Red Fire - Dark Blow

di Beatrix e Yuki689
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Convocazione ***
Capitolo 2: *** Spia ***
Capitolo 3: *** Inizio ***
Capitolo 4: *** Sconforto ***
Capitolo 5: *** Country Girl ***
Capitolo 6: *** Incancellabile ***
Capitolo 7: *** Bloccato ***
Capitolo 8: *** Fermi ***
Capitolo 9: *** Time to Go ***
Capitolo 10: *** Ritorno in superficie ***
Capitolo 11: *** Paura ***
Capitolo 12: *** Incontro/Scontro ***
Capitolo 13: *** Face to Face ***
Capitolo 14: *** Diavolo Rosso ***
Capitolo 15: *** Sentimenti ***
Capitolo 16: *** Dialogo ***
Capitolo 17: *** Insubordinazione ***
Capitolo 18: *** Collisione Inaspettata ***
Capitolo 19: *** Conoscenza ***
Capitolo 20: *** Violetta ***
Capitolo 21: *** Perdonami ***
Capitolo 22: *** La donna del Capitano ***
Capitolo 23: *** L'importanza degli amici ***
Capitolo 24: *** Fare amicizia ***
Capitolo 25: *** Il brindisi ***
Capitolo 26: *** Dritti al punto ***
Capitolo 27: *** Parentesi serena ***
Capitolo 28: *** Duplice confronto ***
Capitolo 29: *** Discussione accesa ***
Capitolo 30: *** Responsabilità ***
Capitolo 31: *** Lacrime ***
Capitolo 32: *** Colpi bassi ***
Capitolo 33: *** Solo amici? ***
Capitolo 34: *** Nuvole di speranza ***
Capitolo 35: *** Shopping! ***
Capitolo 36: *** Ritorno ***
Capitolo 37: *** Resoconto ***
Capitolo 38: *** Mal di mare ***
Capitolo 39: *** Totalmente sfatta ***
Capitolo 40: *** Iniziativa ***
Capitolo 41: *** Tessere la tela ***
Capitolo 42: *** Dolore ***
Capitolo 43: *** Dietro le sbarre ***
Capitolo 44: *** In Isolamento ***
Capitolo 45: *** L'inizio della convergenza ***
Capitolo 46: *** Grazie ***
Capitolo 47: *** Street Fighter ***
Capitolo 48: *** Ordini insostenibili ***
Capitolo 49: *** Non osare ***
Capitolo 50: *** Tutte le parole mai dette ***
Capitolo 51: *** Pallido raggio di Luna ***
Capitolo 52: *** Chiarezza ***
Capitolo 53: *** Strategia nemica ***
Capitolo 54: *** Battaglia ***
Capitolo 55: *** La situazione precipita ***
Capitolo 56: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 57: *** Infine la fine ***
Capitolo 58: *** Alle spalle, per sopravvivere ***
Capitolo 59: *** Convalescenza ***
Capitolo 60: *** Viva ***
Capitolo 61: *** Hikari (Para todos la luz) ***
Capitolo 62: *** E la guerra ebbe inizio - (the End) ***



Capitolo 1
*** Convocazione ***



Salve a tutti!
Come scritto nell'oggetto, siamo Beatrix e Yuki689 con l'account dedicato ai nostri lavori di coppia, e questa è la nostra prima storia scritta a quattro mani. Abbiamo iniziato questa splendida esperienza a Giugno 2009, per terminarla esattamente l'1 Febbraio 2010, dandoci dentro a ritmo di due capitoli (in media) a settimana e, se devo essere sincera, abbiamo fatto pure in fretta vista la lunghezza della storia (che sì, sarà lunga davvero e vi terrà compagnia, se lo vorrete, per parecchio tempo ^^)!

Abbiamo avuto una mente un pò contorta per partorire una storia del genere, ne siamo consapevoli! Speriamo solo che possa essere di vostro gradimento. Personalmente noi, sarà che è la nostra prima opera scritta assieme, ci siamo affezionatissime e, quando l'abbiamo finita, assieme all'esultanza, una lacrimuccia probabilmente ci è scappata. ^^'''

E' stata comunque scritta con l'intento di farne un seguito, tuttavia dobbiamo aspettare che Oda si porti avanti con l'opera principale (capirete il perchè). Ora come ora, probabilmente, ci dedicheremo alle nostre storie personale, ma non nascondiamo che la nostra collaborazione potrà essere destinata a durare a lungo.

Essenzialmente, i protagonista principali, attorno ai quali si svolge la vicenda sono Ace e il Nuovo Personaggio. A sua volta, attorno a loro, gireranno altri due personaggi: Shanks e Smoker. Non vi anticipiamo altro, perchè non vogliamo rovinarvi la sorpresa, solo, non pensate che sia la solita storia con la coppietta di mezzo. Perchè non è assolutamente così, di casini in merito ce ne saranno eccome, e sarà tutt'altro da quello che può sembrare da queste righe! :p

Ah, sarò io a pubblicare (Beatrix), tuttavia Yuki risponderà a parte alle recensioni che saranno postate (ed io posterò anche i suoi pareri, assieme ai miei): sarà un angolo delle risposte LUNGHISSIMO. :D Questo per permetterle di portarsi avanti con i suoi lavori (e di destreggiarsi con i suoi impegni, visto che è mortalmente sommersa!).
Aggiornerò regolarmente (incrociamo le dita!) il martedì sera e la pubblicazione sarà settimanale. Ogni capitolo avrà anche la sua colonna sonora personale (se cliccate sopra vi si aprirà la pagina di youtube con la canzone linkata).

Bene, avrete capito che il dono della sintesi di certo non è di casa, qui da me. u_u Credo, dunque, sia anche l'ora di lasciarvi al primo capitolo! Buona lettura a tutti quanti!


..:: Beatrix e Yuki ::..








CAPITOLO 1: CONVOCAZIONE.
(Chapter soundtrack: American Idiot - Greenday)


Quella mattina si era alzato di malumore, forse dovuto al caldo insopportabile che non dava tregua nemmeno di notte, forse per via di quegli idioti dei suoi sottoposti che non sapevano far nulla di buono se non combinare guai.

Si era seduto su di una sedia collocata all'ombra, sul ponte, per poter osservare l'orizzonte. Stava inspirando profondamente fumo dai suoi due sigari in modo da riuscire a riottenere un po' di tranquillità interiore ed evitare che i suoi nervi fossero a fiori di pelle, cosa che sarebbe andata a discapito dei suoi subordinati e della sua lucidità. Soprattutto quest'ultima non poteva lasciarsela venire meno se voleva riuscire a mettere le mani su Cappello di Paglia che ormai era divenuto il suo obbiettivo principale.

Liberò una nuvola di fumo, che uscì con prepotenza dalle sue labbra incurvate all'in giù, il quale si disperse velocemente nell'aria, complice il vento arido che soffiava su quel tratto della Rotta Maggiore. Si stavano avvicinando a un'isola estiva e ciò spiegava quel clima torrido il cui unico effetto era sfiancare gli umani imprigionati sulla nave.

"Signore! Signore!" lo chiamò una voce femminile alle sua spalle che lo costrinse a voltarsi.

Tashigi era arrivata correndo e grazie alla sua prodigiosa sbadataggine inciampò, andando a finire addosso al commodoro. Con un sopracciglio alzato per la solita goffaggine che dimostrava la sua sottoposta e quella leggera irritazione sempre impressa sul suo volto, l'aiutò in modo rude a rialzarsi.

Le avrebbe voluto far notare che se aveva degli occhiali da vista tanto valeva usarli, invece che tenerli come accessorio decorativo sui capelli. La osservò intanto che si prodigava in inutili scuse visto che a lui non servivano. Come tutti anche lei cercava di tenere il meno possibile abiti addosso e questo andava a favore della messa in mostra delle sue forme. Tuttavia, visto l'espressione preoccupata della giovane, l'attenzione di Smoker ora era tutta rivolta a ciò che stava per comunicargli.

- Ho l'impressione che questa sia davvero una pessima giornata - pensò in attesa, con volto severo, mentre i sigari in bocca si consumavano lentamente.

"Una chiamata per voi, Commodoro!" ansimò Tashigi per il caldo e per l'imbarazzo di essere finita addosso al suo capo "Pare sia molto urgente e viene direttamente dal Quartier Generale della Marina".

"Che cosa vogliono?" chiese seccato.

"Solo che hanno una comunicazione di massima urgenza per voi".

Non riusciva a immaginarsi un valido motivo per cui dovesse essere fatta una chiamata a lui proprio dai piani alti della Marina. Sperava solo che non fosse nulla di rilevante visto che, finalmente, aveva l'opportunità dopo molto tempo di rimettersi all'inseguimento di Cappello di Paglia. Un'opportunità che non voleva perdere, anzi, sfruttare al massimo per mettere finalmente le mani su quel moccioso che sapeva irritarlo profondamente.

Una nuova nuvola di fumo si disperse nell'aria mentre Smoker rientrava nella cabina dov'era collocato il lumacofono, a passi pesanti e decisi. Sentiva la spadaccina seguirlo e la lasciò fare.

"Qui Smoker" aprì la conversazione con voce aggressiva e scocciata.

Non aveva voglia di perdere tempo dietro la burocrazia o giochetti di potere, a lui interessava solo fare il suo lavoro, nient'altro. Dunque voleva chiudere il più in fretta quella comunicazione e le formalità varie per potersi dedicare alla cattura dei pirati che infestavano l'oceano.

Tutti i suoi piani vennero sbriciolati nel momento stesso in cui la voce dall'altra parte del lumacofono proferì parola.
Appena la riconobbe ebbe la sgradevole sensazione che la sua opportunità per confrontarsi con Cappello di Paglia si stesse riducendo in polvere davanti ai suoi occhi e che lui non avrebbe potuto farci nulla.

"Commodoro Smoker, qui è Sengoku che vi parla" s’interruppe per lasciare tempo che quell'informazione essenziale e shoccante prendesse possesso della mente del suo interlocutore, prima di continuare "La vostra presenza è richiesta, d'urgenza, al Quartier Generale".

Smoker non si lasciò incantare troppo dal fatto di star parlando con il Grande Ammiraglio in persona. Anche se quelli erano ordini, voleva almeno una spiegazione che potesse chiarirgli per quale motivo gli fosse stata fatta una simile richiesta.

"Signore, sto dando la caccia a dei pirati..."

"Non importa, manderemo altri. L'aspettiamo presto. Buona giornata, Commodoro Smoker".

La comunicazione venne interrotta prima ancora che dall'altra parte si potesse ribattere.

Un moto di rabbia si andò lentamente a sovrapporre allo stupore che quella chiamata aveva suscitato in lui. La sentiva divampare nel suo petto impetuosa, tanto che dovette trarre profondi e ampi respiri, che andarono a consumare rapidamente i sigari che ancora stringeva tra i denti.


Gettò quello che rimaneva nel cestino prima di accendersene altri con il viso contratto in una smorfia di pura ira per l'ordine che aveva appena ricevuto.

La cosa che lo faceva infuriare non era tanto l'abbandonare la caccia, lasciare ancora una volta il suo inseguimento a Cappello di Paglia e dedicarsi a un'altro lavoro. No, quello che in quel momento gli rodeva nell'anima era il modo in cui aveva ricevuto tale comando: quel tono pacato, ma che non ammetteva repliche e non ascoltava, non gli aveva offerto nemmeno una scusa dietro la quale nascondere quell'ordine improvviso.

"Commodoro?" la voce preoccupata di Tashigi lo riportò alla realtà.

Posò i suoi occhi grigi sulla giovane donna che lo fissava in attesa di una qualche spiegazione, ma come poteva darne a lei quando non ce le aveva nemmeno lui?

Si alzò di scatto, uscendo nuovamente all'aria aperta.

- E' davvero una pessima giornata - sbottò mentalmente prima di cominciare a dare ordini sull'inversione di rotta che li avrebbe condotti al Quartier Generale della Marina. Sentiva su di sé gli occhi zaffiri e interrogativi della ragazza che non osava rivolgergli alcuna domanda.

Ormai lo conosceva abbastanza da capire quando non era dell'umore adatto per mettersi a parlare e, segretamente, le era grato per la sua non insistenza in quel momento nell'ottenere delle risposte.

Infondo, non c'era nemmeno molto da dire.


Il Quartier Generale era una costruzione imponente. La sua struttura era antica, ma continuava a essere solida e a trasmettere un senso di potenza e impenetrabilità. Mai, quel luogo, era stato violato e lì regnava sovrana la giustizia suprema che, con enorme fatica, la Marina tentava di diffondere nel mondo corrotto dai pirati. Lì, da secoli, gli ufficiali tentavano di coordinare le tattiche migliori per riuscire finalmente a portare pace in tutte le terre, distruggendo una volta per tutte la feccia che ricopriva il mondo.
 
Smoker non era fatto per rimanere chiuso in quattro mura, per quanto solide e maestose. L'attività passiva non gli si addiceva e tanto meno quella fatta di convenevoli, fogli da firmare, piani da preparare e quella politica sempre un po' sporca e marcia che viveva tranquillamente in quei luoghi.

Nonostante credesse ancora nella Marina, non era così illuso da credere che al suo interno non vi fossero i corrotti e gli arrivisti, che tentavano solo di guadagnarsi una posizione. Quella sporcizia esisteva anche lì, semplicemente pensava che il sistema potesse funzionare abbastanza bene da non risentire della loro presenza.

Percorreva a gran passi i corridoi, ignorando le persone che li popolavano e le loro occhiate.

Ricordava dove fosse collocato l'ufficio di Sengoku, nonostante non vi andasse da molti anni ormai. La sua memoria era ottima tanto da riuscire persino a riportare alla mente gli altri luoghi del Quartiere che aveva visitato quando era più giovane.

"Signore".

Un soldato in divisa, impeccabile e senza nemmeno una piega, gli si era avvicinato con aria severa. Non riusciva a scorgerne il viso a causa della visiera del cappello, ma aveva la vaga impressione che fosse contrariato anche se si sforzava di trattenere quel sentimento.

"Che c'è?" sbottò poco paziente Smoker.

"E' vietato fumare nei corridoi".

Per tutta risposta il commodoro fece uscire un'ingente quantità di fumo dalla bocca indirizzandola al giovanotto di fronte a sé. Non era proprio dell'umore adatto per mettersi a discutere con una recluta che passava le sue giornate a far lavoro d'ufficio, senza contare che mentre quel soldato si preoccupava di una cosa tanto insignificante, per i mari scorrazzavano bande di pirati che assaltavano, saccheggiavano e depredavano.

"Finisco questo sigaro" borbottò allontanandosi.

Ci aveva impiegato tre giorni di navigazione per tornare al Quartier Generale. Giorni che avrebbe potuto spendere alla ricerca di Cappello di Paglia, quindi sperava fermamente che il motivo di tale chiamata avesse alla base fondate motivazioni. Eppure un presentimento negativo gli riempiva lo spirito e lo metteva in guardia.

Purtroppo davanti a Sengoku non poteva lamentarsi più di tanto essendo il Grande Ammiraglio, tuttavia nutriva ancora una vaga speranza di poterlo persuadere adottando magari la giusta strategia. Non era certo un oratore, il che poteva rivelarsi un problema se si fosse dovuto mettere a discutere qualche ordine, ma in faccia a Sengoku non poteva rispondere in malo modo o troppo bruscamente.

Arrivò davanti alla porta del suo ufficio e bussò.

Non attese molto per trovarselo davanti, con quel suo assurdo cappello con il gabbiano, gli occhiali rotondi e quella barba intrecciata e lunga. Come sempre aveva un'aria mite e pacifica, ma era tutta apparenza. Questo era ciò che pensava Smoker e buona parte del resto della Marina, perché infondo un uomo non poteva certo diventare la seconda carica più importante del mondo senza avere una certa forza e uno spirito tutt'altro che misericordioso.

"Buongiorno, Commodoro Smoker" lo salutò bonariamente Sengoku.

"Salve" borbottò cercando di trattenere il più possibile il suo tono rude.

"Pensavo di ricevervi prima".

"Purtroppo eravamo parecchio distanti dal Quartier Generale della Marina, ci abbiamo impiegato parecchio per raggiungervi".

"Comprendo, non ci sono problemi se le cose stanno in questo modo".

Smoker strinse tra i denti i sigari con maggior forza per evitare di rispondere sgarbatamente, ripetendosi che era meglio attendere in silenzio gli ordini che doveva comunicargli. Doveva trattarsi di qualcosa si grosso per aver richiesto la sua presenza lì, per comunicargli personalmente le direttive volevano evitare intercettazioni nonostante le loro linee fossero le più sicure del mondo.

"Vi ho tenuto sotto controllo" esordì Sengoku intanto che cominciava a camminare lentamente per i corridoi con le mani incrociate dietro la schiena "Il vostro è un lavoro impeccabile e la vostra dedizione assoluta alla Marina".

"E dovevate spiarmi per saperlo?" sbottò incapace di trattenersi il Commodoro.

"Siate paziente" lo pregò con tono affabile l'altro uomo "D'altronde questi sono periodi estremamente delicati e volevano essere assolutamente certi che voi foste incorruttibile, soprattutto per la missione di massima segretezza che vi stiamo per impartire. Quindi capirete bene la nostra premura, la spia che vi ha seguito doveva solo assicurarsi che voi foste impeccabile".

"Che missione?" chiese Smoker cercando di non pensare al fatto che fosse stato pedinato.

Se non avesse abbandonato quella parte della conversazione rischiava di perdere la già poca pazienza di cui disponeva e che in quei tre giorni era stata seriamente stata messa a repentaglio.

Non riusciva a comprendere a che gioco stessero giocando i piani alti e non era nemmeno certo di volerlo sapere, sperando che alla fine fosse tutto finalizzato al raggiungimento dei loro scopi di giustizia.

"Si tratta di Ace Pugno di Fuoco" rispose con naturalezza come se stessero disquisendo sul tempo o su quanto zucchero andasse messo nel caffè "Tuttavia, approfondiremo tra poco, non appena arriveremo al cospetto dei Cinque Astri".

Gli occhi di Smoker si sbarrarono per la sorpresa a quelle parole. Ora la sua mente aspettava solo risposte, impazientemente, che non riusciva a trovare da solo.

Proseguirono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, anche se quelli del Commodoro parevano più tumultuosi e confusi di quelli dell'altro uomo che tranquillamente passeggiava con noncuranza tra i corridoi del Quartier Generale.
Infine giunsero davanti a un'immensa porta di legno che venne spalancata con solennità da due guardie ai due lati di essa.

All'interno, in una stanza circolare e ampia, vi erano due divani e su di essi sedevano cinque anziani signori, dagli sguardi severi e saggi, i cui lineamenti parevano dove incarnare l'apice della somma giustizia, bontà e armonia che il mondo potesse conoscere. Quelle persone componevano l'organo al vertice del Governo Mondiale.

Smoker non li aveva mai incontrati di persona, non sapeva nemmeno che facce avessero e trovava ridicolo che per un misero incarico fosse stato convocato dinnanzi a loro. Che cosa c'era dietro di così grosso?

Ormai sapeva che non avrebbe più nemmeno potuto tentare di svincolarsi dall'ordine che gli avrebbero dato, perché dinnanzi a loro non avrebbe retto il suo desiderio di dare la caccia a Cappello di Paglia, per quanto quest'ultimo fosse pericoloso. Era stato convocato lì perché volevano essere certi che comprendesse l'importanza della missione che stavano per conferirgli e la portasse a termine con la conseguente diligenza.

Strinse tra i denti i tre sigari che ormai si erano per metà consumati da quando insistentemente continuava a inspirare.
 
"Salve Commodoro" lo salutò uno dei Cinque Astri.

"Buongiorno".

"Lei è stato convocato qui perché le stiamo per affidare un compito di assoluta delicatezza" prese la parola un altro.

"Più precisamente la cattura del pirata conosciuto come Pugno di Fuoco, comandante della seconda flotta di Barbabianca. Vogliamo che ce lo porti vivo e usando la riservatezza più alta" intervenne quello al suo fianco.

"Questa missione sarà segreta, il che comporta che oltre a lei solo poche persone potranno esserne informate e qualsiasi fuga di notizia sarà considerata una sua mancanza" continuò il quarto.

"Può usare la sua ammiraglia naturalmente, ma del suo equipaggio sarebbe meglio che non venga rivelata la sua nuova missione, se non strettamente necessario" concluse l'ultimo.

"Quindi dovrei lasciare l'inseguimento di Rufy Cappello di Paglia per dedicarmi a quella del fratello maggiore, in massima segretezza?! Per quale motivo, se mi è concesso chiedere?" controllò come meglio poté il proprio tono per evitare di sembrare troppo acido.

"Vogliamo che Pugno di Fuoco subisca un'esemplare punizione che andrà come deterrente per tutti gli altri pirati" rispose Sengoku prima di porgergli un foglio.

"Qui ci sono le coordinate dell'ultimo avvistamento che abbiamo ricevuto del suddetto soggetto, speriamo che possa risalire a lui facilmente. Buona giornata, Commodoro Smoker".

Era stato liquidato e la consapevolezza di ciò lo faceva imbestialire.

I sigari vennero ridotti in cenere in due secondi una volta fuori dalla sala.

Non gli avevano dato una spiegazione decente, ne si erano sforzati di trovare una menzogna che almeno stesse in piedi, dato che per dare una punizione esemplare andava benissimo anche Cappello di Paglia dopo i fatti di Alabasta. L'unico motivo per cui lo avevano fatto arrivare fino al Quartier Generale era per fargli comprendere che non poteva assolutamente fallire e che non aveva modo di divincolarsi da quell'ordine.

Poco male in fin dei conti.

Pugno di Fuoco era comunque un ottima preda ed era meglio pensare a catturarlo che cercare di comprendere i secondi fini dei Cinque Astri, cosa che lo avrebbe sicuramente portato in acque agitate.

Riaccendendosi i sigari una volta uscito dalla struttura, si incamminò con passo deciso verso la sua ammiraglia.





- TO BE CONTINUED -

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Capitolo 2
*** Spia ***



CAPITOLO 2: SPIA.
(Chapter soundrack: Onda Granda - Cisco Bellotti)


[FLASHBACK: TRE GIORNI PRIMA]

Il LED rosso, che poco prima lampeggiava con insistenza sul suo codec personale, si era finalmente tinto di verde.

Strinse il pugno soddisfatta: era diverso tempo che tentava una breccia nelle linee private del Governo Mondiale e, dopo moltissimi tentativi andati a vuoto, finalmente ci era riuscita.

Ora, non restava altro che attendere la chiamata: la luce verde si sarebbe messa a lampeggiare e lei non avrebbe dovuto far altro che sintonizzare al meglio la frequenza sul canale stabilito.

Prima di mettersi le cuffie nelle orecchie, ringraziò mentalmente il suo capo per averle fornito quella tecnologia necessaria. Il Governo Mondiale teneva quei gioiellini ben nascosti e non era stato facile procurarsi un codec di ultima generazione, capace di non lasciare tracce evidenti di un’intrusione nel sistema.

Era ancora un prototipo, ma funzionava alla grande…

E pensò anche a quanto tempo era passato da quando era entrata nelle file del Governo Mondiale: non era stato facile neanche quello. Aveva dovuto lavorare duramente prima di arrivare a mettere in azione il piano premeditato da anni, ovvero girare le informazioni segrete al suo capo.

Quanto tempo era passato? Sette, otto anni? Dieci? Neanche se lo ricordava più. Si era dovuta impegnare a fondo per arrivare alla carica di vicedirettore addetto alle telecomunicazioni: ma era riuscita a lavorare alle spalle di quelle mele marce, nonostante svolgesse mansioni del tutto ordinarie, come passare chiamate e rintracciare informazioni per conto di quelli.

Ora che aveva sufficiente potere, era venuto il momento di agire: la cosa fondamentale era quella di non lasciare tracce.

Quando aveva raggiunto la carica, circa un anno fa, aveva ripreso i contatti costanti con la sua base ed era stata istruita a dovere su cosa doveva fare.

Il suo capo s’era raccomandato fin troppo bene: anche se freddo come un iceberg, non aveva mai nascosto l’interessamento a quella mente diabolica. E la considerava una dei suoi migliori uomini.

Da parte sua, Hikari Mugen, nonostante il suo capo non esaltasse una condotta esemplare e avesse la fedina penale più sporca delle mani di un carpentiere intenzionato ad oliare la catena di un ingranaggio, si era fidata ciecamente di lui da subito.

Forse perché le aveva dato una chance per vivere? Le aveva dato un motivo valido per andare avanti, proprio quando lei, in preda ad una crisi esistenziale, aveva messo tutto in discussione. Era stata affascinata dalle sue idee, dai suoi scopi, dai suoi progetti: e capiva, nonostante tutto, che in molti casi il fine giustificava i mezzi.

E più passava il tempo, con se stessa confinata nelle file del Governo, e più capiva che quello a cui puntava il suo capo era assolutamente necessario.


S’infilò le cuffie nelle orecchie: era notte fonda, le due erano passate da un pezzo e l’oscurità regnava incontrastata nel suo ufficio.

Il trasferimento del direttore del reparto telecomunicazioni le aveva permesso una stanza tutta sua, ove poter amministrare le procedure della divisione. Ma la cosa fantastica era stata la possibilità di accedere a gran parte degli archivi conservati là dentro.

Oltre al fatto, non meno importante, di poter agire indisturbata.

L’unico neo furono le centinaia di pratiche di lavoro assegnatole: era convinta che, per fare il tutto, avrebbe avuto bisogno di giornate di trenta ore ciascuna! Perché doveva continuare ad essere impeccabile sul suo lavoro, nonostante la messa in azione del piano segreto. Era arrivata ad un livello di una certa importanza e sapeva di aver gli occhi puntati addosso.

Ma questo non la preoccupava più di tanto: anzi, avrebbe contribuito a rendere più interessante la faccenda.

Un po’ le dispiaceva per il suo superiore: il Sig. Talim era una persona molto gentile e fidata, nonostante il suo grado. L’aveva sempre aiutata nelle mansioni e ciò che lo contraddistingueva dagli altri erano i suoi modi deliziosi di porsi con la gente, anche con quelli di infimo rango.

Si ricordava bene come la trattavano quando ancora non aveva conquistato quel traguardo importante, quando ancora era impegnata nella gavetta. Ma, nonostante lui fosse il capo della divisione, e fosse lui a decidere chi poteva andare avanti e chi no, l’aveva sempre trattata coi guanti.

E si domandava del perché e del come facesse a prendere ordini dal Governo Mondiale: sapeva bene che ognuno poteva avere una concezione di giustizia personale, ma innanzi a tutte quelle informazioni e al lavoro che faceva, proprio non si spiegava come una persona così gentile potesse chiudere gli occhi davanti a quegli scempi di libertà.


I suoi pensieri furono interrotti dal lampeggiare insistente del led verde del codec: era il segnale che la sede madre stava trasmettendo.

Prese ad armeggiare con le manopole delle frequenze, affinché il segnale giungesse pulito e chiaro: dopo pochi secondi, il ronzio della comunicazione era sparito.

“Senkogu a Black Wolf, ordine d’ufficio di risposta. Passo” aveva ripetuto per tre volte una voce severa ma dai toni tranquilli.

Dopo qualche attimo d’attesa, un secondo led verde lampeggiò sui canali del codec: era il ricevente della chiamata.

Ovviamente, per maggior sicurezza, stavano usando due canali diversi per comunicare, ma questo lei l’aveva già messo in conto. E sapeva già che Black Wolf stava alle calcagna di Smoker: per cui si era già preoccupata di passare a tappeto tutte le frequenze possibili a disposizione dell’infiltrato.

Premette velocemente il pulsante del canale secondario e sintonizzò la frequenza.

“Qui Black Wolf. Agli ordini. Passo”.

“Individuazione dell’ammiraglia del Commodoro Smoker effettuata? Passo”.

“Roger. 25° Est rispetto all’isola di Shiba. Attendo istruzioni. Passo”.

Ci fu un minuto di silenzio: Hikari temette di aver perso il segnale, quando la voce roca cominciò di nuovo a trasmettere.

“Ordine tassativo di procedere con il controllo delle linee. Pervietà? Passo”.

La giovane donna incrociò le dita: se avessero scoperto l’intercettazione, sarebbe andata di corsa come un uragano alla base e, nonostante il suo capo terrorizzasse mezzo mondo, l’avrebbe suonato come un campanaccio!

“Pervietà presente. Passo”.

Tirò un sospiro di sollievo.

“Ordiniamo di tornare alla base. Per motivi gestionali, abbiamo deciso di comunicare in direttissima a Smoker il piano riguardante Pugno di Fuoco. Passo”.

La voce dall’altra parte indugiò qualche secondo.

“Siete davvero sicuri? Passo”.

“E’ un ordine. Passo e chiudo”.

La comunicazione s’interruppe e il led verde smise di lampeggiare. Si appoggiò allo schienale della sedia: allora la fuga di informazioni riguardanti Pugno di Fuoco era totalmente vera.

Prese ad armeggiare di nuovo con il codec, aprendo un nuovo canale per una nuova trasmissione: era necessario tenere aperta l’intrusione nella linea della sede madre, proprio per individuare altre informazioni di questo tipo.

Inserì tre codici diversi e premette il pulsante di trasmissione, ricalibrando le frequenze e inviando un codice binario.

Dopo pochi secondi, sentì dall’altro capo della cuffia una sintonizzazione e una voce molto familiare:

“Ankoku. Hai buone notizie vero”?

Sorrise divertita dal tono della domanda: assomigliava più ad una minaccia.

“Dragon, devi smetterla di minacciare i tuoi inservienti: sennò chi fa il lavoro sporco al posto tuo”?

“Vedo che, nonostante la tua permanenza in Marina e la disciplina ferrea cui ti hanno sottoposto, il rispetto per il tuo superiore non l’hai ancora imparato…”

“Suvvia…” commentò ridendo.

“Allora”?

“Sì, le voci sul presunto piano del Governo Mondiale per catturare Pugno di Fuoco sono fondate. Ho appena rintracciato una chiamata partita dalla sede madre da Senkogu, diretta ad una spia dei servizi segreti, tale Black Wolf. A quanto pare stanno tenendo gli occhi puntati su Smoker”.

Dragon rifletté in silenzio per alcuni secondi.

“Come immaginavo. Ma perché proprio Smoker e non qualcuno di un livello più alto”?

“Molto probabilmente perché Smoker darebbe meno nell’occhio e perché detiene una condotta invidiabile. Nonostante il suo forte senso di giustizia, obbedisce ciecamente agli ordini. E ricordati che Smoker sta alle calcagna dell’altro tuo figlio… Indirettamente t’han fatto un favore i fenomeni” concluse ironica.

“Ankoku, sei sicura sull’assenza di tracce in intercettazione”?

La donna sospirò: “Dragon, che diamine, se non ne sei sicuro tu che mi hai fornito questo codec, come faccio a saperlo io? Non sono un ingegnere informatico, sono soltanto una spia con la fissa delle trasmissioni via radio!” e gli aveva praticamente urlato nel microfono.

“Calmati, impiastro”.

“Il tuo impiastro intanto ti salva le palle… A proposito, l’altro ieri ho saputo che intensificheranno i controlli in quella zona. Spostati…”

“Cosa aspettavi a dirmelo? Un’imboscata”?

La ragazza rise: “Tu complichi la vita a me. L’avevo detto che t’avrei restituito il favore”.

Dragon dall’altra parte del codec era indeciso se scoppiare a ridere o strangolarla: “Ankoku. Tieni le orecchie tese e attendi ordini. Qualsiasi altra informazione sul piano di cattura di Ace è di vitale importanza”.

“Agli ordini”.

“Passo e chiudo”.

Hikari si alzò dalla poltrona e si preoccupò come al solito di nascondere il codec: prima di riporlo nel doppio fondo del cassetto per gli asciugamani, del mobiletto del bagno dell’ufficio, frugò nelle tasche della divisa.
 
Ne estrasse un auricolare: sintonizzò quel gioiellino sulla linea d’accesso del codec e inserì un codice di trasmissione automatica. Questo permetteva al codec, precedentemente settato sulla funzione di trasferimento, di trasmettere automaticamente le chiamate intercettate all’auricolare, di modo che il marchingegno potesse essere nascosto più facilmente.

Non poteva girare per i corridoi e gli uffici con il codec in tasca: sarebbe stato troppo pericoloso, nonostante fosse delle dimensioni di un blocco note – e adeguatamente camuffato.

L’auricolare, che aveva circa le dimensioni di una nocciola ed era di color carne, l’avrebbe celato la sua voluminosa chioma riccia. Non se ne sarebbe accorto nessuno.

- Quanto ci godo nel farlo innervosire – pensò divertita, chiudendo la porta dell’ufficio. Il buio pesto celava la sua presenza, ma nonostante ciò non poteva rischiare.

Non avrebbe dovuto fare un lungo tragitto per arrivare alle sue stanze, ma doveva reinserire l’allarme.

- Se dovessi piantarlo in asso, voglio proprio vedere come farebbe a fare tutte queste cose… - rimuginava nel mentre inseriva il codice dell’allarme – Come osa darmi dell’impiastro?

Ma non riusciva proprio ad arrabbiarsi col suo capo.

- Non vedo l’ora che questa faccenda sia finita - pensò chiudendo la porta della sezione alle sue spalle.





- TO BE CONTINUED -

Nota delle autrici: il fatto che Dragon chiami Hikari "Ankoku", verrà spiegato più avanti.




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Allora! Eccoci qua, al secondo capitolo, ad introdurre il personaggio misterioso... Spero sia stata di vostro gradimento, ci terremo tanto a sapere le vostre impressioni in merito!
Ho rubato la citazione iniziale dei riassunti di One Piece: mi è sempre piaciuta un casino! Ovviamente, tutti i diritti non appartengono nè a me, nè a Yuki, e non ci ricaviamo il becco di un quattrino. Ma era semplicemente un tributo. ^^

Ah, ho modificato l'intro del precedente capitolo, quello dove spiegavamo la storia. Perchè mi sono accorta di aver scritto una stupidaggine. O meglio, mi sono accorta di essermi espressa male. Perdonatemi. A volte la mia mente va in black out. Comunque ho corretto. :)

Piccola precisazione: questa fanfiction è stata scritta passandoci la palla capitolo dopo capitolo. Una sorta di Round Robin non in tempo reale, ove un capitolo lo scrivera Yuki e passava la palla a me che continuavo, seguendo solo uno schizzo di trama basilare, che conoscevamo entrambe. In questo caso preciso, il primo capitolo è stato scritto dalla mia socia, mentre questo da me medesima (ah, i bei primissimi capitoli, ove ero tutt'altro che prolissa. Chiedo scusa se è un po' corto, tuttavia, andando avanti con la storia, peggiorerò pericolosamente! XD). Posso solo dirvi una cosa: divertitevi a scoprire di chi è il capitolo. Abbiamo inventato un nuovo gioco. XD

Idiozie a parte, veniamo alle recensioni!

Ps. Cisco lo conoscerete in poche, a meno che non siate fan dei Modena City Ramblers. Comunque, è il loro ex cantante, che ora ha una band sua. Spero vi piaccia. Io la trovo molto azzeccata per i Rivoluzionari. E di fatti ce ne saranno altre a riguardo. ^^


- Angolino di Beatrix –

@Giodan: O mamma! Direttamente nei preferiti? *Fa la danza dell’imbarazzo di Chopper* Grazie cara, sono contenta che ti abbia subito colpito. E mi fanno molto piacere le tue parole, così come averti tra i lettori. Purtroppo c’è un però: siccome non voglio illuderti, non ci sarà quella coppia. Più che altro perché non ci saranno i Mugiwara ^^’’ *giodan cade dalla sedia* Ebbene sì, sarà tutta incentrata sul Rosso, sul cerino ambulante, sul nuovo personaggio (presentato qui appunto) e sul nostro brontolone preferito. XD
Spero che questo non sia un problema! ^^’’ Un abbraccio e alla prossima!

@RuNami 4 ever: ciao cara! ^^ Ben approdata! Allora, come scritto nella premessa, il capitolo precedente è della mia socia. Per cui i complimenti vanno tutti a lei. ^^ E le stesse cose gliele avevo dette io: lei è fenomenale nel trattare Smoker. Non sarà il suo personaggio preferito, ma riesce a renderlo completamente IC. E’ inquietante la cosa! XD Sono felice che ti entusiasmi così tanto dal principio! Spero che l'apprezzerai per intero!
Ti ringrazio per i complimenti, alla prossima! (Tranquilla che la recensione così va più che bene, anzi!).


@MBP: ciao Marta! (Vero? Sono un disastro coi nomi!^^’’) Sono felicissima che tu sia tra i lettori! Spero di non deludere le tue aspettative, almeno per quanto concerne le mie parti. I complimenti, come ho già detto a RuNami, vanno tutti a Yuki, perché è stata lei ad iniziare la storia. ^^ Ti ringrazio per i complimenti comunque: non ho chiesto a Yuki, però, nonostante noi abbiamo a capitoli, credo che entrambe la consideriamo nostra questa storia, a prescindere di chi ha scritto il capitolo. ^^ Alla prossima caVa, un bacione!

@Red Queen: Oh mio dio. O_O Sono scema se ti dico che, nel momento in cui ho visto la tua recensione, sono svenuta? XD Tesoro! Non sai quanto mi faccia piacere averti nei lettori! * Beatrix fa la calca attorno a Red Queen urlandole “sono una tua fan!” * ahahahah! :D Spero di non deludere le tue aspettative (e quelle di tutte le altre, ovviamente). Tranquilla comunque: figurati che anche la revisione di tutti i capitoli è terminata, quindi non ci resta che caricarli! ^^ Anche io apprezzo chi pubblica quando la storia è già finita. Non per altro, ma semplicemente per il fatto “che non si sa mai”… Io seguivo Waves, mi piaceva da morire e… Ed è incompiuta (sul più bello per giunta). T_T Sigh.
Grazie ancora per i complimenti! Alla prossima!

@KH4: tesoro, ci sei anche tu!!! ^_^ Benone! (Sembra una rimpatriata!). Allora, premetto che ci siamo letteralmente sfasciate la testa per cercare di far quadrare il tutto, a partire dal carattere dei personaggi (sono tutti personaggi cui Oda avrà sì e no speso due righe per descriverli), soprattutto la Marina. Sengoku forse l’abbiamo fatto eccessivamente bastardo, ma… Vabbè giudicherete! ^^
Il complimento all’inizio è il più bell’augurio che il lettore vorrebbe ricevere. Sono commossa, grazie… Al prossimo capitolo cara, un abbraccio!

@Akemichan: ciao cara! ^^ Innanzitutto grazie per i complimenti, mi han fatto parecchio piacere. Su Sengoku, guarda, noi ce lo siamo immaginato terribilmente calcolatore e freddo. Dopotutto, dovete immaginarlo completamente preso dalle vicende di questa storia, distaccandosi per un momento da quelle principali (la linea temporale è Water Seven come inizio). Quanto a Smoker, io già me la rido… Perché siamo sadiche (checché ne dica la mia socia XD). Ne vedrete delle belle. E poi, Smoker in missione segreta è tutto dire! ** Alla prossima, un abbraccio!

@Yuuko: ollallà! Che recensione mega! O_O Ciao carissima! ^^ Ti ringrazio veramente molto per tutti complimenti, davvero. Qualche precisazione però: sulla questione del personaggio accostato assieme ad Ace, devo dirti che sarà più legata al Rosso, che a lui. Non posso dirti di più però, a parte che, se dovessi delineare i due fulcri della storia, potrei designare proprio lei e il ragazzo. E’ un discorso complicatissimo da spiegare. Quanto al primo capitolo, come scritto in precedenza, preciso che questa storia è stata scritta passandoci la palla (tipo una Round Robin, ma non in tempo reale): tipo, il primo capitolo l’ha scritto lei, il secondo io, inventandoci il seguito volta dopo volta (seguendo solo uno schema stilizzato di linea temporale, fatto all’inizio). ^^ Non ci sarà sempre l’alternanza tra i capitoli, però penso che, andando avanti, te ne accorgerai. ^^
Infine, Ace entrerà presto nella storia, tuttavia per Shanks dovrai aspettare un paio di capitoli ancora. ^^
Un abbraccio e grazie! Alla prossima! ^^

@Maya_90: Yaaa! Ciao Maya! L'hai trovata allora! XD Mamma mia, davvero, sta storia, da come è partita sembra una rimpatriata! Ahahah! Guarda, sia io che Yuki, amiamo sia Smoker che Tashigi. Se prima di scrivere Red Fire - Dark Blow, diciamo che ci piacevano, da quando li abbiamo trattati sono entrati nei nostri cuori prepotentemente. Fanno troppo ridere: lei così sbadata, lui così orso (ma è adorabile).
Io ti dico "chissà?". Ci siamo capite... Chi vivrà, vedrà. :p In ultimo, se ti piacciono gli intrighi e i giochi di potere, stai tranquilla che in questa storia non ti annoierai. Io stessa ho chiesto a Yuki se siamo state troppo stronze con i nostri amati. XD Tutto nello stile di OP, diciamo. Ovviamente non è un giallo o una cosa del genere, però ci siamo divertite tantissimo a far sì che tra tutti si tirassero colpi bassi. ^^ E Dragon... Non lo abbiamo che visto due volte, ma io già lo amo. L'idea di inserirlo è stata perchè avevamo bisogno di lui per agire nell'ombra. E chi meglio del peggior criminale del mondo? **
Bene, io ti ringrazio per i complimenti (quelli su Smoker, sono da fare interamente a Yu), mi hanno fatto davvero piacere! ^^ Alla prossima cara, un abbraccio! (Ci leggiamo da te ^^). 


- Angolino di Yuki -


@Giodan: Ciao ^^
Ma che bella l'accoglienza per questa nostra storia! Sono contenta di sentire tanto entusiasmo dato che è la prima volta che ci cimentiamo in una storia a quattro mani e soprattutto perché ci abbiamo messo molto impegno nello scriverla! Spero che anche i prossimi capitoli possano piacerti come questo e di più!
Per quanto riguarda la coppia Zoro/Tashiji, non comparendo proprio Rufy e la sua ciurma non è possibile ^^"" Spero vada bene comunque! ^_^
Alla prossima!

@RuNami 4 ever: Elly!!!! Ciao!
Oddio, meno male che c'è questa storia così possiamo continuare a sentirci tramite recensioni! Anche se devi aspettare che pubblichi io il seguito di 'Ambizione e Fuoco', riusciamo comunque a mantenerci in contatto ^^
Allora, parto dall'ultimo punto perché é quello che mi fa più piacere **
Beatrix mi ha rifilato Smoker proprio perché dice che come lo tratto io sempra di vedere quello di Oda, ma dato che io sono sempre scettica sulle mie capacità di scrittrice, sono sempre contenta di sapere di riuscire a mantenere i personaggi IC!
Vedo con piacere che ognuno ha il suo di personaggio XD Così almeno non litighiamo! Ottimo!
Per quanto riguarda la 'pagina triste di One Piece' non mi esprimo dopo il capitolo 573 T____T Spero in un 574 che mi infonda speranze!
A presto ^^

@MBP: Ciao carissima!
Ma noi da quanto tempo non ci sentiamo? Settimane? Mesi? Anni? *molto sarcastica* XD
A parte i miei deliri, sono contenta di poterti sentire anche qui e che tu abbia deciso di seguire questa nostra storia!
Sono contentissima di sapere che Smoker mi sia riuscito così bene! Cavolo, non pensavo di essere stata tanto brava! Mi fa veramente piacere ^^
Ci sentiamo presto :)
Un abbraccio

@Red Queen: Ciao ^^
Non so se ho il permesso da parte della mia socia (ma sei scema a chiedermi il permesso delle cose? XD n.d.Bea), ma volevo ringraziarti prima di tutto anche per la recensione che avevi lasciato alla mia one shot su Ace, 'Vivere'. Mi ha fatto piacere sapere che ti sia piaciuta e di essere riuscita a trattare la questione in modo realistico come desideravo!
Ti ringrazio molto anche per i complimenti sulla stesura del primo capitolo di questa storia ^^
Beatrix e io abbiamo deciso di terminare di scrivere la storia prima di pubblicarla proprio per evitare la spiacevole situazione di interruzione. Dato che nemmeno a noi piace quando una storia a cui ci affezioniamo viene lasciata a metà, allora abbiamo preferito non correre questo rischio!
Spero siceramente che tu ti possa appassionare molto a questa storia! Quindi, alla prossima!! =)

@KH4: Ehi, ciao tesora!
Ma rieccoci qui, con le recensioni ** Così non mi sento sola nell'attesa di pubblicare il seguito della mia storia!
Bhè, non ho nemmeno parole per rispondere ai complimenti *-* Grazie mille cara! Sono davvero felice di sapere che la storia appaia così interessante fin da subito e che la narrazione riesca a coinvolgere a tal punto!
Spero vivamente che il nuovo personaggio ti piaccia! Io e Bea ci siamo molto affezionate a lei e ci teniamo, praticamente per noi è come se facesse parte di One Piece seriamente!
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Akemichan: Ciao ^^
Ah, Smoker sono riuscita a renderlo bene, eh? Sono molto soddisfatta nel saperlo, non credevo seriamente di essere così portata per occuparmi del Fumoso (come lo chiamano Ace e Rufy XD).
Sengoku sinceramente io me lo immagino esternamente una persona molto pacata, tranne quando si ritrova ad aver a che fare con la famiglia di Garp. Infatti è lo stesso Gran Ammiraglio che lo afferma: è sempre la famiglia del vice ammiraglio a dargli preoccupazioni XD
Grazie ancora per i complimenti!
A presto!!

@Yuuko: Ciao =)

Hai ragione, qui tutti si sono dimenticati dei Rivoluzionari! Forse è anche un po' colpa di Oda che li nomina ma non li fa mai entrare in scena attivamente - io attendo ancora di vedere Dragon dar spettacolo - e forse anche perché in questo periodo tutti gli occhi sono puntati sulla questione dell'esecuzione. Però io e Beatrix non ce ne siamo scordate e abbiamo deciso di farli partecipare!
Allora, sappi che quando toccherà a me scegliere le canzoni, il 50% delle volte troverai canzoni dei Green Day dato che sono il mio gruppo preferito! ^^
Per quanto riguarda il fatto che il capitolo non sembra scritto a quattro mani... bhè, non lo è! Io e Beatrix abbiamo scritto un capitolo ciascuna (e non per forza alternate sempre, capitano momenti in cui si susseguano due o tre capitoli dell'altra). Il primo l'ho scritto io e quindi ti ringrazio per la nota positiva sulla caratterizzazione di Smoker *-*
Guarda, ci sono io che ho eletto Ace a mio personaggio preferito, nonché amore della mia vita. E Beatrix ha fatto altrettanto con Shanks. Quindi non ci offendiamo se tu vuoi rimanere fedele a Zoro X°°°°D
A parte questa parentesi di follia, spero davvero che la storia ti piaccia e ti possa emozionare! Noi ci abbiamo messo tutte noi stesse per far in modo che ciò possa accadere ^_^
Alla prossima!

@Maya_90: Ciao cararissima *-*
Che bello sentirci anche qui!
Hai ragione, Tashigi è un angelo a sopportare un uomo come Smoker - scorbutico com'è! E lei mi fa una certa tenerezza per la sua goffaggine e quegli occhiali che non mette anche se dovrebbe XD
Grazie per i complimenti sulla caratterizzazione di Smoker, a quanto pare, l'ho messo giù proprio bene ^^""""
Guarda, tu non immagini come io sia qui ad aspettare l'ingresso in scena di Dragon nel manga di One Piece! Insomma, Oda li ha nominati più di una volta i Rivoluzionari, in pratica stanno mettendo in crisi il Governo Mondiale, e non si sono ancora visti decentemente! T__T Non è giusto! Io voglio conoscere meglio il padre di Rufy! Mi prende troppo come
personaggio.

A presto ^_^
Un abbraccio.




Ringraziamo infine chi ha messo la storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente, è passato di qua a buttarci un occhio. ^^



ATTENZIONE - SPOILER PERICOLOSISSIMO
(se non seguite gli spoiler giapponesi, evitate di leggere, per carità!).























Non ci dilungheremo in merito all'ultimo capitolo di Oda, riguardo ad Ace: restano solo mille domande e una tristezza immensa, per una morte insensata - perchè arrivati a questo punto, è insensata, punto e basta.
Il figlio di ROGER non può morire in un modo così meschino.
Ci sentiamo altrettanto stupide a starci così male, ma sinceramente ce ne frega il giusto. Se passiamo come delle deficienti, pazienza, vuol dire che lo siamo veramente.
Tuttavia non ce ne vergognamo.
E' quasi improbabile un contro - colpo di scena (anche se Oda è davvero imprevedibile, e ce l'ha dimostrato sicuramente - un cagotto di un mese non glielo risparmierà nessuno), quindi...

Farewell Ace. One Piece, con la tua dipartita, ha perso tutta la sua magia.


Bea & Yuki





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Capitolo 3
*** Inizio ***




CAPITOLO 3: INIZIO.
(Chapter soundtrack: We Are the Waiting - Green Day
)
 


Tashigi doveva aver compreso subito che qualcosa non era andato per il verso giusto.

La ragazza lo aveva capito immediatamente solo guardandolo in volto e cogliendo l'espressione scura nei suoi occhi. Tuttavia non si fermò a dare spiegazioni, né a lei né ai suoi uomini.

L'unica informazione che si degnò di condividere con i suoi subordinati fu quella della rotta da prendere, senza specificare il loro obbiettivo e senza informarli che non stavano più inseguendo Cappello di Paglia. Mise a tacere con un grugnito le domande della spadaccina e si rinchiuse nella propria cabina ordinando di essere disturbato solo in casi di assoluta e straordinaria necessità.

Doveva ancora sbollire la rabbia che quella faccenda gli aveva messo addosso.

Ora che era da solo e che ci poteva ragionare meglio, scorgeva chiaramente qualcosa di storto in quella questione e, anche se sapeva che era meglio non indagare oltre, la sua mente non poteva fare a meno di rimarcare i punti che più di tutti non gli erano andati giù.

Primo tra tutti era la questione di essere stato spiato e pedinato: nonostante le buone ragioni, quell'atteggiamento losco gli infiammava le vene portando il sangue alle tempie velocemente. C'erano molte altre persone più sospette di lui, senza contare quelli palesemente corrotti, come mai a loro non veniva torto un capello?

Poi c'era la questione di Cappello di Paglia.

Una nuvola di fumo uscì prepotentemente dalle sue labbra intanto che i suoi occhi si assottigliavano.

Decisamente non gli andava giù di dover rimandare nuovamente la caccia a quel moccioso, nonostante la sua nuova preda non fosse assolutamente da meno. Quel ragazzino gli era sfuggito troppe volte, gli doveva persino la vita!

I sigari terminarono troppo rapidamente e fu costretto ad accendersene altri.

Reclinò il capo appoggiandosi completamente allo schienale della poltrona sulla quale si era gettato.
 
Era del tutto inutile continuare a rimuginarci sopra, non sarebbe cambiato nulla: quell'incarico lo doveva portare a termine e non aveva modo di sfuggirvi, anzi, non osava immaginare che cosa sarebbe potuto capitare se non ci fosse riuscito.

Moderò la respirazione e tentò di liberare la mente da tutti i pensieri che vorticavano al suo interno in modo incessante.


A risvegliarlo fu il bussare alla porta. Tre colpi, un intervallo e altri due colpi.

Tashigi.

Era la sola che bussava in quel modo alla sua cabina e ormai lo riconosceva. Non aveva bisogno di chiedere chi fosse e diede immediatamente il permesso di entrare.

La ragazza aprì la porta con incertezza dovuta alla sua poca coordinazione nei movimenti ma anche al comportamento del suo Commodoro.

Probabilmente non era ancora il momento adatto per chiedergli spiegazioni, infondo aveva dato ordine di non disturbarlo, ma ormai erano le dieci di sera e Smoker non si era fatto vedere nemmeno per cena.

Era andata a controllare per verificare che andasse tutto bene dato che era un po' in ansia.

A prima vista sembrava più calmo, ma forse era merito della dormita dalla quale pareva essersi appena risvegliato. Gli occhi chiari del Commodoro la scrutavano nella semi oscurità, blandita solo dalla lampada sulla scrivania alle spalle dell'uomo.

Se fosse stato qualcun'altro lo avrebbe cacciato via senza nemmeno degnarsi di domandare chi lo avesse svegliato, ma con Tashigi non riusciva a essere burbero quanto con gli altri.

"Cosa c'è?" domandò con poco garbo Smoker.

"Commodoro, come mai abbiamo cambiato rotta”?

Se l'aspettava quella domanda, anzi, gliel'aveva già fatta quella mattina quando era tornato sull'ammiraglia, ma lui l'aveva ignorata.

Si riaccese il sigaro e prese a fumare liberando nuove nuvole nell'aria della sua cabina che ormai era intrisa di quell'odore forte e virile. Continuò a tenere i suoi scuri occhi sulla figura esile della ragazza davanti a lui, che in piedi, attendeva una risposta al suo giusto quesito.

Pareva una bambina in molti suoi atteggiamenti, soprattutto nella goffaggine esasperata in alcuni momenti. Anche l'aspetto ci si metteva, facendola sembrare più piccola di un paio di anni rispetto alla sua reale età.

Eppure era un'eccellente spadaccina, sembrava quasi che il combattimento la cambiasse improvvisamente, facendo uscire un suo doppio più forte, sicuro e deciso.

Doppio che scompariva appena lo scontro cessava.

"Commodoro".

La voce di Tashigi era stranamente ferma e sicura. Voleva una risposta e Smoker sapeva che se la meritava.
Anche lei teneva particolarmente alla cattura della ciurma di Cappello di Paglia, in special modo desiderava scontrarsi e battere l'ex cacciatore di taglie, Zoro. Quindi comprendeva la delusione che quel cambiamento di programma le aveva procurato, soprattutto se non vi era una valida ragione.

Tuttavia era incerto se metterla al corrente o meno.

Sengoku era stato molto preciso e tassativo al riguardo: era una missione segreta. Cosa che lo metteva in una spiacevole situazione con i suoi subordinati e con Tashigi.

Sui primi non aveva nessun tipo di rimorsi nel tacere la questione, anzi, nemmeno si era posto il problema; cosa assai diversa era con la ragazza dagli occhi zaffiri.

Ciò che maggiormente lo faceva desistere dal parlare era la possibilità in qualche modo di esporla a qualche pericolo.

Non sapeva che cosa c'era sotto a tutta quella faccenda, non comprendeva i meccanismi nascosti di quell'ordine e le possibili varianti che avrebbero potuto mettere la spadaccina in situazioni troppo rischiose, cosa avrebbe potuto perfettamente evitare se non fosse stata informata.

Un ragionamento impeccabile che lasciava quindi una sola risposta razionale: non rispondere.

Troppo facile, lei lo stava guardando con accusa e rimprovero per il silenzio calato nella stanza.

Ad aumentare il peso di quello sguardo blu c'era la consapevolezza da parte di Smoker di starle facendo un torto, un enorme e colossale torto.

Sbuffò seccato.

"Abbiamo una nuova missione" rispose vago.

"Quale, Commodoro”?

Era testarda!

Infondo Smoker lo sapeva che quella risposta era troppo vaga, anzi, ovvia e banale. Non bastava certo a soddisfarla dopo aver perso l'occasione che avevano rincorso per tanti mesi.

A volte si chiedeva se sotto tutto quel desiderio di catturare quel pirata con le tre spade non ci fosse dell'altro, qualche ragione che non avesse alcun rapporto con il loro lavoro.
 
Appena quel pensiero sfiorava la sua mente, rideva silenziosamente per quell'ipotesi assurda e idiota, senza vagliare il fattore che scatenava in lui simili congetture.

Nuovo fumo proruppe dalla sua bocca.

Chiuse gli occhi per un attimo sapendo che ormai le avrebbe raccontato quel poco di verità che conosceva. A lei non aveva mai nascosto nulla, aveva sempre lasciato una certa libertà di movimento perché si fidava del senso di giustizia di Tashigi, sapeva che per lei era la cosa più importante.

Si sarebbe fidato anche quella volta, sperando che tutto filasse nel verso giusto.

Spense il mozzicone dell'ennesimo sigaro di quella giornata nel posacenere dopo aver riaperto gli occhi. Persino per lui, il numero di sigari che aveva terminato in quella giornata era impressionante, tanto che ne aveva perso il conto.

"Ho ricevuto l'ordine di mettermi sulle tracce di Pugno di Fuoco, da ora in poi è lui la nostra preda".

"Ma avevamo avuto il permesso di inseguire Cappello di Paglia…"

"Lo so!" sbottò più acido di quanto avrebbe desiderato "Non ci posso fare nulla, l'ordine viene dai Cinque Astri".

"Come mai proprio a lei, Commodoro"?

"Non hanno dato spiegazione di nessun genere".

"Comprendo" asserì abbassando lo sguardo dispiaciuta.

"Tashigi, una volta portato a termine questo incarico torneremo sulle tracce di quei mocciosi".

"Però questa missione ha l'aria di poter diventare lunga" osservò sistemandosi gli occhiali sul naso “E pericolosa”.

"Andrà tutto bene, ce la sbrigheremo senza intoppi. E ora vai a dormire" concluse Smoker, poi la richiamò un attimo per sottolineare un particolare essenziale: "Tashigi, quello che ti ho detto è riservato, non parlarne con nessuno. Intesi"?

"Agli ordini, Commodoro Smoker"!

La osservò uscire dalla sua camera e seguì il rumore dei suoi passi nel corridoio fino a quando non raggiunse la stanza nella quale riposava, tre porta a sinistra rispetto a quella del Commodoro.

Sbuffò nel silenzio totale della sua camera prima di alzarsi per andare a consumare un pasto fugace.

Nonostante le ultime parole che le aveva rivolto, quel senso di inquietudine che lo accompagnava da quando aveva ricevuto la telefonata di Sengoku non accennava a diminuire.



La Terra del Vento era una regione della Rotta Maggiore che aveva vissuto prevalentemente in tranquillità.
 
Non aveva attrattive particolari, né per i pirati, né per la Marina, dato che il territorio non offriva particolari risorse da poter sfruttare o depredare.

Gli abitanti vivevano pacificamente e i villaggi erano piccoli, rustici e accoglienti. Raramente approdavano viaggiatori su quella terra, ma quel giorno, in una graziosa locanda, uno strano viaggiatore stava svuotando le provviste che il proprietario aveva fatto in vista dei tre mesi successivi.

Un giovane stava continuando a ripulire i piatti che la cameriera gli stava portando a una velocità inumana, come inumano era la quantità di alimenti che il suo stomaco riusciva a contenere.

Per quel giorno il forestiero era diventato l'attrattiva principale di tutto il villaggio e i presenti lo fissavano allibiti.

Era un pirata e questo particolare era lampante come la luce del sole.

Il tatuaggio sulla sua ampia schiena non lasciava ombra di dubbio dato che ricalcava con precisione il Jolly Roger di Barbabianca, uno dei Quattro Imperatori.

In più vi era anche quello lungo il braccio muscoloso che formava le lettere del suo nome (scritto in modo sbagliato!) che partivano dalla spalla e arrivavano fino a sopra il gomito.

Sopra la chioma scompigliata di capelli corvini vi era posato un cappello arancione e al collo portava una collana di perle rosse.

Ace Pugno di Fuoco si stava abbuffando nella locanda in un'anonima isola.


Era ancora sulle tracce di Barbanera, quell'infame traditore che aveva osato uccidere un suo compagno. Un atto così ignobile meritava una punizione con i fiocchi e Ace era alla sua ricerca proprio per fargliela avere.
 
Aveva disonorato le regole che regnavano nella ciurma di Barbabianca e non poteva permettere che la passasse liscia: un simile comportamento doveva essere punito.

Tuttavia il suo stomaco reclamava nutrimento e così si era visto costretto a interrompere momentaneamente l'inseguimento per potersi rifocillare.

Inoltre, aveva completamente perso le tracce di Teach, pareva sparito nel nulla come se nessuno lo avesse più visto dopo l'attacco portato a spese del regno di Drum.

La cosa era sospetta e doveva assolutamente ritrovare una pista che lo portasse a quell'uomo prima che potesse combinare qualcosa di irreparabile.

"Grazie per il pasto".

Educatamente chinò leggermente il capo davanti al proprietario della locanda, ignorando completamente il piccolo dettaglio di avergli esaurito le scorte.

L'unica sua possibilità era continuare a chiedere informazioni sulle isole in cui andava, ma dubitava che su quella in cui si trovava ora Barbanera si fosse fermato. Decise che comunque valeva la pena provare a domandare agli abitanti, che sicuramente si sarebbero ricordati di un tipo losco come Teach se fosse passato davanti a loro.

Con tutta la sua buona volontà si mise a camminare per la strada cercando di individuare qualcuno che potesse dargli le risposte che cercava.

I suoi buoni propositi furono nuovamente interrotti, questa volta da un attacco di sonno improvviso!


Inaspettatamente le sue previsioni si erano rivelate errate.

In quella regione dimenticata da tutti, Barbanera pareva essere passato seppur in modo rapido, senza lasciare una scia di morti dietro di sé.

Gli abitanti lo avevano visto accampato vicino alla spiaggia del loro villaggio, probabilmente in attesa che il Loge Pose si sincronizzasse sulla rotta per l'isola successiva, quella principale, denominata Mistral, la più grande tra tutte quelle isolette sparpagliate in quel tratto di mare.

Ora almeno aveva una traccia da seguire, anche se era in ritardo rispetto al suo ex sottoposto di due settimane.

Senza aspettare nemmeno un attimo, Ace saltò sul suo striker e si mise in viaggio, azionando la piccola barca con il fuoco.
 
Non aveva intenzione di dare ulteriore vantaggio a quella feccia.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Salve a tutti! ^^ Eccoci tornati alla missione di Smoker e Tashigi. Da come potete dedurre dal capitolo, ci sono diversi interrogativi che minano pericolosamente la mente dei nostri due Marines. Noi abbiamo deciso, sostanzialmente, di introdurre questa psicologia particolare dalle vicende di Alabasta in poi. E' vero, Smoker non è cieco e ha sempre saputo del marcio del Governo e, nonostante ciò, ha comunque mantenuto la fedeltà assoluta nella sua istituzione di appartenenza (pur con modi discutibili, sottolineiamo).
Ma è arrivato ad un punto in cui non se la sente più di ignorare determinati fatti, soprattutto quando si ritrova ad aver la responsabilità di parecchie vite tra le mani, quelle dei suoi sottoposti, in particolare di Tashigi -  ragazza di sani principi, ma clamorosamente ingenua in certi frangenti. Anche se... Avrà modo di capire moltissime cose di lei, grazie a questa avventura. ^^

Entra finalmente nella storia il nostro Ace. Purtroppo siamo ancora all'inizio, e, per esigenza di trama, non riusciamo ancora a dare il giusto spazio a tutti (il Rosso sta scalpitando irrequieto, con il broncio degno di un moccioso di sei anni XD), ma non temete: la storia è lunga, ci sarà posto per tutti! ^^

Detto questo, passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -


@Red Queen: ciao caVa! ^^ Non ti preoccupare se non hai inserito subito tale storia nelle tue classifiche personali, non c'è obbligo alcuno. E se tu dici che sei rinco nell'anima... benvenuta nel club, caVa, c'è posto per tutti! :D
Allora, sono molto felice di sapere che Hikari t'ispiri: noi ci siamo fatte diverse seghe mentali su questo, perchè quando s'inserisce un personaggio nuovo, si rischia sempre di far storcere il naso a parecchi. Abbiamo cercato di non farla troppo invadente col resto, nonostante sia una dei quattro protagonisti (e abbia un passato importantissimo, che a breve scoprirete) e speriamo, in cuor nostro, di essere riuscite in merito. *Bea e Yu incrociano l'incrociabile - capelli inclusi*
Diciamo che i risvolti da spy story sono molto evidenti per la prima parte della storia. Scemeranno un poco andando avanti, ma sostanzialmente gli intrighi politici sono la base di questa fic, per cui vai trà. ^^
Se tu saresti certa di cadere ai piedi di Dragon, io ci sono già caduta (inspiegabilmente, non chiedermelo XD), come ci sono caduta per Shanks e per Ben. Non so, a me basta poco e se poi mi si condisce tutto col mistero... Bon, sono finita! :)
Alla prossima, grazie per la recensione!

@KH4: ciao tesoro! ^^ Guarda, la scelta di narrare personaggi poco visti è una sorta di stimolo personale. Ho sempre desiderato trovare - in passato - fic su personaggi "tralasciati" per il momento dalla linea principale, perchè adoro vedere come l'autore inventa e si destreggia. Questa mancanza di vincolo apre una porta grossa come quella di un hangar, per quanto riguarda la narrazione. ^^ E inevitabilmente mi sono messa in moto. :)
Dunque... Per quanto riguarda Hikari, non posso rivelarti molto sul suo carattere, perchè scoprirete a breve il suo passato. Sì, ha un carattere notevole, molto spigoloso e una faccia tosta clamorosa. E con il suo capo... Lei è così (no, non è scema, è che drammatizza la freddezza di Dragon XD), ma tutta questa confidenza verrà svelata. ^^
Sono veramente felice che ti sia affezionata a questa storia: spero sia così fino alla fine!
Un abbraccio e alla prossima, grazie per la recensione!

@Giodan: ciao caVo! Non sapevo che ci fosse un cavaliere tra di noi! ^^ Perdonami se mi sono sempre espressa al femminile, ignoravo questo particolare! Comunque, ho seguito il tuo consiglio. Grazie, non avevo posto attenzione alla poca distanza dello spoiler e alle implicazioni.
Comunque, mi spiace deluderti, ma la coppia Zoro/Tashigi non rientra nei nostri canoni, o almeno non qui (perchè sì, non ci dispiace l'eventualità). Per cui, no, a Zoro non penserà manco per sbaglio, in quel senso. ^^'
Grazie per la recensione, alla prossima!

@Maya_90: caVissima, puVissima, levissima, buongiorno! XD Perdona i deliri mentali, tuttavia dovrai abituarti. :D
Sì, sono d'accordo anche io a parlare di cose più allegre - e di fatti non ne ho parlato qui di quella cosa, e non ci ritornerò.
E' innegabile che tutti quanti stiamo qui ad aspettare l'entrata in scena del papino nostro preferito, che anche se brutto come la fame (Garp è un figo, assomiglia pure a Connery XD), ha il suo fascino, non c'è dubbio. ** Ma poi, è così bello abbandonarsi ai deliri da fangirl, suvvia! :D
Indubbiamente pare molto più serio del padre e del figlio, però non bisogna cantar vittoria presto. Qui sarà come l'avete visto finora, con la sua ironia cupa e burbera (ma è un bravo cristo, dai...).
Quanto ad Hikari, come ho già detto in altre recensioni, ha un carattere particolarissimo, tosto e problematico. E capirete il perchè, come capirete tutta questa confidenza con Dragon. :) Non posso dirti altro, sennò svelo i colpi di scena! ^^' Ti dico solo che non dovrai aspettare molto per sapere il passato della mora, fidati. Più in là, metteremo anche una scheda sul personaggio. :)
Bene tesoro, grazie mille per la recensione, mi ha fatto estremamente piacere. ^^ Aspetto il tuo capitolo, non far scherzi eh?!
Un bacione e alla prossima!

@Runami 4ever: ciao caVa! ^^ Ho colto un complimentone nella tua recensione. "Perchè entrambe sapete descrivere concetti difficili, senza bisogno di usare chissà quali paroloni" ecco, grazie infinite, lo apprezzo tantissimo! ^^ Sono felicissima di questa cosa. :)
Quanto a Hikari, beh... diciamo che è più a lei che mancano i martedì, rispetto al suo capo. XD Lei è fatta così, sdrammatizza: ciò nonostante le persone attorno a lei non colgono questi colpi di genio. E' un genio incompreso. u_u Povera... Sì, è particolare e spero che l'apprezzerete anche più avanti. Varrà spiegato qualcosa di più a breve, altro non posso dirti. :)
Alla prossima tesora, grazie per la recensione!

@MBP: Marta caVa, ciao tesoro!
Non preoccuparti della lunghezza della rece, veramente. Figurati se ti trovo da dire, su. Capisco, insomma.
Spero che riusciremo ad emozionarti a dovere, perchè, infondo, qui c'è. :) Goditelo, cara, fino alla fine. ^^
Un abbraccio stellina, alla prossima e grazie!

@Yuuko: ciao caVa! *_* Waaa, vai trà che a me le recensioni mattone piacciono un fottio, le adoro! ^^ Perchè sono prolissa, ricordi? E quindi posso dare libero sfogo alle mie dita! ^^
Sono strafelice che Hikari ti stia simpatica: è un personaggio un pò complicato, tuttavia ha centrato in pieno il punto della situazione. C'è un perchè in tutto, quindi c'è un motivo perchè sembra apparentemente un pochettino arrogante, c'è un perchè ha tutta quella confidenza con Dragon. Verrà spiegato a breve, tranquilla. ^^ Comunque hai avuto un ottimo colpo d'occhio, bravissima.
Quanto a Dragon, purtroppo lo vedremo pochino (sempre per esigenze di trama e perchè è un fuggiasco - diversamente non gli occorrerebbero le spie in Marina e in giro per il mondo), ma se ne parlerà tantissimo. :) Perchè lo amiamo già all'inverosimile... *_*
Hai centrato pure la caratterizzazione degli stili, sei una lettrice molto attenta! E sì, fondamentalmente Yuki è quella che si occupa dell'introspezione e dei pensieri dei personaggi; io, invece, mi sono sviluppata più verso le relazioni interpersonali (con parti cariche di dialoghi e discussioni) e per le parti d'azione. Diciamo che siamo complementari, non mi sono mai trovata in una situazione simile ed è stato un piacere scrivere insieme. Ci fogavamo a vicenda! XD
Sì, come vedi ti capisco benissimo quanto a papiri... Se non fosse stato per Yu, ci sarebbero stati come minimo dieci capitoli in più (e fidati che è lunghissima questa storia). Ho bisogno che qualcuno mi dia un freno, sennò rischio di perdere pure la cognizione degli eventi. Quando parto è finita! u_u
Bene, ecco, già che ci siamo, direi che è meglio che ponga un bel punto, sennò va a finire che faccio una risposta più lunga del capitolo in questione. XD
Grazie mille per la recensione, e ben venga che diventino la norma! ^^
Un abbraccio e alla prossima!


- Angolino di Yuki –

@Red Queen: Ciao cara! Ah, se a te hanno distrutto la psiche a me il cuore... ma preferisco non soffermarmi per non ricadere in depressione, che altrimenti non ne esco più.
A Hikari siamo molto affezionate entrambe, come ogni nuovo personaggio che si crea ci siamo attaccate molto a lei. Quindi, anche se io con lei non condivido molto il comportamento – quasi nulla XD – ho adorato trattare di lei e spero che anche tu e gli altri lettori possiate apprezzarla così tanto.
Un abbraccio e alla prossima!

@KH4: Ciao tesora! Il fatto di trattare personaggi che compaiono poco è anche un modo per dar proprio rilievo a quei poverini che hanno un potenziale incredibile e che Oda appena appena accenna. E poi è anche molto stimolante come cosa, alla fine ci siamo basate sulle poche comparse che hanno fatto per poter tracciare una loro caratterizzazione – e io adoro fare queste cose!
Hikari è una tosta, lo imparerai ben presto. In realtà non è che con i suoi modi vuole fare quella irriverente o ribelle, semplicemente cerca – come già detto da Bea – di sdrammatizzare un po’.
E quanto alle svolte della storia originale... bhè, non ho molto da dire, non perché non ci sia ma perché preferisco non auto mettermi il dito nella piaga. Avevo intenzione di scrivere a Oda, ma poi mi sono accorta di non saper a che indirizzo scrivere XD
Grazie per tutti gli apprezzamenti =)
A presto!

@Giodan: Ciao ^^ Come ti ha già detto Bea, no, la coppia ZoroTashiji non ci sarà qui, nemmeno accennata. Personalmente come coppia non mi dispiace, e nemmeno a Bea, però in questa storia non l’abbiamo inserita.
Spero che Hikari, andando avanti con la storia, ti possa piacere ancora di più!
Alla prossima!

@Maya90: Ciao carissima **
Facciamo che evitiamo il discorso capitolo 574, eh? No perché altrimenti io torno a deprimermi ancora – nel senso, sono ancora depressa ma almeno ho assorbito leggermente il colpo, se ci torno a discutere finisco in lacrime nuovamente.
Ah, Dragon *sospira*
Ma ci credi che io adoro quest’uomo anche se è apparso due volte? Come personaggio mi ispira tantissimo e io lo adoro, poi, dopo aver scritto una storia dove c’è anche lui, il mio livello di adorazione è cresciuto in modo pauroso!!! Mi sembra così diverso sia dal figlio che dal padre... è così serio, io pensavo che i Monkey dovessero avere una vena poco normale! Però chissà, magari quando Oda si deciderà a farlo comparire scopriremo gli altarini *ridacchia*
Quanto a Hikari ovviamente capirai che non posso rivelarti nulla, ma le tue domande mi fanno piacere perché significa che sei presa dalla storia e da lei ^^
Un abbraccio

@RuNami 4 ever: Ciao cara!
Ma che bel complimento che ci hai fatto! Davvero, sono veramente contenta di sapere che nonostante le mie parti introspettive riesco comunque a mantenere la lettura leggera e fresca, senza appesantire nulla. E soprattutto a dire quello che voglio senza rendere il tutto più complicato ^^
Eh, magari è vero che anche a Dragon qualche rotella manca, però credo che tra tutti quelli della famiglia Monkey sia quello più ‘normale’ (relativamente, ovviamente XD). Vedremo che cosa ci riserverà Oda, per il momento io e Bea abbiamo costruito noi sopra le poche fondamenta fornite nel manga.
E Hikari, bhè, lei capirai com’è fatta! Io l’adoro **
Alla prossima! Un abbraccio

@MBP: Ma ciao tesoro!
Ma non preoccuparti se non scrivi papiri di recensioni, io sono contenta anche di sapere che la storia ti piaccia!
Sono felicissima che Hikari ti piaccia! Lei è una tipa tosta e un po’ particolare, presto ne saprai di più e così anche del suo passato. Vedrai che con il tempo ti piacerà ancora di più – o almeno spero ^^
A presto!

@Yuuko: Ciao carissima!
Ah, ma sei una lettrice molto attenta! E’ un piacere! Perché da quel poco che hai potuto vedere su Hikari già hai tratto parti del suo carattere e della sua immensa stima per Dragon – che si vedrà molto meglio più avanti.
E poi hai anche notato le differenze di stile, ah, sei meravigliosa! E ci hai preso, io sono quella che adora fare l’introspezione – o più terra terra, mi occupo delle seghe mentali dei personaggi – e mi soffermo sui loro sentimenti e stati d’animo. Bea invece è un vero asso nelle parti d’azione, non la batte nessuno per me, e nei dialoghi dove riesce a rendere comunque il carattere e le emozioni. Insomma, ci completiamo perfettamente!
In ogni caso, sappi che io amo le recensioni chilometriche, quindi m fai solo contenta a farle lunghissimissime!
Alla prossima, un abbraccio!



Ringraziamo infine chi ha messo la storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente, è passato di qua a buttarci un occhio. ^^




Bea & Yuki












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Capitolo 4
*** Sconforto ***


CAPITOLO 4: SCONFORTO.
(Chapter Soundtrack: The Mission - Queensrÿche)



[FLASHBACK: QUALCHE GIORNO PRIMA].


"Non importa, manderemo altri. L'aspettiamo presto. Buona giornata, Commodoro Smoker".


“Bingo”.

Le era preso quasi un colpo quando l’auricolare aveva cominciato a trasmettere il messaggio nel suo orecchio e lei si trovava a risolvere un problema di routine in reparto.

Aveva dovuto fare appello a tutto il suo controllo per non dare nell’occhio e continuare a parlare con i suoi sottoposti, che le stavano illustrando la faccenda. Tuttavia l’inganno era pur sempre il suo mestiere: appena aveva ricevuto il segnale acustico che precedeva l’inserimento nella linea, prodotto dal fatto che qualcuno stava trasmettendo dalla sede madre, si era preoccupata di far tacere i suoi subordinati, incolpandoli di essere troppo caotici e di farle montare su un mal di testa di proporzioni bibliche.

Hikari, nonostante la mente diabolica necessaria per svolgere quel ruolo segreto, era di carattere solare: riusciva a scindere perfettamente le due identità, comportandosi con naturalezza in entrambi i casi. E sempre con un sorriso. Dragon non poteva desiderare di meglio, in quel frangente.

Ma quando si arrabbiava, o bluffava l’arrabbiatura, faceva sul serio paura: tant’è che a quelle parole, tutti i suoi sottoposti tacquero immediatamente.

Cercò di prendere tempo facendo spiegare all’inserviente più anziano il fatto, nel mentre ascoltava attentamente la telefonata: aveva già capito dove stava il problema, ma doveva assolutamente temporeggiare per capire ogni parola di quell’intercettazione.

Ci riuscì, non senza difficoltà: il grave problema del reparto telecomunicazioni era il personale, dotato di un caratterino niente male. Si era sempre chiesta perché le teste calde erano state raggruppate in quel reparto, contando nel gruppo anche sé stessa. E quando si trovavano di fronte ad un problema e in disaccordo, scoppiava un putiferio.

L’auricolare aveva smesso di trasmettere e lei si riscosse: manco a sperare, non aveva ascoltato un beneamato nulla di cosa le stesse dicendo il vecchio.

“Sì, sì, ho capito… Si tratta di un problema elettrico, non di antenna. Me ne occupo io” concluse allontanandosi dal reparto e salendo al piano superiore. Entrò nel suo ufficio e prese il lumacofono, digitando uno degli interni. Poco dopo rispose una voce maschile: “Pronto, Manutenzione”.

“Qui è il Vicedirettore Hikari Mugen”.

“Mi dica”.

“C’è un problema elettrico nella divisione tre del reparto telecomunicazioni. Urge risolverlo al più presto: sono saltati alcuni contatti”.

“Sarà fatto”.

“Bene. La ringrazio” e ripose la cornetta al suo posto, sospirando. La nottata precedente le aveva messo una notevole quantità di adrenalina nelle vene e stava pregando in tutti i modi il segnale di buona riuscita del piano: era l’ultimo passo.

I suoi pensieri vennero interrotti da una telefonata, pochi minuti dopo: si stava giusto rilassando un po’…
Rispose con una mal celata rassegnazione nella voce: “Pronto”?

“Vicedirettore Mugen? C’è un pacco per lei”.

Sorrise: “Va bene, mandami su il fattorino, ci penso io”.

- Era anche ora! – pensò, sbuffando per scaricare la tensione.

Senza neanche attendere l’ulteriore risposta dall’altra parte, ripose la cornetta e si affrettò a frugare nell’ultimo cassetto della scrivania, tirando fuori numerosi documenti e cartelle di dati. Li passò in rassegna frettolosamente, li ripose sulla propria scrivania e rimase in attesa, pugni sotto il mento, finché non sentì bussare alla porta.

“Avanti”.

Il fattorino entrò lentamente nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé, restando poi a guardare la donna che tratteneva a stento i sussulti: “Cazzo hai da ridere!” sbottò infuriato.

Hikari, a quella reazione, era letteralmente esplosa, tanto che cercava in tutti i modi di non fare scendere le lacrime: “Cielo, Night, quella parrucca bionda ti dona parecchio! Sei supersexy!” e non riusciva a smettere di ridere “E la divisa da lavoro poi… Oddio, ti sposerei all’istante”!

Night Fox dovette prendere un lungo respiro per evitare di polverizzarla in un nanosecondo.

Era un uomo sulla quarantina, con la fissazione dei vestiti eleganti e per i suoi capelli. Ed ovviamente era anche lui una spia di Dragon, specialista nei travestimenti e nel bypassare i sistemi di sicurezza.

La sola immagine del collega che si fermava i suoi adorati ricci castani con delle forcine, se li laccava e impiastricciava per fissare quell’orrenda parrucca bionda, fece quasi partire un embolo alla donna.

“Senti, questo ho trovato… Non credere che sia facile travestirsi e passare inosservato nella Sede Centrale della Marina” aveva commentato infastidito l’uomo.

Hikari tentò di ricomporsi nel minor tempo possibile, ma era davvero dura: “Dai, dimmi…” gli chiese quando finalmente era riuscita a riprendere il controllo del suo corpo “Ce l’hai fatta”?

“Sì. Stamattina presto, verso le 8.30, abbiamo mandato in cortocircuito la rete di illuminazione del locale principale…” le aveva spiegato, sedendosi sulla sua scrivania.

“Francamente non credevo che fosse così facile. Tutti si aspettano un faccia a faccia nel caso di un attacco esterno, ma la buona, vecchia e cara via del sabotaggio non la considera più nessuno”.

“Non cantare vittoria troppo presto…” commentò ironica la giovane donna.

“In ogni caso, ho piazzato la cimice: nel lato destro dell’aula c’è una canalina. Ho messo la telecamera proprio in mezzo ad uno snodo. Non si vedrà benissimo, ma l’importante è che si senta”.

“Night Fox tieniti all’erta. Tempo tre giorni al massimo e Smoker dovrebbe giungere alla Sede Centrale. Ho intercettato giusto prima una chiamata fatta da Sengoku in persona al Commodoro”.

“Hai già avvertito il capo?” domandò sorpreso l’uomo.

“Non ho ancora potuto farlo. Sono stata nei reparti fino a qualche minuto fa. Appena tu sarai uscito di qua, provvederò…” spiegò Hikari “Intanto prendi questo” e gli porse una cartellina.

“Sono i dati per il capo”?

“Sì. E’ tutto quel che sono riuscita a raccogliere sulla faccenda di Barbabianca e Pugno di Fuoco. Non posso muovermi così liberamente: corro il rischio di farli insospettire. Quindi digli che questo gli deve bastare” commentò caustica, producendo un moto di ilarità nel collega.

“Nascondili bene nella borsa. Appena sai qualcosa, chiama il capo”.

“D’accordo” rispose l’uomo, brandendo i fascicoli e nascondendoli tra i documenti delle poste e le varie lettere e pacchi da consegnare.

“Ora vai, prima che qualcuno si chieda che cosa fanno il vicedirettore addetto alle telecomunicazioni e il fattorino nel suo ufficio” disse scoppiando a ridere.

Night Fox abbassò le spalle rassegnato: “Solo tu puoi pensare a queste cose in un momento simile…” ed uscì, levando gli occhi al cielo, dall’ufficio.


La giovane donna provvide a chiudere a chiave la porta: si defilò in bagno, sperando che nessuno venisse a disturbarla, ed estrasse il codec. Inserì come al solito i tre codici e inviò il codice binario.

Poco dopo Dragon fu in linea: “Dimmi tutto”.

“Sì, grazie capo, sto bene anche io…” commentò ironica lei. Dragon non aveva la benché minima conoscenza delle buone maniere, tantomeno della cortesia.

“Ankoku…” e prese un lungo respiro “Finiscila di fare l’idiota”!

“E dai, capo, su! Mi sto facendo un culo tarallo per te, e neanche ti preoccupi della mia salute…” si era lamentata, facendo la vocina imbronciata “In ogni caso” e Dragon ringraziò mentalmente il fatto che fosse tornata seria “Ho intercettato circa mezzora fa una chiamata dall’ufficio di Sengoku all’ammiraglia di Smoker”.

“Quindi è definitivo”.

“Credo di sì. Sengoku ha dato l’ordine a Smoker di rientrare alla Sede Centrale il più presto possibile”.

“Night Fox è riuscito a piazzare le cimici”?

“Sì, è stato qui fino a un minuto fa. Me l’ha confermato di persona. Si metterà in contatto con te, molto probabilmente tra tre giorni, il tempo che Smoker dovrebbe impiegare per raggiungere la base”.

Dragon stette in silenzio per qualche secondo a pensare, quando Hikari lo interruppe: “Capo, che pensi di fare”?

“Aspetterò l’esito di Night Fox, poi ci penserò… Ci risentiamo, ti chiamo io”.

“Ok, passo e chiudo”.


La fortuna fu che la cimice funzionò benone. Ma la sfortuna fu che i Cinque Astri non spiegarono granché la faccenda al Commodoro, come era prevedibile.

Dragon però non fu molto contento di ciò: anche se quell’intercettazione video dava la conferma del piano del Governo Mondiale per intaccare gli equilibri del sistema, lui aveva sperato di saperne un po’ di più a riguardo.

La frase di Hikari riguardo a Rufy l’aveva fatto riflettere: era pur vero che, così facendo, Smoker avrebbe smesso momentaneamente di stare alle calcagna di suo figlio, ma alla fin fine l’obbiettivo non era cambiato di molto.

Francamente poco gli importava che il Governo Mondiale stesse dando la caccia ad Ace: non avevano mai avuto un rapporto sereno con lui, nonostante Garp l’avesse accolto come un nipote e fosse membro integrante della famiglia, ancor prima di Rufy – d’altro canto Dragon aveva sempre avuto altro a cui pensare e un rapporto burrascoso col padre.

Quello che veramente gli importava era che il Governo Mondiale, non sapendo più dove girarsi, aveva messo gli occhi sulla sua famiglia, per attaccarlo indirettamente. Nonostante gli stessero sempre alle reni, costringendolo a spostarsi come un fantasma per tutto il Nuovo Mondo, non erano mai riusciti a cavare un ragno dal buco.

E quale migliore strategia se non puntare gli occhi su una delle persone più importanti per suo figlio, per farlo uscire allo scoperto?


Si appoggiò stizzito allo schienale della sedia: era riuscito per un soffio ad evitare di venir scoperto. Aveva fatto rotta di nuovo verso il suo quartier generale, Baltigo.

- Questa me la paga… - ringhiò mentalmente, pensando alla frase di scherno di Ankoku – Se la sa cavare, ma potessi la strangolerei molto volentieri!

In tutta quella faccenda, c’era anche questo botta e risposta continuo sul rovesciamento degli equilibri: non era mai stato alleato dei pirati, ma in quel momento capiva che, se avesse dovuto schierarsi per forza, l’avrebbe fatto a favore di questi ultimi. Infondo avevano entrambi lo stesso nemico… E non sarebbe stato saggio mettersi i bastoni tra le ruote.

Il suo intento era quello di rovesciare il Governo Mondiale: al resto ci avrebbe pensato a fatto compiuto.

Ma il tempo scorreva inesorabile: doveva trovare un contatto sull’altro fronte. Doveva impedire assolutamente la cattura di Ace. Soprattutto, doveva evitare che il Governo Mondiale guadagnasse terreno: se fossero riusciti a rompere l’equilibrio, avrebbero guadagnato troppo vantaggio.

E la guerra doveva scatenarla lui, ma i tempi non erano ancora maturi.


Digitò tre codici sul codec identico a quello di Ankoku e premette il pulsante per l’inoltro della chiamata.

“Ciao capo! Come stai? Novità”?

Sì, all’eventuale prossimo incontro l’avrebbe strangolata.

“Ho ricevuto le informazioni da Night Fox. Purtroppo, a parte la conferma della missione, nulla di nuovo”.

“Non hanno dato nessun dettaglio per la missione al Commodoro?” chiese incredula la spia.

“No. Penso che il tutto sia stato riferito privatamente da Sengoku”.

“Ma porca… Cosa pensi di fare allora”?

“Ci si muove”.

Hikari rimase un attimo in silenzio, per poi proseguire: “Alla cieca?” e mal celò un moto di sarcasmo. Non le piacevano le situazioni senza un piano premeditato, e ciò la faceva innervosire parecchio.

“Stai calma”. La voce di Dragon pareva tranquilla, nonostante tutto. “Ho un lavoro da farti fare”.

“C’avrei giurato…” bofonchiò, levando gli occhi al cielo “Dimmi”.

Dragon soppesò per bene le parole e il tono della voce, di modo che sembrasse categorico: “Devi cercare di metterti in comunicazione con Shanks il Rosso”.

A quelle parole Hikari impallidì: un senso di vertigine s’impadronì del suo stomaco, raffreddandole le guance e provocandole un forte senso di nausea, esacerbato dalla tachicardia improvvisa.

No, non ora. Non dopo tutto quello che era successo.

“N-no…” riuscì solo a balbettare.

“Ankoku, è un ordine” rispose freddamente Dragon, ben sapendo a cosa la stava sottoponendo. E un po’ gli dispiaceva anche.

La donna tacque ancora un istante, per poi riprendere decisamente infuriata: “Hai idea di cosa mi stai chiedendo di fare”?

“Sì”.

“E ti pare sensato? Ti pare giusto, accidenti!” non era riuscita a mantenere il proprio volume entro livelli normali.

“Sono consapevole di cosa ti sto chiedendo di fare. Ma è un ordine, Ankoku, e mi hai giurato fedeltà assoluta, qualsiasi cosa ti ordinassi di fare” e il suo tono non ammetteva repliche.

Chiuse gli occhi per un momento, cercando di trattenere le lacrime di rabbia che stavano affiorando dai suoi occhi.

“Dragon… Spera solo di riuscire nella tua missione” proferì con voce fredda e tagliente “Perché se tutto questo risulterà vano… Non la passerai liscia. E tu lo sai che non ho problemi ad uccidere un uomo, se quest’ultimo mi priva della mia libertà”.

Dragon sogghignò quando sentì la comunicazione interrompersi.

- Si è arrabbiata… - pensò divertito, mentre si versava un bicchiere di rhum.

Si ricordava bene del loro primo incontro, avvenuto circa dieci anni fa. L’aveva trovata priva di sensi su di una bagnarola, incagliatasi sugli scogli dell’Isola della Terra Bianca a causa di una tempesta.

L’aveva presa e portata con sé, curata e nutrita, e quando gli aveva chiesto cosa stesse facendo per mare, lei non aveva saputo rispondergli.

Alla domanda ‘Sei un pirata?’, lei gli aveva urlato che non aveva nulla di che spartire con quella gentaglia: Dragon, quindi, l’aveva schernita dicendo che se simpatizzava per la Marina, avrebbe trovato molto dura la vita su quell’isola.

Ma a quelle minacce, lei non si era scomposta, anzi, gli aveva rifilato un sorriso di scherno, rispondendogli che la corruzione non faceva per lei. Che lei era libera da ogni vincolo, da qualsiasi legge scritta. Tutto quel che aveva, che le era rimasto, era la sua libertà e che chiunque avesse pensato anche solo di minacciargliela, sarebbe stato ucciso senza pietà.

E dopo quelle parole, si prese le ginocchia al petto e le strinse con foga: in quello stesso istante, il tavolo innanzi al suo letto fu scaraventato contro la parete e letteralmente disintegrato.

Dragon rimase basito.


“Che hai fatto”?


“Mi dispiace per il tavolo…” aveva mugugnato, ancora rannicchiata, incapace di trattenere le lacrime di frustrazione.

“Non me ne frega un accidente del tavolo, ma voglio sapere come hai fatto! Hai mangiato un frutto del diavolo?” le aveva urlato, spaventandola a morte.

“N-no… Succede quando sono arrabbiata. Quando sono su di giri, qualsiasi cosa attorno a me si distrugge…” proferì con un filo di voce.


E fu quel giorno che Dragon le diede il soprannome Ankoku. C’era qualcosa di estremamente oscuro in quella ragazza, che di nome, manco a dirlo, faceva Hikari. (*) Qualcosa di estremamente oscuro che lui giudicava parecchio interessante.




- TO BE CONTINUED -


(*) Nota delle autrici: Hikari, in giapponese, significa Luce. Mentre Ankoku significa Oscurità. Siccome noi ci siamo prese la briga di immaginare che ogni rivoluzionario, tra loro, usi uno pseudonimo, abbiamo giocato sul significato del nome e sugli opposti, nel caso della nostra protagonista, catalizzando l'attenzione sul potere particolare di Hikari (che verrà spiegato più avanti nella storia - abbiate pazienza! ^^' - anche se avrete sicuramente capito di che cosa si tratti).




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buongiorno a tutti! ^^ Aggiornamento mattutino, semplicemente perchè sono straimpegnata in questo periodo. -_- Pure la mia socia lo è, tanto da mandarmi le risposte alle recensioni di notte! xD Santi Numi!
Allora! Capitolo dedicato a Hikari e Dragon, ove si comincia ad avere dettagli sul lavoro di Hikari, gli agganci e sul suo potere.
So che ci state guardando con delle facce così --> O_O. Cos'avrà mai fatto Shanks ad Hikari? Perchè è innegabile che la reazione della mora sia spropositata (e Dragon, bastardo, che se la ride. Ma quello è un dettaglio. xD).
Bene, un altro capitolo pieno di interogativi irrisolti (chiediamo perdono, ma davvero, da prossimo si capirà qualcosa in più. ^^'' Promettiamo!).

Ed ora, schivando le sassate, direi che è meglio passare alle recensioni!




- Angolino di Beatrix –



@MBP: ciao Marta! ^^ Sono felice di leggere tutto questo entusiasmo nelle tue recensioni, quasi mi commuovo! * fa il balletto dell’imbarazzo di Chopper *
A noi Tashigi piace tantissimo: personalmente adoro la sua determinazione mischiata alla sua sbadataggine cronica. Però mi piace in particolare per la sua forza d’animo e spero che Oda ce la ripresenti, assieme al nostro Fumoso preferito perché… Mi mancano da morire! :( Per il resto, tu cogli… Che poi facciamo un bel cestino e partiamo tutte insieme per un fantastico pic-nic nelle verdi campagne. XD E sì… Finalmente Ace è entrato nella storia. Lo rivedrete più in là, tuttavia da un punto preciso in poi sarà presente come un’erba infestante! XD Yuki è stata magistrale nell’introdurlo, bisogna riconoscerglielo: sono morta dal ridere io stessa!
Un bacio e alla prossima, grazie per la recensione! *si inchina*

@Agnese_san: ciao caVissima e benvenuta! ^^
Grazie per i complimenti, mi hanno fatto tanto piacere! Speriamo in cuor nostro di non deludere le tue aspettative.
Siamo molto affezionate a Smoker e Tashigi, tra i pochi individui che si salvano in quel tugurio che è la Marina: vedrai, ci sarà da divertirsi! ^^
E per quanto riguarda Ace, se vuoi ti passo il catino per raccogliere la bava: è di Yuki, ma penso che non le dispiaccia dividerlo con altre! Ho appena finito di pulirlo e disinfettarlo. Lindo e pinto! XD Scherzi a parte, andando avanti i capitoli gli renderanno giustizia. Siamo ancora all’inizio e i personaggi sono tanti, per cui, per esigenza di trama siamo state costrette a trattenerci, ma non temere! ^^
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione!

@Red Queen: ma ciao tesoro mio! **
Dici davvero che abbiamo fatto il miracolo? Quel che hai scritto a proposito di quello, mi stringe il cuore… Ma ti capisco, anche se mi dispero. Te sei l’unica che non mi fa partire gli emboli quando scrivi yaoi (non chiedermi il perché, non lo so proprio. Ho già provato a rifletterci su, ma di risposte non ne ho! XD) e mi dispiace un casino. Tuttavia, prenditi un po’ di tempo… Non si sa mai, no? ^^
Ho colto – credo – l’ironia sul pairing Zoro/Tashigi… XD Che lettori lungimiranti che abbiamo, vi amo. XD
Quanto alla scelta di non mettere troppa carne al fuoco… Sai cos’è? E’ che proprio abbiamo dovuto seguire questa linea, perché diversamente non si poteva fare. Sono felice di tenervi sulle spine, perché sono sadica all’inverosimile * mima l’orgasmo di Sadi-chan * XD Ora potete lapidarmi in tutta serenità.
Dai, sbaviamo allegramente su Dragon. Ce lo possiamo permettere, ora che è impegnato a non farsi catturare. :D
Un abbraccio e alla prossima caVissima! Grazie mille per la recensione! **

@KH4: ciao cara!
Questa volta mi preoccuperò di ubicare sul muro uno strato di gommapiuma spesso una spanna. :D Non voglio che nessuno si faccia del male, e che diamine! :p
Il merito del capitolo va interamente a quel genio della mia socia Yuki e sì, segretamente ho riso anche io assieme a Smoker. O più che altro, ero lì che gli facevo gomitino. XD E concordo con te che il nostro commodoro preferito sia parecchio difficile da decifrare – soprattutto da scrivere. Tuttavia speriamo di far rimanere i personaggi IC il più possibile * Incrociano le dita e fanno gli scongiuri *
Per quanto riguarda Ace… Eh, l’educazione è alla basa di tutto! E sì che gli ha svuotato la dispensa e le scorte per il prossimo anno, ma lui ringrazia. Pazienza se non paga, quel che conta è il pensiero, no? XD Questo fatto che solo Nami paghi i debiti e che gli altri fuggono dopo aver fatto un inchino, mentre l’oste li guarda come marziani, mi ha sempre fatto scompisciare!
Grazie per tutti i complimenti, davvero! ** Alla prossima!
Ps. Anche se leggo da mò la tua storia, scema come sono non ti ho mai chiesto il nome! Mi fa specia chiamarti "a sigla"! xD

@Yuuko: ellapeppa che popò di recensione! O_O
Guarda, ti ringrazio all’inverosimile per la tua minuzia e precisione! *_* La parte tecnica della recensione la lascio a Yuki, visto che è suo questo capitolo, mentre io passo al resto. :) Sì, è un capitolo di passaggio, ma già da questo si può intravedere una pista particolare. Diciamo che le danze si apriranno ora, dopo un aperitivo di apertura. ^^
La Terra del Vento l’ha tirata di mezzo la mia socia, ma non so se è un riferimento voluto all’opera della Troisi o meno. ^^’ Lascio a lei la risposta. Io l’ho scoperta successivamente questa cosa in comune, siccome non ho mai letto nulla dell’autrice.
Comprendo il fatto che leggere il nome di Ace sia stato abbastanza traumatico: lo è stato per me medesima quando ho riletto il capitolo e lui non è il mio preferito (anche se di pochissimo). Diciamo che Ace si è ritagliato un posto nel cuore di ognuna di noi, indipendentemente dalle classifiche personali: speriamo col cuore di essere state all’altezza del compito (in questo caso, ancora di più). ^^
Quanto al discorso dell’autrice… Inizialmente io e Yuki non ci siamo messe in società perché avevamo degli stili complementari. Ci stavamo simpatiche e abbiamo pensato “perché no”? Poi, scrivendo, man mano che la trama prendeva forma, ci siamo accorte di questo particolare e… E’ scoppiato un amore reciproco, ahaha! :D Io la stimo all’inverosimile, non mi sono mai divertita tanto a scrivere una storia come questa. E’ un’esperienza meravigliosa che sarebbe bello capitasse a tutti. :)
Ti ringrazio di nuovo per la recensione magistrale (te lo dico sul serio. Mi stimolano tantissimo e sono davvero felice) cara, alla prossima!
Un abbraccio!

@Giodan: ciao caVissimo! ^^
La parte introduttiva dovrebbe essere terminata con questo capitolo. :)
I combattimenti arriveranno tranquillo. Ce ne saranno per tutti i gusti! :D E per quanto riguarda le situazioni intricate… Penso che qualcosa si possa già capire da questo capitolo. ^^
Un abbraccio e alla prossima, grazie mille per la recensione!

@Maya_90: ciao meraviglia!
Sì, questo capitolo è di Yuki. ^^ E concordo in pieno sulle cose dette su Tashigi e Smoker: anche io ho amato quella parte della saga di Alabasta, ove Smoker la sprona a migliorare – anche se con i suoi modi abbastanza discutibili – e che, pur essendo Tashigi una umile Guardiamarina, ai tempi Sergente Maggiore, la stima e la rispetta all’inverosimile. Questa parte è di vitale importanza nella nostra storia e sono felice che tu la sappia abbastanza a memoria, perché è fortemente collegata a quell’episodio. E sì, Smoker che manda al diavolo i Cinque Astri, con Hina scandalizzata, non ha prezzo! XD
Ace ha fatto la sua prima apparizione nel suo classico modo: mangiare a sbafo e crollare addormentato. A me, personalmente, fa morir dal ridere. XD
L’avvento del Rosso necessita ancora poco e… * sguardo a cuore * sì, ci ho messo tanto, ma taaaanto amoVe. E spero che sia riuscito bene, perché, per quanto mi riguarda, è il mio complesso principale della storia. -_- Incrocio le dita!
Un abbraccio caVissima e alla pVossima! :D
Grazie per la recensione!
ps: Dho! Non volevamo farti perdere il tram! O_O Amore, scusa!
pps: Sappi che ti odio per il fatto che non aggiorni per questa settimana. -_- (Sto scherzando xD Mi spiace che tu sia così incasinata con l'uni, tata!).

@Karyon (in risposta alla recensione del primo capitolo): ciao caVa! ^^ Benvenuta anche te in questa storia. :)
Spero che l’esame sia andato bene! Mi sentirei in colpa fosse il contrario *tocchiamo ferro* :p
Allora, i complimenti per il primo capitolo vanno tutti alla mia socia Yuki. :) Spero che continuerai a leggere anche il resto. I tuoi complimenti generali mi fanno molto piacere. ^^
Far interagire tutti questi personaggi è stato come un parto epocale e mi auguro di non aver fatto, almeno da parte mia, un disastro. ^^’
Ah, grazie anche per la segnalazione dell’errore: lo sistemo appena ho un secondo di tempo libero – che devo ripescarlo! XD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione!





- Angolino di Yuki –

@MBP: Ma ciao Marta-chan (ormai ti chiamo sempre così XD)
Sono felicissima che ti piaccia come abbiamo trattato il rapporto di fiducia tra Smoker e Tashiji. Secondo me per lei lui è un modello molto importante, una persona alla quale si rifà e alla quale aspira di assomigliare per il forte senso di giustizia e il modo di viverlo, molto più corretto e schietto rispetto a quello del Governo Mondiale! Per quanto riguarda l'accenno... bhè, chissà XD
Ace... Ma lo sai che io Ace lo amo, quindi non potevo non metterlo con le sue caratteristiche essenziali **
Per l'entrata in scena di Shanks non ti preoccupare, presto arriverà anche lui ^^
Un bacio e non preoccuparti, la rece va benissimo!!!

@Agnese_san: Ciao cara!
Ah, anche a me piace molto il rapporto che intercorre tra il nostro commodoro e la giovane spadaccina!
Per quanto riguarda Ace (si deprime per un attimo ripensandoci, ma poi tira avanti... a fatica) io lo amo (sì, al presente!) quindi non potevo non inserire in quel seppur piccolo spazio tutti gli elementi che meglio lo caratterizzano e che alla fine hanno colpito un po' tutti lasciando il segno (tra parentesi, io il cappello di Ace lo vorrei XD)!
Un bacio a te e a presto! ^^

@Red Queen: Ciao carissima **
Guarda, sono contenta che siamo riuscite in qualche modo a tenerti vicino al mondo di One Piece. Ti parla una ragazza che ama Ace, che lo considera tutt'ora il suo personaggio preferito e che ha fatto una settimana con la faccia da funerale! One Piece è un capolavoro e per quanto questo sia stato un duro colpo, continuerò a seguirlo con lo stesso entusiasmo, perché Oda - per quanto sadico - rimane un genio e quindi non posso far altro che rimanere drogata della sua opera XD
Sono contenta che il rapporto tra Smoker e Tashiji sia reso bene, perché noi adoriamo questi due - e sono i pochi della marina che adoriamo XD Per quanto riguarda Ace, tranquilla, ti capisco perfettamente per la reazione ^^
Un abbraccio e alla prossima!

@KH4: Ma ciao tesora!
Ma io Smoker lo rendo così bene?! Cioè, seriamente, Bea me lo ha detto che sono portata per trattarlo ma non pensavo di renderlo così bene. Sono felicemente sorpresa per ciò e mi sento orgogliosa perché Smoker è un personaggio al quanto difficile da decifrare e trattare per il suo atteggiamento da orso - come direbbe la mia socia! Per quanto riguarda la puntina di gelosia che hai rilevato, io non dico nulla, ho la bocca assolutamente cucita e solo andando avanti lo scoprirai *sghignazza*
Ace è gentile, ovviamente, lo abbiamo visto ad Alabastra! Quindi anche se è un pozzo senza fondo pure lui, almeno al contrario di Rufy un po' di buone maniere le conosce XD Ma tanto lo ameremmo anche se non le conoscesse!!!
Un bacio ^^

@Yuuko: Carissima, ciao!
Ma lo sai che io adoro te e le tue recensioni?! Ci tengo a dirtelo perché sono assolutamente precise - e un po' la cosa mi inquieta in senso positivo - e mi rende contentissima ciò!
Ovviamente hai indovinato, il capitolo era mio - due capitoli miei e due canzoni dei Green Day, la prossima volta cambio, anche se mi sa tanto che indovinerai lo stesso! Grazie infinite per i complimenti, sono veramente contenta di essere riuscita a rendere così bene il commodoro! Sì, anch'io ho sempre visto nella caccia di Smoker a Rufy un'ossessione che comunque non è la solita marina/pirati, c'è come una sorta di rispetto e dignità che la marina non usa per i pirati solitamente, c'è correttezza nel loro modo cosa che ovviamente il Governo Mondiale nemmeno sa cosa sia!
Stai tranquilla, per tutti è un po' traumatico leggere il suo nome, ma per me rimarrà sempre il mio personaggio preferito di One Piece ** Passando oltre, anch'io adoro Ace quando si addormenta di botto, soprattutto mentre è intento a fare qualcos'altro e quindi quella scena era quasi d'obbligo XD Sono felice che ti sia piaciuta e ti abbia fatto ridere!
Ah, io e Bea ci completiamo davvero a vicenda per quanto riguarda lo scrivere. Io detesto fare le parti d'azione e di combattimenti, sono una tragedia per me, mentre a lei vengono divinamente e le sa rendere in modo eccezionale! Mentre, io sono più portata per l'introspezione e la resa della psicologia dei personaggi, mentre a lei non piace tanto fare capitoli incentrati solo sui sentimenti di un personaggio! Quindi, sì, faremo ancora storie assieme - anche se per adesso ci stiamo dedicando a progetti singoli aspettando di aver nuovo materiale sul quale lavorare, ovvero, Oda si deve spiccià a mandare avanti la storia XD
E, mi sto scordando, sei tu che fai arrossire me - e anche Bea credo - con i tuoi complimenti!! ^^
Un bacio a presto!

@Giodan: Ciao!
Sì, ancora poco e cominceranno gli intrighi veri e propri, al di là di questi che sono a scopo introduttivo. **
Quanto alla storia, piano piano arriveranno anche i combattimenti! ** Di tutti i tipi, sia fisici che mentali!
Grazie per la recensione, un abbraccio! ^^

@Maya_90: Ciao tesora!
La parte descritta di Alabastra era esattamente come l'hai detta tu mi sembra. La parte dove manda a quel paese i Cinque Astri per la promozione che non si merita mi aveva fatto scompisciare, Smoker è l'unico con il fegato di rispondere in quel modo ai cinque bacucchi XD Un grande!!!!
Sì, il capitolo è mio! Grazie per i complimenti sull'introspezione ** amandola fare, mi fa sempre molto piacere sapere di riuscire a farla davvero bene come mi piacerebbe e soprattutto che non stanchi - perché mi è capitato di imbattermi in introspezioni che non si potevano leggere da quanto erano pesanti e io non vorrei mai diventare così!
Ah, sì, Ace *ç* ...*il cervello si è fermato* Ehm, dicevamo, sì, lui nella sua prima comparsa dovevo metterlo completo assolutamente, non potevo omettere nessuno dei dettagli che lo caratterizzano più di qualunque altra cosa! E per Shanks, tranquilla, arriva anche lui, ma per evitare di affrettare i tempi e rendere il tutto troppo veloce abbiamo preferito lasciare i giusti tempi a tutto! Quindi poco alla volta compariranno tutti i protagonisti ^^
Mi spiace per il tram ç___ç Però consolati, io per scrivere le risposte alle vostre meravigliose recensioni dormo 6 ore se va bene (le sto scrivendo di lunedì notte XD)
Un abbraccio!

@Karyon: Ciao ^^
Ah, non ti nascondo che intessere questa storia non abbia avuto i suoi problemi (la linea temporale, eh Bea XD). Soprattutto per riuscire a coinvolgere tutti i personaggi che volevamo tirare in ballo, cosa non propriamente facile visto che Oda non ha dato molte informazioni riguardo la maggior parte di loro e se da un lato è un'ottima cosa per far lavorare la fantasia dall'altra ti mette dubbi a non finire!!!
Grazie per i complimenti sulla caratterizzazione di Smoker e Tashiji! Ti confesso che lavorare a quattro mani è stato molto divertente ed è stato molto bello, poi io e Bea siamo perfette per lavorare assieme dato che i nostri stili si compensano **
Allora alla prossima volta!
Un bacio!




Ringraziamo infine chi ha messo la storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente, è passato di qua a buttarci un occhio. ^^




Bea & Yuki


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Capitolo 5
*** Country Girl ***


CAPITOLO 5: COUNTRY GIRL.
(Chapter Soundtrack: Roses of May [fan tribute]- Final Fantasy IX *).




Aveva appoggiato la testa alla scrivania: così, proprio sul marmo duro e gelido. Avrebbe voluto prendere volentieri a testate il suo capo, ma l’unica cosa sottomano era quel lastrone di marmo. E non sarebbe stata una scelta saggia.

- Ma perché? - si domandava col cuore tormentato, gli occhi viola persi a guardare un punto non ben definito del muro posto alla sua destra. La luce del giorno era stata quasi del tutto occultata da dei grossi nuvoloni, che minacciosi si stagliavano fuori dalla finestra del suo ufficio e talvolta si facevano sfuggire saette di un rosa pallido, colore che faceva risaltare ancora di più la loro serpentina nel cielo livido.

Ecco, il cielo in quel momento descriveva benissimo il suo stato d’animo: cupo come le nuvole cariche di pioggia, inquieto come il mare battuto dalla tempesta, percosso da fremiti di rabbia e smarrimento.

- Perché proprio ora?! - continuava a torturarsi in preda allo sconforto più totale. Si portò la mano destra alla fronte e si tirò indietro i riccioli ribelli che le erano ricaduti davanti.
 
- Perché proprio lui?!



[FLASH BACK: DIECI ANNI PRIMA]

“Ho detto buongiorno”!

Hikari non aveva neanche sentito il tintinnio classico della campanello della porticina in legno: era, come sempre, immersa in uno dei suoi amati libri. Aveva tirato su la testa di scatto, chiudendo il libro e ponendolo a lato, quando si era ritrovata innanzi al bancone un uomo sulla trentina, tutto sorridente e con un colore di capelli davvero assurdo.

E notevolmente attraente.

Imbambolata a fissare quelle lingue di fuoco che arrivavano a malapena le spalle, s’era quasi scordata l’articolazione della parola.

“B-buongiorno anche a lei!” fece imbarazzata “Mi scusi, ero presa dalla lettura… E’ tanto che aspetta”?

L’uomo scoppiò a ridere: “L’ho salutata tre volte… Cominciavo a pensare che fosse sorda!” e continuava a ridere come un moccioso. Da parte sua, lei era spiazzatissima, ma lo trovava in qualche modo divertente: non aveva mai visto una persona che non fosse un bambino, ridere in quel modo così spontaneo.

“Ok, cancelli questo burbero benvenuto… Mi dispiace” disse lei sempre più imbarazzata, non celando però una risata.

“Se vuole posso riuscire dalla biblioteca, rientrare e ricominciare tutto da capo, che dice?” le aveva domandato, asciugandosi le lacrime dal riso, ma con tono serio.

Hikari lo guardò per qualche istante sgomenta, senza capire se stesse dicendo sul serio o meno, al che lui scoppiò di nuovo in una risata fragorosa: “Stavo scherzando, non faccia quella faccia! Ma non avete il senso dell’umorismo in questo villaggio”?

La mora incominciò dapprima a ridere sommessamente, poi sempre più forte: “E’ un villaggio di anziani questo… E’ il primo cliente con un po’ di brio che mi capita. O meglio, è il primo cliente che mi capita da un pezzo a questa parte” concluse ricomponendosi, ma sempre scrutando il viso dell’uomo.

“Beh, allora visto che sono un cliente speciale, mi presento: piacere, mi chiamo Shanks!” disse entusiasta, porgendole la mano, che lei ricambiò con una stretta decisa: “Hikari”.

Shanks si appoggiò al bancone sorridendogli sornione e lei non sapeva più come accapezzarsi: quegli occhi di un verde brillante la stavano trapassando da parte a parte.

“Di cosa hai bisogno Shanks?” gli aveva chiesto, tentando di non arrossire mentre lo guardava negli occhi: lei amava guardare negli occhi le persone. Era sempre stata abituata così: secondo lei era una forma di rispetto verso l’interlocutore, anche se molte volte quest’accorgimento veniva scambiato per altezzosità.
 
“Hai dei libri di navigazione su queste acque”?

“Su cosa di preciso”?

“Tutto quello che hai va bene” proseguì con un sorriso.

“Vedi quello scaffale là in fondo?” e indicò una libreria azzurra, molto vecchia “Dall’altro lato trovi di tutto: da come si fa un nodo a una virata per schivare una palla di cannone”.

“Mi è piaciuto questo paragone” rispose ridacchiando alla sua maniera “Ti ringrazio! Per qualsiasi cosa…” ma venne interrotto da lei: “Mi trovi qui al bancone” fece, tirando su il libro e rimettendosi comoda sulla sedia a dondolo.

“Metodi… Di trasmissione…” e si stava stiracchiando per tentare di leggere il titolo del libro che lei teneva in grembo “ad onde corte?” domandò basito: “Ma che roba leggi”?

Hikari gli gettò uno sguardo bieco: “Leggo quel che m’interessa…”

“Ma deve essere una cosa barbosa…”

“Ma barbosa lo sarà per te!” e si era infastidita. Non sopportava i giudizi della gente sulle sue passioni e sui suoi gusti personali.

“Ok, ok, scusa, non volevo farti arrabbiare…” spiegò Shanks, mettendo la mano avanti, incredulo per una reazione del genere “Era una battuta…” disse piano, con la faccia imbronciata.

La mora stette a squadrarlo per un instante, pensando a quanto poteva arrivare il suo grado di infantilismo, ma non riuscì a non ridere per quell’espressione buffa. E quando lui gli chiese, con gli occhioni dolci, cosa potesse fare per farsi perdonare, si strozzò quasi con la saliva.

“Shanks…” e nel mentre le scappava da ridere “Lo scaffale è quello là: vaporizzati prima che ti tiri i tomi di fisica che stanno qua dietro”!

“Oh, finalmente ti vedo scherzare!” aveva esclamato alzando il braccio al cielo: “Credevo non sapessi più farlo a forza di leggere quella robaccia noiosa…” e scoppiò a ridere come un ossesso vedendo la faccia della ragazza che si era incupita notevolmente e lo guardava con uno sguardo truce.

“Ok ok! Vado allo scaffale, lasciali dove sono i tomi di fisica”!

Hikari rimise al suo posto un tomo dello spessore di una spanna, guardandolo con un sorriso beffardo, mentre lui si dirigeva allo scaffale, ridacchiando di tanto in tanto.

- E’ talmente una persona singolare che ho il dubbio se sia scemo o meno - aveva pensato ridendo, risedendosi sulla sedia.


Erano passate tre ore da quando quell’uragano di irriverenza e simpatia era entrato nella sua biblioteca: lo guardava talvolta, posando lo sguardo sul suo mantello nero e notando che qualcosa nella sua figura non quadrava, oltre al fatto che, per sfogliare o prendere i tomi, utilizzava un braccio soltanto.

Guardò l’ora: erano le cinque del pomeriggio.

Si alzò piano, senza fare rumore, e si diresse nel piccolo cucinino sul retro della biblioteca: decise di preparare il caffè.

Mise la moka sul fornello e tirò fuori un piccolo vassoio in cui ripose due tazzine, la zuccheriera e dei biscotti.

Poco dopo ritornò nel salone e ritrovò l’uomo che la guardava con un sorriso: “Ho sentito l’inconfondibile aroma del caffè…”

“Beh, spero ti piaccia visto che te ne ho portato una tazza” spiegò la mora, appoggiando il vassoio sul banco ove Shanks era seduto.

“Wow, hai portato anche i biscotti!” esclamò tutto contento, appoggiando la schiena alla sedia e sorridendole dolcemente.

Aveva un sorriso splendido.

“Ti piacciono”?

“Io adoro letteralmente i biscotti”!

Hikari rise divertita: “Prendine quanti ne vuoi. Ne ho ancora di là. Serviti pure”.

Nel momento in cui addentò il primo dolcetto, le rifilò uno sguardo dolcissimo: “Ti ringrazio Hikari”.

Lei, sentendo il suo nome pronunciato dalla sua voce, traballò come un budino: “F-figurati… Ci mancherebbe…” e continuava a guardarlo, rapita.

C’era qualcosa di famigliare in lui.

Bevvero il caffè in silenzio, sgranocchiando qualche biscotto, finché lei non si decise a parlare: “Senti un po’… Dov’è che ti ho già visto”?

Shanks rise nella tazzina, alzando quegli splendidi smeraldi con un’espressione furba: “Non saprei… Io di sicuro non ti ho mai vista prima. Me ne ricorderei altrimenti” concluse ridacchiando, facendola arrossire.

Hikari spostò lo sguardo imbarazzata, per poi recuperare la sua sicurezza: “Non fare il lumacone…”

“Hai iniziato tu il discorso…”

“Sì, ma era del tutto smaliziato” lo riprese, alzando un ciglio, per poi continuare: “La tua faccia non mi è nuova…”

Shanks posò la tazzina e si frugò in tasca, estraendo un foglietto ripiegato in quattro parti. Glielo porse e stette a guardare la sua espressione stupita.

D’altro canto, lei si limitò a fischiare, notando la fila di zeri sulla taglia: “Ora capisco il perché”.

“Spero che questo non cambi le cose tra noi…” s’informò lui, mantenendo sempre quel sorriso sghembo sul viso.

“E perché mai dovrebbe cambiarle”?

“Perché sei la prima persona che mi da l’opportunità di relazionarmi, pur conoscendo chi sono” concluse lui, appoggiando il mento sulla mano destra. Lei lo scrutò un istante: “Che fine hai fatto fare all’altro braccio”?

Rimase colpito dal modo diretto che soleva avere quella ragazza quando le interessava qualcosa: di prima battuta sembrava una ragazza schiva, ma più i minuti passavano, più rivelava il suo vero carattere.

“L’ho perso a poker…”

Ci fu un lungo minuto di silenzio, ove Hikari lo guardava inebetita: la stava prendendo in giro?

Successivamente il Rosso scoppiò in una fragorosa risata, tanto forte da farla quasi spaventare: “Proprio non ce la fai a capire quando scherzo vero”?

La mora in quel momento stava pensando seriamente di spaccargli le tazzine sul cranio.

“Mostri marini e scommesse…” concluse lui afferrando l’ultimo biscotto, sotto lo sguardo attento di lei che non si perdeva un movimento.

“Hai mangiato il pezzo della vergogna…” gli fece notare, mettendosi a braccia conserte e guardandolo negli occhi.

“Dolcezza, sono un pirata… Il galateo non fa per me” e si era sporto verso di lei, in avanti. Allargò leggermente il suo sguardo, presa alla sprovvista: quella testa di pomodoro riusciva a metterla in imbarazzo come mai nessuno aveva fatto.

E questo un po’ la spaventava.

Decise di lasciar correre e si alzò arrabattando il vassoio, sotto lo sguardo interrogativo di lui: ripose al volo le tazzine e quel che era rimasto della merenda e fece per dirigersi verso la cucina, quando una mano le bloccò il polso.

Lei, che non se l’aspettava, perse il controllo del vassoio e il contenuto cadde per terra, restandone solo dei cocci.

“Cavolo, mi dispiace!” esclamò il Rosso, alzandosi per darle una mano, mentre lei si era chinata a raccogliere il disastro che aveva fatto.

“Figurati, non è colpa tua”!

“Scusami, non volevo…” ed era dispiaciuto per l’accaduto. Ma lei era scattata su come una molla: non aveva potuto prevederlo.

“No davvero, non fa nulla, lascia stare…” commentò imbarazzata mentre il Rosso raccoglieva i cocci.

“L’ho fatto io il disastro: lasciati aiutare a pulire almeno…” le disse con un sorriso, raccogliendo lo zucchero: “Meno male che non è sale! Sai quanta sfiga”?

Quel commento la fece ridere: “Ma non avevi detto che il galateo non faceva per te”?

Lui la guardò intensamente negli occhi: “Il galateo è diverso dalla galanteria, dolcezza…” e raccolse il vassoio, alzandosi in piedi. Hikari invece era rimasta ancora accosciata a terra, mentre lo guardava con un’espressione da triglia.

L’aveva praticamente zittita.

Il Rosso si voltò e s’avviò verso il bancone, dandole le spalle: lei continuava a fissarlo senza trovare un qualcosa di sensato da dire. Era rimasta folgorata.

“… Dietro il bancone vero”?

Si riscosse dai suoi pensieri: “Come”?

“Ho chiesto” e fece capolino dallo scaffale “Se il cucinino è nella stanza dietro il bancone…”

“S-sì… Cioè no… Cioè, aspetta, dà qua!” e si sentiva veramente stupida. Non si era mai trovata senza parole, col cuore che pareva una trivella, incapace di articolare una frase di senso compiuto.

E aveva un caldo terrificante.

Gli strappò letteralmente il vassoio dalle mani: “Faccio io” disse e si diresse in cucina, sotto lo sguardo a metà tra lo stupito e il divertito di Shanks.

Ripose i cocci nella pattumiera, fece scorrere l’acqua dal lavello e si sciacquò mani e viso: che le stava succedendo? E ripensava a quella presa salda e decisa che l’aveva fatto perdere il controllo.

E al suo sorriso.

Quando tornò nel salone, vide che l’uomo stava richiudendo lo zaino e aveva riposto tutti i libri al loro posto: “Devo andare, i miei uomini si chiederanno dove io sia finito” le spiegò con una risata.

“Guarda che se vuoi puoi prenderli i libri” rispose cercando di non pensare alla faccenda di prima e al suo batticuore.

“No, tranquilla. Penso che ci fermeremo per un bel po’ di tempo in questo villaggio di campagna. E’ tranquillo, indiscreto e ben nascosto… E poi quest’isola mi piace parecchio, adoro il verde e la natura” concluse con un sorriso.

Hikari provò una strana sensazione di felicità quando disse che si sarebbe fermato.

“Come preferisci” rispose dominando l’agitazione. Si stava cacciando involontariamente in una situazione al quanto pericolosa e strana.

“Ci vediamo domani dolcezza” e la salutò con un cenno, uscendo dalla porta e appoggiando la mano sulla maniglia. Lei lo vide fermarsi, ma era troppo presa a soppesare quelle parole, oltre al fatto che era ben la terza volta che la chiamava ‘dolcezza’.

Nessuno l’aveva mai chiamata così.

Lo vide poi fare retromarcia deciso, avvicinarsi sempre di più a lei, stirarsi sul bancone e, poco dopo, le sue labbra sulle sue.

Pietrificata, totalmente pietrificata.

Scivolò via qualche istante dopo, regalandole un sorriso malizioso: “Grazie per la merenda, dolcezza” ed uscì fuori nella via, come se nulla fosse, mentre lei era diventata di sette tinte di rosso diverso e respirava a fatica, col cuore che ballava la tarantella e che mancava più volte i battiti.

- E fanno quattro – pensò, mentre si passava le dita sulle labbra e sentiva ancora il suo profumo sulla sua pelle, il cervello totalmente sconnesso.

Un pirata, di bell’aspetto, gentile, educato, simpatico, allegro e seduttore. Non voleva crederci: avrebbe scommesso anche le mutande sul fatto che si trattasse di un sogno, se non continuasse a sentire il suo profumo così intenso addosso a sé stessa, la lieve ma piacevole irritazione della barba di lui sulla sua pelle e il campanellino della porta tintinnare ancora di tanto in tanto.

Si sedette e prese un lungo respiro: successivamente scoppiò a ridere convulsamente, con quasi le lacrime agli occhi.

Non voleva crederci… Prese il suo libro fidato, tentando di recuperare un po’ di controllo, ma l'impresa si rivelò davvero ardua.

- E va bene Rosso – pensò con malizia – ci vediamo domani.




Si alzò di scatto dalla scrivania, tentando di cancellare quei ricordi che le facevano ancora così male.

Dieci anni spesi a dimenticarlo ed ora, come un uragano, ecco che il Rosso compariva nella sua vita di nuovo: era furibonda. Ma non poteva certo disobbedire ad un ordine di Dragon.
 
Inveì mentalmente verso di lui: se la sarebbe legata al dito. Ma non capiva se il suo capo la stesse mettendo alla prova o stesse soltanto divertendosi. Caratterialmente Dragon sfoggiava una faccia tosta degna di nota. E lo sapeva che riusciva ad essere bastardo fino in fondo se ci si metteva.

Decise che, se doveva chiamare quella testa color pomodoro, lo doveva fare senza perderci troppo tempo a pensarci su. Tolto il dente, tolto il male.

Armeggiò col codec: Dragon le aveva fornito tutti i contatti necessari cui potesse aver bisogno. E tra quei contatti, c’era anche quello del Rosso.

- Ma non poteva pensarci lui? – rimuginò mentalmente, nel mentre che ricalibrava le frequenze e inviava una chiamata alla trasmittente di bordo di Shanks – Dove sarebbe il divertimento sennò? – fu l’ovvia conclusione, condita con qualche imprecazione di un certo spessore.

Tempo qualche secondo e dall’altro capo si sentì un fruscio, poi il silenzio.

“Sto cercando Shanks” proferì secca, misurando il tono di voce.

“Chi parla?” una voce bassa e calda rispose dall’altro capo, dopo aver indugiato qualche secondo.

“Sei Ben”?

“… Sì”.

“Sono Hikari”.

Ben Beckman dall’altro capo impallidì di colpo: “Ti chiamo subito Shanks”.

Attese in linea circa un minuto, mentre incrociava le dita: sebbene il codec non lasciasse traccia, non era sicura che Shanks non fosse tenuto sotto controllo dalla Marina.

“Hikari…” e riconobbe la sua voce dolce, ma il suo tono era insicuro.

“Ho un messaggio da parte di Dragon: il Governo Mondiale è alla caccia di Pugno di Fuoco e ha mandato Smoker sulle sue tracce”.

Shanks ascoltava incredulo. Mai si sarebbe aspettato una chiamata di Hikari, per conto di Dragon: “So già tutto” rispose, celando perfettamente il suo stupore.

La mora non trattenne un moto di sorpresa, ma proseguì: “Pensi di riuscire a fermare Smoker”?

Il Rosso rimuginò in silenzio qualche istante: “Perché dovrei fare un favore a Dragon”?

“Lo devi fare perché è tanto importante per noi quanto per te fermare Smoker… E sappiamo bene quanto tu tenga agli equilibri. I tempi non sono ancora maturi…” e la sua voce era ferma e tagliente. “Shanks, è una questione di vita o di morte. Noi siamo blindati, non possiamo agire in così poco tempo. Dragon te lo sta chiedendo per favore” e si vergognò di implorarlo, anche se era per conto di qualcun altro.

Un altro lungo istante di silenzio passò: “Va bene”.

“Hai un lumacofono fax o qualcosa del genere”?

“Sì”.

“Ed è sicuro”?

“Ovvio… Dolc” e gli stava per scappare, ma si era salvato in corner. Si sentì un verme.

“Ok, allora ti trasmetto la rotta di Smoker. Dopodiché ci sentiremo nei giorni successivi”.

“Sappi che Dragon mi dovrà un grosso favore” aveva incalzato lui, con un tono lugubre nella voce.

“Dragon non è come te. Lui le promesse le mantiene” concluse lei con freddezza, ponendo fine alla chiamata.

Il Rosso lasciò il microfono e si erse in piedi, con una morsa allo stomaco e gli occhi lucidi.

- Ti prego di perdonarmi… Te ne prego.



- TO BE CONTINUED -




* N.d.Bea: la canzone è una versione della soundtrack del videogioco Final Fantsy IX 
(l'originale, è di Nobuo Uematsu, colui che ha curato fino al X episodio della saga, se non erro, le musiche), fatta da tale Katethegreat19. L'ho trovata per caso su Youtube, cercando i pezzi della colonna sonora del gioco. Questa ragazza è stata bravissima, è un genio. :) Tanto di cappello!
La ragazza che appare nei disegni è per l'appunto Beatrix di Final Fantasy IX: sì, è quella a cui ho fregato il nome. :D






- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera a tutti! ^^
Aggiornamento serale questa volta, sempre per i soliti motivi... Lavoro/impegni, impegni/lavoro. Ho bisogno di una vacanza dal resto del mondo (e la mia socia è della stessa opinione...).

Allora, non guardateci così... Che le vediamo le vostre facce basite, alla "Ma prima... E poi invece... Ohibò". XD Ok, ora sappiamo che c'è stato qualcosa tra il pirata e la rivoluzionaria. Sì, il tempo al passato è giusto e non è messo lì a caso, anche perchè ci arrivate da soli a capire che, se prima era cotta come una mela gratinata, ora lo tollera quanto una trave in un occhio. ^^'
Hikari sa essere fredda e spietata come l'iceberg del Titanic, ce ne rendiamo conto e noi stesse abbiamo provato pena per il Rosso, che viene trattato così malamente
(io stessa volevo defenestrarmi da sola, come il vecchio de "Le follie dell'Imperatore" X°D)
. Ma date tempo al tempo, presto saprete bene la faccenda... :)

Bene signori e signore, "ciancio alle bande"(cit.) e passiamo alle recensioni (che, tra parentesi, vi ringraziamo per tutto il tempo che spendere per noi con delle recensioni da urlo. Siamo commosse! ç_ç).



- Angolino di Beatrix -


@Red Queen: Ciao tesora! ^^
Ah, guarda, la tecnica del multitasking anche nel mio lavoro serve. E tantissimo. Solo che io non sono al telefono, ma "dal vivo". XD Sono felice che la scena ti sia piaciuta: personalmente mi sono divertita molto ad immaginare Hikari nei panni dell'ordinaria amministrazione (santa donna, aggiungo. XD).
Per le delucidazioni sulla lingua nipponica, il merito va alla mia socia (anche il nome del collega), perchè prima di conoscerla ero ignorante quanto la capra di Sengoku in merito. ^^'
Quanto a Shanks... Ahem, lo so. Ora, ci abbiamo riflettuto sopra moltissimo e siamo giunte alla conclusione di averlo trattato malissimo per tutta la storia. XD Siamo delle sadiche, lo ammettiamo candidamente (soprattutto me medesima, visto che lo amo con ogni mia cellula ^^'): sono curiosa di sapere cosa ne penserete quando si scopriranno i pezzi del puzzle. Secondo me voleranno pietre. XD
Figurati, non ringraziarci per le risposte... Da parte mia posso dire che, sì, è faticoso perchè ho veramente poco tempo in questo periodo, ma è sia divertente che giusto rispondere ai recensori. ^^ La vedo come una cortesia, via. Voi spendete tempo per noi: è giusto ricambiare, per come la vedo io. ^^
Un abbraccio caVissima, grazie per la recensione e alla prossima!
ps. Quanto alla tua ispirazione... Io incrocio dalle dita ai cestini. La mia forza è con te! **

@Yuuko: a-m-o-V-e. Mi sono sanguinati gli occhi quando ho visto la tua recensione. In senso buono, naturalmente. ** Dio, quanto adoro i tuoi "svisceramenti" intrinseci dei capitoli: ne sono dipendente, "sallo"(cit.). XD
Allora, rimbocchiamoci le maniche e andiamo con ordine: sì, cara, è un mio capitolo. ^^ E, a costo di sembrarti scema, ti dico che i commenti sul mio stile mi hanno fatto esplodere il mio cuoricino di pietra (lunga storia XD). Perchè io sono complessata. E ti spiego: mi sto esercitando - e qualche traguardo piccolo piccolo l'ho già raggiunto in questa storia - per inserire più introspezione qua e là rispetto ai miei normali canoni, tuttavia penso non sia proprio nel mio stile. Nel senso che non la sento parte di me. Mi trovo a mio agio nell'esternare appunto i sentimenti e tutto il resto coi dialoghi e sapere che "rendono" mi sollevano il peso invisibile che giace da sempre sul mio stomaco. u_u
Ho ancora una caterva di cose da imparare e conto di arrivare ad una forma più o meno equilibrata nel complesso, ma il mio stile - che è quello che potete leggere anche in questo capitolo - è venuto fuori da solo. E' molto "povero", me ne rendo conto, tuttavia è anche spontaneo per quanto "mi sento". Da Yuki ho imparato molto, devo essere sincera e mi chiedo come faccia a fare in media sei pagine - sei! - di quasi totale introspezione per capitolo, per giunta per nulla pesanti. Quella ragazza è un genio. Ripeto, totale stima. **
Piano piano raggiungerò il mio equilibrio interiore (mi sto sentendo un monaco Bhuddista O_O).
Diciamo che nella prima parte della storia mi sono specializzata su Hikari, proprio perchè Yu portava avanti l'altro filone. Più avanti invece noterete che ce li siamo "scambiati" molto i personaggi. ^^ E' una cosa divertentissima!
Sono felicissima di sapere che Hikari ti piaccia (questo è un complesso di entrambe XD): come posso descrivertela? Tu hai centrato alcuni punti in pieno, come il fatto che è precisa e che, sì, tutto sommato adora "prendere in giro". Tuttavia, da creatrice "a metà", devo dirti che questo lo fa solo con determinate persone. Ovvero con il suo mondo personale (quindi Dragon e i colleghi). Vedrai... Non è per nulla una persona equilibrata, tanto per darti un indizio e per premiare i tuoi sforzi. :D Può benissimo essere accostata al mese di Marzo: "guardi il sole e apri l'ombrello". ^^
E no, non ha per niente peli sulla lingua! E se ti piace sta cosa, ti divertirai, te lo garantisco: perchè Hikari non si fa mettere i piedi in testa, a costo di sfasciarsela. ^^'
Quanto a Dragon *sospira* : io lo amo già. Me lo sono immaginata come un orso, se devo essere sincera, ma con uno spirito molto forte capace di catalizzare la stima altrui su sè stesso. Io spero che sia uno dei "buoni", più che altro perchè adoro l'idea dei Rivoluzionari contro il Governo e mi attirano anche le situazioni in cui bisogna agire "sporcandosi" le mani per un qualcosa di grande. E' brutto come ragionamento, tuttavia la storia insegna. E in Dragon vedo molto sacrificio. E sì, infondo - ma proprio in fondo XD - vuole bene a tutti i suoi uomini: senza di loro, non sarebbe quello che è, no? ^^
Su Shanks... Ahem. Già da questo capitolo si può intuire qualcosina, ma ho la bocca cucita e le mani legate. Ha fatto una stronzata, sta a voi capire quale. Da parte mia, non ho mai pensato che il Rosso fosse un santo: è umano anche lui, ed errare è umano. :) Ma qualsiasi cosa faccia, lo amiamo lo stesso, c'è poco da fare. **
Bene, ho finito! O_O E' la risposta più lunga ad una recensione che abbia mai dato: c'ho messo esattamente venticinque minuti a scriverla. XD
Un bacio, grazie per la recensione e alla prossima caVissima! **
ps. Sì, più che zampino nel cognome di Hikari, c'è lo zampone - con tanto di lenticchie - di Yuki. XD
pps. I Queensryche sono un gruppo Heavy Metal. Sono molto tranquilli, comunque. Se t'interessano, dai un ascolto all'album Operation:Mindcrime. E' un capolavoro. ^_-

@KH4: ciao caVa! ^^
Sono felice sia che trovi azzeccato lo pseudonimo che la grinta di Hikari. :) E' più che probabile che sia stata io a trasmetterle quella grinta, perchè Yuki è la calma fatta a persona (solo quando non le prendono i raptus di follia pura XD), tuttavia io combino più guai. :D Hikari è più controllata (merito dell'altra metà dell'ispirazione che viene dalla mia socia) e più fredda nei ragionamenti: io stessa sarei già stata sgamata in pieno. XD
Dragon, da come avete potuto leggere, ha avuto un ruolo chiave nella vita della mora: è un po' bastadello, non neghiamo di averlo fatto così, ma alla fin fine crediamo sia una persona buona, con i suoi modi un po' strambi e discutibili nel dimostrarlo. :) E' fatto così. Ma, capiamoci, chi è normale in quella famiglia? XD
Sulla questione Shanks... Anche lui ha avuto un ruolo fondamentale nella vita della donna. E qualcosa si capisce già da questo capitolo. :) E non posso dirti di più. E, sempre da come hai potuto leggere tra questo capitolo e il precedente, Hikari non è molto accondiscendente verso di lui... Anzi! Dai, prima o poi capirete qualcosa di più! XD
So bene che vi teniamo sulle spine, praticamente dall'inizio della storia, visto che è partita già con il mistero della convocazione... Però sono felice di sapere che, anche se inquietante, questa cosa sia positiva, almeno per te, perchè un poco ci sentiamo in colpa!
Night Fox: mi sono sbellicata ad immaginarmi la scena, te lo giuro, nonostante l'abbia scritta io stessa. XD Diciamo che un po' di ironia era necessaria nella nostra storia. Diversamente ci sarebbe da spararsi un colpo (parole di Yuki)! :D
Bene caVa: grazie mille per la recensione e i complimenti. Mi han fatto tanto piacere, davvero! Ci leggiamo da te!
Alla prossima!

@RuNami 4 Ever: ciao tesoro! ^^
Non preoccuparti per non aver recensito. Non ci offendiamo! XD Mica siete obbligate, tranquilla cara. :)
Allora! Cavolo, non credevo che Night Fox avesse così tanto successo! :D L'idea del trasformista mi è venuta così... E, siccome io amo i boccoli, soprattutto sugli uomini, ho immaginato le reazioni di stizza di fornte ad impiastricciarli e coprirli con una parrucca di dubbio gusto. XD I boccoli sono sacri (chi parla è una che ha i capelli lunghi e lisci come degli spaghetti - che culo...).
Grazie anche i per i complimenti sulla forma della storia: è difficile spiegare tali cose senza incasinare la comprensione e, penso di poter parlare tranquillamente anche per la mia collega, siamo felici di sapere che risulta comprensibile in egual modo. ^^ Alla fin fine leggere una fic è un passatempo, quindi non dovrebbe far venir mal di testa, no? ^^ Io personalmente preferisco le cose chiare e semplici, scorrevoli.
La tua curiosità per la faccenda del Rosso e di Hikari penso sia stata in parte accontentata con questo capitolo. :) Ma non temere, arriveranno altri indizi man mano. ^^
Sul potere della mora... E' abbastanza facile. Solo che è il tipo ad essere particolare (farina del nostro sacco e speriamo che sia abbastanza accettabile ^^).
Un abbraccio cara, grazie per la recensione e alla prossima!

@Maya: tesoro... Sto andando in paranoia senza la tua storia! Aggiorna ti prego, o mi defenestro da sola! T_T
Oddio... Sei la seconda persona che mi fa i complimenti per lo stile. *Arrossisce e si nasconde dietro a Yuki - il come non si sa, visto che la collega è la metà di lei*
Non so cosa dire (se non grazie, ovvio): come ho già spiegato a Yuuko, io sono abbastanza complessata dal mio modo di scrivere, perchè mi rendo conto (almeno, parere mio) che risulti un pò scarno, rispetto allo standard di scrittura. Sto cercando di impegnarmi un pò di più nel mettere più introspezione qua e là, per completarmi, ma mi risulta parecchio difficile. Nel senso che non mi viene spontaneo. Verso la fine della storia ho inserito un capitolo totalmente introspettivo (sei pagine, un record personale!), ma non ti dico la fatica... L'ho preso per una prova via... E non sai che felicità leggere i vostri complimenti (è addirittura un amore? CaVa, nel mio cuore c'è posto per tutti! XD), davvero... Sono quasi commossa. So che sembro scema, ma è così. Per me è importante il parere altrui, diversamente non pubblicherei. Mi servono i vostri consigli per migliorare e sperimentare. E sapere di essere riuscita a far qualcosa di buono, mi riempie di felicità. Grazie mille! ^^
Venendo alla storia, più nello specifico a Dragon, sai... Ci siamo accorte che le parti di Dragon le ho trattate interamente io (il che mi dispiace, ma non ce ne eravamo accorte prima!) ma non mi sono ispirata a "V", sebbene conosca bene e mi piaccia quel film. Inconsciamente forse? Può essere, ma Dragon ha preso forma da solo nella nostra mente. Scrivendo è venuto fuori così (bono... Se non ci fosse già il Rosso ad occupare il mio cuore, sarei già sua. XD) e sono felice di sapere che è IC come anarchico. Confesso che sta cosa dei Rivoluzionari che agiscono nell'ombra mi faccia impazzire... Non sto più nella pelle, sto diventando dipendente da lui e dal Rosso in OP. Diversamente non me ne frega niente, VOGLIO vedere sti due! Non ne posso più di aspettare! XD
Mah... Io, più che con il bicchiere di vino (alla Inazuma ^^) in mano, me lo vedrei meglio col whiskey, nella fattispecie il bourbon. *ç* Oddio, sto sclerando...
Riguardo a Shanks e Hikari... Ci hai preso per tutti e due. :) Sia sul potere di lei, che sui casini di lui... Non mi soffermo molto (non posso XD), ma dico solo che il suo potere lo vedrete presto in azione (tra qualche capitolo, via), mentre su Shanks un qualcosa ve l'abbiamo fatto gustare già in questo. ^^ Non scoraggiarti, tra poco cominceremo a dare indizi. XD
Il Rosso è indubbiamente buono come il pane, tuttavia è umano. Posso dirti solo questo. :)
Ammetto di essermi divertita tantissimo ad immaginare questa specie di cameratismo nei Rivoluzionari. Abbiamo messo scene così (quella di Night Fox e Hikari) perchè senno c'era da spararsi un colpo. XD Ogni tanto un paio di risate non fanno male e sono contenta che vi sia piaciuto!
Concludo questa risposta-fiume (O_O), dicendo che se ti piacciono le storie lunghe, qui hai trovato pane per i tuoi denti... XD
Un abbraccio caVissima, grazie per la rece e i complimenti, alla prossima!

@MBP: Marta-chan! Ma ciao caVa! ^^
Non preoccuparti per il ritardo (la patologia di Yuki mi ha fatto scompisciare! XD), l'importante è che la storia ti piaccia!
No, davvero, non credevo che Night Fox avesse così tanto successo e simpatia... Sono molto contenta, sia che tu abbia trovato divertente quella scena, sia che ti piaccia il rapporto tra Dragon e Hikari. Se solo Oda ci facesse vedere un pò dei Rivoluzionari... *sigh* Non sto più nella pelle... Ancor più dopo aver scritto di loro: prima di iniziare questa storia, sì, mi incuriosiva... Poi, andando avanti, m'è presa quasi l'astinenza, dannazione!
Sul Rosso e Hikari... Pazienta ancora un poco. Però dai, questo capitolo è dedicato a loro due. ^^ Un pò si capisce già... :3
Felicissima di coinvolgerti caVa!
Grazie per la recensione e i complimenti! Alla prossima!
Un abbraccione.


- Angolino di Yuki -


@Red Queen
: Ciao carissima!!!

Adoro il giapponese, quindi mi sono presa la briga di andarmi a cercare alcune parole e la traduzione. Purtroppo non se ne trovano tantissime, quindi diciamo che il mio 'dizionario' è decisamente limitato xD
Però l'idea di rendere già dal nome chiaro che lei ha un lato di 'luce' e uno di 'ombre' ci è piaciuto molto e non abbiamo resistito ^^
In quanto a Shanks, bhè, ovviamente non posso rivelarti nulla ma tanto tra poco si comincerà a capire di più e scoprirai il motivo di questa reazione.
Infondo, bisogna contare, che Shanks rimane un pirata e per quanto io lo adori, probabilmente qualche cosa sporca l'avrà fatta pure lui. Almeno credo ^^

@Yuuko: Ciao tesora!

Oh, yeah, il capitolo è di Bea! E devo dire che la tua analisi di Hikari è praticamente perfetta! Hai inquadrato magnificamente il personaggio e il suo carattere - e la sua voglia di stuzzicare chiunque abbia di fronte!
Quanto al suo passato, poco alla volta, emergerà dalle tenebre - fatta a posta sta frase, ma ci stava troppo xD
E Dragon è un rivoluzionario, è un leader, è uno che non lascia molto spazio a grandi manifestazioni di sentimenti. Però conosciamo il padre e il figlio, quindi siamo certe che anche lui un'anima e un cuore debba averlo, per questo anche se velatamente abbiamo inserito questa sua preoccupazione per Hikari.
Infondo un buon capo si preoccupa anche per i suoi sottoposti, no? ^^
Quanto a Shanks, tengo la bocca chiusa. Non si può assolutamente rivelare nulla prima che venga nominato qualcosa nei capitoli xD
E mi hai beccata, eh, con Kanda! Io lo amo, c'è poco da fare u___u
Un bacio, alla prossima!

@KH4: Ciao Ale (posso chiamarti così?)
Hikari ha un passato non del tutto sereno, però questo verrà chiarito più avanti ^^ Un po' di pazienza.
Per quanto riguarda Dragon, secondo me e Bea sì, è un po' un bastardo - perché per far quel che fa lo deve essere - ma gli abbiamo conferito quella nota 'buona' perché secondo noi ce l'ha davvero. Oda non ci ha offerto molto su di lui, quindi abbiamo lavorato di fantasia. Tuttavia, vedendo come sono il padre e il figlio, non possiamo fare a meno di pensare che anche Dragon sia un personaggio 'positivo'.
Non so se sono riuscita a spiegarmi xD
Effettivamente la reazione di Hikari al nome di Shanks è imprevista, nessuno si aspetta una tale espolosione di rabbia sentendo nominare il Rosso. Chissà... xD
Un abbraccio, a presto!!!

@RuNami 4 ever: Ma eccoti qui **

Che bello risentirti! Sono contenta che l'entrata in scena di Night Fox ti abbia fatto ridere ^^ Un po' per alleggerire la situazione ci stava - come in One Piece!
Il legame tra Hikari e Dragon è molto saldo e più avanti si comprenderà meglio anche la ragione. Proprio per il suo passato oscuro, Hikari ha trovato nei rivoluzionari e in Dragon qualcosa di importante che l'ha aiutata molto. Ma più di così non mi è proprio concesso dire xD
Sìsì, il capitolo è di Beatrix! xD Dove c'è il Rosso, c'è Bea!!!! No, vabbè, per questa volta è così ma non è detto che perché in un capitolo c'è Shanks allora l'ha scritto lei o perché c'è Ace l'ho scritto io! ^^
Alla prossima **
 

@Maya90: Ciao tesoro! ^^
Ma brava, diglielo a Beatrix che lei scrive bene e che si fa troppe seghe mentali per nulla! ^0^/ Io gliel'ho sempre detto che scrive divinamente, che mi piace il suo stile, ma lei nulla, non ci crede - sì, bhè, poi lo stesso discorso è da girare perché io sono uguale, ma non soffermiamoci su questi dettagli irrisori! XD
'V per vendetta' è uno dei miei film preferiti. Quindi comprendo perfettamente l'accostamento che hai fatto e lo appoggio u_u
Su Hikari posteremo una 'scheda personaggio' tra qualche capitolo, quindi avrai a tua disposizione tutte le informazioni che desideri! Per quanto riguarda Shanks e la reazione al suo nome, ovviamente non posso rivelare nulla, ma comunque stiamo parlando in un uomo e per quanto abbiano un'animo buono e con sani principi, tutti commettono errori e Shanks non è da meno!
Guarda, noi siamo andate lentamente con la storia proprio per evitare di andare troppo di fretta e rendere il tutto meno chiaro e impreciso. All'inizio la storia avevamo stimato che dovesse avere un totale di capitoli sulla quarantina, inutile dire che non abbiamo per nulla rispettato questa stima e siamo andate molto oltre. Ma per fare un buon lavoro era necessario e noi ci siamo anche divertite, quindi siamo solo contente se tu e gli altri apprezate il nostro impegno!
Un abbraccio
Aspetto il tuo aggiornamento **

@MBP: Marta-chan, ciao!

Ma io non so che dirti dato che parliamo praticamente tutti i giorni su msn con la web xD
A parte ringraziarti per la dose quotidiana che mi hai offerto, per i complimenti, non so che altro dirti!
Io, purtroppo per te, non mi farò scappare assolutamente nulla sulla trama, non come qualcuno che mi ha rivelato il particolare saliente del seguito della sua storia xD
Un abbraccio!
Ci sentiamo prestissimo **  



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki





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Capitolo 6
*** Incancellabile ***


CAPITOLO 6: INCANCELLABILE.
(Chapter Soundtrack: In my defence - Freddie Mercury).



Quando riagganciò il ricevitore rimase imbambolato a fissare un punto vuoto per cinque minuti abbondanti. La sua mente era talmente colma di pensieri che vorticavano senza sosta da non riuscirne a cogliere nessun in particolare.

Invece era decisamente più chiaro il dolore tagliente che si era insinuato nel suo petto, all'inizio con infima lentezza, per dargli tutto il tempo necessario di assaporare amaramente quel sentimento gelido che gli stava dilaniando il cuore.

Aveva cominciato a farsi strada dentro di lui la sofferenza per quella ferita anestetizzata - perché non era mai guarita - da dieci anni, quando Ben aveva pronunciato il suo nome.


[FLASHBACK]

Il suo vice entrò nella stanza dove stava beatamente in panciolle con lo sguardo perso all'orizzonte, intento a fissare il punto in cui cielo e mare si fondevano diventando un tutt'uno. Gli era bastata un'occhiata per capire che qualcosa non andava: Ben aveva un'espressione cupa peggio di chi va a un funerale.

In silenzio aveva atteso che si muovesse a parlare, intanto che il moro liberava una nuvola di fumo prima di trarre un profondo respiro e cominciare a spiegare il motivo di tutta quell'indecisione.

Ben non era tipo di molte parole, tuttavia Shanks non lo aveva visto una sola volta bloccato per la mancanza di quelle giuste da dire.

"Shanks" cominciò con voce pacata ma senza riuscire a celare una nota preoccupata nel timbro "Hikari ha chiamato, sembra urgente. Sta attendendo il linea".

Dallo sbuffo desolato di Ben dedusse che la propria espressione doveva rispecchiare appieno quello che aveva provato sentendo pronunciare quel nome. Supponeva che una coltellata al cuore dovesse procurare meno male che la miriade di ricordi che in quel momento gli stavano attraversando la mente, marcandola a fuoco e lasciando bruciature indelebili.

"Shanks".

La voce di Ben lo riportò alla realtà, strappandolo dal baratro che lo stava conducendo dritto nel fondo dei ricordi risalenti a dieci anni prima. Cercò di recuperare almeno il contegno esteriore, e lasciò perdere il tentativo inutile di rimettere ordine tra i suoi sentimenti in quel momento.

"Vado…" borbottò cercando di apparire più scocciato che sofferente.

I risultati furono alquanto scarsi visto che Ben scosse leggermente il capo e gli diede una pacca sulla spalla quando uscì dalla cabina.

Si richiuse la porta alle spalle con un tonfo secco.


Conclusa la telefonata e ripreso il controllo dei propri pensieri, si era maledetto almeno una cinquantina di volte per quell'infelice uscita che era riuscito a fermare troppo tardi.

- Ma come mi è venuto in mente di chiamarla dolcezza dopo quello che le ho fatto?! Sono un cretino! - pensò lasciandosi cadere su una poltrona lì vicino e portandosi una mano sul viso che, lentamente, fece scivolare tra la chioma infuocata.

Dal tono di Hikari era palesemente chiaro che non lo aveva affatto perdonato, nonostante lui non desiderasse altro. Probabilmente se lo meritava e forse era meglio così, almeno non avrebbero corso il rischio di ferirsi nuovamente e di procurarsi altre ferite che non sarebbero mai guarite.

Lo scricchiolio della porta che si apriva, lo distrasse dall'immagine di Hikari che conservava gelosamente nella sua memoria.

"Allora?" domandò senza troppi giri di parole Ben.

Il vice si andò a sedere nella poltrona di fronte a quella del Rosso, fissandolo con sguardo imperscrutabile intanto che continuava a fumare la sigaretta tenuta tra le dita.

"Il Governo Mondiale vuole scombussolare gli equilibri: ha mandato Smoker sulle tracce di Ace per catturarlo e poterlo condannare a morte, in questo modo provocherà l'intervento di Barbabianca e cercheranno di eliminarlo per poter girare a loro vantaggio questo vuoto di potere".

"Deduco che noi avremo un ruolo in tutto ciò".

Shanks annuì chiudendo gli occhi. Non avevano molta scelta se intendevano contrastare il Governo Mondiale: per quanto i rapporti con Barbabianca non fossero i più idilliaci e per quanto in quel momento avessero un missione già di per sè delicata di cui occuparsi, una sua caduta era una delle ultime cose che desiderava in quel momento così importante per l'intero globo. Se davvero uno dei Quattro Imperatori fosse caduto, questo avrebbe significato un'avanzata della Marina con conseguenze poco raccomandabili per chi faceva il pirata.

- E non solo visto come il Governo Mondiale sfrutta anche gli innocenti... - rifletté mentalmente prima di riaprire gli occhi.

"Ci ha mandato le coordinate che sono state date a Smoker, ci metteremo sulle sue tracce e faremo di tutto affinché Ace non venga catturato dalla Marina" concluse, porgendo il fax che le aveva inviato Hikari a Ben.

"Fai cambiar rotta".

Il vice comandante afferrò il foglio che Shanks gli stava porgendo intanto che continuava a trarre profonde boccate di fumo dalla sua sigaretta ormai arrivata agli sgoccioli.

Il Rosso, al contrario di lui, era incapace di nascondere in modo adeguato quello che provava a meno che non si trovasse in casi di estrema necessità e in quel momento non aveva nessun bisogno di tenersi tutto dentro. Anche se ci fosse riuscito non sarebbe cambiata di molto la situazione: conosceva Shanks da troppi anni per non riuscire a capire che cosa stesse passando in quel momento.

"La mia domanda iniziale si riferiva ad altro" precisò spegnendo il mozzicone nel posacenere.

"A cosa?"

"Non fare l'idiota!" sbottò Ben "Lo hai capito perfettamente. Che intenzioni hai con Hikari”?

"Nulla. E' una storia vecchia".

"Sì, certo…" replicò sarcastico il vice piantandogli addosso i suoi profondi occhi blu scuro "Con chi cavolo credi di star parlando? Anche se fino ad ora avessi, ipoteticamente, creduto che tu l'avessi dimenticata, ora è palese che le cose non stanno così".

"Non me l'aspettavo".

"Idiota è restrittivo ora che ci penso, credo sia meglio coglione".

Ben si appoggiò contro lo schienale della poltrona e si accese un'altra sigaretta continuando a tenere sotto controllo Shanks con occhiate fugaci.

Stava evidentemente cercando di sviare la questione per poter rimanere più lucido sulla missione che ora dovevano compiere, peccato che se fosse andato avanti a costruirsi castelli di carta prima o poi gli sarebbero crollati addosso.

Ed era sempre peggio quando la realtà la si afferrava in seguito al crollo delle illusioni.

Pensò a Hikari e non faticava a immaginarsi il suo di stato d'animo. Doveva essere furiosa, nonostante fossero passati dieci anni ed era certo che la giovane donna non avesse dimenticato la questione. Non era il tipo da accantonare qualcosa. Ma doveva essere anche impaurita da quella situazione che l'avrebbe riportata accanto a Shanks.

Espirò una nube di fumo lentamente.

"Shanks credi che io sia cieco? Se gli occhi d'ametista fossero più comuni, tutte le donne delle tue veloci storie avrebbero avuti anche quelli, oltre ai boccoli corvini".

Colpito nel vivo.

Il Rosso sgranò gli occhi e fissò allibito il suo migliore amico. Aveva ragione Ben, non riusciva proprio a darla a bere nemmeno a sé stesso. Come poteva pretendere di convincere gli altri?

Tuttavia in quel momento era impossibilitato a pensare in modo lucido e non aveva idea di come comportarsi se avesse incontrato nuovamente Hikari.

Decise che era meglio impiegare tutte le sue energie per rintracciare Smoker e impedirgli di portare a termine il piano ideato dal Governo Mondiale. Infondo che cos'erano i suoi problemi paragonati a quelli che avrebbero potuto coinvolgere l'intero mondo, se Barbabianca fosse morto?

Nulla era la risposta razionale, ma quella del cuore era l'esatto opposto.


Smoker sul Vento dell'Est non doveva avere poco vantaggio, ciò portò Shanks a optare per far fare ai suoi uomini doppi turni in modo da non arrestare la navigazione, se non in casi di estrema necessità. Dovevano raggiungere il Commodoro in fretta, prima che individuasse la posizione di Ace, cosa che il Rosso sapeva non facile, dato che si spostava spesso, ma nemmeno impossibile.

Hikari gli aveva trasmesso dati che lo avevano avvistato presso la Terra del Vento. L'avvistamento risaliva a qualche giorno prima quindi probabilmente il comandante della seconda flotta di Newgate era già ripartito per destinazione ignota. Ciò l'aveva costretto a chiedere alla donna di avvisarlo sia degli spostamenti di Smoker sia della posizione di Pugno di Fuoco non appena fosse stato avvistato nuovamente.

Se i suoi calcoli erano esatti, Smoker per andare dal Quartier Generale della marina alla Terra del Vento ci avrebbe impiegato undici giorni, che sarebbero scaduti fra cinque giorni.

Invece loro avrebbero impiegato due giornate di troppo – in quel momento stavano a circa sette giorni di navigazione dall’obiettivo - rischiando di farsi giocare da Smoker.

E ora era lì, in cabina, a tamburellare convulsamente sul tavolo fissando nervosamente il ricevitore del fax aspettando notizie da parte di Hikari.

In quel momento comprendeva molto bene la ragione per cui Ben fumava e se non fosse stato per il semplice fatto che non riusciva a sopportare il sapore del fumo in bocca, si sarebbe acceso una sigaretta. Forse era meglio così, altrimenti avrebbe rischiato di finire tre pacchetti in meno di un'ora con il risultato di procurarsi il peggior cancro ai polmoni che si fosse mai visto a una velocità inumana.

Non era ansia, non solo quella, per lo meno, che gli tendeva i nervi in modo spropositato. Era semplicemente l'insieme generale della situazione che lo mandava fuori di testa e gli comprimeva il petto in una prigione di rovi acuminati, le cui spine si dilettavano a squarciargli la carne qualunque fosse la posizione che decidesse di assumere.

Sbuffò pesantemente.

"Hai una cera pessima".

"Taci".

Non aveva nessuna voglia di sorbirsi le prediche di Ben, non era dell'umore per sopportarle o per riderci sopra. Avvertiva che sarebbe potuto scoppiare con poco e che era meglio per i suoi uomini se fosse rimasto da solo, altrimenti avrebbe rischiato di perdere il controllo sull'haki e riversarlo su di loro facendoli crollare a terra con la bava alla bocca.

Il suono del fax lo distrasse per una manciata di secondi.

"Pare che Ace si sia diretto verso l’Isola di Mistral" comunicò il vice prendendo il foglio e leggendo le coordinate "Se ci muoviamo ora saremo in grado di arrivare insieme a Smoker e riuscire a fermarlo, con un po’ di fortuna e facendo gli straordinari".

"Perfetto, allora fai cambiare la rotta" ordinò apaticamente.

Quando avvertì la porta richiudersi dietro le spalle ampie di Ben, richiuse gli occhi verdi e nuovamente i ricordi dell'immagine di Hikari riempirono la sua mente.

Era davvero messo male se in dieci anni non era riuscito a dimenticarla, se nemmeno l'oceano e la vita che tanto amava erano bastati per alleviare e infine cancellare le ferite che si era procurato dopo averla lasciata.

Si imbronciò improvvisamente: perché non c'era un antidoto per quel veleno amaro e dolce insieme? Avrebbe pagato oro in quel momento per poterlo avere.

"Piantala Shanks, sei davvero patetico" proferì l’amico, ritornato in cabina.

"Sono il tuo capitano, un po' di rispetto".

Sapeva bene che aveva ragione Ben, ma in quel momento la razionalità era una delle cose che gli mancavano e forse aveva raggiunto il luogo in cui stava il suo braccio mancante.

"Che rispetto vuoi avere con una faccia del genere”?

Non ce la faceva più a starsene buono e la sua scarsa pazienza era completamente esaurita. Non gliene fregava nulla se quello era il suo migliore amico, un pugno non era in grado di evitarglielo dopo quelle provocazioni.

"Sei proprio un moccioso!" sbottò Ben spegnendo la sigaretta che gli era sfuggita dalle labbra con il tallone destro. "Un capitano peggio di te non me lo potevo trovare"!

Incominciarono ad azzuffarsi come due ragazzini che cominciano a litigare per chi deve utilizzare per primo un giocattolo e vanno avanti senza più capire quale fosse la ragione che li aveva portati a cominciare quell'assurdo scontro.

Quella tra Shanks e Ben era una scazzottata senza nessuna pretesa, infantile e illogica, che si concluse con il fiato corto di entrambi stesi sul pavimento.

"Va meglio?" chiese riaccendendosi un'altra sigaretta il moro.

"Sì, grazie" rispose sorridendo con più serenità il Rosso "Era quello che mi ci voleva".

"Sono a tua disposizione ogni volta che ti serve una sonora lezione".

"Guarda che ho vinto io…"

"Non dire cazzate. Hai gettato la spugna dopo tre secondi".

"Avevo una gran pena per come ti stavo conciando"!

"Shanks piantiamola qui, altrimenti questa volta ti spacco la faccia seriamente" concluse il discorso Ben, alzandosi.

Invece l'altro uomo rimase ancora seduto a terra con la schiena appoggiata al muro e osservò il suo vice uscire dalla stanza dopo avergli scoccato un'occhiata indecifrabile.

Ora che aveva scaricato buona parta tensione accumulata dopo la prima chiamata di Hikari, riusciva a guardare con più serenità alla faccenda di Ace e sentiva che si sarebbe potuto concentrare prevalentemente su quella, senza essere distratto in modo eccessivo dai ricordi.

Infondo Hikari era una spia infiltrata nella Marina e sarebbe rimasta lì a ricoprire la sua posizione strategica, che sarebbe andata in frantumi se si fossero incontrati. Molto probabilmente non l'avrebbe rivista e le comunicazioni con lei sarebbero terminate una volta che Ace fosse stato al sicuro.

Quel pensiero invece che alleviare ulteriormente il peso sul suo cuore, lo schiacciò pesantemente. Una parte di lui avrebbe voluto rivederla, l'altra sapeva che non sarebbe stata un'idea saggia.

Si alzò di scatto e andò a buttare la testa sotto il getto di acqua gelata del lavandino. Doveva far scivolare via le sue preoccupazioni personali e cominciare a lavorare.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera a tutti, "Carini!", tanto per citare il nostro Von Clay (quanto amo questo personaggio!). Ecco qui il secondo capitolo sul Rosso, capitolo in cui tutto il sadismo di Ben Beckman, nei confronti del suo capitano/migliore amico, viene a galla pericolosamente. ^^' E' stato difficile ingranare e dare un ruolo abbastanza consono alla nostra pertica preferita (io adoro Ben e ho contagiato anche Yuki da quando ci siamo messe a scrivere su di lui :p), tuttavia speriamo in cuor nostro di averlo reso abbastanza IC. Benchè non protagonista assoluto (come Ace, Hikari, Shanks e Smoker), avrà un ruolo abbastanza importante in tutta questa faccenda (e ringraziatelo, sant'uomo, perchè sarà lui a fare un po' di ordine ed avviluppare la matassa!).

Piccola anticipazione: dal prossimo capitolo arriverà il vostro preferito... ^^ Sì, sì, avete capito bene, sto parlando proprio di lui. ^^ Lo so che siete lì che fremete... Abbiate fede. :)

Bene, detto questo, passiamo alle recensioni!



- Angolino di Beatrix -


@KH4: ciao Ale! ^^
Allora, la questione Shanks/Hikari è un po' più complicata. Sappi che vi daremo tutto il tempo di tirare le conclusioni personali del caso, perchè ci sono cose tutt'altro che scontate. Soprattutto questo Shanks è uno Shanks abbastanza problematico (da come hai potuto leggere), vista la faccenda, molto distante da quello che ricorda Rufy. Il perchè lo capirete man mano che la storia andrà avanti. ^^
E Hikari... Confesso che a volte fa paura a noi stesse che l'abbiamo inventata (anche se, è vero, quando arrossisce è un amore... tuttavia è meglio evitare di dirle che è pucciosa. Potrebbe prenderlo come un insulto, visto che è permalosa all'inverosimile! xD): Hikari non è nè me, nè Yuki. Ma non è neanche una fusione, è un personaggio totalmente inventato con caratteristiche ben precise che ha poco a che fare con noi: per questo siamo sempre un po' in ansia quando si tratta di lei. Abbiamo usato molta interpretazione, partendo quasi da zero e addirittura alla fine ci siamo dette "ma da dove è saltato fuori questo uragano?" xD
Sono felice di esser riuscita a rendere al meglio il tono e le emozioni derivanti dalla "chiacchierata" con il Rosso, tutt'altro che amichevole. Lo apprezzo davvero tanto!
Quanto a Dragon, io mi sono fatta un'immagine ben precisa di lui: spero sia buono, alla fine, tuttavia mi inquieta parecchio. E forse è per questo che me ne sono innamorata. ** Personalmente però non credo che sia simile al padre e al figlio (che sono uguali xD): se Oda non me lo presenta dopo Marine Ford, giuro che mi prende un ictus! Io voglio saperne di più su questo personaggio meraviglioso (che nasconde, a mio avviso, qualche informazione sui cent'anni di buio) e sui Rivoluzionari! Stanno diventando il mio punto fisso. u_u
Grazie mille per la recensione e i complimenti! **
Un abbraccio e alla prossima!

@Red Queen: ciao caVissima! **
Non dirlo a me, tesoro: sto facendo i salti mortali per conciliare il tutto, visti gli impegni tra lavoro e "il resto del mondo"... =_= Aiuto...
Allora! Oh mamma, abbiamo fatto un disastro aprendo il vano delle "relazioni complicate" in tema Rosso? Spero che ciò non ti blocchi la lettura, perchè mi dispiacerebbe un sacco... C'è stato qualcosa comunque, ormai è chiaro, ma il resto lo si scoprirà andando avanti. Diciamo che questa è la vicenda parallela a quella principale, ovvero "fermiamo Ace con ogni mezzo possibile, anche a suon di badilate sulle gengive". ^^'
Se devo essere sincera, hai spiazzato me con questo commento. xD Il Rosso che andremo ad osservare avrà molto di problematico, in conflitto tra orgoglio e coscienza. Perchè sì, ognuno ha il proprio scheletro preferito nell'armadio... Ed è davvero giunta l'ora di farci i conti.
Comunque, stai tranquilla caVa, perchè dal prossimo capitolo ci sarà il tuo adorato: sì, finalmente è giunto il momento di inserirlo quasi definitivamente. E, ripeto, la fic è lunga e da un punto non troppo lontano da qui, Ace sarà praticamente sempre presente. ^^ (E meno male, aggiungo. **).
Un abbraccio tesora, grazie per la recensione!
Alla prossima!

@MBP: ciao Marta-chan! **
Sei stata bravissima stavolta, 10+. Non come me, che sono baka fino al midollo (chiedo ancora perdono, ma è un periodo sia pesante che abbastanza di m...a, per cui abbi pietà di me... u_u).
Allora, diciamo che il Rosso ha il suo modo di fare con le donne: personalmente mi sono divertita un casino a scrivere questo capitolo! Chi non vorrebbe incontrare uno così? **
E' inutile, non posso essere obbiettiva quando si parla di Shanks: con o senza braccio, chissenefrega, resta meraviglioso. **
(Si ricompone un attimo, perchè si è accorta di perdere la bava come una lumaca).
Comunque... Hikari ha un motivo ben particolare per avercela con lui. E si saprà a breve. ^^ Certo è che, da qui in poi, a vostra insaputa siete state catapultate in un guaio che neanche vi immaginate! xD
Un abbraccio cara, alla prossima!
Grazie per la recensione e per i complimenti. ^^

@Maya: amoVe! **
Sei tornataaaa (e pure col cioccolato, anche se a me proprio non piace il fondente. =_= Sono molto mocciosa nei dolci - kinder cioccolato ammanego!)! *piange lacrime di commozione*
Come ti ho scritto di là, tu mi fai prendere i "tremoni" (direttamente dal vicentino). Però sono contenta di leggere la tua rece, nonostante tu sia sobbarcata dagli impegni! :)
Dunque... Arriviamo a quella meraviglia che cammina... Mi sto riferendo al Rosso ovviamente (tutto il mio savoir-fare alla Ben Beckman si sta suicidando giù nel burrone della vergogna, perchè quando si parla di Shanks io riesco a rendermi ridicola all'inverosimile. E' amore... **).
Diciamo che ho cercato di renderlo proprio così - e pure Hikari se ne è resa conto, hai visto? xD Obiettivamente, farei carte false per uno così, questo è certo.
Non mi ricordo assolutamente come mi sia venuta in mente l'idea della "silenziosa bibliotecaria" riguardo a Hikari, ma confesso che la cosa più strana sono proprio le sue letture. ^^ Anticipandoti una cosa piccola piccola, posso dirti che è un'appassionata di fisica. Sì, lettura da ombrellone, vero? xD Ma è proprio questo particolare che le ha dato un ruolo preciso nei Rivoluzionari, se ci fai caso... Ah, e sono contenta che tu abbia apprezzato il colore dei suoi occhi! Ho conosciuto solo due persone - che sono già tante! - con quegli occhi meravigliosi e me ne sono davvero innamorata. Sono fantastici... Oltre al fatto che, da cosa si evince nell'angolo delle risposte, io sono fissatissima col violetto. **
Guarda tesoro mio... Se cerchi una relazione incasinata, qui hai trovato pane per i tuoi denti. Sappi solo che il Rosso non sarà esattamente quello che conosciamo tutti. Avendo poche informazioni su di lui, ci siamo prese la briga di immaginarcelo nelle varie situazioni, soprattutto complicate. Perchè, io ne sono sicura, Shanks non è tutto sto pezzo di pane... E ciò me lo fa piacere ancora di più! *_*
Sì, lo so, sono partita...
Grazie per la recensione e i complimenti caVissima!
Alla prossima, un abbraccio!
ps. Ah, mi sono dimenticata di risponderti alla domanda della rece precedente, su Hikari. ^^ La nostra bella mora ha esattamente 30anni. :)

@Yuuko: O_O Oh Gesù!
Tesoro mio, ma... Io sono basita. Ma basita nel senso buono, perchè è come dire che sono talmente colpita da questa recensione fiume, da essere senza parole! Un po' perchè ho bisogno un secondo di organizzarmi le idee per risponderti a dovere, un po' perchè non so più che parole trovare per ringraziarti.
Partendo dal secondo punto, con tutta la sincerità possibile, posso dirti che rimango ogni volta colpita da quanto impegno metti nel recensire i nostri capitoli! E, te lo giuro (l'ho detto pure a Yuki per telefono), non saprei neanche fare una recensione del genere! Se da una parte mi rendono la persona più soddisfatta del mondo, dall'altra mi inquietano parecchio... Perchè non ti sfugge proprio nulla! xD
Quindi, grazie di cuore per tutto il tempo che spendi per noi (addirittura un'ora!). Se solo avessi i mezzi, ti farei una statua! Organizzassero un contest sui recensori, davvero, da parte mia ti darei il primo premio! O_O
Grazie, grazie, grazie!
Detto questo, passiamo alla controrecensione! ^^
Divido il tutto in tre punti, almeno riesco ad andare con ordine...
- "Le due Hikari": allora, la frase prima dei due punti, non è solo un modo per dare un nome alla parte che andiamo ad analizzare, ma è una cosa fatta apposta. Ovviamente non posso rivelarti le cose per filo e per segno, perchè ti svelerei la storia, tuttavia hai fatto centro. Siccome non sei scema xD avrai sicuramente capito che l'Hikari odierna non è più l'Hikari del flashback. L'Hikari odierna è molto più fredda e calcolatrice, complice la sua missione, complice anche la "questione con Shanks". Perchè è palese che, se dal flash si evince che sia cotta come una mela gratinata di lui, ora lo vede come un'erbaccia infestante che deve essere falciata via. ^^'
La vita della mora, in un preciso momento (che è già stato per metà citato), ha preso una direzione particolare, rispetto a quella che aveva fatto fino a quando era una ragazza normale di campagna (anche se non è mai stata il più calzante esempio di ragazza loquace. E' curiosa, questo sì, ma è sempre stata abbastanza sulle sue. E' una che studia chi ha davanti e si apre solo quando è sicura di potersi fidare - a prescindere dal fatto che stia a contatto con i soggetti 5 anni o 5 minuti): ha avuto uno stravolgimento e il suo carattere è cambiato, pur mantenendone la "mascherina" di base. E' vero: ora come ora si curerebbe di guardare un uomo con sguardo da triglia, anzi, molto probabilmente alzerebbe solo il ciglio destro! Fatto sta che tutto questo è frutto di un accadimento ben preciso. Tale accadimento poi l'ha portata - grazie anche ad una serie di improbabili eventi, come l'incontro con Dragon - a cambiar totalmente vita. E adattarsi alla nuova, modificando il carattere.
E mi fermo qui perchè rischio di rivelarti davvero troppo! xD Non volermene, ma i prossimi capitoli saranno fondamentali.
Ah, beh, mi sembra inutile dirlo, ma questa dualità è voluta e fa parte del grande disegno divino xD che ha come vertice le "due facce" di Hikari. Hikari "era". Ora, a prescindere dal nome, "c'è" Ankoku.
- "Shanks": eh... Allora, confesso senza la minima punta di vergogna, che io farei carte false per uno così. E deve sperare che non lo becchi per strada! xD Scherzi a parte, sono ovviamente felice che ti sia piaciuto. ^^
L'ho immaginato così perchè, senza cadere appunto nei turpiloqui, ho una particolare inclinazione per quelli "fetenti". ** E comunque lui può, essendo un figo. u_u
Non posso assolutamente essere obbiettiva su di lui, perchè è il mio preferito e quindi, qualsiasi cosa io dicessi, sarebbe scontata o di parte. Unico appunto... Vedrai uno Shanks particolare in questa fic. Molto particolare. ^^'
- "Questione frettolosità et simila": innanzitutto caVa, assolutamente non mi offendo delle critiche altrui. O meglio, non mi offendo e non mi danno fastidio se sono critiche a) costruttive; b) motivate; c) non inerenti ad un pairing particolare (i gusti son gusti, e come tali vanno rispettati. Io non vado a stressare chi scrive Yaoi, per quanto non abbia con questo genere un rapporto idilliaco - poche sono le fic che leggo del genere. A parte un piccolo commento "da ciglio alzato" :p presente nel mio profilo, ma vedi... Se tu hai avuto a che fare con le "amikette", io ho trovato lungo con le invasate del genere (quelle per le quali non puoi avere un parere discordante al loro -_-). E' stato un periodo interessante! xD). Se me la prendessi, allora tanto varrebbe pubblicare. Io pubblico per cercare un riscontro, opinioni, punti di vista per migliorare e per regalare, nelle migliori aspettative, un qualcosa di mio ai lettori, sperando che si divertano per quei 10 minuti. Quindi vai tranquilla!
Allora, adesso ti spiego il mio punto di vista: al di là delle altre informazioni (sia sulla storia con Shanks, che sui rapporti con Dragon), che ovviamente verranno spiegate più avanti - o comunque ci saranno accenni qua e là - io ho fatto il ragionamento che segue. Mi sono posta la domanda: "Come potrei comportarmi nei confronti di uno cui porto rancore?" e la risposta è stata "In maniera totalmente fredda e distaccata, non dimenticando di condire il tutto con una frecciatina, che male non fa". Successivamente mi sono chiesta "Come sarebbe e quanto durerebbe una conversazione con la tale persona?" e la risposta è stata "Il più breve possibile, concisa, senza dargli il tempo di ribattere, perchè meno ho a che fare con questo soggetto che mi fa star male, più ci guadagno in salute".
Ora, al di là che Shanks sia riuscito a ribattere in qualche modo, o a tentare di fare la voce grossa per orgoglio o istinto di conservazione, forse ho peccato eccessivamente di "interpretazione personale", tuttavia... Non so ancora estraniarmi dal mio modo di essere. In questa storia, nel trattare Hikari, ho cercato in tutti i modi di essere obiettiva o di trattenermi, ma in certe situazioni non sono riuscita a non interpretare o chiedermi "Se fossi in lei, che farei"? Quindi, sì, è voluto questo botta e risposta, diciamo volto a sottolineare di più la tensione tra i due e la freddezza di Hikari. O, almeno, è la sensazione che volevo dare.
Se non ti pesa (e se hai tempo) fammi sapere il tuo punto di vista, dopo questa spiegazione (o qui o per mail, come preferisci). Certo è che sono sia conscia del fatto di non essere una scrittrice professionista (ci mancherebbe altro! xD Ne ho ancora di strada da fare per ritenermi brava, sempre se mi riterrò tale - il mio spirito di autocritica è devastante), sia del fatto che è difficile conciliare i gusti di tutti.
Spero di aver reso l'idea e di non essermi ingarbugliata! ^^ Comunque, sì, ne terrò adito sicuramente! E quindi, grazie due volte! :D
Bene, aggiungo infine che i tuoi complimenti sul mio stile mi fanno commuovere. ç__ç Diciamo che questo che hai visto (soprattutto il primo pezzo) è il mio modo di fare introspezione. Ed è comunque conciso. ^^' Non ce la faccio proprio a dilungarmi troppo su queste cose... Però sono contenta che per lo meno non facciano storcere il naso. ^^'''
Grazie ancora per tutto il tempo speso, davvero, sono sincera all'inverosimile! Vado a fare la pappa, che sono le 21.28 e ho una fame che rischio il collasso glicemico! xD
Un abbraccio e alla prossima!
ps. Se vuoi dal prossimo capitolo cerchiamo di confondere le carte su chi sia l'autore o meno. :p Ho solo paura che le altre ci indirizzino le pietre! xD E comunque sì, io sono fissata in un modo inverecondo con Final Fantasy. ** E' l'altra mia passione, parallela ai manga d'avventura. ^^ Ed ovviamente in questo periodo che sono incasinatissima, cosa mi va ad uscire? Final Fantasy XIII, che è da una vita che lo aspettavamo (io e il mio ragazzo, guru della saga). A costo di non dormire la notte, devo giocarlo (l'ho già iniziato. Solo che mi serve il moroso, perchè è lui a detenere la ps3! xD).



- Angolino di Yuki -

@KH4: Ciao cara Ale!
Come va? Io ho freddo, mi aveva illuso per qualche giorno con quei benedetti 13/14 gradi e ora siamo ricaduti a 6/7! Maledetto tempo! Eppure è marzo ç___ç
Per quanto riguarda il tuo pensierino su Shanks non ti confermo né tanto meno smentisco. Diciamo che tutto è possibile ma che a tutto c'è una spiegazione e che se non è logica, per lo meno è dettata dal cuore - e si sà, il cuore non è molto razionale u_u Quindi non ti rimane che continuare a leggere per scoprire cosa esattamente è successo e perché!
Ma io spero che anche Dragon abbia qualche peculiarità come Rufy e Garp, mi spiacerebbe il contrario! Io questa famiglia l'adoro per la loro assurdità, i loro modi diretti, il gran cuore che caratterizza tutti e la determinazione di ciascuno. Quindi, anche se magari in modo diverso e più 'rivoluzionario' mi aspetto qualcosa di simile anche dal grande nemico del Governo Mondiale, che già per il solo fatto di andar contro il GM è un mito u__u
Bea è stata bravissima a descrivere la conversazione e come hai notato tu, ha rispecchiato in modo perfetto i sentimenti di Hikari. E te lo confermo, è veramente adorabile quando arrosisce ** Molto puccia - ma non dirglielo quando è di cattivo umore che potrebbe reagire male xD
Un abbraccio e alla prossima!

@Red Queen: Ciao carissima!
Come ti capisco per la mancanza di tempo, sai? Con l'università sono stra carica, poi dalla prossima settimana mi comincia pure un ciclo di ore extra per un lavoro di gruppo che mi prenderà altro tempo - come se ne avessi ancora molto -__- Uff, ma perché le giornate sono solo di 24 ore?
Tornando a noi e lasciando da parte i miei deliri, davvero non ti immagini Shanks coinvolto in una storia d'amore? Invece io lo vedo come un grande conquistatore *occhi a cuoricino* Ovviamente sono punti di vista, eh, anche perché alla fine Oda non è che ci abbia dato grandissimo materiale su cui lavorare, anzi, tutt'altro. Quante volte è apparso Shanks, quattro? In due pagine ogni volta? T___T Mannaggia a Oda...
Quanto a Ace, pazienza, cara, pazienza. Tra poco ritorna anche il nostro narcolettico preferito ** E' solo che abbiamo razionato per bene le varie scene in modo da non andare troppo di corsa e impedire in questo modo che apparisse troppo frettoloso e magari scappassero imprecisioni! ^^
E io riconfermo quanto detto l'altra volta su Shanks, ma anche sui pirati in generale. Insomma, sono persone e fanni i pirati, santi non possono essere xD Anche se tra loro ci sono i veri pirati e chi invece non comprende il significato di questa vita e la utilizza solo a suo vantaggio, e infatti noi amiamo solo i primo, vero? **
Alla prossima =)

@MBP: Marta-chan, ciao!!!
Non ti esaltare troppo, eh, va che non sono io ad attaccarti quella strana malattia che non sono in grado di pronunciare xD Sei te che sei pigra di tuo, non mettermi in mezzo, che io devo già pensare alla mia di pigrizia e non posso farmi carico di quella degli altri che altrimenti non me la cavo più X°°°D
Certo, Shanks è un furbacchione, ma di quelli che si adorano ** Anche se Hikari non pare pensarla proprio a questo modo ora, eh? Ma vedrai che presto capirai tutto - con calma e tranquillità, che di tempo ne passerà prima della conclusione della storia e quindi della completa chiarezza u_u
Alla prossima, baka-chan, vedi di non farti prendere dalla pigrizia, che basto io XD

@Maya_90: Ciao caVissima!
Anche a te piace il cioccolato fondente? Bravissima u_u Io sono una divoratrice di cioccolato fondente xD
Prima di tutto, grazie per l'apprezzamento sugli occhi di Hikari. Sia a me che a Bea piaceva molto come idea e non siamo riuscite a resistere all'idea di inserirli!
Effettivamente Shanks risulta molto... ehm, seducente, nel flash back (non che non lo sia anche ora, eh! xD) e i suoi modi lo hanno reso ancora più irresistibile - come se già non lo fosse normalmente! Come hai giustamente notato Hikari non si da a letture leggeri, ma infondo che lavoro fa nella marina? Lavora nella parte delle comunicazioni e ci sa fare parecchio, quindi la sua conoscenza da qualche parte doveva venire xD
Che tu amassi gli amori difficili e non per forza a lieto fine mi era sorto come ipotesi data la tua scelta di scrivere su Roger e Rouge (a proposito, aggiorna presto, cara, aggiorna presto **)! E di sicuro qui non ci sarà nulla di facile, ma sulla fine mica ti anticipo qualcosa, eh no u_u
Alla prossima, un abbraccio ^^

@Yuuko: Ciao carissima!
Allora, io non so più come poterti ringraziare per le recensioni che ci lasci. Veramente, a parte che io non sarei nemmeno capace di lasciare una recensione così puntuale e precisa come fai tu, ma mi rende assolutamente felice che tu abbia la voglia di lasciarci tali commenti. Il lavoro che ci metti nel scriverle significa veramente che ci tieni alla storia! E poi l'ora?! Ma davvero a quell'ora avevi voglia di scrivere così tanto o__o Mi prosto davanti al tuo impegno!!!!
Comunque, da ora in poi - più o meno - cambio artisti pure io - e non è dovuto al desiderio di rendere tutto più difficile, assolutamente, è solo che mi rendo conto che non posso tirare avanti con i Green Day tutta la storia xD Nemmeno io conosco Final Fantasy, mai giocato a uno delle varie saghe, quindi pure io non ci capisco molto. Quello che so del mondo di Final Fantasy è merito di Bea e di altri miei amici, altrimenti io conoscevo vagamente il nome e basta!
Per quanto riguarda all'Hikari di prima e all'Hikari di dopo, questo suo cambiamento è avvenuto oltre che alla normale crescita, anche a com'è cambiata la sua vita. L'Hikari nel flash back è più vicina a noi come realtà, se vogliamo, rispecchia più o meno come si sarebbe potuta comportare una normalissima ragazza di ventanni davanti a Shanks! Insomma, chi non sarebbe andata in palla e avrebbe perso le parole di fronte a un uomo come lui? *ç* Forse per questo risulta più 'umana' - ho capito esattamente cosa intendi dire con questo aggetivo ^^ - essendo più vicino al nostro modo di comportarci o quanto meno molto più comprensibile!
E Shanks io lo vedo molto bene come rubacuori. Non dico che da giovane lo vedo come Sanji, non fino a quel punto, ma diciamo che me lo immagino come un ragazzo che non se ne sta certo con le mani in mano a guardare le ragazze passargli davanti, ecco xD Quindi concordo con la tua affermazione "Il bel Rosso non può far parte di quella piccolissima percentuale che si salva perché, questo si può affermare con assoluta sicurezza, è un gran figo."
Quanto la parte che ti ha lasciata un po' così, riservo la risposta a Bea dato che il capitolo lo ha scritto lei e non c'è nessuno in grado di rispondere puntualmente se non lei ^^
Io però ti assicuro che anche se dovessi lasciare una critica non sguinzaglieremmo nessuna amiketta (la k è messa apposta xD), dato che per quanto ovviamente non facciano piacere a nessuno, sono sempre utili per migliorarsi ed evitare di commettere i medesimi errori! Quindi, sia io che Bea, non faremmo mai nessuna 'bimbominkiata', ecco!!!! Stai serena ^^
Un abbraccio e grazie ancora per la tua cura nelle recensioni **
Alla prossima!!!




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 7
*** Bloccato ***


CAPITOLO 7: BLOCCATO.
(Chapter Soundtrack: The Passenger - Iggy Pop )



Appoggiò il cappello fradicio di acqua sul bancone della locanda: erano da poco passate le undici di sera ed era approdato all’isola dopo una giornata a dir poco terrificante.

Non era mai stato nei pressi della Terra del Vento, ma, ottimista qual era, l’aveva immaginata come un luogo spazzato dalla brezza marina e da forti correnti.

Non certo da uragani!

Aveva passato quasi ventiquattrore in balia delle forti sferzate, cercando di trattenere lo striker lontano dai Maelstrom che spuntavano come funghi, oltre all’attenzione volta a non cadere in acqua e morire inesorabilmente.

- Questo glielo metto in conto a quel bastardo di Teach! – pensava mentre tentava di recuperare un certo tenore fisico, strizzandosi i vestiti e i capelli, allagando lo sgabello su cui si era letteralmente buttato come un sacco di patate.

Quando Barbabianca gli aveva assegnato la missione, avrebbe potuto anche informarlo di quei piccoli dettagli! E il suo umore era plumbeo come il cielo di quella notte.

“Sembri uscito da una tempesta…” fu il commento di una donna sulla quarantina, che si era appena palesata dietro al bancone. Ace non l’aveva nemmeno notata, distrutto com’era da quell’avventura ai limiti della sopravvivenza umana.

“Lei dice?” domandò sorridendo flebilmente, appoggiandosi sui gomiti e alzandosi a fatica.

“Suvvia, ero ironica…” ribatté con un sorriso la locandiera.

“Ed ironia della sorte, ci ha preso in pieno” disse massaggiandosi le spalle “Ha qualcosa da bere e da mangiare”?

La locandiera era rimasta allibita: come poteva sopravvivere un uomo in quel delirio di vento e correnti là fuori? Ma i suoi dubbi furono spazzati via alla vista di quel particolare cappello da cowboy e dal tatuaggio sul braccio sinistro.

“E’ un po’ tardi… Non so quanto sia rimasto nella dispensa, ma vedo di fare il possibile”.

“Qualsiasi cosa va bene, la ringrazio di cuore…” concluse con un sorriso il moro, che in quel momento avrebbe divorato anche la chiglia di una nave.

La signora frugò per diversi minuti nella dispensa, e mise mano a tutto quello che era rimasto, avanzi compresi: quel ragazzo era distrutto e capiva che doveva essere da parecchio a digiuno. Come dispose il cibo sul bancone, Ace prese letteralmente a sbranarlo.

Dal canto suo, lei lo guardava con occhi sgomenti e sfiorò la sincope quando, nel bel mezzo del pasto, crollò riverso nel piatto. Si precipitò come un falco, temendo che il ragazzo si fosse sentito male, ma, come gli tirò su la testa dall’arrosto di maiale, notò che stava russando alla grande.

- Ma che diavolo? – fu l’unico commento mentale che la donna riuscì a formulare, prima di scuoterlo in maniera poderosa.
 
Ace, in un primo momento, la guardò con la classica espressione idiota di quando uno viene svegliato dalla pisa pomeridiana, per poi giustificare il suo solito attacco di narcolessia: “Mi devo essere addormentato” commentò ridacchiando “Mi capita spesso”.

“Ragazzo… Finisci velocemente di mangiare e mettiti in un letto caldo…” rispose la donna, porgendogli un asciugamano per pulirsi delle pietanze incollate al viso. Di fatto aveva due belle patate arrosto incollate alla fronte.


“Quanto durerà questo tempaccio?” aveva domandato Pugno di Fuoco, facendo la scarpetta nel piatto e bevendo un lungo sorso di birra.

“Ancora cinque giorni, forse di più”.

“Sta scherzando vero?” e aveva sgranato gli occhi dallo stupore.

“Purtroppo no… A cadenza settimanale, in questa parte dell’anno, il mare è totalmente impraticabile. Per noi ormai è un’abitudine rimanere a corto di viveri in questi giorni…” concluse la signora, portando via i piatti. “Sei stato sfortunato ragazzo… La raffica di tornado è ricominciata giusto ieri. Ma almeno sei ancora tutto intero”.

- Questa non ci voleva! – imprecò mentalmente Ace. Significava rimanere bloccati su quest’isola e dare ulteriore vantaggio a Barbanera.
 
Appena approdato, s’era informato per benino, nonostante fosse stravolto, e aveva saputo che Teach aveva lasciato l’isola giusto due giorni fa.

- Me l’ha fatta, il porco!

Capiva che era da pazzi suicida inoltrarsi in mare aperto con quei tornado: sapeva bene di essere uno scavezzacollo, ma non per questo gli piaceva rischiare la vita.
 
“Quindi questa tempesta durerà ancora cinque giorni, se siamo fortunati”?

“Esattamente… Non preoccuparti però. Se ti fermi qui ti faccio un buon prezzo. Non penso che tu voglia inoltrarti in quell’inferno di acqua e vento, vero”?

“Non sono così fuori di testa!” esclamò sorridendo il moro “Il Log Pose deve registrare la rotta, tanto vale riposarsi”. Ma non ne era molto convinto: o meglio, gli rodeva immensamente essere stato fregato da Teach.

La donna prese una chiave da sotto il bancone e gliela porse: “Ascoltami bene pirata… Questa è la chiave dell’attico. C’è un lucernaio abbastanza grande da permetterti la fuga, nel caso si presentasse l’evenienza”.

Ace l’ascoltava incredulo.

“Casomai ne avessi bisogno, esci da lì: sulla terrazza c’è una scala a pioli appoggiata al muro sul retro. Dovresti farcela”.

“L-la ringrazio…” bofonchiò ancora basito il moro.

“Oh, non c’è problema. Non mi capita tutti i giorni un pirata di Barbabianca nella locanda” concluse la locandiera sorridendo e porgendogli la chiave “Per qualsiasi cosa, sono a tua disposizione. Ed ora infilati nel letto giovanotto, forza”!

Il ragazzo rise a crepapelle: almeno sarebbe stato al sicuro e tranquillo per qualche giorno.


Erano ormai trascorsi due giorni da quando si era sentita con Shanks. Due giorni infernali, passati a farsi diverse fisime mentali, a rivangare il passato che credeva di aver sepolto per sempre.
 
Due giorni completamente insonni. E questo la faceva innervosire ancora di più: per lei il sonno era intoccabile! Già era un periodo durissimo, ove doveva sbrigare diverse faccende d’ufficio, stressata da Dragon e dalla situazione in corso: ci mancava solo il pensiero rivolto a quella testa di pomodoro, capace di farle salire il sangue al cervello solamente pronunciandone una sillaba.

“Dovrei fanculizzarmi per star meglio… Ecco cosa dovrei fare!” sbottò innervosita, urtando la tazza col caffè accanto alle pratiche e rovesciandone il contenuto sulla scrivania.

Chiuse gli occhi.

“Ok, stai calma. Ora s’asciuga tutto, torna tutto come prima, la giornata è appena iniziata e può sempre girarsi in meglio e…” ma il suo mantra vocale fu interrotto dal segnale sonoro dell’auricolare.

“OOH! FANTASTICO!” urlò imbufalita, prima di ricevere la chiamata. Lei era fatta così: quando era nervosa si dava ai monologhi isterici.

“Qui Ankoku” ripose abbassando la voce, ma mantenendo un tono parecchio insofferente.

“E santo cielo, già di cattivo umore di prima mattina?” fu la domanda della donna che stava dall’altro capo dell’apparecchio.

Hikari sogghignò rilassandosi un pochino: “Ciao Soraja… Dammi almeno delle buone notizie…”.

“E’ qui da me, non preoccuparti: sarà bloccato ancora per cinque giorni. Penso ripartirà appena il tempo si sarà rimesso… Sai come funziona qui. Scatta il giorno e i tifoni si dissolvono…”

“Lo so bene tesoro…” e rise “Ho dei ricordi raccapriccianti riguardo a quell’isola. A parte questo, il Rosso è già sulla rotta, preceduto da Smoker di circa due giorni di navigazione. Spero che le cattive condizioni marine e atmosferiche lo rallentino”.

“Io credo che non se la sentirà di mettere a repentaglio la vita dei suoi uomini. Fosse da solo, un conto, ma ha la sua squadra con sé…” spiegò la donna. “Io credo che attenderà il cessare delle correnti alla Rosa dei Venti. Ma in ogni caso manderò qualcuno a controllare… Ti tengo aggiornata”.

“D’accordo Raja. Io informerò il Rosso allora… Finalmente abbiamo l’esatta posizione di Pugno di Fuoco. Ti ringrazio tantissimo”.

“Ank… Stai attenta, mi raccomando. Passo e chiudo” concluse la locandiera, interrompendo la connessione.


- Ciò vuol dire che dovrò risentirmi con quel… - e si fermò lì: ormai aveva esaurito tutti gli insulti disponibili per descrivere quel pirata.

- Vabbè, sarà l’ultima volta, se tutto va come deve andare – concluse estraendo il codec dal solito posto e immettendo la frequenza esatta per chiamare il Rosso.

Rispose Ben Beckman: “Ciao Hikari”.

Sospirò, appoggiando il mento alla mano sinistra, giocherellando con una matita: “Ciao Ben… Come stai”?

Il moro la sentì stranamente sollevata e rispose riluttante. Hikari era sempre stata un po’ un mistero per lui: era strana. Alternava sfuriate di proporzioni cosmiche a reazioni rilassate quando avrebbe dovuto infierire sul ‘nemico’.

“Bene. E tu”?

“Insomma… Mi conosci abbastanza da capirlo. Senti, ho le coordinate precise di Pugno di Fuoco”.

“Ti passo Shanks allora” ma il vice fu interrotto frettolosamente dalla mora: “E’ indifferente se le comunico a te”?

Beckman sorrise, levandosi il mozzicone della sigaretta dalle labbra: “Solo perché sei tu. Lo sai che così facendo rischio la vita, no”?

“Ho ben presente…” rispose ridendo “Comunque Ace si trova bloccato sulla Terra del Vento, a causa delle condizioni particolari del meteo in quella zona”.

“Comprendo”.

“Ecco. Pensiamo che Smoker si fermi alla Rosa dei Venti, per non rischiare: se riusciste a raggiungerlo entro quattro giorni, prima che il maltempo cessi e favorisca l’attracco all’isola, e a nascondervi nelle insenature di quel tratto, saremmo a cavallo”.

Ben aspirò una notevole quantità di fumo: “L’approdo navale all’isola è sempre uno solo vero”?

“Esattamente”.

“Sei certa che Smoker si fermi alla Rosa”?

Hikari stette in silenzio per qualche secondo, levando gli occhi davanti a sè, fissando un punto non meglio definito, poi proseguì: “Certa al cento per cento no, ma, conoscendo l’individuo, non penso che rischi l’equipaggio in toto gettandosi in quei tornado. Ace sarà bloccato cinque giorni, a partire da oggi, sull’isola, esattamente quanto manca a voi per raggiungerla e per far sì che gli uragani spariscano. Smoker dovrebbe stazionare due giorni alla Terra del Vento. Se i miei calcoli sono giusti e se voi procederete a velocità massima – e so benissimo che il Vento dell’Est può arrivare a velocità inumane, nonostante la massa – dovreste trovarvi proprio alle loro calcagna, all’alba”.

“D’accordo. Dovremmo farcela. In questi giorni abbiamo un vento molto favorevole”.

“Ben…” la voce di Hikari si era fatta dolce e delicata, nonostante il suo intervento repentino e incalzante.

“Dimmi”.

“Grazie”.

Il moro sogghignò chiudendo gli occhi per un istante, pensando che la mora non era cambiata di una virgola quanto a divagazioni. Da un secondo all’altro si era passati a parlare dalla missione sul destino mondiale ai sentimentalismi.

“Ti ripeto, solo perché sei tu. Ma verrà il momento di tirarli fuori questi scheletri dall’armadio”.

“Tu hai sicuramente più ragione degli altri su questa cosa. Lo so, e prima o poi lo farò. Ma al momento i problemi sono altri. Mi basta sapere che mi vuoi ancora bene”.

“Non ho mai smesso di volertelo Hikari”.

Gli occhi della donna divennero improvvisamente lucidi: era pur vero che quella faccenda le aveva sortito l’effetto di una tortura militare. Ma dalle parti del Rosso ci stava pure un certo vice, l’unico, a suo giudizio, che deteneva il diritto di poter giudicare, visto che di sale in zucca ne aveva da vendere.

Ed era l’unico amico sincero che avesse mai avuto. Di amici ne aveva avuti al villaggio, ma mai era riuscita a tessere un rapporto così particolare, con una persona così introversa per giunta.

Ma che quando stava in sua compagnia sapeva trasformarsi e ammorbidirsi. E le mancava da morire.

Quando Shanks era impegnato in biblioteca, durante quel lungo periodo cui si erano fermati sulla sua isola, lei soleva passare il tempo con il vice. Non stavano lì a chiacchierare come suocere, vista anche l’indole ermetica del moro, piuttosto Hikari ci lavorava insieme.
 
Le piaceva aiutarlo nei lavori riguardanti la nave, soprattutto quelli che concernevano la sala comunicazioni: e se c’era una cosa che Ben doveva a quella testa riccia, erano le suo conoscenze in merito alle trasmissioni.

Hikari era una vera appassionata: sperimentava e costruiva diversi marchingegni, che potevano comunicare su diverse frequenze, e Ben l’aveva letteralmente pregata in ginocchio di insegnargli qualcosa di utile, lasciandola davvero basita.

L’unica cosa che Ben poteva supplicare era la cultura.

E lei, lavorando in una biblioteca e avendo un Fisico, abbastanza conosciuto per i suoi studi, come padre, ne sapeva a pacchi su determinati argomenti, nonostante avesse, all’epoca, circa vent’anni.

Per questo motivo passavano intere giornate a smanettare su circuiti di ogni genere, altre invece a riparare la nave o a sostituire o modificare qualche pezzo. L’importante era stare assieme quando potevano.

Ed ora si sentiva veramente sola: le cose erano precipitate in passato e lei aveva deciso di dare un taglio netto alla faccenda per smettere di sanguinare pietosamente.

Abbandonata, cercò di voltar pagina.

Ma due sono le cose difficili da dimenticare nella vita: i torti… e i veri amici.


Si passò i palmi delle mani sotto gli occhi, facendo attenzione a non sbavare il kajal nero e non sembrare, successivamente, un procione.

“Ti devo lasciare Ben… Buona fortuna”.

Decise di non infierire su sé stessa maggiormente di come aveva fatto fin ora.

Ben sentì un lungo brivido percorrergli la schiena: aveva uno strano presentimento. E quando lui aveva i presentimenti, c’era da frullarsi i gioielli con impeto, perché ci prendeva quasi sempre.

“Stai attenta Hikari. Ciao”.





- TO BE CONTINUED -
 
N.d.Bea: riguardo alla canzone, che credo conosciate, ho trovato questo video fatto da un fan: se vi piace il genere dei film retrò, guardatelo, è un filmato bellissimo e davvero ben fatto! ^^





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera caVissime! ^^ Eccolo di nuovo, finalmente direi! Ne parlavo l'altra sera con la Yuki: Ace l'abbiamo introdotto col dosatore, davvero! xD *Schivano comodini, divani, pannelli di compensato, murature...* Ma, lo ripetiamo, non temete perchè avrete tempo di stufarvi addirittura di lui. Poverino, lo stiamo trattando come un'erbaccia infestante...
Comunque, eccoci qua, alla Terra del Vento. E non è solo un nome dato così, per fare, visto che qui la "brezza" è di casa! xD Ovviamente ci siamo immaginate che Dragon abbia sparso spie un po' per tutto il mondo, così Ace è stato gentilmente accolto (guarda caso :p) in casa "Rivoluzionari". Santa donna, Soraja. ^^
Peccato che lui non lo sappia...
Quanto ad Hikari e Ben, siamo consapevoli di avervi fatto salire la glicemia, e di tanto anche, ma ci sono sempre sembrati così carini... E poi, sinceramente, la pertica è l'unico che riesce a tenerla a bada, quella tempesta ambulante! xD

Bene, non potendovi dire null'altro ^^' passiamo alle recensioni!

Ps. Già che ci siamo, ne approfitto per fare gli auguri (di nuovo - ormai glieli ho fatti ovunque! xD) a Yuki, visto che oggi è il suo compleanno! Auguri tesoVa! ^^

Pps. DIMENTICAVO! Il nome della nave di Shanks qui citato, il vento dell'Est, non è di nostra proprietà, bensì di Emanuela "Capitan Ema" Colarelli, autrice, sul suo sito, della fanfiction (purtroppo incompiuta) "The East Wind". E' una mia amica, è con lei che ho iniziato a conoscere One Piece! ^^ Ormai è un tributo dedicato esclusivamente al suo genio (sappiamo che la nave di Shanks ha un altro nome, ma ci siamo affezionate a quello e ci piace tanto!), con approvazione ovviamente. :) Più avanti ci saranno altri disclaimer a lei dedicati. E' che mi sono talmente innamorata di quella storia, che per me "quelli" sono Shanks e gli altri. :D E ho contagiato anche la mia socia (oltre che ho seguito quella traccia anche nella mia precedente ff a capitoli) con questa cosa! xD
La storia potete trovarla all'indirizzo: http://www.shanksilrosso.altervista.org/fanzonemenu/Fanfictions/Emanuela/theeastwind.htm

Spero vada bene lo stesso! ^^


- Angolino di Beatrix -


@MBP: ciao Marta-chan! ^^
Stavolta sei stata prima e hai pure fregato Maya (pare 'na gara! xD)! Me ne rendo conto che l'attesa sia snervante, tuttavia dove sarebbe il divertimento? *modalità sadismo a manetta = ON* xD
Stai tranquilla, molte cose verranno spiegate tra qualche capitolo... E' che siamo qui a dover gestire millemila personaggi, sai com'è! Dovresti saperlo meglio di me! xD
Quanto alla scazzottata... Quando Yu mi ha passato il capitolo, sono cappottata dal divano, tanto ho riso! xD Me li immagino quei due atti a gonfiarsi di botte. Ci fosse una roba del genere nel manga, diventerebbe automaticamente il mio passo preferito!
Comunque si vogliono bene. Lo dimostrano a modo loro, ma sono inseparabili quei due. :p
Alla prossima tesoVo, grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Maya: ciao caVissima! ^^
No, per la carità, schersa nèn nè (come diciamo da noi in Piemonte)! Basta neve, sul serio, mi ha scartavetrato letteralmente i cosiddetti! Meno male che Marta è arrivata prima di te, sennò mi ritrovavo la masarda trasformata in un igloo (di questo passo... -_-). :p
Allora, veniamo a noi: sì, il capitolo è di Yuki, ma vi ha tirato il tranello riguardo alla presenza di parecchio dialogo. :p Bene, sono contenta che riusciamo un minimo a spiazzarvi, sennò saremmo troppo prevedibili! xD
Guarda, io Oda comincio a detestarlo. I personaggi che piacciono a me li usa con il contagocce. Fai te, nella mia classifica ci stanno Shanks al primo posto (e valà, tre misere vignette qua e là. Li mortacci...), Ben ed Ace a parimerito al secondo posto (sul primo sorvolo alla grande sennò mi prende un embolo, sul secondo... Ecco, avrei preferito lo lasciasse coi primi due *sarcastica, ma incazzata come una faina*), Dragon (di nuovo li mortacci) e Smoker (che mo chissà che fine ha fatto. Ha avuto la pessima idea di prendere a randellate Rufy innanzi a Boa. Pessima scelta! xD). Ora, come credi che debba prenderla? -_-
Comunque, scleri vari a parte, sono contenta sia che tu abbia apprezzato il sale in zucca di Ben (sant'uomo dalla pazienza infinita!) affiancato a quell'uragano di passione (nel vero senso della parola) che è il Rosso, sia che ti piaccia lo stesso questo nostro Shanks. :) Soprattutto l'ultima, mi fa felice come Rufy davanti ad un pranzo di Natale. xD Diciamo che abbiamo deciso di giocarci una carta un po' particolare riguardo a lui... Spero che l'apprezzamento continui a durare per tutta la fine... **
E comunque ti do ragione sulle linguacce: quelle non hanno prezzo. xD Mi sono innamorata di lui anche per quello eh? *sbava vergognosamente, tanto che la tastiera va in corto*
Vabbè, la chiudo qui... Che siccome devo rispondere a tutte le altre, tempo che finisco ho inondato la camera di bava! xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione, ci leggiamo da te. *_*

@Yuuko: tesoVo caVissimo e meVaviglioso...
Ma vai tranquilla che io non sono gelosa, sulla questione Shanks. Possiamo sbavare allegramente assieme (ho inventato un nuovo circolo), al massimo facciamo che prendiamo il numerino come dal salumiere! xD No? Valà, problema risolto!
Allora, le parti tecniche le lascio a Yuki (ti abbiamo fregaaata :p), come facciamo di solito. In paga mi soffermo un attimo sullo sclero verso gli uomini della categoria citata da te. xD
Tu dirai "E perchè mai"? Ti spiego subito che non ha nulla a che fare con me (e meno male, mi ritengo fortunata), ma con Hikari sì. Eccome! Ti divertirai un macello se sei amante del genere, caVa, perchè la nostra mora ha sia una faccia di bronzo che l'incapacità di mordersi la lingua quando dovrebbe. Prova solo ad immaginare... Ti dico solo questo. xD
Quanto al resto... L'amore che ho per questi due sono riuscita a passarlo alla mia collega, allora. Per me stanno ai primi due posti, come ho detto a Maya, quindi prova solo ad immaginare quanto mi fa male non vederli per nulla nel manga... T_T Meno male che esistono le fanfiction (a prescindere di essere l'autrice o la lettrice, è uguale) almeno sfogo un po' la mia frustrazione!
Mi sono sempre immaginata Ben come l'unica persona adatta per far ragionare Shanks quando perde le staffe. ed ovviamente anche la sua valvola di sfogo. Ora, non oso immaginare come faccia Ben a togliersi lo stress di dosso... Poverino. Almeno quando c'era Hikari, c'era qualcuno ad dargli manforte! xD (Verso il primo terzo della storia ci sarà un capitolo che, secondo me, ti piacerà un sacco. ^^). Ben è un santo, l'ho sempre sostenuto. **
E poi è "seski". Cioè, guarda: clicca qui .
Riguardo a Shanks, diciamo che abbiamo fatto cadere un mito... Nel senso, in questa storia ha e avrà un ruolo particolare, oltre anche ad un comportamento particolare, rispetto al canone (poco) mostratoci dal Sensei. Dal mio punto di vista mi sento di motivarlo con il fatto che sia anche lui un uomo. Straordinario (e stramaledettamente sexy, lo so caVa xD), ma sempre un essere umano... ^^ Vedremo la vostra reazione (ti confesso che ne ho timore [cit. Paola Cortellesi] ^^''').
Spendo ancora qualche parola sulla caccia alle streghe nei confronti dei nuovi personaggi: non hai idea di quanto ci disturbi questa cosa, a noi che scriviamo principalmente con quello. Il perchè prediligiamo il NP? Perchè è una sfida personale... Ed è divertente. E non sai quanto tu ci faccia felici dicendo che Hikari è un personaggio particolare e fuori dai canoni. ç_ç Non ne hai davvero idea. Di discorsi aberranti, comunque, su questa cosa ne ho letti parecchi e mi sono di gran lunga bastati (obiettività pari a zero), per cui evito accuratamente di andare avanti, sennò finisce che mi rinchiudono in galera! xD
Bene caVa, grazie mille come al solito per l'accuratezza delle tue recensioni e per il tempo che spendi per noi! *_* Santa donna pure tu...
Un abbraccio e alla prossima!
ps. (Sto scrivendo di domenica sera) Mi sono appena staccata da FF XIII, dopo una partita di circa... 4 ore? In cui io e il mio moroso abbiamo anche mangiato, nel mentre. Ovviamente sul divano e col gioco in pausa. Che cosa meVavigliosa. xD
Quando si è malati, si è malati, lo so!

@Red Queen: ciao tesoVa! **
Vedo con sommo e immenso piacere che c'è una persona fissata per la pertica umana almeno quanto me! *_* Oltre che per il Rosso, non vedo l'ora che Oda ci mostri l'allegra combriccola proprio per scoprire un po' di più su questo splendido personaggio, che apparirà nel manga in una manciata di vignette, una più una meno. *depressa* La frase "Basterò solo io" del primo numero è quella che mia ha fatto cadere in brodo di giuggiole... **
Sono strafelice del tuo entusiasmo su questo capitolo: più o meno è la stessa reazione che ho avuto io, nel momento in cui Yuki mi ha passato il "capitolo della scazzotata". xD Sì, possiamo dire tranquillamente che Ben avrà il delicato ruolo di "psicologo". Ahahaha! Gliene servirà uno anche a lui, di questo passo... xD Noi ci siamo immaginate una persona calma e riflessiva, con una pazienza infinita, volto a riportare Shanks sui giusti binari (e non solo lui ^^). Effettivamente è molto simile a Yuki, se devo essere sincera: forse è per quello che, seppur non fissata quanto me, è riuscita a renderlo apprezzabile.
Quanto alla comparsa di "tu sai chi" (manco stessimo parlando di Lord Voldemort! xD), sono curiosa di sapere che ne pensi! xD
Un abbraccio caVa e alla prossima!
Grazie per la recensione e i complimenti! ^^

@KH4: Ale-chwaaan! **
Hai citato la mia frase preferita di tutta l'opera! Ovviamente per quanto riguarda le parti di Yuki: è divertente sta cosa, perchè quando ci sono i suoi capitoli, mi sento comunque recensore anche io. xD Anche se tutte le cose gliele ho già dette, all'epoca, nelle mail. Ci siamo fatte le recensioni a vicenda. xD
Quel passo è shockante: solo Ben, è vero, con la sua faccia di bronzo e il suo sadismo, avrebbe potuto dirglielo. O meglio, contando le sue qualità e il suo ruolo, sarebbe stato l'unico a poterglielo dire e a sopravvivere! Perchè io continuo a sostenere che il Rosso non sia esattamente il santo che Oda ci ha presentato... E quando si trova nei casini, secondo me fa uscire un po' il suo orgoglio. E la sua permalosità. ^^
Quindi meno male che c'è uno come Ben accanto a lui, che non perde mai nè il controllo, nè la pazienza (come faccia non lo so. Mi cedesse anche un decimo del suo spirito... u_u), che si fa suonare come un campanaccio anche solo per far ritornare in sè il suo capitano. **  Perchè Oda non ce li mostra, perchè! *isterismo di massa modalità = ON*
Tralasciando gli scleri, sì, Hikari è stata LA ragazza di Shanks, non una ragazza qualunque... E non ne hai idea di cosa succederà! xD Secondo me rimarrete basite! xD
Felicissima, in ultimo, che tu ti stia affezionando a Shanks (nonostante Ace rimanga là ed è giusto che sia così ^^)!
Un abbraccio caVa, alla prossima e grazie per la recensione e per i complimenti: ci fai felicissime! *__* Addirittura fenomenale... ç_ç *Si commuove*.

@Akemichan: ciao tesoVa! ^^
Ben ritornata! :) Non ti preoccupare, cara, tu non sai che salti mortali stia facendo io in questo periodo... E anche Yuki. Anzi, penso che sia un periodo incasinato un po' per tutti, da quel che leggo e sento in giro... O_O Il motivo sinceramente lo ignoro...
Comunque, venendo alla storia, colpa mia l'idea delle intercettazioni, dei codec e compagnia: sono un'appassionata di Metal Gear Solid e non vedevo l'ora di inserire un qualcosa che aveva a che fare con lo spionaggio... E quindi... xD Diciamo che non ho così tanta fantasia per inventare sistemi di intercettazione "organici", che strisciano (come tutti i lumacofoni o le lumacamere xD). Solo Oda riesce a farlo: ed è per questo che è un genio! xD
Mi fai felicissima dicendo che ti piacciono sia i nostri personaggi originali, che la ciurma di Shanks: sui primi ci abbiamo speso moltissimo tempo e sudiamo sempre freddo... ^^'' Sui secondi, preparati perchè ci saranno tutti quelli che conosciamo, oltre che quelli inventati per l'occasione. :) Quanto invece a Smoker e Tashigi, il merito per ora va completamente alla mia socia. ^^
Alla prossima caVa, grazie mille per i complimenti e per la recensione!
Un abbraccione!


- Angolino di Yuki -



@MBP: Ciao Marta-chan **
Ma sei arrivata prima a recensire?! Che brava! Non prendermi come esempio e fai sempre la brava!
Guarda, la scazzottata è stata una parte che ho adorato scrivere - perché sì, il capitolo era mio xD - e non ricordo nemmeno come mi fosse venuta l'idea di inserirla! Credo sia stata una cosa quasi naturale mettercela, perchè mi è parso che l'unico modo per allentare la tensione fosse quella di scaricarla in qualche modo.
Per quanto riguarda Shanks e Hikari, dovrai attendere... quanti capitoli non me lo ricordo, ma comunque devi contare che questa storia è stata scritta da me e Bea che tendiamo a essere un po' sadiche xD
Un abbraccio, ci sentiamo presto ^^

@Maya_90: Cara, ciao! ^^
La primavera, eh? Guarda, vorrei tanto che si decidesse ad arrivare. Non ho mai festeggiato un compleanno con tutto sto freddo e sinceramente preferisco quasi essere preda dell'allergia piuttosto che continuare a vestirmi con strati e strati di lana xD
Brava, il capitolo è mio u_u
Credo che questo sia uno di quelli in cui ho inserito più dialogo e la cosa può essere effettivamente fuorviante! Rileggendolo me ne sono resa conto anch'io di aver piazzato più dialogo di quanto sia il mio solito ^^""
Direi che se con Shanks siamo molto libere, con Ben abbiamo praticamente carta bianca! Purtroppo Oda non si è ancora deciso a presentarci a dovere questi personaggi e quindi sia Bea sia io abbiamo dato la nostra interpretazione di ciascun personaggio e dei rapporti tra loro. E quindi la scazzottata è stato un modo 'amichevole' di aiutare il capitano senza perdersi in parole che sarebbero suonate troppo di circostanza ^^
Per quanto riguarda Shanks diciamo che noi lo abbiamo visto alle prese con un bambino e quindi lì il suo modo di fare aveva certi colori, del tutto diversi a quelli che può usare in un momento critico, no? Inoltre con Rufy lo abbiamo visto anni prima e quindi nel frattempo ha attraversato avvenimenti e avventure che sicuramente lo hanno segnato e fatto maturare.
Con il tempo avrai modo di osservare meglio come lo abbiamo reso in questa situazione che lo metterà in situazioni poco piacevoli e difficili da gestire ^^
Un abbraccio, alla prossima

@Yuuko: Carissima Yuuko, ciao ^^
Ma io suonerò ripetitiva ora della fine, ma le tue recensioni mi danno una soddisfazione immensa. Come riesci tu ad analizzare il capitolo sono certa che poche persone sarebbero in grado di farlo - e io mi escludo xD Vedere come un lettore possa analizzare così attentamente un capitolo mi fa veramente un enorme piacere, perché sta a significare che ci tieni così tanto da voler lasciare una recensione completa in ogni sua parte. Ti adoVo!
Visto che ho cambiato cantante? E' una canzone che mi piace moltissimo e la trovavo molto adatta al capitolo ^^
Shanks, sì, devo ammetterlo, io e Bea siamo state parecchio sadiche nei suoi - e non solo - confronti. Se cerchi sofferenza, accomodati, presto faremo patire le pene più atroci a questi personaggi... Muahahahha *yuki è andata xD*
Chiarito che il capitolo era della sottoscritta, che non sono per nulla offesa e che non ci vedo nulla di male nel fatto che hai sbagliato - per una volta, che sarà mai ^^ - prendo a risponderti!
"Tra i due quello che mi è piaciuto di più è Ben, perché è maledettamente equilibrato, dotato di una santa pazienza, assennato e probabilmente l’unico lì in mezzo ad essere capace di riportare il proprio capitano sul pianeta Terra." Ecco, tu con questa frase hai dato esattamente l'idea di come volevo rendere io Ben e sono contenta che tu lo abbia capito, perché ciò significa che ho reso in modo adeguato quanto volevo dire ^^ Poi devo ammettere che io sono più vicina a Ben caratterialmente che a Shanks, tendo a mantenere abbastanza la calma - ad eccezioni di situazioni al limite dell'assurdo - quindi descriverlo non è stato difficile e mi ci sono ritrovata!
A quanto pare la mia idea della scazzottata è stata molto apprezzata, ne sono contenta! E' nata per caso questra 'trovata', mentre stendevo il capitolo stesso e mi sono resa conto che era l'unico modo per Ben di riportare tra noi il capitano. Inoltre, in quel momento di tensione non poteva nemmeno affidarsi a ragionamenti logici, perché Shanks non lo avrebbe seguito visto lo stato d'animo in cui versava.
Il paragone con Harry Potter mi sembra azzeccato, non ci avevo pensato, sai? Mi è piaciuto un sacco xD ora che ci penso James e Shanks sotto alcuni aspetti li vedo molto simili, quindi mi piace come similitudine ^^
Un abbraccio cara ** Alla prossima settimana!
PS: Io ho scoperto di Green Day con il loro penultimo album e ho recuperato in fretta gli altri. Me ne sono innamorata e sono andata in fissa. Un po' mi è passata, ma credo che resterà il mio gruppo preferito ^^
PPS: ho preso a giocare pure io a Final Fantasy, a casa di un mio amico, anche se ci giocherò solo il venerdì! E' stupendo **

@Red Queen: Ciao cara!
Ben ho preso ad apprezzarlo scrivendo questa storia. Bea lo adora e quindi lo abbiamo inserito su sua particolare richiesta, ma ora della fine pure io ho compreso che non è un personaggio trascurabile - e magari è ora che anche Oda lo comprenda e si metta a scrivere su di lui e tutti gli altri personaggi 'secondari' che ha appena accennato e che tutte già amiamo.
Sono d'accordo con te sul fatto che la scazzottata è stato un gesto da vero amico, quello che farebbe chiunque volesse allentare in modo sano i nervi a una persona a cui tiene e la quale in quel momento ha i nervi più che tesi! E Ben, sant'uomo, sarà colui che si preoccuperà di mantenere il èiù possibile tutto in ordine, cercando di tenere tutti calmi e di evitare il peggio - con più o meno successo xD
E, bhè, ovviamente concordo sul commento impossibile da lasciare per la canzone, perché non ci sono parole per descriverla *___*
Alla prossima, un abbraccio! =)

@KH4: Ale, ciao tesora **
Ma speriamo che la neve ci abbia lasciato fino al prossimo inverno, che qui abbiamo bisogno tutti di calore e di primavera! Non ne posso più - e lo dico io che adoro la neve!
Ebbene sì, Hiraki è l'unica, la speciale e indimenticabile. Perché anche Shanks è un'uomo e un cuore, ma essendo umano anche lui commentte errori e prima o poi sveleremo tutto, quindi non temere!
La frase che hai riportato sappi che è una delle preferite di Bea - e una delle mie, ma io non conto dato che sono quella che l'ha scritta. Mi fa piacere che ti abbia colpito, perché voleva proprio riassumere quanto lei sia stata importante per Shanks, tanto da condizionarlo ancora dopo tanto tempo!
Un abbraccio cara, a presto **

@Akemichan: Ciao cara!
Tranquilla, stai parlando con me che torno dall'uni a orari indecenti e che sono presa da un traslocco e a Bea che nemmeno lei è troppo libera - anzi ._. è super occupata! Quindi ti capisco perfettamente ^^
Sono contenta che ti piaccia come sta andando avanti la storia! La parte dei rivoluzionari non so se effettivamente sia o meno troppo tecnologica, alla fine credo che qualche metodo di intercettazione ce l'abbiano davvero e noi abbiamo inserito semplicemente uno che ci sembrava plausibile. Ma avendo a che fare con One Piece, probabilmente sarà qualcosa di più strano, sicuramente xD
Mi fa piacere sapere che i personaggi nuovi appaiano ben caratterizzati dato che ci abbiamo ragionato e lavorato su parecchio - soprattutto su Hikari ovviamente! Il rapporto tra lei e Dragon è particolare, è pieno di fiducia e proprio per questo fatto lei non si fa problemi a dirgli quello che pensa, e lui sapendo che lei vi ripone la massima stima non se la prende più di tanto per i suoi modi!
Alla prossima =)




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki






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Capitolo 8
*** Fermi ***


CAPITOLO 8: FERMI.
(Chapter Soundtrack: You give me Something - James Morrison )

 


L'Arcipelago della Rosa dei Venti era costituito da piccole isole vicine tra loro, che si potevano scorgere senza difficoltà quando si guardava all'orizzonte.

Il paesaggio era tranquillo, rilassante, dove i colori dominanti erano quelli pastello. I campi di lavanda di estendevano a perdita d'occhio, lasciando d'incanto chi vi capitava per la prima volta.

Il cielo aveva, per la maggior parte dell'anno, il colore di un azzurro così intenso che faceva male agli occhi fissarlo per troppo tempo e i prati, non coltivati, erano ricoperti di centinaia di fiori diversi.

Un posto da sogno, dove andare a trascorrere la propria esistenza in pace. Gli abitanti erano cordiali, forse perché vivevano in un luogo come quello, dove la meraviglia della natura non poteva che sorprendere anche loro, nonostante vedessero quei paesaggi da tutta la vita.

L'unico inconveniente di quelle graziose isole era il vento.

Quando arrivava non dava pace a nessuno e anche spostarsi da un isolotto all'altro diventava un vero problema. Il tutto era dovuto alla vicinanza con la Terra del Vento, della quale la Rosa dei Venti faceva da ‘ingresso’.

E appunto, in quel periodo dell'anno, il tempo si scatenava e diventava un vero inferno per chiunque attraversasse quel punto. Uragani, mulinelli, tempeste e vento. I poveri sventurati che ci capitavano in mezzo erano condannati per lo più ad affondare ed essere sommersi dalle onde alte come montagne.

Il che riportava Tashigi alla considerazione che aveva abbandonato prima di soffermarsi sulla bellezza del panorama della Rosa dei Venti: Smoker era furioso perché non potevano procedere.

Sapevano che Ace era lì, a poca distanza da loro, ma era impossibile poter prendere la loro ammiraglia e attraversare quella tempesta, che probabilmente era la peggiore che si potesse vedere sulla Rotta Maggiore.

La giovane spadaccina appoggiò i gomiti alla ringhiera della terrazza e lasciò che il suo sguardo vagasse per i campi di lavanda mossi dalla forte brezza. Avvertiva che i suoi capelli venivano mossi con decisione, ma insieme con gentilezza, dal vento, che le percorreva il corpo come un dolce abbraccio.

Quel posto le piaceva molto. Lì pareva di essere in un'altro mondo, in una terra diversa dove non c'erano ingiustizie e dove tutti vivevano in pace. Eppure, sapeva che non era così che andavano realmente le cose ed era per questo che era entrata in Marina, per poter, nel suo piccolo, cambiare le cose.

Ma a volte, perseguire la via della 'giustizia' si era rivelato davvero complicato, perché le persone che avrebbe dovuto catturare erano state quelle che avevano sconfitto i veri nemici della situazione.
 
E allora che cosa avrebbe dovuto fare lei?

Era stata così insignificante da non riuscire da sola ad assicurare alla giustizia nessuno dei due, né i pirati di Capello di Paglia, né tanto meno Crocodile. Da quel momento si era ripromessa di diventare più forte, per poter lei stessa mettere dietro alle sbarre chi portava ingiustizia nel mondo.

I suoi occhi, dal raro blu scuro, si erano posati distrattamente sulla figura del Commodoro.

Irritato per non poter proseguire, altrimenti avrebbe rischiato la vita dei propri uomini, Smoker aveva deciso di passare il resto della giornata ad allenarsi. Fuori dalla locanda, sul retro, vi era un ampio spazio inutilizzato, dove il marine aveva deciso di collocare la zona per addestrarsi. A torso nudo, Smoker stava affrontando uno dopo l'altro i suoi sottoposti, sconfiggendoli con tale facilità che Tashigi era certa che si stesse annoiando.

Come a dimostrazione della sua tesi, vide il Commodoro accendersi il terzo sigaro consecutivo nonostante l'attività fisica.

La ragazza distolse lo sguardo non appena si accorse che aveva preso una nota differente, che riusciva a definire solo con sbagliato, anche se nemmeno lei riusciva a comprenderne il motivo.
Stiracchiò le braccia, prese la spada e decise di andare a fare un giro per la città. Già che si trovavano in un posto tranquillo e rilassante, tanto valeva approfittarne per distendere i nervi e lasciare da parte le preoccupazioni.

Le case erano tutte bianche, non troppo alte. Sui balconi erano esposti gerani di vari colori; le persiane erano anche loro color pastello, dei più svariati; mentre le strade ciottolate erano in marmo bianco. I bambini correvano allegri per le vie, ridendo a crepapelle e giocando spensierati intanto che le madri gridavano di stare attenti e di non allontanarsi troppo.

Un'atmosfera calda, dove l'aria era ricca dei profumi dei campi trasportati dal vento.

Non c'erano negozi di spade, quindi decise di sedersi al tavolino di un bar e ordinò un the.

Ancora una volta i suoi pensieri vagarono alla strana situazione in cui si erano ritrovati: c'era qualcosa che non la convinceva, qualcosa che andava oltre e che le faceva sembrare di essere pedine sulla scacchiera, mentre i giocatori li usavano per i loro scopi, pronti a sacrificarli senza ripensamenti.

Catturare Pugno di Fuoco, così all'improvviso, per quale ragione? Come mai il Governo Mondiale si era interessato a un pirata all'improvviso?


Ace era il comandante della seconda flotta di Barbabianca e questo lo rendeva certamente una preda eccezionale, senza contare che era anche il fratello maggiore di Rufy, Cappello di Paglia.

Eppure, qualcosa non quadrava.

Se avessero seriamente desiderato mettere le mani su qualcuno di importante solo per dare un'esemplare dimostrazione di forza, allora avrebbero scelto qualcun'altro. Ace era sicuramente uno degli esponenti più promettenti della pirateria, ma era ancora giovane, non aveva ancora dimostrato appieno tutto ciò che poteva fare sotto il Jolly Roger di Newgate.

Tashigi trovava più plausibile che per mostrare ai pirati quanto il Governo Mondiale fosse potente e non li temesse, dovesse essere preso qualcuno della vecchia pirateria, qualcuno che ormai si era fatto un nome così importante che la sua potenza fosse indiscutibile.

Aveva provato a far presente a Smoker i suoi dubbi, ma il Commodoro le aveva risposto di non pensarci. Se ne era accorto anche lui che qualcosa non andava, allora perché continuava ad eseguire gli ordini senza chiedere spiegazioni?

Probabilmente non ne avrebbe ottenute, però, essere mossi come pedoni era davvero frustrante.

 
"Ecco a lei signorina".

Il cameriere posò con precisione la tazza del the, in ceramica bianca con decorazioni azzurre, sul tavolino in ferro battuto. Prese una bustina di zucchero e mescolò la sostanza al liquido caldo, mentre il vento continuava a soffiare con sempre più intensità.

Lanciò uno sguardo all'orizzonte e notò un ammasso di nuvole violacee e nere accumularsi nella zona sopra alla Terra del Vento. Il temporale che si stava scatenando su quel tratto non accennava minimamente a diminuire e i lampi si susseguivano velocemente, incalzandosi l'uno con l'altro.

"Ancora qualche giorno..." mormorò tra sé e sé prima di sorseggiare il the.

"Non essere impaziente".

Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare e rischiò di versarsi addosso il liquido bollente.



Shanks stava osservando con sguardo perso il cielo azzurro mentre in sottofondo le voci dei suoi uomini gli arrivavano distrattamente al cervello.

Con il corpo era lì, sulla sua nave, ma la sua mente era da tutt'altra parte.

Come un bambino annoiato si era appoggiato con il gomito sul parapetto e teneva la testa sulla mano. Con aria svogliata continuava a far vagare i suoi occhi versi sull'orizzonte, mentre le onde si infrangevano contro il Vento dell'Est.

Alcuni schizzi salati riuscivano ad arrivare fino a lui grazie anche al vento. L'aria era satura di salsedine, e in cielo non vi era alcuna nuvola.

Una giornata perfetta, con il vento favorevole, di quelle che capitavano raramente. Erano quelle le giornate che lui amava, eppure non riusciva a godersela nemmeno un po'.


"Shanks! Shanks!" continuò a ripetere una voce alle sue spalle.

"SHANKS!"

Un pugno arrivò sulla testa dai capelli rossi del capitano, che si girò massaggiandosi il punto colpito.

"Insomma! Ma la pianti di startene da un'altra parte?" sbottò Ben dopo aver aspirato dalla sigaretta appena accesa.

"Calma, non avevo sentito…" borbottò il Rosso fissando male l'amico "Dovresti trattare meglio il tuo capitano".

"Sì, quando crescerai, eh"!

"Stavo riflettendo, idiota”!

"Immagino..." sogghignò ironico Ben "Ha chiamato e mi ha dato le coordinate".

Come si era aspettato si ritrovò a fissare uno Shanks non troppo contento. Sapeva che, per quanto la cosa fosse dolorosa, avrebbe preferito parlarci lui con Hikari, e sapeva altrettanto bene che cosa comportava non passargliela e prendere lui la rotta esatta.

"Ace si trova nella Terra del Vento, ma per il clima burrascoso Smoker è stato costretto a fermarsi alla Rosa dei Venti. Quindi la nostra rotta non è da modificare molto, siamo messi bene e non dovremmo tardare a raggiungerli" continuò facendo finta di nulla.

"Perfetto" sibillò gelido.

"Passo la nuova rotta agli uomini"?

"Sì" continuò l'uomo con il medesimo tono.

Ben si appoggiò a sua volta al parapetto e prese tra le dita la sigaretta, liberando una nuvola di fumo che in pochi istanti si dissolse nell'aria marina che li avvolgeva. Lanciò un'occhiata all'amico, che si era rimesso in contemplazione dell'orizzonte con espressione apatica, ma lui, che lo conosceva da anni, poteva vedere quello che gli altri non riuscivano a scorgere.

La fronte leggermente corrugata, le labbra troppo strette, la respirazione controllata a forza e lo sguardo scuro. Tutti segnali che facevano comprendere a Ben che, nonostante i buoni propositi di Shanks, Hikari non riusciva proprio a togliersela dalla mente e dal cuore, soprattutto.

"Non fare l'incazzato con me, Shanks" esordì piano il vice "Non avrai pensato che fosse contenta di parlarti, eh"?

"Con te non ha problemi".

"Non sono io quello che le ha spezzato il cuore" osservò sempre calmo Ben "Quindi non venirmi a fare queste scenate. Lo sai che per me è sempre stata solo un'amica".

"Muoviti a dare la nuova rotta al timoniere".

"Sei davvero cocciuto, capitano…" borbottò Ben allontanandosi per eseguire gli ordini.

Shanks lo osservò per un paio di secondi prima di tornare a contemplare l'immensità dell'oceano davanti a lui. Amava quella vita sopra ogni altra cosa, aveva trovato nella bandiera nera che sventolava sull'albero maestro i suoi sogni e i suoi ideali, attraverso i mari aveva conosciuto molti altri che condividevano con lui quella visione.

Ma, il prezzo di tutto quello e della libertà, era stato elevato.

"Odio dovergli dare ragione..." bofonchiò il Rosso pensando alle parole del vice.

Hikari non lo aveva minimamente perdonato, continuava ad odiarlo. Ed era questa consapevolezza, sopra a tutte le altre, a fargli male perché lui, nonostante tutto quello che le aveva fatto, non aveva smesso mai di pensare a lei.

Lei sarebbe sempre rimasta l'unica tra tutte, la sola e nessuna avrebbe mai potuto prendere il suo posto anche se lui ce l'aveva messa tutta per scordarsela e levarsela dalla testa per dieci anni.

Senza nessun risultato.

Prendersela con Ben era davvero da idioti. Non c'entrava nulla il suo amico, ed era logico che Hikari preferisse parlare con una persona che non l'aveva ferita piuttosto che con l'uomo che le aveva rovinato la vita.

- Non mi perdonerai mai, eh?



"Commodoro?!" esclamò sorpresa Tashigi ricomponendosi.

Smoker la fissava con espressione indecifrabile intanto che una nuvola di fumo usciva dalle labbra tese. La trovava buffa in momenti come quelli, e anche se non lo dava a vedere, provava quel leggero divertimento.

Un divertimento che non era di scherno per la goffaggine che Tashigi dimostrava quasi sempre, ma aveva una sfumatura che non avrebbe dovuto avere. Nonostante non sapesse definirla, comprendeva, forse per istinto, che non sarebbe dovuta nascere in lui una cosa del genere, mentre fissava una ragazzina.

"Come mai è qui? Non era ad allenarsi"?

"Non c'è gusto con loro…" rispose acido pensando a quegli inetti che aveva affrontato poco prima.

Con loro non era nemmeno necessario usare il potere del frutto del diavolo, anzi, era un vero spreco.  Invece, le poche volte che gli era capitato di affrontare Tashigi era stata più allettante come cosa. Non tanto perché lei fosse realmente in grado di metterlo in difficoltà, ma semplicemente perché nonostante tutti i colpi che lui le infliggeva la ragazza tornava a rialzarsi.

Tuttavia sapeva che Tashigi preferiva portare avanti la sua tabella di addestramento da sola, quindi capitava raramente che si scontrassero. Capitava solo quando era lei a chiederglielo per verificare i propri progressi e forse anche per mostrarli a lui, che, anche se non lo dava a vedere, era fiero di come la spadaccina continuasse a diventare sempre più forte.

Con un gesto brusco tirò indietro la sedia e si accomodò davanti a lei.

"Commodoro"?

"Che c'è"?

"Se dovesse fate un'ipotesi, come mai avrebbero scelto lei per questa missione"?

"Ti ho già detto di non rimuginarci troppo su questa storia. Se hanno deciso di non comunicarci nulla, non abbiamo scelta se non quella di ubbidire".

"Però, non posso fare altro che pensare che ci stiano usando”.

Smoker la fissò con attenzione.

C'era un motivo per cui le aveva detto di non continuare a far supposizioni su quella storia, ed era molto semplice. Se Tashigi si fosse concentrata a trovare la vera motivazione di tutto ciò e il Governo Mondiale se ne fosse accorto, allora c'erano delle probabilità che la cosa si potesse ripercuotere negativamente su di lei.
 
Il fatto che nascondessero la vera ragione era un fattore non trascurabile e il continuare a ricercarlo poteva decretare la loro fine.

Probabilmente se fosse stata in gioco solo la sua di vita ci avrebbe pure fatto un pensierino, giusto per ripagarli dello smacco di essere pedinato, ma doveva proteggere altre persone, doveva tenere al sicuro Tashigi e i suoi.

Quel pensiero attraversò con chiarezza la sua mente e vi si piantò, inamovibile: per quanto ci girasse intorno, alla fine il motivo principale era quello e solo quello.

Una nuvola di fumo uscì con veemenza dalla sua bocca e Smoker tentò di trattenere lo sbuffo seccato che quei pensieri, così poco da lui, gli procuravano.

"Questo non ha importanza. Dobbiamo catturare un pirata. Se lo facciamo perché ce lo hanno ordinato per qualche misterioso motivo, la cosa non ha rilevanza, perché noi lo facciamo per i nostri" chiarì asciutto Smoker.

"Certo Commodoro".

"Bene, e ora smettila di pensarci".

Tashigi annuì e riprese a sorseggiare il suo the.

Chissà perché, ma le pareva comunque strano che Smoker avesse interrotto gli allenamenti. Solitamente, per quanto noiosi si rivelassero, non li terminava mai prima di una determinata ora. Quel giorno invece li aveva piantati che non era nemmeno a metà per venire a sedersi a un'irrilevante tavolino di un bar con lei.

Un sorriso dolce solcò le labbra sottili della ragazza.

"Signore, desidera qualcosa?" chiese cortesemente il cameriere.

"Un caffè forte".

"Glielo porto subito".

Alzando gli occhi chiari su Tashigi, la fissò per qualche attimo con attenzione.

Lo sguardo penetrante fece bloccare la ragazza che reggeva la tazza a qualche centimetro dalle labbra.  Nonostante la profondità di quello scambio, Tashigi non abbassò gli zaffiri e continuò a ricambiare Smoker.

Non era soggezione quella che provava nei confronti di quell'uomo tanto risoluto e irraggiungibile, non più per lo meno. Si era trasformato in un sentimento ben più complesso e intricato, che non sapeva ancora definire. Forse era per paura, ma in quel momento non le importava molto.

"Ti dispiace se resto"?

"No, si figuri signo-"…

"Per oggi niente formalismi" l’aveva interrotta.

"Certo sign... Cioè, intendevo dire, sì" rispose con un lieve imbarazzo.

Smoker spense i sigari nel posacenere e distese un po' i muscoli del viso fino a tornare con la solita espressione indecifrabile.

La compagnia di Tashigi aveva la curiosa capacità di donargli un po' di serenità anche in momenti tesi come quelli. Per quella ragione aveva deciso di mollare l'allenamento e andarla a cercare, l'aveva vista allontanarsi e da lì in poi non era più riuscito a trovare minimamente stimolate e rilassante lo scontro con i suoi sottoposti.

Non gli importava di trovare una spiegazione a quella situazione, la cosa essenziale era che per un po' potesse godersi alcuni attimi con lei.

Da soli, loro due.





- TO BE CONTINUED -






- Un passo indietro... Poi sempre avanti -



Eccoci qua! ^^ E siamo ritornate ai nostri Marines erranti, coloro che devo fare sempre e comunque il lavoro sporco. Non è difficile immaginare il morale di Smoker, in questo momento: roba che i raggi fotonici di Kuma sono un fresco venticello estivo quanto a distruzione totale! xD
E anche quello di Tashigi non è il massimo: non riesce a non pensare che ci sia qualcosa di mal amalgamato, che stona, che puzza più di un filetto di platessa abbandonato sul tavolo da 5 giorni... (E, Kami, che schifo! xD). Tutto questo, tra l'altro, rende il nostro Fumoso parecchio agitato ed insofferente (non che ci voglia un miracolo per fargli perdere la pazienza, eh, ma tant'è...).
Insomma, la Marina si sta avvicinando sempre più all'isola, mentre il Vento dell'Est cavalca le onde a massima velocità, nel tentativo di raggiungere l'ammiraglia di Smoker e la sua flotta. Riuscirà Shanks ad arrivare in tempo, prima che la tempesta si dissolva? Ma soprattutto, riuscirà a non farsi suonare come un campanaccio da Ben e la sua ciurma, visto che sta su Saturno in questo momento con la testa? xD
Ai posteri l'ardua sentenza...  *Parte una musica fatalista*

Bando alle chiacchiere da bar e passiamo alle risposte! ^^

ps. L'altra volta mi ero dimenticata di inserire i disclaimer riguardo al nome della nave di Shanks. Li ho inserito poco dopo, ma la storia esprimeva già parecchie letture. Lo ripeto qui: il nome della nave da noi utilizzato - il Vento dell'Est - non è quello originale, ovviamente, ma non è neanche di nostra invenzione, bensì di Emanuela "Capitan Ema" Colarelli, autrice della fanfiction incompiuta "The East Wind". Nei commenti scorsi ho postato il link, per chi fosse interessato. ^^




- Angolino di Beatrix -


@MBP: ciao Marta-chwaan! **
Mentalmente avevo scommesso sia che saresti arrivata prima, che citando il Dio Asso. :p Per inciso, non ho ancora chiesto a Yuki che vuol dire, ma posso immaginare tranquillamente. Insomma, la mente è quella che è e le frequenze idem. E poi probabilmente ci vedremo domenica, per cui avrai tutto il tempo per istruirmi a riguardo. xD
Allora!
Davvero non ti aspettavi l'accoglienza di Ace da parte delle spie di Dragon? ^^ Fortuna che è capitato nei pressi di Soraja, che è una santa: nonostante sia una comparsa, un personaggio parecchio secondario, l'ho adorata. Ed è stata utilissima, oltre ad essere una vecchia amica di Hikari. :) Più di così... ^^
Stappiamo le bottiglie anche per la nostra pertica preferita! :D Sono felice che ti piaccia il rapporto tra lui e la mora. **
Grazie per i complimenti tesoVo mio, alla prossima!
Un bacione!

@Maya: ciao tesoVo! **
Eccoti qui, ad infierire pure tu su Barbanera: personalmente mi sono immaginata l'umore di Ace per quella missione... Girovagare isola dopo isola, sulle tracce del porco maledetto, tra una bestemmia e un'imprecazione, uragani e quant'altro. xD Sì, confesso che Barbanera mi fa al quanto schifo. Ed è strano, perchè di norma i cattivi mi piacciono. Forse è per come è finita tutta la vicenda, visto che alla fine la colpa non è tanto di Akainu, quanto sua, visto che è stato il fautore di tutto sto casino.
Scriverò "Marshall D. Teach" sul mio Death Note personale, che te devo di... -_- Crepasse tra atroci sofferenze... Non mi piace nulla di lui, mi fa proprio ribrezzo. u_u
Ed ecco qui il nostro cowboy preferito. ** Tra le mani dei Rivoluzionari. ^^  Ora come ora è impossibile non fare i capitoli a pezzi, perchè le vicende stanno succedendo tutte in contemporanea... Sperando di non crearvi troppa confusione, sono felice che ti piaccia questa soluzione: ci siamo spremute a dovere le meningi per non fare cappelle di ogni sorta! :3
I complimenti su Hikari e Ben mi fanno commuovere: sulla prima... Già il fatto che hai scritto "
E questo è perchè amo Hikari e le sue divagazioni" mi rende strafelice! **
Sul secondo, beh... cerca di vedere Ben circa la coscienza della mora. E' quello che fa ragionare via, che prende in mano la situazione quando tutto sembra perduto. Insomma, è una sorta di fratello maggiore con sale in zucca (sia per lei che per il Rosso ovviamente ^^), nonchè un santo. xD
Per la frase che hai riportato, questa volta per Ben, ti ringrazio: sono molto felice di aver reso l'idea e di esser riuscita a comunicare il quadro del personaggio, per come lo vedo io. :) Quindi, ribadisco, grazie per i complimenti! ^^
E poi, anche a me piacciono gli intellettuali. *_*
Ah, infine, grazie (di nuovo) per i complimenti sullo stile (di nuovo). ç_ç Sono commossa.
Un abbraccione enorme caVa, aspetto il tuo nuovo capitolo!!!
Alla prossima!

@Red Queen: ciao caVa! *_*
Ta-Daan! Eccolo qui, il nostro comandante preferito! Hai visto che alla fine è andato a finire in buone mani? E comunque anche tu hai notato la cosa che Ace se ne va in giro trullo trullo, badando agli affari suoi, mentre mezzo mondo gli è alle costole, in un modo o nell'altro. xD Cioè, lui davvero non sospetta nulla e non sa di avere millemila occhi puntati addosso... E' un po' inquietante come cosa, non trovi? ^^'
Ovviamente l'essere pirati, per lo più comandanti sotto Edward Negate, quindi abbastanza ambiti, preclude pesantemente la tranquillità... E poi, siamo su di un'isola perturbata, voglio dire... Ma almeno una sana dormita se la fa sto poverino! ^^'''
Cara, il tuo fangirlismo acuto va più che bene! Ed è giusto che sia così! Voglio vederti tifare Ace alla stregua, qui eh, visto che sarà presente in tutto il suo splendore! xD  *sbava copiosamente, ma poi si sente in colpa nei confronti di Shanks* xD
Al caro Ben non verrà torto un capello: è sotto la mia personale protezione, e poi serve! Visto? Si è già messo all'opera: lui è uno che ama portarsi avanti il lavoro, per ogni evenienza, sai mai che si venisse colti impreparati! ^^ Poveraccio, si trova tra due fuochi comunque... Quanto non vorrei essere nella sua situazioni (e mi sono pure già trovata... Quando si scrive per esperienza, eh? -_-).
Lui non lo sa ancora, ma è un bravo psicologo... xD
Un abbraccio caVissima, grazie per la recensione e alla prossima! ^^

@KH4: Ale-chan ciao! ^^
Mi raccomando, non dire mai ad Hikari, in un faccia a faccia, che provi pena per lei... Ahem, lo sai com'è suscettibile, lunatica, permalosa e con pochissima pazienza... xD Sai mai che parta all'attacco! Io non la rischierei! xD
Allora, grazie per l'entusiasmo su quella frase: spero che ti abbia fatto ridere quanto l'ha fatto a me. Sì, devi sapere che quando scrivo mi metto a ridere pure io. Sono scema, ma questo non l'ho mai negato! xD
Vedo che l'inserimento di un rapporto stretto con Ben ha fatto successo! Ma soprattutto vedo che lo amate tutte quante! Non credevo che Ben avesse tutto questo seguito: bene, annoto e riferisco! xD Felice di sapere che hai adorato quella parte, con Hikari che ricorda, perchè è anche una delle mie parti preferite (o meglio, mi riferisco al loro rapporto in toto - per quanto possa essere obiettiva, non ci riesco! Io li adoro sti due insieme!). ^^
Passando al bel moro che se ne va in giro con pochissimi vestiti addosso (*Bea sentitamente ringrazia*), eccocelo in casa rivoluzionari! ^^ Ovviamente, però, lui non sa un bel niente... E non lo sospetta minimamente! C'è mezzo mondo che se lo contende e lui non lo sa. Perspicace eh? xD
Tranquilla, però: niente barili di lardo sdentati e sudici, che vanno in giro a creare buchi neri. Ace è al sicuro da quello schifo ambulante, anche perchè è lui l'inseguitore. :p
Grazie per i complimenti e la recensione caVa!
Un abbraccio e alla prossima!

@Akemichan: ciao caVa! ^^
Grazie di che cosa? Figurati, è il minimo! Mi pare più che doveroso, visto che spendete tempo per noi e per la storia, sia rimanere regolari che rispondere alle recensioni, no? ^^ Ci teniamo molto a questa storia e, personalmente, non mi pesa affatto darle la precedenza su altre cose. :)
Bon, confermato alla fine che Ben si è subito guadagnato le sue fan! ^^ Sono molto felice che il rapporto tra loro due ti piaccia! ^^ Noi siamo così affezionate a loro due che è un vero peccato che non esista qualcosa del genere nella storia orginale... T_T Soprattutto, sta ciurma ce la vuol fare vedere Oda o meno? Uffa!
I Rivoluzionari sono onnipresenti, sono ovunque... Ed Hikari ha ragione, quando dice a Dragon, che sono loro a farsi il mazzo tarallo per lui... xD
Ti ringrazio per i complimenti caVa e per la recensione!
Alla prossima, un abbraccio!



- Angolino di Yuki -

@MBP: Ciao Marta-chan!
Giusto perché noi già di nostro non ci sentiamo mai e serve un'altro posto dove continuare a interagire sparando cose bakose X°D
Vedere il Dio Asso in tutto il suo splendore è sempre un piacere, qualcosa di unico e meraviglioso che i nostri occhi apprezzerano per sempre e di cui mai si stancheranno. E qui mi fermo di elogiare Ace altrimenti, primo lui si monda la testa - e già è troppo sicuro di sè (e poi si vede in che casini si mette!) - e non c'è bisogno di dargli più materiale sul quale gongolare, secondo mi pare di sparare già abbastanza cavolate e non occorre aggiungerne altre!
I rivoluzionari sono ovunque! Attenta, che loro si infiltrano a qualsiasi livello! Loro si che sono degli stratega, mica come qualcun'altro che non sa far nulla tranne stupirsi per ogni cosa che accade sotto i suoi occhi impotenti *ogni riferimento a fatti, cose, persone, animali (bhè, dai, povera capretta mica la possiamo escludere), è puramente casuale xD*
Sono contenta che il sapporto tra Ben e Hikari ti piaccia. Più avanti risalterà meglio, ma sono proprio amici ** Ah, che carucci!
Un abbraccio

Maya_90: Ciao carissima **
Lo sappiamo che Ace appare pochino all'inizio, ma poi ci sarà per moooolto tempo. E' che l'inizio è la parte più incasinata per quanto riguarda le scene. Nel senso: abbiamo tanti personaggi separati che devono arrivare in un punto, quindi è logico che dobbiamo fare tanti stacchi per far vedere come si muovono nel mentre. Questo fino a quando non si riuniranno tutti e non succederà un putiferio... "ma questa è un'altra storia"(cit.)
Ebbene sì, BN è creato per stare sui così detti. E il suo compito lo svolge proprio egregiamente, eh! Sa portare a termine questo suo compito in modo esemplare e non gli si può proprio dire nulla, tanto che nessuno piangerà quando creperà tra atroci supplizi e torture *Yuki si perde in pensieri macabri e sadici in cui infierisce su Teach*
Come hai detto tu, il rapporto tra Hikari e Ben è fraterno. Credo che potrebbero tranquillamente essere lui il fratello maggiore che cerca di far star bene la sorellina pestifera e testarda. Loro due, come si vedrà più avanti, sono molto uniti e c'è un profondo rapporto di amicizia che li lega e forse è soprattutto grazie a questo che si eviteranno apocalissi e altri disastri mondiali x°°°°°D
Un abbraccio **
Ci sentiamo presto =)

@Red Queen: Ciao caVissima **
Non sai come ti capisco sulla questione di Ace. A parte che non smetterà mai di essere il mio personaggio preferito e non potrò non continuare ad adorarlo all'inversomile per sempre, ma anche a me, ogni volta che vedo una sua immagine o leggo di lui mi torna un po' la tristezza. Credo sia inevitabile, ma va bene così, perché almeno in qualche modo continua ad essere presente **
Effettivamente Ace non sa nulla di tutti gli altri che vorrebbero mettergli le mani addosso (comprese le fangirls xD) e lui continua ignaro per la sua strada! xD Prossimamente nelle sale daranno "Tutti pazzi per Ace"!!! A parte questa divagazione scema, ovviamente la sua relativa pace tra poco diventerà ancora più relativa! Ma non ti anticipo nulla ^^
Ben è tra due fuochi. Lui è amico di Shanks ed è pure amico di Hikari. Questo non lo mette in una posizione facile, tenendo pure conto che rimane agli ordini di Shanks e che quindi deve ubbidire ai suoi comandi.
Ah, mi sa che Bea e io ci abbiamo preso gusto a trattare un po' male i personaggi xD
Un abbraccio e alla prossima!

@KH4: Ciao Ale-chan!

Come va? Spero tutto bene ^^
Quindi non sono la sola che minaccia alla fine! XD Tu addirittura il giudizio universale ci tiri addosso, io sarei stata più moderata (solo qualche tortura medioevale, nulla di chè alla fine *tutti guardano preoccupati e spaventati Yuki*) Comunque, per il momento, rilassati e stai tranquilla!
Sì, Hikari fa tenerezza, ma non diciamoglielo che non credo lo prenderebbe come un complimento xD Però effettivamente ha avuto momenti difficili dai quali ha fatto fatica a riprendersi per poter andare avanti, ma tutto sarà chiarito pian piano e non voglio dirti nulla di più!
BN rimanrrà sullo sfondo - questo credo di poterlo anticipare xD - e in azione non lo si vedrà. Quindi nessun buco nero, nessuna panza esagerata, nessuna bocca priva di denti e barbe cespugliose e incolte! Meglio così, no? In questa storia Ace avrà ben altro a cui badare, non c'è bisogno di dargli altri problemi a cui pensare xD
Un abbraccio
A presto **

@Akemichan: Ciao cara!
Guarda, per la pubblicazione in sè devi ringraziare quella santa di Bea, che se fosse per me non troverei proprio il tempo di mettermi a sistemare il capitolo e tutto ç__ç In questo periodo sono sommersa di cose da fare, mannaggia a me!
Oh, sono proprio contenta che tutti abbiate apprezzato questa forte amicizia tra Hikari e il vicecapitano del Vento dell'Est! Noi siamo molto affezionate al loro rapporto **
Bhè, sono rivoluzionari, se non hanno loro spie ovunque chi deve averle?! XD Secondo me e Bea, Dragon ha infiltrato i suoi in molti posti e a quasi tutti i gradi, anche perché deve tenere sotto controllo la situazione con informazioni di prima scelta, no? E poi l'immagine di lui che macchina nell'ombra mi piace tantissimo *ç*
Alla prossima **





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki




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Capitolo 9
*** Time to Go ***


CAPITOLO 9: TIME TO GO.
(Chapter Soundtrack: Requiem for a dream - Clint Mansell/Kronos Quartet )


Il lumacofono posto sulla scrivania, accanto a parecchi file riguardanti Pugno di Fuoco, squillava impertinente, disturbandolo dalla quiete pomeridiana di quel pomeriggio afoso. Ultimamente, da quelle parti, il caldo insopportabile non dava tregua e si stava sicuramente meglio negli uffici che all’aria aperta.

“Pronto”?

La voce che rispose dall’altra parte del lumacofono pareva essere abbastanza agitata: “Grand’Ammiraglio Sengoku? Sono l’Ingegner Berger, della divisione Elettronica”.

L’uomo non sembrò turbato da quella telefonata in direttissima: “Buongiorno Ingegnere, a cosa devo la sua chiamata?” rispose con il solito tono apparentemente gentile e pacato, appoggiando la schiena alla poltrona di pelle su cui era seduto.

“Grand’Ammiraglio, era come sospettava lei. Diversi prototipi sono stati sottratti dal bunker dell’area F: nessuno si è accorto di nulla, purtroppo! Gli elementi mancanti erano detenuti in un’area di stoccaggio sotterranea. Non abbiamo idea di come siano riusciti a sottrarli, quell’area era video sorvegliata e allarmata. Le telecamere non hanno registrato nessun’intrusione, come pure i sistemi d’allarme” concluse sconcertato l’Ingegnere.

Sengoku ascoltava attentamente sorseggiando la sua tazza di the.

“Grand’Ammiraglio, è ancora in linea?” aveva domandato l’altro, non ricevendo subito una risposta e temendo che fosse caduta la linea.

“Certamente Ingegnere. Quel che mi ha raccontato è una cosa davvero singolare…” prese una pausa, versandosi altro the “Abbiamo deciso tempo fa di avviare un’indagine segreta sui vari sospetti che avevano preso corpo negli ultimi tempi. Avevamo il sentore che qualcuno ci stesse spiando. Quindi mi conferma che sono veramente quei codec”?

“Esatto. Sono i prototipi NT415”.

“Proprio quelli. Come abbiamo fatto a non pensarci prima…” disse quasi tra sé Sengoku, appoggiando la tazza sul piattino di porcellana. “Spero per voi che abbiate delle soluzioni concrete a riguardo…” domandò facendosi parecchio minaccioso.

L’Ingegnere ebbe quasi un coccolone, ma tentò di mantenere la calma: “Non si preoccupi. C’era un motivo se quei codec, così apparentemente perfetti, furono scartati in favore di una tecnologia migliore”.

“Vada avanti”.

“Ecco, vede… Cercherò di essere il più chiaro possibile: nonostante il codec comunichi e si intrometta nelle linee senza lasciar traccia apparente, quando si aziona viaggia su una particolare lunghezza d’onda, invisibile alla tecnologia moderna. Noi stavamo sviluppando l’apparecchio per la ricerca di questi aggeggi: faceva parte del sistema di sicurezza delle due unità, di modo che chi riceveva il codec avesse anche la possibilità di sapere se altre apparecchiature dello stesso genere fossero presenti in un raggio ben definito” spiegò l’uomo.

“Dove vuole arrivare?” domandò sospettoso, ma piuttosto interessato, il Marine.

“Per ora abbiamo una versione sperimentale di questo rilevatore speciale, che in prima battuta era stato scartato in favore di una versione aggiornata e contenente entrambe le cose: sto venendo di persona a consegnarlo. Entro un’ora circa sarò al Quartier Generale. Ho provato già a settare il rilevatore da questa distanza, e mi rileva un punto nel blocco Ovest. Non posso essere preciso, ma credo si tratti dell’Ufficio Telecomunicazioni”.

“Sì, l’Ufficio Telecomunicazioni occupa quasi totalmente il blocco Ovest” rispose tranquillamente il Grand’Ammiraglio “E credo anche di aver trovato la chiave per risolvere l’enigma”.

L’Ingegnere si sentì più sollevato: “In ogni caso, tra poco sarò lì”.

Sengoku sorrise soddisfatto: “Bene, sarà ricevuto nelle mie stanze in direttissima. A breve darò l’allarme generale. L’aspetto con impazienza” concluse, attaccando la cornetta al lumacofono.



La tazzina di caffè cadde dalle sue mani, rotolando per un breve tratto della scrivania, cadendo poi per terra e frantumandosi in diversi pezzi.

Sbiancò di colpo: il suo viso divenne pallido come un cencio e molte goccioline di sudore si raccolsero ad imperlarle il viso.

Si alzò, piano, dalla sua poltrona, facendo leva sulla scrivania di marmo e cercando di far mente locale, ma i pensieri le si accavallarono nella mente come una reazione a catena.

- Mi hanno scoperta – pensò terrorizzata. Ed era conscia del fatto che aveva meno che un’ora per tagliare la corda.

Prese uno zaino, ove ripose tutte le carte necessarie in suo possesso, e si diresse di corsa in bagno, disattivando il sistema di sicurezza nel doppio fondo del cassetto. Prese il codec, calibrando le frequenze sul canale di Dragon e inviando il codice binario.

- Avanti… - e stava davvero sudando freddo.

Qualche secondo dopo, dall’altro lato fu inviato il codice e la comunicazione si aprì. Hikari non lasciò al suo capo neanche il tempo di rispondere.

“DRAGON! MI HANNO SCOPERTA”!

Ci fu silenzio per cinque lunghissimi secondi, ove si sentiva solamente il respiro affannato di lei.

“Scappa Ankoku. Dirigiti nei sotterranei, alla grotta. Ci sono un paio di sottomarini monoposto. Prendi uno di quelli e scappa più veloce che puoi! Portati dietro il codec” rispose Dragon, che per la prima volta si sentiva abbastanza preoccupato.

“Negativo Dragon. Ha un sistema di localizzazione”!

“Come”?

“Hai capito bene. L’ingegnere che l’ha sviluppato sta arrivando alla Sede Centrale col rilevatore speciale.  Hanno già localizzato l’area da dove proviene. Ci metteranno niente a farsi due conti in tasca” rispose Hikari, cercando di prendere tutto quello che poteva esserle utile.

“Ok, lascia stare. Dirigiti alla Terra del Vento e spera di congiungerti con Shanks. Ed ora va, non chiamare per qualsiasi ragione!” concluse Dragon con veemenza.

Non poteva essere catturata: non se lo sarebbe mai perdonato.

“D’accordo. Se tutto andrà bene avrai notizie di me entro cinque giorni. Altrimenti…” ma fu interrotta repentinamente dal suo capo: “Altrimenti nulla”.

La donna stette in silenzio per qualche secondo.

“Ci sentiamo capo. Passo e chiudo” disse infine, riponendo il codec con il sistema di sicurezza nel cassetto: almeno avrebbe guadagnato un po’ di tempo e avrebbe creato scompiglio provocando l’esplosione.

Era sicura che avrebbero messo a soqquadro lo studio pur di trovare quell’aggeggio.

Si tolse l’auricolare e lo buttò nel water. Se il codec era sottocontrollo, lo era anche quello.

- Fregata con le mie stesse armi… Dannazione Dragon! – imprecò mentalmente mentre si fiondava nei corridoi, per fortuna, deserti a quell’ora.



“Hikari Mugen…” aveva commentato uno dei Cinque Astri, dopo che Sengoku aveva spiegato tutta la faccenda e i sospetti.

“Esattamente. E’ il vicedirettore addetto alle telecomunicazioni: circa dieci anni fa era entrata nelle file della Marina” aveva risposto il Grand’Ammiraglio.

“E come ha fatto ad arrivare a ricoprire una carica così importante in così poco tempo?” domandò un altro, appoggiando le mani sotto il mento e guardando l’uomo negli occhi.

Sengoku rispose sicuro allo sguardo del vecchio: “Pare sia dotata di una straordinaria cultura in fatto di telecomunicazioni. Suo padre é un Fisico molto rinomato e penso che abbia insegnato alla figlia più di qualcosa. Lei ha sempre ottenuto ottimi risultati, ma di certo non potevamo immaginare fosse una spia del Fronte Rivoluzionario”.

I Cinque Astri tacquero per qualche minuto, passandosi i fogli tra le mani e appuntando diverse cose su un altro foglio, porgendoselo uno dopo l’altro. Infine lo consegnarono al Grand’Ammiraglio.

“Questo è l’ordine: catturate quella donna e rinchiudetela ad Impel Down. Una volta risolta la faccenda di Barbabianca e Pugno di Fuoco, provvederemo a giustiziarla” spiegò il più vecchio e aggiunse “E’ importante che la faccenda non diventi di pubblico interesse, soprattutto se abbiamo a che fare con i Rivoluzionari. Insabbiate la questione come meglio vi aggrada”.

“Agli ordini. Ordinerò lo stato dall’arme e la chiamata alle armi” e detto questo, li salutò col gesto militare e si avviò nei corridoi.



Hikari stava percorrendo velocemente le scale di servizio, che portavano dal piano terra dello stabile ai sotterranei: non doveva assolutamente fare il minimo rumore e per questo stava correndo con le scarpe in mano.

E si sentiva una deficiente senza speranza.

Arrivò alla porta del primo piano interrato senza incontrare nessuno: le pareva quasi un miracolo. Aprì la pesante porta di acciaio e cacciò la testa dentro: c’era un inserviente girato di schiena che si stava dirigendo verso gli uffici in fondo a destra.

La donna doveva proprio seguire quella direzione: aspettò che l’uomo entrasse nell’ufficio ed entrò nel corridoio, percorrendo lunghe falcate e calcando la schiena contro al muro. Ogni tanto incontrava delle colonne per metà fuori dal muro e vi si premeva addosso, controllando che la via di fuga fosse pervia.

Proprio nel momento in cui stava per arrivare alla porta in fondo al corridoio di destra, ove era situata la scala di emergenza per giungere al secondo piano interrato, la sirena dell’allarme cominciò a suonare all’impazzata.

Non riuscì neanche ad articolare un pensiero che si ritrovò chiusa in un armadietto di metallo, strattonata per un braccio, con una mano sulla bocca e l’altra attorno alla vita, che la stringeva.

“Non urlare, sono io” disse Night Fox con un filo di voce: sentì il corpo della donna rilassarsi quel poco che bastava perché non entrasse in tetania.

“Grazie al cielo sei tu… Mi hai fatto prendere un infarto” rispose a bassa voce, puntando gli occhi verso le fessure dell’armadietto e vedendo tutti gli inservienti e gli operai correre al piano di sopra.

Stettero in quello spazio minuscolo ancora per qualche istante fino a che non sentirono più volare neanche una mosca. Uscirono dall’armadietto guardandosi attorno con circospezione.

“Andiamo Ankoku, veloce!” esclamò l’uomo, facendole strada e recandosi per le scale che portavano di sotto: il secondo livello dei sotterranei non era altro che una grotta marina, ove le navi venivano attraccate per poi ricevere le modifiche necessarie e le riparazioni del caso.

“Come hai fatto a saperlo?” domandò Hikari, mentre si addentravano nella grotta.

“Ho ancora la microspia nella stanza dei Cinque Astri: ho sentito tutta la conversazione e ho fatto le valigie, come hai fatto tu. Faranno sicuramente dei controlli  a tappeto in tutta la sede” rispose Night Fox dirigendosi verso il fondo della grotta. “Dragon ti ha parlato dei sottomarini”?

“Esatto…” rispose la donna “Ma dove sono”?

“Laggiù in fondo. Seguimi, ce ne sono due. Sono stati celati apposta per l’evenienza, tuttavia speravo di non arrivare ad usarli! Dobbiamo svignarcela in fretta, prima che i soldati arrivino qui sotto e…” ma non riuscì a finire la frase che un boato risuonò nei piani sopra di loro.

“Sono già nel mio studio!” disse Hikari, seguendo di corsa il collega, che era arrivato a destinazione e si era chinato sul bordo della rientranza nell’angolo di sinistra della caverna.

Era una piccola rientranza, con una pozza larga qualche metro e vari detriti sull’acqua: “Night Fox che diamine fai! Dove sono i sottomarini?” aveva domandato in preda al panico.

“Aspetta solo un secondo, cazzo!” rispose, frugando in tasca ed estraendo due strani telecomandi e pigiando un tasto verde su ognuno.

Nel giro di pochi secondi i sottomarini si materializzarono innanzi ai loro occhi. Hikari era rimasta senza parole.

“E’ un sistema di occultamento. Riflette la luce circa uno specchio e riesce quasi a rendere il mezzo invisibile. Inoltre è completamente rivestito di agalmatolite marina e ha dei propulsori che ti fanno raggiungere una velocità che negli altri mezzi te la sogni. E’ come se fosse un aereo, ma viaggia sott’acqua” disse, porgendole uno dei due aggeggi.

“Che hai intenzione di fare, Ankoku?” domandò riluttante il collega, una volta che la donna strinse tra le sue mani il telecomando.

“Credo che la via più sicura sia la rotta per la Terra del Vento. Il Quartier Generale è troppo lontano da Marijoa, rischierei di venir catturata. Oltre al fatto che gli ordini del capo sono questi” spiegò frettolosamente la mora, pigiando il bottone.

Questo l’avrebbe portata a rivedere Shanks, suo malgrado; ciò nonostante era una prospettiva migliore dell’esecuzione capitale e della prigionia.

Nello stesso momento in cui i due aprirono i portelloni dei sottomarini, un plotone di Marine fece irruzione nella grotta, armati fino ai denti.

“MERDA!” esclamò Night Fox, diventando bianco come un cencio. Lui era un semplice sabotatore, non sapeva assolutamente combattere.

Nello stesso momento in cui gli uomini si mossero verso di loro, Hikari sentì una forte ondata di sentimenti negativi e di rabbia impregnarle la mente, oltre che la sensazione propria di terrore.

Spalancò gli occhi viola e l’aria innanzi a sé divenne strana, producendo lo stesso effetto ottico ondulato che produce una superficie sotto il sole cocente: era giunta l’ora di tornare a combattere.

Allargò le braccia e fece un mezzo giro su se stessa: si sentì un sibilo nell’aria e la prima fila dei soldati fu letteralmente spazzata via.

Attoniti i Marines, vedendo tutto quel sangue sul pavimento e i corpi mutilati, arrestarono la loro avanzata: in quel preciso momento Night Fox estrasse diverse bombe fumogene e le lanciò verso di loro.

“ANDIAMO ANKOKU!” urlò tra il fumo che si espandeva e prendendola per le spalle.

“Aspetta… Devo scaricarmi…” aveva bofonchiato, portandosi le mani alle tempie.

“Che devi fare?” e se la stava letteralmente facendo sotto dalla paura.

“Sali sul sottomarino, vattene via! E’ pericoloso stare qui, rischia di crollare tutto! Devo scaricarmi subito, o non tratterrò sul sottomarino l’energia negativa”!

L’uomo la guardava sconvolto: ora aveva profonde occhiaie e si era piegata in avanti, reggendosi alla parete.

“SCAPPA NIGHT FOX, CAZZO!” urlò terrorizzandolo.

L’uomo salì sul sottomarino, ma prima di chiudere il portellone si fermò: “Ankoku, io vado alla base a riferire ogni cosa a Dragon. Appena riesci, dacci un segnale…” e si fermò nel mentre la donna aveva rialzato la postura e l’aveva guardato con gli occhi lucidi.

“E vedi non farti ammazzare” concluse chiudendo il portellone e partendo a massima velocità, immergendosi.

Hikari gli rivolse un sorriso amaro.

- Che possiate perdonarmi  – proferì mentalmente stringendo in un primo momento le braccia al petto e poi allargandole d’un colpo.

Un altro sibilo, ma questa volta molto più intenso, fendette l’aria e la roccia e arrivò veloce come un fulmine dall’altra parte della grotta, producendo una lieve polvere sulle pareti.

Dopo cinque secondi, un rombo sordo si propagò per tutta la grotta e diversi massi cominciarono a cadere dalla sommità superiore.

I Marines si ritrovarono in parecchia difficoltà, una volta che il fumo si era dissolto, e ci fu il marasma più assoluto quando un masso di notevoli dimensioni cadde tra loro e la donna.

Hikari capì che era il momento di tagliare la corda, visto che anche gran parte del soffitto dalle parti dell’entrata principale stava inesorabilmente crollando.

I soldati arretrarono velocemente nonostante la donna fosse saltata sul mezzo di trasporto: da lì a poco tutta la struttura sotterranea sarebbe crollata, portandosi dietro anche i piani superiori.

Mentre Hikari chiudeva il portellone, vide arrivare all’ingresso Sengoku, con un altro plotone di soldati: si scambiarono un’occhiata di fuoco, prima che l’uomo ordinasse lo sgombero della zona e richiamasse i superstiti.


Si mise ai comandi, avviando il sottomarino e ripristinando il sistema di occultamento. Scese nel tunnel sottomarino, seguendone gli snodi per circa un chilometro, fino a che non vide la luce filtrare, anche se debolissima, data la profondità elevata.

Diede un’occhiata al radar sottomarino, per avere una chiara idea del fondale, e, appurato che l’area non nascondesse speroni, accese i propulsori.

Fu sbalzata all’indietro e sbatté la testa contro il sedile: quel mezzo viaggiava ad una velocità disumana.

Riprese in fretta i comandi, prima che si andasse a schiantare contro le rocce attorno e raggiunse finalmente la profondità giusta. Ora non doveva far altro che seguire la rotta per la Terra del Vento, stando attenta alle eventuali deviazioni, siccome quella era una rotta tracciata per le navi, non per i sottomarini.

Programmò la rotta sul computer di bordo, cercando di inserire le coordinate giuste, guidandosi con il simulatore sul display.

A quella velocità avrebbe raggiunto l’isola molto prima di Shanks e gli altri, poteva arrivarci tranquillamente in un paio di giorni: la velocità di navigazione di quei sottomarini era tre volte maggiore ad una nave della Marina, senza contare che sott’acqua le distanze erano notevolmente accorciate da assenze di rotte da seguire obbligatoriamente, oltre all’esistenza di particolari scorciatoie che attraversavano i fondali collegando ogni isola.

E molto probabilmente non avrebbe avuto problemi a superare le tempeste: però tutto dipendeva dall’entità delle correnti marine.

Una volta stabilizzata la rotta e i comandi automatici, si appoggiò al sedile e si guardò attorno. Notò due cassoni accanto al sedile e li aprì: c’erano viveri a sufficienza per il viaggio, acqua e alcune armi, in uno. Nel secondo vi era un gabinetto con uno scarico pressurizzato e un piccolo rubinetto, che probabilmente funzionava ad acqua di mare e si azionava ad una differente pressione.

Pensò a quanto genio fosse Dragon, anche se l’aveva fatta quasi ammazzare, ma in quello stesso momento un forte conato di vomito le percosse lo stomaco.

Fece appello a tutte le sue forze per non vomitare: erano anni che non combatteva, che non vedeva sangue e sentiva il suo odioso odore metallico.

Più che altro erano anni che non combatteva e che non immagazzinava energia negativa.  Quell’esperienza l’aveva totalmente privata delle forze e provava una tristezza in fondo al cuore, accompagnata da quel senso di nausea e dall’odore del sangue, che lei odiava particolarmente.

Aveva dovuto scaricare le energie immagazzinate nel giro di pochi secondi, o sarebbe impazzita: le onde d’urto generate erano state terribili. Mai avrebbe pensato di riuscire a tagliare quella spessa coltre di roccia e a far addirittura crollare il soffitto.

Erano state dei fendenti letali.

Certe volte il suo stesso potere la terrorizzava: Dragon ne andava fiero, lei un po’ di meno. Si sentiva anormale, uno scherzo della natura.

Avesse almeno mangiato un frutto del diavolo per ottenere quelle abilità, l’avrebbe presa un po’ più a cuor leggero. Invece lei era nata così.

Dragon le aveva spiegato che si trattava di un tipo di haki: un po’ più strano rispetto ad altri, tipo a quello di Shanks, ma sempre un’haki era.

Non aveva mai capito il perché la sua mente riuscisse a percepire la negatività dell’animo umano e perché il suo corpo incominciasse ad immagazzinare, automaticamente, l’energia e a sprigionare queste onde d’urto.

Sapeva solo che ci erano voluti diversi anni e tantissimo allenamento con il suo capo per controllarlo.

E tante persone erano cadute innanzi a lei. Ed ora, dopo aver immagazzinato a piccole dosi, in questi anni di ‘pausa’, senza aver mai scaricato, alla prima carica era successo un putiferio.



- Che schifo.

Ma si rifiutò ulteriormente di pensare alla faccenda: era davvero esausta. E nel giro di pochi secondi, crollò sul sedile in un sonno profondo.



- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Eccoci qua, nel nostro appuntamento ormai settimanale.

Capitolo luuungo. ^^ Spero che nessuno di voi ci perda gli occhi e che dia fastidio... Ma abituatevi, perchè il fatto che Yuki mi dai della prolissa patologica, non è una cosa campata in aria! xD

Sto immaginando le vostre facce basite, in questo momento: i nostri amatissimi Rivoluzionari si sono dimenticati qualche dettaglio, a proposito di quei codec. ^^''' Ed ecco, quindi, un capitolo completamente dedicato ad Hikari e Nightfox, che corrono... Ma corrono proprio, che a Kizaru gli fanno un baffo! xD

Diciamo che la Marina non è così scema come la si dipinge. Temporeggia, ecco. Più che altro, il nostro grande Stratega (*pernacchione in sottofondo*), ha così tanto lavoro da fare... *frase impregnata di puro sarcasmo*
Insomma, Hikari è stata sgamata in pieno, manco ci fosse, sospesa in aria, una grossa insegna luminosa ed intermittente, con la scritta "Sono qui!". Va già bene che Dragon ha sempre un piano B. Diversamente Hikari, la B, gliel'avrebbe stampata in fronte! xD

Venvia, bando alle ciance e ai metodi poco ortodossi di vendetta!
Passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -

@MBP: ciao Marta-chan! ^^
Lieta di averti conosciuta a Milano, tesoro! ^^ Mi sono proprio divertita... Voglio il Blugori-Peluches, comunque. **
Venendo alla recensione, comincio col dirti che ti ringrazio per i complimenti. **
E sono veramente felice che Tashigi ti piaccia: convengo anche io, come t'ho già detto, che il personaggio di Tashigi sia molto sottovalutato. E' vero, non ha un grado militare alto, tuttavia ha uno spirito e forza da vendere (lo dice pure Smoker, ad Alabasta). Io personalmente la adoro. ^^
Quanto al Rosso, invece... Eh. xD News a parte, ti dico di pazientare. Anzi, ti anticipo che la verità ve la faremo sudare, e anche tanto. Perchè? Perchè siamo sadiche all'inverosimile. xD
Ben, invece, è al primo posto nella classifica della mora: si vogliono un bene, che guarda... Da far cariare i denti! E prova solo a pensare in che razza di situazione assurda si ritrova il nosto amato vicecapitano? Tra due fuochi di quel genere... Non gli passerà più! xD
Alla prossima Marta cara, un abbraccione e grazie per la recensione. :)

@KH4: Ale-chan, ma ciao tesora! ^^
Figurati, non ringraziarci per non aver incentrato la vicenda sul rapporto tra Ace e Barbanera, perchè - e credo di poter parlare anche a nome di Yuki - ci fa proprio ribrezzo. Un odio inverecondo, sto maiale schifoso, gli venisse un po' di bene. Dovrei corrompere Lafitte e fargli credere (al porco) di essere una bambina di sei anni. -_- Che nervi...
Comunque, venendo alla storia, sì! ** Smoker, pe quanto sia tutti gli aggettivi con il quale l'hai descritto, ha un cuore d'oro. Alla fine è un bravo cristiano, un po' burbero nei modi e insofferente verso il resto del mondo, ma guai a toccargli i suoi. E' questo che mi piace di lui: nonostante un carattere chiuso, è buono e giusto... Quanto mi piace! **
Tashigi... Ci siamo permesse di renderla un po' più partecipe di "mentre", soprattutto dopo i fatti di Alabasta. Abbiamo immaginato che due conti in tasca se li sia fatti, e più di una volta. Infondo, nonostante sia un po' ingenua - come Smoker ha sottolineato più volte - ha lo stesso modo di concepire le cose del Commodoro. Forse lui è più disilluso, complice anche l'esperienza. Se ti piace Tashigi, posso dirti che sarà un personaggio chiave: morivamo dalla voglia di gettarla nell'azione. E' un modo per darle un po' di giustiza. ^^
Venendo al Rosso... Al nostro amatissimo Rosso, che però ha uno scheletro gigante nell'armadio... :p Ve la dovrete sudare la verità. ^^ Lo so, siamo sadiche, ma fa tutto parte del grosso puzzle della nostra storia.
Ben, l'ho già ripetuto mille volte, è un santo, dotato di una pazienza illimitata. Meno male che al fianco di Shanks c'è lui... A mettergli il sale in zucca. ^^
Quanto ad Ace, dopo la comparsa nel capitolo "Bloccato", ta poco farà la sua entrata definitiva nella fic. Quindi, port pazienza ancora qualche capitolo, poi ce ne sarà per tutte. ^o^
Grazie mille per la recensione caaaaVa e per i complimenti!
Un abbraccione grande, alla prossima!
ps. Sulla tua richiesta... Vedrai. ^^ E non ti dico altro. :p

@Maya: amoVe mio, caVissima. **
Come stai? va un po' meglio il raffreddore? Stai messa peggio di Yuki, che ha il sistema immunitario praticamente insesitente! Non c'è stata telefonata in cui l'abbia trovata "in salute". E dire che ci sentiamo ogni settimana! xD
Deliri a parte, venendo alla storia, parto subito a trattare il nostro ormone... Ahem.... Il nostro Smoker. xD Sì, cara, non c'è bisogno di nasconderlo: Smoker è un gran figo. u_u Ma nel senso generale della cosa. Insomma... Lui può. Può tutto, non mi importa cosa Oda gli farà fare, lui può. u_u E quindi, sbaviamo allegramente su di lui: al massimo farà una faccia scazzata e tirerà una nota in più dei sigari. xD
E lo confesso, io adoro la Smoker/Tashigi. Forse, dopo la RuNami - e dopo la Roger/Rouge ** - è la mia preferita. O meglio, diciamo che è al parimerito con la seconda che ho citato (grazie per avermi regalato la scimmia per quella coppia! xD).
Tashigi è un amore, davvero. Anche se, personalmente, avrei paura di trovami di fronte ad una così. Sembra innocua, ma non lo è per nulla! Anzi, è tenace, accidenti! E, per quanto Smoker non lo dia a vedere, guai a chi la tocca. Disciplina, certo, ma ha un debole per la sua determinazione. ** Una partner migliore di lei, Oda non poteva assegnargli. ** E' uno dei personaggi femminili in generale (e quindi non solo di OP) che riesce a piacermi.
Però ora vorrei tanto che un pezzetto di storia s'incentrasse sulle loro missioni... Mi mancano davvero tanto e, anzi, non ce li ha mai fatti vedere in azione a lungo. :(
Salto la parte tecnica della citazione - la lascio a Yuki, visto che il capitolo, da te commentato, è il suo - e passo alla domanda: no, noi non sapevamo assolutamente nulla! Iniziammo a scrivere la storia e questo capitolo quando ancora eravamo convinti che Rufy ed Ace fossero fratelli di sangue. E di fatti, se noti, pare tutto improntato sul fatto che la Marina vorrebbe mettere le mani sul figlio di Dragon. Ora, sono riuscita, sia qualche capitolo prima, che dopo, a cambiare qualcosa e far sì che quadrasse, tuttavia la storia è stata concepita in un'altra maniera. Fortuna che l'abbiamo scoperto quando più o meno eravamo sulla prima metà della storia, perchè diversamente sarebbe stato un casino immane. Ci ha precluso molti punti, a dir la verità, ma siamo riuscite a deviare la rotta lo stesso. ^^
Se il tutto vi sembrerà un po' forzato, ora sapete il perchè. ^^'''
Concludo dicendo che sono invidiosissima del fatto che tu e Yu possiate vedervi, mentre per me non hai ancora un volto - ed è inquietante come cosa! T_T Siiigh...
Grazie per la recensione e i complimenti, Maya caVa, davvero. :)
Alla prossima, un abbraccio! Ci leggiamo sulla tua! ^o^

@Red Queen: Regina mia adoVata! **
Una ola per i nostri due Marine preferiti (nonostante includa anche Garp e Aokiji) e un'orda caotica di insulti non meglio definiti - talora alcuni addirittura inventati sul momento - al resto del mondo che naviga sotto il vessillo bianco/blu. Guarda, di fantasia ne ho - anche fin troppa - ma non mi astengo dal desiderare un cagotto di proporzioni "Magellanesche" ad ognuno degli altri pezzi grossi... -_-
Ma veniamo a Smoker (che è meglio): è fuori discussione che a noi donne gli "orsi" piacciano, quindi è inutile dire che Smoker accolga così tanti consensi. **
Quanto a Tashigi, invece, non sai quanto detesti le descrizioni così di lei... Insomma, perchè rovinare così un bel personaggio? Ci manca solo il bashing e siamo a posto... -_- Sarà che non posso essere obiettiva quando si parla di lei, ma non la trovo così rincoglionita, insomma! xD
Sull'eventuale coppia, guarda... Io invece, tovandomi agli antipodi dei tuoi gusti, ho sempre adorato l'idea. Cioè, mi sembrano così carini... (*Smoker tira alla sottoscritta un comodino di mogano* "Carini chi e cosa?!" >_<').  Però, oh, mi fa piacere comunque che non fai il suicidio di massa! (Questa cosa mi ha fatto crepare dal ridere! xD). La storia è ancora lunga e ne avrà da dire... Spero solo non ci ricoprirete di insulti! xD
Parlando di Ace, vedi, anche io mi sentirei osservata... E parecchio! Solo che lui, benchè non abbia il sangue dei Monkey nelle vene, soffre della loro stessa idiozia! xD Mi immagino, di fatti, Rufy nella sua identica situazione. Non fosse per Zoro o Nami, a quest'ora, sarebbe già in gattabuia. Ed, ovviamente, il tutto accadrebbe senza che lui se ne accorgesse. u_u
In ultimo, caVa, tranquilla: io sono lo scudo umano di Ben! A lui non serve un haki difensivo, basto io. xD Non toccatemi Ben, o giuro che comincio a strappare giugulari a morsi: sono molto molesta a riguardo! xD
Concludo dicendoti che, per quanto mi sia piaciuto Chocolat, non mi ricordo sta cosa! Me la spieghi? E' uno dei film che mi ha entusiasmato più di tutti, ma, avendolo visto una volta sola e avendo la memoria di una novantenne, me la sono persa. O.o
Un abbraccio caVissima e alla pVossima!
Grazie per la recensione e i complimenti! ^^



- Angolino di Yuki -

@MBP: Ciao Marta(baka)-chan!
Eh, sì, Tashiji è un gran bel personaggio e mi piace molto! E' un mix di forza e tenerezza veramente perfetto, quindi mi piace molto trattare di lei e mettere su 'carta' le sue riflessioni e i suoi sentimenti. E' un peccato che non si veda spesso, sia nel manga sia nelle storie.
Shanks che cos'ha combinato? Lo scoprirai, tranquilla. Quella parte dove ha avuto un attimo di gelosia nei confronti di Ben per via dei suoi buoni rapporti con Hikari l'ho inserita perché a lui rode lo stomaco in un modo pauroso per il fatto di non potersi rivolgere a lei come fa il suo vice, e anche se sa che non è colpa del suo amico. I sentimenti mica lo stanno ad ascoltare xD
Domenica ci siamo divertite, eh! Ora il BakaClub è protetto da noi due e dalle nostre katane.... non vedo l'ora di vedere domani il disegno sul pedinamento a LUI X°°°°D
Un abbraccio


@KH4: Cara Ale, ciaooo ^^
Sono felice di averti tolto un peso. Oda ha fatto proprio un bel lavoro nel costruire BN come cattivo, lo fa proprio odiare xD
Smoker è burbero, senza dubbio, però è un uomo che nel suo autocontrollo ha sempre dimostrato di tenere molto ai suoi uomini e a Tashiji. Probabilmente è per questo contrasto tra i modi e i sentimenti che mi piace trattare di Smoker, ho sempre una predilizione per i personaggi che esternano in modo difficoltoso o a loro modo ciò che provano e pensano - sì, amo complicarmi la vita xD
Più che altro Hikari la devi beccare con la luna giusta e allora puoi dirle che è tenera, puccia e che fa venire voglia di coccolarla... il problema sta proprio nel trovarla tranquilla, con l'animo sereno, la mente sgombra da pensieri oscuri e nervi tesi, quindi per evitare qualsiasi danno è meglio evitare questi commenti. Io lo dico per la tua sicurezza e sanità fisica, mi preoccupo!! Sì, Shanks le ha spezzato il cuore e per fortuna tutti e due possono contare su Ben, altrimenti la storia sarebbe finita con loro due che si ammazzavano - credo - xD
Per quanto riguarda lo spuntino Smoker/Tashiji che posso dirti? Non c'è la ZoroTashiji, quindi la possibilità c'è... Non dico altro *si cuce la bocca*
Un abbraccione e alla prossima

@Maya: Ciao caVissima **
Come va? I Bepi volanti sono stati tenuti al guinzaglio da quel gnocco di Law? Spero di sì, così domani ci vediamo **
Sono contenta che ti sia piaciuto come abbiamo trattato Tashiji. Concordo: lei appare imbranata, inciampa e si dimentica di mettersi gli occhiali, ma in realtà è davvero in gramba! E anche a me piace il modo di fare di Smoker, ed è per questo che è uno dei pochi della marina che mi piace (a parte loro due, inserisco Aokiji e Garp... forse Sengoku che mi fa tenerezza visto che è il miglior stratega al mondo e non sa fare nulla xD)!
Sbava, sbava! One Piece è fatta per le fangirls vista la quantità di fustacchioni che ci sono xD
Hai ragione, di Smoker/Tashiji non se ne vedono! Poverini, li dividono sempre ç_ç Lei sta sempre con Zoro (e personalmente come coppia mi piace pure) e lui... *a Yuki vengono i mente le yaoi e le vengono i brividi*... lasciamo perdere xD
Tu non sai che fatica per metterci d'accordo sul finale di questa storia. Io che aborro i sad ending e Bea che sa scrivere solo quelli xD Quindi siamo partite a stendere i vari compromessi e a metterci d'accordo su come si sarebbero dovute risolvere tutte la parti. Ti dico solo che all'inizio intendavamo farla finire in un modo e poi siamo arrivate a tutt'altro finale! *Hikari in un angolo si inginocchia e venera Yuki*
Effettivamente la storia l'abbiamo iniziata a scrivere molto prima che si sapesse di Gold D. Roger e Rouge. Eravamo ancora a ID quando abbiamo cominciato a stendere i primi capitoli, quindi del tutto all'oscuro della parentele tra il Re dei Pirati e Ace... insomma, chi se lo aspettava?! °___°""" Ma grazie a Bea siamo riuscite a sbrogliare anche questo punto più avanti xD
Un abbraccio forte forte
A domani =)

@Red Queen: CaVa, ciao!!
La mia fantasia ha tappato i buchi sugli insulti nei confronti degli altri Marines senza nessuna difficoltà XD Mi è venuto proprio spontaneo, soprattutto quando alla mente mi è soppraggiunta la fastidiosa immagine di Akainu e allora una serie di immagini cruente, macabre, creude e sanguinolenti nelle quali passava a miglior vita mi sono figurate nella testa!
A parte il mio solito delirio quotidiano, ti assicuro che Tashiji non la dipingeremo mai come la ragazzina solo carina e brava a inciampare nei suoi piedi. Come personaggio ha molto potenziale e può dimostrare di avere un ruolo di tutto rispetto anche lei! Effettivamente la sua aria imbranata tende a ingannare, ma sa tirare fuori anche lei la spina dorsale e darsi da fare in modo eccezionale quando vuole qualcosa.
Per quanto riguarda il rapporto Smoker/Tashiji, personalmente non gli ho mai visti come fratello/sorella. Questo perché io sono l'opposto di te, ovvero non amo particolarmente le yaoi se non dove espressamente riscontrabile nell'opera originaria xD E in One Piece non c'è nulla di espressamente esplicito, anzi, io ritrovo molto più l'etero. Ma ovviamente sono sia gusti personali sia interpretazioni del tutto soggettive *sisi*
Vero, Ace è un'animo spensierato... quindi nonostante il mondo intero si sia mobilitato per o contro di lui, lui ignora tutto e va avanti ad appisolarsi senza preavviso ovunque! Ma noi lo vogliamo così xD
'Chocolat' è uno dei miei film preferiti e Johnny Depp è l'attore per eccellenza per me *-* E poi in questo film ovunque c'era cioccolato... è stato un mix che mi ha fatto innamorare per forza, non ho avuto scelte!!!
Alla prossima, un abbraccio!



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki


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Capitolo 10
*** Ritorno in superficie ***


CAPITOLO 10: RITORNO IN SUPERFICIE.

(Soundtrack Part One: To Zanarkand - Nobuo Uematsu (Final Fantasy X Soundtrack) )


Arcipelago della Rosa dei Venti – h. 5.00 a.m.


Shanks guardava il sole sorgere all’orizzonte con profonda preoccupazione: il vento durante la notte era praticamente cessato e, anche se si trovavano ad un passo dall’obiettivo, procedevano con parecchia difficoltà.

Aveva inoltre spiegato tutte le vele possibili ed immaginabili, ma la navigazione procedeva lo stesso a rilento. E questo lo stava innervosendo parecchio.

Aveva dato l’ordine ai suoi di riposarsi: molto probabilmente avrebbero ingaggiato lotta una volta arrivati a destinazione, e per questo voleva che la sua ciurma fosse riposata e fresca.

Solo lui soleva non riposare prima delle battaglie. Non sarebbe mai riuscito a prendere sonno e sarebbe finito a rigirarsi nel letto sfiorando l’isteria. Allora tanto valeva star svegli a pensare ad una strategia: lui era il capitano, ed il capitano doveva avere le idee chiare.

Sorrise amaramente, stiracchiandosi sulla corda arrotolata del castello di prua: avere le idee chiare dopo una notte insonne suonava un po’ contradditorio. Però lui era abituato così. Ogni qual volta ci sarebbero stati degli scontri, era lui che doveva pensare ai suoi: e li pensava tutti, dal primo all’ultimo. Chi mettere in avanguardia, chi in retroguardia, chi ai cannoni, e via discorrendo. Anche perché, una volta sul campo, doveva essere celere a dare gli ordini, e molte volte l’istinto era cattivo consigliere, soprattutto contro la Marina. Occorreva pianificare tutta l’azione, nei minimi particolari.

Ed era questo stress, di norma, che non lo faceva cadere tra le braccia di Morfeo. Di norma, perché quella notte era tutt’altro che la probabile battaglia l’artefice di quell’insonnia.


“Sono diverse notti che non chiudi occhio… Devi dormire” aveva esordito una voce immersa nell’oscurità. Shanks aveva socchiuso gli occhi per un secondo e si era, successivamente, girato lentamente all’indietro, sorridendo debolmente.

“Anche tu… Mi servi”.

Il vice uscì dall’ombra e si andò a sedere di fronte al suo migliore amico, accendendosi l’immancabile sigaretta, per poi appoggiare la testa e la schiena al legno della struttura.

Ovviamente senza spiccicar parola alcuna. Si capivano come non mai: erano cresciuti insieme e avevano sempre vissuto fianco a fianco, ed ora sapevano che erano stati catapultati in una situazione difficile e che dovevano fare i conti con i fantasmi del passato.

Dopo un lungo minuto di silenzio, fu Shanks a parlare.

“Ti chiedo scusa per l’altro giorno…” bofonchiò mogio, non trattenendo un sospiro “E hai ragione te… Però…” e non sapeva che cosa dire. Si sentiva peggio dello straccio con cui il mozzo di turno puliva il ponte.

“Tu sai come la penso Shanks. Io ti stimo molto, ti considero come un fratello e ti seguirei in capo al mondo… Ma” e aspirò una notevole quantità di fumo prima di procedere “Quella volta hai fatto la cazzata più grossa della tua vita” concluse Ben, girandosi a guardarlo negli occhi.

Il Rosso stette a guardarlo per un lunghissimo secondo, occhi nei suoi: “Non potevo imbarcarla con noi”.

“Ma almeno potevi spiegarle la cosa, dire che dovevamo partire e salutarla. Sarebbe stato doloroso lo stesso, avreste litigato, ma almeno non si sarebbe risvegliata trovando il porto deserto” rispose il moro con tono risoluto.

Gli occhi di Shanks divennero lucidi per un brevissimo lasso di tempo, ciò nonostante Ben se ne accorse: “Tu lo sai che sono dieci anni che dobbiamo discutere di questa storia e non l’abbiamo mai fatto, vero”?

“No, non l’abbiamo mai fatto”.

“E non ti sembra l’ora di farlo?” domandò quasi ai limiti del sadismo. Da parte sua Ben si trovava davanti uno Shanks in condizioni pietose: aveva l’avambraccio appoggiato alle ginocchia, lo sguardo puntato sulla lampada ad olio e una faccia contrita manco avesse un attacco di crampi.

E questa cosa gli stava sullo stomaco: più che altro si doveva decidere. O buttarsi tutto alle spalle oppure affrontare la cosa e risolverla, o meglio, darsi una ‘ripulita’, perché da quando Hikari gli aveva telefonato, pareva quasi uno zombie.

Non sembrava neanche più sul pianeta: più che su Saturno, sembrava su Proxima Centauri. Questa condizione era pericolosa per tutta la ciurma e per sé stesso.


“Io non so cosa dire”.

A Ben quasi andò per traverso la sigaretta, quando vide una lacrima rigargli il viso.

Quanto tempo era che non vedeva il suo amico piangere? Più di dieci anni di sicuro, perché anche allora, non si sa come, non aveva versato che una lacrima.

“Lo so che ce l’hai con me…” e cercava di controllarsi in tutti i modi. Stava per scoppiare a piangere dieci anni di nervoso innanzi al suo migliore amico, che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite.

Si stava facendo schifo da solo: Shanks il Rosso, uno dei Quattro Imperatori, che frignava come una femminuccia… per una donna!

Ben vedeva con quanta difficoltà tentava di tirar fuori le parole ed era abbastanza allibito: Shanks era una persona nonostante tutto sensibile, e capiva che stava passando un periodo complicato. Ma quel casino l’aveva fatto tutto da sé!

Capiva anche che molto probabilmente ci aveva riflettuto sopra a lungo, ma non riusciva a non giudicare quell’azione come un’emerita stronzata.

Si era ritrovato a buttare un misero messaggio in bottiglia, di nascosto, ove spiegava tutta la faccenda a quella povera ragazza dal cuore spezzato, che da quel giorno avrebbe odiato il genere maschile a vita. Sperando, tra l’altro, che non ce l’avesse anche con lui.

E una piccola fetta di soddisfazione se l’era guadagnata durante l’ultima sua telefonata.


“Non ce l’ho con te Shanks”.

“Invece sì. Lo so che ho fatto una stronzata… E so anche di avervi fatto male, ma” e cercava di trovare delle parole che non lo facessero apparire come un idiota, ma stava fallendo miseramente “Non sapevo come fare… Perdonami”.

Al moro parve di vedere, nel viso del Rosso, la giovinezza ingenua di quando avevano vent’anni. In quel momento Shanks sembrava un ragazzino distrutto dal naufragio della sua prima relazione. E vedeva che stava per esplodere e che si vergognava di tutto ciò.

Non si capacitava di come avesse fatto a tenersi dentro tutta sta faccenda, a non sfogarsi mai, a insabbiare tutto come se nulla fosse, quando era bastato risentire la sua voce – e le sue parole non troppo felici – per rigettarlo nel baratro del dolore.

Shanks s’era pentito e aveva sempre saputo di aver fatto l’errore più grosso della sua vita: Hikari era l’unica che avrebbe potuto cavarsela al suo fianco, contando anche l’aiuto che poteva dare a bordo… E la protezione che le avrebbe dato lui stesso.

Aveva pianto la sua mancanza più volte all’inizio: la considerava quasi come una sorella. E questo rapporto era sbocciato forse grazie al fatto che il suo amico l’aveva ‘vista’ per primo.

Quando Shanks l’aveva presentata alla ciurma, l’aveva quasi maledetto: possibile che tutti gli schianti di donna doveva trovarseli serviti su un piatto d’argento? Però, per quanto la mora gli suscitasse pensieri poco ortodossi, aveva deciso fin dall’inizio di sforzarsi di nascondere il suo interessamento ‘fisico’ verso di lei.

Dopotutto era la donna del suo migliore amico.

E quegli sforzi erano valsi la pena perché diversamente non avrebbe tessuto un così splendido rapporto con lei.

Si erano ritrovati talmente uniti dal punto di vista mentale, che un rapporto fuori dall’affetto quasi fraterno, avrebbe distrutto tutto quanto. C’erano solamente due persone che lo facevano sentire meno solo in quel mondo: una era Shanks. L’altra era Hikari, con la sua mania del caffè e biscotti delle cinque del pomeriggio.


Spense la sigaretta a terra e si avvicinò al Rosso, sedendosi accanto a lui e passandogli il braccio destro attorno alle spalle, tirandolo a sé.

E in quel momento Shanks non resse più, esplodendo il suo dolore in un pianto silenzioso.

“Non ce l’ho con te davvero… Però, come una tua parte è morta quando abbiamo abbandonato quel villaggio, anche una mia parte ha seguito lo stesso destino. E questo fa male anche a me” disse il moro, fissando la lampada ad olio e sentendo la schiena del suo amico percorsa da diversi sussulti.

“Ma so bene che non è stato facile per te, per cui scusami tu se ti ho sempre trattato male in questa faccenda… E’ che mi sento come se avessi abbandonato una sorella” concluse alzando gli occhi al cielo, scrutando le ultime stelle che s’apprestavano a scomparire nella luce diurna.

Occhi che bruciavano immensamente.

“Mi sento in colpa anche io” aggiunse.


Passarono diversi minuti in silenzio, ove Shanks pareva essersi calmato, e Ben s’alzò in piedi, sciogliendo l’abbraccio all’amico: “E’ quasi ora. Vado a svegliare i ragazzi”.

Il Rosso alzò il viso innanzi a sé, asciugandosi le lacrime e sistemandosi i capelli all’indietro.

“Tenterò di risolvere le cose”.

Il moro arrestò la sua andatura, mantenendosi però girato di spalle: “Non so quanto potrai risolvere, però puoi contare su di me”.

L’amico spostò lo sguardo verso la sua figura, illuminata dai raggi del sole mattutino: “Grazie Ben”.

L’altro frugò nelle sue tasche estraendo sigaretta e cerini: “Non ringraziarmi. Ho abbandonato una sorella, ma ho ancora un fratello cui devo prendermi cura” concluse sparendo sottocoperta.




(Soundtrack Part Two: Burn - The Cure [The Crow Soundtrack] ).



Terra del Vento. Ore: 5.00 a.m. (poco prima dell’alba).


La tempesta che imperversava attorno alla Terra del Vento era conosciuta per la sua violenza in tutta la Rotta Maggiore, e non a torto veniva considerata la peggiore di tutte.

Il cielo era ricoperto da ammassi neri di nuvole, con venature violacee, le quali da quanto erano spesse parevano impenetrabili da qualsiasi cosa.

Chi non era abituato a un simile spettacolo avrebbe anche potuto ritrovarsi a pensare che lì, su quel maledetto tratto di mare, il sole si rifiutasse di splendere e la superficie dell'oceano non conoscesse la tranquillità. Le onde raggiungevano vette terribili, come piccole montagne, tra le quali era meglio non capitare se non si desiderava venire sbattuti negli abissi oscuri.

Persino Hikari, nella sua nave subacquea, risentiva delle terribili correnti che agitavano continuamente il tratto di oceano. Stava viaggiando a una profondità elevata, eppure la veemenza della tempesta riusciva ad arrivare fino a lì. Tuttavia, nonostante i sobbalzi, riusciva a manovrare con relativa facilità il timone, il che la confortava almeno in parte.

La sua copertura era saltata e la cosa le faceva ribollire il sangue nelle vene. Non tanto perché fosse affezionata al posto o alle persone che ci lavoravano, molto più semplicemente le scocciava che la Marina si fosse accorta di lei.

L'unica consolazione era che, per lo meno, gli aveva fregati per anni passando informazioni a Dragon.
Se le sue informazioni erano corrette - e lo erano il 99% delle volte - sarebbe dovuta approdare tra qualche minuto all’isola di Mistral.

Effettivamente vi era un solo ed unico porto sull’isola principale, ma grazie al suo trasporto subacqueo, poteva penetrare nelle grotte che partivano dai fondali per poi spuntare in superficie, al coperto, nelle caverne delle colline.

Quando giunse in prossimità dell'isola cominciò a ispezionare con molta attenzione le rocce, aiutandosi con i fari per non farsi sfuggire la possibile apertura. Dovette fare molta attenzione perché vicino alla costa le correnti si erano fatte più impetuose, cosa che si sommava con il fatto che era dovuta risalire di qualche metro per portarsi all'altezza giusta.

Le mani cominciavano a sudarle intanto che teneva serrata la presa sui comandi. Tra la forza che ci doveva mettere per evitare di perdere il controllo del veicolo e l'attenta osservazione dei fondali, stava rosolando dentro quella scatola chiusa.

Sentiva crescere dentro di sé il bisogno impellente di respirare aria fresca e pulita, poco le importava che fosse umida e piena di pioggia. Dopo giorni passati lì sotto, aveva quasi perso il senso delle ore.

- Non sono mica un pesce! – pensò, intanto che continuava la sua ricerca.


Un mezzo grido di gioia le uscì dalle labbra quando scovò l'entrata della grotta.

Con un senso di vittoria procedette verso l'ingresso, usando la massima prudenza per evitare di sbattere i fianchi del mini sottomarino contro le pareti della caverna, provocando in quel modo una frana.

L'ultimo dei suoi desideri era rimanere imprigionata lì sotto!

Appena fu penetrata a sufficienza, la forza delle correnti scemò sempre di più, fino ad arrivare a livelli normali. Sempre con le luci accese, prese a percorrere i cunicoli che la riportavano lentamente verso la superficie.

Infine, dopo altri quindici minuti di viaggio, poté finalmente ritornare a galla.

Quando aprì il portello, era nel cuore di un'enorme sala all'interno di una montagna. Al centro vi era un grande lago, dal quale era sbucata lei con il suo sommergibile, collegato direttamente al mare.

Storcendo il naso, si tuffò per nuotare fino a riva, anche se avrebbe preferito evitare di bagnarsi. Tuttavia, primo o poi i suoi vestiti si sarebbero inzuppati comunque, perché la tempesta la stava aspettando all'esterno.

Quando giunse a terra, si guardò intorno per individuare l'apertura che l'avrebbe condotta all'esterno.
Lo percorse a passo svelto, ma facendo attenzione a dove poggiava i piedi per evitare di scivolare e concludere lì la sua spedizione. Le andarono via altri dieci minuti, ma infine, l'aria fredda del vento le andò in contro, avvertendola che mancavano pochi metri per giungere fuori dalla caverna.

Infatti, girato l'angolo successivo, si ritrovò all'esterno e vi rimase un attimo ad osservare il paesaggio.

La tempesta stava per dissolversi come un pugno di cenere all'aria. Incredibile come tanta potenza potesse improvvisamente dissolversi nel nulla, eppure, le nuvole già avevano perso molto del loro cupo colore e ormai cadeva solo una pioggia fitta, ma nessun tuono o lampo rompeva il ticchettio dell'acqua che si infrangeva a terra. Persino il vento aveva diminuito la sua intensità e anche lui, presto, sarebbe tornato alla normalità.


- Attraccheranno preso al porto - pensò Hikari senza aggiungere nomi.

Non le occorreva la sfera magica per sapere che Shanks e Smoker erano entrambi in movimento. Il che significava che lei aveva poco tempo a disposizione per trovare Ace e convincerlo a scappare.

Con gli abiti che aderivano al suo corpo come una seconda pelle, Hikari riprese il suo viaggio, questa volta correndo verso la città portuale che scorgeva all'orizzonte.

Anche se aveva la pelle d'oca, freddo e l'ombra della paura di rivedere Shanks, non poteva starsene lì impalata: doveva muoversi e portare a termine il suo compito.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Innanzitutto caVissime, buona Pasqua in ritardo! ^^
E bentornate alla storia! Ho fatto i salti mortali per riuscire ad aggiornare, siccome gli impegni qui non mancano mai e sono reduce dalla solita costinata di Pasquetta, tale da far resuscitare i morti (e tirar giù tutti i santi del calendario in quanto è la sottoscritta a dover pulire il giorno dopo... -_-).
Colgo l'occasione per informarvi che Yuki ha la connessione out, indi per cui non troverete le sue risposte alle recensioni, ma soltanto le mie. Tuttavia, appena riuscirà a sistemare il problema, me le passerà ed io le aggiungerò. :)

Allora!
Capitolo semi depressivo, ce ne rendiamo conto. Con uno Shanks che amabilmente sfoggia la verve di una catacomba. Il crollo doveva arrivare prima o poi - e meno male che è arrivato in privato col vicecapitano... Ma non temete, il Rosso è uno tutto d'un pezzo. Anche se, diciamocelo, ci fa tenerezza. E vorremmo taaaanto essere noi a fargli da psicologhe, nevvero? **

Deliri a parte, la situazione è la seguente (facciamo un aggiornamento temporale!):
- Shanks e i suoi sono alla Rosa dei Venti, ultimo baluardo prima dell'Isola principale della Terra del Vento.
- Ace se la dorme e se la sogna in locanda, sull'Isola madre.
- Hikari è appena approdata all'Isola principale dall'attracco sottomarino.
- Smoker e Tashigi... Oh, beh, al prossimo capitolo! xD Sappiate, ovviamente, che non so più dov'erano prima, per ragion di cose.

Detto questo, caVe, passiamo all'angolino delle risposte:


- Angolino di Beatrix -

@Red Queen: ciao caVissima! ^^
Grazie mille per il tripudio di complimenti! O_O Non mi hai reso felice dandomi quel genere di pareri, ma di più! Diciamo che, in generale, questo è stato il capitolo in cui mi sono lasciata andare con la fantasia forgiata a suo di videogiochi stealth et simila. E' annoverato, ormai, che io sia una fan accanita del genere. xD
Mi rendo conto che non sia molto in stile One Piece, ma per preferenza personale, mi piace distaccarmi un pochetto (mantenendo comunque il rispetto per il contorno dell'opera madre, sia chiaro) dallo standard e lavorare con le cose che più mi entusiasmano, all'infuori della pirateria (che per carità, è una delle mie passioni più grandi).
Quindi, più che felice che questa parte al cardiopalma ti sia piaciuta (ad Hikari un po' meno. xD).
I nostri 'cari' Marine, impegnati nella questione Newgate, si sono ritrovati innanzi ad un bel grattacapo, tuttavia a Segoku ciò non poteva sfuggire per sempre (anche se avrei molto da dire su questo... ^^''') ed è giusto che così sia stato. Non trovi? Giusto per ribadire tutta sta storia degli equilibri e via discorrendo. :p
I pirati avranno la possibilità di rifarsi, non dubitarne: è solo la povera Hikari che, in questo momento, non vorrebbe essere lì! xD Poarella...
Ecco, già che siamo in tema, spendo due parole sul suo potere: onorata che entusiasmi, innanzitutto. Poi, hai detto bene: ha tantissimi effetti collaterali. E' un Haki di tipo offensivo, ma diciamo che consuma davvero tanto. Per arrivare a livelli "importanti" occorre un lunghissimo allenamento sulla resistenza, cosa che la nostra mora non ha mai mantenuto, se non ai primi tempi, quando era con Dragon.
Quindi, il resto vien da sè. :)
In ultimo, sulla questione Smoker/Tashigi, sai... Condividevo il tuo stesso punto di vista un po' di tempo fa, prima di imbattermi in una fic che ha cambiato i miei gusti in fatto di pairing (si chiama "Stendimi", la trovi facilmente settando il nome dei due personaggi). Il resto è semplicemente gusto personale. xD
Bene, dopo questa risposta fiume, rinnovo i ringraziamenti!
Alla prossima caVa, ciao! ^^

@KH4: ciao Ale cara!
Il meccanismo di funzionamento dei codec, è stato complicato da capire pure per me che l'ho inventato. xD Nel senso che ho dovuto inventare qualcosa all'apparenza perfetto, ma che avesse un punto debole non indifferente, ma capace di esser "invisibile" se usato da persone fuori dall'equipe di progetto. Spero di essermela cavata, via. La parte dell'ingegnere è stata al quanto complicata da far quadrare...
Credo che gli Astri di Saggezza siano gli individui che più detesto in questo momento, dopo Teach e Akainu. Dopo di loro solamente perchè non li ho ancora visti in azione, ma la faccenda di Ohara è stata sufficiente per promuovere il mio astio verso di loro.
Quanto all'utilizzo del sottomarino, io stessa avevo dei grattacapi: poi ho visto gli spoiler e... Insomma, non so assolutamente come sia fatta quella nave, ma una base tecnologica dovrò pure avercela! xD
Veniamo invece ad Hikari: sostanzialmente la nostra ragazza ha un Haki di tipo offensivo non indifferente. Tuttavia questo tipo di potere purtroppo rende sì un casino, ma consuma altrettanto. Conta che lei non si è mai allenata nella resistenza, se non agli inizi, quando c'era Dragon a fargli da tutore. Puoi bon immaginare come sia incasinata la mora. Perchè non lo controlla minimamente e più avanti te ne accorgerai... ^^''
Tra litigi, problemi e tante altre magagne... Se ora i nostri quattro protagonisti (più gli altri) sono tesi, tra qualche capitolo la loro psiche verrà pesantemente attentata... xD
Ace entrerà di base nella storia non al prossimo capitolo, ma a quello dopo. E fidati, caVa, è una storia infinita... xD
Un abbraccio e grazie per i complimenti e per la recensione!
Alla prossima!
ps. Appena ho un secondo di tempo, recupero da te. Chiedo venia tesoro... u_u

@Maya: amoVe mio dolcissimo. **
C'avevi preso caVa, in pieno! Ecco a te un fantasmagorico Haki di tipo offensivo condito di massima potenza, in sinergia con mille mila effetti collaterali! xD
Sinceramente non saprei se definire Hikari affascinante o totalmente sfigata, perchè, vè, è una dura battaglia non trovi? Fatto sta che, sì, serve, soprattutto perchè ha un raggio d'azione abbastanza ampio e il suo impiego in battaglia è utile. Ma non essendosi mai allenata in materia, la vedo nera quanto a resistenza fisica, requisito principale per chi possiede quest'abilità. Si vede che è da eoni che gioco ai giochi di ruolo? Nooo... xD
Hikari diciamo che possiede un notevole sangue freddo quando il tutto è pianificato ed ha in serbo un piano B. Ma, in scene come questa, viene fuori tutta la sua insicurezza e va in panico. Fortuna che il suo capo si chiama Monkey D. Dragon e, per quanto possa commettere errori, sia uno degli uomini più glaciali che esistano sulla faccia della Rotta Maggiore (e mò glielo dobbiamo spiegare ad Aokiji, sto fatto! xD Ok, battuta pessima!) e che s'impegna a formulare scappatoie su due piedi, in situazioni non indifferenti.
Che squadra i Rivoluzionari: ma quanto li amo? Non conosco nulla di loro, se non poche robe, ma li adoro già. Di fatto, Hikari, la vedrei bene in coppia con Inazuma (ma questa è un'altra storia... Sia mai che in un futuro non mi diletti in questo! xD).
Quanto alla parte tecnologica, mi sono permessa di tenermi salda sul fatto dei sottomarini da quando è apparsa la visione celestiale di Law che sbuca da uno di essi. Per una delle poche volte, abbiamo anticipato Oda! xD Mi pareva strano che in un mondo fatto quasi totalmente di mare, macassero i miei adorati sottomarini... E il risvolto spy-story non poteva non esistere se si tirano in mezzi i Rivoluzionari. Diciamo che è venuto fuori da solo, sia da parte mia, che da parte della mia socia. E non sai quanto ci siamo fogate in tutto ciò! :p
I Draghi celesti ce li vedrei molto bene a far la fame ad ID, ma Sengoku preferirei prenderlo a calci nel deretano: ma come? Spacchi le balle con sta storia della chiamata alle armi e poi te ne stai lì a prenderti il the e biscotti? Non so, vuoi anche una crostata di mirtilli, già che ci siamo?
Bah, senza parole davvero. Mi cade un semi-mito dopo gli ultimi avvenimenti, ma tant'è... Comunque il nostro Grand'Ammiraglio lo rivedremo un po' più avanti, ma ci sarà ancora posto per lui, tranquilla!
In ultimo, grazie per i complimenti riguardo alle rivelazioni shock: apprezziamo davvero tanto! ^^
Un abbraccio Maya cara: al prossimo capitolo! ^^

@Akemichan: ciao caVissima! ^^
Noto che il capitolo alla 007 ha fatto successo: la mia prima paranoia dell'intera storia è stata cancellata (sì, perchè sono un asso nel farmi le paranoie, come le chiama la mia socia). Non sai che sospiro di sollievo tiro, dopo aver ricevuto questi consensi (e lo tira anche Yuki, che, per quanto non lo dia a vedere, le paranoie ce le ha anche lei! xD).
Non poteva andare tutto liscio, no. Non sarebbe appunto stato verosimile. E, ti confesso, far quadrare il tutto è stata una faticaccia, per quanto riguarda la questione dell'ingegnere e della Marina. ^^'
Per quanto riguarda me, Sengoku non è che non mi piaccia: è solo che Oda l'ha tenuto davvero tanto all'oscuro, soprattutto per quanto concerne le sue abilità. Non ne vado pazza, ma solo per il fatto che sia uno stratega lo rende un personaggio divertente da trattare. ^^ Comunque grazie per il giudizio positivo! **
In ultimo, Hikari ha un haki offensivo non indifferente: ciò nonostante è un potere forse un po' troppo truculento per essere gestito da lei, che non è un pirata, tantomeno una combattente. Posso dirti che una fetta consistente della storia girerà attorno a questa peculiarità: a te il verdetto! ^^
Grazie mille per la recensione e i complimenti caVa!
Un abbraccio e alla prossima! :)

@MBP: Marta-chan! Ciao cara!
Non sei prima, ma non importa! xD L'importante è che la storia continui a piacerti e a divertirti e, a quanto leggo, le cose paiono essere davvero così! :)
E questo ci fa un sommo e immenso piacere, cara: l'intrattenimento del lettore e la curiosità sono cose importanti, nel nostro piccolo.
Piaciuta allora la suspance e il capitolo al cardiopalma? Con un pizzico di ilarità... A me Hikari che corre con le scarpe col tacco in mano, mi fa sbellicare, non so perchè! xD
Sì, da come hai potuto leggere, le cose per Hikari si stanno mettendo male: un probabile incontro con Shanks, la missione che devia sul recupero di Ace, gli Astri di Saggezza intenti a chiuderla ad Impel Down per tradimento nei confronti dell'istituzione e favoreggiamento con i ribelli. Mica male eh?
Forse forse, la prospettiva di incontrare il Rosso è la cosa minore! xD
Bene, tata, alla prossima e grazie per la recensione e i complimenti!
Un abbraccione grande!




SPECIAL THANKS: un grazie ENORME ad Akemichan per aver segnalato la nostra storia per il concorso sulla storia con il personaggio originale migliore! Bea e Yuki s'inchinano e si commuovono.
Grazie davvero! :)







Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki










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Capitolo 11
*** Paura ***


CAPITOLO 11: PAURA
(Chapter Soundtrack: Wasting Love - Iron Maiden).


Al largo della Terra del Vento – h 06:00 a.m.



Era ancora basito.
Non ci voleva ancora credere: restava a guardare il cielo, con gli occhi sgranati, incredulo per quello stranissimo fenomeno cui aveva assistito poco prima. Nel giro di qualche minuto, nel momento esatto in cui il sole sorse all’orizzonte, la pericolosissima tempesta sparì, lasciando solo delle nuvole cariche di pioggia che riversavano acqua a catinelle.

Non che le nuvole si fossero allontanate verso una direzione precisa: si erano completamente dissolte, ad una velocità, tra l’altro, spaventosa.

Ed ora la figura di Smoker era inondata dal dolcissimo primo raggio di sole, che da quella linea blu scuro, faceva capolino e illuminava di arancione, misto al rosa, tutto il mare circostante.

Avevano deciso di proseguire di qualche chilometro nella tempesta, anticipando i tempi nella notte, ma, nonostante al largo i tifoni non imperversassero e il vento paresse dare un po’ di resa, proseguire in quelle acque agitate sarebbe risultato lo stesso pericoloso.

Si fermarono al largo in una zona non troppo agitata: Smoker aveva congedato i suoi, spedendoli a riposare, trattenendo con sé solamente Tashigi.

O meglio, era lei che aveva insistito, generando anche il solito nervosismo burbero in lui: ma tanto ormai la conosceva. Se si impuntava su una cosa, nonostante lui fosse il suo superiore, era difficile farle cambiare idea e, siccome voglia di discutere non l’aveva proprio, aveva ceduto alla sua richiesta.

E poi un po’ di compagnia non gli dispiaceva.

Più che altro, in quei giorni di navigazione, aveva constatato un problema: Tashigi aveva cominciato ad avere dei grossi dubbi sulla questione Pugno di Fuoco. Non che non ne avesse anche lui, però vedeva che la ragazza era parecchio distratta.

Aveva costantemente la testa immersa nei suoi pensieri e ciò le faceva perdere la lucidità necessaria sia nella missione, sia nei consueti allenamenti: e allenare Tashigi era privilegio di Smoker.

Ma durante il viaggio verso la Terra del Vento, lui sentiva accrescere nella sua sottoposta un senso di ansia: avevano affrontato più volte l’argomento, quella storia puzzava parecchio, ma Smoker aveva sempre liquidato il problema dicendo che quello era il loro lavoro e che doveva essere fatto.

Che avevano sempre ubbidito agli ordini, e quelli erano dei signori ordini: in direttissima, per giunta, dal quartier generale e dai quei cinque individui a capo del Governo Mondiale.

Ovviamente lui aveva sempre covato mille domande e diffidenza verso i piani alti, aveva sempre cercato di vedere il marcio nel giusto, il giusto nel marcio, aveva sempre cercato di eseguire gli ordini usando anche la propria testa.

Li aveva addirittura insultati!

Ma questo non era da Tashigi: o meglio, sapeva ragionare da sé stessa, però, rispetto a lui, non era solita farsi tutte quelle domande. Se non dopo Alabasta.

La ragazza obbediva ciecamente agli ordini impartiti da lui, a loro volta impartiti dai piani alti, ma questa volta l’aveva vista riflettere e indugiare più volte, come se qualcosa avesse messo radici nella sua testa, come se non fosse convinta di fare la cosa giusta.

Come lui del resto, ma quello non era il modo di fare di Tashigi.


- Che non si fidi più di me? – questo fu il pensiero che gli balenò in mente e che quasi lo raggelò.
 
Aveva ancora in bocca i sigari spenti dalla pioggia appena cessata, che penzolavano verso il basso: li guardò e si sentì un idiota.

Da quando in qua gli interessava così tanto il pensiero di Tashigi? Lei era una sua sottoposta, doveva dargli una mano con gli ordini e occuparsi dell’equipaggio. Doveva agire e basta, fidandosi ciecamente di lui.

Questo perché le cose andassero bene.

Ma come in lei si era instaurato quel tarlo, una vocina nella sua testa gli stava dicendo che la ragazza stava cambiando. Che stava passando un periodo particolare, dove aveva promesso di migliorarsi, ma dove aveva anche messo parecchie cose in discussione.

E lui si era accorto che era cambiata: di poco, ma era cambiata. E vedeva nei suoi occhi blu scuro una luce strana. Anzi, più che una luce era un velo d’ombra: un’ombra sospetta, che incupiva il suo sguardo, che gli dava da pensare.

Tashigi era ingenua, ma scema non era.

E quell’ombra strana gli metteva inquietudine, perché nei suoi occhi aveva sempre scorto lo scintillio di chi crede ciecamente nella giustizia, nei propri compagni, ma che da qualche tempo avevano smesso di brillare.


Si girò a guardarla mentre dormiva appoggiata al legno del ponte: nonostante avesse insistito, come la pioggia aveva cominciato a scendere dolcemente e che la nave aveva smesso di sobbalzare, era caduta in un sonno profondo.

Anche se era abituata a fare quelle tirate, alla fine aveva ceduto alla stanchezza, esacerbata da quel periodo di forte stress psicologico.

Si sedette accanto a lei, accendendosi il sigaro e soffiando fuori il fumo lentamente: mai come in quel momento si sentì solo. Riflettendo, capiva che quella situazione assurda stava minando pericolosamente la sua fermezza. E il problema principale non era quella missione che puzzava quanto il pesce dopo tre giorni, bensì la consapevolezza che lei non era con lui in quel momento.

Era sì lì fisicamente, ma con la testa era dall’altra parte del pianeta. E sapeva anche che lui non avrebbe potuto aiutarla, non avrebbe saputo spendere le parole giuste, non sarebbe stato capace di darle conforto.

L’aveva sempre tenuta salda con la disciplina ferrea imparata in Marina: sapeva agire solamente in quella maniera, perché mai aveva agito diversamente, ma questa era una delle volte che quella maniera era proprio l’unica che non poteva e doveva usare.

Ma come fare?

Sentiva che lei si stava perdendo in sé stessa, nelle sue domande, nelle sue incertezze, nei suoi pensieri: e lentamente anche la sua bussola stava impazzendo.


Tirò con decisione sul sigaro, sbuffando nervosamente il fumo e pensando a quanto assurda fosse quella situazione, in una situazione già di per sé assurda.

Possibile che il suo punto fermo era diventato quella ragazzina di sì e no cinquantacinque chili bagnati, sbadata e sempre terribilmente in ritardo?

- Tsk, sono davvero alla frutta – aveva pensato prima di muovere lo sguardo su quella figura rannicchiata su sé stessa, bagnata fradicia fino alle ossa, cui erano pure caduti gli occhiali.

E in quel momento si ritrovò a fissarla con uno sguardo diverso e con pensieri particolari nella mente: il suo viso appoggiato di lato nella rientranza in legno del ponte, inclinato da una parte; le labbra leggermente dischiuse; le braccia accoccolate sulle gambe e loro stesse rannicchiate una sull’altra e messe da parte.

E quel calore strano che, nonostante facesse un freddo esagerato per non essere in inverno, riusciva a sentire ad una spanna da lui.

Perché quella voce gli stava urlando prepotentemente in testa ‘la perderai!”?

Perché, perché aveva la sensazione che Tashigi stesse prendendo una strada parallela alla sua, nonostante navigassero insieme sotto la stessa bandiera?

Perché trovava così confortante quel calore, probabilmente immaginario, e sapeva che senza di esso sarebbe sprofondato in un inferno di ghiaccio?

Mosse la mano verso la fronte di lei, sistemandole il ciuffo bagnato dalla pioggia, che le era rimasto appiccicato al viso, a lato e si avvicinò al suo viso, togliendosi il sigaro acceso dalla bocca.

Sentì un dolore strano allo stomaco mentre fissava i suoi lineamenti delicati.

“Resta con me” disse quasi tra sé, a bassa voce, prima di accarezzarle le labbra con le sue e poi pentirsi amaramente – e vergognandosi – del gesto così infantile e che così poco s’addiceva ad uno come lui.

O meglio, rendendosi conto di averla baciata, di provare davvero qualcosa di importante… e di avere terribilmente paura di perderla.

Ecco: aveva paura.

In un lampo si tirò in piedi, pregando che non sì fosse accorta di quel bacio così stupido e che non si svegliasse, e si diresse in cabina per mettersi qualcosa di asciutto addosso.

Il fastidio degli abiti bagnati era solamente un pretesto per andarsi a nascondere, ovviamente.


Pochi secondi dopo Tashigi aprì lentamente gli occhi, sorridendo flebilmente e sentendo le guance arrossarsi velocemente.

Si passò le dita sulla labbra e aspirò quello strano odore che le era rimasto sulla pelle: era abituata a quell’odore, ma non l’aveva mai sentito sulle sue labbra.

Allargando notevolmente il sorriso, capì che in fondo quell’odore acre proprio non le dispiaceva.




Si era fiondato in camera, a passo svelto, condito comunque da falcate apprezzabili. Il rumore dei tacchi si diffondeva per l’intero corridoio, scandendone i brevi momenti con una precisione degna di un orologio.

Aveva aperto bruscamente la porta, per chiuderla alle sue spalle con la stessa veemenza: entrato, si era liberato della giacca zuppa fino alle sue fibre più recondite, lanciandola sul pavimento del bagno.
 
Con le braccia appoggiate alla superficie fredda del lavandino, sollevò il viso fino ad incontrare la sua immagine riflessa nello specchio: due occhi grigi lo stavano fissando con rimprovero, le labbra serrate, i capelli appiccicati alla fronte e le gocce d’acqua che, partendo dalla tempia, scendevano lungo la clavicola e proseguivano il loro percorso verso il basso.

“Maledizione…” gemette, mentre socchiudeva gli occhi e la mano destra agguantava l’asciugamano di cotone candido, abbandonato sulla piantana di ceramica bianca.

Un gemito roco ed insofferente che ben descriveva il suo stato d’animo: confuso, molto confuso.

Tornò successivamente all’immagine riflessa nello specchio, mentre la fastidiosa sensazione di spossatezza cominciava a prendere possesso del suo corpo.

Non seppe con precisione a cosa fosse imputabile quel brivido sordo: se al gesto efferato lasciatosi sfuggire poco prima, o alla grande quantità d’acqua e freddo presa in quella notte.

Dentro di lui si fece largo solamente un estremo bisogno di una doccia calda, che gli sciogliesse i muscoli e che gli sgombrasse la mente, data la missione ormai prossima a cui far fronte.

- Ecco, allora vediamo di non fare altre cazzate – pensò stizzito, aprendo il getto della doccia e aspettando pazientemente la temperatura giusta.


Se fosse stata nella camera adiacente al Commodoro, ora Tashigi, inconsciamente, si ritroverebbe faccia a faccia con lui, con un solo sottile muro a dividerli.

La giacca e la camicia buttate a terra, le mani sul lavandino gelido, gli occhi blu fissi sulla sua immagine riflessa… E un lieve rossore a colorarle le guance. Senza contare la pesante tachicardia che, dall’istante che aveva aperto gli occhi fino al raggiungimento della camera, l’aveva accompagnata in crescendo.

Vedendosi conciata come una scolaretta alla sua prima cotta, sospirò rumorosamente, cercando di darsi una rassettata – e di recuperare un tono di dignità.

- Io… Sono innamorata? – si chiese, mentre il morbido cotone incontrava la pelle bagnata delle sue guancie.

Versava in una condizione difficile, molto – e forse troppo – confusa: il solo pensare al suo superiore, in quel momento, le provocava un ondata di caldo al viso, la tremarella e gli occhi lucidi.

- Perché quel bacio? – domandò a sé stessa, osservandosi allo specchio, finché i suoi occhiali non si appannarono per la differenza di temperatura e l’umidità.

Sospirò seccata, levandoseli dagli occhi, dirigendosi verso il box doccia e aprendo il getto dell’acqua calda. Doveva, per il momento abbandonare quelle strane emozioni in un angolino lontano della sua mente, perché non poteva permettersi alcuna distrazione.

Era ora di mettere in atto la guida militare sotto la quale era cresciuta.

- Devo stare concentrata sulla missione – dichiarò, togliendosi il resto degli abiti di dosso e sperando che quell’azione lenitiva potesse portarle un po’ di sollievo. Oltre che ordine, calma e sangue freddo.

 

Uscì dalla doccia, rivestendosi in fretta e guardando l’orologio: era l’ora della sveglia e, da sempre, era stato un suo compito. Si rimise gli occhiali e prese la sua katana, abbandonata poco prima sul letto, abbassando la mano sulla maniglia e premendo leggermente in avanti.

Il cielo ormai abbracciava le note azzurro chiaro della mattina e la luce delle finestre del corridoio principale la inondarono completamente, portandola a coprirsi, infastidita, gli occhi.

Finché un’ombra non le comparse davanti, schermando momentaneamente quella luce accecante.
 
Smoker stava passando in quel momento e si fermò un istante a fissarla con quegli occhi grigi indagatori, provocandole un lungo brivido lungo la schiena.

Il suo cuore cominciò letteralmente a ballare la tarantella, tanto quasi da impedirle qualsiasi reazione. Tuttavia, non poteva di certo starsene lì, con la katana stretta tra le mani ed un’espressione da triglia dipinta su di un viso molto probabilmente arrossato.

“Commodoro… Vorrei porgerle le mie scuse per il mio comportamento di questi giorni” cominciò, come se la sua bocca fosse momentaneamente disconnessa dalla sua cervello, meravigliandosi lei stessa delle parole che le stavano uscendo dalle labbra.

“L’assicuro comunque che svolgerò appieno i miei doveri” aggiunse, provando un profondo imbarazzo.

- Ma che razza di discorso…? – pensarono entrambi, cercando di mantenere la calma.

Smoker la guardò un istante con il ciglio destro alzato, per poi voltarsi di spalle e accendersi i suoi amati sigari.

“Allora che aspetti a dare la sveglia? Non siamo in villeggiatura” proferì rocamente, mentre proseguiva per la sua strada, l’andatura cadenzata, tipica di un militare.

Se solo fosse stata davanti a lui, avrebbe potuto cogliere una rara manifestazione per il Commodoro: un qualcosa imputabile ad un flebile sorriso, prima che lo cancellasse socchiudendo gli occhi e tirando deciso sui sigari.

“Signor sì!” esclamò Tashigi, rievocando un barlume di ragione, guardando sbigottita l’orologio legato al suo polso e fiondandosi nella sala comandi.





- TO BE CONTINUED -



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera a tutte voi, caVissime! ^^
Capitolo... romantico? Esageratamente romantico? ^^''' Oh, su, non guardateci così, come se avessimo le antenne! xD Beh... Se non altro, chi aveva chiesto delucidazioni in merito dei due Marines, ha avuto la risposta servita in un intero capitolo a loro dedicato. :p
Ovviamente lascio a voi tutti i commenti: è stato un capitolo molto complicato da buttare giù, per il terrore di far volatilizzare l'IC, soprattutto per quanto riguarda Smoker. Non sono pienamente convinta di ciò che ho scritto (sì, lo confesso. Il capitolo è mio, così mi prendo tutte le mie responsabilità in merito xD), perchè, per quanto mi piaccia (ci piaccia ^^) la coppia, è sempre difficile immaginare Smoker in queste situazioni. E' come immaginare una cava di marmo alle prese con i sentimentalismi, sapete com'è... xD
Spero solo di non aver esagerato, anche se mi sono trattenuta brutalmente... Giudicate voi. Non lapidatemi solo, che la faccia mi serve per lavorare! ^^'''

Ah, preparatevi per il prossimo capitolo... Hihihihi... Un certo cowboy darà spettacolo. :p

Passiamo dunque alle recensioni!


- Angolino di Beatrix -


@MBP: ciao Marta-chwaaan! ^^
Ti abbiamo sconvolta così tanto con il nostro Rosso in lacrime? xD Via... Più che cazzata micidiale, ha tenuto, purtroppo un comportamento molto poco consono per un gentiluomo. Ed ora sta pagando, perchè, destino vuole, il passato si è andato a ripercuotere sul presente. O forse, semplicemente, perchè noi siamo molto, ma molto, sadiche a riguardo! xD
Non temere: dai tempo alla trama e vedrai che la cosa sarà spiegata adeguatamente. ^^ Sennò, se vi rivelassimo tutto, dove starebbe il divertimento?! Piuttosto, fatevi sotto ocn le supposizioni! :p
Un abbraccio, grazie per la rece tesoVa! ^^
Alla prossima!

@Maya: Maya caaaVa! ^^
Bene, bene, disponi di connessione decente ora? Ok, allora, posta il capitolo, prima che mi prenda un coccolone! xD Sono minacciosa, eh? xD
Vedo che in molte vi siete candidate come psicologhe eh? Nonostante la gelosia di base verso il personaggio (*sospira*), sono una persona generosa, via... xD E no! Non serve una laurea in materia, perchè sapremmo ricoprire il ruolo nella maniera più adatta, dico bene? (Mamma mia, che doppio senso che hai messo nella recesione! xD).
Deliri a parte, sono anche io perplessa riguardo al fatto che l'uomo non deve piangere. Mai. Per carità, adoro i duri e puri di ruolo, tuttavia preferirei qualche lacrima in più al posto di innumerevoli esaurimenti nervosi, no? Io lo trovo un atto di coraggio, anzichè una debolezza. Oltre al fatto che vedermi Shanks in lacrime, oltre che attanagliarmi il cuore, farebbe leva davvero precisa sul mio istinto innato da crocerossina. ** Ecco, ci sono cascata di nuovo! xD
Sappiamo bene di essere sadiche, anche se in tutto questo, forse la persona atta a giudicarci meglio sarebbe Ben! xD Non avete idea di cosa succederà... Povero vice... E comunque, come dice Yuki, Shanks per essere così deve aver alle spalle uomini giusti come lui. Perchè starci dietro deve essere davvero ardua... ^^'
Sì, Hikari è finalmente arrivata all'isola: preparati per il prossimo capitolo, caVa, perchè ci sarà da ridere... :p
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione!

@Red Queen: Regina mia adoVata! ^^
Devo farti vento? Ti sei ripresa? xD Ti vedo allegramente divisa tra il Rosso e il vicecapitano: ti capisco, cara. Sei nella mia stessa situazione, se tu non avessi al primo posto Ace (e forse Law, poco dopo?). Vedo che Shanks in lacrime ha fatto parecchio successo, così come Ben in veste di confessionale (poverini, tutti e due! ^^'): piano piano, che qui c'è davvero tanta gente che spinge! Ma, ripeto, io sono una persona generosa... Potete spupazarvelo alla grande il Rosso, dai, oggi mi sento buona. xD
Ahem... Per le similitudini al limiti del ridicolo, devi dare la colpa a me. Di solito le metto per sdrammatizzare... ^^''' Colpa mia davvero, perchè è un brutto vizio che mi porto anche nella vita reale... :p Beh, almeno sono contenta di averti provocato un sorriso. xD Magari ce ne saranno altre più avanti, non ricordo.
Quanto ad Hikari, va già di lusso che non soffra di claustrofobia: almeno quello, concediamoglielo! xD
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@KH4: ciao Ale! ^^
Via, questo capitolo lo dedico a te. :3 Giusto perchè sei, tra tutte, quella che provi molta curiosità verso questa coppia. ^^ Ed entusiasmo a quanto leggo! Spero ti sia piaciuto il capitolo...
Riguardo a Ben, ti do ragione appieno: fosse per me, per il modo in cui l'abbiamo concepito, di statue gliene farei un esercito! xD No, seriamente: abbiamo dato a Ben un ruolo molto importante, quindi è sicuro che lo rivedrete in azione, atto a tappare le varie falle. Da una parte e dall'altra.
Ti anticipo anche che ci sarà un capitolo preciso dedicato a loro due (Ben e Hikari). Anzi più di uno, ma ce n'è uno in particolare, un po' più avanti rispetto a dove siamo. :)
Sono felice anche che ti sia piaciuta quella frase (oltre al momento particolare tra Shank e Ben. se vuoi ho un pacchetto di Kleenex da iniziare qui! xD): sarò stata in un momento di estrema dolcezza d'animo, non saprei... xD Ogni tanto il "miele" fa capolino nel mio cuore di pietra, sadico all'inverosimile. xD
Ah, preparati per il prossimo capitolo! ^^ Mi è venuto da ridere leggendo il tuo "modus operandi", secondo il quale Hikari porterebbe al sicuro il nostro cowboy... Vedrai, vedrai... Tieni conto sia del carattere della mora e della sua scarsa pazienza, però! :p
Un abbraccio e alla prossima! ^^

@Akemichan: ciao caVissima!
Ohibò! Leva spietata sulle emozioni eh? Non credevo che il capitolo dedicato al crollo psicologico di Shanks venisse così apprezzato, sai? Grazie per i complimenti cara! Effettivamente un po' di tristezza l'ha messa anche a me, ma imputavo ciò al fatto che fosse il mio preferito... :) Invece no! Bene, mi rende felice! ^^
Shanks è stato stupido? Eheh... Poverino, c'ha tutti contro: Hikari stessa, il migliore amico, le lettrici... xD Il Rosso ha fatto una cosa che non doveva fare, assolutamente. Il perchè verrà spiegato molto più avanti, ma tra poco il puzzle comincerà ad attirare a sè i pezzi, per quanto riguarda il loro passato. :)
E quanti complimenti per Ben! ^^ Sono felicissima che ti piaccia, sia lui, in quel ruolo, sia per il suo comportamento nella faccenda "Hikari".
Quanto ad Ace, preparati perchè il prossimo capitolo rivelerà la verità sulle vostre ipotesi! ^^ Ah, grazie per la segnalazione degli errori: potrò rileggere all'infinito, tuttavia qualcosa mi sfuggirà sempre... Accidenti!
Grazie per la recensione!
Un abbraccio e alla prossima!


- Angolino di Yuki -


@Red Queen: Ciao carissima!
Allora, tornando un attimo alla risposta dell'altra volta che purtroppo ho saltato, volevo precisare che invidio moltissimo la bravuta di Bea nello scrivere le scene d'azioni. Io le detesto, cioè, mi piace leggerle ma quando si tratta di me in prima persona a doverle mettere giù, vado in crisi e ci metto anni a stendere un capitolo. Quindi mi ritrovo sempre in adorazione di come la mia socia riesca a rendere in modo tanto scorrevole, fluido, adrenalinico e pieno di suspance queste scene! *-* Meraviglosa!
Per quanto riguarda la coppia SmokerTashiji, ovviamente va a interpretazione xD Oda alla fine non dice nulla ed è tutto lavoro di fantasia dei fan che leggono la storia, infondo One Piece è d'avventura e dubito fortemente che vedremo mai una coppia al 100% nelle vignette che vengono dal maestro - purtroppo!
Per quanto riguarda la tua candidatura a psicologa di Shanks, chiedi alle altre! Io non ho nessun tipo di problemi dato che sì, mi piace come personaggio, ma non è nella rosa dei miei amori (che alla fine la rosa dei miei amori si riduce a Ace e Law xD). Purtroppo credo che tu debba vedertela con non poche altre persone, prima tra tutte Bea! Buona fortuna xD
Ebbene sì, Hikari è rimasta nel sottomarino per un bel po' di tempo. Sinceramente io non soffro di claustrofobia o cose del genere, più che altro mi sarei rotta veramente le scatole per la noia assurda xD
Un abbraccio
A presto!

@MBP: Marta-chan, eccoti!
La mia risposta sarà un mix tra quella dello scorso capitolo e questo, ti avviso xD
L'ottima gestione della suspance è tutto merito di Bea che è fenomenale nel trattare di capitoli d'azione - cosa che invece a me non viene altrettanto bene.
Già, Hikari non se l'è vista molto bene, anzi. Purtroppo per lei si è vista smascherata quando pensava di essere al sicuro e questo l'ha portata a riutilizzare i suoi poteri con i quali non aveva a che fare da un bel po'. Come hai potuto vedere da sola, nonostante siano molto forti, hanno un bel effetto collaterale xD
Ovviamente Shanks ha fatto si una cazzata terribile. Non sono per la ferita che ha lasciato a Hikari, ma anche per quella che ha procurato a sé stesso con le sue stesse azioni. Vabbé, per quanto sia figo, rimane un uomo... (non me ne vogliano i ragazzi che stanno leggendo per favore =P)
Sì, eri presente alla scelta del soundtrack xD Che è una delle cose che mi manda in crisi ogni volta, ma vabbè, sorvogliamo su ciò...
Ti LAMO tanterrimo, marta-chan
Ci sentiamo ^^

@KH4: Ciao Ale-chan!
Ritorno un attimo sulla risposta allo scorso capitolo, dato che per mancanza di linea non ho potuto rispondere ç-ç Finalmente però sono tornata in possesso della rete e posso tornare all'attacco ^0^/ *Yu si esalta per nulla*
Allora, la parte della spiegazione del codec è un po' complessa xD Tuttavia è comunque uno strumento meccanico, quindi non può per sua intrinseca natura funzionare nè semplicemente nè bene (parlo così per via della mia relazione travagliata con il mio amato pc senza il quale non potrei vivere)!
Quanto alla molta tecnologia che abbiamo inserito in One Piece, alla fine non so se è così tanta, sai?! Se hai letto le ultime scan dei capitoli, saprai com'è la "nave" di Law. E ogni sottomarino che si rispetti ha un sonar, altrimenti non potrebbe proprio navigare in profondità dato che rischierebbe di andare a sbattere contro tutte le sporgenze che ci sono ^^
L'haki di Hikari è molto particolare. E' decisamente forte come potere e quindi ha un bilanciamento in negativo sulla stessa persona di chi lo utilizza. Su di lei abbiamo molto giocato con l'ambivalenza luce/ombre anche per quanto riguarda il suo potere ^^
Venendo all'ultima recensione, sappi che quando ho letto "Credo che faccia prima a stordirlo con una mazza di algamatolite,legarlo,infilarlo in un sacco e portarselo via di peso ora che riesce a convincerlo.Figurarsi se uno con così tanta fiducia in sè come Ace scappa." mi è scappato un sorriso. Vedo che l'indole di Ace è ben chiara a tutti e le sue reazioni a certe situazioni si conoscono bene ^^
Effettivamente abbiamo resto Ben come il sostegno di Shanks. Ma infondo, uno anche se è eccezionale, per arrivare a un titolo tanto alto come quello di 'imperatore' deve avere alle spalle uomini di cui si può fidare ciecamente e questa fiducia non è basata solo sul 'lavoro' che svolgono ma anche sul piano più personale che li unisce. Quindi questo forte legame di amicizia secondo me e Bea è necessario ad entrambi ^^
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Maya_90: Ciao carissima *-*
Anche per te, risposta mixata con quella che avrei dovuto fare l'altra volta xD
Partiamo dall'haki di Hikari. Ovviamente abbiamo giocato nuovamente sul binomio luce/oscurità, cosa che ci piace molto e che abbiamo cercato di sfruttare al meglio. Riuscire a percepire e incanalare la negatività degli altri non è affatto semplice, le emozioni sono qualcora si molto volubile e se non si è pronti a recepirle possono far molti danni a una come Hikari. Più avanti, in ogni caso, avrai modo di vedere meglio come funziona il suo potere e se riuscirà o meno a controllarlo a dovere ^^
Sengoku, più avanti, si rivedrà. E' uno di quei personaggi che sinceramente non considero più tanto dopo la guerra di Marineford. Prima pensavo fosse IL cattivo, un uomo pianificatore e senza scrupoli, adesso non so più che cosa pensare di lui dato che se lui è uno stratega io sono una grandissima artista xD
Anche tu vuoi far da consolatrice/psicologa a Shanks?! XD Giocatevela tra voi, io non come ho già detto non ho nessun problema dato che offro le mie attenzioni ad altri personaggi (Ace e Law).
Guarda, non ho mai capito sta cosa del 'se piangi sei una femminuccia' -__- Prima di tutto perché mai dovresti essere una 'femminuccia' se piangi? cos'è sta discriminazione? E poi perché mai gli uomini non dovrebbero lasciarsi andare? Sono umani anche loro si suppone xD
A parte queste mie piccole domande indirizzate all'etere, sono contenta che la scena di Shanks che mostra una sua debolezza è stata apprezzata ^^ Dato che Oda lo ha sempre tenuto lontano dai riflettori e non lo abbiamo visto molto, appare molto più come un simbolo che come un uomo, e quindi tendiamo a dimenticarci che in realtà è una persona come tutti gli altri e per questo ha i suoi sentimenti e i suoi rimpianti.
Ovviamente a Ben faremo una statua perché a star dietro al Rosso è una vera impresa!
Un abbraccio
Ci sentiamo presto **

@Akemichan: Ciao cara **
Allora, come per tutte le altre, anche a te faccio una risposta complessiva di questa e dell'altra recensione ^^
Sono contenta che la tecnologia e la scelta di far scoprire Hikari ti sia piaciuta. Infondo come hai giustamente detto tu, se tutto andasse sempre bene, i Rivoluzionari sarebbero già riusciti a sovvertire il Governo Mondiale! Tuttavia, sono a buon punto secondo me, quindi la loro rete di informazioni e la loro tecnologia non deve essere così malaccio, no?
Per quanto riguarda il potere di Hikari, stai tranquilla. Come base c'è sempre il contrappeso: più diventa forte, più va incontro a effetti collaterali. Quindi non ci sarà mai una sproporzione, cosa che stonerebbe e non vorremmo mai che ciò accadesse ^^
Sì, Shanks non è stato il massimo della furbizia, hai ragione xD Ma dal suo punto di vista probabilmente avrà avuto i suoi motivi - si spera!!!! E Ben ormai è stato nominato per ricevere il premio nobel della pace dopo la sua convivenza con Shanks e il prossimo incarico di tener buoni sia il capitano sia Hikari xD
Quanto a Ace, lo sappiamo che è testardo ^_<
Un abbraccio.
Alla prossima!






SPECIAL THANKS: un grazie ENORME questa volta a KH4 (Ale) per aver segnalato la nostra storia per il concorso sulla storia con il personaggio originale migliore!
Grazie davvero, grazie, grazie, grazie! :)



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki


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Capitolo 12
*** Incontro/Scontro ***


CAPITOLO 12: INCONTRO/SCONTRO.
(Chapter Soundtrack: Thriller - Michael Jackson )







Terra del Vento - Ore 7.00 a.m.

Dall'altura dalla quale era sbucata, le era parso che la città fosse molto più vicina di quanto fosse realmente. Nonostante ciò era riuscita a percorrere tutti quei chilometri in tempo da record, tanto che le dispiaceva quasi che nessuno fosse ancora sveglio per poter ammirare la sua velocità e resistenza.

Erano già dieci minuti che correva tra le vie della città, ma non aveva ancora individuato la locanda dove Ace aveva preso alloggio.

Da quel che ricordava della piantina, non mancava molto, solo qualche traversa e sarebbe giunta a destinazione.

Nonostante la stanchezza, il freddo e la fame - perché aveva saltato la colazione - non diminuì il passo. Il sole era tornato a splendere, le nubi si erano diradate e solo qualche cirro bianco navigava sereno nell'azzurro del cielo, incurante dei guai che le persone avevano.

Infine, quando vide la porta della locanda, un sospiro di sollievo le salì alle labbra e quasi senza pensarci prese a camminare velocemente.

Si era dimenticata di avere un aspetto tutt'altro che presentabile: i vestiti fradici, tutti appiccicati al suo corpo; i ricci neri bagnati che ricadevano in disordine e sfatti; il viso rigato dalle molteplici gocce d'acqua; il trucco sciolto.

Per non contare il fiato corto, le guance arrossate per lo sforzo della corsa e l'aria tutt'altro che rilassata e tranquilla.
 
Sì, sicuramente chiunque l'avrebbe presa per una pazza, o comunque per qualcuno di non poco pericoloso.

Soraja, per quello che ricordava, era una donna mattiniera, quindi Hikari era praticamente certa di trovare il locale aperto e lei dietro il bancone a sistemare le stoviglie.
 
E infatti, quando l'anta si piegò senza esitazioni alla sua spinta e lei varcò la soglia entrando in una calda taverna, la figura di una persona che asciugava i bicchieri era l'unica che si scorgesse in tutta la sala.

"Il giovane sta di sopra…" parlò pacatamente la donna, con un sorriso caldo sul viso "Tuttavia, sarebbe meglio che tu ti dessi una sistemata, che ne dici Ankoku"?

"Ciao Soraja" la salutò alzando la mano destra e avvicinandosi lentamente al bancone.

"Mi piacerebbe molto, ma qui siamo di fretta".

Una risatina leggera riempì il locale, poi la donna appoggiò il bicchiere sul bancone e lo riempì per metà con un liquido ambrato e dalle sfumature ramate.

"E' prima mattina, ma tu hai l'aria di una che non dorme da un pezzo…" osservò Soraja "Quindi bevi un goccio di rhum per riscaldarti un attimo prima di salire".

"Questo si può fare" replicò rispondendo al sorriso Hikari, che afferrò il bicchierino e lo svuotò in un sorso: "Grazie di tutto Soraja, ci vediamo".

Fece un piccolo passo, ma si fermò, girandosi di nuovo verso l'amica. Sorrise.

"Dimenticavo. Avvisa Dragon che sono sana e salva. Io devo occuparmi del ragazzo il prima possibile... Non sarà il tipo da rimanere in pena, tuttavia abbiamo passato una quindicina di secondi da incubo..." aggiunse Hikari, proferendo una risata a metà tra il sadico e il nostalgico.

"Tranquilla Ankoku, ci penso io, non preoccuparti" replicò Soraja, appoggiandosi al bancone e guardando divertita gli occhi della collega che, come tutte le volte che si parlava del capo, diventavano lucidi.

"A presto, e fai attenzione" si raccomandò la locandiera.

"Come sempre" ribatté salendo i gradini a due a due.


Un rumore continuo lo destò a poco a poco dal suo profondo sonno.

In un primo momento pensò si trattasse del solito vento che faceva sbattere qualcosa contro il muro, ma poi, man mano che la lucidità tornava a galla e il suo cervello tornava a connettere, si ricordò che quel giorno era il primo dopo la tempesta.

Di scatto si alzò a sedere sul materasso e le coperte ricaddero sulle gambe, lasciando scoperto il torace del giovane. I capelli neri scompigliati, il viso ancora chiuso nella morsa dei sogni che si sommava all'espressione interrogativa.

Il rumore si ripeté e finalmente comprese che qualcuno stava bussando ripetutamente alla porta della sua camera.

Di malavoglia, sbadigliando senza ritegno, mise finalmente i piedi a terra. Si infilò i pantaloni sopra i boxer e cacciò i piedi negli stivali, senza allacciarli.

"Arrivo…" borbottò Ace coprendosi la bocca con la mano per nascondere l'ennesimo sbadiglio.


La figura che gli si parò davanti era quella di una giovane donna, probabilmente vicino ai trent’anni, ma i suoi lineamenti demarcavano poco i segni del tempo. I capelli ricadevano disordinati lungo la schiena, e i boccoli erano sfatti e aggrovigliati tra loro. I vestiti, fradici, lasciavano facilmente intendere che era stata a contatto con la pioggia che doveva aver imperversato fino a poco prima.

Ma ciò che catturò l'attenzione di Ace furono gli occhi: due gemme di ametista, profonde e misteriose. Una vera rarità persino per chi viaggiava sulla Rotta Maggiore.

"Sì?" chiese trattenendo lo stupore il pirata.

Hikari sbuffò, ma perché già sapeva che quello che avrebbe detto sarebbe suonato tanto pazzesco e inverosimile, che nemmeno lei si sarebbe data retta se non avesse avuto la prova concreta che fosse la realtà.

"Ti devo chiedere di venire con me" esordì con voce controllata la giovane, fissandolo con risolutezza.
 
"Sta per arrivare Smoker ed è di assoluta importanza che tu non venga catturato, quindi seguimi immediatamente".

Dopo un lungo silenzio in cui Ace fissò con i suoi occhi scuri la ragazza, scoppiò a ridere allegramente.

"Sto dicendo la verità!" protestò Hikari a quella reazione immatura.

"Anche se fosse non ho intenzione di scappare" replicò tornando calmo e rivolgendo alla giovane donna uno dei suoi sorrisi tranquilli e pacati.

"Sei scemo? Non comprendi i risvolti che potrebbero esserci se tu venissi catturato dal Governo Mondiale?!" sbottò Hikari.

Stava per perdere la sua già poca pazienza davanti all'atteggiamento di Ace.

Come faceva a non comprendere la gravità della situazione? Non aveva tempo di stargli a spiegare accuratamente tutto il piano preparato dai Cinque Astri, però ci sarebbe dovuto arrivare senza troppi problemi a ciò che avrebbe portato la sua cattura.
 
Guerra.

Pura e semplice. Senza troppi fronzoli e altro.

Tutti - marine, pirati, farabutti e gente per bene - sapevano che cosa accadeva a chi alzava le mani sugli uomini di Barbabianca.

"Non ti scaldare" borbottò Ace passandosi una mano tra i capelli.

"Senti, non so nemmeno chi sei e mi dici che me ne devo andare solo perché arriva Smoker. Sinceramente, un po' di movimento sarebbe anche gradito, quindi non vedo la ragione di tanta agitazione. Comunque, grazie per l'interessamento, eh"?

- Ma è un dono di famiglia riuscire a farmi irritare con tanta facilità? - si interrogò Hikari che a stento tratteneva un moto di rabbia che le risaliva dall'animo.

In quel momento, fissando con sguardo tagliente Ace, prese una decisione: con le buone o le cattive lo avrebbe trascinato fuori dalla locanda e portato via da lì, dove Shanks avrebbe attraccato. Voleva aver la soddisfazione di togliergli quell'atteggiamento tanto leggero, come se non vi fossero pericoli in agguato.
 
"Ultimo avviso: o vieni con me, o ti trascino con la forza" sibilò gelida Hikari.

"Uff…" borbottò Ace rientrando nella stanza e mettendosi in testa il suo immancabile cappello arancione. Quando si voltò, sul viso aveva sempre un sorriso a incurvargli le labbra, ma questa volta era di sfida con sfumature arroganti a condirlo.

"Fammi vedere che cosa sai fare".

"Te ne pentirai, cowboy".


Soraja scosse con rassegnazione la testa quando udì un rombo provenire dai piani superiori. Rumore di legno che si rompeva, finestre infrante e poi un tonfo per la strada.

Chissà per quale ragione, ma se l'era aspettato che le cose prendessero quella piega. Ankoku da parte sua aveva un bel caratterino e lo stesso pure il giovane comandante della seconda flotta, cosa che aveva fatto scoppiare scintille immediatamente.

"Speriamo che non si facciano male" sussurrò a sé stessa riponendo l'ultimo piatto nella credenza.



Un'onda d'urto andò a colpire al fianco Ace, che nonostante possedesse i poteri del frutto del diavolo, poco poteva contro l'haki che lo rendeva vulnerabile.

Assottigliò lo sguardo e lanciò vari colpi di fuoco a ripetizione per tentare di colpire la ragazza, ma li schivò con agilità.

Di manifestazione dell'haki conosceva solo quella del suo capitano, la Volontà del Re, e mai aveva sentito parlare di qualcosa di così strano e bizzarro. Anzi, era quasi certo che anche nel genere dell'haki, quella fosse una manifestazione anomala.

Hikari imprecò quando un proiettile ardente riuscì a sfiorarle la caviglia sinistra.
 
Se le fosse capitato davanti quel moccioso nel pieno delle sue forze, non sarebbe stata messa così in difficoltà.

Tra il fatto che erano anni che non si allenava decentemente - ma solo in momenti vuoti, per assicurarsi di non far perdere troppo tono ai muscoli e alla sua forza - e tra che era già spossata per il viaggio e la corsa, non poteva suonarle come avrebbe desiderate al moccioso.

- Sì, beh, ce ne fossero di mocciosi così - pensò intanto che scansava un'altra ondata di fuoco di Ace.

Accantonò momentaneamente le considerazioni ovvie che le venivano in mente osservando Pugno di Fuoco, e si concentrò per evocare e trasformare in onde l'irritazione che provava.
 
Ma lui non si fece trovare impreparato una seconda volta e scansò il colpo, che andò a sbriciolare un pezzo di muro alle sue spalle.

"Hai intenzione di radere al suolo tutta la città?" domandò sprezzante Ace.

"Puoi sempre farmi il favore di stare fermo e farti colpire, oppure seguirmi" replicò Hikari.

"No, mi spiace, ho altri progetti..." s’interruppe un attimo e poi chiese con aria innocente: "Com'è hai detto che ti chiami”?

"Non l'ho detto" puntualizzò lei, sparando una nuova onda d'urto. "Hikari Mugen, tanto piacere".

"Piacere mio" sghignazzò divertito il moro.

- Ci sa proprio fare! - pensò Ace intanto che l’osservava muoversi e attaccare.
 
Aveva una discreta conoscenza delle tecniche del corpo a corpo, un'agilità invidiabile e una resistenza impressionante. Senza contare quello strano potere.

Sorrise soddisfatto.

Era tempo che non gli capitava un avversario così interessante e in più Hikari era anche affascinante. Con quegli occhi che lo scrutavano con silente rimprovero e irritazione, ma riusciva anche a scorgere in quelle gemme preoccupazione e... dolore?

- Difficile a dirsi - si rispose da solo, schivando per un pelo l'ennesimo attacco di lei.

Però, dovette ammettere, che un pizzico di curiosità per quella strana ragazza sbucata del nulla, che lo aveva svegliato di soprassalto, ce l'aveva.


Improvvisamente, un rumore in lontananza li fece bloccare entrambi sul posto.

Volsero in contemporanea gli occhi al porto e l'ammiraglia di Smoker era intenta in quel momento ad approdare.

"Te l'avevo detto" borbottò scocciata Hikari. "Dammi retta, andiamo da Shanks".

"Shanks"?

"Sì, arriverà tra poco" rispose controvoglia lei, inghiottendo il boccone amaro. "Non abbiamo molta scelta".

Era una frase più rivolta a sé stessa che a Ace, eppure, finalmente lui parve convinto che forse quella situazione aveva risvolti che aveva sottovalutato. Se davvero c'era il Rosso in scena, venuto appositamente per impedire che Smoker mettesse le mani su di lui, allora una buona - anzi, un'ottima - ragione doveva esserci.

"Mi hai convinto" disse infine Pugno di Fuoco.




- TO BE CONTINUED -



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


O-oh! ^^
Valà, signore mie, eccoci finalmente giunti al capitolo che - forse - più di tutti aspettavate: capitolo che segna definitivamente l'ingresso di Ace nella storia, per interagire con tutto il resto. Ovviamente, in questo capitolo, s'incominciano a tessere i rapporti - non propriamente felici - con la protagonista. Immaginatevi solo la faccia di Hikari, quando si era ritrovata a dovergli dire di seguirla, senza uno straccio di spiegazione disponibile.
E, francamente, cosa poteva dirgli?
"No, sai com'è, c'hai il Governo Mondiale attaccato al sedere, Dragon che mi ordina di salvarti le palle, Shanks che si è scomodato per venirti direttamente a recuperare, Newgate che non sa un beneamato nulla di ciò e che non deve, soprattutto, saperlo".
Della serie: persuadimi! xD

Bon, possiamo decretare con sicurezza di essere giunte all'inizio del vivo della storia: ne vedrete nelle belle, ora che Rivoluzionari, Pirati e Marines stanno calpestando la stessa isola. Ma, soprattutto, manca all'appello un certo Imperatore del Mare con i suoi appresso. :p

Stay Tuned! Check-it-out!

Passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix-


@Maya: ciao tesoVo caVo! **
Mettendo da parte la mia infelice uscita sulla tua storia (lo so, sono bakissima dentro eh?!), noto con piacere che io (e Yuki) e te la vediamo allo stesso modo su molte cose.
La descrizione che hai dato di Smoker rispecchia in tutto e per tutto la mia. Rimarrà sempre e comunque difficile immaginarmelo in "quelle" situazioni, molto probabilmente perchè anche per lui è così, ma non posso non credere che uno come lui non sappia amare. Non sarà mai romantico, per carità (e deve rimanere così, perchè è proprio per questo che si guadagna il primo posto tra i Marines - anche se sono proprio pochi quelli che apprezzo), ma se mi fermo a specchiare la sua filosofia di vita e il modo di fare... Potrei innamorarmi seriamente di un orso del genere. (Sono fissata ultimamente con gli orsi. Saluta "Bruno" eh, mi raccomando! xD).
E ti dico... Non so se siano deliri da fangirl, ma io, nei modi che usa per trattare Tashigi (e le scene di quel tipo), ci vedo una passione sfrenata. Magari non sarà amore, ma ci gioco la mia reputazione che a lei ci tiene veramente tanto. Forse pure troppo. Hai mai visto sorridere Smoker nella storia, tranne che nel pezzo dopo che Tashigi sbatte la porta, alla fine di Alabasta? Io no... ^^
Il che mi fa... Altro che ricamare! Ci faccio tendoni e tovaglie reali! xD Insomma, oramai è chiaro come il solo che loro due siano una delle mie coppie preferite. Non chiedermi il perchè. Non lo so neppure io!
Cambiando discorso, mi fa piacere il tuo riportare le frasi che più ti sono piaciute. :) In quella ho cercato di dare l'idea che ho di lui, in poche parole. E, a detta tua, ci sono riuscita. Il che mi porta a gongolare! xD
Grazie mille per la recensione caVa, e per tutto il resto!
Ci leggiamo da te, un abbraccio! ^^

@Red Queen: ciao caVissima! **
Quel che dici tu è vero: Oda per certi personaggi ha lasciato praticamente carta bianca. Ciò nonostante il timore di far storcere il naso c'è sempre, perchè ognuno, per questo ragionamento, può avere un punto di vista variegato a riguardo.
Tuttavia, vedendo una reazione positiva da parte tua, che sei uno degli esponenti di genere completamente opposto a cui io (e Yuki) facciamo riferimento, mi porta a stare un po' più tranquilla. Insomma, dal tuo commento deduco che questa cosa non ti disturba. Ed è praticamente un miracolo...! Poi, io parlo appellandomi all'andamento generale della cosa. Sono quindi felice e, diciamo, lusingata di "aver passato questa prova" nei tuoi confronti, visto che lo sanno anche gli scogli che, principalmente, tratti Yaoi e, nella fattispecie, Smoker/Ace. (Sto parlando a mio titolo, ma potrei tranquillamente parlare anche per la mia collega).
Alla fine della fiera, via, sono molto contenta del risultato! xD E mi hai fatto scompisciare con i tuoi ragionamenti su Smoker e sulla sua presunta/non presunta normalità! xD Anche se io mi ricordo bene come lo maneggi, il nostro Commodoro, nelle tue fic: alla fin fine, per quanto burbero, riesce ad ammorbidirsi (a parte quella bastardata colossale della cella, nella storia "Life has a funny way", cosa che mi ha scandalizzato per bene! xD).
Passando a Shanks e Ben... Mmmmh. Allora, prima di tutto, piano, non spingete eh?! Ce n'è per tutte! xD No, vabbè, seriamente, ho deciso di diventare una Shanks - Ben specialist proprio per i motivi da te riportati. Nella storia si vedono pochissimo, nel fandom men che meno. T^T Ero disperata... E quindi ho pensato: "Perchè non iniziare a scrivere di loro"? Quando ho convinto Yuki, lei era perplessa. Poi si è innamorata di loro col passare del tempo! :p Non saranno sul podio, ma almeno ci si prova, no? :)
Concludo dicendo due cose: lode ad Oda per darci così tanto materiale (quoto in tutto e per tutto quel che hai detto alla fine!) e spero che ti sia piaciuto l'incontro... particolare, con Hikari. Valà, è tutto tuo (ops! Vostro, che sennò qua mi linciano! xD).
Un bacio caVa, alla prossima!
Grazie per la recensione! ^^
ps. Sì. Tashigi l'abbiamo invidiata tutte, autrici comprese. *ç*

@KH4: Ale-chan! Ciao tesoVo!
Bon, prova superata anche per quanto riguarda te? Davvero l'hai trovato così bello questo capitolo? **
Tiro un sospirone di sollievo! Anche te vedo che condividi lo stesso ragionamento nostro, quanto a Smoker. Ma anche di più su Tashigi: sarà che praticamente ci abbiamo scritto un romanzo sopra, ma io mi sono davvero affezionata a lei. Che, in genere, i personaggi femminili mi piacciono in una maniera ben precisa, ovvero personaggi come Hina, ad esempio. Burbere pure loro. E a tratti, anche stronze. xD Invece Tashigi penso sia una creazione davvero bellissima, da parte di Oda, anche se purtroppo non è utilizzata a dovere. Sarà magari che mi sono fatta un'idea ben delineata di lei, col fandom e tutto, ma vedo che non solo (e anche Yuki) l'unica a vedere quante buone qualità ha sta ragazza.
Qualità che si sposano benissimo col suo superiore, a mio avviso. *_* Qualità mitigatorie in tutti i sensi, ma se le pigliano i cinque minuti sa mettere in riga l'intera flotta (poi se ne pente, ma è un dettaglio! xD).
Ora che ci penso, sì, evoco il pezzo che hai citato della tua fic. Ma diciamo che i baci "rubati" piacciono davvero tanto a noialtre, che siamo pure come dei gigli di campo (ma quando mai... xD Però è vero, ci piacciono!). Ed ovviamente non cadrà nel dimenticatoio, anche se la nostra eroina dovrà concentrarsi appieno sulla questione Pugno di Fuoco: già prima era distratta, ora... Ma ben sappiamo che Tashigi ha la testa dura e il senso dell'onore a palla.
Ah, quanto l'adoro... *_* Non ci posso far nulla!
Infine, la tua penultima frase, su Hikari ed Ace, credo che abbia descritto appieno il nuovo capitolo: ci hai proprio azzeccato. Figurati se non cioccavano, quei due. Una con una pazienza davvero corta, l'altro con quel sorrisino di sfida e senza pudore alcuno. Eh! xD
Grazie mille per la recensione caVa e per i complimenti! E non ringraziarci per aver messo i ringraziamenti in direttissima: siamo noi ad esserti debitrici! :)
Un abbraccio e alla prossima! ^_^
ps. Tranquilla che arrivo a recensire la storia. Abbi pazienza, ma avrei bisogno di giornate da 36 ore... T_T Di sto passo sclero! @_@

@MBP: Marta-chwaaan!
Bon, con te abbiamo quasi chiuso il cerchio e vedo che sti due ti sono piaciuti insieme, eh? :p Ebbene sì, il nostro Fumoso alla fine ha anche lui dei sentimenti... :) Ma, più che i pareri su Smoker, ciò che mi rende davvero felice è quest'attaccamento a Tashigi. Non so se Yu te ne ha mai parlato, ma all'inizio della storia lei era un punto "critico", nel senso che avevamo il terrore che non piacesse o venisse apprezzata (la sua presenza intendo), perchè, non si sa come (o meglio, noi non capiamo il motivo), non è molto amata in giro...
Invece noto con piacere che Tashigi piace! ^^ Che bello, non sai che sollievo! ^^'
Grazie mille per i complimenti fatti caVa. E spero che ti sia piaciuto il cowboy, qui, nell'ultimo capitolo postato! :D
Un bacio e alla prossima! Grazie per la recensione! ^^
ps. Scusa se recensisco la tua storia sempre in ritardo, ma il tempo è quello che è. Non andarmi in panico: arrivo, come sempre in ritardo, ma ci sono! :)




- Angolino di Yuki -

@Maya_90: Ciao caVissima!
Ebbene sì, il nostro caro commodoro è solo apparentemente una statua di ghiaccio. Ma io che me ne intendo di personaggi dall'aria glaciale e marmorea, che non danno mai a vedere i loro sentimenti più di quel tanto appena percettibile dal più attento osservatore, so bene che Smoker in realtà cova dentro molto e quando arriva a un tetto massimo allora si scopre anche con gli altri interessati!
Poi come hai giustamente detto tu, a modo suo, nel suo comportamento burbero e un po' seccato, il Commodoro nasconde in sé un potenziale di romanticismo inaspettato, un piccolo tesoro nascosto nel quale troviamo le piccole attenzioni con cui si prende cura di Tashiji senza sembrare eccessivo e rimanendo nella sua compostezza che si addicie alla sua carica.
Insomma, l'amore fa bene, non va represso!!! *tutti la guardano male*
Ovviamente Ace se la dorme, lui è un piccolo ghiro come me - Y:"Quindi Ace, andiamo a dormire assieme, che ne dici?" A:*La guarda preoccupato e con un certo timore vedendo l'espressione pervertita sul suo volto*
Ok, la pianto che è meglio, l'ora tarda non fa mai bene xD
Un bacio
Ci sentiamo presto!

@Red Queen: Ciao cara!
Con molti personaggi in One Piece il problema dell'OOC è molto ridimensionato. Non li posso nemmeno chiamare 'secondari' perché effettivamente ricoprono un ruolo importante, ma compaiono poco - dannato oda! Quindi, in un certo spazio, si può spaziare e il tutto dipende da come chi legge il manga coglie il personaggio che gli viene presentato.
Sono contenta che comunque non ti sia apparso troppo OOC ^^ Io l'ho detto a Bea che il capitolo era stupendo, ma lei si fa mille problemi - proprio come me xD
Guarda, per Shanks e Ben io non ho problemi a cederteli, nel senso che li apprezzo molto e sono dei bei fusti, ma non rientrano tra quelli che amo con tutta me stessa. Quindi non prendermi di mira, io non ti faccio da concorrente qui xD Invece, per quanto riguarda Ace... lui è il mio preferito, nulla da fare (per quanto Law si sia conquistato un secondo posto mooooolto vicino al primo)! Ne parlavo oggi con Bea ed è venuto fuori una cosa complicata, che non sta a riportare perché è abbastanza ingarbugliata anche xD
Per concludere, mi aggrego alla tua ultima affermazione: Onore e Gloria!!!!
Un abbraccio
A presto **

@KH4: Ciao tesora mia!
Ma siamo noi che saltelliamo felici per averci segnalate ** Cioè, i ringraziamenti erano come minimo d'obbligo (e io crudele che non sono ancora riuscita a trovare il tempo per recensirti TT____TT lo farò, a costo di lasciarti recensioni doppie!!!! >.< che periodo infausto!)
Smoker è un personaggio chiuso, senza alcun dubbio. Però, io che di solito amo tutti i personaggi più burberi e che camminano pericolosamente sul filo che divide lo schieramento dei buoni da quello dei cattivi per i loro atteggiamenti freddi e scostanti, ti posso assicurare che l'ho sorvegliato per bene e Smoker non è tipo da non riflettere su ciò che prova come molti personaggi sopra descritti. Lui, anche se rimane impassibile nel più delle situazioni, riflette su ciò che gli si muove dentro e si contorce mentre comprende il dramma di ritrovarsi tra due fuochi tra i quali non può sacrificarne uno. Tutto questo discorso palloso per assicurarti che anche se i suoi sentimenti verrano magari a galla maggiormente, il tutto verrà fatto in modo conforme al suo fare e senza scenette sdolcinate ^^
E Tashiji è un'amore. Quella ragazza è dolcissima e anche molto forte. Mi piace il suo modo di essere. L'unico suo difetto è che fa parte dei Marines, peccato, altrimenti sarebbe stata veramente perfetta xD Tuttavia sa cogliere anche le differenze tra i vari "cattivi" e comprende chi è veramente malvagio e chi no, questo non è da tutti, perché spesso si tende a fare di tutta l'erba un fascio.
Presto la tua curiosità verrà accontentata e cominceranno le scenette che ti interessano. Però, so già che difficilmente la curiosità rimarrà buona buonina in un angolo, soprattutto dopo che avrai letto ciò che avverrà xD
Un abbraccio
Alla prossima!

@MBP: CaVa, Baka, Marta-chan! Ciao xD
Molto spesso capita che Tashiji venga sottovalutata ed è un vero peccato. Lei un veramente un gran bel personaggio, che Oda, come con molti altri, ha utilizzato poco ma che è riuscito comunque a delineare molto bene - usando poche tavole. L'ho sempre trovata un mix perfetto che mette insieme opposti: forza e impaccio, dolcezza e grinta, dubbi e risolutezza. Senza contare che sa usare il cervello, come hai giustamente detto!
E ora gustati l'entrata in scena di Ace ^^
Un abbraccio
Ci sentiamo presto, baka!







SPECIAL THANKS: Ci teniamo a ringraziare anche Maya per la segnalazione della storia nel concorso per la storia con il migliore personaggio inventato! Grazie mille caVa, apprezziamo davvero col cuore sulle labbra! *_*






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki










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Capitolo 13
*** Face to Face ***


CAPITOLO 13: FACE TO FACE.
(Chapter Soundtrack: Paranoid - Black Sabbath)



Terra del Vento – h. 7.30 a.m.


L’ammiraglia di Smoker, assieme alla flotta, aveva appena attraccato al porto di Mistral, la città principale della Terra del Vento: aveva una vaga idea di dove poter trovare Ace a quell’ora. Sapeva che si sarebbe messo in marcia di mattina, ma, ci scommetteva anche le mutande, l’avrebbe trovato di sicuro sotto le coperte in quel momento.

Quindi decise di cercarlo in tutte le locande della città, che per quanto fosse il capoluogo, grande di certo non era.

Scesero a terra, raggruppandosi sul molo e Smoker cominciò ad impartire gli ordini: divise il suo piccolo esercito in due grandi gruppi, uno capitanato da lui stesso, l’altro da Tashigi, e fatto questo presero a setacciare la città uno sul lato Nord e l’altro sul lato Sud.


Ace ed Hikari erano nascosti sul tetto di una casupola adiacente alla locanda: si trovavano tremendamente vicini al porto e la pianta della città, a forma romana, di certo non li avrebbe aiutati a fuggire. Dalla loro postazione riuscivano a vedere benissimo il gruppo di Smoker, che stava risalendo la piccola salita che conduceva dal porto al centro della città.

In cinque minuti sarebbero giunti a destinazione.


“Hai un piano mi auguro?” domandò Ace, a metà tra lo sconcertato e il sarcastico. L’aveva letteralmente trascinato con sé e sperava in cuor suo che quella donna avesse almeno organizzato la fuga.

Hikari continuava a tenere d’occhio Smoker e i suoi col cannocchiale. Non sapeva che fare. Credeva che Shanks gli stesse alle costole, invece all’orizzonte non scorgeva ancora nessuna nave.

“Siamo nella merda” sibilò abbassando il cannocchiale.

“Ma non mi dire…” replicò caustico “Chissà perché la cosa non mi sorprende affatto”!

La donna si girò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo: “Non è colpa mia se il Rosso non li ha agganciati prima”!

“Senti, mi vuoi spiegare un po’ sta storia? Che c’entra il Rosso? E tu chi diavolo sei, come hai fatto ad arrivare qui”?! Il ragazzo stava cominciando a perdere la pazienza. Voleva spiegazioni: se era costretto a fare determinate cose, pretendeva che gli venissero almeno spiegati i motivi.

- Non ha tutti i torti – pensò Hikari cacciando un sospiro. Si volse verso di lui con sguardo glaciale, tanto che Ace sollevò non poco il ciglio destro.

“Te lo spiegherò in sintesi: io sono una spia del Fronte Rivoluzionario” incominciò a narrare la donna, tenendo d’occhio sempre i soldati “Lavoro per tuo padre e…” ma fu interrotta repentinamente dal moro che le diede un’informazione abbastanza shockante: “Dragon non è mio padre”.

E fu questa volta che lo sguardo serio e sottile di Ace raggelò la donna. Com’era sta storia che Dragon non era suo padre? Eppure tutti sapevano che Ace era il fratello maggiore di Rufy e che lui stesso era figlio di Dragon.

Il ragazzo s’alzò di scatto.

“Che diavolo fai Ace, sta giù!” lo ammonì la donna.

“Non voglio avere nulla a che fare con voi, chiaro?” rispose stringendo la mascella “Ti saluto!” continuò Ace, brandendo il cannocchiale e ponendolo nella sua sacca.

Hikari, come un fulmine, lo prese per il polso, tirandolo a sé: “Dove credi di andare, pezzo di cretino!” ed era furiosa “Tu ora stai qui, che ti piaccia o no”!

“Scordatelo!” e il suo braccio si trasformò in fuoco, ustionando quasi la mano della donna, che aveva continuato a stringergli il polso.

“Ace, non fare stronzate! Se Smoker ci vede è la fine!” gli aveva urlato in faccia, tenendosi la mano ferita, ma vide che il ragazzo aveva posato lo sguardo oltre la sua figura.

“Pare che la fine sia arrivata allora” esordì una voce alle spalle di Hikari. Una voce roca, profonda, che riconobbe ancor prima di girarsi e guardarlo in faccia.

- Merda – pensò lei, chiudendo per un secondo gli occhi.

 
“Salve fumoso!” rispose con un ghigno sprezzante e voce ironica il moro, vedendo Smoker appollaiato sul bordo della terrazza, nel mentre che si ricomponeva.

Li aveva visti e in men che non si dica si era trasformato in fumo, scalando l’edificio.

La donna si girò di scatto, ponendosi tra Ace e il Commodoro: non aveva ancora un piano, non aveva fatto in tempo a farne uno. Era convinta che Shanks fosse già alle calcagna di Smoker e non s’era preoccupata di pensare ad un modo per fuggire.

Ed ora tra Ace e Smoker c’era solo lei.

“Levati di torno, ragazzina” aveva commentato lui, sprezzante, alzandosi in piedi e accorciando la distanza tra di loro.

Hikari stava sudando freddo: che fare ora? Smoker presto avrebbe usato il suo potere e, nonostante Ace fosse riuscito a fronteggiarlo, avevano un intero contingente della Marina pronto a fargli la festa.

Mosse leggermente lo sguardo verso sinistra, a controllare il mare.

E per poco non si sentì morire: in lontananza scorse l’enorme vascello del Rosso, il Vento dell’Est, che con le vele gonfiate dal vento, stava facendo rotta al porto ad una velocità abbastanza notevole.

- Bene.

Mantenendo la calma, posò di nuovo lo sguardo su Smoker: non doveva accorgersi di nulla.

“Ti ho detto di levarti di mezzo”.

“Hikari, lascialo a me” rispose Ace, mettendole una mano sulla spalla, ma la donna sogghignò, facendo brillare i suoi occhi di una luce sinistra: “Corri al porto, sai il perché!” e detto questo, diede una forte gomitata nello stomaco al moro, facendogli perdere l’equilibrio all’indietro.

Ace cadde nel vuoto e atterrò su di un tettuccio di paglia, distruggendolo completamente: grazie al cielo quello aveva attutito la caduta.

“Maledetta!” urlò rialzandosi in piedi, prima di mettersi a correre come un forsennato verso il porto.

Nello stesso istante che Ace toccò terra, Smoker s’era trasformato in fumo per scavalcare la donna e raggiungerlo, ma Hikari utilizzò l’haki. L’uomo si schiantò contro un muro invisibile e riprese la forma umana.

- Che diavolo? – pensò prima di ritrasformarsi di nuovo in fumo e riprovarci, ma una nuova onda d’urto lo fece rimanere dov’era.

Hikari però sapeva bene che non poteva andare avanti a bloccarlo con l’haki, all’infinito: era uno stress terrificante per lei e Smoker presto se ne sarebbe accorto. Erano anni che non combatteva e la testa cominciava a farle male paurosamente, contando il fatto che era stanca morta dal viaggio e dalla scaramuccia mattutina con Ace. Era anche vero che riusciva a trarre le energie negative da altri oltre che da sé stessa, ma non era più abituata a incanalarle: il risultato erano dei mal di testa inverecondi.

In un lampo, estrasse una strana pistola, inserendo una boccetta altrettanto strana: il Marine era ancora stordito dalla botta tremenda dell’haki e non riuscì ad evitare quel che uscì dalla canna dell’arma.

Ovvero una nuvola d’acqua vaporizzata.

Lo stava prendendo in giro?
 
Quell’azione lo fece andare su tutte le furie: si mosse in avanti, brandendo la sua arma prediletta, ma le sue gambe cedettero.

Incredulo si ritrovò in ginocchio: provò a tirarsi su, ma si sentiva debolissimo e riuscì solo ad appoggiarsi al bordo del tetto.

“Che diavolo è quella cosa?” ruggì furibondo, mordendo nei sigari e assottigliando il suo sguardo sulla donna, che aveva tolto la boccetta per sostituirne con un’altra.

Hikari sorrise in una maniera inquietante: “E’ acqua con un’altissima percentuale di agalmatolite marina disciolta in essa” rispose, prima di roteare il cilindro posto alla sommità della canna di quella pistola particolare.

Premette successivamente il grilletto, e tre ‘proiettili’ di quel liquido andarono ad infrangersi sul torace del Commodoro, cui mancò il respiro e per poco non perse conoscenza.

Senza neanche dargli il tempo di riflettere, si gettò verso di lui placcandolo e precipitarono entrambi su di un altro tettuccio di paglia: Hikari rotolò in avanti, alzandosi subito in piedi e voltando lo sguardo verso il porto.

Ace stava scatenando l’inferno: probabilmente non era riuscito a nascondersi e aveva avuto la brillante idea di ingaggiare la lotta. Ma la buona notizia era che ormai il Vento dell’Est stava raggiungendo la costa.

Dovevano resistere ancora un po’ e tutto sarebbe finito.

Si rivoltò verso il nemico, che tentava di alzarsi a sedere e di non perdere conoscenza: doveva approfittarne. Come un fulmine cominciò a correre verso il porto, scaraventando onde d’urto contro qualsiasi cosa che le bloccasse la strada.

Doveva raggiungere quel pazzo e nascondersi, prima che Smoker si fosse ristabilito.


Ace, da parte sua, stava menando botte da orbi in ogni direzione: la città ormai era deserta, gli abitanti erano corsi verso le colline, prendendo quel poco di salvabile che li rimaneva.

Non era soltanto la furia di fuoco di Ace a combinare danni, ma anche la Marina non ci stava andando per il sottile. E il moro non capiva tutto questo parapiglia: d’accordo che lui era uno di Barbabianca, ma in passato aveva avuto il ‘piacere’ di confrontarsi solamente con Smoker.

Ed ora, perfino le reclute si stavano gettando al massacro, pur di fermarlo: c’era qualcosa che non quadrava affatto.


Hikari continuava a correre come una forsennata per ricongiungersi con Ace, tenendo gli occhi ben incollati sul Vento dell’Est e sistemando i Marines che le intralciavano la fuga: cercava in tutti i modi di evitare massacri su massacri, ma il suo potere sapeva dar tabula rasa senza parecchia difficoltà.

Rallentò un poco l’andatura perché stravolta, ma notò il passaggio di un’ombra sul terreno e alzò di scatto il viso: vide Smoker trasformato in fumo che si fiondava come una scheggia verso il suo stesso obiettivo.

“Accidenti!” imprecò ricominciando a correre giù per la discesa. “Ace! Ace, stai attento!” aggiunse con tutto il fiato che aveva, appena aveva visto che Smoker stava per calare sulla sua preda come un falco.

Il ragazzo era di spalle, impegnato a ‘cercare di non ammazzare’ quei poveracci e se non fosse stato per l’avvertimento della mora, sarebbe stato catturato dalla presa fatale di Smoker.

E fu così che Pugno di Fuoco e il Commodoro si ritrovarono faccia a faccia, come ad Alabasta: ma Hikari sapeva che Smoker era parecchio cambiato da allora, e che aveva affinato notevolmente le sue tecniche.

Aveva studiato a fondo i suoi registri mica per nulla!

- Porca miseria Shanks, quanto diavolo ci metti?! – mugugnò lei, quasi allo stremo delle forze, cercando di raggiungere il luogo dello scontro e dare manforte ad Ace.



“Wow, sembra che la festa sia iniziata!” aveva esclamato il Rosso brandendo il cannocchiale. “Gettate l’ancora e calate le scialuppe: io, Ben, Yassop e Lucky scendiamo” continuò stringendosi la spada alla cintola.

“Caricate i cannoni e gli arpioni, mentre un gruppo vada ad assediare l’ammiraglia di Smoker”.

Ben Beckman, dall'altro del suo metro e novanta abbondante, s’accese la sigaretta pensieroso: “Cosa credi di fare Shanks, con l’ammiraglia?” domandò con rassegnazione, buttando il cerino in acqua e apprestandosi a scendere con gli altri due.

Il Rosso, nel giro di qualche istante, cancellò la sua espressione sorniona e dipinse il suo sguardo agghiacciante: “Il pirata”.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera a tutte! ^^
Capitolo un po' più corto del solito, ma per esigenze di trama: Hikari leva completamente la maschera, rivelando la sua identità ad Ace. Di fatto, a che serve mantenere la segretezza, quando ormai tutta la sua copertura è saltata? ^^'
Se già la sua pazienza è poca, immaginatevela su sto benedetto tetto, atta a spiegare per filo e per segno questa situazione ai limiti dell'assurdo... Ad uno come Ace! Venvia, non ci crede neanche lei... xD
E a causa dell'impulsività del moro, Smoker gli ha scovati... Ed è pronto, più che mai, a radunare le forze per catturare la sua preda preferita.
Ma qualcuno sta calando le lance, atto a mettere ordine in questo marasma generale. Confessatelo: avete sbavato tutte quante, nell'immaginarvi il Rosso pronunciare minaccioso l'ultima frase, eh?
Non mentite alla zia Bea e alla zia Yuki, ragassuole... xD

Ma chiudiamo l'angolo delle idiozie (altro che angolo delle autrici) e passiamo alle vostre recensioni! ^^

ANZI!
Come promesso da tempo, mettiamo qui di seguito, la "scheda tecnica" di Hikari! ^_^ Mi sono sempre dimenticata, chiedo venia!!!
Per il disegno... Mi spiace, ma ho lo scanner a banane e non riesco a postarlo, ma prometto di recuperarla in qualche modo! ^^




- Nome: Hikari Mugen.
- Nome in codice: Ankoku.
- Occupazione: spia del Fronte Rivoluzionario.
- Luogo di nascita:  indefinito (Nuovo Mondo?)
- Data di nascita: 18 Aprile 1979 (anno teorico).
- Occhi: viola.
- Capelli: neri lunghi, ricci.
- Abilità: haki ad onde d’urto.



Entra a far parte del Fronte Rivoluzionario istituito da Monkey. D. Dragon, all’età di 21 anni circa. Non si sa nulla del suo passato, né dove sia nata (si presuppone nel Nuovo Mondo), né dove sia cresciuta.
Dopo aver conquistato la sua fiducia, Dragon decide di farla arruolare in Marina, per far sì che ricevesse un addestramento e  arrivasse a ricoprire un ruolo chiave per il suo piano futuro.
Poco prima di entrare nei Rivoluzionari, conobbe Shanks il Rosso e la sua ciurma.

- Ruolo nella storia: lavora come spia a servizio di Dragon. E’ riuscita nel piano di conquistare la carica di Vice Direttore addetto alle Telecomunicazioni, cui passa, in intercettazione, le informazioni necessarie a Dragon. 


°°°°°



- Angolino di Beatrix -


@Maya: ciao caaaVa! **
Wow... Una giornata davvero meVavigliosa hai passato, eh? ^^' Beh, almeno la nuance della maglia è possibile che vada di moda... Ho visto abbastanza verde in giro. xD Sì, ok, metti giù la ciabatta, che l'ho detto solo per tirarti su il morale! ^^''''
Passiamo alla storia, va, almeno evito le percosse! xD
Addirittura ci ami? ** E la madò, Maya caVa! :D  Ti confesso papale papale che la frase tua sulla pazienza di Hikari, mi ha fatto letteralmente rotolare dal divano dal ridere! xD Secondo me non sono passati trenta secondi, prima che la pazienza sua andasse in off limits. Certo, lui evitasse anche di scoppiarle a ridere in faccia... Eh che cacchio, direbbe Bart Simpson. Mi è passata in un lampo, l'immagine di Hikari che strangola Ace, urlandogli "Brutto bagarospo...!", ma evito di dilungarmi, sennò comincio a ridere e posso dire addio all'angolo delle risposte! xD
Effettivamente Hikari, sapendo cogliere i particolari, non è riuscita a rimanere lucida evitando le precisazioni sul moro. Ma solo per un secondo. Sai, siamo dure e pure, noialtre spie, diamine! Un po' di contegno! xD
Le autrici non si sbottonano su nulla, ovviamente: sappi solo che ci saranno molte, ma molte, complicanze! *risata sadica*
Grazie per la recensione, caVa, e per i complimenti!
Alla prossima (ps. il capito l'ho letto. Arriverà prima o poi la recensione... -_-)
Un abbraccio!

@Red Queen: mia Regina, mi sto letteralmente scompisciando dal ridere... xD
Venvia, non ti preoccupare: le crisi ormonali ormai fanno parte di tutte noi, anche perchè, come dici tu, Oda non si è certo risparmiato con il "materiale"... eh! *.*
La scena del risveglio è tutto merito di Yuki... E' ovvio che deve essere lei a scriverle quelle cose... :p Ha sbavato anche lei mentre stendeva la parte, ne sono sicura (coem ho sbavato anche io, Shanks non me ne voglia! xD).
Dunque, ti abbiamo sorpreso? Benissimo! ^_^ Me felicissima di ciò, perchè se riusciamo a spiazzare il lettore con piccoli colpi di scena e virate, tanto di guadagnato: almeno teniamo viva la curiosità. Ora, pensa a quanto debba essere devastata Hikari... Trovarsi di fronte Ace e pensare di convincerlo con le buone a seguirla in quella situazione assurda... Via, non ci ha creduto per un minimo istante neanche lei! xD E quindi, via con le cattive... Almeno si sfoga un po' di tensione, ecco!
No, ad Hikari il fascino del moro non è sfuggito. Ma, voglio dire, a chi sfuggirebbe scusa?! ^^' Avercene di personaggi del genere, AVER-CE-NE, buon Dio! :p
Piccola precisazione, prima di passare alla seconda parte: la storia si svolge prima del Banaro. Mentre Rufy e co. sono arrivati a Water Seven, per cui noi non abbiamo (ahimè) intaccato la storia originale. Lì Ace era vivo... -_- Scusa, ma non riesco a non essere scazzata... * se ne va in un angolo a fare i cerchietti depressi*
Per la questione Smoker, per carità, lo so... E' che c'è gente come te che li ha già "maneggiati" in passato, prima di me. E' automatica l'aspettativa e l'inquietudine, sai com'è... ^^' Felice comunque di sapere che è ok, oltre al fatto che non "stoni".
Grazie per la rece, caVa, e per i complimenti!
Alla prossima, un abbraccio!

@KH4: Ale-chan, ciao tesoro!
Perdonami per non aver recensito ancora il tuo capitolo... Appena ho un secondo di tempo lo faccio, davvero. E' che sono devastata dal lavoro e dagli impegni... Accidenti!!! ç_ç
Vedo che c'avete preso gusto nel riportare le frasi che vi hanno colpito di più! xD E quella... Eh, Yuki l'ha messa a fagiuolo, a mio avviso. Ovviamente, mai che capiti a noi un tipo del calibro di Ace o Shanks, che ci bussa alla porta con l'intenzione di portarci via... No... Io ci stenderei il red carpet, altrochè!
Fuggiamo insieme, sì! xD
Ovvio è che Hikari non avesse tempo da perdere e quindi... giù di maniere forti, botte da orbi e vetri rotti! xD Qui siamo di fretta, sai com'è: c'è solo l'intero governo mondiale sulle loro tracce... :p
Due piccoli appunti: Shanks, come hai potuto leggere, ha attraccato in questo capitolo e ci sarà un secondo capitolo totalmente action! ^^ Dove si chiuderà il primo cerchio, quindi non preoccuparti che tutti faranno la loro parte.
Su Barbabianca, purtroppo, non ce la siamo sentite di inserirlo. Non siamo abili come Oda nel trattare i personaggi e quindi resterà all'oscuro di tutto. Ma c'è anche un perchè, e si tratta di una questione inerente alla trama... Ovvio che devi aspettare l'ultimo capitolo per capire! ^^'''
Felicissima di sapere, infine, che l'haki di Hikari ti piaccia! ^^ Più avanti ne capirai di più, sicuramente, tanto non mancheranno le scene ove sarà obbligata ad usarlo. :3
Un abbraccio caVa, e grazie per la recensione e i complimenti! ^^
Alla prossima!

@Akemichan: ciao caVissima! **
Figurati, non ti scusare: è un periodo nero penso per tutti, sai? Siamo praticamente sobbarbati di impegni ed io, ad esempio, mi ritrovo a dover scegliere tra l'aggiornare la storia o recensire le altre... @_@ Di sto passo, sclero, me lo sento!
Allora, grazie per i complimenti! Mi fa piacere che, nonostante tu non sia fan della Smoker/Tashigi, il capitolo ti sia piaciuto lo stesso. :) A sto punto il secondo giro di consensi è stato completato! Possiamo festeggiare! xD (Il primo era sul capitolo di Shanks e Ben). E grazie anche per aver riportato quella frase: sai, mi diverto a giocare con frasi di quel tipo, o comunque frasi un po' fuori dagli schemi. ^^
Felicissima anche di sapere che adori Hikari: questa cosa mi fa sprizzare gioia da tutti i pori, perchè gestire e rendere piacevole un personaggio nuovo, tutte le volte è una sfida! I complimenti comunque vanno alla mia collega per il capitolo, quindi lascio a lei la parte tecnica. :)
Ecco, una cosa che chiariamo fin da subito, per non illudere: Barbabianca non ci sarà nella storia. Si parlerà di lui, certo, ma è una scelta ai fini della trama (scoprirai il perchè se arriverai fino alla fine... ^^''').
E Shanks... Anche qui, i motivi ve li faremo sudare... Siamo state sadiche all'inverosimile, mi sa! xD
Ah, grazie per gli appunti, come sempre: sei molto attenta, a quanto vedo e non può che farmi piacere.
Un abbraccio e alla prossima!

@MBP: ciao Marta-chan!
Contenta che il bel moro abbia fatto finalmente il suo ingresso in scena? Vabbè, glissiamo sul "come", nella fattispecie, abbia interagito con Hikari, ma sappiamo bene, infondo, che i due non hanno un caratterino docile. E neppure tanta pazienza! xD
Il Rosso, come vedi, si appresta a raggiungere la baia: ne vedrai delle belle, te lo garantisco! ^^ Come anche Smoker, da come hai potuto leggere. Manca ancora Tashigi all'appello... Chissà che farà? *sorride diabolica*
Un abbraccio patata, grazie per la recensione!
Alla prossima! ^^



- Angolino di Yuki -

@Maya_90: Ma ciao carissima **
Come ti è andato l'esame? Poi non ti ho più vista in chat e non sono riuscita a chiedertelo. Spero tutto bene ^^ Io sono ancora sotto a preparare i miei e sono in ritardissimo TT___TT Mi si sta fondendo il cervello, lo sento.
Ebbene come hai visto ha fatto l'ingresso il nostro prediletto *-* E che ingresso, vero? Io ce la vedo molto come reazione quella si scoppiare a ridere in faccia alla prima persona che gli si para davanti (svegliandolo!) e dicendogli di scappare. Figuriamoci se uno come Ace scappa, secondo me non ha mai imparato questo verbo (e poi si sono visti i risultati ç_ç).
La pazienza di Hikari? Le dai addirittura un minuto xD Credo che sia più vicina ai trenta secondi, sai. Non sono una persona particolarmente impulsiva, quindi mi diverto sempre molto a scrivere di questi suoi moti istintivi. Per quanto si sforzi, secondo me lei non è proprio portata di natura a restare calma calma xD
Ovviamente il fascino è delle lentiggini, vero?! Vabbé, ritrovarsi davanti un bel ragazzo come Ace non è cosa di tutti i giorni e fare i dovuti apprezzamenti è sempre lecito.
Le nostre intenzioni sono oscure, macchinose, perfide e molto sadiche, ti basti sapere questo xD
Un abbraccio
Ci sentiamo presto **

@Red Queen: Ciao tesoro!
Ma non preoccuparti per la regressione a fangirl undicenne perché ti capisco molto bene e non posso che concordare su questa reazione sbav di fronte a tutto sto ben di Dio che ci si para davanti. Soprattutto se mezzo nudo come al solito, addormentato tra le coperte e con i capelli arruffati *ççççç*
Ehm, sta risposta parte già bene xD
Sono contenta che ti abbiamo sorpreso in positivo. E' sempre una bella cosa per chi scrive riuscire a cogliere di sorpresa i propri lettori e fargli gradire questa piega inaspettata degli eventi a cui non avevano pensato. Come hai già riassunto tu, entrambi si trovavano in condizioni tali che sommate ai loro caratteri rendeva inevitabile questo scontro. Ace come sappiamo non volterebbe mai le spalle a un nemico solo per salvarsi la pelle, ma più un avversario è forte più lo stimola per andare avanti e continuare a combattere. Hikari da parte sua ha poca pazienza, era di fretta e vuole a tutti i costi portare a termine il suo compito senza sviste di sorta.
La Rotta Maggiore è un vero pullulare di gran fighi, decisamente xD E indubbiamente Hikari si sarà rifatta per bene gli occhi in mezzo a questo sfoggi di tanta bellezza. Tuttavia ci tengo ad appuntare una cosa: i fatti qui descritti avvengono prima di Marine Ford, il che implica che Ace è vivo solo perché anche nella versione originale qui è vivo ç_ç Purtroppo non abbiamo cambiato gli eventi della guerra - che pure io mi sono legata al dito!
"Vabbè, non ce ne sarà bisogno, lui è un pirata generoso e pieno di energie e dispenserà ammore per tutte noi" Ma è molto equivoca e la mia mente malata l'ha interpretata seguendo il filo di pervesione che essa suggerisce xD
Il discorso che stavamo facendo io e Bea riguardava Ace. Le stavo dicendo che io adesso sono vedova e che lei ha perso un fratello e Bea mi ha risposto con una cosa del tipo: "Perché io e lui siamo uguali, ma non potendo essere io Ace allora lui è mio fratello". Al che ho risposto che doveva ringraziare di non essere Ace altrimenti l'avrei già rapita, sequestrata e un'altra serie di cose che qui non posso mettere. Allora il discorso si è concluso stabilendo che nella prossima vita io rinasco donna e Bea uomo così posso dar vita alle mie fantasie xD
Ora fai finta di non aver letto nulla di quanto detto XD
Un abbraccio
A presto!

@KH4: Ciao Ale-chan!
*Yuki si guarda a destra e a sinistra*
Puoi tirarmi addosso i pomodori se vuoi, caVa, perché effettivamente me li merito per non essere ancora riuscita a recensirti ma purtroppo sono piena di impegni vari e ho 3 esami molto prossimi TT___TT Tu confida in me, caVa, che prima o poi ce la faccio!
Sì, certo... se mi capita Ace che mi suona alla porta credo che sverrei per l'emozione oppure gli salterei addosso, due estremi tra i quali non so qual è quello più imbarazzante xD Però non mi lamenterei se venisse a bussare, se ha tempo che passi pure xD
Ebbene sì, adesso entrerà in scena anche Shanks e Smoker, cosa che complicherà ulteriormente la situazione. Probabilmente con l'andare avanti della storia comprenderete fino a che livelli io e Bea possiamo essere sadiche, all'inizio non credo di poter fare tanto e invece mi sono dovuta ricredere xD
Per quanto riguarda Barbabianca ti devo deludere ^^""" Lo abbiamo effettivamente tenuto all'oscuro di tutto. Infondo Ace è preso e se n'è andato per i fatti suoi alla ricerca di Teach senza seguire i suoi ordini e non mi da l'idea di uno che continua a tenere informata casa di come gli sta andando la vita. Comunque non mancheranno altri colpi di scena, te lo garantisco ^^
Un abbraccio *_*

@Akemichan: Ciao tesoro!
Non ri preoccupare, so cosa significhino le dure giornate di studio. In questo periodo sono sommersa dai libri di diritto quindi non fatico a credere che tu non abbia avuto tempo, come d'altronde non ce l'ho io. Mi chiedo perché la giornata abbia solo 24 ore, io per riuscire a fare tutto quello che devo dovrei avere a disposizione come minimo un surplus di altre 12 ore xD
Finendo questo delirio inutile, veniamo a noi ^^
Sono contenta che anche per una persona non fan di questa coppia il capitolo sia potuto risultare interessante e bello. Rendere IC una scena come quella non era facile e quindi sapere che ti sia apparsa tale è veramente bello *-*
Quanto a questo capitolo mi rendi soddisfatta di me *-* Ti assicuro che scrivere la scena di Ace che si alzava da letto è stato uno spasso unico anche per me e quindi mi fa piacere che abbia divertito anche a te ^^ Quanto alla motivazione 'sera' per cui Shanks ha fatto ciò che ha fatto dovrai attendere un bel po'... ora non tirarci verdura marcia, ma Bea è prolissa e io sono stata contagiata da lei, ciò ci ha portato a sviluppare in modo completo tutte le diverse scene, cosa che di conseguenza ha allungato parecchio la storia ^_^
Un abbraccio
A presto!!!

@MBP: Ehilà, Baka!
E ora, tutto per te (e anche per le altre), potete godere della notevole vista di un bel ragazzo come il nostro unico e solo cowboy! Dotato del suo solito caratterino e dei suoi modi tutt'altro che ragionevoli in certe situazioni, ma non ci si può far nulla e noi lo amiamo così com'è!
Hikari se la cava bene, anche se il suo haki ha delle belle ripercussioni xD Bisogna dar merito a Ace che ritrovarsi una sconosciuta alla porta che ti dice di scappare con lei non appare come una cosa molto seria! E lei non ha molta pazienza, soprattutto perché veniva da un viaggio tutt'altro che comodo!
Alla prossima
un abbraccio **




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki



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Capitolo 14
*** Diavolo Rosso ***


CAPITOLO 14: DIAVOLO ROSSO.
(Chapter Soundtrack : Enter Sandman - Metallica )



Ace pareva in difficoltà. Non era tanto per colpa del potere di Smoker, ma di quella maledettissima arma: grazie al Rogia, poteva schivare gli attacchi trasformandosi in fuoco, ma il Commodoro era davvero veloce e stava macinando le distanze.

Nel momento in cui Ace schivò per un soffio un White Blow lanciato all’ennesima potenza, scorse Hikari qualche metro dietro al Commodoro, che lo teneva sottotiro con una strana pistola.

“Meno male che te ne occupavi tu eh?” esordì schernendola, nel mentre che l’atro si girava verso di lei e fissava l’arma.

“Ti consiglio di stare immobile o ti conficco un dardo di agalmatolite nel polmone” rispose fermamente Hikari, piantando uno sguardo di ghiaccio negli occhi del Marine.

Ma Smoker sogghignò, battendo il sigaro e facendone cadere la cenere.

“Che hai da ridere, fumoso?” ringhiò Ace, da dietro di lui.

“Che ho da ridere?” rispose Smoker proferendo una risata roca e profonda “Ora vedrete” e senza dare tempo ad Ace e Hikari di muovere un muscolo, si trasformò in fumo creando una cortina densa attorno a loro.

Subito Ace si trasformò in fuoco, cercando di catapultarsi dalla parte opposta di quella prigione di fumo. Hikari usò di nuovo l’haki per lanciare l’onda d’urto e far ritornare Smoker normale, ma sentì una lama tagliente e gelida premergli sulla giugulare.

“Stai ferma” sibilò una voce femminile nel suo orecchio.

- Tashigi! Cazzo, mi ero completamente scordata di lei! – imprecò mentalmente la donna, tenendo lo sguardo davanti a sé.

Aveva un mal di testa terribile e non vedeva un accidente a causa di quel fumo denso: riusciva a scorgere solo dei bagliori, delle fiamme, che talvolta brillavano qua e là. E si trattava di Ace.

Chiuse gli occhi per cercare di caricare ancora una volta l’haki e liberarsi dalla presa di Tashiji, quando, in un battibaleno, il fumo innanzi a sé sparì e Smoker le comparve davanti.

Le prese il braccio con violenza, le strappò dalle mani l’arma e si ritrasformò in fumo nuovamente: nel preciso momento in cui Smoker era ritornato fumo, Ace aveva ripreso la forma umana e non ebbe neanche il tempo di reagire, se non di spalancare gli occhi ed emettere un grido strozzato, cadendo faccia nella polvere.

Smoker era riuscito a sorprendere il moro con quella mossa: aveva preso la pistola, si era trasformato in fumo una seconda volta – ad una velocità impressionante – e si era ricomposto alle spalle di Ace, premendo il grilletto e conficcandogli il dardo nella schiena.

Hikari sapeva che doveva assolutamente fare qualcosa: a costo di farsi esplodere le tempie, riuscì a caricare l’haki e a liberarsi di Tashigi, che aveva resistito tenacemente fino a quell’istante.

Ma le sue energie erano arrivate al limite: fu colta da un fortissimo giramento di testa, e cadde anche lei inginocchiata al suolo.

Smoker a quel punto capì di avere la vittoria in pugno e si fiondò come una falco sulla donna, stringendo la sua mano, prima di fumo, poi normale, attorno alla sua gola e tirandola sù in piedi.

Hikari era totalmente sfinita: non riusciva neanche più a riconoscere i suoni e le voci, ed oltre a ciò, Smoker stringeva saldamente la sua gola, impedendole quasi di respirare.

“Siamo al capolinea per te e il tuo amichetto” proferì gelido il Commodoro. La mora mosse lo sguardo sulla figura di Ace lunga e distesa nella sabbia, priva di sensi.

“Figlio di…” ma lui strinse ancora di più la presa.

“Non ti conviene insultarmi” ribatté avvicinandosi al suo viso, inondandola del fumo dei suoi sigari “Se non vuoi essere giustiziata prima di arrivare ad Impel-”



Fu un attimo.

Hikari, sentì prima un suono strano, come un tonfo leggero innanzi a lei seguito da uno strattone, poi un senso di schiacciamento che la teneva incollata al suolo, mentre la presa di Smoker era sparita. Voltò lo sguardo a sinistra e vide il Marine scaraventato contro un muro, e il muro stesso quasi completamente distrutto.

Vide inoltre una figura brandire una catena e legarla al collo del Commodoro, stingerla e metterlo in ginocchio: ma non riusciva a mettere a fuoco chi fosse l’uomo che lo teneva in scacco.

Sentiva le voci allarmate degli altri Marines, sentiva degli spari e quella strana sensazione di schiacciamento che quasi le toglieva il fiato.

Tentò di rialzarsi, ma le risultò parecchio difficile: fu proprio quando stava per arrendersi che sentì due possenti braccia infilarsi sotto le sue ascelle e tirarla a sé.

“Stai bene”?

Alzò lo sguardo verso l’alto, non senza fatica, e provò un dolce sollievo nel riconoscere quello che circa dieci anni fa fu il suo migliore amico.

“Sei invecchiato Ben” commentò con un flebile sorriso, producendo un moto di ilarità nel moro, che ribatté con la sua voce calda e misurata: “Anche tu”.

“E ti sei tagliato i capelli… Non va bene” concluse mettendogli una mano sulla guancia e accostandosi a lui. “Finalmente ti rivedo”.

“Sicura di essere tutta intera?” aveva domandato Ben, sistemandole i capelli che in quel momento parevano esplosi e rimettendola in piedi.

“Sì, non preoccuparti per me… Vado a vedere come sta Ace”.

“Hikari…” proferì quasi sconsolato, guardandola incamminarsi verso Pugno di Fuoco. Sapeva bene che aveva trovato la scusa della salute di Ace, giusto per ignorare Shanks che si ergeva dietro di lei e regolava i conti con la Marina.

“Dopo Ben… Dammi tempo”.


Ben Beckman mosse lo sguardo verso Smoker e il suo capitano: il Marine giaceva in ginocchio, sguardo in quello del Rosso che lo teneva a bada con una catena di agalmatolite marina e delle manette della stessa sostanza. Era stato un intervento molto rischioso, soprattutto a viso aperto, senza mezzi termini e senza provocare scontri in mare, evocando cannoni e quant’altro.

E questo un po’ lo disturbava, perché significava che, se l’amico era arrivato al punto di farsi coinvolgere apertamente scendendo a patti con Smoker – che, nonostante fosse al quanto inoffensivo rispetto ad uno del suo calibro, l’ultimo dei fessi non lo era di certo – stava seriamente rientrando nel tunnel tappezzato di ametista e boccoli neri.

Sospirò di nuovo, accendendosi la solita sigaretta.


 
“Che ci fai qui Rosso?” proferì tagliente il Commodoro, cercando di dominare i fremiti di rabbia e di dolore. Aveva fatto un volo notevole e sfracassato il muro dove si era andato a schiantare.

“Evito una guerra” rispose Shanks togliendogli la catena dal collo e appendendola alla cinta. Poco prima si era preoccupato di stringere per bene le manette.

“E’ solo questione di tempo e tu lo sai”.

“Lo so” concluse facendolo alzare e incamminandosi verso il centro del molo: “Yassop”!

Il cecchino della ciurma di Shanks in quel momento stava tenendo in ostaggio Tashigi: “Sì capitano”.

“Accompagna la ragazza e il resto della squadra alle loro navi. Gli ordini li sai” rispose sicuro il Rosso.

“Che intenzioni hai?” domandò lugubre il Commodoro, guardando l’espressione di rabbia mista a terrore che si era dipinta sul viso della sua sottoposta.

“Nulla di cui tu debba preoccuparti, se collabori con noi”.

Smoker fissò intensamente il Rosso negli occhi, cercando di far fronte a quella potenza particolare che riusciva anche a fendere l’aria. Un rivolo di sangue scendeva dalla sua fronte, ma in quel momento i suoi problemi erano altri.

“Collaborare con chi?” rispose con una risata roca “Con feccia come voi? Ma per chi mi hai preso, Rosso?!” esclamò con rabbia.

“Yassop”!

In quel momento il cecchino caricò l’arma puntata alla tempia di Tashigi: “O fai come ti dico di fare, o giuro che do l’ordine di farle saltare la testa” proferì lapidario.


Hikari aveva tirato su il viso nel momento in cui, con l’aiuto di Ben, era riuscita a reggere in piedi Ace, e dopo circa dieci anni si era ritrovata quel diavolo rosso davanti ai suoi occhi.

Non riusciva a muoversi: era come pietrificata.

Aveva assistito a quell’infelice scambio di battute tra i due e aveva visto Yassop caricare la pistola. In lontananza Lucky teneva sotto tiro i pochi Marines rimasti illesi.

“Che diavolo vuol fare?” domandò con un filo di voce all’amico.

“Quel che deve essere fatto” rispose quasi rassegnato “Ci siamo infilati in un casino immondo”.



Smoker stava sudando freddo: “Non lo faresti mai”.

Il Rosso sogghignò, scatenando parte della sua furia e mettendo a dura prova la resistenza fisica e mentale dell’uomo, che si sentì inondare di terrore: “Ne sei così sicuro”?

- Dannazione! – imprecò mentalmente il Commodoro. Non poteva rischiare la vita di Tashigi, non poteva rischiare la vita di nessuno. Guardò la sua sottoposta che mal celava le sue paure, ma che tentava lo stesso di mantenersi impassibile anche con una pistola carica puntata alla tempia.

“Non dategli ascolto!” gli aveva urlato, ma Yassop la fece tacere in fretta.

In quel momento la mora gli fece una tenerezza immensa: nonostante la canna di una pistola che premeva prepotente sulla sua tempia, non scordava la sua disciplina e cortesia reverenziale. Ma soprattutto aveva fegato e quegli occhi ora erano più scintillanti che mai.

No, non poteva rischiare la vita di Tashigi, anche se per una giusta causa: Shanks non era il tipo da far certe cose, ma era pur sempre uno dei Quattro Imperatori e la situazione si stava facendo incandescente.

- Ma poi – si chiedeva – chi è quella donna? Che ci faceva con Pugno di Fuoco? – continuava a pensare, guardandola da lontano. Non aveva nessun fascicolo su di lei, era una perfetta sconosciuta. Non l’aveva mai neanche vista.



“Allora?” domandò il Rosso che cominciava a non avere più pazienza. Non si era ancora girato verso Hikari e sentiva il suo sguardo su di lui: uno sguardo che sapeva mettergli i brividi, che gli entrava sottopelle, nei suoi muscoli, nelle sue ossa e lo faceva tremare.

- E meno male che dovrei essere io quello che fa tremare i mostri marini con uno sguardo – pensò, celando una risata amara che gli stava sorgendo spontanea.

E forse non aveva neanche il coraggio di girarsi a guardarla: avrebbe rivisto quegli occhi viola, occhi che però non tradivano dolcezza o gioia e questo era ciò che lo rendeva tanto nervoso.

Tentò di cancellare dalla mente quei pensieri che lo distraevano dalla situazione delicata e tornò a tenere in scacco Smoker con l’haki.

Doveva fargli capire che ora era lui a comandare.

Il Commodoro chiuse gli occhi deglutendo il boccone amaro: “D’accordo, farò quel che mi chiederai”.

Shanks a quel punto sorrise soddisfatto: “Ora tu verrai sulla mia nave, mentre Tashigi tornerà alla base con i tuoi a riferire cosa è successo. E gli porterà il seguente messaggio” e la guardò negli occhi facendole liquefare le ossa “Pugno di Fuoco è sotto la mia protezione ora. Se hanno fegato di sfidare Shanks il Rosso, allora che si facciano avanti” concluse incamminandosi verso la nave, mentre Yassop e Lucky s’indaffararono a caricare i superstiti sulle navi.

Prima di imboccare il molo principale, si voltò verso Ben e finalmente i due si ritrovarono faccia a faccia. Hikari, nonostante avesse esaurito le forze, non riuscì a contenere un moto di rabbia, scaricato sottoforma di haki, che giunse come una sferzata contro Shanks.

“Calmati” le disse Ben, sottovoce.

Il Rosso stette a guardarla negli occhi ancora per qualche secondo, sentendo il suo corpo percosso da centinaia di spilli e da fremiti, per poi proseguire verso la nave: “Ben, occupatene tu”.

Hikari a quella frase strinse la mano libera a pugno, ma l’amico le rivolse uno sguardo ammonitore: “Controllati, per cortesia. Dobbiamo pensare ad Ace… Credo sia abbastanza grave la faccenda”.

“Lo so” rispose, cercando di contenere la rabbia. L’aveva ignorata completamente e aveva tirato dritto, rivolgendo a Ben quell’ordine e niente di più. Ma la cosa che l’aveva fatta irritare così tanto non era stato il comportamento del suo ex, quanto la strana tachicardia che quell’occhiata le aveva sviluppato.

Si era sentita nuda. Indifesa, con il proprio sguardo come unico contrattacco. Si era sentita incendiare il viso e non sapeva se era per la rabbia o perché erano dieci anni che non lo rivedeva.

Ma doveva darsi una calmata, perché la testa era arrivata a pulsarle in modo davvero pericoloso e cominciava ad agitarsi un po’ troppo per le sue forze rimaste.

Prendendo un lungo respiro, s’incamminò verso il Vento dell’Est, reggendo un Ace più di là che di qua.





- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Salve a tutti! ^^
Rieccoci qui, con il consueto appuntamento settimanale! :) Eccovi qui, servito su una spiaggia deserta, il nostro Rosso preferito, alle prese con il povero Commodoro... Dite la verità, vi ha fatto un po' di pena il Fumoso, vero? Ovviamente Shanks ha deciso da subito di non andarci per il sottile: questo, sostanzialmente, perchè, benchè Smoker non lo impensierisca per nulla, lo rispetta come avversario. Questo l'ho scritto perchè non è spiegato nella storia, giusto perchè sorge spontanea la domanda "E che cavolo! Ma era così necessaria tutta quella cattiveria"?
Sì. Perchè siamo sadiche. :p

Bene, ora tutti e quattro i protagonisti sono raggruppati assieme! Abbiamo un Ace svenuto, uno Smoker preso in ostaggio, una Hikari furibonda e uno Shanks con un prossimo mal di testa di proporzioni cosmiche, vista l'enorme mole di lavoro da gestire.
Qui urge una mano da parte della pertica, è assodato... Quanto non vorremmo essere nei panni di Ben (o forse sì?! :p).

Detto questo, passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -

@MBP: ciao tesoVa! **
Ti è piaciuto così tanto?! Nonostante la brevità? Ma che bello, sono felicissima! ^^ Ovviamente lo sappiamo bene com'è fatto Ace. Ed Hikari ha toccato proprio quel tasto... Involontariamente, si sa. Ecco spiegato quel comportamento così brusco, ma credo che tu ci sia arrivata anche da sola. :) E, appunto, conta anche il fatto che "sta sconosciuta" paia impicciarsi davvero troppo della sua vita... Povera Hikari. Spiegare una situazione che non è chiara neanche a lei, non è propriamente una passeggiata. ^^' Meno male che contro di Smoker le spiegazioni non servono. xD In cuor suo, un po' l'ha ringraziato per averle evitato mille domanda e parole inutili. Botte da orbi, e valà. xD
E sì... Il Rosso sta arrivando! Prepara i pop-corn, dolcezza. :p
Un abbraccio caVa e grazie per i complimenti e la recensione!
Alla prossima! ^^

@Huntergiada: ciao! E benvenuta! ^^
Accipicchia, addirittura incollati alla sedia?! Grazie caVa, e non scusarti per non aver recensito prima. Ci mancherebbe! Come hai detto tu, la storia, piano piano è entrata nel vivo... L'aggiornamento sarà sempre di martedì sera, dopo cena. Per cui, tranquilla, non scappiamo da nessuna parte. :3 Tanto la storia è già bella che finita. ^^ Quindi niente sorprese. :)
Alla prossima! Grazie per la recensione!
Un abbraccio.

@Red Queen: ciao caVissima! **
Ohi, ohi, con sto capito abbiamo attentato alla tua salute? xD Effettivamente abbiamo messo tutta la carne al fuoco in un colpo solo. Tutti protagonisti principali sono riuniti, per non parlare dei secondari... ^^
Anche tu a dieta? Io è da Pasqua che ci do... E, guarda, un pochettino ti do ragione: il problema è che la mia cioccolata virtuale è composta da Ben e Shanks. E non ce n'è molta in commercio... ^^' Stringo i denti e vado avanti... u_u
Vabbè, tesoVo mio, ad un certo punto anche i colpi di scena finiscono... xD Alla fin fine era palese lo scontro, sennò non avremmo architettato tutta questa convergenza (sembra un vertice ONU!) verso Mistral. Felice che ti sia piaciuta la peculiarità dell'arma: io mi chiedo perchè Oda non abbia mai inserito una cosa del genere... Dubito che non ci abbia pensato. O.o Forse la riteneva troppo banale? Tuttavia, serve come diversivo! ^^ Ah, guarda che Hikari non è una di quelle che si lascia prendere dalla tenerezza... Non si fa mica problemi? Men che meno con un Marine! Alla faccia dell'"ex collega"... ^^'
Tu non hai idea di cosa passerà il nostro Fumoso preferito... Ammiraglia o no, non sarà quello il problema... :p Vedrai... Non saremo sadiche come te, ma non ci andiamo per il sottile. :o
In ultimo, tranquilla. La risposta è no. :) Il tutto finità prima del Banaro. Quindi, goditela. ^^
Un abbraccio caVa, grazie per i complimenti e la recensione!
Alla prossima.

@Maya: ciao tesoVo mio! **
Eccoti qui. Vedo che anche tu ormai sbrighi le faccende di notte... Collega... ^^'''
Sì, come vedi, cominciano a volare le botte! Questa è una delle parti che ho adorato scrivere, dehehe!  Penso che tu possa ben immaginare l'umore della mora in questo momento: avere a che fare con Ace (e già lì... ci vuole pazienza), con Smoker (e valà... un incontro che promette bene! xD) e con il sottile dettaglio che Dragon non le ha spiegato una mazza riguardo i vari altarini famigliari e non... Se non ha fatto esplodere l'isola, è solamente perchè è stravolta! ^^'
Sono molto contenta del tuo commento riguardo ad Ace e Smoker: ce l'abbiamo messa tutta per non sforare... E assicuro che capiamo bene quanta difficoltà possiate avere anche voi nelle vistre storie. Spero solo di riuscire a soddisfare l'IC fino alla fine. ^^
Sul muro di haki, lo confesso... Sono stata sadica e bastarda. xD E' che anche a me la scena ha fatto ridere... Mi immagino Smoker, con sguardo interrogativo, che dice tra sè: "Ma che cazz...?!" xD
Tranquilla per l'isola... Si sa che i Mugi combinano casini, ma perchè mancano di organizzazione... Ti ricordo che è appena arrivato un certo Rosso e, anche se sappiamo che questa storia è stata iniziata durante la prima parte di ID, la sua capacità di persuasione c'è. xD Di fatti, questo capitolo è abbastanza eloquente... :p
Ti passo il catino di bava... Dai... xD
Un abbraccio caVa! E grazie per la rece e per i complimenti! ^^
Alla prossima!

@Giodan: ciao! ^^
Ehehe... Contentissima che ti sia piaciuto il finale... :p Con il Rosso le frasi ad effetto mi sembrano d'obbligo! Sull'arma di Hikari, ripeto, non riesco a capire il perchè Oda non abbia mai introdotto queste cose... A me sembrano basilari. O.o Magari le trovava scontate, ma contro i fruttati sono una bellezza! ^^
Un abbraccio e grazie! Alla prossima!

@Cassandra Wolf: ciao! E benvenuta! ^^
Quanti complimenti: ti ringrazio davvero *arrossisce come Chopper* xD Allora, veniamo ai quesiti: per quanto riguarda il seguito, nulla è sicuro. Nel senso, non abbiamo ancora steso nulla. Ho qualche idea io per la testa, ma necessitiamo di sapere di più dalla storia... Se ci sarà la possibilità di stendere un seguito, tuttavia, dovremo tener conto anche della trama. So che dispiace questo, ma credimi... Dispiace anche a noi, soprattutto perchè, prima di Marineford, avevamo qualche idea interessante. Che però non possiamo più attuare (Oda... maledetto!). Questa cosa ci ha buttato giù parecchio... Sul secondo punto, invece, per ora no. Nel senso che sappiamo troppo poco di lui... Ma in un futuro chissà? ^^ Mai dire mai e non vedo perchè no. :)
Un abbraccio e alla prossima! ^^

@KH4: ciao Ale-chan! ^^
Poteva andare diversamente? No, dico, poteva, secondo te Ace, ascoltare dei saggi consigli, testardo com'è? E col sangue bollente che si ritrova?! Naaaa... Tutto da copione. Figuriamoci se quello si ferma a riflettere... -_-
Che poi, è vero che non bisogna tirar fuori tali argomenti con lui, che si scalda subito: ciò non toglie che vuole fare sempre di testa sua. E' fatto così. Ma sì, lo perdoniamo infondo. :)
Dai dai, hai visto che il Rosso è arrivato lo stesso? :p Ti è preso un colpo eh? xD Pensa ad Hikari, povera donna... Combattuta tra l'altro tra il non volerlo vedere per orgoglio, e il volerlo vedere per salvarsi la pellaccia. Sta in una confusione esagerata, poverina! xD
Yaiii, un'altra che esulta sulla tattica dell'agalmatolite, sì! Vi è piaciuta proprio questa trovata eh? ^^ Sono felicissima! Per Barbabianca, è come dici tu: tanto, ma tanto, di cappello ad Oda, che riesce a gestire così tanti personaggi, tutti insieme. Noi siamo andate più volte in panico e da gestire ne avevamo, di spicco intendo, sui 6 o 7. Fai te. Mi sento una caccola...
Bene, sul resto non sto a dirti nulla, perchè l'hai potuto leggere in questo capitolo: ovvio è che aspetto commenti sulla parte action e l'entrata di Shanks, face to face col Commodoro. :3 Aaah... Un bel duello... Durato niente, ma è normale, quando si è soli e si ha a che fare con un Imperatore. :3
Grazie per tutti i complimenti e per la recensione, tesoVa! ^^
Alla prossima, un abbraccio!

@Akemichan: ciao caVissima! ^^
Wow, quanti consensi sulla "tecnologia" dell'arma di Hikari. ** Non credevamo che piacesse così tanto! Grazie mille! ^^
Sulla scena che mi hai descritto, quella alla Oda, mi è scappato da ridere! xD E anche qualche bava. Sai... Stiamo parlando dell'Imperatore più "fiquo" dei Quattro Mari, mica pizza e fichi, eh? ** No, scusa, è che quando si parla di Shanks (le troppe poche volte u_u), non capisco più un accidente! ^^'
Guarda, sui rogia... Ormai ci ho perso la speranza. Anche se ne abbiamo visti parecchi, pochi scontri faccia a faccia si sono svolti fin ora. Come te, non capisco neanche io come funzionino in generale, soprattutto con l'interazione tra loro. Rimarrà un mistero... Noi abbiamo cercato di arrangiarci... ^^'
Sulle questioni, quella di Rufy ed Ace si sa. O meglio, viene detto papale papale a Smoker ad Alabasta, in un ambiente anche abbastanza popolato da persone (basti pensare ai Marines). Quindi, un po' per logica, siamo andate dritte alla conclusione che proprio un segreto non fosse. E poi Hikari, lavorando in Marina e con Dragon, certe informazioni doveva saperle. Un po' con le ricerche, un po' perchè per fare la spia, alcune info da parte di Dragon dovevano essere consegnate.
Poi, tenete bene a mente che non sapevamo ancora di Iva al tempo. E quindi neanche di tutti i vari spoileroni-scoop del livello 5.5 di ID. ^^' Non abbiamo voluto modificare nulla perchè diversamente avremmo dovuto reimpostare totalmente la storia... Dannato Oda! xD
Grazie per i complimenti e la recensione caVa!
Un abbraccio!



- Angolino di Yuki -



@MBP: Ciao caVa Marta-chan!
Non è stato così tanto brusco, dai, alla fine è giustificato dalle circostanze in cui si trova e che effettivamente gli danno tutto il diritto di mettersi a fare a botte con Hikari. Lei è una sconosciuta, arriva all'improvviso a buttarlo giù dal letto la mattina presto (e questo punto da solo per me giustifica qualsiasi atto omicida u_u), gli dice di andare con lui senza dargli uno stracci di motivazione e in più tocca il dolentissimo tasto della famiglia. In poco tempo Hikari ha fatto tutto ciò che non doveva fare XD
E finalmente è arrivato anche il grande, unico, Rosso! Oh, sì, perché era giusto che facesse anche lui il suo ingresso in modo degno... e alla faccia *ç*
Un abbraccio ^^
Ci sentiamo presto **

@HUNTERGIADA: Ciao, o nuova recensitrice **
Grazie per i complimenti! Sono veramente contenta che il capitolo riesca a tenere con il fiato in sospeso, tanto da non riuscire a staccare gli occhi! Ciò riempie di orgoglio noi autrici che ci siamo tante impegnate per regalarvi una storia con i ficchi e controfiocchi *-*
Alla prossim!

@Red Queen: Ciao caVissima!
Effettivamente il capitolo era saturo di personaggi che sanno il fatto loro e sanno mandare in tilt anche la più fredda delle fangirls! Uno dietro l'altro, sono apparsi i bei fusti di One Piece, e ciò sicuramente allieta la giornata *ç*
Smoker non è messo molto bene, poverino XD Tra Hikari con la sua arma, tra il Rosso che è appana arrivato, si ritrova a non avere molto terreno nel quale giocare (perché, ovviamente Shanks è più forte e il commodoro lo sa, mica può mettersi a fargli da tirapugni a gratis xD)! Noi autrici siamo state un po' cattivelle con tutti, chi più e chi meno, ma ad ognuno abbiamo riservato la sua parte di sciagura e depressione, condita con rabbia in quasi tutti i casi!
CaVa, no, non ti preoccupare. Al capitolo incriminato non ci arriviamo nemmeno di striscio, per carità! Non riuscirei a scriverci sopra, assolutamente, senza contare che la storia l'abbiamo terminata molto prima che uscisse e quindi per noi il tutto aveva ancora un happy ending che poi non c'è stato. Quindi rilassati, prendi un sospiro, e stai tranquilla che Ace non arriva nemmeno a ID qui!

@Maya_90: Tesora, ciao **
Come stanno andando gli esami? Tutto bene speso! Io sono ancora alle prese con i miei mattoni, mi sono fatta un programma da spararsi TT___TT
Ehm, torniamo a cose più leggere. Hai visto che ingressone che ha fatto il Rosso?! Se fossi stata in prima linea, sarei svenuta alla sua risposta finale, molto, ma molto... sexy, decisamente xD
'Dragon non è mio padre' è la frase che ha lasciato l'intero mondo con gli occhi sgranati, la mandibola che penzola, e un ronzio nel cervello nel vago e illusorio tentativo di trovare una logica a tutto quanto. Sì, decisamente ci ha lasciato tutti basiti e lo stesso Hikari, la quale poveretta credeva veramente che fosse suo figlio (come noi quando abbiamo scritto la storia) e invece adesso si ritrova questa bella sorpresina xD
Ace (*ç*), a lui, quando scrivo, dedico tutta me stessa per renderlo IC, e fa sempre piacere quando ciò viene notato e sottolineato! Lo stesso per Smoker, anche se quest'ultimo è più difficoltoso da trattare rispetto al primo. Il Commodoro, poraccio, ora si ritrova di fronte a un'imperatore, cosa non tanto piacevole e cosa che ovviamente gli lega notevolmente le mani dato che in ostaggio c'è anche tutto il resto dei suoi uomini (Tashiji compresa!).
Alla prossima, caVa!
Un abbraccio

@Giodan: Ciao ^^
Ah, grazie mille per i complimenti sulla trovata dell'acqua! Sono contenta che piaccia!
La frase del Rosso è fenomentale, molto degna di un grande pirata com'è lui u_u
Alla prossima!

@Cassandra_Wolf: Ciao **
Innanzitutto, mi prosto davanti a te per i complimenti alla storia. Grazie!
Quanto alle domande:
1) sei proprio sicurasicurasicurasicurasicurasicura di volerlo sapere? Premettendo che se fosse per me il capitolo 754 non esisterebbe nemmeno e io andrei avanti per la mia strada continuando a pensare all'happy ending, questa storia nasce non per cambiare qualcosa della trama originale ma per affiancarsi ad essa e continuare a seguirne la scia. Quindi, purtroppo, la risposta è: nel seguito Ace fa la fine che Oda ha deciso di fargli fare (maledetto a lui ç_ç)
2) domanda niente male, davvero! Allora, per il momento ancora non stiamo lavorando al seguito per varie ragioni (prima di tutto occorre che Oda vada avanti nella storia, che arrivono nel Nuovo Mondo e che Dragon faccia uno straccio di apparizione in più; inoltre entrambe siamo letteralmente sommersa dagli impegni). Tuttavia non escludiamo l'ipotesi, cioè, mai dire mai, ma non c'è ancora nulla di certo e concreto!
Spero di essere stata esauriente, se hai dubbi chiedi pure ^^
Un abbraccio

@KH4: Tesora!
Guarda, credo che tra il muro e la testa di Ace, la più dura non sia proprio la prima xD Ace brilla per la sua cocciutaggine peggio di qualsiasi altro e appena qualcosa non va come dice lui, allora piuttosto si va a ficcare in situazioni estreme da cui esce messo molto male. Ma in fin dei conti, io lo amo proprio per questo suo carattere e non me ne la mente affatto *ç*
Fai tu, chiamami con il suffisso che preferisci, per me è uguale, Ale-chan **
Hikari, poveretta, non sa nulla del passato di Ace e come tutte noi è andata a deduzione: se lui e Rufy sono fratelli e il secondo è figlio di Dragon, allora anche l'altro lo è! E come tutti noi è caduta in un madornale abbaglio congeniato dalla mente diabolica e meravigliosamente contorta di Oda ** Ovviamente, ha toccato il tasto sbagliato, ma questo non poteva saperlo e quindi si è dovuta beccare lo sguardo truce del nostro ben moro xD
Se avessimo introdotto Barbabianca dandogli un ruolo di rilievo la storia probabilmente sarebbe diventuta infinita e già così è veramente lunga. Inoltre, sì, gestire così tanto personaggi insieme ti manda il cervello nel pallone e bisogna fare molta attenzione ^^
Quando a Smoker, tieniamo conto che in ogni caso lui è un Commodoro, ed è si forte ma di fronte a sé ha un Imperatore! Come sproporzione di forze è veramente grande, e Smoker lo sa - senza contare che l'ammiraglia è tenuta sotto tiro dai cannoni del Vento dell'Est. Quindi i margini d'azione sono molto limitati.
TT__TT Grazie per gli auguri, per il momento il mio cervello sprofonda in un abisso fatto di diritto civile, diritto penale e diritto comune. Senza contare che questi sono solo i primi con i quali comincio... voglio andare in vacanza per il resto della mia via!!!! In bocca al lupo anche a te, spero che ti vada tutto ben, Ale-chan **
Un abbraccio
A presto **

@Akemichan: Ciao tesoro!
Ah, anche tu alle prese con lo studio? Quanto ti capisco, quindi tranquilla se hai da fare non preoccuparti, hai tutta la mia più totale comprensione e appoggio!
Vedo che la rispsota di Shanks ha veramente spopolato, sono veramente contenta! A me piace un sacco e sono sempre rimasta incantata a immaginarmi la scena, sarebbe bellissimo se nel manga Oda gliela facesse pronunciare, vorrei proprio vedere come la renderebbe *Yuki sogna ad occhi aperti*
Allora, la parentela di Rufy e Dragon, Hikari la saputa da quest'ultimo. Vero, Iva non lo sapeva e io non ricordo nemmeno se quando abbiamo scritto questo pezzo si sapeva già che Iva lavora per Dragon; ma anche se così fosse il rapporto che lega Hikari a Dragon non è semplicemente lavorativo, lui per lei ha fatto moltissimo prima di tutto sul piano personale e questo ha creato un rapporto profondo di rispetto e fiducia.
Quanto al secondo punto, nel numero 18, quando Ace si para davanti a Rufy per poteggerlo dall'attacco di Smoker ad Alabasta, viene detto di fronte al Commodoro che sono fratelli. Quindi, non tutti lo sanno della parentela, ma neanche in pochi sono a saperlo e Hikari che era nella sezione di trasmissione delle informazioni avrà intercettato qualche messaggio al riguardo ^-^ Spero di essere stata chiata ad esporre il tutto, altrimenti richiedi pure delucidazioni!
Un abbraccio
A presto!
 






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki






 

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Capitolo 15
*** Sentimenti ***



CAPITOLO 15: SENTIMENTI.
(Chapter Soundtrack: Good Riddance - Greenday)



[Hikari pov.]


L'unica ragione che mi tratteneva dal prendere tutti i sentimenti negativi che mi vorticavano dentro l'anima e il cuore, era il semplice e freddo obbiettivo della mia missione: assicurarmi che Ace, mister faccio-tutto-io-non-mi-occorre-l'aiuto-di nessuno con risultati scadenti, era ancora mezzo rintontito dopo lo scontro con Smoker.

Era già da mezzora che eravamo in una delle cabine del Vento dell'Est, non avevo idea di che cosa stesse capitando fuori e l'unica mia preoccupazione - l'unica che volevo - era far riprendere quel deficiente per poi bastonarlo con le mie stesse mani.

Ci mise un bel po' prima che l'effetto dell'agalmatolite scomparisse e finalmente mi rivolse uno sguardo più lucido degli altri.

Ammaccato, con graffi sul viso e il resto del corpo, i capelli arruffati pieni di polvere e fango, mi guardava come un bambino fissa la sorella maggiore dopo aver combinato un disastro.

Mi passò per la mente l'immagine di una credenza di finissima porcellana in frantumi sul pavimento, intanto che un pallone di calcio rotolava piano verso un angolo. Un bambino - Ace versione cinque anni - fissava sbigottito dallo stipite della porta il macello e nei suoi lineamenti, a poco a poco, compariva la consapevolezza che tutto ciò avrebbe portato, inevitabilmente, alla strigliata.

Deduzione più che corretta, ma le soddisfazioni della vita bisogna togliersele con calma. Hanno più sapore in questo modo.

"Come ti senti?" chiesi porgendogli un asciugamano asciutto, da sostituire a quello che teneva appoggiato alle spalle.

"Bene" mi rispose con un po' di incertezza, ma sfoggiando un sorriso sbilenco "Grazie a te e al Rosso…"

Evitai accuratamente di fissarlo negli occhi il secondo dopo che ebbe pronunciato quel nome, preoccupandomi di concentrarmi esclusivamente sul moro davanti a me.

I problemi vanno affrontati uno alla volta.

"Ottimo, così sentirai più male" sbottai gelida.

"Avevi ragione tu, mi dis-"

"Non me ne faccio nulla delle tue stupidissime scuse! Imbecille che non sei altro, lo sai che cosa hai rischiato? Lo sai che cosa avrebbe comportato"?

"Sì" borbottò in rimando, quasi offeso per non averlo ritenuto abbastanza intelligente da pensare ai risvolti della sua cattura.

Non lo ritenevo uno sciocco o uno sprovveduto, ma un'incosciente, irresponsabile e testa calda di sicuro!

Come aveva pensato di cavarsela da solo contro Smoker, la ragazza che si portava sempre dietro - neanche fosse la sua fidanzatina - e tutti gli uomini che si era portato appresso? Un’intera flotta! Ma conoscevo la risposta a quella domanda: Ace non ci aveva nemmeno pensato alla possibilità di essere catturato, ipotesi che probabilmente non aveva sfiorato per sbaglio il suo cervello. Quando si diceva essere sicuri di sé stessi!

"Complimenti!" continuai urlando "Un vero genio! Perché cavolo non sei rimasto nascosto con me, eh? Moccioso, che cosa pensavi di ottenere"?!

"Tu non capisci, io..."

"No, non capisco per nulla!!" esclamai con vigore, accentuando l'enfasi picchiando la mano sul tavolo al quale lui era seduto.

Rimase a fissarmi in silenzio, senza abbassare lo sguardo.

Vedevo dipinto sul suo volto emozioni contrastanti che si mescolavano tra loro come pozioni nei calderoni delle streghe.

Consapevolezza, perché evidentemente aveva realizzato che non ero proprio la prima sprovveduta che passava lì per caso - ed era anche ora che se ne rendesse pienamente conto.

Risentimento, in pochi probabilmente gli avevano dato una lavata di capo simile alla mia e la cosa non doveva andargli particolarmente giù.

Rabbia, nei propri confronti per non essere stato in grado di cavarsela da solo e di non aver compreso fin dall'inizio la gravità della situazione.

Perplessità, perché infondo non conosceva tutti i risvolti di quella faccenda e c'erano molti punti oscuri che doveva chiarirsi.

Stavo per riprendere la parola, con più calma, ma la porta si aprì con un cigolio fastidioso facendomi ricordare della testa che mi scoppiava. Ben fece il suo ingresso con la sigaretta tra le labbra, incurvate in un'espressione scura e preoccupata.

"Ragazzo, vieni" esordì il vice tenendo aperta la porta "Il capo vuole parlarti".

Ace si limitò a rivolgermi un'ultima occhiata, indeciso se aggiungere qualcosa per terminare in bellezza la nostra chiacchierata o sparire da quella stanza insieme a Ben. Alla fine optò per una via di mezzo: un cenno con il capo e il sorriso sghembo.

"Hikari, aspetta ancora un po' qui" proferì tranquillo il vice, addolcendo leggermente l'espressione.

"Sono calma".

"No, non lo sei per nulla" replicò con pacatezza prendendo tra le dita la sigaretta, intanto che dalla bocca appena dischiusa usciva una nuvoletta di fumo.

Aspettò un attimo per continuare, piantandomi i suoi occhi blu - scuri e profondi - addosso. Poi portò l'indice destro alla tempia, ticchettandoci un attimo sopra: "Hai le vene che ti pulsano" osservò riportandosi la sigaretta alle labbra "Rilassati".

"Sì…" borbottai sottovoce.


Ora ero io quella che si sentiva come una bambina incapace di non combinare guai per un lasso superiore ai tre minuti. Gonfiai leggermente le guance, inversata per quel trattamento capace solo di far uscire la mia parte permalosa, la quale andava a nozze con quella orgogliosa.

In realtà non volevo rimanere da sola. Era quella la situazione che volevo assolutamente evitare.

Perché quando le persone stanno con sé stesse, senza distrazioni attorno, va sempre a finire che ci si guarda dentro - con più o meno accuratezza - e si scoprono parti dolenti che era meglio lasciare dove stavano.

La mia parte anestetizzata dalla presenza di Ace, ovviamente era Shanks.

Appena visualizzai mentalmente la sua immagine, mi salirono alla gola così tanti insulti ed esclamazioni poco ortodosse, da poter far impallidire anche il pirata più rozzo e maleducato che solcasse i mari.

Avvertivo la rabbia ribollire, sempre di più. Scorreva veloce nelle mie vene e nelle arterie, facendo avanti e indietro per ogni angolo remoto del mio organismo. E senza nemmeno accorgermi la mia espressione si deformò di conseguenza, mentre anche l'adrenalina prendeva ad unirsi alla festicciola nei vasi sanguinei.
Quel miscuglio terrificante non mi giovava affatto e infatti, dopo poco, una fitta acuta mi attraversò la testa costringendomi a sedere.

Era assolutamente necessario che mi calmassi seriamente, altrimenti sarei finita con il distruggere completamente il Vento dell'Est. Accumulare tutta quell'ira non faceva altro che accrescere la mia necessità di sfogarmi all'esterno tramite le onde d'urto.

Tuttavia era abbastanza inutile.

Respirai a lungo e a fondo, ma proprio il mio cuore non ne voleva sapere di diminuire d'intensità.

E come un lampo a ciel sereno, compresi che non era solo per la rabbia e la frustrazione di aver rivisto l'unica persona che avevo veramente amato, e che mi aveva abbandonato con tanta naturalezza, come se alla fine io non fossi mai stata nulla per lui. Ma c'era anche il dolore e l'amarezza per quell'incontro.

La sofferenza che avevo provato dieci anni prima mi stava travolgendo nuovamente, come se fosse stata semplicemente arginata da una diga, ora infranta da uno sguardo. L'unico che ci eravamo rivolti da quella mattina.

Un moto di furia improvvisa mi fece alzare di scatto e infrangere a terra il povero bicchiere che se ne stava davanti a me, senza colpa se non quella di essere stato appoggiato davanti a una persona che voleva fare a pezzi il mondo intero con le lacrime agli occhi.

Le trattenni, perché ne andava del mio orgoglio. Me lo ero ripromessa di non versare più una sola goccia per quel lurido pirata dalla chioma color peperone, che mi aveva usata e basta.

Mi era tornata alla mente quell'ordine freddo, detto con tono indifferente e impassibile.

"Occupatene tu, Ben".

Ma che cos'ero? Un carico da mettere nella stiva? Un sacco di immondizia di cui sbarazzarsi? Un ferro vecchio?

Aveva usato lo stesso tatto con cui ci si rivolge a un qualcosa di inanimato, a un oggetto di cui non si sa bene la funzione o non si sa se tenere o meno.

Nessuna emozione era trapelata, nemmeno una punta di incertezza o di imbarazzo per essersi ritrovato davanti la donna - cioè me - che aveva piantato di punto in bianco senza nemmeno una spiegazione, una parola, un addio.

Lasciandomi andare, mi ributtai sulla sedia. Nuovamente, subentrò altro a quell'ondata di collera.

Una nuova ondata di aculei affilati mi trapassò il cuore e compresi che la rabbia stava cedendo il passo al dolore, l'adrenalina alla malinconia.

Non andava bene, ma per lo meno non avrei distrutto la nave e il mio mal di testa si sarebbe affievolito - unica nota positiva in quel deserto di speranze che mi si parava davanti.

Afflitta. Afflitta e distrutta, ecco come mi sentivo.

Fuori e dentro.

Non ero certa di poter reggere alla situazione, di poter affrontare lui.

Mi aveva spezzato il cuore con una facilità raccapricciante un decennio prima e non volevo assolutamente che quel dolore si ripetesse. Non posso permettermelo, perché questa volta non riuscirei a riprendermi. Come potrei sopportare nuovamente il gelo agghiacciante dell'abbandono? La disperazione?

Non avevo ancora superato l'odio e il risentimento. Ero ancora legata a lui dopo dieci anni e una persona normale in un lasso di tempo del genere avrebbe sicuramente lasciato perdere e si sarebbe fatta una ragione del tutto.

Io non ci riuscivo, non potevo perdonare in quel modo.

Appoggiai la testa al tavolo, sulle braccia incrociate e chiusi gli occhi.

Lasciai scivolare via alcuni pensieri fastidiosi che erano venuti timidamente a insinuarsi nella mia mente. I dubbi non erano una buona cosa, non potevo permetterli ed era meglio eliminarli sul nascere.

Meglio dormire che chiedersi se l'unico motivo per cui mi ero portata dietro tanto odio era l'impossibilità di perdonare o la volontà di sentirmi in qualche modo unita a Shanks.

Meglio l'oblio che la fastidiosa domanda che batteva alle porte della mia coscienza sorda: ‘E' solo rabbia?’.

Meglio un mondo di sogni che il quesito che voleva porsi a gran voce, ponendo un altro dubbio. Il dolore era quello di dieci anni prima, tornato a rivivere, o era quello della consapevolezza di non poter stare al fianco di lui?

Meglio qualsiasi altra cosa che le risposte.





[Shanks pov.]


Per fare un riassunto dell'attuale situazione nel mondo: un disastro.

Probabilmente il mio intervento non è servito a nulla, solo a rallentare l'imminente guerra.

Ace prima o poi sarebbe dovuto tornare da Barbabianca, e conoscendo il temperamento di quel vecchiaccio non si sarebbe tenuto troppo al coperto. Anzi, avrebbe accettato più che volentieri di aprire una guerra di proporzioni mondiali con il Governo.

Riepilogo della mia situazione: un disastro era troppo poco. Mi occorreva un sostantivo migliore per rendere veramente in che razza di casini mi trovavo.

Comparve davanti ai miei occhi uno scenario post apocalisse.

Così andava molto meglio! Ecco, era esattamente così che mi sentivo!

Rottami, macerie, incendi e cenere: ottimo, avevo trovato l'immagine perfetta alla quale paragonarmi!

Sbuffai sonoramente sbattendomi sulla poltrona della mia camera, reclinando all'indietro il capo.

Ordine, dovevo assolutamente fare ordine nella confusione più totale che avevo in testa. Perché altrimenti ero certo che sarei impazzito da lì a poco, senza possibilità alcuna di riprendermi.

Presi la bottiglia di rum e mi versai un mezzo bicchiere, giusto la quantità che mi occorreva per rilassarmi e permettermi di concentrarmi con la dovuta attenzione sulla situazione attuale.

Dovevo occuparmi prima delle questioni generali, e lo sapevo bene. Quindi dovevo decidermi se parlare prima con Smoker o con Ace.

Scelta ardua, visto che entrambi non mi avrebbero facilmente dato retta dato il temperamento che possedevano. Mi avrebbero costretto a ripetere le stesse cose per ore prima di convincersi che parlavo seriamente.

Scelsi Ace, perché con lui non avrei perso la pazienza. Era giovane e ancora incosciente, dunque capivo da un certo punto di vista il suo temperamento caldo.

Inoltre era il fratello di Rufy, il che mi portava a guardarlo con simpatia.

Smoker lo avrei tenuto per secondo e, nel caso mi avesse fatto incazzare, si sarebbe preso la razione accumulata dal dialogo precedente.

Peggio per lui. In fin dei conti il Commodoro stava dalla parte della Marina e per quanto lo considerassi un uomo di principi, rimaneva comunque un nemico.

La parte più facile l'avevo sbrigata e ora rimanevano i successivi quindici minuti - lasso di tempo in cui Smoker sarebbe stato legato come un salame nella cella della nave e in cui Ace si sarebbe ripreso - per dedicarmi all'altra questione.

Mi guardai attorno dopo aver appoggiato il bicchiere di rum sulla scrivania.

Nonostante fosse mattina ormai inoltrata e il sole fuori splendesse, nella mia camera filtravano a fatica i raggi del sole, intrappolati dalle tende tirate.

La poca illuminazione conferiva al locale un aspetto molto più angusto e lugubre di quello che sarebbe dovuto essere se la luce fosse entrata come il solito. Le ombre si accavallavano tra loro e i vari oggetti sparsi e in disordine per la stanza assumevano un aspetto più inquietante di quello usuale, trasformandosi in qualcosa che era molto lontano da ciò che ci avevo messo io.
 

Ma forse quelle tenebre che sentivo aleggiare intorno a me erano più semplicemente un'esternazione di quelle che invece mi opprimevano all'interno.

Buttare a terra la maschera di finta indifferenza e mostrare che non lo ero affatto.

Tutto, tranne che quello. Magari nei confronti di qualsiasi altra persona, ma non nei suoi.

Hikari.

Non aveva più i lineamenti da ragazza, ma quelli di una donna. Eppure era rimasta la stessa: boccoli neri, vaporosi e ben delineati, o occhi - dio, che occhi! - viola, profondi come l'oceano che ho sempre amato.

Mi morsi un labbro.

Non era un buon segno se già ora avevo il ritmo cardiaco accelerato pensando semplicemente al suo viso, anzi, denotava che ero in una posizione molto peggiore di quella che pensavo.

Una posizione che avrebbe continuato a ferire entrambi se nulla fosse andato a posto tra di noi.

E con l'odio e il risentimento che le avevo letto in volto, che mi aveva riversato addosso, la vedevo nera.

Quello era il volto di chi non ha nessuna intenzione di far scomparire quei sentimenti cupi per sostituirli con altri, era l'espressione di chi non perdona chi l'aveva ferita - ovvero io - lasciandola nel cuore della notte intanto che dormiva.

Quindi la capivo, perché ero stato davvero un bastardo.

Non una spiegazione, non una telefonata per dirle il motivo e non mi ero nemmeno degnato di lasciarle almeno due righe in cui almeno la salutavo.

Avevo preso i bagagli, la mia ciurma e la nave, lasciando lei a terra.

Per la precisione ci avevo provato a buttare giù una lettera, nella quale avevo cercato di farle comprendere tutti i motivi che mi avevano indotto a prendere quella scelta.

Ma non l'avevo lasciata sul suo comodino, perché era ancora chiusa nel cassetto della mia scrivania.

E lo aprii, rovistando tra i vari quaderni, carte nautiche, fogli e documenti che vi avevo sbattuto dentro senza troppa attenzione. Sul fondo trovai la busta di carta bianca: granulosa e spessa.

La mia scrittura era stata lasciata giù con un inchiostro nero sulla punta di una penna d'oca che non ero più riuscito ad usare per il ricordo al quale era legata.

La mia calligrafia non era tra le migliori già di per sé - piccola e frettolosa - ma lì aveva raggiunto l'apice della cacografia!

La ributtai dentro e chiusi troppo forte il cassetto, facendo vibrare tutto ciò che stava sul piano della scrivania.

Ero furioso. Con me stesso.

Aveva ragione Ben, quella era probabilmente stata la mia cazzata più grossa. Non solo perché avevo spezzato il cuore a una ragazza senza tenerne eccessivamente conto, ma perché quella ragazza era Hikari. Non una chiunque!

Ero furioso, perché mi odiava.

E l'ultima cosa che volevo era quella insieme alla sua indifferenza. Quello sguardo carico di collera e ira che mi aveva rivolto, quella scarica di sentimenti negativi che mi aveva riversato addosso mi avevano inferto un dolore superiore alla somma di tutte le ferite che avevo riportato fino a quel momento.

Con una certezza assoluta, ero certo che nemmeno aggiungendoci quelle future si poteva arrivare alla stessa soglia di sofferenza.

Intrinsecamente diverse per poterle paragonare. Quella che mi procurava la consapevolezza del disprezzo che Hikari provava per me era profonda, si insinuava con ferocia dentro di me.

Era un processo macabro da descrivere: come avvertivo scorrere il dolore agghiacciante nelle vene neanche fosse veleno, come lo avvertivo diramarsi nell'anima che si spaccava in brandelli e come penetrava sempre più a fondo nel cuore, scavandoci dentro con rapacità.

Non ero affatto convinto che sarei riuscito a indossare ancora la maschera di indifferenza quando lei sarebbe stata presente, a far finta che tutto ciò che avveniva dentro di me, in realtà non ci fosse.
 

La sola vista di lei aveva riportato ancora più a galla tutto ciò che mi ero tenuto dentro per dieci anni, ed ora ero in balia di un oceano in tempesta.

E per la prima volta in vita mia non ero sicuro di poter rivedere la luce del sole attraversare le lugubri nubi cariche di pioggia, tuoni, lampi e fulmini.

Udii i passi di Ben - la sua camminata la riconoscevo tra mille, tante erano le volte che l'avevo sentita - che mi annunciarono la sua prossima comparsa sulla soglia della mia stanza.

Infatti, qualche attimo dopo bussò ed entrò.


"Tutto bene?" chiese accendendosi una sigaretta, ma senza abbassare lo sguardo dal mio volto.

"Benone!" risposi sarcastico.

"Sent-"

"No, Ben, non ora" lo interruppi alzando l'unica mano che mi rimaneva "Portami Ace".

"Prima il lavoro, eh?" continuò il mio vice.

Era preoccupato per me, glielo leggevo in faccia con una facilità sorprendente. Per me Ben era molto più facile da leggere che un libro, conoscevo bene ogni sua espressione e raramente non ero in grado di comprendere che cosa gli passasse per la mente.

Parve accettare senza difficoltà la decisione che avevo preso. Sapeva bene anche lui che era meglio occuparsi prima delle questioni che avevano una portata mondiale e non quelle che si fermavano alle persone su quella nave.


"Sì, quindi ho deciso di cominciare dal più facile tra i due".

"E poi Ace è il fratello di Rufy. Potrebbe rimetterti di buon umore".
 

"Basta che non sia duro di comprendonio quanto Rufy e poi mi va bene!" scherzai tirando fuori finalmente un sorriso.

Effettivamente il ricordo di Rufy aveva un effetto benefico: se non poteva curare le mie ferite, per lo meno mi ridava speranza. Pensai a come avrebbe affrontato lui quella situazione al mio posto, ma alla fine dovetti concludere che non ci sarebbe mai finito, perché Rufy non si sarebbe mai comportato come me.

Lui diceva sempre tutto, anche se con poco tatto, sbatteva in faccia anche la realtà peggiore al mondo in faccia alle persone.

"Vado a prenderlo" concluse Ben uscendo.

Tirai su le tende per far entrare un po' di luce nella stanza, troppo tetra.

Infondo, la situazione non poteva precipitare più di così, quindi poteva solo risalire. E questo pensiero mi confortò per il resto del tempo che attesi l'arrivo di Ace.




- TO BE CONTINUED -



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Oilalà signori, ben ritrovati! ^^
Allora... Possiamo confermare di esserci tuffati ufficialmente nella seconda parte della storia: questa sarà una parte lunga, la più lunga. * I lettori si suicidano in massa*
Vè, ve l'avevamo detto, eh? xD
Quindi, riepilogo breve: Shanks ha dato il meglio di sè, sequestrando il Commodoro e mandando Tashigi come messaggero della sua autorità. Con lui, sulla nave, vengono imbarcati un Ace svenuto (sento il rumore di ambulanze xD) e una Hikari più incazzata che mai.
Gli ingredienti credo siano a sufficienza, no? :p
Da qui in poi, troverete altri personaggi inventati. Nella fattispecie, i nomi di quelli della ciurma di Shanks, sono stati gentilmente concessi da Capitan Ema. :)

Bene, spero che vi siate goduti questo capitolone! ^^ La scelta della prima persona è stata frutto dell'ispirazione di Yuki. Insomma, un esperimento, buttato in mezzo alla storia, per spezzare un poì la narrazione in terza persona.

Passiamo quindi alle recensioni! ^^



- Angolino di Beatrix -

@MBP: ciao Marta-chan! ^^
Essì... Il Rosso che fa lo stronzo... :p Noi vi avevamo avvertito: questo Shanks sarà molto particolare da quel (poco) che si è visto fino ad ora.  :3 E sarà uno Shanks molto difficile con cui averci a che fare, perchè... Non dimentichiamo la campionessa di "diplomazia" che sta dall'altra parte della barricata. xD Diciamo che la situazione sul Vento dell'Est non sarà delle migliori! Ma per loro fortuna (e per la nostra) ci sarà anche Ben. E quindi gli spargimenti di sangue sono rimandati. xD
Ace è nel moendo dei sogni, mentre Smoker è stato preso in ostaggio: ovvio è che il Fumoso, confronto al Rosso, sia un pesciolino più che innocuo. Inerme dire! xD
Ah, approfitto qui per dirti questa cosa: sono straimpegnata, riesco a mala pena ad aggiornare, ma prometto che mi rimetterò in pari con tutte le storie. Non farti cattivi pensieri, approfitterò delle ferie del ponte di Giugno per recuperare. Non ho proprio il tempo di leggerle, figurati. T_T
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione caVa! ^^

@Red Queen: Ave, o mia Regina. xD
Vedo che, per quanto sbavi per Ace, Smoker ti tiene in scacco eh? :p Tanto da renderti indecisa sulla fazione da parteggiare. Questa è una cosa curiosa, oltre ad essere una cosa che mi piace assai. ^^ Adoro le lettrici prede del dubbio! xD
Dunque: tranquilla, che Ace è vivo e vegeto. Svenuto, ma vivo. E tutti intero. :3 Chi se la passerà peggio tra i due, sarà il Commodoro, garantito! xD Come dici te, non avrebbe mai avuto il coraggio (o la scelleratezza) di sacrificare qualcuno: per quanto sia orso, è un bravo cristiano, ha un cuore d'oro e una morale ferrea, nonostante debba obbedire alla grandissima mela marcia chiamata Marina.
Ma tanto noi lo amiamo indiscriminatamente, non c'è nulla da fare. ** Solo che noi autrici, esprimiamo il nostro amore verso i personaggi, con il sadismo sfrenato verso gli stessi. xD
Venendo a Shanks (*ç* - sì, scusa, dicevamo? xD), sarà stronzo. u_u Ebbene sì, in questa storia sarà molto diverso, come ho già detto, da come lo immaginiamo. Ovvio, non sarà cattivo, ma dovrà controllare tanti fattori pericolosi sulla sua nave. Sbroccherà. E di brutto. xD Vedrai, vedrai... E sarà sexy comunque. *_*
Shanks è sexy di suo, già solamente a respirare. xD
Infine, oltre a Yassop ci saranno anche altri pg, presenti nella storia vera e inventati da noi. ^^ Diciamo che in questa storia i personaggi non mancano! O_O
Grazie tata per la recensione e l'entusiasmo!
Un abbraccio e al prossimo capitolo! :)

@HUNTERGIADA: ciao caVa!
Tranquilla che quella parte non si vedrà. Noi la storia l'abbiamo finita prima di quell'odiosissimo capitolo... L'abbiamo finita il 2 febbraio, mentre quello è datato mi pare l'8. Fai te... -.-
Per cui, goditi Ace e non demoralizzarti, su! :)
Alla prossima, grazie per la recensione! ^^

@KH4: ciao Ale-chan!
Ahahaha! xD Oddio, come sudi freddo tu, non suda nessuno: mi sembra di vederti, tra quelle righe! xD Tranquilla, Ace è al sicuro, scortato sulla nave da Ben e Hikari. :) Piaciuto il pezzo di Tashigi, che tiene in scacco Hikari? L'ho voluto inserire per dare giustizia a questo personaggio. Voglio dire, sarà pure sbadata, ma quella ha la disciplina della Marina nelle vene... ^^ Ed è intelligente, basta vedere Alabasta. Ora, poarella, dovrà invertire la rotta e tornarsene a casa, senza il Commodoro... Più avanti vedrete di cosa sarà capace la nostra Marines! **
Su Hikari e Ben, guarda, te lo devo dire con sincerità: li amo insieme. ** Più avanti avrai modo di scoprire questo duo e spero che ti piacerà almeno la metà quanto è piaciuto a noialtre autrici. xD Ben è l'unico che, veramente, capisce sia Hikari che Shanks. Ripeto, è un santo questa pertica umana. Quanto lo amo... ** E sti due si vogliono un bene che neanche immagini! :3
Ovviamente Shanks ha dovuto calcare la mano, visti gli elementi coinvolti: Hikari ed Ace. Non è un mascalzone, nonostante tutta la faccenda, ma ancor di più non è uno sprovveduto. Qua si rischiano gli equilibri mondiali, mica pizza e fichi! xD Dai, un pochettino gli dispiace di aver malmenato il Commodoro... xD
Quanto a Smoker, beh... E' ovvio che penserà a Tashigi, ma non dimentichiamoci il carattere del nostro Fumoso. E' difficile che si lasci andare a monologhi, sai com'è. Ma ci saranno punti abbastanza interessanti. ^^
In ultimo, Ace, come sempre, verrà coinvolto in tutto. xD Ma proprio in tutto, come al solito, visto che non riesce a rimanere fuori dai casini! X°D Vedrete, vedrete... Se vi piacciono le seghe mentali, questa lunga parte, la seconda, della storia, vi piacerà. ^^
Un abbraccio caVa e grazie per la recensione: non mi sono dimenticata della tua fic, ma il tempo è quello che è, purtroppo. Recupererò, stai tranquilla. ^^
Alla prossima!

@Maya: tesoro mio, ciao! ^^
Essì, hai visto? Tutte nottambule! E pensa che per far tutto quel che devo fare, manco ci riesco... u_u Ma ce la farò! Sì!
Allora, ho visto che ti è piaciuta la sincerità di Ben: un casino immondo è davvero l'unico termine per descrivere la situazione, tra vecchie fiamme, ordini governativi e "colleghi" da portar via. xD
Con "attenti che morde" mi hai fatto morir dal ridere... E capirai il perchè, cara, ma tra un paio di capitoli! xD
Shanks ha dovuto agire da pirata: conservatore da un lato, per evitare massacri, ma d'istinto dall'altro, perchè non poteva permettere a Smoker di tornare alla base (e neanche di ucciderlo, povero!). Così se l'è portato appresso. xD Mi sembra giusto, no? Altro che guerra... Sembra una gita di classe!
Ed inoltre, sì, Tashigi dovrà cavarsela da sola. Ma sappiamo bene che non si arrenderà: ora è diventata anche una questione personale. ^^' Sarà più agguerrita che mai!
Anche tu amante dei capelloni? xD Sorella! E di fatti, quella frase, è tutta mia, per esprimere la grande delusione di metà manga, quando Oda ci ha presentato Ben con i capelli corti. Ed ora un poì più lunghi, ma mossi.
Bah, non ci sto a capire più nulla! Spero solo di non beccarmelo dalla parrucchiera, di sto passo... xD
Sono o non sono adorabili, sti due, assieme? Come ho già detto ad Ale, Ben è davvero l'unico in grado di parlare con Hikari senza perdere la calma. E allo stesso tempo di mantenere Shanks entro gradi accettibili ed evitare che esploda come un vulcano. Questa è arte, nevvero? xD
Infine... Tu ancora non ha idea di che effetto faccia Hikari sul Rosso... E viceversa... Non avete visto ancora nulla! :3 E ti risparmio l'infradito di Shanks! xD
Alla prossima caVa, grazie per la recensione e i complimenti! ^^
Un abbraccio!


- Angolino di Yuki -


@MBP: Ciao Baka mia, come va?
Sei riuscita ad arrivare ancora una volta prima, complimenti!!! E' da un po' di capitoli che ti guadagni il podio, sono fiera di te **
Eh, sì, il Rosso ha fatto la sua entrata trionfale, ha messo 'ordine' come meglio poteva e ora ha diverse questioni a cui badare. Mica cosa facile, soprattutto quelle che esulano dai rapporti 'politici' e rientrano in faccende molto più personali, mai risolte, che hanno lasciato ferite ancora aperte.
Ora sul Vento dell'Est ci sono un po' di personaggi che fanno scintille xD Il bello - per noi autrici ovviamente, mica per loro e voi *risata malvagia* - comincia ora!
Un bacio
A presto **

@Red Queen: Ciao CaVa **
Se ti piace la crudeltà, l'accanimento sui personaggi e un alto grado di sadismo, eccoti qui per servirti u_u Io sono sempre stata per il maltrattamento dei personaggi (e se psicologico ancora meglio, da molto più soddisfazione), però devo dire che io sono molto più buona di Bea - lei farebbe sempre peggio delle tragedie greche xD
Ah, io sono da sempre schierata con i pirati. Nessuno mi schioda da lì, anzi, più vado avanti e più mi vedo consolidata in questa posizione. Per quando alcuni marines mi piacciano, non tradirò mai la mia amata fazione in cui si va avanti a rum e feste di giorni dopo combattimenti massacranti xD
Sia Ace, sia Smoker e Hikari non sono in una bella posizione. Ma anche Shanks ad avere a che fare con una testa calda e molto dura, un marines che nonostante tutto è devoto alla sua causa e ci crede, e alla fiamma mai spenta, non è messo molto bene! Deve riuscire a gestire tante situazioni diverse cercando di mantenere il controllo, cosa mai troppo facile quando ci sono di mezzo i sentimenti u_u Ma per fortuna non è da solo (se no, per me, si sarebbe già andato a suicidare, altro che haki del re! XD).
Ebbene sì, Oda riesce a inventare un sacco di personaggi interessantissimi, che fa apparire per mezza vignetta e che poi di dissolvono tra le onde della Rotta Maggiore. Molto sadico da parte sua, ma ormai lo abbiamo imparato che il sensei ha questa vena cattiva con cui martella noi poveri fan ç_ç E che dobbiamo fare? Aspettiamo più o meno pazzientemente che ce li mostri di nuovo, ma intanto ci pensiamo noi a dar loro un po' di spazio ^0^/
Alla prossima
Un abbraccio ^^

@Huntergiada: Ciao ^^
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che l'adrenalina si sia fatta sentire! L'intento era proprio quello e quindi da sempre notevole soddisfazione quando si riesce ad arrivare al proprio scopo.
Come hai giustamente notato ora ci sono un bel po' di situazioni complicate che si defilano all'orizzonte, ma se non fosse così la storia perderebbe tutto il suo gusto, no? XD Tutti i nostri personaggi avranno il loro bel da fare per riuscire a mantenere la calma, non impazire e in un certo senso a sopravvivere a questa convivenza - mentre dall'altra parte la marina che farà? mistero u_u
Per quanto riguarda la storia, questa si ferma molto prima del tragico evento. Quindi poi godertela senza troppe preoccupazioni, tanto per il seguito ne manca di tempo e non vedo la ragione per cui tu debba già deprimerti ^__^
Un abbraccio
Ci sentiamo presto!

@KH4: Ale-chan **
Lasciamo perdere il diluvio, eh! Per la miseria, è maggio! Come fa a venire giù tutta quest'acqua e a fare ancora freddo?! O_O Io voglio il caldo! Voglio stramazzare al suolo con la lingua di fuori e strisciare a terra alla ricerca di un po' d'ombra! Sono stufa marcia del gelo >.<
E dopo lo sclero, passo a risponderti che è meglio e più sano xD
Susu, adesso Ace viene caricato sul Vento dell'Est e lì riceverà tutte le attenzioni che merita, quindi non stare troppo in pena. Io non sono Oda, quindi puoi rilassarti (ecco, con me eh! con Bea non si sa mai - Bea, caVa, amoVe, tanto lo sanno tutti che ami i sad ending, quindi anche se sottolineo la cosa non succede nulla xD) e non pensare a quel capitolo incriminato che mi impedisce di scrivere ancora su di lui, ora come ora ç_ç
Per quanto riguarda Tashiji, bhè, pensi forse che ne torni buona buona a casa senza fiatare? che accetti che il suo Commodoro venga tenuto prigioniero da dei pirati? che riesca a mandare giù l'amaro boccone di essere troppo debole e insignificante - tenendo conto dei gradi all'interno della marina - per poter organizzare una vera operazione di salvataggio? E' una ragazza che sa usare il cervello, indubbiamente qualcosa proverà a fare ù___ù
"Per quanto riguarda Shanks e Hikari i due sicuramente dovranno parlare" ---> ecco, se fosse così semplice Shanks e Hikari starebbero ancora assieme xD Questi due sono due testoni, orgogliosi, che non sanno ammettere di aver sbagliato e non sono nemmeno tanto bravi a dire ciò che sentono veramente - insomma, preferiscono fare i duri anche se hanno un cuore d'oro! Quindi il viaggio per i due avrà alti e bassi - molto bassi!
Ace, come hai detto tu, delle spiegazioni le vorrà sicuramente xD Lo conosciamo, sappiamo quanto è testardo e quando voglia fare le cose a modo suo - e da solo! Ma il Rosso sa essere persuasivo molte volte ^____<
Un abbraccio!
Alla prossima *___*

@Maya_90: Tesora **
Ah, grazie per l'in bocca al lupo, CREPI, ovviamente u_u Io finirò a luglio, quindi ho tutto il tempo per impazzire e fondere il cervello, cosa che mi renderà, se possibile, ancora più baka di quanto non lo sono - io mi preoccupere se fossi in voi xD
Lasciare libero Smoker era un passo molto azzardato. Tashiji appare molto più innoqua del Commodoro e quindi non ci si aspetta da una così graziosa e pucciosa creatura colpi di testa, senza contare che il Rosso l'atterra con uno sguardo xD Quindi era di vitale importanza, per i piani dell'imperatore, impedire a Smoker di mettergli i bastoni tra le ruote e tenendolo sulla propria nave fino a quando il pericolo non cessa, è una soluzione non molto comoda, ma sicuramente funzionale xD
Per quanto riguarda Shanks, diciamo che io lo vedo molto più umano, sfiscerato da metafore che lo incollano a un modello preciso. Per me è sì una persona essenzialmente buona, ma comunque ricordiamoci che è un pirata e uno non diventa imperatore con sorrisi e abbracci xD Insomma, fare 'lo stronzo' deve saperlo fare molto bene per poter guadagnarsi quella posizione! Senza contare che come hai giustamente fatto notare, Oda ce l'ha mostrata la sua crudezza: se deve uccidere, lo fa, non ha problemi. Poi teniamo conto che era molto arrabbiato anche per il fatto che Hikari non era in una bella posizione, ma questo lui non lo ammetterà mai X°°°°°D
*Yuki si unisce al grido 'The powah of Love'* ---> perché in fondo sono una romantica. Ora, fuori da questi deliri, non anticipo nulla su ciò che accadrà tra Shanks e Hikari, tutto il divertimento ve lo serivermo capitolo per capitolo xD
Un abbraccio
A presto ^^





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki


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Capitolo 16
*** Dialogo ***


CAPITOLO 16: DIALOGO.
(Chapter Soundtrack: Welcome to my Life - Simple Plan )




"Ehi, salve Shanks”!

Ace era entrato reggendosi a stento sulle gambe, ma non aveva abbandonato la sua aria spensierata che univa al sorriso sghembo sulle labbra. Ancora ammaccato, debole e con una brutta cera, il comandante della seconda flotta di Barbabianca si andò a sedere su una delle due poltrone, nella cabina del capitano del Vento dell'Est.

Invece di accomodarsi uno di fronte all'altro alla scrivania, il Rosso aveva preferito una postazione più informale: due poltrone con al centro un basso tavolino.

Ace gli stava simpatico e non aveva ragioni per trattarlo male o con freddezza, ma l'unica cosa a cui doveva prestare attenzione era evitare di mandargli troppo sangue al cervello: lui e Rufy avevano lo stesso vizio, partire in quarta e prendere i problemi di petto senza ragionare. Il che significava guai per chiunque stesse loro accanto. Forse Ace era un po' più maturo, ma ciò dipendeva dai tre anni di differenza rispetto al minore e alla maggiore esperienza che si era fatto navigando in mare.

Ma per il resto non differivano molto.

"Come ti senti?" chiese Shanks preoccupato, quando lo vide barcollare.

"Ho un mal di testa orribile" rispose come se stesse parlando di qualcosa che non lo riguardava "Inoltre ho difficoltà a evocare i poteri del fuoco".

"Credo sia colpa di quella combinazione di acqua e agalmatolite che ti sei beccato. Per un po' i tuoi poteri saranno inutilizzabili o quanto meno andranno a intermittenza".

"Dopo questa bella notizia posso avere qualcosa da magiare?" chiese ridacchiando Ace.

"Ci ho pensato, tra poco dovrebbe arrivare il tuo pranzo".

"Rufy ha ragione quando dice che sei un uomo eccezionale".
I due cominciarono a chiacchierare di fatti e cose che nulla avevano a che vedere con l'attuale situazione. Un muto accordo era sceso su di loro: i discorsi seri era meglio rimandarli a quando avrebbero avuto lo stomaco pieno e un po' più di forze. Per il momento era preferibile pensare ad altro e alleggerire l'atmosfera rivivendo i ricordi e le situazioni passate, scherzando e raccontandosi qualche fatto insolito accaduto loro per mare.

Passarono il tempo del pranzo come due vecchi amici, come due veri pirati che vanno d'accordo e si incontrano dopo molte avventure per scambiarsi le esperienze.

Quando Ace si fu riempito lo stomaco per bene - e di tempo ce ne voleva - i piatti vennero portati via e finalmente venne il tempo di affrontare l'argomento per eccellenza, la portata principale.
 
"Allora, Shanks, mi spieghi che cosa sta accadendo?" chiese tranquillamente il più giovane.

Il Rosso, avvolto nel suo mantello nero, con lo sguardo rilassato e un mezzo sorriso a incurvargli all'insù le labbra, ricambiava senza nessun tipo di problema lo sguardo fermo di Pugno di Fuoco.

Ovviamente non poteva raccontargli proprio tutto, altrimenti avrebbe ottenuto l'effetto contrario a quello che desiderava. Fino a quando le acque non si sarebbero calmate, fino a quando il Governo Mondiale non avesse compreso che lui, Shanks, non scherzava, Ace doveva assolutamente rimanere lì. Era il posto più sicuro, e inoltre sarebbe stato certo di averlo sotto il proprio controllo, evitandogli colpi di testa.

"Vorrei che ti prendessi una vacanza" esordì il Rosso.

"Una vacanza?" ripeté senza capire Ace.

"Sì, vorrei che tu ti fermassi qui per un po'".

"Perché”?

"Temo che ci siano troppe persone che ti vogliono morto e io preferirei evitare che ciò accada. Ti chiedo solo un po' di tempo, quello necessario a far calmare un po' la situazione".

"Quella donna, Hikari - ah, a proposito, dopo mi spieghi chi cavolo è - ha detto qualcosa riguardo al fatto che il Governo Mondiale mi vuole usare come esca".

- Ma perché non se ne è stata zitta?! - imprecò mentalmente Shanks a quella frase, ma non fece trapelare all'esterno la sorpresa per quelle parole.

Con Ace doveva giocare la carta della serenità per contrastare il suo spirito bollente, altrimenti non ci avrebbe concluso nulla se si fossero messi a litigare.
 
Ampliò il sorriso e appoggiò la testa sull'unica mano disponibile, dopo aver piegato il collo lateralmente: "Sarei potuto andarne a parlare a Barbabianca, purtroppo però temo che con il suo temperamento non si sarebbe concluso nulla. E' un uomo eccezionale, tuttavia a volte tende a non vedere la situazione in modo oggettivo, a causa del suo egocentrismo".

Shanks usò il suo tono più suadente e persuasivo, si contenne nella descrizione del brutto carattere del vecchiaccio per portare un po' di acqua al proprio mulino,  e lasciò appositamente in sospeso la spiegazione. Doveva passare per vie minori per arrivare al proprio obbiettivo: Ace andava convinto poco alla volta e con calma, facendo in modo che seguisse la pista che voleva il Rosso e non ne seguisse un'altra.

"E come sarebbe la situazione"?

"Complessa: in questo periodo, come sai bene, nel Nuovo Mondo la pirateria ha più potere del Governo Mondiale. Ovviamente questa situazione per loro non è accettabile e stanno adoperando i mezzi più vili e scorretti per capovolgere questa situazione. Un modo davvero vergognoso per chi dovrebbe combattere lealmente in nome della giustizia che dice di voler proteggere.

Saprai altrettanto bene che Newgate è sempre stato un problema per I Cinque Astri dai tempi di Gold Roger, il che lo rende l'obbiettivo numero uno. Hanno schierato in campo le loro pedine migliori: quelle legali e meno. Tuttavia non è il solo che reca molti problemi al Governo Mondiale e per questa ragione sta preparando un'ampia rete per andare a intaccare il potere dei peggiori nemici che si ritrova".

"Io sarei uno dei tanti obbiettivi che il Governo Mondiale vuole colpire"?

"Esatto" mentì Shanks con estrema bravura "Hanno optato per colpire i pirati su più fronti, indebolendoli".

Non poteva certo rivelare che era lui l'unico obbiettivo per costringere Barbabianca a dichiarare guerra al Governo Mondiale. Se lo avesse fatto, Ace avrebbe preso armi e bagagli per tornarsene sulla Moby Dick del suo capitano e raccontargli tutta la storia nei minimi dettagli.

Il risultato? La guerra comunque, perché Barbabianca lo avrebbe preso come un affronto troppo colossale per essere dimenticato.

"E di tutti gli obbiettivi perché ti occupi di me"?

"Perché sei il fratello di Rufy. Se lui sapesse che ti trovi in pericolo correrebbe immediatamente ad aiutarti, ma in questo momento è troppo distante da questo punto della Rotta Maggiore e quindi ho pensato di essere io a darti una mano". (*)

Ace ricambiò il sorriso gentile dell'uomo di fronte a lui.

Era portato a credergli per via della venerazione impressionante che Rufy aveva nei riguardi del Rosso e, conoscendo la bravura istintiva del fratellino nel riconoscere le persone degne di fiducia, era propenso ad accettare per buona quella motivazione.

"Inoltre, nelle tue condizioni sarebbe meglio che ti riposassi, no?" continuò Shanks.

"Effettivamente…" convenne amaramente il moro passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

Aveva abbandonato il cappello nell'altra stanza e si era dimenticato di riprenderlo, ma dato che doveva soggiornare sul Vendo dell'Est per un po', non doveva essere un grande problema. La cosa da un lato lo scocciava parecchio, ma dall'altra aveva i suoi lati positivi.


Quando si sarebbe rimesso per mare da solo avrebbe fatto non poca fatica a riprendere le tracce di Teach, già difficile da seguire quando continuava a tenerlo sottocontrollo. Di una cosa era certo: prima o poi sarebbe riuscito a mettergli le mani addosso e allora gli avrebbe fatto pagare tutti i peccati commessi.

L'aspetto buono di quella pausa forzata era il risposo. Dopo mesi di continua navigazione, portata ai limiti dell'uomo tollerabili, finalmente avrebbe potuto godere di ritmi rilassati che avrebbero giovato al suo fisico. Concedersi un po' di riposo gli avrebbe ridato le forze completamente, cosa favorevole in uno scontro con Teach.

"Allora?" chiese pazientemente Shanks con tono morbido e sempre cordiale.

"Non ho molta scelta, fino a quando non torneranno i miei poteri sono messo male. Inoltre, un po' di riposo fa sempre bene, no”?

"Direi di sì" concordò il Rosso.

Ace aveva la strana sensazione - nonostante il dialogo si fosse svolto su toni assolutamente pacifici, normali e addirittura a sprazzi scherzosi - che l'uomo di fronte a sé non lo avrebbe lasciato andare anche se avesse deciso di riprendere il mare. Non aveva voglia di mettere alla prova quello strano pensiero che gli era appena nato nella mente, eppure come conseguenza di quel suo possibile gesto, si era visto legato come un salame vicino a Smoker.

"Perché hai sequestrato il Commodoro?" chiese a un tratto Ace.

"Vorrei far presente alla Marina che io posso fare quello che voglio" rispose con lo stesso tono che avrebbe usato per parlare del tempo, naturale e spontaneo, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

L'altro ridacchiò, constatando silenziosamente che, in fondo, Shanks sotto alcune sfumature assomigliava molto al suo capitano. Entrambi odiavano ricevere ordini, soprattutto quando venivano da quel marciume che pretendeva di far pulizia per i mari di tutto il mondo.

"Hikari dice di essere una spia al servizio di Dragon".

"Non ti posso aiutare su questo fronte" replicò con tono più distaccato Shanks, cambiando l'espressione tranquilla in una più cupa.

Il moro non conosceva molto il capitano del Vento dell'Est, ma era certo che un mutamento così repentino non fosse nella sua natura abituale. Da quello che sapeva per altre vie e dai racconti di Rufy, Shanks era un uomo cordiale, che attaccava briga quando la situazione richiedeva strettamente la sua entrata in azione, ma altrimenti preferiva mantenersi su toni amichevoli e gioviali. Tutte cose che fino a quel momento erano state confermate.

Eppure, appena aveva portato il discorso sulla donna dai rari occhi d'ametista, tutto nel Rosso si era trasformato.

"Lei mi ha solo avvertito della situazione" continuò Shanks quando riprese il controllo su sé stesso, tornando all'atteggiamento iniziale "In teoria non sarebbe dovuta venire qui, ma è stata smascherata, da quello che mi ha riferito Ben".

"Capisco, chiederò direttamente a Hikari" concluse lì Ace.

Shanks aveva accantonato velocemente l'aria più tetra, ritornando sorridente e spensierato.
 
Il moro lasciò correre, ma si ripromise che - non avendo altro da fare - si sarebbe messo a trovare una spiegazione a quel comportamento insolito. Aveva intuito che sotto ci fosse qualcosa di cui il Rosso non intendeva parlare, ma per istinto Ace sapeva che non c'entra nulla con l'attuale schieramento di forze, con la guerra, con i Rivoluzionari.

Il problema stava altrove.

Mostrò il suo sorriso storto, compiaciuto segretamente di aver trovato un passatempo.

"Chiedi a Ben, ti farà preparare una cabina così puoi riposarti un po'".

"Grazie, Shanks".

"Figurati, se si tratta del fratello di Rufy è solo un piacere".


Ace uscì dalla camera del capitano per andare in cerca del suo vice, sperando di non addormentarsi nei corridoi per potersi gustare la gioia di buttarsi lui stesso su di un materasso, dopo quella mattinata terrificante.

Rimasto solo, Shanks si versò mezzo bicchiere di rhum.

La chiacchierata con Ace era andata bene. Era riuscito a convincere il ragazzo che lo aveva salvato più per fare un piacere a Rufy che a Barbabianca, aggiungendo che era stato preso di mira per fare un torto al suo capitano, ma che non era il solo di obbiettivo, né lui né Newgate.

Queste piccole imprecisioni erano sufficienti per far arrivare il ragazzo alla conclusione che la situazione non era di aperta ostilità contro la ciurma a cui apparteneva, ciò significava che non aveva nessun motivo per mettersi ad aprire un'ostilità palese contro il Governo Mondiale.
 
E ora si doveva occupare di Smoker.

Con il Commodoro non sapeva ancora bene come comportarsi, ma sicuramente non sarebbe stata una passeggiata come con Pugno di Fuoco. Ace era un pirata, quindi - nella grande varietà - erano comunque parte del medesimo schieramento e per le conoscenze in comune, in un certo senso, anche amici.

Il Marine no.

Si alzò dopo aver finito il liquore ambrato e si diresse alla porta.

Tanto valeva finire in fretta le incombenze per quella giornata, così almeno dopo si sarebbe potuto godere una serata di riposo. Infondo, anche se fosse rimasto seduto nel suo studio per altre ore a pensare come affrontare Smoker non avrebbe mai trovato una tattica migliore delle altre. L'unica era improvvisare sul momento a seconda di come si metteva la situazione.


Ma Shanks, in tutti gli scenari che aveva immaginato e in altri che avrebbe potuto passare in rassegna mentalmente, mai avrebbe potuto indovinare quello che gli si parò davanti.







- TO BE CONTINUED -


(*) Sappiamo bene della promessa di Alabasta, tra Ace e Rufy e del loro rispetto reciproco. Questa frase  - del perchè sia lì - verrà spiegata più avanti (n.d.Bea e Yuki).





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Salve salvino!
Allora... Capito impregnato di psicologia di attacco. Da una parte Ace pieno di interrogativi e una leggera malfidenza; dall'altra il Rosso che, con le sue abilità dialettiche, tenta di mettere il primo tassello della sua personale strategia conservativa. Perchè, ormai lo sappiamo bene, lui agli equilibri ci tiene. xD
Ovviamente Ace non è uno che perde tempo, standosene con le mani in mano. Di fatti si è già trovato un compito: vederci di più in questa faccenda Shanks/Hikari. E non sa ancora in che guai - come al solito - si andrà a cacciare.
*Risata malefica di Bea e Yuki*

Bene, bando alle ciance e passiamo alle risposte! ^^



- Angolino di Beatrix -

@Maya: ciao caVissima! **
Allora, lascio a Yuki la parte tecnica della risposta, perchè - come sapete - il capitolo è suo. ^^ Ma mi trovi d'accordo sulla parte da te citata: quando l'ho letta, le ho fatto un inchino. xD Il bello di scrivere una storia a quattro mani, sono le recensioni "in progres" reciproche. E queste bellissime trovate. ^^
Quanto all'incontro coi due... Comincia a ridere. Tra poco lo scoprirai... Voglio proprio vedere la tua reazione, Maya caVa, perchè secondo me ne avrai da dire a riguardo. xD
Grazie per la recensione, zucchero. :*
Un abbraccio e alla prossima! ^^

@Huntergiada: ciao caVa!
Bene, sono felice che quest'esperimento ti sia piaciuto. E' una roba un po' particolare, ma se non si sperimenta non si cresce. ^^ Hikari ti ringrazia per la tua preoccupazione, ma io continuo a farvi immaginare cosa dovrà passare Ben. xD Me lo immagino vestito da arbitro, con il cartellino rosso levato al cielo, mentre quei tre si azzuffano nella mischia. Ahahah! xD Perchè, come hai detto tu, la situazione è tesissima e basterà un non nulla a far precipitare le cose. Tuttavia, Ace è vivo e vegeto (senza poteri, ma almeno sta bene), per cui questo è già una grande conquista! xD
Alla prossima e grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Red Queen: Ave!
Ciao caVa... Allora, sì, effettivamente Hikari nei confronti di Ace copre una posizione delicata. Ormai non si tratta più di gestire quel che credeva il primogenito di Dragon, ma ora anche Ace ha una "dimensione". Diciamo che Hikari è poco incline alle magagne e preferisce mettere subito in chiaro le cose. Fa un po' la parte della sorella maggiore rompiballe, ma siamo solo agli inizi. :) La fic sarà lunghissima e, da come potete intuire, sarà incentrata molto sui rapporti personali (oltre ad altre cose di ogni genere che non posso riportare, perchè diversamente scoprirei troppi altarini. xD).
No, vabbè, avevo capito che con Marines intendevi Smoker e Tashigi. xD Tutti gli altri, eccezzion fatta per Garp e -per ora - Aokiji, potrebbero tranquillamente buttarsi dal ventesimo piano. -.- Guarda, ti appoggio in pieno sulle coccole al Commodoro: perchè ne avrà bisogno... E tutto ciò è molto puccio, che quasi mi inquieta! xD
Infine, ricorda: la tortura sui personaggi è proporzionale all'amore che proviamo per loro. Tirerete poi le vostre conclusioni in merito! x°D
Grazie per la recensione caVa, alla prossima!
Un abbraccio!

@KH4: Ale-chan! Ma ciau! ^^
E fosse l'unica ramanzina di Hikari nei confronti di Ace, in tutta la storia... xD Perchè, non so se l'avete notato, Ace e Shanks hanno un modo di fare abbastanza simile... E, per proprietà transitiva, questo modo di fare è capace di far perdere la già poca pazienza alla nostra mora. Sono tre testoni (quattro se vogliamo contare nella cerchia anche il Commodoro) riuniti sotto lo stesso tetto, con poteri abbastanza letali e caratteri fin troppo infiammabili.
Fai te. Ti dico solo questo! xD
Guarda... Siamo consapevoli di aver fatto dire a Shanks una cattiveria bella e buona. Ma siamo altrettanto consapevoli che gli uomini possano regalare questi colpi bassi. Soprattutto quelli che hanno la lava nelle vene, come Shanks e che amano avere le cose sotto controllo. Perchè Hikari non la metti sotto, e lui lo sa. :3
Ben sarà molto indaffarato da qui in poi... ^^' Ne vedrete delle belle (ti rimando alla risposta che ho scritto ad Huntergiada xD). Il fatto che tu ci stia già affezzionando a Ben, non può far altro che farmi piacere - nonostante l'abbiate visto pochino. Ormai la sua schiera personale di fan sta crescendo a dismisura! **
Su Tashigi purtroppo abbiamo la bocca cucita con il doppio fil di ferro (immagine macabra, ma tant'è...). Per ora la questione si è spostata su Vento dell'Est, quindi dobbiamo preoccuparci di Smoker legato come una mortadella... Immaginati solo il suo umore, lui che è COSI' allegro già di suo... xD
In ultimo, è ovvio che Ace verrà coivolto in tutto quanto: secondo te, riesce a stare lontano dai casini? No. Ecco. xD
Un abbraccio e alla prossima caVa!
Grazie per la recensione e i complimenti! ^^

@MBP: Marta-baka-chwaaaan!
Sì, lo so che il baka te lo può dire solo Yu, ma è per dimostrarti il mio ammmore. (Sì, cone 3 "m"). xD
Oh, da quel che vedo, tutte che amate la capacità di mettere in riga i maschietti di Hikari, eh? xD Santa donna, le stanno già prudendo le mani, in più ha un mal di testa di proporzioni astronomiche. Poi ha ben tre testoni attorno a lei, i cui caratteri sono talmente uguali da cozzare tra loro e fare mille scintille.
Dov'è Ben? No, che di sto passo, salteranno tutti in aria. Hikari ha bisogno di una dose di "Vicecapitano del Vanto dell'Est" subito. xD
Alla prossima caVa!
Grazie per la recensione, un abbraccio! ^^


- Angolino di Yuki -


@Maya_90: Ciao Cavissima **
Allora, prima di tutto ancora grazie per i disegni di Hikari! Sono veramente splendidi **
Come ti sta andando lo studio? Io vorrei una vacanza lunga decenni u_u
Comunque, venendo al capitolo, grazie per i complimenti sull'introspezionee ** Sono ovviamente le parti che preferisco stendere e mi piace molto mettermi ad analizzare il carattere e gli stati d'animi, quindi quando mi viene detto di aver fatto un buon lavoro sono sempre contentissima >////<
Guarda, io e la prima persona ci guardiamo di sottecchi. Questo è stato il primo esperimento che ho fatto e mi ricordo che quando l'ho mandato a Bea la prima cosa che mi ha detto è che era il capitolo migliore che avessi scritto fino ad allora - e detto da lei è un mega complimento **
L'ho fatto un po' per mettermi alla prova e vedere che usciva fuori, quindi sono soddisfatta del risultato ** Inoltre, in questo punto della storia, mi sembrava giusto dar maggior risalto ai loro punti di vista - anche se io apprezzo decisamente di più l'utilizzo della terza che mi permette di spaziare molto di più!
Guarda, credo che il sadismo che abbiamo raggiunto io e Bea qui non abbia euguagli, abbiamo proprio infierito sui personaggi xD Ci siamo divertite per bene e spero che apprezziate tutto il lavoro che abbiamo svolto, alla fine, lo abbiamo fatto per rendervi felici **
Un abbraccio
a presto ^^

@Huntergiada: Ciao **
Oh, sono contenta che l'uso della prima persona ti sia piaciuto. E' stato un mio piccolo esperimento per vedere quanto sono capace di gestirla e di utilizzarla all'interno di una storia, senza contare che si presta molto alla mia tendenza a dar rilievo all'introspezione **
I conti con il passato prima o poi sono inevitabili, solo che non sempre è facile prendere la decisione di farli e ciò porta a situazioni poco piacevoli per tutti. Aspetta e te ne renderai conto a cosa mi riferisco ^^
Alla prossima :)

@Red Queen: Ciao tesoro!
Sono la prima a dire che la prima persona ha limiti - grossi limiti. In generale non mi piace perché non permette di andare a guardare con una sfera d'insieme tutti gli stati d'animi di tutti i personaggi in gioco, ma solo quelli di qualcuno. E questo non mi piace molto dato che io amo dar spazio a tutti e soffermarmi su ognuno, tuttavia, quando si tratta proprio di concentrarsi su qualcuno di ben preciso è una tecnica ottima *-* Ed è per questo che l'ho utilizzata in questo pezzo!
Il ruolo di fratello/sorella è molto bello, piace molto anche a me. Mi sono affezionata molto, scrivendo la storia, a loro due e al loro modo di intendersi. Poi, come hai giustamente osservato tu, Ace siamo abituate a immaginarselo come il più grande e quindi come colui che deve prendersi cura di Rufy e non certo come quello che ha bisogno di attenzioni xD
Io sono utile solo sui finali xD Per il resto il mio sadismo è veramente terrificante e so dar loro agonie e sofferenze infinite, quindi ti servo solo se vuoi passare al lato oscuro degli happy ending (lato oscuro perché a pochi piacciono ormai ._.)
A presto
Un abbraccio **

@KH4: Ciao Ale-chan **
Hikari che fa le ramanzine a Ace è stupenda ** Poi, era già incavolata per i fatti suoi, il comportamento di Ace ha solo contribuito a farle girare le scatole ancora di più del dovuto, cosa che ovviamente non è un bene - bastava Shanks xD
Io odio i sad ending. Punto e fine del discorso xD
Mi piaccino i capitoli tristi ma che poi - andando oltre, primo o poi - si risovono in qualcosa di positivo e felice. Scrivere le parti tristi è più facile, ma proprio per questo mi piace cimentarmi anche in qualcosa di allegro e solare, altrimenti cadremmo tutti in depressione e ci andiamo a suicidare assieme tra un po' xD
Smoker, poraccio xD L'unico marines sulla nave di uno dei quattro imperatori, decisamente non è in una bella posizione. Quanto a Tashiji, bhé, dai, vedrai da sola e non ti anticipo nulla perché altrimenti ti rovino la sopresa e non vorrei mai! Però ti assicuro che non la lasciamo stare e ce ne dimentichiamo ^^
Un abbraccio e
a presto!!!

@MBP: Ciao baka mia **
Allora, che te ne pare della ramanzia da Ace? Alla fine ha pagato caro per aver trattato male Hikari xD Infondo le donne sanno tener a bada chiunque u_u Bhé, quanto al Rosso, dobbiamo considerare che è umano pure lui xD Nel senso, non può mica essere solo e sempre spensierato come se nulla fosse anche in momenti del genere, sarebbe una cosa assurda!
Un abbraccio, cava
a presto **




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki



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Capitolo 17
*** Insubordinazione ***


CAPITOLO 17: INSUBORDINAZIONE.
(Chapter Soundtrack: Countdown to Insanity - H-Blockx)


Alzò di scatto la testa dal tavolo: si era davvero addormentata.

Non seppe mai per quanto, ma a giudicare dalla stanza deserta, Ace doveva ancora essere da Shanks. Il mal di testa terrificante di prima si era attenuato parecchio, per la fortuna della sua salute fisica e mentale.
 
La prima volta che aveva usato quel potere con coscienza di ciò, era stata durante la permanenza del Rosso sulla sua isola. Shanks aveva assistito a diverse manifestazioni di quello strano potere, ed era stato lui il primo a tentare di insegnarle ad usarlo: ma quell’haki era profondamente diverso dal suo, e molto meno controllabile.

L’haki di Shanks funzionava in maniera totalmente differente, soprattutto perché l’energia scatenante originava da una sola parte e non si nutriva di energia altrui. Era capace di sviluppare parecchio potere a partire dal suo corpo, in termini di potenza, ma era molto più facile da gestire proprio perché la sua fonte era una e una sola.

Hikari invece era diversa: oltre ad avere una specie di haki di base, di media entità – e anche qui differiva da quello di Shanks – aveva anche la capacità di assorbire l’energia che proveniva dalle altre persone. Ed era soprattutto questo punto che rendeva quell’abilità poco controllabile, perché, oltre a captare ed incanalare l’energia ‘normale’, quell’abilità funzionava anche in presenza di persone che possedevano l’haki.

Il problema dove stava? Stava nel fatto che l’haki equivaleva ad un’energia particolare, troppo forte e virulenta.

Una volta il Rosso aveva provato a farle assorbire il suo di haki, ma fu un’esperienza abbastanza disastrosa: non era ancora pronta e allenata per ricevere una tale energia, e il risultato fu la perdita di conoscenza per un paio giorni da parte della ragazza.
 

Tentò di sistemarsi i capelli, ma quella matassa informe proprio non ne voleva sapere di stare in ordine. Si voltò e scorse un lavandino nell’angolo più lontano della stanza: decise di immergervi la testa dentro, oltre ad approfittare per pulirsi della terra che ancora aveva addosso in seguito dello scontro con Smoker.

Erano giorni che non faceva un bagno e si stava facendo schifo da sola: ma almeno, grazie a quel lavandino, i capelli erano tornati di una forma normale e non aliena.
 
Tornò a pensare alle sue abilità e provò un forte senso di vergogna: dopo il tentativo del Rosso, a lei ci aveva pensato Dragon, che aveva sì ottenuto tantissimi passi avanti e risultati, ma senza un continuo allenamento, il suo corpo non riusciva ad abituarsi a gestirlo. E quei mal di testa allucinanti stavano ad indicare che era più che fuori allenamento, perché durante permanenza in Marina, aveva dovuto occultare quelle qualità. Se non avesse fatto così, avrebbero cominciato a porsi mille domande e la sua posizione sarebbe stata in pericolo. Quando poteva si allenava, ma concluse che non fosse servito a molto, visto il K.O. contro Smoker.

- Smoker… - pensò, asciugandosi il volto e buttandosi in dietro i lunghi boccoli neri. Nonostante l’avesse messa parecchio in difficoltà e stesse facendo il suo lavoro, aveva visto nei suoi occhi una strana inquietudine.

Aveva studiato bene il suo fascicolo: Smoker, per quanto fosse un Marine, aveva le sue regole e agiva sempre secondo la sua coscienza. E allora, perché rischiare di scatenare una guerra di quel genere? Anche se poco poteva verso gli ordini dall’alto, era sicura che uno come lui si sarebbe opposto ugualmente.

E c’era qualcosa di strano, soprattutto perché sentiva in lui parecchia confusione, come se fosse obbligato a fare determinate cose anche se in realtà non lo volesse veramente.


Tese l’orecchio per sentire se ci fosse qualcuno in giro, ma la nave, almeno in quel punto, taceva: decise quindi di prendere la porta e di dirigersi alle prigioni. Nel mentre Shanks era alle prese con Ace, perché non fare una chiacchierata con Smoker? Dopotutto il Rosso era il capitano dei suoi, non suo, e, nonostante si trovasse sulla sua nave, non doveva rendere conto a nessuno.

Era pur sempre un membro del Fronte Rivoluzionario – passato o presente, poco importava - e il suo lavoro era raccogliere informazioni.

Scese rapidamente le scale che portavano al piano superiore alla stiva, luogo ove ricordava che Shanks avesse ubicato le celle per i prigionieri. Il Rosso detestava tenere delle celle sulla propria nave, ma riconosceva il loro ruolo.

Aprì la porta del piano e vi scivolò all’interno, cercando di commettere meno rumore possibile e notò una cella di colore diverso, più scintillante del metallo normale.

- Una cella di agalmatolite – pensò stupendosi di non trovare nessuno di guardia. Lentamente si avviò verso questa e gli comparve uno Smoker ammanettato e legato come un salame, con un umore che paragonarlo al nero pece sarebbe risultato quasi un eufemismo.

- Non c’è nessuno di guardia… Per forza, conciato in quel modo e dentro a questa gabbia, dove vogliamo che vada…? – ragionò, nel momento in cui il Commodoro sollevò su di lei il suo sguardo sofferente, ma che tradiva lo stesso orgoglio.


“Che cosa vuoi?” sibilò freddamente l’uomo. L’ultima cosa che in quel momento desiderasse erano le visite di quei delinquenti.

Hikari prese ad armeggiare con la serratura della cella, tentando di farla scattare: “Voglio scambiare due chiacchiere con te”. E senza troppa fatica riuscì ad aprirla.

“Mi accenderei volentieri un sigaro e brinderei alla tua compagnia, ma mi è un tantino impossibile” rispose con voce roca, soffocando un gemito. Il risultato del volo che Shanks gli aveva fatto fare, cominciava a farsi sentire ora.

La donna non badò alla frase di sarcasmo ed entrò sicura, appoggiando la porta con delicatezza.

Smoker non se la passava egregiamente: la ferita alla tempia continuava a sanguinare, aveva mezzo volto coperto di sangue e tutto ciò serviva a dargli un’espressione abbastanza inquietante, esacerbata da quegli occhi grigi che brillavano nella poca luce della cella. In aggiunta aveva probabilmente qualche costola rotta, vista la fatica che dimostrava a respirare.

Sciolse la bandana che teneva legata al braccio e si avviò al lavandino accanto al piano dove il Commodoro era seduto e legato: aprì il rubinetto e bagnò la stoffa fino ad inzupparla.

Successivamente si avvicinò all’uomo, ma nel momento in cui stava per mettergli il panno fresco e bagnato sulla tempia, lui si schivò di colpo.

“Non toccarmi”!

Hikari sollevò un ciglio sorpresa: ne aveva ancora di energie, nonostante le botte che aveva ricevuto!

“Ti serve una ripulita…” commentò tranquillamente, ponendo la mano sinistra sulla spalla di lui.

“Ti consiglio di togliere la mano da lì” sibilò con voce roca e furente, mentre la donna si parava innanzi al suo viso: “Sennò che mi fai? Mi mordi?” rispose lentamente e con sarcasmo, provocandogli quasi un travaso di bile.

“Stai continuando a sanguinare. Devo tamponarti la ferita” proseguì, rialzandosi e poggiandogli il panno contro la tempia. Il Marines sussultò per il dolore, ma continuò a guardarla in faccia con l’espressione contrariata.

“Come mai ti preoccupi così tanto per me?” domandò ironico, serrando gli occhi a causa di una fitta improvvisa alla tempia.

“Ci servi vivo, non morto” rispose la donna, sciacquando il panno nuovamente e riavvicinandosi.

“Ah, è solo per questo… Dovevo immaginarlo”.

“Che credevi? Che stessi flirtando con te?” e questa volta Hikari si lasciò scappare una risata sincera, come non faceva da tanto tempo.

Smoker assottigliò lo sguardo, espirando profondamente per evitare di ricoprirla di insulti, ma un’altra fitta al torace lo fece gemere rumorosamente.

La mora se ne accorse, ma non disse nulla, continuando a pulirlo dal sangue, passando la stoffa sul viso del Commodoro, che in quel momento cominciava a godere, suo malgrado, di quelle fresche carezze.

Era a pezzi: per un istante continuò a tenere fisso lo sguardo sul volto della donna, cercando a tutti i costi di capire il perché di quel riguardo nei suoi confronti e mantenendo quell’ espressione imbronciata e scazzata, tipica sua. Però, era tanto il dolore fisico che alla fine decise di abbandonarsi lo stesso alle cure di quella donna che neanche conosceva, ma che gli stava regalando parecchio sollievo.

Fu la voce di lei a farlo tornare alla realtà.

“Ti servono dei punti... Per ora ti lego questo attorno alla fronte, almeno continuerà a tamponare la ferita” disse, sistemando il pezzo di stoffa. “E’ troppo stretto?” gli chiese guardandolo negli occhi.

“No…” fu il solo commento che Smoker proferì, spezzato da un nuovo sussulto.

Hikari lo guardò, non riuscendo a non provare un po’ di pena per lui. Osservò ancora l’uomo respirare e capì che la ferita al torace doveva essere abbastanza grave.

- Shanks mi ammazzerà… - pensò, mentre appoggiava un ginocchio a lato delle gambe del Marine, sul legno, cercando il capo e il nodo della corda.

“Che diavolo fai”?

“Ti controllo le costole, perché più che respirare stai rantolando…” rispose chiudendo dolcemente le palpebre e riaprendo gli occhi nei suoi: “Mi prometti di non fare cazzate, se ti slego”?

Smoker ricambiò il suo sguardo alzando il ciglio sinistro: “Sono ammanettato, se non te ne fossi accorta”.

“Già” rispose Hikari, mossa da un moto di ilarità, indaffarandosi con la corda.

“Lo trovi divertente, eh”?

“No, è solo che il Rosso si è assicurato molto bene di non farti scappare o che altro” concluse sciogliendo la corda e abbassandogli la giacca sulle braccia: “Accidenti…” riuscì solo a dire, notando un enorme livido violaceo tra la sesta e l’ottava costola.

“Niente che il mio corpo non abbia già provato” rispose il Commodoro, guardandola chinarsi innanzi a lui ed esaminare la ferita.

“Lo so, ma siamo su di una nave, non in ospedale, sai com’è…” ribatté sarcastica “Dirò a Ben di mandarti giù il medico di bordo”.

“Ma anche no”.

La donna sollevò piano il viso per andare ad incontrare i suoi occhi: “Lo so che preferiresti morire piuttosto che farti curare da dei pirati, e lo sai bene che Shanks non ti farà sicuramente schiattare qua sotto…” e prese una pausa, cercando di non pensare al fatto che ben presto avrebbe dovuto rendere conto al Rosso e guardando il viso di Smoker rabbuiarsi “Ma non è il caso di commettere cazzate, caro il mio Cacciatore Bianco” concluse prendendogli il viso tra le mani e alzando un ciglio per provocazione.

“In ogni caso, non permetterei mai che tu mi crepi qui sotto” aggiunse, regalandogli un sorriso a trentadue denti.

“E perché mai?” rispose con ironia l’uomo, che continuava a chiedersi se questa avesse un piano ben preciso oppure fosse pazza da legare.

Hikari abbassò lo sguardo, accosciata com’era e lasciò il suo viso, abbandonando le braccia sulle proprie cosce: “Semplicemente perché sei il meno marcio dell’allegra combriccola… E se dovesse succedere un casino, a livello mondiale” e calcò bene queste ultime due parole “Sono sicura che faresti la cosa giusta” aggiunse riportando il suo sguardo nel suo. “Per cui, uno come te, non ce lo lascerei mai crepare in una cella”.

Il Commodoro proferì una bassa risata: “Io non tradirei mai la Marina”.

“Sbagli. Tu non tradiresti mai la Giustizia, non la Marina” rispose in un lampo la donna.

“Ho studiato bene il tuo fascicolo alla Sede Centrale, so quasi tutto di te. So quando e dove sei nato, so della tua infanzia, adolescenza, del tuo arruolamento in Marina, quali sono i tuoi principi, come la pensi, come agisci e come non ti preoccupi di trovare appigli per la tua condotta particolare…” proseguì con un sorriso sghembo “Uno come te, se fosse marcio dentro, a quest’ora sarebbe al posto di Sengoku, ma so che a te va bene così, non è vero”?

Smoker non rispose, assottigliando però il suo sguardo e cercando di portare il discorso sulle informazioni in sé, non sul loro contenuto, perché capiva che la donna innanzi a lui non era l’ultima arrivata: “Come fai a sapere determinate cose su di me”?

Hikari sorrise desolata: “Sapere dove stavo io prima del nostro scontro, non ti farà piacere”.

“Tu non sei un pirata, vero?” rispose il Commodoro “Non ho informazioni su di te, non so il tuo nome e mai ti ho mai visto per mare…” proseguì sicuro. “No, non sei un pirata…” e rise amaramente “Tu sei una spia dei Rivoluzionari”.

La donna schioccò la lingua sul palato: “Duecento punti per Smoker, mi hai scoperta!” fece ironicamente “Sapevo che non eri uno stupido” concluse posando i suoi occhi color ametista nei suoi, ma fu spinta improvvisamente da una spallata dell’uomo contro le sbarre della cella.

“Che detesto i pirati lo sanno anche gli scogli…” e premette di più il suo corpo contro quello della donna, per immobilizzarla ulteriormente “Ma odio ancora di più la gente come te” concluse digrignando i denti.

Hikari, malgrado l’attacco improvviso del Marine, non si scompose più di tanto, sollevando il suo viso a pochi centimetri da quello dell’uomo e cacciando un sorriso ironico: “Tu sai bene che non è così, Smoker… Perché le cose che non sai del Governo Mondiale sono molte di più di quelle che sai”.

Il Commodoro continuava a guardarla con sguardo truce: aveva ragione in tutto, ma diamine! Lui era un Marine! La cosa che gli faceva ribollire il sangue nelle vene era che, innanzi a quella donna, si sentiva un libro aperto. Quegli occhi chiari, dal taglio stretto, avevano la capacità di penetrargli l’animo, e mai, in vita sua, si era sentito così indifeso e prevedibile. E tutto ciò lo rendeva particolarmente nervoso, anche se la donna, fin ora, si era comportata in modo impeccabile, con una gentilezza sconcertante per appartenere ad una fazione nemica.

Ed oltre tutto sapeva davvero molte cose, fin troppe. Certe informazioni, ne era sicuro, erano conservate negli archivi della Sede Centrale ed era difficile che qualcuno di esterno ne venisse in possesso.

- A meno che… - pensò, continuando a tenere in scacco la donna – Ma certo, si sono infiltrati nel Governo…

“Quanto hai lavorato in Marina”?

Hikari ampliò il sorriso: Smoker era davvero in gamba. Allora erano vere le voci che il suo grado dipendeva esclusivamente dalla condotta che osava tenere ed imporre. Era bravo nei ragionamenti.

“Quasi dieci anni”.

“Tsk…” fu il solo commento che riuscì a proferire il Commodoro, abbassando lo sguardo. Dragon era da tempo che li osservava con occhi invisibili.

“Mi stai guardando le tette”?

“Ma vai al diavolo!” sbraitò in preda ad una crisi isterica, seguita da una risata sguaiata, e sempre sincera, di lei. Quel Marine superava davvero le aspettative!

“Se non fossi ammanettato a quest’ora t’avrei insegnato a gasarti di meno!” continuò con un tono di voce molto irritato.

“Ne sei proprio sicuro?” domandò a bassa voce lei, sprigionando parte del suo haki, ma l’uomo porse resistenza e non si mosse dalla sua posizione, continuando a guardarla furibondo. Si trovava sulla nave di uno dei Quattro Imperatori, ammanettato, ferito e alle prese con una donna che si divertiva a prenderlo per i fondelli.


Ma un cigolio lo interruppe da quei pensieri furibondi, focalizzando l’attenzione sulla figura appostata alla porta della cella. Anche Hikari, sentendo quel suono, girò la testa di scatto, realizzando l’ultima cosa che doveva verificarsi.

Shanks era fermo sull’uscio, con uno sguardo da terrorizzare anche uno della Flotta dei Sette.

“Che sta succedendo qui”?

Il suo tono era freddo e parecchio contrariato, le labbra strette e leggermente piegate all’ingiù, la mascella serrata e quelle fiamme scarlatte che da un lato gli ricadevano sul viso.

Smoker indietreggiò lentamente, abbandonando la presa sul corpo della donna, restando a fissarlo, mentre Hikari si era rimessa in posizione eretta e si era avviata, lentamente, verso di lui.

Shanks era incazzato come una faina, glielo si leggeva in faccia e lei lo sapeva bene: sapeva che detestava la gente che si prendeva la briga di fare quel che gli pareva sulla sua nave, senza la sua approvazione. Ed aveva appena infranto quella basilare regola.

“Perché il Commodoro è stato slegato?” domandò lui, guardandola negli occhi. Sì, era indubbiamente furibondo.

“Smoker ha una brutta ferita al torace e-” ma un sonoro manrovescio arrivò sul suo viso come un fulmine, senza darle tempo di spiegare la faccenda. Si ritrovò con il volto girato dall’altra parte, con il Marine che osservava la scena letteralmente allibito.

Nel mentre Shanks abbassava la mano, shockato da quel suo stesso gesto, Hikari si era ricomposta e lo stava guardando con quelle gemme violetto, in una maniera che neanche nei suoi incubi ricorrenti avrebbe potuto immaginare.

Un rivolo di sangue le scese dalle labbra, su cui si passò le dita: “Se non vuoi sentire spiegazioni, allora evita di fare domande” commentò con sdegno, prima di passargli a fianco ed uscire dalla cella con passo veloce.

Non aveva esercitato l’haki e Shanks sapeva bene il motivo: avrebbe polverizzato la nave. Se lei era stata capace di farlo incazzare, lui era stato un campione a sfiorare un’ecatombe.

- Sono un emerito coglione – pensò, mettendosi la mano sul volto e chiudendo gli occhi, col cuore che galoppava furiosamente nel petto e uno Smoker, ancora fisso innanzi a lui e senza parole.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Ok. Signore... Non guardateci così male. Vediamo diversi occhietti schizzare fuori dalle orbite... Allora, piccola spiegazione sul finale di questo capitolo: la scelta controversa di fare Shanks così aggressivo l'abbiamo ponderata a lungo (fino a stasera, addirittura xD). Noi ci siamo immaginate il carattere del Rosso, perchè è tutt'altro che definito nel manga, e di riflesso abbiamo dedotto che, per quanto buono sia - perchè è buono - c'ha la lava nelle vene. E piglia fuoco come l'erba secca (in privato, s'intende), salvo poi pentirsene e darsi puntualmente dello scemo. xD
Non stiamo a spiegare oltre questa cosa, nè il carattere di Shanks da noi adottato, perchè avrete modo di scoprirlo col proseguo della storia, oltre al fatto che sarà ben incentrata sui rapporti tra i protagonisti e non.
Sappiate solo che è stata una scelta abbastanza combattuta, con un filo logico. :)

Detto ciò, passiamo alle recensioni!

- Angolino di Beatrix -

@Huntergiada: ahahahaha! xD Ciao caVa!
Allora, sì... Diciamo che è meglio non farlo arrabbiare il Rosso. Anzi, è meglio non punzecchiarlo quando è teso. Sarà buono e caro, ma in una situazione ove su di lui grava uno dei perni dell'equilibrio mondiale, potrebbe scppargli la pazienza. E sia nel capito precedente, che in questo - da come hai potuto leggere - Hikari è andata molto vicina nello sfiorare l'ecatombe! ^^''' E viceversa, ovvio. Perchè Hikari non è una che le manda a dire.
Fuor dubbio è che Ace s'intrighi senza rimedio in queste faccende: quando mai si è fatto da parte, pensando ai fatti suoi? xD Mai, ecco. La risposta è eloquente...
Certo è che tutti s'impegnano a far scappare la pazienza al Rosso. xD
Grazie per la recensione caVa!
Un abbraccio e alla prossima!

@Red Queen: oh mia Regina, salve caVissima! ^^
Dunque, dunque, dunque: noto con piacere i tuoi lati masochisti, quanto alla fine del capitolo. xD Ti dirò, strangolerei volentieri chi mi tronca i capitoli in questo modo (Yuki e me medesima inclusa), però riconosco che giovano alla suspance. xD
Leggendo questo capitolo (il 17), ti sarà lampante il mio amore perverso verso il Rosso in sinergia con la scrittura. Non c'è nulla da fare... Più li amiamo, più li facciamo soffrire. Amen.
Tuttavia, gliel'abbiamo fatta scampare - sia a lui stesso, che ad Ace - nel precedente. Perchè... E' ormai assodato che si ragioni meglio a stomaco pieno, no? Soprattutto con Pugno di Fuoco a fianco. Eh. E poi, un po' di tranquillità delle volte non guasta, tenendo conto che abbiamo visto il nostro sfregiato preferito darci di strategia bellica. :p Io Shanks me lo immagino molto calcolatore... Il che mi porta a sbavare sempre di più. ** *parte il delirio ormonale adolescenziale* xD
In ultimo, ti farò ridere: abbiamo steso proprio una specie di linea temporale a giorni "reali", per ovviare alla dispersione dei tempi, ecco. Speriamo solo di aver fatto un buon lavoro. ^^'''
Una abbraccio e grazie per la recensione, tesoVa.
Alla prossima!

@Akemichan: bentornata dagli esami tesoVa!
Non preoccuparti, ti capisco benissimo. E, perchè ci sono passata anche io, e perchè in questo periodo il lavoro mi sta distruggendo. -.-
Dunque, risposte a random, che non mi piace dare risposte in stile lista della spesa. xD Per quanto riguarda Ace, il nostro amato cerino ambulante xD, il perchè della mazziata serviva per esigenza della trama in toto. Non posso dirti nulla a riguardo, ma capisci da sola il perchè l'abbiamo fatto siringare di agalmatolite. E' abbastanza intuibile. Invece, per il convincimento, siamo proprio sicure che sia convinto appieno? xD Dai, non è così tonto come sembra. E anche qui, non posso dirti altro che "vedrai", perchè diversamente svelerei spoiler su spoiler. xD
Quanto a Shanks, noi ce lo siamo sia immaginate come un lupo travestito da pecora che come un grande stratega. Aggiungici che ama il controllo e che ha due bombe ad orologeria, anzi, 3, contando il Commodoro adorato a bordo, e capisci quanto possa essere nervoso e quanto, quindi, brami ancora più il controllo delle situazioni.
E di fatti, se noti, gli effetti su suo sistema nervoso si sono notati... ^^''' E' indubbiamente stressato.
In ultimo, Ben e Hikari: avrai modo di scoprire molto su loro due, andando avanti. Ben è uno dei miei personaggi preferiti, anche se non è mai stato presentato appieno. Tuttavia, l'immagine che mi sono fatta di lui, basta ad amarlo. Mi piace credere nelle sensazioni personali, ecco. :) Hikari sembra tutto così austera, ma è molto ma molto insicura e debole. E ha una paura tremenda di Shanks, perchè sa che va in panico tutte le volte che lo vede. E che le sue parole riescono a ferirla come nessun altro.
Quando si parla di amore e dolore, eh?
Un abbraccio tata! Alla prossima e grazie per la recensione! ^^

@KH4: Ale-chan...
Quello che hai scritto nella recensione è ciò che più potrebbe far piacere al lettore. L''abilità e il merito comunque vanno alla mia collega, perchè il capitolo è suo. ^^ Sono felice che l'abbiate apprezzato: benchè la distribuzione dei capitoli - sulla stesura intendo - ogni capitolo è come se l'avessimo scritto entrambe. :) Per cui, grazie.
Shanks ha dovuto per forza giocare sporco. Non può permettere che Barbabianca venga a conoscenza della faccenda, scontroso com'è. E se Ace non si riesce a convincerlo, è finita.
Cosa non si aspetta Shanks, comunque, è che Ace è molto più intelligente e calcolatore di quanto possa dar a vedere. e di fatti, su tutti i fronti, se ne vedranno delle belle, non dico altro. xD E poi... Ora è disoccupato. Vuoi non farti i cavolacci degli altri, no? xD
Ecco qui il capitolo dedicato ad Hikari e al Commodoro: mancavano ancora loro due, come coppia tematica, via... Ma comunque Smoker non è uno che fa colpi di testa. Ha autocontrollo da vendere alla fine e non è uno sprovveduto. Tranquilla, cercheremo di trattarlo con i guanti. xD
Aspetto un tuo parere. ._. Ho un po' paura in generale, soprattutto per la fine del capitolo.
Un abbraccio e grazie per la recensione caVa!
Alla prossima!

@MBP: Marta baka-chan! ^^
Beata te che ce la fai a recensire... Ho in arretrato 3000 capitoli vostri... Mi sento una stronza. T_T
Comunque, veniamo alla storia, va, prima che mi prenda male...
Diciamo che Shanks ha cominciato a mettere le carte in tavola, cercando di lavorarsi Ace. Ace che -inaspettatamente- mantiene la calma, mentre Hikari proprio ce la mette tutta per fare incavolare il Rosso. Il tutto innanzi ad uno Smoker che non sa più che pesci pigliare. xD
Bel quadretto, no? xD
Tra Hikari e Shanks ne succederanno di tutti i colori: sono due testoni... Anzi, quella nave è piena di testoni! O_O Fai te... xD
Alla prossima baka! :D Grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Dark_Glo: benvenuta caVissima! **
Cioè, ti sei letta tutti i capitoli in due giorni? O_O Ma veramente?
Mi viene male solo a pensarci! xD Tesoro, ti saranno venuti gli incubi, scommetto. xD La cosa mi lusinga al quanto, davvero, quindi ti ringrazio con tutto il cuore.
Mantieni la calma: niente cose brutte. La fic è stata finita prima di quell'odiosissimo capitolo. Ci saranno casini, ma il tutto si svolgerà prima del Banaro e del proseguo dell'opera originale. :)
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione e i complimenti! ^^



- Angolino di Yuki -

@HUNTERGIADA:
Ciao caVa, come va? occhio ai tappeti vari che non voglio essere responsabile di lividi e botte varie ^^
Uno dei primi faccia a faccia tra Ace e il fumoso è andato, anche se presto ne vedrete altri! Ovviamente, Smoker mica lo possiamo dimenticare, anche se è prigioniero avrà un suo spazio ^^
Ovviamente Ace preferirebbe riprendere a dar la caccia a Barbanera, sappiamo tutte com'è fatto e di starsene buono buono non è capace. Tuttavia, di fronte a un imperatore che ti viene a dire di startene buono e senza poteri, non può fare molto nemmeno lui. Quindi è costretto a questa bizzarra convivenza in cui ne vedremo delle belle xD
Un abbraccio
A presto ^^

@Red Queen:
Ciao caVissima **
Siamo sadiche, che ci vuoi fare? XD Ammettilo che ti piace anche per questo la storia, se non ti lasciassimo lì con il fiato sospeso verrebbe nemno il bello dell'attesa estenuante xD
Bhè, Shanks ha avuto a che fare con Rufy, quindi qualche trucchetto se lo ricorda e lo applica. Scherzi a parte, il punto fondamentale che ha tenuto segreto Shanks è quello che probabilmente sta più a cuore a Ace, ovvero il rischio che corre Barbabianca. Quindi sì, non ha mentito, ma non ha detto nemmeno tutto =P
Anche se la storia è lunga non per questo l'abbiamo trasformata in Beautiful due la vendetta. L'esigenza di fare tanti capitoli era quello di dare il giusto spazio anche a personaggi che magari non erano sì principali ma era ingiusto ignorare **
Oh, gli happy ending sono d'accordo che bisogna saperli stendere, però io li preferisco assolutamente! Non riesco proprio ad accettare i sed ending per una questione molto semplice: mi basta la vita in cui non va tutto bene, almeno nella fantasia lasciamo che tutto finisca per il meglio, altrimenti ci tagliamo le vene xD Poi concordo, eh, alcuni happy ending fanno ribrezzo da quanto non stanno bene con il resto della storia e lì effettivamente pure io vedrei un'altro finale - anche se non comincerei la storia poi xD
Un abbraccio
A presto ^^


@Akemichan: Ciao tesora ^^
Che bello risentirti ** Come stai?
Facciamo con ordine, se no mi perdo:
Capitolo 14: allora, hai ragione, pure io sono stufa di vedere Ace mal menato e sempre grondante di sangue, ma quando abbiamo steso questo capitolo io e - un po' meno - Bea eravamo piene di fiducia e ci aspettavamo che andasse tutto a finire bene. Se fosse per me, Ace sarebbe sempre in forma ^^ Sono contenta che la nostra Hikari ti appaia un personaggio che lascia il contorno della storia realistico, era proprio quello che volevamo e per questo non l'abbiamo resta troppo forte - sarebbe stonato con il contesto.
Capitolo 15: Sono felice che la mia scelta dei due punti di vista ti sia piaciuta. E' stata un po' un azzardo perché io non sono brava nelle prime persone e poi era comunque complicata la situazione da rendere per entrambi. Ho optato per questa scelta perché mi sembrava l'ideale rendere in quel momento cosa pensassero i due, così da gettare le basi per dopo!
Capitolo 16: Ace non è che sia molto convinto di rimanere lì, ma che scelte ha? Non ha poteri al momento, è sulla nave di un imperatore e per di più sono coinvolti i rivoluzionari! Quindi alla fine le sue possibilità erano poche. La schena di Shanks che si arrabbia per quello che aveva detto Hikari è molto carina ed è una piccola rivincita della mora in qualche modo =P
Un bacio  
e alla prossima ^^

@KH4:
Ciao Ale-chan ** Come va? spero che tu sia meno sommersa dallo studio di me, io non vedo l'ora che arrivi il 15 di luglio così sono finalmente in vacanza xD
Davvero questo capitolo ti è piaciuto così tanto? Sono contentissima **
E soprattutto mi fa piacere che i personaggi restino sempre OC, cosa a cui teniamo particolarmente sia io che Bea. Ovviamente riempire la pancia a Ace prima di parlarci è una mossa vincente, alla fine lo sappiamo sono fatti lui e Rufy, basta mettergli la carne davanti e sono contenti - non capiscono più nulla xD
Per quanto riguarda ciò che farà ora Ace è da scoprire, non si può rivelare il piano malvagio delle due scrittrici ^^
Per quanto riguarda Smoker... bhè, lo sappiamo com'è fatto, quindi decisamente il pranzo non è l'arma ideale per stenderlo xD
Un abbraccio **
A presto, caVa **

@MBP:
Bakuz mia, come sta?
Sono contenta che anche questo capitolo ti sia piaciuto tanto!
Ovviamente Shanks non poteva permettersi di rivelare tutto, altrimenti Ace non sarebbe mai rimasto lì e nonostante la sua pessima condizione fisica sarebbe ripartito incurante del pericolo - come sempre -_-
Hikari è meglio non irritarla, altrimenti sono guai per tutti xD Purtroppo alcune cose non subito si capiscono e poi si creano certe situazioni... non dico altro =P
Un bacio :*

@Dark_Glo:
CaVa, che gioia risentirti *______*
Sono contenta che la storia ti piaccia e che la trovi avvincente! Sei stata un fulmine a leggerla, complimenti ^^
Spero davvero che anche tutti i prossimi capitoli possano piacerti!!!
Un abbraccio
e a presto!






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 18
*** Collisione Inaspettata ***


CAPITOLO 18: COLLISIONE INASPETTATA.
(Chapter Soundtrack: The Tower - Bruce Dickinson).


Non aveva controllato la rabbia e la tensione, non si era accorto che il suo braccio era partito da solo, andando ad infrangersi con violenza sul quel viso che mai avrebbe voluto toccare in quell’atroce maniera.

Un manrovescio. Le aveva dato uno di quei manrovesci che a stento aveva riservato a qualcuno, ma il braccio si era totalmente distaccato dalla connessione neurale: non gli fosse rimasto solo quello, se lo sarebbe volentieri preso a morsi.

E se non controllava neanche più i suoi gesti, significava che si trovava parecchio nei guai: se perdeva il controllo per una stupidaggine del genere, cos’avrebbe fatto in una battaglia, con lei a bordo? Avrebbe spazzato via un’intera isola?

Avrebbe spedito tutti quanti all’Inferno, tanto che Belzebù avrebbe fatto baracche e burattini e si sarebbe trasferito in Purgatorio, giusto per mantenere la distanza di sicurezza da quel diavolo dai capelli rossi.


Alzò lo sguardo su Smoker, che si era riseduto e respirava a fatica: vedeva bene l’espressione basita che tentava di contenere, ma i suoi occhi grigi scintillavano di… terrore?

- Eh, certo… Entro qui e meno uno che lui crede sia dei miei… Do da pensare parecchio - formulò mentalmente, mentre si avvicinava all’uomo.

“Alzati” commentò abbassando le spalle, sospirando leggermente. Il Commodoro capì che doveva trovarsi veramente in un manicomio, viste le cose che stavano succedendo. Continuando ad osservare sorpreso il Rosso, ubbidì senza fiatare e si alzò.

Non si era mai trovato di fronte a Shanks ed era spiazzato: ora come ora pareva una persona normalissima, ma pochi secondi prima, se avesse potuto – o voluto – avrebbe staccato la testa dal collo a quella donna.

Che poi, si chiedeva il perché di una reazione così spropositata: era famoso per la sua forza, ma anche per le sue buone maniere. E non ci capiva più un accidente.

Nel mentre che era assorto nei suoi pensieri, Shanks stava scrutando il livido violaceo su suo fianco: “Ti serve un medico”.

“La proposta me l’ha già fatta quella donna. E la risposta rimane la stessa: no” commentò il Marine con il suo solito tono lugubre.

Shanks piegò un angolo della bocca verso l’alto, sorridendo: “E perché”?

“Perché non voglio nessun tipo di cura da parte vostra”.

“Quante stronzate…” ribatté sarcasticamente, avvicinandosi all’uomo con sguardo sicuro. “Non so se sia chiaro o meno il concetto: sono io che comando qui” proseguì assottigliando lo sguardo “Quindi sono io che decido per te” e si servì del suo haki, provocando una sferzata che spinse contro al muro il Commodoro.

Sguainò la spada e la puntò alla gola dell’uomo: “Smoker… Qui sono io che ho il coltello dalla parte del manico, e te l’ho spiegato anche prima, in spiaggia. Quindi” e sorrise “A me di te frega relativamente. E non ti temo. Ma non sono quel tipo di pirata, anche se preferirei che tu non mi sfidassi. Per cui, te lo chiedo con cortesia: datti una calmata e pensa bene a quello che dici o che fai” concluse rinfoderando la spada.

Il Commodoro sorrise amaramente: “Lo so che non è saggio sfidarti, Rosso. Ho visto con quanta facilità perdi il controllo…” disse alludendo alla scena di pochi minuti prima.

“Con lei è una questione diversa” biascicò incupendosi parecchio, al che Smoker alzò un ciglio provocatorio, condito con un sorriso malizioso: “Ah, capisco”.

Shanks rimase parecchio interdetto: lo stava provocando? Che cosa aveva capito?! Cioè, aveva capito veramente la situazione o si stava divertendo a giocare con la morte?

- Stai calmo – si ribadì mentalmente, cercando di recuperare il controllo, ma l’espressione del Marine lo stava facendo innervosire parecchio.

“Non mettere il naso negli affari che non ti riguardano” lo ammonì con uno sguardo di sfida, ma il Marine non demorse.

“Spiegami quel manrovescio, Rosso: è stato perché mi ha slegato o perché ci hai trovato così… vicini?” domandò il Commodoro, ben sapendo cosa avrebbe rischiato.

Ed infatti la reazione di Shanks non si fece attendere: sviluppò la potenza del suo haki e lo fece accasciare a terra all’istante, in ginocchio, con la testa che gli girava e il fiato che gli mancava. Si avvicinò minaccioso, prendendolo per il bavero della giacca e tirandolo a sé: “Non osare”.

“Ora so qual è il tuo punto debole” commentò tra le fitte al torace, mantenendo il ghigno di sfida.

“Ringrazia che il tuo l’ho rispedito a casa illeso” ribatté altrettanto malizioso, capendo che la via delle percosse non risultava essere la migliore: “Non pretendere di tenere scacco me, quando non sai chi hai davanti” disse lentamente “O preferisci che mandi il mio Vice ad affondare la tua ammiraglia che sta tornando al Quartier Generale”?

“Ed io continuo a ripeterti che non lo faresti mai: non ti conosco, ma conosco la tua fama. Anzi… Sto facendo la tua conoscenza, e se fossi come tanti altri a quest’ora mi avresti giù ucciso” rispose Smoker, quasi sibilando.

Shanks sorrise rassegnato: “Sappi che ho appena dato un manrovescio alla donna che ho sempre amato, che amo e che non riuscirò mai a smettere di amare” lo raggelò, lasciandolo andare e lasciandolo senza parole.

“Ed ora voltati” gli ordinò, ma senza quella freddezza nella voce. Anzi, sembrava quasi che gli stesse chiedendo una cortesia.

Smoker ubbidì, decidendo di seppellire per il momento l’ascia di guerra: sentiva che gli stava, probabilmente, salendo la febbre e continuare a sfidare quel pirata in quello stato era una palese pazzia.

Il Rosso estrasse dalla tasca le chiavi delle manette, e dopo un istante d’esitazione fece scattare la piccola serratura: “Ora ascoltami, seriamente” disse, facendolo voltare “Ti serve un medico e non mi va di segregarti qui sotto” proseguì guardandolo negli occhi: “Ti porto su, senza manette… Ma sappi una cosa: come ha fatto Hikari, so bloccarti anche io con estrema facilità. Se provi a fare un passo falso, non solo faccio saltare in aria la dinamite che ho sistemato sull’ammiraglia” disse, mentre Smoker sgranava gli occhi incredulo “Ma ti sparo in vena una di quelle fiale che con tanto amore hai conficcato nella schiena a Pugno di Fuoco”.

Il Commodoro si massaggiò i polsi, ragionando che per l’ennesima volta si trovava a dover dare retta ad un pirata.

“Io sono buono e caro, ma ripeto: non ti conviene sfidare la mia pazienza” concluse, dandogli una pacca sulla schiena e conducendolo al piano superiore.


Hikari si era gettata di corsa su per le scale, a testa bassa, tentando di trattenere le lacrime. Lacrime che aveva promesso di non versare più per quell’uomo, ma che si stavano accavallando sotto i suoi occhi e che sapeva di non riuscire a trattenere ancora per molto.

Non era per il dolore e la ferita al labbro: era per il gesto in sé. Shanks, per quanto ne sapeva, non aveva mai alzato le mani su una donna, e quel gesto più che averla ferita al viso, l’aveva ferita nel profondo.

Un’altra volta.

Corse per il corridoio, senza preoccuparsi di dare spiegazioni agli uomini del Rosso che stavano per caso passando di lì, preoccupandosi solo di raggiungere un posto isolato ove sfogare la sua rabbia e il suo dolore: sapeva che Lucky e compagnia cantante le volevano ancora bene, come gliene voleva Ben, ma in quel momento non voleva dare spiegazioni a nessuno. O meglio, non voleva incasinare un’intera ciurma a causa degli attriti tra lei e quel disgraziato del loro capitano.

Girò l’angolo a sinistra, con una velocità mostruosa, ma non ebbe tempo di schivare ‘ l’ostacolo ’, che per caso le si era parato davanti.

Un ostacolo con i capelli neri, cappello da cowboy e tante lentiggini sul viso.


“Ma che diavolo?!” mugugnò Ace, massaggiandosi la testa e rialzandosi in piedi: erano finiti entrambi a gambe all’aria, dopo un frontale parecchio doloroso.

“Scusami” fu il commento frettoloso di Hikari, che stava accingendosi di nuovo a correre via. Sentiva che sarebbe esplosa da un momento all’altro e doveva evitare di stare in un locale chiuso, o avrebbe fatto danni.

Ace era ancora rintronato dalla botta clamorosa che aveva preso sul pavimento, ma ciò non gli impedì di notare il rivolo di sangue che scendeva dalle labbra della donna.

“Che ti è successo?” aveva domandato cercando di guardarle il viso, ma lei si era spostata a lato e si era incamminata di nuovo per la sua via di fuga, cercando di evitare il suo sguardo indagatore.

“Nulla di cui ti debba preoccupare”.

Convinto di andare a fondo della faccenda, Ace non esitò a strattonarla per un braccio e riportarsela davanti, ma Hikari teneva la testa bassa e le vene che pulsavano notevolmente.

“Oh, calmati un attimo! Hai il labbro spaccato”!

“Lasciami andare Ace”!

“Aspetta!” e continuava a trattenerla con una presa poderosa: doveva essere successo qualcosa di grave, una rissa o qualcosa del genere.

- Eppure Smoker è ammanettato – pensò mentre ostacolava i movimenti della donna, che a sua volta cercava, invano, di divincolarsi dalla presa di Ace.

“Hikari, venvia, spiegami che è successo!” domandò per l’ennesima volta il moro, ma lei si girò di scatto, con gli occhi che traboccavano rabbia e rancore: “Non sono affari tuoi!” gli aveva urlato, riversando un’onda d’urto particolarmente potente sul torace nudo di Ace, aprendo un taglio terribile.

Anche se poco profondo, era di notevoli dimensioni: non se ne era resa conto, e vedendo il sangue defluire dalla ferita si mise le mani sulla bocca, incredula.

Ace aveva abbassato gli occhi sul suo stesso torace: neanche lui si era accorto di cosa fosse successo e aveva solamente sentito una fitta sopra lo sterno.

“Oh mio dio… Scusami, non…”

Non avrebbe mai voluto far del male a quel ragazzo, anche se poco prima l’aveva cazziato e mazziato per benino. Non aveva ragione per far del male ad Ace. Soprattutto per colpa delle gesta efferate di quel diavolo dai capelli rossi.

Il moro aveva sollevato di nuovo il suo sguardo, vedendo l’espressione sconvolta della donna e si era portato una mano al petto: “Ma tu mi spieghi come cazzo funzioni”?

“Ti prego, scusami” e aveva le lacrime agli occhi, un po’ per il dispiacere, un po’ per la rabbia di non riuscire a controllarsi “Perdonami Ace, non volevo farti del male” e le lacrime cominciarono a scendere inesorabili.

Il ragazzo la guardava basito: prese l’asciugamano che portava in spalla e si asciugò la ferita, tentando poi di far ricorso ai poteri del frutto del diavolo, ma con scarso successo.

Ritornò a guardare Hikari, che aveva il volto rigato dalle lacrime e continuava a guardare il danno che aveva combinato con gli occhi sgranati: “Dai, lascia stare… Non è nulla di grave”.

“Mi dispiace…” mormorò tra i singhiozzi, i nervi a pezzi.

“Oh, non c’è il caso di disperarsi! Non fare così!” rispose allegramente, ma lei era davvero disperata tanto che gli stava quasi facendo tenerezza.

- Questa è bella… - proferì mentalmente, mentre lei si accasciava contro il muro e si rannicchiava a testa bassa. Si accosciò di fronte a lei, anche se continuava a non capire che cosa le stesse succedendo, a parte il rammarico per averlo ferito.

“Hikari, stai bene”?

L’unica risposta che ricevette fu un ‘no’ con la testa.

Le tese la mano: “Vieni, andiamo fuori…” e la tirò in piedi, mentre lei cercava disperatamente un qualcosa per soffiarsi il naso e si vergognava in una maniera clamorosa.

“Eh, ho solo l’asciugamano sporco di sangue…” commentò desolato il moro, porgendoglielo, ma a lei andava bene ugualmente. L’importante era dissimulare quella crisi nel minor tempo possibile.

Si asciugò la faccia e si soffiò il naso nella stoffa: non era molto principesca come cosa, ma a lei non gliene fregava un emerito cavolo delle buone maniere. Non in quello stato.

“E’ conciato da buttar via!” rise Ace, indicando l’asciugamano bianco, che di bianco ormai aveva solo il ricordo e cercando di farla sorridere. “Dai, andiamo sul ponte a prendere un po’ d’aria, poi pensiamo a sistemare il resto” concluse additando il suo di taglio e quello della ragazza.

Con lo sguardo piantato sul pavimento e con Ace che le cingeva le spalle, si avviarono sul ponte, cercando un posto protetto da qualsiasi occhio indiscreto possibile.



- TO BE CONTINUED -


- Un passo indietro... Poi sempre avanti -



Buon...a notte gente! O_O
Scusate l'ora e scusate se non abbiamo aggiornato oggi ma entrambe siamo con l'acqua alla gola (e notate che io sto in ferie -.- Ma vaff...).

Cambiando discorso...

Ma non li trovate meravigliosi sti quattro? ** Il Rosso che vorrebbe prendere a testate il muro, ma che deve cercare di restar lucido per non dare soddisfazioni al Commodoro. Quest'ultimo che trova tutto ciò molto divertente, anche se si preoccupa di non esagerare troppo con il sadismo e la provocazione, siccome ha davanti uno dei Quattro Imperatori in preda ad una crisi di nervi - il che non è esattamente il massimo.
Poi abbiamo Ace, travolto da quel fuime in piena che è Hikari, insistente ed atto a recuperare la nostra mora in qualche maniera. Ed infine lei, ferita ed umiliata, che se non rasa al suolo il Vento dell'Est è un miracolo.

Che bei momenti... xD
E manca ancora tutta la popolazione del Vento dell'Est all'appello... Soprattutto un certo Vice, ma arriverà anche lui... :3

Ma passiamo alle recensioni, caVe! ^^


- Angolino di Beatrix -

@Huntergiada: Ciao caVa!
Allora, diciamo che Smoker ha reagito così perchè si è accorto troppo tardi della vera natura di Hikari. Credeva che fosse un pirata, ma c'era qualcosa che non lo convinceva... La sua reazione "brutta" non è tanto il fatto che lei stia dalla parte di Dragon (lui lo conosce - Rogue Town), quanto il fatto che sia stata una spia infiltrata in Marina. Con l'aggiunta di un piccolo bluff, da parte del Commodoro. Spiego questo, perchè non è scritto chiaro e tondo, ma sarà una cosa abbastanza rilevante più avanti. :3
Come hai potuto capire, il Rosso ed Hikari non sono propriamente due tipetti tranquilli, quando si trovano faccia a facci. Diciamo che Hikari è quella che fa perdere la calma a Shanks, viceversa lui è quello che fa perdere ogni difesa a lei. Sono due disastri - e ci credo che Smoker ci rimanga allibito! xD
Grazie per la recensione caVa!
Un abbraccio e alla prossima! ^^

@MBP: Marta baka-chwaaaan! ** AmoVe!
Mi pari in apnea ad ogni capitolo! xD Dehihoho!
Hai visto che macello che è successo? Sinceramente mi fa un po' pena Shanks... L'abbiamo trattato davvero troppo male... Ma ce lo siamo immaginate così, calmo e stratega, ma che se è invischiato col cuore di mezzo arriva a non capirci più nulla, col risultato che il sangue al cervello gli vada spesso e volentieri! ^^'
Smoker non ha parole, ovvio. u_u Sinceramente non so con chi abbia più piacere di trattare: se l'Imperatore o la Rivoluzionaria... xD
Alla prossima tesoVo!
Un abbraccio e grazie per la rece. ^^

@KH4: ciao Ale-chan! ^^
Sono felicissima che tu abbia apprezzato questa coppia narrativa... Al tempo morivo dalla voglia di trattare i due assieme, complice anche il loro carattere ostinato, ma anche la loro sottile ironia. ^^ E, ti confesso, che è stato estremamente divertente trattarli: è uno dei capitoli nei quali mi sono divertita di più, te lo giuro e quindi mi fa piacerissimo sapere che tu l'abbia apprezzato. ^^
Vera è la tua analisi: per quanto sia burbero e scontroso, Smoker talvolta fa uscire da sè il suo cuore nobile. La scena del gelato di Rogue Town gli ha fatto prendere quei millemila punti simpatia, a mio avviso. xD
Hikari... Diciamo che Hikari, malgrado tutto, ha rispetto del Commodoro. Nel senso che ha ben presente che tipo di persona sia, ovvero una delle pochissime mele marcie rimaste nella Marina. Indi per cui, si mostra un po' pietosa nei suoi confronti, ma semplicemente perchè, nonostante la "guerra", un po' le dispiace. Anche se... Eh... Ne vedrete di cose, care le mie fanciulle... xD
Quanto all'ultima parte, non so davvero se ti abbia shokkato in positivo o in negativo... Spero la prima. Ma, tranquilla: benchè questo Shanks paia terribile, avrete modo di capire il suo stato d'animo nei prossimi capitoli, visto che la seconda parte della storia è una parte prettamente introspettiva e legata ai rapporti interpersonali. ^^ E spero vi divertiate. :D
Grazie per la recensione, tesoro!
Un abbraccio e alla prossima!


@Dark_Glo: ciao caVa!
Argh, ti invidio per il tempo libero e allo stesso tempo ti ringrazio. *inchin-inchin* Ancora stento a crederci, ma dopotutto io, tempo fa, in due giorni me ne ero letti 42. xD Sai, colpa della neve...
Smoker è meraviglioso. E' un personaggio che mi ha colpito da subito in positivo, soprattutto perchè è orso (e a me i burberi piacciono da morire), ma allo stesso tempo ha buon cuore. :)
Insomma, è un Marines giusto, a parere mio. :) Ed apprezzabile/sopportabile. u_u
Non farti spaventare da Shanks... Arriverà anche per lui il momento di dolcezza (ma non troppo. :p)... Ma sappi che navigare con la sua ex storica, non è piacevole. xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione. ^^

@Red Queen: Regina mia, santi numi, asciugati le bave! xD
O vuoi anche tu il catino per la bava? Venvia, ce n'è per tutte, tranquille: è largo e profondo abbastanza. xD
Ma te ne devo dare adito: Smoker legato e con l'aria da cane bastonato (ma sempre selvatico), ha il suo fascino... ** Figurati quanto ci ho sbavato io a stendere il capitolo, fai te. xD
Dunque... Veniamo a Shanks... Oh, lo diciamo papale papale: gli è scappato. Per quanto cerchi di trattenersi e di mantenere la calma, davanti ad Hikari fallisce miseramente. Saranno quegli occhi, bah... Insomma, tra l'uno e l'altra non ne fanno una giusta. E siamo ancora all'inizio, pensa un po'! Aaah, se ti piacciono le robe complicate, hai trovato pane per i tuoi denti, darling. xD
Però vedo che piace il Rosso che freme e che sì, fa le cavolate... Ma gliele perdoniamo (Hikari un po' meno). Fuordubbio che sia sexy. u_u Su questo non ci piove.
Oh, provaci prima o poi a fare una long che sia long eh? ^^ Bisogna solo avere tempo e fantasia... Sulla seconda sono sicura, sulla prima un po' meno... ^^'''
Grazie per la recensione caVissima e alla prossima!
Un abbraccio!

@Akemichan: ciao caVa! **
Più che clichè, ti rimando al pezzo della risposta ad Ale... A parte, come dice Yu e come dici tu, il fattore OP, Hikari stima, in un certo senso, Smoker. Anche se è legata al Rosso, non è detto che la nostra mora stia dalla parte dei pirati: i Rivoluzionari sono "liberi" da inquadramenti, ecco... Oltre al fatto che vede in Smoker una delle poche mele sane rimaste sotto il vessillo biancazzurro. Via, un po' le dispiace vederlo così... Dopotutto, il Commodoro è una pedina del sistema come le altre, nonostante si distingua per la sua disciplina particolare nei confronti dei piani alti (ricordati che Hikari sa ogni cosa sul suo conto. :3 Il vantaggio di essere spia, eh? ^^).
Riguardo alle frasi, ahem... Tributo personale. Ogni tanto mi piace infilarci di mezzo frasi di vita quotidiana, ecco! Ma sono felice che ti abbiano strappato una risata! ^^
Infine, per quanto riguarda Shanks, quoto quel che dici. Qui è un esperimento... Anche se sia io che Yu siamo portate a pensare che tutto sto stinco di santo non sia (e tanta è la voglia di verificare ciò, maledetto Oda! -_- Che non spende più di un paio di pagine per cotale meraviglia, accidenti!).
Grazie per la recensione caVa e in bocca al lupo per lo studio!
Alla prossima! ^^


- Angolino di Yuki -

@Huntergiada: Ciao tesora ^^
Ah, sei formidabile a riuscire a recensire prima di andare a lavorare. Io non ho praticamente tempo per far nulla xD L'ansia da esami mi uccide psicologicamente xD
Come capitolo lo sapevamo che avrebbe lasciato parecchio di sasso. E' un'evoluzione imprevista della storia, che non ci si aspetta. Riesce a rendere più incasinata la trama, tende le relazioni e si arriva a una situazione dove tutti sono lì, a un passo dallo scoppio dell'apocalisse. Riesce a rendere il tutto più interessante, no? Oppure siamo semplicemente noi sadiche xD
Un abbraccio
Alla prossima

@MBP: Marta-chaaaaaan!!!! Ancora auguri di buon compleanno **
Come stai? provato la tavola grafica? com'è? Altri regali? **
Allora, noto che il capitolo ti ha lasciato letteralmente di sasso, eh? XD Sei rimasta basita dalla reazione del Rosso nei confronti di Hikari, è naturale. E' un lato del carattere di Shanks che io e Bea abbiamo reputato più che probabile ma che Oda non ci ha ancora mostrato semplicemente perché non ha mostrato molto il suddetto personaggio.
E ora si va avanti **

@KH4: Ciao Ale-chan ^^
Come stai?? Ah, ma perché tutti riescono ancora a leggere e rencensire mentre fanno altro e io sono la sola sommersa dalle cose da fare? T___T Voglio giornate di 48 ore!!!
La scena che hai ricordato era piaciuta un sacco anche a me, sai? Più che altro perché mostrava fin dall'inizio come Smoker si discostasse da molti dei suoi compagni marines, che aprofittando del grado si arrogano diritti che non hanno e sottomettendo le persone che in realtà dovrebbero difendere. Mentre in due vignette, Oda ci ha mostrato come in realtà Smoker, dietro quell'aria poco incline a mostrarsi, in realtà sia una persona di buon cuore **
Il piccolo scambio di battute ripostato è veramente la sintesi di ciò che Smoker è. Lui è dalla parte della giustizia, giustizia che però viene guidata dal Governo Mondiale, il quale opera secondo la giustizia che si impone da sé - molto comodo come pensiero. Quindi, il discorso di Hikari è corretto: il Commodoro vuole servire la giustizia suprema, non una qualcunque giustizia e nel momento in cui la Marina e il GM prenderanno strade palesemente diverse da quella della Giustizia, allora staremo a vedere come si comporterà il nostro Smokeruccio - ora mi uccide per questo diminutivo terrificante XD
Eh, che lo schiaffo fosse shoccante non ne avevamo dubbi xD Ma secondo noi, come reazione impulsiva, lì, in quell'istante, ci stava. E' una di quelle cose di cui una persona si pente subito, ma che a volte sfuggono alla reazionalità della nostra mente e allora ci si deve adoperare per tentare di trovare un rimedio...
Un bacio
A presto!!!

@Dark_Glo: CaVa, eccoti ancora qui **
Ah, come ti invidio che non hai nulla da fare ç____ç Cioè, avessi io niente da fare andrei in letargo per una settimana e poi mi metterei a recuperare tutti i capitoli accomulati in arretrato che ho collezionato! *sospira sconfortata*
Vedo che pure tu conservi il ricordo di uno Shanks senza pietà. In quel frangente non aveva adoperato mezza misure senza un attimo di esitazione! Qui, non è esattamente la stessa cosa perché lui in realtà non vuole farle del male ancora, ma semplicemente reagisce d'impulso senza pensare e fa la frittata xD
Alla prossima
Un abbraccio ^^

@Red Queen: Ciao caVissima **
Anche se è in catene, Smoker conserva il suo fascino. C'è poco da fare, è proprio insito in lui e non viene meno nemmeno nelle peggiori situazioni. Anche se credo sia molto, ma molto, irritato per la situazione in cui si trova: cioè, non rientrava proprio nei suoi programmi rimanere prigioniero sulla nave di un imperatore xD Non è la cosa più spassosa per un marines xD
Quando a Shanks... che coglione u_u
E' un dato inconfutabile, ma a noi piace comunque! Alla fine si è comportato si male, ma lo ha capito da solo. La sua reazione è stata del tutto irrazionale, prima di freni mentali, e quindi si è lasciato un attimo andare. La tensione accumulata da quando aveva ricevuto la prima telefonata di Hikari a questo momento era molta, vecchi pensieri e vecchie ferite sono tornate a fargli male, quindi era già di suo parecchio provato per l'evoluzione improvvisa degli avvenimenti che lo hanno portato lì.
Io credo che Shanks non sia così posato e riflessivo, penso sia semplicemente una persona buona, che cerca di ottenere ciò che vuole proteggendo chi ama e sconfiggendo senza troppi pensieri chi lo intralcia. Il fatto che sia apparso sempre sorridente, sempre incline a divertirsi, non mi ha mai trasmesso la sensazione di una persona che fosse veramente posata. Alla fine, per guadagnarsi in, quanti anni? 10? il titolo di Imperatore, non deve essere così calmino e tranquillo come vuol far credere xD Poi, vabbé, sono tutte interpretazioni personali dettate dal semplice fatto che il signor Oda si ostina a non farlo apparire molto :nono:
Lasciamo perdere Oda e quel maledetto capitolo T___T Mi deprimo ancora al pensiero!
Un bacio
Alla prossima ^^

@Akemichan: Ciao tesora ^^
Bhè, in One Piece i personaggi buoni risparmiano sempre e provano sempre pietà per i cattivi. E' proprio una cosa tipica del manga. Non so se ricordi ad Alabastra quando Rufy dice a Zoro di salvare anche Smoker quando erano stati tutti imprigionati da Croccodile (*ççç* un'altro dei miei amori).
Sono contenta che comunque il loro 'discorsetto' ti sia piaciuto. Le battutine che si sono lanciati a me fanno sempre sghignazzare quando le rileggo xD
Quando a Shanks, posso ridirti quello che ho scritto prima Red Queen. Ovvero che secondo me il fatto che sia apparso sempre - cioè quelle 3 volte che Oda si è degnato di farlo apparire in tre paginette messe in croce - sorridente e incline a rimanere razionale non significa molto. Quando è arrivato a Marine Ford non poteva farsi prendere anche lui dalla foga e mettersi a combattere, era andato appositamente lì per mettere fine a tutto e quindi aveva già in mente dove voleva arrivare. A Foosha, bhè, non mi sembra che sia stato particolarmente 'buono' e comunque erano 10 anni prima, prima di entrare nella Rotta Maggiore e farsi un nome. Per arrivare a conquistare il titolo che si ha, certo non si è comportato sempre bene xD
Poi, ripeto, sono interpretazioni che uno trae perché Oda alla fin fine non ce lo ha mostrato molto e noi fans ne deduciamo cose diverse per forza. Già sui personaggi che appaiono sempre non si va d'accordo a volte, figuriamoci per quelli lasciati ai margini xD
Un abbraccio
A presto ^^





Ringraziamo infine chi ha inserito la nostra storia tra i preferiti e le seguite, e anche chi semplicemente ci ha buttato un occhio.

Bea & Yuki






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Capitolo 19
*** Conoscenza ***


CAPITOLO 19: CONOSCENZA.
(Chapter Soundtrack: Through the Barricades - Spandau Ballet)


"Ti serve qualcosa? Acqua? Vino? Rum? Un soldato su cui sfogare i tuoi istinti omicidi?" chiese Ace con un tono che passava dal divertito al preoccupato, per sfociare nella gentilezza.

Aveva gettato l'asciugamano in una cesta fuori da una camera davanti alla quale erano passati, deducendo che fosse quella per il bucato. Al massimo, sul Vento dell'Est avrebbero avuto un candido asciugamano in meno, nulla di grave.

Facendo attenzione a non farsi beccare, si era anche infilato nelle cucine - non prima di essere certo che Hikari nel mentre scappasse chissà dove - per recuperarle un tovagliolo di stoffa in alternativa a un vero fazzoletto. Ovviamente non aveva resistito alla vista di una fetta di torta lasciata lì, abbandonata sul tavolo, così - per non farla sentire sola - aveva deciso di prendere anche quella.

Finito con i giri di passaggio, erano finalmente usciti sul ponte e muovendosi lontano dagli altri, avevano trovato un punto isolato e riparato dove potevano stare da soli.

Hikari si era rannicchiata con la schiena contro le assi di legno, le gambe chiuse sul ventre e strette dalle braccia. Ace, che le stava seduto accanto, non riusciva a scorgerle il volto coperto dai folti ricci neri.

La sentì ridacchiare tra i singhiozzi trattenuti a stento e seppe che per lo meno era ancora cosciente del mondo in cui si trovava.

"No, grazie…"

"Mi fai vedere il labbro"?

Non ricevette risposta, ma non demorse.

"Guarda che non ti faccio nulla, voglio solo vedere se hai bisogno di una medicazione o meno".

"Perché ti preoccupi così me? Io ti ho fatto quel..." non terminò nemmeno la frase. Ace udì nuovamente sospiri spezzati e profondi, seguiti da lacrime che lui non poteva osservare percorrere il viso della donna, ma che era certo ci fossero.

Le rimise un braccio attorno alle spalle, stringendola leggermente.

"Non ho capito bene che è successo, ma sono sicuro che tu non lo abbia fatto apposta. Quindi non vedo dove stia il problema" cercò di rassicurarla il moro.

Inutile, Hikari non ne voleva sapere di alzare il viso e tranquillizzarsi.

Qualsiasi cosa fosse successa dopo che l'aveva lasciata era decisamente qualcosa di grave per ridurla in quello stato. Da quel poco tempo che aveva trascorso in sua compagnia aveva dedotto che avesse un bel caratterino, poco accondiscende, testarda e forte. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsela raggomitolata come un gattino a piangere, anzi, era certo che se era in quelle condizioni alla base dovesse trovarsi una ragione più che valida.

Comprendeva, però, che quello non era proprio il momento adatto per continuare ad insiste in quella direzione.

"Se cambiamo argomento riprendi il possesso della parola?" domandò Ace.

Hikari, finalmente, si decise ad alzare di pochi centimetri il volto, non prima di aver utilizzato a dovere il povero tovagliolo che era stato preso in prestito dalle cucine. Il viola pareva liquido da quanto gli occhi erano lucidi, le gote arrossate e i muscoli della faccia contratti nel vago tentativo di trattenere i residui dei singhiozzi. Le labbra erano nascoste dal braccio e da alcuni ciuffi neri appoggiati su di esso, quindi Ace non era ancora in grado di poter analizzare la piccola ferita. Una vaga nota di ringraziamento si dipinse sul suo viso.

Il moro si stava impegnando non poco a farle passare quel momento di crisi, anche se non sapeva bene come fare, ci stava mettendo impegno e lei glielo riconosceva. Per quell'attenzione che le stava rivolgendo nonostante al loro primo incontro se ne erano date di santa ragione, senza contare la sfuriata che gli aveva fatto una volta al sicuro sul Vento dell'Est e anche quel taglio sul petto.

"Non volevo" mormorò indicando con un cenno del capo la ferita.

"Oh, ti ho già detto che non ci sono problemi" ripeté il ragazzo esibendo il solito sorriso sghembo "Però spiegami almeno come ci riesci".

La giovane donna fece un respiro profondo, per calmare i respiri mozzati a causa delle lacrime e assicurarsi, in quel modo, che le sue parole non risultassero troppe tremule e spezzate.

"E' un tipo di haki" esordì con un filo di voce "Io riesco a incamerare le emozioni negative - mie e degli altri - trasformandole in onde d'urto. Purtroppo non mi alleno da molto e non sono più molto abile nel controllarmi..."

"Come mai hai smesso di allenarti”?

"Mi sono infiltrata nel Quartier Generale della Marina, il reparto adibito al passaggio di informazioni. Ci sono rimasta più o meno per dieci anni".

Un fischio di ammirazione del pirata seguì la frase di Hikari.

Era evidente il motivo per cui non si sarebbe potuta mettere a utilizzare il suo potere con regolarità, qualche sospetto sarebbe sicuramente sorto e una piccola indagine avrebbe rivelato facilmente la verità: una spia dei Rivoluzionari. Le sue abilità, anche se era stata in pausa per tanti anni, erano comunque eccezionali e sarebbero potute facilmente aumentare se si fosse rimessa a seguire un problema giornaliero di esercizi.

"Potresti riprendere ad esercitarti" propose il ragazzo "E se posso ti do una mano, che ne dici”?

Soppesò l'idea di riprendere in mano i suoi allenamenti.

Su di una nave c'erano non pochi rischi, soprattutto se perdeva il controllo e le possibilità non erano remote dopo il lungo periodo di stallo. Inoltre, aveva già avuto la conferma che quella non era semplicemente un'ipotesi astratta: il taglio che si ritrovava Ace era l'esatto opposto.

Per non parlare del mal di testa orribile che era tornato a martellarle il cervello. Avvertiva come scosse che passavano ad alta tensione nel cranio e una pressione non indifferente alle tempie, poteva quasi udire il rimbombo del sangue pulsante nelle vene ripetersi.

Eppure, era indispensabile che tornasse in possesso dell'autocontrollo di quel suo bizzarro potere.
L'allenamento sarebbe servito a portarla in uno stato più equilibrato e l'avrebbe tenuta impegnata, corpo e anima. Idea allettante, perché avrebbe significato meno tempo a disposizione per pensieri scomodi.

Ovviamente, ‘pensieri scomodi’ andava a sostituire Shanks.

Strinse i denti e si concentrò con tutta sé stessa per evitare di ritornare a rivivere ciò che era successo nelle celle. Ma è una caratteristica dei pensieri dolorosi quella di non fare ascolto a ciò che uno vorrebbe e prendere da soli l'iniziativa, più uno li scaccia più loro tornano con maggiore veemenza.

Non chiedeva nemmeno di capire quello schiaffo, non voleva.

Ormai si sentiva ferita a tal punto che le spiegazioni non sarebbero servite a rimarginare i profondi solchi sanguinanti impressi nella sua anima. Odiava l'estrema facilità con cui Shanks riusciva a colpirla in quel modo, con tanta naturalezza che pareva essere stato creato apposta per ridurla in briciole, strappandole un pezzo di cuore alla volta.

Eppure, una volta le cose erano l'esatto contrario.

Scosse lievemente la testa, allontanando quell'effimero pensiero.

Detestava sé stessa per non essere abbastanza forte da mantenere la promessa che si era fatta da sola, quella di non piangere più per lui. Le lacrime erano spuntate da sole dai suoi occhi, senza darle nemmeno il tempo materiale per provare a trattenerle. Il dolore era stato così pungente da non poter essere controllato e questo la faceva sentire ancora più vulnerabile.

La cosa che più la spaventava era la consapevolezza che quella sofferenza non sarebbe passata con la fine del giorno e nemmeno di quello successivo, o della settimana, o tanto meno del mese. Si sarebbe protratto fino a quando nei suoi ricordi ci sarebbe stato Shanks, più indelebile di qualsiasi altra cosa.


"Allora?" la esortò Ace "Non dirmi che hai paura di confrontarti con me”?

Il pirata sorrise soddisfatto avendo ottenuto il risultato che sperava, stuzzicando l'orgoglio della donna di cui stringeva ancora le spalle con il proprio braccio.

Hikari si sentì colpita nel vivo da quell'affermazione, ma in modo diverso da come lo era stata poco tempo fa per mano del Rosso. Ciò che Ace era andato a sollecitare era il suo amor proprio e improvvisamente comprese che doveva trovare un modo di reagire in modo positivo a tutta quella situazione. Non poteva permettere di farsi ridurre a una ragazzina piagnucolona con tanta facilità, doveva riprendere in mano la situazione e sollevarsi, mostrando - a sé stessa e agli altri - che sapeva tener testa a Shanks e non soccombere.

"Alleniamoci".



"Ahio" borbottò Hikari.

Il moro sollevò un attimo gli occhi per incrociare lo sguardo della donna e le sorrise gentilmente.

Finalmente si era decisa a mostrarle il taglio, anche se lui non le aveva più chiesto come se lo fosse procurato, per evitare di farla ricadere o in un perfetto silenzio o farla esplodere di rabbia.

Erano tornati in cucina - buttato il tovagliolo nello stesso punto in cui vi erano tutte le tovaglie e grembiuli sporchi - per prendere del ghiaccio in modo da evitare che il labbro si gonfiasse eccessivamente.

"Così dovrebbe andare" asserì dopo un po' Ace, con la mano ancora appoggiata sotto il mento di lei per poter esaminare con più attenzione la piccola ferita "Vuoi prenderne un po'”?

"No, direi che-"


La porta si aprì in quel momento.

A comparire, sulla soglia, c'era il vice capitano del Vento dell'Est con l'immancabile sigaretta in bocca. I suoi occhi blu passarono dal ragazzo chinato su Hikari a quest'ultima, seduta su uno dei tavoli.

"Che state facendo?" domandò con voce piatta, ma vagamente sorpresa.

"Non è come sembra" replicarono in coro i due, rendendosi conto che la scena poteva effettivamente sembrare equivoca.

Il ragazzo ritirò immediatamente la mano, mentre lei saltò giù dall'asse di legno.

Ben continuava a guardarli in attesa di una qualche spiegazione, solo dopo qualche secondo fece caso alle nuove ammaccature di entrambi. Come si erano procurati quei tagli?

"Avete fatto a botte con qualcuno?" continuò il vice.

"Oh, è colpa mia per la ferita di Ace. Non sono più molto brava con l'haki" rispose Hikari.
 
"E tu”?

"Sono caduta" replicò troppo velocemente.

La scusa era pronta dato che si aspettava l'interrogativo, ma aveva sbagliato i tempi e ora lo sguardo di Ben si era assottigliato come a volerle scrutare l'anima per trovare l'intoppo in quella spiegazione. Contraccambiò con la maggior naturalezza possibile lo sguardo, ma sapeva di aver ancora gli occhi lucidi e arrossati, particolari che sicuramente non sarebbero sfuggiti all'uomo di fronte a lei.

"Ah, sì? E da quanto sei scoordinata nei movimenti"?

Ben prese tra le dita la sigaretta e lasciò che il fumo uscisse lentamente dalle sue labbra. In pochi attimi, la piccola nuvoletta grigia si era completamente dispersa nell'aria e l'unica traccia riscontrabile era l'odore acre e penetrante.

"Colpa mia" si intromise Ace, portando una mano dietro la testa e ridacchiano "Ci siamo scontrati e lei ha perso l'equilibrio".

Il vice, poco convinto, decise che era meglio non insistere. Hikari non sembrava disposta a parlare ed Ace la copriva.

Non sapeva che cosa fosse accaduto, però era certo che ci fossero poche cose e persone in grado di far piangere la giovane donna. Tra queste figurava Shanks.

Chiedere spiegazioni a lui si sarebbe potuta rivelare un'operazione ancora più complicata.

Essere aperto in due da Hikari o schiacciato dall'haki di Shanks? Qual era la prospettiva migliore?

- Ma non possono mettersi a parlare civilmente? - domandò a sé stesso intanto che si allontanava da solo per i corridoi.


Hikari trasse un profondo sospiro di sollievo quando Ben chiuse la porta dietro di sé.

Non le piaceva affatto mentirgli, ma d'altronde non aveva intenzione di far litigare lui e Shanks per questioni che sapeva non essere di vitale importanza per il resto del mondo. In quel momento la ciurma del Rosso doveva rimanere ben salda per fronteggiare il Governo Mondiale.

"Grazie" disse con un sorriso sincero voltandosi verso Ace.

"Di nulla".

"Perché mi hai coperta? Non sai nemmeno come mi sono procurata il taglio".

"No, non lo so. Ma è comunque vero che ci siamo scontrati, no"?

Alla donna scappò una piccola risata davanti all'estrema naturalità con cui Ace parlava e increspava all'insù le labbra. A vederlo così non pareva affatto un temuto pirata, il comandante della seconda flotta di Barbabianca: al contrario, sembrava un normale ragazzo di vent'anni con le lentiggini.

"Ti ho coperto perché mi hai dato l'impressione che non avevi proprio nessuna voglia di parlarne".

"Già".

"Però se cambi idea io sono disponibile" concluse il moro dirigendosi verso la porta.




- TO BE CONTINUED -


- Un passo indietro... Poi sempre avanti-


E rieccoci all'ormai solito appuntamento settimanale con la clinica neurologica online! xD Questa fic, ammettetelo, assomiglia più ad un manicomio, che a una storia di avventura, vero? Ma per lo meno, in questo capitolo, i toni sono un po' più smorzati, il tutto è un po' più leggero. Hikari addirittura si sfoga - il che è una gran cosa. Il Vento dell'Est ringrazia. xD
E' poca cosa, rispetto a tutto quelle che è successo nei precedenti capitoli, ma via... Vi risolleva un po' il morale, visto che ci sembrate molto abbattute per sto destro diretto in faccia ad Hikari e il suo successivo sfogo su Ace. ^^''' Su di morale, forza! Che c'è Ace a tenere alta l'allegria! xD Inoltre, il nostro serafico vice si diverte a mettere in imbarazzo l'amica, non trovate? xD
Vedrete che presto arriveranno anche i due svitati della ciurma di Shanks. Sì, stiamo parlando proprio di loro due... :p

Detto ciò, passiamo alle recensioni! ^^



- Angolino di Beatrix -

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
Innanzitutto, grazie per i complimenti! Addirittura fantastico? Accidenti, vuoi viziarci? xD
Sì, la situazione globale è notevolmente incasinata. Hikari è a pezzi (immaginatevi solo per un istante di trovarvi nella sua situazione... ò_ò) ed ha perso il controllo. Su Ace. Più che lei, mi fa pena lui. xD Ma si sa che il nostro cowboy ha pazienza, e poi sa essere dolce e sa bene come tirare su il morale alle persone. :)
Dall'altra Smoker ce la sta mettendo tutta per far scappare la pazienza al Rosso. Tuttavia non lo fa per cattiveria, ma proprio per il suo spirito restio a ricevere ordini, nonostante sia sempre un "sottoposto" in Marina (di fatti lo sappiamo bene con che tranquillità mandi a stendere i Cinque Astri di Saggezza. xD Figurati se si fa scrupoli con i pirati, benchè abbia davanti un Imperatore).
E Shanks... *Sospira* Garantiamo che è difficile anche per lui. Vi faremo sudare i motivi uno ad uno, perchè siamo bastarde (ormai è assodato questo fatto), ma piano piano capirete che il nostro Rosso non è cattivo, ma semplicemente confuso/teso/preoccupato. ^^' Solo che c'ha la lava nelle vene, altro che Ace ed Akainu! xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione. :)

@Red Queen: Ave o Regina! *.*/
*Acchiappa al volo la corona e gliela ripone sulla sua capa regale*
Sì, sì, lo ammetto (come lo ammette anche Yu): il Rosso sta esaurito. Ma di brutto eh? Non sappiamo con certezza chi sia più esaurito dei due, se Hikari o Shanks. Certo è che se si scatenassero, il Vento dell'Est colerebbe a picco, che neanche Ben potrebbe fare qualcosa. xD Ben... Beh, in questo capitolo l'hai ritrovato e ci sarà anche nel prossimo (in una scena che vi strapperà taaaanti bei cuoricini. :p Ma non dico altro!), per non parlare di altri... :p
Sì, sono d'accordo nel farlo a brandelli uno che mi tratterebbe così: ma a Shanks, come hai detto tu, lo si perdona. Più avanti capirete, dettaglio dopo dettaglio, che il Rosso non è stronzo, ma solo in panico. Pensa a quanta fatica (e lavoro) sta facendo per gestire Pirati, Rivoluzionari e Marines assieme, sulla stessa nave! ^^' E' umano anche lui...
Se Hikari e Shanks stanno esauriti, Smoker ed Ace non ci stanno a capire un fico secco: la tua supposizione è giusta! xD E saranno queste incomprensioni il punto forte della prima metà di questa seconda parte di storia, perchè... Credi veramente che Ace se ne stia buono buonino nel suo cantuccio? *Si sbellica dalle risate* Venvia, non ci crede nemmeno lui! xD
Grazie per la recensione caVa e alla prossima!
Un abbraccio!

@Dark_Glo: ciao caVa! ^^
Se vuoi ti passo un po' dei miei impegni! xD Sto recensendo al posto di mangiare cena! xD
Sì, con un po' di intuito si capisce che Shanks non volesse farle nulla, tuttavia sta esaurito di brutto (questo è il presupposto dal quale siamo partite). Ma le pagherà le sue azioni, come Hikari pagherà le sue, come anche tutti quanti. E' il principio di azione/reazione. x3
Ace... Eh. Ace sarà una figura importante. Dopotutto lui ed Hikari sono i due motori principali della storia. :) Ne vedrete di cose interessanti (si spera! xD).
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione!

@Akemichan: ciao tesoVa! **
Non ho ben capito sto fatto del comportamento di Hikari, siccome è un personaggio originale. Scusa se rompo, ma sono baka nell'anima, oltre al fatto che mi interessano molto le vostre opinioni. :) Siamo qui riuniti anche per ricavarne un confronto, no? :)
Eh... Ad Hikari rimane il "moccioso", anche perchè lì sopra è lui il più piccolino. Ma se ci pensi, tutto ciò potrebbe risultare una cosa buona, visto che è l'unico che non ha a che fare con il suo passato. Non conto Smoker nel gruppo, perchè, a parte il fatto di essere un Marines, ha un carattere poco incline al dialogo e non andrebbe mai d'accordo con la nostra mora. Sono troppo simili per certi versi - soprattutto quando si deve fare sul serio... Per cui mi parrebbe la persona meno indicata alla quale chiedere aiuto. xD
Il Commodoro e il Rosso potrebbero tranquillamente fare una seduta di Annozero o Porta a Porta: almeno loro, se litigano e se s'insultano, sanno essere divertenti. u_u
Un abbraccio tesoro! ^^ Grazie per la recensione e alla prossima! :)

@Kh4: Ale-chan, ciao tesoro! ^^
Ci scommettevo lo stipendio che avresti gioito nel vedere Ace nelle vesti di consolatore di Hikari. O di sacco per gli allenamenti... Il tutto dipende da come si evolveranno le azioni e gli avvenimenti prossimi! xD Secondo il nostro senso comune, credo che Ace ormai lo troviamo tutte quante dolce e premuroso. E' pur sempre una testa di cavolo, che piglia foco come l'erba secca (eh, non a caso ha il rogia del fuoco xD), tuttavia, nel nostro immaginario, ce lo troviamo bene a fare la spalla, vero? :)
Sì, Hikari è molto piccola... Nel senso, ha trent'anni, ma, in quella situazione, si ritrova ad essere catapultata dieci anni indietro. Quindi anche i suoi pensieri e comportamenti sono stati lanciati indietro. Immagina che la Hikari dei primi capitoli, ovvero la Hikari rivoluzionaria, e quella odierna, sul Vento dell'Est, siano come due entità estranee. E di fatti lo ammetterà a sè stessa... ^^' Ma è troppo shockante avere Shanks attorno, ora come ora, per ragionare in maniera lucida, purtroppo. Ammettiamolo: è distrutta. u_u Anche se a me fa più pena Ace, trattato come un punchball da tutti quanti! xD
Quanto a Shanks... Sta esaurito pure lui. Deve cercare di imporre la sua superiorità, ma non per cattiveria, bensì perchè è conscio delle problematiche che si potrebbero sviluppare a bordo (e non solo), se mollasse la presa. Solo che... Si ritrova a dover affrontare caratteri davvero troppo particolari... ^^''' Ma lo saprete perdonare, dai... Vedrete che pian piano capirete tutto quel che c'è da capire. E' umano anche lui. :)
L'azione della dinamite, non sarà spiegata più avanti. Dovrete andare a deduzione, ecco. ^^
Secondo me i prossimi capitoli ti piaceranno molto, soprattutto il prossimo. xD
Un abbraccio e grazie per la recensione e i complimenti. Sei un tesoro. **
Alla prossima!

@MBP: Baka-chwaaaan! Ciao!
Oh, non dire che Shanks c'ha quasi quarantanni perchè, in uno stato del genere, potrebbe prenderti a calci nel sedere! xD Diventa permaloso quando c'h ale balle girate! xD
Ace prova una curiosità notevole per il "funzionamento" di Hikari e non ha tardato a verificarne gli effetti. Su sè stesso, tra l'altro. E questa cosa, sarà parte del motore della storia... :3 Ace, quando è curioso, non si ferma innanzi a nessuno! xD
Infine, Ace non avrebbe mai potuto alzare le mani su Hikari in quello stato, ma sai perchè? Perchè la mora l'avrebbe rigirato come un calzino! xD Se anche lui si fosse messo di mezzo, altro che il terremoto di MF! xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione! ^^


- Angolino di Yuki -

@Huntergiada: Ciao caVa!
Allora, hai fatto un sunto della situazione impeccabile! Praticamente sono tutti in situazioni poco piacevoli e l'atmosfera si è fatta veramente tesa.
Purtroppo la situazione generale è poco piacevole di sé - tra una guerra da evitare, persone da salvare che non vogliono farsi salvare ma al contrario cacciarsi nei guai, e marines da tenere sotto controllo - ci si mettono anche vecchie ferite a tornare a galla. Insomma, ritrovarsi a confrontarsi con la vecchia fiamma non è proprio una cosa che distende i nervi... e se sono già tesi è un miracolo che il Vento dell'Est sia ancora in piedi xD
Per sapere come migliorerà o/e peggiorerà il cilma a bordo non resta che continuare a leggere **
Un abbraccio
Alla prossima!

@Red Queen: Tesora!
Me lo immagini Ben tipo padrone di un cane dal manto rosso che gli sparisce da sotto gli occhi appena si distrae un momento:
*fiu fiu* (sarebbe un fischio) "forza Shanks, torna qui bello" X°°°°D
Momento demenza finito. Perdonami, non sono normale, me ne rendo conto ^^"" Ora cerco di rispondere in modo serio!
Shanks non ne combina una giusta, effettivamente è incontestabile come realtà, tuttavia comprendo anche il tuo pensiero. Però mi fa tenerezza perché alla fine si è ritrovato nel bel mezzo di un grande casino all'improvviso e per di più con Hikari che rispunta fuori dopo 10 anni a fargli tornare i sensi di colpa. Quindi, non lo giustifico, ma posso almeno trovargli delle attenuanti sul suo comportamento xD
Ovviamente non abbiamo lasciato in pace nemmeno Ace e nemmeno Smoker! Cioè, tutti disperati e loro a spassarsela? Non sia mai u____u Tutti disperati a fare cerchietti in un angolino chiedendo alla provvidenza per quale ragione se la debbano passare così male xDD
Alla fine non sono riuscita ad essere seria, perdono ç_ç
Un bacio
A presto!!!

@Dark_Glo: Ciao cara **
Facciamo cambio? Io ho troppo da fare e vorrei stare in panciolle tutto il giorno xD Se non vuoi proprio tutto ciò che devo fare almeno una piccola parte te la cedo volentieri, così, tanto per riuscire a dormire più di 5 ore!
Quando una persona è agitata e stressata da spesso cose che non vorrebbe, quindi non è perdonabile su due piedi, ma si può comunque comprendere il motivo per cui Shanks si sia lasciato andare. Infondo, uno accumola accumola, e alla fine scoppia, c'è poco da fare xD
E Ace si rende utile in qualche modo, che altrimenti sta lì a far nulla u_u Almeno la sua bellezza può essere ammirata in tutta la sua magnificenza *ççç*
Un abbraccio **
Alla prossima!!!

@Akemichan: Ciao carissima ^^
E' vero, a Hikari gliene sono successe di tutti i colori in pochi giorni. Perseguitata dalla sfiga questa ragazza; più rileggo la storia e più mi rendo conto di quanto siamo state cattive io e Bea con lei - e anche con gli altri non ci siamo andate leggere. Ma è questo il bello per me, maltrattare i miei personaggi - nuovi o preferiti -, regalando loro sofferenze atrici - sopprattutto psicologiche - e poi... e poi niente, che se no ti dico come va a finire la storia e non va bene =P
L'immagine di Shanks e Smoker a un talk show sui problemi di coppia mi fa scoppiare a ridere al solo pensiero. Non tanto per Shanks preso singolarmente, più che altro per il Commodoro, e se poi li si mette assieme allora potrebbe uscire un delirio assurdo xDD Però, soprattutto il fumoso non ce lo vedo molto ferrato nell'argomento, quindi è logico che commetta qualche passo falso. Per quanto riguarda Shanks, è proprio la situazione ad essere del tutto particolare con Hikari, che lo porta a ritrovarsi con i nervi tirati e uno stress accumolato non da poco ^^""
L'ho detto che siamo state cattive!
Un abbraccio
A presto ^^

@KH4: Aleeeeeeeeeeeee-chaaaaan **
Non parlare di esami e libri per fare xD Il diritto... ma com'è che mi è venuta di iscirvermi a giurisprudenza? Un attimo di follia? (No, tu sei sempre folle NdTutti) Aaah, sì, ricordo, un'idea insana per seguire un progetto insano... ._. Se ce la farò a superare queste sessioni d'esame voglio una statua d'oro massiccio - o in alternativa in cioccolato fondente!
Passiamo a cose serie u_u
La nostra povera rivoluzionaria si è trovata in una situazione in cui le emozioni sono davvero tante, forti e dolorose. Inoltre il contorno non è dei migliori e gli eventi non fanno che peggiorare le cose, quindi anche con tutta la sua buona volontà per tenere a freno il suo haki - dopo anni di inattività - non è facile. Non è possibile.
Basandosi poi proprio sulle emozioni negative, è ovvio che non essendo più in grado di accumolarle e sopportarle, esploda in un attimo. Quindi Ace si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato - ma va'?! che notività per lui -_____-
E Shanks alla fine mostra un barlume delle proprie emozioni solo per mettere in chiaro che non si fa scrupoli... Bhà, speriamo che non faccia scemenze nell'immediato, vero? Cmq, Tashiji avrà già così tanto da fare per i fatti suoi che ora non le ci vuole proprio un tentativo di far affondare la nave da parte del Rosso xD
Un abbraccione, caVa **
Alla prossima!!!

@MBP: Ciao Baka-chan **
Come stai baka? Ti sei ripresa dal laboratorio? Ti devo passare le foto di domenica ** E farti vedere il blugorino **
Ricordiamo che Ace è senza poteri del rogia, quindi non è immune dagli attacchi xD Il che significa che il colpo di Hikari, oltre a essere haki in sè - che può ferire i rogia - è pure avvantaggiato dal fatto che il bel moro non ha poteri fruttosi sui quali contare!
Ma per lo meno Ace ha evitato di perdere la testa - letteralmente - scegliendo di non arrabbiarsi con la nostra rivoluzionaria, che con l'umore instabile che ha rischiava di continuare a infierire su di lui per sfogarsi xD
Un abbraccio, bakuz **





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 20
*** Violetta ***


CAPITOLO 20: VIOLETTA.
(Chapter Soundtrack: Drunken Sailor - Irish Rovers).


Ace stava da qualche minuto seduto su una grossa cima, adiacente al castello di prua della nave, intento a medicarsi il taglio sul petto: era sceso sottocoperta a cercare Lucas, il medico di bordo, ma l’aveva trovato chiuso nell’infermeria. Aveva così chiesto ad uno della ciurma di Shanks dove potesse trovare cerotti e disinfettanti, giusto per non disturbare il medico nel suo lavoro per quella sciocchezza, e si era arrangiato alla bene meglio: i suoi poteri continuavano a fare i capricci, ma un minimo di guarigione istantanea riusciva lo stesso a permettersela.

Si guardò per un istante le mani, cercando di evocare il fuoco, ma l’unica cosa che riuscì ad ottenere fu una fiammella paragonabile pressoché a quella di un misero cerino.

- A posto siamo… - proferì mentalmente sbuffando e picchiando il pugno contro il legno della nave.

“Accidenti!” grugnì stringendo mani e occhi. Odiava sentirsi debole ed indifeso e si sentiva proprio così, da quando il rogia si era preso le ferie. Ma ciò che lo rendeva ancora più nervoso era non sapere in quanto tempo si fosse ristabilito.

Alla fin fine stare sulla nave di Shanks non era male, ma la sua missione stava per essere buttata alle ortiche: aveva fatto una fatica immensa per seguire Barbanera, e le cose si erano messe male proprio sul più bello.

Preso da quei pensieri funesti, tornò a picchiare il pugno contro la balaustra, facendosi anche parecchio male: “Accidenti due volte!” sbottò, massaggiandosi la mano.


“Piano, o mi distruggerai la nave!” esclamò una voce alle sue spalle. Il moro si voltò con il suo solito sorriso sbilenco, riconoscendo Shanks fasciato nel suo mantello, che lo guardava con un’espressione allegra dipinta in volto.

“Te l’ho detto” continuò il Rosso avvicinandosi al ragazzo e sedendosi accanto a lui “Ci vorrà un po’ di tempo… Devi avere pazienza”.

“E’ quella che manca!” rispose Ace, mettendosi una mano dietro alla nuca e sorridendo colpevole. Nel momento in cui sollevò il braccio, Shanks notò i cerotti sul suo petto.

“Che ti è successo”?

“Ti riferisci a questo?” fece, indicando “E’ stata Hikari… Nulla di grave, non l’ha fatto apposta” proseguì sorridendo bonariamente.

Il Rosso incupì e abbassò il suo sguardo ed Ace se ne accorse nuovamente: “Ha usato l’haki vero”?

“Sì… Ma ripeto, non l’ha fatto apposta… Mi ha chiesto scusa in mille maniere”.

“Non lo controlla ancora…” disse più a sé stesso che al ragazzo. Ace si girò verso l’uomo, che in quel momento aveva appoggiato il mento all’unica mano disponibile e si stava torturando il labbro, con lo sguardo abbassato sul pavimento.

Pareva parecchio preoccupato.

“Mi sono offerto volontario per farle fare un po’ di allenamento, così ne approfitto anch’io per tenermi in forma” proseguì Ace, alzandosi in piedi e porgendogli una mano per farlo alzare.

Il Rosso sorrise amaramente: “Non immagini quanto sia difficile… Stai attento, rischi di farti male davvero. Hikari è pericolosa: il suo haki è particolare e in questo momento è paragonabile ad una bomba ad orologeria”.

“Come fai a sapere tutte queste cose di lei”?

Shanks si alzò in piedi, afferrando la mano del ragazzo: “Io ed Hikari stavamo insieme tempo fa. E’ per questo che l’atmosfera è così tesa” confessò, mentre un’espressione di stupore si dipingeva sul volto di Ace. “Siamo stati insieme circa un anno” e deglutì rumorosamente “E ho avuto modo di capire come funziona la sua dote, ma credimi, è davvero difficile usarla senza fare danni” concluse posando lo sguardo all’orizzonte.

- Ora comincio finalmente a capirci qualcosa – pensò Ace, riportando alla memoria la scena di poco prima.

“Sei stato tu, vero?” domandò con calma, ma vide Shanks irrigidirsi parecchio, concentrando uno sguardo granitico su di lui: “Ha disobbedito ad un ordine”.

Quella dura risposta fece capire al ragazzo che la situazione doveva essere parecchio complicata. Se era successo qualcosa, si trattava di molto tempo fa, ma il problema non era stato ancora risolto. Inoltre come si parlava di lei, l’uomo cambiava totalmente espressione, diventando inquieto e trovando scuse o appigli che non stavano né in cielo né in terra.


Capì che doveva cambiare discorso, o Shanks si sarebbe alterato e ciò non presagiva nulla di buono: “Smoker che fine ha fatto”?

Il Rosso, se da una parte ringraziò mentalmente il fatto che Ace avesse cambiato rotta di pensiero, dall’altra sapeva che aveva instaurato un tarlo nel suo cervello. E uno come lui non si sarebbe arreso se una cosa colpiva la sua curiosità.

“L’ho portato in infermeria. Ha la febbre” replicò comunque più rilassato. “Ho dovuto toglierli le manette, ma spero – per lui, s’intende – che non abbia la brillante idea di fare colpi di testa” concluse dipingendo un sorriso malizioso sul volto.

“Il fumoso non è stupido…” rispose Ace, ghignando pure lui “Non penso che voglia fare l’eroe. Ah” e s’arrestò per un secondo “Cambiando un’altra volta discorso” e non mancò di far notare ciò al Rosso “Quando si mangia”?

Shanks assottigliò lo sguardo sul giovane, che rilanciò ampliando il suo sorriso beffardo: “Ace, non-” ma fu repentinamente interrottò dal ragazzo, che aveva deciso di giocare d’attacco: “Ripeto, quando si mangia”?

L’uomo si fece scappare una risata di sfida facendogli capire che stava al gioco, solamente perché non aveva voglia di spendere ulteriori pensieri e parole su quell’argomento. Ace aveva vinto una battaglia, ma la guerra sarebbe stata lunga.

“Presto” rispose sorridendo sereno “Vi ho fatto preparare le camere. Vi mando a chiamare appena è pronto” concluse voltando le spalle e muovendosi verso la cucina, lasciando Ace abbastanza soddisfatto dello scontro verbale, cui era uscito apparentemente vincitore.



Si era alzata dal tavolo delle cucine, dopo aver riflettuto parecchio con il ghiaccio avvolto in un tovagliolo che Ace le aveva dato: l’aveva visto sparire dietro la porta, e si era di nuovo ritrovata sola tra i suoi pensieri.

Aveva dato il meglio di sé quel giorno: non solo aveva ferito una persona che non c’entrava nulla e che poco poteva, ma aveva anche frignato come una mocciosa davanti ad un ragazzo che aveva quasi dieci anni in meno di lei.

Si domandò dove fosse finito il suo orgoglio in quel momento, ma si ricordò del braccio gentile che Ace aveva stretto attorno alle sue spalle, tirandola a sé e cercando in qualche modo di calmarla.

Presa com’era, in quel momento non se ne era resa conto: ora, a mente fredda, sentiva ancora quel calore sulla sua pelle e un movimento caotico sordo in fondo al suo stomaco. Non si conoscevano che da mezza giornata, ma Ace aveva saputo regalarle un minuto di calma, con un gesto così semplice ma così dimenticato, che l’aveva colpita parecchio.

Era rimasta quasi dieci anni da sola: dieci anni spesi per una causa altrui, che sì condivideva, ma che l’aveva del tutto alienata da sé stessa. Entrando in Marina era stata catapultata in un mondo molto rigido, controllato, popolato di persone che non avevano nulla a che fare con il suo mondo. E aveva addirittura dimenticato cosa fosse il contatto fisico con un’altra persona: ovviamente non ci si riferiva al mero contatto fisico in sé, quanto al rapporto con un’altra persona fuori dai canoni lavorativi.

Aveva avuto superiori e sottoposti, ma di amici ne aveva avuti pochi e nessuno che potesse essere inteso come tale, nel vero senso della parola: alla fine, tutta la gente con cui aveva avuto a che fare, sia dal lato ‘Hikari’ che dal lato ‘Ankoku’, si trattava di colleghi. E l’ultimo amico che aveva avuto era una pertica che sfumacchiava quasi quaranta sigarette al giorno, che sorrideva raramente, ma che sapeva dare tutto se ti voleva bene.

E tutto questo dieci lunghissimi anni prima. Ora, quella stretta le aveva ricordato quanto avesse bisogno di qualcuno accanto: qualcuno che, sì, non la conosceva, ma che sapesse starle vicino lo stesso. In quel momento aveva bisogno di non sentirsi sola, di sapere che ci sarebbe stato qualcuno disposto a darle una mano se ne avesse avuto bisogno. E in una situazione come quella, su quella nave, ne avrebbe davvero avuto, di sicuro, bisogno.

Forse si stava facendo mille castelli di carta, ma il comportamento di Ace l’aveva rassicurata: poteva mandarla al diavolo, invece non l’aveva fatto. Anzi, le era stato vicino, nonostante sapessero a malapena i corrispettivi nomi.

Sorrise: forse si sarebbe sentita meno sola, anche se si ritrovava catapultata nel suo passato. Passato che non aveva mai dimenticato.

Prese la porta della cucina ed uscì alla ricerca di un bagno: bisogni fisiologici a parte, aveva davvero bisogno di una doccia, o per lo meno di un lavandino per lavarsi. L’unico problema era che non poteva utilizzare le docce comuni su una nave popolata da soli esseri maschili…

- Ed ora come faccio? – si era domandata, fissando la scala che portava alle camerate. Gli uomini di Shanks erano pirati educati, ma erano pur sempre uomini!


“Non sei ancora venuta a salutarci…” esordì una voce conosciuta alle sue spalle. La donna si girò lentamente e riconobbe la panza di Lucky Roux che spuntava dall’angolo del corridoio.

“Se il tuo intento era quello di nasconderti, hai fallito miseramente Lucky…” rispose tranquilla, vedendo l’uomo sobbalzare e borbottare frasi sconnesse. Fece capolino dall’angolo, tenendo saldo il cosciotto in mano e la guardò per qualche istante senza proferire alcun suono.

Poi non resistette più: “Hikari…” mugugnò con i lacrimoni agli occhi, tirando su col naso e affrettando qualche passo verso di lei.

Non riuscì a trattenere un sorriso, soprattutto quando vide anche Yassop spuntare dall’angolo del corridoio che la guardava sorridendo a trentadue denti.

In circa mezzo secondo si era trovata a trenta centimetri da terra, sollevata di leva dalla panza di Lucky, stretta in una morsa paragonabile alla presa di un anaconda: “Ci sei mancata da morire!” piangeva e rideva assieme il panzone, stritolandola tra le braccia, con Yassop che si spanciava dalle risate, ma con una lacrimuccia che accennava a scendere sulla guancia.

“Lucky… Mi stai incrinando le costole!” e rideva anche lei, emozionata perché di certo non se l’aspettava un’accoglienza del genere.

“Ma te le incrino perché ti voglio bene!” aveva risposto quello, stringendo di più, coccolandosela come se fosse un orsacchiotto di peluche.

“Avevi forse dimenticato gli slanci affettivi di Lucky?” le domandò Yassop quando l’altro l’aveva finalmente lasciata respirare e rimessa a terra, avvicinandosi e abbracciandola a sua volta.

“Le mie costole me l’han ricordato in questo preciso momento!” esclamò tradendo un po’ di emozione nella voce.


Si stava parlando di amici…


“Yassop, che cazzo hai combinato con quei capelli? Sembri il mocio con cui si lava il ponte la mattina!” e giù a ridere, rivangando le pettinature inquietanti del cecchino del Vento dell’Est.

“Ha parlato quella che c’ha la massa informe di capelli! Ma ti sei guardata? Ti rasassero a zero troverebbero una fauna autoctona intrappolata in quei cosi che tu chiami riccioli, ma che sembrano i tentacoli di Medusa, per la miseria”!

“Stronzo! Non mi rivedi da dieci anni e già che m’insulti”!

“Veramente sei tu che mi hai insultato per prima! Se per sbaglio il cosciotto di Lucky s’impigliasse in quei cosi, dovremmo chiamare il la protezione civile per liberarlo”!

“No, il mio cosciotto è sacro! Non permetterei mai una cosa del genere!” aveva urlato l'altro, proteggendo con una mano la sua pietanza preferita.

“Farabutti! Non siete cambiati di una virgola…” rispose abbracciandoli tutti e due. “Mi siete mancati anche voi, beceri avanzi di galera…” scherzò, ma con un grosso nodo in gola.

“Tu non ne hai idea di quanto siamo felici di riaverti con noi!” esclamò Lucky “Prendendomene responsabilità in quanto ufficiale in seconda, dico che bisogna festeggiare”!

“Ogni motivo è buono per ingozzarti vero?” rispose caustico Yassop, tra le risate di Hikari. “Dirò ad Eddie di preparare un menu dietetico per l’occasione! Non passi più dalle porte”!

“E’ il mio metabolismo ad essere lento, non è colpa mia!” ribatté furioso il panzone, con la donna che stava avendo quasi un’embolia dal riso.

“Non so davvero come ho fatto a vivere dieci anni senza voi due…” li interruppe, cercando di calmarsi dalle risate.

“La volete piantare di fare casino voi tre”?



La figura di Ben sovrastava in altezza quella di Hikari, che in quel momento era girata di spalle rispetto all’uomo.

“Ecco, è arrivato il rompicoglioni!” si lamentò Lucky “Guarda, in questi dieci anni è diventato ancora più barboso! Una cosa che non ti immagini”!

“Ma vai a girarti un cannone sul ponte e non scassare le balle!” aveva risposto Yassop tra le risate, mentre Hikari si era girata con un largo sorriso sulle labbra, ignorando la fitta causata dal taglio.

“Come vedi, le cose non sono cambiate” aveva commentato il vice, espirando una nuvoletta di fumo grigio in faccia a Lucky: “Un giorno o l’altro te la spengo nel culo quella sigaretta!” rispose il suo compagno, tossendo.

Cercando di trattenere le risate, mentre quei due insultavano il loro vicecapitano, si avvicinò a Ben, abbracciandolo stretto e appoggiando la testa sul suo petto. L’uomo, gettato il mozzicone a terra, aveva ricambiato l’abbraccio e baciandola sulla guancia.

Non occorreva dialogo tra loro due: si capivano alla grande. Hikari sapeva che Ben era la persona che di più gli era mancata in quegli anni. Lui, con le sue sigarette, il suo savoir-fare granitico, le sue poche parole, i suo gesti e il suo ciglio alzato.

L’uomo però voleva farle capire che c’era un grosso sasso, o meglio, un macigno da sistemare perché le cose prendessero una piega giusta e non succedesse l’apoteosi del caos sul Vento dell’Est. Sapeva che Shanks aveva il magma nelle vene e che avrebbe ottenuto dei risultati, seppur minimi, solamente rivolgendosi ad Hikari.

Avvicinò le sue labbra all’orecchio di lei: “Non credere di fregarmi…”

La donna si mise a ridere, rispondendogli piano: “Non ho mai pensato di farlo…” e sciolse l’abbraccio guardandolo negli occhi, asciugandosi le lacrime di commozione per essere riuscita finalmente a riabbracciarlo. Le tremavano mani e gambe dall’emozione di ritrovarsi assieme a loro.

Il quartetto rompicoglioni, come amava definirlo Shanks.

Nonostante tutto, quel pensiero non mutò il suo animo: anzi, riconobbe che mai nome fu più azzeccato.

“E’ pronta la cena” avvisò Ben e la frase fu seguita da un urlo di gioia da parte di Lucky e i commenti inappropriati sulla sua forma fisica da parte del cecchino.

“Preferirei andare a lavarmi e riposare un po’… E’ un problema”? Non aveva proprio voglia di confusione… E di rivedere Shanks. E poi aveva i vestiti sporchi di terra e sangue.

“Stai scappando da qualcosa?” domandò pungente l’uomo, riaccendendosi una sigaretta.

“Da una parte sì, lo sai… Però sono davvero stanca. E puzzo a cane morto… Posso farmi una doccia”?

Ben la guardò intensamente, capendo il punto: “Vai in camera mia a riposare e a lavarti. Prendo io stanza che ti abbiamo preparato, non preoccuparti”.

“Posso davvero”?

“Ma com’è gentile il vicecapitano…” alluse malizioso Yassop. “Chissà come mai… Voglio avere anche io un paio di tette, e che cazzo”!

“Smettila idiota..." borbottò Ben, scoccandogli un'occhiata scocciata.

“Ecco, perché con lei devi essere gentile e a noi ci tratti a calci in culo?” mugugnò contrariato Lucky, mentre Hikari si stava di nuovo spanciando dalle risate.

“Perché lei ha più cervello di voi, razza di amebe parassite! Ed ora a tavola, forza”!

“Sembri la buon’anima di mia madre” rispose Yassop, mentre Ben li spingeva entrambi da dietro la schiena e schivava il cosciotto di Lucky.

- Quanto li adoro – ragionò vedendo quella scena che quasi ogni giorno, dieci anni prima, per un anno, aveva visto ripetersi.

“Dico ad Eddie di lasciarti da parte qualcosa, così dopo te la porto” concluse Ben, menando un pugno in testa a Lucky che continuava a prenderlo di mira con il cosciotto.

“Va bene… Grazie” rispose con gli occhi lucidi, avviandosi per le scale che conducevano alla camera dell’uomo. Aprì la porta, cercando di non guardare quella adiacente e al fondo del corridoio, ovvero quella del Rosso, pensando invece alla lieta prospettiva di una doccia come si deve, dopo diversi giorni.

Entrò accendendo la lampada ad olio e il suo sguardo fu catturato da un grosso asciugamano e una boccetta di sapone posti sul letto, con un biglietto che Ben le aveva lasciato: ‘Fai come se fossi a casa tua’.

Hikari scoppiò a ridere, chiudendo gli occhi e lasciandosi cadere sul letto.

- Aveva già pensato a tutto – si disse mentalmente, prendendo la boccetta di sapone e aprendola, aspirandone il profumo – Violetta… Stronzo, lo sa che odio quel soprannome! – concluse ridacchiando, pensando che per ogni Shanks che le avesse spezzato il cuore, ci sarebbe sempre stato un Ben pronto a regalarle un sorriso.





- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera siori e siore! ^^
Eccoci qui, con un altro capitolo, nello sviluppo della parte centrale della storia. Questi capitoli sono un pezzetto di pseudo-tranquillità. Se la amate, crogiolatevi in essa. Se attendete le magagne... Beh, dovrete essere solo un po' pazienti. Ma arriveranno anche quelle, tranquilli! ^^
Dunque... Un po' zuccheroso questo capitolo, ma speriamo che non vi faccia cariare i denti. xD Sono successe così tante cose, che l'equipaggio del Vento dell'Est, non è neanche riuscito a salutare la mora. E Lucky è così sensibile... Povero piccolo, è stato un trauma! xD
Speriamo che vi siano piaciuti... E' sempre difficile dover inventare il carattere e il modo di comportarsi di un personaggio altrui... O_O

Ma passiamo alle recensioni! ^^

DISCLAIMER: i nomi inventati dei pirati della CIurma di Shanks che ritrovate qui e più avanti, non appartengono a noi, bensì a Emanuela "Capitan Ema" Colarelli. Su gentile concessione. :)


- Angolino di Beatrix -


@Dark_Glo: Ayo caVa! xD
Indubbiamente lo psicologo in nave sarebbe molto utile. u_u Il tutto, forse, perderebbe di pazzia intrinseca del pirata, tuttavia si risparmierebbero tanti casini e danni a livello globale. xD E voto l'inserimento anche per i Marines. Che di sto passo Tashigi sbrocca a manetta! Non ci siamo dimenticate di lei. Tornerà, tornerà... :)
Un ragazzo come tutti? Ace? ... Sì, togliendo il tatuaggio, i poteri del Rogia del Fuoco, l'abbigliamento e quella fisicata da far cader la mascella... Sì, forse così sì. xD
Un abbracico e alla prossima!
Grazie per la recensione. ^^

@Ale: ciao Ale-chan! **
Dai, dai, che l'estate s'avvicina e il lavoro calerà... O, almeno, gli impegni generali. Spero solo di trovare un po' di tempo prima delle ferie di agosto... Diversamente, stampo tutti i capitoli di tutte le fic in arretrato e li leggo in vacanza. xD Tornerò, promesso. E' una questione di giustizia ed onore verso di te e le altre, oltre che di piacere nel leggere i vostri scritti - quanto mi mancano...
Dunque! Oh, beh, vuoi davvero che Ace abbandoni una fetta di torta già di per sè abbandonata sul tavolo, tutta sola? xD Poco importa se cause di forza maggiori lo attendono: ad una fetta di torta non si dice mai di no! xD
Ace è gentile... E sdrammatizza. Voglio dire, a parte il fatto che pure lui era in panico - trovare le parole giuste con una furia come Hikari, è pressochè impossibile xD - tuttavia puntarla sul ridere o sull'orgoglio suo era l'unica plausibile - se voleva tenere la testa salda sul collo. xD
La scena con Ben è stata un colpo di genio di Yuki: l'unica cosa imbarazzante che poteva accadere è successa! X°D Immaginati solo la sua faccia indecifrabile, mentre sfumacchia la sigaretta, col ciglio alzato. xD
Tashigi arriverà, ma più avanti... Non temere. Tuttavia, ora ci si concentra un po' sul Vento dell'Est. Ci sono moltissime cose da introdurre... Specie per quanto concerne il resto dell'equipaggio - non dimenticarti che erano tutti amici di Hikari. :3
Un abbraccio e grazie per i complimenti: davvero, il tuo entusiasmo ci fa rimanere di sasso ogni volta. Grazie davvero! **
Alla prossima!

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
Addirittura due geni? Oh mia dea, vuoi farci montare la testa? xD
Dunque, dunque, dunque: vedo con piacere che Ace versione psicologo/spalla è piaciuto molto. :3 Quanto al nostro fiammifero preferito, non ho capito se intendi qui nella fic, ma presumo di sì. In ogni caso, è stata scritta l'anno scorso questo capitolo, per cui, per forza di cose, non ci sono i nuovi spoiler nella trama. ^^' Mentre, se intendevi in generale, sinceramente non credo che lo sapesse usare neanche lui. Diversamente l'avrebbe fatto nella guerra... ò_ò
Più avanti, riguardo all'addestramento, ci sarà un capitolo molto interessante... Che spero vi piacerà! ^^ Dopotutto Ace non è uno che ama strare con le mani in mano e quindi se può unire l'utile (tirare su il morale e aiutare alla mora) al dilettevole (menar le mani per far passare il tempo), perchè no? xD
Ah, ricorda... A Ben Beckman, Vicecapitano della ciurma di Shanks il Rosso, non sfugge mai nulla! xD E' una vecchia volpe!
Un abbraccio e alla prossima! ^^
Grazie per la recensione. :)

@Red Queen: Nostra Regina! ^^
Allora: sì, per ora, grazie ad una serie di eventi fortuiti, il vento dell'Est è salvo. xD Hikari, per quanto sia terribile quando perde il controllo, ha una capacità di autocontrollo fuori dal comune. Leggasi, tanta pazienza, nonostante tutto. E, diciamocelo, odia le discussioni inutili. Non sarà un allenamento a far togliere il tappo alla vasca, via! xD
Ace si è già messo all'opera, nel fare la sua piccola parte... Hai visto che dolce e che bravo? ^^ E anche Ben... Lui sonda, guarda, capta... E colpisce! Sono contenta del fatto che ti sia mancato! ** Figurati che mancava anche a me (sì, ha un posto particolare anche lui nel mio cuore... u_u Non me ne voglia il Rosso!).
Infine, quanto a Shanks... Eh, sarà dura. Già di per sè si trova in un casino a bordo, contando il fatto di avere la sua ex e il comandante della II flotta di Barbabianca. E non dimentichiamoci del Fumoso caVissimo. Serve del Valium. Subito. xD
Grazie per la recensione caVa!
Alla prossima e un abbraccio! ^^


- Angolino di Yuki -


@Dark_Glo: Cara, eccoci ancora qui ^^
*alza la manima anche lei per aggiungersi al club 'Ace come psicologo'*
Sono d'accordo che su una nave ci andrebbe uno psicologo, insomma, in one piece con tutti i problemi che hanno i vari protagonisti, farebbe solo comodo. Inoltre, con uno psicologo si rimedierebbero a tante incomprensioni e tensioni, verrebbero evitati problemi, guerre... ops, con uno psicologo non si avrebbe metà della trama e io non potrei sbizzarrimi con le mie introspezioni!!!
Inolte, mi sa che anche Ace avrebbe bisogno di qualche seduta xD
Un abbraccio e alla prossima!!!

@KH4: Tesora, ciaooo **
Ale-chan, come stai? Tutto bene? ** Io sto ad ammazzarmi sui libri ç_ç Non vedo l'ora di finire per godermi quelle due settimane di vacanza a cui anelo da mesi xD
Come hai giustamente detto tu, Ace è bellissimo in questo ruolo. Prima di tutto è un ragazzo che sa capire gli altri, o quanto meno comprende se c'è qualcosa che non va e nonostante tutto non cerca di sforzare le persone ad aprirsi, il che è positivo. E poi, ha tatto - molto più che Rufy, anche se non ci vuole molto xDD
La scena 'equivoca' è quella che a me piace di più di quel capitolo. Un po' perché rilassa di molto i toni e un po' perché Ben ha sempre uno sguardo molto attento. Ed infatti, per quanto Hikari ci provi, non può sfuggire al caro vicecapitano che la giovane non la stia raccontando giusta - nonostante Ace si sforzi di appoggiarla.
Per quanto riguarda il fatto che Ace ci è stato portato via... non posso far altro che rattristarmi e inveire contro quel genio che è Oda - perché è un genio anche se ci ha fatto questo colpaccio! E anche se il mio cuore di fangirls si dispera, dall'altro penso che Ace se la sia anche piuttosto cercata ç_ç Poi, questo flashback che sta facendo andesso Oda mi piace moltissimo, finalmente uno scquarcio sull'infanzia dei due (tre) fratellini **
Un abbraccio, caVa, prometto che appena termino con gli esami recupero tutti i capitoli u_u
Alla prossima ^^

@Huntergiada: Ciao, caVa ^^
Vedo che la parte dove Ace si mangia la torta di nascosto è piaciuta. Fa molto stile suo, che appena può manda giù qualcosa dall'aria commestibile - soprattutto se abbandonato e solo, come quella piccola e solitaria fetta di torta! Si preoccupa proprio per tutti, il nostro caro Ace **
La proposta di Ace per l'allenamento è più che appropriata: un po' perché effettivamente Hikari ha bisogno di riprendere la mano con il proprio potere che aveva lasciato nel dimenticatoio, un po' perché così facendo tiene la mente occupata e può distendere un po' i nervi - cosa che le farebbe proprio bene in questo momento.
Per quanto riguarda la storia dell'haki di Ace, ti dico, io non credevo lo avesse. Anche perché non lo aveva mai mostrato e se davvero avesse questo potere, perché mai non lo ha usato per liberarsi quand'era in catene? Mistero... Probabilmente ce lo aveva come abilità, ma latitante e non ha mai provato a svilupparlo. Questa è la mia ipotesi.
Non saprei darti altra spiegazione sinceramente xD
Un bacio e alla prossima settimana ^^

@Red Queen: CaVissima, ciao ^^
Il Vento dell'Est regge e tiene duro nonostante le belve che ha a bordo! Povera nave, credo che se la vedrà brutta xD Tuttavia, se Hikari fa per bene gli allenamenti senza che qualcuno - a caso - ci metta lo zampino mandandole il sangue al cervello, allora non dovrebbe succedere nulla di grave - casi straordinari eventi.
Per quanto riguarda il team di psicologi, avranno il loro bel da fare dato che avranno a che fare con due zucconi di prima categoria. Sia Hikari sia Shanks sono veramente cocciuti e testardi, quindi prima che si mettano seriamente a discutere dei loro problemi, avranno bisogno di diverse ed estenuanti sedute xD
Ma gli insulti al Rosso ci stanno tutti per come si è comportato, però, come dici tu, visti gli eventi uno cerca anche di capire e dopo si chiama Ben per tenerlo a freno. Comunque, il fatto che Hikari ed Ace possano coalizzarsi lo farebbe rodere anche sul piano 'emotivo', cosa che farebbe andare ancora più in malora i loro rapporti già molto... precari xD
Un abbraccio **
Alla prossima settimana ^^







Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 21
*** Perdonami ***


CAPITOLO 21: PERDONAMI.
(Chapter Soundtrack : Roxette - Listen to your heart)


Shanks era fuori dalla sala in cui stavano ancora cenando tutti i suoi uomini.

Il sole stava andando a morire nel mare in quei minuti. Minuti nei quali i suoi occhi verdi se ne stavano incantati a fissare quello spettacolo che sapeva sempre togliere il fiato, nonostante tutte le altre migliaia di volte nelle quali lo aveva osservato. C'era sempre una sfumatura nuova, diversa, che cambiava ogni sera rendendo il tramonto unico.

Quel giorno gli pareva più cupo del solito. C'erano più sfumature scure; il rosso, il blu e il viola predominavano sui colori più chiari, i quali sfumavano velocemente sotto il peso schiacciante degli altri. Forse era il suo stato d'animo che gli faceva captare solo quelle note cupe, in modo da captare il tutto più lugubre della realtà.

- Ipotesi da non scartare - pensò stancamente, evitando di spostare lo sguardo nemmeno dopo aver udito passi regolari avvicinarsi a sé.

Senza nemmeno mezza parola, Ben gli piantò in mano un vassoio con su la cena. La reazione di Shanks passò dallo stupore iniziale alla curiosità per quel gesto privo di fondamento: aveva già mangiato, che credeva di fare il suo vice?

Inarcò un sopracciglio, esortando una spiegazione veloce.

"Portalo a Hikari. E' nella mia stanza".

"Che ci fa nella tua stanza?" chiese di getto, mosso da una gelosia priva di fondamento, che non riusciva a gestire.

"Se preferisci le faccio fare la doccia nei bagni comuni" ribatté estraendo dal pacchetto mezzo vuoto una sigaretta. Se la infilò in bocca e se l'accese dopo vari tentativi di far rimanere viva la fiamma dell'accendino nonostante il vento serale. Infine l'ebbe vinta e poté gustare la prima tirata di fumo con soddisfazione.

"Ti muovi, stupido di un capitano? Il cibo si fredda" continuò Ben.

"Mi ucciderà".

"Oh, se non ci vai ci penso io" disse, ma Shanks scosse la testa.

Entrare nella cabina dove stava anche Hikari non era esattamente la situazione che aveva previsto per quella fine giornata. D'altro canto era pur vero che non avesse previsto un sacco di altri fatti che invece erano capitati, scombussolandogli l'animo.

L'esempio tra gli esempi era senza dubbio lo schiaffo.

Si sentiva un idiota soltanto pensandoci. Se lasciare Hikari senza dirle mezza parola era stata l'azione più idiota che avesse mai potuto compiere, quella la seguiva a ruota, guadagnandosi il secondo posto sul podio.
 
"Dovete chiarivi un po'" proseguì Ben "Serve una tregua: a te, a lei e a tutti quelli di questa nave".

Gli occhi smeraldo del Rosso erano ancora fermi sull'orizzonte, intenti a catturare gli ultimi raggi morenti del sole. Le onde blu intenso dell'oceano avevano avuto la meglio e ora nel cielo scuro si potevano ammirare le prime stelle luminose.

Non c'era bisogno che glielo dicesse Ben per capire che quella era la verità. Anche da solo, Shanks sapeva che quell'aria tesa era insostenibile per chiunque e per lavorare bene dovevano mettere in secondo piano le loro divergenze personali, almeno per un po'. E doveva essere lui ad andare da lei.

Era stato lui a lasciarla.

Era stato lui a non dare mezza motivazione.

Era stato lui a mollarle una sonora sberla.

Staccò la schiena dal muro e fece due passi verso le scale che conducevano alle camere. Si limitò a fare un cenno con il capo al suo vice prima di riprendere a camminare e scomparire alla sua vista, scendendo lentamente per evitare di far capottare il vassoio.



Bussò come bussava Ben.

Colpo basso, un altro. Ma almeno così era certo di farsi aprire la porta senza che le chiedesse chi fosse.

Pericoloso, molto pericoloso. Hikari poteva lanciargli contro l'haki senza nemmeno pensarci due volte vedendolo sulla porta, ma come si era già detto, non aveva scelta.

Incrociò virtualmente le dita, sperando che lei almeno lo lasciasse parlare prima di decidere di fare qualsiasi cosa. Invocava il poco autocontrollo e razionalità in possesso di Hikari. Un azzardo colossale, tanto che sarebbe stato più sicuro andare a giocare la propria vita a poker invece di arrischiarsi a stare lì impalato, contando i secondi che le occorrevano per arrivare alla porta e aprirla.


"Ben, finalmente mi hai-"

La voce di Hikari era giunta insieme al rumore della serratura che girava grazie alla chiave, ma si era bloccata appena la porta venne aperta e i loro occhi si furono incrociati.

"Non sono Ben, mi spiace".

Parlò con voce pacata, strascicata e bassa. Doveva nascondere l'irritazione - la solita gelosia insensata - il tono lugubre per la situazione e la leggera inflessione malinconica. Preferiva apparire controllato, doveva riuscire a tenere sotto controllo i propri sentimenti. Non doveva assolutamente ripetere l'errore che aveva fatto nella cella di Smoker, lasciandosi andare senza nemmeno comprenderne le ragioni che stavano alla base di quell'insulsa azione.

"Lo vedo perfettamente" ribatté lei tra i denti.

Il Rosso si prese finalmente la libertà di guardarla con attenzione in viso.

Non si era ancora soffermato a studiarla come avrebbe desiderato, per mantenere distanze che nemmeno voleva, ma a cui era obbligato. Lo riteneva un pensiero stupido, ma la trovava ancora più bella di dieci anni prima. I suoi lineamenti avevano perso le sfumature della fine adolescenza, maturando e scoprendo la donna, lasciando indietro la ragazza.

Ma come sempre, erano gli occhi ciò che più amava del suo volto.

Anche se lo fissavano con astio e disprezzo, rimanevano gemme senza pari. Il tesoro più prezioso di tutto il pianeta, di questo Shanks il Rosso ne era certo e mai avrebbe rivelato ad altri dove si trovasse. Desiderava ardentemente che rimanesse suo e di nessun'altro.

"Però la cena te la manda lui" continuò cercando di mostrare un mezzo sorriso, ma tutto ciò che ottenne fu una smorfia lontanamente somigliante a ciò che avrebbe voluto.

Era troppo teso dalla situazione. C'erano troppe incertezze, dubbi e punti oscuri che gli rendevano difficoltoso capire che cosa si muoveva negli occhi viola di Hikari, il che rendeva impossibile carpirne informazioni a lui utili. Trovava, però, che fosse un buon inizio il fatto di non essersi ritrovato contro il muro alle sue spalle con qualche ferita sul corpo.

La giovane donna stava facendo una fatica enorme per evitare di riversargli addosso l'haki, contenendo in quel modo la sua furia. Quella giornata stava cominciando a pretendere eccessivamente dal suo autocontrollo e dalla sua capacità di tenersi a freno, soprattutto dopo un decennio in cui se ne era stata a riposo.

Imprecò mentalmente quando cominciò a sentire nuovamente le prime fitte alle tempie. Il mal di testa stava tornando dopo nemmeno un'ora di tregua, ottenuta barricandosi nella cabina di Ben.

"La vuoi la cena?" chiese sottovoce Shanks, mascherando a stento la titubanza.

Hikari alzò gli occhi al cielo prima di abbassare le palpebre.

Fece un profondo respiro e senza degnare di un'altro sguardo il pirata davanti a sé, afferrò bruscamente il vassoio e lo appoggiò sulla scrivania nella camera. Aveva dato un calcio alla porta, per richiuderla, ma non udì lo schianto che si era aspettata.

Quando si voltò trovò conferma alla sua ipotesi: Shanks l'aveva bloccata con l'unica mano e ora se ne stava esattamente tra il corridoio e la cabina, fissandola.

"Che altro vuoi?" sbottò lei.

"Ecco..."

Si bloccò.

Non riusciva a trovare le parole giuste e nemmeno a capire esattamente che cosa volesse dirle. Era andato da lei perché doveva mitigare l'aria elettrica che correva tra loro, cercando una sorta di tregua. Ma come arrivare a questo risultato era qualcosa alla quale non aveva prestato attenzione ed ora si ritrovava imbambolato a fissarla.

L'unico pensiero coerente che rimbalzava nella sua mente era la semplice constatazione che fosse bella.

Sospirò e inspirò profondamente, per tentare di portare più ossigeno al cervello.

"Allora che?" continuò Hikari torva.

"Mi dispiace" rispose di getto "Per lo schiaffo. Io... Non volevo, non so nemmeno che mi sia preso. Scusami".

Hikari, per quanto in quegli anni avesse covato un odio viscerale per l'uomo che le stava di fronte, non poteva convincersi che stesse mentendo. Shanks non era bravo nel fare il doppio gioco e tanto meno a raccontare una cosa per un'altra. In più doveva tener conto che, in quel frangente, era palese dall'espressione dipinta sul volto di lui che le stesse chiedendo con tutto sé stesso di perdonarlo per la sberla.

"Perché"?

Non sapeva rispondere nemmeno lui.

Tuttavia, aveva veramente bisogno che gli condonasse almeno quella colpa. Per il momento gli bastava, gli era sufficiente per andare a letto e addormentarsi senza rimanere sveglio tutta la notte a pensare ai mille sbagli compiuti. Il suo cuore poteva rifugiarsi per un po' di giorni in quell'illusione di perdono senza agitarsi troppo, concedendogli il tempo e la lucidità necessaria per portare avanti il percorso intrapreso.

"So di non meritarmelo, però..."

Si ritrovò nuovamente senza parole, senza la capacità di dar voce a ciò che sentiva.

Più la osservava e più ritornava a ondate quel sentimento così forte e duraturo che li aveva uniti e che - da parte sua - lo univa ancora a lei.

Mosse un passo verso di lei, quasi senza accorgersene.

Riprese possesso del proprio corpo per arrestarlo prima di ritrovarsi a una distanza così scarsa da mettere in serio pericolo il proprio autocontrollo. Alla memoria tornarono stralci di ricordi di dieci anni prima, dolci ma che sapevano ferire peggio di qualsiasi arma avesse mai trafitto la sua pelle. Si ritrovò a chiedersi se le labbra di Hikari avessero ancora lo stesso sapore o se il corpo di lei lasciasse sempre quel calore inconfondibile quando stavano accanto.

Chiuse gli occhi, cercando di fermare quel flusso senza controllo.

"Ti supplico" mormorò piano "Non volevo ferirti".

"Lo hai fatto".

"Me ne pento ogni attimo".

Il discorso era a doppio senso, ma vero, letto in entrambi.

Negli occhi di Hikari si leggeva ancora qualche nota cupa di rancore, ma molte di esse si erano tramutate in stupore. Si sentiva come una bussola impazzita, il cui ago girava e lei non riusciva a capire nulla di ciò che le stava vorticando nel petto, nella mente e nell'anima. Era nel più completo subbuglio, incapace di capirsi e di trovare un appiglio solido dal quale guardare l'intera situazione con chiarezza.

Quella confusione peggiorò quando avvertì la propria mano venir sfiorata leggermente da quella del Rosso.

Non abbassò lo sguardo. Era impossibile scollarli da quelli verdi di lui, perciò si limitò a seguire solo con un senso quel tocco lieve.

"Non posso continuare se non mi concedi almeno questo".

"Ti perdono" sussurrò piano lei e dopo un attimo precisò "Per lo schiaffo".

"Quindi mi concedi una piccola tregua”?

"Solo per la missione".

"Va bene".

Il contatto venne interrotto e quel calore che si era insinuato dentro Hikari sfumò in modo doloroso.

Questa volta evocò un autocontrollo leggermente differente dal precedente, che le occorreva per evitare la fuoriuscita di quell'incertezza che le pervadeva l'anima, rendendola incapace di visualizzare i propri sentimenti.

"Buona notte, Hikari".

Shanks fece due passi indietro, quel tanto che gli occorreva per tornare nel corridoio. Le rivolse un mezzo inchino con il capo, quasi volesse fare il gentiluomo e poi si incamminò nella propria stanza.

La giovane donna finalmente poté chiudere la porta e vi appoggiò contro la schiena.

Affondò entrambe le mani nella massa di ricci - ora ordinati dopo la doccia - e respirò a fondo.

Conosceva bene quelle sensazioni e quelle emozioni provate poco prima, quando Shanks le aveva implorato di scusarlo e poi le aveva accarezzato la mano. Aveva tentato di cancellarle - estirparle - dal proprio cuore, ma l'unico risultato che aveva ottenuto era stato solo quello di gettarle nella parte più oscura della propria mente.

Chiuse gli occhi e cercò di evitare di sentire il proprio cuore battere a ritmo sfrenato.


Com'era possibile che dopo dieci anni e dopo tutta la sofferenza provata, lo amasse ancora?




 - TO BE CONTINUED -


- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera siori e siore! ^^
Bene... Dai, diciamocelo, ci ha provato, su. Diamogliene adito, all'Imperatore. Non è facile trattare con Hikari quando è furibonda - soprattutto se si è la causa della sua furia! xD
Ovviamente è il vice a tirare tutti i fili della trama complessa... Perchè non ci fossero le sue idee brillanti, quelli invecchierebbero facendosi la guerra. Ed Hikari... :p Non è facile rimanere fredde innanzi ad uno come Shanks che ti porta la cena e che cerca in tutti i modi di mantenere il controllo, al di là della rabbia e del senso di colpa...
Insomma, ha cercato di rimediare: a voi l'ardua sentenza. ^^

Ma passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -


@Ale-chan: ciao tesora! ^^
Ti confesso che ho dato una sbirciata all'ultimo capitolo e... *ç* Cavolo, devo recuperare subito tutto! Y_Y Ce la farò, promesso! Ma complimenti! ^^
Allora! Ditelo che te la sbavavi a vedere Ace e Shanks faccia a faccia, impegnati in uno studio reciproco, con il testosterone pronto ad esplodere alla minima cavolata fatta dall'altro eh? xD Quello era il mio sogno... ._. Maledetto Oda. Comunque, dai, alla fine Shanks sa mantenere la calma con il resto del mondo (solo con Hikari, essa va a farsi benedire) e ciò Ace lo sfrutta appieno, permettendosi addirittura di prendere le redini della battaglia. :p Non dimentichiamoci che è il comandante della seconda flotta di Barbabianca, oltre ad essere uno a cui piace farsi vedere. :3 In ogni caso, credevi davvero che Ace si facesse i cavoli suoi, ma, ancora di più, che la torta gli riempisse quel pozzo senza fondo che ha al posto della pancia? xD
Quanto alla ciurma del Rosso... Innanzitutto, vedo che le citazioni idiote me le sgamate tutte. xD Ed ovviamente quelle me le affibiate a me, non a Yu. -_-' E va bene, confesso che lei è molto più seriosa di me. xD Lucky e Yassop li ho immaginati molto come "Mimì e Cocò", con il primo che fa il casinista e il secondo che lo sfotte. xD Anzi, il secondo sfotte tutti indiscriminatamente. xD Meno male che c'è Ben a riordinare le cose... Sono teneri quei due, vero? ^^ Diciamo che ora hanno avuto quei 5 minuti di tranquillità per ritrovarsi... La scena zuccherosa era d'obbligo. Pensa al fatto che non si sono più rivisti da 10 anni... Va già bene che Hikari ha il cuore duro, io mi sarei messa a piangere come una digraziata (avrei fatto la stessa scena di Lucky xD).
Come sempre, Ale, ti ringrazio per le meravigliose recensioni che ci lasci. E' sempre un piacere enorme. Grazie. :)
Alla prossima, un abbraccio!

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
E' fuor dubbio che l'argomento degli equilibri, non sia solo in ambito mondiale. Hikari ha come ancora Ace, Shanks il suo amico inseparabile Ben. Ora come ora, ovviamente. Smoker è stato accolto solamente da Hikari, che, benchè gliel'abbia giocata sporca, è l'unica che per il momento si sia presa cura di lui senza avere nulla in cambio.
Diciamo che fa tutto parte di uno schema narrativo volto a sottolineare l'argomento di fondo. :)
Se da una parte Shanks diventa estremamente freddo quando si parla di Hikari, dall'altra Ben e gli altri non vedevano l'ora di riabbracciarla e viceversa. ^^ Era anche ora... Dopo 10 anni e sapersi reciprocamente sulla nave, senza possibilità di parlarsi... Se la sono meritata, va. ^^
Certo, ma da quei casinisti Lucky e Yassop cosa ti aspettavi? xD Serietà? Pfff... xD Meno male che c'è Ben a restituire dignità alla ciurma dell'Imperatore. u_u E sì... Sti due sono meravigliosi. Caratterialmente Hikari è una versione un po' più controllata di Shanks: meno passionale, ma testona e tenace alla stessa maniera. Insomma, pane quotidiano per la nostra pertica preferita! ^^
Grazie per la recensione caVa! ^^ Alla prossima, un abbraccio!

@Red Queen: Ciao caVissima! ^^
E che succede? Periodo storto? Guarda, sono felice di sapere che il capitolo ti abbia tirato un po' su e ti abbia regalato un po' di tranquillità. ^^ E' un ottimo complimento il tuo, che ci fa di certo felici. ^^
Dunque! Sei stata l'unica, se non sbaglio, ad apprezzare le doti di preveggenza del meraviglioso vicecapitano... xD Capiscici, se non ci pensa lui, vuoi che ci pensino quegli avanzi di galera? O_O Povera Hikari, sia mai... L'unico motivo per cui non si è sparata un colpo in tempia a Mistral, è perchè sapeva che c'era anche lui sulla nave, con Shanks e il resto della ciurma, che pensi?! xD
Tu lo sai che se si avverasse mai la tua ipotesi, altro che nave in fondo al mare... La linea rossa verrebbe direttamente tagliata a metà, altro che Edward Newgate e i suoi terremoti. xD
Quanto al fiammiferaio e la nostra spia professionista, diciamo che si stanno facendo del bene a vicenda... Lui allevia a lei la mente, le gli da qualcosa da fare. u_u E sappiamo bene che è meglio che Ace non pensi a Barbanera, accidenti...
Grazie per la recensione caVa! ** Un abbraccio e alla prossima!

@Akemichan: ciao tesora! Bentornata! ^^
Guarda, davvero, non ti preoccupare: io è già di grazia che riesca ad aggiornare. Ho talmente tanta roba da fare che ho le storie lette ferme a un paio di mesi fa. Non vedo l'ora che arrivino le ferie per recuperare tutto... Non sai quanto mi spiace.
Comunque, grazie mille per tutti i complimenti, soprattutto sui personaggi della ciurma del Rosso: è sempre difficile immaginare cosa immagina un autore e far andare tutto d'accordo anche con il tuo punto di vista - perchè è vero che va bene il mantenimento dell'IC, tuttavia io gradisco sempre un piano di interpretazione nelle cose che leggo. Che comunque è inevitabile, siano i personaggi quelli principali, sia che siano quelli secondari - ed è qui che si apprezza di più la cosa. ^^
Per il discorso rivolto a me, sei stata chiara, tranquilla. ^^ E' sempre comunque bello sondare i vari punti di vista e, altrettanto, è bello cercare di discutere sul background specifico del personaggio. :) E, in questo caso, felice che, malgrado caratteristiche non del tutto originali, Hikari ti piaccia. ^^
Alla prossima caVa, un abbraccio e grazie per la recensione!
In bocca al lupo per gli esami, se ne hai ancora da dare! ^^

@Marta-chan: a wiiii! ^^ Ciao Baka-chan! xD
Non ti preoccupare se salti una rece ogni tanto, tata, può capitare. Pensa a me che latito per motivi non dipendenti dalla mia voglia... T_T Mi sento in colpa una cosa mostruosa... T_T
Allora... Beh, sai che mi viene da ridere? Anzichè lanciare un personaggio originale, questa fic sta rilanciando pesantemente la figura di Ben Beckman! xD Cavolo, lo state adorando tutte! Cioè... Vuoi vedere che ve lo faremo amare quasi quanto Ace o altri (non dico Shanks, perchè qui solo io e Maya siamo dipendenti da lui xD)? Se ci riusciamo, faccio uno striscione nel profilo. Ahahahahaha! xD Sarebbe una vittoria immensa per me, che amo quei due metri di pirata... **
Lucky e Yassop li abbiamo sempre immaginati così. xD Il primo è una macchietta, un disastro ambulante, ma col cuore grande... Il secondo... Ricordati che suo figlio è Usop. Non puoi pretendere che sia una persona seria. xD
Alla prossima caVa, grazie per la recensione e un abbraccio! ^^

@Dark_Glo: Heilà! ^^
Beh, Hikari non sarà spietata, ma sa far rigare dritto. Come sarebbe sopravvissuta sennò agli ordini di Dragon? O_O A me è sempre apparso come un personaggio infinitamente bastardo ed è proprio per questo che mi piace. **
E poi... Oh, non è stata lei quella che è partita una notte, senza dire una parola. Voglio dire... Anche se un po' di pena Shanks ce lo farà sempre, poverino... ^^'''
Alla prossima caVa, grazie per la recensione!
Un abbraccio!


- Angolino di Yuki -


@KH4: Ale-chan, ciao **
Come stai? Come va lo studio? Io sinceramente non ce la faccio quasi più, vorrei andare al più presto in vacanza per potermi rilassare come si deve e staccare un po'. Infatti non vedo l'ora che passi anche quest'ultimo mese per poter avere almeno due settimane di stacco nelle quali poter disegnare e scrivere (se continuo così non riuscirò mai a pubblicare le storie che vorrei e a rimettermi in pari con la lettura ç_ç)
Passando a cose più importanti, torno ad occuparmi della recensione xD Allora, Ace caro avrebbe dovuto imparare seriamente che che non è una persona paziente ed è al contrario una testa calda (e non solo in senso letterale xD). Io, più vado avanti a leggere one piece più mi rendo conto che Oda sà quel che disegna fin dal primo capitolo, in tutti i suoi risvolti. Non c'è nulla di improvvisato e quindi anche la fine di Ace era nei suoi progetti - e ciò mi fa venir voglia di andare a tirare un pugno a Oda e poi offrirgli da bere xD
La bella scena di ritrovo con Hikari e gli altri è tutto merito di Bea. E' stara bravissima a scriverla e a me fa sorridere tutte le volte che la rileggo. Ovviamente ci sarebbero persone che venderebbero l'anima per un bacio sulla guancia da parte del vice *Yuki sposta lo sguardo su Bea*, ma credo che il poveretto si ritroverebbe assaltato in modo selvaggio. Effettivamente Ben tratta Hikari con una dolcezza infinita, come se fosse veramente la sua sorellina da proteggere e - quando serve - anche a cui fare la predica. Tuttavia io rimango dell'idea che Ace nella parte del consolatore non lo batta nessuno :sisi:
E per finire, Ale-chan, ti rito le orecchie perché non mi hai affatto infastidito e non devi farti problemi. Assillami quanto vuoi xD Quindi rispondi alla mail - con calma, chiaro, siamo tutti impregnati qui - che fare due chiacchiere con te mi fa solo piacere ^^
Un abbraccio
Yuki

@Huntergiada: Cara, ciao ^^
Le nostre ovviamente sono solo teorie su Ace, come hai giustamente detto tu Oda ha creato una storia veramente complicata nella quale è difficile districarsi. Complimenti a lui che ha una mente tanto incasinata per poterla mandare avanti senza perdersi ^^
Ace ce lo siamo immaginati molto curioso, anche se non impiccione, perché è una persona che sa usare il tatto - caratteristica che Rufy non ha xD Quindi, non può resistere alla tentazione di sapere qualche particolare su una storia che sembra interessante e che pare essere l'unico diversivo sulla nave su cui si trova!
La scenetta che vede conivolti quei tre furbacchioni e la nostra cara rivoluzionaria è da oscar, almeno secondo me che quando Bea me l'ha inviata ero a ridere a crepapelle mentre me la immaginavo proprio come se fosse stata una parte dell'anime.
Un bacio anche a te e a presto ^^

@Red Queen: Carissima **
Ebbene, vedo con piacere che Ben ha il suo bel fanculb che non ha nulla da invidiare al Rosso! Ottimo!
Il vicecapitano è più attento e si preoccupa come un fratello di Hikari, quindi non poteva non pensare a questo piccolo problema che la rivoluzionaria avrebbe potuto avere stando in una ciurma composta da soli uomini - non può certo andare a farsi la doccia insieme a tutti gli altri xD
In quanto alla scena te descritta, più che essere la fine del Vento dell'Est, secondo me porterebbe a una riappacificazione veloce xD Oltre che a una cospiqua emorragia dal naso da parte del Rosso - molto in stile il vecchio genio di Dragon Ball x°°°D
Quanto alla coalizione... bhé, ovviamente avrà risvolti importanti per la trama e darà vita a una serie di eventi che complicheranno ulteriormente la trama e le relazioni... oppure no? Bisogna pazientare per scoprire che cosa accadrà sul Vento dell'Est!
Un abbraccio
Alla prossima

@Akemichan: Cara, ciao ^^
Non ti preoccupare se rimani indietro con i capitoli, questo periodo è denso di esami e di altri impegni, quindi è più che comprensibile! Mi fa comunque molto piacere che tu riesca a recensire a poco a poco. Lo apprezzo davvero tanto **
I complimenti sulla parte in cui si vedono anche gli altri della ciurma è tutto merito di Bea. Io non sono molto portata nelle parti comiche, ma avento uno stile più introspettivo non riesco a far coincidere molto le due cose. Al massimo le frecciatine acide riesco a inserire xD
Per quanto riguarda il rapposto tra Ace e Hikari, è ancora all'inizio. I due si conoscono ancora poco e avranno tutto il tempo della navigazione per conoscersi e confrontarsi. Se avessimo fatto emergere in modo definito ciò che abbiamo appena abbozzato, sarebbe stato eccessivo e poco credibile, ma comunque seguirà più o meno questa linea che abbiamo cominciato a delineare.
Per quanto riguarda il tuo discorso sui personaggi originali, devo dire che io tendo ad apprezzarli quando hanno una loro logica e un loro carattere - ed esso mi deve piacere. Al contrario di quello che si crede, creare e mantenere fede a ciò che si ha creato, è difficile quanto mantenere IC tutti gli altri personaggi. Ci sono storie in cui i personaggi principali possono avere un ruolo più spiccato degli altri - per esempio se è solo una storia d'amore è più che naturale -, tuttavia nemmeno a me piace che gli altri scompaiano e non si vedano proprio - soprattutto in combattimento, perché comunque apprezzo molto di più chi mantiene fede alla graduatoria di forza del manga inserendo il proprio personaggio in una scala intermedia. Invece, quanto ai poteri, bhé, se non c'è logica non ha senso e non mi piace. Non ho mai capito perché un potere unico debba diventare di altri se è unico, tuttavia, ho letto rari casi in cui ciò era stato motivato più che adeguatamente e la cosa mi era piaciuta.
Tutto questo per dire cosa? Nulla, una mia piccola divagazione xD Scusami
Un abbraccio e a presto ^^

@MBP: Baka, ciao cara**
Vedo che la scena in cui si riuniscono tutti i più folli del Vento dell'Est ha fatto impazzire tutti quanti. Effettivamente è molto divertente come parte e mi ha fatto sbellicare anche a me quando Bea me l'ha inviata **  
Sono tre persone che sanno sicuramente rallegrare l'ambiente e ciò è un bene in questo momento di tensione che c'è sulla nave. Meno male che che almeno per un po' Hikari si è potuta godere un momento di serenità dopo tutto ciò che ha dovuto passare senza potersi riposare nemmeno troppo xD
Un abbraccio e alla prossima, baka ^^

@Dark_Glo: CaVa, ciao!
Un po' di divertimento fa bene a tutti in queste situazioni! E per fortuna sono arrivati loro, i più folli e pazzi che abitino sul Vento dell'Est ^0^/ Meno male che sono riusciti a far fare qualche risata alla nostra Violetta xD
E ora Shanks si deve crogiolare un po' nel suo dolore, com'è giusto che sia per ciò che ha fatto. Mica devono essere sempre e solo le donne a soffrire per amore, ed è bene che pure lui rifletta e si assuma le proprie responsabilità u_u
Un abbraccio
A presto!





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki























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Capitolo 22
*** La donna del Capitano ***


CAPITOLO 22: LA DONNA DEL CAPITANO
(Chapter Soundtrack: Save Tonight - Eagle Eye Cherry).

Shanks si sentiva lo stomaco a tornanti, oltre al fatto di avere una tremarella non indifferente. Non era sicuramente per la paura: diamine, era Shanks il Rosso, mica pizza e fichi! Più che altro era il risultato della tensione accumulata quel giorno, che stava lentamente scemando.

Oddio, non che la situazione fosse rose e fiori, però aveva ancora il corpo integro e lei aveva riscaldato un po’ quella barriera di ghiaccio spessa tre spanne che costruiva ogni volta che lui entrava nel suo raggio visivo.

E, senza accorgersene, le aveva sfiorato anche la mano con un gesto inconscio. In quel momento non sapeva se essere felice o sentirsi un idiota per quei pensieri e sensazioni poco adatti ad un uomo quasi prossimo ai quarant’anni. Però l’unica certezza, che contribuiva all’insinuarsi di quella strana felicità, era che si sentiva meno in colpa nei suoi confronti.

Certo, Hikari molto probabilmente lo considerava ancora un bastardo senza gloria, ma un passo avanti rispetto alle aspettative lo aveva fatto. Sia lui, che lei. Era quasi sicuro che, se non l’avesse aperto in due, si sarebbe ritrovato, al limite, il comodino di Ben conficcato nel cranio. Invece lo aveva perdonato.

- Per lo schiaffo, s’intende – precisò mentalmente con un sorriso amaro. Hikari era cresciuta e più cresceva, più diventava la copia sputata del suo migliore amico quanto ad acume e astuzia. Era certo che fosse agitata, che fosse nel panico più totale per il fatto di trovarsi sulla stessa nave, ma per il momento se l’era cavata egregiamente quanto ad autocontrollo.

- Diversamente da me -  si rimproverò, mentre si raggomitolava nel mantello e si stendeva sulla poltrona posta nel castello di prua, il suo posto preferito per rimanere con sé stesso.

Però si sentiva lo stesso meno farabutto di poco prima: forse aveva imboccato la strada giusta per rimettere a posto le cose, anche se trovava difficoltoso il fatto di mettere da parte il suo orgoglio. Ma se lei lo aveva fatto, e a tutti quanti era noto quanto orgogliosa fosse quella donna, doveva farlo anche lui. Nonostante la sua freddezza iniziale, anche lei sapeva che urgeva una tregua, perché di quella lena sarebbero esplosi entrambi, provocando danni irreparabili, e non solo intesi metaforicamente.

- Ho quasi l’impressione che i miei uomini viaggino con le mani sui gioielli – pensò ridacchiando, sapendo che erano consci di trovarsi in una situazione al quanto controversa e pericolosa. E vedeva nei loro occhi le implorazioni mute che ognuno involontariamente osava lanciargli, come dire ‘siamo sopravvissuti fin qui, vogliamo morire con dignità’.

E quanto volevano bene ad Hikari… Erano rimasti mezzi delusi di non poter festeggiare a causa della sua assenza, durante l’ora di cena.

I ricordi si accavallarono nella sua mente, scavando e provocando dolore nel suo cuore già troppo provato durante quella giornata ai limiti dell’assurdo. Una lacrima, leggera ma indomabile, scivolò sulla sua guancia, tuttavia non si prese la briga di occultarla o di asciugarla.

Rimpianti, troppi rimpianti per una scelta sbagliata.

Alzò gli occhi verdi verso le stelle che brillavano nel cielo privo di umidità: il tremolio degli astri sapeva in un certo modo calmarlo. Ora gli serviva solo sfogare la tensione e riprendere il solito controllo e la solita calma, il solito modo di fare sgangherato e il solito sorriso. Per il bene di tutti.

- Hikari… Riuscirò a farmi perdonare, te lo giuro – pensò poco prima di addormentarsi, accarezzato dal vento notturno.



Mentre Shanks era crollato in un sonno profondo, Ben era coricato sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto. Non riusciva a prendere sonno, neanche nell’eventualità  di iniettargli in vena una dose di barbiturici formato famiglia.

E fondamentalmente le cause erano la tensione e l’agitazione: la prima era dovuta al fatto che ora, sul Vento dell’Est, convivevano due cariche innescate di dinamite, pronte ad esplodere da un momento all’altro, senza contare la presenza del Cowboy e di Capitan Giustizia, rivali da Alabasta e quindi paragonabili anche loro a due ordigni esplosivi.

La seconda, invece, era dovuta al fatto che finalmente aveva potuto scambiare quattro parole con lei, capendo che tutto quello che era stato, era rimasto inalterato nel tempo. Aveva visto la sua gioia nell’abbracciarlo, aveva visto i suoi occhi lucidi che lo osservavano con un sorriso malinconico.

Aveva sentito la sua essenza ancora viva, il suo amore per quelli che dovevano essere il suoi compagni di vita, ma che non furono, dieci anni prima. Ed ora gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo: perfino Lucky e Yassop si sentivano così, felici allo stremo.

Non ci posso credere” gli aveva detto il cecchino, mentre Lucky consumava fazzoletti su fazzoletti per la commozione. Hikari era la loro sorella minore ed era sempre stata trattata come tale. E, seppur la cazzata era stato Shanks a commetterla, non erano riusciti a non provare un pesante senso di colpa per non aver impedito all’amico di abbandonarla.

Tutti avrebbero scommesso che, nonostante fosse giovane ed inesperta, Shanks l’avrebbe imbarcata sul Vento dell’Est: era preso e innamorato ed Hikari faceva già da un pezzo parte della ciurma dal punto di vista mentale. Tutti la consideravano come una compagna e, all’alba di quella mattina, quando Shanks aveva dato l’ordine di partire, erano stati catapultati in un incubo orribile.

Ma non avevano potuto fare nulla, non si erano sentiti in grado di obiettare: il Rosso era il loro capitano, colui che gli aveva donato un motivo per tirare avanti, e i suoi ordini dovevano essere rispettati.

Lucky era quello più incazzato ‘esteriormente’ ed era stato fermato più volte dai due amici, prima di fare cose che non dovevano essere fatte, ma ognuno di loro avrebbe volentieri pestato a sangue quel pezzo d’idiota che, per una personale paura, aveva lasciato il cuore suo e quello dei suoi, su quell’isola, assieme alla disperazione di quella ragazza.

Shanks non aveva pensato che cosa avrebbe scatenato la sua ‘fuga’ nei suoi uomini: aveva pensato, egoisticamente, a sé stesso, non agli altri. Però tutti sapevano che il capitano deve prendere delle decisioni difficili e il termine ‘egoista’ non era del tutto fuori luogo, perché in fin dei conti era la sua di donna, non la loro.

Chiuse le palpebre e piegò le sue labbra in un flebile sorriso: gli era venuto in mente il loro primo incontro, quando vide per la prima volta quella testa riccioluta scendere da una delle stradine ciottolate che portavano al porto.

Ed era in quel dolce ricordo che il filo aveva cominciato il suo avvolgimento attorno alla matassa.


[Flashback]

“Ragazzi… Vi presento Hikari”.


Ben Beckman era da diversi giorni intento ad osservare i movimenti sospetti del suo capitano. Poteva sicuramente immaginare quale fosse il ‘motivo’ che lo portava a sparire durante le afose giornate di quell’agosto, ma quando aveva scorto, sulla sua scrivania, dei semplici libri di navigazione e diverse opere letterarie del passato, era rimasto al quanto perplesso.

Shanks non era di certo un becero stolto ed ignorante, anzi, era risaputa la sua passione per i libri e per la letteratura in generale… Però, di norma, l’ora della lettura era fissata prima di cena, quando il sole, dolcemente, s’inabissava nelle acque rese scure dagli splendidi giochi di luce e riflessi.

E non poteva essere altrimenti, anche perché, se la normalità del genere umano come abitudine prende il momento prima di stendersi e abbandonarsi al sonno, loro di normale non avevano neanche un vago ricordo. O più semplicemente il discorso si reggeva sul fatto che ogni sera sul Vento dell’Est si faceva baldoria, perché ogni scusa era buona per sbronzarsi, da bravi pirati.

Ma questo ‘sparire per amor della conoscenza’ non era da Shanks… C’erano, tra l’altro, diverse cose da mettere a posto sulla nave e molte volte la ciurma si ritrovava a fare di testa propria, vista l’irreperibilità del capitano.

Gli era balenata in mente l’idea di seguirlo, ma fu subito accantonata: a parte che lui stesso detestava quando qualcuno s’impicciava degli affari altrui, inoltre sapeva bene che, benché fosse un’ottima sentinella e spia, se Shanks l’avesse ‘pinzato’ a pedinarlo, gli avrebbe spaccato la faccia. Sì, erano migliori amici, però per entrambi valeva la regola degli spazi personali, a maggior ragione se costretti a vedere i rispettivi brutti musi ogni santo giorno.

Però Ben destava qualche preoccupazione… Soprattutto nel vedere l’appetito del Rosso scendere mostruosamente da quando erano attraccati in quel piccolo porto di mare, a causa di quel che il suo capitano chiamava ‘l’Incidente’. E, lo sapevano perfino le murene, l’appetito di Shanks il Rosso era paragonabile a quello di un maiale: neanche quando aveva preso la cagarella aveva smesso di mangiare. Ed ora il suo stato di salute era del tutto normale.

C’era qualcosa che non quadrava: il moro sospettava che le sparizioni dell’amico avevano a che fare con ‘qualcuna’, però la questione dei tomi serpeggiava in lui un dubbio irrisolto.


Finché non lo vide, per l’appunto, ritornare una sera, prima di cena, scortato dal famoso motivo che giustificava le sue assenze.

- E, Dio, se le giustifica! – pensò, mentre il capitano presentava una ragazza mora, dai lunghi riccioli neri, per lo più sulla ventina.

- Shanks non è mica scemo – aggiunse mentalmente, quando la vide da più vicino. L’amico l’aveva trascinata in mezzo alla ciurma, e già questo motivo aveva fatto capire al vice che doveva essere una cosa sicuramente più seria di un’avventura notturna per sfogare gli istinti.

Lei, poverina, ancora non sapeva cosa volesse dire conoscere la ciurma del Vento dell’Est! E vedeva il suo imbarazzo malcelato dietro ad una leggera freddezza che poco poteva avere in comune con uno come Shanks.

A lui piacevano le donne semplici e spiritose, ironiche, pratiche: e di prima battuta quella pareva tutt’altro che una donna semplice, spiritosa, ironica e pratica. Quindi Ben concluse che doveva essere abbastanza colpita, se non scandalizzata, dai suoi compagni.

Che, effettivamente, c’era da aspettarselo: non la conosceva, ma conosceva i suoi polli, quel manipolo di avanzi di galera, casinisti e senza peli sulla lingua. A maggior ragione dopo quel che era successo, avevano il cervello ancora annebbiato per poter ragionare come si doveva e mostrarsi, diciamo, ‘opportuni’ verso una signora.

E la vedeva impacciata, nel mentre che Shanks rideva come un deficiente e che ad ogni ‘complimento’ dei suoi, li minacciava di tagliargli qualsiasi organo possibile e immaginabile. Vedeva come tentava di nascondere l’imbarazzo davanti al boato che si era generato alla frase del Rosso. Non aveva MAI presentato una donna, la sua donna, alla ciurma: era un evento troppo unico per non festeggiare e non sparare cazzate.

Era seduto sul molo a gustarsi quella scena esilarante per i suoi quanto terribile per lei, quando decise di intervenire prima che quella poverina fuggisse a gambe levate: si alzò con calma, dirigendosi verso di loro.
La ragazza l’aveva subito adocchiato, a causa del suo abbondante metro e novanta, mentre Shanks l’aveva salutato con la mano.

“Ti presento Ben Beckman. E’ il mio vice. E’ un fottuto asociale che per farlo parlare devi usare il trinciapollo, ma non farci caso…” esordì il Rosso, mentre l’amico lo stava letteralmente giustiziando con lo sguardo.

“Ti ringrazio, idiota…” sibilò tra i denti, con il suo caratteristico tono basso e caldo, mordendo la sigaretta, per poi rilassare l’espressione e porgere la mano alla ragazza: “Piacere, Ben”.

Lei lo fissò per qualche secondo negli occhi, come se stesse cercando di leggergli nella mente, tant’è che il vice sollevò il ciglio, rimanendo interdetto. Poi si girò verso Shanks e fu in quel momento che Ben capì che era doveva trattarsi di una cosa davvero seria.

“Shanks… Essere di poche parole oppure non essere molesti verso gli altri, non significa necessariamente essere dei fottuti asociali” disse, dipingendo un sorrisino malizioso sulle sue labbra, per poi rivolgersi verso il vice e stringendogli la mano: “Ciao Ben, piacere, Hikari. Credo dovrebbero farti una statua se fino ad oggi hai resistito all’impulso di staccargli la testa dal collo” e continuò girandosi verso il capitano, mentre sul viso del moro si stava formando un sorriso beffardo rivolto a Shanks.

“Meno male che c’è lui a guardarti le spalle e a farti mettere giudizio. Si vede subito che non è uno scapestrato come te ed è una persona seria” concluse sorridendogli e affondandolo.

Shanks era appoggiato alla spalla di Yassop e la guardava tra il pensieroso e lo sconvolto: “Non so cosa sia peggio… Se il fatto che mi abbia appena trattato come un moccioso davanti ai miei uomini, oppure che si sia alleata dalla parte di Ben”.

Yassop scoppiò a ridere, seguito a ruota da parte della ciurma: “Amico, tu te la sei trovata ed ora te la tieni eh? L’hai voluta la bicicletta? Ed ora pedala, mio caro” concluse tra le risa di Hikari e Ben e i boati dei compagni.

“Vi amo anche se siete esseri inferiori” scherzò Shanks, mentre si avvicinava ad Hikari “Brucerò ogni libro di fisica nella tua biblioteca, sappilo”!

“Ah, ora si spiega tutto…” proferì Ben appena sentì la parola biblioteca “Mi pareva smodato il tuo amore per la conoscenza, che ti portava a sparire quasi tutti i giorni… Lo sapevo io che c’era qualcosa che non quadrava” concluse gettando la sigaretta in mare e guardando la ragazza ridere che le si vedeva l’esofago.

“Sai dove te le infilo quelle sigarette”?



Quella sera Ben rise come aveva fatto pochissime volte nella sua vita, soprattutto in compagnia: Hikari aveva un caratterino tale e quale a quello di Shanks, ma sapeva essere pungente e stronza quanto lui stesso. E la cosa fantastica era vedere come il Rosso tentava di giocare tutte le sue carte per fronteggiarla, ma quasi sempre finivano pari.

Era pure un po’ permalosa, cosa che lo faceva sganasciare dalle risate: come sgranava quegli occhi viola e il lampo che gli balenava all’interno quando veniva punta sul vivo, erano un toccasana! Meglio che uno psicologo!

Avevano davvero tutti bisogno di un po’ di tranquillità, di ridere, di scherzare e di festeggiare: ed Hikari, in quel frangente, equivaleva ad un dono del cielo. E capiva anche che erano assolutamente errate le apparenze che aveva avuto all’inizio.

- E’ la donna ideale per quel deficiente… - pensò, svuotando la bottiglia di rhum nel suo bicchiere – Quell’idiota ne ha di fortuna, nonostante tutto – continuò mentre osservava quegli splendidi occhi violetto, finché lei non si girò e gli regalò un sorriso.

- Avessi anche solo un decimo della fortuna che ha lui – concluse, ricambiando il sorriso e accendendosi una sigaretta, mentre tutta la ciurma stava dando fondo ai barili di rhum, faceva un casino inverecondo e festeggiava la resurrezione del Vento dell’Est.



[Fine flashback]

Gli scappò una risata liberatoria.

Era sempre stato un tipo moderatamente pessimista, esattamente l’opposto di Shanks, ma questa volta si sentiva stranamente ottimista. La strada sarebbe stata lunga e tortuosa, a maggior ragione ora che Hikari faceva parte del Fronte Rivoluzionario – altra rivelazione shock per tutta la ciurma – ma quella sera giurò a sé stesso che avrebbe fatto di tutto per farla rimanere con loro.

- Fanculo a qualsiasi ordine – pensò prima di girarsi su un fianco e tirarsi su il lenzuolo.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Salve! ^^ Eccoci ritornati all'ormai classico appuntamento settimanale, che slitta di un giorno per le solite problematiche di impegni... u_u Questa volta è colpa mia...

Capitolo interamente dedicato al passato, con Ben che - manco a farlo apposta - si conferma il punto d'incontro di tutta la faccenda. :) Piano piano, le informazioni basilari sul passato sono venute fuori, anche se manca ancora qualche dettaglio importante - ma che vi faremo sudare. xD

Ecco, già che ci siamo, spiego una cosa: la faccenda dell'Incidente, non è narrata in questa storia per un motivo basilare. Tempo permettendo, farà parte del progetto, da parte mia. Sarebbe una sorta di Spin Off/Prequel: non è ancora nulla di sicuro, ma se il lavoro non mi porterà via l'anima, potrebbe uscirne un progettino interessante. ^^ Giusto per spiegare la mancanza di informazioni.

Bene, credo sia il momento di passare alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -

@ MBP
: ciao Baka-chan! xD
Visto che la pazienza di Ben riesce ad arrivare oltre ogni limite immaginabile? Tutte ad immaginare di vedere il Rosso spedito nel corridoio, invece... Che poi, non avremmo mai potuto far trattare così l'Imperatore. Eh. u_u
Benchè sia parecchio minata, ha ancora una dignità il Rosso, poarello... Quanto alla bella mora... Fosse facile ascoltare il cuore. C'è sempre quella vocina, identificata come orgoglio, che la frega. Oltre ad un dettaglio non indifferente appartenente al passato. ^^'
Sì, diciamo che di due non ne fanno uno. xD
Alla prossima tata, un abbraccio!
Grazie per la recensione!
ps. Massì, intendevo al primo posto sul podio. Lasciatemi Shanks! xD Le ferie stanno per arrivare (e anche Yu a casa mia xD). Ritornerò presto. :)

@Ale-chan: ciao tesora! ^^
No, no: diamo a Cesare quel che è di Cesare. :) Il merito del capitolo vada interamente a Yuki, che è stata, a mio avviso, geniale. Ai tempi, quando lessi questa parte, avevo le stelline negli occhi, benchè l'avessimo pensata assieme (come tutto, del resto!). **
Dunque... Mi fa ridere il fatto che tutte qua vi siete immaginate Shanks spedito ed incastonato al muro. Ma... Io continuo a dirlo: Hikari ha un autocontrollo da paura e, per quanto sia incazzata come una faina, alla fin fine ha un minimo rispetto per il Rosso. Cioè, capiamoci: incavolta e tutto, ma il Rosso è sempre il Rosso. u_u E fa anche un po' paura, ecco... Oh, più avanti ci saranno dei pezzi che so di per certo apprezzerai, in tal senso. xD
Shanks è geloso: gli abbiamo affibiato un carattere passionale e... Abbastanza istintivo, per quanto concerne gli affetti. Anche se in altri ambiti può sembrare così calcolatore, da far venire i brividi (qualcuno ha detto Marineford? ** - Bea è partita xD).
Alla fine è andata bene, rispetto alle aspettative, no? Quei due sono innamorati oltre ogni limite - ormai è chiaro - tuttavia sono fin troppo simili. E quindi, puoi immaginare quanto sia difficile farli riconciliare, o meglio, farli iniziare da un punto ed evitare il pestaggio generale, no? Tuttavia, se Hikari ha una pazienza infinita ed un autocontrollo senza pari, Shanks è stato bravo questa volta ad andarci coi piedi di piombo e non mollare. Per quanto possa sembrare orgoglioso, alla fine si senti in colpa, con un codone di paglia enorme. :)
Ne vedrete delle belle. ^^
Infine... Yuki per quelle parti è un mostro. Non perchè sia la mia socia, bensì perchè mi emoziono io alla stessa maniera vostra, quando leggo le sue parti. :) E' portata per quelle cose lì, è innegabile. E, fidati, che neanche io, con un po' di buona volontà, riuscirei a rendere così. Ognuno ha un suo stile, è vero, ma ci è proprio avvezza ai sentimenti. E poi, abbiamo uno stile completamente opposto: io tendo molto più a sintetizzare e comunicare coi dialoghi. Lei coi pensieri e i gesti. Ed è questo essere opposte che ci fa divertire tantissimo. ^^
Grazie per la splendida recensione, al solito. :)
Alla prossima caVa, un abbraccio! ^^

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
Eccola lì: un'altra che si è immaginata il volo di Shanks per i corridoi del Vento dell'Est. xD Hikari non potrebbe mai fare una cosa del genere: tolto il fatto che ci sarebbe poi da fare i conti con Ben, si sentirebbe in colpa una cosa indicibile. Alla fine è aggressiva per necessità, tuttavia il suo carattere è abbastanza dolce. Il problema è che ce la mettono tutta per farla arrabbiare. xD
Shanks è teso come una corda di violino, come lo è anche Hikari: abbandonassero la ragione per qualche istante, sarebbe più facile per tutti. Ma non possono passare sopra alle cose successe, Hikari in primis. E' lo svantaggio dell'essere umano, avere una memoria così precisa e duratura. u_u
Ben... Sah, a quando la statua? xD Una roba enorme, ci vuole. Se la merita. xD
Un abbraccio cara e grazie per la recensione!
Alla prossima! ^^

@Red Queen: ossequi, o mia Regina. u_u
E siamo a quattro: un'altra che vede bene Shanks senza setto nasale (manco stessimo parlando di Crilin di Dragonball xD)... Poarello, ma davvero avevate paura che Hikari lo aprisse in metà? xD Ma no, dai... Sono ancora tranquilli *coff coff... e pensali incazzati. *O.o'
Sì, ormai si capisce che sti due sono ancora innamorati: Shanks sbarella proprio, Hikari deve superare il suo orgoglio ferito e la sua incazzatura ormai perenne. Tuttavia perdonare non è una cosa che le viene così spontanea... Purtroppo. Pensa solo quanto è cambiata la sua vita a causa del Rosso: avrebbe potuto essere una tranquilla bibliotecaria, su un'isola sperduta . Invece ora è nei Rivoluzionari. xD Che per carità, è un a vita più movimentata - decisamente - ma chissa cosa avrebbe preferito? ^^'
Condivido la tua visione, ma in maniera generale: l'amore ti fa rincoglionire (e forse rincoglionisce addirittura più gli uomini che le donne ^^), non c'è scampo! xD
Alla prossima caVa! **
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Akemichan: ciao tesora! ^^
Guarda, di confesso che per questa storia ci siamo fatte mille mila pare, per cercare di integrare Hikari appieno e non renderla un peso, nonostante sia una dei diretti protagonisti. Perchè gran parte delle cose sono collegate a lei, e quindi è uno dei motori principali che muovono la storia, col rischio (perchè lo sappiamo bene) di far storcere il naso. Spero solo in cuor mio - e lo pensa anche Yu - di non aver fallito da questo punto di vista. ^^' E' ovvio che poi al termine si tireranno le somme. :)
I complimenti del capitolo, vadano interamente alla mia collega - e lascio a lei le specifiche. ^^
Massì, Ace avrà modo e tempo di aiutare o combinare guai. xD La storia è ancora lunga e tortuosa... Un viaggio da incubo. xD
Un abbraccio caVa e grazie per la recensione.
Alla prossima! ^^


- Angolino di Yuki -


@MBP: Ciao Baka!
Ah, sono contenta che hai trovato appropriata la canzone al capitolo. E' una delle canzoni che preferisco e mi piace veramente molto ** Questa versione è stupenda **
Ebbene sì, Ben è quello che si definisce un vero amico con i fiocchi e controfiocchi. Lui, per fortuna che esiste, ha un po' più di cervello e raziocinio rispetto al capitano che si ritrova e quindi riesce a indirizzarlo verso la retta via. Peccato, ovviamente, che Shanks ne abbia veramente tante da farsi perdonare xD
Quanto a Hikari, è difficile la sua posizione. Per lei Shanks è stato il suo primo e unico amore, non ha mai più amato nessuno come ha amato lui. E lui le ha spezzato il cuore, senza ragione - per quanto ne sappia lei - ed è difficile riuscire a tornare a fidarsi di quell'uomo che l'ha abbandonata dal giorno alla notte - letterlamente.
Un abbraccio ^^

@KH4: Ciao Ale-chan **
Ah, sai che sono proprio contenta di riuscire a sentirti un po' via mail - e colgo l'occasione per dire che risponderò domani, oggi ho avuto un bel po' da fare -___-"""
CaVa, pensando che pochi minuti fa Bea mi ha detto che sono perfida e malvagia (non è vero Beaaaa ç_ç La mia è frustrazione) e ora invece tu mi dici che da questo capitoli si è sentito il mio sentimentalismo, comincio a dubitare della mia sanità mentale e del fatto che non abbia personalità multiple in me xD
A parte gli scherzi, sono contenta di essere riuscita a trasmettere così bene i pensieri, le sensazioni e le immagini di questa scena. Mi piace particolarmente soffermarmi su scene piene di pathos, dove posso spaziare e rendere al meglio i pensieri dei personaggi, quindi mi ci impegno sempre molto per poter dare un quadro completo di ciò che essi provano. E' una bella prova per chi scrive e io mi ci trovo bene in questa parte.
A rendere difficile la descrizione di parti del genere potrebbe essere il fatto che una persona non le abbia mai vissute e quindi non capisca in prima persona che cosa significa stare lì, davanti alla donna che hai sempre amato e che amerai per sempre, con il peso delle proprie colpe sulle spalle a trattenerti. Ma io cerco sempre di immedisimarmi il più possibile, di vivere la scena come se fossi lì e fossi io la protagonista, da tutte e due le parti.
Poi, ammettiamolo, per quanto siano dei bei personaggi, Shanks e Hikari sono abbastanza facili da gestire - nel senso che sono alla portata della nostra comprensione. L'opera di immedisimazione diviene straziante quando si ha a che fare con personaggi come Yu Kanda, una faticaccia scrivere su di lui - sarai bello e figo, ma sei complessato da morire (ed è per questo che ti amo)
Ehm, perché finisco sempre con deliri? bhà... C'era un'ultima cosa che volevo dirti: a me il tuo stile piace. Ora, sono rimasta un po' indietro con i capitoli e saranno la mia lettura estiva dopo gli esami, ma ho notato dall'inizio che hai una tendenza a migliorarti, cosa che indubbiamente è molto pregevole - ci sono molte persone che sono statiche e non si smuovono dal loro stile. Io non credo di essere così brava da poter essere presa a esempio, e infatti sono sempre alla ricerca anch'io di nuovi spunti per migliorarmi ^^ Quindi, miglioriamo assieme ^^
Un bacio
A presto ^^

@Huntergiada: Ciao caVa ^^
Sì, concordo, Ben merita un applauso o forse anche più di uno per come riesce a convincere Shanks a fare la cosa migliore - per sé, per Hikari e per un po' tutti. Quell'uomo è un santo, nonché angelo custode del Rosso e di tutta la ciurma, senza di lui chissà dove sarebbe capitato il nostro caro pirata dalla chioma infuocara xD
Credo che a Hikari sia venuto il tuo stesso flash - quello di uno Shanks scaravantato via dal suo haki - ma la ragazza sa bene che comunque non è a casa sua, che è lì per lavoro e che dovrebbero cooperare per quanto possibile. Quindi, fino a quando non avrà più che ottime motivazioni per saltare alla gola del Rosso, cercherà di controllare i suoi istinti e la sua furia - che non è poca xD
Anche se Hikari gli ha perdonato solo lo schiaffo, è comunque un passo. Ciò non toglie che Shanks ha di peggio sulla lista e dovrà affrontare situazioni poco piacevoli, tuttavia non può badare solo alle sue preoccuazioni personali, ha molti altri problemi a cui dover badare e di cui occuparsi - cosa che di certo non lo aiuta a rilassarsi e distendersi xD
Un abbraccio
Alla prossima settimana ^^

@Red Queen: CaVissima, ciao ^^
Grazie per la comprensione ç_ç Odio quando non ho la connessione - a parte l'essere tagliata fuori dal mondo -, non riesco nemmeno a controllare se escono i capitoli di one piece e d.gray-man, cosa per me essenziale quasi quanto respirare xD
Uno Shanks con il sangue al naso per la subilime visione di Hikari sarebbe da spaccarsi in due dal ridere e rimanerci per una mezzora buona - considerando anche poi la reazione della suddetta in una situazione del genere, che darebbe al pirata più di una buona ragione per sanguinare anche in altri posti xD Povero Shanks, almeno questa risparmiamogliela, dai, già si deve occupare di un sacco di cose!
Effettivamente Hikari non aveva tutte queste scelte davanti alla proposta di Shanks di fare una piccola tregua, tuttavia è significativo il fatto che abbia accettato per lo meno le sue scuse per quanto riguardava lo schiaffo che il Rosso si era fatto sfuggire.
Per quanto riguarda che una donna innamorata diventa una donna scema, più che accertate ricerche scientifiche dicono che gli uomini innamorati diventano ancora più imbecilli di quanto sia umanamente pensabile xD Hikari è una donna che qualche soddisfazione se la deve togliere... *risata maligna*
E ora, basta deliri xD
Un abbraccio e alla prossima

@Akemichan: Ciao tesora ^^
Sono contenta che il capitolo su Shanks e Hikari ti sia piaciuto. C'ho messo tutto il mio impegno per renderlo al meglio e far percepire i sentimenti e i pensieri di entrambi. Adoro le parti introspettive, e quindi cerco di metterci sempre tutta me stessa per riuscire a trasmettere anche al lettore qualcosa ^^
Ovviamente i due innamorati si fanno sempre castelli campati in aria, da che mondo è mondo funziona così. Poi c'è gente peggio d'altra, il che porta solitamente a quelle storie d'amore lunghe una vita, ma non è il nostro caso per fortuna - o no? *Yuki fa la malefica e non rivela nulla di compromettente*
Un abbraccio
e alla prossima ^^




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 23
*** L'importanza degli amici ***


CAPITOLO 23: L’IMPORTANZA DEGLI AMICI.
(Chapter Soundtrack: Blood Brothers - Iron Maiden)

Contrariamente alle sue aspettative, era sprofondata nel sonno quasi subito.

Ormai era arrivata davvero ad un punto critico per quanto concerneva il suo fisico: in quei giorni aveva viaggiato come una pallina da pinball, aveva combattuto e aveva buttato giù diversi bocconi amari.

Aveva anche dovuto domare il suo cuore impazzito per quel tocco leggero che Shanks le aveva involontariamente donato, il quale le aveva provocato una scarica adrenalinica – per non dire ormonale – che da tempo non provava.

Quando si era seduta con la schiena contro al legno della porta, con le mani nei capelli per cercare di calmare quel suo cuore e corpo impazzito, aveva sentito i passi lenti di lui riprendere dopo qualche istante e questo stava a significare che anche lui aveva le sue magagne da risolvere.

Ma si era ripromessa di riposare: non solo il fisico, ma anche il cervello. Soprattutto il cervello.

La reazione di Shanks l’aveva sconvolta, ma ancor più l’aveva sconvolta il proprio comportamento: è vero che serviva una tregua, ma si era sciolta come un ghiacciolo al sole di luglio, quando sentì nuovamente il calore della sua pelle.

Aveva una tale confusione di sensazioni addosso che non sapeva più neanche da che parte fosse girata, tanto che si stava addirittura innervosendo per il bailamme mentale che quella testa di pomodoro sapeva sempre scatenarle dentro.

Per questi motivi si immerse di nuovo nella tinozza, cercando di rilassarsi e di svuotare la mente, prima che il mal di testa si facesse più acuto ancora. E quell’espediente funzionò alla grande, al punto che fece parecchio fatica a raggiungere il letto e non addormentarsi in bagno.

Si era svegliata finalmente riposata: se da un lato era curiosa di sondare la nuova atmosfera sul Vento dell’Est, dall’altra aveva il timore che quel batticuore si ripresentasse alla vista di lui e non fosse solamente il risultato di una discussione non aspettata.

Però, prima di tutto questo, c’era una cosa che si era ripromessa di fare, perché va bene pensare al bene comune, ma per farle mettere l’orgoglio da parte si doveva pagare un prezzo. E quella mattina, un certo pirata che rispondeva al nome di Ben Beckman l’avrebbe scontata fino all’ultimo centesimo.


Salì furtiva la scala che portava al piano superiore: erano già le undici e si prospettava che in cucina e in sala da pranzo ci fosse solo Eddie. E lei aveva una fame pari a quella di un leone.

Come previsto, c’era un silenzio inimmaginabile sulla nave, con il cuoco intento a preparare il pranzo per la ciurma.

“Ciao Eddie!” esclamò con un sorriso, quando l’uomo si girò, insospettito dai passi: “Oh cielo! Hikari, sei tu! Credevo che fosse quell’idiota di Lucky intento a rubarmi del cibo dalla dispensa!” rispose felice Eddie, correndo ad abbracciarla “Ieri non sono riuscito neanche a salutarti… Credevo di trovarti a cena, invece…” proseguì con una nota di tristezza nella voce.

“Ero devastata, capisci bene la situazione no”?

“Stai tranquilla! Piuttosto, ti è piaciuta la focaccia che ti ho preparato”?

“Da morire… Quanto mi è mancata” rispose la donna “A proposito: te ne è rimasto un avanzo”?

Eddie si avviò al forno, estraendone un ultimo pezzo: “Come no. Lo sanno anche i barracuda che tu fai colazione con la focaccia e il the al limone”.

“Freddo”.

“Ovviamente cara!” ribatté il cuoco tra le risate e avviandosi verso il frigorifero ed estraendo una brocca di the freddo “Madamoiselle” concluse, porgendole tutto su di un vassoio.

“Grazie Eddie, sei un tesoro”!

“Vuoi che te la passo al forno la focaccia”?

“No, non ti preoccupare, va alla grande così” disse mordendone un angolo “Ho una cosa da fare, alla svelta…”

L’uomo sorrise colpevole, infilandosi il suo solito grembiule da lavoro, motivo per il quale tutti lo sfottevano allegramente. Non si era mai visto un pirata della ciurma di uno dei Quattro Imperatori, conciato come uno chef d’alta cucina!

“Vai a fare il cazziatone a Ben per il colpo basso di ieri”?

La donna appoggiò i gomiti al tavolo dietro di sé: “Vedo che sei informato a modo… L’hai visto stamattina”?

“Chi, Ben”?

“No… Non intendevo lui…” commentò spostando lo sguardo verso la finestra.

“Ah” fece il cuoco, prendendo una pausa “Sì, l’ho visto. Se mi stai chiedendo di che umore fosse…” ma Hikari lo interruppe: “Sì, ti sto chiedendo proprio quello”.

Eddie sorrise: “Era di buon umore, tranquilla”.

Sospirò di sollievo: “Meno male… Ok, ora scappo. Ho un pirata da ammazzare” lo salutò sorridendo diabolica, tra le risate del cuoco.


Ace aveva visto Hikari in cucina, attraverso la finestra: come promesso, dovevano allenarsi, e quindi aveva fatto il giro per raggiungere il locale. Ma nell’istante che  aveva messo il piede in cucina, la donna era sparita.

“E che cos’è? Un ninja?” disse quasi più a sé stesso, che al cuoco ritto innanzi a lui, che lo guardava con un’espressione interrogativa.

“Sto cercando Hikari” proferì con un sorriso, cercando qualcosa da mangiare, ma Eddie si parò innanzi al frigorifero: “Tu e Lucky fareste bene a stare lontani dalla mia cucina” rispose brandendo la mannaia.

“Santo cielo, stai calmo!” scoppiò a ridere il moro, vedendo Eddie che lo minacciava con quell’arnese “Sono un ospite e che diamine”!

“Stavo scherzando dai…” rispose l’uomo “Hikari è andata a cercare Ben, per parlargli”.

“Ah, ok…” concluse scoraggiato il ragazzo “Vabbé, grazie lo stesso. Quando si mangia”?

“Diamine, sono le undici del mattino! Smamma, forza, che devo lavorare!” concluse spingendolo fuori dalla cucina tra le risate sguaiate di Ace “Ah, e stai lontano dal frigo o ti ci chiudo dentro a vita”!

Ancora ridendo, si era ritrovato chiuso fuori dal ‘regno di Eddie’, come lo chiamavano i suoi compagni, sotto lo sguardo triste di Lucky che aveva visto sfumare la possibilità della sua terza colazione, chiamata anche l’aperitivo prima di pranzo. Non lo sapeva neanche lui cosa fosse.

“Questa me la paghi cowboy!” esclamò facendo finta di minacciarlo “Eddie ha chiuso la cucina ed ora il mio stomaco brontola”!

“Anche il mio!” esclamò divertito Ace, che ancora stentava a credere che un cuoco utilizzasse una cucina con una porta stagna.

“Che fai in giro”?

“Stavo cercando Hikari… Dovevamo allenarci, ma Eddie mi ha detto che è con Ben. Uffa, ed ora come faccio? Non ho nulla da fare, mi annoio!” rispose il moro, mimando il classico broncio da moccioso.

“Se vuoi puoi venire con me e Yassop a darci una mano con la vela maestra. A causa del forte vento, una delle funi ha ceduto ed ora pende da una parte… Sempre meglio che aspettare ascoltando il brontolio dei nostri stomaci, no”?

Il ragazzo si mise le mani in tasca: “Effettivamente… E poi sono in villeggiatura gratis a quanto pare” e fece una pausa, avvicinandosi all’ufficiale in seconda del Rosso “o in reclusione, magari”.

“Naaa, a Shanks gli stai simpatico” replicò l’altro, agitando il cosciotto come un forsennato e spargendo olio da tutte le parti, tanto che Ace stava facendo delle schivate assurde, manco fosse un boxeur. “Considerala una vacanza questa, dai”.
“Anche perché se disobbedissi al suo ordine di fermo…”

“Esattamente. Shanks è buono e caro, ma lo sai che ha la lava nelle vene… Come te del resto” rispose Lucky, alzandosi gli occhialini tondi “Tuttavia, rilassati e goditi questa pausa. Alla fine non sei su di una nave nemica, anche se i nostri capitani sono, come dire, avversari”.

“Avversari non significa nemici”?

“Non necessariamente…” ribatté l’uomo, assottigliando lo sguardo. “Oh, insomma! Ti pare l’ora di fare i discorsi seri?! Mi servono energie per fare i discorsi seri, e per avere energie a sufficienza devo mangiare! Ma non si può finché Eddie non riapre i battenti, per cui levati quel sorrisino sghembo da quella faccia da culo e vieni ad aiutarci!” concluse trascinando il moro per un braccio, che si stava letteralmente sganasciando dalle risate.


Hikari aveva percorso ogni angolo del ponte alla ricerca di Ben. Aveva guardato in  ogni anfratto dopo aver setacciato anche i piani inferiori, stiva inclusa, ma Dio solo sapeva dove si fosse cacciato quella pertica umana.

L’unico posto che non aveva controllato era la poppa della nave e, difatti, dopo essere sgattaiolata tra le funi arrotolate, l’aveva finalmente visto intento a sistemare gli arpioni posteriori con la sua solita sigaretta accesa.

“Ben!” lo chiamò a gran voce, cercando di fronteggiare il vento che, tenace, spirava quella mattina, lanciando la nave ad una velocità notevole.

Il vice alzò la testa e appoggiò le funi con le quali stava armeggiando, ma fece in tempo solamente a togliersi la sigaretta dalle labbra, che Hikari l’aveva letteralmente placcato manco fosse un giocatore di rugby, inchiodandolo al ponte.

“Mi devi delle spiegazioni!” gli sbraitò a pochi centimetri dal viso, le mani incollate alle sue braccia e un ginocchio sul suo bacino.

“Oh, vedo che è un buongiorno”.

“Buongiorno un corno! Anzi, avrei voglia di spaccartele, le corna”!

“E’ una mia maglia quella che hai addosso?” domandò con la sua solita calma e tranquillità. Ed era abbastanza facile da capire, visto che di Hikari, lì dentro, ce ne stavano due, e anche comode.

“Sì, la mia era conciata da buttare via e non avevo altro dietro”.

“Non ci credo. Hai frugato nel mio armadio?!” esclamò sorpreso il moro, alzando un poco la testa, ma la donna lo rinchiodò al ponte.

“Non è di questo che dobbiamo parlare!” riprese lei, stringendo la presa e avvicinandosi al suo viso con un ringhio.

“Ma sei sul serio così arrabbiata?” domandò piano, quasi a bassa voce, mentre Hikari aveva abbassato la testa e gli aveva levato quelle ametista di dosso.

“Ti dovrei ammazzare. Ho giurato ad Eddie che l’avrei fatto” rispose con un tono lugubre, ma fu tradita da un sussulto, cui ne seguirono altri tre.

“Ma vaffanculo Hikari!” aveva replicato lui, cercando di scuotersela di dosso, mentre lei scoppiava a ridere tanto che le si contavano i molari. Ben le sferrò una leggera ginocchiata sul fianco, facendola rotolare di lato, così da potersi sedere: “Non ci riprovare”.

“Ma non ci riprovare tu!” esclamò la donna, cercando di smettere di ridere e massaggiandosi il fianco “Fammi ancora un colpo basso come quello di ieri e ti annacquo tutte le scorte di tabacco che hai sulla nave”!

“Un paio di palle. Se non facevo così, a quest’ora non regnerebbe la tranquillità che si sente nell’aria stamani…” ribatté Ben, accendendosi una seconda sigaretta “E comunque, stai lontano dal mio tabacco o ti faccio fare un giro sulla passerella”.

“Sei un farabutto” commentò Hikari, tirandogli un pugno in testa “Ed io che mi fido di te. O meglio, che nonostante tutto continuo a fidarmi di te”!

“Lo so. Ma è per questo che sono…” si bloccò di colpo, espirando una nuvoletta di fumo che sparì all’istante, per poi girarsi a guardarla negli occhi: “Resto tale, nonostante quel che successo”?

“E nonostante siano passati dieci lunghissimi anni?” ribatté lei, mettendosi in ginocchio e avvicinandosi a lui.
“Per quanto possa sembrare assurdo, sì”.

Ben la guardò per un lungo istante, prima di tenderle un braccio e avvicinarla a sé, appoggiando il viso sulla sua spalla, soffocando le parole sulla stoffa della sua maglietta: “Mi sei mancata da morire”.

“Nessuno potrebbe sostituirti… Idiota” rispose lei abbracciandolo e sorridendogli felice.

“Ma il mondo è pieno di idioti”.

“Ma non di idioti stronzi, alti un metro e novanta e che fumano quaranta sigarette al giorno” rispose infilandogli le dita tra i capelli. “Da quand’è che sei diventato così dolce e coccolone?! Se dieci anni di lontananza servono ad addolcirti così tanto – e credimi che mi stai facendo cariare i denti – parto domattina e di corsa, eh?!” domandò ridendo, ma la sua ironia fu bruscamente interrotta da una domanda che, tra tutte quelle possibili, era quella che preferiva evitare come la peste.

“Cosa pensi di fare con Shanks”?

E quella domanda la raggelò.

Allargò i suoi occhi, abbassando le sopracciglia e le spalle.

“E’ importante, Hikari”.

“Non lo so” sospirò mogia, come se fosse un cane bastonato. E in quel momento si stava domandando il perché del fatto che tutti i discorsi dovevano finire, per forza, su di lui. Si era alzata in piedi, dando le spalle all’uomo, torturandosi il labbro.

“Hikari…” aveva aggiunto lui, ponendole una mano sul braccio, per tentare di spezzare quell’assurdo silenzio. E ci riuscì, in qualche modo.
“Ieri sera… Quando Shanks è venuto di sotto…” ma si stava davvero vergognando di affrontare quel discorso. Si sentiva quasi come un’adolescente alle prese con le paturnie ormonali, non contando che il cuore stava facendo il gran premio della Laguna Seca in tempo record. (*)

“Guarda che non devi avere problemi a parlarne con me. So che è ancora presto, ma ho visto quella luce nei tuoi occhi stamattina. Dai… Forza, dimmi cosa c’è che ti preoccupa” rispose Ben, alzandosi in piedi e ponendosi innanzi a lei.

“Quel che mi preoccupa è che, appena l’ho visto e quel cretino mi ha chiesto scusa per lo schiaffo e, per disgrazia, mi ha sfiorato la mano, il mio cuore ha cominciato a fare le evoluzioni, avevo la tremarella alle gambe, un caldo terrificante e, cosa ben più grave, gli ho pure detto che lo perdonavo!” disse ad un tratto, tutto d’un fiato, mentre l’espressione del vicecapitano del Vento dell’Est si evolveva parola dopo parola, passando dall’amareggiato, allo stupito, per passare dallo shockato al divertito, fino a sfociare in una risata.

“Non ridere…” replicò piccata lei, che era rossa come un peperone “Lo sai che non lo perdonerò mai per quello che mi ha fatto” aggiunse stringendo i pugni e vergognandosi di fare quei discorsi da ragazzina.

“E perché non dovresti farlo”?

Hikari pensò che Ben fosse diventato davvero più stronzo, pungente e serafico di quando si erano lasciati.

“Ma che domande idiote fai?!” ululò lei, menando un pugno contro il legno della piccola cabina di poppa, ma Ben non si lasciò impressionare: “Lo so che è difficile perdonare una cosa del genere, però…” e buttò la cicca in mare “Io so anche che tu non lo odi così come cerchi di far vedere agli altri. Cioè, lo sento. Sei diversa da ieri, la tua espressione non è più così cupa” aggiunse guardandola negli occhi.

“Non basta uno squilibrio ormonale per cancellare tutto”.

“Ma non mi riferisco a quello. Dimmi che, nonostante tutto, non sei felice di ritrovarti qua assieme a noi, di nuovo tutti insieme”?

“Ma certo che sono felice di essere di nuovo con voi… Però…” e sentì che le lacrime cominciavano nuovamente a farsi strada tra i suoi occhi.

“Hikari… Shanks è dilaniato dal senso di colpa, è sincero” cercò di spiegarle, ma in quel momento a lei stava davvero risalendo la carogna: “E vorrei ben vedere”!

Il moro la strinse per le spalle: “Senti” e le piazzò quegli occhi blu nei suoi “Me ne rendo conto. Me ne rendo conto che è lui a doversi scusare, perché non ha fatto una cosa leggera, lo so. Però… Credi che ci sia una possibilità per-”

“Mi serve tempo” incalzò Hikari, a bassa voce, quasi fosse un sospiro.

Ben la guardò tirare su il viso e una lacrima rigarle le guance: “Vieni qua…” disse prima di stringerla tra le sue braccia “Non volevo farti piangere però”.

“E’ che tu sai meglio di me quando prendermi per farmi cedere…” mugugnò tra le lacrime, cercando di non abbandonarsi tra i singhiozzi “Per questo dico che sei un idiota... Un idiota stronzo”.

Ben sorrise, accarezzandoli i capelli e la schiena: “Hikari, prenditi pure tutto il tempo che vuoi, tranquilla” concluse baciandola sulla guancia.






- TO BE CONTINUED -


(*)Chiaro tributo al nostro idolo Valentino Rossi. (Bea e Yuki)



 - Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera a tutti! ^^
Dunque... Periodo veramente incasinato, sia per me che per Yu: purtroppo a questo giro, siamo costrette a saltare l'angolino dei commenti (io conto di recuperarlo domani sera), perchè Yu è sotto esame, io sono full con i lavori da fare nello studio e, complice anche il caldo che mi devasta, non sono riuscita a mettere due parole in riga di senso compiuto. Siamo davvero dispiaciute...
Aggiornerò le risposte di Yu, che mi ha mandato (quelle del capitolo passato) comunque. Abbiate pazienza...

Quanto al capitolo, prosegue il riaggancio di Hikari con i membri della ciurma di Shanks. :) E, perdonateci ma ci voleva, in particolar modo con il serafico vice. Era doveroso per lo meno regalare un intero capitolo a loro due. ^^
Speriamo in cuor nostro che vi sia piaciuto. :)
Piccola anticipazione: il tempo di due capitoli e si ritornerà a parlare anche di Smoker, oltre ad una nuova parte un po' più movimentata. ^^ Quindi, tenete duro. Per Tashigi, bisognerà aspettare ancora un po', tuttavia ci penseranno Ace e il Commodoro ad intrattenervi. xD

Vi ringraziamo, comunque, di tutte le recensioni da voi lasciate: siamo piacevolmente sorprese e, davvero, ci dispiace tantissimo non avere - ultimamente - tempo a sufficienza a dovere.

Ah, vi anticipiamo una cosa: ad Agosto, complice ferie varie ed impegni vari, la fic andrà in vacanza. Vi avviseremo, quando sarà, ma tranquille che a Settembre torneremo con le fanfare. xD

Alla prossima! Aggiornerò io con le mie risposte appena potrò, così anche Yu.



- Angolino di Beatrix -

@Ale-chan: ciao caVa! **
Allora, comincio con il ringraziarti per i complimenti sulle battute. xD Mi fa piacere che ti facciano ridere e che le trovi simpatiche... In cuor mio, cerco sempre di limitare questo tipo di cose, ma fallisco miseramente. Ormai fanno parte del mio stile, non ce la faccio senza! ^^' Risulterà anche poco serio, ma per lo meno sono coerente con me stessa, no?
Poi, ti devo fare un'osservazione: il capitolo è interamente mio. xD Ti ho fregata, eh? Ebbene sì, ho cominciato anche io con le parti pseudo introspettive: ah, non aspettarti le sedute psicanalitiche di Yu, perchè non ne sono proprio capace, ma piano piano, anche grazie al suo esempio, mi sono sviluppata un pochetto anche in quel senso. E... Sentire il mio lavoro paragonato a quello di Yuki, mi fa arrossire. xD Beh, grazie. xD
Ma parliamo di Ben (visto che il capitolo è interamente dedicato a lui), che è molto più interessante. xD Dunque... Diciamo di sì, che all'inizio della vicenda passata, abbiamo pensato di farlo cuocere un po' nella brodaglia nel vedere Hikari. Tuttavia, non si può proprio dire che sia innamorato di lei (e fidati, ma lo sarà - non avrebbe senso ^^'). O meglio, è innamorato di lei ma sotto un altro punto di vista, come lei di lui. Cioè, questi due è come se avessero una parte di anima in comune: riescono a capirsi al volo e a capire come sta l'altro con una sola occhiata. L'abbiamo pensata come una cosa più unica che rara il loro rapporto, ma esistono sul serio rapporti del genere (e sono una cosa meravigliosa). Tuttavia Hikari non potrebbe stare con altri che Shanks, caratterialmente parlando. :) E qui... Vedremo l'evolversi della storia... Credimi che ci saranno continui colpi di scena - perchè sì, siamo stronze nell'anima - e quindi non state troppo sugli allori, vista la parte relativamente tranquilla. xD
Piccola precisazione: è sbagliato dire che Ben è assuefatto da Hikari. E lo scoprirai presto il perchè. ^^ Diciamo che si vogliono un bene dell'anima e che stanno esplodendo dalla contentezza di stare di nuovo sulla stessa nave. :)
Alla prossima caVa!
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
Sì, ormai è palese che Shanks sia ancora innamorato della nostra bella mora... Tuttavia... Sai, quando si è testoni entrambi, le cose si mettono difficili. E... E' divertente vedere due persone teoricamente mature, comportarsi da adolescienti in preda alle crisi ormonali. xD Io l'ho sempre detto che di due non ne fanno uno quelli lì! xD
Ben... Quando si mette in testa una cosa, è difficile fargli cambiare idea: la vuole con sè, ma soprattutto vuole una volta per tutte far chiudere sta faccenda spinosa tra lei e Shanks. E' inutile dire che avrà un peso in questa cosa, da qui fino alla fine. :p Sant'uomo! **
Un abbraccio e grazie della recensione! ^^

@Red Queen: a-m-o-r-e-m-i-o! Ciao! ^^
Ti sei spaventata? xD Tranquilla tesora: appunto perchè la fic è finita, non dovete aver paura. In caso di connessioni a banane, entrambe abbiamo tutti i capitoli. Per cui, se non riesco io, lo fa Yuki, ma in qualche modo si riesce. xD
Dunque, dunque: no, niente spargimenti di sangue... E' ancora troppo presto. *risata malefica da far accapponare la pelle * xD Quello di Ace è stato un incidente causato da forze maggiori ecco... Non è che Hikari passi il suo tempo a squartare la gente! xD
E, parlando della mora... Sì, è ovvio che la vita da Rivoluzionaria è più interessante, ma avrebbe preferito quella da pirata al fianco di Shanks. Su questo penso che siamo tutte d'accordo, visti i casini e le complicanze del caso. xD
Quanto a Shanks... Sì, è parecchio provato... E non siamo neanche a metà fic! xD Io te l'ho detto che siamo state sadiche all'inverosimile su di lui, in questa storia... ^^' Infine, Ben... Eeeeh... Lui è sexy di suo. Ho ancora in mente il suo fucile puntato alla tempia dell'ammiraglio e la frase "Non muovere un muscolo, Kizaru" - e il mio produrre bava senza limite, che c'ho ancora la casa allagata. Io amerò Shanks alla follia - quel Rosso mi destabilizza - tuttavia, Ben è sul gradino immediatamente dopo. ** Maledetto Oda che non ce li fa vedere... T_T
Felice che ti sia piaciuta la soundtrack: è stata decisa al momento della stesura del capitolo, fai te! xD
Un abbraccio e alla prossima caVa!
Grazie per la recensione! ^^

@Akemichan: ciao bella! ^^
Felice di averti ancora con noi, nonostante esami ed afa estiva! ^^ Dunque, è vero, è una parte relativamente tranquilla, tuttavia mi piace questo tuo scalpitare per le parti movimentate, perchè penso che tu abbia gli stessi gusti miei. ^^ Comunque, guarda, ti spiego: è veramente lunga come fic, nonostante abbracci un tempo assai breve di navigazione e svolgimento... Tuttavia ci siamo prese la briga di non correre, più che altro per delineare per bene i rapporti tra i protagonisti e co protagonisti. Capisci, abbiamo sottomano tantissimi personaggi e... Per dare spazio minimale a tutti, abbiamo per forza dovuto andare con calma, senza correre il rischio di risultare frettolose. Ecco perchè è "ferma" la storia in questo punto: ci sono molte cose da spiegare e personaggi da presentare. Ecco tutto. :)
Grazie mille per i complimenti sul flashback di Ben e sulle frasi "sceme": sono felicissima, davvero, che queste mie perle di saggezza demenziale e malata vengano raccolte. xD Sarà il caldo, bah... xD
Smoker arriverà di nuovo tra un paio di capitoli... Giusto il tempo per sistemare alcune cose e chiudere il cerchio. E l'azione arriverà, non preoccuparti. ^^
Alla prossima caVa! ^^
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Marta-baka-chan: Ehilà, tesoro! ^^
Musical? ** Io adoVo i musical! *_________* Come t'invidio!
Non chiederci scusa, ti pare... Ognuno ha i suoi impegni - e credimi, lo so bene. u_u Ma tanto ci sei lo stesso e per questo ti ringrazio! ^^
Vedrai... Vedrai che Ben farà miracoli: e poi scusa, ti pare che si lasci scappare di nuovo l'unica donna capace di tenere testa al suo migliore amico? xD E' mica scemo! Con Hikari in ciurma, la vittoria contro il Rosso - in termini di sfottò - è dalla sua! xD
Alla prossima patata!
Un abbraccio e grazie per la recensione! ^^

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Capitolo 24
*** Fare amicizia ***


CAPITOLO 24: FARE AMICIZIA.
(Chapter Soundtrack: Cowboy Hat - Nickelback)


Da quando la tempesta era cessata, il clima era tornato caldo e secco. Il sole batteva incessantemente e i suoi raggi non concedevano tregua, soprattutto nelle prime ore del pomeriggio, quando l'atmosfera era talmente torrida da rendere sfocato l'orizzonte.

Annoiato, Ace se ne stava al riparo all'ombra, con il cappello calato sul viso. L'intenzione era quella di schiacciare un pisolino dopo il pranzo, approfittando della quiete irreale che si respirava in quel momento sul Vento dell'Est. Anche quando se ne stava sulla nave al suo comando, le giornate passavano tra schiamazzi, mezze risse e risate senza sosta: era la vita del pirata e lui l'amava da sempre - era nelle sue vene.

Tuttavia, da quando aveva preso a inseguire Barbanera le sue giornate erano trascorse in solitudine. Le attraversate silenziose, dove vi era solo il suono delle onde che si spaccavano al passaggio dello striker e il canto dei gabbiani ad annunciare la prossimità a qualche isola. Probabilmente era per questo cambio repentino che si era ritrovato un po' scombussolato, ma la cosa non lo infastidiva minimamente. Anzi, apprezzava molto questo ritorno tra le persone e, in particolare, la ciurma di Shanks era un vero spasso.

La mattina l'aveva passata con Lucky a sistemare la vela maestra. Immaginava che se per lui era stato faticoso, per gli altri doveva essere stato peggio, con i trentacinque gradi che li avevano accompagnati. Per fortuna, almeno continuava a non risentire del clima esterno anche se i poteri del frutto del diavolo erano sempre latitanti, per la precisione andavano e venivano.

Udì dei passi lontani sul ponte.

Una cadenza regolare, falcate medie e passi felpati. Non c'era eccessiva potenza e il suono prodotto dalla suola della scarpa era tenue, non sordo. Ace azzardò ad ipotizzare che fosse Hikari, solo perché gli pareva una camminata femminile e lei era l'unica donna che avesse visto per il momento sulla nave.

Alzò lievemente i suoi occhi neri per verificare la sua teoria.

Sorrise lievemente. Aveva indovinato.

La giovane donna se ne stava a una decina di metri da lui e lo stava osservando immobile. Vagliava quante possibilità di trovarlo sveglio o addormentato ci fossero per evitare di disturbarlo, ma appena si accorse che era nel mondo reale gli si avvicinò tranquillamente.

Aveva un aspetto migliore rispetto a quello del giorno passato.

I ricci corvini ora le cadevano ordinatamente sia lungo la schiena, sia lungo il petto. I muscoli del viso erano rilassati, anche se continuava a perdurare un velo scuro e tetro, uguale a quello che riusciva a scorgerle nei suoi occhi. Tuttavia riteneva fosse un grande passo avanti, dallo stato di ipertensione in cui si era ritrovata il giorno trascorso.

Indossava abiti che evidentemente non erano i suoi, troppo grandi e larghi. Quelli che sarebbero dovuti essere pantaloni lunghi fino al ginocchio, a Hikari arrivavano poco sopra alle caviglie. Ace ipotizzò che se la maglietta nera non fosse stata arrotolata con un nodo per renderla più corta, le avrebbe fatto tranquillamente da vestito.


"Ehi" la salutò pacato il moro "Finalmente ti si vede, eh"?

"Ti ho cercato stamattina, ma eri occupato" rispose la ragazza sedendosi accanto a lui "Ho preferito non disturbarti".

"Ma che gentile" replicò divertito Ace, aggiungendo un po' di ironia per punzecchiarla.

"Che vorresti dire"?

Il ragazzo ridacchiò appena.

Aveva avuto l'impressione che Hikari fosse una persona un po' permalosa, ma non ne aveva avuto ancora la piena conferma. Durante le loro precedenti conversazioni non gli era mai sembrato il momento giusto per mettere alla prova questa sua intuizione, ma ora gli era parsa abbastanza calma per tentare di stuzzicarla quanto bastava per verificare.

Era per questo che si era messo a ridere sommessamente, soddisfatto di aver colto nel segno. Il tono di Hikari era esattamente quello di una bambina permalosa toccata nel vivo da una sciocchezza e trovava la cosa estremamente dolce. Quasi gli appariva impossibile che una spia potesse avere un lato caratteriale del genere.

"Scusa, non volevo offenderti" si affrettò a spiegare.

Hikari lo scrutò per diversi secondi con lo sguardo torvo prima di sciogliersi in un delicato sorriso.

"Stai meglio?" le domandò Ace.

"Sì" rispose tranquilla lei "E grazie, è anche merito tuo se oggi ho i nervi al loro posto".

"E' stato un piacere..."

Gli occhi di Hikari rimasero incollati al volto del ragazzo.

Ace aveva l'aria tranquilla e annoiata di chi non sa che cosa fare, ma che non si lamenta, godendosi il frammento di pace donato per riprendersi quel tanto che gli occorreva per poter affrontare la prossima avventura. La sua gentilezza era tremendamente avvolgente, non si poteva nemmeno respingerla o confonderla con pietà o compassione da quanto la si avvertiva chiaramente nei suoi gesti. Lei ricordava bene quella sensazione calda, travolgente ma insieme dolce avvertita intanto che il moro tentava di consolarla senza nemmeno capire che cosa la turbasse veramente.

E nel mentre che lo osserva senza abbassare gli occhi, Hikari tentava di scoprire, senza parlare, l’eventualità del fatto che ora sapesse.

Non poteva esserne certa. L'aria elettrica e carica di tensione doveva averla colta senza troppa difficoltà anche lui, e probabilmente aveva carpito qualche mezza conversazione della ciurma.

La cosa strana che stava provando era il desiderio di chiarire. Non voleva che fraintendesse la situazione.

Ma poi, qual era la situazione?


"Me lo ha detto Shanks".

"Che fai? Leggi nel pensiero!?" balbettò sgranando gli occhi Hikari.

"No, ma la tua espressione è talmente chiara che è meglio di una pagina stampata" replicò sfoggiando il suo sorriso sghembo.

"Ah" commentò ancora sorpresa lei "E che cosa ti avrebbe detto"?

"Di te e lui".

"E"?

"Hikari, ora non ti arrabbiare!" esordì divertito "Ma al massimo sarei io a dover chiedere 'e?', non tu".
Lei parve riflettere un attimo sulla risposta che le aveva rifilato.

Rimase in silenzio quando si accorse che, effettivamente, non aveva tutti i torti a farle quell'osservazione. Tuttavia, l'aveva talmente presa alla sprovvista quella rivelazione da sembrarle peggio di una doccia gelata. Non ci trovava nulla di sbagliato nel fatto che Shanks avesse spiegato le ragioni delle tensioni che si potevano apprezzare senza difficoltà sul Vento dell'Est, eppure una parte di lei avrebbe preferito farlo in prima persona.

"E' stato molto tempo fa".

"Non devi raccontarmi nulla se non vuoi" asserì Ace sorridendole tranquillo "Da quel che posso dedurre non mi pare che sia tra i tuoi argomenti preferiti".

"No, infatti".

"Allora facciamo così: passa tranquilla oggi e magari domani - o anche dopo - mi racconterai ciò che ti senti. Ma oggi non ti sforzare, mi sentirei tremendamente in colpa a rovinarti l'umore".

"D'accordo" rispose annuendo, colpita dalla sensibilità sfoggiata dal ragazzo.


Per quella giornata preferiva evitare di allenarsi.

Era ancora stanca dalla giornata precedente, troppo movimentata per chi aveva passato dieci anni della propria vita chiusa in un ufficio, dove il massimo esercizio fisico era alzarsi dalla sedia per andarsi a bere un caffè o per sgranchirsi le gambe, dopo quattordici ore di lavoro.

Prima di rimettersi a utilizzare l'haki e il proprio corpo, era fondamentale riprendersi completamente, per evitare di avere un collasso totale. Si preoccupava soprattutto del suo sistema nervoso, visto l'haki bizzarro che si ritrovava, difficile da sopportare per lo stress psicologico al quale era sottoposta. Se voleva far fronte a brutti effetti collaterali, era meglio evitare l'impazienza,, anche se per natura la cosa non le veniva troppo bene.

"Mi è stato consigliato di stare attento al tuo potere" ricominciò a parlare Ace.

"E' pericoloso se non si sa come controllarlo" rispose "Ma ora so già come devo fare per prenderne le redini, devo solo riabituarmi. Quindi sarà molto più facile della prima volta e meno rischioso per tutto ciò che mi circonda".

"E' interessante" commentò il ragazzo "Non avevo mai sentito parlare di questo tipo di haki".

"Già, sono strana".

"Non intendevo questo" controbatté Ace "Semplicemente è qualcosa di diverso dal solito, ma ti assicuro che sulla Rotta Maggiore ci sono cose molto più bizzarre".

"Ah, sì? Tipo?" chiese incuriosita Hikari.

"Sulla nave del mio fratellino c'è una renna che parla ed è un dottore eccezionale" rispose sorridendole "E, mi stavo dimenticando, ha il naso blu".

Hikari rise sommessamente.

Conosceva i componenti della ciurma di Cappello di Paglia ed effettivamente Chopper era un membro eccentrico. Quindi, non le rimaneva altro che accettare l'argomentazione di Ace e dargli ragione: lei non incarnava il massimo esponente delle stranezze. Questa consapevolezza le era un po' di conforto, perché aveva passato molti anni della sua vita a guardarsi con timore e paura per le abilità possedute senza capirne l'origine.

"Tuo fratello è tenuto molto sotto controllo dal Governo Mondiale".

"Hai intercettato conversazioni anche su di lui?" chiese con una nota preoccupata Ace.

"Nulla in particolare, però lo tengono molto sotto controllo" spiegò Hikari "Sei in pensiero per lui"?

Il moro appoggiò la testa contro la parete portando lo sguardo verso l'oceano infinito.

Si era preso cura di Rufy fin da quando erano piccoli e con pazienza lo aveva tirato fuori da tutti i guai nei quali si era andato a cacciare. Gli anni passati insieme erano stato eccezionali e conservava con attenzione ogni ricordo che gli rimaneva.

"Come fratello maggiore è ovvio che lo sia. E poi, se tu lo conoscessi, sapresti la sua attitudine a ficcarsi nelle situazioni più pericolose con la stessa tranquillità con cui si va in vacanza".

"Pare che se la cavi egregiamente da quello che si sente, però".

Ace sorrise di rimando a quell'affermazione.

Quando lo aveva incontrato l'ultima volta, ad Alabastra, pareva in gran forma. Inoltre si era sentito sollevato nel constatare che i suoi compagni di viaggio fossero persone in gamba. Rufy aveva sempre avuto un talento innato nel saper riconoscere a occhio le persone giuste delle quali potersi fidare, il suo istinto in tal senso era imbattibile.

La sua preoccupazione era solo quella del tipico fratello maggiore, ma sapeva che Rufy se la sarebbe cavata.
"Il cappello di paglia lo ha sempre avuto?" chiese incuriosita Hikari.

Non comprese bene la reazione di Ace a quella domanda. Il moro la scrutava con espressione sorpresa e insieme pareva stare soppesando la possibilità di rispondere o meno. A lei pareva un interrogativo del tutto inoffensivo, non ci aveva nemmeno pensato se porlo o meno, ma evidentemente ignorava qualcosa di fondamentale.

"Era di Shanks, non lo sapevi"?

Almeno ora capiva la ragione dell'incertezza di Ace.
 
Non sapeva che Rufy avesse conosciuto Shanks, anche se quest'ultimo, ora che ci pensava, le aveva raccontato spesso di un bambino conosciuto prima di arrivare sull'isola dove si trovava lei. Ne parlava sempre con un misto di entusiasmo e orgoglio, quasi quello di un padre che vede crescere il figlio con lo spirito e la determinazione da lui sperate. Shanks non le aveva mai rivelato il nome, l'unica cosa che rispondeva quando glielo chiedeva era una delle sue solite frasi ermeneutiche: "Lo saprai tra qualche anno, tutti lo sapranno".

"Sai, Shanks ha perso il braccio per salvare Rufy. Il mio fratellino lo adora, è diventato pirata per essere come lui" continuò Ace.

"Non sapevo si trattasse di tuo fratello" mormorò a bassa voce Hikari "Non mi aveva mai detto come si chiamasse il bambino di cui tanto parlava".

Trattenne uno sbuffo scocciato.

La irritava abbastanza il modo in cui tutti i dialoghi da lei aperti da quando era salita sul Vento dell'Est andassero, in un modo o nell'altro, a finire su Shanks, anche se quella volta la responsabilità indiretta cadeva su di lei. D'altronde, essendo sulla sua nave non poteva certo pretendere di non sentirlo, vederlo o pensarlo. Tutt'altro.

"Ehi, a proposito di cose bizzarre, ci sei mai stata sull'Isola dei Burattini?" domandò improvvisamente Ace per cambiare discorso.

"No, com'è”?

"Oh, è una delle isole più assurde sulla quale ho posato piede..."


A una certa distanza, appoggiato con le spalle a una parete di legno, Shanks aveva la visuale perfetta per osservare i due ragazzi senza farsi vedere. Non poteva sentire che cosa si stessero dicendo, ma osservando con attenzione i lineamenti del volto di Hikari non gli era difficile capire che, se anche all'inizio vi erano stati momenti di stupore e incredulità, si stesse divertendo ad ascoltare il ragazzo parlare. Continuava a interromperlo per porre nuove domande, incapace di aspettare la fine per sedare la sua sete di conoscenza.
Non sapeva se essere sollevato nel guardarla così serena o deluso.

Se doveva essere sincero, non era veramente delusione ciò che provava nel vederla ridere accanto a Ace. Era nuovamente la gelosia che ritornava a rodergli l'anima incessantemente, con la consapevolezza che quella situazione l'aveva creata lui con le sue stesse mani. Voleva riaverla, ma non sapeva come fare, da dove cominciare e soprattutto non riusciva a ragionare lucidamente sull'opportunità di intraprendere in quel momento una tale iniziativa.

Distolse a forza gli occhi smeraldo e si allontanò.

Avevano appena riacquistato un'atmosfera serena e in quanto capitano doveva pensare prima di tutto al benessere della sua ciurma - lo sapeva. Non voleva creare nuovamente una situazione di tensione, quindi per il momento avrebbe evitato qualsiasi colpo di testa.

- Per il momento - ripeté mentalmente.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera a tutte quante! ^^
Dunque, dunque, dunque... Ultimo capitolo tranquillo, o pseudo tranquillo, prima di ritornare alla carica, tutto dedicato alla nostra mora e al nostro fiammifero preferito! :3 E, finalmente, i due si possono fare una chiacchierata tranquilla, senza aver paura di smembrare ed essere smembrati. Sapete, i pirati sono dei bugiardi quando rifiutano l'idea della tranquillità: con una come Hikari a bordo, quella serve come il pane. ò_ò

Dedicato anche alle fisime mentali, ricche di gelosia, di un certo Rosso, che pare quasi un ninja, da come sa tener sotto controllo tutto quello che si muove sulla sua nave.
E, da una parte, meno male, perchè se non lo sa lui che è il capitano. ^^'''

Bene, detto questo possiamo passare alle recensioni. ^^


- Angolino di Beatrix -

@Ale-chan: ma ciao tesoVo! **
Sapevo che questo capitolo avrebbe fatto breccia in te! ^^  Un po' per una narrazione un particolare da un punto di vista diverso dal solito - il flashback era doveroso a questo punto della storia, come era doveroso inserire Ben come personaggio chiave dal punto di vista narrativo - un po' per in nostro amto Ace, gigione come sempre, in agguato - come hai sottolineato tu - nel commettere marachelle a sfondo culinario al povero cuoco del Vento dell'Est. xD Era vvio che tentasse di sfondare le linee "nemiche" che lo tenevano lontano da preziosi e gustosi manicaretti. D'altro canto, neanche Lucky poteva bazzicare lontano, col risultato che Eddie ha mandato al diavolo sia l'uno che l'altro - e ti confesso che essere minacciati da un cuoco armato di mannaia, è una cosa al quanto sconcertante. O_O
Passando di nuovo al nostro amabile vice... Immaginatelo come un giocatore alle prese con una scacchiera. Sta muovendo - anche con un certo sadismo di fondo, nonostante le sue buone intenzione - le pedine dei suoi migliori amici. xD E' un motore fondamentale e continuerà ad esserlo, perchè è davverola persona che funge da anello di congiunzione tra i due. E vuole davvero tanto bene ad Hikari, la sua carissima amica, capace di capirlo con uno sguardo... E suo malgrado accettare il suo acume - anche quello, a volte, parecchio sadico.
Eeeeeh... Ci sarà una parte interessantissima tra qualche capitolo... E, tranquilla, il signore delle fiamme saprà come rendersi protagonista... Figurati se lui sa stare al suo posto, eh! xD
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione e per i complimenti!
Un bacio!

@Huntegiada: ciao caVa! ^^
Diciamo che nella tua recensione hai toccato due punti cruciali... Che tuttavia non menziono e non spoilero, per non rovinare l'attesa. Dopo questo capitolo, si tornerà un po' nel vivo, e via via, coi capitoli si giungerà ben presto al cuore della storia. Sono felice di sapere che il rapporto tra Ben e Hikari ti piaccia: io, personalmente, ne sono molto affezzionata e mi piace tantissimo scrivere di loro due assieme. :) Come anche le parti demenziali con protagonista Ace, che manco a dirlo, concorre per il podio con quel pozzo senza fondo di Lucky. xD Eddie avrà due belle gatte da pelare! xD
Alla prossima caVa! ^^ Grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Red Queen: Ave o mia regina!
Ormai mi immagino al tuo sommo cospetto, inginocchiata, che porto la lieta novella, ogni volta che recensisco. Anche se sei tu che la porti a noi, ma vabbè... Dettagli! xD Guarda, nonostante gli impegni, è un piacere commetarvi e aggiornare, oltre che è giusto fare così, nei limite del possibile. :) Abbiamo aspettato apposta di finire la storia, per esser sicure di riuscire ad aggiornare con regolarità. E benchè sia davvero lunga l'opera di aggiornamento, lo si fa con sommo ed estremo piacere. ^^
Venendo a noi: sai che il fatto di cominciare a portarti Ben nello spazio VIP del tuo cuore, per me medesima è una vittoria? xD Perchè te sei quella fissata con Ace, Smoker, Law e Kidd... E, con una fic e una descrizione alla fine "personale" (mia e di Yu), sentirti dire "Ad ogni capitolo finisco con l'innamorarmi di lui sempre di più", mi rende non felice. Di più! xD Ma tantissimo, te lo giuro!
Quanto ad Ace... Beh, lo sappiamo bene che anche nel ruolo di attaccapanni, renderebbe appieno. u_u Cioè, ormai è impossibile togliercelo da cuore quel cerino ambulante: quindi tagliamo la testa al toro, e releghiamo Ace nella Hall of Fame, perchè se lo merita. u_u E, poi, sinceramente.. Un attaccapanni a forma di Ace, potrebbe essere al quanto destabilizzante! xD
Tieniti pronta, che tra qualche capitolo salterai sulla sedia. :3 Il problema è che... Vi lasceremo, mi sa, in sospeso, nella parte clou. xD Questo non era calcolato, ve lo giuriamo su ciò di più caro! ^^'''
Alla prossima tata! Grazie per la recensione! Un abbraccio. :)

@Maya-chan: Y_Y
A-m-o-r-e. Ma allora sei viva!!!
*Bea stende Maya sul pavimento e la stritola in un abbraccio - incrinandole involontariamente un paio di costole*
Benritornata, caVa! Ci sei mancata una cifra! E come recensore e come scrittrice! Vedevo che non aggiornavi ed ero preoccupatissima - sebbene, come ben sapete, non abbia il tempo fisico per leggere e recensire (che arrivi presto agosto, accidenti!).
Sono parecchio contenta delle spiluccate a livello di recensione che hai inserito, in particolare la parte tra Hikari ed il Commodoro (lo confesso, mi sono divertita una cifra a scrivere quel pezzo xD) e quella con Lucky e Yassop (e confermo anche io che i dread starebbero da dio al figlio. sisi). Ma... Non mi hai detto nulla su Ben! O_O No, cioè, dacci un parere, sennò ci suicidiamo! xD Non so se hai seguito le recensioni, ma si sta formando un fanclub riservato alla nostra pertica preferita! xD
Beh, su Shanks non c'è molto da aggiungere: cazzate o meno che commette, resta sempre e comunque dannatamente sexy. E non lo si può non amare lo stesso. ._. E di questo ce ne vergognamo profondamente, ma tant'è...
In unltimo: sappi che quando ho visto Ray, nonostante la sua età, in quello stato, ho pensato subito a te anche io. xD Dopodichè ho sbavato come una lumaca, ma soprassediamo a ciò. u_u
Spero di sentirti al prossimo capitolo, con più calma, tata. :)
Un bacione e grazie per la recensione e i complimenti. Ci sei mancata davvero! Y.Y
Alla prossima!


- Angolino di Yuki -


@KH4: Ale-chaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan *Yuki la stritola*
Okkè, effettivamente dovrei anche rispondere alla mail, ma per questa settimana è già tanto se riesco a fare le recensioni. Tuttavia, dalla prossima settimana sarò in vacanza - almeno per due settimane non faccio nulla - e ciò mi da la forza per proseguire in questo sentiero di desolazione e devasto - preferirei essere un'esorcista e combattere contro gli Akuma!!!
Ebbene sì, ci prenderemo una piccola pausa, ma è anche per noi estate e soprattutto anche per voi lettori, quindi meglio che ci riposiamo tutti e che stiamo un po' lontani da pc che emana solo un caldo micidiale e non c'è bisogno di aumentare la temperatura visto che il clima esterno è già torrido di per sé xDDD
Ace vorrebbe tanto riempirsi meglio lo stomaco, ma, vizio di famiglia, se lo si lasciasse fare probabilmente il Vento dell'Est rimarrebbe senza provviste nel giro di un giorno e mezzo, il che - vista tutta la gente che ospita - non è il caso xD Quindi, meglio goderci un Ace che fa il moccioso annoiato - che è anche teneroso - piuttosto che lasciare tutti a morire di fame sulla nave!!!
Ben, ecco, lui in questo capitolo è il protagonista u_u Senza di lui su quella nave probabilmente si sarebbe giunti a una rissa collettiva che avrebbe avuto parecchie vittime e che si sarebbe risolta in modo molto tragico. Quindi, facciamolo santo u_u Perché sia Shanks che Hikari ci mettono del loro, con il loro orgoglio e la loro cocciutaggine, sono fermi nelle loro posizioni e non fanno poi molti sforzi per cercare di mettere luce su quanto accaduto dieci anni prima, quasi toccare quell'argomento sia proibito xD
Tashiji *cof cof*... cioè, non ce la siamo mica dimenticata, ma, tuttavia, prima abbiamo dato spazio ad altre cose e quindi apparirà più avanti - complici le vacanze, credo a settembre ^^""""
Un abbraccio a te, cara
Alla prossima ^^

@Huntergiada: CaVa, ciao ^^
Guarda, i miei libri assomigliano più a mattoni che a libri, il che me li fa guardare anche con sguardo piuttosto storto e svogliato. Ma, se non li faccio adesso gli esami ce li ho a settembre, ed è meglio non accumulare troppo ç_ç Quindi, con fatica e cercando di sopportare il caldo, mi sforzo di arrivare a fine di questa settimana u_u
Hikari effettivamente è vista come una sorella da tutti, anche perché, come era la situazione prima che Shanks decidesse di partire senza darle spiegazione, sembrava che dovesse entrare a far parte della ciurma e tutti si erano affezionati a lei e alla sua presenza. Quindi, con tutti i membri della ciurma, la nostra rivoluzionaria ha un bel rapposto e ciò emerge da come si rapportano ^^
Con Ben c'è un'intesa speciale. Loro sono molto uniti, è come se fossero davvero fratelli separati alla nascita. E lui, che vuole bene sia a lei che a Shanks, si vede costretto a fare da mediatore e a cercare una soluzione ai problemi che i due hanno. Infondo, il vice è il più sveglio, e lo sa perfettamente che sono ancora innamorati e sa altrettanto bene che sono entrambi maledettamente testardi... una situazione tranquilla xDDD
Alla prossima settimana ^^
Un abbraccio!

@Red Queen: CaVissima **
Purtroppo, con gli esami ho pochissimo tempo libero. Poi, anche vari intoppi con la linea mi causano problemi (mi sono da poco trasferita e il condominio è nuovo, cosa che significa che ci sono molte piccole cose da sistemare -____-).
Ma passiamo ad altro xD
Ben... guarda, all'inizio non lo consideravo molto nemmeno io come personaggio - è apparso in tre vignette di numero - ma, poi è arrivata Bea, la quale ha un'adorazione assoluta per lui. Quindi, con il passare dei capitoli mi sono affezionata a lui, ma come sempre, io in One Piece rimango fedele a Ace - e Law, ovviamente u_u - quindi anche qui dovrai vedertela con Bea per la contesa del vice xDDDD Io mi siedo e, con un po' di pop corn, mi gusto la lotta!!!
E come posso darti torto su Ace... lui sta bene in qualsiasi ruolo lo metti u_u E' indiscutibilmente perfetto *çççç* E ti assicuro che potremo ammirarlo molto meglio con il procedere della storia - sono già certa che ti piacerà molto come cosa ^___^
La pausa estiva ce la prendiamo anche perché siamo consapevoli che molti dei lettori sono effettivamente via, quindi, per evitare di farvi accumulare capitoli, non ci mettiamo nemmeno noi a connetterci dal mare per aggiornare. Ovviamente ci spiace per chi rimane a casa, ma d'altronde, un mesetto di vacanza fa bene a tutti u_u
Alla prossima!!!
Un abbraccio **

@Maya_90: O_O...
*_____*....
AmoVeeeeeeeeeeeeeeeee! Ma sei viva?! Stai bene? Come sono contenta di risentirti ** *Yuki strapazza di coccole Maya*
L'immagine di Ace con un pacchetto di patatine, steso su una straia sul ponte del Vento dell'Est, mentre sfoglia novella 2000 mi ha ucciso dalle risate. Anche perché, riassumendo, ciò che ha fatto fin'ora è bighellonare e tentare di ricostruire un puzzle a cui mancano diversi pezzi - cosa che aumenta solo la sua curiosità xD
Sono contenta che in generale ti sia piaciuta com'è proseguita la storia. Anche se non sei riuscita a commentare per un po' - come mi sei mancata ç_ç -, sono contenta che sei tornata anche perché mi stavo cominciando a preoccupare!!!! E ora che mi si avvicinano le mie vacanze e tu che comincerai a riaggiornare la storia, potrò riprendere a seguirla ** Perché tu prenderai a riaggiornare la storia, vero? vero? VERO????
La mia curiosità mi fa rodereeeeee xDDD
Un abbraccio forte forte!!!
Alla prossima!!!







Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki


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Capitolo 25
*** Il brindisi ***


CAPITOLO 25: IL BRINDISI.


[Soundtrack Parte 1: Angel - Judas Priest]

Smoker aveva avuto modo, in quei due giorni costretto in infermeria, di pensare a fondo sulla questione, senza avere sottoposti attorno e senza dover celare il suo umore.

Lucas lo veniva a controllare di tanto in tanto, ma restava il giusto per vedere se tutto andava bene: la ferita alla testa era stata medicata a dovere e il medico si era pure preoccupato che ingerisse un paio di pillole antibiotiche.

La ferita che dava più fastidio era quella al costato: seppur non lacera, gli faceva ancora tremendamente male. Minimo una costola se la doveva essere rotta, se non due. Il livido non dava segni di riassorbimento e, ad ogni minimo movimento, una fitta tremenda lo tormentava.

Non aveva nessuna intenzione di starsene a letto tutta la giornata: stava cominciando ad innervosirsi sul serio, siccome l’immobilità rimandava la sua mente ai pensieri confusi che già imperversavano dalla partenza di quella dannatissima mattina.

Una vaga idea alla fine se l’era fatta: ragionò tra sé che il Governo Mondiale non puntava sicuramente a giustiziare Pugno di Fuoco perché lo teme. No, affatto. L’idea ricadeva su un piano più elaborato, ove come perno aveva uno dei Quattro Imperatori, Barbabianca.

- Il Governo Mondiale vuole provocare Newgate, per scatenare una guerra… - pensò, tirandosi su a sedere – Nulla di più pericoloso, accidenti! – sbottò mentalmente, un po’ per l’assurdità di quell’intento, un po’ per la fitta al torace.

Barbabianca, con il suo caratterino, era un bersaglio perfetto da provocare: il piccolo problema verteva sul fatto che era considerato il pirata più pericoloso di tutti i mari, con una flotta immensa in aggiunta. L’unico a detenere un’egemonia dalla morte di Roger, tale da dover essere costantemente sorvegliato anche dai colleghi.

L’unica cosa che non capiva era il suo coinvolgimento in quella faccenda: più che altro, ora che Tashigi avrebbe fatto rotta di nuovo al Quartier Generale, cosa si sarebbero inventati?

Tashigi.

Si sentiva così solo in quel momento, con una sensazione di paura che gli attanagliava le viscere.

Era pur sempre nelle mani di uno dei Quattro Imperatori, da solo: di sicuro la Marina non avrebbe mandato i convenevoli.

In cuor suo, pur nutrendo seri dubbi, sperava di contare ancora un qualcosa per loro e che non lo considerassero già un uomo morto.



I suoi pensieri forono interrotti da un bussare alla porta.

Lucas di norma entrava e usciva senza bussare o chiedere il permesso, contando il fatto che era stato da lui poco prima.
Chi poteva essere allora?

“Avanti” proferì quasi con un grugnito, cercando di trovare una posizione tale che il dolore permettesse.

La porta si aprì lentamente ed Ace entrò nella stanza, chiudenda piano dietro si sé.

“Ho bisogno di parlarti”.




[Un paio d’ore prima…]

[Soundtrack Parte 2: Vamo' Alla Flamenco - Nobuo Uematsu/The Black Mage (Final Fantasy IX Soundtrack)]

Finalmente per Ace, l’ora di pranzo era arrivata: aveva passato tutto il resto della mattinata con Hikari, a contarsela allegramente, a ridere e a scherzare. Nonostante lei paresse aver abbassato di un poco il muro di cemento armato, che soleva avere fino al giorno prima, non se la sentiva ancora di chiederle come stessero le cose.

Alla fine, erano dei perfetti sconosciuti, nulla di più: solo che… Solo che provava curiosità per quella donna. Non era la bellezza di lei, che per carità, era abbastanza indiscutibile, che lo attirava, ma la sfera caratteriale: quella permalosità di fondo che la caratterizzava in ogni cosa, lo faceva letteralmente sbellicare dal ridere.

E quella donna lo incuriosiva: non sapeva perché, ma gli interessava capire di più di lei e della questione Shanks. Non provava invidia per il suo collega, non la provava perché non ve n’era ragione. Ma Hikari celava parecchie cose, a partire dal fatto che se era riuscita ad infiltrarsi nella Marina, da raccontare ne aveva a pacchi.

Si pulì la bocca col tovagliolo: erano entrambi seduti al tavolo ‘principale’ del salone del Vento dell’Est, accanto a Lucky e Yassop, poco più in là, a chiudere il cerchio, Ben e Shanks.

Hikari aveva deciso di starsene incollata ad Ace e parlare con lui per tutta la durata del pranzo, onde evitare un colloquio diretto con il Rosso, il quale di tanto in tanto, nei momenti in cui i due ufficiali in seconda facevano un baccano che neanche alla fiera di paese si fa, le lanciava occhiate fugaci ma intense.

L’atmosfera si era fatta sicuramente meno pesante, tuttavia la donna sentiva su di lei lo sguardo fiammeggiante di Shanks, nei momenti di ilarità, soprattutto quando Ace raccontava le sue avventure, condendo il tutto con battute e situazioni divertenti.

In particolar modo, erano rimasti tutti quanti basiti quando Pugno di Fuoco si era addormentato di botto, testa nelle pietanze, rigido come un baccalà: Hikari, che non era sicuramente abituata a quegli attacchi improvvisi del giovane, si era allarmata parecchio, tanto che aveva cominciato a prenderlo a schiaffi temendo un grave malore.

In tutta risposta il moro sera svegliato all’improvviso, e le aveva urlato una raffica d’insulti, massaggiandosi la faccia. E digerendo amabilmente il pranzo in mondovisione.

La reazione della mora fu un sonoro pugno in testa: si allarmava particolarmente quando vedeva certe situazioni, e mai si aspettava un attacco di narcolessia così forte. Non era abituata alla vita di mare, non conosceva nulla, tanto meno le particolarità dei pirati con cui stava consumando il pasto.

Shanks e la ciurma a quell’attacco scoppiarono a ridere, ma lei, in quel momento trovava la cosa ben poco divertente.
“La prossima volta magari avvertimi, razza d’imbecille! M’è quasi preso un infarto!” gli aveva urlato in faccia, minacciandolo con una forchetta.

“Ah, sei minacciosissima con quell’arnese in mano… La prossima volta che mi fai? Mi tiri il cestino del pane?” rispose ridendo Ace, provocando una reazione ilare da parte di tutto il tavolo.

Hikari guardò intensamente il ferro: “Sai dove te la infilo?” fece lapidaria, avvicinandosi al ragazzo.
“Preferisco il cestino di pane, davvero”!

“Ok, allora prendi!” e, afferrato il cestino, cominciò a percuotere quella zucca vuota con tutta la sua forza, non trattenendosi dal ridere.

In tutto quell’amabile quadretto, il Rosso, dietro ad una risata di circostanza, osservava i due scherzare, tormentato da un dolore sordo in fondo allo stomaco. La vedeva ridere, nonostante quel caratterino, nonostante il cestino di pane che volava da tutte le parti e che ora aveva cambiato proprietario, passando ad Ace e alla sua controffensiva.

Era felice, per quel che si vedeva.

Era felice in quel momento: un minimo la conosceva e non era affatto cambiata. Non l’aveva mai vista furibonda come il giorno prima, ma le frecciatine sarcastiche erano rimaste tali, la sua risata e il suo modo di ridere lo stesso.

Era felice sì, in quel momento.

Ma era felice con Ace.

Secondo il suo background, c’era l’individuo sbagliato accanto a lei: ci doveva essere lui stesso, non il capitano della seconda flotta di Newgate.

E gli rodeva il fegato, Dio se gli rodeva. Quando li aveva visti sul ponte, braccia conserte e schiena appoggiata al legno, era riuscito a dominarsi abbastanza: ma durante il pranzo, molte volte si era dovuto alzare a prendere una boccata d’aria, per evitare di far esplodere il Vento dell’Est e tutto quel che trasportava.

Ben se n’era accorto e stava cercando di trovare le parole adatte per spiegare alla donna come stavano le cose, ma tutte le volte era stato frenato dal fatto che era un problema di Shanks, perché non era la sua donna e non stava facendo chissà cosa con Ace.

La questione verteva sul fatto che Shanks si sentiva un emerito imbecille: da quando l’aveva rivista non aveva fatto altro che pensare a lei – e lo si vedeva lontano un miglio marino – e vederla ridere con Ace e mostrare i denti e le unghie con lui, lo uccideva.


“Facciamo un brindisi”?

Ace si era alzato in piedi, brandendo un bicchiere colmo di rhum e l’aveva sollevato al cielo: “In onore del mio fratellino”.

Solo in quel momento, Shanks parve ritornare con la mente tra i presenti: “Assolutamente sì! Brindiamo tutti quanti alla salute di quello scapestrato, che starà combinando qualche casino da qualche parte”!

Tutta la ciurma si era alzata in piedi, con i bicchieri pieni fino all’orlo e aveva urlato il nome di Cappello di Paglia, tanto forte da far tremare i vetri delle finestre. Gli uomini di Shanks erano dei casinisti nati: facevano tanto di quel baccano assurdo, che pareva quasi inumano.

“Prima o poi dovrò conoscerlo” esordì Hikari, una volta scolato il bicchiere “Mi avete messo una notevole curiosità”.

“Rufy è indescrivibile. Avrei tanta voglia di rivederlo anche io…” continuò Shanks, poggiando il mento sulla mano: “Ace, è sempre così”?

“Così come?” rispose titubante, alzando un ciglio.

“Così… Rufy. Dai sai che intendo! L’hai incontrato ad Alabasta no”?

“Ah, non ti preoccupare. Ad Alabasta l’ho incontrato mente Smoker gli stava dando la caccia” ribatté ridendo il moro “O meglio. Smoker era venuto ad importunare me: mi aveva incontrato in una locanda del posto, mentre cercava mio fratello, a quanto pareva. Io mi ero appena ripreso da uno dei miei attacchi di sonno improvviso e me l’ero ritrovato davanti, che sfumacchiava nervosamente i suoi sigari e con un’espressione lugubre che neanche un cimitero potrebbe sfoggiare”.

“Ah, quindi ti capita spesso di perdere i sensi, così, doumblè…” lo interruppe la donna. “Wow, che fortuna sfacciata… Mi chiedo come fai a scorrazzare ancora libero per i mari… Ma pensa te…” concluse scuotendo la testa.

“Molto probabilmente questo sa correre più forte di uno col pepe al culo!” aveva esordito Yassop, sbellicandosi dal ridere, seguito da tutti gli altri, mentre Ace guardava male tutti quanti.

“Dai, vai avanti” rispose Hikari, con la voce spezzata dalle risate, mentre faceva segno agli altri di tacere e tirava un buffetto sulla spalla del moro.

“Comunque… C’eravamo io e Smoker in questa locanda, lui che mi esortava a seguirlo – ma che? Mi pigli per scemo? – io che gli dicevo che ero solo in visita e che dovevo declinare l’invito con mio sommo dispiacere” e giù a ridere “Quando lui, ad un tratto, fa per avvicinarsi a me e il muro alle sue spalle praticamente esplode! Una ‘cosa’ si stampa sulla schiena del Commodoro, facendoci fare un volo, a me e a lui, e distruggendo mezza locanda”!

“Non ci credo…” Shanks aveva la mano che gli ricopriva il volto e stava soffocando le risate “Non dirmi che era lui”!

“Te lo giuro Shanks! Io mi ero rialzato, ricoprendo i metri che mi separavano da quello che, fino a poco prima, era il bancone dove ero appoggiato, e vedo mio fratello con le posate in mano che esortava l’oste a portargli del cibo! Il tutto con Smoker lì, a pochi passi da lui!” continuò il moro, cercando di smettere di ridere.

“Faccio per salutarlo, ma Smoker mi ‘calpesta’ urlando – Il dannato ragazzino col cappello di paglia! - ” esclamò Ace, mimando la voce del Marine e facendo sbellicare tutta la ciurma, Hikari compresa, poi continuò “E lui che fa? Sta circa trenta secondi a guardarlo col vuoto cosmico nel cervello, ingozzandosi come un cammello, mentre Smoker gli urla – Piantala di ruminare! - ” ed era veramente al limite della resistenza “Alla fine, capendo chi aveva davanti e sputandogli in faccia gli avanzi di pollo per la sorpresa, si riempie la bocca di cibo e corre via come un dannato, con mezza Marina alle calcagna, lasciando anche il conto da saldare”!

Lucky e Yassop si stavano rotolando per terra dalle risate e finanche Ben, che difficilmente si abbandonava a crisi di riso acuto, non era riuscito a mantenere il suo ermetico savoir-fare e stava ridendo tanto da soffocarsi.

Hikari stava sfiorando l’embolia, slogandosi quasi la mascella dal ridere: non ci voleva credere! Non voleva credere che quello che aveva sconfitto uno della Flotta dei Sette, poteva essere un tipo tanto, come dire, ‘pittoresco’.

“Ma la vostra famiglia è un surrogato di idiozia!” commento Hikari, pensando prima a Dragon e poi a Garp “Io ho conosciuto tuo nonno e mi pare che tuo fratello sia molto simile a lui”.

“Ovvero?” rispose Ace, calmando le risate.

“E’ scemo quanto lui!” ribatté la donna ridendo “Anche lui si abbuffa in quella maniera, parla con la bocca piena e connette a momenti! Scemo nel senso buono, intendo, non mi permetterei mai” concluse versandosi dell’acqua per evitare il soffocamento.

“Hikari…” Shanks la chiamò mettendole i brividi.

“Dimmi…” balbettò agitata, sentendo la voce del Rosso pronunciare il suo nome. Accanto a lui Ben tentava di trattenere le risate: si vedeva lontano un miglio, comunque, che la donna era ancora cotta del suo migliore amico.

“Hai notizie su Rufy? Avvistamenti?” domandò speranzoso, sorridendole dolcemente e spiazzandola notevolmente.

“Ahem…” prese fiato cercando di tornare alla realtà “Prima di partire, a quanto ne so, erano stati avvistati sulla rotta per Water Seven, la città sull’acqua. Ma non so nulla di più, purtroppo…” concluse dispiaciuta “Comunque se c’è qualcuno che ne sa più di me, quello è sicuramente Smoker. Ah, a proposito! Lucas!” chiamò a gran voce il medico, che si girò verso di lei, due tavoli più in là “Come sta il fumoso”?

“Sta bene, sta bene… Shanks gli ha frantumato due costole, ma si riprenderà vedrete. Poi con l’aiuto del Rogia non dovrebbe avere problemi”.

A quelle parole tutti si voltarono verso il Rosso: “Cazzo Shanks, ci sei andato giù secco!” esclamò Lucky, pulendo per bene l’osso di pollo.

“Venvia, non gli ho mica fatto chissà cosa!” aveva risposto Shanks, giustificandosi innanzi alla ciurma che faceva commenti sulla sua condotta.

“Lo hai quasi demolito…” commentò Ben, sfumacchiando una nuvola di fumo grigia, in faccia all’amico che tossì: “La prossima volta che mi sputi il fumo in faccia, quella sigaretta seguirà lo stesso destino della forchetta di Hikari, chiaro?!” ululò continuando a tossire e facendo ridere i presenti, mentre Ben gli mollava dei pugni e Lucky sventolava un nuovo cosciotto.


Poco dopo Ace si alzò, stiracchiandosi, con un’espressione strana in faccia: “Signori… Vado a schiacciare una pennichella”.

Hikari lo guardò un istante, nel quale Ace incrociò il suo sguardo: vedeva quella strana espressione pensierosa sul viso del moro, e non capiva se c’era o meno qualcosa che non andasse.

“Tutto ok”?

Ace si calcò il cappello in testa, sistemandosi i capelli: “Sì, ho solo un po’ di abbiocco. Ci vediamo più tardi” e detto questo, salutò tutti e sparì al piano di sotto.

Tuttavia, se quella risposta bastò a convincere Shanks e gli altri, ad Hikari lasciò parecchi dubbi, ma ragionò tra sé che nulla poteva farci. Non poteva sicuramente mettere al muro Ace per farsi spiegare le ragioni del suo improvviso incupimento, proprio mentre si parlava del suo adorato fratellino.

- Forse è solo preoccupato per lui  – pensò, rigirandosi verso i compagni di tavolo e versandosi nuovo rhum nel bicchiere.




- TO BE CONTINUED -



- Un passo indietro... Poi sempre avanti... -


Eccole! ^^
Sì, il plurale è giusto. :3 Perchè Yu è qui da me *si crogiola* xD
Dunque, vi anticipiamo che le risposte le mettiamo su domani, che oggi è stata una giornata devastante sia fisicamente che psicologicamente - impegni, su impegni, su impegni. u_u
Per lo meno, domani avremo il tempo necessario per lasciarci andare nei nostri slanci di dubbia origine e provenienza, oltre al fatto che possiamo aggiornare per tempo, visto che ci teniamo. u_u

Quanto al capitolo, da come avete potuto leggere, è presente un flashback che... Lo so, vorreste ammazzarci, perchè il capitolo finisce quando ancora esso è in corso, ma sappiamo bene che Ace è far visita dal Commodoro. Commodoro che, finalmente, ritorna nella fic. Vi è mancato, eh? Ammettetelo, signore. u_u (Red Queen... Nè?! Sappiamo bene i tuoi pensieri - e li condividiamo. Sisi). xD
A detta di Yu - che pascola qui accanto a me, alla mia destra: come dice Bea... Come s'accende il sigaro lui, non lo fa nessuno. xD

Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, prima della pausa estiva... Volevamo stopparlo qui, ma ci avreste uccise. Probabilmente, lo farete lo stesso, tuttavia la fine del prossimo capitolo è meno traumatica. xD

Un abbraccio! ^^ A domani per le risposte! ^^
* Yu fa ciao ciao con la manina e un tono di voce da Pokemon* xD


- Angolino di Beatrix -

@Maya: Ciao caVissima Maya! **
Effettivamente sì, fai degli orari davvero assurdi. Peggio di quelli miei e di Yu. Dove sta il segreto? Me lo spieghi? Potrei recuperare tanto tempo! xD
Il Rosso me lo sono immaginata anche io alla Grande Fratello, ma al Grande Fratello di Orwell – il che lo rende abbastanza inquietante (non so se hai mai letto 1984). E… Sì, insomma, ci siamo immaginate che Ace poteva andare da dio nel ruolo di confidente. Alla fine, è vero che è il più “piccolo” là in mezzo, ma è anche quello che ha il carattere più spontaneo di tutti – non contiamo Shanks nel gruppo, perché ora è inservibile. ^^’
Cioè, ce lo siamo visto piuttosto bene alle prese con un carattere come Hikari. Al di là che provi una spiccata curiosità (quasi scimmiesca) nei confronti della donna e dei suoi poteri. E poi, c’è da dire che Ace è buono, anche se è una testa calda. Assomigliando al fratellino, non potevamo tenerlo fuori emotivamente dalla faccenda. ^^
Massì, Maya caVa, anche io preferisco il Rosso (perché il Rosso non lo batte nessuno - *sbava copiosamente* xD), tuttavia il suo vice è… è… Io amo quell’uomo. Ma penso che tu possa facilmente immaginare i miei sentimenti generali, visto che stravedi per il pomodoro ambulante. xD
Alla prossima patata!
Grazie per la recensione – e non preoccuparti per i tempi. A me basta che non la molli. ^^
Un abbraccio!

@Akemi-chan: ciao cara! ^^
Ahem… Diciamo che per la pausa estiva, arriveremo ad un punto pseudo action… Nel senso che darà il LA ad una parte un po’ più movimentata, tensioni intestine e quant’altro. Solo che ne saprete meglio a Settembre. Non avevamo calcolato la pausa estiva e neanche il fatto che ci saremmo fermati proprio qui. Diversamente l’avremmo sistemata meglio, con una pubblicazione in più o in meno.
Ma vabbè, dai, ci spiace tenervi sulle spine, tuttavia per lo meno la storia è scritta e non evaporeremo via così facilmente! xD
Grazie al solito per riportarci dettagliatamente le cose che hai apprezzato e gli eventuali errori: non ti sfugge nulla, mi fai quasi paura! xD
E comunque non preoccuparti per il fatto che quando spunti Ace, arrivi a non capirci più nulla: da quello che posso vedere, denoto che tu sia in ottima compagnia – con la mia collega inclusa. xD
Alla prossima caVa, grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^

@Huntergiada: ciao bella!
Dunque, sì, il Rosso sta a rosicà, nonostante sia più tranquillo nel vedere Hikari più rilassata. Solo che… Insomma, il suo sguardo severo penso sia al quanto significativo, no? xD
Quanto ad Ace, beh… Non sarà una lince, ma non è neanche scemo. E poi, lo sappiamo: fondamentalmente è buono e non credo che mollerebbe lì nessuno, a maggior ragione se sa che ci sono problemi di fondo, no? Considerando anche il fatto che è impossibilitato a fuggire e a far qualsiasi altra cosa a tema piratesco. xD Poarello, è disoccupato! xD
Alla prossima!
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Ale-chan: ciao tesoro! **
Indubbiamente, era d’obbligo un accenno a Rufy, non inserendolo nella storia. Ci siamo sempre immaginate le scene “fuori trama principale” tra le conoscenze di Cappello di Paglia. E credo che, avendo il fratello a bordo, sia normale parlare di lui. Oltre al fatto che Shanks lo tira sempre fuori nelle pochissime – sigh – parti dedicate a lui.
Fuor dubbio è anche il fatto che il carattere di Ace, alla fine, serva moltissimo ad Hikari. Se avete notato, per quanto gli altri la adorino, Ace è l’unico a non far parte del suo passato – Smoker escluso, ma non possiamo considerarlo un compagnone, via! xD Anche se sarebbero interessanti pure loro due assieme, ma probabilmente il Fumoso si getterebbe a mare per la disperazione! xD
Poi, come ha detto Maya, immaginatevi proprio Shanks come il Grande Fratello, che osserva e registra, cercando sì di darsi un contegno. Ma lo sappiamo bene che quello c’ha la lava nelle vene – e non sarà la maturità a calmarlo. xD
Infine Ben… Insomma, ormai il suo ruolo è definito. Ci penserà lui a riparare degli eventuali danni! xD
Alla prossima caVa!
Grazie per i complimenti e la recensione! Un abbraccio!

@Red Queen: si accomoda alla sua destra, con estrema nonchalance. xD
Ciao caVissima! ^^
Vedo che siamo tutte quante preoccupate per quest’avvicinamento tra Ace e Hikari… La motivazione di base però mi sfugge: siete preoccupati per il cuoricino di Shanks o per la sorte del mondo? xD Ditemelo, perché almeno so se farmi una risata o meno. xD Eh, Regina, sì, è geloso da far schifo il Rosso. Già me lo immagino con in mano le bamboline woo-doo di Ace, lo spillone conficcato con i denti in un posto ben preciso. Vuoi mettere il divertimento? xD
Io l’ho sempre detto: la ciurma di Rufy è degna di un circo. Cioè, al confronto, tutti gli altri sono normali, finanche Sengoku con quella barba di dubbio gusto e dimensioni – per non parlare di quell’odiosissima capra che si porta appresso (vai Garp, sei tutti noi, uccidila e fanne un barbecue! xD).
Said so… Amore, non vergognarti del tuo essere fan girl. Alla veneranda età di 24 anni e mezzo, io potrei esser peggio di te – Yu conferma convinta. xD
Alla prossima e grazie per la recensione!
Un abbraccio!


@Marta-chan: ciao Baka! ^^
Sì, effettivamente Hikari sta cominciando a capire che di Ace, piano piano, ci si può fidare. E poi, scusa, come si fa ad evitare la compagnia del moro, eh? xD Dovresti saperlo bene! xD
Scherzi a parte, l’accenno a Rufy era d’obbligo. Un po’ ci manca, anche se abbiamo da muovere personaggi a palate! xD
Infine… Ahem… Shanks geloso? Nooo, ma che vai dicendo… E’ solo un’impressione! xD
Alla prossima caVa!
Un abbraccio!

@Sachi Mitsuki: benvenuta cara! ^^
Oddio, pure tu tra quelle che si sono fatte la maratona tutta d’un fiato? O_O Stelline mie, voialtre siete masochiste! xD Siamo onorate di ciò, come siamo onorate per i complimenti tuoi su Hikari. Commosse oltre ogni limite, perché a quell’uragano ci siamo veramente affezionate. **
Tranquilla tesora che Shanks è anche il mio preferito: tutte quelle mazzate, sono mazzate amorevoli. Un po’ come il pugno di Garp – l’amorevole pugno. xD Evviva, le fan di Shanks aumentano! Facciamolo sto esercito, sììì! *Si agghinda da Samurai*
Alla prossima cara e grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^




Ringraziamo infine chi ha messo la storia nei preferiti e nelle seguite. E chi ci ha anche solo buttato un occhio. ^^


- Bea e Yuki -

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Capitolo 26
*** Dritti al punto ***


CAPITOLO 26: DRITTI AL PUNTO.
(Chapter Soundtrack : Immigrant Song - Led Zeppelin)


Si era gettato sul letto, con le labbra pressate e leggermente piegate all’ingiù: parlando di suo fratello, gli era venuto in mente il discorso che Shanks gli aveva fatto il giorno precedente.

Sostanzialmente gli aveva spiegato che la Marina si era messa in testa di iniziare le pulizie di primavera: aveva smesso di tendere le mani sulle prede più piccole, sugli insetti fastidiosi, cominciando la lunga lista di pirati con una degna taglia sul groppone.

Ma c’era qualcosa che non reggeva nel discorso del Rosso, una frase in particolare.

Rufy avrebbe fatto la stessa cosa al posto mio.

Si tolse il cappello e lo rigirò tra le mani: c’era una sorta di muto accordo tra loro due, in quanto fratello maggiore e minore. Rufy, lo sapeva bene, non sarebbe mai corso in suo aiuto, a meno di non trovarsi innanzi ad un’esecuzione capitale prossima.

Perché? Perché lui era il fratello maggiore, un pirata degno di nota, il comandante della seconda flotta di Newgate. Sarebbe stata una mancanza di rispetto e fiducia.

Al di là dei legami di sangue, erano pur sempre dei pirati e dei rivali. Gliel’aveva detto sul ponte della Merry, l’ultima volta che l’aveva visto.

La prossima volta, ci rincontreremo da veri pirati.

Ed Ace, per quanto amasse suo fratello con ogni cellula del suo corpo, aveva un compito da portare a termine: ovvero, far di Barbabianca il Re dei Pirati.

No, il loro muto accordo consisteva nel fatto che ognuno avrebbe fatto di testa propria, avrebbe vissuto la sua vita, avrebbe portato a termine i propri compiti e, se si fossero incontrati nel bel mezzo di una guerra tra pirati, avrebbero dovuto combattere l’uno contro l’altro.

Ed era per questo che Ace, ad Alabasta, aveva proposto a Rufy di entrare a far parte della ciurma di Newgate, anche se non ci avrebbe scommesso un berry sull’adesione del suo amato fratellino.

E, di fatti, aveva rifiutato, con tanto di faccia imbronciata, come dire ‘Che domande sono queste’?


Un sorriso proruppe sulle sue labbra rievocando quell’immagine.

L’apprensione era tanta, ma avevano scelto quella vita. Lasciargli la Vivre Card era stato un gesto estremo: ci aveva pensato molto su, ma aveva concluso che sarebbe servita solo in casi particolari.

Riportò la mente alla conversazione con il Rosso: c’erano troppe cose che non quadravano.

Rufy non avrebbe fatto lo stesso in quel caso e la Marina era da sempre sulle sue tracce: ogni qual volta aveva incontrato un contingente, si era scontrato con loro e aveva dovuto scappare in fretta e furia.

L’unica cosa diversa era che questa volta, Smoker e i suoi, si erano messi direttamente sulle sue tracce, ad inseguirlo.

Era questo il fatto chiave: perché Smoker? Ma soprattutto, perché mettersi alle sue calcagna?

Si tirò a sedere, infastidito da quei pensieri: se c’era un modo per scoprire queste cose, era andare direttamente da Smoker per fargli sputare tutta la questione.

Avrebbe trovato tutte le difficoltà del caso, lo sapeva bene: il Commodoro avrebbe opposto resistenza alle sue domande, avrebbe forse anche combattuto. Ma aveva un asso nella manica.

Aprì il suo zaino ed estrasse una strana fialetta e una siringa: aprì la prima e v’inserì la seconda, facendo attenzione a non versarsi sulle mani il liquido. Aveva semplicemente attinto dalle scorte di Hikari e a quelle di Lucas. Aveva preso tranquillamente una boccetta, di essenza dell’oceano diluita, dallo zaino della donna, abbandonato il giorno precedente in una delle camere che la ciurma del Rosso gli aveva riservato per prima, e una siringa dall’armadietto del medico di bordo di Shanks.

Non era una cosa carina nei confronti di Hikari, ma Ace aveva una certa voglia di vendicarsi nei confronti del Marine: era sua la colpa per il fatto che il rogia facesse i capricci. Era sua la colpa se in questo momento lui era bloccato su di una nave amica/nemica, guardando la sua missione sgretolarsi completamente innanzi ai suoi occhi.

Sì, gli stavano prudendo le mani.

Si sentiva un po’ preso in giro: sicuramente sia il Rosso, che Hikari, che Smoker sapevano cosa stesse succedendo. Lui, malgrado fosse il protagonista indiscusso di quella storia assurda, era all’oscuro della faccenda, quella vera.

Sempre che le sue supposizioni fossero esatte: magari si stava facendo mille castelli di carta.

Con quel dubbio si avviò verso l’infermeria.






“Che cosa vuoi?” domandò freddamente il Commodoro, squadrando dall’alto in basso il pirata innanzi a lui.

Pugno di Fuoco se ne stava ritto contro lo stipite della porta, braccia conserte e cappello sugli occhi: “Io e te dobbiamo fare un discorso”.

“Noi non dobbiamo fare proprio un bel niente…” sibilò il Marine, voltando il viso dall’altra parte con fare scocciato.

Ma ad Ace quel comportamento non piacque neanche un po’: “Stammi bene a sentire Smoker!” ringhiò avvicinandosi e frugando nel suo zaino “Sei in mano al nemico, se non ti fosse chiaro. E, per quanto tu ti trovi sulla nave di Shanks il Rosso, credo che tu non abbia capito chi hai davanti in questo momento!” concluse mantenendo comunque la mano nello zaino.

Sapeva quanto fosse pericolosa quell’arma, ma sapeva anche che in quel momento era lui quello a non avere i poteri del rogia, diversamente dal Commodoro.

L’uomo, a quella strigliata, gettò a lato le coperte e mise i piedi a terra, rimanendo seduto sul letto: “Con chi credi di avere a che fare tu, piuttosto!” sbottò irritato, scoccandogli un’occhiata allucinata e trasformandosi per metà in fumo.

“Come vedi non sono io quello senza i poteri del frutto del diavolo” aggiunse rivelando un sorriso di sdegno sul viso.


- Che lurido figlio di puttana! – non poté non pensare Ace, vedendo quanto si stava divertendo il Marine nel provocarlo, rivangando le memorie di entrambi allo scontro del giorno prima.

“Sappi che ti sei salvato solamente grazie all’intervento del Rosso” continuò Smoker, ma Ace ghignò ironicamente: “Se per quello, anche tu. Quanti altri grandi pirati ti avrebbero risparmiato la vita in queste condizioni”?

Il Marine tacque, ricomponendosi nella sua forma normale, ben sapendo che Pugno di Fuoco aveva ragione.

“Senti” aggiunse quello, ritirando la mano dallo zaino “Non ho voglia di sprecare del tempo prezioso con te”.

“Perché, hai da fare?” continuò a schernirlo l’uomo, proferendo una risata cavernosa, ma Ace cercò di non dargli troppa importanza e si frugò in tasca, estraendo un sigaro.

“Lo vuoi questo”?

Ora era Smoker a odiarlo con tutte le sue viscere: era dal giorno prima che non si accendeva un sigaro. Shanks glieli aveva requisiti, assieme alla giacca, per il puro gusto di fargli un torto, e l’astinenza cominciava a farsi sentire pericolosamente.

Assottigliò il suo sguardo sul giovane: “E come lo accendo”?

Ace sviluppò una piccola fiammella dalle sue dita: “Non sono ridotto così alla frutta” bluffò convincente “Ho delle domande da farti. Se prometti di fare il bravo, ti recupero la tua scorta di sigari, ti do la mia parola”.

Smoker ghignò sottovoce: “Vorresti sapere come sta realmente la situazione vero”?

Sapeva in cuor suo che il Rosso era a conoscenza di come stavano le cose, così come la donna al servizio di Dragon. Gli unici burattini in quel momento erano essenzialmente loro due, anche se un’idea il Commodoro se l’era fatta e, molto probabilmente, era quella giusta.

Il problema principale era che Ace l’aveva anticipato sul tempo: appena si fosse rimesso quel minimo che gli garantisse una camminata non sofferente, sarebbe andato dritto dalla ragazza.

Da lei sicuramente, perché sfidare il Rosso in una conversazione politica ovviamente non sarebbe stata un’idea saggia.

L’unica preda vera e propria su quella nave era lui.


Ace ora lo stava guardando con le braccia conserte, lo zaino che penzolava dall’avambraccio, il cappello sulle spalle: “Esattamente”.

“Possibile che tu non ci sia ancora arrivato?” domandò a bruciapelo e rimase soddisfatto di ciò che vide. Pugno di Fuoco si era irrigidito e aveva assottigliato lo sguardo sulla sua figura.

Evidentemente no.

Il Commodoro rise sommessamente, incurvando le sopracciglia in modo che trasparisse, per così dire, un’espressione di pena indirizzata al giovane.

All’ennesima provocazione di quel tipo, Ace non resse più: scaraventò lo zaino contro la parete, il quale prima s’infranse contro di essa, poi sparpagliò le sue cose sopra un ripiano ove Lucas soleva tenere delle boccette di vetro, facendone infrangere alcune.

Il ragazzo planò come un falco sull’uomo, che si trovò incollato al materasso, le mani inchiodate al letto e le ginocchia del giovane che premevano contro le sue costole.

Un gemito soffocato di dolore proruppe dalle sue labbra.

“MI SERVONO DELLE RISPOSTE! E’ INUTILE CHE TU VADA AVANTI A PROVOCARMI!” urlo il moro con veemenza e continuò, abbassando il tono “Neanche a te i poteri sono tornati a posto come prima, altrimenti avresti schivato il mio attacco” concluse soddisfatto, sentendo però il corpo del Marine sciogliersi sotto di sé e letteralmente sparire, per poi vederlo ricomporsi poco più in là.

Si teneva il fianco, serrando i denti a causa del dolore: Ace non ci era andato leggero e i suoi riflessi, a causa di quella sostanza che Hikari gli aveva fatto respirare il giorno prima, non erano ancora ritornati nella norma.

Ma diamine, non poteva farsi mettere sotto da quel ragazzino! Per di più senza i poteri del rogia!

Si scaraventò con tutta la forza su di lui, mettendogli una mano al collo e stringendo con una certa foga la sua gola, indirizzandolo contro il muro e facendogli sbattere la testa: “Siamo comunque alla pari, a differenza che se m’impegno riesco a schivarti” sibilò freddamente “Non montarti la testa per avermi colto di sorpresa”.

 
Ace ce la stava mettendo tutta per fare appello ai suoi poteri, ma il fuoco non voleva saperne di svilupparsi, ad eccezione di piccole fiammelle del tutto innocue.

Smoker vedeva con quanto odio il ragazzo lo stava trafiggendo, ma certamente godeva di quel ribaltamento di situazione a suo favore. Inoltre, vedeva anche quanto gli bruciava il fatto di non arrivare alla conclusione più ovvia riguardo alla faccenda.

Ma d’altro canto, si sentiva sciocco anche lui stesso: come aveva fatto a non arrivarci prima? Le sue conclusioni sull’argomento dovevano per forza essere corrette, altrimenti il Rosso e quella dannata spia non si sarebbero fatti tutto quel culo tarallo per impedire la cattura di Pugno di Fuoco.

A Shanks gli sarebbe tutt’al più dispiaciuto se Ace fosse stato messo alla gogna, ma questo non collimava con la questione Newgate, non avrebbe sicuramente messo in pericolo la propria sicurezza per un pirata che non faceva parte della sua ciurma e, anzi, apparteneva ad un suo diretto avversario in fatto d’interessi.

Il vecchiaccio era l’unico pirata che in quel momento stava spadroneggiando nel Nuovo Mondo ed era l’unico che veramente poteva opporsi alle forze del Governo Mondiale, certo di guadagnarne una vittoria.

Neanche Shanks, era sicuro, da solo avrebbe potuto tutto contro l’intera Marina: aveva poteri straordinari, ma si rifaceva alla famosa teoria degli equilibri già in vigore da prima che lui fosse eletto ad Imperatore.

Tutti e quattro traevano forza dagli equilibri che si erano formati, ristagnanti nel tempo e mantenuti, soprattutto – e questo non gli andava giù – dalla presenza dei Sette.

Ma il solo pirata con l’organico tale da costituire una vera minaccia per tutto l’intero mondo era sicuramente Newgate.



Ace stava tentando di respirare, le mani frapposte tra quelle del Commodoro: era inchiodato al muro, con il Marine che lo teneva in scacco e lo guardava profondamente.

“Vuoi veramente sapere come diavolo stanno le cose?” mormorò rocamente, allentando di un poco la presa “Sappi che io non so assolutamente nulla. Sono all’oscuro della faccenda almeno quanto te, con la differenza che io sono il cacciatore e tu la preda, nella faccenda generale” continuò guardandolo fisso negli occhi, ricambiato dallo sguardo sofferente del ragazzo.

“Non so nulla, ma rispetto a te posseggo un cervello e decido di metterlo in moto, di tanto in tanto” e si vergognò quasi di fare la predica al moro, riflettendo sul fatto che avrebbe dovuto metterlo in moto molto prima “Penso che anche tu ti sia posto delle domande riguardo a tutta questa segretezza, no? E sono curioso di sapere che cosa ti abbia detto il Rosso”.

Ace tentò di farsi tornare una voce normale, ma, nonostante la presa allentata, era da tempo che qualcuno non gli metteva, letteralmente, le mani addosso: “Shanks mi ha detto” e prese fiato “Che la Marina ha deciso di iniziare l’opera di pulizia come si deve e che aveva concentrato l’attenzione sui pirati più importanti” concluse non senza fatica.

Il Commodoro scoppiò in una risata: “E tu te la sei bevuta”?

“Ovviamente no, non del tutto, perché anche se siamo pirati, sono sempre sulla nave del Rosso e-” ma il ragazzo fu bloccato dal Marine che lo zittì aumentando la presa sul suo collo. Avrebbe voluto sferrargli un calcio per liberarsi, ma Smoker, nel corpo a corpo, era davvero molto più forte di lui.

“Stammi a sentire, ragazzino. La conclusione a cui sono arrivato – e quasi sicuramente si tratta di verità – è che il Governo Mondiale vuole costringere il tuo amato” e calcò con enfasi questa parola “Capitano a dichiarargli guerra, pretesto per distruggere gli equilibri. E lo sappiamo bene quanto Newgate ami i suoi uomini, in particolar modo te” concluse gettandolo a terra e mollando la presa sul suo collo.

Ace giaceva sul pavimento, con gli occhi sgranati e la mano a massaggiarsi la gola: allora la vera preda di tutta quella questione era il suo capitano? Se i fatti stavano così, allora era di fondamentale importanza andare ad avvertirlo, per cominciare a pensare ad una valida strategia da opporre a quella del Governo Mondiale.

“Io, veramente, non so come tu abbia fatto a sopravvivere fino ad oggi” e mentì nuovamente escludendo il proprio peccato di ingenuità, mentre Ace si era alzato e non aveva ancora proferito parola.

Ma poi, perché alla fine Smoker gli aveva confessato cose cui lui era all’oscuro? Solamente per beffarsi di lui? No, c’era dell’altro. Aveva letteralmente spiattellato la conclusione più ovvia e al 99% corrispondente alla realtà, al diretto interessato. Quella domanda cominciò a farsi strada dolorosamente nel suo cervello.

Che gli stava succedendo? Perché aveva confessato? Con tanta facilità, per giunta. Avrebbe potuto combattere, avrebbe potuto non farsi cavare nessuna risposta, eppure gli aveva volontariamente riversato quella pappardella di spiegazioni paragonabili ad una lezione di strategia politica.

Di risposte a quelle domande purtroppo non ne aveva… O meglio, una ce l’aveva, ma la ricacciò nelle profondità del suo inconscio.

Vide il ragazzo dirigersi verso il luogo ove lo zaino si era andato ad infrangere, sparpagliando tutto il suo contenuto, e riordinare gli oggetti.

Fatto lo zaino e messo a posto il disordine, si avviò verso la porta. Si fermò un istante e si rifrugò nelle tasche, estraendo il sigaro che prima, amabilmente, gli aveva sventolato davanti al naso.

Glielo lanciò sul petto: “Grazie per le informazioni” biascicò quasi, prendendo la porta e richiudendosela dietro le spalle.




- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti... -


Eccoci qua!
L'ultimo aggiornamento prima della pausa estiva... Su, non fate quelle facce... *Bea e Yu vanno in un angolino a fare i cerchietti depressi*
Capitolo tutto dedicato ad Ace e Smoker. Per intero. Dedicato alle loro paure, ai loro dubbi, ai loro nervi che piano piano si stanno spezzando - diciamo che quella nave sta diventando peggio di un manicomio! O_O
E da qui si riparte con un po' di azione, ove inizia la parte centrale della storia. ^^ Speriamo tanto che vi sia piaciuto!
Chiediamo scusa per non aver messo le risposte per tempo, riguardo al vecchio capitolo, ma tra impegni e problemi di linea mia - seguono imprecazioni di ogni sorta verso la Telecom - la scorsa settimana non siamo proprio riuscite... Io ho rimediato nel capitolo, al fondo, Yu per motivi di tempo le ha unite in questo. ^^

Beh, che dirvi ancora? Se non grazie e... Ci leggiamo a Settembre! ^^ Buone vacanze, a chi le farà! ^^

Detto ciò, passiamo alle recensioni! ^^


- Angolino di Beatrix -


@Sachi Mitsuki: ciao bella! ^^
Ben ritrovata! Beh, dai almeno hai ancora questo capitolo qui… Mi state facendo sentire tutti in colpa (anche Yu la pensa così). xD Dai, dai, un mesetto fa presto a passare, tra vacanze e il resto. Spero possiate andarci pure voi!
Grazie per i complimenti sulla colonna sonora: quella canzone mi è sempre piaciuta un casino, veramente… ^^
A settembre, spero! Noi non mancheremo!
Un bacio!

@Hutergiada: ciao tesoro!
Mamma mia, stavate proprio ad aspettare Smoker allora eh? Vi vedo così felici di rivederlo – che care (si gira verso Smoker, che a sua volta si gira scocciato dall’altra parte. Ingrato, tzè!). Diciamo che Smoker ha sempre avuto questo sentore…Tuttavia è difficile, talvolta, ammettere a sé stessi certe cose… Su Ace, sarà tutto più chiaro nel 26 e nel 28 – credo. E’ una parte tutta concatenata questa, mi spiace sinceramente che venga spezzata per forza. ._. Perdono.
Tu non ti spaventeresti se un tizio di svenisse nel piatto? xD Ci credo che, poarella, si è spaventata! Hikari, tutto sommato, è ancora tra la schiera dei normali – potere bizzarro a parte. Non è abituata a quelle cose… :o
La famiglia D. è un surrogato di idiozia: io sto aspettando le scene dementi con Dragon. Se succederanno, il mio cervello andrà in ferie per un anno, sicuro! xD
A settembre e grazie per i complimenti! ^^
Ah, una camomilla per il Rosso, grazie! xD
Un bacio!

@Ale-chan: ciao meraviglia! **
Ovviamente hai centrato il fulcro della questione, per quanto riguarda Smoker: cosa c’è di meglio di una pausa forzata per riflettere? Immagina solo che, probabilmente, lì dentro, lui ed Ace sono quelli che ne sanno di meno. Tutti – Hikari, Shanks, Ben, la ciurma – sanno a grandi linee che sta succedendo. Ripensandoci… Il fumoso, che teoricamente dovrebbe stare dall’altra parte della barricata, mi fa un po’ pena. xD
Hikari… Eh, Hikari è una che si preoccupa. Dai, come si spaventa lei… E’ vero che cerca di mantenere la calma, ma vedersi uno che sviene nel piatto… Non è piacevole – ed ecco perché poi lo vorrebbe coricare di mazzate. Quegli scherzi – anche se non sono tali – non li sopporta! xD
E a proposito di cose che non si sopportano... Hai notato anche tu la fumata nera dalle parti di Shanks, eh? xD Altro che conclave o vulcano… Di sto passo si sfiora il macello! xD
Infine, quella scena è una delle mie preferite – anche se penso che sia una delle preferite di tutti. Fa troppo ridere quel pezzo di Alabasta! xD Non potevo non insierirla!
Detto ciò, grazie al solito per i complimenti e per l’entusiasmo. Come ho detto a Marta, è difficile che riesca a mettere una recensione per capitolo, ma sappi che la tua fic me la porto in vacanza. ^^ Vedrò un po’ che fare, cercando di non perdere il filo. Mi sono guadagnata una valanga di arretrati!
Ci rileggiamo a settembre, qui – e stai tranquilla che ci sarà un capitoline interessantissimo al secondo turno di aggiornamento. :3
Un bacio tata! E grazie per la rece!

@Red Queen: Ave!
Dunque… Daiii, non farci sentire in colpa… ç_ç Cavolaccio, avessi saputo, interrompevo prima la pubblicazione, in un momento un po’ più morbido! xD Anche se la mia vena sadica sta facendo il trenino… xD
Ecco, hai visto che t’abbiamo ritirato fuori Smokerino caVissimo? Ho visto la tua bava… Toh… *Le passa il catino* xD
Questa parte un po’ più movimentata comprende il ritorno in scena del fumoso – oltre ad una serie di altri accadimenti, cui non posso fare spoiler, assolutamente! xD – tuttavia è impossibilitato a fare quel che gli pare. Diciamo che sarà il protagonista passivo di un quadro abbastanza complicato – come non lo fosse già stato fino ad ora. xD
Credo che questo capitolo che hai appena letto, col trambusto, ti sia piaciuto… Non si tratta di abilità di scrittura, ovviamente, ma di presenze a te care. Carissime, oserei dire! xD Sono proprio curiosa!
In ultimo, ecco un’altra fan della scena di Alabasta! xD Ad Oda dovrebbero fargli un monumento solo per quello! xD
Infine… Dai, che il Rosso sopravvivrà alle sue emozioni – per il bene della ciurma e di tutto il creato, n.d. Ben.
A settembre dolcezza! Un bacio e grazie per la recensione! ^^

@Akemichan: ciao cara!
Ho avuto problemi di linea… *Minaccia il ruoter e la Telecom*
Grazie per i complimenti e per l’entusiasmo su questo capitolo! ^^ Apprezzo tantissimo, te lo giuro. Mi sono divertita un casino a scriverlo. xD
Per rispondere alla tua domanda… Sì. ._. Non ci crederai, ma, al di là del fatto che io quella parte del manga in cui viene presentato Rockstar, non me la ricordavo (O_O), sia io che Yu l’abbiamo proprio dimenticato! Ce ne siamo accorte alla fine della storia. O_O Ahem… Non chiederci il perché di questa dimenticanza, non si tratta di bashing verso un personaggio o cosa. Molto probabilmente si tratta della nostra idiozia. ^^’ Non ce lo spieghiamo neanche noialtre. xD
Ci rileggiamo a Settembre! Grazie per la recensione, caVa e un abbraccione!

@Tre 88: ciao e benvenuta/o?!
Grazie per il complimenti in primis! Quanto alla tua domanda, no, i Mugiwara non appariranno in questa storia… Diciamo che è dedicata a parte dei personaggi che si vedono di meno nell’opera, tra i quali si trovano i nostri preferiti, tra l’altro. xD
Alla prossima!
Un abbraccio!

@Maya: Mayuccia caVissima, luce dei miei occhi!
Passo sopra allo shopping, per stavolta, dai… Io è da una vita che non vado a farlo. Non ho tempo. Non ho tempo di recensire una storia, figurati passare il pomeriggio in un negozio! xD Me misera e tapina *si deprime in un angolo, facendo i cerchietti*
Venendo alla storia – che è meglio – felice che ti sia piaciuto il riportare in scena quel pezzo di Alabasta. ^^ Quindi grazie anche a te per i complimenti! ^o^
Gli intenti di Ace sono meno complicati di quel che si possa pensare… Ovvio è che con questo presente capitolo, finalmente si può notare una presa di posizione da parte del comandante. E… Lo so, vi lasciamo sul più bello, ma per lo meno non spezziamo i capitoli seguenti, che se l’avessimo fatto c’avreste ammazzate! xD
Infine… Sì, lo ammetto, lo ammetto io che sbavo ogni volta che lo vedo: nessuno batte il Rosso. ** E lui può tutto. Può anche fare lo stronzo, se lo può permettere. xD Sono una causa persa ormai, Maya… Irrecuperabile! xD
Detto questo, ti mando un abbraccio. ^^ Aggiornassi la fic, mi avvertiresti per mail? Non si sa mai… Sto invecchiando. -.-
A Settembre cara! Grazie per la recensione! Un bacio! ^^

@Marta-chan: ciao Marta!
A-ha! Sapevo che questa scena t’avrebbe fatto piegare dal ridere! xD Io, ti dico… Ridevo come una scema allora, ho riso come una scema nel stenderla, rido ancora se la vedo/leggo. Sì, Marta, sono irrecuperabile. Da Bea Sama, passo direttamente a Baka Sama, come qualcuno adora già chiamarmi! xD
Grazie per i complimenti! ^^ Sarà tutto soddisfatto, su Ace, in questo capitolo. :p Un po’ di action eh?
A settembre cara! Ti avviso che porto la storia in vacanza: arriverà una megagalattica recensione. Non posso recensirti ogni capitolo, però, non avrei proprio il tempo. Magari spezzo le due saghe a metà (sì, mi documento xD).
Un bacio! ^w^



- Angolino di Yuki -

@Sachi Mitsuki: Ehilà, ciau!
Una nuova lettrice ** Mi fa sempre piacere sapere che qualcuno si impegna così tanto nel recuperare i capitoli - anche perché non sono pochi da leggersi xD
E ovviamente fa molto piacere anche il fatto che la storia ti piaccia ** scriverla mi ha divertita molto e mi ha anche dato modo di migliorare il mio stile, quindi il fatto che venga gradita mi riempie di orgoglio *Yuki è commossa*
Quando a Ace che si defila in maniera sbrigativa, sai, il ragazzo ha il fuoco nelle vene e questo a volte non è sempre un bene - soprattutto per noi lettrici ç_ç Però, vedrai come si evolverà la situazione da sola - non ti rovino mica la sorpresa xD
Per la canzone, l'ho scoperta pure io grazie a Bea, tutto merito suo e della sua conoscenza musicale infinita U_U
Un abbraccio e alla prossima ^^

@Huntergiada: Ciao caVa ^^
Smoker, anche se è disilluso dalla marina - sa benissimo che molti sono corrotti e pensano solo ai loro scopi, senza il minimo scrupolo -, crede ancora che essa possa difendere l'ideale di giustizia che lui ha. Quindi, anche se aveva intuito fin da subito che c'era qualcosa di strano, ha preferito eseguire gli ordini senza stare a discutere - cosa per altro molto inutile in quel contesto :sisi: Ora, che si trova a bordo della nave di uno degli imperatori, ha avuto molto tempo libero per riflettere con tutta calma xD
Ace quando crolla per la narcolessia fa sempre il suo effetto. E' sempre una scena divertente e che lascia chi non conosce questa particolarità abbastanza basiti e poi fa scoppiare tutti a ridere allegramente xD
Quando al caro Shanks, si, sta rosicando nell'ombra a vedere come la sua dolce - più o meno - Hikari vada d'accordo con il bel moro. Shanks ha fatto fatica anche solo a farsi accettare le scuse per lo schiaffo, mentre Ace è subito entrato in sintonia con la ragazza e questo non gli fa molto piacere - egoisticamente parlando, preferirebbe altri risvolti xD
A dopo le vacanze ^^
Un abbraccio!

@KH4: Aleeeeeeeeeeeeeeeee *^*
Cioè, ero partita tanto bene a recensire... e poi ho preso a fare orari inverecondi - come direbbe Bea - la notte e di conseguenza mi sveglio la mattina a orari altrettanto discutibili. Ma mi metterò in riga, ormai ho finito il mio lavoro che mi teneva sveglia - ti racconterò per mail **, sono certa che ti piacerà la mia storia - e posso tornare ad alzarmi a orari naturali.
Sai, la tua idea sulla vita eterna delle ciunque mummie non è così strana. Credo che quei vecchi bacucchi vorrebbero dominare il mondo per i secoli de secoli... Ma per fortuna ci sono tante persone con del sale in zucca che faranno di tutto per fargli capire qual è davvero il loro posto: il cimitero, ovviamente.
Per quanto riguarda Ace, bhè, lo sappiamo com'è lui e i suoi attacchi improvvisi di sonno. Lo amiamo anche per questo e le risate che ci ha permesso di fare sono sempre tante - quindi è giusto che anche Hikari faccia l'abitudine con questa sua particolarità. Inoltre, fa sempre piacere vederlo tanto sereno da crollare in modo tanto improvviso xDDD
Comunque, calma calma eh! U_U Cos'è questo mi scambio con lei e siamo tutti felici?! Io non sono particolarmente d'accordo, cioè, Ace non te lo cedo tanto facilmente - eh, nono *Yuki fa nono con la testa con aria seria*
Ace ovviamente è preoccupato per Rufy, tuttavia è consapevole che ognuno vive la propria avventura e non vuole interferire eccessivamente con lui. Però, non può far a meno di parlare di lui - perché è orgoglioso della carriera del fratellino *-*
Un abbraccio forte forte **
A presto!

@Red Queen: CaVissima **
Dai, lo so che è crudele interrompere i capitoli sul più bello, ma altrimenti dove sarebbe la suspance? Per quanto riguarda l'interruzione mensile, anche se per un mese non ci sentiremo, poi resteremo a farvi compagnia ancora per diverso tempo ^^
Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto il ritorno del nostro amato Fumoso! Il "grazie per averci fatto dare una sbirciatina tra le lenzuola" suona in modo tremendamente ambiguo, ma farò finta di non capire il dobbio senso e procederò come se nulla fosse senza fare strani pensieri XD
Comunque, Smoker è ancora un po' mal ridotto, ma non abbastanza per lasciare stare il nostro amato Ace! Da buon marines su una nave nemica, tenta di giocarsi le carte a propria disposizione e... sorpresa!!!
Sì, quel momento ad Alabastra è veramente memorabile e mi ha sempre divertita molto - per questo ormai lo conosco a memoria xD Non potevamo non riportarlo nella nostra storia, almeno in maniera indiretta ^^
Un abbraccio
A presto **

@Akemichan: CaVa, eccoti **
Sì, hai ragione, le recensioni non le abbiamo inserite quella della scorsa settimana ç_ç Siamo state veramente impegnata e in più la connessione con i temporali non erano andava per nulla bene ç_ç
Ci rifaciamo ora, però **
Hai ragione, se avessimo interrotto allo scorso capitolo, sarebbe stato veramente crudele da parte nostra ed è proprio per questo che abbiamo deciso di postare anche questo prima di prenderci la pausa di un mesetto.
Smoker ha voluto mettere un piccolo - ed insieme enorme - tarlo in testa a Ace e ora, il nostro bel moro farà la sua mossa u_u Intanto, però, il moro si è messo a raccontare l'incontro con il fratellino, che è stato così esilerante da rimanere per sempre impresso nella mia memoria - non potrò mai scordare quelle scenette xD mi avevano fatta sbellicare veramente un sacco - e ora possono farci quattro ghignate anche i componenti della ciurma del Rosso - il quale ormai si mangia il fegato dalla gelosia.
Per quanto riguarda Rockstar, ti assicuro che me lo sono completamente dimenticato xD E' uno di quei personaggi che non mi ricordo - già la ciurma del Rosso appare poco, lui ancora meno! Vedremo se nel seguito riusciamo ad inserirlo :sisi:
Un abbraccio ^^

@Tre88: Ciao ^^
Un nuovo recensitore *__*
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto divertire - era quella l'intenzione ^^
Quanto a Rufy e alla sua ciurma, no, non ci saranno. E' una scelta di trama, perché abbiamo proprio deciso di trattare un momento non descritto dal manga e da noi supposto basandoci sulle informazioni date nella storia originale. Proprio per questo Rufy non potrebbero esserci, perché nel mentre avviene la saga di Water Seven e connessi, quindi non hanno materialmente la possibilità di intervenire.
Nel seguito, se si potrà, inseriremo anche loro ^^
Un abbraccio

@Maya_90: CaVaaaaaaaaaaa **
Come stai? Un giorno di questi ci dobbiamo trovare su msn per chiacchierare un po' che è da un sacco che non ci sentiamo ç_ç
Comunque, vedo che il momento di Alabastra ha colpito tutti noi! Effettivamente è uno dei pezzi più belli e comici di tutto OP! Mi sono riguardata gli episodi un sacco di volte e ho riletto anche allo sfinimento il manga - che ha in copertina proprio il bel moro *ç* una delle copertine più belle mai realizzare!!!
E proprio su ciò vorrei soffermarmi: hai azzeccato esattamente cosa ho pensato io mentre dicevi che Shanks non lo batte nessuno. Un memento e sangue freddo: Ace e Law?! Mica mi offendo se non li volete, me li tengo tutti per me *çççç* *Yuki fa pensieri da censurare essendo in fascia protetta*
Un bacio e un abbraccio

@MBP: Baka mia **
Eccola ^^ Anche tu hai apprezzato il pezzo del racconto di Ace - quella scena credo sia una delle migliori ormai xD
Ebbene sì, Shank è veramente mooooolto geloso, ma fa di tutto per non darlo troppo a vedere per orgoglio personale - ah, quesi uomini u_u Chissà quando impareranno che è molto meglio dire subito la verità invece che prendere da soli decisioni di cui poi si pentiranno!
La tua pazienza verrà premiata u_u Aspetta e tutto verrà svelato, o baka!
Un bacio :*




Ringraziamo infine chi ha messo la storia nei preferiti e nelle seguite. E chi ci ha anche solo buttato un occhio. ^^


- Bea e Yuki -

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Capitolo 27
*** Parentesi serena ***


CAPITOLO 27: PARENTESI SERENA.
(Chapter Soundtrack: The Joker - Steve Miller Band)




Gli occhi d’ametista di Hikari seguirono la figura di Ace fino a che non sparì dalla sua vista, quando oltrepassò la porta per dirigersi nella sua camera. Forse quei discorsi su sul suo fratellino gli avevano messo una certa nostalgia – perché infondo, da quel che aveva capito, non gli capitava più di vederlo spesso – e anche una certa preoccupazione – cosa del tutto sensata, da quel che aveva potuto intuire sulla personalità di Rufy.

Quando tornò alla realtà del tavolo si rese conto di essere più scoperta rispetto a prima. Fino a quando Ace era restato lì, lei in qualche modo aveva avuto qualcuno con cui poter parlare senza dover prestare per forza attenzione alle parole di Shanks e anche se si era fatta coinvolgere dai loro discorsi, averlo accanto l’aveva confortata.

Tuttavia non voleva assolutamente mostrare quel disagio in cui stava inciampando, ora che era rimasta l’unica non della ciurma seduta a quel tavolo. Odiava mostrarsi debole e piuttosto che dare quella soddisfazione a Shanks, si sarebbe messa a ballare sulla superficie di legno dando spettacolo!

Infondo, poteva perfettamente continuare come aveva fatto fino a qualche secondo prima, parlando con Lucky e Yassop. Anche loro le erano mancati tantissimo e poter finalmente tornare alle loro conversazioni privi di logica e ad alto contenuto di cazzate le avrebbe solo fatto bene allo spirito, risollevandola parecchio da quella situazione indecifrabile in cui si era ritrovata per forze maggiori.

“Indubbiamente Hikari ha ragione” continuò Yassop dopo aver ripreso fiato da tutte quelle risate ed essersi ricomposto “Quella famiglia è la più strana che esista”!

“E non solo per le parentele, ma anche per i personaggi in sé!” continuò Lucky staccando con un morso un pezzo di carne “Insomma, mica a tutti capita di avere come padre un Rivoluzionario di primo livello come Dragon”.

“Senti Hikari, ma anche Dragon si abbuffa come un pazzo come Ace e Rufy? Oppure mantiene un certo controllo?” domandò Yassop con tono serio, quasi avesse posto l’interrogativo degli interrogativi.

“Dragon ad ingozzarsi... come Ace?” ripeté lentamente la donna cercando di figurarsi la scena mentalmente.

La scena che prese vita nella sua testa fu una delle più strane e bizzarre sulle quali avesse mai posato l’attenzione – eppure di cose insensate non ne aveva viste poche. Immaginarsi un uomo serio, composto, freddo e distaccato come il suo capo – che difficilmente intrecciava rapporti stretti con altre persone a parte quelle di lavoro - dedito completamente alla sua causa, mangiare, anzi, divorare, come aveva visto fare al ragazzo di fuoco era qualcosa di indescrivibile.

L’unica cosa che seppe con assoluta certezza riguardo a quella fantasia era la sua alta componente comica e delirante. E con molta probabilità non era la sola a pensarlo dato che tutti gli altri, assieme a lei, scoppiarono a ridere. Si dovette sorreggere con una mano sul tavolo e l’altra sulla pancia, perché avrebbe rischiato di buttarsi per terra e picchiare i pugni sul pavimento da quanto ridicola era quell’immagine.

Shanks batteva il palmo della mano sulla superficie, facendo traballare tutti i patti, le posate e i bicchieri. Un uomo come Dragon che si metteva a riempirsi lo stomaco con la velocità e, soprattutto, la voracità dei due fratellini era qualcosa di assolutamente spassoso. Non sapeva quanto avrebbe pagato per poter assistere personalmente a una scena del genere. E forse, in quello stesso momento, dopo quel discorso, al diretto interessato stavano fischiando le orecchie, pensò Shanks continuando a ridere di gusto.

Con le lacrime agli occhi e l’addome che gli doleva per quella crisi, cercò di riprendere un po’ di serietà, quel tanto che gli permettesse si stare con la schiena più dritta ed evitare di rimanere quasi del tutto sdraiato sulla tavola – neanche fosse lui la pietanza da mangiare!

Lanciò un altro guardo a Hikari, la quale stava aiutando a rialzarsi da terra Yassop. Il cecchino si era rovesciato sulla sedia, sbilanciandosi eccessivamente in avanti e finendo a gambe all’aria – facendo così incrementare le risate degli altri.

I ricci neri le ricadevano attorno al volto dalle gote arrossate per quel momento di allegria passato assieme, i suoi occhi viola erano leggermente annebbiati dalle lacrime e le sue labbra incurvate in un sorriso sereno.

Stava ridendo al suo tavolo, a una distanza minima. Eppure, sapeva che non stava ridendo con lui, ma con tutti gli altri.

Era una consapevolezza che sapeva recare più dolore di una spada. Hikari in dieci anni non lo aveva mai perdonato, anzi, il suo risentimento per quell’abbandono era cresciuto sempre di più e ora forse era troppo tardi per cercare di rimediare a quella spaccatura profonda che era avvenuta tra loro. Ma una parte di lui, nonostante sapesse che non era l’ideale in quella situazione già delicata e in cui erano in ballo interessi più preminenti dei suoi personali, desiderava cercare una riconciliazione o quanto meno un modo per non farsi guardare freddamente da lei.

“Sei il solito idiota, non sai ridere nemmeno decentemente”!

“Ehi, bei boccoli, va che tu hai quasi fatto rovesciare la caraffa di vino a furia di stenderti sul tavolo” replicò Yassop.

“Però non si è rovesciata come un certo fesso” si intromise Lucky.

“Stai dalla sua parte, traditore”?

“Non è che sta dalla mia parte, è che hai fatto sganasciare tutti rivoltandoti a quel modo” continuò Hikari ridacchiando.

I tre continuarono a battibeccare tra loro, scoppiando a turno in fragorose risate. Qualche volta, anche Ben si intrometteva per lasciare una delle sue affermazioni lapidarie a favore o sfavore di uno a seconda dei casi.

“Non sarebbe male rincontrare Rufy, vero?” domandò rivolto solo verso il proprio capitano lasciando gli altri alle loro discussioni prive di senso ma molto divertenti.

“Lo rivedremo, ne sono certo” rispose Shanks spostando la sua attenzione su Ben “Mi deve riportare il cappello”.

“Questo significa che non saremo noi ad andare da lui, dico bene”?

“Che senso avrebbe? Lui ambisce al titolo più alto e quindi per arrivarci deve per forza passare di qui, lo attenderemo nel Nuovo Mondo. Arriverà sicuramente” rispose il capitano sorridendo.

Era un gesto istintivo, che faceva ogni volta in cui i suoi pensieri correvano a quel bambino di gomma che aveva amato l’oceano e la libertà fin da piccolo, dimostrando già a in quella tenera età il suo carattere e la sua anima pura, sincera e schietta. L’unica sua mano andava a tastare la stoffa vuota della camicia, dove un tempo vi era anche l’altro braccio, ora scommesso sulla venuta della nuova generazione.

Quella probabilmente, era stata la miglior scommessa che avesse mai fatto in vita sua. Non aveva dubbi sul fatto che Rufy sarebbe giunto fino a lì ed andare loro incontro a lui avrebbe dimostrato una mancanza di fiducia imperdonabile.

Tuttavia non poteva nascondere una certa curiosità per i componenti della ciurma di Rufy, di cui per il momento conosceva solo quello dello spadaccino Zoro.

“Hikari, dopo potrei chiederti di raccontarmi un paio di cose?” domandò interrompendo la discussione degli altri.


Era da poco finito il pranzo e sentiva le guance tese per le troppe risate. Era una sensazione piacevole, soprattutto per lei che non era più abituata a lasciarsi andare in quel modo. Non immaginava che si sarebbe divertita a quel modo nonostante fosse sul Vento dell’Est, era stata una bella sorpresa che sperava potesse continuare.

Percorrendo i corridoi sotto coperta sentiva i propri passi riecheggiare nel silenzio delle prime ore pomeridiane in cui quasi tutti si stavano dedicando alla pennichella del dopo pranzo. Nelle proprie orecchie rimbombava il suono sordo dei suoi battiti mentre il cuore le pareva essere salito in gola per l’agitazione e la tensione – che aumentavano ad ogni centimetro percorso. Non sapeva cosa aspettarsi da quella discussione, dato che Shanks non le aveva lasciato particolari.

Tuttavia, qualsiasi fosse l’argomento, era certa che non fosse per l’incertezza dell’oggetto a sentirsi in quello stato. Parlare a faccia a faccia, da sola nel suo studio con lui, le metteva addosso nello stesso istante troppe emozioni contrastanti, lasciandola precipitare in un baratro di insicurezza e instabilità che non era certa di poter reggere a lungo.

Avrebbe desiderato evitare tutto ciò, trovare una scusa per declinare l’invito, tornare indietro e bussare alla stanza di Ace per potersi far raccontare qualche altra avventura che aveva vissuto per la Rotta Maggiore. Sarebbe stata una vigliaccata e avrebbe mostrato quanto effetto lui avesse ancora su di lei – nel bene o nel male – e ciò non lo poteva permettere per una questione di orgoglio personale.

Respirò a fondo, cercando di rilassare i propri nervi sempre più vicini alla rottura. Infondo non doveva temere nulla, probabilmente Shanks le avrebbe chiesto qualche chiarimento sulla sua posizione nei Rivoluzionari, lei avrebbe risposto molto vagamente e poi se ne sarebbe potuta andare. Probabilmente il Rosso avrebbe tentato di scoprire qualcosa anche se sapeva che lei non gli avrebbe mai rivelato nulla.

Si era ritrovata al cospetto di Dragon per caso, ma nonostante questo, nei Rivoluzionari non ci era entrata per un atto voluto da qualcun altro. Anche lei condivideva quegli ideali e aveva lottato per realizzarli, per aiutare Dragon nella sua missione, quindi non avrebbe mai aperto bocca su nulla che potesse anche solo riguardare da lontano quei progetti.

Si fece coraggio e bussò alla porta della camera di Shanks.

“Avanti” accordò la voce all’interno.

Lasciando da parte gli indugi – o quanto meno nascondendoli - Hikari abbassò la maniglia ed entrò. Le pareva di essere una scolaretta al suo primo esame, agitata e con la spasmodica voglia di chiudere gli occhi per riaprirli quando tutto fosse già finito, senza bisogno di affrontare nulla di tutto ciò.

Nonostante l’agitazione interiore, la giovane donna procedette all’interno con passo sicuro fino a giungere alla poltrona posizionata di fronte alla scrivania dietro la quale era accomodato Shanks, chino su delle carte nautiche – probabilmente per controllare la rotta e le correnti marine da evitare.

“Grazie di essere venuta” esordì abbozzando un mezzo sorriso per cercare di rompere almeno un po’ quella tensione “Volevo solo chiederti qualche informazione sulla ciurma di Rufy, sempre se ne hai. Sai, nell’attesa di rivederlo, mi piacerebbe molto sapere che tipo di compagni si è trovato”.

La donna rimase un attimo perplessa.

Avrebbe avuto voglia di tirare un sospiro di sollievo enorme, ma si trattenne, cercando di fare il punto della situazione di quali informazioni aveva al riguardo. Infondo trovava la richiesta del tutto accettabile e soprattutto non la metteva in nessuna posizione scomoda dalla quale tirarsi fuori.

“Sinceramente non ci sono ancora molte informazioni al riguardo” cominciò Hikari con tono normale e pacato “Sicuramente quello su cui si hanno più informazioni è Roronoa Zoro, lo spadaccino. Usa una tecnica particolare, inventata da lui, grazie alla quale riesce a maneggiare tre spade contemporaneamente con grandissima destrezza. E’ riuscito a sbarazzarsi in moltissimi uomini della Baroque Works, tra i quali Mr. 1, l’uomo sotto Crocodile”.

Un fischio di ammirazione proruppe dalle labbra del Rosso prima di commentare “Insomma, uno che ci sa fare. E degli altri”?

“Solo vaghe informazioni, ma nulla di concreto veramente” continuò Hikari “Tuttavia, la loro nave per quanto piccola e ridotta male riesce sempre a sfuggire a tutti gli inseguimenti che la Marina tenta di fargli, riuscendo a controllare egregiamente il timone. Ciò fa pensare che abbiano a bordo un navigatore di grande talento, tanto da poter sfruttare le varie correnti e superare anche i passaggi più insidiosi”.

“Grandioso!” ridacchiò soddisfatto Shanks “Rufy ha sempre avuto un talento innato per riconoscere le persone di valore, è una sua dote”.

“E non ti ho ancora detto che dalle ultime informazioni pare che si sia aggiunto un nuovo elemento, da poco” riprese Hikari che ormai aveva lasciato da parte la tensione iniziale cominciando a respirare un’aria più rilassata che quella conversazione aveva portato con sé – cominciava a pensare che questo ragazzino di gomma avesse seriamente dei poteri particolari!

“L’ultima arrivata è una ricercata dal Governo Mondiale dall’età di otto anni”.

“Per essere ricercata da così piccola è una figlia di pirata?” domandò incuriosito il Rosso.

“No, non c’entra nulla quella legge assurda” rispose Hikari.

Ancora non capiva come potesse essere stata approvata anni fa una legge del genere. Trovava assurdo come dei bambini, che non avevano commesso alcun peccato, fossero condannati a morte solo per la discendenza dalla quale provenivano. Era la massima manifestazione di quanto orribile fosse quel Governo Mondiale che tanto desiderava ergersi a difensore di una giustizia che di corretto non aveva proprio nulla.

La cosa che aveva raggelato maggiormente il sangue nelle vene alla giovane donna era la consapevolezza che moltissime persone credevano sensata quella legge e cooperavano con le forze dell’ordine alla cattura e all’uccisione di quei poveri innocenti.

Scosse il capo, profondamente nauseata da tanto insensato accanimento.

“No, si tratta dell’ultima nativa di Ohara, porta con sé la conoscenza di quella terra” spiegò infine Hikari.

La donna osservò Shanks scuotere il capo, desolato. Conosceva anche lui la storia di quell’isola, cancellata in pochi minuti dal Governo Mondiale come se nulla fosse dalle cartine geografiche solo perché stavano riportando alla luce la verità sulla storia perduta e di cui chi governava aveva solo interesse a tenerla celata – annientandola.

Era stato l’ennesimo atto d’abominio compiuto alle spese di poveri innocenti.

“Ah, ora è tutto chiaro ecco perché...”

Non completò la frase. Un sonoro tonfo annunciò lo sfondamento della porta ed entrambi balzarono in piedi sorpresi.




- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti... -


A wiiiiii! *w*
Salve signore! ^^ Siamo tornate! *Si defenestrano tutti quanti*
Ce l'abbiamo fatta ad aggiornare! Quasi stento a crederci... Periodo terribile quanto ad impegni... Sigh. u_u
In ogni caso, parlando di cose serie, questo è un capitolo che prepara il seminato per i prossimi, che saranno tutt'altro che tranquilli.
Sì, questa calma piatta, ove tutti vanno più o meno d'accordo, sta per finire. :p Ne vedrete delle belle! Rileggendolo, meno male che non abbiamo stoppato a questo la fic, perchè diversamente ci avreste uccise! xD

Ma passiamo alle recensioni, caVissime! **



- Angolino di Beatrix -

@Red Queen: ciao caVa! **
La storia dello SQUEEE mi ha fatto sbarellare dal ridere! xD Ti giuro, stavo morendo quando ho letto - e poi riletto - la cosa! In ogni caso, hai l'attenuante che è permesso il fangirlismo acuto. E, sì, me l'aspettavo una reazione del genere *Soccorre i neuroni cotti di Red Queen*. xD
Ma che odio e odio... A me sta cosa fa sbellicare. E poi adoro questo tipo di commenti, fare caciara e tutto il resto. Ti confesso che mi siete mancate! xD
Effettivamente non si può negare che Ace sia un genio della sicurezza, eh? Penso che, davvero, se lo siano chiesti tutti nella fic: Shanks, Smoker, Hikari, Ben... Non appare qui, ma Marco di sicuro! xD
Sì, confermo che il sadismo è stato involontario, riguardo al sigaro. E forse ciò farebbe ancora di più incazzare Smoker, perchè probabilmente Ace non ci è manco arrivato... A lui non servono fiamme artificiali di ogni genere. xD
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione!
Un bacio! ^^

@Maya: ciao tesoVo! **
E' sempre bello rileggerti! Vedi, in quei giorni ero in periodo Led Zeppelin. xD Mi fa piacere sapere che comunichiamo telepaticamente, senza saperlo, per giunta. xD
Shanks in versione Grande Fratello è DAVVERO inquietante, me ne rendo conto. O_O Soprattutto conoscendo la storia... E non me lo vedo, poarello. Anche se un briciolo di sadismo ce l'ha e potrei anche pensarci ad un delirio a tema. xD
Passando a cose un po' meno demenziali, come ho detto alla Ale, la promessa dei due fratelli è una delle cose che ho più adorato nell'opera. Subito non si riesce ad evincerne il vero significato, ma andando avanti con la storia e scoprendo anche la ciurma di Newgate, Imperatori, Ammiragli... Sì, ci sta. E' una cosa molto particolare e onorevole. Quando Oda mi mette ste cose, vado in brodo di giuggiole. **
Spero tu aggiornerai presto. Purtroppo non so se riesco a recensire, tuttavia leggere leggo. Il mio tempo è ridotto all'osso ultimamente e chiedo davvero venia a tutte quante. T_T
Alla prossima tesora! Grazie al solito per la recensione. :)
Un abbraccione mega! ^^

@Ale-chan: amoooVe. u_u
Non sono riuscita ad andare avanti e a recensire. O meglio, sono arrivata fino a quando Sayuri è nel bagno e poco dopo, ma il lavoro e il lavoro da Staffer del GDR di OP mi hanno monopolizzato le cose. Sono stata eletta a Master e se prima avevo poco tempo, ora ce ne ho ancora di meno. Mi dispiace tantissimo, non sai quanto mi senta in colpa. Se posso farmi perdonare, ti dico qui che la tua ff è meravigliosa. Sei migliorata tantissimo, complimenti. E la trama è da urlo. ** Mi sono bevuta una decina di capitoli in due sere. xD
Venendo a noi, la promessa tra Ace e Rufy è una delle cose più onorevoli e fiere che possano esistere. Per quanto sia fraterna come cosa, è molto "maschia". Cioè, non sono ragazzi che si scambiano una promessa. Sono uomini, in quel caso. Io l'ho sempre adorata quella cosa... ç_ç Ma lasciamo stare, che cado in depressione. u_u
Quanto a Smoker ed Ace, confesso che ho sempre desiderato studiarli durante la loro permanenza per più di un'ora nella stessa area. xD Secondo me verrebbero alle mani come dei bambini dell'asilo, nel giro di due secondi netti. xD
Presto succederanno molte cose, così come Tashigi tornerà alla carica. Solo un po' di pazienza, per sviluppare i rapporti tra i nostri protagonisti. ^^
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione!
Un bacio!

@Akagami95: Benvenuta! ^^
Grazie per la "trepida attesa", ne siamo davvero felici! E per avere recensito. :)
Smoker forse è quello che più vi stupirà in questa fic, per alcune scelte, pensieri e azioni. Per cui, anche se i pg sono tanti e tanti gli intrecci, stay tuned. xD
Un bacio e alla prossima!

@Sachi Mitsuki: ciao caVa! **
Siamo tornate! ^^ *Sachi si suicida* xD
Finalmente la storia riparte e per un bel po' di tempo andrà spedita, al solito - impegni miei permettendo, ma in ogni caso si tratterà al massimo di un giorno di ritardo. O, più verosimilmente, l'up delle risposte in settimana. I capitoli sono pronti, per cui... ^^
Al prossimo capitolo! Un bacio!

@Akemichan: ciao tesoVa! ^^
Mi sa che sei in pieno periodo esami... Coraggio! Da laureata, sono vicina a tutti quelli che studiano... So bene cosa significhi. u_u
Venendo al capitolo, sì, sicuramente Rufy non avrebbe neanche pensato al trucco dell'agalmatolite, semplicemente perchè Rufy in quei momenti non pensa. xD Si sarebbe gettato di peso contro al Commodoro, cartellandolo, oppure sputacchiandogli - di nuovo - il pranzo in faccia. Non sia mai! xD
Smoker... A periodi stravedo per lui. Non so, vado in fissa. E di lui mi ha sempre catturato il suo mettere in gioco le cose, mascherandolo col suo carattere burbero. Farà strada - o per lo meno lo spero. Lo vedrei bene a Raftel, nello scontro finale. Ma contro la Marina, anche se non credo mai diserterà. u_u
Grazie per i complimenti e per la rece, cara!
Alla prossima e un abbraccio!

@Tre 88:
E siamo ritornate! ^^
Ace catalizza sempre l'attenzione di noilatre, è inutile negarlo... Spero lo apprezzerai tanto, davvero! Come apprezzerai tutto il teatrino di fazioni promiscue... :)
Un bacio e alla prossima!
Grazie per la recensione!

@Hutergiada: ciao cara! ^^
Alla fine si riprende con la fic. :) Ce l'abbiamo fatta a postare in tempo - sono sollevata! Abbiamo un casino di impegni tra lavoro, università, varie ed eventuali.
Credevi davvero che Smoker ed Ace potessero avere un confronto civile? xD Non ci credono neanche loro! xD Non poteva che finire a cazzotti: ma forse è proprio per questo che ci piacciono così tanto. xD
Questo capitolo che hai letto è volto a preparare il seminato per aprire le danze... Se ti piace l'azione, vedrai il prossimo! ^^
Un bacio e grazie per la recensione!
Al prossimo capitolo! ^^



- Angolino di Yuki -

@Red Queen: Ciao caVissima **
Rieccoci qui dopo la pausa estiva - voglio tornare a dormire fino a tardi ç_ç
Ma certo che puoi lasciarti andare ai vaneggiamenti da fangirls! Oda, creando certi personaggi, ha implicitamente autorizzato tutto ciò, quindi non preoccuparti che noi non abbiamo alcuna intenzione di fermarti.
Anzi, ti capiamo e comprendiamo più che bene - sono la prima a dover recuperare il catino per non sporcare in giro xD
Comunque, tralasciando il fatto che Ace non si sappia bene come ha fatto ad arrivare vivo fino ai 20 anni - sì, nonostante mi pianga il cuore ancora a distanza di mesi, sono più che conscia del fatto che questo benedetto ragazzo si metta in situazione pericolose da solo ç_ç - ti confermo che il sadismo di Ace non era involontario.
Anzi, il ragazzo voleva proprio torturarlo Smoker - sono nemici u_u
Un bacio :*
A presto!

@Maya: Tesora, mia, rieccoci qui **
Come ti avevo anticipata, oggi siamo tornate a postare *Yuki lancia i coriandoli in giro per casa ignorando il fatto che dopo debba pulire*
Ho notato nella risposta per Bea che adori anche tu 1984 ** E' uno dei miei libri preferiti, una di quelle rare letture che mi avevano dato a scuola e che non erano una noia mortale ma una dolce scoperta!
E Shanks che fa la parte di quello che tiene tutto e tutti sotto controllo mi ha fatto scompisciare dal ridere - me lo sono immaginato in una stanzetta buia, con mille monitor e lui che li squadra uno ad uno.
Ok, sto delirando, quindi vedo di concludere in fretta - altrimenti la pazia dilaga xD
Quando a msn, ora nemmeno io riesco a connettermi molto - anche perché il mio pc sta tirando le cuoia, poraccio xD Quindi è già tanto che mi faccia fare due cosine e non mi sembra il caso di mettergli troppo lavoro sulle spalle - che si stanca.
Comunque, qualche volta siamo riuscite a sentirci e riusciremo ancora a sentirci sicuramente ** infondo dobbiamo ancora andare a mangiare il sushi insieme anche a Marta-chan **
Un abbraccio
A presto ^^

@KH4: Aleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee *Yuki salta letteralmente addosso ad Ale*
Mi sento terribilmente in colpa per non averti più risposto alla mail, ma purtroppo ho la casella postale che non va e il tecnico è appena tornato - e mi ha comunicato che dato il lavoro accumulato, sarà a mia disposizione tra un bel po' ._.
Quindi, appena torno in possesso di una casella funzionante, torno ad assillarti xD
Cercando di essere serie...
Hai ragione, non sono tanto disposta a cedere Ace facilmente u_u Mi batterò fino alla fine e anche per Law farei lo stesso - ma poi arriverebbe Kanda e basta, non c'è storia, lui è l'amore della mia vita *occhi a cuoricino*
E visti gli scarsi risultati nel tenere torni seri, devo provare a impegnarmi di più xD
Ovviamente il dialogo tra Ace e Smoker non poteva essere reso calmo e civile, i due fanno parte di schieramenti eternamente in guerra e per quanto possano portare rispetto l'uno per l'altro, rimane quello dovuto a un nemico. Sappiamo bene che tipo è Ace, farebbe di tutto per ottenere quello che vuole e questo lo porta ad azioni sconsiderate e a bloccare i ragionamenti del suo cervello per agire d'istinto xD
E per quanto questo suo atteggiamento lo metta spesso nei guai, a noi piace così e non lo cambieremmo mai *ç*
Per quanto riguarda i tuoi ragionamenti sugli svilluppi futuri, preferisco non anticiparti nulla u_u
Dove starebbe il divertimento? xD - me sadica -
Un abbraccio caVissima **
A prestissimo ><
Spero che mi rimettano la mail a posto in fretta ><

@Akagami95: Ciao ^^
L'idea del ricatto con i sigari è plausibile - il povero Smoker è uno che se ne fuma tre in una volta, quindi figuriamoci non averne nemmeno uno per giorni xD
Ah, l'astinenza fa fare di tutto xD
Spero che tu sia sopravvissuta ^^
Un abbraccio
A presto!

@Sachi Mitsuki: Ciao, caVa ^^
Rieccoci qui, pronte a darti una scusa per lasciare da parte i compiti e metterti a leggere un'altro capitolo xD
Per non trascurare troppo la scuola che dopo mi sento in colpa, eh xDDD
Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che anche i prossimi non ti deludano **
Un bacio
A presto **

@Akemichan: Rieccoci **
Tralasciando il periodo d'esame - oddio, voglio un'altra vacanza, non voglio tornare all'uni ç_ç - che è un brutto pensiero, ti dico subito che non c'è nulla di male a far la pignola. Infondo fai una recensione, se non la fai te, chi dovrebbe farla? XD
Per quanto riguarda il mantenimento dell'IC, sono molto contenta che risalti anche da questa scena. E' una cosa a cui sia io sia Bea teniamo molto e fa sempre piacere sapere di essere riuscite a tener fede ai personaggi creati da Oda.
Comunque, Ace anche se probabilmente più pacadi di Rufy in certe condizioni, è senza dubbio una testa calda che si lascia andare e combina guai nello stesso modo del fratellino - questi due sono dei disgraziati xDDD
Un abbraccio
A presto ^^

@Tre88: Ciao ^^
Bhè, Ace è un gran bel personaggio e noi tutte lo amiamo molto *ç* Anche Zoro è un personaggio che mi è sempre piaciuto - diciamo che all'inizio della storia era quello che preferito, ma poi è arrivato Ace e... è stato degradato xD
I complimenti sulla resa della scena vanno a Bea, è lei quella brava in queste parti! E' fantastica **
Alla prossima ^^

@Huntergiada: Eccoci di nuovi qui **
Ah, sono proprio contenta che l'ultimo capitolo prima della pausa estiva sia piaciuto, almeno vi abbiamo lasciati soddisfatti per ritrovarci qui a vedere come prosegue la storia sul Vento dell'Est - che se potesse parlare, griderebbe aiuto xD
Ebbene sì, Ace si è finalmente reso conto che c'è qualcosa che non torna e quindi, come ci si aspetta da lui, è disposto a tutto per ottenere qualche risposta u_u
E' decisamente una testa calda, ma noi lo amiamo per questo suo modo d'essere *ççç*
Il dialogo tra Smoker e Ace non è stato dei più tranquilli, ma poteva andare peggio - infondo, se fossero stati in forze tutti e due, la povera nave sarebbe andata distrutta e tutti sarebbero annegati in mezzo all'oceano xD
Un bacio
Alla prossima **




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 28
*** Duplice confronto ***


CAPITOLO 28: DUPLICE CONFRONTO.
(Chapter Soundtrack: Seek and Destroy - Metallica)




Ace era furibondo: non soltanto si era preso delle grosse mazzate dal Marine, che tra l’altro pareva avesse parlato quasi per pena nei suoi confronti, ma Shanks gli aveva mentito.

O meglio, aveva abilmente celato delle informazioni fondamentali, semplicemente omettendole.

Al moro il tutto suonava come un muto complotto verso il suo capitano e ciò non lo tollerava: un fremito di rabbia gli percosse il corpo, andandosi a sommare alla personale frustrazione per il fatto di essere ancora a corto dei suoi amati poteri.

In un attimo, scattò per i corridoi verso il piano superiore, correndo come un forsennato, fino ad arrivare innanzi alla stanza del Rosso: anche se non era certo di ritrovarlo lì dentro, sfondò letteralmente la porta con un calcio ed entrò con tutta la foga possibile ed immaginabile.

Shanks, che in quel momento era seduto di fronte ad Hikari, balzò in piedi con aria stupefatta, e la stessa azione fu meccanicamente compiuta dalla donna, che era rivolta con la schiena alla porta.

In un lasso di tempo che parve una sciocchezza, il Rosso si ritrovò spalle al muro, colpito da un sonoro pugno allo zigomo: sbatté violentemente la testa contro le assi di legno, e si accasciò al suolo.

Hikari esaltava un pallore del volto degno di un moribondo, e, con gli occhi sgranati, portò lentamente le mani alla bocca, faticando a credere i fatti che, come un film dell’orrore, stavano scorrendo innanzi alle sue pupille.

“Ace…” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare, con la lingua annodata dallo stupore e un forte batticuore.

“E’ giunto il momento che tu mi dica la verità” sibilò freddamente in direzione dell’uomo, il quale, con una mano sulla guancia, si stava rialzando.

Un rivolo di sangue scese dalle sue labbra, esaltando ancor di più i suoi capelli scarlatti e il suo sguardo agghiacciante. Hikari, appoggiata con una mano alla poltrona dove, giorni prima, Ace stava comodamente seduto a discutere col Rosso, continuava a pensare alla marea di conseguenze che quel gesto efferato avrebbe portato sul Vento dell’Est.

Soprattutto pareva che Ace avesse scoperto la verità, vista la sua ira manifesta.


“Non capisco dove tu voglia arrivare Ace” rispose Shanks, rimettendosi in posizione eretta e asciugandosi il sangue con il bordo della manica della sua camicia bianca.

Il mantello gli era caduto e la fine greca di metallo, che univa i due capi, si era spezzata a causa di quel colpo che ben manifestava l’intensità delle emozioni del giovane.

“SMETTILA CON QUESTA FARSA!” ululò al limite della sopportazione, sbattendo il pugno sul tavolino di legno, non rompendolo per poco.

In quella stanza si stava letteralmente respirando fuoco: la temperatura era salita notevolmente ed Hikari, dal canto suo, sapeva che da lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno.

“Ace, calmati, ti pr-” ma il moro le aveva lanciato uno sguardo granitico, colmo di risentimento: “Con te faccio i conti dopo”!

“Hey”.

Shanks aveva fatto un paio di passi avanti, mettendo l’unica mano rimastagli sull’elsa della sua spada: “Non ti permetto di rivolgerti a lei in quella maniera”.

Hikari sbiancò più di quanto ancora fosse possibile, ma sentì, nello stesso momento, le guance infiammarsi per l’inaspettata presa di parte.

“Ma sentilo… Tu puoi farle del male, mentre io non posso neanche rivolgergli una frase di ammonimento”?!

“Ace, smettila, per l’amor del cielo!” aveva esclamato la donna, interponendosi tra lui e il Rosso, le spalle a quest’ultimo e mettendogli una mano sul suo braccio sinistro. “Ti prego, parliamone con calma”.

“Taci” fu l’unica sua, asciutta, risposta.

“E’ tutto inutile” proferì con un tono cavernoso Shanks, il quale teneva il suo sguardo fisso sul viso del ragazzo “Lascia perdere, Hikari. E’ arrivato il momento di risolvere questa faccenda”.

“Ma…”

I due si stavano guardando con astio e il Rosso aveva dipinto sul volto il suo caratteristico sguardo capace di tenere alla larga anche i mostri marini.

Un lungo brivido le percorse il corpo in tutta la sua totalità: come facesse Ace a resistere, impassibile, a quello sguardo, proprio non se lo spiegava.

“Vedo che hai deciso di vuotare il sacco, Rosso”.

“Andiamo fuori, sul ponte” concluse Shanks, prima di passargli accanto e aprire la porta.

Il giovane lo seguì senza emettere neanche un suono.



Nei pochi secondi che Hikari rimase da sola nella stanza, una cascata di pensieri le stava scorrendo nel cervello: avrebbero combattuto? Shanks ed Ace avrebbero combattuto sul ponte?

E se Ace fosse riuscito a sconfiggere Shanks?

- No – pensò guardandosi attorno con aria desolata, ma allo stesso tempo sollevata – E’ pressoché impossibile che Ace possa battere Shanks, a maggior ragione senza poteri.

E, anche nell’eventualità di averceli, era lo stesso impensabile che Shanks il Rosso, uno dei Quattro Imperatori del Nuovo Mondo, potesse cadere in combattimento contro un pirata, seppur di un certo livello, come Ace.

Il suo haki l’avrebbe tenuto incollato al pavimento, con l’incapacità di muoversi e le avrebbe prese di santa ragione.

Si sorprese a pensare quello che, in quel momento, le venne in mente: ovvero che Shanks non se lo meritava. I suoi sentimenti di risentimento verso il Rosso si erano solamente affievoliti di una nota, ma provava ancora parecchia rabbia verso di lui.

Ciò nonostante, in tutta quella faccenda, Shanks non si meritava un pugno in faccia, non si meritava quel comportamento da parte del giovane: non era stato obbligato a farsi tutti quei problemi, ma aveva accettato comunque di prendersi a cuore il destino di Ace. E non era mosso solo dal desiderio di evitare una guerra.

Shanks era un uomo buono, non era un mostro privo di sentimenti e sapeva che considerava Ace pressoché un alleato, vuoi perché gli stava simpatico, vuoi perché era il fratello maggiore di Rufy.

Si morse un labbro: l’unica cosa che potesse fare era raggruppare la ciurma sul ponte. In particolare, correre come una furia a chiamare Ben, l’unico che forse avrebbe potuto farli ragionare a mente lucida, o per lo meno, evitare che Shanks ammazzasse Ace.

Il che non era così impensabile: non l’avrebbe sicuramente ucciso, ma quell’affronto a viso aperto, quel pugno… Shanks non gliel’avrebbe fatta passare liscia.

Era un uomo buono, ma anche parecchio permaloso: un pugno in faccia non fa piacere a nessuno, ma a lui, la cosa che gli aveva fatto male e che l’aveva fatto infuriare – questo lo credeva certo – non era tanto il dolore, ma il gesto in sé.

Una spiccata mancanza di rispetto verso di lui.


Lasciò la stanza come un fulmine e si diresse verso il salone: li avrebbe trovati sicuramente lì, gli altri. Il corridoio che dal piano inferiore portava al ponte, non lambiva la sala da pranzo e quindi difficilmente Shanks ed Ace avrebbero potuto essere visti.

Hikari irruppe nella sala con il fiatone, il volto arrossato per la corsa e per l’agitazione: il pallore l’aveva abbandonata ora, ma la sua espressione tirata e il suo affanno venne notato subito dalla ciurma del Vento dell’Est che, in quel momento, era impegnata per le attività ludiche del post pranzo.

“Che succede stella?” fu il commento a metà tra il divertito e il preoccupato di Lucky che, guardandola arrivare come un’aquila, aveva addirittura posato sul tavolo il cosciotto.

“Un casino…” rispose, mettendo le mani sulle ginocchia e prendendo fiato. Ben Beckman s’alzò di scatto in piedi: “Dov’è Shanks”?

Gli occhi violetto di Hikari andarono ad incontrare quelli blu e colmi di preoccupazione del vicecapitano: “Ace ha scoperto, molto probabilmente, la verità. Non chiedetemi come, ma è infuriato e ha menato un pugno in faccia a Shanks” disse, facendo trasalire tutta la ciurma, che impallidì all’istante “Ed ora sono saliti sul ponte”.

“Ma quel moccioso vuol fasi ammazzare?” inveì caustico Ben, spegnendo la sigaretta nel posacenere “Ragazzi, tutti sul ponte, presto”!

La ciurma si alzò composta, lasciando qualsiasi cosa non strettamente necessaria sui tavoli.

“Ah, niente armi” aggiunse il vice, prendendo Hikari per un braccio “Forza, sali con me. Se c’è una persona a cui Ace da retta sei sicuramente tu”.

“Non crederci molto…” bofonchiò la donna “Ce l’ha anche con me”.

Ben stette a guardarla per un paio di secondi, occhi nei suoi. “Che idiota...” rispose asciutto poco dopo, avviandosi con lei sul ponte.



L’azzurro del cielo era stato coperto da una coltre spessa di nuvoloni grigi e minacciosi: un’atmosfera che calzava a pennello con l’inferno che presto si sarebbe scatenato sul Vento dell’Est.

Shanks era ritto innanzi agi scalini che davano verso prua, dando le spalle a questi ultimi. Ace era a qualche metro di distanza da lui, cappello abbassato sui suoi occhi e braccia lungo i fianchi.

Silenziosamente la ciurma del Rosso si era sparpagliata sul ponte, sul lato che dava verso la sala da pranzo: non si sentiva volare una mosca e l’aria era sferzata da forti raffiche di vento.

Hikari aveva gli occhi incollati su Shanks e su ciò che intendesse fare: aveva una paura terribile per Ace, e in quel momento stringeva convulsamente il braccio di Ben.


“Allora, voglio sentirtelo dire a voce alta” incominciò a parlare Ace, con un tono di voce abbastanza alto che tutti potessero sentire.

- Quel ragazzo cerca davvero la morte – pensò nuovamente Ben, e lo stesso pensiero s’insinuava nella mente di tutti gli uomini del Rosso.

“Avanti!” lo esortò una seconda volta.

Lucky e Yassop avevano le mani in faccia: speravano, nel più profondo del cuore, che Shanks mantenesse la calma e non gli staccasse la testa all’istante. Assomigliava dannatamente a quel Vecchiaccio dai baffi a mezzaluna!
 
Erano giorni di pura tensione e lui ne aveva respirata fin troppa: prima Hikari, poi la questione del Governo Mondiale, poi Smoker. Insomma, era troppo per chiunque.

Shanks continuava a guardarlo con sguardo severo e contrariato, finché, tra le raffiche di vento, proferì parole che parvero quasi un sussurro, portate via dal peggiorarsi delle condizioni meteorologiche: “Sì, ti ho mentito”.

In un lampo Ace era di nuovo addosso al Rosso, stavolta però sfoderando il pugnale. Faceva sul serio.

Hikari aveva appena cercato di fiondarsi su Ace per tentare di fermare la sua offensiva, ma il braccio forte di Ben l’aveva strattonata e fermata: “VUOI FARTI AMMAZZARE”?!

La donna non si girò neanche verso il suo interlocutore, tenendo gli occhi puntati sulla figura di Shanks che scansava abilmente gli attacchi di Pugno di Fuoco.


“Cosa pensi di poter fare senza poteri!” disse Shanks sfoderando la spada e allontanando il pugnale dalle mani di Ace.

Di nuovo quella frase di scherno che lo stesso Smoker gli aveva rifilato sottocoperta: “ADESSO BASTA CON QUESTA STORIA! MI AVETE STANCATO!” urlò il giovane caricando un pugno diretto nuovamente al viso di Shanks, ma il Rosso se ne avvide e in tempo zero, con la massima foga, scaraventò il moro contro le assi di legno grazie ad una terribile sferzata del suo haki.

Hikari aveva le mani nei capelli: Ace aveva battuto violentemente la testa contro il legno e sanguinava copiosamente. Vide l’uomo avvicinarsi a lui e fermarsi a pochi metri.

“Hai parlato al plurale prima. A chi ti riferivi”?

Al Rosso nulla passava inosservato. Ace tirò su la testa quel poco che poteva, a causa delle forti fitte che gli stavano attraversando il cervello, accompagnate da forti giramenti.

“Smoker” rispose, con la vista che gli si annebbiava a tratti.

La donna in quel momento fu percorsa da un fremito di rabbia: perché?! Per qual motivo Smoker aveva svuotato il sacco! Ci era sicuramente arrivato, lui aveva un’intelligenza sopra la media in tema di strategie – oltre al fatto di essere un militare. Però non capiva il perché di quel gesto avventato. Perché gliel’aveva detto?

Si morse un labbro: l’aveva sicuramente fatto per creare scompiglio. Non ci voleva poco a capire che una notizia del genere avrebbe lasciato un profondo solco nella coscienza di Pugno di Fuoco. Si sarebbe messo sulla rotta della Moby Dick e sarebbe andato di corsa ad avvertire Newgate, ignorando gli ordini del Rosso e quelli della cognizione del caso, provocando quello che sia la pirateria, sia i rivoluzionari volevano evitare.

Posò di nuovo gli occhi sulla figura sanguinante di Ace: un altro fremito di rabbia le percorse il corpo, additando come unico colpevole della faccenda Smoker. Gliel’avrebbe senz’altro fatta pagare.


“Ma proprio non capisci?!” aveva esclamato quasi con esasperazione Shanks “Quello che noi stiamo evitando è proprio il fatto che Barbabianca venga a sapere gli intenti del Governo”!

Il moro non riusciva a capire. Si alzò e, prima di lanciarsi di nuovo all’attacco, ululò verso Shanks che poteva benissimo spiegargli la faccenda, anziché mentirgli in quel modo, aggiungendo che non poteva lasciare da solo il suo capitano essendo a conoscenza delle ragioni del Governo Mondiale.

Il Rosso schivò con estrema facilità l’attacco, ma si stava spazientendo parecchio: Ace non stava ragionando in maniera lucida. Stava agendo con stupidità, anziché usare il sale in zucca, spinto dalla lealtà nei confronti di Barbabianca.

Era ammirevole il suo coraggio, ma era un comportamento veramente idiota quello che stava mantenendo, che non giovava a nessuno, in primis a lui stesso.

Shanks riusò l’haki, ma questa volta in successione: Ace crollò a terra, con la testa che gli girava, lo stomaco che si ritorceva e cominciava a vedere oscurarsi l’ambiente attorno a sé.

Oltretutto si sentiva letteralmente soffocare.

Hikari non riuscì a stare nei ranghi: vedere Ace ridotto in quello stato era più di una tortura.

“BASTA!” gridò in direzione di Shanks, il quale sollevò i suoi occhi verdi nei suoi, facendole diventare le ossa liquide. Ma Hikari si era ripromessa di non farsi intimorire da lui. Vedeva che Ace stava cambiando colore: non riusciva a respirare e annaspava faticosamente.

“Basta Shanks, ti prego” gli disse, mentre s’inginocchiava accanto al giovane e gli mise un braccio attorno alla vita, cercando di riportarlo in posizione eretta. Il moro emise un rantolo e si girò a guardarla, il sangue che gli usciva dal naso: “La stessa cosa vale anche per te…” aveva bofonchiato, cercando di non perdere i sensi, ma vedeva il volto di Hikari farsi sempre più sfocato.

Shanks alzò gli occhi al cielo, mantenendo vivo però il suo haki: Hikari aveva appena caricato il suo, ma non sarebbe riuscita a mantenere la resistenza se il Rosso avesse forzato la mano.

Ben, pochi passi più in là, era già alla terza sigaretta.

“Ace, Shanks ha ragione! Come fai a non capire la situazione!” gli aveva urlato, mollandogli un ceffone in faccia per evitare che perdesse i sensi. Il ragazzo si riprese quel poco da poter pigiare la mano sulla sua spalla e spingerla lontano da sé: “Vattene, lasciami stare… Continuate a ripetermi” e ansimava “Questa storia inutile. E’ bastata già la lezione” e tossì violentemente “di strategia politica fornitami dal fumoso là sotto”.

A tutti parve più logica la questione.

Ace successivamente perse i sensi e svenne addosso alla donna. Shanks guardava muto la scena, mordendosi un labbro: non voleva fare del male ad Ace, non ci teneva proprio. Ed ora aveva tra le mani una grossa patata bollente da sistemare.

Hikari nel frattempo si era alzata in piedi, accomodando Ace sul ponte, e si era girata verso la ciurma, ancora allibita.

A Ben balenò un lampo negli occhi: “Non farlo…”, ma la donna si era già messa a correre come un fulmine verso le celle, sotto lo sguardo attonito della ciurma di Shanks.

“Non fai nulla per fermarla?” domandò Ben al suo capitano, che aveva recuperato il pugnale di Ace e glielo stava riponendo nella fondina.

“No. Lasciala fare”.


Era scesa a gran velocità e aveva fatto un’entrata in infermeria degna di quella di Ace nella camera del Rosso: subito Smoker era balzato in piedi, ben sapendo cosa avesse portato la donna a fargli visita.

“SARAI CONTENTO!” esclamò lei, mettendogli le mani addosso e scaraventandolo contro il muro. Smoker si trasformò immediatamente in fumo, ma lei non fece neanche una mossa per impedirglielo.

Il suo piede aveva urtato un qualcosa che giaceva sul tappeto: una piccola siringa con uno strano liquido di un blu che tendeva al verde.

- Cosa ci fa qui? – domandò a sé stessa, cercando di mantenersi imperturbabile e riportando lo sguardo sulle spire che Smoker aveva disegnato attorno al suo corpo.

- Ace… - ragionò con ovvietà. Il Commodoro pareva non averla vista o notata.
 
“Contento di cosa?” sibilò freddamente l’uomo, ricomponendosi fino al busto: era proprio questo ricomporsi a pezzi che inquietava parecchio Hikari.

“Ace ha combinato un pandemonio di sopra. Perché hai snocciolato tutte quelle cose?!” parlò alzando il tono di voce. Non poteva, non doveva mandare tutto all’aria.

Smoker la guardò con aria compiaciuta: “Sono un Marine. I pirati sono i miei nemici e sono le mie prede” prese pausa ricomponendosi del tutto. Il torace presentava ancora il livido violaceo, ma pareva che l’uomo ormai riuscisse a respirare senza problemi.

“Tu mi chiedi perché l’ho fatto? Semplicemente perché serviva a mettervi l’uno contro l’altro” e proseguì, infierendo “E’ curioso vedere come cadete nel panico quando qualcuno tradisce la vostra fiducia. E’ strano, soprattutto per una spia” e calcò bene la parola “Che la fiducia non sa neanche dove sta di casa”!

In quel momento Hikari provò il profondo desiderio di ficcargli l’ago della siringa nel petto.

Rischiava seriamente di mandare tutto a monte!

“Non ti permetterò” e misurò la voce, che tremava dal nervoso “Di rovinare le cose, Smoker. Le nostre fatiche non saranno vane, te lo garantisco. E non sarà uno come te a buttare all'aria i nostri progetti”.

Il Commodoro ghignò: “Ace verrà catturato. Lo sai meglio di me. Prima o poi la guerra scoppierà e, come ho già detto al Rosso, l’avete solamente rinviata. Il vostro lavoro in merito è inutile” fece una piccola pausa e si avvicinò alla donna “La tua presenza qui è inutile, perché non puoi fare nulla. Ace sarà furioso” e lo sapeva che la cosa che preoccupava di più Shanks e gli altri era che il moro andasse dritto e filato da Barbabianca “E non ci metterà molto a prendere e partire per avvisare il suo capitano. Sarà guerra. E tutta la fatica che avrai fatto, che avrete fatto, sarà stata totalmente inutile”.

Il cuore di Hikari batteva all’impazzata: la ripetizione enfatica di una parola, nella fattispecie ‘inutile’, le aveva rimandato la mente a quei poveri Marines che era stata costretta ad ammazzare per sfuggire al Governo.

Erano morti dei ragazzi giovani, pieni di speranza. E, cosa peggiore, la responsabile della loro morte era stata lei stessa.

Non poteva essere tutto inutile. Non avrebbe retto gli incubi notturni, raffiguranti quei giovani che le gridavano ‘assassina!’, con la consapevolezza di essersi macchiata le mani di sangue per nulla.

Un moto di rabbia la pervase: aveva una voglia terribile di cancellarlo davanti ai propri occhi, aveva voglia di fargli del male, molto male e quelle voci, come nei sogni, la stavano accusando, martellandole il cervello.

Abbassò lo sguardo ai suoi piedi: la siringa era ancora lì, tremendamente invitante.

Nello stesso istante, il Commodoro abbassò gli occhi nell’identica direzione della donna: vide quell’arma malefica e si trasformò in un batter d’occhio in fumo, capendone l’intento.

Hikari non ci pensò due volte ad usare l’haki, facendogli riassumere la forma normale: si chinò in un lampo, mentre Smoker era stato colpito da una sferzata di una certa entità, raccolse la siringa e balzò in avanti, levando il cappuccio e conficcandone l’ago nel torace. Il tutto ad una velocità ed agilità spaventose.

Ciò che vide il Marine prima di ricadere a terra, in ginocchio, fu la stanza oscurarsi e un insistente bombardamento sonoro tra le tempie: appoggiò una mano in avanti, accasciandosi sul tappeto e ritrovandosi le caviglie della donna a lato.

“Stai lontano da Ace” queste furono le parole che riuscì ancora ad udire, prima che un mondo di tenebra lo inghiottisse in maniera vorace e feroce.



- TO BE CONTINUED -






- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Benritrovate! ^^
Capitolo... Lunghissimo. O_O Insieme ad uno di Yuki - non mi ricordo quale - questo è il più lungo di tutta la storia, se non dico castronerie... Inevitabilmente lungo, visto che assolutamente non si poteva tagliare... Avrebbe rovinato tutto quanto. u_u
Allora, chi ci ha preso? Nel senso, chi ha puntato su Ace che sfonda la porta dell'ufficio di Shanks? xD Dai, era facile e prevedibile alla fine. Tuttavia, cielo, quanto mi sono divertita a scrivere questo capitolo! Ero esattamente sulla veranda dell'albergo di Mykonos, l'anno scorso,  con una lieve brezza notturna a farmi venire la pelle d'oca, su un tavolino rotondo di legno e sotto ad un pergolato di Buganville. Come sono romantica... xD
Bene.. A voi la parola! ^^

Ma prima, passiamo al solito angolino delle risposte! ^^



- Angolino di Beatrix -


@Akagami95: ciao caVa! ^^
Penso che in pochi siano così malati da immaginarsi Dragon che si abbuffa come Garp, Rufy o Ace. xD Ma c’è sempre una prima volta per tutti! Dallo scorso capitolo pare sia uscito il toto scommesse su chi abbia sfondato la porta dello studio di Shanks… Mi piace sta cosa! xD
Grazie per la recensione! Alla prossima! ^^

@Maya: amoVe! **
Penso che un po’ tutti desiderino vedere ballare Hikari sul tavolo. E lo farebbe eh? Solo che poi Shanks li ammazzerebbe uno ad uno, perché volerebbero commenti troppo… Maschili. xD
Yez, yez, capitolo di Yuki. :) Hai ancora occhio. Ti rispondo subito alla domanda su Ace: no, non si sa ancora. All’epoca non era ancora uscita Marineford, come neanche ID. Quindi tutte le revelescion alla beautiful non le conoscevamo – sennò le avremmo inserite molto volentieri… C’era qualcosa di strano, ma si sa che Oda è sciroccato. xD E vabbè… Spero non sia un problema. ._.
Sì, effettivamente sti ultimi capitoli finisco in un modo atroce. Io stessa mi voglio male. xD Oh, non mi consumare troppo Shanks… Ti ricordo che io ce l’ho nei giorni dispari della settimana, tranne la domenica che si fa a cambio. xD
Per la tua storia… Mi distrugge il cuore. Se riesco rimedio – non ho avuto ancora neanche il tempo di leggere il nuovo capitolo. ç_ç
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione. ^^ Un bacione!

@Red Queen: mia regina… Bentornata. ^^
Abbiamo avuto un tempismo perfetto noi tre, eh? Nel ritornare, intendo. xD
Sì, la pace è ufficialmente terminata, almeno per il momento. Anche perché chiunque – a parte Rufy credo – sfondi la porta dell’ufficio di Shanks non fa una brutta fine… Di più. Pessima! xD A chi ti riferivi per la faccenda del sigaro? xD A Yuki? Non ho letto poi le sue rece – ero troppo di fretta. Mo vado a rivederle… Conoscendola… xD
Alla prossima tesoro!
Un bacio! ^^ E grazie per la recensione. :)

@Akemichan: ciao caVa! ^^
Sono felice che tu sia riuscita a recensire nonostante gli impegni. ^^
Il merito della scena in cui Hikari s’immagina Dragon che s’ingozza come un tacchino, va a Yuki. xD Ero in apnea io stessa dal ridere, è bellissima! xD
Dragon a parte, ebbene sì: anche Shanks e Hikari sanno parlare civilmente. Fanno una fatica indicibile – un po’ come Smoker ed Ace – tuttavia possono farcela. Anche se tutto quel bel quadretto è stato subito rovinato. In ultimo, sicuramente la faccenda Rufy è servita un po’. :)
Alla prossima cara! Grazie per la recensione!
Un abbraccio. ^^

@Baka-chan: ciao Marta! xD
Ti piacciono, eh, quei due imbecilli, vero? xD Sto parlando di Lucky e Yassop… Io li ho sempre adorati. Non lo conosciamo per nulla, ma chissà perché non faccio fatica ad immaginarmeli come dei casinisti navigati. xD
Un piccolo accenno alle vicende dei Mugiwara era d’obbligo. Un po’ ne sentivamo la mancanza… ^^
Alla prossima caVa, grazie per la recensione e i complimenti!
Un abbraccio! ^^

@Huntergiada: ciao caVa! ^^
Sinceramente ci siamo sempre chieste se Shanks si documenti o meno riguardo a Rufy. Secondo me segue tutti i suoi passi, anche se non lo da molto a vedere – o meglio, Oda ce l’ha con la sottoscritta e Shanks me lo da a pillole. Sigh. T_T Ignobile senso di frustrazione!
Alla prossima tata! Grazie per la recensione!
Un abbraccio. ^^

@Ale-chan: Ale! **
Ciao tesora! Hikari c’avrà anche ragione, tuttavia è impossibile davvero rimanere seri innanzi all’immagine di Dragon che s’abbuffa come un maiale. Soprattutto se pensi che il DNA non è un’opinione. xD Magari l’idiozia “Monkey” si trasmette ogni due generazioni, tuttavia c’è sempre il gene recessivo che può venir fuori. xD Quando sarà – se sarà – amerò Oda in tutte le sue forme. u_u
Guarda, l’idea di avere le attenzioni di Shanks tutte per me, devo dire che m’alletta. Ma poi sarei considerata un caso disperato, indi per cui direi di evitare. xD
Visto? Visto che i due stanno facendo progressi? ^^ Piano piano… Alla fine sono pur sempre persone mature (come no… xD). Peggio dei bambini dell’asilo. xD
Infine, porta che vola a parte, penso che il desiderio di vedere le teste delle mummie su un piatto d’argento sia comune a tutti… Ma prima pretendo quella di Akainu. u_u
Alla prossima caVa!
Un abbraccio e grazie per la recensione! ^^

@Sachi Mitsuki: ciao!
Essì. A volte mi sento una sadica infame quando i nostri capitoli finiscono in questa maniera. xD Abbiate pietà! xD Non ammazzateci!
Alla prossima! ^^

@Tre88: ciao caVa!^^
Penso che gli altarini della famiglia Monkey sarebbero oggetto discussione per tutto il tempo necessario per finire in coma dal ridere. xD Dai, dimmi che non vorresti vederlo in simili situazioni? xD
Vedrete quante evoluzioni ed involuzioni avrà il rapporto tra Shanks e Hikari… Mai abbassare la guardia, mai! xD Tuttavia, un po’ di tranquillità non guasta mai. :) Non sono carini? xD
Alla prossima caVa!
Grazie per la recensione! ^^



- Angolino di Yuki -

@Akagami95: Ciau!
Sono contenta che l'attesa sia stata compensata da un bel capitolo! ^^
L'immagine di Dragon che si abbuffa voracemente come Rufy mi aveva fatto schiantare quando - facendo strani ragionamenti - mi ero chiesta se era un vizio di famiglia.
Quindi ho deciso di inserirla anche nella storia xDDD
Alla fine avevi indovinato chi è stato a irrompere in malo modo nell'ufficio di Shanks? **
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Maya_90: Tesora **
Guarda, pure io con il pc che fa i comodi suoi e si intasa di virus, ho avuto problemi a connettermi a msn e al sito xD
E ancora non è del tutto a posto -_- La tecnologia non semplifica la vita a volte :nono:
Yup, capitolo mio, bravissima ^^ Non hai perso l'occhio nemmeno con la pausa!
Allora, la storia era stata cominciata quando ancora si credeva che Ace fosse figlio di Dragon e non si era ancora scoperto che in realtà era il figlio di Roger.
Ecco perché qui Ace appare essere il figlio di Dragon xD
Shanks caro si fa tante seghe mentali ** Ma è adorabile proprio per questo - della serie, l'amore fa fare a tutte le età e a tutte le persone le stesse pippe mentali, indistintamente xD
L'intruso... non vorrai ammazzarmelo seriamente? Cioè, poverino ç_ç *Yuki cade in depressione al solo pensiero*
Ovviamente il sushi è d'obbligo quando siamo di nuovo tutte a milano **
Un abbraccione **
A presto!

@Red Queen: CaVissima **
Che bello ritrovarci dopo la pausa ** Sono proprio contenta!
Eh, sai cos'è? Io sono molto perfida e Bea fa finta di assecondarmi, ma anche lei si diverte molto a maltrattare i personaggi e lasciare con il fiato sospeso, quindi è ovvio che noi due messe assieme diamo vita a conclusioni così xD
Hai avuto l'intuizione giusta sull'intruso? O pensavi a qualcun'altro? Fammi sapere che sono curiosa^^
Un abbraccio ^^
Alla prossima!

@Akemichan: Ciau cara ^^
Anche te occupata con gli esami? Io ho proprio questo mese la sessione ç_ç Voglio andarmene via xD
Ovviamente, la pace era solo passeggera, una piccola parentesi prima che giungesse un primo avviso di tempesta - e di più non mi sbottono u_u
Anch'io penso che Dragon proprio serio serio come appare quelle 3 vignette in croce che ci ha mostrato Oda non possa essere. E' geneticamente impossibile dato il padre e il figlio, quindi qualcosa di strano e bizzarro per forza di deve essere u_u
Ne sono assolutamente convinta!!! Poi, come hai detto giustamente tu, si è preso Iva nella schiera, quindi tanto a posto con la testa non c'è xD
Shanks e Hikari non potevano continuare a scannarsi, anche perché di motivazioni attuali non ce ne sono e sanno entrambi che la missione viene prima di tutto il resto. Tuttavia, il fato è contro di loro... l'unica volta che parlano normalmente vengono interrotti!
Un bacio
A presto!


@MBCharcoal: Baka, non sono abituata al nuovo nick xD
Per fortuna che me lo avevi detto che lo avevi cambiato, altrimenti avrei avuto un attimo di esitazione - me profondamente baka :sisi:
Bhè, qualche accennino agli altri non si poteva non mettere, infondo sono loro i protagonisti del manga e almeno nominarli è giusto xD
Visto un po' chi ha sfondato la porta?! XD Te lo aspettavi?
Un abbraccio, baka
Alla prossima!

@Huntergiada: Ciao ^^
Ovviamente Shanks si interessa a Rufy essendo legati da una promessa che è alle fondamenta del manga stesso. Quindi mi sembrava doveroso far vedere quando il Rosso si interessi alla sua avventura.
Poi, anche se la vicenda non tratta di Rufy e gli altri, qualche accennino fa sembre bene, no? **
Un abbraccio
A presto!

@KH4: Aleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee *-*
Ti avverto che la tua mail di risposta mi è arrivata per qualche ragione in bianco ._. Non so perché, la stavo guardando prima, ma non c'è niente ._.
Non so come mai xD
Kanda è mio marito u_u Non si discute! Però... cioè, Ace, nonostante tutto, rimane il mio pg preferito di One Piece ** Non posso cederlo così facilmente, facciamo che ce lo dividiamo, ok?
La scena del pranzo mi è piaciuta molto scriverla - ridevo da sola mentre battevo a pc il capitolo xD Dragon mi sembra troppo serio per esserlo seriamente, quindi qualcosa di strano deve per forza averla - visto chi è suo padre e chi è il figlio xD Impossibile che sia normale!
Shanks, se era cotto prima, ora è messo peggio u_u Penso che effettivamente Bea vorrebbe essere al posto di Hikari - nessuno può toccarle Shanks xDDD
E ora, la poca calma che si era ristabilità, si è volatilizzata u_u Come in perfetto stile One Pice xD
Un abbraccio
Alla prossima **

@Sachi Mitsuki: Ciau **
Essì, siamo tornate ^___^
E come sempre siamo sadiche nella fine del cap xD
Questo è una di quelle che non cambieranno mai u_u
Un abbraccio **
Alla prossima!

@Tre88: Ciao ^^
Grazie mille per i complimenti sul nuovo capitolo **
La scena di Dragon che si abbuffa mi ha fatto ridere a me mentre la scrivevo, figurati xD
Chissà come andrà a finire tra Shanks e Hikari... Non dirò nulla al riguardo u_u E' un punto essenziale della storia, che non si può svelare!
Eheh, hai visto che a entrare è stato Ace? XD
Un abbraccio
Alla prossima!






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki

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Capitolo 29
*** Discussione accesa ***


CAPITOLO 29: DISCUSSIONE ACCESA.
(Chapter Soundtrack: Basket Case - Greenday)



Quando la coscienza riaffiorò dall'abisso dell'oblio avvertì immediatamente una fastidiosa morsa alla testa. La pressione sulle tempie era forte, tanto da annebbiarli i pensieri e i ricordi.

Ci mise diversi minuti prima di riuscire ad aprire agli occhi e tenerli aperti, nel mentre si accorse che i propri muscoli erano indolenziti e irrigiditi. Nonostante ciò non se ne stette fermo, anche con i crampi che si ritrovava non aveva nessuna voglia di poltrire a letto come un malato qualunque.

Si accorse di essere nella propria cabina, con tutta probabilità per tenerlo lontano da Smoker.

Con un po' di fatica si tirò su a sedere e appoggiò la schiena contro la testiera del letto. Il panno bagnato che aveva sulla fronte gli cadde sulle gambe e si accorse solo allora di una bacinella d'acqua posata sul comodino.

Nella sua mente si combattevano una fazione che gli dava dell'idiota per la reazione e l'altra che continuava a sostenere le proprie posizioni. Ma lui era fatto così, reagiva d'impulso e la sua cocciutaggine arrivava a livelli esagerati in certe situazioni, tanto da rendergli difficoltosa l'accettazione di una situazione differente da quella che si era figurato.

E ora si trovava in quelle condizioni.

Si passò una mano tra i capelli corvini, spostando i ciuffi che gli ricadevano in disordine davanti agli occhi.
Non sapeva a chi credere e cosa credere. Ce l'aveva con Shanks per avergli tenuto nascosto quel dettaglio, ma ancora di più era in collera con Hikari, perché aveva pensato che almeno di lei si sarebbe potuto fidare ciecamente.


La porta cigolò annunciandogli l'ingresso di qualcuno.

Hikari si fermò un attimo a guardarlo senza un'espressione precisa sul viso, poi richiuse la porta dietro di sé prima di ritornare a puntargli addosso i suoi profondi occhi d'ametista. Ora che la osservava meglio si rendeva conto di quanto quella superficiale tranquillità nascondesse sentimenti molto più burrascosi, che controllava giusto per evitare di distruggere l'intera nave del Rosso.

"Ti sei svegliato, eh?" cominciò avvicinandosi pacata al letto e accomodandosi sulla sedia lì accanto.

Prese il panno e li inzuppò nuovamente nell'acqua fredda. Non pensava che ce ne sarebbe stato ancora bisogno, ma aveva la necessità di fare qualcosa, altrimenti l'ira con la quale aveva affrontato il Commodoro sarebbe tornata nuovamente a colpirla. Avvertiva già i primi segnali dell'emicrania dovuta al suo haki.

Sbuffò, doveva assolutamente riprenderne l'uso appropriato al più presto.

"Come ti senti"?

"Benissimo" sibillò gelido Ace.

Quel tono gli fece guadagnare solo un'occhiata granitica con una sfumatura perplessa, che molto probabilmente implicava la tacita domanda 'ma sei scemo?'. Eppure il ragazzo proprio non ce la faceva a tenere un comportamento più educato in quella situazione, si sentiva tradito e usato per giochi politici che gli provocavano solo un moto di disgusto.

E anche sapere che era stata Hikari a impedire al Rosso di continuare con la sua lezione di chi fosse nella posizione per dare ordini e chi no, anche se era lei quella che lo aveva assistito durante la sua incoscienza, non bastava a far sbollire la sua rabbia.

"Sei proprio un ragazzino" commentò piano Hikari "Prima di esplodere in quel modo avresti-"

"Avrei cosa?" la interruppe con poco garbo il ragazzo "Venire da voi? E a quale scopo? Mi avevate già mentito una volta, lo avreste rifatto"!

La sua rabbia aumentò quando si accorse che Hikari stava facendo di tutto per trattenersi, per cercare di parlargli con pazienza come se fosse veramente un moccioso al quale bisogna spiegare più volte la stessa cosa prima di fargliela capire a pieno.

"Sapevamo esattamente come avresti reagito alla notizia, sei una testa calda e sei incapace di startene buono anche quando la situazione lo richiede. Se siamo stati costretti a omettere informazioni è tutta colpa della tua immaturità e incapacità di discernere azioni sensate da quelle insensate".

Strinse i pugni e serrò la mascella.

Non ce la faceva più a essere trattato in quel modo. Avvertiva la propria situazione di inferiorità in quella situazione: non aveva i suoi poteri, era sulla nave del Rosso e non poteva fare come voleva. Quella ramanzina - anche se messa giù con tono pacato - era pungente e le parole di Hikari sapevano arrivare a colpire il suo orgoglio, aumentando la sua frustrazione e la sua rabbia.

"Basta! Finiscila" sbottò rivolgendole uno sguardo carico di rancore "Come posso fidarmi di una donna che lavora per i Rivoluzionari e per dieci anni ha fatto la doppiogiochista? Soprattutto ora che so che non hai fatto altro che nascondermi il reale motivo di tutta questa messa in scena".

Hikari inizialmente lo fissò inarcando le sopracciglia sorpresa, lo ascoltò senza muoversi di un millimetro intanto che si sfogava, mentre cercava anche lui di arrivare a colpirla in punti più delicati per pareggiare i conti e riuscire a smuoverla da quella posizione nella quale si era messa.

Non era stupida, lo aveva capito che Ace non sopportava di essere trattato come un bambino e lei - con il suo attuale atteggiamento - non aveva fatto altro che versare altra benzina sul fuoco. Ma era arrabbiata anche con lui e non aveva intenzione di cedere subito, si era comportato come un perfetto idiota facendosi manovrare da Smoker e cedendo alla sua irruenza. Non si era nemmeno fermato a ragionare e a trovare una spiegazione, il che la faceva infuriare per quella mancanza dimostrata.

"Non capisci proprio vero? Non ci provi nemmeno ad arrivarci"!

"L'unica cosa che vedo è che mi state impedendo di avvertire Barbabianca della situazione e questo per me significa una sola cosa"!

"Allora togliti le fette di salame da davanti agli occhi e cerca di comprendere, per favore".

"Non c'è altro da comprendere! Nulla, solo che mi state usando e che tu sei davvero adatta al ruolo di spia. Sai come manipolare le persone a dovere e-"

Ace non terminò la frase che si ritrovò la mano della ragazza alla gola e lei sopra di sé, che lo inchiodava al materasso non solo con il suo corpo ma anche con l'haki. La sensazione era diversa da quella che aveva provato con il Rosso, con lui gli era parso di subire una pressione omogenea; ma Hikari pareva gli puntasse contro lame invisibili pronte a squarciarlo da un momento all'altro.

"Ora ascoltami bene perché non voglio ripeterlo una seconda volta Portuguese D. Ace" esordì la donna con voce fredda e dalle sfumature minacciose "Tutto ciò che io e Shanks abbiamo fatto è stato finalizzato ad evitare che scoppiasse una guerra dalle dimensioni colossali che avrebbe per sempre rotto gli equilibri sui quali si regge il mondo.

Il tuo caro capitano ha il tuo stesso sangue caldo e sapendo che uno dei suoi migliori uomini è prossimo all'esecuzione capitale non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Avrebbe fatto ciò che nessun'altro pirata ha fatto fino ad ora apertamente: dichiarare guerra al Governo Mondiale.

Non ti abbiamo detto nulla perché sei un ragazzino al quale va subito il sangue alla testa. Sapevamo che avresti reagito così ed era meglio evitare che tu ti scaldassi.

Che tu ora mi creda o no non fa differenza. Non sei nelle condizioni di lasciare il Vento dell'Est e anche con i tuoi poteri dubito fortemente che tu possa essere in grado di resistere in combattimento per più di tre minuti con Shanks.

A te la decisione di come vuoi trascorrere il resto del soggiorno".


Il volto di Hikari era a pochi centimetri dal suo e da quell'esigua distanza poteva osservare le diverse, piccole, sfumature dei suoi occhi viola chiusi in un'espressione gelida. Nemmeno la prima volta che si erano incontrati lei gli aveva rivolto uno sguardo simile nonostante si fossero ritrovati a combattere l'uno contro l'altra.

Quello era l'ultimo colpo che gli faceva comprendere quanto fosse in netta inferiorità.

Il Rosso e Hikari avevano entrambi un haki che poteva schiacciarlo con fin troppa facilità, soprattutto ora che assomigliava più a un accendino scarico.

Non riuscì più a mantenere il contatto visivo e abbassò gli occhi pece.

Le motivazioni addotte dalla giovane donna erano più che logiche e ormai la parte di lui che protendeva a credere a quelle parole si stava facendo più forte.

Infondo sapeva che Shanks era un buon pirata, leale e non avrebbe mai giocato un colpo tanto basso a Barbabianca - non avvertendolo di un simile pericolo. Lo sapevano tutti che il Rosso apparteneva a quella schiera di persone d'onore che mantenevano un comportamento corretto.

Si era lasciato prendere dalla foga e dalla rabbia insensata.

E non aveva nessuna ragione di prendersela con Hikari, quella che si era fatta così tanti problemi quando per sbaglio gli aveva aperto un taglio non indifferente sul petto a causa del suo scarso controllo sull'haki che possedeva.

I suoi lineamenti si sciolsero e sospirò, rassegnato all'idea di essere stato veramente un moccioso in quella situazione.

"Ho capito" mormorò Ace "Mi dispiace per quello che ti ho detto".

Portò la propria mano su quella della ragazza che lo teneva ancora per il collo. La stretta non era tanto forte da toglierli il respiro, ma era in grado di tenerlo inchiodato in quella posizione senza poter far molti movimenti.

Hikari accennò un sorriso, soddisfatta di essere riuscita a far andare il ragazzo oltre la propria testardaggine.

"Non fa niente, ma la prossima volta che hai qualche dubbio possiamo parlarne, no”?

"Sì, cercherò di evitare altre scemenze".

"Ottimo, anche perché sono tua amica non la tua babysitter".


Finalmente sul viso di Ace tornò il suo sorriso sghembo, lasciandosi alle spalle la rabbia provata fino a poco prima.

Gli aveva fatto piacere sentire Hikari dichiarare con fermezza la loro amicizia, perché significava che nonostante tutto potevano continuare a parlarsi e a passare il tempo insieme.

Hikari aprì le labbra per parlare ma si interruppe per la sorpresa di sentire la porta aprirsi.

Sulla soglia apparve Ben con una sigaretta tra le labbra, passato per controllare la situazione dopo aver udito le grida di Pugno di Fuoco qualche minuto prima. Se ne stava immobile a osservare, con un sopracciglio incurvato e aria sorpresa, Hikari ancora a cavalcioni su Ace.

Ci volle a entrambi qualche attimo prima di realizzare quanto equivoca fosse quella posizione.

La giovane donna, con le guance arrossate, si spostò immediatamente quando il suo cervello le fece notare che il vicecapitano la stava fissando enigmatico proprio perché se ne stava addosso al moro.

"No, Ben, non è come sembra!" esclamò rimettendosi in piedi.

"Stavamo parlando" continuò Ace.

L'uomo sulla soglia non fece una piega. Prese tra le dita la sigaretta  e liberò nella cabina una nuvola di fumo che preso si dissolse lasciandolo solo l'odore forte e acre.

"Parlando?" ripeté incuriosito.

"Sì, cioè... Era una discussione movimentata, ma NON come pensi tu!" tentò di spiegare malamente Hikari.

"Movimentata".

"Nel senso che entrambi stavamo esponendo in modo acceso le nostre posizioni" disse Ace cercando di supportare lei.

"In modo acceso".

"Eravamo entrambi un po' adirati e io ho perso la pazienza. E allora..."

"Gli sei saltata addosso" concluse Ben interrompendo Hikari "Letteralmente".

Ormai con le gote porpora, la giovane donna fulminò l'amico.

"Dovete concludere in modo acceso la vostra movimentata discussione o puoi venire un attimo?" chiese divertito il vicecapitano.

"Arrivo" borbottò Hikari continuando a rivolgere occhiatacce furenti a Ben.

Poi, si voltò verso Ace e lo salutò prima di uscire dalla sua camera, raccomandandogli di riposarsi ancora un po'.

Seguì il vicecapitano per i corridoi del Vento dell'Est, in attesa di sapere quanto cara avrebbe pagato ciò che era successo con il Commodoro, il quale con tutta probabilità sarebbe rimasto chiuso in infermeria e senza poteri per un bel po' di tempo dopo il trattamento che gli aveva riservato.





- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Salve a tutti!
Scusateci per il ritardo... Purtroppo ieri non ho potuto aggiornare perchè sono dovuta andare d'urgenza dal dentista - prima di cena - e poi era il compleanno di mia mamma. Già dopo la visita dal dentista non eravamo allegre, almeno ho cercato di salvare capre e cavoli con un po' di compagnia. ^^'''
Scusateci anche per l'assenza delle risposte: il miei motivi sono noti, quelli di Yuki riguardano due esami da dare lo stesso giorno, tre da calendario sempre quel giorno. Mi sta uscendo di testa, poarella...

Ma veniamo al capitolo. ^^
Dunque! Chi non ha adorato Ben alzi la mano, perchè non ci credo. xD Altro capitolo che ho adorato di Yuki - sì, è il suo. Vi rovinerò il gioco, ma dovevo citarla xD - perchè sto finale mi ha fatto sganasciare. E... Insomma, Ace e Hikari per ora hanno chiarito, anche piuttosto velocemente. ^^ Vanno d'accordo sti due, è innegabile e Ace non ce la farà mai a vincere una lotta di nervi, contro una che ha lavorato per quasi dieci anni nella Marina sotto copertura. xD

Spero vi sia piaciuto. ^^ E... State sintonizzate per il prossimo, che ne vedrete delle belle!!! **

Alla prossima! Grazie ovviamente per le recensioni e a chi ha messo la nostra storia tra le preferite/seguite e da ricordare! Siete meravigliose, davvero...  *Commosse ç_ç *


Ps. Non riesco ad aprire Youtube, per cui non posso incorporare il link! ç_ç Non chiedetemi il perchè, ma stasera il pc fa un po' come gli pare. O.O




Bea e Yuki

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Capitolo 30
*** Responsabilità ***


CAPITOLO 30: RESPONSABILITA’.
(Chapter Soundtrack: This is the Life - Amy McDonald).






Il vicecapitano del Vento dell’Est chiuse delicatamente la porta della camera riservata ad Ace, ove poco prima aveva assistito ad una delle scene più divertenti della sua vita.

Era innegabile che provava davvero un piacere immenso nel mettere a disagio la donna, nel catapultarla in situazioni imbarazzanti e nel vederla arrossire pietosamente cercando di giustificare i fatti in mille modi, anche se non era necessario farlo.

E mentalmente si stava sbudellando dal ridere, mentre lei gli camminava a fianco e serrava le labbra, con lo sguardo basso ma che di tanto in tanto si andava a posare su di lui, con un’angolatura stretta e bieca.
Sapeva che queste cose la facevano infuriare: Hikari era parecchio permalosa. Ed era proprio quello che gli provocava emboli su emboli a Ben. Adorava quel suo viso imbronciato e quella vena che le pulsava sulla tempia.

Gli aveva rifilato uno di quegli sguardi omicidi da torcere le budella. Ma il gioco ne valeva la candela, perché avrebbe pagato oro per rivedere quella scena di nuovo: lei a cavalcioni su Pugno di Fuoco, rossa come una ragazzina di quindici anni beccata dai genitori a pomiciare con il suo fidanzatino, e la discesa repentina sul tappeto.

Ma gli faceva ridere anche Ace.

Come le dava man forte, come la difendeva e l’aiutava a tirarsi fuori da quelle situazioni imbarazzanti…

- Che capolavoro di personaggi – pensava sfumacchiando la sua immancabile sigaretta e sentendo prepotentemente le sferzate di haki di lei, che, agitata com’era, aveva difficoltà a contenere.

“Potevi rimboccargli le coperte già che c’eri” le sussurrò ironicamente e pieno di malizia, mentre lei arrestava la camminata e quasi gli si stavano drizzando i boccoli neri per la rabbia, ma anche per l’imbarazzo.

“La vuoi smettere?” sibilò, piccata, ma arrossendo per l’ennesima volta. Non sapeva se stesse arrossendo per la rabbia o per l’imbarazzo: l’unica cosa che sapeva è che Ben trovava tutto ciò tremendamente divertente.

“Perché te la prendi tanto?” replicò sbuffando l’ultima boccata di fumo e gettando a terra la sigaretta.

“Perché non vedo cosa ci trovi di tanto divertente…”

“No, non credo”.

“Eh”?

La mora si era girata completamente a guardarlo negli occhi, con un ciglio alzato e la bocca semiaperta in una smorfia di curiosità: “Che vorresti dire”?

“Perché ti giustifichi sempre quando sei con Ace”?

- Ma che razza di domanda idiota è questa?! – pensò sgomenta, cercando di seguire i ragionamenti contorti dell’amico.

“Scusa, ma continuo a non capire”.

“Quel che intendo dire è che” e prese una pausa “A me non interessa se, come dire… Ti piace avere delle discussioni movimentate” e calcò maliziosamente il termine apposta “con Pugno di Fuoco. Quindi non sentirti in dovere di giustificarti ogni volta che-” ma Ben non riuscì a terminare la frase che la vide stringere i pugni e gonfiare le guance per l’imbarazzo e la furia cieca che stava immagazzinandosi in lei con estrema velocità.

Sfiorò la sincope e fece davvero di tutto per non scoppiarle a ridere in faccia.

“MA SCHERZIAMO?!!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. L’uomo giurò che l’avessero sentita fino a Rogue Town.

“Ecco, vedi? Se t’incazzi c’è un motivo” rispose tranquillo e pacato come suo solito.

“Ma non c’è proprio nessun motivo, eccezion fatta per i tuoi ragionamenti da beota!” replicò con enfasi “Che diavolo di film ti sei fatto in testa”?

Ma il vicecapitano del Vento dell’Est se la stava ridendo di gusto, vedendola agitarsi e diventare di ventisette tinte di rosso diverso.

“Ma basta!” aggiunse allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo.

L’uomo si ricompose quel minimo che riusciva, cercando di focalizzare l’attenzione sul discorso che avrebbero affrontato di lì a poco. Ciò nonostante non riusciva a ritornare completamente serio, per il semplice fatto che pensava all’eventualità che Shanks beccasse Hikari in quel tipo di situazioni.

Sarebbe diventato verde quanto un marziano, con gli occhi che sarebbero saltati fuori dalle orbite e con l’haki che li avrebbe ridotti allo spessore di un foglio di carta.

Loro avrebbero rischiato la vita per mano di Shanks, lui per gli spasmi irrefrenati delle risate: il capitano era un tipo parecchio geloso, anche se cercava in tutti i modi di controllarsi. E lo sapevano anche gli scogli che avrebbe voluto volentieri sposarsela e rinchiuderla in camera sua da qui all’eternità.

Durante il pranzo, se metà delle sue espressioni erano state di circostanza per evitare di sbudellare Ace in mondovisione, l’altra metà erano da triglia.

Non si perdeva un movimento di lei e sia lui, che Yassop, che Lucky se ne erano accorti e se la ghignavano sotto i baffi.

L’unico problema stava nel conciliare i due caratteri: sia lei che lui pigliavano fuoco come l’erba secca, soprattutto dopo gli avvenimenti di questi giorni.

E Shanks, in quel preciso momento, era una belva: aveva trovato Smoker riverso sul pavimento dell’infermeria, pallido come la morte e incosciente. Non aveva fermato la donna perché una lezione il Commodoro se la meritava: ma da qui a ridurlo quasi in fin di vita, no.

Ben, che era con lui, aveva cercato di calmarlo, ma Shanks era davvero infuriato.

Portami qui Hikari. Subito” aveva sibilato furente, assottigliando lo sguardo e serrando la mascella.

Il vicecapitano capì che si era di nuovo ai ferri corti: aveva sicuramente ragione ad arrabbiarsi, visto che comunque il Commodoro era sotto la sua autorità, ma con quel comportamento non sarebbe andato da nessuna parte.

Hikari non era Ace.



Si schiarì la voce, tornando ora definitivamente serio, mentre lei lo guardava ancora contrariata per quelle frecciatine idiote che gli aveva rivolto.

“L’hai combinata grossa” le comunicò arrivando innanzi alla porta della camera-studio di Shanks.

La mora si fermò, sollevando lo sguardo sull’amico: “Non sono riuscita a contenermi, mi dispiace”.

“Ho visto”.

“Cosa stai cercando di dirmi? Che Shanks è incazzato come uno squalo bianco”?

L’uomo si avvicinò stringendole le spalle con le mani: “Esattamente. Io ho capito perché l’hai fatto. E non è stato solo per quel che è successo ad Ace, ma per tutta la situazione che quel Marine ha creato snocciolando la questione al ragazzo” prese una pausa, mentre la donna lo guardava rapita “Questo però Shanks non l’ha capito. Sai com’è fatto… Io non dico di abbassare la testa e subire la lavata di capo, che sicuramente meriti. Ma fatti valere” concluse, lasciandola andare.

Hikari prese un profondo respiro: “Ben… Lo so che è una situazione disastrosa, ma cercherò di impegnarmi lo stesso. Però, se lui dovesse calcare la mano, sappi che io non mi faccio problemi a mandarlo al diavolo”.

Il vice sollevò il sopracciglio: “Ricordati che sei sulla sua nave”.

“Non sono certo io che gli ho chiesto di tenermi a bordo”.

“Touché” replicò al volo, poggiando la mano sulla maniglia: “Che si aprano le danze, allora” sospirò sarcastico.



Entrarono nella stanza e trovarono subito Shanks in piedi, innanzi alla scrivania, il mantello abbandonato sullo schienale della sedia, la camicia con i primi quattro bottoni aperti e la manica arrotolata e fissata da una sottile spilla da balia appena sotto a quel che ne era rimasto del suo braccio sinistro.

Una strisciata rossa, anche se appena accennata, dominava il lembo destro del colletto, mentre la ferita al volto aveva smesso di sanguinare.

Il Rosso fece un cenno col capo al suo vicecapitano, intendendo di sedersi alla scrivania, accanto a lui stesso: Ben si mosse composto, accomodandosi con le mani incrociate sul ventre.

“Siediti” le disse Shanks, con un tono che non ammetteva repliche.

- Bene, inizia il processo – sospirò sarcasticamente e mentalmente Hikari, prendendo posto.

Il capitano aprì il cassetto della scrivania e prese il giornale del Grande Blu, estraendone un foglio: “Stamani è arrivato il quotidiano, con dentro questo” e gli porse la locandina con la taglia.

Hikari buttò subito l’occhio sulla taglia, divenendo pallida come un cencio.

“Sì, sono 180.000.000 di testoni. Ma non è quello il problema” proseguì con un tono cavernoso “Guarda il trafiletto sotto l’avviso ‘Dead or Alive’ ”.

La mora abbassò lo sguardo sulla scritta e notò una pesante incongruenza: “Ciurma di Shanks il Rosso?” proferì a bassa voce, per poi guardare in faccia l’uomo innanzi a sé “Ma che significa”?!

Shanks sorrise amaramente: “Che si sono presi la libertà di occultare quello che è successo alla Sede Centrale, affibbiandola a me, asserendo che tu fai parte della mia ciurma e non dei Rivoluzionari” commentò compiaciuto “Se noti, la foto della taglia è in abiti ordinari, non in divisa”.

“Figli di puttana…” proferì gelida, stringendo il foglio con foga.

“Li hai fatti incazzare parecchio” replicò Ben, accendendosi una sigaretta e sbuffando una nuvoletta di fumo a lato.

“Vedo”.

Shanks portò la mano sotto il mento, guardandola intensamente e facendole venire i brividi: “Ricapitoliamo la situazione, Hikari, perché voglio che tu mi stia bene a sentire” e prese una pausa, mentre vedeva che l’espressione di lei indurirsi a causa della sua presa di posizione.

“Ho fatto visita al Commodoro, in infermeria e ho visto in che razza di condizioni l’hai ridotto. Lucas ha fatto un miracolo per rimetterlo a posto, dopo tutta quell’agalmatolite che gli hai tranquillamente sparato in corpo”.

“Se lo meritava” lo interruppe gelida, ma per poco non gli venne un infarto, quando vide il Rosso sbattere la mano prepotentemente sul tavolo e guardarla in una maniera che definire incazzata era un eufemismo.

“NO! Non funziona così, cazzo!” esclamò livido di rabbia, alzandosi e raggiungendola dall’altra parte del tavolo. La prese per un braccio, ben poco delicatamente, e la fece alzare.

Ben si era limitato a sgranare gli occhi, ma Shanks gli aveva rivolto uno sguardo che assicurava il fatto che non le avrebbe fatto nulla, solo calcato la mano.

“Fai tanto il culo ad Ace perché agisce solo in base all’istinto, ma tu non sei da meno! L’hai quasi ammazzato!” ruggì stringendole il braccio. Voleva terrorizzarla per farle dare una calmata, ma non sapeva quanto fosse cambiata la sua ex.

Dieci anni prima avrebbe provato a ribattere timidamente, ma si sarebbe ammutolita all’istante vedendo quel suo sguardo agghiacciante: non era una questione di haki, era una questione di soggezione che lui sapeva metterle addosso quando decideva che era lui a dover comandare la situazione.

Ma Hikari ora era diversa e quegli anni passati in Marina adesso volgevano in suo favore.

“HAI IDEA DI COSA HA CERCATO DI PROVOCARE?!” urlò in risposta, riprendendosi il braccio con un pericoloso strattone “Io lo ammazzo sul serio se ci riprova”!

“UN PAIO DI COGLIONI, HIKARI!” replicò con veemenza, caricando l’haki e rovesciandoglielo addosso. E non ci andò per nulla con calma, anzi, forzò parecchio, tanto che anche Ben si alzò in piedi e accorse in aiuto della donna, che in quel momento era con le spalle al muro, la mano del Rosso appoggiata sul legno vicino al suo orecchio e il suo sguardo furente piantato su di lei.

“Shanks. Piano” parlò con calma, ma con tono sicuro.

“Ben, siediti. E’ un ordine” proferì lui, senza dare chance al moro che si risedette, ma sulla scrivania, così da averli a distanza minore.

Il Rosso tornò ad occuparsi della donna, che in quell’istante era inchiodata alla parete e sorreggeva lo sguardo dell’uomo con la rabbia di sapere di essere in netta inferiorità. Ciò nonostante caricò anche lei il suo haki, in risposta.

Shanks sgranò gli occhi, sentendo quelle lame invisibili pronte a colpire.

“Se osi farlo, sappi che non ci andrò leggero come ci sono andato con il tuo amico” le sussurrò quasi sulle labbra, mentre lei era tesa come una corda di violino, consapevole del fatto che faceva sul serio, della pericolosissima vicinanza con il suo viso, ma anche intenta a difendere la sua posizione.

“Posso sempre assorbire il tuo, ricordatelo” rispose spavalda, ma di nuovo la mano di Shanks sbatté violentemente contro il legno.

“HIKARI!” e urlò da increspare l’acqua dell’oceano “TU NON PUOI PERMETTERTI DI FARE CERTE COSE SULLA MIA NAVE”!

Ben Beckman nel frattempo era seduto sulla scrivania, con lo sguardo mesto nel vedere i suoi due migliori amici farsi del male, tanto male, e per giunta inutilmente. Il suo capitano sapeva che non sarebbe andato a finire da nessuna parte alzando la voce con lei, perché lei sapeva bene come farlo incazzare. Il problema stava nel fatto che proprio perché Shanks s’incazzava le cose andavano a quel paese.

“Sulla mia nave non si ammazza nessuno. NESSUNO!” calcò con veemenza, mentre il braccio premuto sulla parete tremava dal nervoso ed Hikari manteneva il suo sguardo allibito, e furente allo stesso tempo, su di lui.

L’unica cosa che Shanks voleva fare, perché sapeva che sarebbe risultata l’unica via da lui attuabile, era sottometterla. Era la via con più effetti collaterali in assoluto e che l’avrebbe ferita oltremodo, ma era l’unica che gli permettesse di mantenere un’autorità con lei.

“Ho io la responsabilità di Smoker e delle tue azioni ora, visto lo scherzetto che la Marina ti ha giocato. E sono incazzato, davvero incazzato, per essere stato preso in mezzo. Quindi ora qui si fa come dico io, ragazzina, perché sei sulla mia nave e sotto la mia giurisdizione”.

Hikari nel sentire quelle frasi s’imbufalì e prese Shanks per il colletto della camicia, spingendolo indietro: “Stammi bene a sentire Rosso” la sua voce era sibilante e fredda come un iceberg “Solamente perché la Marina ha fregato entrambi, non vuol dire che io faccia parte della tua ciurma! So bene dove vuoi arrivare: stai cercando di sottomettermi, ma caschi male pirata!” ed era davvero ferita e furibonda “A me non sottomette nessuno, CHIARO?! Per chi credi che l’abbia fatto? Per me medesima?! Ti ho difeso, diamine, ti ho dato ragione, ho tradito la fiducia di Ace per scopi di interesse mondiale e sappi che, nonostante la priorità dei fatti, a me dispiace! QUINDI NON VENIRMI A PARLARE COME SE FOSSI UN MOSTRO, UN’ ASSASSINA, PERCHE’ NON LO SONO”!

Ancora quelle visioni piene di morte nella sua mente.

“Ne sei proprio sicura?” fu la replica spietata del Rosso.

“PER LA PUTTANA, SHANKS”!

Questa volta fu Ben ad intervenire sul serio, dando una manata sulla spalla al proprio capitano, che in quel momento non ragionava per nulla.

“Smettila di dire stronzate, basta”!

Il vicecapitano aveva visto come quella domanda pungente aveva completamente sgretolato Hikari. Ben sapeva che lei non ci teneva particolarmente a far male a qualcuno, ma sapeva altrettanto che per fuggire, quel giorno, sicuramente aveva fatto un macello che metà bastava.

Intuiva anche che doveva esserci andata giù con un haki del tutto fuori controllo e non aveva semplicemente ferito: aveva ucciso. E questo, di riflesso, uccideva lei.

Per caso, la notte prima, aveva sentito i suoi incubi, le sue urla nel sonno, mentre era da solo nella camera adiacente, quella di Shanks. Era stato per poco tempo avvolto nel silenzio della sua cabina, giusto il tempo che l’amico andasse in cucina e tornasse con una bottiglia di rhum, ma gli era bastato.

Hikari si era appoggiata al muro, chinando la schiena in avanti, lo sguardo vuoto, stringendo il proprio braccio con la mano.

Shanks s’accorse della cattiveria totalmente gratuita, ma fino a poco prima se ne erano dette talmente tante che aveva ormai sconnesso il cervello.

“Vieni…” disse il moro all’indirizzo della donna, sollevandola e avvicinandola a sé.

Shanks li guardò uscire mesti dalla stanza, con la mano volta a stringersi le ciocche scarlatte e il cuore a pezzi.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera caVe! ^^
Eccoci qua con un altro capitolo... Ok, alzi la mano chi prevedeva che la tranquillità tra Shanks e Hikari durasse e si evolvesse in meglio per tutta la storia... Non vedo nessuna mano alzata. xD Ebbene sì, sono di nuovo ai ferri corti. E questa volta si sono fatti male, molto male. Il problema è che Shanks non transige sui colpi di testa... E Hikari con Smoker ha esagerato, secondo il suo punto di vista (e penso anche quello generale, ecco).
E in tutto ciò, Ben è quello che si viene a trovare tra i due fuochi - e che vuole bene ad entrambi. E' una situazione complicata, sì. u_u

Vi informo che stiamo quasi per fare il giro di boa! *Tutti: "Che? Solo??!" - Segue suicidio di massa* xD Ebbene sì, l'avvertimento "long" già espresso in più punti, non era tanto per dire... xD Non vi libererete facilmente di noi.
Piccolo avviso: anche questa volta Yu non riesce a recensire. Domani ha due esami da dare e l'ho sentita per sms di sfuggita. Inutile dire che stava sclerando. Ho potuto sentire i suoi nervi tramite cellulare. ^^'''

Quindi, passiamo all'angolino - questa volta solo mio.


@ Red Queen: ciao regina mia adoVatissima! **
Ah, ecco, allora non era solo a me che la rete dava problemi! Riuscivo solo a visualizzare EFP e un altro sito. E bon! Pure Google era defunto! xD Ogni tanto si creano sti buchi spazio/dimensionali che... Bah. Perplessità.
Comunque, la nave è piccola e la gente mormora. Azzeccato in pieno. Ma chi più di tutti sta incollato alla questione, con gli occhi vigili e attenti, resta Ben. Lui e il suo sesto senso. Shanks non pensa a vanvera, quando dice che i sentori di Ben sono da mani sui gioielli. xD Un motivo c'è sempre. Quanto adoro quest'uomo...
Più che Ace, diciamo che è Hikari in piena dipendenza da rapporto sociale, in questo momento. Ed è intuibile: quasi dieci anni passati da sola. Ora che si trova davanti ad una persona che tutto sommato le piace, il suo carattere - benchè all'inizio desiderasse fargli la pellaccia - sta venendo pian piano fuori. E, venvia, sono carinissimi questi due... xD A me personalmente fanno morir dal ridere. Non era prevista questa cosa, all'inizio della storia. E' uscita da sola. ^^
Alla prossima tesoVo. ^^
Un abbraccio e grazie per la recensione, come sempre puntualissima. **

@Maya: amoVe... **
Arriverò presto a darti un parere per la fic. La settimana prossima apro lo studio medico e teoricamente avrò un po' più di tempo, stando ferma in un posto solo. Almeno sfrutto il tempo tra un paziente e l'altro. ^^
Diciamo che... La situazione di Hikari è più complicata di come la descrivi. Perchè è vero che Hikari ha Ben, tuttavia Ben si trova tra due fuochi ed è difficile amministrare la faccenda, quando hai il tuo migliore amico e capitano (a cui fai da vice), incazzato come una iena verso la sua ex ragazza, a cui vuoi un bene dell'anima...
Ace fa parte di un mondo totalmente distaccato. Se ci fai caso, Ace e Smoker sono le uniche due variabili assenti nel passato della mora. E Smoker ce l'ha contro per forza di cose. Quindi il cerchio si stringe. Se poi aggiungiamo il fatto che Ace ha un carattere socievole, siamo a cavallo. ^^
Infine, sì... Non me ne voglia Shanks, che darei un rene per lui, ma i vicecapitani in questione... Eh, hanno il loro perchè. **
Un bacio tata, alla prossima!
E grazie per la recensione. ^^

@Ale-chan: tesoro!!! **
Ce l'abbiamo fatta, hai visto? E pure stavolta! :)
Duenque, a parte il suo arrendersi a Marineford, è indubbio che Ace sia terribilmente simile a Barbabianca come carattere. E' testone una cosa invereconda, ma soprattutto prende fuoco come l'erba secca. E ci ricordiamo bene l'accoglienza data a Shanks, sulla Moby Dick, no? xD Anche se rispetto a questa storia è successiva ai fatti narrati. Qui Newgate e Shanks, ovviamente, non si sono ancora incontrati.
Ace è terribilmente terapeutico per la mora. Ha il potere di distrarla dalla situazione pesante che regna sul Vento dell'Est, anche se il problema principale non è propriamente Shanks, ma Ace stesso e tutto il gran casino che sta succedendo, ecco. xD
Chi ha mai detto che Ben ha un animo senza macchia? xD L'avete potuto vedere sia in questo capitolo, che nel precedente... Ben sa essere bastardo. E tutto ciò lo rende ancor più terribilmente sexy, ma sto divagando... ** Purtroppo hai potuto constatare che non è stato Ben ad aver da dire... Ma il boss in persona. E Hikari questa volta l'ha proprio pagata cara...
Alla prossima patata! Grazie mille per la rece, al solito. :)
Un abbraccione grande grande!

@Chibi_Hunter: ciao cara! ^^
Grazie per aver lasciato la recensione. :) Sì, effettivamente Ace quando perde la pazienza è capace di combinare un disastro. E' riuscito a far incavolare tutti. E a far incavolare il Rosso pare siano capaci solo lui e Hikari - sai, ce ne vuole! xD Ormai quei due sono i suoi incubi personali... :p
Massì, alla fine Hikari è una tranquilla... E poi è affezionata ad Ace, benchè lo conosca da poco tempo - anche se è una vita che ne segue i movimenti, per conto di Dragon. Non potevano non fare pace.
Ringraziamo comunque il fatto che la mora abbia la capacità di sviluppare un potere rispettabilissimo come l'haki, che diversamente l'avrei vita dura a tenerlo inchiodato al materasso. xD
Alla prossima cara, un abbraccio! ^^

@Akagami95:  heilà! ^^
Effettivamente sì, entrambi si sono dimenticati del piccolissimo dettaglio di essere uno sopra l'altro, in una posizione che lascia ben poca immaginazione in altri sensi. xD Povera Hikari... Lei che è così permalosa. Avrebbe voluto sprofondare nel materasso - peccato che fosse occupato da Ace. ^^'
Ringraziamo Ben per queste scene esilaranti. :p
Alla prossima, grazie per la recensione!
Un abbraccio. ^^

@Tre88:  ciao cara, benritrovata. :)
Purtroppo il paragone all'accendino scarico è tutto fuorchè fuori luogo... Ace è davvero un acciarino inservibile. Al massimo può accendere il sigaro di Smoker, ma non penso sia molto dell'idea di farlo... xD
La nostra mora alla fine è una tranquilla... O meglio, basta starla ad ascoltare e non contraddirla, no? xD Ma in ogni caso è più ragionevole del comandante della seconda flotta di Newgate, questo senza dubbio. u_u
A Ben, che dici, gliela facciamo sta statua? xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione. ^^

@Marta-baka-chan: ciao bakerella! xD
Più che altro per far ragionare Ace, bisogna percuoterlo come un tappeto nelle pulizie di primavera. Prima Smoker, poi Shanks e adesso Hikari. Va già bene che Hikari alla fine deve pur trattenersi in qualche modo... Voi non avete la minima idea di che furia possa scatenare se s'incavolasse davvero... ^^'''
Ace, come il suo amatissimo fratellino, non riesce proprio a ragionare senza essere impulsivo. Di che ci meravigliamo ormai? xD
E Ben... Il mio adorato Ben... Con quel pizzico di sadismo intrinseco a caratterizzarlo. Mi piacerebbe averci azzeccato nella sua caratterizzazione... Chissà... :)
Alla prossima Baka!
Un bacino e grazie per la recensione. ^^



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 31
*** Lacrime ***


CAPITOLO 31 - LACRIME.
(Chapter Soundtrack: Electrical Storm - U2)


Aveva liquidato Ben velocemente, assicurandogli che stava abbastanza bene per non frantumare il Vento dell'Est e si era così rintanata velocemente nella propria cabina.

Non aveva nessuna voglia di vedere anima viva, tanto meno di camminare per il ponte colmo di gente all'opera per assicurare il buon andamento della navigazione. Nonostante fosse affezionata a tutti loro, in quel momento voleva starsene nell'angolo più remoto del pianeta per tenere alla larga il mondo intero da sé stessa.

Aveva assoluto bisogno di calmarsi e per farlo doveva rimanere in silenzio - da sola.

Nonostante tutte le buone intenzioni, Ben avrebbe finito per porle domande e lei in quel momento non voleva rispondere a nulla di specifico. Se fosse stata in una stanza insonorizzata si sarebbe messa a urlare e tirare calci alle pareti - come una pazza rinchiusa in manicomio. Ed era meglio anche per gli altri se se ne stava in isolamento forzato, altrimenti avrebbe potuto per un nulla dare in escandescenza.

Come un vulcano lei era pronta all'eruzione.

Quando pensava che finalmente la situazione con Shanks si fosse tranquillizzata, e se non proprio sistemata quanto meno vivibile, si ritrovava al punto di partenza. Ripartiva da quando lo aveva risentito e rivisto dopo dieci anni, perché trattare con lui era impossibile, quando si metteva in testa di portare avanti una determinata cosa in un certo modo. E lei odiava quando lo faceva nei suoi confronti, trattandola come se non avesse altra scelta che ubbidirgli con la testa china.

Non riusciva ancora a comprendere a dovere che ne era passata di acqua sotto i ponti da quando l'aveva abbandonata senza uno straccio di spiegazione, senza nemmeno concederle un addio decente. Lei non era più la spaesata ragazzina di campagna, aveva imparato a cavarsela da sola e non si faceva intimidire dai suoi modi.

L'unico effetto che Shanks otteneva trattandola in quel modo era farla arrabbiare. Oltre a ferirla, con una semplicità devastante e inaccettabile per lei.


"Maledizione!” imprecò a denti stretti.

Si gettò sul letto chiudendo gli occhi e facendo affondare una mano nei ricci color pece. Avvertiva la testa pesante sia per la fatica di trattenere l'haki sia per i mille pensieri che vorticavano come mulinelli impazziti senza darle la possibilità di trovare una via di salvezza.

Sapeva di aver sbagliato, di essersi fatta prendere troppo la mano con Smoker.

Non si trovava in un luogo neutro, ma sulla nave di uno dei Quattro Imperatori e non poteva certo far di testa sua pensando di passarla liscia. Era stata consapevole fin dall'inizio di quello a cui sarebbe andata incontro, dal momento in cui aveva piantato l'ago della siringa nella carne del Commodoro, tuttavia non aveva saputo farne a meno.

La rabbia che le aveva invaso le vene in quegli attimi era eccessiva per poterla tenere sotto controllo ed era conscia di essersi già trattenuta di molto, perché se si fosse trovata in tutt'altro luogo avrebbe conciato Smoker molto peggio.

E si sentiva stupida anche per l'impulsività dimostrata in quelle azioni.

Nonostante Shanks si fosse comportato come un vero idiota - ancora una volta - non poteva negare a sé stessa che si era lasciata notevolmente prendere la mano. Inoltre aveva pure avuto il coraggio di far la ramanzina a Ace sull'impulsività, come se invece lei fosse tanto brava a tenere sotto controllo i nervi.

Ma Shanks si sbagliava se credeva che lei fosse impulsiva quanto Pugno di Fuoco. Se veramente lo fosse stata, prima, quando avevano parlato, non se ne sarebbe stata tranquilla limitandosi a rispondergli a tono ma avrebbe dato sfogo alla parte più nera della sua anima.

In quei minuti l'aveva invasa il fortissimo desiderio di smettere di trattenere il suo haki sul Rosso, liberando i suoi sentimenti più negativi - quelli accumulati in dieci anni - per fargli assaporare almeno un decimo del dolore da lei patito a causa sua.

Si passò la mano sul viso respirando a fondo.

Rimase immobile sul letto concentrandosi semplicemente sulla respirazione per momenti incalcolabili. In sottofondo udiva il ticchettio ritmico delle lancette mentre il suo petto si abbassava e alzava quando l'aria entrava dalle narici per riempirle i polmoni.

"Una doccia fredda" sentenziò.

Velocemente si tolse i vestiti, gettandoli in disordine sul pavimento della stanza prima di entrare nel bagno.
Aprì il getto dell'acqua gelida, contando lentamente - a mente - fino a trenta mentre i getti le andavano a battere dietro il collo, sulla schiena sciogliendo i muscoli contratti per lo stress e i sentimenti negativi accumulati. Quando il conto alla rovescia fu terminato, fece scorrere l'acqua calda per tentare di rilassarsi veramente, nella speranza che il movimento del liquido cristallino e puro potesse portare via con sé anche i suoi pensieri e preoccupazioni.

Quando finalmente si fu risistemata e vestita con abiti puliti, si sentì meglio.


Non fu lei ad andare in contro al mondo, ma al contrario fu qualcuno a venire a cercarla. Bussarono alla porta mentre ancora i suoi ricci erano bagnati, così decise di raccoglierli malamente in un'alta coda prima di decidersi ad aprire al visitatore. Un ciuffo sfuggiva al nastro e le ricadeva lungo il viso, lungo il lato sinistro del volto nascondendo lievemente l'occhio.

"Ciao".

Ace se ne stava sulla soglia con il suo sorriso sghembo e il braccio dietro la testa.

Pareva insicuro, come se non sapesse davvero se poteva stare lì o meno. Hikari immaginò che probabilmente non era ancora certo se lei lo avesse almeno in parte perdonato per il suo comportamento, ma d'altronde lui era pronto ad andare avanti e non fossilizzarsi.

Infondo, dopo averci pensato e ripensato, comprendeva il punto di vista di Shanks e Hikari; e visto come lui si era comportato aveva dato ragione a loro, confermandogli quanto fosse impulsivo di fronte a qualcosa che non concepiva.

"Senti Hikari, io volevo chiederti scusa per prima" cominciò interrompendo il silenzio "Mi sono lasciato manipolare dalle parole di Smoker e ho fatto il suo gioco, andando fuori di testa".

"Già" confermò secca lei, ma poi si spostò per lasciarlo entrare ammorbidendo l'espressione.

Hikari richiuse la porta dietro di sé per poi andarsi a sedere sul letto, di fronte a Ace che si era accomodato su una poltrona a poca distanza. Se ripensava a come si erano salutati poco prima rischiava di arrossire nuovamente, intanto che l'imbarazzo riaffiorava debolmente.

"Non c'è bisogno che ti scusi" continuò Hikari "L'importante è che tu capisca che qui nessuno ti vuole usare per giocare un tiro basso a Barbabianca, vogliamo solo evitare una guerra dalle dimensioni catastrofiche".

"Sì, non dubiterò più delle tue parole".

Lei sorrise debolmente, confortata almeno in parte da quell'affermazione. Dopo una giornata disastrosa, dopo essersi presa l'ennesimo colpo basso da parte di Shanks e aver riportato un'ulteriore invisibile ferita sul cuore, qualcosa di buono, in tutto ciò che era capitato in quelle ore, c'era allora.


"Tutto bene?" le domandò Ace, sporgendosi in avanti, come a scrutarla con più attenzione per scovare, tra le ombre e la luce del suo volto, una risposta prima di udirla.

Ed era chiaro come stesse ora Hikari, glielo scorgeva chiaramente come se potesse osservare le pieghe della sua anima. Era accaduto qualcosa nello spaccato di tempo da quando si erano lasciati e la cosa non doveva essere da poco, anzi, era abbastanza importante da farle nascere negli occhi un velo cupo ad appesantire il viola.

Hikari spostò lo sguardo lateralmente, in obliquo.

Seppur quando era entrata in camera non aveva avuto il desiderio di confidarsi con nessuno, ora che aveva la possibilità di farlo avvertiva che era ciò di cui aveva veramente bisogno. Prima l'aveva guidata la parte più orgogliosa di lei, quella che non voleva ritrovarsi nuovamente in lacrime per Shanks, come si era ripromessa troppe volte senza riuscire a mantenere fede a quel patto con sé stessa.

"Dopo che tu sei svenuto sul ponte, io sono andata a fare una visita a Smoker. L'ho ridotto male, facendogli anche un'iniezione di agalmatolite" spiegò brevemente "Prima, Shanks mi ha convocata per tentare di spiegarmi che non avrei dovuto comportarmi in quel modo sulla sua nave, soprattutto dopo che il Governo Mondiale ha deciso di mettere una taglia sulla mia testa inserendomi nella ciurma del Rosso".

"Suppongo che non sia stata una discussione tranquilla, vero?" chiese Ace con tono serio.

Un sorriso ironico, dai tratti lugubri e tristi, incurvò le labbra di Hikari prima che i suoi occhi tornassero a posarsi sul volto del ragazzo davanti a lei. Scosse la testa, confermando la supposizione di lui.

"Per nulla" chiosò "Crede di potermi usare come più gli fa comodo, senza preoccuparsi minimamente-"
La voce le venne meno improvvisamente. Un nodo alla gola le impediva di proseguire con calma, tenendo un tono uniforme o quanto meno privo di eccessive increspature. Ad aggiungersi alle parole senza voce, gli occhi le si appannarono mentre il sale delle lacrime ancora trattenute la bruciava e rendevano la visuale sfuocata, appannata.

Come altre volte - tutte quelle in cui ne aveva avuto bisogno da quando era su quella nave - l'abbraccio caldo e consolatore di Ace arrivò a stringerla, cercando in quel modo silenzioso di poterle essere d'aiuto solo con la presenza.

"Hikari?" la chiamò preoccupato.

Ma lei non pareva ancora in grado di parlare, la vide dischiudere le labbra rosee senza che ne uscissero suoni comprensibili. Così decise di attendere che fosse lei, una volta finito il pianto, a raccontargli ciò che la tormentava a tal punto.

La strinse con maggior forza - sempre delicata - al proprio petto. Le passò una mano tra i bei ricci voluminosi, appena umidi, tentando di darle un'ulteriore segno della propria presenza, lui era lì pronto ad ascoltare qualsiasi cosa avesse voglia di rivelargli.

Finalmente Hikari parve ricomporsi e recuperare abbastanza autocontrollo, per poter riprendere il discorso interrotto poco prima a causa dei singhiozzi.

"Scus-"

"No, Hikari, non devi scusarti per nulla".

"Sembro una ragazzina che piange per la prima cotta".

"Sei troppo severa con te stessa"!

La giovane donna sollevò il capo, rispondendo al sorriso del ragazzo mentre si asciugava il volto usando le maniche della maglietta.

"Nonostante se ne sia andato nel cuore della notte, senza neanche un saluto, dieci anni fa, non riesco a non amarlo. L'ho odiato con tutte le mie forze in questo decennio, eppure non riesco a rimanergli indifferente. E sai qual è la cosa ironica? Riesce anche adesso a infliggermi nuove sofferenze senza nemmeno pensare a quanto le sue parole mi facciano male".

Ace cercò di elaborare velocemente una qualche risposta che potesse in qualche modo alleviare almeno un po' il suo dolore, tuttavia gli pareva di avere il cervello totalmente incapace di formulare una frase adeguata.
"Hikari, mi dispiace, ma mi sa che sono una vera frana a elargire consigli in questo campo".

"Non importa" lo rassicurò lei ridacchiando, riprendendo un'espressione più serena "Sei stato gentile a rimanere qui, con me".

"E' stato un piacere, signorina rivoluzionaria" affermò sfoggiando un sorriso sincero e caldo "Però ora basta deprimersi! Non ne so abbastanza in amore, però se è come in battaglia, non dovresti far vedere quanto sei vulnerabile".

"Hai ragione" annuì la giovane donna con sicurezza.

"Perfetto, allora adesso andiamo a mangiare, che ne dici"?

Hikari scoppiò a ridere, piegandosi in avanti per tenersi la pancia. Era incredibile come Ace fosse sempre affamato e tirasse fuori ogni scusa possibile per riempirsi lo stomaco fuori dagli orari dedicati ai pasti.

La compagnia di Pugno di Fuoco era un vero toccasana per la sua anima, riusciva a calmarla e distenderla con quel suo abbraccio. Il calore le arrivava fin sotto la pelle, portando sollievo alle ferire del suo cuore. E lei non poteva far altro che abbandonarsi a quella sensazione che le donava un po' di pace in mezzo a mille dubbi, preoccupazioni e pensieri.

"Eddie non ne sarà felice" commentò infine Hikari, riprendendosi dalle risate.

"Oh, ma sono certo che, se lo chiedi tu, qualcosa ci darà".

"Ah, ti approfitti di me ora?" domandò risentita la donna.

"Ehi, tu mi hai bagnato la spalla”!

Questa volta toccò a Ace aprirsi in una risata senza freno per l'espressione imbronciata di lei. La preferiva quando tirava fuori quel suo lato permaloso, gli dava l'impressione che fosse più vicina alla sua di età che un'adulta di trent’anni. Inoltre era sicuramente un ottimo miglioramento rispetto a prima.

"Solo perché ho fame anch'io per via dello stress!" acconsentì infine Hikari, alzandosi e sorridendo al ragazzo.





- TO BE CONTINUED -






- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Kom-ban-ua dolcezze! ^^
Eccoci al solito appuntamento settimanale... Con un po' più di tranquillità, anche se Hikari ormai è scoppiata. E non ce la faceva più neanche lei, per quanto possa sembrare granitica alle volte. Su... Ora ditemi quante di voi avreste voluto essere al suo posto, eh? Ad improvvisare una crisi di pianto (Regina, Ale, Marta, guardate che vi ho visto imboscarvi dietro al divano... Venite fuori! xD)... Eh... Ragazzacce! xD
Vi informo che Yuki... E' viva. x°D Incasinata con gli esami - sta ancora terrorizzando i docenti - ma sta bene, tranquille. Tornerà a rispondere appena potrà, ma state tranquille che non dobbiamo rivolgerci ai servizi segreti per iniziare le indagini! xD

Bene, direi di passare all'angolino delle risposte! ^^


- Angolino di Beatrix -

@Chibi Hunter: ciao cara! ^^
Diciamo che, per come sono fatta io, darei piena ragione al Rosso. Solo che ha - passami il francesismo - cacato fuori dal vaso con quella pessima conclusione. Il problema è che sti due sono parecchio uguali... Testoni alla stessa maniera, più che avere il carattere generale simile - Hikari è un po' più fredda e riservata di Shanks.
Dal canto suo, a Hikari non va giù il fatto che l'abbiano collegata a Shanks per due ragioni: la prima è che il fantasma del passato dei suoi compagni di vita, ritorna in maniera terrificante; seconda cosa - e spero l'abbiate capito ^^ - le dispiace. Le dispiace creare casini a Shanks. Ora come ora non l'ammetterebbe mai, comunque, visto il caratteraccio che si ritrova. xD
Infine Ben... Il serafico Vice. Sì, ci sa fare con le bombe innescate, ma se si impegna riesce anche ad essere un bastardo allucinante! xD
Alla prossima cara! Grazie mille per i complimenti e la recensione! ^^
Un abbraccio.

@Akagami95: buonasera caVa. ^^
Sì, indubbiamente se fosse stato Shanks a trovarli uno sull'altro e non Ben, altro che discussione accesa e cazziatone per la faccenda di Smoker. Il Vento dell'Est sarebbe saltato definitivamente in aria. ^^' Cosa che... Ecco, cosa che non è successa nella seconda parte per il semplice motivo che Ben ha un qualcosa denominato come cervello. ^^' E Smoker, beh, ha fatto il suo sporco lavoro via, cosa che un Marine doveva comunque fare. Ha un orgoglio anche lui, anche se con tutte le mazzate che gli han dato avrà cominciato ad incrinarsi. xD
Grazie per la recensione cara!
Un abbraccio e al prossimo capitolo. ^^

@Maya: amoVe... Ciao cara! **
Saluti marziani e con le antennine, innanzi tutto. xD Felice che ti sia piaciuta la parte tra Ben ed Hikari. Sai, Ben è uno dei pochi eletti che può permettersi di prenderla in giro... E sappiamo bene come e quanto sia suscettibile la mora. ^^'
Ovvio è che la cosa doveva precipitare... Sennò che gusto ci sarebbe? No, quei due non ce la possono fare a discutere con calma. Non in questo momento, non con tutto l'irrisolto alle loro spalle. Hikari vorrebbe aprirlo come una mela, ma sa che non ce la farebbe mai. Mentre Shanks... Il Rosso sa essere un disastro a volte... Però... Quando si tratta di Hikari non ce la può fare. ^^''' Obiettivamente Hikari ha esagerato, e questo tengo a sottolinearlo. Perchè poteva evitare di ridurre il Commodoro in quello stato, tuttavia il Rosso ha fatto una di quelle uscite infelici che... Mamma mia.
Poi, è ovvio che Hikari, permalosa com'è, non se ne sarebbe stata zitta. Cioè, non sta zitta nei confronti del suo capo - che non è l'ultimo dei santi xD - figuriamoci verso il suo ex, in quei termini. xD
Ci tengo a dire che la frase su Hikari e le Mary Sue è il complimento più bello che qualcuno mi abbia mai fatto. Grazie. Grazie di cuore, perchè io e Yuki ci siamo fatte tantissime seghe mentali su questo punto... Perchè purtroppo basta inserire un pg nuovo e - tac - subito etichettato come MS. E' frustrante, soprattutto quando tutto il lavoro va a farsi benedire per questo clichè. ._. Ancora grazie, Maya, davvero.
Infine, su Ben penso non sia neanche più necessario esprimersi: alla fine comanda lui. xD E' monumentale. **
Alla prossima cara: spero di riuscire a tornare a recensire. Purtroppo riesco a malapena a trovare il tempo per uppare i capitoli e rispondervi. T_T
Grazie ancora per tutto. Un abbraccio! ^^

@Red Queen: Regina mia, ossequi. u_u
Ciao cara! xD
Credi davvero di essere l'unica a trovare sexy Shanks quando sta incavolato come una faina? xD No, ma dico... Avrai capito un po' la mia personalità e le crisi ormonali, pericolosamente simili alle tue no? xD Che quando scrivevo il capitolo mi sentivo pure in colpa per come stava trattando Hikari, ma concludevo sempre con "Sì, vebbè, ma bono l'è bono, non c'è niente da fare". ** Ti capisco caVa, ti capisco...
E... Quella frecciatina è tale, hai centrato il punto. :p Ottimo spirito di osservazione. :)
Per quanto riguarda Ben... Ecco... Ormai viagga con la faccia rassegnata. E' impossibile determinare chi esageri realmente tra quei due, perchè si danno veramente da fare per farsi del male e per alzare i toni, ma la cosa sicura è che a Ben gli dovranno fare un monumento. Peccato che sia adattissimo al ruolo di consigliere, perchè a quest'ora me lo vedrei come capitano. E secondo me se uno così è messo lì, anche nell'opera originale, un motivo c'è.
Se iniziasse mai a sclerare lui, a parere mio filerebbero tutti quanti dritti dritti. xD
Alla prossima caVa, grazie per la recensione!
Un abbraccione! **

@Ale-chan: ciao patata! ^^
Indubbiamente è una grossa crepa, questa che si è causata tra Shanks e Hikari. Da parte sua Shanks ha ragione, siccome siamo in un momento delicatissimo e lui ricopre un fulcro di tutto il quadro di equilibri mondiali. Diciamo che già ci sono abbastanza scazzi tra pirati e marina: se scappa la notizia che un Commodoro è stato fatto fuori sulla sua nave, capisci bene che casino succederebbe no? In ogni caso, sappiamo com'è fatto... Shanks è buono, è caro, ma con Hikari il suo sangue freddo proverbiale va a farsi benedire... Purtroppo lei è anche brava a farlo arrabbiare. ^^''' E ho idea che quando Shanks si arrabbia, sono in grado di scappargli anche cattiverie come questa... E, credeteci, si sente terribilmente in colpa. Oltre ad essere terribilmente geloso - ormai è palese la cosa. xD
Più che una nota di merito, a Ben dovrebbero fare una Divina Commedia. :p E pensa - nell'eventuale realtà della cosa - come è brutto trovarsi tra i due fuochi... Non lo invidio, per nulla!
Ora... Da come avrai potuto leggere, Ace potrebbe avere un ruolo determinante... Chissà! ^^ E' ancora lunga la storia, sì sì... E sono curiosa di vedere le vostre varie reazioni - sì, perchè credi davvero che le sorprese siano finite? xD
Un abbraccio cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^

@Sachi Mitsuki: ciao cara!
Tranquilla... Ti capisco per i tempi. Io sto incasinata forte, lassa stà... ._.
Meno male che Ben c'è. Davvero. Sennò a quest'ora sarebbero delle meravigliosissime boe galleggianti nella Rotta Maggiore. xD
Un abbraccio e alla prossima!

@Tre88: ciao cara!
Ben se le fabbrica da solo le sigarette. Non lo sai, ma sul Vento dell'Est, c'è una piantagione di tabacco sulla coffa dell'albero maestro. E tu che pensavi che sulla coffa ci stessero le sentinelle ad avvistare le isole o le navi nemiche, eh? No, invece c'è Ben che coltiva. xD
Mettere da parte l'orgoglio? Shanks e Hikari? xD Ma manco sotto tortura... Cioè, li hai visti? xD Sti due sono peggio di un'intera sezione d'asilo nido... E purtroppo ora le cose si fanno veramente pesanti... Un po' mi sento in colpa se devo essere sincera... ^^'
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione. ^^

@Baka-chan: Marta caVa, la mia bakuccia preferita! ^^
Sta cosa di Hikari messa nella ciurma del Rosso, la capirete nei capitoli futuri... Soprattutto quando farà ritorno un certo personaggio che ora pare disperso. :) Ma c'è e si sta dando ben da fare - e no, non è Dragon. :p
Diciamo che la situazione è ben incasinata, tra quello che succede sulla nave e quello che succederà più avanti. Insomma, non siamo per le fic tranquille e penso tu l'abbia capito. xD
Perdonaci se interrompiamo sempre sul più bello. Quella è anche colpa di Yuki... E' lei la gemella cattiva tra le due, io non c'entro - come no. xD
Un abbraccio e alla prossima! ^^
Grazie per la recensione. :)







Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 32
*** Colpi bassi ***


CAPITOLO 32: COLPI BASSI.



(Parte I - Soundtrack: Day - O (Banana Boat) - Henry Bellafonte)



“No, sul serio, lasciatelo dire: sei un idiota”.

Ben era appoggiato alla parete, con le braccia conserte, la sigaretta fumante che pendeva dalle labbra: più ci pensava, più scuoteva la testa incredulo.

“Ma dico io! Ci sei stato un anno insieme. Sarà passato del tempo, ma la conoscerai no”?

Shanks, dal canto suo, se ne stava semi-sdraiato sulla sua poltrona, i piedi appoggiati sul tavolino basso, un bicchiere di rhum tra le mani. Con sguardo depresso si stava guardando la punta delle dita.

“Oooh, sicuro, quelle infradito sono davvero interessanti capitano… Ma mi stai ascoltando?!” proseguì Ben, prima con tono ironico, poi alzando la voce.

Il Rosso si girò verso l’amico, facendo oscillare le ciocche vermiglie che gli incorniciavano il viso. Sospirò rumorosamente.

“Mi sono comportato da stronzo, lo so”.

“Ah, meno male che almeno te ne rendi conto…” commentò il vice, sbuffando l’ennesima nuvoletta grigia.

“Ben” parlò con un tono basso e leggermente sommesso “Potrai ripetermelo fino a che le mie subdole membra cadranno ed io ti darò ragione da qui all’eternità, anche se odio darti ragione” fece una pausa, mentre il vice lo guardava con il ciglio alzato e un misto di appagamento e incredulità “Ma non ci riesco”.

Il moro si mosse verso di lui, riempiendo il bicchiere di liquido ambrato e sorseggiandolo per un interminabile istante: “Hai fatto una promessa o sbaglio”?

Shanks abbassò lo sguardo, arruffandosi i capelli e rumoreggiando: “Non credevo che fosse così difficile”!

Ben ringraziò il suo sangue freddo che gli impedì di spaccargli la faccia: “Per la puttana!” ringhiò appoggiando il bicchiere sul tavolo “Sei uno dei Quattro Imperatori del mare, Shanks, non uno sbarbatello! Hai sempre lottato per quello che volevi e l’hai ottenuto. Ora, non venirmi a dire, perché non ci credo, che è così difficile sistemare le cose con Hikari”.

Il Rosso lo guardava con gli occhi sgranati, velati da un’ombra di rassegnazione.

“Abbiamo lottato contro la Marina tutta la vita. Abbiamo affrontato quelli che definiamo colleghi sbagliati con tutte le nostre risorse e siamo sopravvissuti. Abbiamo sfidato Ammiragli, Viceammiragli, Contrammiragli, Servizi Segreti, abbiamo anche sfidato le leggi della fisica portando i nostri corpi oltre l’immaginabile… E siamo ancora qua”.

“Non è paragonabile, Ben”.

“Ti stai rammollendo, capitano…” ribatté con una punta di delusione l’amico, provocando un dolore sordo al cuore di Shanks.

“Se solo tu lo volessi…” continuò, incapace di fermarsi “Se solo tu riuscissi a mettere da parte quel tuo fottutissimo orgoglio del cazzo, capiresti la situazione. Il rispetto, lo sai meglio di me perché sono parole tue, si guadagna, non s’impone”.

Shanks lo fulminò con lo sguardo e il vicecapitano capì di stare pattinando sul filo del vaffa:  “Se Hikari vuole rimanere su questa nave, deve portarmi rispetto. Deve stare alle mie di regole, non permettersi di fare il cazzo che vuole”!

Parlò tutto d’un fiato, mentre Ben lo guardava cercando di mantenere la calma, senza pensare che l’umore del suo capitano stava pericolosamente oscillando tra il nervosismo e l’isteria: “E’ proprio qui che ti sbagli”.

“Cosa intendi”?

“Shanks… Hikari non fa parte della nostra ciurma”. Il Rosso serrò le labbra e un lampo percorse i suoi occhi, mentre osservava Ben accendersi una sigaretta.

“Non fare quella faccia, hai capito bene. Hikari non fa parte della nostra ciurma, come non lo fa Ace, né Smoker. Checché ne dica la Marina, Hikari è una spia di Dragon che si è ritrovata nella merda fino al collo e che ha trovato rifugio sulla tua nave” prese una pausa soffiando una nuvoletta di fumo che presto si dissolse nella stanza.

“Hai mai chiesto ad Hikari come ha fatto ad incontrare Dragon? Hai mai chiesto il suo parere sul trovarsi sulla tua nave, nonostante lei te ne sia grata? Le hai mai chiesto se le farebbe piacere stare con te, con noi”?

“Ma questo cosa c’entra?!” obiettò Shanks, ignaro di dove volesse volgere il discorso dell’amico.

“C’entra col fatto che Hikari non è un tuo uomo. Hikari è stata la tua donna, per non dire che lo è sempre stata”.

Il Rosso quasi si soffocò con il rhum, tossendo con veemenza mentre il liquido ambrato gli bruciava la gola. A Ben scappò un sorriso.

“Ma che idiozie vai dicendo!” replicò indignato “Se mi odia”!

“Venvia, Shanks. Sei così cieco da non vedere che Hikari è ancora innamorata di te”?

Ben e le sue riflessioni filosofiche sui rapporti personali. Riflessioni che riuscivano sempre a mettere Shanks in difficoltà, sbattendogli in faccia realtà talmente assurde da risultare, per l’appunto, reali.

“Eh, no, eh? Ora non venirmi a dire che la linea tra amore ed odio è sottile, perché fatico a crederci. La linea tra amore ed odio è una spessa muraglia ornata da cannoni, armi futuristiche e quant’altro puntate sul corrispettivo rivale” rispose con una nota isterica nella voce.

Il moro non voleva arrendersi innanzi agli sproloqui del suo capitano, tanto che un sorriso ironico gli si era dipinto sulle labbra e i suoi occhi blu brillavano di una luce sinistra: “Secondo te, perché lei ci sta malissimo quando è costretta a litigare con te”?

“Perché è fottutissimamente orgogliosa”!

Ennò! Sbagli! Non sono tutti come te, che finché non sbatti il naso contro un muro di cemento armato spesso tre spanne, non rinsaviscono! Hikari ci sta male perché, nonostante i fatti, ti vuole bene. E ti rispetta molto più di quanto pensi, perché ha il coraggio di dirti in faccia le cose, anziché far finta di nulla”.

Shanks lo guardò profondamente, infastidito da quel dolore sordo che continuava a svilupparsi nel petto: “Che sei diventato? Il suo psicologo”?

“Io so cosa ti manda in bestia di questa storia” rispose Ben, incrociando le braccia e appoggiando la schiena contro la poltrona “Non ti da fastidio il fatto che io sappia molte più cose di lei di quanto tu ne conosca. Ti manda in bestia il fatto che io e lei ci intendiamo con uno sguardo. Da quando è qui, abbiamo avuto l’occasione di parlare una volta sola, cosa credi? E’ solo che tu sei così preso dall’intento di sottometterla, perché non riesci a non sentirti una merda quando lei solleva quegli splendidi occhi nei tuoi. E allora tenti di schiacciarla con la tua autorità”.

Il Rosso lo stava guardando come se avesse le antenne.

“Ma con Hikari non funziona. E’ questo che devi capire. Da quando è qua, tutti hanno cercato di metterla a suo agio. Perfino Ace, che per un momento avrebbe voluto staccarle la testa dal collo per la faccenda di Newgate, ha capito di che pasta è fatta. Solo tu – e Smoker, ma è perfettamente comprensibile la sua situazione  – continui a rivaleggiare con lei, quando lei vorrebbe solo che tu la trattassi come si deve”.

Shanks rimase con la bocca semi aperta, incapace di ribattere l’amico con argomentazioni plausibili e convincenti. Si sentì tremendamente idiota e, come sempre, si ritrovò a dare ragione a quella faccia tosta del suo migliore amico.

Sapeva che Ben, nonostante non avesse problemi a fare il maestrino, stava soffrendo almeno quanto lui per quell’assurda situazione e sapeva ancora meglio che, continuando su quella linea, ben presto avrebbe perso la fiducia dei suoi compagni.

Questo perché, nonostante loro gli volessero un bene inimmaginabile, avevano un ricordo meraviglioso di quella donna dai boccoli neri, che li aveva rapiti – lui incluso e primo della lista – con la sua bellezza e con quel suo carattere problematico, ma che riusciva a farsi voler bene per l’amore che dimostrava nei confronti di tutti.

Ripensò al loro incontro nella camera da letto del vice, quando le portò la cena e le sfiorò la mano: si ricordava di aver sentito un breve sussulto da parte sua, lo sguardo imbarazzato mal celato da un’espressione ammonitrice.

Perso nei suoi pensieri, che si stavano pericolosamente dirigendo verso immagini ben poco ortodosse sul cosa Shanks avrebbe voluto farci in camera con lei, non si era accorto che da qualche minuto Ben lo stava osservando, in piedi, con le braccia incrociate.

Sollevò lo sguardo su di lui, un po’ timoroso, paragonabile ad un bambino che guarda la maestra dopo un compito in classe insufficiente.

“Sposatela e falla finita” sentenziò, voltandogli le spalle e uscendo, facendolo arrossire oltre ogni limite.



(Parte II - Chapter soundtrack:Charlot the Harlot - Iron Maiden)

“Incominciamo”!

Ace ed Hikari si erano diretti sul ponte, appartati sulla prua, intenti ad iniziare l’allenamento. Erano rimasti d’accordo che la prima tappa consistesse, per Hikari, nel controllare il rilascio di haki durante uno stress psicofisico. Mentre per Ace, l’obiettivo era quello di ritornare a rimboccarsi le maniche nel corpo a corpo, imparando – ahimè – almeno per il momento a fare a meno del potere del frutto del diavolo.

Non che potesse fare diversamente…

“Non avere pietà di me” scherzò Ace, prima di muovere i primi passi contro di lei. Si ricordava bene la destrezza della donna che aveva davanti: era riuscito solo a ferirla ad una caviglia, utilizzando il suo amatissimo fuoco. Ma per il resto, Hikari aveva un’agilità degna di nota.

La mora vide arrivare il pugno sinistro di Ace ad una velocità abbastanza normale per il personaggio, tant’è che riuscì a schivare il colpo con un semplice tocco, stringendo poi il polso e torcendogli il braccio dietro la schiena.

Si trovava incollata col busto alla schiena di Ace, con il suo braccio ben stretto tra il suo corpo e quello del proprietario: appoggiò il mento sulla sua spalla.

“Io non avrò pietà di te solamente se tu non mi sottovaluterai e farai sul serio” gli sussurrò nell’orecchio, stringendogli il polso e aumentando la presa.

Ace si limitò a sogghignare, abbassando leggermente il capo e chiudendo gli occhi: sentiva il suo delicato respiro sul suo collo, i riccioli che gli solleticavano la spalla e immaginava il sorrisino di sfida dipinto sul volto di lei.

“D’accordo”.


Si spostò di scatto verso di lei, spingendola con la schiena quel poco che gli permettesse di evitare la torsione della spalla e di riprendersi il proprio braccio: si voltò di nuovo e caricò una ginocchiata.

Hikari non riuscì a schivare il colpo a causa della ristretta distanza tra loro due e si limitò a parare quel ginocchio con entrambe le mani.

Ace, per quanto non fosse più abituato a cimentarsi nel corpo a corpo, era pur sempre un uomo, con un fisico muscoloso e una forza degna del nome che portava. Perché nonostante l’assenza del potere, ogni suo colpo denotava un’energia particolare, molto aggressiva, bruciante.

Sicuramente non sarebbe riuscita a metterlo a tappeto a suon di pugni, quindi doveva inventarsi qualcosa di diverso.
Mosse lo sguardo sul viso di lui, che in quel momento si trovava a lato, le braccia sulle spalle di lei, atto a riprendersi il ginocchio stretto tra le sue mani: sorrise beffarda.

“Ora t’insegno una cosa” sibilò, prima di spazzare via con un calcio la gamba di appoggio del giovane, facendo perdergli momentaneamente l’equilibrio. Nei successivi secondi, mentre Ace stava per crollare a terra, torse il suo ginocchio, portandosi a cavallo della sua gamba e lasciandosi cadere di peso su di lui, immobilizzandolo a pancia in giù.

Ace nel giro di pochissimo si ritrovò faccia a terra, con la mora seduta sul suo sedere, le mani atte ad una chiave articolare sulla sua caviglia.

“AHIA!” ululò non tanto per la facciata sul legno, quanto per la stretta alla caviglia. Ma Hikari non era certo una che si faceva impietosire, tanto che aumentò la morsa, tra i mugolii di dolore del ragazzo.

“Oh, piano, me la stai staccando”!

“Hai solo un modo per evitare che io ti spezzi la caviglia, cowboy…” commentò divertita e soddisfatta di averlo messo al tappeto. “Quale parte del corpo hai libera”?

“Se te lo dico non mi parli più…” scherzò, cercando di non pensare al dolore e puntando a distrarla, ma Hikarì sollevò di poco il suo corpo e successivamente si lasciò andare di nuovo di peso sul suo sedere: “Alla prossima battuta idiota ti spezzo la schiena, Ace!” rispose lei, rossa in volto e sdegnata.

“Va bene…” mugugnò lui, questa volta però applicandosi nella ‘lezione di arti marziali’ inscenata sul ponte del Vento dell’Est. Caricò l’arto inferiore libero per poi scagliare il tacco verso il viso della donna che, per il contraccolpo, scivolò di lato lasciando la presa.

“Bravo” sorrise rimettendosi in piedi, mentre Ace si ricomponeva la caviglia e la guardava storto.

“Mi hai fatto male, lo sai?” si lamentò con la vocina da bambino, tanto che Hikari non riuscì a trattenere una risata, prima di lanciarsi di nuovo all’attacco con un calcio ad ascia.

Ace evitò il colpo spostandosi alla sua sinistra, scivolando elegantemente sul legno e portandosi in posizione di vantaggio: la caricò con tutto la sua forza al fianco, gettandosi in un placcaggio perfetto.

Ricaddero entrambi al suolo con un tonfo sordo. Hikari si ritrovò supina, stesa sul legno, con Ace sopra di lei che, repentinamente si era posizionato tra le sue gambe e stava cercando di immobilizzarle le mani.

Un lampo percorse il suo cervello, quando si ritrovò il viso del moro a pochi centimetri dal suo: stava trovando la cosa parecchio eccitante. Sentiva il suo corpo premere sul suo, le mani che stringevano i suoi polsi con vigore, il suo respiro affannato sul suo viso.

Rimase talmente impietrita che non riuscì a controllare le sue emozioni, reagendo alla sorpresa liberando parte dell’haki.

“Ma ooh!” rispose Ace nel momento che sentì quelle lame invisibili premere prepotentemente sulla sua pelle e quel senso di vertigine pervadergli lo stomaco “Così non vale Hikari”!

La donna si risvegliò da quello stato di catatonia in cui era caduta con uno sguardo atterrito, il batticuore e cascate ormonali plurime in tutto il corpo, quando sentì i lamenti del povero Ace, che, nonostante stesse subendo, non voleva mollare la presa.

Sollevò di poco il viso verso di lui: “Ah. Scusami…” sussurrò rossa in volto cercando di non guardarlo negli occhi.

“Mmmh… Va bene” le sorrise, cacciandogli la lingua, ben intuendo l’imbarazzo di lei. Era sempre così: quando s’imbarazzava o si trovava in difficoltà, liberava il suo haki contro qualsiasi cosa. E quella situazione lo divertiva parecchio, tanto che volle continuare a giocare sporco, ben sapendo di rischiare la vita.

Si stese ancora di più sopra di lei, avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, mentre quegli occhi violetto si sgranavano proporzionalmente alla riduzione della distanza tra i due.

“Pensa se Shanks arrivasse ora sul ponte…” le mormorò quasi sulle labbra, lo sguardo nero magnetico nel suo e il sorrisetto classico, quello sbilenco tipico suo.

“Uhmm-mmm…”

Hikari giurò che il cuore le si fosse fermato e che respirasse solamente per differenza di pressione interna ed esterna: in un attimo capì ove Ace voleva arrivare e cominciò a divincolarsi con tutta la sua forza, cercandolo di scuoterselo di dosso.

Ma Ace stava ridendo come un ossesso, stringendola ancora di più e coricandosi definitivamente su di lei, con tutto il suo peso: “Hikari, per l’amor del cielo, sto scherzando!” e continuava a ridere “Dovresti… Ahahahaha! Dovresti vedere la tua faccia in questo momento! Ahahahahaha! Sei fantastica!” e non riusciva a controllarsi, mentre lei aveva uno sguardo pietrificante degno di Medusa in persona, le labbra strette e il viso porpora.

Il moro si risollevò quel tanto che gli bastava per riguardarla in faccia e per poco non gli partì un embolo quando si trovò innanzi al suo broncio.

“E fatti una risata, dai! Come sei permalosa...” la esortò cercando di smettere di ridere, ma sentì le ginocchia di lei stringersi ai suoi fianchi e premere sempre di più.

- Wow… Non così dolcezza, accidenti! – commentò mentalmente, mentre sentiva le cosce di lei aumentare la morsa attorno alla sua vita e tentavano di risalire verso le costole.

Ace guardava divertito e compiaciuto il suo sguardo offeso, le sue guancie rosse e i suoi incisivi che premevano il labbro inferiore: “Vuoi stritolarmi”?

“E’ l’unica cosa che posso fare, visto che non posso smembrarti con il mio haki!” borbottò piccata, continuando a premere con veemenza, mentre Ace se la rideva ma nello stesso tempo si lamentava e... Sì, tutto sommato gli piaceva, gli piaceva eccome sentire il corpo di lei muoversi e strusciarsi involontariamente sotto il suo.

“Non farmi più discorsi del genere quando combattiamo, perché potrei vaporizzarti”!

“Ma tanto lo so che non sei incavolata perché ho tirato in ballo Shanks, bensì perché mi sono disteso allegramente su di te… Però…” commentò, mentre il suo sguardo si andava a posizionare sul suo seno e a lei si drizzavano i capelli per l’indignazione “Quella maglia di Ben maschera davvero bene, accidenti!” concluse Ace, prima che lei riuscisse a liberarsi e che cominciasse a mollargli schiaffi, calci e pugni a raffica.

Stava per avere un’embolia dalle risate.

“VAFFANCULO ACE, VAFFANCULO!” urlava in preda all’imbarazzo, mentre lo suonava come un campanaccio, cercava lo stesso di non ridere anche lei e vedeva che Ace si lasciava picchiare senza problemi.

“Ma che ho detto?!” fece lui serio, prima di esplodere in un’altra risata causata dal rossore sempre più accentuato di lei, per poi cominciare a schivare i suoi colpi e alla veloce, visto che aveva brandito il manico della scopa del ponte e stava cercando di sfracassargli il cranio.

Il moro cominciò a correre, tentando di evitare i colpi che, per quanto non fossero letali e mossi solamente dall’indignazione di lei, facevano male lo stesso.

“Dove credi di andare ragazzino! Vieni subito qui”!

“Solo se mi fai vedere le mutandine…” ululò da dietro a dei barili, prima di essere colpito da una cima in pieno volto. (*)

Scoppiò di nuovo a ridere massaggiandosi la guancia e scappò a gambe levate quando la vide arrivare con lo spazzolone.

“TORNA QUI, MALEDETTO!” urlò correndogli dietro, sotto lo sguardo divertito di Ben che dalla finestra della sala da pranzo – a quell’ora deserta – aveva assistito a tutta la scena.

Scosse la testa quando li vide sparire al piano di sotto.

- Le cose si complicano – mormorò mentalmente, versandosi una tazza di caffè.






- TO BE CONTINUED -

(*): chiaro tributo ad uno dei miei personaggi preferiti, ovvero Brook. Non poteva mancare! xD (n.d.Bea)



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera ragassuole... Come avrete potuto notare, l'atmosfera di questo capitolo è volta a farvi... Ridere. xD O, almeno, cerchiamo di farvi ridere... Serviva un qualcosa di divertente, sennò ci saremmo tagliate le vene - e se lo diciamo noi che l'abbiamo scritta, figuriamoci i lettori. ^^' E' stato esattamente il nostro commento.
Bea: "Oh, Yu, guarda che qui ci si sta a deprimere..."
Yuki: "Eh, lo so, ma non è che ci siano così tanti spunti per stare allegri, eh..."
Bea: "Ho capito, ma qua si suicidano in massa... Urge qualcosa di deficiente".
Yuki: "Lascio fare a te"?
Bea: "Lascia fare a me, collega" *annuisce convinta e batte il pugno sul palmo della mano"

xD

Bene, dopo questo delirio spontaneo - non saranno state le stesse parole, ma il succo è quello - passiamo alle risposte! E Yuki c'è, stavolta! *Lancia i coriandoli* xD


Alla prossima!!!


- Angolino di Beatrix -

@Red Queen: ciao caVissima! **
Ahem... Diciamo che non posso dirti di sì o di no, tesoro mio, sennò non varrebbe la pena continuare a leggere. xD Shanks è geloso. Cioè, col carattere che ha - e noi ce lo immaginiamo abbastanza passionale, perchè il Rosso ci piace così ** - non può rimanere indifferente. Solo che sai... Sono quelle situazioni in cui ti continui a martellare i beneamati e non ci puoi fare nulla. xD
Lavorare sulla comunicazione, eh? Non vedi come comunicano bene a mazzate ed improperi? xD Sono ormai dei campioni sia nella comunicazione verbale che non verbale. ò_ò Eeeh... La strada è ancora lunga, i vuoti di trama anche, per cui... A buon intenditor, poche parole. :p
Mi ha fatto morire sta cosa della vita domestica: mi sono immaginata Shanks ed Hikari che si scambiavano un anello con sopra un teschio pirata e la lista nozze, composta da roba... Allucinante. Dall'ascia bipenne alle infradito. xD
Ja, cumpà, non scusarti per il fangirlismo. Io ci campo su queste cose, mi divertono e mi fanno stare allegra. E sì, mia cara, cosa non si perdona ad uno così? Hikari la pensa un po' diversamente, tuttavia nel nostro immaginario potrebbe anche attraccare il Vento dell'Est sul nostro fegato che gli sorrideremmo beate - probabilmente per una colica, ma quel che conta è il risultato. xD
Alla prossima caVa! Grazie per la recensione. :)
Un abbraccio.

@Ale-chan: ciao tesorina. **
Ennò, non è stato Ben, ma Ace a consolare la nostra rivoluzionaria... Ma ti spiego anche il perchè - anzi, l'avrai intuito: Ben doveva occuparsi di Shanks. E per quanto Ben voglia bene ad Hikari, il suo posto doveva essere quello: sia perchè Shanks è pur sempre il suo capitano e il suo migliore amico, sia perchè sapeva che comunque... Qualcuno Hikari ce l'aveva vicino... Ma Shanks no. O meglio, Ben è la sua unica ancora di salvezza. :) L'abbiamo pensata così. ^^
Guarda, Ace ce lo siamo immaginato come una frana nel consolare le persone, tuttavia personalmente l'ho trovato dolcissimo... ** Cioè, dai, come non si fa a volergli bene? ^^ Ti confesso che la personalità di Ace mi piace molto... Più che altro quella sfumatura che ha preso da Rufy, l'assere altruista comunque, anche quando si ha appena litigato o ci sia stata maretta...
Infine, per la parte della confessione - ormai senza appigli - i complimenti vadano tutti a Yuki. ^^ Sinceramente ha fatto tenerezza pure a me. ^^
Un abbraccio e alla prossima! Grazie per la rece e per i complimenti cara. :)

@Chibi_Hunter: ciao caVa! ^^
Figurati... Guarda, io con gli impegni sono ai ferri corti. Mi servirebbero le giornate di 48 ore. -_-'
Come ho già spiegato ad Ale, c'è un perchè riguardo all'assenza di Ben. Lui doveva per forza stare con Shanks - anche per sfogarsi lui stesso xD da come avrai potuto leggere.
Ed Ace... Alla fine sarà pure impacciato ed imbranato, tuttavia... Ma quant'è carino? xD Diciamo che in quel trambusto, il fatto che Hikari si trovi nella sua stessa posizione, un po' consola anche lui. :)
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Tre88: ciao tesora! ^^
Poteva mancare, secondo te, un accenno al cibo da parte del moro? Io penso che prima di addormentarsi, al posto delle pecorelle, conti le fette di torta che saltano la staccionata. xD Anzi... Ora che ci penso, non le conta proprio. Semplicemente perde i sensi. xD Non smetterò mai di ridere innanzi a queste scene! xD
Alla fine Hikari ha potuto contare su qualcuno, il che rappresenta una cosa importantissima. Forse potrà sembrare un po' prematuro il loro rapporto, ma in un luogo ove non si ha nessun alleato, alla fine - vuoi o non vuoi - te li devi trovare. E quei due, benchè abbiano dei caratteri un po' tanto diversi, si completano. :)
Alla prossima cara!
Un abbraccio e grazie per la recensione. ^^

@Maya: Maya, tesoro! **
Hikari sa mascherare bene i suoi sentimenti. Cioè, ne ha fatto di necessità, virtù, essendo stata letteralmente obbligata a farlo. Tuttavia... E' umana anche lei. E' una donna - e ben sappiamo come siamo fatte... Tiriamo, tiriamo, tiriamo, piene del nostro orgoglio da supereroine e quando arriviamo al punto di non ritorno... Ci trasformiamo in esseri fragili come la cartapesta. -_-' Ed Hikari è proprio così. Potrà essere orgogliosa quanto vuole, testarda, a tratti anche insopportabile... Ma  gli scivoloni ci sono - e sulla nave ce ne sono stati tanti, troppi se si considerano i tempi ristretti.
E meno male che ha Ace accanto... Alla fin fine, Ace ha una personalità che da energia. Come il fuoco, sa riscaldarti... Ed Hikari ne ha un disperato bisogno, visto che dall'altra parte ha dei cannoni di azoto liquido puntati contro. ^^' Non che sia da meno lei, ma sappiamo bene come sia fatta - parafrasando, non ce la faranno mai quei due. xD
Sì, ho notato anche i che Ace sembra il "cucciolo" del gruppo, ma effettivamente è proprio così. Noi siamo state abituate a vederlo sempre come "il maggiore", ma il paragone è stato fatto con i Mugiwara - anche se la differenza di età era irrisoria, via... Qui sono tutti "grandi". ^^'
Ti ringrazio al solito per la recensione e per i complimenti, Maya. :)
Un abbraccio grande e alla prossima! ^^

@Akemichan: Ehilà! ^^
Preciso subito due cose: la prima è che l'errore con Ben ci è proprio sfuggito - quindi grazie. ^^ La seconda è che "sé stessa" e "se stessa" sono due forme egualmente valide. :) Insomma, la critica è spaccata su quest'argomento, quindi le han prese per buone tutte e due, via.
Comunque! Bentornata cara. :)
Ammetto che Ace l'abbiamo fatto suonare come un campanaccio, ma nel nostro ideale... Benchè sia il comandante della II flotta di Newgate, l'haki non l'ha mai sviluppato. E... Si è trovato di fronte il Rosso. Hikari è un po' una cosa a parte... Il problema è che non sa usarlo neanche lei il suo potere. Pure Dragon ci ha sempre trovato qualcosa di assurdo lì in mezzo... E i mal di testa sono la peculiarità di questo potere - "Evviva" dirà la mora. xD Più avanti ci saranno molte parti riguardanti il potere di Hikari... Un capitolo in particolare, ma ci vorrà ancora un po'. Questo per dirti che sarà spiegato sicuramente. :)
Se da una parte Ben potrà sembrare l'amico bastardo - che in realtà è così xD - la mora lo riesce a gestire, via... A parte i travasi di bile continui, ma quando hai come capo uno come Dragon, fai il callo a qualsiasi cosa. Tuttavia... Shanks resta ancora una bomba innescata. Non ce la può fare. Lei è innamorata persa ancora, ma c'è quel piccolo dettaglio - leggasi catena Himalayana - di mezzo, riguardo alla fuga di dieci anni addietro. E Hikari... Non riesce a buttarlo giù, ovviamente. Se poi contiamo che uno è un vulcano, l'altra è una testa di... ^^' Per ogni passo avanti, ne fanno due indietro. u_u
Infine, il fatto che Ace sia l'estraneo... Giova molto alla sua salute. ^^' Perchè alla fine Ace è l'unico - Smoker a parte - che non c'entra un emerito col suo passato. Sarà anche il motivo per il quale si trovi ora a bordo del vento dell'Est, ma qui si fa di necessità, virtù. :) E dai... Alla fine sti due sembrano dei bambini delle elementari, alle prese con la prima amicizia. Io li trovo spassosissimi. xD
Grazie per la recensione caVa! ^^
Un abbraccio e alla prossima! :)


- Angolino di Yuki -

@Red Queen: CaVissima **
Eccomi ritornata - in stile ritorno dall'oltretomba - dopo queste settimane infernali. E non mi danno nemmeno il tempo di riprendermi che iniziano le lezioni - e lasciamo perdere gli orari che preferisco stenderci sopra un velo pietoso xD
Ma veniamo alla risposta.
Diciamo che ognuno vede qualcosa e poi ciascuno di loro la intrerpreta. Più avanti potrò essere più chiara, ma se le cose andranno come andranno è perché io mi sono un po' impuntata su una cosa - anche se, devo ammetterlo, con lo scrivere la storia le cose sarebbero parse fluide anche se fossero andate in altro modo, ma all'inizio mi piaceva di più in altro modo xD
Shanks e Hikari sono testardi e orgogliosi. Sono due qualità che cozzano fortemente e quindi è logico che si ritrovino a discutere spesso. Inoltre, teniamo conto che lei non gli ha mai perdonato l'abbandono - che alla fin fine, è anche la causa per cui si è ritrovata a lavorare per i rivoluzionari. Le ha scombussolato la sua tranquilla vita e ora va avanti a farlo. Sarei incazzatiella pure io xD Cmq, bisogna guardare le cose oggettivamente, e sì, pure Hikari ci mette ovviamente del suo in tutto questo xD
Per rispondere alla domanda sul divano: litigerebbero per ore e ore, e poi Shanks, per metter quiete al tutto, proporrebbe di collaudarli *ç*
Ecco, pure a me piacerebbe essere consolata da Ace... ma diciamo che mi farei molto probabilmente prendere dalla situazione... e... e cos'hai capito?! triste e sfinita dal dolore mi addormenterei (non mi credi, vero? XD).
Quanto alla canzone, sono contenta che anche tu la ami come me **
Un abbraccio
Alla prossima

@KH4: ALE *________*
Tesora mia! Come stai? Ma alla fine me l'avevi rimandata quella mail che mi era arrivata in bianco? XD No, perché io non l'ho ricevuta e comincio a pensare che la mia casella di posta sia maledetta! Rimandamela nel caso **
Venendo alla risposta, ovviamente mi aggiongo al tuo "Io, io, io io, io, ecc" xD Però, sai quale sarebbe dopo la cosa problematica? Lasciarlo andare via *ç*  E chi lo mollerebbe più una volta caduto nelle mie grinfie *Muahahahhahaahha*
Bhè, ovviamente Ace era anche ora che capisse la situazione. E' una testa calda, quindi, prima di comprendere tutti i pro e i contro ci deve sbattere con violenza e in questo caso ci ha pensato per bene prima Shanks e poi anche Hikari. Ma noi lo amiamo anche per questo suo modo di fare, no? **
Come hai giustamente detto tu, quello di cui ha bisogno Hikari è una persona che le stia vicino e che sia pronto a stringerla quando ne ha bisogno. Non vuole parole di consolazione, ma la presenza e la certezza che se cadrà qualcuno cercherà di salvarla ** E ovviamente è ben felice di aver trovato Ace (e chi non lo sarebbe? XD)
Un bacio
A presto!

@Chibi_Hunter: Ciau cara!
Rieccomi anch'io a risponderti dopo aver dato una maratone d'esami xD
Tranquilla, ti capisco bene. Anch'io mi farei consolare da Ace, sarebbe molto... interessante come esperienza *ç*
Effettivamente Hikari avrebbe voluto sbattere in faccia a Shanks tutto quello che aveva passato, tutto quello che lui le ha fatto passare. Ma per farlo dovrebbe spiegare anche quello che continua a provare e lei non vuole dargli quella soddisfazione - è molto orogliosa, e per questo non sopporta l'idea di essere tanto fragile a causa sua.
Anche tu pensavi a Ben come consolatore? Ace la conosce da meno tempo, ma hanno lati caratteriali simili, e soprattutto il vicecapitano conosce Hikari e sa che non vuole mostrare quel lato più debole. Invece Ace pensa solo a farla star bene xD
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Tre88: Ehi, ciao ^^
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto **
Ace è testardo e si lascia prendere dal momento. Ma alla fine è un bravo ragazzo, quindi quando sbaglia sa riconoscerlo (essì, è proprio carino xD).
E' stato molto dolce a voler consolare Hikari e nonostante non se ne intenda molto di queste faccende, ha fatto del suo meglio per poterle far tornare almeno un po' di buon umore e un sorriso.
Ovviamente, non si smentisce e va a mangiare xD
Un abbraccio
Alla prossima!

@Maya_90: Tesora **
Eccomi tornata, sfinita da questa sessione d'esame xD Voglio una vacanza, non ce la posso fare altrimenti xD
La tua analisi di quello che è Hikari è esatta: è indubbiamente una donna molto forte, con una personalità che non ama sottomettersi ed è molto orogliosa; ma nonostante questo, dentro si porta cicatrici che non sono scomparse e che continuano a far male. E' proprio per questa bivalenza che mi piace molto Hikari - scrivere su di lei è stato bello e complicato -, dimostra tutta la sua umanità e la sua verosimiglianza come personaggio **
Dopo 31 capitoli, finalmente almeno ad alta voce si ritrova costretta ad ammettere chiaramente che ama ancora Shanks - lo ha sempre amato, non ha mai smesso di farlo in realtà, semplicemente se ne è dimenticata per riuscire ad andare avanti con la sua vita.
Il gesto di Ace è bello e sincero. Non vuole nulla da Hikari, lui e lei sono gli estranei lì sopra, e questa situazione li unisce e ha contribuito a creare velocemente la loro amicizia.
Un abbraccio forte forte
A presto **

@Akemichan: Ciao cara!
Ossì, ti capisco benissimo xD Dannati esami! Ora non hai voglia di una vacanza? E invece ci sono le lezioni ç_ç
Allora, un capitolo alla volta!
Capitolo 29: Non c'erano possibilità. Ace nelle sue attuali condizioni non può materialmente competere né con Hikari e né tanto meno Shanks. Entrambi possiedono l'haki e Ace è sprovvisto del suo potere, quindi sarebbe stato irrealistico dargli qualche chance. La parte di Ben che li becca è una di quelle che preferisco, quando l'ho scritta non so bene da che cosa fossi ispirata, ma rileggendola sghignazzavo da sola xD
Capitolo 30: Ben si diverte a prendere un po' in giro Hikari, ma è una cosa affettuosa, quasi come se fosse suo fratello maggiore. Effettivamente è da ammettere che l'imbarazzo di Hikari abbia un che di cusioso, ma per sua discolpa posso dire che io sarei altrettanto imbarazzata nella medesima situazione xD Per la frase da chiarire grammaticalmente mi affido a Beatrix, perché ora non ho tempo di riguardare xD
Capitolo 31: Un po' tutte vogliamo piangere sulla spalla di Ace, e come potrebbe essere altrimenti? Hai sintetizzato molto bene il rapporto tra il signore delle fiamme - momentaneamente spento - e la nostra rivoluzionaria. Il loro rapporto è nato quasi per necessità, essendo gli unici due che non centrano nulla lì sopra, ma questo non significhi che sia sincero e disinteressato.
Un bacio
Alla prossima!!






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki

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Capitolo 33
*** Solo amici? ***


CAPITOLO 33: SOLO AMICI?
(Chapter Soundtrack: Crazy Little Thing Called Love - Queen)


Il raggi bollenti del sole battevano impietosi dall'alto del cielo sul Vento dell'Est, costringendo tutti i pirati e gli ospiti a rifugiarsi sotto coperta o nei rari spazi d'ombra per potersi godere la siesta pomeridiana.

La calma piatta aleggiava per tutta la nave, intrisa di un senso di profondo tedio per via dell'ora e del clima. Il suono regolare delle onde azzurre che si infrangevano contro il legno possente era diventato la ninnananna accompagnatrice dei sogni degli uomini.

L'unico rumore nuovo, fuori posto in quel momento, era il rumore dei passi svelti di Hikari.

Era l'unica ancora sveglia, l'unica che non riusciva a rimanere ferma per troppo tempo nella sua cabina o sul ponte. Insofferente, la sua mente era andata a rimuginare sopra gli ultimi fatti accaduti e sul suo stesso comportamento. Con malavoglia, si era ritrovata a farsi un esame di coscienza - nonostante fosse alle volte difficile per il suo orgoglio ammettere certe situazioni.

Sbuffò, spostandosi un ciuffo da davanti al volto per riportarlo dietro l'orecchio.

Con somma fatica, si era ritrovata a pensare che forse Shanks avesse vagamente ragione sul suo comportamento. Lei non faceva parte della sua ciurma e non poteva prendere iniziative tanto avventate sulla sua nave, senza contare che il Commodoro alla fin fine si era comportato come conveniva al suo ruolo - lei avrebbe fatto la stessa cosa nei suoi panni.

Ma davanti al Rosso non avrebbe mai ammesso la sua parte di colpa.

- No, con lui no. Ma c'è qualcun'altro da cui posso andare - pensò decisa Hikari mentre abbassava la maniglia della porta con sopra la scritta 'infermeria'.


Cercò con gli occhi d'ametista Smoker sui vari letti disposti nel locale. L'uomo la stava fissando di rimando, immobile sul materasso e con tutti i muscoli tesi e i sensi all'erta.

L'espressione del Marine era un miscuglio ben assortito di odio, sorpresa e disprezzo. Non si aspettava altre visite dopo l'assalto ricevuto da quella pazza, la quale lo aveva lasciato moribondo sul pavimento freddo e qualche altra costola incrinata. Senza contare che ora era nelle medesime - e pessime - condizioni di Pugno di Fuoco, impossibilitato anche lui ad adoperare il suo potere in modo soddisfacente.

"Questa volta che cosa vuoi farmi, spia?" domandò acido Smoker.

Hikari avanzò dissimulando una certa insicurezza. Ciò che stava per fare era dettato da un insensato senso di colpa, che avrebbe potuto provare a reprimere invece di andare a tentare di alleviare in quel modo.

"Semplicemente assicurarmi di non averti conciato troppo male, Commodoro" rispose, sostenendo lo sguardo, la donna .

"Cosa c'è? Ti preoccupi per un tuo avversario"?

"Bhè, sai com'è, il fatto di essere nemici non significa ignorare un certo codice di condotta" affermò Hikari con finta non curanza, alzando le spalle e lasciando il suo sguardo piantato su Smoker.

Lui, afferrando il doppio senso, sogghignò nonostante fosse infastidito nel sentirsi riferire certe frasi da una Rivoluzionaria che aveva fatto l'infiltrata nelle fila del Governo per troppi anni.

Entrambi avevano giocato sporco: lui tentando di provocare appositamente scompiglio - se non ben altro - sul Vento dell'Est, e lei riducendolo in condizioni pietose approfittandosi della sua già non perfetta salute.

"Non mi servono certe lezioni, ragazzina".

"Abbiamo più o meno la stessa età, Commodoro" lo rimbeccò Hikari, leggermente offesa, voltandosi e uscendo dall'infermeria.



Si stava dirigendo sul ponte, alla ricerca di un posto tranquillo e appartato dove poter rimanere fino a quando Ace non si fosse deciso a svegliarsi per cominciare l'allenamento odierno. E quella volta lo avrebbe preso a bastonate se si fosse nuovamente permesso di farsi gioco di lei nello stesso sporco modo del giorno passato.

Avvertì lievemente le guancie assumere una sfumatura più colorata e si nascose dietro la spiegazione della rabbia per non essere riuscita a fargliela pagare come avrebbe voluto.

La sua ricerca di un posto appartato venne interrotta quando l'odore forte e acre del tabacco bruciato le giunse all'olfatto, facendola fermare di colpo. Ben stava uscendo in quel momento dal una porta con la sigaretta stretta tra le labbra e la sua solita espressione imperscrutabile dipinta in volto.

"Dove stai andando?" domandò prendendo tra le dita la sottile carta bianca.

"Sul ponte a riposarmi un po'" rispose semplicemente Hikari sorridendogli.

"E da dove vieni"?

La giovane donna incurvò le sopracciglia, lievemente scocciata dalla raffica di domande poste con quel tono indagatore. Gli occhi scuri di Ben erano puntati su di lei, fermi e in attesa avida di avere le risposte desiderate.

"Sei diventato un inquisitore"?

"Mi preoccupo che tutto fili liscio" affermò lasciando uscire una sottile striscia di fumo che preso si disperse attorno alla sua figura alta "Anche perché hai un'aria di una che ha appena fatto qualcosa che non dovrebbe".

"Se questa è una strana tattica di interrogatorio, sappi che non funzionerà!" sbottò fingendosi offesa e arrabbiata Hikari, la quale per rincarare la dose gonfiò le guancie e assottigliò lo sguardo.

Ben abbozzò un mezzo sorriso prima di inspirare nuovamente una boccata dalla sua sigaretta. Non sapeva affermare con certezza se Hikari stesse combinando qualcosa di inadeguato, soprattutto perché dopo dieci anni di doppio gioco doveva essersi fatta una certa esperienza nell'avere sempre la risposta pronta.

Lasciò perdere in ogni caso quell'argomento.

Aveva altro di cui discutere con lei ora e voleva approfittare dell'ora di completa solitudine che si poteva respirare sul Vendo dell'Est dalle due alle tre del pomeriggio, tanto da darle quasi l'aria di una nave fantasma per quando i suoi abitanti fossero totalmente irreperibili - se non in caso di necessità.

"Hikari, ti dovrei parlare" esordì pacato.

Da parte sua, la donna, non sapeva come prendere quell'improvvisa affermazione fatta con tanta serietà. Non riusciva a immaginarsi cosa potesse riguardare la conversazione che Ben desiderava intavolare; forse voleva parlarle della discussione tra lei e Shanks oppure dei piani che avevano per l'immediato futuro.

Eppure, qualcosa nel volto di lui le faceva avere una strana sensazione. Per istinto, era portata a ritenere che l'argomento sarebbe stato qualcos'altro - che tuttavia preoccupava non poco il vicecapitano del Vento dell'Est.

Lo seguì in una stanza appartata di dubbia funzione: ad arredarla vi era solo un tavolo, un divano e una libreria con volumi dimenticati e probabilmente mai aperti dalla maggior parte dei pirati di quella nave. Un posacenere dimenticato sulla superficie di mogano venne immediatamente riempito dalla cenere della sigaretta di Ben, il quale si accomodò su una delle sedie facendo un cenno a Hikari di imitarlo.

"Ben, si può sapere che c'è"?

"Hai fretta?" chiese di rimando il vicecapitano, mostrando la sua solita aria pacata.

"No... E' che dovrei allenarmi con Ace".

Il mozzicone di sigaretta venne spento nel posacenere di metallo, andando a far compagnia ad altri cadaveri lasciati lì da tempo. Quella stanza appartata doveva essere frequentata da poche persone, forse lì Ben ci portava tutti coloro con i quali doveva fare discussioni private su problemi non strettamente attinenti alla situazione politica del momento.

Perché Hikari ne era certa, non si trattava di disquisizioni intorno alle più efficienti strategia d'attacco e di difesa.

Cominciò a tamburellare con le dita sul tavolo, rendendo palpabile la sua poca pazienza.

"Per farla breve, Hikari, mi stavo chiedendo se tra te e Pugno di Fuoco non ci sia qualcosa in più di un semplice legame d'amicizia".

Le reazioni in successioni della giovane donna furono quella di sbarrare gli occhi, di arrossire e di irritarsi.

Ben aveva già provato a fare una simile insinuazione, ma precedentemente era fatta con toni più leggeri, quindi aveva creduto la stesse semplicemente prendendo in giro. Ora, invece, il suo tono non lasciava dubbi in interpretazione.

E il fatto che lui credesse veramente che tra lei e Ace potesse esserci una storia era assurdo.

"Non dire idiozie, Ben".

"Vi ho osservati e i miei dubbi non sono campati per aria" obbiettò con pazienza "Gli sguardi dell'altro giorno non mi parevano quelli che si scambiano due normali amici".

"Stento a credere che tu possa seriamente solo vagamente pensare una cosa del genere!" sbottò Hikari.

Non negava che Ace avesse su di lei un certo ascendente.

Anzi, se doveva proprio parlare francamente a sé stessa, non poteva neanche evitare di ammettere che il ragazzo fosse attraente nonostante i dieci anni di differenza. Ma il tutto si arrestava a un piano fisico, Ace sapeva come scatenare in lei reazioni degni di una sedicenne in piena crisi ormonale.

A livello umano a legarli era un rapporto più simile a quello di un fratello e una sorella, che quello di due innamorati, nonostante si conoscessero da pochissimo.

"Perché trovi il tutto così surreale?" continuò imperterrito Ben.

Gli occhi viola di Hikari si assottigliarono, squadrando male il suo migliore amico per una manciata di secondi interminabili.

A lei pareva così chiara la motivazione, così lampante e logica, da farla irritare. Non riusciva a comprendere se realmente Ben non ci arrivasse o se semplicemente voleva sentirlo uscire dalle sue labbra per essere finalmente certo - fino all'ultimo centesimo - della realtà.

E Hikari era irritata proprio perché si ritrovava nelle condizioni di dover dichiarare ad alta voce qualcosa che preferiva custodire nell'inconscio della propria anima. Ma sapeva che con Ben era impossibile quando si metteva in testa qualcosa, e che quell'aria tranquilla fosse la sua più potente arma in quel gioco di battute.

"Diamine, Ben! Tu meglio di tutti dovresti saperlo!" rispose acida appoggiando entrambi i palmi sul tavolo e piegandosi in avanti per farsi più vicina a lui, dall'altra parte.

"Hikari, le mie intenzioni non sono assolutamente quelle di farti irritare" cercò di chiarire il vicecapitano "Semplicemente di sto dicendo che vedo come tu e Ace vi comportate, e questi non sarebbero affari miei se non sapessi quello che tu provi per Shanks - e viceversa. Voglio essere certo che il resto del viaggio fili liscio".

La donna increspò le proprie labbra in una smorfia.

Non era certa di aver interpreto correttamente l'affermazione di Ben e probabilmente ciò glielo si doveva leggere abbastanza bene sul volto, perché l'uomo continuò ad osservarla prima di riprendere a parlare.

"Nemmeno a Shanks va di litigare con te, ma il problema con voi due è che siete cocciuti nello stesso modo. E se credi che per lui questi anni siano stati una passeggiata, sbagli. Non cadere nell'errore di pensare di essere l'unica a soffrire e a fare le spese di ciò che è successo".

Non lo vide alzarsi, i suoi occhi erano fissi sulla superficie di legno levigato del tavolo, ma udì solo lo stridulo delle gambe della sedia sfregate sul pavimento.

Si ritrovò a pensare sarcasticamente di preferire la discussione su una presunta relazione con Pugno di Fuoco piuttosto che affrontare quella. Era inevitabile: ogni volta che dei sentimenti contrastanti si andavano a scontrare nel suo petto, lei rimaneva in balia della battaglia scatenata, incapace di comprendere fino in fondo che cosa provasse veramente.

Lo aveva odiato così a fondo per tanti anni, avvelenando il proprio organismo con quell'emozione tanto forte e distruttiva da arrivare persino ad entrare nei Rivoluzionari - e per quanto credesse nei loro ideali, non poteva lasciare da parte la constatazione di aver agito in tal modo per provare a dimenticare il dolore.

Ma quell'odio era solo una faccia di una medaglia che aveva solo voltato per nascondere l'altra realtà: quella più vera e immediata. Nonostante i dieci anni lontani, nonostante le incomprensioni e nonostante il modo orribile in cui l'aveva piantata in asso, lei lo amava ancora.

Ed era proprio quella la ragione fondamentale - l'unica - per cui era certa di non provare nulla di serio - in senso prettamente sentimentale - per Ace. Il suo cuore era già di Shanks e nessuno avrebbe potuto prenderne il posto.

E Ben lo sapeva.

Lui si stava preoccupando per lei e per il suo capitano, mettendola in guardia da colpi di testa che avrebbe potuto fare - ferendo tutti, senza eccezioni.

"Va ad allenarti" la richiamò alla realtà l'uomo appoggiato allo stipite della porta aperta "E cerca di non farti mettere sotto, eh"!

Hikari gli rivolse l'ennesima occhiataccia, ma Ben se ne era già andato e così non ebbe modo di domandargli se avesse un doppio senso anche quell'ultima affermazione detta con tono divertito.

Si alzò di scatto anche lei, allontanando quei pensieri pesanti e opprimenti, per cercare di guardare con mente lucida e fresca agli esercizi che l'attendevano. Alla fine il suo riposo pomeridiano era andato a farsi friggere tra una cosa e l'altra, quindi sarebbe stato sicuramente meglio per Ace non provocarla troppo.


Altrimenti sarebbe stata lei a dare in escandescenza.

- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Ma buonasera! ^^ Eccoci di nuovo al classico appuntamento settimanale... Con un interrogatorio coi fiocchi. xD Questa volta Ben non è riuscito proprio a starsene in disparte, andando dritto al sodo. Immaginatevi solo i pensieri - ovviamente non scritti - di Hikari. ^^' Sì, l'avrebbe voluto strangolare. u_u
In ogni caso, era anche ora di affrontare l'argomento. E chi meglio di lui? xD Tra l'altro, non avete idea di quanto piacere ci facciano i complimenti ricevuti verso questo personaggio - a me in particolare, visto che ci sono affezionatissima. :)
Grazie mille! ^^

Bene, direi che è ora di passare all'angolo delle risposte. ^^


- Angolino di Beatrix -


@Ale-chan: ciao tesoVa! **
Sono felice che ti sia piaciuta la presa di posizione di Ben. ^^ Personalmente, come scritto nell'angolo personale, lo adoro come personaggio e mi piacerebbe davvero averci preso quanto alla sua personalità. Dopotutto Ben, un po' per carattere e un po' perchè è il migliore amico di Shanks, se lo poteva permettere. Ovvero, lui è l'unico che si può permettere davvero di trovare qualcosa da dire - e anche di insultare xD - il Rosso. Anche perchè ha sempre ragione. u_u Ci prende sempre, non importa come, perchè, quando. Lui può. xD
Quanto ad Hikari ed Ace... Eeeh... Questo spezzone con Ace ed Hikari avvinghiati l'abbiamo messo e per ragion di trama, e perchè volevamo sfasarvi gli ormoni: come si fa a rimaner sani innanzi al bel signore delle fiamme - spento xD - che si dedica al corpo a corpo. Contando il fatto che lo fa da svestito - non so se Oda ci voglia bene o male, tra lui, Smoker, Mihawk e Shanks. Tante, troppe grazie. ** Ma infondo... Ormai siamo abituate all'emorragie al naso. E ne vale la pena. xD
Infine... Per tutto il resto, chissà. Mai dare per scontato qualcosa, no? :p
Un abbraccio e alla prossima! ^^
Grazie per la recensione!

@Red Queen: SQUEEEEE... xD
Sti starnazzamenti mi fanno davvero sbellicare - forse perchè siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Soprattutto sul tema Ben e Shanks - sì, perchè Ace ve lo lascio, tranquille. xD
Indubbiamente un po' di roba leggera ci voleva, anche perchè - come già detto - stava diventando pesante l'atmosfera. E poi, oh, su di una nave se non si stempera la situescion, si esce di testa. O.o E se Ben si diverte ad infierire sul suo migliore amico, che porta un muso degno di un moccioso di sei anni ultimamente xD, Hikari... Beata Hikari, sì, sono d'accordo. xD
Ma vedrete che anche Shanks avrà il suo momento di gloria... Non demordete. Prima o poi rinsavirà, via. xD Non possiamo trattarlo male per tutta la storia, suvvia... E notare che è il mio personaggio preferito. xD
Quanto a Capitan Giustizia, guarda... Ridotto com'è per ora se ne starà buono - voglio dire, non che abbia altre opzioni. xD E' riapparso in questo capitolo però, con tutto il suo famoso buon umore! xD
Alla prossima caVa! Grazie per la rece ed un abbraccio! ^^
ps: la citazione a Sparrow, benchè non citata, era d'obbligo. ** Sant'uomo!

@Chibi Hunter: ciao caVa! ^^
Oh, vedo con piacere che Ben continua a fare strage. ** Dobbiamo fare qualcosa per l'orgoglio di Shanks... E' ridotto in mille pezzi, ma non lo ammetterà mai. E sì, è geloso come una bestia... Per quanto possa sembrare assurdo è così, anche se c'ha il codone di paglia - e ovviamente nessuno si risparmia nel farglielo notare. ^^'
Un po' mi fa tenerezza il Rosso... E non solo perchè vorrei essere lì a consolaro - anche se probabilmente mi snobberebbe alla grande. xD
Quanto all'allenamento... Eeeh, davvero. Noto con estremo piacere che quella parentesi "tecnica" - e bollente - vi è piaciuta proprio tanto. E sì, a chi non piacerebbe stare al posto di Hikari? ** Altro che emorragia al naso. Embolo diretto! xD Anche se penso che chi si stia divertendo di più sia Ben. Oh sì. Finalmente qualcosa da fare sul Vento dell'Est. xD
Alla prossima cara, grazie per la recensione! ^^
Un abbraccio!

@Tre88: ciao tesora! ^^
Nel mentre che chiamo l'impresa edile per fare il monumento a Ben, in stile Statua della Libertà xD, ti informo che Ben sa essere più pungente - e bastardo - di così. E diretto anche. Guarda questo capitolo, roba che ti farebbe andare dritta in analisi se solo non avesse una cosa chiamata coscienza a fermarlo. ^^'
Dopotutto è una delle persone più intelligenti di OP. Hai i suoi punti di forza - sexy all'inverosimile per me. **
Quando Ace tornerà ad usare il fuoco mi chiedi? Molto, ma molto più avanti. Conta che in tutto sarà passata quasi una settimana dalla partenza da Mistral. ^^ Deve aver tempo di smaltire la tossina, così come il overo Commodoro - che se l'è passata peggio.
Grazie per la recensione cara e alla prossima!
Un abbraccio! ^^

@Akagami95: ciao cara! ^^
Guarda, Ace sarà anche un bravo ragazzo... Ma penso sia anche molto malizioso. :p E meno male, direi, sennò noi non staremmo qua a crogiolarci e squittire senza ritegno - a volte me ne vorgogno pure. xD
Le cose si complicano? Chissà. :) Ora come ora Ace sta giocando alla grande, anche per passare il tempo. Su di una nave in navigazione non è che ci sia tanto da fare... ^^' E poi la permalosità di Hikari lo fa divertire. xD
Grazie per la rece! Alla prossima! ^^

@Akemichan: hola tesoro! ^^
Dunque! Punteggio praticamente pieno per Ben fino a questa risposta. xD Guarda, sono contentissima davvero che vi stia piacendo questo personaggio. E' sempre difficile immaginare come l'autore vorrebbe che lo si gestisse - e su Ben si hanno così poche informazioni. T_T Come anche su Shanks. Maledetto Oda, ma che gli ho fatto di male?
Sì, la prima parte - per quanto condita del sarcasmo tipico di Ben - è una parte fondamentale che vuole sancire quasi un seppellire l'ascia di guerra "perfavore". Mentre la seconda è assurda, lo ammettiamo candidamente. xD Ma devono pure far qualcosa sti benedetti ragazzi... Sennò sclerano! xD
La scena del combattimento dovrebbe essere più o meno fedele alla realtà. Cioè, avendo fatto arti marziali, ho cercato di spiegare e sviluppare al meglio la cosa - e c'è un pizzico di wrestling anche. xD La presa alla caviglia, intendo. :)
Comunque, mi piace pensare che - benchè Hikari sia forte, perchè addestrata in Marina - possa fare poco nel corpo a corpo con uno della stazza di Ace. Che, per quanto sia "magro", è spesso lo stesso. C'è riuscita con Smoker solo perchè usa degli escamotage particolari. xD Sennò figuriamoci! xD
Comunque concordiamo tutte lo stesso punto: sia quello che sia, ma nessuna donna potrebbe rimanere indifferente nel trovarsi il bel moro allegramente steso sopra. ** Beata Hikari... u_u
La citazione a Jack Sparrow è voluta, benchè non segnalata. ^^ Come non amarlo?
Un abbraccio e alla prossima! ^^
Grazie per la recensione!

@Kicchan96: Oh! Buonasera e benvenuta!
Beh, fa sempre piacere questo tipo di complimenti! xD Ma, per curiosità, perchè non t'ispirava la storia? Giusto per sapere, perchè non ci ho capito granchè. xD
Grazie per i complimenti alla bella mora dagli occhi ametista. ^^ Spero che il resto della storia ti piacerà alla stessa maniera, visto l'entusiasmo! ^^
Grazie per la recensione e alla prossima!
Baci! ^o^

@Baka-chan: Marta! ^^ Benritrovata!
Oh, ma ti vedo a Lucca?! Benone! ^^ Così ti posso salutare tesora... :)
Dunque, dunque, dunque... Sì, è ufficiale: Ben ha fatto l'ein plain. xD O come diavolo si scrive - non ne sono mai stata capace. O meglio, non l'ho mai scritto. xD
Praticamente il Vice merita l'oscar per la sua bastardaggine: conoscendo Ben - anche se non lo cosciamo a dire il vero xD - ne andrebbe fiero. Anzi, farebbe finta di nulla, ma sotto sotto si complimenterebbe con sé stesso. :p
Dategli tempo a Shanks... Il povero Rosso c'ha anche lui il suo caratterino e il suo orgoglio... E diciamo che Hikari non è una di quelle persone che sono disposte a mettelo da parte. Insomma, sono due casi umani. Uno peggio dell'altro. xD
Beh, Ace se li è meritati gli insulti, dopo tutte le provocazioni rifilatele aggratis. xD Che poi lui ha trovato il modo per divertirsi - e pare si sia integrato alla grande con Hikari, visto che lo risparmia da fargli fare una brutta fine. Ergo, vaporizzarlo con l'haki. xD
Grazie per la rece tata!
Un abbraccio e alla prossima! ^^




- Angolino di Yuki -

@KH4: Ciao Ale **
Come vedi anche Ben aveva il suo bel da fare ed è per questo che non è potuto andare a consolare Hikari - che tanto è stata consolata da Ace *ççç*
Il vice ha colpito esattamente nel punto più dolete e nell'orgoglio di Shanks. Alla fine, lo sappiamo bene che l'amore fa fare cose stupide, quindi non c'è particolarmente da meravigliarsi dell'incapacità del capitano di capire appieno la situazione nella quale si trova!
Quanto all'allenamento... *Sbava*
Se fossi stata io al posto di Hikari non so esattamente come sarebbe andata: forse sarei morta d'infarto oppure gli sarei saltata addosso senza alcun riteglio e avrei fatto tante tante cose zozze.
Un abbraccio
Alla prossima!

@Red Queen: CaVissima!
Effettivamente anch'io sono incline all'angst, anche se poi mi piace far risolvere tutto per il meglio, però, sai com'è, un po' di relax serve anche a voi lettori, altrimenti cadiamo tutti in depressione e non ce la caviamo più xD
Però noto con piacere che alcune scenette ti hanno fatto sbavare da brava fangirl! Non c'è nulla di male, lo facciamo tutte e quindi ti puoi tranquillamente unire a noi. Fonderemo un club prima o poi, che avrà molto successo xD Ne sono certa!
Ah, per quanto riguarda il Fumoso, tranquilla, non ce lo siamo dimenticate, ma non è lui il protagonista principale, quindi non può esserci sempre ^^
Un bacio
A presto!

@Chibi_Hunter: Ma ciao, caVa!
Vedo che Ben in questo capitolo ha fatto strage di cuori. Effettivamente si è comportato in modo esemplare, da vero amico e da vero vicecapitano! Ha detto quello che Shanks in realtà sa esattamente, ma non ha il coraggio di ammettere a sé stesso - ma per questo c'è Ben, ovviamente!
Ah, le emorragie dal naso devono essere state tante durante la parte dell'allenamento!
E' stata fatta per rilassare e divertire - e far sbavare, ovviamente xD Serviva un momento calmo per far riprendere a tutta la ciurma un attimo di respiro, il povero Vento dell'Est continua a pregare per la propria sopravvivenza nel frattempo xDDD
Smoker ritornerà, tranquilla, semplicemente prima c'erano altre vicende da portare avanti ^^
Un abbraccio
Alla prossima!

@Tre 88: Ciao ^^
Le stuatue a Ben prima o poi gliele dovranno fare. Se nessuno si è ancora fatto seriamente del male su quella nave, è grazie alla presenza e alla sua freddezza che Shanks e Hikari riescono a mantenere - a tratti intermittenti - rapporti civili!
Quanto alla capacità di ripresa di Ace, non posso anticipare nulla. Alla fine, l'algamatolite è veramente nociva per i fruttati, quindi non c'è da stupirsi che ci metta tanto a ristabilizzarsi!
Sono contenta che la parte dell'allenamento ti sia piaciuto **
Un abbraccio
A presto!

@Akagami95: Ciao ^^
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto **
La situazione ovviamente è difficile, ma se non fosse così, dove sarebbe il bello? XD
Quanto al rapporto tra Hikari e Ace, vedrete. Non voglio nè smentire nè confermare, altrimenti vi perdete il bello della sorpresa!
Un bacio
Alla prossima ^^

@Akemichan: Ciao caVa ^^
Sono contenta che il capitolo, anche se di transizione, ti sia piaciuto. E sì, la citazione l'hai colta molto bene, bravissima! Il discorso di Ben è fatto per far ritornare il senno a Shanks, che ovviamente, avendo lì Hikari, se ne va un po' in fumo. La cosa difficile di mandare avanti una trama così, è proprio quella di continuare a cercare di mantenere il comportamento dei personaggi il più vicino alla verosimiglianza. In questi casi sarebbe molto facile cadere nell'errore di far piegare i fatti alla propria volontà, mentre risulta più arduo spiegare a dovere e far agire i personaggi come se fossero nella realtà.
La parte del combattimento è stupenda, l'ho amata molto. Ovviamente è tutto merito di Beatrix perché io sono particolarmente incapace di fare un lavoro simile xD essendo più portata per l'introspezione, non sono particolarmente dotata per questo genere di cose.
Un abbraccio
A presto!

@Kicchan_96: Ciao!
Una new entry, che bello ** Sono contenta che alla fine tu abbia aperto la storia e ti sia appassionata ad essa! E sono altrettanto contenta che Hikati ti piaccia come personaggio, sia io che Beatrix ci siamo decisamente molto affezionate e il fatto che anche gli altri l'appreziono è molto importante!
Spero che continuerai a seguire la storia e che ti continui a seguirla ^^
Un abbraccio
Alla prossima!

@MBCharcoal: Bakaaaaa!
Ah, vedo che Ben ha veramente colpito tutte voi! Sì, decisamente merita molte molte statue, e alla fine, chi sopravviverà - e sarà grazie a lui xD - dovrà provvedere a fargliele!!!
L'invito di Ben a Shanks di sposarsi Hikari è stato fantastico! Decisamente, il rosso, dovrebbe decidersi a seguirlo e smetterla di fare così il testardo. Mah, chissà che farà, che succederà...
La scena dell'allenamento è grandiosa, sì. Dimmi, da 1 a 10 quanto avresti voluto essere tu al posto della nostra bella rivoluzionaria? XDDD
Un abbraccio
A presto!




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 34
*** Nuvole di speranza ***


CAPITOLO 34: NUVOLE DI SPERANZA.
(Chapter Soundtrack: La Noyee - Yann Tiersen)


Shanks era steso sulla sua postazione preferita, con un rotolo di corda appoggiato sotto la testa e un buon libro nella mano: Hikari ed Ace, poco più in là, si stavano allenando da un’oretta.

Ogni tanto, di sottecchi, la osservava, ripensando a quella lite furibonda che avevano affrontato due giorni prima, torturandosi il labbro inferiore: lei, durante il breve periodo, si era limitata a dare un’immagine di sé abbastanza normale, senza montare su i teatrini del silenzio e quant’altro.

Molto probabilmente Ben aveva fatto il suo sporco lavoro nella faccenda, calmando come al solito le acque, ma non poteva non notare le occhiate nervose indirizzate a lui di tanto in tanto, mentre si allenava. Come non poteva non notare tutta la confidenza che Pugno di Fuoco soleva avere, nelle pause, con lei, la quale provocava al Rosso vari travasi di bile.

Un rumore di passi lo fece ritornare alla realtà: si girò e trovò il vice in piedi, accanto a lui, con le braccia incrociate al petto e la sigaretta fumante in bocca.

“Non fare quella faccia…” aveva esordito l’amico, soffocando una risata quando Shanks si era girato con lo sguardo sottile verso di lui.

“Hai qualcosa contro la mia faccia”?

Ben sogghignò, sedendosi sullo scalino che portava alla prua: “Sai… Mi è venuta un’idea per riportare la calma sulla tua nave” continuò il moro, espirando il fumo, mentre un grugnito proruppe dalle labbra dell’amico.

“Illuminami” fece Shanks, con spiccato sarcasmo, mentre incrociava una gamba sull’altra, vi poggiava il gomito e il mento sopra la mano, lo sguardo sempre attento su di lei.

“Non noti anche tu che quei vestiti ad Hikari non donino moltissimo”?

Quando la donna era approdata sul Vento dell’Est non aveva di certo vestiti di cambio: Shanks e Ben avevano tirato fuori degli abiti tenuti appositamente per quell’evenienza, ma erano tutti abiti maschili.

“Mh. E quindi”?

“Siamo a poche miglia da un’isola. Che ne dici di far scendere Hikari ed Ace per fare un po’ di compere”?

Shanks si girò completamente a guardare l’amico: “Scherzi? E se Ace fuggisse”?

“E secondo te Hikari lo permetterebbe?” commentò ridendo e pensando all’eventualità di una caccia al topo per le viuzze di quel minuscolo villaggio che fungeva da capoluogo.

“Ah, già, è vero. Mi ero scordato che ormai pare la sua ombra…” commentò ironicamente il Rosso, sbuffandosi un ciuffo che gli era caduto sul viso.

“Smettila di fare il geloso… Mi sembri un ragazzino di diciott’anni” rispose il vice, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia dal capitano “Guarda che questa è l’unica chance che hai per guadagnare punti ai suoi occhi, visto che tutte le altre strade le hai bruciate in partenza”.

“Bravo, continua a rigirare il coltello nella piaga…”

Il moro spense la sigaretta sotto la suola della scarpa e si alzò: “Chiamala e proponile questa cosa” disse, avviandosi sottocoperta “Ah, contatta anche un prete, già che ci sei” concluse prendendo velocemente la porta, mentre un’infradito lanciato a velocità supersonica volava nella sua direzione.


Shanks era tornato a guardarla muoversi e reagire al corpo a corpo con Ace, cercando di dominare i suoi istinti che mai come in questi giorni erano tornati all’arrembaggio e cercando di non progettare l’assassinio del suo migliore amico, perché sarebbe sfociato in una morte lenta e dolorosa.

- Effettivamente sia lei che Ace, che addirittura Smoker, avrebbero bisogno di qualcosa di nuovo e pulito – pensò puntellandosi il labbro con l’indice, mentre il suo sguardo andava a posarsi sulla sua calzatura che ancora giaceva accanto alla porta.

- Io un giorno l’altro lo faccio fuori! – ululò mentalmente, mentre tornava ad accantonare passerelle, squali e barracuda, per riconcentrarsi sul problema.

Prese respiro: doveva reagire e giocare la carta dello shopping a suo favore.


“Hikari!” la chiamò forte, preoccupandosi di farsi sentire bene da tutti i presenti che popolavano il ponte a quell’ora.
La donna, che era alle prese con un attacco al moro, si pietrificò all’istante sentendo il suo nome pronunciato dalle labbra del Rosso.

“Stai calma” le sussurrò Ace, cercando di non scoppiarle a ridere in faccia “Vai a vedere cosa vuole, io ne approfitto per fare un minuto di pausa” concluse sorridendole e dandole una pacca sulle spalle.

“Grazie per lasciarmi sempre da sola a sbrigare le patate bollenti…” bofonchiò, facendo appello a tutte le sue forze per muovere il suo corpo.

“Oh, ha chiamato te, non me!” scherzò Ace, portandosi la bottiglia d’acqua alla bocca, per poi proseguire: “Vai, forza! E respira”.

La mora si avviò piano mantenendo per un attimo lo sguardo preoccupato su Ace, il quale, in un secondo momento, le fece l’occhiolino.

- Facile stare così tranquilli – pensò portando lo sguardo sulla figura innanzi a lei – E mo cosa vuole…? – si domandò, sperando di non dover affrontare una nuova discussione.

“Dimmi”.

Era in piedi davanti a lui, le braccia sui fianchi e l’asciugamano sulla spalla: sembrava un dittatore e quel pensiero provocò a Shanks un moto di ilarità, che però nascose prontamente. Sapeva bene quanto fosse permalosa.

“Stai facendo progressi con l’haki”.

“Grazie” sussurrò abbassando lo sguardo, colpita in qualche modo da quell’affermazione.

“Puoi sederti un attimo qui”?

Hikari guardò stranita il capitano, adocchiando nervosamente lo spazio fisico accanto a lui. Non capiva davvero a cosa voleva arrivare, ma Shanks sembrava tranquillissimo, al contrario di lei.

“Hikari, dai, non ho nessuna intenzione di intavolare discussioni. Devo solo proporti una cosa” aggiunse, indicando il posto e facendo gesto di sedersi.

La mora, suo malgrado, obbedì, accomodandosi e appoggiandosi sui palmi delle mani: “Che c’è”? Avrebbe voluto ammorbidire un po’ il tono di voce, ma non ci riuscì molto.

“Che ne dici di far tappa alla prossima isola per fare un po’ di shopping? Almeno tu ed Ace potreste comprarvi qualcosa di nuovo. Mi spiace vederti vestita con i nostri abiti smessi…”

Si girò a guardarla negli occhi, che trovò sgranati: “Chi ha avuto questa magnifica idea?” domandò entusiasta, sfoderando quasi un sorriso.

“Ben” rispose lui, fingendosi depresso, mentre lei soffocò una risata “C’avrei giurato”.

“Ah, grazie” commentò lui, ironico, mentre non poteva credere alle sue orecchie e ai suoi occhi. Hikari stava ridendo. Stava ridendo assieme a lui.

D’altro canto lei era rimasta molto sorpresa dal fatto che fosse stato proprio lui a parlarne e non l’amico: Ben aveva sicuramente proposto quella cosa per ammorbidire l’atmosfera, ma nonostante ciò provava un vago senso di felicità nel sentire la proposta provenire da lui stesso. In quel momento lo guardò attentamente, mentre il senso di colpa le riempì l’anima.

Litigare con Shanks era terribile: prima del fattaccio, aveva solo ed esclusivamente ricordi bellissimi di quel meraviglioso anno passato assieme a lui, ove si vedevano ogni giorno e passavano un’infinità di tempo assieme.

Ma lo conosceva abbastanza da capire che quando s’incazzava, non riusciva a rimanere lucido come Ben, facendosi sfuggire cattiverie che sicuramente non pensava seriamente, ma che facevano davvero male.

La stessa cosa capitava a lei, non tanto con le cose che diceva, ma quanto ai comportamenti che teneva: appena si sentiva minacciata – e Shanks era davvero l’unica persona che riusciva a farla star male davvero – tirava fuori zanne e artigli per difendersi, dimenticandosi di chiunque le stesse di fronte in quel momento.

E si maledì per non riuscire a mantenere la calma e a discutere civilmente con lui, come faceva Ben. Solo che il moro aveva una pazienza infinita – e lo sapeva bene – mentre lei non ne aveva proprio, men che meno Shanks.

Aveva riflettuto sulle cose dette dal suo amico, in particolare sul fatto che Shanks era stato male in quegli anni, forse almeno quanto lei, e, nonostante il suo orgoglio ferito stesse urlando tutti gli insulti immaginabili, proprio non riusciva a non sentirsi responsabile per quella lite furibonda.

Non voleva piegarsi a lui, ma le sue energie si stavano veramente esaurendo, tolto il fatto che si ricordava bene, troppo bene, le sensazioni provate nella cabina di Ben, quando si era ritrovata faccia a faccia con lui.

Si stupì di pensare all’eventuale possibilità di perdonarlo. Più che altro, era difficile ammettere che avrebbe dato un braccio per stare con lui, di nuovo, ma non poteva cancellare tutto con un colpo di spugna.

Tirando le somme era arrivata a capire le ragioni del Rosso, ma non riusciva ancora a condividerle. O meglio, non erano assolutamente da condividere, perché aveva commesso una cazzata enorme, però ora, passando tempo con lui e studiandolo, aveva capito il suo pentimento.

Ma era Shanks a dover affrontare il discorso, non lei. Tuttavia, visto che il Rosso non riusciva proprio ad ingranare, si sentì in dovere di mollare la presa, almeno per iniziare.

E ammettere la sua colpa, per quello che era successo poco prima, era il primo passo per fare, finalmente qualcosa di buono.


“Comunque accetto volentieri” rispose lei, voltandosi verso di lui e posando gli occhi nei suoi.

“Che c’è?” domandò il Rosso, provando un vago senso di inquietudine.

“Ti chiedo scusa… Per quello che ho fatto” confessò, sorprendendo sia l’uomo che sé stessa “Non mi piace litigare con te…” concluse abbassando lo sguardo e provando vergogna per avere, alla fine, ceduto, ma in quel momento Shanks sembrava essere ritornato come quello dei vecchi tempi. E questo la rendeva parecchio vulnerabile.

Sentì successivamente la mano di lui afferrarla per la spalla e tirarla a sé, stringendola debolmente, quasi avesse paura di romperla.

“Non piace neanche a me” ribatté col cuore in subbuglio, stentando a credere sia alle sue orecchie che ai suoi gesti.
Hikari godette di quel contatto per qualche istante, con una tachicardia paurosa e le guance porpora: si alzò nel momento in cui capì di essere impresentabile, ragionando sul fatto che se Shanks l’avesse vista in faccia l’avrebbe sfottuta da qui all’eternità.

Dominando i sussulti, si voltò verso la porta e notò l’infradito abbandonato. Colse l’occasione per cambiare discorso e per spezzare quel silenzio assordante che si era creato: “Che diavolo ci fa la tua ciabatta laggiù”?

Shanks si riscosse e assottigliò lo sguardo: “L’ho lanciata al tuo amico tossico” farfugliò alzandosi, recuperando l’oggetto e dirigendosi verso la porta.

“E che ha fatto?” domandò divertita, mentre lui poneva la mano sulla maniglia e si girava con la faccia scazzata: “L’idiota” rispose, per poi sparire al di là della porta, lasciando Hikari a ridere sul ponte, con Ace che la guardava con un sorriso malizioso dipinto sul volto.

- Pace e tranquillità – commentò mentalmente, mentre vedeva il viso della sua amica finalmente disteso e udiva la sua risata – Sei sicuramente più bella quando sorridi, Hikari.


Shanks era rientrato in cucina e aveva chiuso la porta alle sue spalle. Successivamente, con la schiena appoggiata al legno, si era abbandonato ad un sospiro profondo, cercando di dominare il suo cuore che in quel momento stava ballando la pizzica.

Ben era in piedi davanti alla credenza, con la caffettiera in una mano e la tazzina nell’altra.

“Allora?” chiese Ben con la solita calma, ma anche con la solita arguzia, versandosi il caffè nella tazzina e appoggiando la caffettiera nel lavandino, mentre il Rosso era ancora spalle alla porta, gli occhi chiusi e le labbra serrate.

“Oh, ci sei”?!

Si stava seriamente preoccupando, perché vedeva il suo migliore amico boccheggiare, ma non proferire suono ed aveva alzato su di lui uno sguardo insicuro.

“Sì, gliel’ho chiesto”.

“E che t’ha detto?” proseguì il vice, sorseggiando il caffè, ma tenendo gli occhi fissi sul suo capitano.

“E’ stata contentissima. Mi ha detto poi che le dispiaceva per la lite…” rispose Shanks, mentre il moro sputava d’impulso la bevanda nella tazzina, per evitare che gli andasse a finire nel naso.

“Ho bisogno di sedermi...” farfugliò accasciandosi sulla sedia più vicina e abbandonando il capo all’indietro, mentre l’amico scoppiava in una risata esagerata, tanto che gli si vedeva pure l’esofago.

“Che cazzo ti ridi idiota…” bofonchiò il Rosso. Intanto il vice aveva estratto una sigaretta e gliela stava porgendo, cercando di smettere di ridere: “ Ti è bastato vederle il sorriso per farti rincoglionire”?

“Sì” aveva risposto con una nota di sarcasmo l’altro, passandosi una mano tra i capelli.

“Tieni. Fuma” aggiunse Ben, porgendogli la sigaretta “Calmati un secondo, ne hai bisogno” concluse mentre Shanks l’accendeva e aspirava profondamente: “Santo cielo Ben!” e tossì “Che cazzo ci hai messo qui dentro”?!

Il moro rise: “Non fare la femminuccia… E quindi? Ci fermiamo sull’isola? Dovremmo arrivare nei pressi domani mattina” proseguì, ma notò che l’amico pareva su Saturno.

“Oh, ma mi ascolti”?!

“Eh”? Sì, Shanks più che su Saturno, in quel momento era sulla cintura di Orione.

“Amico, guarda che mica tutti sono cocciuti come te eh?” Ben era incredulo “Io te l’ho detto quelle trecento volte che Hikari non è scema ed è sempre quella che conosci, solo che le cose sono cambiate e ci sta pure che sia incazzata. Però non è un mostro”.

“Mmmh” fu l’unica cosa che riuscì a proferire il Rosso, con il mento appoggiato alla mano e il gomito sul tavolo.

“Oh, al diavolo capitano, ripigliati cazzo!” lo strigliò, con un mezzo sorriso sulle labbra e tirandogli una manata sulla spalla. Trovava la situazione tremendamente assurda e divertente. Era bastato che Hikari seppellisse per un istante l’ascia di guerra, che l’amico era stato catapultato sulle nuvole.

Ed aveva una faccia da triglia.

“Vatti a fare una doccia per calmare gli ormoni” concluse il vice, mentre Shanks si alzava dalla sedia e lo guardava profondamente, ma con uno strano sorriso sulle labbra: “Acuta osservazione” disse, prima di sparire al piano di sotto, mentre Ben rideva e scuoteva la testa, spegnendo la sigaretta nel posacenere.

“Ti stai rammollendo davvero Shanks!” gli urlò, preoccupandosi di farsi sentire, mentre il capitano lo mandava a quel paese, ridendo pure lui.





- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

A-rieccoci qui! Con un capitolo tranquillo, ma... Avete visto che, con tanta buona volontà e pazienza, si riesce ad andare d'accordo anche sul Vento dell'Est? Ok, precisiamo. Avete visto che anche Shanks e Hikari sono capaci di fare altre attività sociali, oltre ad insultarsi a vicenda? xD
Personalmente, Shanks innamorato cotto fa sbellicare dal ridere. Poi, sarà anche una mia impressione. :p Ma lo trovo anche carino... Mentre Ben lo trova estremamente idiota ed irritante - ma son pareri. xD

Bene, direi che possiamo passare all'angolo delle risposte! Alla prossima! ^^


- Angolino di Beatrix -

@Ale-chan
: ciao caVa! **
Comincio col dire che di Tashigi non ce ne siamo dimenticate. xD E' solo che c'erano tante cose da raccontare sulla nave, che buona parte del centro della storia si svolge sul Vento dell'Est. Ma ancora un po' e Tashigi ricomparirà - come è intuibile. ^^  E Smoker, sì, poarello è stato suonato come un campanaccio - ricordiamoci che le ha prese da Shanks - e siringato a dovere con l'agalmatolite. Diciamo che è un miracolo sia tutto intero, via. Ma prima o poi tornerà a pascolare in giro, vedrete, vedrete. xD
Il tuo ragionamento sulla situazione spinosa in cui - secondo Ben - Hikari si trova (e non solo lei xD) mi piace assai, perchè non è a senso unico. Effettivamente concordo sui 5000 motivi, vè. E anche al riassunto in un vocabolo, anzi due: è Ace. ** In ogni caso, mi paiono abbastanza chiari i sentimenti di Hikari. O meglio, la "divisione" di Hikari. Sappiamo i problemi di base, ma sappiamo altrettanto che ci sbava dietro ancora come una ragazzina alla prima cotta. E, anche qui, si fa presto a riassumere i perchè: è Shanks. xD
Poi, è ovvio che - ora come ora - non l'ammetterà mai davanti al Rosso. Mentre con Ben gliel'ha praticamente detto, col primo ha ancora troppi irrisolti. 10 anni passati ad odiare una persona - che poi non è odio e si capisce cos'è - ti cambiano. E non riesci.
Grazie per la recensione e i complimenti tata! **
Un abbraccio e alla prossima!

@Red Queen: Regina mia, ave!
Ammirare quel metro e 40 di gambe di Ben, dici? Mmmh... Sinceramente, guarda, non sarebbe neanche una cattiva idea, sai? xD Anche se preferirei ammirarlo mentre percuote col calcio del fucile qualsiasi essere vivente gli metta i bastoni tra le ruote - oppure puntare il fucile alla nuca di un certo Ammiraglio scemo. Quanto ho sbavato, qual meraviglioso ricordo! ** Come anche quella del certo Ammiraglio stronzo da parte dell'Imperatore più sexy in circolazione - possibile che si salvi solo Aokiji di quel trio inverecondo?!
Ma torniamo alla storia, che diversamente potrei instaurarci un forum su ciò. xD Non lo farà per amore dell'inciucio, ma è innegabile che sia una persona curiosa. O meglio, che sa cogliere e sa come affrontare questo tipo di situazioni. E non si fa problemi a sbattere in faccia la verità - vedasi solo come tratta il suo capitano. xD E forse è per questo che lo adoriamo. Perchè Oda ce li fa vedere col contagoccie, perchè!!! T^T
Spero solo di risultare non dico imprevedibili, ma diciamo... Capaci a giocarci le carte. Ovviamente non posso dire assolutamente nulla sui vostri pareri nello specifico, perchè mi sbilancerei e rivelerei cose che non vi servono per gustarvi l'attesa, ma... Insomma, hai capito. Ah, sì, una punta di sadismo in tutto ciò c'è. xD
Infine, è vivo quel marcantonio... Stai tranquilla. xD E anche, grossomodo, integro. E gli va di lusso stare appresso a Shanks, alla sua corte. E' ovvio, però, che il suo umore - nonostante sia ancora in vita - sia non pessimo. Di più! x°D
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^

@Chibi Hunter: hola! ^^
E il terzo mese, Smoker risorse. xD Massì, guarda, peccato per l'umore funereo del sigaraio, ma ti posso assicurare che sta in una botte di ferro. Non si sa ancora se la Marina sappia o meno, ma con Shanks sta al sicuro. E non lo ucciderebbe mai - non è da Shanks. :)
Ben ha l'occhio lungo e la curiosità scimmiesca... Chissà se sarà un equivoco, un film totale di Ben, oppure... no? :p Non si può mai dire, soprattutto dopo tanti anni che uno torna quantomeno a vivere. Che, Hikari potrà dire quello che vorrà, ma almeno si è liberata di quell'odiosissimo ruolo di spia. E della Sede Centrale della Marina. ^^
Il problema è un certo pirata dai capelli rossi... Ahem! xD
Alla prossima cara, grazie per la recensione e un abbraccio! ^^

@Akagami95: Ciao! ^^
Sherlock Beckman, altro che pirata. Quello è sprecato a fare il pirata. Lo vedrei bene nei rivoluzionari Ben. xD Ma mi sa tanto che Shanks è ancora in circolazione grazie a lui. Sì, ne sono sempre più convinta. :p
Ace che va a far compagnia ai pesci? E secondo te Hikari lo permetterebbe? xD Ricordiamoci che è a tutti gli effetti il suo rapitore e guarda del corpo insieme. xD
Alla prossima! Grazie per la rece e un abbraccio!

@Tre88: ciao cara! ^^
Eh sì, purtroppo quei due sono terribilmente uguali. Così come Hikari non le ammetterà mai, neanche Shanks lo farà. E' che sono così solo nei reciproci confronti sti due, perchè al di fuori sanno essere anche persone tranquille. xD
Vedi Hikari che con tanta buona volontà - meglio definibile come codone di paglia xD - va a chiedere scusa al fumoso... Peccato che a Smoker tutto ciò provochi un travaso di bile - ma sono affari suoi. xD
Ben ha deciso di calarsi totalmente nella parte dell'inquisitore, sia da una lato che dall'altro. Pessima scelta, dico io, però è anche divertente, no? xD
Un abbraccio e alla prossima!
Grazie per la recensione. :)

@Maya: amoVe, ciao! **
Ma Hikari... E' così. Lei si arrabbia e agisce d'istinto. Solo che... Ahem, poi ha una cosa che si chiama coscienza, che pesa più del piombo. Chissà perchè mi ricorda qualcuno in questa storia. Qualcuno coi capelli rossi e tre cicatrici sull'occhio sinistro... :p E con lo stesso problema dell'istinto/coscienza. Ben sarà felicissimo del doppio lavoro da fare. Io me lo immagino a correre sul ponte, che va prima a calmare uno e poi a calmare l'altra. xD
Comunque Smoker è vivo. Ancora un po' bastonato, ma è quasi più la paura di Lucas - è un pezzo che non c'è, ma mai dire mai - ovvero il medico di Shanks, a farlo stare abbacchiato. E' una questione psicologica... :p
Ben ha sempre ragione. Cioè, questo non è un postulato, è una tesi. xD Ci gode a fare il maestrino, da morire! ^^ E sì, ok che Roger e Rouge hanno i loro problemi - piano piano sto recuperando tata, abbi fede - ma Hikari e Shanks sono terribilmente uguali. Solo che Hikari è più spietata, per quanto poi ci stia male. Sinceramente, facessero una gara in orgoglio, non so chi vincerebbe. O_O
Stai tranquilla pure te: Tashigi arriverà. Non nell'immediatissimo, ma ci siamo quasi. ^^ Abbiate fede che pure lei è ancora viva! xD
Alla prossima tata! ^^
Grazie per la rece e un abbraccio grosso grosso. :)

@Kicchan96: ciao!
Guarda, è comprensibile che Shanks ti paia molti diverso. Perchè è probabile che sia diverso. xD Abbiamo deciso di trattare Shanks in un campo particolare e diciamo che abbiamo fatto affidamento solo alla nostra immaginazione. Di dati, purtroppo, non ce ne sono. ^^'
Però, spero che nonostante la sorpresa, continuerà a piacerti! ^^
Alla prossima!
Grazie per la rece e un abbraccio!


- Angolino di Yuki -


@KH4: Ale-chwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan **
Il caro Smoker ha fatto nuovamente la sua comparsa, anche se di sfuggita. Purtroppo in quelle condizioni non può molto e questo non gli piace per niente... quindi chissà come andrà avanti la sua permanenza sul Vento dell'Est.
Ah, Tashiji... La cara, dolce, guardiamarina non è di certo sparita per sempre, semplicemente rientrerà in scena più avanti ^^
Ben si preoccupa semplicemente che lo status quo che si è venuto a creare sul Vento dell'Est rimanga tale, e non si vengano a riformare altre situazioni parecchio spiacevoli. Inoltre vorrebbe molto che Hikari e Shanks riuscissero a parlare di quanto avvenuto dieci anni prima invece di continuare a rimanere statici nella loro testardaggine e accumulare soltanto altra tensione senza scaricarsi.
La tua analisi sulla relazione tra Hikari e Ace è corretta. Lei ha bisogno di qualcuno che le stia accanto al di là di quello che è stata, che ha fatto e che è. Ace è l'unico che l'ha conosciuta da poco e che quindi non la tratta con riguardo o sorvolando certi argomenti perché sanno che sono delicati.
Un abbraccio
A presto **

@Red Queen: CaVissima **
No, eh, non mi prendo responsabilità di questo genere xD Lavora invece di recensire o se lo fai, fallo con discrezione e noncalance.
Il caro e vecchio Ben vuole semplicemente assicurarsi che non ci siano altri elementi che pertubino la calma sul Vento dell'Est. E se ci fosse una semplicissima infatuazione dei due, Shanks sicuramente non riuscirebbe più a mantenere nemmeno l'ultimo briciolo di impassibilità e razionalità.
Inoltre Ben, in quanto amico di Hikari, si preoccupa anche di quello che lei prova e desidera, perché se può far qualcosa per far sì che la navigazione sia più piacevole lo farebbe ^^
Quanto alla nostra propensione a maltrattare Shanks, non do garanzie, dove starebbe il bello se non facessimo tormentare qualcuno dei personaggi? **
No, noi non siamo pessimiste quanto Oda, ma sulla cattiveria non do certezze xDD Comunque, anche più avanti rivedremo nuovamente Smoker, tranquilla ^^
Un bacio
Alla prossima!!

@Chibi_Hunter: Ciao **
Ah, sì, Smoker è tornato a farvi visita anche se per una breve parte a inizio capitolo xD Purtroppo per lui è conciato malino, quindi dovrà rimanere ancora un po' nel letto, ma non ancora per molto, tranquilla xDDD
Ben intendeva soltanto chiarire le cose, più che altro, nel caso in cui Hikari si fosse presa una cotta per Ace, per prepararsi al peggio con Shanks xD Inoltre, la rivoluzionaria ama ancora Shanks, lo ha già ammesso e se dopo dieci anni non si è ancora spento quel sentimento, significa che non spazio per altri.
Grazie mille
A presto!!

@Akagami95: Ciao ^^
Già, nessuno a parte Ben poteva fare un discorso come quello a Hikari - chiunque altro si sarebbe ritorvato con la testa decapitata o quasi xDDD
Ha ottenuto la risposta che voleva, ma in ogni caso, Ben rimarrà comunque in allerta per evitare che la situazione non degeneri o che Shanks possa interpretare male alcune situazioni che potrebbero fargli perdere definitivamente la calma.
A presto!

@Tre88: Ciao!
Per com'è messa ora la situazione, no, Hikari non ammetterà nulla davanti a Shanks e lui uguale. Sono molto cocciuti e testardi xD
Ben nella parte del poliziotto che interroga un sospettato è fantastica xDDD Più o meno è anche la verità, ma in senso buono, semplicemente vuole sincerarsi che non si creino situazioni che potrebbero portare altra tensione a quella ci si è riuscita un po' a smussare - e poi, povero Vento dell'Est altrimenti xD
Alla prossima
Un abbraccio

@Maya_90: Ciau tesora **
Hai interpretato molto bene la mossa di Hikari, alla fine, se è vero che lei non fa parte della ciurma di Shanks, è altresì verso che, proprio per questo, lei non può assumere certi atteggiamenti e comportamenti sulla sua nave senza il suo permesso.
Ossì, si stanno facendo il sangue molto amaro, ma alla fine è anche quello che accade nella realtà: per orgoglio certe cose non si dicono e si rimane in silenzio. E loro stanno portanto avanti questa situazione semplicemente perché non vogliono dare vinta all'altro, chissà se prima o poi decideranno di parlarsi?
Ben non è che vuole fare il maestrino, semplicemente si preoccupa di quello che potrebbe comportare una relazione più profonda tra Hikari e Ace. Infondo rimane il migliore amico di Shanks e si preoccupa anche per i suoi sentimenti nei confronti della rivoluzionaria. Quindi, dato che lui e Hikari sono amici, si è sentito in dovere di andare a parlare con lei per vederci chiaro. E' proprio un santo **
Tashiji tornerà, tornerà... ma considera che c'è tutto il viaggio per tornare al Quartier Generale. Sarebbe monotono dire cosa fa giorno per giorno sulla nave, quindi, quando il tempo sarà trascorso, la rivedremo e si scoprirà se agirà o meno ^^
Bello il Signore degli Anelli **
Un abbraccio
A presto!

@Kicchan_96: Ciao ^^
Ognuno ha le sue stranezze, niente di male, anzi, sono le cose interessanti delle persone XD
Ah, a te piace Marco, eh? Anche se ha quella strana pettinatura che, se me la facessero a me, denuncerei il parrucchiere xDDD
Ma non preoccuparti, se a te non attira Ace, me lo tengo io, niente da ridere, anzi *ç*
Al prossimo capitolo **
Un bacio!



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 35
*** Shopping! ***


CAPITOLO 35: SHOPPING!
(Chapter soundtrack: World Dance - Yanni)


“Questo è tutto quello che abbiamo… Ce ne sono di tutti i tipi: more, bionde, rosse, ricce, lisce, mosse… Lunghe, corte, medie… Insomma, provati un po’ questa”?

Hikari, con Ace poco più in là, stava innanzi a Shanks con una faccia scazzata degna del lunedì mattina, quando era costretta a trascinarsi sul posto di lavoro ed era ancora viva in lei la situazione di relax che la domenica sapeva regalarle.

Dietro di lei stava Ben, seduto su di una sedia, con la sigaretta tra le dita e una mano sulla faccia, atto a soffocare le risate e a dominare l’embolo che gli stava quasi per partire, a causa di quella scena davvero impagabile alla quale stava assistendo.

Il Rosso aveva deciso di premunirli a modo, per la loro discesa in città: avevano ormeggiato la nave in una baia nascosta, nel lato più selvaggio dell’isola, e aveva trascinato i due sottocoperta, in quello che lui chiamava ‘camerino degli attori’, ove vi erano centinaia di parrucche e trucchi per camuffarsi a dovere.

“Smettila di ridere o ti faccio ingoiare gli incisivi!” aveva detto a Ben “E la stessa cosa vale per te, Shanks!” aggiunse, vedendo la sua faccia tirata nel vano tentativo di trattenere una risata.

Ace si stava scrutando allo specchio, dubbioso, con addosso una parrucca castana, corta e riccia: “Sei sicuro che vada bene?” aveva domandato all’indirizzo del Rosso, ma fu Hikari a rispondere: “Dannazione Ace, non siamo ad una sfilata di moda”!

“Dai, non t’arrabbiare” replicò il moro, sistemandosi i ricci alla meglio. “Provatela un po’, dai… E’ l’unica, secondo me, che fa al caso tuo” disse, porgendone una nuova.

Hikari chiuse gli occhi giusto il tempo di calmarsi e non mandarli tutti e tre al diavolo: “E va bene” rispose, agguantando una parrucca biondo platino, liscia come la seta. Nel frattempo anche Lucky e Yassop erano giunti nella stanza, trovandosi la donna versione bionda e scoppiando a ridere come dei mentecatti.

“Oddio, Hikari, sei uno schianto! AHAHAHA!” urlò Yassop, mentre Lucky era coricato a terra e Hikari stava per sfracassargli il cranio.

“Ma guarda che non ti sta male, vai a vederti nello specchio” aggiunse Shanks sorridendo, mentre la donna si dirigeva accanto ad Ace: “Oh mammina santissima… Sì, certo, come no… Sembro un’intrattenitrice del peggiore locale della zona”!

Pugno di Fuoco guardava entrambe le immagini allo specchio e, più il tempo passava, più il suo sorriso s’ingrandiva: “Siamo meravigliosi. Che capolavoro!” e se la rideva, vedendo Hikari depressissima.

“Ma ste cose prudono terribilmente”!

“Dai Hikari, devi tenerle solo questo pomeriggio, tranquilla. E poi ti sta perfettamente. Non ti riconoscerà nessuno, se non per il particolare più grosso… Tieni questi”. Il Rosso le porse degli occhiali da sole.

“Devi nascondere i tuoi occhi, ti riconoscerebbero subito”.

“Ecco, ci mancavano gli occhiali da sole. Hai anche una borsetta di pelle nera e un paio di stivali alla coscia?” domandò ironica la donna, mentre Ben e gli altri si stavano sbellicando dalle risate.

“Ora che hai anche tu una taglia” ribatté Shanks “Devi farci l’abitudine. Almeno tu non ti devi mettere un mascherone sulla faccia per nascondere le cicatrici” fece, indicandosi il viso.

“Almeno quello… E voi altri dateci un taglio!” ululò mentre il Rosso frugava in una sacca e tirava fuori parecchi soldi e li porgeva al ragazzo: “Tenete, compratevi tutto quello che vi serve”.

Ace sgranò gli occhi: “Ma stai tranquillo Shanks, ci pensavo io… Ho qualcosa con me, non tantissimo, ma dovrebbe bastare”.

“No, stai tranquillo te. Non se ne parla” replicò il capitano, mentre la donna incrociava le braccia al petto: “Che c’è Hikari”?

“Non mi va”.

“Non mi risulta che tu abbia soldi con te”.

“Ho capito, però…” ma Ben la interruppe, col suo solito modo di fare che non ammetteva repliche: “Falla finita e accetta sti soldi. L’importante è che non vi facciate riconoscere in città, ok”?

La mora sospirò: “E va bene… Tanto ho scelta”?

I quattro ufficiali scoppiarono a ridere, vedendo la faccia sconsolata di Hikari e risposero in coro di no, mentre Ace si grattava la testa e ringraziava sentitamente.

“Ora prendete la lancia e approdate al porto. Non date nell’occhio: la città è tranquilla, però non voglio lo stesso rischiare” concluse Shanks, dirigendosi con gli altri sul ponte.

Hikari si fermò un attimo a pensare, con la mano sotto il mento e l’altra a cingere il gomito.

“Che hai?” domandò Pugno di Fuoco, notando l’arrestarsi della sua camminata e lo sguardo fisso della mora.

“Faccio una cosa e arrivo. Intanto voi calate la scialuppa” aggiunse sparendo di nuovo sottocoperta.



Si diresse verso l’infermeria. Si sentiva ancora in colpa per come aveva ridotto il Commodoro e le venne in mente il modo per rimediare all’accaduto, anche se pareva una sciocchezza.

Bussò alla porta, ma non sentì alcun suono, così entrò piano, chiedendo permesso: Smoker era in piedi davanti all’oblò aperto, atto a fumarsi i suoi due sigari, lo sguardo rude sempre rivolto verso il vetro e il ciglio alzato.

“Cosa vuoi”?

Hikari socchiuse gli occhi, cercando di fregarsene del modo burbero che soleva avere il Marine, sempre e comunque.

“Che taglia porti di vestiti”?

“Che razza di domanda è?” sbuffò nel fumo, girandosi completamente a guardarla e notando la parrucca bionda e gli occhiali da sole: “C’è una festa in maschera ed io non lo sapevo”?

“Ah-Ah… Aaah. Molto divertente” replicò caustica la mora “Puoi dirmi la tua taglia senza chiedermi sempre quelle tremila spiegazioni”?

“La cinquantaquattro. Cos’è, dovete confezionarmi un abito da corsaro della Regina”?

Hikari pose la mano sulla maniglia: “No, ti compro qualcosa da vestire idiota, visto che di questo passo comincerai a puzzare a cane morto” concluse, chiudendosi la porta alle spalle e abbandonando di nuovo Smoker al fumo dei suoi sigari.


Ormeggiarono la piccola imbarcazione al porticciolo della città principale, preoccupandosi di lasciarla in un ramo abbastanza occultato dalla vegetazione, all’estremità destra della conca.

Si diressero verso il centro della città, passeggiando sotto il sole e sul ciottolato, guardandosi intorno con fare curioso.

“Finalmente a terra. Stavo per impazzire” commentò la donna, ponendo lo sguardo sui vari negozietti e sulla gente che pullulava il corso principale.

“Davvero?” comandò Ace, quasi incredulo “Abbiamo navigato solamente per qualche giorno”.

“Lo so, ma io non sono abituata. Ho sempre tenuto i piedi sulla terraferma e non riesco ancora ad ambientarmi e a sentirmi a mio agio su una cosa che galleggia sull’acqua” spiegò la mora, girandosi verso di lui e alzando le spalle “Soffro abbastanza la nave, ma non è una questione di mal di mare”.

“Stai tranquilla, ti abituerai. Anche per me all’inizio era così…” replicò Ace, ponendole una mano sulla spalla “Senti, guarda là. Che dici, ci facciamo un giro”?

Hikari si girò seguendo lo sguardo di Ace e notò un negozio di abbigliamento non troppo grande, ma abbastanza fornito, annuendo decisa: aveva già in mente cosa comprare e non vedeva l’ora di fare, finalmente, degli acquisti.

“Sai che è circa un anno che non faccio compere”?

“Cos’è, in Marina non lo permettevano?” scherzò Ace.

“Ma no!” rise la donna “E che l’ultimo anno passato lì è stato abbastanza pesante e impegnativo” rispose ripensando al doppio lavoro che era stata costretta a fare, mentre entrambi si dirigevano al negozio.

- Chissà come se la passa il capo ... – pensò spingendo la pesante porta di vetro e varcando la soglia.



“Camicetta a quadri e jeans… Non ti prendi qualcosa di più femminile”?

Hikari si girò con un espressione da mostro marino, mentre Ace allungava le mani avanti in segno di difesa: “Devo stare su una nave pirata, non devo andare al ballo delle debuttanti”!

“Ho capito, ma, guarda lì… Non trovi che sia carino”?

“Ace… Evidentemente tu non sai del mio burrascoso rapporto con la gonna, vero?” spiegò rassegnata “Ti dispiacerebbe occuparti del tuo abbigliamento, anziché del mio?” proseguì scazzata, mentre agguantava una t-shirt nera e varie canotte.

“Ahem… Non è che ci sia molto che m’ispiri…” commentò un po’ deluso, mentre riponeva la gonna a pieghe al suo posto.

“Ma come no? C’è un intero reparto maschile?! Ah, vieni con me che ci penso io” rispose la mora, trascinando il ragazzo con sé. Ace, nel frattempo, se la rideva a crepapelle, mentre teneva stretta la mano della donna e la guardava farsi strada in mezzo a tutti quei capi esposti e appesi.


“Provati questo” disse, prendendo dei blu jeans stinti dallo scaffale accanto lei e ripiegava quelli che non le interessavano.

“Ma sono lunghi…” obiettò Ace, ma Hikari glieli gettò quasi in faccia e si avvicinò a lui, abbassando il tono di voce: “Sei senza poteri e stiamo navigando verso una parte ove il clima non è il massimo… Male che vada li tagli, su”!

“Va bene” sbuffò il moro, entrando nel camerino, mentre la donna si voltava e sceglieva una camicia nera e una t-shirt bianca: “Tieni anche questi” gli disse, passandoli dietro alla tenda “E fai attenzione a non mostrare troppo il tatuaggio, potrebbero esserci delle lumacamere”.

“Non ci sono lumacamere in una bottega di questo calibro… Hikari, sei paranoica” rispose Ace, infilandosi i jeans e prendendo il vestiario passatogli dalla mora.

“E’ il mio essere paranoica il motivo per il quale sia ancora in vita, Ace” replicò con astuzia, mentre sentiva il fruscio degli abiti attorno al suo corpo e si sorprendeva di essere così interessata a quel rumore.

“Ecco qua”.

“Fantastico. Ti stanno che è una meraviglia!” commentò entusiasta e con occhio clinico, mentre faceva su un altro paio di jeans, questa volta neri, e altri capi d’abbigliamento della medesima taglia. Nel frattempo Ace la stava guardando con il suo solito sorriso sbilenco disegnato sul volto, appoggiato allo stipite del camerino.

“Che c’è”?

“Ragionavo sul fatto di non aver mai fatto shopping con una donna. Hai scelto tutto tu, com’è sta storia”?

Hikari consegnò la merce nelle mani del ragazzo, abbassando gli occhiali da sole e piantando il suo sguardo nel suo: “Ringrazia il fatto che sono una di quelle rapide e veloci, sennò faremmo chiusura qui dentro, credimi” rispose, mentre il moro si metteva a ridere e la guardava dirigersi verso l’angolo estremo del negozio.

“Ace, ricordati le mutande, mi raccomando”.

“Sì, mammina…” rispose con tono ironico, mentre la donna scoppiava a ridere e lo guardava da sotto gli occhiali da sole “Comincia ad andare alla cassa, io arrivo” aggiunse, affidandogli i suoi capi d’abbigliamento.

“Te cosa fai”?

“Secondo te? Sono stufa di fare la biancheria tutte le sere, correndo il rischio che non si asciughi” rispose, mostrandogli un reggiseno e un paio di slip “Aria, caro, smamma”.

“Ma non ti servirebbe un parere?” domandò malizioso Ace, mentre un anfibio volava nella sua direzione e prontamente veniva schivato “Ma anche no! Fila via, io arrivo!” urlò ridendo la mora, mentre entrava nel camerino e sistemava anche la faccenda intimo.


“Fatto”?

“Sì, sono a posto”.

“Che sono quelle robe lì?” chiese Ace notando un paio di jeans e di magliette dalle maniche corte, inclusa una felpa.

“Sono per il Commodoro” rispose Hikari, ponendo tutto sul bancone della cassa e notando lo sguardo divertito del ragazzo: “Oh, ma che carina…”

Gli rifilò un’occhiataccia, mentre Ace tratteneva le risate e cominciava a mettere da parte le prime due borse: “Ti senti in colpa, per caso”?

“Sì, sì, mi sento in colpa, ok? La vogliamo finire?” ma il suo sguardo fu catturato da una camicia bianca di cotone appesa poco più in là.

“Dove vai”?

“Un secondo e arrivo. Faccia pure un conto unico, signora” disse all’indirizzo della donna, che già si lisciava le mani per la prossima somma che avrebbe incassato, mentre si dirigeva verso lo scaffale dove era appeso l’indumento.

Cercò la taglia adatta e tornò alla cassa.

“E quella?” domandò Ace che già sapeva la risposta, ma che si divertiva a stuzzicarla per testare le varie reazioni: gli provocavano sempre un embolo di riso.

La mora abbassò lo sguardo, stringendo la camicia e aspettando che la proprietaria del negozio terminasse il conto della roba posta sul bancone. Non disse nulla, anche perché qualsiasi cosa avesse detto l’avrebbe messa in difficoltà. Così si limitò a mantenere lo sguardo sull’indumento.

Sentì successivamente una mano sfiorarle il fianco e cingerle la vita, mentre il viso di Ace si avvicinava alla sua fronte e vi riponeva un bacio.

“Sei un tesoro” le sussurrò piano, mentre le guance di lei si sfumavano di rosso e un brivido le percorreva la schiena.

Fu la proprietaria ad interrompere quel silenzio e a salvare Hikari dall’imbarazzo più totale, comunicando il conto e consegnando le borse. Ace pagò ed entrambi salutarono la donna ed uscirono all’aria frizzante di quella meravigliosa cittadina di mare.



Dopo essersi gustati un bel gelato e dopo che Hikari aveva tentato di togliersi dalla mente quella scena imbarazzante, ma che in qualche modo la rincuorava, tornarono sulla lancia e si diressero verso il Vento dell’Est.

“Vedo che ci avete dato dentro!” esclamò Ben, prendendo le borse e aiutando la donna a salire sul ponte, seguita da Ace che consegnò le sue a Yassop, il quale  porse una mano per tirarlo su.

“Ne abbiamo approfittato” si giustificò Hikari sorridendo.

“Ok, andate a sistemarvi che tra una mezz’oretta si mangia, d’accordo”?



Hikari ed Ace sparirono nelle proprie stanze, sia per sistemare la roba appena acquistata, che per liberarsi di quel terribile travestimento. Prima di arrivare nella sua, la mora aveva deviato verso l’infermeria ed era tornata a far visita a Smoker. Il Commodoro era seduto sul letto, le braccia incrociate dietro la testa e i due sigari tra le labbra.

“Tieni, spero vadano bene” commentò un po’ imbarazzata, mentre lui poneva lo sguardo sugli abiti appoggiati sul letto e tornava a guardare la donna.

“Smoker…” sussurrò piano, cercando di iniziare un discorso, ma la risposta successiva del Marines complicò ancora la situazione: “Non sei obbligata a chiedermi scusa. Tantomeno, non le desidero”.

Hikari allargò le braccia in segno di resa, facendo dietro-front e apprestandosi ad afferrare la porta, quando la voce del Commodoro la fece fermare.

“Comunque grazie”.

Sorrise senza voltasi.

Nonostante ciò, la sua coscienza ne usciva un po’ meno sporca e più leggera. Le dispiaceva avergli fatto del male, visto che, in un certo senso, lei stessa amava le persone come lui, che facevano parte del ramo non corrotto della giustizia.

S’incamminò con il sorriso per i corridoi, fino ad arrivare alla camera di Ben. Sistemò il tutto e si tolse la parrucca, appoggiandola alla scrivania: successivamente si tolse i vestiti di ‘fortuna’ e si mise quelli nuovi, ponendo gli altri e quelli nell’armadio di Ben.

Si diresse poi in bagno per sciacquarsi il viso e sistemarsi la chioma, quando sentì bussare alla porta.

“Avanti”.

Ancora nel bagno, sentì i passi inconfondibili del Rosso, che la stava fissando nello specchio: “Sì, serviva proprio questa tappa” osservò, guardandola vestita in abiti pseudo femminili.

Lei sorrise, riponendo l’asciugamano sul lavandino e tornando nella stanza: “Direi”.

“E’ andato tutto bene?” chiese Shanks, mostrando sempre uno strano nervosismo nel trovarsi solo con lei.

“A meraviglia. Tutto liscio come l’olio” rispose, notando la sua tensione. Sapeva che lui provava timore nei suoi confronti, anche se giustificato, visto che i suoi modi di reazione, fino al giorno prima, erano stati terribili.

Approfittò allora della situazione per calmare le acque ulteriormente: prese la borsetta con la camicia e gliela porse.

“Questo è per te”.

Shanks la guardò con aria interrogativa, stringendo la borsa per poi aprirla e tirare fuori l’oggetto. Successivamente sorrise, socchiudendo gli occhi.

“Grazie” sussurrò, afferrando la camicia e tastandone il morbido cotone, mentre Hikari dominava il batticuore e cercava di non pensare alle sue guancie che sicuramente erano diventate bordeaux.

“Ti piace?” chiese sorridendo imbarazzata, mentre Shanks si avvicinava a lei e appoggiava la camicia e la borsa sul letto. La guardò per un interminabile istante, passandole una mano tra i riccioli e sistemandole il ciuffo dietro le orecchie, mentre lei traballava come un budino.

Sentì poi il suo braccio cingerle la vita e il corpo di lui aderire al suo, il suo viso appoggiare sulla sua spalla e la sua barba graffiarle il collo.

S’irrigidì come un baccalà: poteva apprezzare il suo respiro irregolare sulla sua pelle, la sua mano sulla schiena atta a stringerla a sé, i suoi muscoli che attraverso la camicia aperta premevano sul suo corpo.

Stava per morire e la sua faccia, allibita e incredula, ne era la prova.

“Grazie davvero Hikari” le sussurrò di nuovo, questa volta nell’orecchio, mentre le sue labbra si appoggiavano sulla sua guancia destra e poi si staccavano assieme al corpo di lui.

Shanks la guardò, notando gli occhi lucidi e le guance rosse, e sorrise: era meravigliosa. Lottando contro la voglia di rimanere lì con lei tutta la notte e il giorno successivo, si voltò e aprì la porta, non dimenticando di prendere il suo regalo. L’avrebbe messo quella sera stessa. Era troppo felice per non farlo e lottava per non saltellare come un moccioso. Si era accorto ormai dell’effetto che aveva su di lei e si ritrovò, come al solito, a dover dare ragione a Ben.

E in tutto ciò si sentiva ottimista e al settimo cielo: anche se lei era imbarazzatissima, non l’aveva ucciso. Si trattava di un enorme passo in avanti. Aveva sentito il suo corpo tendersi come una corda di violino e il suo cuore battere all’impazzata ed aveva provato un’enorme tenerezza, sfumata però di orgoglio.

Le piaceva ancora. Per lo meno, di questo, ne era sicuro.


“Tra poco si mangia. Ci vediamo su, Hikari” concluse chiudendo la porta e avviandosi al piano di sopra.






- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Eccoci ritrovati all'appuntamento di rito! ^^
Capitolo piuttosto lungo, me ne rendo conto. Ma il dono della sintesi non è in mio possesso - e penso l'abbiate capito. Un' altra parte un po' più leggerotta rispetto agli appuntamenti precedenti, ma che serve a far avvicinare un po' di più quei due casi umani che rispondono all'appello di Shanks e Hikari. xD

Dunque! Avanti, chi di voi avrebbe voluto essere la lumacamera... Conto molte mani alzate, ma non troppe. Non siate timide! xD Forza! Liberate il vostro fangirlismo acuto, come dice di norma Red Queen. E non vergognatevi di ciò! Si può fareeee! (cit.) :p

Per questa settimana dobbiamo saltare l'angolo delle risposte... Siamo reduci dal Lucca Comix, coi Santi di mezzo e il ritorno alla dura realtà. u_u Inoltre io e Yu abbiamo preso tanta di quell'acqua e di quell'umidità a Lucca che non stiamo esattamente in forma. Da parte mia mi reggo in piedi per puro miracolo... Quindi, ci dispiace tantissimo, ma tra una cosa e l'altra, riesco a malapena ad aggiornare. u_u

Piccolo spoilerino... Dal prossimo capitolo... Un atteso ritorno! ^^

Un abbraccione a tutti quanti, ci rileggiamo la prossima settimana! :) E un grazie a tutti quelli che hanno settato la storia nelle preferite/seguite/ricordate, e uno speciale per chi recensisce ogni volta. Grazie davvero tanto! ^o^



Bea & Yuki








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Capitolo 36
*** Ritorno ***


CAPITOLO 36: RITORNO.
(Chapter Soundtrack: My baby shot me down - Nancy Sinatra)


L'ammiraglia solcava indisturbata l'oceano blu, le cui onde si andavano a scontrare con il legno resistente della nave senza impedirle di seguire la sua rotta. Il cielo era ricoperto di ammassi nuvolosi dalle venature violacee, segno che preso o tardi si sarebbe riversato su di loro un temporale che avrebbe potuto metterli in difficoltà se non si fossero preparati a dovere. Per questa ragione, Tashigi aveva cominciato a impartire gli ordini necessari per evitare di essere colti impreparati dalla tempesta.

La giovane donna se ne stava sul ponte, con gli occhiali sul naso in modo da poter tenere la situazione sotto controllo nei migliori dei modi e la spada al suo fianco.

Non c'era motivo di aspettarsi un attacco da Shanks o da altri pirati su quel percorso marittimo che portava al Quartier Generale, eppure non riusciva ad abbassare nemmeno per un attimo la guardia e i suoi sensi. Stava spingendo un po' troppo il là il suo corpo, ma dopo cinque giorni non riusciva ancora a calmarsi e i suoi nervi rischiavano di spezzarsi da un momento all'altro se non si fosse fatta una dormita decente.

Con le occhiaie bluastre sotto gli occhi zaffiri, Tashigi non mostrava segni di stanchezza. Ora che era lei lì a dare ordini, non poteva agire come avrebbe fatto da sola, doveva pensare prima di tutto alla salvezza di quegli uomini che erano entrati nella Marina per combattere i pirati. Se solo loro non ci fossero stati, non avrebbe mai seguito il consiglio del Rosso e avrebbe tentato di trovare un qualche modo per liberare Smoker.

Si sentiva rincuorata dalla presenza dei soldati, perché sapeva perfettamente che non avrebbe avuto nessuna possibilità da sola. Invece, tornando al Quartier Generale sicuramente avrebbero mandato qualcuno per salvare il Commodoro. La sua fiducia in quel futuro era assoluto, doveva credere che le cose sarebbero andate in quel modo, altrimenti avrebbe fatto all'istante marcia indietro.

Avvertì sul suo viso gocce d'acqua, le prime. Il ritmo con cui scendevano da cielo era ancora lento, calmo e la distanza tra le une e le altre era ancora molta.

Tashigi alzò gli occhi verso l'alto e stette a osservare il modo in cui le nuvole si scontravano, fondendosi tra loro e creando mulinelli dai colori fantastici ma terrificanti. Il bianco contrastava con il nero, il viola si mischiava con il grigio e gli scoppi di luce che si avvertivano all'interno, aumentavano la portata di quel sentimento di reverenza timorata nei confronti della natura.

"Uomini, preparatevi!" urlò cercando di sovrastare il primo tuono.
Doveva arrivare al Quartier Generale al più presto, tempesta o non tempesta.


Con gli abiti fradici, i capelli appiccicati al viso e al collo e gli occhiali ricoperti di gocce di pioggia, Tashigi scese con passo sicuro dall'ammiraglia ormeggiata davanti al Quartier Generale. Nascondeva bene la stanchezza, l'amarezza per quella bruciante sconfitta e la paura per le sorti del suo Commodoro, perché non aveva il tempo per lasciarsi prendere da certi sentimenti. Non poteva rimanere a rimuginare stagnante sugli stessi pensieri, ma doveva agire e andare immediatamente a riferire quanto avvenuto.

Aveva già comunicato il fallimento appena era si era rimessa in viaggio, ma il protocollo imponeva che in ogni caso avrebbe dovuto comunque far rapporto personalmente a un qualche superiore. Ancora non sapeva né dove né con chi, però sperava che il tutto avvenisse al più presto, in modo tale che si organizzassero per salvare Smoker.

Nessuno badava alle sue condizioni, dato che fuori imperversava ancora la tempesta che li aveva colti il giorno prima per mare e non solo lei si ritrovava con i vestiti appiccicati al corpo come una seconda pelle. Ringraziò di non avere in dosso la divisa bianca, mentre si incamminava nel corridoio principale.

Si fermò davanti a un immenso bancone dietro al quale stavano una decina di giovani ragazze, intenti a rispondere alle diverse chiamate, ma anche alle richieste degli ufficiali. Il tutto avveniva con la massima rapidità e diligenza, non compivano gesti inutili per perdere tempo e le loro indicazioni erano il massimo della perfezione.

Aspettò il proprio turno mettendosi nella fila meno numerosa.

Nonostante sapesse che non ci si poteva far nulla, il suo piede prese a picchiettare nervosamente a terra per l'impazienza. Nella sua mente si accatastavano pensieri discordanti e si annodavano tra loro privi di logica, senza lasciarle il tempo necessario per potersi soffermare a ragionare su uno.

Si ripromise di riprendere in mano quel gomitolo disordinato per rimetterlo a posto e dividere tutti i colori. Ora non aveva il tempo, ma una volta fatto il proprio rapporto si sarebbe potuta concedere finalmente una pausa. Seppur non era il momento adatto, non poteva fare a meno di pensare alla sensazione di un caldo letto e di una dormita che superasse le tre ore di quei giorni.

Quando finalmente - mezz'ora dopo - toccò a lei, si sentì sollevata nel poter porre la propria domanda alla segretaria.
"E' il Grand’ Ammiraglio a cui deve far rapporto. Il suo ufficio si trova al penultimo piano" rispose con tono gentile, prima di passare alla richiesta successiva.

Tashigi si spostò meccanicamente ancora sotto shock per l'informazione.

Ora che ci rifletteva era ovvio che si sarebbe dovuta recare da Sengoku in persona, infondo era stato lui insieme ai Cinque Astri ad affidare la missione a Smoker. Eppure la situazione le pareva così inverosimile.

Mai si erano visti costretti ad andare da Sengoku tutte le altre volte in cui si erano fatti scappare Pugno di Fuoco o Cappello di Paglia. La notizia l'avevano comunicata a un diretto superiore, ma senza la necessità di andarla a riportare direttamente ai piani più alti della Marina.

Che cosa si nascondeva dietro a tutta quella faccenda?

Ancora non riusciva a comprendere il guadagno che il Governo Mondiale avrebbe tratto dalla cattura di Pugno di Fuoco. Quel ragazzo, seppur giovane, era diventato un grande pirata in pochissimo tempo. Ricordava ancora quando navigava con una propria ciurma, prima di diventare comandante della seconda flotta di Barbabianca. A quel tempo la Marina aveva un gran da fare per causa sua, tanto che gli aveva addirittura offerto di entrare nella Flotta dei Sette pur di toglierselo dai piedi.

Mentre saliva lentamente i gradini, altre domande si aggiunsero a complicare la matassa dei suoi pensieri già disordinati.
Non udiva le voci delle persone che popolavano la struttura attorno a sé, il tutto le pareva distante e inutile. L'unica cosa che le consentiva ancora di trovare la forza di mettere un passo avanti all'altro era la salvezza di Smoker. Si era ritrovata a pensare che - nella sfortuna - fosse andata bene: se fosse capitato nelle mani di un'altro pirata, sicuramente dopo cinque giorni sarebbe già stato ucciso; al contrario era una garanzia di vita che rimanesse con Shanks.

Il Rosso non uccideva a sangue freddo: tra tutti i pirati, lui apparteneva alla ristretta cerchia di coloro che avevano dei principi da rispettare e tra essi c'era quello che impediva di togliere la vita a un prigioniero che si era fatto valere sul campo.

Quella constatazione era funzionale solo per tenere i nervi calmi ed evitare di esplodere in un attacco isterico, ma non sarebbe servito a lungo se non si fossero prese delle misure per riparare i danni.

Si fermò un attimo sui gradini, chiudendo gli occhi. Respirò a fondo fino a quando non sentì alleviarsi il peso dei troppi pensieri nella sua mente, scacciandoli il più lontano possibile. Non era da lei evitare di riflettere su qualcosa che la preoccupava, tuttavia non doveva lasciarsi distrarre da preoccupazioni e dubbi.

Avrebbe avuto tutto il tempo necessario una volta finita quella breve discussione.

Terminò con maggior rapidità i piani rimanenti, ansiosa di arrivare il prima possibile all'ufficio del Grand’ Ammiraglio. Gli ultimi gradini li fece a due a due, rischiando più volte di cadere dopo aver messo male il piede, ma per fortuna riuscì sempre ad aggrapparsi al corrimano.

Quando giunse dinnanzi alla porta bussò nel suo tipico modo, tre colpi e poi due - come quando si annunciava alla cabina di Smoker.

Non dovette attendere molto per ricevere una risposta e, quando ebbe dichiarato il proprio nome e il grado, la porta si aprì per lasciarla entrare.

Lo studio era ampio, ordinato e molto luminoso. Nel centro dell'immensa stanza stava la scrivania di legno d'ebano di Sengoku, il quale alzò il proprio sguardo sulla nuova arrivata. L'uomo aveva quell'aria seria, ma priva di sfumature intimidatorie: si sarebbe potuto definire cordiale e benevolo, sempre disposto ad ascoltare gli altri. Con il buffo gabbiano sul cappello e la barba intrecciata spropositatamente lunga, non appariva particolarmente pericoloso.

Tashigi per l'atmosfera calma che si respirava all'interno della stanza si sentì un po' meglio. Aveva raggiunto il proprio traguardo e finalmente Smoker avrebbe ricevuto l'aiuto necessario.

Con ancora gli abiti inzuppati e i capelli completamente in disordine, la ragazza avanzò di qualche passo nell'ufficio.

"Guardiamarina Tashigi, sono contento che almeno lei sia salva" esordì con voce pacata Sengoku "I vostri uomini"?

"Solo feriti, nessuna perdita. Tuttavia Smoker-"

"Sì, mi hanno riferito" la interruppe il Grand’ Ammiraglio "Tuttavia preferirei parlare della questione domani".

Tashigi, ignorando l'abisso di gradi che la separavano dal superiore, stava per aprire la bocca per ribattere. Non comprendeva per quale ragione la faccenda dovesse essere rimandata al giorno seguente, proprio in una situazione tanto delicata. Bisognava agire immediatamente per riuscire a recuperare il Commodoro prima che gli capitasse qualcosa, questa era la sua priorità.

"I Cinque Astri gradirebbero sentire come i fatti si sono svolti, tuttavia oggi sono presi da altre questioni di massima urgenza. Inoltre noto che siete molto stanca, quindi sarebbe meglio che prima vi concedeste un riposo per riordinare per bene i fatti ed esporli nel migliore dei modi".

La ragazza rimase per una manciata di secondi immobile come una statua di marmo.

I suoi neuroni lavoravano più lentamente del normale - sia a causa dello stress accumulato sia per via di quell'ordine incomprensibile ai suoi occhi - e non riusciva a reagire in alcun modo a quell'ordine pacato, ma irremovibile, del Grand’ Ammiraglio, che sedeva perfettamente in posizione retta dietro alla sua scrivania.

Non aveva altra scelta che piegare il capo e obbedire.

Per sua sfortuna non possedeva né il grado né la dialettica adeguata per far cambiare opinione al superiore. Bagnata come un pulcino, con il freddo che le stava penetrando sempre più in profondità fino a raggiungere le ossa, pareva una bambina scappata da uno scontro di titani, priva di qualifiche per far qualsiasi cosa.

"Come desiderate" sussurrò infine.

"Le farò assegnare una stanza. Il colloquio è fissato per le dieci di domani mattina, ci incontreremo qui davanti al mio ufficio, d'accordo Guardiamarina Tashigi”?

La ragazza ebbe la netta impressione che Sengoku continuasse a ripetere il suo grado per avvilirla ulteriormente, mettendo in chiara evidenza quanto fosse in basso anche solo per permettersi di replicare garbatamente a una qualche decisione superiore. Rassegnata a quella realtà, con la stanchezza che la colpiva improvvisamente come un'onda d'urto, si vide costretta a eseguire ciò che le veniva richiesto.

"Certamente".

"Siamo d'accordo. Se chiede alla mia segretaria qui fuori, le mostrerà una camera".

"Grazie, Signore".

Dopo il saluto consono e la rottura della riga, Tashigi si voltò e uscì dall'ufficio.


Si sentiva d'un tratto privata della forza che l'aveva guidata fino a un attimo prima, l'adrenalina era sfumata e le sue certezze stavano vacillando. Aveva supposto erroneamente che si sarebbero mandate delle navi per riuscire a strappare il Commodoro alla prigionia del Rosso, invece pareva che i piani alti del Governo Mondiale avessero altri progetti.

Sperava di sbagliarsi, sperava che il giorno seguente tutto si sarebbe sistemato per il meglio.

Con falcate brevi si incamminò verso la cabina che le era stata assegnata, percorrendo i corridoi tutti uguali che componevano il Quartier Generale. Il bianco dei muri e la pulizia erano esasperanti; con un'associazione di idee si trovò a pensare che quella struttura assomigliava a un ospedale, tranne per l'odore di candeggina e ammoniaca tipico di quest'ultimo.

Se avesse avuto un briciolo di forze si sarebbe fatta una doccia calda, ma tutto ciò che il suo corpo le consentì una volta entrata nella stanza fu quello di togliersi gli indumenti bagnati e raggomitolarsi sotto il piumone caldo. Il suo organismo e la sua mente non riuscivano più a lavorare oltre e nonostante la voglia di districare i tanti nodi, non ne ebbe il tempo.

Non passarono due minuti da quando appoggiò la testa al cuscino che già si ritrovò in un libro privo di preoccupazioni e di problemi, nel quale poter finalmente concedersi una pausa dopo quelle giornate infinite.



- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Benritrovate all'appuntamento settimanale! ^^
E finalmente si rivede Tashigi... Che, poverina, ha dovuto mettere da parte tutto l'orgolio e l'autostima generale al cospetto sia di Sengoku sia delle cinque mumm... Ahem... Cinque Astri di Saggezza.
Sembrerebbe inverosimile che Tashigi venisse convocata in direttissima, ma sapendo che Smoker non è sotto il controllo di Vice Ammiragli et simila - non è mai stato specificato - abbiamo deciso di agire in questa maniera - come all'inizio.
Ed eccola qui, la nostra Guardiamarina, bistrattata alla grande: rileggendo, devo ammettere che Sengoku l'abbiamo fatto terribilmente freddo e con una faccia di tolla non indifferente... Ma, infondo, Oda non è che gli dia così tanti punti simpatia. xD

Detto ciò, passiamo all'angolo delle risposte!

- Angolino di Beatrix -

@Tre88: ciao cara! ^^
Ebbene sì, esiste un camerino degli attori sul Vento dell'Est! xD Fortuna vuole che non sia successo nulla in città e che tutto sia filato liscio. Ma è vero: cosa serve travestirsi, che tanto Ace è una calamita per i guai? u_u Inoltre, è vero che lui non paga mai nulla nelle locande, ma non è che sia al verde... E' furbo il ragazzo - me l'ha confessato una sera da ubriaco. xD
Hikari alla fine è una giovane donna che, per quanto sia scontrosa per forza di cose, alla fine si crogiola nel coccolare gli altri... E poi è lo slancio del karma positivo che la fa comportare così, sia verso Smoker che verso Shanks. A tratti è adorabile - ma non ditelo forte, che poi se la prende a male perchè tutto ciò svilisce il suo essere minacciosa. xD
Felice di averti fatta ridere! ^^
Alla prossima e un abbraccio! :)
Grazie per la recensione!

@Topaz Sunset: ciao cara! ^^
Ma grazie per i complimenti per il personaggio di Hikari e per la storia in generale! ^o^ E felice di averti divertito fino a qui, sono contenta. :) Sull'IC, abbiamo voluto dare un'interpretazione particolare a Shanks, per quello che pare così diverso. Ma per gli altri che si sono visti fin ora... Ahem... Inventati di sana pianta. ^^' Gli unici che non abbiamo avuto troppe difficoltà a stendere sono stati Ace, Smoker e Tashigi. Tutti gli altri un disastro. xD
Il bacino sulla fronte... Sapevo che vi sarebbe piaciuto. Infondo Ace è dolce come ragazzo. :) E lo so che un po' tutte vorreste essere al posto di Hikari - io per prima. xD
Alla prossima! Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Ale-chan: ciao cara! **
Distrutte? Affogate vorrai dire... Tempo piovoso che ci siam prese un acquazzone allucinante. E balle girate, ovviamente.
Vabbè, passiamo al capitolo, che mi viene ancora un travaso di bile: dunque... Mi permetto di correggerti. :p La nave di Shanks qui si chiama il Vento dell'Est. Alla fine della storia scoprirete l'arcano. :) Non è solo dovuto alla storia di quella mia amica. ^^
Quelli si sanno divertire: io starei chiusa tutto il giorno nel camerino. xD Comunque sì, alla fine Hikari - se è di buon umore - può lasciarsi a slanci di questo tipo, come quello di chiedere a Smoker se ha bisogno di qualcosa - che momenti mi ingoia il sigaro xD - oppure di arrivare con un regalino per seppellire l'ascia di guerra. :)
Diciamo che ho ben presente le difficoltà di combattimento con i vestitini femminili classici. Ed è per questo che Hikari indossa abiti maschili e giù di lì. *Fermamente convinta* Quello scontro è a tratti imbarazzante. xD
La conclusione del capitolo... L'avrò fatta in un momento di debolezza. xD Però sono carini sti due... Eh? ** Sono testoni, ma poi basta un niente che amoreggiano come piccioni... Fossi in Ben e gli altri, li percuoterei con una padella, ma tant'è...
Alla prossima cara! ^^
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@Chibi Hunter: ciao cara! ^^
Ci giuravo che arrivava in commento in risposta alle lumacamere... Eh, insomma, ogni tanto diamo libero sfogo al nostro fangirlismo acuto - praticamente sempre. xD Una sbirciatina, alla fine, che vuoi che sia... :p
Capito un bel po' tenero, ma serviva, dai... Un po' di romanticismo e coccole ogni tanto fa bene. E sì, anche il Commodoro ha un cuore, ma non vuole che lo si dica troppo forte. Dopotutto è una persona educata, anche se molto permaloso - diciamo che sta nave ora è piena di permalosità. xD
Alla prossima, grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Red Queen: regina mia! **
Oh, non ti sei persa nulla a Lucca quest'anno... Anzi, ti sei risparmiata tanta di quell'acqua che hai fatto un affarone. u_u
Comunque, hai visto quanti bacini e abbracci in questo capitolo? Ma non abituatevi bene... *risata malvagia*
Massì, dai, ogni tanto un capitolo senza pianti e urla va bene, no? xD
I travestimenti... E' una cosa che mi sono sempre chiesta: a parte Ace che se ne frega, ma il Rosso, quando scende a terra, come fa? Se ne sbatte anche lui? La gente ha troppa paura e tace? Boh... ^^' Allora ho optato per una meravigliosa parrucca riccia per Ace, che se immagini non gli sta neanche così male. Quella di Hikari è allucinante invece. xD
La lumacamera... Mi sa che cambiava faccia ogni tre secondi, assumendo le vostre a turno. xD Sporcaccione... :p
Alla fine Hikari è pur sempre una donna... E dall'altra parte c'è un certo signore che vorresti litigarci tutti i giorni solo per poi farci la pace. E ho detto tutto. xD Ma cosa mi fai dire?! xD
Alla prossima cara e grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^

@Maya: stellina! **
Mi dispiace di non esserci viste a Lucca... Potevamo farci una nuotata insieme - appurato che le linee telefoniche erano intasate... -_-
Comunque, come hai visto Hikari s'è lanciata nello shopping sfrenato. xD Essì, alla faccia di chi dice che non è terapeutico - lo è eccome! Sembro me medesima quando vado a fare shopping natalizio - per gli altri, ovviamente. u_u
Ma a parte questo dettaglio, sì, Ace si diverte a stuzzicarla... Ma, crisi ormonali escluse, quella non ha pensieri se non per Shanks. Deve solo decidersi tra quelli positivi e negativi, fare una bella somma. E decidere. Che farebbe un favore all'umanità forse, Ben in primis. xD
Essì, torna proprio la nostra spadaccina! ^^ Ci ha preso - ma era facile. :p
Un abbraccio e alla prossima! ^^
Grazie per la recensione!


- Angolino di Yuki -


@Tre88: Ciao ^^
La parte di loro che si mettono le parrucche è favolosa, quando Bea mi aveva passato il capitolo ho preso a ridere come una pazza anch'io xD Soprattutto perché era un bel capitolo leggero dopo un po' di capitoli da tagli delle vene, quindi non mi aspettavo tanta spensieratezza e l'effetto si è raddoppiato!
Ace scappa nelle locande anche se ha i soldi perché è un pirata e i pirati non pagano! Qui è costretto a pagare perché non deve attirare l'attenzione e passare inosservato (interpretazione di Yuki xD)
Effettivamente Ace si diverte parecchio a mettere in imbarazzo Hikari, ma almeno con lui la nostra rivoluzionaria ha pensieri più leggeri a cui badare, quindi, alla fin fine, anche a lei fa piacere.
Un abbraccio
alla prossima

@TopazSunset: Ciao ^^
Sono molto contenta che Hikari ti piaccia come personaggio e che trovi stia bene accanto a Shanks (io li adoro come coppia, pretendo che oda la inserisca accanto al Rosso **). Quando all'IC, ci tentiamo molto entrambe a questo aspetto, quindi abbiamo prestato molta attenzione a tenere sotto controllo i caratteri. Come dici tu, però, va anche a interpretazione di chi legge/guarda il manga/anime, ma mi fa piacere che nonostante non sia uguale, sia comunque ben resa ^^
Lasciamo perdere il treno, eh... è stato bloccato per 3.15 al ritorno, 1 novembre... sono arrivata a casa morta, distrutta xD
Un bacio
A presto!

@KH4: Ciao tesoro!
No, non sono sopravissuta, sono morta e il mio cadavere è stato sepolto nel Japan Palace.
Gionata di shopping, perché fa sempre bene - almeno, a me piace un sacco farlo **
Il camerino dei cambi è stata una trovata di Bea, geniale! Mi ha fatto sghignazzare come non mai, soprattutto quando si mettono le parrucche xD Hikari è stata gentile a prendere un cambio per Smoker, infondo, anche se è un marine, è uno dei migliori - è un uomo serio e leale, per questo piace anche ai pirati.
Su, lo sappiamo bene quale sarebbe stata la reazione se ti fossi trovata davanti Ace nel camerino: una copiosa emorragia da naso, vero, ale-chan? XD E saresti stata in allegra compagnia, tranquilla, a te mi unisco io e tante altre *çççç*
La scena dell'abbraccio è stupenda, per la sua semplicità e sincerità, senza cerimonie o altro ** Uno di quei gesti che viene dal cuore e fa capire quanto ancora ci sia tra loro, anche se non lo vogliono ammettere!
Un abbraccio, amoVa
Alla prossima!

@Chibi_Hunter: Ciao caVa **
Il camerino dei travestimenti è indispensabile se non si vuole alle calcagna i marine, soprattutto se fai parte della ciurma di uno dei Quattro Impertatori XD
Sì, era necessaria una giornata relax, altrimenti scoppiavano i nervi a tutti e la cara nave ci faceva ciao ciao con la vela maestra! Anche tu ti unisci alla schiera di chi voleva la lumacamera, eh! XD Come ti capisco, vieni, andiamo a spiare per bene Ace... *si dirigono in una stanzina piena di monitor xD*
Un abbraccio ^^
A presto!

@Red Queen: CaVissima, ciau ^^
Guarda, quest'anno hai fatto bene a non venire a Lucca xD La pioggia era torrenziale, anche sotto le parti coperte dei tavolini dei bar arrivava l'acqua, incredibile quanta ne veniva giù. Il diluvio universale non è stato nulla in confronto!
Sono contenta che l'idea dei travestimenti ti sia piaciuta, è stata una trovata per spezzare il clima teso e per prendere una bella boccata d'aria (prima dell'apnea xD)! Effettivamente l'idea di Shanks con su una parrucca platino mi fa sbellicare dal ridere - o anche Ben con una rossa, ad esempio xDD Quando alla lumacamera, guarda, sono d'accordo con te! Non c'è più religione, queste lumacamere vengono installate in tutti i posti tranne in quelli in cui occorrono veramente!!!
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Maya_90: Tesora, ciao!
Guarda, a Lucca ho provato a chiamarti, ma le linee erano talmente intasate che non prendeva çAAç Anch'io ho provato a guardare se c'eri, ma con tutta quella folla sinceramente non ho visto nessun cappellaio matto ç_ç
Hikari pensa un po' a tutti perché è gentile sostanzialmente, solo non bisogna farla arrivare altrimenti diventa una vera belva senza scrupoli *muahahahhahaha* Ehm, cof cof, riprendo un po' di contegno e vado avanti xD
Sì, è vero che si vede perfettamente che Shanks sia qualcosa di molto più grande e importante per lei, rispetto a Ace. Sono due sentimenti diversi, anche se ovviamente il Rosso è comunque geloso ** e per questo è carinissimo **
Un abbraccio
A presto!!!



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 37
*** Resoconto ***


CAPITOLO 37: RESOCONTO.
(Chapter Soundtrack: My Side of the Story - Hodges)


Si svegliò verso le sette di mattina, quando i primi raggi del sole presero a filtrare dalla finestra dalle tende di lino.

Il tempo era notevolmente migliorato: nell'azzurro terso non vi era più traccia di nuvole minacciose, ma solo cirri sparsi qua e là a macchiare innocentemente il cielo. L'aria era frizzante e riempita dal canto di qualche uccellino marino che accoglieva il nuovo giorno a suo modo.

Ci mise qualche minuto prima di riuscire a fare mente locale su tutti gli avvenimenti e a ricordarsi che cosa ci faceva in una stanza che non era la sua. Infine, Tashigi aprì lentamente gli occhi con la consapevolezza di ciò che quel giorno le riservava. Si sentiva riposata, i muscoli non tiravano più e l'acido lattico pareva essersi riassorbito, la mente ricominciava a muovere gli ingranaggi senza intoppi e solo con l'annebbiamento causato dal sonno.

Si sollevò e lasciò perdere gli occhiali da vista posati sul comodino.

Aveva un gran bisogno di una doccia, di un getto d'acqua freddo che la risvegliasse e uno caldo che la facesse rilassare, sciogliendo i muscoli contratti del collo.


Quando si fu sistemata andò in mensa, anche se riuscì a buttare giù solo pochi bocconi. Il nervosismo le aveva chiuso lo stomaco, neanche fosse una studentessa prima di un esame importante.

Non c'entrava nulla il fatto che sarebbe andata a parlare davanti ai Cinque Astri e nemmeno che avrebbe dovuto riferire un completo fallimento. Ciò che la tormentava erano i suoi vaneggiamenti sulle possibili decisioni che avrebbero potuto adottare per riarginare la situazione, ormai in completo collasso.

Il giorno prima non le era parso che le sorti di Smoker stessero particolarmente a cuore al Grand’Ammiraglio, anzi, le pareva che il discorso fosse stato fatto cadere un può troppo presto. L'aveva liquidata rapidamente, senza nemmeno darle il tempo di ribattere in qualche modo.

Forse era vero, c'erano questioni più urgenti, ma a lei pareva tutt'altro. Le sorti del suo Commodoro avevano la precedenza su tutto, non le pareva ci fosse altro al quale dedicarsi se non tornare a riavere l'odore forte e acre dei sigari attorno a sé.

Strinse con forza la forchetta tra le dita.

Era la rabbia per la sua inutilità a farle contrarre in quel modo i muscoli. Quando si era ritrovata nell'ufficio di Sengoku, quella posizione di completa impotenza le era stata rinfacciata sottilmente ma senza tregua. Lo sapeva bene da sola quanto le sue abilità fossero poca cosa in confronto a quelle possedute sia da Smoker che dai pirati che lo tenevano prigioniero: ciò la metteva già di per sé nella condizione di non poter dettare le regole del gioco.

Ma l'abisso vi era anche lì, all'interno del Quartier Generale, perché lei era una delle tante Guardiamarina e non aveva il grado necessario per poter prendere decisioni troppo importanti.

Appoggiò la posata nel piatto quasi intonso e sorseggiò dal bicchiere dell'acqua per calmarsi.

Non poteva cambiare la sua posizione, l'unica cosa che le era concessa era aver fiducia nel Governo Mondiale e continuare a portare a termine i propri incarichi. Solo in quel modo avrebbe ottenuto il grado per poter impartire la propria giustizia.


Abbandonò il fragore della mensa e i suoi odori.

Erano appena le nove e non poteva recarsi con così largo anticipo nell'ufficio del Gran Ammiraglio. Tuttavia non sapeva proprio come occupare quell'ora di tempo libero che le era capitata.

Decise di andare a fare una passeggiata nel giardino esterno del Quartier Generale per prendere una boccata d'aria fresca e sentire la sensazione del sole caldo sulla propria pelle. Avrebbe avuto modo di riordinare le idee e rilassare il proprio animo troppo in subbuglio.

Si sedette su di una panchina rivolta verso l'oceano.

La sua preoccupazione per Smoker continuava a crescere ogni attimo. Non riusciva a impedire alla propria sadica fantasia di formulare scenari che mai avrebbe voluto veder realizzati, ma che avrebbe preferito anche evitare di visualizzare nella propria mente.  

Avvertiva il proprio cuore chiudersi in una morsa di puro gelo e il sua sangue ghiacciarsi nelle vene. E quel sentimento straziante la soffocava senza darle tregua quando si ritrovava immersa in quelle immagini. In quei momenti avvertiva di non poter avere un futuro, se quei pensieri dettati dalla paura si fossero seriamente tramutati in realtà.

Con vigore scosse la testa, allontanando le mani dal petto.

Quanto quei pensieri erano appropriati per un soldato nei confronti del proprio superiore?

Quella terrificante angoscia era solo legata a un rapporto lavorativo?

No, perché ormai il suo lavoro e la sua vita si erano fuse in un'unica essenza. Non vi era più un confine di demarcazione tra l'uno e l'altro, nemmeno una leggera linea che potesse aiutarla a trovare il punto in cui - anche approssimativamente - terminava il lavoro e cominciava la vita privata.


Udì l'orologio battere le nove e mezza.

Si alzò, decidendo che le occorreva camminare per scaricare la tensione.

Fu in quel momento, mentre passeggiava senza una meta tra gli alberi, che vide seduto con le gambe incrociate una persona che mai si sarebbe immaginata di incontrare in quel luogo.

Sul naso se ne stavano i suoi occhiali, il che le permetteva di essere certa di ciò che stava osservando da lontano.

- Che cosa ci fa qui un componente della Flotta dei Sette? - si domandò mentre i suoi occhi zaffiri indugiarono per qualche altro secondo sul volto impassibile e pallido di Occhi di Falco.

Lasciò da parte quella nuova domanda che nulla aveva - apparentemente - a che vedere con l'attuale questione e le sue preoccupazioni. Probabilmente, si disse, riguardava una di quelle questioni urgenti che i Cinque Astri dovevano al più presto risolvere.

La scusa reggeva poco, lo sapeva, ma per il momento le bastava per mettere a riposo quella che era solo una piccola curiosità gettata nell'abisso di problemi decisamente più importanti.


Percorse nuovamente le medesime scale che aveva salito nemmeno ventiquattro ore prima.

Questa volta non vi era stanchezza a rendere le sue gambe pensanti e le sue falcate erano più ampie e lunghe. Moderò l'andatura, ma si percepiva chiaramente la sua impazienza.

Era pronta alle possibili lavate di capo che le sarebbero state fatte, ma ciò non la intimoriva.

Infondo avevano fallito una missione non da poco e si erano fatti giocare come nulla da Shanks il Rosso, permettendogli di fare i propri comodi senza troppa fatica. La superiorità del pirata era schiacciante, da soli non ce l'avrebbero mai fatta e questo i Cinque Astri avrebbero dovuto saperlo.

Dunque, aveva dedotto, l'entrata in scena di uno degli Imperatori doveva essere inaspettato per lei quanto per i vertici del Governo Mondiale. Ma ancora non intravedeva ciò che muoveva tutti i meccanismi e ciò aumentava la ferita al proprio orgoglio.


Sengoku la stava attendendo davanti alla porta del proprio ufficio.

Come il giorno precedente il suo volto era rilassato, i suoi occhi scuri attenti e la sua voce calma e gentile.

"Vi siete riposata, Guardiamarina Tashigi”?

La ragazza evitò il più possibile di soffermarsi sul modo velato con cui rimarcava continuamente il proprio grado, sforzandosi di rispondere senza far trapelare la propria impazienza.

"Sì, molte grazie".

"Ne sono lieto".

La condusse all'ultimo piano, dove vi era la residenza dei Cinque Astri.

Tashigi se ne stava due o tre passi dietro a Sengoku che procedeva con le braccia intrecciate dietro la schiena. Il silenzio era rotto dai soli passi che riecheggiavano tra le pareti perfettamente bianche.

Giunsero davanti all'immensa porta di legno che portava alla sala nella quale si riunivano i Cinque Astri e, dopo essersi annunciato, il Grand’ Ammiraglio aprì la porta, facendo un cenno lieve con il capo per incoraggiare la giovane a seguirlo.

I cinque anziani se ne stavano al centro della sala, tre di loro erano seduti su di un divano mentre gli altri due se ne stavano in piedi. Prima che Sengoku e Tashigi facessero il loro ingresso erano intenti nel discutere, tuttavia le loro parole vennero troncate nettamente non appena gli intrusi varcarono la soglia.

Improvvisamente la giovane Marine si rese conto di trovarsi in un ambiente che mai avrebbe pensato di poter raggiungere alla sua età. Si trovava al cospetto di coloro che mandavano avanti il mondo, coloro per i quali combatteva ed era la loro giustizia che stava strenuamente cercando di difendere. Era come aver accesso in un luogo santo e si accorse maggiormente della sua nullità posando i suoi occhi su ognuno di loro.

Le sue gambe vacillarono per un attimo e la lingua le si annodò. Si ritrovava spaesata, spaventata dalla presenza di quelle venerande persone e da ciò che rappresentavano.


"Siamo stati informati approssimativamente di quanto successo" cominciò uno di loro.

"Tuttavia vorremo sapere con esattezza come si sono svolti i fatti e tutto quello che puoi dirci a riguardo" continuò un altro.

Tashigi se ne stava impietrita davanti a loro con ancora l'ansia a mozzarle il fiato.
 
Il pensiero di Smoker incatenato nella prigione di Shanks tuttavia le servì per riprendere il controllo sulla propria mente e si accinse a narrare lo svolgimento dell'attacco.

Parlò anche della donna che si era frapposta tra loro e Ace prima dell'intervento del Rosso, e si scusò asserendo che non ne conosceva assolutamente il nome.

"Shanks il Rosso ha detto di riferire che ora Ace Pugno di Fuoco si trova sotto la sua custodia" concluse Tashigi.

La ragazza rimase immobile e in silenzio, mentre gli Astri si scambiavano sguardi preoccupati tra di loro. Come aveva pensato nei loro piani non era stato previsto l'intervento di un'altro pirata, soprattutto non uno della risma di Shanks, e ciò doveva averli turbati non poco.

Sengoku si avvicinò a un tavolo e prese un foglio che vi era appoggiato sopra e lo portò alla ragazza.

"Per caso è lei la donna di cui parlavi"?

Sbarrò gli occhi blu, osservando la foto della stessa donna contro cui si era scontrata nell'arcipelago pochi giorni prima. Ciò che la sconvolse maggiormente non fu tanto il fatto che i Cinque Astri e il Gran Ammiraglio sapessero chi fosse, ma il vederla indossare la divisa militare.

"S-Se posso" esordì titubante "Chi è"?

"Non c'è nulla di male nel metterti al corrente" proferì uno dei cinque "Il suo nome è Hikari Mugen ed è una spia, si è infiltrata a lungo nelle nostre schiere e pare sia stata lei ad avvertire Shanks il Rosso dei nostri progetti".

Almeno ora Tashigi riusciva a campire come avessero fatto a intercettarli con un così perfetto tempismo. Quella donna era una delle cause della situazione nella quale si trovava ora Smoker, anzi, la sola perché se lei non si fosse intrufolata nella Marina, nessuno si sarebbe mai potuto frapporre tra loro e Ace.

Guardò per un attimo con odio l'immagine di Hikari prima di restituire il foglio a Sengoku.

"E per il Commodoro?" chiese trattenendo il più possibile il tremolio della voce.

"Vedremo di organizzare una contromossa" rispose prontamente un quarto "La situazione è delicata e dobbiamo rifletterci, ma non temere. Il nostro compito è servire la via della giustizia".

"Ora, Guardiamarina Tashigi, vi consiglio di riprendere perfettamente le forze. Il vostro operato, in questo momento difficile, è stato impeccabile e vi meritate un attimo di tregua" concluse l'ultimo di loro.

La ragazza dopo il saluto militare uscì dalla sala lasciando i sei uomini a discutere sul da farsi.

Mentre voltava loro le spalle avvertiva il proprio cuore più leggero e l'ansia farsi meno dolorosa. Le parole e i modi dei Cinque Astri erano bastati a convincerla che avrebbero fatto il possibile per liberare Smoker.

Era certa che le cose sarebbero andate in quel modo.


Presa com'era dalla liberazione dal senso di oppressione accumulato in quei sei giorni, non si rese conto del cambio di espressione dei Cinque Astri e del Grand’ Ammiraglio, i quali la osservarono uscire prima di cominciare a preparare una controffensiva adeguata.

I loro lineamenti non avevano più nulla a che vedere con il buon animo dimostrato nemmeno trenta secondi prima.

Si erano fatti più tirati e oscuri.

I loro occhi ridotti a fessure erano carichi di sfumature poco rassicuranti, racchiudevano la capacità di intimidire e imprigionare dietro le loro iridi piani inumani.

"Il Rosso merita una nostra particolare attenzione" asserì, secco, Sengoku.


- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

A-rieccoci al solito! ^^
Come ha detto Yuki in una recensione - mi pare di capire - precedente, ecco che comincia l'apnea... E il secondo blocco della fic, come argomento. E mentre  Tashigi spera con tutto il cuore che qualcuno vada a recuperare il suo superiore, la Marina cova meglio di una galina dalle uova d'oro... Ah, tra l'altro! Salutiamo tutte insieme Mihawk, che fa la sua apparizione in questo capitolo come special guest xD Che poi si offende e - non so voi - preferirei evitarlo. Alla fine ha un cuore anche lui (ben nascosto, ma ce l'ha). u_u

Bene, passiamo all'angolino delle risposte! Yu tornerà presto, non preoccupatevi! ^^


- Angolino di Beatrix -

@Ale-chan: ciao patata! ^^
Essì, ecco Tashigi! Vabbè, non crucciarti per aver dimenticato Dragon... Dopotutto son passati 8 mesi quasi dall'inizio dalla fic e lui era nei primi capitoli. ^^' E poi so che ci tenevi nel rivedere la ragazza... Che, poverina, è in pena una cosa inimmaginabile per il Commodoro e deve cercare di controllarsi - sebbene partirebbe pure con l'Olandese Volante il giorno stesso. Maledetta gerarchia militare...
Venendo a Sengoku: tenete sempre presente che questa storia è stata scritta prima di MF - anzi agli inizi di ID. Per cui tante sfumature sono state messe "a naso". Nemmeno io considero Sengoku cattivo, tra quella combriccola credo sia uno dei meno, visto anche il rapporto che ha con Garp - e lui è un pezzo di pane. Tuttavia ce lo siamo immaginate... Stronzo, ecco. xD Quella bastardaggine sottile ed educata, ma che ti fa mangiare il fegato. ^^' Più avanti lo si vedrà di nuovo... A voi il responso.
In ultimo, da oggi userò questa tua citazione per qualsiasi cosa: "Se se ne frega Dragon, me ne frego pure io!" xD Mi ha uccisa, grande Ale! xD
Alla prossima e un bacio!
Grazie per la recensione!

@Chibi Hunter: ciao cara! ^^
Le mummie tessono la loro tela praticamente sempre, da quel che abbiamo capito... E sinceramente invidio la pazienza di Sengoku verso di loro. A me stanno sullo stomaco e non chiedermi il perchè: non c'è un perchè. xD
Comunque sì, Sengoku l'abbiamo caratterizzato sul freddo ed autoritario. MF invece a me ha contribuito a ridimensionarlo - e la storia è antecedente come scrittura a questa saga, per cui c'è tanta roba inventata.
Credo che nessuno vorrebbe trovarsi al posto di Tashigi ora. Ma una cosa è certa: mai avrebbe lasciato la squadra e disobbedito ad un ordine - anche se non espresso - di Smoker. Infondo è la sua vice. :)
Grazie per la recensione e un abbraccio!
Alla prossima. ^^

@Tre88: hola! ^^
Diciamo che già ad Alabasta, Tashigi ha capito che del marcio nel governo e nella marina c'è. Eccome se c'è. Contando che Smoker non si fa problemi a mandarli a quel paese con nochalance... xD In questo caso, però, spera in loro, nonostante tutto. Cerca di appendersi alla possibilità che tutto non faccia così schifo, ecco. E' ottimista, sì. u_u
Però c'è da dire che se avessi un capo come Smoker, darei un rene per riportarlo vivo a casa - e che cavolo. u_u Diciamocele ste cose. xD
Grazie per la recensione! Alla prossima!
Un abbraccio. ^^

@Red Queen: Regina mia, buonaseVa. **
Anche te aspettavi Dragon? Sinceramente manca un po' anche a me - sbava sull'uomo che non deve chiedere mai. xD Pensa quanto possa essere odioso buttare giù un insulto bello e buono, quando si è consapevoli di non aver possibilità di replica per il grado infimo che hai ed, oltretutto, vieni palesemente deriso. Povera Tashigi. u_u Io a quest'ora avrei tirato giù la Sede Centrale a suon di bestemmie - ma si sa che mi scaldo facilmente.
Sengoku simpatia eh? xD No, come ho detto, MF me l'ha fatto ridimensionare di un botto. Di fatti qui lo si vede come un semidio, proprio perchè non sapevamo ancora nulla... E diciamo che ad un certo punto mi è pure scaduto, sto stratega de noantri - avoja a temporeggiare O_O.
Grazie per la recensione, un abbraccio!
Alla prossima! ^^

@Akemichan: benritornata! ^^
Preciso la parte del rapporto tra Hikari e Smoker, perchè sono stata io a tirarcelo di mezzo come idea iniziale, poi l'abbiamo steso assieme. Hikari non odia la Marina. Odia le mele marce e in Smoker, avendolo seguito parecchio in segreto, vede qualcosa di buono. E penso che abbiate capito con quanta facilità la mora si sente in colpa se fa male a qualcuno (da avere o meno ragione a pestarlo). Vedila più come un'azione sul suo karma o coscenza che sia. xD
La taglia dovrebbe essere giusta, però, sai? xD Anzi, forse sono stata indulgente. Smoker è abbastanza spesso. O_O
Infine per Sengoku, non dubito che le scene con Garp facciano sbellicare, ma non possiamo certo eleggerlo a Mister Simpatia. xD Poi, non sapendo all'epoca ancora nulla e poche info che facevano dubitare di ogni sfumatura possibilmente accostabile ad un carattere piacevole, ecco che è venuto fuori così. xD
Alla prossima, grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Maya: hola caVa. **
Anche tu indaffaratissima eh? Io mi riduco a mangiare cena alle 10 per rispondervi, fai te. xD Sto perdendo il modo di vivere, accidenti... Perchè finisco sempre in una marea di impegni diversi? T_T
Comunque... Venendo alla storia, ti dico che il capitolo l'ha steso Yu ed è facile che abbia preso spunto dall'uni, perchè mi ricordo che al tempo di questi capitoli era incasinata con gli esami e ne aveva uno a brevissimo. xD Poarella... ^^' C'è un dettaglio forse anche in questo capitolo, ma non ricordo con precisione.
Infine, come già detto, Sengoku è una delle grandi incognite - sì in generale, ma anche per la nostra storia. All'epoca potevamo solo immaginare... Speriamo solo di essere rimaste su un canone decente, ecco. xD
Alla prossima tata! Un abbraccio e grazie per la recensione! ^^






Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki


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Capitolo 38
*** Mal di mare ***


CAPITOLO 38: MAL DI MARE.
(Chapter Soundtrack: Je suis malade - Lara Fabian)


La notte era calma, tranquilla, e accompagnava lo scorrere placido del Vento dell'Est. La nave solcava con serenità le acque dell'oceano, di un blu intenso e con riflessi argentei, colori troppo irreali per non rimanerne affascinati e non provare nemmeno un vago desiderio di scoprire i misteri più profondi.

Il silenzio di luci non spaventava, anzi, era l'ingrediente necessario affinché ci si potesse gustare quello spettacolo. Lo sciabordio delle onde contro la struttura in legno era l'unico suono udibile, che riempiva l'aria e sapeva rilassare i cuori dei pirati.

Eppure, nonostante tutto fosse sereno, Hikari non riusciva a dormire bene.

Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, irrequieta. Di scatto, dopo la quarta volta che si svegliava in poche ore, tirò indietro le lenzuola frustrata. Aveva provato a rilassarsi, a spegnere il cervello, a concentrarsi solo su pensieri positivi, le mancava solo di contare le pecore e poi le avrebbe provate tutte per riuscire a cadere in un sonno profondo.

Per di più stava cominciando a venirle mal di testa. Non il solito dovuto all'utilizzo dell'haki, quello in via di formazione era meno acuto ma più fastidioso, le martellava le orecchie e le opprimeva le tempie in una morsa omogenea e continua.

Lanciò un'occhiata disperata all'orologio e quasi le venne da piangere per la tristezza quando si accorse che non erano nemmeno le quattro del mattino. Sconsolata, si raccolse i capelli in una coda frettolosa e salì sul ponte a prendere una boccata d'aria con la speranza che una volta ridiscesa in cabina i suoi tentativi avrebbero dato più frutti.


"Che hai? Hai una cera orribile, lo sai?" le domandò Ace sedendosi al tavolo della colazione accanto a lei.

Gli occhi viola di Hikari erano cerchiati da profonde occhiaie scure, ma nonostante la stanchezza accumulata sapevano assumere un'espressione minacciosa e scocciata. Gonfiando lievemente le guancie per la battuta poco felice, la giovane donna gli scoccò uno sguardo omicida, tornando a concentrarsi sul suo piatto.

Alla fine la sua passeggiata si era trasformata in uno stanziamento fisso sul ponte, dopo che nuovamente alle cinque si era ritrovata sveglia. La testa le pareva stesse per scoppiare e ora anche l'appetito scarseggiava. Sapeva di dover mangiare e quindi aveva ingerito due bocconi a forza, ma appena si era riaperta la porta della cucina in comunicazione con il ponte ed era così penetrata l'aria salmastra, la bocca dello stomaco si era serrata. Irrevocabile, non avrebbe più mandato giù un solo boccone per quella mattina.

Debole, le tempie compresse, lo stomaco scombinato. Non era il massimo per un buon giorno e lei si sentiva molto irritata già solo per la notte passata a guardare il soffitto della cabina e il mare all'orizzonte.

Ma poi, quanta acqua c'era al mondo? Possibile che ovunque girasse lo sguardo non vedesse che quella distesa azzurra aprirsi dinnanzi a lei?

Le mancava la terra sotto i piedi e quella breve sosta sull'isola fatta per lo shopping non le era bastata. Anzi, stava rendendo tutto più difficile dato che ora aveva in mente l'immagine più vivida dei piedi ben appoggiati su qualcosa di stabile.

"Allora?" sentì insistere Ace accanto a sé.

"Non mi sento bene" rispose piatta lasciando cadere la forchetta con rassegnazione "Non ho dormito".

"Vuoi rimandare gli allenamenti?" domandò il ragazzo preoccupato avvicinandosi a lei, mettendole un braccio attorno alle spalle.

"No, voglio distrarmi, mi farà bene" asserì sicura Hikari puntandogli addosso i suoi occhi.

Nonostante il suo fisico non fosse perfettamente in forma, la donna non se la sentiva di rinunciare all'unico momento della giornata in cui dimenticava di star costipata su di una nave, che - per quanto grande - le appariva molto limitata come confini. Quando si allenava con Ace riusciva a riversare tutte le sue energie, fisiche e mentali, sui movimenti, i colpi, gli attacchi, le parate, la prossima mossa. Dimenticava dove si trovava e il fastidio con esso.


Appoggiato al parapetto della nave Shanks dirigeva i propri occhi verso l'orizzonte.

I suoi capelli rossi erano scompigliati dalla brezza salmastra dell'oceano e il suo sguardo poteva abbracciare la sua immensità, nella quale si era sempre certi di poter trovare una nuova avventura e una libertà mai avuta.

Dietro di sé udiva le voci dei suoi compagni e tese maggiormente le orecchie in cerca d'altro, in cerca di una voce in particolare - in cerca della sua voce.

Aveva maledettamente ragione Ben. Era roso dalla gelosia e ogni giorno aumentava, lo corrodeva dall'interno e rendeva i suoi nervi meno saldi e molto più facilmente irritabili. Insieme, vi era anche un'altro effetto collaterale: stava diventando un moccioso di diciotto anni alle prese con le prime cotte. Il suo umore ormai andava di pari passo con la situazione che intercorreva tra lui e Hikari, peggiorando e migliorando in modo imprevisto.

Ed era assurdo come potesse sentire quel fastidio profondo ogni volta che lei passava il suo tempo con Ace. Odiava quel rapporto, perché il giovane pirata di Barbabianca aveva quasi tutti i vantaggi che una volta erano riservati a lui e che stupidamente aveva buttato via. Le ragione per cui aveva lasciato Hikari, ora, gli apparivano così effimere ed incerte - evanescenti.

Non sopportava gli sguardi che aveva colto tra lei ed Ace.

Lì non si trattava solo della sua immaginazione malformata per vie di timori profondi, sapeva di essere ancora abbastanza lucido per distinguere quando si trattavano di sue costruzioni mentali o meno. E ne aveva la prova: anche Ben pareva turbato da quel legame sempre più saldo e sempre più ambiguo.

Ma il suo vice a lui non aveva detto nulla chiaramente, ovviamente voleva evitargli altro materiale da utilizzare per una delle sue future e possibili sfuriate. Le discussioni con Hikari erano difficili: due testardi a confronto che non avrebbero mai chinato la testa uno di fronte all'altro, ognuno per i propri motivi.

Eppure, nonostante quello strano rapporto che si stava andando a formare tra Hikari - la sua Hikari - e Pugno di Fuoco, ristagnava in mezzo la frase detta da Ben qualche giorno prima, alimentata da altri fatti - piccoli ma significativi - che facevano crescere in lui una speranza malsana, nella quale non sapeva se farci veramente affidamento.


"Sei così cieco da non vedere che è ancora innamorata di te"?


Quella domanda gli aveva fatto aprire gli occhi su una dimensione nella quale si stava andando a inoltrare, un sentiero dal quale sperava di uscire vincitore. Ma lì, le possibilità di arrivare fino in fondo indenni erano veramente scarse. Si stava aggrappando ad effimeri segnali che non era di grado di decifrare in modo oggettivo, soprattutto con la complicazione dell'entrata in scena di Ace.

Una folata di vento più forte, decisa, contraria alle altre, lo fece ritornare alla realtà.

Fissò con maggior attenzione le nuvole all'orizzonte: erano ancora bianche, ma si stavano ammassando velocemente in un unico punto. Presto, su di loro, si sarebbe scatenato l'inferno.

"Uomini, preparatevi a una tempesta!" tuonò con voce ferma facendosi sentire per tutto il ponte.

Non avrebbero avuto problemi con un temporale, ne avevano attraversati molti nella Rotta Maggiore e per quanto orribili i suoi uomini sapevano esattamente come muoversi per mantenere la rotta. Presto sarebbero usciti dalla burrasca e avrebbero ritrovato il bel tempo.

Per quanto riguardava la sua anima non era certo se le cose si sarebbero risolte in poco tempo.


Le andò male.

L'allenamento venne annullato per motivi non previsti - peggiori di per sé del mancato momento di pace a cui tendeva per tutta la giornata e che le era stato sottratto. Un temporale improvviso, di quelli tanto frequenti nella Rotta Maggiore, si era abbattuto sul Vento dell'Est, rendendo impossibile restare sul ponte se non per sistemare le vele.

Hikari si era chiusa in camera sua, cercando di rilassarsi sul letto.

Avvertiva con troppa precisione lo sbattere violento delle onde sulla chiglia della nave, la quale le appariva totalmente in balia dell'oceano, sua preda. I rombi dei tuoni accompagnava lugubri i suoni del nave in burrasca, l'oscurità impregnava la giornata e in modo aritmico i lampi squarciavano le tenebre per pochi secondi.

Con le palpebre chiuse, Hikari se ne stava immobile stesa sul letto in maniera scomposta. Il proprio respiro - sommerso dai cigolii delle travi di legno - le giungeva affannato e irregolare, mentre il suo malessere aumentava ogni volta che l'inclinazione del Vento dell'Est cambiava repentinamente.

Le sue condizioni stavano peggiorando e ora le era chiaro il motivo per cui si sentisse in quel modo. Lei non era affatto abituata a navigare, non era mai stata sul mare per molto tempo e negli ultimi dieci anni, in ogni caso, aveva mantenuto saldamente i piedi sulla terra ferma, in un ufficio a lavorare in modo abituale tutti i giorni. L'oceano lo vedeva affacciandosi dalla finestra, lontano e maestoso, ma non aveva nessun tipo di confidenza con esso.

Per di più, l'ultimo decennio lo aveva passato ad evitare di soffermarsi troppo su quella vista. Il mare, inevitabilmente, le riportava alla memoria Shanks e ogni volta il suo umore precipitava sotto i piedi.

Un'onda più forte andò a sbattere nel lato della nave dove si trovava la cabina e Hikari si ritrovò con lo stomaco in gola. Alzandosi di scatto, barcollando per il mal di testa e il temporale, si diresse il più velocemente possibile per arrivare al bagno. Non fece in tempo a trarre un sospiro di sollievo che il primo conato di vomito le salì per la gola.

Rimase accasciata accanto la water per molto altro tempo, che lei non fu in grado di definire. Sentiva la bocca aspra, piena di un sapore rivoltante, mentre i riccioli corvini le ricadevano arruffati attorno al volto sudato e rigato dalle lacrime. Si prese la testa tra le mani, stufa di non riuscire a sopportare quella situazione.


In cucina c'era confusione, forse un po' più del solito per via degli ultimi residui della tempesta. La pioggia cadeva monotona fuori e il rimbombo arrivava a riecheggiare nella stanza, costringendo i pirati ad aumentare di qualche tono in più la propria voce per farsi sentire.

Al tavolo del capitano un posto era rimasto vuoto e Shanks vi continuava a lanciare occhiate continue. L'alternanza era regolare: una forchettata e uno sguardo, tanto da essere divenuto evidente a tutti i presenti cosa ronzasse nella sua mente.

"Non sta bene" esordì infine Ace.

"Hikari, intendo" precisò non appena gli occhi del Rosso si furono posati su di lui.

Un attimo di silenzio cadde sulla tavola, circondata dalle chiacchiere degli altri. E fu a quel punto che il ragazzo si rese conto di essere stato l'unico a cui l'amica aveva confidato di non sentirsi troppo in forma.

"Cos'ha?" domandò Ben rompendo il silenzio.

"Stamattina ha detto di aver mal di testa, non è riuscita a dormire bene la scorsa notte".

Shanks, nonostante la situazione non sembrasse particolarmente allarmante, era abbastanza preoccupato. Quella mattina non aveva fatto colazione con tutti gli altri e non aveva incrociato Hikari, quindi non aveva avuto modo di studiare il volto della giovane donna.

Era indeciso se alzarsi subito per andare a controllare come stesse o aspettare di terminare il pranzo. Gli sembrava eccessivo correre da lei per una semplice carenza di sonno, infondo poteva capitare a tutti una notte in cui non ci si riusciva ad addormentare. Però, lui, avrebbe voluto essere lì con lei ad accertarsi del suo stato.

"Bhè, allora nulla di allarmante" commentò Lucky "Probabilmente finalmente sta riposando, no”?

"Già" acconsentì Ben spostando lo sguardo sul capitano "Mangerà più tardi".

La spiegazione era perfetta, non c'erano obiezioni possibili o quanto meno convincenti.

E allora perché Shanks sentiva di star sbagliando a rimanere fermo, seduto, a quella tavola invece di entrare nella cabina di Hikari?


La tempesta era terminata quando ormai il sole era morto all'orizzonte.

Hikari non era salita per la cena, non si sentiva in grado di percorrere molti metri sulle gambe - instabili e molli. Si era stesa su un fianco, nella penombra della cabina cercando di riprendersi.

All'improvviso, i suoi occhi viola erano caduti su un mobiletto antico. Si alzò facendo leva su un gomito spostandosi con l'altra mano i capelli che le erano ricaduti a infastidirle la vista, riportandoli dietro l'orecchio. La testa continuava a pulsarle e quindi decise senza troppi ragionamenti cosa intendesse fare.

Si avvicinò e aprì le ante facendo ruotare la chiave arrugginita. Liquori d'annata, di tutti i generi, erano tenuti in ordine su due ripiani insieme ai bicchieri. Hikari ne afferrò uno insieme a una delle diverse bottiglie, senza riflettere troppo - non le importava molto quale fosse.

Riempì fino all'orlo e una volta portato alle labbra ingerì in un sorso, non pensando al bruciore alla gola e allo stomaco. Avvertì la sostanza scendere velocemente e andarle a riempire lo stomaco ormai vuoto e sotto sopra. Non ci mise a sentire l'effetto della gradazione alta di quella che scoprì essere wodka. E insieme all'annebbiamento dei pensieri, seguì quello lento dei sensi e di conseguenza anche il dolore alla testa venne meno insieme alla nausea.

Il mal di mare, la mancanza della terra ferma, erano un ricordo lontano e non ben identificabile grazie a quella bottiglia dal vetro verde scuro e l'etichetta elaborata.

Non ci pensò oltre, portò direttamente il collo della bottiglia e si lasciò andare all'oblio dell'alcool.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Signore mie, buongiorno! Scusate se aggiorno solo oggi, ma gli impegni sono devastanti in sto periodo e non sono riuscita ad uppare il capito. Spiace anche per le risposte alle recensioni, ma io e Yu fatichiamo pure a sentirci per telefono in questi giorni. Abbiate pazienza... ç_ç Cercheremo di tornare in piena forma la settimana prossima!

Ma un ringraziamento è sempre doveroso. ^^ Quindi grazie a chi ha recensito, grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati. Alla prossima settimana! *Scappa al lavoro col morale sotto i tacchi*

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Capitolo 39
*** Totalmente sfatta ***


CAPITOLO 39: TOTALMENTE SFATTA.
(Chapter Soundtrack: Revelation - Iron Maiden )


Shanks era nervoso. Molto nervoso.

Aveva passato tutta la cena ad osservare il posto vuoto, nuovamente, mentre mille pensieri si erano insinuati nella sua mente. Per tutto l’anno passato insieme a lei, dieci anni fa, Hikari non aveva mai accusato nessun malore, ad eccezione di qualche raffreddore stagionale e nulla più.

Questa sua assenza quindi lo stava agitando parecchio, come lo era Ben: avevano visto che Hikari non toccava cibo dalla sera prima – la colazione l’aveva consumata neanche a metà – e ciò non era assolutamente normale, come avevano postulato qualche ora prima, durante la loro conversazione con il ragazzo.

Ace, d’altra parte, aveva puntato lo sguardo negli occhi del Rosso, ben intuendo i suoi pensieri.


“Che ne dici di scendere”?

Shanks assottigliò lo sguardo, serrando un poco le labbra. Non era sicuro di ciò che bisognava fare. Più che altro, da un lato avrebbe voluto sfondare la porta per assicurarsi che stesse bene, dall’altro c’era sempre l’imprevedibilità delle sue reazioni, di ciò che era stato e di ciò che sentiva di essere nei suoi confronti.

E la cosa che più andava vicino a come si sentiva era un organismo invertebrato.

Nell’istante in cui si vide paragonato però ad un lombrico, il suo orgoglio – finalmente – riaffiorò come lava da un vulcano in eruzione. Hikari era una sua responsabilità, visto che si trovava sul Vento dell’Est, sia che si dedicasse ai suoi colpi di testa insurrezionalisti, sia che stesse male.

“Scendo io”.

“Sei sicuro?” domandò il vice, espirando una nuvoletta grigio-azzurra, per poi scrutare il viso del suo capitano e trovandone – con il dovuto orgoglio – un’espressione sicura.

“Sì”.



Percorse il lungo corridoio di corsa, arrivando nel giro di pochi secondi all’altezza della camera del suo migliore amico, adiacente alla sua. Aveva uno strano presentimento, come se fosse successo qualcosa, come se i conti non tornassero.

E come aprì la porta i suoi sospetti furono assodati: Hikari era seduta sul tappeto, con la schiena appoggiata al fianco del letto, in mano una bottiglia semivuota di rhum e diversi ‘cadaveri’ di liquori mignon accanto a lei.

Aveva la testa abbandonata sullo spigolo del materasso, all’indietro e gli occhi chiusi.


“Hikari”!

Si precipitò accanto a lei, scuotendola con veemenza, finché lei, contrariata, non si destò da quell’oblio in cui era caduta per trovare un po’ di pace.

“Hey, hey, hey! Che c’è?! Un maremoto?!” urlò strabuzzando gli occhi, per poi focalizzare lo sguardo sulla figura che, con la faccia preoccupata, le stava inginocchiata davanti. “Ah, sei tu… Ciao Rosso”!

La sua voce era notevolmente impastata dalla sbronza appena conclusa, ma a Shanks non serviva analizzarne il tono, perché gli bastava vedere le guance arrossate di lei, la strana espressione euforica sul suo viso e le bottigliette sul tappeto.

“Vedo che ci hai dato dentro, eh”?

Non sapeva se ridere perché aveva attinto dalla dispensa personale di Ben, oppure se preoccuparsi seriamente: “Se volevi sbronzarti potevi farlo in compagnia no? Abbiamo mai rifiutato una bevuta noialtri”?

Hikari proruppe una risata sconnessa: “Tu non sai che cosa ho scoperto oggi!” fece, puntandogli l’indice a qualche millimetro dal naso, per poi abbandonarlo a terra e ridere di nuovo.

Il Rosso si era seduto per terra a gambe incrociate, con la mano appoggiata sotto il mento e un mezzo sorriso: benché le condizioni di lei fossero a dir poco assurde – mai aveva immaginato di trovarsela ubriaca su di un tappeto – in quel momento era divertentissima.

“Sentiamo un po’…” fece, esortandola ad andare avanti.

Lei rise ancora per qualche istante, ingurgitando un sorso di rhum: “Ho scoperto… Ti dicevo… Che hai fatto un pessimo affare. Pessimissimo, sai”?

Era convintissima di ciò, ed esacerbò la sua tesi battendo il pugno sull’altra mano.

“Perché?” rispose lui, cercando di rimanere serio e seguire il discorso sconnesso.

“E me lo chiedi pure?” replicò lei con stupore “Oggi ho scoperto che hai imbarcato sulla tua nave una che soffre la nave!” concluse con una risata e ingollando un altro po’ di rhum, poi aggiunse: “Ho trafugato le scorte di Lucas, in cerca di qualcosa, ma ho preso di tutto e non mi ha sortito alcun effetto. Noo! E allora mi sono ricordata di un vecchio detto dei marinai della mia isola: ‘L’alcol porta consiglio’ ed è vero, sai”?

Shanks aveva cancellato all’istante il sorriso dalle sue labbra, ridiventando serio: “Come stai Hikari”?

La donna esaltò un’espressione a metà tra il sarcastico e il depresso: “Ora per lo meno ho una giustificazione valida per i mal di testa, i giramenti, le nausee e quant’altro” mormorò a testa bassa, coccolandosi tra le mani la bottiglia ormai quasi vuota.

“Soffri la nave”?

“Sì. Credo di sì. Da quando ci siamo fermati all’isola per fare compere, non sono più stata bene e questo” indicò la bottiglia, portandosela alle labbra “Ho scoperto che funziona” concluse esalando un sospiro e porgendo il vetro verso di lui.

“Vuoi”?

L’uomo la guardava con lo sguardo rassegnato. Non aveva pensato all’eventualità che Hikari soffrisse il mare. Era capitato con alcuni dei suoi uomini, che mai avevano avuto esperienze in mare, ma erano riusciti a superare facilmente la cosa, senza ricorrere a determinati espedienti.

Anzi, a dirla tutta Shanks ci teneva al fatto che i suoi non si sbronzassero fino ad arrivare a non capire più un accidente.
Afferrò la bottiglia e finì il contenuto con qualche sorso, per poi riconcentrarsi sulla donna: “Ti va di farti vedere da Lucas”?

“Non ho il mal di mare. Ho bisogno della terraferma. Ho come l’impressione che le pareti si accartoccino su sé stesse… Credo di avere le allucinazioni a volte. Hey!” ululò ad un certo punto, con un pizzico di lamento nel suo tono “Ma l’hai finita tutta?” concluse allarmata, stappandogli la bottiglia dalla mano e guardandoci dentro “Ma nooo, ma dai! Ed ora”?
Il Rosso si alzò in piedi, continuando a rimuginare sulla situazione: “Ed ora basta rhum. Ti alzi e fai un giro all’aria fresca. Così magari ti ripigli…” commentò ironico, mentre la tirava su per un braccio, cercando di far forza perché lei si stava lamentando e comincia a scalpitare, dicendo che non voleva alzarsi in piedi. Non voleva muoversi.

“Devi darti una ripulita Hikari e …” aggiunse, ma si fermò come vide la strana espressione dipingersi sul volto di lei.

“Che hai?” chiese allarmato, sentendo la mano di lei stringere la sua.

Lei alzò gli occhi nei suoi: “Credo… Credo di dover vomitare…” rispose allarmata, avviandosi verso il bagno e lanciandosi – quasi – sulla tazza, mentre Shanks stava dietro a lei e s’inginocchiava accanto.

“Benone…” concluse lui, sospirando, mentre le reggeva la fronte con la mano e i suoi riccioli col braccio.



Nei giorni seguenti Shanks l’aveva praticamente costretta a passare una visita di Lucas. Il medico l’aveva visitata, ma, come già detto da lei, non era tanto il soffrire la nave e le sue oscillazioni il problema, quanto proprio il non aver la terra sotto i piedi.

Era una questione psicologica, che la gettava nel panico più totale. E l’unica cura sarebbe stato il tempo.

“Non mi va neanche di riempirla di sedativi, in un momento come questo…” disse Lucas nei confronti del Rosso, una volta riportata Hikari in camera e rientrati in infermeria.

Smoker li osservava con un pizzico di ironia dipinto sul volto.

“Ho capito, però… Anche in questo stato la situazione non cambia” rispose il Rosso, sbuffando. Da essere sotto tranquillanti ad essere in preda alle crisi, di sicuro il problema delle sue condizioni, in quella situazione, rimaneva tale.

“Sì, Shanks, ma non me la sento di iniettarle in vena questi tranquillanti. Purtroppo ne ho solo di potenti e mi ha pregato di non metterle questo schifo in corpo. Poi, comunque, sei tu a dover decidere” concluse Lucas, riponendo le boccette nel vano apposito.

“No Lucas. Sei tu il medico, mi fido di te” rispose. Appurato il verdetto, il dottore si voltò verso il Commodoro.

“Che ne dici di fargli prendere un po’ d’aria?” domandò al capitano, mentre lo sguardo del Marine si assottigliava sulla figura del Rosso. Non gli piaceva affatto essere catalogato e trattato come paziente, tantomeno da dei pirati. Però, era innegabile che stava desiderando con tutto sé stesso, dopo giorni di latenza nell’infermeria e dopo aver recuperato ormai le forze, uscire da là dentro.

“Come ti senti”?

Alla domanda del Rosso, Smoker avrebbe voluto urlargli in faccia che sì, stava bene ora, ma senza poteri e su di una nave pirata, per giunta sulla nave di un Imperatore.

“Bene” si limitò a rispondere.

“Allora per me non c’è nessun problema. Ma ti avverto: al primo passo falso ti spedisco a mare, lasciandoti colare a picco come un mercantile appena arrembato” concluse Shanks con un sorrisino sadico, lasciando successivamente la stanza e dirigendosi di nuovo da Hikari, mentre Smoker proferiva un suono facilmente più accostabile ad un ringhio e scendeva dal letto.



Quando vi arrivò, c’era Ben seduto accanto a lei: le stava sistemando i riccioli, mentre la donna pareva dormire beata. Aveva di nuovo bevuto in maniera tale da stordirsi e la sbronza aveva sortito l’effetto da lei desiderato.

“Se non troviamo in fretta una soluzione, il suo fegato farà le valige ben presto” esordì il vice, alzandosi e lasciando il posto al capitano.

“Lucas dice che è solo questione di abitudine, nonostante la stia prendendo proprio male. Ma è normale, visto che in trent’anni non credo abbia mai navigato per così tanto tempo” replicò Shanks mentre prendeva posto e le accarezzava la mano.

“Ti giuro, Shanks, non ci ho proprio pensato”. Ben ce l’aveva con sé stesso per non aver pensato a quell’evenienza. Perché teneva davvero troppo a lei ed essere inerme, senza sapere che fare per alleviarle quel malessere, lo faceva infuriare.

“Se per quello neanche io. Ciò nonostante non è che avessimo scelta. Anzi, con noi almeno è al sicuro, ora che è una ricercata di prim’ordine” concluse Shanks, rivolgendo uno sguardo eloquente all’amico.


“In verità…”

Hikari aveva ascoltato il discorso fingendo di dormire: si era svegliata quando il Rosso era entrato nella camera, ma aveva preferito rimanere in silenzio e stare a sentire.

Si voltò verso di loro, rannicchiandosi sotto le coperte.

“Ho già navigato per un periodo più lungo a questo, un mese credo… Dieci anni fa” aggiunse, guardando il capitano negli occhi e mettendogli i brividi addosso, concentrando in quelle gemme tutta la sagacia possibile ed immaginabile. Non dimenticando anche una nota sadica.

“Solo che poi mi sono schiantata contro degli scogli… Credo. Ripresi i sensi, mi ritrovai in uno dei nascondigli di Dragon. Se ricordo bene, stavo male… Ma non attribuivo ciò alla navigazione...”

S’arrestò lì, per evitare di aggiungere o formulare cattiverie. I due avevano perfettamente capito il discorso. E Shanks non sapeva, tra l’altro, cosa dire.

“Cerca di dormire un altro po’” rispose Ben, cercando di interrompere quel silenzio imbarazzante “Noi andiamo di sopra” aggiunse prendendo la porta.

“Vi prego… Potreste stare con me qui ancora per un po’? Per favore…” li supplicò, stringendosi nelle coperte. Non voleva restare da sola da sveglia: avrebbe riflettuto e si sarebbe agitata sicuramente. Almeno, con qualcuno accanto, avrebbe potuto rilassarsi e tentare di riprendere sonno.

Shanks e Ben si guardarono negli occhi.

“Tutti e due…” rispose poi Hikari, vedendo l’imbarazzo del capitano e sorridendo dolcemente.



Smoker, appena fu salito sopracoperta e diretto sul ponte, fu letteralmente investito dallo sguardo basito degli uomini di Shanks, che in quel momento erano indaffarati nei vari lavori quotidiani di manutenzione.

Si era immobilizzato quando vide che anche i due ufficiali in seconda lo stavano squadrando perplessi: Lucky sussurrò, poco dopo, qualcosa nell’orecchio di Yassop, il quale annuì convinto mantenendo lo sguardo sul Marine, e fu quell’azione che fece pulsare le tempie al Commodoro.

“Hey, non guardatemi in quel modo e prendetevela col Rosso. E’ stata sua l’idea di farmi uscire da là dentro” tentò di spiegare, ma i due scoppiarono a ridere, seguiti dal resto della ciurma ivi presente.

“Ah ecco, mi sembrava strano!” esclamò Lucky agitando il cosciotto “Stavo giusto domandando al mio collega se fossi solo scemo oppure audace nel palesarti qui, così, doumblè” aggiunse, ridendo come un matto, mentre Smoker serrava i denti sui suoi due sigari.

“Comunque se Shanks ha dato l’ok, nessun problema” concluse Yassop, cercando di smettere di ridere e ritornando ai suoi obblighi.

Il Marine si guardò intorno: ed ora che faceva? Sì, aveva l’aria fresca, ma si sarebbe annoiato mortalmente, come prima. E non aveva neanche un compagno per allenarsi: o meglio, ne aveva di avversari, ma sicuramente l’avrebbero ridotto come un colabrodo, approfittando dello schieramento opposto e sfogando su di lui un po’ di nervoso latente, come si fa di norma con un punch-ball.

Decise per allenarsi da solo, in un angolo nascosto del ponte, senza seccature. Ma una voce allegra e spensierata lo riportò alla realtà.

“Hey, vecchio! Uscito da Villa Arzilla?” lo schernì Ace, ridendo per la lugubre espressione che gli solcava il volto.

“Tra tutte le seccature possibili e immaginabili su questa nave, tu, Portuguese D. Ace, sei la peggiore che mi potesse capitare ora” grugnì levandosi i sigari dalla bocca ed espirandone il fumo.

“Suvvia, come sei scorbutico…” rispose il moro, stiracchiandosi la schiena “Il Rosso ti ha fatto uscire”?

“Sì”.

“Uffa! E dai, smettila di essere così monosillabico! Scommetto che ti stai annoiando a morte. Che ne dici di allenarci assieme”?

L’entusiasmo del ragazzo era letteralmente disarmante. Manco stesse andando alla fiera di paese a fare compere…

“Secondo te io mi vado ad allenare con un pirata? Ma mi prendi per scemo?” inveì Smoker, proferendo una risata cavernosa.

Ace incrociò le braccia, inclinando il capo da una parte con aria interrogativa: “E perché scusa? Che c’è di male? Tanto siamo senza poteri entrambi, ci facciamo una sana scazzottata e distendiamo i nervi, no”?

Il Marine alzò gli occhi al cielo, ragionando che il fratello di quel moccioso col cappello di paglia, l’idiozia l’aveva equamente divisa a metà col minore.

Sbuffò sonoramente: per quanto fosse assurda la sua idea, di meglio da fare non ne aveva.

“E va bene” sibilò affranto, pensando a quanto gli mancava la sua ammiraglia… E a quanto le mancava allenarsi con Lei. “Ma non credi di esporti troppo al nemico”?

Pugno di Fuoco sorrise malizioso: “Caro fumoso, i miei punti di forza sono ben altri. E anche i tuoi. Non sarà certo un po’ di allenamento a mettermi nei guai” concluse posizionandosi in guardia.

“E così sia, moccioso”.



Quando Shanks e Ben riemersero da sottocoperta, rimasero per qualche minuto perplessi nel vedere i due darsele di santa ragione. Lucky e Yassop li avevano raggiunti ed erano scoppiati a ridere notando le espressioni attonite dipinte sul volto dei propri amici.

“Oh, non preoccuparti capitano… Han detto che così facendo occupano il tempo” aveva spiegato Yassop, mentre il panzone ripuliva quel che ne restava della sua pietanza preferita e se la rideva di gusto.

“Ah, se è così…” rispose Shanks incredulo, abbozzando un sorriso sorpreso e tirato, mentre innanzi a suoi occhi i due si stavano praticamente azzuffando e insultando con delle espressioni che aveva sentito solamente nelle più becere osterie dei porti più reconditi.

“Capitano, che credi di farne di Smoker”?

Shanks guardò Yassop esibendo un sorriso sbieco, chiudendo gli occhi per poi riaprirli sulla figura del Commodoro: “Una volta arrivati al rifugio segreto, lo lascerò andare”.

“Ma così il rifugio segreto non sarà più segreto!” protestò Lucky, menandogli l’osso sulla testa, mentre Ben soffocava le risate.

“Tranquillo Lucky” rispose il Rosso, assottigliando lo sguardo e denotando un’espressione poco raccomandabile “Come sai, qualcuno del Governo sa già dove abbiamo una delle basi” aggiunse illudendo a Mihawk.

“Se il Commodoro proverà a parlarne ai colleghi, in poco tempo lo verrei a sapere e in un batter d’occhio mi vanterò di far scorrazzare per i mari un cadavere che cammina”.

“Evvai capo! Così ci piaci! Bello e spietato!” esultò Lucky lanciando l’avanzo in mare, mentre Yassop e Ben lo guardavano perplessi.

“Bello?” domandò serafico il vice, mentre Yassop indicava il viso del capitano: “Questa faccia da culo”?

“Lucky… Per l’amor della bandiera nera, spietato sì, lo prenderei anche come un complimento detto da te, ma bello no. Potrebbero sorgermi delle domande e tutto ciò mi fa rabbrividire…” concluse il Rosso, mentre il suo ufficiale lo ricopriva di insulti e faceva un tale baccano che il mercato ortofrutticolo nell’ora di punta, sarebbe stato scambiato, in confronto, come un luogo di culto.

- Forse… Si tornerà alla normalità – pensò Ben con un sorriso calmo, gettando il mozzicone della sigaretta in mare.






- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Ragazze! *Sfreccia nella stanza, frenando poi a qualche centimetro dal muro, ma spiaccicandosi lo stesso alla parete*
Qui il periodo casini continua ad evolversi olta dopo volta... Ho Yu a letto con l'influenza ed io senza pc - di fatto sto aggiornando da casa del mio ragazzo con il fantastico back-up che avevo fatto per queste evenienze e latente nella casella di posta.
Perdonateci, ma salta anche stavolta l'angolo della posta - per farla alla Bim Bum Bam. Siamo costernate, davvero. u_u Ma l'importante è che riesco ad aggiornare, meno male, anche se mi spiace un casino non riuscire a rispondervi. Oltretutto qui nevica che Dio la manda e la connessione fa schifo. ._.

Quindi, soliti ringraziamenti di rito e spero di riuscire a rispondervi nel prossimo capitolo - e Yu che si ripigli, anche se farà comunque degli orari assurdi con l'uni. Ci spiace tanto. T_T

Alla prossima, incrociate le dita per noi!

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Capitolo 40
*** Iniziativa ***


CAPITOLO 40: INIZIATIVA.
(Chapter Soundtrack: Nothing Else Matter - Metallica)


Quando la porta venne richiusa alle spalle della giovane Marine, calò per alcuni attimi un lungo e pesante silenzio.

Shanks il Rosso aveva scombussolato tutti i loro piani, rendendo del tutto inutile l'intervento di Smoker. Non doveva essere stato difficile per uno dei Quattro Imperatori comprendere qual'era il vero piano dietro la cattura di Pugno di Fuoco e ciò lo aveva fatto agire di conseguenza.

In quei sei giorni avevano già messo a punto quasi del tutto la loro contromossa e il nuovo attacco. Dovevano solo vedere gli ultimi dettagli, ma quella volta nulla doveva andare fuori dai binari se volevano rompere a loro vantaggio quello status quo che si era venuto a creare da troppi anni.

"Il Rosso merita una nostra particolare attenzione".

I Cinque Astri annuirono all'affermazione di Sengoku. Quel pirata stava interferendo sempre più spesso nei loro piani, divertendosi a mandarli a rotoli e prendendosi beffe di loro.

Poche persone che stavano dalla loro parte, tuttavia, potevano vedersela a pari livello con Shanks e non era ancora giunto il momento di rischiare di perdere pedine così importanti sulla loro scacchiera.

Ciò che importava in quel momento era riportare Pugno di Fuoco libero, per l'oceano.


"Non sappiamo ancora che rotta ha deciso di percorrere, però sarà questione di giorni" prese parola uno degli uomini seduto sul divano.

"Manderemo alcune flotte per contrastarlo, quel tanto per riuscire a tenerlo occupato per un po' di tempo".

"Il nostro interesse ora non è lui, ma Edward Newgate".

"E per quanto riguarda Pugno di Fuoco?" chiese Sengoku "Procedo come abbiamo deciso precedentemente”?

Un nuovo silenzio, pesante, si propagò rapido per la sala.

La misura che avevano deciso di adottare era più rischiosa, una scommessa azzardata, ma che avrebbe portato maggiori risultati se fosse andato tutto secondi le loro previsioni. Avrebbero ottenuto un alleato prezioso e tolto di mezzo uno dei nemici più pericolosi con cui si fronteggiavano da lungo tempo.

"Sì, manda un dispaccio a Teach D. Marshall Barbanera. Si occuperà lui di Pugno di Fuoco se desidera ancora la qualifica di membro della Flotta dei Sette".

Sengoku si sistemò gli occhiali sul naso e annuì.

Era la decisione migliore per impedire di mandare nuovamente uomini allo sbaraglio.

Inoltre, se ne fosse occupato una nuova leva, semi sconosciuta, poche sarebbero state le persone in grado di rintracciarlo e fermarlo velocemente. Uno dei vantaggi migliori era quasi l'impossibile collegamento tra loro e Barbanera, nessuno avrebbe sospettato che dietro l'attacco di quest'ultimo a Ace Pugno di Fuoco si nascondesse in realtà un ordine del Governo Mondiale.

In ogni caso, anche in caso di fallimento di quel piano, non avrebbero perso nulla e avrebbero comunque potuto adottare un nuovo tipo di contromossa.

"A tal proposito, oltre a DoFlamingo e Orso Bartholomew, oggi è giunto anche Mihawk Occhi di Falco" annunciò Sengoku "Pare abbia deciso di accettare il nostro invito per la guerra".

"Anche se fanno parte della Flotta dei Sette, i pirati rimangono sempre tali" commentò asciutto uno dei cinque.

"In particolare Occhi di Falco non si sa mai che cosa potrebbe decidere di fare, comunque è un bene che per il momento abbia acconsentito ad assecondare i nostri ordini".

"Probabilmente avrà terminato i passa tempi..." suppose a bassa voce il Grand’ Ammiraglio.



Erano trascorsi tre giorni tranquilli, tre giorni nei quali Tashigi si era dedicata all'allenamento.

Anche se era abituata a far esercizio da sola, il tutto si svolgeva sempre sotto l'occhio vigile di Smoker che passava a controllarla. Non era mai capitato che passasse così tanto tempo senza che si allenassero insieme e quella constatazione non faceva altro che aumentare i sentimenti in subbuglio.

Continuava ad essere in pena per le sorti del Commodoro e il non essere informata dei piani per tentare di liberarlo non migliorava il suo stato d'animo. Ma quando si sentiva soffocare dall'ansia ripensava alle parole dei Cinque Astri e se le ripeteva come un mantra per tranquillizzarsi.

Passava il resto del suo tempo nel giardino a godersi l'aria fresca e la veduta dell'oceano che si stagliava all'infinito di fronte a lei, riflettendo sulla sua superficie i raggi caldi del sole.

Da dove si sedeva, lei poteva osservare il porto principale e assisteva allo sbarco e alla partenza di innumerevoli navi al giorno, un via vai continuo.

Fu nel pomeriggio di quella giornata che venne finalmente convocata.

Questa volta non si doveva presentare davanti a Sengoku, ma a uno dei tanti capitano di base.

Mentre procedeva per i corridoi non riusciva a decidere se quel trattamento fosse un buon segno o meno. Forse il Grand’ Ammiraglio era troppo occupato per darle dirette istruzioni e aveva delegato qualcuno, oppure, significava che, una volta ottenute le informazioni necessarie, non avesse più nessuna ragione per richiamarla davanti a sé.

"E' lei la Guardiamarina Tashigi?" domandò il capitano guardandola dall'alto in basso.

La ragazza non lo aveva mai incontrato e non ne conosceva il nome, ma la sua statura e la massa di muscoli erano impressionanti. Si sentiva una bambina di fronte a un gigante pronto a schiacciarla come se non fosse nulla.

"Sì, signore".

"Entro stasera raduni i suoi uomini e partite" esordì con voce roca e profonda "Il vostro incarico è di fermare un pirata che sta causando troppi disturbi sull'isola Sunshine".

Tashigi rimase muta e zitta per diversi secondi. Il tempo pareva essersi spezzato e lei si sentiva incapace di ragionare in modo adeguato per trovare una qualche spiegazione a un simile ordine.

Aveva pensato che avrebbero spedito anche lei nella missione per il salvataggio di Smoker, infondo era sempre stata agli ordini del Commodoro e la cosa le pareva naturale.

Ma forse aveva fatto male i suoi calcoli: avrebbero mandato una squadra specializzata, abbastanza forte da contrastare il Rosso e i suoi uomini - e lei non lo era.

Strinse i pugni mentre il senso di inutilità riaffiorava.


"Sissignore" mormorò infine prendendo il fascicolo e uscendo dall'ufficio.

Aveva già dimostrato di non essere all'altezza della situazione tornando al Quartier Generale senza aver avuto la possibilità di cambiare le sorti della precedente missione. Ora era ovvio che non la volessero tra i piedi, avrebbe potuto commettere qualche errore e mandare a monte i nuovi piani.

Si impegnò così tanto a trattenere la rabbia, serrando la mascella e conficcando le unghie nella pelle, che alla fine non si accorse nemmeno della vista appannata per le lacrime. La frustrazione per quella situazione fuori dalla sua portata le faceva male. Nel momento del bisogno non poteva essere di alcuna utilità al Commodoro, alla persona al centro del suo piccolo mondo.

Corse senza meta per i corridoi del Quartier Generale e si arrestò solo quando capitò in un'ala poco frequentata. Appoggiò la schiena alla parete, lasciandosi scivolare lentamente a terra per poi tirare le ginocchia al petto e nascondervi la testa.

"Hai visto lo schieramento di navi da guerra nel porto secondario"?

Fu la voce di un Marine a farla tornare alla realtà.

Si zittì immediatamente, per istinto. Non voleva farsi trovare con gli occhi rossi e le guancie ancora rigate dalle gocce salate, avrebbe fatto seriamente la figura di una mocciosa incapace.

Improvvisamente si accorse che lei, in quella parte della struttura, non ci doveva stare senza autorizzazione, dato che era riservata a tutti coloro che avevano un grado superiore a quello di Ammiraglio di Divisione.

Moderò la respirazione e si mise in ascolto per poter comprendere quando si sarebbe presentato il momento adatto a filarsela da quel posto senza essere trovata.

"Sì, pare che siano in attesa di ricevere la destinazione precisa prima di partire" continuò l'altro interlocutore invisibile.

"Sono dirette contro il Rosso".

"Ho sentito che uno dei nostri è prigioniero, che ne sarà"?

"Quelle navi sono da guerra, non di salvataggio" proferì lapidario un terzo.

Il respiro le si bloccò a metà, insieme al battito del cuore che per un interminabile attimo smise di risuonarle nel petto.

Udì rimbombare lontano i passi dei tre uomini e le loro parole perdersi come respiri condensati nell'aria, ma quella frase continuò a ripetersi infinite volte nella mente di lei. La studiò da più punti di vista per trovare una scappatoia, ma non vi era possibilità di equivocare quanto stesse succedendo.

La giustizia che perseguivano i Cinque Astri non prevedeva il salvataggio del Commodoro, era una pedina sacrificabile sulla scacchiera per il dominio del mondo.

Una vita per riuscire a sconfiggere un nemico potente, questo era il loro piano. Ma lei, quella distorta visione di giustizia non la condivideva perché una vittoria che prevedeva sacrifici di quel genere era insignificante.

Si alzò di colpo quando non udì più nessun rumore attorno a sé.

Doveva agire velocemente se voleva portare a termine il piano suicida che le si era delineato in quel momento nella mente. Corse, rapida al piano inferiore verso i giardini.



L'aria salmastra la colpì in pieno, riempiendole all'improvviso i polmoni.

Intanto che percorreva velocemente i sentieri che si diramavano tra gli alberi, i suoi occhi zaffiri cercavano una persona in particolare, l'unica che le avrebbe potuto dare l'informazione vitale che le occorreva.

Se non ci pensava il Governo Mondiale a salvare Smoker lo avrebbe fatto con le proprie mani. Nessuno avrebbe guardato con sospetto alla sua partenza dato l'ordine che le era stato impartito poco prima e, presi com'erano dai preparativi per l'attacco al Rosso, si sarebbero resi conto tardi della sua deviazione - anzi, forse non se ne sarebbero neppure accorti.

Aveva la possibilità di battere in anticipo le navi da guerra se quella persona avesse parlato con lei.

Doveva provarci anche se ne dubitava. Infondo, dato che non sapevano ancora nulla i Cinque Astri, doveva dedurre che persino a loro si era rifiutato di indicare il possibile rifugio scelto da Shanks.

Allora che cosa le faceva pensare che a lei lo avrebbe rivelato?

Nulla in particolare, sapeva solo che non si sarebbe schiodata senza aver in pugno la rotta che le avrebbe concesso la possibilità di salvare Smoker. Al diavolo il grado, l'abisso di forza, lei non era inutile e lo avrebbe dimostrato a prima di tutto a sé stessa.

Infine, trovò chi cercava.

Mihawk se ne stava nello stesso identico punto in cui lo aveva visto la prima volta. Nonostante gli occhi chiusi, la sua presenza incuteva timore per quell'aura minacciosa e glaciale che lo circondava. Lui rappresentava l'obbiettivo che tutti gli spadaccini del mondo avevano: il migliore di tutti.

Prima di avvicinarsi, inevitabilmente, lo sguardo di lei cadde su Yoru, la Spada Nera. La spada perfetta in mano dell'unico uomo che si era guadagnato il merito di impugnarla, forse l'unico in grado di maneggiarla nel migliore dei modi.

"Occhi di Falco".

Non dovette sforzarsi per far uscire sicura la propria voce. La sua determinazione per il proprio obbiettivo era sufficiente da darle il coraggio necessario da non essere intimorita da quell'uomo e riuscire a rivolgersi a lui con fermezza.

Anche quando gli occhi d'ambra si posarono su di lei non ebbe il minimo sussulto o esitazione.

"So che anche i Cinque Astri te lo avranno chiesto, ma io voglio una risposta. Dov'é Shanks il Rosso"?

Le parve di essere sottoposta a raggi laser che la controllarono fin sotto le ossa, vagliandone le qualità e i difetti. Lo sguardo profondo, arcano, di quell'uomo dava la sgradevole sensazione di essere messi a nudo davanti a lui, come se potesse vedere fin in fondo l'anima.

"Perché?" si limitò a chiedere.

"Voglio salvare Smoker, non mi interessa di Shanks" rispose ferma Tashigi "So che è tuo amico, quindi in cambio dell'informazione lo avvertirò dell'attacco del Governo Mondiale".

Le costò fatica promettere una cosa del genere. Stava andando contro le persone per le quali aveva deciso di lavorare, contro la giustizia che avrebbe dovuto difendere, eppure continuava a ripetersi che non aveva nessun valore schiacciare in quel modo un nemico, soprattutto se leale come il Rosso.

Come ad Alabasta, si vedeva costretta a prendere una decisione che metteva seriamente in discussione molte delle sue certezze, ma come allora non aveva il potere di far altro.

Continuò a sostenere con fermezza e risoluzione gli occhi d'oro dello spadaccino, aspettando una qualche risposta.

"Partendo da quell'arcipelago c'è solo un posto dove può essere andato. Si trova alla Black Silver Mountain".



L'ammiraglia lasciò il porto verso le sei di sera, come da ordini ricevuti.

Tutti gli uomini con i quali era abituata a lavorare erano con lei, quindi poteva mettere in atto il suo piano conscia del fatto che l'avrebbero seguita. Tuttavia non li aveva ancora messi al corrente della destinazione, preferiva essere lontana dal Quartier Generale e già sulla rotta da seguire prima di chiarire la situazione.

Costi quel che costi, avrebbe portato a termine il suo piano.

Si appoggiò alla balaustra, puntando lo sguardo all'orizzonte dove il sole stava andando a morire dentro il mare, tingendolo con sfumature di carminio, d'ametista e d'ambra.

Per la prima volta dopo tanti giorni avvertiva il suo animo sereno e la propria mente sgombra da pensieri troppo intricati per essere compresi.

Ora, stava finalmente percorrendo la strada giusta.






- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Ellà! Finalmente riesco ad impadronirmi del pc di nuovo! xD Anche se il tempo è tiranno, purtroppo... Ma sono riuscita a fare un piccolo angolino delle risposte lo stesso. Purtroppo Yu sta presa in un vortice di impegni e sfighe. Ma sta meglio, ha ancora un po' di tosse e raffreddore, ma si è ristabilita in qualche modo. :)
E torna di nuovo Tashigi tra noi... Con un bel colpo di testa, non trovate? xD
Ah, l'amour... **


- Angolino di Beatrix -

@Akemichan: ciao cara! ^^
Guarda, sono contenta che ti abbia fatto ridere questo capitolo. Diciamo che è un capitolo tragicomico, con Hikari che pur di ritornare a vivere come tutte le persone normali – oddio, qui ce ne sarebbe da spendere in merito – è disposta ad accartocciare la sua dignità. Però dai, da ubriaca è spassosa. xD La scelta è stata fatta in base alla realtà… Ci siamo sempre chieste: “E se qualcuno soffrisse la nave?” e abbiamo unito il tutto in un personaggio che mai aveva navigato per un periodo superiore ad un mese. Dopo il primo periodo con Dragon, è entrata negli uffici della Marina, per cui. Felice comunque che sia stata apprezzata sta cosa.
E grazie mille per i complimenti riguardo alle scene idiote. xD
Alla prossima cara, grazie per la recensione e un abbraccio!

@Tre88: ciao cara! ^^
Ormai entrambi ci vanno reciprocamente con i piedi di piombo. Sia Hikari, sia il Rosso. Non hanno un umore stabile, da come avete potuto vedere. ^^’’’ Anche da ubriaca potrebbe essere pericolosa, sai com’è. xD
Comunque era ovvio che Ace filasse dritto a rompere le scatole al Commodoro. Effettivamente conosce forse più lui che gli altri e vuoi non importunarlo, ora che è uscito bello bello dall’infermeria – ormai la sua casa da quasi un mese? xD E sì, convengo con te che Smoker abbia ragione sui due e che si sia ritrovato in una gabbia di matti. Non fosse per la fama e per l’haki di Shanks e la sua ciurma, potrebbe convincersi di ritrovarsi in un manicomio davvero. xD
Alla prossima cara! Grazie per la recensione e un abbraccio! ^^

@Chibi_Hunter: hola! ^^
Sì, sotto sotto Shanks, anche se preoccupato, gli veniva da ridere. Ma non dirglielo a Hikari, perché se lo sa si calciorota da sola a Raftel per il resto dei suoi giorni – dopo avergliele suonate, mi pare ovvio. xD La parte sul passato è un piccolo pezzo di minitrama, inserito anche per giustificare sta cosa secondo logica. Sì, ormai avrete capito che Hikari è una donna di terra, poarella. ^^’
Felice che ti siano piaciute le scenette comiche e penso che il mondo debba ringraziare l’enorme pazienza di Smoker – anche se ciò gioca anche alla sua salute fisica, a dirla tutta. xD
Alla prossima cara, un abbraccio e grazie per la recensione! ^^

@Red Queen: ciao regina mia! ^^
Essì, ho i miei Barbatrucchi anche io, che credi! Sia lodata la casella mail che mi fa da archivio capitoli! xD
Idiozie a parti, passando al capitolo, con l’alcool di mezzo pare che la pace e l’armonia regnino tra l’Imperatore e la 007 senza dimora. :p Fegato di Hikari a parte, alla fine sono carini – vomitino a parte anche quello, ma non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca al contempo, no? xD Passo oltre al “modo di Shanks per distrarla un po’”, perché  non mi sembra il caso. xD Il commento intendo. Ho un reputazione anche io, suvvia… :p
E sì, finalmente Smoker cessa di essere elemento di arredamento dell’infermeria di Lucas e comincia a pascolare sul ponte del Vento dell’Est. Ovviamente con Ace tra i piedi che gli rompe le scatole. Volevi la libertà? Eccoti servito. xD Povera stella…
Alla prossima cara, un bacione!
E grazie per la rece! ^^

@Marta-Baka-Chan: ciao cara! ^^
Quando vuole sa essere tenero, dai… Intendo Shanks, ovviamente. ^^ Anche se sotto sotto, preoccupazioni a parte se la rideva. E sì, ora sapete qualcosina in più sulla bella rivoluzionaria e le sue sfighe. Potremmo chiamare sta storia “Le mille e una sfiga”, già che ci siamo. Mi chiedo ancora come ha fatto ad uscire da noi una roba del genere. xD Eppure l’umore era buono all’epoca. xD
Avevi qualche dubbio sul rapporto tra Lucky e Shanks? xD Alla fine il panzone se le cerca eh… :p Meno male che c’è Smoker a far da catalizzatore di cattiverie, almeno il poverino riposa un po’. xD
Alla prossima cara! Grazie per la recensione e un bacione! ^^

@Ale-chan: Ciao Ale! ^^
Tranquilla per il ritardo, anzi, grazie per aver recensito. ^^
Dunque, già il collegamento ubriaca fradicia e sorridere come una scema al Rosso, penso basti a far inquadrare la situazione, no? xD E sì, senza freni imposti da suo caratterino, risulta terribilmente infantile. Cioè, lo sono un po’ tutti e due alla fine, anche da sobri, se ci fai caso. L’effetto collaterale della sbornia tuttavia influisce sull’integrità della propria dignità personale, te ne do adito, e di fatti la conversazione di Hikari seduta sul tappeto ne è la prova. xD
Massì, alla fine Shanks ha deciso di mollare la presa sul Commodoro: è innocuo il ragazzone, dai. Anche se il mollare la presa fa si che Pugno di Fuoco li ronzi attorno con la personale capacità di farlo incavolare. Non so cosa sia meglio… xD Se restarsene chiuso nella sua cripta o meno. xD
Infine, non citarmi Cross. Potrei avere una reazione alla Sanji ed io ci tengo alla mia reputazione – pernacchione di gruppo. :p
Grazie per la recensione cara e un abbraccio!
Alla prossima! ^^




Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 41
*** Tessere la tela ***


CAPITOLO 41.
(Chapter Soundtrack: Brightdown - D.Gray Man II Opening )



Si trovava attraccato in una piccola baia di un’isola primaverile con i pochi uomini che componevano la sua ciurma – e come diceva il detto, erano pochi ma buoni, molto buoni. Il clima era piacevole, l’ideale per rilassarsi dopo essere sfuggiti a una delle tempeste peggiori nella quale si fosse ritrovato coinvolto.

Pareva che il suo ex comandante avesse deciso di smettere di inseguirlo almeno per un po’, ma lui, contrariamente a quanto pensasse Pugno di Fuoco, non stava scappando da nessuna parte. Semplicemente si limitava a continuare il suo viaggio, nell’attesa di potersi scontrare con Cappello di Paglia e portarlo come biglietto d’ingresso nella Flotta dei Sette alla Marina.

Un sorriso beffardo gli si dipinse sul volto dalla folta barba nera e i suoi occhi si puntarono verso il cielo. Nessuno ovviamente avrebbe compreso i suoi reali piani, ma ciò faceva esattamente parte del suo machiavellico disegno per realizzare i suoi sogni – perché l’epoca dei pirati sognatori non era mai finita.

In realtà si sarebbe potuto accontentare di qualcun altro con una somma ingente sulla testa, ma quel Cappello di Paglia lo aveva colpito per il suo atteggiamento. Voleva lui perché sapeva sarebbe stato un degno avversario e soprattutto se ne sarebbe sbarazzato subito, evitando scontrarsi con lui in futuro quando sarebbe stato ancora più pericoloso.

“Capitano” lo chiamò Lafitte.

Barbanera raggiunse i suoi uomini per sentire che cosa fosse accaduto.

In mezzo ai quattro uomini, ve ne era un altro. La differenza era enorme, perché il povero nuovo arrivato – un Marine – era mingherlino, dall’aria spaurita e intento a non tremare; mentre, dall’altra parte vi erano pirati robusti e sicuri di sé.

“Oh, abbiamo un’ospite!” esclamò ridendo Teach “Dimmi ragazzo, che cosa sei venuto a fare”?

“Il Quartier Generale mi ha mandato a cercarvi” esordì dopo aver inghiottito un boccone invisibile che gli bloccava la gola e aver recuperato un tono di voce abbastanza sicuro “Richiedono la vostra presenza, o quanto meno quella di un vostro sottoposto, per comunicarvi dei cambiamenti riguardo le trattative per entrare come membro della Flotta dei Sette”.

Barbanera parve riflettere un attimo sulle parole del soldato, assumendo un’aria più minacciosa della normalità. Il suo volto aveva abbandonato l’espressione bonaria per assumerne una più cupa. Ma non durò molto, infatti gli occorsero solo pochi istanti per mettersi a ridacchiare e dare una pacca sulla spalla del marine.

“Ovviamente!” rispose continuando a sghignazzare “Sono proprio curioso di sapere, quindi Lafitte verrà con voi. Anzi, per meglio dire sarete voi che andrete con il mio navigatore. Spero tu non soffra di vertigini”.


 

Ovviamente non aveva riferito la verità dei fatti a Tashigi, per diverse ragioni.

La prima indubbiamente era il semplice e banale motivo che la ragazza era di troppo basso grado per poter entrare in possesso di simili informazioni, senza contare che la sua esigua esperienza – seppur esemplare – non bastava a far in modo che la Marina si fidasse in modo assoluto di lei.

Secondo, e fondamentale, Sengoku aveva la fortissima sensazione che a quella ragazzina importasse più del Commodoro che dell’operato di tutta la Marina. Non poteva permettere che le emozioni di una mocciosa intralciassero i suoi piani.

Bussarono alla porta e la sua assistente annunciò l’ingresso della persona alla quale avrebbe affidato la vera missione, lasciando del tutto perdere la flotta che aveva mandato semplicemente in ricognizione. Comunicò alla donna di far entrare il Viceammiraglio che aveva convocato, una persona che se ne stava in equilibrio più o meno stabile sulla linea di confine tra giustizia e ingiustizia dati i suoi modi e la sua reputazione.

Un ex pirata, un ex cacciatore di taglie, Yukan Kami era tuttora un malfattore, ma la Marina chiudeva entrambi gli occhi davanti ai suoi sporchi traffici sotto banco, lasciandolo fare dato il ritorno – non indifferente – che avevano. Quell’uomo era probabilmente l’unico tra i Viceammiragli a poter ambire, in quel momento, al titolo di Ammiraglio e l’unica ragione per cui non aveva ancora ricevuto quell’onorificenza era il semplice fatto che le voci sulle sue attività illecite si erano propagate anche fuori dal Quartier Generale.

La Marina continuava a mantenere la sua fedina pulita, tuttavia non poteva permettersi di far vedere alla gente che una persona molto spesso implicata o sospettata di attività criminose venisse promossa.
Era un uomo affascinante, in possesso di una cultura profonda e di un acume non indifferente. La sua intelligenza era facilmente palpabile dallo sguardo brillante, dalla luce sinistra e sadica che si percepiva osservando le iridi di un verde scuro. Il suo fisico, scolpito e dai muscoli ben formati e delineati, era possente ma insieme non esasperato in modo da conservare un’armonia delle forme.

Alto, slanciato, sul volto dalla mascella squadrata si delineava una cicatrice che partiva da sopra l’orecchio destro per attraversargli metà guancia e scendere qualche centimetro sotto le labbra sottili e proseguire sulla gola prima di sparire sotto gli abiti.


“Salve, Grande Ammiraglio” lo salutò con la sua voce roca e profonda.

“Accomodatevi pure, Kami” cominciò Sengoku “Vorrei parlarvi di una certa spedizione che richiede una certa segretezza e al col tempo una certa forza schiacciante”.

“Con segretezza ho la vaga intenzione che intendiate che il mondo non dovrà sapere del coinvolgimento della Marina in questa faccenda”.

“Cosa vi fa pensare a una simile eventualità”?

“Bhè, è l’unica ragione per cui vi sareste rivolto a me” rispose sorridendo con soddisfazione.
Sengoku appoggiò il mento sulle mani incrociate, scrutando con attenzione il proprio interlocutore. Sapeva perfettamente quanto fosse azzardato riporre nelle mani di quell’uomo una missione di una simile delicatezza, ma era l’unico con i mezzi adeguati per poter mettere in atto ciò di cui aveva bisogno per sistemare quella situazione che rischiava di sfuggirgli dalle mani.

Con aria seria, compunta e priva di inclinazioni rivelatrici sullo stato d’animo che lo afferrava in quel momento, Sengoku decise di mettere immediatamente le carte in tavola e finirla con quel giochetto di dire e non dire. Con Kami era del tutto inutile, lui riusciva a cogliere anche le sfumature più recondite, quelle nascoste persino alla persona che aveva agito perché lui era in grado di studiare a fondo il comportamento per capirlo.

Si sistemò gli occhiali sul naso e ricapitolò mentalmente da quale punto gli sarebbe convenuto partire.



[Tre ore prima al Quartier Generale]


Aveva appena ricevuto notizie che l’ammiraglia gestita da Tashigi era leggermente andata fuori rotta. La notizia poteva non significare nulla di per sé, perché motivata da esigenze e problemi seri, tuttavia aveva la vaga sensazione che dietro vi si nascondesse altro.

Ma una sola ragazzina non aveva la forza di intralciare i suoi piani, quindi decise di concentrarsi su ciò che doveva organizzare per mettere in moto gli ingranaggi che lo avrebbero portato alla realizzazione del suo disegno. La sua segretaria aveva fatto l’ingresso nell’ufficio ordinato e perfetto del Grande Ammiraglio, aspettando di ricevere gli ordini per la quale era stata convocata in modo tanto urgente.

“Mi dica Signore”.

“Fai chiamare il Vice Ammiraglio Yukan Kami, si deve presentare nel mio ufficio il più presto possibile”.

“Sarà fatto Signore” rispose la donna prima di voltarsi e richiudere la porta dietro di sé.

Si allontanò dalla scrivania per andarsi ad affacciare al grande balcone dal quale poteva godere di una delle più belle viste. Dall’alto della struttura del Quartier Generale si aveva a portata d’occhio uno spazio infinito che appariva tale, tanto l’oceano si stagliava lontano e remoto, congiungendosi con il cielo. Il colore più scuro delle acque andava via via sfumando in tonalità più chiare che si mischiavano in una sola cosa con l’aria carica del sapore salmastro.

Ma quel giorno non gli fu concesso di rilassarsi mentre teneva sotto controllo l’oceano. Infatti, appena si concentrò su di esso, il suo sguardo cadde sulla figura alta, magra e slanciata di un uomo dalla pelle chiara, le labbra ricoperte di un rossetto scuro e un cilindro appoggiato sui capelli neri e lisci.

Faceva roteare in mano un bastone da passeggio mentre nell’altra teneva saldo per la maglietta un Marine, il quale fissava con orrore il vuoto sotto di lui.

Lo sconosciuto se ne stava in piedi sulla ringhiera, con aria tranquilla come se si stesse riposando da una passeggiata molto lunga fatta nel parco la domenica mattina. Sengoku non fece una piega, perché conosceva l’individuo e intuì la ragione per la quale si trovava ora davanti a lui.

“Buongiorno, Sengoku, Grande Ammiraglio”.

Per salutare la più alta carica della Marina, il navigatore di Barbanera aveva lasciato la presa al povero Marine per potersi togliere momentaneamente il cappello e fare un inchino teatrale.

Il soldato, con riflessi oscuri persino a lui stesso, si era aggrappato saldamente alla ringhiera con entrambe le braccia per evitare di precipitare da quell’altezza esorbitante. Ancora ripensava con terrore e angoscia alla traversata appena conclusasi con quel pirata, maledettamente sadico e completamente ignaro del significato della parola ‘contegno’.

Con una naturalezza disumana era atterrato sul balcone di Sengoku e se ne stava davanti a lui come se fosse la cosa più normale al mondo, senza mostrare il minimo di rispetto.

- Pirati! - borbottò mentalmente, concentrandosi per non far venire meno la presa.

“Avete mandato un invito e il mio capitano ha risposto” proseguì Lafitte rimettendosi il cilindro in testa.

“Speravo venisse lui in persona” rispose senza fare una piega davanti a quella scena tragicomica.

“Pensate che un capitano sia così stupido da andare da solo nella tana dei nemici?” replicò con un sorriso inquietante l’uomo, prendendo a passeggiare in equilibrio sulla ringhiera “Ora ditemi, quale sarebbe la nuova clausola per far valere il nostro accordo con voi”?

Sengoku, con le braccia incrociate dietro la schiena, fissava imperscrutabile i pirata.

Ancora non conosceva le potenzialità di Teach, appariva come un personaggio totalmente sconosciuto, come se mai avesse solcato l’oceano prima di quel momento. Aveva fatto mettere diverse persone all’opera per cercare di recuperare qualsiasi informazione utile, ma ancora non aveva avuto notizie soddisfacenti.

Tuttavia, proprio questa carenza di fama gli faceva riporre una certa aspettativa in quel pirata ancora sconosciuto. Non che si fidasse dei pirati, tuttavia a volte era utile averli come alleati quando si doveva combattere quelli della loro stessa pasta. Averli al proprio fianco aiutava a comprendere il meccanismo delle loro mosse e tornava utile per elaborare strategie e piani.

“Per entrare nella Flotta dei Sette occorre dimostrare una certa abilità e forza” esordì calmo Sengoku.

“Questo già lo sapevamo” sottolineò Lafitte calpestando con apparente noncuranza il braccio destro del Marine ancora aggrappato alla ringhiera.

Il poveretto gemette, trattenendo un urlo di dolore e di spavento nell’avvertire la propria presa affievolirsi. Comprendeva che quella conversazione era di estrema rilevanza, poiché andava a intavolare le condizioni per poter ricucire il vuoto lasciato da Crocodile. Non poteva certo mettersi a piagnucolare di essere aiutato, interrompendo i due uomini. Serrò la mascella e tentò di resistere.

“Non basta che catturiate un semplice pirata e nemmeno uno di quelli che ci stanno causando maggiori disagi” .

“Oh, quindi nemmeno Rufy Cappello di Paglia è una preda abbastanza alta per voi”?

Dunque avevano optato per quella nuova leva come biglietto di entrata nella Flotta dei Sette. Sicuramente avrebbe fatto una certa figura e in altri tempi Sengoku lo avrebbe ritenuto più che sufficiente, senza contare che avrebbe tolto dalla circolazione uno dei peggiori pianta grane che la pirateria avesse generato nell’ultimo periodo.

Ma ora le sue esigenze erano cambiate, gli occorreva qualcos’altro.

“Voglio che mi portiate vivo un pirata” proseguì Sengoku “Un pirata che mi cautelerò di far arrivare sull’isola Banaro dove il tuo capitano e la sua ciurma si recherà per aspettarlo”.

“E quale sarebbe la nostra preda?” domandò fermando la rotazione del bastone e passandoselo dietro le spalle.

Sengoku parve esitare, come a voler dare maggior solennità a quel momento e la sua importanza. Probabilmente per Barbabianca e i suoi non sarebbe cambiato molto, ma per lui – se tutto fosse filato nel verso giusto – avrebbe significato azionare una macchina perfetta che avrebbe garantito al Governo Mondiale un notevole passo avanti nella lotta contro i pirati.

“Portuguese D. Ace, comandante della seconda flotta di Barbabianca”.





“Il Rosso ha sotto la sua custodia un soggetto che vorremmo nelle nostre carceri” cominciò a spiegare Sengoku con voce fluida e calma, mentre gli occhi verdi di Kami lo scrutavano con somma attenzione “Non posso certo permettermi di lanciare un attacco aperto a uno dei Quattro Imperatori, sarebbe una mossa troppo azzardata in un momento tanto delicato per gli equilibri mondiali che potrebbe sconvolgerli a nostro sfavore. Per questo è necessario che la missione venga effettuata senza l’appoggio aperto della Marina”.

“Interessante” commentò Kami, ampliando il suo sorriso, al quale si fondeva un aroma inquietante e lugubre “Volete che affronti il Rosso con i miei uomini”?

“Sì, utilizzate i vostri ex sottoposti, quelli con cui trattate ancora e utilizzate per i vostri traffici” chiarì Sengoku per evitare qualsiasi fraintendimento “Non dovete coinvolgere nessun Marine, su questo voglio essere chiaro”.

“Lo è, non si preoccupi”.

Come al solito era impossibile determinare quando Kami stesse facendo dell’ironia sottile e quando parlasse seriamente. Quell’uomo non aveva il minimo rispetto per l’autorità ed era entrato in Marina, abbandonando solo esteriormente la pirateria, per intraprendere un nuovo gioco – una nuova avventura. Il doppio gioco, il potere, le continue sfide erano le uniche cose che gli interessassero e fino a quando il Governo Mondiale gli avrebbe fornito nuovi avversari sarebbe rimasto al loro servizio. Era come avere un membro in più della Flotta dei Sette, solo che Kami lavorava indossando l’uniforme bianca e riparandosi dietro i suoi gradi. Non provava nessun tipo di orgoglio piratesco, perché anche quella via era stata intrapresa esclusivamente per mettersi alla prova e farsi un nome – cosa in cui era riuscito egregiamente.

“Non mi interessa il Rosso, fatene quello che volete” riprese a parlare il Grande Ammiraglio “Tutto ciò di cui ho bisogno è che creiate scompiglio e gli mettiate i bastoni tra le ruote quanto basta per rallentarlo, impedendogli di continuare a dare asilo politico al nostro obbiettivo”.

“Sospetto che non sia finita qui” ridacchiò Kami appoggiando il volto – dopo aver inclinato lateralmente la testa - alla mano.

“Occorre che giunga alle orecchie del nostro obbiettivo un’informazione di estrema importanza, ma deve avvenire in modo del tutto casuale. Non deve accorgersi che il tutto è fatto appositamente affinché lui sappia”.

“Anche questo punto è chiaro, Sengoku” asserì il Vice Ammiraglio “Ora si spieghi introducendo le ultime informazioni necessarie, altrimenti mi sarà impossibile fare ciò che voi mi chiedete”.

“L’obbiettivo è Portuguese D. Ace, tenuto sotto controllo dal Rosso” cominciò a spiegare dettagliatamente Sengoku “A lui non deve essere fatto del male ma bisogna che sappia della presenza di Barbanera sull’isola di Banaro in modo che vi si rechi”.

“E perché dovrebbe recarsi lì? In che rapporti è con questo tizio, Barbanera?” chiese Kami attento.
“Un suo sottoposto che ha fatto un torto grave al suo comandante, il quale ora lo cerca per dargli la punizione adeguata” rispose pacatamente Sengoku.

Quelle informazioni le aveva ricevute per puro caso qualche tempo prima, quando dal rapporto di una caserma gli era giunta notizia che Pugno di Fuoco si spostasse seguendo la scia di Teach. Dalle voci che circolavano nell’ambiente, nel quale aveva i suoi contatti e i suoi infiltrati, era giunto a conoscenza del fatto che una volta Barbanera era un semplice sottoposto dell’attuale comandante della seconda flotta di Barbabianca.

Un’informazione che all’epoca non aveva nessuna utilità, ma che in quel momento si era rivelata essenziale.

“Altro?” domandò Kami.

“No, il resto può essere gestito come meglio credete”.
Il Vice Ammiraglio si alzò dirigendosi verso la porta, ma prima di uscire dall’ufficio si voltò verso Sengoku, sopranominato il Misericordioso.

“Pensavo di essere io quello più crudele tra noi. A quanto pare mi sbagliavo”.




- TO BE CONTINUED -



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Rieccoci all'appuntamento settimanale! ^^
Con... Un nuovo personaggio. :3 Simpatico, vero? xD Un fantastico Vice Ammiraglio ben poco incline a seguire le leggi della giustizia, ma le sue tasche. Yukan Kami. Vi terrà compagnia per un po', quindi a voi i commenti su questo amabilissimo signore. :)

Su, su, fate finta di non aver visto il panzone in questo capitolo... Insomma, trattatelo come un suppellettile, un cartonato... No, eh? ^^'

Ok, passo alle recensioni. Che è meglio! (cit.)




-
Angolino di Beatrix -

@Tre88: ciao cara! ^^
E’ ovvio che quelle vecchie mummie rinsecchite pensino a questo. Ovvero far migrare Ace verso nuovi lidi e dare la possibilità alla Marina di metterci le mani sopra, visto che sta lontano da Shanks – che rappresenta un dettaglio non trascurabile. xD Comunque non è così strano che dica a Tashigi – per quei motivi da lei elencati – dove si trovi Shanks. Alla fine sono pseudo amici. ^^ E poi si sa che Mihawk è fatto a modo suo. :p
Quanto a Barbabianca, non apparirà. Questo perché la storia si svolge in un preciso intervallo di tempo. Capirai alla fine il perché. ^^
Alla prossima, grazie per la recensione e un abbraccio! ^^

@Akemichan: ciau! ^^
Grazie per i complimenti cara. ^^ Insomma, sì, tra qualche capitolo – ma anche già in questo – le acque cominceranno un po’ a smuoversi… Insomma, ci si avvicina all’ultima parte, nel corso della storia parecchie cose sono rimaste “indietro” per far posto alla parte sentimentale, quindi era doveroso riprenderle. ^^
Mihawk… Lui capisce al volo. :p E per Tashigi… Sì, lo farebbe penso anche da manga. Almeno, io sogno che lo faccia, anche se avrei poi paura per la sua sorte… Ma prima o poi me la voglio vedere in azione. **
Un abbraccio cara, alla prossima!

@Red Queen: ciao cara! **
Guarda, dopo essere stata al cospetto dei Cinque Astri e Sengoku, cosa vuoi che sia parlare con Mihawk? xD Io sarei scappata, comunque, quindi onore e gloria a lei. Che comunque Mihawk non avrebbe fatto una piega mi sa, Smoker o non Smoker. Mi sa di uno che farebbe sto genere di scherzetti se solo hai il coraggio di porgli una richiesta simile. xD
Vedo che la reazione omicida nei confronti di Barbanera è stata generale. ^^’ Sopportatelo per un poco – ovviamente doveva apparire nella storia, per la nostra trama. Comunque mi unisco alle bestemmie più fantasiose. Dovremmo fare un simposio su ciò. xD
Alla prossima cara, grazie per la recensione e un abbraccio! ^^

@Maya: bentornata tesoro! **
No, ti prego. Non come Shanks. Io sono come Shanks e ho sensi di colpa un po’ verso tutte voi… T.T
Cospargendomi il capo di cenere, passo alla rece: sì, quando uno non ha nulla da fare ed è abituato a piantar casini o debellarli xD si arriva alle mani. Sai, lo stress… Ma darei un braccio per vedere quei due azzuffarsi tutto il giorno. Morirei dal ridere. xD
Quanto al capitolo in sé, no, quei due non sono gli Ammiragli. Al tempo non li conoscevamo così bene e diciamo che ce li siamo immaginati fuori dal quartier generale. A piantare o sedare casini, dipende da chi prendi – lunga e dolorosa morte per Akainu, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Anche se devo dire che come cattivo ci sta bene. E Tashigi… Insomma, tiriamo fuori st’orgoglio di donna ferita! xD Come dicevo a Red Queen, dopo essersi subita i Cinque Astri e Sengoku in persona, cosa vuoi che sia Mihawk? E’ lanciata la ragazza. xD
Sì, poi quei due sono come il giorno e la notte: forse è per quello che sono pseudo amici – non si capisce ancora bene. E forse Shanks sarebbe l’unico in grado di farlo ridere ad uno come Mihawk. xD
Per Barbanera… Eh, era doveroso introdurlo ai fini di trama. Ma non temete, quel puzzone apparirà poco, proprio perché è stato tirato in mezzo per darvi dei connotati temporali. ^^ Oltre che una nostra personale deviazione sulla trama originale.
Ah, mi pare fosse Yassop a dare della faccia da culo a Shanks. xD
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un bacio! ^^

@Ale-chan: ciao patata! ^^
Perché non mandare proprio uno che in ogni caso vorresti vedere morto? Sia mai che il desiderio possa essere esaudito. ^^ E in quel caso si tiferebbe Marina, anche se poi s’è fatta giocare in un modo indecoroso, ma lasciamo stare – stratega dei mecojoni Sengoku. Ah sisi. Il panzone gli ha fatto un pernacchione cosmico sulla sua Epic Fail. ^^’’’
Diciamo che le tue paure su Ace sono fondate, visto che quello se gli girano ragiona esattamente come Newgate. Alla faccia della riflessione… Chissà se sia un comportamento innato o acquisito… Bisognerebbe chiedere a Roger. u_u
Però, ora come ora, Shanks se lo tiene incollato con un francobollo. Ci deve solo riprovare ad alzare la cresta, il mocciosetto. :p
Quanto a Teach, sì apparirà come special guest in un paio di capitoli. Tranquille, non ve lo facciamo vedere troppo il puzzone. xD
Infine, finalmente Tashigi tira fuori i caratterino che tanto piace al Commodoro. ^^ Ne vedrete delle belle – anche divertenti sotto certi aspetti! ^^
Alla prossima cara, grazie per la recensione e un bacio!

@Chibi Hunter: ciao cara! ^^
Sì, la reazione a Teach è stata comune a tutte. xD Meglio, se lo merita quel mentecatto. u_u
Comunque, al Governo non preoccupa la sorte di una semplice pedina come Smoker… A parte che quelle mummie sarebbero così intelligenti da sacrificare un Ammiraglio, visto quanto non simpatici, ma purtroppo per noi Smoker sta solo a metà della lista della gerarchia… Ma ci pensa super Tashigi. xD E’ decisa come non mai. Ah sisi.
Grazie per la recensione e alla prossima!
Un abbraccio! ^^

@SaiSai_Girl: benvenuta caVa! ^^
Figurati, meglio tardi che mai no? :p Anzi, grazie mille per i complimenti!
Guarda, a parte le vacanze, in cui mi prendo un po' di ferie in giro per l'Italia, così mi muovo da sto posto, di norma ogni martedì sera la storia viene aggiornata.
Felice che ti sia piaciuta fin qui. :)
Alla prossima allora!
Un abbraccio e grazie per la recensione!



- Angolino di Yuki -

@Tre88: Ciao **
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo ** I piani delle cinque mummie come al solito non hanno dei buoni propositi e purtroppo hanno obbiettivi che vanno tutti a svantaggio dei nostri amati personaggi!
Occhi di Falco ha acconsentito a dare l'informazione a Tashiji perché lei ha offerto di informare Shanks dell'attacco della marina. Infondo, lei desidera semplicemete salvare Smoker, non le interessa altro!
Quando a Barbabianca, diciamo che il suo ruolo in questa storia è del tutto marginale. Nel seguito vedremo che succederà xD
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Akemichan: CaVa, ciao ^^
Dico subito che Teach è semplicemente stato una comparsa - come mi sarebbe piaciuto fosse anche nel manga xD - e solo nel seguito, che quando avremo nuovamente tempo per metterci a scrivere, ci lavoreremo! Ah, sono molto contenta che Tashiji sia IC! Io, nella mia interpretazione di questo meraviglioso personaggio, la ci vedo molto nel dare priorità a Smoker, piuttosto che a macchinosi stratagemmi che passano in un confine grigio tra giustizia e altro xD
Un abbraccio
A presto!!

@Red Queen: CaVissima!
Tashiji è stata veramente molto coraggiosa a prendere la decisione di disattendere gli ordini, sia per le conseguenze sia perché per poter far qualcosa doveva adare a confrontarsi con uno come Occhi di Falco che ti mette in soggezione anche senza volerlo xD Però la nostra eroina era spinta dal desiderio di voler salvare il suo commodoro **
Vedo che la comparsa di Barbanera ha gettato tutti un po' in confusione xD In realtà è stata solo un'apparizione, non lo si vedrà in azione, quindi puoi stare tranquilla ^^ Condivido pienamente il tuo odio per questo individuo, non vedo l'ora che gli venga inferta una sonora lezione da qualcuno xD
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Maya_90: Tesora **
Hai visto che coraggio e fegato ha tirato fuori Tashiji ** Grandiosa la nostra guardiamarine! Ovviamente ha avuto un sangue freddo a reggere lo sguardo di Mihawk xD Che è comunque molto attendo e quindi ha capito in poco tempo qual era la decisione giusta da prendere, ovvero aiutare Tashiji a raggiungere il commodoro!
In realtà, Barbanera, per ora è solo stato citato e non farà niente xD Si vedrà nel seguito che ruolo rivestirà, ma comunque qui serviva semplicemente per dare un quadro pieno della situazione, che altrimenti non avrebbe avuto senso senza la sua menzione ^^
Un abbraccio, caVa **
Alla prossima, quando comparirai nuovamente con lo stesso effetto a sorpresa di Shanks ogni volta che viene introdotto da Oda xD

@KH4: Ale-chaaaaaaaaaaaaaaaaan **
Oddio, sai che ho riso un sacco all'inzio quando ho letto la prima parte della tua recensione? XD Non in senso cattivo, ma per il modo in cui dici le cose in modo schietto e per la parte in cui minacci Ace di metterlo nell'armadio (sììììì, ceeeeeeerto, proprio nell'armadio lo vuoi mettere, non nel tuo bel lettino, eh? Noooo, ceeeeeeeeerto xD). Ovviamente, come dici tu, Ace rimane adorabile nonostante i suoi difetti e la pazienza che non è esattamente un pregio di famiglia - Rufy ne è un perfetto esempio anche lui xD
Sì, la nostra Tashiji ha preso nelle proprie mani il destino del commodoro, decidendo di fare tutto di testa sua perché altrimenti non lo avrebbe più rivisto - e lei, no, non può accettarlo, e non può nemmeno accettarla dal punto di vista della sua visione di giustizia!
Un abbraccio, caVa!
A presto!

@Chibi_Hunter: Ma ciao ^^
Le cinque mummie le abbiamo mostrare nei loro atteggiamenti più macchinosi e subdoli! Infondo, sono loro che detengono il potere e che muovono i fili cercando di liberarsi di tutti i nemici più grandi - come il Rosso - e se per farlo devono sacrificare qualcuno, per loro non è affatto un grande problema!
Sono molto contenta che Tashiji sia parsa IC, infondo il suo atteggiamento è semplicemente un continuo di quello che aveva già mostrato, e ora che è addirittura Smoker la persona in pericolo, non può che prendere le decisioni di testa sua.
Un abbraccio
Alla prossima!

@Saisai_girl: Ciao ^^
Non ti preoccupare per il ritardo, infondo l'importante è che tu l'abbia scoperta, no? ** Sono contenta che ti abbia preso così tanto e che la trovi stupenda ** Cercheremo sempre di aggiornare - in realtà è Bea che aggiorna, io sono la scansafatiche xD
Un abbraccio
A presto!







Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki

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Capitolo 42
*** Dolore ***


CAPITOLO 42: DOLORE.
(Chapter Soundtrack: Gocce di Memoria - Giorgia)


Shanks era diversi minuti che la guardava appoggiata al parapetto, con la bottiglia di rhum quasi vuota nella mano, preoccupato per le sue condizioni. Erano giorni ormai che lui non dormiva bene – la sentiva uscire di notte dalla cabina di Ben ed era giunta a livelli inimmaginabili – e arrivava alla sera che era quasi completamente ubriaca.

Si stava disfacendo innanzi ai suoi occhi: vedeva quelle occhiaie profonde e non sapeva come aiutarla. Non credeva che Hikari avrebbe sofferto così tanto la vita di mare. Erano iniziate anche le nausee continue da qualche giorno, oltre il fatto che la sua debolezza peggiorava inesorabilmente.

Ace continuava lo stesso ad allenarsi con lei, anche se mostrava parecchia difficoltà, ma era stata lei stessa a volerlo. Era l’unico momento della giornata in cui la si vedeva: diversamente era rinchiusa nella sua cabina tutto il giorno, coricata, con la testa che le girava e una depressione paurosa.

Il Rosso sapeva che era una cosa normale all’inizio, ma Hikari la stava prendendo davvero male e quella situazione stava durando ormai da parecchio tempo: cercava in tutti i modi di non farle pensare alla gabbia galleggiante su cui si trovava, ma era difficile fare qualcosa di diverso su quella gabbia galleggiante, da non far pensare a quella gabbia galleggiante.

La donna sorseggiò l’ultimo goccio della bevanda ambrata, barcollando all’indietro a causa di un’onda che aveva urtato violentemente lo scafo. Shanks era apparso dall’ombra per impedirle una brutta caduta, ma lei era riuscita ad aggrapparsi al parapetto e a non ruzzolare a terra.

“Fai attenzione…” la voce di Shanks le giunse all’orecchio e la fece sobbalzare per la sorpresa.

“Ciao…” rispose con la voce un po’ impastata dal tasso alcolemico vergognoso che circolava, in quel momento, nelle sue vene. Si appoggiò con la schiena alla balaustra e lo vide avvicinarsi con lo sguardo velato da preoccupazione: “Che c’è…” aggiunse scocciata, mentre lui sospirava, con le labbra leggermente piegate all’ingiù.

“C’è che stai esagerando col rhum… E se te lo dico io…” replicò il Rosso, parandosi davanti a lei, parlando con tono sicuro ma morbido. Gli faceva così male vederla in quello stato. Non si reggeva quasi più in piedi.

“Shanks…” e lottò per far fermare il Vento dell’Est che le stava girando innanzi ai suoi occhi “Te l’ho detto… Se bevo non mi prendono le crisi d’ansia… E riesco a respirare” spiegò, guardando nel collo della bottiglia “Ecco, è finito pure il rhum, fantastico… Vado a prenderne dell’altro in cucina, tu aspetta qui” disse tutto d’un fiato, ma una mano le trattenne il polso.

“No, Hikari, basta”.

Nel sentire il suo braccio bloccato dalla presa del Rosso, Hikari reagì prima mugolando contrariata, ma quando Shanks decise che non l’avrebbe lasciata andare a prendere neanche più una goccia di alcol, si infuriò.

Mai come in quei giorni il suo haki fu così fuori controllo, arrivando molte volte a livelli allarmanti e pericolosi.

Questa era una di quelle volte.

Shanks appena sentì quelle lame invisibili puntate sulla sua pelle, decise di scatenare anche il suo, perché l’unico modo per tenerla buona a quel punto, era farle perdere conoscenza.

Odiava fare il lavoro sporco con lei: era dovuto intervenire già un paio di volte, perfino Ben aveva chiesto una mano.

Sentì le sue mani appoggiarsi contro il suo petto nudo, mentre il suo corpo si abbandonava, la bottiglia s’infrangeva sul legno, il suo viso si appoggiava tra la sua spalla e l’incavo del collo, sussurrando il suo nome e qualche flebile insulto.

Il suo braccio la sosteneva, sicuro. Shanks si appoggiò a terra, schiena contro la paratia, e la sistemò con la schiena contro il suo torace. I boccoli neri scivolavano sul suo braccio sinistro, lascivi, mentre il suo respiro ora s’era fatto regolare, indice che era completamente andata.

Guardò il suo viso contrarsi in una piccola smorfia, scosso da un piccolo movimento del capo: una ciocca nera scivolò sulle guance, soffermandosi di sbieco sul suo naso. Shanks delicatamente la rimise a posto.

La guardò completamente abbandonata, illuminata dalla luce della luna piena, con i capelli mossi leggermente dalla brezza notturna. Un dolore sordo in fondo allo stomaco cominciò a farsi sentire.

- Mi fa male vederti così… Dolcezza  – proferì mentalmente con una denotata tristezza, prima di scendere dolcemente verso il suo viso e assaggiare le sue labbra, in quel momento dischiuse.

Rimase stretto a lei a riflettere, innamorato, per qualche minuto ancora, per poi portarla nella camera adiacente alla sua, distendendola delicatamente sotto le morbide coperte.



Hikari si svegliò qualche ora dopo, nel cuore della notte. Ad occhio e croce doveva trattarsi delle due, due e mezza: si guardò intorno e si sorprese di ritrovarsi nel letto.

- Come diavolo ci sono arrivata? – si chiese, spostando le coperte e mettendo i piedi a terra, sul tappeto. Ma non appena tentò di rimettersi sulle proprie gambe, delle profonde fitte alla testa la fecero barcollare. Immediatamente un peso invisibile cominciò a schiacciarle il petto, togliendole il fiato.

Reggendosi alla porta e successivamente alle assi di legno, prese il corrimano con entrambe le mani, cercando di respirare e di mettere di fila i passi. L’unica via per far cessare quelle crisi era, a suo dire, stordirsi: era consapevole di starsi facendo del male, ma l’alcol le faceva passare immediatamente le crisi d’ansia e gli attacchi di panico, ridandole aria ai polmoni – tuttavia togliendone al suo cervello.

Arrivò dopo qualche minuto in cucina, annaspando, e afferrando la prima bottiglia che trovò nella dispensa: bevve circa un quarto del contenuto, tutto d’un fiato, abbandonandosi sulla sedia accanto e appoggiando la testa contro lo schienale di essa.



“Che ci fai qui”?

Hikari riaprì gli occhi e alzò la testa dallo schienale della sedia, ritrovandosi Ace a qualche passo da lei. Nonostante la navigazione in una zona abbastanza fredda, immancabilmente, sottocoperta, si mostrava come al solito mezzo nudo.

Pareva fosse davvero una fissa quella!

Lo stesso discorso valeva anche per il Commodoro, il quale la rendeva partecipe allo stesso modo del pirata.

- E ovviamente il campione è il Rosso, con il suo vedo, non vedo, vedo poco ma intanto qualcosa vedo lo stesso – pensò mettendosi una mano sulle tempie – E’ una congiura contro di me - concluse agguantando la bottiglia di rhum.

“Ancora?” chiese Ace preoccupato, avvicinandosi a grandi passi e levandole la bottiglia dalla mano. La donna come al solito balzò in avanti di scatto, per riprendere l’unica cosa che riusciva a farle sopportare quella prigione di legno, ma il moro non ne voleva sapere di ridarle la bottiglia.

“Vuoi diventare un’alcolizzata?!” le urlò in faccia, mentre schivava i suoi tentativi di riprendersi ciò che era suo.

“Ridammela”!

“Ti stai comportando come una pazza, Hikari! Stai risolvendo un problema creandotene un altro. Di questo passo il tuo fegato farà i bagagli”.

La donna, nella foga, inciampò nella gamba di una sedia, cadendo in ginocchio e non picchiando per poco la testa contro lo spigolo del tavolo.

“Hikari, guardati, non ti reggi neanche più in piedi! Ti prego, dammi retta…” replicò sconsolato Pugno di Fuoco, mentre lei, aggrappandosi con entrambe le mani al tavolo, si rialzava e riprendeva la sua caccia al tesoro.

“Fatti gli stramaledetti affari tuoi!” ringhiò sfiorando la bottiglia, ma Ace era molto più agile di lei in quel frangente, essendo per l’appunto sano e non ubriaco fradicio.

“Ennò cara!” rispose alzando il tono di voce “Io sono preoccupato per te e non ti permetto di trattarmi così! Ti stai riducendo ad uno schifo” e la spinse contro il tavolo, bloccandola ad esso con una mano sul suo stomaco, mentre lei, con la schiena inchiodata al legno e le gambe a terra, lo guardava allibita “Sei ubriaca per quasi tutto il giorno e sei così stupida da pensare che l’alcol possa risolvere le tue crisi ed essere una cura! Svegliati! Rivoglio la Hikari di prima, non l’idiota di adesso”!

Hikari strinse i denti, bramando sempre di più la bottiglia: “Smettila di farmi la predica e restituiscimela immediatamente, sennò…” ma fu interrotta dall’avvicinarsi repentino del viso di lui al suo, su cui si dipinse un ghigno strafottente: “Sennò che mi fai, sentiamo?” gli sussurrò quasi sulle labbra, facendola diventare di quindici tinte di rosso diverso e mandandogli il sangue al cervello.

L’intento di Ace di farla ragionare era scivolato quasi inevitabilmente nella sfida e nel gettarla in situazioni imbarazzanti, classiche per pungerla nel suo orgoglio e per stuzzicare il suo essere permalosa.

L’averla appunto inchiodata al tavolo, con il suo bacino tra le gambe di lei, la mano che la teneva giù e quella distanza ridotta appositamente per i suoi giochini di potere, facevano parte del suo piano.


Ma mai si sarebbe immaginato di sentire le labbra di lei che si posavano sulle sue con foga, la sua mano catturarlo a sé, le sue gambe stringersi alla sua vita.

Soprattutto non immaginava quanto fosse difficile mantenere il controllo con lei in una situazione del genere, che aveva tutte le carte in regola per trasformarsi in un disastro.

- Oh cazzo! – si ritrovò a pensare, incapace di staccarsi da lei e di declinare quell’invito, sorprendendosi anche di ricambiare con un certo interessamento da parte del suo corpo.

“Hikari…”

Aveva provato a spiegarle il fatto che fosse ubriaca fradicia, ma lei l’aveva catturato nuovamente a sé, semplicemente dicendogli di far silenzio.

Cercò di divincolarsi, ma non ne era proprio convinto, soprattutto quando la lingua di lei accarezzò lasciva la sua. Successivamente ogni barlume di ragione lo abbandonò.


La tirò su, verso di lui, ricambiando con veemenza quel bacio, stringendole la nuca con la mano mentre le braccia di lei andarono a cingere le sue spalle.

La prese in braccio e si avviò verso la porta.

“Dove andiamo?” gli aveva domandato, con gli occhi lucidi puntati nei suoi.

“Sicuramente via dal salone del Vento dell'Est” le rispose riprendendosi le sue labbra e dirigendosi al piano inferiore. Spalancò la porta praticamente con un calcio, incurante del rumore provocato e richiudendola alle sue spalle.

Si lasciarono cadere sul letto e immediatamente Hikari pensò a cambiar posizione: era sempre pur vero che starsene con Ace addosso era una sensazione piacevole, ma era altrettanto vero che doveva essere lei a condurre i giochi.

Lo inchiodò al materasso, riprendendo la faccenda da dove si erano interrotti.

Il cappello di Ace era letteralmente volato al di là del letto e la stessa sorte avrebbe fatto la maglietta di lei, se Ace non fosse tornato alla realtà per qualche breve istante, giusto il tempo per evitare che lei finisse nuda in un nanosecondo.

Si trovava parecchio in difficoltà: sentiva la sua coscienza che urlava indispettita, rilegata in un angolo recondito nel cervello, ma quella vocina, nonostante giungesse lontana, la sentiva bene. Molto bene.

La situazione ti sta fuggendo di mano”.

Questo gli stava dicendo. Si sentiva totalmente soggiogato dalle carezze e da quelle attenzioni particolari di lei, tutt’altro che caste, mentre si preoccupava dei suoi pettorali e addominali.

Ti stai innamorando? Ricordati che Hikari appartiene ad un altro”.

Serrò prepotentemente gli occhi, cercando di ignorare quella voce insopportabile, ma sapeva che stava dicendo la verità, per quanto dolorosa.

Ad ogni bacio, ad ogni morso, mentre la lingua di lei stava dandosi un gran da fare sul suo corpo, la sua coscienza gli ricordava i tasti dolenti di quella situazione assurda.

E’ ubriaca. E ti ha detto chiaro e tondo che è ancora innamorata di Shanks. Vuoi cacciarti in questo casino? Non era tua la promessa di non innamorarti mai di nessuna, se non della Bandiera Nera? Almeno fino a quando non avresti fatto di Newgate il Re dei Pirati”?

Sentendola muoversi su di lui, Ace riaprì gli occhi di scatto, e la vide sfilarsi completamente la maglietta, assieme al reggiseno e successivamente, quasi il tempo si fosse dilatato e l’avesse imprigionato in una dimensione parallela, incapace di reagire e muovere qualsiasi muscolo, sentì la sua mano scendere verso la cintura.

Fermati, finché sei in tempo”!

Trattenne il respiro quando vide il cuoio della cintura scivolare via dalla fibbia, accasciandosi ai suoi fianchi, mentre le sue mani si stavano dirigendo verso il bottone dei jeans.

FERMATI”!



“No”.

Le bloccò il polso. Hikari sollevò il suo sguardo nei suoi occhi, sorridendo beffarda, cercando di divincolarsi da quella presa, pensando che fosse uno dei vani tentativi di Ace atti a complicare il gioco, ma la sua mano era ben salda.

“Smettila di fare il prezioso, cowboy” gli disse, appoggiandosi al suo addome con l’unica mano libera che le restava.

“Sto dicendo sul serio, Hikari” rispose, scostandosela di dosso e alzandosi a sedere. Abbandonò le braccia sulle proprie cosce, abbassando la testa e chiudendo gli occhi.

I capelli gli ricadevano in avanti, coprendo quasi del tutto il volto. Da parte sua, Hikari se ne stava seduta accanto, con i jeans slacciati e lo sguardo fisso sulla figura, mortificata.

Poi, quando vide i suoi occhi che luccicavano pericolosamente - tanto ci era rimasta male da quel gesto così imbarazzante - aveva cercato di spiegarle come stavano le cose, ma gli era risultato parecchio difficile.

Lei pareva essere tornata lucida quel tanto che servisse a capire il tipo di discorso che Ace le stava facendo, ma il moro continuava a pensare che il gesto di levarsela di dosso non era stato un gesto brillante. Anzi.

O meglio, il non aver resistito a quelle labbra non era stato un gesto brillante, soprattutto sapendo chi aveva davanti. E sapendo chi fosse il padrone della nave.


“Hikari… La situazione è molto più complicata di quel che pensi” le rispose quando lei gli aveva chiesto i motivi per quel gesto. Poco prima stava vergognosamente mugolando ad ogni suo tocco, nell’istante immediatamente successivo se la scrollava di dosso come una coperta tarmata.

“Cos’è? Non ti piaccio?” chiese con sarcasmo, mentre lui sollevava di nuovo il viso e sospirava sofferente.

“Non è perché non mi piaci, anzi…”

“E allora dove sta il problema”?

“Sei ancora palesemente ubriaca, visto che non riesci a focalizzare il problema” rispose alzandosi in piedi e allacciandosi i pantaloni, mentre lei si copriva con il lenzuolo e si girava dalla parte opposta.

“Hikari…” le sussurrò sconsolato, inginocchiandosi sul materasso e facendola girare verso di lui “Tu mi hai detto chiaro e tondo di chi sei innamorata”.

La donna lo guardava cercando di trattenere le lacrime: più che triste o confusa, si sentiva umiliata e stava provando vergogna, davvero tanta vergogna. Era stata cacciata via.

“E’ un brutto periodo per te, lo capisco e, a maggior ragione, dovresti tenerti comunque lontano dalle situazioni incasinate, no? Ho sbagliato io e ti chiedo sc-”

“Ma quante cazzate!” lo interruppe bruscamente lei, alzando la voce, enfatizzando la frase mollandogli un pugno sulla spalla.

Ace incassò il colpo abbassando gli occhi, per poi riaprirli nei suoi, cercando di non venire completamente affettato ma allo stesso tempo augurandosi di non ferirla ulteriormente: “No, non sono cazzate. Non so come sei abituata tu, ma se io faccio determinate cose con una persona, quella persona poi deve essere soltanto mia, mi spiego”?

La mora lo guardava intensamente, accorgendosi piano piano di quel che era successo pochi minuti prima e cominciando a mettere in moto il cervello.

“Non puoi, diamine! Non puoi una sera, dal nulla, baciarmi di punto in bianco, così, nel salone da pranzo del Vento dell’Est. Per poco non finivamo…” ed evitò di calcare ulteriormente l’imbarazzo, mentre lei lo ascoltava senza proferir parola.

“Quel che sto cercando di dirti Hikari è che non possiamo. Io non posso per le mie ragioni, tu non puoi perchè… Beh, lo sappiamo”.

“E quali sarebbero le tue ragioni”? Il suo tono era basso e roco, attentato dal magone che piano le stava salendo lentamente in gola.

Ace recuperò il cappello, mantenendo però lo sguardo fisso su quelle gemme preziose. Doveva chiarire la situazione, perché sia il suo cervello che il suo cuore stavano per esplodere.

Stava soffrendo. Si era affezionato a lei, ma sapendo i suoi sentimenti, si era messo il cuore in pace da subito. Ovviamente non sentiva di esserne innamorato, ma non nascondeva a sé stesso un interessamento particolare per lei. Finché lei non l’aveva catturato a sé, in tutti i sensi.

E lì si era trovato nella confusione più totale, ove la sua parte istintiva e quella razionale facevano a cazzotti peggio che in un Far West. E quel barlume di ragione l’aveva salvato dal gettarsi a capofitto in una relazione che non avrebbe avuto vita.


“Premesso che non voglio impegnarmi in una situazione tesa come questa… Io non voglio innamorarmi di una persona che non mi amerà mai”.

La donna stette in silenzio, mentre il suo viso scivolava sulle sue ginocchia e due lacrime sgorgavano dai suoi occhi, silenziose, e si andavano ad infrangere sul lenzuolo.

“Hikari…”

“Scusami” mugugnò tra i singhiozzi, tirando su il viso e stringendo una ciocca di boccoli neri tra le dita. “Sto male, Ace… Sto malissimo” continuò con voce strozzata, mentre il ragazzo, come suo solito, le si sedeva accanto e la stringeva in un dolce abbraccio.

“Aiutami, ti prego…”

“Vieni qua…” le disse sistemandosi sotto le coperte accogliendola tra le braccia, mentre lei piangeva sconsolata e cercava di respirare e superare l’imminente crisi che l’avrebbe piegata a metà.

“Respira, Hikari, respira…” le diceva mentre la sua mano le accarezzava la schiena e il suo sguardo si perdeva al di là dell’oblò, soffermandosi sulla pioggia che fendeva violentemente l’aria e le onde cullavano con fin troppa veemenza la nave.




Si stava scatenando una tempesta terribile, ma, lui lo sapeva bene, nessuna tempesta poteva essere più violenta di quella che si stava sfogando nel suo petto e che gli stava tormentando e straziando l’anima.

L’immagine di Hikari tra le braccia di Ace scorreva a ripetizione davanti ai suoi occhi, mentre i suoi incisivi tenevano salda la presa sul suo labbro inferiore e poche lacrime – tale era il suo dolore, talmente forte da impedirgli di piangere degnamente – si mescolavano e si confondevano con la pioggia battente che, spietata, contribuiva di molto a rendere quella notte la stessa notte di dieci anni fa.

Stessa intensità di dolore, stesse sensazioni.

Lottò a lungo per cercare di soffocare l’ondata di rabbia mista a tristezza e dolore che gli avrebbe fatto perdere il controllo, spazzando via la nave e tutto il resto. Strinse i denti sentendo il sangue scorrergli sul mento e il labbro lacerarsi, ma nulla, neanche una tortura fisica era paragonabile a quello che stava provando in quel momento.


Si lasciò scivolare con la schiena appoggiata all’albero maestro, la mano aperta sul viso, sotto le sferzate di vento gelido e il cielo illuminato da fulmini e saette.







- TO BE CONTINUED -







- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Ahem... Non arrabbiatevi. ^^' *Bea e Yuki si lanciano sotto il letto, schivando dapprima pomodori e poi via via la tappezzeria comune di un salotto*
Essì, è successo il patatrac. Insomma, lascio a voi i commenti e so che qualcuno probabilmente ci odierà, ma... E' stata una scelta sofferta. ^^'

Piccolo avviso: la storia andrà in vacanza. :) Più che altro perchè sia io che Yu andremo via, e lei ha da studiare parecchio per la sessione di gennaio. Inoltre martedì prossimo è il mio compleanno e poi subito dopo ci saranno i preparativi per Capodanno, e ancora... Il 3 parto per Roma. ^^' Un po' di casini, ecco. Ma torneremo presto ragazze. :) Non so se ce la faccio per l'11, ma vedo di regolarmi. Il prima possibile ci rileggerete. :)

Detto ciò, passiamo alle recensioni e... Buone Feste a tutte! ^^



- Angolino di Beatrix -


@Tre 88: Ciao cara! ^^
Essì, Yukan Kami è una nostra invenzione. Ci serviva qualcuno per mettere i bastoni tra le ruote al Rosso. E chi meglio di un Viceammiraglio senza scrupoli? ^^ Che in OP i Veceammiragli sono abbastanza buoni, tra l'altro... xD
Diciamo che, sì, nella nostra storia è per colpa di Sengoku e delle sue macchinazioni che Ace finisce al Banaro. In trappola ecco. Vedrete via via che la storia scorrerà... Diciamo che ormai quasi tutti i capitoli sono fondamentali per capirci qualcosa, tranne alcuni isolati per esigenze di trama al presente.
Su su, anche tu: togliti quel broncio per Barbanera, che non ti dona. xD
Alla prossima, grazie per la recensione! ^^
Un abbraccio!

@Akemichan: ciao cara!
Sai qual è la cosa bella di voi? Che avete tutti pareri diversi sui pg - come del resto anche io e Yu. xD Te ami Sengoku. E ti ringrazio per  complimenti cara, davvero! ^^ E sono felice che ti piaccia questa impronta di complotti. Kami è entrato in scena per movimentare un po' la situazione generale e da come puoi capire non è appunto uno stinco di santo. Personalmente - a differenza di Yu - i cattivi mi piacciono (e, anzi, molte volte sono i miei pg preferiti. xD). E pensa che solo in OP ho trovato un protagonista che non mi da fastidio, anzi, che sta nella top 10. Al quinto posto, dopo Shanks, Ben, Ace, Dragon e Smoker, ma è pur sempre un buon posto se si conta che di norma mi cadono verso le ultime posizioni. xD
Per Lafitte e l'abile mossa, i complimenti vanno a Yuki. Il capitolo è suo. ^^
Quanto al seguito, infine, come detto a Red Queen, l'abbiamo a grandi linee in testa - almeno una parte - ma tra gli impegni personali, tra che Oda se la prende comoda per svelarci le cose di cui abbiamo bisogno - Dragon su tutti e Shanks - passerà sicuramente un po' di tempo... Ma ci terrei davvero a stenderlo, così come Yu.
Grazie per la recensione cara!
Un abbraccio e alla prossima! ^^

@Ale-chan: ciao Ale cara! ^^
Sì, diciamo che forse Sengoku è più subdolo dell'originale, ma all'epoca non lo conoscevamo ancora bene. Era apparso poche volte, per cui è quello che è. Mi dicono dalla regia che sia IC, ma in ogni caso la guerra di MF me l'ha fatto vedere più mite e umano di quello che appare qui.
Quanto all'allacciamento con la vicenda del Banaro, guarda... Ti ringrazio! Diciamo che quella vicenda è stata la base per la stesura della storia. Tutto è nato da lì. :) Abbiamo cercato il più possibile di far quadrare le cose, anche se resterebbe - quanto ad opera originale e come si è poi svolta (le azioni reali di Oda) - un incrocio con Shanks prima di quel fatto. Ma, insomma, a noi piaceva l'idea. ^^ Più avanti ci saranno anche accenni temporali alle vicende dell'opera originale. :)
Poi, innegabile che Barbanera, così come Akainu siano cattivi ben riusciti. Totalmente diversi, ma è vero: ci stanno. Peccato per cosa abbiano fatto, ma forse - purtroppo - è questo che li ha consacrati come tali.
Il resto non posso accennartelo (la seconda parte della recensione tua) perchè ti rovinerei la storia. Ma si sa, comunque, che la tranquillità non è mai stabile su una nave di un Imperatore. ^^' (ps. Quello che scrive Yuki di me nella sua risposta è la pura verità! xD Sono molto sull'onda di Red Queen come gusti in tema. :p).
Grazie per la recensione cara e alla prossima! ^^
Un abbraccio grande!

@Red Queen: regina mia, perbacco!
Su su, fai sparire quella vena pulsante dalla tempia che non ti dona per nulla. Gradisci una sviolinata su una gamba sola? Qualche grattino sotto al mento? Un meteorite sull QG della Marina? Se mi impegno riesco a tirar fuori dal cilindro cose interessanti, sai? xD
Barbanera avrete la fortuna di non vederlo moltissimo in questa storia, anche perchè noi ci siamo soffermate sulla parte tra Water Seven e l'incidente del Banaro. Per cui, rilassatevi. :p
Insomma, Kami lo rivedrete tra qualche capitolo. Yuki ci è molto affezionata a sto poco di buono - strano a dirsi, sul serio - e abbiamo cercato di fare il possibile per renderlo interessante. :) Non credo vi deluderà, ma lascio appunto a voi il giudizio. :3 Quel gran marcantonio di Yukan Kami. Eh...
Che poi la gente mi deve spiegare perchè considera Tashigi un'incapace... A volte leggo dei commenti che mi lasciano basita. Poarella, si fa un mazzo tarallo... E sopporta Smoker. Che si è visto quanto è capace di consolare la gente... Sti uomi/orsi.
Quanto al sequel... E' in mente, a grandi linee. Purtroppo non abbiamo ancora buttato giù nulla. E gran parte della cosa è dovuta da una parte agli impegni di Yu, dall'altra al fatto che mastero un gdr di One Piece. E il lavoro da Staffer ti prende un casino di tempo, non contando che mi occupo appunto delle quest - ovvero le storie ove la gente muove e fa crescere i personaggi. Insomma, spero di ritrovare anche il tempo per starci dietro, ma anche che Oda mandi avanti la storia - cosa che ci serve anche per scrivere.
Ma avremo ancora qualche mese per stare assieme *A tutti viene un coccolone* xD
Alla prossima caVa, grazie per la recensione!
Un bacio!


- Angolino di Yuki -

@Tre88: Ciau caVa!
Rendere interessante una parte con Barbanera non è poi così difficile, difficile sarebbe provrare a renderlo simpatico xD Condivido a pieno il tuo desiderio di vederlo morto, ma per ora, no, rimarrà in vita, anche perché comunque la nostra storia tende a seguire gli eventi del manga e magari a darne una spiegazione un po' diversa ma che arriva alle stesse conseguenze. Per rassicurarti, ti dico subito che comunque la nostra storia termina prima dell'esecuzione e Marineford ^^""
Quando a Yukan Kami, sì, lui è una mia invenzione <3 Lo adoro, mi è piaciuto un sacco crearlo e dargli una storia da vero bastardo **
Alla prossima ^^
Un abbraccio

@Akemichan: CaVa, ciao ^^
Sono contenta che tutti questi intrecci e macchinazioni ti piacciano, noi ci siamo molto divertite a studiarle e scriverle! Sono veramente contenta che Kami ti piaccia ** Lui è nato dalla mia mente in un momento di ispirazione e mi sono veramente divertita a trattarlo, è quel tipo di personaggio che anche se cattivo ti affascina - o sarà una mia impressione dato che ci sono affezionata xD
Quanto al seguito ti dico: sì, in mente c'è il progetto di farne uno. Tuttavia ci sono diversi 'ostacoli': volevamo comunque attenerci alla trama principale di Oda, quindi occorre che la storia vada un po' avanti e che magari, dato che li abbiamo tirati in ballo, entrino anche in scena i rivoluzionari nella trama vera e propria xD E poi ovviamente c'è il problema della scarsità di tempo a disposizione ç_ç Comunque, cercheremo di vedere se ce la facciamo ^^
Quanto a tashiji, sì, a me piace molto come personaggio. Non capisce perché venga così tanto sottovalutata, anche se è apparsa poco, si è capito bene di che pasta è fatta e il suo carattere **
Un abbraccio
A presto!

@KH4: Ale-chaaaaaaaaaaan **
Sì, sono riuscita finalmente a tornare in possesso di un po' di tempo libero (e non so per quanto tempo, ma vabbé XD)!
Guarda, ti dirò, tutta sta macchinazione è del tutto degna del più grande stratega, ma Sengoku alla fine dei conti - dopo i fatti di Marineford - non mi appare più questo gran genio visto come si è fatto fregare da barbanera, ma vabbé, facciamo finta di niente e prendiamo per buono che in realtà sia bravo a creare complotti e situazioni a lui favorevoli xD
Ah, non odiarmi troppo Kami ç_ç Anche se è un gran bastardo senza scrupoli, dato che l'ho creato presa da ispirazione, ci sono affezionata. So perfettamente che sarò la sola a continuare a provare un po' di simpatia per lui, ma fa niente xD
Quando a Barbanera, ossì, concordo sul verdetto di morte u_u Non posso non provare profonda irritazione nei suoi confronti, e odio, molto odio!!!
Guarda, se questa storia fosse stata scritta solo da Bea ti assicuro, Ale amore mio, che tutto si sarebbe concluso in lacrime generali e oceani di sangue! Comunque vada a finire, tu tieni sempre presente che se non avessi influito sul finale io, sarebbe stato una catastrofe generale per tutti - ci sono molti personaggi che mi devono ben altro che la vita xD
Un abbraccio e un bacio **
Alla prossima!

@Red Queen: CaVissima **
Uhh, se vai in giappone a menare Oda mi avverti prima? *-* Vorrei tanto farlo anch'io, almeno possiamo inventarci torture più dolorose e strazianti insieme ** Lo costringeremo a far a pezzi Barbanera e a far resuscitare Ace xDDD
A parte questo mio delirio, certo di tornare all'apparenza seria ^^""
Allora, il mio Kami (<3) è stato solo presentato in questo capitolo! Ovviamente non ho potuto prendere troppe divagazioni su di lui, perché comunque rimanere un personaggio che fa da antagonista e non potevo permettermi di scrivere la sua vita xD Però, diciamo che cercheremo di darne una visione il più possibile completa **
Tashiji ovviamente è sottovalutata, ma forse è meglio così. Altrimenti sengoku non l'avrebbe lasciata andare sapendo che correva il rischio di ritrovarsela tra i piedi, quindi in un certo senso questa sbagliata opinione è tornata utile ^^
Il sequel... argh xD Come stavo dicendo ad Akemi, ci sono sia questioni che trascendono la nostra volontà (volendo rimanere coerenti alla trama originale e volendo aspettare l'ingresso dei rivoluzionari, occorre che Oda si spicci) e altri che dipendono dal tempo libero che scarseggia ^^""" Vedremo che fare xD
Un abbraccio
Alla prossima!





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^



Bea & Yuki

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Capitolo 43
*** Dietro le sbarre ***


CAPITOLO 43: DIETRO LE SBARRE.
(Chapter Soundtrack: Behind Blue Eyes - Limp Bizkit)


Shanks stava studiando attentamente le carte nautiche: era poco più dell’alba, il sole era sorto all’orizzonte e stava illuminando di un placido rosa tutto ciò che riusciva ad abbracciare, mentre dal lato opposto le stelle stavano sparendo e lasciando il posto all’azzurro cangiante del cielo.

Un vento freddo stava spazzando il Vento dell’Est: la temperatura era calata notevolmente, segno che oramai erano quasi giunti a destinazione.

Non aveva dormito: non poteva dormire, benché sfinito sia nel corpo che nello spirito, dopo aver visto quella scena. In un primo momento era rimasto alla pioggia battente, atto a piangersi addosso, ma, quando cominciò a starnutire consecutivamente, aveva deciso di darsi una mossa e di affrontare a viso aperto quella situazione.

Aveva spedito a letto il timoniere di turno la notte e si era concentrato sulla rotta: avrebbero dovuto fare un bel po’ di manovre per centrare le correnti e quindi l’accesso ad un gruppetto di isole, che si sarebbero stagliate ad ovest al tramonto.

Mancava pochissimo alla fine di quel viaggio da incubo. Ora come ora non desiderava altro.

Il rumore della porta che cigolava gli fece alzare la testa dalle carte: la sagoma stupita di Ben Beckman era innanzi a lui, con la sigaretta che pendeva dalle labbra.

“Che ci fai sveglio a quest’ora”?

“Sto controllando le carte”. Shanks aveva capito subito che l’amico stava esaminando le profonde occhiaie che solcavano il suo viso e stava aspettando la domanda fatidica, che immancabilmente, circa dieci secondi dopo, arrivò.

“Che cosa è successo questa volta”?

Il Rosso, benché non avesse la minima voglia di raccontargli quei fatti, sentiva di avere un macigno invisibile sullo stomaco e che Ben era l’unica persona che poteva essergli utile a dissimulare quel dolore. In quel momento lui era l’unico a poter trovare una soluzione obiettiva, anche se ormai era coinvolto anche lui in quella situazione assurda.

“Ho visto una cosa che non dovevo vedere”.

Ben tirò una nota di fumo dalla sigaretta, ormai quasi mozzicone, e si appoggiò alla mobilia della sala timone guardando il suo capitano attraverso al fumo.

“Hai una cera davvero pessima Shanks. Che cos’è che hai visto, tale da non farti chiudere occhio”?

Come al solito Ben non era uno prolisso, i giri di parole non facevano per lui: era da più di vent’anni che conosceva l’uomo che ora gli stava davanti con lo sguardo mesto, ma che vibrava haki da tutte le parti, quasi stesse per esplodere. E no, non gli era passato per la testa di chiedergli se stava bene, perché l’espressione del suo viso era parecchio eloquente.

E il Rosso gliene era grato per quel suo modo di essere.

Deglutì piano, riordinando le carte nautiche sul bancone e appoggiandosi al timone: “Ace ed Hikari” disse, prendendo una pausa per poi aggiungere “Insieme”.


All’amico non servivano ulteriori precisazioni per capire che cosa intendesse per ‘insieme’. E prima che potesse pensare ed ingegnare una frase che non risultasse scontata, Shanks proseguì: “Verso sera dovremmo attraccare alla Black Silver Mountain. Manca molto poco oramai, la pioggia di stanotte e la tempesta hanno alzato il vento favorevole e abbiamo percorso diverse miglia. Per il momento” e si avvicinò all’uomo “Vorrei che tu me li tenessi lontano dagli occhi e ti chiedo di farmi personalmente questo favore. Rinchiudili nelle celle e dai l’ordine che nessuno si avvicini” concluse fermandosi proprio davanti a lui.

Ben spense la sigaretta nel posacenere: “E cosa gli dico”?

Il Rosso strinse il pungo con vigore: “Digli che così facendo gli salvo la vita. Poi torna da me: pianificheremo il resto”.

“Agli ordini, capitano”.




“Mmmh…”
Hikari aveva aperto gli occhi, disturbata dai raggi del sole che filtravano dall'oblò. Si alzò a sedere per riflesso e posò lo sguardo sulla figura che, a pancia in giù, giaceva accanto a lei.

Solo in un secondo momento si accorse di essere, come dire… Con le tette al vento.

“Ma che cazzo?!” urlò in preda al panico, guardandosi le sue grazie e poi spostando gli occhi su di Ace, che si era svegliato di colpo a causa dell’imprecazione di lei. Gli era quasi preso un infarto.

“Diamine Hikari…” parlò con la voce ancora impastata dal sonno “Vuoi farmi morire”?

Ma la donna lo stava guardando come se fosse un alieno, stringendo le coperte e dando una vista a trecentosessanta gradi di sé.

“Ahem… Ti spiacerebbe coprirti?” chiese il moro, con nota ironica e dipingendo il suo solito sorriso sul volto.

“Spiega. Avanti”.

Due semplicissime parole, apparentemente innocue, ma rese un’arma di distruzione di massa se sommate allo sguardo agghiacciante che in quel momento si era infranto sul ragazzo.


“Se mi stai chiedendo se abbiamo fatto qualcosa” prese, spiegando lentamente “Ti rispondo subito di no. Il tutto è terminato quando hai cercato di strapparmi i pantaloni di dosso”.

Ace stava aspettando solamente l’ondata di lame invisibili riversarsi su di lui, ma non accadde nulla di ciò. Hikari era ferma innanzi a lui, atta a coprirsi il petto con il lenzuolo. Sospirò quasi sollevata.

“Non mi meni”?

“No” rispose lei, ridendo a bassa voce e socchiudendo gli occhi.

“Te ne sei accorta di aver controllato l’haki”?

Ace se ne stava in piedi con un sorriso sincero che gli solcava il volto. – Finalmente hai cominciato a controllarlo – pensò, mentre lei lo guardava sconvolta e sorrideva a sua volta – Era ora!-



Si rivestirono in fretta, non senza un imbarazzo di fondo, mentre pensavano solamente a dimenticare quella notte. Il problema era che Hikari sentiva davvero di aver bisogno di Ace in quel momento, perché era stato l’unico a farla star bene, anche se per una notte. Cominciava a sentire il malessere prendere possesso del suo corpo e aveva bisogno che qualcuno le stesse vicino. E voleva darci un taglio con il rhum e quant’altro perché si stava rendendo conto di stare avviandosi verso la dipendenza da esso.

E l’unico che potesse aiutarla, a suo avviso, era Ace: ma si sentiva tremendamente in colpa per quell’arrembaggio stupido e insensato che, da ubriaca, aveva portato quasi a termine la sera prima.

“Ace” lo chiamò, mentre lui si riposizionava sulla testa il cappello.

“Dimmi”.

“Senti… Ti volevo dire che mi dispiace per quel che è successo ieri. Ho fatto una cazzata”.

Il moro si mise a ridere, avvicinandosi a lei: “Oh, ma non è stato poi così male!” esclamò, mentre un pugno viaggiava a velocità supersonica verso la sua testa, che prontamente bloccò con la mano: “Hikari, non preoccuparti, davvero” proseguì dolcemente, mentre la sentiva sospirare.

“Grazie…” rispose lei, rossa in volto dall’imbarazzo. Gli era tremendamente grata per il fatto che stesse prendendo tutto un po’ alla leggera e con filosofia. Ace sapeva quanto si stesse maledicendo, e si stava maledicendo anche lui per avere ceduto ai quei baci e a quelle carezze audaci. Ma, nonostante cominciasse a capire che le si stava affezionando parecchio, appena pensava al contorno complicatissimo – la faccenda Newgate, la Marina e Shanks, con tutte le implicazioni del caso non accostabili alle cospirazioni del Governo Mondiale – ragionava che quello non era il suo destino.

Le voleva bene, stava bene assieme a lei, ma non sarebbe mai stata sua, tantomeno, in quel momento, nessun rapporto lo avrebbe incatenato. Lui voleva e doveva essere libero. Non era il tempo.

Ma sapeva comunque che Hikari aveva un disperato bisogno di lui, perché, anche se denotava un caratteraccio capace di far perdere la pazienza a chiunque, nessuno pareva capire che quella giovane donna avesse bisogno di aiuto. E non si capacitava di come, innamorato com’era il Rosso, non riusciva a capire che Hikari avesse bisogno di una figura forte accanto a lei, che sicuramente non era il capitano della seconda flotta di Barbabianca.

“Hikari…”

“Che c’è”? I suoi occhi parevano denotare timore.

“Supererai la crisi, ne sono certo. Nel frattempo, stai tranquilla, ci sono io con te. Non farti problemi di nessun genere per quel che è successo tra di noi. Non mi appendo certo a questo genere di cose. Quindi, se hai bisogno di me, io sono qui”.


Non gli occorsero parole di ringraziamento.

Bastò un caldo abbraccio.






Ben camminava lentamente lungo le scale che conducevano alle stanze da letto. Era abbastanza intelligente da capire che Shanks non stava punendo i due per quel che avevano commesso, ma che voleva davvero evitare di incontrarli per non perdere il poco controllo che gli era rimasto.

Sicuramente il suo capitano poco poteva riscattare, visto che lei, fino a prova contraria non era la sua donna – fisicamente s’intende, perché sentimentalmente lo era sempre stata, come Shanks era sempre stato l’uomo di Hikari - e non aveva fatto chissà cosa. Se non spezzargli il cuore. Si fossero trovati in un’altra situazione, più tranquilla, avrebbe cercato di indagare, avrebbe cercato di intavolare delle discussioni razionali con tutti quanti: ma in quel momento così teso, reso ancora di più tale dai fantasmi del passato, aveva deciso di lasciar fare al suo capitano. Dopotutto era lui che mandava avanti la baracca e che si stava sobbarcando il peso di un compito che in ogni momento si sarebbe potuto tramutare in un’esecuzione capitale.

Perché, se lui era un Imperatore, gli avversari erano dei conquistatori. E Sengoku non era l’ultimo degli sfigati, anzi.


Arrivò innanzi alla stanza di Ace, con le manette di agalmatolite che pendevano dalla cintura. Rimase spiazzato nel vedere Hikari spalancare la porta ed uscire nel corridoio.

Ora, si stava rendendo conto della patata bollente che Shanks gli aveva rifilato e sicuramente, se avesse anche solo provato a parlarne alla donna, sarebbe stato crocefisso. Quindi, avrebbe dovuto giocare sporco, per quanto odiasse farlo.

Ma era un ordine.


“Oh, buongiorno Ben. Hai bisogno di-”

Un solo colpo, secco, alla base del collo, gli risolsero per il momento il problema. Decise quindi di occuparsi prima della mora e poi di Pugno di Fuoco. Rimase abbastanza colpito per la facilità con cui era riuscito ad metterla a nanna, ma ragionò che mai Hikari potesse rilevare una minaccia in lui stesso.

L’adagiò sul lettino della cella, piano, e si diresse a sistemare la faccenda. Shanks s’era raccomandato del fatto che non coinvolgesse nessun altro e senza spiegare nulla ai suoi uomini, Lucky e Yassop inclusi. Il motivo era che loro avrebbero obiettato, intavolando quelle precise discussione che Shanks voleva evitare e che Ben avrebbe svolto senza battere ciglio.

Arrivato alla porta della camera, s’accese una sigaretta ed entrò, con le manette di agalmatolite in mano: Ace, che in quel momento era in bagno, s’apprestò a controllare chi fosse entrato e vide per l’appunto il vice, lo sguardo nel suo e la sigaretta tra le labbra.

“Ben, che fai con quelle manette in mano?” chiese inquieto, accorgendosi della strana atmosfera che si era venuta a creare.

“Scusami Ace, devo eseguire un ordine del capitano” si limitò a rispondere l’altro, per poi sferrargli un potente calcio alle ginocchia, non dimenticandosi di utilizzare il suo haki, che fece cadere in avanti il ragazzo, a carponi.

Successivamente, lo ammanettò.

“Ma che diavolo fai?!” tentò di divincolarsi, ma l’effetto dell’agalmatolite fu quasi immediato. Docile, si fece trasportare in cella dal vicecapitano, il quale chiuse la serratura con un doppio giro di chiave, dopo avergli tolto le manette.

“Mi spieghi che sta succedendo”?!!

Ace era a dir poco furioso: di punto in bianco si era ritrovato rinchiuso nella stessa cella occupata qualche giorno prima da Smoker, con Hikari che giaceva svenuta sulla branda.

“Ragazzo, ti sto salvando la vita”.

“Cosa? Vuoi spiegarti”?!

Ben gli rivolse uno sguardo granitico e fu lì che Pugno di Fuoco capì il punto. Anche perché, diversamente, non poteva essere null’altro, a meno che a Shanks non fosse partito un embolo e che il suo vice si fosse trasformato in un perfetto idiota.

“Era ubriaca”.

Il vice spense la sigaretta per terra, pestandola lentamente ed espirando l’ultima boccata di fumo: “Posso immaginare. Ma Shanks ha visto ogni cosa”.

“E sta esagerando! Si sta comportando come un moccioso, il tuo caro capitano!” esclamò, aggrappandosi alle sbarre e lottando per non perdere i sensi.

“Shanks è innanzitutto un uomo. Ricordatelo” sentenziò Ben, capendo in pieno sia i sentimenti del giovane che del suo capitano, non riuscendo a non farsi prendere da una nota di tristezza. Questa situazione stava minando la sua reputazione, ma il Rosso era una persona sanguigna, istintiva e, soprattutto, di cuore.

“Un uomo capriccioso, sì! Me ne son reso conto! Hikari non è la sua donna in questo momento, per cui, tutto questo mi sembra un po’ esagerato”!

“Ascoltami bene, Ace” incalzò l’uomo, appoggiandosi alle sbarre “Credimi che Shanks vi ha fatto rinchiudere in cella per evitare di farvi del male. Quel che ha visto lo ha distrutto e non può permettersi di deconcentrarsi oltre modo, visto che vi sta salvando il culo, a te e a lei. Né, tantomeno, può permettersi di far esplodere la nave” spiegò caustico e poi aggiunse “Di ad Hikari che non è consigliabile far crollare la cella. Stasera arriveremo al nostro covo. Sarete liberi di uscire, ma per il momento statevene tranquilli e non fatevi prendere dai colpi di testa” concluse, dandogli le spalle e avviandosi alla porta.

“E ad Hikari? Non pensi alle sue condizioni”?!

Ben si fermò un istante, voltando leggermente il viso verso il suo interlocutore: “Ci sei tu con lei, no? Stalle vicino. Noi non possiamo in questo momento”.

Chiuse la porta lasciando Ace con le sue domande irrisolte.



Si diresse di nuovo nella sala del timoniere: Shanks era lì, che stava sorseggiando un bicchiere di rhum. Appena l’amico varcò la soglia della stanza, il suo sguardo andò a piantarsi subito negli occhi di Ben, in attesa del verdetto.

“E’ tutto a posto. Ho rinchiuso entrambi in cella. Hikari per ora ha perso conoscenza”.

“Come mai”?

Il moro fece una pausa, prima di ribattere: “Ho preferito non discutere. Ho dovuto stordirla. Ci penserà Ace a spiegarle la faccenda”.

Shanks sospirò, mordendosi un labbro: “Va bene così. Senti, stasera attraccheremo e dovremo discutere un piano di controffensiva contro la Marina”.

“Perché?” chiese Ben, sedendosi al tavolino e accendendosi nuovamente una sigaretta.

“Ho ricevuto delle informazioni poco fa, su sospetti movimenti di uomini altrettanto sospetti” spiegò Shanks, bevendo successivamente un sorso di rhum.

“Di chi parli”?

“Sto parlando degli uomini di Yukan Kami. Ho ricevuto una lumacofonata anonima che spiegava che la sua vecchia ciurma si stava radunando e s’apprestava a salpare verso la nostra base”.

Ben espirò una notevole quantità di fumo: “Sono consapevole del fatto che Sengoku sappia del nostro nascondiglio segreto, perché non è stupido. Ma mi sorprende il fatto che abbia mandato una squadra in pasto al nemico”.

“Infatti non ha mandato Marine. Ha mandato lui e la sua vecchia ciurma di delinquenti” ribatté Shanks, finendo il liquido ambrato “Quindi elementi sacrificabili. Lo conosci bene pure tu” concluse, versando altro liquore e porgendone un bicchiere all’amico.

“Cosa pensi di fare allora”?

Il Rosso parve riflettere qualche istante: “Ci sistemeremo al vulcano e pianificheremo la controffensiva. Appena arrivati, affiderò Ace ad Hikari, che lo porterà lontano da qui. C’è troppo affollamento e non voglio intoppi” sentenziò lentamente, mostrando di nuovo il carattere calcolatore che da sempre lo caratterizzava e riacquistando l’aspetto solenne capace di insinuare timore a chiunque, anche ad un altro Imperatore.

“Sei sicuro di lasciarla andare?” chiese Ben, beccando in pieno il tasto dolente, nonché nodo complicato della situazione.

“Assolutamente” rispose il Rosso “Non ce la faccio a gestirla. Mi sta distruggendo” concluse con amarezza, mentre si accendeva anche lui una sigaretta e Ben lo guardava desolato.

“Impartisci gli ordini alla ciurma. Se Lucky e Yassop ti chiedono di Hikari, cerca di contenerli”.

“D’accordo Shanks” concluse il vice, prima di lasciare la stanza.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Eccoci ritornate al solito appuntamento settimanale del martedì sera! ^^
Innanzitutto buon anno ragassuole e spero che vi siate divertite e riposate in queste feste: io e Yuki siamo cadute prede ai malesseri di stagione... Lei coi suoi soliti anticorpi contro il freddo che non funzionano e si busca gli accidenti classici, io che invece sono dovuta scendere a Roma per beccarmi l'influenza e un febbrone che, care mie, non auguro a nessuno. Ed è per questo che martedì scorso non ho aggiornato. E mercoledì ho iniziato a lavorare, quindi tra casini vari soliti, ho preferito rimandare. ^^'

Bene, ritornati ai casini del Vento dell'Est, posso solo dire che ora Shanks è veramente incavolato. E neanche Ben può fare qualcosa - anche perchè lui ci deve vivere col suo migliore amico e disobbedire ad un suo ordine in quel momento, equivarrebbe a venir scaraventato su Giove. Alla fine, sempre a Ben tocca fare il lavoro sporco, ma ormai ci è abituato... -.-

Bene, detto questo passo all'angolino delle risposte! ^^
Al prossimo capitolo!


- Angolino di Beatrix -

@Akemichan: hola! ^^ 
Guarda, lo so che non hai apprezzato sta cosa, ma lo sapevamo già quasi dall'inizio. xD L'avevi pure precisato e la nostra reazione è stata quella di guardarci in faccia con la gocciolina e dire "Ops". xD No, vabbè, non preoccuparti di fartela piacere per forza questa cosa qui. E' il tuo punto di vista e va rispettato. E non possiamo neanche spiegarti il motivo di questa scelta, semplicemente perchè è uscito da solo nel mentre che lo si scriveva. Ci abbiamo pensato all'inizio, ma poi abbiamo detto "vediamo". E così è stato. :)
Ah, grazie per i complimenti alla frase del vedo e non vedo: diciamo che non è che si lamenti, ma in quello stato ha dovuto per forza appellarsi al suo autocontrollo e mettere un freno a leva a tutto il resto. xD
Alla prossima, grazie per la recensione!
Un abbraccio. :)

@Tre88:  ciao cara! ^^
Grazie per gli auguri di compleanno. :)
Essì, Shanks li ha visti, precisamente nella scena della cucina. Ace, per quanto possa controllarsi, ha anche i suoi limiti - e il suo carattere aggiungo. Vuoi o non vuoi, l'ha fatta smettere di bere, piccolo particolare che il prezzo da pagare sarà alto. E lo capite già da questo capitolo... Hikari purtroppo se l'è cercata, anche se non era in condizioni di ragionare. Il problema è che Shanks, impetuoso com'è, l'ha presa veramente male - come è giusto che sia, anche.
Lui è innamorato perso... Non fa piacere, tutt'altro.
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio!

@Red Queen: Regina mia adorata, quanto tempo! **
No, no, non sei bastarda. La situazione è ironica. Da un lato. Perchè dell'altro è disperata, ma sono dettagli. xD Ed è ironica perchè, alla fine ora è successo il gran casino... Almeno avessero fatto un po' di chupadance, qualche smanazzamento vario in più. Sai... Fai il disastro, ma almeno sei stato bene, ti sei divertito (e che ce lo vengo a dire... xD), hai passato quell'ora da leone. E invece no. Vieni messo al gogna senza neanche aver fatto chissà che. Della serie "ah, se sapevo sarebbe finita così, ne avrei approfittato". xD
E mo Shanks cala l'asso di bastoni - che in questo momento è rappresentato da uno dei piloni che userebbero per far star su il ponte sullo Stretto - su tutti e due. Si è stufato. Smaronato. Sfrantecato, per dirla alla Luciana Littizzetto. Ma che ci vuoi fare? Alla fine è stata colpa loro e già un bacio per lui è troppo.
E vabbè. Scoprirete il seguito della vicenda man mano. :p
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un bacio. :)

@Chibi Hunter: ehilà! ^^
Preciso che Shanks ha assistito alla scena della sala da pranzo. Anche se poi s'è montato tutto un film in testa - film giustificato, viste le premesse. ^^'' Però in poche mi avete commentato del bacio tra lui e Hikari messa a nanna... :p Tutte prese dal casino che ha combinato con Ace, eh? xD Però sì, fa tenerezza il Rosso... Alla fine vorremmo tutte strapazzarlo di coccole - ahem... *Si da un contegno*
E mo sì, davvero, toccherà spiegargli che è stato un malinteso... Ma secondo te lui ascolterà? Hikari spenderà mille parole per giustificarsi? Dehehe... Come no. Lo sapete che quei due quando perdono la testa non ne fanno uno. u_u
Alla prossima cara! Grazie per la rece e per gli auguri! ^^
Un abbraccio :)

@Topaz Sunset: ciao car.... *SPLAT!*
*Si ripulisce la faccia dai pomodori... *
Ohi, ohi, ohi... Più che una frittata, qua mi sa che abbiamo fatto un'insalata... Mi dai il tempo solo di spiegarti? Poi puoi tornare a percuotermi a suon di ortofrutta! xD
Tu vuoi la scena strappalacrime eh? ^^' Chissà. Magari sì, magari no, magari Hikari resta con Ace o si fa suora direttamente dopo quest'avventura... Tempo al tempo, vedrete che in qualche modo è probabile che la digeriate. :) Ma poi, sai mai... Vedete voi cosa scommettere ecco. ^^
Aggirare i problemi Hikari? Eeeeeh... Sì. Insomma, dipende dai problemi. Il problema Shanks e tutto quel che ne consegue, assolutamente sì! ^^'
Alla prossima cara, grazie per la recensione. ^^
Ora puoi tornare a lanciarmi i pomodori xD

@Kicchan96: ciao! ^^
Saluto Ace che è lì con te e gli dico di cominciare a prepararsi la borsa della cella. xD
Caspita, sto cominciando a sentirmi in colpa per il capitolo precedente... Anche se sono contenta che preferiate in media la coppia Shanks/Hikari, piuttosto che con Ace. :) Perchè piace di più pure a me. xD
Insomma, un bel pasticcio ora. Vedrete pian piano, in questa fine di II parte come si evolveranno le sorti... E come andrà a finire, tranquille. Non vi lasceremo esageratamente sulle spine. ^^
Alla prossima e grazie per la rece!
Un abbraccio! ^^

@Sai Sai Girl: benritrovata! ^^
Wow, hai fatto un recupero mega! ^^ Complimenti per il coraggio di sparartela tutta di fila sta mappanza di roba. xD
Dunque, tu vai controcorrente allora! xD Però Ace è troppo leale per fare una cosa del genere... Alla fine, penso che abbia fatto la cosa giusta, almeno per ora. :) E forse anche per sé stesso, perchè è innegabile che Hikari sia persa di Shanks e viceversa... Ma per un attimo di debolezza pra le cose si fanno serie... ^^' Vaglielo a spiegare a Shanks?!
Alla prossima cara, un abbraccio e grazie per la recensione! ^^

@Ale-chan: Aleee! ^^
Hai fatto una lettura alla Peter Griffin, praticamente, eh? xD Da quel che leggo, pare essere così. xD
Essì, Oh cacchio davvero, nel qualsivoglia modo di leggere la vicenda. Da una parte quei due che stavao per fare un casino esagerato, dall'altra il casino che è generato comunque... Ed ora fai ragionare Shanks, che si è visto il suo cuore andare in mille pezzi come uno Svarowsky gettato dal terzo piano.
Non ti sarà scappato il "dolcezza" nella prima parte, ma ti è scappato il bacio? xD Quella è stata una parte carina da scrivere... Tutta a cuoricini rosa in un fondo di disperazione totale. u_u
Mentre la seconda parte... Eh... Preciso anche a te che Shanks li ha visti in sala da pranzo, non sotto. Il problema è il film che si è fatto in testa - giustificatissimo comunque, viste le premesse facilmente equivocabili, se non palesi. E bisogna ringraziare l'autocontrollo e la coscienza di Ace. Solo che il Rosso non può saperlo.
Essì, un casino dietro l'altro - ma diversamente non ci si divertirebbe. xD
Alla prossima cara! Grazie per la recensione e un abbraccio grande! ^^


- Angolino di Yuki -

@Akemichan: Ciao caVa ^^
Allora, questo capitolo è stato molto controverso anche per me e Bea xD In realtà sono stata io fin dall'inizio, quando ancora stavamo decidendo la trame e la caratterizzazione di Hikari a precisare che non desideravo che Ace si innamorasse di lei. Non mi piaceva l'idea in sé di un triangolo vero e proprio. Messa così invece volevamo solo far emergere un lato fragile di Hikari e il rapporto tra lei e Ace che non potrebbe mai trasformarsi in una storia d'amore.
La frase che hai ripostato mi ha fatto morire anche a me quando ho letto il capitolo la prima volta - eh, sì, il capitolo era di Bea ^^ Io però non mi sarei minimamente lamentata del fatto che tutti vadano in giro mostrando i loro pettorali scolpiti xD
Un abbraccio
A presto!

@Tre88: Ciao ^^
Essì, Shanks li ha proprio beccati. Cioè, in realtà alla fine Hikari e Ace non hanno fatto nulla, si sono fermati prima grazie al sangue freddo di lui che non si è lasciato trascinare dalla situazione. Però diciamo che comunque il Rosso la scena non l'ha apprezzata, proprio per nulla xD
Essendo ancora innamorato di Hikari, il fatto che lei si sia buttata tra le braccia di un ragazzino - perché in confronto a Shanks, Ace è un ragazzino dato che ha appena vent'anni - invece che tra le sue, è un brutto colpo xDD
Un abbraccio
A presto!

@Red Queen: CaVissima, ciao ^^
Nono, non sei bastarda a trovarla ironica! Pure io la trovo così - e forse questo potrebbe significare che siamo bastarde entrambe, ma non diciamolo a nessuno xDDD
In realtà non è successo proprio nulla, perché si sono fermati prima e per ottimi motivi, che però Shanks non può sapere e quindi è naturale che ora sia un po' alterato - giusto poco poco! Ace è una persona, come hai detto giustamente tu, leale, non potrebbe mai stare con una donna di cui non è davvero innamorato e sapendo che questa ama un'altro - anche se, cocciuta com'è, Hikari non vuole proprio ammetterlo che è ancora cotta di Shanks!
Quindi, ora la situazione sul Vento dell'Est è ancora più critica di prima xD
Un abbraccio
Alla prossima ^^

@Saisai_girl: Ciao ^^
Oh, sono veramente contenta che trovi la nostra storia fantastica **
Tenere i personaggi OC è stata la nostra maggior preoccupazione, quindi mi fa veramente piacere sapere che ci siamo riuscite!
Sai, probabilmente sei l'unica sostenitrice della coppia Ace/Hikari! In realtà il rapporto che abbiamo voluto delinare tra Ace e Hikari è un po' più complesso e strano di un semplice "innamoramento". Non mi va di dirti esattamente come andrà a finire, perché ti rovinerei la sorpresa e non è giusto xD Spero che comunque vada ti piaccia **
Un abbraccio
A pesto!

@Chibi_Hunter: Ciao!
Tranquilla se l'altra volta non hai recensito, siamo tutte sommerse da impegni (esami T_T) ed è ovvio che non sempre si abbia tempo!
I complimenti per la scena vanno tutti a Bea, quando ho letto la prima volta il capitolo sono rimasta estasiata da com'era riuscita a descrivere il tutto ** Essì, Shanks alla fine gli ha proprio beccati, solo che non sa bene come si sono svolti i fatti e quindi le sue conclusioni non sono propriamente esatti! Ora il clima a bordo non si tranquillizzerà di certo, come tutti speravano, anzi xD

@TopazSunset: Ciao caVa!
Mi aspettavo i pomodori per questa scena! *Yuki li schiva con salto doppio carpiato all'indietro, poi atterra su una buccia di banana e si spacca la schiena*
Essì, ora è un bel casino! Shanks non sa esattamente come si sono svolti i fatti, ma comunque sia non può mandare giù tanto facilmente che la donna che ama da sempre sia saltata addosso a un ragazzino mentre era sotto effetto di alcool xD
La situazione pucci pucci? Chissà... Magari... Non tirarmi altri pomodori *Yuki si ripara dietro una colonna (?)*, ma non voglio anticipare nulla xD
Alla prossima!

@Kicchan_96: Ciao ^^
Eh, Shanks deve stare con Hikari? Ma se continuano a fare i testoni e a non voler parlare seriamente di quanto successo, la vedo molto dura. Soprattutto ora che Shanks ha beccato Ace e la sua bella avvinghiati, mezzi nudi. Direi che il suo umore non è decisamente propenso a una discussione civile e calma - tutt'altro, il clima sul Vento dell'Est non fa che peggiorare xD
Vedremo come si evolveranno i fatti tra i nostri tre giovani ragazzuoli xD
Un abbraccio
A presto!

@KH4: Aleeeee-chaaaaaaan!!!
*Yuki le salta addosso*
Sì, Shanks è proprio partito. Com'era cotto dieci anni prima, lo è ancora della bella rivoluzionaria dal carattere cocciuto e oroglioso - forse troppo!
Ed è proprio per questo che, vista la scena tra lei e Ace, il suo umore non può che peggiorare nuovamente, e di molto. Sicuramente ora il Rosso non è per nulla sereno, anzi, ribolle di rabbia (e probabilmente di invidia xD).
Come hai detto tu, Ace è un bravo ragazzo, molto leale. Non è innamorato di Hikari, per lei prova un forte affetto, un po' come se fosse sua sorella, e non può immaginarsi di stare con lei proprio perché sa che il suo cuore appartiene ancora a Shanks e a nessun'altro. Tuttavia, tutto questo il Rosso non lo sa xDDDD
Un bacio **
A presto!!!

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Capitolo 44
*** In Isolamento ***


CAPITOLO 44: IN ISOLAMENTO.
(Chapter soundtrack: Bleeding Love - Leona Lewis)





Ace era seduto a terra, con la schiena contro il muro freddo e gli occhi neri puntati sulla figura ancora addormentata di Hikari. Per maggior correttezza avrebbe dovuto dire che era svenuta, ma preferiva non pensarci troppo.

In un certo senso sperava che il colpo che Ben le aveva dato potesse tenerla nel mondo dei sogni ancora un bel po’. Per il momento i lineamenti del suo volto erano rilassati, calmi e la sua espressione serena con le labbra leggermente dischiuse. Ma il ragazzo era perfettamente conscio che non sarebbe durata neanche un attimo appena i suoi occhi d’ametista sarebbero tornati a guardare il mondo, realizzando il luogo in cui era finita.

Sbuffò, rassegnato all’idea che avrebbe dovuto calmarla e farla ragionare prima che facesse esplodere la nave con il suo haki tremendo.

“Speriamo bene” borbottò rassegnato il ragazzo.


Erano ormai quattro ore che aveva rinchiuso in cella Ace e Hikari, dopo averla colpita per evitare di mettersi a far scenate che avrebbero sicuramente catturato l’attenzione di tutti gli altri abitanti della nave. Non sarebbe mai riuscito a portare a termine il suo incarico con gli altri in mezzo e una Hikari furiosa a urlargli addosso in tutte le lingue a lei conosciute e in altre inventate.

Non era affatto soddisfatto del trattamento che le aveva riservato, ma non poteva non concordare che era la scelta migliore per il momento. Shanks aveva ben altro a cui pensare e non poteva permettersi di farsi occupare la mente da problemi personali quando in ballo c’era la sicurezza mondiale.

Aveva obbedito ai suoi ordini perché sapeva quanto quella era stata una scelta sofferta. Shanks sapeva che con quella mossa aveva compromesso forse per sempre il suo rapporto con la donna e ora gli sarebbe stato ancora più difficile, probabilmente impossibile, riparare al danno già di per sé enorme.

Si accese una sigaretta nell’ormai deserta cucina e lasciò che il fumo gli riempisse i polmoni.

“Ben!” lo chiamò la voce di Yassop.

“Ehi, Vice, dov’è Hikari?” chiese Lucky “Oggi non si è proprio fatta vedere”.

Ben non sapeva bene cosa rispondere.

Non era certo che fosse una buona idea mettere al corrente, della nuova collocazione dei loro due ospiti d’onore, i due. Non era per mancanza di fiducia, ma sapeva che non gli avrebbero dato il tempo di dare le ragioni di quella scelta e avrebbero immediatamente preso a far casino.

- Come sempre -  pensò con rassegnazione il vicecapitano, aspirando nuovamente dalla sigaretta.


Avvertiva un dolore fastidioso al collo.

Se provava a spostare lentamente il capo, sentiva entrare delle fitte acute, riportandola con troppa prepotenza alla realtà, strappandola dall’oblio in cui era caduta all’improvviso.

Non ricordava neanche il motivo per cui stava dormendo, eppure le pareva di essersi già svegliata quella mattina e non serbava memoria di essersi rimessa a letto. Inoltre, il leggero fresco e la sensazione dura sotto di sé erano completamente diverse da quelle che solitamente prova quando stava per ritornare alla realtà nel proprio letto – anzi, in quello di Ben.

Ben.

Ora ricordava, lo aveva visto quando aveva aperto la cabina e poi... nulla.

Sbarrò di colpo gli occhi, pensando che in realtà quel ricordo fosse frutto di un sogno malsano dovuto all’ingente quantità di alcoolici ingeriti negli ultimi giorni e che l’avevano fatta arrivare a toccare gli abissi più penosi ai quali si era mai ridotta. Probabilmente aveva avuto una cera migliore – anche se di poco – dieci anni prima, quando si era ritrovata davanti a Dragon e aveva cominciato a riversare addosso a tutto ciò che trovava il suo haki, dalle caratteristiche insolite e bizzarre.

Il suo stupore fu palese nel suo volto quando si ritrovò nella cella del Vento dell’Est.


“Ma che...”?

“’Giorno...” la salutò candidamente Ace.

Il ragazzo si stava alzando in quel momento, sbattendosi i pantaloni con le mani per liberarsi della polvere. La sua espressione pareva nell’insieme rilassata, quella di chi si era messo l’anima in pace per la situazione in cui era capitato contro le sue intenzioni e i suoi buoni propositi.

“Ace” pronunciò il nome di lui con una calma che stava svanendo rapidamente “Perché siamo in prigione”?

Pugno di Fuoco aveva la sensazione che quella fosse una della peggiori situazioni in cui si fosse mai ritrovato. Gli pareva di star per diventare il pasto di una bestia feroce, appena risvegliata dal sedativo, rinchiusa in una gabbia non troppo sicura neanche per chi era fuori.

Si passò una mano tra i capelli corvini, scompigliandoli.

“Tranquilla, Hikari” esordì pacato il ragazzo.

“Tranquilla?! Dovrei stare tranquilla dopo che mi sono risvegliata all’interno di una cella di una nave pirata?!” chiese cominciando a dar palesi segni di agitazione “Insomma, muoviti a darmi spiegazioni”!

“Credo che Shanks ci abbia visti ieri sera e...”

Hikari smise di ascoltare la voce del moro quando udì quella frase e il suo cervello elaborò in modo concreto quella rivelazione. Una serie di passaggi mentali le riportarono alla mente i ricordi di ciò che era accaduto con Ace e il fatto che lui gli avesse visti, mentre si faceva trascinare in camera da letto dal comandante della seconda flotta di Barbabianca.

Si sentì ancora più uno schifo di quanto già prima non si sentisse, consapevole semplicemente di aver messo Ace in una situazione complicata e imbarazzante, in cui si doveva mantenere la mente lucida per non andare ad aggravare ulteriormente l’atmosfera già tesa e complicata che si respirava sulla nave.

E ora era svanito in su soffio anche quel poco che si era ricreato tra lei e Shanks.

Ma ciò non riusciva a farle trovare una buona ragione per rinchiuderla come una prigioniera di guerra in una cella squallida e sudicia. Nemmeno Smoker se ne stava lì dentro, anzi, aveva una sistemazione mille volte più confortevole di quella attuale riservata a lei e a Ace.

E per cosa? Perché mentre era ubriaca fradicia era saltata addosso a Pugno di Fuoco?


“Ma chi cazzo crede di essere?!” sbottò Hikari “Non ha nessun diritto di trattenerci qui dentro! Lui non ha assolutamente nessun diritto di potermi trattenere qua e soprattutto per una motivazione del genere”!

Da parte sua, Ace, scosse la testa.

Sapeva che sarebbe stata quella la reazione. Nei tratti di lei non si notava più neanche il vago ricordo della calma del sonno, ora i suoi muscoli erano contratti, tesi, irrigiditi dalla rabbia e dall’odio. I suoi occhi avevano assunto sfumature cupe, pesanti e minacciose, cariche dei sentimenti negativi di cui si nutriva il suo haki.

“Per favore, cerca di...”

“Io non sono la sua donna!” strillò, avvicinandosi furiosamente alle sbarre e gridando verso l’alto, per farsi udire dal diretto interessato “Posso stare con chi mi pare! Mi hai mollata tu, senza dirmi nulla dieci anni fa! Dovevi pensarci prima di se non volevi vedermi con qualcun altro, mi hai sentita”?!

Sentiva, seppur attenuata rispetto alle altre volte, la prepotenza dell’haki di Hikari riversarsi su di lui e tutto attorno alla giovane donna. Le si avvicinò, sperando che lo stato mentale di lei gli consentisse di concentrarsi abbastanza per non tagliarlo in mille pezzi, per poterla abbracciare e tentare di consolarla.

“Hikari” le sussurrò all’orecchio dopo che fu riuscito a far passare il proprio braccio attorno alle spalle di lei “Lo so che non è facile, ma tanto ci metteremo poco per arrivare all’accampamento e poi ci lasceranno uscire”.

“Non è giusto!” continuò a protestare con voce rotta dal pianto trattenuto a forza.

La giovane appoggiò la fronte sulla spalla di lui, stringendosi al suo petto per sfogarsi di quell’ennesimo colpo basso che riceveva da Shanks. Si sentiva totalmente svuotata e quei pochi momenti dal sapore dolce e caldo vissuti in quel viaggio sconclusionato avevano di colpo perso colore, sbiadendo rapidamente nella sua memoria, ora riempita solo di immagini dolorose.

“Per lui era troppo concentrarsi con te e me che gli giravamo sotto il naso dopo quello che ha visto” cercò di spiegare Ace.

“Ma come fa a non capire che io...”

I singhiozzi interruppero la frase brutalmente, ma lui capì perfettamente ciò che intendeva la sua amica. Per questo rimase ad abbracciarla, passandole le dita tra i ricci nel vago tentativo di placare almeno un po’ il rancore ormai fuso con la sofferenza di vivere quella situazione insostenibile.



“L’hai buttata in gattabuia”?!

“Come hai fatto a dar retta a un ordine del genere”?!!

Ben non fece una piega, continuando a fumare tranquillamente la sua sigaretta nonostante sentisse su di sé la forza dell’ambizione degli altri due. Aveva previsto quella reazione, tanto prevedibile che non ne fu per nulla sorpreso – anzi, il contrario lo avrebbe lasciato sconcertato.

Li lasciò sfogare qualche altro minuto, poi, quando la voce dei due cominciò ad alzarsi troppo e cominciava a poter attirare l’attenzione degli altri uomini, il vicecapitano decise che era il momento di calmare la situazione e, appoggiandosi al tavolo con una mano mente con l’altra si portava alle labbra la sigaretta, liberò il suo di haki.

Yasop e Lucky si ammutolirono immediatamente, facendo qualche passo indietro sotto la prepotenza della forza invisibile scatenata da Ben.

“So che come decisione può sembrarvi capricciosa e priva di senso, dettata da sentimenti egoistici” esordì il vicecapitano liberando una nuvola di fumo “Ma in realtà dovreste riuscire a comprendere quanto gli sia dovuta costare questa decisione e l’ha presa semplicemente per il bene di tutti, tranne che il suo”.

I due abbassarono il capo, sotto la verità schiacciante di quelle parole.

“Se volete andare a trovare Hikari fatelo pure, ma non parlate di lei davanti a Shanks, capito”?

“Sì” annuì piano Yassop.

“Certo” borbottò Lucky con espressione rattristata.





Il rifugio del Rosso, uno dei Quattro Imperatori, si trovava su un’isola vulcanica.

E l’ambiente rispecchiava l’attività irregolare del vulcano – ora in stato quiescente – il quale era collocato in posizione centrale e i suoi lati offrivano un ottimo riparo per i pirati che attraccavano sulla costa. Il magma si era solidificato in modo da creare piccole conche, ideali per ripararsi e sistemarsi durante il soggiorno, in modo che in quella posizione fosse possibile, oltre che tenere d’occhio l’orizzonte, anche essere abbastanza sicuri.

Erano attraccati nel primo pomeriggio e già dopo due ore l’accampamento era quasi del tutto pronto. Si estendeva su tutto un fianco della montagna scura, come un piccolo villaggio di tende, sacchi a pelo, pentole vicino alla legna sistemata per essere accesa al momento opportuno e quant’altro. Nel punto migliore, erano situati Shanks con i suoi uomini migliori, intenti a discutere sulle mosse successive.

Dalla parte opposta, isolati il più possibile dalla vita della comunità del Vento dell’Est, se ne stavano Ace e Hikari. Una parete di lava nera come la pece li separava in modo più netto dagli altri, segnando in quel modo il confine invisibile ma perfettamente palpabile che non potevano superare.

Nella loro piccola caverna, si erano sistemati nel migliore dei modi per potersela cavare in quei giorni. Hikari, quando erano scesi dalla nave e aveva incrociato il Rosso, aveva assunto l’atteggiamento più gelido e scostante che mai avesse indossato – privandolo anche della soddisfazione di vederla adirata. Ma dentro si sentiva a pezzi per quel nuovo divario che si era venuto a creare tra loro e non riusciva a tenere occupata in modo ottimale la mente per non pensare alle lame affilate che le avvolgevano il cuore, andando a creare nuove cicatrici su quelle vecchie e non ancora rimarginate.

L’unica cosa in grado di farla distrarre almeno per un po’, rimanevano gli allenamenti con Ace. Lo aveva pregato di dedicarsi a qualche esercizio fin da quando erano scesi a terra la prima volta, per potersi sfogare e liberare la tensione accumulata interiormente fino ad allora.

Ma appena terminava lo sforzo fisico, non appena tutto finiva, nuovamente era pervasa da quella profonda amarezza e sofferenza, mista a rabbia. Nonostante combattesse per evitarlo, le era impossibile non lanciare qualche sguardo fugace al luogo lontano in cui se ne stava ritirato Shanks, ma da dove era lei riusciva a scorgere solo la fiamma brillante del fuoco.

Mentre le tenebre calavano, in quelle notti continuava ad addormentarsi con la sgradevole sensazione che ormai non sarebbero più stati in grado di ricostruire ciò che si era sbriciolato tra le loro dita con una rapidità dolorosa, inevitabile e inarrestabile.

E quel pensiero pessimistico peggiorava di giorno in giorno, ma quella volta non aveva intenzione di ridursi come dieci anni prima, non gli avrebbe permesso di toglierle nuovamente la capacità di vivere. Avrebbe cercato con tutta sé stessa di reagire, anche a costo di andarsene per sempre.



- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera gioie! ^^
Aggiornamento di corsissima stasera... Yu è momentaneamente senza pc ed io devo correre via come un fulmine. Purtroppo siamo costrette a saltare l'angolino delle risposte... Ma vi ringraziamo ovviamente per le recensioni ricevute, al solito. ^^

Bene, siamo arrivati al covo di Shanks, con una Hikari furibonda, un Ace demoralizzato, uno Shanks inviperito, un Ben con i nervi tesi e Lucky e Yassop desolati. 
Che bel gruppetto allegro... Per non dimenticare anche il plotone della Marina sulla loro lotta.

Tra tutti chi se la passa meglio è Smoker, mi sa! xD

Bene, dal prossimo capitolo inizia la terza e ultima parte della vicenda! ^^ Non preoccupatevi, vi terremo ancora compagnia per un bel po' *si defenestrano in massa* xD
Alla prossima! ^^

Un abbraccio,
Bea&Yuki

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Capitolo 45
*** L'inizio della convergenza ***


CAPITOLO 45: L’INIZIO DELLA CONVERGENZA
(Chapter Soundtrack: Remember Tomorrow - Iron Maiden)




Camminava a passo spedito verso l’ufficio del Grand’Ammiraglio, salutando con un ghigno ed un grugnito tutti i suoi colleghi, in gran parte sottoposti, che incontrava per la sua strada.

Bussò e attese che la segretaria di Sengoku si affacciasse alla porta, mentre frugava nelle tasche alla ricerca di un piccolo pacchettino che si era appositamente portato appresso.

La donna aprì la porta e si sorprese non poco di vederselo davanti: “Viceammiraglio Garp? Già di ritorno”?
“Carissima, sì, ci abbiamo messo meno del previsto. Ah, a proposito, questo è per te” disse con il suo tono rauco ma affabile, porgendole il sacchettino “E’ una qualità rara e prelibata di the alla vaniglia e zenzero. Mi raccomando” concluse facendosi strada nell’anticamera dello studio.

“Oh, la ringrazio immensamente!” gioì la segretaria, sorridendogli sincera, riponendo  l’oggetto sulla scrivania e ritornando a guardare il Viceammiraglio “Vado ad avvertire il Grand’Ammiraglio del suo arrivo. Attenda qui, per cortesia”.

“Certamente” si limitò a rispondere, guardandola sparire dietro un’altra porta e pensando a quanto si dovesse annoiare nell’avere a che fare con quel misantropo del suo capo. Maxime, questo il nome della fanciulla, era una donna seria e disciplinata, incline però a svincolarsi dal suo modo di essere sul lavoro solo con Garp, data la spiccata simpatia che nutriva per l’uomo.

La vide qualche istante dopo ricomparire dalla stessa porta dietro alla quale era scomparsa: “Il Grand’Ammiraglio la sta aspettando”.

“Ti ringrazio Maxime. Un giorno di questi, impegni permettendo, gusteremo insieme una tazza di the, te lo prometto” sorrise sornione l’uomo, mentre la donna sorrideva e accettava l’invito.



“Avanti. Spiegami che ci faceva quel lombrico qui”.

Sengoku alzò un sopracciglio in direzione del vecchio amico, girandosi appena, con le mani strette dietro alla schiena, verso di lui.

“L’ho mandato in missione contro il Rosso”.

Garp, che in quel momento poteva soffrire poco quell’aria imperturbabile tipica del collega, strinse il pugno destro con vigore: “Ma sei impazzito? Vuoi scatenare un Imperatore?” domandò incredulo e furibondo “E poi, non potevi mandare me, anziché quel delinquente”?

“Non voglio scatenare nessuna guerra, Garp” sentenziò acido il comandante supremo “Sappiamo bene quanto Shanks tenga agli equilibri mondiali, e in una situazione come questa dubito che ponga una controffensiva”.

Garp era l’unico essere vivente capace di mandar fuori dai gangheri quella pietra di Sengoku. Trattasi dei suoi modi irriverenti o del fatto che lo conoscesse più di chiunque altro, questo non lo sapeva: sapeva solo che la sua calma apparente veniva buttata brutalmente alle ortiche.

“Non ho scelto te, perché Kami è una pedina sacrificabile dopo tutto. Tu no, mi servi” concluse, mentre Garp si accomodava sulla sua poltrona.

“Tu lo sai che Kami non ha nessuna chance di battere il Rosso? Hai trovato il modo definitivo per liberarti di lui”?

“Più o meno. Comunque, io non ho intenzione di battere il Rosso, ora come ora. Ho solo bisogno di trarre in trappola Pugno di Fuoco perché il mio piano funzioni. Se Kami se la sentirà di rischiare l’osso del collo, che s’accomodi pure” ribatté, con uno strano ghigno sulle labbra, il Grand’Ammiraglio.

Garp rifletté in silenzio per qualche secondo, mordendosi il labbro inferiore.

“Non puoi proprio evitare di tirare in mezzo Ace, vero”?

“No, non posso. Il figlio di Roger non può permettersi di scorrazzare libero per i mari, men che meno sotto il vessillo di Barbabianca. Ormai il mondo è sotto l’euforia della Bandiera Nera e questo non va bene” spiegò Sengoku, che pareva essersi tranquillizzato e riparato, nuovamente, dietro a quella maschera di cinismo “Ed Ace, benché sia per te come un figlio, non fa eccezione, anzi”.

- Che legge idiota – pensò il Viceammiraglio, prima di sbottare frustrato verso l’amico: “Sei infantile quando fai così, lo sai”?

“Noi siamo la giustizia” si limitò a ribattere Sengoku, come se dicesse una verità ovvia e conosciuta al mondo intero. E, purtroppo per tutti, le cose stavano così agli occhi della maggioranza.

“Ah, e quella è la mia poltrona”.


Garp si alzò, avviandosi verso la porta, rimuginando sulle parole dell’amico.

“Dove vai?” domandò l’altro.

“Ho una cosa da controllare a Water Seven. Tornerò presto” concluse, chiudendo la porta e fregandosene del giudizio del suo capo.



Yukan Kami aveva riorganizzato la sua ex ciurma ed era partito la sera, verso il tramonto, con la sua nave sottomarina. Era un modello sperimentale che aveva rubato tempo addietro, totalmente indisturbato, ma funzionava a meraviglia, se non fosse per la bassa autonomia.

Ma per fare quel viaggio, bastava e avanzava. Aveva in mente un piano subdolo per fermare la sua sete di sangue almeno per un po’ di tempo e per creare scompiglio sia al Quartier Generale che alla pirateria stessa. La velocità della nave era eccezionale e, in pochissimo tempo, era riuscito a raggiungere la nave di controllo inviata da Sengoku.


“Capitano, che facciamo?” esordì uno dei suoi, mentre il sottomarino si era affiancato silenziosamente alla nave militare, che lenta, a causa della fascia di bonaccia da attraversare, proseguiva la sua rotta.

“Ci penso io” sentenziò lapidario “Al mio segnale, salirete tutti quanti con gli arpioni. Ci impossesseremo delle navi e proseguiremo con quelle” concluse dirigendosi verso la botola di superficie.

La sua ciurma sogghignò divertita.

Aprì il portellone di metallo con cautela e uscì trafelato, avvolto in un mantello nero pece: puntò l’arpione a lancio verso un appiglio di tribordo e fissò l’estremità alla testa della propria nave. Dopo di ché mise in funzione il gancio traino, che lo portò facilmente a bordo.

La flotta di controllo era composta da subordinati, pesciolini insomma. E quasi gli dispiacque far fuori parte di quel genere di equipaggio, ma la sua voglia di sangue aveva toccato livelli inimmaginabili. Non si preoccupava minimamente della probabilità che il fatto giungesse alla Sede Centrale, perché, sicuramente, avrebbero attribuito quella carneficina al Rosso.

Si arrampicò, silenzioso come un felino, all’albero maestro e si posizionò in piedi sul primo tronco orizzontale. Caricò il fucile e mirò al primo barile di polvere da sparo che notò lì intorno, costringendo tutto il contingente all’adunata sul ponte.

Solo in un secondo momento attirò la loro attenzione.

“Hey!” esclamò spavaldo, dall’alto della sua posizione, mentre guardava le facce incredule dei Marines che l’avevano riconosciuto.

“Trappola mentale” sussurrò quando ebbe la loro completa attenzione, senza dare loro neanche il tempo di chiedere spiegazioni. “Uccidetevi a vicenda” diede l’ordine.

E così fu.

Pochi istanti dopo, quando ormai il macabro spettacolo si era concluso con una cinquantina di Marines completamente sterminata, la ciurma, previo segnale, si raggruppò sul ponte della nave militare.

“Vedo che il tuo haki funziona ancora alla grande” rispose divertito il vicecapitano, sparando un colpo di revolver all’ultimo superstite a terra, che stava cercando di contattare rinforzi con un lumacofono portatile.

“Esattamente” rispose Kami, levandosi il mantello e impartendo gli ordini successivi “Lasciate il sottomarino dov’è, lo recupereremo al ritorno. Segnatevi le coordinate e poi spegnete l’incendio. Io mi occuperò delle altre navi” concluse dirigendosi in cabina.

Il vice gli si affiancò: “Lo sai che quella tecnica non è efficace con un individuo che possiede un’haki, vero”?

“Lo so”.

“E come pensi di fare contro il Rosso”?

Kami sorrise beffardo: “Non sarà facile, ma ho in mente una strategia. Se riesco a portare la testa del Rosso alla Sede Centrale, Sengoku non potrà far alto che aumentarmi il grado. E a quel punto potremo fare qualsiasi cosa” disse, stringendo il timone tra le mani “Alla fine, se la loro spina nel fianco ora come ora è Akainu, dovranno seriamente ricredersi” concluse con una roca risata.



Tashigi era ormai certa di essere vicina all’isola. Avevano fatto diverse manovre per centrare delle correnti particolari, ma ce l’avevano fatta a prendere il passaggio corretto. Durante il viaggio aveva spiegato ai suoi uomini il piano per riavere il Commodoro tra loro e i suoi, con suo grande stupore, li aveva trovati uniti e motivati nell’impresa.

Si aspettava quasi un ammutinamento, a causa di quel suo gesto avventato: invece era rimasta incredula nel vedere il sorriso e l’entusiasmo sul viso dei Marines lì con lei. Era una missione rischiosa, ma ognuno di loro, nonostante avessero timore di ciò che li sarebbe aspettato, non aveva neanche pensato alla recondita possibilità di abbandonare Smoker nelle mani di sporchi pirati.

Era questo che distingueva quella piccola flotta, dal resto della Marina. Si era compagni, non sottoposti, nonostante i modi bruschi del Commodoro. Ma loro sapevano bene che lui stesso avrebbe speso fino all’ultima stilla di energia per riportare con sé anche solo uno di loro. Nessuno doveva restare indietro.

Nessuno restava indietro.


Infatti l’enorme vulcano si stagliò all’orizzonte quando il sole era ormai quasi calato. Dovevano avere circa due giorni di vantaggio sulla nave mandata in missione da Sengoku, prima della sua partenza.

Il freddo pungente del calar del sole, li investì in pieno, nel momento in cui cominciarono ad avvicinarsi alla costa. Si fermarono giusto il tempo di prepararsi al meglio, sia per il nemico principale – il Rosso – che per quello naturale.

Successivamente, ripresero la rotta, incominciando con le manovre di attracco.



Hikari in quel momento se ne stava tranquilla – si fa per dire – a riflettere, adagiata sopra al bagnasciuga della spiaggia principale, ove si sviluppava il piccolo porticciolo e qualche chioschetto del tutto anonimo.

Pareva quasi un’isola disabitata, non fosse per qualche sporadico fumo qua e là.

Stava fissando, con aria minacciosa, un piccolo granchio che – evidentemente – aveva puntato il suo piede, immerso per metà nella sabbia.


- Se provi a pinzarmi il ditone, ti dilanio la corazza! – sibilò mentalmente, sfoderando parte dell’haki e vedendo il povero animale schizzare via terrorizzato, nascondendosi poi dietro allo scoglio adiacente.

- Ecco, saggia scelta, a meno che tu non voglia che pregusti le tue chele come aperitivo – aggiunse, alzando lo sguardo all’orizzonte, dandosi della scema. Non poteva prendersela con un granchio, dopotutto.  

Ma il suo sguardo si pietrificò su una figura che si stagliava in lontananza, illuminata dai rossi raggi del tramonto: era una nave della Marina.

“Merda! Ma proprio adesso?!” imprecò alzandosi di scatto e infilandosi le scarpe. Non sapeva se temere di più per gli altri o per sé stessa, visto che ora era anche lei una ricercata.

“Perseguitata dalla Marina e ormai fuori dai Rivoluzionari! Che bei momenti, accidenti!” urlò tra sé, mentre a grande velocità risaliva la strada per l’accampamento. Doveva avvisare subito Shanks, anche se entrambi sapevano bene che vedersi era l’ultima cosa che desiderassero in quel momento.

Arrivò come un fulmine, con una faccia che fece trasalire tutta la ciurma. Essi non sapevano che cosa fosse successo, ma si erano accorti benissimo che tra lei e il capitano pareva di nuovo guerra aperta.

Eddie, che in quel momento era atto a cucinare del cinghiale appena cacciato, mollò gli improvvisati fornelli e la accolse avvicinandosi a lei.

“Che succede”?

“Devo parlare subito con Shanks!” rispose con risolutezza la donna “Sono in quella tenda”?

Il cuoco era dubbioso a riguardo, ma Hikari aveva una faccia troppo preoccupata per stare lì a perdersi sulle regole assurde appena dettate dal capitano.

“Sì, è là. Posso solo chiederti perché sei così agitata?” le chiese sottovoce, avvicinandosi a lei.

“C’è una nave della Marina che sta attraccando al porto” sibilò fredda “Tu raduna gli uomini qui presenti e spiegagli il fatto. Guadagneremo un po’ di tempo” concluse riprendendo a farsi strada.


Si fermò fuori dal tendone occupato da Shanks, Ben, Lucky e Yassop. Chiamò più forte che poté, assicurandosi di farsi sentire bene. Sapeva che Shanks l’avrebbe ignorata, ma confidava nella cognizione del Vicecapitano.

“SHANKS!” urlò per due volte, senza ricevere risposta. Nella tenda i suoi lo guardavano con un ciglio alzato.

“Non rispondi?” domandò Lucky addentando il cosciotto. Aveva una voglia irrefrenabile di fargliela pagare per aver chiuso la sua ‘sorellina’ in cella, ma poteva solo permettersi di sfotterlo.

“Non ho voglia di discutere, qualsiasi cosa si tratti” rispose risoluto, tornando a quel che stava facendo.

“Magari è importante…” sussurrò il vice, mentre Yassop puliva la sua pistola e se la rideva. Shanks gli aveva raccontato cos’era successo e, nonostante il dispiacere di vedere il loro capitano soffrire, non riuscivano a capire il perché di quel comportamento da moccioso.

Quindi l’unica cosa da fare era sfotterlo.

“No, non è importante”.

Da fuori Hikari decise di sgolarsi definitivamente: “Shanks! Esci da quel fottuto tendone! C’è una nave della Marina che sta attraccando al porto! Vuoi fare qualcosa, oppure vado giù con un vassoio ad offrigli da bere”?!

Ben soffocò una risata, mentre tutti quanti si alzavano di scatto e si armavano fino ai denti: “Te l’avevo detto che era importante, idiota…” commentò, mentre Lucky e Yassop scoppiavano a ridere, per nulla preoccupati, e Shanks lo mandava al diavolo.

Qualche istante dopo apparvero fuori dalla tenda. Nel frattempo, nel sentire quelle parole, la ciurma si stava armando a sua volta e si stavano radunando in uno spazio fino a poco prima completamente vuoto.

“Ah, ti sei deciso”!

Il Rosso serrò le labbra: “Se è uno scherzo, la rischi, sappilo” esordì minaccioso, ma il tono lugubre non intimorì per nulla la donna.

“Non è uno scherzo. Stavano puntando al porto. A quest’ora saranno sbarcati” rispose Hikari, mettendosi le mani sui fianchi.

Shanks parve riflettere qualche secondo, poi dispose gli ordini: “Lucky, Yassop, voi venite con me. Ben, tu raduna gli uomini e dai gli ordini necessari, ci vediamo prima del porto” spiegò, ignorando del tutto la mora, che lo fulminò con lo sguardo.

“Andiamo” disse ai due e ai suoi già pronti.



“Hikari” la voce di Ben la fece ritornare alla realtà. In quel momento stava architettando la morte più dolorosa che avrebbe assicurato al Rosso dopo quel dispetto davanti a tutti.

“Dimmi” rispose, levandosi dagli occhi i più disparati strumenti di tortura.

“Prendi Smoker ed Ace e portali con te. Non voglio rischiare. Saranno sotto la tua custodia, mi raccomando”.

La mora sgranò gli occhi: “Ma tu sei fuori di testa” commentò, incredula.

“So che puoi farcela. Non c’è tempo. Radunali e scendi più in fretta che puoi. Ci vediamo giù” concluse avviandosi verso la discesa.

- Benone! – pensò, e si arrese a quell’ordine irremovibile.


Hikari era riuscita a portare Ace con facilità, ma, ovviamente, aveva dovuto forzare la mano con Smoker, che era finito ammanettato con le immancabili manette d’agalmatolite che prima stringevano i polsi ad Ace.

Giunsero assieme agli altri poco dopo che si erano radunati: Shanks le rivolse uno sguardo eloquente, che lei ricambiò prima di voltarsi dall’altra parte. Dire che era incazzata era un eufemismo: era stufa e arcistufa di quella minestra e sperava che Ace recuperasse in fretta i poteri per andarsene una volta per tutte.

Si schierarono sul marciapiede dove si diramavano i moli, in attesa che i Marines si rivelassero a loro.


Tashigi, nel vedere tutta la ciurma del Rosso schierata, ebbe un sussulto. Cercò di individuare il Commodoro tra la folla, ma non ci riuscì: con la tremarella scese la passerella, insieme ai suoi uomini, e, prendendo il coraggio a quattro mani, si dispose esattamente a qualche metro da Shanks, di fronte a lui.

Il Rosso, dal canto suo, non sapeva se ridere o piangere.


“Chi si rivede!” esclamò divertito, vedendo la faccia scura di lei “Siete arrivati giusto per la cena. A proposito, chi ha cantato”? Il suo sguardo si fece minaccioso e Tashigi tremò. Ma non poteva tirarsi indietro: ora era in ballo e doveva terminare il lavoro.

“Mihawk” rispose risoluta, raggelando il sangue a tutti i pirati lì presenti. Hikari intanto si era fatta in prima fila: non voleva credere che Tashigi si fosse gettata in una missione suicida di quel calibro. Non tanto per i pirati, non le avrebbero torto un capello quelli, bensì per i risvolti alla Sede Centrale.

“Ah” si limitò a rispondere Shanks, preso in contropiede “Mihawk eh? Dannato farabutto”!

“Ho una proposta da farti…” cominciò lei, mettendo la mano sulla sua katana “Vorrei che tu liberassi Smoker, in cambio di un’informazione preziosa. Che ne di-” ma il suo sguardo fu catturato dalla donna che, in quel momento, la stava guardando con le braccia incrociate al petto e uno sguardo incredulo.

“Maledetta!” urlò, sfoderando la katana, lanciandosi all’attacco e facendo rimanere basita tutta la ciurma, Shanks compreso. Hikari, vedendola arrivare come un falco, a lame spianate, fece un balzo all’indietro, schivando per un pelo la lama tagliente e sacrificando un ciuffo di boccoli neri che cadde a terra.

“Ma sei scema?” domandò, come se stesse parlando con una matta.

“E’ tutta colpa tua, se ci troviamo in questa situazione!” esclamò, attaccandola ripetutamente, mentre l’altra schivava con difficoltà i fendenti e disarmata “Ti giuro che ti ci faccio marcire ad Impel Down”!

Il Rosso e tutti gli altri s’erano fatti a cerchio attorno alle due donne: il loro sguardo, ormai, variava tra l’incredulo e il divertito e c’era anche qualcuno che cominciava a scommettere su chi l’avrebbe spuntata. Pure i Marines non volevano credere a quello che stava succedendo ed erano impietriti nelle loro righe.

Ace rideva accanto a Smoker, che in quel momento era seduto a terra atto ad imprecare in tutte le lingue.

“Dov’è? Dov’è Smoker! Tu sapevi fin dall’inizio che sarebbe finita così, vero spia”?

- Accidenti – pensò Hikari – Molto probabilmente alla Sede Centrale le devono aver spiegato la faccenda – concluse schivando un affondo letale.

“Combatti codarda, invece che scappare”!

- Ennò – ed Hikari decise di agire. Si fermò: un istante caricò l’haki e lo rivolse su l’altra, colpendola con un devastante pugno alla mascella. Tashigi rotolò a terra dolorante, mentre la mora le si avvicinava minacciosa.



“Stupida! Vuoi farti ammazzare”?

Una voce ruppe il silenzio che si era creato a causa del contrattacco della donna. Tashigi si voltò in direzione di quel timbro roco e infastidito, ritrovandosi Smoker innanzi agli occhi.

“Sei un’ingenua. Una stupida e fottutissima ingenua!” tuonò furente ma allo stesso tempo nel rivederla. Sembravano passati anni dalla battaglia di Mistral, dove si erano lasciati.

“Commodoro…” sussurrò pulendosi il sangue che le scendeva dal labbro, incredula di vederlo vivo e vegeto davanti a lei.


“Come vedi” Shanks si era fatto vicino “Non siamo degli assassini. Vieni con me all’accampamento, ne parliamo lì” concluse, spingendola con l’unica mano rimasta.

“Ah, voi rimanete dove siete” disse sfoderando il suo sguardo terrificante e gelando il sangue ai Marines fermi sul molo, che annuirono terrorizzati.






- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti... -

Uff... Ragazze, scusate se la scorsa settimana è saltato l'aggiornamento, ma ho avuto problemi personali e non sono riuscita neanche a vederlo il pc... Con Yu soppressata dagli esami, non ho potuto neanche passare a lei il compito di aggiornare, quindi ho dovuto saltare. E ho optato per tornare in linea con la cadenza settimanale, perchè mi torna molto utile aggiornare di martedì per gli impegni settimanal che fortunatamente, quel giorno, latitano. :)

Quindi, quindi, quindi... Piccola sorpresina di Garp: effettivamente mancava nella storia e sono molto affezionata a questo personaggio - Rufy da vecchio, sono terribilmente uguali. xD Kami si è mosso e ha dato sfoggio già della sua cattiveria... E del suo potere. Mentre alla Balck Silver Mountain è giunta finalmente Tashigi. ^^ E già se le è prese, poverina, facendo pure infuriare Smoker - e ridere Shanks. Che poi lui se la ride senza cattiveria. Gli fa una tenerezza immensa. xD
Capitolo di grandi avvenimenti via... ^^

Per questa volta l'angolino delle risposte salta nuovamente, ma spero (speriamo, sia io che Yu) di tornare stabili dalla prossima settimana. Chiediamo venia e ci dispiace tantissimo. Ma siamo - per lei - in sessione d'esame. Per me... Boh, è il fato che mi è avverso! O_O

Al prossimo capitolo ragazze! Grazie per le vostre recensioni, al solito! ^^


Bea&Yuki

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Capitolo 46
*** Grazie ***


CAPITOLO 46: GRAZIE.
(Chapter Soundtrack: Still Loving You - The Scorpions)


La ciurma del Vento dell’Est si era ricomposta su per la salita che portava all’accampamento dopo che, su precisi ordini di Tashigi, i Marines si sistemarono alcuni sulla spiaggia – accendendo fuochi e affacendandosi per costruire un giaciglio – altri di vedetta sull’Ammiraglia.

Tashigi continuava a lanciare occhiate nervose alle spalle del Rosso, mentre camminava accanto al suo superiore, gli occhi che guizzavano su di lui alla ricerca di ferite o maltrattamenti. Ma non vi era nessuna traccia, se non l’espressione tiratissima e il sigaro spento tra le labbra: tirò un mezzo sospiro di sollievo.

Una volta arrivati nuovamente all’accampamento, Shanks si fermò innanzi alla tenda e cortesemente tese il drappo per far passare la spadaccina, la quale esitò un istante prima di oltrepassare la soglia.

“Commodoro…” fece Shanks, accompagnando la frase con un cenno del capo. L’uomo, accendendosi il sigaro, seguì la sua sottoposta. Oltre a loro, entrarono anche gli ufficiali del Rosso, mentre Hikari ed Ace mantenevano lo sguardo attento sulle figure che sfilavano all’interno del tendone.

Sentivano le vibrazioni dell’haki di Shanks prepotenti e, senza attendere l’ordine di tornare ai propri posti, si guardarono per un istante, per poi girare i tacchi e tornarsene al loro rifugio, mentre Shanks indugiava sulla figura di Hikari e la vedeva allontanarsi con Pugno di Fuoco.

Avrebbe voluto ringraziarla, ma il suo orgoglio ferito non glielo permise.



“Accomodatevi dove c’è posto”.

Tashigi si sedette su di un grosso baule, affiancata da Yassop che, come allora, la teneva costantemente sotto controllo: i suoi occhi vagavano sulla figura del Commodoro, nella speranza di captare qualche segnale particolare, ma la sua assoluta tranquillità accompagnata dalla solita espressione burbera, le faceva nascere ancora più domande.

- Come fa a starsene così tranquillo? – pensò, mentre osservava il Rosso sedersi accanto al suo superiore, i lineamenti per nulla contratti e un’espressione docile sul volto, difficilmente accostabile a quella con cui li aveva accolti giù al porto.

“Allora, Tashigi” cominciò il capitano, appoggiando l’avambraccio sulla propria coscia “Racconta un po’”.

La Marines fu destabilizzata dal suo modo di colloquiare: pareva aver assunto un tono personale del tutto confidente, come se quella davanti a lui fosse una vecchia amica che non vedesse da anni.

E nello stesso istante sentiva lo sguardo bruciante di Smoker sulla sua pelle. Era infuriato, non poteva essere altrimenti, ma doveva aspettarselo che la sua sottoposta non l’avrebbe di certo lasciato in mano ad un Imperatore. Anzi, a dirla tutta, non credeva neanche lei di trovarsi alla corte del Rosso, da sola, un’umile Guardiamarina come Senguku amava sottolineare.

“Come dicevo, ho una proposta da fare” rispose la ragazza, sistemandosi gli occhiali sul naso con la leggera pressione del medio “In cambio della liberazione di Smoker, ho delle informazioni preziose da darti” concluse, stringendo le mani, rese gelide dalla tensione.

“Non se ne parla!” sbottò Smoker, prima che il Rosso potesse formulare qualcosa “Qualsiasi informazione della Marina, tienila per te Tashigi”!

“Aspetta Commodoro…” disse Shanks, appoggiando delicatamente la mano sul braccio del vicino, in segno di calma, mentre Ben, tra il suo fumo, ricambiava lo sguardo attento del capitano.

Tashigi era in difficoltà: sapeva che Smoker si sarebbe infuriato ancora di più se avesse snocciolato le informazioni sul dispaccio mandato da Sengoku, ma non voleva rischiare un coinvolgimento dello stesso in un probabile scontro a fuoco.

Non per codardia, semplicemente perché già una volta aveva visto che contro il Rosso un’ordinaria flotta della Marina poteva ben poco – com’era prevedibile. E allora tanto valeva ritirarsi e delegare il compito a chi di competenza.


“Prima mi devi assicurare che lascerai Smoker. Ho bisogno di crederti sulla parola” commentò la ragazza, ignorando le frasi di dissenso del Marine.

Shanks la guardò profondamente, mettendole i brividi: “Sono molto colpito dalla tua caparbia Tashigi” replicò serio “Sei degna di condividere la fama cui nutre Smoker. E ti dirò di più” aggiunse guardando il Commodoro “Anche lui dovrebbe nutrire più fiducia nelle tua capacità di giudizio”.

La spadaccina lo guardava senza capire se esserne serena oppure ancora più preoccupata.

“Quel che stai facendo ti rende onore, benché lui la pensi diversamente. Ora, tu sei conscia di esserti cacciata in un guaio serio, vero”?

La ragazza annuì lentamente.

“Bene. Prima del verdetto, voglio chiederti il motivo per cui tu sei qui”. Shanks aveva deciso di testare i nervi dell’ultima arrivata, ma anche di darle una possibilità di riscatto agli occhi del superiore. Perché? Perché trovava nel gesto di Tashigi un qualcosa di nobile che nella Marina ormai mancava da troppo tempo.

“Mi sembra abbastanza semplice” rispose la mora “Lui non lascerebbe mai indietro uno di noi, non vedo perché noi dovremmo fare diversamente. Nessuno resta indietro. Se si fa una cosa la si fa tutti insieme” concluse tutto d’un fiato, mentre Smoker abbassava lo sguardo seccato.


“Ha fegato la ragazza!” esclamò Yassop rasserenando l’atmosfera, mentre Lucky annuiva sventolando il cosciotto per aria, colpito anche lui dalla determinazione della Guardiamarina.

Shanks sorrideva beato, mentre Tashigi li guardava con aria interrogativa: “Questa è una buona risposta” riprese il capitano “Anche se, a parere mio avresti potuto organizzarti un po’ meglio, non credi? Venire qui con una semplicissima nave, contro pirati del nostro calibro, ti sarebbe costato la vita”.

Accanto, Smoker la guardava con sguardo severo, giustificando le parole di Shanks. E lì Tashigi capì il malumore del suo superiore, che non c’entrava affatto con l’orgoglio di essere recuperato da un sottoposto. Lui era contrariato perché temeva per la sua incolumità.

Il proseguire del Rosso la fece ritornare alla realtà: “Tashigi, sei fortunata ad essere davanti a me, ora, e non di fronte a qualsiasi altro pirata, perché credimi – e lui lo sa bene” disse, indicando Smoker, che sbuffò “La cosa sarebbe finita diversamente. Quindi sì, ti do la mia parola e terrò fede alla promessa. Te lo giuro sul mio onore” concluse sorridendo.

“Bene” stava cercando di fare la dura e tutti i presenti lo sapevano “Allora, ti informo che c’è un dispaccio mandato da Sengoku in persona, che sta arrivando proprio qui. Avete circa due giorni di vantaggio per organizzarvi. Noi all’alba ripartiremo per la Sede Centrale”.

Shanks guardò Ben dritto negli occhi.

- Un dispaccio ordinario? – pensò arricciando sensibilmente le sopracciglia, mentre il Vice ricambiava quel pensiero con un cenno eloquente del capo. Ma accantonarono entrambi quel pensiero.


“E chi ti dice che vi farò scappare?” ribatté Shanks minaccioso, mentre i suoi cominciavano a ridersela sotto i baffi e Smoker si girava perplesso a guardarlo.

“Hai giurato!” replicò con enfasi la ragazza, sudando freddo.

“Io ho solo giurato che avrei lasciato libero dalla mia giurisdizione Smoker, nient’altro” aggiunse il Rosso “Il patto era questo”.

Tashigi si morse il labbro e strinse i pugni: cominciava a nutrire seri dubbi sul fatto che potesse tornare al Quartier Generale con la testa attaccata al collo.

Passò un interminabile minuto di silenzio, ove le risate dei quattro andavano in crescendo e Shanks guardava quella povera ragazza tremare di paura.

“Oh suvvia! Stavo scherzando!” rispose, scoppiando a ridere assieme agli altri. Decise di porre fine a quella lenta agonia cui la stava sottoponendo: d’altra parte conosceva bene Sengoku e aveva la netta sensazione che mai avrebbe permesso a Tashigi di mettersi a recuperare il suo superiore. Doveva aver per forza chiesto a Mihawk la rotta per il suo nascondiglio, perché oltre a Sengoku, solo lui sapeva l’esatta ubicazione. E questo lo faceva godere immensamente.

“Siete degli stronzi” sibilò Smoker, per nulla divertito.

“Ti sei cacato sotto eh?” disse Lucky, soffocandosi quasi dalle risate, mentre Shanks si asciugava le lacrime provocate dalle risate: “E’ per questi motivi che ti dico di stare attenta, Tashigi. Io ho scherzato, un altro non l’avrebbe fatto” concluse guardandola sereno, mentre lei, come al solito, si sentiva l’ultimo gradino della scala gerarchica.

“Bene, ora possiamo mangiare”!




Shanks aveva disposto ordini precisi: Smoker e Tashigi si sarebbero potuti sistemare sulla propria nave, ma avrebbero aspettato la mattina per salpare. Il motivo era che il Rosso aveva bisogno di prepararsi per bene a ricevere gli ‘ospiti’ e aveva bisogno ancora della ragazza e di qualche informazione in più.

Il Commodoro se ne stava sdraiato sul letto della sua camera, fumando i due sigari e guardando il soffitto: era sorpreso, ma allo stesso tempo preoccupato per i risvolti di questo colpo di testa.

Porse l’attenzione sulle irregolari spirali di fumo, rese visibili dal raggio di luna che entrava dall’oblò in quella notte serenissima, quando un buffo e particolare bussare lo fecero tornare alla realtà.

“Avanti” ordinò. Solo una persona sulla sua nave bussava in quel modo. E di fatti, Tashigi fece ingresso nella camera, con passo misurato e lo sguardo basso, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle.

“Commodoro…” la sua voce era incerta e Smoker se ne accorse. Si tirò su, incrociando le gambe e poggiandovi i gomiti, sospirando rocamente.

“Cosa fai lì sulla porta, vieni avanti” aggiunse, pentendosi poi dell’acidità eccessiva con cui aveva condito la sua frase. Tashigi mosse qualche passo verso di lui, fermandosi presso la scrivania, adiacente al letto: aveva lo sguardo mesto e tra le mani stringeva la sua katana, inseparabile.

Stette in silenzio qualche istante, per poi decidersi a parlare, mentre lo sguardo di Smoker era catalizzato completamente su di lei: “Una volta ritornati alla Sede Centrale, darò le dimissioni” parlò con voce sconnessa “E accetterò la punizione per il gesto che ho compiuto”.

Stava per piangere. Stava per piangere, non tanto per la paura del giudizio dei piani alti nei suoi confronti, bensì perché sapeva bene che non avrebbe più avuto la possibilità di stare con lui. Era ancora vivo, nella sua mente, il ricordo di quel dolcissimo bacio di diversi giorni prima.

E questo ricordo le stava facendo male, perché era giunto il momento di affrontare la realtà: aveva disobbedito all’ordine di una delle autorità massime della Marina Militare e l’avrebbe sicuramente pagata cara, oltre al fatto che non poteva escludere la possibilità di finire in cella per il resto dei suoi giorni.

In ogni caso le loro strade stavano per dividersi.

Smoker la guardava con lo sguardo rassegnato, i sigari fumanti nell’angolo destro delle labbra.

“Sei stata una stupida” commentò, lanciandole uno sguardo infuocato “Ti sei condannata da sola, oltre al fatto che saresti potuta morire se non si fosse trattato del Rosso”!

“Non mi pento di quello che ho fatto” rispose risoluta, mentre le lacrime di rabbia e tristezza si affacciavano ai suoi occhi blu “E lo rifarei di nuovo perché-” ma fu interrotta dallo sbattere vigoroso del pugno del Commodoro contro al muro.

“Smettila di dire idiozie! Ti sbatteranno in prigione!” esclamò alzandosi dal letto e andandole incontro “Perché diavolo hai voluto fare la supereroina? Che bisogno c’era? Il Rosso mi avrebbe lasciato comunque andare, cosa credevi”?!

Era più che infuriato, ma la scena a cui assistette lo fece rimanere basito: Tashigi, ormai in lacrime, con un’espressione furiosa, scaraventò la katana contro le assi di legno, facendo cadere una foto appesa al muro, che ritraeva la propria flotta. Era stata lei stessa ad appenderla, perché mai Smoker avrebbe fatto una cosa simile.

Il quadro s'infranse in mille pezzi, mentre lei annullava la distanza tra i due con un rapido passo: “Me l’ha insegnata lei questa cosa, Commodoro!” urlò, mentre le lacrime le rigavano le guance “Me l’ha insegnato lei il rispetto e l’onore, me l’ha insegnato lei il gioco di squadra! La vede questa?” e raccolse da terra la fotografia, sbattendola sulla scrivania, con il Marines che stringeva con foga i sigari tra i denti “Siamo noi! Abbiamo sempre navigato insieme, sotto la stessa idea comune. Non avrei potuto fare diversamente”!

“Sì, ma a che prezzo!” urlò a sua volta Smoker, stringendole il braccio. Tashigi, rossa in volto cercava di calmarsi e di non pensare alla scenata appena fatta al suo superiore.

“Al prezzo necessario” si limitò a rispondere, mentre il Commodoro si metteva le mani nei capelli e stringeva diversi ciuffi, alzando lo sguardo al soffitto.

“Darò le dimissioni e quel che sarà lo affronterò senza battere ciglio” concluse abbassando la testa e voltandosi. Avrebbe voluto sentire qualche parola di conforto da parte sua, ma non arrivò.

“Buonanotte, Commodoro…” aggiunse, con la voce rotta dall’amarezza, nel momento in cui premeva in basso la maniglia di ferro e si mordeva il labbro inferiore.


Tirò verso di sé la porta, ma, quando ormai l’aveva mezza aperta, avvertì una forza premere nel senso contrario, tanto che le sue dita abbandonarono la presa e scivolarono via. Quando la porta si chiuse con un tonfo sordo, Tashigi sentì una mano sulla sua clavicola che, con poco garbo, la strattonava facendola voltare verso di sé.

Si ritrovò spalle alla porta, con Smoker che si stagliava in tutta la sua altezza innanzi a lei, lo sguardo minaccioso.

Tremò. Non sapeva bene il perché di quei brividi: forse per la paura di averlo fatto infuriare, forse per la soggezione che gli metteva, sempre e comunque, forse la ridotta distanza tra loro due. Alzò i suoi occhi blu, fino ad incontrare quelli grigi del Marines e trattenne il fiato, quando vide che si appoggiò con i suoi gomiti alla porta, abbassando il collo e il viso per colmare il divario.

“Non te lo permetterò” parlò con voce profonda, mentre spegneva i suoi sigari nel posacenere posto sul mobiletto adiacente alla porta “Non darai nessuna dimissione, perché tu sei mia, è chiaro”?

La ragazza giurò di morire quando sentì le labbra di lui catturare le proprie, senza troppa delicatezza. Sollevò successivamente i suoi occhi lucidi per andare ad incontrare i suoi. Non ci voleva credere, sembrava che lo scorrere del tempo si fosse fermato mentre assaporava il gusto dei sigari ora sulle sue labbra.

“Le chiedo perdono se le ho creato tutti questi problemi” fu l’unica cosa che seppe dire, impietrita dal gesto. Smoker sollevò un sopracciglio: in un momento del genere la sbadataggine di Tashigi aveva conquistato la massima espressione.

“Ma quante cazzate...” replicò attirandola a sé e baciandola di nuovo, sentendo il suo corpo tremare da sotto le sue mani.

Le tolse velocemente la giacca e la camicetta, gettandole a lato. Poi la fece accomodare sul letto, coprendola con la sua figura e inchiodandola al materasso. Tashigi non respirava più: sentiva il suo corpo sul proprio, le sue mani che, nonostante fossero poco aggraziate, delicatamente accarezzavano la sua pelle. Sentiva le sue labbra sul suo collo e il respiro affannato di lui.

Un istante dopo, vide quegli occhi grigi fissarla con intensità, una mano salire verso il suo viso e sistemarle i capelli dietro all’orecchio.

“Grazie” sussurrò rocamente.

Altre lacrime fuoriuscirono dai suoi occhi, scendendo lentamente ai lati delle tempie: non riuscì a dire nulla, ma portò le sue esili braccia attorno alle spalle possenti del Commodoro, stringendolo a sé con tutta la forza possibile.






- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Benritrovate al nostro consueto appuntamento settimanale! Fate un abbraccio a Yu sepolta da un numero di pagine a 4 cifre per un esame... Io credo che ormai si svegli, studi, mangi, studi, vada a dormire. O_O

Dunque, dunque? Ecco un finale romantico, intenso, travolgente come piace a qualcuna. :) E diciamo che il primo ricongiungimento è andato a segno, e anche di brutto aggiungo. Quanto sono carini... .-.
*Si capovolge*
E' inutile, io sti due assieme li adoro... Non so come spiegarmelo, ma è così, sono terribilmente di parte. xD

Bene, passiamo all'angolo delle risposte - che questa settimana ritorna, almeno il mio!



- Angolino di Beatrix -

@Tre88: ciao cara! ^^
Felice che questi capitoli ti piacciano! :)
Essì, ci hai preso: Garp si sta dirigendo a Water Seven - nel mentre che Rufy e compagnia stanno creando di disordini di Enies Lobby. Come detto la storia si svolge durante quella saga, in termini temporali. :) Quindi, mentre i Mugiwara tornano a Water Seven vittoriosi, Shanks e compagnia sta alla Black Silver Mountain.
Kami simpatico? O_O Oh my god, hai una strana concezione della simpatia! xD Quello è un farabutto della peggior specie, un doppiogiochista, tiranno, pericolo pubblico! xD E vabbè, ognuno ha i suoi gusti e le sue impressioni. xD
Grazie per la recensione! Alla prossima!
Un abbraccio. :)

@Saisai_Girl: hola! ^^
Dai, abbiamo accantonato Ace per qualche capitolo, per concentrarci sulla Marina e sulle questione tecnico/tattiche. :) Ma ritornerà presto anche lui, abbi fede! E' il coprotagonista assieme a Shanks e Hikari. :) Anzi, diciamo che ruota tutto attorno a lui. :p E lo sa bene il Rosso, che quasi fosse lui il pretesto sta a scornarsi con la persona che ama più in assoluto... Uomini... *Sospira* Ti confesso che il destino dei due - Shanks e Hikari - non è molto lontano. :) Quindi portate pazienza ancora un po' e saprete il verdetto. ^^
E da come hai potuto leggere in questo capitolo, almeno per una delle coppie, la sorte ha sorriso. :3
Alla prossima caVa, grazie per la recensione!
Un abbraccio. :)

@Red Queen: Ma buonasera caVa! ^^
Ma potevano mancare le scorte delle quattromila tipologie di the che Garp ha portato al Quatier Generale? xD Senza the - e biscotti - non è il nostro Garp. E sì, si fa voler bene nonostante la divisa... :3 Garp è Garp, non c'è motivo di odiarlo, né modo... Che, poi, accidenti... E' uguale a Rufy. Rufy da vecchio, sono terribilmente simili quei due! xD
Come non poteva mancare il cazziatone di Smoker. xD Era inverosimile che stesse calmo e tranquillo... No? Che poi, non gli si possono neanche contare i capelli bianchi che gli son spuntati nel vedersi arrivare Tashigi in pompa magna, ma credimi che qualche ciuffetto mimetizzato c'è. xD
Shanks... Eeeh... E' un caso disperato ormai. Non la digerisce, gi sta proprio qui la faccenda ed è orgoglioso forse peggio di Ace. Ma meno male che riesce a far da parte i cattivi pensieri quando si tratta di "lavoro". Dai, manca poco al verdetto. :p Risparmia i calcioni! xD
Alla prossima cara! Grazie per la recensione!
Un abbraccio. :)

@Ale-chan: hola tata! ^^
Eh... Obiettivamente credo che Garp abbia sempre saputo per filo e per segno le intenzioni di Sengoku. Un po' perchè è praticamente il suo migliore amico, un po' per la sua posizione. Che sarà rimasto per volontà al grado di Viceammiraglio, ma conta quasi come Sengoku stesso. E, ahimè... La legge è la legge... Io credo che Garp sia uno dei personaggi più tormentati del manga per forza di cose, anche se ha sempre nascosto abilmente tutto quanto (vedi Rufy, che a momenti pare che non gli sia successo nulla O_O).
Kami... Il malvagio e sibillino Kami, che non si fa problemi a ranzar via un equipaggio intero di una flotta di colleghi. Insomma, quando uno è stronzo è stronzo, c'è niente da fare. Scommetto che non vedi l'ora di vedere Shanks che lo sbatte come un tappeto il giorno delle pulizie di primavera, vero? xD
Infine per quanto riguarda Tashigi e Smoker... Massì, Smoker è un duro e puro, ma infondo un cuore ce l'ha anche lui - cuore che si scioglie facilmente con una sottoposta particolare... E' incazzato nero perchè sa che potrebbe rischiare la vita, ma d'altrocanto Tashigi non se ne sarebbe mai stata con le mani in mano, anche se parlando di forza non dico che sia l'ultima ruota del carro (per lo meno all'epoca), ma quasi... Ma non è adorabile? x3
Grazie per i soliti complimenti cara e per la recensione, davvero! ^^
Un abbraccio e alla prossima! :)

@Chibi Hunter: ciao caVa! ^^
Guarda, Sengoku ha fatto bene a placcare Garp... Sennò a quell'altro l'avrebbe fatto a pezzettini, l'avrebbe devastato. Povero Garp... Che comunque, c'è da dire che le scenette comiche dei biscotti con Sengoku sono meravigliose! xD Difficilmente ho riso mai così tanto come quel pezzo dell'anime! xD Avevo le lacrime, che personaggio!
Ora il tutto è in mano a Tashigi... Le aspetta un colloquio molto particolare, poverina. Ma ormai Smoker l'ha ritrovato. Credo che sia la cosa più inmportante! ^^
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^





Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 47
*** Street Fighter ***


CAPITOLO 47: STREET FIGHTER.
(Chapter Soundtrack: Zombie Stomp - Ozzy Osbourne )



“Le sai usare le tecniche Rokushiki”?

Hikari appoggiò le mani sui fianchi, cercando gli occhi di Ace quasi nascosti sotto al cappello arancione: “Riesco solo ad usare il Soru, la prima tecnica” commentò seccata, maledicendo quel suo impiego tanto sedentario.

Pugno di Fuoco le sorrise sornione: “E’ già buono. Non me l’aspettavo da te, sai”?

“Guarda che ho fatto anche io l’addestramento militare in Marina, eh? Qualsiasi sia l’impiego, tutti sono obbligati a svolgerlo e superarlo” rispose la donna, incrociando le braccia “Bei tempi quelli…” sospirò ironicamente, mentre Ace si metteva a ridere: “Non dirmi che sei stata anche tu una recluta”?!

“Ovviamente. Come tutti, solo che non avevo istruzioni per tentare la carriera propriamente militare. Dragon aveva già deciso tutto…” replicò lei, cercando di ricordare l’ultima volta che aveva incontrato il suo capo “E’ da una vita che non lo vedo. Se devo essere sincera, mi manca un po’” concluse sogghignando, pensando a quanto le piaceva prenderlo per i fondelli.

Ace parve riflettere qualche secondo.

“A che pensi?” chiese preoccupata la donna.

“Stavo pensando a Dragon. Che tipo è”?

“E’ un amabile figlio di puttana” rispose sicura Hikari, alzando gli occhi al cielo ed esibendosi in una smorfia accostabile ad un sorriso amaro “E’ scorbutico, pare un orso appena svegliatosi dal letargo, oltre al fatto che il suo sguardo risulta parecchio inquietante. Però…”

Ace giurò di vedere i suoi occhi luccicare per l’emozione.

“Pari quasi innamorata di lui” scherzò Ace, mentre la mora, dopo averlo guardato un istante, abbassava e chiudeva gli occhi, rimandando la mente indietro nel tempo e sorridendo tra sé: “No… E’ che gli devo molto. Ho una stima illimitata per lui e, sì, se devo essere sincera gli voglio bene”.

Hikari fece una breve pausa, ricordandosi di avere un discorso in sospeso col giovane: “A proposito… Mi spieghi una cosa? Tu, a Mistral, mi hai detto di non essere figlio di Dragon” domandò, mentre Ace trasaliva e continuò “Allora, se non è Dragon tuo padre, chi caspita è”?

Lo sguardo di Ace s’incupì. Non voleva parlarne di quella storia, soprattutto non ora, però un po’ gli dispiaceva starsene sulle sue nei confronti di Hikari. Alla fine, i vertici principali della Marina, incluso il Viceammiraglio Garp – l’uomo che con tanto amore e altrettanta disciplina l’aveva cresciuto – sapevano tutta la storia, ma l’avevano tenuta ben celata.

Il perché se l’era sempre domandato.

“Non mi va di parlarne Hikari. Piuttosto, è ora di allenarci. Come stai fisicamente”?


La donna alzò un ciglio, sottolineando con sguardo eloquente il cambio di rotta nel discorso, da parte di Ace. Nonostante volesse saperne di più, soprattutto ora che non poteva chiedere spiegazioni a Dragon, rispettò quel silenzio.

“Io sto bene ora. Ho avuto qualche mal di testa sporadico, ma gli attacchi di panico e le nausee sono sparite da quando abbiamo attraccato” spiegò, mentre il ragazzo tirava un sospiro di sollievo.

“E per quanto riguarda te? I tuoi poteri”?

Il moro sviluppò una fiammata, trasformando in fuoco il suo braccio, per poi ritornare normale: “Non li ho ancora riacquistati al massimo, ma posso di nuovo trasformarmi” rispose mentre si metteva in posizione d’attacco “Proviamo?” domandò esibendo il suo classico sorriso sbilenco.

“Con estremo piacere” sussurrò divertita Hikari, posizionandosi a sua volta.

“Prova a liberare l’haki” aggiunse Ace, incitandola con la mano “Voglio vedere cosa sei capace di fare”.

“Ne sei sicuro?” chiese un tantino preoccupata la donna.

“Che? Hai paura di farmi male?” la schernì il giovane “Non sottovalutarmi. Ho sempre il rogia del fuoco, non dimenticartelo”.

- Mica pizza e fichi – pensò la donna, mordendosi un labbro. Ma era terrorizzata nell’eventualità di non sapere ancora dominare le sue abilità.

“Ci provo Ace, ma non dirmi che non t’avevo avvertito”.

“Stai tranquilla. Piuttosto, concentrati sugli attacchi a distanza: servono anche quelli” concluse Pugno di Fuoco, stringendo il pugno e trasformandolo in fuoco “Sei pronta”?

Hikari si legò i riccioli in una coda bassa e si assestò in posizione di difesa: “Vai”.

“HIKEN”!

Una grossa fiammata distruttiva viaggiò velocemente verso il bersaglio: Hikari si gettò a lato cercando in tutti i modi di evitare l’attacco, ma fu sbalzata lo stesso contro una roccia. Ace ne approfittò quindi per sferrare un altro attacco dello stesso genere, ma più potente: lei, abbastanza scossa dalla potenza del moro, si riparò dietro all’enorme masso di basalto, sperando che quella pietra resistente la proteggesse dal fuoco. E fortunatamente così fu.

“Fai sul serio” commentò con l’adrenalina a mille, mentre guardava un arbusto trasformarsi in cenere.
“Te l’avevo detto” sorrise Ace dall’altra parte, sistemandosi il cappello “Ed è ora che inizi anche tu. Non credo che tu non possa ostacolarmi”.

- Posso ostacolarti Ace, ma… - proferì mentalmente, guardandosi le mani – Ma ho il terrore di non controllarmi.


“Smettila di farti problemi e attaccami, accidenti! Non mi va bene il tuo trattamento di favore. Mi stai offendendo!” protestò il pirata, destandola da quello stato di catatonia.

- E va bene – si decise, alzandosi lentamente. Si girò, piano, e piantò i suoi occhi in quelli del moro. In un battibaleno portò le mani innanzi a sé.

“BOW SHOCK!” esclamò, stendo i palmi in verticale. Anche se quell’onda d’urto viaggiava a velocità sostenuta, Ace fu aiutato dal disintegrarsi delle rocce sul terreno e riuscì ad evitarla.

Ma l’attacco di Hikari non era ancora terminato: “BOOMERANG”! Richiamando a sé le braccia, l’onda, anziché disperdersi, si rigenerò e tornò indietro percorrendo la stessa rotta. Sviluppandosi come un piano, Ace questa volta la prese in pieno, finendo a rotolare sul terriccio scuro.

Tossì, liberandosi il viso dalla polvere: “Porca miseria, che schiaffo!” esclamò ridendo e rialzandosi “E’ come se m’avessi tirato un cartone su tutta la superficie del corpo…” disse più tra sé che a lei.

Hikari incrociò le braccia al petto: “Il mio potere è strano” sussurrò guardando a terra “E’ un haki diverso da quello di Shanks o Barbabianca”.

“Lo vedo. E ciò lo rende molto interessante” replicò l’amico “Va bene, se la metti così… HIGAN”! Cominciò a sparare proietti infuocati a raffica, mentre Hikari correva sul lato destro del profilo roccioso e tentava di schivarli al meglio, ma uno di loro la prese di striscio sulla coscia. La gamba d’appoggio cedette di colpo e picchiò il ginocchio sulla pietra.

“Ma porca!” imprecò per il male atroce, ma Ace non le diede neanche il tempo di riprendere a correre.

“Non ti distrarre!” l’ammonì, mentre altri proiettili si svilupparono dalle sue dita. Hikari, palesemente in difficoltà, dovette usare di nuovo l’haki: “DUBLERING!” e, con la mano stretta a pugno innanzi al petto, sviluppò una serie continua di onde d’urto che neutralizzarono i proiettili, nonostante fossero stati lanciati a velocità sostenuta.

Ace si mise le mani sui fianchi con gli occhi fuori dalle orbite: “Ma che gran figata! Puoi fermare i proiettili”?

“Sì, li neutralizzo. Più che altro questa tecnica serve per fermare i colpi a ripetizione. Sono dei muri di onde a ridondanza” spiegò lei, rimettendosi in piedi. Una goccia di sudore scese dalla sua tempia fino alla guancia.

“Ok, ma ti consuma parecchio a quanto vedo” rispose Ace, rimettendosi in posizione d’attacco “Perché non utilizzi il Soru? Consuma di meno” aggiunse “Sei pronta”?

“Sì” rispose la donna, riconcentrandosi. Il mal di testa dovuto all’utilizzo dell’haki cominciava a farsi sentire, ma doveva assolutamente ignorarlo. Finora le tecniche erano riuscite, ma erano quelle basilari.

“KAGEROU”!

Hikari vide arrivare l’onda di fuoco e decise di appellarsi alla velocità. Ace puntava con quell’attacco alla potenza e lei era incapace di contrastare un rogia a quella distanza.

“SORU!” pronunciò, svanendo dal campo visivo del giovane, che si guardò furtivo attorno, ma non fu abbastanza veloce da evitare il prepotente calcio che gli arrivò sul ginocchio. Perse l’equilibrio, cadendo a carponi, ma riuscì a sfuggire all’ennesimo attacco portato a termine con l’onda d’urto.

Utilizzò in un primo momento l’Higan per fare allontanare di nuovo la mora, ma, quando l’ebbe a distanza sufficiente, decise di utilizzare la Croce di Fuoco.

“JUUIKA”!

Hikari, utilizzando di nuovo il Soru, riuscì ad evitarla per un soffio. Sentendo l’enorme frastuono alle sue spalle, si girò di scatto e rimase allibita: nelle rocce retrostanti, ancora fumante, era incastonata una forma a croce, parecchio profonda.

“Cazzo, se mi prendevi mi ammazzavi!” esclamò scandalizzata, mentre Ace prendeva fiato e si sistemava i cappello: “Ti ripeto, non sottovalutarmi. Se sono il comandante della seconda flotta di Barbabianca, ci sarà un motivo, no”?

“Effettivamente” sussurrò Hikari, ma nello stesso istante tante piccole sfere infuocate raggiunsero la donna, che le osservò perplessa.

“Fossi in te, le eviterei” disse Ace, chiudendo il pugno. Nello stesso istante le sfere esplosero, prendendo in pieno la donna, che riuscì a pararsi solo il viso per non venir sfigurata.

Rotolò in avanti, tenendosi il braccio ferito: era sempre pur vero che, secondo entrambi, non stavano usando la stessa potenza di un vero combattimento, ma Ace stava esagerando.

Intanto, insospettito dai rumori, Shanks era giunto su campo di battaglia, tuttavia, appena si accorse che Ace e Hikari erano intenti a combattere, si nascose dietro ad una roccia: era molto curioso di vederla in azione, nonostante avesse evitato accuratamente di incontrarla per l’intera giornata.

“Stai bene?” s’informò Ace, vagamente preoccupato nel vederla ancora a terra, in ginocchio.

“Stavo meglio prima!” rispose piccata, mentre si girava e si portava in posizione accosciata: “Va bene Ace! Ora faccio sul serio anche io”!

“Era ora!” la schernì, trasformandosi in fuoco.

“SORU!” in un istante, Hikari, si era portata di nuovo alle spalle del giovane. Questa volta però lui previde la mossa e scagliò il suo Pugno di Fuoco. Lei utilizzò il Bow Shock, per opporsi alla forza del moro, ma una volta neutralizzato l’effetto, si ritrovò a schivare di nuovo l’Higan.

Si allontanò con un balzo, mentre Ace si scomponeva nuovamente nel rogia e utilizzò, questa volta, una combo.

“BOW SHOCK: DUBLERING”!

Come previsto, Ace, con l’ausilio della fiamma, le evitò, portandosi in alto, ma si ritrovò il piede di Hikari in faccia, incurante delle fiamme che lambirono il suo stivale. Al colpo, carico di haki, il suo corpo si ricompose e lì la donna utilizzò l’effetto Boomerang.

Ace fu scaraventato dalla sinergia delle abilità dell’avversaria sul muro di roccia. Alzò il viso verso la donna e notò quegli occhi chiari luccicare, come gli occhi di un felino quando, in agguato, fissa la preda, mentre raccoglieva del terriccio e lo sbatteva sullo stivale, per evitare di prender fuoco.

- Bene così – ragionò, sfoderando il sorriso di sfida. Si rialzò, facendo appello alle sue forze, mentre notava Hikari con un fiatone notevole.

Shanks, nascosto dietro al masso, guardava senza scomporsi i due che esibivano le loro abilità. Aveva impercettibilmente sorriso nel vedere quell’attacco combo: non credeva che fosse riuscita ad utilizzare l’haki in quella maniera, ed era potenzialmente un punto di forza se si prendeva in considerazione la forza fisica di Hikari, la quale era normalissima per una donna addestrata. Ma nulla di più.

Il moro, nel frattempo, s’era gettato in avanti in una spirale infuocata: Hikari si spostò a lato, e, facendo leva con le gambe al muro roccioso, si lanciò in attacco sfoderando l’haki madre.

Ace si ritrovò rimaterializzato in un nanosecondo e vide la donna atterrare al suolo e girarsi rapidamente.

Aprì le braccia, stendendole a lato, con i palmi aperti: “KLINGER TIL VABEN!” e nell’istante che roteò su sé stessa per mezzo giro, delle lame invisibili fendettero l’aria in direzione del ragazzo.

Riuscì a schivarne un paio, ma le ultime lo colpirono di striscio alle braccia e alle gambe. Tuttavia si accorse di un particolare: Hikari aveva direzionato le lame con lo sguardo, evitando di colpirlo in pieno.

“Grazie” le disse sorridendo, mentre caricava l’ultimo attacco “Avresti potuto farmi davvero del male”.

La mora cadde in avanti, quasi completamente esausta. Non ce la faceva quasi più: gli anni passati in totale inattività le stavano cuocendo il cervello e le energie stavano scemando rapidamente.

Ma Ace non si fece impietosire.

“SHINKA: SHIRANUI”!

Si servì dapprima delle lance infuocate, per portare Hikari ad evitarle e a distrarsi. Poi, lanciò il Kagerou, nuovamente, ma questa volta con maggior forza. Shanks ebbe l’impulso di uscire allo scoperto e di anteporsi tra i due, perché sapeva che non avrebbe più avuto né il tempo, né la forza per usare il Soru ed evitare il colpo, ma uno strano effetto ondulatorio si sviluppò a cilindro attorno a lei.

“VOLD!” sussurrò, ergendo un muro elettromagnetico che fece semplicemente disintegrare l’ondata, la quale s’infranse e si dissolse nell’aria. A quel punto, sfiancata dall’haki, si lasciò cadere a terra, cercando di non sfracellarsi la faccia contro alle pietre.


“Hikari!” chiamò allarmato Ace, correndole incontro, vedendola immobile. La tirò su, voltandola: “Come stai”?
Ansimò: “Ho un mal di testa terribile. Non ho ancora le forze necessarie per reggere un combattimento… Se la Marina” tossì “Dovesse attaccarci, non voglio fuggire, ma… Non so quanto potrei essere d’aiuto. Però” e cacciò indietro le lacrime con uno sforzo sovrumano “Ora come ora sono una ricercata e devo cercare un modo di difendermi!” strillò esasperata, producendo come effetto una nuova fitta tremenda alle tempie.

Tuttavia Ace stava sorridendo.

“Levati quel ghigno dalla faccia, ragazzino” lo ammonì lei alzando la mano stretta a pugno, ma il moro le bloccò il polso: “Lo so, ma alla fine sei riuscita a controllarlo l’haki no? Datti tempo, vedrai che ce la farai Hikari. Ne sono più che sicuro” concluse facendole una carezza sulla guancia. Lei sospirò rassegnata: “Lo spero” disse con poca convinzione, ma lui incalzò: “Mi hai tenuto a bada. Non tutti ci riescono” disse sollevandola a sedere “Fidati di me” e le sorrise, abbracciandola.

In quel momento la donna sollevò il viso a lato e notò il Rosso che la fissava serio: ricambiò il suo sguardo, per poi vederlo allontanarsi dietro alle rocce.






- TO BE CONTINUED -


 



- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera signore/i e ben ritrovate/i al nostro appuntamento settimanale. :)
Capitolo leggero-ma non troppo, che spiega finalmente come diavolo funziona Hikari. xD Sappiamo bene che in teoria l'haki si manifesta in modo diverso - sempre se ci basiamo sulle pochissime informazioni relative al dono che Oda ci ha snocciolato - ma i punti sono essenzialmente due: Hikari è sempre stata un po'... Non difettosa, ma... Disastrosa. xD Insomma, ha un potere strano e questo è stato detto più volte. Seconda cosa, all'epoca quell'utilissimo pezzo post Marineford non era ancora uscito. :)
Inoltre è molto simile - cosa non voluta per la ragione scritta sopra - al potere di un certo tizio - signor tizio - che chi ha visto la parte finale di Marineford di certo conoscerà. ^^' Non aggiungo altro, perchè ho sempre il terrore di spoilerare. ._. Ma chi ha orecchie per intendere, intenda.


Purtroppo l'angolino salterà anche stavolta, perchè sia io che Yu siamo incasinate un qualcosa di assurdo... Chi arriva tardi dal lavoro (io), chi passa la sua giornata sui libri (lei), siamo ridotte ai minimi termini. T_T Ci dispiace tantissimo.
Tuttavia, spendo un paio di righe per ringraziare di tutto il consenso mostratoci per il capitolo precedentemente pubblicato: sinceramente non ce lo aspettavamo (in particolare da Red Queen, che come autrice conosco di più xD e so bene su che scrive xD Quindi, ragazza mia, mi hai addirittura spiazzata!). Siamo estremamente felici che la scelta della conclusione sia stata di vostro gradimento. :) Inoltre, personalmente (dico così perchè il capitolo precedente è stato scritto da me), vi ringrazio per i consensi sul trattamento di Shanks. Diciamo che finalmente si vede lo Shanks che tutti "in teoria" si aspettano. Questo punto è per farvi capire che i suoi comportamenti strani visti fin ora hanno una sola ragione: Hikari. Perchè Shanks, malgrado tutto, rimane sempre Shanks. :)

Infine, benvenuto/a? Brando, intendo. Dal nick evinco una persona di sesso maschile al di là dello schermo, ma i nick tante volte traggono in inganno. Anche leggendo la recensione, non mi è chiaro il tuo sesso. xD Non per altro, ma è solo per sapere come rivolgermi a te e non fare figuracce. :p Ti ringrazio infinitamente per i complimenti. ^^


Bene, al prossimo capitolo allora! ^^
Un abbraccio!

Bea&Yuki

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Capitolo 48
*** Ordini insostenibili ***


CAPITOLO 48: ORDINI INSOSTENIBILI.
(Chapter Soundtrack: If everyone cared - Nickelback)



Nella tenda più grande e spaziosa del campo allestito sull’isola vulcanica, nonostante il cielo si fosse da poco tinto di rosa e giallo, il capitano e il suo vice erano già svegli da diverso tempo.

L’orgoglio di Shanks gli impediva di ammettere apertamente a sé stesso che la ragione fondamentale per la quale non riusciva a chiudere occhio la notte, abbandonandosi a un sonno ristoratore, era Hikari. La sua gelosia era profonda, radicata, ma non riusciva a prendere veramente in considerazione quella realtà perché era conscio che lui per primo aveva creato quella situazione, lasciandola da un giorno all’altro senza dirle una parola. Non aveva nessun diritto su di lei, ma ciò gli era impossibile da accettare.

Quindi aveva deciso di mettere a frutto le prime ore dell’alba, cominciando a mettere giù un primo e rudimentale piano di battaglia per fronteggiare le navi di ricognizione mandate da Sengoku. Le notizie fornite da Tashigi non erano precise, ma infondo la ragazza aveva scoperto quella flotta per caso e quindi era naturale che non potesse rivelargli molto. Per questa ragione aveva deciso di far ripartire il più in fretta possibile lei e Smoker.

Appena si fossero fatti vivi, li avrebbe allontanati immediatamente. Non c’era nessun motivo per cui facesse perdurare la loro presenza lì e in più, per quanto facessero parte dei nemici, loro due appartenevano a quella categoria di nemici da rispettare. Gli era impossibile prendere anche solo in considerazione l’idea di rovinare loro la carriera facendo venire a conoscenza il Quartier Generale dell’iniziativa presa da Tashigi.


“Non combatteremo sulla terra ferma” proferì con voce calma e controllata il Rosso rivolgendosi al suo vicecapitano “Anche se gli insediamenti in quest’isola sono veramente irrisori, non posso coinvolgere persone innocenti in un’operazione delicata come questa”.

“Sono dall’altra parte” osservò Ben accendendosi una sigaretta, la prima della giornata .

“Lo so, ma non sappiamo esattamente chi è a bordo di questa flotta” rispose Shanks  “Potrebbero aver mandato qualcuno di pericoloso e non voglio sentirmi limitato nell’utilizzo del mio haki”.

“Per essere un pirata, capitano, hai il cuore davvero tenero” asserì abbozzando un mezzo sorriso “Ed è per questo che hai così tanti uomini che ti seguono, nonostante tu sia un idiota in molte situazioni”.

Il volto di Shanks si contrasse in una smorfia. Non sapeva se prenderlo come un complimento o meno, perché quell’affermazione dava tutta l’impressione di essere al tempo stesso anche una critica velata al suo comportamento degli ultimi tempi. Qualunque fosse la sfumatura maggiore, il Rosso non aveva intenzione di cogliere la frecciatina e preferiva continuare a concentrarsi sul suo dovere, lasciando da parte tutto il resto.

Peccato che quello fosse il suo proposito fin dall’inizio e non fosse ancora riuscito a portarlo a compimento.

“Dunque combatteremo sul Vendo dell’Est, giusto?” continuò Ben.

“Sì, aspetteremo la flotta a largo e vedremo che cosa ci troveremo di fronte” confermò corrugando la fronte.

Una flotta di ricognizione pareva una trovata troppo stupida per uno come Sengoku, un uomo da sempre conosciuto per la sua bravura nel progettare strategie infallibili e imprevedibili. Era qualcosa di così banale e insignificante, che al Rosso pareva veramente strano e la situazione lo preoccupava non poco.

Il non sapere cosa poteva aspettarsi da quelle navi lo rendeva irrequieto e non gli consentiva soprattutto di poter preparare un’efficiente contromossa. Forse si sarebbe davvero limitata a un branco di giovani reclute, entrare in Marina per difendere chissà quali grandi valori e che ancora non avevano avuto il tempo di comprendere quanto in realtà quel Governo che tanto difendevano era marcio fino al midollo.

Almeno sui pirati, sui fuorilegge, si sapeva a priori a grandi linee che tipi di uomini fossero e cosa cercassero. La Marina invece aveva il vizio di celare le sue azioni più abbiette dietro grandi parole e discorsi eloquenti, ma se si fosse veramente andati a controllare le loro azioni, probabilmente tutti i popoli che facevano parte del Governo Mondiale si sarebbero ribellati.


“Qualcosa non va?” chiese Ben, liberando una boccata di fumo, i cui contorni evanescenti venivano messi in risalto dalla luce di una candela accesa sul tavolo al quale erano seduti.

“Mi pare tutto così dannatamente facile” rispose lento Shanks “Insomma, mi sento quasi offeso al pensieri di aver contro una misera flotta di ricognizione! Soffiata a parte..."

Il vicecapitano ridacchiò, mentre riportava alle labbra la sigaretta e scrutava con i suoi occhi blu il volto del suo migliore amico. Anche lui aveva avuto lo stesso pensiero e anche nella sua mente avevano preso vita gli stessi dubbi su quell’operazione della Marina che ora vedeva dipinti sul volto del Rosso.

“Già” concordò “Stavo pensando la stessa cosa”.

“O ha altro per la mente e non ha intenzione di prendermi sul serio, ma dubito fortemente dato che gli abbiamo messo i bastoni tra le ruote mandando all’aria il suo piano” procedette a ipotizzare Shanks “Oppure ha tutta l’intenzione di metterci seriamente in difficoltà ideando qualcuno dei suoi piani, di cui, ovviamente, non possiamo essere informati”.

“Quindi che facciamo? Stiamo al gioco comunque”?

“Non mi pare ci resti scelta in entrambi i casi” asserì sicuro il capitano ricambiando lo sguardo dell’amico “Dobbiamo tenerci pronti ad ogni evenienza”.

Ben non chiese altro, conscio che quella decisione era l’unica sensata da poter prendere in quelle condizioni. Purtroppo non avevano la possibilità materiale e il tempo soprattutto, di poter cercare di ottenere informazioni maggiori, il che lasciava loro solo la possibilità di difendersi, qualsiasi cosa fosse capitata.
 
L’unica vaga certezza che potevano avere era che Sengoku in quel momento fosse troppo impegnato a far cadere Barbabianca dal suo trono per occuparsi fino in fono di un altro Imperatore, cosa che forse avrebbe giocato a loro vantaggio almeno un po’.


Appoggiando la mano sul tavolo, Shanks si fece leva per alzarsi in modo da potersi preparare un caffè. Aveva bisogno di stare sveglio e non poteva permettersi, ora che era giorno, di lasciarsi cadere in uno stato poco reattivo a poca distanza dello scontro. Mise a bollire la caffettiera su un fornello e lasciò vagare lo sguardo in un punto vuoto mentre i suoi pensieri scorrevano a ritmo alternato, soffermandosi su particolari che avrebbe voluto dimenticare e sorvolando quelli che avrebbe desiderato ricordare anche nel minimo dettaglio.

Ancora vivido, nella sua mente, si stagliava l’immagine dell’abbraccio tra Ace e Hikari. Per quanto cercasse di non pensarci, i suoi sentimenti erano più forti della sua razionalità e venivano a galla, sbattendogli in malo modo la realtà dei fatti sotto il naso e costringendolo a fare i conti con i suoi errori e le sue ferite.

Non era certo di essere in grado di poter combattere seriamente con Hikari e Pugno di Fuoco da parte, immersi fianco a fianco nella mischia. Temeva di potersi distrarre, di perdere la concentrazione e commettere qualche passo falso mettendo a repentaglio la vita di quegli uomini che lo seguivano in ogni impresa, con fiducia.


“Ben” chiamò piano l’amico rimanendo voltato di spalle.

L’odore forte e avvolgente del caffè si stava diffondendo progressivamente nella tenda, andando a coprire anche il sapore acre del tabacco. Ormai era quasi pronto e si sentiva chiaramente bollire all’interno il liquido, ma Shanks aspettò a spegnere il fuoco continuando a tenere gli occhi smeraldi puntati sul vapore che fuoriusciva e si disperdeva velocemente nell’aria.

“Manda via Hikari e Ace” riprese con evidente stanchezza nella voce “Non li voglio qui durante lo scontro. Lei lo deve riportare da Barbabianca e assicurarsi che non vada a cercare Teach”.

“Si arrabbierà” osservò l’altro sollevando un sopracciglio.

Non aveva intenzione di discutere l’ordine del suo capitano. Era inutile cercare di fargli comprendere la necessità, il bisogno profondo che avevano entrambi, di chiarirsi, perché era troppo cocciuto per poterlo ammettere e non lo avrebbe mai fatto fino a quando non fosse stato messo le spalle al muro.

“Ormai non ha importanza” mormorò spegnendo il fornello e versandosi il caffè in una tazzina.

“Come vuoi”.



“Sloggiate al più presto” esordì ghignando Shanks.

Smoker lo fissava con espressione ermetica, mentre tra le labbra stringeva i suoi soliti due sigari. Aveva tutta l’aria di chi era fortemente indeciso tra due estremi e nell’incertezza rimaneva fermo per aspettare che quella situazione si risolvesse al più presto da sola.

“Non c’è bisogno che tu me lo dica, Rosso” borbottò scorbutico il Commodoro.

“Ne sono certo” commentò il pirata sorridendo “Come sono altrettanto certo che la prossima volta che ci incontreremo non te ne andrai con tanta facilità”.

“Puoi giurarci” rispose acido Smoker assottigliando lo sguardo “Se quella Rivoluzionaria non mi avesse iniettato quella schifezza non me ne andrei neanche ora”.

Shanks ridacchiò divertito. Ovviamente il Marine non poteva ammettere che non lo avrebbe fatto perché alla fine, seppur con qualche incidente di percorso, era stato trattato con tutto rispetto a bordo del Vento dell’Est e inoltre, da ultimo, aveva nuovamente dimostrato di essere di molto superiore alla maggior parte della feccia che viaggiava sotto una bandiera nera, non alzando neanche un dito su Tashigi.

“Sì, immagino!” esclamò ironicamente il capitano “Ed ora filate via”.


Ormai il sole era sorto del tutto, ma era ancora basso all’orizzonte e il cielo possedeva ancora quelle sfumature color pastello delicate, in grado di trasmettere un sentimento di tranquillità e serenità. Gli altri uomini non si erano ancora svegliati, così solo Shanks e Ben erano andati a comunicare la decisione di lasciarli partire immediatamente a Smoker e i suoi.

Il commodoro fissò con i suoi occhi grigi ancora per qualche secondo l’uomo dalla chioma rossa come il fuoco, prima di sbuffare pesantemente.

“Andiamo Tashigi” ordinò pacatamente rivolto alla ragazza accanto a lui.

Con la mano serrata sulla katana, la ragazza si voltò seguendo il Commodoro dopo aver rivolto un mezzo cenno di saluto ai due pirati. Incespicò in qualche sasso ma riuscì a riprendere abbastanza equilibrio per evitare di caracollare a terra, finendo con la faccia nella sabbia.

“E mettiteli quegli occhiali invece di tenerli sulla testa” borbottò Smoker osservandola con la coda degli occhi.

“S-Sì, Commodoro” rispose arrossendo per l’imbarazzo Tashigi.

Dietro di loro, udirono le risate del Rosso e del suo vicecapitano accompagnarli fino a quando non furono saliti sulla loro ammiraglia, pronti per partire il più velocemente possibile.

“Quei pirati” esordì piano la ragazza sistemandosi gli occhiali sul naso “Intendo, la ciurma di Cappello di Paglia, mi ricorda molto quella di Shanks il Rosso”.

“Sarà per questo che quel moccioso e il Rosso mi innervosiscono nello stesso modo” rispose Smoker dopo un attimo di silenzio “E ora muoviamoci a partire, ne ho abbastanza di questo posto”.


Aveva aspettato che il sole fosse più caldo e i suoi raggi più forti prima di incamminarsi verso la periferia dell’accampamento, nella direzione in cui si erano sistemati Hikari e Ace. A passo lento, tra una boccata e l’altra della sua sigaretta, mentre assaporava il fumo scendergli nella gola e andare a riempire ritmicamente i suoi polmoni, Ben teneva la sua espressione più impassibile sul volto.

Quello che stava per fare non gli piaceva, ma gli ordini erano gli ordini e se Shanks pensava di non poter combattere con loro due tra i piedi, a lui non rimaneva scelta che cacciarli. Tuttavia, aveva la netta sensazione che quella volta Hikari non si sarebbe limitata a una semplice sfuriata, anzi, se doveva essere sincero, era rimasto notevolmente sorpreso da come si era comportata l’amica dopo essere stata messa in gabbia. La pazienza di lei era più di quanta Ben gliene attribuisse, ma in ogni caso era certo che arrivati a quel punto anche la riserva fosse del tutto svuotata.

Quando arrivò di fronte alla grotta in cui si erano sistemati i due ragazzi, trovò solo Hikari.

“B-Ben?!!” esclamò sorpresa sgranando gli occhi “Come mai sei qui”?

Non pensava di ritrovarsi il vicecapitano davanti, dato che pareva che lei e Ace fossero in quarantena e nessuno si potesse avvicinare a loro. Eppure, nonostante di primo acchito si fosse sentita contenta di vederlo, ora che lo osservava meglio provava la sgradevole sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto.

“Dov’è Ace”?

“A cercare un po’ di legna” rispose Hikari avvicinandosi all’amico “Come mai sei venuto”?

“Shanks ha dato delle disposizioni” esordì prendendo tra le dita la sigaretta “Vuole che accompagni Ace da Barbabianca prima del combattimento”.

Hikari sbarrò gli occhi e mosse le labbra, ma non uscirono parole di fronte a quell’ordine che le appariva del tutto insensato. Stava cercando di comprendere se c’era una vaga possibilità che tutto ciò fosse solo uno scherzo di cattivo gusto oppure la realtà, ma il suo cervello pareva essersi bloccato e i ragionamenti andavano a rilento.

“Sono gli ordini” rimarcò Ben, poi, ammorbidendo i lineamenti e abbozzando un sorriso triste mormorò piano: “Mi spiace, Hikari”.

Senza aspettare una qualche risposta, il vicecapitano si voltò e tornò verso il Vento dell’Est per preparare tutto il necessario allo scontro. Non poteva rimanere di più, e non per via di Shanks, ma semplicemente perché gli era impossibile rimanere davanti a Hikari, alla sua amica, e non poterla consolare per quel dolore che lui stesso, riferendogli quel comando, gli aveva procurato.

Lasciò cadere il mozzicone per terra e riprese la via del ritorno.




- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


E rieccoci all'appuntamento del martedì sera! ^^
Sento un'atmosfeta pesantissima attorno a me - lo sente anche Yu, dal profondo dell'abisso di libri e scocciature in cui è sprofondata.
Su, non fate così... Lo so, il finale del capitolo è un po'... Ahem... Come possiamo definirlo? Pessimo? Agghiacciante? Demotivante? Smaronante? Forse l'ultimo aggettivo è il migliore! xD
Ce la farà Hikari a resistere all'impulso di volargli addosso come un'aquila? ^^''' Lo scoprirete appunto nel prossimo capitolo - più ovvio di così. xD

Passiamo alle recensioni, va, prima che ci facciate fuori! O_O


- Angolino di Beatrix -


@Red Queen: buonasera caVissima. ^^
Grazie infinite per i complimenti, davvero. :) A me i capitoli di lotta - figurati - piace più scriverli che leggerli. xD Per cui, bon, felice di regalarveli. :) Sarà anche che mastero in un gdr di OP, e lì sono tutti ragazzi, e quindi se non fai scornare qualcuno si mettono a brontolare... Sono abituata ormai. xD
Sapevo che questo capitolo - a te come anche magari qualcun altro - avrebbe messo un po' di cerchietti depressi ovunque, ma... Godiamocelo e amen. u_u [SPOILERanimejap]Io intanto mi godo il mio Rosso nell'opera originale dell'anime e la faccia assurda che fa Akainu quando viene fermato con la semplice spada xD Dai, tutte a tifare Shanks come cheerleader![/SPOILER]
Comunque, sì, me ne rendo conto chequell'orso (xD) di Dragon praticamente Oda - per ora - se lo fila poco, ma spero (accidenti!) che verrà ripreso a dovere cavolo... Voglio un reportage completo su di lui!  Ma un cadeau alla fine ve lo regaleremo, gioie. :) Shanks dal canto suo non è che non imparerà mai... E' che è un asso a beccare il momento sbagliato. u_u E la sua pazienza finisce prima o poi - come quella di Hikari.
In ultimo... Sì, è stata spiazzante ma nel senso buono. ^^ Avevo un po' timore del tuo giudizio sulla coppia, per ovvie ragioni. Ma quello che hai scritto lo giudico come un complimentone e-n-o-r-m-e. ** Grazie mille!
Alla prossima caVa, grazie per la recensione, per tutto. xD
Un abbraccio!

@Ale-chan: ciao Ale! ^^
Ma nooo! xD Ma non puoi immaginarmi Dragon come una palla di pelo - il cugino di Bepo, magari? xD - però sì... Io credo che malgrado quell'immagine abbastanza macabra e... Non dico spaventosa, ma insomma, credo che tu abbia capito, Dragon sia umano (sotto sotto, scavando con la vanga), perchè non mi spiegherei il legame con gente come Orso, Iva, Inazuma. Che non sono così malvagi, ecco. Voglio saperne di più su st'esercito rivoluzionario... T_T Ne va dalla mia sanità mentale. @.@
E Hikari lo adora... :) Ah, tra l'altro grazie per i complimenti sulle tecniche. E' stato un parto quella parte. xD Hikari che si fa poco gli affari suoi - visto che di fatto è una spia, è l'abitudine - ma non se la sente di torchiare Ace... Più che altro perchè sa che s'infurierebbe come una faina, ormai l'ha capito fin troppo bene che quell'argomento è off limits. Comunque l'Hotarubi c'è, solo che non è menzionato, ma è quella cosa delle sferette. Ho tralasciato comunque le tecniche tipo l'Imperatore di Fiamme, perchè mi sembravano un po' esagerate da immettere in un combattimento tra loro. L'avrebbe arrostita. xD Perchè sì, Hikari (e lo dice) è lontanissima dal livello di Ace e compagnia bella, almeno sul campo di combattimento. Anche se riesce a colpire i rogiati senza problemi - ma la signorina è tutt'altro che un Terminator. xD Poverina...
Servirebbe Ben, sì... Ma che li prendesse a bastonate sul cranio, ad entrambi... Mi sa che i prossimi capitoli vi lasceranno abbastanza interdette. ^^'
Alla prossima Ale, un bacio e grazie per la recensione! ^^

@Tre88: ciao cara! ^^
Rispondo subito alla tua domanda, anche se ti rispondo riguardo al manga in generale: sinceramente... Penso di sì. Alla fine Shanks era sulla nave di Roger, solo che non sappiamo fino a quando. Oltretutto essendo Imperatore ha parecchi agganci - quasi di sicuro. Ma non credo che per lui rappresenti un problema, anzi - com'era anche con Barbabianca. Praticamente è il povero Ace che si fa quei trilioni di problemi. u_u Nella nostra ff l'abbiamo lasciata in sospeso apposta questa cosa, perchè sinceramente non sapevamo davvero come trattarla (è venuta fuori nel mentre che scrivavamo). Ma prendetela come tale - cioè come ti ho spiegato.
Vi mancava Ace senza fuoco eh? x3 Felice di averti fatta contenta con i protagonisti del capitolo recensito. :)
Alla prossima e grazie per i complimenti e la recensione! ^^
Un abbraccio.

@Saisai Girl: ciao! xD
Io tutte le volte che accenni alla coppia Ace/Hikari mi viene un embolo dal ridere - soprattutto per come l'hai stesa, la frase intendo. "Combattimento tra due amici (peccato T_T)" mi ha fatto morire. xD Sì, ho deciso di prendere questa piccola pausa di un capitolo, per spiegarvi  come funzionava la ragazza, nel mentre abbiamo approfittato di recuperare Ace appieno e di mettere quel finale - importante, da come puoi capire. Sono felice che ti sia piaciuto. :)
Ace non ci sarà andato leggero, ma... C'è un divario tra i due che è comunque impressionante. ^^' Hikari neanche impegnandosi al 100% riuscirebbe a pareggiare la forza di Ace, benchè abbia un potere derivato dall'haki e quindi riesce a ferirlo... Eeeh, la strada è ancora lunga per sopravvivere in un 1vs1 in combattimento. u_u Però era ora che si desse una mossa la ragazza.
Grazie per la recensione e i complimenti!
Alla prossima! ^^

@Brando: ciao caVa. ^^
Essì, i nick traggono in inganno e mi avevi messo il dubbio. Però bon, mistero risolto. ^^
Non era previsto questo capitolo nella linea originale, ma quando stavo sui miei capitoli, alla fine ho optato per spiegare un pochino come diavolo funzionava la ragazza. xD Anche perchè non aveva fatto ancora praticamente nulla, se non minacciare con l'haki - e perdere il controllo. u_u
Dai, dai, siamo quasi alla fine e i vostri dubbi verranno presto risolti. :) E anche questa tiritera di sti due mocciosi che invece di parlarsi, si fanno i dispetti. u_u
Grazie per la recensione! ^^
Alla prossima!

@Chibi Hunter: heilà! ^^
Sì, Hikari non ha approfondito... Ma perchè rispetta comunque Ace, la sua volontà e il suo diritto di parlargli o meno di lui. Anche se Ace è bravo a consolare, purtroppo - e lo conosciamo bene - è restio a parlare di sé stesso. Probabilmente Hikari rimarrebbe a bocca aperta alla notizia, ma solo perchè non se lo aspetta. Per il resto gliene fregherebbe un cavolo. u_u Potrebbe anche essere il figlio del demonio - come dice Hancock di Rufy xD - ma resta sempre Ace. :)
Vedo che anche tu hai apprezzato il paragone animalesco di Dragon... Ma non dirlo troppo forte, che ci somiglia intendo... Magari si arrabbia. xD E Shanks... Sì, visto che campione a beccare sempre il momento sbagliato? u_u Non ce la farà mai... Mamma mia...
Alla prossima cara, grazie per la recensione!
Un abbraccio!



Ringraziamo infine chi ha messo la nostra storia nei preferiti e nelle seguite. E anche chi, semplicemente è passato di qui a buttarci un occhio. ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 49
*** Non osare ***


CAPITOLO 49: NON OSARE.
(Chapter Soundtrack: Fade to Black - Metallica )


Hikari percorse a passi veloci il corridoio che portava alle camere – in particolare ad una, quella adiacente alla stanza di Ben – cercando di dominare l’ira invereconda che le stava traboccando da ogni cellula del suo essere. Le labbra increspate all’ingiù in un broncio che lasciava ben trapelare quanta rabbia serbava in corpo, pronta ad esplodere da un momento all’altro. L’espressione, contratta, con i muscoli tesi e la mascella serrata, era probabilmente la più paurosa che si fosse delineata sui suoi lineamenti da molti anni. Sentiva le unghie penetrarle nei palmi per via della forza eccessiva con cui stava serrano i pugni – ma non le importava.

Ebbene, era venuto il momento per lei di affrontarlo: non gli andava giù l’ordine di astenersi dalla battaglia, tantomeno di scortare Ace da Barbabianca e lasciarli faccia a faccia con la Marina. Non per paura che succedesse l’irreparabile, ce l’avrebbero fatta di sicuro contro il dispaccio inviato da Sengoku: dopotutto Shanks era uno dei Quattro Imperatori del Mare, non il primo deficiente trovato per strada. E aveva fior fior di uomini al suo servizio.

Piuttosto non le andava giù il fatto che Shanks, come suo solito, facesse i conti senza l’oste: ormai quella battaglia era divenuta anche sua, perché, volente o nolente, s’era ritrovata invischiata nella faccenda fino alle ossa. Ma non gli avrebbe permesso, questa volta, di lasciarla da parte. Non era concepibile che se ne andasse via proprio quando era arrivato il momento di maggior tensione, quando si sarebbe scritto il seguito di quella vicenda che lei aveva contribuito a formare come lui – forse di più dato che senza le sue intercettazioni non si sarebbe fatto proprio un bel niente. Anche se aveva paura – perché, a differenza degli altri, Hikari ci teneva al fatto di avere la testa attaccata al collo, sempre e comunque – non sarebbe stato giusto prendere e andarsene, dopo – oltretutto – che anche Ace si era dimostrato contrario a quella scelta.

A maggior ragione, nonostante fosse capitato di tutto – e ben poche cose positive – durante quel viaggio, non poteva accettare di fare i bagagli così, perché gliel’aveva ordinato lui. E, Hikari l’aveva sempre ribadito, se doveva prendere ordini, una sola e unica persona poteva permettersi di darglieli, ovvero Dragon.

Senza contare che Shanks era proprio l’ultima persona, tra tutte, da cui poteva accettare di ricevere comandi. Preferiva di gran lunga tornare nel suo comodo e confortevole ufficio, dove il suo capo la trattava con rispetto e i suoi colleghi la mettevano sempre a suo agio cercando di coinvolgerla. Con tutto quello che il Rosso e la vicenda le avevano fatto passare, non riusciva a concepire come potesse solo pensare di avere il minimo diritto di impartirle disposizioni!

E quindi, no, sarebbe rimasta a costo di farglielo entrare in testa a suon di bastonate.



Spalancò la porta così forte che essa sbatté contro il legno della parete e, dalla piccola mensola ubicata accanto, un soprammobile di pietra cadde producendo un tonfo sordo e scalfendo il pavimento. Il rumore rimase a galleggiare nell’aria per attimi interminabili, nei quali la persona già all’interno della stanza non aveva ancora fatto in tempo a capire cosa fosse successo che gli occhi di Hikari lo cercavano per cominciarlo ad accusare con la sola espressione – prima di passare alle parole.

Shanks sollevò lo sguardo dalle sue carte per nulla sorpreso di trovarsela sul ciglio della porta, con il respiro corto e gli occhi iniettati di rabbia. Anzi, a dirla tutta, stava contando i minuti che rimanevano al suo arrivo già con impazienza. Aveva fatto il calcolo, sin da quando aveva pensato di impartire quell’ordine, che Hikari sarebbe arrivata a lamentarsi, buttandogli addosso di tutto e cominciando a urlargli in faccia qualsiasi cosa.

“Come da copione” esordì piano lui, mentre Hikari aveva ancora il braccio alzato sulla porta e il palmo aperto.

“Mi stai facendo incazzare parecchio Rosso. E fidati che sono ben oltre al limite massimo della mia pazienza!” ribatté con sicurezza e con la voce misurata. Sentiva il suo corpo percorso da fremiti, l’haki traboccare dalla sua pelle: ma questa volta non avrebbe cercato in tutti i modi di fermare il suo potere, col risultato di tenersi le tempie dal dolore. Questa volta gli avrebbe fatto capire che la sua sopportazione era arrivata al capolinea e che lei non era a sua disposizione, pronta a piegarsi al suo volere come una docile ragazzina.

Era pronta a riversargli addosso tutto il dolore che lui stesso le aveva inflitto, tutta la rabbia che lui le aveva procurato, tutti i sentimenti di angoscia e disperazione nati e cresciuti dentro la sua anima per causa delle azioni prive di motivazioni che lui aveva compiuto. Provava il desiderio, sempre più forte e potente, di fargli patire lo stesso inferno che aveva dovuto sopportare e contro il quale si era vista costretta a combattere per non ridursi a una bambola senza anima.
 
“E tu fidati che l’ordine non lo ritiro, cara la mia Rivoluzionaria” rispose Shanks, alzandosi in piedi, per nulla intimorito. Il suo mantello giaceva sulla poltrona, abbandonato sullo schienale, mentre una matita faceva le evoluzioni tra le dita di lui, che con aria strafottente la guardava infuriarsi sulla porta.

Era stufo di doversi guardare allo specchio e vedere l’ombra di sé stesso. Non sopportava più di essere ridotto a un fantasma per colpa di lei. Quindi aveva deciso di prendere quell’atteggiamento arrogante e insieme distaccato, separando il cuore dalla mente per non avvertire più con troppo vigore il sentimento che lo legava a lei da sempre.

“Il tuo comportamento è ridicolo” disse Hikari stringendo i pugni “Finora ho sempre soprasseduto a tutto quel che è successo durante questo viaggio, in favore di una spiegazione plausibile, ma ora fatico a trovarla”.

Lo stipite della porta scricchiolò sommessamente.

Il Rosso si mosse attorno alla scrivania, sedendosi sopra alla superficie liscia e portandosi la matita alla bocca: “Mmmh… Mah, ti dirò” disse, guardando il soffitto con il capo leggermente inclinato, nel tentativo palese di prendersi gioco di lei – cosa che ovviamente non faceva altro che accrescere la sua alterazione - “A me pare così semplice. Sono io che do gli ordini e, non so se l’hai capito, voglio che tu e il tuo amichetto spariate dalla mia vista il più presto possibile” concluse, alzando le spalle, mentre lei prendeva un respiro profondo per impedirsi di spaccargli la faccia troppo velocemente – si sarebbe tolta il gusto di vederlo contorcersi da dolore davanti ai suoi occhi.

“E ti pare logico? Secondo te Ace non continuerà a seguire Teach per andare da Newgate? Evidentemente non lo conosci” ribatté lei, alzando un ciglio.

Shanks rise, chiudendo gli occhi: “Ah, di sicuro non lo conosco bene quanto te” fece allusivo “Per questo ho deciso di affidartelo. Ormai siete così intimi che non credo avrai problemi a convincerlo a seguirti, no”?

In quel momento, per quanto Hikari detestasse la sua impulsività, non si pentì di aver fatto esplodergli tra le mani la matita con un’onda d’urto. La soddisfazione nel vedere per un attimo la faccia sorpresa e allibita del Rosso svanì in fretta, sommersa dalla frase appena pronunciata che ancora le ronzava fastidiosamente in testa.

La stava prendendo fin troppo sul personale per quel bacio che aveva visto quella notte: e per quanto avesse da dirne, quella scena, non necessariamente doveva per forza alludere che se lo fosse fatto in tutte le salse. E anche se fosse, a lui non doveva importare minimamente, perché, come aveva urlato in cella, lei non era la sua donna e l’unico motivo per cui non lo era più era una decisione presa unilateralmente da lui stesso e di cui ancora non aveva ricevuto una spiegazione.

In quel momento si figurò in mente l’ipotesi persa di portarsi a letto seriamente Ace, giusto per far rodere ancora di più Shanks e farlo bollire per la rabbia. Avrebbe voluto poi sbattergli in faccia tutti i particolari e vedere se riusciva a mantenere ancora quell’atteggiamento borioso, tanto irritante quanto infantile, che ora aveva stampato sulla faccia.

“Non permetterti mai più” lo ammonì, mentre le schegge di legno si spargevano sul pavimento e Shanks le rifilava uno sguardo di fuoco.

La situazione stava degenerando parecchio. Hikari sapeva bene che così non sarebbero andati da nessuna parte, ma era frustrante il fatto che l’uomo davanti a lei, con lei implicata, non ragionasse più. Quello non era lo Shanks che aveva conosciuto, di cui si era innamorata, e che il resto del mondo ammirava ma allo stesso tempo temeva: quello era un moccioso testardo e capriccioso che stava tentando in tutti i modi di fare lo splendido nel provocarla, per il gusto della vendetta personale.

Vendetta che non aveva nessun motivo di sussistere dal momento in cui lui l’aveva piantata dieci anni prima. Per quanto la Marina l’avesse voluta far apparire come membro della sua ciurma, lei non era un suo subordinato e tanto meno qualcuno di cui liberarsi da un momento all’altro per un futile motivo personale, quando erano in gioco cose che trascendevano completamente la loro situazione.


“Perché la prendi sul personale, Shanks?” gli domandò, rabbonendo un po’ il tono della voce “Siamo entrambi coinvolti in questa situazione che coinvolge a sua volta l’ordine mondiale, e l’unica cosa che ti chiedo è di rimanere qui a combattere”.

Il capitano sibilò tra i denti, appoggiando la mano sul banco e scendendo dalla scrivania: “No! Sai cos’è? E’ che io, solo io” e sottolineò la parola “Sono coinvolto in questo casino, assieme alla mia ciurma. Perché io me ne stavo tranquillo per i cazzi miei a sorvegliare il mio collega fino a qualche tempo fa” e prese una pausa, mentre vedeva Hikari incrociare le braccia al petto “Poi, un bel giorno, mi sveglio e Ben mi dice che sei dall’altra parte del telefono. Ed io sono stato così imbecille da farmi fregare! Ecco come stanno le cose”!

“Si sta parlando degli equilibri mondiali, cosa che tu ami così tanto, non di me e di te!” ribatté Hikari, più infuriata che mai “Io me ne sarei stata tranquilla in Marina a continuare il mio lavoro, che credi”!

Ed era vero. Ricordava ancora come aveva reagito quando Dragon le aveva comunicato di mettersi in contatto con il Rosso e l’ondata di disperazione e insieme dolore rianimarsi in lei all’idea di dover avere nuovamente a che fare con l’uomo che aveva imparato ad odiare più di tutti – perché non poteva amarlo come avrebbe voluto.

Era stata una decisione sofferta e non un suo stupido capriccio, qualcosa che non voleva fare ma che doveva fare. Ma a quanto pareva Shanks era troppo sopraffatto da un misto di orgoglio e gelosia da non poter comprendere come lei si fosse sentita.

“E allora non ti lamentare con me! Prenditela con quel figlio di puttana del tuo capo, perchè-” ma un sonoro schiaffo non gli fece finire la frase.

Si ritrovò, successivamente, il viso della donna a pochi centimetri dal suo, quegli occhi violetto che in quel momento avevano assunto sfumature glaciali e le mani di lei strette attorno al colletto della sua camicia.

“Non ti permettere mai più di offendere Dragon davanti a me!” gli urlò in faccia con veemenza.

D’un tratto la pressione del sangue nelle sue vene si era fatto più prepotente e il suo cuore aveva aumentato il ritmo a causa dell’ondata di adrenalina. Non credeva che fosse possibile, ma da quando aveva messo piede lì dentro la sua rabbia non aveva fatto altro che crescere, e l’odio stava divorando il sentimento d’amore che provava per lo stesso uomo che in quel momento avrebbe voluto ridurre in un cumulo di cenere.

Non solo si permetteva di prendersi gioco di lei, di trattarla a suo piacimento, prima cercando di fare il carino e riallacciare un rapporto creduto morto per anni e poi trattandola come un fastidio, un sassolino di cui liberarsi al più presto. Non gli bastava lacerargli l’anima, si permetteva anche di insultare l’unica persona che in quei dieci anni le era stata sinceramente accanto. E non poteva tollerare tanto, le era impossibile e non lo desiderava nemmeno.

“Io mi permetto eccome” ribadì lui, scrollandosela di dosso, ma Hikari resistette: “Non ti permettere mai più di offenderlo davanti a me, perché se non fosse stato per lui, a quest’ora ero ancora in biblioteca a piangere perché un figlio di puttana, maledettamente codardo, dopo una relazione di un anno, ha preso e se ne è andato, lasciandomi sola sull’isola, strappandomi gli unici affetti che avevo allora”!

Le lacrime stavano rigandole le guance, ma in quel momento non gliene poteva importare un fico secco. Sentiva con troppa chiarezza ritornare ad aprirsi con troppa forza ferite antiche, ferite che non si erano mai completamente rimarginate e che erano state tenute in una dimensione statica per troppo tempo. In quegli anni si era chiesta mille volte che cosa mai avesse potuto spingere Shanks a prendere quella decisione e per quanto la sua mente si sforzasse di trovare una ragione plausibile, tutte erano sfumate davanti a una consapevolezza: qualunque essa fosse lui aveva preferito non dirle niente.

Era stata davvero così poco importante per lui? Da non permettergli nemmeno di avere un briciolo di fiducia per confidarsi e cercare di trovare una soluzione a qualsiasi problema lui avesse?

Quell’intruglio malsano di rabbia e dolore, di disprezzo e angoscia, le faceva salire le lacrime agli occhi e anche se avesse voluto non sarebbe stata in grado di fermarle. Scorrevano lentamente sulla sua pelle fino ad arrivare al mento e cadere a terra.

“Quindi, stai zitto, non osare andare oltre perché se non fosse stato per lui, io avrei buttato via la mia vita a chiedermi che cosa avessi fatto di male per meritare quel trattamento becero e infame! Taci! Perché a me non fa né caldo né freddo il fatto che tu sia uno dei Quattro Imperatori del mare, Shanks, perché per me resti lo stronzo che mi ha rovinato la vita!” concluse, mollando la presa e spingendolo indietro.


Di tutta risposta, il Rosso la guardò con estremo disprezzo. Odiava, odiava con tutto sé stesso quando lei lo aggrediva. Il problema era che provava, in quegli istanti, una sensazione strana, non definibile: non era paura di lei – figuriamoci – ma non era neanche la rabbia dell’orgoglio ferito a causa dei suoi insulti. Era qualcosa di strano, come una morsa gelida che, ad ogni insulto o litigio, si avvinghiava al suo stomaco, aumentandogli il battito e facendogli morire la voce in gola.

Era la fredda consapevolezza che, nonostante facesse di tutto per non pensarci, lei aveva ragione. Il sentimento di odio che lo stringeva non era in realtà rivolto a lei, ma lo deviava su Hikari perché non riusciva ad accettare di vedersi in faccia con franchezza. Avrebbe scorto quanto, in tutti quegli anni, si era roso lo stomaco pensando a cosa avesse fatto e a come l’aveva trattata, consapevole di averla fatto soffrire in modo atroce senza nemmeno sprecare due righe per dirle addio.
 
Davanti a ciò non sapeva come comportarsi, non sapeva come avrebbe dovuto reagire per il meglio. Il suo amor proprio non gli permetteva di dargliela vinta, perché, alla fine, farsi fare la predica da lei dopo che si era quasi portata a letto Ace non era la cosa che più lo mettesse di buon umore.

“Ti sei sfogata ora”? chiese con voce piatta, come se nessuna di quelle parole lo avesse raggiunto o toccato in qualche modo.

Un’altra provocazione e Hikari, a quel punto, levò il freno al suo poco controllo rimasto: gli aveva urlato in faccia – finalmente – tutto il suo dolore – quello che aveva covato dentro per anni, per notte senza sogni o preda da incubi. Si aspettava – o forse aveva sperato - che il capitano ribattesse a quelle frasi cercando di difendersi, di addurre qualcosa in sua discolpa; ma tutto quel che aveva guadagnato era stata un’altra misera e inadeguata provocazione, detta con quel sarcasmo pungente e futile che sapeva far crescere la sua ira. E infatti fu la goccia che fece traboccare il vaso, l’ultimo sbaglio che il Rosso commetteva con lei e che le fece prendere la decisione di smetterla di trattenersi tanto – facendosi solo più male e sempre a causa di lui.

Liberò l’haki in tutta la sua intensità: un’onda d’urto rase praticamente al suolo tutta la mobilia della stanza, riducendo in pezzi sia la scrivania, che le poltrone, che le numerose librerie. Schegge di legno e fogli di carta strappati volarono, ruotando su sé stessi, nell’aria mentre si spegneva il frastuono causato da quel colpo improvviso e violento.

Shanks dal canto suo, per proteggersi, scatenò anche lui il proprio di haki, che come una barriera invisibile lo fece rimanere praticamente illeso dall’attacco a tutto campo della donna. Fu questione di un attimo, perché se solo avesse ritardato di poco nell’alzare la propria barriera, si sarebbe ritrovato con notevoli ferite in tutto il corpo.

L’aveva decisamente fatta arrabbiare per farla arrivare a quel punto. E una parte di lui, mentre guardava gli occhi di ametista di lei iniettati di odio e disprezzo nei suoi confronti, si rese conto di quanto fosse stato ridicolo il suo atteggiamento provocatorio e di quanto gli facesse male essere il bersaglio di tanti sentimenti astiosi da parte di Hikari. Un dolore acuto e penetrante, che sapeva chiudergli la bocca dello stomaco e lasciargli un pesante peso sul petto.


“Smettila immediatamente o distruggerai la nave!” le urlò andandole incontro, ma si dovette arrestare a causa di una nuova ondata.

Lei non lo ascoltò, continuando a liberare il suo potere. Sentiva il suo autocontrollo sfumare mentre i sentimenti negativi si impossessavano di lei, ampliandosi sempre di più e tramutandosi in nuova energia da liberare.


“Perché te ne sei andato! Voglio saperlo!” replicò Hikari, fregandosene dell’ordine dell’uomo “Voglio che ammetti la tua colpa, voglio che mi spieghi perché hai preso e sei sparito”!

Arrivati a quel punto voleva delle spiegazioni. Quelle che non aveva avuto per dieci anni e che aveva cercato di immaginarsi inutilmente, ritrovandosi perennemente a cercare di combattere contro un dolore che continuava a crescere dentro di lei senza darle tregua.

Shanks si ergeva innanzi a lei, più minaccioso che mai, caricando minuto dopo minuto il suo haki, per immagazzinarlo e arrivare al punto di riuscire a fermarla: “Avevo le mie ragioni”!

“Le voglio sapere bastardo!” urlò di rimando, mentre la frequenza delle onde d’urto aumentava con dismisura, quasi andassero pari passo con la tachicardia che quello sforzo le provocava. Le assi di legno cominciarono a creparsi, disfacendosi man mano che venivano colpite dalle onde e mentre i secondi passavano, in Hikari aumentava la forza dirompente della negatività accumulata e repressa.



“Che diavolo sta succedendo?” chiese Yassop, allarmato, all’indirizzo di Ben, il quale fumava la sua terza sigaretta di fila.

“Qui finisce che crolla tutto! Io scendo a vedere che succede!” aggiunse Lucky, che aveva addirittura mollato il cosciotto sul tavolo, mentre tutta la ciurma si era radunata nella sala da pranzo, Ace incluso.

“No!” Ben lo fermò “Devono chiarirsi. Siamo arrivati ad un punto ove non possiamo andare avanti in questo modo”.

“Sì, ma Hikari sta rischiando grosso!” replicò Lucky con veemenza, ma Ben era irremovibile: “E’ un rischio che ha accettato di correre. E poi Shanks non le farebbe del male sul serio” concluse ponendo lo sguardo su Ace “E la stessa cosa vale per te. Stanne fuori”.

Il moro gli scoccò uno sguardo di fuoco, mentre si sistemava il cappello sugli occhi e prendeva posto accanto al vicecapitano: “Non ho mai detto di volermi intromettere”.

“Meglio così”.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


In ritardo, lo so! T^T Ma ieri sera ho portato in giro la mamma, sapete com'è. La povera stella almeno alla Festa della Donna, che metta il naso fuori di casa - a proposito, auguri gioie. :)

E sono qui a postarvi il capitolo che probabilmente stavate aspettando da... Ahem... Più o meno da una quarantina di capitoli? xD Sono di corsissima nella pausa pranzo, ma diversamente non riuscirei a postarlo. Questo periodo è allucinante sia per me che la mia collega, oramai persa nei meandri del programma di Giurisprudenza. La salverò in qualche modo, abbiate fede! Se sopravvivo io, ovviamente... ._.

Godetevi l'inizio della resa dei conti, che ce lo siamo meritate tutte - pure noi autrici. xD Anche perchè questi tre capitoli (49, 50 e 51) li abbiamo scritti proprio assieme. ^^


Alla prossima ragazze, grazie al solito per le recensioni. :) Piccola info che so che in tanti mi avete chiesto: Barbabianca apparirà, ma sarà solo una breve apparizione. Non è parte integrante della storia.

Un abbraccio grande, a martedì prossimo!

ps. Non so se la canzone l'abbia già pubblicata - ho perso il conto! xD 

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Capitolo 50
*** Tutte le parole mai dette ***


CAPITOLO 50: Tutte le parole mai dette.
(Chapter Soundtrack: Spaccacuore - Samuele Bersani ).







“Hikari, fermati o farai crollare l’intera nave”!

Shanks era combattuto sul da farsi. Scatenare l’haki o aspettare che si calmasse? La seconda opzione però includeva la distruzione del Vento dell’Est e la cosa non gli andava giù – a ragione anche. Ma se avesse scatenato il suo haki, a quei livelli, l’avrebbe quasi sicuramente ammazzata.

Serrò la mascella mentre si sentiva intrappolato, privo di vie di uscita. Nessuna delle due opzioni gli piaceva, una meno dell’altra e non faceva fatica a comprendere quale fosse la peggiore per lui come uomo – prima che come pirata. Per quanto provasse il desiderio sadico di fargliela pagare per quel bacio dato a Ace, non gli era mai neanche passato per l’anticamera del cervello di farle male fisicamente. Anzi, era proprio per il suo smisurato bisogno di saperla viva che ora si trovavano in quella situazione assurda.

“No! Questa volta non mi fermo Shanks!” l’oblò della cabina venne scaraventato in mare “Devi spiegarmi queste tue fottutissime ragioni, perché fatico a comprendere il senso dei tuoi gesti! Io non sono la tua donna!” urlò più forte, scatenando onde ancora più potenti “Spiegami perché mi hai dovuto rinchiudere in cella con Ace, dopo che mi hai vista baciarlo! Io posso fare che cazzo mi pare, avrei potuto anche scoparmelo fino ad ucciderlo di sesso, ma è stato lui, LUI!” e calcò con enfasi la parola, riducendo in polvere il lume che pendeva dal soffitto “A convincermi che non dovevamo fare una cosa del genere perché non era giusto sia nei confronti dei miei veri sentimenti, dei suoi e dei tuoi! E allora spiegami perché ti è andato il sangue al cervello! Non stiamo più insieme, Shanks, tu mi hai lasciato dieci anni fa! Quindi non trattarmi come se fossi una puttana della peggior specie”!

Hikari lo fissava con odio intenso, viscerale e profondo. Sentiva il proprio corpo pervaso da quel sentimento potente e oscuro che alimentava in modo sempre crescente il suo haki mentre pronunciava quelle parole dette con astio. Aveva calcato la mano, aveva voluto mettere per inciso che l’unico motivo per cui aveva assistito solo a un bacio era che Ace l’aveva fermata, altrimenti lei non si sarebbe fatta scrupoli ad andare oltre – molto oltre.

Una parte sempre più piccola di lei si sentiva stupida, infantile, perché era conscia di quanto poi, se davvero fosse andata a letto con Ace, si sarebbe sentita uno schifo il giorno dopo. Quel piccolo barlume di lucidità le faceva presente che l’unico motivo per cui aveva assalito Ace era il suo stato pietoso in cui versava: per questo motivo si era fermata. Per non ferire nessuno.

Ed Ace non se lo sarebbe davvero meritato: così dolce, sincero, affabile, senza contare quanto – fino ad allora – aveva fatto per lei, nonostante non si conoscessero che da una manciata di giorni.

Ma in quel momento non importava. Non aveva rilevanza per il resto di lei che si stava lasciando andare a quei sentimenti di frustrazione e angoscia covati per troppi anni, troppo a lungo.

Voleva fargli provare almeno un frammento, una briciola, di quella disperazione in cui lui l’aveva buttata.

Shanks sentì salire un groppo alla gola: quanta rabbia vedeva nei suoi occhi, e non credeva di essere arrivato a farla infuriare e soffrire fino a quel punto. La crisi di sensi di colpa che si era impadronita di lui quella notte, prima dell’arrivo a Mistral, cominciava a tendere le sue spire di nuovo, lasciandolo senza fiato.

Vedere tutto quell’odio indirizzato su di sé lo immobilizzava e lasciandolo incapace di continuare con quell’atteggiamento supponente e borioso di poco prima. L’haki che Hikari gli stava continuando a rivolgere contro era saturo di sentimenti impregnati di una così profonda angoscia che, nonostante le sue difese, riuscivano a penetrare comunque per arrivare a lui. Sentiva il suo dolore e si rendeva conto che era stato lui a infliggerglielo.

Le parole di Hikari arrivavano a lui come lame taglienti in grado di colpirlo direttamente al centro dell’anima, straziandogli il cuore che non l’aveva mai dimenticata nemmeno per un attimo in quei dieci anni. Quelle frasi erano impregnate di ira e desiderio nero di rivincita, e lei nel suo intento riuscì perfettamente, perché finalmente Shanks abbandonò del tutto il suo contegno per reagire rispondendo sinceramente e mettendo in chiaro ciò che da tempo aveva compreso perfettamente.


“Mi da fastidio il modo in cui vi guardate, va bene? Sono geloso, sei contenta?!” urlò di rimando, ammettendo finalmente sia a sé stesso, che alla sua ex, il fatto che tutte le volte che li vedeva insieme, provava un istinto irrefrenabile di gettare Ace a mare.

Non sopportava di averli sotto in naso assieme, mentre ridevano e scherzavano. Il ragazzo riusciva a farla sorridere mentre lui riusciva solo o a farla arrabbiare o piangere. Con Ace, Hikari si apriva mentre quando si ritrovava davanti a lui si barricava dietro difese insuperabili. L’amava ancora e vederla con un altro lo rendeva di pessimo umore, che gli altri dovevano sopportare mentre lui si ritrovava a convivere con un peso sempre più opprimente sull’anima, il quale gli regalava la sgradevole sensazione di far fatica a respirare.

La sua gelosia era cresciuta, si era alimentata e il suo cuore ne era ricolmo. Glielo aveva gridato in faccia, perché non riusciva più a tenersi dentro tutto, facendo finta di essere indifferente coprendosi con l’arroganza.
Il problema fu che quella frase la fece arrabbiare più di quanto fosse ancora possibile. Il Rosso la osservò mentre le vene delle tempie prendevano a pulsare sempre più sangue e le labbra in incurvavano in una smorfia di pura ira.

“Geloso? Sei geloso?!” proruppe, mentre le onde d’urto ormai viaggiavano ad una velocità tale da essere quasi indistinguibili.

Quella risposta era riuscita a far crescere maggiormente i suoi sentimenti negativi, alimentandoli in modo smisurato come se qualcuno avesse versato della benzina sul fuoco. Li sentiva scorrere in lei come un veleno, circolandole nelle vene ed andando a raggiungere ogni angolo del suo corpo e della sua anima.

Se quella risposta le avrebbe potuto far piacere in un’altra situazione, ora riusciva solo a farle andare il sangue al cervello. Shanks si stava dimostrando sempre di più un bambino, pronto a fargliela pagare e a pensare a sé stesso perché ferito nell’orgoglio, senza avere il minimo rispetto per quello che gli altri provavano – per quello che provava lei.

Era la risposta più stupida che in quel momento le avrebbe potuto dare, anche se quella sempre più piccola parte lucida di lei era riscaldata da quella dichiarazione. In quell’antro della sua anima si crogiolava in quell’ammissione di gelosia, perché significava che ancora era importante per lui e forse – se entrambi avessero smesso di comportarsi come due ragazzini testoni – avrebbero potuto rimediare a quella situazione.

Ma in quel momento Hikari non riusciva a sentire la flebile voce del suo cuore innamorato, era troppo corrosa dall’odio e l’unica cosa di cui le importava era liberare l’haki su di lui fino a quando non avrebbe avuto uno straccio di spiegazione.
Le assi ormai si stavano frantumando e riducendo in polvere, mentre il soffitto cominciava a scricchiolare pericolosamente. Il Rosso fu costretto a scatenare il suo potere al massimo, per evitare di essere ferito, mentre i residui degli oggetti distrutti, venivano ulteriormente polverizzati e scagliati da ogni parte.

“Dovevi pensarci prima allora! Invece, da egoista quale sei, te ne sei andato di notte senza lasciarmi uno straccio di spiegazione! E in questo momento, ove hai la possibilità di redimerti, di chiedermi di perdonarti – perché checché ne dica Ben, che anche tu hai sofferto, resto io la vittima di questa fottuta faccenda – tu hai posto la tua attenzione su di un dettaglio inutile, quale il bacio tra me ed Ace, anziché concentrarti sulla stronzata che hai commesso. Io pretendo le tue scuse, Shanks, e voglio sapere che cazzo ti è saltato in mente quella notte, perché tra noi le cose andavano benissimo e sono stufa di scervellarmi per capire il tuo modo di ragionare sulle cose e-”.


Le restanti parole le morirono in gola. Il suo sguardo si posò sulle proprie mani e notò che stavano brillando di una luce sinistra. Oltretutto sentiva la sua pelle bruciare, un caldo insopportabile cominciò a crescere di intensità in lei, che fino a poco prima – quando ancora i suoi occhi non avevano scorto quel luccichio inquietante - aveva attribuito quella sensazione alla rabbia repressa che ora stava finalmente fluendo fuori dal suo cuore.

“Oddio…” sussurrò, mantenendo gli occhi fissi sulle sue mani. Gli indumenti che portava addosso, presero a fumare lentamente.

Shanks cominciò seriamente a preoccuparsi. Lo stupore per quell’improvviso cambiamento e quella reazione si trasformò in un attimo in terrore per ciò che stava succedendo a Hikari.

“Hikari, che…?! Fermati”!

“Non ci riesco! Oddio, che male!” urlò allarmata, mentre Shanks tentò di avvicinarsi, ma sentì la pelle del suo braccio bruciare immensamente non appena fece un passo verso lei.

“Cerca di fermarti! Non riesco ad avvicinarmi, mi sto ustionando”!

“Non so come farlo!” rispose disperata, cadendo in ginocchio.

 
Le sue mani continuavano a risplendere, mentre le lacrime cominciavano a scendere e si stringeva nelle braccia. Dal nulla, la pelle del suo polso sinistro si lacerò. Urlò dal dolore.

Non era solo per il dolore fisico che stava piangendo, ma era soprattutto per la paura di ciò che stava avvenendo. Sapeva che dipendeva da lei – dai suoi sentimenti – ma non riusciva a controllarsi, si sentiva fuori controllo e la disperazione le invadeva l’anima come un fiume in piena.

“Dannazione”! Il Rosso cercò di concentrarsi al massimo, amplificando il raggio del suo haki e abbassandosi al suo livello.
Non aveva nessuna intenzione di stare a guardare senza provare a far nulla. Non poteva lasciare che succedesse qualcosa a Hikari, non dopo tutto quello che aveva fatto proprio per tenerla lontana da situazioni che potevano nuocerle.

Sentiva arrivare fino a lui il calore emanato dal corpo della giovane donna, la quale lo stava guardando con le lacrime agli occhi – ma non facevano nemmeno in tempo a scorrerle sulle guance che già erano evaporate a contatto con la sua pelle incandescente.

“Usa l’haki Shanks”!

“Non posso! Se lo faccio rischio di ammazzarti, lo vuoi capire?!” ribatté lui, mentre una lacrima gli rigava il viso.

Era spaventato, letteralmente terrorizzato. Se avesse utilizzato eccessivamente il suo haki avrebbe finito sicuramente con ridurla a pezzi, ma se non interveniva rischiava di vederla carbonizzarsi davanti ai suoi occhi. Le due alternative erano una peggio dell’altra e non poteva accettarle: l’idea che lei morisse era inaccettabile.

“Lo so, ma se non lo fai, mi carbonizzo da sola! Sto generando delle microonde e non so né il perché, né come fermarmi!” e abbassando la testa, cercò di non urlare per la sensazione terribile di stare bruciando dall’interno, ma la sua voce aveva comunque una forte impronta d’isteria.

I suoi sentimenti negativi si erano tramutati in microonde sempre più potenti e se non si fosse arrestata in fretta avrebbe finito non solo per uccidersi, ma anche per coinvolgere Shanks e tutti gli altri. E questo scenario le gettava addosso un’angoscia ancora maggiore rispetto a quella di suicidarsi: non voleva assolutamente che lui facesse quella fine.

Per quanto dolore le avesse arrecato, per quanto i suoi comportamenti potessero essere discutibili e inaccettabili, Hikari non poteva fare altro che amarlo e non le sarebbe bastata una vita per cancellare quel sentimento, per annegarlo sotto l’odio. Quindi, la possibilità di essere lei stessa la causa della sua morte faceva solo crescere la paura, tanto che cominciò a tremare leggermente.

“Hikari”. Le tese la mano, alla ricerca della sua, combattendo il dolore con la concentrazione: “Dammi la mano”.

“No Shanks, lascia perdere, ti faresti solo del male! Scappa, va via! Fa evacuare la nave”! gridò terrorizzata lei mentre vedeva la pelle della mano di lui farsi sempre più rossa a causa del calore.

Se non l’avesse ritratta in fretta, presto si sarebbero aperte piaghe e poi si sarebbe carbonizzata – la stessa fine che avrebbe fatto lei. Non poteva accettare di essere la causa di tutto ciò, non poteva sopportare di portarlo assieme a lei alla morte, per questo continuava a urlargli di andarsene ormai preda della disperazione.

“Ho detto di darmi la mano Hikari!” sentenziò mentre le piantò addosso il suo sguardo fermo e sicuro, ma insieme minaccioso, mentre un’ustione si aprì sul suo avambraccio.

Non se ne sarebbe mai andato, anche a costo di rimetterci la vita. Se fosse scappato in quel momento, lasciandola, si sarebbe portato addosso un senso di colpa con il quale mai avrebbe potuto convivere e quindi la sua unica possibilità di salvezza era restare con lei e cercare di salvarla. Lo avrebbe fatto, fosse stata l’ultima cosa – ma almeno non se ne sarebbe pentito sapendola viva.

Hikari era più importante di qualsiasi altra cosa e abbandonarla in quel momento non era nemmeno un’ipotesi che gli era passata lontanamente per l’anticamera del cervello.

“Non voglio! Va via!” urlò allo stremo delle forze, mentre sentiva dentro di sé il calore aumentare nuovamente e l’orribile sensazione di star per andare a fuoco crebbe vertiginosamente.

Tuttavia il Rosso – ignorandola - riuscì ad agguantare la sua mano per portarla a sé stringendola. In quell’istante, quando i due haki vennero a stretto contatto, un boato si sviluppò nella stanza, distruggendo l’ossatura di legno che per puro miracolo era rimasta in piedi fino a quel momento. Ora, all’estremo lato sinistro, si vedeva il mare, che con il suo movimento placido contribuiva a rendere l'atmosfera surreale ed evanescente.






- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro, poi sempre avanti -

A rieccoci e benritrovate! ^^
Sappiamo bene che anche questo capitolo finisce ad un punto che... Vorreste strangolarci, vero? xD Diciamo che siamo state combattute sul fatto di pubblicare o meno i tre capitoli assieme (farne uno solo lunghissimo), ma poi abbiamo scelto per questa modalità. Ma tanto non scappiamo, quindi portate pazienza ancora una settimana e saprete come andrà a finire questo face to face tra il Rosso e la nostra Rivoluzionaria. ^^

E al volo, passiamo all'angolo delle risposte. ^^

- Angolino di Beatrix -

@Brando: Ciao cara. ^^
Sì, ci sentiamo in colpa per stoppare il capitolo sul più bello, ma alla fine la storia è stata scritta proprio in questo senso - già creata a capitoli e non divisa in un secondo momento. Un po' di suspance, via. ^^
Era ora sì che quei due si chiarissero, visto che ci han girato attorno più e più volte senza arrivare a nulla. Anzi, hanno fatto pure danni.
Grazie per la recensione cara, alla prossima e un abbraccio. :)

@Red Queen: ahahahahah xD Ciao caVa! xD
Ma che francesismo, insomma... A volte ci va. Tuttavia non tirare conclusioni troppo affrettate su st'omino che non sa manco più lui da che parte sta girato. :) Spero di averti riaddolcita con questo capitolo... Non dimentichiamoci che stiamo sempre parlando di Shanks. Uno Shanks che pare aver ricevuto un lavaggio del cervello, ma ad ogni perchè abbiamo le risposte. :p Però ho riso come una scema. xD
Ci voleva sì... Alla fine han combinato di tutto - o meglio, non so chi si sia più condannato tra lei e lui, ma sta di fatto che a sto punto era doverosa questa scena. Dato che Hikari non è una abituata a molalre l'osso e non ha minimamente paura di lui. O meglio, la ha perchè conosce le sue potenzialità, però sappiamo bene che lei sa essere peggio di lui ad istinto e non sa stare zitta. Oltretutto ora che è infuriata. ^^'
Beh... Dragon c'è e non c'è, ma non potevamo non farci riferimento con una che praticamente lo venera. :)
Alla prossima tata, grazie per la recensione!
Un abbraccio! ^^

@Sai Sai Girl: ciao tata! ^^
E me lo aspettavo un commento del genere da te! xD Ho riso come una scema anche qui. xD
Finalmente sti due hanno deciso di calare le carte in tavola... E non avrebbe potuto Hikairi far baracche e burattini, portando Ace da Newgate e lasciare Shanks e ciurma lì. Un po' perchè non sarebbe stato giusto, un po' per orgoglio... Anche se ci manca poco che la nave collassi su sé stessa. ^^'''
Grazie per la recensione e alla prossima!
Un abbraccio. :)

@Chibi Hunter: ciao cara! ^^
Essì, la bomba - e che bomba O_O - è esplosa alla fine... Hikari è furibonda e vede solamente il Rosso innanzi a lei, senza quasi accorgersi di star per tirare giù la nave e tutti i presenti. Fosse lucida non lo farebbe ma... fermala? ^^'''
E quell'altro non è da meno... Sta infastidito qualcosa di allucinante e innanzi agli occhi non ha altro che quel bacio tra Ace ed Hikari. E' una situazione parecchio critica...
Ma non temete... Nel prossimo capitolo tutto ciò che manca all'appello salterà fuori. E a voi le impressioni. ^^
Grazie per la recensione e un abbraccio!

@KH4: Ale!!!
Scusa, ma ero di fretta a Milano - avevo il moroso che scalpitava per girare la fiera... Mi spiace averti solo salutata al volo, gomenasai... ._. Spero di rivederti presto.
Sì, diciamo che l'idea del bunker antiatomico non è proprio sbagliata. xD E' andata che alla fine Hikari ha perso la pazienza e neanche Shanks scherza in fatto di nervosismo. Ringraziamo ovviamente Ben e la sua calma, freddezza e buonsenso, pronto ad impedire a qualsiasi persona di avvicinarsi a quei due. Anche perchè verrebbe su un casino senza pari... ^^''
Shanks si trova alle strette e... Pure lui è andato, non è assolutamente lucido per affrontarla, benchè quelle cose non le pensi veramente. Tuttavia ha anche lui il suo orgoglio e... I suoi motivi. Ebbene sì, ancora un capitolo oltre a questo e finalmente capirete la faccenda, promesso. :) Solo che gira e rigira questi due riescono solo a farsi del male - oltretutto Hikari non ragiona neanche più e non è pienamente consapevole di star distruggendo mezzo Vento dell'est! ^^'''
Ma via... Alla prossima si risolveranno tutte le motivazioni che fino ad ora mancano all'appello. :)
Grazie per la recensione cara! Un abbraccio grande! :)

@Tre 88: oilalà cara! ^^
Avevi dei dubbi sul fatto che quei due non cominciassero a litigare come pazzi furiosi? xD Sicchè quelli si siedono innanzi ad un the e si chiariscono... Se non distruggono qualcosa non sono contenti. E neanche se non si fanno del male... Non impareranno mai. ^^'''
Hikari gli ha tirato il colpo basso... Con la faccenda di Ace, intendo. Ma è davvero, davvero, furibonda. E capirai anche tu che col carattere difficile che ha, non è riuscita a tenersi dentro quella frecciatina...
Alla prossima cara, che finalmente risolverete il puzzle. ^^
Un abbraccio e grazie per la rece! ^^

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Capitolo 51
*** Pallido raggio di Luna ***


CAPITOLO 51: PALLIDO RAGGIO DI LUNA
(Chapter Soundtrack: My Hands - Leona Lewis)




Shanks la stava stringendo a sé, con la mano premuta sulla sua schiena e il suo viso appoggiato ai morbidi boccoli neri. Hikari invece, manteneva ancora le braccia avanti a lei, ora ripiegate sul suo seno e appoggiate al petto di lui, mentre sfogava i brividi di paura nell’incavo del suo collo.

Stava letteralmente tremando e non riusciva neanche a controllare il suo corpo per fermare quei tremiti insistenti. Se da una parte ragionava sul fatto che Shanks le avesse appena salvato la vita, dall’altra moriva dalla paura di vedere le conseguenze sul suo corpo di quel gesto. Non aveva il coraggio di abbassare gli occhi e vedere cosa avesse fatto, come lei lo aveva ridotto a causa del suo haki. Mai si era ritrovata di fronte a quel genere di potere, ancora più fuori controllo di quello normale: aveva scoperto di essere veramente una bomba ad orologeria, incapace di fermarsi, capace di distruggere tutto e sé stessa.

Aveva rischiato di far esplodere la nave, di uccidersi e soprattutto di uccidere lui.

A quel pensiero un brivido più profondo percorse la sua schiena, portando con sé uno scenario per poco scampato che le fece salire nuove lacrime agli occhi. Non avrebbe mai potuto perdonarsi una cosa del genere, la sua anima non avrebbe mai potuto aver pace se davvero quello che per un attimo si era materializzato nella sua mente, fosse veramente successo.

Sopravvivere anche un istante con la consapevolezza di aver tolto la vita all’unica persona che mai le avesse fatto assaporare il significato più completo del vivere stesso, sarebbe stato un inferno.


“Stai bene Hikari?” sussurrò lui nei suoi capelli, mantenendo salda la presa, per  paura che il suo corpo svanisse se avesse sciolto l’abbraccio.

Aveva l’orribile paura che se le avesse permesso di allontanarsi da lui, allora sarebbe ripreso tutto da capo e quella volta non sarebbe riuscito a fermarla. Affondò maggiormente il volto nei suoi capelli neri mentre rinsaldava la presa, per tentare di allontanare l’angoscia provata fino a poco prima e scacciare quei fantasmi terrificanti dalla sua mente. Stava cercando di afferrare ancora l’idea che lei fosse lì, stretta a lui e soprattutto salva.

Per un attimo si era immaginato come potesse continuare a vivere con la consapevolezza che lei non fosse lì, da qualche parte nel mondo e anche se non con lui, quanto meno viva. Probabilmente nemmeno le torture più disumane avrebbero potuto causargli un dolore tanto radicato e asfissiante.

In tutta risposta, sentì le sue mani scivolare sui suoi fianchi e incrociarsi dietro la sua schiena: “Io voglio sapere la verità Shanks, perché io ti amo ancora. Da sempre” disse a voce bassa, stringendolo tra le sue braccia quanto le ferite potessero permettere “Ho cercato di odiarti in questi anni, ma il tentativo è stato invano, oltre al fatto di avermi prosciugato tutte le forze” aggiunse con la voce spezzata dai singhiozzi “Odio litigare con te, mi fa stare da schifo” concluse, mentre il Rosso tratteneva come poteva le lacrime e si mordeva il labbro.

Non riusciva nemmeno a sforzarsi di rimettere il cervello correttamente in moto, cercando di produrre un solo pensiero coerente e sensato. Era come se quelle parole avessero avuto l’effetto di mandarlo completamente fuori uso, annullando momentaneamente le ricezioni tra i suoi neuroni e lasciandolo in uno stato in cui la mente non aveva potere e in tal modo non vi era nessun filtro a impedirgli di sentire con estrema chiarezza i sentimenti fuoriuscirgli dal cuore.

Li avvertì muoversi in lui con estrema chiarezza e quelle frasi risuonarono a lungo dentro di lui. Le sentì riecheggiare e si soffermò ad assaporare fino in fondo quella dichiarazione fatta tra i singhiozzi di paura e di sofferenza, dove ormai non era più distinguere quella che lui gli aveva inferto da quella che nuova creata quando aveva perso il controllo di sé.

C’era troppo in lui, troppe emozioni, per poterle distinguere tutte. Era un miscuglio in cui non sarebbe riuscito a venire a galla facilmente se si fosse messo a cercare di dividere ogni cosa. Si sentiva travolgere da troppe cose, ma non voleva allontanarsi, girarsi e andarsene. Avrebbe resistito a quella forza spaventosa che si muoveva in lui e lo avrebbe fatto perché non voleva più desiderare di stringere Hikari a sé e non poterlo fare.

E Hikari aveva ragione: gliele doveva quelle spiegazioni, era un dovere verso di lei. Era un tentativo che doveva provare a fare, per sé stesso e soprattutto per Hikari, alla quale aveva fatto passare momenti terribili che mai si sarebbe meritata di affrontare. Il problema era che solo ora, dopo averla affrontata, capiva di quanto fosse stato stupido farsi prendere dal panico e scappare via.


Lo sentì muovere e appoggiare la fronte contro la sua tempia, mentre prendeva un respiro profondo.

“Quando…” e la voce gli tremava. Tento di schiarirla, ma l’effetto non fu proprio quello desiderato “Quando ho reclutato Ben, Lucky e Yassop… Viaggiammo in quattro per molto, moltissimo tempo. Io e Ben incontrammo due ragazze, meravigliose, di cui ci innamorammo da morire, tanto quasi da abbandonare la pirateria per fermarci su quell’isola splendida” prese una pausa, perché le parole gli sarebbero morte in gola se non si fosse calmato un momento.

“Tu ben sai che il Governo dettò all’epoca una legge invereconda, secondo la quale amici, genitori, mogli, mariti e addirittura i figli dei pirati che avevano condiviso le sorti con Roger, avrebbero dovuto essere giustiziati per punire noi stessi e motivare a consegnarci”.

Chiuse gli occhi, cercando di non piangere, ma le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance e a bagnare il collo di Hikari.

E non era solo l’amarezza di quei ricordi a impedirgli di controllare le proprie emozioni, ma era tutto ciò che ne era derivato e che lo aveva condotto fino a quel punto.

Aumentò la pressione della propria presa su Hikari, portandola più vicina a sé. Ricordando il passato rinasceva in lui la stessa paura che lo aveva condotto a prendere quella decisione che lo aveva separato per dieci anni dalla donna che aveva amato, che amava e che avrebbe continuato ad amare. Respirò a fondo e rimase un attimo in silenzio con il battito del proprio cuore a riempirgli le orecchie, scandendo velocemente il tempo che trascorreva mentre tentava invano di sedare quell’incubo che viveva ogni volta che pensava a ciò che poteva succedere a Hikari.

“Vai avanti Shanks, ti prego” sussurrò lei.

“Erano due ragazze davvero troppo particolari. E i particolari, al Governo, suscitano un notevole interesse, a maggior ragione se sono collegabili a dei pirati. Un giorno la massima istituzione, seguendo i nostri spostamenti, ci attaccò e, venendo a conoscenza delle loro doti, le rapì… Il resto lo puoi immaginare fin troppo bene”. Un fremito gli percorse la schiena, inesorabile, che non gli permise di concludere quella frase e ricordare di nuovo quel passato doloroso.

“E’ per questo che me ne sono andato Hikari. Perché avevo il terrore che ti succedesse la stessa identica cosa che è successa loro. Tu eri particolare, sei sempre stata particolare e tutti lo sappiamo” concluse con un filo di voce, mentre la mora scivolava via dal suo abbraccio e lo guardava negli occhi.

Lo osservò, mentre sfiorava appena il volto di lui con dita tremanti e insicure. Leggeva nei suoi occhi verdi una sofferenza autentica scatenata da quei ricordi e una paura recondita, nascosta con abilità e celata a lungo per troppo tempo – senza successo. Come succedeva a tutti i sentimenti che si tentava di nascondere, si era ingrandita nell’oscurità per rispuntare fuori più veemente di prima, riportando con sé nuovi e antichi dubbi e angosce.

“Perché non me ne hai parlato, Shanks?” domandò, mentre non riusciva a non commuoversi.
Aveva pensato a chissà cosa fino ad allora, tuttavia non poteva neanche immaginare lontanamente le ragioni che avevano spinto il Rosso ad andarsene. Ci aveva passato su notti intere, quelle insonni o quelle stroncate dagli incubi, a rifletterci per cercare una spiegazione, ma mai aveva pensato che ci potesse essere a monte qualcosa di così orrendo.

Però, nonostante capisse il suo dolore, non riusciva a dare un senso a quel gesto. Nella sua mente riuscivano solo a formarsi pensieri a metà, che non riuscivano a collegare i due fatti, dandogli un senso logico che potesse spiegare quel concatenarsi di eventi. Tuttavia, per la prima volta in dieci anni, mentre si muoveva su sentieri di rovi nelle tenebre più fitte, riusciva a scorgere un pallido raggio di luna e candido a illuminarle il sentiero.

Forse, alla fine, c’era davvero una spiegazione che potesse rimarginare quelle ferite. Hikari, con il cuore in gola e l’anima in subbuglio, rimase ad attendere il seguito continuando a tenere i suoi occhi in quelli di lui – e per la prima volta dopo giorni non vi era traccia di astio, ma riprendeva a venire a galla ciò che maggiormente li univa.

“Perché avresti fatto di tutto per seguirmi Hikari, ti conosco. L’unica cosa che poteva farti desistere dal seguirmi, era farmi odiare da te” mugolò piano, cercando come meglio poteva di esplicare le sue ragioni.
“Lo so. Ma avremmo potuto trovare un modo. Mi sarei potuta difendere”.

“Il punto debole di un uomo è il cuore. In tutti i sensi. Non sarebbe cambiato nulla” rispose il Rosso, cercando di non perdersi di nuovo nei ricordi dolorosi passati e nelle sue paure. Rimase con lo sguardo incollato a quello di lei, per aggrapparsi silenziosamente a quel contatto che gli permise di rimanere a galla in quel mulinello di sentimenti ed emozioni.

“E come fai ad esserne così sicuro?” protestò Hikari, mentre le sue mani non tremavano più a contatto con la pelle del volto di lui e accarezzava le tre cicatrici con lentezza, percorrendole in un senso e poi nell’altro.

“Lo so e basta” concluse lui, ormai rassegnato e senza la forza di mettersi a dare una motivazione più articolata – anche se alla fine si sarebbe arrivati alla stessa conclusione, seppur con una dialettica più convincente.

Conosceva bene quel mondo e gli esseri spietati che lo popolavano. Un pirata innamorato era un pirata morto, ma soprattutto prima della propria di fine c’era quella della persona che aveva conquistato quel posto unico e speciale.


“Sei uno stupido!” replicò lei, battendo i pugni sul suo torace, cercando di non centrargli in pieno la ferita che si sviluppava dalla clavicola al pettorale, testimone di quel potere distruttivo e incontrollabile “Non puoi decidere solo in base al tuo giudizio. Avrei preferito morire, piuttosto che passare questi dieci anni terrificanti”!

Pianse a lungo, abbracciandolo e appoggiando la fronte sul suo petto. Ma questa volta non c’era solo dolore nelle sue lacrime, non era più lo sfogo per quel dolore che aveva covato dentro e che gli aveva quasi distrutti. C’era del sollievo, una liberazione a cui per anni aveva agognato e in cui aveva sperato segretamente. C’era un sentimento caldo ed avvolgente che con calma stava crescendo dentro lei, cancellando quello oscuro e negativo che per poco non le aveva fatto uccidere l’uomo da lei amato per anni.

“Mi dispiace Hikari. L’unica cosa che desidero ora è il tuo perdono, perché non ce la faccio più a portare questo peso” asserì quando lei parve essersi calmata, sperando che non lo considerasse un ipocrita della peggior specie.

Lo desiderava da sempre, dalla stessa notte in cui l’aveva lasciata addormentata nel letto mentre lui prendeva il largo. E quel bisogno irrefrenabile si era fatto più intenso quando si erano ritrovati implicati in quella faccenda. Non poteva più continuare senza averla con sé, senza poterle stare accanto e tanto meno sarebbe stato capace di sopportare ancora lo sguardo carico di odio verso di lui.

Hikari sollevò la testa, guardandolo di nuovo negli occhi: “Tu mi ami? Mi permetteresti di stare nella tua ciurma? Devo saperlo” rispose sicura.

Per abbandonarsi alle spalle una volta per tutte il dolore e la disperazione dell’abbandono ingiustificato e di tutto quello che si erano fatti in quel viaggio, abbisognava di certezze chiare e precise. Voleva sentire pronunciare dalla voce di lui ciò che desiderava con tutta sé stessa, ciò che come una stupida a volte si era ritrovata a sognare in quegli anni e che aveva distrutto rapidamente dandosi dell’idiota.

Shanks la guardò intensamente, asciugandole le lacrime col dorso della mano: “Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti in questi anni, ma non ci sono riuscito e non è solo per il senso di colpa. Non potrò mai cancellarti dal mio cuore”.

“Devo prenderlo per un sì?” domandò confusa, mentre inclinava il viso andando incontro alle sue carezze.
Prese un respiro profondo, abbozzando un sorriso incerto: “Sì, Hikari. Non ce la faccio a non amarti. E per quanto riguarda la ciurma, questa volta, se te la senti di correre il rischio, lo accetto. Lo vedo quanto i miei desiderano averti a bordo. E lo desidero anche io, lo desidero davvero. Solo che ho paura”.

“Le paure si affrontano Shanks, me l’hai insegnato tu” gli sussurrò a fior di labbra, dopo avergli preso il viso tra le mani, per poi baciarlo dolcemente. Erano dieci anni che, tra una crisi d’odio falsa come una moneta da cento Berry e l’altra, quasi tutte le notti sognava le sue labbra, di nuovo.

E finalmente poteva assaporarle nuovamente, poteva smetterla di accontentarsi di una fantasia. Si rese conto quando il ricordo della sensazione che provava nel baciarlo fosse sbiadita in tutto quel tempo, quanto poco rispecchiasse la realtà così carica di emozioni prepotenti e insieme dolci.

Appoggiò successivamente la fronte alla sua, alzandosi in punta di piedi per colmare il dislivello d’altezza e chiuse gli occhi, godendosi il suo respiro agitato. Sentiva il proprio cuore batterle nel petto e questa volta non per l’agitazione creatagli dall’odio e dalla rabbia, ma per la felicità di essere di nuovo in grado di potersi godere momenti come quello.

“Ti perdono Shanks” disse infine, cingendogli il collo con le braccia “Ma promettimi che d’ora in poi sarai sincero con me fino in fondo, intesi”?


Immediatamente il capitano del Vento dell’Est, sentì quella morsa gelida mollare la presa al suo cuore e al suo stomaco, lasciando spazio ad uno strano tepore e ad una leggera vertigine, che per un istante gli fece perdere l’equilibrio.

Era come se improvvisamente l’adrenalina in corpo si fosse volatilizzata mentre la tensione dell’attesa spariva, ma nonostante il capogiro, sentiva chiaramente farsi largo dentro di sé sentimenti che sapevano mettere a tacere le sue paure. Era come se l’angoscia che lo aveva accompagnato da quando aveva preso la decisione di lasciarla non fosse mai esistita e ora potesse riprendere a vivere nel punto esatto in cui si era interrotto.

“Whoa, dove vai?” scherzò Hikari, tornando a guardarlo in quei meravigliosi occhi verdi.

“Grazie” le sussurrò, prima di stringerla di nuovo a sé e baciarla con tutta la passione che poteva, cercando di comunicarle tutto il sentimento necessario a farle capire che, nonostante le paure e i timori, questa volta nessuno avrebbe potuto portarla via da lui. Né l’avrebbe abbandonata di nuovo, ormai non ne avrebbe avuto la forza. Separarsi da lei un’altra volta non sarebbe stato possibile, perché ormai si era insinuata troppo in fondo per potersi permettere di averla lontano da sé.

Lo giurò sul suo onore, suggellando la promessa fatta a fior di labbra con un’ulteriore bacio.



Nel sentire le sue labbra sulle proprie, il punzecchiare della sua barba sulla sua pelle e la sua mano stringere i suo riccioli per richiamarla a sé, tremò d’emozione.

“Hai freddo che tremi?” fu la domanda del Rosso, che, nel sentire quei fremiti, abbandonò i suoi capelli e si mise a fissarla con un ciglio alzato.

“Non esattamente” borbottò imbarazzata, mentre sentiva il suo cuore fare i salti mortali con venticinque avvitamenti e proiezioni varie. Sentiva le guance accostabili ai capelli dell’uomo che in quel momento stava ridendo sommessamente, molto probabilmente soddisfatto e compiaciuto di farle ancora quell’effetto.

“Non ridere” lo ammonì lei, tirandogli il pizzo verso il basso. Si stava sentendo peggio che una ragazzina al primo appuntamento e si stava vergognando tantissimo.

“Beh… Sono contento che non debba mettermi di nuovo a raccogliere i cocci per terra per far colpo su di te. Anche se quei biscotti un po’ mi mancano, sai?” le disse, attirandola a sé in un nuovo bacio.

Hikari sorrise tra sé. Anche se le ferite le facevano male, le pareva di essere in paradiso. Tutte le volte che la lingua di Shanks incontrava la sua, un brivido la elettrizzava, dalla punta delle dita dei piedi a quella di ogni filo di quella matassa informe di capelli che si ritrovava ora, dopo aver scatenato letteralmente l’inferno in quella stanza.

Quanto le piacevano quei settanta chili di passione e provocazione. Quanto le piacevano quei capelli color del peccato, quelle tre cicatrici irresistibili, quella mano che pian piano stava scendendo sul suo fondoschiena, senza bisogno di chiedere il permesso perché tutto di lei era sempre stato suo, e…

Scivolò via dalle sue labbra e lo guardò con uno strano sorrisetto e un’espressione divertita sul volto.

“Da quando in qua porti la pistola?” domandò, avvertendo bene quella pressione contro il suo inguine – sensazione che la stava spingendo sull’orlo di un baratro nel quale, mai come ora, avrebbe voluto varcare con passo deciso e farsi scivolare e avvolgere.

Ovviamente aveva avuto rapporti durante questi lunghi dieci anni, non moltissimi, ma quelli necessari per evitare di trasformarsi in una zitella acida prematura. Però non era più riuscita a legarsi a nessun uomo, per quanto bello, buono o simpatico.

E non era per il fatto che fossero Marines – anche se lei faceva parte dei Rivoluzionari, non necessariamente doveva fare di tutta l’erba un fascio. Più che altro non poteva rischiare di farsi scoprire o di aprirsi troppo – semplicemente era perché il suo cuore non avrebbe sopportato un altro abbandono o anche una banale delusione riguardo a quel frangente.


Lui la guardò assottigliando lo sguardo e piegando quelle labbra perfide all’insù: “Non è esattamente una pistola, Hikari…” fece allusivo, mentre lei prendeva a ridere.

“Oh” rispose semplicemente, mettendosi le dita sulle labbra, facendo finta di esserne scandalizzata.

“Però, se vuoi, ti posso istruire a dovere sulla faccenda” proseguì allupato, scoccandole uno sguardo provocatorio che mai in quel momento la fece sentire così tremendamente preda.

“Sei un maiale” replicò ridendo.

“Non dirmi che non ti piacerebbe assistere ad una mia personalissima lezione sull’argomento. Voglio dire, ti sto dando un’opportunità che qualsiasi altra donna si sognerebbe di ricevere. Non dicevi che la cultura era la massima espressione dell’essere umano?” disse teatralmente, mentre guardava quegli occhi violetto brillare di eccitazione.

Lei sbuffò rassegnata, sulla falsa riga del dialogo allusivo: “Farò questo sforzo…” disse, mentre armeggiava con la sua cintura e ne sfilava la fibbia “Ma lo faccio solamente per il mio amore smisurato per la conoscenza” aggiunse, mordendogli avidamente il collo e strappandogli letteralmente la camicia di dosso, per poi proseguire la scia di morsi sempre più verso il basso, sentendolo tremare e sospirare ad ogni tocco.

“Le mie allieve sono le migliori, l’ho sempre saputo” asserì con voce roca, quando Hikari ormai stazionava fissa all’altezza dei suoi addominali.

“Hai una certa età, non agitarti troppo…” disse lei, sfottendolo e ammirando quel corpo che, benché fosse quasi fin troppo magro e pieno di ferite rimarginate, rimaneva il corpo più bello e sexy mai visto.

“Questa è cattiva” ribatté offeso “Mi stai dando del vecchio? Guarda che è tutta esperienza questa, che credi”?

La donna si rialzò in piedi. Piano, afferrò i lembi della propria maglie e la sfilò lentamente, assieme al reggiseno, abbandonandoli poi sul pavimento.

Shanks la trascinò fino al bordo del letto, per poi farla cadere con poche premure e seguendola a sua volta. La sensazione del suo seno morbido schiacciato contro il suo petto nudo, stava mettendo fuori gioco l’unico neurone sano rimastogli in quel momento.

“Spegni la lampada” gli chiese, incrociando le braccia dietro la nuca, mentre lui stava armeggiando con il primo bottone dei suoi jeans.

Si girò in direzione della lume. La guardò intensamente prima di liberare l’haki e disintegrarla, facendola andare in mille pezzi, per poi ritornare a guardare gli occhi di lei: “Spenta”.

“Sei un imbecille” sentenziò Hikari, con un’espressione rassegnata mentre lui soffocava le risate tra i suoi seni.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -



Aggiornamento al volo, signore mie! @_@
E va di lusso perchè fino a stamani non avevo la linea ed è da giovedì che sono presa non da un malanno, ma penso da varie ed eventuali fatture/malocchi/maledizioni! @_@

Lascio ovviamente a voi i commenti, non aggiungendo nulla. Al di là che sono di corsa come un lampo, non penso che ci siano cose da aggiungere. ^^ Brindiamo! Speriamo in cuor nostro che questo capitolo vi piaccia. ^^ E poi via verso l'ultimissima parte di questa storia. :)

Al prossimo martedì, grazie di cuore per tutte le recensioni, i complimenti e l'entusiarmo per questi capitoli! ^^



Bea & Yuki

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Capitolo 52
*** Chiarezza ***


CAPITOLO 52: CHIAREZZA
(Chapter Soundtrack: Radio in Heaven - Planet white t's)






La stanza del capitano del Vento dell’Est versava in condizioni decisamente critiche.

I mobili erano stati fatti a pezzi, fogli e resti di libri salvati per miracolo ricoprivano il pavimento. Schegge, polvere e altri resti di vari oggetti erano sparpagliati ovunque, mentre dall’apertura su un fianco della camera penetravano i primi raggi del sole. Tutto lasciava intendere che fosse passato come minimo un tornado che non aveva risparmiato nulla sul suo cammino.

E invece, a dispetto delle apparenze, in un angolo il letto pareva essere uno dei pochi mobili versare in condizioni decenti. Al fianco, vicino al comodino, i resti di una lampada ormai inutilizzabile giacevano sul legno freddo e scuro. Tra le lenzuola bianche si scorgevano due sagome sdraiate sul materasso risparmiato.

Irritata dalla luce rosata dell’alba, Hikari si mosse in quello stadio del sonno dove la realtà e i sogni si fondono in un’unica dimensione dai contorni poco definibili. Riuscì a mettere al riparo gli occhi chiusi infossandosi maggiormente sotto le coperte e facendosi più stretta al fianco dell’uomo steso accanto a lei.

In quello stato nulla era preciso e i ricordi si aggrovigliavano gli uni sugli altri, in una matassa indistinta dove il mondo onirico andava a ingarbugliare ulteriormente la situazione. A poco a poco cominciò a percepire altre sensazioni dalla realtà, come i ciuffi ricci che le ricadevano sul proprio volto o il profumo salmastro del mare che impregnava l’aria mattutina.

Avvertì – come provenienti da un universo lontano – un tocco leggero spostarle i capelli da davanti al viso, sistemandoglieli ordinatamente dietro l’orecchio, così da non essere infastidita da quel contatto. E da quel momento il suo cervello fu eccessivamente sollecitato dalla curiosità di quella novità rispetto alla normalità, per poter continuare ad ignorare quegli elementi. Cominciò a mettersi in moto per poter comprendere meglio.

I suoi occhi si aprirono quando finalmente l’ultima parte della serata precedente le tornò alla mente con esattezza. Rannicchiata di lato, se ne stava abbracciata a Shanks – sdraiato sulla schiena - che la teneva a sé passandole il braccio sotto la testa.


“Buongiorno” la salutò incurvando le labbra all’insù.

Quel sorriso così ampio e contento, Hikari, non lo vedeva da tempo. Per tutta la navigazione fatta fino a quel momento, Shanks non aveva mai sfoggiato nemmeno una volta quell’espressione dai tratti fanciulleschi e genuini, che invece nei suoi ricordi aveva quasi sempre.

“Ciao” ricambiò con leggera timidezza e imbarazzo.

La novità aveva il suo effetto e le occorsero qualche attimo per comprendere definitivamente che quella non era una sua fantasia, né un suo sogno, ma semplicemente la realtà. Le sarebbe dovuta apparire strana, contorta, e invece si ritrovava a pensare che tutto finalmente fosse tornato al suo posto e gli equilibri si fossero – dopo un tempo interminabile – sistemati come sarebbero dovuti essere fin dal principio. Quella era la normalità, non i dieci anni prima.


“Hai combinato un bel casino ieri, eh?” esordì pacato Shanks sghignazzando.

Hikari avrebbe voluto ribattere, ma il suo sguardo cadde sulle condizioni generale della stanza del capitano e a quel punto non trovò parole adatte per difendersi. Effettivamente aveva perso il controllo, aveva lasciato liberare l’haki senza remore ed era andata vicina dal far esplodere il Vento dell’Est e chi vi era dentro.

Rabbrividì.

“E’ anche colpa tua” borbottò infine gonfiando le guancie come una bambina.

“Forse” acconsentì Shanks ridendo piano.

Si beccò un cuscino in faccia più l’espressione risentita della giovane donna che lo scrutava con silenzioso – ma palpabile – rimprovero. Dargliela vinta, così facilmente, non gli piaceva e stuzzicarla un po’, senza dover preoccuparsi di reazioni degne della fine del mondo, gli colmava l’animo di una pace interiore a cui anelava da troppo tempo senza riuscire a raggiungerla.

Vederla irritata per uno scherzo, per una frase detta per giocare, era qualcosa che desiderava da molto. Ma prima di quella mattina si era visto costretto a calibrare e misurare ogni singola sillaba nei suoi confronti, evitando di sbilanciarsi e di pronunciare qualcosa di troppo.

Ora era come se un’enorme peso si fosse sciolto nell’acido in un attimo e il mondo avesse ripreso a scorrere nel senso corretto, facendo tornare tutto al posto giusto.

“Ah, vuoi la guerra, eh?” chiese con un ghigno Shanks.

“E se anche fosse, Rosso?” replicò rispondendo a tono lei.

Hikari si era alzata quel tanto da poter appoggiare le proprie mani sulle spalle di lui, tenendolo inchiodato al materasso. E mentre si scambiavano quella battute prive di serietà, si ritrovò a pensare quanto la vita fosse strana. Qualche ora prima aveva il cuore a pezzi e l’anima corrosa da una rabbia così profonda e buia da averla resa una bomba a orologeria; e invece adesso se ne stava lì, sul letto con l’uomo che aveva sempre amato, di mattina, dopo una notte passata a fare l’amore, a scherzare come se niente fosse.

Faceva fatica a mantenere un’espressione imbronciata. In realtà aveva voglia di sorridere e ridere di gioia come non aveva mai fatto, fino a quando i polmoni sarebbero stati avvolti da una morsa di bruciore per la mancanza d’ossigeno e dagli occhi sarebbero scese lacrime di felicità.


“Bhè, in quel caso...”

Senza terminare la frase, Shanks la afferrò per la vita e invertì le posizioni, portandola sotto di sé. I ricci ricaddero in disordine sul cuscino e in parte anche sulle guancie arrossate di lei.

“...Ti dovrei far prigioniera fino a quando non imparerai che non mi si deve sfidare” completò lui prima di baciarla sul collo.

E a Hikari la prospettiva di rimanere imprigionata questa volta non le dispiacque, anzi, pensò che avrebbe dovuto tentare l’ammutinamento più spesso se quelle erano le conseguenze a cui sarebbe andata incontro.



“Ve lo avevo detto che era meglio non disturbarli” asserì serio Ben sorseggiando la sua tazza di caffè.

Gli altri sghignazzarono annuendo.

Dopo che la sera passata erano finite le scosse causate dalla liberazione dell’haki, tutto si era fatto cheto. La tranquillità che si respirava sul Vento dell’Est era diversa da quella che aveva intervallato le varie fasi della navigazione dell’ultimo periodo e molto probabilmente duratura.

Il fatto che né il capitano né Hikari si fossero ancora fatti vivi a quell’ora, non lasciava dubbi sulla piega che aveva preso la loro discussione. Ben da un lato avrebbe voluto fare una ramanzina a tutti e due per interrogarli sui motivi che aveva impedito ad entrambi, fino ad allora, di chiarirsi una volta per tutte, invece di continuare a soffrire pur di mantenere le proprie posizioni; dall’altra finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo ed essere contento per i suoi due amici.

“Ace dov’è?” chiese Yassop.

“Credo sia andato a fare due passi” rispose Lucy “Quel ragazzo non sa stare fermo a meno che non dorma”.

“Cosa che capita nei momenti più impensabili visto la sua narcolessia”!



Seduto su uno scoglio in riva al mare, Ace se ne stava ad ammirare l’oceano.

Il sapore del sale liberato dalle acque blu gli riempiva i polmoni, inebriandolo, mente la brezza leggera proveniente da altri luoghi ancora da visitare lo avvolgeva, esortandolo a rimettersi in viaggio per poter riprendere la sua avventura. Il mare era un richiamo troppo forte, troppo prepotente, in lui per poter essere accantonato e messo da parte. Aveva ancora troppo da fare per potersene stare buono, lì.

Eppure, ora, non poteva andarsene. La battaglia che avrebbe avuto luogo da lì a non poco tempo riguardava anche lui e non poteva lasciare che il Rosso combattesse da solo, dopo che – in modo tutto suo – aveva fatto di tutto per metterlo al sicuro e impedire che accadesse qualcosa di spiacevole a Barbabianca.

“Ehi, Ace”!

La voce di Hikari gli fece distogliere lo sguardo per portarlo sulla sua amica.
 
Non aveva bisogno di chiederle nulla per sapere cos’era successo la sera – e anche la notte - prima con Shanks. Nessuno pareva aver dubbi sul fatto che ora lei era tornata a pieni titoli ad essere la donna del Rosso. Qualsiasi domanda l’avrebbe solo messa in imbarazzo e lui non era tipo da essere sgarbato con una ragazza.

“Possiamo rimanere per la battaglia” annunciò lei, avvicinandosi.

“Ottimo” rispose Ace sorridendole.

La maggior parte di lui era del tutto felice che finalmente lei e Shanks avessero chiarito. Ora Hikari non avrebbe più sofferto, non avrebbe più dovuto camminare su di un filo sospeso su di un baratro privo di fondo, nel quale rischiava di perdersi. Vedeva chiaramente quanto fosse contenta e nel constatare che non vi fossero più tracce di dolore sul suo viso, lui fu pervaso da un senso di serenità.

Probabilmente non l’avrebbe più vista piangere per la disperazione e la rabbia, per le situazioni spiacevoli che si sarebbero potute ancora creare se lei e il Rosso non avessero deciso una volta per tutte di mettere le cose in chiaro, comprendendo a vicenda i loro reali sentimenti in modo pieno.

Eppure, in tutta quella serenità generale che quella riappacificazione aveva creato, l’amarezza si ritagliava un piccolo posto dentro l’anima del giovane pirata.

Quell’irrisoria parte di sé non poteva fare a meno di chiedersi che cosa sarebbe potuto capitare se non si fossero conosciuti in quella circostanza e se lei non fosse già stata innamorata di un altro – di uno dei Quattro Imperatori. La sua mente non poteva arrestarsi nell’immaginare che forse tra loro ci sarebbe potuto essere qualcosa di più di semplice amicizia e quella prospettiva gli suonava gradita – ma impossibile.

Accantonò quei pensieri, perché non voleva rovinare quel momento di gioia a Hikari con quelle sue riflessioni forse un po’ stupide e infantili, che sicuramente avrebbero tolto un po’ di limpidezza a quel sentimento fresco che ora le riempiva l’anima.

“Dobbiamo prepararci tra poco per essere pronti all’arrivo della flotta” continuò Hikari.

“Quindi anche noi staremo sul Vento dell’Est, vero”?

La giovane donna annuì leggermente. Non che a lei piacesse particolarmente la prospettiva di combattere, anzi, non la risultava per nulla gradita dato che non era abituata a ritrovarsi su un campo di battaglia. Eppure, non poteva mollare lì tutti e starsene a guardare – soprattutto non ora.

“Ace, posso chiederti una cosa?” chiese lei facendosi ad un tratto seria “Se non vuoi rispondere non ci sono problemi però”.

Il ragazzo, sorpreso da quel cambiamento, la osservò per un attimo prima di invitarla a continuare con un cenno del capo.

“Mi hai detto che Dragon non è tuo padre, ma allora chi sarebbe? E non rispondermi Barbabianca, perché fai prima a dirmi che non vuoi rivelarmelo”!

Pugno di Fuoco ghignò sentendo quella precisazione.

Lui considerava davvero Barbabianca il suo unico e vero padre, eppure, non poteva ignorare la sua discendenza di sangue e ciò che essa comportava realmente per lui. Quell’amore per l’oceano, dopotutto, poteva perfettamente essere arrivata a lui in seguito a quella parentela di cui non andava per nulla fiero.

E la richiesta di Hikari non gli appariva così inappropriata. Per lui aveva fatto molto e ormai erano diventati amici, di lei si fidava e sapeva perfettamente che oltre la sorpresa non ci sarebbe stato altro in lei quando avrebbe conosciuto la verità. Probabilmente Dragon l’aveva mandata sulle sue tracce solo perché era perfettamente a conoscenza di chi lui fosse figlio e delle implicazioni mondiali di una sua cattura.

“Io e Rufy non siamo fratelli di sangue, ma ciò non cambia nulla per me. Il nostro legame è forte come se avessimo gli stessi genitori” cominciò Ace tranquillo “Sia io che Rufy abbiamo padri importanti ed entrambi ci siamo fatti un nome senza utilizzare il loro, solo con le nostre forze e la nostra determinazione. Siamo simili e sappiamo tutti e due cosa sia l’amore per l’oceano”.

Riportò i suoi occhi pece all’orizzonte dove il confine tra cielo e mare si assottigliava, fino a confondersi del tutto.

Dovette aspettare un attimo prima di concludere, mettendo tutto in chiaro. Non gli faceva mai piacere dirlo ad alta voce, rievocava ricordi a cui non voleva pensare e domande che non avevano ancora trovato una risposta in quegli anni.

“Lui è figlio di Dragon, io sono il figlio del Re dei Pirati, Gold D. Roger”.


Non gli occorreva guardare Hikari per sapere che espressione avesse dipinta sul volto, ma le lanciò comunque un’occhiata fugace. Come aveva immaginata la sua era puro stupore, misto a incredulità. Forse pensava che fosse uno scherzo di cattivo gusto o forse un modo per non dirle davvero chi fosse suo padre, coprendo la sua identità con quella che poteva essere una menzogna. Ma quella era la realtà e lei non la commentò, ancora sotto shock, si limitò ad assorbirla sotto lo sguardo serio di Ace.

Poi, quando fu sicura che dalle sue labbra sarebbero uscite parole e non suoni privi di significato, sorrise e si andò a sedere accanto a lui. Lei non poteva comprendere esattamente cosa significasse una simile parentela, ma indubbiamente non era una cosa facile da gestire e l’espressone con cui Ace glielo aveva detto era lampante.

“Certo che tu e tuo fratello formate una famiglia bizzarra” osservò in fine Hikari.

“Già” confermò il ragazzo “Abbiamo di tutto: pirati, Marines, Rivoluzionari”.

“Ottimo, agganci in tutte le categorie di potere. Se mi servirà un aggancio so a chi chiedere” sdrammatizzò lei ridacchiando.

“Ma certo, milady, chiedi pure, basta che non ti porti più dietro quei dardi di agalmatolite!” replicò Ace “Gli effetti sono davvero sgradevoli e poco piacevoli”.

“Va bene, basta che tu non ti cacci più nei guai”.

“Ci proverò”.

Hikari si mise a contemplare l’oceano insieme a Ace, in silenzio, godendosi quella tranquillità che precedeva la battaglia. Ma anche se sapeva a cosa stava per andare in contro, non poteva fare a meno di godersi quegli attimi di felicità dove tutto pareva stesse andando per il verso giusto.

“Ti ringrazio per quello che fin ora hai fatto per me” disse poi ad un certo punto il moro, spezzando quel placido silenzio.

Hikari lo guardò appena, dipingendo un sorriso amaro sulle sue labbra: “Ace” l’apostrofò, prendendo una pausa “Hai fatto più tu per me in un paio di occasioni, che io nei tuoi confronti. Chi deve ringraziare sono io” e gli mise un braccio attorno al collo, avvicinandolo a sé “Per cui grazie a te” concluse, mentre Ace sorrideva in silenzio e l’abbracciava a sua volta.




- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Oilalà! ^^ Bentornate all'appuntamento del martedì sera. :)
Dunque, dunque, qui si è sempre sopressati... Yu è senza pc, manco a dirlo: se beccata un virus e il coso si rifiuta di navigare in internet - spegnendosi da solo. Io... Non ho molto tempo, sono straincasinata, ma ci tengo a rispondere alle vostre domande qui di seguito. :)
Visto che più o meno tutte mi avete chiesto le stesse cose, faccio che fare proprio un paragrafetto di spiegazioni. xD

Parto col dire che in questa storia non si vedranno i Mugiwara. Abbiamo deciso appunto di fare una storia che abbracciasse più che altro il Rosso e Ciurma, siccome di fanfiction con loro ce ne sono poche. Così anche con Dragon di mezzo, cosa che ci ha sempre intrigato moltissimo.

Dunque, non so se ricordate la politica di Dragon in merito all'entrata/uscita dei suoi uomini, in questa fic intendo. La stessa Hikari cita che una volta scoperti - soprattutto chi è stato messo lì come spia - automaticamente si esce dai rivoluzionari. Questo per garantire segretezza. Ci sarà un capitolo più esplicativo di ciò verso la fine, comunque. Questa cosa ce la siamo inventata di sana pianta all'epoca, visto e considerato che di Dragon si sapeva veramente poco - non eravamo ancora arrivati alle vicende di Iva e Inazuma di ID.

Hikari sa di non poter rimanere nei Rivoluzionari, perchè la politica della fazione è tale. Era infiltrata nella sede centrale e Sengoku in persona l'ha vista in faccia.

Quanto alla vicenda amorosa in sé, Hikari è sempre stata innamorata di Shanks. Così tanto dastruggersi per 10 anni di vita, rimanendo inconsciamente aggrappata a lui e ad un suo ritorno. Quello che Hikari voleva - la "punizione" diciamo, perchè non dimentichiamo che ha un carattere non propriamente santo - non era tanto l'oggetto della spiegazione. Ma arrivare a far capire a Shanks che se la meritava quella spiegazione sacrosanta. Era un gesto che le doveva e, sempre incosciamente, era certa che ci fosse una motivazione non da poco dietro quella vicenda. E l'avrebbe perdonato solo nel caso si fosse deciso, veramente, a fare quel passo importante. Era una questione di amore e rispetto. Anche perchè era decisa a partire con loro - è solo citata la cosa, ma ormai faceva parte della ciurma. Almeno per tutti gli altri, tranne per il Rosso stesso, preso da quell'incubo.

Spero di aver risolto i vostri dubbi. ^^ Per Ben e il resto della ciurma, potete leggere in questo capitolo. :)

Alla prossima ragazze, grazie per le recensioni e per i complimenti! ^^


Bea & Yuki

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Capitolo 53
*** Strategia nemica ***


CAPITOLO 53: STRATEGIA NEMICA.
(Chapter Soundtrack: Starblind - Iron Maiden )


“Vorrei una tua opinione su tutto ciò”.

Il sole stava scendendo piano sull’orizzonte ed erano fermi da diversi minuti a guardare la sola nave della Marina, completamente deserta. Il Vento dell’Est opponeva la sua prua superba contro il vascello avversario, cullato da onde dolci, che contribuivano a rendere ancora più inquietante l’atmosfera che si era sviluppata.

Oltre a ciò, un ronzio strano era diventato udibile a tutti, la stessa sensazione di quando si ha il raffreddore e le orecchie sono tappate: quel leggerissimo fischio che t’impregna la mente e che tenti in tutti i modi di capirne la provenienza, senza successo.

Tutti gli uomini di Shanks, inclusi Ace ed Hikari, si erano schierati sul ponte, nel momento in cui avevano avvistato la nave ferma al largo, appena girata l’isola. Il Rosso era appoggiato sul gradino di prua, con il gomito sulla polena e le dita atte a tamburellare il labbro.

Il suo migliore amico, avvolto nel fumo della sua immancabile sigaretta, aveva lo sguardo fisso sul ponte della nave nemica, assorto e con i sensi all’erta. Tirò una nota, levandosi il mozzicone dalle labbra e facendone cadere la cenere.
“Questa faccenda puzza più di una carcassa abbandonata da tre giorni…” esordì, soffiando il fumo e mantenendo lo sguardo sull’imbarcazione.

“Non è possibile che abbiano inviato una sola nave e non ci sia nessuno. Tashigi mi aveva assicurato che fosse una flotta. O sono tutti nascosti da qualche parte, oppure siamo noi ad avere le traveggole” rispose Shanks, alzandosi dalla sua posizione “Vado a dare un’occhiata”.

“Sei sicuro? Nota anche che nel raggio di miglia non c’è modo di occultare delle navi” domandò l’altro, scoccandogli un’occhiata eloquente. Quella situazione puzzava che appestava e scendere sulla nave nemica gli pareva la soluzione peggiore.

“E che facciamo? Stiamo qui a guardarci in faccia? Io, Lucky, ed Ace scendiamo a vedere. Tu, Yassop ed Hikari rimanete qui con gli altri, a difendere la nave. Almeno, se dovesse capitare qualcosa, ci saresti tu ad impartire le direttive necessarie” disse Shanks, mettendo la mano sull’elsa della spada, per poi avviarsi dalla ciurma e impartire gli ordini.

L’ufficiale in seconda, mollato il cosciotto sulla balaustra, si armò fino ai denti, Ace si calcò il cappello sul viso e cominciò a sviluppare diverse fiamme dal braccio destro. Il timoniere, nel frattempo, aveva affiancato la nave della Marina e le assi furono gettate per permettere il passaggio del capitano e dei suoi.

“Stai attento”.

Hikari lo guardava con occhi attenti e le braccia incrociate al petto. Tutti avevano capito che i conti non tornavano, ma capivano altrettanto che starsene lì con le mani in mano non avrebbe portato a nulla. Solo, temeva per l’incolumità del suo Rosso, proprio ora che il sole era ritornato a risplendere più prepotente che mai tra loro due.

Lui si voltò piano, mentre gli altri tre cominciavano ad avanzare sulle passerelle: “Non preoccuparti. Sono sempre Shanks il Rosso, non dimenticarlo!” e le sorrise sornione, mentre Hikari roteava gli occhi e sbuffava nel vederlo così sicuro di sé. Questo perché lei se la stava letteralmente facendo sotto.

“E anche voi due…” aggiunse, con i palmi delle mani che sudavano dalla tensione. Ben e Yassop, accanto a lei se ne stavano in silenzio, lo sguardo fisso negli occhi del loro capitano.

“Sì, mamma” le rispose Lucky, mimando la vocina di un bambino, cosa che fece ridere quasi tutta la ciurma del Vento dell’Est, Hikari compresa. Ace aveva il suo solito ghigno sbilenco dipinto sul volto: la stava guardando intensamente da qualche minuto e non si perse il brivido che, ad un certo punto, le percorse le schiena. Era terribilmente preoccupata e si vedeva, ma ciò nonostante era lì, pronta a combattere. Non trovò nulla di meglio da fare che farle la linguaccia quando lo sguardo di lei incrociò il suo, ma, nonostante ciò, quel gesto la fece sorridere.


Non era abituata alle battaglie. Non era abituata a menar le mani: aveva sempre agito nell’ombra, come infiltrata, non aveva mai affrontato una battaglia a viso aperto contro la Marina. Solo una fuga. Una disastrosa fuga.

Strinse la stoffa della sua maglia, mentre i suoi occhi erano puntati sulle figure che si allontanavano e scendevano sul ponte.

Sospirò.

“Ben, Yassop, che ne pensate?” domandò senza voltarsi verso l’interlocutore e continuando a tenere gli occhi puntati su Shanks e gli altri.

“C’è qualcosa che non va” rispose, dopo qualche secondo di pesante silenzio, il suo migliore amico “Io ne ho visti di attacchi della Marina, tanto da poter dire con certezza che questo non è da Marina” aggiunse accendendosi una nuova sigaretta.

“Un dispaccio, per quanto potente, non si comporta in questo modo. E poi non è un dispaccio, ecco” fece eco Yassop.

“O magari, semplicemente, non si tratta della Marina vera e propria…” disse Hikari, stringendosi nelle braccia “Anche io ne ho viste di flotte armate, ma sto fatto che ci sia una sola nave e che non si veda anima viva, mi da parecchio da pensare”.

“Hikari” Ben le si avvicinò, guardandola negli occhi “Nel caso avessimo bisogno di copertura, posso fidarmi di te”?

“Che intendi come copertura?” domandò la donna, confusa.

“Intendo dire che se dovessero tenderci un’imboscata e bombardarci, puoi esserci d’aiuto alzando dei muri?” le chiese l’amico.

“Shanks me ne ha parlato, riesci a generare dei muri di onde che bloccano gli attacchi ed eventualmente gli oggetti. Riusciresti a fermare delle palle di cannone”?

Ben fece la sua richiesta con un candore che neanche un fiocco di neve appena formato poteva esaltare. Hikari, da parte sua, lo stava guardando con gli occhi fuori dalle orbite: “Ma stai scherzando? Ma come pensi che faccia a bloccare le palle di cannone”?

“Ci hai mai provato?” domandò Ben, soffiandole il fumo in faccia e aggrottando le sopracciglia “Io sono sicuro che tu non conosca la tua vera forza. Con Ace la trattenevi e sei riuscita lo stesso a bloccare i suoi attacchi”.

“Sì, ma quelle erano pseudo pallottole, non palle di cannone!” rispose, mimando con le mani le dimensioni di entrambe le munizioni “E come se chiedessi ad una ragnatela di bloccare un elefante”!

Il moro sbuffò: “Senti, ora non hai motivo di trattenerti. Puoi far quel che ti pare con l’haki, puoi lasciarlo libero di scorrazzare. Tu provaci, se poi non riesci non fa nulla. E’ giusto per elaborare una strategia” concluse quello, lanciando la sigaretta in mare “Mi hai tirato giù la parete della camera. Devi farti perdonare” aggiunse, lanciandogli un sorrisetto malizioso, mentre Hikari lo guardava storto e si metteva le mani sui fianchi.

“E va bene, ci proverò” disse infine, poco convinta.

“Mi servirà la tua copertura Hikari, anche nell’eventualità che la nave venisse arrembata” disse Yassop “Ho bisogno di prendere la mira e quindi ho bisogno di avere campo libero. Ci saranno gli altri ad aiutarmi, ma nel caso le cose si mettessero male, cerca di fare piazza pulita. Sei l’unica che può fare questa cosa e sappiamo che ci riuscirai sicuramente!” esclamò sorridente, caricando le sue amatissime pistole e testandone la meccanica, come faceva prima di qualunque scontro.

“Questo dovrebbe essere più semplice da fare” rispose la mora “Almeno tu hai il senno di chiedermi qualcosa di umanamente possibile” aggiunse, lanciando un’occhiata a Ben, che, strano ma vero, se la stava ridendo.

“Bene, allora mettiamoci in posizione” concluse il cecchino, facendole segno con la testa di seguirlo.


Se Shanks e i suoi fossero stati immuni alle illusioni create dall’haki di Kami, ora avrebbero potuto udire le risate di quest’ultimo, che, accanto al suo vicecapitano con la pelle a scaglie, guardava minaccioso – e invisibile agli occhi dei pirati – gli uomini che stavano giungendo sul ponte.

- Thor, tu occupati di Pugno di Fuoco, vedi di attirarlo in un punto lontano dal Rosso e da Lucky Roux e pensa a fare quella cosa – disse al suo ufficiale, utilizzando il suo haki come mezzo di comunicazione, rendendosi inudibile agli intrusi – Io comincerò a generare delle illusioni per tenerli a bada, nel frattempo darò agli altri l’ordine di attaccare, intesi?

Quello rispose affermativamente col cenno del capo.

- Bene, si comincia – ordinò a tutti i suoi uomini e ai Marines inebetiti che stavano sulle altre navi, sorridendo beffardo – Aspettate il mio segnale – concluse sedendosi in un angolo nascosto del ponte, adiacente all’entrata della timoneria.



Shanks, Lucky ed Ace si stavano guardando attorno con circospezione: era da  diversi minuti che osservavano il ponte nella sua lunghezza, deserto.

“Ma che scherzo è questo?” aveva domandato Lucky, alzandosi gli occhialini e guardando il suo capitano perplesso “Qui non c’è nessuno!” esclamò allargando le braccia.

“Ma non ha senso!” fece eco il moro, incrociando le braccia “Supponendo l’assurdità di un arrembaggio da parte di terzi, qui non vi è la presenza del minimo danno. Voglio dire, questa nave è quasi immacolata”.

Il Rosso aveva l’aria assorta, le labbra strette in una smorfia di disapprovazione e lo sguardo atto a visualizzare ogni minuzioso dettaglio di quella nave che, benché fosse tutta intera, senza nessun danno apparente, dava l’inquietante impressione di essere una nave fantasma.

Era tutto troppo tranquillo. E quel fischio, sempre leggero, che continuavano a sentire, contribuiva a rendere la situazione notevolmente inquietante.

“Vado a perlustrare la poppa” disse ad un certo punto Ace, sistemandosi il cappello sulla testa.

“Fai attenzione” ribatté in risposta il Rosso, che aveva sguainato la spada “Se noti qualcosa di sospetto, avvertimi” concluse, regalandogli uno sguardo eloquente. La scelta di portare con sé il ragazzo, era basata sul fatto che era un ottimo combattente, anche se, certe volte, poteva sembrare un po’ ingenuo.

Era forte, questo doveva riconoscerlo: nonostante fosse, rispetto a lui e a gran parte dei suoi, poco più che un ragazzino, il rogia del fuoco era un potere straordinario che poteva essere utile anche lungo raggio.

Quello era anche uno dei motivi per cui Shanks non l’aveva lasciato sul Vento dell’Est, ma se lo era portato con sé. Il secondo motivo era essenzialmente che, rispetto all’haki, utilizzato da lui stesso, dai suoi ufficiali, e da alcuni della sua ciurma, il rogia consumava molte meno energie trasformando il corpo del proprietario nell’elemento del frutto del diavolo.

 
E anche se Ace non era al massimo della forma, poteva sicuramente essere d’aiuto. L’unico neo si rifaceva al fatto che Ace non fosse un membro della sua ciurma, e per tale motivo, per quanto il ragazzo si fosse dimostrato responsabile e desideroso di dare una mano, la sua incolumità era responsabilità assoluta del capitano del Vento dell’Est. Questo perché, fino ad allora, si erano fatti in quattro per evitare che gli accadesse qualcosa di brutto: ora, era pur vero che Ace era maggiorenne e vaccinato, ma valla poi spiegare a Newgate, che considerava tutti i suoi sottoposti come figli, l’eventualità di un incidente ai danni del ragazzo?

Newgate era famoso per il suo carattere irascibile, ed era meglio non farlo arrabbiare.

“Lucky” parlò, una volta che Ace sparì dietro alla cabina della timoneria “Io entro. Coprimi le spalle” ordinò, mentre l’altro si calava i suoi occhiali particolari e caricava le pistole.

Ma non fece in tempo a fare un passo che uno, che la porta della timoneria si spalancò e un proiettile lo colpì di striscio sulla spalla destra.

Tuttavia, non fu lo sparo che sorprese i due pirati, quanto lo spettacolo che si ritrovarono davanti: sull’uscio, una creatura tremante che non poteva avere più di otto anni, se ne stava ritto in piedi, con le mani ben adese all’impugnatura della pistola, lo sguardo atterrito e le lacrime pronte a scendere giù per le guance arrossate.


Dall’altra parte della nave, Ace, ovviamente, non aveva avvertito alcun rumore, come la parte restante della ciurma sulla nave. Il tutto sembrava terribilmente quieto e tranquillo.

Aveva quasi finito il giro di perlustrazione, quando un suono gutturale e un fruscio sospetto attirarono la sua attenzione. Coi sensi all’erta, si fermò e cominciò a guardasi attorno con circospezione, ma dovette appellarsi a tutta l’agilità dei suoi muscoli per evitare una ‘cosa’ verde, dotata di denti affilatissimi, che in un lampo gli era balzata addosso, mirando, con le sue enormi fauci, diritto al suo collo.

- Un alligatore? – si chiese, allibito, mentre ricomponeva parte di sé dalle fiamme.

La bestia, molto più grossa di un alligatore normale – il ché la diceva lunga – parve sorridergli con quegli occhi verdi, caratterizzati dalla particolare pupilla, per poi, velocemente ricomporsi in una sorta di uomo-alligatore.

“Sei sveglio, ragazzo” disse quello, aprendo la bocca in un qualcosa che doveva essere un sorriso metallico compiaciuto, ma che pareva, in tutto e per tutto, un’arma micidiale e inquietante.

“E tu fai impressione” osservò, relegandogli un’espressione sprezzante. Il ragazzo notò che la superficie del corpo dell’uomo-alligatore era interamente ricoperta di una strana gelatina scura, che gli ricordava vagamente qualcosa, ma in quel momento proprio non riusciva a coglierne l’entità.

“Che cos’è quella roba?” chiese successivamente, ma l’altro si limitò a schernirlo, compiacendosi dell’ingenuità del comandante della seconda flotta di Barbabianca: “Te ne accorgerai presto” rispose con ironia e sarcasmo.

“Bene” ruggì “Ora possiamo cominciare” aggiunse mentre si gettava con le fauci spalancate addosso al proprio nemico.



Nel frattempo, sul Vento dell’Est la tensione si tagliava con il coltello. Ben era già alla quinta sigaretta in mezz’ora, vigile come una sentinella, il fucile sottobraccio. Hikari, insieme agli altri, teneva lo sguardo attento sulle figure di Shanks e Lucky, dopo che avevano visto Ace allontanarsi.

Figure che, manco a dirlo, erano soltanto delle mere illusioni. Kami, in quel momento nascosto, stava generando più illusioni possibili – una verso Shanks e Lucky, una verso Ace per far sì che nulla disturbasse il suo vicecapitano e il piano secondario, una per attaccare la linea difensiva - per assicurarsi un vantaggio tale da scatenare il disordine assoluto e far sì che le navi restanti si posizionassero a ventaglio dietro al Vento dell’Est, cogliendoli di sorpresa e aprire il fuoco.

Stava faticando parecchio, ma già si pregustava la faccia furiosa ma atterrita del Rosso, nel momento in cui avrebbe visto la sua amata nave andare a fuoco.



“Ma che diavolo? Un bambino?!” esclamò Shanks, quando si trovò quella creatura alta quanto un cerino davanti agli occhi.

Lucky non sapeva se mettersi a ridere o piangere, ma avvertiva una sensazione strana.

“Capitano, fai attenzione” gli disse, squadrando il marmocchio, che in tutta risposta, frignando, puntò l’arma nei suoi confronti.

“Fermi o sparo!” urlò, con la vocina terrorizzata e gli occhi sgranati, mentre le piccole gambe erano percorse da continui sussulti.

Shanks, che non era uno stupido, se da una parte si fidava dell’istinto del suo ufficiale in seconda, dall’altra, di fronte a quella creatura impaurita, non poteva che provare compassione. Che ci faceva un bambino, completamente solo, su di un’ammiraglia della Marina?

“Piccolo… Getta l’arma a terra, non ti faremo del male” gli disse, cercando di apparire il più affabile e convincente possibile, appendendo di nuovo la spada alla cintola, mentre l’amico rinfoderava la pistola per non spaventarlo ancora di più.

“Non vi credo! Andatevene!” gridò quello, premendo il grilletto, ma l’unica cosa che i presenti poterono udire, fu il classico ‘click’ della pistola scarica. Atterrito, il bimbo cominciò a premere convulsamente il grilletto, ma purtroppo per lui i proiettili dovevano essere davvero finiti.

Di fronte ai due che nel frattempo si erano messi sulla difensiva per schivare l’eventuale colpo, il piccolo scoppiò a piangere.

“Hey, hey, stai tranquillo, non piangere!” esclamò il Rosso, avvicinandosi al bambino, il quale, nonostante fosse spaventato, non fece una piega quando sentì la mano del capitano sulla propria nuca.

“Come ti chiami?” gli chiese sorridendo.

“Mi chiamo Lai” mugugnò, tirando su col naso e sollevando i suoi occhi timorosi in quelli dell’uomo, che in quel momento si era accosciato alla sua altezza.

“Sei qui da solo, Lai?” continuò Shanks, accarezzandogli i morbidi capelli castani, che spiccavano notevolmente in contrasto alla casacca azzurra, abbinata a dei pantaloni bianchi troppo grandi per lui. La risposta, se tardò ad arrivare dal piccolo che si asciugava gli occhi e il naso con i bordi della maglietta, non tardò altrettanto da parte di quelli che dovevano essere gli unici esseri che popolavano quella nave.

Di fatti, da dietro la porta della timoneria, si era affacciato, chi con fare insicuro, chi con fare curioso, un gruppo di bambini, che dovevano avere suppergiù l’età di Lai.

“Non è da solo” commentò Lucky, mentre osservava quelle piccole creature fuoriuscire titubanti dalla sala macchine “Ma che ci fate qui da soli?” aggiunse, facendosi più vicino e tendo loro le mani.

Due di quelli si erano praticamente attaccati al collo dell’ufficiale in seconda, singhiozzando sommessamente, mentre Lai raccontava di essersi prima addormentati nelle proprie case, e poi di essersi ritrovarti di punto in bianco sulla nave, senza nessun altro, loro soli. Dovevano sicuramente averli drogati e portati via, pensò Shanks, guardando il piccolo con compassione e provando una gran pena.

“Vi prego signori!” aveva esclamato alla fine Lai “Portateci con voi! Non abbiamo più da mangiare e l’acqua sta scarseggiando. Vogliamo tornare a casa!” concluse scoppiando in lacrime, cosa che fecero metà dei suoi coetanei.

Lucky, nonostante fosse colpito da tanta crudeltà e volesse farsi in quattro per aiutare quegli esserini così indifesi, serbava ancora quella strana sensazione.

“Va bene, non preoccupatevi” rispose il Rosso, sempre sorridendo e dandogli un buffetto sul viso “Avverto i miei uomini e vi carichiamo con noi” comunicò rialzandosi e voltandogli le spalle.

“Shanks, non so se-” ma Lucky capì che avrebbe dovuto spiegare prima e per bene i motivi della sua riluttanza, perché la voce gli morì in gola nell’istante in cui vide il corpo di Shanks trafitto all’altezza dei reni da parte di Lai.

Il Rosso, con lo sguardo sgranato, osservò la lama all’altezza del suo ventre risplendere del colore del suo stesso sangue, per poi avvertire una terribile sensazione di lacerazione agguantare il suo corpo come una gelida morsa.

“Shanks!” urlò Lucky accorrendo in aiuto del suo capitano, ma venne colpito da un proiettile all’altezza della coscia. Cadde riverso sul ponte, per il cedimento della gamba d’appoggio, mentre vedeva quel gruppo di bambini schierarsi attorno a loro due, armati fino ai denti e con delle pessime intenzioni.

- Dannazione! – proferì mentalmente Shanks, estraendo a mani nude la lama dal suo corpo e cercando di trattenere le urla di dolore.

In quel preciso momento, Kami diede l’ordine mentale ai suoi uomini di attaccare il Vento dell’Est.




- TO BE CONTINUED -





- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Buonasera ragazze!
Scusate se ieri non ho aggiornato, ma sono arrivata a casa in uno stato inverecondo ed ero troppo stanca anche per accendere il pc. ç.ç Gomenasai!
In ogni caso, finalmente (beh, dipenda dai gusti :p) si lasciano da parte le fisime amorose per un po', e ci si concentra sull'azione. :) Ora come ora, da come potete leggere, il Vento dell'Est si trova al largo dell'isola, contro questa sola nave disabitata. Non sanno ancora che è realmente Kami quello che si trovano davanti, tuttavia si capisce che qualcosa non va. E scusate per la conclusione - penso che prima o poi ci ammazzerete - ma non potevamo fare altrimenti. xD

Al prossimo capitolo signore! ^^ Grazie per le recensioni, un abbraccio grande! :)


Bea&Yuki

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Capitolo 54
*** Battaglia ***


CAPITOLO 54: BATTAGLIA.
(Chapter Soundtrack: Still of the night - Whitesnake )


Hikari, da un po’ appoggiata alla balaustra di tribordo del Vento dell’Est, continuava a cercare la pesante incongruenza in tutta quella situazione. Accanto a lei, Ben restava immobile a guardare il ponte dell’ammiraglia, mentre osservava i due compagni girovagare avanti e indietro per la nave, entrando e uscendo, in attesa di un qualsiasi tipo di segnale da parte del capitano.

Sapevano entrambi che c’era un errore grosso come la chiglia di un vascello in quella realtà, ma non riuscivano a capire cosa.

Qualcosa di strano stava attraversando le loro pupille ed era stata Hikari a rompere le righe e avviarsi dal vicecapitano, per porgli il problema. Lui, con gli occhi blu attenti, le aveva risposto che intuiva anche lui questo inghippo, ma che non sapeva trovare la base del problema.

Quand’ecco che, nello stesso istante che sentirono il fischio sparire, si guardarono negli occhi e arrivarono finalmente al punto.

“Sono le stesse immagini!” urlò Ben allarmato, ma non ricevette risposta in merito perché Hikari aveva lo sguardo atterrito, atta a guardare qualcosa che pareva la terrorizzasse all’inverosimile, alle spalle dell’amico.

“Oh per la miseria” sussurrò la donna, alla quale per poco non cadde la mascella per l’orrore a cui stava assistendo.

“Da dove sono sbucate?!” esclamò Ben sorpreso, come tutto il resto della ciurma, che in quel momento era rimasta altrettanto basita, presa in contropiede.

Tutt’attorno a loro, disposte a ventaglio, sette navi della Marina, stavano spiegando i cannoni, pronte a far fuoco. Ben, imbracciando di nuovo il fucile, diede l’ordine di far virare il Vento dell’Est di centottanta gradi e di cominciare a scatenare sia i cannoni che gli arpioni.

“Hikari!” ululò, mentre le onde scatenate dalle bordate nemiche cominciavano a far sobbalzare la nave “Sull’albero maestro, presto! Cerca di proteggere la nave mentre è in virata!”.

Lei lo guardò con l’aria sgomenta, mentre un forte conato di vomito le rubava le energie necessarie per il ragionamento: non seppe dire se quella nausea era portata dalla paura o dagli scossoni delle onde, perché il suo cervello era andato completamente in black-out.

Ci volle uno scossone di Ben per farla tornare alla realtà: “MUOVITI!” le urlò, catapultandosi al timone per aiutare il timoniere in un’impresa impossibile. Dovevano preservare l’integrità della nave il tempo necessario per fare dietrofront e mettersi in posizione d’attacco col cannone principale sito sotto la prua.

- Shanks, che cazzo stai facendo! – grugnì mentalmente, mentre cercava in tutti i modi di non spezzare il timone.


Nemmeno Ace se la stava passando molto bene. Il vicecapitano di Kami, meglio noto come Thor ‘l’avvitatore’, aveva ingerito il frutto del diavolo zoo-zoo, modello alligatore e grazie a ciò sapeva trasformarsi nel letale animale, rivelandosi già di per sé un osso duro da combattere di suo. Perché si sa: l’alligatore è uno degli animali più feroci e mortali al mondo, dotati di una grandissima forza concentrata nella morsa della mandibola e un’agilità spaventosa rispetto alla sua mole.

Ma non era solo quello il problema ed Ace ne aveva individuati altri due a proprie spese: la prima cosa era che i denti del nemico erano interamente rivestiti di agalmatolite marina. Siccome il rivestimento era stato fissato in maniera tale che le parti della sua bocca non lo toccassero, e spuntava solamente quando prendeva la forma animale, non creavano nessun problema al proprietario al contrario degli avversari.

E di fatti Ace, durante la colluttazione, preso di sorpresa dalle continue trasformazioni del vicecapitano, si era ritrovato con i denti dell’animale conficcati nel braccio e una grande, bruttissima ferita.

Sarebbe stato un gioco arrostirlo successivamente, se solo quella gelatina non fosse una sostanza ignifuga al cento per cento.


“Merda!” esclamò irritato, perché vedeva tutti i suoi attacchi andare a vuoto, mentre il nemico continuava ad assediarlo furiosamente, spalancando quelle terribili fauci e passando indisturbato nel fuoco.

Quando Ace evitò per l’ennesima volta di essere sbranato, Thor per un attimo riprese la forma umana e si mise a sghignazzare.

“Che hai da ridere, bestia!” grugnì il moro, già stanco di suo e frustrato. L’ultima cosa che aveva voglia di sentire era del sarcasmo gratuito.

“Se pensi che così conciato riuscirai ad uccidere Barbanera, sbagli di grosso” lo schernì l’altro, mostrando i denti mostruosi “Ma ti voglio aiutare amico, perché infondo mi fai un po’ pena. Sappiamo per inciso che Teach si sta dirigendo sull’isola del Banaro, non lontano da qui” prese una pausa, verificando che l’attenzione del giovane fosse tutta sua “Quindi, fatti un favore: scappa ad allenarti il più lontano possibile da lì, perché contro quel bastardo non hai speranze!” concluse ridendosela e appurandosi che Pugno di Fuoco avesse mangiato la foglia.

“Grazie dell’informazione, ma non sottovalutarmi, mostro!” ringhiò Ace, gettandosi all’attacco, ben sapendo però che, se non escogitava un piano da attuare il più presto possibile, avrebbe dovuto dargli davvero ragione. Ma registrò per bene quell'informazione.

Tuttavia, nel momento in cui fu sbalzato da un colpo di coda violento, contro la parete esterna della sala da pranzo, capì che forse non tutto era perduto.

- O la va o la spacca – pensò, cominciando ad elaborare una strategia necessaria per distrarre Thor e provare il tutto per tutto.


Shanks e Lucky erano pressoché esausti. Se l’amico era preoccupato più per la salute del capitano, che per i fatti bizzarri che stavano accadendo davanti ai loro occhi, il Rosso non si dava pace.

“Ma perché si rialzano!” urlò sconfortato, mentre una macchia rossa all’altezza del ventre si stagliava sulla camicia bianca e pareva ingrossarsi troppo velocemente “E perché gli altri stanno là a guardare!” aggiunse schivando l’ennesimo affondo portato quasi a segno da quei bambini.

In un primo momento, quando quelle creature si erano gettate addosso a loro, sguainando le lame e le pistole, i due si erano dimostrati riluttanti a combattere, nonostante fossero stati entrambi colpiti: non potevano macchiarsi la coscienza commettendo infanticidi plurimi.

Però, quando furono portati a colpirli per la necessità di sopravvivere, un’espressione incredula si dipinse sui loro volti: ogni qualvolta quegli esseri venivano colpiti – di striscio o a morte – si rialzavano, impassibili e, cosa ben più inquietante, non riportando ferite.

“Io volevo dirtelo Shanks, che non sentivo la presenza di questi bambini!” esclamò Lucky, evitando tutti i fendenti che poteva e saltellando da una parte all’altra del ponte per sopravvivere.

“Non ti preoccupare Lucky, non è colpa tua” rispose Shanks, cercando di mantenere l’equilibrio. Aveva perso parecchio sangue e cominciava a sentire gli effetti di quella ferita sulle sue forze.

Anche se pericoloso, per lui stesso e per l’amico, liberò l’haki facendogli raggiungere un altissimo picco di intensità.
Lucky dovette appellarsi a tutte le sue forze per non svenire: la distanza ravvicinata con il capitano, lo rendeva un facile obiettivo, perché Shanks cominciava a perdere la lucidità necessaria che serviva per controllarlo. Ma l’ufficiale in seconda non fu l’unico a risentire del potere spaventoso del Rosso, che seppur conciato abbastanza male, riusciva a scatenare una forza allucinante: Kami, a causa di quell’ondata improvvisa, perse per un istante la concentrazione e le sue illusioni svanirono per quell’attimo necessario perché i due vedessero la loro nave assaltata dai cannoni.

Uno spettacolo che li rese basiti all’inverosimile.

“Non è possibile… L’hai visto anche tu, no?” boccheggiò l’ufficiale, strabuzzando gli occhi.

“Lucky, torna sul Vento dell’Est a dare una mano!” abbaiò il Rosso, appoggiandosi al parapetto, mentre le illusioni cominciavano di nuovo a rigenerarsi.

L’amico però fece segno di tacere: “Aspetta, la sento… La percepisco, finalmente” sussurrò concentrato “Il tuo haki deve averlo distratto”. Sapevano di Kami, tuttavia non potevano aspettarsi un piano così ben congegnato.

“Shanks, torniamo su” fece indietreggiando rispetto ai bambini che di nuovo si stavano preparando per attaccare, ma il Rosso non era dello stesso avviso: “Dov’è”?

“Ma Shanks, è pericoloso e-”

“DOV’E’!” ringhiò, dipingendo lo sguardo che sapeva spaventare anche i mostri marini. Lucky sospirò: “Mi pare di avvertirlo da quelle parti” disse indicando la cabina.

“Torna sulla nave. Qui me ne occupo io” concluse senza dargli la possibilità di ribattere e dirigendosi verso l’obiettivo. Evitò con tutta l’agilità che lo contraddistingueva dai comuni pirati, assieme all’haki del Re, i bambini che come delle bestie gli si riversavano addosso, risparmiando l’energie per punire l’infame autore di quello scherzo di pessimo gusto.

Nei pressi della cabina, si guardò attorno e notò una bambina con una bambola di porcellana stretta tra le mani, seduta nell’estremo angolo destro: i suoi occhi si muovevano velocemente, da una parte all’altra, quasi fosse in piena fase REM.

Yukan Kami, Viceammiraglio della Marina. Non aveva mai avuto il piacere di incontrarlo, ma aveva sentito molte storie a riguardo e solo ora poteva apprezzarne a pieno la loro veridicità.

Kami, essendo stato scoperto e necessitando di un attimo per riprendere coscienza di sé, riversò le illusioni create addosso al nemico, ma Shanks in quel preciso istante scatenò l’haki, gettando l’uomo contro la balaustra del ponte, distruggendo parte della parete esterna della cabina.  


“Se devo essere sincero” parlò Kami con voce misurata, levandosi le schegge di legno di dosso e rialzandosi in piedi “Credevo che l’Imperatore Shanks il Rosso, fosse meno ingenuo” continuò con un sorriso ironico e soddisfatto, mentre estraeva dall’imbracatura sistemata attorno alla sua schiena la sua alabarda.

Il Rosso se ne stava in piedi davanti a lui, atto a riprendere fiato per le energie spese, ma con un’espressione sprezzante e tremendamente infuriata sul viso: “Sei un codardo, Kami” parlò con voce roca, estraendo la spada “Lo so bene che anche fuori dalle illusioni non ti sei risparmiato contro dei bambini, ma non ti facevo così figlio di puttana” aggiunse mettendosi in posizione di attacco “Cosa vuoi da noi”?

“Voglio la tua testa, Rosso” si limitò a rispondere quello, volgendo la lama dell’alabarda verso il nemico.

“E allora accomodati, bastardo!” ribatté il Rosso, gettandosi all’attacco.


“ENJOMO”!

Ace aveva appena generato una recinzione di fuoco attorno a Thor, aggiungendo diverse ondate di fuoco e sparendo in esso, per disorientarlo e far perdere le tracce di sé, almeno per qualche istante.

“Te l’ho detto che è tutto inutile, ragazzo! Ora che fai, scappi?” esclamò l’uomo-alligatore, che sì era immune artificialmente alle fiamme, ma doveva aspettare che si spegnessero se l’intera area veniva messa a fuoco, per ritornare a vedere qualcosa. Di fatti, a causa del cedimento di alcune pareti, il perimetro dello scontro era stato completamente delimitato.

Thor sapeva bene, inoltre, che la gelatina non sarebbe durata per sempre e che doveva darsi da fare per tramortire il ragazzo al più presto possibile e dare man forte al capitano, come secondo ordini.

“Dove sei!” urlava lamentandosi, mentre Ace aveva risparmiato apposta una piccola area di ponte ove giacevano diversi barili di polvere da sparo. Facendo più attenzione possibile, aprì due di quei barili e li sollevò, uno nella sua mano destra e l’altro nella sua sinistra.

In quel preciso momento, Thor era riuscito a uscire dalle fiamme e si era ritrovato il ragazzo davanti agli occhi, il quale non esitò a lanciargli la polvere da sparo addosso, ricoprendolo dalla testa ai piedi.

L’uomo-alligatore, trasformandosi in bestia, tentò di schivarla, ma si ritrovò ben presto in fiamme. Tuttavia non era così preoccupato per la sua incolumità: la gelatina al massimo si sarebbe esaurita, però ne aveva una scorta poco lontano da lì.

Preso da questi pensieri, non si accorse che il ragazzo aveva preso una pesante catena di metallo e tutto d’un tratto si ritrovò con Pugno di Fuoco sulla schiena, le catene aggrovigliate attorno al suo corpo e un grosso barile in mano al moro.

Tentò di scrollarselo di dosso, perché cominciava a sentire il calore sprigionato dal potere dell’altro, ma Ace, con uno sforzo impressionante gli aprì a forza le fauci e, sacrificando un ginocchio per tenergli aperta la bocca, lottando contro la terribile sensazione di soffocamento, gli ficcò il barile di polvere da sparo in gola.

Thor cercò in tutti i modi di sputare quell’affare, incastrato tra le pareti interne delle sue fauci, ma Ace gli impediva di chiudere i denti, nonostante stesse sanguinando copiosamente e la sua gamba si sarebbe potuta spezzare da un momento all’altro.

“Fai buon viaggio bestiaccia e grazie per le informazioni” disse il moro combattendo sempre più l'imminente svenimento e la mancanza di forze, prima di gettargli un pezzo di legno infuocato in gola per poi chiudergli la bocca… Per sempre.


“A dirla tutta” parlò Kami, parando un affondo con la sua alabarda “Sono sollevato all’idea che tu mi abbia scoperto: generare troppe illusioni insieme non fa bene al mio organismo” rise sarcasticamente, mentre il Rosso cercava di attaccarlo con la sua massima velocità, nonostante stesse cominciando a diventare pallido come un cencio.

Quella sulla schiena, che si sviluppava in profondità fino all’addome, era davvero una brutta ferita e lui era stato così sciocco da farsi colpire. Il sangue continuava a defluire, costantemente, e sentiva di non riuscire a sviluppare il suo haki come avrebbe voluto.

Con le energie in rapido esaurimento, non sarebbe riuscito a generare la classica forza che serviva per abbattere il nemico con un colpo solo e, in aggiunta a ciò, Kami possedeva un haki particolare, ma che poteva essere usato in sinergia con gli attacchi della sua arma.

Ma la cosa che più lo innervosiva era non sapere cosa stesse accadendo sul Vento dell’Est: aveva capito che quelle immagini non erano vere da quando si era trovato faccia a faccia con lui, tuttavia, benché si fidasse di Ben e dei suoi rimasti in difesa della nave, conosceva bene che tipo di persona fosse Kami e non faticava a credere all’idea di ritrovarsi mezzo equipaggio ferito gravemente.

“Hai una bruttissima cera, lo sai?” continuò a schernirlo il Marine, nonostante anche le sue energie cominciassero a venir meno. Continuare a manovrare due illusioni dopo così tanto tempo, di cui una davvero gigantesca, non era cosa da poco. Inoltre, come avversario aveva niente meno che un Imperatore, ferito sì, ma sempre un Imperatore.

Aveva fatto un buon affare dividendolo dall’equipaggio, ma su quella nave era rimasto ancora Pugno di Fuoco ad impensierirlo.

Mentalmente, continuando a parare e controbattere gli attacchi di Shanks, provò a comunicare con il vicecapitano, ma fu colto dal panico quando per la terza volta il suo sottoposto non rispose.

E questa perdita di concentrazione, gli costò cara: il Rosso, accortosi della distrazione del suo avversario, riuscì a conficcargli la lama della sua spade nella coscia. Kami, in preda al dolore, cadde riverso a terra perdendo ulteriore e preziosa concentrazione: in quell’istante, mentre il sangue scuro defluiva dalla ferita e la sensazione lancinante di bruciore gli pervadeva l’animo, Ace apparve per magia a pochi metri dal capitano.

“Finalmente!” esclamò il giovane, ma appena si avvicinò al Rosso rimase basito: “Che t’è successo?! E Lucky dov’è?” domandò notando la ferita e in un secondo momento il Marine.

“Ma insomma, che sta succedendo?!” riformulò, confuso.

Kami, nonostante fosse passato in svantaggio, non perse il suo irritante sarcasmo. Era da tempo che i suoi avevano iniziato i bombardamenti verso la nave nemica e, nella sua mente, stava assistendo alla visione sublime del Vento dell’Est andare fuoco.

Rise sommessamente, mentre Shanks lo osservava con il suo sguardo serio e sottile.

“Che hai da ridere?” chiese Ace, mettendosi in posizione d’attacco, ma il braccio di Shanks lo fermò sul posto: “Lascialo stare, non è roba per te Ace. Possiede un haki illusorio” proferì concitato, prima di ritornare ad occuparsi del nemico “Fai cadere l’illusione sul Vento dell’Est, tanto ormai ho capito che cosa sta succedendo” aggiunse, mentre Ace, con le labbra strette, si stava confondendo ancora più le idee.

“Haki illusorio? Ho appena finito di sistemare un uomo-alligatore dall’altra parte della nave, e non senza fatica. Non dirmi che si trattava di una mera illusione!” esclamò incredulo il moro.

“No, lui non era un’illusione, Pugno di Fuoco” rispose Kami “Sei stato bravo a battere Thor, ma non credere di farla franca. Una volta sistemato lui” e additò il Rosso, che alzò il ciglio sorpreso da tanta arroganza “Toccherà a te”.

Rinunciare alla cattura di Pugno di Fuoco in favore degli ordini pro-Barbanera, non gli andava proprio giù. Per niente. Se quel posto vacante nella Flotta dei Sette era destinato in prova a quell’altro pirata, allora perché non poteva provare lui stesso a guadagnarselo?

Una volta sconfitto il Rosso, nulla avrebbe potuto fermarlo. Magari neanche la Marina. E tutti sapevano dei vantaggi e privilegi di cui godevano i membri della Flotta dei Sette, vantaggi che facevano gola a chiunque, figuriamoci ad un calcolatore e maniacale assetato di potere come Kami.

“Che supponenza” berciò Ace, trasformando parte del suo corpo in fiamme.

“Non sono supponente, ragazzo. Ho solo potere. E seguirei il consiglio del Rosso, anche se bisogna vedere quanta voglia hai di ritrovarti si di una nave in fiamme!” esclamò malignamente, mentre faceva svanire le illusioni e mostrava il Vento dell’Est atto alle manovre, circondato da diverse navi della Marina.

Shanks rifiutò di girarsi ad ammirare quel macabro e frustrante spettacolo, ma i commenti e le imprecazioni di Ace seppero dipingerglielo al meglio nella mente.

“Te lo ripeto Ace, vai a dar man forte ai miei. Kami lo sistemo io” disse il Rosso, togliendosi il mantello e gettandolo a terra “Hanno più bisogno loro, che io, di te” concluse regalandogli uno sguardo eloquente.

“Sei sicuro?” domandò il moro, preoccupato per le sue condizioni.

“Se mi faccio sconfiggere da uno come lui, vuol dire che non sono all’altezza della mia fama. Ed ora va” ribatté con un sorriso amaro.

- Sì, e poi chi glielo spiega ad Hikari se ci rimetti le palle! – pensò il giovane, prima di avviarsi sulle assi che portavano alla nave, ma sentì dei passi pesanti, tuttavia veloci, dirigersi verso di lui.

“Dove credi di andare, Pugno di Fuoco?” domandò Kami, sferrandogli un fendente con la sua alabarda, contenente una miscela tra acciaio e agalmatolite marina, che Ace non avrebbe mai potuto schivare – preso in contropiede dall’inaspettata natura dell’arma- se Shanks non si fosse messo in mezzo e avesse sviluppato l’haki.

“CORRI!” esclamò il capitano, gettandosi nuovamente sul nemico con tutte le sue energie.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Ed eccoci di nuovo qua all'appuntamento del martedì sera! ^^ Allora, un piccolo trucco per evitare che Shanks e i suoi risultino delle caccoline rispetto alla Marina. Ricordatevi che Kami ha la forza di un Ammiraglio, ma è stato da sempre relegato alla carica di Viceammiraglio (che se vi ricordate MF, anche loro la sanno lunga in quanto a forza) a causa della sua fedina penale tutt'altro che illibata. Quindi diciamo che se prendessimo un qualsiasi altro pirata - e siamo fortunati che accanto ad Ace ci sia l'Imperatore -  verrebbe spazzato via senza neanche accorgersi di lui, soprattutto per la mancanza di "controllo" mentale e concentrazione che dovrebbe contraddistinguere gli uomini potenti come Shanks e ciurma. Ecco, solo quello. Che poi il Rosso si sia fatto fregare da quell'illusione, quello è stato un semplice errore di valutazione. :)

In ultimo, questo potere l'abbiamo inventato noi di sana pianta. Non si sapeva ancora dell'Haki, per cui può sembrare un po' bizzarra come cosa - così come Hikari. ^^

Al prossimo capitolo, grazie per le recensioni! ^^


Bea&Yuki 

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Capitolo 55
*** La situazione precipita ***


CAPITOLO 55: LA SITUAZIONE PRECIPITA.





Il moro, ponendo attenzione a dove metteva i piedi, riuscì a percorrere le assi di legno che collegavano le due imbarcazioni, trovandosi esattamente al fianco di uno Yassop ancora parecchio confuso, dal momento che si era ritrovato in mezzo al fuoco incrociato nel giro di pochi istanti.

“Yassop” urlò Ace, appena riuscì a saltar giù dalla balaustra, schivando i proiettili con l’aiuto del rogia.

Dopo aver sistemato due Marines che si erano gettati con le spade su di lui, l’ufficiale in seconda corse incontro al ragazzo: “Che sollievo! Sei vivo!” esclamò “Ma che è successo? Dov’è Shanks”?

“Se ne usciamo vivi da qui, ti spiegherò. Shanks sta combattendo contro un tale di nome Kami” rispose Ace, mentre con l’ausilio delle sue fiamme si opponeva al riversarsi delle forze nemiche su una parte del ponte.

“Da solo?!” ribatté con preoccupazione l’ufficiale “Ascolta, corri a dare una mano ad Hikari. Non ce la fa da sola a tenere a bada i cannoni! Usa il tuo potere e fai sì che qualche nave cominci a sparire, perché di questo passo affonderanno il Vento dell’Est. Se Kami è nei paraggi, basta già lui da solo a creare scompiglio”!

“Dov’è lei”?

Yassop indicò l’albero maestro: “E’ lassù”.

“E Ben?” chiese Ace, preoccupato di non vederlo nella mischia.

“E’ al timone” rispose Lucky, che era appena riuscito a scampare miracolosamente ad una cannonata che gli aveva sfiorato la pancia “Stai tranquillo per lui, è uno che sa il fatto suo” concluse sorridendo e calandosi di nuovo gli occhialini sugli occhi.

“Bene. Tenete duro amici” aggiunse il moro, prima di trasformarsi completamente in fiamme e dirigersi sulla coffa.


Ad Hikari, nel vedersi circondata nel giro di un istante dalle fiamme, per poco non venne un infarto. Le ci vollero alcuni secondi per recuperare un battito decente e il fiato, che come per magia le si era quasi azzerato. Con le mani al petto, tentava di articolare una parola che non fosse un grugnito o un mugugno, mentre Ace, sorridente, scendeva dal parapetto e si sistemava il cappello.

“Fidati che se la Marina non ti ha fatto fuori, ci penserò io appena questo inferno sarà finito!” abbaiò, quando finalmente la sua lingua si sciolse “Ma dico! Ti pare il caso di salire qui in fiamme, quando siamo in mezzo ad un bombardamento?!” aggiunse guardando inviperita il giovane, che se la rideva di gusto.

“Anche io sono felice di rivederti Hikari” commentò divertito, prendendo posto accanto a lei, tuttavia una nuova bordata gli fece scomparire all’istante il sorriso dalle labbra.

“VOLD!” esclamò la donna, ergendo a difesa un nuovo muro di onde. Erano ormai diversi minuti che continuava a sviluppare il muro, perché diversamente il suo potere a quella distanza non poteva avere effetto. Ma quell’abilità le stava togliendo davvero troppe energie e non avrebbe retto la difesa della nave da altrettante sette a quelle frequenze di fuoco.

“Ace, ho bisogno che tu faccia un po’ di piazza pulita. Io non riuscirò a reggere ancora per molto, perché se devo proteggere la nave in tutta la sua lunghezza, lo spessore del muro è molto sottile. Qualche cannonata mi è già sfuggita…” gli disse con sconforto, mentre un nuovo attacco veniva sventato dal muro.

Il moro si calcò il cappello sugli occhi: “Tranquilla, ci penso io” rispose sicuro, concentrando nel suo pugno tutto il suo potere “Mi chiamano Pugno di Fuoco proprio per questo” aggiunse con orgoglio.

“Che hai fatto al braccio e al ginocchio?” domandò Hikari, notando le profonde ferite sul lato destro.

“Un alligatore con i denti di agalmatolite” commentò l’altro, tenendo gli occhi puntati sulle imbarcazioni davanti a loro e studiandone i movimenti. Molti Marines avevano calato le scialuppe e stavano avvicinandosi al Vento dell’Est. Anche Hikari se ne accorse.

“Distruggi le navi. Di quelli se ne occuperanno Ben e gli altri” replicò  lei, caricando il suo haki “Ed ora fai fuoco Ace. Facciamogli capire chi è che comanda qui. Io ti copro” concluse, dipingendo sul suo volto un’espressione truce.


Nell’istante in cui il comandante della seconda flotta di Barbabianca si scatenò, finalmente Ben era riuscito a terminare la tremenda virata e a stabilizzare la nave. L’arrivo di Ace era stato una manna dal cielo, perché Hikari da sola non avrebbe potuto sviluppare in eterno la difesa di onde e Yassop, da solo, non avrebbe potuto esprimere le sue abilità a sufficienza in tutto quel marasma, se le navi continuavano a far sobbalzare il Vento dell’Est.

Restituì il timone al suo proprietario e uscì in coperta: “Metà di voi vada a tamponare e chiudere le falle, presto! La nave sta imbarcando acqua e di questo passo saremo fottuti! Ai Marines ci pensiamo noi” ordinò a parte dei compagni, dirigendosi velocemente verso Lucky, alle prese con un gruppo di soldati.

“Dov’è Shanks!” chiese, sistemandone due con il suo fucile di fiducia e mettendosi spalle all’amico.

“Sta combattendo contro Kami, sull’ammiraglia” sospirò mogio quell’altro, mettendo fuori combattimento i restanti Marines.

“Scommetto che ti ha spedito qui a calci” commentò il vicecapitano, accendendosi una sigaretta e volgendo lo sguardo verso la nave della Marina.

“Quasi. E’ ferito, Ben… Sono terribilmente preoccupato per lui”.

“Se la caverà” disse asciutto, lo sguardo sulla figura in lontananza che lottava contro al nemico, cercando di nascondere un fremito di paura che, come un lampo, gli aveva percorso la schiena.

“Ed ora preparati, ne arrivano altri. Yassop ci coprirà dalla sua postazione” concluse, portando le linee difensive in avanti.



Era ormai più di una buona mezz’ora che Kami e Shanks combattevano senza riserva alcuna. Nonostante fosse ferito e l’emorragia stesse lentamente continuando a far sfiorire preziose energie vitali, il Rosso non pareva demordere, al contrario del proprio avversario.

Shanks non era un pivello, tantomeno uno stupido e quando colpiva lo faceva con precisione e ragione. La ferita infertagli sulla coscia al nemico, anche se non così profonda, aveva un suo perché e Kami se ne accorse ben presto, quando ormai le vertigini l’avevano fatto schiavo.

Il capitano del Vento dell’Est, con quell’affondo, aveva fatto sì che parte dell’arteria femorale del Marines venisse recisa. E tutti sanno che cosa succede quando le arterie maggiori vengono danneggiate: l’elevata pressione non permette alla ferita di rimarginarsi, portando inesorabilmente il malcapitato verso una fine lenta per dissanguamento.

Aveva portato a termine solo quel colpo, tra tutti quelli sferrati, atti a capire e studiare il metodo di combattimento del nemico. Quella ferita, seppur circoscritta, a differenza di quella infertagli dalle illusioni, per mezzo del suo haki, era bastata a pareggiare le sorti dell’incontro.

- Però non tutto è perduto – fremette il nemico, dopo che una fiammella di speranza si era accesa nel petto.


Dopo qualche secondo di pausa, le lame delle rispettive armi cominciarono a stridere nuovamente, fino a che Kami non raccolse le energie necessarie per il suo piano secondario. Vedeva che la lucidità del Rosso cominciava a scemare e, quello che stava per fare, era l’unico asso possibile da calare in tavola.

Schivando un fendente diretto al suo collo, generò quante illusioni riuscì ancora a gestire senza perdere conoscenza: bastava tenerlo occupato circa dieci secondi e forse l’avrebbe spuntata.

Di fatto, quelle illusioni tennero impegnato Shanks per il tempo necessario ad entrargli nella mente e sondare le sue memorie. Kami era riuscito, nel corso degli anni e delle battaglie, quasi sempre condotte in solitario e in incognito, a diventare rapido e conciso quando si trattava di leggere la mente degli avversari in profondità. E aveva capito che questo processo, unito alla capacità di creare illusioni, poteva risultare dannatamente pericoloso e appagante.

“Smettila di giocare!” ringhiò il Rosso, quando le illusioni si riversarono su di lui, per poi scatenare il suo haki e spazzarle via in un colpo solo, assieme al proprietario.

Se il pirata fu soddisfatto di aver scaraventato contro il legno il suo avversario, il Marines lo fu ancora di più, perché, per quanto subisse tali percosse, il suo intento l’aveva portato a termine in un batter d’occhio. Questo stava a significare che quel preciso frammento di pensiero di tipo estremamente doloroso – oltre ad altri parecchio interessanti, cui ne aveva fatto immediatamente tesoro – doveva essere venuto a galla di recente.

Niente di meglio, perché questo accadimento gli aveva fatto risparmiare energie nella ricerca.


“Non tutto è perduto, davvero” disse Kami, più a sé stesso che all’avversario, prima di gettarsi di nuovo su di lui con la lama dell’alabarda pronta a ferire mortalmente. Doveva aspettare solo il momento in cui si sarebbero ritrovati faccia a faccia, dopodiché avrebbe fatto la sua mossa finale.

E quel momento arrivò in fretta, esattamente quando la lama della spada venne bloccata nuovamente dall’aggancio dell’alabarda. Kami, in quell’istante, fissò gli occhi furenti del Rosso che cominciava ad averne le scatole piene del combattimento – preoccupato per i suoi e frustrato per essersi fatto giocare dall’haki nemico.

In un secondo, forte delle informazioni preziose apprese dalla mente dell’altro, si rifugiò dietro alle sembianze del ricordo più doloroso che il Rosso serbasse nel cuore. E quegli occhi color giada che lo osservarono con rimprovero e quelle mani delicate che stringevano l’alabarda, ebbero un effetto disastroso sulla già esigua concentrazione del capitano.

Quell’istante di distrazione, ove il suo cuore e la sua mente si scontrarono l’uno in disaccordo con l’altra, gli costarono molto, perché Kami riuscì a liberare l’arma e conficcagli la lama nel fianco.

Shanks, in cuor suo, non credeva che quel periodo di forte stress emotivo l’avesse indebolito a tal punto e, serrando gli occhi e i denti per il dolore lancinante, riuscì anche a provarne vergogna. Un Imperatore del mare che cade in ginocchio, sotto i colpi bassi di un Viceammiraglio della Marina, che con un ghigno e un grugnito di approvazione stava ora allontanandosi verso il Vento dell’Est per dare man forte ai suoi, non si poteva né vedere né sentire.

E fu in quell’istante che il Rosso capì che se Kami gli era entrato in testa – perché quella era la sola maniera di generare l’illusione del suo primo grande amore, a meno che non avesse informazioni così riservate sul suo passato che probabilmente neanche Sengoku poteva esserne a conoscenza – la situazione poteva sfuggirgli davvero di mano.

Perché conosceva bene l’indole malvagia del suo nemico e fu quella paura a fargli dimenticare il dolore delle ferite, per il tempo necessario a rialzarsi in piedi e corrergli dietro.

Perché due più due fa sempre e solo quattro.



Un’esplosione sul ponte e il successivo incendio, fece trasalire tutti i pirati atti a combattere le linee nemiche. Se Ace era riuscito ad affondare due navi da quando aveva preso posto sulla coffa e stava dando l’anima per fermare i bombardamenti, con Hikari che riusciva finalmente a reggere il muro di difesa senza consumarsi all’inverosimile, il fuoco che ora dominava gran parte del ponte del Vento dell’Est li impietrì, e non poco.

La nave ora era in serio pericolo.

“Che diamine sta succedendo?” aveva gridato la donna, sporgendosi dal parapetto. La ciurma di Shanks era circondata da fiamme altissime e letali, mentre i Marines avevano approfittato del marasma per ricomporre le linee e riorganizzarsi.

“Granate incendiarie!” urlò Ben, cercando di non cadere vittima di quelle munizioni infernali che, ad una frequenza spaventosa stavano piovendo dalle due navi più esterne dello schieramento.

“Qua si mette male!” aggiunse Lucky, preparandosi a ricevere, assieme a parte dei compagni una nuova ondata nemica, ma Yassop riuscì, con la sua mira perfetta dalla sua postazione, a dare qualche secondo di vantaggio ai suoi per pensare ad una strategia e correre ai ripari.

“Si sta scatenando l’inferno qui! Hikari!” Ben la chiamò con tutto il fiato necessario a superare il fracasso delle esplosioni “Di ad Ace di abbattere le navi coi granatieri, intanto scendi giù a darci una mano”!

Come una libellula, una volta commissionato il compito al ragazzo, presa la fune, si catapultò sul ponte: le fiamme stavano facendo un disastro e la ciurma del Rosso doveva per forza soffocare quella forza distruttiva se non volevano dire addio alla nave e colare a picco nel giro di qualche minuto.

“Dov’è Shanks”?!

“E’ ancora sull’ammiraglia a sistemare i conti” le disse il vicecapitano, cercando di rassicurarla, ma leggeva nei suoi occhi le note di preoccupazione. Tuttavia in quel momento non potevano permettersi di pensare al capitano, perché quasi tutta la ciurma era impegnata ad impedire che la nave affondasse sotto i colpi nemici.

“Siamo rimasti noi tre e pochi altri. Dobbiamo difendere la nave” proseguì l’amico, ben sapendo che l’haki della mora forse era l’unico modo per far pulizia nel minor tempo possibile. “Te la senti ancora”?

“Ho altra scelta?” rispose, pulendosi col dorso della mano i rivoli di sudore che dalle tempie le scendevano sulle guance, evitando di dar adito, tra l’altro, alle terribili fitte di mal di testa e alla vista che le si cominciava ad incrociare per la fatica.
 
“Cercate però di trovarvi sempre almeno un passo indietro rispetto al mio piano d’attacco, perché non voglio correre il rischio di colpirvi. Sto raschiando il fondo del barile quanto ad energia” aggiunse, guardando negli occhi i due ufficiali, che sorrisero.

“Bene. Yassop, coprici da lassù!” ordinò il moro al collega, che con un il pollice verso l’altro diede l’assenso. Nel frattempo i Marines, eccitati all’idea di aver fatto breccia sulla nave nemica, si apprestarono a caricare.

“Ma quanti ne sono… Non finiscono più!” fu l’ultimo commento di Lucky, prima che la battaglia corpo a corpo cominciasse ad infuriare più violenta di prima.


[Soundtrack: Dies Irae, Requiem - Giuseppe Verdi]


Kami, con un ghigno nefasto dipinto sulle labbra, approdò sul Vento dell’Est e con gli occhi cercò il suo prossimo obiettivo. Ace avrebbe potuto aspettare ancora un poco.

Col fiato corto s’apprestò a scendere dalla balaustra, per dirigersi come un falco nella mischia, ma una spallata nella schiena lo fece ruzzolare a terra. Shanks, mantenendosi appoggiato al legno, lo guardava con la mascella serrata e il suo sguardo terrificante.

“Non te lo permetterò, Kami”!

Le energie del Marines, come quelle di quasi tutti gli altri combattenti, erano ridotte ai minimi termini, ma i suoi occhi, nonostante fosse stato scaraventato a terra, continuavano a puntare quella figura che, con le mani davanti a sé, stava generando un potere particolare quanto pericoloso.

Il suo corpo era al limite, ma, nella sua mentre, il traguardo e la vittoria li vedeva nitidi e cangianti: sebbene ormai aveva capito che in combattimento il Rosso era un osso troppo duro da battere per lui, nonostante fosse ridotto malamente, il desiderio di distruggergli almeno una delle due cose più care che aveva e assistere al suo sguardo atterrito e sgomento, gli fece comparire magicamente nuove energie per completare il suo piano.

Afferrò una pistola abbandonata a terra e chiuse gli occhi. Si concentrò sulle menti dei pochi che non avrebbero dovuto intralciare il suo piano e, prima che il Rosso lo agguantasse a terra, riuscì a scomparire il tempo necessario per materializzarsi davanti ad Hikari.

Shanks, si ritrovò solamente delle assi di legno sotto di sé e il suo unico pensiero fu quello di ignorare nuovamente il dolore e scattare il più in fretta possibile verso la sua donna, che poco più in là, con Ben a due passi da lei, stava per finire uno dei tanti Marines che si erano gettati in quella guerra.

Mentre la mora, colta di sorpresa, alzava il suo sguardo incredulo sulla figura appena apparsa davanti a lei, Kami spinse via il soldato e, rapidamente gli puntò la pistola al petto, appoggiandola sulla stoffa di quella che una volta era una camicia.

“Ho vinto io” asserì soddisfatto, nel momento in cui premette il grilletto.

Il proiettile, per l’azzerata distanza, le trapassò il polmone da parte a parte.


Per quanto Hikari potesse essere veloce in combattimento, in quel preciso istante non poté reagire, né difendersi: Kami le si era materializzato davanti ad una velocità inaudita e lei, presa di sprovvista, aveva abbassato la guardia.
 
L’unica cosa che tentò di fare, prima che il legno della balaustra ormai danneggiato dal fuoco e dai combattimenti, cedesse sotto al suo peso – la potenza di fuoco a quella distanza l’aveva scaraventa all’indietro, trovando l’impedimento del legno che si ritrovò ad immagazzinare un’energia meccanica troppo superiore alla sua portata – fu quella di sviluppare l’haki, ma la sensazione bruciante al petto distrusse le sue ultime forze, come un cristallo che si frantuma nel momento in cui viene gettato con forza a terra.

Cadde riversa sull’anello inferiore del Vento dell’Est, sbattendo violentemente la testa, mentre l’ultima cosa che i suoi sensi riuscirono a captare, furono lo sguardo atterrito di Ben e la sua voce urlare il suo nome.





- TO BE CONTINUED -


- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Bentornate al nostro appuntamento del martedì sera! Con un capito che potrebbe portare come sottotitolo "Dov'è Shanks?!" visto che anche l'albero maestro a momenti poneva il quesito (non so se avete notato - è voluto, ovviamente). xD
Un capitolo che non ha colonna sonora, se non nel momento topico.
Capitolo anche che termina in una maniera che, so già, ci costerà tanti di quegli insulti e di macumbe di ogni genere. ^^''' Oltre a ciò un Vento dell'Est che sta per prendere fuoco e affondare. Un grande, grandissimo marasma, con uno Shanks ferito nel cuore e nel fisico, e veramente arrabbiato. Un Kami allo stremo delle forze, sfibrato, ma pronto a cantar vittoria.
Direi che gli ingredienti per una parte conclusiva (questi saranno gli ultimi capitoli) di questa lunghissima storia, ci siano tutti. ^^'

Al prossimo capitolo, ragazze. Ora dobbiamo scappare nel bunker anti atomico. ^^' Grazie ancora per tutte le recensioni e il supporto! ^^ A martedì!




- Bea&Yuki -

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Capitolo 56
*** Corsa contro il tempo ***


CAPITOLO 56: CORSA CONTRO IL TEMPO
(Chapter Soundtrack: Panic Attack - Dream Theater ).





“LUCAS”!

Dopo qualche istante, ove non riusciva a capire se stesse affogando nell’aria o semplicemente il suo diaframma si fosse fermato a causa del profondo terrore cui stava assistendo, Ben chiamò il medico di bordo con tutto il fiato possibile immaginabile.

Non ebbe il coraggio di guardare il suo capitano in faccia, ma poteva ben immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco, come anche il dolore che quell’azione  gli aveva provocato.

Lucas, impegnato a soccorrere i compagni, coperto dall’affidabile Yassop, non s’accorse subito dell’accaduto, ma quando, per la seconda volta sentì la voce disperata del vicecapitano chiamarlo, capì subito che doveva essere successo qualcosa di grave.

Ben non si scomponeva mai, neanche nell’eventualità che la nave colasse a picco. Corse verso la sua figura, atta a guardare al di là del parapetto, ma non riuscì ad avvicinarsi oltre perché quello si girò di scatto e lo prese per un braccio, trascinandoselo appresso.


“Che cos’è successo?” domandò allarmato, mentre si gettavano giù per le scale che portavano sottocoperta.

“Hikari” sussurrò a malapena l’amico, perché il poco fiato che serbava in quel momento nel petto doveva bastargli per la corsa forsennata. Avesse messo in fila più di due parole, sarebbe stramazzato a terra.

Aprì con un calcio la porta finestra che portava sull’anello inferiore. Come mise la faccia al di là della parete, la vide in un lago di sangue.

“Dannazione!” commentò Lucas, inginocchiandosi di corsa accanto a lei, prendendole il polso tra le mani per sentirne il battito “Come è successo Ben! Ben?!” ma il moro era completamente atterrito dallo sguardo che Shanks, affacciato al parapetto, aveva dipinto sul viso.

Dolore, rabbia, ira e paura.

Lucas capì che era inutile cercar di saperne di più, ma notò subito la ferita all’altezza del petto e quella alla nuca. Cercando di mantenere una posizione stabile – i bombardamenti non erano ancora cessati – tentò di determinare nuovamente il battito, ma invano.

“Non c’è battito” sbiancò, constatando l’amara realtà e maledicendo qualsiasi divinità e simili che sul momento gli vennero in mente.

“Che?!” esclamò Ben, voltandosi di scatto. Aveva appena visto il suo migliore amico ritornare sul ponte e ciò l’aveva portato ad avere un bruttissimo presentimento.

“Devo portarla subito di sotto” sentenziò, cercando di mantenere il sangue freddo e caricandosela in braccio.

“Vengo con te”.

“No. Ho visto com’è ridotto Shanks. Sei l’unico che può dargli una mano e…” fece una pausa, mordendosi il labbro “Ben, Shanks sta per perdere il controllo. Devi fermarlo, o raderà al suolo tutto quanto, noi compresi” concluse avviandosi di corsa in infermeria.

Ben lo guardò sparire dietro alla porta. Doveva mantenere la concentrazione, a tutti i costi: se anche lui avesse perso la lucidità, sarebbe stata la fine per tutti, perché sentiva chiaramente lo spessore dell’haki di Shanks aumentare secondo dopo secondo.

E fu in quel momento che un lampo gli attraversò il cervello.

- Ace! – pensò, catapultandosi a perdifiato su per le scale.


Pugno di Fuoco era fermo, pietrificato, sulla parte esterna della coffa. Era successo tutto in pochi secondi: aveva sentito Shanks urlare, nonostante il marasma, e aveva interrotto il suo compito di ‘pulizia’ delle navi nemiche, abbassando lo sguardo sul ponte.

L’aveva visto ferito – più di prima – gettarsi su una figura a terra che, tuttavia, poco dopo scomparve nel nulla. Si trattava quasi sicuramente di Kami, aveva pensato, ma non aveva collegato la sua sparizione momentanea a quello che sarebbe successo pochi istanti dopo.

E non era riuscito neanche lui a fare una cosa che una, anziché stare fermo ad assistere a quel terribile accadimento, perché l’azione si era svolta in un lasso di tempo umanamente troppo breve per correre ai ripari.

Sentì il sangue defluire rapidamente verso il basso e materializzarsi diverse goccioline di sudore estremamente freddo sulla sua fronte: non poteva essere accaduto veramente, no, non era possibile. Si trattava sicuramente di un’altra illusione, o di un’allucinazione dovuta alla stanchezza fisica.

Ma lo sguardo del Rosso diceva il contrario. Il sangue sul legno, il mutismo dei compagni, le risate di Kami, la corsa di Ben. Anche queste altre cose rispecchiavano la peggiore delle realtà.

“No… Ti prego, no…” farfugliò, cercando di non perdere l’equilibrio, ma quell’impresa fu piuttosto ardua.

- Non può essere, è uno scherzo… Hikari… - proferì mentalmente, quand’ebbe recuperato le forze necessarie per reggersi in piedi e non crollare a terra a causa di una sindrome vaso-vagale - del tutto giustificata in quel caso, ma non permissibile – poi scese dall’albero maestro il più in fretta possibile.

In quel momento non gliene poteva fregar di meno delle navi ancora scampate alle sue fiamme, che imperterrite continuavano a bombardare il Vento dell’Est: sarebbe potuta succedere anche l’apocalisse, ma ciò che gli interessava maggiormente ora era lo stato di Hikari.

“Hikari” sussurrò avvicinandosi, con lo sguardo incredulo, facendosi strada attraverso a quelli che ancora non si erano accorti di nulla.

“Hikari!” chiamò, questa volta più forte. Si mise a correre, colmando presto la distanza tra lui stesso e una figura dai capelli rossi appena ritiratasi dal parapetto. Si fermò, anche se avrebbe voluto gettare lo sguardo al di là della balaustra di legno spezzata.

Si fermò perché Shanks si era appena voltato verso di lui, con uno sguardo vuoto e col verde dei suoi occhi che s’era fatto talmente cupo da sembrare quasi totalmente nero.

Se fosse stato più giovane e inesperto, nell’udire le parole del Rosso, sarebbe scoppiato a piangere.

“Vai via Ace. Prendi lo striker e torna da Newgate”.

Tuttavia si limitò a sgranare gli occhi, incredulo. Non poteva accettare il fatto di mollarli lì – mollarla lì! – e levare le tende, non dopo quello che avevano visto i suoi occhi.

“No, non me ne vado!”

In quell’istante un’occhiata terrificante di Shanks incrociò lo sguardo del moro. Quell’occhiata colma di ira, rabbia, capace di spaventare e far fuggire anche un Re del Mare.

Per alcuni istanti la sua vista si annebbiò, segno evidente dell’utilizzo dell’haki da parte del capitano. Ma nonostante ciò, un fremito di rabbia gli percorse il corpo, attraversandolo come un lampo.

Kami ora a terra e circondato da alcuni Marines, se la rideva di gusto, contribuendo a far andare il sangue al cervello al capitano, che ormai sentiva il suo autocontrollo scemare velocemente. Troppo velocemente.

E questo significava solo una cosa: guai. Molti guai, in vista. E mentre Shanks ed Ace erano impegnati in una diatriba insensata, pensò bene di mettere le mani sulla sua preda da portare al Quartier Generale della Marina.

Afferrando la sua alabarda, facendosi scudo con i Marines, si messe in direzione di Ace, atto a portare a segno un affondo servito sul piatto d’argento, ma un proiettile lo inchiodò con la faccia a terra.

Ace e Shanks, atti a formulare le proprie ragioni e ancora troppo sconvolti per mantenere una concentrazione stabile, non si accorsero del movimento sospetto e solo quando sentirono lo sparo, si voltarono in direzione del lamento che udirono immediatamente dopo che il proiettile fu andato a segno.

Sulla porta che da sottocoperta dava sul ponte, il fucile di Ben fumava soddisfatto del colpo giunto al destinatario.
I due migliori amici si scambiarono le intenzioni con uno sguardo.


In tutta quella situazione, la battaglia continuava ad infuriare, coi cannoni di entrambe le parti che ruggivano con prepotenza: solo in pochi erano fermi e immobili, spettatori di un film che rasentava l’orrore.

Yassop e Lucky avevano abbandonato le posizioni quando avevano sentito le urla del vicecapitano e l’haki di Shanks crescere a dismisura. Ed ora Ace, si vedeva trascinato via per la vita e le braccia da Ben.

“NON PUOI FARMI QUESTO!” urlò all’indirizzo del Rosso, ma non ricevette risposta. Lottò ancora per liberarsi della presa di Ben, strattonando e trasformandosi in fiamme, quando la presa veniva a mancare, ma il moro si era premunito delle manette di agalmatolite, prima di riemergere in coperta.

“Non di nuovo!” esclamò sferrandogli un pugno infuocato diretto al viso, ma il vice, manco a dirlo, seppe essere più veloce di lui e in un nanosecondo si ritrovò in ginocchio, privo di forze.

L’uomo trascinò il ragazzo fino a poppa, calandosi poi assieme a lui sullo striker, già preparato in precedenza, su precisi ordini.

“Torna a casa, Ace” gli sussurrò, liberandolo dalle manette “Mi dispiace”. Il ragazzo vedeva il suo sguardo addolorato, ma non voleva accettare il fatto di abbandonarla.

“Non voglio!” urlò disperato, cercando di mantenere le lacrime al loro posto, ma una gli sfuggì e s’infranse sulla sua guancia tempestata di lentiggini.

“Shanks sta per esplodere. Se non lo fermo, raderà al suolo tutti quanti, noi inclusi. E non vogliamo che tu rischi la vita, Ace”!

“Non è solo una vostra battaglia! Ora è anche la mia battaglia! Come rischiate la vita voi, devo rischiarla anche io!” ribatté furibondo, rialzandosi in piedi dalla posizione seduta.

Ben lo guardò profondamente. Il suo coraggio era degno di un comandante di flotta di Barbabianca, ma la sua cocciutaggine prima o poi gli sarebbe costata la vita.

“Non insistere, ti prego” replicò asciutto e voltandosi, ma la mano del ragazzo gli bloccò il polso, impossibilitandolo a proseguire: “Non mandatemi via, non farmela lasciare in quelle condizioni, ti scongiuro…” sussurrò tra le lacrime “Lo so che Shanks ha la responsabilità su di me, ora, e che se mi accadesse qualcosa, il Babbo gli dichiarerebbe guerra, cocciuto com’è, ma…” e fece una pausa, dominando i singhiozzi “Non puoi pretendere che io me ne vada! Anch’io le voglio bene e-”

“Lo so che le vuoi bene, non ho mai detto il contrario. Ma la situazione è precipitata e ho bisogno di saperti al sicuro, Ace. Anche Shanks ha bisogno di sapere che tu sei lontano di qui, per mettere la parola fine a questa faccenda e sconfiggere Kami. E non ha più le forze per controllare il suo haki, tra le ferite da combattimento e il suo cuore che è andato in mille pezzi. In più dobbiamo calare le scialuppe per portare Hikari al villaggio. Cerca di non renderci le cose più difficili, te lo chiedo per favore” rispose Ben, mettendogli le mani sulle spalle.

Stava perdendo minuti preziosi, ma Ace gli faceva davvero pena. E sì, cominciava tuttavia a voler bene anche a lui: vedeva la sua disperazione crescere man mano che pensava ad Hikari.

Lo vide però sgranare gli occhi e asciugarsi le lacrime tutto d’un tratto, per poi mettere in moto lo striker con l’ausilio del suo potere.

“Vi aspetto all’isola. Dovrete per forza portare Hikari là no? Vi precedo io, così avviso il centro medico” proferì concitato, aprendo la piccola vela maestra.

Ben si fermò a fissarlo un istante, in profondo silenzio. Nonostante gli ordini del capitano, a lui pareva una buona idea. Capiva l’affetto che provava per l’amica e, per quanto detestasse disubbidire al suo migliore amico, il suo cuore gli stava dicendo che non poteva allontanare Ace in quella maniera.

Inoltre gli venne in mente un’idea geniale.

“Senti, se fisso allo striker una scialuppa, riesci a portarla a riva senza perdere il controllo del mezzo?” domandò, riprendendo una calma apparente che fece alzare un ciglio al moro.

“Se non lo porto ad alta velocità dovrei riuscirci” rispose Ace, intuendo poco dopo gli intenti del vicecapitano. “Sì, Ben, ce la faccio, non preoccuparti” aggiunse, rassicurandolo.

“Riferisco a Lucas. Tu aspetta qui” disse infine l’uomo, arrampicandosi sulla scala di corda, sperando che l’autocontrollo di Shanks non svanisse del tutto proprio in quel momento.



Aprì di scatto la porta dell’infermeria, trovandovi Lucas ed Eddie.

Il cuoco, risalito dal piano ove erano siti i cannoni – era lui di norma a dirigere gli attacchi – aveva incontrato per caso il compagno, che trasportava una Hikari bianca come un cencio tra le sue braccia.

Il suo colorito era terribile: pareva quasi trasparente. Lucas l’aveva appoggiata delicatamente sul letto, macchiando le lenzuola candide di un rosso scuro, per poi dirigersi velocemente all’attrezzatura medica.

Aveva chiesto l’aiuto del cuoco per rianimarla, ed Eddie era rimasto di sasso nel constatare che non respirava. Intuiva le ferite gravi, ma non pensava che fosse ridotta così male. Fortunatamente Lucas era un asso nel persuadere le persone e a farle ragionare.

Dopo vari tentativi falliti nell’atto di intubarla, il medico fu costretto a collegare il respiratore tramite tracheotomia. Tuttavia quello non sarebbe bastato. Dovevano scendere a terra al più presto e disporre di una sorta di sala operatoria – almeno – per rimuovere il proiettile, evitando a tutti i costi il collasso polmonare.

Se il polmone avesse ceduto, sarebbe stata la fine.


“Come sta?” domandò Ben, chiudendo la porta. Il medico aveva appena attaccato la macchina atta a monitorarne le funzioni vitali e stava osservando il diagramma d’onda che si stagliava sul fondo nero-amaranto.

“Sto cercando di stabilizzarla” rispose “La pressione è bassissima, nonostante Eddie stia continuando a ventilarla” aggiunse, prendendo una siringa e inserendone l’ago in una boccetta.

“E’ cosciente?” chiese il vicecapitano, ma entrambi scossero la testa.

“Ben” riprese Lucas “Hikari è molto grave. Se non riesco a stabilizzarla e ad operarla al più presto, non ce la farà” disse lapidario, effettuando un’iniezione all’altezza dell’incavo del gomito.

Il vicecapitano provò un tuffo al cuore, sentendo quelle parole. Stava facendo uno sforzo sovrumano per non farsi prendere dal panico. Ogni secondo sarebbe stato prezioso da lì in avanti e Lucas sapeva che sarebbe stata una corsa contro il tempo.

“Lo so” replicò Ben “E forse ho trovato un metodo perché raggiungiate la costa nel minor tempo possibile. Se riuscite a collegate una scialuppa allo striker di Ace, lui vi condurrà all’isola” spiegò, mentre il medico gettava la siringa sul pavimento “E’ l’unico modo per portarla via velocemente”.

“Ma reggerà?” domandò Eddie, mentre continuava a stringere e rilasciare il respiratore.

“Ace me l’ha assicurato. Basta non portarlo alla massima velocità, ma lui lo sa” espletò Ben, avvicinandosi alla donna priva di coscienza e stringendole la mano tra le sue.

Lucas controllò nuovamente il monitor, e questa volta abbozzò un sorriso: “Dai Hikari, che ce la fai. Non mollare” commentò, sollevato nel vedere i valori pressori crescere “Ok, Ben, proviamoci. Fai calare la scialuppa dai nostri, la portiamo noi tre alla costa. Poi vai a dare una mano a Shanks, perché di questo passo ci fottiamo il capitano” concluse con un sorriso amaro, cercando di sdrammatizzare, ma le condizioni del Rosso lo stavano impensierendo almeno quanto quelle della mora.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buon pomeriggio ragassuole! ^^
Scusate se ieri sera non ho aggiornato, ma sono arrivata a casa tardi e avevo tutto da sistemare dopo l'invasione barbarica di Pasqua. xD Spero abbiate passato delle belle vacanze. :)
Dunque, a rieccoci con la storia! Abbiate pazienza - chi non è amante del metal - per la colonna sonora, ma penso che non ci sia altra canzone che conosca più adatta di questa. ^^' E di fatti ti mette quella puntina di agitazione, eh? xD
Tra Lucas che si prodiga al meglio, Ben diviso tra Hikari, Shanks ed Ace, Shanks che vorrebbe inventarsi un uragano che porti appresso tutto quanto e il moro che vorrebbe solo mettersi a piangere... Siamo messi bene... .-.

Al prossimo capitolo ragazze! ^^ Grazie ancora per le recensioni ed i complimenti... Ahem, in questo caso minacce!

SPOILER SU QUANTO MANCA ALLA FINE (che me l'ha chiesto Red Queen - chi non volesse saperlo, non vada oltre).











Mancano esattamente 6 capitoli alla fine... Sono 62. :)




- Bea&Yuki -

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Capitolo 57
*** Infine la fine ***


CAPITOLO 57: Infine la fine.
(Chapter Soundtrack: Waiting for the Miracle - Leonard Coen )


A un occhio del tutto inesperto, senza particolari esperienze alle spalle, quella scena non avrebbe fatto lo stesso effetto di chi invece aveva attraversato innumerevoli battaglie difficili, con avversari dotati di poteri incredibili ed eccezionali. Chi da terra avrebbe osservato le scialuppe abbandonare il Vento dell’Est mentre imbarcava sempre più acqua attorniata dalle altre navi, mezze incendiate, avrebbe semplicemente pensato all’epilogo sempre più prossimo di un normale combattimento nautico.

Al contrario, chi per anni aveva attraversato mari e oceani, scontrandosi – vincendo o perdendo – avrebbe avvertito qualcosa di impalpabile nell’aria, qualcosa di indefinito, ma sempre più potente. Una forza nascente da un epicentro che si liberava nell’aria e la rendeva sempre più tagliente e pesante. Era come un vulcano che stava accumulando pressione prima di esplodere e radere al suolo tutto ciò che lo circondava per chilometri.

E l’epicentro di questa catastrofe ormai prossima si trovava in Shanks il Rosso.

Ogni suo movimento, gesto, spostamento era spento. Non occorreva nemmeno guardare i suoi occhi privi di anche una minima scintilla di vitalità per rendersi conto dello stato mentale in cui il capitano era precipitato. Ormai era come se in quegli ultimi istanti il suo cuore, la sua anima e il suo spirito fossero stati annientati in un unico colpo lasciando solo un guscio vuoto e ricolmo di energia distruttiva.

Anche se camminava, spostandosi sul Vento dell’Est, era come se in realtà fosse caduto in un oblio dove dinnanzi ai suoi occhi continuava a ripetersi la stessa scena e lui ogni volta era impossibilitato a cambiarla. A rallentatore, le immagini si susseguivano, entrando con crescente veemenza nella sua carne e ad ogni attimo il dolore si acutizzava.

Quantificare la portata di quella sofferenza e di quell’angoscia era impossibile, ma si poteva lontanamente immaginare pensando che uno dei Quattro Imperatori ne fosse succube – tanto da nichilizzare i suoi pensieri. Ora non rimaneva che quel sentimento di disperazione mista a dolore a guidarlo e dentro di sé, per evitare di essere schiacciato da quella mistura impossibile da sopportare ancora a lungo, si delineava un’unica via da prendere.

La rabbia tramutava la sua sofferenza e ben presto ci sarebbe solo stata l’ira da liberare, per annientare in modo definitivo chi gli aveva portato via la donna che amava. E nella sua mente non c’era spazio per pensare alle conseguenze, non c’era un residuo di lucidità abbastanza forte da fargli presente cosa avrebbe comportato la liberazione completa e priva di limiti del suo haki.

La morte sarebbe stata una liberazione.


Ormai il Vento dell’Est era deserto, le scialuppe erano tutte discese in mare e si stavano avvicinando progressivamente alla riva – tranne per quella guidata dallo striker di Ace, il quale con prudenza lo aveva utilizzato per portare la piccola imbarcazione a terra in modo che Hikari potesse ricevere le cure adeguate.

Ben corrugò la fronte, preoccupato. Ormai era l’unico rimasto insieme al suo capitano e a Kami.

Avvertiva l’aria tesa e carica di haki liberato dal Rosso e per alcuni attimi dovette appoggiarsi con una spalla al muro di legno per evitare di crollare a terra. L’ambizione di Shanks era troppo forte anche per lui, soprattutto quando veniva liberati in quelle quantità spaventose con cui avrebbe potuto facilmente distruggere qualsiasi cosa nel raggio di qualche chilometro.

Respirò a fondo, consapevole di non potersi avvicinare troppo all’epicentro di quella forza. Sarebbe svenuto anche lui e a quel punto non sarebbe più stato di nessuna utilità una volta che anche l’ultima parte di quell’insensata battaglia fosse giunta al suo degno epilogo.

Con passi vacillanti si incamminò. In qualche modo, anche a distanza, avrebbe dovuto far tornare un po’ di cervello in quella testa vuota.

- Come al solito tocca a me la parte peggiore. Che capitano stupido - pensò sorridendo tra il divertito e l’amaro per la situazione in generale. Non sapeva se Hikari se la sarebbe cavata e non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a salvare la pelle al suo migliore amico. Di perdere in un colpo due tra le persone più importanti della sua vita non ne aveva la minima intenzione, e se per la prima non poteva far nulla, per il secondo contava di poter per lo meno tentare qualcosa.

L’unica cosa che era certa in quella situazione era che ormai il Vento dell’Est era irrecuperabile e anche ammettendo che per miracolo si sarebbe salvato dalla furia di Shanks, non avrebbe avuto vinta tanto lunga.

- Almeno su questo punto siamo fortunati - borbottò tra sé e sé Ben continuando a procedere a rilento per via della forza dell’haki verso il suo capitano.


Il vento che passava tra le fessure e tra i lembi strappati delle vele non era normale. Non era generato da correnti ascensionali, ma prendeva vita da una forza diversa che proveniva da un’unica persona.

E l’haki del Re scatenato da Shanks il Rosso aveva il sapore dell’angoscia e del dolore. Chiunque fosse stato sospinto da quella brezza feroce avrebbe compreso per istinto la brutalità di quei sentimenti negativi in essa liberati e si sarebbe sentito afferrare da una paura primordiale. Essere avvolti da quel vento significava avvertire un presagio di distruzione ormai imminente e implacabile che si sarebbe abbattuto su quella piccola parte di oceano dimenticata.

Era del tutto inutile nascondersi, solo uno spreco di forze che non avrebbe dato alcun risultato. Ma il terrore della morte era troppo grande nelle persone e in alcune si presentava in modo tanto brutale e violento davanti ai loro occhi da mettere in luce il loro essere codardo.

Per quanto Kami fosse una persona crudele e malvagia, per quanto adorasse lo scorrere del sangue caldo delle sue vittime sulle proprie mani e l’odore della putrefazione e della morte, rimaneva anche una persona con un certo onore. Era meschina e subdola con i propri nemici, lo aveva dimostrato in tutte le occasioni che si erano presentate di fronte a lui senza rinunciare nemmeno una volta a infliggere dolore e sofferenza.

La sua anima era nera, corrotta ed erosa dalla sete di morte. E di fronte alla consapevolezza di questa non arretrava.
Era scritto che sarebbe morto sulle assi distrutte e sporche della nave di Shanks il Rosso e sarebbe rimasto lì, seduto con le gambe incrociate e la schiena appoggiata a un resto di parete, ad attenderlo. Non aveva più forze per combatterlo, l’haki lo aveva prosciugato completamente e dalla sua aveva anche finito gli ultimi assi nelle maniche.

Tuttavia, nonostante l’imminenza di quella fine, tra un respiro affannato e l’altro, un sorriso sadico incurvava ancora le sue labbra sottili. Considerando che si era scontrato con uno dei Quattro Imperatori, non poteva nemmeno lamentarsi di come erano andate le cose e lui la sua figura l’aveva fatta, riuscendo a mettere in seria difficoltà gli uomini del Rosso.


“E’ un capolavoro, vero?” chiese con soddisfazione all’uomo in piedi di fronte a sé.

Non pareva abbastanza lucido per potergli rispondere. Kami, negli occhi del suo nemico e carnefice, vedeva solo odio derivante dal dolore che lui gli aveva inflitto.

La consapevolezza di essere stato lui stesso a ridurre in quella condizione psicologica il grande Shanks non poteva far altro che ampliare nuovamente il suo ego. Il suo colpo finale, inferto a quella donna, era stato davvero un tocco di pura classe – classe della malvagità, ma lui faceva parte di quella schiera e non aveva mai cercato di nasconderlo. Anche se non poteva vincere contro un uomo come il Rosso, gli aveva lasciato un ricordo che non avrebbe mai potuto cancellare e in quel modo lui avrebbe continuato a vivere in quell’angoscia.

“Lo è stato, Shanks, lo è stato” si rispose da solo Kami sogghignando.

Chiuse gli occhi, troppo stanco per poter continuare a mantenere lo sguardo fisso. Le sue forze erano state completamente annientate, tanto da cominciare a vedere sfocato.

“Saluterò la tua amica da parte tua” asserì con affilata crudeltà.


Era a qualche metro da Shanks, una decina.

Di più Ben non riusciva ad avvicinarsi. L’haki rendeva l’aria pesante, quasi densa, e lui non era in grado di poter sopportare un simile peso – soprattutto dopo aver sostenuto uno scontro in precedenza. Da quella posizione però gli era possibile continuare a tenere sotto controllo la situazione: di fronte al capitano, a poca distanza, se ne stava seduto Kami.

Erano giunti all’inizio dell’epilogo e Ben comprese esattamente il momento in cui finalmente la quiete apparente sarebbe sparita per lasciar spazio alla tempesta. L’ultima frase pronunciata dall’uomo a terra era stata l’ultima della sua vita.

Il vento si trasformò in bufera nel giro di un attimo.

Le nubi presero a vorticare in senso antiorario, mentre il sole veniva oscurato.

Le onde del mare presero a ingrossarsi sempre più rapidamente, ingigantendosi. Lo scontro contro le navi era sempre più violento e la posizione salda delle persone sopra era sempre più compromessa.

Ben non riuscì a vedere il momento esatto in cui il corpo di Kami venne perforato completamente dall’haki di Shanks – in quel momento era troppo impegnato a tenersi in piedi. Ma vide il risultato: dallo spettacolo di sangue scarlatto e carne squarciata era facilmente intuibile quanta poca lucidità avesse in quel momento il suo amico.

L’odore acre e metallico venne portato dal vento e ben preso il sapore salmastro dell’oceano lo coprì completamente. Il potere dell’haki sprigionato non aveva ancora portato a compimento il suo fine di distruzione. Shanks non era in sé e non si sarebbe fermato fino a quando non avrebbe liberato completamente il suo potere come grido al mondo del suo dolore.

Gli occhi blu di Ben si soffermarono un attimo alla vista delle altre navi venire rovesciate dalle onde ormai imponenti che presto sarebbero arrivate in tutta la loro forza fino al Vento dell’Est una volta che la difesa apportata dalla flotta sarebbe venuta meno.

“Shanks! Fermati” gridò dalla sua precaria posizione.

Le travi del ponte cominciavano a incrinarsi e spaccarsi. Con attenzione il vicecapitano dovette trovare un altro appoggio più sicuro perché alla distruzione della loro nave stava provvedendo personalmente Shanks.

Le crepe sul pavimento si facevano sempre più articolate. Velocemente raggiunsero ogni angolo della nave, andando a ingrandire quelle già presenti e usufruendo anche dell’usura di tanti anni di navigazione. Presto sarebbe stata sgretolata dall’haki, una previsione ottimistica avrebbe dato al Vento dell’Est altri venti secondi di vita.

“Idiota, così moriremo tutti e due, piantala”!

L’urlo di Ben si perse nel vento impetuoso mentre tutto crollava inesorabilmente.




Il sole brillava con vigore.

I suoi raggi caldi abbracciavano il mondo e il cielo attorno a lui era completamente scombro di nuvole – l’azzurro trionfava ed era tanto forte da bruciare gli occhi di chi lo fissava a lungo. Qualche gabbiano aveva già ripreso a volare alla ricerca di qualche preda o semplicemente per risentire la sensazione dolce del volo sopra l’oceano. Le acque blu erano calme, la distesa piatta e smossa da piccole increspature poco rilevanti che portavano a riva.

La pace, dopo la tempesta, era tornata a regnare in natura. Era solo un ricordo, uno dei tanti, e nessun animale pareva dare troppo peso a quella distruzione che aveva concesso al mare di inghiottire e portare sul proprio fondale altre navi, a far compagnia ai relitti già presenti.

Con lentezza, dovuta alla stanchezza e al peso sulle spalle, Ben nuotava lentamente verso riva.

“Che razza di capitano” bofonchiò lanciandogli un’occhiata.

L’uomo, svenuto, era stato caricato sulle proprie spalle. Lo aveva recuperato per puro miracolo nel caos che aveva seguito la colata a picco del Vento dell’Est, ed esattamente, la dinamica delle sue stesse azioni non le avrebbe sapute ricostruire. Nel buio freddo dell’oceano si era mosso ad istinto e dopo aver ritrovato il suo migliore amico, per qualche caso fortuito, era riuscito a trovare una corrente che li aveva riportati in superficie invece di sbatterli negli abissi. Con la perdita di conoscenza di Shanks anche il suo haki era venuto meno e tutto si era tranquillizzato.

“Ben?!” mormorò frastornato mentre l’altro continuava a nuotare verso la spiaggia.

“Hai combinato un bel macello, lo sai?” asserì sorridendo appena il vice “Da solo hai provveduto ad un’intera flotta. Anche la nostra purtroppo ne ha risentito, ma per lo meno avevamo già pensato...”

“Hikari?” chiese con un sussurro atono interrompendo l’altro.

“Non lo so in che condizioni sia ora, ma sono certo che Lucas sta facendo tutto il possibile per lei” rispose cercando di sembrare ottimista “E’ forte e...” si interruppe non sapendo come continuare.

L’unico suono che li circondava era quello del mare, il quale pareva accompagnarli in quel loro tragitto, sospingendoli verso la loro meta. Shanks non riusciva nemmeno a riflettere sulla situazione, nella mente gli si ripresentava agli occhi la scena e tutto ciò che era in grado di sentire era il dolore della sua anima lacerata. E ora, nemmeno la rabbia poteva nascondere quella ferita, l’aveva già liberata e non ne aveva più dentro di sé.

“Il Vento dell’Est?” domandò per tenersi occupato e tentare in qualche modo di evitare di prendere in considerazione gli scenari più drammatici – anche se, con le condizioni in cui l’aveva vista, si meravigliava del semplice fatto che ancora respirasse.

“Andato” spiegò lapidario Ben “Ma avevamo già dato la commissione per una nuova nave, ricordi? Per quanto resistente sia stata e per quanto ci abbia accompagnato dall’inizio della nostra attraversata, ormai era venuto il momento di cambiarla”.

Stava ripetendo ad alta voce cose che Shanks sapeva perfettamente e lo stava facendo nel tentativo di far deviare almeno momentaneamente il suo filo di pensieri. Parlandogli dei progetti per la Red Force – la loro nuova nave – e di come era stato difficile prendere quella decisione di separarsi dal Vento dell’Est sperava di tenerlo impegnato.

“In ogni caso dovremmo chiedere di farcela recapitare al nascondiglio più vicino” continuò Ben “Qui non possiamo rimanere e al massimo possiamo comprare una nave al villaggio, ma non saranno molto grandi o resistenti e la navigazione potrà portarci al massimo fino all’altro rifugio”.

“Va bene così” commentò atono Shanks “Ora voglio solo sapere come sta Hikari”.

Il nuovo silenzio che li accompagnò fino alla riva non venne interrotto. Non c’era nulla che potesse distogliere il capitano dalla sua profonda e opprimente preoccupazione per la sua donna e qualsiasi discorso in quel momento risultava del tutto inutile. Ben lo lasciò stare, capendo cosa dovesse provare in quel momento.

Il mare continuava ad accompagnarli.





- TO BE CONTINUED -






- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Salve ragassuole! ^^
Tra mitra e minacce sinceramente abbiamo anche paura ad uscire di casa... Siete state terribilmente schiette e cristalline, questo ve lo devo dire - sulla sorte di Hikari intendo. Convincenti, direi.
Tuttavia lo sapete che siamo sadiche a tenervi sulle spine... Via, lo sapete, è già capitato spesso - mi ricordo quei capitoli durante il litigio tra Shanks, Smoker, Hikari ed Ace, sul Vento dell'Est. xD
In ogni caso... Ale chan ci ringrazierà, visto che di Kami non ci è rimasto più nulla. Quando Yu scrisse il capitolo, mi ricordo che gli ho urlato al tel: "Ma mi hai vaporizzato il ViceAmmiraglio!" xD
A me Kami piaceva... Come cattivo intendo. Un po' mi è spiaciuto perderlo... Ma ha deciso così - e sinceramente non si poteva far altro mi sa.

Ed ora immaginatevi Ben con una faccia scazzata, atto a nuotare verso riva, con uno Shanks con gli occhi a croce svenuto sulle sue spalle: così mi si è presentata la scena, nel mio immaginario nonsense. xD
Presto saprete la verità su Hikari. Quindi pazientate ancora un pochino. ^^'

Grazie mille per le recensioni, al solito!
Al prossimo capitolo! ^^


- Bea&Yuki -

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Capitolo 58
*** Alle spalle, per sopravvivere ***


CAPITOLO 58: ALLE SPALLE, PER SOPRAVVIVERE.
(Chapter Soundtrack: Hallelujah - Jeff Buckley [Rufus Wainwright version])

 
Ace se ne stava rannicchiato accanto ad uno scoglio, nella piccola spiaggia adiacente alla baia principale dell’isola: era una cala naturale, ricoperta da sabbia bianchissima, ove piccoli scogli emergevano da quel manto bianco e luminoso, ora rischiarato dalla luce argentea della luna.

Lucas si era chiuso immediatamente nel centro medico, appena erano giunti con lo striker e la scialuppa alla baia: avevano portato Hikari di corsa e, una volta arrivati al piccolo edificio, avevano subito preparato la sala operatoria. Era una stanza improvvisata, nonostante la usassero appositamente per le urgenze, mancavano le attrezzature operatorie sofisticate, ma vi era tutto il necessario per operare una lesione d’arma da fuoco e un trauma cranico.

Benché la ferita al polmone fosse grave, Lucas era più preoccupato per la botta invereconda che, ora, si presentava con una profonda ferita lacero contusa e un gran ematoma a livello della tempia. Come se non bastasse, da quando aveva fatto quel volo terribile, la donna non aveva accennato nessun movimento o barlume di coscienza.

Ma non aveva a disposizione il tempo di testare le sue funzioni cerebrali, perché la ferita al torace doveva essere chiusa al più presto possibile: il proiettile aveva trapassato le carni da parte a parte, e il sangue, benché avesse rallentato la sua fuoriuscita, continuava a scorrere. Di quel passo Hikari avrebbe rischiato il collasso cardio-circolatorio, se non fosse intervenuto subito.

E i tutto quel trambusto, ove il medico – assieme a diversi infermieri del posto, che gli avevano offerto volentieri aiuto in favore dell’amicizia con Shanks e la sua ciurma – l’aveva caricata sulla barella e si era gettato correndo in sala operatoria, Ace ed Eddie si erano trovati ad aspettare fuori, completamente da soli.
 
Se da una parte il cuoco era in panico per le sorti dei suoi e del capitano, mollati al largo nel bel mezzo della battaglia, dall’altra Ace era disperato per le condizioni in cui versava la sua amica. L’aveva vista la faccia tirata di Lucas, la tempia che pulsava furiosamente durante il viaggio e la mascella serrata. Non era uno di quelli che si facevano prendere dal panico – grazie al cielo – però la sua inquietudine dava adito ai pessimi pensieri che in quel momento stavano gironzolando in testa al moro.

Hikari era in pericolo di vita, questo l’avevano capito tutti e lo si poteva anche accettare. Per mare poteva capitare di tutto e si rischiava la pelle in qualsiasi situazione, uscendone più o meno integri a seconda delle volte. Ma l’assenza di pareri da parte del medico, avevano gettato Ace nello sconforto più totale.


Un conto era dire che le condizioni erano critiche per svariate cause, ma stabili. E quindi portatrici di qualche speranza. Un altro era asserire la gravità della situazione e basta. Era il silenzio il vero peso da portare sulle spalle, perché quasi sempre il silenzio indica un qualcosa di brutto, che non si deve sapere, che si preferisce non dire.

E per questo aveva pregato Lucas di poterle rimanere accanto, per rendersi utile, anche durante l’operazione, ma l’uomo, già parecchio teso per la gravità del problema, l’aveva sbattuto a forza fuori dalla sala operatoria.

Eddie aveva cercato di calmarlo, perché pareva davvero una furia: era visibilmente spaventato, terrorizzato, oltre ad essere stanco per la battaglia che avevano appena abbandonato. Avrebbe voluto consolarlo, parlare con lui – Eddie era una persona calma e gentile, nonostante non disdegnasse di alzare la mannaia contro chiunque s’aggirasse prima dell’ora dei pasti nella sua ‘reggia’ – ma il ragazzo, divincolatosi dalla sua presa, era corso via in direzione dell’unico luogo che sapeva calmarlo, anche quando tutto pareva perduto.
Ovvero il mare.

Era scappato perché sapeva che non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime ancora per molto: vederla in quello stato, pallida all’inverosimile e con il respiratore attaccato al collo, l’aveva scosso parecchio.
E infatti, con la schiena appoggiata alla pietra e le ginocchia al petto, la fronte su di esse, sfogava tutta la sua frustrazione, la sua paura, la sua stanchezza. Si era abbandonato in un lungo pianto silenzioso, interrotto da pesanti sussulti. Aveva mollato tutti i freni che si era posto da quando aveva intrapreso la navigazione col Rosso e con lei, mentre le onde del mare, nel loro eterno ciclo continuo, cominciavano a lenire la sua mente e calmare il suo cuore.


Non c’era niente di meglio che ascoltare il rumore delle onde infrangersi sul bagnasciuga e sugli scogli per calmare il proprio animo. Quel suono, quello sciabordare perenne, aveva un che di ipnotico, di tranquillizzante, di avvolgente.

Lentamente i singhiozzi abbandonarono il suo petto, desistendo nell’intento di scuoterlo con vigore dal momento che aveva deciso di prendersi una pausa atta ad affrontare sé stesso, lasciando posto solamente allo scorrere di lacrime silenziose.


Era successo tutto così in fretta. Hikari aveva sfondato la balaustra di legno, colpita in pieno petto da quel bastardo, troppo codardo per risolvere la faccenda faccia a faccia col Rosso. Evidentemente si era accorto di aver pisciato fuori dal vaso e aveva tentato in tutti i modi per rimediare o per trarne soddisfazione personale.

E, ahimè, ci era riuscito. Aveva scovato il punto debole di Shanks: un solo colpo, secco, portato a termine con una freddezza disumana, da una distanza che ti impedisce di sbagliare. La maggioranza della gente, in quel frangente, sarebbe andata in panico, schiacciata dalla forza decisamente maggiore dell’avversario, che nonostante fosse ferito e mal ridotto, l’aveva in pugno in tutto e per tutto.

Ma Kami era diverso dalla massa. Kami era un essere subdolo, calcolatore all’inverosimile. Non aveva amici, ma solo individui che perseguivano il suo stesso interesse, accanto a lui. E di conseguenza, chi meglio di lui poteva capire i punti deboli degli altri, di una ciurma così unita come quella del Rosso? Lui che per scelta aveva deciso di fidarsi solo ed unicamente di sé stesso, trasformando questo visibile handicap in un punto di forza da sfruttare contro i nemici?

Se prima non conosceva nulla di lui, ma solo delle dicerie, ora aveva dovuto dar ragione a quelle voci sul suo conto. Non era da tutti tenere testa ad un Imperatore, nonostante avesse avuto la fortuna sfacciata di incontrarlo e combatterlo in un momento delicatissimo, ove Shanks non si ritrovava di certo al massimo della sua proverbiale lucidità mentale.

Aveva fatto in tempo a scambiarci quelle poche parole e ad osservare il suo sguardo vuoto, privo di qualsiasi sentimento, per poi essere preso di peso e portato sullo striker da Ben. E in quell’istante, tra le sue stesse urla, non aveva capito quando dolore stesse sopportando Shanks e quanto desiderasse di restare solo a reclamar vendetta.

Era rimasto ferito per il fatto che l’avessero portato via, ma ora aveva capito il gesto di Ben: se avesse attaccato briga ulteriormente col capitano, il Rosso gli avrebbe staccato la testa dal collo.


D’altro canto Hikari era la sua donna. Lo era sempre stata, e aveva capito anche questo, se non dall’inizio. E l’aveva accettato, benché si ritrovasse parecchie volte a pensare lei e… a loro.

Era chiaro come il sole che Hikari fosse innamorata di Shanks, gliel’aveva pure detto e lui stesso aveva incassato senza fare una piega. Anzi, dopo tutto il dolore passato a causa sua, dopo aver speso dieci anni della sua vita ad interrogarsi su cosa avesse fatto di male per meritarsi un trattamento simile, i suoi sentimenti latenti - coperti solo da una facciata di odio fittizio - che continuava a portarsi appresso e la sua tenacia nel non arrendersi, le facevano onore.

Però, per quanto fosse sollevato all’idea di non vedere più il suo viso teso in una smorfia di rancore, i suoi lineamenti contratti, un qualcosa nel suo petto gli mozzava il fiato.

Hikari l’aveva colpito – in tutti i sensi – ed ora si ritrovava a pensare a quanto la vita fosse strana e, talvolta, ingiusta. L’avesse conosciuta anche solo un paio di anni fa, o addirittura una manciata di giorni prima, magari avrebbe potuto combattere i fantasmi del suo passato per averla, ma così… Così non c’era speranza, perché lui era stato il mezzo che aveva portato i due ad affrontarsi di nuovo e a conciliarsi.

Ma era anche lui il motivo per cui Hikari ora giaceva priva di sensi su di una lettiga in una fredda sala operatoria, con Lucas che si stava adoperando in tutte le salse per evitare l’ipotesi più terribile e dolorosa, mentre non si sapeva assolutamente nulla di cosa stesse accadendo sul Vento dell’Est.

Tutti in quel momento stavano combattendo per lui. Shanks, Ben, Lucky, Yassop e tutti la ciurma caciarona del Rosso stavano mettendo in pericolo le proprie vite per impedire che la Marina mettesse le sue luride mani su di lui e gettassero il mondo intero in una guerra senza precedenti.

Hikari invece era quella che aveva provato direttamente sulla sua pelle cosa volesse dire proteggere qualcuno: era stata pur sempre mandata lì per evitare che fosse catturato, era una sorta di bodyguard, di scorta armata. Poteva benissimo prendere e andarsene via con lui, dirigendosi in prima persona da Newgate, ma non era da lei.

Benché avesse paura di combattere – in lei non era presente quello spirito piratesco innato – aveva deciso di rimanere lì, ad affrontare il nemico. Forse, così facendo, aveva rischiato addirittura la cattura del suo protetto, ma questa era stata una dimostrazione di coraggio così vivida, che il primo premio per la scelta più piratesca della situazione l’aveva per l’appunto ottenuto una del Fronte Rivoluzionario.

Senza contare il sentimento meraviglioso che si era instaurato tra loro due: non le era stato accanto per il semplice fatto che in qualche modo desiderasse la sua fiducia, o di farsi bello ai suoi occhi. Tutte le volte che l’aveva stretta tra le sue braccia, era stata una cosa desiderata dal profondo del cuore, perché odiava vedere le lacrime offuscare quegli splendidi occhi.

Se gli altri la trovavano forte, testarda e determinata, lui spesso l’aveva colta fragile, abbattuta e sola. Il desiderio di starle vicino e farle da spalla su cui piangere, gli era maturato nel petto da quando lei lo aveva travolto nei corridoi del Vento dell’Est, dopo il primo faccia a faccia col Rosso. E piano piano, nel giro di pochissimo tempo, era riuscito a far breccia nella sua corazza, incontrando un’anima delicata e gentile, capace di voler bene anche ad una persona quasi sconosciuta.

Sapeva però che entrambi avevano saltato le normali tappe e che, quel sentimento così forte che pareva legarli, effettivamente era un po’ sospetto. E il ricordo di quei baci e di quelle carezze gli avevano instaurato un tarlo nel cervello, che lo stuzzicava e lo esasperava.

Non sapeva se Hikari provava davvero qualcosa per lui, oltre ad una forte amicizia, ma ormai era quasi completamente sicuro di essersi spinto oltre al volerle semplicemente del bene.



Si passò una mano sul viso, asciugandosi le lacrime che continuavano a cadergli copiose sulle guance tempestate di lentiggini.

Il cappello giaceva abbandonato a lato, con un piccolo granchio che, avvicinandosi e allontanandosi con movimenti rapidi e precisi, era alle prese con la cordicella di tessuto.

Era colpa sua se Hikari ora stava combattendo la sua personale battaglia tra la vita e la morte. Era a causa sua se la sua mano era ora così fredda, il suo viso così pallido e le occhiaie scure le segnavano gli occhi.
Avrebbe dovuto convincerla ad evitare la battaglia, doveva impedirle di rimanere e combattere, perché forse lui era l’unico a potersi permettere di esortarla a partire, complice il rapporto tra loro.

Anche se magari sarebbe rimasta comunque, avrebbe potuto almeno provarci a portarla via di lì, perché il dolore di perderla sarebbe stato molto più forte di quello provato nel vederla tra le braccia del Rosso. Avrebbe forse accettato qualunque cosa, ma il non rivedere il suo raro sorriso e l’espressione così buffa quando si arrabbiava e lo rimproverava lo gettava in un baratro di disperazione.

Forse, ancora, avrebbe dovuto darle ascolto dal primo momento, quando si erano incontrati a Mistral e lei l’aveva buttato giù dal letto, bussando insistentemente alla porta. Avesse accondisceso alle sue richieste, forse non si sarebbe trovato con un dardo di agalmatolite conficcato nella schiena e senza i suoi poteri, ora recuperati, ma non ancora del tutto ristabiliti.

Sì, forse se avesse messo da parte la sua cocciutaggine estrema, il conflitto interiore perenne con la figura paterna, riflessa appieno ora su Newgate, Hikari non si ritroverebbe in una situazione così critica da fargli tremare il petto dalla paura, così disperata da impedire alle sue lacrime di fermarsi dallo scorrere sulle sue guance.


Si accorse tutto d’un tratto di desiderare tremendamente di prendere il mare, di continuare il suo viaggio e la sua missione, anche se tutto ciò sarebbe andato contro a tutto quello per cui lei e il Rosso si erano adoperati fin ora.

Ma si sentiva davvero male. Il senso di colpa lo stava divorando ferocemente e in quel momento desiderò ardentemente di non ritrovarsi in quella terribile situazione.

Forse il desiderio di ritornare alla sua vita era una mera via di fuga per non affrontare le conseguenze di quella battaglia, ma in quel momento gli parve l’idea più corroborante per sé stesso e per affrontare il suo senso di colpa che, minuto dopo minuto, andava via via accrescendosi.

Doveva trovare una maniera per riscattarsi. Era pur sempre il comandante della seconda flotta di Barbabianca e la sua fama gli imponeva di darsi una svegliata, di destarsi da quello stato di puro terrore e ritornare ad essere uno dei pirati degni del massimo rispetto.

Non avrebbe retto l’eventualità di un peggioramento della situazione, in quel senso. Non avrebbe retto il dolore di Shanks, quello dei ragazzi, ma soprattutto non avrebbe retto il suo dolore.

Ora desiderava solamente di non sapere. Di non essere spettatore degli eventi immediatamente futuri, perché non sarebbe stato pronto a ricevere una notizia così terribile, negativa, disperata.

Se Hikari non ce l’avesse fatta, tutto si sarebbe sgretolato davanti ai suoi occhi e il peso per essere stato il fautore di quella disgrazia l’avrebbe ucciso all’istante.



Si alzò prendendo un respiro profondo. Avrebbe fatto su un po’ di viveri sullo striker e sarebbe partito appena possibile, curandosi del fatto che non ci fosse nessuno nei paraggi a dare l’allarme. Gli dispiaceva non andare a sincerarsi delle condizioni degli altri, nel frattempo ritornati all’isola – aveva visto le scialuppe rientrare al porticciolo - ma non poteva rischiare di rimanere bloccato di nuovo.

Solo, lasciò un biglietto nel piccolo riparo adibito a loro due, inciso nella parete rocciosa, in disparte dagli altri: lo mise sulle poche cose rimaste dalle sere precedenti, ripiegato in quattro parti.

Sicuramente, nel leggerlo, l’avrebbe odiato e gli avrebbe dato dello stupido, per la sua innata capacità di cacciarsi nei guai e cercarli col lanternino. Ma l’unica cosa che in quel momento gli premeva era il fatto che capisse che lui non l’aveva affatto abbandonata, ma se ne era andato perché incapace di affrontare una situazione che in quel momento gli sembrava più grande di lui.

Col cuore in subbuglio, mise in moto lo striker e velocemente si preparò a solcare il mare di nuovo in solitaria, come sempre era stato.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -

Ragazze, ragassuole belle... Riesco ad aggiornare al volo, dopo due giornate terrificanti! ç_ç Scusate per il ritardo e scusate se non scriverò molto qui sotto, ma stro crollando sulla tastiera. Gome, gome, gome! .-.
Ho fatto molta fatica a scrivere questo capitolo. Più che altro ad impostarlo. Nel senso che sono sempre stata dubbiosa... Parlo dell'uscita di scena di Ace. E non ne sono molto convinta lo stesso, ma tra tutte le vie sondate, alla fine abbiamo deciso di tenere quest - che era stata la prima scelta. :)
Spero vi piaccia, in ogni caso. ^^

Grazie ancora per i complimenti e le recensioni. Scusate se non mettiamo più l'angolo delle risposte, ma siamo veramente soppressate. Non riusciamo neanche più a sentirci come una volta io e Yu. ç.ç Maledetto lavoro e maledetta università!

Alla prossima ragazze! Un abbraccio grande. :)


- Bea&Yuki -

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Capitolo 59
*** Convalescenza ***


CAPITOLO 59: CONVALESCENZA.
(Chapter Soundtrack: Kiss me Goodbye - FFXII Soundtrack)


“Dannazione”.

Il fumo saliva lentamente dalla sigaretta stretta tra le sue dita, che lentamente si consumava bruciando il tabacco, trasformato inesorabilmente in cenere dispersa nel vento salmastro.

Alla luce tiepida del tramonto carminio, la spiaggia pareva racchiusa in un momento di eterna bellezza: le palme si muovevano con dolcezza sospinte dalla brezza marina, le onde tranquille si andavano a infrangere sulla sabbia trasformandosi in schiuma e lasciando spazio alla successiva, mentre un granchio, temerario, cambiava posizione. La luce scarlatta aveva soggiogato i restanti colori imponendo le proprie sfumature e rendendo l’incantesimo completo con le prime stelle accese in cielo.


I suoi occhi blu, stanchi e provati dopo quella giornata da dimenticare, si alzarono dal foglietto che stringeva con la mano libera per guardare all’orizzonte, immaginandosi lo striker lasciare quelle coste per riprendere il percorso interrotto.

Era incredibile come la natura riuscisse a proseguire con serenità la propria esistenza immutabile dopo il passaggio di uragani e tempeste furiose, quasi possedesse intrinsecamente la consapevolezza che erano inevitabili e non valesse la pena continuare a rimuginarci sopra facendo crescere i propri dubbi, le proprie insicurezze e apprensioni.

Invece gli esseri umani erano incapaci di guardare con quegli occhi alle catastrofi che avevano avuto modo di attraversare; forse la differenza era dovuta al fatto che gli uomini possedessero in sé l’irrinunciabile tensione ai propri sogni e obbiettivi, i quali entravano in conflitto spesso con la realtà crudele attorno a loro.

Eppure Ben sapeva che c’erano persone che, nonostante non sapessero dimenticare, sapevano anche andare avanti. Ne aveva conosciute parecchie e anche lui entrava nella schiera, insieme al suo capitano e agli altri della ciurma. A quanto pareva anche Ace doveva essere annoverato in quell’elenco di incoscienti, testardi e sognatori – come suo fratello Rufy.

Per quanto la situazione fosse tragica, non riuscì ad impedire ad un sorriso di sfuggirgli sulle labbra.
Anche se quel ragazzo tendeva eccessivamente a sottovalutare le situazioni in cui incorreva, a guardare con eccessivo ottimismo al domani e si fossilizzava nelle proprie idee senza dar tempo agli altri di spiegare prima di agire, sicuramente aveva talento e fregato da vendere. Era un degno appartenente alla generazione più promettente della pirateria.

L’unica cosa che si augurava era che non si cacciasse nei guai. Con il carattere che si ritrovava dubitava che quella sua speranza potesse essere trasformata in realtà, tuttavia voleva credere di non aver anche quel problema a cui pensare in quel momento.

Ritornò a osservare il foglio e le poche righe impresse a penna sopra con una calligrafia imprecisa per la fretta. Non conosceva bene Ace, ma era certo che la sua scelta non fosse stata fatta a cuor leggero e, anche se non lo avesse messo per iscritto, avrebbe comunque capito quella sua necessità di riprendere a viaggiare da solo, senza coinvolgere nessuno.

Era solo un ragazzo e per quanto avesse navigato, le esperienze accumulate sulla sua pelle non potevano ancora essere paragonate a quelle dei pirati che ormai affrontavano le acque dell’oceano da molti più anni.

Rimproverargli quella decisione non era compito suo perché lui, molto probabilmente, nei suoi panni avrebbe fatto altrettanto.


Si portò la sigaretta alle labbra inspirando profondamente l’ultima boccata di fumo, facendola scendere nei polmoni dove la trattenne a lungo in modo che vi ristagnasse fino a quando non ne fu soddisfatto. Poi, inevitabilmente, si vide costretto a far fuggire anche quella – come le precedenti. Spense il mozzicone con il tallone e si rincamminò verso l’infermeria improvvisata.

Ripiegando il foglietto e infilandoselo in tasca, non gli rimaneva altro che tornare in mezzo ai suoi compagni. Con Shanks sotto anestetici, steso nel letto accanto a quello di Hikari, toccava a lui organizzare il tutto e dare gli ordini. Dunque era ancora lontano il momento in cui finalmente avrebbe potuto poggiare la testa al cuscino per concedersi riposo dopo una delle giornate più estenuanti della sua vita.


Per un’insolita fortuna in mezzo a tutto quel disastro, anche se il Vento dell’Est era affondato dopo anni di fedele servizio, avevano già commissionato l’incarico per una nuova nave. Per quanto gli dispiacesse dover dire addio alla loro prima imbarcazione, era stata una decisione forzata a causa della situazione generale: aveva navigato per anni, affrontato molti mari insidiosi portandoli fuori indenni, resistito a scontri epocali e alle loro poche cure.

Quindi, almeno quello, non era un problema.

Aveva passato diverso tempo a comprendere quali fossero gli uomini in grado di muoversi e quali quelli che invece dovevano rimanere in stato di fermo. Aveva ordinato a Lucas di dividere i più gravi dai meno gravi, in modo da evitare di dover ogni volta a chiedergli informazioni. Così facendo aveva potuto impartire gli ordini: occorrevano medicinali – perché ormai le scorte scarseggiavano - cibo per tutti e un inventario completo di quanto andato perduto con la nave.

Per adempiere a tali scopi aveva diviso gli uomini con la possibilità di muoversi in tre gruppi e li aveva pregati di fare il più in fretta possibile se intendevano mantenere quelle condizioni fisiche.

E poi, infine, era toccata pure a lui la visita medica.

Non aveva nessuna voglia di farsi medicare, un po’ perché non ne sentiva bisogno e un po’ perché una parte di lui aveva terrore di vedere in che condizioni versassero Hikari e Shanks. Tuttavia con Lucas c’era poco da discutere e non si era potuto sottrarre in alcun modo a quella tappa obbligatoria.

L’unica cosa buona era che ciò sanciva l’avvicinarsi del momento in cui finalmente avrebbe potuto abbandonarsi alla dolcezza dell’oblio privo di sogni, per staccare momentaneamente il macchinare incessante del suo cervello. Quel brusio di fondo cominciava a diventare insopportabile e le tempie pulsavano incessantemente facendogli aumentare il mal di testa.


“Finalmente ti sei deciso a passare, Ben! Cosa aspettavi”?!

L’accoglienza di Lucas non era delle più amichevoli, ma d’altronde pure per lui la giornata non era stata delle più calme. Lasciando da parte lo scontro, appena aveva finito di combattere si era dovuto preoccupare di curare Hikari – decisamente il caso più urgente – e poi tutti gli altri senza sosta. Un lavoro spossante, che logorava i nervi e richiedeva non poca calma, pazienza e concentrazione.

Quindi Ben comprendeva pienamente quel tono acido e irritato.

“Scusa Lucas, con il capo fuori gioco, ho avuto qualcosa da fare”.

Udì borbottare qualcosa di indistinto provenire dalle labbra del medico. Evitò accuratamente di domandare cosa ci fosse che non andava – perché poteva intuirlo senza problemi – e lo seguì passando per le varie brandine fino a raggiungere la stanza in fondo – la più isolata.

Dopo aver operato d’urgenza Hikari nella prima postazione utile, si erano trasferiti in una più grande e munita. In quel modo Lucas aveva avuto tutto il materiale e lo spazio per potersi occupare di tutti i suoi pazienti – e non erano pochi. Ovviamente il tutto era molto improvvisato, tuttavia erano stati in grado di organizzarsi nel modo più efficiente possibile, in modo da dare al loro medico tutto il supporto utile per compiere al meglio il suo compito – cosa che aveva fatto.

Nella stanza in fondo, la più tranquilla, c’erano solo tre letti. A parte uno vuoto, sul quale venne fatto accomodare Ben per la visita, gli altri due erano tenuti occupati dal capitano e da Hikari.

Nemmeno si accorse delle fasciature che Lucas gli face. I suoi occhi erano troppo concentrati ad alternarsi tra i due volti dei suoi due migliori amici, in una successione inquietante e angosciante. La pelle di entrambi era pallida e tirata, le bendature strette non erano visibili interamente per via delle coperte sui loro corpi, ma esse si diramavano anche sulle braccia e il capo.


“Puoi dormire qui, Ben” asserì, con tono strascicato per la stanchezza, il medico quando ebbe terminato la sua visita.

Il vicecapitano non rispose, limitandosi a un quasi impercettibile segno del capo per ringraziarlo. La sua mente era completamente assorbita da quella visione drammatica per potersi staccare e riprendere a interagire compiutamente con il mondo reale e le sue persone.

L’unica cosa certa in quel momento era che se l’erano vista veramente brutta. Tra la stanchezza del viaggio, tra la poca preparazione per uno scontro inatteso e tutti gli altri avvenimenti a cui avrebbero dovuto badare, era un miracolo quel risultato ottenuto.

Certo, non era stato gratuito.

Hikari era stata colpita gravemente, tanto che all’inizio non aveva avuto grandi speranze di rivederla viva una volta affidata a Lucas. Per una persona che aveva fatto la spia per dieci anni senza ritrovarsi in combattimenti come quello concluso da poco, se l’era cavata a meraviglia facendo una figura eccezionale. Il suo haki era talmente particolare e potente che con gli anni si sarebbe potenziato ulteriormente con il maggior controllo.

Eppure, la consapevolezza della sua forza non gli impediva di accollarsi un po’ la responsabilità per ciò che le era accaduto. Lo sapeva che lei non aveva esperienze in battaglia, e nonostante ciò non aveva fiatato nemmeno una volta per provarla a dissuaderla dal partecipare attivamente.

Non che avrebbe cambiato qualcosa quella scelta, infondo Hikari era testarda quanto Shanks – il che era tutto dire - e sicuramente lo avrebbe preso a pugni solo per aver pensato di riuscire a tenerla lontana, ma in qualche modo forse avrebbe evitato che le capitasse qualcosa di male.

Era un pensiero stupido. Ne era conscio, ma vedendola prima più morta che viva, ricoperta di sangue, e ora pallida come un cadavere stesa in quella stanzetta, gli era impossibile non continuare a pensarci.

Anche se erano passati anni prima di rivedersi, anche se se n’erano andati via senza dirle nulla, rimaneva la sua migliore amica ed essere in grado di comprendere quanto fosse andato vicino dal non rivederla più era una sensazione straziante. L’avevano appena ritrovata, lei e Shanks avevano finalmente fatto pace, e il mondo aveva deciso che era tempo di sradicare dal profondo quei rapporti ricostruiti con non poca fatica e dolore.



Lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. Ormai il sole era sprofondato del tutto all’orizzonte, immergendosi completamente nell’oceano scuro e misterioso, lasciando il dominio del mondo alle tenebre fredde della notte. Il cielo puntellato da stelle brillanti e lucenti era abbellito anche dalla falce sottile della luna crescente, i cui raggi d’argento sapevano conferire al paesaggio un sapore arcano.

I suoi compagni ormai erano andati a riposarsi e probabilmente lui era uno dei pochi ancora in piedi a vegliare sull’accampamento. Ora finalmente avrebbe potuto concedersi il risposo di cui aveva bisogno per continuare con lucidità il suo compito di vicecapitano fino a quando Shanks non si fosse risvegliato.

Gli occhi blu tornarono ai due letti davanti a sé e questa volta si posarono in quello dove giaceva il capitano.
Anche se le sue condizioni non erano preoccupanti come quelle di Hikari, era in pena anche per lui. Più che sul piano fisico, era preoccupato per quello psicologico dopo ciò che si era ritrovato ad affrontare nelle condizioni non ottimali in cui era.

Shanks non era tipo da perdere in quel modo il controllo, anzi, la sua padronanza dell’haki era ineccepibile; eppure quella volta si era lasciato completamente andare alla sua furia cieca.

Non che non capisse le sue ragioni, tutt’altro. Semplicemente era stupito per il disastro che era riuscito a combinare, nonostante il suo potere non fosse completamente al pieno delle possibilità. Probabilmente se si fosse ritrovato a dar libero sfogo al suo haki in un momento in cui si ritrovava al pieno della sua forza fisica, non sarebbe riuscito a salvarlo come aveva fatto quella volta.

Si ritrovava quindi ad oscillare tra un senso di sollievo per le sue forze, ad uno stato inferiore di quanto potessero essere e uno di sconforto, perché se si fossero ritrovati in una situazione migliore forse avrebbero potuto fermare il tutto prima che si arrivasse al punto di precipitare nell’abisso.

Shanks non era semplicemente il suo capitano, era suo amico da sempre – il migliore. E fargli da vicecapitano, coprendogli le spalle, con gli anni si stava rivelando un lavoraccio vista la propensione di lui a cacciarsi perpetuamente nelle situazioni più incredibili e pericolose del mondo. E Ben si ritrovava puntualmente a dover far di tutto pur di salvargli il collo – e per quanto si lamentasse di ciò, in realtà gli andava più che bene.

In realtà, quella volta, non sapeva quanto avrebbe potuto aiutarlo una volta che gli anestetici avrebbero smesso di far effetto e si fosse risvegliato ritrovandosi a guardare il volto pallido della donna che aveva da sempre amato.

Se lui stesso provava quell’avvilimento, sconforto profondo, per come Hikari si era ritrovata a un passo dalla morte, non osava immaginare cos’avrebbe provato Shanks nel comprendere a pieno quella situazione drammatica.

Sul ponte del Vento dell’Est si era fatto totalmente prendere dall’istinto, facendosi sopraffare dalle emozioni negative scatenate nel vederla colpita da Kami; ma quando sarebbe stato lucido tutto sarebbe apparso peggiore.


Sfinito da quella giornata interminabile, Ben decise che era il momento di concedersi riposo. Appoggiò la testa al cuscino, chiudendo gli occhi e sperando di cadere in un sonno privo di sogni.





- TO BE CONTINUED -




- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


E rieccoci all'appuntamento... Ormai altalenante tra il martedì e il mercoledì. ^^'''
Un capitolo tutto per il nostro amatissimo Vicecapitano. :) Alle prese con la riorganizzazione della propria ciurma, con Shanks ed Hikari fuori gioco, tante ferite che - a detta sua - non sono gravi e un medico di bordo abbastanza infastidito. Però, infondo, Lucas ha ragione. Quanto basta. xD

Vi ringraziamo per le recensioni e l'entusiasmo, ragazze. Ah, Yuki è viva, solo che è in un momento ove ha da preparare sei esami per la sessione estiva e le lezioni. Però almeno alla fine le romperò le balle, per farla tornare tra noi. xD

Un abbraccio a tutte quante e alla prossima! ^^


Bea&Yuki

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Capitolo 60
*** Viva ***


CAPITOLO 60: VIVA.
(Chapter Soundtrack: Here I am - Bryan Adams)


Aveva dormito più a lungo di quanto si era prefissato, ma quel sonno era stato un vero toccasana per i suoi nervi e la sua mente che si era potuta concedere un po’ di tranquillità dopo una delle giornate peggiori vissute fino a quel momento – ed era impressionante, dato ciò che aveva visto in tanti anni di navigazione come vicecapitano di Shanks il Rosso.

Prima di lasciare l’infermeria aveva fatto in modo di farsi dare una controllata a Lucas, in modo tale da evitare le sue paturnie nel caso contrario. In tal modo si era cautelato per tutto il giorno da possibili scenate che il medico avrebbe potuto fargli. Si sentiva decisamente meglio fisicamente: i muscoli non erano più contratti, la stanchezza aveva abbandonato le sue membra e anche il volto non era più tirato per la tensione.

Perdurava però la preoccupazione. Per Hikari e per Shanks.

Posò su di loro i suoi occhi blu che rimasero sospesi tra i due, quasi fosse in attesa di segni che in qualche modo avrebbero potuto preannunciarli il loro risveglio, sollevandogli l’anima. Anche se sapeva che il suo migliore amico era semplicemente sotto effetto di anestetici e non era in coma come la giovane donna, non riusciva a non figurarsi il medesimo stato anche per lui mentre lo osservava steso in quel letto con la pelle cadaverica. Sapeva che era impossibile come desiderio da realizzarsi, ma per lui stava pregando affinché fosse Hikari quella a riaprire per prima gli occhi, in modo da risparmiarli almeno il dolore nel vederla in quello stato e i sensi di colpa che indubbiamente lo avrebbero assalito.

- Perché rimani un’idiota... - borbottò tra sé e sé uscendo dalla stanza.

Aveva bisogno di mangiare e, anche se ormai erano passate le undici, non poteva attendere il pranzo. Sicuramente avrebbe trovato qualcosa, dato che aveva spedito il giorno precedente un gruppo di uomini a recuperare scorte per rimanere autonomi almeno per una settimana.

Si accese la sigaretta e inspirò la prima boccata di tabacco della giornata.



La dimensione in cui si trovava era indecifrabile.

Non riusciva a capire dove fosse e né tanto meno quali fossero state le sue ultime azioni. La sua vita gli appariva davanti agli occhi in modo confusionario, come tasselli di un puzzle mescolati, al quale mancavano non pochi pezzi per essere completato. Vari flash gli si presentavano di fronte, rievocando ricordi antichi o da poco passati: si rivide con Rufy piccolo, la prima volta che aveva preso il largo con Ben per intraprendere la via della pirateria, il primo incontro con Yassop e gli altri, scontri importanti sulla Rotta Maggiore... Hikari.

In quello stato indefinito dove nulla assumeva contorni precisi e tutto appariva precario e sul punto di cadere in rovina, Shanks ebbe l’impressione di essersi dimenticato qualcosa di importante rimanendo lì. Quando gli occhi viola di lei si erano fatti largo tra le varie immagini, aveva avvertito come un tremito d’angoscia percorrere la sua anima in ogni angolo – anche il più remoto ed oscuro.

Si sentiva ancora debole, la sua mente non seguiva ciò che lui comandava, ma imboccava una strada propria senza rivelargli nulla riguardo a ciò che avrebbe desiderato conoscere. I colori si fondevano tra loro, andando a formare istanti di vita vissuta, ricordandogli sensazioni ed emozioni di cui serbava ancora vivida memoria, tanto li aveva amati con tutto sé stesso. In essi, Hikari – ventenne - gli sorrideva allegramente, senza ombre sul volto o rancore nel cuore.

Perché allora si ritrovava ad osservare tutto ciò con malinconia?

Non capiva, non riusciva a ragionare in quel limbo. Doveva svegliarsi, aprire gli occhi e tentare di comprendere cosa stesse accadendo alla sua realtà, invece di giacere impotente in quel mondo irreale dove continuava a ripercorrere un ricordo dopo l’altro senza poter riprendere la sua esistenza.


La prima percezione del mondo attorno a sé fu quella del richiamo dei gabbiani.

Dovevano essere vicini all’oceano, al mare. Se si concentrava, ad ogni respiro, nei suoi polmoni entrava aria salmastra – buona, frizzante. Eppure, quelle inspirazioni gli procurarono non poche fitte al torace, le costole parevano gridare di dolore per un tale sforzo al quale aveva deciso di sottoporle per un proprio capriccio personale. Si ramificò in tutto il corpo, risvegliandolo con non troppa dolcezza e facendo tornare percepibili anche gli altri punti feriti del proprio fisico.

Malamente, con fatica, riuscì ad aggrapparsi alla realtà.

Gli costò non poca fatica quell’impresa. La sua mente sembra talmente soffocata da quella dimensione indeterminata nella quale si era ritrovato fino a poco prima, da sembrare quasi impossibilitata a riprendere un vero contatto con il mondo esterno, rimettendosi in funzione. Appesantita, un brusio continuo di sottofondo riempiva il padiglione auricolare e le pareti della propria testa, rallentando gli ingranaggi dei suoi pensieri.

Quando finalmente i suoi occhi smeraldini si aprirono, vennero inondati da una luce bianca e forte. Fu costretto a richiuderli di scatto per il fastidio e prima di riuscire a mantenerli almeno socchiusi ci mise parecchio tempo. Doveva aver passato non poco tempo nelle tenebre se quello era l’effetto – non un sonno normale, ma più pesante degli altri.
Steso su di un letto, non riconosceva la stanza dal soffitto bianco e crepato che si ritrovava a contemplare.

Provò a voltare il capo. A sinistra vide una porta, chiusa e intravide una scrivania più vari strumenti utili per operazioni, disinfestazioni e bendaggi – e da qui dedusse che probabilmente si trovava in infermeria. Ma ancora non gli era chiaro il motivo per cui fosse in un posto del genere.

Prima di voltarsi dall’altra parte, prima di comprendere, avvertì un leggero fremito nel proprio corpo. Un presentimento lo metteva in guardia da ciò che la memoria si sarebbe vista costretta a rivelargli se si fosse veramente spinto oltre, osservando cosa vi fosse alla sua destra. Un’autodifesa contro il dolore dell’anima.

Lo ignorò. Doveva sapere, soprattutto se centrava con Hikari.

La vide, stesa su un letto che probabilmente era del tutto simile al suo. Il volto diafano, in modo insano, circondato dai boccoli neri presentava un forte contrasto nel quale risultava ancora più pallida di quanto fosse in realtà. La benda attorno alla testa, e quella che si scorgeva avvolgerle anche il petto, facevano intendere quanto poco rassicuranti fossero le sue condizioni fisiche per via delle ferite riportate.

E ora ricordava perfettamente la scena in cui la battaglia aveva completamente cambiato i toni e si era trasformata in una tragedia. Di fronte ai suoi occhi, mentre fissava Hikari stesa a pochi metri da lui, riviveva in contemporanea e con crescente angoscia l’attimo in cui il proiettile l’aveva trapassata e in cui era caduta, sbattendo la testa.

Dei chiodi arrugginiti e lunghi una decina di centimetri conficcati a forza nella sua pelle avrebbero sicuramente fatto meno male, rispetto al dolore che ora lui avvertiva spargersi con rapidità nel proprio essere, sconvolgendolo. Il meccanismo tanto istintivo della respirazione pareva essersi bloccato con quelle immagini di sangue e morte, quasi il suo cervello avesse classificato quell’azione secondaria rispetto a lei.

Provò ad alzarsi, per avvicinarsi e vedere meglio come stava. Me le sue forze erano inesistenti e, per quanto a lui non importasse minimamente, il suo corpo gli appariva d’intralcio – troppo pesante, stanco, atrofizzato. Non rinunciò al suo obbiettivo anche se continuava a ricadere sul materasso pesantemente intanto che le sue iridi verdi non si scollavano dal corpo di Hikari, fissandola con angoscia.


L’aveva creduta morta. Aveva provato la profonda disperazione di un uomo che perdeva per la seconda volta la stessa donna, l’unica che avrebbe mai amato con tutto sé stesso nella sua vita, e quest’ultima volta aveva il sapore amaro dell’irrimediabile e del definitivo. Perché non avrebbe più potuto concedersi nemmeno la consolazione di saperla viva, con qualcun altro magari dall’altra parte del mondo, senza che il proprio pensiero potesse scalfirla o raggiungerla, ma viva. Ed era stata una sensazione soffocante, opprimente, in grado di annientarli qualsiasi cosa in lui.

E ora, vederla accanto a sé, per quanto in condizioni pessime ma con il cuore a batterle ancora nel petto, gli procurava un contrasto di emozioni divergenti che si davano guerra con foga, per decretare un vincitore assoluto. Soltanto, che non pareva vi fosse qualcuno in grado di prevalere l’altro e perciò si veniva a creare un
miscuglio indistinto, in grado di attanagliali il cuore in una presa di spine.


“Ti consiglio di rimanere fermo, Shanks, se non vuoi che ti si riaprano le ferite”.

La voce pacata di Ben lo fece voltare improvvisamente dalla parte opposta. Non lo aveva sentito entrare, preso com’era dal tentativo inutile e stupido di raggiungere Hikari.

L’amico gli si avvicinò, prendendo la sedia dietro la scrivania e sedendosi accanto al suo letto. La giornata non doveva essere delle migliori vista l’espressione cupa e pensierosa, ma pareva che rivederlo sveglio gli avesse riportato un po’ di serenità nello spirito, alleggerendolo almeno di alcuni pesi insopportabili da sostenere tutti assieme a lungo. E mentre continuava a tenere incollato su di lui i suoi occhi blu, si accese una sigaretta estraendola con un gesto fluido dal pacchetto quasi terminato.

“Come sta?” chiese Shanks.

“Ha passato il peggio” asserì laconico Ben “Ora non dobbiamo far altro che attendere che si svegli”.

“Quanto ci metterà”?

“Dipende da lei”.


Il silenzio ridiscese nella camera.

Shanks era troppo stanco per poter sostenere una vera conversazione. Il suo cervello era ancora annebbiato da una parte dagli anestetici e per l’altra dal dolore nel comprendere la situazione critica che stava passando la donna che amava. Non poteva far a meno di darsi la colpa per quanto le era accaduto: se si fosse impuntato avrebbe potuto evitarle di combattere, tenerla lontana dai pericoli e metterla al sicuro, invece di coinvolgerla in quel modo.

“Non ci pensare neanche, idiota” esperì il vicecapitano dopo aver aspirato dalla sigaretta “Lo sai com’è fatta, non ti avrebbe ascoltato e avrebbe combattuto ugualmente dopo aver litigato per bene con te. Tu non hai responsabilità per quello che le è accaduto”.

“Sì, invece”.

“Ti prego, almeno per una volta, scemo di un capitano, puoi evitare di intestardirti?” continuò con calma Ben “Kami era un sadico che si divertiva a far soffrire i propri nemici. Se avessimo saputo fin dall’inizio che saremmo andati incontro ad un individuo del genere, ci saremmo organizzati differentemente. Non disperarti inutilmente, amico”.

Un flebile sorriso intaccò le labbra del Rosso.

In un modo o nell’altro, finiva sempre con Ben che gli faceva vedere la realtà per il verso giusto, impedendogli di andarsi ad incagliare in pensieri contorti ed oscuri dai quali non sarebbe più riuscito a liberarsi. Anche se una parte di sé stesso non poteva evitare di continuare a rimuginare su cosa avrebbe potuto o meno fare, comprendeva quanto fossero inutili e autodistruttive tali riflessioni. Nonostante l’angoscia, doveva evitare di soffermarsi troppo a lungo su quell’abisso che avrebbe finito con l’avvolgerlo completamente in una morsa gelida, dalla quale non sarebbe stato possibile uscire.

“Se vuoi far qualcosa di utile, Shanks, pensa a riprenderti per poter aiutare Hikari quando si sveglia”.

“Lo farò” affermò, senza indugi.


Si era risvegliato da un paio di giorni e con fatica aveva convinto Lucas a concedergli almeno di alzarsi dal letto per andare a pranzare con gli altri. Gli era stato concesso un pasto al giorno in compagnia dei suoi uomini, perché il medico aveva paura che il capitano si facesse prendere troppo la mano e le sue ferite si riaprissero, mandando in fumo tutto il suo lavoro per rimetterlo in sesto nel più breve lasso di tempo possibile.

A parte quei brevi momenti in cui rimaneva all’aria aperta, Shanks passava tutto il restante del suo tempo nella stanza insieme a Hikari. Quando non dormiva, sedeva accanto a lei, tenendogli la mano e parlandole di qualsiasi cosa gli venisse in mente. Non sapeva se fosse vero che le persone in coma potessero sentire gli altri, tuttavia sperava che in qualche modo la sua voce potesse incentivare il risveglio della donna.

Ogni attimo si ritrovava a convivere con quella sofferenza lancinante. Come spine, sentiva il dolore conficcarsi sempre più in profondità nella propria anima e attorno al suo cuore che ormai sanguinava copiosamente. Si sentiva annegare in quel mare di disperazione che aveva la forza di spingerlo sotto le proprie acque, nel tentativo di farlo sprofondare nelle tenebre. L’unica cosa a tenerlo a galla era la sicurezza che prima o poi Hikari si sarebbe svegliata e sarebbe tornata da lui, proprio per questo non poteva farsi sconfiggere dal proprio dolore.

E poi, una sera nella quale teneva la sua mano dalle dita affusolate nella propria, avvertì un lieve movimento, all’inizio impercettibile e poi sempre più accentuato. Il suo cuore si bloccò insieme al fiato, mentre il suo essere si tendeva nell’attesa trepidante in cui nemmeno la speranza ha il coraggio di intessere fantasie, troppo belle per la paura della disfatta completa pochi attimi dopo.

Quando però rivide le due gemme d’ametista intercettare i suoi occhi, lasciò che questi cancellassero i sentimenti cupi di tutti quei giorni in qualche attimo.


“Ben svegliata, bell’addormentata”.

Il mondo riprese colori dei quali si era dimenticato l’esistenza.





- TO BE CONTINUED -




 - Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Buonasera ragassuole! O, meglio, buonanotte! xD
In ritardo, ma ci siamo eh. E' colpa del caldo, nel mio caso, di sta stramaledetta estate arrivata in anticipo - li mort... Ahem! Che arriva in anticipo, ovviamente.

E la mia pressione va a farsi benedire. Quanto a Yu, ormai l'abbiamo persa sotto i Codici vari. Purtroppo non vive più una vita normale, arrendiamoci a questa realtà!

Terz'ultimo capitolo... Essì! Siamo quasi alla fine - tra i vostri sospiri di sollievo anche. E con la lieta novella per la quale Hikari è viva e vegeta. :) Quindi riseppellite i mitra e salvaguardate la nostra salute, ok? Da brave, su! xD

Bene, io andrei a morire sul materasso. Non ce la posso fare... @_@ Grazie come sempre per le recensioni e per i "Gambatte!" ricevuti!
Al prossimo capitolo!

ps. Potrebbe saltare l'appuntamento della prossima settimana, perchè - se il vulcano vuole - sono a Berlino. Vedo se riesco ad aggiornare martedì, ma non garantisco nulla. .-.



Bea&Yuki

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Capitolo 61
*** Hikari (Para todos la luz) ***


CAPITOLO 61: HIKARI (PARA TODOS LA LUZ).
Chapter Soundtrack: La lunga notte - Cisco Bellotti )


“Mmh…”

Per una manciata non quantificabile di secondi, stette a fissare il soffitto con uno sguardo vacuo e la mente sgombra da qualsiasi pensiero. Solo quando sentì una voce lì vicino e la sua pelle del viso accarezzata da una mano, il suo cervello parve connettere quel poco da farle capire che doveva essere uscita da uno stato particolare, per ritrovarsi in uno ancor più particolare.

Si voltò leggermente alla sua destra, incontrando lo sguardo lucido dell’uomo, che in quel momento aveva un sorriso esteso esattamente da un orecchio all’altro.

“Shanks…”

“Salve, dolcezza…” le rispose, mentre una lacrima rigava il suo viso, lambendo prima le tre cicatrici e disfacendosi poi all’altezza della sommità superiore della barba appena accennata.

Dovette interrompere lo sguardo su di lui per via della luce penetrante dell’infermeria. Chiuse gli occhi per qualche secondo, riaprendoli lucidi, per far sì che l’irritazione fosse del tutto debellata.

Non capiva ancora la situazione e Shanks, recuperata la calma per quel poco di tempo necessario a spiegargli la faccenda, parve accorgersene.

“Sei nell’infermeria. Non ti agitare, Hikari” le sussurrò dolcemente, passandole la mano tra i riccioli.

La mora assottigliò dapprima il suo sguardo, nell’intento di ricordare qualcosa, ma subito i suoi occhi guizzarono sulla figura bendata del Rosso. D’istinto, cercò di sollevarsi, ma una violenta fitta al torace la fece ricadere all’istante sul cuscino.

“Te l’avevo detto di non agitarti!” esclamò Shanks, preoccupato per le sue condizioni di salute. Non riusciva ancora a realizzare che la sua donna fosse fuori pericolo, e non era ancora così lucido da sottrarsi alle spiacevoli sensazioni che le sue smorfie di dolore gli provocavano.

“Sei ferito? Cos’è successo?” domandò lei, solo quando le fitte lasciarono spazio a quel dolore sordo ed esteso, caratteristico, tuttavia non lancinante. La sua voce era roca strascicata.

“Davvero non ricordi nulla”?

Hikari mosse la testa in un cenno di diniego, mordendosi il labbro inferiore con gli incisivi e il canino.



Nei successivi venti minuti, Shanks le spiegò per filo e per segno quel che era successo, sia per quanto riguardava Kami, che per quanto riguardava la fuga di Ace.

Appena il capitano s’era ristabilito quel minimo che gli permettesse il ragionamento, Ben l’aveva subito informato dell’accaduto. Shanks non sapeva descrivere i propri sentimenti nei confronti del ragazzo: il suo animo era parecchio confuso a riguardo. Se da una parte conservava ancora la gelosia per qui fatti successi, dall’altra capiva l’affetto che lo legava alla sua donna.

Le voleva bene. Veramente.

Aveva avuto modo di riflettere in quei giorni in cui Lucas l’aveva messo completamente a riposo, minacciandolo di ammutinamento nel caso si fosse ‘permesso’ di non ascoltarlo: Ace, tutto sommato, gli stava simpatico. Era una persona buona, un po’ immatura certo, ma ciò era imputabile alla giovane età.

E, se doveva essere sincero con sé stesso, provava sia tenerezza che rispetto per quel ragazzo che aveva deciso di andarsene in gran silenzio, per non creare ulteriore confusione in una situazione di per sé già complicata.


No, non era arrabbiato. Purtroppo, doveva ammetterlo, avevano fallito, perché il Rosso sapeva benissimo che Pugno di Fuoco si sarebbe rimesso sulle tracce di Teach. Tuttavia, non lo biasimava.



“Ha avuto paura” le disse, ponendo fine al racconto.

Hikari non seppe come reagire: era troppo stanca per arrabbiarsi, non ne aveva le forze. Si erano fatti tutti quanti un mazzo tarallo per evitare che Ace facesse di testa sua e questo la sconfortava parecchio. Ciò nonostante, non se la sentiva di serbare rancore verso il ragazzo. E capiva la sua fuga.

Ed ora guardava, tra le mani, quel pezzetto di carta lasciato all’accampamento e riportato indietro dal vicecapitano, con le labbra leggermente piegate all’ingiù e gli occhi lucidi.


“Perdonami, ma non ce la faccio a rimanere qui.
Lo so, sono un debole.
Tuttavia, voglio che tu sappia che non ti ho abbandonata.
Ci rivedremo presto, Hikari.
Ti voglio bene,
Ace. ”


Sospirò.

“Sei arrabbiata?” domandò Shanks, passandole il dorso della mano sulla fronte.

“Servirebbe a qualcosa?” replicò lei, con un sorriso amaro, poggiando le braccia sul proprio grembo. Al di là della preoccupazione per i casini che avrebbe potuto combinare il moro e i pericoli a cui sarebbe potuto andare incontro, già sentiva la mancanza di lui, del suo sorriso sbilenco, delle sue lentiggini e dei suoi profondi occhi neri. Soprattutto, dei suo abbracci.

Sapeva che si sarebbero separati prima o poi, ma avrebbe voluto per lo meno salutarlo e sincerarsi del fatto che non facesse colpi di testa. Ora, invece, il suo cuore era sospeso per aria, ad un filo così sottile ed invisibile che sarebbe bastato uno sbuffo gelido per spezzarlo.

“Ho sempre avuto un brutto presentimento. Ace, per quanto si fosse piegato a noialtri, non ha mai rivelato la sua vera natura caratteriale” commentò, rigirandosi il pezzo di carta tra le mani “Però… Forse doveva andare così”.

“Voglio provare l’ultima spiaggia a riguardo” asserì il capitano, guardandola negli occhi e stringendo la sua mano, portandosela alla guancia e appoggiandovisi delicatamente sopra.

“Ovvero”? Hikari non riuscì a descrivere quella strana scossa che le si sviluppò lungo la schiena. Se aveva a che fare con la speranza o con il timore di sapere cosa, quella testa color pomodoro, stesse architettando.

“Andrò personalmente a parlare con Newgate. Gli chiederò di richiamare Ace, perché sono sicuro che non ha fatto rotta verso la Moby Dick” spiegò, mentre gli occhi di lei si sgranavano per la sorpresa e per l’incredulità.

“Questa è follia” rispose, scuotendo la testa, quanto la ferita permettesse. Cominciava a risentire della fatica per riuscire a sostenere una conversazione, ma a quel punto doveva andare avanti e sapere.

“Non ti darà mai retta” aggiunse.

“Può darsi. Però, per lo meno, mi sentirò la coscienza a posto. E potrò tornare ad occuparmi di Kaido, come prima”.

“Non ti sentirai mai la coscienza a posto, Shanks. Ti conosco” incalzò lei, piantandogli quegli occhi violetto, che tanto lo affascinavano ma che, al contempo, sapevano mettergli un po’ di inquietudine. E non era questione di haki, ma di sfumature.

Abbassò le spalle, sollevandosi pigramente dalla sedia, mentre lo sguardo aveva lasciato quello della sua donna e cadeva sulle coperte, via via più in basso, addolcito da un’espressione serena, ma rassegnata.

“Ci sono cose che possiamo fare, altre che non possiamo. Noi abbiamo fatto il possibile in nostro potere, Hikari. Molto probabilmente doveva andare davvero così” le disse, tenendosi il fianco ferito e appoggiandosi alla porta “Vado ad avvertire gli altri che ti sei svegliata. Lucky piangerà come una fontana” concluse con un sorriso.


Il Rosso, seduto su uno scoglio, guardava le onde infrangersi sul bagnasciuga, inebriato dall’odore di salsedine che la spuma sollevava nell’aria. Tuttavia i suoi sensi non erano del tutto rapiti dall’andirivieni ipnotico del mare che, di un azzurro intenso, si stagliava sovrano davanti a lui.

Si era chiaramente accorto della presenza alle sue spalle, e un sorriso malizioso gli si era dipinto sulle labbra sottili e sensuali. In verità lo stava aspettando, ma, conoscendolo, sapeva che poteva essere imprevedibile quanto un temporale estivo.

“Chi non muore si rivede…” commentò Shanks, alzandosi in piedi e girandosi lentamente verso l’uomo incappucciato innanzi a lui.

“Dov’è?” chiese l’altro, immobile.

“Non ci vediamo da tanto tempo e non mi saluti neppure”?

L’ironia di Shanks era palese, ma a Dragon provocava la solita irritazione tipica delle risposte che di norma la sua sottoposta gli rifilava. Doveva ammettere che quei due erano uguali in tutto e per tutto, quanto a carattere e faccia tosta.

“La prossima volta ti porterò un mazzo di carciofi, se vuoi”.

“Simpatico come un gatto attaccato ai coglioni” replicò Shanks con una risata “Vieni” aggiunse, facendogli cenno con la testa di seguirlo.



Quando Dragon sfilò al fianco di Shanks, raggiungendo l’infermeria, gli uomini presenti ebbero un sussulto: sapevano che il loro capitano conosceva bene quell’uomo, ma Dragon era pur sempre Dragon, classificato tra l’altro dalla Marina come il peggior criminale del mondo.

Un cenno della mano, però, li rassicurò all’istante e fece tacere gli animi, resi agitati solamente nel notare quella figura solenne, ove pure gli occhi erano celati dall’ampio cappuccio.

“E’ qui per Hikari” asserì il Rosso, mentre si avvicinava al suo vice “Ben, fai uscire Lucas dall’infermeria e chiunque altro ci sia dentro” ordinò, mentre il moro ubbidiva con un cenno del capo e poco dopo scortava Lucas – con lo sguardo attonito - e il resto degli operatori presenti nel piccolo edificio.

“Vai pure. Io ti aspetto qui fuori con i miei”.



Quando Hikari udì il cigolio della porta, alzò incuriosita lo sguardo, abbandonando la lettura del quotidiano stretto tra le sue mani. Ora riusciva a stare seduta con due spessi cuscini posti dietro alla schiena, cosicché potesse sgranchirsi un po’ dalla solita posizione supina, che per giorni era stata costretta ad assumere.

Ma non si aspettò esattamente la visita da quella persona. Si sarebbe aspettata di trovarsi davanti Shanks, Ben, Lucky, Yassop. O magari Eddie, con la sua sublime focaccia – aveva giusto un po’ di fame e Lucas l’aveva praticamente tenuta a dieta forzata fino ad ora.

Tutti, eccetto lui.

I suoi occhi si sgranarono e il giornale ricadde sulle sue ginocchia. L’uomo, dopo qualche istante, chiuse la porta alle sue spalle e si fece largo nella stanza, togliendosi il lungo cappotto di dosso e appoggiandolo sulla sedia lì vicino. Successivamente il suo sguardo si posò per diversi secondi sul corpo della donna, adocchiando tutte le fasciature presenti.


“Hai intenzione di stare con la bocca aperta ancora per molto?” domandò poi, avvicinandosi a lei e accosciandosi all’altezza del letto, alla sua altezza.

Lo stupore le stava annodando la lingua: riuscì a farfugliare qualcosa inerente al come avesse fatto a raggiungerli dalla parte opposta del mondo, quando i singhiozzi e le lacrime le fermarono anche quel pietoso tentativo di comunicazione.

“Come ho sempre fatto, Ankoku” rispose, mentre le braccia di lei gli si stringevano al collo e appoggiava il viso sulla sua spalla possente. Sollevando gli occhi al cielo – Dragon era tutto, fuorché un sentimentale – e brontolando qualcosa d’indistinto, non riuscì tuttavia a non ricambiare l’abbraccio. Era da tanto che non vedeva la mora piangere – esattamente poco meno di dieci anni, da quella volta e dai primi tempi che l’aveva presa con sé – e, seppur il suo orgoglio stesse facendo a cazzotti con la sua coscienza, riuscì a contraccambiare quella dolce stretta con un qualcosa di un po’ più rude, ma altrettanto assimilabile sotto tale definizione.

Quando i singhiozzi l’abbandonarono, si decise a sciogliere quell’abbraccio controverso, tirandosi di nuovo a sedere e ricomponendosi, asciugandosi le lacrime col dorso della mano.

Dragon la guardava con l’espressione rassegnata, tipica di chi agogna un risultato diverso da quel che riceve ogni volta, con un ciglio leggermente alzato e le labbra strette.

“Ti è spuntata qualche ruga in più, sai?” domandò ad un tratto Hikari, cercando di dominare il suo cuore in subbuglio. Era innegabile che provasse una stima e una gratitudine infinita verso quell’uomo, ma ragionò che il suo slancio affettivo appena sfuggitole, bastasse e avanzasse per condire l’ego smisurato del suo capo.

“Anche a te” replicò lui, piantandole gli occhi neri addosso, mentre lei abbozzava una risata sarcastica. Dopo di ché calò un teso silenzio.


Hikari sapeva che dovevano parlare di una questione importante, ciò nonostante stava aspettando impazientemente che lui prendesse parola. Ma dovette cedere lei per prima.

“Lo so capo. E mi dispiace” disse, abbassando lo sguardo sulle coperte “So che l’ordinamento prevede che io lasci il gruppo, però…” e i suoi pugni andarono a stringere le lenzuola “Io… Non…” e dovette combattere per evitare che nuove lacrime le rigassero il viso.

“Io non voglio tradire la tua causa, che è anche la mia… Come quella di tutti i miei compagni” aggiunse, appoggiando la fronte sulla mano e stringendo i riccioli tra le dita.

“Non dire idiozie, Ankoku” la interruppe Dragon, guardandola severo e impassibile come sempre. Sembrava avesse uno sguardo risentito nei suo confronti, ma la verità era che Dragon aveva quello sguardo accigliato di norma. Un po’ come Smoker e i suoi tratti e modi burberi.

“Non sono stato abbastanza prudente su quei trasmettitori” spiegò, mentre lei lo guardava allibita “Sono venuto qui a sincerarmi delle tue condizioni. Sono contento di vederti bene, nonostante quel che mi avevano detto” e si prese una pausa, prima di proseguire.

“E’ vero, Ankoku, che l’ordinamento prevede quello, tuttavia lo sai bene perché i compagni che vengono riconosciuti dalla Marina sono costretti ad abbandonare”.

Hikari fece cenno di sì con la testa, mordendosi il labbro inferiore.

“Ti affido al Rosso” concluse riprendendo il suo cappotto e sistemandoselo addosso “Tieniti la testa salda sul collo” aggiunse, facendo per andarsene, ma una mano gli bloccò il polso.

“Potrai sempre contare su di me, Dragon” gli sussurrò la donna, mantenendo lo sguardo fermo e sicuro nel suo. Non aveva avuto né il tempo, né la voglia di riorganizzare di quel poco i suoi pensieri, perché alla sola idea di dover separarsi da lui definitivamente – nonostante Shanks l’avrebbe accolta nella sua ciurma senza battere ciglio, questa volta – e dai suoi compagni, le provocavano un dolore così forte da essere in grado di azzerarle la ragione.

“Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me…” aggiunse tra i singhiozzi, stringendo con maggior forza il polso “Te ne sarò grata a vita… Capo”.


Le dita sottili mollarono la presa, abbandonando il braccio perpendicolarmente al letto. Ormai non le fregava più nulla di trattenere le lacrime: non se ne sarebbe fatta niente del suo fottutissimo orgoglio, perché a quell’uomo doveva davvero la sua vita e la sua libertà.

Perché tutto quel che aveva fatto fino ad allora – entrare a far parte dei Rivoluzionari, entrare come spia in Marina e addirittura l’incontro con Shanks – l’aveva fatto per volontà. Dragon, nonostante impartisse ordini, non si era mai azzardato a violare la libertà di pensiero e azione dei suoi uomini, forzandoli a fare cose che non volevano fare. Sapeva che la cosa migliore per lei era consegnarla al Rosso, perché risolvesse finalmente il suo passato e la smettesse di portarsi dietro tanto rancore.


Dragon sorrise amaramente, riprendendosi il polso e non voltandosi più. Si avviò verso la porta, la aprì e soltanto quando il suo braccio fu pronto a richiudersela alle spalle, si fermò un istante.

“Sei sempre stata la mia preferita, Hikari ” concluse.

Non si girò per vedere la sua reazione, ma immaginava il suo raro sorriso incorniciato dalle guance rese arrossate dal pianto, e quelle gemme che brillavano come cristalli.


Si ritrovò con Shanks, che ormai il sole splendeva radioso allo zenit. Come faceva di solito, si avvicinò con passo felpato, nonostante l’enorme mole che si portava appresso.

“Com’è andata?” domandò il Rosso, dandogli volutamente le spalle. Aveva per l’appunto deciso di aspettare fuori, nonostante fosse il capitano, non tanto per rispettare le eventuali informazioni riservate che avrebbero potuto scambiarsi, quanto per non violare l’intimità di quell’incontro.

Se Dragon si era preso la briga di giungere fin laggiù, voleva dire che Hikari era davvero importante per lui.

“Ho sempre cercato di proteggerla. E’ per questo che l’ho fatta infiltrare in Marina” disse l’uomo
“Sinceramente non me l’aspettavo questo epilogo” e si portò al suo fianco.

“Te l’affido, Rosso. Non farmi pentire di avertela riconsegnata. Che non le sia torto un capello in futuro, o ne risponderai personalmente”.

“D’accordo” rispose l’altro, distendendo il viso in un’espressione serena.


Il capo dei Rivoluzionari si avviò di qualche passo, verso la foresta verdeggiante che lambiva la spiaggia, per poi fermarsi ed aggiungere: “La Red Force è ormeggiata alla baia nascosta dell’isola. Offre la casa”.

E tra le risate leggere di Shanks il Rosso, grato e stupito allo stesso tempo, Monkey D. Dragon sparì nell’ombra.




- TO BE CONTINUED -







- Un passo indietro... Poi sempre avanti -


Ragazze! Eccola! Eccolaeccolaeccola!

Ci sono eh? Ci sono... @_@ Non sono riuscita ad aggiornare la scorsa settimana, purtroppo... Me ne dispiace, ma tuttavia, anche se stasera sono di corsa al solito, sono riuscita a buttarvi su il capitolo. ^^ Poi potrei anche morire, sono tornata ieri da Berlino e sono più distrutta che alla partenza. @.@

Dunque! Penultimo capitolo, signore mie... Con una sorpresa probabilmente gradita, soprattutto da Red Queen e Ale-chan. :p Che l'aspettavano da un bel po' questo personaggio meraviglioso, quanto lo è Dragon. <3

Confesso che mi è uscito un po' sdolcinato, nonostante il Boss di mezzo... Ma mi mancavano le manifestazioni di affetto da parte di Hikari, nei confronti di Dragon. :) Munitevi di insulina, va, si sa mai che vi si è alzata la glicemia. xD


Bene, al prossimo e ultimo capitolo ragazze. Ringrazierò tutte ovviamente nel 62, anche se non so più come
esservi grata. ^^' Non so se ruiscirò a postare martedì, per il semplice fatto che devo riscriverlo quasi totalmente. Parlando con Yu ci siamo accorte che potremmo dare un finale più soddisfacente di quello che avevamo pensato. Devo solo trovare il tempo per farlo, ma è già tutto in testa. xD

Un abbraccio grosso! ^^





Bea&Yuki

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Capitolo 62
*** E la guerra ebbe inizio - (the End) ***


CAPITOLO 62: E LA GUERRA EBBE INIZIO.
(Chapter soundtrack: Call to Arms - Manowar)


Anche se aveva detto che lo avrebbe fatto, non era stata sicura delle intenzioni Shanks fino alla fine.
Per riuscire ad arrivare fino a lì avevano dovuto abbattere tutte le flotte di sorveglianza che la Marina gli aveva messo addosso – compito non molto gravoso, anche se rimaneva una perdita di tempo. Ciò che rimaneva preoccupate era quell’incontro, dato che a dover cercare di dialogare erano due persone che difficilmente accettavano i consigli degli altri e talmente orgogliose da non accettare facilmente consigli difformi dai propri voleri.


“Ben, siamo sicuri che sia una buona idea?” domandò Hikari alzando un sopracciglio preoccupata.

“Non è per nulla una buona idea” rispose ridacchiando l’altro “Ma come pretendevi di convincerlo a rinunciarci”?

“Legarlo e imbavagliarlo?” propose lei.

“Stiamo a vedere cosa succede. Infondo non siamo qui per combattere”.

Andare da Barbabianca a fare due chiacchiere non era esattamente un avvenimento di tutti i giorni. Anzi, con tutta probabilità da quel giorno in poi la Marina sarebbe stata in stato d’allerta per paura di cosa mai avessero complottato Newgate e il Rosso – soprattutto dopo aver affondato le loro navi.

In realtà la visita non aveva scopi bellici, né tra loro né nei confronti del Governo Mondiale.

Shanks voleva semplicemente provare ulteriormente a fermare Ace. Se non ci erano riusciti loro, sicuramente il ragazzo avrebbe dato retta all’uomo per cui nutriva più stima, tanto da chiamarlo padre e da decidere di navigare sotto il suo Jolly Roger, abbandonando il proposito di restare capitano di una propria ciurma.


“Dubito che il vecchio dia ascolto al capo” osservò Lucky .

“Pure io” concordò Yassop sogghignando .

“L’importante è che non combini casini, quell’idiota” sbottò Ben “Sono stufo di doverlo sempre tirare fuori dai guai in cui si va a ficcare”.

“Non ci sperare troppo” asserì il cecchino “Lo sai com’è Shanks, non sa tenere la bocca chiusa e al vecchio non va giù la sua sfacciataggine”.

“Perfetto!” esclamò esasperata Hikari, mettendo le mani sulla vita.

Più rimaneva lì ferma sul ponte della Red Force a sentire gli altri commentare la calma piatta che proveniva dalla nave di Barbabianca, più si sentiva a disagio e l’impazienza cresceva dentro di lei. Avrebbe desiderato correre a bordo anche lei della nave dell’altro Imperatore per vedere come stava andando l’incontro tra i due uomini.

Ma era già tanto aver ricevuto il permesso di stare lì ad aspettare con tutti gli altri invece di rimanere in infermeria come avrebbe desiderato Lucas – il quale, dopo le mille insistenze della mora, aveva ceduto a condizione che non facesse neppure il più piccolo sforzo, altrimenti l’avrebbe sedata e riportata a letto.

Prese a battere il piede a terra, mentre l’ansia di quell’attesa cominciava a sembrarle soffocante e opprimente.

Sarebbe stata proprio una brutta cosa se avesse fatto anche lei una visitina a Barbabianca?


“Hikari, per l’amor del cielo, stai ferma!” sospirò Yassop, che nel vedere la ragazza logorata dall’impazienza, stava cominciando pure lui ad avvertire i primi sintomi dell’insofferenza per quella situazione.

“Oh, insomma, è già tanto se me ne sto qui buona” borbottò la donna.

“Tu te ne devi stare qui buona” intervenne Lucas con fare minaccioso.

“Sì, lo so che non devo far nulla di avventato” cominciò lei voltandosi verso il medico “Ma non sarebbe uno sforzo se camminassi un po’...”

“Salire a bordo della nave di Barbabianca è fuori discussione” intervenne Ben accendendosi una sigaretta

“E’ una visita di cortesia, mettiamola così, e non credo proprio che il vecchio la prenderebbe bene, se qualche uomo di Shanks lo seguisse di nascosto”.

Hikari si ammutolì, sconfitta da quella verità.

Per quanto volesse seguire Shanks e assicurarsi che non accadesse nulla di male, sapeva che proprio il suo ingresso avrebbe potuto far precipitare la situazione – e preferiva evitare lo scoppio di un’inutile battaglia, soprattutto dopo quella che si era conclusa da poco e per la quale si ritrovava ancora bendata.

Rassegnata, si appoggiò al parapetto tenendo i suoi occhi viola fissi verso la nave sulla quale era salito Shanks.

Sperava che riuscisse in qualche modo a convincere Newgate a richiamare Ace. Non le piaceva per nulla l’idea del suo amico in giro per i mari a dare la caccia a Teach – sul quale Shanks aveva parecchi dubbi per il suo comportamento – mentre il Governo Mondiale avrebbe continuato nei suoi progetti per mettere le sue mani su di lui.

Conoscendo Pugno di Fuoco e la sua avventatezza, dubitava fortemente che sarebbe rimasto lontano dai guai, anzi, la sua sicurezza eccessiva nelle proprie doti lo avrebbe sicuramente messo in pericolo. Ed era proprio per questa ragione che appena gli avrebbe rimesso le mani addosso gli avrebbe come minimo mollato un pugno per averla fatta stare tanto in pensiero.

Accadde tutto all’improvviso.

Il suono sordo di due lame che si scontrano con forza da far tremare non solo la nave sulla quale era avvenuto ma anche la Red Force. Poi, alzando gli occhi al cielo, tutti compresero molto chiaramente il motivo per cui Barbabianca e Shanks il Rosso erano due dei Quattro Imperatori del Nuovo Mondo e non due semplici pirati che solcavano quell’oceano.

“Le nuvole sono state tagliate!?” mormorò qualcuno.

“No” rispose qualcun altro allibito “Il cielo stesso è stato aperto”.

Con gli occhi rivolti in alto, le parole bloccate in gola di fronte a quello spettacolo spaventoso, Hikari rimase sconcertata e incapace di analizzare per diversi secondi la situazione. Quando finalmente lo sconcerto lasciò che i suoi pensieri tornassero a essere elaborati compiutamente, un senso di angoscia e apprensione l’invase.

Mosse un paio di passi in direzione della scala di corde che l’avrebbe portata alla scialuppa, ma la mano di Ben la fermò.

“Lascia stare”.

Prima che Hikari potesse protestare di fronte a quell’insensato ordine, udì le risatine divertite degli altri dietro di sé.

“Non aveva detto che si sarebbe trattenuto”?

“Io l’ho detto che non sarebbe mai stato capace di star fermo!” esclamò Yassop.

“Dovrebbero imparare a non perdere così facilmente la pazienza” commentò staccando un pezzo di carne Lucky.

“Ma non siete preoccupati?!” chiese sconcertata Hikari.

“Era impossibile sperare che non estraessero le armi, ma non c’è aria di tempesta” la tranquillizzò Ben tenendo gli occhi blu puntati verso la nave “La discussione ormai è finita, tornerà tra poco”.

“Quindi devo pensare che non sia andata come speravamo, eh?” domandò la donna abbozzando un sorriso amareggiato per quel fallimento.

Non ricevette risposta, perché era del tutto inutile.

Sospirò pesantemente. Ora l’unica cosa che rimaneva loro da fare era pregare che Ace fosse più cauto di quanto non lo fosse mai stato in vita sua e non facesse mosse azzardate per facilitare il compito della marina.

- Chissà perché, ma ho un pessimo presentimento! - pensò sconsolata Hikari, mentre osservava la scialuppa con su Shanks tornare verso la Red Force.



La dolce brezza mattutina le stava accarezzando il viso: aveva da poco salutato Lucas atto ad approfondire un grosso tomo di medicina, dopo la quotidiana medicazione della ferita.

E proprio mentre si perdeva a guardare i primi gabbiani, che sereni volteggiavano nel cielo tinto di rosa, il corriere del Grande Blu planò sul ponte della Red Force, richiamando la sua attenzione col giornale appallottolato su si sé.

“Grazie mille” disse Hikari, porgendogli il dovuto, prima che l’uccello spiccasse il volo e sparisse così come era venuto.

Srotolò il quotidiano, apprestandosi a leggere la prima pagina appoggiandosi al ponte di legno, quando la sua espressione si pietrificò all’istante.

Boccheggiò, sperando vivamente di stare ancora sognando, ma la brezza fresca che le scompigliava i riccioli indicava il fatto che fosse completamente sveglia.

“No. No, no, no! Non può essere!” urlò allarmata, dopo che riuscì ad inumidirsi nuovamente la bocca e a deglutire. Mantenendo in un primo istante gli occhi sulla pagina, cominciò ad avviarsi verso la sala da pranzo, prima a passi veloci e poi correndo.

Lucas, che in quel momento stava uscendo dall’infermeria per andare a mangiare un boccone, sfiorò quasi l’infarto nel vedersi sfrecciare la mora davanti a sé, per poi riprendere il controllo dei suoi sensi e mettersi ad ululare tutti gli insulti facenti parte del suo repertorio piratesco, per il divieto espressamente infranto dalla donna.

“Hikari, ma sei deficiente?! Non sei ancora guarita! Fermati!” fu l’unica frase normale pronunciata dal medico, in un mare di imprecazioni di ogni sorta.

Ma la donna parve non ascoltarlo. Come un uragano si fiondò nella sala, facendo prendere un colpo a tutti quanti, che videro praticamente una statua di sale, pallida come la morte, irrompere tra i tavoli e dirigersi correndo in direzione del capitano.

“Ma che ti prende?!” esclamò Shanks, quando la mora scaraventò il giornale sul tavolo. Ben guardava preoccupato il volto dell’amica, mentre in tutta la stanza era calato un silenzio tombale.

“Leggi” fu la risposta asciutta di Hikari, atta a riprendere fiato e colore.

Il Rosso, eseguendo l’ordine della sua compagna, prese il giornale ripiegato a metà e lo aprì: il vicecapitano e gli altri due ufficiali si strinsero attorno a lui, con Lucky che aveva addirittura mollato il cosciotto sul tavolo, il boccone buttato giù con un lungo sorso d’acqua.

Di una cosa, Shanks il Rosso, fu sicuro, così come gli altri: la notizia, tanto era stampata in grande, in grassetto e a caratteri cubitali, era impossibile non notarla. Di certo non poteva non catalizzare l’attenzione di chiunque.

Ma quel che fu peggio era il trafiletto riguardo alla tempistica dell’esecuzione.

“Ma porca di quella grandissima…” sussurrò affranto il capitano, appoggiando la faccia sulla propria mano
“Quell’idiota s’è fatto catturare”.

A quelle parole, l’espressione dipinta sul volto della ciurma della Red Force fu indescrivibile. Un senso di frustrazione maggiore di quanto potessero provare in qualsiasi altra eventualità.

Hikari, invece, aveva la vena della tempia che pulsava pericolosamente e i pugni chiusi, tanto tenacemente da renderli bianchi: “Io lo ammazzo” disse a denti stretti “Se non ci pensa la Marina, ci penso io a sotterrarlo sto deficiente! Lo sapevo!” urlò tanto da far increspare l’acqua “Lo sapevo che quell’imbecille si sarebbe fatto catturare, cazzo! Lo prendo a mazzate sulle gengive, lo ammazzo, lo ammazzo”!

Non fosse stato per Lucas che la fece tacere minacciandola con una siringa di sedativi, le sarebbe presa una sincope.

E mentre Hikari si sedeva e sedava la sua gola, resa secca dalla rabbia, con un grosso bicchiere d’acqua, il vice scoccò un’occhiata eloquente a Shanks.

“Ed ora?” domandò, prima di accendersi la solita sigaretta ed espirargli il fumo in faccia.

Shanks li guardò uno per uno, non sapendo se ridere o piangere. Abbassando le spalle e sospirando rumorosamente, lasciò cadere la testa sul tavolo, provocando un tonfo sordo, tanto che Hikari si strozzò con la bevanda e Ben quasi non ingoiò la sigaretta.

Il disastro ormai era accaduto, la paura più grossa che Shanks serbava in cuor suo – così come tutti gli altri pirati su quella nave – si era avverata.

Sicuramente Ace aveva incontrato Teach e aveva ingaggiato battaglia. In pochi, secondo i suoi calcoli, potevano tener testa al comandante della seconda flotta di Barbabianca, ma quel pessimo individuo rientrava nella ristretta cerchia di minacce.

E lui lo sapeva bene, l’aveva sempre saputo.

La Marina aveva fatto la sua sporca mossa e il Rosso cominciava a sospettare che quell’atto non fosse solamente volto ad incarcerare e giustiziare un pirata forte e pericoloso come Ace. Quello probabilmente era ciò che voleva far credere al resto del mondo, ma mai come ora Shanks, nella sua mente, ebbe chiaro il concetto di trappola.

Hikari lo osservò con gli occhi disperati. Vedeva che Shanks stava rimuginando qualcosa e sapeva bene cosa. Non era riuscita ancora ad inquadrare l’esito di quella situazione in termini concreti, ma sapeva bene cosa volesse dire scatenare un Imperatore.

Mosse qualche passo verso di lui, per poi fermarsi accanto a Ben, che dal canto suo cominciava già a stendere una strategia prima ancora che Shanks la domandasse.

Il Rosso si voltò verso la sua donna, con sguardo deciso seppur preoccupato.

“Lo so…” sussurrò, passandole la mano sulla testa e premendola leggermente sui suoi riccioli, per poi rivolgersi al resto dell’equipaggio.

“Invertite la rotta di centottanta gradi. Si parte per Marineford” ordinò con fermezza, mentre i suoi compagni più fidati scattavano ai posti di comando.


La guerra era iniziata.




- FINE -





Buonasera ragassuole... :)
Martedì non ero riuscita ad aggiornare, per cui mi ero ripromessa di farlo la prossima settimana. Ma per fortuna o sfortuna vostra, vedetela un po' come volete xD, sono a casa mezza influenzata. E quindi non potendo uscire di casa, ho avuto la scusa e opportunità per riscrivere il capitolo e pubblicare finalmente l'epilogo di questa fanfiction. E poi non volevo farvi aspettare troppo per l'ultimo capitolo, cavolo.

Diciamo che la vera fine è più quella del capitolo 61, perchè in questo in pratica ci ricolleghiamo con quel che è successo nel manga, usando la scusa della storia per far partire Shanks - in qualche modo avrà invertito la rotta, visto che era diretto verso altri lidi.

Insomma, sì, siamo arrivati alla fine. :)
Se devo essere sincera mi dispiace, più che altro perchè so di non aver tempo ora come ora di scrivere, dovendo masterare su un gdr di One Piece. Oltre a ciò lavoro ed impegni vari mi tengono lontana dalle fic, con mio sommo rammarico.

Ma non abbastanza per ringraziarvi di cuore, tutte quante. Grazie per avermi tenuto compagnia, per aver apprezzato a fondo questa storia nata per dare un po' di spazio ad altri personaggi molto spesso non trattati in questi termini, o non trattati del tutto.

Sono molto, molto felice del riscontro che ha avuto e del seguito. In praticolare un ringraziamento speciale va ad Ale-Chan e Red Queen che sono state le lettrici più tenaci e che hanno sopportato fin dall'inizio, arrivando sempre a recensire nonostante gli impegni quotidiani.

Grazie mille ragazze.

E grazie a tutti quelli che hanno lasciato una recensione, a quelli che hanno iniziato la storia quando ormai era alla fine, leggendosi d'un fiato tutta la mappanza di roba. A chiunque abbia letto e apprezzato anche una sola frase, alla compagnia che mi avete tenuto in questo anno e mezzo (quasi).

Spero di ritornare prima o poi con un'altra long fic, ma ora come ora non posso far progetti. Tuttavia mantengo viva la speranza - è facile comunque che mi leggiate in qualche oneshot, visto l'arrivo delle prossime vacanze estive (e due settimane di ferie non possono mancare, cavolo!).

Alla prossima ragazze! Grazie ancora di tutto! ^^




- Beatrix e Yuki689 -

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