STAR IN LOVE

di maripotter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** °Prologo° ***
Capitolo 2: *** Una giornata movimentata ***
Capitolo 3: *** ciak, si gira! ***
Capitolo 4: *** °Perdonami° ***
Capitolo 5: *** Prima a Londra ***
Capitolo 6: *** Una strana giornata ***
Capitolo 7: *** Sentimenti ***
Capitolo 8: *** Forza dell'amore ***
Capitolo 9: *** Una magnifica giornata ***



Capitolo 1
*** °Prologo° ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!! Metto questa storia non perchè ho abbandonato Amore o Attrazione ( che posterò tra poco, dopo Pasqua), ma perché l’avevo già messa, ma non mi convinceva come era scritta prima! Così lo riscritta e spero che qualcuno la leggerà, se no, lascio perdere!

 

Ecco a voi... (lo so, sono fissata con questa frase, vedi l’altra ff)

 

°STAR IN LOVE°

 

In my dreams we're together


And there is no one else in my heart


Love is stronger than leather


You should have known right from the start

 

I am not like other girls

 

(Not like Others Girls-S.O.A.P.)

 

 

- Emma!-

 

Una voce destò la ragazza dal beato sonno ristoratore.

Aprì lentamente gli occhi e, portandosi una mano al viso, se li strofinò energicamente.

 

Guardò davanti a sé: un uomo stava seduto di fronte a lei, con un mucchio di fogli poggiati sulle ginocchia e un espressione un po’ annoiata.

 

Aveva un viso buffo. Due grandi occhi azzurri da bambino venivano accentuati da un paio di occhiali da vista, due guance arrossate un po’ cicciotelle lo rendevano ancora più simpatico.

 

Portava una T-shirt azzurra e un paio di pantaloncini neri che lasciavano scoperti i polpacci voluminosi.

 

Mike Newell era un individuo amichevole e decisamente loquace, lo si capiva soprattutto dal suo modo di gesticolare e di vestirsi.

 

Accanto a lui, Alfonso Cuaron e J.k. Rowling sedevano un po’ assonnati: Alfonso aveva il capo chino su una spalla e sembrava cadere in trance di tanto in tanto, per poi scattare in avanti e guardarsi intorno stralunato.

 

Joanne beveva dalla sua bottiglia d’acqua con lunghe sorsate, continuando a leggere un piccolo quaderno con degli appunti.

 

Come sfondo a questi tre personaggi, una piscina colma d’acqua piuttosto invitante e un ampio giardino che circondava un enorme villa perfettamente perfetta.

 

Si trovavano a casa di Mike per sentire se il timbro di voce dei tre protagonisti era cambiato esageratamente rispetto all’anno precedente.

 

E quale peggior giorno poteva essere se non una splendida giornata di sole?

 

Emma raccolse da terra un foglio scritto al computer e cominciò a leggerlo, scandendo bene le parole e masticando con precisione le consonanti.

 

La sua voce era diventata un po’ più acuta, ma il cambiamento radicale del suo tono era già avvenuto nel passaggio dai dodici e tredici anni e ormai aveva quattordici anni.

 

Quando finì, tornò nella posizione di prima, per rilassarsi, anche se la calura che quel giorno quasi li soffocava, lo impediva.

 

Intanto, un’altra voce aveva cominciato a parlare, molto più bassa di quella della ragazza.

Si voltò verso la fonte.

 

Si trovò davanti un ragazzo dai lunghi capelli rossi, due vivaci occhi azzurri  e un naso pieno di lentiggini.

 

Rupert Grint era uno dei suoi più grandi amici ed era un bravissimo attore, di soli sedici anni.

Recitava con lei e Daniel nella saga di successo di Harry Potter, nel ruolo di Ronald Weasley.

 

Era molto simpatico e, come il suo personaggio, aveva numerosi sbalzi d’umore. Ma sapeva far ridere con le sue battute, ma anche solo con la sua risata buffa e le sue frasi impacciate e strascicate.

 

Si voltò dall’altra parte e, ruotando la testa di 180 gradi, incrociò lo sguardo di un altro ragazzo.

 

- Essere o non essere? Questo è il dilemma...Morire, Dormire? Dormire, forse sognare...-

 

Rupert aveva scelto alcuni brani di Shackspeare e, mentre come Amleto recitava, Daniel e Emma si voltarono contemporaneamente l’uno verso l’altra.

 

Il ragazzo sorrise, facendo una smorfia per il caldo e la ragazza in risposta annuì, portandosi una mano al collo e delineandolo orizzontalmente, come per tagliarsi la gola.

 

Daniel si voltò verso i tre adulti, dato che toccava a lui ed Emma ebbe tutto il tempo per rimanere a contemplarlo, ammaliata.

 

Era un ragazzo non molto alto, minuto anche se aveva una forza piuttosto notevole, nascosta chissà dove.

 

I capelli scuri perennemente scompigliati, proprio come Harry, gli circondavano il volto e poco sotto la fronte spuntavano due vispi occhi azzurro cielo.

 

Già dal primo sguardo si capivano le sue aspirazioni e i suoi hobby.

 

Portava una T-shirt con stampe rock e punk, jeans strappati e All Star degne di un vero modaiolo e rockettaro. Sul capo aveva un cappellino nero e giallo.

 

Ai suoi piedi, una telecamera spenta, una chitarra elettrica e un copione pieno di scritte rosse e dediche sue e degli altri amici.

 

Una scritta troneggiava sulle altre: Daniel, you are the best of the best!!!! By Emma e Rupert, i tuoi migliori amici!

 

Dopo che Daniel finì la prova vocale gli adulti concessero loro una pausa prima di continuare altri esercizi e si diressero tutti e tre verso la casa di Mike, per bere una limonata.

 

I tre ragazzi rimasero in silenzio per un po’.

Mentre Emma si guardava intorno, notò una pompa d’acqua proprio sotto la sua sedia di vimini. Le venne un idea.

 

Senza farsi notare, la prese tra le mani e la portò dietro Rupert, per poi aprire l’acqua.

 

- Che diavolo...!!!-

 

Un potente getto d’acqua travolse il ragazzo dai capelli rossi, che cadde a terra per la potenza e la sorpresa.

 

Daniel e Emma scoppiarono a ridere, ma il divertimento del moro durò poco, perché un altro getto lo colpì.

 

I due ragazzi si alzarono e guardarono l’amica con sguardo omicida. La ragazza sorrise candidamente, come se lei non c’entrasse per niente.

 

Rupert e Daniel si rialzarono da terra e cominciarono a inseguire Emma. Con sole due ampie falcate la raggiunsero e la bagnarono con la sua stessa arma.

 

Dalla pompa si passò alle secchiate d’acqua.

 

Tutti e tre si munirono di secchi che riempivano grazie ai vari pozzi ma anche dalla piscina, che probabilmente, avrebbe avuto ospiti da lì a poco.

 

Anche se Emma era stata l’istigatrice del gioco, fu anche la più bagnata. Fino a quando Daniel e Rupert la presero per braccia e gambe  trasportandola verso la piscina e buttandola dentro, tuffandosi anche loro poco dopo.

 

Cominciarono a schizzarsi tra loro, cercando anche di affogarsi, soprattutto la povera Emma.

 

Dopo un po’ si fermarono, rimanendo qualche minuto a nuotare, nonostante avevano i loro costosi vestiti griffati completamente bagnati, poi uscirono fuori.

 

La ragazza tirò fuori un asciugamano dal suo zaino e disse ai ragazzi che era meglio essere prevedibili e portarsi il necessario per ogni evenienza. Una sorta di Mary Poppins, un po’ più giovane.

 

Si distesero supini sul telo da mare, lasciandosi riscaldare dal sole.

 

Rimasero in silenzio, senza bisogno di parlare di cose stupide o senza senso. Erano amici da così tanto tempo che ormai le parole perdevano spesso la loro importanza.

 

A loro bastava un piccolo sorriso, un breve sguardo o quando erano lontani un semplice squillo con il telefonino per sapere che l’altro ti era vicino o ti pensava comunque.

 

Ad un certo punto Rupert ruppe il gradevole silenzio ed esclamò, stiracchiandosi in modo esagerato:- Ho sedici anni, ho già un lavoro fisso e soddisfacente, ho due mitici migliori amici e la mia famiglia è perfetta...mi manca solo l’amore...-

 

Daniel scoppiò a ridere:- Te la eri preparata questa?-

 

Rupert lo fulminò con lo sguardo, per poi rispondere ironicamente:- Beh...ci sto lavorando da un po’!-

 

- Potresti trovarlo sul set del Calice di Fuoco...- Emma irruppe nella conversazione, continuando a fissare il cielo, delineando con gli occhi il contorno delle nuvole.

 

-Magari con l’attrice di Fleur Delacour, o magari Cho Chang, così me la togli dai piedi!-

 

- Fleur anche anche, ma la Chang te la cedo volentieri...meglio non mettere in testa alla cara vecchia Rowling strane idee...!-

 

Rupert sorrise sardonico:- Sono sicuro che voi due lo avete già trovato, ma non lo volete confessare...-

 

Il silenzio ritornò nell’atmosfera, anche se ora era un po’ meno piacevole e fortemente imbarazzato.

Il rosso si sdraiò su un fianco, dando le spalle agli amici.

 

Si trattenne dallo scoppiare a ridere. I suoi due migliori amici...che tipi. Tanto sicuri sul set quanto impacciati nella vita di tutti i giorni.

Conosceva i sentimenti di Daniel come conosceva quelli di Emma. Erano gli stessi. Coincidevano perfettamente.

 

Il loro non era semplice amore infantile e inesperto. Sapevano cosa volevano. Volevano l’altro, forse per sempre. Rupert lo sapeva.

 

Lo notava quando Daniel fremeva dalla rabbia alla vista di Emma riempita di attenzioni dai ragazzi. Lo notava quando Emma gli prendeva la mano durante scene particolarmente difficili. Lo notava quando si lanciavano sorrisi e sguardi veramente sinceri, difficili oramai da vedere in giro, soprattutto nei ragazzi dalla loro età.

 

Sorrise di nuovo. Pensava proprio come un vecchio saggio, mentre aveva solo un anno rispetto a loro. Nel film, il ruolo della persona giudiziosa apparteneva a Hermione, ma nella vita reale, Rupert era di gran lunga più consapevole e perspicace di loro due messi insieme. Questo è quello che pensava lui e, forse, aveva ragione.

 

Sentendosi chiamare, i tre ragazzi rivolsero lo sguardo verso il luogo da dove provenivano le voci e videro i tre adulti andare in contro loro.

 

Piegarono il telo e lo misero nella borsa di Emma. Presero la loro roba e la portarono verso le auto situate davanti all’entrata della casa.

 

Daniel precedette Emma e da perfetto gentleman le aprì la portiera invitandola ad entrare prima di lui. La ragazza lo ringraziò con un perfetto accento francese ed entrò nella costosa vettura.

 

Rupert si inchinò cerimonioso davanti a Daniel e con un braccio lo esortò ad entrare, prendendosi gioco di lui. Cosa che gli costò uno scappellotto dietro la nuca e un leggero epiteto, ma nel complesso era soddisfatto.

 

Doveva mantenere il suo ruolo da buffone di corte e non avrebbe permesso a nessuno di soffiarglielo.

 

                                   § § §

 

Alfonso accompagnò i ragazzi alle loro case e consegnò loro alcuni fogli con sopra scritte le date dell’inizio delle scene di “Harry Potter e il Calice di Fuoco”.

 

Emma salutò educatamente il conducente con un bacio sulla guancia, dato che lei era stata l’ultima ad essere accompagnata e scese dalla macchina.

 

Aprì il portone in ferro battuto e percorse correndo il lungo viale che conduceva a casa sua, stringendo saldamente i fogli che teneva in mano.

 

Entrò in casa, salutò sua madre e suo fratello Alex che quel giorno era stranamente tranquillo e salì in camera sua.

 

Si buttò energicamente sul suo letto a baldacchino matrimoniale rosa e lesse i fogli. Da lì a tre giorni ci sarebbe stato il primo ciak, e trovò allegato agli orari e alle date, la prima parte del loro interminabile copione.

 

Lo lesse velocemente ed era come se lo sapesse già a memoria. La prima scena era la Coppa del Mondo di Quidditch, il suo primo incontro con Viktor Krum, l’unico ragazzo che, per ora, aveva dichiarato palesemente i suoi sentimenti verso la povera Hermione.

 

Lei era una sostenitrice della coppia Harry/Hermione, non per interesse personale, ma solo perché i loro comportamenti stavano cambiando...quelli di Harry e Hermione...

 

Durante il Quinto anno i due ragazzi discutevano molto più spesso, per i motivi più stupidi. E Harry si era dimostrato geloso nei confronti di Hermione e Ron, qualcosa stava cambiando...

 

L’entrata del suo gatto Domino la distolse dai suoi pensieri. Il piccolo europeo gli si raggomitolò accanto, lasciandosi coccolare.

 

Rimase a guardare le foto appese al muro, contemplandole una per una e rievocando alla mente i momenti degli scatti.

 

Si addormentò completamente vestita, con ancora impressa nella testa una fotografia che era rimasta a fissare più delle altre.

 

Due ragazzi, teneramente abbracciati, con ancora le divise della scuola di Hogwarts. Lei ancora con un libro in mano. Lui ancora con gli occhiali e la cicatrice disegnata sulla fronte.

 

Questo capitolo è un po’ noioso, soprattutto perché è introduttivo a tutta la storia...

Vi prego di recensire...ci tengo molto...quindi in un piccolo spazio di tempo...potete scrivere anche solo, è carina...fa schifo!

Quindi...al prossimo chap!

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Una giornata movimentata ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti! Questo è il secondo capitolo e spero sia di vostro gradimento!

Vi ricordo di recensire, lo so che sono stressante, ma per me è molto importante...

Ecco a voi...

 

°STAR IN LOVE°

 

Capitolo 1: Una giornata movimentata

 

I believe my heart, what else can I  do,


When every part of every thought leads me straight to you,

 
I believe my heart, theres no other choice,

 
For now whenever my heart speaks, I can only hear your voice

 

(I believe my heart- Duncan and Keedie)

 

Il suono della piccola sveglia echeggiò fastidiosamente nella stanza ancora immersa nel buio.

 

Una giovane mano si allungò nell’oscurità verso il malefico oggetto e con l’indice spinse pigramente la levetta verso “OFF”.

 

Emma cercò di riaddormentarsi, rimboccandosi le coperte fin sopra la testa.

Il suo sperato sonno non poté riprendere, anche perché nuovo rumore squillante quanto la sveglia, arrivò alle sue orecchie.

 

- Emma, io e Alex usciamo!!! Ciao!-

 

La ragazza rinunciò completamente. Si alzò lentamente, prese alcuni vestiti e si diresse nel bagno, che era situato nella sua grande camera.

 

Aprì l’acqua e si fece una doccia veloce. Adorava rimanere sotto l’acqua fredda la mattina, che la rilassava e la preparava ad una nuova giornata, che avrebbe affrontato con un sorriso sulle labbra.

 

Questo è quello che credeva...

 

Uscì dalla doccia e dopo essersi asciugata col grande asciugamano rosa, si vestì.

 

Mentre si spazzolava i capelli si osservò allo specchio.

 

Si trovò di fronte una ragazza non molto alta, mingherlina e con le forme che si andavano a delineare e addolcire, cominciando a far intravedere come sarebbe diventata da donna.

 

Aveva i capelli mossi e color grano, due profondi occhi color caffè sottolineati da una lieve linea di matita e il naso all’insù spruzzato da tante lentiggini.

 

Indossava una canottiera rosa pesca e un paio di jeans a vita bassa che lasciava intravedere il bordo degli slip.

 

Rientrando in camera sua, notò che due messaggi erano stati lasciati nella segreteria del suo telefono.

 

Il primo era di sua madre che gli diceva che il pomeriggio si sarebbe dovuta dirigere insieme a Daniel e Rupert per fare un servizio fotografico.

 

L’altro era dei suoi due migliori amici: le dicevano che l’avrebbero passata a prendere per andare agli studios per le foto.

 

La ragazza sorrise. Sapeva che dopo le interviste, tutti e tre uscivano insieme e si divertivano un sacco, anche quando dovevano scappare dai fans troppo esaltati.

 

Scese nella cucina e si prese uno yogurt bianco per fare colazione.

 

Sapeva che doveva mangiare cibi più nutrienti, perché da piccola aveva avuto molti problemi con l’alimentazione, ma proprio non riusciva a mangiare cose troppo pesanti.

 

Dopo aver dato del cibo ai suoi due gatti, Bubbles e Domino, decise di uscire a fare una passeggiata.

 

Anche quel giorno il Sole si era alzato prepotente sulla sua piccola città e ognuno si era ritirato nelle proprie case per godersi il fresco mandato dai condizionatori.

 

Vide in lontananza un gruppo di ragazze e quando furono più vicine, Emma sorrise allegra.

 

Le sue compagne che vedeva quando frequentava le lezioni a Oxford erano davanti a lei e le stavano venendo incontro scuotendo le braccia per farsi notare.

 

Una ragazza piuttosto robusta, non appena la raggiunse, la strinse forte.

 

-Ciao tesoro!-

 

- Ciao Katie! Ciao ragazze!-

 

La ragazza si liberò dalla stretta dell’amica e guardò le amiche.

 

C’erano tutte. Pauline, una ragazza petulante e chiacchierona, che sapeva tutti i pettegolezzi della scuola.

 

Clarissa, una giovane timida e molto intelligente, che adorava recitare e ballare, come Emma.

 

Samantha e Sally, le due gemelle tutto pepe e ragazzi, facevano così tante conquiste  che la loro rubrica era infinita!

 

Poi c’era Laura, una ragazza di colore che giocava a calcio e si vestiva come un ragazzo.

 

Inoltre c’era l’unica, inimitabile Katie. Era una ragazza un po’ in carne, ma dolcissima e simpaticissima. Emma l’adorava, con quel sorriso intramontabile e la voglia di divertirsi sempre e comunque.

 

Lo sguardo di Emma si rabbuiò improvvisamente.

 

Dietro le ragazze, un’altra persona, che la guardava stranamente, tra l’indifferente e il cagnesco.

 

Elizabeth, aveva gli occhi fissi su di lei e in quegli attimi Emma ritornò indietro nel tempo...

 

“Emma, se una di noi due supererà i provini per Harry Potter, l’altra l’aiuterà e le resterà amica, senza problemi, ok?”

“Certo, tu sei la mia migliore amica Eli...

“E tu sei la mia...”

 

Come si era sentita in quel momento! Era sicura che Elizabeth avrebbe avuto la parte di Hermione nel film e lei ne sarebbe stata felicissima!

 

Ma quando era entrata nello studio di Chris Columbus, un po’ tremante sapendo che il giudizio era negativo, non pensava certo che ce l’avrebbe fatta...

 

Ma ce l’aveva fatta. Era uscita urlante dalla stanza andando incontro all’amica.

 

Ma lei non sorrideva. Si limitava a guardarla con un sentimento che Emma riconobbe subito nei suoi occhi azzurri. Era odio.

 

L’odio che una ragazzina di undici anni era riuscita a provare verso la sua migliore amica...

 

-Ciao...-

 

Emma distolse la mente dai suoi pensieri e rimandò il saluto tanto freddo a Elizabeth.

 

Le altre ragazze avevano intanto cominciato a parlare allegramente e chiedendo un’infinità di cose ad Emma.

 

Fecero una lunga passeggiata, nel parco e nei piccoli negozietti del paese.

 

Tornarono a casa, salutandosi con un lieve bacio sulla guancia, segno di affetto e di complicità.

 

Elizabeth tornò a casa da sola, senza salutare nessuno.

 

                                 § § §

 

 

Emma indossò la giacca di jeans velocemente, salutò con un bacio la madre e il fratello, che era impegnato in una partita alla Play Station.

 

Percorse il viale e raggiunse Daniel e Rupert, che la attendevano parlando tra loro.

 

Raggiunsero in taxi Leavesden e scesero davanti agli studios, dove i fotografi li aspettavano.

 

Il servizio fotografico era per Teen Vogue, una rivista che Emma leggeva spesso e volentieri, perché gli articoli erano interessanti e divertenti.

 

Quando entrarono nella stanza dove venivano fatte le foto e le riprese tecniche trovarono un enorme telo bianco e alcuni vestiti appesi a delle stampelle.

 

I fotografi, appena li videro, li salutarono e gli diedero immediatamente in mano delle bombolette spray.

 

Dato lo sguardo piuttosto interrogativo dei tre ragazzi, i tre uomini spiegarono loro che avrebbero potuto disegnare qualcosa sul telo, per poi fare le foto, con un effetto più carino.

 

Daniel scrisse tutto ciò che gli dettava la sua mente rockettara, e indossò dei jeans scuri, una giacca nera da cui spuntava una T-shirt marrone.

 

Rupert disegnò un enorme volto blu con i capelli rossi e indossò come Dan dei jeans, una giacca nera e una maglietta rossa.

 

Emma mise una gonna grigio perla, una maglietta bianca e una giacca di pelle rossa. Scrisse una frase breve, ma che spiegava una parte di lei. “I love Vogue!”

 

I fotografi gli fecero alcune domande poi li lasciarono andare, mentre smontavano gli attrezzi per le foto.

 

I tre ragazzi uscirono e fecero un giro a Leavesden.

 

Daniel e Rupert venivano sballottati ovunque da Emma, che si fermava ad ogni vetrina dei negozi di abbigliamento.

 

Rupert continuava a ripetere:- Le donne!!!-

 

Ma tutti e tre si stavano divertendo un sacco. Soprattutto quando Daniel fu assalito da un gruppo di ragazzine petulanti che per poco non lo spogliarono.

 

Emma e Rupert si piegarono in due dal ridere, mentre un povero Daniel usciva fuori da quel mucchio di giovani più morto che vivo.

 

Andarono a mangiare una pizza in un ristorante italiano situato su un grattacielo molto carino e accogliente.

 

Scelsero un tavolo accanto alle finestre, da dove si poteva vedere tutto il panorama della città.

 

L’odore della pizza li ammaliava, soprattutto Rupert che cominciò a sentire la sua pancia brontolare e andò a chiedere al cameriere di farsi fare una pizza un po’ più piena del normale.

 

Emma e Daniel rimasero soli.

 

Il ragazzo continuava a torturarsi le dita, come se fosse agitato.

 

Lei, lo osservava con la coda dell’occhio.

 

Com’era carino...I capelli ricadevano deliziosamente su quel viso d’angelo, i suoi occhi brillavano di una luce che Emma non aveva mai visto negli occhi degli altri ragazzi. Ma forse solo perché non li guardava come guardava lui...

 

Aveva una polo nera e gialla e dopo le mani, il ragazzo cominciò a torturarsi il colletto.

 

- Dan, c’è qualcosa che non va?-

 

Il ragazzo sussultò e si voltò verso di lei. Scosse energicamente la testa e le rivolse un sorriso che quasi la sciolse.

 

L’arrivo di Rupert e del cameriere fece rompere il contatto tra i due.

 

Il rosso aveva in mano un enorme pizza piena di ingredienti. Il cameriere diede agli altri due ragazzi due pizze margherite.

 

-Avevi paura di morire di fame?-

 

Lo sguardo di Emma era tra il disgustato e il divertito, e la sua domanda non ricevette risposta. Rupert si limitò a dire:

 

-Pancia mia fatti capanna!!!-

 

Prima di avventarsi sulla pizza.

 

Emma e Daniel lo osservarono un po’ mentre si ingozzava, poi, quasi nauseati di tanta voracità, si occuparono dei loro piatti.

 

Uscirono sazi dal ristorante e Rupert sembrava più radioso che mai, che quasi non si reggeva in piedi.

 

Fecero un’altra passeggiata e raggiunsero la stazione degli autobus e salirono su uno di essi.

 

Rupert fu il primo ad essere accompagnato e ancora un po’ appesantito percorse il viale che portava a casa sua.

 

Lo videro assalito da una bambina che gli si aggrappò al collo, salutandolo allegramente.

 

Che carina la sorella di Rupert...

 

Mentre l’autobus percorreva la strada verso Oxfordshire Daniel e Emma chiacchieravano, ma il ragazzo sembrava distante anni luce da lei.

 

La ragazza lo lasciò in pace, a meno che la situazione andasse avanti per lungo tempo, magari c’era qualcosa che non andava.

 

Preferì non chiedergli niente e rimase zitta, facendogli qualche stupida domanda ogni tanto, per farlo sorridere.

 

Appena la vettura si fermò davanti a casa sua, salutò Daniel con un bacio sulla guancia, non ricambiato e si diresse in casa sua, mentre la malinconia tornava nel suo cuore...

 

 

Finito il secondo capitolo, che poi sarebbe il primo. E’ un po’ più corto del primo, ma si sa, la storia vera e propria parte dalla metà, non credete?

Volevo ringraziare, tutti quelli che hanno letto questo capitolo e il precedente ma soprattutto Super Gaia, Febe, Mirtilla, Miki 84, Danythebest89 e Marta 92 che hanno gentilmente recensito la mia ff!

Ci vediamo con il prossimo chap, “ciak si gira!”

 

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Capitolo 3
*** ciak, si gira! ***


Sono tornata

Sono tornata! Sono stra impegnata quindi abbiate pietà! Voglio ringraziare: Hermione strega, dany thebest89,  Miki 84, Frafra, Mirtilla, marta82, febe, Supergaia, vi voglio bene!

Alla fine, troverete un pezzo dell’intervista di Emma e Daniel, quella che parla dei capelli, poi capirete!

Ecco a voi (ridaglie co’ sta frase...)

 

Capitolo 2: Ciak, si gira!

 

People can take everything away from you

 
But they can never take away your truth

 
But the question is..

 
Can you handle mine?

 

(my prerogative-Britney Spears)

 

 

La porta della vettura si aprì con un lieve rumore.

 

Una ragazza ne uscì fuori e osservò estasiata la struttura che si ergeva dinanzi a sé.

 

Gli Studios di Leavesden erano aperti e centinaia di persone, più o meno giovani, entravano e uscivano dall’edificio.

 

Emma corse all’interno e si guardò intorno. Scorse tra la folla una lunga chioma rossa e si diresse verso di lei.

 

-Bonnie!-

 

La ragazzina si girò verso di lei e sorrise, andandole incontro.

 

Si abbracciarono con foga, per poi guardarsi contente.

 

- Emma, come stai? Ti devo raccontare un mucchio di cose, non scappare alla fine delle riprese!-

 

-Io sto bene, fatto nuove conquiste?-

 

La rossa sospirò, guardando il soffitto.

 

- Hai visto Tom? Quando l’ho visto per poco non sono svenuta...-

 

Emma guardò con un sopracciglio inarcato l’amica. –E’ diventato così brutto? Così evito di incontrarlo, ho bisogno di...-

 

-Stai zitta! E’ semplicemente favoloso... I capelli sono più lunghi e cadono su quel viso di angelo dannato...e quegli occhi azzurri...-

 

Emma sorrise. L’amica era cotta al punto giusto.

 

Un ragazzo andò loro incontro, saltellando.

 

-Salve, mie donzelle!-

 

-Rupert...-

 

Il rosso si limitò a sorridere e si diresse verso i fratelli Phelps e Devon Murray, che erano appena entrati.

 

Bonnie ed Emma rimasero un po’ a chiacchierare, quando la loro attenzione fu attirata dall’entrata di una ragazza dai lineamenti orientali.

 

Era una ragazza non molto alta, dai lunghi capelli color mogano, occhi a mandorla dello stesso colore scuro e indossava abiti piuttosto succinti, a parere di Emma.

 

Si guardava intorno, come se stesse cercando qualcuno. Quando lo sguardo della ragazza si posò su Emma e Bonnie, si diresse con passo esageratamente elegante verso di loro.

 

Quando arrivò loro davanti, sorrise ed esclamò:- Ciao ragazze!-

 

-Ciao, tu sei Katie Leung?-

 

-Sì! Conoscete il mio nome!-

 

Le ragazze sorrisero forzatamente. Oddio, che razza di ragazza...

 

-Avete per caso visto Daniel, sapete, vorrei conoscerlo...insomma, io interpreto la sua prima ragazza...-

 

Emma la guardò, improvvisamente infastidita. Quella ragazza non doveva nemmeno provarci con il suo Dan, no.

 

-Arriverà tra poco...-

 

Katie disse loro:-Ok, ma non capisco cosa ci faccio qui, se io in questa scena non ci sono...-

 

-Beh, è la prima scena e tu sei nuova, quindi devi esserci comunque, per ambientarti...-

 

-Ah...secondo voi, questo film porta al successo? Perché, se non fosse per quel figo di Radcliffe, non sarei qui...-

 

Emma stava per ribattere, offendendola, ma l’arrivo di Daniel le impedì di dirle un paio di insulti che l’avrebbero spiegata completamente.

 

- Ciao ragazze, ciao, tu sei...-

 

Il ragazzo le tese la mano e attese una risposta.

 

Katie, dal canto suo, si passò una mano tra i capelli e fissò languidamente Daniel e si presentò, stringendogli la mano calorosamente.

 

Il ragazzo sorrise. Sorriso un po’ strano.

 

-Katie!!!-

 

Una signora orientale raggiunse la ragazza e gli disse qualcosa in un’altra lingua, sicuramente il cinese.

 

-Io devo andare, devo parlare con il mio manager, ciao!-

 

I ragazzi la salutarono e quando si allontanò, scoppiarono a ridere.

-Ma da dove cavolo è uscita?!?-

 

-E io dovrei innamorarmi di quella lì?!?-

 

-Dovrei essere gelosa di lei! Mi sentivo tanto intelligente e carina vicino a lei!-

 

Continuarono a ridere e parlare, senza preoccuparsi delle persone che li guardavano straniti e un po’ preoccupati. Improvvisamente, Bonnie fu presa dai gemelli Phelps, lasciando da soli Emma e Daniel.

 

-Allora, come ti è sembrata?-

 

- Non è il mio tipo di ragazza, povero il mio caro Harry! Emma, non hai ancora fatto una cosa che l’anno scorso facevi continuamente!-

 

La ragazza diventò pensierosa. Non riusciva a capire. Si era comportata come sempre, prendendolo in giro e scherzando con lui. Cosa mancava? Poi, gli venne in mente. Si avvicinò al ragazzo lo guardò sorridente e gli passo una mano tra i capelli, mettendoli ancora di più in disordine.

 

Daniel scoppiò a ridere, contagiando anche Emma. Si ricordarono di quando in un’intervista, gli avevano chiesto il perché di quel gesto e Daniel aveva incominciato a balbettare, facendo ridere tutti i presenti.

 

Emma si era sempre chiesta il motivo del suo imbarazzo in quel momento. Forse non voleva, ma se glielo aveva chiesto...

 

-Contento?-

 

Daniel scosse energicamente la testa, scompigliandoli come erano prima.

 

Mentre chiacchieravano furono quasi travolti da Rupert che mise le braccia attorno alle spalle di Dan e Emma.

 

I due lo fissarono:- Raga, mi sono innamorato...-

 

In effetti, il ragazzo aveva un sorriso da ebete stampato sul volto e guardava con sguardo assente davanti a sé.

 

- Di chi?-

 

Il rosso prese a camminare, trascinando i due con sé.

-Allora, sto uscendo dal camerino, quando una ragazza per poco non mi investe. La guardo e mi presento, lei dice che sa già il mio nome.

Intanto la fissavo, che bella...i capelli biondi, due grandi occhi azzurri e un corpo etereo e perfetto...

Sapete cosa ha detto? Che sarà, l’anno prossimo, l’attrice che interpreterà luna Lovegood, ma ora è solo una comparsa...

Luna Lovegood è una ragazza di cui Ron si potrebbe innamorare, no?

Quanto vorrei fare una scena d’amore con lei, anche senza le telecamere...-

 

Emma e Daniel si guardarono complici, il loro amico era andato...completamente.

 

Un altro personaggio si diresse verso di loro, saltellando, nonostante l’età.

 

-Buongiorno Mike!-

 

-Buongiorno ragazzi, devo dirvi alcune cose: tra meno di un quarto d’ora ci dirigeremo verso il set della prima scena, che lo conoscete già, li ci raggiungerà Stanislav Iavenski, il ragazzo che interpreterà Viktor Krum, siate gentili con lui e ultimo, vi chiederò di fare un piccolo saggio, come avete fatto l’anno scorso con Alf, ok?-

 

I ragazzi annuirono, Emma e Daniel ancora avvinghiati da Rupert che non accennava ad un minimo segno di debolezza, cosa che succedeva ogni volta che doveva svegliarsi presto la mattina.

 

§§§

 

-che stanchezza, salvatemi!!!-

 

Bonnie si stiracchiò energicamente, mentre continuavano a camminare lungo un sentiero decisamente lungo.

 

Emma si asciugò la fronte con il dorso della mano. Nonostante il bosco evitava che il sole filtrasse vivacemente tra i rami degli alberi, la camminata faceva accaldare parecchio.

 

Dopo una decina di minuti arrivarono in una piccola radura e si buttarono sfiniti per terra sul manto erboso, ancora coperto di un sottile strato di brina.

 

I macchinari , le luci e le telecamere erano già state poste nei posti stabiliti, mancavano solo gli attori.

 

Si vestirono in una roulotte che si trovava dalla sera prima, portata dal signor Newell.

 

La ragazza che faceva le pettinature per Emma, quell’anno aveva deciso che con i capelli legati con uno chignon, sarebbe stata ancora più carina, così la ragazza sarebbe stata un po’ più fresca.

 

La povera Bonnie, invece, doveva tenere i capelli lunghi sciolti sulle spalle e inoltre doveva portare un enorme zaino che le rendeva difficile camminare!

 

Si misero al lavoro. Tutti erano piuttosto eccitati.

Il primo ciak del quarto film, uno dei migliori in assoluto. Avrebbe fatto successo? Tutto dipendeva da loro...

 

Fecero più volte la scena, mentre nel boschetto echeggiavano risate, piccoli insulti e ancora risate.

 

-dove andremmo a finire se non ci fosse la nostra One Take Watson*!!!-

 

Emma incrociò le braccia sul petto, assumendo una finta aria imbronciata.

 

-Non chiamatemi così!-

 

Tuttavia quel nomignolo gli piaceva. Ormai, tutti la conoscevano come la grande, “One Take Watson”, e doveva ammettere che ne era lusingata, infondo era un complimento.

 

Mentre riprovavano la scena, una persona si avvicinò al gruppo, rimanendo in disparte, aspettando che la scena finisse.

 

Quando terminarono, si fece avanti e si mostrò a tutti avvicinandosi al regista, che in quel momento stava spiegando al trio protagonista e a Tom alcune parti tecniche.

 

- Scusi...- disse con un accento inglese piuttosto scadente.

 

Mike si voltò verso di lui ed esclamò:- Tu devi essere Stanislav, piacere!-

 

Si strinsero la mano con forza e parlottarono per un po’, sorridendo ogni tanto.

 

Le ragazze erano rimaste a fissarlo: non era affatto male.

 

I lunghi capelli scuri ricadevano in avanti, lasciando intravedere due profondi occhi scuri.

Indossava una T-shirt nera e dei jeans chiari, stracciati.

 

Anche Emma era rimasta incantata: era proprio  classico ragazzo con un atteggiamento da bello e dannato.

 

Daniel se n’era accorto e fissava in cagnesco i due ragazzi, che si scambiavano delle occhiate, mentre il bulgaro parlava con Mike.

 

- Emma, che ne dici di parlare un po’ con lui, per spiegargli qualcosa su Harry Potter, e fare anche amicizia!-

 

Così Emma si ritrovò in disparte con un ragazzo piuttosto nervoso.

 

La ragazza decise di rompere quell’imbarazzante silenzio e si presentò, tendendogli amichevolmente la mano, che lui strinse, presentandosi.

 

Dopo alcuni attimi di impaccio e di imbarazzo, cominciarono a chiacchierare, come se si conoscessero da sempre.

 

- Beh, dovrai innamorarti di me... povero te!-

 

-Non ti preoccupare, ne sono lieto...lieto di lavorare con te!-

 

Guardò la ragazza teneramente e le prese una mano tra le sue, continuando a guardarla.

 

Emma sorrise, diventando color porpora. Che temerario, quel ragazzo che sembrava tanto timido. Decise di sviare quel momento così scomodo.

 

- Secondo te, sei simile a Viktor Krum?-

 

Lui si fece pensieroso, rimanendo con gli occhi fissi su di lei.

 

Intanto, i rumori della troupe e dei ragazzi dirompevano nel paesaggio boschivo, mentre loro due parlavano, le mani intrecciate.

 

- Sì, sono simile a lui. Sono coraggioso, non sono arcigno e burbero come lui ma sono pronto a nuove scoperte e non nascondo i miei sentimenti...-

 

La ragazza divampò nuovamente. Aveva capito le sue parole.

 

Il bulgaro lasciò la mano della ragazza e la portò al suo viso, accarezzandole la guancia, arrossata e un po’ palpitante.

 

Emma non capiva più niente. Stanislav si stava avvicinando lentamente a lei, spingendo il suo capo contro il proprio.

 

Chiuse gli occhi, mentre miriadi di pensieri si affollavano nella sua mente.

 

Quel ragazzo la stava per baciare, il suo primo bacio, con un ragazzo sconosciuto, cosa avrebbe detto Daniel...

 

Daniel...Daniel!

 

La ragazza lo respinse delicatamente e lo guardò, dispiaciuta.

 

Non poteva. Aveva scelto di donare quel sentimento molti anni fa, anche se lui non lo sapeva, a Daniel.

 

Quel sentimento che la metteva completamente in subbuglio, come se mille farfalle volassero dentro di lei senza fermarsi mai...

 

Quel sentimento che ti fa camminare ad un metro da terra o magari tre metri sopra il cielo...L’amore.

 

Mormorò un sentito “Mi dispiace” e scappò via, passando affianco ad un Daniel che guardava di sbieco il ragazzo che piegò la testa di lato abbattuto.

 

La ragazza notò il suo migliore amico e sussultò.

 

-Cosa ci fai qui Dan? Non sei con gli altri?-

 

Daniel rimase zitto un attimo poi disse:- Ti stavo venendo a cercare, ma vedo che eri piuttosto impegnata!-

 

Il ragazzo sembrava infastidito e il suo sguardo non le piaceva per niente.

 

-Dan, cosa hai?-

 

-Niente!!!-

 

Il giovane le voltò le spalle, ma l’amica gli corse dietro e lo fermò con un braccio, obbligandolo a voltarsi.

 

- Dan, dimmi cosa hai?!?-

 

Il ragazzo esclamò, fumante di rabbia.

 

-Niente, sei sorda!?! Leggi il labbiale: n-i-e-n-t-e...ok? Torna dal tuo nuovo amico e lasciami in pace!-

 

Emma era stupefatta. Gli dava fastidio! E inoltre li aveva spiati! Il suo comportamento era inaccettabile!

 

-Senti un po’ bello, uno: non vedo il motivo per cui tu debba essere arrabbiato, due: tu ci hai spiati e...-

 

-Tre?-

 

-So perfettamente cosa c’è dopo io il due, non sono ignorante come certe persone di mia conoscenza!!! Quindi taci!-

 

-Non ho detto niente! Sei solo una ragazza viziata e stupida, basta che qualcuno ti faccia un complimento e tu cadi ai suoi piedi! Soprattutto se quel qualcuno si chiama Stanislav ed è un idiota bulgaro!-

 

- Cos’è, sei geloso?-

 

-ma stai zitta! Cosa vuoi che me ne freghi di te!-

 

Emma aprì la bocca, mortificata. Le lacrime salirono prepotente ma le ricacciò indietro, il suo orgoglio non lo permetteva.

 

Girò i tacchi,  correndo verso il sentiero velocemente e quando arrivò alla macchina di sua madre ( che è anche la sua chaperon, veramente) si fiondò dentro, scoppiando in un pianto disperato.

 

Quel ragazzo che tanto amava, l’aveva offesa e le aveva detto che di lei non gliene importava niente...

 

Per quando sua madre arrivò si asciugò le lacrime e cercò di chiacchierare tranquillamente e parlando delle scene.

 

Arrivata in camera sua si buttò sul letto e strappò una foto che ritraeva lei e Daniel insieme, che ridevano, lei sopra le gambe di lui con delle espressioni buffissime.

 

Si addormentò vestita, ancora con gli occhi gonfi di pianto e alcuni pezzi di foto lasciati sul letto.

 

  

 

*Emma Watson viene veramente chiamata, durante le scene, One Take Watson, perché di solito al primo ciak, fa bene la sua parte, a meno che Dan o Rupert la facciano ridere.

 

Intervista:

 

Intervistatore: [dopo aver visto Emma passare una mano tra i capelli di Dan] Cosa stava cercando di fare? Cambiarti la pettinatura?


Dan: [agita una mano nell’aria] Io non lo so neanche più…


Intervistatore: Non chiedi neppure!


Dan: No, io...è che io...glielo lascio fare, sai… perché le...le piace farlo

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** °Perdonami° ***


Buonasera ragazze

Buonasera ragazze!!! Questo è il quarto capitolo e spero sia di vostro gradimento! Vi prego di recensire, anche se non avete niente da dire!  Faranno pace Dan e Emma?

Scopritelo!

 

...Secondo voi?...Ecco a voi...!

 

4° capitolo: °Perdonami°

 

 

“Ti potranno dire che

 

Non può esistere

 

Niente che non si tocca o si conta

 

O si compra perché

 

Chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te”.

 

( Ci sono anch’io- Max Pezzali)

 

 

Daniel spalancò la porta dell’edificio velocemente, attirandosi un vispo sguardo chiaro, appannato da un paio di lenti.

 

La palestra “Fitlife” si ergeva in tutta la sua perfezione. La struttura era rigorosamente rosa.

 

Le pareti erano dominate da lunghe frasi prese da saggi o parole di uno scrittore visibilmente molto antico.

 

Numerosi fiori colorati adornavano molti angoli dell’ingresso, rendendolo ancora più allegro.

           

Alla sinistra del ragazzo, numerose foto, nel quale erano rappresentate bambine, ragazze, donne. Alcune erano molto carine. C’era anche lei.

 

La si notava subito. Non che fosse sempre al centro di tutto. Ma quella ragazza emanava energia e vitalità anche se non ti era accanto, solo guardando una foto, sentirla al telefono, immaginarla mentre scrive un sms...

 

-Hai bisogno di qualcosa, caro?-

 

Daniel sussultò. Si voltò verso la donna e le sorrise. Che simpatica donna.

 

Era appoggiata con i gomiti sul bancone davanti all’entrata e con una mano corpulente girava lentamente le pagine di una rivista di pettegolezzi.

 

Era seduta su una comoda poltrona di pelle e indossava dei vestiti che la facevano sembrare una tipica  nonna delle favole.

 

- No, potrei dare solo un’occhiata?-

 

-Certo! Fai con comodo.-

 

Daniel le sorrise nuovamente poi le voltò le spalle, dirigendosi nel corridoio molto illuminato.

 

Sospirò sollevato. Meno male che non gli aveva fatto domande. Cosa le avrebbe risposto? Che doveva chiedere scusa alla sua migliore amica perché era solo un idiota, che si comportava anche da geloso?

No...meglio così.

 

Un’altra domanda fece capolino nella sua mente. Dov’era lei?

 

Sapeva perfettamente che lei ballava ben quattro tipi di danza, ma non sapeva i giorni delle diverse discipline. Conosceva solo i giorni.

 

Nel corridoio rimbombavano una moltitudine di musiche e brani diversi. Musiche romantiche, forti, decise, lente...

 

Trovò le sale di Street dance, danza moderna e bodypopping, ma non quella di Breakdance

 

Purtroppo, le porte delle tre stanze erano severamente chiuse e impedivano la visuale. Poteva sentire solo delle musiche forti, alcune veramente orribili, a parere del moro.

 

Vagò per i corridoi. Ad un tratto si fermò. Si portò le mani sulla fronte imperlata di sudore per il caldo.

Non sapeva come scusarsi. Non sapeva cosa le avrebbe detto.

 

Non poteva certo dire che aveva voglia di picchiare a sangue quel brutto ceffo altro non era che Stanislav, ma non sapeva il perché.

 

Quando se la sarebbe trovata davanti, accigliata e con una smorfia dipinta graziosamente sul volto, cosa le avrebbe detto?

 

Quanti interrogativi! Non si era mai posto tante domande in tutta la sua vita, nemmeno mentre leggeva il copione di scene troppo difficili da capire.

 

Aveva bisogno di aiuto.

 

Improvvisamente, una mano picchiettò energicamente sulla sua spalla.

 

Daniel sussultò. Si voltò lentamente e si trovò davanti la piccola Bonnie, che lo fissava imbronciata.

 

Il ragazzo non fece in tempo a salutarla, che lei lo aggredì, esclamando.

 

-Sei un idiota!-

 

Daniel fece un passo indietro, intimorito.

 

Sentiva due paia di occhi puntati addosso.

 

Sia Bonnie, che teneva le mani strette sui fianchi e lo guardava con occhi infuocati.

 

Ma anche della signora dell’ingresso, che aveva lasciato perdere i pettegolezzi del suo giornale e ora li osservava incuriosita, quasi come se stesse guardando una sottospecie di soap opera.

 

Il moretto sperava che la donna si ritirasse nuovamente sul suo caro giornale. Sperava non credesse che lui e la ragazzina dai capelli rossi stessero insieme!

 

Nel suo cuore c’era solo...che diavolo stava dicendo!?! Nel suo cuore non c’era nessuno, no.

 

Posò nuovamente lo sguardo sull’amica e la guardò, visibilmente stralunato.

 

La ragazza roteò impazientemente gli occhi e gli disse lentamente, come se fosse un bambino piccolino a cui sta raccontando una fiaba.

 

-Allora, come cavolo ti sei comportato con Emma? Sei diventato scemo tutto di un colpo?-

 

-No!-

 

Bonnie incrociò le braccia sul petto, continuando a fissarlo.

 

-Senti, ora tu vai da lei, ti scusi e ti fai perdonare e smetti di farla soffrire!-

 

Questa volta fu Daniel ad alzare lo sguardo cristallino al cielo.

 

-Non credo lei soffra più di tanto! Non sembrava provare tanto dolore quando flirtava con quell’energumeno...-

 

Il ragazzo abbassò la testa e rimase a fissare il pavimento e le proprie scarpe.

 

Quando alzò il capo per vedere se Bonnie se n’era andato, la ritrovò lì, davanti a lui, con un sorriso stampato sul viso ceruleo e lentigginoso.

 

-Perché ora sorridi?-

 

- Allora Rupert aveva ragione...sono felice...ma...-

 

Si bloccò, poi riprese a parlare, più energicamente, con un dito puntato sul viso dell’amico.

 

-Ma attento: falla soffrire e te la vedrai con me! Sarò anche piccolina ma conosco i tuoi punti deboli!-

 

Detto questo, diede una rapidissima occhiata ai suoi pantaloni, verso la cerniera.

 

Notando Daniel, che era arrossito, anche se lievemente, scoppiò a ridere e, mentre gli voltava le spalle, gli rivelò:

 

- La sala di Breakdance si trova in fondo a destra, muoviti.

 

Il giovane Radcliffe sorrise alla figura di Bonnie che si allontanava. Che razza di tipo.

 

Così giovane e mingherlina, ma capace di intimorirti con semplici parole.

 

Girò sui tacchi e dopo poco trovò la sala di Breakdance. Fortunatamente era aperta e un paio di persone facevano sì che lui potesse vedere senza essere visto.

 

La vide.

 

Era posta in mezzo al gruppo, che danzava freneticamente intorno a lei, insieme ad altre ragazze al suo fianco.

 

Non sapeva perché, ma Daniel non guardò le altre ragazze, per vedere se c’erano delle ragazze particolarmente carine, fissò come incantato solo lei.

 

Aveva i capelli raccolti in uno chignon, e il volto appariva concentrato e piuttosto tirato.

 

I suoi movimenti erano forti e decisi, come se volesse colpire qualcuno attraverso la danza. Forse lui.

 

Indossava una semplice T-shirt nera corta, e una paio di pantaloncini che le arrivavano alle ginocchi, rosa.

 

Daniel la fissava. Si scoprì ad osservarle i lineamenti, il taglio dell’occhio, i gesti che faceva per spostarsi qualche ciocca ribelle, le gambe sottili, cose che, in anni di amicizia, non aveva mai notato.

 

Certo, sapeva che era una bella ragazza, che piaceva, ma sotto quell’aspetto non l’aveva mai vista.

 

Vedeva la sua luce negli occhi mentre ballava sulle note di quella musiche forte, che spaccava i timpani.

 

Daniel non sapeva cosa gli stava succedendo. Prima era geloso alle semplici avance non ricambiate del bulgaro, poi la cercava per scusarsi, e sentiva una morsa agghiacciante stringergli il cuore.

 

La musica cessò di colpo e le ragazze si inginocchiarono a terra, come parte finale.

 

Si alzarono e si abbracciarono, e alcune applaudivano. Daniel dedusse che avevano appena finito una passo molto importante.

 

La attese, appena fuori la stanza, con la schiena appoggiata alla parete rosa e lo sguardo fisso nel vuoto.

 

                            *-*-*-*-*-*-

 

Emma sorrise alle amiche, e mentre si dirigevano negli spogliatoi notò una figura addossata alla parete. Una figura maschile.

 

Lo riconobbe facilmente, anche se non la aveva visto completamente. Quella era la sua posizione tipica.

 

Continuò a camminare imperterrita, chiacchierando con Katie e le altre sperando che non la vedesse, ma sentì il braccio destro strattonato e si voltò.

 

Le altra ragazze si nascosero velocemente dietro alcuni armadietti, mettendosi in ascolto.

 

Emma si sentiva piuttosto in soggezione. Sapeva che le amiche li stavano osservando, ma non le importava, non in quel momento.

 

-Che cosa vuoi?-

 

Gli chiese bruscamente, guardandolo negli occhi, impassibile.

 

Daniel non rispose. Si limitò a fissarla, uno sguardo sofferente dipinto sul volto.

 

La ragazza incrociò le braccia sul petto e scuotendo la testa, gli disse:

 

-Se non hai niente da dirmi, ciao...-

 

Girò sui tacchi, ma la voce di Daniel irruppe nel corridoio, costringendola a fermarsi. Rimase voltata di spalle, gli occhi che guardavano davanti a sé.

 

- Emma, ti prego...scusami. Mi sono comportato da coglione, lo so...sfogati, dimmi tutto quello che senti dentro, ma perdonami...non è assolutamente vero che di te non me ne importa niente, niente affatto. Sei una delle persone che mi sta più a cuore...-

 

Quelle poche parole colpirono dritte al cuore di Emma, trafiggendolo.

Una lacrima solitaria gli solcò il volto ancora dalla rabbia provata poco prima.

 

-Se uno stupido-

 

Daniel sorrise tristemente alla ragazza, che gli dava ancora le spalle e le sussurrò:

 

-Lo so...potrai mai perdonarmi?-

 

Finalmente la ragazza si voltò verso di lui. Lo guardò per un attimo poi gli sorrise.

 

-certo che ti perdono, zuccone!-

 

Emma gli andò incontro e fece per abbracciarlo, ma poi si bloccò e lo guardò nuovamente.

 

-Guai a te se mi aggredisci di nuovo, capito?-

 

Daniel allungò le braccia e la strinse, affondando la testa nei suoi capelli folti.

 

Rimasero così per qualche minuto, e sebbene sapevano che erano fissati da molti, a loro non importava.

 

Si sentì un sospiro, proveniente da una ragazzina dai capelli rossi come il fuoco.

 

Erano riusciti a fare a pace. E in parte era grazie a lei.

 

Fatto, non è il massimo, ma spero vi sia piaciuto! Quante ne passeranno questi due...

Volevo dirvi che la maggior parte delle informazioni dei ragazzi del cast sono vere...!

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito ma anche chi ha semplicemente letto! Non vorrei fare pubblicità occulta, ma la mia ff “Amore o Attrazione ha sete di recensioni!

Al prossimo capitolo...riusciranno a trovare un po’ di pace? Noooo...

°Maripotter°

 

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Capitolo 5
*** Prima a Londra ***


Emma si risistemò meglio l’abito e scese nella hall di casa sua

Scusate il ritardo, ma ho avuto tre spettacoli di teatro e ritornavo ogni giorno a casa sfinita! Spero vi piacerà, e che recensiate, anche se  non vi soddisferà!

 

There's something in your eyes


Makes me wanna lose my self,


Makes me wanna lose myself in your heart,


There's something in your voice


That makes my heart beat fast

 

(Chantal Kreviazuk

 

Emma si risistemò meglio l’abito e scese nell’ingresso di casa sua.

 

Sua madre l’aspettava e quando la vide, non fece altro che abbracciarla con gli occhi cerulei lucidi e sorriderle affettuosamente.

 

Jaqueline indossava un grazioso tailleur viola che indossava solo nelle occasioni speciali, e lei diceva che la slanciava di più, anche se era piuttosto robusta.

 

Emma doveva ammettere che anche suo fratello Alex era molto elegante quel giorno.

Indossava un completo blu notte, con tanto di papillon e capello.

 

-Ma come siamo eleganti…sembri pronto per andare a letto- lo schernì la sorella, mettendo le mani incrociate sul petto e guardandolo, attendendo la sua risposta.

 

Il fratello la guardò in cagnesco, con gli occhi serrati.

 

- E tu, chi hai intenzione di conquistare con quello straccio?-

 

Stavano per cominciare a litigare nuovamente, ma l'intervento e le minacce della madre li fecero stare buoni e tranquilli, anche se da lontano si lanciavano occhiate minacciose.

 

Quando si sedettero nella Mercedes della madre, sembravano essere tornati come prima.

 

Ridevano e scherzavano, come se non fosse successo niente.

 

Jaqueline li guardava dallo specchietto davanti a lei e sorrideva. I suoi due bambini stavano crescendo e maturando.

 

Ormai Alex era un ragazzino di undici anni pieno di fantasia e ambizioni, mentre la sua Emma continuava a crescere talmente velocemente, che non riusciva più a starle dietro.

 

Un giorno la vedeva felice e solare come non mai, il giorno dopo triste e inconsolabile…

 

Sapeva che parte del suo umore variava con le giornate passate agli Studios e gli incontri con gli amici, ma a volte non riusciva più a capirla.

 

I giovani…si ripeteva continuamente.

 

Eppure, lei era proprio come lei da giovane.

Eccentrica, solare, giudiziosa, lunatica, romantica e piena di voglia di conoscere, scoprire, imparare.

 

Non sapeva se sua figlia era innamorata, ma a volte aveva la certezza che quando rimaneva a fissare un punto indefinito con occhi sognanti, un bel ragazzo era al centro dei suoi pensieri, ma non sapeva proprio chi fosse.

Anche lei da ragazza , adorava pensare al suo Chris, l'unico uomo che avesse mai amato.

Ma, purtroppo, dopo aver coronato il loro sogno, cioè di sposarsi, il loro legame si stava oscurando e corrodendo.

 

Così, lui se n'era andato per una pausa di riflessione, ma rimanendo in contatto con lei e con i loro bambini, mantenendo un buon rapporto di amicizia con la propria ex moglie.

 

Anche se…

 

L'arrivo agli Studios frenò i suoi pensieri.

 

Emma scese velocemente dalla vettura diretta all'entrata, deviando alcuni attori che la salutarono rapidamente.

 

Si guardò intorno non appena fu entrata. Tutti erano vestiti elegantemente, ma non vedeva tra la folla i suoi migliori amici.

 

Una bimba con corti capelli biondi le corse incontro e le abbracciò le gambe, poi la guardò con un sorriso smagliante.

 

La ragazza prese la bambina in braccio e si allontanò con lei, mentre la piccola gli parlava di cosa aveva fatto il suo papà, Alfonso, il giorno prima.

 

Quando ritrovò il padre, lo salutò con un piccolo abbracciò e gli restituì la figlioletta, che gli aveva dato un'enorme bacio sulla fronte con le piccole labbra.

 

-Tesoro, sei una favola!-

 

Emma sorrise. Dopotutto, non stava poi così male.

Indossa un grazioso tubino nero non molto attillato, con alcuni volant sul bordo del vestito. Inoltre, aveva fatto applicare un fiore bianco di tulle su una spalla, mentre un altro lo aveva messo tra i capelli, legati in uno chignon.

 

Nel complesso stava bene, ma come al solito la sua autocritica, anticipò un "grazie" sentito.

 

-Sì, il mostro delle favole…-

 

Alfonso scosse la testa e senza dire niente, le stampò un bacio sulla guancia affettuosamente e poi le voltò le spalle, dirigendosi verso la moglie, che lo attendeva vicino a una coppia di attori famosi.

 

-Ehi Emma!-

 

Una voce squillante la fece voltare e si ritrovò davanti la piccola Bonnie.

Era molto graziosa. Indossava un vestito nero a maniche corte, su cui erano ricamati dei suggestivi disegni in argento, che aveva fatto cucire dalla sua sarta.

 

-ciao, stai benissimo!-

 

-Davvero? Mi sento tanto una busta della spazzatura…-

 

Emma le diede un leggero colpetto sulla spalla, come per dirle che non era normale, mentre lei fece un'espressione petulante, alzando gli occhi al cielo.

 

L'attenzione di Emma e Bonnie fu attirata dall'entrata di tre ragazzi vestiti di tutto punto per l'evento.

 

Daniel, Rupert e Thomas erano semplicemente perfetti.

 

Anche se il povero Rupert riceveva poche attenzioni dalle due amiche, che avevano gli occhi solo per gli altri due. Chi per Daniel, chi per Tom.

 

La cosa al rosso non disturbava affatto, anzi si avvicinò alle ragazze e le guardò con uno strano sguardo malizioso.

 

Poi scosse la testa verso i due amici e dandole una pacca sulle spalle ciascuna, si diresse fischiettando un simpatico motivetto verso i gemelli Phelps.

 

-Ma come siamo raffinati…ragazzi.-

 

Le ragazze sorrisero beffarde, scambiandosi un'occhiata di intesa.

 

I due ragazzi arrossirono e guardarono verso il basso, mentre le due amiche si stavano divertendo un mondo.

 

-Anche voi...- disse Daniel portandosi una mano alle labbra per tossire.

 

Tom aveva in mente una bella battuta per farle arrabbiare, ma l’arrivo di Alfonso rovinò i suoi piani.

 

Si diressero insieme verso le limousine, che erano state prenotate apposta per i piccoli attori, che erano frementi di entusiasmo.

 

Quando arrivarono nella piazza guardarono dal finestrino della vettura la miriade di fans che urlavano i loro nomi. Ogni volta che c’era la prima di un film, Rupert, Daniel e Emma facevano sempre in modo che quel giorno rimanesse impresso nella mente della gente.

 

Quando la porta dell’auto si aprì, uscirono i due ragazze si inchinarono davanti a Emma, che con fare altezzoso camminava prendendo le mani dei compagni.

 

La gente intorno a loro cominciò a ridere, battere le mani e urlare in modo esorbitante.

 

Si diressero verso l’entrata del cinema dove furono scattate una moltitudine di foto. I soggetti più scattati erano, naturalmente, i tre protagonisti  la Rowling.

 

Improvvisamente, Emma prese d’istinto la mano di Daniel e la strinse forte .

 

Il ragazzo si voltò verso di lei, ma vedendo che la ragazza era quasi atterrita dall’emozione non le chiese niente, si limitò a ricambiare la stretta.

 

I flash su di loro crebbero rapidamente ed entrambi arrossirono e si guardarono dolcemente.

 

Emma si sentiva al settimo cielo. Non le importava della gente intorno a loro, era troppo felice di essere lì, insieme alle persone che amava di più , all’unico ragazzo che le facesse battere il cuore con un semplice sguardo.

 

Non le faceva quell’effetto nemmeno Brad Pitt, che quando aveva visto per la prima volta si era sentita mancare.

 

Sentì il volto di Daniel farsi più vicino e la sua voce, un po’ arrochita dall’emozione, le sussurrò:- Andiamo dentro, mi stanno accecando questi fotografi...-

 

Emma gli sorrise e tenendo sempre la propria mano intrecciata nella sua, si diressero verso l’entrata del cinema.

 

Si trovarono davanti Rupert, che chiacchierava allegramente con due ragazze mozzafiato, che lo fissavano svenevoli.

 

Lo prelevarono poco delicatamente da quella profonda conversazione e lo portarono i peso nella sala.

 

Durante tutto il film, chiacchierarono commentando ogni minima scena e i tre ragazzi ridevano ogni volta che rammentavano la ripresa delle scene più divertenti.

 

Quando uscirono dal cinema, le mani di Daniel e Emma erano ancora legate e nonostante fossero sudate, continuavano a camminare e parlare così.

 

Emma doveva ammetterlo.

 

Quell’anno era iniziato davvero bene.

 

 

Fatto! =Faccina alla Giovanni Mucciacia(( non so come si scrive..))=

Spero sia stato di vostro gradimento!

Al prossimo capitolo!!!!

Ciao

Maripotter91

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Una strana giornata ***


Una strana giornata

Ciao a tutti! Posto questo capitolo prima degli esami...aiuto!!!! Sostenetemi ragazze!

Grazie a tutte per le recensioni, ma chi legge solamente non si preoccupi di recensire!

Questo capitolo l’ho pensato e scritto velocemente, ma penso sia venuto abbastanza bene!!!...spero! I nostri eroi riusciranno a fare chiarezza nei loro sentimenti...ma! Non lo so, sono troppo stupidi, ma anche tanto tanto dolci! Non trovate?

Dedicato alla ragazza che sembra amare di più questa ff: la mia collega Karmesita!

 

 

Ecco a voi...

 

Capitolo 5: Una strana giornata

 

 

I lived my life in shadow


Never the sun on my face


It didn't seem so sad, though


I figured that was my place


Now I’m bathed in light


Something just isn't right

 

Amber Benson ("Once More, With Feeling”)

 

 

 

 

Emma smise di studiare e si asciugò le numerose goccioline di sudore con il dorso della mano.

 

Accanto a lei, Daniel era nella sua stessa situazione, ma sembrava molto meno concentrato della ragazza.

 

Aveva infatti, sotto il banco, un lettore mp3 nuovo di zecca e ne stava provando le funzionalità.

 

Da quella distanza, Emma poteva indovinare ogni singola canzone che stava ascoltando, ogni singolo pezzo che canticchiava, muovendo ritmicamente la testa a destra e sinistra.

 

Lo sguardo della giovane ricadde sul quaderno maledetto e si trovò davanti decine e decine di frasi in spagnolo, ciascuna con la propria traduzione in inglese.

 

Si sorresse la testa con le mani ed assunse un espressione corrucciata, rivolta verso l’uomo che stava davanti a loro e sonnecchiava tranquillo.

 

Lui almeno lo sapeva lo spagnolo...logico, era messicano!

 

Alfonso Cuaron aveva infatti deciso che loro, solo loro , dovevano imparare una nuova lingua: lo spagnolo!

 

Fu attirata da Daniel, che le porse una piccola cuffia del mp3 e lei lo prese volentieri.

 

Non appena se lo appoggiò all’orecchio, la voce di Sid Vicious (quello dei Sex Pistols, per la cronaca)  entrò con furore nella sua testa.

 

Si voltò verso l’amico e vide che lui ascoltava tranquillamente quella musica insistente ed energica, che le stava per spaccare i timpani.

 

Emma si appoggiò allo schienale della sedia girevole e si rilassò nonostante quel diavolo di punk aveva tutta l’intenzione di farla impazzire.

 

Non sapeva perché stava ascoltando qualcosa che non le piaceva, ma condividere qualcosa con Daniel era piacevole e qualche sacrificio per gli amici, ma soprattutto per lui, non guastava mai.

 

Passarono tre quarti d’ora ascoltando quasi tutte le canzoni dei Sex Pistols, e i libri di spagnolo vennero abbandonati in un angolo del banco.

 

Emma, si stava quasi per assopire, quando un’ombra oscurò la luce della stanza, rischiarandosi energicamente la voce.

 

I due ragazzi sussultarono e si voltarono verso la fonte del fastidioso rumore.

 

Si trovarono davanti il loro ex regista, nonché insegnante di spagnolo dei due poveri malcapitati.

 

- Credete che attraverso la musica punk rock, riuscirete a ricavarci qualcosa di spagnolo?!?-

 

Sembrava veramente adirato, ma i due ragazzi sapevano che non li stava rimproverando sul serio, perché era un po’ colpa sua se loro si erano distratti.

 

- Quindi, ora vi tratterrete negli studios per altre due ore, per recuperare la lezione di spagnolo e domani vi interrogherò!-

 

Annunciò, indossando la giacca blu che sembrava fatta di pelle e si mise in testa un berretto dello stesso colore.

 

Daniel lo guardò attonito ed esclamò:- E tu dove vai?-

 

-A casa...tanto vedrò domani il risultato!-

 

I ragazzi si guardarono abbattuti. Non ci voleva proprio.

 

- Io devo studiare per il compito in classe di domani!- disse Emma, cercando di trovare una scusa, ma Alfonso sorrise furbescamente:

 

-Mi dispiace cara, ma ho controllato i vostri impegni e domani non c’è niente di così Improrogabile, da evitare di rimanere qui un paio di ore in più...giusto?-

 

Daniel e Emma annuirono. Colpiti e affondati.

Alfonso li salutò con la mano e uscì dalla stanza, lasciandoli da soli con la miriade di argomenti di spagnolo.

 

- Ci ha fregati...-

 

- Che palle...proprio oggi che non ho voglia di fare niente...-

 

Daniel si sedette sul divanetto presente nella stanza e si coprì il volto con il braccio.

 

Emma si sedette accanto a lui e chiuse gli occhi. Neanche lei aveva voglia di studiare.

 

Sua madre quel giorno era via per questioni di lavoro e sarebbe tornata il giorno dopo, e quindi non aveva una minima scusante per andare via.

 

Stessa cosa per Daniel, che quel giorno era arrivato agli Studio da solo, con la sua bici, dato che doveva ancora prendere il patentino *.

 

Il divanetto era nell’angolo più buio della stanza, e così la luce non arrivava direttamente sui loro visi, così finirono di addormentarsi entrambi, scivolando tra le braccia di Morfeo e sperando che lui non parlasse lo spagnolo.

 

-Emma...Emma...è successo un guaio...-

La ragazza aprì lentamente gli occhi e spostò lo sguardo verso il suo migliore amico che la fissava preoccupato.

 

Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno. La stanza era avvolta nel buio e vedeva a malapena i lineamenti di Daniel che si trovava a una spanna dal suo viso.

 

- Cosa è successo...?-

 

Daniel si accorse della sua posizione e si spostò di lato, cercando di nascondere il rossore che era nato sulle sue guance.

 

Cominciò a torturarsi le mani, e poi sussurrò.

- Siamo rimasti chiusi dentro...-

 

Emma spalancò gli occhi e si alzò di scatto, dirigendosi velocemente verso la porta della stanza, che aprì con un gesto impaziente e affondò la testa nel buio.

 

Quello che vide la lasciò completamente spiazzata.

 

I corridoi e le altre sale erano completamente immersi nell’oscurità totale, e non si sentiva il ben che minimo rumore.

 

Si sentivano solo due lievi respiri e Emma si fermò un attimo ad ascoltare il suo cuore che batteva a ritmi sorprendenti.

 

Erano rimasti da soli. Lei e Daniel. Daniel.

 

Era da un po’, forse da sempre, che quando erano da soli, anche solo per cinque minuti, lei andava nel pallone, ma ora dovevano passare una notte insieme.

 

Forse...

 

- Daniel hai il cellulare? Il mio è scarico-

 

Il ragazzo si diresse verso di lei lentamente e poi sussurrò:- Ironia della sorte...l’ho lasciato a casa.-

 

Emma lo guardò abbattuta:- Siamo fregati-

 

Daniel accese la luce della stanza da studio e il barlume di luce infuse ai ragazzi un po’ di tranquillità, anche se la situazione era piuttosto tesa.

 

Poi, il ragazzo la guardò nuovamente e affermò, con voce lievemente roca:- Dobbiamo trovare il modo di sopravvivere per stanotte...cerchiamo di accendere tutte le luci, che questa aria tetra è molto da film horror, cerchiamo da mangiare e troviamo qualcosa per dormire...ok?-

 

La ragazza sorrise: -Sembriamo pronti per sopravvivere su un’isola deserta! Beh, io mi occupo del mangiare, tu delle luci...però, ti accompagno ad accendere tutto...-

 

Daniel sorrise a sua volta, ma era più un sorriso beffardo, quasi volesse prenderla in giro.

 

Lo guardò in cagnesco e poi replicò, rispondendo ai suoi pensieri:- Non è che ho paura del buio, ma non ci vedrò niente se è tutto spento, ti pare.-

 

Il ragazzo si limitò ad annuire ed insieme si diressero verso tutti corridoi e le sale, per fare luce.

 

Emma doveva ammetterlo. Di sera, gli Studios incutevano veramente paura.

 

Quando si sentì un lieve fruscio proveniente dalla parte di Emma, la ragazza cacciò un urlo e si aggrappò a Daniel che la sostenne e le chiese cosa era successo.

 

Lei , completamente scarlatta in volto,disse che era inciampata, per non mostrargli la sua paura. Il ragazzo continuò a camminare al suo fianco, lanciandole occhiate di tanto in tanto.

 

Accesero la maggior parte delle luci, senza ulteriori  imbarazzi.

 

- La bolletta della luce salirà alle stelle, dopo stasera!- esclamò Emma, guardando l’amico che finiva di accendere le ultime luci.

 

- beh, prima che domani arrivi qualcuno, spegneremo tutto e nessuno si accorgerà del nostro abuso!-

 

Si sorrisero, ma poi, stranamente, ritirarono lo sguardo verso un punto indefinito davanti a loro.

 

Emma si sentiva vergognosamente imbarazzata.

 

 Era semplicemente da sola con il suo migliore amico e non riusciva a guardarlo per più di un secondo, perché le gote si tingevano di rosso e il cuore continuava a fare dei balzi nel petto, come se volesse uscire fuori.

 

Sembrava che anche al ragazzo, la situazione non andasse molto a genio.

 

-Andiamo a prendere da mangiare?-

 

Daniel annuì e si diressero verso la sala pranzo, dove venivano distribuiti ogni giorno dei cibi squisiti che tutti mangiavano molto volentieri.

 

Quando arrivarono, trovarono solo alcune merendine, delle patatine e delle bibite in un piccolo frigorifero posto in un angolo della stanza.

 

Le presero tutte e le inserirono in una grande sporta, portandole nella sala più grande degli studios posta davanti all’entrata.

 

La saracinesca era stata completamente abbassata e non si apriva, se non con le chiavi che possedevano tutti gli addetti ai lavori.

 

- Ci mancano solo i “letti”- disse Emma togliendo da una merendina l’involucro di plastica, mentre una fragranza di marmellata le fece aumentare il brontolio nello stomaco. L’addentò con avidità.

 

- Aspetta...ci sono ancora i sacchi a pelo dello scorso anno?- domandò Daniel guardandosi intorno con un pacchetto di patatine in mano.

 

La ragazza ci pensò su un po’, poi esclamò sorridendo:- Ma certo! Sono nell’ufficio di Alfonso ne sono sicura...-

 

Emma si alzò in piedi e corse verso l’ufficio del loro ex regista.

 

Tornò poco dopo con due morbidi sacchi a pelo, che posò davanti al ragazzo che le riservò uno dei più bei sorrisi di cui era capace, che la fece quasi sciogliere.

 

- Sei grande Em!-

 

Si sedettero sui loro letti provvisori, mangiando la loro “cena”, evitando accuratamente di guardarsi.

 

Emma guardò Daniel di sottecchi, mentre lui stava bevendo a piccoli sorsi una lattina di Coca Cola.

 

I suoi occhi erano nascosti dalle palpebre delicate, e dagli angoli della bocca scendevano piccole goccioline scure, che percorrevano il suo collo sottile e finivano all’interno della T-shirt.

 

Il volto era rivolto verso l’alto, e si poteva notare un lieve rossore che Emma pensò, fosse dovuto al caldo.

 

Anche lei arrossì, ma non conosceva ancora il motivo di quel continuo rossore.

 

Il resto della serata passò un po’ più velocemente, e i ragazzi parlarono di tutto quello che gli veniva in mente, soprattutto per evitare momenti di silenzio e di imbarazzo.

 

Mentre Emma parlava di cosa avrebbe fatto dopo aver finito di girare la saga di Harry Potter, Daniel doveva ammettere che era cambiata parecchio. In meglio.

 

Stava diventando pian piano una donna e lo si poteva notare dai suoi lineamenti più delineati e formosi.

 

Non aveva più l’aria della piccola bambina dall’aria dolce e indifesa che sotto sotto era un vulcano di idee e attrattive.

 

Oramai era una ragazza bella, Daniel lo sapeva, simpatica, esuberante e dolcissima.

 

Il ragazzo arrossì involontariamente. Che diavolo di pensieri stava facendo?!?

 

L’amica notò il suo nervosismo e gli chiese:- C’è qualcosa che non va Dan?-

 

Lui sorrise e le fece di no con la testa, dicendole:- stavi dicendo?-

 

La ragazza continuò a parlare, e lui ebbe modo di rimanere a guardarla in ogni minimo particolare.

 

Aveva i capelli legati in una morbida coda e alcuni ciuffi le ricadevano sul volto che era contratto per via della sua parlantina inarrestabile.

Gli occhi scuri brillavano di una luce strana mentre parlava della sua vita futura.

Le labbra erano in continuo movimento ed erano estremamente rosa.

 

Si ritrovò a pensare: “chissà come saranno morbide...-

 

Daniel finse di dover andare in bagno e scappò per il corridoio per calmarsi.

 

Stava impazzendo!

 

Andò a sciacquarsi il volto e cercò di pensare ad altro. Diamine, era la sua migliore amica. La ragazza a cui teneva di più...ma perché era la sua migliore amica!

 

Con questa falsa convinzione tornò dalla ragazza che si era messa sotto le coperte e beveva da una bottiglia d’acqua.

 

-Buonanotte Dan-

 

La ragazza gli si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulla guancia, facendo arrossire entrambi.

 

-Buonanotte Em-

 

Disse il ragazzo mettendosi nel sacco a pelo e cercando di dormire.

 

Presero sonno molto più tardi, ognuno immerso nei suoi pensieri, nei loro ricordi e cercando di far chiarezza nei loro sentimenti in confusione.

 

 

I primi raggi dell’alba filtravano dalla saracinesca e trasportavano dei giochi di luce sulle pareti.

 

Un nuovo giorno era arrivato.

 

Erano riusciti a sopravvivere.

 

Insieme.

 

 

 

*Non so se in Inghilterra serva...

 

Fatto! Spero vi sia piaciuto! Cosa ve ne pare? Quanto sono stupidi stì due? Riusciranno a stare insieme? O ognuno andrà per la sua strada? E Rupert e la ragazza misteriosa? Bonnie e Tom, concluderanno qualcosa? Ma soprattutto, finirò di fare domande?

Al prossimo chap e nel frattempo pregate per me e recensite le altre ff!!!

Maripotter

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Capitolo 7
*** Sentimenti ***


Sentimenti

SONO TORNATA!!!! Bene, innanzitutto ringrazio tutti quelli che hanno recensito...questo capitolo non è un gran che, ma è importante per lo svolgersi della storia tra Dan e Emma, anche se non sembrerebbe. Quando ho scritto la parte di Devon, avevo le lacrime agli occhi...°-°

Bando alle ciance, ecco a voi il prossimo capitolo!!!!

 

Sentimenti...

 

Se solo avessi le parole

 

Te lo direi

 

Anche se mi farebbe male

 

Se io sapessi cosa dire

 

Io lo farei

 

Lo farei lo sai

 

Se lo potessi immaginare

 

Dipingerei

 

il sogno di poterti amare

 

( max Pezzali- Una canzone d’amore)

 

 

 

- dimmi Daniel, cosa c’è?-

 

Devon Murray aprì lentamente la porta e lasciò entrare il ragazzo, e nel frattempo aprì un pacchetto di sigarette e ne tirò fuori una. Se la portò alle labbra mentre con la mano libera prendeva l’accendino dalla tasca dei propri jeans.

Accese la sigaretta e inspirò a fondo, poi si ricordò di chiedere all’amico: -Ti dispiace?-

 

Daniel fece un cenno di diniego con il capo e rimase a fissarsi le dita.

 

Non sapeva perché si trovava lì, ma aveva bisogno di parlare con qualcuno di quello che sentiva dentro e l’unico che aveva trovato nei paraggi era stato Devon.

 

- Posso parlarti?-

 

- Ma certo! Mi fa piacere che qualcuno si fidi ancora del buon vecchio Dev!-

 

Daniel sorrise all’affermazione dell’amico:da un po’ di tempo, lo si trovava seduto da solo in un angolino a fumare una sigaretta, quasi come se quell’oggetto fosse l’unica fonte di sollievo in lui.

 

- Ma certo che mi fido di te!- disse, assestandogli una pacca amichevole sulla spalla.

 

- Allora, cosa c’è?-

 

Daniel inspirò a fondo, poi cominciò a parlare:- Sento che sto cambiando...non capisco cosa mi succede. Ogni cosa che penso qualcosa è sempre paragonabile a...una persona... e non riesco a fare a meno di pensare a come sarebbe se lei avesse fatto quella cosa o cosa avesse pensato se...appena qualcuno la sfiora o le sorride, sento dentro di me una rabbia e una voglia infinita di picchiare qualcosa...-

 

Devon lo interruppe, con tono lievemente triste, ma con un sorriso malinconico dipinto sul volto lengtigginoso:- credo di sapere come ti senti...ti senti impotente di fronte a questo nuovo sentimento e non capisci come fare a sopravvivere...è come un ondata di calore, gioia, ma anche paura di perdere quella persona...gioisci insieme a lei, ti rattristi quando lo è lei...è una morsa agghiacciante che ti stringe e ti senti volubile di fronte a tutto... -

 

Daniel si stupì di come Devon fosse capace di essere così profondo e così serio, credeva che sarebbe scoppiato a ridere e che lo avrebbe sicuramente beffato, con la sua solita aria da bellimbusto.

 

-cosa devo fare?- chiese con tono leggermente implorante: non ci stava capendo più niente, dentro di sé, c’era una confusione infinita e aveva paura di non riuscire a controllare tutta quella serie di sentimenti che lo stavano inondando.

 

-...ho paura di non essere la persona adatta...-

 

Il diciassettenne si voltò verso la finestra che dava sul giardino degli Studios e sospirò tristemente.

 

Non capitava tutti i giorni di dover ricordare quei dolorosi sentimenti che ogni tanto gli affievolivano la mente e lo rendevano molto volubile.

 

Sapeva che Dan si fidava di lui e viveva la sua stessa situazione, così decise di dargli una mano e cercare di farlo uscire in quel baratro di sentimenti contrastanti.

 

Ma forse...

 

- da quanto conosci questa presunta ragazza?-

 

Daniel lo guardò, per poi abbassare lo sguardo.

 

- da alcuni anni, ma c’è talmente tanta sintonia tra noi, che sembra che ci conosciamo da una vita!-

 

Devon sorrise e spense la sigaretta nel portacenere. Un lieve spiro di fumo raggiunse il volto di Daniel, che tossì leggermente.

 

- credo di aver capito...allora, questa presunta ragazza conosce i tuoi sentimenti, o almeno credi che quando state insieme, come amici, lei capisca qualcosa...quando recitate...beh, è ipotetico-

 

Daniel sospirò abbattuto. Devon aveva capito tutto. Era davvero così prevedibile? (sì Daniel, sì)

 

- Hai capito chi è la presunta ragazza, vero?-

 

- Daniel, non dovrei dirtelo...ma è chiaro!-

 

- Mi faccio schifo-

 

- E perché mai!?! Sinceramente, Emma è una bella ragazza...-

 

Daniel sospirò nuovamente. Sentiva il cuore farsi sempre più pesante. Non riusciva più a reggere quell’insopportabile peso. Aveva bisogno di togliere quel pesante macigno che gli accantonava tutto il suo essere. Doveva parlarne. Già, ma come?

 

- Ma non è solo per quello...lei è la mia migliore amica, sa tutto di me e per questo sa comprendermi, non c’è bisogno di parlare, basta uno sguardo...ma quando lei mi guarda, sento il bisogno di starle accanto, ma non come amico, non è possibile avere un rapporto con lei senza apprezzarla per quello che è...-

 

- E qui entrano in gioco i sentimenti, lo so. Sono terribile. Ti rodono da dentro...e alla fine si aspettano che tu riesca a superare chiunque e comunque...-

 

Sentimenti...infidi e bastardi...

 

- Potrei assumerti come mio psicologo personale!-

 

- Ho sempre avuto questa strana  ambizione! No, scherzo...ma quando provi qualcosa di così profondo e sincero, non puoi che impararne qualcosa...anche quando tutto è finito...-

 

Anche Daniel aveva capito. Allora non era così pedante.

 

- Cosa è successo?-

 

Devon si appoggiò allo schienale della propria sedia, buttando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi. Cominciò a parlare, rivangando nel passato.

 

- Ero più piccolo, la tua età, me lo ricordo come se fosse ieri. Lei era una mia amica, una della compagnia. Era stupenda. Era piena di vita. Non stava ferma un attimo! Com’era quella canzone italiana...Ah, la regola dell’amico! Sembrava un vero e proprio rifacimento nella realtà della canzone- la canticchiò sommessamente. Mentre anche Daniel chiudeva gli occhi. Facendo un po’ di modifiche, immaginava la storia dell’amico. Bastava un po’ di fantasia. Intanto, il ragazzo continuava.- Quando lei arrivava, e si sedeva tra noi, io non smettevo un attimo di fissarla, così come tutti. Nella mia mente dicevo che non avevo speranze, che era inutile...eppure...è scoccata la scintilla. Mi sentivo la persona più felice della Terra! Ogni attimo con lei era un tesoro da conservare, non mi ero mai sentito più felice...durò un anno...in quei 365 giorni, salvo complicazioni, riuscì a provare dei sentimenti di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza...gioia, felicità, amore, emozione, appagamento, allegria, calore, ma anche paura di perderla...quello fu l’ultimo che provai, appena prima della distruzione totale...mi lasciò, dicendo solo che le dispiaceva, ma che non riusciva più a stare con me...provai a odiarla...ma non riesco ancora a provare quel sentimento...fu l’unico che non provai e non proverò mai nei suoi confronti...solo, delusione...-

 

Aprì gli occhi e mentre lo faceva, una piccola lacrima si libero, andando a cadere sulle gote pronunciate.

 

Anche Daniel aprì gli occhi, profondamente dispiaciuto per l’amico. Gli mise una mano sulla spalla, in segno di conforto.

 

Non erano mai stati grandi amici, ma quel giorno si riscoprirono coetanei, nonostante le età differenti, ma coetanei di sentimenti e di emozioni provate...

 

- Grazie per esserti confidato con me...-

 

Devon si asciugò la lacrima, sorridendo, quasi lo stesse beffando.

 

- Macchè , non mi graziare! Sono io che ti ringrazio...per la prima volta ho affrontato il passato a testa alta, senza preoccuparmi del dolore che avrei provato...sei tu che sei un grande!-

 

Daniel sorrise compiaciuto. Il peso nel cuore si era un po’ affievolito.

 

- Ma ricordati che sei prenotato per essere il mio futuro psicologo!-

 

- Non ci sono dubbi! – disse il ragazzo ridendo.

 

Per un attimo tornò serio, ma con il suo intramontabile sorrisino sulle labbra.

 

- Allora, quando il nostro impavido cavaliere si dichiarerà alla bella  dama del castello?-

 

-Il più presto possibile! Devo solo preparare il discorso... e se lei mi dice di no?-

 

Devon fece uno sguardo strano, come se lui gli avesse detto che uno più uno, fa zero.

 

- E’ assolutamente ...-

 

- Cosa?-

 

- Impossibile!!!-

 

- Ah...e perché?-

 

-Daniel, ma sei veramente tedioso! Siete completamente cotti l’uno dell’altro, ma voglia il destino, nessuno dei due se n’è accorto! Tutti i vostri sguardi, le smancerie, i bacetti sulla guancia! Roba da soap opera! Dovete muovervi!-

 

- Calma calma calma! Ho capito Dev!-

 

Il diciassettenne sorrise soddisfatto.

 

- bene, per la seduta sono 150-

 

- Che cosa?!?-

 

Il tono con cui lo aveva pronunciato era talmente serio che per un attimo Dan ebbe bisogno di un momento per riprendersi.

 

Ma quando Devon scoppiò a ridere, quasi rischiando di cadere dalla sedia, Dan fece un sospiro di sollievo.

 

- Bene, ora ti lascio al tuo destino!- disse Dan, alzandosi e stringendo la spalla dell’amico.

 

- Se per destino intendi una buona ora di studio...ahimè!-

 

Daniel rise di gusto, soprattutto al cospetto del volto dell’amico: faccia da cane bastonato e un’espressione esterrefatta sul volto sbarazzino.

 

- Ciao amico e di nuovo...grazie!-

 

- Non c’è di che, Dan! Ma ricordati che l’amore non va sotto valutato, né tanto meno la valanga di sentimenti con cui ti travolge...-

 

- Certo Mister Freud (lo psicologo, per intenderci...^^)-

 

Chiuse la porta dietro le proprie spalle, continuando a sorridere.

 

Era pronto.

 

Ma quando voltò lo sguardo verso un camerino poco lontano da quello di Devon, tutte le sue certezze svanirono.

 

Poco distante da lui stava Emma, in tutta la sua bellezza (e l’apparecchio, poverina!).

 

Non lo notò, o perlomeno, lui non si fece notare.

 

Corse nella direzione opposta, maledicendosi.

 

Non sarebbe mai riuscito a dichiararsi, non con lei che lo guardava con quegli occhi, non con lei che gli parlava con quella voce...

 

Entrò nel suo camerino, chiudendo la porta a chiave.

 

Si nascose da tutto e da tutti.

 

Si nascose da lei.

 

Si nascose dalle emozioni.

 

Si nascose dai sentimenti.

 

Si nascose da se stesso.

(A quanto pare a Dan piace giocare a nascondino...)

 

 

Finito! Ah, non i pomodori, no!!!

Lo so lo so, fa schifo, ma perdonatemi. Daniel non ce l’ha fatta a reggere Emma, ma non demordete, forse, dico forse, ce la faranno!!!

Grazie ancora a tutti e recensite nonostante il capitolo fa schifo!

 

INTERVISTA: (della serie, rallegriamo l’animo degli spettatori!!!):

 

QUESTA E LA SEMIDICHIARAZIONE DI EMMA!!! SE QUALCUNO HA PROBLEMI A TRADURLA, ME LO CHIEDA!!!

 

 Emma : Erm-, Dan-,ah-, erm-, (looking at Dan, she was flushed, shy), er, Dan's very, very good friends, erm-, he-, he has fantastic sense of humour (keeping her eyes on Dan on the screen in front of her with a big smile) He- keeps everyone on the set laughing and entertained; erm-, he's- (smiling at Dan on her screen, maybe a little dreamily) a great guy; he's down to earth (looking at the audience) and erm-, er- (thinking fondly), I actually genuinely like him (with raised eye brows, eyes-widening and leaned forward, look like convince the audience and someone who show his face in front of her via satellite!), ah, ha, (laughing), there you go!
Emma : ......Dan, who was the most determined people I have ever seen in (her life? she was lost for words), … he, he astounds me because he was always in there, he always has enthusiasm, he's always, he's always focused, he, and it means so much to him, he deserves....... (definitely this part begin with she praise everyone on set but then again Dan is the person who she intend to praise)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Forza dell'amore ***


LA FORZA DELL’AMORE

LA FORZA DELL’AMORE

 

Daniel chiuse di botto il libro di spagnolo. La mente affollata da pensieri gli impedivano di ripetere la lingua.

 

 E il giorno dopo avrebbe avuto un'interrogazione. Non che gli importasse molto, ma Alfonso, una volta arrabbiato, era difficile da tenere a bada!

 

Ma cosa ancora più importante, e anche molto più preoccupante...si sarebbe dovuto dichiarare a Emma.

 

Si era deciso: le parole di Devon, ma soprattutto il suo cuore lo avevano convinto. Non poteva continuare con quella situazione. Si sentiva continuamente imbarazzato, ma anche sicuro dei suoi sentimenti.

 

L’amava. Ma non come un semplice ragazzo sulla soglia dell’adolescenza, ma come una persona ne possa amare un’altra con tutto se stesso, senza preamboli, senza paure dei pettegolezzi.

 

Voleva stare con lei.

 

Coccolarla, viziarla, assecondarla e -in caso di qualche suo torto-, farglielo capire nel modo più indolore e dolce possibile.

 

Voleva baciarla senza preoccuparsi nei flash, accarezzare la sua mano senza che nessuno formuli teorie esagerate, tenerla stretta senza che qualcuno cominci a prenderli in giro…

 

Ma non sapeva cosa provava lei.

 

Certo, lo abbracciava spesso, se aveva bisogno di aiuto era il primo a cui si rivolgeva, alla fine delle riprese lo prendeva per mano, sotto le risa generali e andavano insieme a passeggiare…era amore quello? L’essere completamente indipendenti dagli altri ma essere dipendenti dall’altro?

 

Ehh…che fatica l’amore!

 

Eppure, non si era mai sentito tanto felice e c’erano giorni in cui sarebbe corso sotto la villa di Emma e urlarle quanto l’amava! (anche io voglio un Dan…ç_ç)

 

In teoria era una cosa stupida e tremendamente facile...in teoria...ma in pratica?!

 

Durante le lezioni continuava a non seguire per pensare ad un discorso serio e non troppo imbarazzante. Nelle pause tra un ciak e l'altro, evitava ogni contatto con Emma, sperando che non lo odiasse per questo.

 

Si ritrovò persino a pensare se veramente la amava.

 

...

 

Al solo pensare dell'amica, provò un brontolio nello stomaco, le mani cominciarono a sudare e sentì la gola secca.

 

Quando era con lei si sentiva felice, trovava in lei conforto e allegria, con il suo sorriso intramontabile e malizioso. E poi...era bellissima. Dolce. Perspicace. Adorabile.

 

Le voleva troppo bene, che durante le intervista arrossiva ogni volta alla fatidica domanda dei giornalisti...

 

Ma tu ed Emma state insieme?

 

Quante volte Daniel avrebbe voluto rispondere di sì. Non aveva mai pensato a una dichiarazione pubblica!

 

Figuriamoci...non riesco a parlarle a tu per tu, figuriamoci davanti a migliaia di persone.

 

Sbattè abbastanza violentemente la testa sul banco sui cui stava studiando. Si fece male, ma si limitò a una piccola smorfia.

 

Alfonso era uscito per bere un caffè, ma erano passati venti minuti, e dell'uomo, nemmeno l'ombra.

 

- Ehi Dan, cos'è che ti affligge?!-

 

- Devo dichiararmi a..- senza pensarci parlò ma poi si bloccò e alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. O meglio interlocutrice.

 

- Emma!- arrossì furiosamente e distolse lo sguardo.

 

La ragazza sorrise ammicante e gli poggiò una mano sulla spalla, provocandogli un brivido lungo la schiena.

 

Oh porca vacca...

 

- Dan! Non vuoi rivelarmi il nome della sfortunata ragazza di cui ti sei infatuato?! Mi sento offesa!-

 

Mise il broncio, incrociò le mani sul petto e lo guardò con aria triste. Daniel la guardò: come faceva a essere calmo con la ragazza che amava e che di più voleva sapere di chi lui era innamorato!?

 

-Ehm...i-io...insomma, perchè ti interessa?- la buttò sul banale, arruffandosi i capelli scuri. Non riusciva più nemmeno a guardarla!

 

-Daniel! Sono o non sono la tua migliore amica?!-

 

-Certo, ma…-

 

-Dai, Dan, non ti prenderò mica in giro…lo sai che non potrei mai farlo…- lo guardò con una strana espressione, mista tra la dolcezza e la tristezza.

 

Si sedette accanto a lui e attese in silenzio.

 

Cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli con naturalezza e Daniel aveva sempre più voglia di fuggire più lontano possibile. Ma sembrava che le sue gambe si fossero improvvisamente saldate al terreno.

 

-…allora, la conosco?-

 

-…credo proprio di sì-

 

Lei lo guardò: possibile che…no, impossibile!!

 

-Non ti sarai innamorato di Bonnie?-incrociò le dita sperando che la piccola rossa non avesse rubato il cuore del SUO Daniel.

 

-Ma no! Lei la lascio al buon vecchio Tom! No, non è lei…- si decise Doveva dirglielo. Non poteva più starle accanto sapendo che lei non era a conoscenza dei suoi sentimenti. Ma…se lei avesse detto di no? Avrebbe mai potuto sopportarlo?

 

No di certo, anche la loro amicizia sarebbe finita.

 

Doveva comunque provare. Poi, se lei lo avesse rifiutato…avrebbe detto semplicemente che aveva preso un granchio in un momento di debolezza! Era o non era un attore?

 

-Senti Emma…

 

-sì?-

 

Si guardarono velocemente ed entrambi sentirono una scossa attraversargli l’anima e abbassarono lo sguardo.

 

-…Io…c-c’è qualcosa che vorrei dirti da tanto tempo…- non ci poteva credere! Stava trovando il coraggio per dichiararsi! –

 

Ecco…noi due siamo amici da tanto tempo e…-

 

-sì?- la ragazza si avvicinò, aspettando le parole che tanto aveva sognato di sentirsi dire da lui. Si soffermò sulle labbra del ragazzo che si muovevano in modo impacciato e scandito. Era tutto così romantico… I suoi sogni si stavano avverando.

 

- Io credo che qualcosa stia cambiando-

 

- lo credo anche io…- gli sorrise, completamente rossa in viso, ma cercò di nascondere al meglio la sua emozione.

 

Daniel si avvicinò alla ragazza, ormai i loro visi erano vicinissimi. I respiri accelerati si mischiavano tra loro, e erano l’uno perso negli occhi dell’altra.

 

-quindi…-

 

-RAGAZZI! Sempre qui a cazzeggiare!-

 

Si allontanarono immediatamente e guardarono il loro insegnante di spagnolo. Daniel gli lanciò un’occhiataccia.

 

C’è la stavo per fare…!

 

-Scusa Alf, vado, buona lezione- disse Emma lanciando una maledizione a Alfonso e alle sue orride entrate fuori programma.

 

-Brava, tesoro, ti sta aspettando Paul per la prova di dizione, lo trovi nella prima stanza a destra dell’entrata! Ciao, ci vediamo a cena!-

 

La ragazza sbuffò mentalmente, salutò con un piccolo cenno della mano a Dan e all’uomo.

 

Daniel, uscita la ragazza, sbattè nuovamente la testa contro il banco. Questa volta non si fece male. O perlomeno, non se ne accorse.

 

-Ehi Dan, cosa è questa aria afflitta? C’è l’hai con qualcuno?-

 

-A parte con te? Con me stesso- disse con il capo sempre appoggiato al libro di spagnolo e i capelli che gli coprivano completamente il volto.

 

-Perché c’è  l’hai con noi?!- disse l’uomo dandogli una manata sulla schiena.

 

-Perché ho sprecato la mia occasione d’oro!-

 

Alfonso si fece perplesso: si sedette sul banco accanto a quello di Daniel e lo guardò.

 

-Ti dovevi dichiarare a Emma? Cavoli, dimmelo prima!-

 

-Sì, come no, ti mandavo un messaggio per telefono. Anzi no, scrivevo un cartello fuori aula, con su scritto: ATTENZIONE, DICHIARAZIONE IN CORSO!-

 

Gli venne quasi da piangere!

 

-Ho scusami amico…io…n-non lo sapevo. Sembrava veramente dispiaciuto.- Beh, i-io…-

 

Daniel alzò la testa. Il regista vide uno scintillio di tristezza, che il ragazzo mascherò con un sorriso sincero:- Vai tranquillo, Alf! Sarà per la prossima volta! La prossima volta eviterò di farlo in luoghi pieni di gente!-

 

Raccolse la sua roba, diede un piccolo pugno sulla spalla dell’uomo e lo salutò: Ciao, bello! –

 

-Ciao Dan! Beh, essendo un bravo Auror, tiferò per voi!-

 

-Lo fai veramente solo per questo?!?!-

 

Alfonso  sorrise.

 

- No. Ho conosciuto tanti ragazzi nella mia vita e molti si spacciavano per persone innamorate. Ma nessuno, dico nessuno, aveva quella scintilla negli occhi. Quella forza che ti parte dal cuore, che ti fa pensare a quella persona continuamente e con passione sempre più grande-

 

-Qual è questa forza?-

 

-La forza dell’amore, Dan.-

 

LO SO, LO SO…E’ cortissimo! Ma è lungo quanto l’altro, e mi sto preparando per il capitolo bomba! Chissà quando sarà questo capitolo!

Spero vi piaccia, è un po’ noioso, ma mi serviva per spiegare bene i sentimenti di Dan e cosa significa per me l’amore.!

Ho solo 14 anni e penso ciò di questo strano sentimento…pero non sia del tutto sbagliaro^^’

Al prossimo capitolo, recensite numerosi!!!!

 

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Capitolo 9
*** Una magnifica giornata ***


Una magnifica giornata piovosa

Una magnifica giornata

 

 

Life is a road

And I want to keep going

Love is a river

I wanna keep flowing

Life is a road

Now and forever

Wonderful journey

 

 

Le luci dei riflettori si accesero e Emma capì che quello era il segnale.

 

Diede una timida occhiata dal muro dove era nascosta e prendendo coraggio si mostrò al pubblico.

 

Da sopra la scalinata, sentì una voce indistinta che sussurrava:-Ma è bellissima-

 

Cominciò a scendere le scale, sorridendo ammiccante alla sua sinistra, dove si trovava Stanislav in un elegante abito rosso che la guardava.

 

Ma con la coda dell’occhio spiava le mosse di Daniel: era totalmente entrato nell’ottica di Harry e la fissava ammaliato.

 

Quanto avrebbe voluto quel suo perenne sguardo rivolto veramente a lei!

 

Lui era bellissimo, i capelli scuri gli circondavano il volto in un modo così perfetto e armonioso che Emma sentì lo stomaco contorcersi in una piacevole morsa; indossava un completo nero, da perfetto damerino: si ricordò il momento in cui lo aveva misurato per la prima volta, durante la lezione di ballo.

 

-Oddio, sembro un pinguino!-

- Dan, devo ammettere che sei veramente carino!-

 

Carino? Carino?!

Era semplicemente incantevole.

 

Il ragazzo si voltò e rimase un attimo interdetto quando la vide: era avvolta da un vestito rosa di seta, con le maniche di tulle.

 

Aveva i capelli raccolti in una coda che cadeva di lato e gli occhi che brillavano di felicità.

 

-Emma...sei assolutamente...-

-Un mostro.-

Daniel non riuscì nemmeno a ridere. Gli si era seccata la gola.

-Bellissima.-

 

La ragazza arrossì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, senza dire nulla.

 

Quando raggiunsero la sala da ballo, si guardarono riluttanti vedendo tutti ballare ad un ritmo lento e piuttosto noioso.

 

Daniel ammiccò.

 

-Mi concede questo ballo, Miss Watson?-

-Volentieri Monsieur Radcliffe!-

 

Si presero per mano e con le indicazione degli istruttori cominciarono a ballare. Quando assunsero una buona autonomia, si staccarono un po’ dal gruppo, ballando e parlando.

 

-Stai veramente bene Dan-

 

-Ti prego, non prendermi in giro. Sono un tronco nel ballo e questo abito mi fa ancora più stupido.-

 

-Questo non vuol dire niente-

 

-Cosa?- Daniel scosse la testa e la guardò dritto negli occhi, mentre prima si concentrava molto a non pestare i piedi alla partner.

 

-Puoi esser il peggior ballerino del mondo, avere il vestito più orribile nonostante quello di Rupert sia veramente imbarazzante...ma sei tu. E questo basta ad eliminare i difetti che hai. Lo ricorderai tutte le volte che sarai giù di morale?-

 

Si accorse troppo tardi di quello che aveva detto e arrossì furiosamente guardando il pavimento.

 

Daniel le alzò il mento con le dita e la guardò affettuosamente:-Mi ricorderò quello che hai detto e il tuo tono della voce finché ne avrò potere-

 

-Anche se ti verrà un vuoto di memoria?-

 

Il ragazzo sorrise.

 

-Farò il possibile. Ti...voglio bene Em e grazie-

   

Prima che Iavenski le impedisse di vederlo, si compiacque vedendolo sbattere velocemente le palpebre, come accecato dalla bellezza della sua migliore amica.

 

Era stato Mike Newell ha suggerirlo, perché voleva esprimere al meglio lo stupore di Harry nel vedere Hermione sotto una nuova luce. Un cambiamento importante, no?

 

Il bulgaro le baciò la mano e lei sorrise arrossendo.

 

Insieme si volsero verso la sala Grande e lei salutò Daniel con la mano, ostentando un sorrisetto.

 

-Stop, buona!-

 

Stanislav fece una smorfia di dolore, toccandosi i piedi: questi stivali sono strettissimi!- Emma scoppiò a ridere guardandolo contorcersi per cercare di toglierseli.

 

Lui era ritornato tranquillo e spesso le ricordava che lui era profondamente dispiaciuto del loro primo incontro.

 

Daniel si avvicinò a lei, scompigliandosi i capelli.

-Hai visto che alla fine non sei inciampata?!-

 

-Già, non posso crederci!-

 

Emma era terrorizzata dal fatto di dover scendere le scale con quei tacchi vertiginosi, senza guardare in basso e con quel vestito abbastanza lungo. Gli sorrise e insieme andarono a salutare Rupert.

 

Il ragazzo stava parlando con una ragazza bionda molto carina: lo guardava sognante e rideva a tutte le sue battute. Daniel e Emma non faticarono molto a capire chi fosse: Evanne, la ragazza che aveva ottenuto il ruolo di Luna per OOTP, il prossimo film di Harry Potter.

 

-ciao ragazzi! Devo proprio scappare, la scuola guida è a Londra e non so come fare ad arrivare in tempo!-

Rupert prese le chiavi della moto dalla tasca e cominciò a giocherellarci.

 

-Ma come Weasley? La scopa dove l’hai lasciata?-

Il ragazzo sorrise alla battuta della bionda e per un attimo rimasero entrambi a fissarsi languidi.

 

“E’ proprio partito” pensò Emma divertita.

 

-Era finita la benzina...- Il cellulare di Rupert squillò e quando vide che era la scuola guida sbiancò e corse verso l’uscita.

 

-A domani ragazzi, se sono ancora vivo!-

 

Lo salutarono ancora con il sorriso sulle labbra.

 

Aiutarono i tecnici a mettere in ordine, e Daniel e Emma erano ancora con gli abiti da scena e andavano in giro come damerini, prendendosi in giro.

 

Quando quasi tutti se ne furono andati, Daniel corse nell’ufficio di Mike Newell. L’uomo aveva detto che doveva dirgli delle cose importanti riguardanti la scena sott’acqua.

 

Il ragazzo salutò Emma con un bacio sulla guancia e scappò per il corridoio illuminato.

 

Emma rimase con la mano nel punto in cui le labbra di Daniel si erano posate e sospirò.

 

*°*°*°

 

Daniel prese la propria roba e uscì dall’ufficio del regista. Si incamminò verso l’uscita e si mise la giacca senza smettere di pensare a lei.

 

Doveva dirglielo, perché stava scoppiando.

 

Ma se la vedeva lì davanti e le sue certezze svanivano come foglie al vento: come poteva fare?

 

Doveva urlarle che l’amava? Doveva inginocchiarsi e dirle quanto lo faceva impazzire, quanto fosse bella? Doveva sussurrarle quante volte aveva sognato di stringerla e baciarla?

 

Non lo sapeva. Quando sarebbe stato il momento, avrebbe affrontato tutte le sue paure...già, ma quando?

 

“Forza e coraggio Daniel”

 

Uscì e vide con sofferenza che pioveva a dirotto. E suo padre non era ancora arrivato. Non poteva tornare dentro, perché avevano chiudo gli studi, quindi rimase sotto la copertura che stava all’entrata.

 

Guardò le macchine sfrecciare e schizzare acqua sull’asfalto, con i passanti sotto l’ombrello che si scansavano per non venire investiti dall’acqua.

 

Non si accorse della ragazza appoggiata alla colonna che sosteneva la struttura.

 

Era veramente bella ed era sola.

Aveva i capelli bagnati che scendevano sulle spalle e il corpo che tremava per il freddo.

 

Le si avvicinò e le sorrise.

 

-Ciao, cosa ci fai ancora qui?-

-Oh, Daniel! Credo che mia madre si sia dimenticata di avere una figlia...cose che capitano!-

 

-Nessuno potrebbe dimenticarsi di te.-

 

Lei sorrise e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio per poi starnutire.

 

Daniel sentì che era il momento. Era arrivato!

 

-Vieni qui-

 

L’attirò a sé, e fece in modo che nel suo giaccone ci stessero entrambi, stringendosi l’uno all’altra.

 

Lei sentì le sue gote infiammarsi quando l’amico appoggiò il mento sopra il proprio capo.

 

Si sedettero, rimanendo vicinissimi, dondolandosi per riscaldarsi. Entrambi stavano bene così, volevano rimanere abbracciati per sempre, senza complicazioni e senza nessuno. Solo loro due.

 

Ma Daniel doveva continuare, non poteva fermarsi. Non ora. Quando gli sarebbe capitata un’altra occasione come quella? Mai.

 

Le alzo con le dita il mento, in modo che i loro sguardi si incrociassero.

 

Gli occhi della ragazza erano lievemente umidi per il freddo e le pagliuzze color grano fremevano per l’emozione.

 

Emma si sentì inghiottita da quel mare azzurro che brillava di una luce sicura ma piuttosto fragile.

 

L’emozione era talmente forte, che una lacrima sfuggì a dagli occhi di lei.

 

Il ragazzo rimase un attimo spiazzato da quel gesto, ma si apprestò ad asciugargli la guancia con un bacio.

 

Aveva scritto milioni di biglietti con discorsi interminabili e tutto stava accadendo senza parole.

 

Una lezione di italiano in cui si chiedevano se fossero più importanti le parole o i gesti. In quel momento Daniel non sapeva cosa rispondere.

 

Lei sorrise e si avvicinò un po’ a lui, senza smettere di guardarlo. Il cuore a quanto pare non ne voleva sapere di battere regolare e sembrava voler uscire fuori e fuggire via.

 

Con le dita, gli tolse una goccia di pioggia che pendeva dal capo, ma la sua mano rimase tra i suoi capelli neri, accarezzandoli.

 

Lui chiuse gli occhi sotto quel gesto, felice come non mai. Li riaprì dopo alcuni attimi. Lei era ancora lì, vera e stupenda come non mai.

 

Emma si sentì sollevata da terra, così vicina a lui, con il suo corpo accanto al suo. La sua bellezza interiore e esteriore non aveva limiti e lei ne era innamorata infinitamente.

 

Non avevano più paura di quello che sarebbe successo. Volevano solo amarsi.

 

Amarsi per sempre...

 

Lei si avvicinò pericolosamente e sicura ed entrambi chiusero gli occhi.

 

Le loro labbra si unirono insicure e timide. Ma dentro di loro tutto esplodeva di gioia e ogni cosa parve illuminarsi e prendere vita.

Si abbracciarono continuando a baciarsi.

 

Lei giocherellava con i suoi capelli come non aveva mai fatto; lui aveva una mano sul suo collo e l’altra sul suo fianco.

 

Si era chiesto molte volte come sarebbe stato baciare le sue labbra e quale sensazione avrebbe provato. Ora lo sapeva. Celestiale. Divino.

 

Ora lacrime di felicità uscirono dagli occhi di lei e lui sorrise sentendo  gocce salate cadergli sulla bocca. Si staccò da lei pensando a qualcosa da dire. Non gli venne in mente niente tranne due semplici parole.

 

 -Ti amo-

 

Lei ci pensò un attimo, arrossendo furiosamente. Tutti i suoi sogni si stavano realizzando.

 

-Grazie-

 

Daniel la guardò con fare interrogativo. Grazie? Cosa voleva dire? Glielo chiese.

 

Lei lo guardò stringendo le labbra: un gesto che faceva da quando era una bambina.

 

-Grazie...di amarmi.-

 

Lui si sentì sprofondare dall’euforismo. Poi gli rimase una domanda.

 

-...ehm...tu-

 

Una carica di dolcezza percorse Emma guardandolo insicuro come un bambino.

Lo baciò lievemente.

 

-Ti amo, Daniel Jacob Radcliffe...da sempre-

 

Venne da piangere anche a lui.

L’abbracciò con forza e lei ricambiò.

 

Tornarono a baciarsi, senza accorgersi che il sole faceva capolino tra le nuvole, accompagnato da uno splendido arcobaleno.

 

 

Evviva! Direte voi, certo che è stata dura, ma alla fine ne è valsa la pena! Ragazzi, però dovete recensire, se no io non scrivo più, mi rifiuto! Ok?

Grazie a tutti quelli che hanno recensito, recensiscono e recensiranno!

Maripotter

 

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