La bellezza del ghiaccio crudele

di LetterToDana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flashback ***
Capitolo 2: *** Nuova vita ***
Capitolo 3: *** All' inferno ***
Capitolo 4: *** Piani nell'onirico ***



Capitolo 1
*** Flashback ***


Susan pov


Quanti anni avevo ormai? 96, mi pare, anno più anno meno! Ero vecchia, ero annoiata, e passavo i miei giorni a rovistare tra vecchie cianfrusaglie, libri e foto. Quel giorno stavo guardando vecchi fogliacci. C'era una foto di noi 4, io, Lucy, Peter e Edmund. Mi mancavano, tanto, e una lacrima scese involontariamente sul viso, come al solito. Tolsi la foto e mi misi a cercare altro, scacciando alcuni pensieri. Sotto un paio di scatoloni trovai un libro che non avevo mai visto. Era grande, rilegato in cuoio, senza scritte sulla copertina. Iniziai a sfogliarlo, e non mi ci volle molto a capire che era un libro di incantesimi. Non ci credevo, e non mi interessavano, ma continuavo a leggere con gli occhi, come se non potessi farne a meno. Quando arrivai quasi a metà libro trovai un incantesimo che, non che ci credessi, riportava in vita i propri fratelli morti. Ebbi un flash di noi quattro Pevensie. Bei tempi! Cosa avrei dato pur di rivederli di nuovo! Non capisco ancora come, ma la voglia di leggere ad alta voce mi portò a farlo, magari sperando che succedesse davvero.

"Sangue al sangue ti chiamo con la voce, sangue al sangue ritorna qui veloce!"

Mi guardai intorno per un attimo, magari sperando di vedere Lucy che varcava la porta saltellando, o Edmund e la sua faccia da idiota. Niente. Una parte di me era afflitta, un altra delusa, un altra furiosa. Chiusi il libro con violenza e la carta mi procurò un taglio al dito. Stavo per uscire dalla porta per andarmi a medicare, quando il libro cadde a terra, spalancandosi sulla pagina dell'incantesimo che avevo appena pronunciato, e un forte vento, venuto dal nulla, scompigliò la stanza. Mi coprii il volto con le mani, mentre i fogli e gli oggetti cadevano a terra o svolazzavano. Quando il vento si fermò spostai una mano dall'occhio per vedere i danni nella stanza. Quello che pensai? Che fosse passato un uragano ed io fossi arrivata in Paradiso senza accorgermene! Strano però! Non avrei mai immaginato che il paradiso fosse come casa mia! Eppure il vento, la confusione...ed ora Lucy Peter ed Edmund davanti a me! Tolsi l'altra mano dagli occhi guardandoli a bocca aperta. Loro si toccavano stupiti e si guardavano increduli. Poi rivolsero lo sguardolo sguardo a me. Deglutii. Lucy spalancò un sorriso e mi corse incontro gettandomi le braccia al collo.

"Susan!"

Si. Doveva essere un sogno.

"Come diavolo hai fatto?"

Chiese Peter.

A morire?

"Un uragano penso"

Dissi corrucciando lo sguardo. Edmund rise.

"Ci ha riportato in vita un uragano? Ed io che pensavo di farti i complimenti!"

Spalancai gli occhi.

"Riportati in vita?"

Peter mi diede un buffetto sulla spalla.

"Ma va?! Secondo te come facciamo ad essere qui testona!"

"A dire la verità io credevo di essere morta!"

Ribattei.

"Ed io credevo che fossi invecchiata di almeno 90 anni!"

Mi canzonò Edmund. Feci un gesto con la mano.

"Ma infatti io sono..."

Mi zittii quando mi accorsi che la mia mano non era più la mia mano! Da vecchia e rugosa era tornata bella e liscia come molti anni prima!

Wow bello questo sogno!
Nemmeno un incantesimo avrebbe fatto tanto!
Oddio!
Incantesimo!


Mi voltai di scatto e corsi a raccogliere il libro a terra stringendolo tra le mani.

"Beatissimo libro che sei! Idiota me! Santissima Narnia!"

Tutti e tre mi guardarono corrucciando lo sguardo.

"Narnia?"

"Cos'è Narnia?"

Li guardai stupita.

"Ma...non ricordate?"

Lucy intervenne.

"Io! Io si, un po! Ricordo Aslan e Tumnus"

Edmund la guardò strano.

"Chi?"

Lucy si portò una mano alla testa.

"Non riesco a ricordare nient'altro. Se ci provo mi fa male la testa"

Peter ed Edmund si guardarono scuotendo la testa. Non ricordavano più nulla.

"Ma almeno sapete chi sono io?"

Mi indicai. Edmund si passò una mano sul mento con fare pensoso.

"Mmm...uno strano animale? ti ho mai visto in qualche documentario forse?"

E scoppiò a ridere. Si di me fortunatamente si ricordavano, ed Edmund era sempre il solito! Ci stringemmo in un abbraccio da orso. I Pevensie erano tornati alla riscossa!

"Mi siete mancati così tanto!"

Dissi commossa.

"Anche a me!"

Rispose Lucy.

"A me no!"

Disse Edmund fingendosi serio per poi ridere di nuovo.

"Dai scherzo! Certo che mi sei mancata!"

Fece un cenno con la testa.

"E anche a Pete!"

Peter fece spallucce.

"Un pochino!"

Ridemmo per il resto della giornata, e parlammo e scherzammo come non potevamo fare da anni! Ma dalla guastafeste che ero non potei non fare un accorgimento.

"E adesso? I vicini? Si accorgeranno che sono ringiovanita, e che voi siete tornati dalla tomba! Come si fa?"

Peter la faceva facile.

"Trasferiamoci!"

"Si ma i soldi? La casa? Dove andiamo? E se ci succede qualcosa? Se ci scoprono? Siamo sicuri che quest'incantesimo non ci farà male?"

Edmund sbuffò.

"Secondo me sei ipocondriaca!"

Scoppiarono a ridere tutti, tranne me. Peter lo appoggiò.

"Ma dai?! Te ne sei accorto presto!"

La faccia che fece mi impedì di restare seria e scoppiai a ridere. Finalmente eravamo di nuovo insieme, e avremo ricominciato da capo. Presi di nuovo il libro tra le mani e con le dita sfiorai la copertina sorridendo, stavolta fiduciosa.

"Tu verrai con noi"

L'inizio di una lunga e travagliata storia piuttosto strana
Che ve ne pare? (:

Ps: l'incantesimo è tratto dal telefilm "Streghe"

Bye Bye

Herms

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Capitolo 2
*** Nuova vita ***


Edmund pov


Siccome, non per vantarmi, ma sono un fottuto genio, mi presi la briga di dire la mia sul posto dove andare.

"Che ne dite della casa dei McGonagall? Gli amici di mamma, quelli che abitavano ad Aberdeen City!"

Susan, la solita cinica.

"Ma sono tutti morti!"

Mi battei una mano sulla fronte. Incredibile quanto a volte non capisse la semplicità delle cose nonostante la sua acuta intelligenza! E la cosa più sconvolgente era che ancora mi stupivo! Peter però mi tolse le parole di bocca.

"Appunto! Sono morti! La loro è una casa abbandonata, non ci abita nessuno da anni! Poremo usarla noi!"

"Sia lodato il cielo! Qualcuno almeno mi capisce!"

Sospirai melodrammatico. Lucy ridacchiò.

"Va a finire che per una volta Ed ha detto una cosa giusta!"

Feci una smorfia.

"Gne gne! Io dico sempre cose giuste!"

Ribattei indignato fulminando Susan con lo sguardo troncandogli le critiche sul nascere. Poi battei una volta le mani soddisfatto di aver convinto tutti, o quasi! Beh tanto eravamo sempre 3 contro 1!

"Allora è deciso!"

Partimmo quella notte stessa, fortunatamente Susan aveva la macchina! Almeno a qualcosa di buono quella pica serviva! Come previsto la casa era abbandonata, o per meglio dire ospitava solo kili di polvere e qualche ragnetto su ragnatele enormi! Per il resto però era in buono stato. In quattro riuscimmo a sistemarla in fretta, e fu subito chiaro che il letto matrimoniale dei McGonagall sarebbe toccato a Susan e Lucy, mentre a noi quelli corti dei figli. Beh ci stava comunque benissimo così! Non avevo affatto intenzione di dormire nello stesso letto di Pete! Eravamo esausti dopo una giornata di pulizie che sarebbe valsa per quelle di Pasqua, Natale e pure ferragosto! Stesi in catalessi sul divano ci godevamo un po di meritato riposo, quando Susan la perfettina arrivò con la sua folgorante idea.

"Ricominceremo da zero! Ci aiuteremo a vicenda, andremo a scuola e..."

Strabuzzai gli occhi scattando a sedere.

"COSA?! No! Ti prego a scuola no!"

Misi un cuscino in mano a Peter.

"Soffocami ti scongiuro!"

Scoppiarono tutti a ridere, anche Susan, che però poi incrociò le braccia facendo spallucce e disse:

"Dobbiamo mantenere la copertura, te la sei cercata tu Ed!"

Mannaggia a me e a quando ho parlato!

La mattina seguente partimmo per andare ad iscriverci a scuola. Peter si sarebbe trovato un lavoro, avrebbe dato l'esame per la patente e avrebbe fatto da tassista tutti i giorni a noi tre, che invece ci iscrivemmo al liceo. Un classico andava bene a tutti e tre. Lucy si segnò in un terzo, io in un quarto, e Susan in un quinto. Avrei ricominciato davvero da zero, visto anche che la mia mente non riusciva ad ingranare nient'altro che Susan, Lucy, Peter e mamma. A volte capitava che Susan parlasse di cose che non ricordavo, e mi limitavo a sorridere e annuire come un ebete, o a rispondere spostando le parole di ciò che mi chiedeva o camuffandole della serie: "Come sono le lacrime del coccodrillo?" "Bagnate!" "E' carnivoro?" "Beh, mangia con la bocca!" E non so come, e non voglio nemmeno capirlo, ma nessuno mai capiva che io non avevo capito ciò che diceva Sue. O forse nemmeno loro capivano, e mi davano ragione, così la passavo liscia! Ma una gran parte dei miei ricordi sarebbe tornata presto a galla e in modo non del tutto piacevole...ok forse un po si!


Grazie a tutti quelli che hanno letto!!
Spero vi piaccia anche questo capitolo!

Bye Bye

Herms

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Capitolo 3
*** All' inferno ***


Jadis pov


Dannata. Ecco cos'ero. Un’anima dannata che vagava in un tumulto urlante senza tregua. Lì avevo perso il conto del tempo. Vagavo a vuoto in quel confusionario mare d'anime, tra i volti sfigurati dalla rabbia e dal dolore, i sussurri incomprensibili, le parole sommesse, le grida agghiaccianti. Vagavo come una nube, e la scia che lasciavo era zolfo puro. Ogni anima era una nube, una sorta di sagoma pallida e nebulosa. Riuscivi a vedere il tradimento attraverso la pelle argentea, i segni della follia, le macchie della vergogna, tutto era sotto gli occhi di tutti, e sotto i tuoi. Costretto per l'eternità a vedere te stesso e le tue colpe. Ognuno pensava a se stesso, al proprio passato, e a quell'eterno vagare senza meta in quel punto di non ritorno. Vedevano i tuoi peccati e tentavano di convincersi che fossero peggio dei propri, e poi tornavano a deprimersi, di continuo. Erano patetici, irritanti e banali. Io invece ascoltavo. Se solo tra quelle strillanti voci una avesse urlato il nome di Edmund Pevensie avrei ascoltato. L'unica mia dannazione era non averlo ucciso. Volevo il suo sangue, volevo vedere la vita lasciare i suoi occhi, volevo la sua fine!

Mi vendicherò Edmund Pevensie! Ne ho avuto di tempo per pensare a come ucciderti! Torturarti, cavarti gli occhi, pugnalarti fino a maciullarti il petto, sgozzarti, squartarti, strozzarti per poi buttarti a mare, strapparti il cuore dal petto, ucciderti!

Immersa nella furia dei miei pensieri non badai molto all'anima che attraversai violentemente. Solo dopo mi accorsi delle sue parole.

"Ho perso, ho perso! Callisto mi hai tradito! La strega, la strega bianca!"

Mi voltai notando un’anima in evidente stato confusionale, con zoccoli che alzavano fumo ovunque, muscoli possenti, il volto rugoso distorto dalla disperazione e la testa tra le mani. Un centauro mi aveva nominato.

"Chi sei straniero?"

Esordii solenne. Il nebbioso dannato si voltò verso di me.

"Diasoro, il mio nome fu Diasoro!"

Disse per poi continuare il suo desolante monologo.

"Mio fratello mi ha tradito, Callisto! Troppo buono l'animo suo, viver la regina bianca doveva, e in vita riportarla dovevamo, ma lui fuggì! Vigliacco è lui, che assai l'amava, e ancor l'ama, ma la paura è nel suo cuore, e la bontà lo ha insidiato!"

Ogni parola mi stupiva di più. Qualcuno mi era ancora fedele.

"Il nome, dimmi il suo nome!"

Gridai con gli occhi barlumeggianti d'ira.

"Callisto, Callisto è il suo nome!" Io lo vedo ancora, sulla terra ancora è, lui sa!"

Alzai il tono di voce con la furia della vendetta che già sentivo dolce nella gola, mentre con una mano trafiggevo con uno scatto il punto in cui una volta doveva esserci il suo cuore.

"Dove è? Cosa sa? Parla mio fedele, parla!"

"Sulla povera terra è, vivo tra la menzogna! Lui sa dov'è la vita!"

Sa come farmi tornare in vita dunque?

"Come lo vedi, come?"

"Nei sogni lo tormento, concentro me sulla sua pena, parlargli ancora posso!"

Mi basta concentrarmi?

Provai. Sospesa in quella nube chiusi gli occhi, dimenticandomi del centauro. E lo vidi. Dapprima sfocato, da poter vedere vagamente nitide solo alcune figure, e poi sempre più chiaro, finché non si mostrò a me l'intero mono onirico di quello sciocco e debole centauro gentile di cuore.
 

Grazie mille a chi ha letto e recensito!!
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo

Bye Bye

Herms

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Capitolo 4
*** Piani nell'onirico ***


Jadis pov


Davanti ai miei occhi comparirono centauri e fauni, facevano baldoria, erano così presi dalle danze e dall’ebbrezza che nessuno notò il mio arrivo, o magari nessuno notò il mio arrivo perché il diretto interessato non si era ancora accorto dell’intruso nel suo inconscio. Lui, Callisto, era affianco ad un falò insieme ad una mia riproduzione creata dalla sua mente. Mi avvicinai e con un gesto violento distrussi la mia copia e avanzai al suo posto, il centauro mi guardava con sguardo devoto, il suo debole per me era nettamente una cosa a mio vantaggio, avrei dovuto sopportare la sua sdolcinatezza ma comunque non sarebbe durata a lungo, e ne sarebbe sicuramente valsa la pena. Gli parlai con voce suadente,

“Callisto, ti ricordi di me?”

Lui stupito si prostrò ai miei piedi,

“Mia regina!”

Sorrisi con tenera freddezza e gli posai una mano sulla spalla,

“Alzati mio seguace, ho un compito per te”

Subito alzò il capo, mi fissava stupefatto e con sguardo interrogativo,

“Per me mia signora? Cosa potrei mai fare per voi? Sono solo un centauro, per di più traditore della mia gente, un vostro traditore! Ma vi giuro, sono addolorato per questa mia mancanza di coraggio”

Il suo senso di colpa è un bel punto debole su cui mirare.

“Non temere mio fedele, considera questa missione un opportunità per redimerti e dimostrare il tuo valore! Mi aiuterai?”

Sorrise ingenuamente,

“Senz’altro  altezza!”

Risi con mancata allegria,

“Dammi del tu, ora siamo soci”

Continuava a sorridere ignaro del mio piano e di cosa gli aspettasse, povero sciocco! Sembrava molto motivato nel voler assolvere il suo incarico infatti non perse tempo e chiese:

“Che devo fare mia signora?”

Non feci troppi giri di parole, arrivai dritta al punto, dritta al mio desiderio, cioè che volevo doveva arrivare come un ordine, non come una richiesta qualsiasi,

“So che tu sai come riportarmi in vita”

Il suo sguardo cambiò, sembrava gli mancassero le forze, o magari era solo una carenza di volontà, o esclusivamente paura, ed intervenni prima che potesse rispondere,

“Non avrai intenzione di abbandonarmi proprio ora non è vero? Ti scongiuro, aiutami”

Cominciai a girargli intorno, dovevo convincerlo a tutti i costi, il sogno era di per se un facile terreno su cui fecondare i miei piani, dovevo confonderlo per poi annientarlo, se la sua mente fosse diventata mia io non avrei dovuto far altro che pensare, lui sarebbe stato la mia mano, e così, anche in caso di fallimento, nessuna colpa per Jadis, nessuna accusa, nessuna altra condanna. Lo pregai ancora:

“Ti scongiuro,so dei tuoi sentimenti per me, se mi aiuterai riceverai ciò che da me hai sempre desiderato”

Sussurrai al suo orecchio:

“Dimmi che mi aiuterai, ho bisogno del tuo aiuto, dì che lo farai”

“Lo farò”

Fissava il vuoto con lo sguardo corrucciato, e le parole che uscirono dalla sua bocca come un sussurro di adorazione proclamarono la riuscita del mio piano, non dovevo far altro che aspettare.


Chiedo perdono per il tremendo ritardo, spero vi sia piaciuto!

Bye Bye

Herms

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