Love Can Touch Us One Time And Last For A Lifetime

di K y u H i M e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incrociarsi - La Nave Dei Sogni O Degli Incubi? ***
Capitolo 2: *** Sotto Quel Cielo Così Simile ***



Capitolo 1
*** Incrociarsi - La Nave Dei Sogni O Degli Incubi? ***


Premessa: Questa storia prende liberamente spunto da 'Titanic' uno dei miei film preferiti e che ho avuto modo di rivedere quelache settimana fa. Racconta le vicende avvenute in esso però rivisitate e in chiave 'UlquiHime'.
Alcuni avvenimenti verranno modificati e adattati al contesto Bleach.
Spero davvero che vi piaccia!




Hueco Mundo 10 aprile 1912

 

"Ulquiorra?" chiamò una profonda voce maschile.
 

"Sì, Aizen-sama?" rispose un’altra, con tono inespressivo.
 

"Voglio che sia tu ad accompagnarmi durante questa missione" replicò il primo.
 

"Come preferite, Aizen-sama. Posso solo sapere di che cosa si tratta?" continuò il secondo, sempre senza cambiare intonazione.
 

"Effettueremo un viaggio sul transatlantico che porta il nome di 'Titanic', il più lussuoso mai costruito fino ad oggi. Là incontrerò la mia futura sposa, Inoue Orihime, che mi farà conoscere i pochi parenti che le restano e molte delle persone dal lei frequentate." Spiegò Aizen.
 

"Sì, Aizen-sama" fu la risposta di Ulquiorra.
 

"Non mi chiedi nemmeno perché io sia interessato a quella donna! È questo il vero motivo per cui esigo che sia tu il mio accompagnatore! Sei sempre così discreto… in ogni caso, desidero convolare a nozze con lei nel mondo degli umani solo ed esclusivamente per i suoi sublimi poteri. Una volta divenuta mia moglie potrò disporre di lei in ogni modo e nessuno troverà sospetto il fatto che sparisca insieme a me. Così facendo limiteremo le incursioni a Hueco Mundo da parte della Soul Society, dal momento che non potranno accusarmi di rapimento, eviteremo di perdere molti dei combattenti migliori e il mio piano potrà finalmente avere inizio!"


Ulquiorra rimase in silenzio. Non gli andava particolarmente di passare tutto quel tempo circondato dalla peggiore spazzatura, però era anche vero che non poteva in alcun modo disobbedire agli ordini di Aizen.
 

"Forza, è ora di muoversi" gli intimò il suo padrone. "Questo è il tuo biglietto." Continuò porgendoglielo.
 

"Comportati bene sulla Terra, in modo da non destare sospetti sul mio conto, poi quando verrà il momento potrai avere tutte le anime che vuoi." Si raccomandò.
 

"Sì, Aizen-sama."

 

Southampton 10 aprile 1912
 

"Forza, Orihime, vieni!" disse la voce roca di una donna. A quelle parole una ragazza dai capelli rossi lucenti scese dall’auto goffamente e tenendo sempre lo sguardo fisso al terreno.
 

"Sì, zia." Rispose senza un briciolo di entusiasmo.
 

Si apprestò quindi ad osservare il transatlantico. Aveva sentito molta gente definirla 'la nave dei sogni', ma per lei non era altro che il più oscuro degli incubi: quello era il mezzo di trasporto che l'avrebbe riportata a Philadelphia, e una volta raggiunta la destinazione sarebbe stata costretta a sposare Sosuke Aizen, un uomo ricco ,che a detta della giovane, non ispirava nulla di buono, solo per risollevare la famiglia dall’incredibile miseria in cui ormai si trovava.

Orihime era una ragazza alquanto sognatrice, ragion per cui avrebbe desiderato di trascorrere il resto della vita accanto al suo principe azzurro e non con una persona che la spaventava.
 

Proprio in quell’istante, Ulquiorra si materializzò al porto. Si era separato dal suo padrone per non destare sospetti, infatti il piano prevedeva che facessero finta di non conoscersi, almeno per un po’.

Osservò nuovamente il suo biglietto: terza classe. Era sicuro di aver letto 'prima classe' su quello di Aizen. Tsk, logicamente non gli avrebbe mai concesso di viaggiare come suo pari.

Non appena fu all’interno del bastimento, mentre l’Espada era in procinto di raggiungere la sua cabina, incrociò gli occhi grigi di Orihime con i suoi, senza però sospettare minimamente di chi si trattava e per la prima volta in vita sua si soffermò a guardare un essere umano più del solito.

Anch’ella però rimase alquanto incuriosita dal suo aspetto inusuale.

Si fissarono per tutto il tragitto e smisero solo nel momento in cui le loro strade presero direzioni opposte.

Era come se tra loro fosse scattata una sorta di intesa, ma ancora non erano in grado di rendersene conto.

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Capitolo 2
*** Sotto Quel Cielo Così Simile ***


Cabina di Sosuke Aizen, ore 10.00
 

"Mi avete chiamato, Aizen-sama?" domandò Ulquiorra non appena fu entrato nella stanza del suo padrone.
 

"Sì, è così." Rispose l’altro. "è giunto il momento che tu veda la donna in questione, ecco, questa è una sua foto."
 

L’Espada la guardò, noncurante. Poi, appena riuscì a distinguere la figura ritratta i suoi occhi si allargarono appena: era la ragazza che aveva incrociato qualche tempo prima, l’unico viso che ricordasse tra tanta spazzatura.
 

"Vedi quei fermacapelli? Sono la fonte di tutti i suoi poteri. Controllala a distanza, se ti capita di incontrarla e fai in modo che non li perda mai, altrimenti il mio piano salterebbe completamente." Ordinò.
"Ah, e ovviamente, fa’ sempre finta di non sapere chi siamo, né io né lei." Ribadì.


"Sì, Aizen-sama."



Ristorante ‘A La Carte’, ore 12.30


"Io gradirei dei porri al burro con banane!" esclamò Orihime, entusiasmandosi per la prima volta da quando aveva messo piede sulla nave.


Sua zia la squadrò in modo truce: era a conoscenza delle bizzarre abitudini alimentari della nipote e temeva che potessero farla ingrassare troppo.


"Ti ho già detto che non voglio che mangi quella roba!" la ammonì. Poi si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò "cosa succederebbe se perdessi tutto il tuo fascino e Aizen-san decidesse di non sposarti più, eh?"


La ragazza abbassò lo sguardo, tornando dello stesso umore nero di poco prima. Avrebbe voluto urlare ‘sarebbe un miracolo!’, ma si limitò a rispondere "Hai ragione, zia."


"Orihime-chan" la chiamò Aizen con tono mellifluo. "suvvia, dalle ascolto! Ordinerò caviale e champagne anche per te."

"Cameriere, ne aggiunga un’altra porzione!" esclamò poi rivolgendosi all’uomo.


"Come desidera, signore." E sparì diretto alle cucine.


No. Lei detestava caviale e champagne. E lui non le aveva lasciato minimamente il tempo di replicare. Avrebbe dovuto subire questo per tutto il resto della sua vita? Essere trattata come una bambola? anzi, come una marionetta?

Si morse il labbro, poi bisbigliò "Perdonatemi, mi si è chiuso lo stomaco." E fuggì dal tavolo.


Si rifugiò su uno dei ponti che si affacciava sulla terza classe. Aah, se invidiava quelle persone! Molti di loro ridevano e scherzavano, nessuno sembrava badare alla miseria.

Proprio in quell’istante, nel punto più lontano dal luogo dove si trovava la ragazza, Ulquiorra si accorse di lei e prese ad osservarla, nel vano tentativo di capire perché proprio quella donna non apparisse ai suoi occhi come normale spazzatura. Indugiò sui suoi fermagli: forse ne aveva percepito la reiatsu? No, era sicuro che in quel viso malinconico si nascondesse qualcos’altro.

D’un tratto Orihime si voltò e anche lei, non potette non notarlo. Lo squadrò per una frazione di secondo, poi imbarazzata sembrò concentrarsi sui gabbiani che le svolazzavano a poca distanza, ma non resistette e si girò di nuovo. Quel bizzarro, affascinante ragazzo dagli occhi verdi e dalla pelle bianchissima la stava ancora studiando.

Decisa a non distogliere lo sguardo, questa volta venne disturbata da Aizen, il quale la riportò all’interno della lussuosa nave.



Ponte di terza classe, ore 22.00

Mi scusi, mi scusi!" singhiozzò Orihime, mentre, strizzata in un elegantissimo abito rosso, scappava via dalla sala da pranzo.


Raggiunse il parapetto e rimase per un attimo lì a fissarlo.


"Il mio fidanzato, anzi, quell’uomo…" spiegò tra sé e sé, sempre con la voce rotta dal pianto "intende p-portarmi ad abitare nella sua città una volta s-sposati. Non mi permetterà tanto facilmente di tornare a Southampton a salutare Tatsuki o a visitare la tomba di mio f-fratello! Se solo… se solo non avessi questo potere lui non si sarebbe mai interessato a me!" e così facendo si tolse i fermagli e allungò il braccio per poterli lanciare il più lontano possibile, nell’oceano.


"Non lo fare." Una voce molto profonda la ammonì alle sue spalle.


"Eh?" chiese Orihime confusa. Poi lo riconobbe. Era quel tipo misterioso che aveva già avuto modo di incontrare due volte.


"Mi scusi, ma ne sono costretta!" ribattè lei, ma proprio mentre stava per mollare la presa venne nuovamente fermata da Ulquiorra.


"Per favore se ne vada." Supplicò la ragazza. "è l’unico modo che ho di liberarmi, l’unico!"


"Con quegli oggetti puoi salvare delle vite, non buttarli via in un impeto di egoismo, donna." Tentò di convincerla.


"E lei come fa a saperlo?" domandò allora incuriosita.


"Posso percepire la reiatsu." Rispose freddamente.


Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante allora l'umana decise di presentarsi.

"Piacere, io sono Inoue Orihime." esclamò, ma proprio nel momento in cui allentò la presa sui fermacapelli per tendere la sua mano ad Ulquiorra, questi le scivolarono di mano, trascinati inesorabilmente verso gli oscuri abissi da una folata di vento.
Nel tentativo di recuperarle si sporse troppo, rischiando di cadere dalla nave.

 

L'Espada senza dire una sola parola afferrò lei e i fermagli ad una velocità sovrumana, traendoli in salvo.
 

"G-grazie mille, mi scusi, sono proprio una stupida." Si pentì Orihime.
 

Lui non rispose.
 

"Che sta succedendo, qui?" una voce nota si udì alle loro spalle.

Era Aizen.
 

Ulquiorra, recitando sempre la parte del normale passeggero, spiegò "La signorina è caduta e io l’ho solo recuperata, signore."
 

"Bravo ragazzo!" lo appellò l’uomo, con una strana luce negli occhi. "le hai impedito che buttasse via quelle forcine, sei proprio il mio miglior sottoposto" aggiunse poi, bisbigliando nel suo orecchio.


"Vieni Orihime!" intimò infine alla sua fidanzata. Lei s’incamminò mesta al suo fianco, poi si voltò e urlò "posso almeno sapere il nome di chi mi ha salvata?"
 

"Ulquiorra Schiffer" disse soltanto lui.
 

Dopodiché rimase lì, ad osservarli mentre si allontanavano.

Se davvero gli umani erano solo spazzatura perché quella ragazza appariva così interessante ai suoi occhi? Era una sensazione che non aveva mai provato, era qualcosa che non aveva niente a che vedere con il suo potere, ora ne era certo.

Tormentato dalla situazione in cui si trovava decise di trascorrere la notte da solo, su quel ponte, sotto a quel cielo malinconico così simile a quello che scorgeva tutte le sere dalla sua finestra a Las Noches.


Spazio autrice.

Ecco a voi il secondo capitolo :D
scusate se vi ho fatto attendere parecchio, ma ho voluto lavorarci bene, sono persino andata a rivedermi il film pezzo per pezzo per poter adattare ambientazioni e personaggi alla storia originale. xD
Spero davvero vi piaccia anche questo, buona lettura!

p.s. un grazie di cuore a orologina93, TheLulu96 e la mia adorata figlia dal nickname troppo lungo xD per le magnifiche recensioni! mi avete fatta davvero gasare! :3

Ringrazio anche tutti coloro che seguono la storia in silenzio!

I n o H e i w a

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