Strane leggende

di Fuyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Convivenza forzata ***
Capitolo 2: *** Difficile capirsi ***
Capitolo 3: *** Segreti nascosti ***
Capitolo 4: *** Persone care ***
Capitolo 5: *** Capire imparare ***
Capitolo 6: *** Orrori rabbie ***
Capitolo 7: *** Seguire curiosità ***
Capitolo 8: *** Magie verità ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni importanti ***
Capitolo 10: *** Diffidenze dichiarazioni ***
Capitolo 11: *** Poco tempo ***
Capitolo 12: *** Difesa sicura ***



Capitolo 1
*** Convivenza forzata ***


maghi contro cacciatori

Il primo capitolo di una storia, che si prospetta lunga e ricca di segreti e bugie, oltre che amori e morti di ogni genere. BUONA LETTURA, sperando piaccia a più persone possibili.
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 CONVIVENZA FORZATA 

I tempi erano oscuri e tetri, vigeva la legge del più forte e nessuno osava andare contro la legge. Il sovrano temeva i maghi, per i loro poteri e le loro stregonerie come le chiamava lui. Solo i cacciatori, esseri scelti, potevano uccidere un mago, solo le loro armi potevano debellare i poteri di tali esseri per poi ucciderli definitivamente. I cacciatori venivano selezionati grazie ad un fattore nel loro DNA, totalmente contrapposto a quello dei maghi che permetteva loro di trovarne uno. Solo chi possedeva tale fattore poteva essere chiamato cacciatore e venire addestrato. La gente era atterrita dai maghi, non si potevano riconoscere ad un'occhiata, erano come loro d'aspetto, quindi potevano trovarsene davanti uno senza saperlo. Kurogane era un cacciatore molto esperto, da tre anni faceva quel lavoro e adesso gli avevano affidato un novellino da addestrare. Ragazzo sveglio, ma molto imbranato, sopratutto nelle relazioni interpersonali (di cuore).
"Muoviti ragazzo, non ho alcuna intenzione di stare ad aspettarti!" esclamò il moro prendendo la sua fedele Katana. Ogni cacciatore aveva la sua arma, in quell'epoca molto sviluppata si poteva accedere ad armi, come pistole laser o bombe fantasma, ma lui preferiva la classica lama che affondava nel corpo nemico. Non aveva deciso di conto suo, di diventare cacciatore, ma ci era stato costretto per vivere. Il suo capo, non lo aveva mai incontrato e non aveva nulla contro i maghi, solo doveva pur vivere.
"Arrivo Suwa-Sensei"
"Chiamami Kurogane e basta! Odio i convenevoli"
"Daccordo Kurogane"
"Oggi farai la tua prima esperienza sul campo! Ti senti pronto?" chiese, il ragazzo annuì stringendo la sua spada, simile a quella del maestro, che portava alla cinghia dei pantaloni. Kurogane sorrise per l'impazienza e la paura del ragazzo, gli ricordavano lui anni addietro "Allora andimao"
Il posto migliore dove cercare maghi, era il bosco. Spesso si nascondevano li per fare stregonerie di ogni genere o creare nuove formule, almeno quelle erano le leggende. Kurogane non aveva mai visto un mago all'opera, li aveva solo uccisi e portati a chi di dovere. "Allora ragazzino, se vedi un mago comincia subito ad attaccare o sarà troppo tardi per te!" esclamò il moro.
"D’accordo!" Era la prima regola dell'accademia. Fai la prima mossa prima che loro uccidano te. Kurogane prese a camminare lasciando il ragazzino da solo.
"Mi raccomando, vedi di non morire!" I cacciatori lavoravano da soli, mai in coppia, quindi il ragazzino doveva abituarsi a tale evenienza. Kurogane cominciò a camminare per il bosco alla ricerca di un mago da uccidere, quando la sua attenzione fu attirata da una strana risata.
"HHHHAAAAA HA HA HAAAAAAAAAAAAAAAAA! Fermi, così mi fate il solletico" Un ragazzo biondo se ne stava seduto sull'erba, rinfrescata dal sole con degli animali, per lo più scoiattoli, in torno. La prima impressione di Kurogane fu che doveva essere un idiota, ma vista la situazione, forse era meglio metterlo in guardia.
"Ehi, tu! Biondino" Il ragazzo si girò di scatto, mentre gli animali se ne andarono "Non dovresti stare quì, è pieno di maghi!"
"Maghi?" chiese Il biondo non capendo
"Si sono creature che ti mangiano l'anima" spiegò Kurogane. Il biondo si mise a ridere e alzandosi si diede una pulita al vestito.
"Addirittura l'anima! Che essere spregevoli"  proclamo, con finta rabbia
"Guarda che è vero"
"Ne hai le prove?" chiese il biondo. Kurogane rimase a bocca aperta, in effetti non aveva mai visto un mago in azione, quindi non poteva saperlo con esattezza, ma i suoi sempai gli avevano spiegato tutto.
"No, non ho prove: ma credo in quello che ho imparato" proclamò fiero "Piuttosto chi sei?" chiese, infine. Essendo biondo con gli occhi chiari, poteva essere solo uno straniero. Cosa rara da quelle parti, vederne uno.
"Il mio nome è Fay D. Flowrit, ma mi puoi chiamare solo Fay e sono un viandante, più precisamente un musicista" rispose "Con chi ho il piacere di parlare?"
"Sono un cacciatore e il mio nome è Kurogane"
"Kurogane? Mi sembri un tipo tutto d'un pezzo!" disse Fay "In ogni caso, stai tranquillo. Se mai vedessi un mago saresti il primo a saperlo, Kuro-Chu" sbeffeggiò il biondo andandosene. Kurogane lo lasciò andare, nonostante il nome datogli dal biondo. Lo aveva già preso in antipatia e pregò per non incontrarlo di nuovo, in fondo non era affar suo se si faceva male, o veniva ucciso. Il suo compito era uccidere maghi, non biondo deficienti.

Alla fine della giornata non riuscì ad uccidere e a vedere neanche un mago.
"Forse hanno avuto paura!" propose l'allievo.
"Si, come no, ti devo ricordare che sono sanguinari?" chiese Kurogane. Tornati a palazzo del re per fare rapporto, vi trovarono il capitano dei cacciatori e il generale, che parlavano con uno sconosciuto. Il capitano, uomo molto alto e serio, oltre ad essere anche gentile e molto permissivo si chiamava Kusanagi Shiyu. Il generale, invece era assai diverso, minuto e pacato, ma con una vena di sadismo che, faceva scappare tutti, rispondeva al nome di Seishiro Sakurazukamori.
"Ah, Kuroppi!" esclamò il biondo. Kurogane fece cadere la sua preziosa katana a quell'esclamazione. La persona in questione era il biondino incontrato quella mattina. 
"Che diavolo ci fai tu quì?" chiese
"Che domande, mi sono trasferito, quì!" spiegò Fay. 
"Lo conosci, Kurogane?" chiese il generale. Kurogane guardò i superiori con sguardo supplichevole.
"Vi prego ditemi che non è un cacciatore"
"No, è solo venuto a chiedere un posto dove poter dormire, visto che non ha casa e non sa dove andare. E visto che tu già lo consci! Potresti ospitarlo?" chiese il capitano. Kurogane era sollevato dal non averlo come collega, ma la proposta del suo capitano era  a dir poco sconcertante.
"Perchè proprio io?"
"Sei quello che lo conosce meglio!" esclamò il generale.
"Veramente abbiamo avuto una conversazione di neanche cinque minuti, e poi non posso, la mia casa è troppo piccola"
"Ah, sta tranquillo, non occupo molto spazio!" disse il biondo già pronto ad andare a casa del moro.
"Bene direi che è deciso! Fay starà da noi per un anno, quindi buona convivenza" sorrise il generale congedandoli. Kurogane capitolò. Il generale sapeva essere molto perfido in alcune situazioni, e a parte il nome inpronunciabile possedeva il potere di licenziarlo quando voleva, mentre l'altro generale, Sorata Arisugawa era l'opposto: Scalmanato, non stava fermo un secondo e continuava ad andare dietro ad una certa Honey, della quale non si sapeva il nome.


A casa di Kurogane, Fay si accorse che, nonostante i soldi retribuiti, era abbastanza sobria come abitazione. Kurogane fece strada fino alla camera che, avrebbe ospitato il biondo in quel mese.
"La mia camera è quella davanti! Se hai problemi o domande io sono li" spiegò per poi andarsene. Fay sistemò la valigia sul letto, aprendola e levando i vestiti, per riporli nell'armadio. Oltre alla valigia, il biondo si era portato dietro il suo strumento preferito, riposto con cura dentro la sua custodia. Era un flauto traverso d'argento intagliato. Lo ripose sul comodino e finì di sistemare i vestiti.
"Bene! Ho fatto proprio un bel lavoretto, non c'è che dire" si auto applaudì Fay.
"Ehi, biondino! La cena è pronta" disse il moro. Fay uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di se. Arrivato in cucina si ritrovò davanti una tavola apparecchiata per due con già i piatti in tavola. "Spero ti piaccia il sushi! Biondino"
"Potresti chiamarmi con il mio nome! Biondino è snervante" protestò Fay
"Senti da che pulpito!"
"Ma il mio nome è corto il tuo no" spiegò sedendosi. "piuttosto cos'è il sushi?" chiese guardando la pietanza nel piatto. Kurogane sputò il cibo dalla bocca, per la sorpresa.
"COOOSA
? Ma dove hai vissuto fin'ora?" domandò. Fay sorrise e portandosi un boccone alla bocca, fece una faccia schifata "Beh, che c'è adesso?"
"Non mi piace!" esclamò Fay. Kurogane inorridì a quell'affermazione levando il piatto da sotto al biondo con indisponenza. Fay di tutta risposta, si alzò andando ai fornelli e cucinando qualcosa di più appetibile. Kurogane lo guardava cucinare e nel mentre pensava che sarebbe stato l'anno più duro della sua vita.

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La fanfic, non so quanto sarà lunga, ma mi aspetto molte persone che la leggeranno. Questo è solo il prologo e la vera storia inizierà tra qualche capitolo. Non me ne volete a male se non rispetto le cose dette, ma prima o poi posterò tutte le fan fic citate, sopratutto lo spin-of, tra mister prince e secret files, il quale arriverà stasera. Spero di non diventare monotona e buona lettura.

Per ora lo metto ratig giallo, ma con l'andare della storia potrebbe arrivare al rosso.

 

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Capitolo 2
*** Difficile capirsi ***


cacciatori contro maghi 2

Il secondo capitolo, è impressionante, come posti presto se hai persone che recensiscono, le quali ringrazio. BUONA LETTURA
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II°

DIFFICILE CAPIRSI

Dopo quattro giorni, passati con il coinquilino, aveva capito più o meno con chi aveva a che fare. Ma quella mattina, il biondo aveva superato il limite. Kurogane si svegliò con il ticchettare dell'orologio. Ma alzando la mano verso la sveglia onde metterla a silenzio, prima di spaccarla, si ricordò di non aver mai avuto una sveglia prima d'ora. Il rumore veniva dalla stanza davanti, ed era assordante. Come faceva il suo coinquilino a non sentirla, lo sapeva solo lui. Entrato nella stanza, totalmente al buio, accese la luce trovando il vuoto assoluto, eccezion fatta per dei vestiti lasciati in terra e le lenzuola del letto completamente sul pavimento. La sveglia assordante era sul comodino e Kurogane ci mise tutta la pazienza del mondo per capire come si spegnasse, per poi romperla senza tanti complimenti.
"Ora dov'è l'idiota?" si chiese uscendo. Un rumore d'acqua proveniva dal bagno, oltre alle nuvolette di fumo dalla fessura sul pavimento. Non che ci fosse qualcosa di male nel fare un bagno o la doccia di prima mattina, ma che almeno spegnesse quell'arnese. Kurogane bussò alla porta, più che altro per buona educazione e dall'altra parte sentì la voce ovattata del biondo.
"Si?"
"Da quant'è che sei li dentro?" chiese Kurogane, alquanto pauroso, ma al contempo sarcastico. Conosceva le abitudini del biondo, come detto pocanzi, e se si faceva il bagno come mangiava, poteva star certo che era li dentro da ore.
"Non lo so! Che ore sono?" domandò, quasi stupito della domanda, come se Kurogane, non avrebbe mai dovuto farla. Il cacciatore guardò l'orologio sulla parete nel corridoio, tentando di controllarsi dall'aprire la porta e portare il biondo fuori di peso.
"Le 8:30" rispose, sospirando. Ci furono minuti di silenzio, durante i quali Kurogane pensò di essersi liberato dell'idiota.
"Allora, sono esattamente due ore che sono dentro!" precisò con tono scherzoso e facendo il segno del due con le dita, come se Kurogane potesse vederlo attraverso la porta. A Kurogane venne improvvisamente voglia di uccidere il coinquilino. Dovette stringere la maniglia della porta, come a spaccarla per non uccidere il biondo.
"Esci immediatamente da li!" gli ordinò. Kurogane aspettò qualche minuto fuori in corridoio, prima di vedere uscire Fay, dal bagno con l'accappatoio messo al bene e meglio. Kurogane arrossì nel vedere il coinquilino in cuella maniera, ma si ricompose immediatamente e tornando alla solita espessione corrucciata si diresse in cucina.
"Qualcosa non va Kuro-Pon?" chiese ingenuamente il biondo. Il moro non rispose, anzi si mise a prepararsi la colazione. Fay, vista la non risposta dell'altro lo richiamò a modo suo. "Kuro-Pin, che c'è?" richiese. Silenzio "Kuro-Chan?" A Kurogane stava montando un nervoso, ma tentava di trattenersi. Sapeva che il biondo era ancora in accappatoio e quindi sarebbe ritornato rosso, cosa che assolutamente non voleva. Fay invece, aveva notato benissimo la reazione del moro alla vista del suo corpo e quindi ci si divertiva a chiamarlo nelle maniere più assurde, assolutamente conscio del fatto, che l'altro non avrebbe risposto.


Di pomeriggio Kurogane fu convocato dal generale Seishiro per un compito, di sterminio maghi, tornando, come al solito la sera. Fay, invece aveva fatto i cavoli propri, facendosi un giro per le vie della capitale. A cena Fay aveva preparato uno stufato, non tanto dolce.
"Così hai ucciso, ben tre maghi, oggi?" chiese Fay al moro. Fuori la sera era abbastanza calda, un venticello leggero smuoveva le fronde degli alberi e delle siepi. Il cielo limpido faceva intravedere la luna e le stelle.
"Si!" rispose atono il moro. Fay sorrise al suo ospite e continuò a mangiare. "Da dove vieni?" chiese Kurogane. In quattro giorni, aveva capito solo il comportamento e le abitudini dell'altro, ma non sapeva nulla della sua città natale o il perché si trovava li.
"Credo che sia troppo lontano perché tu lo conosca"
"Prova a dire il nome!" propose
"Si chiama Valeria"
"No, non lo conosco"
"Visto?" rimpiccò il biondo. "Perché odiate tanto i maghi?" chiese Fay. Non capiva il motivo di tanto odio. I suoi genitori gli avevano spiegato che, tanti anni fa i maghi e gli umani andavano d'amore e d’accordo, quindi i casi erano due: o i suoi genitori gli mentivano, cosa assai rara, oppure era accaduto qualcosa
"Diciamo che, non erano come ce li immaginavamo temo fa!"
"Cioè?"
"Anni fa, noi e i maghi vivevamo all’uni solo, anzi. Noi cacciatori venivamo addestrati per essere le spalle dei maghi. Essendo quasi immuni alla magia, per via del fattore C*, li potevamo aiutare, ma qualche anno fa venimmo a scoprire che la barriera che, veniva alzata ogni anno, era solo per far inaridire i nostri campi! Infatti, come avrai notato, non piove molto..."
"Ma forse loro lo facevano per un buon motivo"
"...Dicevano che, era per allontanare le bestie magiche al di là del bosco, ma erano solo bugie. La nostra regina è morta per colpa loro" spiegò Kurogane mettendo a lavare i piatti "I maghi, sono esseri abbietti e meschini, sorridono, ma è solo una facciata! Se ne avessi uno davanti lo farei fuori all'istante" Fay fu spaventato da tali parole e messe le stoviglie nel lavandino si ritirò in camera. Kurogane non capì il comportamento del biondo, ma lasciò stare. Non voleva immischiarsi con quello, aveva qualcosa che non gliela raccontava giusta.

La luna illuminava il passaggio. Il re camminava per l'immenso palazzo, senza curarsi delle guardie e servi. Da anni rimaneva rinchiuso nel suo castello, senza vedere più nemmeno un suddito, solo a qualche fidato acconsentiva udienza, come il generale dei cacciatori, e capitava a volte che si coricasse tardi, per andare visitare la tomba dell'amata regina. Posta , come tutte le tombe reali, nel cimitero del palazzo. Si erano sposati, da due anni quando la donna morì, uccisa da delle bestie, mentre il mago di palazzo era vicino a lei e non poté fare nulla per salvarla. Il sovrano era caduto in una pazia straziante e vietò qualsiasi uso di magia nel suo regno, ma la paura di rivedere la magia e quei dannati maghi, lo perseguitava ogni notte, così emise un bando: Tutti gli aiuto maghi, gli unici immuni alla magia e conoscitori delle arti magiche**, si sarebbero riuniti sotto il nome di cacciatori e avrebbero ucciso ogni mago in circolazione.
Il sovrano entrò dentro una stanza enorme e circolare dove Seishiro, se ne stava seduto ad aspettare.
"Altezza!" esclamò appena il re fu dentro, mentre si alzava.
"Come procede lo sterminio dei draghi?" chiese il sovrano, senza salutare. Era diventata un'abitudine, non rispondere come un sovrano farebbe, la morte della consorte era stata la cosa più orrenda che gli fosse mai capitata. Nemmeno al nipote, o qual si voglia parente, dava parole dolci, le quali erano riservate solo alla tomba della moglie.
"Direi bene! Oggi, tra tutti i cacciatori, abbiamo ucciso ben venti maghi!" fece il punto il generale
"Non va bene! Dovete ucciderne di più, li voglio sterminati entro la fine della stagione" ordinò
"Ma altezza, le città sono molte e i boschi impervi, non credo che riusciremo...."
"Aumenta i soldati, fai finire prima l'accademia! I maghi devono sparire dalla faccia del mio regno" interruppe il sovrano. Seishiro sapeva che l'ordine del sovrano era assurdo. I nove anni d'accademia erano necessari per le reclute, per addestrarle e fargli capire la pericolosità della loro missione, altrimenti sarebbero andati allo sbaraglio. Non che gliene importasse qualcosa se morivano, ma almeno avrebbero ucciso qualche mago se avessero avuto qualche nozione in più. Ma il re non voleva sentire ragioni e Seishiro non potè fare altro se non accettare.
"Ah, a proposito altezza! Quattro giorni fa è arrivato un musicista, girovago. Ora vive in casa Suwa"
"E allora?" chiese il re con insufficienza.
"Beh, vedendola ora devo dire che le somiglia molto" disse uscendo dal portone. Il sovrano si stupì delle parole del generale e uscendo anch'egli lo fermò lungo il corridoio.
"Il nome?" chiese
"Ha detto di chiamarlo Fay"


In casa Suwa la notte passava lenta e serena, sembrava di vivere in un sogno ad occhi aperti. Erano anni che non si sentiva così, da quando quel biondino era entrato in casa sua, la sua vita aveva preso una piega che non si sarebbe aspettato. I quattro giorni di convivenza erano passati velocemente e abbastanza tranquilli, nonostante le stramberie di Fay, forse aveva fatto male a rispondergli così, quella sera, ma in fondo l'aveva voluto lui. Stava riposando la mente, quando all'improvviso sentì un suono di un flauto dalla stanza del biondo. Gli aveva detto che sapeva suonare, però non credeva così bene.
Si avvicinò con passi felpati alla camera, aprendola lo vide seduto sulla finestra con il flauto alla bocca che suonava e piangeva. Lo spettacolo, oltre ad essere malinconico era abbastanza suggestivo, le lacrime sbrillucciacavano al chiarore della luna e il metallo del flauto era in una contrapposizione cromatica, con i capelli del musicista e il suono che produceva era simile ad una ninna nanna. Kurogane rimase sullo stipite ad ascoltare, finché il biondo non si accorse di lui.
"Oh, scusa Kuro-Pon ti davo noia?" chiese asciugandosi le lacrime e riponendo lo strumento nell'apposito contenitore, sul comodino e sedendosi sul letto.
"Ho dato questa impressione?" Il biondo scosse la testa e a Kurogane parve di avere a che fare con un bambino, cresciuto troppo. "Allora perché ti scusi?" chiese, scostandosi dallo stipite, per entrare nella stanza
"Forse per abitudine!" esclamò Fay, sorridendo. Kurogane aveva capito, in una qualche maniera, che i sorrisi erano solo per tranquillizzare la gente, ma lui non ci poteva cascare.
"Abitudine a cosa?" continuò con le domande il moro portandosi davanti al biondo. Fay alzò lo sguardo su di lui. Era convinto di venir divorato da quegli occhi, come se dovessero mangiarlo ed esserne felici per questo
"A casa mia, una persona, non voleva che suonassi! Diceva che non era cosa da fare!" spiegò, non andando troppo sullo specifico
"E tu, cosa volevi fare?" domandò, ancora Kurogane. Si abbassava sempre di più, come se una calamita lo attirasse verso il viso del biondo. Si voleva specchiare in quegli occhi, voleva annegarci dentro.
"Io...Volevo continuare a suo...." si bloccò. Le labbra erano troppo vicine, ancora qualche millimetro e si sarebbero baciati, almeno finchè il telefono in cucina non squillò distaccandoli da quell'attimo che Kurogane lo rimandò al sakè bevuto quella sera. Uscendo e diventato rosso, per l'accaduto, si fermò sullo stipite. Anche Fay era arrossito, ma non lo nascondeva.
"I desideri vanno realizzati! Non ti fermare a quello che dice la gente"
"Eh?" chiese Fay stupito, ma prima che potesse dire o fare alcun ché Kurogane era già sparito.  Il biondo rimase sul letto, imbambolato, il suoni del telefono era arrivato provvidenziale.
"Cavoli solo quattro giorni, e già non riesco a trattenermi?" si chiese Kurogane. Si era appoggiato alla porta, lasciando che il telefono squillasse, non aveva mai provato una cosa simile, soprattutto per un uomo e figuriamoci per un idiota. Cos’era successo lo sapeva solo lui e quel biondino del cavolo, perché di sicuro era colpa di Fay e non sua.

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Ho aumentato il tempo di permanenza del biondo, per chi l'avesse letta dopo. Invece di un mese è un anno. Ho acquisito quest'accorgimento, perché ho notato che un mese era un tempo troppo breve per far accadere tutte le cose che accadranno, spero che vada bene. Il capitolo si apre con il salto di quattro giorni, durante i quali non succede nulla. Ho deciso di postare due volte a settimana, se ci riesco: Il sabato e il martedì. Lo stanziamento è corto, ma anche i capitoli e quindi è più facile per me scriverli e correggerli. Se vado troppo veloce avvisatemi.

* Il fattore C, è una mia invenzione e non è una parola in particolare, diciamo che riprende la C si cacciatore, quindi non fatevi idee strane.

**I cacciatori, hanno il fattore C, che gli permette di resistere alle magie e di riconoscere il mago, proprio grazie al fatto che è il fattore inverso dei maghi, che sarebbe il fattore X: La terza e la terzultima lettera dell'alfabeto, ecco il significato (che fantasia). Naturalmente avendo questo fattore non possono usare la magia, quindi la loro conoscenza magica è solo pura teoria, studiata sui libri.

ooOHime_sanOoo: BRRAAAVAAA!! Sei arrivata prima, cosa hai vinto?X3 Scherzo^^. Non sono brava con i rating rosso, (ne ho scritta una sola U_U) ma spero di descrivere comunque bene. Nonostante la mia età mi vergogno a scrivere certe cose, come se venisse pubblicato da qualche parte.

angel92YH: Sai, è vero. Quando leggevo le fic dei Tsubasa mi sono resa conto, che avevano tutti in testa i vampiri e allora mi sono detta: Ma perché invece dei vampiri non facciamo una fanfic diversa, una volta tanto? E così e stato

Ne-chan: Come storia è completamente nuova e poi avendo già la storia in mente, sarò molto veloce (credo -_-'). Sono felice che ti piacciano le mie storie anche se banali e con spunti da altri manga, ma questa è totalmente nuova di fabbricca (io non ho mai letto nulla di simile quindi buona lettura). Non posso dire nulla su Fay, ti basti sapere che lo saprai con l'andare della storia. L'allievo è Shaoran, non ho detto il nome, perché mi pareva scontato (infatti, lo hai azzeccato, non ci voleva la scienza). I personaggi, ci saranno tutti chi meno chi più, quindi aspettati di nuovo Dukilon.

SakuraX16: Far aspettare la gente che te lo chiede in cotale maniera? Sarebbe un affronto, quindi buona lettura ^w^

piccola_pulce: Gli spunti, di solito, vengono dai miei sogni (sono scema lo so), ma i sogni sono le nostre fantasie quindi perché non sfruttarle. Eragon, addirittura O_0! Non arriverà mai a quei livelli, (se ti riferisci al libro). L'allievo è Shaoran. Per quanto riguarda il disegno nella fanfic originale che tu mi hai, gentilmente, commentato: L'ho disegnata e colorata io, ma siccome non sono molto brava a trovare pose decenti, capita che pigli spunto da alcune mangaka, ma non ricalco è tutta farina del mio sacco. Con le fanfic, le idee mi vengono a raffica, invece, quando si tratta di disegnare è una tragedia -.-'.

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Capitolo 3
*** Segreti nascosti ***


cacciatori contro maghi 3

Il terzo capitolo. BUONA LETTURA.
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III°

SEGRETI NASCOSTI

Da quando erano arrivati al "Quasi" baciarsi, non si parlavano molto e, a parte le solite fesserie da parte del biondo e le incazzature di Kurogane, si poteva dire che l'aria era un po' tesa. Questo nonostante nessuno dei due parlasse dell'accaduto. La telefonata, era per avvisare di un raduno dei cacciatori. Il sovrano aveva nuovi ordini.
Kurogane, quella mattina, sarebbe uscito presto quindi, sarebbe tornato nel pomeriggio.
"Kuro-Pu, io non ci sarò quando tornerai!" esclamò Fay tranquillamente. Ora, detta così poteva sembrare che Fay se ne andasse per sempre e a Kurogane venne da sputare la colazione sul tavolo. Gli aveva rotto le scatole per una settimana, onde mettere in ordine la sua roba, e adesso se ne usciva con quella frase. "Tutto bene?" chiese, fintamente preoccupato il musicista.
"Te...te ne vai?" domandò l'altro per ripicca. Fay sbatté le palpebre tre volte prima di rimuginare sul senso che aveva dato alla frase.
"Oh, Kuro-Chi! Hai paura che ti lasci, mi vuoi già così bene?" scherzò il biondo, sedendosi e guardando il suo ospite con uno sguardo, tra il sadico e l'ebete. Kurogane non l'avrebbe mai ammesso, in fondo erano solo sette giorni che convivevano, sotto lo stesso tetto e mostrare "Amicizia" in quel momento poteva essere fatale.
"Per niente! Vorrei solo sapere se posso dormire, finalmente, in pace" fece il moro, evitando lo sguardo del biondo, il quale rise.

Dopo colazione Kurogane si diresse a caccia. Gli ordini del re erano categorici, uccidere più magi possibile, in minor tempo. Un suicidio, a parere di Kurogane, sopratutto se si contava il fatto che, la maggior parte dei cacciatori esperti, erano all'accademia per far finire prima il corso ai novellini.
"Allora Kurogane! Come va la caccia?" chiese Fuuma, al moro. Fuuma era il fratello minore del generale Seishiro: Rispetto al fratello era più alto e sembrava più vecchio, esuberante e schietto. Per Kurogane era una mina vacante, anche se non alla stregua del musicista.
"Non te ne deve fregare niente!" rispose acido. Già aveva Fay a rompergli ogni sera, con quelle domande assurde. E di mogliettina in pensiero gliene bastava una.
"Quanto siamo scorbutici, oggi! Hai litigato con i tuo coinquilino?" chiese. Nella capitale, tenere un segreto, equivaleva a farlo sapere a mezzo mondo. Tutti erano a conoscenza del nuovo arrivato e anche del fatto che convivenìsse con il più scorbutico della città, dopo il sovrano. Naturalmente le voci giravano, ed erano anche poco normali, sopratutto le donne. Si divertivano a fantasticare su una possibile relazione, come se la cosa fosse all'ordine del giorno. Kurogane non sapeva nemmeno quanti anni avesse e loro fantasticavano sul fatto che stessero assieme.
"Non sono affari tuoi!"
"Risposte molto simili, devi essere fuori di te! Va be, capita l'antifona, me ne vado!" proclamò per poi andarsene. Fuuma era bituato a certe uscite del collega, in fondo aveva a che fare con suo fratello, che per certi versi era peggio. Kurogane scosse la testa e prendendo la katana andò nel bosco a cacciare. Kurogane abitava nella capitale, la quale era all'estremo nord del continente. Il bosco, al centro del continente, era la base dei maghi e solo i cacciatori osavano entrarci. Il moro stava cacciando e nel mentre si chiedeva cosa avesse di così importante da fare quell'idiota, per non ritrovarlo a casa al suo ritorno. Per la verità si era abituato al ritrovare qualcuno che l'accogliesse a casa con la cena già pronta, ma non l'avrebbe mai amesso.
"Vorrei tanto sapere perchè penso a certe cose, o perchè mi preoccupo! In fondo è un idiota" si convinse, andando per la sua strada.


Fay, nel mentre, se ne andava per la città. Aveva appuntamento con una persona particolare, quel pomeriggio e non poteva mancare. Quindi per il momento si sarebbe fatto un giro di ricognizione. La capitale era immersa in un'atmosfera morta. Niente alberi, fiori o qualsivoglia animale o colore. Le case erano grigie e i tetti, di un rosso spento, facevano ricordare la meraviglia che erano, con rammarico. Come se i cittadini dovessero essere tristi all'infinito.
"Com'è tetro quì!" esclamò Fay. Già alla prima vista si poteva capire che, l'assenza di felicità non dava noia, anzi: sembrava che le persone fossero abituati a tale situazione.
"È così da quando i maghi, sono stati esiliati" spiegò Seishiro.
"Seishiro-San!" trasalì Fay, ritrovandosi il generale dietro le spalle.
"Nessun nomignolo per me?" chiese, quasi geloso Seishiro. Fay sorrise a quella domanda, molto cordialmente, come se avesse capito il sottofondo di sadicità.
"Non credo ne uscirei vivo" disse "Comuque, perchè quì? Non dovrebbe essere a uccidere maghi?" chiese con riluttanza.
"Forse, ma in questo momento ti devo invitare, ufficialmente a palazzo! Il re vuole conoscerti!"
"Ah....... Ecco, vede! Il fatto è che, io avrei un appuntamento per questo pomeriggio... anzi è già tardi, quindi.... Facciamo per un'altra volta?" propose il biondo.
"Appuntamento?! E con chi, se è lecito chiedere?"
"Si dice il peccato, ma non il peccatore!" rise Fay andandosene. Seishiro lo salutò con il solito sorrisino sadico, ma gioviale, però appena Fay fu fuori dalla sua visuale divenne serio e arrabbiato. Fay, intanto, si stava dirigendo all'uscita della città. Le guardie che sorvegliavano l'ingresso erano dei cacciatori scelti, i quali avevano visto il biondo, già una settimana fa, quando entrò per la prima volta in città.
"Buon giorno!" esclamò uno dei due, più per cortesia che, per vero e proprio augurio. Alto, capelli lunghi e neri con la sua spada alla cinta.
"Dove va a quest'ora?" chiese l'altro. Una donna, capelli neri corti senza armi, apparenti. Fay sorrise e ricambiò il saluto.
"Diciamo che è un segreto! Anzi, se vedete Kuro-Chi, non ditegli che sono passato di quì!" I due si guardarono stupiti, ma comunque non era affar loro.
"Stia attento al bosco! Li ci vivono i maghi" lo avvisò La donna, preoccupata, stile mammina apprensiva. Fay fece segno con la mano, di aver capito, per poi continuare a camminare.


Quel pomeriggio, Kurogane, passò esattamente dalla stessa porta, dove i medesimi colleghi controllavano l'entrata e l'uscita. I turni erano giornalieri e quindi era normale vedere sempre le stesse guardie sia di giorno che di notte, a giorni alterni.
"Buona caccia Kurogane?" chiese l'uomo
"Non tanto Yasha! Ne ho uccisi solo due, in tutta la mattina" spiegò, alquanto nervoso
"In effetti, il sovrano non sarà contento!" disse la donna, preoccupata
"Grazie per avermelo ricordato Soma!" parlò ironico Kurogane, passando oltre "A proposito, avete visto l'idiota?" chiese. L'idiota era Fay: se uno usava nomi strambi, l'altro usava appellativi non tanto lusinghieri.
"Si, è passato di quà, ma tu non dovevi esserne al corrente" rispose Yasha. Kurgane digrignò i denti, continuando a camminare, mentre mandava mille accidenti a chissà chi.
"Perché glielo hai detto?" domandò Soma al collega.
"Mi fido di più di Kurogane, che di quel biondino!" rispose. Soma soppesò la cosa e in effetti, la logica tornava. In fondo conoscevano il nuovo arrivato, solo da sette giorni e anche se non era un mago era comunque ambiguo. In ogni caso loro non avevano alcun motivo per dargli una mano a scappare dal collega.


Quella sera Kurogane, sentì rincasare il biondo alle tre della sera. Fay cercò di fare piano per non svegliarlo, ma Kurogane non era uno stupido, e visto che era già sveglio decise di vederci chiaro.
"Dove sei stato?" chiese. Fay si girò, come un ladro scoperto sul fatto e sorrise da ebete.
"Ti ho già detto, che è un segreto!" rispose, tornando sui suoi passi.
"Non è una risposta!" rimpiccò il moro, fermandolo per un braccio.
"Ahi, mi fai male!" protestò Fay, facendo la voce da bambino. Kurogane lo guardò male, come se Fay fosse una preda, un mago da distruggere. Quando invece, il cacciatore lo sapeva, sapeva che il biondo non era un mago. Eppure aveva la malsana voglia di tirargli un ceffone.
"Rispondi" continuò sulla sua strada Kurogane.
"Come già detto non posso dire niente" insistette il biondo, diventando serio. Poi svicolò il polso dalla presa del coinquilino e, in fine, si diresse alla sua camera chiudendosi dentro. Kurogane rimase di sasso, era la prima volta che lo sentiva parlare senza fare lo scemo. Comunque neanche il tempo di replicare e andarlo a riprendere che suonarono alla porta.

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Avevo promesso due volte a settimana, ma non ci riesco! Questa settimana ho avuto già tre compiti e domani ne ho un'altro. Per non parlare che la prossima settimana inizia il Lucca comics and games e sono indaffaratissima con i cosplay. Quindi quando posto, posto! Non me ne volete, ma trovare il tempo è una fatica. Grazie della cortese attenzione. L'ultimo capitolo della gita a Parigi lo posterò domani ^^

SakuraX16: Come preannunciato, la vera storia inizierà solo tra qualche capitolo. Diciamo che ce ne vorrà un'altro. Però sono felice che ti piaccia, alla prossima.

ValeXAnime: Buona fortuna, mi sembra un augurio per un compito in classe. Spero di essere all'altezza. Grazie dei complimenti e riguardo a Fay, basta leggere. Alla prossima

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Capitolo 4
*** Persone care ***


cacciatori contro maghi 4

Il quarto capitolo, come promesso prima, lo posto ora insieme ad una On-Shot che arriverà tra poco. BUONA LETTURA.

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IV°

PERSONE CARE


Alla porta si trovava il generale Imonoyama. I generali erano tre, l'ultimo che mancava alla lista si chiamava Saiga*. Ma il più giovane era comunque il biondino davanti a lui: biondo, occhi azzurri e due guardie del corpo sempre dietro. Aveva un carattere tutto particolare, per esempio aveva una fissa, nel trattare bene le donne (come Sanji, ma tutti i biondini sono così? ^w^). A parte il fatto che si credeva chissà chì**, aveva una predisposizione nel guidare le persone, era un vero despota e un gran capo.
"Kurogane-San, ho un ordine dal nostro sovrano!" esclamò con fare solenne, e serio al tempo stesso. Era raro vedere Imonoyama serio, anche quando c'erano le riunioni aveva uno sguardo, giocherellone, invece in quel momento era parecchio serio.
"Quale ordine, generale!" Nonostante il carattere, Kurogane lo considerava un grande condottiero, e uno stratega impeccabile. Non che suo superiore.
"Il sovrano, non vuole più uccidere i maghi, ma ci ordina di arrestarli" Kurogane rimase di stucco. Erano anni che il sovrano voleva eliminare i maghi e solo qualche giorno fa aveva ricevuto la telefonata di incitamento ad ucciderne di più. Come poteva esserci stato questo cambiamento radicale.
"Per quale ragione?"
"Non mi è stato dato ordine di dirtelo, quindi attieniti ai voleri del sovrano, senza chiedere" detto questo si ritirò, lasciando Kurogane sulla porta, mezzo sconvolto.
Il moro chiuse la porta, cercando di capire il motivo, ma senza arrivare a capo di niente.


Il giorno dopo. Fay uscì di mattina presto, mentre Kurogane faceva colazione. Il moro aveva provato a chiedere al musicista, dove stesse andando, ma quello aveva sorriso e se l'era filata. Kurogane, dopo la colazione, si diresse al suo nuovo lavoro che, a conti fatti non gli piaceva per niente. Non poteva arrestare dei maghi e portarli a corte, avrebbero potuto far del male al sovrano, ma se quelli erano gli ordini del suo re, c'era poco che lui potesse fare. A fine giornata ne arrestò quattro portandoli tutti a palazzo e venendo ringraziato da Seishiro. Fay nel mentre si era recato nel bosco, al suo consueto incontro clandestino.
"Allora come procede?" L'interlocutore di Fay era una persona incappuciata, cauta a non farsi vedere, ma si notava e sentiva, dalla voce, che si doveva trattare di una donna.
"Il sovrano ha dato nuovi ordini!" esclamò il biondo.
"Quali?" chiese la donna
"Vuole arrestare i maghi, invece di ucciderli"
"Per quale motivo?"
"Non mi è dato saperlo, ma sono in pensiero per voi!"
"Non devi aver paura, mi so difendere. Tu piuttosto sta attento, non dimenticarti che vivi con un cacciatore" precisò la donna, verso il biondo.
"Lo dovrebbe sapere che non sono in pericolo! I cacciatori non possono capire"
"Questo lo so, ma sta attento lo stesso e tienimi informata di ogni minima mossa, del sovrano"
"Si, signora"
"Fay, smettila di chiamarmi così, o mi monterò la testa" rise la donna cominciando a camminare " A proposito. Fay tieniti pronto. Se Kurogane dovesse scoprirti, dovrai chiudergli la bocca"
"Si lo so"


La sera, il biondo trovò Kurogane alla porta, come ogni sera che rientrava tardi. Era diventata un'abitudine vederlo lì preoccupato per lui, gli faceva quasi tenerezza.  Anche se Kurogane diceva sempre che lo aspettava perché aveva fame e poca voglia di preparare.
"Sei arrivato tardi anche oggi!" constatò il moro.
"Si, lo so" disse il biondo entrando.
"E non dici altro?" chiese scettico il cacciatore entrando a sua volta.
"Non mi sembra che tu sia la mia balia!" parlò acido Fay. Kurogane assottigliò lo sguardo e fermò il biondo per un polso.
"Non sarò la tua balia, ma si dia il caso che vivi in casa mia! Ho tutto il diritto di sapere dove sei stato fin'ora" spiegò il moro. Fay si girò sorridendo e svicolò la mano dalla presa del coinquilino.
"Invece ti sbagli, non ne hai alcun diritto! Visto che sono adulto e vaccinato posso stare dove e quanto voglio senza dirti niente. A meno chè non ci sia una qualche ragione per qui dovrei dirtelo! Eri forse preoccupato Kurp-Pu?" Kurogane si allontanò senza dire niente chiudendosi in camera. Fay rise e dopo mangiato andò a letto. I giorno si susseguirono uguali, con Kurogane che aspettava Fay sotto l'uscio di casa e le loro parlatine. Finché un giorno Kurogane rimase ad aspettare fino al mattino sotto la porta. Fay non era tornato.
"Tsz, chissà dov'è adesso?" si chiese.
"Chi aspetti, sotto casa?" chiese Fuuma. Kurogane si girò non proprio contento della visita.
"Nessuno che tu conosci!"
"Ti riferisci al tuo coinquilino? Cos'è non è rientrato e sei preoccupato?" chiese, scherzando. Kurogane lo guardò male e chiuse la porta, in faccia a Fuuma. Il povero cacciatore rimasto fuori rise del gesto del collega e continuò per la sua strada "Chi l'avrebbe mai immaginato! Kurogane preoccupato per qualcuno!"


Dopo due gironi, Fay non si faceva ancora vivo, in compenso il sovrano chiamò a raccolta i cacciatori e parlò a loro. Erano anni che il loro re non usciva dal palazzo e quindi per tutti i cittadini e cacciatori era un evento fuori dal comune.
"Miei cacciatori e sudditi, vi ho chiamato quì, per dirvi una cosa! Giorni fa, ho dato un ordine ai mei cacciatori, il quale prevedeva la cattura dei maghi, in massa! Il motivo è semplice: ho intenzione di fare un grande falò in piazza, tra un mese. Durante il quale arderò vivi tutti i maghi arrestati fino ad allora. Con la speranza che i maghi rimasti se ne vadano, per la paura di fare la stessa fine"
I cittadini rimasero a bocca aperta, insieme a qualche cacciatore. Il loro sovrano doveva essere impazzito, o peggio. Come poteva pensare a tale assurdità, come poteva essere così crudele e meschino?. Il sovrano si ritirò immediatamente dopo il discorso e Kurogane strinse i pugni tornandosene a casa. Entrato in casa si accorse dell'assenza di Fay, per l'ennesimo giorno e la rabbia si fece più violenta. Già il suo sovrano era impazzito e poi Fay scomparso da giorni. Non sapeva che fare, aveva capito che teneva al biondino, ma aveva sentore di qualcosa, qualcosa che andava oltre le sue forze.

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Forse un po' corto, ma finalmente si entra nel vivo della storia. Chi è la donna con qui parla Fay, perché il biondino non si fa più vedere? Tutte le risposte nel seguito della storia. Kurogane già in pensiero, e si sta accorgendo anche di altro: forse dei suoi sentimenti o c'è altro?

* Personaggio di  Lawful Drugstore.  Per chi  non lo conosce con quel nome è il tonno (come lo chiama Kakei), che cucina cuce e cerca le persone scomparse, oltre ad essere l'amante di Kakei.

** Imonoyama è figlio di  una ditta importante, che oltre ad essere la proprietaria della scuola Clamp ha affari anche con roba di armi e simili, è il personaggio che appare in Clamp detective e Dukylon, come bambino; in X e Tsubasa da adulto (in X è il preside dell'istituto Clamp, dove si trova la spada di Kamui.)

SakuraX16: Kurogane era ancora sveglio, e poi se avesse ucciso Imonoyama sarebbe già all'altro mondo.

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Capitolo 5
*** Capire imparare ***


cacciatori contro maghi 4

Finalmente, dopo quasi un mese sono riuscita a postare il quanto capitolo. BUONA LETTURA
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CAPIRE IMPARARE

Fay non rincasava da giorni e Kurogane sembrava alquanto arrabbiato, forse più del solito. Per non parlare dell'ordine del sovrano: Non si faceva vedere per anni e poi se ne usciva con il voler uccidere in massa i maghi nella piazza centrale della città.
"Kurogane-San tutto a posto?" chiese Shaoran, il suo allievo. (Anche se adesso era un cacciatore a tutti gli effetti), "Mi sembra più imbronciato del solito!" esclamò il ragazzo.
"Non sono imbronciato, e non ho nulla che non vada bene!" rispose acido il moro.
"Giusto, questa non si chiama imbronciatura, ma incazzatura in piena regola! Cuore infranto Kurogane*?" chiese un uomo simile a Kurogane, forse più alto, appena arrivato dietro ai due interlocutori.
"Saiga-San, come mai quì? La credevo alla città ad ovest!" disse il ragazzo. Saiga era il terzo dei generali: Alto, capelli neri e una corporatura da armadio a dieci ante. Aveva una fissa con ferri da maglia e cucinare, oltre al suo amante che nessuno sapeva chi fosse. Ma in ogni modo, il problema era che se tutti e tre i generali erano lì c'era poco da stare allegri, perché voleva dire che il sovrano faceva sul serio.
"Il sovrano mi ha richiamato in capitale, a quanto pare abbiamo un nuovo ordine"
"Già, secondo me, il nostro re è uscito di testa!" obbiettò Kurogane. Saiga lo guardò male, insieme a Shaoran.
"Non dovrebbe dire certe cose, in strada!"
"Ha ragione, qualcuno potrebbe sentirti e riferire al re" dissero i due "Tipo Seishiro!" esclamò Saiga. Non correva buon sangue tra i tre generali, sopratutto tra Saiga e Seishiro. Erano una specie di domada pronta a scoppiare, mentre Imonoyama non ci metteva becco, anzi li lasciava fare (da quel punto di vista sembrava il sadico che era).
"Saiga-San! Seishiro-San è una buona persona" protestò Shaoran
"Buona persona!? Kurogane, non gli hai insegnato a riconoscere gli amici dai nemici?" chiese stupito il generale al capitano, il quale lo guardò male e poi stizzito si alzò andandosene. "Non è mai stato uno di molte parole, ma questa volta ha davvero superato se stesso!" si disse Saiga. Shaoran guardò il generale preoccupato, ma quello gli sorrise tirando fuori un paio di guanti, fatti a mano di lana. Il ragazzo guardò il regalo con circospezione, non avrebbe mai immaginato che un uomo come Saiga facesse roba a maglia. "Sai è un mio hobby, oltre al cucinare! E devo dire che mi riesce anche bene. Comunque, ne avevo fatti altri da dare a Kurogane, e al suo coinquilino, ma da quel che so non si fa più vedere!"
"Se parla di Fay-San sono settimane che non torna! E l'atmosfera si è alquanto raffreddata a casa di Kurogane-San, almeno prima c'era l'allegria di Fay-San, oltre alle sue belle melodie!" spiegò Shaoran
"Giusto! Mi hanno detto che è un bravo musicista"
"Si suona il flauto traverso!" specificò il ragazzo.
"Il flauto traverso?! Che strana coincidenza, anche il nostro sovrano e suo nipote adorano quello strumento!"
"Parli del principe?" chiese Imonoyama, appena arrivato "Se non erro non viene da anni al castello, nessuno si ricorda più che aspetto ha!"




Al palazzo reale, Seishiro parlava con il sovrano, della nuova legge da lui emanata. Non che il generale non fosse d'accordo, ma pensava che la cosa fosse prematura. In fondo erano solo dieci anni, che davano la caccia a quei maghi  e contando il loro numero a quel tempo si doveva considerare il fatto, che il loro sterminio durasse tanto.
"Troppo prematuro? Niente affatto, sono sicuro che appena i maghi vedranno la loro gente arsa al rogo se ne andranno"
"Ma altezza, la popolazione non è pronta a questa retata. Pensate ai bambini, del villaggio!" Seishiro non era uno al quale piaceva temere per l'ingenuità dei bambini, ma doveva tenere una certa maschera, anche con il sovrano, anzi sopratutto con il sovrano.
"Basta che le madri li tengano in casa! E poi non voglio più aspettare. A proposito, il coinquilino di Kurogane, dov'è adesso?" chiese all'improvviso il re. Seishiro gli aveva detto che gli assomigliava e al sovrano era venuta una certa idea in mente, di chi poteva essere.
"Da quel che ne so io, non si fa vedere da settimane, sire!" rispose Seishrio. Il sovrano si stupì della cosa, ma non ci fece molto caso. Meno guai c'erano e meglio era per tutti
"Bah, non importa, comunque i maghi devono sparire entro la fine del ciclo annuale!"
"Ciclo annuale?!" chiese stupito Seishiro. Il sovrano si accorse di aver parlato troppo e si ritirò senza dare risposta al generale. Seishro sapeva che se il sovrano non diceva nulla a lui, suo grande confidente, la cosa era assai segreta, ma lui non poteva e non doveva essere all'oscuro di nulla e quindi decise di indagare andando nella grande biblioteca reale, a cercare i vecchi libri dei maghi, ora relegati nelle cantine.


Kurogane, dal canto suo se ne stava a casa, non aveva la minima voglia di arrestare maghi, per poi vederli ardere tra le fiamme dopo un mese. Se si trattava di trapassarli con una spada, gli poteva andar bene, infondo era cosa veloce ed indolore, ma dargli fuoco era disumano e immorale.
"Il nostro re è andato di testa, come può pensare che, in questo modo i maghi se ne andranno?" si chiese apparentemente scettico da quel punto di vista. Mentre se ne stava a pensare la porta suonò, il cacciatore alzò la testa e in lui si fece largo una speranza, vana che fosse il biondino, tornato da chissà dove. Aprendo la porta si immaginava già il suo falso sorriso, mentre diceva le sue scuse del cavolo, ma appena si vide Shaoran davanti alla porta le sue speranze si frantumarono come neve al sole. "Che diavolo ci fai qui?" chiese acido.
"Lei è andato via prima che Siaga-San le desse questi!" spiegò il ragazzo, porgendo due paia di guanti all'interessato. Kurogane scrutò quei cosi e poi guardò scettico il ragazzo. Conosceva l'hobby del generale, ma non capiva la quantità.
"Perché
due?" chiese
"Un paio è per Fay-San!"
"Ci mancava che si preoccupasse per l'idiota!" disse sarcastico il moro. "Tanto anche si ammalasse, non direbbe niente a nessuno!" protestò Kurogane.


Fay nel mentre si trovava in una stanza totalmente bianca, con disegni azzurri, chiaro e blu. La donna con la quale aveva parlato le volte precedenti, gli si avvicinò.
"Qualche problema Fay? Non torni alla capitale da settimane! È successo qualcosa?" chiese tranquillamente, come se fosse al corrente di tutto.
"No, non è successo niente, di rilevante! È solo che non ho voglia di tornare" spiegò il musicista. La donna sorrise a quella risposta, tirando fuori una pipa per fumarla.
"E c'è un motivo del perché tutto ciò?" chiese con la solita aria da saputella. Fay tossì per il troppo fumo, e poi la guardò scettico.
"Se sa già tutto, perché me lo chiede?" domandò curioso.
"Io non so tutto, Fay non sono onnipotente" protestò la donna. Era sempre la stessa storia, lei faceva delle domande e le persone credevano che lei sapesse già tutto. Che cavolo le faceva a fare quelle domande se sapeva?.
"Comunque mi sono arrabbiato!"
"Arrabbiato?!" chiese lei alquanto stupita della cosa
"Si!" esclamò sicuro il biondo
"Non ci credo! Per far arrabbiare te, ci vogliono secoli! Come diavolo ha fatto?" chiese, parlando di Kurogane. Conosceva il carattere, poco ortodosso del cacciatore in questione, ma arrivare a far arrabbiare Fay era un mago. Il biondo non si arrabbiava molto facilmente, anzi ogni cosa che succedeva la credeva colpa sua.
"Mi tratta come un bambino! Non posso uscire di casa che lui mi chiede dov'ero e cosa stavo facendo! Come se lui fosse mio padre!" Ecco il problema. Per Fay era una novità che qualcuno si preoccupasse per lui. Nessuno gli chiedeva niente da quando era piccolo e quindi era cresciuto come adulto fin dalla tenera età di 8 anni ed era quindi naturale che lo rendesse nervoso, il solo fatto che qualcuno tenesse a lui. Figuriamoci se quel qualcuno era uno conosciuto da appena due mesi. "E poi, ogni volta che lo guardo mi manca il respiro.....non so credo sia meglio che per un po' non lo veda!"
"Sei sicuro?" chiese la donna. "Non senti la sua mancanza?"
"La sua mancanza?........Beh, credo...... credo di si!" suppose il musicista. La donna sorrise sorniona e camminando verso la porta d'ingresso, si girò un'ultima volta per dare una delle sue rinomate perle di saggezza.
"Rifletti su quello che provi quando sei con lui, e quando lui non c'è! Vedrai che capirai". gli consigliò la donna, andandosene definitivamente.

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Scusate per l'immenso ritardo, di solito non sono così ritardataria, ma ho un attenuante: La scuola, come voi del resto. Ti porta vai una marea di tempo, in senso letterale (qualche giorno fa, ho preso l'acqua per mezza giornata a Pisa, solo per andare a vedere un filmino su Anna Franck, rivisto centinaia di volte, e un museo su dei quadri incapibili). Comunque eccomi quì con il quinto capitolo. A voi dire com'è, aspetto con ansia. Bye Bye ^^

* Nel fumetto originale (Lawful Drugstore), non parla molto, anzi è sempre quasi zitto, ma quì ho dovuto variare. Comunque l'hobby per il cucito e la cucina ce l'ha davvero, nel fumetto cuce anche dei  Kimono da uomo a Mano e non dico altro.


SakuraX16: Mi scuso per il ritardo, ma scuola permettendo sono riuscita a postare il quinto, non dice molto però è già qualcosa. Hai indovinato la donna in questione è Yuko, ma non apparirà solo lei di XXX Holic. Fay ha semplicemente dei problemi interpersonali (e chi non li ha li dentro, è opera della Clamp ^^''). La contr'offensiva è iniziata da un pezzo, fin da quando Fay è entrato nella capitale. Ormai hai capito che il biondino è un mago, ma non come lo intendi tu. Alla prossima, spero il più presto possibile.

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Capitolo 6
*** Orrori rabbie ***


cacciatori contro maghi 5 (2)

Il sesto capitolo, non ho cambiato nulla, la storia riprende da dove l'avevo lasciata. BUONA LETTURA
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VI°

ORRORI RABBIE

Il mese era passato e Fay era tornato a casa dopo due settimane dalla sua sparizione. Naturalmente si era dovuto sorbire la ramanzina da parte del cacciatore, la quale lo aveva sorpreso, dato che si notava che Kurogane si era preoccupato per lui.
"Mi dovevi avvisare, dannazione!" aveva esclamato furioso come non mai.
"Ti eri preoccupato?!" aveva chiesto stupito il biondo, non capendo il perché di anta rabbia. Kurogane era diventato rosso a quella domanda, chiedendoselo anche lui. In fondo non avrebbe dovuto preoccuparsi per uno stupido quale era il biondo, eppure l'aveva fatto, si era preoccupato per un semisconosciuto, ma non ne capiva il motivo.
"No, semplicemente andava a male il cibo" aveva ringhiato, andandosene in camera sbattendo la porta. Si poteva capire che era una scusa campata in aria, la spesa l'aveva fatta Fay e quindi non lui, di conseguenza sapeva che aveva comprato da mangiare per una sola persona. In ogni caso il biondo fece finta di stare al gioco, avendo notato il rossore del suo ospite e tutto era tornato alla normalità o almeno così credeva. Il giorno dopo il suo ritorno, alzandosi, Fay vide qualcosa che lo stupì non poco.
"Ma cosa?" chiese appena entrato. Kurogane se ne stava ai fornelli e da quel che poteva capire Fay, stava cucinando la colazione. Il musicista non l'aveva mai visto in tale atto, era sempre lui a cucinare, da quando vivevano insieme, anche se si era chiesto come avesse fatto durante le due settimane senza di lui. "Che significa?!" chiese stupito e attonito dalla scena. Kurogane guardò il biondo e poi la padella sfrigolante davanti a lui, dandosi dello scemo per essersi ricordato in ritardo del ritorno del biondino. Ormai ci era abituato a cucinarsi da solo la colazione, vista l'assenza dell'altro, ma visto che era tornato avrebbe lasciato di nuovo a lui la cucina. Peccato che se lo fosse completamente scordato, il suo cervello non aveva registrato la cosa e quindi si era alzato, come tutte le mattine per preparare il suo nutrimento, come se nulla fosse.
"Nu....nulla, semplicemente le colazioni che prepari tu, sono troppo dolci!" tentò di difendersi, buttando una scusa all'aria. Fay non rispose, ma molto maliziosamente si sedete aspettando la colazione, sperando che non fosse come la cena che gli aveva propinato, il primo giorno in quella casa.


Comunque era passato un mese da allora e Fay non ricordava nemmeno il sapore di quella roba, che il suo ospite osava chiamare colazione. Il cacciatore non aveva chiesto a Fay come mai fosse stato via tanto, ne tanto meno gli aveva rivelato cosa sarebbe accaduto quella sera, anche se il biondo aveva captato qualcosa nell'aria, di orribile e burrascoso. A tutti i cacciatori era stato dato ordine di non lavorare quel giorno e Fay aveva fiutato qualcosa, visto che Kurogane lavorava sempre e non aveva neanche un giorno di riposo, quindi tentò d'indagare.
"C'è qualche ricorrenza, o deve succedere qualche festa?!" chiese. Kurogane alzò lo sguardo dal manga che leggeva e lo guardò di sottecchi cercando di capirne gli intenti, ma l'altro era di spalle e non lo vedeva.
"Nessuna ricorrenza, o festività!" esclamò, ritornando a leggere.
"Allora perché sei a casa?" domandò serio, cominciando a preoccuparsi. Il cacciatore aveva sentito la nota di preoccupazione uscire dalla bocca del musicista e non capendone il motivo rispose lo stesso.
"Forse è per il falò di stasera!" suppose.
"Quale falò?"
"Quello voluto dal re, quando tu eri via!" esclamò, come a dargli la colpa del fatto.
"E cosa bruceranno, a questo falò?" domandò con un certo timore che cresceva sempre di più. Il moro lo guardò serio indeciso se dirglielo o lasciarlo nel dubbio. Non gli andava giù il fatto che chiedesse troppo e sinceramente voleva saperne di più su di lui, solo per semplice curiosità ovvio, non per preoccupazioni o roba varia.
"Lo scoprirai stasera, tanto è ordine del sovrano che tutti i cittadini siano presenti!" spiegò tornando a leggere. Il biondo si alzò di scatto dalla sedia, su qui era seduto e cominciò a prepararsi per uscire. "Dove vai?" domandò il cacciatore.
"Ehm....devo...devo fare una commissione!" esclamò affrettato, uscendo di casa. Kurogane scrollò la testa, tornando a leggere.


Fay corse fuori dalla capitale, e si precipitò nel bosco, dove trovò la sua interlocutrice intenta a parlare con altri due uomini incappucciati.
"Fay! Come mai qui?" chiese lei, preoccupata per il fiatone del ragazzo.
"C'è......c'è un problema" ansimò, tentando di riprendere fiato
"Quale?!" chiesero in coro i tre, incappucciati. Fay riprese fiato e poi cominciò a spiegare del falò di quella sera. Non sapeva se dovevano preoccuparsi o meno, fatto stava che c'era sempre il dubbio, con quel sovrano mezzo impazzito.
"In effetti potrebbe esserci una possibilità!" esclamò la donna rivolta agli altri due.
"Abbiamo sentito delle voci dagli animali del bosco, a quanto pare i cacciatori avevano cominciato a catturare i maghi e non più ad ucciderli! Quindi forse il combustibile per stasera, saranno.................."
"Ma è una cosa orribile! Bisogna fermarli" proclamò Fay.
"E come?!" chiese la donna, alquanto pessimista su tale scelta. Erano in netta minoranza, da quando i cacciatori davano loro la caccia e anche la barriera levava loro molto potere, quindi avrebbero perso di sicuro.
"Non lo so, ma bisogna farlo!"
"Oh andiamo è una follia!" disse una voce che a Fay pareva familiare. Girandosi si trovò davanti uno dei tre generali dei cacciatori.
"Saiga-San?!" sbiancò Fay, sentendosi morto sul colpo.
"Come va? Kurogane te li ha dati i guanti che li avevo dato?" chiese con un sorriso stampato a trentadue denti sulla faccia.
"Che ci fa lei qui?" chiese con un sorrisino per niente felice sul viso.
"Non preoccuparti, lui non ti tradirà!" esclamò un'altra voce dietro l'uomo.
"Kakei-San!" si stupì Fay. Kakei era un mago molto potente e abbastanza frivolo nel suo lavoro che consisteva nel prevedere il futuro. "Ma che significa?!" chiese stupito Fay.
"Il tonno, quì sta dalla nostra parte! Non mi tradirebbe mai e neanche te, sta tranquillo" lo risollevò.
"Ma allora l'amante di Saiga-San è..................." balbettò il biondo indicando Kakei, il quale annuì molto lentamente.
"D'accordo il volervi bene, ma portarlo quì! Non ti avevo detto che era pericoloso?" chiese la donna, seccata. La cosa finì con una litigata di sguardi tra i due kakei e la donna. Erano bravissimi a fare sorrisini sadici e combattere con quelli, mentre Saiga parlava dei guanti a Fay e di come li aveva fatti.



Tornarono insieme alla capitale, non curanti di quello avrebbe potuto pensare la gente. Saiga raccontò tutto al biondo, su come aveva conosciuto Kakei e il come se ne era innamorato, per poi decidere di mettere fine alla faida.
"Quindi lei sta cercando il modo di salvare i maghi?" chiese Fay.
"Esatto, ma nessuno deve saperlo, quindi con Kurogane acqua in bocca" sorrise, prendendo una strada diversa da quella del biondo. "Ah, a proposito! Mi scuso in anticipo per i tutti i maghi di stasera, anche se tu non centri nulla" disse, rivolgendosi al falò che ci sarebbe stato tra qualche ora.
"Scusi!?" chiese stupito, rimando con l'uscio aperto.
"Tu non sei un mago! Io non avverto nulla" esclamò. Fay sorrise e senza dire nulla entrò dentro casa, era vero lui non era un mago.
"Finalmente sei tornato!" esclamò Kurogane, vedendolo sull'uscio appoggiato alla porta. Il musicista alzò la testa e sorrise al suo ospite muovendosi dalla porta. "Beh, sbrigati che si va alla piazza" disse quasi fosse un ordine. Il biondo non aveva la minima voglia di andarci, ma anche la donna glielo aveva suggerito, solo perché così avrebbe visto il sovrano. Uscirono di casa, qualche minuto dopo e Kurogane fece strada, la piazza era già ghermita e le guardie della capitale stavano montando il falò, sistemando attorno ai maghi, legati dei tralicci di legno, per dar loro fuoco. Fay strinse le mano, quasi a sangue a quella scena, talmente era insulsa e indecente. C'erano addirittura i bambini a guardare.
"Ma devono rimanere anche i bambini?" chiese Fay a Kurogane.
"Non sono io a decidere!" esclamò, stringendo i denti, era ovvio che quello non andasse giù nemmeno a lui. Dopo mezz’ora il sovrano uscì sul balcone del castello che dava sulla piazza, sottostante. Il biondo vedendo il sovrano singultò e si nascose dietro al moro, il quale non capì la mossa, ma non ebbe il tempo di chiederglielo. Il sovrano alzò un braccio al cielo e le guardie si apprestarono a dar fuoco ai tralicci, all'abbassarsi del braccio reale i focolari, accesi, bruciarono il legno e con esso la benzina buttata sopra per poi seguirne la scia fino ai corpi quasi esanimi dei maghi, li per terra, anch’essi ricoperti di benzina.

Le grida che si levarono dalle fiamme erano orribili e strazianti, per Fay sembrava non avessero mai fine. I bambini cominciarono a piangere per quei rumori assordanti e la vista orrenda che gli si parava davanti. Il musicista cominciò a mordersi a sangue per non urlare di smettere e anche le mani erano praticamente ferite, dalla stretta almeno finché non sentì una mano che gli scioglieva la stretta dolorosa. Stupito alzò lo sguardo verso il moro e notò che si stava trattenendo pure lui dal fermare la tragedia.
"Sarebbe
inutile dirgli di fermarlo, ormai non ragiona più!" esclamò rivolgendo lo sguardo al suo sovrano. Il musicista guardò il re e notò una vena di sadismo mentre assisteva alla scena, una cosa inaudita per uno della sua tara. Quando tutto fu finito, l'odore acre dei cadaveri bruciati si sperse per le strade imprimendosi nelle menti di coloro che, per una ragione o per l'altra non avevano potuto partecipare a tale orrore. Fay e Kurogane si diressero a casa, appena finita la scena, mentre le guardie rimettevano a posto e pulivano dalle ceneri, unica testimonianza delle vite perse.
"Tornate a casa?" chiese loro Imonoyama, accompagnato dai suoi soliti aiutanti, che sembravano più zerbini. Aveva uno sguardo malinconico, quasi triste, anche se lo nascondeva bene.
"Si, non ho alcuna voglia di guardarlo in faccia!" esclamò acido il cacciatore rincamminandosi.
"Buona notte!" salutò Fay per poi seguire Kurogane. Arrivati a casa, Kurogane chiuse tutte le finestre e le porte, evitando che quell'odore entrasse in casa. Difficilmente l'avrebbe levato dai cuscini e bastava che ce l'avesse nel cervello. "Perché!....perché ha fatto questo?" chiese il biondo non capendo la crudeltà del loro sovrano. "D'accordo che li odiate, ma non era troppo?"
"Non sono io che faccio le leggi!" esclamò Kurogane chiudendo la finestra della cucina. "In ogni caso non possiamo tornare in dietro, ti pare?!" fece notare. Era inutile discuterne, anche se avessero voluto o potuto far qualcosa lo dovevano fare prima, adesso non potevano rimuginarci. Cosa ne sarebbe saltato fuori, solo un sogno e niente più. Il biondo guardò con astio il cacciatore, sembrava che non provasse niente che le morti di quella sera non l'avessero toccato.
"Ti sta bene così? Il tuo cuore e la tua mente sono a posto, non provi rimorso?" domandò non potendo credere che fosse davvero insensibile.
"Anche se avessi rimorso a che servirebbe? Non posso riportarli in vita!" disse acido. Era ovvio che anche lui fosse scosso dall'avvenimento, ma che avrebbe potuto farci non era un dio o un essere onnipotente. Il musicista strinse i pugni e arrabbiato andò in camera sua, sbattendosi la porta alle spalle. "Vorrei tanto sapere che ho detto di male?!" si chiese stupito dalla reazione, per poi andarsene a letto. Passando dalla camera del biondo poté sentire la dolce e triste melodia del flauto, la stessa che aveva sentito quel giorno. Gli era parso un angelo all'epoca, una cosa rara e fragile che andava protetta. A quei pensieri si diede dello stupido e s'incamminò verso il suo letto.

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Alla fine ho deciso di non cambiare nulla, volevo rifare l'ultimo capitolo, ma mi sono accorta che questo poteva essere accorpato all'altro e quindi ho lasciato le cose come stavano, non me ne volete e alla prossima. Il prossimo capitolo, all’ultimo dell’anno insieme all’ultimo dell’altra fanfic.

Buon Natale a Tutti

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Capitolo 7
*** Seguire curiosità ***


cacciatori contro maghi 7

Allora, scusate per il ritardo, ma ho avuto problemi. Ringrazio tantissimo ooOHime_sanOoo, per le correzioni della punteggiatura e a tutti auguro BUONA LETTURA. ^^

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VII°

SEGUIRE CURIOSITÀ

Quella notte Fay andò a letto molto tardi, verso le tre del mattino, dopo aver suonato per almeno venti minuti il flauto. Non si capacitava dell'orrore che aveva perpetrato quell'uomo, se così si poteva chiamare. Dopo tre giorni dal falò Fay aveva ricominciato a fare la spola tra casa e non si sapeva dove, Kurogane sapeva solo che da qualche giorno parlava sempre di più con Saiga e la cosa lo sconcertava alquanto.
"Oi, tu sai il motivo della loro amicizia improvvisa?" chiese al braccio destro del generale. Era un ragazzo abbastanza bravo che aveva dei problemi con le relazioni interpersonali, si chiamava Rikuo Himura, il quale aveva addestrato un certo Doumeki.
"No, per nulla! So solo che da un po' di tempo me lo ritrovo in casa"
Saiga, da buon generale che era, non aveva una casa sua, ma scroccava da vivere al suo povero aiutante che tanto normale non era. La casa era linda, nemmeno una donna sarebbe riuscita a fare meglio, tutti i mobili erano spolverati e lavati, i pavimenti ben curati e cerati e i bagni sembravano nuovi.
"Bah, sarà il contagio!" esasperò Kurogane, ascoltando i due con un leggero senso di disagio. Fay e Saiga si erano seduti al tavolo della cucina, mentre Kurogane e l'altro si erano accomodati sul divano del salotto che dava le spalle al suddetto tavolo.
"Forse!" esclamò l'altro cambiando canale al televisore di ultima generazione. Finita la parlata tra i due nuovi amici, Kurogane e Fay si congedarono da loro con la promessa di assaggiare, per una volta, il cibo cucinato dal generale.
"Ma neanche sotto tortura mangerei quello che cucina quell'uomo!" ringhiò il cacciatore lungo la strada.
"E
perché?! Guarda che Saiga-Chan cucina benissimo" lo rimproverò fintamente Fay, saltellando allegramente sul marciapiede. Kurogane si fermò di colpo come se il biondo avesse detto un eresia. "Beh, non vuoi tornare a casa?" chiese stupito Fay voltandosi.

"Cucina bene, ma in che film l'hai visto?" chiese stizzito superando il musicista senza neanche guardarlo. Il cacciatore non aveva mai mangiato roba cucinata dal generale e non si sarebbe mai sognato di farlo, credeva che quell'uomo ci potesse mettere il veleno visto il carattere e poi, in quel frangente, l'unico di cui si fidava Kurogane era Fay. Adorava il gusto dei suoi cibi, dalla colazione alla cena, erano dei capolavori di culinaria da leccarsi i baffi, anche se non glielo avrebbe mai detto.


Le giornate tornarono normali, Kurogane andava a cacciare e arrestare maghi, mentre Fay se la svignava tutte le mattine fino alla sera tarda. Kurogane era sempre incuriosito di dove andasse, ma aveva il suo lavoro e non poteva farci nulla, per non parlare che, in effetti, erano affari del biondo il cosa facesse e chi incontrasse. Fatto stava che un bel giorno Kurogane, mentre cacciava, vide una testolina buffa e bionda correre per il bosco, sicuro di non sbagliarsi di chi fosse il proprietario prese ad inseguirla, arrivando ad una radura nel folto del bosco. Gli alberi sembravano cupole per proteggersi dal sole che filtrava e dalla pioggia, se mai avesse piovuto attraverso la barriera, anche se lui credeva di esserci ormai fuori. Il posto in cui si trovava era bellissimo e sfuggiva ad ogni sua più rosea aspettativa, gli animali correvano felici e i volatili svolazzavano curiosi tra i rami, mentre le fronde degli alberi si muovevano in sincrono con il vento: Kurogane non aveva mai visto nulla del genere. Dentro la barriera era tutto grigio o nero, neanche al bianco era permesso di entrare, gli animali si potevano contare sulla punta delle dita e di sicuro non giocavano ne volavano, mentre gli alberi stavano fermi nella loro maestosità e onnipotenza, orripilati dallo scenario della civiltà troppo sviluppata, quali erano loro.
"Kuro-Pi! Che ci fai qui?!" chiese stupito Fay, uscendo da un sentiero "Non mi avrai seguito!" suppose ironico. Lo sapeva benissimo che l'unica maniera per arrivare li, era l'averlo seguito, eppure non si era arrabbiato né nulla, anzi aveva provato a dar fiducia al cacciatore.
"Beh, volevo solo sapere dove te ne andavi tutti i giorni" bofonchiò, scostandosi dai piedi gli animali che, curiosi, lo annusavano.
"E adesso che l'hai scoperto che farai?!" domandò andandogli vicino sorridendo come sempre.
"Nulla, ora so e basta" rispose atono.
Fay sorrise a quella risposta prendendo uno scoiattolo per metterlo sulla testa del cacciatore "Che diavolo stai facendo?!" chiese scettico il moro rimando fermo. L'animale cominciò ad esplorare la chioma scura dell'uomo con il naso e zampe, circondò tutta la testa per capire dove si trovasse poi, trovata la via, cominciò a scendere per la fronte e guardò dentro agli occhi di Kurogane con il muso all'incontrario rispetto al viso dell'uomo, in fine tornò sulla testa, ci girò tre volte in torno prima di appollaiarci sopra.
"Waaaahhhhaaaaaaaaaaaaaaaaa!" rise Fay cadendo per terra, l'animale l'aveva preso per la sua nuova tana e ci si era trovato bene, ora niente e nessuno lo avrebbe levato di li.
"Invece di ridere levamelo" proclamò il moro rimanendo fermo, per paura di far del male allo scoiattolo.
"E perché sei così carino con lo scoiattolo in testa! Ti dà una parvenza di umanità" puntualizzò, alzandosi e mettendosi in punta di piedi, andando ad accarezzare l'animale che dormiva sulla testa del cacciatore. Kurogane stava ancora fermo e decise di chiudere gli occhi, quelle sensazioni per lui erano nuove e strane. Per un uomo abituato a vivere nella tecnologia, una foresta con uno scoiattolo in testa era assai strano, sopratutto se un idiota biondo se la rideva. Dopo poco poté sentire che Fay, con tranquillità, gli stava levando lo scoiattolo dalla testa. Aspettò paziente che l'animale levasse le sue zampe dalla sua chioma per poi scuotere il collo. Il biondo lasciò libero l'animale e poi si girò sorridente verso il cacciatore. "Phfff! Haaaha hahhhhaaaaaa" rise sommessamente, nascondendo con la mano la bocca.
"E
adesso, che c'è da ridere?!" domandò seccato il moro. Fay gli puntò la testa con un dito ridendo ancora e Kurogane, alzatosi il braccio, poté constatare che i suoi capelli avevano urgente bisogno di una sistemata.

"Aspetta sistemo io!" esclamò tornando con le mani tra i capelli del cacciatore. Forse sarebbe stato più pratico se Kurogane si fosse seduto, visto la differenza d'altezza, ma il cacciatore aveva deciso che così era fin troppo ridicolo.
Fay rideva mentre sistemava i capelli dell'altro, alla bene e meglio e Kurogane decise che doveva farlo fuori prima o poi, almeno finché non si ritrovò il viso ad un palmo dal suo e subito la mente ritornò a quella notte, la prima volta in cui l'aveva sentito suonare e la loro parlata.
In quel frangente Kurogane aveva avvertito qualcosa e i suoi occhi si erano incatenati a quelli di Fay, proprio come in quel momento. La sua testa si muoveva da sola avvicinando il suo viso a quello del biondo che rimaneva immobile senza dire nulla, quando poi decisero di chiudere gli occhi e le loro bocche s'incontrarono.
Per i due era una cosa nuova, mai provata prima era come una scoperta, un tesoro d'in messo valore, Kurogane poggiò le mani ai lati del viso di Fay per non farlo fuggire e gli fece dischiudere la bocca. Fay, dal canto suo, seguì i movimenti dell'altro lasciando che la lingua del cacciatore entrasse e strinse la stoffa della maglia scura di Kurogane tra le sue dita.


Nel folto della foresta la donna aspettava Fay e quando lo vide arrivare ne fu molto felice, ma il suo sorriso si spense quando dietro al biondo vide il cacciatore. La donna fece cenno a Fay della presenza dell'uomo e il biondo si diresse verso di lui per fermarlo. La donna guardò tutta la scena, ridendo allo scoiattolo sulla testa dell'uomo, mentre dietro di lei si facevano vedere gli altri due uomini incappucciati, della sera di tre giorni fa.
"Ah l'amore!" esclamò uno dei due ridendo all'arruffamento dei capelli, da parte dell'animale.
"Si, amore! Aspetta che glielo dica e poi potrai parlare d'amore!" esclamò l'altro uomo ironico.
"Oh, non essere così cinico! Non sei mai stato innamorato?" gli chiese di ripicca la donna.
"Si
, ma non credo che te ne debba mai interessare" rispose ancora più acido di prima. Quando l'animale venne tolto, la capigliatura che ne venne fuori aveva dell'originale e incoerente allo stesso tempo. La donna e uno dei due uomini si misero a ridere e l'altro face una faccia assai orribile, mentre il biondo sistemava la chioma scura, ma quando si fermò e Kurogane si avvicinò al viso di Fay i tre sorrisero. Sapevano che stava per accadere ed era cosa più unica che rara.

"Direi che ci possiamo aspettare tanto da quei due! No?" chiese la donna.
"Ora
sei più contento?!" domandò un uomo all'altro, quando cominciarono a baciarsi i due ragazzi.

"Si direi che ora può andare"
"Bene, lasciamoli soli! Siamo di troppo andiamocene" ordinò la donna, spingendo via gli altri due. Intanto Kurogane e Fay stavano continuando a baciarsi e quando l'ossigeno mancò si guardarono dritti negli occhi senza proferire parola.
Kurogane aveva ancora le mani sul viso di Fay e quest'ultimo non osava toglierle, stettero fermi così per qualche minuto prima di tornare a baciarsi. Alla fine del secondo bacio Kurogane diede un leggero bacio sulla fronte di Fay, mentre quest'ultimo chiuse gli occhi assaporando il momento.

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Siamo al settimo capitolo e non è ancora finita, vi avevo detto che sarebbe stata lunga come storia, ma forse non così tanto come io credevo, anche perché abbiamo già superato la metà, quindi la fine arriverà presto. ^^

Ringrazio ancora ooOHime_sanOoo, per le correzioni di punteggiatura ed, infine:

Tanti auguri a tutti e

BUON ANNO  X3

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Capitolo 8
*** Magie verità ***


cacciatori contro maghi 8

L'ottavo capitolo, BUONA LETTURA.
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VIII°

MAGIE VERITÀ

Il sapore del bacio, aleggiava ancora nell'aria e la sensazione di calore, che percepiva si espandeva per tutto il suo corpo. Aprendo gli occhi si accorse di avere qualcosa di pesante attorno alla sua vita e la sua testa era posta su una cosa più dura del cuscino, ma comunque comoda, guardandosi a torno gli parve di capire che fosse a casa, ma la camera non era la sua. Preso dal panico si alzò di scatto facendo cadere il braccio del cacciatore, posto sulla sua vita, di fianco, capì solo allora che si trovava nella camera di Kurogane e nel suo letto, sorridendo affabilmente si chinò sul cacciatore per baciarlo, ma fato volle che si svegliò proprio in tempo per rispondere al bacio.

"Buon giorno Kuro-Chi!" esclamò Fay staccandosi dal bacio e riaccocolandosi al torace del moro. Kurogane lo strinse a se e gli baciò piano la nuca, tornando a chiudere gli occhi.
"Mhm!" gli rispose atono, sistemandosi meglio. Fay si rialzò di scatto, facendo sbattere il braccio del cacciatore contro il materasso, creando un rumore sordo e pesante.
"Come sarebbe a dire 'mhm'! Non mi saluti nemmeno?!" chiese, facendo finta di essere offeso e gonfiando le guancie, in segno di disdegno fasullo. Kurogane rise a quella buffa faccia  a palla e decise di dargliela vinta, una volta tanto. Si avvicinò al biondo e prendendogli le spalle lo portò sotto di se, sul materasso, cominciando a baciargli il collo, fay cominciò a strattonarsi a tale premure facendo dei versi d'apprezzamento e risate degne di un un'imbencille in piena stagione delle mele. "Kuro-Piiiiiiii! No, li no!" esclamò fintamente indignato. Kurogane risalì dalla moltitudine di stoffa e sorrise sghembo, baciando il biondo e accarezzando il corpo snello, anche fin troppo, del musicista sotto di se. Tutto ciò fu fermato dal suono della caffetteria che chiamava per la colazione. "Kuro-Pon!......la caffettiera" disse Fay tentando di levarselo di dosso.
"Mhm..........................lasciala suonare" rispose Kuroagne, tornando al suo piacevole lavoro. Quando ad un certo punto il telefono non squillò, Kurogane non diede retta nemmeno a quel rumore, ma il telefono, vedendo l'assenza di risposta, prese le gambe e si avvicinò al padrone, infilandose tra le coperte. "Ma che diavolo" s'infuriò Kurogane prendendo l'arnese, perché di ciò si trattava per lui. "Quante volte ti ho detto di non camminare!*" disse al telefono. 
"Ma c'è una chiamata per lei signore, dal generale Saiga!" In quell'epoca di tecnologie sofisticate era normale che il telefono parlasse e cercasse il padrone per tutta casa. Kurogane rispose al telefono, mettendosi seduto mentre Fay se ne stava sdraiato a pancia in giù a giocherellare con il lenzuolo.
"Che c'è?!" chiese seccato. 
"Ma che bello, un buon giorno da parte di Kurogane, di prima mattina! Vorrei parlare con Fay, è li?" chiese. Il moro diede un occhiata a Fay che giocava con il lenzuolo e faceva versi da gatto.
"No, non c'è! In questo momento si trova ad incitrullolandia!" sputò senza curarsi di quello che avrebbe potuto pensare Fay. Saiga non ci aveva capito granché, ma aveva degli ordini anche per Kurogane.
"D’accordo, quando ritorna gli puoi dire che ho telefonato? In tanto ti dico le ultime del nostro caro sovrano. Dopo domani è il suo compleanno e vuole festeggiare con tutti i suoi cittadini. Secondo me gli è scattata una voglia matta di voler compagnia, è impressionante come ami circondarsi di gente ora! Comunque, vuole che tutti siano presenti" spiegò per poi riagganciare.
"Ma guarda tu che spiegazione!"
"Chi era!?" chiese Fay continuando a giocare.
"Saiga, mi dava degli ordini! Piuttosto dove eravamo?" chiese per poi essere fermato.
"Stavamo andando a fare colazione!" spiegò Fay scappando, ma venne fermato da Kurogane che lo sbattè a muro, cominciando a baciarlo e levargli i vestiti con i quali si erano assopiti. "Oh, avanti Kuro-Chu.....................non possiamo farlo qui, ti pare!" rise Fay alludendo a qualcosa d'imbarazzante che fece arrossire Kurogane.
"Non voglio arrivare fino a quel punto!" s'indignò il cacciatore. Non aveva mai pensato di arrivare fino in fondo, anche se l'idea l'allettava alquanto. "Almeno non per adesso!" disse fermandosi dal baciare Fay, per appoggiare la fronte sulla sua. Stettero fermi per minuti in quella posizione e poi Fay rise come idiota "Che ridi!?"
"Nulla, nulla! Piuttosto domani sei libero?" domandò portando le braccia dietro al collo di Kurogane.
"Si, direi di si!"
"Bene. allora hai un appuntamento con me! Ti devo mostrare una cosa che devi sapere, su di me" disse, dopodiché lo baciò e si avviò alla cucina per preparare a colazione. Kurogane si grattò la testa non capendo, ma alzando le spalle andò anche lui.
Il pomeriggio passò come sempre, Fay aveva il suo colloquio con non si sapeva chi, e Kurogane doveva mettersi ad arrestare maghi, visto che il giorno prima non ne aveva avuto l'opportunità. Il semplice fatto di dover stare per tutto il giorno a cacciare maghi, pur sapendo che avrebbero fatto la fine di quelli del falò lo faceva raggelare e anche Fay gliel'aveva accennato, pregandolo di non catturare più maghi, ma il suo lavoro lo doveva fare, però a modo suo. Preferiva ucciderli sull'istante per non dover sopportare la visuale orrenda di un prossimo falò, che di sicuro non avrebbe tardato. Kurogane non sapeva quale fosse la cosa che voleva fargli vedere Fay, ma sperava non fosse nulla di anormale, anche se sapeva che lui non era un mago seppure non si spiegava come facesse a conoscere quel luogo alquanto strano, ma bello ed inusuale, non sapeva nemmeno da dove venisse eppure se ne era innamorato, voleva che fosse al sicuro da tutti e tutto, anche dal sovrano. 


La sera, sarebbero andati nel luogo accennato da Fay, ma il biondino aveva pregato l'uomo di vestirsi in maniera sobria con un mantello che gli coprisse il volto. Kurogane non ne capiva il motivo, ma lo fece lo stesso.
"Dove siamo diretti?" chiese abbastanza curioso Kurogane, mentre percorrevano le strade della città, fino al passaggio dove c'erano le guardie, di turno. Salutarono gli addetti alla sorveglianza e poi si dileguarono nella foresta. "Allora, mi vuoi rispondere!" esclamò seccato il cacciatore. Fay si girò e sorridendo gli diede un leggero bacio.
"Lo scoprirai, ora seguimi" lo liquidò per trascinarlo nel folto del bosco. Arrivarono ad una radura piena di animali e con una cascata, che buttava acqua a volontà. In città Kurogane se lo sarebbe sognato, di vedere uno spettacolo del genere, o anche solo la metà di quello che vedeva, l'unica cascata che c'era, nella capitale, era quella della fontana, ormai ingrigita e talmente scarna d'acqua che credevano, buttasse terra ormai. 
"Mi hai portato qui per questo?" domandò alquanto deluso. Era una bellezza, nulla da ridire, ma si aspettava qualcos'altro, per esempio la casa del biondo oppure qualche ragguaglio sul suo passato, o di quello che avrebbe fatto tra sette mesi, quando sarebbe finito l'anno di convivenza.
"Beh, in realtà ti ho portato quì per farti vedere una cosa! Ma ti prego non mi giudicare male" disse, andando vicino all'acqua e tirando fuori il flauto traverso, cominciando a suonare. La musica veniva trasportata dal vento e le note si sperdevano tra lo scrosciare dell'acqua, gli animali si avvicinarono a quel dolce suono, mentre il cacciatore rimase immobile dov'era, all'imitare della radura, guardando lo spettacolo. Ad un certo punto dall'erba cominciarono a fuoriuscire dei germogli bianchi, che piano, piano si schiudevano facendo fuoriuscire delle piccole lucciole, le quali presero a volare per tutto il perimetro della radura. Fay smise di suonare, mentre le lucciole continuavano ad uscire. "Allora, piaciuto?" chiese avvicinandosi al cacciatore. Kurogane lo guardò male e lo prese per le spalle.
"Chi sei, come hai fatto?!" domandò preoccupandosi seriamente, più per la risposta che del biondo o del suo potere.
"Io, sono il nipote del tuo sovrano! Un mago"

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Sono felice che questa storia piaccia a tante persone, ma mi spiegate una cosa! Undici persone la seguono, due l'anno ricordata e una l'ha messa tra i favoriti e poi ci sono più di 150 visite per ogni capitolo, tranne il primo che siamo a quota quasi 300, che tra l'altro è stato commentato da cinque persone, si può sapere perché solo in due (neanche) hanno commentato fin'ora? (primo capitolo a parte). Ora capisco che magari è scritto male, la punteggiatura non è il massimo e avete letto di meglio (di sicuro), ma se siete così tanti a seguirla mi sembra piaccia, o sbaglio. Non voglio forzarvi, ma almeno sapere se vado bene o meno, comunque grazie e al prossimo capitolo.

 

*Lo so, lo so non ho messo molta tecnologia in questa storia, nonostante fosse ambientata in un futuro alquanto duro. Prometto che da ora in poi vedrete più spesso di queste cose strane, quindi buona lettura.

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Capitolo 9
*** Rivelazioni importanti ***


cacciatori contro maghi 9

Capitolo lungo, più degli altri e intenso. Finalmente si capisce qualcosa di più su questa storia, credo che mi sta venendo meglio del previsto, visto cosa succede quando aspetti l'ispirazione, invece di andare allo sbaraglio! (Meno male che me lo dico da sola ^^'). BUONA LETTURA
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IX°

RIVELAZIONI IMPORTANTI

Era andato dalla donna, come ogni mattina, per dirgli una cosa molto importante. Aveva intenzione di spiegare ogni cosa a Kurogane e nessuno glielo avrebbe impedito.
"Così vorresti dirglielo! Non credi che sia un po' troppo avventata come mossa?" chiese la donna, con circospezione.
"No, sono convinto che Kuro-Chu capirà e saprà ascoltare!"
"Se ne sei convinto! Ma ti avverto, un solo tentativo di farti del male o di sfruttarti e finisce a far visita a sua madre!" proclamò la donna indicando Fay con un dito.
"Non pensavo teneste a me così tanto!" rise Fay
"Diciamo che tu sei prezioso per questo nostro progetto, non possiamo perderti! Tu sei l'unico che possa ricongiungerci con gli umani"
"Si sta riferendo alla mia situazione? Lo sa bene che la prima volta è stato un fiasco totale!" esclamò il biondo rabbuiandosi
"Lo rammento! Ed è per questo che ti tengo d'occhio, non voglio rifare l'errore che feci con Yui" disse "Quindi stai attento a quello che fai e dici!"
"Si, non si preoccupi!"

Certo poteva essere interpretato in mille maniere, quel 'Sono un mago', per esempio poteva significare che con la musica poteva fare magie, oppure che era una magia suonare o robe del genere, non era necessario che fosse per forza uno di quei maghi che lui avrebbe dovuto uccidere o, ancora peggio, catturare. Però la cosa che gli premeva di più era un'altra.
"Tu sei il nipote del mio sovrano!?" chiese a bruciapelo. Credeva che nulla, oltre al fatto di rivedere i suoi genitori vivi, potesse stupirlo oltre ogni dire, ma sentire che la persona da lui amata fosse parente del suo sovrano era davvero il massimo. "Non lo credevo così vecchio!" esclamò constatando che l'età del biondo dovesse essere sulla ventina.
"Infatti non è mio nonno, ma mio zio" rispose Fay alle elucubrazioni del moro.
"Il mio sovrano aveva un fratello!? Non pensavo neanche avesse figli!" Era una sorpresa dietro l'altra a partire dal fatto che lui fosse un mago. "No, aspetta un momento! Questo significa che anche il mio re è un mago?" chiese trafelato. Fay parve rabbuiarsi a quella scoperta, portando la testa ad abbassarsi e poi la scosse freneticamente.
"No, mio zio non è un mago e nemmeno io!" esclamò Fay. Kurogane spalancò gli occhi avvicinandosi al biondo e alzandogli il viso, controllando le iridi azzurre poteva vedere tristezza, odio e terrore, ma niente che facesse pensare ad una bugia.
"Ascolta, cinque minuti fa, mi hai detto di essere un mago e adesso ritiri tutto? Mi credi scemo!" cominciò ad alterarsi. "O sei un mago o no!"
"Beh per la verità nessuno dei due, ma anche tutti e due!" Kurogane era ancora più stupito di prima, non ci stava capendo nulla e Fay continuava a parlare a monosillabi e frasi senza senso.
"Io non ci sto capendo nulla, mi puoi spiegare meglio!" propose Kurogane. Fay sorrise lo baciò con tenerezza.
"Forse è più semplice se ti racconto tutta la storia!" disse sorridendo e facendo sedere Kurogane sull'erba."Mio padre era un cacciatore, non chè fratello del futuro erede al trono.....................................................................................

PASSATO DI 30 ANNI FA

Dagli ampi corridoi venivano delle risate allegre e solari, la musica riecheggiava per il palazzo e i rumori dei passi delle danze venivano uditi anche fuori dalle pareti, negli splendidi giardini della reggia, irrigati da fontane, che da sole, decidevano l’orario di irrigazione a seconda delle piante e della stagione. La festa per il  trentesimo compleanno della regina era sfarzosa ed enorme come la sala del castello che l'ospitava. La regina era leggiadra e dolce, sembrava una donna gentile ed altruista, come d’altronde era il sovrano: forte e sincero.
"Complimenti fratello, la festa è un successone!" esclamò il sire minore.
"Tutto questo grazie alla nostra maga di corte, non chè dama di compagnia della mia cara moglie!" spiegò il sovrano guardando la donna in questione, mentre il sire minore seguiva la mano del fratello. Bella, era semplicemente meravigliosa agli occhi di un comune ragazzo ventenne come il sire minore, poteva essere solo un sogno: Bionda e giovane, occhi azzurri come pozzi d'acqua che riflettevano il cielo ed uno sguardo gioviale e calmo da renderla meravigliosa in ogni momento. "Nonostante la tecnologia che abbiamo ai nostri giorni, la magia è sempre utilissima" rise il sovrano risvegliando il fratello dal torpore.
"Si avete ragione, fratello!" rispose il ragazzo, non smettendo di guardare la maga. Il sovrano non l'aveva notato, ma la regina non era stupida, aveva notato lo sguardo del cognato, rivolto alla sua dama di compagnia e come ella lo ricambiasse quando non vista, anche se tutto ciò era divertente doveva aiutarli, doveva fare in modo che avessero occasione di conoscersi. Purtroppo il sire minore veniva a palazzo solo per feste e banchetti importanti, altrimenti se ne rimaneva chiuso in quella specie di castello nel pezzo di terra lasciatoli in eredità dal padre, diventando conte di un feudo fuori dal regno del fratello.
"Caro avrei una proposta da farti!" esclamò la donna con il marito accanto
"Cosa!?"
"Avrai notato, spero, l'intesa che si è creata tra il tuo giovane fratello e la nostra maga di corte! Che ne dici se gli dessimo più tempo da passare insieme!?" domandò la donna tutta contenta. Il sovrano aprì gli occhi a tale rivelazione, non si era accorto di tale vicinanza tra i due, però questa era un ottima occasione per unire definitivamente le due razze e levare le continue dispute sull'argomento.
Passarono i mesi e dopo varie vicissitudini il sire minore e la maga di corte si erano sposati e in quel frangente il giovane conte stava aspettando con impazienza che la moglie desse alla luce suo figlio, scoprendo in un secondo momento di ricevere due gemelli. Alla nascita fu indetto uno sfarzoso banchetto con balli e musica degne di un sovrano, il sovrano non poteva essere più felice di quel momento, aveva due nipotini splendidi e non avendo ancora eredi poteva stare più tranquillo a chi affidare il regno, se non avesse avuto figli. Purtroppo dopo un anno, ci furono delle guerre e dei maghi attaccarono il castello, con dentro la regina e la maga di corte insieme ai figli, purtroppo le due donne morirono, ma i piccoli riuscirono a salvarsi anche se il sire minore non si riprese mai dalla morte della moglie togliendosi la vita qualche anno dopo. A quel punto il re tolse ogni ponte tra la magia e l'umanità, facendo abbandonare i suo stessi nipoti nella foresta divenuto il confine del territorio dei maghi, erano i suoi nipoti eppure ora li considerava dei mostri, come il resto dei maghi. Nonostante tutto non ebbe il coraggio di ucciderli..................................................................................................................................................................................................

Il sovrano si svegliò di soprassalto, mentre la luce del lampadario si accendeva per far vedere al sovrano la stanza. Aveva sognato tutto, ogni singola cosa, eppure gli era sembrato tutto così vivo e vero che gli pareva di aver rivissuto tutto per due volte. Ormai erano più di dieci anni che non faceva più quell'incubo e invece ora tornava a dargli noia, il motivo lo conosceva bene, lo aveva visto tra a folla durante il falò e non era stato difficile riconoscerlo, era identico a suo padre, tranne per il colore di capelli, caratteristica della madre. Non poteva essere un caso, che quel sogno tornasse proprio quando lui era tornato in città, doveva esserci sotto qualcosa, qualche stregoneria visto il soggetto, ma lui l'avrebbe sgominata insieme a tutti i maghi, anche a costo di uccidere il suo stesso nipote.
"Seishiro, Imonoyama, Saiga! A rapporto!" ordinò subito. Dopo neanche venti minuti i tre nominati si presentarono al cospetto del sovrano. "Andate a casa Suwa e prendete l'inquilino del cacciatore Kurogane! Mi raccomando vivo, voglio parlarci" Saiga riluttante alzò il viso per vedere l'espressione che aveva dipinta il suo sovrano in faccia. Sadico e sanguinario avrebbe dedotto, ma sapeva che tutto quello era dovuto alla pazzia che era degenerata in lui alla morte del fratello, dopotutto gli voleva un gran bene e non avrebbe mai voluto che finisse così. Senza dire nulla si dileguarono dalla stanza per andare ad eseguire il piano. Arrivati davanti al castello, prima di arrivare alla casa incriminata Saiga fermò Imonoyama.
"Tu sei favorevole al rapimento! Dopotutto lo vuole vivo, non vorrei che volesse fargli qualcosa di strano!"
"Non credo, al massimo lo torturerà! E poi domani c'è la festa per il compleanno del sovrano, non credo che voglia sporcarsi le mani con del sangue ignobile!" esclamò Seishiro sentendo il collega. 
"Già, dopotutto se l'è sporcate abbastanza stando a sentire te! O sbaglio Seishiro!?" rimpiccò Imonoyama. Conosceva bene Seishiro e sapeva che il sovrano si fidava di lui, quindi con molta probabilità era colpa sua l'idea del falò in città.
"Mi spiace per te, ma anche se a malincuore, devo confessare che non è stata un'idea mia il falò in città!"
"Sarebbe una novità!" scherzò Saiga
"In ogni caso ci è stato dato un ordine dal nostro sovrano, quindi muoviamoci!" popose il biondo, andando avanti. Mentre Saiga si nascondeva in un luogo appartato.


Nel mentre nel bosco Fay aveva finito di spiegare le parentele e le vicissitudini della sua vita, lasciando un Kurogane, parecchio stupito, più di prima. Se il moro aveva pensato di non potersi più stupire di niente, adesso doveva ricredersi in pieno.
"Quindi tua madre era la maga di corte! Ma allora tu sei?"
"Mezzo cacciatore, si!"
"Questo spiega, perché non sentissi il fattore dei maghi!"
"Esatto! Nonostante sia un mago, non posso usare incantesimi di guarigione, e sebbene io sia un cacciatore non potrò mai ferire un mago" spiegò "In compenso ne l'uno ne l'altro potranno mai scoprirmi, per via del fatto, che un fattore si sovrappone all'altro!"
"Non me lo sarei mai aspettato! Sapevo che eri strano, ma fino a questo punto!" si grattò la testa Kurogane con fare goffo, guardando lontano dal biondo. 
"Hai paura di me?" chiese il mago
"Paura!? No!"
"Allora vuoi uccidermi! L'hai detto tu stesso che non perdonerai mai i maghi per quello che hanno fatto!" sorrise il biondo
"Tecnicamente tu sei un cacciatore e, in ogni caso, sei famigliare del mio sovrano quindi, al massimo, dovrei proteggerti come membro della famiglia reale! Ma allo stesso tempo sei un mago il mio più acerrimo nemico, colui di cui mi hanno detto peste e corna, anche se..................." parlò guardandosi in torno per poi guardare Fay
"Anche se?!" lo spronò Fay
"Dopo aver vissuto con te cinque mesi, devo dire che voi maghi non siete poi così tanto pericolosi! Senza contare che non sopporterei di non averti tra i piedi!" sussurrò diventando rosso. 
"Naaahhhhhh, che dolce!" rise Fay aggrappandosi al collo di Kurogane che per lo sbilanciamento cadde a terra. Menomale che era già seduto altrimenti immaginava la sederata che avrebbe preso. "Sai sei proprio dolce!" sorrise Fay, con dolcezza prima di scendere con la testa e baciarlo. Kurogane rispose stringendolo forte a se, facendo pressione sulla nuca del biondo per avere di più da quel bacio. Ormai il sole stava sorgendo e i primi raggi caldi li distolsero dalle loro effusioni facendoli sobbalzare.
"Direi che è ora di andare a casa a dormire!" esclamò Kurogane rosso alzandosi e levandosi il biondo di dosso, che con un broncio brontolò per la perdita della comoda posizione.
"No, voi non andate da nessuna parte!" esclamò una voce femminile. Una donna uscì dalla boscaglia accompagnata da un uomo che tale non poteva essere definito.
"Yuko-San, Kakei-San!" esclamò Fay, ancora seduto sul prato, mentre Kurogane era già alzato e li guardava in maniera assurda.
"La vostra casa è stata assediata dai cacciatori del re" spiegò Kakei a Fay.
"E per quale motivo?" chiese Kurogane.
"Cercano Fay, o almeno è quello che ha detto il tonno!" sorrise Kakei.
"Il tonno!?" si stupì Kurogane.
"Parla di Saiga-San!" tradusse Fay. Kurogane si mise a ridere a tale rivelazione, accovacciandosi per le troppe risate. "Kuro-Chi, non mi sembra il caso di ridere degli assenti!" disse fintamente scocciato Fay.
"In ogni caso stanno cercando Fay per portarlo dal sovrano, quindi è meglio se Kurogane viene nel nostro regno!" esclamò la donna.

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Nel prossimo capitolo vi catapulterò nel regno dei maghi, quindi preparatevi ad avere a che fare con stramberie e cose varie, per stasera ci sarà una sorpresa sul mondo di One Piece, non mancate. Per il resto non ho nulla da dirvi se non chiedendovi una cosa: MA VOI AVETE CAPITO TUTTO DI QUELLO CHE C'È SCRITTO QUÌ?


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Capitolo 10
*** Diffidenze dichiarazioni ***


maghi contro cacciatori

Siamo arrivati a quota dieci, me felice ^v^. Ho deciso di posticipare la pubblicazione a stamattina, mentre la storia di One piece arriverà stasera.
BUONA LETTURA
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DIFFIDENZE DICHIARAZZIONI

Venne bendato e condotto in mondo che non conosceva, si poteva aspettare di tutto da quei maghi, ma mai che lo portassero in casa loro.
"Ma è proprio necessaria la benda?!" chiese Fay a Yuko.
"Si, ogni persona che non è un mago, non deve sapere la strada!" esclamò la donna, prendendo una chiave dentro una tasca, ingrandendola fece apparire una strada attraverso gli alberi e Kurogane sentì presenza di maghi lontano un chilometro.
"Siamo arrivati!" parlò il cacciatore.
"Il tuo aso funziona bene" rise la donna, continuando a camminare, mentre l'altro gli ringhiava dietro, rimuginando su una maniera per fargliela pagare. Le era stata antipatica da subito, figurarsi se non la odiasse, sembrava la tipica sadica che tutto sa, ma nulla dice.
"Kuro-Pi, non si ringhia a Yuko-San!" lo strattonò Fay, levandogli la benda. Il mondo che gli si parò davanti agli occhi era l'esatto opposto, di quello che per anni gli avevano descritto all'accademia, quando era ancora un novellino. Il cielo azzurro si specchiava nelle pozze d'acqua dovute ad una pioggia recente, i bambini giocavano per le strade felici e le persone sembravano dolci e cordiali, nulla a che vedere con il suo mondo, tutto tetro e nero, dove i bambini non uscivano mai di casa e le persone avevano paura dei loro stessi famigliari.
"Fay-Chan.......è tornato Fay-Chan!" esclamò una bambina, andando in contro al terzetto, appena entrato. Il biondo si abbassò all'altezza dei bambini cominciando a sorridere e abbracciarli.
"È un vero idolo per i bambini, lo adorano!" sospirò Yuko felice. Kurogane guardava la scena come imbambolato, questo nel suo mondo non sarebbe mai successo, se un bambino si avvicinava o anche solo veniva guardato da un adulto che non era suo genitore, veniva rinchiuso in casa e punito, mentre li nessuno diceva nulla, tutti si fidavano di tutti.
"Bambini, vi voglio presentare una persona! Questo è Kuro-Koi, trattatelo bene rimarrà con noi fino a domani" disse indicando Kurogane con un dito, senza distogliere lo sguardo dai bambini. I pargoli guardarono l'uomo e il timore li assalì, sembrava un burbero ai loro occhi innocenti, li spaventava anche se non lo faceva a posta e infatti i piccoli si nascosero dietro a Fay. "Visto, fai paura! Sorridi un po'!" esclamò il biondo tirando le guancie al moro. i bambini risero di quell'espressione cominciando a fare le feste anche al cacciatore.

Dopo vari ed estenuanti piani per levarsi di torno quelle canaglie, riuscirono ad arrivare a casa del biondo ed entrarci, Yuko era andata a casa sua e quindi avevano tutto il tempo per stare da soli.
"Allora?! Che ne pensi?" chiese chiudendo la porta.
"Di
che?"
"Del mondo dei maghi!" alzò le spalle il biondo facendo strada verso il salotto. La tecnologia che i maghi usavano era completamente diversa da quella della capitale, forse era magia, ma il fatto che i lampadari volassero e si accendessero ad orari era assai strana, oltre al fatto che appena il proprietario usciva, la casa si chiudeva in automatico, riconoscendo solo il padrone e poi c'erano parecchie cose strane che volavano, dalle caffettiere ai divani e televisioni senza roba in acciaio.
"Diciamo che è vivibile!" sorrise attirando a se il biondo che rise di gusto.
"Credo che non vivresti un solo istante qui, senza che non scoppi d'ira!" rise Fay appoggiando le mani sul petto del moro. Le loro labbra s'incontrarono a mezz'aria, cominciando ad accarezzarsi in un bacio lento, quando delle risa vennero da fuori. Kurogane si staccò e aprì gli occhi, sotto le proteste di Fay. "Kuro-Chi, che c'è?" chiese stralunato vedendolo mezzo arrabbiato. Kurogane lasciò l'abbraccio e si diresse alla finestra della sala, mollando Fay al centro di essa. Aperta la finestra con un ordine si sporse da essa, trovandovi sotto i bambini che se la ridevano. "Ehi, voi! Non dovreste essere a casa!?" chiese ironico. I bambini sussultarono e guardando il moro scoppiarono in una fragorosa risata, cominciando a canterellare, subito dopo.
"Si stavano baciando......si stavano baciando.............." Kurogane divenne rosso in viso gettando dell'acqua gelida in testa ai bambini, che sempre ridendo andarono a casa, intanto Kurogane, soddisfatto chiudeva la finestra.
"Così
imparano!" esclamò sicuro di se, poi si girò verso Fay, il quale aveva guardato tutta la scena con sguardo ebete e stralunato, facendo nascere una risata argentina sul suo volto.
"Haaaaa hahaha  haaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Sei peggio di un bambino" lo rimproverò Fay avvicinandosi
"Preferivi averli intorno?!" chiese riabbracciandolo
"Dipende da quali erano le tue intenzioni!" sorrise guardandolo con malizia.
"Ci devo pensare! Ma dato che abbiamo tutta la notte, direi che per il momento ceno" rispose dando un bacio sulla fronte al biondo per poi lasciarlo andare. Fay lo vide allontanarsi dalla sala e salire le scale volanti che portavano al secondo piano, decidendo di preparare la cena.


Yuko
era stata chiamata dal gran consiglio degli anziani, per una questione urgente, infatti appena arrivata a casa soddisfatta della nuova coppia che aveva contribuito a creare, suonarono alla sua porta. Nel mentre fuori cominciava a rabbuiarsi tutto.
Arrivata nella sala del consiglio, gli si pararono davanti Clow e Fai Wang, chiamati anche loro nel cuore delle notte.
"Yuko, hai condotto un umano nel nostro regno! Sei consapevole dei rischi?" chiese uno degli anziani.
"L'umano non sa la strada e poi sono più che convinta che non ci tradirà!" esclamò guardando quei vecchi bacucchi con disprezzo.
"Gli umani, sopratutto i cacciatori, sono esseri infidi e calcolatori!...."
"Per due volte abbiamo provato a ridargli fiducia, ma loro si facevano amici dei maghi per farsi condurre da noi e ucciderci..............."
"Siamo sempre riusciti a sgominarli, ma per quanto potremmo ancora farlo?" dissero i saggi, finendo una la frase dell'altro. Secondo Yuko era impossibile che facessero tutto sul momento, secondo lei se le provavano di notte invece di dormire. "Non vogliamo nessuno che ci dia fastidio......?"
"La barriera va alzata tra sette mesi, non possiamo cambiare la data neanche di un giorno!........"
"Fa ritornare quell'uomo da dove è venuto!" ordinarono. Yuko si stupì della repentività dell'ordine, infondo era notte e er giunta Kurogane non sapeva la strada, senza contare che Fay avrebbe potuto rimanerne deluso.
"Aspettate almeno l'indomani, quando albeggerà il cacciatore sarà andato via!" esclamò ritirandosi.
"Yuko! Stasera l'umano dovrà andarsene!.."
"Al posto di Fay, manderemo un'altro mago a proteggere la gente"
"Si, come volete" S'inchinò ed uscì, seguita dagli altri due che la guardavano stralunati e stupiti.
"Strano che tu abbia acconsentito così di buon grado! Non è da te!" esclamò Clow con indifferenza.
"Ha ragione, conoscendoti credevo gli avresti urlato contro" La donna nemmeno rispose, dileguandosi nella direzione della cada di Fay. Arrivata, già sapeva che, con molta probabilità, stavano dormendo, ma suonò lo stesso il campanello.

Il biondo lo vide entrare in cucina con quella che pareva essere una foto, il moro lo guardava attonito e non si muoveva ne diceva nulla, cosa strana a dire il vero e quindi Fay decise di fare a modo suo.
"Qualcosa non va?" chiese, mettendo i piatti in tavola. Kurogane parve riaversi da quella trance e girò la foto. Ritraeva due bambini, sicuramente gemelli, uno doveva essere Fay, ma l'altro chi era? A Fay gli mancò un battito e fece cadere un piatto, creando un rumore acuto e assordante che però non venne udito. "Dove l'hai trovata, credevo di averla buttata!" esclamò sbiancando e prendendo la foto, quasi strappandola dalle mani di Kurogane.
"Era sul comodino di una stanza!" rispose il cacciatore "Chi è l'altro bambino, un tuo parente?" chiese serio. Sapeva che se Fay non glielo aveva detto un motivo ci doveva essere, ma lui voleva comunque sapere.
"Mio fratello gemello*! È morto anni fa" rispose, chiudendo la foto sul tavolo della cucina e abbassando la testa. Il moro si avvicinò al tavolo, conscio di aver fatto riaffiorare ricordi non proprio belli nella mente del suo amante. Si sedette davanti a lui prendendogli le mani in grembo e accarezzandole.
"Mi spiace, non avrei dovuto!"
"No, non è colpa tua! Questa foto non sarebbe dovuto stare così in vista" disse scuotendo la testa "Sei anni fa, morì per malattia e io rimasi solo! Sarebbe toccato a lui quest'anno" spiegò soffocando un singhiozzo
"Toccato?!" chiese stupito. Fay alzò lo sguardo languido su Kurogane.
"Ogni dieci anni, la barriera che contorna il vostro mondo va riattivata, ed un mago viene mandato da voi per un anno a proteggervi finché la barriera non vene ritirata su! Se mio fratello non fosse morto, avresti conosciuto lui e magari te ne saresti innamorato!" disse rabbuiandosi
"Ma sei scemo!?"
"Eh!"
"Credi che solo perché abbiate la stessa faccia siate uguali? Anche se fosse venuto lui io mi sarei innamorato di te comunque!" esclamò il moro alzandosi. Fay lo seguì con lo sguardo notando il rossore che lo fece sorridere e alzandosi baciò Kurgane che rispose con entusiasmo, per poi alzarlo e portarlo in salotto.
"Nahhh, Kuro-Chu! La cena rischia di carbonizzarsi"
"Pazienza, tanto la miglior portata sei tu!"
"Mi hai paragonato al cibo!?" s'indignò Fay, venendo zittito da Kurogane. Cominciarono a baciarsi senza dar retta ai suoni o agli odori provenienti dalla cucina, sicuramente qualcosa si sarebbe bruciato, l'unica cosa che gli importava in quel momento era alzarsi da quel divano per finire nella stanza da letto.


Alle tre di notte il campanello suonò con insistenza e Kurogane spazientito, scese le scale per andare ad aprire e mandare sulla forca chiunque fosse. Stava dormendo da Dio, come non succedeva da anni e qualcuno gli doveva rompere le scatole.
"Chi è?" sputò appena aperta la porta, trovandosi la strega ad un palmo dal naso.
"Te ne devi andare!" esclamò senza rendersi conto che l'umano era mezzo nudo. Kurogane aprì gli occhi, per constatare se fosse uno scherzo o meno, ma appena riuscì a mettere a fuoco capì l'antifona.
"Fay, torna con me?"
"No, nella tua città lo stanno cercando, quindi è meglio che lui non torni! Manderanno un altro mago" spiegò la donna. Kurogane si grattò la nuca non sapendo che fare. Dopo quello che era successo quella notte, come poteva lasciare Fay di punto in bianco, sopratutto senza spiegazioni. Ma per non far aizzare i maghi contro di lui era meglio obbedire. Cominciò a salire le scale per prendere la sua roba, ma al terzo gradino si girò verso la donna.
"Io
me ne vado, ma che sia chiara una cosa! Ora che lui è mio non ho la minima intenzione di lasciarlo!" esclamò continuando a salire. Yuko rimase esterrefatta dall'affermazione del cacciatore, non capendone l'allusione associandola al solo fatto che fosse innamorato di Fay. Fatti i bagagli lasciò un biglietto registrato a Fay e poi se ne andò scortato da Yuko e di nuovo bendato, con la scusa che era una precauzione.
Appena arrivato alla città, la trovò buia e silenziosa come mai in vita sua, sebbene non ci fosse mai anima viva che saltellava per le strade come nella cità dei maghi. Entrato dentro casa venne preso da Seishiro e portato al cospetto del re.
"Dov'è il regno dei maghi?!" chiese l'uomo al cacciatore, con accanto i tre generali. Seishiro sembrava contento, quasi gli veniva da ridere, Imonoyama era sempre con quell'espressione sorridente, ma malinconica, mentre Saiga avrebbe tanto voluto spaccare la faccia al sovrano, anche se nonostante tutto non si scomponeva di un millimetro. Non dicendo nulla, Kurogane fu portato in una cella e rinchiusoci dentro con al massimo una coperta sgualcita.
Nel mentre Seishiro stava andando nella città dei maghi, conosceva bene la strada, l'aveva fatta un sacco di volte quando era bambino, più di trent'anni fa**. Non l'aveva usata anche perché sarebbe ro risaliti a lui, ma adesso aveva un capro espiatorio e poteva mettere in atto i suoi piani, come uccidere i quattro anziani del consiglio e poi, era da tanto che non vedeva Subaru, giusto?!

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 Alla fine non ho decritto molto sulla città/mondo dei maghi, però credo di essere stata esaustiva. Siamo arrivati a quota dieci, me felice ^v^. Vorrei sapere che ne pensate, anche perché la storia durerà ancora qualche capitolo non di più (e meno male che doveva essere lunga e stralunga, sono una frana in questo). Al prossimo capitolo tra una settimana. Un’ultima cosa, dato che ho scoperto che si prendono più api con l’aceto che con il miele, vi dico fin da ora che se non so come va la storia per voi, io non la finisco. Non voglio fare la cattiva e non si tratta di avere un numero alto di recensioni, ma se scrivo vorrei sapere se va bene oppure fa schifo. Questo è quanto, agite di conseguenza.

* Scusatemi tanto per averlo fatto già morto, ma ho dovuto. Non credo che scriverò mai dell'incidente, quindi andate per fantasia.

** Avendo Seishiro più di trent'anni nel fumetto di Tokyo babilon ed essendo cresciuto nel fumetto di X, suppongo che adesso abbia più o meno superato la quarantina, quindi mi sembra più che normale che fosse un bambino all'epoca.

 

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Capitolo 11
*** Poco tempo ***


maghi contro cacciatori 11

L'undicesimo capitolo. BUONA LETTURA e perdonate il ritardo.
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XI°

POCO TEMPO

Durante la sua prigionia notturna, Kurogane continuava a pensare a Fay e a quello che avrebbe pensato, non trovandolo al suo fianco. Si considerava uno stupido, da quando dava retta a quello che gli dicevano gli altri. Era bastata una frase di quella donna e lui se n'era andato, certo lo aveva fatto per il bene di Fay, ma di certo al biondino non sarebbe andata giù.
"Kurogane! Che faccia, stai bene?" chiese una voce scura. Il cacciatore si girò, trovando Saiga davanti alla porta della prigione
"Che vuoi?!" chiese con la sua solita schiettezza. Il generale lo guardò male, ma chiudendo gli occhi e rilassandosi sorrise come sempre. Conosceva Kurogane, era suo duretto subalterno, quindi sapeva benissimo del suo pessimo carattere. In oltre era rinchiuso in cella e la persona da lui amata era a chilometri di distanza.
"La sai la strada?" domandò a bruciapelo
"Che?!"
"La strada! Ti sto chiedendo se sai come arrivare alla casa dei maghi!" specificò appoggiandosi con le mani alla gabbia diventando serio.
"No! Mi hanno bendato ad un certo punto!" esclamò "Probabilmente quella strega non si fidava di me" spiegò. Saiga parve pensarci su e poi aprì la porta. "Se avevi le chiavi non potevi aprire e poi parlare?" domandò ringhiando. Saiga gli sorrise e poi gli fece strada per uscire. Cominciarono a correre per il bosco, arrivando alla radura, dove Fay si fermava a parlare con la donna. Da li fece strada Kurogane, finché non arrivarono al punto in qui l'avevano bendato.  "Bene, adesso!?" chiese scettico il cacciatore al generale. Saiga si guardò in torno, cercando di trovare una strada nascosta o un passaggio segreto. Naturalmente, dopo mezz'ora, si convinse che non c'era nulla del genere e sorridendo a Kurogane disse.
"Mi sa che ho sottovalutato i maghi!" A quel punto Kurogane gli rifilò un pugno, che venne prontamente fermato dal superiore.



Quando Seishiro si allontanò dal gruppo, che avrebbe irrotto a casa Suwa, si diresse nella radura. Conosceva bene la strada, dopotutto, quando era bambino, Subaru ce lo portava spesso. All'epoca non c'erano problemi di guerra o di rappresaglia e lui voleva veramente bene a Subaru, ma come tutte le cose belle, anche il periodo di pace finì. E così da amici d'infanzia, e dopo amanti, si ritrovarono a combattere tra di loro senza un minimo di scelta.
Con i ricordi nella mente e un piano da attuare, Seishiro arrivò al cancello della città dei maghi. Era buio, vista l'ora tarda  e quindi per il generale fu facile camminare fino al posto dove i saggi se ne stavano a ragionare.
"Avevo sentore che saresti venuto, prima o poi!" disse una voce nell'oscurità. Seishiro sogghignò, sapeva bene chi era e poteva anche immaginarselo, ma voleva sperare che non fosse così. "La colpa è mia se tu sai la strada, e sarà mia la mano che ti fermerà!" esclamò Subaru.
"Non pensavo che tu provassi così tanto rancore nei miei confronti!" proclamò il cacciatore.
"Non immagini quanto!" esclamò per poi partire all'attacco. Seishiro parò il colpo, scaraventando Subaru lontano con il sempiterno sorriso che aveva sempre davanti all'ex amico.
"Come nostro primo incontro, dopo anni! Mi sarei aspettato tutt'altro, come un bacio!" sigghignò, in segno di ironia. Subaru si alzò dal pavimento, lanciando una sfera d'energia verso il nemico. Il cacciatore, neanche a dirlo, schivò anche quell'attacco e si avvicinò pericolosamente verso il mago. "Sei diventato molto debole Subaru, mi deludi! Però, almeno non ti farò soffrire" dichiarò estraendo la spada e puntandola contro Subaru.
"Se credi che io possa lasciarti fare tutto quello che vuoi, sei fuori strada" spiegò dileguandosi, dalle grinfie dell'avversario e nascondendosi per tutto il perimetro, della stanza. Il cacciatore, fischiettando cominciò a camminare tranquillo e spavaldo.
"Oooohhh, Subaruuuuuuu! Dove sei, mio caro?!" domandò ascoltando l'eco della sua voce. Il mago sapeva bene che non avrebbe potuto nulla contro Seishiro, ma almeno lo avrebbe fermato, come sua sorella prima di lui. Scese dal cornicione su qui se ne stava appollaiato, con un enorme massa d'energia in mano e Seishiro lo guardò sorridendo. Quando erano bambini era sempre così, quel sorriso accompagnava Subaru fin dall'infanzia, donandogli sicurezza e amore. Però, in quel frangente, apparteneva al suo odiato rivale e prendendo il coraggio a due mani corse verso il suo più caro amico.
Seishiro nel mentre afferrò saldamente la spada alzandola, all'altezza dello stomaco di Subaru e schivando la massa d'energia trafisse il mago da parte a parte. "Te lo dicevo sempre, che non eri portato per uccidere!" gli sussurrò in un orecchio, prima di baciarlo.



I due cacciatori erano ancora intenti a cercare una strada, o un qualcosa che li portasse nel regno dei maghi, quando all'improvviso Yuko non gli arrivò alle spalle.
"BOOOHHHHHHHH!" urlò lei sadicamente. Kurogane e Saiga sobbalzarono, per poi inveire contro la donna. Yuko, indifferente, li zittì con la magia. "Ma quanto parlate! Voi umani siete così loquaci, solo quando vi si fa torto" proclamò la donna. Kurogane la guardò male. "È inutile che mi guardi così, tanto è la verità!" rise lei.
"Mhhhhmmmmmmmhhhhhhh" mugugnò Kurogane. Mentre Saiga rideva, più o meno nella medesima maniera.
"Che hai detto?!" chiese Yuko divertita dal cacciatore. "Non capisco una sillaba di quello che dici!" continuò la donna.
"O
, avanti Yuko-San, potrebbe liberarli! Non vorrei ritrovarmi con un fidanzato, più tonno di quello che è!" dichiarò Kakei alla strega.
"Peccato era divertente" s'imbronciò levando la magia.
"Phfu
! Era l'ora. Bene dov'é Fay?" chiese Kurogane alla donna. Yuko lo guardò negli occhi, quasi scrutandolo, come solo lei poteva fare. Nonostante le differenti razze, si assomigliavano molto e potevano essere presi per parenti, ma con i caratteri totalmente opposti. "Ebbene!?" incalzò il cacciatore,
"Non preoccuparti, il tuo tesoro i trova al sicuro" rispose lei. Kurogane parve crederci, anche se non lo aveva visto con i suoi occhi.
"Portami da lui" ordinò.
"Non si può" sorrise Kakei. Saiga guardò l'amante con l'amaro in bocca, anche se poi Kakei lo fulminò con lo sguardo. "Non sei presentabile, devi lavarti e vestirti per bene" spiegò il mago. Ora, che Kurogane non fosse un bijou, lo si poteva vedere bene e il soggiorno alla prigione aveva contribuito, ma non capiva il motivo di tale ordine. Era anche vero che una buona presenza faceva bell'effetto, ma erano sotto una guerra che cavoli, non poteva stare a guardare il protocollo.



In casa Flowrite, la luce era spenta e i rumori attutiti. L'unico suono proveniva dal salotto, dove il proprietario di casa se ne stava rannicchiato sul divano, a godersi un film. Come ovvio pensare, era un film dell'orrore e Fay stava attentissimo ad ogni singolo movimento, fin quando un rumore lo distolse dalla trance. Il campanello suonò e il biondo, andando ad aprire, con molta cautela e paura, si ritrovò un'ombra davanti alla porta.
"AAAAH............AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!" urlò saltando addosso a Kurogane con una padella* in mano, cominciando a tirargli padellate. Il povero cacciatore fermò l'arnese da cucina, facendo spaventare Fay ancora di più "Aaahhhh, mi ha preso un braccio!" disse divincolandosi
"Ma la vuoi piantare!" propose il cacciatore, portando dentro casa il mago.
"Ecco, visto! Queste sono le reazioni che provochi, sappilo" gli fece notare la strega, mentre entrava in casa, con Kakei e Saiga.
"Kuro-pu!?" chiese, quasi tra le nuvole Fay, con la padella a mezz'aria fermata dalla mano di Kurogane.
"Si! Sai dovresti smetterla di guardare i film dell'orrore, quando non riesci a dormire" lo rimproverò abbassando le braccia. Fay s'incupì e lasciando cadere la padella saltò addosso a Kurogane, posizionando le gambe sul bacino del cacciatore e le braccia dietro al collo. Kurogane per non finire sbilanciato lo circondò con un braccio alla vita, mentre con l'altra mano si inchiodò ad un mobile. "Ma che ti prende, non hai mangiato?!" chiese il moro. Fay strofinò la testa sotto il mento dell'amate e poi gli rubò un bacio.
"Sai Kuro-chi! Quando mi sono svegliato, tu non c'eri nel letto e allora o pensato che ti fossi arrabbiato con me. Quindi......."
"Quindi hai affogato i dispiaceri in un film horror?!" domandò scettico, per i modi del mago.
"CHE MARITO DEGENERE!" urlò Yuko, dietro al cacciatore. Kurogane si girò, con ancora Fay addosso guardando la donna con circospezione. "Come hai osato lasciare tua moglie nel bel mezzo della notte, tutta sola!" Kakei se la rideva, mentre Saiga non osava neanche guardala. Kurogane guardò Fay, il quale non aveva battuto ciglio per il solo fatto di essere paragonato ad una donna. Poi si rivolse a Yuko, accigliato
"Guarda che è colpa tua, strega da strapazzo! Sei tu che mi hai mandato via!" precisò l'uomo, tenendo sempre Fay su di se. I due si misero a litigare, come fratello e sorella, mentre Fay e Kakei se la ridevano. Dopo schiamazzi e robe vairie da entrambo le parti, qualcun'altro suonò il campanello. Kurogane fece scendere Fay, ma se lo tenne comunque vicino, mentre Yuko andò ad aprire la porta. Una ragazza si trovava davanti alla donna, sembrava sudata e scioccata
"Che cos'è successo Kobato-chan!?" chiese Yuko. La ragazza guardò la donna e poi urlando affermò.
"SUBARU-CHAN È MORTO, YUKO-SAN!"

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Finalmente dopo mesi, (altro che parto, una vera tragedia). Ci sono riuscita, ho finito l'undicesimo capitolo. La storia sta per volgere a termine e quindi ci si vede alla prossima, speriamo il più presto possibile. Piccolo appunto personale, mi è piaciuta particolarmente la scena tra Seishiro e Subaru e ci sta anche che racconti del loro passato, ma non prendetela per buona. Se ci sono errori abbiate pazienza e ditemeli che li correggo. BUONA NOTTE

*La stessa padella che Sanji usa nella fanfic di One piece, intitolata OCCHI RIVELATORI. Compare quando gli pare e fa molto male, anche se è molto utile.

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Capitolo 12
*** Difesa sicura ***


maghi e cacciatori

Non credo che scriverò l'ultimo capitolo, è già stata una faticaccia scrivere questo, ma se mai lo scriverò, sarà tra molto tempo quindi anima in pace e BUONA LETTURA con il penultimo capitolo. La storia di One piece andrà avanti domani sera insieme al secondo capitolo de "Un regno perduto" e per scusarmi di questo mostruoso ritardo vi dò un regalino di Tsubasa.
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XII°

DIFESA SICURA

La notizia che Subaru era morto aveva colpito Yuko e tutti i presenti come una stiletta al cuore. La maga guardò la ragazza sconvolta, non poteva credere che quel povero ragazzo fosse morto.
"Come sarebbe a dire morto?! Kobato-chan è uno scherzo?!" chiese speranzosa Yuko. Kobato scosse la testa freneticamente con un espressione assai triste in volto mentre delle lacrime cominciavano a salirgli.
"No, non è uno scherzo! Gli anziani dicono che c'è un testimone e chiedono a tutti i maghi di riunirsi al castello" spiegò la ragazza. Lo sguardo di Yuko si fece serio e abbastanza scettico. 
"Un testimone eh...Sono proprio curiosa di sapere chi sia!" esclamò cupamente avendo un bruto presentimento. Yuko si chiedeva chi mai potesse essere stato a guardare un uomo uccidere un'altro uomo...senza fare nulla. Anche se un nome che ci stava bene c'era...e non era di certo un buon nome da pronunciare. "Ma prima di tutto andiamo dai saggi!"
"Aspetti Yuko-san! Qualcuno dovrebbe andare ad avvisare Kamui-kun e Hokuto-chan...non vorrà che lo vengano a sapere dai saggi?!" fece presente Fay ancora accanto a Kurogane. La dona sorrise, sapeva che Fay avrebbe prese a cuore la accenda, considerando l'incidente di suo fratello, decise di mandarci Kobato. Nel mentre loro si diressero dai saggi a sentire la versione del testimone. 
"Lo sapevo che dovevi essere tu, per forza!" esclamò Yuko alquanto contrariata. "Se davvero hai visto chi ha ucciso Subaru perché non l'hai fermato... Fai Wang!"
"Per il semplice motivo che io ho visto il colpevole mentre scappava, non prima del'omicidio!" spiegò l'uomo sorridente. "
"E sentiamo chi sarebbe l'assassino!?" chiese Saiga, non tanto convinto del mago davanti a lui.
"Lui!" esclamò indicando Fay



A casa Sumeragi Kamui stava aspettando che il fratello entrasse dalla porta. Erano ora che non lo vedeva e cominciava a stare in ansia, senza contare che la sorella, Hokuto, cominciava a dare sui nervi e senza Subaru nei paraggi avrebbe cominciato ad usare lui come sua bambolina.
"Kamui-kun, perché non provi questo?!" cinguettò Hokuto mentre Kamui tentava, invano, di trovare un posto dove nascondersi.
"Subaru ti prego muoviti....questa è capace di mettermi perfino vestiti da donna!" supplicò quasi sussurrando, quando il campanello della porta si aprì. Subaru andò ad aprire credendo di trovarsi di fronte il fratello, ma....
"Buon...buongiorno...Kamui-san c'è una cosa che dovrei dirvi!" disse la ragazza abbastanza imbarazzata e scura in volto. Non era abituata a dire certe cose, per la verità non l'aveva mai fatto, e infatti si sentiva male al solo pensiero dello sguardo del mago davanti a lei che, a tempo avrebbe avuto. "Non sono molto incline a dire certe cose, ma Yuko-san ha detto che sarebbe stato meglio detto da me quindi...."
"Quindi?!" chiese incalzandola. Kobato, poverina, strinse le mani a pugno. Nemmeno lei avrebbe sopportato di sentirsi dire che, il suo Kiyokazu-kun fosse morto, da una persona semi-sconosciuta.
"Mi spiace, ma Subaru-kun è................................. Morto!" Kamui sbiancò sul colpo e Hokuto fece cadere il vestito, cadendo lei stessa a terra. "Mi spiace, come detto prima, non sono brava a dire certe cose...Mi scuso immensamente!" disse abbassandosi per scusarsi freneticamente.
"LASCIA STARE  I CONVENEVOLI, CHI È IL COLPEVOLE!?" urlò dietro Kamui alla povera Kobato che tremò per lo sguardo indagatore su di lei.
"Mi....mi spiace non lo so, ma.....c'è un testimone che in questo momento si trova dai saggi!" balbettò lei prima di vedere il ragazzo correre fuori di casa.


Tutti si girarono verso Fay che stupito si indicava da se.
"I...io!?" chiese balbettante. Fai Wang roteò gli occhi e poi sbuffando fece un segno di diniego con la testa.
"No
, non tu, ma quello grosso dietro di te!" Fay cominciò a tremare e girandosi vide quello che temeva. Kurogane aveva gli occhi spalancati e il biondo lo guardava con occhi altrettanto aperti, come tutti i presenti e non.

"Kuro...-pon..." sussurrò Fay
"TU MALEDETTO!" urlò Kamui appena arrivato schiantandosi addosso al cacciatore. Krogane tirò fuori la katana e la puntò alla gola del ragazzo. Si fermarono al centro della stanza
"KUROGANE"
"KUROGANE!" urlarono Saiga e Yuko
"KAMUI-SAN!"
"KAMUI!" lo fermarono la sorella e Kobato. I due continuavano a guardarsi in cagnesco, anche se Kurogane non ne capiva il motivo.
"Signor Kurogane metta via l'arma!" esclamò uno dei saggi. Ma i due continuavano a guardarsi senza sentire nessuno, anzi continuarono a combattere. Fay si era rabbuiato, non poteva credere che il suo Kuroppi avesse ucciso un mago, uno come lui.
"Se non li fermiamo finiranno per distruggere tutto!" il biondo sentiva tutto ovattato, almeno finché qualcuno non disse una frase.
"Vorrà uccidere anche l'altro fratello!" a quell'esclamazione sembrò riaversi e guardando lo scontro risoltosi di nuovo a metà urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
"KUROGANEEEEEEEEEE!" lo spadaccino si fermò di colpo, conosceva bene quella voce che, più di una volta aveva storpiato il suo nome. Invece, quella volta, quell'unica volta... Chiuse gli occhi girandosi per vedere il volto del biondo completamente ricoperto dai capelli.
"Arrestatelo!" ordinò uno dei saggi. Kamui venne fermato dalla sorella mentre Kurogane continuava a guardare a Fay, intanto che gli mettevano le manette: delle specie di cerchi lucenti attaccati fra loro da un cristallo. Venne portato via e messo in carcere.


"Questa è una menzogna... e tu lo sai!" esclamò Yuko rivolta a Fai Wang "Perché menti, perché dici di aver visto Kurogane uscire dopo aver ucciso Subaru!?" chiese la donna. Erano arrivati alla casa di Yuko, compresi Kamui e Hokuto insieme a Kobato, tranne Kakei che aveva deciso di fare da avvocato a Kurogane al processo che si sarebbe tenuto domani. Ma la donna aveva cominciato a fare domande.
"Perché è vero!" rispose lui semplicemente.
"Ma lei ne è sicuro?" domandò Saiga a mago "Mi dica cosa ha visto"
"Ho visto un uomo dalla capigliatura nera uscire dal tempio e scappare"
"Aaaahhhhh, ora capisco! Tu sei sicuro che quell'uomo fosse Kurogane... posso chiedertene il motivo?!" fece ironica Yuko
"Semplice, è l'unico uomo abbastanza robusto, con i capelli neri, che ho visto!" Yuko tentò di trattenersi, ma alla fine una bella vassoiata non gliela tolse nessuno.
"TE NE RENDI CONTO CHE POTEVA ESSERE CHIUNQUE... anche Saiga!" gli fece presente. Mentre Yuko faceva la paternale a Fai Wang, Kobato saliva le scale per arrivare al piano di sopra, dove Fay se ne stava da solo e sconsolato.
"Posso?!" chiese lei. Il biondo alzò lo sguardo e sorridendole le fece cenno con la testa. La ragazza si sedette accanto a Fai sorridendo. "Posso fare qualcosa per lei?!" propose.
"Non credo... Ho sbagliato tutto fin dall'inizio! Come potevo anche solo lontanamente pensare che potesse funzionare!"
"Io non credo che Kurogane-san abbia ucciso qualcuno...Certo non lo conosco, ma non mi è parsa una persona che farebbe di questa cose! Non è d'accordo Yoriogi-san?!" chiese lei gentilmente a pupazzo che aveva in borsa
"Non capisco perché lo chiedi a me!" fece riluttante lui. Fay guardò stupito l'esserino riconoscendone nella voce il suo Kurogane.
"Sembra simpatico!" esclamò Fay a Kobato
"Lei crede?! Anche a me ha fatto questa impressione" si misero a ridere i due, mentre il povero cagnolino di pezza si chiedeva cosa avesse mai fatto di male.



"Lo sai vero, che sei nei guai?!" domandò Kakei a Kurogane. Si trovavano nella cella a chiacchierare sulle vicende e sul futuro della vita del cacciatore. "Naturalmente io farò il possibile per aiutarti!"
"Davvero?! Non mi sembri il tipo che fa queste cose per nulla!" puntualizzò il cacciatore conoscendone la razza.
"Diciamo
 che tengo particolarmente a Fay... mi ricorda qualcuno che conosco, anche se lui è parecchio più sbadato e ingenuo di Fay!"sorrise il biondo. Kurogane lo guardò male e assottigliò gli occhi alla risata dell'altro, ma era la sua unica via d'uscita e quindi...... "Su con la vita potrai stringere il tuo Fay appena uscito da qui!"

"Si, se mi vorrà ancora!" sospirò Kurogane. Aveva notato la testa ricurva del mago mentre lo portavano via, come anche non gli era sfuggito il suo nome detto per intero da quella bocca, poco incline a dirlo esatto.
"Perché non mi vuoi più?!" chiese con una vocina stridula Fay appena arrivato. Kakei sorrise sadico verso Kurogane. Fay aveva uno sguardo da falso arrabbiato in volto, le guancie gonfiate a faccia a palla e le mani ai fianchi. A Kurogane sembrava un bambino troppo cresciuto. 
"Bene vi lascio! Mi raccomando Fay solo cinque minuti" precisò Kakei uscendo per andare a parlare con Yuko, la quale aveva accompagnato Fay e adesso lo aspettava.

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Il prossimo è l'ultimo capitolo, sempre se lo scrivo. Grazie a tutti di avermi seguita e alla prossima

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