La Torre - La Compagnia dei Distruttori

di schwarzlight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Labirinto ***
Capitolo 2: *** La Sala di Pietra ***
Capitolo 3: *** I Distruttori ***
Capitolo 4: *** Il Cristallo Spezzato ***
Capitolo 5: *** Avida ***
Capitolo 6: *** Circolo Vizioso ***



Capitolo 1
*** Il Labirinto ***


La Torre - I Distruttori 1











La Torre
La Compagnia dei Distruttori


Capitolo 1: Il labirinto




Chi arriverà in cima alla Torre vedrà esaudito qualunque suo desiderio,
sia esso dominare il mondo o distruggerlo.
La vostra forza è la vostra volontà.
Scegliete un’arma, e scegliete una porta:
da soli o in gruppo, comincia il vostro cammino.
E ricordate, ci sono due modi per uscire dalla Torre:
arrivare in cima o morire.




Era con queste parole che ci avevano accolto, e con queste parole che ci avevano lasciato a noi stessi.
Stavo osservando quella torre monumentale che sorgeva nel mezzo della città, circondata da un parco, che non possedeva né finestre né porte. Che era lì da sempre, per sempre.
Stavo osservando le persone che vi si raccoglievano attorno, sperando in qualche modo di riuscire a entrarvi e avere una qualche possibilità, seppur remota, di realizzare il proprio desiderio.
Mi chiedevo cosa potessero mai volere, cosa tentassero di ottenere.
Io non avevo nulla.
Nulla che mi preoccupasse, nulla che desiderassi.
Mi bastava ciò che avevo, la vita che conducevo, monotona e tranquilla, ma che non mi faceva mancare nulla.
Eppure fui io esser trascinato in quel gioco.
Io che non possedevo alcuna ambizione, ero stato scelto assieme a una ventina di persone, tutte diverse tra loro, tutte spaesate e stordite. Accanto a me c’era una ragazza, all’apparenza tranquilla, ma che continuava a guardarsi attorno con agitazione. Volevo tranquillizzarla in qualche modo, ma proprio quando la mia mano stava per raggiungere la sua, quella voce risuonò nel salone.
Era come se mi fossi risvegliato dal torpore: dimenticai ciò che mi circondava, scelsi un’arma e varcai la porta più vicina.


Perso in un labirinto di siepi e cemento, con uno squarcio sul braccio, uno sulla gamba e un rivolo di sangue a colarmi sull’occhio sinistro ad aspettare la morte, rigorosamente nella forma di uno pseudo rettile dall’improbabile aspetto preistorico. Ecco in che situazione ero nel giro di un’ora o due.
L’idea di arrivare fino alla fine per potermene tornare a casa sembrava destinata a sfumare, costringendomi a sfruttare l’altro sistema.
Ma un fruscio e un tonfo alle mie spalle stravolsero i miei piani catastrofici. Due mani mi afferrarono per la vita mentre una scarica di proiettili teneva alla larga il bestione.
Nel giro di un secondo mi ritrovai a una decina di metri d’altezza dal vicolo cieco in cui ero andato a cacciarmi, in piedi su una passerella di cemento di nemmeno un metro di larghezza e sorretto dalla ragazza del salone. Dietro di lei un uomo sulla trentina, barba sfatta e dal fisico ben piazzato, che si risistemava in spalla il M9 che si era portato dietro. Di sicuro era stato più furbo di me… ancora non mi spiegavo con che coraggio (e con che testa) avevo scelto di prendere una spada a due mani come arma.
E non ero l’unico a pensarla così.

- Cosa ti è saltato in mente prendendo quell’affare? – disse l’uomo indicandola.

- Ah, me lo stavo giusto chiedendo… in quel momento mi è sembrato: o questa, o nulla.

- Oh, bè… sembra che voi due andrete d’accordo allora. Anche questa stupida qui si è portata dietro un inutile ferraglia.

Osservai meglio la sua compagna: in effetti anche lei portava una spada, semplice però, legata la fianco. E sembrava anche che avesse già sentito quel rimprovero un numero sufficiente di volte, a giudicare dalla reazione che ebbe.

- E insomma, basta! Tanto anche se avessi preso una pistola non avrei saputo farla funzionare!

- Ma che c’è di tanto complicato? Basta premere il grilletto, no!

Cercai di mettere fine a quel principio di litigio ponendo la domanda: com’ero finito lì sopra? Insomma, poco prima stavo per essere sbranato da una specie di mostro squamato in un vicolo cieco, mentre subito dopo scoprivo di esser stato trasportato in cima al muro del labirinto che stava alle mie spalle. Da una ragazza poi, che non era nemmeno tanto robusta.
La risposta di lei fu qualcosa come “Perché lo volevo”. Era stata una sua idea percorrere il labirinto dall’alto, usando le mura nascoste dalle siepi come sentieri.
Il vero significato di quella frase fui in grado di capirlo solo molto più avanti, con l’esperienza di svariati livelli della Torre alle spalle. Al momento nessuno dei due seppe darmi una spiegazione adeguata, solo che la frase “la vostra forza è la vostra volontà”, a cui non avevo dato alcun peso, possedeva in realtà un’importanza decisiva all’interno del sistema, secondo cui coloro dotati di una volontà sufficientemente forte potevano fare quasi qualunque cosa venisse loro in mente, anche compiere salti normalmente impossibili. Che questa volontà influenzasse perfino l’abilità nel combattimento, ci era ancora sconosciuto.
L’avremmo scoperto per caso, così come per caso potemmo apprendere tante altre cose, in seguito.
Alla mia domanda su una loro probabile conoscenza fuori dalla Torre o dell’esser parte di uno stesso gruppo all’interno risposero negativamente.

- E allora com’è che siete assieme?

- Ci siamo ritrovati nello stesso punto.

- Avete scelto la stessa porta?

- No, ci siamo ritrovati nello stesso punto.

- Le porte erano diverse – intervenne l’altro – ma siamo arrivati nello stesso punto… evidentemente alcune erano collegate. Ora però, se avete finito con i vostri bla bla io procederei… laggiù c’è qualcosa, e spero proprio sia l’uscita. Tu ce la fai a camminare?

- Non c’è problema – dissi slacciandomi la spada dalla schiena – Questa ferraglia sarà anche inutile, ma almeno posso utilizzarla come bastone.

- Reggiti anche a me, è più sicuro. A proposito, io sono Jahel.

- Oh… io Jude.

- E io Bastian Connor, una persona con molta poca pazienza. Allora, andiamo?

Fu sovrastando il labirinto, con uno squarcio sul braccio, uno sulla gamba e un rivolo si sangue a colarmi sull’occhio sinistro, appoggiato a una spada a due mani da una parte e sorretto da Jahel dall’altra che mi incamminai per il sentiero descritto da un muro di cemento, diretto verso un punto ignoto in cui sembrava ci fosse una luce un po’ diversa, sperando fosse l’uscita di quel primo ostacolo.
Nessuno di noi tre parlò più.
Connor davanti pronto a sparare in caso di pericolo, e noi due dietro, cercando di tenere il suo passo.
Dopo un paio d’ore e qualche sosta, ero in uno stato disastroso. Non avevamo medicinali né bende, e la perdita di sangue che avevo subito in seguito alle ferite stava cominciando a far sentire i suoi effetti, sottoforma di giramento di testa e vista appannata e presto Jahel dovette lasciare il posto di mio supporto a Connor. Dell’ultimo tratto di strada non ricordo tuttora nulla, a parte le voci confuse dei miei compagni di viaggio e il mio dover essere trasportato da entrambi.

- Forza, ragazzo! Siamo arrivati!

È l’ultima cosa che sentii prima di perdere conoscenza.












Ok, questa storia partecipa al contest  [Original Concorso 10] Il Labirinto e... l'Avida indetto da Eylis, in cui si doveva scrivere una storia in cui bisognava inserire il luogo labirinto e il personaggio avida, da interpretare liberamente.

In realtà La Torre è una storia molto più vasta che non si limita affatto ai sei miseri capitoli che leggerete, che compongono solo una sorta di prologo in più capitoli (ovviamente leggibile anche da solo...). Per questo motivo ci son delle cose che non vengono dette e delle cose dette a metà. 
La storia principale verrà cominciata appena averò finito di pubblicare I Distruttori, ovvero fra un bel po' visto che gli aggiornamenti sono ogni due settimane 8D
 
...credo di non aver altro da dire (forse) se non...ho bisogno di pareri ;A;

Grazie per aver letto e buona Pasqua!^^


EDIT DELL'ULTIMO MINUTO:
Sono arrivata prima.
Sono arrivata prima e non so nemmeno come X°D

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Capitolo 2
*** La Sala di Pietra ***


La Torre - I Distruttori 2 Capitolo 2: La sala di pietra




Uno per ognuno.
Più rifulge, più sei forte.
E se muori, si spezza.




Mi risvegliai quasi a fatica, in un letto e al caldo.
Ebbi la conferma che certi cliché erano possibili anche nella realtà quando la prima cosa che vidi aprendo gli occhi fu il viso di Jahel.

- …sei morta anche tu?

Inarcò un sopracciglio.

- Non credevo avresti detto una cosa così scontata.

- Nemmeno io se è per questo. Connor?

- Ha detto che si sarebbe cercato una sigaretta.

- Come se potesse trovarla. Ma come ci siamo arrivati qui?

- Sembra che tu non faccia altro che chiedermelo.

In effetti le mie doti discorsive non erano molto varie in quel frangente. D’altronde nemmeno lei sapeva cosa fosse quel luogo, ma solo che era direttamente collegato al labirinto, e che pareva essere una sorta di limbo, una zona di riposo.
Mi raddrizzai sul letto per guardarmi attorno. La prima cosa che notai fu che ero in alto. Molto in alto.
Apparentemente mi trovavo su un letto a castello, ma di quanti piani? La risposta la trovai sulla parete opposta: con sollievo constatai che una buona parte dell’altezza era data dall’esistenza di un secondo piano, simile ai matronei delle nostre chiese, in cui i letti erano sistemati sul bordo esterno (che assurdità!) fra le colonne che sostenevano le varie arcate. Ad ogni colonna erano fissati cinque letti per parte, a una distanza di circa un metro e mezzo l’uno dall’altro.
Alzai lo sguardo per osservare il letto sopra la mia testa e la visione che ne ebbi era decisamente tragica: era sorretto solamente da una specie di asta in ottone conficcata nella colonna da una parte, e saldata a un palo nello stesso materiale dall’altra. Mi immobilizzai.

- …a che livello sono?

- Mi spiace, ma abbiamo trovato posto solo al secondo.

- Jahel, tu… in questo momento sei appesa al mio letto?

Sì che lo era. Per appoggiarsi con i gomiti in quel modo non poteva fare altro.
E l’espressione che fece quando carpì la mia preoccupazione non faceva presagire nulla di buono. E infatti mi venne un mezzo infarto quando si tirò su e cominciò a fare forza sul bordo. Lei lo sapeva, lo sapeva che non c’era la possibilità che il letto si ribaltasse come una pala. Ma io no, e questo le assicurò una bella risata a mie spese.

- Ahah, scusa, ma non ho resistito! Bè, ora che ti sei svegliato scendi, ci son delle cose che voglio farti vedere.

- E dimmi, come faccio a scendere da qui con queste ferite?

- Ah, è vero, dimenticavo… sei guarito.

Non avevo tracce di bende, non avevo punti né avevo preso dei medicinali. Le lesioni che avevo riportato nel labirinto avevano cominciato a guarire appena messo piede in quel luogo, e così in poco tempo ero tornato come nuovo. Ma questa era solo una delle cose stupefacenti che vi si trovavano.
Tanto per cominciare, le dimensioni erano enormi. Mi pareva la sala del trono di un castello di giganti. Era tutta in pietra, con un portone enorme da una parte e, al posto degli ipotetici scranni, una sorta di fonte, con tanto di cascata che ricopriva l’intera parete.
Al pianterreno, addossate ai muri sotto le arcate, trovavano posto delle specie di botteghe che vendevano di tutto, dal cibo al vestiario, pronte a soddisfare ogni tipo di necessità. Al piano superiore, poi, c’era anche la possibilità di lavarsi e procurarsi medicinali.
Il centro della sala, invece, era occupato da tre grandi fuochi, posti a intervalli regolari, attorno ai quali si riuniva la maggior parte delle persone presenti. Al posto di un quarto, ultimo falò, c’era una porta. Solo una porta, senza muri a sostenerla, posta esattamente prima della fonte.
Ma il più straordinario era il soffitto, la prima cosa su cui Jahel diresse la mia attenzione.
A partire dalla base della volta fino all’apice, era quasi totalmente ricoperto da cristalli. Di tutte le forme e colori. Alcuni erano luminosi come stelle, altri opachi, altri ancora spenti o addirittura rotti.
Ma trovarsi sotto un tale splendore era una sensazione indescrivibile.

- Guarda, non sono magnifici?

- Davvero! Mi domando cosa siano…

- Non saprei… magari sono lì solo per decorazione. Ah! Guarda! Quello ha cominciato a brillare!

Una luce potente si sprigionò da uno dei gioielli poco sopra le nostre teste, affievolendosi pian piano per poi spegnersi completamente.
Altri attorno a noi avevano osservato la scena, alcuni con l’aria di comprenderne perfettamente il significato.

- …Jude, ma non c’è un po’ troppa gente?

- Sono dei “concorrenti” più avanti rispetto a noi… sembra che questo posto sia in comune.

Bastian Connor aveva fatto la sua riapparizione. Senza sigaretta, come avevo immaginato.
Però non del tutto a mani vuote. Il suo gironzolare aveva lo scopo principale di raccogliere informazioni, e, dove con un pretesto, dove ascoltando conversazioni altrui, si era fatto un’idea della struttura della Torre.

- Più volte ho sentito parlare di livelli, che corrisponderanno ai piani della Torre, e di zone neutre, ovvero posti come questo. Le zone neutre solitamente sono in comune per più di qualche livello, quindi è solo che naturale trovarvi della gente sconosciuta. Ma c’è anche qualcuno che non appartiene affatto al gruppo di livelli corrispondente, e questi sono chiamati mercenari.

- Suppongo terranno fede al loro nome allora.

- Infatti, sono combattenti dei piani superiori che aiutano chi è in difficoltà in cambio di favori o soldi.

- Soldi? Esiste una valuta qui dentro?

- Ah, ragazza mia, dove ci sono gli uomini, c’è il denaro!

Disse che più avanti c’erano perfino delle città, per lo più corrispondenti alle zone neutre, costruite dai giocatori (così definiva le altre persone) che non riuscivano o non volevano continuare l’ascesa della Torre, che si erano ricostruiti la vita a cui non potevano più tornare.
Nel frattempo avevamo occupato dei posti accanto all’ultimo fuoco, il terzo.

- Quella porta lì, poi, è il passaggio verso i livelli successivi.

- …oh, bè… non mi stupisco più di niente. – disse Jahel balzando in piedi – Piuttosto, vado a dare un’occhiata laggiù all’armeria. Così non dovrò più sorbirmi le lamentele di qualcuno.

- Ecco, brava, stai pur certa che quel qualcuno sarà molto felice del tuo renderti utile.

Ci lasciò con un “va’ al diavolo” diretto a Connor. Quei due alla fine sembravano avere un carattere molto simile, portato per le battute sarcastiche, ma senza cattiveria. Era il loro modo di comunicare, e sarebbe sempre rimasto tale.

- Tsk, ragazzina impudente… Ah, Jude, cerca il tuo cristallo.

- Il mio cosa?

- Il tuo cristallo. Tutti quei cosi appesi lassù stanno a indicare ognuno di noi. Vedi? Il mio è quello laggiù.

Indicò un grande cristallo rosso cupo, dalla luce soffusa.

- Può darsi che anche il tuo sia da quelle parti.

- E come faccio a riconoscerlo?

- E che ne so? È un qualcosa che senti.

Le spiegazioni vaghe hanno sempre abbondato fra noi. Ma in un posto come questo non è necessaria una relazione dettagliata su come fare cosa. Non bisognava mai basarsi sul senso comune che valeva nel mondo normale.
Quella era la Torre, il posto in cui tutto era possibile e tutto veniva stravolto.
E nonostante la mia perplessità, riuscii a trovare subito il cristallo che mi rappresentava, di un azzurro cielo, come se ne fossi stato attratto. E come aveva detto Connor, non era molto distante dal suo.
Assieme a quella nuova rivelazione, se ne affacciò un'altra, più scomoda, più disarmante.
E le pietre spente, e quelle spezzate?

- …grazie per avermi salvato.

- Mh?

- Nel labirinto. Grazie davvero.

Sentii il bisogno di ringraziare lui e Jahel. Perché non l’avevo ancora fatto e perché quella morte ora assumeva dei tratti più spaventosi: se era vero che morendo si usciva, perché non si aveva notizia di nessuno che fosse mai venuto dalla Torre, se sulla volta della sala c’erano così tante pietre spezzate?
Se non fosse stato per loro, anche la mia avrebbe fatto parte di quella schiera.

- Non c’è di che. La mia etica non mi permette di abbandonare una persona in pericolo di vita. A meno che questa non mi stia pesantemente sulle palle.

- Sei un soldato, vero? Puoi dire quel che vuoi, ma usare un M9 non è esattamente facile.

- E’ vero, lo sono… Ma devo dire che anche tu non hai fatto una scelta poi così malvagia, dopotutto…

- Mi prendi in giro?

- Affatto. Anzi anch’io dovrò fornirmi di una cosa simile. Perché, sai, non vendono proiettili.

Incomprensibile ma vero: potevi procurarti delle armi da fuoco, ma di proiettili nemmeno l’ombra.
Quindi anche noi raggiungemmo Jahel, solo per scoprire che l’armeria portava alla stessa sala in cui avevamo dovuto scegliere la nostra difesa, con la sua sterminata esposizione di armi di ogni tipo.
Io non riuscii a separarmi dall’ingombrante spadone a due mani che mi portavo in spalla. Sarò anche stato testardo, ma proprio non mi riusciva di lasciarlo, sebbene non disdegnai l’acquisto di un revolver.
In seguito fu il turno della scorta di acqua e medicinali.
Jahel trovò il suo cristallo accanto al mio, di una luce simile al ghiaccio, la più brillante fra le nostre.
Uscì fuori l’idea di creare una squadra, una compagnia. Di cercarci dei compagni.

E fu il momento di proseguire.
La porta era là che ci aspettava, e nella sala di pietra non avevamo più nulla da fare.
Prima di varcare la soglia del nuovo livello, però, un rumore secco, fortissimo, rimbombò nella sala, gelandoci il sangue nelle vene. Un pezzo di cristallo cadde, frantumandosi ai nostri piedi. Lo stesso che avevamo visto rifulgere e poi consumarsi.
Per un istante il silenzio calò fra i presenti, e nessuno fu in grado di muoversi. Ormai ne avevamo intuito il significato.
A un cenno di Connor, ci voltammo per proseguire.

Ma quel segno di morte poco prima della nostra partenza avrebbe continuato a seguirci, sempre.











Eccovi il secondo capitolo.
E in ogni caso... sono arrivata prima!D:
Fantastico, non l'avrei mai detto °°
E se volete una prova, avete il banner del primo posto all'inizio del primo capitolo X°D (ahah, se non ci fosse crederei di assermi sognata tutto X°D)
Vi consiglio di andarlo a vedere, perché é veramente bellissimo **
E la ragazza è proprio Jahel, senza alcun dubbio <3

Coff. Ok, ora basta u_u
Tornando a noi...questo capitolo è decisamente esplicativo, ma credo di poter dire che si sta entrando nel vivo?°°
Bè, in ogni caso spero vi sia piaciuto, e ringrazio quelle brave èpersone che hanno deciso di dare fiducia alla Compagnia dei Distruttori inserendola tra le seguite ^^
E ovviamente grazie per le recensioni dello scorso capitolo, ho sorriso come un'idiota appena le ho viste XD

Ok, fine comunicato... al prossimo capitolo: "I Distruttori"!^^

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Capitolo 3
*** I Distruttori ***


La Torre - I Distruttori 3
Capitolo 3: I distruttori




I distruttori sono rari e potenti,
sono egoisti, non sanno proteggere gli altri.
Le sentinelle sono l’ultimo baluardo,
la difesa dei disperati e la speranza dei deboli.
Chi fra i distruttori otterrà il potere delle sentinelle,
sarà completo, e imbattibile.




- Aah, finalmente una città! Non ne potevo più, mi serve una doccia!

- E dai, Finnie, che pappamolla che sei… per soli cinque giorni.

- Cinque giorni di fango, sudore e… è sangue questo?! Che schifo, che schifo, lo odio il sangue!

- Va bene, va bene, là c’è un albergo, quindi calmati.

- Mi sarò calmato quando avrò degli abiti nuovi!

Questo era più o meno la stessa scena che si presentava ogni volta che entravamo in una città.
Finnie si era unito a noi quasi subito, e la sua fobia del sangue di sicuro era la caratteristica più evidente. Ma fra tutti era anche il più agile e svelto, e possedeva un’abilità senza dubbio utile: era un mappatore. Con lui non correvamo il rischio di perderci nelle vaste aree di ogni livello, ed era anche piacevole parlarci… quando non era in preda alle sue crisi.
Gli altri due compagni che avevamo acquisito erano Martha e Logan. Lei rossa e affascinante, con un cervello fine e perfettamente padrona di sé in ogni situazione; ero quasi certo che avesse l’attenzione di Connor. Lui alto e magro, bastardo nel combattere e ancor di più se si svegliava male. Faceva il mercenario prima di unirsi a noi.

Era da almeno cinque mesi ormai che salivamo. Avanzando i livelli divenivano sempre più grandi, sempre più pericolosi e complessi da superare. Il quel periodo Connor ci aveva insegnato a usare le armi da fuoco e un po’ di autodifesa. Il resto venne da sé.
Con il tempo anche il soldato abbandonò il M9 per passare a una spada, e presto fu come se l’avesse avuta da sempre. E lo stesso valeva per me e Jahel.
Mi sembrava di non aver fatto altro che allenarmi a usarla per tutta la vita, come se non fossi destinato ad altro.
E nel frattempo eravamo cambiati. Tutto quel combattere, quel tentare di sopravvivere ci aveva forgiati.
Probabilmente eravamo più simili ai guerrieri di cui si legge nei romanzi che non al soldato e ai due ventenni di prima. Era l’adrenalina che ci dominava, il bisogno di sentirci vivi.
Come dei predatori, attendevano lo scontro successivo, ansiosi di spezzare, di vincere.

E i luoghi che avevamo attraversato, gli avversari sconfitti… cose impensabili, impossibili, estinte.
Draghi e mostri mitologici erano diventati normali, e non ce ne rendevamo neanche conto che quella non era la realtà.
E poi la cosa più assurda: la magia.
Era stata Jahel a scoprirla, quasi per caso, mentre una notte non riuscivamo ad accendere il fuoco. Dopo vari tentativi falliti urlò un rabbioso “brucia” alla legna, e le fiamme divamparono.
“La vostra forza è la vostra volontà” sembrava avere degli effetti spaventosi. Potevamo curare le ferite, o fermare proiettili. Non tutti ci riuscivano, o non con la stessa intensità.

Ci sentivamo forti, potenti. E fra tutti noi, Jahel sembrava avere una volontà ineguagliabile, che non poteva esser piegata. Se Connor era il leader indiscusso del nostro gruppo, Jahel era il motore che lo azionava, quell’ennesima piccola crepa sul muro che ci avrebbe permesso di distruggerlo.
Lei non era più, o forse non lo era mai stata, quella ragazza allegra che mi era parsa la prima volta.
Come io stesso non ero più lo stupido universitario che non desiderava altro che la sua monotonia.
Eravamo cambiati, e quel giorno l’avremmo fatto di nuovo.

Perché quel giorno, avremmo incontrato i distruttori.

“Distruttore” era un titolo, un’onorificenza, un’offesa. Era come dire tutto e dire nulla.
Coloro che distruggono.
I forti.
Abbattere i distruttori era come poter dire di essere in grado di vincere, di arrivare fino in cima.
E noi eravamo decisi a farlo.

Erano in quattro e li sfidammo in quattro.
Io, Connor, Jahel e Logan.
Quattro idioti contro quattro celebrità.

- Alza la testa, Jahel. La nostra luce è più forte della loro.

Le dissi senza pensarci troppo. E lei mi sorrise in risposta, in quel suo modo sicuro.
“Vinceremo” mi diceva.

E avremmo vinto.
Fu difficile e rischioso.
Il clangore delle spade mi rintronava, battendo il tempo di quella danza letale.
Il sangue che schizzava mi stordiva e i muscoli mi dolevano nello sforzo di parare i colpi.
Come potevamo non ucciderli? Se fossimo stati più furbi li avremmo presi uno ad uno. I distruttori erano individualisti, e non avremmo avuto difficoltà e fermarli in un attacco concentrato.
Ma noi eravamo uguali, e stupidi, e scegliemmo la strada più complicata e lunga.

E alla fine solo uno ne rimase in vita: l’avversario di Jahel.
Gli puntò la spada alla gola, e sorrise.

- Oggi è nata la Compagnia dei Distruttori. E state pur certi che la cima sarà nostra.

Era un sorriso feroce, come solo le belve sanno fare.
L’impressione che ne ebbi fu che ci avrebbe trascinato alla rovina, nessuno escluso.
Ne eravamo tutti consapevoli.
Eppure, una parte di me era convinta che se lei fosse rimasta con noi, allora nessuno avrebbe potuto più fermarci.













Oh, wow che capitolo corterrimo.
Come dite? Sono passati solo dieci giorni? Sì, può essere, ma io volevo aggiornare.
E spero di avervi fatto una sorpresa gradita =D
E...coff. Mi ero dimenticata di avvisare del salto temporale che ci sarebbe stato nel capitolo scorso u_u"
Ma spero comunque di non aver creato confusione, o che non ci siate rimasti male...in quel caso, mi dispiace D°:
Dovevo stare in certi limiti per il contest, e ho deciso di tagliare tutti gli eventi che non erano rilevanti ai fini della trama. Anche perché, lo dico per l'ennesima volta, ci sarà un seguito, con la trama principale ^^
E viva i distruttori X°D Personaggi senza senso ma che adoro (senza motivo, ovvio.)
Ok, basta.

Vi ringrazio per aver letto *_*
e ovviamente ringrazio le recensitrici dello scorso capitolo <3
Mi fate tanto felice ogni volta, ai limiti della follia X°D

Bene, ho concluso le cose da dire (balle. semplicemente son troppe per esser messe qui)
Al prossimo salto temporale capitolo:  "Il cristallo spezzato"!;3


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Capitolo 4
*** Il Cristallo Spezzato ***


La Torre - I Distruttori 4 Capitolo 4: Il cristallo spezzato




Nessuno ha mai visto la cima,
ma chi la raggiungerà realizzerà il suo sogno.
E tu, hai scelto il tuo desiderio?




Nel giro di un anno la nostra Compagnia era cresciuta a più di venti persone.
Eravamo famosi, nessuno era arrivato più in alto di noi, e ormai le sale di pietra non erano più tanto vaste da poter ospitare un’intera città, e nemmeno arrivavano alle dimensioni della prima in cui siamo stati.
C’era una sorta di desolazione in quella solitudine, ma che raramente avvertivo.
Solitamente era la morte di un compagno che scatenava questo senso di nostalgia ed esasperazione in alcuni di noi, stati d’animo che potevamo facilmente affogare in una città con centinaia di altre persone, ma difficilmente conciliabili in un gruppo relativamente ristretto.
E poi c’era la stanchezza. Il non sapere quando sarebbe finita sfibrava le speranze di molti.
In questi casi la persona chiave era proprio Jahel e, stranamente, io stesso.
Questo mio esser diventato uno dei punti cardine del gruppo mi meravigliava ancora, ma mi riempiva d’orgoglio. Era un altro lato del mio carattere che non avrei mai immaginato: quello di guida, di esempio e di sostegno.
E Jahel, come al solito, si era rivelata la nostra forza portante.
A volte mi chiedevo dove fosse la ragazza timorosa di cui avevo voluto stringere la mano.
Non ero più sicuro di ciò che era stato quel momento. Forse era un’altra persona?
Eppure a volte quell’ombra di insicurezza riappariva a frammentare la sua apparenza forte e feroce e affascinante.
E la sua mano era lì, mi sarebbe bastato avvicinarmi di poco per prenderla… eppure non ci riuscivo mai.

Anche quella volta aveva lo stesso sguardo senza speranza.

- Non farlo mai più.

- Non dire stronzate, se non fossi intervenuto ora tu non saresti qui.

- Non farlo mai più!

La seconda frase me la urlò contro con tutte le sue forze, i pugni stretti e gli occhi rivolti al mio fianco insanguinato. Non l’aveva mai sopportato che qualcuno si sacrificasse al posto suo.

- Volevo proteggerti, razza di stupida!

- Sei un distruttore, non dovresti pensare agli altri!

Ero un distruttore, non dovevo badare a quello che faceva lei.
E chi l’aveva deciso che i distruttori non potevano intervenire in aiuto agli altri?
Chi l’aveva deciso che io non potevo salvarla?

- Ehi, voi due. Finnie ha trovato la porta… alzate il culo e muovetevi.

Guidati da Connor, ci dirigemmo verso l’ennesima uscita, uguale a tutte le precedenti ma sempre diversa.
La varcammo… e la sala di pietra non era più lì.

Sospesi su una piattaforma a pelo dell’acqua, la vista spaziava su un blu infinito. Il mare sotto i nostri piedi e il cielo notturno sopra la testa.
Un lungo pontile collegava la nostra postazione a un gruppo di palafitte illuminate soffusamente.

- Non sembra una zona neutrale…

- Magari è un altro livello?

Sembrava l’ipotesi più probabile. La porta da cui eravamo passati era scomparsa, e ora non ci rimaneva altro che proseguire.
Quella sorta di villaggio era costituito da due cerchi concentrici, l’esterno di dodici case e l’interno di cinque. Queste ultime cinque, poi, erano collegate a un’ulteriore piattaforma, occupata solamente da una porta.
Andai a controllarla assieme a Connor e Martha, mentre gli altri esploravano il resto.

- L’unica cosa strana è il colore… non ne ho mai viste di bianche finora.

- Potrebbe essere un’uscita, ma…

- Ascoltate… - ci raggiunse Jahel – un grande magazzino, laggiù, è completamente vuoto, ma per il resto sono tutti negozi e alberghi… come una qualsiasi sala di transito.

- Ma che diavolo vuol dire? Non ci sono nemmeno i portali per raggiungere gli altri livelli!

- Bastian, - intervenne Martha - e se questo fosse… l’ultimo respiro?

L’ultimo respiro, l’ultimo traguardo prima della fine.
Il silenzio ci avvolse. Tutti stavamo riflettendo su quella possibilità, su ciò che significava.
Non pensavamo più nemmeno che esistesse.

- Ma i cristalli? Non ci sono i cristalli qui!

- Le stelle… le stelle potrebbero essere i cristalli.

Increduli e sorpresi, in principio eravamo così instupiditi dalla realizzazione che ci ritrovammo a festeggiare senza accorgercene.
Passammo le ore a banchettare e ubriacarci, ballando in quella capanna verso il bordo esterno, dove ardeva uno dei grandi fuochi. Si parlò dei progetti futuri, e quando i tre suonatori della compagnia fecero una pausa, il solito Logan esordì con la domanda che tutti avevano evitato fino a quel momento.

- Bene signori! La fine è vicina! Cosa desidererete? Per quanto mi riguarda, avete di fronte a voi il futuro uomo più ricco del pianeta!

Risi a quell’uscita. Non avevo dubbi su cosa avrebbe chiesto, era sempre stato così attaccato ai soldi.
E in linea di massima devo ammettere che pochi degli altri mi stupirono; sicuramente uno di quelli fu Connor: una casa in campagna, un orto e una bella moglie.
Mi sarei aspettato qualcosa di più esaltante, e invece dopotutto era un uomo molto concreto e semplice.
Finnie ammise quasi con vergogna di rivolere la sua famiglia, mentre Martha si limitò ad aggiungere un paio di figli al desiderio del nostro leader, fra fischi e ammiccamenti da parte di più o meno tutti.
Fu il turno di Jahel.

- Io voglio distruggere la razza umana.

Il tono candido con cui l’aveva detto era esasperante, e falso in modo lampante.

- Signorina, vogliamo la verità!

- E va bene, e va bene… mi accontenterò di divenire la donna più ricca del globo.

- Ehi! Quello è il mio desiderio! – intervenne Logan, azzittito subito dall’acida risposta di lei.

- Infatti ho detto donna, idiota. E tu Jude? Qual è il tuo sogno?

Ecco, se c’era una cosa in cui non ero affatto cambiato era quella.
In quell’anno e mezzo che avevo passato nella Torre, non una sola volta avevo pensato al mio ipotetico premio finale.
Tutti avevano combattuto per qualcosa, mentre io?

- …la pace nel mondo?

- Ahahahah! Bravo ragazzo fino in fondo, eh?

- Taci, ortolano! Pensa alle tue verdure!

Non avevo un desiderio, non volevo essere da meno degli altri.
Ma allora, cosa avevo ottenuto fino a quel momento?




- Ehi, cosa fai qua da sola?

- Oh, Jude… niente, pensavo.

Mi sedetti sul bordo accanto a Jahel, a osservare quel finto cielo di stelle rotte.

- Sai, io… forse non era del tutto uno scherzo il mio primo desiderio.

- Quello sulla razza umana?

- Mh. Non siamo capaci altro che di creare dolore attorno a noi. Perché c’è gente che sente il bisogno di essere così crudele? Cosa gli ha fatto un cane, o un gatto, per meritarsi il loro odio? E perché devono essere sempre, sempre così egoisti! Che vadano al diavolo!

“Prendile la mano, prendigliela!” non facevo che ripetermi.
E invece le posai la mano sulla testa, scompigliandole i capelli castani.

- Ma ti senti? Ti ricordo che siamo distruttori, sì?

Avrei voluto dire anche qualcos’altro, ma una secchiata d’acqua mi prese alle spalle.

- Che fai, ci provi con la nostra principessa?

- Logan, che diavolo fai?

- Oh, hai ragione, non è abbastanza. Ecco, questo è abbastanza!

E mi spinse giù dal pontile, trascinandomi dietro anche Jahel, che non era riuscita in tempo a liberarsi dal mio braccio.
Ci mettemmo a ridere. Stavolta di cuore. Tutte le tensioni scivolarono via, senza motivo.
Quando rideva era bella. Era luminosa, e fragile.

- Anch’io ho mentito prima.

- Ah, sì? E allora qual è la verità?

- Voglio ritrovarti. Quando saremo fuori, voglio ritrovarti.

Senza pensarci troppo, la attirai a me e la baciai.
Senza fretta, assaporai le sue labbra di salsedine e abbracciai le sue spalle morbide.

- Ehi, bastardo! Non ti ho buttato in acqua per agevolarti!

Altre risate, un altro bacio, un rumore sordo di cristallo infranto.

Un altro pezzo di vita che cadeva nel fondo dell’’oceano.
Un altro segno di morte sul nostro cammino.










Il capitolo è di nuovo in anticipo, così, giusto per festeggiare :3
Ed è anche il più lungo fra tutti O_o
Quindi, yeah, spero di avervi fatti felici!XDD
Anche perché io adoro questa parte <3
Credo sia il migliore (a mio parere) assieme al prossimo...soprattutto per l'ambiente dell'ultimo respiro, che io adoro <3 (non dovrei dirmelo da sola? Pazienza.)
Oh, e spero abbiate notato che Martha è l'unica a chiamare Connor con il suo nome, uhuh (Bastian) 8D

Ebbene, grazie a voi che mi seguite!^^
Il prossimo è l'ultimo capitolo (gasp!), dopo il quale ci sarà solo un epilogo... quindi, two chapters to go!D:
A-ehm, fine.

Alla prossima, con il capitolo 5: "Avida".

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Capitolo 5
*** Avida ***


La Torre - I Distruttori 5 Capitolo 5: Avida




E quando mi sveglierò,
mi guarderò attorno frastornato senza capire.
E riderò di quell’incubo.




- Benvenuti in cima alla Torre.

Oltrepassata la porta bianca, ci accolse la stessa voce che ci aveva introdotto alle brevi regole della Torre.
Questa volta di persona, da dietro una cortina di tulle. Molto teatrale. Ormai avevo visto infranti tutti i principali cliché della letteratura, quindi mi ero preparato.
Avrei dovuto esser preparato anche alla fase successiva allora. Ma così non fu.
La seconda volta che parlò, un brivido gelido attraversò tutti noi.

- Avete scelto il vincitore?

Ci guardammo confusi l’un l’altro.
Cosa voleva dire il vincitore? Eravamo tutti giunti alla fine, eravamo tutti dei vincitori.

- Come sarebbe? Non abbiamo diritto tutti quanti a un desiderio?

Una risata come veleno.

- Per ottenere qualcosa bisogna dare in cambio qualcosa. Chi offre questi sacrifici in cambio del suo sogno?

L’orrore mi invase. Uno vincitore, gli altri sacrifici.
Proprio ora che sapevo cosa chiedere, che avevo trovato qualcosa da desiderare con tutto me stesso.
E ora doveva finire?

Osservai gli altri.
Confusi, spaventati, increduli.
Tutti erano come me. O quasi.

- Davvero realizzeresti qualunque cosa?

- Senza dubbio, non ci sono limiti.

Un grido, e Finnie si accasciò al suolo, senza più vita. Il sangue arrivò ai miei piedi, mentre Jahel si rivolgeva di nuovo alla voce.

- E sia.




Ero rimasto inerte, inutile, per tutto quel tempo. Ero rimasto solo, sconvolto, distrutto.
Perché?
Non riuscivo a trovare un motivo, era impossibile per me anche solo comprendere un gesto simile.
Voleva così tanto vedere il suo desiderio realizzato?
Non ebbi il coraggio di chiederglielo, o forse fu il tempo a mancarmi.
In un istante mi fu addosso, cercando di fare breccia nella mia difesa.
Da parte mia non sapevo come reagire: dovevo attaccarla? Dovevo ucciderla?
Non volevo.
E poi le vidi, quelle lacrime che le solcavano la guancia.

“Prendile la mano.”

Mi lasciai andare.
La sua lama mi colpì al petto, sotto il cuore, ma non me ne accorsi.
Le afferrai la mano che reggeva l’elsa e la trascinai a me.

- Va tutto bene. Questo è… solo un sogno.

Caddi.




Nella stanza era rimasta solo una ragazza, in mezzo ai tanti cadaveri di quelli che erano stati i suoi compagni di viaggio, i suoi amici.
Se era davvero solo un sogno, voleva svegliarsi. Voleva scoprire di dover andare a seguire i corsi invernali, di dover portare fuori il cane, e di conoscere Jude in qualche pub.
Jude.

Crollò sulle ginocchia accanto al ragazzo.
Gli accarezzò i capelli biondi, appoggiò la testa sul suo petto.
Urlò. Un urlo silenzioso che echeggiava nella sua testa.

Dei passi si avvicinarono a lei.

- Qual è il tuo desiderio?

Voleva tutto e tutti, Jahel della Compagnia dei Distruttori.
Voleva Connor, e Martha, e Logan, e Finnie.
E voleva Jude.

- Voglio tornare indietro…











Domande che (in un certo senso) trovano risposta:
1) Perché Finnie è morto per primo? Perché Jahel sa della sua paura del sangue, e quindi gli ha risparmiato la scena successiva.
2) Chi è la figura misteriosa? Spoilerrrr
3) Perché Jahel li ha uccisi?D:  Spoilerrrr
4) Perché non ho descritto il combattimento? Per limiti di lunghezza e tempo. Ero già oltre il limite di consegna ;_;
5) Chi dice la frase rappresentativa del capitolo? Jude, tra l'altro è la frase che giudico sia di maggior effetto fra tutte. E' la mia preferita insomma.
6) Mi sento un po' stronza? No, mi sento infinitamente stronza.

D°°:
Sono arrivata di nuovo tanto in anticipo, ma non vedo proprio l'ora di finire di pubblicare, un po' per sapere che ne pensate della fine, e un po' perché...voglio cominciare La Torre *_*
(la storia principale XDD)
Ok, il prossimo capitolo è un epilogo.
E vi chiarirà tante cose. Forse. Magari.
Siiiigh, questo è un capitolo veramente corto. ;_;
Scusate, è che ho un modo tutto mio di suddividere le scene.
E ora vi saluto, grazie per aver letto anche questo capitolo e i miei commenti finali sconclusionati, e se vorrete dirmi cosa ne pensate...vi autorizzo anche a insultarmi per i recenti risvolti della trama 8D

Comunque sì, alla prossima con l'ultimo capitolo: "Circolo Vizioso".

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Capitolo 6
*** Circolo Vizioso ***


La Torre - I Distruttori 6 Epilogo: Circolo vizioso





Non è altro che un labirinto.
Per quanto ti sforzi, per quanta strada tu possa fare,
continuerai a perderti, e tornerai all’inizio.




Stavo osservando quella torre monumentale che sorgeva nel mezzo della città, circondata da un parco, che non possedeva né finestre né porte. Che era lì da sempre, per sempre.
Stavo osservando le persone che vi si raccoglievano attorno, sperando in qualche modo di riuscire a entrarvi e avere una qualche possibilità, seppur remota, di realizzare il proprio desiderio.
Mi chiedevo cosa potessero mai volere, cosa tentassero di ottenere.
Io non avevo nulla.
Nulla che mi preoccupasse, nulla che desiderassi.
Mi bastava ciò che avevo, la vita che conducevo, monotona e tranquilla, ma che non mi faceva mancare nulla.
Eppure fui io esser trascinato in quel gioco.
Io che non possedevo alcuna ambizione, ero stato scelto assieme a una ventina di persone, tutte diverse tra loro, tutte spaesate e stordite. Accanto a me c’era una ragazza, bella, forte. Il suo sguardo rivelava una volontà potente, incorruttibile. Volevo parlarle, volevo toccarla. Volevo afferrarle la mano. Perché dietro quegli occhi c’era qualcosa di vuoto, di profondamente triste. Ma forse vedevo cose che non c’erano.
Proprio quando la mia mano stava per raggiungere la sua, quella voce risuonò nel salone.
Era come se mi fossi risvegliato dal torpore: dimenticai ciò che mi circondava, scelsi un’arma e varcai la porta più vicina.


Perso in un labirinto di siepi e cemento, con uno squarcio sul braccio, uno sulla gamba e un rivolo di sangue a colarmi sull’occhio sinistro ad aspettare la morte, rigorosamente nella forma di uno pseudo rettile dall’improbabile aspetto preistorico. Ecco in che situazione ero nel giro di un’ora o due.
L’idea di arrivare fino alla fine per potermene tornare a casa sembrava destinata a sfumare, costringendomi a sfruttare l’altro sistema.
Ma un fruscio e un tonfo alle mie spalle stravolsero i miei piani catastrofici.
Con mia meraviglia la ragazza che tanto avevo osservato prima si parò fra me e la bestia, fulminandola con quella che mi sembrò magia.
Altrettanto sorpreso fui quando mi curò le ferite e senza lasciarmi il tempo di dire nulla si alzò per andarsene.

- Ehi, aspetta! Come… come hai fatto?

- …”La vostra forza è la vostra volontà”. Non è una frase detta a caso. Ah, ti conviene passare sopra i muri.

Prima di andarsene mi parve di sentire ancora delle parole sussurrate, ma non ne ero sicuro.
Mi ripromisi di cercarla di nuovo, per ringraziarla e per chiederle una spiegazione.
Ma non la vidi più per un lungo tempo, e quel dubbio mi rimase.




Mi dispiace.
Questa volta sarò la vostra sentinella.
















...e fu così che La Compagnia dei Distruttori finì. ._.
Ma sapete che l'ultima frase non mi convince?XD
Pazienza, non ho intenzione di cambiarla.
Comunque consolatevi, mi sento tuttora una stronza per come ho fatto andare le cose ;_;

Allora, forza! Sputate il rospo: cosa ve n'è parso?
Delusi dalla fine? Soddisfatti? Felici? Arrabbiati?
Ora che la storia è completa mi piacerebbe sapere cosa ne pensate nella sua interezza, anche chi finora ha letto ma non ha mai commentato ** (forse chiedo troppo? XD)

Passando al capitolo, non ho fatto molta fatica a scriverlo!X°°D (è un copia-incolla spudoratissimo X°°D scusate u_u")
Il labirinto alla fine è la stessa Torre, e Jahel è l'avida, e spero che si sia capito il motivo già nello scorso capitolo!XD
Lei ha voluto uccidere tutti i suoi compagni per poterli salvare, ma il desiderio è stato espresso in modo sbagliato, ed ecco che tutto ricomincia. (ah, ci tengo a precisare che non c'è stato un rewind temporale, ma semplicemente i personaggi sono stati riportati alla situazione in cui si trovavano nel momento in cui Jahel è entrata nella torre la prima volta. E solo lei ha mantenuto la memoria dell'anno precedente. Scusate, è complicato y_y)
Come si dice? Dove c'è una fine c'è un nuovo inizio?
In questo caso è doppiamente vero, perché il primo capitolo di La Torre (la storia principale :3) è già disponibile <3

La Torre

Nuova storia, nuovi personaggi.
MA.
Non è che ho scritto di Jude e Jahel per nulla... e chi vuol intendere intenda 8D

Bene, e prima che le note diventino più lunghe del capitolo in sé...vi lascio!=D

Grazie mille per aver seguito La Torre - La Compagnia dei Distruttori!
Spero che l'abbiate apprezzata e di risentirvi :3
A presto!


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