Elements

di Your guardian Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cioccolata e panna ***
Capitolo 3: *** True or False? ***
Capitolo 4: *** Ricordi ***
Capitolo 5: *** La figlia dell'Acqua ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Titolo: Elements
Rating: Giallo? Arancione? Giallo aranciastro?XD
Genere: Fantasy, Shonen-ai, Romantico e Depr..Triste.
Personaggi: Un pò tutti ( amo Fay e Kurogane!XD) e nuovi personaggi di mia invenzione
Riassunto: Clow aveva cinque allievi, morti durante la Grande Guerra. Yuuko conosce la profezia secondo cui gli Elements torneranno e il Buio sconfigeranno composta dallo stesso Clow Reed in punto di morte: e capendo che i destini dei cinque si mischiano inesorabilmente con quelli di Sakura&co. riesce a scovarne le reincarnazioni.
Forse non sempre piove.
Perchè prima o poi il sole deve uscire.
Note: Ovviamente shonen-ai e potrebbero esserci personaggi OOC







E
lements





Prologo





Prologo





''Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo''

[Antoine de Saint-Exupery - Il piccolo principe]



 
Aprì gli occhi, tirandosi a sedere a fatica.
Le facevano male ogni muscolo del corpo, ossa e giunture incluse. Si sentiva come se qualcuno gliel'avesse spezzate una per una e rimesse in un ordine sparso e illogico: sospirò, ringraziando il cielo di essere ancora viva.
Almeno quello..
Si voltò verso i suoi amici: Noemi stava tirandosi in piedi, sorretta da Ryo, mentre Roberta e Fuij stavano tentando di aiutare Kurogane a risalire la buca provocata dalla grande esplosione: un Kurogane che reggeva fra le braccia Fay svenuto e sulla cui spalla saltellava Mokona.
Valerio e Tomoyo, poco più in là, erano intenti a tentare di rianimare Sakura, svenuta, con Shaoron e il dottor Shirogane accanto.
E mancavano..
Presa improvvisamente dal panico si guardò intorno, scorgendo, tra gli alberi, la figura si Shaoran avanzare tenendo in braccio qualcosa.
O per meglio dire
Qualcuno.
Giulia giaceva fra le braccia del ragazzo, con ancora lo scettro fra le mani: il volto livido e  profonde ferite sul braccio, sulla gamba e sul petto.
Sulla radura calò il silenzio.
Beatrice fissava quel corpo privo di vita con espressione semplicemente scandalizzata: non poteva essere morta, non poteva aver pagato il prezzo al posto suo.
Non poteva accettarlo.
Si sentì un tuono in lontananza, iniziò a piovere.
E a chi era sopravvissuto non restava che raccogliere i cocci del proprio cuore infranto.
Forse la pioggia avrebbe lavato il sangue.
Ma mai avrebbe cancellato il dolore di tanti amici perduti.



Ed eccomi quii!
Si, ho cancellato la precedente storia...Diamo spazio a un pochino di drammaticità^^
Ma giusto un pò XD

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Capitolo 2
*** Cioccolata e panna ***


C1
Dedicando questa storia alla mia beta, beal95, la mia sorella non di sangue.




C
apitolo I
Cioccolata e panna






cioccolata






We were strangers starting out on our journey
Never dreaming what we'd have to go through
Now here we are and I'm suddenly standing
At the beginning with you
[At The Beginning - Richard Marx and Donna Lewis]




Catania, un anno prima




« Mamma, spicciati!»
Beatrice Lomeo si infilò gli stivali e recuperò la sciarpa - caduta sotto il letto per qualche arcano motivo- spolverandola per bene.
Non era mai stata troppo ritardataria nè troppo puntuale ma quel giorno stava rischiando di arrivare tardi all'appuntamento con la sua migliore amica, Giulia. Il che l'avrebbe portata a essere strangolata dalla suddetta, cosa che voleva evitare.
« Bea, fammi vestire!» ribattè la signora Lomeo, correndo da una parte all'altra della propria stanza.
Beatrice però l'ignorò infilandosi in bagno.
Si specchiò alla ricerca di qualche cosa da sistemare.
Non che fosse orrenda, era anzi abbastanza carina, ma spesso trovava sempre qualcosa da ridire sul proprio aspetto: una volta i capelli troppo gonfi, un'altra qualche inizio di brufolo in posti fin troppo evidenti..
Beatrice Lomeo era alta, dalla pelle scura gli occhi color castagna e i capelli castano chiaro: era abbastanza snella da permettersi poche paranoie sulla linea e molte più visite al McDonald di quante se ne potessero, o volessero, permettere altre ragazze della sua stessa età.
Una ragazza normale sotto ogni punto di vista.
Ma la normalità, alle volte, è un equilibrio così fragile che basta poco per spezzarlo.
Un soffio di vento. Un’oscillazione troppo forte.
Il Destino.




Quando era a metà strada per arrivare al bar davanti cui avevano appuntamento Giulia le inviò un sms dicendole che si sarebbe attardata dieci minuti in libreria.
Tipico.
Scese dalla macchina e congedò sua madre dicendole che sarebbe entrata a prendersi qualcosa nell’attesa: la signora Lomeo le raccomandò candidamente di non dare confidenza agli sconosciuti e ripartì lasciandola sola davanti al bar.
Si voltò ed entrò dentro.

Appena entrata si sorprese nel non vedere nessuno a parte una ragazza, alta e vestita elegantemente, come una cameriera d’altri tempi.
Di solito, infatti, i bar di Catania si riempivano di gente che andava a comprarsi qualche cosa da mangiare o a fare l’aperitivo in attesa della cena..
Evidentemente, ponderò sedendosi al bancone, quello non era un locale esattamente frequentato.
Anche se non erano affari suoi.
« Buonasera, posso fare qualcosa per lei? »
La ragazza  dietro il bancone poteva avere massimo un anno più di lei ed era..
Obbiettivamente era molto carina: i capelli lunghi e neri e gli occhi azzurrissimi le davano l’aria di una di quelle bambole di porcellana per cui sembrerebbe quasi che il vento fosse fin troppo pericoloso. E poi..
Sinceramente aveva l’impressione di averla già vista.
Ma dove?
Ricambiò il sorriso dell’altra.
« Una cioccolata calda con panna. » mormorò.
Mentre quella gliela preparava notò per terra un orsetto che reggeva un cuore azzurro: agrottò le sopracciglia mentre lo raccoglieva perché le ricordava stranamente quello stesso orsacchiotto che poche settimane prima Giulia le aveva regalato.
Ed era..
No, non era possibile.
Giulia era in libreria, no?
« Ecco qui la sua cioccolata. » disse con un sorrisone allegro la moretta, piantandole davanti una tazza fumante di cioccolata calda con panna su cui aveva spolverato del cacao.
Le sorrise di rimando, ringraziandola con un cenno del capo per poi iniziare a bere la propria cioccolata.
Mentre era intenta in quell’operazione vide un ragazzo entrare nel locale.
E che ragazzo...
Se non fosse stata per quell’espressione seria e la benda nell’occhio destro, cose che gli davano un’aria molto più matura del normale, lo avrebbe preso per un suo coetaneo.
« Oh ciao! » fece allegramente la barista.
L’altro si limitò a un cenno educato del capo, sembravano conoscersi parecchio quei due!, prima di sedersi a un tavolo fissando Beatrice.
La castana, da parte sua, fu tentata di dirgli che era maleducazione fissare a lungo le persone ma aveva la testa fin troppo pesante.
E Giulia stava tardando..
Un minuto poteva chiudere gli occhi e dormicchiare.
No?
Mise le braccia incrociate sul legno chiaro del bancone e chiuse gli occhi, abbandonandosi al sonno.


Tomoyo ridacchiò.
« E con lei sono tutti! » cinguettò allegramente.
Shaoron ebbe uno sbuffo: la principessa del Giappone era sempre stata brava in certe magie..
E aveva versato nelle bevande offerte a quei cinque ragazzi – aveva anche palesemente flirtato con il maschietto del gruppo!- un potente sonnifero.
Ora non restava che portarli da Yuuko.
Ghignò appena prendendo in braccio la ragazza.
La osservò in viso, interessato.
Però...Non era affatto male.
Proprio per nulla.


Ed eccomi alla fine di uno schifo...avvincentissimo capitolo ;)
Se non ci fosse beal95
a renderli meno schifosi non saprei dove sbattere la testa. ( Leggete le sue storie, meritano davvero)
E non scherzo.
Passando ai ringraziamenti^^


valerio93: La morte è inevitabile nel cammino di ogni persona..E anche in quello della Giulia della storia: la sua morte è il preludio solo di un nuovo giorno, come avevo deciso fosse^^
Ti ringrazio comunque...


beal95: Sister! Ti ho fatto pubblicità XD Non pinagermi mon sughè, sennò come faccio io?
La storia è un pò come Aerith si. Un miscuglio di cose da cui vengono fuori le possibilità di riscattarsi.
O mio dio.
Troppo poetica? O.o
Comunque sugo non disperare...Non muoio!

P.s= per ora!XD


Robby Bonny: Massù massù, la morte era inevitabile XD


Ne_chan: Visto? Ho aggiornato v.v
E se non mi scrivi una recensione chilometrica ti tolgo Ryo tsk XD
Per l'immagine..Si, l'ho fatta io XD Ne metterò una a capitolo e forse nell'ultimo la nostra foto tutti insieme.
Forse.
Dipende se ce la facciamo


Ultima cosa: ma perchè nessuno commenta?T_T Mi accontenterei anche di uno ''Fai schifo''! Sarebbe construttivo perlomeno..Facciamo così: se non ricevo sei recensioni diverse non aggiorno.
Parola di scout v.v




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Capitolo 3
*** True or False? ***


Cap
Capitolo II
True or False?






Vero o falso?







Non capiva perché però..
Quando aprì gli occhi si trovava sospesa in una specie di lungo tubo blu. Brillavano delle lucine qui e lì, come le palline di un grande albero di Natale.
Ricordava di essersi fermata in quel bar dopo aver ricevuto un sms da parte di Roberta. Poi di essersi messa a parlare con quella cameriera dietro il bancone e di aver ordinato un bicchiere di aranciata: di aver visto quel ragazzo biondo comparire sulla porta e di essere crollata addormentata.
Che era successo?
Non ricordava assolutamente nulla, ecco.
La prima cosa che notò fu una pallina di fuoco, fuoco bruciante che arrivava verso di lei a velocità sostenuta e si coprì istintivamente il volto con le mani. Tuttavia quando potè riaprire gli occhi, dato che non sentiva nessuna sensazione di calore vicina scoprì con sorpresa che davanti a sé fluttuavano due pistole.
Piccole, ben proporzionate, brillavano di luce propria.
Noemi stese le mani e le due armi si posarono sui palmi.*



« NOEMI! »
Una secchiata d’acqua gelida le bagnò il viso e la costrinse a svegliarsi.
Si tirò immediatamente a sedere, annaspando pericolosamente: si voltò e diede un’occhiataccia a Roberta che la stava guardando con un’aria falsamente innocente che non avrebbe ingannato nemmeno un bambino di appena un anno.
Un momento però.
Guardandosi intorno si accorse che decisamente non era più in quel bar: la stanza dove si trovavano era di stile prettamente giapponese, essendo otaku certe cose non erano così difficili da riconoscere, e lei stessa era seduta su un futon ormai fradicio.
Ma cosa...?
Roberta parve interpretare la sua occhiata perché sospirò.
« Gatta, non so nemmeno io quello che è successo. Un momento prima ero bella tranquilla a bere un cappuccino, il secondo dopo stavo svenendo. » le raccontò.
Noemi e Roberta erano migliori amiche da una vita.
Se la prima era bassina, con i capelli biondicci e gli occhi azzurri la seconda era alta con i capelli e gli occhi castani.
Noemi era come il fuoco: vivace, iperattiva e, anche se il suo aspetto da angioletto innocente avrebbe potuto dire il contrario, era più simile al diavoletto della Tasmania che a una brava ragazza di città.
Roberta era la più responsabile e pacata delle due, un carattere decisamente in contrasto con quello di Noemi.
Il che le portava a litigare spesso, anche se per gioco.
Roberta comunque continuò a raccontare mentre la bionda si alzava e si portava davanti a uno specchio posto all’angolo della stanza.
« Quando mi sono svegliata ,poi, è entrato uno che assomigliava paurosamente a Watanuki... »
Noemi si girò a guardarla, tentando di liberarsi da quel pesante pigiama in cui qualcuno l’aveva avvolta.
Ma dove cavolo erano i suoi vestiti?
Uffa!
« Davvero?! » mormorò stupita, sfilandosi finalmente la parte superiore del pigiama. L’altra si limitò ad annuire, seduta comodamente sul pavimento.
« Non gli ho potuto chiedere chi fosse perché quando mi ha vista è diventato rosso rosso e mi ha lasciato dei vestiti per poi andarsene. » disse.
In effetti la castana indossava una maglietta nera con su scritto Yes, i’m in love with a vampire, jeans chiari e dei sandali alla schiava con tacco, nere.
Noemi sbuffò, togliendosi anche i pantaloni del pigiama proprio mentre la porta si apriva ed entrava..
Un ragazzo alto, dai lineamenti delicati che entrò nella stanza reggendo in mano un fagotto di vestiti e che si fermò sulla soglia, arrossendo vistosamente, quando vide Noemi mezza nuda.
Aveva grandi occhi azzurri e i capelli biondi che gli cadevano in ciuffi sulla fronte: alto, forse più di Roberta, era slanciato e ben proporzionato.
Insomma, uno di quei ragazzi che a vederli per strada si scambiano facilmente per il principe azzurro.
Le due ragazze lo guardarono con gli occhi decisamente spalancati.
Lui si schiarì la voce e tentò un sorriso, imbarazzatissimo. Si avvicinò velocemente alla seda più vicina e ci mise sopra gli abiti: poi si voltò verso le due ragazze e fece un inchino, arretrando verso la porta.
« Lascio questi abiti qui per la signorina Noemi da parte della strega delle Dimensioni... » annunciò con lo stesso sorriso sulla faccia.
Le due si guardarono stranite.
C’era qualcosa di strano in tutto quello.
Il bar, il sonno improvviso che le aveva colte..
La Strega delle Dimensioni...
O erano state rapite da una banda di fanatici...
Oppure la Strega delle Dimensioni...
Era davvero quella Strega delle Dimensioni.
Il che era molto probabile, arrivati a quel punto.
Comunque Noemi non fece una piega, avendo riconosciuto in  lui il ragazzo del bar: e, osservandolo meglio, dovette riconoscere che era dannatamente FIGO!
«Grazie! Tu come ti chiami? » chiese con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
« Ryo, signorina. Sono Ryo Halloween**, angelo del Destino. Vi consiglio di sbrigarvi però, dato che i vostri amici sono già svegli e stanno facendo colazione.»
Roberta si alzò: se c’erano loro amici, come il biondino aveva detto, forse non era tutto così spaventoso.
Erano in buona compagnia alla fine, no?
E poi doveva ricordarsi di aver visto quel ragazzo simile a Watanuki che le aveva portato gli abiti.
« Bene allora...Noemi spicciati, io vado con lui da questa strega.» disse la castana, sorridendo verso l’angelo che ricambiò il gesto, forse un po’ più rasserenato.
La biondina annuì.
Prima che i due potessero uscire, però, si avvicinò a Ryo – ed era ancora in intimo- e gli stampò un grosso bacio sulla guancia, facendolo trasalire e arrossire.

« Grazie di tutto!» gli sorrise allegra prima di prendere i vestiti e fondarsi a cambiare nel bagno.
Mentre usciva accompagnata dal biondino Roberta rise.
Sentiva puzza di coppietta all’orizzonte...






Colei che era chiamata la Strega delle Dimensioni era considerata una delle donne più affascinanti di tutti i mondi.
I capelli lunghi, di un bel nero corvino, scendevano in lunghe ciocche setose lungo le spalle e il corpo formoso coperto da un kimono rosso con uno sfondo di montagne nero.
I suoi occhi, anch’essi rosso sangue, stavano guardando il quadro che aveva davanti.
Una ragazza mora dagli occhi grigi ricambiava lo sguardo con intensità, i capelli raccolti in un morbido chignon da cui sfuggivano ciocche ribelli.
Era rappresentata vestita di bianco, con un grande fiocco rosso mentre era seduta al pianoforte e sorrideva tranquilla verso l’osservatore, circondata dal lusso della stanza.
Yuuko prese una boccata di fumo.
« Helena Swan, sacerdotessa di Giada. » mormorò, osservando con un sorriso il quadro. « Il viaggio inizia adesso, per tutti. »
Soffiò via il fumo che la avvolse come una creatura eterea.
Yuuko era bella, di una bellezza quasi demoniaca.
Quando era stesa sul suo divano e rifletteva fumando o bevendo sakè sembrava quasi come se i suoi occhi fossero il collegamento fra due mondi.
Inferno e Paradiso.
Morte e vita.
« Ed è da qui che parte tutto. I sogni e la realtà si mischiano, gli eventi si susseguono sempre nello stesso modo, come un anello da cui è difficile scappare. »
Chiuse gli occhi e sorrise.
Yuuko era divina, guardata con rispetto e timore insieme.
I suoi poteri erano temuti e ricercati, il suo negozio era un via vai continuo di persone che volevano qualcosa e pagavano un prezzo adeguato.
Eppure in quella storia erano immischiati tutti.
Dal primo all’ultimo.
« Guiderò quei ragazzi perché come tu hai donato la tua vita per me io possa salvare la loro. Lo giuro. »




* Avete presente il primo mondo, quello in cui ci sono quegli strani cosi...I Kudan? XD Ecco, ho immaginato la stessa scena dove Shaoran e Kurogane incontrano i propri!
Mi dispiace ma mi piace troppo!
** Un nome e un programma, eh?XD




Angolo della vostra demen...Autrice^^'





Beh, che dire?
Eccomi qui dopo mesi...Settimane, dai, di silenzio XD
Anche se non ho le sei recensioni che avevo chiesto. Per stavolta mi accontento v.v
Dunque...Pronti?
No, non è pronto! XD n.d un Ryo apparso da chissà dove.
Mi chiedo perchè non cambio mestiere...Comunque! Ringrazio moltissimo tutti voi, recensitori, e dò un caloroso benvenida! a ValeXAnime che è stata tanto gentile da recensirmi!
Grazie!
E non ti preoccupare, non ha importanza se recensisci ora o più tardi...Io aspetto ;)

E a tutti...
Recensite!


P.S= Martedì è il mio compleanno, mi sento buona e pubblicherò una speciale storiella ;) Ci si vede!<3

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Capitolo 4
*** Ricordi ***


Capitolo III

Ricordi















 
 
Yuko-sama...


Yuko-sama non piangere per favore.


Yuko-sama noi ci rivedremo!


Yuko-sama, così farai piangere anche noi...



Yuko-sama, sii forte. Noi ci rivedremo!
 
Gentili, gentili parole.
Yuko-san sospirò forse per l'ennesima volta in quella giornata, abbandonando l'aria allegra e gioiosa che solitamente indossava come una maschera di fronte agli altri.
Fra le mani stringeva l'ultimo regalo che qualcuno le avesse mai fatto.
Una stella a quattro punte con al centro il simbolo Kanji dell'acqua: apparentemente un comunissimo gioiello come se ne potevano trovare in una gioielleria, ma per la Strega delle Dimensioni aveva un alto valore affettivo.
Qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto capire.
Qualcosa che forse non sarebbe mai tornato.
Sospirò.
Gentili, gentili parole.
 
Aprì la porta della stanza in cui aveva dato ordine a Watanuki di accogliere i suoi ospiti, rimanendo divertita di fronte alla scena che le si parò davanti.
Quella che era la ragazza più alta di tutte - tale Roberta- stava chiaccherando fitto fitto con Tomoyo, indicando con un sorriso i gingilli che la seconda indossava fra i capelli, probabilmente chiedendole consigli sulla sua stramba acconciatura: poco più in là Beatrice e Giulia - la ragazzina dai capelli riccissimi e gli occhi castani e l'espressione perennemente imbronciata- stavano osservando Maru e Moro tracciare disegni sulla faccia di Doumeki che, dal canto suo, fissava apaticamente chissà cosa.
Forse riflettendo o forse esercitandosi mentalmente a una nuova sfuriata di Watanuki, non si sarebbe mai potuto dire.
O magari entrambe le cose.
Ma dal canto suo Watanuki stava rimproverando Valerio e Mokona nero per la voracità con cui mangiavano quei deliziosi bignè alla crema che gli aveva ordina...chiesto.
Infine, cosa che la fece sorridere maliziosamente, Ryo stava mostrando a Noemi alcuni giochi di magia, facendo comparire e scomparire una colomba bianca.
Oh fra quei due c'era qualcosa...Una connessione.
Era ancora acerba, ma sapeva che sarebbe cresciuta e maturata come una pianta. Un arbusto forte e vigoroso che sarebbe riuscito a mettere radici presto.
Bisognava solo pazientare.
Il dottor Shirogane era chino sulla propria valigetta nera di cuoio, in cui avrebbe custodito ciò che apparteneva alla sua professione: medicine, siringhe…
Accanto a lui Shaoron e Fuij stavano osservando ciò che faceva, con lo stesso sguardo acceso e incuriosito di un corpo in pieno rigor mortis.
E non è che fosse colpa loro alla fine: uno era il fratello pirata di un viaggiatore di dimensioni nonché archeologo, l’altro –etereo e immutabile nella sua bellezza di diciassettenne nonostante avesse ben duemilanovecentotrè anni - era il principe dei vampiri, un povero ragazzo che si era visto morire la principessa da lui amata fra le braccia.
In quella stanza c’erano colori, suoni e odori.
E soprattutto c’era un calore che non sentiva da tempo.
Si schiarì la voce, attirando l’attenzione di chi stava dentro la stanza.
Bene.
La missione raggruppali tutti dentro una stanza era completata.
Sfoderò il suo miglior sorrisetto malizioso.
« Miei cari, è un onore per me avervi qui…» disse, ammiccando verso i cinque amici – Roberta, Noemi, Giulia, Beatrice e Valerio- che la stavano guardando con una faccia simile a quella di qualcuno che vede spuntare un topo ballerino da una scatola di scarpe.« Non sapete che fatica è stata per me trovarvi! Cento anni di ricerche…Una vera tragedia!» fece melodrammaticamente, abbandonandosi fra i cuscini che Maru e Moro avevano precedentemente disposto per lei.
Mokona nero le portò il sakè che Shirogane si era premurato di trasportare dalla sua dimensione: con calma la Strega afferrò la bottiglietta e stappò il tappo di sughero, bevendone un sorso.
« Tutto questo è impossibile.» affermò con aria quasi esaspetata Giulia. Era una ragazza carina tutto sommato, con i capelli lunghi e ricci, la pelle abbronzata e gli occhi castano scuro, nascosti da un paio di occhiali dalla montatura moderna.« Insomma…Siete quasi tutti un fumetto delle CLAMP! Come ci siamo arrivati noi qui?»
Oh beh, una domanda più che legittima.
« E soprattutto…Qualcuno mi spiega perché cavolo indosso un kimono?!» sibilò Giulia, indicando i vestiti che indossava.
« Chiedilo a Tomoyo, è lei che ha scelto i vostri abiti. E comunque non esistono le CLAMP, noi non siamo un fumetto…Ma semplicemente dietro quel nomignolo mi nascondevo io. Dovevate sapere, dovevate comprendere…Prima di oggi. Sapere che mondi vi attendono, conoscere i personaggi che potreste incontrare.» sospirò, bevendo ancora un sorso di sakè. Si leccò le labbra, osservandoli con la sua solita espressione furba e maliziosa insieme.
« Voi siete collegati a questo mondo. Le vostre anime, le vostre vite sono state da sempre attirate qui, da questo momento. Il momento in cui io vi renderò i ricordi delle vostre vite precedenti…Le vite che avete trascorso in altre dimensioni.. Con altre persone.
Se siete pronti ad affrontare questo viaggio io posso anche darvi la possibilità di farlo: se non sarete convinti di ciò che vedrete..» sorseggiò ancora il sakè.« Nessuno vi impedirà di andarvene. Ma se vorrete rimanere dovrete pagarmi un prezzo. Allora, che decidete?»
Il silenzio che era calato sulla stanza era quasi…Irreale.
Ci fu un respiro brusco.
Poi Beatrice si alzò, nel fruscio dei pantaloni di jeans che indossava, e si mise davanti a lei.
Lo sguardo era quello di chi, in fondo, sapeva di non aver nulla da perdere.
« Bea! Che stai facendo?»
« Non abbiamo nulla da perdere, no? E allora io voglio rischiare. In fondo, non è detto che la strega non dica la verità.» sussurrò la ragazza.
Si vide Giulia esitare un attimo prima di raggiungere Beatrice. Roberta e Noemi si scambiarono un lieve sguardo d’intesa e annuirono prima di correre verso le due amiche: Valerio afferrò ancora dei bignè, ficcandoseli in bocca e si pose accanto alle sue amiche.
Yuko sorrise.
Lo sapeva.
Bastava premere i tasti giusti in fondo…
Alzò un braccio, sussurrò poche parole.
E i cinque caddero a terra addormentati 


Vado come al solito di fretta XD
Quindi grazie a tutti coloro che mi seguono!
Non ci sono parole per voi *_*
Grazie, grazie, grazie!:D

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Capitolo 5
*** La figlia dell'Acqua ***


Capitolo IV

La figlia dell'acqua

Castello

 

 

Svegliati svegliati figlia dell'acqua.
Svegliati e compi il tuo destino.

 

Beatrice aprì gli occhi di scatto e alzò la testa, sentendo la bocca impastata di sabbia.
Si trovava sulle rive del mare, a quel che vedeva, ed era distesa a pancia in giù: si alzò spolverandosi i vestiti dalla sabbia appiccicosa e si specchiò nel mare.
Indossava un paio di jeans - ricordò distrattamente che erano uguali a un paio che le avevano regalato, dei pinocchietto blu con paiettes più scure a decorarne in bordi- e una maglietta dal colletto ricamato, azzurro anche quello, con un paio di sandali.
Almeno quelli erano bianchi.
Una volta toltasi la sabbia dalla bocca di guardò in giro, scorgendo un castello costruito sulla roccia, proprio accanto al mare: mosse un passo per raggiungerlo ma proprio allora qualcosa attirò la sua attenzione.
Era una ragazza che più o meno...Beh, era la sua copia a vent'anni, con l'unica differenza di un bel paio di occhi verdi al posto del suo castano: Beatrice inaricò un sopracciglio e, curiosa come era sempre stata, raggiunse la ragazza per chiederle informazioni.
« Oi...Ahem, scusa, non è che potresti...»
Nulla, quella sembrava non vederla nemmeno.
Un pò scocciata Beatrice si mise davanti alla ragazza, decisa ad avere le informazioni che cercava, ma l'altra - evidentemente non la vide- la oltrepassò senza problemi...Passandole attraverso, come se fosse fatta di pura aria.
Bea si portò una mano al ventre, boccheggiando.
Ma cosa...
« Non può vederti perchè questo è un tuo ricordo.» disse una voce alle sue spalle.
La ragazza si voltò verso la provenienza della voce, scorgendo...Beh, scorgendo un grande drago azzurro, dagli occhi bianchi come perle che la fissava tranquillo, guardandosi di tanto in tanto le zanne.
« Oh..» le riuscì di dire.
Oh.
Ma che razza di risposta era? Vabbè che incontrare un drago alto quanto un palazzo di dieci piani non era una cosa certamente comune ( e non lo è tutt'ora) ma restare lì impalata a fissarlo a bocca aperta...Beh, date tutte le cose che le erano successe non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto.
« Sei un ricordo anche tu?» chiese, dopo qualche attimo di silenzio.
Il drago rise, o almeno a Beatrice sembrò che quel verso indecifrabile fosse una risata divertita, e scosse il testone.
« No, io sono un protettore..Tutti i bambini ne hanno uno: in ogni vita, quando rinascete, noi siamo lì a proteggervi dalle cose brutte. E se non ci riusciamo è solo perchè qualche protettore, forse più forte di noi, ci ha sconfitti. Ma in ogni vita c'è qualcosa che protegge...E beh, noi proteggiamo voi, invisibili e silenziosi, incorporei come l'aria stessa.
Siete voi che da bambini parlate con noi, ci vedete: ma da grandi perdete questa capacità.»
« E perchè?»
« Beh, dimenticate di sognare: arrivano mille e mille preoccupazioni che non vi permettono di continuare a sognare come una volta. E' per questo che Yuuko-san ti ha mandato qui: devi recuperare i ricordi del tuo passato e cercare di allenarti a non perdere quella capacità di sognare che ti porti dietro da bambina.»
La ragazza annuì, restando in silenzio qualche minuto ad osservare il mare infrangersi in bianca schiuma contro la spiaggia.
« Cosa devo fare?» chiese alla fine, lo sguardo fattosi improvvisamente serio: effetto delle parole del drago o qualche giuzzo di memoria che si affacciava timidamente alla sua mente? Miei cari lettori, non saprei proprio dirlo perchè Beatrice non me lo disse mai.
Ma se volete la mia modesta opinione ritengo un mix delle due cose.
« Devi seguire quella ragazza, Kimberly di Giada, attraverso il suo più doloroso ricordo: la morte della sua migliore amica. Solo allora, alla fine, capirai chi sei, saprai quale strada è giusto percorrere: e sarà allora che io ti tirerò fuori da qui.»
Fidandosi delle parole del drago Beatrice corse via, seguendo Kimberly su per la strada che portava al castello.
Verso quella che sarebbe stata la prima, grande prova da affrontare.
Rivivere il dolore della morte di qualcuno di caro non sarebbe stato facile nemmeno per l'anima più forte del mondo, il Grande Drago ne era perfettamente a conoscenza: non impazzire, non urlare contro il cielo il proprio dolore è davvero difficile.
Ma bisogna andare avanti.
Bisogna capire che alle volte una morte può essere la spinta ideale per combattere la più grande delle battaglie.
La vita.
Devi capire chi sei, figlia dell'acqua, prima di sapere cosa devi fare.



 

Grazie della cortese attenzione!
Con mio grande rammarico non posso ringraziarvi come si deve...E l'immagine non si vede: almeno nel mio computer.
Alla prossima!

The next;
Quando il mondo ti crolla addosso.

 

 

« La storia potrebbe ripetersi, vero?»
«  Si, esiste una possibilità.»
 
 

 


 

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