Memorie di una vita passata ad inseguire le stelle di ghirigoro (/viewuser.php?uid=90506)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il concerto ***
Capitolo 2: *** The lake ***
Capitolo 1 *** Il concerto ***
Memorie di
una vita passata ad inseguire le stelle
Scrivo queste
memorie perchè possa dire, un giorno, di non aver dimenticato niente.
Ti ricordi come
ci siamo conosciuti?
Io sì.
La mia amica Mary aveva
una cotta per Jimmy Page, e in qualche modo era
riuscita ad avere i pass per il backstage, e mi aveva costretta ad
andare con lei al vostro concerto.
Lei continuava ad
urlare e a piangere, aveva cominciato già in
macchina, mentre guidava (non so come abbiamo fatto ad arrivare tutte
intere allo stadio), e a metà concerto non aveva ancora finito.
Eravate fantastici.
All'epoca non avevo
ancora trovato una band che mi piacesse veramente, e in un attimo mi
ero innamorata di voi.
Mary si era già scolata
tre birre per l'ansia e strillava le
parole delle canzoni, sempre piangendo, così mi ero allontanata
per sentire meglio.
La tua voce... ero come
ipnotizzata, non riuscivo nemmeno a pensare ad
altro, ma le quinte erano così affollate che non riuscivo a
vedere nemmeno il pubblico, figuriamoci voi.
Passai il concerto più
bello della mia vita a chiedermi quale dio avesse una voce così
stupenda.
In un attimo lo show
era finito, e voi stavate salutando il pubblico.
Non so come fece, ma
Mary mi trovò e mi trascinò nei
camerini (come se potessi esserle d'aiuto per rimorchiare Jimmy) e
mentre entravo mi sbatté contro il vostro batterista, e mi
pietrificai per l'imbarazzo.
Dentro quello che
sembrava essere un salotto c'erano solo lui e Jimmy,
quindi mentre la mia amica si attaccava come una sanguisuga al vostro
chitarrista cominciai a parlare con Bonzo. Scoprii subito quanto quel
tipo fosse fulminato: dopo nemmeno due minuti stavo ridendo fino alle
lacrime ed inciampai all'indietro.
Su di te, che stavi
entrando.
Eri a petto nudo ed eri
sudato, e avevi sorriso dicendomi di stare attenta. Avevi dei pantaloni
di pelle attillati e dovetti fare un grande sforzo per distogliervi lo
sguardo.
Spiccicai qualche
scusa, incapace di articolare un pensiero diverso da "Oh mio
Dio, quanto è bello!", e tornai a parlare con
Bonzo, spiandoti con la coda dell'occhio e sperando di evaporare.
John era piuttosto
scocciato: credo che ci avrebbe volentieri provato
con me se non fosse stato per la mia improvvisa botta di ormoni nei
tuoi confronti.
In ogni caso il buon
Bonzo non avrebbe fatto centro lo stesso: avevo un ragazzo, Nick, un
completo idiota molto bravo a letto.
Vedendomi distratta,
comunque, Bonzo se ne andò, e così
rimasi impalata a fissare Mary che pomiciava con Jimmy, supplicandola
telepaticamente di portarmi via. Ma chiaramente niente, niente, l'avrebbe convinta ad
alzarsi da quel divanetto.
Poi, per chissà quale
motivo, ti avvicinasti e mi chiedesti se volevo qualcosa da bere, e per
poco non mi misi ad urlare.
Ti risposi che mi
andava bene qualsiasi cosa, e che il concerto mi era
piaciuto da morire, sebbene le due cose non c'entrassero niente tra
loro: ero troppo agitata per riuscire a fare un discorso che filasse.
Mi porgesti una
lattina e ringraziai il cielo per non aver rovesciato la birra, visto
come mi tremavano le mani.
Ci sedemmo sul
divanetto, abbastanza lontani da Mary e Jimmy, vicini.
Sentivo la tua gamba strusciare contro la mia, pelle nera contro jeans,
ed avevi un buon odore.
Cominciammo a parlare,
saltavi da un argomento all'altro e io ti
seguivo a ruota, perchè tutto ciò che volevo era essere lì a parlare
con te.
Forse non avevi idea di
quanto fossi eccitante, e tra una parola e l'altra mi sfioravi le
braccia e i fianchi, facendomi morire.
Stavo andando in
fibrillazione e mi sforzavo di non sorridere come
un'ebete ogni volta che aprivi bocca, e fu davvero difficile non
saltarti addosso.
Non sapevo neanche il
tuo nome.
-Robert, io e Maddy
andiamo di là.-
Era stato Jimmy ad
interromperti, mentre mi parlavi delle tue canzoni, ed ammutolii.
Quando sparì in una
stanza con la mia amica, sbuffai scioccata.
-Si chiama Mary.-
sibilai, e tu ti mettesti a ridere.
Mi dicesti di lasciar
perdere il tuo amico e mi chiedesti quale fosse il mio, di nome.
-Judith.-
Lo ripetesti,
scandendone le lettere, per un attimo che durò
tantissimo, e mi innamorai del modo in cui lo pronunciavi, con quella
voce magnifica.
D'improvviso la stanza
si fece calda, e la tua gamba contro la mia bollente.
Non so nemmeno come ci
finimmo, nella tua stanza all'hotel, ricordo
solo le tue mani sulla mia pelle, i tuoi capelli che mi sfioravano il
petto e la tua voce, così calda e suadente, che si insinuava nella mia
mente.
E quella era la prima
volta che ti vedevo.
Non so te, ma quando mi
svegliai ero completamente sconvolta.
Quella mattina sarei
dovuta essere a casa mia, con quell'idiota di Nick, con Mary ubriaca
addormentata sul divano.
Invece ero nel tuo
letto, con te... beh, Mary ubriaca sul divano c'era, ma il divano era
di Jimmy.
Non riuscivo a
crederci. Era veramente tuo quel braccio che mi cingeva
le spalle, era tua la cascata di ricci biondi sul cuscino?
Sì.
Dio benedica Mary
Stuart e le sue cotte.
Rimasi un bel po' a
guardarti, finché non ti svegliasti.
Ricordo che entrava
poca luce dalle finestre e ti colpiva in pieno viso, tanto che non
riuscivi ad aprire bene gli occhi.
Cominciasti a parlare
di un sogno che avevi fatto, e dicesti che quella situazione (io e te a
letto, accecati dalla luce) te lo ricordava terribilmente.
Non feci in tempo a
rivestirmi che già mi stavi offrendo una pasticca.
Ti dirò la verità, la
presi solo perchè volevo fare la grande, non volevo sembrarti una
bambina, e poi mi fidavo di te, altrimenti non l'avrei mai, mai
nemmeno toccata.
Appena due secondi dopo
averla mandata giù cominciai a stare male: ti chiedo ancora scusa per
averti vomitato sulle lenzuola pulite.
E quella era la mia
prima esperienza con la droga.
Mi portasti a casa mia
quella sera, dopo esserti preso cura di me perchè ti dispiaceva che
stessi male per colpa tua.
Passai due giorni
interi a vomitare e a stare male, Nick credeva fossi incinta e
coninuava a rompermi.
Ero arrivata ad un
punto di non-sopportazione così critico che lo mandai al diavolo e lo
sbattei fuori di casa: probabilmente fu la cosa più intelligente che
avessi fatto durante quel mese, dopo essere venuta al vostro concerto,
chiaramente.
Quando finalmente
cominciai a stare meglio Mary mi piombò in casa dicendo che i Led
Zeppelin ci avevano invitate di nuovo da loro.
Il fato mi
sorrideva così spesso, in quei giorni, che doveva avere una paralisi
facciale.
Quella sera arrivammo alla villa che avevate affittato leggermente in
ritardo: avevo passato venti minuti buoni a urlare a Mary di uscire dal
mio bagno e di muoversi, ma lei doveva truccarsi! Come al solito si
era ridotta a fare le cose all'ultimo.
Eravamo eccitate, lei perchè poteva rivedere il suo adorato Jimmy (che
se l'era fatta e poi l'aveva mandata via) e io perchè potevo vedere te.
Avevo messo uno dei miei vestiti migliori, ti ricordi? Verde scuro,
corto e scollato.
Quando entrammo Mary ebbe una crisi isterica: e se Jimmy non ci fosse
stato? E se non l'avesse guardata nemmeno? E se avesse preferito stare
con tutte quelle altre ragazze che c'erano?
Cercai di confortarla, anche se anche io ero preoccupata per le stesse
ragioni.
Ricordo che il vedere tutte quelle ragazze intorno ai tuoi amici mi
fece arrabbiare molto.
Avevo una visione molto egoistica di quello che desideravo: volevo te,
mio e basta.
Pggi penso che fosse un concetto abbastanza infantile, scontato e anche
poco realistico: tu eri una rockstar. dannazione, era ovvio che le groupies ti
sciamassero intorno come api.
Insomma, ero io contro mezzo miliardo di puttane.
Beh, questo almeno era il modo in cui le vedevo, specialmente in
quell'occasione, dopotutto presto imparai che non erano proprio tutte puttane. Anche se la
maggior parte... Ma ci arriveremo.
Una di queste... signorine si avvicinò a me e a Mary e ci chiese chi ci
avesse invitate.
Mary diventò rossa, ed assunse una posizione da guerriera: petto in
fuori, mento alto, pugni serrati.
Cavolo, credevo che l'avrebbe picchiata.
E invece, con una calma quasi incredibile, rispose fieramente che era
stato Robert Plant.
Ero certa che fosse stato Jimmy, e
invece... Stavo per mettermi a gridare per la felicità.
Tu volevi rivedermi, allora!
C'era solo un problema: dove diavolo eri?
La ragazza ci portò in giardino, non era molto illuminato (suppongo
fosse per aumentare l'atmosfera "sesso-ovunque")
e lì c'erano altre ragazze, sedute intorno ad un falò, a cantare qualcosa di abbastanza stonato
accompagante dalla chitarra di Jimmy.
Inutile dire che Mary si fiondò a cantare a squarciagola praticamente
addosso a lui.
Page sembrava abbastanza divertito: anche lui aveva colto quella vena
di ridicolo nell'adorazione senza freni della mia amica.
Non riuscendo a concentrarmi sul coro di voci (ognuna sembrava cantare
una canzone diversa), mi misi a fissare gli alberi, mentre chiaccheravo
con due o tre ragazze sul concerto di qualche giorno prima, quello a
cui ero venuta.
All'improvviso ti vidi spuntare dagli alberi, ctretto tra tre ragazze,
e, mio Dio, mi incazzai da morire.
Avrei voluto strappar via Mary dal braccio di Jimmy, ma visto che al
chitarrista quell'arto serviva per guadagnarsi da vivere me ne andai da
sola.
Sono sicura di aver spaventato quelle poverette che fino ad un secondo
prima mi stavano parlando.
Mentre camminavo furiosa attraverso il salotto urtai un ragazzo con i
capelli a caschetto: gli feci rovesciare mezzo bicchiere per terra.
A quanto pare sbattere contro i componenti dei Led Zeppelin era la cosa
che mi riusciva meglio.
Così, mentre mi scusavo mortificata con John Paul Jones qualcuno mi
passò una mano sulla schiena.
Mi girai ed eri tu, con un sorriso che ti andava da un orecchio
all'altro.
-Sei venuta!-
Se prima volevo prenderti a schiaffi, adesso non vedevo l'ora di stare
con te.
Ok sono
abbastanza sconvolta da ciò che il mio cervello ha partorito.
Spero che
nessuno mi manderà squadre di assassini a casa Q _ Q
Se vorrete
insultarmi a morte o farmi sapere che ne pensate, sappiate che non
aspetto altro che qualche commentino!
Arrivederci! |
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Capitolo 2 *** The lake ***
Quella
situazione sfiorava i limiti del ridicolo. Dio, lo squalo?! Mi stavano
prendendo per il culo?!
Ho
un ricordo nitido di quel che successe dopo che venisti da me.
Mi portasti in giardino,dove le altre ragazze mi lanciavano occhiatacce
inviperite, e
cominciasti a parlare di quello che avevi fatto in quei giorni, delle
canzoni che avevate modificato, di quello che Jimmy e Bonzo avevano
detto e fatto.
Quando ti chiesi di Jones mi sorridesti, dicendo che di lui non c'era
mai niente da dire, perchè era così assorbito dai suoi
complicati ragionamenti da sparire senza rendersene conto.
A me invece era sembrato solo timido: era arrossito e mi aveva chiesto
se mi ero bagnata, senza mai guardarmi in faccia.
In ogni caso, non rimasi troppo tempo a riflettere su John,
perchè ciò che mi raccontavi era molto più interessante.
Era buio pesto e mi aggrappavo al tuo braccio per non andare a sbattere
contro gli alberi, e tu ridevi quando inciampavo nelle radici sporgenti.
Non so per quanto camminammo, forse un quarto d'ora, finché non mi
fermasti.
Le luci della villa erano sparite, e non avevo la più pallida idea di
dove fossimo.
-Qua vicino c'è un lago, ti va di fare il bagno?- mi chiedesti.
Certo che mi andava, così mi portasti sulla riva oltre gli alberi e ci
spogliammo.
Mio Dio, certo che ero proprio incosciente da giovane! Non mi facevo
alcun tipo di problemi a togliermi i vestiti... o almeno non per te.
L'acqua era abbastanza fredda, sebbene avesse fatto caldo per tutto il
mese, e, immersa fino alle spalle, non riuscivo a vedere oltre il
reggiseno.
Ti tuffasti come un bambino, e vidi sparire in quelle acque scure i
tuoi capelli biondi.
Mi chiesi quante altre avessero visto la stessa scena, lì al lago.
Stranamente la cosa non mi diede molto fastidio, insomma, ero già
fortunata ad essere lì.
Decisi che invece di tormentarmi mi sarei goduta ogni momento con te,
senza mai fare scenate patetiche.
Però i secondi passavano, e tu non riaffioravi.
Cominciavo a preoccuparmi, finché non sentii l'acqua muoversi dietro di
me.
Ritornai
a riva per raggiungerti, e ti trovai con Jimmy, che se ne stava
sdraiato sulla sabbia con un braccio a coprirsi gli occhi.
Ti stava dicendo che "quella Mary"
lo stava spaventando.
Appena si accorse di me si zittì e si tirò su, ma avevo sentito tutto.
Jimmy mi ha sempre rinfacciato quello che dissi in quel momento.
-Sei il suo idolo, non puoi pretendere che stia calma quando sei a
pochi centimetri da lei!-
Se avessi saputo tutta la storia, e cioè che Mary lo aveva
chiamato circa venticinque volte per farsi invitare quella sera e che
aveva appena spintonato una ragazza perchè gli stava troppo vicina...
beh sarei stata zitta.
Ma non lo sapevo, e la difesi strenuamente.
Mary,
in fondo, era una delle mie migliori amiche, e sebbene avessi intuito
un qualcosa di esagerato nel suo interesse per mr. Page non mi era mai
passata per la mente l'idea che potesse essere... soffocante?
Ci
fu una lunga pausa, e cominciai a credere che il mio ardore stesse
diventando oltremodo imbarazzante, e tu di punto in bianco invitasti
Jimmy a nuotare con noi, e lui accettò.
A
ripensarci la presi molto bene, direi proprio che ne
fui entusiasta... diciamo che lo vidi come un'occasione per
conoscere meglio sia te che Jimmy.
Quel
ragazzo mi incuriosiva, aveva qualcosa... non so come definirlo. Come
qualcosa di familiare.
Avevo
comunque quella strana sensazione allo stomaco di quando si sa di aver
perso un'occasione unica, ma la scacciai subito e vi raggiunsi al largo.
Jimmy
era abbastanza cinico: criticava le groupies, il loro comportamento, e
non risparmiava frecciatine dirette a Mary e a me.
Tu mi
facevi l'occhiolino e ridevi, invitandomi a non accogliere la
provocazione.
Ad aggravare la situazione, arrivò subito un gruppetto di ragazze, che
cominciarono a strillare, si spogliarono -almeno io l'intimo ce l'avevo addosso-
e si gettarono in acqua.
Mentre ti circondavano, spruzzando acqua tra risate squillanti, non
sembrarono notare granché Jimmy, anche perchè si era
subito allontanato.
Osservavo
il vostro gruppetto con un sopracciglio alzato.
Alcune
di loro facevano finta di scappare, e tu le inseguivi e le afferravi.
Strillavano "Aah lo squalo!" e
si dimenavano nell'acqua come se fossero fuori di testa.
Quella situazione sfiorava i limiti del ridicolo. Dio, lo squalo?! Mi
stavano prendendo per il culo?!
So solo che è una vera fortuna che nessuno di noi tre sia annegato.
Alla
fine decisi di seguire Jimmy: ero contrariata e volevo chiedergli che
diamine avesse contro di me.
Lo ritrovai a galleggiare a pancia in su, ad occhi chiusi.
Gli
chiesi se avessi fatto qualcosa di male, ma nemmeno si voltò: rimase
lì, a fare il morto nell'acqua scura.
Decisi di non muovermi e di aspettare. Non avrebbe di certo potuto
ignorarmi per sempre, no?
-Voglio che la tua amica non si faccia più vedere. Devi dirglielo tu.-
disse improvvisamente.
-Come devo dirglielo io?! Hai idea di com'è isterica?!-
-Sì, mi ha chiamato venticinque volte per convincermi ad
invitarla, una volta si è presentata a casa di Bonzo e poco fa,-
si voltò a guardarmi, tornando in piedi nell'acqua; -poco fa ha
spinto via Grace perchè mi stava troppo vicina. Quella è
pazza!-
Scoppiai a ridere: aveva un'espressione esilarante, ed aveva
gesticolato per tutto il tempo!
Va bene, ci avrei parlato io, addolcendo la pillola chiaramente.
Tu eri venuto a cercarmi, ti ricordi?
Ecco, arrivasti proprio in quel momento, quando gli stavo promettendo
che ci avrei pensato io a Mary.
Avevi una ragazza allacciata al collo, e me la presentasti: era
Maureen, ed aveva origini indiane. Era bellissima, e sembravi
entusiasta di lei.
Mi sorrise, in fondo non era come le altre, che si sarebbero di certo
vantate.
Ma già dal primo momento che la vidi capii che aveva qualcosa
che io non avrei avuto mai, solo che non sapevo ancora cosa.
Jimmy ti osservava silenzioso, con un sorriso rassegnato nascosto
nell'acqua: mi disse più tardi che era come se tu vivessi in
simbiosi, con le groupie. Come un tronco con il muschio, o un anemone
con i pesci.
Eri fatto per amare, con il corpo e con il cuore.
Diamine, come era poetico quel ragazzo! Peccato che fosse così stronzo.
Ma torniamo al lago: tu e Maureen vi metteste a parlare di magia e
rituali, ed io ascoltavo in silenzio mentre Jimmy mi intrecciava le
ciocche.
Non sapevo se mi desse più fastidio il fatto che stessi parlando con lei di cose che io non
conoscevo o il fatto che il tuo amico mi tirasse apposta i capelli,
ridendosela sotto i baffi.
All'improvviso avesti uno dei tuoi attacchi di amore
incondizionato, ti girasti e rimanesti a lungo a guardarmi, sorridendo.
Maureen tacque e mi guardò male, intuendo di non essere più degna di
attenzione.
Non ricordo neanche di averla vista andare via, so solo che dopo un po' non c'era più.
-Sei bellissima, Jude!-
Mi baciasti, trascinandomi sott'acqua per l'impeto.
Jimmy scoppiò a ridere, con i suo modi pacati e silenziosi.
Ti propose qualcosa all'orecchio, e ti vidi fare un largo sorriso,
mentre lui scivolava dietro di me e mi accarezzava la schiena.
Non so come fosse potuto succedere quello che accadde dopo.
So solo che è una vera fortuna che nessuno di noi tre sia annegato.
Hello, miei cari lettori!
Non mi avete ancora mandata a quel
paese, meno male!
Mi aspettavo una folla inferocita
sotto casa, davvero!
Ringrazio di cuore tutti quelli
che hanno letto, seriously, mi avete fatta felice * *
E grazissimo anche a chi non mi ha
insultato nelle recensioni, nel capitolo precedente!
Thaaank you all!
|
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