Decode. di Iwannafly (/viewuser.php?uid=133614)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Decode 1.
Decode.
Capitolo 1
Non ero invitato.
Non lo ero.
Strano, ho pensato all'inizio; insopportabile dopo, ma non volevo
ammettere che dietro quella mancanza c'era qualcosa di più id un
attimo di distrazione. Era un gran party, festeggiava tutti i suoi
successi più o meno da quando ci conoscevamo:sedicesimo,
diciassettesimo compleanno, diploma e l'uscita degli album, proprio una
festa importante, allora perché io non c'ero?
Perché non ero li a fare il buffone e a divertirmi come mio solito?
In verità ero li, solo...in vesti diverse...
Magari si era stancata di me e di essermi amica o, peggio ne era indifferente.
Era lì, sul palco, a ballare, energica, bella(tanto per cambiare),
felice e spensierata, e poi andava a dire in giro di non saper ballare,
mentre in verità faceva passare per la testa pensieri che, per
un ragazzo come me, un modello da seguire, non sarebbero dovuti
esistere.
Come mi ero ridotto?!
Mi sentivo una parodia dei film d'azione, eccomi, rannicchiato nel
condotto di aereazione a spiare una festa, ero come sonnambulo.
“E alzati, vattene, conserva quel po' di dignità che ti è rimasta”mi ripetevo, facendomi pena da solo.
Ma non lo facevo, non me ne andavo, stavo semplicemente lì,
senza staccarmi dalla griglia che mi permetteva di osservare tutto
anche se a strisce.
Ero forse una specie di masochista?
Provavo piacere a farmi del male da solo, quando invece potevo tranquillamente a casa mia a pensare ad altro?!
Già perchè ero ancora di convinto di poter pensare ad altro!
“C'è perfino Hayley Williams, Dio ma chi è di
così importante per lei?!”mi chiedevo arrabbiato”Oh
giusto, semplicemente il suo idolo, Joe”rispondeva un'altra
vocina dentro di me.
In quel momento Demi prese il microfono accanto alla
“super-torta”e, dopo aver smesso di ansimare per la
performance precedente, cominciò a parlare. “Grazie a
tutti per essere qui...con me a condividere...la
soddisfazione...”con il fiato corto sbirciò nella mia
direzione.
Che lo sapesse?impossibile.
“La soddisfazione di aver raggiunto i miei sogni, di avere tanti
amici preziosi come voi e...la patente!!”continuò
soddisfatta e ridente.
“Volevo ringraziare inoltre mia madre e tutta la mia famiglia ed
Hayley Williams per aver accettato l'invito e se non è troppo,
vorrei chiederti di cantare per noi!il mio discorso può
aspettare, la musica viene prima di tutto, no?”disse decisa.
Demi scese dal palco lasciandolo al suo idolo, che cantò alcuni dei suoi pezzi più famosi, come Decode.
Il
pubblico rimase molto soddisfatto e dopo che Demi ebbe ringraziato
Hayley e fattole i complimenti per la splendida prestazione, la
festeggiata prese di nuovo il microfono per continuare il suo discorso:
“Direi che dopo una performance del genere parlare rovinerebbe
solo le cose, ma devo farlo, mi dispiace”si scusò
sorridendo.
Un sorriso splendido, anche se non come quelli dei vecchi tempi
“Sono felice che tutte le persone più importanti della mia
vita siano qui con me, che tutti gli invitati siano presenti
e...”ma non riuscì a finire perché Tiffany Thornton
le rubò il microfono, ma questo non mi aveva distratto dal fatto
che se tutte le persone importanti della sua vita erano li ed io non
ero invitato, facendo 2+2...non ero importante.
“Si, si va bene, va bene, Demi hai detto abbastanza...”
“Veramente io...”cercò di dire lei
“Ah-a, adesso siediti, perché molti id noi hanno
qualcosa da dire, o visto il poco preavviso che hai dato per il party
da leggere!”si corresse ridendo, poi congedò con un “gentile gesto della mano”che sembrava dire “sbrigati che non abbiamo tutta la serata” Demi, che si andò a sedere al tavolo centrale della sala.
Parecchi ragazzi e ragazze, (sarà stata impressione mia, ma i
ragazzi sembrava stranamente più numerosi...)parlarono o lessero
, elogiandola fino a quando non si commosse, si trattenne dal piangere
infatti, solo per non rovinare il trucco, più spesso si mise
però a ridere alle parole degli amici che rievocavano ricordi o
situazioni paradossali, divertenti fraintendimenti.
E io ancora lì, quasi fosse un film al cinema.
“Ridicolo”mi ripetevo fino alla nausea.
Poi ad un tratto qualcosa dentro di me si ruppe definitivamente, e la
causa era stata la vista dei miei tre fratelli e della mia futura
cognata.
Cosa ci facevano loro là?
Avevano detto di non sapere niente del party di Demi, di non essere stati invitati e di essere impegnati già da tempo!
Già in effetti ero impegnati!
Erano lì, sorridevano, abbracciavano e baciavano la ragazza
scusandosi per il ritardo o chiedendole come mai avesse gli occhi
lucidi.
Si avvicinarono un po' alla griglia da cui li spiavo per poggiare il
regalo sul tavolo apposito e mi parve di sentire Frankie chiedere a
Kevin
“Kev, ma come mai Joe non è venuto?” tesi subito
l'orecchio per cercare di afferrare qualche parola in più di
quella conversazione, non ottenni molto, ma quel poco bastò,
bastò davvero.
“Demi non ha voluto invitarlo, non devi dirglielo però ne
a Joe e neanche a Demi, non dovrei sbandierarlo ai quattro venti, mi ha
chiesto di non farlo sapere”.
Ecco perchè in quei giorni erano tutti così strani, bhé almeno non mi era indifferente, forse arrabbiata??
ma per cosa??
non lo sapevo, ero semplicemente sconvolto e cominciai a strisciare per
il condotto d'aereazione, cercando l'uscita, lo feci fisicamente, ma
anche psicologicamente era come se strisciassi in cerca di una via di
uscita, o magari di svegliarmi e accorgermi che era stato tutto un
sogno.
Ero quasi in trans, non pensavo a niente, ma seguivo meccanicamente la
strada di casa, probabilmente avevo ancora la bocca semiaperta per lo
stupore.
Quando arrivai mi buttai sul letto come fossi una balla da basket,
ci rimbalzai pure sopra e osservai il tetto sopra di me, era dov'era
sempre stato, eppure me lo sentivo cadere addosso, come il resto del
mondo.
Fuori tutto continuava come se non fosse successo nulla, com'era
possibile? Che tutto e tutti fossero così indifferenti al mio
dolore e alla mia confusione? Non dormii tutta la notte, pensando a
tutti i momenti più belli che avevo passato con lei, ebbi solo
un lieve sussulto quando i miei fratelli annunciarono il loro ritorno a
casa con l'apertura e la chiusura della porta e l'immancabile
elettricità che si ha dopo le feste, era di questo infatti che
parlavano animatamente.
“Nick
hai fatto un discorso straordinario, davvero, l'hai visto anche tu che
Demi anche sforzandosi non è riuscita a non piangere, riesci a
parlare al cuore della gente, avete un rapporto davvero speciale voi
due”sentii dire a Kevin, altra pugnalata, altro sangue che sento
scorrere caldo, quasi fosse vero, altro odio da deporre sul povero
cuscino sotto la mia testa che stavo prendendo a pugni, alla fine era
lui a dover pagare per tutti!
“Ma dai, sei come un padre per lei, Kev, quando il discorso l'hai
fatto tu piangeva già, ma non significa che non stesse piangendo
anche per te!è stata una gran bella festa, bella davvero,
Frankie, ora va a letto,ok?quando salgo ti voglio vedere sotto le
coperte!”raccomandò Nick al minore dei Jonas.
Poi dopo qualche minuto anche gli altri due salirono al piano
superiore, Kevin aprì leggermente la porta della mia camera ed
io feci finta di dormire, poi lui richiuse la porta e captai solo poche
frasi:
“Mi raccomando, non una parola con Joe, lo farebbe stare male e
basta, non capirebbe, sai com'è fatto, corre subito alle
conclusioni, sarebbe un casino” poi Nick rispose:
“si lo so, lo so, Demi mi ha fatto promettere di mantenere chiusa
la bocca, è che mi dispiace per lui...bhè è meglio
che vada a letto adesso, 'notte Kevin” “Sai anche tu che
è meglio così, Nick, ah e 'notte anche a te”disse
Kevin con fare paterno.
Avrei voluto alzarmi, chiedere spiegazioni, ma
a quanto pare tanto io non capirei e salterei alle conclusioni,
perché sono impulsivo, non era questo che intendevano dire?non ne avevo comunque la forza.
E come ho detto prima ripensai ai nostri momenti migliori, con
nostalgia, e senza più la sensazione salda come una volta di
essere uno dei suoi più grandi amici o, ma adesso era di sicuro
fuori discussione, un po' più speciale...ma solo un ostacolo
alla sua felicità.
Ciao a tutti! :D Allora.. io
sono una fan sfegatata dei Paramore e ascoltando a ripetizione Decode
mi è venuta l'ispirazione spero vi piaccia.
Comunque visto che tutto
ciò si basa su questa canzone vi consiglio di leggervi la
traduzione! Recensite se volete che continui! :)
Adesso smetto e vado! Baci!
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Capitolo 2 *** Capitolo2 ***
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Decode
Capitolo 2
Gola secca.
Intorpidito.
Mal di testa.
Mi svegliai così la mattina dopo la festa di Demi.
Ed ero deciso a far finta di niente.
Mi lavai i denti, mi vestii, e con finta energia scesi le scale
velocemente. -Ehilà famiglia! Che c'è per colazione?-
chiesi con un gran sorriso sulla faccia. -Il solito, ma sbrigati
perché sta finendo tutto!- mi rispose Nick con un rapido saluto,
completamente impersonato nel ruolo di "è tutto a posto!".
Dovevo riconsiderare le sue doti di attore.
Nel frattempo Frankie immagazzinava carboidrati a più non posso e Kevin cercava di farlo smettere.
Mi sedetti e mangiai, anche se non avevo fame.
Ogni tanto riuscivo a captare le rapide occhiate tra Nicholas e Kevin e facevo l'indifferente.
Una volta che furono usciti quasi tutti, mi avvicinai a mia madre
e con aria grave le chiesi -Mamma, secondo te fino a che punto si
può arrivare a scavare nella vita di un persona senza superare
il limite, rendersi ridicolo o troppo invadente?- di sicuro si
aspettava una domanda diversa, perché assunse una faccia
preoccupata e mi fece sedere sul divano accanto a lei -Sarebbe inutile
chiederti se c'è qualcosa che non va, perché è
ovvio, perciò vado al nocciolo della questione, cos'è
successo?- mi chiese spiccia. -Credo che mi stia nascondendo qualcosa,
forse sono paranoico o esagerato, ma non riesco a dormire e...-ma non
potei continuare
-Intanto calmati. Parla più lentamente, poi Joe te l'ho sempre
detto, quando parli prima il soggetto, poi il predicato e i vari
complementi che faccio fatica a starti dietro. Quindi stiamo parlando
di una ragazza, di un amico, cosa?- chiese guardandomi con aria
interrogativa.
-Bhè...tutte e due...è Demi e credo che Nick e Kevin c'entrino pure- le confessai
-Sarò breve, ma lo sai anche tu Joseph, la cosa
migliore è chiedere alla diretta interessata prima di arrivare a
conclusioni errate, potrebbe creare problemi altrimenti- disse
sincera lei.
Ma tutti la stessa cosa mi dicono,eppure non ricordo di essere
saltato tanto spesso a conclusioni errate...mi fido soltanto del mio
istinto...
-Quindi devo telefonarle?-chiesi sperduto.
-Telefonarle?Ah questa tecnologia! Ragazzo,
incontrala!- rise mia madre. -Incontrarla? No, no! Non ce la
faccio, potrei perdere il controllo e dire cose di cui mi pentirei o
combinare qualche str...- o.p.s.
-Joseph Adam Jonas! Modera il linguaggio almeno davanti a me!- mi rimproverò
-Scusa mamma, ma è importante e non vorrei commettere
errori come mio solito, a Demi tengo- confidai con aria da cane
bastonato.
-Lo so caro, lo dimostri e si vede, scommetto che per lei
è lo stesso!- mi consolò dolce con l'aria di chi la
sa lunga.
-Magari. Ormai comincio a dubitarne..non lo so mamma, è
che...credo sia meglio comprarne due pacchi, si hai ragione
tu! Altrimenti finiscono troppo presto!- sviai, era appena tornato
Kevin, aveva dimenticato il portafogli e ne approfittò per
prendere un caffè.
-Ma che...oh certo caro, farò come dici tu, ne
prenderò due pacchi!- e mi fece l'occhiolino stando al
gioco, si alzò e tornò a prepararsi per andare a fare la
spesa.
Adoravo mia madre.
-Fratello, tutto a posto?- mi chiese Kev pieno di vitalità mentre sorseggiava il caffè bollente.
-Diciamo, è solo che dovrei chiamare Demi, mi manca
ed è tanto che non la sento o forse dovrei incontrarla, si
sarebbe meglio- disso cercando di afferrare in lui una qualche
reazione, neanche a dirlo, il suo caffè si era riversato su
Frankie che passava di la, glielo aveva letteralmente sputato addosso.
-Ehy, ma che fai? Poi sono io il bambino!- lo
rimproverò spazientito il piccolo, era completamente bagnato.
Situazione buffa e, forse, se tutta quella storia non mi stesse
così a cuore avrei riso di gusto.
-N-non dovresti essere a scuola tu?-
-Sciopero! disse semplicemente il bambino, poi risalì le scale con un succo in mano.
-Chiamare Demi, eh? Penso che in questo periodo sia già
abbastanza impegnata, no? Sarebbe meglio non darle altri pensieri,
sai...poi...- ma non lo lasciai finire: avevo voglia di giocare.
-Bhè siamo i suoi migliori amici, per noi troverà
qualche ora, no? Anche se ieri sera può essersi
stancata- finii con uno sguardo eloquente -D'altronde, quanto
tempo è che non la vedi?- sentivo che se non fosse stato
per il bancone probabilmente gli sarei salito addosso.
-Stancata? E perché mai?- chiese con finta indifferente mio fratello.
-Bhé, sai ieri sera era venerdì, è probabile
che sia uscita- mi piaceva farlo stare sulle spine,
punzecchiandolo, era la giusta punizione.
Lui si rilassò visibilmente e, dopo aver pulito il bancone dal
caffè, salì al piano superiore a prendere il portafogli. Poco dopo ridiscese e salutò.
Non potei evitare di sorridere...molte idee diaboliche mi erano
passate per la testa. Mi calmai dicendomi che mi stavo agitando troppo
per una semplice sciocchezza.
Poi presi il cellulare, digitai il numero di Demi, che sapevo a
memoria a furia di ripeterlo per chiamarla e dirle tutto quello che
facevo in un giorno, e schiacciai la cornetta verde. Rispose la
segreteria telefonica, riprovai a distanza di un ora, a intervalli
regolari, ma niente di niente. Alle 4, alle 5, alle 6 del pomeriggio. Riprovai e riprovai, zero assoluto.
Ero sull'orlo di una crisi di nervi. Ogni ora, quasi avessi un orologio
interno, le telefonavo, mi ero quasi dimenticato perchè lo
stessi facendo.
Decisi di aver bisogno di fare una passeggiata per scaricare un
po' di tensione, così cominciai a camminare mantre il vento e
il gelo cominciavano ad insinuarsi attraverso i vestiti, arrivando alle
ossa. Aveva qualcosa di stranamente piacevole.
Camminai a testa bassa, le mani nelle tasche dei pantaloni, niente
giacca, calciavo qualsiasi cosa mi capitasse davanti, che fosse una
lattina o un sasso.
Vidi un muretto e in quel momento mi resi conto di quanto fossi stanco,
non ci pensai due volte a sedermi. Mentre le gambe si lamentavano e pur
sapendo che sarebbe stato un gesto inutile, che sarei rimasto deluso e
basta, presi il cellulare dalla tasca e riprovai a chiamarla, rispose
al primo squillo.
-Pronto?- la sua voce inconfondibile, ma lo chiesi lo stesso incredulo.
-Demi sei tu?-
-Oh...ehm...chi parla?- sembrava confusa.
-Sono Joe- risposi concitato, non aveva riconosciuto la mia voce, ma adesso non importava.
-Come scusa? Non sento...-
-Sono Joe- dissi alzando la voce perché potesse
sentire, forse un po' troppo forte, visto che sentii il mio timbro
rimbalzare per la stradina stretta. -Oh Joe! Non sento
niente...- ci furono degli strani rumori, fruscii, non capivo
niente di quello che diceva, poi silenzio, solo il rumore regolare del
telefono a farmi capire che era caduta la linea, o almeno così
sembrava.
Mi ritrovai a parlare con un oggetto, da solo, come uno stupido.
Ero ad un passo così, cavolo, mi ero appena accorto di quanto la
sua voce mi mancasse, era con lei che mi confidavo, che mi sfogavo, e
adesso non c'era.
Era duro da accettare, mi tormentavo le mani, poi affondai le dita tra
i miei capelli e avrei voluto strapparli. Respiravo affannosamente,
neanche avessi corso. Ce l'avevo con il mondo, anche con quello
stramaledetto muretto super-scomodo.
Sapevo che mi sarei dovuto alzare prima o poi, ma cercavo di rimandare quanto potevo.
Poi la fame ebbe la meglio e di malavoglia mi alzai e mi diressi di nuovo verso casa.
Arrivai che erano le 9 e mia madre stava cucinando, mentre Frankie
giocava con le macchinine telecomandate e Nick, Kevin e mio padre erano
piazzati davanti alla TV. C'era la partita di baseball quella sera, mai.importato.di.meno.
-Buonasera famiglia- dissi, poi mi accostai a mia madre e le scoccai un bacio sulla guancia.
-Che si mangia?- chiesi a voce alta, per poter dare una
giustificazione alla nostra conversazione, poi a voce più
bassa -Ho provato a chiamarla, ma non risponde. Poi qualche minuto
fa ha risposto, ma è 'accidentalmente caduta la linea- sussurrai sarcastico.
Mia madre si guardò un po' intorno e poi con fare da '007' mi bisbigliò
-Sei sicuro che ti abbia chiuso il telefono in faccia? Magari non
c'era campo, o aveva da fare- mi guardò speranzosa.
-No, non penso. Se sapessi dov'è magari ci andrei di
persona e chiarirei le cose!- poi dovetti chiudere la discussione
perché la cena era pronta e casa mia, visto il numero di
inquilini, non era mai stata molto adatta al 'confidamento segreti' : io e Kevin sapevamo ogni particolare del primo bacio di Nick!
Mangiai distratto, ascoltando i discorsi di mio padre solo a
metà, non riuscivo a pensare a qualcosa di diverso da Demi. Mi
immaginavo già la scena: io e lei che mi diceva che non voleva
più avere niente a che fare con me, che non voleva più
essermi amica.
-Allora, Joe, cosa ne pensi? Joseph!- quella voce autoritaria
mi risvegliò. -Eh?cosa, papà? chiesi
sperduto.
-Ti ho chiesto cosa ne pensi. C'è la possibilità
che io riceva una promozione, figliolo, ma è probabile che
viaggi più spesso, volevo sapere se per voi è un
problema!-
-Oh...no, no, penso di no! Sono contento che tu venga premiato
per il tuo duro lavoro, non saremo certo noi a
fermarti- improvvisai, sfoderando uno dei miei sorrisi migliori,
di quello al momento mi interessava un fico secco.
Mi accorsi solo dopo però che Frankie mi guardava storto.
Dopo cena salii in camera mia.
Anche togliendo tutto quello che era successo nelle ultime ore,
rimaneva il fatto che mi mancava e che non la vedevo da tempo. Anche
se non si era dimenticata e mi voleva ancora bene, mi mancava da morire.
Per non pensare a lei, accesi la TV facendo zapping ininterrotto, mi
fermai alla fine su MTV e vidi qualche video musicale Quando stavo
per appisolarmi la voce della speaker mi fece saltare dal letto .
-Buonasera a tutti, stasera come vi avevo annunciato la
settimana scorsa, è con noi una cantante ed attrice molto
famosa, pensate che a soli 17 anni ha pubblicato due album, recitato in
diversi film e collaborato con diversi artisti. Uno più
talentuoso dell'altro e sperando di non aver dimenticato qualcosa,
signori e signore...Demi Lovato!- strillò la presentatrice
battendo le mani come poteva pur con il microfono il mano.
Da una porta al lato la vidi entrare, aveva un vestito viola sopra il
ginocchio e i suoi soliti tacchi vertiginosi dello stesso colore.
Si diresse verso la donna che la fece accomodare su una poltrona, ero tutt'altro che addormentato adesso.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Decode. 3
Decode.
Capitolo 3
-Bene,
intanto volevo ringraziare Demi per essere qui stasera, abbandonando i
suoi impegni per venire qui da noi dalla California- sorrise a Demi in
modo esagerato.
-Oh sciocchezze, è da una vita che non passo da NY. Mi ero
ripromessa di tornare e questa intervista me ne ha dato l'occasione,
quanto agli impegni...penso che comunque se non lavorassi mi deprimerei
perciò...- fece uno strano sorrisino e con imbarazzo i
sistemò le pieghe del vestito
-Allora Demi ci sono arrivate un sacco di domande dai tuoi fan sul
nostro sito, abbiamo dovuto fare una cernita altrimenti saremmo rimasti
qui fino all'epifania- disse con una voce un po' acida.
-Poi volevo complimentarmi, hai davvero buon gusto, il vestito è meraviglioso!- disse e si notava una nota di gelosia.
Quanto odiavo tutti quei convenevoli, quella donna non era famosa di
certo per la sua purezza d'animo altrimenti non avrebbe fatto tutta
quella carriera: amava mettere a nudo i problemi e gli scheletri negli
armadi delle star e, peggio ancora, aveva una marea di telespettatori.
-Ehm...grazie, anche tu stai bene- sorrise appena, semplice routine.
Come pensavo Demi aveva fatto la solita faccia di quando diceva una
bugia, non aveva mai saputo mentire ed io ne sapevo qualcosa.
-Grazie, grazie. Questo colore mi dona, vero?- trafiggendo con lo sguardo la ragazza
-Oh...ehm...- Demi era visibilmente nervosa ed imbarazzata, mi ricordo
ancora una delle sue prime interviste, era stato un miracolo che fosse
rimasta in piedi.
-Comunque passiamo alle domande-era ora.
-La prima. Si vocifera molto sulla tua vita sentimentale, fin dai tuoi
esordi, da Trace Cyrus a Joe Jonas, che per quanto queste voci siano
vere o no c'è da dire che cambi spesso gusti in fatti di
ragazzi! Non è così?- chiese con un sorriso
malizioso.
-Oh...bhé no, cioè non ho ancora trovato il tipo ideale o
un modello. D'altronde capita spesso alle persone di innamorarsi di
persone completamente diverse e poi l'amore non è una cosa
così comune, quasi nessuno
alla mia età lo ha ancora provato certo a volte ci illudiamo, ma
innamorarsi...bhè è una parola grossa, e poi sto ancora
crescendo...- l'aria cominciava a farsi pesante.
-Insomma per
esempio da piccola i funghi mi piacevano e ora non mi piacciono
più- cercò di minimizzare con una risatina e rossa come
un peperone fece finta di non aver visto la faccia della presentatrice.
Poi si
schiarì la voce -Si insomma intendo dire che non sono ancora
sicura di cosa voglio in un ragazzo e comunque non ho mai avuto una
relazione né con Trace Cyrus né con Joe- disse mentre la
voce le si smorzava all'ultima parola.
-Signorina, si sente bene?- chiese la presentatrice con finta
preoccupazione mentre un sorrisino beffardo e indagatore le si
dipingeva su quella faccia devastata dal botulino.
-Oh si, solo
potrei avere un bicchiere d'acqua, per favore, sa il mal di gola con
questo freddo...- accennò un sorriso nervoso, quella sera
sembrava proprio da repertorio, la fama di quella strega di certo era
arrivata alle orecchie di Demi che aveva già abbastanza
problemi con le comparse nei programmi televisivi.
-Continuiamo allora, dov'eravamo rimasti? Ah si certo, che ti ostini a dire di essere single!-
-No, non è così!- disse un po' irritata la ragazza.
-Allora non sei single?- chiese lei con la faccia di un bambino di fronte ad un lecca-lecca.
-No...cioè
si, sono single, intendevo dire che non mi ostino, è solo la
verità!- disse calmandosi, appoggiandosi allo schienale e
spostando i capelli in modo convulso mentre il suo piede non riusciva a
stare fermo.
La conduttrice
alzò con scetticismo un sopracciglio, ma non andò oltre.
-Bene bene, questa è interessante, una ragazza dal Colorado,
chiede 'Demi,
che differenza c'è stata tra il bacio censurato in Camp Rock,
quello di Sonny tra le stelle e quello di Camp Rock 2?' di sicuro la ragazza intende dire cosa hai provato-
-Oh, bhé
quando baci davanti ad una telecamera e una valanga di persone che ti
guardano come se stessero visionando un documentario, non c'è
molto tempo per i convenevoli, non si prova molto, per lo più
è molto imbarazzante. Nel bacio di Sonny non ho provato niente
se non irritazione, ma non per lui, nono, solo perché come ha
già detto lui in una intervista, abbiamo dovuto ripetere quella
scena migliaia di volte e una cosa che nella realtà dovrebbe
essere spontanea diventa quasi una caricatura...- finì
imbarazzata pensando forse che Stephany poteva non essersi accorta che
non aveva risposto a tutta la domanda, bhé di sicuro io me ne
ero accorto e naturalmente non era sfuggito a Stephany Walker.
-Non hai risposto al resto della domanda...-
-Cosa?-
-Non hai parlato dei baci nei due film di Camp Rock.-
-Oh certo, bhé non pensavo servisse, me lo hanno chiesto così tante volte...- cosa hai provato? Lo sai? A me non l'hai mai detto...
-Bhè, io non l'ho sentito- mi ero appena accorto di essermi piazzato davanti alla TV a circa 2-3 cm dallo schermo.
-In Camp Rock il bacio era del tutto inaspettato, l'ha detto anche Joe
che nel copione non c'era, l'ha fatto perché pensava che avrebbe
potuto essere carino? Non so comunque di sicuro non me lo aspettavo, ma
no, non ho provato...si insomma siamo solo amici io e Joe-
-E Camp Rock 2?-
-Nel copione il bacio c'era perciò mi ero preparata, nel senso
che lo sapevo già, non sono stata presa alla sprovvista-
finì sviando la vera e propria domanda.
-Devo dare la pubblicità, ma noi torneremo presto non cambiate canale!- esclamò quasi minacciando la telecamera.
Il viso di Demi si rilassò visibilmente, anche se forse rimanere
nel fuori onda con quella donna non sarebbe stato proprio uno spasso.
Ero ancora a tanto così dallo schermo e mi lasciai andare sul
tappeto, ero frastornato, ma una cosa l'avevo capita: Demi era a NY.
Ero perso nei miei pensieri quando il programma ricominciò.
-Benvenuti, rieccoci qui con Demi Lovato- un breve applauso e ricominciò a parlare.
-Demi, ho saputo che rimarrai qui per qualche giorno- con finto fare
materno -Me lo ha detto nel fuori onda o sarebbe più giusto dire
che gliel'ho strappato con le tenaglie, questa ragazza è molto
riservata è una bella cosa in una persona!- sussurrò dopo
stringendole le guance come fanno i nonni ai nipotini, Demi era un po'
rigidina e quando la donna le lasciò le guance sembrò
rasserenata.
-Si, riparto giovedì!- giovedì. Tre giorni,
avevo tre giorni per raggiungerla... -Spero ti troverai bene, ma bando
alle ciance,parliamo del tuo ultimo video musicale per il singolo
Remember December, davvero stupendo!-
-Grazie, adoro questa canzone, del mio album è quella che
preferisco, girare il video mi è piaciuto!- sembrava sollevata
dal cambio di argomento.
-Inoltre eri con le tue college di Camp Rock-
-Si esatto, sono fantastiche!- sembrava davvero sorpresa della boccata di aria che le aveva fatto finalmente prendere la Walker.
-Ma mai quanto i Jonas Brothers! Il video di Bounce che hai girato con
loro è davvero ironico!- Demi fece una faccia del tipo 'ci
risiamo'
-Si, inoltre le comparse di Camp Rock 2 sono state davvero gentili e
disponibili per questo video e cosa più importante ci siamo
divertiti moltissimo!-
-Hai un gran rapporto con quei ragazzi, non è così?-
-Oh, si sono come fratelli per me, alcuni degli amici migliori che
abbia avuto, un po' come Selena e Miley- disse sperando di portare la
discussione da un'altra parte.
-Oh, Miley. Certo...a proposito di questo, non credi che Miley sia un
po'...voglio dire che si fa molta brutta pubblicità. Sai per via
delle foto e il resto, non ti mette in buona luce questa amicizia non
trovi?- e in effetti c'era riuscita, ma non credo che fosse quello
ciò che voleva ottenere.
-Io credo che l'amicizia consista a volte anche a saper farsi i fatti
propri, ci sono cose in cui nemmeno le migliori amiche del mondo devono
intromettersi, sai alcune questioni bisogna risolverle da soli...-messaggio subliminale Demi?! Non è da te!
-Certo, certo- la interruppe la donna mentre cercava di capire cosa
cercava di dirle l'operatore equando lo capì, non sembrava molto
contenta.
-Oh
mio Dio, mi stanno appena dicendo che il tempo a nostra disposizione
è finito, è incredibile quanto passi in fretta il tempo.
Avevo ancora una ventina di domande da farti, non trovi che il tempo
sia volato?- ad un tratto Demi sembrava aver avvistato un oasi in un
deserto.
-Oh come no, volato, si- quando imparerà che per mentire ci vuole la faccia di bronzo?
Detto questo le due donne si salutarono e Demi sembrava volare verso la porta come fosse l'unica via di fuga.
Presi al volo la giacca, una borsa con qualche cianfrusaglia e scesi le scale. Mi avvicinai a mia madre
-L'ho trovata-
dissi raggiante -Resterà qualche giorno a New York, devo andare.
Inventati una scusa plausibile, non so quando torno, dipende se la
trovo o meno. Grazie sei il mio angelo custode- e senza darle il tempo
di obbiettare scappai verso la porta e presi l'auto diretto
all'aeroporto. Comprai un biglietto per New York che sarebbe partito
all'alba, prima non ce n'erano, ma dovevo ringraziare il cielo che ci
fossero ancora posti in fondo.
Ero partito
euforico, ma minuto dopo minuto, più che euforia, era
nervosismo, impazienza, quasi fissazione. Il tempo passava lento e
sembrava che le lancette si divertissero a farmi impazzire spostandosi
sempre più lentamente, poi sorrisi pensando che era così
che Demi doveva essersi sentita quando quella donna la stava mettendo
alle strette.
Quel pensiero ne portò un altro e un altro, fino a quando non mi
resi conto che pensando a lei il tempo era volato e mancando un ora al
volo. Mi alzai e dopo aver eseguito tutte le procedure e aver aspettato
qualche minuto, m'incamminai per salire sull'aereo. A quel punto, c'era
da aspettarselo una folla di ragazzine urlanti mi piombò addosso
e dovette passare una buona mezz'ora prima di poter salire sull'aereo,
era stato strano che non fosse successo prima.
Per non continuare ad arrovellarmi tra i bei ricordi di una volta, chiesi all'hostess di accendere la TV, il colmo.
Un bel video musicale di Demi Lovato!
Certo ora si che potevo stare tranquillo, per tutto il viaggio non
avrei potuto pensare ad altro. Remember December per me, come per lei a
quanto pareva, era la canzone che preferivo di "Here we go again" e il
video era certamente migliore del suo primo singolo. Non riuscivo a
staccare gli occhi dallo schermo, proprio come era successo alla festa,
bhè si, ero definitivamente drogato della nostra amicizia, delle
nostre conversazioni, di lei...
Il resto del viaggio in aereo lo passai a guardare fuori dal finestrino
e a pensare a ciò che le avrei detto, immaginare la sua
reazione, non sapevo di avere una dose tanto alta di fantasia...
Scesi che era ancora mattina presto, presi le valige e mi avviai verso
il bar con lo stomaco che brontolava peggio di un orso e mi buttai
sulla mia colazione improvvisata, poi presi un taxi e quando mi chiese
-Dove ti porto?- il mondo mi crollò di nuovo addosso
-Ehm...- decisi che intanto avrei prenotato una camera in un hotel, mi sarei informato dopo sul resto.
-Mi porti in un hotel, faccia lei, basta che da li mi possa muovere
bene per il resto della città- mi portò ad un albergo che
dava sul Central Park, vista semplicemente meravigliosa!
Stanco morto, mi distesi sul letto e presi il cellulare riprovando a
chiamarla. Rispose la segreteria telefonica e quella volta decisi di
lasciarle il fatidico 'messaggio dopo il bip'
-Ehm...ciao Demi, sono io, Joe, sai sono a New York e ho saputo che sei
qui anche tu...- mentii spudoratamente facendo finta di essere a NY per
caso -Quindi, che ne dici se ci incontriamo? E' tanto che non ci
vediamo, sarebbe bello, come ai vecchi tempi...e niente, tutto qui,
richiamami e ah fatti aggiustare il cellulare, l'altro giorno ha avuto
qualche problema!- dopo aver detto quella cazzata universale mi
vergognai di me stesso. Forse neanche io ero così disinvolto...
Feci un giro al Central Park, perché anche con tutti i miei
problemi, se stai a NY non puoi perdere un occasione del genere,
naturalmente sempre con il cellulare in tasca e la suoneria messa al
massimo.
Quando tornai la signorina della reception mi fermò imbarazzata
-Scusi, il signor Jonas?-
-Si, sono io-
-Ha
chiamato una ragazza dicendomi di dirle che accettava di incontrarla,
Demi Lovato, qui c'è il nome dell'hotel e l'orario.-
-Oh grazie- ero sbalordito, avevo mandato il messaggio certo, ma non
pensavo che avrebbe risposto, figuriamoci che l'avrebbe fatto
così in fretta. -Scusi?- una voce mi riscosse
-Si?-
-Potrei avere un autografo?- chiese imbarazzata, solo allora mi accorsi che era poco più di una ragazzina.
-Certo!- le firmai un autografo e salii in camera a prepararmi, anche se erano le quattro e l'appuntamento era alle otto.
Presi nuovamente un taxi e gli lessi l'indirizzo dell'hotel, anche se a
quanto pareva non ce n'era bisogno, era uno degli hotel più
prestigiosi di NY.
Arrivai due ore dopo, il traffico era spaventoso...forse non avevo
fatto male a prepararmi così presto, ma erano comunque le sei e
mezza, era presto, entrai comunque perché il vento era parecchio
forte.
Mi coprii come potei il viso per evitare affollamento di gente e
mi diressi al bar, presi qualche drink tutti rigorosamente analcolici,
ero già abbastanza imbranato senza bisogno di una sbronza ad
aiutarmi.
L'unico lato positivo di questi hotel extra lusso era che la
discrezione era assicurata, la gente che cercava di avvicinarmi veniva
fulminata dallo sguardo del barista, forse era più per questo
che li pagavamo tanto.
Alle 7 e mezzo mi alzai, tutto indolenzito e mi recai alla reception.
-Scusi, la stanza della signorina Demi Lovato?-
-Un attimo che controllo...485! Vuole essere annunciato?- annunciato? la guardai un attimo smarrito, ma siamo in un hotel o al Buckingham Palace? -Oh...no, sa che sono qui e poi vorrei farle una sorpresa- in quel momento mi sentii un idiota, non le avevo portato niente.
-Scusi, sa dove posso trovare dei fiori a poca distanza?
-Oh, questo hotel è come una piccola città. Al primo
piano c'è un fioraio ben fornito...ehm...signor Jonas?-
Si?-
-Rose bianche.-
-Oh, grazie! Ne è sicura?- lei mi guardò con l'aria di chi sa il fatto suo.
-Solo perché la signorina fa rock, non significa che dentro non
rimanga una donna e tutte le donne amano i fiori e vista la sua giovane
età direi che le rose bianche saranno un ottima scelta-
-Ok ok mi fido- dissi interrompendo quel fiume di parole.
-E io che volevo prendere delle rose rosse- dissi sarcastico come se
fosse stato un delitto, ma quello che non mi aspettavo era che fece una
faccia sconcertata.
-R-rose rosse?- disse disgustata.
-Oh.mio.Dio.Che ho detto?- mi sbattei la mano sulla fronte e scappai prima che potesse continuare.
In fondo l'importante era il pensiero.
Salii al primo piano e presi le rose bianche, ma quando stavo per
uscire vidi altre rose. Bianche e color porcellana all'interno, dalle
mille sfumature, mi fermai e tornai dal fioraio
-Scusi, può aggiungerci cinque di quelle?- dissi indicando le
altre rose, le trovavo meravigliose e mi ricordavano Demetria. Uscii e
mi diressi verso l'ascensore pensando che quel poco di
mascolinità che mi era rimasta l'avevo lasciata in quel negozio.
Quando le porte dell'ascensore si riaprirono sentii un groppo in gola.
Si erano fatte le otto meno dieci, mi diressi verso la porta, mi
sistemai i capelli, presi un lungo respiro -anche se mi sembrava che mi
stessero togliendo l'ossigeno- e bussai.
Aspettai qualche secondo e quando sentii aprirsi la porta le mie ginocchia traballarono per mezzo secondo.
Ciao! :3 Allora ecco a voi un altro capitoletto!
Volevo solo ringraziare i seguiti, ricordati e preferiti. Chi legge e
chi recensisce! Anche chi commenta in piccolo e poi mi arriva la mail!
xD
Tutto qua! Al prossimo! ;D
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
decode 4
Decode.
Capitolo 4
Aveva
i capelli legati in una coda e un paio di jeans con una maglietta
azzurra, semplice, ma dovetti nascondere la mia faccia dietro le rose
per mascherare il nervosismo.
-Tadà! Tieni!- le dissi con un sorriso da bambino.
-Oh, ciao Joe- disse visibilmente imbarazzata.
-Ciao a te, sconosciuta!- feci sarcastico.
-Già. Hai ragione, ho avuto parecchio da fare in questo ultimo periodo...non ho avuto modo di...-
-Non ti preoccupare, l'importante è che abbiamo trovato un ritaglio di tempo, no?-
-Certo...ehm...grazie per i fiori, sono molto belli- seguì qualche secondo di imbarazzo e cercai di farmi avanti.
-E' una fortuna che sia passato per New York, è esattamente come la ricordo...-
-Già, che fortuna!-
-Cos'è, non ti fa piacere che io sia qui?-
-No...ma che dici!-
-E' che mi
mancavi. Tu, le nostre chiacchierate...- fece per girarsi, forse per
prendere un vaso, ma il contatto visivo era l'unica cosa che mi faceva
capire cosa provasse così la presi per il braccio e la costrinsi
a voltarsi. -Parlo sul serio Dems, mi sei mancata da morire...- mi
fermai, perché sembrava che i suoi occhi implorassero
pietà, mi chiesi cosa avevo detto di sbagliato. Forse stavo
rendendo tutto troppo melodrammatico, ma avevo assoluto bisogno di
sapere cosa le passava per la testa.
-M-ma è stato c-così anche per te?- gli chiesi fiducioso.
-Buffo, in una
suite così grande non c'è nemmeno un vaso. Scendo un
attimo a chiederne uno, eh?- e così dicendo si divincolò
con gentilezza e sparì dietro la porta bianca.
Più
confuso che mai mi sedetti sul divano, i miei timori cominciavano ad
essere confermati, inoltre non sapevo che per prendere un vaso ci
volessero tre quarti d'ora.
Quando
entrò sembrava che avesse fatto una lampada a chiazze, il suo
volto alternava macchioline rosse a un colorito candido e i suoi
capelli erano scompigliati.
La guardai di sbieco per quanto mi permettesse la posizione che avevo assunto sul divanetto.
-L'hai trovato?-
-Si, scusa c'è voluto un po'-
-Non
importa...perché non ti siedi? Sembri esausta, quanti piani ti
sei dovuta fare per trovare quel vaso?- Chiesi ironico.
-Emh...ok, vuoi qualcosa da mangiare?-
-No grazie, ho
mangiato prima di venire.- non era assolutamente vero, ma non volevo
altre interruzioni, anche se mi ero appena accorto che il mio stomaco
cominciava a suonare una melodia piuttosto eloquente.
Si sedette sul
divanetto di fronte e sembrava aspettare qualcosa -Allora...- dissi per
avviare una qualche forma di discorso -Come te la passi?- -Io tutto ok,
tu?-
-Tutto a posto anche io. Quindi...che vento che c'è , eh?- lei mi guardò interrogativa
-Oh, si certo...il vento- ero finito a parlare del vento, mi sarei preso a cazzotti da solo.
Calò un silenzio terribilmente imbarazzante.
-Demi, dov'è il bagno?- chiesi, avevo bisogno di pensare.
-Quella porta
di fronte alla finestra...si quella- entrai e cercai di
tranquillizzarmi, mi lavai più volte la faccia, mi sistemai i
capelli, poi mi sedetti sullo sgabello vicino al lavandino e mi dissi
che dovevo fare qualcosa. ;Mi feci coraggio ed uscii.
-Senti
Demi...Demi?- mi girai, ma non la vidi, mi accorsi dopo che si era
affacciata al balcone la raggiunsi e mi misi accanto a lei.
-Demi....- non rispondeva, sembrava persa nei suoi pensieri, tutta quella situazione era paradossale
-Mi ascolti quando parlo?- feci arrabbiato stavolta.
Sembrò cadere dalle nuvole
-Certo che ti ascolto, scusa stavo pensando, parla pure.-
-Demi, non credi che dovremmo smetterla con tutta questa commedia?- feci riassumendo.
-Com'è
tardi, devo andare a prepararmi. Devo esibirmi nella hall tra meno di
un ora...- a quel punto scoppiai, non poteva scappare di nuovo.
-Demi
dannazione smettila!- gridai sbattendo un pugno sul marmo del balcone,
fortuna che la mano mi era rimasta attaccata al resto del braccio.
Sembrava spaventata, non era esattamente ciò che volevo, ma era
già qualcosa, almeno mi stava prendendo sul serio.
-Joe, calmati...-
-Si Demi. Mi calmo, mi calmo, ma tu devi smetterla. Io non ce la faccio
più con questa messa in scena, ci riesci a guardami negli occhi
per più di un nanosecondo? O a non scappare quando cerco di
cominciare a parlare? Prima il vaso, poi l'esibizione, non so, devi
andare al bagno?- dissi in preda alla furia.
Era sul punto di dire qualcosa, ma sembrava che le corde vocali le fossero sparite.
-Cosa devi dirmi?- cercai di incitarla, facendole vedere che mi ero
calmato. -Io sono qui, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, ok? Sono
qui, ma non mi ignorare. Non sai quanto mi faccia male...io...- a quel
punto mi saltò al collo, senza dire una parola. Forse non ce ne
era bisogno, rimasi un po' interdetto, ma poi mi abbandonai a quel
contatto. Avevo quasi scordato com'era, sentire il suo profumo, le sue
braccia stringermi sempre più forte, le lacrime nel frattempo
scendevano e sembrava un fiume in piena. Non riusciva a fermarsi, ogni
tanto apriva la bocca e poi la richiudeva. Alla fine si arrese e
rimanemmo così per parecchio tempo, anche se a me sembrò
volare. Forse però stare in punta di piedi per lei era
stancante, perché ad un certo punto si staccò, si
sistemò i vestiti ed i capelli.
-N-non c-credo di esse-ere presentabile e-eh?- fece tra la risata e il
pianto. -B-bhe n-non c-credo c-che s-sia i-i-i-importante, n-no?- dissi
prendendola in giro per come balbettava. Mi beccai un finto pugno,
pensavo che scherzasse, ma poi ne seguì un altro e un altro. Non
che facesse male, non fisicamente, certo, non perché non ci
mettesse forza, non ne aveva proprio.
-Demi, Demi- cercai di intercettare il suo sguardo, presi il suo viso tra le mani -Demi, smettila- la guardai con fare paterno.
-Ti faccio pena eh? Sono io che la devo smettere, bhè forse dovresti cominciare tu- Non riuscivo a capire
-Dimmi quello che devo fare, io lo farò-
-Oh, lascia stare...forse ti viene davvero così naturale come sembra, mannaggia a te!- la guardai sperduto.
-Puoi spiegarti meglio?-
-Mi piacerebbe, davvero, ma non posso. Solo...giurami...- prese fiato e io la guardai cercando di captare qualsiasi suono.
-Giurami che mi vorrai come amica, per sempre....-disse, ma sembrava che fosse sul punto di dire qualcos'altro.
Mi abbassai un po' per poterla guardare meglio negli occhi
-Sai è davvero ironico, io pensavo che tu non mi volessi più come amico e ora tu dici questo.-
-Certo, Jonas che te ne ho sentite dire cavolate, ma questa...come ti
è potuto passare per la testa una cosa del genere?- chiese quasi
arrabbiata -I-io...bhé non mi hai invitato alla tua festa, non
rispondi alle mie telefonate e quando lo fai cade la linea- dissi
ironico
-Mi dispiace se...per caso hai sofferto...- disse imbarazzata
-Oh ma sta zitta- le dissi e non riuscii a trattenermi
dall'abbracciarla di nuovo. Mentre stavamo così però lei
parlo.
-Mi dispiace sul serio, era l'ultima cosa che volevo fare farti
soffrire, ma...- a quel punto un signore entrò nella
stanza e bussando al vetro della veranda, invitò la ragazza ad
entrare.
-Scusa un secondo-
-Vai non preoccuparti- da fuori sentii le loro voci ovattate.
-Si? qualche problema?- chiese un po' sorpresa.
-Signorina, la sua esibizione...-
-Oddio, lo avevo completamente scordato!- il vecchietto fece un sorriso malizioso.
-Immagino, comunque tra un quarto d'ora la aspettano sotto.-
-Certo, grazie infinite.- congedò il signore e piombò
nella camera da letto. -Joe S.O.S. Vestiti!- fece con voce
terrorizzata, era tornata Demi?
-E io che c'entro? Io sono Joe, quello divertente, a volte il consolatore, per questo devi chiamare Selena o Miley.-
-Oh si come no, per telefono?-
-Non va bene?- le chiesi smarrito, lei mi guardò come se fossi senza speranza.
-Dai vieni aiutami.-
-Che ne dici di questo?- le proposi indicando il primo vestito che vidi, era carino...
-Stai scherzando? Quello mi ingrassa!- mi guardò come se avessi commesso un reato
-Io ci ho provato...- dissi alzando le mani
-E poi scusa se non ti piace perché lo porti con te?-
-Bhè...- sembrò perplessa -Non si può mai sapere...- disse con uno strano sorriso.
-Donne...-
-Si, si adesso esci che mi devo cambiare!-
-Perché scusa?- spalancò gli occhi
-Stavo scherzando Demi! Per chi mi hai preso?!- uscii e chiusi dietro di me la porta.
Si vestì in un attimo, me lo aveva spiegato qualche tempo prima
“Vedi Joe. noi non perdiamo tempo a vestirci, perdiamo tempo a scegliere cosa mettere, è diverso, capito?”
Uscì e per fortuna ero seduto, altrimenti penso che sarei caduto.
Aveva una gonna semplice e nera, i suoi soliti tacchi da equilibristi ed una maglietta sbrilluccicosa, che aveva di particolare?
Niente, ma non ero sicuro se stessi sbavando o se avessi semplicemente la bocca aperta.
Lei mi guardò e forse dovevo sembrare un drogato perché era uno sguardo preoccupato con aria preoccupata.
-Sto così male?-
-Eh? No! Assolutamente!- mi riscossi subito. -Andiamo?-
-Aspetta mi devo truccare!-
-Ma mancano cinque minuti!-
-Io non scendo la sotto con questa faccia!-
-Se vuoi ti presto la mia, ma fai in fretta.-
-Ah, Joe stare lontano da me ti fa perdere l'umorismo. le tue battute
non fanno più ridere come una volta.- disse mentre si truccava.
-No, sul serio stai bene così, dai-
-Fatto, fatto...ma tu vieni?-
-Certo che vengo, che faccio sto qui?- lei mi sorrise e mi
stampò un bacio sulla guancia, poi sgattaiolo fuori dalla porta
e schiacciò il pulsante dell'ascensore. Entrammo e lei non
riusciva a smettere di sorridere.
-Ma che hai?-
-Niente, sono solo felice che sei qui.- disse con uno di quei suoi sorrisi a 32 denti.
-A proposito, dopo dobbiamo continuare la nostra conversazione.- le
porte si aprirono e lei si diresse di corsa verso la hall e si
esibì in Solo, Here we go again, e in Remember December.
-Come sono andata?- mi chiese in un angolo della stanza raggiungendomi
(mi ero dovuto nascondere per evitare di creare confusione e togliere
l'attenzione del pubblico di Demi a me.)
-Direi che gli applausi parlano da soli. No sul serio, gran bella performance, sei in forma!-
-Grazie!- mi disse raggiante
-Bellissima dama, le va di cenare al ristorante in modo che si
possa parlare?- -Si, certo nel ristorante dell'hotel?- chiese mentre
gli occhi le si illuminavano. -Ok, prima lei- dissi con finta riverenza.
-Si, però adesso smettila, se no altro che passare inosservati!-
-Va bhè l'importante è che non ho distratto la gente da
te mentre cantavi. Se anche ci vedono a cena fuori sai che scoop, non
è mica la prima volta!-
-Pensi davvero che sia così facile far spostare l'attenzione della gente da me a te?!- fece con aria altezzosa.
-Oh si! Mia cara non ti montare troppo la testa!- mi guardò con
finto sguardo malefico e poi si convinse a dirigersi verso il
ristorante. Prendemmo un tavolo vicino alla vetrata per poter ammirare
meglio il panorama e anche un po' più appartato per non essere
interrotti.
-Allora, ordiniamo prima, così dopo possiamo parlare tranquillamente?-
Si, hai ragione, forse è meglio.- quando arrivò il
cameriere tempestivo, ordinammo e ci facemmo portare anche una Coca.
-Una coca, signori?- ci guardò il cameriere stupito.
-Si, una coca, non ne avete?-
Vedrò quello che posso fare”disse dileguandosi.
-Gli saremo sembrati degli alieni, venire in un ristorante del genere e prendere una Coca!- disse lei ridendo.
-A me piace!- feci io sulla difensiva.
-Scusa, è da prima che volevo chiederti una cosa... come
facevi a sapere della festa? Te l'ha detto Nick? Perché non mi
sembrava molto convinto quando gli ho chiesto di star zitto.-
-No loro non mi hanno detto niente, io...- ma mi interruppe come se non riuscisse a trattenersi.
-Non è stata la stessa cosa senza di te.-
-Davvero?A me non sembrava...- scherzai ripensando alle sue risate o a
come ballava, spostai quel ricordo dalla mia mente in un lampo e cercai
di scrutare il suo volto, era...confuso.
-Non puoi saperlo Joe, non puoi saperlo.- disse con aria di sfida.
In quel momento mi dimenticai di tutto.
-Oh, si certo che posso, non ero mica cieco! Ti ho visto anche dalla gr...- ma mi fermai, mi ero spinto troppo avanti.
-Joe ti sei imbucato alla festa?- mi chiese sbalordita.
-Non proprio...- feci incerto se dirglielo o meno
-Ok se te lo dico, non devi ridere, ne arrabbiarti, è l'ennesima
dimostrazione che ti voglio un bene dell'anima...- dissi tutto d'un
fiato, lei mi guardò con aria interrogativa.
-Io...-
-Joe!- fece quasi ridendo -Dai! Non può essere così
grave...- disse ma la sua voce morì verso le ultime parole
quando vide la mia espressione -O si?- chiese a bruciapelo.
-Io sono entrato nel condotto d'aerazione- confessai e poi mi coprii il viso dalla vergogna.
-T-tu, cosa? Oh, mio Dio- poi le scappò una risatina, mi scoprii
il viso piano e mi accorsi che riusciva a mala pena a trattenersi.
-Che fai, ridi?- chiesi irritato.
-Chi io? No- disse ricomponendosi
-Oh ti ho visto, stavi ridendo- dissi puntandole un dito contro.
-Ok lo ammetto, colpevole, ma devi ammettere che...- stava per
continuare, ma era appena arrivato il cameriere con la Coca e il cibo.
-Grazie- disse sorridendo Demi, poi quando stava per ricominciare a
parlare si accorse che l'avevo presa male.
-Joe!Scusa...io...lo sai non sono molto brava in queste cose e tanto
meno delicata, ma non pensavo che saresti potuto arrivare fino a questo
punto...- trattenne la risata con più convinzione.
-Ti mancavo così tanto?- chiese curiosa lei dopo e la guardai male.
Nooooo,
mi stavo infilando nel condotto di areazione per stare un po'
più comodo!- esclamai sarcastico facendo una voce strana.
-Scusa non volevo farti stare male, ma come sempre ci sono riuscita
alla perfezione!- disse tra sé e sé, poi abbassò
la testa con i sensi di colpa alle stelle.
-Comunque hai ballato bene.- mi complimentai guardando sempre per terra. -Grazie- disse accennando un sorriso.
-Sei migliorata...-
-Joe...-
-Si?-
-Non è davvero stato lo stesso senza di te, solo che non lo davo
a vedere- -Ma allora perché non mi hai invitato?- chiesi
curioso. Non c'era rabbia, nè risentimento, sapevo che non lo
aveva fatto per ciò che temevo tanto. -Non c'è una cosa
che non dici nessuno, neanche ai tuoi migliori amici?- mi chiese
indicandomi velocemente.
-Si, ma mi sembra che Nick e Kevin lo sappiano e inoltre mi riguarda, giusto?- non faceva una piega.
-Non ti basta solamente sapere che non devi temere per la nostra
amicizia?- -Io non lo so, ma se non vuoi dirmelo può darsi che
sia grave...forse hai paura che faccia qualcosa di sbagliato o...non lo
so Demi, non riesco a trovare una risposta plausibilw. Tu mi confondi,
aiutami a capire, ti prego!-
-E' buffo, perché in fondo la risposta non è poi
così difficile, forse sei tu che non vuoi arrivarci. Il conto
per favore- il cameriere arrivò subito. -Quanto?!- fece
sbalordita Demi -...va bene, potevo andare ad un fast-food ...non mi
guardare così, non te ne lascio mancia...e va bene! Ma solo
perché ti sei dovuto girare il quartiere per trovare una Coca!-
disse congedando il cameriere.
Ero sbalordito. Era passata da un discorso importante a parlare della
mancia e della Coca-Cola, lasciandomi così...forse ero davvero
stupido, ma non capivo cosa volesse dirmi.
-Joe si è fatto tardi. Saliamo così prendi le tue cose e
poi vai, ok?- sembrava tanto un modo assai poco gentile per scrollarmi
di dosso.
La seguii mentre s'incamminava verso l'ascensore ed entrammo.
-Demi, non capisco. Sarò ottuso, ma non capisco! Prima mi eviti,
poi mi abbracci, mi eviti di nuovo. Il mio cervello sarò anche
vuoto, ma sta andando in tilt!- mi guardò con un aria a
metà tra il seccato e l'impaziente. -Credo sia meglio tu non lo
sappia, sul serio, non metterò più a repentaglio la
nostra amicizia. Non lo farò più te lo giuro, è
che non pensavo che...- mentre lei parlava mi accorsi che l'ascensore
stava per fermarsi e tentai il tutto per tutto per evitare che
smettesse di parlare schiacciando il pulsante stop e, miracolosamente,
era così presa dal suo discorso che non se ne rese neanche conto.
-Pensavo, come una stupida, che sarei riuscita a stare senza di te e mi
sbagliavo. Sapevo che eri importante per me, ma non pensavo così
tanto. Poi quando ti ho risposto, dopo aver evitato quasi tutte le tue
chiamate...- si girò e finalmente mi guardò, aveva gli
occhi lucidi e io scostai velocemente la mano dal pulsante
-Ho...ho capito riascoltando la tua voce, di essermi solo illusa, mi
sono accorta di quanto mi mancavi, di come ti avevo trattato e il mondo
mi è caduto addosso e io...- le lacrime cominciavano a rigarle
il viso, ma io ero tutto preso da quel che diceva che non me ne ero
neanche accorto.
-Io ho capito che non potevo ignorarti e che...-
-E che?- la invogliai io a continuare con una faccia che doveva essere abbastanza comica.
-Che senza di te non posso stare!- disse, poi si girò di nuovo per non farmi vedere il suo pianto.
Da dietro la abbracciai e le misi la testa sulla spalla, dopo averle baciato i capelli profumati.
-Bene perché io non avevo intenzione di mollare la presa- lei
sembrò riprendersi un po', sorrise e si girò confusa
-Ma quanto ci mette questo ascensore?-
-Oh...non
saprei...- mentre Demi era distratta schiacciai il bottone e
l'ascensore ripartì, ma lei ovviamente se ne accorse sta volta.
.L'hai
bloccato tu?-.io mi grattai la testa e la abbassai imbarazzato -No, si,
però stavi parlando e non volevo interromperti così...-
-Joe? Joe!- mi chiamò interrompendo le mie scuse imbarazzate.
-Si?-
-Non mi arrabbio, stai calmo. Per chi mi hai preso? Per quella strega di Stephany Walker?-
-Stephany Walker?- chiesi io.
-Si, è una tipa... quella conduttrice, mi ha intervistato l'altro giorno-
-Oh si l'ho
vista quell'intervista, ero a casa, da lì ho capito che eri a NY
e quindi sono venuto...cioè non è che sono venuto per
te...-
-Joe lo avevo capito anche da prima che eri venuto qui per me, non sono stupida!-
-E' che io...-
-Va bene, anzi
mi lusinga che il super-impegnato signor Joseph Adam Jonas si sia
scomodato per venirmi a trovare fin qui, una semplice amica!- sembrava
quasi acida.
-Ehy, io ci sono sempre, lo sai- dissi quasi preoccupato che non ne fosse al corrente -E poi tu non sei un amica, sei L'amica- dissi ridendo mentre ci incamminavamo verso la suite.
-Si, come no.- fece lei ridendo a sua volta.
Entrati, raccolsi le mie cose e, quando feci per andarmene, mi sentii chiamare
-Joe so che
prima ti ho chiesto di andartene, ma non mi va di stare
sola...perciò se vuoi rimanere...- era più una richiesta
che un offerta
-Mi piacerebbe,
ma si è fatto tardi e...ci sentiamo però, ok?- lo feci di
controvoglia, ma lo feci. Non volevo forzare troppo le cose e non
sapevo che effetto mi avrebbe fatto stare da solo con lei quella sera.
-Ah ok- probabilmente non se lo aspettava. Stavo per uscire, ma mi fermai sulla porta e mi girai.
-Demi...-
-Si?-
-Sei davvero
L'amica- precisai prima di uscire, sul suo viso comparse un sorriso e
poi uscii. Mentre camminavo verso l'ascensore mi immaginavo come
sarebbe stato se fossi rimasto: pop-corn, film, risate,
confessioni...mi mancavano.
“Al diavolo” mi girai e corsi verso la porta.
Bussai e mi aprì lei per niente sorpresa con il mio cellulare in mano.
-Stavo appunto venendo a dartelo, te lo eri scordato-
-Oh, grazie, ci
ho pensato solo ora- le mentii, ci salutammo di nuovo e io mi diressi
verso il mio hotel. Quando entrai nella stanza, dopo essermi dato per
tutta la strada del ritorno del coglione, mi misi a dormire maledicendo
la mia codardia.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
4rytuvbinomà
Decode.
Capitolo 5
La partenza l'avevo programmata per il giorno dopo, perciò
la mattina stessa sistemai la valigia ed il resto e scesi nella hall
consegnando la chiave alla reception- Poi chiamai Demi per salutarla.
-Pronto? Joe?- chiese lei con la voce impastata di chi è appena sveglio.
-Ti disturbo? In effetti è prestino, ma volevo salutarti
prima di partire e...- ma non mi fece finire, come suo solito.
-Prima di partire? Perché, parti oggi? Di già, ma
scusa non è presto?- sembrava in stato confusionale, era
quasi buffo.
-Ero venuto solo per chiarire. Ora vado anche perché
è stata una decisione improvvisa quella di venire qui, non ho
vestiti e soldi dietro, perciò...-
-Ma, almeno salutiamoci come si deve, no?- non ebbi il tempo
di obbiettare. -Ok, allora ci vediamo al Central Park,
tra...faccio più presto che posso! Tanto a te viene vicino, a
dopo!- mi chiuse il telefono in faccia e mi dovetti avviare
a Central Park, che lo volessi o meno.
Mi sedetti su una panchina al centro del parco e aspettai
più di venti minuti. Stavo per andarmene, altrimenti avrei perso
il volo, quando in lontananza vidi un puntino che agitava la mano.
Arrivò che sembrava aver fatto una maratona e si fermò piegata in due e con il fiatone.
-Ce l'ho fatta!- fece alzando un braccio in segno di vittoria.
-Si, ma sbrighiamoci che il mio aereo non mi aspetta.-
-Si, perché casomai per il grande Joe Jonas non aspettano.-
-Dai sul serio!-
-Scusa, scusa...ho pensato tutta la strada cosa dire e adesso
non mi viene in mente niente. Cioè io sono venuta più
che altro a convincerti a restare più che a salutarti in
realtà, non voglio che te ne vada così presto.- disse
coprendosi gli occhi per il sole, poi imbarazzata mi si avvicinò
e mi abbracciò.
.Hei, cosa sono tutte queste smancerie? Di solito non facciamo così!-
-Una volta facevamo così, quando a tutti e due importa
preservare la nostra amicizia!- esclamò seccata lei.
-Demi sbaglio o stai parlando con uno che si è messo
in viaggio la notte dalla California per venire fino a NY solo per
parlare?- le ricordai offeso.
-E adesso te ne vai senza una risposta!- mi accusò.
-Ah, questa è buona, sei tu che non vuoi darmela!- mi prendeva in giro?
-Ma tu...- sembrava non trovare una parola abbastanza offensiva -...non ti sforzi neanche un pochino!-
-Demi io accetto la tua scelta, se non vuoi dirmelo io me ne
sono fatto una ragione, e poi non sono venuto solo per
questo...- abbassai la testa e lei sembrò già
ipnotizzata dal discorso -Te l'ho detto mi mancavi, è stato
quasi un attimo di follia, ma non me ne pento!-
-Uffa, tu e la tua stupida e tra l'altro anche nuova maturità!-
-Demi!-
-Ok scusa scusa, però ti voglio chiedere una cosa.-
-Sentiamo.- feci seccato.
-Vorrei il permesso per accompagnarti all'aeroporto...- alzò lo sguardo speranzosa.
-Ma allora vuoi proprio essere beccata! Cioè appena ti
passerei una mano sulla spalla, anche solo per sbaglio, ci darebbero
per sposati! Sai NY, aeroporto, Joe Jonas e Demi Lovato, tutti e due
lontani dalla città in cui vivono, ma
“casualmente” insieme e senza un apparente motivo,
soprattutto da parte mia, per stare qui!-
-Oh ma dai che ipocrita! Fino a qualche tempo fa non ti sarebbe
importato...oppure...- mi guardò con aria accusatoria.
-Oppure cosa?- dove voleva andare a parare?
-Ti piace qualcuno, vero? Si, si ora si spiega, ti piace e quindi
non vuoi che si possa fraintendere! Bhe, sai cosa? Non mi importa,
è la tua vita ed è giusto, neanch'io vorrei che girassero
voci del genere se...hei, ma dove vai?- chiese sbalordita quando
si accorse che me ne stavo andando.
-Ho un aereo che mi aspetta e non ho tempo da perdere- dissi
senza neanche girarmi, ma sentii dei passi veloci dietro di me. Quando
mi raggiunse mi fermò e io mi girai con aria di sufficienza.
-Hai mai pensato ad una carriera come scrittrice? Sai hai molta
fantasia, potresti sfruttarla- le suggerii mettendole una mano
sulla spalla, lei la tolse arrabbiata.
-Joe, dai in fondo ti chiedo solo di accompagnarti...-
-D'accordo, ma devi smetterla con questa storia stupida!-
-Ok te lo prometto, adesso andiamo che parte
l'aereo!- rispose eccitata. -Sai, è davvero
incredibile quanto sei lunatica!- le dissi a voce alta mentre lei
saltellava alla "Heidi" attirando inevitabilmente
l'attenzione dei passanti. Salimmo tutti e due sul taxi e ci dirigemmo
verso l'aeroporto. Arrivati a destinazione lei prese qualcosa al bar,
mentre io imbarcavo la mia unica valigia, poi mi diressi verso di lei e
tenendo sempre la sciarpa ben avvolta e il cappello eccessivamente
calato verso la faccia parlammo un po'.
-Ma pensi davvero che valga
qualcosa travestirsi così? In fondo qualche fan che può
fare? E poi comunque io sono allo scoperto, mi immagino già il
titolo 'Demi Lovato incontra uno sconosciuto e tra i due sembra esserci
del tenero. Non vi ricorda un po' il tanto famoso Joe Jonas? Forse
questa volta la nuova star della Disney, non potendo avere l'originale,
si accontenterà di un sosia'-e dicendo questa frase fece
il segno del titolo come fosse uno striscione.
-E' più meno il classico articolo che puoi trovare
in edicola!- continuò giustificandosi dopo aver visto, o
meglio intravisto, la mia espressione, perché così
coperto sembravo mio nonno.
-Comunque così sono irriconoscibile.- affermai convinto e fiero delle mie doti di trasformatore.
-Se lo dici tu...- fece lei poco convinta.
-Può darsi che non riconoscano neanche te...- feci con un sorriso ironico, lei mi guardò confusa.
-E perché mai?-
-Bhé io credo che per la fretta ti sia dimenticata di
pettinarti, truccarti e tutte quelle cose che fate voi donne prima di
uscire.-
-Oddio, perché non lo hai detto? Faccio così schifo? E' che non volevo fare tardi.-
-Lo apprezzo.- e poi cominciai a ridere come un pazzo.
-Che ti ridi, stupido!-
-Scusa, comunque sei bella anche così, quindi non
preoccuparti.- Feci con aria noncurante anche se quello che avevo
appena detto mi era costato un po' di fatica.
-Grazie!- sembrava in procinto di dirmi
qualcosa -...non so se dirtelo o meno...sono definitivamente una
stupida perché visto che non voglio che tu parta, potrei stare
zitta, ma credo che tu debba imbarcare...- sembrava maledire se
stessa, mi girai preoccupato.
-Oh si hai ragione, andiamo.- scendemmo dagli sgabelli e ci
avviammo, dovetti togliere cintura orologio e tutte le altre
cianfrusaglie.
Stavo andando verso l'uscita per l'aereo, ma Demi chiese all'addetto.
-Scusi, so che non dovrei farlo, ma potrei passare per poter salutare
il mio amico?-
-Lei è Demi Lovato? Mia figlia mi assilla con la sua
musica! Facciamo una cosa, io la faccio passare e lei mi fa un
autografo, così potrò ricattarla e non mettere l'audio
così alto? Ok?-chiese lui emozionato alla sola idea, Demi
sembrava confusa.
-Certo.- poi passò e intercettò il mio sguardo sconvolto.
-Che c'è?-
-Ah, Demi così mi diventi appiccicosa!- le feci, lei sembrò mortificata.
-Dai scherzavo, comunque come mai tutte queste premure?-
-Te l'ho detto, non voglio che te ne vai! E se devi proprio farlo,
ti tormenterò fino a quando non sarai salito la
sopra!- fece con fierezza.
-Mi sa che è ora, allora...ci vediamo?-
-Si...ci vediamo, presto?-
-Non lo so, io devo ancora finire il World Tour in europa, ma per
Dicembre sarò già libero. Quindi posso organizzare una
festa per Natale o capodanno...vedremo.-
-Capito bhé spero sia fantastica come le altre.- poi
mi abbracciò con trasporto, mi dovetti abbassare un po', visto
che per la fretta di venirmi a trovare si era dimenticata di mettere i
tacchi.
-Telefonami...- sembrava una supplica -Certo che ti telefono! Credo sia ora di staccarci...-
-Per forza?- credimi neanche io lo voglio, è la cosa che voglio di meno al mondo.
-Si...- ma perchè? Non riesco mai a dire quello che voglio.
-Ok, certo, ovvio...- si staccò molto poco convinta e
mi diede un lungo bacio sulla guancia, il mio cervello era andato a
farmi benedire, sarebbe dovuto durare più a lungo.
-Allora io vado...mi mancherai- lei annui e poi mi voltai. Una volta sull'aereo la guardai dal finestrino ma non c'era, stava
autografando un bigliettino, poi si affacciò di nuovo e mi
sembrò di vedere qualcosa luccicare sulle sue guance. Poteva
essere una lacrima, mai dopo mi resi conto che probabilmente era solo
il riflesso del vetro, mi girai troppo presto per vedere che si era
passata il dorso della mano sulla faccia.
Il viaggio fu tranquillo, ma non riuscivo a togliermi il suo viso
dalla mente, avevo un brutto presentimento, mi sembrava quasi che fosse
stato un addio.
Quando arrivai a casa, mia madre mi saltò al collo.
-Finalmente! Insomma
sei stato immaturo e superficiale, che ti è saltato in
mente?- andammo avanti così per un po'.
-Che hai detto agli altri?- chiesi per sapere come comportarmi.
-Che sei andato a passare il week-end con Alex...-
-Alex?- chiesi perplesso
-Si, ti ricordi? Il tuo compagno di liceo!-
-Oh, si scusa!-
Dopo un po'
scese Nick -Fratello, andato bene il pigiama party?- fece
ironico. -Non era un pigiama party tonto!- gli risposi
guardandolo con sufficienza.
-Ti
sembro una femminuccia? E non fare quella faccia sai...smettila,
smettila!- dissi, poi tra le risate facemmo una dose di un po'
della nostra sana lotta finta giornaliera.
-E poi si
chiedono perché è il primogenito quello che deve avere
tutto!- esclamò fiero Kevin mentre scendeva le scale,
guardando lo spettacolino che avevamo messo su io e Nick.
Poi
guardò la mamma supplicante -Oh, ma siete una mandria di
cavernicoli! No, non ti darò il permesso per buttarti nella
mischia!-
-Ma mamma! Sono grande ormai! E poi perché loro lo possono fare e io no?- fece con il broncio finto.
-Proprio
perché sei il più grande qui dovresti dare l'esempio e
poi lasciali sfogare, almeno a cena saranno distrutti così
staranno zitti e non mi provocheranno l'ennesimo mal di testa!- le
sue previsioni erano giuste, perché a cena, tra i pensieri, il
viaggio e la lotta non mi reggevo più in piedi. Insieme,
mangiammo in silenzio, poi salii nella mia stanza e crollai in un sonno
pesante.
Mi svegliai cadendo dal letto per lo spavento, Nick e Kevin erano entrati nella mia stanza urlando.
-Joe,
guarda qui! Questa è nuova!- disse Kevin tutto eccitato
porgendomi quella che sembrava una rivista, ero piuttosto assonnato.
-Ah, lascia stare leggo io!- disse seccato lui vedendo che non riuscivo neanche ad alzarmi da terra.
-'Demi
Lovato incontra uno sconosciuto e tra i due sembra esserci del tenero.
Non vi ricorda vagamente il tanto famoso Joe Jonas? Forse la star della
Disney, non
potendo avere l'originale, si accontenterà di un
sosia.- lesse facendo la tipica voce delle pettegole di paese.
-Capito? Hahahah! Guarda, ma chi è questo qui? E che ha Demi ai capelli?- chiese pensieroso il maggiore.
-Sempre molto delicato Kevin!- fece Nick.
-Probabilmente non ha fatto in tempo a pettinarsi...non sapevo che Demi fosse a NY..-continuò.
-Oh, si
ho visto un intervista l'altro giorno con quella Stephany Walker dove
ha detto che rimaneva un po' in città.- li informai con aria
noncurante.
-Demi
intervistata? E non ci hai chiamati? Fratello mi deludi! Sai quanto mi
piace vederla torturarsi le mani per il nervosismo, è sempre
esilarante!- esclamò Kevin con aria sognante di chi si
perde nei propri ricordi. -Non lo ha ancora superato,
eh?- chiese Nick.
-Bhé, considerato quello che ho visto no, però credo che si stia sforzando.- dissi ridendo.
-Non
è mai stata molto a suo agio, fin dal suo primo provino, te lo
ricordi? Poi quando ha visto che c'eravamo anche noi...è strano
pensare che ora ci conosce così bene...-
-C'è
da considerare però che durante il provino, anche se era
nervosa, ha fatto colpo...- gli ricordai io.
-Demi ha talento, non poteva certo essere un po' di nervosismo a fermarla!- esclamò Kevin.
Io e Nick annuimmo borbottando qualcosa.
-Che altro dice l'articolo?- chiesi curioso.
-Allora
ti interessa sapere con chi esce Demi...!- insinuò Kevin
sorridente. Lo guardai male e Nick lo incitò a leggere. -'La diciassettenne Demi Lovato (20 Agosto 1992 Dallas,
Texas)'-
-Questa parte la potevi saltare!- dissi io guardandolo male.
Continuò ignorandomi.
-'Si
trovava all'aeroporto di NY ieri mattina insieme ad uno sconosciuto ben
travestito per salutarlo prima della partenza per il volo diretto a Los
Angeles. I due sembravano molto intimi ed hanno discusso allungo prima
della partenza. Demi ha poi dato al misterioso ragazzo un lungo e
appassionato abbraccio ed un altrettanto lungo bacio sulla guancia,
è uscita dall'aeroporto piangendo senza ritegno, con i capelli
scompigliati ed un abbigliamento decisamente non adatto. Che il ragazzo
abbia conquistato il suo cuore tanto da trascurare il suo aspetto
fisico è ormai quasi ovvio, ma non notate la somiglianza con Joe
Jonas, sua co-star in Camp Rock e Camp Rock 2: The Final Jam? Può
darsi che Demi, non potendo ottenere il cuore del mezzano dei Jonas
Brothers, si sia accontenta di un sosia che possa soddisfare il suo
vuoto affettivo?'-finì Kev con aria diplomatica.
-Oh, ma andiamo è un idiozia!- esclamai io sbattendo la rivista in un angolo della stanza.
-Forse
è esagerato, ma può darsi che siano amici, Joe è
realistico. Tutta quella cosa del vuoto affettivo è una
stupidaggine, ma può darsi davvero che...-
-Oh,
fidati non c'è niente tra quei due!- dissi con l'aria di
chi la sa lunga i miei fratelli mi guardarono straniti.
-Sarà. Comunque
è meglio che ti vesti dopo colazione dobbiamo cominciare a fare
le valigie che il World Tour continuaaaaaaaaa- fece con aria
teatrale Kevin.
-Si certo certo! Ora andate- dissi incitandoli a lasciarmi solo.
Stavo per
rimettermi sotto il cuscino, ma a quanto pareva mi era arrivato un
messaggio. Con la vista ancora appannata presi il cellulare dal
comodino e lessi.
-Hai visto la
prima pagina dei gossip su praticamente ogni rivista americana? Ci sono
io con uno sconosciuto sosia di Joe Jonas, lo conosci? ;)-
sorrisi e mi rimisi sotto le coperte. Non avevo fatto caso alla parte dell'articolo che diceva 'piangendo senza ritegno'.
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