quando meno te lo aspetti

di tosta80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** quando il dolore ti cambia la vita ***
Capitolo 2: *** Un incontro col passato ***
Capitolo 3: *** uno sguardo al cuore ***
Capitolo 4: *** Una settimana per innamorarsi ***
Capitolo 5: *** I love you ***
Capitolo 6: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 7: *** Nel passato di Heric ***
Capitolo 8: *** I love you for ever ***
Capitolo 9: *** Non è ancora finita ***
Capitolo 10: *** Forse è troppo tardi..............o forse no ***
Capitolo 11: *** Certe persone sono come piacevoli certezze ***
Capitolo 12: *** Come nelle favole ***
Capitolo 13: *** Quando meno te lo aspetti ***



Capitolo 1
*** quando il dolore ti cambia la vita ***


Quando meno te lo aspetti




Sana aspettava indispettita al tavolo di un ristorantino italiano l’arrivo del suo fidanzato.
Era molto elegante,fasciata in un abito nero lungo con uno spacco sopra al ginocchio che mostrava buona parte delle sue gambe lunghe e snelle.
Ormai non era più la bambina di viva l’allegria, che tutti si ricordavano.
Era diventata una bella ragazza,con lunghi capelli rossicci,una sguardo vivace e un corpo da favola.
Si era trasferita a New York all’età di tredici anni, subito dopo il terribile fatto che aveva sconvolto la sua infanzia: la morte di sua madre.
Era stato un brutto periodo per lei e cambiare aria le era sembrato l’unico modo per superare il dolore e la sofferenza.
In quei momenti non aveva pensato a niente, né agli amici che avrebbe lasciato in Giappone, né a lui il primo vero amore della sua vita con la quale le cose stavano andando meglio del previsto.
La sua mente era offuscata dalle lacrime e da quella sensazione di panico che l’avvolgeva nella solitudine della grande casa , una volta piena di allegria e strani cappelli.
Così aveva raccolto le sue cose, aveva comprato un appartamento in centro a New York con Robi (che era diventato il suo tutore) e aveva lasciato tutto e tutti,con il cuore in pezzi e la voglia di lasciarsi tutto alle spalle.
Aveva imbucato solo due lettere, una per Fanny e una per Heric, dove non aveva spiegato dove andava, ma dove aveva solo parlato della sua voglia di evadere e di cambiare vita,pregandoli di non cercarla più.
Una volta arrivata alla sua nuova casa, tra il trasloco, la nuova scuola,e le lezioni di recitazione non aveva più avuto il tempo di rimuginare sulle sue scelte e, piano piano,anche il dolore era diventato più sopportabile.
Ed ora eccola lì dopo 10 anni,una stella di Broadway in procinto di sposarsi con l’uomo più dolce del mondo.
Si perché Sana aveva iniziato a lavorare a teatro già all’età di 15 anni, appassionandosi al suo lavoro che magari non le dava la stessa notorietà del grande schermo ma che la faceva sentire realizzata.
Qui aveva conosciuto Mark , un giovane attore come lei, che giorno dopo giorno l’aveva conquistata,con la sua dolcezza e i suoi occhi celesti, fino a spingerla ad accettare quel diamante, con cui ora giocava nervosamente.
Insomma era felice no? Doveva esserlo, aveva tutto ciò che una donna potesse desiderare!
M a volte i suoi pensieri irrimediabilmente volavano in Giappone , verso il suo più grande rimpianto, la persona che in tutti quegli anni gli era mancata di più.
Cosa aveva fatto? Si era sposato ? aveva una famiglia? Aveva preso quella famosa cintura nera ? Quante notti l’aveva sognato…bello come sempre e con quello sguardo gelido, ma dolce solo con lei….
Eppure non l’aveva mai chiamato, non si era mai fatta sentire, forse per paura, forse perché sentendo la sua voce non sarebbe restata un minuto di più in quella città dai mille suoni, dai mille colori, e dall’aria irrespirabile, dove ormai era concentrata tutta la sua vita.
Ma proprio mentre stava per abbandonarsi ai ricordi e alla malinconia, senti qualcuno abbracciarla da dietro.

Mark:ciao splendore, scusami per il ritardo, le prove sono finite un po’ tardi
Le disse il suo fidanzato baciandola sulla guancia.

Sana:non fa niente dato che è la prima volta che sono io ad aspettarti!

I due risero di gusto, consapevoli dei famosi ritardi della rossa.

Sana: allora cosa facciamo di bello questo week end?

Mark: ho una brutta notizia da darti….
Questo sabato devo andare a San Francisco per il matrimonio di mio cugino, ti avrei porata con me ma so quanto odi tutte queste feste familiari.

Sana triste cominciò a spiluccare la pasta alle vongole che aveva d’avanti, sarebbe stata una lunga settimana, cos’avrebbe fatto tutta sola?
Non sapeva che il destino aveva in serbo lei un incontro con il passato.




Allora vi è piaciuto questo capitolo? Ho la testa piena di idee e non vedo l’ora di scrivere il secondo capitolo mi raccomando commentate!





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Capitolo 2
*** Un incontro col passato ***


Un incontro col passato



Sana stava gustando una fetta di torta alla panna, in un locale in centro che aveva appena aperto.
Era vicino al teatro dove da una settimana faceva le prove per un nuovo musical ed era piuttosto carino.
In più offriva la più buona torta alla panna dell’intera città a parer suo, e questo le permetteva di prendersi una pausa rilassante durante la pausa pranzo pranzo.
Quel giorno era vestita in maniera molto semplice,con una maglietta bianca piuttosto aderente con una scollatura a v e un paio di jeans scuri.
Aveva i capelli raccolti in una crocchia con qualche ciuffo ribelle a incorniciarle il viso giovane e fresco.
I suoi occhi espressivi erano sottolineati da un leggero strato di ombretto; le labbra carnose erano clorate da un lucidalabbra alla frutta appena evidente.
Sana era una persona che non amava molto mettersi in mostra,la sua bellezza era naturale con un leggerissimo strato di trucco.
Finita la torta iniziò a sfogliare il Times, alla ricerca di qualche notizia particolare.
Era proprio una stupida…., ogni giorno cercava qualche notizia sportiva su un qualunque campione emergente di karatè con la speranza di scorgere un certo biondino!
La verità era che gli mancava e parecchio!
Nonostante fossero passati 10 anni,nonostante fosse cresciuta e stesse per sposarsi, lui rimaneva nei suoi pensieri, e forse anche nel suo cuore.
-Sono proprio una stupida-pensò all’improvviso cercando di focalizzare nuovamente la sua attenzione sul Times.
-io fra tre mesi mi sposo e lui non lo vedrò mai più- si ripete mentalmente.
Lasciò qualche banconota sul tavolo, mise la rivista in borsa e si alzò,purtroppo proprio nel momento in cui un cameriere con un vassoio carico di bicchieri, stava passando, finendogli praticamente addosso.
Dopo pochi attimi erano entrambi per terra col fondoschiena dolorante, accompagnati dal fracasso del vetro in frantumi.
-mi scusi- dissero simultaneamente senza guardarsi.

S:sono proprio una sbadata mi perdoni avevo la testa fra le nuvole.
Disse la povera ragazza osservando preoccupata tutte le macchie di coca cola sulla maglietta nuova.
Era ancora lì a calcolare i danni quando si rese conto che il cameriere era ancora per terra, paralizzato.
E quando lo fissò si rese conto che i miracoli a volte succedono.


L’aveva riconosciuta subito nonostante il tempo che era passato, nonostante fosse molto diversa,fosse una donna.
Aveva lo stesso sguardo,lo stesso sorriso anche se sembrava un po’ malinconica.
Heric la stava fissando da qualche minuto quando Sana gli era finita addosso.
Era rimasto incantato a vedere la sua figura esile, a sentire il suo profumo frizzante che gli era già entrato in testa.

S:Heic…..
Disse Sana con la voce tremante, come se avesse paura che fosse tutto un sogno, come se dopo averlo pensato così intensamente ora se lo stesse solo immaginando.
Era alto e muscoloso,con i capelli un po’ più lunghi di come se li ricordava.
I suoi occhi erano quelli di sempre, un abisso in cui perdersi, forti sicuri e impenetrabili,forse solo un po’ più tristi.
Sana non riuscì più a trattenersi, gli volò praticamente fra le braccia lo abbracciò e con voce commossa ripete il suo nome più volte.
Una volta superata l’emozione entrambi si separarono a malincuore scossi dall’improvviso battito accelerato di un cuore che aspettava da una vita quel momento.
Sana chiamò il teatro dicendo che si sarebbe presa un pomeriggio di riposo, incurante del fatto che il giorno dopo si sarebbe subita una brutta ramanzina.
Heric invece che aveva quasi finito il turno si sedette tranquillo al suo tavolo osservandola meglio mentre era impegnata al telefono.
Era di una bellezza unica, semplice ed elegante.
Il suo corpo era maturato,solo un cieco non se ne sarebbe accorto.
Era alta, con due gambe lunghe e snelle,un fondoschiena niente male e il seno proporzionato.
Certo non era stata la prima cosa che aveva guardato ma anche lui era un uomo no? E poi vederla così,dopo tanti anni,senza i suoi codini e la sua aria da bambina le aveva dato delle senzaioni che credeva dimenticate.
Sana finita la telefonata l’aveva sorpreso imbambolato a guardarla e sorridendo iniziò a prenederlo in giro.

S: hei Heric tutto bene?

H:cosa? Ah cioè si!

S:sai che non mi ricordo di averti mai visto arrossire devi essere cambiato veramente tanto in questi anni!

H:bhe non sono l’unico ad essere cambiato lo sai che ti trovo proprio bene?(ah quanto è bella)*

S:anche tu hai messo su i primi muscoli vedo ( sei una favola)

H:dai raccontami cosa hai fatto in tutti questi anni?(mi avrà pensato?)

E così iniziarono a informarsi sulle novità delle rispettive vite, e ne avevano di cose da raccontarsi…. Heric notò 2 cose in Sana del tutto nuove:la strana malinconia dei suoi occhi e un diamante piuttosto appariscente al dito.
Il suo cuore iniziò ad accelerare consapevole che quell’anello poteva avere solo un significato:la sua Sana stava per diventare la Sana di qualcun altro, quello era un regalo di fidanzamento era evidente.
Si perché neanche lui aveva mai smesso di pensarla.
Da quando se ne era andata lasciandogli solo una lettera non aveva fatto altro che cercarla ignorando quello che lei gli aveva scritto, anche se dopo qualche anno era stato costretto a rinunciare.
Era solo un bambino e lei poteva essere ovunque.
E gli anni erano passati, lui aveva conosciuto altre ragazzi con la quale aveva acuto storie serie o avventure di una notte, non riuscendo comunque ad essere felice.
Aveva preso la cintura nera con la speranza di vederla apparire dal nulla durante alla premiazione tra i suoi amici di sempre lì dove era sempre stata.
Invece lei non c’era, non c’era più stata e questo lui col tempo lo aveva capito senza per riuscire mai ad accettarlo.
Aveva deciso di trasferirsi a New York per cercare la sua strada, perché sentiva che era giusto così e ora sorprendendo tutti si stava laureando in medicina.
O meglio tentava,perché tra tutti i suoi lavoretti e la palestra ( continuava ad esercitarsi col karatè ), gli restava veramente poco tempo per lo studio.

H:allora quand’ è che vi sposerete tu e il fortunato?
Disse il ragazzo gelido indicando l’anello

Sana imbarazzata non sapeva cosa rispondere, in quei pochi minuti gli aveva fatto un resoconto completo della sua vita dimenticandosi però del matrimonio ormai imminente, com’era possibile?

S:ad agosto fra circa 3 mesi e ovviamente sei invitato!

In quel momento Heric era distrutto perché il destino gliel’aveva fatta incontrare se non poteva essere sua?
Ma i suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo cellulare.
Svogliatamente staccò gli occhi da quelli di lei e rispose.
Pochi minuti dopo con lo sguardo preoccupato terminò la comunicazione.

S:è successo qualcosa di grave?

H:ho la casa allagata e il padrone del mio appartamento ha detto che per qualche giorno dovrò trasferirmi da un amico, il problema è che io non ho amici a New York!

S: e io chi sono scusa? Mark starà una settimana a San Francisco per il matrimonio di suo cugino e io...insomma la casa è abbastanza grande per tutti e due no?

Entrambi erano entusiasti dell’idea di Sana, grati a quel pazzo destino che aveva fatto incrociare di nuovo le loro vite!





Che ve ne pare? L’ho scritto di getto quindi è probabile che dovrò fare qualche modifica! Secondo voi cosa faranno quei due nella grande mela un’intera settimana senza fidanzati vari alle calcagna? Lascio libero spazio alla fantasia! Grazie per tutti i commenti!Un bacio a tutti! giuli Ps*nei diaoghi le frasi tra parnetesi sono i loro pensieri anche se probabilmente l'avevate già capito!




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Capitolo 3
*** uno sguardo al cuore ***


Uno sguardo al cuore








Sana e Heric dopo aver preso qualche vestito dalla casa allagata del povero ragazzo si erano recati felici all’appartamento di lei.
L’appartamento di Sana era piuttosto spazioso e luminoso, grazie alle numerose e grandi finestre che riscaldavano ogni stanza.
Ogni camera era arredata con mobili antichi e alle pareti erano appesi quadri e vecchie foto.
Heric sorrise quando vide una vecchia foto di gruppo alle elementari, vedendola coi codini e la maglietta con scritto,vedendola sorridere come non faceva da tempo insieme ai suoi amici di sempre.
La casa comunquein generale era molto accogliente ed Heric con tristezza notò che c’era perfino una piccola stanza destinata a dei futuri bambini.

La sua Sana si era rifatta una vita in cui lui non era compreso non più o forse non ancora.
Quella foto era solo un ricordo niente di più.
La sera passò piuttosto veloce, tra vari aneddoti e storielle o semplicemente rispolverando vecchi ricordi mai dimenticati.
I due dopo aver cenato con del buon susci (spero che si scriva così)comprato all’ultimo momento in un locale vicino alla casa di Sana si erano seduti sull’ampio divano parlando del più del meno, riscoprendo quello che avevano perso a causa della lontananza: la loro amicizia , se si poteva definire tale, insomma quella complicità unica e quella piacevole sensazione che solo la vicinanza dell’altro poteva dare.
In un tacito accordo i due non parlarono più di Mark o del matrimonio, consapevoli che ricordarselo avrebbe rovinato quella bella atmosfera.

S:allora racconta come sta Alicia? Terence ?e Funny?

H: Alicia e Terence dopo un periodo di crisi in cui entrambi hanno dato di matto hanno deciso di sposarsi, le cerimonia è stata davvero stupenda!
Funny invece ha lasciato l’università a causa di una gravidanza inattesa, il padre ovviamente è Jeremie, hanno deciso di chiamare la bambina Rossana in tuo onore…sai nessuno ti ha mai dimenticata! Gli altri invece….

Heric fu costretto a interrompersi a causa del pianto improvviso della ragazza.
Il suo cuore si strinse vedendo il suo viso intristirsi e i suoi occhi così belli bagnarsi da lacrime di rimpianto.
Perché lo faceva sentire così nonostante fossero passati 10 anni? Era possibile che fosse ancora innamorato di lei?
Non lo sapeva, in quel momento avrebbe solo voluto prenderla fra le braccia, asciugarle quelle improvvise lacrime e vederla sorridere.
Invece era lì imbambolato,confuso e senza sapere bene cosa fare.
Lei era fragile in quel momento, ma era comunque fidanzata e i sentimenti non dovevano prendere il sopravvento.

H:Sana che succede, non stai bene?

S:come ho potuto abbandonarvi?Come ho potuto andarmene senza dire niente? Io non c’ero Heric, al matrimonio della mia migliore amica, all’ospedale per essere di conforto alla povera Funny, non c’ero quando ti sei innamorato per la prima volta…..
Io mi sono persa gli attimi di vita più importanti dei miei migliori amici,crogiolandomi nel mio dolore e pensando solo a me stessa,ho sbagliato tutto…..

Sana ripete questa ultima frase parecchie volte.
Per la prima volta in tutta la sua vita si era resa conto che la vita in Giappone senza di lei era andata avanti.
Che i suoi amici erano cresciuti erano maturati e che lei si era persa tutto:l’emozione negli occhi di Alicia in abito bianco o i primi sorrisi della piccola Rossana e forse aveva perso anche lui.
Si possono cancellare 10 anni di mancanze? Di lontana? All’inizio gli era sembrato facile,ma lo era davvero? La risposta la trovò tra le braccia di Heric che ora la avvolgevano dolcemente.

H:Sana forse tu non c’eri fisicamente, ma non c’era giorno che noi non ti pensavamo, non c’era giorno che la tua presenza cessasse di essere sentita in mezzo a noi.
La tua allegria, la tua vitalità, il tuo carattere determinato è rimasto nel cuore di tutti, perché credi che Funny abbia chiamato sua figlia col tuo nome?
Certo non posso negare di esserci rimasto male quando ho scoperto che te ne eri andata senza salutare nessuno, ma non perché non ti avrei rivisto , ma solo perché sapevo che avresti dovuto affrontare tutto da sola.

S:grazie Heric
Mi sei mancato tanto, mi dispiace di avervi fatto preoccupare!
Heric non rispose, aveva capito da un pezzo le motivazioni della fuga di Sana e ora dopo quello che aveva provato vedendola piangere sapeva che neanche il tempo era riuscito a scalfire i suoi sentimenti….

H:senti Sana io ho capito una cosa:nonostante sia passato molto tempo io ti amo come dieci anni fa quando ero solo un bambino e non le potevo capire queste cose

Heric rimase stupito del suo coraggio e stava ancora aspettando una sua reazione da parte della rossa quando si rese conto che la ragazza si era addormentata.
Vederla così indifesa,con la bocca socchiusa e i capelli disordinati lo vece sorridere, sembrava ancora una bambina anche se a giudicare dalla leggera canottiera bianca che portava bambina non lo era più da un pezzo.
La prese in braccio e la portò nella sua camera, la sistemò sul letto, e la guardò dormire intenerito da tanta ingenua bellezza.
Le diede un leggero bacio a fior di labbra e la salutò a malincuore.
Era stata una giornata piena di emozioni, rivederla gli aveva fatto fare un salto nel passato, a quando era solo un timido bambino innamorato.

H:certe cose cambianoHeric, deve essere così……O no?

Il destino quella sera gli aveva solo dato la possibilità di dare uno sguardo ai vecchi tempi o gli aveva mostrato i sentimenti più veri che i due racchiudevano ancora dentro di se?La riposta era già racchiusa nel cuore di Heric nonostante lui facesse di tutto per negarlo, e Sana quando lo avrebbe capito?




Peccato si è addormentata proprio sul più bello ma vedrete che ci saranno altre occasioni!
Lo so forse questo capitolo è un po’ melodrammatico e sono certa che a molti non piacerà ma era inevitabile un chiarimento fra i due no? Comunque se non vi piace fatemelo sapere ci metto un attimo a cestinarla questa storia.
Un grandissimo ringraziamento a tutti quelli che m hanno recensito. Io ho solo 13 anni e non sono ancora molto brava ma voi mi avete dato l’entusiasmo per scrivere questi primi 3 capitoli mi raccomando non abbandonatemi proprio adesso! Un bacio Giuli





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Capitolo 4
*** Una settimana per innamorarsi ***


Una settimana per innamorarsi




Sana fu svegliata da un timido raggio di sole che filtrava dalla finestra della sua camera con l’odore forte del caffè e di brioche appena sfornata che avvolgeva la sua camera.
Sorridendo aprì gli occhi trovandosi davanti Heric che la fissava dolcemente.

H:servizio in camera dovevo pur sdebitarmi in qualche modo per l’ospitalità!

Sana non rispose cercando di tenere a freno gli ormoni e guardando il ragazzo che le stava davanti con aria trasognata.
Aveva i capelli ancora bagnati per la doccia frettolosa che si era fatto quella mattina presto dopo la sua solita corsa.
Gli ricadevano disordinati sulla fronte, rendendo il suo viso rude e sensuale.
I muscoli scolpiti si potevano intravedere dalla maglietta bianca a maniche corte un po’ sbottonata e suoi occhi…erano come calamite, un mare di dolcezza in cui rischiava di perdersi ogni volta che i loro sguardi di incontravano.
Heric d’altro canto osservava Sana con la stessa intensità:indossava solo una leggera camicia da notte un po’ trasparente, aveva i capelli spettinati e gli occhi semichiusi per il sole che le illuminava il viso, ma nonostante tutto era più bella che mai.

S:mi dispiace per ieri sera ero veramente sfinita, scusami se sono crollata a metà di un discorso,dovevi dirmi qualcos’ altro?

H:niente di importante, forse un giorno te lo spiegherò.

S:dai lo sai che sono una curiosona non puoi fare il misterioso proprio adesso…

H:se no cosa mi fai?

S:guarda mi dispiace te la sei cercata.

E da lì iniziò una guerra di solletico e cuscinate, tra le risate generali.
Ad un certo punto Sana fece lo sgambetto ad Heric che si era messo in piedi sul letto, lui colto alla sprovvista cadde proprio sopra a Sana che invece era ancora sdraiata.
Fu un momento veramente magico.
Sana socchiudendo gli occhi poteva sentire il battito del cuore di Heric fondersi con il suo.
La ragazza iniziò a sentire una strana sensazione al basso ventre che evidentemente stava provando anche Heric, l’attrazione fisica tra i due era stata evidente fin da quando erano bambini e forse dopo dieci anni di lontananza era diventata ancora più fotre.
Heric non riusciva a staccare gli occhi da quelli di lei….
Sapeva che era sbagliato, che lei si stava per sposare, che ormai aveva la sua vita a cui pensare.
Ma in quel momento la realtà era solo un rumore lontano, in quella stanza c’erano solo lui e Sana con le loro emozioni e i loro sentimenti forse mai dimenticati, e fu allora che prese la sua scelta…..
Avvicinò la sua bocca a quella della ragazza che aveva già socchiuso gli occhi.
Dopo dieci anni l’aveva ritrovata e niente avrebbe potuto rovinare il loro momento perfetto.
Ma evidentemente il destino non era d’accordo con lui.

Drinn…………..Drinn…………..Drinn………..

- Maledizione - pensarono simultaneamente i due ragazzi.
Sana svogliatamente corse a rispondere al telefono, cercando di fermare il battito improvviso del suo cuore che meno che mai in quel momento stava pensando al suo povero fidanzatino a San Francisco.

S: pronto!
Disse la ragazza in un modo molto brusco.

Miriam: hei dolcezza svegliata col piede sbagliato stamattina?

S:no scusa sono solo un po’ nervosa devi dirmi qualcosa?

M:ieri sei sparita insomma ero in pensiero…..

S: ho incontrato Heric in un bar e sai abbiamo parlato per un po’ e così il tempo è volato….

M: chi Heric?! L’amore della tua infanzia? Il ragazzo di cui mi hai parlato allo sfinimento? Il biondino dai baci improvvisi mozzafiato e dallo sguardo di ghiaccio?Mi immagino come avrete “parlato bene”

S:Miriam! Sono una donna fidanzata ricordatelo!e comunque non è successo niente di particolare starà da me qualche giorno perché ha la casa allagata…..

M: se è così ti chiedo scusa con tutto il cuore!

S:perché?

. M:non lo vedi da una vita chissà cos’ho interrotto!

S:se ti sentisse Mark…..

M:al diavolo Mark lo sai che non mi è mai piaciuto con quel aria da femminuccia isterica sembra proprio una ciofeca e poi lui non c’è o mi sbaglio? Vuoi dirmi che non ci stai facendo neanche un pensierino?

S:…………….

M: vedo che ci ho azzeccato allora ti lascio, e mi raccomando aggiornami delle novità di questa convivenza lo sai quanto amo i particolari piccanti,ah quasi dimenticavo dacci dentro bellezza.

S:tu non sei normale

M:lo so ed è per questo che siamo amiche, chissà cosa faresti senza di me, ti rinchiuderesti in un convento a lavorare immagino, sarebbe proprio da te, allora a dopo.

S:ciao…

Quando la telefonata venne conclusa Sana scoppiò a ridere di gusto ripensando ai commenti di quella pazza della sua migliore amica.
Miriam era probabilmente l’unica vera amica che la ragazza si era fatta a new York.
Lei era una giornalista frizzante ed eccentrica, con un fidanzato diverso alla settimana e con acconciature sempre molto elaborate.
Aveva una passione sviscerata per i tarocchi e l’astrologia in generale, per le borsette firmate e per i bei ragazzi appena maggiorenni.
Sana l’aveva conosciuta durante i suoi primi anni di teatro quando entrambe erano solo all’inizio delle loro carriere.
Sana era ancora una bambina problematica, che cercava di mettere l’anima nel suo lavoro tra la scuola e gli studi di recitazione, lei che era più grande di qualche anno aveva appena iniziato a scrivere articoli di una certa importanza.
Erano andate subito molto d’accordo, forse perché con la loro diversità riuscivano a completarsi, forse perché entrambe avevano bisogno di una persona su cui poter sempre contare, fatto sta che erano diventate grandi amiche e che nonostante gli impegni erano sempre rimaste in stretto contatto. Probabilmente Miriam era l’unica che conoscesse veramente Sana perché in fondo l’aveva vista cambiare, passare dall’essere un’adolescente malinconica ad una donna con la voglia di sconvolgere il mondo.

Heric da dietro osservava Sana ridere, domandandosi incuriosito il motivo di tanta allegria.
Era la prima volta che rivedeva il suo sorriso, e l’emozione gli stava paralizzando la voce.
Gli era mancata così tanto la sua risata….

H:cosa potrò fare se lei si sposa? Lo aspettata così tanto….come potrò dirle di nuovo addio? Non posso….non voglio….., e sono certo che anche lei non vuole, cosa posso fare?
Ho solo una settimana per farla innamorare….
Sana si girò di scatto e osservò Heric pensieroso, col battito del cuore nuovamente accelerato…, cosa sarebbe successo se Miriam non avesse chiamato?
Non gliene importava in quel momento aveva voglia di ascoltare solo il suo cuore che sembrava essere tornato a vivere dopo un lungo sonno, in un tripudio di emozioni e ricordi che forse aveva sempre custodito.

S:mi dispiace ma oggi sono tutta la giornata impegnata con le prove facciamo così perché non mi vieni a prendere direttamente là?poi decidiamo cosa fare….
H:per me va bene, hai già qualche idea?….

S:diciamo che forse ho il modo per vendicarmi del fatto che non mi hai voluto rivelare cosa mi volevi dire ieri sera.

H:stò tremando dalla paura.

I due scoppiarono a ridere, e dopo un bacio veloce a fior di labbra che Heric regalò ad una Sana emozionata prima di uscire i due si separarono con il cuore a mille e la voce tremante, non sapendo cosa gli avrebbe aspettati quella stessa sera.



Ciao a tutti lo so questo chappy non dice nulla di nuovo ma dovevo introdurre il piano di Heric per riconquistare Sana credetemi ne farà delle belle.!
Un bacio a tutti quelli che mi hanno recensito, il vostro appoggio è fondamentale per me quindi continuate a scrivermi mi raccomando!





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Capitolo 5
*** I love you ***


I love you.




Heric stava aspettando da qualche minuto Sana fuori dal suo camerino.
Si era vestito molto semplicemente, con un paio di jeans e una camicia nera molto leggera.
. Non sapeva dove l’avrebbe portato Sana ma conoscendola era meglio andare sul sicuro.
Quando la porta si spalancò Heric rimase paralizzato per qualche minuto.
Sana era davvero splendida, indossava un top nero elasticizzato, una minigonna in jeans davvero mozzafiato e un paio di stivali intonati.
Portava i capelli raccolti in una coda alta con poche ciocche ribelli che incorniciavano il viso leggermente truccato.

S:Heric puoi chiudere la bocca?non sei molto carino con quella faccia sconvolta….
Disse Sana sorridendo.

H:sai io ero abituato ad una tavola da surf coi codini, devi darmi almeno il tempo di riprendere fiato!
Rispose il ragazzo ancora incantato.

S:comunque anche tu stai molto bene…?

H:bhe grazie vorrà dire che stasera faremo conquiste…..allora dove mi vuoi portare?

S:sai al parco vicino a casa mia ha appena aperto il Luna Park e mi hanno detto che ha una bellissima ruota panoramica sai?.

H:scordatelo!

S:ma come mai questo improvviso scambio di espressione ma non eri tu ilo macho che non ha mai paura di niente?
Non mi dire che un omone grande e grosso come te ha paura della ruota panoramica!

H:lo sai che sei perfida?comunque va bene ti dimostrerò di che pasta è fatto il sottoscritto

S:certo come no.

Disse Sana notando già il colorito verdognolo del ragazzo e sorridendo malignamente.



Poco dopo entrambi i ragazzi stavano già pagando i biglietti per salire sulla ruota.
Heric aveva un’espressione preoccupata ed era leggermente pallido.
Sana si pentì di averlo costretto a fare una cosa del genere solo per il gusto di metterlo in difficoltà.
Sapeva delle sue paure ma stuzzicarlo era stato più forte di lei.
Si ricordava ancora della volta che aveva scoperto il suo segreto.
Lei era ancora una bambina con una madre strampalata , un carattere forte, e il sorriso sulle labbra, lui solo un ragazzo problematico che aveva bisogno di essere amato e capito.
Lei gli aveva portato qualcosa da bere, ma a causa della sua famosa goffaggine gli aveva rovesciato tutto in testa.
Si ricordava della paura di una sua brutta reazione, e di quel bacio, il primo , giunto all’improvviso e a tradimento che aveva l’aveva lasciata confusa ed emozionata come mai prima.
Sembrava che fosse successo ieri.
Se avesse socchiuso gli occhi avrebbe potuto sentire sulle labbra il suo sapore avvertire quei sentimenti che forse un giorno l’avrebbero sconvolta di nuovo.
Non sapeva quanto fosse vicino quel momento.

Sana intanto aveva preso per mano il biondino spaventato,per il bisogno istintivo di proteggerlo, spinta dalla birra che aveva preso prima di salire e dal senso di colpa per averlo compreso a quella che si prospettava una vera e propria sfida, lasciandolo confuso e sorridente.
Heric vide il terreno allontanarsi piano piano quando la ruota partì,perfettamente consapevole che ora non poteva più tornare indietro.
Alla ricerca di un po’ di conforto strinse ancora di più la mano di Sana emozionata e confusa quanto lui.

S:mi dispiace non avrei dovuto spingerti a fare questa cavolata.

H:lascia stare sono io che ho voluto farlo, oddio come siamo in alto.
Disse il povero ragazzo guardando verso il basso con apprensione

S:senti ormai siamo qui cerca di non pensarci, concentrati su qualcos’altro.
H:se parli della tua scollatura forse potrei farci un pensierino!

S:da quand’è che sei diventato così porco?
Disse la ragazza maliziosa e divertita.

H:da quando sei diventata così “ben messa?” S:scemo ma la vuoi piantare.

Heric rise di gusto era così bella quando arrossiva…..
Tra i due calò un improvviso silenzio interrotto solo dai bambini che in fila aspettavano di salire molto più in basso su quella ruota maledetta( o benedetta dipende dai punti di vista, aspettate e capirete).

S:ti ricordi la prima volta che ci siamo visti?

H:come no, tu eri una scocciatrice impossibile.

S:cos’è stata la prima cosa che hai pensato quando mi hai visto?

H:che eri la scocciatrice più carina che avessi ami visto.
Disse Heric sorridendo ma con un tono più serio.

S:io invece avevo paura di te lo sai?

H:questo non è vero, sei sempre riuscita a fronteggiarmi a testa alta, perfino quando facevo il bulletto, perché avrei dovuto farti paura.
S: perché sapevo che un giorno mi avresti sconvolto la vita , ero piccola ma nei tuoi occhi riuscivo a vedere il mondo, Heric io………

E fu in quel momento che Sana perse definitivamente il controllo, fu in quel momento che la sua anima si perse definitivamente negli occhi intensi del biondino, occhi che le raccontavano sofferenza, nostalgia, e una amore così grande che non riusciva più a spaventarla.
Non riuscì più a trattenere tutte quelle emozioni che erano tornate appena l’aveva rivisto molto diverso ma in fondo sempre lo stesso
Heric l’aveva baciata, con dolcezza, un gesto che esprimeva quei sentimenti che gli facevano battere il cuore dopo tanto tempo.
Non aveva più paura dell’altezza, non aveva più paura di volare perché dopo dieci anni di parole non dette di lacrime soffocate, di una nostalgia straziante, certe cose perdono senso.
In quel momento c’erano solo loro, con quel bacio che esprimeva tutto quello che da bambini per malintesi e timidezza non erano riusciti a dirsi.
Solo la luna, gelosa di tanta felicità li osservava da lassù, unica e muta testimone della realizzazione di un sogno, di quella promessa che entrambi avevano espresso in quel bacio:
Mai più soli, io e te insieme per sempre.
Se avessero saputo cosa li aspettava forse avrebbero apprezzato ancora di più quel momento, perché il destino non aveva ancora smesso di giocare con i loro cuori, con i loro sentimenti, e ancora tanta confusione li separava dal lieto fine.


Quella sera però il destino avrebbe aspettato, quella sera era solo per loro.


Corsero subito a casa.
Heric fermò Sana che stava già armeggiando con i bottoni della sua camicia

H:Sana sei sicura?

S:non dire niente, aspetto da tanto tempo questo momento, non voglio più avere paura.

E con questo la ragazza fece la sua scelta, avrebbe lasciato Mark e dopo tanto tempo si sarebbe permessa di essere felice, con lui la persona che l’aveva conquistata e cambiata due volte, con lui il ragazzo che l’aveva fatta innamorare e che non sarebbe più riuscita a dimenticare.

H,S:ti amo

Dissero contemporaneamente, prima che le loro anime si unissero, prima che il mondo scomparisse, prima che il mondo diventasse solo un rumore lontano perso tra i loro sospiri.
Queste due poche parole furono le ultime di quella notte di stelle e lucenti emozioni di vecchi e nuovi sentimenti che forse non li avrebbero più abbandonati.
Era successo, avevano fatto l’amore, tutto il resto erano solo parole.





Non pensate che sia finita, ne avranno ancora da passare prima del lieto fine!
Grazie per i numerosi commenti mi raccomando non abbandonatemi proprio adesso continuate a recensire!








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Capitolo 6
*** La calma prima della tempesta ***


La calma prima della tempesta.


Il giorno dopo Sana si svegliò con una strana sensazione di euforia alla bocca dello stomaco.
Aveva fatto un bellissimo sogno, così intenso così reale.
Soddisfatta abbracciò il cuscino sfiorando la spalla di qualcuno che evidentemente aveva dormito accanto a lei.
All’inizio un po’ preoccupata si girò di scatto, ma quando lo vide tranquillo dormire accanto a lei, così dolce, così tenero, così suo, ogni traccia di paura e rimorso sfuggì dai suoi pensieri.
Non se lo era immaginato lei e Heric erano finalmente riusciti a capirsi, a svelare quei sentimenti complicati che avevano preso il sopravvento.
Era stato tutto perfetto,come se entrambi sapessero perfettamente cosa fare per rendere felice l’altro.
Alla fine lui l’aveva presa tra le braccia sfinito e accarezzandole i lunghi capelli l’aveva osservata addormentarsi.

S:come ho potuto vivere senza di lui per tutto questo tempo?come ho potuto dimenticarlo e pensare di essermi innamorata di un altro?Cosa dirò a Mark?
Pensava la ragazza guardando il biondino con aria amorevole.

Sapeva di aver atto la cosa giusta, ma sapeva anche che sarebbe stato difficile, spiegarlo al resto del mondo e a Mark.
Lui l’aveva fatta sentire sicura, l’aveva amata come pochi e le aveva fatto provare emozioni senza le quali sarebbe stata persa.
Insomma era stata la sua ancora nei momenti più bui, un caldo rifugio sempre pronto ad accoglierla.
Non se lo meritava quello che Sana gli aveva fatto, ma la ragazza sapeva che per troppo tempo si era negata la felicità, che per troppo tempo aveva sofferto e ora che con Heric aveva ritrovato il suo equilibrio Mark l’avrebbe capita come aveva sempre fatto.

H:amore a cosa pensi?

I pensieri della ragazza furono bruscamente interrotti dal morbido abbraccio del ragazzo che in parte a lei si era appena svegliato.
S: a cosa dirò a Mark lui questo non se lo meritava.

H:sei pentita?

Disse Heric stringendola più forte e cercando di tenere a freno la paura di quella risposta.
I suoi dubbi furono soffiati via dall’improvviso bacio appassionato della ragazza.

S:non dirlo neanche, tu Heric mi rendi felice, certo mi dispiace per Mark lui mi è sempre stato vicino, ma non mi pentirò mai di quello che è successo stanotte.

Heric non riuscì più a frenarsi la prese tra le braccia e la baciò con passione, e nion c’erano dubbi su dove volesse arrivare( l’avete capito pure voi no? )
Sana rispose al bacio e lo lasciò fare, ma proprio quando stava già per sfilargli la camicia da notte lo fermò sorridendo.

H:che c’è

Disse Heric disorientato.
Sana con un gesto brusco stappò la spina del telefono.

S: così stavolta non ci interromperà nessuno……dov’è che eravamo rimasti?

H:non so se mi ricordo.

Disse Heric divertito.

S:vediamo se trovo un modo per farti tornare la memoria.

Disse la ragazza pronto a rituffarsi tra le sue braccia e in quel vortice di emozioni e vertigini che avevano reso magica la serata appena passata.


Il resto della settimana fu splendido per entrambi .
Fu sereno e romantico il periodo più felice della loro vita, tra cenette romantiche e tante mattine di ritardi(chissa perché).
Sembrava che i due stessero insieme da sempre.
Si capivano al volo con una complicità unica e insostituibile, che rasentava l’empatia.
Sana non aveva più parlato di Mark, ne dell’annullamento del matrimonio, decisa a godersi al massimo quei momenti di assoluta felicità.

Anche Heric sembrava molto sereno, anche se a volte guardando il display del cellulare assumeva un’espressione pensierosa.
Sana però non se ne preoccupava più di tanto.
Heric era sempre stato un po’ lunatico e introverso.
E poi lei lo conosceva, sapeva quando lasciarlo solo per riflettere, quando dargli i suoi spazi,e in questo modo in quei pochi giorni di convivenza avevano sviluppato un equilibrio apparentemente incrollabile.
Un giorno Sana uscita da teatro prima di incontrarsi con Heric decise di passare dalla redazione della sua migliore amica per informarla delle novità e per sfogare un po’ quel euforia che le rendeva difficile concentrarsi su qualunque cosa che non fossero gli occhi di un certo ragazzo.
Sana sorrise quando entrò in ufficio trovando Miriam totalmente presa da un suo articolo.
In qualche modo le ricordava sua madre eccentrica e solare.
Anche il suo modo di lavorare le assomigliava.
Miriam era una scrittrice scostante, ma che quando trovava l’ispirazione sapeva rivelarsi una vera stacanovista.

M:ciao raggio di sole a cosa devo l’onore?.

Disse la donna senza alzare gli occhi dal computer.

S:volevo solo farti un saluto magari chiacchierare un po’…..

M:allora sono le 5 e sei già fuori da teatro, questo non è da te…..allora raccontami tutto come è stato.

Miriam aveva capito tutto non appena aveva guardato Sana negli occhi.
Era vestita in maniera come sempre semplice ma impeccabile, con un paio di jeans attillati e una maglietta a maniche corte tagliata in modo che lasciasse scoperte le spalle.
Il suo sorriso era radioso, e i suoi occhi erano talmente energici e pieni di vitalità che sembravano illuminarti solo con una sguardo.
Insomma era più bella che mai.

S:come fai a essere sicura che io e Heric…..si insomma, si hai capi….

M:non ti sforzare miss suoretta 2006 ho capito dove vuoi arrivare.(mica è scema lei!) Beh ma è evidente che fra te e quel bel ragazzo è successo qualcosa, ma guardati sei radiosa non ti ho mai visto così radiosa.

S:in effetti ci hai azzeccato ed è stato si insomma, non rovo le parole….

M:si insomma una notte da PFCM….

S: e cosa diavolo vuoi dire me lo spieghi?

M:io non so come facciamo a essere amiche ma è ovvio! Paradisiaco , favoloso, cuore a mille!ma i che mondo vivi. S:sicuramente non al manicomio dove probabilmente dovresti fare un salto tu bella mia.

Le due scoppiarono a ridere divertite.
Erano così belle le loro chiacchierate…, tra i loro scherzi e le prese in giro anche i problemi più difficili sembravano diventare delle banalità!.

M:insomma se ho ben capito il biondino ci sa fare altro che quella ciofeca di Mark!
A proposito di Mark ci hai parlato?.

Disse Miriam un po’ più seria.

M:lo sai per me è una gioia vederti così contenta , ma a malincuore devo ammettere che quel ragazzo è sempre stato un tesoro con te! S:si hai ragione , non ci ho ancora parlato ma intendo farlo al più presto precisamente lunedì appena sarà di ritorno da San Francisco!

M:da quel che ho capito lo lascerai allora!

S:si ormai ho deciso.

M:evviva!ti vedevo già sposata con quella femminuccia! Per fortuna che il cielo ti ha aiutato!che Heric sia benedetto! A proposito con lui le cose come stanno andando?

S:direi benissimo anche se credo che ci sia qualcosa che lo affligga e se non si sfoga con me forse è grave dici che dovrei preoccuparmi.

M:sei sempre la solita a farti mille domande per niente se non te ne ha parlato ci sarà un motivo te aspetta e abbi fiducia in lui vedrai che non è nulla di grave.

S:lo spero stasera cadetto che ha una persona da presentarmi, sembrava così preoccupato…..

M:magari vuole farti conoscere le sette mogli che ha avuto quando ti sei trasferita, ma dai di cosa ti preoccupi?

S:si hai ragione mi preoccuperò a tempo debito….Mi dispiace ma ora devo andare allora ci sentiamo va bene?

M:per carità non farlo aspettare che se no scappa con una delle mogli un po’ più puntuale mi racco sore salutamelo!

S:ma io non conosco nessun “raccosore”

M:va beh lascia perdere ci vediamo ciaooooooo ( è un caso disperato)



Sana uscì con dall’ufficio dell’amica un po’ più serena ma con lo stesso brutto presentimento alla bocca dello stomaco.
Sentiva che c’era qualcosa di strano in quella situazione , ma preferì avere fiducia nel destino che farsi dei problemi.
Non sapeva di quanto sbagliava, il destino ormai non era più dalla sua parte!




Scusatemi è da un bel po’ che non scrivo volevo ringraziarvi tutte per i commenti!
Grazie per avermi sostenuto mi avete aiutato ad avere più fiducia in me stessa,mi raccomando non abbandonatemi!Continuate a recensire!
Spero che questo capitolo vi piaccia provate a indovinare….Chi è la misteriosa persona che Heric vuole presentare a Sana?Ancora un grazie e un bacio a tutte voi Giuli




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Capitolo 7
*** Nel passato di Heric ***


Nel passato di Heric


Heric non era mai stato così nervoso in tutta la sua vita.
Aveva passato dei giorni stupendi con Sana, una settimana serena dove aveva potuto ritrovare quell’amore fortissimo che aveva caratterizzato i suoi primi anni di adolescenza.
L’amava di questo ne era certo.
L’amava quando rideva, quando piangeva , quando arrossiva e perfino quando tirava fuori il suo famoso martello di gomma.
Ma proprio perché l’amava così tanto ora sentiva il bisogno di essere completamente sincero con lei, anche se questo rischiava di compromettere il loro fragile e bellissimo equilibrio.
A sedici anni, un po’ per dimenticarla e un po’ per sfuggire dai suoi problemi continui aveva fatto una cazzata dietro l’altra, ferendo persone che gli volevano bene come lei Nadia.
Nadia era arrivata nella vita di Heric a quattordici anni.
Era di origini italiane e si era trasferita in Giappone a causa del lavoro del padre.
Era una bella ragazza, alta slanciata con lunghi capelli neri e uno sguardo deciso.
Per certi versi assomigliava molto a Sana, la stessa determinazione, la stessa esuberanza e la stessa sensibilità che Heric amava tanto nella rossa.
Nadia era tuttavia molto più insicura di quanto sembrasse, in più era responsabile con eccellenti voti scolastici.
Riuscì a legare col biondino con facilità sorprendendolo con la sua spontaneità e il suo modo di fare dolce e rassicurante.
Lui in quel periodo si era allontanato da tutti i suoi amici più cari, suo padre era malato e l’unica persona che potesse farlo sentire meglio era lontana, non riusciva più ad essere quello di un tempo.
Ma con lei era diverso, lei lo ascoltava, lo divertiva e la sua compagnia lo faceva sentire meglio.
Nadia era limpida, cristallina, lo potevi capire da uno sguardo se era triste o particolarmente contenta, la sua sincerità era quasi disarmante.
Era nata una bella amicizia fra di loro , un legame di cui Heric aveva bisogno in quel periodo.
Era consapevole del fatto che non l’avrebbe mai amata dato che il suo cuore era di un altro, ma non aveva senso spiegarglielo.
Così erano passati due anni, dove piano piano Heric si era ripreso grazie a lei da quella brutta depressione, fingendo di non badare agli sguardi sognanti della sua migliore amica, volendo negare l’evidenza.
Nadia si era innamorata, ed Heric non poteva accettarlo, l’avrebbe ferita e dopo quel momento niente sarebbe più stato come prima.
Una sera afflitto per questa situazione era andato in discoteca e aveva bevuto e parecchio riflettendo sui risvolti della sua vita.
Aveva perso la ragazza che amava, che lo aveva fatto soffrire abbandonandolo solo con poche righe.
Heric si ritrovò ad odiare la sua Sana quella sera, la ragazza egoista che gli aveva spezzato il cuore.
Proprio in quel momento nella discoteca entrò Nadia, che avvertita da un Terence preoccupatissimo si era fiondata dall’amico.
Heric l’aveva fissata per qualche minuto, era davvero bella con quel vestito nero aderente che le arrivava sopra al ginocchio, con quei capelli setosi che già molte notti mentre chiacchieravano nella sua camera aveva accarezzato.
Fu in quell’ultimo momento di lucidità che Heric prese a sua scelta, gliel’avrebbe fatta pagare a Sana in un modo o nell’altro e non gli importava se facendo la sua vendetta personale avrebbe ferito la ragazza che lo aveva aiutato più di tutti, giocando col suo fragile cuore.
Fu quella sera che fece lo sbaglio più grande della sua vita, quella sera Nadia……
Heric sorrise sentendo le braccia di Sana strette in vita.
Quella ragazza era unica bastava starle vicino per sentirsi subito meglio.
Si girò e per un attimo rimase incantato a fissarla.
Indossava uno stretto abitino azzurro senza maniche che arrivava sopra al ginocchio e che metteva in risalto la sua pelle chiara e perfetta.
Portava i capelli stretti in due simpatiche treccine che gli davano un ‘aria da birichina.
La baciò dolcemente volendo assaporare quel momento con tutto se stesso, non sapeva se e quando l’avrebbe potuto stringere di nuovo così, stava per mostrarle il passato che lo aveva trasformato da bambino ad un uomo con una grande responsabilità, stava per presentarle Nadia e il frutto di quella notte di sbagli, come avrebbe reagito?

Sana fissò Heric perplessa, cosa succedeva? Perché Heric aveva uno sguardo così preoccupato?
Non era più sicura dei consigli di Miriam, stava per succedere qualcosa di brutto lo sentiva nell’aria e lo leggeva negli occhi di Heric, e in quel bacio che sembrava un addio.

S:sei sicuro di star bene?
disse Sana fissando il viso pallido del ragazzo che amava.

H:. si si, niente di grave ho solo un po’ di mal di testa, ma lo sai che sei proprio stupenda?

S: guarda che inizio veramente a preoccuparmi non sono da te questi complimenti, di cosa devi farti perdonare?
Disse Sana nascondendo l’ angoscia dietro un sorrisetto malizioso.

H: ( non basterebbero tutti i complimenti di questo mondo per farmi perdonare tutte le cazzate che ho fatto in quella discoteca…..)
Pensò Heric che intanto aveva già chiamato un taxi.

H:non dire sciocchezze io te lo dico sempre che sei bellissima.

S:a si quando?

H:diciamo che ho i miei metodi.
Disse il ragazzo avvicinandosi pericolosamente alla ragazza per poi lasciarla delusa, con fgli ormoni in subbuglio, dopo un leggero bacio sulla fronte.

Sana intanto pensava che non era da lui quell’atteggiamento, di solito prendeva al volo ogni occasione per stuzzicare le sue fantasie, invece in quell’occasione si era comportato come un timido bambino ai primi approcci.
Non sapeva più cosa pensare, chi doveva presentarle Heric?

Entrambi erano assorti nei loro pensieri e nei loro dubbi quando arrivarono in aeroporto.

H:aspettami qui io torno subito.
Disse Heric prima di immergersi tra la folla.
Sana lo aspettava già da dieci minuti davanti a un piccolo bar dentro l’aeroporto, quando sentì qualcosa strattonarle la gonna.
Abbassò lo sguardo e restò impietrita davanti a quel bambino.
Assomigliava in maniera impressionante a Heric gli stessi capelli biondi e lo stesso sguardo di ghiaccio.
Aveva circa 5 anni o giù di li ed evidentemente si era perso.

La ragazza si abbassò e gli fece un gran sorriso.

S:piccolo ti sei perso?

Bambino:no non sono un moccioso signorina.

Perfino nei modi assomigliava al ragazzo che amava.

S:sai che assomigli proprio ad un mio amico? Si chiama Heric e ha i tuoi stessi occhi.

B:anche il mio papà si chiama così.

E dicendo questo il bambino gli indicò una coppia di persone che discutevano animatamente.
Lei era una bella donna, dai lineamenti mediterranei e da un fisico snello.
Lui era di spalle e Sana non riusciva a vederlo in volto.
Bastò un attimo, l’uomo si girò e sana capì finalmente Chi era la persona che Heric gli voleva presentare: suo figlio.
Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.
Quante bugie, quante menzogne come aveva potuto non dirle di essere padre? Magari quella donna era pure sua moglie, e lei chi era l’amante?
Come aveva potuto fargli questo?
Sana iniziò a correre fuori dall’aeroporto, proprio nell’attimo in cui Heric si accorgeva di essere osservato dal piccolo Alex e dalla donna che amava.
In entrambi qualcosa si spezzò in quel momento, il mondo scomparve rendendo assordante il rumore dei loro cuori in frantumi.
Sana era risprofondata di colpo nella sua paura più grande, quella di perdere le persone che amava e il fatto che fosse stato proprio lui a darle tutto quel dolore rendeva tutto ancora più insopportabile.
In quel momento fece l’unica cosa che le riuscisse davvero bene, fuggire dai problemi, non pensando allo sguardo sconvolto di un bambino o dei richiami della persona che amava di più.
Prima o poi il momento dei chiarimenti sarebbe arrivato questo lo sapeva, ma non ora, non oggi, prime doveva darsi il tempo di rimarginare le proprie ferite.
Forse Mark l’avrebbe aiutata, come sempre.
Ma il destino non era dello stesso parere, è sbagliato fuggire perfino dalla sofferenza, si rischia solo di avere rimpianti,forse Sana lo avrebbe capito in tempo.





Ciao a tutte , un bacio grossissimo per tutte quelle che continuano a recensirmi, lo so questo capitolo è lungo e triste, ma vedrtete che preparerò qualcosa di fantasmagorico per il finale, vi lancio un sondaggio, secondo voi sana e Heric dovrebbero rimettersi insieme alla fine o è meglio che lei riprenda la sua vita con un uomo che l’ama alla follia e che Heric si occupi di Nadia e di suo figlio?
Spero di non avervi deluso, grazie per tutti quelli che continuano a leggere un bacio grande grande giuli





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Capitolo 8
*** I love you for ever ***


prima di tutto volevo salutare tutti e scusarmi per aver abbandonato questa storia per così tanto tempo!
. In qst periodo è stato tutto difficile e ho avuto un sacco di problemi.
Oggi però ho riletto tutta la storia e le vostre recensioni.
Ho pensato che non posso deludervi e lasciarvi per sempre col fiato sospeso.
E poi anche a me piace la coppia Sana e Heric, mi affascina il loro amore, un sentimento che è riuscito a confonderli e riunirli nonostante siano passati 10 anni.
Detto sinceramente chi non vorrebbe un amore così?


Buona lettura un bacio Giuli.



I love you for ever.


. Nadia per un attimo osservò lo sguardo di Heric mentre fissava la ragazza vicino a suo figlio. Era strano nonostante ora fosse sposata con uomo meraviglioso, nonostante ora avesse la sua vita, le faceva ancora male vederlo sorridere.
Era stato un amore sbagliato fin dall’inizio e lei lo sapeva .
Sapeva di Sana, sapeva della malattia di suo padre, sapeva che quell’affetto spontaneo nei suoi gesti era solo amicizia, sapeva che non l’avrebbe mai amata, non come amava lei, il suo angelo, così la chiamava.
Nadia non aveva mai amato nessuno, non così, non con la stessa intensità.
Perfino la prima volta che lo aveva visto il suo cuore aveva mancato un battito, per poi accelerare inevitabilmente tute le volte che il suo sguardo si posava su di lei.
Ma nonostante tutto aveva deciso di essergli solo amica, rinnegando i suoi sentimenti, una parte di se stessa, per non soffrire troppo, per potergli stare lo stesso vicino.
All’inizio era stato molto difficile.
Lui era scontroso, diffidente, così pieno di rabbia e di rancore….. Ma poi le cose erano cambiate, col suo sguardo ingenuo e il suo sorriso sincero era riuscita a fare breccia nel suo cuore, nella sua corazza rigida tirandone fuori l’affetto amichevole del più dolce dei fratelli.
L’aveva amato in silenzio per anni, ascoltandolo mentre gli parlava di Sana, del loro amore, mentre piangeva, quando dormivano insieme a casa sua dopo una lunga schiccherata.
Era stata la più dolce e terribile delle torture, fino a quella sera, l’unica sera che un po’ per il dolore e un po’ per la sbronza lui l’aveva ricambiata.
Era stato sbagliato e anche lei lo sapeva, ma non ci era riuscita, non gli aveva detto no, si era lasciata prendere gustando a pieno quei pochi attimi di paradiso.
Quando scoprì di essere incinta era già passato un mese da quella notte di cui non avevano più parlato.
Lui fece la cosa migliore, accettò le sue responsabilità, si cercò un lavoro subito dopo il diploma e si trasferì in un appartamento con lei.
All’inizio era andato tutto bene, erano sereni, avevano accettato gradualmente la situazione ma Heric non era felice, non lo sarebbe mai stato li.
Lei lo lasciò dopo un anno dalla nascita del bimbo, con il dolore negli occhi e il rimpianto nel cuor.
Era stato il sacrificio più grande a cui era mai stata sottoposta.
Dopo pochi mesi lui partì per l’America pieno di nuove speranze e con la voglia di cambiare il mondo, di nuovo felice di nuovo lui.
Non si dimenticò mai però di avere cmq delle responsabilità da padre.
Tornava molto spesso in Giappone e a volte era lei stessa ad andarlo a trovare. Due giorni prima aveva ricevuto una sua telefonata.
Come sempre il suo cuore aveva accelerato a sentire la sua voce limpida, ma ormai a questo era abituata.
Lui con la sua unica sincerità gli aveva raccontato tutto, di come l’avesse rincontrata, di quanto fosse di nuovo felice e innamorato,e di quanto fosse grande il suo desiderio i presentarle la sua famiglia.
Una lacrima di gioia aveva attraversato il suo viso a sentire quella frase, non erano bastate altre parole tempo 24 ore ed era già sull’areo.
Certi amori continuano a vivere nel cuore nonostante tutto, questo lei lo sapeva.


N:corri Heric, inseguila chissà cosa avrà pensato, dai muoviti non vedi che rischi di perderla ancora?.

Heric la fissava incredulo, mai si sarebbe aspettato un consiglio del genere da lei.
Nadia gli sorrise, ormai le bastava solo che fosse felice.

Heric iniziò a correre dietro a Sana con la paura negli occhi, forse aveva rovinato tutto.
La trovò seduta su una panchina, con lo sguardo perso nel vuoto e le guance rosee velate dalla tristezza.

H:mi dispiace Sana vedi io…..

S:siete sposati?

H:no eravamo amici anni fa, una sera io ero a terra e lei c’era e…..è stato uno sbaglio.

S:lurido vigliacco tu hai un figlio, e non mi hai detto niente!Perchè non me lo hai detto perché? Perché non mi hai aspettato?

Ormai Sana urlava, aveva la voce stridula a tratti rotta dai singhiozzi.

H: Sana io stavo male veramente, lo sai che mio padre è morto? Lo sai come mi sono sentito quando te ne sei andata?Solo e tradito e arrabbiato e lei era lì, lei c’era, le è costato perché mi amava, ma ha messo da parte il suo amore per rendermi felice.
Lo so ho sbagliato e tanto, ma neanche tu mi hai aspettato, insomma ti stavi per sposare….

S:perché dici “mi stavo” ora come ora non c’è più nulla di certo.

Sana si pentì di quelle parole ancora prima di pronunciarle, non era vero, lei lo amava ancora con tutta se stessa era il suo orgoglio ferito che parlava per lei.
Lui la squadrò appena, incredulo, deluso, malinconico.

H:il nostro amore Sana quello è sicuro, se è rimasto dopo ben dieci anni, vuol dire che è la cosa più sicura che abbiamo.

S:appunto sono passati 10 anni, io non so più niente di te, e nemmeno tu mi riconosci, è stato un errore, rimaniamo amici.

Haric era sempre più sconvolto.
Chi era quella ragazza?Dov’era la sua Sana, la bambina dai lunghi codini che gli aveva insegnato l’amore, il rispetto, la pazienza e il perdono.
No quella non era la ragazza che amava e sei lei non c’era non valeva la pena di stare lì.

H:se è questo quello che pensi, ti auguro una bella cerimonia, sii felice “ amica “.

Detto questo la baciò sulla guancia per un secondo, era un addio ed entrambi lo sapevano.

I loro occhi si sussurravano “ ti amerò per sempre “ ma l’armonia si era spezzata, per ora dovevano allontanarsi, ma il forse un giorno il destino li avrebbe riuniti.




Vi dico già che farò un bel lieto fine, uno di quelli spettacolari. Questo capitolo però l’ho voluto regalare almeno in parte a Nadia che secondo me è il personaggio più altruista e giusto dell’intera storia.
Mi è sembrato giusto così in fondo anche lei ha sofferto molto rinnegando il suo cuore.
Nel prossimo chappi che arriverà prestissimo, Sana e Heric cercheranno di rimettersi in piedi, prenderanno strade diverse, ma avrà lo stesso obiettivo il loro cammino?
Vi prego scrivete tanti commenti se non vi piace la lascerò perdere qst storia, siete voi in fondo che mi avete dato la sicurezza e l’entusiasmo, un bacio a tutti e un garzie particolare a tutti quelli che mi hanno recensito, ciao ciao  giuli




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Capitolo 9
*** Non è ancora finita ***


Ciao a tutti lo so sono imperdonabile, ho lasciato perdere questa storia in cui mi ero veramente imepgnata lasciandomi prendere da tutto quello che mi stava succedendo ed è sbagliato perché tanta gente mi ha sostenuto e mi ha chiesto di finirla.
Mi dispiace tantissimo ragazze veramente ma vedrete riuscirò a farmi perdonare….



Non è ancora finita

Sana si lasciò sprofondare nel letto della sua camera con gli occhi rigati dalle lacrime, il morale a terra e il cuore un po’ più in basso. Non poteva credere di averlo fatto veramente…
Lo aveva lasciato nonostante il suo cuore avesse lottato per spingerla a non farlo, nonostante quella fosse stata la settimana più bella della sua vita….
L’aveva lasciato e non c’era modo di riparare, non c’era nessuna seconda possibilità, nessun cuore speranzoso di perdono solo la solitudine di una casa che non le era mai sembrata così vuota…
Il suo stupido orgoglio era stato più forte dei sentimenti e questa lei lo sapeva…ma ammetterlo, per quello non era ancora pronta….
Guardava la stanza distrattamente, persa in un dolore sconosciuto che offuscava i suoi pensieri illuminando solo il sorriso del suo Heric e il suo sguardo ferito impresso nella mente Ogni angolo gli ricordava lui, il suo odore impregnava ogni cosa o forse era solo dentro di lei…
Era stata una stupida, ma in fondo non riusciva ad ammettere di avere torto, perché per lei in tutti quegli anni il ricordo di Heric era stata la sua più ferma certezza, e ora rendersi conto che anche per lui la vita era continuata era troppo difficile.
Era da tanto che non amava una persona
Pensava di aver dimenticato ma non era così
Una volta che hai toccato l’intensità di quei sentimenti puoi rinchiudere i ricordi, incatenare la memoria, ma poi? Era bastata solo una ruota panoramica per farle rimpiangere quei momenti dell’infanzia che aveva idealizzato per tanto tempo.
Si chiedeva cosa avrebbe fatto adesso, senza di lui, senza il loro amore ritrovato, le sue braccia strette in vita, i suoi bronci, i suoi silenzi, i suoi baci…già le mancavano quei baci….
Andò in camera prese un sonnifero e si distese sul letto.
Stava male, soprattutto in quella stanza che ancora profumava delle loro passioni, di quella notte di sbagli e promesse di cui non riusciva a pentirsi, di quella felicità che si era di nuovo negata.
Era padre, lo era da anni ormai, non c’era cosa che la potesse spaventare di più.
Quel bambino aveva il suo sorriso, i suoi occhi seri e i suoi modi di fare e era parte di lui, parte di un mondo di cui Sana capì di non sapere nulla.
Lo aveva fatto soffrire, lo aveva abbandonato e lui era andato avanti come poteva, arrancando tra i ricordi e questa vita sempre troppo difficile.
Era giusto era normale era comprensibile, in fondo era quello che aveva fatto anche lei…
Però no, non riusciva a perdonarlo.
Lei non aveva mai fatto l’amore con una persona, incoscientemente aveva aspettato lui, perché un conto è concedere il proprio corpo, un conto è concedere se stessi.
La sua anima era rimasta un po’ più indietro, insieme ai suoi pensieri alla sua mente, là in Giappone, nella vita felice che aveva lasciato spaventata.
Lui no, lui aveva provato ad amare di nuovo, un’altra, quel figlio ne era la prova.
No non ci riusciva a capirlo, non in quel momento.
Ma lo voleva, come sempre, al di là della logica, della razionalità, era quasi doloroso il bisogno di riavere i suoi baci comprensivi il suo odore sulla pelle.
Schiacciò la bocca nel cuscino ricacciando indietro le lacrime e i rimpianti che la stavano straziando….aspettava solo che il farmaco facesse effetto.
I suoi vestiti erano sparsi un po’ ovunque nella stanza, sembrava che l’essenza di heric l’avvolgesse in un caldo abbraccio, e nonostante cercasse di non pensarci lui era in lei, ancora lì, dove era sempre stato.
Centro di pensieri nascosti e di fantasie malcelate, risorsa di forza nei momenti difficili e di tristezza per quando si concedeva ai ricordi, ora ce ne erano di nuovi da sopportare, avrebbe mai dimenticato la loro prima volta?, avrebbe mai amato qualcuno alla stessa maniera? Mark? Cosa avrebbe fatto con lui? Il matrimonio?
Sentì gli occhi appesantirsi di colpo, per ora preferiva lasciarsi andare a quella sonnolenza illusoria,a quel sonno che sapeva di indifferenza e paura, voglia di non pansare a quello a quello a cui stava dicendo addio…
Si era raccontata balle per così tanto tempo, avrebbe ricostruito l’ipocrisia della sua maschera serena, non poteva fare altro, non con il suo cuore così malconcio…, sarebbe stata felice e lo sarebbe stata presto.
Ecco ora aveva ricominciato



Heric fissava il bicchiere semivuoto con un sorriso strano, un misto di ironia a rabbia, di sofferenza e martini, un sorriso che sapeva di una amore che brucia l’anima.
Aveva bevuto più alcol di quanto non avesse mai fatto in vita sua, ma non era servito a niente, lei era sempre lì, centro di pensieri e sofferenze, di amore e ossessione.
C’era stato così vicino stavolta, l’aveva avuta davvero ed era stato felice come mai prima.
Per un attimo desiderò di non averla incontrata quel giorno o che le cose avessero presa una svolta diversa, perché ora neanche i sogni gli erano rimasti.
Le sue speranze erano sparite di colpo uccise dalle sue parole di rabbia…

-Rimaniamo amici-

Heric sorrise di nuovo amaramente e mischiando l’ipocrisi di quel ghigno con la disperazione delle lacrime che si mescolavano all’alcol sulle sue labbra.
Ci avevano già provato ad essere amici, pessima scelta, ogni volta la cosa era finita con un bacio…
Quanto gli sarebbe mancato quel bacio…
Quel suo amore urlato nel vento, nelle notti più buie, in quei pochi attimi di passione che avevano condiviso e che gli avevano restituito il suo cuore, nei loro gemiti, nei loro sospiri, nei ricordi di momenti irripetibili.
Ci aveva provato, non aveva rimorsi, non era vero, questo lo sapeva, ma era troppo difficile, la sua vita di bugie doveva riprendere forma, liberarsi dai ricordi e ricominciare la commedia di falsa allegria che conduceva da anni.
Senza di lei senza quell’amore che gli aveva donato tanta felicità per poi portargliela via, ogni volta, anche quel giorno.

CAMERIERE:si tratta di una donna vero?

H: come sempre…

C:ti do un consiglio amico…

H:fammi indovinare. Non pensarci e prendi un altro drink?

C: no, solo tre parole: vattela a riprendere…

Heric fissò il cameriere incredulo, aveva bisogno di credere che c’era ancora speranza e quelle semplici parole gli avevano restituito un po’ di quel cuore che credeva frantumato per sempre…

C:Devi tentare ragazzo, s hai trovato qualcuno d’amare devi tentare fino alla fine, anche se lei ti dirà di no, tu devi darle amore fino a quando non ne avrai più neanche per te stesso, devi tentare ragazzo, perché se non hai tentato non hai mai vissuto…

Heric buttò qualche banconota sul bancone e si mise a correre verso l’uscita, cercando un po’ di lucidità tra i suoi pensieri, determinato e innamorato come non mai…

H:hei grazie amico.

Disse voltandosi un attimo proprio quando era sulla porta, ma al bancone non c’era nessuno…
Heric sorrise
Rivide il suo sorriso per un attimo chiaro nella mente di quella mattina dopo il Luna Park, bella come non mai coi lunghi capelli che le accarezzavano quell’espressione di pura gioia chle illuminava lo sguardo.
Ripensò a quella sensazione di appartenenza che ritrovava ogni volta tra le sue braccia, alla voglia che aveva di urlarle il suo amore ogni volta che si guardavano negli occhi, a quando lo aveva fatto davvero.
Sorrise di nuovo…
Ora era di nuovo lui…
Non era ancora finita….



Ragazze se vi fa schifo vi capisco, se non commenterà nessuno capirò ancora di più sono stata una cretina per aver aspettato tutto questo tempo, ma sia chiaro se ora sto scrivendo questa storia alle due di notte, dopo tanto tempo che non scrivevo più niente, lo faccio unicamente per voi…grazie a tutti… vi chiedo ancora scusa…spero che questo capitolo vi piaccia quanto gli altri, vi giuro che questa storia la finirò anche se magari non la vorrà più leggere nessuno, spero di non avervi troppo deluso, un bacio giuli






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Capitolo 10
*** Forse è troppo tardi..............o forse no ***


Ciao a tutte vedete sono di parola, avevo detto che avrei aggiornato presto e l’ho fatto!Grazie a mari a miki 18 a anna love fra a Lizdreamer e a fe_thebest92, per i vostri commenti, mi hanno fatto molto piacere, grazie davvero un bacio, giuli.




Forse è troppo tardi…………o forse no




Sana si trovava in un aula ancora vuota, sentiva un brusio insistente provenire dall’esterno, ma non ci faceva caso.
Era confusa,non sapeva proprio dove si trovava….o forse si, c’era qualcosa di famigliare in quella stanza……
All’improvviso vide entrare due bambine sui dieci anni, parlottavano fra loro, fitte fitte, come se i loro bisbigli nascondessero segreti impronunciabili.
Si vedeva che erano molto amiche, dal modo complice in cui si sorridevano.
Sana non capiva come mai loro non l’avessero notata, non capiva perché vederle insieme le facesse tanto male.
Conosceva quelle due bambine, lo sapeva dentro di lei, ma facevano parte di un mondo che aveva segregato nella memoria e ora non riusciva a ritrovare nei ricordi i loro sorrisi.
Una era piuttosto alta per la sua età, coi codini lunghi e una risata squillante, l’altra più mite e silenziosa aveva i lunghi capelli castani sciolti.
Dopo le bambine entrò qualcun altro nella stanza, erano due ragazzi, uno magro e con gli occhiali e l’altro biondo alto e robusto.
I quattro si salutarono con un sorriso.
Parlavano a animatamente e sembrava in particolare che il biondino e la ragazza coi codini si guardassero in maniera…come dire…speciale.
Sana si chiese dove avesse già visto quello strano scambio di occhiate malcelate…
Ora si riconosceva quello sguardo, era quello di un primo battito veloce, di un primo bacio, di prime sofferenze intrise di gioia, quei bambini erano a loro primo amore.
Appena lo ebbe realizzato sana sentì la voce morirle in gola e quel sorriso tenero e ammirato morirgli negli occhi.
Sentì una fitta al cuore e poi buio.
Quando riempì gli occhi si ritrovò nella stessa stanza, ma stavolta era piena i gente.
Una donna stava scrivendo alla lavagna.
Però mancava qualcosa, Sana lo percepiva, l’atmosfera era diversa, meno allegra e spensierata.
Guardò vicino a una delle due bimbe che aveva visto, era triste e malinconica, cresciuta, più bella, ma si vedeva che le mancava qualcosa.
Il banco in parte al suo era vuoto.
Sana iniziò a guardarsi in giro spaventara dove era la ragazza coi codini?
Lei era fondamentale, senza di lei tutti erano tristi, perché quella cretina aveva lasciato soli i suoi amici?
Sentiva di odiarla quella bambina egoista.
Guardò il biondino e qualcosa in lei si mosse.
Profonde occhiaie gli segnavano gli occhi più tristi e seri che mai.
Anche lui era solo, in un angolo buio della classe, in silenzio fissava una foglio, forse una lettera di cui Sana non riusciva a scorgere niente.
Soffriva nel vederlo così, non capiva il motivo, ma stava male, sentiva il bisogno di abbracciarlo, di rivederlo sorridere come faceva all’inizio.
Gli si avvicinò, ma proprio quando era ad un passo da lui, arrivò qualcun altro la superò raggiungendolo prima di lei.

-Piacere io sono Nadia, diventiamo amici?-

Un'altra fitta ancora buio.

Quando Sana riaprì gli occhi si ritrovò in una chiesa, era una situazione molto triste, lo si sentiva nell’aria, guardò vicino all’altare, nei primi banchi era seduto il biondino un po’ cresciuto, in fianco la ragazza vivace di cui sana aveva già dimenticato il nome lo teneva per mano.
Ancora una volta Sana cercò di avvicinarsi al ragazzo intulmente, non riusciva a muoversi.
Lo vide piangere, sentiva la sua solitudine, e si sentiva in colpa senza capire il motivo.
I flash divennero più veloci.
Vide quel ragazzo, abbandonare gli amici di sempre, per crearsi una pri0gione di solitudine, vide i suoi pomeriggi vuoti, le strade che percorreva da solo, e lei, quella ragazza, che lo rincorreva per strapparlo da quela angoscia.
Vide i suoi sorrisi farsi più teneri e intimi, i suoi sguardi mutare, i suoi gesti farsi più dolci, i suoi sentimenti crescere, e dentro di se sperava che il ragazzo continuasse a ignorarla.
Vide anche quella notte di amore, con il cuore colmo di rabbia e comprensione, come poteva provare due sentimenti così contrari nello stesso momento?
Vide un bambino tra le braccia di quel biondino diventato uomo, sentiva il legame che li univa e la malinconia di quel padre troppo giovane e inesperto.
Il tempo si fermò di colpo, Sana si ritrovò nel buio più totale, con il cuore frastornato e colmo di confusione.
All’improvviso una luce, vi si avvicinò….

S:c’è qualcuno?

Sana vide ad un certo punto un bambino piangere solo per terra, poteva riconoscere in quel nanerottolo il neonato che aveva visto in braccio al biondino…

S:perché piangi piccolo?

Bimbo:il mio papà se ne andato…

S:e perché è andato via?

B:era sempre triste, diceva che ci voleva bene, ma la mamma non ci credeva mai…
S:e perché era triste?

Ormai lo stava abbracciando, lo conosceva da due minuti ma quel gesto gli era venuto spontaneo…

B:perché voleva più bene a un’altra, una volta di notte ho sentito che diceva il suo nome…la chiamava la mia sana….

Sana si svegliò di colpo, fredda e sudata ansimando, chiedendosi se tutto quello che aveva visto era stato veramente solo un sogno, chinato su di lei, qualcuno si mosse…

M:ehi chi è Heric?

A sana venne quasi un colpo quando vide che vicino a lei c’era Mark. M:continuavi a mormorare il suo nome nel sonno…

Sana non rispose, quel sogno aveva cambiato tutto ora sapeva quello che volveva…. M:ehi devo forse preoccuparmi piccola? Guarda che se mi ingelosisco poi va a finire male…

S: Mark dobbiamo parlare….




Heric entrò a casa di Sana trafelato ma silenzioso, voleva farle una sorpresa, e magari così si sarebbe fatto ascoltare e perché no anche perdonare…

Ma non fece in tempo ad entrare nella camera da letto che sentì delle voci…
C’era qualcun altro in quella stanza oltre a Sana, un uomo.
Heric sentì qualcosa stringergli la gola…

S:mi dispiace tanto Mark, ma adesso è tutto finito, davvero, ho chiuso con questo capitolo della mia vita….

Heric sentì tutte le sue nuove speranze crollare, lo aveva detto era finita, era troppo tardi….
Corse via, abbandonando la lettera che aveva fra le mani sul pavimento…

S:io lo amo, come non ho mai amato nessuno e sono felice di averlo capito in tempo, prima che fosse davvero troppo tardi….

Mark la fissava sconvolto, non riusciva a credere alla storia che questa ragazza gli stava raccontando.
Era stato via così poco….., era tornato apposta per lei con qualche giorno di anticipo…come poteva essere già tutto finito?

S:mi dispiace Mark non voglio farti soffrire…..

M:l’hai già fatto Sana, l’hai già fatto, ma forse è meglio che tu lo abbia scoperto adesso…

S:mi dispiace Mark tu mi hai dato tanto, ma non posso, non ci riesco a rinchiudere di nuovo i miei sentimenti, lui è l’unica cosa che mi rende felice sul serio…

M:ho capito, Sana, non dire più niente, non voglio la tua pietà, riesce solo a farmi stare peggio, tu non mi devi niente, ho fatto quello che ho fatto perché sono innamorato di te, credimi anche se mi fa amel dirtelo non rimpiango niente….

S:io non merito la tu comprensione Mark…..

M:forse no, però ti meriti di essere felice e se io in questo non sono riuscito è meglio che sia andata così…

S:forse potremmo….

M:non dirlo per favore, ti sempre visto in tanti modi, ma amica….mi dispiace non ce la faccio….

S:cosa pensi di fare?

M:mi hanno offerto un lavoro a San Francisco, non preoccuparti per me….

S:oh Mark mi dispiace così tanto…..

M: dispiace anche a me….addio Sana…

Mark se ne andò, Sana sapeva che non lo avrebbe più rivisto e questo la faceva soffrire più di quanto pensasse…
Le era costato dirgli addio, perché in fondo la fine di ogni rapporto rappresenta una sconfitta e a nessuno piace perdere soprattutto qualcosa che ci fa sentire appagati.
Ma sana non voleva più sentirsi solo appagata, lei voleva essere felice, volare sopra le sue paure tendendo per mano la persona che amava da tutta una vita; voleva trovare un nuovo significato della parola felicità, riuscire a svegliarsi un giorno e non desiderare assolutamente nulla di più…
Non le importava più il fatto che lui fosse padre, che dopo dieci anni potevano dire di conoscersi veramente poco, perché lui ormai era parte di lei, fino in fondo, così atrocemente complicato e così meravigliosamente suo.
E così speranza e amarezza si mischiavano sul suo volto sereno, aveva appena concluso una delle parti più importanti della sua giovane vita e non vedeva l’ora di buttarsi a capofitto in quella che la stava aspettando.
Riposò ancora qualche ora, per riprendere lucidità e forza dopo quella specie di sogno da cui era uscita sfinita…
Era finalmente serena perché ora aveva fatto la sua scelta, ora sapeva finalmente cosa fare….
Ma fece un errore fondamentale, diede al tempo poca importanza, non capendo che per realizzare i propri sogni non c’è cosa più importante del tempismo….
Si alzò in tarda mattinata, andò in cucina per farsi colazione, urtò coi piedi qualcosa di liscio e morbido, era una lettera, e quella era la sua calligrafia……

Sana non fece in tempo a capire cosa era successo che già si era vestita e precipitata fuori dal suo appartamento.
Nella lettera c’era un biglietto aereo per il Giappone, un invito a seguirlo a casa per ritrovare le sue radici ed entrare a tutti gli effetti nella vita del ragazzo coi suoi cambiamenti e con quelle certezze che non cambiano mai…
L’unica cos che Sana lesse di sfuggita furono le poche parole che accompagnavano la firma.

-ti amo-

Sana iniziò a piangere, il volo era partito da circa dieci minuti….
Era arrivata tardi?Era finita così? ( ma figuriamoci)
No non poteva essere, non stavolta, ora Sana aveva di nuovo un obiettivo e se anche tornare da sola in Giappone la spaventava era la cosa che voleva di più al mondo….
Heric l’amava ancora, lei lo amava più che mai, era pronta ad andare a riprenderselo….

Ragazze spero davvero che vi sia piaciuto….vi dico già ch mancano due capitoli, ma la storia sarà conclusa già nel prossimo, l’ultimo sarà un mio specialissimo regalo che concluderà questa storia che mi ha così preso e a cui sarà difficile apporre la parola fine…
Sapete avrei tanto voluto ariivare a cento commenti, ma ora non mi importa più così tanto, c’è gente che legge e apprezza quello che scrivo già questo di per sé è una cosa fantastica.
Grazie a chi ancora mi commenta e a chi lo ha fatto per tanto tempo.
Senza di voi avrei rinunciato subito….

un bacio a tutti Giuli



Ho appena letto il commento di Robi90 e volevo risponederle....guarda fammi le critiche che vuoi, ma per favore non provare a dire niente alle ragazze che mi commentano, se a loro piace come scirvo non capisco perchè devi dire una cosa del genere...
E poi guarda sono la prima a dire di non essere perfetta anzi però cerco di milgiorare....la prossima volta lasciami un consiglio invece di scrivere solo critiche che alla fine non portano mai da nessuna parte....
Mi dispiace se ti sembro banale o troppo mielosa, ma un po' di zucchero nella vita fa bene no? te lo consiglio anche a te ogni tanto...spero che di persone che la pensano in quel modo non ce ne siano tante, grazie a tutti un bacio grande grande giuli

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Capitolo 11
*** Certe persone sono come piacevoli certezze ***


Ciao a tutti sono di nuovo io, vi avviso che ho deciso di dedicare questo capitolo alla lettera di Heric, così mancano ancora due capitoli…..

Volevo ringraziare VIRGO, AYA CHAN, MIKI18 e ANNA C, grazie per il vostro appoggio e per avermi difeso a voi dedico questo chappy nella speranza che vi piaccia quanto gli altri.

È solo un puro e semplice romanticismo, la storia non va molto avanti, ma ho voluto dare un po’ più di spazio al tentativo di heric di esprimere i propri sentimenti per Sana dato che è una cosa che gli costa molto e chi conosce il personaggio lo sa meglio di me.

Allora che dirvi? Spero che stavolta nessuno abbia da ridire e che i commenti siano numerosi….

Un bacio a tutti…buona lettura GIULI

 

 

Certe persone sono come piacevoli certezze

 

 

Cara Sana,

Non so se e quando riuscirò a parlarti e così mi è venuta in mente questa strana idea di scriverti una lettera….

Penserai che sono diventato pazzo perché non sono mai stato bravo ad esprimere quello che provo, figuriamoci a scriverlo.

Ma stavolta è tutto diverso.

C’è in ballo la cosa più importante della mia vita e nonostante sappia di essere un imbranato in queste cose voglio provarci lo stesso.

Non ti voglio nascondere che questi anni sono stati veramente difficili.

Non fraintendermi non voglio farti sentire in colpa, voglio solo che tu capisca che senza di te la mia vita era un terribile disastro.

Quando te ne sei andata mi sono sforzato di odiarti, per la tua mancanza di coraggio, perché non ti eri fidata di me e dell’appoggio che avrei potuto darti in un momento del genere.

Ma non ci sono riuscito e quando la mia rabbia è scivolata via piano piano non mi è rimasto più niente.

Tu eri riuscita a ridarmi una vita, una famiglia.

Mi avevi cambiato, con quella tua spontaneità così fresca e solare, con la tua voglia di vivere sorridendo, e di veder ridere gli altri, hai dato nuova umanità alla mia espressione seria, un nuovo obiettivo per sforzarmi di essere migliore.

Quando il mio motivo se ne andato, io semplicemente non ce l’ho fatta.

Sono tornato un po’ più indietro nella mia solitudine che non mi feriva e non mi lasciava.

Non provarci neanche a piangere per quello che ti sto dicendo, non è la tua pietà o il tuo rimorso che voglio…

Sai quando ho conosciuto Nadia, qualcosa è cambiato dentro di me, mi ricordava molto la mia Sana e il suo sorriso mi faceva sentire meno solo, forse perché era il riflesso del tuo.

Ma con lei sono stato un vigliacco, sempre.

Sapevo quello che lei provava, sapevo che un mio solo gesto avrebbe potuto far mutare il suo umore,il suo…

Ma preferivo non vedere, per me lei era troppo importante, soprattutto dopo la morte di mio padre e senza la sua amicizia la mia vita sarebbe stata vuota di nuovo.

Non potevo amarla, perché nel mio cuore, nell’anima marchiato dai pianti dalle liti dai nostri primi baci, c’era il tuo ricordo, sempre onnipresente dentro di me.

Anche volendo non l’avrei mai potuta amare….

Dio sai dirmi perché tutto si complica quando subentra la parola amore?

Io ne avevo paura, i suoi sentimenti mi spaventavano, già una volta mi ero innamorato e le ferite bruciavano ancora…

In dieci anni, solo una volta ho creduto di poter stare veramente con lei, quella sera maledetta….

Avevo bevuto, potrei dirti che non sapevo bene quello che facevo e che lei si sia approfittata del mio dolore, ma sarebbe una bugia e non è questo l’inizio che immaginavo per il nostro rapporto.

Io ero lucido, cioè non proprio, diciamo che feci la mia scelta, spinto dai ricordi che mi facevano così male, di quella voglia che avevo di essere felice ancora una volta, in quel mare di niente che era diventata la mia vita.

È stato uno sbaglio, lo so, ho fatto del male a lei, a te, a me stesso, ma quel bambino non c’entrava niente.

Non potevo fare il vigliacco ancora una volta.

E così lo feci, coi rimpianti nel cuore e nel silenzio di una vita che non mi apparteneva

Misi da parte i miei sogni per un po’, trovai un lavoretto in una impresa edile e cercai di costruirmi una vita, per me e per quella famiglia che mi era capitata per sbaglio.

Ma non ce l’ho fatta…

C’è gente che dice che col tempo ci si innamora sempre delle persone che ci affiancano, se no come ci si spiegano tutti i matrimoni combinati che si possono dire riusciti?

Beh chi si è inventato questa teoria probabilmente non ha mai conosciuto te.

Ti giuro che non c’è stato giorno che io non ti rimpiangessi, giorno in cui non pensassi a te.

Tu eri sempre lì, ricordo prezioso e malinconico che più mi aiutava nei momenti difficili.

Ti avrò scritto centinaia di lettere, senza sapere come recapitartele.

Cominciai a pensare che tu non esistessi davvero, che fossi frutto della mia immaginazione e della mia volontà di essere di nuovo felice, ma poi mi bastava guardare mio figlio e capire che tu eri reale, come lui, come me, come il nostro amore.

Perché il nostro amore è reale Sana.

È stata la mia unica forza per tutti questi anni, fonte di speranza, sogni e ossessioni.

Tu ci sei sempre stata, eri dentro di me, nell’essenza di un sorriso, nei miei sospiri, fino in fondo, atrocemente tu, meravigliosamente mia.

Questa settimana è stata la più bella della mia vita.

Ogni ricordo lo custodisco con cura.

Perfino l’ultimo……Sei così bella quando ti arrabbi.

Ma che dico, tu sei bella sempre.

Amore mio, io non so immaginare la mia vita senza di te.

Lo so che hai paura, di perdermi, come io ho paura di perdere te.

Ieri hai visto una parte di me, che volutamente ti avevo celato per paura, che ti potesse allontanare da me.

Ma solo ora mi rendo conto di quanto sia stato stupido.

Tutto quello che sono ti appartiene, il mio cuore, i miei pensieri, i miei sogni sono stati rubati da questa bellissima donna senza cui non sono neanche più in grado di respirare.

Sana ieri hai visto mio figlio, la cosa più bella che Dio mi abbia dato insieme a una testarda bambina coi codini e un maledetto martello rosso.

Non devi aver paura di quello che sono diventato, del mio passato, perché tu sei la cosa più importante….Tu SANA SEI IL PRESENTE.

Ci siamo sempre stati accanto sana, col cuore e coi pensieri, io sono sempre stato lì con te, e tu sei sempre stata cui, certe persone sono come piacevoli certezze.

Non fuggire via da me, non togliermi la mia forza e la mia allegria, perché solo quando ti ho al mio fianco so di esistere…

Che stupido alla fine sono io quello che piange…

La verità Sana è che ho così paura di perderti che quasi mi manca l’aria, se manchi tu tutto è più difficile.

Ti chiedo solo una cosa, torna in Giappone con me, ricongiungiti con le nostre radici, accetta i cambiamenti, e forse capirai che certe cose rimangono sempre le stesse..

Ti amo Sana, non avere paura di quello che sono stato lungo la mia strada perché la mia strada sei tu.

Se non verrai ti capirò, sarà un addio duro da accettare, ma uno si abitua a tutto nella vita, il mio dolore mi è famigliare….

Ti amo tuo Heric….

 

 

 

Sana lesse quella lettera chilometrica miliardi di volte su quell’aereo maledetto, il tempo non passava mai.

Gli faceva quasi impressione la persona che quelle righe lasciavano trapelare.

Heri era cambiato, tantissimo, così coraggioso e così forte nei suoi sentimenti, così maturo, così sicuro in ciò che provava.

Stentava a riconoscere in quella lettera quel bimbo silenzioso e riservato, schivo nell’aprirsi e chiuso con le persone, ma Sana finalmente aveva capito che i suoi sentimenti erano maturati con lui e che la paura era davvero superflua.

Certe persone sono come piacevoli certezze…si aveva proprio ragione.

 

 

 

 

 

Finito anche questo chappy non so se vi piacerà, ma lo spero tanto, ce l’ho davvero messa tutta.

Sapete provo un po’ di invidia nei confronti di Sana, avere qualcuno che mi ami in quel modo, per i miei difetti e per le mie imperfezioni oltreche per le cose più positive…beh chi non vorrebbe qualcuno come Heric?

Mi raccomando recensite presto un bacio grande grande a tutti, vostra giuli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Come nelle favole ***


 

 

Ciao a tutti, oggi mi sento ispirata grazie ai vostri commenti che non mi sarei mai aspettata così Numerosi…..così ho deciso di aggiungere subito un altro capitolo….

Allora prima di tutto però i ringraziamenti che per la prima volta voglio fare come si deve…

KIKI LA MIGLIOR:grazie per il tuo consiglio. Effettivamente mi sono resa conto di aver scritto con una grandezza un po’ esagerata e così ho messo subito in pratica ciò che mi hai detto, spero che adesso la storia possa piacere di più.

HERMY POTTER:guarda prima di tutto è veramente un onore ricevere un commento così da te che sei così brava nel parlare di Heric. Sono molto contenta che ti sia piaciuto, nello scrivere la lettera ho pensato a te, al suo diario e ho capito con più chiarezza qual era il personaggio che volevo fare emergere da questo chappy, grazie mille!

MIKI 18: grazie michi sono contenta che ti sia piaciuta continua a recensire mi raccomando. Grazie per avermi sostenuta fin dall’inizio.Sei stata una delle mie lettrici più fedeli grazie mille miki.

VIRGO:è molto interessante ricevere dei commenti dai maschi,è bello sapere ke qualcuno di voi in fondo desideri qualcosa di serio e profondo,tu mi sostieni già da un po’ di tempo e x qst volevo ringraziarti,io nn nutro molta fiducia nei confronti del tuo sesso,xke sno stata ferita tante volte,ma è cmq bello sapere ke qualche maschio decente è ancora in circolazione….

AYA CHAN: grazie il tuo entusiasmo mi fa molto piacere, grazie per l’appoggio e la carica che mi ha danno i tuoi commenti, grazie mille baci giuli

MIKI 90: anche tu mi sostieni già da tempo e sono contenta di leggere nei tuoi commenti lo stesso entusiasmo che c’era all’inizio, sei una delle persone che mi dà più carica per aggiornare la storia, i tuoi commenti mi spronano sempre a dare il meglio di me, hai un primato che ti rende ai miei occhi la più speciale mi hai lasciato ben 9 commenti grazie michi 90 grazie mille…

ANNA C: se non mi sbaglio anche tu mi hai lasciato altri commenti in passato, beh magari ti sembrerò ripetitiva ma volevo ringraziare anche te come gli altri. Il finale cercherò di farlo il più lungo possibile, spero che risponderà alle tue aspettative ce la metterò tutta….

LIZDREAMER: ed ecco una delle mie sostenitrici preferite! Grazie mille liz per le cose che scrivi sempre su di me e complimenti per il tuo nick è veramente bello ed originale, un bacio giuli.

Dany 91:non sai quanto mi abbia fatto piacere il tuo commento grazie mille, avere un'opinione del genre da una mia coetanea mi riempe di soddisfazione grazie grazie davvero

Allora ragazze pirma di iniziare la lettura, ho voluto ringraziare le persone che hanno commentato il mio ultimo capitolo ma in realtà ce ne sarebbero molto altre come Reppy, Gingi, Luchia Nananami, Chigo, Geo 88, Silyn….Sinceramente io non amo molto fare queste cose, secondo me fanno apparire lo scrittore un po’ ipocrita e i ringraziamenti mi sembrano sempre un banale tentativo per ingraziarsi i lettori, però penso che quando ci vuole ci vuole, e siccome voi con me siete sempre fantastici era giusto per una volta ringraziarvi, un bacio buona lettura giuli.

 

 

 

 

I’m with you

 

Heric guardava sorridendo suo figlio giocare a palla con un suo coetaneo.

Molta gente diceva che sia assomigliavano moltissimo, stessi capelli biondo cenere, stessi occhi imbronciati, stesso carattere scontroso, ma Heric non ne era mai stato molto convinto e più lo guardava giocare più se ne rendeva conto.

Si chiamava Alessandro in onore delle origini italiane della madre.

Era un bimbo forte, vivace, ma non lo si poteva definire un bambino difficile.

A differenza di Heric era molto più aperto e nonostante le apparenze anche più amabile,

Da sua madre aveva preso la spontaneità, quel bel sorriso sincero capace di toccarti il cuore e di lasciarti qualcosa dentro.

Aveva bisogno di quel bambino in quel momento.

Nadia l’aveva capito e così glielo aveva lasciato per qualche settimana.

Com’era dolce la sua Nadia, ogni volta così comprensiva e materna, così dolce, così forte.

Heric si chiese ancora una volta cosa non avesse trovato in lei, cosa gli avesse impedito di innamorarsene.

Una fitta al cuore……maledizione.

Era un idiota, lui il dolore se lo andava a cercare.

Era ovvio, come puoi amare una donna quando il tuo cuore è già stato rubato da un angelo?.

Nadia era fantastica, ma non era quello che lui voleva, era questo il problema, puro e semplice nella sua complessità e nei guai che questo aveva comportato.

Heric ripensò alla frase di un film di cui non ricordava il titolo…

"Io non voglio qualcosa che mi serve, io voglio qualcosa che voglio"…

Ci aveva riso su all’inizio, era un controsenso, ma ora capiva bene cosa significava quella frase.

Non puoi costringerti a desiderare qualcosa, una donna, una famiglia, un figlio, i sogni partono dal cuore, non dalla mente.

E il suo di sogno non era in Giappone.

Un’altra fitta….

Non ci riusciva a non pensarla, no proprio non ce la faceva.

Il suo cuore era a pezzi, ogni speranza era stata infranta da quello che aveva visto a casa di Sana…

"Mi dispiace mark, ma adesso è veramente tutto finito…"

Finito….Non era l’aggettivo che avrebbe apposto in quel momento al suo dolore, al suo amore.

Cercava di convincersi di aver capito male, che era stato tutto un errore, ma non serviva a niente.

Stava male, parecchio.

Un grigiore freddo e sinistro avvolgeva i suoi pensieri, il suo cuore che sembrava aver smesso di battere.

Stava per lasciarsi andare ad un altro pianto.

Sentì qualcosa stringergli la mano, alzò lo sguardo e incrociò gli occhi del suo bellissimo bambino, il suo sorriso fresco sapeva di sogni, di gioia di allegria e di speranza, tutto ciò di cui Heric aveva bisogno.

Era questo di cui parlava, quel bimbo era tutto sua madre.

Lo abbracciò teneramente scacciando quelle lacrime testarde e lasciandosi andare al suo profumo di estate, di fiori e di infanzia.

ALESSANDRO: papà….

H:cosa c’è peste?

A: perché sei triste?

H: se ti dicessi che sei piccolo per capire non servirebbe a niente vero?

A:verissimo…

H:vedi, nella vita è difficile essere veramente felici, però a volte ci riesci.

Succede quando trovi qualcuno che riesce a farti sentire sempre contento, una persona che ti fa venire sempre voglia di sorriderle e di fare altre cose meravigliose per farla contenta( HERIC MA è SOLO UN BAMBINO )….

A: e tu sei triste perché non ce l’hai questa persona?

H:no io sono triste perché questa persona l’ho persa….

A:papi tu hai me adesso non devi essere triste…

Heri sorrise, per la prima volta dopo tanto tempo, lo abbracciò di nuovo.

H:si piccolo mio, si…..

Aveva proprio bisogno di suo figlio….

 

Heric era andato a prendere una bottiglietta d’acqua per il suo ometto.

Lo chiamò più volte e lo cercò ovunque ma del suo amato piccolo non c’era l’ombra.

Era molto preoccupato. Poteva essergli successo di tutto.

Maledizione avrebbe dovuto stare più attento.

La preoccupazione e l’ansia, gli offuscavano la mente, l’agitazione gli impediva di essere lucido

Ad un certo punto si ricordò di non aver ancora cercato in un posto.

Sentì il suo cuore stringersi.

Erano anni che si teneva lontano da quel gazebo…

Troppi ricordi, troppo dolore, non era mai riuscito ad affondare quel luogo, da quando lei se ne era andata.

Ed ora era ancora più difficile…

Arrivò al gazebo trafelato.

Si guardò intorno

Poi all’improvviso li vide non riuscendo a credere ai propri occhi, il suo cuore irrorava gioia e confusione, non poteva essere vero si ripeteva, era solo un sogno.

 

Sana era arrivata in Giappone in mattinata, rendendosi conto che non sapeva assolutamente dove cercare

Così si era recata nell’unico luogo che ricordava con esattezza della sua infanzia, un luogo che custodiva molti dei suoi ricordi più belli, e che stranamente non le facevano più tanto male: quel gazebo.

Era rimasta seduta là con il borsone in cui aveva messo alla rinfusa pochi vestiti, per ore.

Poi aveva sentito piangere qualcuno, aveva cercato in giro per un po’ poi aveva visto vicino al cespuglio un bambino col ginocchio sbucciato…

All’inizio non lo aveva riconosciuto, ma poi l’emozione era stata così grande che le aveva bloccato la voce.

S: ciao piccolo ti sei fatto male?

Il bambino sentita la voce della ragazza aveva subito ricacciato indietro le lacrime.

ALESSANDRO:certo che no, io sono un bimbo grande e non ho paura di niente…

S:o si non lo metto in dubbio si vede che sei coraggioso.

Sana sentiva di volergli già bene, aveva qualcosa del suo Heric, a adesso lo aveva capito, quall’adorabile e terribile orgoglio.

La guardava con sguardo fiero e sfrontato, mascherando il dolore per la sua gamba dietro quello sguardo impenetrabile.

Tanta tenerezza la colmò, sentiva di provare tantissimo affetto verso quel bambino, che inizialmente l’aveva spaventata per ciò che rappresentava, ma che adesso l’aveva conquistata.

Era una parte di Heric e lei amava tutto di quel ragazzo.

S:dai vieni qui, se qualcuno ti vede lì per terra tutto tremante è possibile che possa pensare che tu stessi piangendo.

Il bimbo a queste parole scattò in piedi.

A:io non stavo piangendo chiaro?

S:certo che no, l’ho visto subito che tu sei un ometto tutto d’un pezzo, però anche gli uomini più valorosi vanno medicati quando si feriscono…

A:medi..che?

Sana lo guardò teneramente senza trattenere un sorriso spontaneo.

Heric restò sorpreso da quel sorriso.

La sua Sana era lì davanti a lui.

Le cose più importanti della sua vita erano sotto lo stesso cielo.

Il suo cuore iniziò a battere più forte.

A:anche tu sei triste

S:come?

A:tu sei triste come il mio papà

S:mi dispiace penso che sia colpa mia se il tuo papà è triste…

A:tu sei sana vero? La ragazza dell’aeroporto

S:si

A:il mio papà parla sempre si te, è triste perché dice che ti ha persa.

Heric sorrise, quel bambino era più maturo e intelligente di quante sembrasse.

Beh probabilmente aveva preso da lui.

S: Senti ma se io adesso dicessi a quel signore che cerca di non farsi vedere e che si nasconde dietro al cespuglio, che è l’unico amore della mia vita? Tu cosa ne penseresti?

A: beh ti direi che era ora!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!( ma quanto mi sta simpatico sto bambino!)

Sana osservò Heric negli occhi dopo aver detto quella frase, aveva percepito fin da subito la sua presenza, non sapeva spiegare come, ma l’aveva sentito.

Era stata invasa fin da subito dal suo profumo, forte e pungente, ma anche così dannatamente dolce.

Aveva avvertito il suo sguardo su di se dal primo attimo in cui lui li aveva scorti esterrefatto.

Heric dal canto suo, credeva di essere in uno dei suoi tanti sogni illusori, cercava di non emozionarsi troppo alla vista di quella ragazza, per la paura che presto tutto svanisse con il sopraggiungere dell’alba.

Ma com’era possibile?

Quietare quel battito troppo veloce, quell’emozione così bella che solo la sua presenza sapeva donare.

Convincersi che non poteva essere vero quando la sua pelle già reagiva a causa di quella vicinanza bramata.

L’aria era pura elettricità, tutto era in silenzio.

Dio com’era bella.

Coi capelli sciolti baciati dal sole estivo, con le guance rosee, gli occhi velati di emozione e speranza, quelle labbra dolci e carnose tremanti per la paura di un rifiuto che non sarebbe arrivato non quel giorno….

Gli stava offendo il suo cuore ancora una volta, con la semplicità di cui solo lei era capace, con una fiducia in cui heric non aveva più sperato.

S: e se io gli chiedessi di sposarmi? Ti andrebbe bene anche quello?

Sana disse queste cose guardando negli occhi il suo Heric, la domanda posta al bimbo gli arrivò al cuore.

Heric si stupì del fatto che Sana aspettasse una risposta.

Era talmente ovvio che il suo sogno fosse trascorrere la vita con lei, davvero poteva temere di essere respinta?

A:uffi ma io sono solo un bambino, cosa mi mettete in mezzo a queste cose per femminucce, papààààààààààààààààààààà sveglia!!!!!!!!!!!

E con queste parole il bambino se ne tornò a giocare da qualche altra parte.

I due si guardarono un attimo stupiti, poi non poterono fare a meno di lasciarsi andare ad una risata.

La tensione era ancora palpabile ma era stata in parte stemperata dall’ingenuità di quel bambino tanto speciale.

S:inizio a capire da chi ha preso…

H:credimi è tutto sua madre….Sana ascoltami dicevi sul serio?

S:ascoltami tu Heric. Io non mi reputo una persona facile, tutt’altro.

Sono piena di paure, di manie, e non sarà sempre una passeggiata starmi vicino.

Ti garantisco che arriveranno momenti difficili, che non sarà tutto come nella favole, dove il finale è sempre felice e i mostri immaginari.

Ci saranno dei momenti in cui non riuscirai più a sopportarmi e in cui io non riuscirò più a sopportare te.

Ma ti giuro che non scapperò più, ti giuro che questi miei difetti lì combatterò con te.

Se ci sarai sempre e comunque troverai in me, un’amica, una moglie, una madre, una donna solo per te.

Io ti amo heric, sei l’unica cosa che riesce a rendermi felice, l’unica persona che io voglia al mio fianco fino alla fine, perché sei testardo, taciturno e a volte quasi impossibile.

Amo i tuoi difetti, amo i tuoi silenzi, insomma amo tutto di te e ti chiedo solo di far altrettanto

Mi rendo conto che ti ho fatto soffrire e che forse ora ti sto chiedendo molto, è successo tutto talmente velocemente che…..

Non devi rispondere adess…..

Sana fu interrotta dalla cosa più bella che esistesse per lei su questo mondo così tormentato.

Lui la stava baciando sorridendo.

Non pensava neanche che si potessero fare le due cose contemporaneamente.

Ma era così.

Il tempo delle parole era finito.

Anzi no non ancora…..

S:aspetta un secondo non ho ancora finito….

H:che c’è?

S:ora sono due le persone d’amare….

H:perché?

Heric la guardava stranito, non capiva proprio la sua ultima frase.

Poi Sana si accarezzò il ventre dolcemente, per lui fu tutto chiaro, tutto bellissimo.

Ormai il suo cuore era così leggero che gli sembrava che sarebbe volato via se non fosse rimasto coi piedi per terra.

Il suo angelo gli aveva donato un altro motivo per essere felice.

H:Sana ti amo….

Un altro bacio.

Aliti d’amore sussurrati si fusero ancora una volta, sulle labbra di due amanti che i passanti invidiosi additavano arrossendo.

Il dolore li aveva cambiati, il destino li aveva fatti incontrare, l’amore li avrebbe legati fino alla fine.

 

 

 

Dietro un cespuglio intanto un bambino osservava la scena sorridendo…

Sapeva che le cose sarebbero cambiate anche per lui.

Ma non aveva paura, era felice.

Il suo papà era contento…finalmente…questa era la cosa più importante.

 

 

Perché l’amore è così.

Non è facile, per niente.

A volte dura poco, a volte troppo, a volte è unilaterale, a volte terribile per una terza persona.

Non è una certezza, qualcosa su cui dare sempre affidamento,qualcosa di scontato e facile da gestire.

Se no ci annoierebbe, come la maggior parte delle cose

Ti dà felicità,, dolore, gioia e rassegnazione nella stessa lacrima, e a volte anche se lo cerchi, lo brami e lo custodisci esso non fa altro che spezzarti il cuore.

A volte ti dona la felcità più pura e magnifica di questo mondo per poi provartene quando le cose  sebrano andare per il meglio.

Ma bisogna provarci, perché se non hai tentato non hai mai vissuto…

Devi cercare, fino alla fine, qualcuno d’amare e che ti ami alla stessa maniera.

Chissà un giorno quel bacio potrebbe essere tuo.

 

 

 

 

Ragazzi mi viene da piangere!

È finita!

Non mi sembra vero. Sono mesi che penso a un finale, ma alla fine come le cose migliori è venuto da se, si è scritto praticamente da solo!

Ci sarà un ultimo capitolo conclusivo, ma la storia più o meno non ne subirà varianti.

Allora cosa ne dite? Vi è piaciuto?

A me scriverlo è piaciuto tantissimo, Ho voluto dare un po’ di spazio anche ad Alessandro e spero che questo personaggio vi piaccia.

é passato molto tempo da quando ho cominciato questa storia e tante cose sono cambiate da alloraì, io sono cambiata e anche il mio modo di scrivere, ma una cosa è sicura senza di voi non sarei mai riuscita ad arrivare da nessunissima parte.

Grazie di tutto

Mi raccomando fatemi sapere presto cosa ne pensate un bacione giuli

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Quando meno te lo aspetti ***


 

Ciao ragazze, ho deciso di scrivere questo mio ultimo capitolo proprio oggi per farvi un bel regalo di Natale.

Di ringraziamenti ne dovrei fare ancora a centinaia.

Sono arrivata a 102 recensioni, credetemi non avrei mai sperato di essere seguita e appoggiata da tanta gente. Visto che è l’ultimo capitolo ho deciso di ringraziarvi di nuovo, come faccio a non farlo? Avete scritto delle cose così belle….

Aya chan: anche io non pensavo di arrivare a 100, ma ci sono riuscita e questo mi ha reso molto contenta, comunque si è propria quella la mia idea di bacio, però quello che volevo fare emergere è che Heric ne sarebbe uscito con l’aiuto di suo figlio, perché non esiste solo un tipo di bacio perfetto o solo un tipo di amore. Quindi lui decide di stare con Sana non più perché ne ha bisogno, ma semplicemente perché lo vuole, insomma quello che diceva la frase che ho ciatato "io non voglio qualcosa che mi serve io voglio qualcosa che voglio "grazie mille bacio giuli

Dany 92: dire che mi ha fatto piacere il tuo commento sarebbe riduttivo. Sai io frequento da poco un liceo classico, dove stanno cercando di rendere molto più elaborata la mia forma. Infatti dal primo capitolo il mio vocabolario è diventato un tantino più vasto…Però secondo me quando si parla di qualcosa di così grande come l’amore se non si usa la semplicità si rischia solo di perdersi in una marea di parole complicate che comunque non riescono a esprimere niente. Grazie per aver apprezzato questo mio ritorno alle origini, grazie mille bacio giuli ps non solo le penso quelle cose, ma purtroppo o per fortuna le ho anche vissute.

Anna c: grazie Anna magari è merito tuo se nessuna ha criticato grazie per il commento bacio giuli

Michi 18: grazie michi sono molto felice che ti sia piaciuta, mi dai sempre tanto entusiasmo grazie…

Lizdreamer: ciao liz anche il tuo commento è stato bellissimo. In effetti quella frase piace tantissimo anche a me, evidenzia come heric ormai non veda più sana solo come donna, ma come amore della sua vita, mi è venuta spontanea come molte cose di questo chappy grazie per averla apprezzata anche tu bacio giuli.

Virgo: io sono convinta di una cosa: chi cerca trova. Ma devi sapere bene quello che vuoi e quello che cerchi, una volta che lo avrai capito non dovrai fare altro che guardarti intorno, sono quasi sicura che c’è qualcuno vicino a te che non riesci a notare ma che c’è, mi sembri un ragazzo sensibile e a posto e se hai delle scappatelle vuol dire che sei anche un bel ragazzo, qualcuno per te ci sarà sicuramente anzi secondo me c’è già. Mi dispiace non volevo intromettermi troppo bacio giuli

Lisa Lawer:ciao lisa sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia, comunque io ho compiuto da poco i quattordici anni, ma quando ho iniziato a scrivere ne avevo effettivamente 13. Spero che anche questo ultimo capitolo ti piaccia!un bacio

Ragazzi sigh sigh questo è veramente l’ultimo, mi mancheranno i vostri commenti e mi mancherà questa storia, grazie a tutti quelli che mi hanno seguito grazie davvero, bacio giuli già.

 

 

 

 

Quando meno te lo aspetti

 

 

S: Heric mi sa che ci siamo….!!!!!!!!!!

H:si cara se Dio vuole questo film inizia finalmente…

S:ma quale film, ti dico che ci siamo!!!!!!!!!!!!!!!!

H: a fare ch…………..Oh mio DIO!

Sana sorrise nel vedere la faccia di suo marito, nonostante il dolore e l’ansia quell’uomo riusciva sempre a intenerirla.

S: caro non sono mica una bomba a orologeria, stai tranquillo, respira, prendi le chiavi della macchina la mia borsa e muoviti per favore…………..

Heric aveva il cuore in gola e gli occhi completamente fuori dalle orbite.

Era strano era già diventato papà ,aveva già affrontato quella situazione ma non ci aveva ancora fatto l’abitudine.

Era sempre una sensazione nuova, una nuova realtà, e sapeva che non sarebbe mai riuscito a far propria quell’esperienza così unica…

Guardava la sua Sana radioso e terrorizzato come se potesse andare in pezzi da un momento all’altro con quel tenero senso si protezione e solidarietà dipinto negli occhi commossi.

Dopo l’ennesimo urlo della sua piccola belva, finalmente si riscosse, stava per chiudere la porta di casa quando vide due sagome sulle scale con un’aria assonnata e un po’ sorpresa…

Alessandro:ehi che succede?

Erica: si che uccede?

Heric li guardò sempre con la stessa espressione ansiosa e felice. Come aveva potuto avere tanto? Cosa aveva fatto di così bello per meritarsi tanta felicità?

H: non vi preoccupate la vostra sorellina è in arrivo credo, adesso chiamo la zia Alicia così viene a farvi un po’ di compagnia….

Alessandro: non se ne parla neanche papà, non ho mica due anni ne ho ben 8, io vengo con te, voglio stare vicino a Sana e alla mia sorellina…

Erica: ache io!

Heric guardò rassegnato i suoi bimbi….

In particolare il suo sguardo si posò sul piccolo Ale. Era stato un anno difficile per lui, per tutti.

La sua vita era stata sconvolta e per quanto lui e Sana si fossero sforzati per limitare i danni del trauma, si vedeva che in lui qualcosa era cambiato..

Era così taciturno e serio, si apriva solo con la sorellina più piccola, e perfino con Sana era scostante e scontroso.

Lo stupì un poco la sua richiesta, ma sapeva che era un bimbo molto cocciuto e non c’era più tempo così decise di portarselo dietro….

H:e va bene, Ale può venire, ma tu no Erica fino a prova contraria hai ancora 5 anni, la mia principessa deve dormire ok? Vedrai che andrà tutto bene piccola, fra poco viene la zia Alicia ok?

Erica lo guardò imbronciata e rassegnata.

Com’era dolce quando si arrabbiava proprio come la sua mammina…

Aveva i suoi occhi solari ed energici, la sua bocca piccola e chiacchierona e perfino i suoi modi, solo i capelli biondo cenere sembravano ricordare vagamente il papà.

S: amoooore non per metterti fretta ma qui c’è qualcuno che non sembra avere la mia stessa pazienza quindi muoviti se no mi alzo e ti trascino a forza di calci in quel tuo bel culetto ok?

Heric incrociò lo sguardo con Ale prima di entrare in macchina, a metà tra il divertito e il terrorizzato e ridacchiarono insieme piano ,quella ragazza non si smentiva mai…..

Arrivarono all’ospedale in poco tempo e Sana fu subito ricoverata.

Heric tirò un sospiro di sollievo, sembrava che il peggio fosse passato, anche se non capiva perché non lo avessero fatto entrare come sempre….

Una piccola parte di lui iniziò a preoccuparsi dopo qualche ora che nessuno veniva a dirgli niente in quel maledetto corridoio bianco dove tutto sembrava uguale…

A: papà mi innervosisci a fare così…

H: lo so amore è che è passato già un po’ di tempo da quando la hanno ricoverata e mi domando perché nessuno ci dia notizie….

Heric si lasciò andare su uno scomodissimo sedile di metallo a un pesante sospiro.

Il bambino lo osservò a lungo sorpresa per tanta paura in un adulto, nel suo papà sempre così deciso e ironico.

Ale fece qualcosa che lo sconvolse un poco: si alzò gli andò di fronte e lo abbracciò forte.

Il biondino inspirò il dolce profumo del figlio e ancora una volta si ritrovò rincuorato dalla sua presenza, dal suo odore di casa e di gioia e dalle sue manine che cercavano di avvolgerlo.

Era stato un periodo terribile per quella piccola stella eppure per fortuna aveva continuato a custodire la sua luce, quel modo straordinario di star vicino alle persone nei momenti più difficili.

Quasi un anno prima quel bimbo aveva aspettato con la nonna tutta la notte l’arrivo della madre e del patrigno che non erano mai arrivati.

Nadia era andata a un convegno di lavoro di suo marito per stargli vicino lasciando il suo adorato bambino con la nonna paterna non sapendo che il saluto veloce che gli aveva dato sulla porta era un addio.

Avevano avuto un incidente sulla strada di casa, durante il ritorno a causa di un camion che non aveva rispettato uno stop.

Heric era stato sconvolto dalla morte di quella donna, la più importante della sua vita dopo Sana.

Il ragazzo aveva sempre visto in Nadia un porto sicuro, un rifugio caldo lontano dal furore del mondo, un caldo sorriso un punto di riferimento incrollabile.

Ma non era stato così e ora quella ragazza meravigliosa non c’era più.

Lui e Sana non avevano avuto neanche il bisogno di parlarne lo avevano accolto nella loro bella famiglia cercando di lenire le sue sofferenze come potevano….

I due erano felicemente sposati da cinque anni, cinque meravigliosi e stupendi anni e la loro seconda figlia era già in viaggio.

Si erano trasferiti in Giappone dopo il matrimonio successivamente al primo e unico periodo di crisi del loro matrimonio.

A Heric mancava casa, i suoi amici , ma soprattutto suo figlio che era costretto a vedere di rado, ma non riusciva a parlarne con Sana

Le aveva già chiesto così tanto, come poteva sperare che lei volesse staccarsi dalla sua nuova vita solo per lui?

Ma poi alla fine gliene aveva parlato, un attimo prima che il problema diventassi insormontabile.

Per la ragazza era stato uno shock: non aveva mai pensato di tornare stabilmente in Giappone, verso il passato, una realtà da cui era fuggita.

Ma aveva capito che era un sacrificio necessario, per la vita meravigliosa che l’aspettava, per suo marito e per la bimba che stava per salutare il mondo.

Così si erano trasferiti e insieme si erano riappropriati della loro felicità, delle proprie radici, insieme, sempre insieme e così era stato sempre.

Ora erano molto felici, con due figli, una bella casa, con il lavoro di Heric di pediatra che era in fase di avviamento e con quello di Sana che ormai dava lezioni di recitazione per giovani stelle emergenti.

Le era costato molto lasciare Brodway, quel lavoro che per tanti anni l’aveva spinta ad andare avanti, dandole forza e tante e tante soddisfazioni, ma sentiva di essere stanca della notorietà, e aveva preso la scelta migliore….

Con Miriam si sentiva ancora spessissimo e inoltre quella pazza della sua migliore amica si sarebbe trasferita presto in Giappone, presa da un nuovo amore che lei diceva essere quello della sua vita, e dalla sua carriera di giornalista che la costringeva a muoversi spesso verso l’Oriente.

Insomma le cose erano andate nel migliore dei modi e nonostante ci fossero stati un paio di momenti difficili la loro serenità ripagava di tutti i sacrifici….

A:papà torna da me…

H: cosa?

A: ormai ti conosco non c’eri con la testa…a cosa stai pensando?

H. ti ricordi cosa ti ho detto l’ultima volta? Io sono felice e ho tanta paura di perdere tutto questo…

A: non ti preoccupare sento che la mamma sta bene….

Heric quasi cadde dalla sedia quando sentì quella frase.

Il bimbo si era sempre rifiutato di chiamare Sana "mamma" e tutti lo avevano sempre capito anche la stessa donna, d’altronde lui una madre ce l’aveva e anche se morta dentro di lui era ancora onnipresente.

Eppure probabilmente il suo affetto per Sana era diventato col tempo più intenso di quanto pensasse.

Heric lo stava ancora fissando curioso, quando vide un’infermiera avvicinarsi….

Qualcosa in lui si mosse.

Scattò in piedi con in braccio il figlio, negli occhi la paura di una verità che sentiva già certezza dentro di sé.

.

H,A :allora come sta?

dissero contemporaneamente lui e Alessandro ,che nel frattempo si aggrappava insicuro alle spalle del padre. Tutte le sue certezze stavano scivolando via quei terribili secondi di attesa.

H "perché non risponde?" si domandò l’uomo preoccupato.

Era perfettamente cosciente che qualcosa non andava .

INFERMIERA: quante ecografie aveva fatto la ragazza?

H: beh eravamo mancati alle ultime due, o tre non ricordo perché…sa, è stato un periodo difficile, molto frenetico, abbiamo avuto un lutto in famiglia e Sana è così presa dalle sue allieve, dalle prime a cui viene invitata, e io dai miei pazienti, poi bisognava cercare una nuova squadra di baseball per mio figlio perché nell’altra aveva dei problemi, Erica ha avuto l’influenza, e Sana era così certa che fosse una femmina che non ha voluto fare altre visite e così….

INFERIMERA: si calmi si calmi, non si preoccupi capita saltare alcune visite, il problema che l’ultima volta che siete venuti la gravidanza era ancora in fase iniziale, ben sei mesi fa ( altro che due o tre…)e così certe cose non abbiamo potuto rilevarle….

Ale non riuscì a sentire altro, si precipitò nella stanza di Sana piangendo.

Quando entrò trovò il suo cuore mancò un battito…..

Aveva gli occhi chiusi e un respiro leggerissimo, era così pallida, stentava a riconoscere in quella ragazza così magra e perlacea, quella donna solare e gentile che per tante notti dopo la morte della sua mamma lo aveva tenuto in braccio per farlo addormentare…

Le si avvicinò un po’ con i grandi occhi castani pieni di lacrime….

Le prese la mano timido e speranzoso, ma quello strano freddo lo spaventò moltissimo.

A: Ti pregotipregotipregotipregotiprego, Dio non me la portare via come hai fatto con la mia mamma…Sana è testarda e a volte è un po’ dura con me e urla un po’ troppo per i miei gusti…, Continua a ripetermi che devo tenere in ordine le mie cose e fare il bravo bambino come se fossi un poppante. Però lei è l’unica che mi fa ridere quando non ci riesce nessuno, è l’unica che fa contento il mio papà e che riesce a far fare a quella peste di Erica quel sorriso così bello.

Lei è gentile con me, anche quando io non faccio tanto il bravo….

Una volta le ho chiesto di farmi i biscotti al cioccolato, lei mi ha accontentato e la notte di Natale me ne ha fatto un intero vassoio, io però ero di malumore perché odio il Natale senza la mamma e così ho rovesciato tutto per terra. Lei allora ha preso un martello di gomma enorme e me lo ha picchiato in testa ( certe cose non cambiano mai!!!!!!! ) , senza farmi male però, ne ha tirati fuori un po’ che aveva nascosto e ha detto : " questi li avevo tenuti per me, ma se fai il bravo te li faccio assaggiare comunque". Io li stavo prendendo quando lei ha iniziato a tirarmeli addosso e farmi il solletico. Nessuno avrebbe mai giocato con me alla guerra dei biscotti e se anche dopo mi ha messo in punizione quel giorno ci siamo divertiti un mondo. La parte più bella è stata quando lì ha raccolti me li ha fatti assaggiare, erano buonissimi! Un po’ li ha anche portati al cimitero, ha detto che volevo che la mia mamma sentisse quanto era migliorata in cucina! Lo dico sempre che è pazza, però è stata una cosa carina e quel Natale mi sono divertito molto anche senza la mamma.

Io le voglio tanto bene Dio, e lo so che a volte non me lo merito quando lei mi fa un regalo o gioca con me a fare la lotta però io le voglio bene. Anche se strilla , anche se è completamente fuori di testa qualche volta, perché lei è la mia mamma Dio, lei è la mia mamma tutti i giorni, quando mi rimbocca la coperte, quando mi sveglia ogni mattina, quando viene alle mie partite di baseball con degli striscioni enormi…e io le voglio bene Dio, ti prego lasciamela qui, io non voglio che muoia, lasciamela qui, il mio papà è triste quando lei non c’è e lo sono anche io…non sai quanto…

Alessandro aveva vomitato tutte quelle parole in pochi minuti piangendo a dirotto su quel letto d’ospedale. Erano tanti i momenti in cui Sana per lui era stata fondamentale, come la notte dopo il funerale quando era rimasta in piedi fino all’alba tendendolo in braccio e raccontandogli storie.

La sua preferita era quella che parlavo di lei e Heric, di New York, del luna park e del loro matrimonio ( opportunamente rivista e corretta per un minorenne ovviamente ).

-ehi guarda che se qualcuno ti vedesse così potrebbe anche pensare che tu abbia pianto-

A: oh mamma…..

Alessandro la abbracciò forte, felice e commosso perché la sua preghiera era stata ascoltata. Aveva avuto così tanta paura di perderla, ed ora che era ancora lì con lui tutto sembrava più bello, più nuovo….

Sana aveva ascoltato tutto il discorso, dolcemente stupita per quell’affetto che quel bambino gli aveva riversato addosso un po’ per la paura e un po’ per il bisogno di rivederla sorridere.

Al di sopra della sua spalla vide suo marito, che aveva assistito a tutta la scena.

Ciò che i medici non avevano notato era che il bambino non era un bambino ma due bambini…

Sana era rimasta sconvolta dopo la nascita della sua bambina a sentire il medico che continuava a ripetere "spingi ancora", ma l’emozione era stata sostituita presto da un’euforia e da una gioia impagabili.

E ora stringeva fra le braccia un altro nuovo figlio e niente avrebbe mai potuto eguagliare quel momento.

Heric le si avvicinò al letto e la fissò a lungo.

Si guardarono negli occhi per un’eternità.

Il loro amore non era più quello travolgente e passionale di quando si erano rincontrati.

Era maturato con loro, in quegli anni di reciproca conoscenza, scoperta, sopportazione.

E quello che restava era il puro sentimento.

Il sesso era sempre fantastico, ma aveva preso un ruolo secondario nel loro rapporto.

Quello che rimaneva era il " ti amo" non il " Ti voglio ", perché nonostante gli anni che erano passati non c’era posto che Sana preferisse all’abbraccio di suo marito.

Perché l’amore va oltre il corpo, oltre il mondo, i problemi, i posti, le cose, l’amore è legato all’istinto che ti riconduce a casa dopo ogni sbandata, a un sorriso spontaneo nel vedere una donna che piange per uno stupido film mangiando cioccolata.

Amore era esserci ancora, dopo anni, lì insieme, pronti a vivere un’altra avventura, o meglio due altre avventure, con qualcosa di nuovo e qualcosa di antico, amore e vita, passione e storia, sorrisi e pianti.

Era solo un altro inizio, un altro viaggio, erano insieme e stavolta lo erano davvero.

Era bello vederli insieme ….

Sana con Alessandro ancora tra le braccia ormai addormentato i due neonati, Nadia e Terence, vicino al letto, e lo sguardo di due amanti che si erano giurati amore eterno.

Ma in fondo cos’è l’eternità? È solo il richiamo di noi umani all’infinito, e cosa c’è di più infinito di un amore come quello di Sana ed Heric?

Che spettacolo entusiasmante…peccato che non ci foste anche voi.

 

 

Oddio ragazzi stavolta è veramente finita! Se ci penso mi viene un magone! Ragazzi ce l’ho davvero messa tutta! Ho cercato di mettere dentro a questa storia la mia concezione dell’amore, come qualcosa di troppo grande per essere scalfito dal tempo, dai problemi, dal passato, mi sono inventata tutti gli ostacoli possibili e immaginabili, ma alla fine loro hanno superato tutto.

Amo Heric e Sana, rappresentano tutto ciò a cui aspiro, mi hanno commosso, e spero che avranno fatto lo stesso effetto anche a voi.

Grazie per chi mi ha seguito fino alla fine, tanti auguri di buon natale un bacio grande grande giuli.

 

 

 

 

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