Camp Rock

di Coraline_Dakota
(/viewuser.php?uid=127152)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sorpresa ***
Capitolo 2: *** Il campo estivo ***
Capitolo 3: *** Il segreto svelato ***
Capitolo 4: *** La Final Jam ***
Capitolo 5: *** Arivederci Camp Rock ***



Capitolo 1
*** La sorpresa ***


Camp Rock

Sapevo perfettamente che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi.

Finita la scuola,dopo aver salutato per l’ultima volta le mie due amiche Sarah e Annica,mi rifugiai al parco. Era il mio posto preferito. Ci andavo sempre quando volevo racchiudermi in me stessa per pensare ed estraniarmi dal mondo intero.

Così successe anche quel giorno.

Mi sedetti sotto il solito salice e iniziai a pensare.

Era Sabato mattina e come ogni Sabato mattina ero avvolta dal calore delle coperte del mio colore preferito- pervinca- nella mia stanzetta dai muri color lilla. La stanza era appena illuminata da qualche raggio di sole che attraversando la finestra,percorrevano la stanza quasi come se sapessero già il loro percorso.

Aspettavo che mia madre si decidesse ad alzarsi e a preparare le sue famose frittelle al cioccolato,con la ricetta australiana di famiglia,e i miei deliziosi waffeul al caramello.

Attendevo che l’odore di cioccolata e di caramello invadesse la casa e arrivasse fino alla mia stanza,come accadeva ogni volta.

Ad un tratto suonò il telefono di casa.

Non succedeva mai che il telefono suonasse la mattina,almeno che non ci fosse un’urgenza in ospedale dove lavorano i miei genitori,ma quel giorno era Sabato,e loro non avevano il turno Sabato.

Quel maledetto telefono squillò ancora. Drin… Drin…

Decisi di alzarmi e andai controvoglia a rispondere.

E’ URGENTE … quella parola mi rimbombò nella testa per qualche attimo. Non riuscivo a comprendere perché avessero chiamato i miei genitori di Sabato mattina per qualcosa di URGENTE. Poi ragionai un po’ su e pensai che centrasse qualcosa l’ospedale.

Dall’Alaska? Li chiamava dall’Alaska?

Mi precipitai irruente in camera dei miei genitori. Stavano ancora in pigiama e si erano appena svegliati.

Scandii bene quelle parole per vedere la loro reazione,ma sembravano tranquilli,anzi addirittura felici.

Approfittando che mio padre si era alzato,mi intrufolai nel letto accanto a mia madre che era ancora sotto le coperte e la abbracciai. Immersi la faccia nei suoi capelli lunghi e lisci color ebano e accarezzai dolcemente la sua pancia coperta da una vestaglia di maglina color viola che risaltava al color delle lanzuola bianco-latte.

Dopo qualche istante sentii mio padre entrare nell’immensa camera matrimoniale dai muri ricoperti da una carta da parati color beige.

Uscii sospettosa dalla stanza. Mio padre non mi aveva mai cacciato dalla loro stanza con l’intenzione di non farmi sentire il loro discorso.

Passammo un’intera giornata fuori casa,andando in giro per la città. Arrivammo a casa per l’ora di cena e quando ci mettemmo a tavola,la loro espressione cambiò totalmente.

,iniziò mio padre.

Un vostro collega?>

Ero una ragazza molto sveglia e a quelle parole mi pietrificai,come se fosse passato un mago che con la sua bacchetta magica mi avesse ipnotizzato con un incantesimo. Capii subito dove volessero arrivare e per questo non riuscivo a dire una parola,non riuscivo neanche a emettere un suono. Poi mi feci coraggio.

E scappai in camera mia a piangere dalla rabbia.

Passò un mese da quella telefonata e io non rivolsi più la parola ai miei genitori. Fino ad oggi. Rimasi sotto quel salice per due ore e pensai a lungo su tutto l’accaduto. Compresi che il lavoro effettivamente era importante,ma non per questo doveva sostituire la famiglia. Comunque mi aspettava una bella esperienza. Ho sempre desiderato andare a vivere a Los Angeles,e i miei zii dopo tutto erano molto simpatici e io amavo stare con i tre cuginetti.

Mi alzai dall’immensa distesa di verde e corsi a casa per evitare di essere rimproverata per  il ritardo.

Dopo essere partita da casa dissi addio a quella casa dove avevo vissuto per ben sedici anni e salutai con un arrivederci la città di Ottawa e il mio paese natale il Canada.

Sull’aereo trascorsi un paio d’ore ripensando ancora una volta a come avevano potuto abbandonarmi i miei genitori dai miei zii che vedevo solo una volta all’anno se tutto andava bene.

Atterrai all’aeroporto di Los Angeles e mi incamminai verso la zona per ritirare i bagagli. Aspettai che il mio bagaglio grigio chiaro arrivasse e nel frattempo mi guardavo intorno per vedere se c’era qualcuno che mi fosse venuto a prendere.

All’uscita vidi finalmente un volto famigliare. Era mio zio,mio zio William vestito come un vero divo del cinema,appoggiato, con i suoi occhiali da sole e il suo giubbotto di pelle nera,sullo sportello di una meravigliosa wolvo rossa.

Oh bene,non mi aiuta neanche con le valigie,iniziamo davvero bene.

Ma erano fissati con quella sorpresa,che cosa ci poteva essere di tanto bello dopo ciò che mi avevano fatto i miei genitori?

Arrivammo finalmente nella sua meravigliosa,invidiabile villa con piscina e idromassaggio. Appena entrati nel cancello mi vidi arrivare una mandria inferocita di cavalli,i miei tre bellissimi cuginetti.

Ancora con questa sorpresa,ma che cosa sarà di così bello!

Entrammo nella gigantesca casa dei miei zii. Era tutta arredata bene con parque e mobili moderni. Salimmo l’enorme sala a chiocciola e arrivammo al secondo piano-si avete capito bene secondo piano. Mia zia aprì la porta e entrai in una stanza stupenda di quelle che si vedono solo nei film.

Quella stanza aveva davvero di tutto. Rimasi a bocca aperta. I muri erano larghissimi ed erano stati dipinti con un colore chiaro e rilassante, un verde acqua. Il letto era attaccato ad una parete ed era un letto enorme,almeno per quattro persone,con le coperte color lavanda ricamate e la spalliera in legno di faggio con decorazioni incise a mano. Vi era un piccolo palco dove era situato un divanetto bianco con cuscini verdini e al di sopra di esso vi era una grande finestra che dava sulla piscina.

Accanto al piccolo palco ovviamente vi era un’enorme armadio;una scrivania di legno verniciato e degli specchi davvero graziosi a forma di cerchio.

L’unica cosa che mancava era solo il bagno … ah no,c’è anche quello! Una porta mascherata perché dello stesso colore del muro,chiudeva un’altra grande stanza di un celeste chiaro,con vasca a idromassaggio e pluri accessoriata.

Mi avvicinai un po’ incuriosita verso la scrivania e vidi una busta con su scritto da mamma e papà e con accanto un deplian di un campo estivo:Camp rock.

Aprii il biglietto e lo lessi attentamente sul comodo  e gigantesco letto.

Cara Jenny,

ci  dispiace davvero tanto per  ciò  che  è  successo.

Ma  spero che  tu  ci  possa  perdonare  con questo  piccolo  regalo .

E’ un biglietto per  il campo  estivo  più importante di tutta  Los Angeles.

Spero  che  ti  piaccia  un  bacio.

Mamma  e  Papà  J

Scaraventai il biglietto contro il muro e iniziai a piangere. Sfortunatamente mia zia mi sentì e corse a vedere cosa fosse accaduto. Ma senza alcun risultato cercò di farmi ragionare,dicendomi che mi sarei divertita tantissimo lì a quel campo estivo. E così cambiai idea e iniziai quella triste estate in un triste campo estivo,dove non conoscevo nessuno.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il campo estivo ***


 

Mio zio mi accompagnò,così a Camp Rock. Scesi dalla macchina,salutai mio zio e mi avviai in cerca della direzione per scoprire quale sarebbe stata la mia stanza. Ma mentre mi avviai  mi squillò il telefono.

,dissi mentre mi incamminavo.

Scoppiai a piangere e iniziai a correre per  cercare un posto dove non mi avrebbe visto nessuno. Ma mentre correvo con la borsa e tutto,non mi accorsi di chi mi stava davanti e travolsi un ragazzo.

,dissi piangendo.

Presi la borsa e corsi via fuggendo senza neanche controllare se avessi preso tutto.

Piansi un po’ per potermi sfogare e alla fine,più tranquilla,mi avvicinai verso la direzione.

In quel posto avevano già iniziato a cantare,e io non sapevo cosa centrassi visto che l’unica cosa che sapevo fare era “suonare” il pianoforte.

Ricevetti le chiavi del  bungalow e compresi che sarei dovuta stare con altre ragazze che non conoscevo. Bussai prima di entrare nel              

    bungalow e mi aprì una ragazzina della mia stessa età con  i capelli lunghi e ondulati.

Il campo era pieno di ragazzi,alcuni che si conoscevano già,altri che si erano appena conosciuti. Tutti che mostravano le loro abilità in modo naturale,quasi come se fossero già nati cantanti o ballerini.

Ad un tratto mi girai in torno e mi accorsi che avevo perso di vista Caitelyn. Ma non ebbi neanche il tempo di poterla cercare che subito Brown,il responsabile,e una signora grassottella,ci diedero il ben venuto al campo estivo.

Si innalzarono  urla,grida e un applauso che incorniciò l’esaltazione di quei ragazzi.

Qualche ragazza iniziò ad esaltarsi.

E appena terminata la frase salirono sul palco tre ragazzi,uno diverso dall’altro,ma con qualcosa in comune. Di conoscerli gli conoscevo,ma gli avevo visti semmai una o due volte in televisione. Mi ricordai che erano fratelli e che,effettivamente,erano amati da parecchi ragazzi a scuola.

Iniziarono a cantare  e alla fine dopo i vari saluti e alcuni autografi,quell’immenso spazio stracolmo di persone rimase quasi nudo.

Non sapendo cosa fare iniziai ad incamminarmi per cercare di trovare un posticino dove poter stare da sola,e per comprendere cosa si facesse in quel posto.

Mi avventurai così tra i meandri del luogo,e mentre guardavo scocciata,e pensierosa,rimasi ammagliata alla vista del ponte sul lago tanto è che pensai- Ecco il mio rifugio-.

Ma mentre stavo per attraversare il ponte iniziai a sentire delle voci maschili.

E subito mi ritrovai a terra con sopra di me un tizio riccioluto che cercava di alzarsi.

E mi aiutò ad alzarmi. Nel frattempo ci raggiunsero altri e due ragazzi,che solo dopo essermi alzata riconobbi. Erano quei tre cantanti che erano saliti sul palco. I Connect 3.

E mise fuori dalla tasca il mio cellulare grigio perla.

,chiese Nate con aria gentile ma al tempo stesso curiosa.

Nate si guardò per un attimo con i fratelli e ci incamminammo.

Iniziai a raccontare tutto dalla telefonata. Avrei voluto mettermi a piangere,ma fortunatamente il mio carattere forte mi permise di riuscire a trattenere tutto. Nate non si accorse dello sforzo che facevo nel trattenere le lacrime,ma non riuscii a controllare il cambiamento dei miei occhi e del mio viso che evidentemente,assunsero una smorfia di dolore profondo.

E misi fuori dalla tasca un pugnetto di carta tutto rovinato,che sembrasse avere vent’anni.

I suoi occhi castani mi fissarono profondamente,quasi come se riuscissero a leggermi dentro. Iniziò un silenzio imbarazzante. Poi vedendo che non si decideva a parlare,iniziai io.

Entrammo e con aria indifferente ma molto scocciata chiesi informazioni alla signora cicciottella di prima e uscimmo dalla direzione.

E senza che mene accorgersi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò con un “Ciao”.

Decisi di ritornare nel bungalow quando iniziai a sentire delle urla di ragazzi in una sala,ed entrai incuriosita.

E si avviò nell’unico spazio vuoto,seguita da alcune ragazze,ed iniziò a cantare con fare da professionista. Tutti avevano quell’aria da esperti,l’aria delle persone famose che finiscono in copertina. Mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Ma almeno quei morti di lavoro dei miei genitori avevano letto di che cosa si trattasse questo cavolo di posto?

Finita la canzone si avvicinò Tess Tyler,una tipa montatissima figlia di una cantante famosa,da quanto ho capito. Iniziò a parlare con Mitchie e lei la ricambiò dicendole il lavoro dei suoi genitori. Non prestai attenzione alle loro parole,ma compresi che Caitelyn la odiava con tutta se stessa.

[…]

 

Il giorno dopo mi alzai presto e uscii,dopo essermi preparata,di corsa per poter chiamare i miei zii.

Presi a calci l’erba per il nervoso e decisi di tornare nel bungalow per farmi una bella doccia tranquillizzante.

 

Uscii dalla doccia,mi asciugai e mi preparai per la nuova e orribile giornata che era già iniziata male.

A colazione si avvicino verso di me Tess. Non so perché l’abbia fatto,ma suppongo sia per la maglietta di marca che indossavo.

Scandì bene quella parola CANTANTE ma vedendo che non mi faceva nessun effetto continuò a conversare.

Dopo colazione seguii Caitelyn e gli altri in sala musica,come diceva il mio programma.

Non so nemmeno io come abbia fatto a sopravvivere lì dentro ma dopo tutto non sono stata così male.

Alle due avevo lezione di hip-hop –che orario per una lezione- l’insegnante per fortuna era Shane e speravo che,sapendo la mia “voglia” di frequentare le lezioni,non mi avrebbe fatto ballare da sola. E fortunatamente fu così.

Non ballavo più da quando avevo perso a dodici anni i miei nonni in un incidente stradale. Erano loro che mi accompagnavano sempre a scuola di ballo. Facevo hip-hop da quando avevo quattro anni. Mi ricordo ancora quando iniziai,era una passione che mi avevano trasmesso loro. E quando morirono mi sentii in colpa.

I miei nonni morirono in strada perché tamponati da un ubriaco che guidava come un pazzo. Stavano venendo alla mia esibizione.

Forse era per questo che mi hanno mandato qui i miei genitori?

Quando partì la musica non riuscivo a muovere un passo. Poi mi guardai in torno e pensai- “E’ come la prima volta,loro sono dietro di te”.

Iniziai a muovere i piedi seguendo i passi di Shane. Capii subito la scenografia e iniziai a seguirlo senza pensare agli altri un po’ impacciati. Poi la musica finì,e mi girai per vedere se i miei nonni fossero stati contenti,ma … non vidi altro che una finestra e dei ragazzi che mi guardavano un po’ sbalorditi. La magia era finita.

Quella sera il campo aveva organizzato un falò sulla spiaggia,qualcosa di forte,credo.

Il giorno dopo la giornata era più libera,senza troppe lezioni. Decisi di farmi una passeggiata e andai al mio “posto”.

Mi voltai e capii che prima di me c’era stata già Mitchie.

In mensa sembrava tutto tranquillo. Presi la mia porzione di cibo e mentre mi stavo andando a sedere… mi arrivò una spaghettata in faccia.

Non avevo fatto niente,mi stavo semplicemente sedendo quando mi è arrivata la pasta a dosso.

Tess e Caitelyn iniziarono a farneticare qualcosa l’una contro l’altra.

<è facile Caitelyn>

Fantastico devo dire che questa sarà la migliore estate della mia vita.

Uscii dalla sala da pranzo di corsa e ad un tratto mi sentii chiamare.

Mi voltai e vidi che era Shane.

Ci sedemmo sul solito ponte sul lago.

Ricordai il modo i cui mi aveva salutato.

<è una lunga storia  …>

Entrai di corsa in cucina e vidi Mitchie completamente bagnata parlare con Caitelyn.

<è annegata nelle sue bugie>

         …

Dopo un’ora passata a lavorare in cucina mi diressi esausta in camera a cambiarmi per il pigiama party di questa sera.

Appena finii di parlare entrarono Mitchie,Tess,Ella e Pegghie per cantare un’altra delle loro canzoni nel bungalow del party. Dopo di loro si esibì Caitelyn,che però venne interrotta da Tess che, come una bambina, fece di tutto per farla andare male. Mi girai e scorsi alla porta Shane che aveva visto tutto. Capii che Tess lo aveva fatto perché Caitelyn aveva colpito Shane. Uscii per andargli in contro.

Ad un tratto mi sentii chiamare.

Corsi a cercare di fermare Shane e lo trovai seduto al solito posto.

Ok quell’ultima domanda non so proprio come mi sia uscita dalla bocca. So solo che se avesse risposto di si la nostra amicizia sarebbe finita lì in un misero secondo.

All’improvviso sentimmo Tess e le sue amiche che uscivano furibonde dalla stanza dove vi era il pigiama party.

Restammo un minuto in silenzio e mi girai verso di lui per capire cosa avesse intenzione di fare.

E ad un tratto mi suonò il cellulare.

Chiusi il telefono e lo spensi.

Mi alzai da terra e camminai fino al mio bungalow vuoto. Mi gettai sotto la doccia, nonostante l’ora, e mi feci una lunga doccia calda rilassante. Il bagno aveva le pareti di legno di ciliegio come tutta la struttura, chee mi ricordavano la piccola casetta sull’albero che mi fece mio nonno qualche anno prima dell’incidente. Le goccioline d’acqua mi bagnarono tutto il corpo bianco come il latte. Scendevano come se fossero rugiada sulle foglie la mattina presto.

 

Uscii dalla doccia e mi buttai sul letto piangendo lacrime amare.

Iniziarono a bussare. Probabilmente mi sentii qualcuno,o forse era Shane che voleva sapere come stessi, ma non mi alzai ad aprire e in men che non si dica mi ritrovai tra la braccia di Morfeo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il segreto svelato ***


Il segreto svelato:

Il giorno dopo mi svegliai molto presto e uscii dal bungalow con Caytelin per preparare la colazione in cucina.

Quando uscii mi avviai verso il porticciolo per decidere se riaccendere il telefono o lasciarlo spento per il resto del campo estivo. Poi decisi … accesi il telefono e digitai il numero di mio zio e gli parlai.

All’improvviso mi sentii chiamare.

Non ebbe il tempo di rispondere che il megafono iniziò a farfugliare qualcosa:”Ragazzi e ragazze tra qualche minuto avrò l’onore di ripresentarvi i miei nipoti con il loro nuovo singolo!”

  La canzone era davvero bella,diversa dalle solite melodie commerciali che scrivevano.

Appena finì una folla circondò Mitchie,Caitelyn e Tess.

Mi avvicinai per comprendere cosa stesse succedendo,ma non rimasi ad ascoltare e mi diressi verso la stanza di danza.

La stanza era totalmente vuota. Iniziai a ricordare il giorno del mio ultimo saggio.

 

Era il 22 dicembre. Mi trovavo con le mie compagne di corso al teatro della mia scuola. Ero agitatissima perché avrei fatto il ruolo della protagonista in due coreografie di hip-hop e in una di moderno.

Poi arrivò il mio momento. Salii sul palco e mi esibii sicura che le persone a cui tenevo di più mi stessero guardando.

Ogni movimento mi sembrava naturale, come se respirassi. Mi muovevo con agilità e grazia su quel palco liscio che tamburellava ad ogni mio passo.

Il saggio terminò. La coreografia terminò. Si innalzò un vero e proprio applauso.

Ero contenta ,avrei voluto continuare quello sport,quella passione per sempre,farla mia e di nessun’altro.

Poi arrivò la notizia. I medici,l’ospedale,i miei genitori,i parenti,erano tutti lì ad aspettare l’esito dell’intervento.

Finalmente uscirono i chirurghi e si avvicinarono ai miei genitori con aria afflitta e delusa .Terminarono la frase con un “ci DISPIACE” e capii che non gli avrei più rivisti.

Riaprii gli occhi e fissai a lungo lo specchio della sala e provai la coreografia del mio ultimo saggio. Ma appena la completai mi buttai a terra coi lacrimoni agli occhi.

Mi girai di scatto. Ero convinta di stare da sola.

Presi un bel respiro profondo,mi alzai da terra e ingoiai le lacrime.

Cercai di trovare da qualche parte Mitchie per sapere come fossero andate veramente le cose,ma riuscii a trovare solo Shane che, arrabbiato,aveva voglia di parlare con qualcuno.

Mi raccontò ciò che era accaduto e rimasi sorpresa nell’ascoltare le sue parole,parole taglienti come lame affilate che mi oltrepassavano le orecchie. Non ci potevo credere.

[…]

Ero nervosissima e non mi andava di fare niente,solo di sfogarmi. Ad un tratto vidi dei ragazzi che si preparavano a giocare una partita di pallavolo e mi unii a loro,così giusto per rilassarmi un poco.

La partita finì 25 a 19 e la mia squadra si congratulò con me e con altre due giocatrici che avevano giocato molto bene.

Dopo la partita mi sentii molto meglio e decisi di tornare nel bungalow  per farmi una bella doccia fresca e di chiamare Sarah ed Annica per sapere come stessero passando quest’estate.

Ma appena mi girai per tornare indietro vidi Shane che mi guardava. Non so da quanto stesse lì. Ma siccome non avevo voglia di arrabbiarmi di nuovo cambiai strada e mi ritirai.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La Final Jam ***


La Final Jam:

In questi giorni fu difficile prepararsi per la Final Jam con Shane come maestro di danza,ma mi impegnai a lungo e riuscii a preparare una bellissima coreografia.

Mancavano solo 5 giorni alla fine del campo e allo spettacolo finale. Le lezioni finirono e rimasero solo i corsi per i preparativi del saggio.

E alla fine arrivò il giorno cruciale.

Ripetetti le coreografie del finale,dell’inizio e anche quella in coppia sulla base delle canzoni,tutto il giorno senza mai staccare;e quando arrivò il giorno sperai con tutto il cuore di potermi riappacificare con Shane o almeno chiarire.

Le mie gambe tremavano tutte. L’ansia mi scivolò a dosso come acqua e rimaneva a dosso quasi come se fosse incollata. Ero veramente nervosa,tanto da entrare nel panico per  niente.

Scelsi,sotto consiglio di Caitelyn e Mitchie i vestiti da mettermi,legghins di eco-pelle nera;maglietta lunga bianca con stampa;jilet di jeans;All Star nere basse e per completare un cappello con visiera di jeans e un guanto senza dita bianco con alcune borchie.

Il look era perfetto,mancava solo il trucco e il parrucco.

Ma proprio mentre mi finivo di preparare squillò il telefono.

[…]

Finalmente iniziò la Final Jam.

Partì la coreografia di inizio e qualche attimo prima che toccasse a me mi sentii una mano dietro la spalla.

Salii sul palco e diedi il meglio di me in tutte e tre le coreografie.

Ci avviammo al termine.

Applausi.

Non riuscivo a crederci. Dopo tanti anni nei quali non avevo mai messo piede sul palcoscenico adesso che ricomincio vengo premiata? Mi sembrava di stare in un film,ma invece era tutto vero.

GRAZIE NONNI per avermi trasmesso questa passione e per aver creduto in me!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Arivederci Camp Rock ***


Arrivederci Camp Rock:

Fu così che arrivò il giorno del ritorno e della fine del campo estivo. Il famoso giorno che all’inizio non vedevo l’ora che arrivasse,e che ora,invece,vorrei che non fosse mai arrivato.

Suonò il clacson.

E fu così che finì una piacevole,strana e divertente estate.

NB:Ho voluto immaginarmi a Camp Rock una ragazzina normale con qualche difficoltà famigliare che non sapeva cosa la stesse aspettando. Spero che vi sia piaciuta. Fatemelo sapere con un commentino-ino-ino. Vi PREGOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!

Baci Dakota:)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=727093