Five Hanukkahs

di slashyelizabeth
(/viewuser.php?uid=126827)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima notte: 30 novembre 2002 ***
Capitolo 2: *** Seconda notte: 19 dicembre 2003 ***
Capitolo 3: *** Terza notte: 7 dicembre 2004 ***



Capitolo 1
*** Prima notte: 30 novembre 2002 ***


30 novembre 2002

Prima notte



Eduardo di solito non è malinconico. Questo potrebbe essere dovuto al fatto di non sapere mai se appartenga di più al Brasile o agli Stati Uniti – o, più probabilmente, potrebbe essere perché la sua famiglia non è mai stata una di quegli argomenti che, a pensarci, fanno vibrare le corde del suo cuore.

Stasera, però, si sente profondamente solo. Pensa che sia ridicolo, visto che ci sono parecchie feste di Hanukkah in giro per il campus. Gli Alpha Epsilon Pi gli hanno mandato un invito ma andare alla loro festa gli sembra più un dovere che altro (in fondo ha appena fatto richiesta di far parte della confraternita, non dovrebbe essere una specie di obbligo andarci?). Decide invece di stare nella sua stanza del dormitorio con alcuni saggi di John Maynard Keynes e un cartone di pollo al sesamo avanzato.

Il suono di qualcuno che bussa alla porta sembra in qualche modo disinteressato, come se il nuovo arrivato sia convinto solo a metà di fare visita ad Eduardo. Apre la porta e offre un sorriso interrogativo a Mark, che è in piedi sulla soglia. Si conoscono solo da tre settimane e Eduardo non è ancora sicuro di quello che pensa di lui.

“Odio quando Hanukkah inizia a Novembre”, dice Mark senza preamboli.

“È come se tutto andasse sprecato e quando finisce mi ritrovo a desiderare che fosse iniziato più vicino al Natale. Questo mi qualifica come “Ebreo che odia gli ebrei” e significa forse che ho ormai interiorizzato la cultura egemone basata sul Cristianesimo della società americana?”

Tira su una mano e gli mostra una busta di carta: “I tuoi coinquilini sono qui? Ho portato i latke, ma sono abbastanza solo per due persone”.

“No, non ci sono”.

Il tono di Eduardo è a metà tra affettuoso, confuso ed esasperato – il solito, quando si tratta di Mark. Dice di essere bravo a leggere le persone, a misurarle e a sapere cosa aspettarsi (le persone e le previsioni del tempo sono più simili di quanto ci si aspetterebbe), ma Mark rompe ogni schema, distrugge ogni aspettativa. È uno dei motivi per cui piace a Eduardo. Mark è una sfida intellettuale più grande di tutte le sue lezioni di economia e dei suoi seminari sull’etica biomedica messi insieme.

“Mia madre mi ha mandato un po’ di cose per le festività – latke, i soldi di cioccolato, persino un dreidel. A quanto pare pensa che abbia ancora sette anni”.
“È carino che pensi a te”, dice Eduardo mestamente.
“Giusto, dimenticavo che tu e i tuoi non parlate molto”. Le sue parole sono semplici dati di fatto; non sono dette per ferire, ma colpiscono duro lo stesso.

“Apprezzo molto che tu me lo ricordi”.

Mark si stringe nelle spalle: “Scusa”.
“Quello è un menorah?”
“Menorah elettrico” specifica Mark. Inserisce la spina del vistoso candelabro di plastica nella presa e si siede sul pavimento lì vicino, incrociando le gambe.

“Credo che mia madre non si fidi di me quando c’è in ballo del fuoco”.

“Tua madre sembra una donna saggia”.

Mark sorride ed Eduardo sente una stretta al cuore. “Perché, non ti andrebbe di passare un sabato sera usando un estintore?”
“Passo”. Eduardo mette i latke su dei piatti di plastica, versa un paio di bicchieri di un vino rosso brasiliano molto forte e si sdraia sulla pancia accanto a Mark. “Allora, perché me?”
“Eh?”
“Perché hai portato tutta questa roba a me? Non hai una ragazza?”

“Aveva da fare, stasera”, dice Mark pigramente ed Eduardo è quasi sicuro che sia una bugia. “E poi sapevo che tu eri solo. Avere un appuntamento romantico con Adam Smith di sabato sera è terribile”.

“Sto leggendo Keynes questo semestre, non Smith”.

“È lo stesso”.

Eduardo fa girare il dreidel su se stesso, focalizzando la sua attenzione su quello piuttosto che sulle labbra macchiate di vino di Mark. Ha già avuto modo di assistere al divertente spettacolo di un Mark Zuckerberg sotto l’effetto dell’alcol e il colorito che sta apparendo sulle guance del suo amico sembra promettere una serata esilarante. “Quando ero bambino pensavo che far girare il dreidel fosse in qualche modo collegato al gioco della bottiglia”.

“Questo deve aver reso le lezioni alla scuola ebrea molto divertenti”, dice Mark sorridendo malizioso.

“Non sono andato alla scuola ebrea”. Si scola il resto del vino e si gira di schiena, guardando il soffitto. “Allora, dove sono i miei regali, eh? Cos’è Hanukkah senza un regalo?”

“Ho portato i latke e un menorah di WalMart, bastardo ingrato. Cosa potresti volere di più? Dovrei essere io a chiederti un regalo”.

“Sei proprio egoista”, decreta Eduardo. È un dato di fatto, proprio come il commento di Mark sulla famiglia di Eduardo. Quelle parole non feriscono ed Eduardo non considera per niente il fatto che proprio quella sua frase possa essere un avvertimento che meriti una qualche attenzione.

Non si sorprende quando le dita di Mark si chiudono attorno al suo polso. La sua presa è sicura, possessiva, ferma – tutto ciò di cui Eduardo ha bisogno per scacciare la malinconia dalla mente. “Non osare chiedere se sia una buona idea”, mormora Mark mentre si sporge per un bacio.

“Non ne avevo intenzione”. Sanno entrambi che è una bugia.

Prima che il bacio sia finito hanno già ribaltato il vino e la menorah.

Quando Eduardo si sveglia la mattina dopo Mark se n’è andato, i suoi coinquilini sono tornati ed il dreidel è stato appoggiato sopra il suo cuscino, come souvenir.

 

 

Questa storia è una traduzione di SummerRain e QUI trovate l’originale. L’autrice è straniera e questo account è gestito da me. Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, mandate pure un messaggio privato qui o al mio account :D

Come dice il titolo, è composta da 5 capitoli, uno per ogni Hanukkah che ha significato qualcosa per Mark ed Eduardo. Se vi è piaciuto questo capitolo fatemelo sapere (così magari sarò più invogliata a proseguire la traduzione :P). Ho in mente altre mille ff da tradurre su questo fandom, quindi uso questa come prova per vedere se c’è interesse ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Seconda notte: 19 dicembre 2003 ***


19 dicembre 2003

Seconda notte





Eduardo ha la casa tutta per sè. È troppo grande, troppo asettica. I suoi genitori sono ad una raccolta fondi per beneficienza, sua sorella sta guardando “Il ritorno del re” con i suoi amici per la quarta volta in tre giorni e il suo gatto lo evita. Non c’è davvero da pensare se possa far altro che chiamare Mark.

“Buongiorno, signora Zuckerberg”, saluta la donna che risponde al telefono “C’è Mark? Sono Eduardo”.

C’è della musica in sottofondo e Mark gli dice di aspettare un attimo mentre prende la cornetta. Passano esattamente trentatrè secondi prima che dica “Ok, sono solo. Cos’hai addosso?”

“Non ho chiamato per il sesso”, dice Eduardo esitante.

“Ah. Be’, allora riceverai un regalo di Hanukkah in più”.

“Perché c’era della musica? Sembrava Neil Young”.

“Tutta la famiglia si è riunita per l’annuale baccanale in cui ci si scambiano regali e si fa un po’ di terapia di gruppo. Ho ricevuto due sciarpe diverse da due zie diverse. Te le posso prestare se vuoi”.

“Lo sanno le tue zie che non indossi mai nemmeno il cappotto, figuriamoci una sciarpa?”

“Credo che vogliano convertirmi al Lato Oscuro della Forza… Lì forse hanno le sciarpe”.

La risata di Eduardo è più calda dell’aria afosa della Florida. Ride, sperando che Mark stia sorridendo dall’altra parte della linea telefonica: “Le sciarpe possono tornare sempre utili, credo”.

“Se apprezzi il bondage, probabilmente”.

“Stavo pensando più che potrebbero essere usate per farti star zitto”.

“Questo potrebbe ricadere sotto la definizione di bondage”.

“Stai suggerendo che la nostra vita sessuale è noiosa?”

“Mai.” e adesso Eduardo sa che Mark sta sorridendo.

“Mi manchi”, sospira Eduardo, sapendo che dall’altra parte non ci sarà una risposta simile.

“Be’… Mi manchi anche tu”.

Ah. Mark ha sempre la capacità di sorprendere Eduardo. “Hai sempre intenzione di tornare a scuola un po’ di giorni prima, vero?”

“Non posso lavorare a TheFacebook, qui. Nessuno capisce. Mia madre pensa che sia un server email e mia nonna è preoccupata che possa farlo diventare un sito porno. È stata lei a dirmelo, Wardo. Dovrò andare in terapia, ora”.

“Dovevi già andarci”.

“Può essere. Cos’hai ricevuto per la prima notte? Qualche bel regalo?”

Eduardo si sposta sulla sedia, guardando fuori dalla finestra, sopra la piscina riscaldata e le statue raffiguranti dei fenicotteri che sua madre ha appena comprato. “Ho ricevuto delle azioni dell’American Airlines, più un paio di bottiglie di vino”.

“Le mie sciarpe sembrano ancora più patetiche, adesso”.

“Non se le indossi senza nient’altro addosso”.

“Ah, adesso sei tu quello che vuole il sesso telefonico”.

“Fai girare il mio dreidel, tesoro” scherza Eduardo.

“Dreidel, dreidel, dreidel… l’ho fatto di… gay” canticchia Mark riprendendo una filastrocca per bambini. “Adesso togliti i pantaloni e datti da fare per me”.

“Ehi, non sono mica così facile!”

Mark ride “Sì che lo sei”.

 

 

Questa storia è una traduzione di SummerRain e QUI trovate l’originale. L’autrice è straniera e questo account è gestito da me. Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, mandate pure un messaggio privato qui o al mio account.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Terza notte: 7 dicembre 2004 ***


7 dicembre 2004

Terza notte




Questa è una di quelle settimane in cui Eduardo vorrebbe aver seguito Mark in California. Avrebbe significato sprecare due anni di Harvard con la retta già pagata e probabilmente essere diseredato da suo padre, da sua madre e dalla sua intera famiglia estesa… ma magari ne sarebbe valsa la pena.

 

Il Phoenix Club ha organizzato quella che si potrebbe definire una festa di Hanukkah, ma in realtà è solo una scusa per ubriacarsi e guardare le studentesse baciarsi tra loro. Eduardo quasi rimpiange i giorni in cui divideva birra scadente con Mark alle feste malriuscite degli Alpha Epsilon Pi. Va via dal baccanale del Phoenix Club dopo venti minuti, dicendo che deve studiare, ma più che altro sta solo cercando un modo di sfuggire ad una rossa che sta cercando in tutti i modi di portarselo a letto.

Una volta all’esterno, controlla il cellulare e trova tre chiamate perse, tutte da Zuckerberg, M.

Mark non chiama mai. È solo un’altra delle loro regole non scritte. Eduardo è quello che chiama e fa in modo che Mark non crolli sulla tastiera del suo computer, Mark è quello che si occupa del sesso orale e che fa ridere Eduardo. Magari ha chiamato perché è Hanukkah o, più probabilmente, a causa dell’imminente volo di Eduardo. Ricorda di aver protestato di non potersi perdere il suo seminario del giovedì mattina “Modelli di commercio nella Russia post-comunista”; Mark aveva riso e aveva detto che ci sarebbe stata la “Festa per il Milionesimo Iscritto” e che quindi lui avrebbe dovuto esserci necessariamente. Un milione di iscritti. Come se Eduardo avesse potuto resistere alle suppliche di Mark.


“Ehi, hai chiamato tre volte?” Eduardo saluta Mark quando quello risponde al telefono.
“Mi annoio”.

 “Sono lusingato”.
“Felice Hanukkah”.
Eduardo si sdraia sul letto e si rannicchia in posizione quasi fetale; non è sicuro del perché. “Anche a te”.

“Come è andata al Phoenix Club?”
“Come sapevi che ero…?”

Il ghigno di Mark è secco: “Il tuo status su Facebook, Wardo”.

“Ah, già. La festa era noiosa”. Il silenzio cade tra loro. Eduardo vorrebbe poter indicare con precisione quando le pause come quella sono diventate normali nelle loro conversazioni. “Allora, come sta andando lì? Ti stai preparando per la festa?”

“Sean si sta occupando della Festa per il Milionesimo Iscritto”.
“Fantastico. Abbiamo avvisato la polizia e i vigili del fuoco?”

“Non è così male”. Mark fa uno di quei rumori che gli piace inventarsi. Eduardo classifica questo come una specie di ‘glop’. L’ha già sentito prima, durante una sessione di abbracci post-coitale; aveva riso così forte che Mark gli aveva tirato un calcio, procurandogli un livido che non era svanito per oltre una settimana. “Non è così male”, ripete Mark. Eduardo si chiede chi dei due stia cercando di convincere.

“Mi manchi”.

“Mi vedrai tra poco”. L’alzata di spalle di Mark è quasi udibile. “E poi, saresti potuto venire qui con me. Sarebbe stato meglio per entrambi”.

“A proposito, ho deciso di non andare in Brasile nelle pausa tra i due semestri”.

“Cosa vuoi dire?”

“Ho pensato di stare a Palo Alto con te e con la compagnia. Verrei giovedì e starei fino a sabato come avevamo pensato, ma quando il semestre finirà il 21 potrei volare lì e rimanere fino a metà gennaio”. Eduardo sta sorridendo, pensando al fatto che potrà avere Mark tutto per sé per un mese (o perlomeno avere il 50% di Mark mentre la compagnia ha il restante 50%). Vorrebbe poter tornare all’estate precedente, vorrebbe non aver scelto di andare a New York e questo dovrebbe riparare  a quell’errore.
“Wow.”
“Sì”, ride Eduardo “Wow.”
“È il mio regalo di Hanukkah?”

“Se vuoi che lo sia”, dice Eduardo.

“Sento che questa è un inizio appropriato nella nostra conversazione per una battuta sporca sul fatto di far bastare l’olio per otto notti”. La risata di Mark è stanca, quasi annoiata. “Io ti ho regalato un abbonamento di due anni al New York Review of Books. Inizierà ad arrivare settimana prossima. Felice Hanukkah”.

“Questo è tutto quello che avrò? Come, niente di romantico per il mio arrivo in California?”

“Felice Hanukkah, Eduardo”, dice Mark piano “Ci vediamo giovedì”.

 

 

 

 

 

Cosa dite? Mark sembra avere qualcosa che non va… Sembra ancora più distaccato e distante del solito… Al prossimo capitolo!

Questa storia è una traduzione di SummerRain e QUI trovate l’originale.

L’autrice è straniera e questo account è gestito da me.

Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, mandate pure un messaggio privato qui o al mio account.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=678846