A volte, la storia si ripete.

di NipoteDellaLuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia vita. ***
Capitolo 2: *** L'inizio.. della fine! ***
Capitolo 3: *** My queen. ***
Capitolo 4: *** White Party. ***
Capitolo 5: *** Satana bacia da Dio! ***
Capitolo 6: *** L'alleanza perfetta. ***
Capitolo 7: *** Il mio diavolo. ***
Capitolo 8: *** La mia nuova droga. ***
Capitolo 9: *** Scuola ***
Capitolo 10: *** Aria. ***
Capitolo 11: *** Angeli e Demoni. ***
Capitolo 12: *** Aniversario. ***
Capitolo 13: *** Io sono Char... ***
Capitolo 14: *** Sogno o Son Desto? ***
Capitolo 15: *** Amore, Balli, Bella e Chuck. ***
Capitolo 16: *** La madre di tutte le verità. ***
Capitolo 17: *** Destino. ***
Capitolo 18: *** Remember. ***
Capitolo 19: *** Ospedale. ***
Capitolo 20: *** Le paure di un Bass. ***
Capitolo 21: *** SOS, salvatela. ***



Capitolo 1
*** La mia vita. ***


Beh, ciao a tutti, sono Ludo. Ho deciso di scrivere una Eff perché molte volte, non posso dire ciò che provo, ciò che penso, e sopratutto quello che voglio, che desidero ardentemente. Questa storia, più o meno è basata sulla mia.. Diciamo, stravagante vita. Passo per passo, vi racconterò (in parte), perché sto scrivendo, vi spiegherò il perché è all’incirca basata sulla mia vita.
 
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           A volte, la storia si ripete.
 
 

Finalmente. Già! Finalmente, sarebbe incominciato il terzo anno di Liceo alla Constance Billard. Ero elettrizzata, all’idea di rincontrare tutti i miei amici, e soprattutto Lui!

 Il mio Principe. Com’è bello. Il suo sguardo angelico, i suoi occhi così azzurri, e i suoi capelli. Dio i suoi capelli! Così biondi, e allo stesso tempo, semplicemente; Perfetti.

Il suo nome, era come musica per le mie orecchie! Royal Davis Coleman, figlio del Signore e Signora Coleman, trasferiti dalla California, prima che nascessero i gemelli Royal e Selena. Già! Vera e propria melodia. 

Avevo già programmato tutto, e niente al mondo poteva portami via, ciò per cui ho lottato, e sto lottando con i denti.

Diventerò sua moglie. Ricchissima, bellissima, donna in carriera, laureata con eccellenti voti alla Brown, ovviamente come Nonna, sposata con due fantastici gemelli biondi.

E poi c’era lei! La mia migliore amica. Sua sorella. Selena Amber Coleman. Anche Lei, biondissima, occhi azzurri, però non spiccava d’intelligenza, ma dopo tutto era la mia migliore amica. Le vorrò sempre bene!

 

Io invece, Isabella Lily Archibald. Figlia di Nathaniel Archibald e Serena Van Der Woodsen, ormai anche lei Archibald. Io non ero poi così bionda come mamma e papà, i miei capelli erano castano chiaro, e dei boccoli mi ricadevano sulle spalle, i miei occhi verdi, oppure grigi, dipende dalla luce. Reginetta indiscussa della Costance, sguardo seducente, ammaliante. Ingegnosa, astuta, bellissima, portamento elegante, fiero ed estremamente di classe.

Adoravo il mio zietto acquisito Chuck, fratellastro di mamma, e ancora di più zia Blair, avevamo molte cose in comune, come il trono sulla Costance, la classe, Audrey Hepburn, e le innumerevoli scarpe nel guardaroba.

E poi, c’era, già! Il migliore amico di Roy, quel dannatissimo Charles!

Charles Bartholomew Jr. Bass, figlio di Chuck Bass e Blair Waldorf, ormai Bass. Certo, zio Chuck e zia Blair erano i miei zii preferiti. Ma, quella sotto specie di cugino! Uffa, non lo sopportavo!

Capelli castani abbastanza corti, occhi color nocciola, astuto con i piani, e le manipolazioni, sorriso strafottente e Stronzo, soprattutto stronzo. Era il suo marchio, per così dire

 

La mia vita era perfetta quando ad un certo punto..

 
 
 
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Che ne pensate?  E’ la mia prima Fan Fiction e sinceramente l’ho scritta perché mi annoiavo, e dei pensieri inutili come LUI, mi frullano per la testa.
Spero che vi sia piaciuta! Aggiornerò al più presto!

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Capitolo 2
*** L'inizio.. della fine! ***


L’inizio.. della fine!

 
Bella’s POV.                                         
 
Qualche mese prima..
 
 
Mi trovavo nella mia casa agli Hamptons, mamma e zia B erano uscite a fare compere, io ero in piscina appoggiata ad una sdraio a prendere il sole, Roy e S, stavano giocando schizzandosi dell’acqua, non capivo che gusto ci provavano a bagnarsi!
Sorrisi lievemente, quando i gemelli si girarono verso di me, era un sorriso falso, mi stavo annoiando e aspettavo che Roy uscisse dall’acqua, così potevamo stare un po’ assieme.
Ma, invece no!
Mi sorrise teneramente e si avvicinò al bordo piscina : “ B, dai vieni! L’acqua è fantastica. Non capisco che fai li immobile! E’ una così bella gi..” Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che quella bionda di sua sorella, gli mise la testa sott’acqua. Sbuffai e mi alzai dalla sdraio ed entrai dentro.
 
Come entrai mi appoggiai al bancone della cucina e li guardai, Roy continuava a schizzare sua sorella, non aveva nemmeno finito la frase, che aveva già dimenticato cosa mi stava dicendo.
 
Vidi la cameriera passare: “ Mi prenda delle fragole! Con della panna, tanta panna!”
“Si, signorina Bella.”
Mi rispose timidamente la domestica.
Mentre aspettavo il mio Blackberry suonò. Gossip Girl. Sbuffai e aprii il messaggio.

 
“Ohoh, a quanto pare la piscina degli Archibald,
 è popolata da due biondini che giocano.
Ma.. B?
Chissà dov’è finita la nostra Reginetta preferita!?!?
Oh, eccola a bordo piscina a prendere il sole.
Ma attenta B, esporsi troppo al sole vuol dire..
Bruciarsi.
E tu, non vuoi bruciarti.
Perché non vai dal tuo Principe Azzurro?
XoXo Gossip girl”

 
Finalmente la cameriera arrivò con le mie fragole, le presi e salii in camera mia.
Incominciai a mangiare quando, dei passi in corridoio catturarono la mia attenzione.
Una ragazza di occhi e carnagione scura, i capelli ricci e neri entrò in camera mia.
OMG! Era arrivata la figlia di Dan e Vanessa! Denise. Che nome provinciale! Non sopportavo né lei, né sua madre, e suo padre, beh, non era degno della mia considerazione, una specie zio ovviamente, ma non avevo legami di sangue, e di questo mi confortavo.
“Ciao B!” Mi assalì e mi abbraccio. Io con ribrezzo le sorrisi : “ Ciao Humphrey!” Dissi fredda e distaccata, entrai nel mio immenso guardaroba e indossai un delizioso vestitino azzurro chiaro, più sul pastello, e percorsi il corridoio. La lasciai sola il suo sguardo era così confuso, con un tono di tristezza. Ne ero felice. Bussai nella porta che non mi sarei mai immaginata di aprire, ma lo feci con mia sorpresa.
“Bass!” Gli sorrisi e vidi che anche Lui, stava mangiando delle fragole, girai gli occhi e mi avvicinai a Charles, mentre sorrideva un tono leggermente malizioso.
“ Ehi Bellissima!” Mi sedetti accanto a Lui.
“Non la sopporto! E’ così odiosa e brutta!” Mi guardò confuso e accigliato. “ Stai parlando di quella.. orribile cugina di nome Denise Humphrey?” Disse con riluttanza e disprezzo io sorrisi leggermente maligna. “Dobbiamo distruggerla Chuck!” Non so perché l’avevo sempre chiamato Chuck anche se il suo vero nome era Charles, nessuno tranne me e sua madre lo chiamavamo così.
Si avvicino a me, con voce calda e stuzzicante mi sussurrò all’orecchio: “ Questo e altro per la mia Regina.” Il suo tono era disgustoso, ma non mi importava, dovevo fare sparire dalla faccia della terra quella stupida ragazzina di Brooklyn!
“Fantastico Bass!” Gli tesi la mano, lui la strinse e poi elegantemente mi baciò la mano.
Roteai gli occhi e allontanai la mano, certo ci sapeva fare ma non abbastanza.
Mi alzai e uscii sorridendo.

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Capitolo 3
*** My queen. ***


My Queen.

 
 
Charles’ Pov.
 
 
La guardai uscire, era così perfetta, e quel livello di perfezione, doveva essere violato. Sorrisi da stronzo.
Mi soffermai a pensare. Royal, il mio migliore amico da sempre, ragazzo di Bella, da sempre, non capivo cosa aspettava a violare quella sua perfezione. Risi sinceramente per la prima volta in tutta la giornata, mi alzai da letto e mi portai una fragola alla bocca, mi appoggiai alla finestra e vedevo quell’orrenda cuginastra avvicinarsi alla piscina.
Royal stravedeva per Denise. Sbuffai, era riluttante quella ragazza, e come diavolo faceva a passare da Bella, così stupenda e casta, a quel mostro usato e riusato. Risi nuovamente e decisi di incominciare a macchinare il mio piano.
Mi misi le mani in tasca e mi diressi verso la camera della mia “Cuginetta”, bussai.
“Avanti” entrando sorrisi da stronzo, avevo un piano, l’umiliazione sociale per quella povera sgualdrina era imminente.
“Mia Regina.” Mi inchinai leggermente al cospetto di quella creatura, la Reginetta dell’Upper Est Side. Le tesi la mano e lei con tono elegante mi disse: “ Il tuo piano è pronto Cavaliere?” Mi prese la mano e annuii sorridendo.
“Usciamo per festeggiare la sua umiliazione!” Rise al dir poco maligna, quel suo tono era raggelante, ma al quanto sexy. Scendemmo le scale e andammo in piscina, sorrisi e annunciai: “ Ragazzi, sta sera c’è il Withe Party, siamo tutti invitati. Il party è fra due ore quindi affrettatevi a preparavi.” Sorrisi e guardai quella creatura dai boccoli castani sorridere leggermente maligna, stava macchinando qualcosa contro Denise, ne ero sicuro. Rientrammo.
“Cos’è non ti fidi del mio piano?” Gli dissi mentre salivamo le scale. “Uhm, davvero Bass, vuoi sapere la verità?” Risi nuovamente. “Odio quella ragazzetta quasi quanto te, e la tua vittoria è una cosa che desidero. Ardentemente direi. Quindi, sputa il rospo.” Le sfiorai il viso, mi guardò con disgusto. “Allora Chuck, al Withe party, tu la sedurrai e poi la umilierai.” La guardai accigliato. Era per caso impazzita? “Ah. Ah. Ah. NO! Non sedurrò mai quella orripilante ragazza. Se così si può definire, e poi io cosa ci guadagno?” Lei rise e mi prese per il colletto della camicia, spingendomi verso la sua stanza e poi mi sbatté contro la porta che si chiuse. Io risi. “ Se mi desideri, basta chiedere.” Mi guardò male. “ Bass, sei disgustoso e non capisco cosa provano le ragazze per te! Preferirei indossare delle Jimmy Choo dell’anno scorso, invece che..” Non finì la frase che si allontanò da me. Io mi avvicinai e gli cinsi i fianchi “Sei ancora più sexy quando mi insulti.” Le baciai il collo ma Lei, sembrò non gradire e con disgusto mi allontanò.
“FUORI!” Mi ordinò, feci un inchino teatrale e uscii.
Andai in camera mia e mi vestii, sospirando e guardai il bicchiere con lo scotch quasi vuoto, bevvi l’ultima goccia e scesi di sotto in salotto, dove mamma, papà, Serena, e Nathaniel discutevano. “Salve a tutti.” Dissi schiarendomi la voce. “Scusate l’interruzione.” Cercai di fare il timido, ma papà mi conosceva e mi guardò sorridendo. “Papà, dovrei parlarti, è importante, potresti venire?” Dissi guardandolo, lui si alzò e si scusò, dicendo che sarebbe tornato immediatamente.
Lui mi guardò, mi mise la mano sulla spalla e mi diede una pacca, mentre entravamo nella sala da pranzo. “Charles, dimmi pure.”
Alzai lo sguardo verso di Lui. “Papà, mi presti l’altra limousine per andare al White Party?” Mi guardò ridendo. Cosa diamine aveva da ridere? “Chuck, devi portarci qualche ragazza?” Chuck? Non mi chiamava mai così, ma poco mi importava. Il suo tono era leggermente divertito e lo guardai, scuotei la testa. “No,no,  papà, nessuna ragazza, o meglio vado con Bella al party, dobbiamo fare una cosa!” Sorrisi da stronzetto. “Che state macchinando?” Mi chiese lui divertito. “Papà, fatti nostri me la presti si o no?” Lui si avvicinò. “Mi raccomando non fate casini di cui potete pentirvi. Hai il permesso di prendere la limo.” Sorrisi. “Grazie papà.”
Usciti da quella stanza, tornammo in salotto e mi sedetti sulla poltroncina in pelle aspettando Bella. Dei passi provenienti dalla cime delle scale mi fece girare, era Lei. Wow! Semplicemente perfetta nel suo completo ovviamente bianco di Chanel, mi alzai e le tesi la mano. Di rimando la prese e  uscimmo dalla sala. “Ci vediamo più tardi al Withe party.” Disse lei e uscimmo. Percorremmo il vialetto e aprii la portiera della limousine, mi sorrise ed entrò, subito dopo entrai anch’io. “Champagne?” Lei mi guardò e mi rispose appoggiandomi la mano sulla gamba “Ovviamente!” Dal mini frigo presi la bottiglia del suo Champagne preferito e lo versai in due calici, gliene porsi uno e lo prese. “Alla distruzione sociale di Denise Humphrey” Disse lei soddisfatta. “Lunga vita alla Mia Amata Regina!” detto questo lei mi sorrise compiaciuta e io le scoccai un bacio nella guancia.

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Capitolo 4
*** White Party. ***


Okay xD Mi sento un pò ridicola a raccontarvi queste cose, come avete capito più o meno io sarei Bella, e la persona che mi piace, che desidero, e voglio ardentemente è Charles. L’ho conosciuto quasi 4 anni fa e non lo vedo da un anno, ma la mia mente ha un pensiero costante, quel pensiero è lui. Bellissimo, ricco, stronzo, affascinante. Fisicamente è identico a Chuck, statura media, capelli castani e il taglio è come quello di C nella prima stagione, occhi nocciola e un po’ asiatici come forma, labbra carnose, carnagione chiara. Beve, fuma, e si fa un po’ tutte.  Comunque, non sto qui ad annoiarvi con i miei pensieri xD spero che il prossimo capitolo vi piaccia. (:
 


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White Party.

 
 
Bella’s Pov.
 

“Champagne?” Mi chiese lui con tono di chi ha la vittoria in pugno.
Io gli appoggiai la mano sulla coscia e gli risposi con tono altezzoso: “Ovviamente!”  Versò il mio champagne preferito nei bicchieri e ne presi uno. “Alla distruzione sociale di Denise Humphrey” Dissi alquanto soddisfatta. Mi sorrise, un sorriso diverso da tutti gli altri, sembrava.. sincero.  “Lunga vita alla mia amata regina” Disse lui e io sorrisi compiaciuta. Si, ero l’indiscutibile Regina del UES. Visto che mi aveva fatto un complimento, gli scoccai un sonoro bacio sulla guancia, e incominciai a bere il liquido dorato nel calice lungo e stretto.
Un paio di minuti dopo arrivammo al party, Sebastian ci aprì la portiera, Chuck scese e mi porse la mano io scesi con eleganza dall’auto e a braccetto ci dirigemmo verso l’entrata.
Qualche minuto dopo arrivano anche gli altri, e per altri s’intende: Selena, con il figlio del bagnino, Roy con.. OMG! Come poteva essere!? Strinsi il braccio di Chuck. Royal era con DENISE! Doveva venire solo! Non con lei. Chuck mi guardò “Chuck, mi serve un drink!” Dissi con tono acido, quasi sibilando, ci dirigemmo al bancone dove servivano i drink, presi il mio drink, mentre guardavo l’accompagnatore di Selena venirci incontro e ci salutò con un leggero cenno del capo, poi si andò prendere un drink. Io e Chuck andammo a cercare Denise. “Selena, sai dov’è.. Denise?” Disse Chuck come sforzandosi di essere gentile, risi appena, così che nessuno si accorgesse della mia risata. “Charles, Denise è con..” Poi si accorse che non poteva fare il nome di suo fratello davanti a me e disse tutto d’un fiato “con Christian.” Sapevo che non era vero, sorrisi da stronza. “S, chi è Christian?” Lei sbuffò. “Christian, il figlio del bagnino.” Io risi disgustata. “ Christian, lo abbiamo incontrato prima, era prendere da bere!” Dissi acida ed entrai, mentre Chuck incominciò a venirmi dietro, mi prese per il braccio. “Archibald, fermati!”.
 
 

Charles’ Pov.
 
Sbuffai e la seguii, le presi il braccio e voltò solo la testa. “Archibald, fermati!” Dissi con tono sicuro e deciso. Lei mi guardò in cagnesco e scrollò il braccio. Sbuffai nuovamente “Bella, vuoi o non vuoi farla pagare a Humphery?” Sorrisi da bastardo, sapevo che quell’idea l’allettava, e io avrei fatto quello che mi chiedeva. La guardai dritta negli occhi. “Archibald ricordati: Nessuno è più forte di noi due messi assieme! Siamo Il Re Nero e la Regina Bianca io e te! Possiamo sconfiggere chi vogliamo!” Lei rise e sorrise anche lei da bastarda e mi diede un bacio nella mascella, la presi a braccetto e incominciammo a cercare il traditore e la stronza.
La cercammo per quasi tutto il piano terra, mancava solo uno studio, aprii e vidi il giovane ed ingenuo Coleman ascoltare quel orrendo mostro di Humphrey, che confessava i suoi sentimenti per Lui. Io abbassai lo sguardo e me ne andai immediatamente lasciando Bella di fronte a quella scena, ma era una cosa che doveva fare da sola. Le accarezzai  il braccio e incominciai ad allontanarmi, ma sentii bloccare per la manica. Bella mi teneva stretta la manica della giacca bianca in un pugno, ma non era voltata, guardava la scena, e i due ragazzi non si erano ancora accorti della loro presenza. Lei si girò verso di Lei e si avvicinò a me, mi accarezzò il petto. “ Seduci e distruggi Bass.” Mi sussurrò all’orecchio con tono sensuale, poi rivolse il suo sguardo innocente verso di me, annuii e Lei andò via.
Io rimasi fermo ad ascoltare la conversazione dei due, ad un certo punto sentii la voce di Royal dire a voce abbastanza alta, ma spezzata. “ Denise, tu mi piaci ma per ora sto con Bella, prima devo lasciarla.”
Risi lievemente mentre ero in macchina, pensavo che Royal in fatto di donne avesse.. gusto. Ma a quanto pare al piccolo Coleman piacciono le cose usate e anche se sono state comprate da poco. Bella mi aveva detto di sedurla, era orrenda, ma Lei mi odiava e per me sarebbe stato una specie di prova. Si, così la dovevo pensare. Dovevo vedere se Charles Bass, poteva sedurre una persona che lo odiava. Mi sarei messo alla prova! Scesi dall’auto e presi il mio Blackberry mentre entravo nell’enorme casa degli Archibald. Era deserta, c’era solo qualche cameriere qua e là. Incominciai a salire le scale mentre scrivevo un messaggio. “- Ehi Denise, sono Charles, ti va di un drink come torni dal White Party? –CB.” Risi ed inviai al numero che mi aveva dato Bella. Entrai nella prima stanza del corridoio, la vidi era stesa nel letto e leggeva un classio. “Ehi.” Sussurrai avvicinandomi. Lei mi guardò e mi sorrise “Chuck, ciao.” Wow! Mi aveva chiamato Chuck, e non Bass, o Charles. Sorrisi mi appoggiai allo stipite della porta. “Come stai Bellissima?” Gli chiesi mettendo le mani in tasca. “Diciamo che sono stata meglio, ma tutto okay.” Rise con una risata cristallina, e si alzò dal letto, aveva una fantastica vestaglia di seta. “Wow, bella vestaglia regina.” Risi anch’io e mi avvicinai, lei mi getto le braccia al collo stringendomi a se. Ricambiai l’abbraccio un po’ sorpreso. “Grazie Chuck, grazie davvero.” Mi sussurrò, poi sciolsi l’abbraccio. “Devo andare a distruggere un’Humphrey! Notte Bellissima.” Gli scoccai un bacio nella guancia e uscii, scomparendo nel corridoio.

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Capitolo 5
*** Satana bacia da Dio! ***


Satana bacia da Dio.

 
 
Bella’s Pov.
 
 
Lo ringraziai sinceramente, mi stava aiutando. E questa nuova alleanza mi intrigava assai. “Devo andare a distruggere un’Humphrey! Notte Bellissima.” Furono le sue ultime parole, gli diedi un sonoro bacio nella guancia, e lui uscì. Stava andando a distruggere quella sgualdrina. Dopotutto Chuck non era tanto male. Ehi! Aspetta, ma che sto dicendo? Io sto con Roy, anche se beh, Humphrey aveva dichiarato apertamente i suoi sentimenti. Lui era il mio Principe dall’armatura scintillante, non avrei permesso né a Lei, né a nessuna ragazzetta di Brooklyn, di ostacolare i miei piani, sia del futuro, che del presente. L’avei distrutta! Si, lo avrei fatto. Chuck, mi avrebbe dato una mano. Era davvero astuto nei piani, e con il mio aiuto, non poteva di certo fallire. Io ero perfetta e geniale, ovviamente.
Presi il mio Blackberry e scrissi un messaggio. “Ehi C. Sei già con Humphrey? –AB.” Sbuffai e presi il mio portatile, misi uno dei miei film preferiti : Sciarada. -Bel colpo, per poco non mi mancava.- Disse Cary Grante mentre Audrey gli porgeva un tovagliolo.
-Grazie.-
-Lei mi nasconde il panorama.-
-Oh, scusi. Ehm.. quale parte del panorama preferisce?-
-Quella che mi nasconde lei.-
 -Ho capito.-
- Sono le ultime ore di vac..-
 Audrey non ebbe il tempo di finire la sua battuta che il mio cellulare squillò. Lo presi immediatamente, era Lui. “Si, siamo in limo, come succede qualcosa, ti avverto. –CB.” Sorrisi lievemente, il piano procedeva. “Aspetto tuoi aggiornamenti. –B.”
Un’ora e mezza era già passata. Il film andava avanti e sbuffai guardando lo schermo. Nessun messaggio. Chuck, che fine hai fatto? Roteai gli occhi e ritornai a guardare il film.
-Coraggio dammi i soldi.”-
-Un momento, come mai Dyle, aveva un’ufficio in quest’ambasciata?-
-Quando l’hai visto? Voglio dire a che ora.-
-Verso l’una.-
-Uh. L’ora del pranzo, l’aveva studiata bene. Aveva scoperto un ufficio che veniva lasciato aperto e si è fatto trovare li dentro.-
-E come faccio  a sapere che questo è il tuo ufficio?-
-Signora Foster..-
 Il mio Blackberry suonò e lo afferrai.
“Sta cedendo, ti racconto tutto domani. -CB” Questo diceva il messaggio. Come poteva farmi aspettare fino a domani? Intanto il film andava avanti, io fissavo lo schermo spaesata.
-.. Se non mi dimostri che sei veramente Brian Cruikshank.-
-Va bene lo leggerai sulla licenza di matrimonio, non ti basta?- -Niente trucchi, io voglio vedere una prova. Adesso!-

Risi lievemente, le loro voci si sovrapponevano, ad un tratto Audrey smise di parlare, lo guardò sbalordita. -Matrimonio?- Squittì lei. -Hai detto licenza di matrimonio?- Lui la guardò mentre la Hepburne si avvicinava. -Non cambiare discorso, dammi quei francobolli.- Lei gli mise le braccia al collo -Ti amo Adam, Alex, Peter, Brian, comunque sia il tuo nome. Ah! Ti Amo! Spero che avremo tutti maschi, così potremo chiamarli tutti come te.- Lei si avvicinò ancora di più. -Prima di metterci all’opera, potresti darmi quei francobolli?- Lei lo avvicinò a se e si baciarono. E poi la scritta: THE END comparve sullo schermo, prima che i titoli di coda incominciassero spensi il computer e lo poggiai sul comodino. Chiusi gli occhi cercando di prender sonno. Domani,sarebbe stata una giornata davvero fantastica!E prima che me ne accorgessi caddi in un sonno profondo. Non so quanto tempo passò ma incominciai a sognare.
Stavo baciando qualcuno, quel bacio, era così vero, così intenso, carico di passione e di.. Amore. Un bacio diverso da tutti gli altri baci che avevo dato in vita mia. Roy non mi aveva mai dato un bacio così. Era semplicemente perfetto. In tutti gli anni passati non mi ero mai sentita così viva, certo mi facevo un ribrezzo, io stavo con Roy, i suoi baci non mi dispiacevano di certo, anzi! Ma, Lui non mi aveva mai fatta sentire così. Con Lui era tutta un’altra storia, io ero come una Principessa, rinchiusa in un castello, il quale non potevo uscire, e se ci provavo un Cavaliere Nero me l’avrebbe fatta pagare cara. Molto cara! Aprii gli occhi, il mio sguardo, le mie emozioni, erano un misto di incredulità, paura e mistero. Non sapevo chi avevo baciato non vedevo il suo volto, eravamo nella mia stanza ed era tutto buio, ma mi accorsi che non era lui, gli stavo accarezzando il viso e i capelli, quella mascella era più testa, marcata, i capelli più lisci e pettinati.Non so chi era la persona che stavo baciando. 
Sbuffai e presi il cellulare sul comodino,vidi l’ora, segnava le 5:32 AM.
Posai il cellulare e mi tuffai fra le lenzuola. Incominciai a rimuginare sul sogno appena fatto. Risi, Royal per me era come un Dio, ma che baciava decentemente, non mi potevo lamentare. Ma quella persona che stavo baciando nel sogno era il mio Diavolo, come potevo stargli lontana, visto che Satana Bacia da Dio? Era un sogno stano. Molto inquietante! 



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Eccomi qui, finalmente ci sono riuscita a scrivere questo capitolo, un po' sudato, ma mi sono divertita a farlo. Ora sono un po stanca vado a letto, ci vediamo domani per il prossimo capitolo! Bacio. (:

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Capitolo 6
*** L'alleanza perfetta. ***


L’alleanza perfetta.

 
 

Chuck’s Pov.

 
 
Ero appena salito in limousine con Denise, e incominciai a parlare con Lei. Sembrava disinvolta, e per niente a disagio ad essere in auto con un Bass. Questa cosa mi innervosiva parecchio. Era strana quella ragazza, tanto strana quanto brutta. Bah. Non capivo perché avevo accettato a questa distruzione. Lei si avvicinò a me, era ripugnante. Eravamo appena arrivati al locale, e prima che lei mi baciasse l’autista annunciò il nostro arrivo. Uscii dall’auto e sbuffai. Perché mi stava già baciando? Non avevo nemmeno provato a sedurla? Forse ero davvero troppo bello perché lei mi resistesse? Forse? Perché forse? Era certamente così. Io Charles Bass sono irresistibile, e tutte e tutti cadranno ai miei piedi. Tutte le ragazze e donne mi amano, e tutti gli uomini non posso niente al mio cospetto. Le tesi la mano e lei mi guardò in cagnesco, scese passandomi davanti ed entrando nel locale. Risi lievemente e sorrisi da stronzo. Fantastico! Faceva la difficile, mi sarei divertito ancora di più! Entrai dopo di lei.
“Beh? Che ne pensi di questo posto?” Denise mi squadrò dalla testa ai piedi e io la guardai incuriosito. “Allora?” Le chiesi aspettando una sua risposta. “Perché mi hai portata qui? Eh, Bass?” Mi disse all’orecchio. Anche se il volume della sua voce non era affatto basso, perché con la musica non l’avrei sentita. “Non posso invitare chi mi pare in uno dei miei locali preferiti?” Mi sorrise appena. “E proprio me dovevi invitare?” Mi chiese acida. “Senti, sono venuto per divertirmi, non per ascoltare una ragazzetta che fa solo domande.” Sorrisi da stronzo mentre mi incamminavo verso l’uscita. Non feci nemmeno 5 passi che mi sentii afferrare per la manica della giacca, mi voltai lentamente. “Che vuoi Humphrey?” Si avvicinò a me, okay, era decisamente troppo vicina. “Scusami Bass, non pensavo potessi interessarti.” Mi trattenni dal ridere, infatti non mi interessi affatto, mi interessa solo la tua distruzione. “Come posso farmi perdonare?” Sfoderai il mio sorriso più sexy. “Champagne Denise?” Lei mi baciò il collo e lo presi come un sì. “Andiamo in un posto dove ci sono meno persone.” La presi per la mano e mi feci dare una bottiglia di champagne e due bicchieri dal barista, gli misi sul bancone 500 $ e andammo in una saletta privata. Ci andammo a sedere, una volta seduti stappai lo champagne e lo versai nei calici. Senza che lei se ne accorgesse gli misi una pasticca nel bicchiere. Incominciò a bere, era ubriaca e completamente fatta.
Visto che lei continuava a bere, se prendevo il cellulare e rispondevo ad un messaggio lei nemmeno se ne sarebbe accorta. Quindi presi il mio Blackberry e lessi il messaggio di B. “Sta cedendo, ti racconto tutto domani. –CB” questo gli risposi mentre la voce di Denise si fece più insistente. “Charles!” Mi chiamava ripetutamente, io posai il cellulare in tasca mentre l’odiosa ragazzetta mi mise le mani al collo. Mi baciò, affondando le sue luride manacce nei miei capelli perfetti. Ricambiai il bacio freddo e distaccato, Denise nemmeno se ne sarebbe accorta. La aiutai ad alzarsi. “Dove andiamo?” Mi sussurrò appoggiandosi a me. “In limousine.”
La scortai fino alla limousine ed entrammo. Una persona che avevo ingaggiato, mi aspettava qualche isolato dopo il locale. Lei ci provava con me, ci stavo fino a quando lei non si incominciò a spogliare e rimase mezza nuda. Diedi l’ordine di fermarsi all’autista. “Scendi.” Lei mi guardò spaesata. “Almeno mi ridai i miei vestiti?” Mi chiese inconscia di ciò che stava per accaderle. Scesi dall’auto lasciando i vestiti nella limo, il ragazzo filmava.  Lei si buttò nuovamente fra le mie braccia ed era mezza nuda. La spingevo. “Denise, smettila di provarci. Sei completamente fatta ed ubriaca.” Sorrisi lievemente e salii sulla limousine. “Parti.” La guardai dal finestrino. Mandai un messaggio a TJ, il ragazzo che filmava. “Vediamoci  al locale. –CB.” Lui annuì sapendo che lo vedevo.

Pochi minuti dopo ci incontrammo, mi fece vedere il video. “Perfetto!” Gli misi una mazzetta da 100 nella tasca della giacca. “Mandalo a Gossip Girl.” Mi sorrise e annuì. “Certo Mister Charles.” Lo guardai mentre inviava il messaggio. Meno di due minuti dopo, i cellulari di molte persone, che si trovavano nella sala squillarono, sorrisi soddisfatto. “Ottimo lavoro.” Mi congedai con un lieve cenno del capo e tornai a casa. Entrai, salii le scale nella speranza che Bella fosse sveglia, e che avesse letto il messaggio. Ma invece no. Come aprii la porta della camera di Bella, la vidi sonnecchiare dolcemente. Le accarezzai il viso con la punta del dito. “Questa si che è un’alleanza perfetta.” Sussurrato questo, sparii nel buoi del corridoio.

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Capitolo 7
*** Il mio diavolo. ***


Il mio diavolo. 

 
Bella’s Pov.
 
 
Mi risvegliai a causa della luce insistente del sole che batteva sulla mia schiena. Sbuffai leggermente. “Dorota!” Urlai senza aprire gli occhi.  Appoggiai la mano sul comodino e presi il Blackberry, aprii lentamente gli occhi, a fatica guardai lo schermo. Il messaggio si aprì.
 

“Buonasera UES, sono GG. 
A quanto pare il nostro Cavaliere Nero preferito,
ha rifiutato la spietata corta di una connetta di provincia.
Ehi D? Cosa c’è? C non ha accettato il tuo invito?
XoXo Gossip Girl.”
(Video)

 
Risi di gusto. E vidi entrare Dorata. “Miss Bella.” Si annunciò lei schiarendosi la voce. “Vado a fare colazione con Mister Charles, puoi portarla via quella.” Dissi riferendomi al  vassoio che aveva fra le mani la donna. Mi andai a fare una doccia veloce e mi vestii immediatamente. In meno di 20 minuti ero pronta, mi diressi immediatamente nella camera di Charles. “Buongiorno Chuck!” Sorrisi estremamente felice e soddisfatta del suo lavoro. “Regina.” Adoravo quando mi chiamava Regina, proprio come la protagonista del mio film preferito! Sorrise mentre si alzava dal letto e poggiava il suo portatile nel letto. “Complimenti, vedo che il tuo piano, fuso con il mio ha dato ottimi risultati.” Lui rise e si avvicinò con un po’ troppo maliziosa per i miei gusti.
Risi “Ehi, frena, frena Bass!” Mi sorrise. “Regina, io e te, SIAMO UN’ALLEANZA PERFETTA!Disse sottolineando la frase Siamo un’alleanza perfetta. Sbuffai appena come diavolo faceva a pensare le stesse cose che pensavo io?! “Ehi Bellissima, perché sbuffi?” Io risi. “No niente. Lascia stare.”  Lui si avvicino ancora di più. Okay, era fin troppo vicino, ma guardandolo bene, i suoi tratti erano davvero marcati e bellissimi.  Scuotei la testa, come per scacciare via un brutto pensiero. Beh, in effetti era un brutto pensiero, io stavo con.. Roy, e non dovevo pensare che Chuck, fosse anche un minimo, CARINO. Era difficile da ammettere che era bello. I mie pensieri furono interrotti dalla sua voce. “Ora me lo dici!” Lo guardai accigliata. “Niente, è solo che hai detto quello che stavo pensando.” Ammisi a malincuore. Sorrise quasi.. Dolcemente. “Siamo in sintonia io e te.” Era strano vederlo sorridere così, nemmeno da piccolo sorrideva in questo modo. Poi sembrava, alquanto impossibile che io e lui fossimo in.. Sintonia, Ammisi a me stessa a stento. “Hai già fatto colazione?” Feci di no con la testa. “Non ancora.” Mi sorrise e mi passò davanti. “Cosa aspetti? Su andiamo. Ti porto a fare colazione.” Risi. “Okay! Andiamo, mi hai convinta.” E così dicendo ci dirigemmo verso la sua limousine. Qualche minuto dopo eravamo in un fantastico ristorante e incominciammo ad ordinare per il nostro “Brunch Privato”
“Allora, ti sei divertito a distruggerla?” Gli chiesi.. ingenuamente. Lui rise di gusto. “Più che divertito, mi sono sentito realizzato e vedere la faccia di molte persone sconcertate, alla visione di quel video è stata una soddisfazione fantastica. E ho goduto particolarmente, nel vedere la sua faccia confusa mentre mi allontanavo.” Sorrisi da stronza, il suo lato sadico mi allettava molto. “Non pensavo sarebbe stato così facile. Ma mi sbagliavo, sono pienamente soddisfatto di me stesso, e ovviamente del mio nome.” Io risi, okay ora si stava vantando troppo. “Ehi Bass, non te la tirare troppo.” Fra qualche chiacchera, risata, e il nostro Bruch, passò un’ora e mezza circa. Guardai il cellulare.
“Oddio, Chuck! E’ tardissimo! Dovevo andare con S a fare compere. Glielo avevo promesso. Mi accompagni?” Lui mi guardò e sbuffò. “Adesso?” Mi chiese. “Si, adesso.” Sorrisi alzandomi, presi la borsetta e mi incamminai, mente lui, aveva lasciato 500 $ sul tavolo. Mi raggiunse. Mi guardò con un labbruccio irresistibile. Sorrisi come un’ebbete. Poi scuotei la testa. “Su Bass! Andiamo, è tardi!” Dissi un po’ acida cercando di ignorare quel faccino così dolce. Sbuffai e mi affrettai ad arrivare all’auto, mi ci fiondai dentro. “Parti.” Disse lui chiudendo la portiera della limouisine.
Mi guardò. “Perché mi hai parlato in questo modo così acido?” Io sbuffai. Cosa voleva da me? Decisi di fare l’indifferente. “Così come?” Gli chiesi con tono ingenuo. “Archibald! Sai di cosa sto parlando.” Sussurrò all’orecchio con tono accusatorio. Ero confusa, il suo tono così eccitante, la sua voce calda e profonda. Il suo viso così chiaro e levigato, la mascella tesa. Senza che me ne accorgessi ci stavamo guardano negli occhi, degli occhi stupendi, color nocciola, così profondi ed intensi. Ci stavamo avvicinando l’uno all’altra, fino a quando lui non affondò le sue labbra nelle mie, era un baciò lieve, mi stava sfiorando, ma già il sapore così buono delle sue labbra mi stava inondando. Si allontanò e mi fissava, confuso, incredulo. Decisi che non potevo aspettare, quelle labbra dovevano essere mie! ADESSO! Lo baciai, con foga, e piano piano, mentre il bacio aumentava d’intensità misi le mani fra i suoi capelli castani, il accarezzai il viso mentre giocavo avidamente con la sua lingua e lui mi accarezzava le gambe, mi faceva sentire viva, come nessun altro. Anzi, c’era stato qualcun altro che mi aveva fatto sentire così! Finalmente avevo realizzato, che la persona che stavo baciando nel mio sogno era lui. Charles Bass. Il mio Chuck. Lui, il mio Stupendo Diavolo dalla sciarpa firmata e i suoi papillon di seta.


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Eh? Che ne pensate? è.é A me non sembra granché. Ma comunque, un grazie infinito a  cesnipoblu che mi ha consigliato di migliorare la grafica, spero di aggiornare presto. Bacio (:

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Capitolo 8
*** La mia nuova droga. ***


La mia nuova droga.

 
 
 
 
Chuck’s Pov.
 
 
 
Scendemmo dalla limousine, ci dirigemmo di gran fretta verso sua stanza, eravamo appoggiati contro il muro del corridoio, mentre le mie mani abbastanza esperte, toccavano il suo corpo. Sembrava che io sapessi quali tasti premere, sapevo dove toccarla, dove accarezzarla, e dove poggiare le mie labbra sulla sua pelle, così rosea e delicata, profumava di fragole e Chanel N° 5. Il suo profumo era sublime, e credo che non mi sarei mai stancato di inalare quel odore, ormai diventato la mia nuova droga. Una domestica mi vide mettere la mano sotto la sua gonna, Bella nemmeno se ne accorse ed entrammo nella sua stanza. Mi tirava verso il letto e mi fece barcollare, caddi su di esso, lei si mise a cavalcioni su di me, mi baciava con una certa passione, in un modo diverso da tutte le altre donne che mi avevano baciato.
Una decina di minuti dopo ero sopra di lei, con dolcezza incominciai ad entrare dentro di essa. Dovevo ammetterlo avevo paura di farle del male, per lei era la prima volta. Qualche minuto dopo, il dolore era stato sostituito dal piacere, gemeva sotto di me. Raggiungemmo l’apice del piacere assieme ed io appoggiai il viso fra i suoi capelli, inalai nuovamente quello splendido odore. E fu in quel momento che capii e decisi, che lei sarebbe stata mia, Lei, così pura e casta, la MIA Bella e non di Royal.  Lei adesso era diventata la mia nuova e personale droga, da cui non mi sarei mai più staccato. Papà una volta, mi aveva racconto, che quando mamma stava con un Lord inglese, gli aveva confessato che di lei la cosa che la attraeva era “Il Freddo Fuori, Il Fuoco Dentro.” Così aveva detto papà, e credo, che in questo momento era la cosa che mi attraeva a Bella. Così fredda e scontrosa, ma invece dentro era alimentata da un fuoco, che emanava forza ed energia. Era come la fenice, risorgeva dalle ceneri, più forte e ancora più bella. Si accoccolò al mio petto e con il respiro ancora irregolare si addormentò dolcemente.
Era strano vedere una ragazza dormire accoccolata a me, solitamente le altre dopo essere state deflorate, andavano via, e alcune erano prostitute, quindi prendevano i loro soldi e puff, chi le ha più riviste quelle, ma mi va bene così. Lei era tutta un’altra storia, speravo che quel momento, durasse all’infinito. Più la guardavo, e più sentivo il vuoto dentro di me crescere, mi sentivo strano, promisi a me stesso che lei un giorno, molto presto sarebbe stata mia. Mi sentivo come qualcosa nello stomaco, un vuoto e qualcuno, o qualcosa che si muovesse, come se svolazzasse. Mi alzai senza fare rumore e andai in bagno. Mi guardai allo specchio, ero ancora nudo. Decisi di farmi un bagno, probabilmente con l’acqua calda, lo strano fastidio nella mia pancia sarebbe sparito, aprii l’acqua e aspettai che la vasca da bagno si riempisse. Entrai, l’acqua calda mi stava guarendo, da quel qualcosa che, svolazzava dentro di me. Senza che me ne accorgessi mi addormentai.

 
 
 
Bella’s Pov.
 
Cercai qualcosa da abbracciare,trovai qualcuno, anzi qualcosa.
Chuck non c’era, quello che stavo abbracciando era uno stupido cuscino, mi alzai. Era difficile da ammettere, persino a me stessa, ma era così, ero triste perché mi aveva lasciata sola. Forse una doccia era la cosa migliore da fare, così assieme al sudore della scorsa notte, sarebbe andato via il ricordo di Chuck sopra di me. E soprattutto il suo stupido viso e il suo stupido nome dalla mia testa. Charles Bass doveva finire nello scarico della vasca da bagno, mi misi una vestaglia di seta ed entra in bagno. Rimasi immobile di fronte a quella visione, Chuck nella mia vasca da bagno. Dormiva. Mi avvicinai lentamente e lasciai scivolare la vestaglia per terra, sembrava perfetto. Gli sfiorai le labbra ed entrai nella vasca da bagno appoggiandomi a lui. Forse si era svegliato. Sentii le sue mani cingermi la vita. “Bass. Pensavo te ne fossi andato.” Mugolai. “Come potevo andarmene senza salutare la mia Regina?” Sussurrò al mio orecchio e mi voltai verso di lui. Gli misi le mani fra i capelli bagnati mentre lo baciavo. Mi staccai prima che andassimo oltre. “Bass, quello che è successo sta notte, non accadrà più. E ovviamente, nessuno dovrà saperlo!” Uscii dalla vasca e mi misi l’accappatoio. “Esci dalla mia camera.” Dissi fredda e distaccata nei suoi confronti. Dopotutto io stavo ancora con Roy. Sospirai. “FORZA!” Gli urlai contro. Lui si alzò lentamente, si mise una tovaglia nella vita e andò di là. Rimasi nel bagno, non volevo verdello andare via.
Quando sentii la porta chiudersi capii che era andato via. Sospirai e andai in camera mia. Mi appoggiai nel letto e abbracciai il cuscino dove aveva appoggiato la nuca, odorava di Chuck. Un odore buonissimo. Era sublime. Come una droga. Sospirai, era la mia nuova Droga, così buona, e così odiosa. Portava dipendeza.

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Capitolo 9
*** Scuola ***


Scuola

 
 
 
Chuck’s Pov.
 

Un mese dopo...
 
 
La scuola era ricominciata, e dopo che lei mi aveva cacciato dalla sua stanza, avevo deciso di partire. Ero stato via un mese, un mese esatto da quando ero partito, un mese esatto quando avevo deflorato quella ragazza così pura, un mese esatto da quando il suo odore mi invadeva la testa, un mese esatto da quando una strana presenza albergava nella mia pancia. Sospirai ed scesi dall’auto, entrai con passo fiero ed elegante. Incominciai a guardarmi attorno, ragazzi, mucchi di ragazzi sparsi qua e là. Continuai a guarda e dopo aver fatto quasi tutto il giro nel cortile, quando il mio sguardo era stato catturato da delle ballerine giallo limone. Alzai lo sguardo e incominciai a percorre quel corpo. Era una ragazza di media statura, delle gambe affusolate, che salivano le scale. Dei capelli bellissimi, castano chiaro, e delle forme mozzafiato. Non potevo sbagliarmi era Bella. La Mia Bella. Deglutii, vedendo che arrivata in cima alle scale, aveva gettato le braccia al collo ad un biondo. “Royal.” Sibilai, strinsi i pugni. Come potevano ancora stare assieme? Come aveva fatto Bella restare con lui, sapendo che quel deficiente aveva detto a Denise che le piaceva. E poi, IO SAPEVO. Sapevo che Royal non l’aveva mai fatta sentire viva. Al contrario di me, Royal, era un’amante piuttosto freddo. Io avevo una voce calda, profonda, ed ero passionale. Royal era il contrario. Una voce piatta, che non esprime nessuna emozione, ed era distaccato. Risi lievemente e mi avvicinai a quella coppietta al quanto improbabile.
Aveva una gonna lunga sino al ginocchio, una camicetta verde, molto chiaro e il suo immancabile cerchietto. “Royal, Isabella.” Dissi guardandoli. “Ehi! Charles, quando sei tornato?” Disse il biondo. “Sta mattina presto.” Lui rise, mentre la sua adorabile diciamo.. ragazza, mi fissava, gli occhi infuocati dal desiderio e dal disprezzo. Se avesse potuto uccidermi con lo sguardo, lo avrebbe fatto già da un pezzo.  “E come mai sei venuto a scuola? Non viene quando dovrei, e oggi che sei appena tornato dalle Fiji, vieni a scuola?” Rise più forte.
“Non potevo perdermi il primo giorno di scuola, ho delle cose da fare.” Dissi guardando intensamente Bella. “Ci vediamo Royal.” Era così stupido. Deglutii allontanandomi, sentivo dei passi avvicinarsi sempre più. Avrei riconosciuto quei passi fra mille. Mi girai ed ebbi la mia prova. “Isabella.” Sorrisi da stronzetto. “Che diavolo pensi di fare Bass?” Mi disse quasi ringhiando. Risi di gusto. “Io? Dovevo solo controllare una cosa. Ora, se non ti dispiace vado a fumare.” Dissi innocentemente e uscii dalla giacca una sigaretta. “Davvero hai il coraggio di parlare in questo modo? Comunque si. Sto ancora con Roy! E nessuno me lo porterà via! Tanto meno quella sgualdrina!” Sorrisi mentre accendevo la sigaretta e la guardai. “Mi piace quando mi aggredisci. Sei talmente sexy!” Mi guardò schifata mentre prendevo un’altra boccata di fumo. “Sei disgustoso! Ed io ti detesto!” Mi disse con tono fortemente acido, io feci spallucce e continuai a fumare la mia sigaretta. La campanella suonò e mi salvò da qualche altro insulto, scomparì fra la folla che si addentrava dentro l’ingresso principale. Rimasi in disparte e aspettai che finissi la sigaretta, poi entrai tranquillamente, come se non fosse successo niente.
 

 
Finalmente la pausa pranzo, uscii dalla noiosissima classe dove la Signorina Gonzales aveva appena tenuto la lezione di spagnolo, cavolo se era noiosa. Mi strofinai gli occhi ed entrai nel bagno dei ragazzi, mi sciacquai il viso. Mi stavo quasi addormentando in classe, quindi una bella rinfrescata faceva al caso mio. Uscii e percosi il viale e aspettai che uscisse Bella. Guardai tutte le ragazze uscire dall’ala della Costance, vidi quelle gambe perfette e sorrisi quasi involontariamente, si avvicinò a me. “Che vuoi Bass?” Gli tesi la mano. “Andiamo a pranzo Regina?”  Sapevo che avrebbe accettato. Rifiutò la mia mano ed entrò sfacciatamente nella limo. “Lo prendo come un sì.” Entrai e silenziosamente mi riempii il bicchiere di fantastico liquido dorato e bollicine. “Vuoi dello Champagne Regi?” Lei sorrise da stronza e si avvicinò a me, mi sfiorò le labbra mentre mi accarezzava la sciarpa di seta che mi ricadeva sul petto, e con l’altra mano mi sfilò il calice di mano. La guardai. “Potevi anche dirlo che hai voglia…” Rimasi zitto per qualche secondo “… di Me.”  Rimase ferma, quasi indifferente alle miei parole e continuò a sorseggiare lo champagne, lo finì e lo poggiò, poi si avvicinò minacciosa. Affondò le labbra nelle mie, sapevo che gli ero mancato, come lei era mancata a me. I nostri respiri si fecero più affaticati, i nostri corpi sempre più vicini, accarezzavo le sue gambe, coperte solo da un fine strato di tessuto. Sembrava la stessi spogliando con gli occhi, ma decisi di spogliarla veramente.
“Chuck! E’ tardissimo!” Guardai l’orologio, la pausa pranzo era finita da un bel pezzo. “Sebastian! A scuola. Sbrigati!” Sospirai aggiustandomi la giacca, qualche minuto dopo scendemmo dall’auto lei incominciò a correre, risi. “Bella! Fermatii..” Continuai a ridere e la fermai per il braccio. “Dai Bellissima.” Lei sorrise da stronza e io la baciai. “Andiamo in classe.” 

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Capitolo 10
*** Aria. ***


 Aria.
 
Bella’s Pov.
 
Erano passate già due settimane, ed io ero nervosa fra meno di una settimana ci sarebbe stato il ballo delle debuttanti.Sarei ufficialmente entrata a far parte della società d’alto borgo. Socchiusi gli occhi, non avevo ancora un accompagnatore per il ballo, sbuffai sonoramente. “Come faccio?” Fissai nuovamente la lista dei possibili accompagnatori per il ballo. Nessuno rispecchiava veramente il tipo di accompagnatore che desideravo. Perché ancora non avevo una accompagnatore? Già, io e Roy c’eravamo lasciati poco dopo l’accaduto con Chuck nella sua limousine. Avevamo litigato perché lui, si sentiva con Denise, e io avevo deciso di lasciarlo, quella situazione mi aveva veramente stufato. Purtroppo c’era una sottile differenza fra Royal e Chuck.  Royal così.. dovevo ammetterlo, così ingenuo e nessuna maestria nei complotti, e come sua sorella non aveva un’intelligenza spiccata, bello, il suo abbigliamento non si addice ad una persona di classe, ma è,  sempre sarà il solito belloccio che tutte desiderano, il Principe Azzuro. Risi, invece Chuck, tutt’altra cosa. Altamente attraente  ingegnoso con i piani, elegante… sentii la porta aprirsi. Era Chuck, su ciglio della porta. Mi fissava. “Si parla del diavolo, e sputa la sua sciarpa firmata.” Risi, come stavo dicendo, elegante di classe, odioso. ( in base ai punti di vista.) Sempre perfetto, e superficiale. “Mi stavi pensando Regi?” Fece un inchino teatrale. Molto odioso. “Bass. Ti aspettavo.” Dissi un po’ acida. Si sfilò la giacca “Ehi.” Disse sorridendo e si avvicinò al mio letto, mi baciò con foga e poi il suo sguardo cadde sul pc. Lo tirai a me baciandolo, non volevo che capisse che ancora, non avevo trovato un cavaliere per il ballo, lui si allontanò e io sbuffai, prese il computer e incominciò a curiosare. Rise sonoramente “Quindi non hai un Cavaliere. E quindi, visto che ti sei lasciata con Royal, perché non vieni con… Me?” Lo squadrai dalla testa ai piedi, di essere bello, era bello.
Sospirai e incominciai a fare una lista dei pro e dei contro.
 
 
 
PRO  :
 

  • Bello
  • Elegante
  • Di classe
  • Intelligente
  • Maligno al punto giusto
  • Un bel sorriso
  • Una bella stretta di mano (Beh, dovete sapere che nell’UES è una cosa fondamentale)
  • Una voce calda, bassa, profonda e sexy
  • La sua famiglia è una delle famiglie più ricche e potenti del mondo
 
Contro :
     

  • Il cattivo dell’UES
  • Stronzo
 
E poi? Che contro ci sono? Sorrisi da stronza. Dopo tutto il cavaliere nero dell’upper est side era davvero attraente, potente, ricco e quindi.. “Accetto Bass, ma non montarti la testa.” Lui sorrise “Sarà un onore Regina.” Mise il computer da parte e incominciò a spogliarmi, come tante altre volte negli ultimi giorni.
 
Prima, casta e pura, ora focosa e passionale. Ero Sua. Completamente succube del sup corpo, e della sua anima così dannata.
My Dark Knight. Si. Il mio cavaliere oscuro. Sarei riuscita a fargli confessare i suoi sentimenti per me. Ma io, io cosa provavo per lui? Era solo sesso? O era qualcosa di più? Ormai, non riuscivo a stare più di due giorni senza di lui. Era diventato il mio tipo preferito di eroina. Il suo odore aspro, ma al tempo stesso dolce. Era una cosa strana da spiegare, ma il suo profumo era una sinfonia per le mie narici. Dovevi capire la sua essenza. Il suo profumo lo rispecchiava, a volte così duro e stronzo, altre dolce e sensibile nei miei confronti. Forse era qualcosa di più di un semplice tromba-amico.  Stava giocando con la mia lingua, la succhiava avidamente mentre sentivo il suo membro, già sveglio da un pezzo, che veniva schiacciato contro il mio bacino. Se stava cercando di farmi eccitare ci stava riuscendo, ci sistemammo sotto le coperte e incominciò ad entrare dentro di me, mi sistemai meglio e mossi il bacino per sbaglio, da parte sua si sentì un sussultò di piacere, si avvicinò a me e mi morse le labbra, ma già nella mia mente avevo salvato quel ricordo, e non lo avrei cancellato per nessun motivo. Incominciò a muoversi, e io sotto di lui assecondavo i suoi movimenti, le sue spinte, i miei gemiti risuonavano nella stanza e le sue parole, sussurrate al mio orecchio così dolci, e così.. sincere mi estasiavano. Continuammo a danzare, in quel vortice di respiri spezzati, mi strinsi a lui, agganciando le mani nella sua schiena, lo graffiavo e strinsi ancora di più la presa sulle sue spalle muscolose quando lo sentii esplodere dentro di me, un urlo che fu spezzato dalla sua lingua nella mia bocca, non volevo che qualcuno sentisse, aveva fatto bene. Ci stavamo baciando e ad un certo puntò si stacco e appoggiò la nuca sudata contro il mio petto e gli accarezzai i capelli così soffici, così belli. Avevamo bisogno di aria, di respirare. La mia aria ormai era lui. Questo era diventato. ARIA. Mi baciò il collo con dolcezza. Sorrisi segretamente a quel gesto.

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Capitolo 11
*** Angeli e Demoni. ***


Angeli e demoni.

 
 
 
Chuck’s Pov.
 

 
Saranno state le 6 di sera, ed io ero già sveglio da poco di un’ora, ero andato a casa di B alle 3, subito dopo aver sistemato delle cose, sorrisi dolcemente guardando Bella dormire accoccolata al mio petto, aveva un respiro lento, calmo, oserei dire dolce. Avevo voglia di accarezzare quel viso così bello, quella pelle così morbida, e quel capelli così soffici. Un raggio di sole mi colpì in pieno e incominciò a muoversi un po’ nervosa, risi appena, senza farmi sentire da Lei. “Chuck..” Si lamentò lei “C’è il sole.” Disse assonnata e strofinandosi gli occhi. Mi avvicinai al suo orecchio e con dolcezza sussurrai: “ Il sole bacia i belli, e tu sei la più bella.”  Lei alzò lo sguardo verso di me, e sfoderò il sorriso più bello. Il più bello che avessi mai visto in vita mia. “Sono in paradiso o cosa?” Le accarezzai il viso così vellutato e lei mi baciò con dolcezza. Si, doveva essere per forza il paradiso. Approfondii quel bacio e da un bacio casto, si trasformò in un bacio famelico, degno di un diavolo alla ricerca del suo angelo. “Chuck, che ore sono?” Mi staccai da lei, quando pronunciava il mio nome, e  non mi chiamava Bass, la mia schiena era percorsa da brividi. “Saranno le 6:20. Perché?” Mi guardò con quegli occhi così verdi e sorrisi involontariamente. “Perché è tardi! Non ti ricordi che abbiamo la cena con le nostre famiglie?”  Sbuffai sonoramente. “Dai alzati! Fra poco arriva mio padre!” La guardai e mi avvicinai a lei. “Abbiamo ancora un po’ di tempo, prima che arrivi Nathaniel.” Le accarezzai i fianchi nudi, incominciai a scendere con le mani verso l’interno coscia, adoravo stuzzicarla e provocarla. “Archibald, so che non puoi resistermi.” Lei si girò verso di me, e si mise a cavalcioni sul mio basso ventre. “Cos’è Bass, mi stai proponendo una sveltina?” Io risi, certo non era da me, ma mi sapevo accontentare. “Sono disposto a tutto Archibald.” La guardai dritto negli occhi e lei si piegò su di me per baciarmi. “Bass, sei disgustoso.” Dissi dopo che si staccò da me per prendere aria. “E’ tardi vado a farmi una doccia, tu vestiti e va a casa alle 8 vengo da te.” Sorrise e si alzò dirigendosi verso il bagno, godeii nel vedere quello splendido spettacolo di Bella nuda, che si incamminava verso il bagno. Quando scomparì dalla mia vista mi alzai, e con calma incominciai a riprendere i miei vestiti nella stanza. Incominciai a guardare attorno a me, mi assicurai che avessi preso tutto, mi guardai allo specchio e mi sistemai la cravatta del St. Jude. Mi avvicinai alla scrivania di fronte al letto presi un foglio e scrissi:       
 “Ti passo a prende io. Alle 7:45 fatti trovare pronta. –CB.”
Presi il biglietto ed entrai nel bagno, era nella vasca da bagno con gli occhi socchiusi non mi aveva visto, decisi di fare in fretta, appoggiai il biglietto sul mobiletto e uscii dal bagno, prima di richiudere la porta diedi uno sguardo a quella creatura dentro l’acqua. Sembrava una creatura mitologia di straordinaria bellezza, come una sirena.  Risi a quel pensiero. No, non era una semplice sirena, era molto di più, lei era un Angelo. L’angelo che aveva salvato un Demone dall’inferno. Quel demone ero io, e lei era il mio Angelo. Chiusi la porta e andai a casa.

 
 
Entrai a casa e c’erano mia madre e mio padre che si baciavano in salotto. “Mamma, papà, per favore.” Dissi leggermente disgustato, al pensiero di loro uno sull’altra in posizione orizzontale tutti sudati. Scuotei la testa per scacciare dalla mente quel pensiero così.. Ripugnante persino per me. “Charles.” Disse mio padre aggiustandosi la cravatta. “Dove sei stato?” Risi, ora cercava di fare il serio mentre mamma si ricomponeva. “Sono stato dagli Archibald, ho detto a Bella che sarei passata a prenderla. Alle 8 c’è la cena. E mi avete obbligato ad esserci, quindi ho deciso di portarmi una compagnia, dopo tutto Nathaniel e Serena dovevano venire. Giusto?” Sorrisi teneramente guardando mia madre. “Come sei galante Chuckie.” Roteai gli occhi e sbuffai. “Mamma, sai che non sopporto quel nomigliolo.” Lei rise e percorse il poco spazio che ci divideva. “Stai crescendo, e sono fiera di te Charles.” Sorrise e mi diede un bacio nella guancia e poi salì in camera da letto. Io risi “Cosa hai fatto a mamma? Gli hai regalato un’altra casa a Parigi? Oppure una casa in Toscana?” Lui rise assieme a me. “No Charles, è solo.. fiera di te, e felice. Stai crescendo, ha ragione, so che hai una reputazione come Bad-Boy dell’Upper Est Side, ma da quando siamo tornati dagli Hamptons, sei.. Diverso. C’entra per caso una certa ragazza dai capelli castano chiaro di nome Isabella?” Io non ero affatto cambiato. “Cosa? Papà, lei sta con Royal.” Papà rise nuovamente. “Chuck, so anche che Royal e Isabella si sono lasciati. Se ti piace non c’è niente di male.” Guardai un punto non definito di fronte a me. “Papà, siamo solo amici.” Non era assolutamente una bugia, avevo solo omesso un particolare. Sorrisi sinceramente nei suoi confronti. “Chuck, a me puoi dire tutto, sono tuo padre, e spero di essere stato abbastanza, presente per te.” Mi diede una pacca sulla spalla e salì le scale. “Grazie papà.” Sussurrai lievemente, lui c’era sempre stato per me. Come mamma, e tutti gli altri. Entrai in camera mia e mi spogliai mentre la vasca da bagno si riempiva, erano le 6:45 sbuffai, mi dovevo sbrigare, meno di un’ora e dovevo essere a casa di Bella. Entrai nella vasca da bagno e socchiusi per qualche secondo gli occhi. E poi un Flashback…
 
 
Il 5 Dicembre di 15 anni fa..
 
Potevo avere circa tre anni ed ero accanto a mio padre che mi teneva per mano, e guardai in braccio a Nathaniel Archibald, la sua piccola Principessa di due anni, eravamo arrivati a casa degli Archibald, era il compleanno di Bella, la piccola fra le braccia di Nathaniel, dormiva, era abbastanza tardi e tesi le mani verso papà. Mi prese in braccio lo guardai e sbadigliai, lui sorrise dolcemente e mi accarezzò i capelli, appoggiai la testa sulla spalla e guardavo quella bambina. Isabella Lily Archibald, una bimbetta tutto pepe, ma agli occhi dei tutti sembrava una bambina composta, e seria, molto seria per l’età che aveva. Ma io sapevo che lei non era così. Quando la stuzzicavo lei reagiva, lo faceva sempre. Risi appena allungai la mano, accarezzai la mano di Bella sulla spalla del padre, mi avvicinai talmente tanto che stavo cadendo, gli schioccai un bacio nei capelli castano chiarissimo. Nathaniel sorrise, e mi accarezzò la guancia. “Ma che galantuomo.” Io sorrisi un po’ in imbarazzo scesi dalle braccia di papà e corsi via. Mamma era con Serena, erano sedute nel salotto e io corsi in braccio a mamma. Mi accoccolai contro il suo petto. “Chuck, tutto okay Piccolo?” Mi accarezzò la nuca e appoggiai la testa contro il suo petto. Annuii piano e guardai Papà e Nate che si avvicinavano, socchiusi gli occhi. L’ultima cosa che mi ricordo di quel giorno, è qualcuno che mi diede un bacio fra i capelli.
 
 
Aprii gli occhi. Cavolo. Quanto tempo era passato, presi il cellulare 6:47 Strizzai gli occhi, mi lavai velocemente e uscii dalla vasca, mi asciugai. Mi guardai allo specchio mentre con l’asciuga capelli mi aggiustavo i ciuffi ribelli. Uscii dal bagno e andai a vestirmi. Guardai fra tutti i capi d’abbigliamento che erano presenti nel mio guardaroba. Decisi d’indossare un vestito Zaffiro. Camicia bianca a righine lavanda e colletto bianco. Era un’abito gessato zaffiro e bianco. Misi i pantaloni e la giacca e presi una cravatta color lavanda a fantasia e un fazzoletto sempre lavanda da mettere nel taschino. Ero pronto, mi spruzzai un po’ di profumo e uscii. Erano le 7:30, in un quarto d’ora sarei arrivato da a casa degli Archibald. Salii e quando il rumore dell’ascensore squillò, aprii gli occhi ed entrai. “Potresti avvertire Miss. Archibald che sono arrivato?” Dissi cordialmente alla domestica. Annuì timidamente e salì in camera di Bella, meno di un minuto dopo, Un angelo vestito con un abito che finiva poco prima del ginocchio, era color.. lavanda e delle scarpe dal tacco vertiginoso, in vernice. Zaffiro e una pochette abbinata alle scarpe. “Ehi Bass, per caso mi hai spiata mentre mi preparavo?” Ridemmo assieme e io le porsi la mano, la afferrò e io la bacia con dolcezza. “Sei fantastica Regina.” Sorrise fiera di se. “Anche tu non sei male, Bass.” 



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Tadaààà u.u'' Che ve ne pare? Sono stata tutto il pomeriggio a scriverlo xD O quasi tutto il pomeriggio. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia. U.U Vi ricordo che se recensite non vi accade niente di male xD Spero che recinsiate. Un Bacio a tutte. (:

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Capitolo 12
*** Aniversario. ***


Anniversario.

                                                      
 
 
 
Bella’s Pov.
 

 
 
Come l’ascensore suonò, uscii e subito dopo di me, Chuck. Sorrisi mentre Blair mi venne incontro e mi abbracciò. “Tesoro come stai?”
Sorrisi abbracciandola. “Tutto okay, tu?” Sorrise dolcemente e sciolse l’abbraccio. “Sto magnificamente.” Disse mentre suo marito la abbracciò da dietro. “Waldorf, sei stupenda come sempre.” Disse il padre di Chuck, ovvero Chuck. Risi lievemente al mio pensiero. Suo padre si chiamava Charles, ma tutti lo chiamavano Chuck si da quando era piccolo, tranne nonna Lily e qualcun altro. Invece Lui, Charles, tutti lo chiamavano così tranne me e Blair.
 
Passò circa mezz’ora che mia madre e mio padre uscirono dall’ascensore.
“S.” Disse Blair e le andò incontro abbracciandola con forza. “Sono felicissima che tu sia qui.” Mia madre sorrise abbracciandola dolcemente e poi sciolse l’abbraccio. “B, come potevo perdermi la cena per il vostro 19° anniversario di matrimonio?” Ridemmo. Mio padre sorrise.
“Sono già passati 19° anni dalla prima volta che ho visto Chuck Bass, l’invincibile, nervoso e tremante per un matrimonio?” Ridemmo tutti quanti. “Nathaniel caro, devo ricordarti che più o meno 16 anni fa sei svenuto?” Lo guardai sconvolta. “Svenuto?” Squittii. Chuck rise. “Si svenuto. Tuo padre il giorno del matrimonio, era talmente nervoso che un’ora prima era svenuto. Tu non lo puoi ricordare Piccola. E poi nessuno lo sapeva, gli avevo promesso che non lo avrei detto a nessuno.” Mio padre sbuffò. “Appunto Amico, avevi promesso.” Risi nuovamente. “Nathaniel, mi dispiace, ma mi hai costretto.” Mi alzai dal divanetto e andai ad abbracciare Papà. “Papà, sei davvero svenuto?” Lui rise stringendomi a me.
“Si, ma era perché avevi nascosto le fedi.” Gli diedi un buffetto sul braccio. “Ehi! Non scaricarmi tutta la colpa, non avevo nemmeno un anno e poi erano incustodite, tutti le potevano prendere. Intelligente come sono, le avevo messe al sicuro.” Ridemmo mentre mi strinse a se e mi baciò i capelli. Charles rise, sentii le sue risate più forti delle altre. “Dai basta smancerie, ho un po’ di fame.” Disse lui divertito. Sciolsi quel abbraccio e ci dirigemmo a tavola.
Il tempo passava, e avevano appena servito il dessert, era quasi mezzanotte. Sorrisi e presi il piattino con la torta e ci sedemmo nell’enorme divano di fronte alla rispettivamente enorme tv. Come scoccò la mezzanotte “Auguri Amore Mio.” Disse una voce bassa e profonda, e poi gli dei baci. Blair e Chuck, si amavano, e il loro amore andava avanti da più di 20anni ormai. Sorrisi a quella scena così romantica. Mio padre sorrise a mia madre e la baciò con dolcezza. Sorrisi leggermente in imbarazzo e abbassai la testa un po’ rossa in viso. Charles, mi accarezzò appena la mano che teneva il piattino e tossì richiamando l’attenzione dei “piccioncini” che si stavano baciando nell’altro divano. Risi. “Ehm, si. Avevo preparato dei video del matrimonio e degli anni precedenti.” Disse Chuck  facendo partire il video del ricevimento del loro matrimonio.
Sorrisi guardando quel filmino, dei genitori, parenti, amici, più giovani di 19° anni. Blair il un fantastico vestito bianco lungo, con un meraviglioso bouquet di peonie bianche, rosa pallido e rosa più acceso. Mamma che le teneva il velo di B in un fantastico abito rosa acceso e Chuck, e papà che erano appena entrati dal portone principale vestiti di nero e rosa chiaro. Lo scenario cambiò, un Charles Bass appena nato. Risi a quella scena, così piccolo, dolce ed innocente. “Charles, ma sei veramente tu?” Lui rise e mi guardò. “Stupendo come sempre, anche quando avevo solo poche ore di vita.” Ridemmo tutti quanti.
“Modesto il ragazzo.” Sorrisi e appoggiai la testa sulla sua spalla. C’erano delle foto, Chuck che baciava il pancione di Blair, Chuck con in braccio Charles, Blair che mette un papillon a Charles, Chuck che gioca a calcio con papà e Charles, risi vedendo una foto, un Charles che poteva avere circa 3 mesi con una cravattina e un completino viola. “Tenero!” Disse mia madre assieme a Blair. “Oh, si tenerissimo” Ci guardò come stranito. “Charles Bass, non è tenero.” Io risi sonoramente. “Oh si che lo eri.” Ridemmo assieme mentre mi abbraccio. “In questo video ci sarai anche tu, lo giuro, non posso esserci solo io.” Mi disse sussurrando all’orecchio.
 
Qualche minuto dopo..
 
 
Un video che si trasformò in un ricordo molto sfocato della mia memoria, però il mio subconscio ricordava.
 
“Ciao Principessina, come ti chiami?” Disse mio padre riprendendomi con un telecamera. “Io tono Itabeia Ily Acchibadd.” Mio padre rise dolcemente “Quanti anni hai piccola?” Io sorrisi ingenuamente “Io ho così” Dissi alzando l’indice verso di lui.
Nel video si vedeva che qualcuno si stava avvicinando a me, mamma seguita da Chuck e Blair con in braccio Charles, vestito di tutto punto.
Mamma mi prese da dietro ed io urlai “Aaammaaa!” Mi divincolavo mentre mi solleticava il pancino. Ridemmo tutti assieme e mio padre si sedette accanto a me e mamma. “Amma è mia!” Risi affondando la testa nell’incavo del collo di mamma. La mia testa era coronata da tanti piccoli boccoli castano chiaro, tenuti assieme da un cerchietto di velluto blu, come il mio vestitino. “Ehi, tu!” Disse mio padre prendendomi all’altezza della vita. “Mamma non è solo tua!” Io risi di nuovo avvicinandomi a lei e prendendogli le guance fra le mani “Si amma mia!” Urlai ridendo.
Volevo tanto bene ai miei e mi girai verso mio padre. “Anche tu tei mio!” Risi e lo abbracciai forte, mettendo le manine dietro il suo collo e accarezzandogli i capelli. Chiusi gli occhietti stringendomi a lui, più forte che potevo e sorrisi dolcemente. Riaprii gli occhi e di dietro di me vedevo Charles seduto su una poltroncina sorridermi dolcemente.
Gli aprii un ampio sorriso, dolce e soprattutto sincero. “Papy, mi asci?” Chiesi sussurrando, mio padre un po’ contrariato mi lasciò controvoglia. Sorrisi teneramente camminando verso Charles, mentre tutti mi guardavano confusi e continuavano a filmare.  Lo guardai e gli tesi la mano, e lui la strinse con dolcezza, si alzò e andammo in cucina. Guardai la sua manina paffuta stringere la mia. “Chuck?”  Lui continuò a camminare, e io lo seguii stringendo la sua manina. “Chuck!” Dissi con voce più insistente. Lui si girò confuso “Ma stai chiamando me?”  Annuii. “Chi voi che tessi camando?” Sbuffò. “Io mi chiamo Charles.” Io risi dolcemente.
“Tupido! Chuck è più beo di Charles, tembi vecchio!” Risi ancora e mi avvicinai a Lui. Mi sorrise con dolcezza e gli misi le braccia al collo, mi strinse a se. “Ti boio bene.” Sussurrai e gli diedi un bacio nella guancia. Prendemmo due fettine di torta e tornammo in salotto, sorrisi ai miei genitori che chiaccheravano con i miei zietti. Lasciai la manina di Chuck, e mi andai a sedere sulle gambe di mio papà, mi sedetti mangiando. Poi piano piano, mi addormenta.
 
Questo è il mio ultimo ricordo di quella sera.

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Capitolo 13
*** Io sono Char... ***


Io sono Char…
 

 
Chuck’s POV.

 
 
3 Giorni prima del Ballo.
 
 
Sorrisi a quel pensiero, la MIA bella che si teneva al mio braccio e scendevamo assieme una scalinata. Nell’Upper East Side, scendere delle scale assieme al figlio di qualche uomo d’affari, sfoggiare dei gioielli e un sorriso smagliante, è davvero molto importante, segno di aristocrazia e Bla bla bla. . .
Ero nel mio letto con il pc sulle gambe, e vidi che Bella si era collegata su Facebook, e meno di un minuto dopo, postò una foto di una collana, che ancora non era nemmeno sul mercato. Risi e mi alzai, mi aggiustai il foulard e uscii. Chiamai mio padre, che momentaneamente era all’estero, con mia Madre. Stavano festeggiando il loro anniversario. Fra tre giorni sarebbero tornati, a mezzogiorno sarei andato all’aereoporto. Saremmo andati a casa e poi al ballo delle debuttanti.  Dopo qualche squillo mio padre rispose. Rispose ridendo “Ehi, Charles.” Si ricompose e si schiarì la voce. “Come stai?” Sorrisi, si stava divertendo con mamma. “Papà, sto benissimo. Voi come state, vi state divertendo in Toscana?” Ridemmo, mamma adorava la toscana, quando ero piccolo mi aveva raccontato che da giovani ci dovevano andare subito dopo in matrimonio dei miei nonni, ovvero Bart il papà di papà, e Lily la madre adottiva di papà, che in realtà è anche la nonna naturale di Bella. Sbuffai, mi piaceva da morire, ma era pur sempre la mia cuginastra. “Charles, si la Toscana è fantastica, e tua madre è davvero calma e rilassata.” Silenzio, ancora silenzio, la mia mente non stava ascoltando le parole di mia madre, ma solo i miei ricordi, così limpidi di Bella che sussurrava al mio orecchio  “Non lasciarmi”. Sorrisi soddisfatto, mentre mio padre ripeté il mio nome “Charles.” e poi un altro nome, un nome che mi fece sorridere e catturò la mia attenzione. “Chuck!” Io scossi la testa felicemente, ma allo stesso tempo un po’ turbato. “Ehm, si papà scusa. Ho chiamato, anche perché ho bisogno del tuo aiuto.” Volevo e dovevo, avere quella collana. Sarebbe stato il mio lasciapassare per il cuore di Bella. Sentii mio padre incupirsi “Charles, ti sei messo nei guai?” La sua voce prese una sfumatura preoccupata, e io risi sonoramente. “Papà!” Continuai a ridere con gusto “No!” Poi tornai serio. “Papà, devo comprare una collana!” Mio padre mi chiese un po’ confuso. “E che problema c’è? I soldi non sono mai stati un problema.” Si zittì un secondo, e poi con fare curiose aggiunse “E per chi è questa collana?” Io sorrisi quasi involontariamente, nuovamente il suo pensiero mi balzo in testa. “Per..” Avrei fatto la cosa giusta confessando, che la collana era per Bella? Sospirai. “Papà, è per Bella.” Dissi tutto d’un fiato. “Bella la figlia di Serena e Nathaniel? La tua cuginastra?” Chiese un po’ sconvolto. Io sospirai “Si papà, Lei.” Ci fu un minuto di silenzio, uno di quelli molto imbarazzanti, poi mio padre ad interrompere quel silenzio fastidioso. “Quindi ti piace davvero?” ancora silenzio, perché non riuscivo a parlare? “Io.. io..” Abbassai lo sguardo e interruppi la chiamata. Mi alzai dal letto, decisi di non chiedere l’aiuto a mio padre. “Farò da solo. Io sono Char...” Mi bloccai e risi. “Io sono Chuck Bass!”Risi e preparai la mia valigia, ero pronto per andare a prendere la sua collana. Direttamente neglie Emirati Arabi Uniti. Era lì che confezionavano la collana. La collana che si sarebbe trasformata nella chiave del suo cuore. La chiave per la Felicità! Era difficile da ammettere, ma forse, chuck bass, aveveva un cuore, e si stava innamorando. scuotei la testa, “uhmm, no! basta con queste sciocchezze.” la limousine arrivò due minuti dopo, il tragitto dal mio attico all’aereoporto fu breve, poco più di 15 minuti. Sorrisi, inforcai un paio di lenti ray-ban, non volevo che nessuno mi riconoscesse, ero pur sempre a Manhattan. Sbuffai ricordando  che il viaggio non sarebbe stato offerto dalle Industrie Bass, non avrei passato 8 ore circa nel fantastico jet di famiglia, ma avrei dovuto prendere un aereo di linea, ovviamente nella classe a, però era pursempre fastidioso. chisà quante persone si erano sedute su quelle poltrone, storsi il naso e mi convinsi che dovevo farlo. mi avvicinai a prendere i biglietti per me ed arthur. “Arthur, sei pronto ad andare negli emirati arabi uniti?” Chiesi un po’ divertito al signore sulla cinquantina. Lui si avvicinò con la mia valigetta in mano “Ma cosa sta dicendo Mister BAss?” Sfoderai un sorriso alla “CHUCK BASS” e l’uomo continuò a fissarmi “Quel sorrisetto non promette mai nulla di buono.” Bonfocchiò arthur, per poi aggiungere “Signore, gliel’ho mai detto che, assomiglia tremendamente a suo padre?” Disse cordialmente. Io risi “Caro arthur, suvvia andiamo, gli emirati ci aspettano.” Detto questo feci i biglietti e ci dirigemmo verso l’interno dell’aereoporto e guardai tutti gli straccioni che facevano il check-in sbuffai mentre arthur mi chiamava. “signor Bass.” Nessuna risposta da parte mia “Mister Charles?” sospirai profondamente. “Che c’è arthur?” Lo guardai un po’ in cagnesco, che voleva? “A suo padre, non è mai piaciuto fra il check-in, e a quando nemmeno a lei!” Ridemmo assieme, tutto sommato quel’uomo era simpatico “Ricordami di darti un aumento.” Dissi con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia mentre lasciavo dei soldi in tasca ad un conoscente di arthur che lavorava al aereoporto. Salimmo in aereo e sospirai mentre a me si avvicinò l’hostess, una ragazza di circa 22 anni, molto bella, e se non fosse che stavo andando a comprare una collana dall’altra parte del mondo, me la sarei anche fatta. “Mi scusi signore vuole da bere?” io sorrisi da stronzetto “Una bottiglia di Champagne del DOm pérignon 95’” lei mi guardò stupita, “Ne è sicuro?” Io risi “Le sbra che io stia scherzando?” l’hostess abbasso lo sguardo e sussurrò imbarazzata che lo avrebbe portato subito.
“arthurhai detto a tua moglie che saresti tornato tardi?” Lui mi guardò e annuì educatamente, meno di un minuto dopo l’hostess arrivò con i bicchieri e il mio champagne, Arthur lo versò nei bicchieri ne presi uno, guardavo il liquido dorato nel bicchiere, mi sentivo strano, quelle stupide farfalle erano ancora nel mio stomaco, pensavo che finalmente me ne sarei liberato. Bevvi tutto il contenuto del bicchiere e decisi di addormentarmi, sarebbe stata la cosa migliore. Socchiusi gli occhi e subito dopo mi addormentai di sasso..
 
“Mister Charles, Mister Charles, siamo arrivati, si svegli. Signor Bass. Dio ma certo che lei, ha proprio il sonno profondo!” Mi voltai ancora addormentato “Mister Chuck! Si svegli!” Disse l’uomo a voce alta. Aprii gli occhi di scatto. “Arthur! Che è successo?” L’uomo rise. “Signor Bass, lei ha proprio il sonno pesante. Mi scusi, se le ho urlato nell’orecchio, ma siamo atterrati da più di 10 minuti, e lei non si svegliava, ho provato a chiamarlo, ma con lei buone non ha mosso ciglio. Mi dispiace.” Io risi. “Arthur, non dispiacerti, è il tuo dovere.” Mi alzai un po’ confuso, il fuso orario mi disorientava, barcollai e mi appoggiai ad Arthur. “Che ore sono?” Chiesi stropicciandomi gli occhi. “Sono solo le 7 del mattino, andiamo in hotel Mister Charles?” Sospirai e scesi dall’aereo. “Ho bisogno di una doccia e di un caffè poi andiamo a prendere la collana e poi da Louis Vuitton. Devo prendere un po’ di cose.” Arthur mi aprì la portiera dell’auto e salii.
Un’ora e mezza dopo ero davanti al gioiellieri che mi avrebbe venduto la collana, a momenti il negozio si sarebbe aperto, mi appoggiai all’auto e mi sistemai nuovamente la cravatta. Il cellulare squillò PAPA’. Sospirai e risposi “Charleeees!” Mi stava cadendo quasi il cellulare dalla mano. “Mamma, che ti prende?” Ero confuso, perché urlava? “Charles Bartholomew Junior Bass! Dove sei finito!?!?” Io risi. “Siete tornati prima a casa, pensavo che prima di domani non tornavate!” Cercai di tornare derio. “Charles! Non hai risposto alla mia domanda! Dove sei?” Sorrisi mentre vedevo la porta del negozio aprirsi. “Mamma sono negli Emirati Arabi Uniti, sono venuto qui, perché dovevo farvi una sorpresa, ma avete rovinato tutto. Ora vado una persona mi aspetta. Ciao Mamma, salutami Papà” Sorrisi “Charles, che sorpre…” chiusi la chiamata ed entrai con passo sicuro  e mi avvicinai alla commessa. “Avverta il suo capo che Mister Bass è arrivato.” La ragazza mi guardò “E lei sarebbe?” sorrisi da Bass-tardo  “Io Sono Chuck Bass.” La ragazza mi guardò sbalordita. “Mi scusi Signor Bass, chiamo subito il direttore. Si può accomodare, desidera dello Champagne?”  Annuii lievemente e mi sedetti in una poltrona enorme, e stupendamente comoda, accavvalai la gamba e sbottonai la giacca. “Signor Bass. Il suo champagne.” Presi il calice e sorseggiai un po’ di quel liquido dorato. E poi vidi un uomo che poteva avere circa 63 anni avvicinarsi a me io mi alzai, appoggiando il bicchiere nel tavolino accanto alla poltrona. L’uomo mi tese la mano e io la strinsi. “Sono Chuck Bass.” Mi guardò attentamente. “Lei deve essere il figlio di Chuck e Blair Bass. Giusto? Mi chiami Francisco” Sorrisi lievemente. “Si, sono Chuck Jr. Bass. Sono venuto qui per una collana, una collana speciale.” Lui mi guardò confuso. “Mi scusi, ma sono curioso, come mai non è andato in uno dei nostri negozi, di New York?”  Sorrisi. “Le avevo detto che era una collana speciale.” Presi il mio palmare dalla tasca e feci vedere la collana. Continuò a fissarmi. “Signor Bass, ne è sicuro? Questa collana cosa 100mila dollari. E poi non è nemmeno sul mercato, per quest’ultimo modello, le persone sono in lista d’attesa per la lista d’attesa, passeranno ancora settimane per essere in lista d’attesa. La posso mettere in lista d’attesa se vuiole.”  E così concluse l’uomo. Sorrisi abbassai lo sguardo, e subito dopo lo rialzai. “Senta Francisco ho bisogno di quella collana, adesso. Sono disposto a spendere il doppio, anche il triplo se è necessario, è una cosa davvero..” e a quel punto il mio cellulare squillò. BELLA. Chiusi la chiamata. “Come le stavo dicendo è una cosa davvero molto importante.” Uscii il libretto degli assegni, e poi di nuovo il cellulare, di nuovo Bella. Risposi “Pronto?” la sentii dall’altro capo del telefono sospirare. “Chuck! Dove sei finito? Perché a scuola non sei venuto? Dovevamo andare alle prove del ballo.” Deglutii e feci cenno a Francisco di aspettare un secondo, annuì gentilmente e mi allontanai. “Bella, sono negli Emirati Arabi Uniti! Devo comprare una cosa per i miei. Scusa se non ti ho avvertita, ci sentiamo domani.” Sorrisi e chiusi la chiamata. Tornai da Francisco. “E poi c’è un’altra cosa.” Feci cenno d’avvicinarsi ad Arthur, lui si avvicinò con una cartellina in mano, la poggiò sul tavolo del gioielliere e io la aprii.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Uscii due foto
 

 
Una di mamma e papà di quando hanno comprato l’Empire.
 

 
 
E una mia, di quando avevo 8 anni e ho fatto un servizio fotografico per Gucci.
 
 
 
“Sono molto belle queste foto, Signor Bass.” Sorrisi orgoglioso di quelle foto, e soprattutto della mia famiglia. “Grazie. Vorrei che con queste due foto faccia un ciondolo, da un lato la mia foto d’altro quella dei miei genitori. Lascio questo lavoro nelle sue mani Francisco.” L’uomo mi sorrisi. “Sarà fatto Mister Bass.” Sospirai. “Ma avrei dei termini di scadenza, domani devo essere a New York, con il ciondolo e la collana.” Lui rise. “Okay! Vado a prendere la collana.” 
10 minuti dopo Francisco tornò con un cofanetto di pelle rossa e lo aprì. Quella collana era stupenda, degna della bellezza di Bella. Mi appoggiai e completai l’assegno. Scrissi 500mila dollari, firmai e diedi l’assegno a Francisco. “Portatemi la collana, e il ciondolo nell’hotel di mio padre, qui ad Abu-Dhabi. Arrivederci Francisco.”

 
20 ore dopo..


Entrai nella casa degli Archibald e vidi Nathaniel e Serena nel divano che dormivano, e la scritta THE END in tv, avranno sicuramente visto “Tutti insieme appassionatamente.” Il film preferito di Nate. Cercai di non fare rumore e mi avviai verso la stanza di Bella. Ma qualcuno sussurrò il mio nome. “Charles, sei tu?” Mi girai e sospirai. “Ehm, Nathaniel. Si sono io.” Si alzò dal divano e si avvicinò a me. “Che ci fai qui?” Mi passai una mano fra i capelli arruffati “Sono appena tornato da Abu-Dhabi, e dovevo lasciare il regalo per il ballo a Bella.” Mi guardò e sorrise “Sono solo le 5 e mezza del mattino, perché non vai a casa?” Scuotei la testa “No, prima le lascio il suo regalo e poi vado.” Mi diede una pacca nella spalla. “Ti piace davvero eh?” io risi appena e mi congedai con un cenno del capo. “Ci vediamo domani al ballo.”
Entrai in camera sua, quale visione celestiale. Mi avvicinai a lei, era stupenda, i boccoli castano chiaro ricadevano morbidi sul cuscino. Mi inginocchiai e accarezzai i suoi capelli così morbidi. Appoggiai il cofanetto con un biglietto che diceva:

“Cara Regina,
 sono andato negli Emirati per prendere una cosa per te, spero che ti piaccia. E se domani ti vedrò con essa indossò, vuol dire che io e te incominceremmo assieme la tua favola. Io sono il tuo Cavaliere Nero. Non ti sembra un po’ banale la storia del Principe azzurro? Spero che da domani in poi saremmo Chuck e Bella, Bella e Chuck.
 
P.s. Io sono Chuck Bass, e ricordati che una volta fra le mie braccia al ballo, non potrai più scappare.

-Tuo Chuck."
 

Stetti per secondi, minuti, forse ore ad accarezzare i capelli a quella fanciulla, poi mi resi conto che era tremendamente tardi, le 7 meno 10  fra meno di 5 minuti qualcuno sarebbe venuta a svegliarla. La baciai con dolcezza e uscii. Mi appoggiai a vederla, aprì gli occhi e vidi il cofanetto assieme al biglietto, andai via. Non volevo vedere quale sarebbe stata la sua faccia leggendo il biglietto, quindi tornai a casa.

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Capitolo 14
*** Sogno o Son Desto? ***


Sogno o son Desto?

 
Bella’s Pov.
 
 
Sentii qualcosa sfiorarmi le labbra, qualcosa di fresco e morbido. Aprii gli occhi, e mi guardai attorno, ma accanto a me non c’era nessuno, la stanza era vuota, non c’era nessuno oltre me.
Mi girai verso il comodino per vedere che ora era e vidi un cofanetto di velluto rosso, uno di quei cofanetti dove si mettono le collane. Accanto ad esso c’era un biglietto, riconobbi subito quella scrittura stretta e pasticciata. Incominciai a leggere :
 
“Cara Regina,
 sono andato negli Emirati per prendere una cosa per te, spero che ti piaccia. E se domani ti vedrò con essa indosso, vuol dire che io e te incominceremmo assieme la tua favola. Io sono il tuo Cavaliere Nero. Non ti sembra un po’ banale la storia del Principe azzurro? Spero che da domani in poi saremmo Chuck e Bella, Bella e Chuck.
 
P.s. Io sono Chuck Bass, e ricordati che una volta fra le mie braccia al ballo, non potrai più scappare.
-Tuo Chuck.”
 
 
Fissai il foglio, e se non fosse autenticata da una scritta Bass dietro il foglio, avrei giurato che fosse un falso! Era andato ad Abu-Dhabi per me. Poggiai il biglietto e aprii il cofanetto. “Wow! E’.. è stupenda.” Guardia quelle collana così perfetta, tempestata di diamanti. La base di platino e tutto il resto diamanti e zaffiri. “Come ha fatto a comprarmi questa collana?” Incominciai a riflettere “Oddio! SONO LA PRIMA AL MONDO AD AVERE QUESTA COLLANA!” La mia voce si alzò di un’ottava, mentre mia madre entro, in fretta e furia con il vassoio della colazione in mano. “Bella, che succede?” Disse mia madre allarmata, e nel frattempo, appoggiava il vassoio nella scrivania. “Ma… mamma. Io, sto bene.” Nascosi il biglietto sotto il lenzuolo. Lei si avvicinò con fare minaccioso, e io mi misi a ridere. “Cosa mi stai nascondendo?” Io sorrisi e le mostrai la collana. Mi guardò stupita, e la sua bocca si tramutò in una “O”  Sorrisi fissando la mia collana.
Certo che Chuck, sapeva che tasti premere. “E chi te l’ha regalata?” Io continuai a sorridere come un’ebete. Mamma continuava a parlare, ma io non le stavo prestando nemmeno un briciolo d’attenzione. “Quella collana costa di più delle auto sportive di tuo Padre, e ancora non è nemmeno in circolazione.” Continuò il suo monologo, ancora un po’ perplessa.  “Bella, tesoro, mi stai ascoltando?” Scuotei la testa, i realtà nemmeno io ancora ci credevo, ma Chuck l’aveva comprata, e l’aveva regalata a me! In quel momento, ero la più felice del mondo. “Ehm, si mamma, certo.”
Mi alzai dal letto con il cofanetto in mano, mi sedetti nella poltroncina davanti lo specchio, adagiai la scatola e presi quella collana. “Ti ripeto nuovamente la domanda. Chi te l’ha regalata?” Io sorrisi mentre mi mettevo la collana al collo. “Mamma, me l’ha regalata Chuck.” Oddio, ma che avevo detto? Mi tappai immediatamente la bocca. “Chuck?!? Chuck, Charles?” Chiese sbalordita. Sorrisi e mi spostai la mano dalla bocca, sistemai la collana e le risposi con un leggero cenno del capo, in segno di consenso.
“E’ perfetta Mamma.” Lei sorrise e mi scoccò un bacio nella guancia “Ti sta benissimo Piccola, e Charl.. cioè Chuck si sta dimostrando un galantuomo. Mi raccomando, non finire come tua zia B. E’ fascino dei Bass è potente!” Mi accarezzò i capelli e sorridendo uscì. “E poi, starà benissimo con il mio vestito!” Mi feci una doccia veloce, presi la limousine e andai a casa di Chuck.
Uscii dall’ascensore e mi venne ad accogliere Dorota. Sorrisi mentre gli porsi il cappotto. “Dorota, c’è Mr. Charles? Ho Miss Bella, il Signor Charles sta dormendo, posso riferirgli un messaggio?” Sentii qualcuno scendere le scale e schiarirsi la voce. “Dorota, vai a preparare del tè.” La cameriera annuì a Blair e scomparì verso la cucina. “B, pronta per il ballo?” Mi disse abbracciandomi. “Mai stata più pronta.” Mi scostai e ci andammo a sedere nel divanetto, mente Dorota ci serviva il tè. “Blair, chi ti ha regalato questo ciondolo? Un altro regalo dell’anniversario da parte di Chuck?” Chiesi un po’ curiosa, era stupendo, un ciondolo fantastico. E c’erano incise due lettere C&B.
Lei si sganciò il ciondolo e me lo porse, lo presi e lo guardai attentamente, lo aprii e c’erano due foto bellissime. Il Mio Chuck da un lato e Chuck&Blair dall’altro. Lei sorrise “No, questo non è da parte del mio Chuck, ma del tuo. E’ di là che dormi, fa attenzione a non svegliarlo, il fuso orario l’ha disorientato.”Mi fece l’occhiolino, mi accarezzò la spalla e con la tazza di tè salì al piano di sopra, dove si sentiva discutere suo marito d’affari, probabilmente con altre due persone.
Poggiai la tazza quasi vuota nel vassoio, presi la mia borsa di Valentino e mi avviai attraverso il corridoio. Aprii lentamente la porta. “Sei bello come un Dio.” Sussurrai appena, mi mancava l’aria. Era così bello e poi non me lo ricordavo così muscoloso. Mi avvicinai di soppiatto al letto, stranamente, non aveva nessuna camicia addosso, e nemmeno uno dei suoi adorati pigiami di seta.  Dormire senza niente addosso,  non era da Charles, ma forse lo era da Chuck. Risi del mio pensiero, non mi dispiaceva affatto, che non avesse niente addosso, a parte dei miseri pantaloncini, che usava per andare a giocare a basket con Royal.
Appoggiai le ginocchia nel materasso, e accarezzai da un’estremità all’altra le sue spalle. Lo sentii fremere sotto il tocco del mio polpastrello e poi sussurrò in un modo incomprensibile “Bella.” o almeno, qualcosa che ci assomigliava. Sorrisi involontariamente, pronunciando il mio nome mi aveva fatto infatuare ancora di più!
Si girò bruscamente e il mio sguardo cadde sui suoi addominali, e poi ancora più giù. Si dormiva, ma il suo amichetto lì sotto, non dormiva mai. Gli sfiorai il contorno delle labbra, il mento e quelle fantastica fossetta che aveva, poi scesi e gli sfiorai il pomo d’Adamo abbastanza evidente, per poi tracciare la linea dei suoi muscoli addominali. E poi risalii nuovamente, ritornai sul suo viso angelico. Era davvero un Dio, ancora più bello del Davide di Michelangelo.
Mi misi comoda dall’altro lato del letto e mi distesi, decidendo che avrei passato un bel pezzo della mia mattina, ad osservarlo. Gli scostai una ciocca di capelli castani, che ricadeva su quel viso così angelico. Non avevo parole, erano passati minuti, da quando stavo facendo la scannerizzazione completa al suo viso, al suo fisico, al suo intero corpo. Però non riuscii a trovare un solo difetto, come avevo fatto, a non accorgermi prima, di tale bellezza incustodita? Forse non l’avevo mai guardato così attentamente, e forse, anzi ne ero certa, non l’avevo mai guardato con questi occhi. Occhi di una persona innamorata, occhi di chi sa leggergli nell’anima.
 Ero sempre riuscita a capirlo prima degli altri, ma ora, ora era tutto diverso. Non solo lo capivo, ma gli leggevo destri, e non era  solo un BASS-TARDO, ma era anche un vero e proprio gentiluomo.
Mentre io continuavo a fare film mentali, sul fatto che fosse stupendo, e di quanto sciocca fossi stata, ad accorgermi che il mio Principe azzurra non esisteva ma, c’era qualcosa di ben più grande e più bello. Un vero e proprio Cavaliere Nero ad aspettarmi.
Il respiro regolare di Chuck, ce soffiava sul mio collo e nel mio viso, mi faceva da ninnananna, così mi addormentai inconsciamente.
 
 
 

Chuck’s Pov.
 
 
Forse sognavo, o forse era realtà. Sembrava tutto così perfetto.
Forse ero sveglio, o forse dormivo. Se ero sveglio non volevo addormentarmi, se dormivo non volevo svegliarmi.
Forse il ballo era già passato, ed ero con Bella, o forse stavo immaginando tutto.
 
Prima c’era Bella che mi accarezzava la schiena, dopo che io e lei eravamo stati a letto, mi massaggiava le scapole, e tutte le spalle. Io sussurrai dolcemente il suo nome. Mi ero girato verso di Lei e sorrideva, mi accarezzava dal mento, al basso ventre, per poi il suo sguardo cadere su qualcosa, che ancora non era andato a letto.
Risalì verso il mio viso scostandomi una ciocca di capelli. E poi niente il buioi. Erano passati secondi, minuti, ore, forse giorni, o anni.
Chissà quanto tempo era passato!? E poi di nuovo la luca. Mi guardai attorno, e accanto a me, c’era la Mia Bella. Però mi resi conto che era stato solo un sogno.
E poi un’altra domanda, balzò nella mia testa. Lei, quell’incantevole creatura, che ci faceva nel mio letto? E soprattutto vestita. Risi lievemente e decisi di non svegliarla, era ancora più bella quando dormiva. Non era un essere terrestre.
Ogni secondo di più, mi convincevo che era una Dea, o forse un’Angelo, che era venuto a salvare la mia anima dannata.
Continuai a fissarla, e poi anch’io mi riaddormentai.
 
Quando mi svegliai accanto a me non c’era nessuno, lei se ne era andata. 

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Capitolo 15
*** Amore, Balli, Bella e Chuck. ***


Amore, Balli, Bella e Chuck.
 
 
 
 

Bella’s Pov.

 

 
Mi svegliai con il sole che sbatteva contro la mia schiena. Chuck era accanto a me, e sorrideva angelico mentre mi stringeva a se con forza. Sorrisi, credo che si fosse svegliato e mi aveva vista, per questo adesso stava così avvinghiato a me. Lo fissai intensamente, fissavo intensamente le sue labbra così belle, le baciai e cercai di liberarmi dalla sua presa così ferrea.
“Chuck, lasciami.”  Sussurrai lievemente, e la sua presa si face meno stretta. Scivolai dalle sue braccia, e un po’ indolenzita mi sistemai il vestito, mi infilai le mie Manolo, presi la borsa e andai via. Guardai il cellulare: 9 messaggi, 13 chiamate.
Risi e chiamai mia madre. “Bella, dove sei?” Sorrisi mentre Dorota mi infilava il cappotto nelle spalle. “Mamma sto andando a casa.” Lei sospirò “Potevi dirlo che andavi da Chuck, tuo padre ti aveva data per dispersa. Menomale che dovevo vedermi con Blair, e mi ha detto che eri andata a casa sua. Gli avevo chiesto di vedere se eri ancora li, e si. Mi ha detto che dormivi stretta abbracciata a Chuck.” Oddio! Il mio viso si tinse di rosso. “Mamma, smettila!” Mia madre rise di gusto, e poi dopo essersi calmata mi disse. “Tuo padre ti cercava, voleva andare a prendere una cosa con te.”  Sorrisi, forse un altro regalo! “Okay mamma, arrivo.” Mi misi in auto e dissi a Sebastian di andare a casa.
 
20 minuti dopo varcai la soglia di casa. “Bella! Che fine hai fatto? Chuck abita a nemmeno 10 minuti da qui.” Sbuffai e appoggiai la mia Valentino nel divano. “Mamma, è l’ora di punta. E dov’è papà? Non c’è la faccio a prepararmi, visto che dobbiamo andare, in non so quale sperduto posto.” Sbuffai nuovamente, mentre mia madre se la rideva di gusto. “Appunto, visto che tardavi ad arrivare, ho detto a Nate di portare la sorpresa qui.” Alzai le spalle, e lei continuò a parlare. “Sei ancora presa dal tuo dolce far nulla, vatti a fare un bel bagno caldo, al tuo ritorno tuo padre sarà qui.” Annuii e sbadigliai ancora confusa, e come diceva mia madre “presa dal tuo dolce far nulla.” Ridacchiai, mi spogliai e poi mi immersi nell’enorme vasca da bagno.
Socchiusi gli occhi il viso di Chuck mi ritornò in mente, e incominciai a sognare, anche se ero perfettamente sveglia.
Immaginai che il ballo era finito, ed io e lui stavamo assieme, davvero. Mi aveva baciato davanti a tutti ed io ero felice, felice perché finalmente stava mostrando i suoi sentimenti. Eravamo in limousine e lui mi stava riaccompagnando, a casa. Avevo la testa appoggiata alla sua spalla, stavo ripensando a quella sera, così straordinaria, che era passata. Mi strinsi a lui, e mi mise un braccio attorno alla spalla, mi baciò i capelli, e con i polpastrelli, mi accarezzava la ciocca che ricadeva, propositamente nella mia spalla, da quello chignon, abbastanza elaborato.
Scendemmo dall’auto, mi accompagno ed entrammo in camera mia. “Ho bisogno di una bella doccia, mi aiuteresti con il vestito?” Dissi scostandomi i capelli, che ormai cadevano in dolci boccoli composti, sulle mie spalle bianche come neve, prive di ogni tipo di protezione. Appoggio, le sue labbra carnose su di esse, e sentii bruciare, sotto il suo tocco  incandescente. Piano piano, incominciò a far scendere la lampo del vestito, scoprendo anche la mia schiena.
Gli levai il papillon, e incominciai a levargli anche il frac blu. Ci baciavamo, nel frattempo il mio vestito e mie lingerie, erano state abbandonate al suolo gelido. Aprii lo sportello della doccia, lo spinsi dentro e misi il piede nel piatto doccia, incominciando ad intrufolarmi. Lo spinsi a muro, mentre il mio corpo nudo, pigiava su quello ancora vestito di lui. Arpii il getto d’acqua, e lui chiuse gli occhi. L’acqua scrosciava, e faceva aderire perfettamente la camicia, al suo corpo privo d’imperfezioni.
 




Ridemmo assieme, e si levò la camicia buttandola fuori dalla doccia, poi tutti gli altri suoi vestiti, fecero la stessa fine pietosa.
Poi d’un tratto, mi svegliai da quelle specie di sonno. Uscii dalla doccia, mi misi le mie lingerie blu notte, e guardai quello stupendo vestito bianco, e più si scendeva con lo sguardo, e più quel bianco, si trasformava in un fantastico blu notte.  Il corpetto di sopra era sagomato, e aderiva perfettamente al mio busto, e una fascia blu notte fasciava la mia vita stringendola, e mettendo in risalto le mie forme. In fondo dove il blu era molto intenso, uno spettacolare moti floreale appariva in bianco, in quel cielo privo di stelle.
Mi infilai il mio fantastico abito, stato disegnato su misura per me, da Blair ed Eleanor.  Dopo aver sistemato: i capelli, il trucco, e essermi messa la mia nuova e stupenda collana, qualcuno bussò alla mia porta. “Avanti.” Dissi fissando la collana allo specchio. Non avevo parole, era semplicemente perfetta. Entrò mio padre,  si avvicinò, mi guardò e si sedette affianco a me “Piccola, sei bellissima.” Disse lui accarezzandomi il braccio.
“Ho un regalo per te.” Io sorrisi dolcemente, e lui prese un fermaglio di patino, con dei diamanti e degli zaffiri. Con l’aiuto di mamma lo posizionò fra i miei capelli, mi alzai e mi girai verso di loro, sorridevo sinceramente e mi strinsero forte a loro. “Mi stritolate! Non respiro!” dissi divertita, ridemmo assieme. “Grazie, vi voglio bene.” Solo questo riuscii a dire. Delle dolci e sincere parole, che venivano dal mio cuore. “Anche noi te ne vogliamo.” Canzonarono all’unisono i due biondi. 
Subito dopo che i miei genitori erano andati in salotto, qualcuno mi abbracciò da dietro. Mi girai e vidi un Chuck Bass in tutta la sua bellezza.


 

 
“Una collana così bella, ha il diritto di essere di una persona, altrettanto bella.” Io sorrisi di rimando, mentre le mie guance assumevano un colorito roseo.  “Grazie della collana Chuck. E’ davvero meravigliosa.” Mi girai verso di lui, con la mano accarezzavo il risvolto del suo frac. Con dolcezza mi accarezzò il viso, il collo, le spalle scoperte, mentre affondava le sue labbra carnose e accoglienti nelle mie. Portai una mano alla base dei suoi capelli corvini, e l’altra la adagiai nel suo fianco, mentre lui si avvicinava a me e mi stringeva sempre di più. Le nostre lingue danzavano in un vortice d’emozioni: Passione, gioia, amore.
“Mi sei mancata.” Sussurrò lui con un filo di voce, ed io sorrisi, mentre sentivo le farfalle, nel mio stomaco librarsi in volo. “Anche tu Chuck.” Chi lo avrebbe mai immaginato, che io Bella Archibald, sarebbe andata al ballo delle debuttanti, con Chuck Bass. “Archibald, vieni.” Sorridemmo a vicenda e uscimmo dalla mia camera, raggiungendo i nostri genitori, che chiacchieravano amabilmente in corridoio. Suo padre gli tese una scatoletta, da dove Chuck uscì una delicatissima peonia bianca. E con dolcezza la mise al mio polso. La guardai, guardai lui, me stessa, e i nostri familiari, era tutto perfetto. Mi prese a braccetto con eleganza e dopo qualche scatto fotografico, andammo al Palace, dove si sarebbe tenuto il ballo.



Chuck’s Pov.
 
Eravamo in limousine ed io continuavo a fissarla, era straordinariamente bella e raggiante quella sera. Qualsiasi altra donna, avrebbe sfigurato con quella collana indosso, ma lei no. Non Bella, la Mia Bella. Lei, era assolutamente perfetta. Un Angelo.
Mi avvicinai leggermente a lei e le baciai la spalla nuda. “Non ho parole, per descrivere quanto tu sia radiosa, quest’oggi Regina.” Lei si girò verso di me e affondò le sue fantastiche labbra nelle mie, che che si incontrarono in un dolce bacio.
 


10 minuti dopo.

Arrivati al Palace, scendemmo dalla limousine, e ci addentrammo nell’immenso salone, dove si sarebbe svolto il ballo. “Devo andare da Selena.” Mi sussurrò all’orecchio elettrizzata. Gli lasciai il braccio, che stringevo possessivamente, e le baciai la guancia. “A dopo Regina.” Lei si congedò con uno dei suoi sorrisi stupendi, e poi andò via. La guardavo esterrefatto, avanzava verso la creatura bionda, che si trovava dall’altro lato del salone. Bella non camminava, ma danzava con eleganza, tutti si giravano verso di lei, guardandoli anche loro stupiti.  Era stupenda, Bellissima, intelligente ed aggraziata.
Non capivo come Royal l’avesse lascia andare “Ehi amico.” Disse il biondo di fronte a me. Si parla del diavolo e spuntano le corna pensai. “Royal” Dissi con poco entusiasmo. “So che stai accompagnando Bella, perché l’hanno deciso i vostri genitori. E’ vero?” Disse lui ingenuamente. “Oh, si certo. E’ proprio così. Io avrei preferito portare qualcun altro, o non venire proprio.” Dissi il più convincente possibile. Lui lanciò uno sguardo languido, fiacco a Bella, io fissai Royal, con uno sguardo cagnesco.   “Amico, sta sera è da paura! E’ stupenda.” Avrei voluto dargli un pugno nel naso, e rispondergli: “E’ tutto merito mio, se adesso è così felice, e bellissima.” Ma mi limitai a delle semplici spallucce. “Ehm amico, scusa ma Denise, mi ha già mandato 2 messaggi, è abbastanza nervosa.” Io risi sonoramente “State ancora assieme?” Lui mi guardò sorridendo come un’ebete. “Sicuro!” E così si allontanò.
 

30 Minuti dopo.

Mi trovavo nel primo scalino in alto, di un’immensa scalinata, e all’altra estremità c’era Bella in tutto il suo splendore, non avevo smesso di guardarla per un solo secondo. Non pensavo che una sola persona, potesse avere tutto ciò che desideravo, come se avessi fatto una lista, e lei passava ad ogni test.
Timida davanti ai genitori, ma passionale.
Decisa, ma femminile.
Intelligente, ma non secchiona.
Malefica, ma dolce.
E nel frattempo  che io pensavo, una voce mi riportò alla vita reale. “Isabella Lilyan Archibald, figlia di Nathaniel e Serena Cecilia Archibald, accompagna da Charles Barthomolew Junior Bass. Isabella spera di laurearsi nelle classi della Brown o di Yale. Di sposarsi, e far parte ad alcune, delle associazioni filantropiche di Manhattan” Presi il braccio di Bella, e salimmo quella scalinata, che ne avrebbe determinato, il suo futuro, ovviamente radioso.

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Capitolo 16
*** La madre di tutte le verità. ***


Salve a tutti. è.é Scusate il ritardo, e scusate soprattutto il fatto, che questo capitolo, sia così piccolo. Perdonatemi! Scrivendo questo capitolo, mi sono ispirata ad un'altra FanFiction. Quella di cuoredpanna . 
Grazie a Lei ho scritto questo capitolo. Anche se è corto, spero vi piaccia lo stesso.

 

 

La madre di tutte le verità.



Bella’s Pov.
Sorrisi e appoggiai la testa nel petto di Chuck, mentre danzavamo nell’enorme salone. Lo guardavo, quella sera era veramente stupendo, continuavamo a fissarci, sarei rimasta così per sempre. Ma poi lui si mosse e guardandomi, si avvicinino a me. Sempre più vicino, sempre di più. I nostri visi si sfioravano, accorciammo le distanze che ci separavano. Mi baciò con dolcezza, il bacio più dolce e amorevole che avessi mai ricevuto. Ci staccammo solo quando non avevamo più aria, solo quando non facevano male i polmoni. “Siamo Chuck&Bella, Bella&Chuck.” Io sorrisi e gli accarezzai la nuca ritornandolo a baciare.
I cellulari nella sala incominciarono a squillare.
 

“Buona sera debuttanti. Qui è Gossip Girl,

Che vi sta per presentare un’altra coppia
Che debutta.La Nostra Queen Bee,
ha debuttato accanto al Cavaliere Oscuro.
Un bacio appassionato, che molti studenti
Della Constance-St.Judes hanno visto.
Ma per quelli di voi che si sono persi questo spettacolo,
ecco a voi. La madre di tutte le verità.
Photo.
XoXo Gossip Girl.”

 
 
Continuammo a ballare, non ci interessava se sapevano, anzi era molto meglio. Socchiusi gli occhi stringendomi dolcemente a lui. “Non pensavo che Chuck Bass fosse un romantico.” Lo sentii sorridere contro i miei capelli. “Adesso lo sai Regi..” E ad un tratto lo sentii tirare via da me. Aprii gli occhi confusa. “Nooo!” Aprii gli occhi giusto in tempo da vedere, Royal tirare un pugno in piano viso a Chuck. “Stonzo! Sei solo un figlio di Puttana Bass! Da quanto tempo è che te la fai? Eh?! Cos’è non rispondi?” Chuck si era alzato da terra, aveva sbattuto violentemente la testa, ma era li di fronte a Royal. Lo fissava con uno sguardo indecifrabile. “Come mi hai chiamato?” Disse in un sussurro. “Figlio di Puttana. E’ solo questo quello che sei.” Io tremavo terrorizzata, mentre Selena si avvicinò a me, mi strinse forte.  Chuck emise un suono, come un ringhio. Si avvicinò con uno sguardo minaccioso a Royal. Roy rise “Cosa intendi fare? Mi strozzerai con la tua sciarpa firmata?” Chuck sfoderò un sorriso alla Bass, lo afferrò per le spalle, e gli diede una ginocchiata in pieno stomaco. “No, questo è molto meglio. Avevi ragione, picchiare da un senso di vera libertà.” Disse Chuck e con un ghignò si allontanò, si avvicinò con il labbro grondante di sangue e io gli sfiorai quello inferiore. “Tutto bene?” E detto così mi prese fra le braccia cullandomi. “Adesso che tu sei fra le mie braccia, si.” Guardai di fronte a me Royal che si era appena alzato da terra. “Non finirà qui Bass.” Decretò il biondo, Chuck si girò verso di Lui e mi cinse il fianco. “E’ già finita Royal, è finita prima che iniziasse. Se Bella adesso è felice, non è grazie a te, ma è solo merito mio. Lei è perfetta, ti amava, ma tu la ignoravi, preferivi Denise Humphrey a Lei. Bella a tutto quello che si desidera. E tu sei sempre stato troppo stupido per capirlo.” Lo guardai e lo fermai. “Adesso parlo io!”

 
Chuck’s Pov.
 
“Adesso parlo io!” Disse la mia bambola di porcellana, mentre io la guardavo le si avvicinò a Royal. Cercavo di restare il più sobrio possibile, mi sentivo come ubriaco, avevo la vista appannata, mi sentivo strano. Sentivo le forze abbandonarmi, ma cercavo di ascoltare, il discorso maligno di quella così intoccabile, bambola di porcellana "Royal, tu eri come il paradiso, pieno di angeli, ma nessuno di loro si era fermato a salvare la mia anima.” Incominciò lei, mi piaceva questo inizio “E adesso, sono inesorabilmente caduta nell'oblio. L'inferno dopo tutto, non è così male come lo descrive Dante, perché li c'è un Diavolo, che bacia da Dio. ” Si girò verso di me sorridendo, affondò le sue labbra nelle miei. Le nostre lingue incominciarono a rincorrersi fameliche, la stringevo a me, più forte che potevo, anche se non mi sembrava abbastanza. Lei appoggiò una mano nella mia nuca, e una fitta mi bloccò. Mi allontanai bruscamente da lei. “Chuck che ti prende?” Disse lasciando scivolare mani lungo i fianchi.  “Ma che..?” Si guardò le mani, erano piane di sangue. Sangue che aveva preso dalla sua nuca. “Chuck sanguini!” disse allarmata. “Sto.. sto bene.” Sussurrai a malapena e persi completamente le forze. Caddi inesorabilmente a terra.

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Capitolo 17
*** Destino. ***


Destino.





Bella’s Pov.

Ero nella sala d’attesa, alcune lacrime di disperazione solcavano il mio viso, avevo paura. Fin troppa paura. Blair Bass, piangeva sulla spalla del marito Chuck Bass, io piangevo silenziosamente fra le braccia di mio padre.
Era tutto così difficile. Perché? Perché era andata così? Io e Lui ora dovevamo stare assieme, continuare a ballare fino a quando, non si sarebbero spente le luci. E invece no, ero in una stupidissima sala d’attesa. Chuck era in sala operatoria da ormai due ore, e nessuno era venuto a dirci come stava, se si sarebbe ripreso. La paura mi stava logorando.
“Perché fa così male Piccola Archibald?” Una vocina ormai da un’ora bella e buona risuonava nella mia mente, e ad ogni parola ero sempre più confusa. Già, perché fa così male Bella? Mi chiesi a me stessa, forse era una cosa così ovvia, ma al tempo stesso strana.
Forse amo Chuck Bass? Un’altra domanda, ma poi mi sembrò stupido chiedermi una cosa del genere.
No, non è possibile. Lui è Chuck Bass. Risposi con fare sicuro, perché a me sembrava la cosa più ovvia del mondo.Si, era così, io non amavo Chuck Bass. O forse, ero troppo Bella Archibald per essere innamorata di Chuck Bass? Una volta mi aveva detto: “Archibald, siamo identici io e te. Identici ma al tempo stesso, due poli uno caricato positivamente e uno negativamente. Non puoi fuggire da me Bella. Gli opposti si attraggono.”  Abbassai lo sguardo, vidi delle gocce salate, bagnare il mio vestito, la dove era blu.
E se Chuck avesse ragione? Di nuovo quella fastidiosa vocina.
“Vai via.” Sussurrai con voce flebile. “Hai detto qualcosa?” Mi chiese papà. Rimasi immobil,e a fissare la porta da dove  avevano portato via Chuck. Altre lacrime, altri sussulti, altre vocine fastidiose, altri singhiozzi. Il tempo passava inesorabile, e assieme al tempo passava la mia speranza. Sentivo le palpebre così pesanti, pesanti come non mai. Un singhiozzo, e mi buttai nuovamente fra le braccia di chi non mi avrebbe mai lasciata.
“Papà, ho paura.” Lui mi accarezzò i capelli, in quel modo che solo lui, e la persona che era dall’altra parte di quella porta sapevano fare. “Piccola Mia, non ti preoccupare. Lui è forte, c’è la farà.” Disse cullandomi. Guardai Mamma stringersi al braccio di papà, nei suo occhi si leggevano un sacco di sentimenti: Terrore, frustrazione, rabbia. E come nei suoi in quelli di Blair, Chuck, di Papà.
Socchiusi gli occhi, ero troppo stanca e non reggevo più quel terrore, letto negli occhi di tutti i presenti. Forse era tutto un sogno, o meglio un incubo.  La voce così calda e profonda di Lui, risuonava nella mia mente. “Una collana così bella, deve essere di una persona degna della sua bellezza.”
La mia collana, la sfiorai con la punta delle dita. Il biglietto, il bacio al ballo, Royal. Pensavo che Roy sarebbe diventato mio marito, avevo programmato la mia vita, passo dopo passo, ma mi ero sbagliata. Prima ero terrorizzata, perché il corso degli eventi, non si stava svolgendo come era scritto nei miei piani. Ma il destino, è qualcosa più grande di noi. Un qualcosa che non si può comandare, una forza superiore.
Una forza così grande, che mi aveva portato al fianco di Chuck Bass.

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Capitolo 18
*** Remember. ***


Remember.

 

Blair’s Pov. (Mother Chuck)

Continuavo a piangere, sembravo un’adolescente stata mollata dal ragazzo. Ma ora la causa per cui stavo piangendo era ben più grave. Mio figlio, il mio bambino, era da circa 3 ore in una sala operatoria. Mi strinsi più forte al braccio di mio marito, lo guardai. Rimasi un po’ spiazzata nel guardare il suo viso. Chuck Bass, il BadBoy dell’Upper East Side, piangeva. Erano lacrime di disperazione, come quelle che solcavano i visi, di quasi tutti i presenti in quella sala. Guardai Bella, quella ragazza mi assomigliava, più di quanto avessi mai potuto immaginare. Diciamo che era la mia “Nipotina”. Pensavo che il figlio di Nate e Serena, sarebbe stato biondissimo, come S. Ma invece no, non era così. Aveva i capelli di un colore stupendo, come di un Castano Dorato. Non erano biondi come quelli di Serena o Nate, ma non erano scuri come i miei. Erano come il miele un miele scuro, intenso. E gli occhi, la forma un po’ orientale, tendenti al verde/grigio.





 
E oltre all’aspetto fisico, che non rispecchiava quello dei genitori, avrei immaginato una bambina che correva come una scalmanata, da una parte all’altra della casa. Invece no, era una bambina seria e composta, e chi lo avrebbe mai immaginato. Erede del trono alla Constance Billard di Blair Cornelia Waldorf, aspirava anche lei alla potenza sociale, aveva preso dal Capitano e da Lily.  La guardai, i suo occhi verdastri erano inondati di lacrime. Anche lei aveva paura. Paura per la vita di mio figlio, il mio Chuck Bass.
Rimasi immobile a fissare un punto impreciso davanti a me, e poi un singhiozzo. Mi girai e vidi il viso di Chuck inondarsi di lacrime, lo strinsi forte a me. Non era cambiato di una virgola in questi 18 anni, a parte qualche ruga del tempo. Era sempre bellissimo, il viso angelico, ma che dietro nascondeva un vero diavolo. E ora quel viso perfetto veniva solcato da lacrime. Gli baciai la guancia, nel modo più dolce che potesse mai immaginare. “Andrà tutto bene.” Ma a quelle parole, la mia voce tremò. Si girò verso di me. “Qualunque cosa accada, io starò sempre con te. Perché Io ti Amo Blair Bass, sempre stato e sempre sarà. Noi possiamo vincere contro qualsiasi cosa, Noi siamo Chuck&Blair, Blair&Chuck.” Ascoltando quelle parole, mi sembrò di rivivere come un déjà vu. “Ti amo Chuck Bass.” Detto questo sprofondò le sue labbra nelle mie, mi erano mancate. Anche se erano solo poche ore che non le assaporavo. Mi staccai da lui. “Devo fare una cosa.” Sussurrai, gli baciai castamente le labbra e mi alzai. “Nate, dorme?” Dissi riferendomi a Bella che era immobile fra le sue braccia. “No, non sto dormendo.” Disse quella piccola donna fra le sue braccia, si scostò dal corpo del padre e si alzò. “Vieni, andiamo a fare una passeggiata.” Gli dissi tendendole la mano. La afferrò e uscimmo. Incominciammo a camminare per in giardinetto dell’ospedale. “Perché mi hai portata qui?” Chiese lei confusa, e abbastanza disorientata. Io sorrisi lievemente “Volevo raccontarti un po’ di cose.” Le si leggeva in viso che era davvero confusa, ora più di prima. Mi fece cenno di spigarmi meglio, e io incominciai a parlare. “Volevo raccontarti i miei ricordi, da quando e nato Chuck, la mi vita è ogni attimo più bella.” Mi fermai e mi sedetti su una panchina ai piedi di un pino. “Non fermarti.” Disse quella che prima era la mia dolce nipotina, e adesso una donna. Sorrisi e incominciai a narrare.
 


Più o meno 18 anni fa..

7 Dicembre 2011.

Eravamo sposati da appena 18 ore, orami non ero più Blair Waldorf, ma Blair Bass, suonava così bene. Strinsi la mano di Mio ‘Marito’ e scendemmo dal nostro Jet. Erano circa le 10:00 quando atterrammo sul suo Italiano. Firenze, queste era la nostra prima tappa. Avevamo deciso che la Toscana, sarebbe stata la prima di altre perfette mete.  Da quando 5 anni fa ero venuta in Italia, poi non ero più venuta. E pensavo che non ci sarei mai più venuta, ma adesso sembrava la cosa più ovvia del mondo. “Signora Bass, tutto okay?” Disse il mio adorato maritino. Risi. “E’ tutto perfetto Mister Bass!” Mi sorrise, uno di quei sorrisi che amavo. Affondai le labbra nelle sue, e quel bacio si trasformò in un bacio tutt’altro che casto. Salimmo in limousine “Ti amo Bass.” Io risi “Ti amo anch’io Bass-tardo. Dovrai ancora chiamarmi Bass per molto?” Ridemmo assieme. “Suona così bene, che ti chiamerò così per non so quanti anni!” Si chinò e mi baciò la pancia. “Ho un regalo per te, anzi per voi.”  Disse lui e aprì il suo bagaglio a mano, uscì una scatoletta verde acqua con un fiocco bianco. E la prima cosa che pensai fu: Tiffany&Co.




 
                               



Slacciò il fiocco e aprì la scatola. Fissai il contenuto, un fantastico sonaglio per bambini. Lo presi fra le mani, lo guardai attentamente, c’era un’incisione: “Al Degno Erede Bass. Papà.” Sorrisi mentre una lacrima di gioia mi solcava il viso, gli gettai le braccia al collo. “E’ stupendo, e tu sarai un padre Perfetto.”

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Capitolo 19
*** Ospedale. ***


Ospedale.


 

4 giorni dopo…
 
La mattinata l’avevamo trascorsa fra i negozi del centro. Oggi Blair era stupenda nel suo vestito lungo sino al ginocchio, color panna, che gli cingeva perfettamente i fianchi e poi la sua immancabile Chanel rosa confetto, proprio come il mio Papillon, e il mio completo  di Gucci era panna. Il pomeriggio lo trascorremmo in campagna, Blair adorava il verde, la sere prima di andare a letto, si affacciava al balcone dell’immensa villa, a guardare i vigneti, che circondavano la tenuta. Voleva andare a cavallo, erano circa tre giorni che mi assillava con questa storia. Avevo cercato di fermala, dicendole che non sarebbe stato una cosa da fare, quando sei incita di quasi 8 mesi. Purtroppo non ci ero riuscito, mi aveva messo su il broncio, ed era ancora più bella in quel modo. Era stesa nel letto con le braccia conserte, all’altezza del petto. “Bass, vestiti, i cavalli ci aspettano sotto.” Dissi poco entusiasta, ma poi la vidi sorridere, uno dei sorrisi più belli, che avessi mai visto. Avevo indossato dei pantaloni Ralph Lauren viola[1], e Blair sosteneva che mi facevano il sedere stupendo, e io chi ero per contraddirla? Anche Blair, era vestita di Viola, indossava un trench Burbery viola[2], e il suo immancabile cerchietto. 
La guardai in tutta la sua bellezza, camminava tenendomi la mano, quando vide i cavalli la sua bocca si tramutò in una “O”. Un cavallo era completamente bianco, l’altro completamente nero. Sorrise dolcemente, si avvicinò a me e appoggiò le labbra vicinissime al mio orecchio.  “Sta sera sarai ricompensato adeguatamente.” E un sorriso malizioso e compiaciuto, mi si dipinse in volto. Mi diede un pizzicotto nel sedere. “Che stai aspettando?” Disse lei riferendosi al fatto che ancora non ero salito sul cavallo. Io risi e riuscii a salire, io non ero mai stato riconosciuto per la mia agilità! La guardai mentre saliva elegantemente sul quel cavallo bianco. “Chuck, come si chiama il mio cavallo?” Chiese lei ingenuamente.”Pegaso.” Risi per il nome stupido, e lei assieme a me. “E il tuo?” Sorrisi da Bass-tardo. “Flagello!” Dissi con fare ovvio. Si avvicinò a me. “Ehi Bass, ti va di fare una gara?” Mi avvicinai a Lei e le sfiorai il viso, sorrisi in segno di consenso, nemmeno il tempo di posizionarmi meglio, lei diede un calcetto al cavallo, che partì spedito.
10 minuti dopo eravamo in un’immensa radura, cercai di fermare quel cavalo. C’erano dei paparazzi che continuavano a fotografarci insistentemente. “Flagello! Fermati!”  Il cavallo si fermò, ma quando stavo per scendere, andando a raggiungere Blair, il cavallo mi disarcionò e andò in tutta tranquillità verso la tenuta. “Oddio, Chuck! Stai bene?” Disse lei  aiutandomi ad alzare. Anuii massaggiandomi il sedere, cercai di andare a recuperare il mio cavallo, ma mi faceva tremendamente male il piede. Presi il cellulare dai pantaloni. “Antonio, siamo nella radura, vienici a prendere.” Chiusi la chiamata e posai il cellulare in tasca, mi avvicinai a Blair, era intenta ad accarezzare il suo cavallo, la abbracciai da dietro e appoggiai le mani sul suo pancione.
“Chuck, tutto bene? Mi dispiace di averti costretto a venire qui, è stato stupido.” Incominciai a muovere le mani in un movimento circolare, le posai un bacio nel collo. “E’ tutto okay, mi fa solo un po’ male la caviglia. Domani saremo su tutti i giornali scandalistici.” Si girò verso di me “Perché?” Mi chiese lei un po’ confusa. “Siamo circondati da paparazzi!” Ridemmo assieme e mi abbracciò. “Ti amo Chuck Bass.” La guardai prima negli occhi, poi guardai le sue stupende labbra rosee, affondai la mano nei suoi boccoli e le labbra nelle sue a forma di cuore. Si strinse a me, appoggiandomi una mano in viso, e l’altra mano si stringeva in un pugno, tenendo stretto il mio trench Burbery.
Approfondimmo quel bacio, amavo le sue labbra, così calde e soffici, le nostre lingue danzavano in un vortice d’emozioni. Sentii una macchina arrivare e mi scostai da Lei. “Blair, l’auto.” Sussurrai un po’ ansimante.  Sorrise e mi aiutò ad arrivare all’auto, mentre un altro signore andò a recuperare i nostri cavalli.  “All’ospedale.” Disse la bambola di porcellana che era al mio fianco, mi strinse la mano. “Ti fa tanto male?” Le baciai la mano “No, sto bene.”
 


Un’ora e un quarto dopo..

“Chuck, amore. Sei sicuro di stare bene?” Mi alzai e le sorrisi, uno di quei sorrisi che riservo solo per lei. “Con te al mio fianco sto benissimo.” Le presi la mano e la baciai elegantemente. “Andiamo alla tenuta.” Lei annuì, stringemmo la mano al dottore di turno, un uomo con i capelli brizzolati, e un accento prettamente fiorentino. “Arrivederci Dottor Gori.” L’uomo mi sorrise “Se ha problemi, non esiti a chiamare Mister Bass.” Mi congedai con un cenno del capo, stringendo la mano a mia moglie ci avviammo verso l’uscita.  Blair si fermò, e urlò tenendosi la pancia. “Blair, amore, che ti succede?” La sorressi, abbassò lo sguardo e di conseguenza anch’io. “Chuck! Mi si sono rotte le acque!” Oddio, ero nel panico, mancava un mese! “Ma manca ancora un mese!” Dissi sconcertato, lei mi guardò in cagnesco e mi afferrò per il colletto.
“IDIOTA! TI SEMBRA CHE IO NON LO SAPPIA?!” Mi urlò lei, la presi in braccio e cercai di avviarmi al pronto soccorso. “Brutto Bass-tardo! E’ solo colpa tua se ora sono una balena, e per di più sto per partorire, un mese in anticipo!” Continuava ad urlare e a dimenarsi fra le mie braccia, salii delle scale, eravamo in sala d’attesa per il pronto soccorso. “Una barella!” Urlai in italiano, il Dott. Gori che stava firmando delle carte si girò verso di me. “Mister Bass, che succede?” Mi chiese allarmato avvicinandosi a me. “I’m about to give birth! Idiot!” Urlò la mia adorabile mogliettina. “E’ all’ottavo mese di gravidanza, ma le si sono rotte le acque.” Dissi io sorreggendola a fatica. “Non si preoccupi, qui abbiamo molti medici in gamba, sua moglie e il bambino staranno benissimo.” Lo guardavo sconcertato, mia moglie stava per partorire in Italia? Un mese prima?
“Falchi, una barella!” Urlò il dottore, mentre un ragazzo che poteva avere qualche anno più di me, si avvicinava di tutta fretta con una barella. Appoggia Blair su di essa, le scostai i capelli dal viso. “Andrà tutto bene.” Le sussurrai all’orecchio.

 



[1] Abiti Chuck: http://www.polyvore.com/chuck_bass_violet/set?id=34403424

[2] Abiti Blair: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=34404012&.locale=it

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Capitolo 20
*** Le paure di un Bass. ***


Le paure di un Bass.


 

Chuck’s Pov. (Father’s Chuck)


Sospirai, mi sentivo così impotente “B-blair, vado a chiamare tua madre, Roman e Serena. Poi vedo di avvertire gli altri.” Dissi con la voce tremante. “Non stare via molto.” Disse con il viso che implorava aiuto. Le baciai la fronte “Torno presto amore mio.” E detto questo, zoppicando uscii dalla stanza, percorsi il corridoio, girai a destra e poi qualcuno mi bloccò per il braccio. “Signore, lei zoppica, posso aiutarla?” Chiese con garbo e gentilezza un’infermiera, sorrisi lievemente.
“No, grazie. Mi scusi ma devo andare a fare una telefonata.” La donna mi guardò e si congedò con un lieve cenno del capo, arrivai all’uscita. C’era silenzio, non si sentiva volare nemmeno una mosca. Mi sedetti per terra all’inizio di una scalinata che portava al giardinetto, estrassi il cellulare dalla tasca della giacca e dalla rubrica selezionai la voce: Serena.
Premei il tasto verde, la chiamata parti, e con la poca pazienza che mi rimaneva aspettai. “Chuck!” Urlò una voce squillante dall’altro capo del telefono. “Serena.” Dissi in un sussurro. “Chuck? Chuck che ti prende? Stai bene?” Un sospiro, un lungo sospiro, poi incominciai a parlare. “A B-blair le si sono rotte le acque.” La mia voce tremava, ero in crisi. Avevo paura, troppa paura. “Cosa? Stai scherzando?” Disse lei incredula.
“Secondo te ti farei uno scherzo del genere? Secondo te scherzerei sulla vita di mia moglie, e di mio figlio?” Dissi urlando, ero fuori di me. “Voglio te e gli altri qui a Firenze in 9 ore.”  Dissi con voce rigida e fredda. “Chuck..” Disse la bionda, non le diedi il tempo di concludere la frase e riattaccai la chiamata. Ripercorsi la strada che avevo fatto poco più di due minuti fa, però all’indietro.
 
 
 

8 ore dopo.

Blair mi stringeva la mano, urlava le doglie erano sempre più vicine. “Aaaaaaah!” Un urlo troppo forte per essere ignorato. Mi strinse troppo forte la mano e un rumore di ossa, era la mia mano. MI morsi la lingua, tanto da farla sanguinare, sentivo il retrogusto agrodolce del mio sangue, invadere la mia bocca. 
Dopo l’urlo aveva socchiuso gli occhi, e a causa dello stress e della stanchezza si addormentò. Qualche minuto dopo entrò nella stanza un’infermiera sulla sessantina, aveva i capelli bianchi, e un sorriso dolce, quasi di compassione, mi osservò con tenerezza e si avvicinò. “Figliolo, stai bene?” Mi chiese la donna, io sorrisi e cercai di stringere la mano di Blair, come per darle forza, o forse per dare forza a me stesso.
Una smorfia di dolore apparve sul mio viso, non riuscivo nemmeno a muovere la mano, sospirai. “In realtà, no.” Dissi io sincero, avevo paura, e una disperata voglia di alcol. La donna continuò a guardarmi.
“Sono Baldovinett Anna.” Disse l’infermiera, o meglio Anna. Cercai di levare la mia mano da quella di mia moglie. Socchiusi gli occhi e pensai: “Su Chuck, come un cerotto. Uno strappo ed è tutto finito.” Presi un respiro profondo e bruscamente tirai la mano verso di me, la guardai e sinceramente non aveva un bell’aspetto. Tesi la mano ad Anna, ma lei esitò a stringerla.
“Sono Chuck Bass, e lei è mia moglie Blair Waldorf Bass.” Ma lei sembrava presa a fissare qualcosa, troppo impegnata a pensare non mi rispose. Seguii il suo sguardo, era fisso sulla mia mano, la ritirai non capendo.
“Signor Bass, la sua mano ha bisogno di cure.” Disse lei spostando i suoi occhi neri sul mio volto. “Non voglio lasciare sola mia moglie, grazie lo stesso Miss Anna.”
Ma guardò per qualche altro secondo, capendo che non avrei cambiato idea facilmente. “Se ha bisogno di me, non esiti a chiamarmi.” Sorrise carezzevole e andò via.
 

1 ora dopo.
 
“Charles, Charles svegliati.” Disse una voce a me familiare, dandomi dei colpetti sulla spalla. Aprii gli occhi esausto, spostai lo sguardo su di Blair, ancora stava dormendo. “Lily.” Dissi girandomi. Mi guardò, sembrava sconcertata “Che c’è?”
Mi strinse a lei, e ricambiai l’abbraccio, di solito Lily non mi abbracciava, mi sentivo un po’ strano. “Chuck, vai a casa, fatti una doccia, riposati e poi torna.” Scuotei la testa e mi alzai da quella sedia. “Sto bene così, grazie lo stesso. Ora devo andarmi a scusare con Serena.” Baciai la fronte di Blair “Ti Amo Blair Bass.” Sorrisi, mentre una nota di tristezza, attraversava il mio viso pallido.
Uscii fuori in corridoio, c’erano tutti: Serena, Nate, Dan, Eric, Jenny, Eleanor, Lily, Rufus, Harold, Cyrus, Roman, persino Aaron (Il figlio di Cyrus, Ex ragazzo di Serena.) Mi avvicinai a mia sorella. “Serena, scusa io non volevo aggredirti al cellulare, sono stato stupido.” Lei mi strinse a se “Ho paura anch’io.”  Sospirai e appoggia la fronte sulla clavicola della bionda, mentre Nathaniel mi diede una sonora, pacca sulla spalla. Mi staccai dalla mia sorellastra, e istintivamente passai la mano fra i capelli corvini, una smorfia di dolore apparve sul mio volto. “Chuck, che ti sei fatto alla mano?”
Chiesero assieme i due biondi, abbassai lo sguardo e lasciai cadere la mano dolorante lungo il fianco. “E’ stata Blair.” Serena mi guardò sconcertata, mentre Nate, mi rivolse uno sguardo che parlava da solo, e diceva: “Che vuol dire è stata Blair?” Risi malinconicamente, anche se gli anni erano passati, Nate era rimasto il solito ingenuo. “Quale perspicacia Nathaniel.” E una risata cristallina, eccheggiò lungo il corridoio, poi S tornò seria.
“Chuck, non ha una bella cera, vai a farla controllare, restiamo noi con Blair.” Sospirai rassegnato, ormai la mano mi faceva troppo male, non avrei resistito ancora per molto. “Okay, massimo mezz’ora e sono di ritorno.” Uscii dalla stanza e mi avvicinai ad un donna dai capelli bianchi e ben raccolti in uno chignon, decisi di annunciarmi schiarendomi la voce, e fatto questo Anna Baldovinett si girò. “Signor Bass.” Disse lei, e un sorriso di compiacimento di fece largo sul suo viso.
“Miss Anna, credo che la mia mano abbia bisogno di una medicazione, potrebbe indicarmi dove devo andare?” Dissi con il mio perfetto accento italiano, e lei annuì. “Vieni con me.” Guardai la donna avanzare attraverso il corridoio, la seguii zoppicante, e anche un po’ incerto. Anna alla fine del corridoio girò a destra e poi entrò in una stanzetta. “Accomodati in questo lettino.”

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Capitolo 21
*** SOS, salvatela. ***


SOS, salvatela.

 

Più o meno 10 minuti dopo.

Incominciai a correre verso la camera di mia moglie, la mia Blair. Entrai in fretta e furia nella sua stanza, ma non c’era nessuno. “Blair.” Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Mi affacciai al corridoio, vidi dei dottori spingere una barella, accanto ad estesa c’erano: Lily, Serena, ed Eleanor. “Serena!” Un altro grido, ma non mi sentì. Incominciai a rincorrere la barella.
Riuscii ad infilarmi nella porta giusto in tempo, sentivo Blair urlare, e quelle urla distruggevano il mio cuore. “Blair, amore mio!” Mi avvicinai a lei correndo.  Continuava ad urlare ed entrammo nella sala parto. Leggo nei suoi occhi color cioccolato: PAURA, e un disperato segnale di SOS: Salvatemi.
Ecco cosa urlavano i suoi occhi, e forse anche quello che urlavano i miei di occhi. Quegli occhi color nocciola, dalla forma un po’ orientale. Nella mia testa vorticavano pensieri come: Ho paura, non voglio che le succeda quello che è successo a mia madre. SOS, salvatela.
E un’enorme senso di impotenza, questa volta non bastava dire: “Io sono Chuck Bass.” Adesso, ora come ora, Chuck Bass, era impotente, non poteva fare nulla per Lei. Lei, la donna che amava, lei la sua piccola Waldorf, lei adesso la sua piccola Bass. Lei l’unica donna che abbia mai amato. Lei Blair Waldorf Bass.
“Ti prego Waldorf, non mollare.” Le sussurrai all’orecchio, spostandole i capelli boccolosi, adesso impregnati di sudore, dal suo visino di porcellana.
La adagiarono sul lettino, e fra degli ansimi mi disse: “Dove sei stato?”  Respirai a fondo, riempiendo i polmoni di aria, più aria che potevo. “L’importante è che adesso sono qui.” Un sorrisino debole, ma dolce dipinse il mio volto. Mi afferrò la mano, e la strinse con una forza disumana. Serena si mise dietro di me, e mi appoggiò le mani sulle spalle.
“Sta tranquillo Chuck.” Mi soffiò sulla nuca, anche lei, visibilmente scossa. Invece, Eleanor, di fronte a me, era impassibile, per la prima volta vidi Eleanor Waldorf preoccupata.
A far nascere mio figlio, sarebbe stata una donna, la Dottoressa Smith, invece a guardare le parti intime, di mia moglie, era un uomo. Dottor.. i miei occhi diventarono fessure, e lessi il cognome del medico. Dottor Alessandri. Ero sul punto di spaccargli la faccia, ma poi ripensai a Blair, a mia moglie, e a mio figlio. 
Il mio piccolo Robert Edward James Bartholomew Bass.
Il flusso dei pensieri, non accennava a fermarsi, immaginavo questo bambino, sarebbe stato tutto sua madre, e poi si dice che i figli maschi, assomiglino alla madre. Quindi, certamente sarebbe stato un mini Blair Waldorf, in una versione maschile. I capelli castani, però sarebbero stati lisci, come i miei, gli occhi, già un bellissimo paio di occhi color cioccolato, le labbra carnose a forma i cuore.
Seguivo la scena sconvolto, al dir poco sconcertato, altre urla da parte di Blair, e il Dottor Alessandri incitava mia moglie di spingere di più. La sua presa non demordeva, la sua mano era benna salda attorno alla mia, non avrei mai immaginato che una mano, così esile, piccola, potesse fare così male. 

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