E a te che sei rimasto con Harry, fino alla fine.

di rossella_04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry/Ginny ***
Capitolo 2: *** Lily/Severus ***
Capitolo 3: *** Draco&Asteria ***
Capitolo 4: *** Pansy ***
Capitolo 5: *** Luna ***
Capitolo 6: *** Ginny ***
Capitolo 7: *** Hermione ***
Capitolo 8: *** Lily- be safe, be strong ***
Capitolo 9: *** Draco ***
Capitolo 10: *** E' così che si muore? ***
Capitolo 11: *** Merry Christmas, Harry. ***
Capitolo 12: *** L'abbraccio di mio padre. ***
Capitolo 13: *** Non ho ricordi di te. ***
Capitolo 14: *** Siamo tutti uguali. ***
Capitolo 15: *** Narcissa- Lui ci ama. ***



Capitolo 1
*** Harry/Ginny ***


L'emozione più intensa di un essere umano a sentir Harry Potter fu il giorno in un nacquero i suoi tre figli: Albus, James e Lily.
Il bambino che era sopravvisuto non aveva mai conosciuto a pieno il termine "famiglia". Aveva conosciuto l'amore materno della Signora Weasley, ma lei non era la sua vera madre.
Aveva cononosciuto l'amore fraterno con i suoi due migliori amici: Ronald Weasley e Hermione Granger.
Infine l'amore, quello con la A maiuscola. L'amore per Ginevra Weasley che in quel momento lo stava guardando con i suoi magnifici occhi verdi appoggiata allo stipite della porta.
«Ti ho beccato, Harry Potter » sussurrò avvicinando a lui e cingendogli la vita con le braccia esili. Il profumo di fiori che emanava lo inebriò completamente.
Chiuse gli occhi. Il cuore batteva tranquillo e regolare nel suo petto, come non succedeva da anni.
 «Ogni sera li accompagni a letto e rimani qui a fissarli per minuti interminabili » disse Ginny, accostandosi al marito. Harry le cinse la vita, e i loro occhi si posarono su tre letti.
James Sirius Potter dormiva supino: i capelli neri, come l'inchiostro, identici a quelli di suo nonno paterno.
Al lato opposto dormiva suo fratello Albus Severus Potter di anni undici portati con saggezza, come spesso amava sottilineare Ginevra. Capelli neri, identici a quelli del padre e viso d'angelo.
Al centro, in mezzo ai due letti, vi era l'ultima di casa: Lily Luna Potter. La piccola di casa Potter era la fotocopia della madre: capelli rosso fuoco e caratterino tutto pepe.
Lo sguardo di Harry si posò su tutti e tre con amore, per poi posarsi su Ginny che invece guardava lui.
«Cosa c'è, Harry? » domandò sottovoce, scrutando negli occhi verdi del marito che tanto amava.
Lui abbassò lo sguardo, fuggendo da quello di lei.« Non ho mai avuto una vera famiglia. Una tutta mia.»
 confessò mentre il suo sguardo sfuggiva da quello della moglie. « Non ho mai sentito la risata di mia madre, l'abbraccio di mio padre.»
Gli occhi verdi di Harry si soffermarono su quelli di Ginny, ora.
«Ho paura che quello che ho passato io, possa succedere anche a loro. Domani partiranno per Hogwarts. Non li avrò qui con me, non potrò vederli alzarsi la mattina e andare a sbattere contro la porta perchè pensano che sia aperta. Non vedrò James volare per casa con il suo skate, o Albus leggere sulla sua poltrona preferita...»
La voce di Harry venne spenta dal dito della moglie che lo fissava con le lacrime agli occhi.
Ginny sorrise. Un sorriso che avrebbe potuto fare concorrenza al sole.
«Il giorno in cui nacquero mi promettesti che non avresti permesso che capitasse loro niente. Me lo hai giurato, Harry. E io mi fido di te. Sono sicura che nonostante siano ad Hogwarts tu li proteggerai anche lì. »
Harry rimase ad ascoltare sua moglie, incantanto dal suo sguardo. La strinse forte a sé, inspirando il profumo dei suoi capelli, quel profumo che spesso sentiva addosso ai suoi figli, specialmente Lily.
« Inoltre, Lily rimarrà qui ancora per due anni »
mormorò Ginny contro il suo petto.
Harry non disse niente consapevole del fatto che quando sarebbe arrivato il momento di lasciare andare la sua piccola Lily, qualcosa dentro di lui si sarebbe spezzato per sempre.
«Ti amo, lo sai, Harry Potter? »
La voce di Ginevra Weasley Potter ruppe il beato silenzio che si era creato.
Harry rise debolemente, mentre si scostava da lei per guardarla in viso.
«Mi hai reso l'uomo più felice del mondo, Ginevra. Mi hai donato una famiglia.» bisbigliò al suo orecchio. Asciugò una lacrima che vide scendere sulla guancia di sua moglie.  
«Ti amo anche io» sussurrò prima di baciarla. 

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Capitolo 2
*** Lily/Severus ***


Il suo sguardo era smeraldo puro quando guardava il mondo.
Lily Evans è sempre stata più avanti di qualsiasi altra persona io abbia mai conosciuto. Soprattutto ora che con i suoi lunghi capelli rosso scuro mi osservava incuriosita.
Lei era figlia di babbani, una mezzosangue, ma per la miseria!, non c'era bambina più splendida di lei. Eravamo in un boschetto, vicino al fiume, seduti per terra a gambe incrociate, uno di fronte all'altra. Lily mi guardava con occhi famelici, bramosi, mentre io le raccontavo tutto quello che sapevo su Hogwarts e sulla magia.
« E' vero, no? Non è uno scherzo? Petunia dice che mi racconti delle bugie. Dice che Hogwarts non esiste. E' proprio vero? »
La sua voce era come mille campanelli. Fresca, squillante e allegra. Era una bambina deliziosa.
« E' vero solo per noi» risposi. « Non per lei. Ma noi riceveremo la lettera, io e te ».
Vidi lo smeraldo nei suoi occhi illuminarsi come un cielo stellato.
« Sul serio? » mormorò Lily.
« Certo » confermai con voce sicura. La mia voce era stranamente solenne, mentre seduto davanti a lei credevo fiducioso nel mio destino.
« Arriverà davvero un gufo? » mormorò Lily. Lily mi osservava con un'intensità tale che non riuscivo a guardarla negli occhi per troppo tempo.
« Di solito » risposi. « Ma tu sei figlia di Babbani, quindi dovrà venire qualcuno della scuola a spiegarlo ai tuoi genitori ».
Lily, la splendida Lily, mi osservò con sguardo perplesso, cercando nei miei occhi un segno di debolezza.
« E' diverso se si è figli di Babbani? ». Il cuore perse un battito, quando mi fece quella domanda. La domanda. Esitai, incapace di rispondere. I miei occhi si spostarono sul volto pallido e sui suoi capelli scuri. I suoi occhi attendendevano la mia risposta, lo vedevo. Vidi una farfalla posarsi sui suoi capelli a sua insaputa. La osservai per un minuto, interminabile, poi presi aria nei polmoni e inchiodando il suo sguardo al mio, mentì: « No » dichiarai. « Non è diverso » .
Lily mi sorrise, sollevata e i suoi occhi si illuminarono quando un raggio di sole li colpì.
Fu in quel preciso istante che mi innamorai di Lily Evans.

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Capitolo 3
*** Draco&Asteria ***


Matrimonio combinato. Sono queste le parole che risuonano nelle mie orecchie. Incrocio gli occhi grigi del mio promesso: Draco Malfoy. Il suo viso non mostra alcuna emozione, così come il sguardo. Sento il sangue defluire dal mio volto, irrigidisco la mascella impedendomi di urlare. Osservo i miei genitori scambiare brevi e concise frasi con i Malfoy. Ascolto con un orecchio spezzoni della conversazione: " matrimonio", " condivisione dei beni", " erede".
Una morsa allo stmaco mi colpisce mozzandomi il fiato. Dov'è Daphne? Voglio mia sorella.
Non riesco a respirare: devo uscire da questa stanza.
« Vogliate scusarmi ». La mia voce è calibrata e fredda. Sento lo sguardo di Draco seguirmi finchè la porta non si chiude alle mie spalle. Le lacrime cercano di uscire prepotentemente. Mi porto una mano alla bocca per bloccare l'urlo imminente. Mi metto a correre per i lunghi corridoi della casa che per me è sempre stata un rifugio. Ora mi appare come una gabbia. Vedo le pareti chiudersi fino a soffocarmi.
Calma Astoria, respira.
Mi ritrovo nel giardino perfettamente curato e respiro a pieni polmoni cercando di frenare le lacrime. Qualcuno mi sfiora la spalla facendomi spaventare. Mi volto, il viso solcato da lacrime, verso il seccatore.
Draco Malfoy è davanti a me in tutta la sua bellezza. Il vento gli scompiglia i capelli biondo chiaro.
« Tutto bene? » La sua voce è vellutata e bassa. Non ricordavo di averlo mai sentito parlare.
« Ti sembro una persona che sta bene? » rispondo con aggressività, voltandomi per cercare di non umiliarmi ancora di più.
« Mi dispiace » sussurra con gelida compassione. La rabbia monta dentro di me, ma cerco di bloccarla. Stringo i pugni lungo i fianchi.
« Non è colpa tua...anche tu sei una vittima. »
Il silenzio regna sovrano per minuti interminabili. Mi asciugo il viso con la manica della mia costosa maglietta, con rabbia.
« Per noi sarà diverso »dice Draco, cercando di farmi sentire meglio. Parole inutili. Una risata fredda, crudele e cattiva esce dalle mie labbra rosee.
« Non sarà mai diverso. E' solamente l'ennesimo matrimonio per mantenere lo stramaledetto sangue puro e per interessi!» sibilo, girandomi verso di lui.
I suoi occhi grigi si fissano nei miei e li incatenano. Ci fissiamo in silenzio, studiandoci.
«Ti prometto che per noi sarà diverso » Sembra così serio e così convinto quando pronuncia quelle parole che hanno il potere di farmi perdere un battito del cuore.
« Non fare promesse che non puoi mantenere.»
«Sono un Malfoy, quando io dico una cosa è quella e basta » risponde seriamente.
Lo osservo, spiazzata. Perchè mentire? In fondo è anche lui una vittima del suoi genitori.
« Giuralo » lo sfido sogghignando.  Non avrebbe accettato: ne sono sicura.
Mi spiazza ancora di più quando, con un'alzata di spalle s'inginocchia davanti a me.
« Te lo prometto, Astoria »
Non dice altro. Solo una frase che riesce non so come a convincermi, nonostante tutto.

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Capitolo 4
*** Pansy ***


Nascere purosangue.
Avere sangue puro.
Essere superiori agli altri.
Fin da bambina mi è stato inculcato che essere purosangue vuol dire superiorità.
Essere purosangue vuol dire essere freddi, algidi, indifferenti a qualunque tipo di sentimento. Non ho mai ricevuto una sguardo d'amore da mio padre. Non ho mai avuto un abbraccio da mia madre.
Sono cresciuta da sola. Sola con la mia freddezza. Privata di qualsiasi amore.
Ho creduto che fosse amore quello che mi legava a Draco Malfoy. In realtà non era neanche lontanamente simile.
Volevo solamente qualcuno vicino. Qualcuno che provasse interesse per me. Draco non l'ha mai fatto. Troppo intento a cercare amore da un padre che lo considerava solo uno strumento in questa stupida guerra.
Stringo la bacchetta nella mano destra, osservando di nascosto Hermione Granger baciare appassionatamente Ronald Weasley. Lei è una mezzosangue: perchè lei conosce l'amore e io no? Sarei dovuta nascere anche io mezzosangue per sentire il calore di un abbraccio vero?
Distolgo lo sguardo da quel bacio troppo intenso e mi guardo attorno, smarrita.
Hogwarts è in battaglia.
E io? Io sono in battaglia?
Lascio cadere la bacchetta. Il rumore della bacchetta che cade escheggia nelle mie orecchie, risvegliandomi.
Cosa ci faccio io, qui?
Incrocio lo sguardo di Draco. Ci fissiamo per un'istante,poi io gli do le spalle, allontanandomi da questa guerra.
Non mia.
« Stupefium! » La voce di Draco è terrorizzata, lo sento perfettamente.
Chiudo gli occhi e mi ritiro.
Vigliaccia sì, ma vincitrice.
Perchè ho vinto la mia vita.

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Capitolo 5
*** Luna ***



12 Maggio 2009

 

Ciao mamma!

E' da tanto tempo che non ti scrivo! Devo raccontarti tantissime cose dall'ultima volta che ti ho scritto!

"Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi, anche se non sempre come noi ce l'aspettiamo.",me lo dicevi sempre, te lo ricordi?

Sai oggi ho ritrovato, nascosta in un cassetto della mia camera, la mia bacchetta. L'avevo persa! Sospetto che siano stati i Nargilli a nascondermela. Ho del vischio fuori dalla finestra della mia camera, penso che si nascondano lì.

Sai mamma, oggi ho finito la mia trecentodiciottesima collana di burrobirra, ma penso che non funzioni bene perchè i Nargilli riescono comunque a trovarmi e a farmi i dispetti!

Sono così dispettosi!

Mi sono fatta degli amici, lo sai mamma? Sono simpatici un po' strani, a dir la verità. Leggono i libri al contrario e non usano le collane di burrobirra per proteggersi dai Nargilli...ma a me piacciono!

Uno si chiama Harry Potter, sai mamma, anche lui ha perso la sua mamma, proprio come me. Ha una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte e gli occhiali sempre storti o rotti.

Il suo migliore amico è Ronald Weasley. Lui è il portiere della squadra dei Gryffindor. E' innamorato cotto di Hermione Granger, ma è insieme a Lavanda Brown. Secondo perchè non si mette con Hermione e smette di mentire a Lavanda, eh mamma?

Hermione è la strega più brillante e intelligente della scuola! Anzi del mondo! Ci ha salvati tutti quanti al Ministero. Sai mamma, penso che siano stati i Nargilli a dire ai Mangiamorte che eravamo lì. Anche lei ama Ron, però è orgogliosa e allora preferisce nascondere il suo amore tra i libri.

Poi c'è la mia migliore amica, Ginevra Weasley, detta Ginny. E' la sorella minore di Ron. Te l'ho già detto che è la mia migliore amica? Lei, invece, è innamorata di Harry, però lui è troppo impegnato a salvarci tutti per pensare a Lei.

Per ultimo c'è Neville. Oh, mamma lui ti sarebbe piaciuto sicuramente! Adora le piante ed è bravissimo in erbologia! Ed è un ottimo amico. Molto spesso discutiamo se esiste o no il Ricciocorno Schiattoso: lui dice di no, io dico di sì. Papà dice che esiste, quindi esiste, no mamma? Lui non mi mentirebbe mai!

Sai mamma il Cavillo va a gonfie vele! Io ormai sono abbastanza grande per aiutare papà con la pubblicazione.

Oggi in prima pagina c'è un articolo interessante: " I Nargilli come si generano? " Sono sicura che farà furore!

Ho anche scoperto il mio Patronus, sai mamma, è una lepre. Tu amavi le lepri, vero?

Ora devo andare mamma. I miei amici mi stanno chiamando per andare al Lago Nero.

Ti voglio bene, mamma. A domani.

Tua Luna.

 

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Capitolo 6
*** Ginny ***


 Essere l'ultima di sette fratelli e la più piccola di casa mi ha aiutata ad essere furba e mi ha rafforzata.
Bill e Charlie quando nacqui erano ormai troppo grandi per badare a me.
Percy era troppo impegnato a tenere il naso nei libri per pensare alla sorellina più piccola. Ho sempre pensato che fosse nato con qualche gene a noi sconosciuto. I penultimi erano i gemelli, loro sì, che furono la mia salvezza. Mi insegnarono i trucchetti, i sotterfugi, le stragerie. Mi insegnarono ad andare su una scopa e il gergo maschile. Quando andarono a Hogwarts le risate in casa sparirono di colpo lasciandomi da sola. Sola con un fratello che era impegnato a prepararsi per Hogwarts, anche lui. Al primo anno Ron conobbe Harry Potter, il grande Harry Potter.
Quando lo vidi per la prima volta era solamente un ragazzino mingherlino, occhi verde smeraldo, capelli neri, occhiali a cerchio e abiti troppo grandi per essere i suoi.
Forse mi infatuai di lui per quello sguardo perennemente triste e quell'espressione da cucciolo abbandonato.
Quando andai ad Hogwarts, lì, mi innamorai di lui veramente.
Aveva sempre quell'espressione triste e tormentata. Sembrava sempre in lotta con il mondo intero.
Ero troppo piccola per essere notata da lui, ero invisibile. Eppure per quanto fossi piccola e invisibile avrei voluto stringerlo a me e abbracciarlo, cullarlo e cancellargli quell'espressione tormentata.
La battaglia ormai era nel pieno della sua distruzione: intorno a me c'erano corpi ricoperti di sangue.
Non osavo guardare. Non volevo riconoscere qualcuno a me caro. Mi guardavo intorno in cerca di Harry, disperatamente.
Dove sei, dove sei?
Mi fermai di colpo con il cuore in gola quando vidi Hagrid camminare verso la battaglia con in braccio un corpo.
Voldemort e i suoi seguaci in testa.
Il mio cuore riconobbe il corpo prima ancora di vedere i capelli neri scompigliati e la maglia di Harry.
Hagrid piangeva, disperatamente, come al funerale di Silente.
No.
Sentì il terreno franare sotto i miei piedi e sentì l'urlo di  Ron che era accorso a fianco a me, insieme ad Hermione.
« Ginny.» La voce di Ron era lontana, un eco lontano.
Osservai il corpo apperentemente senza vita di Harry e senza che potessi fare niente l'urlo che avevo represso a fondo gola uscì.
Le lacrime iniziarono a solcare il mio viso. Salate, amare.
Ron mi afferrò prima che potessi correre verso Voldemort, i Mangiamorte, ma soprattutto verso Harry.
L'unica cosa che vedevo era lui.
Lui che non c'era più.
Mi accasciai contro mio fratello, incapace di reggermi in piedi da sola.
L'avevo perso. Di nuovo, per colpa di una stupida guerra.

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Capitolo 7
*** Hermione ***


Ricordo perfettamente quando la professoressa Minerva McGranitt bussò alla porta della mia casa babbana, a Londra, e cambiò per sempre la mia vita.
Ero una bambina di undici anni con i lunghi capelli crespi e la parlantina da sapientona.
Ricordo di aver aperto la porta di casa e di essere rimasta ferma e immobile, perplessa osservando quella signora dallo strano cappello a punta. «Ciao Hermione, i tuoi genitori sono in casa? » domandò con voce gentile, che negli anni a venire avrei sentito poche volte.
Annuì e la feci entrare in casa.
«Mamma, papà!» li chiamai, senza distogliere lo sguardo dalla strana signora. – Chi è lei? » domandai incuriosita.
La professoressa Mcgranitt ricordo che mi sorrise con gentilezza e mi poggiò una mano sulla spalla. «Io sono Minerva McGranitt e sono una strega. »
«Una strega?» le feci l’eco stupita.
Annuì e distolse l’attenzione da me e si rivolse ai miei genitori che erano appena arrivati.
Ci spostammo tutti in salotto e la professoressa McGranitt incominciò a spiegare ai miei genitori di Hogwarts, della magia, di Silente…Io non ascoltavo molto troppo intenta a seguire il corso dei miei frenetici pensieri.
Passò un’ora e poi la professoressa McGranitt se ne andò. Osservai i miei genitori, spaventata, pensando di aver fatto qualcosa di male. Mi spiegarono tutto da capo con parole più semplici e lasciando spazi tra un dialogo e l’altro per permettermi di elaborare il tutto.
Ora capivo gli strani incidenti che erano capitati negli ultimi mesi.
Venni a sapere di essere una strega, di essere entrata in una scuola dove mi avrebbero insegnato l’uso della magia…e poi mi terrorizzai vedendo le espressioni dei miei genitori.
«Non mi volete più bene? » domandai a bruciapelo, già con le lacrime agli occhi.
«Certo che no, tesoro. Noi te ne vorremo sempre » disse mia madre e poi mi abbracciò forte. Mio padre fece lo stesso e poi mi sorrisero.
 
Ricordo l’emozione quando la bacchetta mi scelse, quando acquistai i miei libri scolastici…mi piaceva quel mondo.
Ricordo il primo incontro con Harry e Ron.
Ricordo il sorriso gioviale di Ron e i suoi occhi azzurri.
Ricordo esclamazione di gioia di Harry quando prese il suo primo boccino, ma più di ogni altra cosa al mondo ricordo il dolore che provai e l’espressione dei miei genitori quando gli passai davanti un giorno per le strade di Londra e loro non mi riconobbero. 
« Oblivion…»

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Capitolo 8
*** Lily- be safe, be strong ***


Accadde tutto in pochi maledetti minuti.
Lui distrusse tutto. Entrò, strisciando come un serpente, in casa nostra e fu la fine.
 
 
Harry batteva le mani, ridendo: l'avevo appena allattato e lo stavo mettendo nella culla.
Sorridevo incantata da quella piccola creatura che era mio figlio.
Ricordo l'emozione intensa che provai quando lo presi in braccio per la prima volta, lo sguardo orgoglioso di James.
Avevo passato gli ultimi mesi della gravidanza intenta a trovare un nome che mi sembrasse giusto per il mio bambino.
Non me ne venne in mente nessuno giusto.
Poi quando lo vidi per la prima volta, il nome mi balenò in testa come un fulmine a ciel sereno.
Harry. Harry Potter.
Accarezzai i capelli neri e le guance paffute di Harry, mentre lentamente i suoi occhi per il momento neri - io sapevo che sarebbero stati come i miei - sparirono dietro le palpebre.
Un urlo spezzò la calma della casa, svegliando Harry e facendo sobbalzare me.
Era James. Aveva urlato il mio nome. Terrorizzata, guardai il mio bambino che, a sua volta, guardava me.
Incominciò a piangere, dimenandosi nella culla. Cercai di tranquillizzarlo, accarezzandogli la testa e cantandogli la ninna nanna.
Sentì dei passi sulle scale: non era James. Con il cuore in gola e la consapevolezza che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto mio figlio, gli sorrisi teneramente, cercando di contenere le lacrime.
Le manine di Harry si aggrapparono alle aste della culla. Mi guardava, il mio bambino. Con le guance bagnate di lacrime, mi guardava e stava il silenzio, forse consapevole anche lui di quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Cercai d'imprimermi nella retina dell'occhio il suo viso. Quell'immagine che per me sarebbe stata la chiave per riposare in pace.
I passi erano ormai vicini. Lui era arrivato.
«Harry, be safe, be strong» sussurrai senza distogliere gli occhi da Harry.
Dopo ricordo che vidi gli occhi iniettati di sangue di Lord Voldemort, e infine un lampo verde. Poi il nulla.
Nelle orecchie il pianto disperato del mio bambino, che mi vide morire.
Il mio Harry.

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Capitolo 9
*** Draco ***


 Sei sempre stato il mio peggior incubo, Potter.
Ho sempre pensato che la prima parole che ho pronunciato quando ero un marmocchio fossero state Harry Potter.
Sì, perchè da quando sono bambino in casa mia non si sentiva altro che quel nome, sai Potter?
Mio padre aveva sempre il tuo nome sulla bocca.
Harry Potter di qua, Harry Potter di là! Mai una volta Draco, sempre Harry Potter.
Eri come un'incubo. Lo sei sempre stato.
Le uniche volte che mio padre pronunciava il mio nome era per rimproverarmi, per dirmi che non dovevo provare nessun tipo di sentimento, perchè io ero un Malfoy.
I Malfoy non provano sentimenti. Non ho mai ricevuto un gesto d'affetto da parte di mio padre.
Mia madre cercava di nascondersi dietro un marchio, ma lo vedevo nei suoi occhi: lei mi voleva bene. Eppure era troppo innamorata di suo marito per dargli contro.
Crebbi e un solo nome veniva sempre e costantemente pronunciato in casa mia: Harry Potter.
Il bambino che era sopravvissuto. Mio padre aveva una specie di ossessione per te, Potter.
E io? Io, segretamente, speravo che quell'ossessione per te, diventasse per me, che si accorgesse di avere un figlio, per Dio!
Ero il suo unico figlio! Ero un maschio! Ero l'erede!
Ed ero invisibile, per lui.
- Draco, dovrai diventare amico di Harry Potter, ad Hogwarts. - M'impose una sera.
Come potevo? Come potevo diventare amico dell'incubo che aveva condannato la mia vita, per sempre?
- Sì, padre. -
Ribollivo di rabbia e di delusione. Appena ti vidi, per la prima volta, la voglia di prenderti a pugni era incontenibile.
Eppure feci come mio padre aveva chiesto, e come già sapevo, non andò secondo i piani.
Ci odiammo dal primo momento, Potter: e per me diventasti una valvola di sfogo.
Sei sempre stato il mio peggior incubo, Potter.
L'incubo che mi ha portato via l'amore di mio padre. 

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Capitolo 10
*** E' così che si muore? ***


Ho sempre pensato di morire giovane, in fondo. Non pensavo di arrivare ai diciasette anni.

Chiudo gli occhi, osservando per l'ultima volta il volto del mio nemico.

Non ho paura; so che mamma, papà, Sirius e Remus erano vicino a me. Nessuno può vederli, ma io li sento.

Sento il tocco leggero di mia madre: stringe la mia mano sinistra. Dall'altra mio padre.

Sono orgoglioso di te, figliolo.

Mio padre era orgoglioso. Era orgoglioso di avere un figlio come me.

Sento l'anatema che uccidi colpirmi con forza, poi più niente.

Addio Ron,fratello mio.

Addio Hermione, sorella mia.

Addio Ginny, ti amo. Forse ti avrei chiesto di sposarmi un giorno.

Addio Hagrid, sei stata la cosa più vicina ad un padre che io abbia mai avuto.

Mi sento leggero. E' questo che significa morire?

 

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Capitolo 11
*** Merry Christmas, Harry. ***


Non avevo mai vissuto un vero Natale.
Durante le festività venivo sempre rinchiuso nello stanzino.
Aspettavo la mezzanotte da solo.
Ogni mattina di Natale entravo in cucina e osservavo con rabbia gli enormi pacchetti che Dursley, il mio cugino stupido, scartava.
E io invece come regalo ricevevo sguardi carichi di odio e indifferenza.
Non sapevo neanche cosa fosse il Natale.
Ed è per questo che il mio cuore perse un battito quando scendendo nella nostra sala comune di Gryffindor, notai sotto l'enorme abete un pacchetto con su scritto il mio nome.
Anzi ce n'erano due! Emozionato presi con mano tremante i due pacchetti.
Uno era da un mittente anonimo, altro era da parte dei signori Weasley.
Scartai i due regali, con la gioia nel cuore. Sentì un rumore e alzando lo sguardo notai Ron.
Mi sorrise e con gli occhi ancora assonnati mi disse la frase che avrei iniziato ad amare.
- Buon Natale, Harry. -
Già, buona Natale, Harry, pensai sorridendo e con gli occhi lucidi di gioia.
- Buon Natale, Ron. -

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Capitolo 12
*** L'abbraccio di mio padre. ***


19/03/2012
Per la festa del papà.
Auguri a tutti i papà del mondo.
Pasticciosa.



Caro Papà,
oggi sono venuto a trovarti, insieme alla nonna, nel reparto di psichiatria del San Mungo.
Tu non mi hai riconosciuto, purtroppo. Io ci spero sempre.
Sai papà, ora non ho più paura. Sono cresciuto, ormai.
Sono un mago a tutti gli effetti. Saresti orgoglioso di me, se solo tu potessi vedermi.
Ho ucciso un serperte qualche mese fa. In realtà, era un Horcrux, ma l'importante è che l'ho ucciso, no?
Mi manchi così tanto, papà.
Mi mancano i tuoi abbracci.
Mi manca la tua voce.
Mi manca quando mi sussurravi all'orecchio che eri il papà più fortunato del mondo ad avermi come figlio.
Oggi è la festa del papà. Sono venuto a trovarti.
Tu non mi hai riconosciuto. Non m'importa, però.
Perchè mi hai abbracciato lo stesso.
E in quell'abbraccio io ho sentito, di nuovo, il mio papà.
Tanti auguri, papà.

Neville.

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Capitolo 13
*** Non ho ricordi di te. ***


19/03/2012
Per la festa del papà
Auguri a tutti i papà del mondo.
Pasticciosa.


Non ho nessun ricordo di te, papà.
Ti osservo in foto, ogni volta che posso, guardando come siamo simile. Tranne che per gli occhi: quelli li ho uguali a mamma.
Tutti mi dicono che se tu fossi vivo, saresti orgoglioso di me.
Il malandrino James Potter sarebber così fiero.
Ho paura, papà.
Paura che un giorno non mi ricorderò più di te, lasciando il tuo ricordo del dimenticatoio.
Sei il mio papà, dopotutto.
Auguri, a proposito, oggi è la tua festa.

Tuo, per sempre.
Harry

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Capitolo 14
*** Siamo tutti uguali. ***


19/03/2012
Per la festa del papà.
Auguri a tutti i papà del mondo.
Pasticciosa.



Ci hai insegnato che siamo tutti uguali: non c'è distinzione tra babbani e maghi.
Ci hai insegnato ad essere sempre onesti. Di essere sempre noi stessi.
Ci hai insegnato ad accontentarsi sempre. Non pretendere niente di più di quello che ci viene donato ogni giorno.
Ci hai reso uomini, papà e per questo ti saremo sempre grati.
Auguri per la festa del papà.

Ti vogliamo bene,
Fred, George, Ron e Ginny.

Ps. Noi sappiamo l'esatta funzione della papera di gonna ma non te lo diremo perchè ci piace troppo quando torturi Harry.

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Capitolo 15
*** Narcissa- Lui ci ama. ***


Lo sapevo che in fondo Lucius ci amava. A me e a Draco.
All'esterno può sembrare che non gliene importi niente ma all'interno ci ama davvero.
Lo vedo dai suoi occhi.
Vedo l'amore verso nostro figlio. Ho visto il suo sguardo la prima volta che lo prese in braccio.
Vedo l'amore verso di me. Ricordo i suoi occhi il giorno del fatidico "si "
Non lo conoscete. Io so.
Io lo conosco.
E so che lui ci ama. 

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