Don't ask

di Envy99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Era dal 2008 che non scrivevo! Mmmh....ok....buona lettura...!
Si, so quanto siate stupite dalla mia agghiacciante abilità nello scirvere le introduzioni.
Ah già: storia tratta da Brotherhood...è possibile che per renderla plausibile ci sia qualche piccola imprecisione...nulla di che comunque.



-Com'è umiliante!-

-...è così deprimente che io sia invidioso di voi miseri esseri umani-

Umiliante.

Le lacrime che mi scendevano dagli occhi, quegli occhi così grandi e sporgenti, su quel corpo troppo piccolo e deforme.
Tutti mi guardavano, sembravano aver pena per me.
Agli umani basta vedere qualche lacrima, un po' di autocommiserazione per cambiare idea su qualcuno.
Quanta frustrazione nel ricevere quella compassione che ogni singola fibra del mio essere non desiderava!
Quanto disgusto nello scoprire che mentivo e che ho sempre saputo di mentire a me stesso.
Siamo davvero venuti al mondo solo per soffrire?
L'unica che ha avuto il coraggio di essere sincera è stata Lust. Lo ripeteva sempre, voleva solo essere una donna normale, un essere umano, magari avere una famiglia e dei bambini.
Greed voleva solo degli amici.
Io? Io ero troppo falso per ammettere che la mia invidia era rivolta verso coloro che più odiavo.
Se fosse stata solo gelosia l'avrei ammesso, ma l'invidia è gelosia alla quale si aggiunge l'odio, e ha logorato il mio essere.
Non ricordo nemmeno com'ero prima di diventare così.
Se veniamo da un essere umano, la nostra ragione d'esistere è solo sperare di tornare a quella forma originaria e, visto e considerato che non possiamo più riaverla indietro, finiamo per odiarla. Lei e tutti i suoi simili.
Quelli che hanno ciò che noi non possiamo avere.
Quella forza, quella capacità di risollevarsi e di non arrendersi.
Forse sono stato io il primo a nascere perchè, in effetti, c'è un po' di invidia in tutti noi homunculus. In ogni peccato che rappresentiamo, c'è sempre l'invidia verso gli esseri umani.
Allora, sono io quello che ha sofferto di più?

La cosa più orribile è che sono stato messo a nudo proprio da lui, dal piccoletto.

-Questo è più di quanto io possa sopportare-

Sono morto?
Che rabbia, non ricordo quasi nulla. La testa pulsa così tanto che sembra voler scoppiare.
Sto male, allora sono vivo?
Mi era passato per la testa di farla finita, ma anche questo mi aveva fatto arrabbiare come non mai, perchè non riuscivo a tirarmi su e a dimostrare la forza che mi vantavo di avere.
Loro non volevano che io morissi in modo tanto disonorevole. Bruciato vivo.
Hanno fermato Mustang, ora ricordo.
Sarebbe bastato un secondo perchè io morissi, piccolo e debole com'ero.
Ricordo di essermi sentito sollevare da terra e di essere stretto da qualcosa. Era l'automail del piccoletto.
Mustang era ancora sul piede di guerra, ordinava ad Acciaio di consegnarmi, con quegli occhi da pazzo.
-No!-
Gli aveva disobbedito. Mi girai a guardarlo, non capivo.

Un senso di nausea mi pervase. Venivo agitato a destra e a manca. Era scappato e io ero ancora nelle sue mani mentre correva.
Anche per questo odio quell'aspetto, è vulnerabile.
Tutto inizia a farsi buio. L'ultimo ricordo sta affiorando nella mia mente. Sono stato lanciato verso quegli esseri bianchi, quegli homunculus mal riusciti. Ebbi l'impressione di essegli stato dato in pasto. Si avventarono su di me e poi
buio.

-------

Finalmente mi sveglio. Sono vivo allora!
Poco importa in questo preciso momento, dato che non so che piega stia prendendo la mia vita.
Non so dove sono, la stanza mi è nuova. Semplice, impersonale, sembra quella di un albergo.
-Ti sei svegliato allora! Pensavo fossi morto ad un certo punto-
Quella voce! La mia mente non vuole crederci, ma quel poco che posso vedere si impone ad essa senza lasciare spazio ad equivoci. Era il piccoletto.
La situazione era talmente paradossale che non sapevo cosa dire.
Non avevo la più pallida idea di dove fossi, ero steso a letto ed ogni centimetro del mio corpo mi doleva a tal punto da farmi desiderare di non essermi mai svegliato. Per coronare questo delizioso quadretto, lui! Che ci faceva lui su una sedia di fianco al letto?
Pensai subito di essere stato portato lì per poi essere giustiziato. Quella donna bionda, Hawkeye, aveva detto che non voleva lasciarmi in vita, pur impedendo a quel colonnello schizzofrenico di ammazzarmi lì, bruciandomi vivo. Quello doveva essere il pensiero di tutti. Gli umani, per quanto male uno possa aver fatto, ritengono che ci siano sempre modi troppo "immorali" per uccidere un condannato a morte.
Un calore inusuale mi pervade la fronte, il piccoletto mi stava sentendo la temperatura. Quanta confidenza! Cercai di scansarlo ma, con mia sorpresa, non riuscii ad alzare la mano. Mossi appena il capo per evitare che quel contatto si prolungasse e per non guardarlo.
Troppa premura per uno che deve essere ucciso.

Un attimo.
Non sono riuscito ad alzare la mano!
La mano! Non una schifosa zampa verdastra! Una mano!

-Che mi è successo? Sono dinuovo io!- mi precipitai a chiedere.
Malgrado tutto consideravo quell'aspetto come il vero me stesso. Ne andavo fiero perchè l'avevo scelto io. Gli umani spesso non si piacciono o cose del genere, io ho potuto scegliere. Questa piccolezza mi dava un leggero senso di superiorità, anche se alla fine serviva solo a consolarmi.
Mi guarda con un leggero sorriso. Non capisco se sia sincero o di scherno. Mi irrita che non mi abbia risposto immediatamente, era una domanda importante!
-Ti ho fatto assorbire gli homunculus che rimanevano, ma non sono comunque abbastanza. Il tuo corpo si è ricreato, ma sta facendo fatica ad adattarsi.-
Mi risponde tranquillo come non l'ho mai visto, in mia presenza almeno.
Resto un attimo fermo. Immobile sia con il corpo che con la mente. Ero stato salvato una seconda volta. La prima era per merito mio e per l'ingenuità di quella piccola ragazzina. Ma ora? Che motivo aveva di salvarmi? Lui poi!
-Adattarsi?-
Sospira e allunga una mano verso il mio addome. Mi tocca la pancia e spinge leggermente verso il basso, sento un dolore incredibile, lasciandomi sfuggire un urlo.
-Vedi?-
Se potessi lo riempirei di pugni, ma mi devo limitare ad urlargli dietro.
-VEDI?? Ma sei stupido!? Ci arrivo da solo a capire che ho male ovunque, grazie!-
Diverita, si, la sua faccia era visibilmente divertita ed irritante.
Indica il punto che aveva toccato. Non mi avrebbe mai fatto male se fossi stato in condizioni normali, non avrebbe fatto male nemmeno ad un bambino.
Guardai il mio addome e vidi un segno rosso. Di solito ci vuole un colpo molto forte per far arrossare la pelle a quel modo, era davvero bastata solo quella pressione?
Non spariva e la cosa mi fece raggelare il sangue.
-Ora come ora non hai nemmeno l'ombra delle capacità rigenerative che avevi prima. Per riaverle avresti dovuto assorbire più homunculus, ma non cen'erano più. Se la prima volta ti fossi trattenuto e non ne avessi fatti fuori così tanti, ora non staresti così!-
Sa benissimo che mi sta infastidendo, e continua proprio per questo.
-Ora è anche colpa mia? Mustang? Ti dice nulla questo nome??-
-Hai ucciso un suo compagno, il suo migliore amico- il suo viso si incupisce -Poi hai solo peggiorato le cose con quella scena.- si riferiva a quando presi l'aspetto della moglie di quell'uomo.
-Non ci arrivi, non ci arrivi proprio.- queste parole sono l'inizo di una confessione che mai e poi mai avrei dovuto fare a lui, ma ormai, che ho da perdere?
-A cosa? A cosa non arrivo?- è abbastanza perplesso, forse io lo sono di più perchè stiamo parlando come fossimo vecchi amici.
-Sinceramente, secondo te a che mi serviva dire quelle cose? A che serviva far intendere a quello schizzato che ho anche preso l'aspetto della moglie per uccidere quell'uomo? A nulla no?-
-Io...- tentenna un po' -io credo che tu l'abbia solo fatto arrabbiare di più. Ma se lo sapevi, perchè...-
Non lascio che finisca la frase -Perchè volevo che mi odiasse ancora di più!-
Il suo sguardo passa da perplesso a sconcertato, non capisce più quello che sto dicendo.
Continuo senza nemmeno pensare a ciò che potrà dirmi -Tanto le cose non potevano prendere un'altra piega, giusto?- un tono di scherno si impossessa della mia voce, sono infastidito da me stesso.
-Odio le sfumature di grigio! Le cose non sono o bianche o nere, questo lo so, ma l'incertezza mi dà il voltastomaco! Se non c'è nessuno a volermi bene, allora meglio che mi odino tutti, almeno non sarò stupito quando cercheranno di uccidermi!-
Sorride, so perchè sorride!
-Volevi farla finita, ma non ti andava di essere tu quello che doveva prendere la decisione finale, era meglio se ti avessero ucciso. Almeno non saresti apparso come il codardo che scappa dalla realtà della vita suicidandosi!-
Colpito nel segno. Fisso per un attimo i suoi occhi, tanto diversi dai miei. Perchè i suoi e quelli di tutti sembrano sempre più veri dei miei? Per quanto cerchi di nasconderlo, tradiscono ogni suo sentimento. Gli umani si capiscono anche solo con gli occhi. Se fossi uno di loro non credo che avrei bisogno di parlare. Ormai è da così tanto che desidero avere quel potere, quella forza di esprimersi, che capisco tutto quello che provano queste creature anche solo incrociando il loro sguardo.
Sento che inizio a riacquistare la sensibilità alle dita, ma non è così importante.
-Piangevi- un'unica umiliante, piccola parola. Gli esce dalle labbra allargate in un sorriso comprensivo. Se non avessi avuto quella forma mentre piangevo, mi sarei sentito sprofondare. Il patetico si addice di più ad un mostriciattolo verdastro.
-Non hai mai pianto con l'aspetto che hai ora. Paradossalmente riesci ad essere più umano quando non sei in forma umana.-
Davanti a quella verità, riuscii solo ad urlargli dietro -Smettila! Non mi serve la tua pietà! Questi sentimentalismi mi fanno schifo! E poi perchè mi hai salvato? Ho fatto del male anche a te, no?-
-Non volevo che morissi.- Non disse altro. Niente di più e niente di meno. Perchè? Ora ero io a non capire più nulla.
Lo vedo alzarsi dalla sedia e andare verso una piccola scrivania in legno appena sotto la finestra. La luce filtra dalle fessure del balcone, illuminando il pulviscolo nell'aria. Piccoli puntini che danzano e sembrano rincorrersi. Per un momento, fissare quell'immagine mi ha dato un grande senso di pace, come se non fosse mai successo nulla di male. No mi ero mai concentrato sui dettagli attorno a me, non capisco perchè lo sto facendo proprio ora.
Torna verso di me con un vassoio, non mi ero nemmeno accorto che l'aveva sollevato dalla scrivania.
-Devi mangiare. Non puoi più rigenerarti quindi dovrai ristabilirti come gli esseri umani. Avanti!- dice portandomi un pezzo di pane alla bocca.
Avevo fame ed era strano. Sotto il mio naso passa un profumo delizioso, ma non ho intenzione di essere imboccato come un marmocchio.
Volto la testa guardando nella direzione opposta alla sua, ma sento su di me il suo sguardo. E' pesante, come se avessi un peso sulla schiena, è come quello di una madre alle prese coi capricci di un bambino. Paradossalmente avverto questo trattamento con molta meno umiliazione rispetto a ciò che era successo quando stavo in quel sotterraneo con Mustang, Scar e gli altri.
-Ti ho detto che devi mangiare!- la sua voce è più autoritaria. Mi giro e lo fisso con aria imbronciata -NO!- che senso ha mangiare? Debole come sono per i suoi amichetti militari sarà più veloce la mia esecuzione!
-Ti ho detto...- lo interrompo urlando nuovamente.
-NO! CHE SENSO HA, ME LO SPIEGHI? Tanto è solo questione di tempo perchè tu mi consegni all'esercito! Quanto ci vorrà per uccidermi, due? Tre secondi? Sarei alla mercè anche di un bambino! Dato che avevi capito che volevo andarmene e che io sono considerato un condannato a morte, avresti potuto esaudire il mio ultimo desiderio lasciandomi morire là!-
-Esercito?- domanda con aria di sufficienza premendomi un pezzo di pane sulle labbra.
-Non ho mai detto di averti salvato per consegnarti all'esercito. Se era questo quello a cui pensavi bastava dirlo subito e avrei chiarito.-
Non capisco più nulla, mi dà ai nervi. Spinto dalla fame addento il pane che era ancora premuto sulle mie labbra. Involontariamente, ma non del tutto, mordo appena anche il suo dito.
Si lascia sfuggire un flebile urlo mentre io mastico soddisfatto.
-Ahi! Cazzo è già la seconda volta che mi mordi!- dice agitandomi davanti alla faccia l'indice sinistro fasciato da un cerotto.
Mi fermo un attimo a pensare. Ah si, ora ricordo! Continuava a stringermi tra le mani e l'automail non era di certo confortevole, appena mi si avvicinò la mano buona colsi l'occasione per morderlo. Che frignone! Come se gli avessi fatto più male di tante altre volte!
Sorrido divertito, se lo merita, ma in fondo mi ha salvato la vita.
Infastidirci a vicenda ci diverte troppo, è evidente. Gli mostro la lingua canzonandolo, mentre lui mi preme dinuovo sulla bocca un altro pezzo di pane.
-Mangia e sta zitto, brutto ingrato!-
Tenendo gli occhi piantati nei suoi in segno di sfida non faccio complimenti e mangio anche quello.
Mentre ritira la mano le sue dita sfiorano le me labbra inumidendosi leggermente. Distogliamo immediatamente lo sguardo. Perchè questa sensazione?
Vedo che sta ancora facendo finta di nulla guardando altrove mentre, a fatica, mi appoggio sui gomiti e sollevandomi mi metto a sedere.
-Che male!- esclamo cercando di sviare il discorso.
-Non so quanto ti ci vorrà per rimetterti completamente...-
E poi? Che programmi ha per quando mi sarò rimesso? Per quello che ne sa potrei ucciderlo, anche se guardando la situazione attuale è più realistico pensare al contrario.
Vedendo che riesco almeno a stare seduto, mi poggia il vassoio con il cibo sulle gambe -Finisci tutto!- Roteo gli occhi davanti all'ennesimo ordine da mammina.
Mentre mangio si dirige verso la scrivania, si toglie la giacca nera appoggiandola su una sedia. Resta con la maglietta, apre i balconi venendo illuminato dalla luce rossastra del tramonto. Una leggera brezza entra dalla finestra facendo ondeggiare i suoi capelli.
Finisco di mangiare e lascio il vassoio sul comodino. Lui, dopo averlo portato dov'era prima, si siede sulla sedia che era sempre stata di fianco al mio letto tenendosi la fronte con una mano.
-Che hai?- gli domando
-Niente, lascia stare.- non è molto convinto.
-Sei preoccupato, vero? Che farai quando io mi sarò rimesso? Cosa pensi che diranno gli altri sapendo che mi hai portato via?-
Alza lo sguardo su di me, mi fissa e sbuffa.
-Al lo sa già. Ha trovato una scusa coi militari ed il tenente Hawkeye ha calmato Mustang. Mio fratello ha giustificato tutto col fatto che avessi capito che Mustang voleva ucciderti sul serio lì e che, dato che tutto il protocollo prevede che tu abbia un processo regolare, ti avessi portato via per questo. Un po' troppo corretto da parte mia, lo ammetto, ma regge.-
Ascolto con attenzione le sue parole, ma continuo a non capire perchè stia facendo questo per me.
-E...- cerco di continuare il discorso ma lui mi si avvicina guardandomi negli occhi. Poggia le mani ai lati dei miei fianchi sul letto, portando il suo viso ad una trentina di centimetri dal mio -Basta così per oggi!- esclama sospirando -Vado a farmi una doccia! Tanto non c'è pericolo che tu ti possa muovere!- Sinceramente non mi va nemmeno e, in effetti, non riesco ancora a muovere le gambe. Sento il suo respiro arrivarmi sulle guance, è stanco.
Si alza e si dirige velocemente verso il bagno, chiudendo la porta dietro di se.




Oook...fine primo capitolo. Gli altri sono già pronti, perchè so quanto sia brutto vedere una storia interrotta, quando magari si vuol vedere come va a finire.....nel remoto caso che esista un essere al quale possa interessare questa! Spero vi sia piaciuto almeno il primo capitolo! Alla prossima!


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Capitolo 2
*** 2 ***


Oooobladì ooobladà! Life goes on!
Rieccomi col secondo capitolo! La fan fiction l'ho finita e ne sono venuti quattro! Vi auguro buona lettura e ci tengo a ringraziare Chiby Rie-chan, animefan95 e SundayBloodySunday che hanno recensito il capitolo precedente!





Che situazione strana.
Torno a mettermi steso e guardo assorto gli ultimi minuti del tramonto. Il sole sparisce immerso nell'orizzonte come una sottile lingua di fuoco.
Quando esce dal bagno ha addosso una maglietta nera e i boxer, lega attentamente i capelli nella solita treccia e chiude la finestra. Decido di provare ad alzarmi un po' di più, pessima idea.
Nel piegare troppo l'addome, sento un leggero bruciore, inizio a tremare mentre il bruciore aumenta.
-Che diavolo fai!?- domanda lui dopo essersi girato avendo sentito il rumore.
Non faccio in tempo a rispondergli perchè sento un gusto strano in bocca. Porto una mano alle labbra e vedo che si sporca di sangue, come il lenzuolo sotto di me.
-Cazzo!!- esclama lui correndo verso di me.
Lo stomaco mi fa troppo male, mi accascio di lato mentre la vista si appanna pian piano.
-Quanto sei stupido!- mi tiene su la testa danomi dei leggeri schiaffi su una guancia -Tel'avevo appena detto che non ti puoi ancora muovere!-
Lentamente riesco a riprendere la vista e appoggio la schiena alla testiera del letto.
Vedo che fruga nel cassetto del comodino trovandoci un fazzoletto. Me lo passa sul mento e sulla bocca ripulendomi dal sangue.
Ancora una volta le sue dita sfiorano le mie labbra. Anche se ora posso muovere agevolmente almeno le braccia e le mani, lascio che sia lui a pulirmi guardando il lenzuolo e cercando di toglierlo dato che si era sporcato anche quello.
-Lascia, faccio io!- esclama togliendolo e mettendomi addosso una coperta.
-Che schifo...- mi lascio sfuggire.
-Che cosa?- mentre parliamo ripiega il lenzuolo e lo lascia nel bagno.
-Odio questo essere così fragile.-
-Adesso ti devi ancora rimettere, tra un po' cambierà tutto. Non ti posso assicurare che riprenderai appieno tutti i tuoi poteri, ma almeno avrai la forza di stare in piedi.-
Si siede sul bordo del letto e passa una mano tra i capelli sospirando.
-Sono stanco. Ne avrai ancora per un po' da stare a letto. Domani dovrebbero arrivarmi dei soldi da Al, in tutto quel trambusto non ho preso nulla.-
-E allora come fai a pagare questa stanza?-
-Quando ti ho portato qui ho fatto un po' di scena dato che non ti svegliavi, così hanno acconsentito ad aspettare che i soldi mi arrivassero dato che non ne avevo con me.-
I suoi occhi sono visibilmente assonnati, non riesce a tenerli aperti così si alza e si lascia cadere di peso sul divano poco più in là.
Bofonchia qualcosa che sembra un "allora buona notte..." e si addormenta nel giro di poco. Sembra a suo agio e non è minimamente preoccupato del fatto che io sia a pochi metri di distanza. Con questi pensieri per la testa e mille altri, mi addormento.



-Hey...hey!!! Ci sei?-
Lentamente apro gli occhi infastidito dalla luce della lampada troppo forte. Guardo attorno a me e lentamente realizzo dove sono e ricordo il giorno prima.
-Che ore sono?- Domando con la voce resa bassa dal sonno.
-Le sette...- risponde lui fissandomi stupito.
-Cosa?? Che mi svegli a fare a quest'ora! Fuori è ancora buio!!- Accidenti, non mi sembra di dover andare anche a scuola, mammina!
-Si...forse perchè sono le sette di sera. Hai dormito tutto il giorno.-
Mi metto seduto di scatto, era da tanto che non dormivo per tutto questo tempo.
-oh...- è l'unica cosa che mi riescie di dire.
-Riesci a muovere le gambe adesso?-
Faccio un tentativo e, lentamente con un dolore lancinante, riesco a portare le ginocchia al petto.
-Voglio fare una doccia!-
-Direi che ne hai bisogno!-
Lo squadro con uno sguardo omicida -Stai insinuando che puzzo nanetto?-
-Chi sarebbe il nanetto scusa!? Non è forse stato questo nanetto a salvarti?!-
Trattengo con difficoltà altri nomignoli e riferimenti alla sua altezza, che si riuniscono tutti in un unico versaccio nasale che non riesco a trattenere. Sorride divertito per l'avermi zittito a quel modo.
-Sei più attaccato alla vita di quanto immagini.- Altro versaccio come risposta.
Mi porge la mano per aiutarmi ad arrivare fino al bagno. -Avanti!-
Roteo gli occhi, mi sento come un vecchietto malato che ha bisogno della badante.
-Ah! Cazzo! Cazzo!! Fa un male cane!-
-Cosa?-
-Tutto! La pancia, le gambe, le braccia!!-
Fa passare il mio braccio destro attorno al suo collo, ora i nostri visi sono pericolosamente vicini. Arrossiamo entrambi guardando altrove.
Tra i miei versacci infastiditi per il dolore, un passo alla volta, arriviamo fino alla porta del bagno. Mi fa sedere sul bordo della vasca incerto sul dafarsi.
-Da qui mi arrangio...- preciso rompendo un silenzio imbarazzante -...grazie!-
-non...non c'è di che- balbetta mentre i suoi occhi vagano tra le piastrelle azzurrine. Esce velocemente chiudendosi la porta alle spalle. Lo sento appoggiarvisi e tirare un sospiro. Sorrido compiaciuto.

No.
Non esiste!
No no, proprio no!
Non lo voglio chiamare per questo!

Esco faticosamente dalla vasca e mi asciugo. Fermo l'asciugamano in vita e mi avvicino alla porta. Faccio sporgere fuori solo la testa.
Silenzio imbarazzante. Ci fissiamo e lui arrossisce.
-si?- chiede come se l'avessi chiamato
-Non ho pensato a cosa mettere prima di fare la doccia. I miei vestiti sono sporchi e mezzi bruciati.-
-oh....a..aspetta, vado a chiedere alla reception se possono aiutarci...c..cioè aiutarmi...aiutarti...-
-ah ha...- faccio si con la testa e mi sento un rincoglionito completo.
Lo vedo uscire frettolosamente dalla porta. Torna dopo pochi minuti e vedo il suo braccio fare capolino dalla fessura della porta. Stringe nella mano una maglietta bianca ed un paio di jeans.
Non avendo la minima intenzione di chiedergli aiuto per vestirmi, impiego circa dieci minuti per fare tutto da solo.
Esco lentamente dalla porta e lo vedo restare fermo qualche secondo. Mi fissa imbambolato. Non credo mi abbia mai visto indossare qualcosa che non fosse il mio solito abbigliamento.
Si alza di scatto lasciando sulla scrivania un taccuino e la penna.
-Ce la faccio...ce la faccio!- esclamo facendogli cenno di stare al suo posto.
Muovo un paio di passi, ma appena stacco la mano dallo stipite della porta cado rovinosamente sbattendo le ginocchia ed accasciandomi a terra.
-Aah!!! Merda!!-
Effettivamente in bagno mi ero sempre aggrappato a qualcosa per spostarmi, per questo ci ero riuscito.
-Ce la fai, eh?- si avvicina velocemente cercando di aiutarmi, ma sbatto un pugno a terra.
-Cazzo!! Non riesco neanche a stare in piedi da solo!- la frustrazione nella mia voce fa quasi sembrare che io voglia piangere.
Sento la sua mano sinistra poggiarsi sulla mia spalla. Mio malgrado mi lascio aiutare.
Finisco per lasciarmi cadere seduto sul letto. I palmi delle mani mi coprono la fronte, mentre le dita si intrecciano tra i capelli.
Non sa cosa dire.
-Basta...- mi esce istintivamente dalla bocca -sono stanco di tutto questo!-
Capisce che non sono abituato a trovarmi alle prese con difficoltà fisiche. Sento gli occhi farsi lucidi ed una sola piccola lacrima scende andando ad infrangersi sui miei pantaloni. Ben visibile, ovviamente, all'altezza del ginocchio.
So che l'ha notato, lo so perfettamente.
-E..Envy...tu..-
Non esiste! Non gli lascerò finire la frase. Non dirà ciò che sta per dire.
-Ho sonno, forse mi sono sballottato troppo.- detto questo mi giro più velocemente possibile facendo in modo che lui non possa vedere il mio volto.
-Notte.-
Chiudo gli occhi e penso che passerà, che non durerà in eterno.


---
Ecco, questa è una scena che non si vede tutti i giorni. Proprio no.
Il piccoletto d'acciaio seduto sulla sedia di fianco alla scrivania, suo fratello, quell'armatura gigante, impalato in fronte a me e quella biondina di cui non ricordo mai il nome di fianco a lui. Mi fissano.
Lui sa benissimo che sono a disagio, ma fissa il fratello e l'amica che non hanno la più pallida idea di come relazionarsi con me.
-Cia...ciao!- a rompere il ghiaccio è il fratellino.
In mancanza di altre idee altrettanto intelligenti, saluto tutti anche io.
Bene, fino a qui siamo arrivati, ed ora? La ragazzina è piuttosto confusa, il fratellino credo sia agitato dato che dall'armatura non è che si possa capire cosa prova, e lui?
Calmo e tranquillo, come se fossero arrivati i parenti per Natale.
-Tu...tu dovrai fare colazione- Il silenzio viene nuovamente rotto dalla ragazzina. Perchè diavolo non mi ricordo il suo nome?
-..e...anche tu Ed!- detto questo mi lancia un'occhiata fuggevole, prende la bella statuina per un braccio incitandolo ad aiutarla a portare un paio di vassoi.
Rimaniamo io ed il piccoletto, paradossalmente c'è più confidenza ormai. Non serve nemmeno che lo chieda che mi dà spiegazioni.
-Erano preoccupati, anche se Al dirà che è venuto per darmi i soldi di persona perchè non si fida di spedirli per posta, e Winry per il mio automail.-Winry ecco! Si, effettivamente quell'aggeggio è ridotto male. Dice tutto con un sorriso che lascia intendere che dovrò abituarmi alla situazione.
O così o niente, è così e basta.
Viene verso di me stringendo qualcosa tra le mani -Tieni, l'avevi dimenticata in bagno- dice porgendomi la fascia nera.
Sospiro come per prepararmi al nuovo giorno e , dopo aver preso i capelli con una mano tirandoli su, li faccio passare nella fascia, sistemandola sulla fronte. Durante l'atto vedo che lui mi guarda costantemente il collo e le spalle. Alla fine gli sorrido malizioso.

Dopo aver fatto colazione ed esserci lentamente abituati gli uni alla presenza degli altri, la ragazzina si alza in piedi dirigendosi verso una strana valigia abbastanza grande.
Ne tira fuori vari attrezzi e guarda il piccoletto con fare omicida.
-Devo proprio?- domanda con sconforto
-Certo che devi, che domande fai? Non vedi come l'hai ridotto?- lo rimprovera indicando l'automail.
Non riesco a capire perchè sia tanto infastidito dalla cosa.
Si alza dalla sedia sbuffando. In pochi secondi si toglie la maglietta e rimpiango di non poter fare lo stesso utilizzando lo stesso lasso di tempo.
La lascia cadere svogliatamente sullo schienale della sedia, mentre il mio sguardo cade sul suo petto e sul suo ventre scolpiti. Passo immediatamente a fissare l'armatura, tanto per non dare a vedere che stavo guardando proprio lui.
La ragazzina comincia ad armeggiare tra cacciaviti e bulloni, riempiendo in poco tempo la scrivania di minuscoli pezzettini, a suo dire, indispensabili.
Il piccoletto si siede sulla sponda del letto passando una mano tra i capelli.
Per allentare la tensione il fratellino inizia ad interessarsi a me. Ormai quell'alone di fastidio reciproco sta svanendo velocemente, renderebbe la situazione già difficile e strana ancor più fastidiosa.
-Allora, vedo che ti stai rimettendo. Ed ci ha detto che ne avevi bisogno, così ti abbiamo portato dei vestiti, io e Winry...sai...-
-Grazie.- A questa semplice parola si voltano tutti e tre a fissarmi. Capisco di essere ancora come una sorta di mondo inesplorato per loro.
-Prego.- mi risponde garbatamente.
Scopro le gambe per vedere la situazione. Muoverle mi fa ancora male e stupisco ancora tutti quando, cercando di piegarle, mi lascio sfuggire qualche lamento con una faccia infastidita.
La ragazzina interrompe il suo minuzioso lavoro, versa dell'acqua in un bicchiere e prende quelle che da qui sembrano un paio di pillole. Viene verso di me sorridendo mentre il vestito rosato che indossa ondeggia assieme ai suoi passi.
-Prendine una, ti farà sentire meno il dolore e ti farà rimettere più in fretta. L'altra prendila questa sera prima di dormire.- mi spiega gentilmente tutto porgendomi il bicchiere dopo che ho messo in bocca una pillola.
Perchè sono tanto gentili con me? Non ne hanno motivo!
Ringrazio nuovamente.
Guardo fuori dalla finestra aperta, c'è il sole e sento una leggera brezza entrare nella stanza.
Inizio a fissare la mia mano destra concentrandomi su di essa. Gli altri tre iniziano a fissarmi. -Envy...- il piccoletto sembra aver capito quello che tento di fare.
Sento l'intera mano che inizia a bruciare, ma vedo solo qualche parte cambiare forma. A chiazze cambia colore, segno che non sono ancora pronto per tornare com'ero prima.
Winry si è dinuovo distratta dal suo lavoro, assorta nella reazione chimica della mia pelle, mentre Al sembra sorpreso, anche se meno di lei.
Acciaio mi lancia uno sguardo d'intesa, so di non aver ancora ripreso nemmeno a camminare, figuriamoci questo. Mi accorgo che è la prima volta che mi rivolgo agli altri due con i loro nomi.
-Come ti senti- mi chiede lui.
Incrocio per un istante i suoi occhi dorati -Brucia, brucia un sacco.- rispondo tenendo la mano dolorante nell'altra.
-Per quel che può importare.- ammetto.
-In che senso?- chiede Al perplesso.
Sopsto lo sguardo su di lui -Ora come ora, preferirei riuscire ad alzarmi in piedi e poter camminare senza dovremi tenere a qualcosa o a qualcuno. Poi, anche se non mi potessi più trasformare, non avrebbe la minima importanza. Alla fine era un potere che usavo solo per obbedire a qualcuno, non per me.-
Non mi pesa nemmeno più parlare di me, sento che alla fine con persone come loro non è un problema. Io non li giudico e loro non giudicano me, siamo tutti troppo stanchi di questa situazione e di questa guerra per farlo.


Sono passate un paio d'ore. Winry ha terminato la manutenzione dell'automail e vedo il viso di acciaio mutare in una smorfia di disappunto.
Ora capisco perchè, poche ore prima, fosse tanto contrariato. Non avrei mai pensato che rimettere quell'affare fosse tanto doloroso.
Lo vedo spogliarsi dinuovo della maglietta e fisso lentamente ogni suo movimento. Si siede dando le spalle a Winry e comincia a stringere i denti chiudendo gli occhi.
La ragazza rimette il braccio nella sede e si appresta a collegarvi i nervi. Inizia un conto alla rovescia da tre che, almeno credo, per Acciaio debba essere un supplizio.
Lo sento urlare e vedo la mano sinistra stringere forte la stoffa dei pantaloni. Non riesco a capire perchè, ma vedere i muscoli delle sue spalle e del braccio buono contrarsi, sembra quasi eccitante.
-Cazzo! Fa male-
-Smetti di piagnucolare! Sai benissimo che fa male!- lo ammonisce lei.
-Grazie! Non è che sapere a che punto arriva il dolore lo fa diminuire, mi prepara e basta!- su questo devo dargli ragione. Per un attimo ricordo con amarezza il dolore che provai quando Mustang mi fece bruciare gli occhi.
Porto istintivamente una mano sulle palpebre chiuse e sospiro.

La giornata prosegue bene o male il suo corso. Non sento più quella stanchezza che mi appensantiva ieri. Ormai è tardo pomeriggio e sono davvero stanco di stare a letto, così cerco di alzarmi.
Nella stanza siamo solo io ed il fratello del piccoletto. Non ho ascoltato molto ciò che si sono detti prima di uscire, ma credo che la ragazza sia nella sua stanza e Acciaio si sia diretto all'ufficio postale per spedire il falso rapporto su quest'assurda situazione.
-Ce la fai, vuoi che ti aiuti? Il fratellone mi ha detto che ti fanno ancora male le gambe- dicendo questo si avvicina ma, con le poche forze che ho, lo blocco poggiando una mano sull'armatura. -No.-
Mi sento ridicolo, devo appoggiarmi al comodino per alzarmi dal letto.
-Voglio...Io voglio riuscirci da solo-
Sento che mi fissa mentre percorro il tragitto fino alla finestra, lasciandomi crollare alla fine sulla sedia con il fiatone.
-Che schifo cazzo!-
-Posso capire come ti senti, ma se dopo solo due giorni riesci ad alzarti e camminare da solo, vuol dire che ti stai rimettendo in fretta.-
Sospiro passando una mano tra i capelli e lo guardo -Perchè siete così gentili con me? Cosa c'è sotto?-
-Sotto? Nu...nulla!- è sorpreso dalla mia domanda.
-Io ho ucciso un vostro compagno! Faccio parte dei "cattivi" ricordi? Non dovreste volermi vedere morto?-
-Io non voglio fare del male a nessuno. Comunque...- si ferma un attimo a guardare l'albero appena fuori dalla finestra, come se stesse scegliendo attentamente le parole da dire. I fiori perdono qua e là i petali che cadono a terra creando un letto rosato.
-...anche noi abbiamo ucciso dei tuoi compagni. Non so se tu li consideravi tali, se tra voi foste amici o meno, ma alla fine è comunque un omicidio. Io non lo approvo, e reagendo con l'odio non miglioro assolutamente la situazione.-
Resto in silenzio ad ascoltarlo.
-Mio fratello ha deciso di salvarti e ,se l'ha fatto, vuol dire che ha visto qualcosa di buono in te che tu non vuoi mostrare!-
Sto pensando a qualcosa da dire, ma effettivamente ha ragione quindi fatico a trovare una risposta a tono. Schiudo appena le labbra ancora incerto su cosa dire, ma nello stesso momento entra Winry.
Si dirige verso di me sorridente dopo averci salutati entrambi.
-Vedo che sei riuscito ad alzarti!- esclama felice. Non ho la più pallida idea di cosa lei sappia di me, potrebbe anche ignorare il mio passato.
-Ti ho preso queste! In farmacia mi hanno detto che fanno al caso tuo!- mentre parla fruga in un sacchetto e ne estrae un blister di pillole. Sono vitamine.
-G...grazie.- Odio non sapere cosa dire o come reagire a questa gentilezza così inusuale.


Il piccoletto non impiega molto per tornare e, dopo aver mangiato, rimaniamo soli nella stanza.
-Che hai scritto nel rapporto?- mi interesso rompendo il silenzio. Si trova chinato sulla scrivania e dopo pochi secondi si volta a guardarmi con la matita che penzola dalle labbra.
-eeehh...sinceramente...-
-Non l'hai scritto, eh?-
Fa la faccia imbronciata per essere stato scoperto così facilmente -Infatti! Non ho la più pallida idea di cosa scrivere.-
-Mmh...non potresti dire che sono morto?-
Resta interdetto dalla semplicità con cui ho risposto. Sono certo che l'ha pensato anche lui, allora perchè non l'ha scritto?
-Non...non pensavo ti andasse a genio l'idea. Poi dovrai sempre nasconderti!-
-E quale sarebbe il tuo problema al riguardo? A te che importa della vita che condurrò quando uscirò di qua? E poi scusa, te lo sei dimenticato che io so cambiare il mio aspetto!?-
-Potresti anche non riacquistare quel potere! Non sappiamo che effetti abbia avuto l'aver assorbito quegli homunculus per la seconda volta. Già la prima ti aveva indebolito, non riuscivi a tener testa a Mustang!-
-Beh allora se mi vedranno potrai dire che non sei riuscito ad uccidermi, o che mi sono finto morto, o qualsiasi stronzata vuoi! Non stupirai nessuno piccoletto, incompetente come sei, sono certo che nessuno si aspetta che tu sia riuscito ad uccidermi!-
Come ci siamo arrivati alle frecciatine da bambini delle elementari? E' visibilmente infastidito ed il suo sguardo ne è la conferma.
-Quanto sei stronzo! Perchè non vai da Mustang a farti ammazzare prima che lo faccia io!?-
-Oooh si! Questa è bella! Fatti sotto pidocchio!-
Fatto trenta, facciamo trentuno. Un po' di sano divertimento mi mancava!
Gli mostro una linguaccia accompagnata dal dito medio.
-Sei peggio di un bambino! Non ti conviene infastidirmi! Non riesci nemmeno a camminare e pensi di potermi battere?-
Si fa sempre più vicino e stringe i pugni irritato. La situazione diventa sempre più divertente, soprattutto quando lo prendo con un cuscino in piena faccia -Idiota!- lo canzono.
Gli passa completamente di mente che non sono in condizione di fare la lotta, ormai vede rosso dalla rabbia e mi salta addosso.
-Brutto ingrato! Se non fosse per me, Dio solo sa dove saresti adesso! Deficiente!-
-Datti meno arie piccoletto!- Mi fa male ovunque, ma mi sto davvero divertendo troppo per badarci.
Approfittando della mia situazione si mette a cavalcioni su di me e tenta varie volte di colpirmi, nel frattempo mi tira i capelli.
-Imbecille!-
-Stupido!-
Continuiamo così per circa dieci minuti, fino a quando riesco a dargli una ginocchiata nella schiena che lo fa cadere in avanti.

Per un attimo nessuno dei due sa che fare.
I nostri visi sono vicinissimi, le fronti quasi si toccano e noto che non si alza.






Ooooh stronzaggine che mi scorri nelle vene!
Si, il capitolo finisce qui! Che succederà nel terzo? Mah, mah!
Spero che la sospensione sul punto cruciale vi metta curiosità e vi invogli a continuare a leggere! Fatemi sapere che ne pensate...senza linciarmi per la sorpresina di questo finale! Ahah!
Alla prossima! <3

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Capitolo 3
*** 3 ***


Per un attimo nessuno dei due sa che fare.
I nostri visi sono vicinissimi, le fronti quasi si toccano e noto che non si alza.
Pur essendo rimasti in quella posizione a picchiarci per un po', entrambi sembriamo esserci appena accorti della reale situazione.
Arrossisce e, anche se negherò fino alla morte, capita anche a me.
I respiri si fanno più agitati e si fondono uno con l'altro.
Non riusciamo a guardarci negli occhi, ma appena i nostri sguardi si incrociano sento che si avvicina sempre di più. Lo precedo.
Unisco le nostre labbra e sento i battiti del suo cuore accelerare.
Resta inizialmente bloccato, ma dopo pochi secondi non sembra dispiacergli tanto la cosa.
Non pensiamo, non ci rendiamo conto del resto.
Mentre il bacio si fa più profondo sento che mi passa le mani tra i capelli. Cerca di staccarsi per respirare ma non glielo permetto, so che la cosa lo infastidirà.
In risposta si avventa sulla mia bocca mordendo il labbro inferiore famelico. Sa che in questo momento gambe, addome e braccia mi fanno male e quindi ha un punto a suo favore.
Siamo piuttosto presi, ma all'improvviso sento dei passi metallici troppo familiari farsi sempre più vicini.
Mi stacco bruscamente da lui che tira un respiro profondo. Gli faccio l'occhiolino e lo spingo via da me non appena sento la maniglia muoversi.
-Brutto idiota!- gli grido.
Mentre atterra di schiena sul letto, è completamente perso. Non capisce che cos'abbia fatto, ma soprattutto il perchè.
I capelli sono abbastanza scompigliati per lasciar credere che ci stessimo mettendo le mani addosso.
Fortunatamente capisce in tempo ciò che ho in mente, così finge di tirarmi i capelli e di volermi dare un pugno.

-Che state facendo?!-
Tempismo perfetto!
Al è convinto dalla nostra piccola scenetta.
-Stavamo facendo a botte! Che, non si vede?- risponde lui tenendomi per il colletto. E' fin troppo convincente, sarà meglio rispondere a tono.
-E lasciami!- Stacco bruscamente la sua mano dalla mia maglia.
-Che avete in testa! Fratellone, non riesce nemmeno a camminare, ti sembra il caso di picchiarlo?-
-Ha cominciato lui!- Falso!
-Fratellone...- è abbastanza sconfortato dalla frasetta infantile pronunciata dal biondo.
Ci scambiamo un'occhiata arrabbiata.
-Che è successo?- domanda Al.
-Ha detto che sono basso!- bugia pronta.
Abbandona la battaglia che non avrebbe portato a nulla e si siede a terra di fianco alla finestra, mentre Ed va verso il bagno.

Avendo appena dato la buona notte a Winry, non credo abbia intenzione di uscire dinuovo dalla stanza.
Appena arriva l'ora di dormire, lo vedo stendersi sul divano e lanciarmi un'occhiata che lascia intendere tutto.
Senza farmi vedere dal fratello gli faccio la linguaccia con un sorriso malizioso.
Per oggi direi che abbiamo fatto abbastanza.



E' mattina. Lentamente ricordo cos'è successo ieri sera, poi noto di aver dormito meno. Stavo iniziando a preoccuparmi sapendo di passare tanto tempo a letto.
Le gambe e le braccia sono indolenzite ed ogni movimento accentua il dolore, ne è valsa la pena. Sorrido malizioso tra me e me.
-Al è uscito.-
Questa frase mi giunge dalla mia destra. Vedo il piccoletto seduto su una sedia, è imbarazzato.
-Con ciò vuoi dire che hai in mente cose strane dato che siamo soli...o c'è qualcos'altro?-
-Voglio delle spiegazioni!-
Lo guardo interrogativo. Che cosa dovrei spiegare?
Mi metto seduto e con mio stupore, apparte gli arti indolenziti, non mi riesce così difficile.
-A proposito di cosa?-
-Lo sai meglio di me! Ieri sera...-
-Mhh...si, ho un vago ricordo- gli lancio occhiate maliziose e mi permetto di fare più lo spavaldo dato che sento che sto guarendo e che lui è innegabilmente imbarazzato.
-Smetti di scherzare!-
-aah...che palle! Non ci sono spiegazioni! Mi andava di farlo e basta, non mi sembra ti sia dispiaciuto!-
-Ti andava di farlo? Ma t...tu non sei...g...- tentenna su quell'unica parola, ma so esattamente cosa vuole dire.
-Mah, forse si, forse no! Chi lo sa!-
-Allora perchè l'hai fatto?-
-Tel'ho detto, mi andava. Comunque, potrei farti la stessa domanda. Se non ti avessi preceduto l'avresti fatto tu!-
Arrossisce. Siamo sulla stessa barca ,credo.
-Tu lo sei?-
-Eh?! C...cosa!? Io..io...-
Attendo la sua risposta, che non arriva, bloccata da questo balbettare confuso.
-Anche a me andava. Ora non capisco più niente, sono...sono confuso...-
-Curiosità!- sussurro in maniera sensuale avvicinandomi a lui, che è sempre più in imbarazzo.
-Non è necessario definirsi! Considera tutti come persone! Ci sono persone che ti piacciono e che non ti piacciono, chi ti ispira e chi no. Alla fine che importa se sono maschi o femmine? Basta che tu stia bene con te stesso, no? Ma, se preferisci, non darmi ascolto. Probabilmente parlo così perchè posso cambiare aspetto a mio piacimento!-
So di averlo confuso ancora di più, soprattutto per il fatto che ho pronunciato queste parole con voce melliflua e sorprendentemente disinvolta.
Poso il mio sguardo su di lui, ancora rosso in volto che fissa il pavimento.
-Se la cosa ti turba posso andarmene appena mi sarò rimesso!- lo guardo con aria maliziosa.
-Mmh!!! Che fastidio! Pensi di essere l'unico? Guarda che ho baciato te come potrei baciare una ragazza che mi piace!- Lo ammette secco e conciso, fuori dai denti.
-La setssa cosa vale per me, siamo apposto no? Che hai ancora da pensarci su?-
Ah! Umano o no questi problemi comunque non li capisco! La vita è tua e puoi farne quello che vuoi! Se si preoccupa così è per paura di venire scoperto! O forse...
-Io...- cerca di rispondermi, ma non riesce a formulare una frase sensata.
-Aaah! Aspetta, aspetta, aspetta! Non è che è il contrario?-
Detto questo, nel giro di un secondo, lo afferro per il colletto della maglia e lo tiro vicino a me. I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza. La cosa comincia a farsi interessante. Sto scavando nel profondo, non riesce proprio a tenersi dentro le cose, tutto gli traspare nello sguardo.
-C...che cosa...?-
Non gli lascio il tempo di chiedere e lo stendo sotto di me, ribaltando la situazione di ieri.
-E' questo? E' questo il problema? Ti rode essere stato interrotto ieri?-sfodero uno dei miei sorrisi piu maliziosi facendogli sentire il mio respiro caldo sulle labbra.
-Co...cosa credi? Che voglia andare fino in fondo? Se...se è così ti sbagli di grosso!-
-Ah non ti preoccupare, non ci tengo nemmeno io! Però è inngeabile che sei ancora piuttosto curioso!-
Il suo sguardo è a metà tra l'arrabbiato e l'imbarazzato. Cerca di alzarsi, ma sento che non sta usando tutta la sua forza nel farlo.
-Sei patetico! Se volessi davvero sottrarti a questa situazione ce la faresti, non sei così debole!-
-Fanculo!-
Detto questo mi mette una mano dietro la nuca tirandomi a se e baciandomi nuovamente.
Non mi sottraggo, anzi, se vuole provare questa novità ben venga. Questa volta non sarò tranquillo come ieri.
Lascio di scatto le sue labbra e, per un momento, sembra deluso. Mi sposto sul suo collo. Dapprima mi limito a qualche bacio ma, dato che mi sembra troppo sdolcinato, lascio scorrere la lingua dal suo orecchio alla fine del collo, accompagnato da qualche mugolio.
Ora mi detesterà. Mordo la sua pelle fino a che non lo sento lamentarsi ma, prima di smettere, la stringo un'ultima volta tra i denti un po' più forte.
Sorrido soddisfatto e lo fisso, attendendo che manifesti il suo fastidio.
-Ah! Cazzo! Sei un idiota!-
Mi spinge stringendo le mie spalle e piantandoci le unghie per vendetta.
Sollevo un sopracciglio infastidito da questa vendetta puerile. Congiungo pollice e medio lasciando scattare quest'ultimo sulla sua fronte.
-Ahia! Deficente!- Mi spinge sull'altro lato del letto. La situazione diventa sempre più divertente, mi metto a ridere senza accorgermene e lui mi segue.
Cerca di alzarsi in ginocchio ma perde l'equilibrio e si attacca a me. Cadiamo entrambi giù dal letto.
Questa l'ho sentita.
-Aaah!! Che male cazzo!-
Si ferma a guardarmi spostando i capelli che mi erano finiti davanti al viso, così ne approfitta per baciarmi.
Un bacio più spinto di quello di prima. Lo sento mugolare tra le mie labbra mentre la sua lingua cerca la mia. Appena si stacca da me gli passo il pollice destro sulle labbra umide con uno sguardo malizioso.
Cerco di alzarmi e, mentre mi metto a sedere, sento la schiena che inizia a farmi male.
-Scommetto che sei caduto proprio dove ti faceva già male!-
Vogliamo rigirare il coltello? Lo fisso infastidito con un sorrisetto di scherno.
-Scommetto che non hai la più pallida idea di come giustificare quello a tuo fratello ed alla tua amichetta!- gli faccio il verso indicando il vistoso segno rosso sul suo collo.
I suoi occhi si spalancano in un'espressione terrorizzata. Mentre io, in tutta tranquillità, resto seduto. Lo vedo correre velocemente verso il bagno e guardarsi allo specchio. Si passa un paio di volte la mano sul segno del mio morso, è irritato.
-Ma sei supido?!- si gira verso di me e comincia ad avvicinarsi.
-Adesso cosa racconto? Che ci siamo picchiati tanto da arrivare ai morsi?-
-Mh...fosse stato così ti avrei morso...non so, un braccio! Non certo il collo!-esclamo sorridente.
-E mi prendi anche per il culo?- cerca di saltarmi addosso ma gli faccio lo sgambetto e cade a faccia in giù sul letto.
Mentre si gira mi alzo in piedi, dirigendomi lentamente verso la finestra.
-Riesci a camminare!- sembra piuttosto sorpreso, tanto che non si arrabbia con me per averlo fatto cadere.
-Già! Anche se mi fanno male le gambe e barcollo un po'!-
Mi siedo guardando fuori dalla finestra lui mi raggiunge e si appoggia al davanzale guardando fuori.
-Sono stanco di rimanere qui! Voglio uscire!-
Si gira verso di me, sembra stia pensando a qualcosa.
-Potremmo andare fuori, ti converrebbe cambiare aspetto però!-
Non ho la più pallida idea di come reagirà il mio corpo. Forse non me ne sono accorto, ma devo aver assunto un'espressione preoccupata.
-Dì, tu hai davvero paura di farti male, eh?-
-Ma sta zitto!!-
-Ammettilo, non vuoi provare a trasformarti perchè hai paura che la pelle ti bruci ancora! E comunque l'hai ammesso tu stesso al laboratorio numero 5!-
Ok, sta deliberatamente tentando di farmi incazzare.
-Il laboratorio numero cinque? Aaah si! Quello dove te le ho suonate!-
Uno pari, palla al centro!
-Che avresti fatto tu??- inizia ad arrabbiarsi, sembra quasi che voglia ringhiarmi contro.
-Si avanti, agitati e strepita, non sai quanto sembri più intelligente così!-effettivamente dà l'idea di un moccioso, ma le sue reazioni a queste battute fino ad ora si sono rivelate interessanti.
Rimango a fissarlo mentre lui si avvicina con aria arrabbiata.
-Tu sei la persona più irritante che io abbia mai conosciuto!- scandisce bene ogni parola sempre più infastidito dal mio sorrisetto, prende nella mano due o tre ciuffi dei miei capelli e li tira facendomi alzare il viso. Sento la schiena premere dolorosamente contro la sedia, ma tengo gli occhi piantati nei suoi aspettando la sua reazione.
-Che pensi di fare, piccoletto?-
Percepisco il suo respiro sulle labbra ed il suo sguardo, benchè sia arrabbiato, ha qualcosa di attraente.
-Idiota..- sussurra prima di baciarmi ancora una volta. Le sue labbra scivolano dalla mia bocca per arrivare al mio collo lasciando una scia umida al loro passaggio. Mi lascio sfuggire un mugolio e, per un attimo, scorgo un sorriso soddisfatto sul suo volto. Inizia a mordere il mio collo e so che mi lascerà dei segni che saranno difficili da giustificare anche per me.
Mi sta tortutando da sotto il mento alle clavicole e, cercando di muovere la testa, mi accorgo che non riesco a farlo. Tiene tra le mani i miei capelli impedendomi ogni movimento, so che vuole dirigere lui il gioco, ma non ho intenzione di lasciarglielo fare.
Con un movimento brusco mi alzo dalla sedia facendolo arretrare di qualche passo. Ora tocca a me, alla mia rivincita.
Lo prendo per il colletto tirandolo a me fino a raggiungere il suo orecchio con le labbra -A che gioco stai giocando, piccoletto?- gli sussurro, facendo scorrere la mano libera sulla sua schiena.
Quando meno se lo aspetta lo spingo indietro facendolo cadere di schiena sulla scrivania. Con un'espressione maliziosa, prima che riesca a muoversi, gli blocco i polsi.
-Sa molto di: 'segretaria che cerca di arrotondandare lo stipendio!'- se è sveglio quanto credo l'ha capita.
-C...che vuoi fare?- sembra preoccupato.
-Nulla Acciaio, nulla...- sussurro al suo orecchio per poi morderlo.
Tra un gemito e l'altro cerca di dirmi qualcosa -A..Al potrebbe...potrebbe tornare...d..da un momento all'altro! Ah! Smettila!!- mi rimprovera quando sente che le mie labbra osano sempre più verso il suo petto.
Mi stacco da lui con un sorriso malizioso e, con mia grande soddisfazione, lo vedo rimanere fermo ed imbambolato esattamente come l'avevo lasciato prima di alzarmi.
Rimango a fissarlo per un po', mentre sento che la stanchezza inizia a farsi avanti.
Sospiro mentre si alza, mettendosi in piedi, e mi siedo sul davanzale.
-Sta attento a non cadere!- mi rimprovera.
Lo fisso un attimo e poi sbuffo accennando una risata -Ma sentiti! Sembri mia madre!-
Aggrotta leggermente le sopracciglia, mentre dal suo viso non è ancora svanito il rossore.
-Dovresti stare più attento! Affacciato alla finestra a quel modo qualcuno potrebbe vederti!-
-Qualcuno chi? Pensavo avessi avuto l'accortezza di scegliere una cittadina fuori dalla portata dell'esercito!-
-Nulla è fuori dalla loro portata! Potrebbe esserci una taglia sulla tua testa che gira per l'intero paese adesso! La tua unica fortuna era che potevi cambiare aspetto, ma ora...-
Si interrompe indeciso su cosa dire. Non ho più tentato di trasformarmi da quando ci avevo provato solo con la mano, e con scarsi risultati.
Tiro un lungo sospiro. Prima o poi dovrò tentare, nel caso di un dolore troppo intenso, posso sempre interrompermi.
Il suo sguardo stupito si fissa su di me quando una luce bianca invade il mio corpo. Sento sempre lo stesso bruciore, ma è sopportabile questa volta. Lo vedo squadrarmi da capo a piedi, mi guarda come si fa con chi ha appena fatto una pessima battuta.
Gli faccio la linguaccia, passando una mano tra i miei capelli, ora biondi, raccolti in una treccia.
-Sono carino?- domando malizioso.
-Chi, tu o io?- chiede irritato vedendo davanti a se una sua copia perfetta, o quasi.
Parte della pelle è ancora incompiuta: lungo le braccia si intravede una sorta di tessuto cutaneo a scaglie che la ricorda solo vagamente.
Mi posso ritenere soddisfatto per ora, malgrado la fatica fatta.
-Ah-ha! Carino, molto divertente! Ora ti dispiace tornare com'eri? Questa somiglianza è agghiaccian...te...- finisce la frase balbettando quando vede se stesso avvicinarglisi.
Poso un leggero bacio sulle sue labbra e mi allontano facendogli l'occhiolino, malizioso.
Rimane abbastanza impietrito.
-Allora? Com'è baciare se stessi?- mi lascio sfuggire una risata mentre riprendo lentamente il mio solito aspetto.
Lascio ondeggiare i capelli, ora lunghi e scuri, dietro la schiena.
Si allontana imbarazzato bofonchiando qualcosa sui progressi che sono riuscito a fare.

Dopo qualche minuto si sentono dei pesanti passi metallici avvicinarsi nervosamente dal corridoio. Il fratello del piccoletto irrompe nella stanza agitato urlando qualcosa di incomprensibile, ma da quel poco che si sente, non è nulla di buono.
-Mustang! Mustang, fratellone!!-
Nei suoi occhi passa un lampo di terrore, dopo essere rientrato senza aver consegnato il rapporto, c'è stata qualche "distrazione".
-Il...il rapporto!- balbetta spaventato.
-Non l'hai consegnato? Che facciamo adesso?? Siamo dei criminali ai suoi occhi! Abbiamo portato via un ricercato!-
Non nascondo di essere piuttosto allarmato a mia volta. Vedo il piccoletto uscire di corsa, mentre urla qualcosa che sembra sottolineare che una telefonata molto lunga lo aspetta.
Io e suo fratello ci fissiamo per pochi ma interminabili minuti, indecisi sul dafarsi.
-Senti...- prendo la parola lasciandolo visibilmente stupito.
-io riesco a trasformarmi. Nulla di perfetto, la pelle ha ancora dei difetti, ma è meglio di niente!-
Si ferma un attimo a pensare.
-Mmmh...ora l'unica cosa da fare è aspettare e sentire cosa dirà Mustang. Nel caso ci sia bisogno di scappare, tu saresti apposto, ma io e mio fratello diamo parecchio nell'occhio e se sanno che tu sei con noi, scoppierà un putiferio.-
Resto ad ascoltarlo attento. Effettivamente i militari non si lascerebbero scappare tanto facilmente un homunculus, a costo di perquisire ogni singola persona per accertarsi che sia umano o meno.
-Senti...- forse ho avuto la prima idea utile.
-Io non so esattamente cosa mi sia successo mentre tuo fratello scappava portandomi con se. Ho qualche ricordo e poi so quello che lui mi ha raccontato ma, se non sbaglio, i militari non sanno che io ho ripreso questa forma. Insomma loro pensano che io abbia ancora l'aspetto di quel...quel...-
odio parlare di quell'affare. Orrendo vermiciattolo verdastro!
-Hai...HAI RAGIONE! Il fratellone per scappare e trasportarti qui, ha aperto un tunnel sotterraneo e nessuno l'ha visto!-
Restiamo nella stanza pensando a cosa fare, ma dobbiamo per forza aspettare il piccoletto per sapere cosa Mustang gli abbia detto.
Rientra dopo una mezzora abbondante passando una mano tra i capelli. Il fratello gli corre incontro facendo riferimento velocemente alle constatazioni fatte con me poco prima.
-Si...effettivamente non mi sono fatto vedere da nessuno. Con l'alchimia non ci vuole molto a creare un esserino simile all'aspetto che avevi prima- dice rivolgendomi uno sguardo interrogativo, come se nulla di tutto quello che è successo tra noi, in quel momento fosse mai accaduto.
-Sinceramente però, non so quanto i militari possano crederci.-
-Ma che ti ha detto Mustang??- chiede freneticamente Al.
-Mi ha dato una bella strigliata. Ha minacciato di togliermi il titolo o cose così. E' molto arrabbiato ma non arriverebbe mai a questo, quindi un po' mi tranquillizzo.-
Fissa pensieroso un punto imprecisato del pavimento.
"Non volevo che morissi" questa frase mi torna prepotentemente alla mente. Era l'unico motivo che aveva specificato quando gli avevo chiesto il perchè di quel salvataggio.
Forse sotto sotto qualcosa di me gli importava, ma nessuno tra i militari l'avrebbe capito.
-Gli ho detto che sei sotto la nostra custodia e che potremmo usarti per ingannare gli altri homunculus e catturarli, anche se ho solo accennato all'idea. Questo l'ha calmato un po', e per un attimo ha riconosciuto di essere uscito troppo dai gangheri. Mi ha ordinato espressamente di consegnarti al più presto. Dovremmo partire immediatamente per quello che riguarda lui.-
Ancora non capisco perchè non vogliano consegnarmi. So che tutto parte dal piccoletto e che suo fratello gli vuole troppo bene per contraddirlo.
Dopo attimi di interminabile silenzio, il fratellino scatta in piedi. Sembra imbarazzato da qualcosa, forse dagli sguardi a volte interrogativi, a volte d'intesa che io ed il piccoletto ci stavamo scambiando. E' fin troppo intelligente, fin troppo.
-Io...Io torno a Central City, fratellone!- esclama convinto.
Il piccoletto lo fissa. La situazione è già molto confusionaria, ora credo che non ci capisca proprio nulla.
-A Central City? Al, perchè?-
-Andrò a tranquillizzare i militari! Dirò che tu arriverai tra qualche giorno, così avrai tempo per decidere sul da farsi. Ne approfitterò per portare a casa anche Winry, non è il caso che prenda parte a tutta questa confusione!-




Non sente ragioni.
Che io ricordi non l'ho mai visto così autoritario.
Dopo essersi inventato una scusa con la biondina, che è comunque rimasta un po' frastornata, si è defilato dal piccolo albergo, dove mi sembra di stare da una vita, ad una velocità impressionante.
Solo una piccola cosa mi ha stupito più del fatto che fare finta di nulla non gli venne assolutamente naturale.
Poco prima di uscire, quando Winry ed il piccoletto non c'erano, mi prese per le spalle, abbassando il viso, se l'elmo dell'armatura si può dire tale, all'altezza del mio.
-Senti, io non so che sta succendendo- iniziò serio -...ma mi fido di mio fratello ciecamente. L'unica cosa che ti raccomando è di non fare stupidaggini, altrimenti verrò a cercarti e te la farò pagare. Hai la fiducia di mio fratello in questo momento, non è cosa da poco. Ci siamo capiti?-

Ora come ora, non mi interessa più nulla dei folli progetti del padre, non sono mai stato fedele a quella causa.
Sinceramente, l'unica cosa che faccio è stare dalla parte del miglior offerente. Se i fratellini arrivassero a darmi qualcosa di meglio in cambio, potrei anche pensare di aiutarli nel loro intento di fermare quel pazzoide.
Annuisco dicendogli di non preoccuparsi, infondo, sono in debito.




Aaah che fatica!!!
Sono appena tornata da un colloquio e ho corso un sacco!
Tra una decina di giorni ho gli esami e devo assolutamente finire la tesina! O_O Aggiornerò in orario con il quarto, ed ultimo, capitolo, ma credo che l'aggiornamento di "La Maison Burlesque", per chiunque la stia seguendo, dovrà attendere un po'!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo :3 fatemi sapere, alla prossima! :*

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Capitolo 4
*** 4 ***


Aaah...esami che arrivano..tesina da finire....studio studio studio. Che noia accidenti! XD
Godetevi l'ultimo capitolo, ci risentiamo alla fine.


Ed eccoci qui.
Suo fratello è partito da solo un giorno e siamo già con le mani in mano.
Apparte l'esserci addormentati entrambi sul letto, non c'è piu stato nessun contatto tra noi, forse per la preoccupazione.
C'è un pensiero che mi tormenta. Quel pensiero!
Perchè? Perchè salvarmi?
Dentro lo stomaco di Gluttony, quando gli dissi di aver ucciso quel ragazzino a Ishbar, lessi distintamente il disgusto nei suoi occhi.
Al laboratorio numero cinque gli ho procurato ben più di una costola rotta, e Huges? Era un amico per lui, no?
Allora perchè mi ha salvato? Perchè non mi ha semplicemente consegnato all'esercito? Quello che ha fatto è un po' più di "impedire a Mustang di uccidermi in maniera troppo brutale e senza processo"!
Dopo pranzo è steso sul letto mentre fissa pensieroso il soffitto. Apparte qualche piccolo acciacco, ho recuperato completamente i movimenti. Le trasformazioni non sono ancora perfette, ma facendone più spesso migliorano, e coprendo braccia e gambe, dove la pelle è incompleta, non si nota nulla.
Potrei scappare. Allora perchè non lo faccio?
Dalla sedia dov'ero seduto, mi dirigo spedito verso di lui. Non fa nemmeno in tempo a chiedermi perchè lo stia fissando, che le mie mani vanno a bloccare i suoi polsi, mentre il tessuto leggero del lenzuolo si increspa sotto il loro peso.
-Hey! Che vuoi? Non è il momento!-
-Perchè? Adesso me lo spieghi, o non ti darò pace, piccoletto! Perchè mi hai salvato?-
Il suo viso si colora impercettibilmente di rosso, ma lo noto comunque.
-Non è il momento Envy! Siamo già abbastanza nei casini!-
-Appunto! Perchè farsi mettere nei casini per me? Non dovresti odiarmi?-
-Smettila!-
-Non avresti dovuto salvarmi, a rigor di logica!-
-Aaah, basta Envy!-
-Non avresti dovuto farti carico dei miei problemi...-
-Piantala cazzo!-
-Non avresti dovuto baciarmi!-
-ENVY!-
Mi urla contro dopo un frenetico botta e risposta durante il quale i nostri visi si sono fatti più vicini.
-Non me lo chiedere! Non me lo chiedere più o giuro che ti spacco quella faccia da idiota che ti ritrovi!-
-Perchè? Diavolo, non dirmi che non lo sai!-
-Envy lasciami andare! Dovresti solo essermi grato!-
-Ti sarei molto più grato se mi rispondessi! Che c'è, se innamorato di me piccoletto?-
Mi dà una spinta, togliendomi da sopra di lui e mettendosi a sedere.
-Non me lo chiedere Envy! Va bene così! Nient'altro!-
Sospiro fissando il pavimento, che frustrazione questo piccoletto.
Gli poso una mano sulla testa sospirando ancora, sembra un gesto troppo affettuoso da parte mia. Arrossisce.
-Ok, ok... tanto anche se stai zitto si riesce a capire tutto!- lo provoco.
-Tu non hai capito un bel niente!-
-Mh, sarà, ma anche tuo fratello ha sentito qualcosa di strano nell'aria.-
Distoglie velocemente lo sguardo dal mio, così ne approfitto per scendere con la mano verso la nuca, afferrare la treccia e tirarlo verso di me.
Lascio qualche piccolo bacio sulle sue labbra dischiuse, ma quando uno dei tanti diventa più profondo si scosta da me.
-O...ora basta, dobbiamo pensare ad un piano.-
Cerca di far cadere i ciuffi biondi sulle guance, per coprire il rossore, invano.
-Non mi andava di dirlo davanti ad Al, ma per come sono andate le cose, so che scapperai e che non riuscirò a fermarti.-
Sorrido compiaciuto -allora la cosa è semplice, piccoletto!-
So che ormai questa "villeggiatura" è giunta al termine e, tutto sommato, è finità bene, pur dovendo ancora finire realmente.
Mi alzo dal letto, tolgo la maglietta blu scuro che mi è stata prestata, lasciandola scivolare delicatamente sulla schiena, per poi vederla cadere sulle lenzuola di fianco a lui.
-C...che fai?-mi domanda sbigottito e visibilmente imbarazzato.
-E' finita piccoletto. Dobbiamo farci belli: bagno, profumo, capelli e vestiti puliti per presentarci da Mustang e tirare su un bel teatrino!-
Mi interrompo mentre mi dirigo verso il bagno e sento il suo sguardo su di me.
-Anche se credo tu non stessi pensando a questo, eh?- detto questo mi chiudo la porta alle spalle.

Sbuffa infastidito e sento che traffica con i vestiti, cercando di farli stare nella valigia senza piegarli. Dopo poco tempo esco dal bagno in boxer e sento il suo sguardo su di me.
C'è qualcosa di strano nell'aria. La tranquillità che ho vissuto in questo breve periodo, non so se mi tornerà mai più. Ad essere sincero sono un po' malinconico nel sapere che tutto sta per finire, nel sapere che dovrò tornare a fuggire e nascondermi.
Dopo essermi messo un paio di pantaloni, lo vedo dirigersi verso di me.
Adesso cos'ha?
Con quello sguardo da cane bastonato, non ha il coraggio di guardarmi negli occhi, così fissa il pavimento pensando a come ordinare i suoi pensieri in una frase sensata. I capelli scendono sulle guance comprendo parzialmente il rossore.
-Envy ascolta...- comincia incerto.
-Che c'è piccoletto?-
-Tu...tu cos'avevi in mente di fare? Come pensavi di scappare dai militari?-
Mi aspettavo una qualsiasi altra domanda, ma rispondo comunque.
-Beh...se mi riporti con l'altro aspetto da loro dentro il barattolo, non mi ci vorrà molto per trasformarmi e scappare al momento opportuno. Perchè? Che pensavi volessi fare?- non cpisco proprio il perchè della sua aria triste.
-E...e se ti catturassero?-
Avevo ovviamente già contemplato questa ipotesi, ma l'effetto sorpresa gioca il ruolo principale. Vedendomi quasi morto in un barattolo, nessuno si aspetterà che io scappi ritrasformandomi.
-Sta tranquillo, non succederà! Non sono così stupido da farmi beccare due volte di seguito. Ma si può sapere che hai?- chiedo infilandomi una maglietta.
-Niente...- si allontana bruscamente senza guardarmi.
-Niente, eh? Avanti, se non ricordo male, non mi hai ancora detto perchè mi hai salvato!-
Sento che si sta irritando, mi aveva espressamente ordinato di non domandarglielo più.
-Ti ho detto che non lo so! Non chiedermelo un'altra volta, Envy!- la confusione dentro di lui si percepisce nel suo sguardo.
Devo essere franco con me stesso. Sono davanti ad un ragazzino incerto che non sa cosa prova per me, almeno tanto quanto io non so cosa provo per lui. Il fatto è che la figura più assurda la faccio io. Ho solo l'aspetto di un ragazzo, ma ho molta più esperienza sulle spalle, e molti più anni di vita. Il suo essere tanto confuso è giustificabile solo perchè ha realmente diciotto anni.
Gli batto una mano sulla spalla -Ho capito...- sospiro lasciandomi poi sfuggire una risata.
-E adesso che hai da ridere?- cambia espressione tutto a un tratto e mi guarda arrabbiato.
-Niente piccoletto!- esclamo ridendo ancora.
-Non chiamarmi piccoletto! Sei odioso! Forse dovevo davvero lasciarti là! Questa risatina così irritante poi!-
-Davvero?- domando avvicinandomi al suo viso -Davvero pensi questo?-
Smorzo una possibile risposta sul nascere unendo le nostre labbra. Risponde al mio bacio e mi stringe a se. Sento che anche a lui dispiace che tutto questo stia per terminare, ma forse non per sempre.
Si sposta sul mio collo stringendomi una spalla con la mano buona. Morde la mia pelle, ma non ha ancora il coraggio di incontrare il mio sguardo in momenti come questi. Annusa il mio profumo, più forte dopo la doccia, e poggia la fronte nell'incavo della clavicola.
Alzo il suo viso e faccio scorrere la mie labbra con un tocco leggero, dagli zigomi alla sua bocca. Non ci accorgiamo di quanto tempo passa, ma sento il suo cuore accelerare i battiti, come un orologio che cerca di governare il tempo a suo piacimento, scandendo i secondi sempre più rapidamente.
Non ci resta ormai molto. Lo allontano leggermente da me, guardandolo negli occhi con un sorriso malizioso.
Mi accorgo che è la prima volta che un nostro contatto non è frutto di una litigata. Mi avvicino a lui ancora di più, costringendolo ad inarcare la schiena e a sedersi sul letto. Poggiando le mani ai lati dei suoi fianchi, lo bacio nuovamente. Il mio profumo inizia a dargli alla testa, e lui inizia a lasciarsi andare.
Passa le mani tra i miei capelli mentre gli bacio il collo e passo una mano sulla sua schiena.
-E...Envy...- sussurra flebilmente passando le mani sul mio viso.
-mh..- sussurro guardandolo negli occhi.
-Senti tu...- si blocca guardando verso il basso -tu provi qualcosa per m...-
Non gli lascio finire la frase, mordendogli appena il labbro inferiore -...non me lo chiedere, piccoletto.-
-Ma io...- cerca di continuare.
-Vuoi sentirmi chiedere ancora perchè mi hai salvato?- domando con uno sguardo d'intesa, sedendomi di fianco a lui sul letto.
-N...no- risponde senza guardarmi.
-E sai perchè?-
Mi fissa aspettando che glielo dica.
-Perchè so benissimo quale sarebbe la risposta. E tu sai benissimo cosa ti avrei risposto io!- secco, niente mezzi termini.
Un ultimo bacio per poi prepararci a lasciare l'albergo.




The show must go on!
Dobbiamo essere convincenti nella nostra piccola recita, tutti e due.




Con la trasformazione non è stato difficile arrivare alla stazione senza dare nell'occhio. Per sicurezza anche il piccoletto ha adottato un travestimento, tingendosi i capelli con l'alchimia. Sembra un altra persona, diversi i capelli, diversi i vestiti, diverso anche il modo di muoversi, chissà quante volte ha fatto cose del genere. Infondo qualcosa in comune lo abbiamo!
Per precauzione non parliamo molto durante il viaggio in treno e, arrivati alla stazione, ci allontaniamo subito.
Per la strada la vista di alcuni militari lo rende un po' teso, ma riusciamo ugualmente a raggiungere un luogo appartato, un vecchio magazzino abbandonato.
Trasmutando il vetro e gli infissi di una finestra, ottiene un barattolo molto simile a quello in cui mi avevano rinchiuso la prima volta. Lo guardo infastidito con fare sospetto.
-Mmh..- mugugno.
-C...che c'è adesso?- domanda aprendo il coperchio -su, salta dentro!-
La fa facile lui! -Aah! Sai quanto io odi quell'aspetto! Non è così facile!-
-Quanto la fai lunga! Non durerà mica così tanto!- mi ammonisce.
Sospiro e appoggio le mani sulla bocca del barattolo, pronto ad aggrapparmici quando non arriverò più a toccare terra.
Ci guardiamo negli occhi un attimo, così ne approfitto per avvicinarmi di più e rubargli un ultimo bacio prima di trasformarmi.
-Envy!- mi rimprovera fissandomi un po' perplesso.
Ora so che riderà per quella vocina così irritante.
-Avanti piccoletto! Entra nella parte!-
-Io devo fare me stesso...e anche tu!- esclama iniziando a camminare verso il quartier generale.
Arriviamo dopo circa venti minuti notando che hanno deciso di fare le cose in grande.
Ci saranno un centinaio di militari radunati nel cortile centrale, almeno questo è quello che vedo da sotto il panno che copre il barattolo.

-Acciaio-
-Colonnello-
Saluto sterile tra i due. Il bastardo sembra piuttosto arrabbiato, quanto vorrei spaccargli la faccia!
Senza che gli venisse ordinato il piccoletto consegna il barattolo nelle sue mani, che intravedo dal fondo.
-Ci hai messo un bel po', eh Acciaio?-
-C'è stato qualche contrattempo!-
Sento che è irritato e piuttosto teso, anche perchè non gli ho più detto come ho in mente di scappare.
Ad un certo punto il panno viene rimosso violentemente e sento lo sguardo fastidioso di quel colonnello inutile su di me. Mi impegno per sembrare debilitato e di far fatica a muovermi.
-Che ha?- si appresta a chiedere, visibilmente contento di ciò che vede.
-Non gli ho dato da mangiare- che bugiardo! Mi ha anche fatto da brava infermierina.
Mustang sembra quasi fiero nel sentirgli pronunciare quella frase, poi passa a me.
-Allora, Envy!- Mi fissa, così faccio finta di fare molta fatica per girarmi e guardarlo.
-Mustang!- esclamo con voce flebile.
-Io ti rovino- sussurra in modo che solo io possa sentirlo ma, ovviamente, anche il piccoletto è abbastanza vicino.
Il suo viso è contrariato, ma si ricorda prontamente di restare impassibile, sia per non far insospettire Mustang, sia per non dimostrarmi di tenere troppo a me.
Ora basta! Questa non me la doveva fare. "Ti rovino" a chi?
Mi alzo tranquillamente fissandolo per un attimo poi, con una velocità fulminea, mi trasformo rompendo il barattolo.
Vedo i suoi occhi increduli mentre, per non cadere, uso il suo corpo come contrappeso per spingermi lontano e non faccio complimenti, colpendogli il naso con un tallone.
Cade a terra, mentre io atterro velocemente pochi metri dietro il piccoletto, che si gira di scatto urlandomi qualcosa fingendo sconcerto.
I militari iniziano a sparare, ma ingrandendo una mano a dismisura alzo un polverone che mi permette di dileguarmi.
Potendo arrivare a dimensioni minuscole, non ci vuole molto per sfruttare la confusione e scappare.

Passa qualche ora e riprendo il mio aspetto al sicuro, sul tetto di un edificio.
Sorrido divertito vedendo i militari affannarsi per le vie della città cercandomi. Noto anche il piccoletto e suo fratello fingere abilmente di essere totalmente inconsapevoli. Se solo l'esercito sapesse cos'ha complottato, lo rinchiuderebbe a vita.
Potrei anche farmelo scappare con qualcuno e far si che ciò accada per quanto ne sa. Allora, perchè si fida di me?

Forse la risposta la so troppo bene anche io.



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[Ed]


Le ricerche si sono fermate circa una settimana fa. Ormai è passato quasi un mese da quel giorno. Non ho più visto Envy da allora.
Provo una strana sensazione.
Mustang me ne ha fatte passare di cotte e di crude, ma non ha la più pallida idea di cosa ci sia stato sotto. Credo cercherebbe di far fuori anche me se lo sapesse.
La vita continua normalmente e l'esercito continua gli sforzi per arrivare alla fine della guerra. Mi sento colpevole. Se Envy fosse tornato dal Padre e ora lo stesse aiutando, avrei seriamente compromesso l'esercito e lo Stato stesso, sarei da rinchiudere per questo.
Immerso nei miei pensieri cammino per le strade illuminate dai lampioni, tornando verso il quartier generale.
Non c'è un'anima, ma almeno il tempo è sereno.
Rientro nella mia stanza senza incontrare nessuno per i corridoi, anche se ormai il colonnello ha fin troppe cose a cui pensare per badare alla sua sete di vendetta, trascinandomi in ricerche inutili.
Cerco nel buio l'interruttore ma con mia sorpresa, quando lo trovo, scopro che non funziona.
-Ma che diavolo...?-
Non riesco a finire la frase che mi sento spingere addosso alla porta, stretto tra essa e qualcuno molto familiare.
Un profumo intenso che inebria i miei sensi, mani ferme e sorprendentemente lisce che bloccano le mie braccia, una sale a carezzarmi il volto.
Sento dei baci sul mio collo accompagnati da un leggero morso sulla spalla.
-Envy...-


-Ciao, piccoletto!-










Ssssi....finisce così! Sono cattiva? XD
No dai, cosa vi aspettavate? E' più dinamica così la storia! Che senso aveva un "e vissero felici e contenti tradendo allegramente l'esercito"??...tanto è tra le righe!
Questo capitolo doveva comprendere anche un mio disegno dei due protagonisti, ma non ho proprio avuto tempo! Volevo postarlo anche su Deviantart....solo che era a metà!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, e le solite tre anime buone che hanno commentato! Spero vi sia piaciuta anche la fine e che ora possiate dare un giudizio più ampio avendo sotto mano tutta la storia! Un bacio a tutti! Alla prossima!

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