Là dove non batte il sole

di space_oddity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grandi scoperte ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Fairy Louise ***
Capitolo 4: *** Harmony ***
Capitolo 5: *** La voce numero 69 dell'elenco ***
Capitolo 6: *** Naturale e logico ***
Capitolo 7: *** David Greenolf ***
Capitolo 8: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 9: *** Te l'avevo detto ***
Capitolo 10: *** Appuntamento con James ***
Capitolo 11: *** Non alzare quella cornetta ***
Capitolo 12: *** Pittsburgh ***
Capitolo 13: *** Come evitare l'inevitabile ***
Capitolo 14: *** Lily, ti devo dire una cosa ***
Capitolo 15: *** David, chi? ***
Capitolo 16: *** Non ha prezzo ***
Capitolo 17: *** La notte che non fu ***
Capitolo 18: *** Trenta secondi ***
Capitolo 19: *** Ti presento i miei/ Il ritorno ***
Capitolo 20: *** Stupido ***
Capitolo 21: *** Simon ***
Capitolo 22: *** Houston ***
Capitolo 23: *** La fuga ***
Capitolo 24: *** Cleveland ***
Capitolo 25: *** Crisi(Parte Prima) ***
Capitolo 26: *** Crisi(Parte Seconda) ***
Capitolo 27: *** La calma dopo la tempesta ***
Capitolo 28: *** Perdonami ***
Capitolo 29: *** The Unthinkable Truth ***
Capitolo 30: *** Comunicazione non verbale ***
Capitolo 31: *** Il matrimonio ***
Capitolo 32: *** -Epilogo- ***
Capitolo 33: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Grandi scoperte ***




Questo è il primo capitolo e beh.. E' una storia un po' particolare:)
L'unica cosa che posso dirvi è che cercherò di aggiornare regolarmente anche se ho dei problemi con la connessione:)
Detto questo.. Spero vi piaccia, buona lettura!:)

Là dove non batte il sole - Grandi scoperte





Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.



Ok, ok, ne avevamo quattordici.
E' successo alla festa di compleanno di Emily Lane, quando Emily ci fece intrufolare nella camera di sua sorella Angela, e, curiosando fra i suoi vestiti, abbiamo trovato una scatola di preservativi.
Tutte le ragazze hanno iniziato a ridacchiare istericamente e noi per non essere da meno le abbiamo imitate (Lily è stata la più brava e ci ha messo così tanto impegno che le è venuto il singhiozzo), anche se, davvero, non capivamo cosa ci fosse di tanto divertente in una scatola piena di orribili palloncini bianchi. Ad un certo punto, Allison Dippet, che è la migliore amica di Emily, riuscì a calmarsi un attimo ed esclamò:"Hey Milly, non credevo che Angela facesse già sesso!".
A questo punto si scatenò un'altra raffica di risatine (a cui ci siamo unite con entusiasmo) e non ho potuto sentire la risposta di Emily, ma stavo rimuginando su quella parola insolita e sconosciuta. Sesso. S-e-s-s-o. Mai sentita. Forse una spezia..? Ma no, non credo che Angela prepari spezie nel tempo libero. Ma allora cosa..?
Oh, beh. Domandare è lecito e rispondere è cortesia, o quello che è. E così, fra le risatine che scemavano sentii la mia voce chiedere allibita:"Angela fa cosa?!?".
Beh.
Forse, col senno di poi, avrei potuto esprimermi diversamente. Ma ormai era andata.
Emily mi guardò, leggermente imbarazzata ma tranquilla e rispose:"Beh, ha diciotto anni! E' naturale.. Alcune lo fanno anche prima.". Cercò l'approvazione delle altre e tutte, compresa Allison, annuirono socchiudendo gli occhi con aria saputa. Tutte tranne me, Mary Anne e Lilian, ovviamente.
Avevano entrambe la stessa espressione confusa che sospettavo fosse anche sulla mia faccia.
Poi finalmente Lily prese coraggio e disse:"No, ma.. Insomma.. Lei intendeva.. Cioè credo che intendesse.. Ma sono abbastanza sicura, andiamo! Siamo amiche da una vita.. Comunque.. Voglio dire.. Uhm, che stavo dicendo? Ah sì! Ecco.. Ehm..".Mi lanciò un'occhiata, chiaramente in difficoltà. Forse non aveva poi così tanto coraggio. Forse non ero l'unica che dovrebbe organizzare bene le idee prima di parlare.
"Insomma, cos'è?!"-sbottò Mary Anne.
Emily ci rivolse uno sguardo vacuo.
"Cos'è cosa?".
"Beh.. quello che hai detto."- Replicai io in tono ragionevole.
"Sì, ma cosa?".
"Quella.. Quella cosa che hai detto!".
"Ma quale?".
"Quella di prima!".
"Eh?".
"Sesso!"- sbottò di nuovo Mary Anne. E meno male, perché avremmo potuto andare avanti così per anni.
A quel punto calò il silenzio.
Poi Allison parlò.
"Non.. Non sapete cos'è il sesso?".
"Beh.. No."- risposi nervosamente.
"Ok. Ripetilo."- Ordinò Emily, che aveva iniziato ad osservarci come degli animali di un safari.
"Beh.. Ma perchè, voi lo sapete?".
"Tutti lo sanno!".
"Mh. Hai tre eccezioni davanti ai tuoi occhi."- osservò acidamente Mary Anne.
"Ok. Ok.". Emily fece un profondo respiro.
E poi lo disse.
E fu lì. Fu quello il momento.
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"Uhm.. Con quante Z?"- domanda Lily con tono professionale.
Consultai velocemente la lista che Emily mi aveva consegnato alla fine della festa. Oddio, non che consegnata fosse proprio il termine giusto in effetti.
Mi ha avvicinata tirandomi per la manica della felpa e me l'ha infilata in mano con aria concitata sussurrando:"Prendi. Ti servirà.". E poi ha annuito solennemente e mi ha messo le mani sulle spalle come fossi stata un soldato che parte per il Vietnam o quasi.
Comunque.
"Uhm.. Con due Z."- rispondo a Lily cercando di avere il suo stesso tono professionale.
Mary Anne osserva disgustata la pagina aperta di Google e sbuffa. Poi guarda la mia lista e grugnisce. Infine si lascia cadere sul mio letto gemendo.
"Mary Anne.."- sibilo in tono sofferente.
"Chastity.."- ringhia lei in risposta.
Oh, a proposito. Immagino che nel vostro immaginario collettivo solo alle stelle di Hollywood sia permesso chiamare degli indifesi neonati con nomi tipo Chastity. O Lourdes Maria.
Dovrebbe essere così. Ma il mondo è crudele. E i miei pure.
Chastity Prescott, quattordici anni, due genitori, due pesci e un criceto. I miei genitori sono come quelli di Mary Anne e Lily, ossia: irrimediabilmente e tristemente bigotti. Quando una volta, a quattro anni, ho provato a chiedere come nascono i bambini mia madre mi ha risposto con aria afflitta:"Preferiresti non saperlo, credimi.". E non ho più toccato l'argomento.
Ma forse i miei, tutto sommato, non sono i peggiori.
Quando l'ha chiesto Mary Anne, per dire, sua madre è corsa via sbraitando:" Henry! La mia bambina! L'abbiamo persa!". Ma la risposta veramente interessante l'ha avuta Lily. Sua madre si è limitata a posare il giornale che stava leggendo e sussurrarle in tono dolce:"Tesorino, i bambini nascono dal laghetto di Bandcourt Park. Escono fuori dall'acqua tutti sporchi di sangue, placenta e liquido amniotico e strillano a pieni polmoni. Solo che non hanno i denti e neanche i capelli. Tu eri così cariiina!". E ha ripreso in mano il giornale fischiettando "Singing in the rain".
Bandcourt Park è un parco che si trova in fondo alla nostra via. Per anni Lily ha avuto il terrore anche solo di avvicinarsi a quel laghetto, per paura che qualche mostruoso neonato uscisse dall'acqua mentre lei guardava.
Questo tanto per farvi capire, ecco.
Ma torniamo a noi.
Lily mi lancia un'occhiata ansiosa. "Allora.. Andiamo?". Io annuisco, seria. Mary Anne si schiaccia il cuscino sulla testa e mi sembra di avvertire un "Dementi" fra i mugugni vari, ma potrei anche sbagliarmi. Lily schiaccia il tasto Invio sulla tastiera e trattiene il respiro in attesa dei risultati.
Cosa stiamo facendo?
Beh, una ricerca. Dato che la lista di Emily è solo un elenco di nomi sconosciuti per noi e dato che lei ha detto che ci servirà.. Sì, ok, non ci girerò attorno. Sulla prima voce, "Sesso", abbiamo fatto orgogliosamente una riga rossa ed ora siamo passate alla seconda. E..
Oddio, devo ammettere che non ho mai visto niente del genere.
Così, questo è il "Cazzo".
Di tutte le forme e misure,immaginabili e non. Di qualsiasi colore esistente. Lily mi indica attonita un punto sullo schermo e restiamo affascinate e orripilate vedendo un piccolo anellino d'argento in una zona che.. Beh. Incredibile. Con una certa sorpresa mi rendo conto che Mary Anne è seduta accanto a me ed è altrettanto concentrata su quella foto. Ha le sopraciglia aggrottate e la sua bocca forma una piccola "o". E non voglio sapere quale sia la MIA espressione.
E poi finalmente Lily rompe il silenzio.
Con una vocina flebile e spaventata sussurra:".. E noi cosa dovremmo farci con quel coso?".
Intimamente, sono assolutamente d'accordo con lei. Voglio dire, come ci si può aspettare che una cosa così entri in.. Dio, non riesco a costringermi a dirlo. Fortunatamente Mary Anne esterna le mie paure con la sua solita delicatezza.
"Ma è assurdo! Io non sono mica un'autocisterna, accidenti! Come si aspettano che ce lo faccia stare dentro?!".
Io e Lily annuiamo in segno di approvazione.
"Forse ci hanno prese in giro. Non PUO' essere così. Insomma, è assurdo! Sicuramente se lo sono inventato." taglia corto Mary Anne.
"Mah, non lo so. Certo, biologicamente è plausibile." ribatto io.
"Tu ci credi..?".
"E che ne so? Dico solo che biologicamente è plausibile, ecco tutto.".
"E da dove diavolo ti esce questo "biologicamente plausibile" adesso? Neanche fossi un'esperta! L'anno scorso credevi che l'aorta fosse un frutto tropicale!".
"La confondevo con la papaya. E poi non è questo il punto." ribatto piccata.
"Giusto. Se vogliamo delle conferme dovremmo continuare la ricerca." continua Lily, tornando al suo tono efficiente e scorrendo la lista con gli occhi.
"Oh, è inutile. Se non vedo non credo!"- sbotta Mary Anne con aria truce.
Si rende conto troppo tardi di quello che ha detto.
E, cazzo, non l'avesse mai detto.
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C'è una cosa che dovete sapere di Lily ed è questa: lei prende tutto sul serio. TUTTO.
Ed è incredibilmente persuasiva (un modo come un altro per dire che è una stronza ricattatrice e che conviene sempre cedere ai suoi ricatti. Perché lei non li fa per spaventarti: poi li mette in atto davvero), ragion per cui ora ci troviamo davanti a questa videoteca.
"Oh, andiamo! Era solo un modo di dire!"- brontola Mary Anne strofinandosi il naso imbarazzata.
"Una parola è una parola."- replica Lily convinta. Sto quasi per dirle che in realtà sarebbe ‘Una promessa è una promessa’, ma poi vedo il suo cipiglio severo e ci ripenso. Dopotutto, non è mica colpa mia se siamo qui.
E neanche della mia lista, contrariamente a quanto dice Mary Anne.
Sta di fatto che Lily ha preso alla lettera quel "senonvedononcredo". E ha deciso che "Film porno", numero 13 nell'elenco, definizione di Google "Video o film rappresentante atti sessuali", è proprio quello che fa per noi.
Si avvia con aria decisa alla porta e la spalanca. A questo punto Mary Anne scoppia.
"Mi rifiuto!"- sbraita paonazza -"Mi rifiuto categoricamente di oltrepassare quella porta Lily!".
"Ti rifiuti..?".
"Categoricamente, sì.".
Lily si schiarisce la gola."Allora, Mary Anne, possiamo sistemare la questione o con le buone o con le cattive. Cosa preferisci?".
"Lily, evita."- mugugno io. Non sopporto quando fa queste scene da film di mafia da quattro soldi. A volte tenta perfino di imitare l'accento ed è terribile, sul serio.
"Con le buone"- continua imperterrita, ignorandomi totalmente -"Significa che ora tu entri in quella videoteca senza far storie.".
Mary Anne sbuffa.
"Tsk. Nei tuoi sogni.".
"E' un no?".
"Esattamente.".
"Bene. In tal caso.. Mò vediamo.. (Ve l'ho detto, ora comincia con l'accento) Mhmh.. "- si gratta il mento e unisce le punte delle dita, senza mai staccare lo sguardo arcigno da Mary Anne -"Ti dirò solo tre parole: foto-di-classe. Tu sai quale.".
"Oh, no."- sussurra Mary Anne orripilata.
"Oh, sì."- cinguetta Lily compiaciuta.
"Oh, beh."- faccio io scrollando le spalle.
E ci dirigiamo verso la porta come una sola persona.
Inutile dire a chi toccherà spiegare alla proprietaria ultraottantenne del negozio che vogliamo un film porno con almeno una scena di sesso completo per scopi educativi.
Sogghigno malefica. Grazie al cielo quel giorno della foto di classe della quarta elementare io ero assente.




Grazie a chi legge, a chi commenta e soprattutto alla mia meravigliosa beta Candidalametta, che ha avuto il coraggio di tentare dove molti altri avevano fallito:)

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***


Ecco il secondo capitolo! Grazie a tutti quelli che hanno recensito e, come sempre, grazie a Candidalametta che mi corregge e mi incoraggia:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Presentazioni





"Era proprio necessario?"- ringhia Mary Anne a denti stretti.
Lily riflette per un attimo e poi risponde serafica:"No. Però è stato divertente.".
Divertente. Beh, in effetti lo è stato.
Mary Anne intenta spiegare a quella povera vecchietta scandalizzata che non solo voleva un film porno con almeno una scena di sesso completo, ma se poteva per favore suggerirne qualcuno, magari con un'ambientazione esotica tipo Hawaii o Honolulu e possibilmente con attori dotati di piercing nelle parti intime. Tutto questo chiaramente sotto suggerimento di Lily che, ad ogni segno di incertezza da parte di Mary Anne, esplodeva in casuali colpi di tosse. Qualcosa come "Coff, foto Cough Cough, di class,Coff!". Ecco, qualcosa del genere.
Comunque.
Stiamo camminando da un bel po', mentre Lily e Mary Anne discutono per decidere da chi si va per vedere il film. Sì, perché io e Mary Anne abitiamo una di fianco all'altra, mentre Lily abita in fondo alla via, così stiamo girando in cerchio in attesa del verdetto. Anche se discutere non servirà a niente, sarà Lily a decidere. Come sempre.
Lilian Lee Cooper, quindici anni, due genitori, un patrigno e un gatto decisamente obeso. Tanto è la personificazione della dolcezza all'apparenza, tanto è una stronza dal cuore tenero in sostanza. Io le voglio bene, ma non è certo una santa. E per fortuna. Ci conosciamo più o meno dalle elementari, quando io ero una bimbetta goffa e lei era la bulla della scuola e si può dire che non siamo mai cambiate infondo.
Lily ha due cognomi perchè sua madre è già stata sposata prima, con Thomas Lee, il vero padre di Lily. Era un surfista californiano che faceva il parcheggiatore e lui ed Elise, la madre di Lily, si sono conosciuti e innamorati ad un concerto di una cover band dei Nirvana. Noi tutto questo lo sappiamo perchè una volta abbiamo trovato il diario di Elise di quel tempo. A quanto pare avevano aperto un negozio di dischi di nome "The Abbey Road" e vivevano in un minuscolo appartamento tappezzato di poster e foto sopra un ristorante cinese gestito da un loro amico. Thomas aveva insegnato a Lily ad andare sui pattini prima ancora che a camminare e lei non faceva altro che sfrecciare sui suoi roller per tutto l'appartamento.
Se si pensa che ora Lily vive in una villetta indipendente dove tutto è perfettamente pulito e immacolato, con un giardino esagerato in cui a Lily non era neanche permesso giocare per paura che porti in casa lo sporco e i germi, quel diario è davvero surreale.
Non so perché Elise sia cambiata così radicalmente da quando era giovane. Il diario si ferma qui, e poi, dalla ragazza scarmigliata e divertente che era è diventata una segretaria precisa e ansiosa e si è sposata un ragioniere compassato di nome George Cooper. Il patrigno di Lily, appunto.
Ma soprattutto non sappiamo perché fra lei e Thomas sia finita. Elise ha sempre evitato l'argomento con Lily e se non avessimo letto quel diario lei non saprebbe nemmeno il nome del suo vero padre visto che non ricorda niente di quel periodo perché aveva solo due anni.
Le storie mie e di Mary Anne sono molto più semplici. Ci conosciamo praticamente da quando siamo nate e le nostre madri sono diventate amiche a loro volta quando i miei si sono trasferiti nella casa accanto alla loro dall'Arizona. Siamo addirittura nate nello stesso mese.
Mia madre, originaria di Memphis era andata a studiare all' Arizona State University, dove incontrò mio padre, s'innamorarono, si sposarono e questo è tutto.
Tutto nella norma, come direbbe Mary Anne.
Mary Anne Longbottom, quattordici anni, due genitori, un fratellino di cinque anni di nome Jeremy e un pappagallino.
Posso dire con certezza che è una delle persone più imperturbabili che abbia mai conosciuto. Potrebbe crollargli il mondo addosso e liquiderebbe il tutto con una scrollata di spalle e un sorriso. E' diametralmente opposta a Lily. All'apparenza sembra acida e aggressiva, ma in realtà.. Mhmh.
Beh, aggressiva no.
E' ironica e riflessiva, e nasconde un'indole molto affettuosa. E la adoro, semplicemente.
I suoi genitori, pallidi e silenziosi, vivono qui a Penn Hills da sempre. Immagino che da giovani fossero quelli che venivano definiti dei dark.
Ecco tutto. Non c'è molto altro da dire, sul serio.
"Allora è deciso!"- esclama Lily irrompendo nei miei pensieri.
"Sì?"- domando tranquilla.
Mary Anne annuisce sorridendo. Vedete? L'ha presa bene.
"Grandioso! Andiamo?"- continuo io allegra.
"Perfetto."- replica Mary Anne con un gran sorriso.
Però. L'ha presa anche troppo bene.
Camminiamo in silenzio per un po' e poi ci fermiamo davanti al portone di casa mia
.

Un momento.

".. Come sarebbe?!".
"Beh, abbiamo deciso che andiamo a casa tua, no?"- replica Lily tranquilla.
"Hai detto che era "Grandioso"!"- rincara la dose Mary Anne.
Oh, no. Ma perché non mi cucio la bocca?
Grandioso. Grandioso, davvero.
"E, di grazia, come pensate che si possa vedere un film porno nel salotto di casa mia senza che i miei si chiedano niente?!"- domando con voce leggermente più acuta.
"Beh, Chastity, il problema è lo stesso per tutte. Ma ti dirò una cosa: David Greenolf."- sogghigna Lily compiaciuta.
Oh, no.
"Ma.. Ma è stato anni fa!"- piagnucolo.
David Greenolf è.. Beh, è una lunga storia.
Comunque questo, che io lo voglia o no, è un ricatto. Devo solo scegliere se cedere.
E non cederò.
"Potrei chiamarlo per sentire come sta."- inizia Lily con aria assorta prendendo il cellulare dalla borsa.
OH, NO.
Lily incrocia il mio sguardo scorrendo la rubrica."Gale, Gary, Grant, Greenolf..".
Ok. Ok.
Cederò.
"Andiamo!"- brontolo aprendo il portone.
Beh.
Dopotutto posso sempre dire a mia madre che è per scopi educativi.





..Dio, non se la berrà mai.






Ringraziamenti:
Soffiotta= Grazie mille per la recensione e per averla messa tra i preferiti!:)
Comunque aggiornerò più o meno una volta alla settimana, più spesso non riesco -_-
Spero che ti sia piaciuto anche questo secondo capitolo:)

Niki_CuLLen= Grazie mille:) Se va tutto bene aggiornerò ogni sabato, non voglio farvi aspettare tanto fra un capitolo e l'altro:) Spero ti sia piaciuto anche il secondo:)

Candidalametta= *arrosisce* Grazie cara!
Ma certo che alla beta è permesso commentare:)
Anche se non è vero che sei imparziale:)
P.s.: una frusta a nove code? Addirittura? XD

Grazie anche a meraviglie1992 che ha messo la storia tra i preferiti:)

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Capitolo 3
*** Fairy Louise ***


Ed ecco il terzo capitolo! Grazie come sempre a tutti per le recensioni e a Candidalametta, la mia beta instancabile:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - F a i r y L o u i s e





Entriamo in casa quatte quatte, e attraversiamo in punta di piedi la cucina dirette al salotto. O meglio al televisore. O, ancora meglio, al lettore dvd.
A dire il vero Lily e Mary Anne sono state molto brave.
Beh, diciamo che prima di entrare ho fatto loro energicamente segno di stare zitte. E che, forse, in un moto di isterismo, potrei anche averle minacciate. Qualcosa tipo "Un respiro più del necessario e siete morte.". E forse, ma solo forse, potrei anche aver indicato loro l'espositore di coltelli da bistecche facendo un gesto molto eloquente sul collo. Ma, come si dice, il fine giustifica i mezzi, no? Giusto.
"Allora?"- chiede Lily impaziente.
"Un momento.". Mi avvicino alle scale e urlo, con tutta la voce che ho:"Mammaaaa?". Nessuna risposta.
Ripeto l'operazione dalla porta che da sul giardino. Tutto tranquillo.
"Ok, possiamo iniziare."- balbetto non del tutto convinta.
Mary Anne prende il dvd e avvia il lettore.
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"Non posso crederci."- esalo un'ora dopo, mentre usciamo da casa mia per riportare il film alla videoteca.
"A cosa?"- chiede Mary Anne un po' stranita.
Beh, in effetti è una domanda più che legittima. C'erano molte cose decisamente incredibili da vedere. A proposito, credo che abbiamo praticamente esaurito la lista di Emily a questo punto.
Oddio, non praticamente in realtà.
Abbiamo la teoria intanto, ed è già abbastanza scioccante così.
"Mai più"- replica lapidaria Mary Anne.-"Non voglio vedere una cosa del genere MAI più".
Annuisco comprensiva. Perfino Lily abbassa la testa e sussurra:"Assolutamente".
Mmm. Non è andata molto bene. Direi che siamo tutte piuttosto devastate. Improvvisamente, il lampo di genio.
Inizio con tono noncurante:"Abbiamo bisogno di tirarci un po' su, mh?".
Lily e Mary Anne annuiscono in silenzio. Sembrano quei cagnolini finti con la testa mobile che si mettono sulle macchine.
"Abbiamo bisogno di un posto tranquillo, ma vivace. Un posto allegro, ma dove si possa riflettere. Un posto familiare, ma che ogni volta ha qualcosa di nuovo. Un posto.."- declamo ispirata.
"Chastity, piantala. Sembri uno spot pubblicitario"- mi blocca Lily senza preamboli.
Faccio una smorfia, indispettita per essere stata interrotta sul più bello. Ma poi continuo:"Che ne dite di Fairy Louise?".
Due paia di occhi si illuminano davanti a me. Mary Anne comincia a saltellare.
"E' un sì?".
"Certo!"- risponde Lily ridendo.
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Fairy Louise è..
Beh, è un negozio di giocattoli. Non pensate male.
Io, Lily e Mary Anne ci andavamo sempre da piccole e per noi era una specie di paradiso. Louise, che è la proprietaria del negozio e sembra uscita da un cartone della Disney, è la nonna dei sogni. Ha dei morbidi capelli bianchi, profuma di biscotti ed è gentile e divertente. Ci siamo subito affezionate a lei e viceversa, e così, ancora adesso, passiamo spesso a trovarla.
Lei ci offre una cioccolata o un caffè, e intanto chiacchieriamo di tutto un po'. Non abbiamo segreti per Louise. In un certo senso è come se fosse una nonna acquisita, ma ha il vantaggio di non essere davvero nostra nonna: così non va a spifferare tutto ai nostri genitori.
Ecco, questo è Fairy Louise.

Il campanello tintinna mentre apriamo la porta e ci avvolge subito un caldo profumo di biscotti.
"Louise?".
Dei passetti leggeri dietro ad uno scaffale.
"Lily?".
E' lei. Con dei jeans chiari, una casacca nera e degli anfibi.
Un momento.
Questa non è la mia nonnetta della Disney.
"Lily! Chastity! Mary Anne! Tesori miei, come state?". Ci avvolge in un morbido abbraccio profumato e sento il suo medaglione di vetro premere sul mio collo.
"Louise! Ma come sei vestita?"- chiede Mary Anne sbigottita.
Louise fa un sospiro e risponde:"Philip. Vi spiegherò.". Si liscia distrattamente i capelli e ci fa segno di seguirla nel retro nel negozio.
Mentre camminiamo ne approfitto per dare un'occhiata in giro. E' fantastico questo posto. E' tutto rivestito con una strana plastica lucida e trasparente così sembra che sia tutto un immenso orsetto gommoso. Ci sono anche migliaia di ciotoline IKEA con dentro caramelle di ogni tipo a disposizione dei clienti. E delle comodissime poltroncine pelose in vari colori appoggiate lungo il muro,dei disegni appesi al muro che rappresentano i personaggi della Disney, solo che non sono su carta, ma su stoffa. Li ha cuciti Louise personalmente. E poi infinite scaffalature bianche con i giocattoli.
Dio, è in assoluto il posto che preferisco al mondo.
E il retro del negozio, se possibile, è ancora più bello.
E' una via di mezzo fra una cucina, un magazzino e un ufficio, tutto arredato nell'inconfondibile stile di Louise.
Ci accomodiamo su delle poltroncine giallo canarino, mentre Louise traffica dietro ad un bancone bar verde chiaro.
Poi viene verso di noi con in mano tre enormi tazze arancioni, le appoggia sul tavolo rotondo blu e si siede con aria soddisfatta.
"Louise.. Chi è Philip?"- inizio io aggrottando le sopraciglia -"Credevo che stessi con.. Uhm..".Dio, come si chiama?
"Con Gerard? Oh, è finita giorni fa!"- risponde Louise in tono leggero.
Poi sussurra con aria da cospiratrice:"Sapete.. Aveva da ridire sulla mia..". Si interrompe e la mia mente esplora frenetica tutte le possibilità che fino a qualche giorno fa ancora non conoscevo.
E poi, finalmente, conclude: ".. Forma fisica. Continuava a dire che ero troppo magra, che non gli sono mai piaciute le donne ossute, che somigliavo ogni giorno di più ad uno scheletro e cose simili. Mi sono stufata e l'ho piantato.".
Beh, Louise è molto esile e non molto alta. Ma da qui a ridire sul suo fisico.. Voglio dire, alla sua età ci sono donne che venderebbero un rene per essere in forma come lei o per avere la sua energia.
Non che io sappia la sua età. Non di preciso, almeno. Ma ha i capelli bianchi, no? E'.. beh, è vecchia. No?
Con una fitta di apprensione inizio a chiedermi se devo considerarmi bigotta perchè penso che se una persona ha i capelli bianchi allora DEVE essere vecchia.
Voglio dire, non significa nulla, no? Magari ha solo vent'anni e ha avuto molte preoccupazioni. Se la vecchiaia significasse solo avere dolori alla schiena o piccoli problemi di vista, allora io sono nata vecchia. Magari è albina. In effetti Louise ha la carnagione molto chiara..

Devo smetterla con questi monologhi mentali.
"Allora, raccontaci di questo Philip!"- chiedo allegra, cercando di distrarmi dalla mia fantasia in cui Louise, in lacrime, ci confessa la sua natura albina e nel frattempo abbassa le tapparelle per proteggere la sua pelle delicata dalla luce del sole.
"Beh, ecco.. Ehm.."- con mia grande sorpresa Louise sembra in imbarazzo. No, mi correggo. Sembra che debba confessare l'omicidio di John Lennon.
"Beh, è fantastico! E' attraente, sensibile, gentile.. Ieri mi ha messo una rosa rossa nella cassetta della posta!"- esclama con gli occhi che brillano.
"Ma è meraviglioso! Louise! Hai trovato l'uomo perfetto!"- Strilla Lily gioiosa.
"Sì, è un ragazzo così dolce.."- mormora Louise, trasognata.
La mia mente registra la parola con una lentezza quasi gratificante.
Ma la registra.
".. Ragazzo?".
"Ho detto ragazzo?!?HO DETTO RAGAZZO?!!?"- ridacchia istericamente Louise, ostentando un'aria innocente che non inganna nessuno. Voglio dire, lei è meravigliosa e tutto il resto, ma è davvero una pessima attrice.
Non che io sia meglio, ma..

Uhm. Devo assolutamente scrivermi un promemoria sulla faccenda dei monologhi mentali.
Insomma, non so nemmeno io come faccio! Penso una cosa poi ne penso un'altra, le collego in virtù di una logica inesistente e poi continuo così! Vado avanti all'infinito, sapete? E' davvero..

Ok. SOTTOLINEARE il promemoria riguardo i monologhi mentali.
"Louise ... quanti anni ha Philip?"- chiede Mary Anne andando dritta al sodo. Come sempre.
"Beh, veramente quando dicevo ragazzo intendevo dire che.. Ehm.."- comincia Louise.
Incrocia lo sguardo severo di Mary Anne, della serie "Non-sto-credendo-ad-una-sola-parola-di-quello-che-dici" e si arrende.
".. Ne ha ventinove."- conclude con un filo di voce.
"Ma è più piccolo di.."- Merda. Non lo so di quanto è più piccolo. NON SO L'ETA' DI LOUISE! Quanto vorrei ricordarmi queste cose prima di parlare. Magari Louise è anche più giovane di lui! E se..

Ok. Sapete che vi dico? Lasciamo perdere il promemoria. Mi faccio un tatuaggio. Proprio sul palmo della mano,almeno questa storia dei monologhi la chiudo qui.
"Sì, lo so. Ha trent'anni meno di me."- sospira Louise, salvandomi.
Trent'anni? Allora Louise ha.. Cinquantanove anni!
Posso mettere da parte tutte le mie teorie sul perché Louise ha i capelli bianchi. E se una ha i capelli bianchi E' vecchia.
Non sono bigotta.
Non sono bigotta!
I cori dell'Alleluia esplodono intorno a me.
Comunque.
"Beh.."- balbetto, cercando di rimediare -".. L'amore non ha età, eccetera, eccetera, no?".
Louise mi guarda con le lacrime agli occhi.
Oddio. Ho fatto piangere Louise. Adesso si sentirà inadeguata, e penserà di lasciare Philip perché è troppo giovane.
Sono una cacca umana.
Ma poi, Louise sorride.
"Oh, Chastity.."- sussurra abbracciandomi. "Non so cosa farei senza di te. Non so cosa farei senza tutte voi. Siete meravigliose."- continua con la sua voce dolce.
Adesso sono io che ho gli occhi lucidi.
"Volevo vestirmi così per sembrare più giovane.."- spiega finalmente Louise, guardando con aria perplessa i suoi anfibi.
"Louise, TU sei meravigliosa. Non hai assolutamente bisogno di vestirti diversamente per piacere a Philip."- dichiaro io in tono irremovibile.
"Certo, però.. Beh, mi piacevano questi vestiti.".
La guardo.
Louise sorride timidamente.
La guardo.
No.
No, fa che non voglia chiedermi ... No.
Mi rifiuto. MI RIFIUTO!
"Mi accompagnereste a fare shopping?"- chiede Louise, la voce più zuccherosa che mai.
Me l'ha chiesto.
".. Certo. Fantastico!".
Fantastico? FANTASTICO?!
Fantastico.
Io dovevo rifiutarmi in teoria, eh.
Ma è Louise. Non posso dirle di no. Andiamo, mi ha appena detto che sono meravigliosa. Non voglio darle una ragione per dirmi che sono una stronza. Però..
Va beh, ormai è andata.
Addio, nonnetta della Disney. Addio, vecchio golf lilla. Addio, gonne di tweed. Addio, ciabatte anatomiche da infermiera.
Sospiro pesantemente e mi avvio verso la porta, seguita a ruota dalle altre.
Chissà se riuscirò a convincerla che le gonne di tweed sono tornate di moda.



Ringraziamenti:
Grazie a Soffiotta e a Purisuka che hanno recensito :)
Sono contenta che vi piaccia così tanto:)
Grazie anche a Ryry_ che ha messo la storia fra i preferiti e a Ale93 e Is_My_Life che l'hanno messa fra le seguite:)
Al prossimo!:)

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Capitolo 4
*** Harmony ***


Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e Candidalametta, la mia meravigliosa beta che si merita tutti questi complimenti:) (quella della tigre mi ha quasi uccisaXD)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Harmony





"Come mi sta?"- chiede Louise appoggiandosi addosso una giacca di pelle rosso fuoco.
"E' divina!"- esclama Lily.
"Carina."- replica Mary Anne sorridendo.
"..Orribile."- grugnisco io, irritata.
Niente, niente nella vita vi potrà preparare all'esperienza di portare la vostra dolce nonnina, che non è davvero vostra nonna, a comprare borchie, anfibi e giacche di pelle di dubbia provenienza da bancarelle ambulanti.
Non che quella giacca non sia davvero carina. Anzi, vi dirò di più, è fantastica.
Non che io non vada di solito in questi mercatini, voglio dire, li adoro.
Ma vedere Louise con addosso questi vestiti.. E' come se Cappuccetto Rosso si vestisse, che so, di blu.
E' contro natura.
Afferro un maglione sformato color lilla da una cesta e lo drappeggio intorno a Louise.
"Che ne pensi di questo? Non è bellissimo? Rende il tuo taglio di capelli costoso!"- insisto con tono da televendita.
Lily sbuffa e me lo strappa di mano ributtandolo nella cesta in malo modo.
"Chastity, piantala con quel maglione lilla. L'hai tirato fuori dieci volte nell'ultima mezz'ora. Quando è troppo è troppo!".
"Cos'ha che non va?"- chiedo, mentre lo riprendo in mano e lo accarezzo amorevolmente.
"E' improponibile."- spiega Mary Anne in una perfetta imitazione del classico stilista isterico.
Lo guardo.
.. Beh, è vero.
Guardo Louise, che ha ripreso la giacca di pelle e la sta osservando con reverenza e capisco che la mia è una battaglia persa.
Con un grande sospiro prendo un meraviglioso top nero di pizzo, piuttosto elegante, e glielo porgo.
"La giacca è fantastica, ma se le aggiungi questo ti cambierà la vita", mormoro afflitta.
Louise mi stringe la mano, commossa.
Lily annuisce in segno di approvazione.
Mary Anne mi da un'amichevole pacca sulla spalla.
Persino Evelyn, la proprietaria del negozio, sembra vistosamente compiaciuta. Si avvicina a me e mi sussurra:"Brava. Non è stato facile".
E, a quel punto, mi sento un'eroina. Mi sento Bruce Willis.
Ho trovato il top di pizzo nero, ho salvato il mondo.
Almeno fino a quando un bulletto in giacca di jeans, con aria annoiata, si appoggia al muro chiedendomi se ho appena partorito o se voglio candidarmi Presidente.
Dopodichè, per reazione spontanea, gli chiedo se preferirebbe che gli schiacciassi la testa contro la parete o contro il pavimento.
Al che lui, masticando la sua cicca a bocca aperta, biascica che sono davvero spiritosa, e che; davvero, non mi hanno mai invitata all' Ophra Show?
Potrei andare avanti all'infinito, ma il buon Dio ci ha mandato Mary Anne.
Che si limita a dire che purtroppo di ignoranti è pieno il mondo, ma per fortuna non dobbiamo sorbirceli per forza.
E si allontana a testa alta, seguita a ruota da me e Lily.
Nel frattempo Louise, che stava pagando alla cassa e non si è accorta di niente, torna da noi stringendo orgogliosa il suo sacchetto e annuncia che per oggi ne ha avuto abbastanza.
Grazie al cielo.
La riaccompagniamo al negozio e la salutiamo sulla porta, promettendole che, sì, domani torneremo al mercato insieme e compreremo tante altre cose bellissime, e poi Mary Anne se ne va di fretta borbottando qualcosa su una visita dentistica.
Beh. Non è andata poi così male.
Lily, che evidentemente mi legge nel pensiero, esclama allegra: "Beh, non è stata così dura, no?".
Grugnisco in risposta.
"Insomma, pensavo andasse peggio. Credevo che, come minimo, avresti comprato quel maglione lilla per infilarlo di nascosto nella borsa di Louise … o qualcosa del genere.". Ride soddisfatta per la sua battuta.
Non le dico che è pessimo ridere da soli delle proprie battute.
E non le dico nemmeno che ci avevo pensato. Alla cosa del maglione, intendo. E che mi sembrava una buona idea. Anzi, a dire la verità, trovavo che fosse geniale.
Ma poi ho visto che non c'erano scarpe da infermiera in quella bancarella, e ho pensato che fosse troppo strano abbinarlo con degli anfibi neri, così ho lasciato perdere.
Comunque.
"Che assurdità!"- ridacchio poco convinta -"Mi credi davvero capace di fare una cosa del genere?!".
Lily mi fissa in silenzio per qualche secondo, riflettendo.
"Ok, non rispondere. Che facciamo adesso?".
"In che senso?".
"Nel senso, sono le sette, mancano ancora due ore al coprifuoco, che cosa facciamo?".
"… In che senso?".
"Ok. Qui c'è un problema di comunicazione. Ti semplificherò la questione: cosa facciamo? Prendiamo un gelato, andiamo al parco, prendiamo a sassate le vetrate della scuola, ci ubriachiamo, spariamo a qualcuno ... Sai, le solite cose.".
"... In che senso?"- domanda ancora Lily, con aria assente.
"Lily, mi stai ascoltando?".
"Uh?".
Ok. Qui ci vuole un test.
"Beh, sai, l'altro giorno sono andata a fare la spesa, perché mia madre vuole diventare un'attrice, poi gli alieni sono atterrati nel mio giardino e io mi sono ubriacata di whisky, ma il gatto ha mangiato la marmellata e così.. Sono incinta!"- esclamo ridacchiando, come se le avessi appena raccontato una barzelletta.
Lily tenta un sorriso divertito e annuisce.
Non riesco a non allontanarmi imbufalita.
E Lily, accorgendosi improvvisamente che c’è qualcosa che non va, esce dal suo stato di trance e mi corre dietro.
"Che succede?!".
"Mi piacerebbe saperlo!".
"Perchè urli?".
"Non sto urlando!"- sbraito.
Lily mi guarda piegando la testa di lato.
"Ok. Stavo urlando. Ma tu non mi ascolti!".
"Non è vero che non ti ascolto!".
Le lancio il suo stesso eloquente sguardo di prima.
"Ok. E' vero, non ti ascoltavo.".
"Vedi? Non lo sai che il dialogo è parte integrante di qualunque tipo di rapporto?".
Lily chiude gli occhi, con aria esausta.
"Tu non mi ascolti più!"- concludo affranta.
Lilly riapre gli occhi e sbuffa.
"Non ti sarai mica rimessa a leggere Harmony spero.".
"No."- ribatto arrossendo.
Che c'è di male in Harmony? Susan Andersen è una scrittrice straordinaria.
"Mi hai raccontato di nuovo la storiella dell'astronauta che incontra Marylin Monroe perché sua sorella aveva perso il micio?"- domanda stancamente.
"Non proprio."- borbotto.
"Allora mi hai raccontato quella del pompiere che vuole imparare a nuotare perché ha ordinato una pizza ma una tigre si era mangiata le acciughe della marinara e allora ...".
"Non importa."- la interrompo in fretta. Chiedendomi perché nelle mie storie assurde ci sia sempre di mezzo un felino.
Però, non pensavo di avere tanta fantasia.
Né credevo di aver già fatto questo test più di una volta.
"Comunque, cosa facciamo? E se mi rispondi un'altra volta ‘In che senso?’, non sarò responsabile delle mie azioni Lily."- replico seria.
E Lily, a questo punto, mi rivolge un sorriso assassino che mi fa sentire come un topo appena caduto nella trappola.



Ringraziamenti
Soffiotta=*arrosisce*Grazie! Comunque per "teoria" intendevo solo che sanno cos'è XD Niente cose sconce:)
Ecco, mi scuso perchè questo capitolo è un po' corto.. ma il prossimo in compenso non lo sarà:) Al prossimo! Bacio

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Capitolo 5
*** La voce numero 69 dell'elenco ***


Ed ecco il quinto capitolo! Come sempre grazie a tutti quelli che recensiscono e leggono e alla mia beta, Candidalametta, che è sempre troppo modesta:)

Là dove non batte il sole - La voce numero 69 dell'elenco





"Che ne dici di controllare le voci rimaste della lista?"- chiede Lily sogghignante.
"Quale lista?"- replico con aria disinvolta. E per niente convincente.
"Lo sai. Quella di Emily.".
"Ah, QUELLA lista?"- domando con aria stupita, come se avessi centinaia di migliaia di elenchi che sbucano da tutti i cassetti in camera mia.
"Sì, QUELLA lista."- risponde Lily mielosa facendomi il verso.
Non riesco nemmeno a chiedermi se posso bruciarla sul tempo prendendola per prima, che lei mi afferra il braccio e mi trascina a casa mia.
Iniziamo una piccola rissa per prendere la maniglia (in cui vince Lily) e irrompiamo in cucina rumorosamente.
"Ciao ragazze. Ciao Lily, come stai?"- ci saluta mia madre un po' perplessa.
"Bene, grazie signora Prescott."- risponde Lily molto cortesemente. Poi, tutto di un fiato:"Scusi sa, ma abbiamo molto da fare, davvero, io e Chastity dobbiamo scappare."- conclude con un grande falsissimo sorriso.
Si precipita su per le scale trascinandomi come un pupazzo, ma la voce di mia mamma ci ferma.
"Certo Lily, ma ora io dovrei parlare un attimo con Chastity, se non ti dispiace.".
Io AMO mia madre.
"Certo che non le dispiace! Anzi, credo sia meglio che tu vada a casa Lily, voglio proprio fare una chiacchierata madre e figlia! Prepariamo la cioccolata, mamma?"- sbraito, pericolosamente vicina all'isterismo.
Mia madre e Lily mi guardano perplesse.
"Chastity, credo che tu abbia visto troppi telefilm. Volevo solo sgridarti e prometterti punizioni terribili per la tua ultima pagella, chiederti di mettere in ordine la tua camera, ricordarti che questa casa non è un albergo, e cose del genere."- replica mamma scuotendo la testa.
Lily, al contrario, annuisce estatica e si intromette:"Sì, glielo dico sempre anch'io che deve guardare meno televisione. Ora se vuole scusarci..".
Mia madre sorride.
Lily fa un sorriso ancora più grande. "Certo. Però adesso, davvero, devo parlarle un attimo."- replica gentilmente afferrandomi l'altro braccio.
Iniziano un amichevole tiro alla fune con la sottoscritta, ma Lily è più forte.
Mia madre fa un piccolo sbuffo e mi lascia.
"Ne parleremo dopo allora."- concede con l'ennesimo sorriso, lasciando Lily libera di trascinarmi allegramente verso camera mia.
"Potevi almeno lottare per me!"- le urlo dal pianerottolo.
"Non essere melodrammatica! Hai una madre standard, accontentati!"- mi risponde lei andando in cucina.
Voglio dire, è questo l'amore materno?
"Mi sento tradita!"- urlo mentre cerco di divincolarmi da Lily.
"Devo dirlo allo psicologo scolastico, tesoro, non a me. E' uno dei tanti motivi per cui paghiamo le tasse.".
Sbuffo.
"Sentito Lily? Ho una mamma standard e anche molto spiritosa."- replico a voce alta.
Mi risponde un tramestio di pentole e piatti.
Sono sola davanti al mio destino. O meglio, davanti a questa porta.
"Dopo di te!"- cinquetta Lily appoggiandomi una mano gentile sulla spalla.
"Ma no, sei tu l'ospite. Prego."- ribatto imitando il suo tono zuccheroso.
Ora le mani sulla mia spalla sono due. E non sono gentili.
"Insisto."- ringhia Lily a denti stretti.
Appoggio con noncuranza le mani ai lati della porta e mi spingo indietro.
Lily a questo punto non ha proprio più nulla di gentile.
Cerca di fregarmi tirandomi via la mano dal muro, ma io ci appoggio il piede. Tenta di nuovo con l'altra mano, ma io sono più svelta.
"Non fare resistenza."- sussurra letale.
E mi affonda l'indice nelle costole.
"E' che non penso che sia giusto controllare senza Mary Anne!"- esclamo dolorante, in un ultimo, disperato tentativo di farle cambiare idea.
"La informeremo domani."- risponde Lily secca, spalancando la porta.
E mi trascina dentro, implacabile.
Fantastico. Non posso nemmeno far finta di non ricordarmi dove l'ho messa perchè Lily sa esattamente dove finiscono le cose da nascondere nella mia camera.
E infatti, appena entrata, si dirige a colpo sicuro verso la scatola dei dolci di Natale del 1994. L'ho riscoperta quando avevo dieci anni, praticamente nove anni dopo che me l'hanno regalata (e sette dopo l'effettiva data di scadenza). I dolci li ho buttati perchè facevano senso, ma la scatola l'ho tenuta perchè ha un bel colore ed ha anche una sua utilità.
"Sai, io proprio non capisco. Una scatola di dolci non resterebbe intatta più di dieci minuti in casa mia.".
"Lily, mio padre è diabetico e mia madre è sempre a dieta. Per strano che possa sembrarti questo è il nascondiglio perfetto."- spiego seccata.
"Mhmh."- replica lei poco convinta. Poi tira fuori la lista e la scorre velocemente con gli occhi.
"Questa sì, questa sì, questa sì,.."- mormora spuntando le voci con una penna. Poi sbarra gli occhi e rimane interdetta a fissare un punto del foglio.
"Lily?".
".....".
"Lily!".
".....".
"LILY!".
".. Ehm.. Ecco.. Tu parli il marocchino?"- mi chiede stranita.
"Cos'è, un trabocchetto?"- chiedo sospettosa.
"No, è che.. Ok, senti qua: n' 69, Kamasutra. Ed Emily ci ha aggiunto fra parentesi :"Numero azzeccato, eh? :)".". Mi guarda con espressione vuota.
La ricambio.
Poi apriamo la bocca e esclamiamo contemporaneamente:"Google!"- e, per un momento, ricordiamo terribilmente due strani tacchini.
Mi chiedo come starebbe ricoperta di penne.
Comunque.
Il tempo di accendere il computer e completare la ricerca, e Lily si gira verso di me con occhi luccicanti.
"Un libro, eh?".
"Così pare."- ribatto con freddezza.
"Un libro stampato."- sottolinea solennemente Lily.
"Già.". Non capisco dove vuole arrivare.
"Un libro stampato da case editrici."- continua con un sorrisino per niente rassicurante.
Uh. Un momento.
Un momento.
Non vorrà mica.. No,vero?
In tal caso, mi rifiuto. MI RIFIUTO. Le dirò, semplicemente "No.".
No, questo non lo faccio.
Ecco, farò così.
"Che ne dici di fare un giro in libreria?"- propone tutta allegra.
Ecco, questo è il momento. Ora lo dico.
Le lancio uno sguardo bellicoso ed apro la bocca. Ma lei mi precede, velocissima.
"Greenolf!".
Il mio coraggio si sgonfia con la stessa velocità di un palloncino bucato da uno spillo con un suono onomatopeico poco dignitoso.
E con lui anche tutta la mia autostima.
Accidenti.
Ma Lily continua.
"Dai.. sorridi! Ci andremo domani, con Mary Anne!".
Grugnisco.
"Non essere impaziente, ok?"- insiste strizzando l'occhio.
Capisco che si sta preparando al colpo di grazia.
"Magari, intanto, potremmo andare avanti con la lista.."- conclude quasi ridendo.
.. No, QUESTO non lo faccio.
Rispondo nell'unico modo possibile.
Le lancio addosso la Scatola.
Lei, sulle prime, rimane scioccata. Poi mi lancia un cuscino.
Io le lancio una scarpa.
Lei mi tira un paio di jeans.
Mi scopro a sorridere mentre le scaravento addosso un maglione.
Lei ride apertamente e mi butta addosso un pacchetto di fazzoletti.
Poi mia madre entra in camera e ci trova che ridiamo istericamente in mezzo al disastro che abbiamo combinato.
"Ok, Chastity, adesso ti devo veramente parlare"- dice preoccupata.
"Non c'è problema."- rispondo ancora ridacchiante -"Fuori di qui, cogliona."- mi rivolgo sorridendo a Lily.
"Ci vediamo domani, pirla!"- replica, scendendo dalle scale, con il primo vero sorriso di oggi.
"Chastity! Lily!".
"Non preoccuparti mamma, è una storia lunga."- le dico in tono rassicurante. Mi affaccio alla finestra e vedo Lily che mi indirizza un gestaccio. Le lancio un libro e, quasi, la becco.
"Ehi, bel colpo!"- mi urla dalla strada.
Mi limito a sorridere.
Ecco questo è in pratica il modo mio e di Lily di fare pace.



Ringraziamenti:

Soffiotta=GrazieXD Fra parentesi quel maglione lilla esiste davvero è c'è una storia molto divertente a riguardo che mi è successa davvero.. in effetti, è quella che ho scritto:)
La realtà è la migliore fonte d'ispirazioneXD
Al prossimo, baci

Candidalametta= *commossa* Grazie cara! Non sai quanto mi lusinghi con i tuoi complimenti:)
Grazie per tutto:)
Bacio

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Capitolo 6
*** Naturale e logico ***


Come sempre grazie a tutti quelli leggono e commentano e a Candidalametta, la mia sempre fantastica beta:)
Mi scuso umilmente per il ritardo e per il capitolo, che non è molto lungo:(
Sembra quasi inutile specificarlo ma ho avuto problemi con la connessione-.-
Beh, spero che questo capitolo vi piaccia, buona lettura!


Là dove non batte il sole - Naturale e logico





"Dobbiamo cercare cosa?"- chiede Mary Anne sinceramente stupita.
"Un libro su cui sono descritte diverse posizioni per fare sesso."- rispondo io altrettanto sinceramente disgustata rimettendo sullo scaffale "Il piccolo principe".
"Oh.".
"E ha anche le illustrazioni."- specifico tetra, nell'inutile tentativo di scandalizzarla quanto me.
"Ah."- replica annuendo.
Non sembra scandalizzata.
Anzi.

Beh, fantastico.
Louise vestita di borchie e Mary Anne pervertita.
Che altro devo aspettarmi?
Mia madre indosserà un vestito rosso e si metterà a ballare "Cabaret"?
Rabbrividisco involontariamente al pensiero mentre Lily si avvicina a passo di marcia.
"Avete trovato qualcosa?"- domanda con tono spiccio.
"Uhm. Una guida per yoga intensivo e un libro di ricette per il riso pastrami. Lo sapevi che i gamberetti ..."- faccio io con tono sprezzante.
Lily mi fulmina con un'occhiataccia.
"Beh, che c'è?"- replico acida.
"Siamo qui per trovare quel libro non per litigare. Per quello c'è sempre tempo."- spiega Lily annoiata.
"Lily, non stiamo cercando una raccolta sui 'Tre porcellini'! "- esclamo, cercando di non notare l'allusione alla povera ed innocente favoletta -"E' un libro sul sesso, accidenti! E' una cosa porno!"- sibilo sdegnata.
"Ma è legale?"- sussurra Mary Anne improvvisamente ansiosa, guardandosi dietro le spalle.
"Non lo so!"- sbotto con aria truce.
Lily agita una mano come per scacciare una mosca fastidiosa ed ordina autoritaria:"Certo che lo è. E ora cercate un libro intitolato con qualcosa di indiano.".
"Informazioni dettagliate, non c'è che dire."- borbotto ostinata. Ma la seguo tra gli scaffali scorrendo con gli occhi le copertine fino a che..
"Ehi Lily, credo di averlo trovato! Guarda!".
Lily si volta sorridendo:"Fa vedere!".
Lo prendo in mano e lo rigiro.
"Oh, non è questo. Però ci somiglia molto."- mormora Lily con una punta di delusione.
"Già."- rispondo io assorta.
Ed è estremamente irritante il fatto che io sia delusa quasi quanto lei.
Faccio per rimetterlo a posto quando sento una voce sconosciuta e strafottente apostrofarmi:"Tantra? Però, non ti facevo così intraprendente.".
Mi giro.
No, non posso crederci.
Il bulletto in giacca di jeans.
"A proposito di cose estremamente irritanti."- replico gelida.
Apre la bocca per rispondermi, quando Mary Anne sbuca fuori da uno scaffale osservando perplessa un dizionario Indiano-Inglese e chiede:"Questo potrebbe servire?".
La reazione del bulletto è sorprendente. Inghiotte in fretta la replica al veleno che stava per rifilarmi e le sorride angelico.
"Credo di no."- faccio io, accigliata -"Ma prima che il bulletto qui ...".
"Charles."- mi interrompe lui con totale mancanza di educazione.
"..Ci disturbasse, abbiamo trovato un libro molto simile."- continuo ignorandolo.
"Ma tu puoi chiamarmi Charlie."- ribatte lui, come se non avessi nemmeno parlato, fissando Mary Anne negli occhi.
Gli rivolgo un'occhiataccia:"Piantala, tanto non ci esce con te."- sbuffo, irritata.
Mi lancia uno sguardo arcigno, si rigira e domanda con tono di sfida:"Posso accompagnarti a casa?".

E a questo punto, secondo uno schema naturale e logico, Lily e io dovremmo guardarlo indignate, facendo categoricamente segno di no a Mary Anne e lei dovrebbe rispondere con un acido e conciso:"Te lo scordi."- osservandolo sparire all'orizzonte con la coda fra le gambe.

Dovrebbe essere così.
Ma la vita non è naturale e logica.
Beh, IO lo guardo indignata.
Ma Lily, giuliva, fa l'occhiolino a Mary Anne e lei sorride timidamente e risponde con un titubante:"Ok..". E lui s'illumina come una lampadina voltandosi verso di me con un insopportabile ghigno alla:"Dicevi?".
E sono IO ad allontanarmi con la coda fra le gambe.
Sono allibita.

I miei pensieri si riducono essenzialmente ad una considerazione spaventosa.
Louise vestita di borchie, Mary Anne pervertita e Lily petulante. E il bulletto in jeans ha una cotta, ricambiata, per Mary Anne.

Entro in casa come una furia precipitandomi in salotto dove mio padre sta lavorando ad uno dei suoi innumerevoli tentativi di cassetta postale fai-da-te e mia madre sta stirando.
La guardo dritta negli occhi e le sibilo:"E tu. Che non ti venga in mente di metterti a ballare "Cabaret".".
E salgo pesantemente le scale mentre la sento dire in tono preoccupato:"Richard, io devo veramente parlare a quella ragazza.".


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Capitolo 7
*** David Greenolf ***


Scusatemi per il ritardo assurdo:( Quando riuscirò a riavere Internet prometto che posterò tutte le settimane, ma adesso come adesso non è in mio potere.
Comunque, ho qui un capitolo piuttosto lungo per farmi perdonare:) Entra anche un nuovo personaggio, ditemi che ne pensate:)
E, come sempre, grazie a Candidalametta che è sempre troppo brava e a tutti quelli che leggono e recensiscono, in particolare a Soffiotta, fedelissima, che mi lascia una recensione a ogni capitoloXD
Spero vi piaccia, buona lettura!


Là dove non batte il sole - David Greenolf





Mary Anne guarda nervosa l'orologio:"Non capisco. Dovrebbe essere già qui.. Oh eccolo!"
Ed ecco che spunta la sua faccia irritante.
Calma.
Devo stare calma.
Il segreto è nel respiro. Inspira. Espira. Inspira. Espira.
"Charlie! Sono così contenta di vederti!".
Charlie?
"Mai quanto me, piccola".
Piccola?!
" Lily, Chastity, è sempre un piacere."- saluta ammiccando.
"Anche per me."- replica Lily sorridendo.
Si gira speranzoso verso di me, ma mi rifiuto di aprire bocca.
Mi limito a grugnire ed è già un grosso sacrificio.
Lui e Mary Anne si avviano a braccetto verso le vetrine e Lily mi tira una gomitata sul diaframma.
"Beh? Che c'è adesso?"- le rispondo massaggiandomi le costole con noncuranza.
"Potresti far finta per un momento di essere una persona civile? Che ti costava salutarlo?".
"Lily, non lo sopporto".
"Beh, non ti sei certo data pena di nasconderlo. Ma Mary Anne tiene a lui. Che vorresti fare? Metterlo al rogo? Decapitarlo? Spedirlo in Russia?".
Mmm.. Già ce lo vedo mentre brucia decapitato tra i cosacchi.
"Non tentarmi".
Sbuffa e mi gira le spalle:"Sei irrecuperabile.".
Decido di non replicare e mi volto insieme a lei giusto in tempo per vedere la mano di Charles che dalla spalla di Mary Anne dirotta decisa verso il suo fondoschiena.
Mi giro.
Una pubblicità di un olio abbronzante con una modella in topless.
Mi rigiro.
Un cane, evidentemente in calore, che si struscia contro la gamba di una panchina con aria.. Entusiasta.
Mi ri-rigiro.
Una coppietta impegnata in un bacio degno di un filmino V.M. 18.
Comincio seriamente a non sapere dove guardare.
Abbasso lo sguardo, demoralizzata. Perché deve essere tutto così.. Volgare? Sporco? Non è rimasta neanche un po' di innocenza al mondo?
E poi, improvvisamente, uno spiraglio di luce.
Un ragazzino sorridente con in mano un gelato che scorre con aria attenta uno scaffale di fumetti. Finalmente.
E mi sento subito meglio all'idea che esistano ancora persone che hanno pensieri così puliti, mi sembra quasi di venire avvolta dall'aura di purezza che emana quel bambino, commossa da tutta questa visione che..
Ah.
Il sorriso del ragazzino si trasforma in un ghigno mentre allunga la mano verso "Playboy".
Terribile.
E' come prendere in braccio un tenero cagnolino e scoprire che ti ha appena fatto la cacca sui jeans.
Il mio umore torna più nero di prima.
E quando pensi che non possa andare peggio, il peggio arriva.
".. Chastity? Chastity Prescott?!".
Mi ri-ri-giro, per l'ennesima volta, e.. Dio, vorrei non averlo fatto.
Signore e signori, David Greenolf. In tutto il suo maleodorante squallore.
Oh, è così ingiusto. Dovrebbe esserci una regola che vieta di incontrare la propria prima cotta non ricambiata.
Ebbene sì. David Greenolf è stato il primo ragazzo che mi ha fatto schiantare le ginocchia e strabuzzare gli occhi. E' una storia lunga e penosa, quindi cercherò almeno di renderla breve.
Avevo dodici anni ed ero cotta di lui praticamente da quando ero nata. In uno dei miei primissimi ricordi c'è proprio lui, un ragazzino spettinato che si rotola su una coperta e cerca di toccarsi la punta del naso con la lingua, mentre io lo fissavo rapita divorando un biscotto.
Le nostre mamme erano amiche. L'uso del passato non è casuale.
Comunque, avevo dodici anni e, dopo tormentati giorni di lacrime e ripensamenti, l'avevo invitato a casa mia. Avevo deciso che sarebbe stato il giorno del mio primo bacio. Mi ero lavata i denti, mi ero pettinata i capelli e avevo messo il lucidalabbra. Ero pronta.
Ci siamo seduti in veranda, mi sono sporta verso di lui ad occhi chiusi e lui mi ha spinta via. Sì, mi ha proprio spinta via.
Credendo che fosse solo timido ho ritentato un paio di volte. Beh, forse più di un paio. Col senno di poi avrei dovuto darci un taglio alla prima spinta.
Onestamente, come potevo immaginare che il ragazzino di cui ero innamorata avesse una cotta per mia madre?
Eppure, per quanto umiliante che fosse, avrebbe potuto finire lì.
Avrei potuto rassegnarmi ai fatti e soffrire in silenzio. Invece, in un assurdo tentativo di rivalsa, avevo scritto una lettera d'amore al padre di David.
E anche questo, per quanto imbarazzante che fosse, sarebbe potuto finire lì.
Ma David rubò la mia lettera, che suo padre aveva intenzione di buttare semplicemente nella spazzatura, e la lesse in classe davanti a tutti. E, a quel punto, la storia prese tinte fosche da tragedia greca.
La professoressa chiamò i miei genitori.
Mia madre chiamò la madre di David.
La madre di David chiamò uno psicologo.
Lo psicologo chiamò i miei genitori offrendo loro una terapia familiare.
Mia madre chiamò la madre di David offrendole di andare a quel paese.
La madre di David chiamò la scuola per chiedere la mia espulsione.
Mia madre richiamò la madre di David e le disse parole irripetibili.
La madre di David chiamò la polizia e denunciò mia madre per minacce telefoniche.
Tutto nello stesso giorno.
Sembrava un circolo infinito, destinato a chiudersi con una strage tramite killer a pagamento, ma mio padre fece la telefonata definitiva che mise tutto a tacere. In accordo col padre di David, chiamò una ditta per traslochi e pagò il furgoncino sul quale il padre di David impacchettò bagagli e famiglia e si trasferì a Santa Monica con la scusa di una promozione di lavoro.
La domanda sorge spontanea: che diavolo ci fa David a centinaia di chilometri da dove dovrebbe essere?
"Chastity, sei proprio tu!" ripete David sorpreso.
Per un momento avrei quasi voglia di rispondergli "No. Ti sbagli." e correre via a gambe levate.
Ma mi costringo a rimanere calma e rispondo cortesemente, "Si".
"Come stai?".
"Bene, e tu?"- rispondo forzatamente gentile.
"Tutto ok. Ma che ci fai qui?".
Ricorda Chastity, è tutto nel respiro; Inspira. Espira. Sii cortese.
Ma non ci riesco, e sento montare tutta la rabbia e l'umiliazione di quel giorno come un'onda in piena:"No, TU che diavolo ci fai qui!"- esclamo furiosa, mandando al diavolo la cortesia.
Alza un sopracciglio.
"Non lo sapevi? Ci siamo trasferiti a Butler. E' a un'ora da qui e non c'è neanche un negozio decente, così sono venuto a fare un giro. Sai, penso che verrò qui spesso."- risponde lanciando un'occhiata affettuosa in giro.
Sento il bisogno di urlare.
"Chastity? Andiamo?".
E' Lily. Non credo di essere mai stata più felice di vederla.
"Certo! Scusaci ..."- replico in direzione di Greenolf.
"Ci vediamo David."- fa Lily asciutta e raggiungiamo in tutta fretta Charles e Mary Anne.
Quest'ultima mi guarda attonita e chiede, tanto per essere sicura:"..Ma quello era..".
"Sì."- rispondo cupa.
"Chi?"- domanda Charles incuriosito.
"Un nostro vecchio conoscente."- taglia corto Lily.
Poi, quando lui e Mary Anne ci distanziano di qualche passo mi sussurra preoccupata "Come ti senti?".
"Bene.".
"Bene."- ripete calma. E ovviamente, per contro, mi rende ancora più nervosa.
"Sì, insomma ... David Greenolf, sai che roba. Non sono per niente turbata comunque. Per niente."- rettifico, cercando di sembrare disinvolta.
"Per niente." replica Lily serafica.
E a questo punto la travolgo con un fiume inaspettato di parole "E' solo che.. Insomma, è ancora così carino. Lo so che non dovrei pensarlo, ma lo penso. Non di carattere, certo, ma fisicamente.. E' il mio tipo, purtroppo. Insomma, probabilmente tu la pensi diversamente, ma io non ci riesco. Mi piace ancora troppo. E vorrei poter dire che mi è indifferente, ma non posso. Dio, quant'è frustrante!"- concludo senza fiato.
Lily mi lancia uno sguardo protettivo e annuisce come a dire "Non preoccuparti, risolvo tutto io".
E le credo.
E sto subito molto meglio.
Poi, senza altre parole acceleriamo il passo e raggiungiamo Mary Anne e Charles.
"Allora, dov'è che andiamo?"- chiede Lily, disinvolta.
"A incontrare un mio amico. Si chiama James."- risponde vago Charles.
Un suo amico? Posso immaginare. Posso quasi vederlo: giacca di jeans gemella di quella di Charles, passo strascicato, aria truce e scazzata e ghigno strafottente. Ed ecco come una giornata iniziata male finisce peggio.
No, non me la sento di affrontare anche questo adesso.
Faccio per dire "Ehi, io vado a casa", quando Charles mi interrompe esclamando:"Eccolo lì! Ciao James!".
Scruto la folla cercando di trovare un sosia di Charles, ma non lo trovo. Allora seguo lo sguardo di Mary Anne e vedo ...
Però. Questo è James? Proprio lui?
Capelli biondi nè troppo lunghi nè troppo corti, leggermente spettinati. Occhi grigi, quasi trasparenti. Sorriso dolce, con le fossette sulle guance. Niente giacca di jeans. Sguardo limpido e intenso. No, più che intenso: è dannatamente intrigante.
Seguo gli altri in trance e lo osservo rapita.
Quando si volta verso di me e quando mi osserva con quegli occhi incredibili fatico improvvisamente a respirare. Mi tende una mano calda e si presenta. "James."
"Sì. Ehm.. Chastity.".
Sorride. "Bel nome. Ti dona.".
"Sì, beh.. Sì.".
"Sei un'amica di Charles?".
"No, no. Cioè, no. Sono un'amica di.. Di Mary Anne.".
"Aah."- risponde annuendo, come se avessi appena fatto un'osservazione molto intelligente.
Probabilmente pensa che io sia ritardata.
"E.. Immagino che tu sia anche amica di Lily.".
"Uh.. Immagino di sì.".
"Aah.".
"....".
"Abiti qui?".
"Ehm, sì. Tu.. No?".
"No, io sto a Pittsburgh, più a sud.".
"E.. Ti.. Piace? E'.. Un bel posto?".
"Non c'è male."- fa lui scrollando le spalle.
A questo punto Charles lo richiama impaziente:"Dai James, ci perdiamo la partita!".
"Arrivo!". Si volta nuovamente verso di me:" Beh.. Allora ciao. Piacere di averti conosciuta.".
"Mhmh. Ciao.".
Entra dentro al bar e Lily mi si avvicina con aria da cospiratrice:".. Allora?".
Le lancio uno sguardo sconsolato:"Pensa che io sia ritardata.".
"Ma no che non lo pensa.".
Scuoto la testa mentre osservo il rituale di saluti fra Charles e Mary Anne e chino la testa.
Mi avvicino a una panchina e mi siedo, con lo sguardo ostinatamente basso e Lily al mio fianco. Pochi attimi dopo sopraggiunge Mary Anne. Osserva la mia espressione, alza un sopracciglio e chiede a Lily preoccupata:"Cos'ha?".
"Cerco un angolino per nascondermici e morire."- replico afflitta.
Mary Anne apre la bocca per rispondere, ma una voce la interrompe "Allora ci vediamo domani sera?".
O.
Mio.
Dio.
James.
Forza Chastity. Dì la prima frase sensata di oggi. Ce la puoi fare. Qualcosa di spiritoso e intelligente. Qualcosa di brillante e interessante.
"..Uh.. Dici a me?".
Ok. Lasciamo perdere con gli autoincoraggiamenti mentali, Chastity.
Lily alza gli occhi al cielo e mi corregge "Ha detto che va bene! Alle otto e un quarto?".
"Ok!"- urla lui di rimando, prima di venire trascinato via da Charles.
Lily mi scocca un sorrisetto malizioso.
"Visto? Non sei ritardata.".
"Visto? A monosillabi si può sedurre un uomo." replico io sarcastica.
Ci incamminiamo verso casa ci fermiamo davanti a casa mia:
"Buonanotte Chastity."- comincia Mary Anne.
"Buonanotte Mary Anne."- rispondo io.
"Buonanotte Lily!"- esclamiamo in coro.
" 'Notte. 'Notte."- replica Lily. E poi ci dividiamo.
E' una specie di rito. Ci salutiamo sempre davanti a casa mia. E diciamo sempre le stesse le frasi e sempre nello stesso ordine.
Sorridendo fra me me entro in casa, salgo le scale e mi tuffo sul letto, estasiata.
Dal piano di sotto mi arriva la voce di mia madre:"Chastity? Ci sono i muffin per dolce stasera! Scendi?".
Aaah. MUFFIN. Ecco una di quelle cose che danno senso alla vita.
Ed ecco come una giornata iniziata male può finire decisamente, decisamente meglio.


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Capitolo 8
*** Ti presento i miei ***


Come sempre, mi scuso per il ritardo e ringrazio tutti quelli che leggono e commentano e Candidalametta, la mia beta insostituibile:)
Spero vi piaccia, buona lettura!


Là dove non batte il sole - Ti presento i miei





"Secondo me è una pessima idea"- ripeto per l'ennesima volta a Mary Anne.
Siamo sedute sul pavimento della sua camera a giocare a Mikado e c'è un caldo soffocante.
"E perchè sarebbe una pessima idea?"- chiede lei in tono noncurante, sollevando un bastoncino. Tento di sfilarne uno che mi sembra abbastanza stabile ma, non appena lo tocco, crolla tutto il mucchio.
Sbuffo.
"Ciao mamma. Questo è il bulletto. Bulletto, questa è mia mamma. Lui ha buone probabilità di finire in prigione entro l'anno e ha mollato la scuola due anni fa per dedicarsi anima e corpo al dolce far niente. E, oh sì, è il mio ragazzo. Non ci fai le congratulazioni?"- sbotto sarcastica.
Mary Anne mi guarda in cagnesco, sollevando altri due bastoncini come se niente fosse.
"Perchè sei così acida con lui?".
"Perchè no?"- ribatto tranquilla.-"Sono tua amica, è mio dovere avvertirti quando stai per fare una cazzata.".
"No, tu sei mia amica, è tuo dovere sostenermi.".
"Ma non quando stai per fare una cazzata."- concludo imperturbabile, raccogliendo un altro bastoncino e facendo crollare nuovamente tutta la pila.
"Ci rinuncio. Non ho mai capito i misteri del Mikado." borbotto iniziando a raccogliere tutti i pezzi sparsi per la camera.
"Lascia stare, faccio io dop..". Suona il campanello.
Mary Anne si zittisce. Io deglutisco rumorosamente.
Ok. E' il momento.
Dal piano di sotto ci arriva una nota vocina squillante:"Salve signora Longbottom!".
"Oh, ciao Lily!".
Io e Mary Anne lasciamo andare il respiro. Neanche mi ero accorta di averlo trattenuto.
Sentiamo Lily che sale rumorosamente le scale ed entra in camera di corsa, tutta trafelata.
"Oh, Lily, meno male che sei solo tu!"- sospira Mary Anne.
Lily incrocia le braccia con una smorfia:"Beh, grazie. E' così che si accoglie una salvatrice?".
"Che vuoi dire?"- domanda Mary Anne atona.
Lily si inginocchia e sussurra in tono da cospiratrice:"E' già arrivato Charles?".
"No, perchè?".
"Oh, per fortuna. Senti Mary Anne: non devi farlo conoscere a tua madre.".
Non posso credere alle mie orecchie.
Finalmente.
"Grazie a Dio non sono l'unico cervello rimasto in circolazione!"- esclamo, sospirando di sollievo.
"Cos'è, una cospirazione?!"- sbotta Mary Anne esasperata.
"No, è il consiglio sincero di due amiche che sanno cos'è meglio per te."- ribatto subito io.
"Già."- concorda Lily annuendo.-"Per prima cosa devi presentarlo a tuo padre.".
"Esatto!"- esclamo con tono trionfante.
Un momento.
"Che cosa?!"- sussurro con un filo di voce, incredula. Probabilmente ho sentito male.
DEVO aver sentito male.
Lily annuisce decisa."Prima ammorbidisci il papà. Poi lavorati la mamma. Risultato? Lo adoreranno.".
Beh.
La buona notizia è che ho un ottimo udito, dopotutto.
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La situazione è surreale. Sto prendendo un tè con Lily, Jeremy e Charles.
Mary Anne ha convinto sua madre ad andare a potare le rose("Ma mamma, non vedi quanto sono disallineate?") ed ora sta aspettando suo padre nell'ingresso, sotto consiglio di Lily("Aspettalo davanti alla porta, fagli un bel sorriso e accompagnalo in salotto senza lasciargli il tempo di chiedersi niente").
Vada come vada, sarà un disastro.
E noi lo stiamo aspettando tranquillamente seduti, sorbendo Lipton al limone.
Mio Dio.
"Ehm.. volete del latte?"- balbetta Jeremy, imbarazzato.
"Io sì, grazie."- risponde Lily gentilmente.
Jeremy corre in cucina, evidentemente sollevato all'idea di poter sfuggire alla conversazione stentata che stiamo cercando di portare avanti, peraltro con poco successo.
"Avete visto qualche bel film di recente?"- domanda Lily con nonchalance.
"Sì, ieri sera."- risponde Charles, fissando insistentemente le sue scarpe.
"Oh, come si intitola?".
"Io.. Ehr.. Non mi ricordo.".
"Ah.".
Ripiombano nel silenzio.
Jeremy infila la testa in salotto:"Volete qualcos'altro?".
"Un Valium, grazie." rispondo con un sorriso soave.
Jeremy sobbalza "Come?".
Lily mi lancia un'occhiataccia e lo rassicura:"Non ti preoccupare, è solo ritardata.".
Jeremy annuisce, per niente rassicurato, e scompare nuovamente in cucina.
La guardo con occhi truci:"Avevi detto che non sono ritardata".
"Mentivo"- ribatte Lily con un sorriso ancora più soave.
Charles le lancia uno sguardo interrogativo. Io la fulmino e insisto:"Quindi nei momenti critici tu mi dici delle stronzate per farmi sentire meglio?".
"Non sono stronzate.".
"Se tu prima mi dici che non sono ritardata e poi mi dici che lo sono, allora sono stronzate!"- sbraito offesa.
"..Chi è ritardato?"- domanda il padre di Mary Anne con voce incerta.
Cristo.
E' arrivato.
Charles raddrizza la schiena di scatto e fissa un punto davanti a sè. Mi stupisce che non si alzi in piedi sbattendo i tacchi per fare il saluto militare.
"Oh, ciao Lily. Ciao Chastity.".
"Ciao"- rispondiamo in coro.
Il padre di Mary Anne osserva sorpreso Charles e sorride gentlmente.
"Mh.. Papà, lui è Charles."- confessa Mary Anne.
Il suo sorriso si congela per poi riapparire faticosamente qualche istante dopo.
"Un amico?"- domanda speranzoso.
Pover'uomo.
"Ehm.. no.".
Lui impallidisce.
Fa per porgere la mano a Charles, poi ci ripensa e tossicchia.
E poi, il colpo di grazia.
"Charles è il mio fidanzato.".
In quel preciso momento entra la madre di Mary Anne e si trova davanti un quadretto pietoso.
Io e Lily che evitiamo insistentemente di guardarci in faccia, Charles che tenta disperatamente di fondersi con il divano e Mary Anne che gesticola furiosamente cercando di tranquillizzare suo padre, che ha l'aria di uno che è sul punto di svenire.
".. Fidanzato?"- domanda lei infine, con voce tremante.


A volte è quasi seccante avere sempre ragione. A volte.
Ma almeno questa volta una soddisfazione posso togliermela. Mi chino verso Lily e le sibilo in tono ironico:"Lo adoreranno, eh?".
E, per una volta, non sa davvero cosa rispondere.


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Capitolo 9
*** Te l'avevo detto ***


Ciao a tutti! Adesso farò una cosa molto rischiosa e poco educata(Lory non odiarmi:( ), ma mi dispiace troppo farvi aspettare:)
Quindi posterò questo capitolo senza che sia passato sotto le mani della mia meravigliosa beta:) Abbiate pietà se troverete qualche orrore:)
Al massimo lo riposterò in forma corretta più avanti:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Te l'avevo detto





"Sai, non vorrei dire "Te l'avevo detto" ma.. Beh, io te l'avevo detto.".
Mary Anne non si prende neanche la briga di rispondermi. A dire il vero non si prende nemmeno la briga di parlare.
Siamo sedute su una panchina di Bandcourt Park da un'ora e quarantacinque minuti e in tutto questo tempo non ha mai aperto bocca. E' piuttosto preoccupante.
"Dai, Mary Anne, reagisci". Le tiro un pugnetto sul braccio.
Lily scuote la testa e replica in tono di rimprovero:"Chastity, non infierire.".
"Sto solo cercando di scuoterla!".
"E tu le scuoti così le persone?!"- esclama Lily, alzando gli occhi al cielo.
Incrocio le braccia e sbuffo. "Cosa dovrei fare, rimanere seduta e zitta finchè non decide di mettere fine al suo mutismo di protesta?!".
"Un semplice "Come ti senti?" potrebbe andare bene"- ribatte Mary Anne con un filo di voce, intervenendo finalmente nella conversazione.
"Oh, era ora! Volevo dire.."- mi interrompo precipitosamente, fulminata da un'occhiataccia di Lily-"Ehm.. Come ti senti?".
Mary Anne sospira. Tira un calcio ad un sasso e lo osserva rimbalzare con un tonfo nell'acqua limpida del laghetto.
E poi, fa qualcosa che ha del soprannaturale. Scrolla le spalle, come sa fare solo lei ed accenna un sorriso.
Infine, con uno sforzo disumano sussurra:"Beh.. Poteva andare peggio".
Io e Lily ci guardiamo, basite.
Potrei proporla per la medaglia al coraggio. O al Nobel per l'ottimismo, perlomeno.
Sorrido. "Sai, sei incredibile"- è tutto quello che riesco a dire dopo qualche secondo.
Lily fa un risolino. Mary Anne mi sorride di rimando.
"Insomma, io al posto tuo sarei rannicchiata su me stessa a piangere e strapparmi i capelli. Voglio dire, è stato un vero disastro."- continuo, senza pensare.
Mary Anne si gira torva verso di me.
"Ho detto che poteva andare peggio"- ringhia, gli occhi come fessure-"Non che devi necessariamente renderlo peggio ora".
Chino la testa. "Scusa"- mormoro-"Sono ritardata"- concludo in tono mortificato.
Sento degli sbuffi strani. Poi dei versi soffocati.
Alzo lo sguardo. Lily e Mary Anne sono piegate su se stesse e tremano.
Alzo un soppraciglio.
Sembra quasi che.. Possibile?
"Ma state.. ridendo?".
Esplodono in una risata irrefrenabile.
Alzo la voce, offesa:"State ridendo! Io sono qui che mi scuso e voi sghignazzate senza ritegn..".
"Chastity..- mi interrompe Mary Anne, con le lacrime agli occhi-"Sarai anche ritardata, ma sei incredibile.".
La fisso, allibita.
Beh.
"Lo prenderò come un complimento"- borbotto allontanandomi altezzosa, mentre loro mi seguono a ruota senza smettere di ridere.

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"Cosa desidera?".
"Per me un cono al cioccolato. Per queste due un po' di cianuro, può fargli solo che bene".- rispondo alla cameriera della gelateria.
Lei mi guarda stralunata ed annaspa in cerca delle parole.
Lily le sorride rassicurante:"Una granita alla menta e un cono alla fragola, grazie.".
La cameriera annuisce brevemente, scribacchia sul suo taccuino e si allontana di fretta.
"Visto? L'hai spaventata!"- mi rimprovera Mary Anne.
"No, l'ho messa in guardia. Così saprà a chi fare il conto maggiorato."- replico noncurante.
Mary Anne mi lancia uno sguardo bellicoso:"No, l'hai spaventata. Ora sa in quale gelato sputare.".
"Ah,ah. Non fa ridere ripetere le battute degli altri".
"Oh, andiamo. L'avranno ripetuta centinaia di persone nella storia del mondo prima di te..".
"Non mi importa della storia del mondo, io l'ho detta cinque secondi fa! Non sta bene ripetere dellle cose che un'altra persona dice un attimo prima di te.".
"Oh, questa mi mancava: dal manuale del bon-ton di Chastity Prescott, capitolo due.".
"Si tratta di buone maniere. Non è poi così difficile essere persone civili, sai Mar..".
"Basta così, bambine."- sbuffa Lily, con tono da maestra elementare.
La guardiamo in cagnesco e poi, con mio grande disappunto, ci zittiamo davvero.
Il fatto è che Lily ha qualche cosa di inquietante nella voce. Un tono imperioso, irremovibile, qualcosa che nemmeno un anarchico o Martin Luther King avrebbe il fegato di obiettare.
Comunque.
"Ecco i vostri gelati!".
La cameriera appoggia il vassoio vicino a Lily, mi rivolge un sorriso nervoso ed esageratamente grande, di quelli che si usano con gli psicopatici tanto per darvi un'idea, e si allontana facendo il giro largo per evitare di passarmi vicina.
Che esagerazione.
"Ecco una che non capisce le battute."- sospiro, allungando la mano per prendere il mio cono.
Lily sorseggia lentamente la sua granita dalla cannuccia. Improvvisamente si batte una mano sulla fronte ed esclama atterrita:"Oddio! Ho dimenticato di comprare le uova per stasera! Che ore sono? Che ore sono?!".
"Uhm.. Le sette e cinquanta."- risponde Mary Anne dando un'occhiata veloce all'orologio.
Nella mia testa inizia a suonare un lontano campanellino d'allarme.
Lily scivola più in basso sulla sedia:"Il supermercato chiude alle sette e mezza. Mia madre mi ucciderà. Stasera abbiamo la cena di compleanno di mio cugino e LEI doveva fare la torta.".
"Dai, non è così grave. Potete sempre preparargli.. Ehm.. Una macedonia?"- suggerisce Mary Anne, cercando di consolarla.
Lily si affossa ancora di più."Dovevo comprare anche della frutta. E ho scordato anche quella.".
La campanella d'allarme aumenta di volume.
Non capisco. Ho forse dimenticato qualcosa? Aggrotto la fronte tentando di ricordare.
"Non capisco come ho potuto dimenticarlo. Mi ucciderà."- ripetete Lily come un disco rotto.
Ormai il campanellino ha raggiunto le proprorzioni di una sirena anti-incendio.
"Magari, visto che siamo qui potremo prendere del gelato.."- insiste Mary Anne.
Lily annuisce, rincuorata."Buona idea. Non avrà il tempo di preparare qualcosa di più complicato.. Da qui a Pittsburgh sarà un'ora di viaggio.".
Un lampo.
Pittsburgh.
PITTSBURGH.
"O mio Dio!"- strillo isterica-"Ho appuntamento con James alle otto e un quarto! Mancano solo venticinque minuti! MANCANO SOLO VENTICINQUE MINUTI!".
"ODDIO!"- sbraita Mary Anne, partecipe.
"Ehm.. Vi.. sentite bene?"- chiede timidamente la cameriera.
"MANCANO SOLO VENTICINQUE MINUTI!"- le rispondo di rimando, con gli occhi fuori dalle orbite.
"Venti, in realtà."- precisa Lily tranquilla.
"O MIO DIO!"- gridiamo io e Mary Anne all'unisono.
La cameriera annuisce atterrita. Probabilmente sta pensando che se ci asseconda non le accadrà nulla di male.
Per fortuna Lily, come al solito, prende in mano la situazione.
"Il conto?"- domanda serafica, come se non avesse due psicopatiche che le urlano nelle orecchie("MANCANO SOLO VENTI MINUTI! VENTI MINUTI!").
"Ehm.. quattro dollari e cinquanta.".
"Ecco qui."- replica, porgendoglieli con aria garbata-"Ci aggiunga una vaschetta di gelato gusto misto da dieci dollari, per favore"- aggiunge tirando fuori un'altra banconota dal portafoglio.
Per un tempo che mi sembra un'eternità aspettiamo che la cameriera prepari il gelato per Lily, dopodichè le trascino a casa mia correndo disperatamente.
Schizziamo su per le scale e ci catapultiamo in camera mia.
"QUINDICI MINUTI!"- mi informa Mary Anne ansante.
"Bene"- replico con un singhiozzo-"Io mi faccio la doccia, voi scegliete i vestiti!".
Mi precipito in bagno, scivolo sulla bottiglia di bagnoschiuma e mi butto sotto il getto della doccia senza nemmeno aspettare che si scaldi l'acqua.Dopo aver allagato il bagno ed essermi buttata parecchio shampoo negli occhi, infilo il phon nella presa e in poco tempo(Minuti? Ore?)mi asciugo i capelli e torno in camera correndo. Mi infilo i vestiti senza nemmeno guardarli, metto un filo di trucco e saluto frettolosamente Mary Anne e Lily.
Guardo l'orologio. Otto e venticinque. Va beh, dieci minuti di ritardo si possono perdonare, mi dico speranzosa.
Arrivo trafelata al luogo dell'appuntamento e mi guardo in giro. L'ingresso del Luna Park è deserto. Per un lungo istante rimango immobile a fissare il vuoto, poi mi siedo depressa su una panchina. Penso che a)non è venuto perchè ha avuto un impegno improrogabile, b)è venuto e se ne è andato perchè non sopporta i ritardatari, c)mi sono appena presa una buca colossale.
Prima che possa iniziare ad esplorare tutte le altre agghiaccianti e deprimenti possibilità( d)è morto, e)ha trovato la sua anima gemella venendo qui, f).. ) sento una lacrima involontaria scendermi sulla guancia ed automaticamente me la asciugo con cura per non sbavare il trucco.
Poi ci ripenso. Al diavolo. Mi strofino energicamente gli occhi e tiro su rumorosamente col naso. Quindi inizio a calciare inviperita la ghiaia mormorando:"Quello schifoso.. stupido..stupido..".
"Chastity?".
Alzo lo sguardo.
Oddio. E' lui.
"Ero entrato al bar a prendere qualcosa. Vuoi?"- mi domanda sorridente, allungandomi un frappè.
E' stupendo. E' sempre leggermente spettinato, come se gli fosse appena passata una brezza di vento tra i capelli, ha gli occhi più intensi che mai e il suo sorriso sghembo sembra quasi luminoso.
E io sono qui con gli occhi cerchiati di eyeliner come un panda, il viso paonazzo per la corsa e il moccio al naso.
Dio.
"Sì, grazie"- replico, tentando un sorriso. Mi sorride di rimando.
"E' all'anguria."- mi informa-"Ovviamente se non ti piace te ne prendo un altro, era un idea così .."- aggiunge frettolosamente, nervoso.
"E' il mio preferito."- replico con un gran sorriso. Ed è vero.
Rilassa le spalle e mi squadra dalla testa ai piedi.
Al che, per la prima volta, guardo anch'io che cos'ho indosso.
Ho degli shorts di jeans, normali, le scarpe da ginnastica, una canottiera bianca e.. un camicione sformato scozzese.
No. Io non posso portare un camicione sformato scozzese.
Dev'essere stata Lily. Sono la sua passione.
La ucciderò.
Alzo di nuovo lo sguardo verso James e.. E' un sorriso quello?
"Stai molto bene.".

Oh.
Beh, forse non dovrò ucciderla dopotutto.
Ci incamminiamo per mano verso il Luna Park e ci fermiamo a comprare dei biglietti per la ruota panoramica. Rimango incantata a fissare come il tiepido sole che batte ancora gli scolpisce gli zigomi, alti, con una linea di barba appena accennata.
Lui incrocia il mio sguardo.
"Va tutto bene?".
"Sì"- replico sorridendo-"E' tutto perfetto.".
E salgo sulla navetta dondolante, godendomi la sensazione delle sue dita morbide sulla mia pelle.




_Wrath_: Grazie!:) Come vedi avevo intenzione di spedire il capitolo alla mia beta oggi, invece poi ho letto le vostre recensioni e non ho avuto cuore di farvi aspettare ancora:)
Spero ti piaccia anche questo:)

Namida: Grazie mille!:) Per il capitolo, vedi sopraXD Non ho mai tanto tempo di rispondere alle recensioni di solito:(
Ma mi ha fatto molto piacere trovarne due di nuovi lettori:) Grazie ancora, spero ti piaccia questo capitolo:)

Candidalametta: Il ValiumXD Grazie per la recensione tesoro:) Mi dispiace di essere così difficile da rintracciare-.-
Sappiate che la mia beta *si gonfia d'orgoglio* ha scritto una poesia stupenda e mi è piaciuta così tanto che vi consiglio di andarla a leggere(roba al limite della pubblicità occultaXD), si intitola "Tutte le mie storie hanno il tuo profumo"XD
Bene, fine della televenditaXD
Alla prossima! Grazie a tutti quelli che leggono e seguono questa storia:)

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Capitolo 10
*** Appuntamento con James ***


Là dove non batte il sole - Appuntamento con James





La navetta parte con un inquietante scricchiolio.
Io sorseggio il mio frappè all'anguria, godendomi ogni singolo sorso zuccherino, mentre James mi racconta della sua scuola (l'ingresso è crollato tre volte ma il preside si ostina a non lasciar usare l'ingresso alternativo, chissà per quale ragione), della sua famiglia (ha un fratello più grande di nome Jeff, che frequenta il college), di Charles..
"Siamo amici... Da quando sono nato, credo.".
"Sì, anch'io e Mary Anne."- replico sorridendo.
James mi fa un sorriso di rimando."E' un sacco di tempo, eh?".
"Già.. Posso chiederti una cosa?".
"Dimmi.".
Tossicchio.
"Beh.. Com'era Charles da piccolo?".
"Charles? Straordinariamente tranquillo.".
Lo fisso dritto negli occhi.
"Stai scherzando.".
James ride:"No, davvero. Timido, imbronciato e molto silenzioso. E mi rompeva sempre tutti i giocattoli.".
Sorrido:"Sì, adesso lo riconosco già un po' di più.".
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, guardando il cielo che inizia a scurirsi.
"E tu?"- domando a bruciapelo.
"Cosa?".
"Tu com'eri da bambino?".
Aggrotta le sopracciglia.
"Incredibilmente goffo"- risponde imbarazzato.
"Oh, anch'io.".
"Non devi cercare di consolarmi"- ribatte ridacchiando.
"Non mi credi? Chiedi a Lily. Ho rotto cinque vasi cinesi di sua madre prima che si decidessero a metterli sotto chiave durante le mie visite".
James fa un sorriso divertito:"Ti ho battuto. Io da Charles ne ho rotti sette. Più il servizio dei bicchieri buoni".
"Dio, eri un vero disastro allora. Spero non ti abbiano mai fatto giocare con le palle cinesi."- scherzo io.
"Oh, sì, me le ricordo! Ma quelle non le ho mai rotte"- ribatte con aria solenne.
"Ah.. D-davvero?".
Distolgo velocemente lo sguardo. Sono quasi sicura di essere arrossita.
James mi scruta indagatore.
Io rimango imperterrita a fissare nel vuoto.
James ridacchia.
Mi volto verso di lui, offesa, "Oh, va bene! Chi diavolo riuscirebbe a farne girare contemporaneamente due su una mano?! E' assurdo!"- esclamo indignata.
"Quindi le hai rotte, vero?"- replica divertito.
"Questo è del tutto irrilevante"- concludo rigida.
Giusto. Non è importante specificare che ne ho rotte tre coppie, no?
"Ok, passiamo oltre"- concede James, con un sorriso malizioso che mi fa scorrere un brivido languido sullo stomaco.
"Guarda che panorama. Le colline, gli alberi, le case.."- inizia con un tono da guida turistica.
Sto al suo gioco. "Davvero. E le chiese antiche, i pittoreschi ristoranti...".
"I musei... se ci sono..".
"Ci sono. E.. le biblioteche, i cinema..".
"I parchi, le strade..".
"I monumenti..".
"Mary Anne che ci fissa da laggiù..".
Mi va di traverso il frappè.
"Cosa?!"- squittisco tossendo.
James mi indica Mary Anne con la testa. Lei saluta con la mano, perfettamente a suo agio, come se non stesse spiando il primo appuntamento della sua migliore amica come una madre chioccia e apprensiva.
"Come va?"- strilla rivolta a noi.
"Tutto bene!"- le urla James di rimando.
"Bene!"- risponde Mary Anne sorridendo -"Sai Chastity, passavo di qui per caso, ti ho vista e mi chiedevo se..".
"..Sì?".
"Se.. Ehr ... Non importa!".
E' in difficoltà. Non riesco a trattenermi.
"Su, dimmi!", sbraito allegramente.
"Mi chiedevo se.. Avevi.. Delle graffette!"- risponde, in preda al panico.
Oh, no. Questa proprio no. Con tutte le scuse stupide e umilianti e scontate che poteva usare ha scelto quella più stupida e umiliante e scontata in assoluto.
James soffoca una risata.
"Certo che no!".
"Ah.. E tu, James? Sai, mi servono davvero quelle graffette!"- urla Mary Anne.
Fantastico. Ora cerca pure di rimediare alla figuraccia.
"Guarda proprio ora non ne ho, mi spiace!"- replica James contrito.
"Oh, bene.. Volevo dire, accidenti, dovrò proprio andarle a comprare!".
"Bene! Perchè ci vai adesso?"- ribatto in tono intimidatorio.
Mary Anne sembra visibilmente combattuta. Una dura battaglia sta chiaramente infuriando nella sua mente.
Non potrebbe essere più chiaro nemmeno se avesse un'angioletto e un diavoletto sulla spalla impegnati in una zuffa. Andare via con un po' di dignità o rimanere a spiare?
Andare.
Restare.
Andare.
Restare.
Grazie al cielo Mary Anne è terribilmente orgogliosa. Ci tiene alla sua dignità.
"Bene, allora ciao!"- strilla allontanandosi in tutta fretta.
"Ciao!"- le urliamo di rimando io e James.
Mi giro verso di lui con uno sbuffo.
"Scusa.".
"Oh, non scusarti. Non ne vale la pena, fra poco toccherà a me."- replica divertito.
Lo guardo, confusa:"In che senso?".
"Charles arriverà a minuti.".
Ridacchio. "Oh, giusto! E come minimo ti chiederà se hai con te il portafoglio!"- replico senza smettere di ridere.
L'idea di Charles preoccupato per l'appuntamento di James è davvero comica.
Voglio dire, Mary Anne è Mary Anne. Dovevo aspettarmelo che venisse. Ma Charles.. è Charles!
James mi lancia uno sguardo strano. Poi fissa accigliato un punto alle mie spalle, mi giro e..

Oddio. Non stava scherzando allora.
Charles è in piedi sotto la ruota panoramica e fa ciao ciao con la mano, proprio come Mary Anne poco prima.
Mi rigiro verso James a bocca aperta-"Come lo sapevi?".
James ride mi risponde continuando a guardare Charles:"Non lo sapevo. Ma gli amici d'infanzia sono così: prevedibili, protettivi e terribilmente rompiscatole"-sospira rassegnato ed urla-"Ciao Charles!".
"Ciao James! Ehm.. Ciao Chastity!".
Perlomeno ha il buongusto di mostrarsi imbarazzato, al contrario di Mary Anne.
"Ciao! Come stai?"- rispondo disinvolta.
"Oh.. Ehm.. Tutto bene! Ehm.. Voi?".
"Tutto a posto!"- risponde James, "Hai bisogno di qualcosa?"-continua divertito mentre mi chiedo se non gli si sia inceppato qualche tasto dell’ "Ehm".
"Mah, niente ... Ehm..

Appunto.

"Eh, ora che mi ci fai pensare.. Non hai per caso un po' di, Ehm.. Graffette?"- domanda Charles, arrossendo.
James alza gli occhi al cielo e mi bisbiglia-"Che dici, si sono messi d'accordo?".
Io soffoco una risata e rispondo sottovoce:"Certo che sì!".
Poi mi volto verso Charles e urlo:"No, dì a Mary Anne che non ne abbiamo e che sto bene esattamente come quando me l'ha chiesto cinque minuti fa!".
Charles è sempre più rosso.
"Certo.. Ehm.. Buona serata!"-fa per andarsene, poi si ferma, come colto da un dubbio-"Ehi, Jamie, ce l'hai il portafoglio?".
"Certo che ce l'ho!"- risponde James esasperato-"Ciao."- conclude poi in tono definitivo.
Charles annuisce e poi sgattaiola via in fretta, probabilmente per andare a riferire tutto a Mary Anne.
James sorride:"Visto? Ora è il mio turno", si schiarisce la voce ed esibisce un' espressione teatralmente afflitta-"Mi dispiace.".
Io sogghigno:"Oh, non quanto ti dispiacerà fra poco, Jamie".
Lui impallidisce, ma continua a sorridere.
"Non avrai mica intenzione di chiamarmi così per tutto il giorno, spero.".
"Certo che sì!"- ribatto sorridendo.
"Allora, Jamie"- continuo implacabile-"Cosa facciamo dopo?".
"Se continui a chiamarmi Jamie non ci sarà un dopo"- afferma con un luccichio divertito negli occhi chiari.
"E perchè, Jamie? Non ti piace il nome "Jamie"? Per me è bellissimo"- replico seria.
Ed è vero. Ja-mie. Scivola sulla lingua come un fiume di melassa.
"Riesci ad immaginare un nome più dolce, più carino, più scorrevole ..."-insisto con tono sognante.
"Ti ho già avvertita una volta. Non costringermi a tapparti la bocca"-replica, risoluto e volutamente ambiguo.

D'improvviso si crea una tensione strana. Io rimango interdetta e cerco di rispondergli qualcosa di sensato. E non trovo proprio niente di meglio da dire che-"..Un bacio sulla ruota panoramica? Nah, fa troppo The O.C.".

James mi scruta con un sorriso enigmatico.
"Hai ragione, meglio di no"- replica voltandosi a guardare il panorama con aria rilassata.
La tensione si smorza. Il che non mi sembra necessariamente positivo.
"No, eh?", rispondo un po' delusa e un po' sollevata.
Ok, forse sono molto, molto più delusa che sollevata.
Osservo affascinata il suo profilo pulito, gli zigomi, il naso diritto, le punte dei capelli che accarezzano la nuca, la bocca ... Oddio, la sua bocca.


Oh, al diavolo. Prima di realizzare quello che sto facendo mi sporgo verso di lui. Ce la posso fare.
James si gira e mi guarda dritto negli occhi.
All'improvviso sono terribilmente consapevole della sua vicinanza, della sua presenza, del modo in cui mi sta guardando e vengo presa da un vero e proprio attacco di panico.
No, non ce la posso fare.
"A-ehm, hai visto il.. Campanile?"- improvviso indicando un punto a caso.
Lui sorride e senza nemmeno far finta di guardare o distogliere gli occhi da me risponde:"Sì, sì. Bello, decorativo.. Non male.".
"E.. Le.. Colline?"-continuo, con la voce che trema.
James incrocia le braccia e fa quel suo sorriso sghembo che mi toglie il fiato, come a dire "Beh, e ora?".
Ok, Chastity. Inspira. Espira.
Gli sfioro il collo con un dito. Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo a baciarlo furiosamente (e adeguatamente ricambiata) mentre artiglio la sua maglietta con le mani.
James fa scorrere le sue mani sulla mia schiena e mi sembra di perdere l'ultimo briciolo di autocontrollo che mi rimane.
Ed è.. Oddio. E' paradisiaco. Ha la bocca fresca e morbida e buona e dolce e.. Dio.
Ci stacchiamo increduli e col respiro affrettato.
Mi lascia un ultimo breve bacio sul labbro superiore, mi prende per mano e mi aiuta a scendere dalla navetta.
Mentre camminiamo chiacchierando come se niente fosse mi sento la testa vuota e un formicolio insistente ai piedi.
"Beh.. Dove andiamo?"- gracchio con un filo di voce.
"Oh, pensavo.. Ti va di andare in gelateria? E' qui vicina", risponde con la voce roca.
Sorrido soddisfatta. Almeno non sono l'unica che risente ancora degli effetti del bacio.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ci sediamo ai tavolini e subito un cameriere zelante viene a prendere le ordinazioni. Due frappè all'anguria, ovviamente.
Colgo un movimento improvviso in un cespuglio vicino e mi giro sospettosa, ma non vedo niente. No, probabilmente Mary Anne e Charles hanno deciso di lasciarci in pace.
Ad ogni modo, farebbero bene a farlo.
Osservo James giocherellare con il menù. Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi che mi fissano con un'intensità calda, dolce.
Tossicchio. "Allora, parlavamo di..".
Eh. Di cosa parlavamo?
"Monumenti"-mi suggerisce James sogghignando.
"Monumenti. Sì. Beh, che te ne pare delle bellezze architettoniche di Penn Hills?"- ribatto, cercando di sembrare disinvolta.
"Mh. Beh, fantastiche"- si interrompe un attimo per lanciarmi uno sguardo che mi fa accartocciare del tutto lo stomaco-"Mi è piaciuto particolarmente il campanile"-conclude ridacchiando.
"Ah, non le colline?"-replico, mentre inizio a rilassarmi.
"Beh, sì anche quelle..".
"Volete ordinare?"-domanda una voce professionale.
Mi giro e rispondo cortesemente, "Oh, no grazie, abbiamo già ordinato..".
Oddio. No. La cameriera di oggi.
Dallo sguardo terrorizzato che mi ha lanciato deve aver pensato anche lei qualcosa del genere.
Del tipo, "Oddio. No. La pazza psicopatica di oggi".
"Scusate, non avevo visto."-replica scandendo bene le parole con lo stesso, grande sorriso nervoso. Si allontana camminando all'indietro e poi si precipita dentro la gelateria.
James alza un sopracciglio.
".. Che problema ha?".
"Oh, non lo so. Non ne ho la minima idea", rispondo prontamente.
James scrolla le spalle e si passa una mano sul collo.
"Davvero. Non lo so. Non saprei proprio che dire"-replico nervosamente, del tutto incapace di frenare il fiume di parole che fuoriesce dalla mia bocca.
Mi guarda dritto negli occhi. Io distolgo lo sguardo.
"Ok, preferisco non indagare"- conclude infine divertito. Sospiro mentalmente di sollievo e gli sorrido.
Quasi distrattamente mi prende la mano e inizia ad accarezzarmi con il pollice. Restiamo in silenzio per un po' fino a che James non comincia ad accarezzarmi il braccio e appoggia la mano sulla mia guancia, girandomi verso di lui.
Mi bacia piano mentre cerco di non rabbrividire.
Prima che i pensieri razionali vengano spazzati via totalmente dalla mia testa penso due cose.
La prima è che i ciuffi di capelli castani e biondi che spuntano da dietro il cespuglio sono inconfondibili. Mary Anne e Lily saranno seriamente nei guai.. quando avrò finito con James.
La seconda è...
Dio. E' anche meglio di prima.



Grazie a tutti, spero vi sia piaciuto!Non ho molto tempo per le recensioni, perchè sono a scuola(come devo ridurmi per ottenere un quarto d'ora per postare i capitoli -.-) ma ci tengo a ringraziare, nell'ordine:
La mia beta(Lory, hai sempre tu il primato, non preoccuparti!):)

Quelli che recensiscono, nel caso specificoWrath e caramella _ rosa_ gommosa

Quelli che leggono questa storia,, la aggiungono alle preferite o alle seguite
Grazie mille a tutti! Al prossimo!

P.s.: potrebbero esserci errori disseminati qui e là, portate pazienza, non è colpa della beta(assolutemente) , ma colpa mia che sto cercando di postare senza farmi vedere dalla mia profe(in teoria starei facendo una ricerca)XD

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Capitolo 11
*** Non alzare quella cornetta ***


Grazie come sempre a tutti quelli che leggono e recensinscono questa fiction e grazie anche a tutti quelli che la aggiungono alle preferite e alle seguite:)
E, soprattutto, grazie alla mia beta che adoro e che non si è arrabbiata troppo per il capitolo che ho postato senza la sua supervisione:)


Là dove non batte il sole - Non alzare quella cornetta





Mi sveglia un perforante squillo di telefono.
Completamente intontita cerco di ignorarlo, mentre mi rannicchio di nuovo sotto le coperte. Proprio mentre sto scivolando di nuovo nel sonno quel dannato apparecchio suona di nuovo, più forte di prima.
Lancio uno sguardo all'orologio. Le sette e venticinque di mattina.
Le sette e venticinque di Domenica mattina. Chiunque sia è un suicida. Un pazzo furioso. Un depravato.
Nemmeno Voldemort in persona oserebbe chiamare la mattina presto a casa mia. Non di Domenica, perlomeno.
Non che io legga Harry Potter, è chiaro.
Per me e per i miei genitori, in questo sacro giorno di riposo, l'alba non arriva prima delle due del pomeriggio. E non sto scherzando.
Mia madre è un caso clinico. Ha sofferto d'insonnia per oltre vent'anni e usa giustificare questo suo bradipismo con la celebre frase, "Ma io sono stata malata da piccola!".
Cosa che, peraltro, ribatte in qualunque ambito.
"Mi passi il sale?".
"Io sono stata malata da piccola!".
"Sai per caso dov'è finito il telecomando?".
"Guarda che io sono stata malata da piccola.".
"Cosa c'è per cena?".
"Ma io sono stata malata da piccola!".
E così via.
Mio padre invece non brandisce certificati medici falsificati o lacrimose storie d'infanzia. Lui no.
Adduce la colpa di tutto questo a me, in quanto reazione alle levatacce che ha dovuto fare quando da neonata strillavo a pieni polmoni nel cuore della notte. Fra i miei non ci sono mai state discussioni assonnate sul tono:"Vai tu?"."No, vai tu."."Io ci sono andato la volta prima."."Io l'ho partorita, inizia a prenderti la tua parte di responsabilità.", eccetera, eccetera.
Al primo accenno di piagnucolio mia madre alzava la testa e grugniva un, "..Malata da piccola. Vai tu.". Quindi è toccato sempre a lui l'onore di cambiarmi il pannolino o scaldarmi il biberon alle due di notte, cullarmi e scervellarsi per capire per quale motivo non riuscissi ad adattare i miei orari a quelli dei civili mortali.
Io, lo ammetto, non ho uno straccio di scusa. In realtà ho sempre dormito così tanto che ora potrei vivere di rendita per il resto della vita, ma mi sono adattata di buon grado alla Regola Delle Due.
Comunque.
Sento dei rumori soffocati in camera dei miei e poi un secco tonfo che può indicare una sola cosa: mia madre, dotata di uno straordinario istinto di sopravvivenza, ha staccato la spina del telefono. Finalmente.
Tutto tace.
Ricado all'istante nel dormiveglia, decisa a dormire le rimanenti sette ore di sonno che mi spettano di diritto, quando sento vibrare insistentemente il cuscino.
Dio, no. Il cellulare.
Intontita dal sonno, non mi viene nemmeno l'idea di cercare il tasto per spegnerlo.
Scatto in piedi, afferro il cellulare e lo scaravento contro il muro, sorridendo soddisfatta quando sento il tetro tintinnio dei pezzi che cadono a terra.
Mi ributto a peso morto sul letto.
Sono pronta a ricadere tra le braccia di Morfeo.
Se non che un orrendo sospetto comincia ad insinuarsi nella mia mente.

E se fosse stata una chiamata importante?

E se fosse stata un'emergenza?

E se fosse stato James?

Mi alzo dal letto troppo velocemente e mi ritrovo la coperta arrotolata intorno al collo. Mentre cerco di non strangolarmi mi precipito a raccogliere freneticamente i pezzi del mio cellulare.
Proprio mentre riesco finalmente a ritrovare la tastiera sento un'energica scampanellata dal piano di sotto. Mi libero definitivamente della coperta e scendo saltando tre gradini alla volta.
Senza fiato spalanco la porta e ... Oddio.
Mia nonna.
Sento l'impulso di chiuderle immediatamente la porta in faccia, ma mi costringo a rimanere lì e a sorridere.
Ora, non fraintendetemi.
Io non ho nulla contro le persone anziane e voglio bene a mia nonna.
Il fatto è che lei tende ad essere ... Uhm, invadente, ecco.
Non si fa vedere per sei mesi, poi si presenta a casa nostra con la pretesa di rimanere nostra ospite fino a quando le va. Cambia la disposizione dei mobili in casa. Butta via i vestiti che non ritiene adatti a me. Nasconde i cd per non essere seccata dal frastuono della musica (parole sue). Critica i cibi precotti che abbiamo in frigorifero e ci riempie la casa di gallette integrali, tofu e alghe. Sì, alghe. E, soprattutto, pretende che io torni a casa ogni sera alle sette e mezza. In caso contrario mi aspetta sveglia fino a quando non arrivo a casa e mi tormenta fino a quando, esasperata, non vado a letto.
Diciamo che rende un po' difficile volerle bene, ecco.

"Ciao nonna! Come stai?"- esclamo con un sorriso assolutamente ipocrita.
Lei per tutta risposta mi abbraccia affettuosamente, mi stampa un bacio sulla fronte e replica allegramente:"Oh, piccola mia, mai stata meglio! Dì un po', dov'è quel disgraziato di mio figlio?".
Un momento. Nei miei ricordi i saluti di mia nonna si limitavano ad un'energica stretta di mano seguita da un:"Ciao Chastity. Posso avere del tè?".
Al che, per la prima volta, la guardo bene. Indossa delle infradito, dei pantaloncini larghi e comodi color verde mela e una canottiera bianca. Ha un bel medaglione al collo e ha i capelli ...
Oddio, i capelli.
Sono sciolti.
Lunghi fino alle spalle.
E rosso fuoco.
Li indico inorridita:"Nonna, ma.. Hai.. Tinto i..?".
"Oh, sì, era proprio ora, no? Ero così stufa di quel castano ingrigito."- risponde disinvolta -"Così sto meglio, non trovi?", conclude poi con un gran sorriso.


Ok. Una spiegazione c'è.
Questo è un universo parallelo e ho appena incontrato la nonna paterna della Chastity che vive qui. Mh, sì, è plausibile.
Oppure gli alieni l'hanno rapita e sottoposta a centinaia di test che l'hanno ridotta così.
Perchè una cosa è certa: questa non può essere mia nonna.


"A-ehm, vuoi entrare? Ti va un po' di tè?"- balbetto un po' elettrizzata e un po' innervosita da questa donna che chiaramente NON è mia nonna.
"Oh, non fa per me, cara. Potrei uccidere per un caffè, però."- replica facendomi l'occhiolino -"A buon intenditor..".
Mi scappa un sorriso assolutamente spontaneo:"Ok, te lo faccio subito.".
Mi segue in cucina e si siede elegantemente su uno sgabello senza criticare nemmeno il lavello pieno di piatti.
Oh, grazie mille alieni. Questa nuova versione di Margaret Carter-Prescott è fantastica.
Preparo la caffettiera e la metto sul fuoco, poi apro il frigorifero e mi verso un bicchiere di Coca-Cola ghiacciata. Un po' titubante mi giro verso mia nonna:"..Vuoi?".
Lei scoppia in una breve risata contagiosa e risponde:"Oh, ora sì che si comincia a ragionare! Sì, tesoro, per favore, versane un bicchiere alla tua vecchia nonna. Grazie.".
O mio Dio, ho una nonna che dice "Per favore" e "Grazie". Questa giornata sta diventando sempre di più simile ad un episodio di "Ai confini della realtà".
Mi chiedo quando partirà la canzoncina inquietante di sottofondo.
Sento dei passi pesanti sulle scale. Qualche secondo dopo mio padre compare sulla soglia della cucina.
"Cosa.. Chastity, ma che stai facendo? E' l'alba.."- borbotta assonnato. Poi si blocca, notando d'improvviso un'altra presenza nella stanza.
".. Mamma?"- domanda incredulo.
"Proprio io, vecchia canaglia!"- esclama la nonna ridacchiando.
Lui guarda i capelli rossi senza dire una parola. Sposta lo sguardo sul pavimento. Torna ai capelli. Infine si gira verso di me sconsolato.
Sono quasi sicura che voglia chiedermi di dargli un pizzicotto per capire se è sveglio o se sta ancora sognando, ma è scortese chiederlo davanti alla nonna.
E' ancora immerso nei suoi ragionamenti quando la nonna gli da un'amichevole pacca sulla spalla che risolve tutti i dubbi e gli porta un enorme bicchiere di Coca-Cola:“Bevine un goccio tesoro, ti fa ringiovanire di cent'anni!".
Mio padre sorride entusiasta ed incredulo. Non è un sogno. Questa donna formidabile e incredibilmente gentile è veramente sua madre.
E mentre facciamo colazione tutti e tre insieme, cercando di capire quale miracolo possa aver cambiato così radicalmente quella signora che era così acida e ostile, il suo sorriso diventa sempre più grande e rilassato. Peccato che mia madre se lo perda. Lei rimarrà imperterrita a dormire fino alle due del pomeriggio.

Ma, dopotutto, lei è stata malata da piccola.





_Wrath_= Incredibile, ma vero, oggi ho il tempo di rispondere!
Comunque.. Interessante davvero quel campanileXD In realtà il secondo incontro con la cameriera non l'avevo proprio programmato, ma è venuto mentre scrivevoXD
Sono contenta che ti sia piaciuto, al prossimo!

Ory_ Stardust_95= ODDIO! Ti piace David Bowie? Incredibile!:)
Anch'io quando ho visto il tuo nickname ho drizzato le antennine:)
Domanda di rito: preferisci il personaggio di Ziggy Stardust o quello del Duca Bianco?
Sono contenta che ti piaccia il capitolo, io non riesco quasi mai a essere del tutto seria quando scrivo:)
Al prossimo!

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Capitolo 12
*** Pittsburgh ***


Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia:)
E grazie a Candidalametta, la mia beta superimpegnata che ha trovato comunque qualche minuto per betarmi questo capitolo:) Dovete ringraziare LEI se riesco ad aggiornare in tempi quantomeno decentiXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Pittsburgh





Bevo pacificamente la mia spremuta seduta in cucina.
Mia nonna ha dichiarato che una colazione senza brioche non è degna di questo nome, quindi lei e mio padre sono andati in pasticceria a fare rifornimenti.
Mi stiracchio mentre osservo Jim, il mio criceto, che annaspa sulla ruota. Mi cade lo sguardo sul calendario. 22 Giugno, evidenziato con un cerchio verde.
22 Giugno. Dovrebbe dirmi qualcosa.
Rifletti Chastity.
L'anniversario dei miei? No, aspetta è il 16 Novembre.
Il compleanno di qualcuno, forse? Lily, Mary Anne o Louise? Aggrotto la fronte. Nemmeno. Ricordo i loro compleanni meglio del mio.
L'inizio della stagione dei saldi? No, non può essere, mia madre avrebbe già messo a soqquadro la casa in cerca dei buoni sconto.
Ma allora cosa..
Ah!
Mi alzo così velocemente che Jim squittisce terrorizzato e corre a rifugiarsi sotto un mucchietto di segatura.
Corro in camera mia, mi infilo i primi vestiti che trovo e esco sul mio minuscolo balcone.

Dovete sapere che io, Mary Anne e Lily abbiamo questa specie di tradizione. Ogni 22 Giugno, da dieci anni a questa parte, festeggiamo l''inizio dell'estate e tiriamo le somme dell'anno passato. Non c'è un motivo preciso, in realtà. Il fatto è che ci siamo rese conto che casualmente avevamo fatto così per due anni di seguito, quindi abbiamo deciso di renderla una tradizione ufficiale. A dirla tutta, penso che la usiamo un po' come scusa per poter andare ancora nella casetta sull'albero anche se ormai non siamo più piccole.
La casetta sull'albero è un'altra lunga storia. In uno degli strani periodi della nostra infanzia io e Mary Anne ci eravamo fissate con i fumetti di Danny la Peste e abbiamo supplicato i nostri genitori di costruirci una casa come la sua. Solo che a Penn Hills non c'è grande abbondanza di quercie secolari.
Allora i nostri padri, stanchi di essere tormentati dalle nostre lagne, hanno tolto dei pezzi alla fine della staccionata che divide le nostre case, hanno piantato un palo di legno massiccio largo quanto una sequoia e poco più basso delle nostre case, ci hanno procurato assi e chiodi e hanno chiamato un falegname.
La casetta sull'albero, chiaramente, è la sede dove avviene il nostro ritrovo annuale.

Perciò, eccomi qui.
Ai piedi del palo c'è una sorta di scaletta da cui poter comodamente salire, ma il mio balcone è talmente vicino alla piattaforma di legno che basta un salto, neanche particolarmente atletico, per arrivarci. Salgo sulla ringhiera, mi do la spinta e atterro poco elegantemente su un fianco.
"Accidenti, non me lo ricordavo così distante!"- mi lamento dolorante.
"Stai invecchiando."- replica Lily, sgranocchiando delle tortilla -"Ne vuoi un po'? Sono al formaggio".
"Sì, grazie"- borbotto sedendomi a gambe incrociate.
"Mmm, tortilla!"- interviene Mary Anne sbucando in quel momento dalla scaletta.
"Bene, ci siamo tutte!"- esclama Lily battendo le mani -"Allora, chi comincia?".
"Io"- risponde Mary Anne -"Allora.. La persona più interessante che avete conosciuto quest'anno: per me è Charles".
"James"- sussurro arrossendo.
"E io.. Mh.. Il proprietario del negozio di mobili fatti con gli stuzzicadenti."- replica Lily.
La guardo allibita.
"Esiste un negozio del genere?".
"Anch'io ho avuto una reazione simile."- risponde Lily imperturbabile -"Dunque.. La cosa più emozionante che vi è successa quest'anno: io ho guidato un motoscafo nelle vacanze del Ringraziamento.".
"E io ho saltato la scuola con Chastity e ho guidato una Cadillac abbandonata su una strada semideserta.".
Oh, mi ricordo quel giorno! E' stato esilarante. Almeno fino a quando non siamo finite contro quella staccionata.. Beh, dettagli.
"Beh, idem."- rispondo ridacchiando.
Mary Anne e Lily ammiccano.
"Mmm, sei proprio sicura che sia stata questa la cosa più emozionante di tutto l'anno?"- chiede Lily in tono malizioso.
"Proprio sicura? Nient'altro?"- rincara la dose Mary Anne.
"Magari qualcosa di recente? Magari qualcosa che è successo ieri sera ...?".
Umpf.
Non darò loro la soddisfazione. Mai e poi mai.
"No, no, sono sicura. Vi dirò, ci sono cespugli davvero impiccioni qui a Penn Hills.".
Hanno il buon gusto di arrossire e zittirsi.
Con un tono che gronda autocompiacimento continuo con le domande:
"La giornata più emozionante di tutto l'anno?".
"Capodanno."- risponde Lily senza esitazioni.
"Uhm.. L'ultimo giorno di scuola"- replica Mary Anne -"Le feste le ho passate dai cugini del Connecticut: non è esattamente quel che si dice un posto entusiasmante.".
"E io..".
"Chastity!".
Mi giro.
Mia nonna è affacciata al balcone.
"Sì?".
"C'è un certo James al telefono che ha chiesto se ti va di andare a Pittsburgh con lui oggi pomeriggio!".
Se mi va? MA VUOLE SCHERZARE?!
"Digli che va bene!"- sbraito in risposta.
"D'accordo!"- urla mia nonna prima di scomparire alla vista.
Mi rigiro verso Mary Anne e Lily.
"Sapete una cosa? Credo proprio che potrebbe essere oggi."
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Stazione di Pittsburgh.
Scendo dal treno col cuore in gola e scruto la folla che aspetta sulla passerella del binario.
O mio Dio. Eccolo lì.
Cammina verso di me, rilassato e tranquillo, col suo sorriso bello e sfacciato.

Onestamente, non credo che mi ci abituerò mai.
"C-ciao.".
"Ciao"- replica allegro, prendendomi la mano con naturalezza.
Appoggio la testa alla sua spalla, chiudo gli occhi e sento il suo profumo fresco.
Sono in paradiso.
"Allora, dove vuoi andare?".
Riapro gli occhi.
"Non lo so, non sono mai venuta a Pittsburgh.".
Alza un soppraciglio.
"Mai?".
"Mai.".
Riflette un attimo.
"Allora ti porto nel mio negozio preferito."- replica con un sorriso, dandomi un bacio veloce.
Usciamo dalla stazione a spintoni e ci dirigiamo su un marciapiede ancora più affollato.
Il sole batte cocente sulle spalle e sul cemento ruvido.
James sta dicendo qualcosa, ma mi sto ancora riprendendo dal bacio di prima e non riesco davvero a capirlo, quindi annuisco e sorrido come una deficiente.
"Fa caldo, eh?".
"Mhmh.".
"Sai, generalmente non c'è così tanta gente in giro, ma è stagione di saldi e tutti sembrano improvvisamente rendersi conto che ci sono dei negozi in città."- sbuffa accigliato.
"Mhmh".
Mi lancia un'occhiata divertita.
"Hai un'insetto sulla maglietta.".
"Cosa?!"- squittisco paralizzata dal terrore.
"Non è vero. Verificavo solo se mi stavi ascoltando."- replica con un sorriso angelico.
"Ah, ah, ah. Molto divertente."- borbotto in risposta.
"Non avrei mai detto che fossi il tipo che si spaventa per gli insetti, comunque."- continua sempre sorridendo.
Tossisco. "Beh, non per tutti, sai. Solo per le api, le zanzare e.. Le coccinelle.".
Spalanca gli occhi.
".. Ti fanno paura le coccinelle?".
Annuisco.
Lui scoppia a ridere.
"Che c'è?!"- sbotto offesa -"Sembrano tanto innocue, vero? Con i loro puntini, le loro zampine e le loro antennine e invece non si sa mai cosa possono combinare!".
James fa un coraggioso tentativo per tornare serio. Un tentativo, appunto.
"E, dimmi, ci sono altre paure insane di cui dovrei essere al corrente?".
"No."- replico gelida -"Beh, non proprio. Ecco.. I pupazzi da ventriloquo.".
Lo fulmino con lo sguardo prima che possa ribattere:"E non venirmi a dire che non c'è niente da temere da loro! Sono inquietanti. Non so proprio chi sia l'idiota che ha pensato di usarli per fare degli spettacoli per bambini. E' stato il mio trauma infantile, capisci?"- concludo seria.
James annuisce con aria solenne.
Poi ha un casuale attacco di risatin.. Tosse.
Comunque.
"Siamo arrivati."- mi informa James, ancora con un fastidioso residuo di risatin.. Di tosse.
"Cos'è?"- domando interessata.
E' un negozio piccolo, all'angolo di una strada, con le vetrine coperte di poster.
"E' un negozio di dischi. E' fornitissimo e il proprietario è un mito."- risponde James con un gran sorriso.
Sorrido anch'io e faccio per entrare, quando mi cade l'occhio sull'insegna.
E quello che leggo mi fa raggelare.
"James, come hai detto che si chiama il proprietario?"- chiedo con un filo di voce.
"Non te l'ho detto. Si chiama Tom.".
Sorride.
"E' davvero un mito.".

Il mio cuore manca un battito.
Non è possibile.
Non.
E'.
Possibile.

"Chastity, ti senti bene?".
No. Non mi sento affatto bene.
E mentre James mi tira per la mano ed entriamo nel negozio, mi ballano ancora quelle lettere davanti agli occhi.
Di quell'insegna vecchia e un po' consumata.

"The Abbey Road".


..Comincio a pensare che questa sarà davvero una giornata da ricordare.





kyraya: Brava, brava, lo studio nuoce gravemente alla salute, concordo u_u
Dovrebbero scriverlo sui libri di scuola, come fanno per le sigarette:)
Grazie mille della recensione!
P.s.: che dici, ho aggiornato abbastanza presto?:)

Ory_StarDust_95:AhahahahXD hai ragione, qui i nonni sono tutto tranne che nonni o.O
Beh, riguardo David Bowie concordo con te, l'alieno Ziggy è così dolce come personaggio rispetto al Duca Bianco.. Però io vivo per "Station to station", quindi..XD
Grazie mille per la recensione, al prossimo!

Wrath:Utilizzala pure, te lo concedo:)
Mi piace l'ipotesi dello scambio di cervelliXD Avrei voluto scriverla io:)
Grazie mille della recensione, al prossimo!(visto che non sono sparita a lungo?:) )

caramella_rosa_gommosa:*arrossisce* Grazie, grazieXD
Sei assolutamente perdonabile, tranquilla:) Specie se mi ricopri di complimenti cosìXD
Beh, a dire la verità, dal momento in cui mi alzo, il mio unico obiettivo è arrivare alla sera per poter dormire.. Non saprei:)
Alla prossima!

Candidalametta: Ed ecco il mio braccio destro:) O boss, come preferisciXD
Non preoccuparti cara, non mi offendo se perdo qualche recensione:) Grazie per aver trovato il tempo di betarmi il capitolo, fra esami e tutto posso solo immaginare cosa hai dovuto fare:)
Grazie mille! Al prossimo, un bacio:)

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Capitolo 13
*** Come evitare l'inevitabile ***


Grazie infinite alla mia fantastica beta, Candidalametta, che è ancora sotto esami e mi dedica lo stesso un po' di tempo(povera:) )
E grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono, seguono o aggiungono ai preferiti questa storia:)
Buona lettura!:)


Là dove non batte il sole - Come evitare l'inevitabile





Ok. Stai calma. Calma, Chastity.
Questa è solo una strana, insolita coincidenza. Un'enorme coincidenza, ok.
Ma pur sempre di coincidenza si tratta.
Una fatalità, un caso del destino.
Voglio dire, avete idea delle probabilità? Devono essere.. Una su milione, su miliardi di milioni?
Dai meandri della mia coscienza sale una vocetta fastidiosa, [Già. O piuttosto due su tre?], ma non ci bado.
Nah.
Dopotutto quanti uomini di nome Tom proprietari di un negozio di dischi chiamato "The Abbey Road" possono esserci in tutta America?


..Dio.
James mi tira dentro il negozio e comincia ad indicarmi gli scaffali più interessanti mentre io sto entrando in iperventilazione.
Non riesco a rilassarmi. Non ci riesco, non ci riesco.
Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Esp..
"..Tom! Come stai?"- esclama James tutto allegro.
"Non c'è male Jay. Tu?"- risponde un uomo dalla voce calda e profonda.
Ok.
Ora, non è detto che sia proprio lui. Potrei girarmi e vedere un uomo basso, pelato e con la pancia.
O un tipo smilzo coi capelli neri e unti.
Oppure un ragazzo brufoloso coi capelli rossi.
Sì, riesco proprio a visualizzarlo. Studente, probabilmente. Chewingum in bocca, maglietta dei Ramones e Converse consumate.
Sì, mi ripeto tranquilla. E' così. Dev'essere così.
Ormai rassicurata, mi giro.

.. E non è niente di tutto questo.
La prima cosa che vedo sono dei ciuffi di capelli. Capelli biondo cenere.
Tom è alto, snello e muscoloso, ha una linea di barba appena accennata e gli occhi azzurri. Degli occhi azzurri molto chiari.
Mi sorride porgendomi la mano e io mi sento morire.
Perchè quel sorriso dolce con le fossette sulle guance è dolorosamente familiare. Perchè lo conosco. Perchè l'ho visto milioni di volte negli ultimi dieci anni e lo riconoscerei ovunque.
Perchè è il sorriso di Lily.

Rendendomi conto a malapena di quello che faccio indietreggio, stringo la borsa e scappo via.
Corro senza fermarmi fino alla stazione e salgo senza fiato sul treno in partenza per Penn Hills.
E, in crisi totale, riesco a pensare solo due cose.
La prima è che James mi crederà pazza.
La seconda è che forse, dopo quello che ho scoperto, lo diventerò davvero.
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Ancora in stato confusionale sono riuscita a timbrare il biglietto, scendere dal treno, raggiungere casa mia e, contemporaneamente, a comportarmi in modo quasi normale.
Tranne quando ho inziato a tormentarmi le dita e mormorare ossessivamente "Oddio, oddio, oddio" e quel signore seduto di fronte a me mi ha lanciato uno sguardo strano e ha cambiato posto a sedere.
Comunque.
Come in un sogno, apro la porta, salgo le scale e mi chiudo in camera mia.
Devo ripensare attentamente a quello che è successo.
Allora: Lily. Tom. Pittsburgh.
CRISI.

.. No, così non va.
Prendo un blocco e una penna e mi siedo a gambe incrociate sul letto.
Dunque, ricapitoliamo.
Lily. Ok. Lily è mia amica. Fin qui ci siamo.
Tom. Tom è il padre di Lily che lei non ha mai conosciuto. Ha i suoi occhi. E hanno il sorriso praticamente identico. Bene.
Io ho appena incontrato Tom a Pittsburgh. E questo non va affatto bene. Perchè ora devo pensare
a) come dirlo a Lily,
b) se è il caso di dirlo per prima a lei,
c) se è, effettivamente, il caso di dirglielo.
Insomma, cosa dovrei dirle?
"Ciao Lily, sai com'è, ero a Pittsburgh e ho incontrato tuo padre. Sì, proprio lui, quello che non ti ha vista crescere per motivi misteriosi. Non è incredibile quanto crescono i prezzi della verdura di questi giorni?"..?
Scrivo furiosamente sul taccuino.
Rileggo quello che ho scritto, strappo la pagina e la appollotolo. Lavoro inutile.
Riassumendo, il concetto torna sempre ad essere "Lily, Tom, Pittsburgh, crisi.".
Affondo la testa nel cuscino e urlo.
"Chastity? Ti senti bene?".
Mi giro.
E' mia nonna, cordless in mano e sguardo preoccupato.
Annuisco in silenzio.
"E' per te.".
Prendo il telefono e rispondo stancamente:"Pronto?".
"Stai bene? Cos'è successo?!".
E' James.
Mi invento una storia contorta e poco credibile su un'emergenza familiare e una cugina piccola rimasta chiusa in macchina col finestrino alzato e Dio sa cos'altro, ma, fortunatamente, ci casca.
Ripeto che, no, non è niente di grave e che sì, adesso è tutto sistemato, finchè non si tranquilizza e riattacco.
Mi rendo pigramente conto che è la prima volta che mi chiama e non ho nemmeno l’ombra di un attacco cardiaco, ma in questo momento ho altro cui pensare.
Forse potrei dirlo prima a Mary Anne. No, poi mi sembrerebbe di fare le cose di nascosto.
Forse potrei dirlo ad Elise. Ma poi dovrei spiegarle perchè so di Tom e saprebbe che abbiamo letto il suo diario. No.
Forse mia madre potrebbe avere un buon consiglio da darmi.



. E forse domani vedrò dieci elefanti ballare il can-can davanti a casa mia.

Trasalisco. Il mio cellulare inizia a vibrare selvaggiamente.
Guardo il display.
OH, NO.
Lily.
In preda al panico valuto seriamente, per un istante, l'idea di riattaccare. Ma la conosco. Nel giro di trenta secondi me la ritroverei alla porta di casa a chiedere spiegazioni. E dal vivo è più difficile mentire.
Ok, Chastity. E' solo questione di bluffare. Finchè non avrai deciso cosa fare.
Mostrati rilassata e disinvolta.

"..P-pronto?".
"Ciao! Allora, come è andata a Pittsburgh?"- chiede Lily allegramente.
Che fa, prende in giro?
"Bene, dai.. Siamo andati in questo negozio che.. E.. Ehm.. Beh, insomma, bene.".
Disinvolta come un pinguino all'Equatore, Chastity. Vai così.
".. Sicura? Non sembri molto allegra."- ribatte Lily poco convinta.
"No, davvero. E' stata una giornata splendida.".
Almeno nella prima parte.
"Nessun momento di tensione, quindi?"- chiede, ancora spietatamente sospettosa.
"Nessuno.".
Certo, escludendo quando ho incontrato tuo padre.
"Allora perchè sei tornata così presto?".
Accidenti. Lily non si berrà mai la storia della cugina.
"Ehm, avevo mal di testa, stavo male..".
Però, sto diventando brava a mentire spudoratamente.
"Oh, mi dispiace! Adesso come stai?"- chiede Lily preoccupata.
"Meglio, tranquilla.".
Non sono mai stata male, lo credo bene.
"Mh. Beh, che dici, questa può essere classificata come la giornata più emozionante dell'anno?"- domanda allegra.
E non sai quanto è andata vicina a essere la tua giornata più emozionante dell'anno.
Trattengo a stento una risata isterica.
"Assolutamente.".
"Ne ero sicura."- replica Lily in tono affettuoso.
Anche se non la vedo, sono sicura che sta sorridendo.
Con quel sorriso.
Oddio.

DEVO dirglielo.
Sentendomi come un kamikaze in caduta libera mi metto d'accordo con Lily per trovarci domani a parlare della giornata passata a Pittsburgh. Chiamo anche Mary Anne, che accetta subito l'invito.
Se devo dirlo, voglio dirlo a tutte e due. E una volta sola soprattutto.
[Ben fatto!]- sussurra soddisfatta la vocina nella mia mente.


E poi cado finalmente in un sonno pesante, senza sogni, pensieri o vocine idiote che ti spingono a prendere decisioni avventate.



Mi dispiace tantissimo ma oggi non ho proprio tempo per rispondere alle recensioni :(
Però volevo ringraziare come sempre tutti quelli che leggono e soprattutto che recensiscono, perchè le vostre opinioni mi aiutano tantissimo a scrivere al meglio una storia e.. Beh, sì, i vostri complimenti sono anche una pompatina al mio egoXD Grazie mille, al prossimo!:)

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Capitolo 14
*** Lily, ti devo dire una cosa ***


Oggi ho deciso di farvi un regaloXD Sono riuscita a mettere per dieci minuti le mani su Internet e ho un po' affrettato l'aggiornamento:)
Grazie come sempre a tutti quelli che leggono, recensiscono, etc etc:)
E grazie alla mia fantastica beta Candidalametta:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Lily, ti devo dire una cosa





L'importante è continuare a respirare.
Dillo in modo chiaro, senza troppi giri di parole, ma con un certo tatto.
Niente panico.

"Eccomi qui!"- esclama Lily con un gran sorriso.
"Eccoti qui!"- sbraito, vicina all'isterismo.
"..Allora?".
"Beh. Ecco.. Sai, il fatto è che.. Ehm..".
Niente panico, ho detto.
"Sai.. E' successa una cosa piuttosto insolita.. Ecco..".
Piuttosto insolita? Ma che sto dicendo?
"Vedi, Lily..".
"Ciao a tutte!"- mi interrompe Mary Anne entrando in salotto.
"Ciao!"- rispondiamo io e Lily in coro.
Mary Anne si accomoda elegantemente sul divano. Lei e Lily si girano verso di me, in attesa.
Bene. E' il momento.
Faccio un respiro profondo. Apro la bocca per parlare e la richiudo immediatamente.
Accidenti.
Non sono la persona indicata per fare questo discorso, neanche lontanamente.
Quello che mi serve è una persona paziente, ma decisa. Una che sa ascoltare e dire sempre la cosa giusta. Una tranquilla, ma seria. Una che sappia parlare in modo diretto, ma senza essere brusca. Quello che mi serve è..
"Louise!"- esclamo, colpita da un'improvvisa illuminazione.
"... Eh?"- domanda Lily, allibita.
"Ehr, volevo dire, che ne dite di andare a trovare Louise?".
Lily annuisce, entusiasta.
"Beh, non si dice mai di no a Louise!"- replica Mary Anne sorridendo.
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Il campanello tintinna mentre apro la porta.
Sento il familiare profumo di biscotti e lacca per capelli e sto subito meglio.
"Louise?".
"Chastity! Qual buon vento?"- risponde allegra Louise da dietro un'enorme scatolone straripante di fogli -"Accidenti, quanto pesa!".
"Serve aiuto?"- chiede Lily affabile.
"Lily! Perdonami tesoro, non ti avevo vista. Suppongo che ci sia anche Mary Anne allora.".
"Supponi bene."- replica Mary Anne con un sorriso.
"Le tre moschettiere al gran completo! Mi libero di quest'affare e sono subito da voi, care."- esclama Louise con una risatina.
La seguiamo nel retro, dove lascia cadere sonoramente l'enorme scatolone per terra.
Si gira con un sorriso luminoso e ci abbraccia affettuosamente.
Palesemente, è tornata a fare shopping da sola. Indossa dei jeans molto belli, strappati ad arte, e una canottiera morbida, grigio scuro, con delle borchie sulle spalline.
E' uno splendore.
"Cioccolata? Tè?".
"Meglio qualcosa di forte."- mormoro afflitta.
"Tiro fuori il Rum, allora.".
Mary Anne spalanca gli occhi.
"Scherzavo."- la rassicura subito Louise -"Faccio subito il caffè.".
Ci accomodiamo sulle poltroncine, ai nostri posti abituali e ci rilassiamo.
"Allora? Qualche novità?"- domanda interessata mentre fruga nella credenza.
"Prima tu, Louise. Come va con Philip?"- replica Lily sorridendo.
"Oh, beh, alla grande. Sapete, penso sia una cosa seria stavolta, davvero.".
"Oh, Louise, ma è fantastico!"- risponde Mary Anne allegramente.
Louise fa una smorfia compiaciuta. "Sì, lo è. E voi? Affari di cuore in vista?".
Mary Anne si lancia in una descrizione quasi logorroica su Charles, su quanto sia bello, e divertente, e tenero, e rispettoso. Non appena prende fiato per respirare, Lily si intromette nel suo monologo.
"E non sai chi ha incontrato Chastity!".
Louise ammicca.
"Chi?".
Arrossisco immediatamente.
"Beh.. Si chiama James.". Mi ritrovo subito a sorridere con aria ebete.
Louise mi sorride di rimando.
"E..?".
"E' biondo, alto, bello e simpatico. E molto dolce."- sussurro estasiata.
Lily insiste, facendo il verso a Louise:"E..?".
Senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovo a spiegare loro, infervorata, tutto quello che è successo con James, il modo in cui mi fa sentire, il modo in cui sorride e mi parla. Il tutto senza fare una sola pausa nella conversazione. Meno male che era Mary Anne quella logorroica.
"Sono davvero felice per voi ragazze."- replica Louise dolcemente quando finisco di parlare.
"Anch'io lo sono, ma sono un po' invidiosa. Nella mia vita non succede nulla di eccitante."- scherza Lily.
Torno improvvisamente coi piedi per terra e ricado nello sconforto.
Ok, adesso è davvero il momento.
"Non.. Non ci metterei la mano sul fuoco, sai."- mormoro stancamente.
Lily mi lancia un'occhiata perplessa.
"Di che parli?".
"Già, di che parli?"- domanda Mary Anne confusa.
Louise non dice niente, ma mi osserva con aria interrogativa.
Prendo fiato e mi butto.

"Lily, ti devo dire una cosa.".
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La spiegazione è molto lunga.
Louise, come mi aspettavo, è molto d'aiuto. Continua a mantenere un tono di voce pacato e riesce a trovare le parole per me quando mi blocco. Ma non credo che basti.

Quando arrivo a dire il nome del negozio di dischi Mary Anne trasalisce e si volta subito verso Lily.
Lei non dice nulla. Non si muove. Ha la mascella serrata e gli occhi come fessure.
Quando sente il nome di Tom si alza in piedi di scatto, facendo cadere la sedia a terra.
"Lily, mi dispiace."- singhiozzo con la voce rotta -"Lily..".
Mi guarda con un'espressione che non avevo mai visto. Disperata, arrabbiata, confusa.
"Lily.."- continuo con urgenza. Deve capire quello che sto dicendo.-"E'.. E' lui. Ha i tuoi occhi.".
Lei scuote la testa.
"Lily..".
"E smettila di ripeterlo, so qual è il mio nome!"- sputa con rabbia. Si volta e corre via.
Mi alzo immediatamente.
"Lily!"- urlo mentre sbatte la porta.
"E'.. E' inutile, è meglio lasciarla.. Da sola.. Ora."- sussurra Mary Anne, scossa.
"E' vero, Chastity."- insiste Louise con la voce che trema.
Mary Anne si passa una mano sulla faccia:"Dio mio.. Pittsburgh.. E Tom.. E' un delirio.".
"Lo so."- mormoro sconsolata, lasciandomi ricadere sulla sedia -"Non sapevo che cosa fare Mary Anne, e adesso ho combinato un gran casino.".
Mary Anne mi guarda dritta negli occhi.
"Sì."- replica semplicemente, con aria stanca -"L'hai fatto davvero.".
Salutiamo brevemente Louise e ci incamminiamo verso la strada di casa in perfetto silenzio.
Dopo un po' non riesco più a sopportarlo.
"Ce l'hai con me, non è vero?"- sbotto nervosa.
Mary Anne scuote piano la testa.
"No. Non ce l'ho con te.".
Sospira.
"Sono preoccupata per Lily. Chissà dov'è adesso.".
"A casa..?"- ipotizzo senza convinzione.
"Oh, credo sia proprio l'ultimo posto al mondo in cui potrebbe essere."- replica lugubre.
Rispondo con un gemito.
"Mary Anne.. Lo so che abbiamo promesso a Louise che non l'avremmo cercata e.. E che forse per lei è meglio stare da sola adesso, ma..".
"Sì. Hai ragione."- mi interrompe, decisa -"Allora, da dove cominciamo?".


Come prima cosa andiamo nella casetta sull'albero.
Cerchiamo ovunque.
Alla gelateria, al Luna Park, al mercatino e in ogni stramaledetto negozio della città.
Alla fine, Mary Anne mormora, come spuntando delle voci da un elenco:"Ok. Ci manca solo Bandcourt Park, ora. Incrocia le dita.".
Senza una parola, ci incamminiamo verso il parco. Forse sarebbe più giusto dire che corriamo a perdifiato.
Entriamo dal grande cancello in ferro battuto e ci guardiamo intorno con ansia.
Scruto attentamente ogni viottolo, ogni panchina, fino a che non vedo delle spalle curve inconfondibili e mi sento travolgere dal sollievo.
Mi avvicino con cautela. Lily ha gli occhi fissi sul laghetto.
Le tocco piano una spalla.
".. Lily?".
Non risponde. Non si gira.
Mi siedo accanto a lei.
"Lily, mi dispiace. Mi dispiace da morire.".
Finalmente alza lo sguardo.
Lentamente, risponde con voce leggermente gracchiante:"No, dispiace a me. Non è colpa tua. Sai, credo che in psicologia lo chiamino transfert isterico.".
Sorrido timidamente.
Lily fa una risatina.
Inizio a ridere un po' più forte.
Lei scoppia apertamente a ridere, un po' istericamente.
Continuiamo finchè non rimaniamo praticamente senza fiato.
Mary Anne sbuffa.
"E io credo che in psicologia non saprebbero nemmeno come definirle due deficienti come voi. Andiamo, su. Un gelato è proprio quello che ci vuole."- sbotta burbera.
Lily mi rivolge un sorriso smagliante.



Forse, dopotutto, qualche cosa di giusto lo faccio anch'io di tanto in tanto.

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Capitolo 15
*** David, chi? ***


Scusate il ritardo:( Come sempre, è colpa dell'azione combinata di Internet e della bibliotecaria:(
Grazie come sempre alla mia beta fantastica, a chi legge, recensisce e segue questa storia!
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - David chi?





Affondo il cucchiaino nel frappè all'anguria. Lily mescola con aria assente la sua granita alla menta.
Mary Anne sbuffa.
"Che c'è?"- le chiede Lily alzando un soppraciglio.
"Niente".
Io e Lily ci lanciamo un'occhiata, scrolliamo le spalle e torniamo a dedicarci alle nostre silenziose attività.
Mary Anne sbuffa, più forte.
Se continuiamo ad ignorarla a forza di soffiare manderà a gambe all'aria il tavolino.
Sospiro abbandonando il mio frappè.
"Che c'è? E non dire "Niente" per poi tornare a sbuffare come un rinoceronte.".
Mary Anne mi fulmina con lo sguardo.
"Stavo solo pensando!"- sbotta con aria truce. Sicuramente è offesa per il riferimento al rinoceronte.
"Bene. A cosa stavi pensando?"- chiedo in tono paziente.
"Mi prenderete per matta se ve lo dico".
Sarebbe confortante ammettere che la considero già pazza? No? Meglio evitare allora.
"Ti dico di no. Dimmi"- continuo con voce pacata.
"E invece ti dico di sì"- insiste Mary Anne con voce lamentosa.
Ora, la mia pazienza è tutt'altro che illimitata. Ma quella di Lily è addirittura misera.
"E dillo!"- sbotta imperiosa, sbattendo la sua granita sul tavolo.
Mary Anne si studia le unghie con aria concentrata.
"Beh.. Pensavo solo che forse sarebbe il caso di rifare le somme dell'anno passato, dopo quello che è successo oggi pomeriggio. Ecco, l'ho detto"- replica atona.
La guardo allibita.
"Sai, hai ragione. Sei pazza.".
Mi giro verso Lily, che annuisce vigorosamente.
"E' una delle cose più stupide che abbia mai sentito dire. E stai battendo Chastity, renditene conto.".
"Ma tu da che parte stai?!"- sbraito, offesa.
Lily apre la bocca per rispondermi, ma Mary Anne la interrompe.
"Allora? Ci state?"- chiede continuando imperterrita ad osservarsi le unghie.
"Certamente"- replica Lily tranquilla.
Ecco, questa è una delle grandi qualità di Lily. Può contraddirsi sfacciatamente con una nonchalance invidiabile.
Al contrario di me.
Sospiro, rassegnata:"Beh, se proprio insistete.. Io non vorrei ma.. Se proprio mi tocc..".
"Bene,"- mi interrompe maleducatamente Lily -"La persona più interessante che avete incontrato quest'anno? Io ho virtualmente conosciuto mio padre".
"Io l'ho conosciuto di persona"- rispondo stancamente.
"E io ho incontrato Charles"- ribatte Mary Anne, subito raggiunta da un'occhiataccia di Lily.
"Che c'è? E' per introdurre un po' di varietà!"- si giustifica alzando le mani -"La cosa più strana che vi è capitata quest'anno?".
"Io ho virtualmente conosciuto mio padre".
Esito.
Vada per la varietà.
"Io ho sorpreso mia nonna che canticchiava "Can't get out of bed". Ascolta i Charlatans, non è incredibile?"- replico disinvolta.
"E io ho scoperto che le Cadillac hanno il cambio manuale, dopo essermi schiantata contro una staccionata"- sospira Mary Anne.
Mi scappa una risatina.
"La cosa più emozionante che vi è successa quest'anno?".
"Vedi sopra"- risponde Lily con un sorriso ironico.
"Io ho baciato James"- replico arrossendo.
"E io ho fatto alcune.. cose della lista con Charles.".

La mia mascella deve probabilmente aver toccato terra.
Lily, diretta come sempre:"Tu hai fatto COSA?!".
"Beh, non tutto!"- risponde precipitosamente Mary Anne.
"E ci mancherebbe altro!"- urlo scandalizzata, senza riuscire a trattenermi -"Avessi fatto tutte le cose di quella lista a quest'ora saresti in un bordello a fare i milioni!".
Tutte, ma proprio tutte le persone della gelateria si voltano a guardarla con tanto d'occhi.
"..Ops"- mormoro mortificata.
Mary Anne ha l'aria di una che è appena caduta da un grattacielo di trenta piani.
"Ehm.. Scherzava! Lei ha sempre tanta voglia di scherzare, vero?"- esclama Lily fintamente allegra, ma con tono minaccioso.
I clienti del locale tornano ai loro gelati lanciandomi qualche occhiata perplessa.
Mary Anne si gira verso di me.
"Io ti ammazzo"- mi sussurra, letale.
Chino la testa:"Scusa, scusa, scusa, ti giuro che non parlo più, non apro più bocca fino alla fine dei tempi".
"Basterebbe che ci riuscissi fino alla fine della conversazione"- soffia Mary Anne, sempre con quella luce omicida nello sguardo.
Lily tossicchia.
"Dunque tu hai fatto.."- comincia, invitando Mary Anne a continuare.
"Ehm.. Ecco.. La numero sei.. La ventitrè..".
Lily inarca le soppraciglia fino a che non sfiorano i capelli.
Io, come promesso, tengo la bocca sigillata. Ma sicuramente non devo avere un'espressione molto più dignitosa.
"Guardate che se fate così non vi racconto più niente!"- sibila Mary Anne furiosa.
"Ok. Hai ragione. Scusa. Bene, hai fatto la sei e la.."- Lily deglutisce vistosamente -".. Ventitrè. Ehm.. Qualcos'altro?"- conclude in tono conciliante.
"Ehm.. La.. La undici."- mormora Mary Anne arrossendo.
"La undici? HAI FATTO LA UNDICI?! Ma.. Ma è una cosa perversa!".

Nella gelateria cala il silenzio.
Mi tappo la bocca con una mano, orripilata.
".. Cazzo".
"Adesso ti ammazzo davvero!"- sbraita Mary Anne scavalcando il tavolo.
Io inizio a correre come se avessi le ali ai piedi.
Non dubito minimamente che metterà in atto le sue minacce.

Ecco, a questo punto una riflessione è doverosa.
Avete mai notato come, nei cartoni animati, quando un personaggio scappa e l'altro lo insegue, quello che ha la meglio è sempre quello che fugge? Avete presente sicuramente Tom e Jerry, Willy il Coyote e BeepBeep, e, il più grande fuggitivo di tutti i tempi, Speedy Gonzales, no?
Ecco, nella realtà non è affatto così.
La televisione insegna qualcosa. E' palese che quello che scappa ha una motivazione maggiore a correre rispetto all'inseguitore. In fondo il fuggitivo rischia di rimetterci la pelle, mentre l'altro ritarda semplicemente la sua vendetta. Peccato che inserendo in quest'equazione lineare le variabili "Io Non Sono Molto Atletica", "Mary Anne Ha Le Gambe Più Lunghe Di Una Giraffa" e "Mary Anne E' Incazzata Nera", la situazione si ribalti completamente.
Tradotto: Mary Anne mi raggiunge dopo appena una decina di metri e mi affonda le unghie nella schiena.
Io mi vedo passare la vita davanti come un film.
E devo dire che qualche taglio nella pellicola sarebbe doveroso.
Fortunatamente arriva Lily che le urla che non vale la pena di uccidermi e subire un'ergastolo, perchè anche da morta troverò sicuramente un modo per essere ancora così idiota e Mary Anne si calma.
Non è certo la difesa che speravo, ma evito di controbattere.
Ci incamminiamo lentamente verso le rispettive case.
"Buonanotte Chastity"- comincia Mary Anne.
"Buonanotte Mary Anne"- rispondo io.
"Buonanotte Lily!"- esclamiamo in coro.
" 'Notte 'Notte"- replica Lily. E poi ci dividiamo.
Tempo cinque secondi e Lily torna indietro, con una faccia da cane bastonato.
"Chastity.. Posso dormire da te stanotte? Non mi va proprio di tornare a casa, sai..".
A questo punto, con una punta di perfidia, penso che potrei finalmente vendicarmi per tutti gli insulti indiretti che mi ha rivolto oggi e risponderle di andarsene a casa.
Mi guarda con sguardo supplichevole.

"Certo"- rispondo sorridendo, mentre la mia parte perfida viene fagocitata dai sensi di colpa.
Mi inginocchio per prendere le chiavi da sotto lo zerbino e sento dei passetti leggeri alle mie spalle.
"Ehm.. Stavo pensando.. Non è proprio la serata giusta per un pigiama-party?".
Mary Anne. Ovvio.
Il mio lato maligno cerca nuovamente di riaffiorare ricordandomi che lei è quella che oggi ha tentato di uccidermi, ma lo zittisco subito.
E pigiama-party sia.
Mentre saliamo le scale, chiacchierando di cose stupide, sento suonare il campanello.
Mia nonna si affretta ad aprire la porta.
"Chi è?".
"Sono David, signora. Chastity è in casa?".
Aggrotto le soppraciglia. Questa voce non mi è nuova.
"David chi?"- chiede mia nonna con voce incerta.
"David Greenolf, signora. Lei c'è?".


Mary Anne e Lily si voltano a guardarmi orripilate mentre io mi sento sommergere da un'ondata di panico.
L'ennesima, come puntualizza la solita vocina stronza.

Cerco di non perdere la calma.
Arrivo sulla porta e gli lancio uno sguardo interrogativo.
Lui mi rivolge un sorriso smagliante.
"Non mi inviti ad entrare?".
A questo punto potrei inventarmi un sacco di scuse fatte ("Ho ospiti in casa", "C'è molto disordine", "Sto uscendo"), ma, onestamente, non ne ho davvero voglia. Senza contare che quel sorriso da idiota mi fa venire voglia di tirargli un mattone sui denti.
Quindi replico semplicemente, in tono scontroso:".. No. Che vuoi?".
Lui si schiarisce la gola e si esibisce in un altro sorriso da 300 mega watt.

"... Vuoi uscire con me?".



Wrath= Ah, la vorrei anch'io una Louise*_* Cioè, lo so che è stupido, perchè l'ho inventata io, ma la vorrei lo stessoXD
Riguardo la pace un po' frettolosa, anch'io avevo un po' i miei dubbi sinceramente, ma alla fine ho deciso che non volevo farle rimanere arrabbiate.. E poi quella scena ha passato l'esame della mia beta, quindi ho deciso di lascirla così:)
Grazie mille, a presto ^^

DarkViolet92= Grazie mille per la recensione! Spero ti piaccia anche questo, al prossimo!:)

Lely1441=Una nuova lettrice!!XD Grazie nille per i complimenti, sono davvera contenta che ti piaccia tanto la storia(per inciso, Chastity è quella che preferiscono un po' tutti.. me compresa:) )
Per quel neo su James, beh, hai proprio ragione, ma Chastity si è inventata una storia "contorta e poco credibile", quindi si può giustificarmi dai:) Diciamo che l'ho voluto fare un po' tonto James in quel capitoloXD
Grazie ancora per la recensione e i complimenti, spero ti piaccia anche questo, al prossimo!:)

caramella_rosa_gommosa= Grazie mille:) Non mi merito questi complimenti u_u
Non dopo aver letto le TUE storie:)
Comunque, riguardo la tua subdola fantasia.. Non mi piace dare anticipazioni ma.. Penso che ci farò un pensierino XDXD
A presto!:)

Candidalametta= Ciao cara! Grazie mille *si asciuga gli occhi commossa*
Adesso posto e fra cinque minuti ti rispondo all'email, quindi non ho molto da dirti:)
Grazie infinite per tutto! E maledisci per me(anzi, fatelo tutte) la bibliotecaria stronza che mi fa usare il computer solo un quarto d'ora per volta, anche se sono l'unica persona in tutta la biblioteca che usa il computer, grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
A presto, un bacio!:)

Ory_StarDust_95= Scusa, non ho postato molto presto:(
Comunque grazie mille:) Anch'io la penso così, e infatti ho cercato di limitare il "dramma" a pochi capitoli, prima di rimanere invischiata in un tema un po' troppo serio, per una storia senza pretese come "Là dove non batte il sole":)
Grazie della recensione, spero ti piaccia anche questo, al prossimo!:)

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Capitolo 16
*** Non ha prezzo ***


Come sempre, grazie a Candidalametta, la mia beta insostituibile e grazie a tutte le persone che leggonoi, recensiscono, seguono e aggiungono ai preferiti questa storia:)
Mi scuso perchè oggi non ho proprio tempo per rispondere alle recensioni e mi scuso per il capitolo, che è un po' corto, ma spero che vi piaccia lo stesso:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Non ha prezzo





Sento uno squittio e un tonfo sulle scale.
Mi giro di scatto, preoccupata e vedo Lily ai piedi delle scale, allucinata e dolorante.
Usa il labiale e mi sillaba "Che cosa vuole?!", con gli occhi spalancati.
Chiudo la porta in faccia a David senza dire nemmeno una parola e vado ad aiutare Lily a rialzarsi.
"Stai bene?!".
"Tranquilla, mi rimane sempre l'altro braccio"- replica mettendosi a sedere -"Ma COSA voleva David?".
"E chi lo sa? Mi ha chiesto se ...".
Mi interrompe un'energica scampanellata.
Infastidita, mi alzo per andare ad aprire.
E' ancora David.
"E' stato un colpo di vento? Non capisco, la porta si è chiusa improvvisamente..".
Si interrompe, con un sorriso disgustoso:"Parola mia, oggi sei un vero splendore Chastity.".
Ma ci si impegna per essere così idiota? O magari è un dono naturale di cui ero fortunatamente all'oscuro. Almeno fin ora.
Mi limito a rientrare di nuovo in casa senza aprire bocca, per lasciargli tempo di esaminare con calma il movimento e capire che, sì, gli ho proprio sbattuto la porta in faccia.
Con una certa soddisfazione, anche.
Torno da Lily, che ormai è in piedi e sta parlando concitatamente con Mary Anne.
"Cosa voleva David? Mary Anne ha detto che vi ha sentito dire qualcosa riguardo un usciere"- chiede Lily, perplessa.
"Non usciere"- la correggo, infastidita -"David mi ha chiesto se volevo uscir..".
Il dannato campanello mi interrompe di nuovo.
Imbufalita, mi dirigo verso la porta a passo di marcia.
La spalanco e urlo:"Sei duro di comprendonio, eh? Bene, sarò più chiara: NO, non ci esco con te! Va bene? NO. No, vuol dire no!".
".. Però, mi sa che ti ho presa proprio in un brutto momento"- replica una voce calda e ironica.
Una voce calda e ironica molto familiare.

Oddio.
Questa è la voce di..
JAMES?
Che diavolo ci fa qui?
"Cosa.. Che stai.. Eh?"- balbetto stupidamente.
"E' venuto a trovarmi mio cugino! Volevo chiederti di venire a fare un giro con noi, ma non sembri molto dell'umore.. E dire che mi sono fatto un'ora di viaggio solo per vederti!"- replica David lascivo, sempre con quel grande sorriso idiota stampato sulla faccia.

Ora, mi ci vogliono parecchi secondi per realizzare il senso di questa frase.
E, quando ci arrivo, mi serve ancora più tempo per riuscire a spiccicare parola.

"Cu.. Cugino?"- domando infine, atterrita.
"Proprio così!"- risponde David entusiasta -"A proposito, non vi ho nemmeno presentati: James, lei è Chastity. Chastity, lui è James.".
Se fossi un'altra persona e stessi assistendo a questa scena da esterna, probabilmente riderei per l'assurdità della situazione. Il problema è che non sono un'altra persona e tutta questa surrealità mi fa venire voglia di sbattere la testa contro il muro nel modo più violento e rumoroso possibile.
James mi porge la mano con un sorriso divertito.
Io lo guardo inebetita.
"Dimmi che sta scherzando, ti prego"- lo supplico con voce lamentosa.
James apre la bocca per rispondere, ma David lo precede, tutto allegro:"No, davvero! Guardaci, non siamo due gocce d'acqua?".
Certo. Due gocce d'acqua, come no.
Fra James e David c'è la stessa attinenza che può esserci fra un pozzo di petrolio e un cucciolo di foca.
Gli lancio uno sguardo gelido.
David pare non essere particolarmente turbato dal fatto che lo sto guardando come guarderei un assassino e continua, sorridente:"Sai, James ha anche una ragazza qui a Penn Hills!".
James soffoca una risata.
Io sospiro. E va bene, starò al gioco.
"Ma dai!"- replico allegramente -"Incredibile!".
David annuisce, estasiato:"Sì, ha detto che me la deve assolutamente presentare! Dice che è assolutamente fantastica! Anche se, ovviamente, non potrà esserlo neanche minimamente quanto te.. Ti ho già detto che oggi sei uno splendore?".
Svariate volte.
Arrossisco violentemente e sbircio James da sotto le ciglia.
Lui sorride, un sorriso bello, allegro e sfacciato.
"Hai assolutamente ragione, David. Sai, credo che la conoscerai prima di quello che pensi."- replica James ironico.
Mi prende la mano e si gira verso lui.
"Chastity, lui è mio cugino"- annuncia serio, scimmiottando David -"David, lei è Chastity.".
David assume un'espressione comica, completamente spaesata.
"La mia ragazza"- chiarisce James. Noto con profondo piacere l'enfasi possessiva che mette sul "mia". Poi mi passa un braccio attorno alle spalle, come a voler suggellare quella frase.
Con un brivido di soddisfazione, decido di lasciare David totalmente di stucco.
Mi alzo in punta di piedi e bacio James con una naturalezza tutta nuova.




..La faccia della tua ex cotta storica che vuole provarci con te e scopre che suo cugino è il tuo ragazzo?
Non ha prezzo.


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Capitolo 17
*** La notte che non fu ***


Mi scuso terribilmente per il ritardo, ma riuscire a connettermi questa settimana è stata un'impresa:(
La buona notizia(?) è che oggi ho il tempo di rispondere alle recensioni:)
Come sempre, grazie mille alla mia beta Candidalametta e a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia!
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - La notte che non fu





Il tempo di rimandare a casa un David scioccato e molto contrariato e torno in cucina, dove trovo James e mia nonna che chiacchierano amabilmente, seduti davanti a due immancabili bicchieroni di CocaCola.
Sembrano due vecchi amici in vena di confidenze e ringrazio il cielo che Mary Anne e Lily siano già in camera mia a prepararsi per la notte.
"Certo, "Il laureato" sarà anche una pellicola vecchia, ma trovo che sia ancora oggi un capolavoro insuperabile. Niente a che vedere con le commedie romantiche di adesso, per quanto gradevoli"- afferma mia nonna con decisione.
"Concordo"- replica James, divertito -"Dubito che una cosa come "Il mio grosso, grasso matrimonio greco" possa essere considerato un mito immortale, ma mi ha fatto ridere fino alle lacrime".
Mia nonna fa una risatina compiaciuta.
"Oh, anche a me! Delle scene semplicemente esilaranti! Anche se continuo a ricordare malinconicamente i vecchi film francesi che andavamo a vedere al cinema. Hai mai visto "Il tempo delle mele"?".
"Lo adoro!"- esclama James entusiasta.
"Ti piace "Il tempo delle mele"?!"- domando incredula, interrompendo quell'idillio.
James si passa una mano sul collo, imbarazzato.
"Sì.. Ecco.. E' che quell'atmosfera retrò è così.. Suggestiva"- replica giustificandosi.
"Ma è così mieloso!"- ribatto poco convinta -"Come fa a piacerti?".
Mia nonna interviene in sua difesa:"Il ragazzo ha buon gusto Chastity, non c'è niente da dire".
Strizza l'occhio a James:"E ora questa vecchia carcassa se ne va a letto. Ed è quello che dovreste fare anche voi.".
Guardo fuori dalla finestra. In effetti è già buio.
"Hai ragione, nonna. James, ti accompagno alla stazione?".
Lui si stiracchia, guarda distrattamente l'orologio e impallidisce.
Alza lo sguardo su di me, preoccupato.
"Cosa c'è?"- chiedo con una punta di apprensione.
"Sono le nove e venti. L'ultimo treno per Pittsburgh è partito alle otto e quarantacinque."- risponde agitato.
"Beh, puoi sempre andare a dormire da David, no? Sei suo cugino, non penso abbia problemi ad ospitarti"- replico tranquilla.
"Ci ho già pensato. Ma l'ultimo treno per Butler era dieci minuti fa. David è già partito".
Lo guardo, atterrita.
Oddio.
Non vorrà mica..
Ma io non posso farlo.
NON POSSO FARLO.

"... Beh, può dormire qui, vero Chastity?"- replica mia nonna con naturalezza.
La guardo sbarrando gli occhi.
No, che non può.
In primo luogo, perchè dovrei presentarlo a mio padre.
In secondo luogo, perchè dovrei presentarlo a mia madre.
Potrà sembrarvi la stessa cosa ma non lo è. Perchè, mentre James potrebbe, forse, sopravvivere ad un'eventuale incontro ravvicinato con mio padre, niente, niente potrà salvarlo da quello con mia madre.
Cerco disperatamente di pensare a una via d'uscita, mentre mi scorrono nella mente immagini agghiaccianti di repliche cruente della presentazione di Charles ai genitori di Mary Anne.
"Nonna.. Vedi.. Il fatto è che.. "- balbetto, in preda al panico.
"Oh, non preoccuparti! Lo so che la stanza degli ospiti è già occupata da me, ma c'è sempre il divano, no? Sempre che James non faccia lo schizzinoso."- replica scherzosamente.

Già. Come se fosse questo il problema.
Fosse per questo lo potrei mandare a dormire anche sul pavimento o in bagno. O in giardino. O nella casetta sull'albero.



.. Ehi.
Non male come idea.
Sogghigno mentalmente e rispondo in tono leggero:"Non preoccuparti nonna, ci penso io. Tu vai pure a letto.".
"D'accordo. Buonanotte tesoro"- sussurra stampandomi un bacio sulla fonte -"E buonanotte anche a te James!".
"Buonanotte!"- rispondiamo in coro.
E si allontana su per le scale lasciando una scia dolcissima di profumo.
James mi lancia uno sguardo interrogativo.
"Allora, preparo il divano? Sicura che per i tuoi non è un problema?".
"Farai meglio a prepararti a saltare invece. Quanto ai miei, ho trovato una soluzione perfetta su cui non avranno niente da ridire"- replico con un sorriso soave.
".. Saltare?"- sussurra, palesemente spaventato.
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"Soluzione perfetta, un cavolo!"- borbotta James, corrucciato, osservando sospettoso le pareti di legno della casetta sull'albero.
Sospiro, esasperata:"Hai forse un'idea migliore?".
"Sì! Presentami ai tuoi e facciamola finita!"- esclama rabbioso.
Lo guardo, gelida.
"Che cosa, nella definizione di migliore, non ti è chiaro James?".
"Forse la parte in cui dormo al freddo e al gelo, su un pavimento di legno duro ricoperto di schegge in una piccionaia piena di spifferi come un clandestino!"- sbotta, afferrando il cuscino rudemente. "Non sei al freddo e al gelo! Hai due trapunte e una coperta e siamo a Giugno"- ribatto, con un tono che non ammette repliche -"E ora dormi".
Mi giro per andarmene quando, presa da un'impeto di umanità, torno da lui e lo abbraccio velocemente:"Buonanotte.".
"Buonanotte"- mormora James con un'aria così abbattuta che mi fa venire voglia di scompigliargli i capelli come a un cagnolino.
Non credo che gradirebbe.
Salto sul mio davanzale e rientro in camera.
Spengo la luce e mi infilo nel letto in mezzo a Lily e Mary Anne. Ascolto i loro respiri tranquilli cercando di prendere sonno.

Dopo un'ora e trecentoundici pecore, mi sto ancora rigirando fra le lenzuola. Continuo a pensare a James, che probabilmente non sta ancora dormendo. Che sprimaccia il cuscino, irritato. Che cerca una posizione comoda sul pavimento duro.
Penso a James, che è a soli quattro metri da me.
Scatto a sedere tirando inavvertitamente una gomitata a Lily che si lamenta nel sonno e sguscio silenziosamente fuori dalle coperte.
Vado sul balcone e scruto nell'oscurità cercando di vedere James, ma trovo solo ombre indistinte.
Oh, al diavolo.
Mi do la spinta e riesco ad atterrare in un modo discretamente silenzioso. Tasto il pavimento con le mani, alla cieca, fino a quando non trovo la sua spalla.
Mi sdraio con cautela e appoggio la guancia alla sua schiena. Sento il suo respiro profondo, il cotone fresco e morbido della maglietta, chiudo gli occhi e mi rilasso.
Lo sento muoversi nel sonno e faccio per tirarmi indietro, ma allunga il braccio verso di me e mi trattiene delicatamente.
Parla sussurrando e sento le forti vibrazioni della voce sulla sua schiena.
"Anche tu non riuscivi a dormire?".
"No"- rispondo semplicemente -"Ho provato anche a contare le pecore, ma niente da fare.".
Gli sfioro il viso con una mano e lo sento sorridere.
"Un trucchetto molto sopravvalutato, se vuoi la mia opinione. Con me non ha mai funzionato perlomeno."- replica in tono divertito.
"E cosa facevi allora per addormentarti?".
Finalmente, si gira verso di me.
"Mi portavo a letto il peluche più grande che avevo e lo abbracciavo"- replica solenne.
Scoppio in una risatina soffocata.
"E, in mancanza di peluche sufficientemente enormi.. Ti accontenteresti di me?"- chiedo, in tono fintamente dubbioso.
"Uhm, sì, potrebbe andare.. Anche se non sarai mai all'altezza di Teddy, prendine atto.".
"No di certo"- replico serissima.
"Volevo soltanto che fosse chiaro"- replica con un sorriso malizioso.
Mi bacia la spalla e risale lentamente sul collo, fino ad arrivare alla bocca, mentre mi abbassa delicatamente le spalline del pigiama.
Tutto il mio corpo sta rispondendo con stimoli fin troppo entusiasti. Devo ammettere che trovo tutta questa attrazione un po' snervante. Difficile essere lucida o costruire frasi di senso compiuto, quando i neuroni vanno in vacanza non appena mi ritrovo a meno di dieci centimetri da James.
Come in un sogno, lo vedo tirarsi indietro e sfilarsi la maglietta con un gesto fluido.
Si riavvicina a me con un luccichio incadescente nello sguardo.

Oh-oh.
Non vorrà davvero..
Mi stampa un bacio sulla bocca mentre si appoggia leggero sopra di me.
Sì, vuole davvero.
In preda al panico considero le opzioni che ho davanti. Beh, mica tante in realtà.
Come direbbe Shakespeare, "Farlo o non farlo"?

Da perderci la testa.
Cerco di comporre mentalmente una lista di pro e contro, ma James comincia ad accarezzarmi la schiena e io non riesco più a formulare un pensiero coerente.
Farlo.
Non farlo.
Farlo.
Non farlo.

.. Oddio.
La soluzione arriva, inaspettata, da James.
Si sdraia di nuovo al mio fianco, puntellandosi sui gomiti.
"Sì, questo funziona decisamente meglio delle pecore"- afferma con un sorrisetto soddisfatto -"Buonanotte Chastity".
E appoggia il mento alla mia testa mentre mi circonda le spalle con le braccia.
E io, con la testa pesante e ancora piena di domande, cado subito in un sonno profondo e senza sogni.



Ory_Stardust_95: Eh, m i sono soddisfatta anch'io a scriverla:)
Niente uscita a tre alla fineXD Ci avevo fatto un pensierino, ma poi mi era sembrato troppo agghiaccianteXD
Grazie mille della rensione, a presto!

_Wrath_:*arrossisce* Grazie mille! Wow, era un capitolo corto ma ha fatto successoXD
Grazie mille, davvero, ora finirò per montarmi la testaXD
Sono contenta che ti sia piaciuto, a presto!:)

Happy_Yeah: Grazie mille! Sono contenta che ti sia piaciuto, al prossimo!:)

PaleMagnolia:Oddio che onore! Una delle mie autrici preferite che mi recensisce una storia! Grazie milleXD
Spero ti piaccia anche questo, al prossimo!:)

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Capitolo 18
*** Trenta secondi ***


Sono tornata! Mi spiace di essere sparita così, volevo anche postare un capitolo prima di partire per le vacanze, ma poi non ci sono riuscita:( Chiedo umilmente perdono u.u
Comunque, eccomi qui:)
Per farmi perdonare posto due capitoli, ma non credo che avrò anche il tempo di rispondere alle recensioni:(
Comunque, come sempre, grazie infinite a Candidalametta e a tutte le persone che leggono, seguono e recensiscono questa storia:)
Un ringraziamento speciale a _Wrath_ e Ory_Stardust_95 e a tutte quelle persone che non si arrabbiano per gli aggiornamenti lentiXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Trenta secondi

 

 

  Il sole mi picchietta piacevolmente le palpebre chiuse.
Faccio per stiracchiarmi, ma il movimento mi strappa una smorfia di dolore.
Improvvisamente prendo coscienza del fatto che sono sdraiata su una superficie dura e che non ho nè il cuscino, nè le coperte.
Sono caduta sul pavimento?
Finalmente mi decido, riluttante, ad aprire gli occhi.
Legno.
Pareti di legno.
Pavimento di legno.
Aggrotto le sopracciglia. Cosa diavolo ci faccio nella casetta sull'albero?
Abbasso gli occhi sul mio pigiama e vedo..
Una mano?
Che ci fa una mano sul mio fianco?
Non è mia, decido scuotendo la testa con decisione. No, no.
Risalgo con lo sguardo sul braccio, la spalla, il collo e.. James?!
Grugnisco, passandomi una mano sugli occhi. Mi sento come se mi fossi appena risvegliata da una sbronza colossale.
Ok, stai calma Chastity. Cerca di ricordare.
La giornata passata sembra infinita.
Ho un flash-back fulmineo del sorriso gentile di Louise.
Ma sì. Certo. Io, Mary Anne e Lily siamo andate da Louise.
Per parlare di Tom, ricordo, con uno sgradevole crampo allo stomaco.
Lily è scappata, questo me lo ricordo.
Siamo andate a Bandcourt Park e poi ... In gelateria, giusto?
Ho stampata nella memoria la precisa sensazione delle unghie di Mary Anne affondate nella mia schiena.
I ricordi cominciano a diventare confusi.
Rivedo David in piedi davanti alla mia porta.
"E lui cosa c'entra?"- penso con un gemito assonnato.
Ah, sì.
Sorrido soddisfatta. Ho baciato James mentre David strabuzzava gli occhi come un pesce.
E poi ... James ha perso il treno.
E l'ho portato a dormire nella casetta sull'albero.
E poi, improvvisamente, ricordo tutto distintamente e arrossisco.
 
"Mmm ..."- mugugna James stiracchiandosi.
Rotolo sulla pancia e mi giro verso di lui.
Ha i capelli spettinati e gli occhi gonfi ma è adorabile. Mi sorride e fa uno sbadiglio.
"Dormito bene?"- chiede con voce assonnata.
"Per niente. Credo che non mi sia rimasto neanche un osso sano” - borbotto, cupa.
James muove cautamente le gambe.
"Ti capisco. Mi sento tanto L'uomo di ferro.".
Sorrido, entusiasta:"Ti piace ‘Il mago di Oz’?".
"Da morire."- replica sorridendo in risposta.
"Anche a me! L'avrò visto trenta volte! Non la versione nuova però, quella con Judy Garland che interpreta Dorothy.".
"Somewheere, over the rainboow.."- canticchia lui con voce roca.
Faccio una risatina e poi mi sento gelare il sangue nelle vene.
Il che, a dire il vero, è una cosa assurda.
Pensateci bene: da un punto di vista strettamente fisiologico, quante volte vi può capitare davvero di sentire il sangue diventare solido e freddo come il ghiaccio?

Eppure è appena successo. Ho sentito letteralmente gelarsi il sangue nelle vene.
Scatto in piedi con un senso di nausea improvviso.
"James, i miei saranno in piedi da un pezzo! Se non mi trovano nel mio letto sono morta!"- urlo terrorizzata.
Raccolgo freneticamente le mie cose e mi preparo a saltare sul terrazzo, sforzandomi di pensare lucidamente.
"A che ora parte il prossimo treno per Pittsburgh?".
"Uhm ... Alle undici e un quarto"- risponde James, ancora mezzo addormentato.
Guardo l'ora. Sono appena le dieci.
"Perfetto. Allora io me ne torno a letto e tu rimani tappato qui fino all'ora in cui devi prendere il treno. Scendi dalla scaletta esterna e sgattaioli fuori dal giardino senza farti vedere. Dopodichè, la strada per la stazione la sai. A meno che non ci siano imprevisti particolari dovrebbe andare tutto bene."- replico, concentrata.
Mi giro per saltare quando James mi richiama.
"Chastity?".
"Dimmi.".
James sembra a disagio.
"Ecco ... Io.. Devo andare in bagno."- confessa titubante.


Appunto.
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Sentendomi molto Tom Cruise in Mission Impossible, cammino a passi felpati verso il bagno, con James alle calcagna.
"Ok"- bisbiglio, cercando di mantenere la calma -"Ti posso creare una copertura per circa ... Quaranta secondi. Fai in fretta".
"Ci vuole il tempo che ci vuole!"- soffia James, irritato.
"Non quando si tratta di una questione di vita o di morte"- lo rimbecco, severa -"Quaranta secondi. Se vuoi, puoi metterci di meno, ma assolutamente non di più.".
"Come sei generosa"- sbuffa lui ironico.
Ed è mentre penso a quale maledizione mandargli che si spalanca la porta della camera dei miei.
"Oh, no! No, no, no!"- sussurro terrorizzata.
Afferro James per il braccio e lo trascino in bagno chiudendo la porta appena in tempo.
"Chastity?“.
"Sì, mamma?"- rispondo in tono tranquillo. O almeno ci provo.
"Sei in bagno? Mi serve assolutamente."- replica lei con voce assonnata.
"NOO!"- urlo atterrita, senza riuscire a trattenermi.
"... Come scusa?"- chiede lei, attonita.
In preda al panico apro il rubinetto dell'acqua.
"E' che ... Sto.. Facendo la doccia!".
"Oh, non c'è problema! Devo solo fare pipì."- mi rassicura, abbassando la maniglia.
James mi lancia uno sguardo terrorizzato.
Ci buttiamo simultaneamente sulla maniglia, tenendola sollevata.
"Chastity? Ma hai chiuso la porta a chiave?".
"Ehm.. Sì."- rispondo disinvolta.
"E si può sapere perché?"- domanda mia madre, infastidita.
"Per pudore, ovviamente"- replico, come se avesse detto un'assurdità.
"Oh, adesso sì che è tutto chiaro. Il pudore con tua madre è una cosa strettamente necessaria"- ribatte irritata.
Inizio ad essere a corto di repliche convincenti.
Poi, il colpo di genio.
"Con la pubertà gli adolescenti si comportano in modo strano. Hai una figlia standard, accontentati!"- rispondo, in tono beffardo.
Mia madre sbuffa.
"Oh, molto divertente, Chastity. Ho una figlia standard e molto spiritosa.".
Fa una pausa.
"Diciamo che per questa volta te la cavi. Ma non permetterti mai più di citarmi senza il mio esplicito consenso.".
E si allontana per il corridoio ciabattando.
Mi affloscio sul pavimento con un sospiro di sollievo.
Sbircio dal buco della serratura.
"Ok. Via libera.".
Guardo James dritto negli occhi.
"Trenta secondi. E non fare storie.".
Ed esco dal bagno, aspettandolo sulla porta.

   
 
Rispedisco James nella casetta sull'albero e torno in punta di piedi in camera mia.
Mary Anne e Lily non sono a letto, devono essere già scese.
Entro in cucina con aria circospetta.
"Buongiorno!"- mi accoglie mia nonna con un sorriso.
Lily ha un occhio chiuso e rimesta svogliatamente con il cucchiaio nella scodella di latte. Mary Anne sta divorando un croissant alla marmellata.
"Dormito bene?"- chiedo sorridendo.
".. 'Giorno."- borbotta Lily assonnata.
Mary Anne ha la bocca troppo piena per rispondere ma mi fa un cenno con la testa.
Scuoto la testa ridacchiando e mi siedo a tavola.
In quel momento entra mia madre, che sorride a tutte e inizia a preparare il caffè.
Mia nonna si guarda in giro e lancia un'occhiata verso il soggiorno. Vede il divano, intatto e mi chiede perplessa - "Ma James se ne è già andato?".
Le faccio animatamente segno di tacere.
Per fortuna mia madre sta armeggiando con le tazze e non ha sentito nulla.
"Come dici, Margaret?"- chiede distrattamente.
Mia nonna apre la bocca per rispondere, ma la interrompo, con voce stridula:"Niente! Non voleva dire niente! Ha chiesto.. Se.. Se il caffè si è bruciato.".
"Ah, ecco!"- replica mia mamma, tutta allegra -"No, non preoccuparti devo ancora metterlo sul fuoco.".
Mia nonna mi scruta, con aria indecifrabile.
"A proposito, Margaret, non è che potresti aiutarmi? Ecco ... Ehm, come si accende il fornello?"- domanda mia madre, imbarazzata.
Ora.
Non è che non abbia proprio mai cucinato in vita sua. Diciamo che preferisce fare cucinare le rosticcerie vicino casa, per cui la sua conoscenza su alcune parti della cucina è piuttosto carente.

Fra le altre cose deve ancora capire come si accende il fornello, ecco.
Mia nonna si dirige verso di lei per aiutarla e riesce miracolosamente a far partire la fiamma al primo colpo.
Dopodichè torna a tavola e rimane in silenzio per il resto della colazione, ma continuo a sentirmi addosso i suoi occhi penetranti e indagatori.
Quando Mary Anne e Lily si avviano al piano di sopra, faccio per seguirle ma lei mi afferra per un braccio e mi ferma.
"Noi due dobbiamo fare una bella chiacchierata"- afferma, seria.
E mi trascina in salotto, senza lasciarmi il tempo di scappare via.

 

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Capitolo 19
*** Ti presento i miei/ Il ritorno ***


Ed ecco il secondo! Per quelli che, come me, vanno direttamente all'ultimo capitolo, sappiate che ne ho postati due insieme, quindi se non leggete quello prima, questo potrebbe sembrarvi insensato:)
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Ti presento i miei/ Il ritorno
 
 
 

 
Mia nonna incrocia le braccia, con aria concentrata. Lei è seduta sul divano, io sulla poltrona di fronte.
Sembriamo due generali di eserciti avversari in procinto di attaccare. E lei attacca per prima.
Parla, volevo dire, parla per prima.
"Allora.. Dove ha dormito James?"- chiede calma.
"Beh.. qui."- rispondo, fingendo la stessa tranquillità.
"Qui. Bene. Almeno non l'hai mandato sul marciapiede."- replica sollevata -"Ma dove di preciso? E non dire sul divano, perchè non ci credo."- conclude in tono severo.
Oddio, comincia a ricordarmi molto Margaret Carter-Prescott vecchia versione. Con un rivolo di sudore che mi scende sulla tempia rispondo, disinvolta:"Beh.. Ovviamente lui.. Lui ha dormito nella casetta sull'albero.".
Mia nonna mi guarda dritta negli occhi.
"Perchè?".
"Perchè.. Ehm.. C'era molto caldo e sul divano non sarebbe stato molto fresco.."- balbetto incerta.
Mia nonna scuote la testa gentilmente, come a dire "No tesoro, provane un'altra perchè con questa non mi freghi".
"P-perchè la casetta sull'albero è molto suggestiva..?"- provo ancora, ma lei scuote la testa, risolutamente.
"Allora, perchè.. Beh.. Sicuramente saprai che James soffre di claustrof..".
Mi interrompe, secca:"Ti pongo la domanda in modo diverso: i tuoi genitori sanno di lui?".
Distolgo lo sguardo.
La guardo.
Apro la bocca e la richiudo.
Infine chino la testa e sussurro con un tono di voce a malapena udibile:".. No.".
"E quando avevi intenzione di dirglielo, si può sapere?"- chiede mia nonna, in tono accusatorio.
"Il più tardi possibile."- rispondo sinceramente.
Lei sospira.
"Beh, Chastity, io non ho certo tutte le risposte, ma ti posso dire che quello che stai facendo è sbagliato. Molto sbagliato. Nei confronti di James prima di tutto.".
"Cercavo solo di proteggerlo!"- ribatto, piccata.
"No."- replica mia nonna, in tono ragionevole -"Buttarsi per prendere una pallottola al posto suo significherebbe cercare di proteggerlo. Non presentarlo ai tuoi e farlo dormire all'adiaccio nella casetta sull'albero è solo un modo infantile per renderti le cose più facili.".
Sbuffo.
"Ma perchè nessuno sembra accorgersi che siamo a Giugno?! NON era all'adiaccio! Gli ho dato tre coperte! Gli ho dato un cuscino! Ho dormito lì con lui e mi sono ammaccata la schiena su quello stupido pavimento di legn..".
Mi tappo la bocca con una mano, orripilata.
Cazzo.
Le sopracciglia di mia nonna hanno superato di parecchio la linea dei capelli.
"Chastity.."- inizia, con tono incerto -"Voi.. Avete..?".
"No, no!"- urlo precipitosamente -"Non abbiamo fatto niente, lo giuro!".
Mia nonna mi guarda dritta negli occhi "Ok. Ora, mi dispiace se passerò per stronza, ma devo farlo. James è ancora qui?".
"Ehm.. Sì."- rispondo esitante. Dove vuole andare a parare?
"Bene. Ora, tu vai a prenderlo dalla casetta sull'albero, lo fai andare alla porta di casa e lo presenti ai tuoi come se non avesse passato di nascosto la notte qui. In cambio io ti aiuterò e cercherò di addolcire i tuoi.".
"E se non lo faccio..?"- chiedo con aria spavalda.
Mia nonna mi lancia uno sguardo fiammeggiante.
"Chastity, io non posso reggerti il gioco. Non questa volta. Se non lo fai, mi sentirò costretta a dire tutto ai tuoi.".
Inarco le sopracciglia, con aria interrogativa.
"Tutto."- rettifica mia nonna con voce severa.
Sospiro sconsolata.
Poi mi fuoriesce dalla bocca un fiume di parole incoerente e balbetto qualcosa su Mary Anne e su Charles, sul fatto che è stato un disastro, sul papà di Mary Anne che stava per svenire, sul tè con il latte e il Valium e..
"Chastity"- mi interrompe lei, con voce più dolce -"Ti ricordi quel detto? Via il dente, via il dolore? Forza. Vai.".
Le lancio un'occhiata disperata.
"Mi arrendo."- mormoro infine, abbattuta.
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"Davvero sto per conoscere i tuoi? Davvero davvero?"- domanda James, eccitato.
"Se me lo chiedi un'altra volta"- replico minacciosa -"Ti infilo questo garofano..".
"Ok, ok! Era solo per sapere!"- ribatte James velocemente, osservando diffidente il fiore rosso.
Glielo ficco in mano con aria risoluta:"Sì. Davvero davvero. Ora, ricorda: tu non conosci mia nonna. Non sei mai venuto qui. E, soprattutto, non hai mai dormito con me nella nostra casetta sull'albero.".
Faccio una pausa.
"Prega il tuo Dio, non si sa mai. Buona fortuna."- concludo, in tono cupo.
E sgattaiolo in casa passando per la porta sul retro.
Mi siedo nervosamente sul divano, accanto a Lily e Mary Anne, che sono già state debitamente aggiornate da mia nonna.
Quando suona il campanello mi dipingo sulla faccia un'espressione di adeguato stupore.
"Aaah! Volevo dire, oh! Hanno suonato alla porta! Chi sarà?"- esclamo a voce alta.
Al piano di sopra, i miei accolgono questa dichiarazione con supremo disinteresse. Faccio una smorfia infastidita.
"Hanno suonato alla porta! Chi può essere?"- insisto, alzando il volume della voce. Ancora nessuna reazione.
"La curiosità mi corrode! Hanno suonato il campanello! Chi sarà mai?!"- sbraito istericamente.
"E va bene!"- urla mia mamma, arrabbiata -"Scendiamo! Comunque tu non stai bene, Chastity!".
Sorrido soddisfatta e vado ad aprire.
James mi scocca un sorriso abbagliante.
"Risparmia le smancerie per i miei. Ti serviranno."- replico, secca, trascinandolo in salotto.
E i miei sono lì, seduti sulle poltrone, con aria infastidita.
James si dirige verso mia mamma, le regala il suo sorriso più affascinante e le porge il garofano elegantemente.
Mia madre lo guarda con educato stupore.
"Piacere, sono James."- si presenta lui, stringendo la mano ai miei genitori.
Mia nonna, come da copione gli sorride compiaciuta:"Oh, ma che giovanotto simpatico ed educato! Io sono Margaret, la nonna di Chastity.".
"Molto piacere!"- replica James, con un sorriso ancora più grande.
"Ti si slogherà la mascella."- sussurro laconica, passandogli accanto.
Bene. E' il momento.
Prendo un respiro profondo.
"Mamma, papà, nonna: lui è James."- affermo solennemente.
Mia madre mi lancia un'occhiata perplessa:"Ma sì, ce l'ha appena dett..".
"Il mio ragazzo."- la interrompo, con il cuore in gola.
Chiudo gli occhi in attesa delle reazioni.
Urla, lacrime, svenimenti?
Apro lentamente un occhio.

Mia madre osserva alternativamente James e il garofano, tutta compiaciuta.
Mio padre ha un'espressione totalmente neutra, indecifrabile.
Mia nonna continua a ripetere, tutta allegra:"Oh, ma che bella coppia siete! Non trovi anche tu, Anne?".
"Sì, davvero."- risponde mia madre alla fine, con mio grande stupore.
"E tu, Richard?".
Silenzio.
".. Richard?"- insiste mia nonna, incerta.
"Richard!"- lo rimprovera mia madre, aggrottando le sopracciglia.
Mio padre alza gli occhi su di lei. Con molta difficoltà, sposta lo sguardo su me e James.
Sospira profondamente.
"Beh.."- inizia, schiarendosi la gola -"Beh, ecco..".
E poi, con mio immenso orrore, scoppia a piangere.

"Papà!"- urlo, un po' preoccupata e un po' imbarazzata.
"La mia bambina.. L'abbiamo persa, Anne!"- singhiozza, gemendo.
"Per l'amor del cielo, Richard! Contieniti!"- sbotta mia madre, dandogli delle piccole pacche sulla schiena.
"Dio, ma perchè non abbiamo portato un garofano anche per lui?"- borbotto, esasperata.
Rubo un tulipano da un vaso di fiori e lo ficco in mano a James.
"Daglielo!"- sibilo, autoritaria.
"Non posso regalare dei fiori a un uomo!"- bisbiglia James, orripilato.
"Oh, sì che puoi!"- ribatto spingendolo verso mio padre.
James si dirige a passo incerto verso mio padre. Con palese riluttanza, gli porge il tulipano.
Mio padre alza lentamente lo sguardo.
Fissa il fiore con crescente incredulità.
Infine, lo prende delicatamente e fa un sorrisetto.
"Ehm.. Per lei.. Ecco, mi chiedevo.. Le va bene se esco con sua figlia, signor Prescott?"- chiede James balbettando.
Mio padre lo guarda, serio.
"Beh.. Beh, ecco..".
E scoppia di nuovo a piangere.
"Papà, andiamo!"- lo rimbecco, scocciata. Ha avuto il tulipano, che altro vuole?!
Ma, come ho modo di scoprire, è un pianto molto diverso da quello di prima.
"Certo che va bene.."- risponde mio padre, fra i singhiozzi -"Un ragazzo così educato.. Una così bella coppia.. Non trovi anche tu, Anne?".
Lo fissiamo, allibiti.
"Certo, papà.. Ehm, io vado ok? Con James, va bene?"- chiedo, timorosa.
Scoppia in un nuovo pianto a dirotto:"Ah, quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia, del doman non v'è certezza, chi vuol esser lieto sia!"- recita, in un italiano incerto.
"Lo prendo per un sì."- replico atterrita, trascinando fuori James, Lily e Mary Anne.
Dovrebbe proprio smetterla di leggere tutti quei vecchi stupidi libri di poesie, penso esasperata, mentre camminiamo a passo veloce verso il parco.



Spero vi siano piaciuti, al prossimo!

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Capitolo 20
*** Stupido ***


Eccomi qua:) Il capitolo è un po' corto ma ha una certa importanza:) Spero di riuscire ad aggiornare presto u_u
Comunque. Grazie mille a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia:)
Grazie alla mia inimitabile beta, Candidalametta, e dedico un minuto di silenzio alla dipartita del suo portatile, Wall-e u_u
Spero che vi piaccia, buona lettura!


Là dove non batte il sole - Stupido
 




"Ma come hai fatto?"- chiede James, ancora incredulo.
"A fare cosa?"- ribatto, laconica.
James sembra a corto di parole. Guarda Mary Anne e Lily, in cerca di aiuto, ma loro sembrano altrettanto in difficoltà.
"Beh.."- replica infine, girandosi verso di me -"Lui.. Tuo padre, prima aveva detto.. Insomma, era chiaro che non gli andava molto a genio la cosa. E dopo.. Dopo si è commosso all'idea di me e te insieme! Per un tulipano! Come sapevi che era il modo per fargli cambiare idea?".
Scrollo le spalle:"Non lo sapevo. Ma mia nonna dice che nessuna donna rifiuterebbe una proposta ragionevole da un uomo che le ha appena regalato dei fiori. A quanto pare è così anche per gli uomini.".
Cala un silenzio imbarazzato.
Dopo un po' non riesco più a sopportarlo.
"Beh, cosa facciamo adesso?"- chiedo stiracchiandomi.
"Mmm.."- risponde James pensieroso -"Potremmo andare al Luna Park.. In gelateria..".
"Per negozi!"- lo interrompe Mary Anne, entusiasta -"Ho proprio visto un paio di magliette carine..".
James impallidisce.
"Oh, io invece avevo trovato una salopette di jeans, corta!"- replico, con lo stesso entusiasmo -"E magari diamo un'occhiata anche ai costumi..".
"Certo!"- concorda Mary Anne -"E anche le scarpe.. Ho proprio bisogno di un bel paio di scarpe..".
"Ma.."- pigola James, inorridito -"Il.. Il Luna Park..".
"No, meglio i negozi."- taglia corto Mary Anne, con un gesto stizzito della mano -"Comunque, stavo pensando.. Dovrei dare un'occhiata anche ad un vestitino che ho visto ieri in vetrina, era meraviglioso!".
"Oh, io invece ho visto delle mutandine assolutamente fant..".
"Per favore!"- mi interrompe James, atterrito:"Per favore, non possiamo andare al Luna Park?".
Lo guardo, infastidita.
"Ho detto che andiamo per negozi.".
Lui ricambia con uno sguardo di fuoco.
"E io ho detto Luna Park."- scandisce lentamente. Chiaramente, la prospettiva di ritrovarsi intrappolato in un negozio per tutto il pomeriggio con me e Mary Anne lo terrorizza.
Ma questa è una prova di forza. Non posso cedere.
"Negozi."- sibilo, gelida.
"Luna Park.".
"Negozi!"- strilla Mary Anne.
"Luna Park."- borbotta James, lanciandoci un'occhiata severa.
"Negozi!"- sbraitiamo io e Mary Anne, guardandolo maligne.
"Luna Park.."- ribatte ancora James, ma stavolta sembra più una supplica la sua.
Scuoto la testa, spietata.
"Negozi.".
"Pittsburgh.".
 
.. Mh?
Mi giro, allibita.
Lily ripete, in tono irremovibile:"Pittsburgh.".
"Ma.. Lily.."- comincia Mary Anne, titubante.
Lily annuisce, decisa.
"Ho detto Pittsburgh.".
"Lily.. sei sicura..?"- insisto io, preoccupata.
Lei mi lancia uno sguardo freddo e determinato.
"Sì.".
Raccoglie la borsa e poi si gira verso di noi.
"Andiamo".
Ci zittiamo e la seguiamo docilmente.
L'ho detto e lo ripeto: Lily dovrebbe mettere la sua voce a disposizione dello Stato. Sono sicura che riuscirebbe a domare qualunque cavallo selvaggio o a far scoppiare a piangere un discreto numero di generali dei Marines con quel suo inquietante tono autoritario.
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Scendiamo nella stazione affollata e ci dirigiamo in silenzio fuori dalle grandi porte di vetro.
"Dov'è?"- mi chiede Lily, con tono accusatorio.
Non mi prendo nemmeno la briga di rassicurare James, che ci guarda spaesato. "Seguimi."- replico con un filo di voce.
Ripercorriamo lentamente e a testa china la strada che io e James avevamo fatto pochi giorni fa.
Beh, noi camminiamo lentamente e a testa china.
Lily corre a lunghe falcate e si guarda intorno terrorizzata come se si aspettasse di essere aggredita da un mostro ad ogni angolo. Ma vista la situazione è più che comprensibile.
Quando arriviamo al negozio di dischi, il suo sguardo si posa immediatamente, come calamitato, sull'insegna.
Lily impallidisce.
"Non svenire!"- esclamo, correndo subito a sorreggerla -"Vuoi sederti?".
Lei prende un profondo respiro.
"No. Sto bene.".
Ma dal suo tono l'ultima cosa che si percepisce è che stia realmente bene.
James mi lancia uno sguardo perplesso, ma gli faccio segno di non preoccuparsi.
In fondo non è lui a dover rincontrare un padre perduto da anni.
Poi io e Mary Anne prendiamo Lily per mano ed entriamo nel negozio timorose, come delle bambine al primo giorno di scuola.
 
Il negozio è deserto e sonnacchioso e finiamo per passare in rassegna tutti gli scaffali, fingendo disinvoltura mentre James continua a non capire un accidente di quello che stiamo facendo e si limita a seguirmi, disorientato. Io e Mary Anne riusciamo anche a sembrare interessate a dei vinili dei Pearl Jam.
Beh, ad onor del vero, io sono interessata.
Insomma questo è "Ten"! E' introvabile! Chissà quanto costa..
"Avete bisogno?"- chiede una voce gentile. Una voce gentile, calda e profonda.
Rimaniamo paralizzate davanti ad un poster di Jimi Hendrix ai tempi di "The Lizard King".
Lily si sta mordendo il labbro come se volesse staccarselo e si appoggia a Jimi come se ne andasse della sua vita.
Un rumore di passi attutito e.. Eccolo lì.
Tom si dirige verso di noi sorridendo.
Con quel sorriso.
Io non riesco a trattenere un gemito.
"Ciao Tom!"- lo apostrofa James con un sorriso.
"Ciao James!"- replica lui tranquillo.
"Come va?"- chiede James, dandogli una pacca sulla spalla.
Tom è più vicino. Ci scruta e il suo sguardo si ferma su Lily.
"Non c'è male..".
Fa una pausa, esitante.
Poi aggrotta le soppraciglia, confuso.
"Ma.. Tu..".
Si avvicina ancora, con un lampo di comprensione negli occhi chiari.
"Ehi, ma tu.. Tu non sei..?".
Lily lo guarda e annuisce debolmente.
Apre la bocca per rispondere, ma Tom la interrompe.
"Ma sì, sei tu! L'amica di James! Chastity, giusto?"- esclama allegro.
A me.
Stava parlando con me.
Lily distoglie lo sguardo e corre via.
Sono quasi sicura di aver sentito un singhiozzo soffocato, ma spero disperatamente di sbagliarmi.
James e Tom guardano a bocca aperta il punto dove era Lily.
"Ma che le è preso?"- chiede Tom, attonito.
Lo guardo.
Vorrei dirgli che ha appena assistito all'equivoco più brutto della sua vita. Vorrei dirgli che ha appena non riconosciuto sua figlia.E che questo è inaccettabile. Vorrei dirgli che è un grandissimo stupido.
Ma non faccio niente di tutto questo.
Io e Mary Anne ci scambiamo un'occhiata lanciandoci all'inseguimento di Lily.
Mentre ci fiondiamo fuori dalla porta a vetro riesco a sentire la voce di Tom che domanda, perplesso:"Ma fanno sempre così le tue amiche, James?".



Sì, oggi rispondo!:) Allora:
_Wrath_: Sì, trovi anche tu?XD Quella scena è assolutamente folle, grazie a Dio mio padre non ha mai reagito cosìXD
Almeno credo.
Sono contenta di averti sorpreso, perchè se potessimo prevedere tutto ci stuferemmo di questa storia in cinque secondi, invece nemmeno io so dove voglio andare a parare, quindi.. XD
Grazie mille, al prossimo!

Gixi: Sì, mi scuso, non so se riuscirò mai ad aggiornare in modo puntuale -.- comunque grazie mille per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo!
Al prossimo(speriamo prestoXD)

leti10: *arrossisce violentemente* Ma no, dai.. XD *fa un gesto civettuolo con la mano*
Ok, a parte gli scherzi, WOW! In un ora? Sono onorataXDXD
Spero ti piaccia anche questo( e concordo assolutamente sulle quattordicenni u_u)
Al prossimo, grazie mille per la recensione!

DracosWife: Ok, a parte il fatto che adoro il tuo nickname ^_^
Grazie mille! Sono contenta che ti piaccia la storia:) Spero ti sia piaciuto anche questo, alla prossima(perchè recensirai.. vero? *sguardo minaccioso* scherzoXD)!

Dafny: Aah, grazie! Quali sono le altre storie che hai letto?:9
Beh, comunque, grazie per la recensione e riguardo al ragazzo per Lily.. Si vedràXD
Al prossimo!

Mattamaty: Ahah, in effetti hai ragione sulla cosa delle striscieXD Scusa se non scriverò quasi nulla, ma stanno per strapparmi il computer dalle mani, per ora ti dico grazie mille!
Alla prossima!

caramella_gommosa: Sei tornataaa! Prima di tutto sono passata a leggere il capitolo nuovo,adesso devo scriverti una risposta alla recensione a tempo di record perche la bibliotecaria sta battendo il piede coon impazienza dietro di me XD
Ok, Grazie mille e non preoccupartim per i capitoli non recensitiXD
Spero ti sia piaciuto anche questo, al prossimo!>br>

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Capitolo 21
*** Simon ***


Mi scuso infinitamente per il ritardo:( Lo so che questa sta diventando la mia frase d'apertura fissa ormai, ma non posso farci niente:( Un ritardo di un mese è, beh.. Imperdonabile. u.u
Comunque.
Questo è il nuovo capitolo, spero che vi piaccia:)
Entra in scena un nuovo personaggio, non so ancora se avrà una certa importanza o no.. Ditemi cosa ne pensate:)
Purtroppo oggi non riesco a rispondervi, è già tanto se riesco ad aggiornare:(
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Simon



 

Sono già pronta a correre a perdifiato verso la stazione, quando Mary Anne mi prende per un braccio e mi ferma.
La guardo alzando un sopraciglio mentre mi indica col mento un punto sul pavimento.
Lily è lì.

E' seduta con la schiena appoggiata al muro e le gambe incrociate e apparentemente calmissima. Apparentemente.
Mi avvicino e chinandomi cautamente verso di lei, appoggiando le mani sulle ginocchia.
"Lily"- la chiamo tranquilla -"Andiamo alla stazione?".
Lei lancia un'occhiata al cielo e scrolla le spalle.
"Può darsi. Non lo so."- risponde in tono noncurante, come se avesse molte opzioni fra cui scegliere, inclusa quella di restarsene lì seduta in mezzo alla strada.
Mary Anne mi guarda, impotente.
Prendo un respiro profondo.
"Ok."- ribatto, impassibile, sedendomi di fianco a lei.
Lily mi lancia un'occhiata allibita.
"E se non mi alzassi per altre.. Tre ore? Rimarreste qui ad aspettare lo stesso?".
Annuisco.
"Ma l'ultimo treno per Penn Hills è fra quarantacinque minuti."- insiste, girandosi verso Mary Anne.
Lei, per tutta risposta, si siede elegantemente vicino a Lily.
"James potrebbe uscire dal negozio da un momento all'altro."- ritenta, voltandosi verso di me.
"Non importa."- replico pacificamente.
Lily fa passare lo sguardo da me a Mary Anne, sbalordita.
"I turisti vi guardano.".
Lancio un'occhiata veloce al marciapiede di fronte.
Oddio, è vero. Scattano anche delle foto.
Forza Chastity. Resisti.
Resisti.
Mi giro di nuovo verso Lily, scrollando le spalle con aria indifferente e torno a fissare il pavimento in silenzio.
Improvvisamente mi sento avvolgere da un calore confortante che non ha niente a che vedere con l'afa del tardo pomeriggio.
Ricambio l'abbraccio, mentre sento i capelli di Lily solleticarmi il collo.
Lily si gira e stringe affettuosamente anche Mary Anne.
I turisti ora sono come impazziti e scattano un milione di foto al secondo, neanche avessero detto loro che hanno appena contratto una malattia allo stadio terminale e che questo è il loro ultimo giorno di vita. Onestamente, più che innocui europei sembrano dei paparazzi spietati.
Bah. Volto la testa di lato, stizzita e mi ritrovo con gli occhi all'altezza di un paio di Converse beige parecchio consumate. Alzo lo sguardo fino a che non incrocio due occhi azzurri estremamente divertiti.
"Non. Dire. Niente."- scandisco con aria truce.
"Ok."- replica James, con la bocca che freme per trattenere una risata.
Rimane in piedi qualche istante, in silenzio, mentre si sente in sottofondo il rumore assordante degli scatti delle macchine fotografiche.
Si china verso di me e mi sussurra all'orecchio:"Credi che dovrei mettermi in posa?".
"Credo che dovresti andare a casa."- ribatto, stringendo le labbra per non ridere.
"Mh. Credo che dovrei darti retta. Per questa volta."- sussurra, alzando le mani in segno di resa -"Ma sappi che voglio una spiegazione ragionevole per tutto questo. Anzi, la pretendo."- conclude poi, con tono più serio.
"La avrai. Prima o poi.".
"Ci conto."- replica, abbandonando quell'espressione tesa e regalandomi un sorriso allegro. Mi scocca un bacio sulla testa, saluta Lily e Mary Anne e si allontana con quel suo tipico passo rilassato.
"Di nuovo da sole!"- esclama Lily allegra.
Mary Anne alza gli occhi al cielo:"Fantastico."- mugola, senza convinzione.
"Già, grande."- borbotto, ravviandomi i capelli.
Ripiombiamo nel silenzio.
Sto scacciando una formica dalla mia scarpa quando sento una presenza di fianco a me.
"Sai, ci ho ripensato. La spiegazione la voglio adesso.".
Alzo lo sguardo, sbalordita.
"Dov'è finita la parte in cui tu mi davi retta e andavi a casa?"- ribatto, irritata.
"Da qualche parte insieme a quella in cui tu continui a rimandare tutte le spiegazioni."- replica James, asciutto.
Sospiro, esasperata:"Senti, James: sono stanca. E' una situazione complicata. Non ho voglia di spiegartela in questo esatto momento, specialmente ora che ti stai comportando come Glenn Close in una delle sue parti da psicopatica.".
"Glenn Close?"- ripete, offeso.
"In una delle sue parti da psicopatica."- puntualizzo, impassibile.
"Glenn Close?!"- ripete ancora, in tono oltraggiato. Si direbbe che sia questa la cosa che l'ha offeso di più.
Mi giro verso Mary Anne e Lily allargando le braccia, impotente. Mary Anne fa spallucce di rimando. Lily serra la mascella.
Oh-oh.
Conosco quell'espressione. Non promette nulla di buono. Assolutamente.
"James."- replico di slancio -"Ti chiamo e te lo spiego. Stasera. Te lo prometto. Però adesso vai.. Sul serio.".
Gli lancio uno sguardo supplichevole.
Per un qualche imperscrutabile motivo, lui mi ascolta e se ne va.
La mascella di Lily si rilassa e io tiro un sospiro di sollievo.
Mary Anne si studia le unghie, Lily fissa ostinatamente nel vuoto e, in generale, tutte e tre facciamo uno sforzo titanico per ignorare i turisti e le loro macchine fotografiche. Sono intenta a controllarmi le doppie punte, quando, con la coda dell'occhio vedo un ragazzo biondo di fianco a me.
Giuro che se è ancora James, lo ammazzo.
Sbircio da dietro i capelli.
No, non è James.
Lo scruto con discrezione. Ha i capelli biondi, come James, ma qui finisce tutta la somiglianza. Dio, con la coda dell'occhio ci vedo proprio male.
Ha i capelli biondi e lisci, dicevo, ma un po' lunghi, con un ciuffo di capelli che gli piove sulla faccia che in origine doveva essere una frangia, suppongo. Ha gli occhi di uno sgargiante verde scuro, un viso dolce da elfo e un sorriso da ragazzino. E mi sta fissando.
Mi sta fissando. Apertamente.
Dopo un po' inizio a sentirmi seriamente in soggezione.
Mi sposto di lato.
".. Lily?"- bisbiglio assestandole una gomitata nel fianco.
"Che c'è?!"- risponde con un sibilo, massaggiandosi le costole.
"Lily, che faresti se uno sconosciuto ti fissasse?"- chiedo con un filo di voce.
Lily mi lancia un'occhiata sospettosa.
"Cos'è, un test?".
"No.".
"Di che diavolo state parlando voi due?"- bisbiglia Mary Anne, intervenendo nella conversazione.
"Allora è una domanda trabocchetto."- insiste Lily, ignorandola.
"No."- replico sottovoce, con espressione solenne.
Mary Anne sbuffa, irritata.
"Allora, qualcuno mi vuole spiegare che sta succedendo qui?!"- sibila incrociando le braccia, sdegnata.
Lily continua, ignorandola bellamente:"Qui c'è un trucco, lo so.".
"Ti dico di no.".
"Allora, di che si tratta?"- sibila Mary Anne.
"Non ne ho idea. Chastity si comporta in modo molto strano."- risponde Lily, osservandomi con aria diffidente.
"Mary Anne, tu cosa faresti se uno sconosciuto ti fissasse?"- le chiedo sottovoce.
Lei mi fissa a lungo.

".. E' un test?"- replica poi, confusa.
"Hai visto? Hai visto? L'ha pensato anche lei!"- sibila Lily agitando il dito.
"No, non è un test!"- ribatto con aria truce.
"E perchè stiamo sussurrando?!"- bisbiglia Mary Anne, in preda al panico.
Deglutisco e inspiro profondamente. Poi indico con la testa il ragazzo biondo.
Lily e Mary Anne per tutta risposta mi lanciano uno sguardo vuoto.
"Hai il torcicollo?"- chiede Lily, aggrottando le sopraciglia.
Scuoto la testa e ripeto il gesto di prima.
Lily si massaggia la base del naso, con aria pensierosa.
"Hai.. Un.. Tic nervoso?"- riprova, ma io scuoto di nuovo la testa.
"Oh, la so! La so!"- esclama Mary Anne con aria trionfante -"E'.. 'Il ponte di Londra sta crollando'! ".
"Mary Anne, devi smetterla di guardare "Matrimonio a quattro mani"! Non ti fa bene!"- esclama Lily, esasperata -"E tu, vuoi piantarla di fare il mimo d'eccezione e deciderti ad usare le tue dannatissime corde vocali?!"- sbraita rivolta a me.
"Credo che stesse cercando di indicarvi me."- suggerisce una voce gentile e divertita.
Lily e Mary Anne si zittiscono e osservano il ragazzo biondo con occhi sgranati.
".. Credete che ci abbia sentite?"- bisbiglia Mary Anne, con espressione dubbiosa.
"Lily mi sta fissando."- sussurro, scrutandolo preoccupata -"Ci sta fissando.".
Lily lo osserva in silenzio.
Lui si avvicina e si ferma di fronte a lei.
"Lily, si è avvicinato!"- sussurro concitata -"Che facciamo?".
"Guardate che vi sento."- replica lui, divertito.
Lily si alza in piedi con piglio deciso, lo guarda dritto negli occhi e gli salta al collo.
Un momento.
Sotto i miei occhi stupiti vedo Lily e lo sconosciuto impertinente che si abbracciano come due gemelli siamesi separati da vent'anni.
"O mio Dio, Simon! Non ci posso credere, sei proprio tu!"- sta strillando Lily con un sorriso che sprizza gioia da tutte le parti -"Quando sei tornato?!".
"Esattamente.."- Simon lancia un'occhiata all'orologio, sorridendo sornione -"Un'ora e ventitrè minuti fa.".
"Ma tu eri in Australia! Lui era in Australia!"- mi informa girandosi verso di me come se fosse stato trasportato fin qui dentro la tasca di un canguro gigante.
"Australia. Ehm.. Certo."- replica Mary Anne grattandosi la testa.
"Australia. Ovvio."- rincaro la dose, annuendo convinta.
"Ascolta, adesso devo andare, ma mi devi chiamare appena arrivo a casa! Ecco il mio numero!"- esclama Lily, tutta elettrizzata, scribacchiando le cifre su un cartoncino -"Chiamami! Ok?".
"Certo! Ho un sacco di cose da raccontarti!"- replica lui, dandole un abbraccio stritolante -"Ci vediamo Lily!".
E si allontana a passo allegro.
".. Lily?".
"Sì?".
Mi schiarisco la gola:"Chi cavolo era quello?".
Lily sorride, estatica:"Un mio amico d'infanzia. Il mio migliore amico. Si era trasferito a Sidney quando avevamo sette anni, sai, così io non credevo.. Insomma, non speravo di rivederlo in qualche modo, ci sentivamo solo via mail! E ora è qui! E' tornato!".
Si gira verso i tedeschi:"Simon è tornato!"- li informa con un urlo a tutto volume.
Per tutta risposta riceve uno scroscio di scatti fotografici, ma non ne sembra turbata.
Si risiede a gambe incrociate fra me e Mary Anne.
Rimaniamo immobili e in religioso silenzio fino a quando Mary Anne fa un colpetto di tosse discreto:"Il treno.. Fra un quarto d'ora..".
"Oh, giusto."- replica Lily, in tono di scusa.
Come ad un comando prestabilito ci alziamo tutte in piedi e ci dirigiamo a passo svelto verso la stazione.
Siamo in fila per comprare i biglietti, quando Lily sussurra, con voce rotta:"Comunque.. Grazie, ragazze. Per tutto.".
Mary Anne le appoggia una mano sulla spalla.
Io le sorrido e replico:"Dovere.".
Lily fa una risatina.
"Che c'è?"- chiede Mary Anne, lanciandomi un'occhiata ansiosa.
"Ehi, sareste davvero rimaste lì sedute per tre ore?"- chiede Lily, senza smettere di ridere.
Scrollo le spalle, sorridendo soave:"Beh, no. In realtà ce ne saremmo andate dopo aver autografato le foto ai turisti.".
Lily mi dà uno scappellotto sulla nuca:"Traditrice!".
"Dai, Lily, sarebbe stato maleducato andare via subito! Cosa avrebbero mostrato poi agli amici a casa quei poveri turisti come souvenir?"- replica Mary Anne sarcastica, schivando svelta lo schiaffo di Lily.
E mentre saliamo sul treno non posso fare a meno di immaginare, con una punta di apprensione, quei turisti tedeschi che mostrano a casa le nostre foto:"Qveste strane ragazze sedute qvi.. Gott, gente pericolosa a Pittsburgh, sono tvtti pazzi Hans.."- borbotta la signora grassa che ha scattato le foto, mostrandole ad un uomo dai capelli chiarissimi, che annuisce serio. Mentre nell'angolo, il piccolo Friedich col naso lentigginoso promette a sè stesso di non andare mai e poi mai a visitare l'America, e tantomeno Pittsburgh..
"Dio, devo davvero smetterla con questi film mentali" penso, mentre torno alla realtà con uno scossone del treno che parte.




Beh, eccolo qui:) Spero che vi sia piaciuto, al prossimo!

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Capitolo 22
*** Houston ***


Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia e, immancabile, grazie a Candidalametta, la mia beta insostituibile:)
Questa volta sono riuscita ad aggiornare in tempi decentiXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Houston





Uscite dalla stazione camminiamo svogliatamente senza una direzione precisa.
"Beh, che ne dite di Gerard Butler?"- chiede Mary Anne, ravviandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Oh, lui è forte, mi piace. Un po' sul genere Russel Crowe."- replico annuendo.
Lily arriccia il naso.
"Mah.. Io sono più per il metrosexual, mi sa. Tipo Orlando Bloom, Adam Brody, cose così.. Mary Anne?".
"Concordo con Lily. Bocciato. Gerard Butler non comparirà nella classifica." annuisce convinta.
.. Che cosa? Facciamo una top ten mentale degli attori più sexy di Hollywood e non inseriscono Gerard Butler?
Inaccettabile.
"Votare per maggioranza non è valido se siamo solo in tre."- borbotto, scuotendo la testa.
"Non è mica una legge."- ribatte Mary Anne in tono pratico.
"Ah si? Allora mi appello al Quinto Emendamento."- replico con un sorrisetto di superiorità.
Non so nemmeno cosa dica il Quinto Emendamento, ma suona così terribilmente bene quando lo dicono nei film che dev'essere qualcosa di molto intelligente.
"Guarda che quello è l'Emendamento con cui ti appelli al diritto di non parlare."- precisa Lily, con aria annoiata.
.. Accidenti.
"Va beh, allora che ne dite di un compromesso? Rinuncio a Gerard Butler, ma voglio Russel Crowe.".
"Ok."- replica Mary Anne -"Ma lo mettiamo all'ottava posizione.".
"Seconda."- ribatto, agguerrita.
"Settima.".
"Terza.".
"Sesta.".
"Quarta.".
"Quinta.".
"Ok."- accetto a malincuore, scrollando le spalle -"Ma Adam Brody dev'essere almeno dopo la quinta posizione."- mi impunto con aria severa.
"Bene!"- esclama Mary Anne sfregandosi le mani soddisfatta -"Da qui in poi le cose dovrebbero essere in discesa. Johnny Deep?".
"Promosso.".
"Assolutamente."- replico, rincarando la dose.
Mary Anne si sfrega il mento pensierosa.
"George Clooney?".
"Oh, no, basta. Ha stufato ormai."- mugugno, alzando gli occhi al cielo.
"Concordo."- annuisce Lily.
"Ok"- soggiunge Mary Anne tracciando un'immaginaria X nell'aria -"Bocciato. E con questo abbiamo finito."- decreta con un sospiro.
"Ma no, dobbiamo ancora decidere la settima posizione!"- la rimbecca Lily, aggrottando le soppraciglia.
Per tutta risposta Mary Anne sbuffa, corrucciata.
"Beh, ci sarebbe.. Owen Wilson?"- chiedo, con aria pensierosa.
"Stai scherzando!"- replica Lily, incredula.
"Che c'è? E' simpatico."- ribatto, indignata.
"Questa è la classifica degli uomini più sexy di Hollywood."- sottolinea Mary Anne, mentre Lily al suo fianco annuisce con convinzione.
"Beh? E' un uomo molto carismatico."- puntualizzo, in tono sostenuto.
"Se si parla di carisma, allora io propongo Sean Connery."- replica Mary Anne con aria sognante.
Nel caso ve lo stesse chiedendo, sì, ha una cotta per lui. L'ho accompagnata personalmente al cinema ad ogni, dannatissima replica di Mission Impossible. Ha il soffitto tappezzato di foto, poster e ritagli di giornale. Quando eravamo piccole si era addirittura soprannominata Miss Moneypenny.
Insomma, è terribile.
"No. No. Assolutamente no."- ribatte Lily, irremovibile.
"Assolutamente."- insisto, in tono perentorio -"E' un matusa. Un vecchio. Un dinosauro. Praticamente una mummia.".

".. Cielo, spero proprio che non sia la stessa opinione che avete di me."- replica una voce sottile e divertita.
"Louise!"- esclama Mary Anne con un grande sorriso, abbracciandola di slancio.
"Come state ragazze?"- chiede Louise, ricambiando l'abbraccio.
"Beh.."- rispondo esitante, guardando Lily -"Noi stiamo.. Uhm..".
"Diciamo che è proprio una bella domanda."- mi salva Lily, con tono distaccato -"Oggi siamo andate a Pittsburgh, ho incontrato.."- si ferma un attimo come per scegliere le parole da usare. Riesco a vedere chiaramente i suoi pensieri, come dei fumetti sopra la sua testa.

"L'ex marito di mia madre? No, è troppo formale.
'Lui'? No, troppo criptico.
La mia genesi è ridicolo. Forse.. Mio padre..?".

Ma poi sembra decidersi per qualcosa di meno doloroso.
".. Tom e non è andata molto bene. A livello razionale so che che era impensabile che mi riconoscesse, ma sono comunque emotivamente distrutta. Oh, e ho incontrato un mio amico che è appena rientrato dall'Australia dopo otto anni! Non è incredibile?".
Louise incrocia il mio sguardo e fra noi avviene una fulminea conversazione telepatica sul tono "Houston, abbiamo un problema.".
".. Un'incredibile coincidenza!"- replica infine Louise, con entusiasmo, concentrandosi sulla seconda parte della frase -"Come si chiama?".
"Simon!"- risponde Lily, -"Eravamo vecchi amici, sai..".
E si immergono in una fitta conversazione, con me e Mary Anne come mute spettatrici.

Lily e Louise sono talmente prese da non accorgersi del fatto che c'è un uomo sul marciapiede di fronte a noi che ci fissa incuriosito.
Ricambio lo sguardo dello sconosciuto con un soppraciglio alzato, espressione che, almeno nelle mie intenzioni, vuole mandare un messaggio tipo:"Beh? Che hai da guardare? Sparisci."

"Che succede? Hai il mal di testa?"- si informa Mary Anne, perplessa, scrutandomi la faccia.
Nelle mie intenzioni, dicevo.
"Sì, un po'."- replico semplicemente, rinunciando all'espressione da dura -"Mary Anne, hai idea di chi sia quello?"- chiedo indicandolo in modo discreto. Almeno nelle mie intenzioni.
"No."- risponde lei, aggrottando le soppraciglia -"Ma chiunque sia, si sta dirigendo qui.".
Mi giro.
Oddio, è vero. Attraversa la strada a grandi passi e si ferma esattamente di fronte a noi.
Sorride e allunga la mano verso di me. Nel farlo, la manica della camicia si sposta rivelando un tatuaggio sull'avambraccio.
Mary Anne strilla e gli allontana la mano.
Io strillo di rimando e allontano la mano di Mary Anne.
Louise e Lily riemergono dalla conversazione e si girano spaesate verso di noi.
Mary Anne mi fissa allibita.
Non necessariamente in quest'ordine.
Io afferro con delicatezza (almeno nelle mie intenzioni) il braccio del ragazzo in questione e lo sposto all'altezza degli occhi di Mary Anne, che legge la scritta tatuata sull'avambraccio.
Mary Anne arrossisce all'istante e si tappa la bocca con una mano, orripilata.
"Ehm, sì, io sono Philip."- replica lui, divincolandosi con garbo e mostrando la scritta rosso scarlatto "Philip & Louise" anche a Lily, a mò di biglietto da visita.
"Philip, queste sono Mary Anne, Chastity e Lilian."- ci presenta Louise, storcendo la bocca per non ridere.
"Molto lieto."- replica Philip con un sorriso divertito -"Anche se mi era stato detto che eravate delle ragazze educate e tranquille.".
"Ehm, sì, facciamo sempre una pessima prima impressione"- sdrammatizza Mary Anne, rossa come un'estintore.
Per tutta risposta Philip fa una risata educata e poi si gira verso Louise, come in attesa di qualcosa.
Louise fa un sorrisetto civettuolo e si sporge verso di lui.
Oddio, non posso guardare.
L'amore non ha età, ok.
Ma è come vedere la nonna che si mette l'eyeliner e ti dice che i suoi l'hanno messa in punizione per il quattro in chimica.
Come posso dirlo in modo politicamente corretto? E' qualcosa di.. Qualcosa di..
Oh, al diavolo.
Fisso il pavimento con aria disinvolta, sempre nelle mie intenzioni, fino a che non sento più suoni compromettenti.
"Ragazze adesso devo scappare ma venite a trovarmi presto, ok?"- ci saluta Louise, briosa, mano nella mano con Philip.
"Certo!"- replico con voce un po' stridula -"A presto!".
Mary Anne Lily si limitano a fare ciao ciao con la mano, ammutolite.
Cala il silenzio.

Per un lunghissimo secondo evitiamo insistentemente di guardarci.

"Beh.."- comincia poi Lily, schiarendosi la voce -"Forse noi dovremmo.. Ehm.. Dovremmo andare..".
"A.. Casa?"- suggerisce Mary Anne, titubante.
".. Sì. Casa."- replica Lily, annuendo con decisione.
"Ok."- concordo io.
Nessuna di noi si muove.
"Sentite.."- inizia Lily, a disagio -"Anche a voi.. Anche a voi sembra.. Ecco..".
"Sì, anche a me sembra così strano."- rispondo in tono colpevole -"Lo so che non c'è niente di male, lo so che è Louise, ma.. Beh..".
"Neanche io sono riuscita a guardare."- ammette Mary Anne, completando la mia frase.
"Grazie a Dio non sono l'unica, mi sentivo un mostro."- sussurra Lily, in tono dispiaciuto.
"Già."- replico semplicemente.
"Ehi, che ne dite, vi va di cenare a casa mia? Stasera ordiniamo cinese."- propone Lily in tono pratico, cambiando argomento.
"Per me va bene"- risponde Mary Anne, sorridendo -"Chastity?".
"Non lo so.. Dovrei chiamare James stasera."- replico, indecisa.
"Dai, puoi chiamare anche da casa mia!"- insiste Lily -"Giuro che non ascolteremo la telefonata."- aggiunge serissima.
"Giuri?".
"Giuro."- replica in tono solenne.
"Allora va bene."- rispondo tutta allegra. Adesso che l'ha proposto mi è venuta proprio voglia di mangiare cinese.
Cioè, anche di passare una serata con le mie migliori amiche, è ovvio.
Solo, se avessero ordinato messicano forse non avrei ceduto così facilmente, ecco.
Sospiro, un po' più leggera e mi incammino verso casa in silenzio seguita a ruota da Mary Anne e Lily.
Arriviamo davanti alla grossa porta in legno massiccio e Lily bussa due volte.
La porta si spalanca.
E' Elise, e ha l'aria infuriata.
"Ciao mamma!"- la saluta Lily, in tono noncurante.
" 'Ciao mamma'?"- ripete Elise incredula, serrando la mascella in un modo terribilmente simile a Lily -"E' questo tutto quello che sai dirmi?".
Lily inarca le soppraciglia, perplessa:"Perchè, che cosa dovrei dirti?".
"La famiglia di Simon è tornata dall' Australia. Lo sapevi?".
"Beh, sì.."- replica Lily, sulla difensiva -"Ma tu come..".
"Ma certo che lo sapevi,"- la interrompe Elise, con aria tesa -"Dal momento che oggi hai incontrato Simon, che gli hai scritto il numero di casa e che lui ha chiamato per salutare. Ero anche piuttosto contenta di sentirlo, ti dirò. Fino al momento in cui mi ha detto dove vi siete incontrati oggi, ovviamente.".
Lily rimane in silenzio, completamente immobile.
"A Pittsburgh. Mi sono detta:'Ma che motivo può avere Lily per andare a Pittsburgh?'. Così ho chiesto a Simon dove ti ha vista esattamente. E lui mi ha risposto:'Fuori da un negozio di dischi.'. E, vediamo, indovina un po' come si chiamava?"- continua Elise, in tono furioso.
Lily apre la bocca per replicare.
"Lily, perchè diavolo sei andata a trovare Tom, si può sapere?!"- chiede Elise, pallida per la rabbia.
Mary Anne si gira verso di me con uno sguardo inequivocabile. Houston, siamo fottuti.





DracosWife: Grazie, grazieXD
Sono contenta che ti siano piaciuti i turistiXD Comunque, sappi che nei prossimi capitoli la storia avrà un colpo di scena, chiamiamolo così:)
Riguardo a Tom e Lily, come mi ha fatto giustamente notare la mia beta, devo stare attenta a non farlo diventare un drammone in stile Beautiful, perchè questa è una commedia:)
Ma mi ha anche rassicurata che finchè Chastity continua a rimanere così idiota non c'è rischioXD
Spero che ti piaccia anche questo, al prossimo!

SweeTDemly: Wow, in tre giorni? Complimenti!:)
Sono contenta che ti piaccia, spero che ti piaccia anche questo capitolo:)
Al prossimo!

Ory_Stardust: E il meglio deve ancora venire*si frega le mani e ride fra sè e sè*
Ha avuto un debutto in società davvero idiota, povero SimonXD
Grazie mille dei complimenti, non me li merito:)
Spero ti piaccia anche questo, al prossimo!

caramella_rosa_gommosa: Ciao cara:) Sono contenta che Simon ti piaccia, io personalmente lo adoro*_*
Una tresca con Lily? Non tentarmiXD
Non saprei, preferivo avessero un rapporto innocente, si vedrà:)
Grazie della recensione, al prossimo!

_Wrath_: Sei tornata!!:) Eh, sì, mi sei mancataXD
Sono contenta che Simon stia facendo faville, spero solo di non averlo fatto più carino di James, perchè James deve essere il maschio alfa, insomma u.u
Grazie mille della recensione e non preoccuparti, so benissimo cosa si prova quando il computer si ribella alla tua volontà -.-
Al prossimo!
 

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Capitolo 23
*** La fuga ***


Grazie a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia:) E grazie a Candidalametta, la mia fantastica beta che trova anche il tempo di recensirmi:)
Mi scuso per il capitolo che è un po' corto e per non poter rispondere alle recensioni, sto postando il capitolo tipo in dieci minuti:(
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - La fuga





Io e Mary Anne indietreggiamo impercettibilmente.
Onestamente, credo che uno debba avere un gran fegato a fronteggiare Elise in questo momento.
E' come vedere quello sguardo inquietante di Lily al quadrato.
E'.. Terrificante. Dico sul serio.

".. Così irresponsabile! Come hai potuto? Non avrei mai immaginato che facessi una cosa del genere! Sono così delusa..".
E Lily.. Beh, Lily è anche peggio. Credo.
".. Tu? IO dovrei poter avere fiducia in te! Ho dovuto sapere tutto da un diario! Ma ti rendi conto? Un diario! E in ogni caso se Chastity non avesse conosciuto James e non mi avesse portata lì ancora non l'avrei visto!".

Elise mi lancia uno sguardo fiammeggiante e sento lo stomaco stringersi per la paura.
Istintivamente indietreggio ancora e cerco il braccio di Mary Anne.
"Questo è del tutto irrilevante! Se finora non ti ho mai fatto incontrare Tom ci sono dei motivi validi, non credi? Dio, se solo l'avessi saputo mi sarei trasferita sicuramente molto più lontano da Pittsburgh!".
Un momento.
"Come, scusa?!"- replica Lily sconvolta, con un filo di voce.
"Hai capito benissimo!"- ribatte Elise, fuori di sè -"Cosa avrei dovuto dirti secondo te?! 'Oh, tesoro, papà abita a dieci fermate di treno da qui. Ma noi non andremo mai a trovarlo, quindi mettiti l'anima in pace, ok?'. Che diavolo avrei dovuto dirti, eh?".
.. No, un momento.
Lily la guarda, incredula:"Tu sapevi?! Lo sapevi? Da quanto tempo lui abita a Pittsburgh? Sapevi anche che ha riaperto il negozio? Che altro sai?!"- la aggredisce, gesticolando furiosamente.
"Non ha mai riaperto nessuno, stupido negozio! E' lì, dove è sempre stato!"- replica Elise, con gli occhi lucidi.
Lily si copre la faccia con le mani.
"Lily.."- sospira Elise, toccandole una spalla.
Lily si divincola e la guarda con uno sguardo indescrivibile. Odio, rabbia e gelido distacco, tutto insieme.
"E' sempre stato lì. Lui è sempre stato lì."- mormora, come parlando a sè stessa.
Elise tenta di nuovo di avvicinarsi, ma Lily indietreggia, scuotendo la testa.
"Non. Toccarmi.".
Indietreggia ancora. Alza lo sguardo, gelido.
"Me ne vado. Io me ne vado.".
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(17 ore dopo)

Ci può dare quattro.. No, cinque biglietti per Cleveland, per favore?"- chiede Lily cortesemente all'addetto dietro lo sportello di vetro.
Non riesco a credere a quello che sto facendo.
Oddio, lo sto facendo davvero.

Il mio primo tentativo per scappare di casa è stato a quattro anni e mezzo.
Ho preso un maglioncino e una scatola di biscotti, sono andata fino alla fermata dell'autobus più vicina a casa e mi sono seduta lì.
L'idea di base era buona, niente da dire.
Ma, dal momento che c'era una specie di sciopero, la stazione era chiusa e non passava nemmeno un'autobus.
I miei mi hanno ritrovata in circa tre ore, durante le quali mi sono spazzolata tutti i biscotti.

Tentativo numero due: avevo otto anni. Ho riempito uno zainetto di vasetti di yogurt e cracker, sono andata a piedi fino ad un fienile semi-abbandonato e ho deciso di fermarmi lì per la notte.
Purtroppo, i cracker si sono sbriciolati completamente e gli yogurt fuori dal frigorifero sono andati a male, quindi quando ho cominciato a sentire i morsi della fame me ne sono tornata a casa.
La mia indipendenza è durata circa cinque ore e mezza.

I tentativi tre, quattro e cinque sono altrettanto deludenti, quindi non mi era rimasta molta speranza e nemmeno tanta voglia di riprovarci.
Ma quando ce ne siamo andate lasciando Elise sulla porta di casa e Lily ci ha chiesto:".. Venite con me?", con uno sguardo da capretto seviziato.. Non ce l'ho fatta a dirle di no.
"Ehi, credi che dovremmo prendere qualcosa da leggere? E' lungo il viaggio?"- chiede Mary Anne, sfogliando distrattamente delle riviste di gossip.
No, nemmeno lei ce l'ha fatta.
"Mah, io penso che mi farò un sonnellino, non dovrebbe durare più di tre ore. Ma se vuoi prendile pure, per sicurezza."- replica James, passandosi una mano sul viso assonnato.
Ok. Suppongo che ora vi starete chiedendo chi è il quarto.
Dunque. Dopo aver detto di sì a Lily, siamo andate a casa mia a prendere soldi, vestiti e, soprattutto, a chiamare James. Ma, mentre io e Mary Anne eravamo impegnate a preparare le borse Lily ha chiamato Simon, gli ha raccontato quello che è successo e gli ha chiesto se conosceva qualche posto dove andare. Lui ha detto di sì e così.. Eccoci qui, diretti a Cleveland.
Purtroppo quando Lily ha finalmente riattaccato non c'era più tempo di rispiegare di nuovo tutta la storia, quindi a James ho semplicemente detto:"Non posso spiegarti niente, ma verresti con me in un posto?".
Lui ha preso un treno per Austintown, dove siamo adesso. Fra poco passerà la coincidenza che ci porterà a Cleveland. Questo è tutto.
Non voglio pensare razionalmente a quello che sto facendo, perchè sono sicura che impazzirei.
Dio mio, l'unica cosa che so di Cleveland è che ci stiamo andando e che il biglietto per andarci costa quattro dollari e venticinque centesimi.
"A Cleveland abitano i miei cugini, Rick e Abby. Non ti preoccupare! La conosco come le mie tasche."- replica Simon, con un sorriso rassicurante.
Oh, grandioso. Ho pensato ad alta voce.
"Ti capisco, è davvero seccante. Capita spesso anche a me e la cosa peggiore è che non me ne rendo conto."- risponde Simon, trattenendo educatamente una risata.
Mi tappo la bocca con una mano, arrossendo all'istante.
Accidenti.
James mi stringe con un braccio e, nonostante tutto, mi rilasso. Per la prima volta, da ore, mi sento davvero bene.
Sono in paradiso.
"Addirittura? Oh, così mi fai arrossire."- replica James, con un sorriso ironico.
Mi mordo il labbro maledicendo la mia linguaccia.
"Scusa."- mormoro, afflitta.
"Figurati. Di cosa vuoi scusarti? Del fatto che continui a lasciar uscire dalla bocca tutto quello che pensi senza filtrare nulla? Di avermi chiamato ad un'ora assolutamente impoponibile per farmi una richiesta assolutamente assurda? Di avermi reso complice di una fuga collettiva di adolescenti? Di avermi trascinato qui quasi contro la mia volontà? Ma andiamo."- replica James con tono ironico.
Mi accoccolo sul suo petto in silenzio, ridacchiando fra me e me.
Questo ragazzo ha davvero un certo non so che. Forse ne è valsa la pena, dopotutto. Forse.
"Però. Mi lusinghi."- sussurra James, in tono estremamente divertito, stringendomi con un braccio.

.. Oh, accidenti.
Saliamo sul treno, entriamo in uno scompartimento pressochè deserto e ci sistemiamo in sedili vicini. Mary Anne si immerge nella lettura di "Hello!", Lily e Simon fanno le parole crociate insieme e James cerca una posizione più o meno comoda per dormire.
Io sento improvvisamente tutta la stanchezza del giorno precedente e crollo addormentata sul sedile rivestito in poliestere azzurrino pensando in che diavolo di guaio mi sono cacciata.





Spero vi sia piaciuto, al prossimo!

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Capitolo 24
*** Cleveland ***


Ok, la buona notizia è che oggi ho tempo di rispondere:)
La cattiva notizia è che il prossimo capitolo arriverà un po' in ritardo(più in ritardo del solito, ecco) e voi mi uccidereteXD
Beh, ringrazio tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia e soprattutto ringrazio Candidalametta, la mia fantastica beta che mi impedisce di scrivere troppe cavolateXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Cleveland

 
 
 
 
".. Come le tue tasche, eh?!"- sbotto in tono sarcastico in direzione di Simon, strofinando le mani tra loro per scaldarle.
"Guarda che così non semplifichi le cose a nessuno!"- mi rimbecca Lily, seduta tutta impettita sullo schienale di una panchina di fianco a Mary Anne.

Io sono in piedi davanti a loro che cammino e gesticolo come una povera pazza. Me ne rendo conto, ma non posso farne a meno.
"No, ha ragione lei!"- replica Simon, gesticolando più furiosamente di me -"Sono un idiota! Lo so benissimo che ho un pessimo senso dell'orientamento, non dovevo offrirmi come guida!"- conclude chinando la testa, mortificato.
E, ovviamente, ora sono io a sentirmi un verme.
Accidenti.
Lancio un'occhiata speranzosa al portone del motel mentre prego qualche Dio buono in vena di ascoltare un’adolescente scappata di casa.
Ti prego, ti prego, fa che ora esca James e dica che pernottare per una notte costa meno di ventinove dollari a testa.
Giuro che aiuterò diecimila vecchiette ad attraversare la strada.
E andrò davvero alla messa di Natale invece di svignarmela, tornare in chiesa alla fine di tutto e dire che ero in ultima fila.
Ti prego.

Mi giro.

Mary Anne sta mormorando fra se e se e Lily sta sistemando ossessivamente il collo del dolcevita nero che indossa.
Credo che anche loro stiano pensando qualcosa di simile ad una preghiera.
Simon sembra un cane bastonato e mi fa veramente tenerezza in questo momento.
"No, no"- ribatto dolcemente, battendogli una mano sulla spalla -"Non ti preoccupare. Va tutto bene. Ora James uscirà dal motel e ci dirà che accettano di ospitarci e che abbiamo abbastanza soldi per una notte. Ne sono sicura.".
".. Beh, se vuoi te lo dico. Ma credo che dovremmo passare al prossimo motel della lista."- replica James in tono amareggiato, arrivando silenziosamente alle mie spalle.
"Ma questo era l'ultimo della lista!"- ribatte Lily, mordendosi nervosamente il labbro.
Simon mi guarda, disperato.
Sento arrivare l'inizio di una crisi isterica e mi sforzo di respirare normalmente.

Ok Chastity.
Inspira.
Espira.
Potremmo chiamare i cugini di Simon. Lancio un'occhiata all'orologio.
O forse è meglio di no. Se vogliamo avere una minima chance di farci ospitare da loro nei giorni a venire, dovremmo evitare di svegliarli nel cuore della notte per farci venire a prendere in macchina dall'altra parte della città.

Mhmh.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.

Ok. Non mi viene in mente nient'altro.

"Siamo fottuti."- annuncio con aria impassibile.
Simon annaspa, emettendo un gemito strozzato. Lily e Mary Anne si guardano, impotenti.
James si guarda intorno, concentrato.
"No, non lo siamo."- afferma alla fine, in tono pratico e con un'inesplicabile sorrisetto sulle labbra -"Dovremmo solo ridimensionare un po' i nostri standard.".
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Il sole mi ferisce gli occhi dietro le palpebre chiuse. Una folata di vento gelido s'infiltra sotto la mia maglietta.
Un sassolino mi colpisce la fronte.
No, un momento.
Mi metto a sedere e, con lo sguardo annebbiato, vedo due bambini di circa otto anni che mi fissano come se fossi un gorilla in una gabbia.
"Guarda, si è svegliata."- bisbiglia quello con i capelli rossi e le lentiggini all'altro ragazzino magro con i capelli castani.
Poi, con la massima naturalezza, raccoglie un altro sassolino e me lo lancia dritto sulla guancia.
"Ehi!"- protesto io, con la voce impastata -"Che ti salta in mente?".
"Si sta arrabbiando!"- sussurra l'altro, entusiasta. Si fruga nella tasca e mi lancia una ghianda che si infila nella mia maglietta.
"Centro!"- esultano i due mocciosi, battendosi un cinque.
Emetto un suono bestiale, mi alzo in piedi e raccolgo un sasso dall'aria pesante.
I ragazzini scappano via, lanciandomi sguardi terrorizzati.
Io riappoggio il sasso a terra e mi spolvero le mani, soddisfatta.
"E che non vi venga più in mente di disturbarmi, bulletti!"- urlo nella loro direzione, con un gesto di ammonimento.

Mi risiedo sulla panchina di legno del parco.
James, sdraiato di fianco a me, si rigira nel sonno e si lamenta.
Lancio un'occhiata agli altri.
Lily è stravaccata su tre quarti della panchina, mentre Mary Anne è acciambellata come un gatto sull'angolo più estremo.
Simon, in mancanza di altre panchine, si è dovuto adattare a dormire seduto, con la testa appoggiata al sedile, vicino a quella di Lily.
Sembrano due piccoli norvegesi, due personaggi delle favole. Hansel e Gretel. Kay e Gerda.
Qualcosa del genere, insomma.
Comunque.

Mi stiracchio cercando di mettermi comoda, nella speranza di scrollarmi di dosso la fastidiosa sensazione di aver dimenticato qualcosa.
Mi liscio la maglietta e osservo infastidita la ghianda che cade e rotola per terra.
Dannati bulletti.
Mi sto studiando le unghie quando qualcosa scatta nel mio cervello.
Mi giro verso Lily e Mary Anne. C'è come qualcosa che manca. E' una sensazione assurda. Le guardo e penso che lì, da qualche parte dovrebbe esserci.. Dovrebbe esserci..

".. Il bulletto!"- esclamo tirandomi una pacca in testa, mentre James si sveglia di soprassalto.
"Cos.. Che c'è? Che succede?!"- chiede con la voce impastata.
"Charles! L'abbiamo dimenticato!"- rispondo io girandomi verso di lui.
James mi fissa in silenzio per qualche secondo. Sono quasi sicura che stia per domandarmi chi diavolo sia Charles, ma poi si sveglia del tutto, nei suoi occhi si accende una scintilla di comprensione e si tira una pacca in testa.
"Accidenti, è vero! Pensavo che l'avrebbe avvertito Mary Anne.. Ma perché non l'ha chiamato?"- replica James mettendosi a sedere.
Apro la bocca per rispondere ma la richiudo subito.
Già, perché non l'ha chiamato?

Insomma.
Chiamare James è stata la prima cosa a cui ho pensato.
Perfino Lily ha chiamato subito Simon.
E Charles invece.. Mary Anne non l'ha nemmeno nominato da quando siamo partiti.

".. Sai, James, questa è proprio una bella domanda."- rispondo semplicemente, accoccolandomi vicino a lui per scaldarmi.
Con la coda dell'occhio osservo Mary Anne che dorme pacificamente.
"Quando ti sveglierai dovremo fare una bella chiacchierata noi due."- mormoro fra me e me.
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Dopo tre ore, durante le quali abbiamo fatto colazione, abbiamo chiamato il cugino di Simon, ci siamo fatti dare le indicazioni per la strada, abbiamo preso un autobus e siamo finalmente arrivati a casa sua, non ho ancora parlato a Mary Anne.
Non che non ci abbia provato, no.
 

"Mary Anne, senti, ti dovrei chiedere una cosa.".
"Mh? Dimmi.".
"Ecco.. Volevo sapere perché..".
"Oh, toast francesi! La mia passione!".

"Mary Anne?".
"Sì?".
"Volevo chiederti una cosa. Sai, quella di prima. Ecco.. Come mai..".
"Oh, accidenti, stiamo perdendo l'autobus! Corri!".
"Ma.."
"Non parlare! Corri!".
 
Insomma i casi sono due: o si tratta di pure coincidenze, oppure ha fiutato qualcosa ed evita l'argomento.
Stringiamo la mano a Richard e ad una sua esuberante amichetta(Amy? Ally?) e ci sistemiamo nella camera degli ospiti. Lily scarica con malagrazia lo zaino per terra e torna subito al piano di sotto, mentre io e Mary Anne appoggiamo la nostra roba sul letto e ci sediamo in silenzio.
Ok. E' il momento.
Respiro profondamente per farmi coraggio.
"Mary Anne?".
"Sì? Dimmi."- replica tranquilla.
"Volevo chiederti.."- mi muore la voce in gola.
Accidenti, è più difficile di quello che credevo.
"Ehm.. Niente.".
Ripiombiamo nel silenzio e Mary Anne comincia a sistemare i suoi vestiti nell'armadio. Sta piegando una maglietta corta di un verde acceso, quando decido di riprovarci.
"Mary Anne?".
"Sì?".
"Volevo chiederti..".
"Mi sembra di averla già sentita."- replica in tono ironico, lanciandomi un'occhiata divertita.

Oh al diavolo! Che cosa ci vorrà mai? Devo solo essere calma e diretta. Un gioco da ragazzi.

"Beh.. B-bella giornata eh? Mio padre la chiama l'estate indiana.".
Un gioco da ragazzi, dicevo.
"Ecco.. Insomma.. Fra te e Charles va tutto.. Mh.. Bene?".
Mary Anne trattiene per un attimo il respiro, pietrificata.
"Chiedevo solo per sapere"- replico precipitosamente -"E' solo che, sai, io ho chiamato James e Lily ha chiamato Simon e tu non nomini Charles da quando siamo partiti, anzi, anche da prima ora che ci penso e allora volevo sapere se.. Se andava tutto bene.".
Mary Anne si riscuote dalla sua immobilità e alza il mento con un gesto secco.
"Sì. Magnificamente. Alla grande."- replica infine, in tono brusco e atono.
La scruto, confusa.
"Ci siamo lasciati.".
 
La mia mascella deve aver probabilmente toccato terra. Come sempre, quando si tratta di rivelazioni da parte di Mary Anne.
Accidenti anche a lei.





Ory_Stardust_95: Sì, sì che ritornano:)
Sì, beh, in effetti è una cosa piuttosto impulsiva, ma considerando chi è Lily, tutto è possibile u.u
Comunque, dicono che l'ottanta percento dei bambini cerca di scappare di casa, non perchè ci sia una ragione plausibile, ma perchè fa figo ecco u.u
E' una cosa così idiota che non potevo non farla fare a ChastityXD
(Fra parentesi, adoro Heath Ledger e Jake Gyllenhal e "i segreti di Brokeback Mountain*_____*
Non so come ho fatto a non metterli O.O Beh, visto che le altre posizioni della lista non sono specificate, fai conto che siano alla seconda e terza posizione. *ammicca* Perchè alla prima posizione ci metto Johhny Depp, non ci sono discussioni. *annuisce*).
Grazie per la recensione, al prossimo!

DracosWife: *arrossisce* Wow, grazie!:)
Comunque la storia della mamma e del papà di Lily verrà fuori presto u.u
Grazie per i complimenti, al prossimo!

Gixi: Sì, ultimamente finisco tutti i capitoli in modo crudele, me ne rendo conto u.u
Grazie mille per la recensione, al prossimo!

_Wrath_: Ahahah, ok per il premioXD
Diciamo che.. Uhm..
Ok, minuscola anticipazione:): il prossimo capitolo si intitola "Crisi", quindi fatti un po' i tuoi conti :)
Concordo riguardo alla fuga romantica con James *___*
Grazie per la recensione, al prossimo!

caramella_rosa_gommosa: Non preoccuparti del ritardo, cara:)
Sei perdonata:)
Ma che non succeda più è_é
Dai, scherzoXD
Ahaha, anch'io da piccola sono scappata di casa per protesta con la mia gemella, la bicicletta e il gatto, ma siamo arrivate circa in fondo alla viaXD
Comunque. Ti sei resa conto che io ripeto"Comunque", almeno tante volte quanto tu ripeti" Comunque sia"?
Dobbiamo trovare dei sinonimiXd Ad ogni modo, grazie per la recensione, al prossimo!

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Capitolo 25
*** Crisi(Parte Prima) ***


Allora. Mi scuso come sempre per il ritardo:( Credevo di riuscire a postare prima ma non ce l'ho fatta:(
Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e seguono questa storia e ringrazio infinitamente Candidalametta, la mia sempre fantastica beta, senza la quale questo capitolo non avrebbe mai visto la luce u.u AmenXD
Che dire, sempre sotto consiglio della mia beta ho diviso il capitolo in due parti, altrimenti vi sareste sicuramente sparati nelle palle a leggerlo(lei l'ha detto in modo più carino, ma aveva assolutamente ragioneXD), perchè sarebbe stato un mattone indigeribile:)
Quindi, eccolo qui! Buona lettura!:)


Là dove non batte il sole - Crisi(Parte Prima)





Non posso crederci.
"Voi.. Cosa?".
"Ci siamo lasciati. Cioè, io ho lasciato lui."- risponde Mary Anne con aria impassibile.
La guardo in silenzio, allibita.
Lei ricambia lo sguardo con aria di sfida.
"Ok"- replico io cercando di mantenere un tono condiscendente -"Io.. Mi dispiace. Cos'è successo?".
"Lui.. Noi.."- Mary Anne si interrompe con un'espressione mortificata, mentre comincio a vedere la sua facciata di indifferenza sgretolarsi. Mi lancia uno sguardo perso.
".. Non lo so."- conclude infine con un filo di voce -"Un minuto prima stavamo parlando, poi stavamo discutendo e lui mi ha detto.. Certe cose. Ho seguito l'impulso e gli ho detto che con me aveva chiuso.".
"Ma.. Non hai provato a parlarci? A fare pace?"- chiedo, stupita.
"Oh, sì."- replica Mary Anne con tono amaro che mi fa venire i brividi -"Certo che l'ho fatto. Ma non mi ha ascoltata.".
Continuo a scrutarla in silenzio. Non può essere tutto qui.
"Non solo. Ha detto.. Delle altre cose. Cose davvero offensive, Chastity. E, ad essere sincera, sono stufa.".
"Stufa di cosa?"- riesco finalmente a chiedere.
"Di tutto. Di me. Di lui. Mi sentivo soffocare. E così ho chiuso. Fine.".
Assume un'espressione dura e impenetrabile, mentre finisce di piegare meticolosamente l'ultima maglietta.
"Mary Anne, non puoi chiudere con lui per una cosa così infant.."- inizio in tono ragionevole, ma lei mi interrompe, stizzita:"Chastity, non sarai nè tu nè nessun altro a dirmi quello che posso o non posso fare, è chiaro? Non voglio parlarne.".
E si allontana giù per le scale a passi pesanti.

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(Un'ora dopo)
Mary Anne ha sequestrato Lily e si rifiuta di parlarmi. Richard ha annunciato frettolosamente che doveva sbrigare una certa cosa con Amy/Ally ed è scomparso. James e Simon sono impegnatissimi in un torneo di videogiochi e sparano a centinaia di alieni pestando ferocemente sui controller dell'xbox.
Io sono uscita a fare due passi sulla spiaggia per sfuggire un po' all'atmosfera opprimente che c'è in casa.
Sto borbottando fra me e me e prendo a calci con rabbia lo stesso sasso da almeno dieci metri, quando sento delle risatine soffocate a pochi metri da me.
Mi fermo.
"Shh, non vorrai farti sentire!"- sussurra ridendo la voce di un ragazzo.
"E se anche fosse?"- replica la ragazza con una risatina maliziosa.
Che strano. Le due voci mi sono in qualche modo familiari.
Non voglio assolutamente indagare sull'identità dei due, nè tantomeno su quello che stanno facendo, ma dopo aver fatto due passi in avanti mi si para davanti uno spettacolo inequivocabile.
Richard e Amy/Ally(prima o poi dovrò cercare di scoprire come diavolo si chiama) sono avvinghiati e praticamente mezzi nudi su un telo blu scuro, totalmente ignari del fatto che il loro "nascondiglio" è perfettamente visibile anche a venti metri di distanza.
"Oh, beh", penso fra me e me, divertita ,"Almeno la spiaggia è praticamente deserta.".
E decido di andarmene prima di assistere ad altre cose compromettenti.




(Due ore dopo)
Sono appena rientrata a casa. Di Richard ancora nessuna notizia.
Mary Anne si è tappata in camera e ogni volta che provo ad aprire la porta anche solo di uno spiraglio, mi fulmina con lo sguardo e mi chiede in tono gelido di andare via. Lily e Simon sono in cucina, a metà di un'avvincente partita a Monopoli, ma in compenso James è libero e tutto per me.
"Ehi!"- lo apostrofo, lasciandomi cadere sul divano accanto a lui.
"Ehi."- replica con un sorriso dolce.
"Allora, come va? Hai ucciso molti alieni?"- chiedo in tono interessato, raggomitolandomi contro il suo fianco.
"Erano mutanti."- mi corregge con aria solenne -"Comunque, no. Simon mi ha stracciato senza pietà."- conclude imbronciato.
"Beh, se ti può consolare ora Lily l'ha praticamente ridotto in mutande a Monopoli e lui ha più di tre proprietà ipotecate."- ribatto serafica, stiracchiandomi.
"Sì, adesso mi sento meglio."- replica lui, con un sorrisetto soddisfatto -"E tu invece, dove eri sparita prima?".
Scrollo le spalle.
"Sono andata a fare un giro sulla spiaggia."- rispondo in tono vago -"Oh, indovina? Ho incrociato Richard e Amy/Ally.".
".. Chi?"- chiede perplesso.
"Ma sì. Alta, bionda e molto magra. Ce l'ha presentata prima, ti ricordi?".
James scoppia a ridere.
"Oh, sì, me la ricordo. Ma credevo si chiamasse Abigail."- mi informa, ironico.
A-ha! Abigail, ovvero Abby. Ecco come si chiama.
"Comunque sia."- replico in tono noncurante -"Non sapevo che fossero fidanzati!".
"Ma loro non sono fidanzati!"- esclama James.
Come sarebbe?
"Ah.. no?".
"No. Come potrebbero? Sono fratello e sorella!".
COME SAREBBE?

E poi, improvvisamente, collego tutto.
Richard e Abigail, ovvero Rick e Abby. Come ho fatto a essere così stupida? Come diavolo ho fatto a non capire subito che erano tutti e due cugini di Simon?
"Che idea!"- ridacchia James.
Se non fossi così, come dire, scossa, probabilmente mi godrei il momento perchè James è adorabile quando ride. Gli si arrossano le guance e gli diventano lucidi gli occhi. E fa una smorfia meravigliosa quando si arruffa i capelli alla fine della risata.
Proprio come adesso. Aaaaah..
"Ma come ti è venuto in mente?"- mi domanda stupito.
"Beh, prima li ho visti.."- .. Che si slinguazzavano su un lido deserto, avviluppati come due piovre in calore, mentre scartavano un Condom?
Uhm.
".. Molto affettuosi e ho pensato fossero fidanzati. Mi sono sbagliata!"- rispondo in tono fintamente allegro.
In quel preciso momento Rick entra dalla porta. Di Abby nessuna traccia.
Oddio.
Con tutte le cose che potrei pensare in questo momento, l'unica immagine che mi si affaccia alla mente è l'agghiacciante quadretto incestuoso-pornografico di lui e Abby sulla spiaggia.
Oddio.




(Tre ore dopo)
"E così ha troncato il discorso?"- domanda James, con aria preoccupata.
"Già."- replico, abbattuta.
Lily mastica in silenzio i popcorn. Ci siamo tappati in cucina con una scusa per una riunione di emergenza. Non è normale che è Mary Anne si comporti così.
Lo sarebbe per Lily, lei prende sempre decisioni impulsive. Potrebbe esserlo per me, perchè io faccio spesso delle cose senza motivazioni sensate. Ma non Mary Anne.
Lei è quella riflessiva, attenta e giudiziosa.
C'è qualcosa che non va, ma non capisco cosa.
Oddio, in realtà, a grandi linee credo che il problema stia nel fatto che la mia migliore amica chiaramente non è in sè e non ha intenzione di rivolgermi la parola, senza contare che sono scappata di casa e mi stanno ospitando i cugini incenstuosi di un tizio che conosco a malapena.
Ok, ok Chastity. Un dramma alla volta. Prima di tutto pensiamo a Mary Anne.

".. Allora, questi pop corn?"- chiede Rick ridendo, infilando la testa in cucina.
"Arrivano subito!"- replico io, in tono leggero strappando la ciotola di mano a Lily.
Lei per tutta risposta mi lancia un'occhiataccia.
"Allora, cosa facciamo con Mary Anne?"- bisbiglio io, ignorandola, mentre Rick torna dagli altri.
James fa spallucce guardandomi con aria spaesata.
Lily sbuffa, si riprende la ciotola dei popcorn e sibila:"Niente. Lasciamola stare per ora. Ha tutto il diritto di prendersi un po' di tempo per riflettere in pace.".
E si dirige in salotto con decisione, senza dire altro. Io e James la seguiamo in silenzio e ci accoccoliamo sul divano mentre scorrono i titoli d'inizio del film.
"Oh, 'La dura verità'? E' il mio film preferito!"- esclamano in coro Lily e Simon, raggianti.
"Non ci posso credere, avete parlato contemporaneamente!"- replicano insieme Mary Anne e Rick, ridendo.
Questo causa un'altra raffica di irritanti risatine sincronizzate. James mi guarda, accigliato.
"Noi non ce l'abbiamo una frase da dire insieme?"- bisbiglia, aggrottando le soppraciglia.
Prendo un respiro profondo. Conto fino a dieci.
"No, James. Non ce l'abbiamo."- replico semplicemente, fiera del mio autocontrollo, dal momento che il mio primo istinto era piuttosto di scuoterlo e sbraitare:"Ma che razza di domande fai?!".
O qualcosa del genere, insomma.
Lui mi guarda, sospettoso:"Quindi non ce l'abbiamo? Davvero?"- ripete, giusto per essere sicuro.
Reprimo l'improvviso desiderio di spingerlo giù dal divano e respiro profondamente. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci.
"No"- confermo infine in tono paziente -"Perchè, ne senti la mancanza?".
"Che schifo di coppia che siamo"- borbotta cupo, per tutta risposta -"Non abbiamo neanche una frase concordata.".
Per evitare di rispondere mi ficco in bocca una manciata di pop corn e inghiotto la replica intelligente che avrei voluto dire. Qualcosa sul fatto che la qualità di una relazione si basa anche su altre cose, tipo la fiducia e la sincerità, per dire.
Tanto mi avrebbe risposto:"Sì, sì, ma cosa ce ne facciamo se non sappiamo nemmeno parlare contemporaneamente?!".
Bah.
Mi immergo nel film, raggomitolandomi pacificamente su di lui.
Mentre Catherine Heigl è allo stadio che ascolta le istruzioni di Gerard Butler dall'auricolare, mi giro distrattamente verso Mary Anne, ridacchiando.
Poi torno con lo sguardo allo schermo, ma il mio cervello ha registrato qualcosa di strano.
Mi rigiro.
Mary Anne è accoccolata sul divano con le braccia intorno alle ginocchia. Con tre braccia attorno alle ginocchia.
Con un certo stupore mi rendo conto che il terzo braccio è di Rick. Come in un eco lontana risento la voce di Lily:
"Lasciamola stare per ora.".
Giusto, rispondo mentalmente all'eco, annuendo con convinzione.
"Ha tutto il diritto di prendersi un po' di tempo per riflettere in pace.", insiste l'eco in tono conciliante.
Ma certo, penso, annuendo ancora.

".. Chastity, che stai facendo?"- bisbiglia James, confuso.
Lo guardo, valutando freneticamente tutte le possibilità che ho davanti.
"Lasciamola stare per ora.", mi ricorda l'eco, in tono ammonitore.

.. Oh, al diavolo.
Gli indico con discrezione Mary Anne e Rick. Lui allunga lo sguardo verso di loro con naturalezza e rimane come pietrificato. Vedo una vena pulsare pericolosamente sulla sua tempia. E' arrabbiato. Molto arrabbiato.
Poi, improvvisamente, mi rendo conto della portata della mia stupidità. Ma certo che lo è. Charles è amico suo. Dio, perchè non ho ascoltato Lily?
Prima di vederlo esplodere gli appoggio delicatamente una mano sul braccio.
Lui mi lancia uno sguardo sofferente.
"Devo andare in bagno."- annunciamo all'unisono, dirigendoci in fretta fuori dal salotto. Gli altri scoppiano in risatine maliziose, ma in questo momento non mi importa.
Entriamo nel bagno ricoperto di piastrelle bianco panna e chiudo la porta con cura. Rimaniamo in silenzio per un attimo.
"E così adesso abbiamo anche la frase concordata, non è meraviglioso?"- mormoro ironicamente, in tono nervoso.
James rimane muto a fissare con interesse la decorazione di una piastrella.
"James?".
Ancora silenzio.
Prendo un respiro profondo e ritento.
"James? Lo so che sei arrabbiato.".
"Perchè, avevi davvero qualche dubbio che non lo fossi?"- sbotta in tono sarcastico.
"Ehi, non provare a prendertela con me adesso, guarda che io non ti ho fatto proprio niente!"- ribatto, irritata.
Lui mi lancia uno sguardo indolente, senza replicare.
"Senti,"- replico, usando ogni briciolo della mia pazienza per mantenere un tono tranquillo -"Lo so che sei arrabbiato. Ma tutto questo non ha senso. Lui l'ha trattata male, lei l'ha lasciato. E poi Mary Anne è una persona matura, può fare da sola le sue scelte.".
James mi guarda incredulo.
"Quindi tu la difendi?".
"Non la sto difendendo."- puntualizzo, aggrottando le soppraciglia -"Dico solo che..".
"La stai difendendo!"- ripete James, infuriato.
Prendo un respiro profondo.
"No, non la sto difendendo!"- ribatto, sentendo montare la rabbia -"Non approvo niente di quello che sta facendo Mary Anne, se proprio lo vuoi sapere! Ma è proprio questo il punto: non sono io a dover decidere quello che lei può o non può fare. E nemmeno tu. James, promettimi che non farai niente per impicciarti o per risolvere la situazione a modo tuo. Niente intuizioni, niente trovate geniali, niente azioni affrettate. E' chiaro?"- concludo, con il fiato corto.
James mi lancia uno sguardo freddo e ferito ed esce lentamente dal bagno senza dire una parola.
Io rimango immobile per un momento, poi mi precipito in salotto pronta a fare la sfuriata del secolo.
Arrivo a passo di marcia davanti al divano. James rimane ostentatamente girato verso la parete mentre Lily e Simon mi guardano incuriositi.
Apro la bocca per prendere fiato, quando noto un particolare agghiacciante.
Mary Anne Richard non ci sono.
Non ci sono.
".. Dov'è Mary Anne? E Richard?"- sfiato, timorosa della risposta.
"Sono andati a fare un giro."- risponde Simon, dando conferma a tutte le mie paure.
"Dove?"- chiedo ancora, mentre il mio cuore manca un battito.
Lily e Simon, si guardano, confusi.
"Non lo sappiamo"- risponde infine Lily, girandosi verso di me -"Hanno detto che dovevano sbrigare una cosa e se ne sono andati via di fretta.".
"O mio Dio, o mio Dio, ti prego dimmi che non l'ha fatto"- mormoro in preda al panico.
Ed esco di casa correndo a precipizio, seguita a ruota da una Lily molto preoccupata.





Gixi= Ecco qui.. Ehm, credo che per sapere di Charles e Mary Anne dovrete aspettare ancora un po':(
Prometto solennemente che nei prossimi capitoli lo spiegherò *alza la mano destra e annuisce*
Grazie per la recensione, al prossimo!

DracosWife= *arrossisce* Oddio, GRAZIE! *__*
Sono davvero contenta che ti piaccia così tanto:):)
Per quanto riguarda i bulletti, giuro, non lo soXD
E' bello sapere che qualcuno apprezza i miei deliriXD
Spero ti piaccia anche questo, al prossimo!:)

Wrath=Eccomi qui, cara:)
Eh, io ci ho provato -.- Ma l'azione combinata di Internet, la scuola e la bibliotecaria stronza("Puoi usare Internet solo un quarto d'ora per volta, tesoro.") ha portato a un ritardo peggiore di quello che avevo previsto:(
Comunque.
Riguardo a James, beh, certo che non si tocca u.u :)
Almeno in questo capitolo*risata malefica*
Grazie della recensione, al prossimo!:)

Ory_Stardust= Figurati, come se io potessi rimproverare qualcuno per il ritardoXD
Per Mary Anne e Charles.. Beh, leggerete:)
Ogni tanto devo ricordare a me stessa che questa è una commedia, perchè sono sempre più tentata di farla finire in dramma*si sfrega le mani*
Ma poi ci ripenso sempre:) In questi due capitoli ho concentrato tutto il mio sadismo però u.u
Quindi preparati:)
Spero ti piaccia, al prossimo!:)

caramella_rosa_gommosa= Sì, ho una gemella:)
Oddio, non è che ci assomigliamo granchè a dire la verità o.O
Cioè, diciamo pure che siamo come il giorno e la notte,e non solo caratterialmenteXD
Lo so, non dovrei farvi questo :(
Ti avverto, in questi due capitoli succederà di tutto e di più, quindi spero di non farti cadere in depressione del tutto:(
A parte questo(eheh, non ho usato il "Comunque"XDXD), grazie per la recensione, al prossimo!:)
Baci

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Capitolo 26
*** Crisi(Parte Seconda) ***


Sto postando il capitolo a scuola, di sgamo quindi, non ho decisamente tempo di rispondere alle recensioni:(
Grazie a tutti e buona lettura!


Là dove non batte il sole - Crisi (Parte Seconda)





(Tre ore e venti minuti dopo)
Sto correndo a perdifiato sulla spiaggia come un'invasata, mentre Lily cerca di calmarmi.
Non rispondo a nessuna delle sue domande, troppo impegnata a scrutare la spiaggia alla ricerca del punto preciso dove ho visto Rick e Abby.
Finalmente, trovo la ormai familiare fila di cespugli e mi dirigo senza esitazione dietro a quella maledetta panchina.
Mary Anne e Rick sussultano e si allontanano di scatto l'uno dall'altro. Rick è senza maglietta e ha i jeans sbottonati e Mary Anne non è in condizioni migliori.
"Ti prego, dimmi che non l'avete fatto!"- la supplico, mentre Lily mi raggiunge e rimane pietrificata e a bocca aperta, osservando la scena.
Mary Anne è talmente confusa che si dimentica di essere arrabbiata con me.
"Beh, diciamo che ci avete.. Ehm.. Appena interrotti, quindi no. Cos'è successo?"- chiede, in tono preoccupato.
"Succede che io e il tuo amico dobbiamo fare una bella chiacchierata."- replico, nascondendo il sollievo che mi travolge -"Vero Rick?"- sbotto, con un sorriso totalmente ipocrita.
Lui mi guarda senza capire.
"Di cosa dovremmo parlare, scusa?"- mi chiede attonito.
Non sono mai stata così furiosa in vita mia.
"Ok, mister shh-non-vorrai-farti-sentire, che ne dici di parlare della signorina e-anche-se-fosse? Che ne dici di parlare del fatto che meno di due ore fa te la stavi spassando con Abby proprio in questo stesso punto? Parliamo di questo."- replico, tremando per la rabbia -"Guarda, non me ne frega proprio niente se tu e tua sorella avete una torrida relazione incestuosa, ma non ti permetto di prendere in gio la mia migliore amica usandola in questo modo. E' chiaro?"- concludo, in tono minaccioso.
Mary Anne guarda Richard come se si fosse improvvisamente trasformato in un grosso insetto gigante.
"E' vero?"- gli chiede con voce tremante.
"Mary Anne, io.."- comincia lui, abbassando lo sguardo -"Io..".
"E' vero? Rispondi!"- lo interrompe Mary Anne, con un tono di voce che non ammette repliche.
Richard rimane in silenzio. Poi, quasi impercettibilmente, annuisce.
"Sei disgustoso!"- lo aggredisce Mary Anne, alzandosi in piedi e sistemandosi freneticamente i vestiti.
Lo lasciamo lì a raccogliere i pezzi della sua autostima e corriamo praticamente verso casa.
"Voglio andarmene di qui."- continua a ripetere Mary Anne, furiosa -"Io non ci resto un minuto di più in questo dannatissimo posto!".
Entriamo dalla porta e si precipita su per le scale.
Io guardo Lily, indecisa.
"A James e Simon lo spiego io."- si offre generosamente -"Tu vai di sopra a farla ragionare.".
Annuisco sollevata e vado al piano di sopra, dove Mary Anne sta mettendo sottosopra la camera e riempie lo zaino a casaccio.
"Mary Anne.."- comincio titubante.
"Dimmi.".
Non so cos'è, forse il suo tono di voce o le lacrime che vedo accumularsi pericolosamente agli angoli dei suoi occhi, ma improvvisamente mi sento un mostro.
"Mary Anne, mi dispiace da morire, io volevo dirtelo, ma tu non volevi parlarmi, poi James si è infuriato con me e sono andata a calmarlo e tu sei sparita e non sapevo cosa fare! Mi dispiace"- concludo mortificata, senza nemmeno respirare.
Mary Anne mi guarda.
"No, dispiace a me."- replica con un filo di voce -"Non so cosa mi è preso. Charles ora, con tutta probabilità mi odia e Richard sembrava così carino, così premuroso e io.. Sono stata una stupida.".
Mi schiarisco la voce.
"No, non sei stata stupida. Forse un po'.. Impulsiva."- ribatto, cercando di concentrarmi sulla parte meno drammatica della frase.
Mary Anne grugnisce, cupa.
"Senti"- comincio, con il tono più diplomatico che riesco ad usare in questo momento -"Lily ha bisogno di noi. Tu hai bisogno di noi. Io ho bisogno di voi per mantenere almeno un po' della mia sanità mentale. Io credo che la cosa migliore al momento sia rimanere insieme, indipendentemente dal posto in cui siamo.".
Lei miracolosamente annuisce, posa per terra lo zaino e mi segue docilmente giù per le scale.
"Chastity, ho fatto un casino!"- esclama James, in preda al panico, non appena entro in salotto.
"Oh, ci puoi giurare!"- lo rimbecca Lily, inviperita.
".. Di cosa state parlando?"- chiedo, ansiosa.
"Io.."- comincia James con aria mortificata, ma Lily lo interrompe:"Questo idota ha pensato bene, mentre eravamo fuori, di chiamare Charles e raccontargli di Mary Anne e Richard!".
Un fiotto di rabbia acido mi corrode lo stomaco. Sono senza parole.
".. Che cosa hai fatto?!"- sbraita Mary Anne, guardando James con rabbia.
"Non sapevo che non avessi fatto niente con lui!"- si difende James alzando le mani -"E' il mio migliore amico e tu ti sei comportata malissimo con lui! Che avresti fatto tu al mio posto?"- domanda esaperato, girandosi verso di me.
Io lo guardo in silenzio per un secondo.
"Sei uno stronzo."- sibilo infine -"Cosa ti avevo detto James? Non impicciarti. Non impicciarti! NON IMPICCIARTI! E' così difficile, accidenti?!".
Il rombo di una macchina che si ferma davanti a casa mi interrompe.
"E adesso che diavolo succede?"- domando a nessuno in particolare, con un sospiro, dirigendomi stancamente fuori dalla porta.
C'è una lucente Cadillac blu scuro parcheggiata nel vialetto. Si apre la portiera e ne esce l'ultima persona che avrei pensato potesse esserci.
Tom si passa nervosamente una mano tra i capelli biondi e si avvicina a noi titubante.
"Lily,"- comincia, con voce bassa -"Io.. Io non lo sapevo. Dio, sono passati così tanti anni che io.. Non avevo nemmeno più la speranza di rivederti. E' tutto così complicato, non so da che parte iniz..".
"Comincia col dirmi cosa diavolo ci fai tu qui."- replica Lily dopo qualche istante, bianca come uno straccio -"Come hai fatto a sapere che ero a Cleveland?".
"Tua madre mi ha telefonato in piena notte, terrorizzata perchè non sapeva dove trovarti. E poi.. Ecco.."- Tom si interrompe, ma uno sguardo veloce in direzione di James lo tradisce.
"Sei stato tu?!"- lo aggredisco, incredula.
"Chastity, Tom aveva il diritto di sapere. Come facevo a non dirgliel..".
"BASTA!"- lo interrompo, imbufalita -"Basta! La devi piantare James! Questi non sono affari tuoi! Non sono affari tuoi!".
Mi correggo. Ora non sono mai stata così furiosa in vita mia.
"Non voglio vederti mai più. Mai più."- sibilo, guardandolo negli occhi.
Entro in casa per prendere lo zaino e cammino a passi veloci verso la stazione, con Mary Anne, Lily e Simon che corrono per starmi dietro.




(Cinque ore dopo)
Scendiamo dal treno, stanche e sudate. Eravamo in un vagone scomodo e senza aria condizionata ed è stato un viaggio davvero schifoso. Nessuna di noi ha molta voglia di parlare. Simon ha preso il treno per Pittsburgh e prima di andarsene è stato molto gentile, ci ha detto che gli dispiace tantissimo per tutto quello che è successo e poi ha fatto una battuta sul fatto che l'America se la ricordava molto più noiosa.
Ora stiamo camminando sull'asfalto rovente, dirette a casa mia.
Per Lily è escluso tornare subito a casa sua e anche Mary Anne non sembra entusiasta all'idea di affrontare i suoi genitori. Io invece non vedo l'ora di entrare e poter frignare liberamente sulla spalla di mia madre, per quando sia imbarazzante ammetterlo.

Siamo quasi arrivate, quando vedo mia mamma che mi corre incontro con un'espressione molto preoccupata.
"Mamma, mi dispiace tanto!"- esclamo subito, prima di lasciarle cominciare la ramanzina che mi merito -"Non arrabbiarti. E' stato sol..".
"Chastity!"- mi interrompe lei, con un filo di voce -"Grazie a Dio sei qui. Ho provato a contattarti in tutti i modi!".
Il mio cuore inizia a battere velocissimo.
"Cos'è successo? La nonna? Papà? Va tutto bene?".
"No, no, loro stanno bene"- mi rassicura -"Si tratta di James.".
Irrigidisco la mascella.
"Allora, non mi interessa."- replico fredda.
"No, Chastity, non capisci.."- insiste lei, con un tono che non ho mai sentito.
Spaventato, angosciato, terribilmente urgente.
La guardo, in attesa.


"Ha avuto un incidente.".


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Capitolo 27
*** La calma dopo la tempesta ***


E' successo un miracolo. Proprio nel giorno di Natale, anzi, la sera della vigilia per essere precisi, ho riottenuto Internet a casa(che il verbo riottenere esista o meno non importa) *_*
Quindi ora non vi scrivo nè dalla biblioteca nè da scuola, ma da casa miaXD XD
Giuro che avevo perso le speranze, ormai:)

Comunque.
Questo non interessa a nessuno, quindi passo al capitoloXD
Grazie a tutti coloro che leggono, seguono e recensiscono questa fiction e soprattutto grazie a Candidalametta, la mia grandiosa beta, che ha superato sè stessa corregendomi il capitolo in un tempo lampoXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - La calma dopo la tempesta





Il mio cuore smette di battere per un lunghissimo secondo.

"In.. Incidente..?"- sussurro infine, terrorizzata.
"Sì."- replica mia madre, gravemente -"Non so bene cosa sia successo, mi ha chiamata Elise ed era assolutamente sconvolta, ha detto che un certo Tom stava portando a casa James ma ha avuto uno scontro in macchina. Ha detto che un camion.. Gli ha tagliato la strada.."- conclude, con un filo di voce.
Al mio fianco Lily impallidisce e Mary Anne spalanca la bocca, orripilata.
Ok. Devo essere tranquilla. Devo essere lucida.
Mi viene da vomitare.
"E.. Lui.. Lui ha..".
"Non lo so."- risponde mia madre, scuotendo la testa -"Non ho più avuto notizie da Elise.".
Deglutisco a vuoto, cercando di reprimere il desiderio di svenire.
".. In che ospedale sono?"- sussurra Lily, angosciata.
"Al St. Margaret"- replica mia mamma -"Credo che dovremmo andare, ragazze. Subito.".
Annuisco in silenzio, mentre ci dirigiamo precipitosamente verso la macchina.
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L'Accettazione degli ospedali dovrebbe essere un servizio veloce.
Ci avete mai pensato? Dovrebbe essere una formalità, un breve lasso di tempo, giusto per far capire loro in che reparto mandarti.
Non una fila caotica in cui la gente si spinge come se stesse aspettando per l'ultimo concerto dei Rolling Stones.
Accidenti.
Stacco con ferocia il mio bigliettino e mi siedo stancamente vicino a mia madre e Mary Anne. Lily gironzola intorno a noi, nervosamente.
Visto che non ho niente da fare osservo le persone intorno a me.
Un bambino con una grande biglia nel naso spiega orgogliosamente ad una bambina dai lunghi capelli neri come ha fatto ad infilarsela, con la descrizione, completa di dettagli orripilanti, di cosa si prova quando ti viene da starnutire e hai una narice completamente ostruita. La madre gli tira uno scappellotto, irritata.
Un uomo nervosissimo si stringe convulsamente l'inguine. Quando arriva allo sportello di vetro lo sento sussurare imbarazzatissimo qualcosa riguardo al fatto che con la sua ragazza volevano emulare il famoso bagno nello champagne, ma che, non avendolo in casa, hanno ripiegato sulla vodka alla pesca. L'operatrice bionda annuisce con aria rassegnata e gli indica un corridoio sulla destra mentre la sento replicare in tono rassicurante:"Non si preoccupi, lei è già il terzo di oggi. Un altro ha addirittura usato la grappa, non riusciva nemmeno a camminare pover'uomo.".
Un ragazzo che non avrà più di diciotto anni, con gli occhi pesti e il viso coperto di lividi è seduto di fianco ad un'altro che ha il labbro gonfio e sanguinante. I due non si parlano e sono ostinatamente seduti schiena contro schiena.
E poi c'è un uomo anziano che ha una benda su entrambi gli occhi e riesce a vedere solo da un piccolo spiraglio all'angolo dell'iride, o almeno credo. Ha in mano un bigliettino e, anche se non posso vederlo, scommetto che sta disperatamente cercando di leggere il numero che c'è scritto sopra.
In quel momento mi ricordo del mio biglietto e lo guardo per vedere quanto dovrò aspettare.
Boccheggio. Duecentodue? DUECENTODUE? Sul tabellone sono arrivati sì e no al numero ventiquattro.
Aspetteremo per ore!
Non ce la posso fare. Non posso aspettare che centosettantotto persone risolvano i loro problemi prima di sapere come sta James.
Non posso.
In preda al panico mi accorgo a malapena che il tipo della benda mi sta chiamando.
"Signorina? Signorina, scusi, può aiutarmi?"- sussurra con voce affannosa.
"Uh? Ehm, sicuro. Cosa posso fare per lei?"- chiedo come una perfetta assistente di volo, mentre mi alzo e mi avvicino per riuscire a sentirlo meglio.
"Mi scusi, non voglio disturbarla, ma il fatto è che io.. Ehm, non riesco a vedere il numero sul mio biglietto."- spiega, indicando la benda in segno di scuse -"Potrebbe gentilmente leggermelo?".
"Oh, certo! Nessun problema."- replico con gentilezza.
Prendo in mano il biglietto e rimango di sasso: ha il numero ventisei. Ventisei.
Dio, quanto è ingiusta la vita.
"Scusi il disturbo"- interviene l'uomo, con voce dispiaciuta.
"Nessun disturbo non si preoccupi!"- replico con calore, mentre la mia mente sta macchinando l'impensabile: riuscirò davvero a vivere con me stessa sapendo di aver imbrogliato un povero vecchio malato che mi ha chiesto aiuto?
Guardo la fila di gente che affolla la stanza. Guardo il bambino con la biglia del naso che inizia a giocherellarci spingendola con naturalezza dentro la narice, mentre la madre è al telefono e non lo tiene d'occhio. La bambina dai capelli neri si allontana, disgustata. I due ragazzi tumefatti iniziano a litigare e a darsi spinte con fare poco amichevole. Un bambino piccolissimo inzia a strepitare come un'aquila in braccio alla madre, esausta, che cerca di calmarlo. Mi aspettano ore di tutto questo. Ore.

"E' il numero duecentodue!"- mi sento rispondere, porgendogli il mio biglietto con garbo.
"Grazie infinite"- replica con un timido sorriso -"Che strano, avrei giurato che ci fosse un sei.".
"Pare di no."- taglio corto sorridendo.
"No, ma ne sono davvero sicuro."- insiste lui, rigirandosi il biglietto fra le mani.
"Peccato"- rispondo velocemente -"Mi scusi, ora devo andare..".
"Ehi!"- mi richiama lui con voce sospettosa -"Aspetta un momento! Torna qui!".
"E' il turno del numero ventisei.."- ci informa un operatrice dall'aria cordiale -"Chi è il numero ventisei?".
"Fermatela! Fermate quella delinquente!"- strepita il vecchietto inferocito, soffocato dalle urla dei due ragazzi che cominciano a darsele di santa ragione.
"Siamo noi!"- esclamo io, sollevata, trascinandomi dietro mia madre, Lily e Mary Anne.
Già, dopotutto pare che sopravviverò anche con questa macchia sulla coscienza.
Almeno spero.

"Bene, in cosa vi posso aiutare?"- chiede con gentilezza.
"Ehm, siamo qui per Tom Lee e James.."- mi fermo e mi schiarisco la voce -"Donovan. James Donovan. Hanno avuto un incidente un paio d'ore fa e noi.. Ecco.. E' possibile vederli?".
"Ma certo, cara."- risponde la donna, sfogliando una pila di carte -"Tom Lee, stanza centoventi, primo piano, corsia B. James Donovan, stanza duecentosei, secondo piano, corsia A.".
"Ehm, perchè non sono sullo stesso piano?"- domando perplessa -"Voglio dire, sono tutti e due nello stesso reparto, vero?".
"Oh, no cara"- replica lei con aria dispiaciuta -"Lee è nel reparto di Pronto Soccorso per ferite e lesioni non gravi. Donovan era in Rianimazione ed ora è nel reparto di Neurochirurgia.".
Vedendo la mia espressione si affretta a rassicurarmi.
"Il fatto che sia già uscito dalla Rianimazione è molto positivo, comunque.".
"Ma.. Lui.. Voglio dire, è sveglio, vero? E'.. Cosciente?".
L'operatrice esita per un momento.
"Senti,"- bisbiglia poi, in tono confidenziale -"Queste sono informazioni che potrebbe darti solo il dottore, ma voglio fare un'eccezione. Qui nel verbale c'è scritto che nell'impatto si è fratturato la gamba, ha battuto la testa contro il cruscotto e ci sono forti probabilità che abbia subito un trauma cranico.. Quindi escludo che sia del tutto cosciente al momento. O comunque potrebbe avere.. Ecco.. Qualche amnesia, diciamo.".
"Oh."- rispondo semplicemente, sotto shock. Trauma cranico? Del tutto cosciente? Amnesia?
Dev'essere un incubo. Non sta succedendo veramente.
"La ringrazio."- replica mia madre, con gratitudine -"Forza ragazze, andiamo.".
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Stanza centoventi.
Lily ci guarda con aria sperduta.
"Vai."- la incoraggia Mary Anne -"Coraggio. Io ti aspetto qui fuori.".
"Ok."- replica Lily, rimanendo immobile.
".. Lily?"- chiedo io dopo qualche secondo, con aria interrogativa.
Lei si schiarisce la voce un paio di volte.
"Sapete? Credo che prima andrò a prendermi una cioccolata al distributore."- annuncia infine, dirigendosi dall'altra parte del corridoio.
Io sospiro. Mary Anne mi strizza l'occhio e mi fa un cenno rassicurante.
"Ci penso io. Tu vai.".
Annuisco in silenzio e salgo lentamente le scale con mia madre a fianco.
Prima non riuscivo ad aspettare per vedere James. Ora ne sono terrorizzata.
Cosa succede se ha davvero un'amnesia? Se non mi riconosce? Se non si ricorda niente di me e di quello che abbiamo passato insieme? Cosa succede se entro e lui mi saluta con un sorriso cordiale dicendo:"Scusi, credo che lei abbia sbagliato corsia."?
E, ancora peggio, cosa succede se non si sveglia e l'ultima cosa che gli ho detto è che non volevo vederlo mai più?
Un nodo mi stringe dolorosamente lo stomaco.
"Non ti preoccupare."- sussurra mia madre, come se mi leggesse nel pensiero -"Sono sicura che sta bene.".
Io resto in silenzio.
"Ti senti meglio?"- chiede ancora mia madre, toccandomi la spalla delicatamente.
"No."- rispondo sinceramente -"Ma grazie per averci provato.".
Lei sorride. Io alzo impercettibilmente gli angoli della bocca.
"Eccoci qui."- mi informa indicando la porta della camera -"Vuoi che entri con te?".
Rifletto per un secondo.
"No, grazie.".
Fisso per un'istante la maniglia, indecisa se entrare davvero.
Poi prendo un respiro profondo e apro la porta.

Lui è sdraiato sul primo letto della stanza. Una coperta candida lo copre fino allo stomaco e le sue mani sono abbandonate mollemente in grembo.
"E'.. Permesso?"- chiedo, titubante.
Lui si gira e mi guarda con un'espressione impenetrabile.
"Ehm.. Ciao."- comincio con voce bassa -"Io.. Mi hanno detto che hai avuto un'incidente.".
Lui annuisce.
"Già. Hanno detto che hai, beh, battuto la testa e quindi probabilmente ora sei disorientato.. O potresti avere delle amnesie, ecco.".
"Ah."- replica, annuendo calmo, come se gli avessi appena detto che il mercato azionario sta andando molto bene.
Mi siedo cautamente sulla sedia accanto al letto e lo guardo dritto negli occhi.
"Sai come ti chiami?".
Insomma, è così che fanno in E.R., vero?
Lui aggrotta le soppraciglia con aria pensosa.
"James Donovan?".
"Molto bene."- annuisco sollevata -"In che anno siamo?".
"Millenovecentosessantacinque."- replica senza esitazione.
Gli lancio uno sguardo ansioso. Meglio assecondarlo.
"Beh è.. Mh, fantastico. Millenovecentosessantacinque, già.".
E' una mia impressione o sta sorridendo?
"E.. Chi è il Presidente degli Stati Uniti adesso?"- chiedo ancora.
"Oh, questa è facile. Lyndon B. Johnson."- risponde con sicurezza.
Io annuisco, senza parole. Beh, perlomeno è coerente, che dire?
Prendo coraggio e faccio un respiro profondo.
"Sai chi sono io?".
Lui mi guarda con tenerezza.
"Non potrei mai dimenticarti, Penny.".
Lo stomaco mi cade sotto i tacchi e mi giro per non far vedere il mio sconforto.
Non può essere. Tutto questo non sta succedendo a me.
Quasi mi lascio sfuggire un singhiozzo, quando sento uno strano verso soffocato provenire dal letto.
Mi fermo, interdetta.
Il rumore aumenta di volume. Sembra quasi.. Una risata?
Mi giro e vedo James ridere con le lacrime agli occhi.
"Siamo nel 2010, il Presidente degli Stati Uniti è Obama e non potrei mai dimenticarti, Chastity"- riesce a dire tra le risate.
"Mi stavi prendendo in giro?"- chiedo, stupefatta.
Quando James annuisce divertito, mi scaglio contro di lui:"Deficiente! Mi hai fatta preoccupare!"- sbraito tempestandolo di pugni.
"Scusa, non ho resistito."- replica, continuando a ridere -"Non lo farò mai più".
"Ci puoi giurare."- borbotto, in tono offeso.
"Dai, non arrabbiarti"- continua, tornando calmo -"Pace?".
Mi scocca un sorriso dolce.
".. Ma sì."- concedo io, ricambiando il sorriso -"James, mi.. Mi dispiace. Per tutto.".
"Anche a me"- replica, semplicemente.
E poi, senza dire una parola, si china verso di me e mi da il bacio più lungo, dolce e intenso che mi abbia mai dato.
"Sì, sembra proprio che abbiano chiarito."- esclama ironicamente Mary Anne entrando improvvisamente dalla porta.
"Pare di sì."- rincara la dose Lily, ridendo.
Io sorrido e, senza girarmi, faccio loro categoricamente segno di uscire.





Wrath= Eh, questo in effetti è stato un capitolo molto pesante, lo so-.-
E' che ho cercato di concentrare tutto, appunto perchè è la crisi centrale di tutta la storia. E per fortuna che la mia beta mi ha convinta a diluirlo in due, perchè(dal momento che io lo scrivo non mi rendo sempre conto di cosa deve affrontare il poveretto/a che legge) io pensavo addirittura di postarlo tutto insieme..
Grazie per la recensione e grazie mille per il suggerimento sulle parentesi:):)
James, come hai visto, sta bene:) E dai, come facevo a farlo rimanere incidentato in modo grave?? Ha solo la gamba rotta, povero agnellino*_*
Spero che questo ti sia piaciuto, al prossimo!:)

leti10= No, niente malinteso, purtroppoXD
Mi rendo conto che a volte sono un po' sadica "-.-
Però alla fine tutto è bene quel che finisce bene, no?:)
James è a posto, zampina fratturata a parte u.u Grazie mille per tutti i complimenti, sono contenta che questa storia ti piaccia così tanto:):)
Spero ti sia piaciuto anche questo, al prossimo!

DracosWife= Ho fatto più in fretta che ho potuto, giuro *si inginocchia ripetutamente chiedendo perdono*
Comunque ora che ho Internet a casa gli aggiornamenti dovrebbero essere più veloci, promesso:):)
Grazie mille per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo, al prossimo!:)

caramella_rosa_gommosa=Beh, dai, non ci ho messo poi tantissimo vero?
Vero?

Ok, è un ritardo bello lungo, lo so "-_-
Però James sta bene, Chastity sta bene, Lily sta.. Ehm.
Beh, prima di lasciare pericolose anticipazioni sul prossimo capitolo chiudo quiXD
Grazie mille per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo!:)
Al prossimo(che sarà presto u.u)!:)


Buon anno nuovo a tutti!:)

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Capitolo 28
*** Perdonami ***


Eccomi qui! Scusate il ritardo T.T
Grazie infinite a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia e soprattutto a Candidalametta, la mia ormai celebre beta, che ha detto che questo capitolo non aveva bisogno di betaggio e che quindi non mi ha corretto neanche una virgola:) Sì, è così gentile a dirmi tutte queste bugie, vero?XD
Comunque.
Visto che questo è lo spazio autore e ho visto che ora non devo neanche più occupare la pagina con le risposte alle recensioni(sì, ho scoperto che si può rispondere direttamente dalla recensione non più di due settimane fa, che volete farci? u.u) sono libera di scrivere molte più vaccate del solito(e di quelle non sono mai a corto).
Praticamente stavo sul divano a non fare niente e avevo la TV accesa su uno dei soliti canali di musica. Non la stavo nemmeno guardando, ma ad un certo punto è passata The Unforgiven II dei Metallica(a dirla tutta non mi fanno impazzire, ma quella canzone è davvero carina:) ) e mi sono fermata a guardare il video. Verso la fine della canzone abbasso lo sguardo sulle classiche frasi mandate per messaggio che scorrono sotto e, in mezzo ai vari "W i JB!", "Ciao a Sery, Princess, Carly93, Edo, Mary_Cullen, Billina, Lost _soul, Britney4Ever e Piccola Stellina da MikiTH.. mandatelo", e, il peggiore, "Ciao, sono Kikka94, chi vuole fare ami con me?", trovo una frase.
Questa frase:
"Mia nonna si chiama Graziella. Graziella è una bicicletta. Quindi, la nonna è un velocipede. Grazie.".

Un genio. UN GENIO. Sono mortaXD XD
Non so se la cosa vi fa lo stesso effetto che fa a me, ma, insomma, io AMO questa personaXD
W il Non Sense u.u
Ok, adesso basta. Dopo avervi raccontato questo trascurabilissimo fatto, mi dileguo, promesso u.u
Buona lettura!


"Là dove non batte il sole - Perdonami





"Lily, devi entrare. Coraggio."- ordina Mary Anne con tono da generale.
Dopo una meravigliosa mezz'ora in cui e James abbiamo parlato davvero poco, sono uscita per lasciarlo riposare e ho raggiunto Lily e Mary Anne che sono ferme come statuine davanti alla porta della camera di Tom.
"Ha ragione. Forza."- insisto io, in tono più gentile.
Lily ha l'aria di un cucciolo di cerbiatto che sta per essere investito da un tir nel cuore della notte. Gli occhi catturati dalla luce dei fari sono terrorizzati, ma non riesce a distogliere lo sguardo.
Certo, è una metafora azzardata dal momento che ci troviamo in un corridoio anonimo di un'ospedale modernissimo, sono solo le sei del pomeriggio e siamo davanti ad una semplice e innocua porta bianca, ma tant'è.
"Lily, adesso devi davvero.."- ripete Mary Anne in tono stanco, ma una voce la interrompe.
Una voce calda, insolente e risentita.
"Che sorpresa vedervi qui. Suppongo che adesso dovrei dirvi che è un piacere, stringervi la mano e chiacchierare del più e del meno, ma dopotutto potrei anche lasciar perdere e andare a trovare James. Che è la ragione per cui sono qui, fra parentesi.".
Mary Anne sembra improvvisamente pallida e fragile.
"Ehm.. C-ciao Charles. Come stai?"- balbetto io, cercando di guadagnare tempo.
"Magnificamente."- replica, con un sorriso soave e vuoto -"E tu?".
"Bene. Cioè, tipo."- rispondo, sentendo improvvisamente il peso di tutta questa faccenda sulle spalle. La fuga a Cleveland, Mary Anne e Richard, Tom sulla Cadillac e James sdraiato in un letto d'ospedale.
Sì, sto bene. Tipo.
"Sei già andata a trovare James?"- mi chiede con apprensione, con la prima nota di umanità nella voce da quando è arrivato.
"Sì. Lui sta abbastanza bene. Insomma, forse ha un trauma cranico e ha la gamba destra rotta, ma non è in coma e non ha amnesie. Se l'è cavata con poco, poteva.. Insomma.. Poteva anche.."- mi interrompo di colpo. Non riesco a costringermi a dirlo.
".. Sì."- replica lui, in tono semicomprensivo -"Poteva anche.".
Ci scambiamo due sorrisi minuscoli. Io e il bulletto che sosteniamo quasi un'intera conversazione civile, da non crederci.
"E tu, Lily? Tutto bene?"- domanda, osservando perplesso la curiosa tonalità di verde della sua faccia.
".. Credo che vomiterò."- borbotta Lily, dirigendosi con prontezza verso il bagno.
La faccia del bulletto - di Charles, volevo dire, di Charles - è uno spettacolo.
".. E' per qualcosa che ho detto?"- mi chiede, sollevando le soppraciglia. Non ha ancora rivolto la parola a Mary Anne, non l'ha nemmeno degnata di uno sguardo. Lei, per tutta risposta, lo sta fissando da quando è arrivato con aria stranita, come se non potesse credere che sia davvero lui.
"No, penso che sia proprio andata a vomitare."- lo rassicuro, mentre dalla porta del bagno proviene il rumore inconfondibile di uno sciacquone. -"Vado ad aiutarla."- aggiungo precipitosamente, ansiosa di togliermi dal ruolo di terza incomoda che, nonostante le apparenze, sto interpretando.
Cammino a passi veloci verso il bagno delle donne, mentre sento finalmente la voce roca di Mary Anne che sussurra, con un tono da spezzare il cuore:"Charles.".
Socchiudo la porta e appoggio fulminea l'orecchio al metallo freddo, per sentire.
"Mary Anne."- replica lui, senza la minima inflessione nella voce.
La sento inspirare profondamente per farsi coraggio.
"Senti. Posso.. Posso spiegarti..".
"Non devi spiegarmi niente."- la interrompe Charles, lapidario.
"Non è come pensi tu. E' stato solo..".
"Non voglio sapere niente!"- urla, furioso.
"E invece io voglio che tu lo sappia!"- replica Mary Anne, arrabbiata -"Perchè non è successo niente! Niente, hai capito?".
Silenzio.
".. Charles?"- chiede ancora, titubante.
"Che vuoi?"- replica indolente, sputando le parole come proiettili.
Dio, quant'è duro. Se qualcuno mi parlasse così probabilmente correrei a nascondermi sotto il letto. Quel tono spietato intimidirebbe chiunque. Chiunque.
Ma non Mary Anne.
"Mi manchi.".
"Oh, adesso ti manco, vero?!"- ribatte Charles, la voce carica di rancore -"Qando invece stavi a scoparti quel tizio.. Quel.. Peter, Robert..".
"Richard."- lo corregge pacata Mary Anne.
"Chi diavolo ti pare. Lì però non ti mancavo, vero?".
La sua voce è talmente carica di rabbia a stento repressa che mi toglie il fiato. Ma come diavolo fa Mary Anne a rimanere così calma? Io al suo posto starei già correndo per il corridoio urlando.
"Ti ho già detto che non è successo niente. L'unica cosa che ho fatto è stata tenergli la mano. E tu mi avevi mollata, se non ricordo male.".
"IO avrei mollato TE?! Ma se sono io che sono venuto da te quando..".
Le parole vengono coperte da un'assordante sciacquone.
"Lily!"- sibilo, irritata -"Non riesco a sentire!".
"Oh, scusa taaanto, se mi sento male Miss-Io-Origlio-Dalle-Porte-Dei-Bagni-Senza- Ritegno!"- sbotta in tono soffocato, tirando un'altra volta lo sciaquone. Per dispetto, ci scommetto.
Alzo gli occhi al cielo e torno ad appoggiarmi alla porta.
".. E vogliamo parlare di quello che mi hai detto prima che me ne andassi via?!".
"Se ti stai riferendo ancora a quella vecchia storia.."- sbuffa Charles, esasperato.
"Sì, certo che mi sto riferendo a quello!"- strilla Mary Anne interrompendolo -"Per te è tutto a senso unico, vero? Quando io faccio qualcosa di sbagliato ti comporti come se avessi ucciso un bambino nel sonno, ma quando mi offendi tu, beh, che c'è, ti stai solo esprimendo!".
" 'Qualcosa di sbagliato'?"- ripete Charles, in tono sarcastico -"Qualcosa di sbagliato?! Sai, dovresti davvero rivedere le tue definizioni prima di..".
Altro sciacquone inopportuno.
"Giuro che quando esci da quel bagno, ti uccido."- sussurro, letale, in direzione di Lily, mentre l'acqua continua a scorrere rumorosamente nello scarico.
"Sai, se tu avessi un minimo di pudore non origlieresti conversazioni private."- ribatte lei, imperturbabile.
"Non è una questione di pudore, è solo che, da buona amica, voglio assicurarmi che vada tutto bene. Si chiama A-L-T-R-U-I-S-M-O."- preciso, piccata.
"No, si chiama F-I-C-C-A-N-A-S-A-G-G-I-N-E."- insiste Lily, facendo capolino con la testa da dietro la porta scorrevole.
"Non è neanche una parola vera, lo sai?"- ribatto, squadrandola con sufficienza.
Ritorno frettolosamente al mio posto e sento Mary Anne bisbigliare:"Charles.. Perdonami."- con la voce spezzata da un singhiozzo.
Sbircio dallo spiraglio.
Mary Anne ha le mani appoggiate al petto di Charles e la testa nascosta sul suo collo. Lui tiene le braccia lungo il corpo e ha lo sguardo vuoto, fisso su un punto della parete, come se non sapesse bene cosa fare.
Prende delicatamente le mani di Mary Anne e si scosta di un passo, scuotendo la testa.
Mary Anne si irrigidisce come una statua di marmo.
Sono quasi sicura che stia per scrollare le spalle ed esibirsi nel suo eterno sorriso rassegnato, quando mi stupisce.
Alza la testa bruscamente e lo fulmina con lo sguardo.
"La mia non era una domanda. Fallo e basta."- replica secca -"E ora smettila di fare l'idiota e torna qui, così posso dimostrarti che faccio sul serio."- Fa una pausa e tira un respiro profondo:"Ti amo, coglione.".
Charles sussulta, scioccato.
Ad onor del vero, sono scioccata anch'io. Voglio dire, questa è decisamente la dichiarazione d'amore più anticonvenzionale che abbia mai sentito(e anche la cosa più vicina ad una dichiarazione che ci si possa aspettare da Mary Anne, in effetti).
".. Allora?"- sbotta Mary Anne, nervosa.
Charles, senza dire una parola, si avvicina a lei, le prende la testa tra le mani e la bacia come se fosse una preziosa scultura di cristallo.
"Oh, che romantici!"- bisbiglia Lily alle mie spalle, con tono sognante.
Mi giro e le lancio un'occhiataccia:"E poi sarei io la ficcanaso, eh? Dove sono finiti tutti i tuoi discorsi su quanto sia sbagliato origliare?".
Lily mi tira una gomitata micidiale nelle costole, per evitare di rispondere ed esce dal bagno con passo deciso.
"Stavolta ti uccido!"- sbraito senza fiato, seguendola dopo qualche secondo.
Charles e Mary Anne sono chiusi nella loro piccola bolla rosa di beatitudine e ci ignorano bellamente.
Lily mi lancia uno sguardo allarmato.
"Dì le tue preghiere."- sibilo, stringendo gli occhi.

La porta dietro a Lily si spalanca improvvisamente per lasciar vedere un Elise sconvolta, con gli occhi rossi e gonfi. Ci guarda, ma è come se non ci vedesse realmente.
".. Mamma? Stai.. Stai bene?"- chiede Lily con voce sottile.
Improvvisamente gli occhi stanchi e assenti di Elise tornano vigili. E arrabbiati.
"Lily! Cosa diavolo ti è saltato in testa? Cosa credevi di fare, si può sapere?! Mi hai fatto quasi prendere un infarto, accidenti a te!".
Lily china lo sguardo con disappunto.
Elise prende un respiro profondo. Sembra che voglia ricominciare ad urlare, ma poi scuote la testa rassegnata.
"Oh, niente da fare. Sono troppo stanca adesso per sgridarti come meriti. La rimandiamo a dopo, ti va?"- replica, passandosi una mano sugli occhi -"Vieni qui, piccola delinquente.".
Lily abbraccia sua madre cautamente e sussurra in tono appena percettibile:".. Scusa, mamma.".
"Scuse accettate. Ma fallo un'altra volta e giuro che non sarò responsabile delle mie azioni."- risponde Elise dandole un'ultima stretta affettuosa -"Ciao Chastity. Lily, ci vediamo a casa, sono d'accordo con Anne che ceni da loro. Stasera non sono proprio in vena di cucinare.".
"E' per colpa mia, non è così?"- si intomette una voce roca e risentita.
Io e Lily ci giriamo, confuse.
Tom è appoggiato allo stipite della porta. Ha alcuni lividi e un cerotto sottile sul soppraciglio, ma a parte questa sembra in ottima forma.
"Non ricominciare, Tom. Non voglio parlarne, specialmente davanti a loro."- sibila Elise, brusca indicandoci con un cenno della testa.
Tom si gira verso di noi, palesemente sorpreso di trovarci lì.
".. Lily? Cosa ci fai qui?"- chiede, timoroso.
Lily sembra aver perso completamente la facoltà di parlare.
Apre la bocca, la richiude. Ci riprova e poi abbassa di nuovo lo sguardo, giocherellando con il braccialetto. Di Mary Anne e Charles nessuna traccia. Cerco di distogliere la mente dalla domanda "cosa staranno facendo in questo momento", perchè, davvero, conoscendoli non è un qualcosa che vorrei sapere. Sul serio.
Tiro una violenta gomitata alla costola di Lily per farla riprendere. Ok, forse è una gomitata un po' vendicativa, lo ammetto.
Ma funziona.
Lily apre la bocca per l'ennesima volta e pigola, con un filo di voce:"Io.. Era solo.. Volevo vedere come stavi ecco.". Alza la testa e lo guarda dritto negli occhi:"Stai.. Bene, sì?".
Tom la osserva sbalordito, come se non potesse credere che stia davvero parlando con lui.
Si schiarisce la gola:"Io.. Ehm, certo, sto bene. Grazie.".
Rimaniamo per qualche istante immersi in un silenzio denso e imbarazzante.
"Bene, se avete finito io andrei."- replica Elise, gelida -"Ciao anche a te, Tom. Rimettiti al più presto."- conclude con uno sguardo che gli augura piuttosto di passare al più presto una brutta broncopolmonite.
"Elise, aspetta. Dobbiamo parlare."- insiste Tom, stringendo forte la maniglia della porta.
"IO non devo fare proprio niente."- ribatte Elise, in tono sostenuto -"Per quanto mi riguarda la nostra chiacchierata finisce qui.".

Comincio a sentirmi decisamente di troppo.
"Lily"- sussurro debolmente, mentre Tom ed Elise iniziano ad alzare la voce -"Lily, io.. Sarà meglio che vada. Non so se è il caso che.. Che stiamo qui ad ascoltare.".
Lily annuisce, rigida.
Mi afferra il braccio e si dirige verso il bagno.
"Che diavolo vuoi fare?"- le chiedo, sconcertata.
Lily mi lancia un'occhiata obliqua.
"Origliare, ovviamente. E dire che tu dovresti saperne qualcosa."- replica, disinvolta.
Decido di ignorare la frecciatina e insisto:"Quando ho detto che non sapevo se era il caso che stessimo lì ad ascoltare non intendevo che era il posto ad essere sbagliato. Credo che non dovremmo ascoltare per niente."- rettifico, lanciandole un'occhiata severa.
"Perchè non dovremmo?"- chiede Lily, appoggiandosi al lavandino smaltato.
"Perchè no. Io non voglio saperne niente Lily. Mi sono già impicciata abbastanza.".
"Beh, io voglio sapere invece!"- ribatte lei, con espressione furiosa -"E credo di averne tutto il diritto!".
Prendo un respiro profondo.
"Lily"- comincio, con il tono più diplomatico di cui sono capace -"Prima si trattava di Mary Anne, è una cosa diversa. Loro sono i tuoi genitori. E' vero che hai il diritto di sapere, ma non così! Se vuoi sapere qualcosa, devi muovere il culo, uscire di qui e chiederglielo. Adesso."- concludo, in tono irremovibile.
Lei sembra riflettere sulle parole per qualche secondo. Poi, senza dire un'altra parola si dirige con sicurezza imperiosa in corridoio, dove ormai i suoi genitori stanno litigando furiosamente.
"Dobbiamo parlare. In privato e subito."- irrompe Lily, guardando sua madre dritta negli occhi.
"Cos'è successo?"- chiede Elise allarmata, guardandosi attorno con aria colpevole come se si fosse appena resa conto di dove si trova.
Lily non risponde e apre la porta della camera di Tom con aria perentoria.
"Dobbiamo parlare."- ripete, con un'aria molto seria.
Sua madre entra, riluttante.
"Anche tu."- continua Lily, voltandosi verso Tom.
"Che cosa?! Non se ne parla, Lily! Non ho intenzione..".
Le ultime parole vengono soffocate dal rumore della porta che viene sbattuta da Lily.
Silenzio.
Mi appoggio esausta alla parete.
I drammi familiari consumano. Seriamente.
Nemmeno in una puntata di Settimo Cielo capita così spesso in una sola giornata di sentire le parole "Dobbiamo parlare". E dire che in quel telefilm le discussioni si sprecano, perchè praticamente non fanno altro che parlare. Dovrei scrivere a Brenda Hampton al riguardo.
".. Signorina?"- mi apostrofa una voce maschile tremula, risvegliandomi dalle mie riflessioni poco ortodosse.
"Sì?".
"Sa dirmi dov'è il bagno? E' mezz'ora che lo cerco.. Scusi il disturbo.".
"Nessun disturbo!"- replico con un sorriso gentile, provando una sgradevole sensazione di dejavu -"Allora, per il bagno degli uomini deve andare in fondo al corridoio, giri a destra e lo trova subito!".
"Grazie mille."- risponde l'uomo cortesemente.
Gli rivolgo un sorriso angelico e lo guardo negli occhi.
Oh-oh.
E' il vecchietto di prima. Quello della benda sull'occhio.
Il problema è che ora non ha più la benda.
E ci vede benissimo.
Ok, calma Chastity. Calma.
Non può mica riconoscermi, no? Insomma, era praticamente cieco!

".. Ancora tu!"- ruggisce nell'istante in cui incrocia il mio sguardo.
"Senta, posso spiegare"- replico, disperata -"Il fatto è che il mio ragaz..".
"Razza di delinquente! Per colpa del tuo scherzetto ho aspettato ore!".
"Lo so! Ma era una questione di vitale importanza! Davvero, non avrei voluto..".
Mi interrompo.
Non solo ora ci vede benissimo, ma ha anche un bastone. E lo sta rimirando con un' espressione indecifrabile.
Incrocia il mio sguardo e mi rivolge un sorriso crudele.
"Sai che cos'ho in mano?".
Oh, Cristo. E io credevo che fosse innocuo. Non sapevo che gli anziani fossero così aggressivi.
Ok, Chastity, niente panico. Assecondalo.
"Ehm.."- comincio, schiarendomi la gola nervosamente -"Un.. Un bastone?".
"Esatto."- conferma lui, con uno sguardo serio alla Steven Seagall -"E non ho paura di usarlo.".

O mio Dio.
E' pazzo. E' PAZZO.

Scappo per il corridoio cercando di seminarlo, mentre le sue urla("Piccola delinquente! Ai miei tempi ti avrebbero già scaldato la schiena col bastone già da un pezzo!") mi raggiungono inquietanti. Finalmente trovo un'anonima scala di servizio e mi infilo in un corridoio piuttosto affollato per mischiarmi alla folla. Mi siedo su una sedia in plastica blu con il fiatone.


Guarda che fregature si prendono a volte a voler essere gentili.





Eccolo qui!:) Per le recensioni ho già risposto a tutti direttamente sulla recensione(ho scoperto solo qualche tempo fa l'opzione "Rispondi alla recensione" u.u Qualche volta mi stupisco da sola della mia ignoranza ._.) quindi il mio compito è finito qui :) Spero vi sia piaciuto, al prossimo!

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Capitolo 29
*** The Unthinkable Truth ***


Scusate il ritardo-.- E' un ritardo abnorme, lo so "-.-
Adesso sto postando molto velocemente quindi non posso dirvi molto, ma fra me e la mia adoratissima beta Candidalametta in questo periodo non avevamo neanche un attimo di respiro e quindi è andata così:(
A parte questo, spero che il capitolo vi piaccia e spero che non mi lincerete per il ritardoXD
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - The Unthinkable Truth





"Un fottutissimo stronzo, ecco cos'è!"- esplode Lily, mentre una vecchietta sussulta scandalizzata al tavolino di fianco al nostro.
Le lancio un'occhiata che vorrebbe significare "Non si preoccupi, è tutto a posto", mentre Mary Anne appoggia una mano sulla spalla di Lily.
"Ok. Ora calmati."- le ordina gentilmente.
"Non mi calmo per un cazzo! Razza di bastardo. Vorrei sbattergli quella gran testa di cazzo sul pavimento e prendere un autobus e ficcarglielo su per..".

Mary Anne le tappa la bocca e osserva preoccupata la vecchietta che quasi si strozza con il succo d'arancia.

"Calmati."- ripete con una tranquillità invidiabile -"E ripetimi da capo cos'è successo, perchè onestamente non ho capito niente di quello che hai detto. E non voglio avere quella donna sulla coscienza, quindi evita aggettivi coloriti.".
Toglie cautamente la mano dalla bocca di Lily e incrocia le braccia pazientemente.
Lily prende un respiro profondo e fissa lo sguardo sul tavolino.
"Succede che quel grandissimo str..".
"A-ehm."- tossisce Mary Anne, con sguardo ammonitore.
"Oh, giusto. Quel.. Perdente, quando avevo tre anni gestiva il negozio ma lavorava anche come contabile ed è andato a Buffalo per un convegno di lavoro. E' arrivato all'hotel, ha sistemato la valigia, ha dato la dannata mancia al facchino e si è preparato perchè il giorno dopo aveva una stupida riunione. Quando si è svegliato era in ritardo, allora ha deciso di prendere un maledetto taxi e..".
"Lily."- la interrompe Mary Anne con la maggior gentilezza possibile -"Ti dispiacerebbe essere leggermente più sintetica? L'età media della vita è scesa di qualche anno nell'ultimo decennio e non credo di avere abbastanza tempo per arrivare a sentire la fine della storia.".
Lily la guarda, scocciata.
"Vuoi la sintesi? Eccotela. Dunque, ha preso un cazzo di taxi invece della macchina con autista che doveva portare lui e gli altri tre suoi colleghi, ha incontrato una puttanella che ha diviso il taxi con lui e ci è andato a letto, invece di andare al convegno.".

Io e la vecchietta del tavolo a fianco iniziamo a tossire convulsamente le nostre rispettive bibite sul tavolo.

Lily continua, implacabile:"E' tornato a casa, l'ha detto a mia mamma come se niente fosse e ha avuto anche il coraggio di dirle che dopotutto non era stato nemmeno un vero tradimento perchè era solo sesso. Solo sesso. Che razza di idiota.".
Non riesco a guardare Lily negli occhi. Mi sento male.
Insomma abbiamo passato ANNI a fare congetture di ogni tipo sul perchè Elise e Tom si fossero lasciati, ma a questo non avevo mai pensato neanche nelle mie più fervide fantasie.
Mary Anne è come pietrificata e non dice una parola. Il che, effettivamente, è un problema perchè nemmeno io ho idea di cosa diavolo fare.
Ma Mary Anne è Mary Anne.
Troverà sicuramente qualcosa di saggio ed appropriato da dire. Ne sono sicura.

".. Fottutissimo stronzo! Che gran pezzo di merda. Dio, quanto vorrei prenderlo a calci in culo in questo momento! E' assolutamente..".

Mi allontano con discrezione da loro e do dei colpetti sulla schiena della vecchietta per salvarla da un biscotto alla vaniglia che dev'essersi incastrato da qualche parte nella sua trachea.
Mentre la guardo sputare briciole sul tavolino di plastica e ascolto i turpiloqui di Lily e Mary Anne a tavolo a fianco, riesco a pensare solo due cose.
Uno: Tom è davvero uno stronzo.
Due: Mary Anne E' Mary Anne. Dovevo aspettarmelo. Ma adesso si calmerà, consolerà Lily e la farà tornare alla ragione. Ne sono sicura.


Dopo tre ore ho imparato imprecazioni che non ho mai sentito prima, incluse alcune che credo siano state inventate per l'occasione e io ed Agnes, la vecchietta dei biscotti sputacchiati, siamo diventate amiche.
La saluto, esausta, mentre usciamo finalmente dall'ospedale. L'unica cosa che mi consola è che, se non altro, ora finalmente ce ne andremo dritte filate a casa mia e potrò rilassarmi. Prenderemo un film, ci sistemeremo sul divano e mangeremo un quintale di popcorn. Lily e Mary Anne non faranno obiezioni.
Ne sono sicura.




..Dio, sono proprio un'illusa.
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"Cosa vuol dire "Probabilmente me ne sono dimenticata"?!"- sbraita furiosa la voce di James dal mio cellulare.
Sospiro.
"Vuol dire esattamente quello che ho detto, James."- rispondo stancamente. -"Ci sono stati dei.. Mh, problemi e mi è completamente passato di mente. Scusa.".
" 'Scusa?!' "- ripete, incredulo -"Uno sta qui, bloccato su un letto d'ospedale, disperato..".
"Non esagerare."- preciso, piccata -"E' solo una gamba rotta..".
"Non mi interrompere."- sbotta, tutto infervorato -"Mi avevi promesso che saresti tornata a trovarmi prima di andare via, mi hai illuso e poi hai anche il coraggio di dirmi che te ne sei dimenticata. Non me lo sarei mai aspettato da te.".
Pausa.
"E' un comportamento inqualificabile. Inqualificabile."- conclude in tono asciutto.
"James."- replico in tono serio -"Tu lo sai che dovrei essere io la fidanzatina isterica qui, vero?".
Lo sento inspirare bruscamente.
"Qui dove? Perchè al momento tu sei nella tua casa al caldo e al sicuro, mentre io sono qui bloccato su un letto d'ospedale, disperato e sol..".
"Qui, in senso metaforico."- lo interrompo in fretta, prima che mi inondi con un'altra sfuriata priva di senso -"Cioè, qui nella coppia intendo."- conludo, cercando di rimanere seria.
Silenzio.
".. Mi hai appena dato della fidanzatina isterica?"- chiede, scandalizzato.
Soffoco una risatina.
"E ti sento che stai ridendo."- precisa in tono imbronciato.
Improvvisamente, nitido come in una fotografia, riesco ad immaginarmelo con la mascella contratta e le soppraciglia aggrottate, mentre tiene il telefono incastrato tra la spalla e il collo e batte nervosamente con il piede sul pavimento. A momenti dovrebbe iniziare a sbuffare.
"Bah."- replica puntualmente con uno sbuffo irritato, come se mi avesse letto nel pensiero-"Sei impossibile.".
Soffoco una risatina scuotendo la testa e poi, prima che riesca a formulare un pensiero coerente, glielo dico.
"Ti amo, lo sai?".
Cala il silenzio.
Cazzo.
CAZZO.
"Ehm.. Mh, James? Sei.. Sei ancora lì?".
Ancora silenzio.
".. James?".
"Ehm, sì. Ci sono."- mi risponde finalmente dopo alcuni lunghissimi istanti.
"Oh."- replico impacciata. -"Mh. Bene.".
Dall'altro capo del telefono sento dei colpetti di tosse imbarazzati.
"Senti, posso chiederti una cosa?"- chiede improvvisamente, con un urgenza inaspettata che mi fa rimpiangere l'incertezza di prima.
"Certo."- rispondo, un po' in ansia -"Dimmi.".
"Tu.. Ecco.. Prima, quello che hai detto..".
"James, non importa."- replico frettolosamente -"Sul serio, non è imp..".
"L'hai detto solo per farmi zittire? Insomma, lo pensavi davvero oppure volevi solo trovare un modo per tapparmi la bocca?".
Rimango senza parole. Per circa dieci secondi.
".. Ma sei cretino?!"- replico sconvolta -"Ma.. Dico, ti sembro il tipo che ti direbbe così giusto per farti tacere?".
James rimane ancora in silenzio per qualche istante.

"Oh"- replica infine senza nessuna inflessione -"Oh. Giusto.".
Mi schiarisco la voce imbarazzata mentre sento le guance diventare sempre più calde.
Accidenti a lui. Non poteva semplicemente rispondermi "Anch'io" e farla finita?
Dio, non saremo mai una coppia normale.

" Sì, beh, ora dovrei proprio.. Mh, dovrei proprio andare James. Ci vediamo. 'Notte."- borbotto in tono acido.
"Sì, giusto. Buonanotte."- Pausa. -".. Chastity?".
Soffoco uno sbadiglio:"Sì?".
"Ti amo anch'io.".
Lo sbadiglio mi si blocca in gola e per un pelo non faccio cadere la cornetta del telefono.
L'ha detto. L'ha detto davvero!
L'HA DETTO DAVVERO!
Ok, ok. Ho l'occasione di dimostrare che possiamo esserlo.
Possiamo essere una coppia normale. Una coppia che non deve necessariamente fare un infarto per dirsi una cosa semplice come "Ti amo".
Devo trovare una risposta degna.

"Sì, anch'io" è abbastanza giusta, ma mi sembra un po' troppo riduttiva.
"Sì, ti amo anch'io"? Vedi sopra, ma questa è troppo lunga.
"Oh, James" detto alla Rossella O'Hara fa troppo soap opera.
"Non so che dire"..? No, per favore, ditemi che non l'ho pensato veramente.

Ho le palpitazioni così ravvicinate che quasi non sento la mia stessa voce ma riesco a rispondergli, con un filo di voce:"Tu sai benissimo che non te lo ripeterò mai più se mi fai passare quest'inferno ogni volta che te lo dico, vero?".
Idiota.
IDIOTA.
Ma da dove mi è uscita? Ho ucciso tutto il romanticismo che..
James scoppia a ridere.
"Sì, lo so. Mi sa che dopotutto non siamo tagliati per fare la coppia normale, cara.".
"Già, lo penso anch'io, caro."- replico, sorridendo -"Beh, adesso scappo davvero. Buonanotte James.".
"Buonanotte Chastity"- lo sento mormorare mentre termino la chiamata e ritorno al presente.
Presente piuttosto oscuro, a dirla tutta.

"No, Lily, mi rifiuto di lasciartelo fare! E' una cosa stupida, violenta e antisociale. E probabilmente è anche illegale.".
Mi avvio verso Lily e Mary Anne che è paonazza.
"Togli il "probabilmente"- ribatto stancamente -"E' illegale.". Siamo in piedi nel parcheggio sul retro dell'ospedale, davanti alla Cadillac nera e lucida di Tom. Beh, ad onor del vero ora non è più del tutto nera, ma è piena di graffi di vernice rossa(trasferita dalla carrozzeria del camion, penso con un brivido) sulla fiancata. E non è nemmeno più lucida.
Comunque.
"Lily,"- continuo, mentre la vedo prendere un sasso con aria risoluta -"E' già abbastanza rovinata così. Non pensi che sia già stato punito abbastanza? Ha fatto un'incidente con un camion. Un camion."- sottolineo, scandendo le parole.
Lily mi lancia un'occhiata annoiata e si dirige ancora più convinta verso la macchina.
"Voglio regolare i conti. E' un mio diritto, no?"- replica con la massima naturalezza, mentre con un sasso ridicolmente piccolo tenta di ammaccare un parafango che ha visto giorni migliori. Io osservo desolata quel che resta della Cadillac, che sembra ricambiare il mio sguardo con un sospiro.
Lancio uno sguardo a Mary Anne che mi guarda, impotente.
"Oh, beh, ormai il danno è fatto."- replica lei scrollando le spalle.
"Nessuno se ne accorgerà comunque."- ribatto ad alta voce in risposta alla Cadillac e passo rassegnata a Lily le mie chiavi di casa.
E, mentre rimaniamo sedute sul marciapiede ad assistere allo scempio, con la coda dell'occhio vedo passare Agnes che mi guarda scandalizzata e si allontana di fretta senza voltarsi.


Ecco la fine di una bella amicizia.





Eccolo qui! Grazie a tutti per la pazienza, al prossimo!:)

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Capitolo 30
*** Comunicazione non verbale ***


Eccomi qui!:)
Spero vi piaccia:) Come sempre, grazie a Candidalametta, amica e beta insostituibile e a tutti quelli che seguono, leggono e recensiscono questa fiction!
Questo è il penultimo capitolo u.u In realtà doveva essere l'ultimo, ma poi ho deciso di dividerlo in due parti perchè era di una lunghezza mostruosa è_é
Ok dai, mi fermo qui:)
Buona lettura!

P.s.: ORA è betato:) colpa di msn che mi perde le email-.-


Là dove non batte il sole - Comunicazione non verbale





Mi allontano dal parcheggio sentendomi in tutto e per tutto una criminale.
Seguo svogliatamente Lily e Mary Anne che sembrano leggere come due palloncini e ogni volta che incrocio lo sguardo con un passante mi sento come se avessi scritto sulla fronte qualcosa come:"Sì sono stata io. Sono la complice di quella che ha appena graffiato con le mie chiavi di casa la Cadillac semidistrutta di un poveretto che è sopravvisuto ad un frontale con un tir. Sì, proprio quella Cadillac che è ancora nel parcheggio dell'ospedale. E, oh, a proposito, ho passato la notte con il mio ragazzo nella casetta sull'albero all'insaputa dei miei genitori, sono scappata di casa e ho anche una lista di cose sconce su cui devo indagare in camera mia. E sono stata io a rubare le mollette di Charlene Finch alle elementari.".
Gesù.

"Mary Anne"- comincio, cercando di distrarmi da questi ameni pensieri, -"Ti fermi anche tu a cena da me?".
"Oh,"- risponde lei sospirando -"Stasera non credo. Ho un po' di cose da fare e dopo pensavo di vedermi con Charles.".
"Oh, non importa, tranquilla."- replico con un sorriso gentile -"Vorrà dire che stavolta saremo solo io e Lily.".
"A te dispiace Lily?"- chiede Mary Anne con espressione colpevole.
"Ma no, figurati!"- risponde lei allegramente -"Sarà per un'altra volta.".
Fruga meticolosamente nella borsa. Alza lo sguardo e fa una smorfia.
"Qualche problema?"- chiedo, alzando un soppraciglio.
"No, no, niente. E' che ho dimenticato i soldi per la pizza. Passiamo prima da casa mia?".
"Certo, nessun problema.".
Mary Anne si ferma a riflettere un momento, la mano sul portone di casa sua.
"Ma sì, vi accompagno anch'io."- replica scrollando le spalle -"Tanto Charles non arriverà prima delle nove.".
Arriviamo a casa di Lily in cinque minuti netti e saliamo in camera sua. Mentre cerca il portafoglio sotto un mucchio di vestiti in lontananza risuona una canzone a tutto volume.
"Ma che diavolo..?"- borbotta Lily, affacciandosi alla finestra.

".. I was dreaming of the past, and my heart was beating fast,
I began to loose control, I began to loose control.."


"Lily? Che diavolo sta succedendo?"- urla Elise salendo dalle scale, cercando di farsi sentire sopra la musica assordante che ora è sempre più vicina.
"Non ne ho idea!"- sbraita Lily. Poi si sporge dalla finestra, si gira con un'espressione scocciata e indica fuori, dicendo qualcosa che viene coperto dalle note e da una voce dolcemente virile che sembra uscire da un vinile di anni passati.
La raggiungiamo tutte e tre e ci affacciamo all'ampia finestra bianca.
Tom - seduto al posto di guida della Cadillac che, miracolosamente, funziona ancora - sta armeggiando con dei piccoli amplificatori che diffondono a tutto volume "Jealous Guy" di John Lennon.

".. I didn't mean to hurt you, I'm sorry that I made you cry,
Oh no, I didn't want to hurt you, I'm just a jealous guy..".


"Jealous Guy". Non ci posso credere.
Mary Anne si guarda intorno titubante, come se non sapesse bene cosa fare. Lily ed Elise se ne stanno piantate in mezzo alla camera, con le braccia incrociate e la medesima espressione incazzato-divertito sulla faccia.
Elise apre la bocca per dire qualcosa, ma il volume della canzone sembra alzarsi ancora di più come a zittirla. Con una smorfia indispettita afferra un foglietto dalla scrivania di Lily, ci scribacchia qualcosa e ce lo mostra.
Sul post-it giallo, in bella grafia, c'è scritto semplicemente:"Ignoratelo.".

"I was feeling insicure, you might not love me anymore,
I was shivering inside, I was shivering inside..".


Ok.
Ignorarlo. Facile.
E' facile.
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.. Come non detto.
Dopo qualcosa come due ore durante le quali abbiamo sentito e risentito "Jealous Guy" più di quanto possa essere consentito a delle orecchie umane, nonchè svariate volte "Wish You Were Here", "You Shook Me All Night Long", "Streets Of Love" e "Angie", non ne possiamo davvero più.
Nelle mie orecchie risuona un ronzio che sospetto rimarrà per molto tempo, il mio timpano sta iniziando a presentare dei sintomi di danni permanenti e, francamente, avverto anche una certa nausea(Leggi: rottura di coglioni) riconoscendo le prime note di "Black Coffee In Bed".
Batto stancamente una mano sulla spalla di un'imperturbabile Lily e le lancio uno sguardo disperato.
Lei mi guarda. Guarda Mary Anne che è raggomitolata sul letto con il cuscino premuto sulle orecchie e sillaba scandendo ogni lettera:"Basta!".
Annuisce con decisione e si dirige al piano di sotto, mentre io e Mary Anne la seguiamo arrancando.
"Mamma!"- strilla Lily riuscendo, in qualche modo, a sovrastare il volume della musica -"Devi fare qualcosa!".
Elise fa una smorfia irritata.
"E cosa, per esempio?"- replica, alzando la voce per farsi sentire -"Chiamo la polizia? I pompieri? Butto un sasso contro la sua auto?".
Lily sembra riflettere piacevolmente per un momento su quest'ultima ipotesi. Poi scuote la testa e sbraita in tono imperioso:"Qualsiasi cosa! Vai fuori a parlarci, che ne so!".
Elise la guarda come se le avesse appena proposto di correre nuda per il campo ad un Superball.
Fa per scuotere la testa quando Lily la guarda con uno sguardo acceso dalla disperazione e urla:"Ti prego! Fallo per me!".
Elise sembra combattuta per un attimo. Poi, con coraggiosa determinazione gira sui tacchi ed esce di casa, diretta alla Cadillac.
Noi rimaniamo sulla porta, a distanza di sicurezza. Quando Tom addocchia Elise il volume si abbassa istantaneamente, ma non è ancora abbastanza.
Vediamo Elise che si avvicina a lui gesticolando furiosamente mentre lui la osserva divertito. Incredibile.
Penso che sia l'unica persona al mondo che possa sopportare una sfuriata in piena regola di Elise con una tale tranquillità. Nemmeno Lily, con tutta la sua sfrontatezza, riesce a reggere un confronto con lei in quel senso.
Seguiamo il dialogo fatto di gesti, con Elise che agita il dito davanti alla faccia di Tom urlando qualche probabile insulto. Lui fa un sorriso sfacciato e le fa segno di salire in macchina. Lei incrocia le braccia e scuote la testa, irremovibile.
Dio, quanto vorrei sentire quello che dicono.
Lui scende dalla macchina, la prende con gentilezza sottobraccio e lei lo spinge via. Lui scoppia a ridere e si inginocchia. Lei si guarda intorno imbarazzata. Lui non dà segno di sentirsi imbarazzato e lei si infuria ancora di più e gli tira uno scappellotto sulla spalla per farlo alzare. Lui si alza in piedi e le fa di nuovo segno di salire in macchina. Lei finalmente accetta e sale e la Cadillac parte sgommando e sparisce in lontananza.
Tutto questo nel giro di circa trenta secondi.
Noi tre avanziamo lentamente, spaesate.
Per strada hanno tutti l'aria sollevata di chi è appena scampato ad altre due ore di tortura acustica, cosa che è effettivamente appena successa. Il vicino di Lily impreca fra sè e sè mentre esce in giardino con una pila di vinili in mano e li scarica con malagrazia nella pattumiera. Si passa una mano fra i capelli brizzolati, ci guarda in cagnesco e rientra in casa. Ci guardiamo in silenzio. Non c'è bisogno di parole.
"Beh, io credo che li aspetterò qui.", fa Lily, incrociando le braccia.
"Sì, io avverto mia madre che mi fermo a cena da te.", replico io, appoggiandomi con noncuranza allo stipite.
Mary Anne si concede solo un attimo di esitazione.
"Io penso che chiamerò Charles.", ci informa, prendendo il cellulare con aria assorta.
Tutto questo senza emettere fiato.



Miracoli della comunicazione non verbale.





Spero vi piaccia, al prossimo!

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Capitolo 31
*** Il matrimonio ***


Ed eccoci qui, l'ultimo capitolo! :)
Non voglio fare dichiarazioni lacrimose o similiXD Anche perchè per quelle ci sarà tempo nella pagina dei ringraziamenti nel caso u.u
Siccome quando verrete a vedere qui troverete ben tre capitoli aggiornati, per evitare confusione vi informo che questo è l'ultimo capitolo, quello successivo è l'epilogo "sorpresa" (che è una sorpresa anche per la mia beta, perchè non l'ho inviato per farlo betare ma volevo che lo leggesse da lettrice:)) e, per ultima, la pagina dei ringraziamenti, che è una rottura per tutti ma si deve fare u.u XD
Ok, chiudo qui:)
Grazie a tutti quelli che hanno seguito, letto e recensito questa fiction e un milione di grazie alla sempre più fantastica Candidalametta che ha betato l'intera storia:) Senza di lei non sarei mai arrivata alla fine e questo è un dato di fatto u.u
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - Il matrimonio





E' un classico pomeriggio di tardo agosto. Il cielo è perfettamente blu, senza neanche una nuvola o una striscia bianca ad intaccare il colore intenso, il clima è caldo ma non afoso e una leggerissima brezza fa muovere appena le foglie sugli alberi.
Mi inginocchio per togliermi le scarpe e poi riappoggio i piedi sull'erba meravigliosamente fresca, guardandomi intorno con espressione beata e chiedendomi per la cinquantesima volta il motivo per cui ho deciso di mettere questi dannatissimi tacchi.
Oddio, ovviamente lo so, è chiaro. Sarebbe stato perfettamente inutile rovinare il vestito elegante che indosso con un paio di ballerine, ma tant'è. Nemmeno ritrovarmi a camminare scalza in un prato cercando di scansare cacche di cane e mozziconi semiaccesi denota un grande buonsenso.
Aggrotto le soppraciglia e sbuffo.

"Ehi."- sento una voce calda e familiare apostrofarmi.
"Ehi."- replico sorridendo, prendendo le scarpe in mano e andando verso James, elegantissimo nella sua camicia grigia con cravatta nera a righine abbinata.
Lancia un'occhiata divertita ai miei piedi nudi.
"Ancora? Guarda che non ti ci fanno entrare in chiesa scalza."- mi informa con un sorrisetto di scherno.
Mi incupisco.
"Non è mica colpa mia se le donne per essere eleganti devono sempre stare scomode mentre gli uomini possono camminare tranquilli nelle loro dannate scarpe basse. Prova a starci tu su dei tacchi da dodici tutto il giorno."- replico, severa.
James mi rivolge un sorriso furbo.
"Ehi, se vuoi possiamo fare a cambio, ma credo che risulteremmo un po' strani da vedere.".
Sbuffo, cercando di trattenere una risatina.
"Dai, dillo che è solo perchè le scarpe non sono abbinate al tuo vestito."- ribatto, prendendolo in giro.
"Certo."- replica lui, fingendosi scandalizzato -"E poi io porto solo Manolo Blahnik, non esiste che metta piede in un negozio di scarpe qualunque."- conclude, con un espressione fintamente altezzosa.
Soffia via dalla fronte un ciuffo di capelli e si mette in una posa equivocamente femminile.
Gli tiro uno schiaffetto sulla spalla e sbuffo:"Dai, buffone, andiamo di là prima che ci diano per dispersi.".
Raggiungiamo il grande spiazzo con gazebo bianco sotto il quale sono apparecchiati una decina di tavoli per il buffet disposti a cerchio.
Addocchio subito Mary Anne e Lily, il che indica chiaramente che ho davvero una buona vista. Oppure potrebbe anche dipendere dal fatto che Mary Anne indossa il vestito più variopinto e spettacolare che io abbia visto oggi e Lily non è da meno.
Vederle insieme è un trionfo di colori. Quello di Mary Anne è corto e leggero, più verde del verde, con una scollatura orizzontale e delle piume bianche e turchesi lungo il bordo e le spalline, mentre Lily ha optato per un vestito rosso fiammante in stile prom queen, lungo e con uno spacco che oserei definire scandaloso.
Elise, accanto a loro, nel suo semplice ma splendido vestito bianco di pizzo, le fa sembrare ancora più appariscenti.
Sorrido scuotendo la testa e le raggiungo.
"Oh, eccoti, dov'eri finita?"- chiede subito Elise non appena mi vede -"Non si può cominciare senza le damigelle d'onore!".
Ha un sorriso leggermente teso ma la voce è allegra.
"Scusate. Mi stavo solo.. Ehm.."- balbetto, guardando James in cerca di aiuto.
Lui mi lancia un sorriso complice:"Rinfrescando?".
Annuisco.
"Rinfrescando. Proprio così."- concludo, trattenendo l'ennesima risata di oggi.
Un capanello di persone si dirige in massa verso la piccola chiesa di pietra.
"Non importa. Forza, dobbiamo muoverci!"- replica Mary Anne sorridendo -"Solo la sposa può permettersi di arrivare in ritardo.".
"Ben detto!"- concorda James -"Io vado subito a cercarmi un posto."- ci informa, allontanandosi a passo svelto.
Lily ha un'espressione combattuta.
"Andate pure, io vi raggiungo dopo."- ribatte facendo un cenno verso sua madre.
La capisco al volo.
"Certo, non preoccuparti."- rispondo con voce rassicurante -"Ci vediamo fra poco.".
Ci incamminiamo lentamente. Quando arriviamo ad una distanza d'orecchio sufficiente mi sporgo verso Mary Anne e bisbiglio:"Lily come sta? Sei riuscita a parlarci?".
Lei rimane in silenzio per un istante, come se non sapesse bene cosa rispondere.
"Beh, Lily sta bene. Più o meno. E' un po' preoccupata per sua mamma però.. Da quando ha chiesto il divorzio a George è molto più felice, ma è comunque una situazione difficile da gestire.".
Annuisco con espressione assorta.
Mary Anne riprende:"Lily dice che comunque è meglio così. Da quando George è andato a vivere da suo fratello l'atmosfera è molto più rilassata."- si ferma e sospira. -"Lily dice che George non riesce a rassegnarsi. Secondo lui il matrimonio andava alla grande.".
Io rifletto per un momento.
"Beh, non litigavano furiosamente in effetti. Ma non credo ci fosse più qualcosa che facessero con passione da un bel po' di tempo.".
Mary Anne arrossisce:"Chastity!".
Mi stringo nelle spalle:"Beh, che c'è? E' vero! Forse era proprio ora che decidessero di essere sinceri con sè stessi. Voglio dire, non si sta insieme per routine. Probabilmente era da molto tempo che Elise non faceva nemmeno..".
"Ti prego."- mi interrompe Mary Anne mettendosi una mano sugli occhi -"Non continuare. Sono già abbastanza traumatizzata dall'immagine orribile che mi hai appena suggerito.".
Le rivolgo un sorriso malizioso.
"Andiamo, non c'è bisogno di fare la santarellina. Non dopo che che hai ammesso di aver fatto la numero undici della lista, perlomeno".
Mary Anne alza gli occhi al cielo:"Non smetterai mai di rinfacciarmela questa, vero?"- replica in tono lamentoso.
"Mai"- confermo io, annuendo -"Anche se quando la si prova non sembra più tanto perversa, ti dirò.".
Silenzio.
"Tu.. Tu hai..?"- chiede, sbalordita.
Le rivolgo un sorrisetto imperscrutabile:"Chissà. Forse sì, forse no.".
La faccia di Mary Anne è uno spettacolo.
"Raccontami tutto! Voglio sapere i dettagli! Quando è successo?".
"Oh, no. Stiamo entrando in chiesa, ricordi? Niente discorsi pornografici in luoghi sacri."- rispondo in tono ironico, sgattaiolando dentro la grande porta decorata mentre Mary Anne dietro di me impreca sommessamente.


"Siamo qui oggi riuniti per unire Philip Oliver..".

"Philip Oliver? Stai scherzando! Scommetto che al liceo i professori non sapevano mai come chiamarti"- sussurro con un sorrisetto malizioso in direzione di Philip.
"Già"- replica Lily ridendo sommessamente -"Andiamo, si può sapere qual è il nome e qual è il cognome?".
Philip si china impercettibilmente verso di noi con un sorrisetto:"Io ci rifletterei bene prima di criticare i nomi degli altri se avessi un nome che significa 'Castità', sai. Non che stia alludendo a qualcosa, è chiaro."- bisbiglia, raddrizzandosi con la schiena.

".. E Louise Marie Bernard..".

"Chi la fa l'aspetti, Chastity."- bisbiglia Mary Anne con aria saggia e divertita.
"Ma tu da che parte stai?!"- ribattiamo io e Lily in coro, indignate.
Mary Anne si stringe nelle spalle.
"Dalla sua, è ovvio."- replica impassibile.

".. Nel sacro vincolo del matrimonio..".

"Ah, Louise, se avessimo saputo prima il suo nome per intero ti avremmo avvertito."- replico in un sussurro con aria grave, ignorando la frecciatina di Mary Anne -"Sicura che non vuoi ripensarci?".
Louise replica con una risatina e un elegante cenno di diniego:"Direi che è decisamente un po' troppo tardi per avere ripensamenti adesso. Posso conviverci."- risponde con un filo di voce, guardando Philip con uno sguardo che definire adorante sarebbe riduttivo. Lui le rivolge un sorriso incantevole e le stringe piano la mano.

".. Se qualcuno ha qualcosa contro l'unione di queste due anime..".

"Dio, non ho mai visto una coppia più bella di voi."- sospira Mary Anne, con un tono da protagonista di un romanzo rosa.
"Concordo."- bisbiglio in risposta -"Comunque, Louise, nel caso.. Fuori la limousine è accesa e ci sono le chiavi nel cruscotto."- concludo ironica.
Perfino Lily ha abbandonato l'aria da dura e li guarda con gli occhi a cuoricino.
"Comunque, seriamente"- riprendo, con un sussurro -"A questo punto sono sicura che ti fermerei se osassi NON sposarlo."- concludo guardando Louise con affetto infinito.
Lei si gira verso di noi con un sorriso commosso:"Queste sì che sono le mie ragazze!".
Scoppiamo tutti e cinque in una risatina sommessa.

".. Parli ora o taccia per sempre!"- tuona il prete, lanciandoci uno sguardo che gronda disapprovazione.

Ci zittiamo con aria colpevole e seguiamo il resto della cerimonia in relativo silenzio. Al momento di pronunciare i voti nuziali il prete invita in tono burbero anche le altre coppie sposate a ripeterli insieme a Louise e Philip. Lancio un'occhiata circolare alla chiesa.
Mio padre giocherella imbarazzato con il cartoncino segnaposto su cui è scritto:"Anne e Richard Prescott". Mia madre, con la sua solita aria risoluta, sospira e gli prende le mani guardandolo dritto negli occhi.
Caroline ed Henry, i genitori di Mary Anne, hanno abbandonato la loro solita aria composta e si guardano languidamente. Incrocio lo sguardo di James che mi guarda come se fossi l'unica persona presente in chiesa e avverto una piacevolissima fitta allo stomaco. Sto quasi per tornare a girarmi verso l'altare quando Elise e Tom entrano nel mio campo visivo.
Oh, sì, ti prego. Fa che non sia un'allucinazione.

Ok. Ho una piccola confessione da fare.
Nelle ultime settimane ho iniziato segretamente a fare il tifo per Tom. Soprattutto da quando Lily ha intercettato una sua email in cui si scusava con Elise con parole meravigliose e le diceva che per lui non c'è mai stata davvero nessun'altra prima e dopo di lei, che all'epoca era uno stupido e non aveva capito la fortuna che aveva. E che tutto quello che era successo se l'era meritato ma sperava lo stesso di poter essere perdonato perchè "Vorrei tanto tornare a vivere con te e la nostra bambina. Per recuperare il troppo tempo perduto.". Lily non ha apprezzato particolarmente il fatto di essere definita una bambina, ma quando ce l'ha raccontato aveva gli occhi lucidi. E quando Elise ha chiesto il divorzio a George mi è sembrato che fosse destino, ecco.
Comunque.

Tom sta guardando Elise nello stesso modo in cui James ha guardato me prima e le offre timidamente la mano. Lei la guarda indecisa per un momento. Poi alza gli occhi su di lui. E, anche se ha detto che tornare sui propri passi con Tom per lei è escluso, il suo sguardo la tradisce. Perchè è lo sguardo di qualcuno che ha già deciso. Stringe titubante la mano di Tom e poi alza la testa, fiera ed impettita.
Mi giro e incrocio gli occhi di Lily, che sta osservando la scena.
Dal modo in cui li guarda capisco che anche lei, segretamente, tifava per Tom.
E' mentre guardo Louise e Philip che si baciano, Tom ed Elise che si stringono la mano e i miei genitori e quelli di Mary Anne che chiacchierano del più e del meno, sento una sensazione indescrivibile gonfiarsi come una bolla nel mio petto. Sposto lo sguardo su Lily, Mary Anne, Simon e Charles e questa sensazione si intensifica. E' un miscuglio di euforia, calore e connessione con il mondo che mi toglie il fiato.
E' come la vigilia di Natale, lo scoccare della mezzanotte a Capodanno e la campanella dell'ultimo giorno di scuola tutto insieme.
Esco dalla chiesa trascinata dalla folla e, come in un sogno, sento la mano di James stringere la mia.
E finalmente capisco di cosa si tratta. E' la sensazione che provi quando sai che sei esattamente nel posto in cui vorresti essere.
Esco nel prato inondato di sole e mi preparo per andare a fare le congratulazioni ai novelli sposini e affrontare il resto della giornata. Non prima di aver fatto una capatina in bagno per togliermi questi tacchi infernali ed infilarmi con discrezione un paio di Converse che ho saggiamente sistemato nella borsa. E al diavolo anche l'eleganza.

Come insegnano gli scout: essere sempre pronti ad ogni evenienza.

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Capitolo 32
*** -Epilogo- ***


La luna in Autunno




Bandcourt Park ha un aspetto meraviglioso in questa stagione.
Cammino tra gli alberi che si tingono già di rosso, facendo scricchiolare le poche foglie cadute sotto i miei piedi, con James che cammina lentamente al mio fianco.
Nonostante sia l'inizio di Ottobre l'aria è ancora tiepida, unico strascico di un'estate che non è ancora finita. L'estate più bella, incredibile e sconvolgente della mia vita.

James esplode in una risatina sommessa.
"Non la perderai mai quest'abitudine vero?"- chiede con un sorrisetto malizioso.
Inarco un soppraciglio e gli lancio uno sguardo perplesso. Avvicina la bocca al mio orecchio e sussurra, divertito:"Hai di nuovo pensato ad alta voce. Anche per me è stata un'estate fantastica fra parentesi.".
Sbuffo.
"Non ci posso credere."- rispondo in tono lamentoso -"Sono quasi cinque mesi che mi senti fare queste figuracce e ti sorprendi ancora? Insomma, anche tu hai quell'imbarazzante tic al soppraciglio ma io ormai ci ho rinunciato.".
"Quanto sei dolce oggi."- osserva in tono ironico -"Mi fai sciogliere così.".
Spalanco esageratamente gli occhi:"Beh, ma quel tic è davvero imbarazzante! Dovresti lavorarci su, veram..".
James mi interrompe con un bacio che di dolce non ha assolutamente nulla, ma serve solo ed esclusivamente a tapparmi la bocca.
Mi stacco con disappunto.
"Non puoi interrompere così tutte le conversazioni, è chiaro? E' una cosa davvero maleduc..".
James si avvicina di nuovo per zittirmi. Dopo qualche secondo si allontana leggermente e mi lancia uno sguardo innocente:".. Dicevi?".
Incrocio le braccia, imbronciata.
Potrei trovare una replica acida, ma il risultato sarebbe uguale in ogni caso. Mi dirigo verso una panchina incurante del fatto che sia umida, prendo con stizza l'mp3 dalla tasca della giacca e mi infilo le cuffiette senza dire una parola.
James sorride scuotendo la testa, si siede accanto a me e prende una cuffietta.
Nelle nostre orecchie risuona "I am the highway" degli Audioslave. Dio, quanto adoro questa canzone.

"I am not your rolling wheels,
I am the highway,
I am not your carpet ride,
I am the sky..".


"Dio, quanto adoro questa canzone."- replica James con un sospiro.
Sorrido fra me e me e infilo un braccio sotto la sua giacca per scaldarmi.
Appoggio la testa alla sua spalla e guardo il cielo.
"Sto benissimo."- dico infine, in tono casuale.
"Anch'io."- risponde semplicemente, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Il grigio delle nuvole si sta colorando di scuro mentre le ombre degli alberi si allungano e prendono forma.

"I am not your blowing wind,
I am the lightning,
I am not your Autumn moon,
I am the night..".


"Si sta facendo tardi."- lo informo, alzandomi in piedi -"Dobbiamo essere a casa tra venti minuti esatti.".
Lui mi ferma tenendomi per il braccio.
Gli lancio uno sguardo interrogativo.
"Restiamo ancora un po'. Dai.."- replica, in tono implorante e schifosamente convincente.
Scoppio a ridere.
"Dai, muoviti! Mi serviranno in tavola a cena se arrivo in ritardo, lo sai?".
Si alza in piedi, ma non mi lascia andare il braccio. Alzo gli occhi su di lui.
E' così dannatamente bello. Ha lo sguardo luminoso e birichino, il cappotto alzato per coprire le guance arrossate e un sorriso dolcissimo e malizioso.
Lo guardo negli occhi e all'improvviso qualcosa scatta dentro di me e capisco che è adesso. E' questo il momento.
E, finalmente, facciamo l'amore mentre sopra di noi, al di là della nebbia e dello smog, la luna d'Autunno splende limpida e bellissima.







Sì, è finita qui:) Sono cronicamente incapace di scrivere scene lemon, quindi ho preferito un finale romantico e svenevole u.u Se vi aspettavate scene torride per quando Chastity e James avrebbero "consumato", spero di non avervi delusoXD
Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto, seguito e recensito questa storia, ho dato spazio a tutti per ringraziarvi come si deve alla Pagina Dei Ringraziamenti:)

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Capitolo 33
*** Ringraziamenti ***




Eccoci qui alla fatidica pagina dei ringraziamenti u.u
Lo so, è una grandissima rottura di palle per tutti e poi fa così Notte Degli Oscar, ma le cose si devono fare per bene, quindi u.u XD
Allora, dal momento che l'ho quasi sempre ringraziata per ultima adesso voglio fare il contrario e ringraziarla per prima:

*rullo di tamburi*
Grazie infinite a Candidalametta, beta e bfff fantastica:)
Questa è la prima fanfiction lunga che scrivo e non credevo sinceramente che sarei arrivata alla fine:) E, senza di lei, è garantito che non sarei arrivata oltre i primi tre capitoli, quindi questo è veramente un GROSSO ringraziamentoXD
Le ho rotto le scatole per mesi fra aggiornamenti e capitoli e lei è sempre stata gentilissima, geniale e TANTO paziente, quindi un applauso prego u.u XD


Grazie a tutti quelli che hanno messo questa fiction tra quelle da ricordare, nella fattispecie:
Akrois, Dafny, imeropa, Lady Luce, lady musa96, lady_violet, Lily_97, Lucy Light, MC17, MelethielMinastauriel, miki9576, Sereko, Yllana, _jul. :)


Un grandissimo grazie anche a tutti quelli che hanno messo questa fiction tra le seguite(sì, lo so, sono pazza, ma oggi tanto mi va di scrivere a computer e ho anche tempo, quindi mi sembra giusto scriverli tutti u.u):
Ehm, ehm: alilah, baby_dark, black_shadow, call, Carrie_brennan, cassieblake, ceciotta, CieloSenzaLuna, daisy duck, Damnet Astbury, Dany92, Dany_g, DarkViolet92, DreamWriter, Elaintarina, erda, Erik Winterking, feffemary94, FioccoDiNeve, giannochan, Giu_Gio, Gixi, Guzzy_12, Happy_Yeah, HateQueen, I am just freaking out, imeropa, In New York summer gets hot, Is_My_Life, JoMark, Jude_Dylan, kamomilla, La Fleur, Lady Luce, lady musa96, Lely1441, lightblack, lilyjuve, Lucy Light, MariGranger, MissProngs, Mokarta, mondred, monicamonicamonica, MooN_LiE_, Namida, Naotokun92, PaleMagnolia, PoisonApple, purisuka, RobyLupin, Sara Weasley, Sunny Sunshine, sweet_marty, tartis, Wanda_, yesterday, yuukimy, _jul. :)


E, infine, grazie mille di cuore a tutti quelli che hanno messo questa fiction nei preferiti, ovvero :) :
AndTheSunShineAgain, AngelMary McCartney, bells7791, Calice, Caos, CioccolatinoAlLatte, Ciottolina107, CloyingCyanide, Damnet Astbury, DracosWife, ellaella, Ellens, GingerRoxanne, gintama_, giulia0209, Gixi, Hachi_, Happy_Yeah, ireat, Jo Mad Hatter, Kashmir, Katherine Elizabeth, Lady Shadow 87, leti10, Listing, love_today_the_world, mattamaty, MerythGreen, Miss_Slytherin, oOo LaViSvampita oOo, Ory_Stardust_95, Simba94, Svampi, the_StRaNgE, Valery_Ivanov, __Wrath__. Grazie davvero:)

Inoltre un ringraziamento speciale va a:

__Wrath__
Ellens
Ory_Stardust_95
PaleMagnolia
oOo LaViSvampita oOo
Dark:Violet_92
Gixi
DracosWife
409inMyCoffeeMaker
mattamaty
leti10
Lucy Light
Scritte così, molto random, tutti quelli che hanno recensito questa storia più o meno per tutta la durata degli aggiornamenti(un applauso per il fegatoXD)
Vi adoro^_^
E(adesso sono veramente alla fineXD) tutti gli altri che hanno recensito: mrthy, Is_My_Life, Valery_Ivanov, CieloSenzaLuna, Sunny Sunshine, AndTheSunShineAgain, AngelMaryMcCartney, Dafny, MerythGreen, ireat, Guzzy_12, Happy_Yeah, Miss Halfway, Lely1441, black_shadow, LaIKa_XD, Calice, SweetBG1996, Namida, Berenyke, purisuka, Niki_CuLLen_ :):)

E' tuttoXD
Aloha e buona estate a tutti!:)





p.s.: per chi di voi volesse sapere cosa sono, rispettivamente, la voce n'6, 23 e 11 della lista, contattatemi e ve lo diròXD qui non posso scriverlo a causa del rating delle storia u.u ok, ho finito^_^

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