Alcohol

di TylerDurden
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riflessioni ***
Capitolo 2: *** Zoro vs Rufy ***
Capitolo 3: *** Incontro notturno ***
Capitolo 4: *** Chiarimento ***



Capitolo 1
*** Riflessioni ***


Il mare era così tranquillo di notte. Roronoa Zoro era a prua e fissava l’orizzonte indistinto. Non si allenava da tre giorni. Avvertiva un cambiamento dentro di se. All’inizio era stato impercettibile, iniziato con un semplice sguardo a tavola, ma ora era talmente impellente da distoglierlo dagli allenamenti. Stava cambiando e lo capivano anche i suoi compagni.

Si diresse in cucina e cerco nel buio un’anta che ormai riteneva quasi personale. Non si apriva. Illuminò la stanza, notando con sorpresa un lucchetto che bloccava la credenza. “Stupido cuoco” pensò. Estrasse la sua spada e con un movimento fulmineo tagliò la serratura. Tirò fuori le ultime due bottiglie di rum. Stava bevendo davvero troppo in quel periodo. Riempì un boccale e iniziò a sorseggiare, seduto sul tavolo. Perché aveva sospeso gli allenamenti? Non aveva forse un sogno da perseguire? L’alcool iniziò a fare effetto. Si era imbarcato a causa di una promessa fatta a Kuina e da allora aveva sempre tentato di superare i suoi limiti. Ma a quanto pare non era servito. Forse la risposta non era l’automiglioramento,  forse la risposta era l’autodistruzione. Uscì sul ponte. Si sa, la notte rende i pensieri diversi. Fissò a lungo il mare che si univa al cielo lungo una linea indistinta. Il desiderio di andare oltre l’orizzonte l’aveva sempre sostenuto... il suo orizzonte. Ma non poteva ridursi così, non a causa di un semplice sguardo, non a causa di una donna. Riempì un altro boccale e lo bevve vagando per la nave. Quella sera avrebbe preso una decisione.

 Era davvero strano per Roronoa Zoro soffrire d’insonnia. Come l’avrebbero presa i suoi compagni, iniziando dal suo capitano? Di certo non gliel’avrebbe permesso. Nami ci sarebbe rimasta male, in fondo per lei Zoro era quasi come un fratello. Sanji sarebbe rimasto semplicemente in silenzio, incapace di manifestare emozioni. E gli altri? Sicuramente dispiaciuti.

 Ma dove era finito? Impossibile che si fosse perso anche nella Sunny! Avanzò di alcuni passi nel corridoio buio e trovò davanti a se una porta. Una targhetta recitava: Rufy. La stanza del capitano! Un lampo gli attraversò la mente. Aveva preso la sua decisione. Con un passo deciso aprì la porta ed entrò nella stanza. Rubber dormiva con la bocca spalancata, in una posizione pressoché ridicola, il cappello di paglia poggiato sul comodino. Lo svegliò.

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Capitolo 2
*** Zoro vs Rufy ***


<< Rubber >> chiamò ad alta voce. Nessuna risposta.
<< Rubber >> ripeté. Ancora niente.
Gli sferrò un pugno in testa esclamando << Zucca vuota svegliati! >>.
Il capitano aprì gli occhi con un gran sbadiglio. << ZORO! Perché mi hai svegliato? Sono le tre di notte! >>
<< Dobbiamo parlare >> fu la risposta dello spadaccino. << Lascio la ciurma >>continuò.
Il capitano sgranò gli occhi ancora colmi di sonno << E perché mai? >> chiese.
Zoro parlò a voce bassa << partirò stanotte stessa, non voglio che nessuno soffra inutilmente >>.                 
Si voltò dirigendosi fuori. << Sarà compito tuo parlare agli altri >>.
Rufy si mise in testa il cappello abbassando lo sguardo: era rimasto senza parole. Lo spadaccino si allontanò. Non riteneva l’addio così facile. Ma appena uscito all’aperto fu colpito violentemente da un pugno e rotolò sul ponte. Si rimise presto in piedi estraendo le sue tre spade. Si voltò e vide il capitano, livido dalla rabbia.    << Non te lo permetterò! >> urlò Rubber scagliando un’altra raffica di pugni che distrusse parte del parapetto della nave.  Il contrattacco di Zoro fu respinto. I due facevano sul serio. Era una strana notte pensò lo spadaccino. Si tolse la bandana dal braccio e la legò alla testa con un gesto deciso. Di fronte a lui Rufy poggiò il palmo della mano a terra e attivò il Gear Second. Il vapore circondò i due, creando un’atmosfera ancor più rarefatta e irreale. Era come a Whiskey Peak, solo che la posta in gioco era molto più alta. Le lame taglienti si scontrarono con i colpi veloci. Il combattimento si sarebbe concluso solo se uno dei due avesse mostrato pietà. Cosa che di certo Zoro non voleva. Quella notte il suo orgoglio aveva raggiunto il massimo, al punto da spingerlo ad un tale gesto. Aveva commesso un incredibile errore lasciandosi prendere da emozioni come amicizia e amore. Doveva rimanere fiero e indipendente, tornare a essere il cinico cacciatore di taglie famoso nel Mare Orientale. Puntò la sua spada nera, da poco conquistata a Thriller Bark verso il suo capitano, in segno di sfida e riprese lo scontro. Ma non riusciva a prevalere. Era forse proprio Rufy il limite che doveva oltrepassare? Poteva migliorare la sua tecnica a tre spade? Usò invano il Taglio dell’Orco e si trovò Rubber alle spalle. Fu colpito con forza, schiantandosi per la seconda volta a terra. Non fece in tempo ad alzarsi che un urlo squarciò la notte. Si voltò. Era Nami. Proprio Nami, venuta a fermarli ancora una volta, come a Whiskey Peak.
<< Cosa diavolo fate qui fuori alle tre di notte? Con tutto questo fracasso non si riesce a dormire >>. Il suo sguardo si fermo dapprima su Rufy, che emetteva ancora vapore e poi su Zoro, le spade impugnate. Capì.

<< E cosi vuoi lasciare la ciurma eh? >> disse Nami una volta ristabilita la situazione. << Si può sapere cosa ti salta in mente, mollarci dopo mille avventure? >>. In cucina regnava il silenzio, mentre tutti i membri della ciurma fissavano inorriditi lo spadaccino. << Non potreste capire, è una decisione che ho preso questa notte ed è sicuramente la scelta giusta per me >>.
La navigatrice si sedette sullo sgabello più vicino e fissò Zoro negli occhi. Quando parlò, la sua voce sembrò forte e decisa: << ti conosco troppo bene. Non prenderesti una simile decisione se non per motivi troppo seri. So anche che non posso impedirtelo, ma ti chiedo solo di pensarci bene. È il tuo orgoglio che in questi momenti ti blocca il cervello >>.
Iniziò a singhiozzare << Passi tutto il tempo sull’albero maestro a scrutare l’orizzonte; non ti vedo più pranzare con noi e ogni mattina ti trovo sdraiato a terra con una bottiglia di rum vuota affianco a te. Voglio solo una spiegazione! >> urlò e scoppiò a piangere proprio mentre lo spadaccino si alzò senza guardarla e andò in cabina.
Zoro si sentiva in colpa. Nami per lui era sempre stata come una sorella e vederla piangere così per lui lo toccava. Si chiese se avesse fatto la scelta giusta. Ma non era la navigatrice che lo turbava. A turbarlo era l’altra ragazza, che quella sera era rimasta impassibile quanto lui. Nico Robin non aveva fatto altro che fissarlo con i suoi occhi di ghiaccio e lui non aveva avuto il coraggio di incrociare il suo sguardo. Poggiò con delicatezza le sue spade contro il muro e si stese sul letto. Era ancor più doloroso di quanto si aspettasse pensare alla ragazza dai capelli corvini.

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Capitolo 3
*** Incontro notturno ***


La ciurma rimase a lungo in cucina, tesa. Nessuno aveva il coraggio di rompere il silenzio. Fu Rufy a parlare per primo. Voleva semplicemente una spiegazione. Il comportamento di Zoro aveva colto tutti di sorpresa. Era sempre stato distaccato e taciturno e molte volte rappresentava un modello di serietà da seguire per i suoi compagni, ma ultimamente la situazione stava degenerando. Era chiaro che lo spadaccino, troppo orgoglioso per ammettere le sue debolezze, aveva preso delle misure drastiche. Ma di certo lui non voleva lasciare il suo equipaggio, la sua casa.

Quanto tempo era passato? Ore… Ricordò di aver visto un fascio di luce entrare dall’oblò e successivamente svanire. L’oscurità regnava nuovamente. Di nuovo notte, di nuovo insonnia. Agguantò le sue spade. Voltandosi vide il suo volto pallido riflesso nello specchio. Si alzò dal letto e s'incamminò verso l’uscio. Vagò per un po’ senza meta finché decise di dirigersi ancora una volta in cucina. La stanza era deserta. La solita anta era bloccata da un nuovo lucchetto. “Stupido cuoco” si ritrovò a pensare ancora una volta. Ripeté l’operazione della notte precedente ed estrasse una nuova bottiglia di rum. Stavolta non pensò neppure di prendere un boccale. Bevve a lungo fin quando la bottiglia non cadde con un tonfo sul legno del tavolo. La stanza iniziò a roteare e Zoro, barcollante, si diresse sul ponte, preso dai conati. Qualcosa, forse una meteora, veloce e silenziosa, attirò la sua attenzione. Fissava stupito un punto fisso nel cielo quando ebbe un improvviso momento di lucidità. Se ne era reso conto, in quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che evadere e alienarsi dalla realtà. E la realtà era una sola: amava quella donna. Aveva deciso di abbandonare la ciurma, ma se così facendo la situazione sarebbe peggiorata? Voleva davvero rischiare di vivere una vita colma di rimpianti? Si ritrovò ancora a fissare quella zona nera tra le stelle, incerto.

<< Spadaccino, in piedi anche stanotte? >>
Zoro ebbe una fitta al cuore. Era lei…si voltò, fissando per la prima volta da giorni Nico Robin negli occhi. << E tu cosa ci fai qui? >> chiese bruscamente.
La ragazza si accigliò:<< Non sei l’unico a soffrire d'insonnia. E vorrei tanto sapere il perché del tuo comportamento. Siamo appena partiti da Thriller Bark, dove eri disposto a sacrificarti per salvare noi e il tuo capitano. E ora ci vuoi abbandonare >>.
Il suo sguardo si fece più tenero, man mano che continuava il suo discorso. Da molto tempo non rimaneva sola con Zoro.
<< In realtà sei tu la causa >>disse piano lo spadaccino.
<< Credi ancora che dopo Enies Lobby potrò procurarvi solo altri problemi? Credi ancora che io sia un peso per tutta la ciurma? >>chiese Robin, gli occhi azzurri colmi di lacrime.
<< Non è per questo. Lascio la ciurma perché mi sto facendo prendere dalle emozioni, perché prima d’ora non ho mai provato sentimenti come l’amore, ho sempre avuto il controllo di me stesso! Se voglio realizzare il mio sogno devo superare queste debolezze! In questi giorni ho perso tutta la concentrazione che avevo durante gli allenamenti. Cerco solo di dimenticare! >> fece un passo verso Nico Robin: << Riesci a capirmi, vero? >>
La ragazza sorrise debolmente: << L’alcol induce gli uomini a raccontare la verità >> disse con ironia. << Ma ancora non riesco a capire cosa centro io in questa storia. Dove vuoi arrivare Zoro? >>
Sentir pronunciare il suo nome con tanta dolcezza spinse lo spadaccino ad andare fino in fondo. Si avvicinò a lei e la strinse in un dolce abbraccio: << Nico Robin, io ti amo, ho visto svanire troppe cose nella mia vita e non voglio che tu sia tra queste. Non voglio perderti >>.
Azzardò un bacio, notando con sorpresa che la ragazza ricambiava. La sentì tremare percorsa dai brividi quando le loro lingue s'intrecciarono e la nottata fu colma di sussurri e di carezze. Cercò a tentoni la maniglia della sua cabina e i due entrarono nella stanza. La ragazza si sistemò subito sul letto. Solo ora Zoro notò la sua scollatura, da cui trasparivano due perfette rotondità. Non riuscì a trattenere l’istinto: voleva quella donna. Si adagiò sopra di lei, con una mano tra i suoi capelli profumati. Le tolse la vestaglia, mentre lei trafficava con la cerniera dei suoi pantaloni. Il pavimento fu presto coperto dagli indumenti dei due. Lo spadaccino le tolse il reggiseno, iniziando a leccarle i capezzoli, captando ogni suo sospiro, insistendo ogni volta che lei ansimava. Si spogliò e infilò la mano sotto le sue mutandine, esplorando la sua femminilità. Le tolse anche il suo ultimo capo. Erano completamente nudi. Le aprì dolcemente le gambe e si sistemò tra di esse, iniziando ad addentrarsi ritmicamente dentro di lei. Nico Robin lo guardò maliziosamente e con un gesto della mano fece germogliare il suo seno ovunque sul materasso. Zoro la guardò esterrefatto, provando una nuova e unica ondata di piacere. Quella era stata senza dubbio la sua esperienza sessuale più gratificante. Si riversò al suo interno, e gradualmente, dopo giorni e giorni di insonnia, si addormentò. Il domani non lo preoccupava più.

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Capitolo 4
*** Chiarimento ***


Il mattino arrivò, fulmineo.  Zoro si svegliò alla prima luce. Era ancora abbracciato con Robin e i capelli profumati di lei gli solleticavano delicatamente il viso. La contemplò a lungo, indeciso sul da fare. Prima che potesse alzarsi Nami irruppe nella stanza. Vide i due stretti e guardò lo spadaccino, con un ghigno.
<< Sarebbe questo ciò che ti tormentava? Spero che almeno ora sia tutto risolto >> disse ridacchiando.
Il ragazzo la fissò a lungo prima di parlare: << Nami… >> disse lentamente << Potrai mai perdonarmi, per come ti ho trattato ieri piccola strega? >>
La ragazza si avvicinò lentamente al letto e si sedette, cercando di non svegliare Robin. << Ti perdono. Ma ti informo che d’ora in avanti su questa nave il rum è bandito. E ti sono stati addebitati 100 000 berry per avermi fatto soffrire inutilmente >>
<< Cooooosaaaa????  Ma sei proprio una strega! Non intendo versarti questa somma…… >> le sue parole furono soffocate dalla porta che la navigatrice chiuse andandosene. Si diresse in cucina dove trovò il resto della ciurma. Li guardò e poi esclamò esultando: << Zoro è tornato tra di noi, è dispiaciuto per il suo comportamento e vuole chiedervi scusa personalmente. Credo sia stata Robin a fargli cambiare idea stanotte. In questo momento sono a letto insieme >>.
Tutto l’equipaggio alzò le mani in aria e Rubber proclamò: << Festa! Festa! >>
Solo Sanji e Chopper rimasero seduti in silenzio. Il cuoco, livido dalla rabbia borbottava in silenzio: << la mia Robin! Come ha potuto quello stupido marimo?!? >>
Il dottore invece era perplesso. Si voltò verso Nami e le chiese << Ma cosa stanno facendo a letto insieme? Robin gli sta leggendo un bel libro? >>
La navigatrice sorrise per l’ingenuità della renna e rispose semplicemente: << ti spiego tutto dopo. Adesso si fa festa! >>

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