Capitolo
2: CHIARIMENTI
A
Whatashame, che ha apprezzato particolarmente questo capitolo,
lasciandomi commenti entusiasti nel testo (insieme alle correzioni,
ovviamente).
La mattina seguente,
Hermione pensò che non era affatto pronta per affrontare la
giornata che le si prospettava d'innanzi.
Quella notte, aveva faticato
ad addormentarsi, girandosi e rigirandosi nel letto, ripensando al
ballo e al bacio di Malfoy.
Quella passione
incontrollata che il solo sfiorare le sue labbra aveva acceso dentro
di lei, l'aveva lasciata sgomenta ed eccitata allo stesso tempo.
Con
Ron non è mai stato così.
Già, Ron. Il suo
ragazzo.
Chissà
per quanto tempo ancora.
Avrebbe dovuto parlare anche
con lui, chiarire. Ma chiarire cosa se, persino dentro la sua testa,
c'era una così grande confusione?
Ron era dolce e protettivo,
ma quando la baciava, lei non sentiva i brividi, non era mai così
appassionato. Era più un tenero e imbarazzato sfioramento di
labbra, sembrava più un atto dovuto che non voluto. Loro erano
una coppia ed era normale che si baciassero.
Ad Hermione era sempre
piaciuta la dolcezza di Ron. Lui la trattava come se fosse cristallo,
e lei aveva sempre pensato che fosse per riguardo nei suoi confronti.
Adorava la sua compagnia e i dolci baci che ogni tanto le dava, ma
ora aveva un nuovo termine di paragone e non era più così
sicura di apprezzare le rare ed impacciate effusioni di Ron.
Draco Malfoy l'aveva baciata
con passione. Non l'aveva trattata come una fragile bambola di
porcellana, ma l'aveva presa con irruenza, risvegliando in lei
emozioni che non credeva nemmeno che esistessero, facendola sentire
estremamente donna.
Con o senza maschera, quando
lui la guardava con quegli occhi di ghiaccio che sembravano volerle
perforare l'anima, Hermione, volente o nolente, sentiva i brividi a
fior di pelle.
Tra le sue braccia, la notte
precedente, si era sentita viva come non mai.
Si chiese quando esattamente
Malfoy avesse capito chi aveva davanti.
Improbabile che l'avesse
capito durante il bacio. Era la prima volta che la baciava, non aveva
termini di paragone.
Molto
più probabile che l'avesse capito prima, quanto prima non era
realmente importante, ma ciò significava che, quando l'aveva
baciata, lui sapeva che
si trattava di lei.
L'aveva
baciata consapevolmente.
Ma
perché?
Le maschere, la strana
atmosfera, probabilmente questo e altro ancora avevano contribuito ad
estraniarli dal mondo. Anche se lei sapeva chi era lui e lui aveva
capito chi era lei, avevano fatto finta di niente. Quella notte erano
stati solo due ragazzi che avevano passato una piacevole serata
insieme, e quando lui l'aveva riaccompagnata al dormitorio, l'aveva
baciata come una specie di ringraziamento per la piacevole compagnia,
ma era una cosa che non si sarebbe più ripetuta.
Sicuramente.
Sì, doveva per forza
trattarsi di questo. E non era importante che, persino nella testa di
Hermione tutto, quel ragionamento risultasse leggermente stonato, lei
si convinse del contrario e scese a fare colazione in Sala Grande,
con il cuore un po' più leggero.
Io
e Malfoy faremo finta di niente. Come se non fosse successo nulla.
Ora devo solo parlare con Ron.
La Sala Grande era
semivuota. Molte persone erano ancora a letto, dopo aver fatto le ore
piccole la sera prima. Hermione, inconsciamente, lanciò
un'occhiata obliqua alla tavolata di Serpeverde e, quando due iridi
ghiacciate incontrarono le sue, fu scossa nuovamente dai brividi, ma
si costrinse ad ignorarli, dirigendosi a testa alta lungo la tavolata
di Grifondoro, per prendere posto di fronte a Ginny.
-
Buongiorno Hermione. -
- Buongiorno Ginny. Harry e
Ron? -
- Sono ancora tra le braccia
di Morfeo, figurati. - rispose la rossa con fare noncurante, poi
aggiunse a bassa voce – Io ed Harry, ieri, siamo tornati un po'
tardi in dormitorio. -
Hermione sorrise con
indulgenza. Era felice che la storia tra l'amica ed Harry procedesse
a gonfie vele. Ginny aveva lottato e aspettato secoli per poter
coronare il suo sogno d'amore, ed ora era finalmente serena ed
appagata. Quei due erano perfetti insieme.
- Sono una Caposcuola,
potrei punirti per essere stata in giro tutta la notte, sai? -
Ginny ridacchiò per
l'aria fintamente seria dell'amica.
- E tu invece dove sei
stata? Non ti ho vista nemmeno un secondo. -
- Eri troppo distratta da
altro, diciamo da un bel moro con gli occhi verdi e una cicatrice
sulla fronte? -
- Anche. Ma seriamente
Hermione, dov'eri finita? Ron si è lamentato tutta sera per
non averti trovata. -
Una fitta allo stomaco.
Senso
di colpa?
- Sono arrivata tardi.
Problemi organizzativi dell'ultimo momento, sai? L'ho cercato per un
po' anche io ma, non trovandolo, ho preferito tornare presto al
dormitorio. -
- Forse ci saremmo potuti
dare un punto d'incontro. Con le maschere non era facile
riconoscersi. -
Oh era facile invece,
bastava volerlo. Loro si erano riconosciuti subito, come
legati da un filo invisibile che li portava inesorabilmente l'uno
verso l'altra.
Hermione, alzò
nuovamente gli occhi verso la tavola Serpeverde ed incontrò
ancora quelle iridi plumbee che la fissavano con insistenza. Per un
attimo il tempo sembrò fermarsi. Come la sera prima, Hermione
non sentiva più le voci e i rumori intorno a sé.
Esistevano solo loro due in una bolla invisibile.
Una mano si posò
sulla sua spalla e la fece trasalire interrompendo quel contatto
visivo.
- Ciao Hermione. -
Due occhi azzurri e limpidi
la scrutavano con un misto di affetto, incertezza e apprensione.
- Ciao Ron. Ciao Harry. -
I due ragazzi presero posto
accanto alle loro fidanzate e, mentre Harry si era chinato a baciare
dolcemente Ginny, Ron aveva distolto lo sguardo da Hermione per
riempirsi il piatto.
- 'Mione, scusami, ma ieri
sera non sono riuscito a trovarti. -
- Non fa niente, Ron. Stavo
appunto dicendo a Ginny, che sono arrivata in ritardo e me ne sono
andata presto dato che non riuscivo a trovarvi. -
Mentre pronunciava quelle
parole, Hermione era concentrata nel fissare la sua tazza di tè.
Non era propriamente una bugia quello che aveva detto. In effetti lei
era arrivata in ritardo e lo aveva cercato per un po'.
Dieci minuti, forse.
- Non ho nemmeno visto da
cosa ti eri vestita – Intervenne Ginny.
- Oh, da angelo. -
C'erano
altri angeli, vero? Non sono stata l'unica? Merlino, per favore.
- Che coincidenza. Ron era
vestito da diavolo. Con forcone, coda, corna e tutto il resto. -
Le
corna di sicuro.
Ron, al suo fianco annuiva
mentre si riempiva la bocca di uova e salsicce.
- Ne ho visti quattro o
cinque in effetti, ma non ho pensato che potessi essere tu. -
Hermione scrollò le
spalle continuando a sorseggiare il suo tè.
- C'era una ragazza vestita
da angelo che ballava con Malfoy. Chissà chi era. -
Hermione per poco non si
strozzò. Tossì mentre Ron le batteva una mano sulla
schiena. Doveva andarsene prima che il discorso si facesse sempre più
compromettente. Afferrò una fetta di pane tostato e si alzò
dalla panca con la borsa dei libri sulle spalle.
- Io vado in biblioteca.
Voialtri cercate di non perdere tutta la domenica ma di studiare un
po'. -
Non aspettò una
risposta ed uscì impettita dalla sala grande, sforzandosi di
non voltarsi verso il tavolo di Serpeverde, dove avrebbe trovato un
paio di iridi grigie fisse su di lei.
Draco si era alzato
insolitamente presto quella mattina, con un pensiero fisso in testa.
Hermione Granger.
Merlino, aveva passato tutta
la sera con lei e l'aveva persino baciata!
Se glielo avessero detto
anche solo 24 ore prima, avrebbe riso alla sola idea. O avrebbe
lanciato un Cruciatus.
Che fosse diventata una
bella ragazza, lo aveva già notato, così come aveva
notato il fatto che non fosse più odiosa come un tempo. Certo,
loro due continuavano a lanciarsi frecciatine, ma ormai avevano perso
l'animosità di un tempo. La sera precedente, poi, era stata
una compagnia veramente piacevole e divertente. Se le bastava una
maschera per sciogliersi un po', gliene avrebbe regalata una da
portare tutti i giorni.
Draco ghignò
all'idea.
Non riusciva a capire perché
l'avesse baciata. Per tutta la sera aveva cercato di scoprire la sua
identità, avevano conversato piacevolmente stuzzicandosi a
vicenda e, proprio quando aveva capito chi era, l'aveva baciata.
Non aveva senso.
In quel momento sarebbe
dovuto scappare via, o perlomeno avrebbe dovuto fingere indifferenza,
darle la buonanotte e andarsene.
Invece era rimasto, l'aveva
baciata -per chissà quale ragione ancora da chiarire- e gli
era addirittura piaciuto!
Asserire che gli fosse
piaciuto era a dir poco riduttivo.
Era bastato un semplice
bacio per infiammargli le viscere. Aveva percepito calore, molto
calore e brividi di eccitazione lungo tutto il corpo.
Staccarsi da lei e andarsene
con indifferenza era stata una vera tortura, dato che il suo unico
desiderio era stato quello di prenderla, portarla in camera e fare
sesso tutta la notte. Per la foga che aveva, gli sarebbe andato bene
persino quel muro, non occorreva arrivare fino in camera.
Merlino, era una
Sanguesporco,
Grifondoro, secchiona, saccente e petulante, eppure, zittirla con un
bacio comportava innegabili vantaggi. A parte l'ovvio piacere del suo
silenzio, Draco aveva percepito l'arrendevolezza di Hermione, e ne
era rimasto intimamente compiaciuto. Certo, lui l'aveva colta di
sorpresa con quel bacio, ma la Granger aveva risposto immediatamente,
con foga e passione. Eppure, lei sapeva benissimo chi stava baciando.
Aveva passato tutta la serata conscia di essere in compagnia
di Draco Malfoy e non si era allontanata. Aveva ricambiato il suo
bacio con la piena consapevolezza della sua identità.
Ma
la Granger non sta con Lenticchia?
Probabilmente la storia era
al capolinea. Era già molto il fatto che una come Lei
avesse concesso a quel pezzente parte del suo tempo;
probabilmente aveva finalmente capito che razza di individuo fosse e
si era stancata.
Magari aveva una cotta per
lui e aveva usato la scusa del ballo per passare del tempo insieme
senza fargli sapere chi fosse, in modo che non iniziassero a
riempirsi, come al solito, d'insulti.
La sola ipotesi di poter
piacere ad Hermione Granger, lo riempiva di intimo piacere. Ne era
profondamente compiaciuto. Non sapeva ancora se la sua ipotesi fosse
vera, ma restava il fatto che lei aveva risposto con passione al suo
bacio; questa semplice constatazione bastò a ringalluzzirlo e
a farlo ghignare.
- Quando fai quella faccia
vuol dire che hai in mente qualcosa di diabolico. -
La voce di Blaise Zabini
fece capolino distogliendolo dai suoi pensieri.
- Oh sì, non sai
quanto. -
Hermione Granger era in
biblioteca ormai da ore, seduta al suo solito tavolo all'angolo,
circondata da libri, inchiostri e pergamene. Aveva faticato a
rimanere concentrata quel giorno. Ogni volta che la sua mente si
rilassava un attimo, le comparivano flash della sera precedente, in
particolare, della conclusione di serata.
Malfoy,
dannazione, sei una persecuzione anche quando non ci sei!
Il rumore di una sedia
strisciata sul pavimento e un'ombra davanti a sé, la
ridestarono dai suoi pensieri e la spinsero ad alzare il volto per
controllare chi si fosse permesso di sedersi al suo tavolo.
Parli
del diavolo...
- Malfoy, che ci fai qui? -
- Quello che ci fai tu
Granger. - rispose lui, ghignando - Studio. -
- E devi farlo proprio al
mio tavolo? -
- Sì, se sul tuo
tavolo sono stipati tutti i libri di pozioni che mi servono per
scrivere la relazione per Lumacorno. -
La spiegazione era
ragionevole, ma Hermione non ne era del tutto convinta. La sera prima
si erano baciati appassionatamente e temeva che, prima o poi, lui se
ne sarebbe uscito con qualche infelice battuta a riguardo, ma era
inutile preoccuparsene prima del tempo. Non
era la prima volta che studiavano insieme, da quando la preside
McGranitt aveva attuato la politica di “collaborazione fra
case” e li aveva messi in coppia, perciò Hermione
decise di fare finta di niente e di continuare i propri compiti.
- Prendi pure i libri che ti
servono, io ho appena finito e sto scrivendo la relazione di Difesa
Contro le Arti Oscure. -
- Quella sui Patronus? -
Hermione annuì e,
visto che lui sembrava non voler dire altro, lei tornò a
concentrarsi sulla sua pergamena. Ogni tanto le veniva
un'inspiegabile voglia di alzare lo sguardo verso di lui ma si
tratteneva.
A
che pro farlo? E se l'avesse beccata a guardarlo?
Hermione si sentiva a
disagio ad avere Draco così vicino, lui dal canto suo sembrava
assolutamente tranquillo e sereno mentre scriveva la relazione.
Hermione scosse il capo e
tornò a concentrarsi sui suoi libri.
Draco, in realtà, si
era accorto del disagio di lei e intimamente ne sogghignava senza
osare mostrarlo. Sapeva che, altrimenti, Hermione si sarebbe
infuriata e se ne sarebbe andata, mentre era molto più
interessante osservare le sue reazioni alla loro vicinanza.
Sapeva che lei stava
pensando al loro bacio e che era agitata per mille motivi.
Sicuramente per il tradimento nei confronti di Weasley, ma
soprattutto per l'attrazione provata.
Anche se avesse voluto
negarlo a sé stessa, non avrebbe potuto. Era palese
l'esistenza di un legame fra loro. Persino con le maschere erano
riusciti a trovarsi e a riconoscersi. Certo, Draco ci aveva messo un
po' di più, ma alla fine si erano baciati e se lei non fosse
stata attratta da lui, non avrebbe ricambiato in quel modo.
Sicuramente
Weasel non l'ha mai baciata così.
In effetti, a ben pensarci,
da quando erano tornati a scuola, non aveva visto molte effusioni tra
quei due. Sembrava che fossero gli amici di sempre e, se non fosse
per il fatto che ogni tanto si tenevano per mano, lui non avrebbe mai
detto che fossero una coppia.
Se
stessi con lei col cavolo che mi limiterei a tenerla per mano.
Draco incurvò le
labbra in una leggera smorfia a quel pensiero e agli altri che
inevitabilmente aveva portato alla mente.
Se solo l'anno precedente
qualcuno gli avesse detto che sarebbe stato attratto da Hermione
Granger, lo avrebbe senza dubbio cruciato, eppure, al momento, non
poteva negare che un certo interesse reciproco esisteva eccome.
Sarà che erano
entrambi Capiscuola e spesso si ritrovavano a fare la ronda insieme;
sarà che passava interi
pomeriggi a studiare con lei, da quando i professori avevano deciso
di accoppiare, durante le lezioni, studenti di case diverse e lui era
capitato con la Granger; sarà che durante il tempo che
passavano insieme, lui aveva smesso di insultarla, e lei si era
ammorbidita e, di conseguenza, avevano iniziato a parlare civilmente,
lasciando scoprire i lati positivi dei reciproci caratteri all'altro;
sarà che si sentiva un cretino e che sarebbe stato meglio
chiudere il discorso mentale prima di farlo degenerare.
Draco ed Hermione passarono
il resto della giornata a studiare e a lanciarsi occhiate di tanto in
tanto, finché non divenne buio e non arrivò l'ora di
andare a cena. Si alzarono quasi in sincrono dal tavolo, rimisero a
posto i libri, presero le borse ed uscirono insieme dalla biblioteca
diretti alla Sala Grande.
Hermione continuava a
ripetersi che doveva stare tranquilla, che stavano camminando
affiancati per il semplice fatto che erano diretti entrambi nello
stesso posto e che doveva smetterla di immaginare le labbra di Draco
sulle sue.
- Sei silenziosa stasera,
Granger. -
Lei scrollò le spalle
indifferente.
- Riflettevo. -
- Su cosa? -
Sul
fatto che vorrei che mi baciassi di nuovo, per Merlino!
- Tutto e niente in realtà.
-
Draco aveva il suo solito
ghigno stampato sulle labbra.
- Magari stasera mi renderai
partecipe delle tue riflessioni. -
- Stasera? -
- E' domenica. Abbiamo la
ronda insieme. -
Io
e lui, in giro per il castello deserto, di notte, da soli. Oh
Morgana...
Hermione quella sera era
irrequieta. Continuava a pensare che avrebbe passato due ore in giro
per il castello, sola con Malfoy.
Certo,
non era la prima volta che facevano la ronda insieme, anzi, da quando
erano tornati a scuola erano stati costretti a passare parecchio
tempo in reciproca compagnia e, doveva ammettere che, ultimamente, lo
trovava quasi
piacevole; però
quella sera sarebbe stata la prima dopo il ballo in maschera e,
soprattutto, dopo quel bacio. Merlino, se solo ci pensava le sue
guance prendevano fuoco.
Sapeva che Malfoy era
imprevedibile e che, il semplice fatto che quel pomeriggio in
biblioteca avesse fatto finta di nulla, non implicava che non avrebbe
fatto allusioni al bacio, ma
gestire Malfoy e le sue stupide battute non era mai stato un problema
per lei. Il vero problema era capire perché non lo
avesse allontanato, perché avesse risposto con tanta passione
e soprattutto, perché desiderasse ardentemente ripetere
l'esperienza.
Malfoy l'attraeva parecchio,
ma lei era ancora fidanzata. Avrebbe dovuto parlare con Ron al più
presto. Indipendentemente da cosa sarebbe successo in futuro tra lei
e Malfoy, avrebbe comunque dovuto lasciare Ron. L'aveva tradito, era
attratta da un altro e, quando stava con il suo ragazzo, non sentiva
niente.
Nessuna passione, nessuna
attrazione, solo tanto affetto, ma certamente non amore.
- Granger stai bene? -
Quelle parole la riscossero
dai suoi pensieri e, alzando gli occhi, si trovò il viso di
Draco a pochi centimetri dal suo. Sobbalzò per lo spavento e
arrossì per il dejavù.
- Accidenti a te Malfoy, ti
sembra il caso di comparire così all'improvviso? -
Draco ghignò.
- Veramente è da
cinque minuti che ti stavo chiamando, ma non mi hai sentito. -
- Stavo riflettendo. -
- Sei piuttosto riflessiva
oggi, Granger. -
- Io sono sempre riflessiva.
- rispose lei piccata.
- Si ma oggi lo sei
particolarmente. Più che altro mi sembra che la tua mente sia
altrove. -
- Sì, beh,
evidentemente ho un sacco di cose a cui pensare. -
Draco ghignò
nuovamente. Era certo di sapere a cosa lei stesse pensando.
- Se mi rendessi partecipe
dei tuoi pensieri, magari potrei aiutarti a fare chiarezza. -
Oh,
sicuramente.
- Apprezzo l'offerta Malfoy,
ma è meglio lasciar perdere. Se vuoi fare conversazione,
cambiamo argomento. -
- D'accordo. Allora parliamo
di ieri sera. -
Hermione girò il
volto di scatto verso Draco.
- Che cosa vuoi sapere di
ieri sera? -
Draco ghignò e si
avvicinò ad Hermione che, a sua volta, indietreggiò
impercettibilmente.
- Da cosa eri vestita ieri
sera? -
Menti
Hermione, menti.
- Da diavolo. -
Draco inarcò un
sopracciglio.
- E sai io da cosa ero
vestito? -
- Da te stesso. -
Draco ghignò ed
Hermione capì di aver fatto un errore. Quella era una cosa che
le aveva rivelato lui la sera precedente.
- Voglio dire, eri vestito
di nero e non mi pare che fosse particolarmente differente da ciò
che indossi di solito. -
Hermione lanciò
un'occhiata significativa alla camicia e ai pantaloni di Draco,
sperando di averlo convinto.
- Mi hai osservato bene. -
Lei alzò le spalle
con indifferenza.
- Era difficile non notarti.
Eri uno dei pochi facilmente riconoscibile. -
- Al contrario di te. -
Hermione si morse le labbra
per evitare di sorridere.
- Si, mi sono mascherata
bene. -
- E avrai passato tutta la
sera a ballare con Weasel, immagino. -
- Ron non balla. - il che
non era una bugia. Ron, effettivamente, detestava ballare e lei non
era nemmeno sicura che sapesse farlo.
- Allora immagino che avrai
trovato qualcun altro che ti facesse ballare. -
Hermione scrollò le
spalle con studiata indifferenza, mentre si mordeva le labbra per non
scoppiare a ridere. Sapeva dove Draco voleva andare a parare e, anche
se non era del tutto sicura di essere pronta ad affrontare
l'argomento, le veniva da ridere per tutti quei discorsi che giravano
intorno al vero punto della questione.
- Anche tu hai ballato per
tutta la sera. Volevo venire a salutarti ma mi sembravi troppo
impegnato a volteggiare con una bella bionda. -
- Saresti dovuta venire. Non
ti avrei negato un ballo. -
- Lo terrò presente
per il ballo di Natale. -
Draco, per metà
divertito e per metà irritato, la prese per le spalle e la
fece voltare verso di sé.
- Basta giocare adesso
Granger. -
- Che cosa vuoi fare allora,
Malfoy? -
- Un esperimento. -
E la baciò.
Draco si avventò
sulle labbra di Hermione, già socchiuse e pronte per lui, e fu
di nuovo fuoco.
Succhiò il labbro
inferiore della ragazza, mordicchiandolo leggermente. Hermione
gemette e Draco insinuò la lingua nella sua bocca per
approfondire il bacio.
Le sue mani mollarono
leggermente la presa su di lei, certo che non si sarebbe allontanata,
e scivolarono lungo le sue braccia, fino a raggiungere la sua vita
per trarla a sé. Le mani di Hermione, intanto, si erano
poggiate sul petto di Draco, per poi salire lentamente, accarezzando
i pettorali e le spalle, cingendolo dietro al collo e insinuando le
piccole dita tra i suoi crini biondi e morbidi.
Draco trovava rilassante e
al contempo eccitante che lei gli toccasse i capelli e approfondì
ulteriormente il bacio, stringendo maggiormente una mano sui fianchi
morbidi di lei e facendo risalire l'altra lungo la schiena fino a
posarla sulla nuca.
Hermione, stretta tra le sue
braccia, poggiò il capo sul suo braccio, per essere più
comoda, e incavò le guance, rendendo il bacio sempre più
profondo e languido. Si era lasciata andare completamente tra le
braccia del ragazzo, senza pensare a nulla, ma godendosi
semplicemente il momento. Il suo profumo fresco e al contempo
pungente la inebriava, le sue labbra morbide la facevano sciogliere e
le sue mani lasciavano scie di fuoco al loro passaggio lungo il suo
corpo.
Quando respirare divenne una
necessità pressante, Draco si staccò lievemente da
Hermione, lasciandole un paio di piccoli baci a stampo sulle labbra e
continuando a stringerla tra le braccia, mentre lei seguitava a
giocherellare pigramente con i suoi capelli, tenendo gli occhi chiusi
e godendosi quel dolce torpore.
- Sei una pessima bugiarda,
sai Granger? -
Lei aprì gli occhi,
si scostò leggermente per poterlo guardare in viso e aggrottò
le sopracciglia.
- Decisamente ieri sera non
sei stata con Lenticchia e non eri vestita da diavolo. -
- Lo sapevi che Lucifero, in
origine, era l'angelo più bello del paradiso? Poi si ribellò
a Dio e cadde dal cielo venendo spedito all'inferno. -
Draco scoppiò a
ridere ed Hermione ne rimase affascinata. Non l'aveva mai visto
ridere di gusto, al massimo sogghignare malignamente, ed era un vero
peccato perché quando rideva era bellissimo, persino più
del solito.
- Sei già caduta
all'inferno, Granger? -
- Ci sono dentro
completamente. -
Draco sorrise, le diede un
bacio sulla tempia e, tenendole un braccio intorno alle spalle,
ricominciò a camminare.
Hermione, per un po', tacque
rimuginando sull'accaduto, mentre Draco faceva finta di nulla, anche
se, spesso, le lanciava occhiate di sbieco, per studiare le diverse
espressioni del suo viso. Quando era pensierosa, si mordicchiava
sempre il labbro inferiore e, di tanto in tanto, aggrottava le
sopracciglia per poi distenderle di nuovo dopo poco.
- Il tuo esperimento ha
avuto i risultati che speravi? -
Draco annuì
cautamente.
- E hai intenzione di
ripeterlo di nuovo? -
- Assolutamente. -
Hermione si lasciò
sfuggire un sorrisino, per poi sospirare.
- Devo parlare con Ron. -
- Dei miei esperimenti? -
- Più o meno.
Indipendentemente dalla... frequenza e dalla costanza dei tuoi
esperimenti, devo prima sistemare le cose con lui. Gli voglio bene e
non si merita una torto simile. -
Draco annuì e strinse
maggiormente la sua mano sulla spalla di lei. Continuarono la ronda
in silenzio, godendo della reciproca compagnia e al termine, lui la
riaccompagnò fino alla torre.
- Grazie per essere venuto
fin qui. -
- Sono un gentiluomo,
Granger. -
Lei sorrise. Gli mise le
mani sulle spalle e, alzandosi in punta di piedi, gli baciò
lievemente la bocca succhiandogli dolcemente le labbra.
- Buonanotte Malfoy. -
- Sogni d'oro, Granger. -
ANGOLO
AUTRICE: Questo avrebbe dovuto essere
il capitolo conclusivo. Per vostra fortuna (o sfortuna),
ho pensato di allungare un po' la storia, in modo da lasciar
partecipare anche Ron, Harry, Ginny e altri personaggi. Va bene
baciare Draco, ma Hermione, in teoria, è ancora fidanzata e
deve sistemare le cose. Vedremo in che modo.
Ho
scritto in azzurro i pensieri fatti dai protagonisti in prima
persona, dato che, in genere, scrivo in corsivo non solo i pensieri
ma anche alcune parole rilevanti. Non so se sia utile, ma alla
ventordicesima rilettura mi è venuta questa idea.
Sto
scrivendo il terzo capitolo e non so ancora dove mi porterà la
storia dato che, in genere, i personaggi hanno la tendenza a
sfuggirmi di mano. Questo capitolo, ad esempio, nella mia testa, non
era così, poi però, i personaggi hanno preso il
sopravvento.
Vi
chiedo solo di avere un pochino di pazienza, perché
difficilmente riuscirò a pubblicare tra sette giorni esatti.
Sono nel bel mezzo della sessione d'esami universitari e il tempo
scarseggia. Farò il prima possibile!
Grazie
a chi ha letto fino a qui.
Grazie
a chi deciderà di continuare a leggere.
Grazie
a chi mi lascerà un commento, un'opinione, un apprezzamento o
una critica.
Grazie
a chi mi ha lasciato un commento nel primo capitolo. Non pensavo che
ne avrei ricevuti così tanti ed è proprio grazie a
quelli che ho deciso di provare a scrivere ancora.
Grazie
a tutti!
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