l'altra ci impiegammo quattro ore per arrivare a Rimini, e lo spettacolo che ci si presentò ripagò tutte quelle ore di strada, almeno così dissero gli altri, per me andare a Rimini o in una qualunque altra località balneare distante a meno di un'ora da Selice sarebbe stato uguale, anzi a dire il vero l'avrei preferita, Rimini la trovo troppo affollata preferisco dei luoghi si pieni di gente ma non come se fosse un nido, così io definisco Rimini: un nido pieno di gente priva di originalità; ogni anno al popolo viene il genio di andare in vacanza, e dove va? al mare, tanto per cambiare.
Mentre Ronald raccontava che lui ogni estate da piccolo veniva qui a Rimini non potei non pensare alle mie estati da adolescente, passate a suonare con il gruppo a cercare hobby, per non parlare delle giornate con gli amici a prendere qualcosa da mangaire o bere al supermercato e poi stare ore intere nel garage di Kirk con i suoi e miei amici a chiacchierare.
Dopo qualche incrocio pericoloso, qualche strada a senso unico fatta in contromano e qualche via sbagliata,  ecco che trovammo la casa, da fuori appariva bella e anche da dentro stranamente.
Il mio commento quando entrai fu:
"Adam: incredibile non ti hanno fregato Eveline, guarda che roba!"
"Eveline: e sembrerebbe siamo i primi ad usarla visto l'ordine impeccabile"
I primi commenti degli altri furono:
"Lars: è...è...b...bellissima, n...n...non vedo l'ora di...di...d...di sistemarmi in cam...came...ca...c...cam...camera!"
"Kirk: sembra che sia fatta apposta per noi, semplice e spaziosa"
"Demetria: triste come sia meglio questa casa della mia
"Paul: wow, sul retro del giardino ho visto una piscina ne sono sicuro la vedo!"
"Ronald: eh eh, la prima cosa che voglio fare è andare in spiaggia a rimorchiare con le sessantenni, sono loro le migliori, le neo-pensionate"
"Eric: è meglio di quanto ci abbià detto quel tipo"
"Railey: sarà un weekend memorabile in una casa simile!".
Dopo esser entrati tutti quanti andammo a sistemarci nelle camere che erano al secondo piano:
Io dormivo con Railey in una matrimoniale, esattamente come Eveline ed Eric; invece Ronald dormiva in una stanza con un letto singolo; nell'altra che però aveva due letti singoli ci dormivano Kirk e Lars, mentre nell'ultima rimasta, ovvero la matrimoniale spettò a Demetria e Paul dormirci, non sembravano dispiaciuti, ma nemmeno felici a dormire insieme.
"Railey: Adam, tu tira fuori le lenzuola" subito mi misi a cercarle nella mia borsa, ma non trovandole replicai:
"Adam: non ci sono"
"Railey: cerca meglio, ci sono, in fondo credo"
"Adam: no ti dico che non ci sono"
Railey venne a controllare e disse sbuffando:
"Railey: questa è la tua borsa, sono nella mia borsa"
"Adam: certo che specificare è un optional?" dissi mentre stavo per accendermi un cigarillos ma Railey mi fermò e disse:
"Railey: in casa?"
"Adam: oh, hai ragione" a quel punto lanciai il cigarillos fuori dalla finestra e aggiunsi:
"Adam: lo andrò a riprendere dopo per fumarmelo sul retro di casa, intanto gli faccio prendere un po' di sole, anche lui ha bisogno di una vacanza no?"
Railey si mise a ridere e dandomi una pacca amichevole sulla spalla mi disse:
"Railey: sei proprio un demente quando ti ci metti"
Intanto nella camera di Eveline ed Eric:
"Eveline: Eric, guarda che non hai preso la crema solare, manca nel mio borsellino"
"Eric: quante storie per niente, in fondo non basta ricomprarla?"
"Eveline: hai ragione" Eveline tornò a mettere in ordine nella camera i suoi oggetti ma ad un certo punto si accorse che mancava altro
"Eveline: e hai pure dimenticato di prendere un secondo costume di ricambio"
Eric che era indaffarato a sistemare la sua roba in bagno disse di nuovo:
"Eric: lo comprerò qua, come la crema solare"
"Eveline: ok come vuoi tu, i soldi son tuoi"
Stavolta sembrava finita, dimenticarsi troppe cose non era da Eric, ma in quel giorno era tutto diverso:
"Eveline: guarda che non hai nemmeno preso le palline di gomma per giocare con le racchette di legno in spiaggia"
A quel punto Eric uscendo dal bagno e guardando in faccia Eveline disse:
"Eric: perchè guardi nella mia borsa cosa ho dimenticato? è inquietante, tranquilla non ho dimenticato nulla di grave...a parte gran parte dei miei soldi nel mio portafoglio, ma tanto ho il bancomat, anche se non so quanti soldi ho dentro"
"Eveline: non ho parole"
Nella camera di Ronald:
"Ronald: vediamo questa è per la diverticolite leggera che mi è venuta, questa è per aiutare il mio problema con il femore, questa è per il cuore, questa se non sbaglio purificava i reni..."
Il vecchio stava sistemando le sue medicine con lo stesso ordine con cui le teneva a casa, niente di interessante.
Nella camera di Kirk e Lars:
"Lars: K...Kirk, c'è un problema"
Kirk curioso distolse le mani dalla borsa che aveva appena aperto e chiese:
"Kirk: cosa succede?"
Lars indicò il soffitto e disse:
"Lars: guarda...i...il lam...la....lampad...lamapadario non c'è"
Sul soffitto c'era un enorme buco e come diceva Lars non c'erano presenze di lucernari nemmeno dei cavi, sembrava un opera incompleta.
"Kirk: non è un problema, abbiamo delle lampade da comodino lì"
Lars prese una di quelle e le fece vedere a Kirk che notando l'assenza di lampadine disse:
"Kirk: beh se è solo per una lampadina quella la possiamo ricomprare, non c'è problema"
"Lars: no...è...è...pe...pegg...peggio, non ci...s....sono n...nemmeno qui i c....ca...c...ca....cav...cavi"
A quel punto Kirk rimase di pietra e concluse dicendo:
"Kirk: mi sa che abbiamo un bel problema, vuol dire investiremo sulle candele"
Nella camera di Paul e Demetria:
Loro sono stati i primi a smontare le valigie e mettere tutto in ordine ed entrambi volevano concedersi del riposo sul letto.
"Paul: ah finalmente!" Paul si buttò sul letto ma Demetria appena lo vide là disse:
"Demetria: che fai quello è il mio lato"
Paul fregnadosene del fatto che fosse una donna disse con arroganza:
"Paul: mica l'hai prenotato e comunque non me ne frega"
Allora Demetria addolcendosi senza dare troppo segni di rabbia disse:
"Demetria: è il lato destro, le donne dormono sempre dal lato sinistro, eddai lascia"
"Paul: cosa ti cambia realmente, solo perchè lo fanno le donne non vuol dire lo devi fare anche a te"
Così Demetria offesa se ne stava per andare ma inciampò sulla gamba del letto cadendo a terra e rimanendo paralizzata.
"Demetria: aiuto, Paul, sono paralizzata, cacchio stupido problema alla schiena proprio oggi doveva tornarmi, eppure Pederotti mi ha detto che si sarebbe ripresentato massimo in due o tre mesi, non  un mese e mezzo"
Subito Paul credendo ciecamente a tutto si alzò da letto e andò a soccorrerla alzandolo e appoggiandola al lato destro del letto, ma subito appena fu appoggiata Demetria disse:
"Demetria: mi prendi una roba che mi è caduta là quando son caduta?"
Paul guardando bene dove era caduta disse:
"Paul: non vedo niente io"
Appena rialzò lo sguardo notò Demetria messa già a riposare sul lato sinistro del letto e disse:
"Demetria: bene, il posto è mio"
Paul arresò e ridendo disse:
"Paul: superare la mia insistenza con un falso incidente? meschinamente geniale..."
"Demetria: Grazie, lo so che non è da me fare queste cose, ma mi riescono bene non trovi?" disse sorridente.
Una volta che tutti noi ci sistemammo a dovere nelle nostre camere scendemmo al piano terra dato che vista l'ora tutti noi avevamo fame e necessitavamo di riprenderci dal viaggio pranzando, e anche in ritardo rispetto al solito.
"Lars: s...s...si mangia?"
"Adam: stai calmo Lars, si mangierà tra poco"
"Lars: m...ma...Eveline n....non è ancora sc...sce....sc...scesa"
"Kirk: scenderà sta facendo roba in camera"
"Adam: spero non roba con Eric..."
Da dietro si sentì una voce, uscire dalla cucina che disse:
"Eric: no son qui!"
"Lars: siamo tu tutti tranne Eveline, ma cosa sta facendo?"
Tutti quanti noi rimanemmo stupiti e scioccati quando ci accorgemmo che Lars aveva detto un intera frase di senso compiuto e lungo senza balbettare
"Paul: cosa?..."
"Lars: è...s...sta....st...s....sta....stat....s...stat.....sta....stato culo"
Ci fu una generale depressione vista che la gioia di un Lars  che non balbettava più fu rotta da quello "stato" ripetuta almeno una dozzina di volte prima di dirlo correttamente.
"Paul: ti pareva"
"Ronald: ragazzo fortunato" disse tutto ridente come sempre
"Railey: beh almeno ha fatto un progresso"
"Adam: già hai ragione, che giorno strano, qualcuno di voi sta per morire"
"Kirk: the Knife?"
"Adam: cosa?"
"Kirk: niente scusa..."
La frase di Kirk mi suonò ambigua stavo per chiedere cosa volesse dire ma la mia voce fu spezzata ancora prima di uscire da Eric che disse:
"Eric: qualcuno chiami Eveline prima che mi metta io a cucinare"
A quel punto io colpito dalla frase scandalizzante di Eric dissì:
"Adam: oh no! un tortino tuo non lo voglio mangiare, ora ci penso io"
Presi fiato e urlai:
"Adam: Eveline, allora vuoi uscire da quella stanza o sei appena entrata in una crisi di mezza età che ti ha reso un adolescente timida e imbarazzata, hai forse problemi di relazione con i tuoi coetanei?"
Si creò un silenzio esteso che fu subito rotto dalla voce di Eveline che urlò:
"Eveline: sta zitto vecchio idiota, io sarò in piena adolescenza ma i tuoi piagnistei quando non volevi venire qua al mare erano da bambino delle elementari che ha paura di staccarsi dalla mamma nel suo primo giorno di scuola!"
"Adam: e questa frase così stupida dove l'hai tirata fuori"
"Eveline: ti conosco da anni, questa frase me l'hai già detta due anni fa circa"
Guardando gli altri che mi fissavano con una faccia davvero insolita, quasi accusatoria risposi:
"Adam: che volete, almeno ha una buona memoria, non è colpa mia...in due anni persino un albero può cambiare quindi io perchè non potrei, mi innovo di anno in anno e cambio idee"
A metà frase uscì fuori Eveline dalla porta, appena scese le scale decise finalmente di farsi vedere, in maniera poco vestita, difatti indossava già il suo costume per andare in spiaggia e chiedendo al pubblico formato da donne che fissavano disinteressate e uomini che si attivavano in tutti i sensi chiese:
"Eveline: come mi sta?"
Ronald ci impiegò poco per cercare una battuta sagace ma da "Don Giovanni"
"Ronald: oddio qualcuno vada a prendermi le pillole per il cuore, presto"
"Kirk: sei...sei magnifica!"
"Paul: una vera figa"
"Eric: una vera figa"
"Lars: t..ti...ti...t...ti...ti...t....t...ti....t..ti...n...non ce la faccio..."
"Adam: sai Eveline ci sono tante cose che potrei dirti, ma nessuna mi appaga quanto una menzogna a fin di bene, sei bella e sei addocchiata da tutti"
"Eveline: e tu sei bello e gentile; hai ragione è piacevole mentire a fin di bene"
Eveline tornando su di fretta per le scale per poi riscenderle con in mano la borsa per andare in spiaggia disse:
"Eveline: bene andiamo in spiaggia? indossate il costume sotto voi? e le borse?"
Ci fu una serie generali di sguardi e ovviamente l'unico ad aver il coraggio di rispondere fui io:
"Adam: sai, ti racconto una stora...miliardi di anni fa, dio creò il mondo in 7 giorni e l'ultimo si riposò, l'uomo quando nacque si trovava nel giardino dell'Eden, successivamente ci fu pure la donna e i due vivevano dentro questo giardino sereni e in pace avendo ogni singola voglia soddisfatta da Dio in persona, ma un giorno quei due fecero i pestiferi e trofandosi fuori dal giardino dell'Eden dovettero cominciare ad affrontare la dura realtà della vita, e cominciarono pure a provare certe cose che prima non sentivano dentro quel giardino, tipo la stanchezza, la fatica, la sete, il freddo e la fame, come quella che abbiamo ora noi! fame, hai presneta mangiare quando lo stomaco comincia a fare un rumore peggio di una motosega?"
"Eveline: questo stupido monologo per dirmi che devo far da mangiare? ma non potevi chiedermelo e basta"
"Adam: ma vuoi mettere quanto ero figo quando lo dicevo?"
Alla fine della fiera Eveline si decise a far da mangiare, fece una cosa molto basilare, pasta al pomodoro con cetrioli e pomodori di contorno e finito il pasto che fu mediamente gradito da tutti potemmo andare via in spiaggia.
La grande distesa di sabbia non era molto distante da dove ci trovavamo noi, quindi potevamo andarci a piedi tranquillamente, ovviamente agli uomini toccò faticare per portare le, minimo, tre borse delle donne che seppur poche di numero sapevano farsi valere in ogni contesto.
Arrivati in spiaggia si notarono tre cose: l'ammassamento di gente ad ogni angolo, talmente tanti che con i loro asciugamani si vedeva quasi a fatica dove fosse la sabbia creando un enorme picasso di quei teli sparsi in giro per tutta la spiaggia, la seconda cosa era il brusio insopportabile chicchere su chiacchiere di cazzate che a nessuno interessava ma che venivo comunque urlate al mondo, infile la terza cosa era come quel brusio era un misto tra: italiano, tedesco, francese, dialetti vari, russo, e varie lingue africane; si poteva prevedere facilmente uno scontro tra pasta, kebab, crauti e formaggi nel menù vario delle persone venuto in spiaggia.
"Adam: wow...."
A quella mia esclamazione Railey rispose contenta:
"Railey: ma allora ti piace almeno la spiaggia, non lo sapevo"
"Adam: no wow che schifo...mamma mia non ho mai visto un tale ammasso di gente talmente spocchiosa e fiera di sè da andarsene in giro evidenziando il pacco o mostrando il seno senza scrupoli, per non parlare che circa sette bambini su dieci sono nudi e riesco a vedere le loro grazie"
"Eveline: geloso?"
"Adam: di sicuro io no, te sì guardando quella ragazza che ti assomiglia ma ha il seno più grande e non ha paura di farlo vedere nella penultima fila di ombrelloni" dissi mentre camminavamo per la passarella cercando di raggiungere la zona per appoggiare a terra i teli da spiaggia; Railey mi diede un leggero pugno sulla spalla e mi disse:
"Railey: non guardare le altre"
"Adam: ahia, ok scusa..."
Trovato un posto dove sistemare la nostra "Tappettopoli" di asciugamani finalmente
Una volta sistemati dal borsone Paul tirò fuori una palla da spiaggia e subito insieme a Kirk e Lars andarono a giocare dove il livello dell'acqua era a filo con le dita dei piedi, sommergendole quasi del tutto; invece Demetria e Ronald si misero a prendere un po' di sole, a dire il vero la prima prese il sole, il secondo si addormentò per errore dopo pochi secondi, grazie a dio si era messo la crema; per quanto riguarda Railey, Eveline, Eric e me ci mettemmo silenziosi a guadare il mare, la gente che passava e nel frattempo avevamo pure l'occasione per fare quattro chiacchiere insieme:
"Adam: sapete vi dirò, è meglo di quello che speravo alla fine..."
"Eveline: ma se prima della passerella hai fatto uno dei tuoi soliti monologhi sconclusionati su quanto odi la spiaggia"
"Adam: no, odio la gente che ci viene invece la sabbia e il mare la trovo una cosa molto bella e poetica"
"Railey: come quel testo che hai composto con il tuo gruppo, come si chiamava? Blue Sand on Moon's Light?"
Subito sorridendo a Railey diss:
"Adam: esatto! proprio come quella, brava!"
A curiosare su questo fatto ci penso Eveline che mi chiese:
"Eveline: di cosa parlava la canzone?"
"Adam: parlava di una mia notte solitaria in spiaggia, avevo avuto una brutta giornata e ho trovato la pace tra le onde della spiagga, la sabbia fredda che placava il mio animo caldo e la luce della luna"
Eric non si fermò a questo mi chiese addirittura di cantargli il testo; eravamo in prima fila e mettermi a cantare avrebbe attirato gente, ma fregandomene cominciai a cantarli solo un pezzo.
Dopo essermi schiarito la voce presi fiato e cominciai:
"Adam: oddio, e va bene...There is a shining far away light - That the waves cannot give back to me - The moon is bright, she shows the way-  Lightning blue sand where my footstep disappear- My mind is playing same song by days- it's my life- but now is shut down by that empety waves- full only of a sound so strong to break that nasty noise- it's my life"
A quel punto vidi cadere una moneta davanti alla mia borsa che in quel momento appariva come la custodia dei suonatori dove la gente che passava ci buttava l'elemosina e io alzandomi in piedi dissi:
"Adam: non era un esibizione, fesso, ora mi tengo i tuoi soldi"
Gli altri mi applaudirono, anche se non avevano capito gran parte del testo avevano riconosciuto quelle mie poche abilità canore rimaste da quando ero giovane.
Ad un certo punto accadde che pure Eveline decise di mettersi a prendere il sole e riposare, ma prima di farlo prese il tubetto della crema solare e porgendolo ad Eric disse:
"Eveline: tesoro me ne spalmi un po' sulla schiena?"
"Eric: ma certo"
Railey vedendo quella scena decise di giocare allo stesso loro gioco per chissà quale motivo dato che l'abbronzatura era una cosa che non le era mai interessata.
"Railey: amore, mi spalmi la crema sulla schiena?"
"Adam: no, oddio sai che se c'è una cosa che odio sono le creme, mi fa senso solo a toccarle o a maneggiarle"
Railey guardandomi un po' storto disse:
"Railey: ho capito me la metto da sola..."
Dopo che le due donne si misero a pancia in giù a prendere il sole o forse dormire io ed Eric ci facemmo segnale per anadare a fare un tuffo in mare, così io ed Eric subito correndo come dei ragazzini ci buttammo in acqua con un tuffo a spanciata sul mare e ci dirigemmo verso zone più profonde; lì Eric mi disse una cosa che non mi aveva mai detto.
"Eric: Adam, ti ricordi quel giorno che io ed Eveline abbiamo avuto problemi?"
"Adam: si me lo ricordo più o meno"
"Eric: beh, c'è una cosa che non ti ho mai detto a riguardo, grazie Adam"
Mentre Eric parlava ero intento a fare il morto in acqua, ma sentendo quelle parole mi distolsi un'attimo dalla posizione e dandogli una pacca sulla spalla dissi:
"Adam: credimi è stato solo che un piacere esser onesto con voi, alla fine il bello è che per quanto vi abbia insultato vi ho solo che aiutati, non ci pensare troppo alla fine stai avendo comunque una bella relazione con Eveline, state insieme da ormai nove o otto mesi, per lei è un record credimi, fino all'anno scorso ogni mese si presentava nel bar un nuovo ragazzo" detta quella frase sia io che Eric ci mettemmo a ridere per il passsato scombussolato di Eveline, e poi Eric mi disse un' altra cosa che mi scombussolò abbastanza
"Eric: sai, io ti ammiro per un solo motivo"
"Adam: e sentiamo, qual'è?" dissi mentre con i piedi stavo spostando delle conchiglie che c'erano sotto il palmo.
"Eric: per esser riuscita a perdonare Railey per quello che ti ha fatto"
"Adam: te l'hanno raccontato eh?"
"Eric: già, Eveline"
"Adam: quella stronza...comunque non l'ho mai perdonata, io non ho detto ti perdono o ti comprendo per quello che hai fatto, è solo che la amo, come un tempo e non voglio rovinare questo amore per un fatto, per quanto importante possa essere, avvenuto vent'anni fa; alla fine anche se mi ha pugnalato alle spalle in tribunale, la amo lo stesso per quello che era e che è diventata, non per quella che era in quel giorno di fronte a giudice, avvocati e giuria, quella non era Railey"
"Eric: ti capisco, sai c'è un'altra cosa che mi son sempre domandato, come hai conosciuto Railey?"
"Adam: credo tu intenda il nostro primo incontro, beh è buffo....in pratica, a quel tempo ero appena arrivato alla Sunflower e non avevo ancora conosciuto tutti, a quel tempo conoscevo solo i miei due vicini di stanza Yukata e Serena quelli del piano da basso, a parte Ronald erano sconosciuti a me.
Il Venerdì della mia prima settimana alla Sunflower, stavo tornando a casa da lavoro, a quei tempi lavoravo come lava piatti di sera in un ristorante, e fu a quel punto che nel marcia piedi mentre tenevo la testa basse la vidi dall'altra parte del marciapiede, ad un certo punto lei notò che la stavo guardando e appena girò la testa per guardarmi io sbattei la testa contro un palo della luce e caddi a terra; subito lei attraversò la strada per soccorrermi, era una provetta infermiera a quei tempi, le piaceva farlo, dopo avermi aiutato e diagnosticato la botta mi diede una mano per alzarmi e ci presentammo, io per ricambiare la sua gentilezza decisi di accompagnarla a casa; per strada chiacchierammo del più e del meno e alla fine ecco lo shock, accompagnandola a casa scoprì che abitavamo nella stessa casa e lei abitava di preciso sotto di me, sotto il mio pavimento c'era la stanza di Railey ed Eris"
Eric prima ridente per la scena del palo e poi stupito per tutto il resto disse:
"Eric: ma tu pensa che incontro bizzarro e da lì come vi siete innamorati l'uno dell'altro?"
Un po' stufo di queste domande sempre più personali risposi:
"Adam: e adesso? vuoi che ti racconti anche vita e miracoli?"
"Eric: stavo solo chiedendo, son solo curioso" dopo un po' di silenzio passato con lui a testa bassa nell'acqua e io taciturno cominciai a raccontare il tutto:
"Adam: e va bene, in pratica quel giorno mentre stavo tornando a casa passai per il parco vicino alla Sunflower e li vidi una donna familiare piangere, passando la riconobbi, era Railey, mi avvicinai a lei, parlammo un po' e stetti li a consolarla, il suo ragazzo, David, l'aveva appena lasciato e così era tristissima quel giorno e se ne stava silenziosa a piangere di notte al parco; in quell'occasione fui il solo a consolarla, ci scappò un abbraccio, uno di quelli troppo lunghi per non avere alcun significato; secondo me fu in quel momento che entrambi ci innamorammo ma solo dopo 5 mesi scattò la scintilla vera e propria, lei si dichiarò e io la baciai, era quando avevamo appena finito il primo concerto con il gruppo, lei Yukata e Ronald erano gli unici della Sunflower ad esser venuti a sentirmi"
"Eric: allora la storia tra te e Railey è davvero come quella di un telefilm"
"Adam: all'incirca, mentre tutti normalmente si dichiarano dopo aver fatto lo stalker per mesi e mesi, io e Railey eravamo un po' distaccati certe volte e alla fine fu lei a cedere"
"Eric: con costanza si abbatte ogni muro"
"Adam: esatto!"
Finito il bagno tornammo alla riva e tutti tranne io e Eric eravamo distesi a rilassarci sugli asciugamani, ma ovvimante quando ho detto tutti era relativo infatti subito Lars arrivò con in mano una custodia con dentro delle bocce e ci propose di giocarci, ovviamente tutti accettarono e così allontanandoci in cerca di un posto migliore dove giocare cominciò la sfida, le bocce erano di 5 tipi diversi e noi eravamo 9, così uno doveva rimanere solo e quel uno fui io scelto di mia spontanea volontà.
Le squadre erano Paul e Kirk, Ronald e Railey, Eric ed Eveline, Demetria e Lars ed infine io da solo.
A lanciare il boccino fu lo stesso Lars che aveva comprato le bocce, avendo lanciato il boccino fu pure il primo a lanciare la sua boccia color giallo, che atterrò non troppo vicino al boccino, di seguito a lanciare la sua boccia blu fu Eric che la appoggio dal lato opposto di Lars, ma più vicino; ecco che la prima donna a lanciare fu Railey che con la sua boccia rossa mancò completamente il boccino e non si avvicinò, ora toccava a Ronald, il quale ci sorprese tutti infatti colpì il boccino spedendolo vicino alla boccia di Railey, un vero colpo da maestro
"Railey: wow, gran bel colpo Ronald"
"Ronald: sarò vecchio ma qualcosa della mia gioventù mi è restata" concluse ridendo
Ora toccava però a Kirk che con la sua boccia verde fece una prestazione mediocre, di seguito toccò a Paul che fece una prestazione altrettanto mediocre, due compagni di squadra scelti male, ora era il mio turno ma cedetti volentieri il posto a Demetria che riuscì ad appoggiare la sua boccia gialla più vicina a quella di Railey.
Ecco il mio turno la situazione era questa: Demetria più vicina, al secondo posto Railey e al terzo Eric, io avevo due boccie e la mia tattica era semplice e letale.
Lanciai la prima boccia color arancione che sbocciò quella di Railey, di seguito lanciai pure l'altra che sbocciò quella di Demetria facendo di me il vincitore di quel round.
"Railey: hey!"
"Demetria: ma tu guarda che..."
"Adam: le bocce sono un po' come la vita, il boccino e l'obbietivo e devi arrivarci il più vicino possibile, se ci vai dritto contro ti scappa, se qualcuno ci va più vicino di te o lo superi o lo scansi"
"Ronald: o come ho fatto io, scansate l'obiettivo da tutti e datelo a qualcun'altro"
"Adam: esatto"
Dopo la partita a bocce tutti noi tornammo dagli asciugamani.
In quell'occasione decisi di farmi una dormita mentre Railey, Demetria ed Eveline stavano chiacchierando non molto lontano da me.
Dopo mezz'ora decisi di voler andare a fare un giro per la spiaggia con Railey ma ancora prima che potessi andare a proporglielo passò vicino a me un marocchino che vendeva oggetti che mi chiese:
"Venditore: ciao, borsa? asciugamano? accendino? tutto costa poco anche questo berrettino" disse mostrando un berrettino con ricamata la scritta Italia e la bandiera.
"Adam: no grazie non serve niente, comunque pessima rima!"
Stavo per andare ma lui con insistenza disse:
"Venditore: costa poco, compra per tua ragazza là" disse indicando per errore Eveline a quel punto divenni un po' più nervoso del solito e subito scattai dicendo.
"Adam: cosa quella lì, senti ora ascoltami, sò che c'è crisi è un periodo difficile per vivere, ma seriamente non vendere borse trovati un lavoro migliore andiamo pensi davvero di passare la tua vita a girare ogni giorno in spiaggia per vendere borse tarocche, va via!"
Il marocchino impaurito dalla mia voce aggressiva corse via di fronte a quella scena Ronald, Kirk e Paul si misero a ridere mentre gli altri mi guardavano con due occhi abbastanza accusatori, ma io ignorando gli ultimi andai da Railey e le chiesi di andare a fare un giro:
"Railey: cosa un giro? ok!"
"Eric: possiamo venire anche noi?" disse Eric indicnado sè ed Eveline, stavo per cercare un modo originale per dire no, ma Railey fu più svelta di me e rispose al posto mio
"Railey: ma si certo, dai venite"
Preferii non ribattere alle decisioni prese da Railey e così noi quattro andammo a farci un giro per la spiaggia, Eric ed Eveline erano davanti e si stavano tenendo per mano mentre passeggiavamo e Railey vedendo i due subito allungò la sua mano per prendere la mia e appena la prese dissi:
"Adam: hem...che fai?"
"Railey: niente volevo solo prenderti la mano caro"
"Adam: ah ok..."
Questo atteggiamento di Railey era abbastanza strano sembrava quasi che il suo piccolo universo femminile interiore si sentisse sentimentalmente sminuito di fronte a quello di Eveline, in pratica era gelosa della relazione tra Eveline ed Eric.
Passo dopo passo raggiungemmo un bar sulla costa dove Eric ed Io ci prendemmo un gelato; appena l'aveva preso Eveline chiese ad Eric se poteva dare una leccata al cono gelato e subito Eric glielo offrì, la stessa cosa volle fare Railey quando io presi il gelato ma appena lei avvicinò la bocca al gelato subito lo spostai e chiesi:
"Adam: hey, cosa fai?"
"Railey: volevo solo un po' di gelato"
"Adam: ah scusa, hem...aspetta te ne compro uno, basta che me lo chiedi sai"
Presi pure il gelato per Railey e poi tornammo indietro agli asciugmani visto che ormai si stava facendo tardi, raccolti tutti gli asciugamani ce ne stavamo tornando e nel cammino tutti raccontarono un po' a tutti cosa avevano fatto nella giornata.
Arrivati ad un incrocio Eveline fece:
"Eveline: hey ragazzi andiamo per di qua, sò che c'è un bar davvero fantastico"
"Eric: forse ho capito di quale parli"
"Lars: i...i...io pre...preferisco torn...tornare a casa, c...c..ci vediamo per ce...cena"
"Adam: di sicuro si beve meglio li che da te, io vengo"
"Ronald: io torno a casa ci vediamo a cena sono stanco"
"Kirk: ovvio che vengo"
"Paul: ma si daì un aperitivo ci sta"
"Railey: io me ne torno a casa!" disse Railey con un tono fermo quasi fosse arrabbiata.
Alla fine ci seprammo in due gruppi quelli che erano a casa pensarono a prepare la cena, in realtà la preparò solo Ronald, invece quelli del bar restarono a chiacchierare tutto il tempo, ma non io, mi sentivo un po' male per Railey, nel suo modo di fare oggi c'era qualcosa che non capivo, così decisi di tornare a casa prima degli altri dal bar e una votla a casa avrei cercato di chiarirmi con Railey.
Lei era sul balcone della nostra camera al piano di sopra, subito la raggiunsi, e appena arrivato nel terrazzino guardandola dissi con tono basso:
"Adam: ciao" Railey mi guardò e non rispose.
"Adam: come va?" continuò a non rispondere fino a quando preso un tono un po' più sicuro e deciso dissi:
"Adam: Ok smettiamola con questa sceneggiata, senti cos'avevi oggi tutto il tempo in spiaggia ti sei comportata in modo strano, amore, dimmi cosa c'è che non va"
Railey si mise a piangere e guardandomi in faccia con quegli occhi pieni di lacrime disse:
"Railey: io volevo solo avere una giornata come una felice coppia io e te in spiaggia"
"Adam: ma io e te siamo una felice coppia, ok lascia stare questa situazione, sò che forse mi son comportato in maniera strana pure io quando te ti sei comportata in modo strano ma l'ho fatto perchè non ero abituato non ti sei mai comportata così, per me era strano vederti così, hai incominciato tutto ad un tratto in poche ore, cosa ti passava per la testa..."
"Railey: niente è solo che, insomma abbiamo due giorni di vacanza volevo fossero almeno un po' romantici per noi due"
Disse tornando girandosi a guardare il panorama dal terrazzino e io abbracciandola da dietro le dissi sull'orecchio:
"Adam: e chi ha detto che abbiamo solo un giorno o due?"
Railey ad un certo punto si girò sorridente e disse:
"Railey: Vuoi dire che..."
"Adam: si, credo sia meglio passare le nostre vacanze qua a Rimini con gli altri, infondo mi piace stare qua, non avremo un o due giorni romantici ma due settimane mia cara, due settimane come una vera coppia" dissi prendendole la mano, e mentre lei mi stringeva forte in un abbraccio mi venne da pensare che forse era meglio veramente fermarsi, avrebbe fatto felice lei, per quanto non mi piacesse star qui, a lei piaceva e forse era meglio se stavo buono e la accontentavo cercando pure io il lato positivo di questa breve vacanza insieme.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** CAPITOLO 16: Dopo le Vacanze Estive Tutti Sembrano Cresciuti ***








Massime di Adam:
in tre modi si possono fare le cose: nel modo facile, in quello difficile e il terzo è crearle...una cosa simile c'era scritta nella mia prima confezione di Lego.
[Cit. della prima parte: David Fiddler]




CAPITOLO 16: Dopo le Vacanze Estive Tutti Sembrano Cresciuti


 366, questo era il numero di giorni da quando ho rincontrato Railey, invece i giorni che io e lei stiamo insieme sono...andiamo avanti; quel 13 Settembre ricominciava la scuola,di mattina  eravamo davvero stanchi, avevamo dormito pochi per l'agitazione, sembravamo degli scolaretti, anche se noi a differenza loro abbiamo cercato altri modi per prendere sonno; fatto sta che quella mattina ci dirigemmo a scuola senza passare per il Bar da Rinos siccome avevamo già fatto una colazione unicamente a base di caffè, in quantità industriali.
Ormai quasi arrivati all'entrata della scuola, Railey mi prese la mano e guardandomi con occhi dolci mi disse:
"Railey: ci pensi, se non era per questa scuola non ci saremo forse mai più incontrati?"
"Adam: beh alla fine non serve tanto chiederselo o meno alla fine l'importante è che noi due siamo di nuovo insieme come un tempo no cara?"
Railey mi guardò e sorridente disse:
"Railey: in qualunque modo tu la veda per me questa scuola resta un posto molto importante"
Ci stavamo ancora tenendo mano per mano dimenticandoci completamente che eravamo appena entrati nella lunga entrata prima dell'edificio scolastico vero e proprio e passando davanti a studenti che ci guardavano con occhi di stupore, chi incuriosito e chi nemmeno ci aveva notato stavamo per entrare.
Come ogni inzio scuola la folla mesa fuori e massiccia tra tutta quella folla non trovai ne la 2^E ne la 2^C.
Nel mezzo del ampia piazzola prima del sottoportico che da all'entrata notai uno studente che si divertiva con altri ragazzi e quando riconobbi due di loro urlai:
"Adam: Scienziato Mancato, Jeffry, l'anno scorso siete passati per il rotto della cuffia a psicologia, ma io sto anno vi boccio, fin da prima di entrare per questa porta vi voglio in riga!"
Mentre Scineizato Mancato stava già sudando freddo Jeffry sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
Una volta entrati a scuola trovai pure Cresta da Gallo che appena mi vide disse:
"Cresta da Gallo: oh ma guarda un po' insegna ancora qui? e sta ancora insieme alla professoressa Acrington, grazie a lei ora ho un debito di 200 euro"
Io incazzandomi e mollando la mano di Railey per inseguire Cresta da Gallo gli dissi:
"Adam: vieni qua Cresta da Gallo, lurido idiota, giuro su dio che non ti boccerò tutto in colpo, prima boccierò le tue gambe, poi le braccia, di seguito il busto, poi la testa, ma mi terrò le tue parti basse come trofeo da appendere in camera"
Di seguito mi misi per i corridoi a correre dietro a Cresta da Gallo per trascinarlo in classe, sotto gli occhi di altri alunni in giro e persino di alcuni professori e dargli una punizione per la frase che da qualunque lato la si leggeva restava pur sempre offensiva, abbadonando però Railey che mentre salivo le scale mi accorsi che stava sorridendo ed era li ferma a sorridere guardandosi intorno.
Finalmente suonò la campanella della prima ora ed ecco che pian pianino tutti gli alunni entrarono in classe, avevo la prima ora in 2^E come speravo ed ero entrato prima io degli alunni.
Una volta entrati tutti cominciai finalmente a dire qualcosa:
"Adam: ma guarda un po', alla fine ce l'avete fatta tutti ad arrivare al secondo anno, siete contenti vero?"
Gli alunni restarono tutti in silenzio fino a quando io battendo un pugno sul tavolo dissi:
"Adam: non era una domanda retorica bifolchi, non sapete nemmeno riconoscere una vera domanda?"
Gli alunni risposero in coro
"Alunni: si"
"Adam: bene, devo farvi allora i miei complimenti vi siete veramente meritati un applauso, ma anche se ora applaudirò non scordatevi che se avete trovato il primo anno già duro dovrete prepararvi ad altri quattro anni ancora più infernali di quello passato non mi stupirei se qualcuno di voi verrà bocciato" dissi guardando Cresta da Gallo e Otaku
"Adam: o se cambieranno indirizzo" dissi guardando Scienziato Mancato
"Adam: però è vero che non cambiano solo gli anni, ma anche le persone negli anni, ecco perchè son curioso di vedere come voi cambierete e già a guardarvi ora come ora sembra che qualcuno abbia qualcosa di nuovo, tanto per cominciare mi è caduto l'occhio sui primi peli di barba di Gerrinton oppure sull'acne lieve che sta cominciando a venire a Jeffry, oppure a Cresta da Gallo che sembra sia diventato quasi arrogante da come mi ha parlato prima, a proposito, Cresta da Gallo, per la prossima volta tu scriva un tema solo per me, su quanto tu come alunno sia, sei stato e resterai scarso e inefficente e sulle cause, ovviamente avrà voto che concorderò con la professoressa di Lettere; ma adesso non voglio giudicarvi solo per l'aspetto, ecco perchè vi porrò una domanda, voi vi ricordate di voi l'anno scorso? se si credete davvero di essere cambiati e se è di nuovo sì, come mai"
La prima a rispondere fu Barbuta che disse:
"Sarah: io durante l'estate ho cominciato a fare corsi di canto e..." io interrompendola dissi:
"Adam: e hai scoperto la ceretta laser"
"Sarah: hem...sì"
"Adam: meno male te sei tra le alunne che sono riuscite ad avere il nome, sarebbe stato un bel problema per me trovarti un nuovo soprannome"
Il secondo a parlare fu Lipidi che disse:
"Kevin: io ho cominciato a imparare a cucinare e nel frattempo sto cercando di mettermi un po' a dieta"
"Adam: te l'ha detto il dottore dopo averti detto i rischi dell'obesità vero?"
"Kevin: hem...sì"
"Adam: beh l'importante infondo è aver trovato qualcosa che ti abbia spinto a farlo"
Uno dei cambiamenti che mi colpì di più fu riguardo la secchiona di classe, Julia
"Julia: io invece ho passatto tutta l'estate a scrivere e le mie poesie hanno trovato sfogo in una rubrica settimanale nella gazzetta di Peronedo dove le mie poesie e quelle di altri scrittori vengono pubblicate"
"Adam: oh si, ogni tanto le leggo anche io, devo ammettere che la tua poesia: Netturbino Jonny Faverelli mi è particolarmente piaciuta"
"Julia: si lo considerano in molti il mio pezzo forte"
Ad un certi punto si creò il silenzio in classe quando girando tra i banchi notai altre cose di altre persone:
"Adam: avanti forza non abbiate paura di parlare voglio esser colpito dai vostri cambiamenti non li voglio solo ascoltare, per esempio te ferrovia, perchè non mi hai detto che hai tolto l'apparecchio? o mi basta passare vicino a te Lisangela per sentire che non odori più di Zighinì come al solito e vogliamo parlare di te Otaku? quello che vedo sul collo è un succhiotto chi te l'ha fatto?"
Otaku un po' rossa in viso disse:
"Otaku: m...me l'ha fatto un...un ragazzo"
"Adam: che cazzo di risposta è? di sicuro non mi aspettavo te l'avesse fatto un cane, ma dico, vedi che acquistando più sicurezza hai pure trovato un ragazzo, e dimmi come vi siete incontrati?"
Ad un certo punto Otaku divenne ancora più imbarazzata al punto tale che mi venne qualche sospetto, conoscendola come amante dei manga giapponesi poteva aver incontrato un ragazzo in un solo posto.
"Adam: oddio...non mi dirai che l'hai incontrato ad un Cosplay...beh...non fa niente alla fine l'amore è amore"
Alla fine ognuno trovò il coraggio di dire qualcosa che lo avesse cambiato, alla fine c'era anche chi ha ammesso con tutta onesta di non aver niente di cambiato dall'anno precedente, ma una cosa era sicura, in quella classe tutti sembravano maturati e più capaci sin dal primo giorno, e pian pianino sembravano liberarsi dall'imbarazzo tipico dei primini e sciogliersi un po' di più.
Finita la prima campanella mi dispiaceva quasi andarmene da quella prima lezione che nonostante tutto sembrava esser stata illuminante come dovrebbero esserle tutte le altre e ora mi dirigevo a conoscere la nuova
1^E, non voglio dilungarmi troppo posso solo dirvi due cose: erano tutte femmine tranne un maschio e ognuno di loro appena mi son presentato con lo stesso copione dell'anno scorso sembravano più impauriti delle due prime del Settembre scorso.
Ovviamente finita l'ora non potè mancare un commento finale per terrorizzare del tutto gli alunni:
"Adam: sembra che mi divertirò un mondo con le vostre piccole menti ingenue piena di terra fertile da coltivare, chissà chi impazzirà per primo"
Ormai dopo le due ore la mia prima giornata di questo nuovo anno scolastico era finita, così mi accingevo verso il Rinos da solo e per strada la mia mente fu offuscata dai bei ricordi dell'estate, ad esser precisi a quelle due settimane fatte a Rimini con gli altri; sono successe molte cose che non vi ho raccontato da quel giorno: tanto per cominciare quella vacanza ha rafforzato i legami tra ognuno di noi molto più di quanto ci si immaginasse, si passavano intere nottate tra noi uomini a giocare a carte, bere e alcuni anche fumare, e a volte Paul e Kirk strimpellavano la chitarra accompagnando le note che nella notte erano più fluide, soprattutto quando Paul si cimentava nel suo vero genere prediletto, il Blues, ma anche se suonava qualcosa un po' Funky le note sembrava scivolare, era una caratteristica tipica di Paul, la chiamavo chitarra calda quando eravamo nel gruppo; poi le giornate in spiaggia trovavano sempre più hobby e a furia di star in quella casa fecimo pure amicizia con la coppia che stava nel vicinato, ma da quelle settimane d'estate i contatti si sono completamente sciolti e non li abbiamo più visti, poi c'è un'altra questione sorta ovvero si presume che Paul si sia innamorato di Demetria, di questo me ne sono accorto solo Io, anche se Eric e Kirk cominciano un po' a sospettarlo, basta guardare certi sguardi che fa per capirlo e come in sua presenza il suo comportamento a volte fastidioso e petulante si annulla anche se per ora Demetria non sembra essersi accorta di nulla.
Arrivato al Bar da Rinos c'erano solo Lars, Ronald e Paul, e appena arrivai fui accolto da un insolita allegria, pure da Eveline che stranamente per una volta mi sorrise, sembravano tutti fin troppo allegri, ma ultimamente era spesso così, anche se io non ero molto cambiato rispetto a tutto questo.
Presi subito il giornale e dissi accendendomi un cigarillos:
"Adam: prendo un hamburger un insalata ben condita e mezzo litro d'acqua naturale, non frizzante come l'ultima volta"
"Eveline: beh è stato un errore"
"Adam: vero ma ho comunque bevuto acqua frizzante"
Eveline, la quale voce tendeva a trasformarsi nella solita vecchia voce scontrosa mi chiese:
"Eveline: e cosa diavolo ti cambia?"
"Adam: niente, ma è una questione di principio"
"Eveline: oh no, non il principio, non ancora quello, io me ne vado in cucina a prepararti l'hamburger"
Mentre Eveline andò in cucina a prepararmi il pranzo io sporgendomi dal bancone le urlai:
"Adam: hai visto che torna utile a qualcosa? mi stai preparando il pranzo subito, wow, un miracolo"
Tornai al mio posto a leggermi il giornale e a fumare.
Si era creato un piacevole silenzio nella sala, fino a quando non fu rotto da Ronald che guardando lo sguardo perso di Paul che fissava la porta disse:
"Ronald: hey Paul che stai facendo? ancora che fissi la porta?"
Paul se ne stette zitto fino a quando girandosi verso il bancone e stando a testa bassa cominciò a sbuffare e parlò:
"Paul: non riesco più a reggere questa situazione"
"Lars: d...d...di...di che pa...parli?"
"Paul: parlo di...niente lasciate perdere è che sono affamato"
Ronald capii tutto quanto in quel momento e decise di aiutare Paul senza metterlo in imbarazzo con noi visto che chiaramente non voleva aprirsi, una mossa davvero astuta da parte del vecchiaccio.
"Ronald: sai, quel tuo sguardo è proprio uguale a quello di un uomo innamorato, c'è qualche donna che ti fa partire a mille vero?" disse ridendo in modo contenuto e pacato e Paul in risposta a questo non potè più negare e disse:
"Paul: sì, lei è...come la musa immaginaria che mi ispirava quando scrivevo musica"
"Ronald: sai, secondo me tu per questa donna sei l'uomo che cercava, da come ti comporti sembra che la donna che ti piaccia sia una di quelle forti, simpatiche ma sotto sotto la trovi timida e inscura, ma in realtà l'unico timido e insicuro sei te, che non fai altro che rispecchiare le tue preoccupazioni su di lei, secondo me devi cominciare a buttarti, hai detto che hai avuto tante storie con molte donne quando suonavi in giro per il mondo, cosa ti ferma ora?"
"Paul: il fatto che questa donna la rivedrò in qualunque caso fino alla fine dei miei giorni e questo mi spaventa"
A quel punto decisi di intruffolarmi anche io nel discorso e dando una pacca sulla spalla a Paul che nonostante fosse più vecchio di me sembrava anche molto più inesperto di me gli dissi:
"Adam: senti Paul, perchè esser così chiuso e timoroso proprio quando ormai sei nel mezzo della tua vita, se potessi citare una frase che mi ha molto colpito e adattarla alla situazione direi che hai 30 anni per esser timoroso e indeciso, perchè cominciare proprio ora"
Dissi guardando Ronald sorridendogli visto che la frase era sua e l'avevo decisamente modificata rispetto all'originale, ma lui comprendendo il tutto non potè far a meno di ridere e dire:
"Ronald: frase sorprendentemente saggia caro Adam" disse ironizzando sul fatto che fosse per gran parte sua.
A quel punto Eveline tornando fuori dalla cucina con l'hamburger e l'insalata e servendomeli sul tavolo disse:
"Eveline: senti c'è una roba di cui ti devo parlare"
"Adam: cosa? non mi dirai che tuo cugino Alfred soffre ancora di nevrosi ossessiva nonostante lo abbia portato da uno degli psicoterapeuti più in gamba della zona"
"Eveline: no, io non ho un cugino di nome Alfred e tu non hai mai fatto una cosa del genere per nessuno"
"Adam: lo so era per fare un po' di scena e perchè non voglio sapere cosa mi devi dire"
Eveline prendendo il piatto sporco dove aveva mangiato Ronald e lavandolo nel lavello mi disse:
"Eveline: se non vuoi che le notizie di colgano da dietro meglio saperle prima, o sbaglio?"
Questo era un chiaro riferimento a cosa successe prima di partire per Rimini e ammettendo quanto la frase fosse giusta dissi:
"Adam: ok, ok dimmi"
"Eveline: stasera ti va di uscire fuori a cena..." Io interrompendola dissi ironicamente:
"Adam: con te? è un appuntamento per caso? no perchè sai benissimo che te non sei il mio tipo e preferirei avere una Railey uomo che una Eveline come te"
"Eveline: bella battuta son sicuro che a Railey piacerà stasera?"
A quel punto capendo tutto dissi quasi disperandomi:
"Adam: oh no, tu vuoi fare una di quelle odiose cene a quattro, oddio quando la smetterai di guardare quelle stupide fiction americane"
"Eveline: e te quando la smetterai di guardare il Dottor Oz Show?"
"Adam: senti, non l'ho visto di proposito, la tv si è accesa ed era sintonizzato lì, che ci posso fare se Railey guarda la grande scatola fabbrica merda ogni giorno più di quanto non la guardi io in un anno"
"Lars: h...h...hai una grande stima...p...p..per la TV eh?"
"Adam: oh, chiudi il becco stupido 25enne balbuzziente"
"Eveline: non ti distrarre resta a me, allora, vieni si o no?"
Dopo un attimo di riflessione, ovvero il tempo di masticare e mandare giù due bocconi di quel poco Hamburger che era rimasto dissi:
"Adam: sicuramente Railey mi costringerà a venire, perciò, credo che sono in trappola, dove si va?"
"Eveline: Eric ha pensato di andare al Terzo Senso"
In quel momento stavo per strozzarmi con il boccone di Hamburger, ma riprendendomi subito dissi:
"Adam: oddio e tu puoi permetterti una cena lì?"
"Eveline: beh a dire il vero è un occasione speciale, Eric ha vinto ben..."
Subito interrompendo Eveline dissi:
"Adam: si lo so, ha vinto 20.000 euro ad un gratta e vinci; è per questo che ci offrirà la cena?"
"Eveline: esatto"
"Adam: oh bene..."
Si ricreò un attimo di silenzio fino a quando Ronald rimasto scosso da una cosa non mi chiese:
"Ronald: sul serio hai guardato quel programma?"
"Adam: hey vecchio stiamo parlando d'altro ora, e comunque lo trovo un programma stupido come ogni persona che ci lavora dietro e il pubblico"
"Lars: a...a...anche tu...f...fai parte del pub...pu....pubblico, co...co...come ti giustifichi?"
Guardando Lars e ascoltando una frase insolita detta da lui mi venne spontaneo chiedere a tutti:
"Adam: fantastico, oggi siete tutti strani, prima la cuoca che mi invita ad una cena a quattro, poi il depresso d'amore, il balbuzziente dalla nuova parlantina locquace e il vecchio che ride di meno, che giornata del cazzo"
Appena fui fuori per strada stava arrivando Eric che mi chiese subito di fretta:
"Eric: sei incazzato?"
"Adam: sì!"
"Eric: più del solito?"
"Adam: sì..."
"Eric: quindi Eveline ti ha già parlato della cena"
"Adam: esatto e mi ha pure parlato del Dr.Oz Show"
Eric con una faccia sorridente mi disse incuriosito:
"Eric: wow, come l'hai conosciuto quel programma, non pensavo che piacesse pure a te"
Dopo aver sentito una frase del genere presi nervosamente il pacchetto di Cigarillos e prendendo l'ultimo rimasto nella scatola, lo accessi e camminai via dicendo solo:
"Adam: ma cosa non va oggi?"
Arrivato finalmente a casa mi buttai sul divano quando arrivò a casa Railey che appoggiandosi pure lei stanca sulla poltrona mi disse:
"Railey: com'è andato il tuo primo giorno?"
"Adam: stancante, te?"
"Railey: stancante"
Ci fu un attimo di silenzio fino a quando non mi ricordai di dire una cosa a Railey
"Adam: stasera si cena fuori andiamo a mangiare con Eveline ed Eric"
Ed ecco che Railey rispose in modo insolito di fronte ad una notizia del genere e disse:
"Railey: cosa non mi dirai che hai accettato, oddio ora ci toccherà uscire anche stasera, e dove si va?"
"Adam: al...Terzo Senso"
"Railey: oddio, hai idea di quanto ci costerà?"
Subito però per calmare Railey che in quel momento sembrava si stesse agitando un po' troppo dissi:
"Adam: tranquilla, offre Eric"
"Railey: meno male"
Alla fine entrambi ci addormentammo dove eravamo seduti o distesi, e al mio risveglio erano le 17.00 e mi ricordai che dovevo ancora andare a fare la spesa, così una volta cambiato e preso il cellulare e chiavi di casa
mi diressi filato verso il supermercato di Gaetano.
Quel giorno era davvero strano, tutti si comportavano in maniera diversa dal solito, come se l'estate finita l'estate si fossero tutti trasformati, e non solo i miei alunni come era ovvio succedesse, ma pure alcuni miei amici.
Arrivato al supermercato subito mi diressi senza troppo fretta tra i vari reparti a prendere le cose che mi servivano e trovai Gaetano che stava pulendo l'ultimo reparto dove dovevo prendere solamente il detersivo per i piatti e appena mi vide disse:
"Gaetano: We! salve signor.Navarro!"
"Adam: come...come mi hai chiamato?"
"Gaetano: Navarro, non è giusto così?"
Riprendendomi dallo shock del nome esatto urlato a gran voce da Gaetano, cosa mai successa dissi:
"Adam: no no, niente, piuttosto come vanno le cose in negozio?"
"Gaetano: bene bene, soprattutto per quei taccheggiatori, con le sue idee ora se si azzardano a metter mano su un solo prodotto lo becchiamo di sicuro, non hanno più scampo sti furbacchioni, e poi ultimamente molta gente torna dalle vacanze e in casa ha la dispensa vuota perciò, si vengono in molti e pure Robert e molto contento, vero Robert?!"
Urlò con gran forza per farsi sentire da Robert che lavorava dall'altra parte, e dalla stessa parte si sentii una voce un po' infiappita che disse:
"Robert: certo, certo, molto contento, ma contento oppure apparentemente felice?"
"Gaetano: è uguale Robert, l'allegria è allegria!"
"Robert: ma quindi allegria o felicità?"
Gaetano abbassando la voce e sussurrandomi quasi nell'orrecchio disse:
"Gaetano: mi, che pigna in culo che sta diventando...piuttosto a lei come vanno le cose sig.Navarro?"
"Adam: beh dai tutto bene a parte che oggi, sembrano tutti come dire, cambiati"
Gaetano assumendo un tono molto tranquillo disse:
"Gaetano: lei non se deve preoccupare, d'altronde, è solo un giorno, non potrà mai sapere cosa le accadrà, si fidi, domani secondo me sarà tutto normale come al solito, mi creda"
"Adam: lo spero"
Stavo per prendere il detersivo quando dietro di me passò con un cesto un ragazzo che appena mi vide da dietro messo in quella posizione intento a ricercare il detersivo mi disse:
"???: hey, guardi che anche io devo cercarci della roba lì non è che potrebbe darsi una mossa, ho i miei tempi pure io"
"Adam: senti piccola testa di...Adam? Gerrinton Adam, cosa fai qui?"
"Gerrinton: p...professor Navarro?"
Finito di fare la spesa io e Gerrinton andammo in una panchina che era non molto lontano dal supermercato e dove spesso prima o dopo aver fatto la spesa, se non avevo preso niente di surgelato passavo un po' di tempo a fumare o leggermi il giornale e così ebbi un po' di tempo per chiacchierare con uno dei miei studenti preferiti.
"Gerrinton: beh, ero a far la spesa non ci vedo niente di strano"
"Adam: io sì, strano per la tua età, e pensare che io considero tutti voi giovani degli scansafatiche, e poi sbaglio o quello che hai in spalla è una custodia per basso?"
"Gerrinton: sono andato a fare la spesa perchè i miei si son trovati un nuovo lavoro insieme e passano gran parte del loro tempo fuori casa, e io mi ritrovo spesso solo e a dover badare alla casa stessa, pulendo e facendomi da mangiare per me, e poi, sì è un basso elettrico, ho cominciato a studiare uno strumento"
Disse Gerrinton mentre si accese un cigarillos e io scioccato di fronte a tutto ciò dissi:
"Adam: wow, ammiro i ragazzi così impegnati come te, devo ammettere che dall'anno scorso sembri molto più maturo e la poca peluria sotto il mento ne è una prova che stai crescendo in tutti i sensi, per non parlare di questo tuo sguardo così sicuro e serio che ti sta venendo, sembri quasi..." Disse Gerrinton interrompendomi:
"Gerrinton: a lei prof? si, in effetti credo che sto cominciando a prenderla un po' troppo come idolo di vita, mi sto persino riducendo a fumare la sua stessa marca di cigarillos, adoro questo retrogusto che ti lascia in bocca, ora capisco perchè non fuma cose sigarette, questa roba ha un sapore più fine"
"Adam: di quello che vuoi, fai quello che vuoi, ma ricordati che ad idolare e imitare qualcuno che non è il vero te non ne ottieni mai niente di buono"
"Gerrinton: sarà, ma da quando son così mi sento addirittura più fiero di me stesso, lo sà?"
A quel punto presi le borse della spesa e alzandomi dissi:
"Adam: sembri davvero me da giovane, credo che ogni tanto potrebbe esser piacevole fare qualche altra chiaccheirata insieme se ti ribecco qua" dissi ridendo:
Gerrinton sbuffando fuori il fumo dopo averlo assaporato per bene disse:
"Gerrinton: ci spero pure io".
Ormai il sole stava quasi per tramontare e io e Railey ci stavamo preparando per andare a cena al Terzo Senso.
Io mi stavo già mettendo le scarpe, mentre Railey era in bagno.
"Adam: prendiamo la mia macchina?"
"Railey: andiamo in un ristorante di lusso, vogliamo presentare al parcheggiatore un auto del genere?"
"Adam: la tua è a riparare"
"Railey: vuol dire che cammineremo"
"Adam: no, no, ti ricordi cos'è successo l'ultima volta che hai detto che avremmo camminato? Ti sei lamentata tutto il tempo che ti facevano male i piedi"
"Railey: avresti potuto esser più cavaliere e portarmi in braccio"
"Adam: l'ho fatto, e il dolore non ti era passato lo stesso"
Si creò un'altro silenzio lungo, attendevo solo una risposta, ma non ricevendola incominciai a innervosirmi e rispondendo cercando comunque di mantenere la calma dissi:
"Adam: allora?"
Railey che era ancora in bagno mi disse:
"Railey: ok, ok, prendiamo la tua di macchina"
Una volta pronta pure la mia signora, andammo in garage a prendere la macchina, anche se fece un po' di fatica a partire visto che era rimasta piazzata in garage per oltre 1 mese circa.
Durante il viaggio in macchina Railey mi disse:
"Railey: aspetta, ma...la tua macchina profuma, perchè?"
"Adam: non mi dire che non l'hai ancora visto? guarda a fianco del tuo sedile e poi vicino all'autoradio"
Railey si guardò intorno e vide un Arbre Magique e una scatola piena di quelli a fianco nel portaoggetti della portiera.
"Railey: di sicuro fanno il loro lavoro"
"Adam: ci puoi giurare, ora che ho messo questi così la macchina si può quasi definire più sicura"
Nello stesso momento lo specchietto di destra si ruppe e cadde nell'asfalto, io frenai subito la macchina per scendere e riprenderlo, una volta fatto e tornato dentro la macchina dissi a Railey dandole lo specchietto in mane affinchè lo mettesse in un posto più sicuro aggiunsi:
"Adam: beh, quasi del tutto..."
Arrivati al Terzo Senso si notava subito quanto quel locale fosse fiero di sè e della sua fama, e questo si capiva principalmente dall'insegna gigantesca e luminescente sulla porta, talmente grande e luminosa da rendere invisibile la luna e tutto il manto di stelle durante la notte.
"Railey: che insegna spavalda..."
"Adam: non ci pensare, comunque perchè non c'è nessun parcheggiatore a venire a prendere la nostra macchina?"
"Railey: credimi una persona sana di mente non si avvicinerebbe a questa bomba"
"Adam: fattelo dire oggi sei strana, ma mi piace tutto questo"
Una volta trovato da soli il parcheggio andammo dentro il locale che da dentro era allestito in modo tanto bello quanto lo era fuori, si vedevano luci molto possenti, tovaglie bianche lunghe, sedie comode, finestre grandi con tende rosse piene di piccoli dettagli e ricami, per non parlare del pavimento color Porpora, ma il mio sguardo cadde sul tavolo dove c'erano Eveline ed Eric già seduti uno di fianco all'altro e appena pure loro ci videro alzarono le mani per farci segno di venre, visto che dimostravamo evidente timore a metter piede su un locale di lusso, dove probabilmente solo camminare costava qualcosa.
Arrivato al tavolo ci sedemmo in tranquillità e prima ancora di riuscire a parlare accadde una cosa che in pochi altri ristoranti accade, ovvero arrivò subito il cameriere a chiedere cosa ordinavamo, una cosa che onestamente mi lasciò del tutto allibito.
Finito pure di ordinare potemmo cominciare a fare quattro chiacchiere e la prima fu Eveline che subito guardandomi mi chiese:
"Eveline: allora, Adam cosa te ne pare del locale?"
"Adam: penso che Eric dovrà pagare con un assegno, mi spiace per lui"
"Eric: tranquillo, fa niente, tanto oggi ho già finito di fare i conti di quello che abbiamo speso nell'ultimo mese"
"Adam: cosa? tu ti occupi dei conti mensili? da quando?"
"Railey: da quando glielo ho insegnato io"
"Adam: e quando gliel'hai insegnato?"
"Railey: ancora ad Aprile in sala insegnanti"
A quel punto non feci altro che boccheggiare un corto e sonoro
"Adam: oh..."
Dopo pochi minuti ecco che cominciò ad arrivare l'antipasto, io ed Eveline avevamo ordinato delle capesante gratinate col pepe rosa, mentre Eric e Railey avevano optato per una mousse di tonno, tutti piatti molto raffinati e in porzioni ancora peggio che minute.
"Adam: certo Railey che potevi lasciarmi mangiare un panino prima di venire qui, guarda che porzioni, fanno proprio di tutto per farti spendere a più non posso"
Alla fine tra una chiacchiera e l'altra concentrata sopratutto sulle impressioni di noi tre professori al nostro primo giorno arrivò pure il primo piatto per tutti, ma proprio appena mi arrivò davanti al naso il mio risotto con i gamberetti e cozze con il rosmarino e lo zafferano ecco che dalla porta entrò a mangiare una persona che di sicuro quel giorno non avrei voluto vedere, ed ecco che il rumore delle ruote si faceva sempre più fastidioso e vicino, era proprio lui, Freddy, il tizio paraplegico che trovai quel giorno alle poste e che per poco non mi rubava il posto, subito cercai di non guardarlo e mi nascondei coprendomi il volto ed ecco che i primi a reagire di fronte a questo mio comportamente sono Eveline e Railey che mi chiedono:
"Eveline: che hai?"
"Railey: tesoro che succede?"
"Adam: quel tipo paraplegico è una vera pigna in culo diciamo che l'ho incontrato alle poste e...beh abbiamo litigato"
"Eric: con un tipo in sedia a rotelle" disse Eric alzando la voce un po' troppo e facendosi notare da Freddy che si era appena accomodato a tavola e si accorse della mia presenza e subito avvicinandosi al nostro tavolo disse:
"Freddy: ma guarda un po' il signor Adam, come stiamo eh?"
Mi stava venendo un nodo alla gola, ma subito ricordandomi quanto sbruffone e stronzo fosse questo tipo mi ripresi da quello stato momentaneo e dissi:
"Adam: sto bene, sto decisamente bene, te invece cosa ci fai qui tutto solo?"
"Freddy: mi piace mangiare qualcosa di raffinato, sai ho perso le gambe ma non il gusto so che può sembrarti strano"
"Adam: oh no non ricominciare con questa storia del paraplegico che dev'esser rispettato ad ogni angolo di strada e deve stare un gradino sopra di tutti, oddio credimi avrei una serie di battute sulle tue gambe su come spendi i soldi che ricevi dallo stato ma non ho voglia di dirtele stasera"
"Freddy: come sempre sei una testa di cazzo, certe cose non cambiano, ti auguro una serata movimentata e spero che a fine serata le tue gambe siano sane a differenza delle mie"
"Adam: oh no, ora stai esagerando piccolo...piccolo sbruffone spara cazzate in sedia a rotelle, senti qui l'unico che ha cominciato a buttare benzina sul fuoco sei tu, quindi smettila di fare il mammone offeso e chiudiamo qui il dialogo prima che mi venga voglia di farti perdere le abilità in qualcos'altro"
Subito Freddy facendo il suo sporco gioco di richiamare il pubblico a difenderlo incominciò a dire:
"Freddy: avete sentito quest'uomo pianifica di aggredirmi fisicamente, è un pazzo fate qualcosa"
Inizialmente tutti lo ascoltarono, ma nessuno badò alle sue parole al punto di difenderlo e preferirono alla fine ignorarlo.
"Adam: ancora a cercare aiuto dal pubblico, sei proprio un essere viscido, ecco perchè non hai le gambe, meriti solo di strisciare come un verme"
Ma Freddy non mollando tornò a urlare e a cercare le difese del pubblico il quale questa volta addirittura lo aggredì verbalmente dicendo frasi del tipo "smettila" "sei fastidioso" "non urlare sto parlando" "perchè non vai a infastidire qualcun'altro"
Era curioso come qua dentro c'era un mondo pieno di persone sane di mente e che non si facevano condizionare da due ruote e una sedia combinate insieme.
E a sostenermi ci fu pure il caposala che arrivando da Freddy gli disse:
"Caposala: scusi, sta distrubando i clienti, la preghiamo di andarsene, signore"
Freddy tutto in silenzio preferii andarsene con la coda tra le ruote, e se ne uscì dicendo:
"Freddy: te ne pentrai Navarro, io ti rovinerò stanne certo!"
"Adam: certo ma ricordati chi è più veloce dei due..."
La serata potè proseguire in pace ma non mancarono ovviamente gli iniziali commenti e la richiesta di spiegazioni da parte dei miei amici, e una volta raccontata la storia mi sorpresi di come nessuno di loro mi appoggiava completamente e continuavano a ripetere che anche se avessi ragione o meno, non è modo di comportarsi.
Finita la serata e tornato a casa sia io che Railey eravamo troppo sazi e stanchi per fare "qualcosa" a letto, e optammo per riposarci, ma non poterono mancare alcuni miei commenti sulla serata.
"Adam: Railey, lo sai, il Terzo Senso non è così male, no?"
"Railey: hai ragione..."
"Adam: potremmo tornarci ogni volta e poi non è vero che per un antipasto un primo e un dolce si spende una fortuna abbiamo pagato un prezzo modesto per quello che abbiamo mangiato, no?"
"Railey: hai ragione..."
"Adam: per non parlare della gente quando hanno reagito contro quel arrogante di Freddy e...Railey?" lei si era già addormentata e stava emettendo quel dolce suono che non è esattamente come quando uno russa, anzi è molto piacevole da sentirlo tutta la notte sul proprio collo e alla fine arrendendomi pure io all'evidenza del sonno buttai la testa sul cuscino e mi addormentai.
Il giorno dopo al mio risveglio accaddero delle cose incredibili tanto per cominciare Railey aveva cambiato subito opinione fin dal mattino sulla cena a quattro con Eveline ed Eric e aggiunse:
"Railey: sai Adam, dovremmo farlo più volte"
"Adam: come vuoi, ora andiamo al Bar sto morendo di fame"
Ma ovviamente non finiva lì, infatti pure al bar accaddero delle cose strane rispetto a ieri, tanto per cominciare Lars era tornato il solito vecchio balbuzziente che parlava poco, poi Ronald non era più come ieri che rideva poco, e Paul non aveva più quella faccia depressa di ieri e fu inmancabile quando una volta seduto al bancone e chiesi cosa stesse succedendo a tutti Eveline con un volto un po' arrabbiato mi disse:
"Eveline: niente..."
"Adam: cos'hai?"
"Eveline: pessima idea quella della cena a quattro, mai più..."
"Adam: come ma Railey stamattina mi ha detto" subito Eveline interrompendomi disse:
"Eveline: hey cosa non capisci di: mai-più!"
"Railey: peccato..."
E non potè mancare quando dirigendomi verso scuola passai davanti al supermercato di Gaetano che stava aprendo presto e appena mi vide tutto sorridente:
"Gaetano: we! signor.Navarre, come le va la giornata?"
"Adam: si pronuncia Navarro, com'è che ieri ci hai azzeccato?"
Gaetano stava per rispondere quando mi ricordai cosa disse ieri e io dissi:
"Adam: ah no, aspetta, ora ricordo, me l'hai detto ieri: alla fine è solo un giorno, non potrai mai sapere cosa ti accadrà" dissi proseguendo per strada con affianco Railey che guardandomi perplessa mi spinse a dire:
"Adam: non guardarmi così, è che ieri Selice sembrava impazzita, non è colpa mia e oggi è tutto così normale"
"Raiely: di cosa diavolo stai parlando"
"Adam: niente lascia perdere non credo ci sia modo per fartelo capire, son cose che devi vivere".
Certo che di assurdità me ne accadono troppe, persino in un solo giorno.


"Note dell'Autore: Bene siamo già al 16, scusate se nel capitolo precedente ho messo solo la storia senza note dell'autore o massime di Adam, ma non ho avuto più tempo per farle...ok non avevo voglia...comunque beh ho da dire che questo capitolo mi ha dato iniziale problemi ma incredibile come in un solo colpo mi siano venute in mente tante idee come il secondo (e non ultimo) incontro con Freddy e come tutti avessero cambiato comportamento per un giorno, per non parlare dell'idea del nuovo Gerrinton meno tontolone e d'ora in poi più presente anche fuori dalla scuola a tal punto che ora si creerà un terzo gruppetto con la quale ci saranno delle scene, ovvero il gruppo Adam, Gaetano, Gerrinton, Robert del supermarket e non solo più le scene del Bar e della scuola.
Che altro posso dirvi, il pross-imo capitolo sarà uno dei più cruciali non vi rivelo ne titolo ne niente, nemmeno ai fans più accaniti perchè voglio lasciare totali sorprese, vi assicurò che sarà un capitolo ricco, non lungo, ricco! ...-4 "

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** CAPITOLO 17: L'Autunno, Stagione delle Foglie Cadenti ***






Massime di Adam:
Una mela al giorno toglie il medico di torno...si bravo e adesso a chi ti rivolgi quando avrai un problema serio?






CAPITOLO 17: L'Autunno, Stagione delle Foglie Cadenti


Era il 20 Ottobre quella notte io e Railey stavamo dormendo serenamente l'uno vicino all'altro dopo aver fatto una nottata lunga per sistemare insieme i conti del mese.
Ad un certo punto sentii l'irrefrenabile impulso di andare in bagno, così tolte le coperte e lasciata Railey da sola andai in bagno, assorto solo dalle preoccupazioni di tornare subito a letto visto il freddo che faceva in bagno, ma ecco che nei momenti tranquilli accadono cose strane tanto per cominciare mi accorgo che lo sciacquone non funziona, in secondo luogo sento quelli del piano da basso che nonostante fosse Giovedì facessero un baccano infernale alle due di notte: tra musica a volume non del tutto modesto e schiamazzi momentanei e non troppo contenuti; un ambulanza che passa nelle vicinanze si ferma e ripartono via dopo pochi secondi, ed infine il fastidio di dover accendere la luce per c'entrare la tazza del gabinetto; tutto questo solo nel mentre che mi son alzato dal letto e son andato a fare una bella pisciata in bagno.
Alla fine dopo una apparente odissea per raggiungere il gabinetto e ritornare a letto posso rimettermi sotto le pulite e calde coperte vicino alla mia cara Railey che come sempre dormiva col suo modo tanto dolce.
La sveglia suonò ed era finalmente arrivata la mattina, quel Venerdì per me era il mio nuovo giorno libero quest'anno essendo che il Mercoledì non lo potevano più dare a nessuno e così ho pure dovuto fare dei cambi nelle mie abitudini, e per mia sfortuna il Martedì era il giorno libero di Railey, sarebbe stato bello avere lo stesso giorno, ma questo magari sarebbe successo l'anno dopo.
Quando mi alzai Railey se n'era già andata a scuola e io cominciai la mia giornata nel solito modo, ovvero vestendomi per scuola anche se andavo solo a fare colazione, appena fui vestito e avevo preso l'essenziale per cominciare la giornata, ovvero: chiavi, celullare, scatola di cigarillos, fiammiferi e portafoglio uscì di casa per dirigermi al Rinos.
Era ritornato l'autunno, lo stesso autunno che l'anno scorso mi avvicinò a Railey in un modo poco ortodosso, gli alberi lentamente si denudavano, mostrando come in realtà sotto le grandi fronde così maestose e possenti si nascondeva un corpicino fragile, come lo siamo tutti noi infondo.
Entrato nel Bar da Rinos c'erano solo Kirk ed Eveline.
Appena arrivato ed entrato notai che Kirk di fretta stava uscendo e appena lo salutai lui mi disse:
"Kirk: non ora Adam, devo andare in ospedale è grave, ci vediamo dopo"
"Adam: beh ciao ma cos..."
Il volto di Kirk era serio e molto preoccupato mentre stava uscendo e allora io rimanendo solo con Eveline andai a sedermi e dopo aver ordinato il solito caffè e la brioche alla marmellata mi venne spotaneo chiedere:
"Adam: hey cosa aveva Kirk, sembrava strano oggi, non trovi?"
Eveline rimase un po' in silenzio fino a quando non mi disse molto sorpresa:
"Eveline: non te l'hanno detto?"
"Adam: che cosa?" dissi mentre davo già il primo morso alla brioche, a quel punto Eveline sembrava davvero tesa deglutiva molto e non riusciva a trovare il modo per dirmelo fino a quando con la voce un po' tremolante disse:
"Eveline: Adam...vedi, Ronald ieri notte l'hanno trovato al piano terra del tuo condominio disteso, era caduto e si è rotto il femore, per ora sta bene, è vivo, ma lo devono operare"
A quel punto affondai nella disperazione più totale, o almeno è quello che si aspetterebbe, ma io invece di fronte a questa notizia ero molto calmo, perchè sapevo che Ronald se la sarebbe cavata, era un vecchio troppo forte per finire male solo a causa di un femore, per quanto fosse importante, non avevo niente di cui preoccuparmi, almeno io.
Decisi di uscire per andare a fare la spesa visto che la dispensa di casa era come una fabbrica sull'orlo del fallimento.
Arrivato al supermercato lo trovai deserto come accadeva spesso, c'era Gaetano e Robert che insieme stavano pulendo la vetrina della piccola macelleria del supermercato e quando mi notarono arrivare dissero:
"Gaetano: Robert, guarda chi c'è qua! il signor. Navarre!"
"Robert: si pronuncia Navarro, salve Adam"
"Adam: grazie Robert, ciao a tutti due, come vanno qua le cose?"
Gaetano subito posando lo straccio e pulendosi le mani sui pantaloni disse:
"Gaetano: tutto apposto, tutto apposto, sì, lei invece?"
"Adam: bene sì, mi son sempre chiesto come mai dica lei, di solito voi del sud non dite voi?"
Gaetano alzando le spalle disse:
"Gaetano: cosa vuole che le dica, ci si abitua no?"
Mi venne spontaneo sorridere a una frase del genere, ma poi Gaetano notò come il mio sorriso fosse forzato e un po' tirato e subito mi chiese:
"Gaetano: sig. Navarre, sicuro che vada tutto bene?"
"Adam: si...a dire il vero non molto"
Subito Robert mentre puliva chiese:
"Robert: allora non va del tutto bene, oppure va proprio male?"
Gaetano vedendo che Robert si era fermato gli disse:
"Gaetano: Robert, che fai? pulisci! sennò quando arrivano i clienti chi li serve?"
"Adam: diciamo che...non va del tutto bene, c'è un mio amico, Ronald, ieri sera ho scoperto che è caduto e si è fratturato o rotto il femore"
Gateno subito spalancando gli occhi disse:
"Gaetano: come? il sig.Seanfielde si è fatto male?, Robert hai sentito?"
Robert abbastanza irritato disse.
"Robert: si ho sentito, sto lavorando"
Io altrettanto irritato dissi:
"Adam: si pronuncia Seanfield, non Seanfielde"
"Gaetano: vabbuò ho capito, ma dov'è ricoverato? qua a Selice o a Peronedo?"
Non sapevo come rispondere ma poi mi venne in mente che Kirk stava correndo verso l'ospedale, che non ha la macchina e odia i mezzi pubblici come me, quindi Ronald era sicuramente ricoverato a Selice.
"Adam: credo...si trovi a Selice, ma lei come lo conosce?"
"Gaetano: beh, tutti quelli del vicinato vengon sempre qui a fare la spesa, conoscevo anche il vecchiaccio, e poi era sempre pieno di aneddotti divertenti, no Robert?"
"Robert: vero, anche se più che divertenti direi che erano interessanti e piacevoli da ascoltare"
Gaetano ignorando del tutto Robert mi disse:
"Gaetano: Allora, credo che passerò a trovarlo, grazie sig.Navarre, venga pure alla cassa che paga quella roba che ha preso"
"Adam: ah vero, certo che stavolta ho preso davvero più roba del solito, spero che non dovrò pagarlo in oro".
Finita di fare la spesa era quasi ora di pranzo e stavo aspettando Railey a casa per decidere se andare a mangiare da Rinos oppure pranzare qui, ammazzai il tempo giocando ancora al NES che nonostante lo usavo da mesi e fosse vecchio continuava a fuonzionare quasi fosse nuovo.
E così tra una partita e l'altra ecco che però Railey varcò la porta di casa tutta solare per la giornata rilassante passata, infatti aveva avuto solo tre ore, due di queste in 2^C e una in 1^A.
Subito mi si avvicinò salutandomi e dandomi un bacio, e nel mentre lo faceva mi abbracciò pure forte e stupito da tutta questa esplosione di felicità chiesi:
"Adam: wow, qualcuno qui deve aver ricevuto un grande regalo, che hai da esser tanto felice?"
Railey con orgoglio disse tutta fiera:
"Railey: indovina chi è stata scelta come professoressa di Matematica per rappresentare la scuola alle gare regionali di matematica?"
Io sarcasticamente per non darle la soddisfaizone di sentirsi dire il suo nome dissi:
"Adam: oddio, anche quest'anno la vecchia spugna del prof Chivetti? mamma mia sta diventando imbarazzante, entra in classe profumato e a fine giornata puzza di alcol quasi sempre, mi chiedo dove si nasconda per bersi quel bicchierino, secondo me ha qualche bidello complice"
Railey sorridendo e dandomi un pacca sulla spalla disse:
"Railey: non dire cazzate, han scelto me!"
Subito però ripensando al tutto dissi:
"Adam: ma aspetta un secondo, non è che ti scelgano come prof, ti pescano se ti candidi a farlo, e l'anno scorso mi hai detto che non l'avresti mai e poi mai fatto, come mai hai scelto di farlo?"
"Railey: mi ha convinto due settimane fa Ronald, ha detto che per un professore cogliere occasioni del genere sono importanti per la carriera e ne sapeva qualcosa visto che aveva una sorella che faceva la prof, quindi mi ha convinto e ho deciso di candidarmi"
Subito ributtandomi sul divano distrutto dissi:
"Adam: ah è stato Ronald eh..." divenni immediatamente triste e Railey notandolo bene quanto Gaetano disse:
"Railey: qualcosa non va?"
"Adam: no è che...Ronald..." non sapevo come dirlo, incominciai nervosamente ad agitare le mani per cercare di trovare le parole meno rudi, ma non trovandole dissi solo:
"Adam: è in ospedale, è ricoverato per il femore, sembra sia rotto o fratturato"
Railey subito divenne seria e disse:
"Railey: cosa? Ronald? oh cavolo, e com'è successo?"
"Adam: da quanto mi ha detto Kirk è caduto dalle scale ieri notte"
Railey però subito mollò un lieve sorriso e disse:
"Railey: no, non è niente, tornerà presto in forma, lo conosco bene Ronald, ha vissuto cose peggiori, credimi per lui un femore rotto o un influenza sono la stessa cosa"
"Adam: penso anche io la stessa cosa, ma tutti al bar si son subito preoccupati"
Tutto ciò era sicuramente determinato dal fatto che io e Railey ci ricordavamo dei vari incidenti che alla Sunflower Ronald ha subito e quelli che ci ha raccontato, per farvela breve, è sopravvisuto quando lavorava in una portaerei a un colpo di mitra amico che è partito per errore da una delle bocche di fuoco durante un addestramento alla quale ha voluto assistere, è sopravvissuto quando cadendo da una scogliera si è sbregato mezza gamba, alla Sunflower ha avuto pure più fratture all'avambraccio, per esser precisi due, una quando ancora non lo conosceva e un'altra nel penultimo anno che ho passato alla Sunflower, infine alla Sunflower mentre era fuori strada un auto gli ha preso sotto il piede, lo stesso piede con la quale ha corso per anni e ha continuato a correre alla mattina per anni dopo l'intervento, in pratica Ronald era un carroarmato inabbattibile, per questo l'idea di un femore rotto non ci faceva venire tanto scalpore o troppe preoccupazioni a me e Railey.
Alla fine optammo per andare a mangiare al Bar e appena arrivammo subito fummo tutti accolti dalle faccie non molto allegre degli altri che erano ancora chiaramenti preoccupati per il vecchio.
Appena entrati Eveline accolse me e Railey con un tiepido saluto.
Ci sedemmo su uno dei tavoli pronti per prendere le ordinazioni, ovviamente io presi il solito e Railey optò per prendere la mia stessa cosa stavolta.
"Eveline: si arriva subito, ci vorrà poco"
Se ne tornò in cucina senza dire niente, strano da parte sua.
Il Bar era un mortorio nessuno parlava con nessuno, fino a quando non decisi di sciogliere questa situazione patetica e dissi:
"Adam: com'è andata la giornata a voi?"
In quel momento c'erano tutti: Eric, Demetria, Paul, Kirk e Lars, tutti tranne Ronald.
"Paul: è andata sostanzialmente bene"
"Kirk: son passato a dare la roba in ospedale a Ronald per il resto bene"
"Demetria: in banca mi sono annoiata"
"Lars: s...s...so...son ri..m...rim...rimasto a casa"
"Eric: una tristezza..."
"Adam: oh...e avete qualche notizia di Ronald?"
A quel punto nessuno parlò tranne Kirk che era l'unico a sapere qualcosa di Ronald e disse:
"Kirk: si, Ronald ha detto che non si sente molto bene, è un po' stanco e non può muoversi, domani avrà un operazione per farsi installare un chiodo sul femore, sarebbe bello se qualcuno di voi andasse a trovarlo"
Subito ognuno disse che sarebbe andato quando poteva, io però dissi cercando di tranquillizare tutti:
"Adam: secondo me siete troppo preoccupati per Ronald"
"Demetria: in che senso?"
"Adam: semplicemente perchè Ronald lo conosco da anni ha passato momenti peggiori di questo"
"Railey: vero, non vi immaginate quante gliene sono capitate solo alla Sunflower"
Eric fu il primo a ribattere e dire:
"Eric: ma non capite il punto, non è più il Ronald giovane che conoscevate voi, è vecchio"
"Railey: Eric credimi se ti dico che ha veramente passato di peggio in meno di una settimana sarà di nuovo qua al Bar a ridere come ha sempre fatto"
Ci fu un attimo di generale silenzio fino a quando non tornò fuori Eveline con il pranzo per me e Railey.
Dopo che Eveline tornò al bancone mentre puliva i piatti, dopo un breve silenzio che era composto da tutti quelli sul bancone depressi, me che leggevo il giornale fumandomi un cigarillos mentre aspettavo solo che Railey finisse di mangiare con la sua lentezza sovrumana Lars disse qualcosa:
"Lars: ragazzi"
Tutti si girarono verso di Lars pronti per sentire cosa aveva da dire, nonostante fossero tutti tristi sembravano volenterosi di parlare con qualcuno di qualcosa ad ogni costo per sciolgere un po' i pensieri.
"Lars: p...p...pensavo per...perchè non andiamo a tr....trova....trovare Ronald in osp....ospeda....ospedale...i...intendo tutt...tutti assieme"
L'idea piacque subito a tutti che cominciarono a discuterne tra di loro per cercare un qualcosa da portargli e un orario comune che andasse bene a tutti.
"Eric: io questo pomeriggio son tutto il tempo libero"
"Eveline: io posso chiudere prima il Rinos, dipende a che ora"
"Adam: e che ti cambia, tanto chi vuoi che venga"
"Eveline: non ricominciamo Adam"
"Railey: io direi alle 17.30"
"Demetra: guarda che l'orario di visita è dalle 18.00 alle 21.00 di solito"
"Railey: lo so ma dico di trovarci qua alle 17.30 per andare tutti insieme"
"Kirk: no che senso ha troviamoci alle 17.50 direttamente là in ospedale, si trova nel Daily Hospital per ora, domani lo spoteranno credo"
"Paul: per me è perfetto come orario"
"Lars: i...i...io penso che...c...ci sarò!"
"Railey: vada per le 17.50"
"Adam: d'accordo"
"Eveline: ottima come orario"
"Demetria: io ci sarò al 100%"
Tutti erano d'accordo su un orario alla fine dei conti; di sicuro una visita generale avrebbe tirato su di morale Ronald, quel vecchio ne aveva certamente bisogno.
Il pomeriggio di tutti noi fu molto leggero, sembrava che il buon umore fosse tornato a tutti con una semplice idea del giovane biondo Lars, e in poco tempo furono le 17.30.
"Adam: Railey, sei già pronta te?"
"Railey: io si te?"
"Adam: mi sto mettendo le scarpe" dissi in maniera forzata mentre con forza infilavo la scarpa nel mio piede destro.
"Railey: com'è che ogni volta che dobbiamo uscire ti mancano sempre le scarpe?"
"Adam: mi faccio la stessa domanda ogni volta che andiamo a cena quando te devi truccarti, non capisco il tuo bisogno di truccarti sei già bella così"
"Railey: sei un uomo non puoi capire a pieno una donna anche se sei psicologo"
Arrendendomi al fato dissi:
"Adam: direi che la questione è chiusa, andiamo?"
"Railey: si andiamo caro".
All'ora prestabilita eravamo tutti sotto l'ospedale, io e Railey arrivammo per penultimi, mancava ancora Paul che raggiunse il luogo dell'incontro dopo pochi minuti.
Una volta dentro aspettammo pochissimo fuori prima di poter entrare dentro la stanza di Ronald dove si trovava solo.
La stanza era non molto grande, con un piccolo balcone, una TV al momento spenta e dei letti apparentemente molto scomodi e pieni di pulsanti qua e là, ognuno con la propria utilità, non me ne intendevo molto di ospedali a dire il vero; l'ultimo volta che ci ero stato era quando una macchina colpì Railey facendola cadere.
Una volta entrati dentro quella stanza non molto allegra, subito Ronald per quanto stanco fosse ci accolse tutti con un sorriso e la sua solita risata, era evidentemente molto sorpreso dalla visita.
"Ronald: guarda chi è venuto a trovarmi!" disse ridendo con quasi tutta la forza in corpo per non farsi vedere troppo debole e farci preoccupare
"Kirk: hai visto, alla fine siamo venuti tutti"
"Ronald: questa è davvero una bella sorpresa, di chi è stata l'idea"
Uno di noi era pronto a dire Lars visto che lui è sempre quello che non ha mai molto coraggio, ma ci fu una grande sorpresa:
"Lars: sono stato io"
Ronald si mise a ridere, soprattutto perchè non aveva balbettato e disse:
"Ronald: bravo Lars, così si fa, come state tutti voi?"
Da una situazione di qualche ora fa, quando ognuno era triste al bar e parlava poco, ci ritrovammo ad esser tutti felici di trovarci qua con Ronald e le cose chiaramente andavano meglio per tutti noi.
Ognuno di noi passò il tempo un po' con Ronald, ci furono grandi chiacchierate tra di noi, ovviamente avere Ronald di nuovo tra noi portò lo stesso spirito del Rinos dentro la stanza d'ospedale.
"Ronald: è un peccato che non siate venuti all'orario mattutiniero avrei potuto farvi conoscere mia figlia, è passata a trovarmi, la trovereste una persona eccezionale"
"Eveline: non c'è da stupirsi è tua figlia"
Ronald scoppiando in una sonora risata disse:
"Ronald: grazie, davvero una bella battuta, però non usarla con i vecchi, usala con i giovani, fa più colpo" concluse continuando la risata iniziale.
Subito mossì dalla curiosità verso sua figlia a Lars venne spontaneo chiedere:
"Lars: com'è f..fa....fatta?"
"Ronald: beh, non è molto alta, direi alta quanto Railey, capelli biondi ramati, dei bellissimi occhi verdi molto accesi, e un fisico che fa scuotere ogni anima giovane" disse ridendo e guardando i più giovani tra i maschi del gruppo
"Kirk: quanti anni ha?"
"Ronald: 41, hey non ci vorrai mica fare un pensierino? non vorrai finire col chiamarmi papà?" disse ridendo con molta forza Ronald nonostatne la debolezza fisica che lo attanagliava in quel momento
e questa era solo una dimostrazione di quanto io e Railey avessimo sempre avuto ragione, per lui pure questa volta era una roba da nulla.
Alla fine però anche se eravamo qui ed eravamo felici ero sicuro che il giorno dopo sarebbero stati tutti tristi e preoccupati, perciò decisi intelligentemente di far parlare a Ronald del suo problema con uno stratagemma semplice e banale:
"Adam: Ronald, ma te come ti senti scusa?"
"Ronald: perchè me lo chiedi così?"
"Adam: niente è che pensavo ai tuoi precedenti infortuni passati e mi veniva da pensare..."
Ronald prese fiato, stette in silenzio a pensare con gli occhi chiusi fino a quando non disse:
"Ronald: voi altri, non avete niente di cui preoccuparvi, ve lo assicuro è solo un altro dei miliardi di incidenti che ho avuto nella vita, solo perchè sono vecchio non vuol dire che abbia perso il morale e credetemi gran parte della guarigione di una malattia o di un problema la si fa prima psicologicamente, se siete d'animo forte solo la morte stessa può farvi qualcosa, e io sono uno di quei tipi, non voglio che vi preoccupiate per niente, se mai sarà grave ve lo prometto, vi avvertirò prima e ve lo dirò esplicitamente, ma non sperate che io lo dica per davvero perchè non accadrà mai situazione del genere, credetemi" concluse con una grande risata visto la parte finale che era molto ironica rispetto al resto che era la frase seria che tranquillizzò tutti noi sulle condizioni di salute di Ronald.
Ormai erano le 19.20 passate,per noi era ora di andare,ma mentre stavamo per uscire tutti ecco che io,che mi trovavo in fondo alla fila,fui fermato dalla voce di Roland:
"Ronald: aspetta Adam!"
Mi girai verso Ronald aspettando di sentire cosa volesse dirmi e poi parlò
"Ronald: resta qui, devo parlarti di una cosa"
All'improvviso il tono di Ronald si fece più serio e lascio sia me che gli altri pieni di dubbi e incertezze, ma alla fine l'unico che avrebbe saputo ero io, mi sentivo quasi un prescelto per sapere qualcosa che sarebbe meglio non sapere.
Mentre gli altri uscirono io restai dentro e ascoltai ciò che Ronald aveva da dirmi.
"Adam: che succede vecchio?" Chiesi con un tono un po' preoccupato
"Ronald: te la pensi esattamente come quello che ho detto io prima, anzi, te lo sai, e volevi che lo dicessi vero?"
"Adam: beh, volevo solo far tranquillizzare gli altri, mi sembra naturale"
"Ronald: ti stai così tanto preoccupando per gli altri, insolito da parte tua"
Si creò un attimo di silenzio, non seppi cosa dire perchè il vecchio mi aveva beccato in un punto dove non sapevo proprio cosa dire, ma lui prontamente aggiunse:
"Ronald: non serve tu dica niente Adam, ti capisco e anche io avrei fatto la stessa cosa al posto tuo" disse ridendo, con una risata che mi parve subito tranquillizzante come se ciò che stesse per dirmi non fosse niente che potesse preoccuparmi o rattristarmi, ma ecco che subito arrivò un discorso pronto a contrariarmi.
"Ronald: ma devi sapere che, io son vecchio, non sono più come un tempo che da ogni incidente ne uscivo più forte di prima, anche il più grande guerriero, se così mi si può chiamare, ha il suo limite, devi capire Adam che sono vecchio, le preoccupazioni non dico siano giuste, ma nemmeno sottovalutare le cose è giusto, non so come me la cavero, ma non voglio morire senza aver lasciato qualcosa a te e a tutti gli altri, quindi per una mia paura ti prego di ascoltarmi"
Subito mi sedetti, avevo il volto abbastanza stravolto da quello che stava per dirmi.
"Adam: ok, continua"
"Ronald: vedi, so come tu mi vedi e mi hai sempre visto, un adulto spensierato senza problemi che vive la sua vita ridendo, ma c'è una cosa che non ti ho mai detto, prima di diventare così, prima della Sunflower, ero esattamente come te, un tipo burbero che ce l'aveva con il mondo, sempre pronto a tirar giù merda, come si usa dire, contro la gente pieno di problemi in amore; son nato da una famiglia in piena povertà, all'età di 11 anni vidi mio padre morire davanti ai miei occhi durante una battuta di caccia con un amico alla quale mio padre mi aveva assistito a vedere, a 16 anni con la famiglia ormai sull'orlo della crisi dovetti andare a fare il militare e mandare a casa i soldi a mia madre, che quando tornai in Italia scopri che era morta tempo fa e tutte le lettere di corrispondenza arrivavano dalla più grande delle mie sorelle che voleva tenermi nascosto il tutto; poi tornato qua e passato il dolore della morte di mia madre trovai la mia passione per la cucina e divenni cuoco in quella portaerei, dove non me la passavo un granchè, anzi noi cuochi venivamo sfruttati dai sergenti, tenenti e teste di cazzo varie che ci trattavano come si usa trattare un gabinetto sporco, infine son tornato di nuovo qua in Italia dove lavoravo come amministratore della Sunflower, e in quell'epoca avevo più o meno la tua età, ed è stato una volta trovato tutto questo che ho cominciato a ridere...in conclusione non dimenticarti mai di quello che ti ho detto e ti sto per dire: comincia a vivere e ora, tienti stretta Railey, facci dei figli se potrai farcela a mantenerlo con lo stipendio di un insegnante, il destino ti ha dato una seconda occasione e questa non la puoi perdere non accade quasi mai!  se è necessario diffondi il messaggio a tutti quelli come te, si vive una volta sola e non ti daranno mai una seconda chance di vita, mai!"
Disse Ronald mentre mi teneva stretta la mano e quasi con gli occhi pieni di lacrime mi diceva tutte quelle parole.
Il buio della notte, fuori, che veniva rotto solo da una lampadina accesa nella sala divenne un buio interiore e un gelo che pungeva soprattutto me alla vista di un Ronald in quelle condizioni, e a pensare a tutte queste parole, però dietro a tutte queste parole restava comunque un uomo anziano che aveva paura della morte sotto sotto e perciò riprendendomi dal grande scossone causato da tali parole così profonde dissi asciugandomi una lacrima ai bordi dell'occhio che si era formato.
"Adam: Ronald, non esagerare sotto i miei modi bruschi io...sono felice, ho amici al bar che vedo ogni giorno che mi rispettano, degli allievi alla quale sto insegnadno un sacco di cose e ho ritrovato l'amore, credimi non confondere come sono fuori da come sono dentro, comunque apprezzo tutto questo Ronald e devo dire che...per quanto tu sei vecchio per me resterai sempre il solito adulto sconsiderato che faceva festini alla Sunflower e altre cose che non posso dire" conclusi ridendo come faceva Ronald; a questa scena pure lui non seppe resistere e scoppiò a ridere.
"Adam: infondo...hai ragione, non è male ridere...io ora devo andare ci vediamo Ronald, grazie di tutto, sei...sei tra quelli che più si avvicinano ad esser considerati dei veri amici per me, grazie ancora!"
"Ronald: di niente Adam, ora vai, ci rivedremo al Rinos, te lo prometto"
Uscito dalla stanza un po' traballante per il discorso carico di emozione fui subito accolto dagli altri che erano curiosi di sapere cosa ci eravamo detti, ma la unica rispsota che diedi a loro fu:
"Adam: solo parole che ognuno deve sentirsi dire".

Il tempo passò, ad esser precisi una settimana e due giorni, molti altri tornarono a fare visita a Ronald in ospedale, l'operazione fu un successo e la riabilitazione procedeva in maniera altrettanto ottima; scoprì in oltre che un discorso simile al mio ma parlando di cose diverse lo fece pure a tutti gli altri, compresa Railey, a quanto pare Ronald è quello che ci conosceva meglio tra tutti noi, sembrava un vecchio ridente che dietro nascondeva l'anima del nostro gruppo al bar, sapeva tutto di noi e aveva capito davvero tutto; per finire ebbi pure l'occasione di reincontrare i membri della Sunflower che vista la notizia del vecchio in ospedale furono tutti riuniti lì con le stesse preoccupazione, a dire il vero reincontrai solo Yukata e Serena.
L'incidente di Ronald ci aveva resi sotto un punto di vista più uniti e aveva fatto capire ad ognuno di noi molte più cose, e questo si capiva persino dal comportamento più sicuro che Paul stava prendendo verso quella ragazza per la quale aveva "leggermente" perso la testa.
Il 29 ottobre scoprimmo che Ronald sarebbe tornato, l'avrebbero lasciato andare dall'ospedale e sarebbe potuto tornare a casa dove nel periodo di riabilitazione totale sarebbe stato insieme ad una persona che si sarebbe occupata di lui.
Così la mattina del 30 Ottobre eravamo tutti al Bar da Rinos per fare una festa di bentornato al vecchio Ronald, alla fine, come avevo detto io tutto era andato per il meglio e si è dimostrato come avevo di nuovo ragione nel dire che Ronald era un vero e proprio carroarmato; si può dire che tutti abbiamo vissuto una fine del mondo che si è dimostrata solo un'altra bufala.
Mentre tutti ci stavamo preparando all'arrivo di Ronald che sarebbe successo tra pochi momenti, almeno così aveva detto Kirk che la sera prima che è andato a trovarlo aveva detto sarebbe arrivato per le 10.00.
Una persona passò davanti alla porta e appena la apri credavamo fosse Ronald, ma invece appena fu aperta ci trovammo davanti una donna molto sconvolta che disse:
"???: sc...scusate, questo è il Bar da Rinos vero?"
"Eveline: si, posso aiutarla? in realtà saremmo chiusi"
"Adam: bel modo per attirare clienti"
"Eveline: sta zitto"
"???: è qui che si tiene la festa di ritorno per Seanfield Ronald?"
Tutti rispondemmo in coro di sì, e la donna abbastanza sconvolta disse:
"???: Devo informarvi che non ci sarà alcuna festa, purtroppo Ronald...è morto ieri notte...arresto cardiaco"
Subito tutta la stanza si gelò completamente, questa notizia aveva lasciato tutti noi davvero stravolti, nessuno sapeva cosa dire e ci fu un enorme silenzio generale.
Ora ci si poteva aspettare davvero di tutto, un grande amico ci aveva lasciato, nessuna delle persone in sala sapeva davvero cosa dire, non è che volevano dire qualcosa ma erano troppo timidi, le loro menti e la bocca erano vuote ma le orecchie riempite dalle lacrime della donna che ci aveva annunciato tutto questo.

|--------------------------------------------------|

Personaggi Nuovi:
Freddy:  
Robert:


"Note dell'Autore: Sento già riecheggiare da lontano la folla con i forconi e le torcie per venirmi a prendere per aver fatto morire Ronald così in maniera improvvisa dopo avervi dato pure false speranze che fosse una roba da niente e un altro capitolo sulle lezioni di vita di Adam che sarebbe stata: non esser sempre catastrofico nella vita, vedi le cose per come stanno; e mi spiace pure di se vi ho fatto venire giù lacrime, ma incredibilmente anche io ho un po pianto scrivendo questo capitolo cosa che non mi capita spesso.
So che a molti di voi l'idea di Ronald morto non piacerà, ma cavolo se non vi va bene come sto facendo Adam scrivetevelo voi per voi stessi, non voglio leggere nei commenti robe del tipo "perchè hai fatto morire Ronald" "Come mai hai voluto farlo morire proprio ora" "perchè il tuo cassetto della biancheria è pieno solo di mutande nere, a proposito perchè hai scelto tra tutti proprio Ronald, anzi perchè hai fatto morire qualcuno?" Intesi ;D ?
 E ora che è morto Ronald vi chiederete, cosa accadrà? beh vi posso solo dire che OVVIAMENTE! la donna entrata nel bar non è un personaggio piazzato a caso che non rivedremo mai, mai, mai più, non posso aggiungere altro. -3"

|---------------------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** CAPITOLO 18: Schegge e Frammenti di Ronald ***







Massime di Adam:  
Dio creò la terra in sei giorni e il settimo si riposo...pensate che io, come professore, per preparare le lezioni e corrggere i compiti non ho neanche il mio settimo giorno...




CAPITOLO 18: Schegge e Frammenti di Ronald


"???: Devo informarvi che non ci sarà alcuna festa, purtroppo Ronald...è morto ieri notte...arresto cardiaco"
Mentra la donna aveva le lacrime agli occhi pronunciava quella frase lasciandoci tutti di sasso senza saper cosa dire.
Alla fine Eric l'unico che aveva fiato per parlare disse:
"Eric: c...che vuol dire, cos'è successo? come si spiega?!"
Disse Eric con un tono agitato, ma la donna che dimostrava una forza interiore riuscì a rispondere e disse:
"??? I Medici non hanno ancora ben capito come sia successo, ma sembra che la sua cardiopatia congenita abbia fatto il suo lavoro alla fine, soffriva della sindrome di Billowing, praticamente la valvola mitralica subisce un prolasso che permette il reflusso di sangue" disse tornandosene silenziosa a piangere; nessuno di noi aveva ben capito cosa avesse detto, ma all'incirca si era capito che per lo meno non era morto in circostanze misteriose; un giorno mi informai su questa malattia per curiosità e scoprii che era tutto collegato ripensando alle pillole che prendeva e quando quel giorno ritornando dall'ospedale con lui, l'anno scorso, aveva avuto quasi un mancamento o uno svenimento dopo il controllo mensile e a quanto pare pure questi erano giustificati.
Le reazioni nostre furono davvero diverse, c'era Railey che a stento tratteneva le lacrime e fu la prima a scoppiare in lacrime, Lars ed Eric si erano dovuti sedere perchè non riuscivano a stare in piedi, mentre Kirk, Paul e Demetria fecero delle facce assurdamente tristi, infine io e ed Eveline eravamo pietrificati, stavamo in piedi, non piangevamo e ne apparivamo tristi eravamo normali ma non riuscivamo a muove un muscolo dallo stupore.
"???: mi spiace, mi spiace avervelo detto così scusate..."  La donna nonostante le mille lacrime riusciva ancora a parlare anche se si capiva male, fino a quando Eveline che era stata la prima a sciogliersi da quella tristezza si avvicinò alla ragazza e prendendola per mano la accompagno al bancone dicendo:
"Eveline: la prego si fermi dentro, le offro qualcosa"
"???: davvero gentile"
Si poteva sentire come nel tavolo c'erano Lars ed Eric che commentavano il tutto:
"Eric: non riesco a crederci...fino a qualche giorno fa...era...così vivo, come sempre..."
"Lars: e ora...sparito, oh cazzo..."
Finalmente pure io mi sciolsi dalla posizione di statua che avevo preso e subito feci ciò che dovevo fare, anzi ciò che Ronald voleva che facessi e ignorando tutti gli altri, mi avvicinai a Railey per abbracciarla e consolarla; lei era ancora in lacrime ma io che ero forte ed ero riuscito a resistere la stavo rassicurando:
"Adam: su, amore, non fare così, Ronald ci voleva bene e pure noi a lui, andiamo non se n'è andato con un brutto ricordo, riprenditi, Ronald non vorrebbe vedere la Railey cresciuta di adesso fare così"
Railey si riprese un po' ma non volle liberarsi da quell'abbraccio per lei confortante.
In tutto quel tempo intanto la donna che era venuta ad annunciare la notizia della morte di Ronald se ne stava sul bancone in silenzio, ormai senza più lacrime da consumare a bere un caffè per riprendersi, mi venne da pensare ironicamente al momento che non so se la cucina di Eveline potesse esser una buona cosa per una persona triste ed in lacrime, anche se non mi pareva il caso per le mie solite battute.
In tutto ciò mi restava un solo dubbio, come a molti ovviamente, ovvero chi fosse quella donna, così allentando un po' l'abbraccio con Railey e guardando la signora al bancone che mi dava le spalle chiesi:
"Adam: ma lei...chi è?..."
La ragazza si era appena girata per guardarmi in faccia ci fu qualche rapido scambio di occhiate, quando notai due cose: i capelli biondi ramati e gli occhi verdi
"Adam: aspetta ma tu sei..."
"???: la figlia di Ronald, piacere a tutti voi, mi chiamo...Layla Seanfield"
Tutti noi rimanemmo stupiti nel vedere per la prima volta la famigerata figlia di Ronald.
Layla era una donna di 41 anni, divorziata da 11 anni, ha avuto una vita molto separata dal padre visto che pure Ronald aveva divorziato; Layla era nata da un amore che ha avuto Ronald quando era tornato dal suo lavoro come militare, un amore che ha raggiunto il matrimonio, ma dopo un solo anno Ronald fu chiamato come cuoco lasciando sola la donna ad acccudire la figlia.
Al ritorno di Ronald erano tutti felici, e sembrava che ora si potesse cominciare a vivere come una vera famiglia, ma il destino volle che dopo meno di due anni la coppia divorzio, lasciando la figlia nelle mani della moglie di Seanfield, e quindi ebbe pochi incontri per vedere la figlia, e solo quando lei cominciò a fare una vita a parte e non c'era più sua madre a dargli conforto in quanto ormai già deceduta, arrivò il vecchietto tutto pimpante e pronto ad aiutare la figlia, ma fu molto spesso respinto dalla figlia per via dei problemi familiari di cui  Layla ne soffriva ancora; anche se alla fine Ronald e lei si son messi il cuore in pace.
Per il resto di Layla si può dire che caratterialmente era uguale precisa a Ronald, diciamo più che altro un Ronald femminile.
"Layla: beh, ragazzi, grazie di tutto...io ora...devo andare, grazie ancora di tutto"
Stava per uscirsene quando decisi di inseguirla per dirle una cosa, così appena fuori dalla porta dissi:
"Adam: Layla!"
Subito lei si girò e io continuai:
"Adam: ogni tanto...passa da noi, per un caffè o un tramezzino, la cucina non è il massimo, ma la compagnia è assicurata"
Layla stette un po' in silenzio fino a quando non disse:
"Layla: sembrate tutti simpatici" concluse ridendo esattamente come faceva Ronald.
Sembrava che per il momento la tristezza per la morte improvvisa di Ronald fosse svanita, d'altronde non c'era motivo di esser tristi mi venne da pensare, in fondo è morto senza rimpianti e in maniera serena e felice, anche se ha lasciato una sedia vuota al Rinos, so che verrà presto riempita da una persona altrettanto squisita come quel vecchio, e so che ovunque sarà finito starà ridendo come faceva sempre.
Appena tornai dentro il Bar subito notai che i tristi, i lacrimosi e gli impietriti si erano tutti calmati e avevano ripreso a starsene a bere e a chiacchierare nel bar.
"Paul: e insomma gli ho detto che se voleva imparare seriamente a suonare la chitarra doveva cominciare a prendere un attaggiamento più serio, non serviva a niente chiedere ad uno già esperto dei consigli pratici, più pratico di così non sapevo che dire"
"Kirk: hai fatto bene, non sopporto i marmocchi che ti riconoscono come chitarrista e ti chiedono delle lezioni"
"Lars: s...s...sapete, io da piccolo sapevo su...suon...suona...suonare il violino, non ero molto portato ma ho avuto un ma...m...maestro fantastico che mi ha ins...insegnato molto e mi ha fatto superare ogni...li....lim...limite che avevo"
"Kirk: non ti ci vedo col violino sai?" disse Kirk ridendo
"Lars: ne....nemmeno mia madre" disse Lars anche lui ridendo.
Railey stava prendendo un tè e parlava insieme a Eric ed Eveline, mentre Demetria se n'era già andata per fare delle commissioni.
Era incredibile come tutti avessero appreso le nozioni di Ronald, sembrava che avesse lasciato qualcosa dentro di noi, e si vedeva come ci erano rimaste tanto impresse, bastava vedere come la tristezza era volata via.
Alla fine di quella mattinata io e Railey tornammo a casa per il pranzo, voleva cucinare lei.
Arrivati a casa, io subito mi distendetti sul divano e cominciai a leggere il giornale che avevo fregato al Rinos quando Eveline non era attenta, mentre lo sfogliavo leggevo notizie di ogni genere per passare il tempo, la cosa ironica era che in quel giorno quando morì Ronald non c'era nemmeno una notizia tragica o triste sul giornale, sembrava una malattia dell'allegria, una specie di "Seanfilide dell'allegria" o per farla breve, il vecchio era morto in un giorno sereno e felice, come ogni persona vorrebbe.
Appena Railey aveva scolato la pasta e fatte le porzioni di carbonara, mi chiamò a tavola dove sembrava fosse nervosa e voleva chiedermi una cosa.
"Railey: Adam, c'è una cosa che volevo chiederti da quel giorno della visita a Ronald"
"Adam: sarebbe?" dissi mettendomi in bocca una bella forchettata di spaghetti
"Railey: cosa ti ha detto Ronald quel giorno?"
Io indeciso su cosa dire, ma in principio se rispondere o meno, dissi dopo una breve riflessione sfruttando il boccone in bocca per temporeggiare:
"Adam: beh, Ronald mi ha detto molte cose, ma per farla breve ha detto che a volte devo togliermi il broncio e ridere come faceva lui"
"Railey: capisco"
"Adam: a te invece?"
Pure Railey sfruttò il boccone che stava mangiando come scusa per temporeggiare e pensare a cosa rispondere
"Railey: principalmente mi ha detto che devo seguire i miei sogni ad ogni costo"
"Adam: capisco"
Quel pomeriggio feci un salto al Bar perchè mi ero accorto di essermi dimenticato là il cellulare, poi mi toccava andare a fare la spesa.
Appena arrivato al Rinos trovai solo Kirk, Lars ed Eveline; appena l'ultima mi vide, subito mi salutò sopresa nel vedermi in pieno pomeriggio là al bar
"Eveline: ciao Adam, cosa ti porta da queste parti?"
"Adam: non trovo il mio telefono, credo di averlo lasciato qui, mi sarà caduto forse"
"Eveline: Sai me lo son sempre chiesto cosa te ne facessi di un cellulare"
Subito in maniera scorbutica come sempre risposi:
"Adam: che domanda davvero stupido, ci faccio un sacco di cose"
"Eveline: del tipo?"
Si creò un grande silenzio, fino a quando non mi decisi a rispondere in maniera davvero distaccata:
"Adam: non sono affari, tuoi, sto telefono allora è qui o no? l'hai visto?"
"Eveline: no"
"Adam: voi due?"
"Kirk: no"
"Lars: n...no!"
A quel punto accendendomi un cigarillos dal nervoso dissi:
"Adam: fantastico mi tocca cercarlo da me..."
Subito girai in largo e in lungo alla ricerca del cellulare, nel frattempo gli altri stavano parlando ancora di Ronald, si stavano raccontando degli aneddoti simpatici su di lui, come per esempio quando entro al Bar dopo aver vinto alle macchinette in una tabaccheria ben 200 euro e li spese interamente per bere alcolici di ogni genere al Rinos, oppure quella volta che Ronald entrò al bar e non trovando Eveline dietro al bancone, fece il giro e si preparò da solo il caffè e lasciando un euro sulla cassa senza far finta di niente come fossa cosa  da tutti i giorni, il mio preferito però resterà quando entrò dentro il bar con una pila di riviste pornografiche e disse:
"Ronald: pensate che culo, oggi mi hanno tamponato la macchina e come riscatto invece che farmi pagare ho accettato una collezione di una rivista pornografica settimanale per un totale di quattro anni di rivista...tanta pornografia, potrebbe nuocere anche al più robusto vecchietto ma non a me" concluse ridendo come un pazzo, quella volta aveva ancora la macchina, era uno dei primi anni che lo incontrai al Rinos.
Tra tutti quei discorsi sul vecchio mi venne spontanea una domanda da fare a tutti gli altri.
"Adam: ditemi una cosa, anche a voi Ronald ha fatto un discorso?"
"Eveline: sì, da quanto ho capito a tutti noi"
"Kirk: confermo"
"Lars: i...i..idem"
Subito finendo il cigarillos che si era consumato tutto mentre cercavo il cellulare chiesi:
"Adam: ma a voi cosa vi ha detto?"
Il più aperto fu Kirk che disse:
"Kirk: a me ha detto che non devo preoccuparmi di niente, che anche se ho un lavoro indecente e sono sottopagato non ho ancora raggiunto la vetta della mia vita e ciò che mi riserva e che quindi devo impegnarmi al massimo"
Eveline con il suo solito modo di fare, solo perchè ero io ovviamente, disse:
"Eveline: e a te che ti interessa"
"Adam: son solo curioso, anche a me ha fatto un bel discorso, su eliminare la tristezza, ridere di più e altre cose"
"Eveline: beh, a me ha solo detto, che mio padre sarebbe orgoglioso di vedere come sto mandando avanti il bar come suo volere, ma che non è quello che voglio realmente io e dovrei smetterla di infliggermi questa punizione solo perchè non andai a trovare mio padre prima che morì"
Lars superando ognuna delle sue solite barriere emotive decise di aprirsi e dire:
"Lars: a...a me ha detto che devo an...anda...andare all'università e studiare, e che s...sono il più gio...g...gio....gi...giovane e quindi ho ancora molte poss...poss...possibilità, inoltre mi ha detto di smetterla di ess...essere sempre cos...c..c..così riservato e chiuso".
"Adam: ah...capisco"
Uscito dal Bar rassegnandomi per il mio telefono, mi venne da pensare come Ronald in una settimana ci avesse aperto gli occhi per migliorare la nostra vita e come ci abbia solo arricchito con le sue parole nonostante sia scomparso.
Arrivato al supermercato di Gaetano fui accolto da un silenzio spaventoso, pure loro erano venuti a sapere che Ronald era morto, infatti, il meridionale e Robert non erano tanto in vena di chiacchiere si limitarono a darmi quello che mi serviva e a farmi pagare per uscire, ma all'uscita almeno fui salutato in maniera quasi allegra:
"Gaetano: signor.Navarre, torni presto, passi una buona giornata vabbuò?"
"Adam: si dice Navarro..."
Appena fuori incontrai anche quel giorno Gerrinton con la custodia del basso sulle spalle e un cigarillos acceso.
Gerrinton quest'anno era cambiato in tutti i sensi non solo caratterialmente, pure i suoi voti ne risentivano, se dovessi dargli un soprannome ora non sarebbe più faccia ottusa nonostante quella faccia sia rimasta, lo chiamerei probabilmente Grand'uomo per il suo atteggiamento così adulto nonostante l'età.
Appena mi vide subito togliendosi il cigarillos dalla bocca disse:
"Gerrinton: oh, salve prof, vedo che ha fatto la spesa, come vanno le cose?"
Notando il suo cigarillos in bocca mi venne voglia pure a me di accendermene uno e mentre lo feci dissi:
"Adam: tutto sommato, bene"
Subito Gerrinton squadrandomi in pochi secondi disse:
"Gerrinton: falso, non serve esser laureati in psicologia per capire che sta mentendo"
"Adam: vedo che sei diventato perspicace, in verità...è morto un mio caro amico durante la notte e sono tra l'allegro e il giù morale"
Gerrinton mise giù il basso e si sedette sulla panchina dove a volte ci fermavamo a chiacchierare dopo aver fatto la spesa.
Sedendomici pure io sulla panchina dissi:
"Adam: era vecchio, ma per me è sempre stato come un vero amico, quasi come il mio miglior amico"
"Gerrinton: non mi è mai morta una persona cara come un vero amico, non credo di poter capire come ci si senta, ma se la può aiutare la sostengo"
"Adam: e per cosa?"
"Gerrinton: perchè riesce a esser se stesso comunque"
A quel punto ridendo dissi:
"Adam: me stesso? no credimi, non sono me stesso ora come ora" conclusi ridendo, esattamente come Ronald mi ha insegnato.
Prima di andarmene decisi di dire una cosa a Gerrinton che avrei dovuto forse dirgli molto tempo prima
"Adam: hey, Adam"
Gerrinton Adam girandosì con uno davvero serio mentre stava per incamminarsi verso casa mi disse:
"Gerrinton: sì prof?"
"Adam: levati questo tuo modo di fare adulto, sei giovane per esser come me ne devi ancora passare di anni e di brutte storie, vedi di goderti la tua giovane età prima che qualcuno o qualcosa te la porti via all'improvviso"
"Gerrinton: come vuole lei prof, ma io mi sento a mio agio così"
"Adam: lo so, ma per i giovani le cose cambiano fin troppo in fretta" dissi ridendo.
Tornanto a casa Railey era uscita e decisi di prendermi avanti io e prepararmi la cena e tra tutte quelle cose successe oggi c'era ancora una grande domanda che mi restava in testa e che mi avrebbe tormentato fino a quando non avrei trovato una risposta vera e finalizzata:
"Adam: ma dove cazzo ho messo il mio cellulare, accidenti!".
La mattina seguente raggiunsi il Bar da Rinos per fare colazioni, Railey era già andata a scuola e a grande sorpresa vidi che il posto nel bancone più a sinistra, ovvero quello di Ronald era occupato da Layla.
"Eveline: Heila Adam"
"Paul: ciao Adam"
"Demetria: sempre in orario eh?"
"Layla: Adam, ciao!"
Subito andandomi a sedere su una delle sedie dissi:
"Adam: ciao ragazzi, oh guarda c'è anche Layla, non avrei mai creduto che mi avresti preso alla lettera quando parlavo di venire qua a mangiare qualche volta, devi esser pazza se ti fidi delle mani di Eveline"
"Eveline: ti faccio da mangiare da anni, porta un po' di rispetto"
"Adam: si e in tutti questi anni non ti ho mai fatto i complimenti in effetti...oh beh, speriamo che la prossima volta sia quella buona, no Eveline?"
"Eveline: solito stronzo insensibile"
"Adam: si, ma io ti pago per il caffè, te non mi paghi per le perle di saggezza che ti offro ogni giorno"
La discussione si tirò avanti per le lunghe e tra una parola e l'altra notai che Layla aveva uno strano sorriso sul volto e ci guradava davvero allegra.
"Paul: Layla, sai, mi chiedevo una cosa, ma come mai ti chiami così? c'entra qualcosa la canzone di Eric Clapton?"
Layla un po' imbarazzata alla domanda disse:
"Layla: beh...mia madre mi ha raccontato che quando lei e Ronald...diciamo la notte in cui sono stata concepita ascoltavano quella canzone e allora decisero che se fosse stata femmina l'avrebbero chiamata Layla e quindi..."
"Paul: oh capisco, è un bel nome"
"Layla: grazie"
"Demetria: non l'ho mai sentita questa canzone".
Io ed Eveline continuavamo a urlarci dietro ogni tipo di insulto e ogni constatazione che ci offendesse nel morale, ma dietro tutto questo alla fine c'erano gli insegnamenti di Ronald? non credo proprio, la verità è che certe cose non cambieranno mai nelle persone, al massimo in piccole dosi.

Due giorni dopo ci fu il funerale di Ronald Seanfield. Dopo la solita messa in chiesa e il "pellegrinaggio" fino al cimitero ci fu la sepoltura della bara preceduta dalla chiusura definitiva.
In quello stesso momento, tutte le persone attorno si ammutiliorno.
In quel giorno erano presenti, vecchi amici di Ronald, suoi parenti, quelli della Sunflower e quelli del Rinos.
So cosa vi starete chiedendo, cosa invece avesse detto Ronald a Paul, Eric e Demetria; per dirvela in breve diciamo che disse a tutti di tre cosa stavano sbagliando nella vita e cosa dovevano fare migliorare, e per quanto possa sembrare strano sentirsi certi rimproveri quando si è adulti, le parole di Ronald da quanto capii furono molto veritiere e oneste nei confronti di tutti noi, avevo ragione sin dal principio, lui ci conosceva fin troppo bene!
Eravamo tutti in gruppo durante la sepoltura, noi del Rinos, i primi che cedettero alle tentazione delle lacrime furono Lars, Demetria ed Eveline, mentre per mia sorpresa Railey rimase solo triste, ma in lontananza vidi un'altra persona piangere, Layla e subito decisi di andare da lei per dirle delle cose.
Avvicinatomi a lei subito le misi una mano sulla spalla e appena si girò in maniera molto sorpresa disse:
"Layla: Adam, c...che fai?"
"Adam: ti ho visto piangere e mi son chiesto perchè"
"Layla: io...nonostante non è mai stato un bravo padre per me, gli volevo molto bene, perchè se n'è andato via così?" disse tornando a piangere, ma io subito dissi quella cosa che dovevo dirle.
"Adam: sai, non sarà stato forse un buon padre per te, ma per me oltre che esser un amico è stato forse il vero padre che ho sempre voluto, e credo lo sia stato per tutti noi del Rinos e forse per molte altre persone qui presenti, tuo padre ha fatto solo cose buone in vita, e credo che aver fatto te sia una cosa molto buona, te sei figlia di una delle persone più speciali di questo mondo, non sarà stato un buon padre per te ma...sai, lui una volta in lacrime, mi disse che voleva riaggiustare i legami con te che negli ultimi tempi erano burrascosi, come vedi non ha mai smesso di fare il padre anche se forse tu non lo consideravi tale, è morto e non tornerà vero, ma le sue parole sono l'eredità che ci ha lasciato, dobbiamo portarle avanti, lui mi diceva sempre, hai avuto tanti anni per esser  triste, quando comincerai ad esser felice? e la stessa domanda te la vorrei proporre a te, levati la tristezza dagli occhi, non vale la pena piangere per un uomo che non vuole lacrime come Ronald, no?"
Layla riprendenosi un po' dal tutto, prima che tornassi insieme agli altri mi disse:
"Layla: Adam...grazie"
Io guardandola bene le dissi:
"Adam: è un favore gratuito, tranquilla".
Finto il funerale ognuno tornò a casa sua; quel funerale fu celebrato sotto il sole e non sotto la pioggia o sotto le nuvole, altro segno che di tristezza nella sua morta non doveva essercene segno perchè non ce n'era bisogno.
Tornato a casa e ormai sera, mi accorsi che forse dovevo seriamente cominciare a prendere in considerazione i consigli di Ronald e pensando alla morte dei propri cari mi venne in mente una cosa da fare in quel momento; così presi il telefono di casa e sperando che Railey dormisse ancora, decisi di chiamare una persona, che anche se non rispose, aveva lasciato la segreteria accesa.
"Adam: Pronto? Papà? Sono io, Adam, sai in questo periodo ho avuto molto da fare, è passato un anno dall'ultima volta che ti ho visto e volevo raccontarti cosa mi è successo: la mia lista di amici si è allargata, ho conosciuto gente favolosa, il lavoro va a gonfie vele e ho una classe di ragazzi che mi ammira e mi stima, infine ho pure trovato una ragazza con i controfiocchi, forse te la ricordi, Railey.
Ah e anche se in ritardo, volevo dirti...tanti auguri papà, anche se hai ormai 77 anni, non li dimostri proprio sai?" conclusi ridendo e buttando giù la chiamata, per poi andare in terrazzino e accendermi un cigarillos.
La notte era fredda e guardando la luna piena che illuminava tutta la città mi venne da dire in maniera molto spontanea.
"Adam: ma cosa diavolo hai combinato oggi Ronald?"

|-------------------------------------|

Personaggi Nuovi:  

Layla:

Gerrinton:


"Note dell'Autore: Questo capitolo risulta un po' strano, ma ho fatto fatica a scriverlo, perciò perdonatemi.
Ho voluto smerdare la classica tristezza delle morti delle persone che si vedono spesso nei telefilm e trasformare il tutto in uno scenario un po' più normale e meno malinconico, o almeno spero di avercela fatta; spero che il nuovo personaggio vi interesserà...per almeno i prossimi 2 capitoli... concludo dicendovi -2 "

|--------------------------------------|

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** CAPITOLO 19: Quando Cambi Qualcosa Spesso Ti Stressi ***


Massime di Adam: Prendere due piccioni con una fava...ecco come risolvere la crisi alimentare in Africa, sprecando fave per catturare volatili!


CAPITOLO 19: Quando Cambi Qualcosa Spesso Ti Stressi


Il tipico freddo invernale cominciava a farsi sentire, soprattutto considerando che oggi era il 5 dicembre.
Quella mattina per me era l'alba di un nuovo inizio, il perchè?
"Adam: salve a tutti come va?"
Ero appena entrato al Bar da Rinos e l'atmosfera era la stessa di ogni giorno, i presenti a quell'ora erano: Kirk, Lars e Demetria; oggi avevo qualcosa di interessante da dire a tutti per una volta tanto.
"Adam: provate a indovinare che giorno è oggi?"
"Kirk: Lunedì? oh ho capito vuoi dire che oggi è il giorno nella quale si paga l'affitto?"
"Adam: questa è la risposta più stupida del giorno...però grazie per avermelo ricordato, comunque oggi è il giorno in cui smetterò di fumare"
Ci fu un silenzio breve fino a quando non partirono tutti quanti a ridere senza comunicare a parole, quei versi fastidiosi bastavano a farmi capire tutto lo stesso.
"Demetria: hai detto così anche due anni fa"
"Adam: si ma stavolta non scherzo"
"Lars: h...h...hai detto così anche due anni fa"
"Adam: hey, fatela finita stavolta son serio per davvero"
"Kirk: la stessa frase identica l'hai detta due anni fa"
Questa scenetta cominciava a darmi sui nervi
"Adam: ero un uomo diverso più debole"
"Eveline: anche questo l'hai detto due anni fa"
A quel punto però non potevo più reggere e cosi agitando nervosamente le mani e indicando minacciosamente con l'indice i presenti dissi:
"Adam: oh fatela finita! andate tutti a f..." però fui interrotto da tutti i presenti che insieme urlarono a coro: "L'hai già detto due anni fa!"
"Adam: ok...ok...ho capito...Eveline fammi sto caffè prima che tiri giù questo locale" per poi continuare a bassa voce mentre prendevo il giornale dicendo:
"Adam: o lo faccio io, o ci pensa l'ufficio d'igiene..."
"Eveline: simpatico, torna a sparare cazzate come sempre e non mi rompere se vuoi il caffè"
Io Mentre con un fazzoletto pulivo il tavolo sapendo quanto sporco si annidasse su quei tavoli dissi con un tono molto calmo:
"Adam: non sono cazzate, questa volta ce la farò ne ho la certezza"
Ecco che il coro ripartì con le risate sarcastiche, fino a quando Kirk non disse:
"Kirk: scommetto che non arrivi nemmeno a prima di cena"
"Adam: vuoi scommettere?"
"Kirk: ovvio, facciamo 50 euro?"
"Adam: 50 euro? cos'è hai paura, facciamo 100, ok?"
"Kirk: 100? oddio sento già i soldi in tasca"
E ovviamente non potevano mancare i commenti degli altri dopo questa scenetta:
"Demetria: secondo me non ce la farà mai"
"Lars: i...io penso che f...f...forse arriverà fino a dopo pr...pr...p...pranzo!"
"Eveline: per me non ha 100 euro...".
Da dopo i funerali di Ronald non sono accadute molte cose, l'unica cosa che è cambiata è che Paul non riesce più a reggere la tensione di vedere la donna che ama e quindi ultimamente si fa vedere meno al bar, un vero peccato; tra le altre cose è successo che Layla purtroppo è passata a diventare un membro statico al Rinos; non dico "purtroppo" perchè mi sta antipatica ma è che questo peggiorerà la sua autostima, o forse la migliorare con i tizi deprimenti che la frequentano; se devo esser onesto Layla mi appare davvero in modo strano è come un fiore in mezzo a noi, è sempre così solare e pura, sembra davvero Ronald, solo che Ronald non era così femminile.
Uscito dal bar mi dirigevo da solo verso la scuola, quando per strada incontrai una persona che non avrei mai pensato di incontrare per strada.
"Layla: buongiorno Adam"
"Adam: cosa? Layla, come mai da queste parti?"
Layla un po' impacciata mi disse cercando di sorridere come sempre
"Layla: beh vedi...è che ogni tanto mi piace prendere strade nuove per andare a lavoro"
"Adam: beh per raggiungere la tabaccheria non è che ci siano molte strade"
Layla ridendo mi disse:
"Layla: a volte tre strade sembrano di più, no?" concluse ridendo di nuovo.
"Adam: già"
Io e Layla decidemmo di fare la stessa strada per un pezzo, quando faceva quella strada andava  in un vicolo piccolo alla destra prima dell'incrocio dove incontro Demetria di solito.
Camminavamo tranquilli e un po' silenziosi tra le vie che si preparavano a diventare addobbate di luci di Selice, passando vicino alla piazza, in quel momento Layla mi chiese una domanda un po' personale:
"Layla: te insegni psicologia all'Alfieri giusto?"
"Adam: sì, perchè?"
"Layla: io ho studiato lì, c'è ancora il prof Cavelli?"
"Adam: filosofia?"
"Layla: sì"
"Adam: andrà in pensione quest'anno da quanto ho capito"
Layla a quel punto scoppiò di nuovo a ridere e disse:
"Layla: io me lo ricordavo quand'era giovane e bello"
Io mentre stavo per prendermi un cigarillos e accenderlo, ma per poi ricordarmi della scommessa e rimetterlo via dissi:
"Adam: già, probabilmente te lo ricordi pure senza la gobba e con più capelli"
Layla tornò di nuovo in un'altra di quelle sonore risate che riecheggiavano quasi per tutta la via attirando l'attenzione.
"Layla: invece il prof. Harrer?"
"Adam: chi?"
"Layla: mmm probabilmente non lavora più lì, insegnava Italiano, amava i poeti del Verismo"
"Adam: anche a me piace il Verismo, è la corrente letteraria che ho sempre amato di più"
"Layla: autore preferito?"
"Adam: di sicuro Verga!"
"Layla: wow anche il mio"
Andammo avanti a chiacchierare per qualche minuti su Verga e sulle sue opere fino a quando non dovette svoltare a destra del marciapiedi e mi salutò dicendomi:
"Layla: beh, io ora devo andare di qua, ci vediamo Adam caro"
"Adam: sì, ciao Layla"
Ci dividemmo separandoci entrambi con un grande sorriso, quando però venni a ripensare perchè mi avesse detto caro, ma solo più avanti col tempo avrei scoperto che era un suo modo di salutare le persone che gli stavano simpatiche.
A Scuola quel giorno stavo spiegando agli alunni i vari tipi di nevrosi, la giornata passava senza troppi pensieri, anche se l'assenza del mio calmante naturale cominciava a farsi sentire e così mentre stavo facendo una schema alla lavagna subito mi girai e indicando Otaku urlai:
"Adam: metti giù quel cazzo di manga, cosa stai leggendo stavolta? ancora Soul Eater? mettilo giù, riprendi la penna in mano e torna a scrivere" stavo per rigirarmi quando notai che Lipidi stava masticando, così ritornando alla carica urlai nuovamente:
"Adam: Kevin, smettila di mangiare quel panino mancano solo venti minuti alla ricreazione, non puoi resistere? e te Schizzata smettila di fissarmi con quel tic all'occhio mi sto innervosendo di brutto" conclusi dando un pugno sulla cattedra e lasciando tutti gli alunni in silenzio definitivamente.
L'assenza del mio calmante naturale si faceva decisamente sentire perfino in classe.
Tornato a scrivere alla lavagna, il silenzio regnava sulla classe mentre io spiegavo, come volevo fosse, fino a quando non sentii dal fondo due ragazzi bisbigliare:
"Patata: pss, Gerrinton"
"Gerrinton: cosa c'è?"
"Patata: non trovi che oggi il prof sia un po' strano?"
"Gerrinton: a me sembra il solito"
"Patata: che?!"
"Gerrinton: ok in effetti ci sono delle sottili differenze..."
Mentre loro parlavano, prima che me ne accorgessi il gesso si spezzò e lanciandolo fuori dalla finestra urlai:
"Adam: maledetto gessetto!"
Gerrinton dopo aver assistito a quella scena torno a parlare e disse:
"Gerrinton: ma sottili..."
"Patata: secondo te perchè?"
"Gerrinton: ho i miei dubbi ma, sembra dai sintomi che abbia smesso di fumare"
"Patata: non fare lo psicologo ti sei solo accorto che non puzza di fumo come tutti i giorni vero?"
"Gerrinton: già...ma non cambia il tutto"
Dopo un po' che parlavano mi accorsi del loro chiacchierio e così prendendo la metà di gessetto che si era rotta prima la lanciai verso di loro facendola schiantare sul muro sopra le loro teste e subito con un volto feroce dissi:
"Adam: avete tanta voglia di parlare eh, perchè non venite voi a fare la lezione?"
"Gerrinton: mi scusi prof"
"Patata: mi scusi prof!"
Stavolta, li avevo per davvero messi a tacere, ma ormai la campanella era suonata e tutti si stavano dirigendo verso l'uscita per la ricreazione, e mentre uscivano io avevo ancora qualcosa da urlare:
"Adam: bene, per la prossima volta voglio vedere questo schema ricopiato per bene sui vostri quaderni e farò pure un piccola interrogazione sul programma prima della verifica, non metterò voto, lo faccio solo per agevolarvi al compito e poter prendere ultimi appunti se ne avete dimenticati, perciò studiate lo stesso! chiaro?!".
Una volta uscito dalla classe mi diressi in aula insegnanti dove mi aspettavano Eric e Railey.
"Eric: heila Adam!"
"Railey: tesoro, come va?"
Appoggiai la mia 24ore vicino alla sedia dove subito sedendomi dissi:
"Adam: tutto bene, è una giornata fantastica e splende il sole..."
Eric subito si alzò e si avvicinò annusandomi io subito reagendo male urlai:
"Adam: che cazzo fai? che ti salta in testa!"
"Eric: uuu non odori di cigarillos e sei nervoso, allora non hai veramente fumato ancora oggi"
"Adam: certo che non lo farò ci sono in palio 100 euro"
"Railey: di che parlate?"
 Railey non sapeva ancora niente, perchè la decisione l'avevo presa quella mattina quando lei si era già alzata ed era già andata a scuola, così presi l'occasione per decidere di dirglielo pure a lei.
"Adam: ho deciso di smetter di fumare"
Mi aspettavo chissà quale reazione da parte di Railey ma ottenni solo una frase smorta:
"Railey: ah...ok"
Stavo per dire qualcosa quando Eric mi chiese:
"Eric: sei nel pieno di una crisi nervosa; come mai hai smesso di fumare così all'improvviso"
"Adam: che vuoi, non posso nemmeno preoccuparmi un po' per la mia salute? Non capisco cosa ci troviate di strano tutti voi"
"Railey: beh sicuramente è strano essendo che fumi la stessa marca di cigarillos da quando eri nella Sunflower senza mai smettere"
"Adam: guarda che quando ero in prigione non avevo modi per procurarmi le sigarette!"
A quel punto Eric guardandomi con uno sguardo davvero sorpreso mi disse:
"Eric: che intendi dire per prigione?"
"Adam: ah vero...te non lo sapevi ancora..."
Ecco a proposito di questo momento imbarazzante con Eric, ci terrei a farvi sapere che non tutti sanno dei miei cinque anni passati in prigione, quelli che non lo sanno sono: Layla, Gaetano, Robert, i miei studenti ed Eric, anche se...lui non più ora.
"Adam: vedi...è una lunga storia, in pratica mi hanno accusato come complice di un furto, è stato tutto un errore, io non c'entravo niente, ma quando fu chiarito il malinteso erano passati ormai cinque anni"
Ovviamente preferii saltare la parte più triste, ovvero il processo.
"Eric: capisco, ma come hai ottenuto il lavoro di professore essendo un ex galeotto, nessuno può diventare professore dopo esser finito in prigione, è impossibile!" disse Eric tutto agitato, ma io cercando di mantenere la calma e facendo finta che non ci fosse niente di grave dietro, anche se così era veramente e non avevo niente da nascondere, dissi:
"Adam: guarda che il tribunale ha riconosciuto la mia innocenza, per questo son stato liberato, quindi nella fedina penale non ci sta nessuna reale traccia di colpevolezza o crimine, è stato un po' come quando in estate i tuoi vogliono mandarti in campeggio per un mese, ma tu non vuoi e continui a ripetere che hai lavorato sodo durante l'anno scolastico per prendere buoni voti e che ti meriteresti delle vacanze come desideri tu, ma alla fine non puoi farci niente e i tuoi genitori ti mandano lo stesso; solo al ritorno, dalla tua faccia e dalle molteplici ferite o cicatrici, capiscono che non è stata una buona idea e hanno sbagliato...per me la prigione è stata un po' così..."
"Eric: che esempio del cazzo"
La ricreazione finii in quello stesso momento e subito dovetti andare in 1^C dove avevo altre due ore e poi sarei tornato a casa.
Finita la lezione e finita la scuola mi incamminai per andare a pranzare al Rinos insieme a Railey, quando arrivati al solito incrocio incontrammo Paul appoggiato ad un palo tutto pensieroso e io subito fermandomi e notandolo lo salutai:
"Adam: heila, come va Paul?"
"Paul: tutto bene...quasi..."
Quel quasi mi fece pensare che evidentemente qualcosa non andava "tutto bene" come aveva detto lui e così subito curioso chiesi mollando la mano di Railey e appoggiando la mia sulla spalla di Paul.
"Adam: so cosa succede, la stai aspettando vero?"
Paul un po' imbarazzato disse:
"Paul: s...sì..."
"Adam: non preoccuparti, non farti troppe seghe mentali, sei un adulto devi andare diretto e dimostrare che sei uomo in certi casi, non metterti a fare giochetti da ragazzino delle superiori del tipo: apparire dietro l'angolo e dire con tono tutto dolce e gentile se vuole fare una passeggiata con te e fare quattro chiacchiere"
"Paul: mmm, capisco"
"Adam: questa sera ti dichiarerai andandola a trovare a casa prima che rientri da lavoro, ti accompagnerò in macchina e verranno anche altre persone ad aiutarti nella tua piccola impresa"
Railey guardava la scena con una faccia davvero stravolta, quasi stesse provando pena per quella scena; anche se io non è che provassi tanta emozione nel dover fare da maestro a Paul.
"Adam: e comunque sappi una cosa Paul"
Paul ormai entrato nell'estasi dell'allievo mi disse:
"Paul: cosa Adam? cos'altro devo sapere!"
"Adam: che il Lunedì mattina la banca dove lavora Demetria è chiusa e lei è a casa"
"Paul: ah..."
Si creò un imbarazzante silenzio che fu rotto dopo pochi secondi da Paul che staccando la schiena da quel muro dove era appoggiato disse:
"Paul: ho fame, andiamo al Rinos...".
Era strano come nonostante la crisi da assenza di cigarillos fossi riuscito ad esser così calmo in quella situazione, forse qualche speranza ancora c'era.
Entrato al Bar da Rinos subito sentii che faceva molto più caldo del solito dentro, infatti i termi erano accesi e non c'era modo di regolarli siccome era in parte rotto il sistema di regolazione della temperatura, ma ovviamente Kirk si era subito messo al lavoro per aggiustare il tutto in cambio di un pranzo gratis.
Quel caldo assurdo cominciò a rendermi più nervoso del solito e venni a pensare che non fosse stato tutto un piano di Kirk ed Eveline per farmi finire in crisi e costringermi a fumare per calmarmi, ma subito dopo ripensai che il Rinos era una baracca e che forse incidenti simili potevano accadere ogni tanto, esattamente come lo scarico che si intasa esattamente ogni sei o sette mesi, l'acqua che cade quando piove forte da un piccolo lieve fessura sul soffitto ed infine le luci che si fulminavano tutte insieme quasi ogni mese.
Eveline quella mattina era un po' nervosa ma sorridente, si notava da come, ancora prima di ordinare il pranzo avesse rotto: due bicchieri e un piatto che stava pulendo.
"Railey: Eveline, tutto a posto?"
"Adam: oggi sei piuttosto strana"
Eveline girandosi verso di noi, che quel giorno eravamo tutti presenti, tranne Demetria e Layla, ci chiese:
"Eveline: beh...avrei qualcosa da chiedere a tutti voi, anzi da dirvi"
Subito tutti quanti si fermarono e smisero di fare quello che facevano per fissare Eveline con uno sguardo curioso e bramoso di una risposta che non tardo ad arrivare
"Eveline: beh, vedete, in realtà non è successo esattamente oggi, ma prima di chiederlo volevo che fosse tutto ufficiale insomma...avete capito?"
Dopo un silenzio generale dissi:
"Adam: hai deciso di chiudere questo fallimentare bar una buona volta?"
"Eveline: no!"
"Paul: allora hai deciso di dare la gestione del bar a qualcun altro?"
"Eveline: no!"
"Adam: ah no, hai deciso prima di chiudere il bar e poi di venderlo a qualcun altro, giusto?"
"Eveline: ma cosa avete oggi...a parte i deliri vostri, volevo dirvi che, ancora da qualche mese io ed Eric..."
Si ricreò un altro breve silenzio fino a quando Eveline presa la forza disse:
"Eveline: io ed Eric abbiamo decisi di sposarci, a Giugno per esser precisi e siete...siete tutti invitati al matrimonio, anche Layla e Demetria che non sono qui..."
Per la terza volta tutti restarono muti fino a quando Railey non urlò:
"Railey: wow che bella notizia!"
"Paul: sapevo che prima o poi sarebbe successo"
"Lars: u...u...un ma...matrimonio, non ci sono m...m...m...mai andato!"
"Kirk: io lo sapevo già, me l'ha detto Eric..."
"Adam: oh no, non potevi dirlo un altro giorno, proprio quando ho smesso di fumare devi farmi innervosire così tanto?"
"Paul: no Adam, non ricominciare col tuo monologo su cosa ne pensi dei matrimoni, è lo stesso discorso che fai da quando avevi 17 anni...e non è cambiato!"
"Eveline: guarda che non esisti solo te al mondo"
"Adam: si ma...ho appena smesso di fumare..."
"Eveline: e allora?"
"Adam: ho capito, ho capito...mi terrò libero, cercherò di esserci"
"Railey: no è diverso amore mio, ci saremo di sicuro"
"Adam: ecco proprio ora ho l'impulso di fumare, grazie"
Guardando Eric che stava aggiustando la centralina e il caldo che si faceva sempre più forti urlai:
"Adam: hey solo perchè non l'hai ancora aggiustato non vuol dire che possiamo rinfrescare la stanza aprendo la porta o la finestra, ma cosa avete tutti nel cervello, un po' di aria fresca farà bene a tutti noi"
"Eveline: volevi dire a te..."
"Adam: no! soprattutto a me!"
Kirk ascoltando ogni mia parola disse ridendo:
"Kirk: voglia di fumare? Adam ne ha davvero tanta..."
"Adam: simpaticone"
"Kirk: senti fa una roba, dammi 100 euro e fumati un cigarillos non posso vederti in questo stato"
"Adam: te l'ho detto arriverò fino a sera, son anche disposto ad aumentare la posta a..."
Sentivo che stavo per dire una cazzata ma la mia lingua fu più veloce del cervello e dissi:
"Adam: a 200 euro!"
"Kirk: cosa 200?" Kirk scoppiò a ridere e aggiunse:
"Kirk: oddio, diventerò ricco in un giorno!"
"Adam: si speraci"
dissi mentre stavo di nuovo per prendere il pacchetto di cigarillos e prenderne uno, però accorgendomi in tempo di cosa stavo per fare lo rimisi via facendo finta di niente.
Finito il pranzo mi diressi a casa per starmene un po' tranquillo con me stesso, magari guardandomi un po' di TV insieme a Railey, chissà, forse c'era un bel film su uno di quei nuovi canali che tutta Italia è stata obbligata a mettere ancora a Gennaio dell'anno scorso.
Ritrovandomi a fare zapping sul divano insieme a Railey messi vicini sotto una coperta cominciai a recensire a primo occhio tutti i film o i programmi che trovavo
"Adam: spazzatura...già visto...squallido...già visto..."
"Railey: questo sembra carino"
"Adam: un western? da piccolo mi piacevano"
Il film cominciò con la classica cavalcata dove non si vedeva la faccia della persona al massimo gli zoccoli del cavallo e uno stivale, e di sfondo i caseggiati di legno fatti male e delle persone, o per lo meno di nuovo i piedi delle persone, ma dopo qualche scena così mentre scorrevano i titoli di testa ecco che si vide finalmente la persona in faccia; anche se, c'era un problema ovvero il protagonista teneva in bocca un toscanello acceso, la sola vista del fumo che usciva e girava per mezzo televisore mi fece cominciare a sudare al punto tale da togliermi la coperta.
"Railey: hai caldo?"
"Adam: beh, si un po', al massimo la rimetto dopo la coperta, tranquilla"
"Railey: basta che non ti ammali, fa freddo in casa..."
"Adam: si lo so, ma abbiamo la caldaia centralizzata in condominio quindi non possiamo scegliere noi quando parte..."
Il film continuò e in quasi ogni scena c'era qualcuno che fumava, finito il film ero stravolto, non ce la facevo a vedere tutti che fumavano nel film e io sul divano buono buono, ma vicino a raggiungere l'apice di una crisi nervosa.
"Adam: io...io vado a fare la spesa Railey...ok?"
"Railey: ma oggi tocca a me"
"Adam: lo farai la prossima volta, voglio uscire a farmi un giro oggi e ne approfitto per fare la spesa!" dissi alzando un po' il tono apparendo un po' sgarbato.
"Railey: ok...ci vediamo caro"
Disse Railey mentre prendevo le chiavi di casa, il cellulare e il portafoglio.
Appena fuori subito cominciai a sentirmi meglio, l'aria fredda, nonostante inquinata e contaminata dai gas delle città, non era male da respirare.
Appena arrivato al supermercato dove lavora Gaetano subito notai che Gaetano stava appendendo dei cartelli, quelli classici rossi per il divieto di fumare, era strano non fossero appesi, capisco che nessuno fumerebbe in un supermercato, ma era strano visto che era ormai obbligo metterli ovunque, persino nei bagni della stazione tra un po'
"Adam: hey Gaetano, cosa fai?"
"Gaetano: we, signor.Navarre, come vanno le cose?"
"Adam: tutto bene diciamo, lei?"
"Gaetano: tutto apposto, tutto apposto...comunque sto mettendo i divieti di fumare perchè ultimamente ci sono dei ragazzini che entrano qua anche se hanno la sigaretta accesa, ora con questo divieto non ci proveranno più, pensa che un ragazzino mi ha addirittura detto che poteva farlo solo perchè il cartello non c'era, ma ora ho rimediato!"
"Adam: ah...capisco, bella trovata Gaetano, complimenti..."
Almeno ero contento che in un posto esisteva ancora il cosiddetto divieto di fumare, sentivo che qua dentro sarei stato al sicuro, d'altronde, l'odore dei supermercati è sempre così puro e buono.
Dopo poco che ero entrato io, entrò pure un'altra persona, era Gerrinton e aveva un cigarillos acceso, appena Gaetano lo vide subito gli urlò:
"Gaetano: we, ragazzino, cosa credi di fare?"
"Gerrinton: abbiamo già chiarito il tutto, non c'è il cartello..."
"Gaetano: no, niente da fare, l'ho appena appeso il cartello ora non hai più scuse..."
"Gerrinton: maledizione..."
disse Gerrinton buttando via metà del cigarillos rimasto.
Quando lui entrò con il mozzicone ancora acceso stava per venirmi un colpo e subito corsi per prendere tutti gli alimenti prima di finire vicino ad uno che fumava la mia stessa marca di cigarillos e farmi beccare così dagli altri che avevo fumato per la puzza che avrei avuto addosso.
Pagato il tutto e preso il resto stavo per uscire dal supermercato quando Gaetano mi salutò a gran voce come sempre:
"Gaetano: arrivederci signor.Navarre...Robert! salutalo!"
"Robert: ciao Adam, torna presto, ma solo se hai bisogno, chiaro?"
"Gerrinton: a domani prof."
"Adam: ci vediamo, ciao a tutti, comunque, si pronuncia Navarro, non Navarre!"
Tornato a casa avevo la sensazione che ormai la giornata si sarebbe conclusa nel migliore dei modi, d'altronde avevo saputo resistere e non ho mai ceduto alla tentazione, alla fine mi venne da pensare che forse i 200euro non sono stati l'unica cosa che mi hanno spinto a farcela, ma anche la voglia di migliorare giorno dopo giorno.
Alla fine alla sera prima di cena tutti noi uomini del Rinos ci ritrovammo sotto casa mia per far partire l'operazione "Dichiarati Paul!"
Prendemmo la mia macchina, e una volta che tutti noi ci sedemmo, partimmo dal garage verso casa di Demetria.
Io guidavo e vicino a me c'era Paul che era vestito non troppo elegante ma nemmeno da straccione, che si era lavato per bene stando attento a non profumare troppo per dar nell'occhio ma nemmeno a puzzare; invece dietro ci stavano Kirk, Eric e Lars, un po' ammassati, ma comunque presenti e che davano molti suggerimenti a Paul, in modo che io potessi concentrarmi sulla guida.
"Eric: tutto chiaro?"
"Paul: si grazie!"
"Adam: lasciati dire un ultima cosa però Paul..."
Paul era di nuovo tutt'orecchi e guardandomi con occhi da allievo disse:
"Paul sì?"
"Adam: non esser troppo nervoso, cerca di esser coraggioso nella maniera giusta e vedi non fare un monologo troppo lungo, se ti disperdi troppo sembrerai indeciso e molte cose fondamentali da capire nel chiacchierio scompariranno e Demetria o non le capirà o se le dimenticherà, infine guardala negli occhi quando parli, ok?"
"Paul: tutto chiaro, Adam, grazie ragazzi, per me vale molto questo"
"Lars: o...o...ora non ci resta che asp..as....aspettare che De...De...Deme..De...Demetria passi per di q...q....qua"
"Kirk: e appena arrivi scendi dalla macchina e senza mostrare troppa fretta ti avvicini a lei, noi resteremo qua nascosti"
"Paul: perfetto..."
Dopo dieci minuti ecco che arrivò Demetria che stava andando verso casa, a quel punto Paul scese dalla macchina e con molta calma raggiunse Demetria e quando erano a non molti passi l'uno dall'altro disse:
"Paul: Demetria, aspetta!"
Demetria sentendo la voce di Paul subito si girò salutandolo in maniera molto allegra.
"Demetria: heila Paul, cosa ci fai da queste parti?"
"Paul: devo dirti una cosa Demetria..."
Si creò un silenzio non troppo lungo, Paul stava pensando bene a come dire e cosa dire.
Da dentro la macchina, noi notando quel silenzio subito finimmo nel panico credendo che in questo modo avrebbe peggiorato la situazione, ma prima che fosse troppo tardi Paul tornò a parlare.
"Paul: è da...è dalle vacanze che ho cominciato a guardarti, da quella settimana quando abbiamo dormito insieme che mi sei apparsa diversa, la verità è che, di tutte le donne che ho incontrato, così semplice ma speciale come te non ne ho mai incontrate, non so come ti abbia visto dopo quella settimana in estate, ma io di sicuro ho cominciato a capire che ho girato il mondo in cerca di una donna, ma alla fine potevo trovarla standomene dove ho sempre vissuto a Selice, quindi Demetria, vorresti uscire con me?"
Demetria rimase in silenzio, e avvicinandosi verso Paul lo baciò senza aggiungere altro; questo era di sicuro il giorno più bello per lui, aveva realizzato un suo sogno...o almeno sarebbe stato bello se fosse finita così, ma in realtà Demetria subito senza mezzi termini disse:
"Demetria: no, mi spiace, devo andare io, ci vediamo Paul"
Era incredibile, non tanto per come Paul avesse fallito miseramente, ma per come Demetria si riuscita a rispondere con così tanta facilità, onesta e freddezza allo stesso tempo.
Paul tornato in macchina con una faccia davvero misera da descrivere disse:
"Paul: evviva!" rivoltando la sua faccia da misera a gioiosa
"Eric: cosa? perchè sei contento, ti ha appena praticamente mandato a fanculo!"
"Paul: son felice perchè ho avuto il coraggio di dichiararmi, era questo l'importante alla fine, superare le mie paure e dirglielo, no?"
L'auto divenne un silenzioso cimitero fino a quando io stressato al massimo dalla situazione presi un cigarillos e lo accesi per fumarmelo, subito dopo senza che nessuno potesse dire altro in proposito a ciò che stavo facendo, presi il portafoglio e dandolo a Kirk dissi:
"Adam: serviti, questa giornata è stata fin troppo stressante per i miei gusti..."
Il tutto si concluse con un pacifico ritorno a casa, pacifico soprattutto perchè mi ero calmato una buona volta.


"Note dell'Autore: Bene eccoci alla penultima nota d'autore, cavolo che tristezza ragazzi siamo quasi arrivati alla fine. Che dire di questo capitolo? Beh questo è apparso come un'altro intermezzo di capitoli che non hanno alcun collegamento con la trama principale, capitoli che mi piacciono molto, anche se però essendo il penultimo puntavo già a introdurvi un pezzo del finale e lasciarvi con la voglia di sapere come continuerà, nel senso, fare un finale a due parti, ma poi ho scartato questo progetto, preferisco lasciarvi il finale una TOTALE sopresa, non dirò nemmeno il titolo del capitolo, ma neanche se mi pagate, posso solo dirvi una cosa sul finale...direte quasi al 100% "Wow..."
Ovviamente sarà a sorpresa, perchè altrimenti non potrei fare una seconda serie, quindi vi lascerò con molte domande, o spero di lasciarvene con molte, è quello il mio obbiettivo, lo ho intitolato:
"Piano per conquistare il maggior numero di visualizzazioni e bestemmie d'attesa da parte dei lettori" titolo lungo ma non trovavo modo migliore per esprimere il tutto.
Già qui vi ho lasciato con un paio di domande ovvero:
1: Come andrà il matrimonio? si sposeranno per davvero?
2: Come finirà tra Demetria e Paul?
Queste due domande avranno risposta solo nella seconda serie, mi spiace per chi sperava che il finale spiegasse anche tutto questo, ma tranquilli/e, la risposta io la so già :D
Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo."


-1







Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** ATTO FINALE: CAPITOLO 20: Tra L'Egocentrismo e L'Etica, La Fine! ***


Massime di Adam:  Che le parole siano come le perle: Rare e Preziose...Evviva la dislessia allora? 
[Si ringrazia Donato Diella per aver trovato il detto]

"Note Iniziali dell'Autore: Wow...siamo davvero giunti alla fine? non ci credo nemmeno io, CAPITOLO 20? non ci credo l'abbia scritto dopo averlo sognato di notte fin da luglio circa.

E così, oggi 9 settembre 2011 Adam si chiuderà, non fatevi troppo domande sul finale e non provate a sperare, non sarà mai come voi ve lo immaginerete, mi spiace! troppi colpi di scena TROPPI!

Prima di leggerlo però vorrei dirvi una cosa a voi! che, l'avete letto fin dall'inizio ma che non l'avete mai recensito (salvo pochi casi) vi prego se siete arrivati fin qui senza recensire, di recensire almeno la fine, e di dirmi cosa ne avete pensato del racconto accetterò ogni cagata che scriverete potrete persino dire che il vostro gatto l'avrebbe scritto in modo diverso o che vostra madre mentre lo leggevate di notte ha creduto che voi stavate guardando un porno, non mi interessa qualsiasi cosa, ma che riguardi Adam e la sua vita racchiusa in 20 capitoli (e oltre!!!!)

Perciò ora gustatevi il finale secondo l'autore e spero che nei commenti potrò leggere il finale che voi avreste voluto vedere, ma fatelo vi prego!!!! "












ATTO FINALE: CAPITOLO 20: Tra L'Egocentrismo e L'Etica, La Fine!


Sapete, navigare nel mare è un po' come la vita, non puoi saper cosa incontrerà la tua barca sulla quale viaggi; ci sono sassi, mulinelli, cascate, tronchi d'albero, ripide e molto altro; ma la cosa spiacevole è quando le incontri tutte quante insieme in una sola volta, e devi usare tutta la tua abilità da rematore per schivare ogni ostacolo, esattamente quello che io con successo ho compiuto oggi, salvando la mia vita da un nuovo crollo.

Era il penultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale, quest'anno la neve non aveva avuto il minimo di timore di farsi vedere, infatti è da due settimane che nevica ogni quattro giorni circa, ma non sono state nevicate che hanno causato grandi problemi alle strade, diciamo una nevicata piacevole per tutti nel vero senso della parola.

In mezzo a tutto quel freddo, in quel 21 dicembre, ufficiale inizio dell'inverno, io e Railey eravamo abbracciati l'un l'altro per riscaldarci visto che le coperte non lo facevano abbastanza, e poi si sa che spesso le coppiette dopo aver passato una notte in "certi modi" di certo non si preoccupano di mettersi in pigiama per dormire, anche se d'inverno sarebbe una cosa saggia viste le temperature.

Quella mattina appena la sveglia suonò, subito mi alzai liberandomi delicatamente dalla presa dolce di Railey e subito mi apprestavo a prepararmi, la colazione, quella mattina avevamo deciso di non fare colazione al Rinos, soprattutto perchè avevamo un pacco gigantesco di fette biscottate da finire perchè sarebbero scadute a breve, quindi quella mattina la colazione sarebbe stata abbondante, ma molto.

Una volta che finii di lavarmi le mani subito cominciai a destreggiarmi come un giocoliere tra mensole, e cassetti per prendere l'essenziale per la colazione prima che il casino che facevo di solito svegliasse Railey.

In 5 Minuti ecco che la tavolata in cucina aveva tutto l'essenziale: tovaglia, fette biscottate, coltelli e cucchiai, burro, miele, marmellata, aranciata in cartone e per finire le tazze per il caffè che non era ancora salito.

Railey non si era ancora svegliata così aspettandola ruppi il tempo girando un po' per casa per sentirne l'odore di prima mattina, ovviamente non era un buon odore, ma essendo che la casa era mia mi piaceva molto annusarlo.

Mentre giravo per la casa, notai che nella scrivania nell'angolo più remoto della casa ci stava una lettera aperta, il che era strano visto che di solito le lettere aperte le mettevamo dentro il cassetto in ordine di arrivo o di importanza, del tipo: bollette sopra, pubblicità sotto o nel cestino; ma quando notai da dove arrivava quella lettera, prima di metterla nel cassetto decisi che era importante da leggere, anche se non era indirizzata a me, ma ad Acrington Railey!

Aperta la lettera ecco che cominciai a leggere un po' teso, c'era scritto:



"Sig.na Acrington Railey.


Con la seguente lettera siamo a comunicare quanto segue:


La sua richiesta di lavoro, presso L'istituto di Medicina Biologica S.r.l. di Milano è stata accolta.

Preso in singolo il suo caso, ci teniamo a scusarci per il ritardo nell'invio della seguente lettera, e spero che accetterà l'invito.

Si prega di inviare per Fax i dati richiesti e un nuovo curriculum vitae.



Cordiali Saluti: dott. Alcebelli Enrico Data: Milano 19/12/11"



Appena finii di leggere quella lettere un colpo al cuore mi mancò, e mi venne un secondo colpo al cuore mancare quando sentii che Railey era uscita dalla camera e mi aveva visto leggere la lettera, subito con tono molto calmo disse sfilandomi la lettera tra le mani:

"Railey: dammi qua! non dovresti leggere la roba degli altri, sai?"

"Adam: beh viviamo in coppia quindi non ne capisco il reale problema, anche se lo faccio che ti importa, no?"

"Railey: mi spiace ma qui c'è scritto che è indirizzato a me non a te..."

"Adam: ok, ho capito scusa, ma il punto non è questo, cosa ci fa una lettera del genere lì"

Railey dopo aver finito la frase precedente stava già andando in cucina per vedere cosa si mangiava a colazione, in verità lei era già sveglia ma fingeva di dormire perchè non aveva voglia di preparare lei la colazione quella mattina, ogni tanto lo faceva; davvero astuta.

In un primo momento Railey ignorò completamente la mia frase e canticchiando allegramente si mise in cucina e si sedette subito a prepararsi le fette biscottate, ma io non arrendendomi e riprendendo la lettera che aveva appoggiatoio sulla scrivania la imitai, mi misi a tavola e subito cominciai a prendere una fetta biscottata e imburrarla, ma mentre lo facevo chiesi a Railey:

"Adam: allora? ti ho chiesto cosa ci fa quella lettera lì, niente segreti dai..."

Railey un po' indecisa se parlarne o meno dopo finito di spalmare la marmellata alle more mi disse con un tono un po' malinconico:

"Railey: ti ricordi che io mi ero specializzata in Chimica e in Biologia dopo aver fatto matematica all'università?"

"Adam: sì e non ne ho mai capito il perchè onestamente"

"Railey: la verità è che appena laureata feci richiesta subito in vari istituti di ricerca, avevo dei voti altissimi all'università e sono riuscita pure a farmi raccomandare da qualche ex professore, ma niente non c'è stato verso non mi hanno preso da nessuna parte, tra le molte richieste che ho inviato non ho mai ricevuto la corrispondenza, tranne che da questo centro di ricerca, l'unico, quello di Milano..."

Railey fece una pausa per cominciare ad addentare la sua colazione e io chiesi molto impazientemente:

"Adam: e....e allora?"

"Railey: beh in pratica è successo che nella lettera che mi hanno inviato mi dicevano che in quel periodo non c'erano posti, ma uno dei dirigenti all'interno era uno dei miei professori, quindi mi aveva assicurato che appena si sarebbe liberato un posto sarebbe stato sicuramente mio, ma a quanto pare quel posto si è liberato solo sto anno, curioso come sia successo tutto questo dopo tredici anni che aspettavo risposta, ormai dopo solo due anni avevo già perso ogni speranza e quindi andai già in cerca di un nuovo lavoro, e trovai una cattedra a Peronedo, poi il resto della storia la sai già"

Il tutto mi aveva lasciato sconvolto, pensare che ora Railey avrebbe potuto realizzare il suo sogno mi lasciava contento ma triste, anche se tutto dipendeva dalla sua scelta, che ben presto si fece sentire, visto che la mia faccia preoccupata era fin troppo evidente.

"Railey: ma non ti preoccupare Adam, io non accetterò mai di lavorare a Milano, insomma, ormai sono professoressa di Matematica, le scienze non le tocco più da tempo come argomento, e poi ormai noi due ci stiamo già creando la nostra vita insieme, no amore? mi sembra stupido buttare via una vita, solo per una lettera, meglio buttare la lettera non credi?"

Subito questa cosa mi rese felice e sentii che ogni preoccupazione andava sparendo lentamente:

"Adam: ovvio, non credo sia una buona idea accettare, l'hanno inviata troppo tardi, no?"

"Railey: già, allora questa la butto via, ok?"

"Adam: ovvio e subito"

Railey si alzò da tavola e accartocciando la lettera la gettò nel cestino vicino alla scrivania insieme ad altre cartacce e subito tornò a tavola dove mentre mangiavamo le fette biscottate, per tutto il tempo lei mi tenne la mano, come se si sentisse contento di quello che aveva fatto e aveva capito le sue reali priorità, ma mentre buttava via la lettera io non potei non notare due cose, come l'avesse appallottolata e gettata con molta indecisione e soprattutto gli occhi lucidi mentre lo stava facendo.

Siccome avevamo già fatto colazione ci dirigemmo diretti verso la scuola chiacchierando allegramente insieme del più e del meno senza minimamente ripensare alla lettera di stamattina.

Quel giorno Railey dovette entrare per la porta di sinistra siccome alla prima ora aveva una supplenza con quelli della 4^T scientifico, io entrando per la solita porta dove erano raggruppate praticamente tutte le classi del socio psicopedagogico, mi diressi verso le macchinette dove io e Railey ci incontrammo per la prima volta dopo molti anni per prendere una bottiglietta d'acqua.

La vera verità è che la lettera mi aveva stravolto, e mi aveva fatto riflettere, prima di cominciare le lezioni avevo bisogno di dieci minuti per riflettere con me stesso, ma non ebbi neppure quei minuti visto che mentre ero appoggiato con le spalle al muro arrivò Eric con un visto davvero stravolto più del solito e appena mi vide chiese:

"Eric: hai un paio di minuti?"

"Adam: beh, sì cosa succede?"

"Eric: c'è una cosa di cui vorrei parlare, ma ho timore a farlo"

Eric voleva continuare ma non sapeva come farlo, tutto questo imbarazzo e questa paura cominciarono a farmi sospettare di qualcosa, fino a quando non riuscì a trovare le parole per esprimersi e disse con un tono davvero indeciso e mal recitato:

"Eric: non voglio sposarmi, ho paura!"

"Adam: e di cosa hai paura?"

"Eric: e che...la felicità e l'entusiasmo di coppia erano le stesse cose che provavo quando stavo con la mia ex-moglie, e se pure con Eveline finisse male?"

In quel momento Eric era patetico, si stava davvero comportando da studente liceale pieno di dubbi

"Adam: ma cosa cavolo stai dicendo? non vivere di dubbi, vivi di certezze"

"Eric: in che senso?" chiese dubbioso

"Adam: hai il dubbio che possa andare male, ma hai la certezza che sta andando tutto a meraviglia tra di voi due, quindi basati su questa certezza per vivere, non sul dubbio!"

"Eric: hai ragione, ma sono uno che ha divorziato e ho troppa paura ad andare di nuovo a fondo in una relazione fino a sposarmi"

"Adam: dimentica il passato, dimentica la tua ex moglie, come puoi vivere in pace con te appendendoti ancora a certe cose del passato?"

"Eric: io...Adam, non c'è modo che tu possa capirmi stavolta...ho deciso, io andrò da Eveline a pranzo e le dirò che non voglio che sposarmi"

Avrei avuto la tentazione di dare uno schiaffo ad Eric si stava davvero comportando da bambinone, che rabbia che mi faceva venire e l'unica frase che mi venne da dire fu:

"Adam: tu sei l'uomo più stupido sulla faccia della terra, hai idea di cosa significhi che stai con Eveline da un anno, la stessa Eveline che nel passato presentava a noi del bar almeno tre uomini dei sogni al mese? Sai cosa significhi che lei ti ha chiesto di sposarti lei che aveva le mie stesse idee sul matrimonio? Sai cosa vuol dire che ha cercato di migliorare le sue doti in cucina solo per te? Io sfotterò Eveline e la prenderò in giro, ma qui a quanto pare l'unico che la tratta davvero male sei te, e se non capisci quello non sposarla, non farlo non sei obbligato, ma sappi che la ferirai a morte per quello che stai facendo, io vado, ti lascio riflette cretino che non sei altro!"

A quel punto presi la 24ore appoggiata per terra e mi diressi in classe a passo spedito, per via della rabbia; Eric rimase lì a perdersi nei suoi pensieri, la verità è che lo comprendevo a pieno, ma di sicuro tutto ciò non giustificava le sue azioni, era adulto e doveva prendersi le sue responsabilità.

Finalmente arrivai in classe, quella mattina l'atmosfera era abbastanza tranquilla in 2^E e finalmente potei mettermi tranquillo a fare lezione, quel giorno stavo cominciando a spiegare le Emozioni, un argomento che speravo affascinasse la classe, ad un certo punto guardando la classe notai che una ragazza aveva la testa sul banco, era Narciso e credendola addormentata urlai:

"Adam: hey, Fiona, avanti svegliati e prendi appunti, altrimenti se la verifica ti va male inventerò un numero tutto mio che farà media con gli altri e farò di tutto per bocciarti" Fiona non sembrava rispondere e così mi avvicinai a lei, la sua compagna era già lì che cercava di svegliarla e tirarla sù, ma appena mi avvicinai a lei, mi accorsi che stava davvero male con le poche forze che aveva disse:

"Fiona: mi...mi viene da vomitare, devo andare in bagno"

Capii che la situazione era grave, ma non tanto perchè doveva vomitare ma perchè sul suo viso notai delle chiazze giallastre, questa cosa mi fece preoccupare abbastanza, anche se non ero medico, qualcosa sapevo di medicina dato che al liceo avevo un compagno alla quale piaceva imparare da solo certe cose e farsi un auto cultura in tutto, tra le quali soprattutto la medicina.

Subito indicando la sua compagna di banco, dissi:

"Adam: Carlotta, vai a darle una mano"

Il problema era serio da quanto avevo capito, o da quanto mi era apparso di capire.

Appena Carlotta e Fiona tornarono in classe notai che stava un po' meglio, sembrava il problema si fosse placato all'improvviso, così tra i miei sospetti chiesi a Fiona:

"Adam: Fiona, vieni fuori con me, devo parlarti" e mentre lei si alzava io aggiunsi parlando a tutti gli altri:

"Adam: voi intanto studiate qualcosa per l'ora dopo o mettete già a posto gli appunti di oggi nella restante mezz'ora"

Appena io e Fiona uscimmo andammo fuori per parlare, in quanto farlo dentro avrebbe potuto far sentire a qualcun altro ciò che stavo per dire a Fiona; così una volta appartati sul lungo viale per uscire dalla scuola, su una panchina dove ci sedemmo subito Fiona mi chiese:

"Fiona: prof, come mai vuole parlarmi?"

"Adam: dimmi, questa tua nausea e vomito è cominciata oggi?"

"Fiona: no in realtà già ieri"

"Adam: mmm capisco difatti eri assente ieri..."

"Fiona: non è niente di grave prof, non serve che si preoccupi è solo influenza intestinale"

"Adam: Fiona ti sei guardata il viso?"

"Fiona: beh...n..no perchè?"

"Adam: beh hai delle chiazze giallastre che fino a due mesi fa non c'erano per non parlare che la tua pelle sembra davvero liscia e lucida, non credo sia solo per l'età e ti sta venendo una leggera acne sul viso, inoltre quando stavamo camminando fuori ho notato che eri davvero stanca e affaticata per non parlare che continui a toccarti la fronte come se avessi un emicrania"

"Fiona: non capisco, davvero non capisco cosa stia dicendo"

"Adam: Fiona, non è tanto per impicciarmi dei fatti tuoi, ma so bene che tipo di problema hai, e so che non è tanto meno facile parlarne, immagino che lo sai solo te siccome non sei scema e avrai fatto di sicuro delle ricerche per capire cosa ti succede e vari test, no?"

"Fiona: i..io..."

"Adam: tranquilla sono uno psicologo ancora prima di esser professore, fa tutto parte del mio mestiere sentire rivelati certi segreti delle persone e mantenerli tali, tranquilla, sfogati pure, tanto gli altri in classe staranno facendo i cavoli loro e non gli interesserà quando torneremo"

Fiona prese fiato, era normale fosse indecisa se parlarne o meno, fino a quando trovato il coraggio e la coscienza per ammetterlo, disse mettendosi due mani sulla pancia:

"Fiona: s...sono incinta"

"Adam: lo sospettavo, essendo una ragazza immagino che di test per la gravidanza ne avrai fatto più di uno ed erano tutti positivi eh?"

"Fiona: sì"

"Adam: sai già chi potrebbe esser il padre?"

"Fiona: non le dirò mai chi è non ne ho motivo!" disse Fiona arrabbiandosi, ma io tenendo la calma presi un cigarillos, stavo per accenderlo ma poi mi ricordai che vicino a me c'era una donna incinta, così fui costretto a metterlo via e continuare senza il calmante:

"Adam: Fiona non mi interessa chi è, mi basta che tu sia sicura che sia lui e nessun altro"

"Fiona: sì è lui, è di sicuro lui"

"Adam: ok, non immaginavo mi sarebbe mai successo di aver un alunna incinta, mi hai colto alla sprovvista l'ammetto, se posso darti dei consigli è innanzitutto di farlo sapere al tuo ragazzo, fallo ora prima che sia troppo tardi, credimi! in secondo luogo devi dirlo ai tuoi genitori solo quando la situazione sarà ben chiarita col tuo ragazzo e lui sarà d'accordo a portare avanti tutto questo"

"Fiona: perchè?"

"Adam: semplicissimo, i genitori hanno un ruolo secondario nella tua gravidanza, senza il tuo partner ti sarà difficile psicologicamente andare avanti in questa gravidanza, quindi prima chiarisciti con lui, poi con i tuoi e lo stesso dovrà farlo lui con i suoi"

"Fiona: ok, ho capito"

"Adam: in secondo luogo, credo che tu lo debba fare anche perchè non ti sarà possibile venire a scuola giunta al quinto mese di gravidanza, sarebbe meglio tu stia a casa tranquilla e rilassata, ergo pure noi a scuola dobbiamo attrezzarci per farti studiare mentre sarai a casa, o con il numero totali di assenze rischieresti la bocciatura, ma ora passando al lato meno tecnico e quello concreto vorrei dirti un paio di cose: innanzitutto per la nausea, per diminuirla, mangia del limone, se devi mangiare mangia poco e a intervalli brevi, altrimenti la nausea a stomaco vuoto sarà peggiore, sta molto attenta ai cibi acidi fritti, ti consiglio degli yogurt, sono l'ideale per le donne in gravidanza, scrivi il diario della tua gravidanza parlando di ogni singolo giorno descrivendo i miglioramenti e se è successo qualcosa di spiacevole o se sei stata proprio malissimo; in secondo luogo sta attenta a non infortunarti, durante la gravidanza viene rilasciata dal corpo una proteina che ti aiuterà a preparare il corpo per l'espulsione del piccolo ma allo stesso tempo ti renderà molto debole e portata per gli infortuni, non credo di aver molti altri consigli per te, di sicuro devi andare da un medico il prima possibile"

"Fiona: certo prof lo farò"

"Adam: vieni torniamo in classe ormai sarà già quasi suonata"

Mentre stavamo camminando verso l'entrata della scuola sentii che Fiona con voce un po' fiappa disse:

"Fiona: grazie mille, prof"

"Adam: di niente è il mio lavoro" dissi sorridente.


Finita pure la giornata scolastica mi diressi al Bar da Rinos dove mi avrebbe aspettato un bel pranzo meritato; d'altronde, aver aiutato una mia studentessa in difficoltà, mi rendeva orgoglioso di me stesso.

Entrato nel bar salutai tutti in maniera abbastanza allegra ma notai che l'atmosfera non era delle migliori, difatti tutti erano in silenzio e si sentiva dietro la porta Eveline che era in lacrime e stava piangendo, non ero sicuro che lei si fosse accorta che noi tutti la stavamo sentendo; tra i presenti c'erano Kirk, Lars, Demetria e Layla, subito mi sedetti al mio solito posto e chiesi agli altri che silenziosi continuavano a fare quello che stavano facendo prima che entrassi:

"Adam: che le succede?"

"Layla: Eric è passato per di qua prima e l'ha chiamata a parlare in privato, poi è scappato via dal locale"

"Adam: quell'idiota" dissi mentre battei un pugno sul tavolo, notandolo subito sembrò che tutti si riaccesero dal letargo e Kirk chiese:

"Kirk: cosa? che a fatto Eric?"

"Lars: n...n..ne sai qualcosa?"

"Adam: quel deficiente di Eric ha paura di sposarsi e vuole rinunciare al matrimonio, si vede che sarà venuto a dirglielo, di persona, è proprio un cretino quello là"

"Kirk: beh posso capirlo, d'altronde ha già avuto una brutta esperienza da sposato"

"Demetria: ma guarda che ques..." io subito interrompendo Demetria, alzando la voce, in quanto ero incavolato nero, dissi:

"Adam: questo non giustifica il comportamento di Eric, accidenti, devi prenderti le tue responsabilità, o per lo meno esser onesto fin dall'inizio, ma è così stupido che non sta nemmeno capendo quanto Eveline sia cambiata per lui e con lui"

Appena queste parole riecheggiarono per la stanza, Eveline uscì in lacrime da dietro la porta della cucina e disse:

"Eveline: c...cosa ordini?"

"Adam: no non sono io che devo ordinare qualcosa, sei te che devi reagire e ordinare ad Eric di prendersi le sue responsabilità"

"Eveline: ma io non so cosa fare più di questo, ti prego Adam, mi devi aiutare, fallo ragionare"

"Adam: io ci ho già provato! credo che non l'abbia fatto?! tutto il lavoro lo deve fare lui da sé, io non posso fare più di quanto non abbia già fatto stamattina"

"Eveline: io ho paura che non ragioni"

"Adam: è questo il vero problema, la paura, lui ha paura di sposarsi per le sue precedenti esperienze, ma non può a quarant'anni e passa aver ancora paure del genere e comportarsi come un bambinone, cristo!"

Ci fu un attimo di silenzio fino a quando Eveline non chiese:

"Eveline: e io cosa devo fare?"

"Adam: aspettare, non puoi far altro...mi spiace".

Eveline se ne tornò in cucina, ma almeno sembrava che momentaneamente avesse smesso di piangere, così io capendo che forse era meglio pranzare a casa quel giorno dissi:

"Adam: beh, io me ne tornò a casa, mangerò qualcosa lì"

Però ad un certo punto quando stavo per uscire Lars disse:

"Lars: r...ragazzi, devo dirvi una c...co...cosa..."

Mi fermai alla porta e subito mi girai verso Lars che sembrava davvero serio, tutti noi eravamo curiosi di sapere cosa stava per dirci Lars.

"Kirk: hey, che c'è Lars?"

"Demetria: che ti succede?"

"Layla: perchè sei così serio?"

"Adam: Lars?"

Lars prese fiato e sospirò fino a quando non annunciò una cosa che non mi sarei mai aspettato

"Lars: io me ne vado da S..Selice"

La notizia ci scosse a tutti, era strano come Lars, il più giovane del gruppo avesse tutto ad un colpo avuto in mente questa idea del genere, e fu in quel momento che tutti noi cominciammo a domandargli "perchè?"

e lui rispose con molta serenità e calma, addirittura senza balbettare

"Lars: semplicemente, perchè Ronald mi ha insegnato abbastanza cose in punto di morte, e ne ho capite a sufficienza, devo andarmene da Selice, mi sono già iscritto all'università, scienze politiche, a Bologna, dopodomani ho l'esame d'ammissione, ho già un appartamento in affitto lì, voglio studiare, voglio realizzare i miei sogni veri!"

"Adam: ma...ma...come hai fatto a premetterti un università?"

"Lars: ho risparmiato molto negli ultimi tempi"

"Layla: ma perchè così distante, fino a Bologna!"

"Lars: è ovvio il p...p...perchè, la ritengo una delle migliori in Italia, qui a Udine non sembra pro...pr....promettente"

"Demetria: tornerai?"

"Lars: non lo ogni quanto, ma tornerò a farvi visita"

"Kirk: son contento per te, sai? ma quando parti?"

"Lars: oggi pomeriggio e verrò a d...d...darvi un ultimo sa...sa...sa...saluto! ve lo prometto"

Oggi era una giornata troppo strana per i miei gusti, ero stato travolto da troppe notizie e fatti sconcertanti, stavo per impazzire in quel luogo, così decisi di andare a casa, nel mentre che mi accendevo un cigarillos dissi a tutti:

"Adam: io...io ho robe da fare a casa, ci vediamo eh?"

Arrivato a casa, non avevo voglia di mangiare o di farmi il pranzo, decisi solo di buttarmi a letto per riposare, troppe cose stavano succedendo in quel giorno di Dicembre: la lettera, il matrimonio di Eric ed Eveline, Fiona incinta, Lars che se ne va, tutto ciò che mi circondava stava degenerando in un solo giorno, era troppo assurdo per me, avevo bisogno di riposare.

Buttata la testa sul cuscino presi sonno dopo qualche minuto, Railey quel giorno sarebbe arrivata a casa il pomeriggio siccome aveva consiglio di classe fino alle 16.30.

Mentre stavo dormendo, feci uno strano sogno, un sogno che però mi fu rivelatrice.

Mi ritrovai in un salotto molto ben arredato, molto lussuoso direi, ed ero seduto su una poltrona, alla mia destra c'era un focolare acceso, ed ero vestito come quando vado a scuola; alzai la testa e vidi che davanti a me c'era una poltrona che aveva una coperta che sembrava coprire qualcosa che si muoveva, subito avvicinai la mano per togliere la coperta ed ecco che una volta rimossa trovai davanti a me, una persona uguale a me, anzi, ero io, subito dissi con tono molto sorpreso:

"Adam: t...tu chi sei? anzi cosa sei?"

"???: io sono te, ma tranquillo è tutto un sogno, sono diciamo...potrei chiamarmi la tua coscienza se vogliamo, piacere" disse tendendomi la mano, sembrava troppo pacifico per esser il mio alter ego più interno o la mia coscienza e subito scostandomi la sua mano di torno dissi con tono agitato:

"Adam: tu cosa vuoi?"

"Adam 2: diciamo...che voglio aprirti gli occhi"

"Adam: e su cosa vorresti aprirmi gli occhi?"

L'altro Adam cominciò a ridere e disse con voce quasi maligna:

"Adam 2: voglio farti aprire gli occhi su Railey"

"Adam: lei cosa c'entra?"

"Adam 2: voglio parlarti della lettera che ha ricevuto oggi, e dirti che stai sbagliando a ignorare tutto questo e dire che per lei è meglio non accettare"

"Adam: ma che cavolo dici, è chiaro che per lei è meglio non accettare, ormai si è costruita un'altra vita, sta bene insieme a me!"

"Adam 2: dici? tu credi stia davvero bene con te dopo che per colpa della vostra relazione lei non ha potuto realizzare il suo sogno più grande?"

Mi stava lentamente mettendo con le spalle al muro, la mia poltrona cominciò a indietreggiare verso il muro, molto lentamente, e la sua avanzava sempre di più e sembrava non avessi modo nemmeno per scendere dalla poltrona, era chiaro, stavo avendo uno scontro con me stesso nel mio sogno, era tutto troppo assurdo per me.

"Adam 2: Come puoi tu dire se lei è veramente felice o meno quando il suo sogno è stato distrutto oggi? hai visto le lacrime e l'indecisione quando stava per buttare la lettera, le hai viste pure te, ma te ne sei fregato, Egocentrico che non sei altro, non te ne frega niente dei suoi sentimenti, ti basta averla vicino, sei un vero egoista, solo perchè l'hai persa anni fa e con quella lettera hai paura di perderla di nuovo, sei un ostacolo per lei"

La poltrona continuava a indietreggiare, subito decisi di rispondere alle sue accuse:

"Adam: no, non è vero, è chiaro fosse indecisa, so bene che è il suo sogno, ma so che è onesta perchè fin da quando ci siamo rincontrati ha subito cercato di risistemare la nostra relazione, se le sarebbe davvero importato di realizzare i suoi sogni avrebbe saputo quanto le avrebbe fatto male quando un giorno del genere sarebbe arrivato!"

"Adam 2: stupido! lei ormai si era dimenticata totalmente di quel lavoro e di quella lettera"

"Adam: appunto, ha cambiato i suoi sogni, ormai il suo sogno è di stare con me e vivere insieme felici come una coppia!"

La mia poltrona stava cominciando ad avanzare e la sua stava lentamente indietreggiando, stavo recuperando terreno.

"Adam 2: come fai ad esserne così sicuro?"

"Adam: ci amiamo, semplice!"

"Adam 2: tu non hai capito niente di lei, non è affatto cambiata da anni fa, reprime ancora le sue emozioni per paura e te nemmeno te ne accorgi, anzi la stai solo aiutando nel suo gioco il vero stupido sei te, lei si sta ferendo da sola e tu da bravo marito cosa fai? prendi il pugnale con la quale si infilza e le dai una mano a infilzarselo solo perchè ti fa comodo"

"Adam: ma che diavolo farfugli?"

La sua poltrona cominciò a tornare in avanti e io stavo indietreggiando di nuovo verso il muro che si faceva sempre più vicino.

"Adam 2: sto dicendo che devi darle una mano a togliersi il pugnale, farla tornare in qua e fare in modo che se ne vada a Milano per lavoro, quello è il suo vero sogno e il suo vero destino"

"Adam: ognuno si costruisce il suo destino ed è libero di farlo come vuole, no?"

"Adam 2: vero, ma te sei veramente in grado di sapere cosa è meglio per lei? sei in grado di dirlo dopo che l'hai tenuta lontano per un mese e ti sei riavvicinato a lei solo per pietà durante l'incidente? dopo che è stata lei con la sua mano in quell'ambulanza a farti capire che tu stavi sbagliando? vedi, lei con quella mano ha sbagliato, esattamente come te stai facendo ora con lei, la verità finale in poche parole? Stai distruggendo il futuro di Railey solo perchè sei un egoista che vuole tutto per sé e non riesci nemmeno a dare ciò che vuole a Railey, non ci tieni a lei per davvero!"

Ormai la poltrona stava per toccare il muro, sentii un tonfo, credevo fosse il muro, credevo di aver perso contro me stesso, contro la mia coscienza, ma girandomi vidi che non avevo ancora toccato il muro; guardai dietro la poltrona e vidi che c'era Ronald che stava tenendo la poltrona e mi stava spingendo in avanti

"Ronald: che fai? gli dai ascolto? stupido! ricordati cosa ti ho detto in ospedale, devi vivere felice con Railey, anche se infrangerai un suo sogno lei ti ama, alla fine con l'amore si supera ogni cosa, non fare di nuovo l'errore di ascoltare l'Etica, lascia perder l'Etica una buona volta e ascolta il tuo vero te stesso con quello fasullo contro la quale combatti!"

"Adam: Ronald? Hai ragione!"

La mia poltrona ricominciò ad avanzare, ma più velocemente di prima, sentivo che ora avrei vinto

"Adam: anche se tu sei me stesso, non saresti tu quello che dopo soffrirà per l'addio, sarei l'unico a versare lacrime per Railey, io so cosa è meglio per lei, perchè anche lei sa cosa è realmente meglio per lei e me lo fa capire sempre! te sei l'Etica, io sono l'Egocentrismo? no, io sono la Ragione del mio essere, te non sei in grado di capire cosa provo realmente per Railey, si è vero la amo e so quanto le fa male non poter accettare quel lavoro, ma il destino si cambia e ormai la strada è a senso unico quella che io e lei abbiamo preso, questa strada la stiamo decorando con fiori a destra e a sinistra, si sta riempendo di speranze reali, nessuno abbandonerebbe a meta ciò che sta facendo solo per tornare indietro e prendere una strada che ha pensato di prendere, se Railey piangerà allora sarò il suo fazzoletto, se Railey sorriderà sarò la luce che si rifletterà ne sul sorriso, se Railey annegherà sarò il salvagente che la salverà, se Railey morirà sarò il suo cuore per farla tornare in vita e tutto questo perchè la strada l'abbiamo presa insieme e lei è d'accordo"

La poltrona dell'altro me stava per toccare il muro quando disse:

"Adam 2: dimmi...se lei cambiasse strada, la seguiresti?"

"Adam: che?"

"Adam 2: se lei andasse a Milano e accettasse il lavoro te andresti a Milano abbandonando tutto ciò che hai costruito intorno a te a Selice, gli amici, i tuoi alunni, abbandoneresti tutto solo per seguire una donna, ne avresti davvero il coraggio te che hai voltato le spalle a tutti negli ultimi vent'anni? te che sei abitudinario come nessun altro, te che con il tuo fare malinconico e romantico hai appena rovinato la vita a Railey per sempre impedendola la realizzazione del suo sogno?"

Ronald continuava a spingere la poltrona e io non sapevo cosa rispondere, così non mi restò che esser onesto con me stesso e dissi:

"Adam: No..."

A quel punto come un missile la mia poltrona fu scaraventata contro il muro che ormai era distante, ma non lo toccai ancora del tutto, mancava davvero poco e sembrava che Ronald non voleva cedere a darmi una mano.

"Adam 2: e sai un'altra cosa caro Adam? te non l'hai nemmeno perdonata per davvero per quel giorno in tribunale vent'anni fa, hai solo finto per amore, esatto, appena hai rivisto i capelli arancioni di Railey, sin dal primo momento in realtà ti eri innamorato una seconda volta e sei diventato cieco, diventando meno obiettivo e prendendo ciò che tu chiami Ragione e sei diventato uno sporco bastardo che come una sanguisuga hai succhiato tutto ciò che Railey aveva per saziare l'amore che ti mancava, sei stato dominato dall'Ipocrisia e dall'Egocentrismo, questa è la verità, sei stato falso fin da quando hai fatto pace e non sei nemmeno in grado di ammetterlo ora con te stesso, sei una vergogna"

"Ronald: che diavolo sta dicendo? non ascoltarlo, i tuoi sentimenti son veri, lo vuoi capire? Sei cambiato veramente, ti sei innamorato ma hai fatto tutto con coscienziosità non sei stato ipocrita"

"Adam: no...ha ragione lui...sono stato per davvero ipocrita...non ho ancora per davvero perdonato Railey..."

"Ronald: no..."

"Adam 2: ma ormai è troppo tardi, ora smettila di giocherellare con la tua mente e fa ciò che devi fare"

All'improvviso la poltrona si schianto con violenza contro il muro, Ronald scomparì e io caddi dalla poltrona svenuto, ma prima di risvegliarmi sentii la mia voce più interna che disse:

"Adam 2: hai perso, ora fallo prima di fare altri errori, mi fai davvero schifo..."


A quel punto mi alzai, quel sogno mi aveva aperto gli occhi e capii quanto in realtà c'è stato poco di buono in tutto quello che ho fatto con Railey, era vero, il mio alter ego aveva ragione, e dovevo fare ciò che era giusto, così presi la lettera che Railey aveva gettato e aprendola vidi che il foglio era bagnato alla base, c'erano due chiazze d'acqua, sembravano lacrime.

Nello stesso momento Railey entrò dalla porta e mi disse tutta allegra

"Railey: ciao amore, com'è andata oggi?"

Io non risposi, misi la lettera sul tavolo e le dissi:

"Adam: dobbiamo parlare noi due"

Railey non sembrava aver capito cosa stava per succedere e disse molto tranquillamente:

"Railey: ok aspetta che mi cambio"

"Adam: no! non ti cambiare, ascoltami ora!" dissi con tono davvero scorbutico e rabbioso

Railey si fece taciturna e mi fissava fino a quando non incominciai a parlare.

"Adam: io ti lascio, non voglio continuare questa relazione, vattene da questa casa e subito!" dissi urlando a gran voce e con occhi colmi di rabbia e subito Railey disse:

"Railey: c...che cosa?"

"Adam: semplice, hai tempo fino a stasera per portare via tutto da questa casa, far le valigie e andatene di qui, non ti voglio più rivedere!"

"Railey: ma che stai dicendo?"

"Adam: Ho detto che è finita, smettila, vattene, fa i bagagli, allora? falli!"

"Railey: ma che ti è successo..."

"Adam: ho solo capito che non ti amo, non ti ho mai amato, ho solo finto per pietà quando eri in ospedale, ho solo cercato di ricostruire qualcosa che ormai era già rotto tra di noi da ormai troppi anni per esser ricostruito, la verità è che non ti ho mai perdonata per quel giorno in tribunale, non so perchè abbia detto che ti perdonavo, che idiota che sono stato, solo al pensiero di ricostruire qualcosa tra di noi, son stato un vero idiota"

"Railey: capisco..."

Stavo per uscire in modo tale da darle il tempo di fare le valigie quando mi avvicinai a lei con in mano la lettera e le dissi:

"Adam: fammi un solo favore prima di andartene dalla mia vita, vai a Milano accetta questo lavoro, ti scongiuro fallo per me e per te!"

"Railey: sì..." disse con un volto davvero cupo e rattristato come non mai.

Stavo per andarmene quando lei mi prese per dietro il collo e voleva baciarmi ma io girando la testa a lato per non avvicinare le mie labbra alle sue dissi:

"Adam: no"

"Railey: hai ragione, meglio di no, scusa era inopportuno"

Ero sull'uscio della porta, avevo in tasca portafoglio, chiavi e il cellulare quando Railey disse:

"Railey: Adam..."

"Adam: sì?"

"Railey: grazie...per tutto il tempo che abbiamo passato insieme..."

"Adam: grazie anche a te, mi hai reso una persona nuova...ma a quanto pare questa nuova persona non fa per me"

Stavo per chiudere la porta quando lei mi chiese un'ultima cosa:

"Railey: aspetta...dimmi una cosa..."

Subito mi girai verso di lei e aspettai di sapere la domanda fino a quando con le lacrime agli occhi lei mi chiese:

"Railey: cosa ti ha detto realmente Ronald quella sera, sì onesto!"

"Adam: beh...mi aveva detto che dovevo vivere felice con te una volta per tutte e tenerti sempre vicino"

"Railey: e allora che stai facendo ora?!"

"Adam: La cosa giusta, Ronald si sbagliava a quanto pare"

A quel punto chiusi la porta, ma mentre camminavo per il corridoio sentii riecheggiare gli urli e le lacrime di Railey, e fu a quel punto che io accasciandomi vicino all'ascensore scoppiai in lacrime pure io, sapevo che tutto questo mi avrebbe fatto male, ma non avrei mai immaginato di sentire di nuovo le lacrime scendere dall'occhio e il dolore all'interno del mio corpo tornarmi dopo 20 anni, l'ultima volta che piansi per amore fu quando mi trascinarono in prigione e io dovetti dire addio all'amore della mia vita, ma a quanto pare non avevo ancora pianto abbastanza per la mia Railey, ed è così che mentre mi stavo dirigendo verso il Rinos per consolarmi bagnavo le mie scarpe con le lacrime mentre ero disteso per terra vicino a quel freddo ascensore che era l'unica cosa vicina a me in quel momento.

Arrivato al Rinos l'atmosfera era di adii pure la infatti, Lars era già pronto per partire quando io entrai.

Appena tutti mi videro con gli occhi rossi subito pensarono che fosse per Lars e così ne approfittai per non far venire dubbi a nessuno e dissi ridendo:

"Adam: se devo esser onesto mi mancherai Lars" conclusi tornando a ridere in modo tale da coprire i miei occhi che precedentemente avevano pianto tanto quanto una cascata.

Lars se ne uscì e io decisi di seguirlo in ultima per dirgli una cosa che ora mi sembrava il caso di dire.

"Adam: Lars, aspetta!"

"Lars: sì Adam?"

"Adam: sai perchè ti ho sempre odiato?"

"Lars: no..."

"Adam: beh perchè sei giovane e stavi distruggendo il tuo futuro, inoltre mi hai pure fregato il giornale che stavo per prendere il giorno che ci incontrammo...ma ora stai realizzando il tuo futuro come si deve, costruisciti un vero futuro, vai a studiare e diventa ciò che vuoi essere nella tua vita e non farti fermare da nessuno, combatti anche contro te stesso se sarà necessario, come ho fatto io"

Lars mi venne incontro e mi abbracciò, io ricambiai per una volta tanto, il biondo mi disse:

"Lars: grazie Adam, grazie davvero! sei un vero amico per me!"

"Adam: sei giovane ne avrai ancora a miliardi di amici veri...ora vai o perdi il treno ci rivedremo, se torni a Selice passa pure per casa mia, ok?"

"Lars: s..sì"

Stavo per tornare al bar quando mi venne in mente di dire un ultima cosa a Lars:

"Adam: e quando tornerai, non voglio più sentirti balbettare nemmeno uno sciogli lingua, chiaro?"

Quella giornata era davvero stata pesante per me, rientrato al bar tutti notarono le mie lacrime di prima e ovviamente chiesero spiegazioni siccome avevano intuito che non erano per Lars.

Per farvela breve fui costretto a vuotare il sacco su Railey, quel giorno c'erano tutti, persino Paul che non si faceva vedere da molto tempo per via di Demetria, ovviamente tutti mi urlarono contro e mi chiesero spiegazioni, io diedi spiegazioni e riuscii a difendermi dalle accuse grazie alla Ragione dell'Etica.


Tornato a casa ormai era sera tardi, tutte le cose di Railey erano sparite, lasciando un grande buco in casa oltre che dentro di me.

Mi preparai la cena condendo una minestra con altre lacrime per poi concludere la serata andando a letto presto, tornando su un letto con le lenzuola sporche e un solo cuscino, ma per quella notte decisi di usare quello di Railey per sentire ancora il suo profumo.


Il giorno dopo andare a scuola mi sembrò davvero strano senza Railey, soprattutto perchè seppi che era stata assente, solo più tardi scoprii che si era già licenziata quella mattina e che fino a quando non avrebbe sistemato tutto per andare a Milano stava da sua madre per un breve periodo di tempo, pranzai a casa perchè non volevo farmi vedere da quelli del Rinos, e il pomeriggio feci la spesa da Gaetano che quando mi vide chiese:

"Gaetano: signor. Navarre, che le succede?"

"Adam: niente, Gaetano, ci vediamo la prossima settimana, arrivederci"

Gaetano subito disse a Robert

"Gaetano: certo che oggi era strano, no Robert?"

"Robert: quella era la faccia di un cuore infranto Gaetano"

"Gaetano: capisco..."

Mentre ero per strada incontrai pure Gerrinton che a testa bassa senza fermarsi mentre fumava un cigarillos disse:

"Gerrinton: mi spiace..."

"Adam: succede figliolo...succede"

A quanto pare la notizia si era sparsa davvero in fretta pure a scuola, tutti sapevano che Railey se n'era andata dopo che io l'avevo mollata, e alcuni professori si accanirono pure contro di me per questo motivo, ma tutto ciò non sarebbe ancora successo, oggi era solo il giorno dopo l'addio.

Ormai il solo stava tramontando e io decisi di fare un salto al Rinos per sconsolarmi fumandomi qualche cigarillos e bevendomi un caffè.

Nessuno mi parlava, soprattutto perchè la mia faccia era in stato pietoso come non mai , quindi non avevano proprio coraggio e ne sapevano cosa dirmi.

"Paul: beh io ora devo andare, ci vediamo Eveline"

Poi Paul mi si avvicinò, mi mise una mano sulla spalla e mi sorrise, non ne capii mai il motivo, ma tutto questo mi diede davvero fastidio e dissi:

"Adam: non dire una parola..."

A quel punto pure io uscii insieme a Paul, solo che mentre lui se ne tornò a casa io mi misi per terra sotto la tettoia del Rinos, a fumare in santa pace senza gli sguardi strani degli altri.

Quello era lo stesso punto dove due giorni dopo io e Railey ci chiarimmo e poco più in là in quella strada che avevo di fronte ci baciammo dopo molti anni.

Tutto ciò mi rendeva troppo triste e presi un altro cigarillos, ma mentre me lo accendevo con un fiammifero venne fuori Layla che mi chiese:

"Layla: posso?" indicando per terra, voleva sedersi vicino a me e io in tutta risposta dissi:

"Adam: è un po' sporco ma siediti pure se ti va"

Layla ed io restammo in silenzi per un po' fino a quando lei per prima dopo essersi schiarita la voce con un colpo di tosse mi chiese:

"Layla: come ti senti oggi?"

"Adam: male, come ieri e come domani, fino a chissà quando"

"Layla: beh sai cosa ho pensato io appena ho sentito dire che tra te e Railey era finita?"

"Adam: no..."

"Layla: che forse questo è il tuo nuovo inizio gettare il passato e smetterla di legarsi sempre a quello"

"Adam: che vuoi dire"

"Layla: guarda al futuro"

Ci fu un breve silenzio fino a quando lei mi prese per dietro il collo e mi bacio con un immensa passione, era un bacio diverso da quello che io e Railey ci scambiavamo sempre, diverso dal nostro primo bacio, questo era così caldo, sincero, e quasi meno forzato oserei dire.

Non so perchè ma mentre baciavo Layla, nemmeno per un secondo mi venne in mente di respingerla, fino a quando lei sciogliendo il bacio disse:

"Layla: guarda al futuro Adam, ma guardiamo insieme"

Detta questa frase Layla se ne andò verso casa lasciandomi solo a pensare.

"Adam: in un anno sono successe troppe...e se c'è una cosa che ho imparato è che le donne sono più complicate del previsto" poi guardando il cigarillos che avevo in mano dissi:


"Adam: Forse sei persino meglio tu di una donna, sei silenzioso, mi rilassi, ho avuto una relazione più lunga con te che con una donna, hai un buon odore, un buon sapore, mi aiuti a calmarmi e...beh te di sicuro non ti comporti in maniera bizzarra, perciò...grazie"


Sapete, navigare nel mare è un po' come la vita, non puoi saper cosa incontrerà la tua barca sulla quale viaggi; ci sono sassi, mulinelli, cascate, tronchi d'albero, ripide e molto altro; ma la cosa spiacevole è quando le incontri tutte quante insieme in una sola volta, e devi usare tutta la tua abilità da rematore per schivare ogni ostacolo, esattamente quello che io con successo ho compiuto oggi, salvando la mia vita da un nuovo crollo...o almeno è quello che ho cercato di fare.






|--------------------------------------------|

"Note Finali dell'Autore: Bene, eccoci arrivati al finale tanto atteso! 

Per queste ultime note d'autore voglio dire due cose, innanzitutto, i ringraziamenti che devo dare ai:

Rencesitori, Lettori, Sostenitori e Aiutanti della quale non faccio troppi nomi perchè siete...TROPPI! compresi interni di Efp ed Esterni (scusatemi)  

Vi annunciò che la creazione della seconda seria ora è ufficiale visto che vi ho lasciati con troppe domande: Come finirà tra Paul e Demetria? Si sposeranno Eveline ed Eric? Come andrà avanti la gravidanza di Narciso ovvero Fiona?  Il destino di Lars all'università qual'è? e tornerà a Selice prima o poi? Come andrà tra Layla e Adam? Tutto questo avrà risposta solo nella seconda Serie, ne prima ne dopo

Come secondo regalo voglio spoilerarvi senza pudore tutti i finali che ho ideato per Adam!

1) Adam riceve la lettera da un istituto di psicoterapia di Milano e sarà lui ad andarsene nonostante le mille pressioni fatte dagli amici per non farlo andare via e Layla non avrebbe mai baciato Adam; invece Railey ed Adam si sarebbero dati un addio mentre il treno era in partenza per Milano

2) Adam e Railey si sposano dopo mille indecisioni, ma nella prima serie si conclude con il matrimonio e nella seconda si sarebbe parlato di La Vita in Famiglia Secondo Adam Navarro

3) In realtà si scopriva che tutto ciò che era successo, era avvenuto nell'immaginario di Adam che sentendo la voce di una donna alle macchinette nel primo capitolo l'aveva scambiata per Railey, ma in realtà non era lei e lui si era immaginato solo cosa sarebbe successo ora che lui credeva che lei sarebbe tornata a Selice, invece la seconda serie avrebbe parlato di come sarebbero andate le cose della prima serie senza Railey

4) Un finale simile al terzo solo che  si scopre che dal capitolo 5 quando Adam è andato in ospedale, tutto ciò che era successo poi era un sogno e che in realtà Railey era morta durante l'operazione

5) Adam si ritrovava nell'ultimo episodio che tutte le ragazze del Rinos si erano innamorate di lui per vari avvenimenti dal capitolo 13 in poi

6) Solo alla fine Railey ed Adam avrebbero fatto pace e sarebbero ritornati amici e nella seconda serie si sarebbero messi insieme, ma nella prima avrebbero frequentato vari partner (questo in realtà è il primo che ho pensato) ma il punto era fare una storia da due punti di vista quello di Railey e quello di Adam

7) Si scopriva che Railey era incinta e che Adam era indeciso se restare con lei e portare avanti la gravidanza o scappare addirittura da Selice perchè temeva il futuro

8) Adam veniva citato in tribunale sotto l'inganno di una studentessa che era cugina di Freddy, veniva citato in tribunale per pedofilia, ma non sapevo come tirarlo avanti un finale del genere e come far accadere tutto, inoltre non avevo idee di come farlo cadere nella pedofilia nemmeno con che inganno, ma il tutto si sarebbe concluso con lui che ritornava in carcere dopo 20 anni di libertà

9 e ultimo) Si scopriva che Adam in realtà soffriva di allucinazioni e che per tutto il tempo non aveva mai visto realmente Railey e il tutto si conclude con lui che finisce in un istituto psichiatrico, ma...non avrebbe retto come trama visto dov'ero già arrivato, avrei dovuto riscrivere mezzo racconto quindi l'ho cestinato due minuti dopo averlo ideato.

Questo è tutto gente, spero che attenderete con pazienza la seconda serie di Adam che uscirà verso Natale circa, spero proprio PER NATALE! ma tranquilli che voi che amate il personaggio sto già pensando a fare una raccolta di racconti one-shot dove Adam col suo cinismo incazzoso parlare di cosa ne pensa lui riguardo qualcosa, racconto che chiamerò: Secondo Adam Navarro e ogni capitolo sarà del tipo: "Le Poste Secondo Adam Navarro" "Le Religioni Secondo Adam Navarro" ecc...

Ancora grazie a tutti e spero che il finale non vi abbia messo TROPPA tristezza, perchè a me un casino, non solo per come è finito ma perchè è finito, mi son divertito un casino a scrivere "La Vita Secondo Adam Navarro" e spero voi abbiate amato leggerlo.

Spero che un giorno diventi un telefilm XD.




|-----------------------------------------|

Copia incollate questo Link in alto per proseguire nel mondo di Adam e leggere il seguito del primo racconto: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=871711&i=1

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=723374