DogZ

di Icegirl46
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MISTERI ***
Capitolo 2: *** 02. LE COMARI ***
Capitolo 3: *** 03. INDOVINA CHI VIENE A COLAZIONE? ***
Capitolo 4: *** 04. CACCIA AL TESORO ***
Capitolo 5: *** 05. SCHERZETTI ***
Capitolo 6: *** 06. SORPRESINE ***
Capitolo 7: *** 07. SHOULD I STAY OR SHOULD I GO? ***
Capitolo 8: *** 08. ALL YOU NEED IS JUST A LITTLE PATIENCE… OR NOT?! ***
Capitolo 9: *** 09. MR BROWNSTONE ***
Capitolo 10: *** 10. I WILL BE THERE ONCE MORE ***
Capitolo 11: *** 11. BEER I LOVE YOU, ONLY YOU BEER… ***
Capitolo 12: *** 12. CALZINI CAZZONI E CASINO ***
Capitolo 13: *** 13. WORKERS ***
Capitolo 14: *** 14. DAUGHTER ***
Capitolo 15: *** 15. II SHOW... WITH SURPRISE ***
Capitolo 16: *** 16. MY NAME IS ROSE... AXL, ROSE! ***
Capitolo 17: *** 17. EQUIVOCI ***
Capitolo 18: *** 18. TROUBLES ***
Capitolo 19: *** 19. IT'S THE SAME OLD SITUATION... ***
Capitolo 20: *** 20. I’M THE CUPID OF ROCK ***



Capitolo 1
*** MISTERI ***


MISTERI

I cardini della vecchia porta in legno cigolarono. Una figura di corporatura esile e dai capelli neri che ne ricoprivano parte del viso entro` nello squallido appartamento, nel soggiorno in penombra, guardandosi attorno con attenzione. Gli sembrava di essere un topo di appartamento… in casa sua. Beh, forse il ruolo del ladro non gli si addiceva gran che, non con quei pantaloni di colore rosso acceso, almeno, ma di certo quello dello 007 in missione top secret gli sarebbe calzato a pennello.

Chiuse la porta con la massima attenzione e cercando di fare il minor rumore possibile. Si guardo` nuovamente attorno con circospezione… via libera! Nessuno in vista, non uno dei suoi ficcanaso compagni di gruppo. Si incammino` a grandi passi verso la sua stanza, la prima porta del corridoio, subito dopo quella specie di cucina (se cosi` la si poteva chiamare, con pochi mobili sgangherati e praticamente mai usati).

- Izzy? Hey amico, dove corri? –

Cazzo. Ma perche` questa specie di lampione non si fa mai i fatti suoi? E perche` deve stare nella sua cucina, soprattutto?

- Oh amico, non ti avevo nemmeno visto, pensa! –

Con tutti quei ricci davanti alla faccia, non era difficile da credere.

- Ci credo che non l’avevi visto, e` come un fantasma lui! Pallido uguale, silenzioso uguale! –

Ma questo sempre qui a rompere le palle doveva stare?

- Eheh… ehmm… ciao ragazzi –

“Cerca di essere il piu` normale possibile! Non mostrarti nervoso. Fai finta di nulla!!!!”

- Izzy che hai? Ti vedo strano. Piu` del solito, intendo –

Merda.

- Chi, io? Ma no, figurati! E` che… devo andare un attimo al bagno, non resisto piu`, se non vado subito mi scoppia la vescica –

E detto questo, il moretto si dileguo`, correndo via il piu` velocemente possibile, e lasciando gli altri piuttosto perplessi. Non che i comportamenti strani non fossero da Izzy, anzi forse fra tutti loro, il moro era il piu` strano di tutti, ma in quel momento sembrava particolarmente bizzarro.

- Ahia! Ma porca… oh cazzo! – PUUM – Ohio! –

Slash e Duff si cambiarono un’occhiata eloquente. Steven, invece, aveva un’espressione molto perplessa.

- Izzy, che cosa stavi combinando in quel cesso? – gli chiese, appena il moro torno` in cucina.

- Nulla! Perche`, cosa avrei dovuto fare scusa? –

- Ma, non lo so – intervenne il riccio – abbiamo sentito dei rumori… e poi ti sta gia` crescendo un bernoccolo sulla fronte! –

- No no, nulla di che. Sono… inciampato nella scopa, ecco –

- E da quando tieni una scopa in bagno tu? –

- E soprattutto, se la tieni, perche` non la usi? Qui dentro ci sarebbe proprio bisogno di un po’ di pulizia, sai? –

- Hey, ma a voi cosa interessa, eh? Vi ricordo che questa e` casa mia, e che se non vi va bene ve ne potete anche andare, invece di fare tutte queste domande. Siete peggio delle pettegole! –

- Stai calmo amico, e fatti una birra, che passa tutto! E ti si distendono anche i nervi, credimi! – intervenne Duff, per calmare un po’ gli animi.

- Si Izzy, oggi sei stranamente nervoso. Rilassati! E, giusto per inciso, siamo qui perche` ce lo hai chiesto tu –

Vero, cazzo!

Quella mattina aveva chiamato l’appartamento che Duff divideva con Slash, solo poche strade piu` a nord di quello che avevano affittato lui e Axl, per chiedere se qualcuno di loro fosse riuscito a stare da lui per quella mattina. Il rosso in quei giorni era particolarmente schizzato, e anche se non era un esperto, gli sembrava palesemente depresso. Si rifiutava persino di uscire dalla sua stanza, tranne che per qualche breve (e necessaria) puntatina al bagno e in cucina*. E visto che Izzy aveva deciso di uscire a fare un po’ di spesa, non se l’era sentita di lasciare il suo amico di sempre in casa da solo, e aveva preferito chiedere a uno dei suoi band-mates di fare da babysitter per qualche ora… non pensando certo al fatto che si sarebbero presentati tutti e tre all’uscio di casa sua!

- Gia`, hai ragione. A proposito, come sta Axl? – chiese subito, preoccupato.

- Come sta, dici? Bella domanda! Si sara` fatto vedere per 10 secondi al massimo, in due ore intere! Il tempo di correre al cesso e tornare in camera, insomma – gli rispose Duff.

- Si, e sempre nel piu` assoluto silenzio, aggiungerei – rincaro` la dose Steven.

- Ma che cos’ha, di preciso? – gli domando` Slash.

- Non lo so, davvero… comunque, non mi preoccupo. Non particolarmente, almeno. Gli passera`! – disse, tirando fuori una birra dal frigorifero, fingendosi rilassato. Ed in effetti, stava riuscendo piuttosto bene nella sua recita, quando Steven salto` su dicendo di dover andare al bagno, prima di tornare a casa.

- Al-al bagno? –

- Si Izzy, al bagno –

No no no no!!

- Non… ehmmm… riesci a tenerla? –

- Scusa? –

- Ma si dai, non avrai la vescica di un ottantenne, no? Dunque tienila, e vai a farla a casa tua –

- Izzy, ma ti sei rincoglionito, oggi? –

- Ma che rincoglionito e rincoglionito Steven! Guarda che Izzy lo dice solo per la tua incolumità`! – si intromise Slash.

- Cosa? –

- Ma si, guarda che ha ragione Slash! La verita` e` che prima non doveva solo pisciare… chissa` che schifezza c’e` adesso in quel bagno Steven! Io fossi in te eviterei di andarci! – gli disse Duff,
facendogli l’occhiolino in un segno di intesa.

- Cosa cazzo dite? Per chi mi avete preso? Assomiglio ad un maiale, forse, o a una puzzola? Non ho fatto niente in bagno ed e` pulitissimo! – esclamo` l’interessato, rosso in viso per la rabbia e
 la vergogna - ... o almeno, non e` piu` sporco del solito, ecco – aggiunse poi a voce piu` bassa, giusto per amore della sincerita`.

- E allora, dov’e` il problema scusa? –

Steven lo scosto`, dirigendosi verso il corridoio e la tanto agognata meta, fermato pero` da Izzy, che lo prese per una manica.

- Oh! Ma che c’e` ancora! Devo andare al bagno, cazzo! E a meno che tu non ci stia nascondendo dentro un drago, io ora ci vado! –

- No! Il bagno e` mio, e tu non ci vai! –

- Ma che cazzo sei, un bambino di un anno? –

- Izzy, tu sei proprio fuori oggi, la vicinanza di Axl non ti fa bene per niente –

- Non e` che ci hai nascosto dentro Pamela Anderson, e te la vuoi tenere tutta per te? –

- Magari Steven! –

- No, non c’e` nascosto nessuno, e ora andate a casa, grazie tante per l’aiuto, ci vediamo per le prove – disse il moro, cercando di spingerli nel modo piu` risoluto possibile verso la porta.

I tre si guardavano tra loro, sempre perplessi e cercando invano di protestare, quando all’improvviso sentirono la voce di Axl, stranamente allegra e con una nota di dolcezza nelle sue parole.

- Ciao piccolino! Vieni qui? …Ma come sei bello tu! Me lo dai un bacio? …Ahaha, g
razie! –


CIAO A TUTTI, ECCOMI DI NUOVO QUI.
SPERO CHE QUESTO PRIMO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, CI TERREI MOLTO A SENTIRE IL VOSTRO PARERE (ANCHE LE RECENSIONI CRITICHE MI VANNO BENISSIMO, PURCHE` COSTRUTTIVE), ANCHE PERCHE` NON SO ANCORA LA TRAMA PRECISA DELLA STORIA, SONO APERTA A SUGGERIMENTI E NUOVE IDEE, E SOPRATTUTTO, SE NON VI PIACERA`, LA FARO` FINIRE VELOCEMENTE.
BENE, CHE ALTRO DIRE? AL PROSSIMIO CAPITOLO (CHE NON SO QUANDO POSTERO`, MA VA BENE COSI` XD)

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Capitolo 2
*** 02. LE COMARI ***


***
PICCOLO AVVISO PRE-LETTURA:
 
- Nello scorso capitolo, ho scritto che Axl si rifiutava di uscire dalla sua camera. Questo e` un atteggiamento che il cantante, forse sempre a causa del suo umore un po’ instabile e probabilmente, in quel periodo, depresso, tenne piu` volte nel corso gia` dei primi tour col gruppo, come ricorda Slash nella sua autobiografia.
 
- COME AVRETE CAPITO, LE FRASI FRA VIRGOLETTE SONO I PENSIERI CONSCI DI IZZY FORMATI RAZIONALMENTE DALLA SUA MENTE (scusate il gioco di parole…), QUELLE IN CORSIVO, INVECE, SONO QUEI “FLASH” CHE IL NOSTRO SUBCONSCIO FORMULA OGNI DUE MINUTI E PER OGNI COSA… INUTILE SOTTOLINEARE CHE I MIEI DI SOLITO CONO PIUTTOSTO MALVAGI E IRONICI… BENE, VI LASCIO AL CAPITOLO =)
***
 
 
- Ciao piccolino! Vieni qui? …Ma come sei bello tu! Me lo dai un bacio? …Ahaha, grazie cucciolo! –

Lo sguardo che corse tra Duff, Steven e Slash fu di incredibile sorpresa, oltre che immensa curiosita`. Con chi stava parlando il loro cantante, che, a quanto aveva detto loro Izzy e da cio` che avevano constatato di persona quella stessa mattina, da giorni era chiuso nel piu` ostinato silenzio?
L’espressione di Izzy non era molto diversa dalla loro, anche se lui sapeva benissimo chi era il misterioso interlocutore. Ma in ogni caso, sentire Bill parlare con un tono cosi` allegro e carico di tenerezza, lo aveva lasciato piacevolmente e totalmente interdetto. E i suoi tre compagni di gruppo non si fecero certo scappare l’attimo di sbalordimento di Izzy, approfittandone per riuscire finalmente a scrollarselo di dosso e precipitarsi attraverso il salotto, seguiti di nuovo dal chitarrista che sembrava essersi ripreso. A grandi falcate raggiunsero il bagno, con Izzy che di nuovo cercava, inutilmente, di bloccarli tirandoli per i chiodi di pelle. Appena aperta la porta, la scena che si presento` ai loro occhi li fece scoppiare a ridere.

Il loro cantante, l’irascibile, vendicativo, spaccone e sbruffone Axl Rose, che non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, con la sindrome della prima donna ed il carattere piu` ostinato che avessero mai visto, suscettibile a repentini e temibili cambiamenti di umore, lunatico come pochi, se ne stava seduto per terra, con in braccio una palla di pelo nera che gli leccava la faccia, mentre un altro batuffolo gli mordicchiava l’orlo della maglia scolorita che indossava, in cerca forse di attenzione, o magari per puro divertimento nel fare i dispetti a quel ragazzo dai capelli rossi che rideva sereno.
Rimasero tutti e quattro sorpresi, persino il buon Izzy.

Non ci credo! E` un’allucinazione… sarebbe da fotografare un momento cosi`!

- Buhahahah!! Ma ti sei visto Axl? Se qualcuno ti fotografasse ora, potremmo dire addio alle speranze di sfondare come la nuova miglior band dei cattivi ragazzi della scena di L.A.!! – ed ecco la voce di Slash interrompere quella scena tanto dolce.

- Dai Slasher non gli dire cosi`, sta solo mostrando il suo lato materno! – disse Duff sghignazzando, mentre entrambi si beccavano un’occhiataccia di fuoco da parte del rosso e di Izzy, con la differenza che quella del moretto era piu` che temibile (Izzy non si arrabbiava mai, ma quando questo accadeva, erano cazzi amari per tutti), mentre quella di Axl era assolutamente fuori luogo, con la linguetta rosa del cucciolo che ancora gli leccava le guance, neanche ci avesse trovato qualcosa di buono da mangiare.

- Beh, che avete da parlare voi? State zitti, idioti, invece di dare aria alla bocca. Che loro due sono venuti da me, e mi vogliono gia` bene, perche` io sono piu` bello di voi, e loro che sono intelligenti se ne sono accorti! – ribatte` inviperito, ma con la sua solita aria risoluta e di superiorità` - ... ma che cazzo fai Steven! Ma proprio adesso ti devi mettere a pisciare, mentre ci sono io in bagno? Che schifo! – aggiunse alterato, alzandosi di scatto e prendendo sotto braccio i cuccioli, come in una brutta imitazione della posa della Statua della Liberta`, per poi sorpassare tutti e tornare nella sua stanza, chiudendo la porta, e anche la discussione.

E` di nuovo incazzato. Merda…

Tra Slash e Duff calo` un silenzio di tomba, mentre i due si rendevano conto che forse, se fossero stati in silenzio, il cantante non si sarebbe rintanato di nuovo nel suo covo, e con i piccoli cani in ostaggio per di piu`… poveri cuccioli!

Come diceva sempre mio nonno, il bel tacere non fu mai scritto…

 Izzy mantenne la sua solita aria impassibile, anche se era evidentemente scocciato. Solo Steven ruppe il silenzio dopo qualche secondo.

- Aaaah finalmente! Stavo esplodendo, non ce la facevo piu`. Perche` quelle facce, ragazzi? –

- Razza di pecora, a volte mi chiedo su che pianeta vivi… -

- Parla proprio lui, il re delle scimmie! Sta zitto, Slash –

Io.li.ammazzo.tutti.

- STATE ZITTI TUTTI!!! –

Le tre comari sobbalzarono comicamente, spaventate e sorprese dall’urlo di quella voce semisconosciuta e quasi mai udita a quel livello di decibel: Izzy. Arrabbiato, per di piu`.

- Adesso voi prendete e ve ne andate fuori dalle palle. Tutti. E non vi voglio sentire dire una parola, razza di idioti! –

- Come scusa? Non sono idiota io! –

- No, sei deficiente, che e` anche peggio. Ora anda… –

- Ora tu ci spieghi da dove saltano fuori quei cani, altro che palle. E muoviti anche! –

Ma Axl non poteva aspettare un minuto ad andare al bagno? Loro se ne andavano, e io non avevo problemi… cazzone di un pel di carota!

- Non mi devo giustificare con voi –

- Oh si` che devi, Izzyno caro, visto che l’ultima bestiaccia che hai portato a casa mi ha mangiucchiato tutto il basso –

- E ha fatto pipi` sulla mia batteria! –

- E ha distrutto la mia chitarra!! –

Eheh… gli inconvenienti succedono, no???

- Dettagli. Inezie. Cose trascurabili – rispose risoluto.

- “Inezie” un cazzo, Izzy. Chi li ha i soldi per ricomprare l’attrezzatura? E poi dove diavolo hai imparato a parlare? –

- Adesso li riporti dove li hai presi, e subito anche! –

- Esatto, quei cosi non li tieni. Non siamo un cazzo di zoo –

- Tu ci staresti bene allo zoo, Steven, e se non smammi ti ci porto! Ma voi che cosa volete dalla mia vita?! Caso mai si puo` lamentare Axl che vive qui, ma voi due avete un vostro appartamento, e tu, Popcorn, non vivi con la tua bella o mi
sbaglio? Quindi scio`, via! Cosa state ancora qui a fare? Fuori dalle balle, muoversi! –

- Si certo, ma il microfono di Axl non se lo mangia nessuno, e i cani non lo usano nemmeno per farsi i denti, non ci hanno mai pisciato sopra fino a prova contraria… quindi siamo noi,ad avere voce in capitolo-

- Un corno! – tutti sobbalzarono voltandosi di scatto, presi alla sprovvista dalla voce del cantante alle loro spalle. Nessuno aveva fatto caso alla porta scrostata della sua stanza che si apriva e alla chioma rossa tenuta indietro da una bandana azzurrina, che ne faceva capolino nel piu` assoluto silenzio, per ascoltare il battibecco e poi, come faceva sempre, mettere fine alla loro discussione, essendo sempre Axl ad avere l’ultima, risolutiva, inappellabile parola – Questi cuccioli restano qua, e fine della storia! -
 











 
CAPITOLO CORTO, LO SO, E IN CUI NON SUCCEDE MOLTO, MA VI ASSICURO CHE IL PROSSIMO SARA` DAVVERO DIVERTENTE  xD
COMUNQUE, SPERO VI PIACCIA, E COME AL SOLITO FATEMI SAPERE LA VOSTRA OPINIONE.
UN GRAZIE IN PARTICOLARE A COLORO CHE HANNO RECENSITO :*

 

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Capitolo 3
*** 03. INDOVINA CHI VIENE A COLAZIONE? ***


TUUUM!


SBANG!


PAM!


- CAZZO!! –


“Ma cosa diavolo…” penso` Izzy, aprendo svogliatamente un occhio, la testa ancora affondata nel cuscino e rivolta verso il bordo del suo letto (o forse, sarebbe stato meglio chiamarlo brandina…) svegliato da una serie di inquietanti, improvvisi rumori. Che provenivano dalla cucina. Che Axl avesse deciso di cucinare?

O merda, qui salta tutto in aria!                        

Getto` un’occhiata confusa e allo stesso tempo di grande urgenza alla radiosveglia che aveva sul comodino, accanto al letto. Segnava appena le 7.22.

Impossibile

Axl non si alzava mai prima delle 9.00… eppure, i rumori li aveva sentiti, e anche l’esclamazione molto fine che ne era seguita. O forse no? Magari stava solo sognando, in fondo la sera prima era andato a letto piuttosto tardi, a causa di una melodia che aveva sulla punta della lingua, o meglio delle dita, ma che non ne voleva proprio sapere di uscire. Forse era solo un sogno, e lui mezzo intontito lo stava credendo reale. Mah… nel dubbio, chiuse gli occhi e si rigiro` tra le coperte tirandosele fin sotto il mento, pensando che avrebbe fatto bene a dormire un altro po’.

- AHIA!! Uffa… -

Eh no, non se l’era ne` immaginato, ne` sognato, stavolta. Quello era proprio Axl, che si lagnava di qualcosa. Qualcosa che stava succedendo in cucina!

Aiuto…

Si alzo` di scatto, notando il letto del rosso, accanto al suo, vuoto, e  iniziando a sentire un certo odore di bruciato.

Cazzocazzocazzo!!!

Si mise addosso un paio di vecchi pantaloncini corti, come quelli che usava nelle ore di educazione fisica da ragazzo, e, facendo attenzione a dove metteva i piedi per evitare di calpestare i cani che dormivano a terra, su un vecchio straccio, corse a vedere cosa stava accadendo. Appena varcata la soglia, gli sembro` improvvisamente di essere entrato in un campo di battaglia: farina rovesciata a terra, padelle appoggiate un po’ ovunque, sciroppo d’acero a formare una pozza che svettava sul tavolo, macchie di caffe` persino sul soffitto… Si`, Axl aveva provato a cucinare.

In mezzo al caos, stava la figura esile del rosso, i capelli tirati in qualche modo dietro le orecchie e un tegame nella mano destra, contenente qualcosa di indefinito e… bruciacchiato, neanche a dirlo.

- Hey Izzy, come mai gia` sveglio? –

“Mi prende per il culo?!”

Pero`… E` di buon umore oggi!

- Il mio sonno era disturbato –

- Ah si`? Come mai? –

“Si`, mi prende per il culo”

E` un caso disperato…

- Non so, rumori… comunque, che stai facendo tu, qui? –

- Come, che sto facendo? Preparo la colazione no? Mi sembra ovvio! –

- Ma, insomma… tu non prepari mai la colazione Axl, aspetti sempre che lo faccia io. Sicuro che vada tutto bene? –

- Certo! E poi oggi e` un giorno speciale! – gli rispose, guardandolo con ovvieta`.

Compleanno! Il mio compleanno, e io me ne sono scordato! O peggio… il suo!

Cerco` il calendario con sguardo febbrile, ma si accorse che non si trattava di nessuna ricorrenza degna di nota.

“Per fortuna!”

Se non gli avesse fatto un regalo per il suo compleanno, sarebbero stati guai!

- Non-non capisco a cosa ti riferisci, sinceramente –

- Izzy, sai che giorno e` oggi? E` il primo giorno che i cuccioli passano qui con noi! –

E` impazzito…

- Si lo so, li ho portati io qui ieri… ma ancora non capisco tutto “questo” – disse indicando, con un gesto plateale, i caduti di guerra. Cioe`, gli ingredienti rovesciati di qualche non meglio definita pietanza.

- Semplice: sto preparando loro la colazione –

- Tu stai… preparando la colazione ai cani, Axl? –

- Certo! Frittelle! Le adoreranno, vedrai! Non c’e` nulla di piu` buono delle mie frittelle! –

Immagino…

- Aspetta! Ma le frittelle non sono mica anche la tua colazione preferita, Izzy? Queste allora le lascio a te, cosi` mi dici che ne pensi, intanto cucino le altre… tanto credo di avere fatto troppo impasto –

Noooooo!!!

“Mi vuole avvelenare. Inventa una scusa Izzy, pensa…”

- Io veramente… non mi sento molto bene oggi Axl, che mal di pancia! Ahi! Credo che me ne ritornero` a letto a riposare, si`, mi sa proprio che lo faro`… -

- Ma e` anche meglio, se non stai bene le frittelle ti tirano su di morale. Si sa, mens sana in corpore sano, no? –

- Davvero amico, ti ringrazio, ma non mi vanno proprio –

- Ok, ho capito, non le vuoi perche` pensi che io non sappia cucinare. Ho capito, va bene – gli disse mettendo il broncio e dandogli le spalle.

Esatto, proprio cosi`!

“Oddio, adesso diventa di nuovo intrattabile. Sforzati Izzy, magari non andra` poi cosi` male…”

- Ehm… no anzi Axl, sai che ti dico? Hai ragione, forse mezza frittella mi fara` bene. Dai dammela che la assaggio subito –

Il rosso si volto` a guardarlo, con due stelline luccicanti al posto degli occhi.

“Mannaggia a me che mi lascio abbindolare… sono troppo buono”

Subito, il cantante prese un piatto e cerco` di far scivolare le frittelle dall’interno del tegame fino al piatto di Izzy, senza risultato. La pasta sembrava essersi appiccicata, e quegli affarini a prima vista sembravano dei blocchi di cemento armato. Alla fine, il rosso decise di prendere una forchetta e servirsi di quella per aiutarsi. Ed ecco finalmente il piatto troneggiare davanti al viso del povero chitarrista, ormai rassegnato.

Il moro prese una forchetta, taglio` un angolino del dolce, con calma infinita lo porto` alla bocca e lo poggio` sulla lingua. E per poco, non si strozzo`. Il suo primo istinto fu quello di sputare il tutto, ma fu bloccato dall’espressione di Axl che lo stava osservando intensamente, incuriosito e speranzoso di un giudizio positivo; cosi`, per amore del rosso e del quieto vivere, si sforzo` di ingoiare, riuscendoci anche grazie a un generoso sorso di latte dal sapore strano (piuttosto rancido, in effetti). O forse, era solo l’effetto delle frittelle che lo condizionava.

- Sono… buonissime, Axl! Squisite, davvero –

- Aaah, lo sapevo di essere migliorato in cucina! Vado a prendere i cuccioli, li ho lasciati nella stanza. Tu intanto vedi di non vanificare il mio lavoro facendo bruciare l’impasto che sta cuocendo. Dagli un’occhiata, ogni tanto – gli disse uscendo.

Io non vanifico proprio un cazzo, sei tu che ti vanifichi da solo!

“Certo Bill certo, vai di la` bravo, cosi` io ne approfitto per buttare tutta questa schifezza nel cestino”

Si alzo` e, badando bene di non essere visto, rovescio` le frittelle, anche se forse non erano degne di quel nome, nel cestino. Sopra, per sicurezza, ci verso` un paio di sacchetti di farina vuoti che, per colpa del rosso e dei suoi esperimenti, si trovavano li` accanto.

Fece giusto in tempo a girare l’impasto in modo che non bruciasse, e Axl torno` con i cuccioli sotto braccio. Certo che pero` erano proprio carini! Piccolini, neri, di una razza indefinita, anche se probabilmente si trattava di incroci (chi era quel pazzo che avrebbe abbandonato in un cartone vicino ad un cassonetto due cani di razza, con tutto quello che costavano?), col musetto simpatico e le orecchie che non riuscivano nemmeno a rimanere del tutto sollevate,  e degli enormi occhioni color ambra. Li appoggio` sul tavolo, mentre questi annusavano tutto intorno, scodinzolando, incuriositi dal nuovo ambiente, e prese le “frittelle” (macchine di morte, armi di distruzione di massa). Le mise nel piatto usato poco prima da Izzy, e le presento` ai due cani, che si avvicinarono e le annusarono, per poi rivolgere la loro attenzione altrove.

“Nemmeno loro le vogliono mangiare”

- Hey, piccolini? Eddai su, guardate qui cosa c’e` di buono da mangiare eh? – riprovo` Axl, che spinse di nuovo il piatto vicino ai loro musetti. E come prima, fu inutile.

- Dovete fare colazione, dai! Non potete stare a digiuno, no? – incalzo`, ma ancora senza risultati.

- Uffa! Izzy, non le vogliono mangiare! Non e` che stanno male, vero? –

Finche` non mangiano questa schifezza, staranno benissimo…

- No Axl. Non hanno nulla che non vada, ma sai, loro mangiano solo una volta al giorno di solito, e poi sono cosi` piccoli che per ora tutto cio` di cui necessitano e` un po’ di latte –

- Ah… oh… - gli rispose il rosso con una buffa espressione imbronciata e allo stesso tempo sorpresa.

A Izzy sembrava strano vederlo cosi` allegro e soprattutto spontaneo. Forse la presenza di quei due esserini gli stava facendo bene, perche` l’unico con cui si dimostrava come effettivamente era, fino a quel momento, era stato proprio lui. E forse, proprio per questo, si trattenne dallo scoppiare a ridere nel vederlo cosi` demoralizzato dopo tanto (inutile) impegno, e cerco` con qualche parola di tirarlo su di morale.

- Beh amico, non te la prendere, sono certo che avranno apprezzato i tuoi sforzi –

- E adesso, Izzy, io che cosa ne faccio, di tutta questa roba? Ma soprattutto, come facciamo per il latte? Bisogna trovare un biberon, e subito! –

- Ahaha! No no, non credo proprio che sia necessario, una ciotola sara` piu` che sufficiente! Sono piccoli Bill, ma non neonati, altrimenti li avrei trovati morti vicino a quel cassonetto dell’immondizia! E per tutto questo disordine, ti conviene… -

- Ah bene, se basta una ciotola, allora dopo daro` loro da mangiare, adesso pero` ho voglia di dormire, siamo tutti e tre stanchi… chiamaci verso l’ora di pranzo, Izzy – disse uscendo, e portando di nuovo i cuccioli con se`.

- … ti conviene mettere a posto, e buttare le frittelle nel cestino… come non detto… buon riposo, Axl – auguro` alla stanza ormai vuota, mentre la porta di quella da cui lui stesso era uscito circa mezz’ora prima si richiuse.

“E adesso chi cazzo mette in ordine questo disastro?”

TU, PIRLA!

- Mannaggia a te, Axl… - disse fra se`, afferrando uno strofinaccio.

 

 






 

ECCOCI DI NUOVO QUI! GRAZIE ANCORA AI MIEI RECENSORI, MA ANCHE AI LETTORI SILENZIOSI… SE VOLETE FARMI SAPERE ANCHE LA VOSTRA OPINIONE, NE SARO` PIU` CHE FELICE. BACI :*

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Capitolo 4
*** 04. CACCIA AL TESORO ***


Dopo avere pulito tutta la cucina, si sentiva a dir poco esausto, forse per le poche ore di sonno, forse per gli sforzi che aveva fatto per rimediare all’ennesimo disastro del suo amico. Cosi`, aveva deciso che sarebbe ritornato a letto a sua volta, per cercare di riposare ancora un po’. Entrato nella stanza, gli si era presentato agli occhi un quadretto davvero simpatico, col rosso che si era portato sul materasso con se` i due cuccioletti, e tutti e tre che dormivano tranquillamente, insieme, vicini.

“Che carini!” aveva pensato, andandosi a coricare a sua volta sul suo letto.

Aveva messo la testa sul cuscino da un secondo, e gia` era caduto in un sonno profondo. Cosi` profondo da non accorgersi nemmeno di Axl che si era alzato ed era uscito dalla stanza, cosicche`, quando alcune ore dopo si risveglio`, finalmente riposato a dovere, si ritrovo` da solo immerso nella penombra. Beh, per fortuna almeno non sentiva piu` alcun rumore venire dalla cucina, e questo lo rassicurava un po’. Dopo essersi alzato e vestito, usci` dalla camera e chiamo` il rosso a gran voce, senza ottenere risposta.

Ma dove diavolo si e` cacciato?

Decise di cercare di non preoccuparsi piu` di tanto, in fondo erano entrambi abituati ad entrare ed uscire di casa piu` o meno ad ogni ora, e spesso anche senza avvisare, quindi non vi era nulla di strano nell’atteggiamento del suo amico. Non fosse stato per un piccolo dettaglio: Axl si era rifiutato per giorni anche solo di lasciare la sua stanza, ed ora, tutto d’un tratto, di punto in bianco, decideva di andare a farsi una bella passeggiatina pomeridiana? No, gli sembrava tutto troppo strano. Anche perche`, e questa era forse la cosa che lo preoccupava maggiormente, aveva portato via con se` i due cani.

Dopo circa un’ora, passata ad ammazzare il tempo suonando la chitarra e aspettare Axl, decise, per sicurezza, di fare una telefonata a Duff, chissa` mai che il rosso avesse deciso di andare a farsi un giro a casa dello spilungone e del riccio. Da Steven no di certo, visto che la sua ragazza gli stava molto antipatica e la sopportava a stento.

Compose il numero e, dopo alcuni squilli, la voce assonnata di Slash gli rispose.

- Pronto? –

- Slash ciao sono Izzy –

- Ah ciao Izzy. Che vuoi? Stavo dormendo… -

- Si`, l’avevo intuito dalla voce. Comunque, cercavo Axl –

- Axl? Non credo proprio che sia qui, a meno che non sia entrato dalla finestra mentre dormivo. Io comunque non lo vedo –

- Ah. Senti, non e` che e` passato mentre tu stavi dormendo? –

- E cosa vuoi che ne sappia scusa?! Se dormivo, come facevo a vederlo? –

- Slash, in quella casa ci vive anche Duff, o sbaglio? Magari ha risposto lui al citofono –

- Il citofono si e` rotto un mese fa! –

- Ma cosa me ne frega a me del tuo citofono del cazzo?!?! Passami Duff, e muoviti! –

- Va bene va bene… che maniere… DUUUUUFF!!! –

- CHE VUOI, ROMPICOGLIONI!? –

- IO? IZZY CASO MAI! E` AL TELEFONO, VUOLE PARLARE CON TE! –

 Izzy aveva ascoltato le loro grida da gorilla in silenzio, allontanando la cornetta dal suo povero orecchio. Ci teneva a non diventare sordo prima ancora dei venticinque anni.

- Che vuoi Izzy? –

- Ciao anche a te, Duff. Senti, non e` che per caso e` passato di li` Rose? –

- No, pel di carota non si e` fatto vedere qui. Ora scusami, ma avrei altro da fare… –

- Aspetta! Ne sei davvero sicuro? –

- Si` Izzy, ne sono sicuro, ora scusa, ho una bellissima gnocca che mi aspetta a letto. Ci si vede! –

E detto questo, mise giu` la cornetta, lasciando Izzy solo con l’insistente e ritmico TU TU TU che segnalava che la linea era libera.

“Ma allora dove si e` cacciato, quello scemo?”

Afferro` il suo chiodo di pelle, e usci` a cercarlo.
 
***
 
Stava camminando da piu` di un’ora, ormai, ma del rosso non aveva trovato tracce.

Prima di tutto, era andato al negozio di liquori all’angolo della via. Axl aveva un debole per quel posto, e non tanto per gli alcolici che vendevano, niente di speciale, a dirla proprio tutta, ma piuttosto per una commessa dai lunghi capelli neri e lisci, due grandi occhioni celesti, e un culetto che parlava da solo. Era per lei che Axl aveva un debole, e spesso passava a fare “un salutino” anche se non doveva comprare proprio nulla, finendo puntualmente con il cartello “torno subito” appeso alla porta e i due a scambiare focose effusioni dietro al bancone della cassa. Ma Axl non era li`…

Allora, aveva pensato che magari il suo amico poteva avere avuto di nuovo intenzione di dar da mangiare ai cani, comprando del latte, ed era andato al fatiscente negozio di alimentari di cui aveva adocchiato l’insegna luminosa in fondo alla strada. Anche li`, pero`, il proprietario del negozio non lo aveva visto, o almeno diceva di non ricordarselo. Ed era impossibile, per quanto ne sapeva lui, scordarsi di uno come Axl.

Alla fine, dopo avere provato alcuni altri posti, era entrato, quasi spinto dalla disperazione, in un negozietto che vendeva articoli per animali, di cui aveva notato casualmente le vetrine, e proprio li` una giovane donna mulatta gli aveva detto di avere visto “uno strano ragazzo dai capelli rossi, che era stato un gran maleducato ma aveva in braccio due cuccioli di cui si stava occupando in modo dolcissimo”. Aveva preferito non scoprire che cosa aveva combinato Axl (quel ragazzo e` un pericolo ambulante…) ma aveva chiesto che cosa avesse preso il rosso e dove si fosse diretto, scoprendo che ora i due cuccioli avevano dei guinzagli, e nient’altro. Ringraziando, era uscito, pensando che quel giorno somigliava tanto alla caccia al tesoro che organizzavano a scuola ogni Natale.

“Solo che stavolta c’e` in palio una testa di cazzo, invece dei cioccolatini…”

Aveva notato, uscendo, un parco proprio dall’altra parte della strada. Era un posto dove, ogni tanto, erano andati insieme, lui e Bill, a passare qualche pomeriggio estivo, tornando a casa puntualmente ustionati, per essersi addormentati sotto il sole cocente dopo avere bevuto ed essersi fumati una canna di troppo. Appena si era seduto su una panchina, una nuvoletta rossa era passata veloce all’estremita` del suo campo visivo.

“Che sia…?”

Si giro` di scatto, alzandosi, e per poco non fini` investito dalle ruote della bicicletta di un ragazzino. Si guardo` intorno con sguardo febbrile, e lo individuo`. Si, era proprio lui… che correva…

Axl che corre? Ma quando mai?

Proprio il rosso, che saltava le lezioni di educazione fisica per andare in cortile a fumare o nel bagno delle ragazze in attesa di qualche sua amichetta che si faceva dare il permesso di uscire dalla classe? Pero` era proprio lui, non c’erano dubbi. In un parco affollato di famigliole con pargoletti al seguito, bambini vocianti e poppanti piangenti, piccioncini intenti a fare picnic e sbaciucchiarsi, ragazzine sdraiate al sole e qualche salutista che faceva jogging, Axl era inconfondibile!

Si mise alla sua rincorsa, muovendo le gambe piu` veloce che poteva… mannaggia al fumo!!!

“Non mi sento piu` i polmoni…”

- Axl… hey… Axl fermati aspettami… -

Sperava solo che il rosso lo avesse sentito, perche` gia` non riusciva piu` a stargli dietro, e il fiato era quasi finito. Ma niente, il cantante non si fermava.

“Mi prendera` per il culo a vita per non avere avuto abbastanza fiato. Ma gliela faccio finire io quella vocina che si ritrova… gli stacco le palle, poi vediamo come cantera` bene e se avra` ancora voglia di correre come un
 demonio!”

Fece un secondo tentativo: - Aaaaaxl!! Fermatiiiii!! –

Questa volta, il rosso lo senti` e si giro`, cercando di capire chi lo aveva chiamato e da dove provenisse la voce, e lo vide, piegato quasi in due, che cercava di correre, anche se in realta` sembrava piu` arrancare che altro.
Uno spettacolo pietoso. Rallento` un poco la sua corsa, ma non si fermo`; Izzy nel frattempo lo raggiunse, tutto sudato e con i ciuffi di capelli neri incollati alla fronte.

- Axl! Dove… dove cazzo eri.. sparito… ti ho cercato… ovunque… e poi perche` dimine… stai correndo… in questo modo…? – biascico` a stento il chitarrista.

-  Muoviti Jeff, mi stai facendo perdere terreno. Su!! – e detto questo, con la sua voce squillante per nulla provata dallo sforzo,  il rosso lo prese per un braccio, tirandolo con forza e obbligandolo a riprendere la forsennata corsa.

Io muoio. Qui ci lascio le penne ci resto secco.

 “Ma non poteva starsene chiuso in camera? Non era meglio, dico io? Non parlava, non mi faceva correre… non rompeva i coglioni!”

Cerco` di non inciampare nei suoi stessi piedi, mentre Axl ancora lo tirava tenendolo stretto per la manica della maglia. Ma che cosa stava inseguendo, di grazia? Alzo` lo sguardo, e lo noto`.

I loro due cani erano intenti a correre dietro a un gatto bianco, che scappava terrorizzato da quei piccoli demonietti che abbaiavano come forsennati correndo nel tipico modo scomposto che caratterizza i cuccioli, i guinzagli che scivolavano liberi sull’erba e ogni tanto si impigliavano nelle zampette. E subito dietro, il chitarrista semi svenuto e il cantante che voleva battere il record delle Olimpiadi. Uno spettacolo impagabile… non a caso, un sacco di persone si erano voltate a osservarli al loro passaggio, subito gelati dalla voce minacciosa del rosso: - Che cazzo avete da guardare eh? Fatevi gli affari vostri! –

Non avrebbe resistito un passo di piu`, si sarebbe accasciato al suolo e avrebbe avuto un collasso, ne era certo, ma proprio in quel momento, il rosso con un balzo degno di un gatto si butto` a terra, riuscendo ad afferrare i guinzagli. Purtroppo per il chitarrista, Axl trascino` a terra con se` anche il povero Izzy, che ebbe un atterraggio tutt’altro che da manuale: inciampo` in una radice, cadde faccia a terra e un bel ciuffetto d’erba gli fini` in bocca. Il tutto, mentre il rosso si sbaciucchiava i due cuccioli appena riconquistati, invece di badare a lui.

- Asssl io fi uffido fe lo fiuro fi ammasso bruffo sfronso!! –

- Eh? Cosa? Dio, Izzy, che cazzo fai adesso, mangi l’erba? Fumarsela ok, ma mangiarsela no. Aspetta va che ti aiuto – gli disse il rosso ridacchiando, mettendo a terra i cani (ma tenendo i guinzagli saldamente stavolta) e andando dal chitarrista che si era appena messo seduto.

Gli passo` una mano sul viso, togliendogli tutta la terra che era possibile dalla faccia, e scompigliandogli un po’ i capelli per far cadere i numerosi residui rimasti infilati dentro, mentre il moro si dava da fare per ripulirsi la bocca, il naso e gli occhi. Quando finalmente ebbero ottenuto un risultato decente, il moro parlo` con voce alquanto adirata.

- Ma che cavolo fai eh? Mi vuoi far morire d’infarto?? Sono ancora giovane! –

- No non sei giovane, sei un vecchietto secondo me. Dopo cento metri gia` ti mancava il fiato, ma e` possibile? –

- Non tutti hanno i tuoi stessi polmoni sai? Comunque, perche` sei uscito senza lasciare nemmeno un biglietto? –

- E da quando ci lasciamo biglietti, scusa? –

- Da quando uno di noi si chiude in camera per le sue crisi di nervi, e poi di punto in bianco esce portandosi via i cani! –

- Ah beh si`, hai ragione in effetti… beh ecco volevo comprare loro qualcosa, sai poverini non avevano nemmeno un guinzaglio, una ciotola… ho provato a rimediare, ecco! – gli disse con sguardo che chiedeva perdono e sembrava (ma solo sembrava!) mostrare doloroso pentimento; la verita` era che Izzy non sapeva resistere a quegli occhi, e Axl ne era conscio.

“Lo odio quando mi fa questi occhioni da cucciolo! GRRRRRRR!!”

- Ok Axl, Ok, lasciamo stare che e` meglio – gli disse sdraiandosi del tutto sull’erba, e appoggiando la testa sulle braccia incrociate. Chiuse gli occhi, riposandosi e riprendendo fiato.

Dopo pochi secondi, senti` i cuccioli annusargli i pantaloni e gli stivali che indossava, mentre una cascata di capelli dall’odore inconfondibile gli si era appoggiata alla spalla.

Come faccio io a resisterti…

- Sei arrabbiato, Jeff? –

- No –

- Si` invece. Lo sai che non mi puoi nascondere nulla, non sei bravo a fingere. Allora, sinceramente: sei arrabbiato, Jeff? –

- No Bill, non sono arrabbiato… solo mi piacerebbe che tu pensassi un po’ di piu` prima di fare le cose, ecco tutto –

- Lo faro` Jeff, va bene. Lo faro`… sei piu` contento cosi`? –

- Non devi fare contento me, devi solo pensare dieci secondi e poi agire… tutto qui –

- Ok Jeff, ci provero`, te lo prometto… sul serio –

Un sorrisetto di soddisfazione gli si dipinse in volto. Adorava averla vinta con Axl! Non succedeva quasi mai, ma proprio per questo il sapore della vittoria gli piaceva tanto! Fece per alzarsi, ormai si era ripreso dalla fatica della corsa, ma il suo amico lo trattenne, obbligandolo a sdraiarsi di nuovo e fargli da cuscino ancora un po’.

- Stai qui buono, ora! Che cosa devi andare a fare di urgente? Stai qui, e riposiamoci… -

Si sdraio` di nuovo nella stessa posizione di poco prima… in effetti, cosa aveva da fare? E poi era rilassante starsene li`, sdraiato, al sole tiepido, con i cuccioli che saltellavano intorno, Axl accanto a lui. Si, era davvero bello… ma gli sorse spontanea una domanda.

- Axl? –

- Mmmhh…? –

- Ma che fai, dormi? –

- No… no… chi io? No, mi… riposavo gli occhi, tutto qui –

- Si, ok, facciamo che e` vero… comunque, volevo chiederti una cosa –

- Dimmi –

- Ma come hanno fatto i cuccioli a scapparti? Insomma sono piccoli, mica tirato tanto! –

- E` che… ho avuto per un attimo le mani impegnate… ecco la verita` e` che io stavo… -

- No! Aspetta non dirmelo, lasciami indovinare – disse, sollevandosi un poco sulle braccia e guardandosi attorno – Ho capito, e` quella biondina la` in fondo, vero? –

- Cosa? Ma chi? –

-Non e` lei? Mmmh allora chi? La quindicenne coi capelli fucsia? O la sua amica mora? Vediamo… ODDIO!! Non mi dire che era qualche madre con il marito e i pargoli al seguito! Sei un rovina famiglie, Axl! –

- Ma che cazzo dici, perche` poi, che cosa ho fatto? –

- Scusa, non stavi completando la frase, dicendo che avevi le mani occupate con qualche graziosa signorina? –

- No! Se tu mi avessi lasciato finire, ti avrei detto che avevo le mani occupate si, ma da… ME! –

- Occupate da te? Cosa… noooo! Non ci credo, ahahaha! Ti stavi facendo una sega in mezzo al parco, ahahahah!!! -

- Si si, ridi fino a farti venire le lacrime agli occhi, strozzati anche! Ma che cosa dici, che hai fumato oggi eh?! Stavo pisciando Izzy! Hai presente come pisciamo noi uomini? O ti devo fare un disegno per spiegartelo? Eppure l’altra sera mi sembrava che fossi un maschio anche tu; ma forse mi sono sbagliato… -

- Hey, cosa insinui scusa? Disegnini, poi! Puah! Guarda che avevo capito, stavo solo scherzando! –

- Si certo Izzy, certo. E non fare l’offeso ora! Te le vai a cercare, dici di quelle puttanate a volte! Comunque, dovevo proprio far pipi`, e questi due esseri che cosa vedono? Un gattaccio! E via di corsa, a inseguirlo… per poco non mi facevano cadere, e se LO avessi picchiato per terra? Allora si` che mi sarei fatto un male boia. E non ridere, idiota! – aggiunse dando un leggero pugno sulla spalla al suo amico, che sembrava avere una crisi epilettica da quanto rideva, ma sorridendo di gusto a sua volta.

- Ahaha! Che sfigato che sei, solo a te possono succedere questa cose! Ahaha! – poi d’un tratto smise di ridere, e la sua voce divenne imbarazzata – Ehmm Bill, ti sembra il caso, proprio ora, qui, davanti a tutti? –

- Eh? Ma cosa c’e`, io non sto facendo nulla… -

- Bill non sto scherzando, la pianti di farmi solletico proprio LI`?! –

- Jeff, io sono fermo, non mi sono mosso! –

- Ma cosa cazz… hey tu, che fai, esserino? Cosa c’e` da annusare, di tanto interessante? – disse il moro, prendendo in braccio un cucciolo un po’ troppo curioso, che lo stava ispezionando per bene. Ovunque.

- Ma cosa combini tu? Sei un po’ troppo curioso secondo me, sai? – disse di nuovo il moro, accarezzando il batuffolo, mentre Axl assumeva pian piano una faccia prima disorientata, poi sconvolta, infine scandalizzata.

- O santo cielo! – urlo` all’improvviso, come colpito da una sconvolgente ma lampante verita` - Questo cagnolino non ha capito bene come funzionano le cose… no no, non ci siamo proprio! –

- Axl… -

- Tu – disse prendendo il cane dalle mani di Izzy e rivolgendosi allo stesso cucciolotto che lo guardava curioso – devi inseguire le cagnoline, fin da piccolo, e diventerai un vero dongiovanni, vedrai! Ti insegno io, non
 preoccuparti! –

- Axl… -

- Diventerai il cane piu` ambito che ci sia nell’intera Los Angeles, vedrai! –

- Axl… -

- Che c’e` Izzy? Non vedi che sto facendo un discorso serio? –

- Axl, loro annusano sempre e comunque, e` normale. Ma poi scusa, hai controllato se e` davvero un maschio? –

Il rosso sgrano` gli occhi in maniera inverosimile. Non aveva nemmeno lontanamente preso in considerazione l’idea che i cuccioli potessero essere femmine. In effetti, ora che ci pensava, non avevano nemmeno un nome.

“Un problema alla volta Axl, un problema alla volta”, si disse, per poi voltare subito il cucciolo a pancia in su, facendolo guaire di paura per il gesto inatteso.

- Axl cazzo, sii delicato, povera bestia, fai piano! –

- Izzy hai ragione! E` una femmina… oops… eheh – disse rassicurato, rimettendo a terra il cane che subito si allontano` .

Giustamente…

- Ahaha, allora vedi che ha gia` buoni doti da cacciatrice? Ha scelto il meglio… me, ahaha! – sghignazzo` il moro.

- Se, il meglio, tzk! Hey tu, cane femmina senza nome, vediamo di mettere le cose in chiaro subito! Izzy e` mio! Lo posso prestare a qualche grupie, al massimo, ma nulla di piu`! Quindi, stai alla larga! –

- Ahaha, tu sei pazzo Axl, davvero! – gli rispose il moro, prendendo in braccio l’altro cucciolo e voltandolo delicatamente – Controlliamo anche questo, vediamo un po’… toh, lui e` un maschio, contento? – aggiunse rivolgendosi al rosso, che subito afferro` il cane e gli fece una carezza piena di soddisfazione sulla testolina.

- Contentissimo, si`! –

- Allora visto che sei felice adesso alzati, che ce ne torniamo a casa. Tra meno di un’ora dobbiamo essere da Slash per le prove –

- Ok ok, andiamo –

Si alzarono, prendendo un cane per uno, Axl il maschio, Izzy la femmina. Attraversarono il parco e si avviarono verso casa quando il moro si rivolse di nuovo all’amico.

- Axl, dimmi un po’… ma che hai combinato nel negozio dove hai preso i guinzagli? La signora che mi ha detto di averti visto era parecchio inviperita –

- Ah si`, la commessa. Ma niente, sai com’e`… volevo due guinzagli, ma ne potevo comprare solo uno –

- E cosi` sei scappato via senza pagare… -

- No! Ma mi fai finir di parlare oggi, o continui a interrompermi e sparare stupidaggini? Io le ho detto che le avrei pagato con i contanti che avevo uno dei due guinzagli, e l’altro… -

- E l’altro?! –

- Ho proposto un pagamento in natura –

- Axl, sei un caso perso! -
 
 









ED ECCOCI ALLA FINE DI QUESTO QUARTO CAPITOLO… MAMMA MIA, E` LUNGO IL DOPPIO DI QUELLI CHE SCRIVO DI SOLITO… COME SONO CONTENTA DI ME!!! **
~ OK, FINE DEI VIAGGI MENTALI… ^^’’ ~
COME SEMPRE, GRAZIE A CHI LEGGE E RECENSISCE, GRAZIE ANCHE A CHI NON LO FA, E GRAZIE A CHI HA MESSO LA STORIA FRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE. BACI : *
PS: temo che i miei aggiornamenti adesso diminuiranno un po’ di frequenza, perche` sono impegnata con gli esami. Comunque fatemi gli auguri e… a presto  =)

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Capitolo 5
*** 05. SCHERZETTI ***


Toc toc.



Toc toc toc



TOC TOC TOC TOC TOC TOC TOC TOC

-OUCH!!!! Cazzo che male! –

O Dio!

- Ooops… -

- Ma che cazzo fai Axl, stavi per farmi saltare via il naso con un pugno. Dio che dolore! –

- Io? Duff, io non faccio nulla! Non e` colpa mia se tu e Riccioli d’Oro siete sordi come campane e non aprite la porta! –

- Si` ma quando la apriamo ci ritroviamo col naso sanguinante, pero`! Che dolore… –

- Buttaci sopra un po’ d’acqua e vedrai che ti passa. E magari facci entrare, che ne dici? –

Duff si sposto` di lato, tenendosi con la mano il naso ancora dolorante per la botta ricevuta dalle delicatissime mani del suo cantante, che probabilmente aveva pensato di buttare giu` la porta a pugni, nel caso nessuno l’avesse aperta di propria iniziativa. Axl lo oltrepasso`, segiuto dal fido Izzy che lo saluto` con tono sommesso, evidentemente per lo sforzo di non scoppiargli a ridere in faccia, e subito dopo entrarono scodinzolanti due cani. I loro cani. I loro esseri neri. Li`! in casa sua! Dopo che qualche loro simile tempo prima aveva ridotto ad un mucchietto di assi di legno il suo basso. Qualche loro simile portato a casa da Izzy… grrrrrrrrr!

- Hey Duff, perche` quell’espressione? –

- Li ammazzo… io li ammazzo… li uccido, si, li uccido! – inizio` a ripetere spasmodicamente, con gli occhi sbarrati e il bel viso contratto in una smorfia.

- Duff, che hai? Mi inquieti… SLASH! –

- Ohi cazzone, che hai, perche` cazzo urli? Non stiamo ancora provando –

- Slash, guardalo. Guarda la sua faccia. Non mi piace per niente. Sembra… pazzo –

- Axl, stai tranquillo, lo sai com’e`. Quando vede dei cani piccoli ha l’istinto omicida che viene a galla… per me ha subito un trauma quando era bambino. E` piu` forte di lui, non lo puo` controllare… specie se i cani piccoli in questione sono di
 Izzy, ahaha! –

- Si ma guadalo Slash. Sembra uno psicopatico! – intervenne Izzy, nel frattempo avvicinatosi al rosso, anche lui intimorito dallo sguardo di un Duff che sembrava perso a progettare strani sanguinosi piani contro i cani.

“Sembra davvero un pazzo quando fa cosi`… non mi stupirei se mi dicessero che ha gia` ucciso un barboncino…”
-
Ragazzi state calmi ok? Adesso si riprende. Gli porto una birra, e vedrete che si calmera`… ah, e controllate i cani, che non facciano danni, altrimenti mi sa che la birra non servira` proprio a nulla -

Detto questo, il riccio ando` in cucina a cercare in frigorifero qualcosa che calmasse il bassista. Axl invece, per reazione, si prese in braccio entrambi i cuccioli, come a proteggerli.

“Certo Axl, certo… piccoletto come sei, Duff ci mettera` un attimo a stenderti e ammazzare i due cani. Sta calmo Izzy. Calmo. E respira. Ma dove cazzo e` finito Slash?!”

- Eccoci qua. Hey Duff,che ne dici di una bella birretta prima delle prove? Cosi` ci rilassiamo un po’ –

- Cosa? Birra? Oh si Slash, ne ho proprio bisogno. Prendo il mio basso e arrivo! – esclamo`, prese la birra e se ne ando` a prendere il suo strumento, felice e riscosso dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto.

Per fortuna…

- Axl, credo tu li possa lasciare a terra, ora. La crisi di Duff e` passata – disse Salsh al rosso  che ancora cullava i cuccioli.

- Ohi cazzoni, che fate ancora qui? Dai che e` arrivato anche Pop Corn, ora possiamo provare… Axl, la pianti di cullare i cani? Sembra che siano i figli che tu e Izzy, qui, non potete avere! –

- Duff, perche` non fai una bella cosa? –

- Cosa? –

- MA VAFFANCULO! – gli risposero in coro Axl e Izzy, uscendo dalla stanza con i loro fidi amici a quattro zampe.
 


 
- In questo garage si muore! –

- Dai Steve, tra un po’ ci accoglieranno gli studi delle case discografiche! –

- Con l’aria condizionata… -

- E il bar al pian terreno! Bibite fresche… -

- Cazzo ragazzi, cosi` mi fate venire ancora piu` sete! –

- Va bene Steve, abbiamo capito, facciamo un quarto d’ora di pausa, d’accordo? –

- Evvai! – Steven fece letteralmente un balzo nel sentire le parole del rosso.

Senza chiedere il permesso ai due padroni di casa, sali` di gran carriera le scale che portavano all’appartamento di Duff e Slash, con l’intento di trovare qualcosa da bere in frigorifero.

- Portane anche a noi! Non fare l’egoista come sempre! – gli urlo` Izzy dai primi scalini della scala, subito sorpassato da Duff che si arrampicava svelto, correndo quattro gradini alla volta per raggiungere il batterista.

- Steven una birra. UNA e non di piu`! –

- Eddai Duff non fare il tirchiaccio! –

- Un corno Popcorn, l’ultima volta mi hai finito tutte le birre… -

Izzy si allontano`, ridendo fra se’ e se’… quei due erano incorreggibili.

Rientro` nel torrido garage che avevano col tempo adibito a sala prove. Duff e Slash erano gli unici che avevano il loro posto auto, ma visto che nessuno di loro aveva un mezzo di trasporto personale, si erano trovati tutti d’accordo per portare li` i loro strumenti di lavoro. E quindi ecco una stanza dalle pareti scrostate, senza finestre, buia e umidiccia.

E soprattutto puzzolente.

Nemmeno si ricordava quante volte si erano ritrovati la mattina a svegliarsi li` dentro, dopo essersi ubriacati ed addormentati tutti insieme, a volte con qualche ragazza, altre volte solo loro cinque. Sorrise, al pensiero, tirando fuori una sigaretta.

Nell’angolo, vide Axl seduto a terra, con i cani in braccio. Gli si avvicino` e si sedette a sua volta, ma non fece in tempo ad appoggiare il sedere a terra, che il rosso gli rubo` la sigaretta.

- Hey! –

- Su Izzy, dici a Steven di non fare l’egoista… -

- Si ma tu hai le tue sigarette –

- Ma non ho voglia di tirarle fuori dal pacchetto –

- Scocciatore! – rispose il moro, sorridendo pero`, e accendendosene un’altra.

- Izzy secondo te i cani possono imparare a fumare? –

Cosa?!

- Co-come Axl? –

- I cani. Possono fumare? –

- Non credo proprio sai, ne hai mai visto uno tu? –

- Peccato, sarebbe stato figo insegnare ai nostri a farlo –

“E` impazzito. Devo ricordarmi di non rollargli piu` nessuna canna, gli fanno male”

- Mi sa che ci dovrai rinunciare sai? –

- Uff! – sbuffo` Axl, appoggiando la testa alla parete e chiudendo gli occhi per qualche secondo, per riposarsi un po’.

Izzy fece lo stesso, e una strana calma calo` nel loro studio improvvisato, di solito sempre cosi` caotico, confusionario e rumoroso. Si vedeva che la mandria di bufali era uscita a prendere aria!

- Hey ragazzi, eccoci qui. Guarda Izzy ti ho preso la birra, visto che non sono egoista, io? –

- Sta’ zitto! Mi hai svuotato di nuovo il frigorifero! –

- Sei tu che tieni poco alcool in casa –

- Con Slash, se ne tenessi tanto avrei sempre un coinquilino ubriaco che si piscia nei pantaloni e mi macchia il divano! Vorrei vederti al posto mio! –

Ed ecco che la pace se ne va definitivamente…

- E piantatela una buona volta voi due! – li riprese Axl, buttando giu` un sorso di birra ed alzandosi – Siete peggio di due fidanzatini! –

- Senti un po’ chi parla… - gli rispose Duff, alludendo con un chiaro segno del capo a lui e Izzy.

- Come?! –

- Axl stai buono dai, stava solo scherzando. Piuttosto, dove sta Slash? – si intromise Izzy per calmare le acque, e lanciando un’occhiataccia al suo bassista.

- Gia`, dove si e` cacciato? –

Si guardarono intorno un attimo, prima di individuarlo: la sua carnagione scura, i ricci neri, i pantaloni di pelle e la cannottiera dello stesso colore si confondevano un po’ col caos e la penombra che c’era in quel bugigattolo. Stava seduto a
terra, la chitarra ancora in braccio, la testa abbandonata contro un amplificatore.

- Solo lui si puo` addormentare cosi`… ma adesso lo sveglio io! – sussurro` Axl, per non farsi sentite dal malcapitato e inconsapevole chitarrista.

Izzy, Duff e Steven sorrisero fra loro, complici. Quando Axl progettava uno dei suoi scherzi, c’era da stare certi che si sarebbe riso. Il rosso, dal suo canto, si avvicino` al microfono che aveva appoggiato a terra, lo accese e lo avvicino` alla bocca.

- YOU’RE IN THE JUNGLE SLASH, YOU’RE GONNA DIE! –

- AAAAAAAAAAAAHHHHH!!! – urlo` il riccio, saltando in piedi spaventato, mentre anche i cani, per l’improvviso, forte rumore, si nascosero dietro le gambe di Izzy.

Il moro, Duff e Steven, invece, erano piegati in due dalle risate, cosi` come Axl. Facevano quasi fatica a respirare dal tanto ridere, e ogni tanto  scappava loro qualche lacrima.

- Slash dovresti… ahahaha… vedere la tua faccia… buhahahah! –

- Ahahah! –

- Piantatela brutte testacce di cazzo! Per poco non morivo d’infarto grazie agli scherzi idioti di voi deficienti! –

- Oddio Slash, ahahaha. Dai non prendertela, era un gioco del tutto innocente… ahahaha! –

- Tu Axl sei il primo che se non sta zitto si ritrova il microfono infilato nel culo! – disse per poi iniziare a rincorrere il rosso.

“Le nostre prove… in uno studio serio non potremo piu` fare queste cazzate… mi manchera` questo garage…”

 
***
 
- Izzy… –

RONF

- Izzy –

RONF

- IZZY!! –

- Eh?! Aaaaaah!! Cosa? Che succede? I pompieri! Hanno allagato la casa! –

- No Izzy, i pompieri non hanno allagato la casa –

- Ah. E allora perche` mi hai svegliato? –

- Piu` che altro, la domanda e`: perche` i pompieri devono allagare la nostra casa? Per di piu`, almeno una volta a settimana, a sentire i tuoi sogni? –

- Axl sono le… 04.45 di mattina… sono andato a letto tre ore fa. E tu mi svegli per non so quale motivo. Dimmi che vuoi cosi` poi torno a dormire –

- Izzy, ho un problema serio –

- Se e` per questo, anche piu` di uno, direi io… AHIO! – esclamo` quando il pugno del rosso lo colpi` con forza alla spalla destra

- Te lo sei meritato tutto! –

- Allora mi vuoi dire che c’e`? Ti sono arrivate le mestruazioni, hai perso i capelli…. Cosa? –

- Ahah. Sempre spiritoso, lui. No senti, dobbiamo risolvere questo dilemma, altrimenti non riusciro` mai a dormire –

E soprattutto, non farai dormire me, quindi muoviamoci.

- Izzy, ma come li chiamiamo? –

- Chi? –

- Come chi? I cani! –

- Ah… boh. Ma tu proprio adesso ci devi pensare? Cazzo oh, se e` stata inventata la notte e il momento del riposo, un motivo ci sara`! – disse, affondando di nuovo la testa nel cuscino e tirandosi le coperte fin sulla fronte. Tutto inutile. Axl si
alzo` in un baleno dal letto, tirandogliele via di dosso.

- Dormirai dopo… possibile che tu debba essere cosi` egoista? –

Come come come??

- Faccio finta di non avere sentito cos’ha detto mr. Io-e-solo-Io in persona. E comunque ho sonno, quindi spicciati. Hai gia` pensato a qualche nome possibile? –

- Non lo so, io non ho mai avuto animali Izzy –

- Non e` che ci voglia un genio per scegliere un nome, sai? –

- Mi stai dando dello stupido? –

Esatto!

- No Axl, non era questo che volevo dire. Allora vediamo. Che dici di qualcosa di tradizionale? Tipo, non so, Spike, Dolly, Toby… -

- Si, e poi Qui Quo e Qua, Paperino e Pluto! Cazzo Izzy, un po’ di fantasia! Sono i cani di due future rockstar, non di due vecchietti di novant’anni! –

Due!

- Allora, vediamo… Tom? Tommy? –

- No! Ma sai cosa significa “originale”, o no? Eppure uno che si veste come te il concetto di originalita` dovrebbe conoscerlo bene! –

- Vaffanculo, io ho gusto, altro che palle –

- Si`, e io sono la nonna di cappuccetto rosso –

- Adesso capisco perche` hai le tette pendenti come le vecchie, Axl! –

- CHE COS’HO IO??? Ripetilo se hai il coraggio!! –

- Le tette pendenti, Axl. –

- IO NON HO LE TETTE!!! – urlo`, cosi` forte che quasi sicuramente qualche altro inquilino il giorno dopo sarebbe andato da loro a lamentarsi.

“Merda, si e` incazzato di brutto… era solo una battuta. Con tutte le frecciatine che tira lui a me…”

Mi fa paura. Aiuto…

- A-Axl… ehhmmm Bill… stavo scherzando dai, non c’e` bisogno di arrabbiarsi e mettersi a urlare in piena notte. Su, non fare quella faccia… -

- Sei uno stronzo Jeff –

- Eddai Bill era una battuta, non essere coi` permaloso, su! Ridici sopra –

- Ahah. Contento? –

- Uff! Scusa Bill ok? Scusami tanto. Va bene? –

- Molto meglio si. Vogliamo procedere coi nomi ora, o perdiamo altro tempo in cavolate? –

“Cosa? Cioe`, adesso e` pure colpa mia? Cielo donami la pazienza, o domani dovremo chiamare un carro funebre e cercarci un nuovo cantante!”

- Si si, muoviamoci. Allora, se non ti piace la tradizione possiamo inventare, non so… -

- Ade!! –

- Si, il cane dell’oltretomba! Axl sei macabro! –

- E tu palloso. Allora, vediamo, che ne dici di Kampus? –

- Si, quello universitario! –

- Pignolo! Zarah? Janine? Diablo? Shala? –

- No, non Shala! Sheila! Sheila e` bellissimo! –

- Si, mi piace! Bravo Izzy, a qualcosa sei utile, dunque! –

Come?!!?

- Dai, scherzavo, non mi guardare in quel modo! Pensiamo al maschio –

- Si ecco, pensiamo al maschio che e` meglio –

- Voglio qualcosa di inusuale ma ricercato, non so. Ulisse? Anzi no, ho trovato: il suo cane: Argo! –

- Si`, Argo e` simpatico come nome, buona idea Axl! –

- Sheila e Argo, eccoli qui! Carini! Adesso posso riposarmi sereno… e tu puoi dormire, contento? ‘Notte Izzy… - disse riavvolgendosi nelle coperte del suo letto e spegnendo la luce.

Si, come no. Dormire. E chi ci riesce piu` adesso? Che nervi…

 







RIECCOMI! CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO, MA AVEVO AVVISATO, NO? ;)

COMUNQUE, PER LA GIOIA DI devilrose1982, ECCO I NOMI xD

SPECIFICO CHE SONO NOMI IMPORTANTI PER ME, CON UN LORO SIGNIFICATO: SHEILA E` LA MIA CUCCIOLA, TUTTA NERA ANCHE LEI, E ARGO ERA IL CANE DI MIO PAPA`, QUANDO ERA UN RAGAZZO, E IL NOME LO HA SCELTO PROPRIO DALLA FAMOSA STORIA DEL MITO DI ULISSE, CHE LO HA SEMPRE AFFASCINATO!

COMUNQUE, CHIUDIAMO QUESTA PARENTESI ~

UN BACIO A CHI HA LETTO E A CHI RECENSIRA`. Ice =)

 

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Capitolo 6
*** 06. SORPRESINE ***


I raggi del sole erano riusciti ad intrufolarsi nella stanza attraverso le logore tende che proteggevano le finestre, andando ad illuminare l’arredamento e gli occhi ancora chiusi di Izzy, coi capelli spettinati sul volto e il corpo avvolto  nella coperta. Il moro si sveglio`, borbotto` qualcosa sperando che in qualche modo lo spiraglio che lasciava entrare la luce si richiudesse magicamente da solo, ma poi ci rinuncio`e fu costretto ad aprire gli occhi. Noto` subito che il letto di Axl, accanto al suo, era vuoto. Si sentivano dei rumori pero` provenire dall’altra stanza, quella che doveva essere il salotto, ma che in realta`, oltre al divano e una vecchia televisione, conteneva solo una pila infinita di fogli, foglietti, bozze e testi di canzoni.

Si alzo` svogliatamente, infilo` il solito vecchio paio di pantaloncini e ando` in bagno, e poi subito in cucina, passando per il salotto.

- Ciao Axl – disse con voce ancora un po’ impastata dal sonno, alla figura seduta a terra, le gambe distese e la schiena appoggiata al divano, tra le mani un foglio e una penna, e accanto a lui due cani che ronfavano tranquilli.

Non ottenne risposta. Segno che Axl stava scrivendo qualcosa.

Entrato in cucina, scaldo` un po’ di caffe e raccatto` un paio di snack dolci da una mensola, praticamente gli ultimi due rimasti in casa… se non avesse provveduto a fare la spesa quel giorno, era quasi certo che sarebbero morti di fame.

Certo che se non ci fossi io, a pensare a queste cose…

Dopo avere versato il liquido scuro come i suoi occhi in due tazze dagli strambi disegnini, le porto` col cibo in salotto. Si mise sul divano, accanto al suo amico, e gli porse una tazza e una merendina. Axl lo ringrazio` sovrappensiero, e porto` senza indugi la tazza alla bocca.

- CAZZO! –

“O cielo!” penso` Izzy, sobbalzando per lo spavento

- Aaaaaaaaaah merda! – urlo` ancora il rosso, sputando il liquido e rovesciandosi con un gesto scomposto tutto il caffe sulla maglia e i pantaloni, mentre comicamente tentava di soffiarsi dell’aria sulla sua stessa lingua, ustionata dal liquido bollente.

Si e` scottato di nuovo…

- Ahio! Che male! – continuo` a piagnucolare, per poi girarsi verso il moro con sguardo assassino – Izzy cazzo! Mi stavi per uccidere con questo tuo caffe! Potevi benissimo avvertirmi che era bollente, merda! –

- Axl non sei un bambino di un anno, o sbaglio? Che cazzo, sei capace di badare a te stesso no? –

- Vaffanculo, avrei potuto ingoiarlo e bruciarmi tutto il collo, magari anche lo stomaco! –

- Si` e poi il cuore, i polmoni e il fegato! Ma falla finita e non esagerare! –

- Altro che esagerare, io ho rischiato di brutto! E se non riuscissi piu` a cantare per causa tua, eh? –

- Sarebbe una menomazione temporanea, stai tranquillo! E poi riuscirei a godermi il silenzio di questa casa, finalmente, senza sentirti parlare continuamente! –

- Hey vaffanculo Izzy! Sarebbe una tragedia, tutte le mie fan in adorazione piangerebbero senza ritegno! –

- Si si certo, soprattutto la vecchia ottantenne vicina di casa di Duff! Ahahah! A lei si che mancheresti! – esclamo` ridendo, ricordando di come una volta, avendola incrociata sulle scale, l’anziana donna si fosse messa a dire che Axl assomigliava tanto di viso “al suo vecchio Albert, il suo fidanzatino di quando aveva vent’anni” (secondo un rapido calcolo del moro, di circa mezzo secolo prima, insomma…), nonche` primo uomo “ad averla posseduta”, e aveva invitato Axl a casa sua a ripetere la favolosa esperienza, se ne avesse avuta voglia.

Al pensiero, il viso del cantate assunse la stessa tonalita` di colore dei suoi capelli, e cerco` con un balzo di saltare al collo di Izzy, per strozzarlo, ma il moro fu piu` veloce e riusci` a chiudersi la porta della camera da letto dietro le spalle, lasciando fuori il rosso.

- E` inutile che ti rintani li` dentro Jeff, prima o poi dovrai uscire! – urlo` il rosso, battendo dei leggeri colpetti, mentre i cani eccitati dalla nuova situazione gli saltellavano intorno, abbaiando.

- Ahahah dai Axl, ammetti pero` che come scena e` stata comica, ahahah! Avresti dovuto vedere la tua faccia in quel momento! –

- Se speri di uscire vivo da questa stanza non ti conviene troppo gettare benzina sul fuoco Jeff, peggiori solo la tua situazione! –

- Bill su non fare cosi`! almeno potrai sempre vantarti di avere avuto una groupie scatenata ancora prima di suonare per la prima volta… potrai dire che faceva dei lavoretti di bocca favolosi… con la dentiera, ahahahahaha! –

- IZZY IO TI AMMAZZO!!! – urlo` il rosso, dando un gran colpo alla porta, che tremo` non poco e rischio` davvero di staccarsi dai cardini.

Il moro nella stanza da letto continuava a ridere come un pazzo, ormai si teneva la pancia dolorante con le mani, mentre si era accovacciato sul pavimento, con poco fiato e le lacrime agli occhi; invece  il rosso oltre la porta continuo` a inveire e tirare dei colpi al legno, minacciando Izzy di trasformarsi nel Jack Nicholson di Shining e ammazzarlo con una accetta. Sheila e Argo, dal canto loro, non avevano smesso un attimo di abbaiare.

In tutta quella confusione, quasi i due non si accorsero dei colpi alla porta d’ingresso. Solo dopo un paio di minuti buoni, Axl li senti` e a grandi passi ando` ad aprire l’uscio. Fuori, lo attendeva il loro vicino di casa, un uomo di circa quarant’anni, sposato, con due figli identici in tutto a lui, piccoletto e occhialuto, ossessivamente preciso, gran rompiscatole odiato profondamente da Axl; un precisino, che non ne faceva passare una a quei due ragazzi giovani ed esuberanti, ma aveva sempre da lamentarsi, per le risate in piena notte, per la tv troppo alta, per le urla isteriche del rosso…

- Si? Che vuole? – domando` Axl senza troppi giri di parole.

- Forse non vi siete accorti che state facendo un gran baccano da piu` di mezz’ora. Ha iniziato lei gridando una serie di improperi (e tra l’altro le ho gia` chiesto di moderare le parole varie volte, in questo palazzo ci sono dei bambini) e ora sembra che vogliate demolire l’appartamento –

- Senta, mi pare di averle gia` detto altrettante volte di andare a farsi fottere, o sbaglio? Quindi che cazzo ci fa ancora qui? Fuori dalle balle, scio`! – gli disse per tutta risposta Axl, chiudendogli la porta in faccia.

“Che scocciatore”, si disse Izzy, che nel frattempo aveva raggiunto il rosso.

- Ancora lui? – gli chiese.

- Certo chi altro volevi che fosse? Che rompicoglioni, mi stavo divertendo, ora mi ha fatto innervosire… – disse Axl sorpassandolo, e avviandosi verso il divano; tuttavia, fu nuovamente fermato dai colpi alla porta.

Questa volta fu Izzy ad aprire, ritrovandosi di fronte, di nuovo, quell’uomo, che a quanto pareva non se ne sarebbe andato prima di avere concluso il suo bel discorsetto sulle buone maniere ed il vivere civile.

“Vuoi vivere civilmente? Trovati una casa da qualche altra parte allora, perche` qui e` la giungla amico, o forse non ti sei accorto del quartiere in cui vivi?” penso` Izzy.

- Stavo dicendo al suo amico, ma vale anche per lei, che questo e` un palazzo dove vivono altre persone. Persone civili e rispettabili! Non si puo` pensare di fare cio` che si vuole quando lo si desidera. Ci sono delle regole, e vanno rispettate –

- Si certo certo, lo sappiamo, ora ci scusi ma avremmo altro da fare –

Gli rispose il moro cercando di mandarlo via con le buone manienre… beh, se non buone, almeno educate, diciamo cosi`.

- Ah si`, e sentiamo che cosa avreste da fare? Riprendere a distruggere l’appartamento, a gridare parolacce? –

- Senta lei adeso mi ha proprio stancato! – urlo` il rosso, oltrepassando Izzy e prendendo l’uomo per il colletto della polo che indossava, sollevandolo da terra di qualche centimetro.

Izzy guardo` per un secondo la scena, come paralizzato, mentre i due cani avevano iniziato a ringhiare con una smorfia buffissima sui musetti, contro quell’intruso che stava facendo innervosire il loro padrone.  Axl era gia` pronto a colpirlo con un bel pugno sul naso, quando Izzy gli prese delicatamente il braccio e gli sussurro` di calmarsi. Allora, Axl rimise il vicino a terra, e lo lascio` andare, mentre ancora il moro lo teneva per un polso. Il rosso schiumava di rabbia, quell’uomo lo aveva proprio scocciato, sempre pronto a far loro la predica per qualche motivo; fu Izzy a rivolgersi all’uomo che, spaventato, era come pietrificato in mezzo al pianerottolo, mentre con una mano si massaggiava il collo arrosasto.

- Senta, forse le conviene andare a casa adesso, lo dico per il suo bene –

- Vi denucnio io. Vi denuncio cosa credete? A tutti e due, lei e quel pazzo del suo amico. E vi faccio cacciare da questo palazzo, lo giuro! –

- E sentiamo, per quale motivo secondo lei dovremmo essere cacciati? – gli rispose Izzy, fingendosi indifferente.

- Per quei due… cosi`, quegli esseri che fanno baccano da mattina a sera. Lo sapete che gli animali sono proibiti, qui? – rispose l’uomo, ghignando soddisfatto, prima di voltarsi ed andarsene, trionfante e sicuro di essersi tolto di torno quei due selvaggi.

0 merda…

Izzy tiro` leggermente Axl, facendolo rientrare in casa, e chiuse la porta dietro di loro.

- Non lo sopporto quello stronzo, crede davvero di poter venire da me e dirmi quello che devo o non devo fare? Beh si sbaglia, ed e` meglio che lo capisca! –

- Lo so Axl, da fastidio anche a me. Ma tu non puoi aggredirlo cosi`! –

- E perche` no? Perche` cazzo non posso?! –

- Perche` sarai fortunato se quello stronzo non andra` a denunciarti come ha detto, ecco perche`, e davvero e`una cosa che non ti conviene… -

Axl sbuffo`, esasperato. Quella giornata era iniziata cosi` bene ed ora tutto gli sembrava essere diventato nero all’improvviso. Grazie a quello stronzo, ora rischiava davvero di beccarsi una denuncia e magari di finire in gabbia, o peggio di dovere pagare una multa. E con che soldi poi? Loro a stento avevano di che vivere alla giornata, figurarsi se potevano pagare una multa o la cauzione. Cazzo!

***

Erano passati due giorni dallo spiacevole scontro con quel ficcanaso del loro vicino, e Axl era stato nervoso per tutto il tempo, sebbene nessun poliziotto avesse bussato alla loro porta, e nemmeno fossero stati consegnati loro avvisi di garanzia. Izzy cercava di mostrarsi tranquillo, anche se era certo che quel viscido bastardo avrebbe trovato un modo per farla pagare ad entrambi, e se non si trattava della polizia, allora di sicuro sarebbe stata la casa. Sentiva che ben presto avrebbero ricevuto l’ordine del proprietario di lasciare l’appartamento, o, se fossero voluti restare, almeno di sbarazzarsi dei cuccioli.

Luridi bastardi perbenisti…

Sheila ed Argo diventavano piu` carini ogni giorno che passavano, lui aveva sempre adorato gli animali ed i cani in particolare, e anche Axl sembrava divertirsi con loro, quindi era fuori discussione che li avrebbero abbandonati vicino ad un cassonetto come qualche testa di cazzo aveva fatto solo pochi giorni prima. Entrambi crescevano a vista d’occhio, ogni giorno si facevano piu` grandi, e Izzy, che un po’ se ne intendeva, aveva calcolato, basandosi sulle dimensioni del palmo delle loro zampette, che una volta adulti sarebbero stati quasi sicuramente di taglia grossa.

“Perfetto! Io amo i cani di grandi dimensioni!”

Erano circa le due del pomeriggio, e Axl e Izzy stavano mangiando un paio di tramezzini, quando il telefono dell’appartamento si mise a suonare. Lo cercarono per un paio di minuti prima di trovarlo, misteriosamente finito sotto il divano, ed Izzy rispose.

- Pronto? –

- … -

- Ah si`, salve –

- … -

- No veramente non ne avevamo idea –

- … -

- Ma non possiamo cazzo , provi a capirci! –

- … -

- Ah queste sono le condizioni? Beh allora sa che le dico? Se ne vada a fare in culo, stronzo! –

Mise giu` la cornetta con rabbia, quasi pestandola. Axl lo guardava con aria interrogativa –non era proprio da Izzy perdere il controllo in quel modo- e Sheila e Argo giocavano tra loro contendendosi una vecchia maglietta del moro in un angolo della stanza.

- Era il proprietario… lo ha avvisato quello stronzo –

- E cosa voleva? –

- Beh a quanto pare e` vero che non si possono tenere animali in questo palazzo. Quindi, o ce ne sbarazziano… -

- Non se ne parla! –

- Stai calmo e fammi finire! Dicevo, o ce ne sbarazziamo, o facciamo i bagagli –

***

Due ore dopo, con una sacca a testa in mano, Izzy che portava anche la sua chitarra ed Axl con Sheila ed Argo, i due amici stavano uscendo di casa, non prima, ovviamente, di avere lasciato un tocco tutto personale. Axl aveva preso tutte le penne, le matite, i  pennarelli che aveva trovato in casa, e aveva scritto improperi e frasi oscene su ogni muro… se non altro, il proprietario non avrebbe potuto pensare di venderlo, prima di ridipingerlo completamente, e cosi` facendo avrebbe perso un bel po’ di soldi. Izzy invece aveva staccato la carta da parati della camera da letto e, dopo averla ammucchiata, ne aveva fatto una palla che aveva infilato nella tazza del bagno, in modo da bloccare irrimediabilmente lo scarico… oltre all’imbianchino, il proprietario avrebbe dovuto pagare anche l’idraulico.

Ora, appena chiusa la porta di casa, i due si stavano gia` fermando, chiedendosi dove andare. Di certo non sarebbe stato facile trovare una nuova casa in tempi brevi, soprattutto se a cercarla erano due giovani aspiranti musicisti, con una vita sballata e nemmeno l’ombra di un dollaro in tasca.

“Bella situazione di merda… tutta per colpa di uno stronzo!” penso` Izzy stizzito, prima di avere un’idea.

Prese dalle mani di Axl il guinzaglio con i cani, e porto` entrambi davanti alla porta del loro vicino. Dall’interno si sentivano i  rumori di una donna intenta a richiamare affettuosamente due bambini un po’ troppo vivaci. Nessuno sembrava essere intenzionato ad uscire, per il momento.

“Molto bene”

Sotto lo sguardo incuriosito e sorpreso del cantante, il moro si tiro` giu` la cerniera dei pantaloni, e piscio` senza troppi complimenti sullo zerbino di quelle persone odiose. Subito fu imitato da Axl, e quando entrambi ebbero svuotato la vescica, i cani si avvicinarono e, come tipico di questi animali, presero ad annusare a terra. Inutile sottolineare che, appena fiutato l’odore dei liquidi dei due, con l’intenzione di marcare a loro volta il territorio, Argo e Sheila fecero, entrambi, tutti i loro bisognini sullo zerbino di quei pezzenti, mentre Axl e Izzy se la ridevano di gusto.

- Ahaha! Izzy non ti avrei mai creduto capace di una cosa simile, proprio tu! Ma questi due… - esclamo` il rosso, accarezzando i due cani – questi due cani sono fottutamente rock, cazzo! -









 
CAPITOLO MOLTO DIVERSO DAI PRECEDENTI, MOLTO MENO COMICO, MI SEMBRA QUASI INUTILE SOTTOLINEARLO... EPPURE, PORTERA` A NUOVE SORPRESE, VEDRETE VEDRETE! ;) CIAOOOOOOO :*

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Capitolo 7
*** 07. SHOULD I STAY OR SHOULD I GO? ***




PRIMA DI INIZIARE CON LA LETTURA, UN GRAZIE A TUTTI VOI CHE LEGGETE IN SILENZIO, A VOI CHE AVETE INSERITO LA STORIA FRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE, E SOPRATTUTTO ALLE GUNNERS CHE RECENSISCONO PUNTUALMENTE. UN ENORME BACIO BAVOSO E PIENO DI AMORE A TUTTE VOI *SMACK*



 
La porta si apri` con un leggero cigolio. Gia` dall’esterno, attraverso i vetri impolverati e coperti di impronte, che evidentemente non venivano lavati da mesi, Axl ed Izzy avevano avuto l’impressione che si trattasse di un locale molto piccolo. Quando furono all’interno, capirono di essersi sbagliati:  non era piccolo, era claustrofobico; il solo bancone della “reception”, se proprio cosi` la si voleva chiamare, occupava meta` di tutto lo spazio disponibile. Dietro di esso, un uomo di colore, grande e grosso, con una folta capigliatura raccolta in una coda da cavallo, leggeva una rivista porno, disinteressato a chiunque potesse entrare e coglierlo sul fatto. Solo quando i due si furono avvicinati alzo` gli occhi su di loro.

- Si? – chiese con aria disinteressata.

- Salve, vorremmo sapere se potete darci una camera per qualche giorno –

- Mmmm, una sola? –

Il moro annui`.

- Bah, se sta bene a voi… comunque mettiamo subito in chiaro una cosa ragazzini: state qui se pagate, d’accordo? Niente ritardi, niente scuse, e potrete vantare a lungo delle rotule funzionanti, nonche` un posto dove stare… intesi? –

- Si –

- Bene, allora queste sono le chiavi della… alt! Che cazzo sono quelli? – chiese l’omone, indicando Sheila ed Argo, che si erano seduti ubbidienti accanto ai loro padroni, ed erano stati, fino a quel momento, coperti dal bancone.

- Dei cani. Che, non si capisce? – rispose il rosso, beccandosi subito un’occhiataccia da Izzy e dall’uomo.

- Quei cosi non possono stare qui –

- Cosa? Hey hey un momento, lei ha detto che l’unica condizione per cui ci da la camera sono i pagamenti. Che c’entrano ora i cani? –

- C’entrano che qui non possono stare. O cosi`, o siete liberi di andarvene –

- Bene, a non rivederci allora –

I due uscirono. Di nuovo. Era il quarto motel che giravano, senza risultati. Il primo non li aveva accettati per i cani; il secondo li aveva cacciati per delle avances troppo spinte di Axl alla giovane impiegata bionda della reception, nonche` moglie del proprietario, che appena si era accorto del fatto era accorso con la mazza da baseball in mano; l’anziana proprietaria del terzo, invece, scandalizzata dal fatto che i due ragazzi avessero chiesto un’unica camera, aveva intimato loro di andarsene, perche` da lei non avrebbero dormito insieme due uomini, si sarebbe compiuto nessun peccato del genere li`(come se tutte le prostitute che andavano li` con i clienti fossero poi delle sante…).

In tutta risposta, Axl aveva preso malamente la faccia di uno sconvolto Izzy tra le mani, e con un gesto secco aveva premuto le labbra sulle sue. La nonnetta era svenuta, lunga distesa a terra, e mentre il moro, che nel frattempo lo aveva staccato da se` con uno spintone, preoccupato, pensava ad un attacco cardiaco e al fatto che li avrebbero accusati di omicidio se quella fosse schiattata, Axl aveva fatto il giro del bancone e arraffato un po’ di banconote dalla cassa, prima di uscire senza curarsi di nulla.

- Non ne posso piu`. E` il quarto motel Izzy, il quarto! Sono sfinito, ho fame, devo pisciare e voglio sedermi! –

Il moro alzo` gli occhi al cielo. – Il terzo motel ci avrebbe anche accettato, se ti fossi degnato di spiegare alla vecchia che prendevamo una stanza solo per una questione di soldi, invece di baciarmi in malo modo –

- Su, non fare quel faccino scocciato, so che non e` stato uno dei miei baci migliori e ti chiedo scusa, d’accordo? Sono stato un po’ rude, in effetti. Ma l’hai vista? Ahaha! C’e` rimasta troppo male, ahaha! –

- Si si, ridi tu! Spera solo che nessuno ti abbia visto mentre rubavi dalla cassa! –

- Oh ma chi vuoi che ci abbia visto? E comunque, parliamo dei problemi seri. Dove cazzo andiamo ora? Izzy sono stufo! –

- Lo hai ripetuto dieci volte, ho capito! Facciamo cosi`, mangiamo qualcosa da qualche parte, e poi ci pensiamo –

Si diressero verso un locale in fondo alla strada. Era un piccolo bar di cui avevano notato l’insegna illuminata. L’interno era arredato in modo molto semplice,niente tende alle finestre, muri bianchi, un bancone in legno, pochi tavoli alti con degli sgabelli attorno, ma era piuttosto accogliente, e soprattutto si sentiva un dolce profumino di ciambelle che fece venire loro ancora piu` fame.

Alcuni tavoli erano occupati, ma loro ne adocchiarono uno in fondo, in un angolo, con spazio sufficiente per poggiare a terra i borsoni e la chitarra, oltre, ovviamente, i cani. Si sedettero, e una ragazza con i capelli raccolti in una coda alta, molto giovane, la pelle ancora segnata dall’acne, chiese loro cosa volessero ordinare.

- Per me un semplice tramezzino, prosciutto e formaggio, niente salse, grazie – disse educatamente il moro, sorridendo.

- Io invece vorrei un doppio cheeseburger, con molto ketchup, uan vistecca con le patatine fritte do contorno, dell’insalata, e anche qui mi raccomando abbondate con i pezzettini di uova e i cubetti di pancetta, poi un caffe e… aspetti, cos’e` questo buon odorino? Ciambelle? Ecco, mi porti anche due di quelle, grazie – fu la risposta di Axl, sotto lo sguardo allibito della giovane e quello terrorizzato di Izzy, che si chiedeva come avrebbero pagato tutta quella roba.

“Che Axl voglia filarsela subito dopo cena?”

- Ehmm… Axl… non so se e` il caso, sai, di mangiare tutte queste cose… -

- Ho uno stomaco di ferro, io, Izzy –

- Non mi riferivo al tuo stomaco Axl – gli disse, facendo un’espressione allusiva a quello che era il vero problema.

Axl capi`, ma non si preoccupo` per nulla.

- Ahhh… si si beh Izzy, sai la mancia che ci ha dato la nonna, oggi pomeriggio… ho pensato di usarla qui, ecco – disse, facendogli l’occhiolino.

La mancia? La mancia? Prima quasi la ammazza, poi la deruba… e la chiama mancia?? Eredita` casomai, se proprio vogliamo essere corretti!

- Uh, ok, fa come vuoi… -

- Tu sei sicuro di non volere altro? –

- No, solo una birra –

- Vada per la birra allora! Portane una anche a me tesoro, d’accordo? –

- Certo – esclamo` la ragazza, sorridendo di fronte a quella strana coppia – E per loro, volete qualcosa? – domando`, indicando Sheila ed Argo.

- Eh? Ah! Si beh ecco… - Axl si volto` verso Izzy in cerca di aiuto, indeciso su cosa chiedere.

“I cani sono belli, eh Axl?! Ma solo per giocarci e andare al parco. Quando si tratta di occuparsene veramente, ci deve pensare qualcun altro…”

- Si, ci porti una bella ciotola di latte, grazie tante – completo` la frase il moro.

La ragazza se ne ando`, lasciandoli soli.

- Beh, perche`quello sguardo di disapprovazione? –

- Perche`? No dico Axl, ti sembra il caso di spendere quei quattro soldi in piu` che ci siamo trovati in tasca, perche` tu devi abbuffarti come un maiale? –

- Su Izzy, non iniziare a rompere. Per una volta che possiamo trattarci bene… - chiuse il discorso.

La ragazza arrivo` una decina di minuti dopo, portando innanzitutto le due birre, poi il tramezzino di Izzy e il cheeseburger di Axl, letteralmente affogato nella salsa al pomodoro che tanto piaceva al cantante, con la bistecca e le patate; lascio` il tutto sul tavolo, per tornare poi con un altro vassoio contenente l’insalata in una terrina (ed anche in questo caso, le uova e la pancetta erano piu` abbondanti delle piccole foglioline verdi), le ciambelle, ancora calde e profumate, con sopra una glassa di zucchero che invitava chiunque, anche il piu` salutista, a morsicarle, e la ciotola dei cani, che appoggio` a terra. Il tutto, sotto lo sguardo allibito e divertito degli altri avventori, e quello vagamente imbarazzato e colpevole di Izzy.

Axl si getto` letteralemente sui suoi piatti, che, da soli, occupavano il 90% di tutta la superficie del tavolo. La sua faccia praticamente scomparve dietro l’enorme panino imbottito, mentre Izzy con tutta calma addentava il suo pasto e sorseggiava la birra. I cani non erano da meno, da subito si contendevano l’un l’altro la ciotola, vi immergevano affamati, dopo tanto camminare, i musetti; alcune candide gocce erano gia` cadute sul pavimento, altre erano arrivate fin sulle loro orecchie, ed in men che non si dica la ciotola era stata completamente svuotata.

Quando anche Axl e Izzy finirono i rispettivi pasti, si alzarono e andarono a pagare.

- Allora, io avevo ordinato il cheeseburger, l’insalata-OUCH! – esclamo` il rosso, colpito da una gomitata del moro, che lo zitti`.

- Tutto. Lui aveva ordinato tutto, paghera` il conto. Completamente –

- Hey, come sarebbe a dire?! La birra e il tramezzino erano tuoi, e tu li paghi! –

- Si mio caro, ma tu hai la mancia della cara nonna, o sbaglio? Quindi, offri. Io ti aspetto fuori! – esclamo` dileguandosi all’esterno del locale, mentre Axl protestava invano invocando la giustizia divina.

Alla fine, pago` e usci` a sua volta, raggiungendo l’amico scroccone e riprendendo a camminare, senza cessare le proteste, mentre Izzy sorrideva soddisfatto e beato, pensando che, per una volta, era riuscita a fargliela da sotto il naso! Dopo alcuni minuti di inascoltati lamenti, Axl si fermo` all’improvviso.

- Izzy… ma noi adesso dove andiamo? Non ci penso nemmeno a dormire al parco, su quei blocchi di cemento che chiamano panchina! –

- Non so Axl, sono gia` le dieci di sera passate, i motel della zona li abbiamo girati tutti, non ci possiamo permettere niente di meglio… -

- E se provassimo in qualche alberghetto? –

- Si certo, come no. Peccato che i prezzi siano doppi, rispetto ai motel. Ci potremmo rimanere quanto, una notte al massimo? E poi? –

- Gia`… -

Rimasero in silenzio, per qualche minuto, poi Axl afferro` il braccio dell’amico iniziando a correre.

- Axl che cazzo fai? –

- Vieni Izzy, mi e` venuto in mente dove possiamo andare! –

***

- Lascia perdere Axl, faccio io stavolta, altrimenti ci cacciano anche da qui… -

- Non lo farebbero mai! –

- Sicuro? –

- … -

- Ecco, visto? Dai, lascia fare a me. E nascondi i cani per ora –

Il moro si mise davanti alla porta, la custodia della chitarra poggiata a terra, e in mano il borsone. Al suo fianco, Axl, che cercava di nascondere il piu` possibile i cani, che avevano deciso, proprio in quel momento, di iniziare a litigare tra loro, morsicandosi a vicenda le orecchie. Izzy busso` un paio di volte, prima che una valanga di capelli neri e ricci, seguita da un proprietario con gli occhi acquosi per il troppo alcool, venisse ad aprire.

- Uh? Ciao ra ~ic!~ gazzi, che ci fate qui? – chiese Slash con voce impastata.

Perfetto! E` ubriaco! Cosi` sara` piu` facile!

- Ciao Slasher! Come va? –

- Che volete? –

- Beh, ti sembra il modo? Siamo passati a fare un salutino, ci informiamo sulla tua salute… e tu ci parli cosi`? –

- Un salutino, la mia salute… certo che ~ic~ ci deve essere sotto qualcosa! Io non mi fido di voi due! E soprattutto di lui! – disse indicando con una smorfia Axl, il quale era visibilmente impallidito e lo guardava in cagnesco.

- Ok Slash, ok, hai ragione tu. Non sei un ragazzo stupido, percio` te lo diro` sinceramente: ci servirebbe una casa in cui stare, un paio di notti, niente di piu`, e tu e Duff… -

- No! Ma che cosa ~ic!~ pensate? che siamo qui ad aspettare voi altri? No, no e ancora no! ~ic!~ -

- Su Slash! Sei un buon amico, lo sei sempre stato… al parco. E` li` che vorresti farci dormire? Sulle panchine dure… -

- …con gli scarafaggi… -

- …i topi… -

- …i senzatetto… -

- Hey voi due piantatela! Non mi ~ ic!~ impietosite mica, sapete? E poi anche voi siete dei senza tetto, tecnicamente! –

- Dai Slash, non essere cosi` crudele! Dormiremo sul divano, per terra, sotto al tavolo della cucina se necessario! Per favore…. – continuo` Izzy, con l’intento di farsi compatire ed impietosire il riccio, che avevano capito essere completamente ubriaco.

Ed infatti, ci riusci`.

- E va bene, va bene. Venite dentro. Sistematevi ~ic!~ sul divano, o dove volete, ma non venite ~ic!~ a frugare nella mia stanza e darmi fastidio! – disse scostandosi un po’ traballante e lasciandoli passare – e soprattutto ~ic!~ non fate le vostre porcate sul divano! – aggiunse sghignazzando, mentre Izzy teneva fermo il rosso che lo voleva picchiare, ma cosi` avrebbe tolto loro l’ultima possibilita` di avere un tetto sopra la testa per quella notte.

Entrarono, armi bagagli e chitarre comprese, trascinandosi appresso anche Sheila ed Argo. Solo allora Slash li noto`, e sembro` ricordarsi che, negli ultimi giorni, i suoi amici avevano adottato quei due cuccioli.

- Alt! Fermi tutti. Non si era parlato di loro! –

- Sconto famiglia Slash! Prendi quattro e paghi due! – gli rispose il rosso, andando a sedersi sul divano, buttando a terra il suo borsone e ghignando soddisfatto.

In quel momento, dalla cucina usci` Duff. Guardo` i tre con aria interrogativa e confusa, in effetti anche lui aveva abbondato con il Jack Daniel’s e la birra, e probabilmente non era tanto perspicace. Poi il suo sguardo si soffermo` sui cani, che stavano iniziando a far conoscenza della loro nuova casa annusando un po’ ovunque, dopo che Izzy aveva tolto loro i guinzagli.

- Ciao Duff! –

- ‘Sera amico! –

- Ciao… che ci fate qui? –

- Come? Non lo sai? – chiese il rosso, fingendo di mostrare sorpresa, come quando, dopo che una notizia clamorosa e` stata a lungo sulle bocche di tutti in un paese, salta fuori uno che dice di non sapere nulla del fatto.

- Che cosa non so? –

- Ci siamo appena trasferiti qui, per farvi un po’ di compagnia –

Il finto biondo li guardo` a bocca aperta. Non poteva crederci. Nel loro appartamento, avrebbero ora dovuto abitare in quattro. Anzi, in sei, visto che il chitarrista ed il cantante si erano portati appresso anche i due esseri pelosi. Non ci poteva credere. Si immaginava la scena: Slash che apriva la porta e, completamente rincoglionito dall’alcool che aveva in corpo, dava loro il permesso di restare. Senti` l’irrefrenabile impulso di ammazzarlo. Poi pero` penso` che non sarebbe stato giusto, non avrebbe ucciso solo lui, ma anche tutti gli altri esseri viventi presenti nel suo salotto. A due o quattro zampe che fossero. Si si, era di certo la soluzione migliore.

Mentre il bassista era immerso nei suoi tremendi piani di vendetta e morte, il riccio aveva iniziato a parlare dolcemente alla bottiglia di Jack, sua grande amica e confidente, Izzy appoggiava la sua amata chitarra con cura in un angolino e i cani si accucciavano, stanchi, raggomitolati su se stessi, il rosso salto` in piedi all’improvviso e, pallido ancora piu` del solito, si precipito` con uno scatto fulmineo in corridoio, e poi nel bagno. Subito, Izzy lo segui`, preoccupato, e anche Duff e Slash, sbandando un po’, gli andarono dietro. Nessuno pero` entro` nella stanza, ed anzi Izzy chiuse la porta.

Che schifo…

Non aveva mai sopportato di vedere qualcuno vomitare. Ogni volta che capitava, immancabilmente, poi vomitava anche lui.

Il moro guardo` gli altri due, che a loro volta lo fissavano interrogativi.

- Evidentemente, non ha lo stomaco di ferro come crede. Di latta, al massimo! -
 









 
SI NOTA CHE AVEVO UNA LEGGERA FAME, MENTRE SCRIVEVO QUESTO CAPITOLO… NO NO ALT, NON MI GUARDATE CON QUELLE SPRESSIONI SCHIFATE, NON MANGIO MICA COME AXL IO! ANCHE SE LA CIAMBELLINA… *0*
FINITO ANCHE QUESTO, EHEH! E PER LA GIOIA DELLA Steee__, ECCO DOVE I NOSTRI DUE GUNS RIMARRANNO A VIVERE! FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE, BACI Ice :*

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Capitolo 8
*** 08. ALL YOU NEED IS JUST A LITTLE PATIENCE… OR NOT?! ***



- Izzy… Izzy per favore, mi porteresti dell’acqua? -

Il moro si alzo` dalla sedia in cucina su cui si era appena seduto nel vano tentativo di riprendersi un po’, dopo la notte d’inferno che gli aveva fatto passare Axl. Il rosso aveva prima vomitato l’anima per almeno due ore, poi non aveva fatto altro che rigirarsi nel sonno sul divano di Slash e Duff (che nel frattempo dormivano placidamente nelle loro stanze da letto) che tra le altre cose, puzzava anche di piscio, impedendo al povero chitarrista di chiudere occhio per buona parte della notte. Infatti la casa non era molto grande, e aveva appena due camere da letto, una per il bassista, l’altra per il riccio chitarrista. Axl e Izzy avevano dovuto cosi` provare ad adattarsi, dormendo entrambi sul divano, schiacciati come sardine in una scatoletta. Quando non gli rifilava calci ben assestati sulle sue povere rotule rigirandosi con la stessa grazia di un elefante in una cristalleria, Axl russava pesantemente girato a pancia in su, oppure borbottava parole e frasi senza senso.

Ma la nottata era stata solo l’inizio. Niente a che vedere con la mattinata che ne era seguita, che lo aveva distrutto ancora di piu`: Axl aveva deciso di essere troppo stanco e malato per alzare il suo nobile culetto dal divano, cosi` aveva pensato bene di usare i suoi tre coinquilini come piccoli servetti, da chiamare per ogni cosa, tra lamentele e gemiti di ogni genere. Inutile sottolineare che Duff e Slash avevano fatto capire che non avrebbero tollerato per molto la situazione, e si erano rifiutati di fare i comodi del rosso: il biondo se l’era filata, dopo averlo garbatamente mandato a quel paese, per andare a lavoro (con ben un’ora di anticipo, cosa mai vista prima!), mentre il riccio aveva fatto in modo di uscire con Steven. Cosi` ora tutti i desideri del principino Axl ricadevano direttamente sulle spalle di Izzy.

Io lo uccido. Gli metto il gutalax nell’acqua, lo faccio stare seduto sul cesso per due giorni!

Con un sadico sorrisetto per il maligno pensiero che gli aveva attraversato la mente, il moro ritorno` nel salotto di casa Hudson & McKagan, e porse in silenzio il bicchiere al rosso, che trangugio` il liquido tutto d’un fiato.

- Serve altro, signorino, o ho il permesso di andare? – chiese ironico e parecchio scocciato.

- Izzy non essere cosi` cinico nei miei confronti, non vedi che sto ancora male? – gli rispose il rosso mostrando un viso sbattuto.

Izzy sospiro`, sconsolato, e torno` in cucina, sperando di poter appoggiare tranquillamente la testa sul tavolo e riposare per un po’. Magari, anche addormentarsi non sarebbe stato male. Certo la posizione non era proprio il massimo, ma aveva provato ben di peggio. Almeno, nessuno lo avrebbe preso a calci e magari si sarebbe anche rilassato un po’.

La pacchia duro` giusto un quarto d’ora, non di piu`.

- Izzy… Izzy dove sei? Izzy… -

- Si` Axl, che c’e`? – sbuffo`.

- Izzy mi porteresti il telecomando? Mi sono stufato di questo silenzio, voglio vedere la tv –

Il moro gli porse l’oggetto dei suoi desideri senza spiccicare parola, e sempre nel piu` assoluto silenzio si diresse di nuovo al tavolo. Duff entro` in casa proprio in quel momento, stava giusto tornando dal lavoro. Aveva trovato un posto come lavapiatti in un fast food poco lontano da casa, il che gli permetteva, molto spesso, di mangiare a scrocco e portare a casa dei pasti anche per il suo coinquilino. Appena vide la faccia di Izzy, fece una smorfia strana. Probabilmente era indeciso se scoppiare a ridergli in faccia, o provare pena per lui ed offrirgli il suo aiuto, anche se questo avrebbe significato diventare nel giro di un nanosecondo il nuovo servo del rosso. Ed infatti…

- Izzy… -

Duff osservo` il moro lanciare un’occhiata omicida in direzione del salotto, prima di alzarsi e andare a sentire cosa volesse Axl.

- Dimmi… -

- Izzy, mi daresti una mano ad alzarmi? – disse Axl, tendendo il braccio verso il moro, che lo afferro` e gli fece da contrappeso, sollevandolo – Grazie… senti, mi daresti una mano, dovrei andare in bagno… -

A quella richiesta, Izzy divenne rosso, come mai lo era stato in vita sua, ma non per un’improvvisa abbronzatura piovuta miracolosamente dal cielo, piuttosto per un’incazzatura colossale. Da quella mattina, le aveva sentite tutte, dalla colazione portata fino al divano alla richiesta di caramelle al miele (e chi cazzo ce le aveva, poi?!), dalla regolazione delle tapparelle per non avere troppa luce, ma nemmeno troppo poca, fino allo spostamento del divano in varie angolazioni (da sottolineare, il fatto che Izzy doveva spingere il mobile seguendo le indicazioni di Axl comodamente sdraiato su di esso). E aveva sopportato, usando tutta la pazienza di cui disponeva. Ma ora, basta.

Questo e` troppo!

- IO NON TI ACCOMPAGNO AL CESSO E NEMMENO TI REGGO L’UCCELLO MENTRE PISCI!!!! – urlo` cosi` forte da far spaventare Sheila, Argo, Duff e lo stesso Axl, per poi lasciargli andare il braccio in un gesto stizzoso.

Il rosso ripiombo` caduto sul divano, con la bocca spalancata per la sorpresa; i cani scattarono immediatamente in piedi, nascondendosi poi sotto il tavolo in cucina; a Duff cadde per terra la sua preziosa birra, creando una pozzanghera che i cani non aspettarono un momento ad andare a leccare, scoprendo con somma felicita` che la birra era davvero squisita e facendo la lotta con Duff, che, inginocchiatosi, cercava di spingerli via tirandoli per le codine e non ci pensava nemmeno di lasciare ad altri la sua bevanda.

“Ma guarda dove sono finito…” penso` il moro sconsolato guardandosi intorno.

- Izzy io volevo una mano solo per andare fino al bagno, niente di piu` - gli disse Axl interrompendo i suoi pensieri, con l’aria ancora un po’ sconvolta, guardandolo come si guarda un alieno, o uno strano fenomeno da baraccone.

- Me ne sbatto Axl. Non sono la tua badante e adesso sono davvero stufo di te – esclamo` il moro, giustamente al limite della sopportazione, mentre afferrava cani e guinzagli ed usciva per una lunga passeggiata.

***

Duff alzo` di scatto la testa, quando Izzy afferro` i cani, allontanandoli dalla birra rovesciata e mettendo loro il guinzaglio, per poi uscire di casa senza dire una parola. Guardo` un attimo Axl, che se ne stava ancora seduto sul divano a bocca aperta, e sbuffo` scuotendo la testa rassegnato per poi andare a togliersi quella stupida divisa gialla che doveva indossare a lavoro. Era sempre cosi`, ogni volta che Axl stressava Izzy fono a farlo scoppiare, quello se ne andava a camminare per alcune ore, poi tornava a casa senza dire nulla, ma almeno piu` calmo di prima; mai una volta che facesse capire ad Axl che avrebbe anche potuto tenere un altro comportamento nei suoi confronti. Solo l’ultima volta, un paio di settimane prima, il moro aveva fatto un’eccezione: se ne era andato subito dopo le prove per non si sa quale motivo, o almeno Duff non lo aveva capito, anche se sospettava che i due avessero litigato subito prima di andare da loro, ed era tornato al garage appena tre quarti d’ora dopo, con uno strano sorriso sulle labbra e l’aria stranamente svagata. Non sapeva cosa fosse successo durante quel periodo di tempo, ma era contento che il suo amico non fosse piu` incazzato.

Quando torno` in cucina per prendere un’altra birra, vi trovo` anche Axl che cercava qualcosa nell’armadietto accanto al frigorifero, probabilmente qualche merendina.

- Allora le gambe ti funzionano ancora… -

- Sta zitto –

- Hai sbagliato persona, io non sono come Izzy che non parla mai, quindi non sto zitto affatto –

- E allora muoviti e dimmi che vuoi –

- Nulla, constatavo solo che non sei poi cosi` moribondo come sembra –

- Ne hai ancora per molto? Non sopporto le prediche –

- Lo so, ma forse ogni tanto te ne servirebbe una, sai non tutti sono qui per fare i comodi tuoi… –

- Lo so… - gli rispose Axl, con una strana nota di tristezza nella voce, che fece calmare un po’ Duff… forse il rosso non era cosi` stronzo come sembrava, solo non riusciva mai a capire la giusta misura delle cose, quando fermare il gioco e quando invece continuarlo.

- E allora la prossima volta comportati in modo diverso con Izzy, Axl. O almeno provaci –

Il rosso lo guardo`,  con uno sguardo strano.

- Ci provero` Duff… ci provero`… - gli disse, andando di nuovo al divano e avvolgendosi di nuovo nella coperta, chiudendo gli occhi.

Le parole di Duff gli avevano fatto tornare alla mente il ricordo della promessa fatta ad Izzy solo alcuni giorni prima, al parco, quando aveva detto che avrebbe iniziato a ragionare, prima di agire. Non aveva mantenuto la promessa. Adesso sperava solo che Izzy avesse abbastanza pazienza in serbo per lui, in modo da dargli l’ennesima possibilita` per rimediare ad uno dei suoi tanti danni.

***

Appena uscito dal palazzo, si senti` gia` meglio. Gli sembrava di soffocare, in quella casa grande come una scatola di scarpe. E non per le dimensioni della casa in se stessa, ma per tutta la situazione. C’erano dei giorni in cui gli sembrava di essere sul punto di esaurirsi, di non farcela piu`, e Axl sembrava non rendersene conto; il rosso rendeva sempre tutto piu` difficile. I suoi amici erano la sua famiglia di Los Angeles, l’unica che desiderasse davvero avere li`, ma a volte sembravano non pensare di prenderlo in maggiore considerazione. Sara` stato un po’ per il suo essere sempre silenzioso e disponibile, ma davvero a volte gli sembrava di essere sfruttato. Non si divertiva come avrebbe voluto, ecco, lui non staccava mai del tutto il cervello, anche se a volte ne aveva davvero molto piu` bisogno degli altri. Era sempre troppo preso a pensare ai suoi doveri verso gli altri. Verso Axl, perche` non si poteva certo dire che avesse mai avuto una vera famiglia a prendersi cura di lui, e perche` fra loro c’era un sentimento piu` profondo di una semplice amicizia. Verso il gruppo, per tenerlo unito e cercare di smussare un po’ lo spigoloso carattere del cantante, che attraeva a se` come una calamita tutti quanti, ma con la stessa facilita`, grazie al suo strano carattere, li spingeva anche lontano, e senza un collante, lui era certo che gli altri tre se ne sarebbero gia` andati da un pezzo. E, da alcuni giorni a quella parte, anche verso i cani, perche` se non ci avesse pensato lui, era certo che sarebbero morti di fame e sete.

“Sei proprio rincoglionito Izzy, adesso te la prendi anche con chi non ha colpe” disse a se stesso, pensando a quanto fosse ingiusto prendersela con i cani, poveri cucciolotti.

Anzi, proprio quei due esserini pelosi avevano migliorato, e parecchio anche, l’umore del cantante. A volte i suoi pensieri lo portavano troppo lontano dalla realta`. Pensava troppo, ecco qual’era il suo problema. Axl glielo diceva sempre, anche quando erano ragazzini e scorrazzavano per i campi intorno alle periferie di Lafayette. Il rosso rifletteva troppo poco invece, ecco perche` finiva sempre nei casini e lui doveva aiutarlo a rimediare, ma evitava sempre di dirglielo in faccia; non sarebbe stato giusto, c’era molto di piu` da considerare nella storia personale di Bill, per poter capire anche solo in parte il suo modo di essere. Sapeva che Axl non era una persona cattiva, solo un po’ egocentrica e per nulla affidabile, troppo lunatica e concentrata su se stessa per osservare davvero gli altri. Ok, ma non era questo il punto. E allora qual’era?? Forse avrebbe dovuto cercare di essere piu` paziente?

‘Fanculo Izzy, smettila di pensare almeno per un attimo...

Senza badare troppo al fatto di essere in mezzo ad una strada pubblica, afferro` dalla tasca alcuni dollari, e si diresse in un piccolo vicolo nella zona del loro vecchio appartamento. Sapeva chi vi avrebbe trovato, sapeva cosa vi avrebbe trovato. L’unica cosa che lo avrebbe fatto smettere di pensare. Aveva promesso a se stesso che non avrebbe provato mai piu` quella sostanza, la prima volta, solo un paio di settimane prima, pochi giorni prima di trovare i suoi due adorati cuccioli, gli era sembrata fin troppo pericolosa: era stato un viaggio fortissimo, affascinante e seducente come la piu` bella delle ragazze, e proprio per questo aveva capito che, se non ci avesse prestato molta attenzione, avrebbe finito per diventarne completamente dipendente, mettendo a rischio anche le sorti del gruppo, e la riuscita del suo sogno.










 
OK GUNNERS, ECCOCI DI NUOVO QUI. IL TONO DEL CAPITOLO E` MOLTO PIU` TRISTE RISPETTO AL SOLITO, MA IO STESSA IN QUESTO PERIODO HO QUALCHE PENSIERO DI TROPPO IN TESTA…

CHE DIRE? SPERO SOLO CHE VI SIA PIACIUTO, FATEMI SAPERE.

UN ULTIMO, PICCOLO AVVISO, PER TUTTI COLORO CHE SEGUONO QUESTA STORIA:
HO DEI PROBLEMI MOLTO SERI A CASA, UNA PERSONA MOLTO CARA CHE NON STA BENE. CERCHERO` DI AGGIORNARE SEMPRE ALMENO UNA VOLTA ALLA SETTIMANA, MA LA VERITA` E` CHE NON ASSICURO DI FARCELA… IZZY NON E` L’UNICO A PENSARE TROPPO, E AVERE CATTIVI PENSIERI CHE RONZANO IN TESTA NON MI E` D’AIUTO NELL’IMMAGINARE SCENETTE DIVERTENTI DA DESCRIVERE CON LEGGEREZZA, COME HO SEMPRE FATTO…

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Capitolo 9
*** 09. MR BROWNSTONE ***


QUESTO CAPITOLO AFFORNTA UN TEMA DOLOROSO: IL TONO E` DI CONSEGUENZA PIU` PESANTE DEI PRECEDENTI…

LE PARTI SOTTOLINEATE SONO LE SENSAZIONI DI AXL, A CUI HO DATO RISALTO IN QUESTO CAPITOLO.

- Eddai Slash, danne un pezzettino anche a me… -

- Scordatelo –

- Duff… su almeno tu… -

- Neanche per sogno –

- Ragazzi cosi` muoio di fame cavolo –

- No, cosi` ti mantieni in salute. Non lo sai che il giorno dopo che uno vomita deve mangiare leggero? Minestrina con formaggino, al massimo –

- Ma che schifo! Non ho mica novant’ anni io! E poi scusa Slash, da quando hai una laurea in medicina? –

- L’ho presa per corrispondenza giusto ieri, rosso –

- Se certo, e io sono Biancaneve e Duff e` Brontolo! –

- Non sono nano io! E non borbotto! –

- Sta zitto, era solo per dire! E comunque ribadisco, datemi qualcosa da mangiare, dai! –

- E ribadisco anche io: scordatelo Axl! Ieri sera hai giocato al vomitatore pazzo, e noi abbiamo pulito. Ora tu stai sdraiato sul divano, al calduccio della tua copertina, e se proprio vuoi qualcosa ti mangi la minestrina di cui ha parlato Slash, ma ti scordi gli hamburger! –

- Uffa… siete crudeli pero`… -

Il rosso mostro` la sua faccina piu` triste e sconsolata, sperando di far compassione al chitarrista ed al bassista. I due, infatti, si erano bellamente seduti al tavolo della minuscola cucina dell’appartamento non appena il riccio era ritornato dal lungo giretto con Steven, e Duff aveva tirato fuori da un sacchettino di carta dall’aria piuttosto unta due enormi panini, gentilmente offerti dal suo fast food. Uno era per lui, l’altro per Slash. Non aveva nemmeno pensato, a dire il vero, al fatto che ora in casa fossero in quattro, anzi sei, perche` non c’era ancora abituato, e cosi` non aveva preso nulla per Axl. Il rosso, pero`, sembrava davvero affamato, un po` perche` era ormai pomeriggio inoltrato, un po’ perche` non metteva nulla di sostanzioso sotto i denti da quella mattina, e ora stava rompendo le scatole ai due proprietari di casa, perche` facessero a meta` con lui del proprio pasto. Logicamente, i due amici non avevano dovuto nemmeno scambiarsi una parola; era bastato uno sguardo, perche` decidessero di fare fronte comune contro il rosso, e la scusa per tenerlo lontano dai loro pasti era il suo problemino di stomaco del giorno prima. Nemmeno la faccina sconsolata che era riuscito a mostrare Axl li aveva impietositi piu` di tanto, cosi` il cantante, rassegnato, era tornato sul divano a guardare contro voglia un quiz televisivo, per far passare il tempo, mentre i due mangiavano.

Quando avevano finito, erano rimasti un po’ col rosso, a ridere e scherzare, oltre, ovviamente, a bere birra e cercare qualche film piu` interessante, che pero` a quell’ora non davano (non sulla tv non a pagamento, almeno), fino a quando avevano deciso di uscire a fare un giro per bar, magari anche cercare un posto che li avrebbe ingaggiati per suonare una di quelle sere. Tutti loro avevano bisogno di soldi, e magari cosi` li avrebbero trovati, oltre a riuscire a farsi un po’ di pubblicita`, che non guastava mai.

- Hey Slash, che ne dici? –

- Si` Duff, mi sembra un buona idea, Axl tu vieni con noi? –

- Non so… se torna Izzy, come entra in casa? Non ha le chiavi –

- Ah gia`… beh io in casa non ci sto, e poi Izzy torna sempre tardi quando… –

- Quando cosa?! E comunque nessuno ti ha chiesto di stare in casa, Slash –

- Era sottinteso nelle tue parole, che qualcuno deve restare qui, Axl –

- No, basta che mettiamo le chiavi da qualche parte fuori dalla porta.. non so, sotto lo zerbino, tipo –

- Axl, forse non te ne sei accorto, ma noi non abbiamo uno zerbino –

- Esatto, e se poi entrano i ladri? – intervenne Duff.

- I ladri? Qui? E che cosa avrebbero da rubare? La tua birra e le molle della poltrona, forse? – gli rispose Axl, ironico.

- A parte che la poltrona e` comodissima e le sue molle sono perfette, comunque non mi va l’idea che qualcuno venga a frugare qui dentro –

- Stai tranquillo Duff, i ladri preferiscono le ville dei vip alle topaie. Dunque, non verranno di certo qui! –

- Questa non e` una topaia… -

- Ok ragazzi, basta per favore – intervenne di nuovo Slash, stufo di sentirli bisticciare – Axl, se vuoi venire noi usciamo tra pochi minuti, se no aspetti Izzy qui a casa. Fine delle discussioni – disse alzandosi e andando al bagno, mentre Duff si ritirava in camera sua.

I due stavano proprio per uscire, alcuni minuti piu` tardi, mentre Axl aveva deciso di aspettare li` Izzy anche se era sicuro che non sarebbe tornato prima di alcune ore, come accadeva sempre quando lui lo faceva arrabbiare, quando la porta si apri`, e ne entro` Izzy seguito da Sheila ed Argo.

Il moro aveva stampato sul viso un sorriso incredibilmente ampio. I capelli erano arruffati come sempre, ma non bastavano a nascondere il suo sguardo vuoto, il nero dei suoi occhi rifletteva la luce ma non ne emanava di propria, come invece accadeva di solito. Occhi vacui, cosi` li avrebbe definiti il cantante. Izzy si muoveva a scatti, talvolta con lentezza esasperante, a tratti invece con movimenti rapidi ed improvvisi, e sembrava fare le cose con fatica, cercando una grande concentrazione anche per i gesti di solito semplici ed automatici, come se necessitasse di ricordarseli, prima di compierli.

Duff e Slash lo salutarono subito, appena entrato, ed il moro rispose a sua volta, con un’espansivita` che non gli era di certo propria, e che fece insospettire ancora di piu` Axl, che invece si era limitato ad osservarlo. Izzy, il chitarrista ed il bassista parlarono per qualche minuto tra loro, ridendo, e poi i due proposero anche a lui di uscire, visto che sembrava essere tanto espansivo e di buon umore, quel giorno. Duff in particolare era contento che Izzy si fosse scordato del litigio con Axl, anche se, proprio come il cantante, stava pensando che Izzy si comportava in modo strano, quel giorno, ma si limito` a credere che fosse solo il suo modo per cercare di non pensare a cio` che era successo. In effetti, non si stava sbagliando di molto: Izzy non solo aveva (temporaneamente) dimenticato l’accaduto, ma addirittura aveva smesso completamente di pensare, e faceva cio` che doveva solo per la forza dell’abitudine; il suo cervello era scollegato, e lo sarebbe stato ancora per un bel po’…

Alla fine, Duff e Slash uscirono, mentre Izzy preferi` rimanere in casa, dicendo di essere stanco. In effetti aveva iniziato a percepire una forte sensazione di sonnolenza, e non solo per il poco riposo della notte e la fatica della mattinata…

Si mise seduto sul divano, vicino ad Axl che lo osservava in silenzio, studiandolo e aspettando la prossima mossa del moro, per cercare di capire meglio cosa stesse accadendo. I muscoli erano rilassati, gli occhi con le palpebre pesanti, il capo poggiato pesantemente sulla spalliera. Tutti loro erano ragazzi di strada, nel senso che vi erano cresciuti, se ne erano andati presto dalle loro famiglie per cercare la liberta` ed il succsso come musicisti. Nessuno aveva soldi a sufficienza per vivere nei signorili condomini che stavano spuntando come funghi nei migliori quartieri residenziali di Los Angeles, quindi stavano nelle zone piu` povere e degradate, dove se ne vedevano di cotte e di crude. Quindi, Axl aveva gia` visto, e da vicino anche, persone fare uso di sostanze stupefacenti molto pesanti, e ne conosceva gli effetti. Non li aveva provati personalmente, a lui bastavano le canne e la coca da sniffare, non gli interessavano gli aghi (anzi, in realta` ne aveva avuto paura sin da quando era bambino), ma sapeva cosa stava vedendo nel suo amico di sempre, in quel momento. E non gli piaceva. Per niente.

Izzy dal canto suo stava li` seduto, a fissare un punto imprecisato nell’angolo della stanza, sempre con quello sguardo vuoto e quel sorrisone un po’ ebete. Ogni tanto pero` il suo corpo faceva degli scatti improvvisi, e lui muoveva rapidamente la testa, come a voler scacciare un’invisibile mosca che gli ronzava attorno fastidiosa. Non si era accorto ne` del rosso che lo fissava preoccupato e sospettoso, ne` di Sheila che gli aveva afferrato i pantaloni con i denti e cercava goffamente di tirarlo giu` dal divano. Forse aveva fame. In effetti, non avevano mangiato nulla, i due cani, dalla sera precedente. Axl dal canto suo noto` bene Sheila e il suo tentativo di attirare l’attenzione, e si preoccupo` del fatto che Jeff non vi badasse. Cattivo, cattivissimo, pessimo segno.

Si alzo` dal divano, afferrando i due cani e prendendoli in braccio.

- Hey tu! Si vede proprio che sei una femmina… tutte rognose, voi femmine. E tu invece di allontanarla da Izzy, te ne stai in un angolo a dormire, vero campione? Dai, vi do io da mangiare, su! –

Li porto` in cucina, ed apri` il frigorifero. Stava cercando qualcosa da dare loro, ma non vedeva latte da nessuna parte, cosi` li appoggio` a terra.

- Certo che state diventando sempre piu` pesanti voi due, vero? Faccio quasi fatica a tenervi in braccio! – constato`, continuando a frugare inutilmente.

- No, non trovo nulla piccoletti, mi dispiace! – concluse, richiudendo l’anta.

Avrebbe dovuto trovare qualcosa da dare loro, perche` poverini avevano proprio fame. Lo guardavano con i loro occhioni, scodinzolando… si, sapevano perfettamente come farsi amare, non c’era dubbio. Il rosso si volto` verso Izzy, che se ne stava sul divano nella stessa posizione di prima, con gli occhi semi chiusi. Non si era mosso di un millimetro. La situazione non gli piaceva, per niente. Avrebbe dovuto cercare di parlare con Izzy al piu` presto. Decise che lo avrebbe fatto quello stesso pomeriggio.

***

Mezz’ora dopo, erano tutti e quattro per strada, Axl, Izzy, Argo e Sheila.

Il rosso aveva cercato per cinque minuti buoni di attirare l’attenzione di Izzy, che sembrava perso nell’esplorazione dei meandri piu` cupi ed oscuri della sua mente, e soprattutto in quelli piu` lontani dalla realta`. Aveva a stento voltato gli occhi fino a posarli sulla figura del cantante che gli parlava e lo scuoteva per un braccio, ma Axl pensava che, in realta`, fosse cosi` distante da non avere quasi capito che cosa gli stesse dicendo; aveva notato i suoi occhi spalancati, come se stesse osservando un essere strano, un mostro, un alieno persino… e forse era proprio cosi`, almeno per la sua mente allucinata. Cosi`, aveva deciso di non perdere altro tempo tentando di coinvolgerlo nella sua idea di uscire di casa a fare quattro passi per prendere una boccata d’aria e schiarirsi le idee, cosa di cui Izzy sembrava proprio avere un gran bisogno, e lo aveva letteralmente sollevato dal divano per portarlo fino alla porta, in un precario equilibrio, tenendo con una mano i due guinzagli ed i cani.

Aveva impiegato un altro quarto d’ora per aiutare il moro a scendere le scale senza inciampare nei suoi stessi piedi, cosa alquanto ardua quando si ha a che fare con uno che a mala pena sembra essere in grado di tenere gli occhi aperti e coordinare i suoi stessi movimenti. Ed infatti, giunti all’ultimo pianerottolo, il moro aveva fatto un volo dell’angelo, volando letteralmente sopra tutti gli ultimi dieci gradini, ed era atterrato nel vano della portineria, per poi scoppiare a ridere per un paio di minuiti, cercando di rialzarsi, inutilmente. Axl non aveva mai visto il suo amico ridotto in quello stato, anzi di solito era il contrario, se c’era qualcuno che si autodistruggeva, quello era proprio lui. Si chiedeva come fosse riuscito Izzy a tornare a casa, alla nuova casa per giunta, senza perdersi o finire travolto da una macchina a qualche incrocio. Sospettava che un grande aiuto in questo gli fosse stato dato proprio da quei due batuffoli che ora stavano tirando i guinzagli per andare esattamente nella direzione opposta alla sua.

Alla fine, con uno sforzo immane, riusci` a dare la giusta direzione ai cani, e allo stesso tempo a portare con se` anche Izzy, che ogni due per tre rimaneva indietro o si appoggiava senza forze ad un albero o al muro di qualche palazzo. Individuo` presto un minimarket, in cui trascino` tutta la combriccola per prendere qualcosa da sgranocchiare. Fece un giro molto veloce fra gli scaffali sporchi e malamente illuminati, con prodotti di ogni fattura sopra, afferrando le prime cose che vedeva, e soprattutto le meno costose, e ando` alla cassa con in mano due toast confezionati, una bottiglia di latte, una ciotola rossa per i cani e una bottiglia di coca-cola.

- Ecco, tenga… - disse passando il tutto alla grassa cassiera.

- E` tutto? – chiese quella, annoiata e scocciata allo stesso tempo.

- Certo. Le sembra che abbia in mano qualcos’altro? –

- Lei magari no, ma il suo amico potrebbe –

- Il mio amico non sta molto bene, non so se lo ha notato… lo vedrebbe anche un cieco –

- Certo certo, credi che sia nata ieri ragazzo? Sai quanti ne vedo io, di delinquenti come voi? E pensare che questa zona un tempo era tanto tranquilla, tutte brave persone. Ora ho i vetri pieni di graffiti, a volte li trovo rotti la mattina quando arrivo. Mi pagano una miseria e rischio la vita per le rapine e… -

- Si si certo signora, va bene, mi dispiace per lei, a non piu` rivederci! – le disse sbrigativo il rosso, trascinando fuori da quel posto Izzy tirandolo per un polso.

Andarono poco piu` avanti, in una strada cieca, senza uscita, e percio` percorsa da poche macchine, e Axl fece sedere tutti sul marciapiede, mettendosi vicino a Jeff. Prima di parlargli, gli avrebbe fatto mangiare un toast, perche` era sicuro che il moro, come lui, non avesse messo nulla sotto i denti da quella mattina. Non sapeva cosa avesse fatto fuori casa con precisione, ma era certo che avesse speso i suoi soldi in qualcosa di molto diverso dal mangiare; il piccolo livido che si stava formando nell’incavo del suo gomito lo testimoniava. E purtroppo, si sentiva anche molto responsabile per l’accaduto. Sapeva di avere un carattere orribile, e che per questo, dopo averlo esasperato, aveva spinto Izzy a fare cio` che era ormai certo avesse fatto. Di nuovo.
 


 
*** *** PRECISAZIONI *** ***

Per questo capitolo e la descrizione degli effetti provocati dal consumo di eroina, mi sono basata su quello che ho letto negli anni, sulle testimonianze di coloro che ne facevano uso (e poi, fortunatamente ed in molti casi, hanno anche smesso), e per descrivere i comportamenti delle persone che l’hanno provata ho fatto ricerche in internet, oltre ad essermi basata su quelli che ho visto essere gli effetti dell’uso di morfina (di cui l’eroina e` un derivato). Per la storia del livido provocato dall’ago (che non necessariamente si forma, se la pratica non e` continua), ho riportato la mia esperienza diretta di donatrice di sangue xD



BENE, ECCOCI QUI… LO AVEVO DETTO CHE QUESTO CAPITOLO SAREBBE STATO PIU` PESANTE DEI PRECEDENTI… NON MI DILUNGO OLTRE, SPERO SOLO CHE VI SIA PIACIUTO.

VI LASCIO NELLA CURIOSITA DI VEDERE IL CONFRONTO TRA I DUE, CHE E` RIMANDATO AL PROSSIMO CAPITOLO, PER MIA GRANDE CATTIVERIA, MUHAHAHAH!!!

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Capitolo 10
*** 10. I WILL BE THERE ONCE MORE ***


Axl riempi` la ciotola di latte e la poggio` a terra, mentre Sheila ed Argo vi si fiondavano letteralmente sopra, poi passo` al moro un toast ripieno al prosciutto, e tenne per se` quello al tonno. Ne addento` un pezzo, aspettando che anche il chitarrista facesse lo stesso, ma cosi` non accadde: Izzy si limitava ad osservare cio` che aveva in mano, senza interesse o curiosita`, e soprattutto senza sembrare affamato.

- Hai gia` mangiato qualcosa Izzy? – provo` a dirgli il rosso.

Il chitarrista si limito` a spostare brevemente lo sguardo su di lui, prima di puntarlo di nuovo sul cibo.

- Hey?! Dico a te! – rincaro` Axl, strattonandolo – Mi vuoi rispondere?! Non so se te ne sei accorto, ma non sono l’uomo invisibile. Ci sono! Mi vedi? Non fare finta di niente Izzy! –

- Lo facevi anche da bambino… - sussurro`.

- Dio del cielo, ha parlato finalmente! – esclamo` alzando le braccia sopra la testa, in un gesto teatrale, sperando di far ridere il suo amico senza successo.

- Anche questo sai?... –

- Non ho capito Izzy. Questo cosa? – gli chiese cercando di racimolare quanta piu` pazienza possibile.

- Questo… fare l’esibizionista… ti veniva spontaneo anche da bambini… proprio come odiavi essere ignorato. Ti arrabbiavi molto, me lo ricordo bene… -

- Si beh, credo che a nessuno piaccia sentirsi come un fantasmino che vede e sente tutto ma nessuno nota. E sinceramente, credevo di farti ridere, con il mio gesto –

- Hai creduto sbagliato… - disse, sempre a voce bassa, come se gli costasse fatica far vibrare le corde vocali, e difficolta` creare un pensiero razionale.

Axl fece un altro morso, pensando a come approcciarsi a Izzy e  provare a parlare seriamente. Il moro invece non tocco` neanche il suo toast, aveva lo stomaco chiuso e gli veniva la nausea solo a sentire l’odore del prosciutto, che di solito adorava. Bevve un sorso d’acqua dalla bottiglia che Axl, vedendo la sua smorfia di disgusto, gli aveva passato.

- Non era mia intenzione Izzy, lo sai… - disse il rosso, con tono dispiaciuto.

- Eh? Cosa? – il moro lo guardo`, perso. Adesso era lui, a non capire.

Il rosso aveva sperato di coinvolgerlo nella conversazione e suscitare la sua curiosita`, iniziando il discorso in quel modo, lasciando la frase in sospeso. Forse, c’era riuscito.

- Farti arrabbiare. Non volevo, lo sai –

Izzy abbasso` lo sguardo, fissandosi i piedi – Si, ma a volte saperlo non mi basta… -

- Non ti seguo –

- Intendo… che vorrei che lo capissi anche tu… -

- Izzy davvero, ora sono io che non capisco – disse guardandolo seriamente

- Vorrei che tu stesso ti rendessi conto di quando fermarti! Di quando devi smettere di fare lo scemo! Di quando stai facendo esplodere le persone col tuo carattere di merda! – gli urlo` in faccia il moro, parlando concitato

– Non ci sei solo tu Bill, lo sai? Anche gli altri esistono. E non esistono per compiacere te, per farti da balia quando non vuoi uscire di casa o per coccolarti quando fai il moribondo! Gli altri non ci sono solo per te, e` ora
che tu lo capisca! – continuo` a urlargli contro, cercando poi, preso da una rabbia improvvisa, di mollargli uno schiaffo.

Non ci riusci`, la sua mano tremolante colpi` l’aria, ma non la faccia di Axl, che tra l’altro non si aspettava una simile reazione ed era rimasto pietrificato, non si era mosso; si limito` a prendergli saldamente il polso e bloccargli la mano. Non si aspettava di sentirsi dire quelle cose. Axl sapeva che erano vere, tutte, nessuna esclusa, dalla prima all’ultima virgola. Ma Jeff non gliele aveva mai buttate in faccia in quel modo, nonostante piu` di una volta lo avesse fatto incazzare. Si senti` triste. Era vero, tutto vero. Col suo carattere allontanava da se` le persone, dopo averle fatte avvicinare. Si maledisse per averlo fatto anche con quella a cui teneva di piu` al mondo.

- Izzy io… mi dispiace… davvero… -

- Sai quante cazzo di volte le ho sentite queste parole? Lo sai?! –

- Lo so Izzy… Jeff… davvero io… lo so come sono, so che ho questo carattere del cazzo… non vorrei averlo te lo giuro –

Il moro lo osservava in silenzio, aspettando che continuasse; ora sembrava piu` calmo, e Axl lascio` la presa sulla sua mano.

- Io mi impegno Jeff per cercare di essere meno pesante… con te soprattutto, so che ti stresso parecchio a volte… ma non lo so, ci sono giorni in cui non penso a cio` che faccio, a come mi comporto. Non voglio essere come sono, lo sai; vorrei riuscire a non allontanare la gente, a non allontanare te… - continuo`, con il respiro che si faceva piu` affannoso.

Era un vero sforzo per lui riuscire a dire queste cose, ammettere il suo caratteraccio, scusarsi per il suo comportamento; Izzy se ne rendeva conto perfettamente, lo conosceva forse meglio di quanto lui conoscesse se stesso. Anche se aveva il cervello annebbiato e confuso per gli effetti di cio` che aveva preso poche ora prima, sapeva che il rosso stava facendo un grande sforzo, e, lo stava facendo per lui. Stava parlando col cuore. Non per prenderlo in giro, non per ingannarlo. Solo per lui, per capire cosa stesse succedendo (anche se una parte di lui sapeva che il rosso aveva gia` un’idea ben precisa e, purtroppo, anche giusta) e per aiutarlo.

- Bill tu non mi allontani … - sussurro` cercando di interrompere quel fiume di parole pregne di consapevolezza dolorosa e di colpevolezza sincera.

- No Jeff, sta zitto e fammi finire. Non mi interrompere, sai che potrei non dire piu` nulla di cosi` sincero, sai come sono fatto, non e` da me ammettere come sono, e farlo spontaneamente. Il punto e` che mi dispiace, veramente, per come mi sono comportato oggi, per averti stressato, per essere stato cosi` egoista e… per averti fatto drogare Izzy. Perche` e` questo che hai fatto, vero? –

Il moro spalanco` gli occhi, colpito nel segno. Axl sapeva, ora ne era certo. Aveva capito subito cosa era accaduto. In fondo era certo che avesse capito qualcosa, loro erano come fratelli, lui conosceva Axl, ma anche Axl lo conosceva bene, e sapeva quando qualcosa non andava. E soprattutto era meno stupido di quanto sembrasse a volte. Aveva capito, fine dei giochi.

Annui`, con un cenno muto, colpevole, senza parlare.

Chiuse gli occhi, stretti stretti, in attesa. Si aspettava che ora il rosso si mettesse a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo, che lo colpisse con un pugno, che si alzasse andandosene a casa lasciandolo li`, che gli dicesse di avere messo in pericolo non solo se stesso, ma anche tutto il gruppo con le sue azioni. Axl prendeva i neonati Guns N’Roses molto seriamente, come lui del resto, e non sopportava che qualcuno facesse qualche cazzata mettendo in pericolo il loro sogno, il suo sogno.

Ma non successe nulla. Le urla e il pugno non arrivarono. Senti` solo un braccio del suo amico circondargli le spalle, e una mano spingere delicatamente la sua testa affinche` si appoggiasse sulla esile spalla del cantante, usandola a mo’ di cuscino.

- Non farlo piu` Jeff…- gli sussurro` Axl, la voce tremante – Non voglio vederti conciato cosi` male da non riuscire quasi a parlare, a camminare, da avere la nausea al solo vedere il cibo… -

Izzy annui`, nuovamente.

- Perche` lo hai fato Jeff? Cioe`, so perche`, so di averti spinto io a farlo, ma non capisco… non potevi, non so, fare altro, prendere a pugni una vecchietta, sfasciare la casa di Duff… -

Il moro rise al sentire quelle parole. Una risata un po’ roca e tremolante, ma sincera. Axl era proprio pazzo, lui e le sue idee…

- Non sei stato tu Bill. Davvero, non sentirti in colpa. Sono uscito di casa perche` ero nervoso, perche` ero stufo di fare cio` che mi chiedevi, ma non e` stato il tuo comportamento a spingermi a fare cio` che ho fatto – lo guardo` negli occhi voltando il viso verso il suo, per dimostrargli che era sincero.

Poi riprese: - E` stata una mia decisione, non cerco una giustificazione e capisco se sei arrabbiato per cio` che ho fatto. Pero`, mentre ero fuori, e camminavo, e cercavo di sbollire la rabbia… non lo so, il mio cervello continuava a vagare, pensavo a tante cose, a me, a te, al gruppo, a tutto. Non riuscivo a smettere di pensare, anche se era l’unica cosa che volevo fare… – anche il suo tono era ora piu` concitato, il suo racconto un po’ piu` confuso, nella fretta di dire cio` che era successo, di far capire il perche` delle sue azioni – …e tutto cio` che pensavo non era allegro. Solo che te l’ho detto, non riuscivo a fermarmi. Poi mi e` venuto in mente che un paio di settimane fa, quando me n’ero andato dal garage, stavo camminando come al mio solito, e senza pensare sono entrato in un vicolo… mi ci hanno portato le gambe, capisci? E li` c’era questo ragazzo, magrissimo, altissimo, coi capelli lunghi, che vendeva della roba. Volevo comprare dell’erba, ma lui mi ha visto un po’ giu` e mi ha detto: “Hey amico, perche` non provi qualcosa di piu` forte, cosi` mandi via i pensieri, vedrai che funziona”, e ho provato. E i pensieri se ne sono andati, se ne sono andati tutti, capisci? Era cio` che volevo. Solo che e` roba pensante Bill, era eroina, e mi ha fatto fermare il cervello, e` stato incredibile, mi sentivo bene. Poi quando l’effetto e` svanito, a casa, ho pensato che era magnifico, ma terrificante allo stesso tempo, e mi sono ripromesso di stare lontano da quel vicolo e dall’eroina, soprattutto. Poi oggi…volevo di nuovo spegnere il cervello per qualche ora, e l’ho fatto di nuovo. Mi sono sentito di nuovo bene, leggero – disse tutto d’un fiato, mentre i timori del rosso venivano confermati del tutto, e la stretta del suo braccio intorno alle spalle dell’amico diventava piu` forte.

Axl senti` le spalle dell’amico tremare leggermente, e sapeva che non si trattava solo del freddo. Era felice pero` che il moro si fosse deciso a parlare, e che si mostrasse desideroso quanto lui di non ripetere piu` quell’esperienza. Lo abbraccio`.

- Mi dispiace Jeff… -

- No Bill non mi chiedere scusa. Sono io quello dispiaciuto, lo devo essere, dopo cio` che ho fatto… capisco se sei arrabbiato con me… -

- Smettila anche tu! Ho le mie colpe, lo sai, non mi giustificare Jeff, non farlo. Ed io in cambio non giusfifichero` te. Ci siamo chiariti, e` questo l’importante. Siamo stati sinceri, tutti e due. Adesso ho capito. E so che anche tu non vuoi piu` ripetere l’esperienza; questo mi basta, non mi serve altro – disse, alzandosi e aiutando il moro, ancora un po’ intorpidito dagli ultimi effetti della sostanza, a fare lo tesso – Ora andiamo a casa, ci sdraiamo un po’ sul divano e dormiamo, che ne abbiamo bisogno, tu piu` di me. Va bene? E la prossima volta, se ti viene voglia di farlo di nuovo, invece di prendertela col tuo braccio che ora e` nero e reclama pieta`, vieni da me e mi tiri un calcio nel culo, se ti fa sentire meglio – il moro scoppio` a ridere -  … ma non troppo forte mi raccomando! – al che, Izzy rise ancorqa di piu`.

Aiuto` Axl a raccogliere la bottiglia d’acqua e quella del latte, oltre alla ciotola, e quando fecero per andarsene, notarono che i due cani non si erano mossi. I cuccioli si erano addormentati li`, sul marciapiedi di quella strada.

- Guarda che carini che sono Jeff! –

- Si` hai ragione, lo sono. E` un peccato svegliarli… -

- Prendiamoli in braccio. Cosi` non si svegliano e dormono tranquilli! –

Con un po’ di fatica, e cercando di essere il piu` delicati possibili, li afferrarono. Arrivarono all’ingresso del loro palazzo dopo piu` di mezz’ora, un po’ per il carico ingombrante che stavano portando, un po’ perche` Izzy era ancora intorpidito.

- Per me stanno diventando troppo ciccioni! Devo tagliargli i viveri –

- Ma no Axl, poverini, lasciali in pace… a te qualcuno impedisce forse di mangiare? –

- Ma io non glielo impedisco, li metto solo a dieta stretta… -

- E cioe`?! –

- Li faccio mangiare un giorno si` e uno no! –

- Cosi` li ammazzi Axl… sei un vero pericolo! Meno male che ci sono io, altrimenti poveri cuccioli! –

- Hey come sarebbe? Guarda che io per loro sono una figura importantissima… un idolo quasi! E non fare quella faccia! E piantala anche di ridere! – gli intimo`, ridendo pero` a sua volta. La situazione sembrava serena, finalmente – Non ci credi, vero? Beh, sappi che invece e` cosi`! non hai visto come vengono sempre a leccarmi i piedi, la mattina? Mi danno i bacini sul naso! Mi amano, loro! –

- No Axl, e` che i tuoi piedi puzzano! Sentono odore di carne viva e allora accorrono, ahahaha! –

- Ma brutto… -

- Oh mio caro, non gli credere! E` solo invidioso della tua bellezza! – li interruppe ad un tratto una voce.

I due si voltarono all’unisono, per vedere chi fosse. E si trovarono davanti niente meno che la vecchietta che aveva fatto le sue avances ad Axl, la famosa vicina di casa di Duff che aveva invitato il rosso a raggiungerla, nel caso avesse avuto voglia di compagnia. Bassa, non grassa ma nemmeno magra, un tailleur color grigio antracite vecchio come lei, i capelli color argento raccolti in uno chignon sgangherato con ciuffi che uscivano a destra e a manca, spesse lenti da vista e un’ombra di baffetti intorno alle labbra.

Al solo vederla, Axl arretro` istintivamente di un passo. Quella donna lo inquietava, sembrava una pazza. Era una pazza!

- Oh mio caro, come sono felice di rivederti! Il mio Albert, sei proprio uguale a lui… non mi sei piu` venuto a trovare, mascalzone che non sei altro. Ti avevo invitato da me… ma l’offerta e` ancora valida, anche stasera se vuoi! – disse sorridendo ammiccante e facendogli l’occhiolino.

- NOOO! No signora, non credo di potere! Addio! – urlo` il rosso per poi scappare facendo di corsa l’ultima rampa di scale, e entrare di volata in casa, seguito da Izzy che rideva a crepapelle.

Si chiuse la porta dietro di se`, e diede ben due giri di chiave, come ad essere sicuro che quell’assatanata non riuscisse a seguirli.

- Izzy, ho cambiato idea. La prossima volta, invece di andare dallo spacciatore, uccidi pure la vecchiaccia a sangue freddo. Poi dico alla polizia che ci aveva molestato sessualmente. D’accordo? –











 
 
 
FINITO! MAMMA MIA CHE FATICCIA!

LA PRIMA PARTE DI QUESTO CAPITOLO E` STATA UN PARTO… HO CERCATO DI RENDERE DA UNA PARTE LA CONFUSIONE MENTALE DI IZZY, LA PAURA PER CIO` CHE AVEVA FATTO, LA GIOIA PER AVERE TROVATO UN AMICO DISPOSTO AD ASCOLTARLO E A CAPIRLO (FINALMENTE), DALL’ALTRA LA SENSAZIONE DI COLPEVOLEZZA DI AXL E LA VOGLIA DI TROVARE CON IZZY UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA.

LA SECONDA INVECE E` VOLUTAMENTE PIU` LEGGERA, SERVIVA A STEMPERARE UN PO’ LA TENSIONE DI QUESTI CAPITOLI… SONO COSI` DIVERSI DA TUTTO CIO` CHE HO SCRITTO FINO AD ORA!

FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE. UN BACIO!

PS: il titolo di questo capitolo e` il verso conclusivo di una splendida canzone dei Pearl Jam, “Oceans”… non so, mi sembrava perfetto per questo chiarimento tra i due, per la dimostrazione di affetto, preoccupazione e lealta` tra loro… ci saranno ancora una volta, l’uno per l’altro.

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Capitolo 11
*** 11. BEER I LOVE YOU, ONLY YOU BEER… ***


- DOVE SONO?! –

Izzy ed Axl sobbalzarono, svegliandosi all’improvviso. Erano ancora sdraiati su quello scomodissimo divano, nella stessa posizione in cui si erano addormentati la sera prima. Appena rifugiatisi in casa dopo l’incontro con l’amabile vecchietta, i due erano letteralmente crollati a sedere sul divano, poi in pochi minuti si erano addormentati. Accanto a loro, sul pavimento, dormivano Argo e Sheila. Nessuno di loro aveva dato segni di vita dalla sera prima, nemmeno quando Slash e Duff, visibilmente ubriachi, erano entrati in casa cantando allegramente la parte dell’opera di Bohemian Rhapsody, rovinando per sempre quella splendida canzone: Duff tirava degli acuti che per poco non avevano fatto crepare i vetri delle finestre, Slash invece si improvvisava tenore… uno spettacolo pietoso.

Invece, l’urlo di Duff, quella mattina, li desto` dal loro sonno ristoratore, che era stato un vero toccasana per entrambi, vista la pesante giornata precedente.

- Dove sono?! Dove?! – urlo` di nuovo.

“Che cazzo succede qui…?” si domando` un Izzy appena sveglio, cercando lo sguardo di Axl, spaesato tanto quanto il suo.

- Voi! Siete stati voi! – strillo` di nuovo voltandosi verso il salotto e, piu` precisamente, il divano dove c’erano di due.

O cazzo…

- Confessate! Brutti scrocconi che non siete altro! – ringhio`, indicandoli.

- Ma cosa…? – tento` di dire Axl, cercando di capire senza successo cosa fosse accaduto.

Intanto Duff si avvicinava sempre piu` minacciosamente. Era un ragazzone buono e caro, un po’ fanatico del buon vecchio punk, dei Sex Pistols e del suo idolo Sid, ma nonostante l’aria da duro, sotto sotto era un bambinone. Sempre gentile, sempre pacifico. Tranne quando qualcuno gli toccava la sua bambina: allora diventava una belva, ed era meglio scappare il piu` lontano possibile.

A confronto, i malumori di Axl erano quelli di una ragazzina mestruata.

- Zitto! Lo so che e` colpa vostra. L’avevo lasciata li`, la mia bambina. L’unica! L’ultima! E voi… voi me l’avete portata via! –

“E` inquietante, sembra sull’orlo della crisi di nervi!”

- Duff amico che succede, vuoi spiegarti un po’ meglio? – gli domando` pacato Izzy, stringendosi pero` di piu` ad Axl, che a sua volta aveva aumentato la presa sul cuscino dal colore indefinito che c’era di fianco a loro, come a usarlo per scudo di difesa da un’eventuale attacco del biondo.

- Voi mi avete finito l’ultima birra! L’avevo lasciata in frigorifero ieri, per berla stamane… sapete che non ci sto piu` con la testa, se non ho la mia birra! –

Lo vedo!

- E invece, stamattina, non c’e` piu`, scomparsa. Ma io lo so chi e` stato. Siete stati voi. Piccoli ubriaconi da strapazzo! – urlo` facendo un balzo oltre il divano, gli occhi fuori dalle orbite.

Izzy chiuse gli occhi, attendendo di essere schiacciato dal dolce peso del biondo (che sara` anche stato magro, ma era pur sempre alto due metri, e la pancetta da bevitore dava il suo contributo alla mole finale del bassista), ma nulla accadde. Senti` solo un forte rumore, e poi una serie di guaiti. Apri` gli occhi, e si volto` a osservare cio` che gli occhi di Axl, sgranati e allibiti accanto ai suoi, stavano fissando.

- Io vi strozzo, piccoli ubriaconi invasori di casa mia, ladri della mia birra!! -

Duff accucciato a terra cercava di strozzare uno dei due cani che per tutta risposta gli mordeva la mano facendolo urlare di dolore, Argo probabilmente, mentre Sheila gli mordeva i pantaloni proprio all’altezza del suo sedere, strappandoglieli e lasciando intravvedere i boxer celesti, prima di avventarsi in difesa del suo fratellino maltrattato anche contro quest’ultimo indumento.

Per il rumore, anche Slash, che quando dormiva sembrava una motosega e non veniva svegliato nemmeno dai cannoni, si era svegliato ed era accorso, e nel vedere la scena per poco non era rimasto lungo e disteso sul pavimento, svenuto. Izzy ed Axl invece, dopo essersi ripresi dallo sbalordimento iniziale, si erano gettati a capofitto su Duff; il primo gli aveva tolto i cani dalle grinfie e si era subito accertato che i cuccioli stessero bene, soprattutto il povero Argo che ancora ringhiava contro il lampione ossigenato, il secondo invece aveva rifilato ad un Duff delirante un bel paio di schiaffoni, per farlo rinsavire.

- Voi! Birra! Mia birra! L’ultima! Vi strozzo! – continuava ancora a starnazzare prima che un ultimo, definitivo ceffone in pieno volto da parte del rosso cantante con la segreta passione per il pugilato lo facesse calmare.

A quel punto, la stanza era un completo disastro, con i cuscini del divano volati fino al tavolo della cucina, Slash accanto allo stipite ancora a bocca aperta, Izzy in un angolino lontano da Duff che accarezzava protettivo i due cuccioli, i brandelli dei vestiti di Duff strappati in precedenza da Sheila finiti alla rinfusa un po’ ovunque, e Axl che ancora teneva una mano al collo del bassista, pronto con l’altra a rifilargli un nuovo manrovescio nel caso avesse dato i numeri per la seconda volta.

Rimasero fermi come in un quadro vivente per un paio di minuti, prima che Axl prendesse la parola.

- Ti sei calmato adesso?! –

- Si… -

Axl lascio` il collo del bassista, che si massaggio` le guance lese e mando` un’occhiata di puro odio al rosso cantante.

- Comunque e` colpa loro, mi hanno provocato, non dovresti prendertela con me! –

- NE VUOI UN’ALTRA!? –

Il biondo fece segno di no con la testa, spaventato. Mai contraddire Axl quando usava quel tono di voce. Mai contraddire Axl quando tendeva i muscoli pronto a rifilarti l’ennesimo schiaffo. Mai contraddire Axl e basta!

- Bene, allora adesso vai a lavarti la faccia con un po’ d’acqua gelida per schiarirti le idee, e se poi vuoi la birra te la vai a comprare, chiaro?! – sibilo`.

Il biondo annui` nuovamente, sgattaiolo` nel bagno, fece scorrere l’acqua per circa dieci secondi prima di chiuderla e fiondarsi fuori dall’appartamnto.

Mi immagino come si sia sciacquato bene…

- Tutto ok li`, Izzy? – si informo` il rosso.

- Si si, tutto bene… sono piccoli, ma si difendono bene questi due! Hanno proprio un bel caratterino! –

Chissa` da chi avranno preso…

- Per poco non me li strozzava, quello stronzo! Ma poi, io dico, perche` non ragiona? Secondo lui, come possono avere aperto l’anta del frigorifero e aperto da soli la bottiglia di birra? –

Izzy per tutta risposta alzo` gli occhi al cielo, come a dire: “Domandalo a chi sta lassu`, perche` io non ti so proprio rispondere”.

- E poi scusa Izzy – prosegui` il rosso – perche` diamine non hai confessato di avere rubato tu la birra? Avrei difeso anche te! Mi credi cosi` stronzo da non prendere le tue difese? –

- Cosa? Guarda che io non ho rubato proprio nulla! –

- Ah no?! –

- No! –

- E allora chi diavolo… Slash! – urlo` il rosso, facendo sobbalzare il riccio che, visto come si erano messe le cose e quale era diventato l’argomento di conversazione dei due, si era allontanato lungo il corridoio, quatto quatto, cercando di mimetizzarsi nella penombra.

- Si ragazzi? Ditemi – disse con il sorriso piu` amabile che era riuscito a trovare.

- Che fine ha fatto la birra di Duff? – chiese Izzy con sguardo indagatore.

- Birra? Quale birra? –

- Slash? La mia pazienza ha un limite, e l’ho gia` superato da un pezzo… -

Quindi parla o sei morto!

- Izzy, come puoi sospettare di me? Anche tu Axl, mi deludi! –

- No, io non ti deludo, io ti ammazzo se tu non confessi! –

- Ok, ok, non c’e` bisogno di arrabbiarsi! Dunque, la birra… vediamo… e` che ho una nebbia in testa, capite, non mi ricordo molto bene… -

- Ah no?! – gli chiese il rosso, sarcastico.

- No no, proprio no, eheh… -

- Ok, non c’e` problema, so io come verificare che fine ha fatto. Izzy, mi accompagni? Voglio un testimone –

- Come no amico! Ti seguo! – gli disse il moro, alzandosi e incamminandosi verso la stanza di Slash seguendo Axl, mentre dietro di lui, a sua volta, arrivavano Sheila ed Argo, travolti dall’improvvisa eccitazione che avevano sentito aleggiare nella stanza fra quei padroni tanto bizzarri.

Slash invece, era rimasto in cucina, si vergognava troppo sapendo cosa avrebbero trovato i suoi amici. Il riccio era uno dei peggiori bevitori che si potessero incontrare sulla faccia della terra, perche` non solo sveniva e si metteva a piangere a dirotto in pubblico o faceva cose terribilmente stupide, ma aveva anche la tendenza di fare la pipi` a letto come un marmocchio di 3 anni (cosa che forse, sotto sotto, era rimasto…), specie se, oltre a bere, aveva anche tirato un po’ di polvere.

Ed infatti, entrati in stanza, gli occhi del chitarrista e del cantante non ebbero nemmeno bisogno di poggiarsi sulle lenzuola del letto del riccio, per altro cosi` sudice che sarebbe stato difficile distinguere una macchia in particolare, ma era bastato annusare l’aria per capire che si`, proprio come avevano pensato, l’ennesima birra, unita a tutto quello che c’era stato prima, aveva fatto cedere la vescica del povero Slash mentre dormiva. Slash che, in quel momento, sentendo le risate dei due, avrebbe voluto sprofondare, sotterrarsi da solo la buca nella terra.

- Slasheeeeeeeeeeeeeeer?! – lo chiamo Axl frz le risa sue e di Izzy, mentre i cani coi loro nasi sensibili, appena sentito l’odore della stanza, avevano fatto retrofronte verso la cucina.

- … -

- Hey?! Non mi rispondi?! –

- Che cazzo vuoi Axl?!! –

- Dopo devo andare a fare la spesa… vuoi che vado a comprarti un pacchettino di assorbenti? – gli chiese, scoppiando a ridere insieme a quell’altro idiota insensibile di Izzy, che mai si ricordava di essersi scompisciato tanto in vita sua.

Slash, invece, sentendosi preso per i fondelli un po’ troppo per i suoi gusti, si stava incamminando lungo il corridoio per andare a dirne quattro a quei due idioti. Lui era una persona, un essere umano e, in quanto tale, era dotato di sentimenti, che in quel momento venivano urtati dall’animo gelido e perfido dei due: si`, proprio questo avrebbe detto loro, li avrebbe fatti sentire in colpa e avrebbe avuto la sua rivincita, alla faccia loro!

Invece, il suo piano diabolico fu interrotto da un bussare mesto sulla porta, ritmato, scandito da una tempistica ben precisa e che, alle orecchie di Axl ben allenate da tanti anni giovanili passati in quel luogo allo stesso tempo sacro e malvagio (almeno ai suoi occhi), ricordarono le campane che suonavano da morto. Il riccio si affretto` ad andare ad aprire.

Si ritrovo` davanti una chioma bionda che nascondeva quasi completamente un viso rivolto a terra e due occhi di un azzurro tanto intenso da sembrare persino corposo nascosti dietro delle lenti da sole.

Steven!

Il batterista del gruppo se ne stava sulla porta, con in mano un borsone di color marroncino chiaro, usurato dal tempo, colmo di vestiti e chissa` cos’altro. Nemmeno alzo` la testa nel superare oltre la soglia Slash, e sempre nel piu` assoluto silenzio ando` a sedersi sul divano, stancamente, lasciando cadere a terra la sua sgangherata valigia.

“Ma che diavolo e` successo?” si chiese Izzy.

Quello era un atteggiamento per nulla da lui… chi era quel ragazzo? Non di certo lo Steven che loro conoscevano, sempre allegro, con la battuta pronta e il sorrisone stampato sulle labbra. Tutti e tre si guardarono, seri, chiedendosi cosa potesse essere accaduto di tanto terribile. Sheila ed Argo invece, incuriositi dalla nuova presenza, gli si erano avvicinati, e lo guardavano scodinzolando ed annusandolo. Steven li prese entrambi in braccio, stringendoseli addosso come fossero stati dei peluches.

Poi, alzo` il viso e con voce da funerale (le orecchie di Axl funzionavano ancora molto bene, evidentemente) disse solo: - Mi ha lasciato. La mia Lizzy mi ha lasciato –
 











 
 

MA POVERO STEVIE BEAR! COME SI FA A LASCIARE UN CUCCIOLOTTO DEL GENERE? POVERINO!!! MI FA PENA T_______T

BENE, FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE, E UN GRAZIE ENORME A CHI LEGGE, RECENSISCE, SEGUE E QUANT’ALTRO!

BACIONI!! Ice :*

PS: i Ramones mi ucciderebbero se sapessero come ho modificato la loro splendida “Baby I love you” per farci il titolo!

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Capitolo 12
*** 12. CALZINI CAZZONI E CASINO ***


Era passata una settimana da quando Steven si era presentato a quella che era diventata la casa degli altri quattro membri del gruppo, chiedendo ospitalita` perche` la sua ragazza lo aveva lasciato. La casa ora era di tutti e cinque, piu` i cani.

Era passata una settimana ed un minuto da quando Axl aveva esclamato con fare trionfante e poco tatto davanti al povero Steven : - Te lo avevo detto io, che quella la` non mi piaceva per nulla… avevo proprio ragione, era una troia! –

Era passata una settimana e due minuti da quando Izzy, dopo avere udito la triste uscita del rosso, gli aveva rifilato uno scappellotto tanto forte che il cantante aveva pensato gli si fosse staccata la testa dal collo. Ben gli stava!

Era passata una settimana e un’ora da quando Duff, rientrato a casa con la sua birra, aveva quasi avuto un attacco cardiaco, vedendo la sua dimora abitata da un nuovo inquilino abusivo.

Era passata una settimana e un’ora e mezza da quando i cinque, dopo avere scoperto da un Duff ripresosi dallo shock iniziale che avevano avuto l’ingaggio per suonare esattamente la sera di sette giorni dopo, avevano cominciato a provare come pazzi, con gli amplificatori a tutto volume. Il palazzo aveva detto addio alla quiete residua.

“E` passata una settimana, ma qui e` ancora tutto un casino…” si disse uno sconsolato Izzy, osservando quello che un tempo era stato il salotto di casa Hudson/McKagan, e ora invece sembrava, piuttosto, un campo profughi.

Vestiti sui mobili, ciotole con l’acqua ed il cibo per i cuccioli in un angolo, piatti sporchi lasciati su una sedia, una bandana di Axl finita non si sa come ne` quando sul lampadario, una macchia di birra a terra, un paio di boxer a stelle e strisce di Slash finiti sotto il tavolino… un porcile, a dir poco. E quella sera, poche ore prima del loro primo vero concerto come gruppo, tutto sembrava ancora piu` caotico, sara` stato per l’adrenalina che gia` iniziava a circolare in loro, sara` stato semplicemente per il sovraffollamento della casa.

- Izzy! –

- Che vuoi Steven? –

- Dov’e` il mio calzino blu a strisce? –

- E io che ne so secondo te, scusa?! –

- Non trovo piu` il mio calzino!! – piagnucolo` come un bimbo a cui e` caduto il gelato.

“Ma perche` diavolo si riducono sempre all’ultimo a fare le cose?” si chiese Izzy, che, dal canto suo, era pronto da almeno mezz’ora.

Si era lavato, vestito e sistemato alla bell’e meglio con tutta calma, ed ora se ne stava seduto sul divano con la tv sintonizzata su un canale musicale, col volume sempre piu` alto per cercare di coprire le urla delle liti furibonde fra gli altri quattro, per decidere chi dovesse andare per primo al bagno.

- Axl – senti` di nuovo chiamare Steven.

- Che c’e`? –

- Che calzini hai su? –

- Calzini? Boh, che ne so, ci ho gia` messo sopra gli stivali! –

- Bhe allora togliteli, devo controllare! –

- Ma controllare cosa? Che ti sei rincoglionito? –

- I calzini! Devo vedere di che colore sono! Uno potrebbe essere il mio! –

- Senti Steven, per una volta nella mia vita che non sono in ritardo, o almeno non tanto in ritardo, non farmi perdere tempo a farti vedere i miei calzini. Prendine un altro paio e non rompere le balle! E comunque io i tuoi calzini puzzolenti non li tocco! –

- Va bene va bene, non c’e` bisogno di scaldarsi tanto! – sbuffo` il biondo, prima di andare alla ricerca di un nuovo paio di calze.

- Bambini non litigate! – li riprese scherzosamente Duff dalla cucina, mentre si beveva la sua ultima birra prima di uscire e andare al locale.

Esatto Duff, hai detto giusto: bambini…

- STEVEN ESCI DAL CESSO CAZZO! – urlo` Slash.

- CHE SCHIFO! – grido` anche il biondo batterista che, entrato in bagno per prendere un altro paio di calze, non aveva bussato, e aveva beccato il riccio intento a fare i suoi “bisognini”.

O cielo…

- Steven vieni qui prima di fare altri danni! – gli disse Duff – Ti presto un paio dei miei –

- I tuoi sono enormi! –

- Vuol dire che ti adatterai –

- Ma sono scomodi! –

- Senti Steven, non rompere ok?! E comunque i tuoi sono bucati! – intervenne Axl.

Alla fine, dopo un altro quarto d’ora di discussioni e bisticci vari, scesero in garage a prendere gli strumenti, caricandoli su un vecchio furgoncino scassato che Slash aveva rimediato da qualche suo amico. Poi, erano saliti a loro volta, chi nel retro, chi sui tre sedili anteriori. Alla guida si era messo Slash, e si sentiva: dopo due minuti di viaggio e le prime cinque curve, Izzy, che era finito nel retro, stava trattenendo i conati di vomito.

Quel ragazzo e` un pericolo alla guida… ma chi cazzo gli ha dato la patente?

Dopo quella che a lui sembro` una tratta infinita e tortuosa, e dopo essere rimbalzato cosi` tante volte a causa delle buche che gli si stava formando un livido nero sul gluteo sinistro, arrivarono. Sceso dal furgone, si guardo` intorno. Erano in una strada di periferia, mal illuminata, sul retro di un locale, con sacchi della spazzatura poggiati accanto alla porta di servizio. Duff entro` a parlare con qualcuno, probabilmente il proprietario o colui che li aveva ingaggiati, per chiedere di avere un qualche aiuto per scaricare e posizionare gli strumenti. Izzy invece si rivolse al pericolo pubblico.

- Slash… -

- Eh? –

- Slash toglimi una curiosita`… ma chi cazzo ti ha dato la patente?! –

- Patente? –

- Esatto, patente! –

- Ma io non ho la patente! –

Oh cielo, io muoio…

- Tu… non hai la patente? –

- No –

- Ma tu hai guidato! –

- Si –

- E allora DEVI avere la patente! –

- Non ce l’ho, ti dico. Costava troppo, ok? Mia madre e mia nonna non me la volevano pagare. Allora mi sono fatto dare lezioni da un amico –

Ho rischiato la morte… ho rischiato la morte decine di volte per colpa di un pazzo e di quelle tirchie di sua madre e sua nonnna!

- Beh, perche` quella faccia? Sei sorpreso vero? Sono bravissimo, non trovi? Il Dio della strada! –

- No! Ade, il Dio dei morti, ecco cosa sei! –

- Ma… perche`? Sono cosi` bravo… non ho fatto nemmeno un incidente oggi! –

Oggi?!

Intimorito il moro stava iniziando a chiedere: - Scusa, come sarebbe a dire “oggi”… - quando fu interrotto.

- Ragazzi, non ci danno nessuno, dobbiamo fare da soli… Izzy perche` hai quella faccia? Sei pallido… non stai bene? – intervenne Duff, appena arrivato.

- No no, tutto benissimo… scarichiamo gli strumenti, che e` meglio! – disse, andando subito a prendere la sua chitarra.

Subito gli altri lo imitarono: Steven inizio` a prendere alcuni piatti della sua batteria, Slash la sua chitarra, Duff il basso.

- Hey ragazzi, aspettate un attimo! Dov’e` Axl? – chiese Steven.

- Sono gia` dentro, miei cari, ho gia` preso tutto cio` che devo – disse dall’uscio della porta, sventolando sotto il loro naso la bandana portafortuna, recupeata miracolosamente dal lampadario, per poi entrare.

- Hey, ci sarebbero altri pezzi della mia batteria… -

- Cazzo tuoi PopCorn! Nella prossima vita, fai il cantante! –

- Bastardo! –

Cosi`, fra altri battibecchi e insulti divario genere, montarono tutta l’attrezzatura e andarono a fare un veloce rifornimento di birra e zio Jack al bancone del bar, mentre il locale si riempiva. Non era un posto tanto grande, i muri erano scrostati e avevano scritte e disegnini osceni e di vario genere, fra cui parecchi numeri di telefono e relative proposte piccanti,che Steven non esito` un attimo a segnarsi su un tovagliolo che poi mise gelosamente in tasca. La gente iniziava ad entrare intanto, qualcuno andando al bar, altri prendendo posto sotto il palco, altri sedendosi sugli sgabelli. In tutto quel luogo non avrebbe potuto contenere piu` di un paio di centinaia di persone, anche se in realta`, probabilmente, non ce n’erano piu` di un’ottantina. Nulla di sorprendente, in fondo: erano un gruppo emergente che suonava alle undici di sera di un banalissimo e comunissimo mercoledì, uno dei tanti che si sbranavano fra loro nella Los Angeles di meta` anni ’80, e non li conosceva praticamente nessuno.

Nonostante tutto, appena le luci si abbassarono, e i ragazzi andarono sul palco ed iniziarono ad esibirsi, gli spettatori incollarono i propri sguardi a quei cinque, che si agitavano, si muovevano, urlavano e suonavano con un’energia spaventosa. La performance duro` poco piu` di un’ora, ma il quintetto si porto` a casa un bel po’ di applausi, oltre ad un invito a tornare il mercoledi` seguente da parte del proprietario del locale, ed alcune ragazze.

Dopo essersi fatti dare i soldi, si sbrigarono a rimettere tutta l’attrezzatura sul furgone, e persino Axl diede una mano, per poi tornare quanto prima a casa con le loro bellezze e un buon quantitativo di birra e vodka fregata ad una barista un po’ troppo distratta da un paio di clienti carini.

Arrivati sotto il palazzo, salirono letteralmente come delle furie, seguiti dalle cinque signorine vestite in modo provocante e truccate pesantemente, che ridevano come delle oche a causa del troppo alcool e rischiavano ad ogni scalino di cadere a causa di quei trampoli che osavano chiamare scarpe.

Trappole di morte, casomai!

- Aspetta bellezza, vai piu` piano – disse una moretta rivolta a Duff, mentre, ubriaca piu` di tutte le altre, si toglieva i tacchi e faceva i restanti scalini a piedi nudi.

Alla fine, entrarono tutti e cinque nell’appartamento, facendo un caos incredibile e un rumore pazzesco, per essere piena notte. Non poche luci delle finestre degli appartamenti accanto si accesero, e qualcuno si affaccio` anche alle finestre del palazzo di fronte e disse loro di piantarla una buona volta, ma i cinque erano troppo occupati, chi in camera da letto, chi in cucina, chi sul divano, ad amoreggiare piacevolmente con le loro ospiti.

I sospiri e i mugolii di piacere scemarono solo a notte inoltrata, quando tutti, sfiniti, scrollarono addormentati alla bell’e meglio sulle varie superfici orizzontali disponibili.

Per essere stato il loro primo, vero concerto come Guns N’Roses, non era andata affatto male!
 






 
 
ECCOCI DI NUOVO QUI! NON MI DILUNGO PIU` DI TANTO, SOLO RINGRAZIO CHE LEGGE IN SILENZIO, CHI RECENSISCE E CHI SEGUE QUESTA STORIA.

PER UNA SETTIMANA CIRCA NON POTRO` PIU` AGGIORNARE CREDO, QUINDI CI SI VEDE TRA UN PO’!

BACI, Ice :*

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Capitolo 13
*** 13. WORKERS ***


Qualcuno gli stava leccando una guancia. Qualcuno gli stava leccando la guancia in modo molto sensuale. E poco importava che fosse ancora stanchissimo per l’esibizione della sera prima e la notte si sesso sfrenato con cinque fan molto disponibili nei loro confronti. Quel qualcuno era incredibilmente bravo, e gli stava leccando il collo in modo davvero divino. Sorrise fra se` e se`, gli occhi ancora chiusi e a godersi quella macchina del sesso che gia` si era messa in moto anche se dopo cosi` poche ore da quando si erano addormentati. Non pote` fare a meno di farsi sfuggire un sospiro di piacere, molto profondo, sorridendo ancora di piu` e aprendo lentamente gli occhi, pronto a ridare il buon giorno alla ragazza con una nuova dose di sesso sfrenato.

Si sa che il sesso alla mattina fa bene, parola di dottor Stradlin!

Quando capi` chi gli stava leccando il collo, balzo` in piedi tirando un grido.

- COSA DIAMINE STAI FACENDO!?!? – chiese a Sheila che, con gli occhioni color ambra, lo osservava incuriosita dalla sua reazione, scodinzolando.

“Che schifo!” penso` ripulendosi la guancia e il collo, sempre sotto lo sguardo di quella cagnolina.

- Izzy che succede? –

Si volto` verso la voce che gli aveva rivolto la domanda. Era Duff che, nudo come mamma lo aveva fatto, si ergeva con i suoi quasi due metri di altezza proprio in mezzo al salotto. Era accorso preoccupato, dopo averlo sentito gridare, mentre gli altri non se n’erano accorti (neppure Steven, che giaceva a pochi metri da Izzy, insieme alla sua compagna della notte); dietro di lui, era apparsa una ragazza che arrivava a mala pena al petto di Duff, avvolta in un lenzuolo.

- Niente niente e` che… niente! E copriti Duff! Dio, che schifo vedere le tue palle di prima mattina – disse rimettendosi a sedere sul divano.

- Come, che schifo? Io non faccio schifo, io sono bellissimo! –

Che fighetta…

- E comunque e` colpa tua che ti sei messo a urlare in quel modo! Mi hai fatto spaventare! E ci hai interrotti! –

- Beh, torna pure a finire la tua ginnastica mattutina, d’accordo? – non avrebbe mai ammesso perche` aveva urlato… lo avrebbero preso tutti per i fondelli per almeno una settimana.

Una settimana? Una vita, caso mai!

- Ah ma chi ti capisce a te! Vieni bellezza, torniamo di la`… e comunque anche tu sei nudo come un verme, caro il mio Stradlin! – aggiunse il bassista prima di andarsene.

“Cazzo!” penso` arrossendo… nella foga del momento, non se n’era nemmeno accorto.

Porto` rapido le mani a coprire i punti salienti.

- Non e` un cattivo spettacolo, sai? – gli chiese la tappa che aveva seguito Duff, e ora stava ancora li` a fissarlo, ammiccante. Ma cos’era, un invito ad andare a raggiungere i due?

- Grazie… - le rispose, imbarazzato… cosa si poteva ribattere ad un’affermazione simile?

- Comunque, se sei preoccupato per la ragazza che era con te, Marie… beh lei inizia a lavorare presto la mattina, e anche la ragazza del vostro cantante, sono colleghe. Se ne sono gia` andate –

- Ah, grazie. In effetti mi chiedevo dove fossero. E Axl? –

- E chi e`? –

- Il cantante… -

- Ah! –

- Lui dov’e`? –

- Le ha accompagnate, credo. Si e` svegliato insieme a loro –

- Bellezza, ti muovi? – senti` urlare Duff, dall’altra stanza.

- Grazie… -

- Cindy –

- Beh, grazie Cindy. Ora torna di la`, prima che esploda a furia di farsi le seghe – disse, facendo scoppiare a ridere la ragazza, che torno` dal biondo.

- Hey Stradlin, guarda che ti ho sentito… ciao tesoro… dov’eravamo rimasti? –

Izzy scosse la testa, ridacchiando tra se` e se`. Che situazione.

Guardo` per un attimo il salotto e la cucina, avevano fatto un bel casino la sera prima. Inutile dire che c’erano vestiti sparsi ovunque, reggiseni e mutandine, insieme a boxer, gonne e pantaloni di pelle, finiti ovunque. Un bel porcile, senza dubbio.

Ah, ma chi se ne frega!

Afferro` un paio di boxer senza nemmeno controllare che fossro davvero i suoi, e se li mise addosso. Si alzo` e ando` un attimo al bagno, poi torno` nella stanza dove Sheila lo aspettava, ancora seduta dove era rimasta per tutto il tempo, e lo fissava. Si porto` le mani chiuse a pugno ai fianchi, piegandosi leggermente in avanti in modo da sovrastare l’esserino peloso, e parlo` come a rimproverarla… o almeno, cercando di imitare il comportamento di sua madre con lui, da piccolino, quando era una vera peste.

- Ah no, tu non mi guardare cosi`… gli occhi dolci con me non funzionano, sai? L’hai combinata proprio grossa – disse, senza riuscire pero` a trattenere un sorriso mentre la prendeva affettuosamente in braccio, accarezzandola – innanzitutto mi hai svegliato presto. Troppo! E poi, se qualcuno mi avesse visto? Sai che figuraccia avrei fatto? Te ne rendi conto? Sarei diventato lo zimbello della scena rock di tutta Los Angeles… ma che dico, di tutta l’America! –

- Non e` che tu ci sia lontano, specie se continui a parlare coi cani in questo modo – lo prese in giro la voce di Axl, entrato silenziosamente dalla porta per paura di far rumore e svegliare qualcuno, mentre invece, in realta`, Izzy era sveglio. E non solo lui, a giudicare da sospiri e gemiti provenienti da qualche altra stanza.

- E tu quando sei entrato? –

- Un minuto fa. E sentiamo, perche` ti avrebbe svegliato? E soprattutto: come? –

Eccola li`, la fatidica domanda. Sapeva che era impossibile avere privacy e segreti, ma sperava almeno stavolta, non avendo avuto testimoni oculari di quanto accaduto, di poterla fare franca. E invece no, si era messo nel sacco da solo.

Maledetta pettegola di un cantante dei miei stivali!

- Niente Axl… una sciocchezza, davvero… -

- Sicuro Izzy? –

- Certo… perche` non dovrei esserlo? –

- Perche` sai benissimo di essere un bugiardo merdoso, ecco perche` -

- Ma… ok.. –

- Ahah! Sapevo di avere ragione! E sentiamo che e` successo? Sono troppo curioso! –

Una portinaia, ecco cosa sei!

- Senti, non e` che ne possiamo parlare un’altra volta? Sheila ha fame… vero piccola? – chiese al cane che, per tutta risposta, balzo` giu` dalle sue gambe e corse verso la ciotola del cibo, in un angolo della stanza, e la mosse col musetto.

“Questo cane e` un genio!”

- Ecco, vedi? –

- E allora? Le riempio la ciotola, tu intanto racconta. Mica deve usare la tua bocca per mangiare, ti pare? –

Detto questo il rosso ando` in cucina e prese da un angolo una scatola di cibo per cani. Dei semplici croccantini, che avevano iniziato a usare solo pochi giorni prima. Secondo Izzy, i due cani erano grandi abbastanza per poter mangiare quelli, orami, e lasciar stare il latte.

Appena li verso` nella ciotola, Sheila si fiondo` a mangiare, seguita a ruota da Argo, spuntato da chissa` dove.

“Forse dalla camera di Slash” penso` Izzy ridacchiando, vedendo che, ingarbugliato alla zampa del cane, c’era una spallina di reggiseno di pizzo rosa.

- Hey Axl, dobbiamo chiedere a Slash se usa i reggiseni rosa, che dici? –

- Stavo pensando la stessa cosa… mi viene un’idea, in proposito –

- La tua idea rischia di buttarci in messo a una strada? –

- Potrebbe, in effetti –

- Allora, niente scherzi stupidi, non finche` non troviamo un nostro appartamento –

- Te ne vuoi andare? –

- Tu no? –

- Non sto male qui… -

- Nemmeno io, solo che… boh, e` un po strettino per tutti –

- Troppo casino, eh? –

- Gia`… - gli rispose, facendo vagare lo sguardo lungo tutta la stanza, in particolare su Steven che dormiva poco lontano da loro, nudo e abbracciato ad una bella bionda dai capelli corti e ricci.

- E dove vorresti andare, scusa? –

- Ah non lo so, anche perche` siamo sempre al verde, nel caso te ne sia dimenticato –

- Dovresti trovarti un lavoro e guadagnare un po’ di soldi, eh Izzy?! –

- Anche tu, caro mio! –

- Allora sai cosa facciamo? Dopo pranzo, io e te usciamo a fare una passeggiata coi cani, e intanto controlliamo gli annunci nei negozi. Poi torniamo per le prove di stasera –

 
***

 
- Non ci credo… ahahah! Dimmi che stai scherzando! –

Il rosso era piegato in due dalle risate da dieci minuti buoni ormai. Fermo in mezzo alla strada, con tutte le persone che passavano che lo guardavano come fosse un povero pazzo o minorato mentale, piangeva dal tanto ridere ripetendo spasmodicamente sempre le stesse parole.

- Dimmi che e` uno scherzo dai… ahahah! Izzy ti prego dillo, o io schiatto dalle risate! –

- Sai cosa?! Spero proprio che tu ci rimanga secco! –

- Ma non puo` essere vero, ahaha! – continuo` imperterrito.

Izzy se ne stava in piedi appoggiato ad una panchina, le braccia incrociate, battendo ritmicamente il piede a terra, scocciato. Persino i cani, dopo un paio di minuti di euforia, si erano annoiati ed ora facevano comodamente i loro bisognini accanto alla panchina, annusando a destra e a manca.

- Cioe` tu hai baciato in bocca un cane, ahahah! –

A questa affermazione, praticamente urlata, un capannello di uomini ben vestiti in giacca e cravatta, con completi evidentemente di alta sartoria, che stavano pranzando in un caffe` a pochi metri di distanza, si voltarono a guardarli, squadrando dall’alto in basso soprattutto l’imbarazzatissimo Izzy.

- E voi che cazzo avete da guardare eh?! –

- Che maleducato… che cosa ci fa questa feccia in un quartiere cosi`? – domando` per tutta risposta uno di quegli uomini al suo vicino.

In effetti, Izzy si era fatto convincere da Axl ad andare nei quartieri piu` ricchi della citta`. Il rosso, chissa` perche`, era convinto che li` avrebbero avuto piu` chances di trovare un piccolo impiego, magari in uno dei tanti bar o negozietti della zona… peccato che non avesse tenuto conto del fattore estetica. Quale bar avrebbe mai assunto un cameriere coi capelli cotonati, lunghi ed arruffati? Uno che, per di piu`, avrebbe fatto fuori in una sola giornata tutta la scorta degli alcolici e importunato ogni cliente di sesso femminile dall’aspetto attraente?

Izzy, invece, ci aveva pensato eccome, ma non are riuscito a far ragionare Axl, che quando ci si metteva era proprio un mulo… e che ora, sentito quello che aveva detto quel tipo, si era fatto serio all’improvviso, tendendo i muscoli.

- Come ci hai chiamato, stronzo? – gli urlo` contro, i pugni serrati e gli occi fuori dalle orbite.

O cazzo…

- Axl, stai calmo –

- Calmo un cazo, Izzy! Tu, pirla, come hai detto? Ripetilo! –

L’uomo, intanto, lo osservava con aria di superiorità`, mentre i suoi presumibilmente colleghi di lavoro se la ridevano tra loro.

Che idioti, non sanno cosa li aspetta, se Axl si incazza.

- Allora, hai le palle di dirlo, o no?! –

- Axl ti prego… -

- Ho detto che siete feccia e non dovreste stare qui. Contento? –

- Brutto bastardo! –

- Che c’e`, pensi che non sia vero? Guardati intorno ragazzino. Due come voi… cosa sperano di fare qui? –

- Ma a te che cazzo te ne frega? Io ti spacco la faccia, stronzo! –

- Axl, andiamo, non ne vale la pena – contintuo` Izzy, tenendo l’amico per un braccio e cercando di tirarlo via… impresa ardua, perche` Axl era un ragazzo magro e nemmeno tanto alto, in effetti, ma quando si incazzava,
diventava una vera belva – E voi per favore piantatela, che se viene li` vi spacca davvero la faccia! – aggiunse poi, rivolgendosi al gruppetto che continuava a ridacchiare e mangiare come se nulla fosse.

Alla fine, riusci` davvero a spingere via Axl, con fatica, e a farlo calmare, entrando in un bar poco distante e ordinando un bicchiere di coca cola per entrambi.

- Io lo ammazzo, quello stronzo. Ma chi pensa di essere per potermi giudicare? – continuava comunque il rosso, sotto lo sguardo rassegnato di Izzy, quello incuriosito dei cani e quello severo del barista, che forse stava a sua volta pensando di cacciarli via.

- Calmati adesso, ok? Te lo avevo detto che non era una buona idea venire qui… non mi hai voluto ascoltare, come al solito. Ora ti calmi, usciamo e andiamo da qualche altra parte a vedere se qualcuno ha bisogno di personale. Ma tu prima calmati, per favore! – gli disse, per poi buttar giu` in un solo sorso tutta la coca cola del suo bicchiere.

- Personale, avete detto? – s’intromise ad un certo punto una voce di donna, giovane, chiara e squillante.

Izzy si volto`, cercando colei che aveva rivolto loro la parola. Si trattava di una bella ragazza, sui venticinque anni, capelli lunghi di un castano molto chiaro, lisci, raccolti in una coda alta. Gli occhi erano grigi, profondi, sembravano quasi leggere dentro le persone, pronti a cogliere ogni particolare, sempre in movimento, vispi e vivaci. Non particolarmente alta e nemmeno magrissima, aveva un bel corpo, rotondo al punto giusto, e un sorriso radioso, simpatico, aperto ed amichevole, che sprizzava allegria.

- S-si… pers-personale… - le disse, come in trance, mentre il rosso, orami piu` calmo, ridacchiava sotto i baffi, pensando che il povero buon vecchio Jeff non avrebbe mai superato la sua innata timidezza.

- Beh, vedo che avete dei cani con voi. Questa forse e` la strada che vi conviene prendere… posso sedermi? – chiese loro, una volta avvicinatasi.

Il rosso le fece segno con la mano di accomodarsi su uno sgabello accanto al loro… se avesse aspettato un gesto di Izzy, avrebbe fatto in tempo a vedere i suoi capelli diventare bianchi. Solo in quel momento, entrambi si accorsero che la ragazza aveva al seguito ben quattro simpatici quadrupedi, uno piu` brutto dell’altro: piccoli, delle stesse dimensioni di un topo, con le stesse orecchie di un topo, annusavano ovunque, puntando soprattutto verso una Sheila spaventata (nonostante le sue dimensioni fossero il doppio delle loro) nascosta fra le gambe di Izzy ed un Argo piu` amichevole, che annusava a sua volta i nuovi venuti.

- Cosa intendi dire? –le domando` il rosso, nel momento in cui la giovane fu seduta.

- Beh, di certo da queste parti gente come noi non trova con facilita` un posto di lavoro… quindi come opzioni rimangono solo i centralini, i lavori come uomini delle pulizie, come commessi o operai… niente di entusiasmante, o sbaglio? – chiese.

Axl le fece cenno di andare avanti. Quella ragazza sembrava sveglia, molto intelligente. Soprattutto, lo aveva colpito il fatto che avesse usato il noi, non il voi, per indicare la loro situazione: segno che non si trattava di una snob annoiata dell’alta societa` a cui piaceva andare a giocare nei bassi fondi fingendosi una cattiva ragazza. Noi, lei era come loro.

- Beh, da queste parti, mentre i mariti stanno al lavoro, le signore sono impegnate in palestra, a fare yoga o shopping con le amiche, a piangere davanti alle telenovelas o a spassarsela col giardiniere che ha la stessa eta` dei loro figli. In ogni caso, sono tutte troppo pigre e annoiate anche solo per portare a passeggiare i loro amici pelosi. E cosi`, ecco qui il dog sitter, che sarei io: prendo i loro cani, li porto a passeggiare per un’ora ogni gionro, e mi faccio pagare. Pagare bene… -

- Interessante… -

- Gia`. Quindi, vedendo che avete gia` dei cani al seguito, ho pesato che sareste perfetti, come dogsitter… vi bastera` farvi un po’ di pubblicita`, trattare bene le prime clienti, e la voce si spargera` veloce, fidatevi di una che ci e` gia` passata –

- Hey hey un attimo. Io dog sitter? Izzy, caso mai! Io no, non ho proprio pazienza! Vero Izzy? Izzy? Ma ci sei?? –

- Eh, come? Io? Si si ci sto! Per me va benissimo, comincio anche subito se volete! – esclamo` il moro, destato all’improvviso dai suoi sogni romantici.

- Si Izzy… molto bene… - disse Axl, scuotendo la testa rassegnato, mentre la ragazza rideva divertita da quei buffi personaggi.

- E come potremmo… si insomma, farci pubblicita`, farci assumere… - le chiese Izzy, finalmente piu` sveglio.

- Beh, io ho molti clienti… troppi, a dire la verita`. Ve ne passo alcuni, per il resto vi arrangiate voi. Che ne dite? –

- Io ho gia` detto ch non ci sto… -

- Io invece si! Si si, io sono qui pronto! Ma tu sei sicura di volerci passare cosi`  le tue clienti? – si affretto` a dire Izzy.

- Mi farete solo un favore, liberandomi di un po’ di mole di lavoro… al massimo, vi potrete far perdonare offrendomi da bere, quest’oggi –

- Io ho gia` detto che non ne voglio sapere nulla… -

- Io si`, invece! –

- E allora paghi tutto tu! – disse Axl al moro, sorridendo soddisfatto… e anche questa volta era riuscito a scroccare da bere, evvai!

- D’accordo, allora facciamo cosi`, domani pomeriggio ci incontriamo qui, a quest’ora… non dovrei avere appuntamenti con nessuno. Ti portero` da un paio di signore, sai loro vogliono conoscere le persone a cui affidano i loro “bambini” e “tesorini” adorati –

- Va bene… -

- Quindi, se vuoi un ultimo consiglio, datti una pettinata e scegli una camicia che non sia cosi` oscena! –

- Ahahaha!!! Oscena, ahahah…. OUCH!! – scoppio` a ridere Axl prima di beccarsi una gomitata fra le costole da Izzy.

- Certo, lo faro`… a proposito, noi siamo Izzy ed Axl… -

- Che nomi buffi… io sono Charlotte, comunque – disse, prima di uscire dal locale con al seguito tutti quei cani formato topo.

Un tipo interessante, senza dubbio.









ED ECCOCI DI NUOVO QUI, DOPO LE VACANZE! SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!
BACI :*

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Capitolo 14
*** 14. DAUGHTER ***


- Andiamo non e` giusto pero`… -

- Zitto e cammina –

- Ma io non ci dovevo venire, io non voglio fare il baby sitter dei cani –

- Preferisci pulire i cessi di qualche merdoso supermercato? –

- No… pero` magari trovo lavoro in un sexy shop! –

Izzy si fermo` all’improvviso, rischiando di strozzare con i guinzagli i due cani che stavano camminando tranquillamente, e si volto` fissando Axl.

- Si… in effetti, non ti ci vedrei male – disse, riprendendo a camminare.

- Ecco, appunto! –

- Si, ma non hai ancora un posto, o sbaglio? Quindi, per ora… -

- Che palle… - sbuffo` Axl rassegnato, seguendo il suo chitarrista verso il bar dove, il giorno prima, avevano incontrato quella strana ragazza, Charlotte.

Simpatica, senza dubbio, e aveva anche dato loro una gran mano a ben pensarci, ma l’idea di fare il baby sitter per cani non lo allettava. A differenza di Izzy, invece. Aveva sempre pensato che il moro si trovasse meglio con gli animali, piuttosto che con gli esseri umani, e ora il suo entusiasmo gli stava dando proprio la conferma di questo.

Il moro era cosi` eccitato all’idea di iniziare che, alle prove della sera prima, non aveva azzeccato una nota che fosse una nemmeno a pagarlo oro, mentre quella mattina aveva trovato sveglio Steven e lo aveva costretto a seguirlo fino al supermarket per cercare una camicia adatta. O almeno una che fosse meno stravagante di quelle che usava di solito… sobria, insomma. Quando erano tornati era oramai il primo pomeriggio, e Steven sembrava stravolto. Izzy invece, pimpante come non mai, si era cambiato indossando la camicia nuova (trovata dopo avere girato almeno trenta negozi, a detta di Steven; solo un paio di dozzine invece, secondo Izzy… roba da niente, insomma) abbinata ad un paio di pantaloni aderenti color giallo senape ammuffita…

Ora, sotto una cappa di caldo a dir poco opprimente che gravava sulla citta`, il chitarrista aveva costretto Axl a seguirlo al loro primo vero appuntamento di lavoro. Lo aveva tirato giu` dal divano strattonandolo per un braccio e facendolo atterrare perfettamente sul sedere, e aveva minacciato di mettere un guinzaglio anche a lui se non si fosse mosso alla svelta. Poi aveva mandato a quel paese quel poveraccio di Steven, che aveva scambiato la minaccia per un’offerta di qualche strano giochino sadomaso.

Entrarono nel negozio, e si sedettero al bar aspettando Charlotte. Dire che Izzy era ansiso era dire poco: non vedeva l’ora di rivedere quella ragazza e avere il posto.

- Come mai non arriva… -

- Izzy, siamo in anticipo di almeno mezz’ora! –

- Il tempo ha iniziato a rallentare! –

Axl lo guardo` come si guarda un pazzo.

- Sei voluto uscire di casa con un’ora di anticipo Izzy… -

- Ah. Beh, in ogni caso, mi prendo qualcosa da bere nell’attesa –

- Come ti pare… -

Il rosso si guardo` introno, annoiato. Quel locale era davvero carino, elegante, e evidentemente costoso, e se quella ragazza si poteva permettere di venirci piu` volte alla settimana, era evidente che i profitti derivati dal lavoro di babysitter per cani non erano poi cosi` malaccio. In ogni caso, quel lavoro non gli piaceva. Uno come lui… no no, se qualcuno lo avesse scoperto, lo avrebbero preso in giro per l’eternita`. E poi, chissa` perche`, ma quando pensava a quel lavoro, gli tornavano in mente le parole di suo “padre”, che gli diceva che sarebbe finito a pulire la merda delle vacche in qualche rozza cascina… non che i cani cagassero come mucche, sia chiaro, ma comunque la cosa lo infastidiva.

- Avete accettato la mia proposta vedo! Come sono contenta! – quella voce, sempre squillante e allegra, richiamo` l’attenzione di entrambi.

Si voltarono, per incontrare di nuovo quel sorriso.

- Cha-Charlotte… ciao… - disse Izzy, alzandosi velocemente.

- Hey bellezza, come va? – fu invece il saluto i Axl, che invece non aveva mosso un solo muscolo.

I due cuccioli invece, riconosciutala, le erano corsi incontro, scodinzolanti, e l’avevano annusata tutta sentendo l’odore di altri loro simili sui loro abiti. Era vestita in modo semplice, una canottiera nera e dei pantaloncini corti; ai piedi, scarpe comode, adatte per chi deve camminare a lungo. Aveva sempre quel sorriso solare sul volto, mentre coccolava di due cani.

- Ciao bellissimi! Ma come siete carini voi due! – esclamo` lei, accarezzandoli affettuosa – Come si chiamano? Ieri non ve l’ho nemmeno chiesto –

- Sheila ed Argo –

- Che carini! Io adoro i cani, fosse per me ne avrei la casa piena, ma la proprietaria del mio stabile non e` molto d’accordo –

- Abbiamo avuto lo stesso problema sai? – le disse Izzy, prendendo a due mani il coraggio di parlare… in fin dei conti non avrebbe potuto far scena muta davanti alla sua nuova collega di lavoro e alle clienti che lei gli avrebbe presentato, no?

- Davvero? –

- Si, infatti ce ne siamo andati, abbiamo cambiato casa e… -

- Si si si Izzy, tutto molto interessante, ma avrete tutto il tempo di parlare piu` tardi voi due, no? Quindi ora perche` non mettiamo in chiaro un paio di cosine su questa proposta di lavoro? –

- Ma… ma tu nemmeno volevi venirci qui, e ora mi zittisci e sei smanioso di iniziare? –

- Esatto! Allora, Charlotte, che ci dici di interessante? –

- Non c’e` nulla di difficile in quello che faccio. La gente mi chiama, mi chiede di portare i loro cani al parco. Io ho una tariffa oraria fissa, e di solito porto in giro piu` cani alla volta. Parecchi se sono piccoli, solo un paio se di taglia grossa perche` faccio fatica a tenerli –

I due annuirono, era tutto molto chiaro e semplice.

- Dovete solo trattare bene i cani e le clienti, soprattutto le clienti. E fatevi gli affari vostri. Niente commenti sulle case o sugli ospiti presenti, se vedete l’amante non fatene parola col marito,  e nemmeno con loro, soprattutto non con loro, altrimenti vi sbatteranno la porta in faccia –

I due sghignazzarono… in particolare Axl si stava facendo dei filmini mentali tutt’altro che casti.

- Mi faccio pagare una volta la settimana, ma se voi volete, potete chiedere il pagamento dopo ogni giro. Fine delle spiegazioni. Allora, ci state? –

- Si! –

- No! –

- Axl… -

- Cosa? –

- Ne abbiamo gia` parlato! –

- Tu hai parlato, io ho solo ascoltato. Magari annuito, ma si e` trattato di un gesto del tutto casuale... un piccolo tic nervoso! E poi i nostri cuccioli sono gelosi, non vogliono doversi dividere i padroni con qualcun altro. Gia` li tradisci tu, non posso farlo anche io! –

- Ma che cazzate stai sparando, cosa… -

- Quindi, io mi defilo! Ci vediamo stasera, baby sitter! Ciao Charlotte, piacere di averti incontrata di nuovo, e grazie! – le disse concitato baciandole le guance, alzandosi e afferrando i due guinzagli.

La ragazza sorrideva un po’ spaesata, fino ad un attimo prima quel ragazzo dalla chioma rossa le era sembrato ansioso di iniziare il lavoro, ed ora invece se ne stava andando. Baciandole le guance e ringraziandola per qualcosa che lei nemmeno sapeva di aver fatto, per giunta!

- E di cosa, scusa? –

- Del fatto che me lo togli dai piedi, finalmente! – esclamo` indicando Izzy.

- Io non ti sto fra i piedi Axl! E poi aspetta, devi pagare tu oggi! Aaaaaaaah, ‘fanculo! – esclamo` rassegnato, tirando fuori i soldi anche per quel giorno.

Riesce sempre a scroccare, quel cantante da strapazzo.

Charlotte, intanto, rideva della faccia buffa e scocciata di quel ragazzo magrissimo e dai capelli neri che ne nascondevano in parte il volto. Era piu` timido del suo amico rosso, si vedeva chiaramente, stava piu` sulle sue e sembrava dover racimolare tutto il suo coraggio per riuscire ad aprire bocca. Era un tipo carino, le faceva tenerezza… le piaceva? Forse...

- Bene, allora Izzy, che dici di iniziare? –

- Va-va bene… -

Oh si, le piaceva eccome. Soprattutto quando balbettava.

 
***

Camminavano a passo lento lungo uno splendido viale alberato. Il marciapiede era lindo, non una foglia appoggiata a terra; ai lati, lunghe file di cancellate di ferro battuto, lavorate, con stemmi e disegni elaborati ed eleganti. Ogni tanto qualche siepe nascondeva il giardino delle ville mastodontiche, celando piscine e prati curati con l’erba tagliata all’inglese. Un quartiere da favola, ricco, lussuoso, tranquillo. Izzy non poteva fare a meno di guardarsi attorno con occhi spalancati per la sorpresa.

Charlotte, invece, lo osservava divertita dalla sua reazione, mentre chiacchieravano del piu` e del meno conoscendosi meglio. Vedeva sul viso di Izzy quella stessa espressione sbalordita ed estasiata che aveva avuto lei quando, sei mesi prima, aveva messo per la prima volta piede in uno di quei quartieri privati, di quelli con un vigilantes nella guardiola all’inizio della strada, che teneva d’occhio chiunque entrasse, ventiquattro ore su ventiquattro.

Era nata e cresciuta a Riverside, non poi cosi` distante da LA. Non aveva vissuto poi tanto male, li`. Era cresciuta in una famiglia non ricca, ma certamente non povera, con i genitori che la trattavano bene, in modo un po’ distaccato forse, ma senza mai farle mancare nulla. Avevano una bella casetta di un solo piano, con una stanza tutta per lei dalle pareti colorate, ed un piccolo giardino con un dondolo. Era stata una bambina felice, ma non serena: non si sentiva a suo agio li`, aveva comportamenti diversi da quelli degli altri bambini ed era sempre rimasta un po’ esclusa; apprendeva coi suoi tempi, che spesso erano diversi da quelli degli altri, beccandosi le risate di scherno dei compagni di classe e le occhiate rassegnate delle maestre e dei genitori, ma lei non ci faceva caso, e continuava a sorridere per se stessa: il suo sorriso era cio` che la rendeva unica.

Da adolescente poi, secondo gli occhi piu` bigotti, rasentava la follia solo per la sua innata energia e vitalita`, la sua voglia di divertirsi e stare fuori dagli schemi; non seguiva le mode, ascoltava una musica “strana” e “pericolosa” con un paio di amiche, due sorelle, che erano “strane come lei” e che poi si erano trasferite in Europa per seguire la loro strada. Era rimasta sola, con la sua musica e la sua arte, ma sempre sorridente, solo per se stessa. Persino i suoi genitori, per quanto sempre gentili, si sentivano in imbarazzo  con lei al seguito davanti ai loro amici e ai parenti durante i party estivi organizzati nel quartiere o dai colleghi di lavoro o durante le festivita` natalizie, e spesso le facevano capire tacitamente che sarebbe stato meglio per lei non partecipare alle feste con loro. Cosi`, stufa della situazione, aveva deciso di togliere un peso a loro, e a se stessa. Era partita, a soli vent’anni, per la piu` grande citta` californiana.

Nei primi mesi, sola e con i pochi risparmi che aveva messo da parte negli anni, si era districata facendo due lavori al giorno solo per riuscire a portare a casa i soldi dell’affitto. Viveva in un modesto monolocale, che per lei era piu` che sufficiente. Non si era fatta molte amiche al di fuori delle colleghe di lavoro che frequentava durante alcuni sabati sera. I suoi genitori la chiamavano una volta alla settimana, chiedendole freddamente e per pura cortesia come le stessero andando le cose, poi come sempre la conversazione diventava impacciata, con il silenzio tipico di chi non sa cosa dire, o non vuole dirlo, e si concludeva con veloci saluti. Poi, quasi per caso, mentre si concedeva una lunga passeggiata nei quartieri del centro citta` durante il suo giorno di riposo, aveva sentito due signore parlare in un bar, fra loro, lamentandosi di non avere nessuno a cui affidare i loro Fufi e Toby per la passeggiatina quotidiana. Non ci aveva pensato due volte. Si era avvicinata a loro, decisa, e si era offerta come dog sitter. Le avevano dato un periodo di prova di una settimana e poi la avevano assunta, con uno stipendio che, per lei, era da sogno. Quelle due signore erano state le sue prime clienti, quelle a cui era piu` affezionata.

Poi, la voce si era sparsa anche fra le amiche di queste, aveva ricevuto telefonate e proposte, aveva guadagnato un po’ di soldi e si era trasferita in una casa un po’ piu` grande, un appartamento di quattro stanze con un bel balcone, dove viveva ancora. Si era potuta permettere di lasciare anche i suoi due lavori, e da due anni, ormai, passava i suoi pomeriggi a badare ai cani di qualcun altro. E le piaceva. Non aveva mai potuto avere un cane da bambina perche` sua madre era allergica, non c’era abbastanza posto in giardino, il tempo per badarci non bastava e via dicendo. Ora ne aveva quanti voleva.
I suoi genitori si erano stupiti di come vivesse quando, per la prima volta dopo piu` di un anno dal suo trasferimento, erano andati a trovarla: lei si era appena trasferita`, l’appartamento era stato tinteggiato con colori chiari, era ordinato e ben tenuto, con mobili semplici ma nuovi, “artistici” proprio secondo il suo gusto. Mai se lo sarebbero aspettato da quella figlia derisa e giudicata da tutti, e anche da loro. E a dire la verita`, vedere quelle espressioni sui loro volti era stata, per Charlotte, la migliore rivalsa che potesse avere sul suo passato fintamente normale, fintamente sereno, fintamente felice.

 
***

Izzy stava tornando a casa. Era ormai pomeriggio inoltrato, Charlotte era andata a prendere alcuni suoi cuccioli cui doveva badare e lui stava tornando all’appartamento per le prove, giusto in tempo.

E quel giorno avrebbe preso tutte le note, ne era certo.

Aveva fatto un giro di ville, o forse sarebbe meglio dire castelli, e aveva conosciuto le sue nuove datrici di lavoro che Charlotte gli aveva presentato. Quella ragazza era una vera forza della natura, energica, allegra, spensierata… o almeno cosi` sembrava, anche se secondo lui, sotto sotto, c’era anche qualcos’altro. Non aveva approfondito pero`, la conosceva solo da un giorno e non voleva sembrare invadente.

E poi aveva quel sorriso…

La ragazza lo aveva portato in un quartiere ricchissimo, da favola, in una villa circondata da un giardino enorme e con siepi basse e folte ma molto curate a delimitare il viale d’ingresso. La signora che aveva aperto loro la porta aveva circa quarant’anni, alta, slanciata, effettivamente molto bella.

Ma le labbra erano rifatte, si vedeva benissimo!

Aveva salutato Charlotte con un bacio sulla guancia che le aveva lasciato addosso mezzo chilo di rossetto. Poi si era presentata anche a Izzy, aveva chiamato un paio di cameriere per far portare loro qualcosa da bere e avevano parlato un po’ del lavoro. Poi aveva presentato al chitarrista il suo cane, un vecchio pechinese, e visto che a detta sua “Izzy stava simpatico al suo tesorino” lo aveva assunto, tutti i giorni per due ore.

E la prima era fatta…

Poi, si erano recati in un condominio di lusso, con una enorme piscina circondata da sdraio e tavolini con ombrelloni e tanto di bar. In uno di quegli appartamenti, in cui Izzy era riuscito a contare ben venti stanze (e non aveva nemmeno visto tutta la casa, ma solo la zona giorno) un’altra donna aveva deciso di assumere il moro.

Questa volta, perche` lui stava simpatico a lei, e non al cane. Era gia` un passo avanti!

Aveva i capelli tinti di biondo, due seni enormi e tenuti in bella vista nonostante l’eta` non piu` giovanissima, e un barboncino bianco con tanto chi fiocco rosa sulla nuca. Mentre parlava coi due in un soggiorno con mobili di legno chiaro, un ragazzo che poteva avere la meta` dei suoi anni, con addosso una tuta da idraulico, era passato dalla stanza, l’aveva baciata in modo tutt’altro che casto e poi era uscito.

Che fosse il famoso giardiniere?

Dopo essere stati in un attico in pieno centro, in una stanza che sembrava un museo vista la quantita` di quadri preziosi conservati sulle pareti, dove un uomo anziano, collezionista, neanche a dirlo, di opere d’arte, lo aveva assunto per stare con Reginald, un simpatico cocker color champagne, erano arrivati dalla quarta ed ultima cliente. Una donna molto anziana, che Izzy aveva poi scoperto avere ben 89 anni, con problemi di salute e costretta a stare su una carrozzina, mentre il suo personale, un vero esercito di cameriere badanti infermiere e maggiordomi, la accudiva. Era stata davvero gentile, perche` nonostante le difficolta` motorie era ancora lucidissima e allegra, davvero spiritosa. Aveva uno splendido australian shepard, vivace e giocherellone, che aveva subito fatto le feste a Izzy; era troppo impegnativo per i suoi dipendenti da portare a passeggio ogni giorno, e cosi` Izzy se ne era fatto carico. Ogni pomeriggio, per un paio d’ore, lo avrebbe portato al parco e poi di nuovo a casa.

Imbocco` la via dove si trovava quello che, almeno per il momento, sarebbe stato il suo appartamento.

Ma presto ne avrebbe avuto uno nuovo, tranquillo, tutto suo. Non desiderava altro, per ora.











 
 
 
 
ECCOCI GIUNTI ALLA FINE!

INNANZITUTTO, UN PAIO DI RINGRAZIAMENTI IMPORTANTI: ALLA Steee__, A Amy e Clau E A devilrose1982,
PER LE LORO RECENSIONI CHE MI FANNO SEMPRE UN GRANDISSIMO PIACERE: GRAZIE RAGAZZE, DAVVERO! GRAZIA ANCHE A natalia , NUOVA LETTRICE!

POI, GRAZIE ANCHE A CHI HA COMMENTATO SOLO SPORADICAMENTE, LO HO APPREZZATO TANTISSIMO, E A CHI SEGUE QUESTA STORIA.

INFINE, UNA PICCOLA SPIEGAZIONE SU QUESTO CAPITOLO:
MI E` PIACIUTO MOLTISSIMO SCRIVERLO, ED IN PARTICOLARE LA STORIA DI CHARLOTTE NELLA PARTE CENTRALE. E` PROPRIO A LEI CHE SI RIFERISCE IL TITOLO “DAUGHTER”, PRESO DALL’OMONIMA CANZONE DEL SECONDO ALBUM DEI PEARL JAM… CERCATE LA TRADUZIONE, DOCUMENTATEVI BREVEMENTE, E SCOPRIRETE CHE E` PROPRIO LA STORIA DI UNA RAGAZZINA CON DIFFICOLTA` DI APPRENDIMENTO CHE VENGONO SCAMBIATE PER RIBELLIONE E PIGRIZIA, E DI CUI GLI STESSI GENITORI SI VERGOGNANO, AL PUNTO DI CERCARE DI NASCONDERLA ALLA VISTA DEGLI ALTRI.
 
E` UNA STORIA CHE MI HA COLPITA MOLTO, PERCHE` E` VERO CHE, A VOLTE, CI SI SENTE A DISAGIO NELLA PROPRIA PELLE E NESSUNO FA NULLA PER AIUTARE, SOPRATTUTTO SPESSO LE APPARENZE INGANNANO, E NON CI SI DOVREBBE FERMARE A QUELLE.

BENE, FINE DEL MIO PICCOLO DISCORSO.

UN BACIO E UN ABBRACCIO! Ice :*

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Capitolo 15
*** 15. II SHOW... WITH SURPRISE ***


Erano passati ormai alcuni giorni da quando Izzy aveva iniziato il suo lavoro di dog sitter. Si divertiva anche se, quando tornava a casa, era spesso stanco morto. Camminare per il parco con al guinzaglio quattro quadrupedi che ti tirano a destra e a sinistra non e` una cosa facile, ma se, poi, due di questi quadrupedi stanno sempre a fare i loro bisognini o abbaiare per nulla come forsennati, ininterrottamente, e uno cerca di saltare letteralmente addosso a ogni esemplare femminile che passa, la situazione si fa tragica. Per fortuna, molto spesso, incontrava Charlotte e passeggiavano insieme, ridendo e scherzando; Izzy si sentiva attratto da quella ragazza dai modi semplici, spontanei e solari, e aveva persino trovato il coraggio, solo il giorno prima, di chiederle il numero di telefono… era davvero impacciato quando stava con lei.

Per fortuna Axl non lo aveva mai visto!

E una volta a casa, come sempre, doveva occuparsi anche dei suoi due, che crescevano sempre di piu` e pesavano, oramai, piu` di venti chili… orami aveva rinunciato a prenderli in baccio. Loro pero` erano veramente silenziosi e ubbidienti, li aveva addestrati bene… peccato che Axl li viziasse mentre lui non c’era, cosi` in pochi giorni avevano iniziato a guaire insistentemente se non si dava subito loro un biscotto, o a grattare sul legno della porta per uscire a passeggiare, e via dicendo. Cosi` a lui toccava la parte del padrone cattivo che doveva arrabbiarsi e sgridarli e magari anche punirli, mentre Axl era il padrone buono… ma tanto non andava mai in questo modo, ogni volta che provava a essere severo, si trovava sdraiato a terra coi cani sopra di lui che gli leccavano il viso e saltellavano intorno felici.

Ora si stava affrettando a tornare verso l’appartamento, era in ritardo e quella sera non poteva assolutamente far aspettare i ragazzi, ma non riusciva comunque ad affrettare il passo, era piu` forte di lui: continuava a ridere, aveva continuato tutto il giorno e sperava di siuscire a interrompersi, prima di quella sera. Proprio quella mattina infatti aveva assistito a una delle scene piu` esilarnti di tutta la sua vita: Axl che, volendo farsi una doccia, cercava di trascinare con se` anche i due cani, perche` secondo lui non dovevano trascurare la loro igiene personale. Logicamente Sheila ed Argo avevano subito cercato di scappare, appena avevano capito cosa sarebbe accaduto di li` a poco, ed erano corsi fuori dal bagno, inseguiti da Axl che, gia` nudo come un verme, cercava di riprenderli, salvo poi scivolare sulle piastrelle e fare un volo incredibile, atterrando lungo e disteso di faccia. Loro lo avevano visto, e non erano proprio riusciti a trattenersi: Duff aveva sputato la birra, Slash che aveva in mano la chitarra aveva rotto una corda, Izzy stava per cadere dal divano e Steven invece aveva le lacrime agli occhi dal tanto ridere. Risultato? Axl era tornato in bagno tenendosi un gluteo dolorante, imprecando e maledendo i suoi compagni e tenendo il muso tutto il giorno, mentre Sheila ed Argo, vincitori, avevano bevuto, scodinzolanti e felici, la birra sputata a terra da Duff (che si era incazzato come al solito...).

Era passata inoltre una settimana dalla loro esibizione dal vivo, e quella sera si sarebbero esibiti di nuovo. Ecco perche` stava correndo a casa, attraversando gli incroci senza nemmeno guardare e rischiando di essere investito. Aveva salito di volata le scale del palazzo ed aveva quasi sfondato la porta buttandocisi contro, invece di aprirla. Subito Sheila ed Argo erano corsi a fargli le feste.

- Era ora cazzo! Pensavo non arrivassi piu`! – gli disse Axl, che aveva ancora un tono molto scocciato.

- Lo so Axl sono in ritardassimo –

- Beh edi di muoverti a farti una doccia e poi andiamo! –

- Certo certo! –

Vuoi venire anche tu e ripetere il numero di stamattina?

- E cambiati la camicia, sembri un maggiordomo vestito cosi`! –

- Slash non posso presentarmi con i tuoi jeans strappati, le canottiere di Steven, il lucchetto di Duff e la bandana di Axl –

- Il mio lucchetto e` fighissimo! –

- Si e serve anche a farti perdere il posto in un attimo. Ora levati che altrimenti facciamo tardi –

- C’e` Steven in bagno –

- E che cazzo sta facendo, non poteva muoversi prima? Lo sa che arrivo tardi! – esclamo`, avvicinandosi alla porta e bussando violentemente – Steven alzati dal cesso e esci di li`, mi devo fare una doccia! Cazzo… -

- Mmmmm…. A-arrivo Izzy… mmmm –

- Che cazzo….?! Si sta facendo le seghe in bagno? Ma proprio adesso, dico io?! – disse il moro, scocciato, rivolgendosi piu` a se stesso che agli altri.

- No no, molto meglio… ci pensa lei, e` davvero una bomba! Vero bellezza? – gli rispose il batterista, sorridendo estasiato, mentre usciva da bagno con una ragazza riccia che, evidentemente, doveva avergli fatto un servizietto.

Izzy lo guardo` allibito, poi entro` a lavarsi velocemente, chiedendosi come facesse poi a suonare la batteria con tutta quella forza…

Bah, i misteri della vita!

In meno di un quarto d’ora stavano scendendo le scale con i loro strumenti in mano, pronti per una nuova esibizione che, ne erano certi, sarebbe stata grande, quando furono fermati da un coinquilino del palazzo.

- Non avrete intenzione di fare la caciara della settimana scorsa vero? –

- Scusi? –

- Avete capito benissimo! Prima quei cani che hanno guaito tutta la notte perche` voi non c’eravate, facendo un baccano immenso, poi il porno in diretta fino alle sei di mattina! –

- Senta perche` non se ne va a fa… -

- FARSI UNA DORMITA, signor Jones? Stasera non faremo nessun porno in diretta, glielo assicuro! – disse Slash tappando la boccaccia di Axl che di sicuro stava per mandare a quel paese l’uomo – E spero tanto che i cani non diano fastidio, in caso contrario prenderemo dei provvedimenti per la prossima volta –

- Lo spero proprio per voi! – disse andandosene – Che gente! Che gioventu`! Una vergogna… -

- Ma che cazzo vuole quello? –

- Quello e` il proprietario del nostro appartamento Axl! Non puoi mandare a fare in culo chiunque ti dia fastidio! Cazzo! Pensa se ci avesse sbattuto fuori! –

- E` solo un vecchio rompiballe! –

- Sara`, ma il vecchio rompiballe ti fa ritornare sulla strada, e anche noi con te. Quindi tieni in serbo la voce per il concerto e basta! –

Continuando a battibeccare, salirono in auto.

***

Si stavano esibendo oramai da piu` di un’ora. La folla era cresciuta rispetto alla settimana precedente, il che significava che la voce stava girando sempre di piu`, e questo era davvero un buon segno. Il locale conteneva ora il maggior numero di persone possibili, e una bella folla si era radunata sotto il piccolo palco fatiscente a ballare convulsamente.

Dal canto loro, i ragazzi stavano dando il meglio di se`. Energici come sempre, stavano suonando tutto il loro repertorio piu` qualche cover, Axl scherzava col pubblico ogni tanto e sembrava avere abbandonato il nervoso che aveva addosso fino a poche ore prima, Slash faceva i suoi soliti incredibili assoli facendo rimanere tutti a bocca aperta, Duff e Steven suonavano con vigore. Izzy, come sempre, faceva silenziosamente e discretamente la sua parte, un po’ piu` nell’ombra rispetto agli altri, fermo in un angolo laterale del palco. Come al solito aveva il viso nascosto dai capelli e dalla poca luce, ma comunque osservava tutta la platea, davanti a lui.

In particolare, il suo sguardo fu attratto da una figura femminile che li seguiva coinvolta nella musica e nel ritmo. Si trovava a ridosso della parete di sinistra insieme a un’altra ragazza, probabilmente un’amica o una sorella, anch’essa tutta presa a seguire la loro performance. La prima ragazza aveva qualcosa di famigliare anche se non riusciva a capire cosa. Troppa gente che saltava attorno a lei nascondendola di tanto in tanto alla sua vista, troppo buio per riuscire a capire, e i vestiti neri non aiutavano...

Era cosi` assorto nel suonare e nell’osservare quella figura, che quasi sobbalzo` quando Axl, all’inizio dell’ultima canzone, chiamo` il suo nome insieme a quello degli altri ragazzi, presentando la band per l’ultimo saluto della serata. Ma fu proprio in quel momento, quando il rosso pronuncio` il suo nome, che riconobbe la ragazza. E a giudicare dall’espressione sbalordita di lei che subito gli aveva puntato gli occhi addosso, anch’essa doveva averlo riconosciuto.

Non ci credo…

Scese di volata dal palco, senza nemmeno aspettare gli altri ragazzi, appena terminata l’ultima canzone. Voleva raggiungerla, e in mezzo a tutta quella confusione, a qualche mano che lo sfiorava cercando di attirare la sua attenzione e di complimentarsi, non era una cosa poi tanto facile. Alla fine, a suon di spintoni e gomitate, riusci` a farsi largo e raggiungerla. Era ancora con l’altra ragazza, una bionda, e non sembrava essersi mossa dal punto in cui si trovava prima. Le due stavano parlando, o meglio la bionda raccontava qualcosa mentre l’altra annuiva con aria distante. Nessuna delle due lo aveva visto arrivare.

E adesso?

Sospiro` prendendo coraggio, per salutarla, come capitava ogni voltache la vedeva nonostante si conoscessero da qualche tempo, ormai.

- Charlotte! –

- Izzy! –

- Ciao… -

- Ciao! -

- Non-non sapevo frequentassi questo locale… –

- In effetti no, sono venuta solo stasera… la mia amica Jenny mi aveva parlato di un gruppo fantastico, e volevo vederlo, dunque eccomi qui… a proposito, questa e` Jenny. Jenny Izzy, Izzy Jenny – si affretto` ad aggiungere, colpita da una leggera gomitata della biondina le lo guardava con un sorriso a trecentosessantacinque denti.

- Tanto piacere! Siete stati fantastici, davvero fenomenali, superlativi, esilaranti! Ma che dico? Di piu`! – esclamo` Jenny con entusiasmo.

Era piu` alta di Charlotte, i capelli lunghi e vaporosi, gli occhi scuri, nerissimi. Indossava un paio di pantaloni rossi attillati e degli stivaletti neri, con una maglietta multicolore. Aveva un’aria vitale, forse troppo per non essere artificiale, e sprizzava energia da tutti i pori; era incapace di stare ferma, anche solo con lo sguardo.

E parlava un sacco…

- Piacere mio… grazie, sei troppo gentile –

- Macche`! Te lo meriti, tu e gli altri… siete stati esilaranti, ve l’ho detto! Un mio amico vi aveva visti lo scorso mercoledi` ed era rimasto colpito, aveva detto anche lui che eravate davvero forti, ma io non ci credevo…  mi sbagliavo! –

- Beh, allora grazie ancora, sono felice che vi siamo piaciuti – le rispose Izzy che era un po’ in imbarazzo davanti a quel fiume di parole dette velocemente, una accanto all’altra come se non esistessero virgole e nemmeno punti, mentre Charlotte cercava di contenere l’entusiasmo dell’amica che intanto si era lanciata a fare una descrizione a ruota libera ed accuratissima di tutto il loro concerto, con tanto di commenti personali non richiesti.

Ed ecco uno degli effetti della cocaina…

Per fortuna Axl, che di solito era un guastafeste rompiscatole, si avvicino` al moro interrompendo quel flusso inarrestabile di parole.

- Hey Izzy, dove sei scappato? Ah ciao Charlotte! Non sapevo che ti avesse invitato al nostro concerto! Allora, divertita? – le chiese.

- Non mi aveva invitata, non sapevo nemmeno che suonaste sinceramente! – rispose col suo solito sorriso, lasciando Izzy interdetto.

Un sorriso capace di illuminare anche un locale buio come questo…

“Ma che cazzo penso? Mi sto rincoglionendo! Se lo sapesse Axl… ma chi se ne frega di cosa pensa Axl! Lei e` cosi`… attraente…”

– Comunque mi sono divertita moltissimo e… -

- AAAAAH!!!! Ma tu sei il cantante! – inizio` a urlare Jenny interrompendo ogni altro discorso.

- In persona tesoro! – le disse Axl col suo sorriso beffardo.

Non sai in che guai ti stai andando a cacciare…

- Aaaaah tanto piacere! – esclamo` lei prendendogli al mano e stringendogliela con forza, mentre Axl guardava stupito Izzy chiedendogli con sguardo muto chi fosse quella pazza.

- Sapete siete stati fantastici! Lo dicevo al tuo amico Izzy, fenomenali davvero! Me lo avevano detto ma non ci credevo… che concerto! Senti ci prendiamo qualcosa da bere intanto? Vorrei parlare un po’ con te, hai una voce cosi` bella! E poi…. – e continuo` il suo monologo ininterrotto portandosi dietro al bancone del bar anche Axl che cercava, inutilmente, di liberarsi e lanciava occhiate supplicanti in direzione del chitarrista.

Povero amico mio, non ti invidio proprio… pero` almeno io posso stare con Charlotte

- Non fare caso a Jenny, e` solo un po’ matta –

- E logorroica –

- Si nota, vero?! Ahahah! E` una brava ragazza pero`, solo un po’ troppo “vivace”, diciamo cosi` –

- Secondo te domani potremo ancora vantare Axl nel nostro gruppo, o dovremo iniziare a cercarci un nuovo cantante? –

- Ahaha! Non lo so proprio, Jenny e` imprevedibile! Comunque, che dici di prenderci anche noi qualcosa da bere? –

- Certo! –

Insieme, andarono al bancone del bar, affollatissimo; non riuscirono nemmeno a trovare due posti a sedere, e una volta ordinati i loro drink (Jack Daniel’s e Vodka) uscirono per strada a camminare e chiacchierare, piu` tranquilli che nel locale. Izzy era nervoso, stringeva il suo bicchiere cercando di calmarsi… ogni volta che c’era lei, il suo cuore era un po’ piu` veloce nei suoi battiti.

- Non mi avevi detto che suonavi in un gruppo rock –

- E tu che ti piaceva questo genere –

- Sin da quando ero bambina, in effetti. Con grande disappunto dei miei genitori e di tanti abitanti della mia citta`, soprattutto quando ero un’adolescente. E tu invece? –

- La stessa cosa; io e Axl siamo cresciuti nello stesso posto, una cittadina dell’Indiana, combinandole di tutti i colori e ascoltando un sacco di musica… e anche noi non eravamo ben visti dalla comunita`. Poi ci siamo trasferiti qui a LA e abbiamo anche creato questo gruppo –

E trovato due cani e incontrato una ragazza dal bellissimo sorriso…

- Dove avete lasciato Sheila e Argo? Non li porti mai a passeggiare con noi al pomeriggio… -

- Axl non vuole, dice che se no sono gelosi… secondo me e` lui che e` geloso, comunque ora sono a casa… tutto questo rumore, un posto cosi` affollato… non e` proprio l’ideale –

- Chissa`, magari invece ti sorprendono e imparano da te a suonare la chitarra! – deisse lei facendolo scoppiare a ridere.

- Non sono poi tanto bravo con la chitarra… - le rispose lui con un sussurro, arrossendo.

- Per me lo sei… e comunque hai anche fatto colpo su Jenny! –

Non e` su di lei che voglio fare colpo…

- mi sa che non ci vuole molto ad impressionare la tua amica. Soprattutto quando e` cosi`, come dire… su di giri… -

- Te ne dei accorto, eh? –

- Non e` che ci voglia molto –

- Non lo fa spesso, solo che a volte ci ricasca… non che io non abbia mai provato qualche canna, sia chiaro, ma lei… ha alcune cose da dimenticare, e ci prova in questo modo. Non sai quante volte le ho detto di smettere, che non mi piace cio` che fa, ma lei niente, non ascolta… comunque, non parliamo di queste cose, mi rattristano. -

Continuarono a camminare e parlare fra loro, della serata, della fortuna di essersi incontrati. Izzy era sereno e il Jack lo aveva aiutato a sciogliersi un po’, anche se cio` che lei aveva detto sulla droga e sulla sua amica lo aveva colpito… se lei avesse saputo che anche lui l’aveva provata, chissa` cos’avrebbe pensato. La invito` anche al concerto del mercoledi` successivo, non senza incepparsi un paio di volte nella frase e balbettare un poco. Ma ormai Charlotte aveva fatto l’abitudine a quel carattere timido. In fondo, quel chitarrista moro non le era poi tanto indifferente… e lei non era indifferente a lui. Quella ragazza gli piaceva, gli era piaciuta subito, sin da quando si era rivolta a loro aiutandoli in quel bar. Non aveva detto ne fatto nulla di particolare, ma lo aveva colpito. Lei era stata semplicemente se stessa, ogni giorno, ogni incontro, senza mai smettere di sorridergli in quel modo che lui riteneva davvero divino.

Chiacchierarono anche dopo avere finito di bere i loro drink, sempre fuori dal locale, con la scusa (che tale era,una scusa, per entrambi) che all’interno faceva troppo caldo. Poi, tornarono verso il locale. Erano orami passate le tre del mattino, i proprietari volevano chiudere e lui doveva aiutare i suoi compagni a portare via tutti gli strumenti. Charlotte invece doveva riuscire a recuperare Jenny che, dopo avere sommerso di parole Axl come un fiume in piena, aveva fatto lo stesso con Duff. E proprio vicino al biondo la trovo` a parlare e parlare, mentre lui aveva gli occhi fuori dalle orbite e una fila infinita di bottiglie di birra vuote davanti a se`.

Forse piu` che un nuovo cantante, avrebbero dovuto cercarsi un nuovo bassista…
 









 
AVEVO INTENZIONE DI AGGIORNARE GIA` IERI, POI INVECE HO DECISO DI PREPARARE LA VALIGIA (DOMANI PARTO E NON POTERO` VIA QUESTO PC, QUINDI NON POTRO` AGGIONRARE PER UNA SETTIMANA) E QUINDI... ECCOCI QUI =)

…E INTANTO IZZY E CHARLOTTE… ;)
*si spamma da sola... @.@ *

COME AL SOLITO, FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE. BACIONI!

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Capitolo 16
*** 16. MY NAME IS ROSE... AXL, ROSE! ***


Si era svegliato con l’aumentare della luce nella stanza. Non c’erano tende ne` tapparelle alle finestre, e se anche ci fossero state, la sera prima erano tutti troppo su di giri per pensare anche solo lontanamente di oscurare la stanza; i raggi del sole gli avevano colpito le palpebre pesanti per il sonno, e a stento aveva alzato il braccio a coprirsi la faccia. Avevano tutti trovato compagnia, ragazze da portare all’appartamento: lui se ne stava con una moretta niente male, Slash e Duff avevano ritrovato le ragaze della settimana precedente e se le erano di nuovo portate a casa, Steven aveva rimorchiato ben due sventolone con dei culi davvero sodi… beh, in poche parole, il nano batterista si era dato da fare anche per Izzy, che era stato l’unico a tornare a casa da solo. Quando era tornato nel locale, dopo l’incontro con Charlotte, sembrava davvero camminare sull’aria dalla felicita`, e questo lo aveva fatto un po’ preoccupare.

Il cantante era una persona sensibile, molte cose lo colpivano in profondita` perche` gli ricordavano situazioni che, suo malgrado, aveva vissuto o visto vivere da persone care che gli stavano accanto. Sembrava uno sbruffone, un pallone gonfiato egoista ed egocentrico, desideroso di avere l’attenzione su di se` e lasciare nell’ombra gli altri, ma in realta` quelli che lo conoscevano davvero sapevano che non era cosi`: era una persona profonda, anche riflessiva a volte, molto sincera. E si preoccupava per i suoi amici, lui, li osservava, soprattutto il suo chitarrista, anche se spesso non lo dava a vedere comportandosi come un vero idiota. E aveva notato lo sguardo fisso di Izzy durante il concerto, il modo in cui era sobbalzato dalla sorpresa quando aveva chiamato il suo nome, gli sguardi che si erano scambiati lui e Charlotte nel locale, imbarazzati, e poi quelli piu` tranquilli e in un certo senso complici di quando erano rientrati.

Si, proprio complici… Izzy si stava innamorando, e Axl era davvero contento per lui. Ma aveva anche paura che il moro si scottasse da solo, era una persona romantica in fondo, si faceva urtare nei sentimenti molto piu` di quanto non accadesse a lui, si faceva complessi che nemmeno un quindicenne brufoloso avrebbe avuto, e Axl non poteva nemmeno tollerare l’idea che qualcuno facesse del male al suo piu` caro amico. In realta`, sotto sotto, era una cosa che tollerava tranquillamente, ma in un modo tutto particolare, tipicamente suo: se era lui a ferirlo, poteva andargli bene, perche` sapeva che fra loro era nato negli anni un rapporto che niente avrebbe spezzato, si sarebbero sempre aiutati e consigliati a vicenda, non aveva dubbi. Ma che un altro, chiunque altro, lo ferisse… no, quello non lo poteva proprio accettare.

E dunque, prese la sua decisione.

Si alzo` dal divano dov’era ancora sdraiato e strattono` Izzy fino a svegliarlo. Aveva deciso che il moro lo avrebbe accompagnato a trovare lavoro… o meglio, a non trovarlo!
 
***

- Izzy! –

Il moro sobbalzo`, sentendosi chiamato alle spalle. L’aveva riconosciuta subito, la sua voce era inconfondibile per lui, e il suo cuore aveva perso un battito ma non per lo spavento. Quella ragazza… si era subito sentito attratto da lei, e ora che la conosceva un po’ meglio grazie anche alla bella serata precedente non poteva fare a meno di arrossire al solo vederla.

- Ciao Charlotte! –

- Ciao… -

- Hai una faccia sbattuta… tutto ok? –

- Si si, e` solo che sai, ieri sera, fra il concerto, l’alcool… sarei rimasta volentieri a letto tutto il giorno, se fosse stato per me… che mal di testa! –

A chi lo dici…

Il moro le sorrise comprensivo, anche lui se avesse potuto avrebbe dormito volentieri fino al momento stesso di uscire di casa per andare al lavoro… invece, il caro Axl lo aveva svegliato presto. Lo aveva costretto a lavarsi e vestirsi di tutta fretta e gli aveva urlato dietro perche`, ancora rincoglionito dal sonno, non si muoveva abbastanza velocemente (ovviamente, non aveva avuto riguardi per gli altri che ancora dormivano beati insieme alle conquiste della sera prima); non gli aveva nemmeno fatto fare la colazione. Aveva messo i guinzagli ai cani e lo aveva spinto fuori dalla porta. Lo aveva portato in alcuni negozi di periferia che aveva adocchiato nei giorni precedenti, cosi` gli aveva detto, e che cercavano personale, dove il rosso sperava di trovare lavoro; era l’unico orami che non ne avesse uno, Slash aveva trovato un posto come lavapiatti dove lavorava Duff, e Steven… beh, lui in effetti non aveva un lavoro, ma se ne stava via tutto il giorno e chissa` come aveva sempre un po’ di soldi in tasca.

Il primo tentativo era stato un bar&tavola calda, dove il proprietario gli aveva detto di provare a servire ai tavoli: il rosso aveva rotto quattro bicchieri e otto piatti, urlato un paio di parolacce e insultato una povera innocente vecchietta; inutile dire che era stato cacciato.

Figurarsi…

Poi, era stato il turno di due negozi di abbigliamento, ma nel primo si era messo a spiare nei camerini femminili attraverso le fessure nelle tende scatenando grida elevate a decibel altissimi, nel secondo invece aveva messo un perizoma femminile insieme a boxer e slip maschili.

Un disastro, e per poco non ci era anche scappata una denuncia per voyeurismo…

Poi era  avevano voluto provare anche in una tabaccheria che avevano trovato per caso ed esponeva un cartello di ricerca del personale scritto a mano, ma il rosso sembrava piu` intenzionato a fumarsi tutte le sigarette che a venderle e il proprietario lo aveva invitato ad andarsene; infine avevano provato un piccolo supermarket che cercava magazzinieri, ma appena avevano fatto guidare un muletto al cantante, questo si era messo a sbandare a destra e sinistra urtando persino uno scaffale colmo di scorte di tonno sott’olio e stava per scapparci la vittima.

Pirata della strada oltre che guardone… piu` di cosi`!

Alla fine erano tornati a casa, dove Izzy aveva mangiato di fretta l’ennesimo hamburger rimediato da Duff, e poi era uscito con addosso un paio di stranamente normalissimi blu jeans rubati aal bassista che gli satvano lunghi e la camicia a quadrettini blu di Slash… un abbigliamento troppo normale, per i suoi gusti, ma necessario.

Lo avrebbero cacciato a calci in culo da tutti i condomini in cui sarebbe entrato a prendere i cani, se non si fosse conciato in quel modo a dir poco assurdo!

Ora era in giro da piu` di un’ora, ma col caldo gli sembrava che ne fossero passate almeno dieci.

- Ti capisco, anche io non ce la faccio piu`… senti ti va di… non so… andare in un bar… a bere qualcosa insieme? –

- Certo! –

- Solito posto? –

- Solito posto! –

Andarono in un piccolo bar che aveva scoperto Charlotte, che era ormai cliente abituale. Durante una delle tante passeggiate con i cani al seguito, tempo prima, lo aveva trovato e ci era entrata, poi aveva iniziato ad andarci almeno tre volte alla settimana e alla fine aveva conosciuto il proprietario e anche tutta la sua famiglia, la moglie e i due figli adolescenti che a volte lo andavano ad aiutare. Si trovava in fondo ad un viale alberato ed ombreggiato. Il locale era piccolino ma fresco, con dei ventilatori e alcuni tavolini anche all’aperto; e poi, servivano quella che, secondo la ragazza, era la miglior granita al limone di tutta LA!

E come darle torto…

Salutarono il proprietario che ormai conosceva bene entrambi, e andarono a sedersi in un angolo, al solito piccolo tavolino appartato, seguiti da un’orda di cani.

- Presto quei due si metteranno insieme – sussurro` il barista alla moglie, che gli annui` sorridendo prima di andare a chiedere loro cosa volessero

Ordinarono, nemmeno a dirlo, la solita granita al limone.

- Allora, come sta il vostro bassista? –

- Sopravvissuto… la tua amica e` un fiume in piena –

- E quello che hai visto ieri era niente. Pensa che tu le hai parlato quando era gia` stanca dopo un’intera giornata di lavoro e il vostro concerto –

- Non vorrei incontrarla di mattina allora! –

- No, non conviene decisamente! –

- Come l’hai conosciuta? – chiese il moro mentre si rinfrescava col primo sorso di liquido ghiacciato… una goduria!

- Abbiamo lavorato insieme in un negozio, per un po’. Lei era della zona, mi ha fatto vedere la citta` e mi ha dato una mano ad ambientarmi un po’, e siamo rimaste amiche anche quando io me ne sono andata –

- Ma e` sempre cosi`? –

- Anche peggio, te l’ho detto… quando stava alla cassa era incredibile, si formavano delle code lunghissime perche` lei continuava a parlare con le clienti e non le mollava piu`! –

- Ahahaha! Ma anche in quel momento era… fatta, vero? –

- Fatta? Oh no, non ce n’e` bisogno, quel modo di parlare e` proprio una sua caratteristica. La proprietaria era disperata, ma lei era cosi` brava nel suo lavoro, e anche molto sveglia a dirla tutta, che non se la sentiva di licenziarla! –

- Che tipo! –

- Gia`… beh anche tu e i tuoi amici non siete proprio ‘normali’, comunque –

- No, decisamente –

- Dimmi qualcosa anche di loro… non me ne avevi mai parlato, invece ieri sembravate cosi` affiatati! –

- Lo siamo. Come gruppo, almeno. Anche se i nostri caratteri sono diversissimi, a volte persino opposti –

- Forse e` per questo, che state cosi` bene, insieme… - suggeri` Charlotte, avvicinandosi un poco ad Izzy – Racconta, su – lo incito` fissandolo.

- Io e Axl vivevamo nella stessa citta`, te l’ho detto, siamo come fratelli. Gli altri invece li abbiamo incontrati tutti qui. Slash era gia` amico di Steven, poi e` arrivato Duff. Sono i migliori musicisti che conosca, oltre che degli amici. Duff e` un fan sfegatato dei Sex Pistols –

- Lo avevo intuito dal lucchetto, in effetti… il Sid degli anni ’80! –

- Gia`! A Steven piacciono molto i Metallica ed e` quello che fa piu` casino di tutti con la batteria… pensa che gliene abbiamo dovuta nascondere una parte! – le confesso` facendola ridere… ancora quel sorriso contagioso e luminoso, che subito lo aveva attratto.

- Il riccio? –

- Slash intendi? Ah lui se la scopa la chitarra, invece di suonarsela! Scusa l’espressione colorita. E` un genio, fa degli assoli favolosi, compone della musica splendida… -

- E tu invece? –

Gia`, e tu, Izzy?

- Io… non saprei che dirti di me… suono la chitarra in modo molto mediocre credo. Non sono nulla di eccezionale –

- Per me ti sottovaluti, te l’ho gia` detto – gli disse Charlotte facendolo arrossire… ancora quel sorriso, maledetto, che annullava le sue gia` limitate facolta` mentali.

- Non esagerare… mi imbarazzi –

- Dico solo la verita`. Comunque, come avete formato il gruppo? – domando` ancora lei cambiando argomento, avendolo visto in difficolta`.

Izzy era diventato rosso come un peperoncino, in effetti.

Che razza di idiota sono…

- Abbiamo suonato tutti insieme agli altri per un po’, agli inizi, ma sempre in gruppi diversi. Non eravamo mai insieme, ma ci conoscevamo. Sapevamo di essere piuttosto bravi, e alla fine il destino ha fatto si che ci mettessimo a suonare insieme come gruppo… -

- Credi nel destino Izzy? – gli chiese, guardandolo negli occhi.

Marrone contro grigio, scuro contro chiaro. Terra e oceano. Monti e laghi.

- Mmmm… che bella domanda… non lo so, forse. Ognuno si fa la sua vita secondo me, con le sue scelte giuste e sbagliate, pero` c’e` qualcosa di gia` prefissato credo. Sai, per i fatti piu` importanti della vita, intendo… – le rispose Izzy, avvicinando il viso a quello di lei.

La osservo` bene, alla ricerca di una qualsiasi reazione negativa, ma non ne vide.

Erano separati da pochi centimetri, ormai.

- Mi piace… la penso allo stesso modo. A volte e` destino che le persone si separino… -

- O si incontrino… - fini` la frase Izzy, avvicinando le sue labbra a quelle di lei.

- JEFF!!! –

Il moro sobbalzo`, scatto` in piedi come un gatto facendo cadere la granita e strattonando violentemente il collo dei suoi sei cani (si, sei, perche` la voce si era gia` sparsa e gliene avevano affidati altri due). Si volto`, rosso in viso per lo spavento la sorpresa e la rabbia di essere stato interrotto, proprio quando aveva trovato il coraggio di fare la prima mossa.

Io lo uccido. Taglio a pezzi il suo cadavere e lo do in pasto a Sheila ed Argo! Mi faccio una pelliccia di pantegana ossigenata coi suoi capelli!

- Jeff! Ho girato tutto il parco per trovarti… mamma mia che corsa – disse il rosso che si era precipitato verso di loro ed ora stava proprio di fronte a loro, al di la` della vetrata del locale.

Era piegato in due su se stesso dopo la corsa e cercava di riprendere fiato, mentre Sheila ed Argo, che si era portato appresso, non sembravano risentire della fatica e si erano appoggiati con le zampette al vetro per avvicinarsi al loro padrone moro.

- Ciao Axl… - gli disse mogio, mentre Charlotte con un tovagliolino ripuliva il tavolo dalla granita caduta, coprendosi il viso arrossato con i capelli; stava per baciare Izzy, e Axl li aveva interrotti. Che sfiga…

- Jeff ho deciso che accetto la proposta. Vengo anche io a fare il baby sitter per cani. Non posso stare in casa tutto il giorno! Allora sei contento? –

Come una Pasqua…

- Non sai quanto! –

- Beh, cos’e` quel tono? Avevi ragione tu a dirmi di accettare subito, ok? Ora pero` rimedio! –

Dovrari rimediare a ben altro stasera appena saremo a casa…

- Allora, cosa devo fare? –

Izzy sbuffo`, contrariato e nervoso, mentre il rosso si incamminava verso la porta per entrare nel bar. Mai una volta che potessero restare soli, loro due, in santa pace. No! E per di piu`, appena riusciva a parlare senza balbettare o incepparsi, la prima volta che poteva baciarla, che la stava per baciare, ecco arrivare questo rompiballe. Izzy avrebbe dato qualunque cosa per tirargli un ceffone, ma c’era Charlotte e non voleva farsi vedere.
Anche Charlotte, d’altra parte, aveva guardato il cantante con un certo astio, appena era arrivato… se solo avesse aspettato dieci secondi, se solo non avesse urlato in quel modo, avrebbe finalmente baciato Izzy, o Jeff, o come calovo si chiamasse per davvero quel ragazzo timido. Poi pero` aveva pensato che il povero cantante non poteva sapere cosa stava per accadere, e si era sforzata di sorridergli con le guance ancora un po’ rosse.
Axl li aveva raggiunti intanto, ma appena si era avvicinato lui e Izzy avevano dovuto cercare di calmare un po’ i cani, ormai ben quattordici in tutto, che avevano preso ad annusarsi, giocare e litigare fra loro, sotto lo sguardo allibito del proprietario che ormai, piu` che un bar, possedeva un vero e proprio zoo. Anche Charlotte faceva la sua parte cercando di tenere a bada i suoi, ma per lei era piu` difficile, era una ragazza e aveva meno forza dei due musicisti. Cosi`, si avvicino` a Izzy salutandolo, anche se a malincuore.

- Izzy, ora forse mi conviene andarmene –

- Di gia`? – le chiese lui, mogio.

- Si, voi dovete parlare, i cani fanno gia` troppo baccano… sarei soltanto un impiccio in piu` -

- Non lo saresti, davvero! –

- Ci vediamo nei prossimi giorni… magari anche domani –

- Lo spero –

- Ciao Izzy, ciao Axl –

- Hey ciao Charlotte, ci si vede presto allora! –

Ma chi cazzo ti ha invitato, a te??? Me lo dici???

La ragazza usci` tirando dietro a stento tutti i suoi protetti.

Il rosso invece si mise seduto col moro, ordinando tranquillamente una birra sotto lo sguardo di Izzy, prima incollato alla porta come se, su di essa, fosse rimasta impressa la sagoma della ragazza appena uscita, poi rivolto furente proprio sul cantante. Se solo avesse avuto il potere di incenerire con lo sguardo, non ci sarebbe piu` stato un Axl Rose a rompere i coglioni al chitarrista.

- AHIO! Cazzo Izzy! Ma che ti ho fatto? –

Mi hai rovinato la giornata, idiota!

- Parliamo del lavoro, ti conviene. E non provare a lamentarti o a fiatare in alcun modo! –
 








 
RIECCOMI QUI. SCUSATE IL RITARDO, MA AVEVO AVVISATO, NO? ;) ADESSO POI, CON L'IMMINENTE INGRESSO IN UNIVERSITA`, I TEMPI SI ALLUNGHERANNO UN POCHINO, TEMO. COMUNQUE...

EBBENE SI, ECCO AXL CHE GIOCA A FARE JAMES BOND…

NON MI DILUNGO TANTO, SOLO RINGRAZIO LE SOLITE AFFEZIONATE LETTRICI CHE MI FANNO SAPERE SEMPRE IL LORO PARERE, E UNCLEJACK CHE CI HA RAGGIUNTE ANCHE QUI (CON MIA SOMMA FELICITA`), OLTRE A TUTTI I LETTORI SILENZIOSI.

UN BACIO A TUTTI!

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Capitolo 17
*** 17. EQUIVOCI ***


Da piu` di un mese, ormai, Axl si era aggiunto alla combriccola dei dog sitter, seguendo Izzy al parco ogni giorno. Il rosso portava tre cani, il moro altrettanti. Entrambi inoltre, a turno, tenevano Sheila ed Argo, di dimensioni ornai davvero grosse, che erano i piu` vivaci di tutta la compagnia e ne combinavano di ogni. Molto spesso si incontravano con Charlotte, e la scena che usciva era sempre la stessa, comica: i cani di lei, tutti di taglia piccola, che scappavano terrorizzati da quei due demoni neri di Axl e Izzy. Il chitarrista cercava di imbastire una conversazione con Charlotte e puntualmente era interrotto dai cani che litigavano, da Axl che si intrometteva o faceva casino, e una volta persino ad un ragazzino di 5 anni che, con tanto di caschetto e bicicletta con le rotelle, lo aveva investito; Charlotte provava sempre a trovare qualche scusa per potersi allontanare per qualche istante solo con Izzy, ma non ci riusciva mai. I loro incontri insieme, da soli, si limitavano a qualche serata dopo i concerti, se non erano troppo stanchi per la giornata. E in quel momento, la giornata si stava rivelando la solita, vecchia, classica routine.

- Axl tieniliiiiii! – grido` una Charlotte del tutto sudata, coi capelli appiccicati alla fronte e la maglia incollata al seno (per la gioia di Izzy, che si rifaceva gli occhi senza farsi vedere dagli altri due).

- Ci sto provando! Izzy cazzo, non stare li` a fissare le poppe di Charlie, vieni qui e dacci una mano! –

“Cosa…? Oddio che vergogna!” penso` il moro arrossendo, mentre Charlotte lo guardava con un sopraciglio che si era alzato in maniera inverosimile. Era convinto che nessuno se ne fosse accorto.

Ooops…

“Brutto spione!” penso`.

- Io non guardavo il seno di Charlie! –

- Si si, certo, e io sono Biancaneve! Muoviti! – esclamo` di nuovo il rosso, i muscoli delle braccia tremanti e tesi per lo sforzo.

Per fortuna, il chitarrista si decise a andare ad aiutarlo, e riuscirono a tenere un po’ a bada tutta quella caciara. Sheila ed Argo, con la loro mole non indifferente (pesavano piu` di 40 kg, ormai) erano corsi a fare le feste a un nuovo arrivato del gruppo di Charlotte, che orami per entrambi era diventata Charlie, dopo che avevano sentito una sua amica incontrata per caso chiamarla in quel modo. Il problema era che quel povero cane pesava non piu` di una dozzina di etti, secondo Axl, tanto era piccolo e magro, e si era spaventato quando aveva visto i due avvicinarsi di corsa. Aveva cercato di scappare, i guinzagli si erano aggrovigliati, ed ecco che si erano trovati, Charlie e Axl, a cercare di districare quella specie di enorme nodo di corde e catene.

Finalmente, con l’aiuto di Izzy che teneva fermi Argo e Sheila, Charlotte aveva liberato il suo piede rimasto incastrato tra tutti quei guinzagli, mentre Axl era riuscito a riportare all’ordine i suoi cani.

- Voi due siete dei casinisti nati! Lo sapete vero?! – chiese Izzy ai cani, che in tutta risposta lo guardarono scodinzolanti – E` inutile che fate finta di niente. Se non imparate a fare i bravi, io vi lascio a casa. Capito?! – aggiunse minaccioso, non ottenendo la minima reazione – Ahh, lasciamo perdere! -

Quell’idiota di Axl li ha viziati troppo…

Allo stesso tempo, Charlotte cercava di riprendere fiato e far stare zitti quei topi che potrava al guinzaglio.

- O Dio… sono stanca morta… - sospiro`, andandosi a sedere su una panchina mentre sorseggiava dell’acqua da una bottiglia che era solita tenere in borsa.

Axl, intanto, si era avvicinato al chitarrista.

- Izzy dobbiamo trovare una soluzione per questi due… non possiamo fare cosi` ogni pomeriggio! Izzy? Izzy!? –

- Eh, cosa? – sobbalzo` il moro, riportato nella dimensione reale da Axl.

Il moro si era perso nelle sue fantasie osservando il volto reclinato all’indietro di Chalie, che sorseggiava la sua acuqa mentre qualche gocciolina ribelle le scendeva lungo il collo.

- Senti un po’ Izzy, vieni un attimo con me… -

- Cosa… io? –

- Vedi qualcun altro col tuo nome, qui in giro? Muoviti! –

- Ma… ok… -

Il moro a malincuore si affretto` a seguire Axl, che si era spostato di una ventina di metri da dove si trovava Charlotte.

- Che vuoi? Cosa… AHIO! – esclamo` Izzy, colpito da uno scappellotto del rosso.

- Te lo meriti tutto! –

- Ma… perche`? –

- Ma ti sembra il caso di fissarle le poppe in quel modo? –

- Non si chiamano poppe Axl! –

- Tette? –

- Nemmeno! E poi scusa… - disse il moro, fissandolo e assottigliando gli occhi - … cosa ti interessa, delle suo seno? –

- Co-cosa? Io? – balbetto` Axl, preso alla sprovvista. Ma cosa andava a pensare quell’idiota di Izzy?

- Si, tu. Non guardare TU, il seno di Charlie! –

- Io non sto guardando proprio nulla! Sei tu che ti incanti li`, con la bava alla bocca! –

- E tu ti premuri sempre di farmelo notare. E di farmi fare figuracce. E questo significa che lo hai guardato anche tu! –

- Ma che c’entra scusa? Mica ho i paraocchi, io! Ti sembro forse un cavallo? E comunque, sembri un maniaco arrapato, le figuracce le fai anche senza bisogno del mio aiuto! –

- Cosa?! – gli chiese Izzy, che stava iniziando anche a irritarsi.

All’inizio, pensava che Axl scherzasse, ed anzi era sicuro che il rosso lo stesse facendo, ma in realta` il cantante non si rendeva conto che, nelle sue parole, c’era anche un gran fondo di verita`: Izzy non riusciva ad avere un attimo per se` e Charlotte insieme, e quando riusciva a parlare anche solo per pochi secondi da solo con lei, notava sempre lo sguardo del rosso fisso sulla figura della ragazza, a osservarla. E questo non gli piaceva per nulla. E quel giorno, con quell’osservazione che gli aveva fatto prima, davanti a lei, aveva passato il limite.

Decisamente.

Non sapeva, in realta`, quale era il piano del rosso, e quindi stava iniziando a fraintendere la situazione. Non aveva capito perche` Axl scrutasse tutti i gesti di Charlie, e la situazione lo aveva fatto innervosire fin troppo. Se avesse fatto lui la stessa cosa, con una delle ragazze di Axl, si sarebbe ritrovato a terra col naso sanguinante. Aveva sopportato anche troppo!

- Hai sentito benissimo! Prova ad agire, se sei capace, invece di farti tante seghe mentali, e non solo mentali… - aggiunse con un sorrisetto molto allusivo abbassando gli occhi su una zona precisa del corpo dell’atro e poi rialzandoli, cosicche` fece diventare il chitarrista color porpora. Il suo scopo era quello di allentare un po’ la tensione, ma non sembro` riuscirci gran che.

- Beh, tu non te le fai mai? – gli rispose piccato, e sempre piu` infastidito.

- Ahaha! Lo hai ammesso allora! – urlo` il rosso ridendo.

- Stai zitto idiota! – cerco` di tappargli la bocca Izzy – E comunque, se non la invito fuori e` solo per colpa tua. Se non ci fossi sempre tu, in mezzo, a rompere il cazzo, adesso sarei molto piu` tranquillo! – gli disse arrabbiato, e lasciandolo sorpreso.

- Io? Cioe`, adesso sarebbe colpa mia? –

- Si Axl! da quando sei arrivato non ci lasci stare un attimo da soli. E quando parliamo, o cerchi di intrometterti, o la osservi come se non avessi mai visto una ragazza in vita tua, le fai le radiografie, cazzo! E sinceramente, questo non mi piace! –

- Quindi, tu credi che io stia cercando di allontanarti da Charlotte? Di mettermi in mezzo, fra voi!? – gli chiese il rosso, che a quel punto stava iniziando ad alterarsi a sua volta: voleva aiutare il suo amico, ma questi non se n’era accorto e ora gli satva rinfacciando cose che non aveva fatto e nemmeno pensato di fare.

Izzy annui`.

- Sai una cosa Izzy? Sei cieco, completamente. Non hai proprio capito nulla. Comunque, la mia presenza ti da fastidio no?! Quindi e` meglio se me ne vado – gli disse, mettendogli nella mano libera i suoi guinzagli.

-  Hey che cazzo fai? – esclamo` il chitarrista.

Nel frattempo, anche Charlotte, vedendo la tensione fra i due, sentendo le voci che pian piano si alzavano sempre di piu`, e infine notando il gesto di Axl, si era avvicinata. Persino Sheila ed Argo, che sentivano sempre ogni cambiamento di umore dei loro padroni, si erano acquietati e guardavano la scena con occhi attenti. Chiunque avrebbe pensato, vedendoli, che stessero capendo tutto quanto stava accadendo.

Forse e` vero, ci stanno capendo piu` loro di me…

- L’hai detto tu, che ti sono solo di impiccio, che ti sto fra i piedi. Io me ne vado, da domani cerchero` qualche altro lavoro. Qui ho fatto cio` che dovevo, e mi basta. E non mi guardare cosi`! volevo fare di piu`, ma non sembra andarti bene, quindi ora sono cazzi tuoi! – gli disse; notando l’espressione smarrita e confusa del chitarrista, aggiunse: – Te l’ho detto Izzy, sei cieco quando vuoi. Ci vediamo stasera al concerto,e  vedi di non fare tardi! –

Il rosso giro` sui tacchi e, senza aggiungere una parola, se ne ando` lungo il viale alberato del parco, con solo Sheila ed Argo al seguito che cercavano di opporre resistenza tirandolo nella direzione opposta, di nuovo verso Izzy e Charlie, senza successo.

- Ma che e` successo? – chiese Charlotte a Izzy.

Non ottenne risposta, solo il silenzio di una persona che sta riflettendo, rimuginando su quanto e` accaduto, cercando di capire.

- Izzy, mi rispondi? Cosa… -

- Non lo so, va bene?! Non sono lui, non so cosa gli passa in quella cazzo di mente lunatica che si ritrova! – le rispose di getto, subito pentendosi delle sue parole alla vista degli occhi di lei che si velavano di lacrime.

L’aveva trattata male, rispondendole con freddezza, ma non se lo meritava. Lei cercava soltanto di trovare un modo per consolarlo, per farlo sentire meglio. In quel momento, Izzy si senti` una merda.

- Cercavo soltanto di informarmi, di aiutarvi in qualche modo… non volevo darti fastidio… -

Izzy sospiro`, alzando una mano per sfiorarle il viso.

- Hai ragione, scusami, non volevo. A volte non penso a cio` che dico e… -

- No Izzy. Tu ci pensi eccome. Tu pensi sempre, sei sempre all’erta, sempre pronto a cogliere ogni segnale… ma forse a volte sbagli proprio a capire, sai? Fraintendi. E sai che ti dico? Sai benissimo cosa mi hai detto e perche` l’hai fatto. Ti do solo un consiglio, prova a guradarti dentro, perche` lui e` lunatico, si`, ma tu… tu non sei da meno, a volte! – gli rispose, per poi allontanare la sua mano e andarsene.

Izzy rimase fermo, solo con sei cani che correvano a destra e a sinistra. Era come se il tempo si fosse fermato. Si` riprese solo quando senmti` le campane di una chiesa poco distante suonare le sette.

“Cazzo!”, penso` iniziando a correre. Era in ritardo per la consegna degli animali ai rispettivi padroni, e poi lo attendeva uno splendido concerto con un cantante incazzato nero in un locale squallidissimo. E ci sarebbe satta anche Charlie, perche` Axl le aveva chiesto entusiasta di andare sempre a vederli, le aveva detto che le avrebbe procurato dei pass per il backstage purche` accettasse di lasciare fuori quella pazza logorroica di Jenny. Quella sarebbe stata una serata di merda.

Ho bisogno di rilassarmi…
 
 










 









 PER CHI NON AVESSE CAPITTO COS'E` SUCCESSO E QUALI ERANO LE INTENZIONI DI AXL: TRANQUILLI, TUTTO SI SPIEGHERA` NEL PROSSIMO CAPITOLO!

 
CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO CON CUI POSTO QUESTO CAPITOLO. L’ISPIRAZIONE MI AVEVA TEMPORANEAMENTE ABBANDONATA, E TUTTE LE IDEE CHE MI VENIVANO IN MENTE MI PAREVANO BANALI. SPERO CHE QUESTO CAPITOLO NON LO SIA o.O”\

COMUNQUE, ANCHE SE CON TEMPI CHE SI ALLUNGHERANNO LEGGERMENTE, CONTINUERO` AD AGGIORNARE LA STORIA, ANCHE PERCHE` ORA CHE HO RITROVATO IL FILO CONDUTTORE, SO ANCHE COME FARLA CONCLUDERE, E CREDO CHE MI CI VORRANNO NON PIU` DI 5 CAPITOLI. EVVIVA!! :D

RINGRAZIO COME SEMPRE VOI CHE LEGGETE, RECENSITE, SEGUITE QUESTA STORIA.

PS: per essere sicura di non perdere piu` il filo, mi sono fatta una mini traccia della trama xD

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Capitolo 18
*** 18. TROUBLES ***



LO STILE DI QUESTO CAPITOLO E` LEGGERMENTE DIVERSO DAI PRECEDENTI, VE NE ACCORGERETE LEGGENDO… SPERO COMUNQUE CHE VI PIACCIA.

 
“Non e` possibile. Brutto coglione… Una volta che cerco di fare la cosa giusta, una volta che provo a pensare agli altri, guarda come va a finire. Ho provato a non essere egoista, e guarda tu cosa ci ho guadagnato. Cazzo! Un paio di pesci in faccia, ecco cosa! E` sempre stato cosi`, anche quando ero bambino, e poi mi dicono ‘sei uno stronzo, sei un egoista, egocentrico, nel tuo mondo c’e` spazio solo per te e mai per gli altri’. Beh se e` cosi` che vanno le cose allora si`, nel mio mondo ci sono solo io! Vaffanculo!”

Axl camminava veloce per le strade del parco, all’ombra degli alberi. Intorno a lui, le solite immagini di felicita`, simboli dell’America migliore, mamme con bambini al seguito, ragazzine in giro con le amiche, coppiette che si scambiavano dolci carezze e anziani con qualche cane al guinzaglio… una scena da cartolina, in poche parole. Ma a lui non interessava, nemmeno si accorgeva di tutto quello che gli stava intorno, era troppo immerso nei suoi pensieri, troppo preso a sbollire la rabbia che aveva addosso, mentre percorreva furioso quei sentierini ombreggiati con Sheila ed Argo che lo tiravano per tornare indietro, dagli altri.

- La smettete di tirare, voi due? Mi sono stufato, capito!? – aveva gridato loro, che subito avevano guaito spaventati, abbassando i musi a terra in segno di sottomissione, con le code fra le zampe.

- Ma guarda tu che maniere. Non e` il caso di comportarsi cosi` figliolo, lo sai? – gli domando` un uomo pelato che aveva visto la scena ed era accanto a lui in quel momento.

- E lei non e` il caso che rompa i coglioni! – gli aveva risposto a tono il cantante, lasciando l’uomo interdetto mentre si allontanava.

“Brutto impiccone, pretende di dirmi cosa devo fare e come anche se nemmeno sa chi sono e cosa mi e` successo. Che si faccia i cazzi suoi! Tutto per colpa vostra poi, sacchi di pulci che non obbedite mai!” penso` di nuovo, salvo poi fermarsi e sedersi su una panchina, accarezzando pacatamente la testa dei due cani.

“Te la prendi anche con chi non ha colpa, adesso, Axl?” si chiese da solo, scuotendo la testa come per scacciare via i troppi pensieri che si stavano accumulando, come nuvole.

- Ah ma perche` mi metto sempre in queste situazioni? Perche` capitano tutte a me? – chiese ai cani.

I due per tuta risposta guairono, ed Argo gli lecco` il viso salendo con due zampe sulla panchina.

- Ahaha, stai buono dai! – rise.

Axl cerco` di farlo smettere, senza successo. Anche Sheila nel frattempo  era salita sulla panchina, e scodinzolava pronta a unirsi ai festeggiamenti e alla rinnovata allegria.

- Alt! Ferma li` tu – la blocco` Axl – E` per colpa tua che e` successo tutto quanto! Beh, non proprio tua forse, ma di una donna. Come te. Una femmina. Capisci quello che ti dico?! – le chiese.

Sheila piego` leggermente il capo, fissandolo con occhi curiosi.

- Voi femmine siete sempre la causa di tutti i guai. Se non fosse stato per una donna come te, io adesso non avrei litigato con quel coglione di Izzy… si` Izzy, l’altro vostro padrone. E` un coglione, ed e` inutile che mi fissate cosi`, lo e` e basta. Non difendetelo! – disse loro, che continuavano a scodinzolare rivolti verso di lui.

- Non mi  farete cambiare idea solo muovendo un po’ le vostre codine, sapete? No, non ci casco nemmeno con gli occhioni dolci… e va bene, forse non e` proprio un coglione. Un idiota pero` si`, e chiudiamo qui il discorso! – aggiunse.

Intanto, due ragazzini sui 10 anni lo fissavano, dai loro monopattini, stupiti nel vedere un tale personaggio, con bandana, capelli lunghi e pantaloni di pelle, parlare con due cani neri in mezzo a un parco pubblico. Ma Axl nemmeno se ne accorse, e continuo` a giocare coi due cani mentre ripensava agli avvenimenti dell’ultimo mese, a come erano andate le cose, al perche` il tutto era precipitato cosi`, all’improvviso, quel pomeriggio.

Aveva provato a fare le cose per bene, una volta in tutta la sua vita, e aveva scelto di farlo per una persona a cui teneva davvero tantissimo, la spalla su cui aveva pianto tante volte, l’amico che lo aveva difeso e spesso era stato la voce della sua coscienza, quando questa non sembrava intenzionata suggerirgli la strada giusta da prendere. Quando aveva capito i sentimenti di Izzy nei confronti di Charlie, gli era subito venuta una terribile paura, quella di vedere il suo amico col cuore spezzato. Non se lo meritava, non Jeff. Cosi`, aveva ideato il suo piano, un modo per tenere d’occhio quei due, per controllarli e, soprattutto, per osservare Charlotte senza nascondersi dietro i tronchi degli alberi o sembrare un guardone. Aveva fatto in modo di commettere errori imperdonabili durante ogni colloqui di lavoro, e si era presentato come una furia al parco, il pomeriggio di alcune settimane prima, dicendo di avere accettato il posto come dog sitter.

Ne aveva approfittato per osservarli bene, e aveva capito. Gli erano bastati due giorni, e tutto era diventato chiarissimo. Non aveva alcun motivo di preoccuparsi: Charlotte ricambiava i sentimenti di Izzy, era palese nonostante fossero entrambi piuttosto timidi; si vedeva dai loro occhi, dai loro sguardi, da come cercavano di sfiorarsi con ogni minima scusa. Non aveva avuto nulla di cui preoccuparsi, l’aveva capito benissimo, ma aveva deciso di tenere il lavoro per guadagnare qualcosa e soprattutto perche` sperava di spingere Izzy a muoversi un po’, a vincere la timidezza per una volta.

All’inizio, doveva ammetterlo, si era sentito un po’ geloso di quei due, della loro complicita`, e un paio di volte aveva fatto in modo di interromperli sul piu` bello. Poi pero` aveva capito subito che non era la maniera giusta di comportarsi, che lui era li` per farli stare insieme, per controllare che tutto andasse per il meglio, e non per interromperli.

Quel pomeriggio, pero`, Jeff lo aveva accusato di avere fatto proprio questo, per un intero mese: interromperli, sempre e comunque. E lui non ci aveva visto piu`, si era incazzato e se n’era andato. E ora era anche in ritardo per il concerto, e si era alzato dalla panchina mettendosi a correre verso casa mentre ancora pensava a che cosa non aveva previsto nel suo piano. Poi lo aveva capito, proprio mentre svoltava l’angolo e intravedeva il palazzo.

“Se non dici le cose, gli altri non capiscono, ecco che cos’hai sbagliato Axl! forse allora sei tu il coglione, fra i due…”

***

Axl entro` in casa come una furia, sudato per la corsa e i piani di scale.

- Lo so lo so, non c’e` bisogno che me lo dite, sono in un ritardo incredibile! – grido` appena entrato.

- Mh, a dire la verita`, ci stavamo chiedendo dove foste finiti, entrambi – gli rispose Slash mentre si infilava una canottiera nera con una scritta brillantinata, regalo di una ragazza che frequentava da qualche tempo.

- Mi sono seduto al parco, stavo giocando con loro e ho perso la cognizione de tempo e… aspetta, hai detto “entrambi’? –

- Si, tu e Izzy –

- Izzy non e` ancora tornato? –

- No... ma non lavorate insieme? – gli chiese di nuovo il riccio.

- Si… si certo. Non lo so pero` dov’e` lui… ci siamo… persi di vista, ad un certo punto, si`. –

- Ah… beh non possiamo aspettare oltre, dobbiamo mettere tutto sul furgoncino e iniziare ad andare –

- Ma si`, tanto Izzy conosce il posto, ci raggiungera` la`, e` anche vicino alla vostra vecchia casa! – disse Steven, allegro come sempre, mentre iniziava a prendere alcune cose.

- Si… si ci raggiungera` la… ne sono sicuro… - convenne Axl, che in realta` si stava preoccupando.

Non era tipico di Izzy, avere simili ritardi.

- Prendo la sua chitarra, e arrivo – disse agli altri, che gia` stavano scendendo le scale.

Con un sospiro` afferro` la vecchia custodia e ci mise lo strumento, richiudendola. Si volto` accarezzando i cani che sarebbero rimasti a casa anche quella sera e lo guardavano cercando di muoverlo a pieta` senza risultati, e fece per uscire, quando noto` la figura di Duff che lo aspettava sulla porta. Sobbalzo` leggermente, colto alla sprovvista.

- Che ti faccio paura, Axl? –

- Se non ti fai sentire quando arrivi, si`, parecchia – gli disse passandogli accanto e uscendo sul pianerottolo.

- Sicuro che vada tutto bene? – gli chiese il bassista.

- Si. Perche` non dovrebbe? –

- Non so, prima quando parlavi di Izzy e del lavoro… -

Axl sospiro`, indeciso sul da farsi. Poi racconto` a Duff cos’era successo, a grandi linee, del suo piano, della loro litigata. Non gli disse pero` qual’era la sua piu` grande paura, ossia dove fosse finito il chitarrista in quel momento. Si limito` a descrivere le sue intenzioni, e come fossero state fraintese.

- Certo che anche tu, Axl… a volte mi chiedo se Izzy dovrebbe prenderti a sberle o baciarti in bocca! – gli disse il bassista, ridendo si gusto alla vista della reazione di Axl a quella che poteva essere la seconda scelta del moro: un bacio lingua a lingua col cantante. – Insomma, per una volta hai cercato di fare la cosa giusta, ma forse avresti dovuto farti capire meglio nelle tue intenzioni, insomma Izzy ti conosce bene, e` normale che vedendoti abbia pensato male! –

- Hey come sarebbe a dire?! Mi conosce bene e quindi e` giusto che pensi male di me?! Caso mai il contrario! – replico` Axl piuttosto offeso.

- Axl il tuo modo di approcciarti alle ragazze, soprattutto a quelle degli altri, diventera` famoso te lo garantisco, e Izzy lo sa e ci sta attento –

- Beh e voi due cosa cazzo siete, degli indovini forse? Puah, io ho un buonissimo comportamento con le donne, loro mi adorano e cadono ai miei piedi e io non faccio altro che soddisfarle nel loro piu` intimo desiderio: farsi me! –

Duff si fermo` a guardarlo un attimo, cercando di capire se il rosso scherzasse o fosse serio. Vedendo che era proprio convintissimo di quanto stava dicendo, scosse la testa e continuo` a camminare in silenzio. Quando Axl faceva di questi ragionamenti, era inutile cercare di fargli vedere come stavano le cose in realta`.

***

- Dov’e` finite quel cretino… - ripete` per la ventesima volta uno Steven piuttosto agitato, che camminava nel backstage… aventi e indietro, indietro e avanti, aveva percorso per cosi` tanto tempo quello spazio ristretto che ormai ne conosceva a memoria la lunghezza.

- Ragazzi! – esclamo` Slash entrando nella stanza, trafelato – Il proprietario ha detto che se non ci muoviamo a uscire, possiamo dire addio a tutti i concerti qui! –

- Cosa?! Scherzi vero? –

- No Axl, mai stato piu` serio in tutta la mai vita. Guarda fuori, c’e` pieno di gente, e` da mezz’ora che aspettano, alcuni si stanno lamentando. Ci hanno dato il venerdi` sera perche` al mercoledi` era tutto esaurito, e anche oggi la sala e` piena e noi stiamo qui ad aspettare che arrivi il nostro chitarrista! –

Sospirarono tutti. Che situazione!

- Hey ragazzi! Posso entrare? – chiese una voce femminile, alle loro spalle, che Axl riconobbe subito.

- Ciao Charlie. Entra certo! – le disse.

Le aveva fornito lui i pass per il backstage.

- Ma che succede, come mai non uscite? Vi stanno aspettando tutti, non vedono l’ora di sentirvi… ma dov’e` Izzy? – chiese notando solo in quel momento l’assenza del ragazzo.

- E` questo il problema, non sappiamo dove sia – le disse Slash.

- Quando io sono andato via… lui cos’ha fatto? – le domando` Axl.

- Beh ecco noi… io… si insomma, abbiamo avuto una piccola discussione, e io me ne sono andata da sola – ammise abbassando gli occhi sulle sue scarpe, nere e semplici, con poco tacco.

Ad Axl si strinse il cuore vedendola cosi`. Le si avvicino` e con un gesto fraterno le mise un braccio intorno alle spalle, per consolarla.

- Non e` colpa tua Charlie, tranquilla. Vedrai che e` solo un po’ in ritardo, come al solito non avra` avuto l’orologio! – le disse, cercando di sdrammatizzare – Piuttosto, cerchiamo una soluzione al problema –

- Nessuno di voi sa suonare la chitarra? – chiese loro Charlotte.

Tutti guardarono Axl, che in effetti ogni tanto strimpellava qualcosa sulla chitarra di Izzy.

- Hey, no no, non mi guardate mica cosi` tutti, eh!  Io sono il cantante. Dunque, devo cantare! – disse loro, convintissimo, brandendo il microfono come un’arma – Dai ragazzi. Io suono malissimo, un sono capace di tenervi dietri durante tutte le canzoni! –

- Durante tutte forse no… ma con le piu` semplici si, e intanto ne approfittiamo per aspettare Izzy! –

- Vi odio! – disse il rosso mentre Charlie e gli altri scoppiavano a ridere nonostante la tensione e Steven gli metteva in mano a forza la chitarra di Izzy.

- Forza, andiamo a spaccare un po’ di culi! – esclamo` Duff.

- E di corde… - aggiunse piano Slash per non farsi sentire da Axl.

Proprio mentre stavano per uscire tutti quanti, i ragazzi diretti al palco e Charlotte alla platea, arrivo` dal corridoio un Izzy trafelato, i capelli arruffati e la camicia bianca che aveva messo quel giorno abbottonata male. Quando li vide, si fermo` un attimo.

- Era ora! Dove cazzo eri finito? – gli chiese Slash, ottenendo come risposta solo una specie di mormorio indefinito.

- Allora? Vuoi rispondere? – gli chiese di nuovo il riccio, interrotto pero` da Axl che gli fece chiaramente segno di smetterla e iniziare ad andare verso il palco.

Il chitarrista e il cantante rimasero da soli, con Charlotte che guardava entrambi e soprattutto il moro, con disapprovazione. Poi anche lei se ne ando`.
Axl si avvicino` all’amico, guardandolo bene, e vedendo i suoi peggiori timori confermati. Non se la senti` di dirgli nulla, non era il momento di rimproverarlo, avevano un concerto da fare e un pubblico da infiammare. Si limito` a dargli la chitarra.

- Ci riesci a suonare? – gli chiese.

Il moro annui`, senza guardarlo negli occhi e scostandosi.

- Allora andiamo – gli disse Axl.

Si incamminarono verso il palco, e iniziarono il loro show









 
CREDO CHE ABBIATE CAPITO COS’HA FATTO IZZY – DI NUOVO.

COME ANDRA` IL CONCERTO? E SOPRATTUTTO, COME SI RISOLVERANNO LE COSE? COME VI HO ANTICIPATO, NON MANCANO MOLTI CAPITOLI E SPERO DI AGGIORNARE QUANTO PRIMA PER FARVI SAPERE TUTTO.

PS: SPERO DI AVERE ANCHE CHIARITO I VOSTRI DUBBI SU QUANTO ERA ACCADUTO FRA IZZY E AXL AL PARCO, SUL PERCHE` DELLA LORO LITIGATA. SE COSI` NON FOSSE, CHIEDETEMI PURE NELLE RECENSIONI E RISPONDERO` IMMEDIATAMENTE :D

BACI, Ice.

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Capitolo 19
*** 19. IT'S THE SAME OLD SITUATION... ***


Era stata la loro esibizione piu` scadente, ne era certo. Gli altri avevano dato il meglio di se`, erano tutti molto carichi, Steven batteva su quella dannata batteria come non mai, ma lui… lui quasi non si reggeva in piedi, era stato seduto su un amplificatore al lato del palco per tutto il tempo, la chitarra appoggiata sulle ginocchia. Per fortuna le sue dita sembravano muoversi da sole sulle corde, seguendo le tanto note melodie delle loro canzoni, e almeno aveva evitato figuaracce di sorta. Aveva sentito pero` alcuni degli sguardi puntati su di se` bruciargli la pelle: quello di Duff, che sembrava cercare di dirgli qualcosa (forse spiegargli quelle che erano state le vere intenzioni di Axl, forse chiedergli che cos’avesse… chi lo sa?) , quello di Slash, che gli aveva lanciato un paio di occhiate curiose, quello di Steven, che mentre dava il tempo con le bacchette gli sorrideva come per incoraggiarlo, e soprattutto quello di Axl, nei cui occhi aveva visto alternarsi la rabbia, il rimprovero e la delusione a ritmo costante, e quello di Charlotte, dal pubblico. Non aveva individuato la sua posizione, c’era veramente molta gente quella sera, e il locale non era molto illuminato, ma poteva percepire chiaramente i suoi occhi grigi scutarlo.

Ora stava percorrendo frettolosamente il piccolo corridoio che separava le due stanze del backstage dalla zona del bar e degli spettatori, un asciugamano verde acqua in mano per asciugarsi il sudore; con una mano ogni tanto si appoggiava ala parete, perche`, diamine!, era dannatamente difficile stare in equilibrio e contemporaneamente camminare mentre si era completamente fatti! Appena arrivato nella sala, si guardo` in giro febbrilmente: voleva trovare la ragazza, voleva parlarle, chiederle scusa per quel pomeriggio, cercare di fare chiarezza in quella situazione assurda che si era venuta a creare. La vide mentre si allontanava dal bar, in mano una bottiglia di birra. Le si avvicino`, ricevendo un saluto freddo in cambio.

-Ciao Charlie… -

- Ciao –

- Allora… ti e`… ti e` piaciuto il concerto? –

- I ragazzi sono stati molto bravi –

I ragazzi…

- Si erano molto… carichi, si –

- Perche` non mi guardi in faccia mentre parliamo, Izzy? – gli chiese assumendo un tono di voce fermo e serio, che lui percepi` subito.

Il moro arrossi`, e si sforzo` di sollevare lo sguardo che aveva ancorato al pavimento.

- Sono solo Charlie, no? Non c’e` bisogno che cerchi di nascondere a me quegli occhi annebbiati che non vuoi far vedere al pubblico – aggiunse lei, marcando per bene quel”solo”.

- Co-cosa? –

- Credo che tu abbia sentito, Izzy –

Il moro abbasso` la testa ancora di piu`…

Se ne era accorta, quindi.

Proprio l’unica persona da cui non avrebbe mai voluto farsi vedere in quello stato, aveva capito benissimo cosa stava succedendo.

- Io… -

- Tu cosa? Non ho bisogno di spiegazioni Izzy, so bene cos’hai fatto, e tu sai come la penso al riguardo. Non mi piacciono queste cose, non mi sono mai piaciute. Ma forse te ne sei dimenticato, visto che nemmeno riesci a parlare e stai a stento in equilibrio, perche` dovresti ricordarti di cosa ti ho detto io, la ragazza impicciona che incontri tutti i pomeriggi al parco? – gli chiese, ancora ferita da quanto era accaduto quel pomeriggio e da quello che vedeva in quel momento.

Il suo tono si era alzato di un paio di ottave perche` era davvero molto delusa da quel ragazzo che aveva pensato un po’ diverso dagli altri, anche se forze, anzi evidentemente, si sbagliava, e un gruppetto di persone poco distanti si era girato a fissarli, curioso.

Per fortuna, anche Slash si trovava li` vicino ed era corso a vedere cosa stesse accadendo.

- Hey ragazzi. Che succede? – chiese con finta nonchalance, mentre sorseggiava un bicchiere di Jack Daniel’s e prendeva per le spalle Izzy come se nulla fosse.

- Niente! –

- Nulla… -

- Non mi convincete per nulla, sapete? Charlie c’e` qualcosa che non va? Ti vedo un po’… uh… alterata –

- No Slash, non c’e` nulla che non va. Io ora devo andare, cosi` smettiamo di dare spettacolo. Bel concerto. Ci vediamo presto – disse, voltandosi per andarsene.

Subito Izzy cerco` di raggiungerla, ed insieme uscirono dal locale, ancora bisticciando, mentre Slash li seguiva a poca distanza per controllare che tutto andasse bene. Ad un certo punto poco distanti dall’ingresso i due si fermarono, Izzy disse qualcosa che lascio` impietrita Charlotte sul momento, Slash lo capi` gurdandoli anche se non era riuscito a sentire nulla; poi la ragazza diede una spinta a Izzy, come per toglierselo di torno, e se ne ando`. La forza che ci aveva messo non era certo eccezionale, ma era stata sufficiente per far barcollare il ragazzo, sotto lo sguardo attento e curioso di Slash. Izzy quella sera non gli sembrava del tutto, come dire, “normale”, e si stava preoccupando non poco. Lo vedeva camminare ciondolante, aveva rischiato di perdere l’equilibrio appena usciti nell’aria appena piu` fresca della strada, gli occhi erano annebbiati e ora sembrava persino stessero diventando… lucidi?!

- Ma cosa cazzo…?! – mormoro` il riccio fra se` e se`, appena prima che Izzy scoppiasse a piangere come un bambino, in mezzo alla strada e a alcuni gruppetti di ragazzi che passavano loro accanto guardandoli e scuotendo le teste… non era unop spettacolo poi` cosi` strano in quelle strade, un tossico con la luna storta o una sbornia triste in corso.

Charlotte intanto si era allontanata e non sembrava intenzionata a voltarsi indietro, troppo amareggiata e delusa, mentre Izzy non accennava a voler smettere di singhiozzare e Slash si era avvicinato lentamente, gli occhi neri spalancati dietro la massa di ricci. Il ragazzo aveva messo un braccio intorno alle spalle di Izzy, gli stava dando dei colpetti, ma non aveva proprio idea di come comportarsi per farlo calmare, quindi si limito` a dirgli un paio di frasi di circostanza pensando all’assurdita` della situazione… Izzy, proprio Izzy, il chitarrista timido e schivo, riservato, ora stava versando tutte le sue lacrime fra sonori singhiozzi in mezzo a una strada pubblica, incurante di chiunque li potesse vedere. Non  credeva a cio che stava vedendo in quel momento, Slash.

***

Le aveva chiesto se le piacesse Axl, quello stupido. Ancora non ci credeva. L’aveva seguita fuori dal locale, e le aveva chiesto se le piacesse il rosso cantante. C’era rimasta malissimo, a dir poco. No, Axl non le piaceva per nulla. E a lui non piaceva lei, per altro. Certo, il rosso era un bel ragazzo, anche simpatico, un po’ pasticcione, ma lei si sentiva le farfalle nello stomaco quando stava con Izzy, e non con Axl. com’era possibile che lui non se ne fosse accorto? Com’era possibile che non avesse capito i suoi sentimenti, e li avesse scambiati per delle attenzioni rivolte al cantante? Non ci poteva credere…

E poi si era drogato. Invece di parlare con lei faccia a faccia, da persone adulte, era andato a farsi una dose; aveva le pupille grosse come capocchie di spillo, continuava a sudare anche quando erano usciti per strada, camminava traballante. Come aveva potuto ridursi in quel modo? Quel pomeriggio tutto sembrava andare bene, e poi le cose erano precipitate, Axl se ne era andato… adesso capiva per che cosa stavano litigando, al parco. Per lei. Era quasi del tutto certa che Izzy avesse detto chiesto ad Axl la stessa cosa che aveva domandato a lei: se lui fosse innamorato di Charlie. Molto probabilemente il rosso lo aveva mandato a quel paese, e Izzy era arrivato alle conclusioni sbagliate. Ma perche` drogarsi, perche` ridursi cosi`?

Cammino` verso il suo appartamento e, appena entrata, si sdraio` sul letto senza nemmeno togliersi i pantaloni, cadendo in un sonno profondo, nella speranza che almeno per qualche ora tutte quelle domande se ne andassero. Ci avrebbe pensato il giorno dopo, a chiarire quella situazione, quando anche lei sarebbe stata piu` lucida e piu` calma.

***

- Hey Axl! –

- Che vuoi Steven? Non vedi che sono impegnato in una conversazione MOLTO importante? – gli rispose scocciato il cantante, mentre le due ragazze sedute sulle sue ginocchia scoppiavano a ridere come gallinelle.

- Slash ti vuole nel backstage –

- Ripeto, sono un uomo molto impegnato, al momento –

- E` importante, Axl! –

- Steven forse non mi sono spiegato: levati dalle balle! – gli urlo` contro, avendo finito la pazienza.

Le due galline ricominciarono a ridere.

- E` per Izzy… - aggiunse allora Steve.

Il batterista non riusci` a finire la frase, che il rosso si era gia` alzato di scatto, facendo cadere pesantemente a terra le due ochette che si lamentarono, e era corso via, attraverso il piccolo corridoio, e poi nella stanzetta del backstage. Spalanco` la porta e vide Slash che ancora dava dei colpetti consolatori alla schiena di Izzy, mentre voltava gli occhi marroni verso di lui in una tacita richiesta di aiuto e indicava il moro accanto a lui con un indice facendolo ruotare, come a dire “questo e` impazzito”.

- Ma cosa diavolo…? Che e` successo Izzy? – provo` a chiedere il cantante, rivolgendosi al moro.

Non ottenendo risposta, rivolse la stessa domanda a Slash; il riccio brevemente gli racconto` quanto era accaduto, mentre vedeva l’espressione di Axl diventare prima furiosa, poi incredula, alla fine atterrita.

- Va bene, va bene… lasciaci un attimo da soli Slash, ok? –

- Ne sei sicuro? Non e` che… - si avvicino` ad Axl, allontanandosi dall’altro chitarrista - …ha una crisi di nervi e cerca di ucciderti con le corde della chitarra? – gli domando` con aria da cospiratore, a bassa voce, per non farsi sentire.

Per poco, la mandibola di Axl non cadde a livello del terreno.

- Slash, quanti bicchieri di Jack Daniel’s hai bevuto stasera? – gli chiese.

- Dunque… vediamo… prima del concerto cinque… anzi no tre, ho sbagliato. Poi pero` ho anche aggiunto… -

- Ok ok, tutto molto interessante, mi racconterai piu` tardi che ne dici? Ci vediamo dopo, Slash… - disse il rosso accompagnandolo fuori dalla stanza e chiudendo la porta dietro di se`, mentre il riccio continuava a fare i conti a alta voce.

Ora, nella stanza, rimasevano solo Axl ed Izzy. Il primo stava in piedi, appoggiato alla porta. Il secondo era seduto sul logoro divanetto presente nella stanza, il volto nascosto dietro i capelli e le mani, mentre continuava a singhiozzare.

“ Basta. Una volta per tutte, risolviamo quasto casino. Non ne posso piu`” penso` Axl.

Si avvicino` al moro, e con voce ferma gli disse di smettere di piangere e singhiozzare, senza successo. Allora gli affero` saldamente le mani, le allontano` dal volto di Izzy e ripete` di nuovo:

- Piantala di fare queste scene patetiche, Izzy. Ora tu ti calmi, e parliamo! – gli ordino`, con voce ferma.

Era intenzionato a chiarire la situazione, una volta per tutte.










 
 
 
 
 
ECCOMI QUI! :D

*le vengono rivolte occhiate furenti*

EHEH! SAAAALVE ^^’

LO SO, SONO IN RITARDO. CHIEDO UMILMENTE PERDONO. NON ELENCO LA SERIE DI IMPEGNI E CONTRATTEMPI E SFIGHE CONTINUE CHE MI ASSILLANO IN QUESTO PERIODO… STO PENSANDO SERIAMENTE DI TRASFERIRMI NELLA BELLA FINLANDIA, MAGARI NON MI INSEGUIRANNO FIN LI` xD O ALMENO MORIRANNO DI FREDDO :D

COMUNQUE, MI DISPIACE ANNUNCIARVI CHE ANCHE PER IL PROSSIMO CAPITOLO CI SARA` DA ATTENDERE UN PO’ :S

UN BACIO A COLORO CHE NONOSTANTE QUESTO SEGUONO LA STORIA E MAGARI RECENSISCONO. GRAZIE DAVVERO, RAGAZZE :*

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Capitolo 20
*** 20. I’M THE CUPID OF ROCK ***


 
NOTARE: IL TITOLO U.U
 
- Sono stufo di questa storia sai? Avevamo parlato, avevamo risolto il problema fra noi, e andava tutto bene. E stasera ti presenti a un concerto completamente fatto, suoni da completamente fatto, e per cosa? Parla Izzy perche` davvero non riesco piu` a capire! – disse Axl, con voce ferma.

Guardava Izzy ancora seduto sul divanetto accanto a lui. Adesso il chitarrista aveva lo sguardo fisso su un angolino della stanza, non piangeva piu` ma aveva ancora il viso rosso e il respiro tremolante. Non rispose all’amico cantante e alle sue domande, pero`.

- Spiegami il perche` di questo tuo comportamento, spiegami le tue parole di oggi al parco, e prega Dio o chi per esso di non avere fatto cazzate con Charlotte, perche` te lo giuro Izzy, se cosi` fosse ti ammazzo con le mie mani! –

- Allora avevo proprio ragione io… e voi fate tutti finta di niente, e lei mi dice che tu non le piaci… ma da come parli tu non mi sembra proprio –

- Come hai detto? Ancora con sta storia? O cielo… - era esasperato, Axl.

Izzy non gli rispose nulla, lo sguardo sempre fisso a terra, una luce amara e triste negli occhi, un sorrisetto sbieco sul volto. Axl gli si avvicino`.

- Ti ho gia` detto chiaramente che a me Charlie non interessa. E` una ragazza simpatica Izzy, e` bella, ma lei stravede per te anche se forse non l’hai notato… -

- Stai zitto! Zitto, capito? Non e` vero, e tu sei un bugiardo del cazzo Axl! Puoi prendere in giro chi ti pare, ma non farlo con me perche` non penso di meritarmelo! – gli urlo` contro il moro, al che Axl si infurio` ancora di piu`.

- Ok Izzy, non ho tempo da perdere a ripeterti per la terza volta che lei non mi interessa, quindi piantala, apri le orecchie e cerca di capire il concetto: fra me e Charlie non c’e` nulla se non una serie infinita di seghe mentali che ti sei fatto tu, chiaro? E non ti sto prendendo in giro, non lo farei mai su una cosa simile, non con te! – ripete` il rosso, questa volta piu` aggressivo.

Axl stava iniziando a perdere la pazienza; era vero, era un bastardo e non era escluso che, con l’occasione buona, avrebbe tentato di farsi la ragazza di qualche suo amico se lo avesse voluto, ma quella del suo amico chitarrista mai! Izzy non gli disse nulla, sembrava proprio fermo sulle sue convinzioni, per nulla intenzionato a capire come stavano davvero le cose.

- Non ti interessa, dici. Pero` un attimo fa mi hai detto di pregare di non avere fatto cazzate con lei! – sottolineo` di nuovo.

- Si`, infatti, prega per questo Izzy, perche` io ti ammazzo se hai mandato a puttane la vostra relazione solo perche` ti fai delle enormi seghe mentali su storie romantiche inesistenti fra me e lei! Io voglio che voi due vi mettiate insieme, e` chiaro? State bene, ve lo si legge in faccia ogni volta che vi incontrate, anche se solo per portare in giro quelle palle di pelo pisciose, e anche se siete entrambi due imbranati, tu soprattutto. Ma si capisce che insieme state bene, dovete solo darvi ­una mossa. Tu devi darti una mossa! – gli urlo` contro, arrabbiato.

Axl non aveva, in generale, molta pazienza, non ne aveva mai avuta; ma quella poca che gli era stata donata non aveva certo intenzione di sprecarla con un mulo, impuntato sulle sue idee… non c’e` peggior sordo di chi non vuol sentire, diceva il detto, ed Axl in quel momento non fece altro che averne la conferma. Penso` persino che, se le parole non fossero bastate, avrebbe potuto spaccargli in testa il microfono; magari un colpo secco e ben assestato lo avrebbe fatto ragionare meglio!

Finalmente, il moro rivolse gli occhi su di lui, di scatto. Come se avesse capito solo in quel momento quello che l’amico aveva cercato, con le buone e con le cattive, di fargli capire per tutto quel tempo.

- Cioe` tu… tu dici, per me e lei? Tu ti stai preoccupando per me e lei? –

- Si Izzy, ho provato a dirtelo un sacco di volte – confermo` Axl, riacquistando un po’ di pazienza… forse il microfono non sarebbe stato necessario.

- Quindi, voi due… tu… -

- No, Izzy. Non mi interessa Charlie – confermo`, calmo.

- E allora perche` oggi te ne sei andato via e lei e` venuta da me a chiedermi cosa fosse successo, e poi se ne e` andata anche lei e… - chiese il moro con voce concitata e sguardo confuso.

- Tu sei sicuro di non saperlo? – interruppe quel flusso di parole Axl, andando al sodo.

- Non capisco… -

- Sei sicuro di non averle detto nulla, Izzy? – gli chiese il rosso, che aveva gia` capito la situazione… forse Izzy non voleva proprio capire, non voleva ammettere con se stesso perche` tutto quello fosse accaduto, e soprattutto voleva tenere lontano da se` il dolore ancora per un po’ anche se sapeva benissimo che era inutile, che tutto sarebbe tornato a galla, prima o dopo.

- Io le ho chiesto… prima, per strada… le ho chiesto se le interessavi cosi` tanto, le ho detto che si vedeva lontano due miglia, e che potevate anche stare insieme per quanto mi riguardava, purche` non mi prendeste per i fondelli – ammise alla fine.

- Allora sei un idiota, Jeff Isbell! – esclamo` Axl, innervosito nuovamente – Ma come ti vengono certe idee? Ma ti rendi conto del casino che hai combinato? Cosa ti e` saltato in mente, mi chiedo. Pensa a come ci sara` rimasta male! –

- Lo so… - sussurro` il moro, con voce nuovamente rotta.

- E guai a te se ti rimetti a piangere, non ci provare! Toh, prendi questo! – gli disse con tono perentorio Axl, passandogli un asciugamano con cui Izzy si soffio` il naso.

Quella situazione era assurda, a dir poco!

- Io mi faccio assumere come dogsitter per controllarvi, cerco di farvi stare insieme, vi sorveglio per controllare che tu non faccia cazzate, e magari anche per darti una spintarella, perche` lasciatelo dire amico, a volte con le donne sei proprio imbranato, e tu mandi tutto a puttane! – aggiunse il rosso, quasi ridendo per il nervosismo.

Izzy lo osservo` sorpreso, indeciso se indignarsi, picchiarlo, ridere o abbracciarlo. Aveva sentito bene? Axl si era fatto assumere per… dargli una spintarella? Non ci poteva credere… il rosso, che faceva una cosa simile, un gesto cosi` generoso, per lui? Mai se lo sarebbe aspettato. E soprattutto, che lo faceva senza alcun tornaconto, che non chiedeva nulla in cambio, che non se ne vantava con chiunque… quello non era Axl!

- Dici sul serio? – gli chiese con voce colpevole.

- Che cosa? –

- Che ti sei fatto assumere apposta, per vedere che tutto andasse bene… -

Il rosso annui`, senza parlare; poi noto` lo sguardo curioso di Izzy, e con calma si decise a spiegargli come erano andate le cose… in un certo senso, sentiva che era un chiarimento necessario per allontanare anche gli ultimi dubbi dal suo amico.

- Quando ho capito che voi due vi piacevate… perche` era palese che fosse cosi`… ho avuto paura che lei non fosse sincera con te. Ti conosco bene Izzy, come tu conosci me, so quanto ci avresti sofferto, e ho pensato che dovevo controllare che i sentimenti di Charlie fossero veri. Cosi` ho fatto in modo che tutti i colloqui andassero male, e mi sono fatto assumere con voi due. Non mi guardare in quel modo, non fare quella faccia, non sono James Bond, d’accordo? – chiese poi, vedendo l’espressione stupita, ma anche colpita, di Izzy. –L’ho capito subito che tu le piacevi per davvero, e lo ammetto, all’inizio ero anche un po’ geloso. Poi pero` ho visto che tu non facevi un passo verso di lei che fosse uno, e lei nemmeno, quindi ho deciso di mettermi a controllare entrambi, per vedere se le cose sarebbero andate bene… per fare in modo che le cose andassero bene! –

- E io che credevo che tu… approfittassi del lavoro per stare con lei, per fare colpo… - sussurro` Izzy, sentendosi sempre piu` stupido e piu` colpevole.

- Non lo avrei mai fatto Izzy. Non con te! –

- Scusami Axl! – esclamo` allora il moro, abbracciando d’impulso il suo amico.

Axl lo strinse un attimo a se`, per fargli capire che accettava le sue scuse, per dirgli silenziosamente che era tutto a posto, e l’importante era essersi chiariti. Poi lo stacco` delicatamente… se fosse entrato qualcuno, sarebbero stati soprannominati “froci” a vita (cosa che per altro gia` veniva sottointesa dagli altri componenti del gruppo).

- Sono stato uno stupido Axl… io credevo… non pensavo… e poi ho fatto casino con Charlie stasera, scommetto che non mi vorra piu` vedere… -

- Hey hey calma. Una cosa alla volta, ok?! Cazzo, se pensi che lascero` che tutto vada in fumo solo per un litigio fra voi due, ti sbagli di grosso! Non dopo tutti gli sforzi che ho fatto! Sono o non sono, il Cupido del Rock?! – chiese Axl, facendo scoppiare a ridere il moro.

Era vero, non avrebbe lasciato che le cose andassero a puttane in quel modo. Avrebbe trovato una soluzione, e l’avrebbe messa in atto quanto prima!

Presero entrambi le loro cianfrusaglie, Izzy afferro` la sua chitarra, e insieme uscirono dal backstage, decisi ad andare a casa. Izzy aveva bisogno di una doccia per schiarirsi per bene le idee e ritrovare definitivamente la lucidita` che la droga aveva portato via con se`, e poi doveva dormire un po’; Axl voleva avere tempo per decidere come procedere e che nuovo piano ideare (sperando, ovviamente, in un successo maggiore, rispetto a quello che aveva attuato precedentemente e che aveva portato solo scompigli e malintesi). Percorsero il corridoio fino alla porta sul retro, e uscirono.

All’interno, Slash stava ancora contando i bicchierini di Jack Daniel’s che aveva buttato giu`, mentre ovviamente se ne scolava di nuovi. Anche la sua sarebbe stata un’impresa ardua.

***

- Ma che cazzo fai in camicia da notte? – Izzy non poteva credere ai suoi occhi.

Axl, davanti a lui, camminava per casa con una camicia da notte candida, lunga fino ai piedi, sottilissima e un pochino trasparente, sembrava librarsi leggero come una foglia portata dal vento mentre in silenzio con aria pensosa attraversava le camere dell’appartamento. I capelli rossi non erano cotonati ma lisci, gli cadevano sulle spalle mentre con due dita si massaggiava gli angoli della bocca, meditabondo. E non rispondeva alla domanda del moro che, appena aperti gli occhi, lo aveva visto camminare in tondo vestito in quel modo.

- Axl… Bill?! Perche` stai vestito cosi`? Non e` carnevale… - riprovo`.

Ancora nulla. Nessun suono usci` dalle labbra del rosso, che ora aveva cambiato la direzione della sua marcia circolare e stava facendo venire il mal di mare a Izzy, mantenendo pero` sempre quello sguardo serioso.

- EUREKA! – urlo` poi all’improvviso, facendo sobbalzare il moro che cadde dal divano, svegliandosi.

Un momento… era stato un sogno? Aveva sognato Axl vestito da angioletto? Forse l’eroina stava ancora sortendo i suoi ultimi effetti… il moro si ritrovo` a ridere fino alle lacrime, tenendosi la pancia con due mani, davanti allo sguardo allibito di Steven, che aveva smesso di mangiare i biscotti al riso per fissarlo attonito con un sopracciglio alzato in maniera indecorosa, e a quello curioso di Sheila ed Argo, che si erano avvicinati e lo stavano annusando da capo a piedi. In effetti, la sua idea di farsi la doccia la sera precendete, appena tornato a casa, non era  stata compiuta, e si era addormentato appena chiusa la porta dietro di se` e Axl. Era comprensibile che i cani sentissero uno strano odore provenire da lui, un odore “di vivo” si potrebbe dire, di sudore, di lacrime, di fumo, di alcool… Axl non doveva essere stato molto contento di dormire accanto a lui…

All’improvviso, pero`, il moro noto` l’assenza dell’amico cantante.

Un momento, dov’era Axl?

- Steven dov’e` Axl? –

- Pel di carota? – gli chiese il biondo, ghignando: se Axl lo avesse sentito chiamarlo in quel modo, gli avrebbe staccato la testa a morsi! – E` uscito un’oretta fa, ha detto che andava al parco e ti aspettava li`… -

- E perche`? – gli chiese un Izzy stizzito.

Andare al parco non gli pareva affatto una buona idea, avrebbe rischiato di incontrare Charlie e magari qualche suo cliente incazzato perche` quel pomeriggio (si, perche` Izzy si era alzato alla bellezza delle quattro e mezza…) non era passato a fare il suo solito giro coi cani.

- E che ne so io? Ha detto solo di stare tranquillo e raggiungerlo la`, magari di portare anche i cani… sai queste due pesti lo volevano seguire quando e` uscito, hanno persino iniziato a guaire… pensavo davvero che ti avrebbero svegliato, invece no! – disse il biondo, ridendo come sempre mentre dava la dose di coccole quotidiane ai due cuccioli, con pacche sulle testoline e carezze affettuose: erano diventati la mascotte di tutto il gruppo ormai… escluso il solito vecchio Duff, che aveva ancora qualche riserva nonostante nessuno avesse provato a rosicchiare i suoi bassi o strappare i suoi vestiti.

Izzy allora si alzo`, si fece una doccia e usci` mentre ancora masticava una merendina con i capelli bagnati, i guinzagli dei cani in una mano, una camicia a fiori rossa e un paio di pantaloni di pelle, diretto al parco. Doveva fidarsi di Axl, aveva dimostrato di meritare completamente la sua fiducia, e non avrebbe piu` sbagliato avendo delle riserve. Si diresse al parco, anche se con passo incerto, per incontrare il suo amico.

***

Ci aveva pensato tutta la notte. Doveva trovare un modo per far riappacificare quei due, era un chiodo fisso per lui ormai. Poi mentre guardava Izzy che si girava sul divano attorcigliandosi nelle coperte e parlando nel sonno, gli era venuto un flash. Non doveva essere lui, a metterci di mezzo il naso e a farli riavvicinare. Lo avrebbero dovuto fare da soli, e lui avrebbe solo dato una mano, agendo nell’ombra. Al massimo, avrebbe dato una spintarella, niente di piu`.

Cosi`, gli era venuta una chiara idea su come agire.

Ora si trovava al parco, e stava aspettando di vedere sbucare Izzy dal solito vialetto alberato, quello piu` vicino all’appartamento dei ragazzi, solo un paio di strade di distanza. Sperava solo che il moro non andasse avanti a dormire ancora a lungo, perche` era uscito di casa gia` da un’ora e ancora non lo aveva notato… e uno come Izzy non passava inosservato, fosse stato anche a causa dei soli suoi vestiti…

Si era appoggiato al tronco di un albero e sbirciava da dietro i rami piu` bassi come se niente fosse, incurante persino delle due vecchiette sedute sulla panchina accanto che si scambiavano pettegolezzi con le loro voci gracchiati e ogni tanto lo additavano guardandolo in malo modo. In effetti, non sarebbe stato difficile scambiarlo a prima vista per un malvivente pronto ad agire. Nell’ora che aveva aspettato aveva anche fatto una piccola perlustrazione, giusto per essere certo che Charlotte fosse in zona, e l’aveva vista, puntuale come sempre, girovagare con i suoi cani, fermarsi al solito bar per la famosa granita al limone e poi riprendere il giretto, pero` con un’aria piu` triste e mesta del solito.

Finalmente, lo vide entrare nel parco. I guinzagli in una mano, un’orribile camicia che lui non avrebbe mai messo neanche sotto torntura. Ora il piano avrebbe avuto inizio!

- Hey Izzy! – disse sbucando “casualmente” proprio davanti a lui, sul sentiero.

- Ciao Axl – lo saluto`, mentre i cani saltavano addosso al cantante facendogli le feste.

- Allora, ti sei… uh… ripreso? –

- Si, ora sto bene – non aggiunse altro, guardandosi intorno con occhi febbrili.

- Sta’ tranquillo – lo interruppe la voce di Axl – Non credo che Charlie oggi verra` al lavoro, secondo me e` a casa a dormire proprio come stavi facendo tu poco fa. Comunque ci sono qui io, lo sai… - gli disse, calmandolo un poco e sorridendo tranquillo.

“Che bugiardo che sono”, penso` il rosso, non senza un moto di compiacimento per le sue innate doti di attore… ecco, se per caso non gli fosse andata bene la carriera coi Guns, avrebbe potuto rimediare facendo l’attore in qualche film. La parte del serial killer psicopatico gli sarebbe calzata a pennello, in effetti, ma anche qualche ruolo in un eventuale porno non era male come idea…

- Allora, che ne dici di andare a berci qualcosa? Io sto morendo… - propose il rosso.

- Si ma… non nel solito bar, ok? – disse Izzy per ovvi motivi.

Il cantante sospiro`: - Va bene Izzy, come vuoi tu. Che ne dici di quello? – gli chiese, additandone uno piuttosto distante, che pero`, sempre casualmente, si trovava proprio nella direzione che aveva visto prendere a Charlie.

- Scusa, con tutti quelli vicini, proprio li` dobbiamo andare? – chiese il moro.

- Sei diventato pigro, Izzy. Metterai su pancia e diventerai grasso come un bigne` -

- Hey! Sei tu quello che mangai sempre per due! –

- Si, ma poi smaltisco. Ora forza, andiamo! – disse, avviandosi.

Il moro lo segui`, docile, coi cani che gli trotterellavano davanti.

Beati loro, senza un pensiero al mondo…

Si sedettero ad un tavolino all’esterno, su due piccole seggioline di vimini scomodissime, e ordinarono un gelato per i cani (Axl, durante i suoi esperimenti, aveva scoperto che adoravano quello al cioccolato) e due drink, una birra per Axl e un analcolico per Izzy, perche` in cantante aveva finto di non sentire le sue proteste e aveva chiesto quello, al cameriere, e non sembrava per nulla intenzionato a cedere. Le ordinazioni arrivarono mentre i ragazzi aspettavano in silenzio. Axl sorseggio` una birra fingendo di guardarsi intorno con noncuranza mentre Izzy teneva costantemente gli occhi bassi, cosi` non noto` lo sguardo del cantante focalizzarsi sulla ragazza che camminava sul sentiero parallelo al loro, a qualche centinaio di metri di distanza. Con la scusa di andare in bagno, il rosso si alzo` e ando` sulla strada.

- Guarda che il bagno sara` dentro… - gli disse Izzy indicando il locale.

- Ma scherzi? Tu vuoi mettere l’ebbrezza di farla all’aria aperta, contro un albero, invece che in un cesso pubblico?! – ribatte` il cantante, lasciando l’amico senza parole e i cani a mangiare felici il loro gelato al cioccolato.

In un batter d’occhio, il rosso usci` dalla vista dell’amico, prese a correre e raggiunse il sentiero di Charlie, imbattendosi in lei, “casualmente”.

- Ciao Charlie – le disse, con un sorriso, e fu grato di notare che anche lei ricambio` il saluto con le labbra distese.

- Come ti senti? – le chiese come se nulla fosse.

- Non lo so nemmeno io Axl… il tuo amico pero` e` un idiota, senza dubbio. Un adorabile coglione, certo, ma pur sempre un coglione… - rispose, facendo scoppiare a ridere il rosso – Io non lo trovo tanto divertente… - aggiunse.

- Ahaha! Beh scusami, hai ragione, ma il fatto e` che Izzy e` proprio questo, un adorabile coglione… mi sa che lo siamo un po’ tutti nel gruppo. Deve essere un difetto di fabbrica, quello di avere delle rockstar idiote! – questa volta fu lei a ridere, sentendo la tensione alleggerirsi.

- Che ne dici di andare a berci qualcosa? Se hai voglia di parlare, potremmo farlo… -

- No Axl, non mi va nulla – rispose lei, facendogli gelare un attimo il sangue nelle vene… e adesso? – Pero` chiacchiero volentieri con te, magari mi aiuti a schiarirmi le idee… - aggiunse, al che Axl ritrovo` una certa speranza.

Non avrebbe dovuto fare altro che passare avanti al bar dove si trovava Izzy, e al resto ci avrebbero pensato Sheila ed Argo. Cosi` fece, dirigendola casualmente verso il piccolo locale, mentre lei come un fiume in piena gli raccontava le sue ansie per quanto era accaduto. Izzy non si accorse del loro arrivo, troppo intento a fissare l’orlo del tavolino e… a scolarsi la birra di Axl?!

“Quel brutto stronzo…” penso` il rosso.

Nemmeno Charlie lo vide, impegnata com’era a sfogarsi.

Ma ci pensarono Sheila ed Argo, proprio come Axl aveva previsto. I due cani notarono la turba di esseri minuscoli che accompagnavano la ragazza ed il loro padrone dai capelli rossi, ma soprattutto notarono Charlie, riconoscendola subito dalla sua camminata. E come ogni giorni, balzarono in piedi, pronti a salutarla. Solo che, questa volta, a tenerli non c’erano le mani forti di Izzy, ma solo le gambe sottili di una seggiola di vimini, che non oppose resistenza alla foga dei due, rovesciandosi addosso al tavolo che cadde a sua volta, mentre Izzy scatto` in piedi nella speranza di riprendere quelle due furie nere senza nemmeno vedere dove stava andando.
Axl si scanso` appena in tempo perche` i due cani saltassero addosso a Charlie che, impreparata a un simile assalto, stava per perdere l’equilibrio, quando una presa salda la sostenne. Alzo` lo sguardo, incrociando quello imbarazzato di Izzy, notandone il ciuffo scompigliato, i lineamenti sottili che lasciavano trasparire tutta la sua incertezza e la sua tensione, e … la schiuma! Il moro era piu` che convinto che la ragazza gli avrebbe rifilato un ceffone da manuale (e l’avrebbe anche capita…), invece quello che senti` fu la sua risata, che lo lascio` sorpreso non poco.

- Sei proprio un adorabile coglione, Izzy… - gli disse quasi sussurrando, prima di dargli un bacio da manuale e leccargli le labbra piene di schiuma della birra che il moro aveva sgraffignato al suo migliore amico, il quale si stava godendo la scena in silenzio al loro fianco, silenziosamente soddisfatto di se`, del suo piano e, ovviamente, dei due cani, che gli si erano avvicinati e lo guardavano scodinzolanti.

- Lavoro perfetto, ragazzi! – disse dando loro una carezza affettuosa.


 

 
FINE








 
ECCOMI! :D

NO, NON SONO MORTA. U.U

HO VISTO UNA DONNA MORTA, MI SONO BECCATA UN’INFLUENZA TERRIBILE, SONO QUI IN CASA CHE NON RIESCO A MANGIARE NULLA SE NON PANCARRE` E FORMAGGINI (CAVOLO, NEMMENO MIA NONNA STAVA MESSA COSI`… E LEI AVEVA 89 ANNI DD’:) MA ANCORA SONO VIVA.

BEH, SCHERZI A PARTE, L’UNIVERSITA` E ALCUNI PROBLEMI IN FAMIGLIA, DI CUI MAGARI ALCUNE DI VOI SONO A CONOSCENZA, MI HANNO RALLENTATA IN QUEST’ULTIMO PERIODO.

IN OGNI CASO, HO FINITO QUESTA STORIA, FINALMENTE.

SPERO CHE IL MIO FINALE NON ABBIA DELUSO NESSUNO DI VOI, SPERO CHE NON RISULTI BANALE PER IL SUO HAPPY ENDING, E SOPRATTUTTO SPERO CHE NON SIA TROPPO SURREALE, PERCHE` IO NON SONO PER NULLA BRAVA A SCRIVERE SCENE TROPPO ROMANTICHE E NON VORREI AVERE ESAGERATO!

COMUNQUE, QUEL CHE E` FATTO E` FATTO, QUINDI INUTILE STARE QUI A PENSARCI TROPPO… MI RIFUGIO DIETRO LA CARA, BUONA LICENZA POETICA E PASSO OLTRE ;)

 
PRIMA DI SALUTARVI DEFINITIVAMENTE, MI PREME RINGRAZIARVI TUTTE/I, INCONDIZIONATAMENTE.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

GRAZIE A TUTTI VOI CHE SIETE LETTORI SILENZIOSI, GRAZIE A VOI CHE AVETE VOLUTO SEGUIRE E RICORDARE QUESTA FF, GRAZIE A VOI CHE AVETE DEDICATO UNA PARTE DEL VOSTRO TEMPO PER LEGGERLA: PER ME E` IL REGALO PIU` BELLO, QUESTO E IL PENSARE DI AVERVI STRAPPATO ALMENO UNA RISATA.

INFINE, ULTIME MA NON CERTO IN ORDINE DI IMPORTANZA, UN GRAZIE ALLE FEDELISSIME CHE HANNO DECISO DI LASCIARMI UNA PICCOLA RECENSIONE PER DIRMI CIO` CHE PENSANO DI QUESTA STORIA, E SOPRATTUTTO A QUELLE CHE LO HANNO FATTO IN MODO COSTANTE: NON STO QUI A ELENCARVI PERCHE` TEMO DI DIMENTICARE QUALCUNA DI VOI E MI DISPIACEREBBE DA MORIRE PERCHE` MI SIETE TUTTE CARISSIME, MA VI MANDO UN GRANDISSIMO BACIO (BAVOSO, COME SEMPRE xD).

 
BENE, NON HO DIMENTICATO NULLA SPERO… OH BEH, SE COSI` FOSSE VI RISPONDERO` NELLE EVENTUALI RECENSIONI.

AH ECCO: ANCORA UN BACIO, E UN ULTIMO GRAZIE: A CHI MI E` STATO VICINO ANCHE SENZA SAPERLO/VOLERLO E SENZA QUASI SAPERE CHI SONO, PERCHE` A VOLTE PROPRIO QUESTE PERSONE SI RIVELANO LE PIU` CARE E PERCHE` NON CHIEDONO NULLA IN CAMBIO, MA LO FANNO COL CUORE. PAROLE ERMETICHE? FORSE E` UN BENE CHE LO SIANO.


ALLA PROSSIMA =)

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