Sogni d'oro, Granger

di Valengel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ballo in maschera ***
Capitolo 2: *** Chiarimenti ***



Capitolo 1
*** Ballo in maschera ***


INTRODUZIONE: La storia è ambientata dopo la fine della seconda guerra magica, precisamente nella notte di Halloween. I sopravvissuti sono tornati a scuola e così anche il “Trio dei Miracoli” al completo sta frequentando il settimo anno. Harry è fidanzato con Ginny (ci sarà un lievissimo accenno a loro) ed anche Hermione e Ron stanno insieme, anche se il loro rapporto non è tutto rose e fiori. La preside McGranitt e i vari professori, hanno promosso la collaborazione tra case, che ha permesso ai protagonisti (Draco ed Hermione, entrambi Capiscuola) di avvicinarsi e conoscersi.


SOGNI D'ORO, GRANGER


A Whatashame, amica, consigliera e beta affidabile che mi ha “costretta” a pubblicare nonostante la mia reticenza.

Grazie!


Capitolo 1: BALLO IN MASCHERA


Coordinare la preparazione della Sala Grande in vista del ballo in maschera le aveva preso più tempo del previsto, così, quando Hermione finì di vestirsi e di prepararsi, la festa era già incominciata da un'ora.

Aveva deciso di travestirsi da angelo, per rappresentare la purezza. Aveva scelto un abito candido, con le spalline larghe e una scollatura generosa -ma non volgare- che si arricciava intorno al seno, evidenziando le sue forme, per poi scendere morbido lungo la vita e i fianchi, fino alle ginocchia. Aveva applicato delle piccole ali bianche sulla schiena e, grazie alla magia, aveva tinto la sua massa di boccoli facendoli diventare da castani a biondi, nella perfetta rappresentazione di un angelo babbano.

La stessa tonalità di biondo dei capelli di Lui.

Hermione scosse la testa per scacciare certi pensieri inopportuni e si applicò una maschera di pizzo bianca che le copriva buona parte del viso per non farla riconoscere.

Non aveva detto a nessuno come si sarebbe vestita, nemmeno a Ginny. Non voleva correre il rischio che lo dicesse a Ron. Lui avrebbe dovuto trovarla da solo. Avrebbe dovuto riconoscerla. Era sicura che il suo ragazzo l'avrebbe riconosciuta anche così mascherata.

Forse.

Hermione fece il suo ingresso nella Sala Grande prendendosi qualche secondo per osservare i risultati del suo lavoro di organizzazione. Tre delle quattro lunghe tavolate che solitamente riempivano la Sala Grande erano state fatte evanescere, e l'unica superstite era stata spinta contro una parete e riempita di cibi e bevande per il buffet. Lungo la parete opposta, erano stati posizionati dei divanetti e dei piccoli tavolini circolari, mentre al centro, un enorme spazio vuoto fungeva da pista da ballo, dove molte coppie stavano danzando sulle note delle canzoni delle Sorelle Stravagarie, che stavano suonando i loro pezzi dal palchetto dove solitamente era posizionato il tavolo dei professori. Tutto intorno fluttuavano nell'aria le zucche giganti di Hagrid, intagliate in orride maschere, dentro a cui era stata posizionata una candela perpetua e ragnatele finte, come nelle feste babbane.

Hermione sorrise e si avviò verso il buffet per bere un sorso di succo di zucca, pensando che avrebbe trovato Ron intento a rimpinzarsi di cibo o seduto su qualche divanetto, ma non di certo in pista.

Si guardò intorno, cercando qualche volto noto tra tutte quelle maschere, ma era molto difficile individuarne. Riconobbe Dennis Canon, che scattava fotografie della serata con la macchina fotografica del fratello defunto, e Blaise Zabini, senza maschera e attorniato da uno stuolo di ragazzine adoranti. I suoi occhi vagarono per la sala finché non incrociarono un paio di occhi grigi come la tempesta intenti a scrutarla.

Hermione sussultò.

Draco Malfoy, dall'altra parte della stanza. la fissava con insistenza. Era vestito interamente di nero e ciò contrastava con la sua pelle diafana. Seriche ciocche bionde gli ricadevano ai lati del viso, incorniciandolo. Portava una piccola maschera nera, ma sarebbe stato impossibile non riconoscerlo. Quegli occhi tempestosi la tenevano incatenata a lui. Hermione non riusciva a smettere di fissarlo.

Non voleva smettere di fissarlo.

Ad un tratto, qualcuno le toccò una spalla ed Hermione sobbalzò, ringraziando mentalmente il nuovo arrivato per aver interrotto quel contatto.

Quanto tempo aveva passato ad osservare Draco Malfoy come un'ebete? Minuti? Ore? Giorni? Le sembrava fosse passata un'eternità.

Il nuovo arrivato era mascherato da vampiro. Impossibile non riconoscere i canini aguzzi e un rivolo di sangue finto, che gli colava ai lati della bocca.

- Mi concede l'onore di questo ballo signorina? -

Hermione sorrise e seguì lo sconosciuto sulla pista da ballo. Non era la voce di Ron quella che le aveva parlato ma non importava. Lei non avrebbe di certo rinunciato a divertirsi solo per starlo ad aspettare. E poi, sulla pista, forse sarebbe stata più visibile.



Draco Malfoy, dall'altro capo della sala, non riusciva a levarle gli occhi di dosso.

Quando lei aveva varcato la soglia della Sala Grande, lui stava parlando con Theodore Nott, ma aveva voltato il capo, come colto da un improvviso richiamo, e l'aveva vista. Vestita di bianco, con i lunghi boccoli che le scendevano morbidi lungo tutta la schiena, avanzava decisa verso il buffet e poi si perdeva ad osservare la sala.

Come se stesse cercando qualcuno.

Per poi fermarsi incrociando il suo sguardo.

Come se stesse cercando lui.

Era l'incarnazione dell'innocenza. Candida e pura come -ne era certo- doveva esserlo la sua anima.

La sua perfetta antitesi.

Luce e ombra.

Giorno e notte.

Erano due poli opposti, eppure Draco si sentiva irrimediabilmente attratto dalla ragazza, non solo perché era evidentemente bellissima, ma c'era qualcos’altro, qualcosa che non sapeva perfettamente individuare.

Vide un ragazzo avvicinarsi a lei, parlarle e portarla in pista. La vide volteggiare leggiadra tra le braccia di un altro e, quasi senza rendersene conto, avanzò nella sua direzione.



Il vampiro era un discreto ballerino. Non le aveva pestato i piedi e questo, secondo la sua ottica, era già un'ottima cosa. Era appena terminata la prima canzone e stava per dirgli che lo ringraziava per il ballo ma che al momento preferiva tornare al buffet, quando sentì una voce alle sue spalle chiedere:

- Permetti? -

Come non riconoscere quel tono? La richiesta di un ballo suonava più come un dolce ordine, pronunciato con fermezza ed autorità.

Hermione si voltò trovandosi accanto una figura vestita di nero, che allungava la mano verso di lei e che, nell'istante in cui i loro occhi si incontrarono, le fece un piccolo inchino, senza staccare lo sguardo.

Il vampiro, avendo riconosciuto quella figura vestita di nero, fece un passo indietro e deglutì ma Hermione non se ne accorse: aveva già allungato la mano per afferrare quella che lui le tendeva, osservandolo rapita mentre la attirava a sé, posando l'altra mano dietro la sua schiena ed incominciando a danzare.

I suoi occhi erano due mari in tempesta che la avvolgevano facendola naufragare.

Rapita, affogata. Hermione non sentiva più la musica e le voci intorno a sé. Era in un mondo a parte, dove esistevano solo loro due.

Draco era un ottimo ballerino, la guidava per la sala facendola volteggiare e stringendola dolcemente a sé, forse poco più del lecito.

Erano così vicini che Hermione pensò che lui potesse sentire il battito furioso del suo cuore. Lei riusciva a sentire il suo profumo. Odore muschiato, di uomo, di tabacco e di menta fresca. Era inebriante. Era appagante.



Draco osservava rapito l'esile figura tra le sue braccia. Aveva qualcosa di familiare, ma non riusciva a capire cosa. Sapeva solo che era bellissima.

Così candida. Così pura. Somigliava veramente ad un angelo. Lui invece era il demonio, il peccato, la perdizione. Come avrebbe potuto la sua anima nera, intaccare quella candida di quella ragazza? Con che coraggio l'avrebbe fatto? Eppure sentiva, forse egoisticamente, che il posto giusto per lei era tra le sue braccia.

- Da cosa sei vestito? -

La voce della ragazza era un sussurro roco. Leggermente camuffata, come se non volesse essere riconosciuta. Draco sorrise leggermente.

- Tenebre, ombre, peccato. Scegli tu. -

- Credo che ti si addica maggiormente il peccato. -

Draco ghignò. Quella ragazza non sapeva quanta verità ci fosse nelle sue parole.

- Avrei potuto mettere un mantello e una maschera da mangiamorte, ma credo che avrei creato troppo scompiglio. -

Draco la osservò. Si aspettava di vederla sobbalzare o impallidire o altro, invece lei allargò le labbra in un leggero sorriso.

- Non fa per te quel travestimento. -

- Forse invece mi si addice più di quanto tu creda. -

Hermione scrollò il capo.

- No, ma apprezzo l'autoironia. -

Draco ghignò e il cuore di Hermione perse un battito.

Dio, ma come fa ad essere così bello?

- Da me stesso - sussurrò Draco dopo qualche istante - Sono vestito da me stesso. -

- Mi sembra giusto. Indossi una maschera ogni giorno che, l'aggiungerne un'altra, potrebbe portarti a mostrare il vero te. -

Il cuore di Draco perse un battito.

Che ne sapeva lei della maschera che lui era costretto a portare? Nessuno se ne era mai accorto. Forse lei aveva passato ad osservarlo più tempo di quanto fosse lecito, o forse tirava semplicemente ad indovinare.

- Chi ti dice che io porti una maschera tutti i giorni? In fondo, non sai nemmeno chi sono. -

Hermione rise ironica.

- Credi davvero che ci sia una sola persona in questa sala che non sappia chi sei? Malfoy, se non avessi voluto che la gente ti riconoscesse, avresti perlomeno potuto tingerti i capelli di nero come i tuoi abiti, o indossare una maschera più coprente. -

- Non intacca la tua reputazione ballare con uno come me? -

- Chi ti dice che io abbia una reputazione da difendere, o che mi importi farlo? E poi io, a differenza tua, sono ben mascherata. -

Hermione sorrise maliziosamente e Draco pensò che, se non fossero stati impegnati nelle danze in una sala piena di gente, l'avrebbe baciata e fatta sua. Quella ragazza lo intrigava. Non riusciva a capire chi fosse, sapeva solo che era bellissima e affascinante. La sua pelle era morbida e profumava di vaniglia.

- Questo te lo concedo. Però tu sai chi sono io, non vuoi dirmi il tuo nome? -

- Neanche per idea. Se proprio vuoi saperlo, dovrai capirlo da solo, anche se credo che per te sarebbe meglio non conoscerlo. -

Hermione abbassò gli occhi, si morse il labbro imbarazzata e timorosa di essersi lasciata scappare qualcosa di troppo.

- Perché dici così? -

Hermione titubò per qualche secondo infine decise di essere sincera.

- Perché ti conosco, e conosco le tue convinzioni, e... beh, il mio sangue potrebbe essere troppo sporco per te. -

Dall'altra parte solo silenzio. Hermione teneva ancora gli occhi bassi, indecisa sul da farsi, ma Draco non sembrava volersi staccare da lei, anche se, tra piroette e volteggi, l'aveva condotta in un angolo tranquillo della pista.

- Forse non mi conosci poi così bene come credi. -

Hermione rialzò gli occhi di scatto e incatenò il suo sguardo alle sue iridi argentate. Le pareva che fossero più scure, grigie come piombo fuso.

- Non mi interessa il tuo sangue - Draco parlò lentamente, scandendo bene le parole, ma con voce ferma - Non mi sono mai interessate veramente queste cose. Io so solo che sei la ragazza più bella presente in sala e che non vorrei ballare con nessun'altra. -

Hermione avvampò e Draco pensò che quel tenue rossore, sotto il pizzo della maschera, le donasse. Al diavolo il sangue puro, aveva smesso da tempo di ripetere a pappagallo le convinzioni di suo padre. Quella ragazza gli piaceva, lo incuriosiva, lo attirava. La strinse maggiormente a sé e continuarono a ballare, occhi negli occhi. Occhi grandi color cioccolato con miriadi di pagliuzze dorate, che tenevano incatenati i suoi.

Sicuramente li ho già visti. Ma dove, dannazione?

- Di certo non sei una Serpeverde. - esordì Draco, dopo qualche minuto di elucubrazioni mentali - Avevo preso in considerazione questa possibilità, ma il vecchio Salazar era piuttosto rigido sulle questioni di sangue. -

La ragazza sorrise, ma non commentò.

- Escluderei anche Tassorosso. Mi sembri abbastanza intelligente da poter essere una Corvonero. -

Hermione si lasciò sfuggire una risatina. Il cappello parlante aveva preso seriamente in considerazione la possibilità di smistarla a Corvonero per il suo cervello, ma poi aveva cambiato idea.

- Non potrei essere una Grifondoro? -

- Mi stai dicendo che sto ballando con il nemico? -

- Forse... - sussurrò Hermione con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra - Mi lasceresti andare se te lo confermassi? -

- Forse... - Le rispose Draco di rimando, sfoderando il suo miglior ghigno made in Malfoy.

- Vorresti farmi credere, che non mi hai lasciata andare sapendo che sono una Sanguesporco, ma che lo faresti se ti dicessi che sono una Grifondoro? -

Draco scrollò le spalle in un gesto che poteva significare tutto e niente.

- Dovresti rivedere le tue priorità, sai Malfoy? -

Il ghigno di Draco si accentuò e i suoi occhi brillarono ironici.

- Te l'ho già detto, non mi importa chi o cosa sei. -

- E allora perché stai tentando di scoprirlo? -

- Sono curioso. E poi, non mi piace la disparità tra noi. Tu sai chi sono io. -

- Solo perché tu hai voluto che io lo sapessi. Che tutti lo sapessero. Tu ami essere guardato Malfoy, ami essere al centro dell'attenzione. -

Draco ghignò e i suoi occhi brillarono di malizia.

- Anche tu sei al centro dell'attenzione questa sera. -

- Perché sono con te. E' solo un riflesso. -

- No - scosse la testa Draco - O almeno non solo. Ti hanno guardata tutti quando sei entrata. Era impossibile non notarti. -

Il viso di Hermione divenne nuovamente scarlatto.

Non era propriamente un complimento.

Smettila di avvampare come una ragazzina alla prima cotta.

Malfoy non ti interessa e poi sei fidanzata.

Ah già, Ron.

Merda.

Hermione si rese conto che, da quando era arrivato Malfoy, il pensiero di Ron non l'aveva minimamente sfiorata. Si guardò intorno, cercando negli sguardi altrui, qualche viso conosciuto. Si accorse che la sala si era notevolmente svuotata rispetto al suo ingresso. Chissà quanto tempo era passato da allora.

Minuti? Ore? Giorni?

Si rese conto, di nuovo, che tra le braccia di Draco stava bene; che il tempo e lo spazio diventavano relativi, la sua mente si svuotava e si perdeva completamente. Era come stare in una bolla. Solo loro due, il mondo intorno a loro perdeva consistenza.

Non poteva lasciarsi andare in quel modo. Non con lui.

Doveva pensare a Ron, il suo ragazzo.

Quante parole sbagliate in quella frase.

Doveva pensare... come ci si può imporre di pensare a qualcuno? Lo si può fare per la maggior parte del tempo, obbligando la mente ad evocare rigide immagini prestabilite, ma non appena si abbassa il controllo, ecco che la mente riprende a vagare e a concentrarsi su tutt'altro. Su un altro.

Ron non l'aveva cercata.

O forse l'aveva cercata ma non trovata.

O forse aveva capito che era lei e, disgustato nel vederla ballare con Malfoy, se ne era andato.

Merda.

Draco percepì l'agitazione della ragazza. Un attimo prima stavano conversando e un attimo dopo lei stava lanciando occhiate nervose alla sala. Hermione si irrigidì e tentò di scostarsi da lui.

- Vuoi andare a bere qualcosa? -

- No, voglio tornare nel mio dormitorio. Sono stanca. -

In realtà, non voleva affatto andarsene, o meglio, non voleva lasciarlo, ma aveva paura che Ron l'avesse riconosciuta e si fosse arrabbiato vedendoli insieme, e preferiva andare via.

- Ti accompagno. -

Draco non ammise repliche. Le mise una mano sulla schiena e la condusse fuori dalla Sala Grande.

I tetri corridoi di pietra, illuminati dalle torce, erano silenziosi. Nell'aria solo il rumore dei loro passi.

Hermione si diresse automaticamente verso la torre dei Grifondoro e, solo quando vi giunse, si rese conto di avergli rivelato un ulteriore dettaglio di sé.

- Ora che hai la conferma che io sono una Sanguesporco e per di più Grifondoro, puoi lasciarmi andare. -

- E' questo che vuoi? - soffiò lui al suo orecchio.

Come fa ad essermi così vicino?

Quando cavolo si è mosso?

Hermione percepì il corpo caldo di lui dietro al suo. Non lo vedeva ma lo avvertiva. Milioni di piccole scariche elettriche sembravano propagarsi nell'aria circostante.

Sentiva ancora il suo respiro.

Sentiva il suo odore. Menta. Tabacco. Testosterone.

Draco Malfoy sprigionava virilità da ogni poro.

Così inebriante.

Così eccitante.

Così pericoloso.

Hermione chiuse per un attimo gli occhi, assaporando il suo odore e sospirò, poi si voltò lentamente. Non si era sbagliata, lui era vicinissimo e la fissava con quei laghi ghiacciati e profondi. Come se volesse scrutarle l'anima.

- No, ma... -

- Ma? -

Hermione sospirò nuovamente, per prendere tempo e riordinare le idee. Non poteva dirgli che avrebbe voluto portarlo dentro con sé e non lasciarlo andare mai più. Sarebbe stata una follia. Era una follia semplicemente pensare ad una possibilità simile.

- Questa sera è diverso. Domani sarà di nuovo tutto come prima. -

Draco la osservava rapito. Quegli occhi screziati d'oro... quelle labbra piene... quel delizioso profumo di vaniglia...

Un lampo gli attraversò gli occhi. Un lampo di comprensione e, prima di rendersene conto, posò una mano sulla guancia diafana della ragazza, mentre con l'altra appoggiata al suo bacino, la trasse a sé e si avventò sulle sue labbra socchiuse.



Fuoco. Un fuoco bruciante invase Hermione. Rispose al bacio senza nemmeno rendersene conto, senza domandarsi se fosse giusto o sbagliato. Sapeva solo che lo voleva con tutta sé stessa. Mai aveva desiderato così tanto un bacio. Intrecciò le mani sulle spalle di Draco, infilando le dita tra i suoi crini biondi, mentre lui le mordeva il labbro inferiore e lo lambiva con la lingua, per poi insinuarla dentro la sua bocca. Calda. Invitante. Le loro lingue danzavano furiose, mentre il bacio si faceva sempre più appassionato. I loro corpi sempre più stretti. Le loro mani che si accarezzavano, che si cercavano.



L'avrebbe presa lì, nel corridoio, dove chiunque avrebbe potuto sorprenderli. Ed era lui il primo ad essere rimasto sorpreso dalle istintive e incontrollate reazioni che aveva suscitato il semplice sfiorare le labbra di lei.

Si staccò a fatica da quelle labbra morbide e la guardò. Ansimava, lo sguardo ardeva di desiderio represso e di sorpresa. Sorpresa per le sue stesse reazioni. Sorpresa per quello che avevano appena fatto.

Draco ghignò e, senza perderla di vista un solo istante, le fece un leggero baciamano.

- Sogni d'oro Granger. -

Si voltò per raggiungere i sotterranei, lasciandola lì ad osservarlo sconvolta.





NOTE DELL'AUTRICE: Il titolo della fan-fiction riprende la frase che conclude il capitolo (beh, in questo caso non è l'ultima ma la penultima... dettagli!) e che, idealmente, concluderà il prossimo o i prossimi.

Questo capitolo è la fedele trascrizione di un sogno che ho fatto ad Ottobre 2010 (si, ho davvero sognato Draco Malfoy!). Ho aspettato parecchio a pubblicarlo perché avrei voluto inserirlo all'interno di una long-fic che stavo progettando, ma l'ispirazione scarseggiava (detesto l'idea di scrivere di Ron ed Hermione e la prima parte avrebbe inevitabilmente trattato l'argomento) perciò, ho scritto un altro capitolo (che pubblicherò a distanza di una settimana da questo) e che potrebbe essere una conclusione di questa storiella. Non escludo, però, di poterla allungare a breve.


Grazie, a chi è arrivato a leggere fino a qui.

Grazie, a chi continuerà a leggere e anche a chi abbandonerà la lettura.

Grazie, a chi impiegherà due minuti del proprio tempo per lasciarmi il proprio parere. Ogni commento o suggerimento, sarà ampiamente apprezzato e preso in considerazione dalla sottoscritta!

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Capitolo 2
*** Chiarimenti ***


Capitolo 2: CHIARIMENTI


A Whatashame, che ha apprezzato particolarmente questo capitolo, lasciandomi commenti entusiasti nel testo (insieme alle correzioni, ovviamente).


La mattina seguente, Hermione pensò che non era affatto pronta per affrontare la giornata che le si prospettava d'innanzi.

Quella notte, aveva faticato ad addormentarsi, girandosi e rigirandosi nel letto, ripensando al ballo e al bacio di Malfoy.

Quella passione incontrollata che il solo sfiorare le sue labbra aveva acceso dentro di lei, l'aveva lasciata sgomenta ed eccitata allo stesso tempo.

Con Ron non è mai stato così.

Già, Ron. Il suo ragazzo.

Chissà per quanto tempo ancora.

Avrebbe dovuto parlare anche con lui, chiarire. Ma chiarire cosa se, persino dentro la sua testa, c'era una così grande confusione?

Ron era dolce e protettivo, ma quando la baciava, lei non sentiva i brividi, non era mai così appassionato. Era più un tenero e imbarazzato sfioramento di labbra, sembrava più un atto dovuto che non voluto. Loro erano una coppia ed era normale che si baciassero.

Ad Hermione era sempre piaciuta la dolcezza di Ron. Lui la trattava come se fosse cristallo, e lei aveva sempre pensato che fosse per riguardo nei suoi confronti. Adorava la sua compagnia e i dolci baci che ogni tanto le dava, ma ora aveva un nuovo termine di paragone e non era più così sicura di apprezzare le rare ed impacciate effusioni di Ron.

Draco Malfoy l'aveva baciata con passione. Non l'aveva trattata come una fragile bambola di porcellana, ma l'aveva presa con irruenza, risvegliando in lei emozioni che non credeva nemmeno che esistessero, facendola sentire estremamente donna.

Con o senza maschera, quando lui la guardava con quegli occhi di ghiaccio che sembravano volerle perforare l'anima, Hermione, volente o nolente, sentiva i brividi a fior di pelle.

Tra le sue braccia, la notte precedente, si era sentita viva come non mai.

Si chiese quando esattamente Malfoy avesse capito chi aveva davanti.

Improbabile che l'avesse capito durante il bacio. Era la prima volta che la baciava, non aveva termini di paragone.

Molto più probabile che l'avesse capito prima, quanto prima non era realmente importante, ma ciò significava che, quando l'aveva baciata, lui sapeva che si trattava di lei.

L'aveva baciata consapevolmente.

Ma perché?

Le maschere, la strana atmosfera, probabilmente questo e altro ancora avevano contribuito ad estraniarli dal mondo. Anche se lei sapeva chi era lui e lui aveva capito chi era lei, avevano fatto finta di niente. Quella notte erano stati solo due ragazzi che avevano passato una piacevole serata insieme, e quando lui l'aveva riaccompagnata al dormitorio, l'aveva baciata come una specie di ringraziamento per la piacevole compagnia, ma era una cosa che non si sarebbe più ripetuta.

Sicuramente.

Sì, doveva per forza trattarsi di questo. E non era importante che, persino nella testa di Hermione tutto, quel ragionamento risultasse leggermente stonato, lei si convinse del contrario e scese a fare colazione in Sala Grande, con il cuore un po' più leggero.

Io e Malfoy faremo finta di niente. Come se non fosse successo nulla. Ora devo solo parlare con Ron.

La Sala Grande era semivuota. Molte persone erano ancora a letto, dopo aver fatto le ore piccole la sera prima. Hermione, inconsciamente, lanciò un'occhiata obliqua alla tavolata di Serpeverde e, quando due iridi ghiacciate incontrarono le sue, fu scossa nuovamente dai brividi, ma si costrinse ad ignorarli, dirigendosi a testa alta lungo la tavolata di Grifondoro, per prendere posto di fronte a Ginny.

- Buongiorno Hermione. -

- Buongiorno Ginny. Harry e Ron? -

- Sono ancora tra le braccia di Morfeo, figurati. - rispose la rossa con fare noncurante, poi aggiunse a bassa voce – Io ed Harry, ieri, siamo tornati un po' tardi in dormitorio. -

Hermione sorrise con indulgenza. Era felice che la storia tra l'amica ed Harry procedesse a gonfie vele. Ginny aveva lottato e aspettato secoli per poter coronare il suo sogno d'amore, ed ora era finalmente serena ed appagata. Quei due erano perfetti insieme.

- Sono una Caposcuola, potrei punirti per essere stata in giro tutta la notte, sai? -

Ginny ridacchiò per l'aria fintamente seria dell'amica.

- E tu invece dove sei stata? Non ti ho vista nemmeno un secondo. -

- Eri troppo distratta da altro, diciamo da un bel moro con gli occhi verdi e una cicatrice sulla fronte? -

- Anche. Ma seriamente Hermione, dov'eri finita? Ron si è lamentato tutta sera per non averti trovata. -

Una fitta allo stomaco.

Senso di colpa?

- Sono arrivata tardi. Problemi organizzativi dell'ultimo momento, sai? L'ho cercato per un po' anche io ma, non trovandolo, ho preferito tornare presto al dormitorio. -

- Forse ci saremmo potuti dare un punto d'incontro. Con le maschere non era facile riconoscersi. -

Oh era facile invece, bastava volerlo. Loro si erano riconosciuti subito, come legati da un filo invisibile che li portava inesorabilmente l'uno verso l'altra.

Hermione, alzò nuovamente gli occhi verso la tavola Serpeverde ed incontrò ancora quelle iridi plumbee che la fissavano con insistenza. Per un attimo il tempo sembrò fermarsi. Come la sera prima, Hermione non sentiva più le voci e i rumori intorno a sé. Esistevano solo loro due in una bolla invisibile.

Una mano si posò sulla sua spalla e la fece trasalire interrompendo quel contatto visivo.

- Ciao Hermione. -

Due occhi azzurri e limpidi la scrutavano con un misto di affetto, incertezza e apprensione.

- Ciao Ron. Ciao Harry. -

I due ragazzi presero posto accanto alle loro fidanzate e, mentre Harry si era chinato a baciare dolcemente Ginny, Ron aveva distolto lo sguardo da Hermione per riempirsi il piatto.

- 'Mione, scusami, ma ieri sera non sono riuscito a trovarti. -

- Non fa niente, Ron. Stavo appunto dicendo a Ginny, che sono arrivata in ritardo e me ne sono andata presto dato che non riuscivo a trovarvi. -

Mentre pronunciava quelle parole, Hermione era concentrata nel fissare la sua tazza di tè. Non era propriamente una bugia quello che aveva detto. In effetti lei era arrivata in ritardo e lo aveva cercato per un po'.

Dieci minuti, forse.

- Non ho nemmeno visto da cosa ti eri vestita – Intervenne Ginny.

- Oh, da angelo. -

C'erano altri angeli, vero? Non sono stata l'unica? Merlino, per favore.

- Che coincidenza. Ron era vestito da diavolo. Con forcone, coda, corna e tutto il resto. -

Le corna di sicuro.

Ron, al suo fianco annuiva mentre si riempiva la bocca di uova e salsicce.

- Ne ho visti quattro o cinque in effetti, ma non ho pensato che potessi essere tu. -

Hermione scrollò le spalle continuando a sorseggiare il suo tè.

- C'era una ragazza vestita da angelo che ballava con Malfoy. Chissà chi era. -

Hermione per poco non si strozzò. Tossì mentre Ron le batteva una mano sulla schiena. Doveva andarsene prima che il discorso si facesse sempre più compromettente. Afferrò una fetta di pane tostato e si alzò dalla panca con la borsa dei libri sulle spalle.

- Io vado in biblioteca. Voialtri cercate di non perdere tutta la domenica ma di studiare un po'. -

Non aspettò una risposta ed uscì impettita dalla sala grande, sforzandosi di non voltarsi verso il tavolo di Serpeverde, dove avrebbe trovato un paio di iridi grigie fisse su di lei.



Draco si era alzato insolitamente presto quella mattina, con un pensiero fisso in testa.

Hermione Granger.

Merlino, aveva passato tutta la sera con lei e l'aveva persino baciata!

Se glielo avessero detto anche solo 24 ore prima, avrebbe riso alla sola idea. O avrebbe lanciato un Cruciatus.

Che fosse diventata una bella ragazza, lo aveva già notato, così come aveva notato il fatto che non fosse più odiosa come un tempo. Certo, loro due continuavano a lanciarsi frecciatine, ma ormai avevano perso l'animosità di un tempo. La sera precedente, poi, era stata una compagnia veramente piacevole e divertente. Se le bastava una maschera per sciogliersi un po', gliene avrebbe regalata una da portare tutti i giorni.

Draco ghignò all'idea.

Non riusciva a capire perché l'avesse baciata. Per tutta la sera aveva cercato di scoprire la sua identità, avevano conversato piacevolmente stuzzicandosi a vicenda e, proprio quando aveva capito chi era, l'aveva baciata.

Non aveva senso.

In quel momento sarebbe dovuto scappare via, o perlomeno avrebbe dovuto fingere indifferenza, darle la buonanotte e andarsene.

Invece era rimasto, l'aveva baciata -per chissà quale ragione ancora da chiarire- e gli era addirittura piaciuto!

Asserire che gli fosse piaciuto era a dir poco riduttivo.

Era bastato un semplice bacio per infiammargli le viscere. Aveva percepito calore, molto calore e brividi di eccitazione lungo tutto il corpo.

Staccarsi da lei e andarsene con indifferenza era stata una vera tortura, dato che il suo unico desiderio era stato quello di prenderla, portarla in camera e fare sesso tutta la notte. Per la foga che aveva, gli sarebbe andato bene persino quel muro, non occorreva arrivare fino in camera.

Merlino, era una Sanguesporco, Grifondoro, secchiona, saccente e petulante, eppure, zittirla con un bacio comportava innegabili vantaggi. A parte l'ovvio piacere del suo silenzio, Draco aveva percepito l'arrendevolezza di Hermione, e ne era rimasto intimamente compiaciuto. Certo, lui l'aveva colta di sorpresa con quel bacio, ma la Granger aveva risposto immediatamente, con foga e passione. Eppure, lei sapeva benissimo chi stava baciando. Aveva passato tutta la serata conscia di essere in compagnia di Draco Malfoy e non si era allontanata. Aveva ricambiato il suo bacio con la piena consapevolezza della sua identità.

Ma la Granger non sta con Lenticchia?

Probabilmente la storia era al capolinea. Era già molto il fatto che una come Lei avesse concesso a quel pezzente parte del suo tempo; probabilmente aveva finalmente capito che razza di individuo fosse e si era stancata.

Magari aveva una cotta per lui e aveva usato la scusa del ballo per passare del tempo insieme senza fargli sapere chi fosse, in modo che non iniziassero a riempirsi, come al solito, d'insulti.

La sola ipotesi di poter piacere ad Hermione Granger, lo riempiva di intimo piacere. Ne era profondamente compiaciuto. Non sapeva ancora se la sua ipotesi fosse vera, ma restava il fatto che lei aveva risposto con passione al suo bacio; questa semplice constatazione bastò a ringalluzzirlo e a farlo ghignare.

- Quando fai quella faccia vuol dire che hai in mente qualcosa di diabolico. -

La voce di Blaise Zabini fece capolino distogliendolo dai suoi pensieri.

- Oh sì, non sai quanto. -



Hermione Granger era in biblioteca ormai da ore, seduta al suo solito tavolo all'angolo, circondata da libri, inchiostri e pergamene. Aveva faticato a rimanere concentrata quel giorno. Ogni volta che la sua mente si rilassava un attimo, le comparivano flash della sera precedente, in particolare, della conclusione di serata.

Malfoy, dannazione, sei una persecuzione anche quando non ci sei!

Il rumore di una sedia strisciata sul pavimento e un'ombra davanti a sé, la ridestarono dai suoi pensieri e la spinsero ad alzare il volto per controllare chi si fosse permesso di sedersi al suo tavolo.

Parli del diavolo...

- Malfoy, che ci fai qui? -

- Quello che ci fai tu Granger. - rispose lui, ghignando - Studio. -

- E devi farlo proprio al mio tavolo? -

- Sì, se sul tuo tavolo sono stipati tutti i libri di pozioni che mi servono per scrivere la relazione per Lumacorno. -

La spiegazione era ragionevole, ma Hermione non ne era del tutto convinta. La sera prima si erano baciati appassionatamente e temeva che, prima o poi, lui se ne sarebbe uscito con qualche infelice battuta a riguardo, ma era inutile preoccuparsene prima del tempo. Non era la prima volta che studiavano insieme, da quando la preside McGranitt aveva attuato la politica di “collaborazione fra case” e li aveva messi in coppia, perciò Hermione decise di fare finta di niente e di continuare i propri compiti.

- Prendi pure i libri che ti servono, io ho appena finito e sto scrivendo la relazione di Difesa Contro le Arti Oscure. -

- Quella sui Patronus? -

Hermione annuì e, visto che lui sembrava non voler dire altro, lei tornò a concentrarsi sulla sua pergamena. Ogni tanto le veniva un'inspiegabile voglia di alzare lo sguardo verso di lui ma si tratteneva.

A che pro farlo? E se l'avesse beccata a guardarlo?

Hermione si sentiva a disagio ad avere Draco così vicino, lui dal canto suo sembrava assolutamente tranquillo e sereno mentre scriveva la relazione.

Hermione scosse il capo e tornò a concentrarsi sui suoi libri.



Draco, in realtà, si era accorto del disagio di lei e intimamente ne sogghignava senza osare mostrarlo. Sapeva che, altrimenti, Hermione si sarebbe infuriata e se ne sarebbe andata, mentre era molto più interessante osservare le sue reazioni alla loro vicinanza.

Sapeva che lei stava pensando al loro bacio e che era agitata per mille motivi. Sicuramente per il tradimento nei confronti di Weasley, ma soprattutto per l'attrazione provata.

Anche se avesse voluto negarlo a sé stessa, non avrebbe potuto. Era palese l'esistenza di un legame fra loro. Persino con le maschere erano riusciti a trovarsi e a riconoscersi. Certo, Draco ci aveva messo un po' di più, ma alla fine si erano baciati e se lei non fosse stata attratta da lui, non avrebbe ricambiato in quel modo.

Sicuramente Weasel non l'ha mai baciata così.

In effetti, a ben pensarci, da quando erano tornati a scuola, non aveva visto molte effusioni tra quei due. Sembrava che fossero gli amici di sempre e, se non fosse per il fatto che ogni tanto si tenevano per mano, lui non avrebbe mai detto che fossero una coppia.

Se stessi con lei col cavolo che mi limiterei a tenerla per mano.

Draco incurvò le labbra in una leggera smorfia a quel pensiero e agli altri che inevitabilmente aveva portato alla mente.

Se solo l'anno precedente qualcuno gli avesse detto che sarebbe stato attratto da Hermione Granger, lo avrebbe senza dubbio cruciato, eppure, al momento, non poteva negare che un certo interesse reciproco esisteva eccome.

Sarà che erano entrambi Capiscuola e spesso si ritrovavano a fare la ronda insieme; sarà che passava interi pomeriggi a studiare con lei, da quando i professori avevano deciso di accoppiare, durante le lezioni, studenti di case diverse e lui era capitato con la Granger; sarà che durante il tempo che passavano insieme, lui aveva smesso di insultarla, e lei si era ammorbidita e, di conseguenza, avevano iniziato a parlare civilmente, lasciando scoprire i lati positivi dei reciproci caratteri all'altro; sarà che si sentiva un cretino e che sarebbe stato meglio chiudere il discorso mentale prima di farlo degenerare.

Draco ed Hermione passarono il resto della giornata a studiare e a lanciarsi occhiate di tanto in tanto, finché non divenne buio e non arrivò l'ora di andare a cena. Si alzarono quasi in sincrono dal tavolo, rimisero a posto i libri, presero le borse ed uscirono insieme dalla biblioteca diretti alla Sala Grande.

Hermione continuava a ripetersi che doveva stare tranquilla, che stavano camminando affiancati per il semplice fatto che erano diretti entrambi nello stesso posto e che doveva smetterla di immaginare le labbra di Draco sulle sue.

- Sei silenziosa stasera, Granger. -

Lei scrollò le spalle indifferente.

- Riflettevo. -

- Su cosa? -

Sul fatto che vorrei che mi baciassi di nuovo, per Merlino!

- Tutto e niente in realtà. -

Draco aveva il suo solito ghigno stampato sulle labbra.

- Magari stasera mi renderai partecipe delle tue riflessioni. -

- Stasera? -

- E' domenica. Abbiamo la ronda insieme. -

Io e lui, in giro per il castello deserto, di notte, da soli. Oh Morgana...



Hermione quella sera era irrequieta. Continuava a pensare che avrebbe passato due ore in giro per il castello, sola con Malfoy.

Certo, non era la prima volta che facevano la ronda insieme, anzi, da quando erano tornati a scuola erano stati costretti a passare parecchio tempo in reciproca compagnia e, doveva ammettere che, ultimamente, lo trovava quasi piacevole; però quella sera sarebbe stata la prima dopo il ballo in maschera e, soprattutto, dopo quel bacio. Merlino, se solo ci pensava le sue guance prendevano fuoco.

Sapeva che Malfoy era imprevedibile e che, il semplice fatto che quel pomeriggio in biblioteca avesse fatto finta di nulla, non implicava che non avrebbe fatto allusioni al bacio, ma gestire Malfoy e le sue stupide battute non era mai stato un problema per lei. Il vero problema era capire perché non lo avesse allontanato, perché avesse risposto con tanta passione e soprattutto, perché desiderasse ardentemente ripetere l'esperienza.

Malfoy l'attraeva parecchio, ma lei era ancora fidanzata. Avrebbe dovuto parlare con Ron al più presto. Indipendentemente da cosa sarebbe successo in futuro tra lei e Malfoy, avrebbe comunque dovuto lasciare Ron. L'aveva tradito, era attratta da un altro e, quando stava con il suo ragazzo, non sentiva niente.

Nessuna passione, nessuna attrazione, solo tanto affetto, ma certamente non amore.

- Granger stai bene? -

Quelle parole la riscossero dai suoi pensieri e, alzando gli occhi, si trovò il viso di Draco a pochi centimetri dal suo. Sobbalzò per lo spavento e arrossì per il dejavù.

- Accidenti a te Malfoy, ti sembra il caso di comparire così all'improvviso? -

Draco ghignò.

- Veramente è da cinque minuti che ti stavo chiamando, ma non mi hai sentito. -

- Stavo riflettendo. -

- Sei piuttosto riflessiva oggi, Granger. -

- Io sono sempre riflessiva. - rispose lei piccata.

- Si ma oggi lo sei particolarmente. Più che altro mi sembra che la tua mente sia altrove. -

- Sì, beh, evidentemente ho un sacco di cose a cui pensare. -

Draco ghignò nuovamente. Era certo di sapere a cosa lei stesse pensando.

- Se mi rendessi partecipe dei tuoi pensieri, magari potrei aiutarti a fare chiarezza. -

Oh, sicuramente.

- Apprezzo l'offerta Malfoy, ma è meglio lasciar perdere. Se vuoi fare conversazione, cambiamo argomento. -

- D'accordo. Allora parliamo di ieri sera. -

Hermione girò il volto di scatto verso Draco.

- Che cosa vuoi sapere di ieri sera? -

Draco ghignò e si avvicinò ad Hermione che, a sua volta, indietreggiò impercettibilmente.

- Da cosa eri vestita ieri sera? -

Menti Hermione, menti.

- Da diavolo. -

Draco inarcò un sopracciglio.

- E sai io da cosa ero vestito? -

- Da te stesso. -

Draco ghignò ed Hermione capì di aver fatto un errore. Quella era una cosa che le aveva rivelato lui la sera precedente.

- Voglio dire, eri vestito di nero e non mi pare che fosse particolarmente differente da ciò che indossi di solito. -

Hermione lanciò un'occhiata significativa alla camicia e ai pantaloni di Draco, sperando di averlo convinto.

- Mi hai osservato bene. -

Lei alzò le spalle con indifferenza.

- Era difficile non notarti. Eri uno dei pochi facilmente riconoscibile. -

- Al contrario di te. -

Hermione si morse le labbra per evitare di sorridere.

- Si, mi sono mascherata bene. -

- E avrai passato tutta la sera a ballare con Weasel, immagino. -

- Ron non balla. - il che non era una bugia. Ron, effettivamente, detestava ballare e lei non era nemmeno sicura che sapesse farlo.

- Allora immagino che avrai trovato qualcun altro che ti facesse ballare. -

Hermione scrollò le spalle con studiata indifferenza, mentre si mordeva le labbra per non scoppiare a ridere. Sapeva dove Draco voleva andare a parare e, anche se non era del tutto sicura di essere pronta ad affrontare l'argomento, le veniva da ridere per tutti quei discorsi che giravano intorno al vero punto della questione.

- Anche tu hai ballato per tutta la sera. Volevo venire a salutarti ma mi sembravi troppo impegnato a volteggiare con una bella bionda. -

- Saresti dovuta venire. Non ti avrei negato un ballo. -

- Lo terrò presente per il ballo di Natale. -

Draco, per metà divertito e per metà irritato, la prese per le spalle e la fece voltare verso di sé.

- Basta giocare adesso Granger. -

- Che cosa vuoi fare allora, Malfoy? -

- Un esperimento. -

E la baciò.

Draco si avventò sulle labbra di Hermione, già socchiuse e pronte per lui, e fu di nuovo fuoco.

Succhiò il labbro inferiore della ragazza, mordicchiandolo leggermente. Hermione gemette e Draco insinuò la lingua nella sua bocca per approfondire il bacio.

Le sue mani mollarono leggermente la presa su di lei, certo che non si sarebbe allontanata, e scivolarono lungo le sue braccia, fino a raggiungere la sua vita per trarla a sé. Le mani di Hermione, intanto, si erano poggiate sul petto di Draco, per poi salire lentamente, accarezzando i pettorali e le spalle, cingendolo dietro al collo e insinuando le piccole dita tra i suoi crini biondi e morbidi.

Draco trovava rilassante e al contempo eccitante che lei gli toccasse i capelli e approfondì ulteriormente il bacio, stringendo maggiormente una mano sui fianchi morbidi di lei e facendo risalire l'altra lungo la schiena fino a posarla sulla nuca.

Hermione, stretta tra le sue braccia, poggiò il capo sul suo braccio, per essere più comoda, e incavò le guance, rendendo il bacio sempre più profondo e languido. Si era lasciata andare completamente tra le braccia del ragazzo, senza pensare a nulla, ma godendosi semplicemente il momento. Il suo profumo fresco e al contempo pungente la inebriava, le sue labbra morbide la facevano sciogliere e le sue mani lasciavano scie di fuoco al loro passaggio lungo il suo corpo.

Quando respirare divenne una necessità pressante, Draco si staccò lievemente da Hermione, lasciandole un paio di piccoli baci a stampo sulle labbra e continuando a stringerla tra le braccia, mentre lei seguitava a giocherellare pigramente con i suoi capelli, tenendo gli occhi chiusi e godendosi quel dolce torpore.

- Sei una pessima bugiarda, sai Granger? -

Lei aprì gli occhi, si scostò leggermente per poterlo guardare in viso e aggrottò le sopracciglia.

- Decisamente ieri sera non sei stata con Lenticchia e non eri vestita da diavolo. -

- Lo sapevi che Lucifero, in origine, era l'angelo più bello del paradiso? Poi si ribellò a Dio e cadde dal cielo venendo spedito all'inferno. -

Draco scoppiò a ridere ed Hermione ne rimase affascinata. Non l'aveva mai visto ridere di gusto, al massimo sogghignare malignamente, ed era un vero peccato perché quando rideva era bellissimo, persino più del solito.

- Sei già caduta all'inferno, Granger? -

- Ci sono dentro completamente. -

Draco sorrise, le diede un bacio sulla tempia e, tenendole un braccio intorno alle spalle, ricominciò a camminare.

Hermione, per un po', tacque rimuginando sull'accaduto, mentre Draco faceva finta di nulla, anche se, spesso, le lanciava occhiate di sbieco, per studiare le diverse espressioni del suo viso. Quando era pensierosa, si mordicchiava sempre il labbro inferiore e, di tanto in tanto, aggrottava le sopracciglia per poi distenderle di nuovo dopo poco.

- Il tuo esperimento ha avuto i risultati che speravi? -

Draco annuì cautamente.

- E hai intenzione di ripeterlo di nuovo? -

- Assolutamente. -

Hermione si lasciò sfuggire un sorrisino, per poi sospirare.

- Devo parlare con Ron. -

- Dei miei esperimenti? -

- Più o meno. Indipendentemente dalla... frequenza e dalla costanza dei tuoi esperimenti, devo prima sistemare le cose con lui. Gli voglio bene e non si merita una torto simile. -

Draco annuì e strinse maggiormente la sua mano sulla spalla di lei. Continuarono la ronda in silenzio, godendo della reciproca compagnia e al termine, lui la riaccompagnò fino alla torre.

- Grazie per essere venuto fin qui. -

- Sono un gentiluomo, Granger. -

Lei sorrise. Gli mise le mani sulle spalle e, alzandosi in punta di piedi, gli baciò lievemente la bocca succhiandogli dolcemente le labbra.

- Buonanotte Malfoy. -

- Sogni d'oro, Granger. -




ANGOLO AUTRICE: Questo avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo. Per vostra fortuna (o sfortuna), ho pensato di allungare un po' la storia, in modo da lasciar partecipare anche Ron, Harry, Ginny e altri personaggi. Va bene baciare Draco, ma Hermione, in teoria, è ancora fidanzata e deve sistemare le cose. Vedremo in che modo.

Ho scritto in azzurro i pensieri fatti dai protagonisti in prima persona, dato che, in genere, scrivo in corsivo non solo i pensieri ma anche alcune parole rilevanti. Non so se sia utile, ma alla ventordicesima rilettura mi è venuta questa idea.

Sto scrivendo il terzo capitolo e non so ancora dove mi porterà la storia dato che, in genere, i personaggi hanno la tendenza a sfuggirmi di mano. Questo capitolo, ad esempio, nella mia testa, non era così, poi però, i personaggi hanno preso il sopravvento.

Vi chiedo solo di avere un pochino di pazienza, perché difficilmente riuscirò a pubblicare tra sette giorni esatti. Sono nel bel mezzo della sessione d'esami universitari e il tempo scarseggia. Farò il prima possibile!


Grazie a chi ha letto fino a qui.

Grazie a chi deciderà di continuare a leggere.

Grazie a chi mi lascerà un commento, un'opinione, un apprezzamento o una critica.

Grazie a chi mi ha lasciato un commento nel primo capitolo. Non pensavo che ne avrei ricevuti così tanti ed è proprio grazie a quelli che ho deciso di provare a scrivere ancora.

Grazie a tutti!

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