Non innamorarti di me

di JennyChibiChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto iniziò quando... ***
Capitolo 2: *** Familiare ***



Capitolo 1
*** Tutto iniziò quando... ***


 

 

Tutto iniziò quando...

Le urla si diffusero per la casa destandola dal sonno.Continuarono a infastidirla entrando prepotentemente nelle sue orecchie.Tirò le coperte fin sopra la testa ma le urla la raggiunsero sempre più forti.Così,seccata e incuriosita scese dal letto e si stropicciò gli occhi ancora assonnati.A piccoli passi raggiunse la porta della sua stanza.A stento riconobbe le voci dei suoi genitori che sembravano urlare di dolore.Udì anche lo schiocco di una frusta e una risata,a lei, sconosciuta.Si alzò in punta di piedi per raggiungere la maniglia e le sue piccole manine l'afferrarono.Se le guardò stranita accorgendosi che tremavano.Che le prendeva?Perchè non riusciva ad aprire quella porta?Il corpo sembra continuare a non ubbidirle.

- Stupidi umani!Davvero credevate di potermi fregare? - disse una voce sconosciuta.

E le urla dei suoi genitori aumentarono,e aumentarono sempre di più,finchè ad un tratto cessarono.Riusciva a sentire solo gli schiocchi della frusta e quella risata sconosciuta che le faceva venire i brividi.Facendosi coraggio,abbassò la maniglia e lentamente aprì la porta.Rimase scioccata davanti alla scena che le si presentava.Gli occhi castani si spalancarono e le lacrime cominciarono a rigarle le pallide guance.Aprì la bocca ma non riuscì ad emettere alcun suono.Sul pavimento del salone,i corpi senza vita dei suoi genitori giacevano in una pozzanghera di sangue con uno sguardo terrorizzato. Erano ricoperti da molte,forse troppe,ferite.Il volto di suo padre era deformato,tanto che quasi non lo riconobbe.Sopra di loro,un uomo,quello che doveva essere un uomo,dalla pelle bianchissima,dai lunghi capelli pece,dagli occhi rossi come il sangue che gli ricopriva mani e vestiti e un'aspetto che le ricordava tanto quello dei serpenti,li guardava con divertimento e soddisfazione.In mano stringeva una frusta che continuava a colpire quei corpi ormai privi di vita.Le sue labbra si piegarono in un ghigno.Da esse sporgevano due canini,più lunghi e appuntiti di quelli di un normale essere umano.Non negava che quell'uomo le incutesse paura ma non negava nemmeno che l'attraesse.Lui si voltò e quando la notò i suoi occhi si illuminarono pericolosamente.Passò la lingua,a parer suo viscida,tra le labbra violacee e le si avvicinò.Più lui si avvicinava più lei indietreggiava.Lo guardò con attenzione.Quell'uomo non prometteva nulla di buono.Voleva fuggire ma le vie di fuga erano tutte bloccate e aveva paura,tanta paura.Chiuse gli occhi quando la schiena sbattè contrò la fredda parete e aspettò che la sua fine giungesse ma non fu così.Udì solo un tonfo e un ringhio che,sapeva,non apparteneva all'assassino.Aprì gli occhi sconcertata vedendo un'altro uomo dai lunghi capelli castani e da occhi bianchissimi combattere contrò il suo assassino.I due combattevano ferocemente senza pietà davanti a lei.Il suo salvatore riuscì a mettere in fuga l'assassino ma era piuttosto malconcio.Nonostante tutto non sembrava sofferente e le ferite sembravano rimarginarsi.Lui se si inginocchiò davanti e ne rimase come incantata.

- Tutto bene? - le chiese con un sorriso.

Lei annuì ma subitò abbassò il capo ricordandosi dei suoi genitori ormai morti e le lacrime ricominciarono a uscire.

- Ma mia madre e mio padre... -

Lui sospirò e le accarezzò il capo dolcemente.

- Mi dispiace molto.Sei ancora così piccola... - sussurrò amareggiato. - Come ti chiami? -

Lo guardò incerta ma poi decise di fidarsi.

- Tenten. -

- Io invece mi chiamo Hizashi e,per quanto assurdo possa essere,sono un vampiro come l'uomo di prima.Sono sicurò che verrà di nuovo qui per ucciderti.Per questo vorrei che tu te ne vada da qui.E' troppo pericoloso. -

Tenten lo guardò stupita dalla rivelazione ma non ebbe paura di lui,anzi la tranquillizzava.

- Hizashi_sama ma io non so dove andare. -

Lui allora le porse la mano che prontamente fu afferrata.

- Ti aiuterò io. -

Detto questo la prese in braccio e sparirono in un istante per poi riapparire qualche minuto dopo in un posto differente.Lei aprì gli occhi,che aveva chiuso,pian piano.

- Do-dove siamo? - domandò lei non riconoscendo il posto.

- A Osaka. -

- O-Osaka? - esclamò. - Ma io abito a Tokyo!!E' lontanissimo,come hai fatto? -

Lui rise notando il suo stupore.

- Sono un vampiro molto veloce,Ten_chan. -

- Oh. -

Con delicatezza la fece scendere dalle sue braccia e lei si guardò intorno.

- Vieni. - le ordinò e ubbidiente lo seguì.

Dopo un pò si fermò di scatto e lei andò a sbattere contro le sue gambe così si massaggiò il voltò dolorante.Quando lo alzò incrociò lo sguardo di Hizashi che le si era parato davanti.

- Qui sarai al sicuro.Ti insegneranno come proteggerti da quelli come noi. - le disse mostrandole l'edificio dietro di lui.

Era un normale palazzo,almeno così a lei sembrava.Non capì come sarebbe potuta essere al sicuro in quel posto.

- Hizashi_sama,è un palazzo uguale agli altri!Come faccio a proteggermi qui? - domandò la piccola. - E poi...voglio venire con te,non voglio restare di nuovo sola.Mamma e papà sono morti e io...io non sò che fare!Ti prego non lasciarmi da sola anche tu! -

Tenten afferrò un lembo della sua maglia e lo guardò con occhi imploranti.Lui sospirò e scosse la testa.

- Mi spiace Ten_chan,puoi restare con me per un pò di tempo ma dopo dovrai tornare qui.E' per il tuo bene.Imparerai a combattere contro quelli come me e Orochimaru,quell'altro vampiro,imparerai a proteggerti da sola,diventerai una cacciatrice di vampiri. -

- Una ca-cacciatrice di v-vampiri? -

- Si. -

- Io non voglio ucciderti. - ribattè mordendosi il labbro.

- Non me Ten_chan,ma i vampiri "cattivi",quelli come il vampiro che ha ucciso i tuoi genitori. -

- Ah.P-Però non voglio diventarlo adesso.Quindi posso rimanere un pò con te? -

- Si Ten_chan,ma poi ritornerai qui,ok? -

Lei annuì sorridente e lo seguì non accorgendosi però dei suoi occhi fattisi tristi.

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Capitolo 2
*** Familiare ***


 

Familiare

Driin!!!

Una mano fuoriuscì dalle coperte e raggiunse la sveglia, che fu scaraventata molto "gentilmente" contro il muro. Ma ciò non bastò, perchè rimase, miracolosamente, intatta e continuava ad emettere quel fastidioso suono costringendola così, ad alzarsi controvoglia dal letto. Si passò una mano sul volto per poi porre fine a quell'aggeggio infernale e farsi una bella doccia calda per svegliarsi completamente. Non che non le piacesse svegliarsi presto, anzi. Ma ultimamente alzarsi tardi cominciava a non dispiacerle. La stanchezza si faceva sentire prepotente. Quei "cosi" al servizio di Orochimaru non le davano tregua. Non facevano che aumentare e aumentare, di numero e, soprattutto, di potenza. E ciò non preannunciava nulla di buono. Affatto. Appoggiò entrambe le mani sul lavandino e diede uno sguardo allo specchio davanti a sè. Il suo aspetto era pessimo. Era ridotta peggio di Orochimaru, il che era davvero preoccupante. I lunghi capelli castano scuro, solitamente legati in due graziosi chignon, erano tutti scompigliati, due occhiaie, abbastanza visibili, le solcavano gli occhi spenti del medesimo colore e le labbra, piegate in una smorfia, erano secche e pallide, quasi come il volto. Sbuffò seccata e, dopo essersi tolta i vestiti, entrò nella doccia. L'acqua scivolò per il corpo distogliendola dai continui pensieri che affollavano la sua mente. Si rilassò. Perse la concezione del tempo che sembrava scorrere lento. I minuti divennero secondi. E in quei secondi godeva nel sentire l'acqua scorrere sulla sua pelle. Sorrise. Nulla importava. Nè il posto nè la temperatura. In qualche modo l'acqua era l'unica cosa che riusciva a calmarla, a rilassarla. L'adorava sin da bambina. Ricordava che in passato, Hizashi_sama e il suo migliore amico la portavano spesso al mare, ogni giorno, o meglio ogni sera visto che, nonostante il sole non facesse loro niente, non riuscivano a sopportarlo comunque. Almeno quello se lo ricordava. Da quando erano morti, i suoi ricordi diventavano via via sempre più confusi fino a scomparire del tutto. Andando avanti così avrebbe dimenticato tutto il suo passato. Nella sua mente qualche frammento ne era rimasto mentre molti altri erano scomparsi. Aveva dimenticato come erano morti i suoi genitori, il volto di Hizashi_sama e, perfino, quello del suo migliore amico,di cui neanche il nome riusciva a rammentare. Molti dei momenti passati insieme si erano dissolti lasciandone così pochi... e la notte, la notte gli incubi la assalivano. Un incubo che si ripeteva ogni notte.Voci confuse che gridavano contro di lei, che gridavano vendetta, che gridavano di dolore e amarezza, persone a lei sconosciute che la circondavano, il suo vestito bianco, il suo volto e le sue mani piccole imbrattate di sangue, sangue non suo, e lei... ritrovatasi nel corpo di bambina, urlava. Urlava nella vana speranza di riuscire a svegliarsi. E dopo quelle che sembravano ore, si svegliava nel cuore della notte mandida di sudore e gli occhi spalancati dal terrore. Sospirando, si appoggiò con la schiena sul freddo marmo della doccia scacciando quei pensieri dalla testa. Attimi più sentì il cellulare squillare. Era quasi sicuramente quella pazza della sua collega, o meglio, della sua migliore amica. Come lo sapeva? Ogni santa mattina la chiamava alla stessa ora come un orologio svizzero per sapere come stava o se la missione era andata bene o per altri motivi. Infatti quando rispose sentì la sua voce, con un tono più strano del solito, sbraitarle contro.

- Tenten, come mai ci hai messo tanto a rispondere!? -

- Ciao Sakura! Oh, non ti preoccupare. Sto bene tu? E comunque, stavo facendo la doccia. - ribattè ironica.

La sentì sbuffare dall'altra parte e lanciarle chissà quali maledizioni.

- Fa poco la spiritosa. Oggi non sono dell'umore, guarda. -

- Come mai? Ti sei alzata dalla parte sbagliata del letto? -

- Fosse quello! E' per i nuovi studenti.Ho pensato a loro per tutta la notte. Hanno qualcosa diverso da noi, Ten! Inoltre, non sono riuscita a dormire per niente ed ora mi ritrovo con due occhiaie enormi e l'aspetto di uno zombie. -

" Parla lei. Guarda me, che sono ridotta di certo molto peggio. E poi, mica è lei che, ieri sera, ha dovuto ammazzare i vampiri, sempre se vampiri si possono definire, intenti nel succhiarmi tutto il sangue presente nel corpo fino all'ultima goccia. " pensò Tenten facendo finta di ascoltare il lungo ed estrenuante sfogo dell'amica.

- Parlando di altro. Ieri non sei venuta. Mi hanno detto che eri già in missione. Hanno cominciato ad uscire anche di giorno? - le domandò Sakura.

- Si. E non solo quello. Sembra che siano diventati anche più potenti e veloci, quasi, alla pari di un vampiro dal sangue blu. -

- Cosa? Allora dobbiamo fermarlo prima che la cosa degeneri. Oh. Senti Ten, potresti aprire la porta così ne parliamo faccia a faccia? -

- Come? Aprire la porta? -

Tolse il cellulare dall'orecchio e lo fissò. Come sarebbe a dire " aprire la porta"?

" Io la capisco sempre meno quella ragazza, ma facciamo come dice."

Scese nel salone e aprì la porta. Dopo aver fissato Sakura con la bocca aperta, ridusse gli occhi a due fessure. Ma lei fece finta di niente ed entrò tutta serena. Tenten sbattè la porta facendo quasi tremare i mobili del salone.

- Tu eri qua fuori e mi hai chiamato al cellulare facendomi spendere soldi inutilmente? -

- Su,su. Quanto la fai lunga! Tanto puoi sempre ricaricarlo, no? -

Ad un tratto, Tenten fu tentata di prendere la fune appoggiata sul comò per avvolgerla attorno al suo delicato collo e strozzarla ma si trattenne, altrimenti chi l'avrebbe sentito Lee. Non aveva voglia di sorbirsi, per l'ennesima volta, le sue lamentele. Per carità, gli voleva bene, ma certe volte avrebbe strozzato volentieri anche lui. Sospirò e si accorse che, al contrario di ciò che l'amica aveva detto, sembrava stare magnificamente. Sakura Haruno era perfettamente in forma. I corti capelli rosa erano ben pettinati, gli occhi smeraldini erano marcati da un filo di matita nera, il volto roseo era pulito e senza la minima traccia dell'insonnia della scorsa sera, sulle labbra aveva passato del lucidalabbra e le occhiaie... Ma quali occhiaie! Erano presso che inesistenti. Altro che zombie. Era fresca, fresca. Sembrava quasi essere uscita da una bella vacanza!

- E tu dovresti assomigliare a uno zombie? - le domandò stupita.

- Un attimo fa, si. Adesso, con il trucco, no. Fà miracoli sai? - si giustificò alzando le spalle. - Comunque ti consiglio di sbrigarti perchè è tardi. -

- Come? -

Si voltò verso l'orologio appeso alla parete e notò che puntava alle 7 : 50. Mancavano solo 10 minuti. 10 minuti nei quali doveva vestirsi, pettinarsi, asciugarsi i capelli, preparare la cartella, fare colazione e raggiungere la scuola, la Konoha High School . E, cosa peggiore, alla prima ora aveva Gai_sensei, ovvero 50 o più giri di tutta la scuola se ritardava anche di un solo minuto. Neanche la campanella l'avrebbe salvata dalle sue grinfie. Se necessario l'avrebbe trattenuta anche per tutte e sei le ore. Percorse la strada camera-bagno e camera-cucina come un razzo. Acchiappò dei vestiti a caso e si legò i capelli nei soliti due chignon malamente. Imprecò in tutte le lingue esistenti al mondo non trovando la cartella. Quando si bloccò davanti al salone. Lo stesso salone dove aveva lasciato la dolcissima, carissima, adoratissima amica Sakura. La stessa Sakura che fin dall'inizio aveva tenuto con sè la tanto agognata cartella e che si stava gustando tranquillamente il SUO tè freddo al limone e il SUO toast.

- Comoda? - le ringhiò.

L'Haruno si alzò e, dopo aver appogiato la sua ormai andata colazione, si avvicinò con un sorriso. Le tese la cartella e con un ghigno uscì dalla porta. Rassegnata, afferrò cellulare e chiavi e la seguì. La trovò appoggiata sulla sua moto bianca con qualche sfumatura di nero. Non appena vide l'amica arrivare, Sakura si scansò per permetterle di accenderla. Salita anche la rosa, Tenten partì e sfrecciò per le strade evitando con abilità le macchine e i semafori.Delle moto la affiancarono e un brivido le percorse la schiena. Per istinto, o per qualcos'altro, premette con forza sull'acceleratore in modo da superarli. Aveva provato la stessa sensazione di quando percepiva la presenza di un vampiro. Però, diversamente da altri, non aveva percepito alcun pericolo. Almeno non da tutti.

- ...en. TENTEN, MI STAI ASCOLTANDO!!? -

- Mh? Oh. Scusa Saku era distratta. - si scusò parcheggiando la moto.

- Ho visto, ho visto. - borbottò Sakura. Poi si fece seria. - Anche tu hai avuto la sensazione che fossero dei vampiri? -

- Chi? Quelli di prima? -

- Si. Sono quelli nuovi. Tu ieri sei mancata quindi non lo sai. Alcuni di loro sono in classe con te, sta attenta. - l'avvisò.

- Non sono una novellina, Sakura. Lo so. Davvero. Non c'è alcun bisogno di preoccuparsi. - la rassicurò.

- Uff. Ok,, ok. Ora andiamo. Non vorrai arrivare in ritardo e farti quei 50 giri in più intorno alla scuola. Guarda, ti mancano solo due minuti esatti. -

A quelle parole, Tenten sbiancò e lasciò l'amica in cortile, sperando di non arrivare in ritardo. Sakura rise scuotendo la testa.

- Ma te guarda! Piantarmi in asso così. Tanto non c'è la farà, dovrebbe conoscere più di me la grandissima puntualità del prof. Chiamala puntualità, poi. -

Frenò davanti alla porta che la divideva dalla sua classe e sperava, inutilmente, che almeno quella volta Gai_sensei le avrebbe risparmiato quei giri extra o che non fosse ancora arrivato. Era già esausta di suo. Spalancò la porta e, come previsto, lui era già lì, con un enorme sorriso che non prospettava nulla di buono. Infatti, non potè neanche chiedere perdono e implorare di risparmiarla, che subito le prese le mani tra le sue con occhi luccicanti e, secondo lei, a delirare.

- Oh mia dolce allieva, lo sapevo! Sapevo che non puoi resistere ai miei allenamenti! Questo è lo spirito! Li faremo ogni giorno, prima che inizino le lezioni e dopo le mie ore. Questa tua grande ed ardente volontà della giovinezza mi commuove. Mi fà piacere che ti dia tanto da fare. - disse, anzi, gridò emozionato. - Questa è la forza della giovinezza! Prendete tutti esempio da lei, anche tu Lee, mio giovane pupillo! - continuò rivolto a tutta la classe e, in particolare, ad un ragazzo che sembrava una sua copia esatta ringiovanita.

Lei lo guardò come se fosse pazzo e gli occhi e la bocca spalancati. T-Tutti i giorni?! Neanche morta. Fosse matta. Le missioni, i vampiri e gli allenamenti con lui il pomeriggio bastavano e avanzavano. Se poi li doveva fare pure la mattina presto e nelle sue ore... Mancava solo che li facesse anche la sera e di notte.

- Aspetti, Gai_sensei, io... - cercò di protestare ma con scarsi risultati.

- Non c'è bisogno che tu dica niente, nen devi ringraziarmi. -la interruppe lui.

- Ma... -

- Lee Prendi tutta la classe e andiamo a fare 300 giri intorno alla scuola per festeggiare la giovinezza del nostro bocciolo! -

- Si, Gai_Sensei, subito. -

- Ehi, aspettate, io... - ma venne nuovamente interrotta.

- Oh Lee, guarda come cresce la nostra Tenten! Neanche noi dobbiamo essere da meno! -

- Ha assolutamente ragione, Gai_sensei! - esclamò con esagerata vivacità, almeno secondo lei, Lee.

- Oh, Lee. - si commosse Gai_Sensei con i lacrimoni agli occhi.

- Oh, Gai_sensei. - lo segui a ruota l'amico.

- Oh, Lee. -

- Oh, Gai_ sensei. -

- Oh, Lee. -

" Fantastico. Ora ricominciano lo spettacolo. Non cambieranno mai. " pensò disperata spiaccicandosi una mano sul volto.

Continuarono mettendo a dura prova la sua immensa pazienza, perchè ne aveva davvero tanta. Infatti, una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia e le mani a pruderle. Inoltre quella mattina era di cattivo umore ma loro, sfortunatamente, non sembravano accorgersene. E non si accorsero nemmeno che si stava avvicinando pericolosamente a loro. Smisero solo quando lei li afferrò per la camicia e scoccò loro un'occhiata minacciosa.

- Fatela. Finita. Chiaro? - sibilò scandendo ogni singola parola.

Quando Tenten si arrabbiava faceva davvero paura, persino loro due, che di natura sono vampiri, ne rimasero terrorizzati. Sia Gai Maito sia Rock Lee Yukogi avevano enormi sopracciglie nere e corti capelli neri a caschetto, sul volto sempre un sorriso che brillava così tanto che quasi accecava, anche gli occhi erano del medesimo colore. Erano entrambi dei pazzi fissati con la giovinezza, che esageravano con gli allenamenti ma ai quali non riusciva a non voler bene. Certo la facevano arrabbiare un sacco, ne combinavano di tutti i colori però pian piano ci si era abituata e affezionata.

I due annuirono terrorizzati. Lasciò la presa e si massaggiò le tempie ignorando i due che intanto si erano ripresi ed erano scesi in palestra seguiti dalla classe. Sospirò passandosi una mano sul volto nell'udire le loro voci risuonare nel corridoio e quella di una professoressa gridar loro di fare silenzio.

- Ahh, sono i soliti. E adesso mi toccano doppi allenamenti anche il pomeriggio. - si lamentò uscendo anche lei per raggiungerli ma si bloccò trovandosi davanti un ragazzo dagli occhi bianchi e dai lunghi capelli castani scuro che la fissava freddo.

Il suo cuore perse un battito. Un attimo e la sua immagine fu sostituita da quella di un bambino identico a lui che al contrario le rivolgeva uno sguardo dolce e un sorriso appena accennato. Sgranò gli occhi e le lacrime tentarono di uscire prepotenti. No, non poteva piangere. L'aveva promesso. E poi, no. Non poteva essere lui. Eppure gli somigliava talmente tanto. Restarono così finchè Rock Lee non arrivò a chiamarli.

- Ten_chan! Neji! Che fate li impalati? Venite! - urlò agitando un braccio in loro direzione.

- Mh?! Lee non gridare! - lo rimproverò Tenten dopo essersi ripresa dallo stato di trance in cui era caduta.

Corse verso di lui ancora pensierosa mentre il ragazzo di prima che, a quanto aveva capito, si chiamava Neji la seguiva con passo lento senza però staccare gli occhi dalla sua figura. Ciò nonostante lei non se ne accorse e continuò a camminare con i dubbi che cominciavano a formularsi nella sua mente.

Perchè? Perchè le era così familiare? Eppure non poteva essere lui, perchè lui era morto. E allora chi era questo Neji? Chi?

 

Chiedo umilmente perdono per il disastroso ritardo!! Non uccidetemi ç.ç ! Spero che il capitolo vi piaccia! E scusate ancora!

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