anime sospese

di tosta80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** quando ami una persona il resto non conta ***
Capitolo 2: *** rivelazioni tra lacrime e promesse ***



Capitolo 1
*** quando ami una persona il resto non conta ***


Anime sospese




Emily era venuta non appena aveva potuto.
Suo fratello Chris l’aveva chiamata a notte fonda e con la voce sconvolta,rotta dal pianto le aveva spiegato la difficile situazione.
Lei aveva reagito con una strana freddezza.
Si era vestita velocemente,aveva preso le chiavi della macchina e senza un minimo segno di preoccupazione o sfinimento si era recata in ospedale.
Non sapeva bene neanche lei,perché non era andata subito in crisi.
Forse perché non aveva ancora registrato la notizia,forse perché era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta che lo aveva visto che si era quasi dimenticata della sua esistenza.
No questo era impossibile,il suo rancore e la sua rabbia non erano mai riuscite a soffocare il suo affetto, che probabilmente era la cosa che la tratteneva lì alle 3 di notte.
Ma ora forse per il troppo caffè o per i troppi pensieri,sentiva già l’ansia,la paura e i rimorsi chiuderle lo stomaco,e qualche singhiozzo sfuggire dal suo sguardo gelido.
Le lacrime avevano segnato dei profondi solchi sulle sue guance rosee, gli occhi verdi erano perennemente velati da un’infinita tristezza.
I capelli erano tutti spettinati e grandi ciocche rosse le incorniciavano il viso stanco.
La sua schiena era a pezzi come tutti in lei in quel momento.
La ragazza si era completamente dimenticata dell’esame che avrebbe dovuto portare all’università la mattina stessa.
Era un’ottima studentessa e probabilmente i professori si sarebbero stupiti della sua mancanza,ma per ora aveva ben altro a cui pensare.
Nella sua mente non c’era più spazio per le sue responsabilità e per la sua vita frenetica,solo un’immagine davanti a lei,accompagnata dai ricordi,di lei e di suo padre.
Già quel uomo che si era sforzato tanto di odiare ora era tra la vita e la morte e Emily la sua figlia preferita era in preda allo sconforto e alla confusione
Era una situazione così assurda che doveva ancora abituarsi.
Seduta lì vicino c’era una donna che negli occhi aveva la stessa angoscia e la stessa paura che attagliavano il cuore di Emily.
Stremata dall’ansia e stanca per la notte insonne sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Decise di avvicinarsi alla signora misteriosa per fare due chiacchiere.
- tutto bene ?- chiese lei timidamente.
-è snervante stare qui senza potere far nulla, mio marito è in coma e nessuno mi dice nulla- disse la donna che evidentemente aveva i nervi a fior di pelle.
- a chi lo dice anche mio padre si trova nelle stesse condizioni, e…ho così tanta paura, comunque piacere Emily- le disse in un sussurro
- Piacere Susan, ma dimmi cosa è successo a tuo padre cara ?- le chiese, la donna con fare comprensivo.
Quel “cara” detto in quel modo così dolce le riportò alla mente dei ricordi bellissimi, ma terribilmente dolorosi in quel momento.
Dei ricordi speciali , di quelli che ti toccano il cuore, che ti lasciano qualcosa dentro,di quelli che vale la pena di raccontare…
- sa , quando ero piccola e non avevo voglia di dormire mio padre mi prendeva tra le braccia e mi sussurrava una storia all’orecchio chiamandomi “ cara principessa”.
Faceva finta di essere un re che raccontava alla sua bambina una favola per farla addormentare.
Oppure a volte si inventava dei racconti bellissimi che parlavano delle sue imprese di sovrano.-
Disse Emily lasciandosi sfuggire una piccola lacrima…
Quel gioco l’aveva sempre entusiasmata,la faceva sentire speciale e unica,insomma importante come principessa del mondo creato dal suo amato papà.
Aspettava quel momento della giornata con ansia ed ogni volta che il suo “Re” entrava nella stanza con una coperta sulle spalle e un ombrello come scettro,Emily l’accoglieva con grandi esclamazioni di gioia e curiosità,e la camera rimaneva in silenzio solo quando stremata si addormentava felice.
- immagino che siate molto uniti - disse Susan che non sapeva proprio come essere di conforto a quella povera ragazza sconosciuta
- in verità era da due anni che non ci parlavamo. Mio padre ha lasciato mia madre e si è risposato con un’ altra ,io è dal giorno che se ne andato che non ci ho più parlato…- disse Emily lasciandosi andare ai singhiozzi.
Erano già passati tre anni ,ma lei si era rifiutata di riallacciare i rapporti a causa della sensazione di abbandono che il pensiero di suo padre faceva riaffiorare.
Susan ascoltando il racconto si irrigidì era possibile che quella ragazza fosse…
Ma Emily non si accorse dell’espressione dubbiosa della signora e continuò a parlare e a sfogarsi .
Sentiva dentro di sé che di lei poteva fidarsi .
Forse perché entrambe erano lì per pregare per una persona cara, o forse perché quella donna le ricordava sua madre tragicamente morta da un anno.
Avevano lo stesso sorriso,e lo stesso sguardo rassicurante che le era mancato per tutto quel tempo.
Aveva capelli lunghi e biondi , gli occhi azzurri .
I suoi tratti decise erano ammorbiditi dalla dolcezza del suo sguardo e dal suo fare materno.
Avrebbe dovuto avere circa cinquant’anni , ma nonostante l’età era ancora una bella donna.
Le raccontò della sua infanzia, della sua famiglia sconvolta dal tumore di sua madre e dal matrimonio di suo padre.
Della solitudine del lutto e dalla depressione che l’aveva travolta qualche mese dopo il funerale.
Era stato così difficile affrontare da sola la perdita della mamma .
Quante volte aveva guardato il telefono maledicendosi per non avere il coraggio di chiamare l’unica persona che poteva starle vicino in un momento così delicato. Era una brava ragazza onesta, e gentile, ma il suo maledetto orgoglio l’aveva sempre messa nei guai, in amore ,nell’amicizia , perfino a scuola, e ora a causa di questo rischiava di perdere il suo unico genitore senza avergli prima detto quanto gli voleva bene, anche dopo tutto quello che fosse successo.
Nonostante la sua cocciutaggine aveva molti amici che le volevano bene e che riuscivano ad apprezzare la sua costante disponibilità, la sua sincerità e la sua dolcezza senza soffermarsi troppo sui suoi difetti.
Era testarda ma sapeva accettare le sconfitte.
Era stata fin da piccola un’ottima studentessa Fin da bambina aveva desiderato diventare un’affermata giornalista e proprio ora che la laurea si avvicinava e che il suo sogno più grande si stava per realizzare ecco che un altro dolore sconvolgeva il suo piccolo mondo .
Aveva faticato a rialzarsi dalla sofferenza, dalla consapevolezza che da sola non ce la puoi fare , buttando anima e corpo nello studio,nel volontariato e in mille altre attività che non le lasciavano il tempo di rimurginare su tutto quello che aveva perso,una famiglia.
Era una bellissima ragazza anche se non lo sapeva ancora. Aveva grandi occhi verde smeraldo e rossi capelli ricci.
Le lentiggini rendevano il suo sguardo dolce e un po’ infantile.
Aveva un bel fisico, spalle ampie e gambe snelle e sinuose.
Il suo corpo aveva già catturato lo sguardo di parecchi uomini anche se di questo era del tutto inconsapevole.
Era troppo ingenua per rendersi conto dei commenti maliziosi che le lanciavano per strada,o degli sguardi poco fraterni dei suoi amici più cari che non avevano certo ignorato il fatto che ormai fosse una donna.
disse Susan quando ormai era ora di pranzo. Ma prima che potesse aggiungere altro ecco arrivare un’infermiera. Emily la osservò per un attimo speranzosa,non sapeva che dalle informazioni di quelle donna dipendeva tutta la sua vita....


Ed ecco finita la prima parte,avete già capito chi è Susan?comunque penso che concluderò nel prossimo capitolo!mi raccomando recensite!

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Capitolo 2
*** rivelazioni tra lacrime e promesse ***


Rivelazioni tra lacrime e rivelazioni




L'infermiera guardava la ragazza in ansia davanti a lei.
Si contorceva le mani e la guardva con sguardo supplichevole come se dipendesse da lei la salute del suo caro.
Era giovane e bella e la donna era felice di poterle dare buone notizie.
- suo padre è uscito dal coma può vederlo se vuole…-
Emily felice abbracciò Susan,stranamente commossa e fu colpita dal suo profumo di vaniglia così familiare…era sicuro di averlo già sentito da qualche parte… Ah si tutto le era chiare ora …la sciarpa di suo padre.



Un giorno Emily tornata da scuola si era precipitata in cucina per comunicare a sua madre il buon esito del compito di latino , quando aveva notato le valige vicino alla porta.
Era rimasta paralizzata e all'improvviso gli erano venute in mente tutte le sue amiche di cui i genitori erano separati,le festività che passavano divise tra il padre e la madre,il loro trauma per il divorzio con le lacrime che già le pizzicavano gli occhi.
Sul tavolo c’era già pronto il giaccone di suo padre e la sua sciarpa preferita.
Quella nuova,che lui amava tanto,ma che sua madre odiava con tutto il cuore per uno strano sesto senso.
L’aveva presa tra le mani e se l’era portata alla bocca bagnandola con le sue lacrime deluse.
Era consapevole che da quel giorno sarebbe cambiato tutto e che non poteva fare niente per impedirlo,la sua vita le stava sgretolando tra le mani e lei non poteva fare niente per cambiare le cose.
Ma in quel momento si accorse che quello non era il profumo di suo padre e neanche quello di sua mamma,era molto dolce e ricordava il profumo dei fiori di campo,stava già iniziando a fare strane ipotesi quando i suoi pensieri erano stati interrotti dalle urla di una litigata furibonda al piano di sopra,accompagnata da urla, da lacrime e da parole dette con rabbia che Emily non avrebbe dotuto sentire.
Forse se avesse fatto più attenzione si sarebbe accorta della S ricamata di colore oro, e che quel profumo aveva un significato ben preciso.



Dopo quello strano flash back per Emily fu tutto chiaro e si diede della stupida per non aver capito tutto prima.
All'inizio tentennò, fu tentata di sciogliersi dall'abbraccio e di scappare,ma poi si rese conto che non era più una bambina e che doveva smetterla di fuggire dai problemi,perchè alla fine devi sempre fare i conti con il destino.
Sapeva esattamente cosa doveva fare.
Di slancio strinse ancora di più la donna e piangendo di gioia sussurrò all’orecchio di Susan:
-Vieni devi vederlo .-
-lo so lui è mio marito…- le rispose la donna, che aveva riconosciuto in Emily la ragazza tormentata di cui parlava sempre il suo adorato James.
-lo so è per questo che lo devi vedere - disse felice la ragazza tenendo per mano la sua matrigna.
Finalmente aveva capito quanto potessero essere complicati i sentimenti, che non puoi sempre controllarli, e che se ti lasci trascinare non è per mancanza di forza di volontà ma per il coraggio e la voglia di essere in coerenza con la propria anima.
E felice dopo tanto tempo,in pace con se stessa e con il mondo,si mise a correre per il corridoio bianco,incontro a una vita dove le lacrime sarebbero state solo un ricordo.




Lo so il finale è un po' corto ma non volevo farlo diventare un polpettone!allora vi è piaciuto almeno un pochino?spero di si e vi prego con tutto il cuore recensite!

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