• Please, don't be in love with someone else.

di stylessmurf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** You look like a chocolate! ***
Capitolo 3: *** A place. ***
Capitolo 4: *** First Date. ***
Capitolo 5: *** Yeah, I'm jealous. ***
Capitolo 6: *** What are you thinking right now? ***
Capitolo 7: *** Just a Song. ***
Capitolo 8: *** You light up my world. ***
Capitolo 9: *** Pretending. ***
Capitolo 10: *** I was the reason for that smile. ***
Capitolo 11: *** All about you and me. ***
Capitolo 12: *** Centimeters. ***
Capitolo 13: *** I'll be honest when I'll be drunk. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


Please, don't be in love with someone else •

 

Prologo

 

Io sono la migliore amica di una star.
Cosa si prova? Beh, orgoglio.
Un grandissimo orgoglio, perché la persona a te più cara
è riuscita a coronare i suoi sogni.
Io sono la migliore amica di una star.
Cosa si prova? Beh, felicità.
Una grandissima felicità, perché la persona a te più cara
ora è conosciuta ovunque, e tutti l'amano.
Io sono la migliore amica di una star.
E da quando è così, mi sento incredibilmente vuota.

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Capitolo 2
*** You look like a chocolate! ***


You look like a chocolate! •

 

Ero lì, tranquilla, a poltrire, quando un cuscino mi colpì in piena nuca. Un ottimo risveglio, devo ammetterlo. Ma oramai mi ero abituata a tutto quel caos, mi ero abituata a loro. Anche se non ci sarei mai, e dico mai riuscita (e probabilmente, nemmeno avrei provato a sopravvivere) se non fosse stato per lui.

«Maaaaars! C'è la colazione!» Ecco, come al solito si introduceva nei modi più strani nei miei pensieri. Ma d'altro canto, non potevo farci nulla. Lo adoravo troppo per negargli qualsiasi cosa.

Un precedentemente ovattato rumore di passi si fece più vicino, ma era calmo: quasi cercasse di svegliarmi dolcemente, o meglio, nei limiti della dolcezza. Sentì il calore della sua mano sulla spalla coperta dalla mia enorme maglietta-pigiama viola.

«Mars, dai svegliati! Non vorrai che Louis e Zayn arrivino a non lasciarti nemmeno una briciola, vero? Perché non manca molto..» Doveva svegliarmi, ma la sua voce era fin troppo ipnotizzante per me. Come l'idea del rimanere senza cibo, d'altronde. Spalancai presto gli occhi, trovando due enormi occhi azzurri-verdi ad osservarmi ridenti. Lo vidi piegato sulle ginocchia e gli sorrisi, quando la sua cascata di riccioli castani ricadde dolcemente ad accarezzarmi il viso per un po'. A mia volta gli accarezzai una guancia, con una dolcezza che era tipica di noi. Rise roco e mi scompigliò i capelli, rialzandosi e facendomi segno di alzarmi in fretta, e così feci. Agli occhi di tutti, potevamo sembrare due fidanzati che si danno il dolce risveglio, ma per capirci davvero bisognerebbe vivere dentro noi. Il nostro affetto-rapporto è qualcosa che solo noi riusciamo a comprendere, e sarà così fin quando sarà il mio migliore amico. Mi alzai dal letto leggermente barcollante e mi diressi pigramente verso la cucina, strofinandomi gli occhi semichiusi. Immediatamente, quando varcai l'arcata rettangolare in legno, sentì un qualcosa di estremamente caldo sulla mano. Molto, molto caldo.

Urlai per la leggera ustione spalancando gli occhi stanchi su quella che sembrava una brioche appena sfornata. La feci saltellare da un palmo all'altro per poi lanciarla su un piatto.

«MA SIETE COMPLETAMENTE RINCRETINITI?!» Tuonai, rossa come un pomodoro per la rabbia.

«'Giorno Mars, dormito bene?» Mi chiese una voce a qualche passo da me, mentre scostava la sedia vicina al tavolo per riprendere a mangiare tranquillamente.

«LOUIS TOMLINSON, prima o poi TI UCCIDO» Intimai, pronunciando il suo nome quasi fosse una delle peggiori bestemmie. O una maledizione Maya.

«Scusami Mars, se non avessi fatto le brioche non ti saresti scottata..» Confabulò il biondino alto quanto me che stava ai fornelli.

«Non preoccuparti Niall, non potevi sapere a che stadi arrivasse l'idiozia di Louis» Sorrisi e lui mi sorrise di rimando, tornando a far ondeggiare sulla padella quelle che sembravano delle future frittelle. La fragranza gustosa mi spinse a chiudere gli occhi, un ammasso di ricordi estremamente dolci mi riempì la mente..

«Oddio! Le ragazze di twitter mi amano! ~» La voce di un Zayn particolarmente euforico mi distrasse e roteai gli occhi al cielo, allontanando la sedia dal tavolo per sedermici.

«Zayn, lo ripeti da questa mattina!» Fece un Liam particolarmente impegnato nello strimpellare con la chitarra, nella speranza di un'illuminazione per la canzone originale che avrebbero dovuto scrivere per fine estate. Mi salutò con un “'Giorno” distratto e da lì capì che era meglio lascialo lavorare.

Mi guardai in giro: dovevo ancora abituarmi a quella luminosissima cucina. E come se non bastasse, quando il mio migliore amico entrò nella stanza, sorridente come sempre, essa parve brillare ancor di più.

«Frittelle e Brioches, Harry!» Annunciò allegro Naill. Harry gli diede una pacca sulla spalla e prese a guardarmi ridente. A quanto pare, avevano rievocato in noi i medesimi ricordi.

 

 

«Tesoro, oggi abbiamo degli ospiti a cena, vengono da molto lontano. Saranno una signora ed il suo bambino, avete la stessa età, quindi potete giocare insieme.. Sii carina con lui, mi raccomando»

«Va bene mamma!» Disse la bimba dai codini castani, annuendo. In quel momento il campanello suonò, e la madre della bimba si precipitò frettolosa alla porta. Quando la aprì, dopo aver gentilmente salutato, entrarono dentro casa una donna dai lunghi boccoli castani e due grandi occhi verdi; accanto a lei, un bimbo di circa quattro anni, con riccioli castani e occhi azzurro cielo; le guanciotte rosse e la pelle chiara, come un piccolo angelo.

La bimba si avvicinò a lui, nel suo bel vestitino lilla, e lo salutò con un cenno della mano.

«Ciao! Io sono Martina, tu sei..?»

«Harry.. Mi chiamo Harry»

«Ma lo sai che hai degli occhi carinissimissimissimi?»

Il bimbo arrossì, spostando lo sguardo in basso.

«Ti va di fare un gioco?» Propose la bimba, d'un tratto. Lui la guardò spalancando gli enormi occhioni, e ben presto le sue labbra si aprirono in un sorriso raggiante.

«Sì, 'Mars'!»

«'Mars'?»

«Sì! E' carino, non trovi? E poi sembri un cioccolatino!» Rise, afferrandole la mano.

«Bambini! A tavola!» Sentirono la mamma di Martina chiamarli, e la bimba fece strada fino alla cucina.

«Mi scuso davvero per essermi confusa.. Ma è l'abitudine!» Si giustificò, in un certo senso, la madre di Harry «Insomma, non sono ancora abituata al cambio d'orario, pensavo che saremmo arrivati di mattina..»

«Non si preoccupi, non si preoccupi!» Rise la padrona di casa. Presto anche i bimbi notarono le frittelle e le brioches nel cesto che la donna aveva portato.

Risero di gusto, e per quella sera cenarono con Frittelle e Brioches.

 

 

Finita la colazione, andai in camera per rendermi presentabile. Mi fermai davanti allo specchio e mi osservai, quasi curiosa. I miei capelli erano sempre uguali, solo molto più arruffati del solito. La mia pelle era pallida e, come sempre, le guance rosa erano l'unica cosa in grado di dare un po' di colore al tutto. Gli occhi erano quelli di sempre: un color cioccolato con sfumature dorate all'interno.

Sono una ragazza di sedici anni che vive con cinque ragazzi, per di più star. Tutti i ragazzi, insieme, sono i One Direction. Harry Styles è il mio migliore amico da quando avevamo appena quattro anni l'uno, ed è la persona più importante per me. Ho stretto amicizia anche con gli altri ragazzi, e per tutti ora sono una specie di sorella, la “mente pesante” del gruppo. Ecco perché ho iniziato a vivere insieme a loro. Non c'è imbarazzo o altro tra di noi, solo una sana e salda amicizia.

Ma nessuno, per me, è come Harry.

Lui mi completa: senza di lui non saprei cosa fare, dove andare o per quale motivo respirare. Lui è il mio tutto, e nessuno potrebbe mai sostituirlo. Mi sono trasferita dall'Italia in Inghilterra per lui, e adesso è persino la mia famiglia.

Salve, mi presento: Sono Martina, detta Mars, vivo con cinque ragazzi ed il mio migliore amico è una star.

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Capitolo 3
*** A place. ***


A place •

 

Quel giorno avevo deciso di accompagnare i ragazzi durante i loro “impegni da star”. Solo perché mi avevano implorato..

Ma chi voglio prendere in giro, avevo fatto la 'preziosa' solo per sedermi davanti nella grande macchina di Louis -che poi non era di Louis, bensì di tutti e cinque i ragazzi, solo che Louis era l'unico a poterla guidare, per il momento-, in realtà morivo dalla voglia di accompagnarli, visto che oggi avrebbero registrato la loro versione di “Only girl in the world”, volevo esserci in un momento tanto importante, volevo esserci perché Harry voleva che ci fossi, ed a lui non avrei mai potuto dir di no, mai, nemmeno tra un secolo.

Avevo deciso di indossare abiti semplici, una maglia larga verde acceso, una gonna di jeans con sotto leggins bianchi e converse verdi. I capelli legati in due codini bassi con elastici anch'essi verdi.

Quando entrammo in macchina, i ragazzi iniziarono a 'provare' la canzone, così, per gioco, ed io sparavo dei commenti divertenti su quanto li facesse sembrare montati. Tutti tranne Harry, però.. quando era lui a cantare sembrava semplicemente un ragazzo pieno d'amore..

Ebbi un brivido, ma provai a non dargli peso.

Quando arrivammo allo studio rimasi a bocca aperta: era un edificio enorme, con moltissime vetrate, e dall'interno era ancora più fantastico: tutto rigorosamente bianco e laccato, tutto estremamente moderno. Lo studio dei ragazzi era al ventiduesimo piano, e quella costruzione doveva averne almeno una trentina.

Prendemmo l'ascensore -che sembrava dovesse portarci direttamente sulla luna, per quanto tempo ci metteva- e arrivammo finalmente al piano, dove una porta blu laccato spiccava nel bel mezzo di tutto quel bianco lucido. Liam non fece in tempo a bussare che un uomo sulla quarantina dimostrati decisamente poco aprì con un sorrisone.

«I One Direction sono arrivati! Non posso crederci.. Tomas Fraggan, ma potete chiamarmi Tom! Accomodatevi, prego!» L'uomo si scostò dalla porta per far passare i ragazzi e poi me, squadrandomi con particolare interesse. Era un po' più alto di me, di carnagione rosea, due occhi verde acqua e capelli castani corti e spettinati.

«Oh, tu devi essere Martina, l'Italiana, nonché migliore amica di Harry. Sbaglio forse?» Mi chiese, stupendomi non poco del fatto che fossi “famosa” anche io.

«No, affatto» Mi resi più convincente con un movimento del capo «Ma per tutti sono solo 'Mars'» Chiarì sorridendo.

«Hai un bel volto, Mars. Non sarebbe difficile piazzarti sul grande schermo.» Mi sorrise a sua volta, per poi dirigersi verso i ragazzi. Io? Mars 'solo Mars'? No, insomma, al momento preferivo rimanere davvero solo Mars.

«Bene ragazzi! Su', nella sala registrazioni, di là, andiamo!» Prese ad incitare Tom, mentre spingeva i ragazzi nella sala registrazioni.

«Harry! Ragazzi.. buona fortuna» Sorrisi ad Harry che tornò indietro per abbracciarmi,

«Sei fantastica» Sussurrò appena, dandomi un bacio sulla fronte. Io arrossì, ma lo cacciai via con uno spintone amichevole prima che potesse vederlo. Arrossivo alla minima cosa, specialmente quando c'era lui di mezzo. Era.. nella norma. Con gli altri di solito no, non mi capitava. Ma insomma, non avevo mai dato peso a queste cose: non avrei mai paragonato il mio rapporto con Harry a nessun altro, perché era unico.

Dopo alcune spiegazioni di Tom, i ragazzi iniziarono a cantare.

 

«I want you to love me, like I'm a hot guy
Keep thinkin' of me, yeaah , do in what you like..»

 

«So girl forget about the world,
cuz it's gon' be me and you tonight.
I'm gonna make your bed for ya,
and then I'm a gonna swallow my pride..»

 

 

 «I'm gonna make you feel like you're the only girl in the world,
Like you're the only one that I'll ever love,
Like I'm the only one who knows your heart,
Only girl in the world..
Like I'm the only one thats in command,
´Cause your the only one who understands
How to make me feel like a man,
only girl..

 

Take me for a ride, ride
Oh, Baby take me high, high
Let me make you first, first
Make it last all nigh, night.

Take me for a ride, ride
Oh, baby take me high, high
Let me make you first, first
Make it last all nigh..

 

I'm gonna make you feel like you're the only girl in the world,
Like you're the only one that I'll ever love,
Like I'm the only one who knows your heart,
Only girl in the world..
Like I'm the only one thats in command,
´Cause your the only one who understands
How to make me feel like a man,
Only girl..»

 

Dovetti trattenermi terribilmente per non cominciare a saltare dalla gioia. Harry ed i ragazzi erano riusciti a realizzare i loro sogni, ed ora una vita da star li attendeva. Io ero, in un certo senso, rimasta indietro. Ma questo in mi importava, volevo solo che fossero felici. Tom gli rivolse un sorriso raggiante ed alzò i pollici nella loro direzione. Si abbracciarono, uniti e compatti. Felici. Una felicità della quale mi sentivo sempre meno parte, nonostante gioissi con loro e per loro.

Loro erano un gruppo, avevano qualcosa di speciale da condividere. Io ero solo 'l'amica dei One Direction'. Probabilmente dovevo solo continuare ad ignorare il fastidio che quella situazione, spesso, mi provocava. Mi presi di coraggio ed entrai nella sala di registrazione con loro, ed il primo abbraccio che mi arpionò fu quello di Harry.

«Ehi, siete stati fenomenali!»

«Se non ci fossi stata tu non ci sarei riuscito»

Quella frase mi lasciò leggermente sbigottita, imbarazzata ma euforica allo stesso tempo. Lui aveva ancora bisogno di me. Di me. Lo abbracciai forte di rimando, sorridendo nell'incavo del suo collo coperto dalla t-shirt bianca. Mi accarezzò con dolcezza i capelli e mi sentì avvampare ancora di rossore. Ed improvvisamente nella mia mente si fecero largo pensieri strani, che mai, mai prima d'ora avevo osato evocare, ed il cuore perse un battito.

 

Io ed Harry come una coppia.

 

Non due amici, ma una di quelle coppie che non ha paura di mostrare il proprio amore al pubblico.

Amore.

Il pensiero mi apparve totalmente assurdo, ma più provavo a scacciarlo più lui tornava, rimbombando nella mente come un tamburo. Non avevo mai conosciuto l'amore, non mi era mai servito, perché c'era Harry con me, e non avevo bisogno di nessun altro. Ma a 16 anni, probabilmente era arrivato il momento di innamorarmi e di vivere una storia da film.

 

E perché come 'principe azzurro' desideravo un ragazzo come Harry?

 

No, avanti, era ridicolo. Lui mi è sempre stato vicino più di chiunque altro e non ho mai avuto un ragazzo, mi pare normale che lui sia il primo a cui penso se si tratta di 'quelle cose', no?

«Harry! Non tenerla tutta per te! Lei è il nostro portafortuna! Di tutto il gruppo!» Fu Louis a parlare, e sentì una mano sulla mia spalla. Harry mi lasciò piano, con quel sorriso che avrebbe fatto invidia anche al più bello degli angeli, e sentì le braccia di Louis stringermi, con l'ulteriore aggiunta di quelle di Niall, Liam e Zayn. E infine anche Harry ritrovò un posticino. Risi commossa da quell'abbraccio di gruppo. Forse mi ero sbagliata, forse avevo un posto in quel posto, e se non direttamente con loro era vicino a loro, e probabilmente mi andava bene.

 

Probabilmente.

 

Però il mio cuore sapeva, sapeva ciò che io ignoravo.

Qualunque posto per me andava bene.

Qualunque posto, con Harry.

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Capitolo 4
*** First Date. ***


First date •

 

 

«CHE?» Chiesi stralunata. Ero assolutamente certa di aver sentito male. Stavo comodamente seduta su un divanetto nel piccolo salone che i ragazzi stessi si erano decisi ad arredare, quando un sorridente Louis mi aveva chiesto qualcosa di.. assurdo. Che dovevo sicuramente aver frainteso.

«Che c'è di strano? Ti sto chiedendo di uscire con me.» Ed ecco la conferma che avevo capito bene. Poi, visto che non spiccicavo parola, continuò «Quando c'è Harry, tu stai sempre con lui e.. Per carità, non ti sto criticando: sei la sua migliore amica ed è normale che tu voglia passare tutto il tuo tempo con lui, ma visto che lui oggi è uscito per.. Non so cosa, pensavo che sarebbe stata la volta buona per chiederti di uscire. Insomma, come 'amici'.» Era imbarazzato. Oramai conoscevo come le mie tasche ogni membro del gruppo e, ne ero sicura, Louis Tomlinson era imbarazzato. Mi sorrise, quasi per incoraggiarmi, o comunque per dargli un segno di vita. Ero rimasta con gli occhi spalancati e fissi sui suoi, azzurri e intensi.

Rimasi zitta a fissarlo per circa un minuto, il fastidioso ticchettio delle lancette del suo orologio come unico suono.

«.. Ok» Risposi, ancora immobile.

«Ok?» Louis sembrava decisamente più sconvolto di me.

«Sì, ok» Ribadì, neutra «infondo non c'è niente di male in un'uscita tra amici, no?» Sforzai un sorriso che parve più che altro una smorfia nervosa, e lui mi guardò leggermente crucciato.

«Non è che devi accontentarmi, se non vuoi va bene..»

«No, ti ho detto che va bene. Siamo amici, non c'è niente di male. Niente» Replicai. Stavo cercando di convincere me stessa. Lui sbuffò, alzandosi dal divano.

«Va bene, va bene. L'importante è che io sia riuscito a rimediare un appuntamento con te, poi pensala come vuoi» Sorrise raggiante, scostandomi dal viso una ciocca di capelli, «mi interessi parecchio, sai com'è» mi fece l'occhiolino, allontanandosi contento.

«Oh, fatti trovare pronta alle quattro e mezza» aggiunse, prima di andare via.

 

Avevo un appuntamento. Il mio primo appuntamento, in assoluto. E non sapevo con chi parlare, oppure a chi chiedere consiglio. Salì in camera mia e di corsa afferrai il cellulare, digitai un numero che conoscevo a memoria e feci partire la chiamata. Qualche secondo dopo la voce di Harry mi invitò a 'lasciare un messaggio dopo il segnale acustico' ed io riattaccai, sbuffando. Mi buttai a peso morto sul letto con la faccia sul cuscino, alquanto esasperata, e qualche secondo dopo la porta si spalancò.

«Chi è?» Chiesi con la voce ovattata dai cuscini ed un tono abbastanza cupo.

«Io sono Liam, lui è Zayn. Piacere di conoscerti conquistatrice di cuori!» Disse Liam scherzosamente, sedendosi sul letto, «Abbiamo saputo» aggiunse.

«Mh.. non me ne parlate» Premetti ancora di più il cuscino al viso, «Non so che diamine fare o come diamine comportarmi» confessai esasperata.

«Elegante come sempre. E, comunque, noi sappiamo cosa gli piace. In primo luogo, gli piaci tu. Penso che se ti vestissi da carota gigante impazzirebbe d'amore» Spiegò Zayn ridendo.

«Idiota.» Dissi, soffocando un accenno di risata.

«Vas Happenin' Gurl?» Continuò col suo accento, scuotendomi leggermente le spalle: sapeva che in quel modo sarebbe riuscito a farmi ridere, e infatti mi ritrovai a ridere poco dopo. «Mars, sii te stessa. Gli piaceresti anche se uscissi con il pigiama ed una coda di cavallo mal fatta» Chiarì Liam. Non potevo vederlo, vista la mia posizione, ma sentivo che stava sorridendo. Sospirai, sollevandomi dal letto.

«E' la cosa giusta da fare?» Chiesi ad entrambi, guardando prima l'uno e poi l'altro.

«Assolutamente» Disse Liam, Zayn annuì. Io sospirai nuovamente, per poi alzarmi energicamente dal letto «Bene, adesso fuori! Fuori, via via!» Feci, spingendoli leggermente, «Devo prepararmi, no?» Sorrisi e chiusi la porta. Di che mi preoccupavo?

Era Louis. Solo il mio amico Louis.

 

 

 

Verso le quattro meno un quarto ero pronta. Avevo deciso di mettere qualcosa di carino, ma non troppo.. insomma, normale. Un top azzurro con dei bottoncini, stretto sul seno, che andava allargandosi verso la fine e un paio di jeans lunghi e abbastanza stretti. Un paio di converse sull'azzurro-indaco e tra i capelli, legati in una treccia che lasciavo scivolare sulla spalla destra, un cerchietto bianco. Presi anche la mia borsa bianca per mettere dentro le cose importanti: cellulare, macchina fotografica (non avrei fatto foto, ma adoravo portarmela dietro in caso avessi assistito a qualche fenomeno naturale a sorpresa), un elastico per appuntare i capelli ed il portafogli. Quando ebbi posato tutto, mi bloccai un attimo e ripresi il cellulare dalla borsa per chiamare Harry.

Spento.

Sbuffai contrariata guardando la sua foto contatto sul display: non era da lui lasciare il cellulare spento. Lo lasciai scivolare nuovamente nella borsa e scesi in soggiorno, dove trovai Louis che camminava nervosamente avanti e indietro. Indossava delle Supra nere e viola, jeans larghi ed una maglia blu-violacea.

Era nervoso. Non l'avevo mai visto così nervoso se non prima di una qualche esibizione. Ed era a causa mia.

Ci eravamo sempre punzecchiati (ergo, mi ha sempre punzecchiata) ed era perché gli piacevo?

Ok, il mondo gira al contrario.

Diedi due colpetti di tosse per 'annunciarmi' e agitai la mano nella sua direzione. I suoi occhi passarono dal pavimento a me e parve arrossire di botto.

«Ehi.. Stai bene.. così» Balbettò quasi, per poi scuotere la testa. Sembrò essersi ripreso da una lunga trance, mi guardò e sorrise raggiante.

«Vogliamo andare?» Mi chiese, porgendomi galantemente il braccio.

«Ma non fare lo scemo!» Risi io, iniziando a camminare e lasciandolo indietro. Lui con sole due falcate mi fu accanto, pronto ad aprirmi la porta dell'appartamento. Io roteai gli occhi al soffitto e risi ancora.

«Allora, Tomlinson» iniziai, guardandolo «dove siamo diretti?»

«Dove possiamo divertirci, ovviamente» Mi sorrise ancora, e negli occhi azzurri notai qualcosa di diverso.

 

 

 

Arrivammo al parco circa venti minuti dopo. Non avevo mai notato quanto fosse piacevole stare in compagnia di Louis. Era divertente, premuroso e, a modo suo, anche romantico. Inizialmente preannunciavo qualcosa di veramente disastroso, ma così non era stato. Mi aveva preso un gelato alla vaniglia (come sapesse i miei gusti rimaneva un mistero) e lui uno alla stracciatella.

«Ehi, Louis..» Iniziai a parlare, rigirandomi il cono tra le mani ed evitando accuratamente di guardarlo negli occhi. Lo vidi girare il capo verso di me. «Perché hai voluto.. uscire con me?» Chiesi infine, senza accorgermi delle mie guance che si erano imporporate.

«Tu perché sei la migliore amica di Harry?»

«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda..»

«Rispondi e basta» Disse, deciso. Lo guardai confusa e tornai con lo sguardo davanti, assorta.

«Perché sto bene con lui, perché mi conosce più di chiunque altro, perché..» Non potei fare a meno di sorridere, «.. perché lui è speciale.»

«Esatto» Disse lui, sorridendo ancora. «Tu sei speciale, per me. Non so quanto, ma sei speciale» Diede un morso al gelato.

Io lo guardai sgranando gli occhi per un po', poi tornai a fissare al suolo le mie coverse, leggermente imbarazzata.

«Oh, e mi piaci anche per un'altra cosa» Parve illuminarsi, o che quel sorriso fosse così abbagliante da illuminare tutto il suo volto.

«Cosa?»

«Perché mangi carote, ovviamente» Rise di gusto, piagnucolando leggermente quando cercai di tirargli un debole pugno sul braccio.

Risi insieme a lui, alle sue battute, ad i suoi strani modi di fare. Tutto sembrava andare bene, fin quando non vidi qualcosa. Vicino la tenda plastificata di un piccolo bar al centro del parco. Mi fermai.

Avrei riconosciuto quell'ammasso di ricci ovunque.

Harry.

Sorrisi, accennando un passo verso di lui, ma mi bloccai di nuovo. Il cuore perse un battito e sentì il sangue raggelarsi nelle vene.

Non era solo.

C'era una ragazza con lui.

Una bionda, dannatamente magra e bella. Le cingeva i fianchi, le sfiorava il collo..

Non potei resistere un secondo di più.

Ebbi l'impulso di correre via, allontanarmi da li, pur non sapendo dove stessi andando. Sentì la voce di Louis in lontananza, e pregai che non chiamasse più il mio nome. Non volevo che Harry sapesse che ero li, che avevo visto lui e.. lei.

Perché?

Ruzzolai per terra, mi sbucciai un ginocchio.

Perché?

Mi rialzai, continuai a correre.

Perché?

Oramai piangevo senza nemmeno rendermene conto.

Ma perché?

Mi buttai sulla prima panchina che vidi ed iniziai a piangere.

Piangere perché mi sentivo sola.

Piangere perché lui non era con me.

Piangere perché lui era con un'altra.

Pensandoci bene, non avevo un vero motivo per piangere. Lui poteva far della sua vita ciò che voleva, passare il suo tempo con chi voleva.. non doveva importarmi.

Tuttavia avevo solo voglia di piangere in quel momento.

Sentì le braccia di qualcuno stringermi, accarezzarmi i capelli, e per qualche secondo ebbi l'illusione che fosse Harry.

Ma era Louis.

'No.. ti prego, illudimi per qualche istante. Ho bisogno di lui' sentì il mio cuore supplicare e costrinsi il cervello a non vedere Louis per ciò che era, ma vederlo come ciò di cui avevo bisogno.

Lui.

Piansi contro il suo petto, singhiozzando. Mi aggrappai a lui come se fosse la mia ancora, l'unica mia via di salvezza.

E quasi senza accorgermene, le mie labbra sfiorarono le sue.

Fu un brivido che si fermò non appena il cervello ricominciò a funzionare normalmente, a vedere le cose come stavano.

Lui non era Harry.

Non poteva esserlo.

Non lo sarebbe mai stato. Lo sapevo.

Ma sapevo anche che in quel momento avevo bisogno di qualcuno, ed Harry non c'era. Mi tranquillizzai un attimo e strinsi forte Louis, che non aveva smesso un solo secondo di accarezzarmi la schiena nel tentativo di calmarmi, per poi scoppiare nuovamente a piangere.

 

Davvero bello il mio primo appuntamento, no?

 

 

 

SISI, lo so, sono in ritardo blablabla. Vi ho fatto aspettare più di un mese, ma il fatto è che le idee erano troppo confuse e questo un chap troppo importante. Non arrabbiatevi, eh ç_ç Mi siete mancati.

Mi raccomando, recensite e diffondete la storia :3

Andate in pace, good bye ~

Much Love, Mars.

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Capitolo 5
*** Yeah, I'm jealous. ***


 

 

Yeah, I'm jealous •

 

 

Avevo passato circa due ore a piangere tra le braccia di Louis, ed al ritorno non avevo spiccicato parola. In macchina mi ero limitata a fissare le buie strade di Londra, atona e assente. Gli occhi gonfi di pianto bruciavano come non mai.

Ero visibilmente sconvolta, e confusa.

Quando poi Louis mi portò in camera mia, sedendosi nel divanetto bianco insieme a me, mi abbracciò senza pensarci due volte. Era preoccupato, confuso, triste.

A causa mia.

Lo abbracciai di rimando, sbattendo le palpebre per svegliarmi meglio dalla trance, ma seppur non volessi altre lacrime mi rigarono le guance e mi ritrovai nella stessa situazione di prima: a piangere tra le braccia di Louis.

«Ehi piccola, puoi aspettare un attimo? Vado a farti una cioccolata calda, torno nel giro di un minuto, promesso» Disse, cauto nel lasciarmi andare. Probabilmente aveva paura che se avessi sbattuto troppo forte da qualche parte mi sarei sbriciolata.

Io cercai alla buona di lavarmi la faccia e rilassare gli occhi gonfi, con scarsissimi risultati.

Louis arrivò dopo pochissimo, con la cioccolata calda in mano. Me la porse cautamente e tornò accanto a me. La sua cioccolata riuscì a rilassarmi un po', e posai la tazza prima di averla finita completamente, per sorseggiarla dopo. Lui meccanicamente fece lo stesso, senza smettere un attimo di guardarmi, poi mi abbracciò di nuovo. Dovevo proprio fargli pena, eh?

«Chi c'è in casa?» Chiesi, senza pensarci. Sentendo la mia voce però mi sembrò avesse parlato qualcun altro, tanto sembrava diversa. Molto più cupa, strozzata, malinconica. Sentì perfino Louis sussultare.

«Nessuno» Rispose con un lieve tremolio nella voce. «Per caso, ora che ti senti meglio vuoi.. parlare?» Si comportava proprio come una fedele amica del cuore.

Scossi piano il capo, «Non posso parlare di qualcosa che non capisco, no?» ammisi, dandomi mentalmente della stupida. Perché solo una stupida si metterebbe a piangere guardando il suo migliore amico che esce con una ragazza, dando spettacolo di sé al primo appuntamento.

Mi tornò in mente il bacio che gli avevo rubato, in quel momento di bisogno.

Ma ora come ora, non potrei mai far accettare a me stessa il fatto che non avevo bisogno di Louis, ma di qualcun altro. Quel qualcun altro che mi aveva ridotta a piangere così tanto, a soffrire così tanto.

Ripercorrendo ciò che era successo quel pomeriggio, ricordai della mia caduta mentre scappavo da quello spettacolo decisamente pessimo, e portai una mano al ginocchio.

Ahia.

Era strano come né io né Louis l'avessimo notato prima: il mio ginocchio era stracolmo di sangue. Era una sbucciatura, sì, ma abbastanza larga. Louis portò gli occhi al mio ginocchio e li spalancò, deglutendo.

«Vaaa bene, vado a prenderti qualcosa per medicarlo, tu non muoverti»

«Ma non fa tanto male..»

«Mars! Non provarci nemmeno»

«Ma..» Ma lui era già andato via. Mi resi improvvisamente conto di qualcosa che non avevo mai notato.

Louis.

Sì, Louis era assolutamente fantastico. Insomma, si preoccupava per me, sapeva farmi divertire, sapeva farmi stare bene anche con un piccolo gesto. E gli piacevo davvero. Ma potevo seriamente piacere ad un ragazzo così perfetto? Perché non l'avevo notato prima? Suvvia, non potevo aver avuto per circa un anno una meraviglia di tale portata sotto gli occhi senza notarla nemmeno.

'Forse eri impegnata a guardare altro!' Suggerì una fastidiosissima vocetta nella mia testa, che zittì immediatamente. Non avevo bisogno di altri “forse” da aggiungere alla lista, avevo bisogno di certezze.

E l'unica certezza che avevo era quel ragazzo dagli occhi color del cielo che proprio in quel momento era entrato nella stanza, ben munito di disinfettanti e bende. Lo osservai mentre si occupava del mio ginocchio, pensierosa. Ritrassi leggermente la gamba quando il disinfettante toccò la ferita, ma lui la riprese e continuò la medicazione con estrema serietà. Quando ebbe fasciato il ginocchio, prese a guardarmi soddisfatto e scoppiò a ridere un secondo dopo.

Io lo guardai torva.

«La.. tua.. espressione.. non puoi capire!» Si stava letteralmente rotolando dal ridere, dovevo aver assunto un'espressione molto stupida mentre pensavo. Mh, bello!

«Ah, ah, ah! Ma quanto sei diverteeente, signor Tomlinson» Incrociai le braccia sotto il seno, fingendomi offesa e girandomi dall'altra parte. Quando smise di ridere si sedette difronte a me sul letto, pregandomi di 'perdonarlo'.

«Mars, Mars, Mars! Se non mi perdoni, sarò costretto a torturarti» Fece fintamente serio, osservandomi con attenzione.

«Oh, sì? E che potresti farmi, sentiamo!»

«Più o meno questo»

Mi acchiappò i fianchi e prese a farmi il solletico ovunque, costringendomi a dimenarmi sul divano, cercando di allontanarlo da me. Continuò per circa un minuto, poi si fermò 'giusto per non farmi morire soffocata' e solo dopo un po' mi resi conto che ero finita sotto di lui. Parve accorgersene anche lui e lo vidi arrossire leggermente, per quanto la debole luce della mia stanza mi permettesse di vedere. Non ci pensai molto, semplicemente lo feci. Portai le mie braccia intorno al suo collo e lo baciai. Lo sentì rispondere al bacio con cautela e con altrettanta cautela lo sentì spostare una mano sulla mia schiena, per sollevarmi leggermente.

Possibile che si mostrasse dolce anche mentre mi baciava?

Sentivo che qualcosa non andava, ma ignorai quella sensazione.

Non ascoltai la vocetta di prima tornata per dirmi che stavo

commettendo un errore.

Non ascoltai nemmeno il mio cuore, che, pur stanco, mi sussurrava che

il mio posto non era quello.

Non era con Louis.

Ma lui mi faceva stare bene, quindi dove stava il problema?

Si allontanò da me, quasi senza fiato, fissandomi le labbra umide.

«Cosa succede ora?» Chiese, con la voce strapiena di mille incertezze. Aveva paura. Paura di un rifiuto, da parte mia.

«Ci proviamo. Voglio provarci» Sussurrai appena: magari mi sarei pentita di quelle parole, visto che io ero quasi cosciente di ciò che provavo.

Appunto, quasi. Per questo volevo provare con Louis.

Non lo stavo usando, alla fine. No.. Lui mi piaceva, un po'. Quindi non lo stavo usando. Assolutamente no.

Ci baciammo ancora, poi sorrisi.

Se era per vendetta o perché nutrivo un minimo di interesse non riuscivo a capirlo, ma nonostante tutto, Louis mi faceva stare bene, quindi valeva la pena provare.

Dopo aver chiacchierato per un po', ci addormentammo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arrivai di mattina, stanco e con grosse occhiaie sotto gli occhi. Non potevo fare a meno di trascinarmi ad ogni passo, poiché le gambe mi obbedivano a malapena.

Mi ero assolutamente pentito di non aver passato a casa quella notte, anche perché passarla fuori era stato dannatamente inutile.

Ma che avevo in testa, oltre ad un ammasso informe di ricci?!

'A quanto pare, niente'.

Che fine aveva fatto il diciassettenne che amava divertirsi con le ragazze, che se ne fregava di ciò che la gente avrebbe pensato di lui? Si era come volatilizzato. Prima non avevo dato molto peso a questo mio cambiamento, probabilmente non l'avevo neppure notato, ma dopo aver rifiutato una bellezza come Madison ho iniziato a farmi qualche domanda.

La prima domanda che mi sono fatto è stata “Ma sei gay?!” ma, visto che il solo pensiero di un me gay era riuscito a sconcertarmi, tirai un sospiro di sollievo.

Forse l'influenza della mia migliore amica mi aveva portato a diventare un casto e puro ragazzo non solo con lei, ma anche con il resto del mondo femminile.

Perché sì, con lei ero sempre stato diverso. Con lei non mi sarei mai potuto comportare come con le altre ragazze, semplicemente perché lei non è mai stata come le altre ragazze.

Completamente diversa, almeno per me.

Sbadigliai, strofinandomi gli occhi. Quando vidi casa non riuscì quasi a credere di essere riuscito ad arrivare lì con le mie gambe. Arrivato sull'uscio della porta inserì la chiave ed entrai. Un odore di caffé amaro mi colpì in pieno nauseandomi come non mai.

«Niall.. si può sapere cosa combini?» Dissi, come se qualcuno mi avesse appena svegliato da un sonno profondo.

«Oh, ciao Harry! Hai una faccia terribile, lasciatelo dire. Dormito male?»

«Diciamo pure che non ho dormito affatto.. Mars dorme ancora?» Chiesi. Avevo voglia di parlarle, il giorno prima Madison mi aveva spento il cellulare, dicendo qualcosa tipo “Ti voglio tutto per me”.. quella ragazza era malata. Malata di sesso, sì.

Ed io l'avevo rifiutata.

'Harry, proprio sicuro di non essere gay?' Rabbrividì. Sì, sicuro al cento per cento.

«Penso proprio di sì» rispose lui, dedicandosi al caffè. Non potendo restare un attimo di più in quella stanza a causa del forte aroma, decisi di salire di sopra per sciacquarmi un attimo la faccia, nel tentativo di svegliarmi. Velocemente mi rinfrescai e feci per scendere di nuovo, quando notai la porta della stanza di Mars semichiusa. Sorrisi tra me e me: volevo proprio rivederla, mi era mancata, sì. Madison non era divertente quanto lei, non era una sognatrice, non mi trasmetteva quella sensazione di.. serenità che era in grado di trasmettermi Mars.

Lei era speciale. In tutti i dettagli, che la rendevano la migliore amica perfetta, perfino per un tipo difficile come me.

Lei era diversa. Lei era fenomenale. Lei era..

..sdraiata sul petto di Louis.

 

'E' un incubo, vero? Sì, è così. Non può essere altrimenti, non può essere vero.

Svegliatemi. Ora. Perché mi sento così arrabbiato? Perché vorrei andare lì e rompere il naso a quello che chiamo “amico”?'

Perché stavo correndo via?

Sbattei la porta di casa, alzai il cappuccio della felpa ed iniziai a correre lungo il marciapiede. Ero arrabbiato. Solo Dio conosceva il perché, ma ero furioso. Che diavolo ci faceva lei con quello? Per quale diavolo di motivo avevo deciso di restare fuori quella sera?! E che diavolo avevano fatto quei due insieme? Ebbi un'altra scossa di rabbia e diedi un calcio alla prima staccionata che mi trovai davanti.

Non avevano fatto niente, giusto? Per quanto avevo potuto vedere, prima di correre via come una ragazzina, erano vestiti. Se Louis avesse osato solo toccarla..

'Ma perché reagisco così? Lei è la mia migliore amica' Mi venne spontaneo chiedermelo, e questa confusione contribuì a farmi incazzare ancora di più.

Ma no, non me l'avrebbero passata liscia. Dovevo vendicarmi, in qualche modo.

'Sei impazzito, amico?!' Chiese una voce nella mia testa, io annuì in risposta. Forse ero impazzito davvero. Non lo capivo, e francamente non me ne importava. Non potevo rimanere in quello stato, dovevo fare qualcosa. E quando si è a corto di idee, la vendetta è quella più succulenta.

Ma magari mi stavo sbagliando, magari ero stato precipitoso. Forse tra di loro non era proprio successo nulla, molte volte io e Mars avevamo dormito insieme senza fare niente..

Ehi, un attimo.

Io sono Harry, lui è Louis. Chi gli permette di comportarsi come mi sono sempre comportato io con la mia migliore amica?!

Decisi di tornare indietro, per calmarmi e riflettere. Aprì la porta, ignorando le occhiate preoccupate di Niall, e mi sedetti al mio solito posto. Arrivarono dopo poco: Liam, Zayn.. ed ecco quei due. Con le mani che si sfioravano appena, come due piccioncini timidi timidi.

Bleah.

Quando Mars sollevò lo sguardo e mi vide, parve spalancare gli occhi e sbiancare di botto, e solo dopo una manciata di secondi riuscì a sbloccarsi e sedersi.

'Quanto è bella al naturale.. senza trucco, appena sveglia..' Scacciai in men che non si dica quei pensieri dalla mia mente, sentì le orecchie nascoste dai ricci arrossarsi leggermente.

«Ehi, Harry!» mi salutò allegro Zayn «Non sei tornato ieri notte.. hai “avuto da fare”, eh?» continuò, ammiccando divertito. Ma da quando il timido Zayn si era 'sbloccato', diventando tanto espansivo? I misteri della vita.

Sapevo cosa intendeva per “avere da fare”. Lo sapevano tutti, suvvia. Ecco perché decisi di prendere la palla al balzo, vendicandomi.

«Mooolto da fare, quella Madison è una ragazza davvero, davvero piena di impegni, ed ovviamente li ha voluti sbrigare tutti in mia compagnia» Lanciai un'occhiata d'intesa al mio amico, che comunque non aveva capito stessi fingendo. Si complimentò con un “E bravo il nostro Curly Man!”, ed io sorrisi, fingendo di accorgermi del modo in cui mi guardava lei.

Era confusa, preoccupata, ansiosa. Confusa, più che altro. Anche io ero confuso, ma perché eravamo arrivati a farci del male a vicenda? E soprattutto, perché qualcosa di così normale ci feriva come non mai?

Anche con quell'espressione confusa, era dannatamente bella.

Louis le prese la mano da sotto il tavolo, lo vidi nel momento in cui i suoi occhi si allontanarono dai miei e si poggiarono su quelli di lui, sorridendogli.

Il più bel sorriso finto che avessi mai visto. Ma lui non poteva accorgersene. Non la conosceva così bene quanto la conoscevo io, non meritava di stare con lei quanto.. quanto..

Quanto avrei voluto io?

 

No, lei è solo la mia migliore amica. Ed ho solo una fottutissima paura di perderla.

 

E' per questo, vero?

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Capitolo 6
*** What are you thinking right now? ***


 

 

 

What are you thinking right now? •

 

 

La notizia di Harry e Madison mi aveva lasciata.. perplessa. Arrabbiata. Confusa.
Gelosa? Forse.

Non mi faceva stare male l'idea che se ne fosse fatta un'altra, a quello c'ero abituata. Mi dava fastidio invece che questa volta.. questa volta..

Avanti, cos'è cambiato?” Mi chiese una voce dentro di me. No, in effetti non era cambiato quasi niente da tutte le altre volte.

A parte, forse, il mio rapporto con Harry.

Lo sentivo distante dal giorno dopo il primo appuntamento con Louis, da quando aveva detto di essersi fatto Madison, e la cosa mi dava un fastidio inimmaginabile.

In oltre, cosa ancor più irritante: Lui e Madison continuavano a sentirsi. Sembrava quasi che fosse diventata la sua ragazza, ma lo conoscevo troppo bene da poter dire qualcosa tipo..

Che un fulmine mi colpisca ora, se si sono messi insieme!”

Perché, davvero, Harry non era un tipo da relazioni serie. Era sempre stato il classico prototipo di ragazzo da una botta e via, quello che ti congeda con un “Ti chiamo io” per poi scomparire dalla tua vita così com'è entrato.

Entrato, con tutto il doppiosenso.

Quello che io so e che gli altri non sanno, invece, è che questa qui è solo la sua maschera. Lui non è così, lui è completamente diverso dal ragazzo sbruffone che deve mostrare agli altri. O meglio, diverso si è sempre mostrato con me.

Ma ora non so che pensare del mio migliore amico.

 

So solo che mi sto lentamente spezzando.

 

Spezzando, sì, perché questa storia non fa altro che logorarmi il cuore, giorno dopo giorno. Si è allontanato da me, a stento la mattina mi rivolge un saluto, da quella mattina.

Sono passati ben otto giorni.

Otto giorni di agonia.

E' devastante passare una giornata con Louis, pensando costantemente a Harry.

Cosa starà facendo?” “Chissà come ha dormito, ieri notte” “E' stato con lei, ancora?

E' devastante dover fingere un sorriso, ogni fine giornata, quando il mio ragazzo viene a darmi la buonanotte, e scoppiare in un pianto silenzioso non appena sento la porta chiudersi alle sue spalle.

Silenzioso, sì, perché lui non deve sentirmi piangere.

Perché sono fottutamente orgogliosa, e non posso dirgli che mi manca, che vorrei abbracciarlo, che vorrei passasse ancora del tempo con me, invece che con quella specie di barbie.

E adesso non so a chi affidarmi, perché è così devastante la sua assenza.

Se non avessi Louis starei peggio, ma torna tutto maledettamente normale non appena va via.

Ho solo bisogno del mio migliore amico.

Oh, un'altra cosa: Di recente non riesco a dormire. No, Morfeo crede che tenermi sveglia a pensare sia la soluzione giusta. Io l'ho mandato al diavolo, e adesso mi tiene sveglia tutte le notti.

Ecco come farmi odiare la mia tanto amata mitologia greca.

 

Mentre stavo accovacciata tra le coperte a piangere (sì, ancora) sentì qualcuno bussare alla porta della mia stanza. Asciugai velocemente le guance bagnate per poi mormorare un “Avanti” più o meno sicuro.

«Mars.. non dormi ancora, vero?» Sempre dolce, col suo adorabile accento Irlandese. Niall.

«Oh, 'sera Niall. No, comunque, non riesco a dormire bene per adesso» dissi, mettendomi seduta sul letto. La mia stanza era illuminata solo dalla tv rimasta accesa, quindi non avrebbe visto i segni del pianto.

«Senti Mars, ti va di uscire, domani?»

Cosa?

«Niall, lo sai che sto con Louis..»

«Ma non intendevo noi due, no! Intendevo un picnic, al parco, tutti insieme» Sorrise elettrizzato all'idea.

Non potevo dirgli di no, avanti. Non si dice mai di no ad un adorabile irlandese.

«E va bene, ci sto. Ora vai a dormire, così cerco di fare lo stesso» Sorrisi.

«Ti voglio bene Mars»

«Anche io, Niall» Ridacchiai e quando ebbe chiuso la porta, tornai sotto le coperte.

E questa volta, Morfeo decise di farmi un regalino e di lasciarmi dormire.

 

Mi svegliai con Louis e Niall esaltati che sembravano star improvvisando un concerto, mentre urlavano le parole di “Viva la vida” per tutta la casa. Tutto sommato avevo dormito bene, però. Non potevo decisamente lamentarmi.

Mi alzai giù dal letto e mi avvicinai alla porta della mia stanza con gli occhi semichiusi. Quando aprì la porta sentì un bacio dritto dritto al centro della fronte, che mi fece spalancare gli occhi. Louis.

«Buongiorno anche a te, Lou» ridacchiai, guardandolo scendere giù per le scale.

Arrivò anche Zayn a darmi il buongiorno, con un bacio sulla guancia.

«Ma che avete tutti, questa mattina?!» Chiesi ridendo.

«Non ne ho la più pallida idea, ma siamo tutti di buonumore!» Sorrise e si affrettò a scendere anche lui le scale. Presto scesi anche io e trovai i quattro ragazzi a fare colazione.

Harry non c'era, ovviamente.

«Mh, ma Harry?» fu Lou a dare voce ai miei pensieri, io non avrei mai avuto il coraggio di chiedere.

«Boh, probabilmente è da Madison» fece spallucce Liam, mandando giù una ciambella.

Quella frase mi colpì come un pugno alle costole.

«Ma ci sarà dopo?» chiese ancora, mentre prendevo posto accanto a lui.

«Non lo so, io gliel'ho detto» fece Liam, mostrando noncuranza. Però sapevo che gli importava.

Importava a tutti noi, perché a tutti noi mancava Harry.

La colazione fu veloce, salì sopra e mi preparai, indossando una camicetta grigia larga, pantaloncini azzurri, converse grigie.. Insomma, semplice. Legai i capelli in una coda di cavallo morbida, formata da ordinati boccoli. Volevo che tutto andasse per il meglio, perché i ragazzi avrebbero iniziato fra non molto a lavorare sul CD, quindi sarebbe stata una delle poche giornate di relax che gli rimanevano. Sorrisi, uscendo pronta dal bagno. Vidi Lou di spalle, vicino alle scale, e mi avvicinai a lui per poi abbracciarlo da dietro. Sporgendo leggermente la testa di lato vidi che aveva in mano il cellulare, ed era come se stesse scrivendo un messaggio. Mise subito il cellulare in tasca.

Mi parve, per un attimo, di aver letto quel nome, nello spazio del destinatario, ma sperai con tutto il cuore di essermi sbagliata. Mi irrigidì leggermente e Lou lo notò.

«Ehi.. va tutto bene?» Chiese lui con tono ansioso. Arricciai le labbra per poi forzare un sorriso.

«Sì, certo» Sorrisi ancora per poi scendere le scale.

 

Non si accorge mai di quando fingo un sorriso.

Mai.

Non mi conosce bene quanto lui.

Lui non era Harry.

Non poteva esserlo.

Non lo sarebbe mai stato.”

E non era cambiato niente.

 

Sentì gli occhi appannarsi, ma cacciai indietro le lacrime. No, quel giorno non avrei pianto. Dovevamo solo divertirci.

 

 

Eravamo al parco. Sì, lo stesso parco di quella volta. Fortunatamente lontani dal luogo in cui mi ero resa ridicola. Era isolato, lontano da occhi indiscreti, lontano da fans esaltate. Lontano dalla loro vita da cantanti.

Erano solo 'i miei ragazzi'. I miei unici amici.

E c'erano tutti, tranne uno. Forse il più importante.

 

Non ebbi il tempo di elaborare quel pensiero, che lo vidi.

Era appoggiato ad un albero, vicino una tovaglia da tavola stesa per terra. Sentì Louis, che mi camminava a fianco, stringere la presa sulla mia mano. Era.. stizzito.

Ma non potevo pensare a lui in quel momento, perché Harry mi stava fissando.

Mi fissava con gli occhi verdi dei quali mi ero innamorata mille e mille volte.

Ma c'era un piccolo, minuscolo ma significativo problema.

I suoi, non erano gli unici occhi a fissarmi.

Era seduta, perfetta ed irritante come la ricordavo, Madison.

 

Non dovevo piangere, non potevo scappare.

Quella era una trappola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sì, l'avevo portata con me.

Perché? Per lei. Lei sarebbe stata con Louis, mi avrebbe ferito, ancora e ancora. Almeno avevo una sorta di “aiuto”, chiamato Madison.

Non mi interessava il mio “sfruttare” quella ragazza, ed in ogni caso lei lo sapeva. Sapeva che non provavo assolutamente nulla, ma stava al gioco pur di riuscire a portarmi a letto.

Non c'era ancora riuscita, no.

Da quando la “coppietta felice” era arrivata, non le avevo staccato gli occhi di dosso.

Era bellissima, come sempre. Semplice, ma bellissima.

Non aveva niente di speciale, almeno esteriormente, rispetto alle altre ragazze. Ma io non riuscivo a vedere altro che una creatura splendida.

Poche ragazze riescono ad essere così belle senza trucco o altro.

E la cosa più bella? Lei non aveva mai avuto la minima idea del suo fascino, di ciò che riusciva a trasmettere con la sua semplicità.

 

Lei è bella, ma non sa di esserlo. E questo è ciò che la rende bella”

 

Persi lo sguardo tra i suoi capelli, così morbidi, che parecchie volte avevo avuto occasione di accarezzare. Mi persi nei suoi occhi, color cioccolato, dolci come il miele. Mi persi anche nel suo sorriso, che se pur forzato, mi era mancato.

Tanto, tantissimo.

Mi era mancata lei. Tutto di lei, e ne avevo bisogno.

Lanciai un ghigno a Louis e mi sedetti accanto a Madison. Lo vidi innervosirsi.

Louis William Tomlinson aveva fatto qualcosa di scorretto.

Sì, proprio lui.

Mi aveva chiesto di non farmi vedere, perché sarebbe stato meglio per Mars.

In realtà aveva paura che io potessi rovinare le cose tra di loro. Conoscendolo, se n'era già pentito.

 

Dio, quanto mi mancava. Avevo cambiato il mio atteggiamento nei suoi confronti da 9 giorni.

Perché le cose stavano andando così?

Perché all'improvviso stava con Louis?

Mi aveva dimenticato?

 

Ma io.. alla fine, chi sono io? Solo il suo migliore amico. E forse non sono nemmeno più quello.
Mi manchi, Mars.
Ho bisogno di te, non capivo quanto fossi importante. Ma d'altronde, è sempre così. Non ti rendi conto di quanto una persona sia importante per te, fin quando non la perdi.
E figuriamoci, per me sei sempre stata importante, diversa, fantastica. Ma adesso è come se ne avessi realmente preso coscienza di ciò che sei per me.
Tu sei.. tu. Sì, lo so che può sembrare una risposta sciocca, ma è ciò che penso. Non aggiungo altro, anche perché so che tu, con la tua pazzia, capiresti.
Sei tu.
Ed ho bisogno di te”

 

Forse ero io ad essere cambiato, forse non le andavo più bene. Lou era riuscito a sostituirmi? Eh certo, il ragazzo perfetto lui. Così divertente, disponibile e romantico.

Cosa ero io in confronto a lui? Cosa potevo darle io, che lui non le avesse già dato?

Mi sentivo tradito. Mi sentivo abbandonato. Abbandonato da lei, che sarebbe dovuta rimanere con me per tutta la vita.

 

No.
Io non rinuncio a lei.
Non rinuncerò mai.

 

Mi alzai di scatto, mentre i ragazzi erano impegnati in una viva conversazione, Madison era presa dallo smaltarsi le unghie e lei era rimasta sola. Mi avvicinai e le afferrai la mano, senza guardarla (probabilmente se l'avessi fatto mi sarei allontanato praticamente subito, buttando tutto all'aria), quindi presi a camminare guardando solo davanti a me.

Lei non disse niente, probabilmente non sapeva che dire nemmeno lei. Ci allontanammo fino ad arrivare nei pressi di un laghetto, intorno vi erano parecchi alberi ed un ponticello che portava dall'altra parte del parco. Eravamo abbastanza lontani dagli altri da poter finalmente parlare senza interruzioni, ma non avevo le parole. Né il coraggio.

Già.

Alzai lo sguardo su di lei, ed il suo viso mi sconvolse.

Era confusa, paranoica, stanca.

La sua espressione era specchio della mia.

Si avvicinò a me e mi abbracciò. Così, senza dire nulla.

Sei davvero saggia, eh, piccola?” Pensai, prendendo ad accarezzarle i capelli. Non trovavo le parole perché non ne avevamo bisogno, non in quel preciso istante.

Io avevo bisogno di lei, e lei di me. Non mi aveva sostituito.

«A cosa stai pensando ora?» Chiesi con un filo di voce, stringendola di più a me con la mano sulla sua schiena.

«Mi manchi» Sgranai gli occhi, per poi stringerla ancora un po' di più. Lei, l'eterna orgogliosa, mi aveva appena detto ciò che pensava davvero. Io ero sempre riuscito a capirla, quando mentiva. Solo io, nessun altro.

In quel momento di “sincerità”, noi potei far altro che vomitare una domanda che mi bruciava infondo alla gola da troppo, troppo tempo. Ed uscì proprio così, come un vomito, qualcosa di nauseante, di orrido.

«Perché Louis?» Chiusi gli occhi, cercando di mantenere la calma, visto che qualunque risposta mi avesse dato, sarei corso da Louis per spaccargli il bel nasino che si ritrovava.

«Mi fa stare bene»

«Anche io»

«Tu non c'eri»

«Ci sono sempre stato»

«Non è vero»

«E quando non ci sarei stato?»

«Quando stavi con Madison»

«Andiamo, lo sai come-»

 

«NON LO SO PIU'

 

Fu un urlo, praticamente strozzato dalle lacrime. Lei stava piangendo,
No.
No no no.
Lei non doveva piangere.

Le presi il viso tra le mani, asciugandole le lacrime sulle guance, poi le accarezzai i capelli e le posai un bacio sulla fronte. Solo dopo qualche minuto, dopo essersi calmata, riuscì a parlare, e preferì con tutto il cuore che non l'avesse mai fatto.

 

«Tu sei il mio migliore amico, Harry»

 

Se qualche giorno prima, quella era l'unica frase che riusciva a darmi stabilità mentale e fisica, ora mi distruggeva.


E non capivo nemmeno il perché.

 

 

SAAAAALVE A TUTTI, BELLI E BRUTTI (?) Anche se tutti quelli che seguono la mia FF sono splendidi. COOOMUNQUE, devo fare un super, mega, urtra, iper ringraziamento a tutti coloro che mi hanno recensito e continuano a seguirmi ed aspettare con ansia l'uscita di ogni singolo capitolo, VI RINGRAZIO.

Non mi sarei mai aspettata tutte queste recensioni, per essere una fanfiction di ancora pochi capitoli, siamo arrivati a quota 24 recensioni positive, più un sacco di commenti carinissimi su twitter! Insomma, grazie çuç

Vorrei ringraziare Francesco, che mi è stato di grande aiuto quando l'ispirazione mancava; vorrei ringraziare Niki, per essere la mia fan numero uno (?) anche se tifa per la Lou-Mars. Louars (?).

Altro ringraziamento va alle mie dolcissime Erenì, Giuls, Drew e Ary ** Siete semplicemente fantastiche, vi amo çuç ♥

Oh, ringrazio anche Andrea (__PleaseStay) per essere così dolce, amabile e coccolosa *^* Luv ya <3

Eeeed in fine, ringrazio Andrea MASCHIO, che non ha fatto un cazzo però gli voglio tanto bene.

 

Ora, ho un'ultimissima cosa da dirvi: Qualcuno l'ha notato, altri no, ma LA FAN FICTION HA CAMBIATO NOME. Mi è stato chiesto il perché, e giustamente devo rispondere uù

Ho deciso di cambiare nome perché il vecchio non rispettava più l'andamento della storia, che ha preso una piega decisamente diversa rispetto a quella iniziale :O Dovete sapere che io non seguo una mappa concettuale (?) o robe simili. Non so nemmeno come finirà la storia :D Però ho delle idee carine, eeeee non vi dico altro.

See ya! ♥

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Capitolo 7
*** Just a Song. ***


 

 

 

 

Just a Song •

 

 

Tu sei il mio migliore amico, Harry

Tu sei il mio migliore amico, Harry”

 

Tu sei il mio migliore amico, Harry

 

Da quando avevo pronunciato quella frase, aveva iniziato a vagarmi per la mente come una trottola impazzita, per non so quale assurdo motivo.

Volevo convincermene, perché probabilmente era la cosa giusta da fare, ma non riuscivo a capire. Harry era diventato un mistero per me, ed io stessa non riuscivo a capirmi.

Quando mi prese la mano, al parco, mi sentì morire. Una di quelle sensazioni che descrivono nei libri, “il batticuore, le farfalle nello stomaco” e stupidaggini del genere, che io rare volte avevo provato.

Sempre a causa di Harry.

Però questa volta era diverso, era strano. Il suo sguardo era diverso. Più intenso, più serio.

Tormentato, quanto il mio.

Quella frase, era dannatamente sbagliata. Ma perché?

 

Mi misi le mani tra i capelli, piena di stress. Era Lunedì mattina, i ragazzi erano usciti per lavorare alla canzone ed ero rimasta da sola in casa. Avevo fatto una doccia, poi colazione con circa due carote e cinque Oreo (in quella casa non si mangiava altro) e mi ero ributtata sul mio letto.

Quella casa era troppo vuota senza di loro.

Come avrei fatto, un giorno, a vivere per conto mio? Erano dei ragazzi, vivere con loro andava bene, ma un giorno sarebbero diventati degli uomini, ed io non potevo abitare con degli uomini..

Anche se loro erano i miei amici di sempre, anche se lui era il mio migliore amico. Che avremmo fatto, una volta adulti?

Forse sarei tornata in Italia, dalla mia famiglia.. ma no, non mi ci vedevo più. Quella non era più la mia vita, non potevo tornare lì.

Ma per quanto tempo ancora potevo vivere con i ragazzi? Per quanto tempo ancora potevo vivere con Harry?

 

Harry, Harry, Harry. Sempre e solo Harry nei miei pensieri. Non è strano?

Lo è.

 

Magari avrei passato con Lou il resto della mia vita, con dei bambini ed una famiglia come si deve..

No, no, no, no.

Non mi ci vedevo proprio. No.

Rotolai nel letto, stiracchiandomi, e decisi di alzarmi; presi il portatile e mi misi seduta con questo sulle ginocchia, prendendo a navigare su siti random come facevo spesso.

Mi collegai un secondo a twitter e notai che era pieno di pettegolezzi su me e Lou. Alcune ragazze temevano che Harry potesse star male per la situazione, altre volevano uccidermi, altre ancora erano felici.

Wow.

Decisi di non scrivere nessun tweet perché avrei solo scatenato più di duemila menzioni, cattive o curiose che fossero, nei miei confronti.

Feci un giro nei profili dei ragazzi leggendo di un Lou elettrizzato per la canzone, un Niall affamato, uno Zayn innamorato delle fans, un Liam concentrato nel lavoro ed un Harry stanco.

Sospirai, scuotendomi i capelli con la mano, per poi digitare velocemente “youtube”.

Cercai qualcosa tra i “Video consigliati” ed uno in particolare catturò la mia attenzione.

Era una canzone, di Taylor Swift. Il titolo era “The way I loved you”; la conoscevo, da sempre ero una fan di Taylor, ma non sentivo quella canzone da più di un anno. Mi venne spontaneo sorridere e cliccarci su, per ascoltarla.

Ascoltando il testo con attenzione, sentì il cuore accelerare il battito.

 

He is sensible and so incredible
and all my single friends are jealous
he says everything I need to hear and it's like
i couldn't ask for anything better
he opens up my door and I get into his car
and he says you look beautiful tonight
and i feel perfectly fine..

But i miss screaming and fighting and kissing in the rain
and it's 2am and i'm cursing your name
you're so in love that you act insane
and that's the way I loved you
breakin' down and coming undone
it's a roller coaster kinda rush
and I never knew I could feel that much
and that's the way I loved you
.

 

[…]

 

he can't see the smile I'm faking
and my heart's not breaking
cause I'm not feeling anything at all
and you were wild and crazy
just so frustrating, intoxicating, complicated,

got away by some mistake,

and now..

i miss screaming and fighting and kissing in the rain
and it's 2am and i'm cursing your name
I'm so in love that I acted insane
and that's the way I love you
breakin' down and coming undone
it's a roller coaster kinda rush
and I never knew I could feel that much
and that's the way I loved you”

 

Non potei evitare di scoppiare in un pianto irrazionale e incontrollato, perché quella canzone parlava di me. Di Louis.

Di Harry.

Ma io lo amavo?

Avevo mai realmente amato Louis? Avevo mai provato più di una semplice amicizia per Harry?

Perché in queste situazioni, mi ritrovavo sempre a piangere?

Perché i 'perché' continuavano ad aumentare?

Perché non sapevo mai cosa rispondere?

 

Avevo capito una cosa, però. Il mio posto non era con Louis, e non lo sarebbe mai stato. Perché non provavo niente per lui, se non una salda amicizia.

Niente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella mattina era stata un vero e proprio inferno. Avevamo incontrato gli autori del nostro singolo, per parlarne con loro e fondere le nostre idee.

Ci eravamo ritrovati a lavorare con quella bomba di Alexandra Stan.. inutile dire che Zayn e Liam stravedevano per lei. Niall e Louis no, troppo eccentrica per il primo e troppo imperfetta per il secondo.

Lui aveva Mars, lei era perfetta.

In quanto a me, ovviamente la trovavo bellissima, ma non riusciva a farmi impazzire, no.

Era solo sexy.

Ero rimasto sorpreso da Liam, non pensavo potessero piacergli ragazze così. Zayn la fissava quasi con la bava alla bocca, pensavo stesse per saltarle addosso da un momento all'altro.

Prima le tipe così facevano impazzire il mio amichetto, ed averle era anche parecchio facile, ma da un bel po' non mi interessavano. Tutte le mie attenzioni verso il mondo femminile si erano raccolte in una sola rappresentante della specie.

La mia migliore amica, per giunta.

Era l'unica della quale mi fosse mai importato qualcosa.

Odiavo quella situazione, odiavo non capire quell'ingarbugliato miscuglio di emozioni che un suo singolo sorriso scatenava. Era sempre stato così, ma ora mi chiedevo il perché.

Spostai lo sguardo su Alexandra, che parlava velocemente esponendoci una decine di buone idee per la canzone, interessata alle proposte dei ragazzi. Ci chiese di pensare a qualcosa da aggiungere alla canzone, così da renderla il più “nostra” possibile.

La ragazza aveva un accento molto strano, parecchio masticato, tra lo spagnolo e l'americano. Scoprì dopo, parlandole, che era di nazionalità Rumena. Sembrava molto brava nel comporre canzoni, e ne rimasti piacevolmente sorpreso. Non mi aspettavo davvero che una tipa così sapesse comporre, anche perché le sue canzoni erano molto 'da discoteca', e non volevamo che il nostro singolo fosse così. Qualcosa di più romantico, per far sentire le nostre fans speciali.

Quindi, dopo una mattinata stressante al punto giusto, mi buttai su uno dei divanetti dello studio di Tom.

 

Non riuscivo proprio a levarmela dalla testa. Mai.

 

«Ehi, Harry» Disse Niall, avvicinandosi al divano, «sei a pezzi, mh?»

«Decisamente» Risposi, massaggiandomi le tempie.

«Forse non è il momento, ma dobbiamo parlare di una cosa, assolutamente» Serio. Niall era serio. Non timido, non sorridente. Serio. Rarissime le volte in cui non l'avevo visto ridere a crepapelle per qualcosa.

«Di cosa?»

«Mars» Ancora quel nome, ancora lei. Sempre. «Tra voi due succede qualcosa, non sono stupido, me ne accorgo. Come Liam e Zayn, d'altronde. Forse anche Lou, ma ha troppa paura di perderla per vedere la verità»

«E.. sentiamo, quale sarebbe la verità? Perché sai, nemmeno lo so..»

«Harry, non fare l'idiota. Infondo lo sai»

«No, Niall, non lo so. Te lo giuro, non ne ho la più pallida idea. Perché è tutto così diverso dal solito, è tutto nuovo, e non capisco davvero cosa mi stia succedendo» Sentivo lo stomaco sottosopra per il nervoso.

«Vedi ancora Mars come la tua migliore amica? Sii sincero»

«Non lo so.. non credo»

«L'hai mai vista, davvero, come la tua migliore amica?»

«Io..» Non sapevo che rispondere. Non lo sapevo, non ne avevo la più pallida idea.

«Facciamo così, idiota di uno Styles, ti lascio..» prese a fugare nel suo mars-upio (era una specie di 'soprannome', o meglio, ci aveva fatto notare circa 546764 volte che conteneva la parola “Mars”), per poi uscire il suo iPod azzurro; cercò un po' tra le canzoni, alla fine trovò quella che cercava «.. questo, tu ascolta la canzone, ok?» Si alzò, lasciandomi quell'apparecchietto azzurro tra le mani. Provai a chiamarlo per chiedergli spiegazioni, ma mi ignorò, andandosene.

Sbuffai, facendo aderire le sue grandi cuffie bianche e viola alle orecchie. Schiacciai 'play' e guardai il titolo.

 

That should be me”

 

Era una canzone di Justin, versione acustica. Non avevo mai ascoltato molto Bieber, ma Niall ne era praticamente ossessionato da tempo. Era, come si suol dire, il suo cantante preferito. In effetti era bravo, ma io preferivo tipi come John Meyer.

 

«Everybody’s laughing in my mind,
Rumors spreading ’bout this other guy.
Do you do what you did

when you did with me ?
Does he love you the way I can ?
Did you forget all the plans
that you made with me ?
’Cause baby I didn’t.

 

That should be me, Holdin’ your hand
That should be
me, Makin’ you laugh

That should be me, This is so sad
That should be me
That should be me
That should be me, Feelin’ your kiss
That should be me, Buyin’ you gifts


This is so wrong,
I can’t go on,
till you believe that

That should be me»

 

'Quello dovrei essere io'. Sì, dannazione.

Quello dovrei essere io!

Io merito di farla ridere, di tenere la sua mano, di comprarle regali, di.. sentire il suo bacio, anche.

Non avevo mai capito cosa provavo per lei, perché lei era l'unica per la quale avessi mai provato qualcosa. Io ho mai conosciuto l'amore, non ho mai avuto una vera storia con una ragazza.

Per questo non capivo, perché non sapevo cosa volesse dire amare.

'Ora ho finalmente una risposta. Ora ho capito.'

 

E la prima cosa che feci, fu andare a parlare con Alexandra, perché avevo trovato la mia parte di canzone.

 

Lei è bella, ma non sa di esserlo. E questo è ciò che la rende bella.

Ed illumina il mio mondo, come nessun altro.”

 

 

 

 

 

SAAALVE A TUTTI :3 Vi ho fatto aspettare di nuovo un bel po', ne sono consapevole. So anche che questo capitolo non è granché, non mi ci sono impegnata molto, perché è più che altro un capitolo di passaggio çç

Il bello arriverà al prossimo chapter *coffcoffcoff

Ordunque, voglio ringraziare TUTTI per i commenti su twitter, le recensioni e le cose carine che mi continuate a dire sulla fan fiction. Grazie, davvero. Senza di voi non avrei la voglia di continuare çç

Invece ci siete, mi seguite in tanti, e quindi grazie.

Oh, piccola parentesi: voi non avete la minima idea di quale sia la mia reazione ogni qual volta ricevo commenti/recensioni. Davvero, saltello dalla gioia AHAHAHA.

Quindi grazie, grazie davvero.

Questo capitolo lo dedico alla dolce Drew, perché certe volte ha dei momenti tristi e se le torna il sorriso con i miei capitoli, sfornerò capitolo per l'eternità.

Vi voglio bene, grazie ancora!

Alla prossima (che probabilmente non arriverà poi molto tardi uù),

Mars.

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Capitolo 8
*** You light up my world. ***




You light up my world •
 
 
Era passato un mese da quando mi ero resa conto che qualcosa non andava, eppure non era cambiato nulla. Non avevo il coraggio di cambiare nulla. Stavo ancora con Louis, ci vedevamo poco perché stava tutto il giorno con i ragazzi a lavorare sul singolo, ed avevano deciso che non l'avrei ascoltato prima del lancio. Ero d'accordo, sarebbe stato più bello assistere.
Con Harry lo stesso, lo vedevo poco ma stava ancora con Madison, quando stava a casa (ed io non stavo con Lou) cercava di parlarmi, ma finivamo sempre con dei silenzi imbarazzanti. Era diventato tutto più difficile. Quando rimanevamo da soli, anche per pochi minuti, ci abbracciavamo. Perché lui mancava a me, ed io mancavo a lui.
Come potevamo tornare alla situazione di prima? Probabilmente lo sapevo, ma non avevo il coraggio di cambiare nulla.
E quindi, da un mese andavo avanti così, mentendo a me stessa ed a Louis. Che poi, alla fine, lui mi faceva sì stare bene, ma come potrebbe farmi stare bene Zayn, o Liam, o Niall. Niente di diverso da loro.
Stavo sdraiata sul divano, a guardare qualche stupido programma in TV, quando sentì la porta d'ingesso aprirsi. Non potevo confondere le loro voci. Mi alzai di scatto e corsi incontro ad Harry, abbracciandolo, istintivamente.
Idiota.
Mi staccai subito da lui ed abbracciai Lou, sorridendo quando mi poggiò un bacio sulla fronte.
 
Divisa tra due.
 
«Mars, Mars, Mars! Domani sarà un gran giorno» Fece Liam, poggiandomi le mani sulle spalle.
«Perché?» Chiesi ridacchiando, curiosa.
«È una sopreeesa!» Fece Zayn, avvolgendomi i fianchi in un abbraccio.
«Ti piacerà davvero tanto!» Niall mi prese un braccio e lo “abbracciò”.
«MA CHE AVETE TUTTI?» Sbottai ridendo, facendo ridere anche loro.
«Sorpresa, sorpresa, soooorpreeesa!» Disse Lou, dandomi un bacio sulla guancia.
«Ok, basta!» Me li scrollai di dosso, ridacchiando, e guardai Harry.
Mi stava sorridendo.
Quanto mi era mancato il suo sorriso. Ma non quelli che tirava fuori all'occorrenza, no. Il suo sorriso sincero, da bambino.
Quel sorriso che non faceva altro che ricordarmi il nostro primo incontro.
Bambini, innocenti, senza problemi -se non scegliere quale regalo chiedere a Babbo Natale-.
Quando mi aveva sorriso per la prima volta, chiamandomi “Mars”.
Io ero me stessa grazie a lui. Non più “Martina”, la bambina italiana con un'esistenza più che normale.
Ero cresciuta, e diventata Mars, la 16enne mezza-inglese che viveva con cinque pazzi.
Membri di una band.
Chiamata “One Direction”.
Con chissà quante fans pazze di loro, sparse per il mondo.
Come facevo ad essere ancora viva?
Senza contare che stavo anche con un membro del gruppo, nonostante non l'amassi. Queste erano due motivazioni in più per uccidermi. Fantastico!
 
«Che facciamo di pomeriggio, ragazzi?» Chiese Niall, tornato ad abbracciarmi a mo' di koala.
Era tenerissimo, dannazione.
«Film?» La proposta innocente fu di Louis.
«NO» Esclamai io, con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Sapevo cosa significasse vedere un film con i ragazzi.
In pratica, il film non lo vedeva nessuno, poiché iniziavano puntualmente una lotta di popcorn.
Come dei bambini dell'asilo, va'. E poi mi pregavano di prepararne altri, e, sempre puntualmente, ricominciava la lotta.
«Daaaai Mars, non ti faremo disperare anche questa volta! Promesso!» Disse Niall, in modo addir poco adorabile.
 
Mai, mai, MAI, dar retta ad un'adorabile irlandese. Ne va della tua integrità morale e fisica.
Il film che avevano scelto era il preferito di Niall, Grease, che però scatenava una risata da parte di Louis ogni due e tre battute, per colpa della sua “bravata” ai tempi della scuola..
Ecco, Harry si era messo in mezzo, urlando ad entrambi di stare zitti e smetterla di torturarsi a vicenda, ed alzandosi di scatto dal divano aveva rovesciato addosso a Zayn, che arrabbiato, ha infilato un mucchio di pop corn in bocca a Liam, che poveretto cercava di tranquillizzare i ragazzi.
Qui, anche il più calmo ha perso la ragione, e la battaglia è iniziata.
 
«Vi odio» Due parole. Sei lettere. Pura bugia.
«Mars, sai che sei proprio adorabile ricoperta ricoperta di pop corn?» Liam.
«Ti donano!» Harry.
«La nuova Lady GaGa!» Louis.
«Ti consiglio di uscire e rimorchiare qualcuno più figo di Louis, sei uno schianto così!» Zayn.
«Questo è un pop-cidio-corn. Quanto cibo sprecato!» Niall, in modo alquanto tragico e disperato. Scoppiammo tutti a ridere, come non facevamo da tempo.
Come non facevano da tempo.
Finalmente riuscivo a rivedere i miei ragazzi, i miei One Direction.
 
«Vi voglio bene» Tre parole. Dodici lettere. Pura verità.
I loro visi inizialmente sconvolti, poi allietati da cinque enormi sorrisoni.
E pochi secondi dopo, mi ritrovai sommersa da un abbraccio di gruppo.
 
Grazie, ragazzi”
 
 
 
 
 
 
 
 
Le urla.
Come non sentirle. Ti entrano nelle orecchie e nel cuore, perché sai che tu ne sei il merito.
 
La folla.
È per noi. Non ho idea di quante ragazze siano lì, ad urlare il nostro nome.
 
L'emozione.
Tremiamo. Tutti e cinque, ci teniamo le mani e non possiamo fare a meno di tremare. E pensare che solo un anno e mezzo prima, eravamo solo cinque ragazzi sparsi per il Regno Unito.
 
Questo è un punto critico.
Non è l'inizio di tutto, non è la fine di qualcosa. È semplicemente il nostro momento.
 
Ecco che tutto tace, è solo un momento. Quando i respiri delle ventimila ragazze si bloccano, prima di prendere aria ed urlare, per noi.
 
Quel momento finisce, e lo spettacolo comincia.
 
 
Quella era la nostra prima vera esibizione. Fu come riavvolgere un nastro: io ed i ragazzi cantammo quasi tutte le canzoni cantate ad X Factor, incominciando da Torn.
C'erano tantissime ragazze, parecchio carine, che piangevano. Avrebbero venduto un rene per un nostro autografo, e firmato un contratto col diavolo per avere un appuntamento.
Ma io avevo occhi solo per lei.
Lei che stava in prima fila, proprio come una delle tante. Gli occhi lucidi per l'emozione, rimasta estasiata dalla sorpresa che avevamo deciso di organizzarle. Rischiai di scivolare e cadere parecchie volte, guadagnandomi parecchie occhiatacce da parte di Liam.. tutto questo perché non riuscivo a smettere di guardarla.
Le canzoni continuarono ad andare avanti, e noi a saltellare sul palco presi dalla gioia del momento. Ci abbracciammo parecchie volte, persino con Louis. Gli volevo ancora un mondo di bene, nonostante tutto. Vidi gli occhi lucidi in ognuno dei ragazzi, mentre fissavano le nostre fan.
Non potrebbero nemmeno immaginare quanto le adoriamo.
Saranno parole scontate, ma vere.
 
Ancora un'altra canzone.
Meno una.”
Cantammo “She's the one”, e chissà perché riuscivo a pensare solo a quell'unica ragazza. Sempre, solo, unicamente lei. Qualche volta spostavo lo sguardo e sorridevo a qualche ragazza, per farla sentire speciale. Lo erano, ma mai quanto lei.
Ok, Styles, sei inquietante. Ed ossessionato.
Finì anche questa canzone, ed era tempo di un annuncio che fece man mano zittire gli applausi e le urla.
«Grazie, grazie a tutti! Siamo davvero felici di vedervi qui, siete i migliori fan del mondo, vi amiamo!» Dissi, e ci fu nuovamente un rombo di fermento da parte delle ragazze.
«Adesso, mi sembra assurdo che questa serata sia giunta praticamente alla fine, ma non vi lasceremo così. Abbiamo una sorpresa fantastica per voi!» Sorrisi raggiante. Guardai ancora Mars, poi un attimo Madison (sì, c'era anche lei), dalla parte opposta. Liam prese il microfono, sorridendo prima a noi, poi alle ragazze che ci guardavano col fiato sospeso.
«Ecco a voi, in anteprima assoluta, il nostro primo singolo, What makes you Beautiful!»
Ancora urla, ragazze in lacrime..
Inizia la nostra canzone.
 
«You’re insecure
Don’t know what for
You’re turning heads when you walk through the door.
Don’t need make up
To cover up
Being the way that you are is enough»
 
Possibile che, anche mentre canto con i ragazzi, possa avere gli occhi solo per lei? Lei e nessun'altra. Insicura, perfetta. Non ha bisogno di nulla, perché essere se stessa è già abbastanza.
 
«Everyone else in the room can see it
Everyone else but you»
 
Tutti vedono quanto è bella, quanto è perfetta. Tutti tranne lei.
 
«Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful»
 
Lei accende il mio mondo, come nessun altro. Il modo in cui scuote i capelli, mi travolge. Ma quando sorride imbarazzata, abbassando lo sguardo, non è difficile da dire.
Lei non sa di essere bellissima.
 
«If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
Oh oh
That’s what makes you beautiful»
 
Se solo lei riuscisse a vedere ciò che vedo io, capirebbe perché la desidero così disperatamente. Proprio ora la guardo, e non riesco a crederci. Lei non sai di essere bellissima. Ma questo è ciò che la rende bellissima.
 
«So c-come on
You got it wrong
To prove I’m right I put it in a song
I don’t why
You’re being shy
And turn away when I look into your eyes
 
Everyone else in the room can see it
Everyone else but you
[...]»
 
Era arrivato il momento, quello più importante. Scegliere le cinque fortunate alle quali avremmo cantato il resto della canzone. Guardai Mars, per poi bloccarmi, nel momento il cui Louis sporse una mano verso di lei, per aiutarla a salire sul palco.
Giusto, stava ancora con lui. Mi diressi verso Madison e le sorrisi, lei sorrise raggiante di rimando. La sua mano stretta nella mia, che però non era la mano che volevo per me. Non volevo Madison, non l'avevo mai voluta.
Sentì il cuore diventare minuscolo nel vederla ridere tra le braccia di Louis. Mi faceva male.
Niall aveva preso una castana/biondiccia, carina e completamente in lacrime; sembrava avere un tatuaggio sul polso. Liam una riccia, dai capelli corti più o meno fino alle spalle, di un castano chiaro e gli occhi vispi. Zayn, una rossa tutto pepe che aveva fissato per tutto il concerto.
 
«Nana Nana Nana Nana
Nana Nana Nana Nana
Nana Nana Nana Nana»
 
Era arrivato il momento, quello più importante. Strinsi Madison solo un attimo, avrei dovuto cantare la mia parte da solista a lei, ma non ci riuscivo.
Non era Madison che volevo, non era lei che meritava quelle parole.
Ero innamorato, ma non di lei.
Le feci fare una giravolta, avvicinandomi nel frattempo a Mars e Louis, e la presi tra le mie braccia. Era stato uno scambio di qualche secondo, ma adesso l'avevo davanti.
Gli occhi che tanto amavo, il rossore sulle sue gote, le labbra leggermente schiuse per lo stupore e l'ansia. La mia mano stava salda sulla sua schiena, il mio viso lontano pochi centimetri dal suo, e le luci si concentrarono su di noi.
Il mio cuore era un tamburo impazzito, e non a causa della stanchezza, ma a causa sua.
 
«Baby you light up my world like nobody else,
The way that you flip your hair gets me
overwhelmed,
But you when
smile at the ground it aint hard to tell..

You don’t know..
You don’t know you’re beautiful

Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful

If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
Oh oh
You don’t know you’re beautiful,
Oh, oh oh
You don’t know you’re beautiful,
Oh, oh oh
That’s what makes you beautiful!»
 
Le luci si abbassano, con l'ultima nota della canzone. Le ragazze urlano e piangono, eppure io non sento niente. Niente e tutto, in realtà.
Tutto, perché quella “confessione” non era in programma, e cantare con la mia mano in quella di Mars mi ha fatto provare emozioni uniche, il mio cuore non ha smesso simulare fuochi d'artificio nemmeno per un attimo. Quella canzone, era per lei. Solo per lei.
Eppure non sentì niente. Nulla che facesse parte del mondo intorno a me.
 
Perché il mio mondo è contenuto tutto in una persona sola.
 
Ed ecco perché non sentì niente, all'infuori delle mie labbra su quelle della mia migliore amica.


 
Dolcezze mie, son tornata çuuç
Mi sono impegnata TANTO per questo capitolo, perché lo sogno praticamente dall'inizio della fanfiction, e DOVEVA ASSOLUTAMENTE riuscire bene.
Non ho idea di cosa ne sia uscito, alla fine, ma spero qualcosa di decente çç
Volevo la perfezione per questo capitolo, ma non scrivo in modo perfetto, quindi è abbastanza impossibile çç
Spero abbiate gradito comunque!
Vi annuncio fin da subito che ho poche idee per continuare, quindi fin quando non mi arriverà una sorta di illuminazione divina, dovrete aspettare çç
Cercherò di fare il prima possibile, parola di carota! (?)
Vi ringrazio ancora per il sostegno, le recensioni ed i commenti.. davvero, non avete la minima idea di quanto mi rendiate FELICE.
Grazie.
Bene, con questo vi lascio, eee al prossimo capitolo! **
Mars.

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Capitolo 9
*** Pretending. ***




Pretending •
 
 
Un'esplosione.
L'avete presente, no? Ecco ciò che provai quando le labbra del mio migliore amico toccarono le mie. Ero sconvolta, imbarazzata, felice, confusa, in colpa. Cosciente di sentimenti che non dovevo neanche immaginare di provare, per lui. Era praticamente mio fratello. E quel bacio mi era sembrato tanto vero e giusto, quanto sbagliato ed irrazionale.
Alla fine dell'esibizione andammo tutti nel backstage, insieme alle altre ragazze tutte in preda alle lacrime, tutte tranne me. Avevo il cuore a mille e le guance in fiamme, così mi diressi verso la stanza-armadio dei ragazzi, per stare un po' da sola. Iniziai a fare nervosamente avanti e indietro, ma ricordai troppo tardi di non aver chiuso la porta.
«Mars.. parliamo, ti prego» La sua voce tremò, e tremai anche io.
Cazzo.
«Martina, ti prego» Non pronunciava da troppo tempo il mio nome, è strano per entrambi sentirlo. Di solito lo faceva solo quando doveva parlarmi di qualcosa di davvero, davvero serio. Ma andiamo, parlare di cose serie con Harry Styles era come impedire a Louis di indossare magliette a righe o regalare un cucchiaio decorato a Liam, per natale.
 
Ignorarlo. Dovevo solo ignorarlo. Far finta che non fosse accaduto nulla. Provai ad uscire dalla stanza, ma mi si fermò davanti, fissandomi con uno sguardo che era specchio della tristezza.
«Devo andare, Harry» Dissi, quasi in un sussurro. Mi scrutò ancora, per cercare quella parte di me che avrebbe ceduto e gli avrebbe concesso di parlare.
Ma non c'era.
Non in quel momento.
C'era solo una grande, indistruttibile barriera di confusione.
Avrei dovuto affrontare Louis, e la cosa mi terrorizzava.
Harry mi guardò solo per un altro secondo e mi lasciò passare, io mi diressi velocemente alla stanza dove i ragazzi si stavano riprendendo dal loro primo vero concerto.
Risate.
Stavano ridendo, tutti. Perfino Louis, parlava con Madison e rideva allegro. Le ragazze erano un miscuglio di lacrime e risate.
Nel momento esatto in cui Harry aveva fatto.. quello, le luci si erano spente.
La fine della canzone.
La fine dello spettacolo.
La fine di quella specie di “confessione”.
La fine di un sogno, sì. Sia per me che per lui.
Ma lo avrei negato, sempre e comunque.
«Mars, siediti!» Disse Lou, sorridendo come sempre. Era.. normale.
Non aveva visto nulla.
Mi sedetti accanto a lui, cercando di sorridere e sembrare più tranquilla possibile, ma lui lo era davvero.
Harry spuntò dall'altra stanza, con lo sguardo afflitto.
Improvvisamente, avevo voglia di piangere. Di sfogarmi, di urlare almeno una volta tutti questi sentimenti che non facevano altro che sovrastarmi e farmi sentire qualcosa di estremamente piccolo in una realtà della quale non facevo parte. Avevo bisogno di respirare di nuovo. Avevo solo voglia di prendermi la testa tra le mani e piangere. Odiavo non capire me stessa, non capire Harry. Non capire noi, o quello che ci aveva cambiati.
Sei una fottutissima idiota, Martina. Cosa c'è da capire? Ti ha baciata.
Perché?
Dannazione, odiavo non avere risposte. Odiavo vedere Harry in quello stato. Odiavo quella situazione, e dovevo continuare a fingere.
Fingere, era l'unica soluzione.
Così mi misi sul volto un bel sorrisone ed iniziai a conversare allegramente con le ragazze, mentre Louis mi cingeva le spalle.
Nessuno aveva visto nulla; quindi era il nostro segreto, e dovevo assolutamente mantenerlo.
Perché ero una codarda, e non potevo far altro.
Con la coda dell'occhio vidi Harry buttarsi su un divanetto e forzare qualche sorriso alle ragazze, con lo sguardo che saltellava da loro a me.
Pian piano, si presentarono.
Valerie, la rossa di Zayn, non poteva fare a meno di fissarlo con i suoi occhioni azzurri. Poi c'era Kris, la castana/biondiccia coi capelli ricci, che ricordava un po' Danielle, la ex di Liam. Probabilmente non l'aveva ancora dimenticata del tutto.
E l'ultima era Drew, la biondina che aveva preso Niall, con tatuato “Nialler” sul polso. Osservai quei due parlare e scherzare per un bel po' di tempo, sembravano così affiatati. Lei aveva un bagliore negli occhi che conoscevo bene.
Era lo stesso che invadeva i miei occhi, quando stavo con Harry. Quella felicità nell'aria la percepivo persino io, ovunque, quasi palpabile.
Ma non per me, non mi rendeva per niente felice.
E adesso volevo piangere, perché tutto era diverso.
Da quando l'avevo visto con Madison, da quando mi ero messa con Louis. Le cose non potevano restare semplicemente come prima?
Cos'era cambiato?
Sentì le guance diventare rosse e le punte delle dita tremare, e sapevo cosa sarebbe accaduto ben presto.
Via col bruciore fastidioso agli occhi.
Mi alzai e mi diressi allo spazioso e luminoso bagno (per quanto potesse essere luminoso un bagno, con quei meravigliosi neon capaci di farti scoppiare la testa nel giro di due minuti), socchiusi la porta alle mie spalle e mi diressi al lavandino per sciacquarmi la faccia.
Fanculo, Harry.
Fanculo.
E ovviamente quel coso con i ricci usa il suo perfetto tempismo per entrare in bagno nel momento sbagliato.
«È il bagno delle ragazze, Styles»
«Meglio, e.. adesso siamo passati ai cognomi?»
«Preferisci che ti chiami Harold? Puoi scegliere, dai» Evitavo di guardarlo in faccia, le mie barriere sarebbero crollate e non volevo, decisamente no.
«Sarebbe meglio, Martina
«Harold Edward?» «Non esagerare, potrei mettere in mezzo il tuo secondo nome, e so quanto lo odi»
Riuscì a zittirmi. Alzai lo sguardo verso lo specchio e tirai fuori i “trucchi di emergenza”, per sistemarmi un po' dopo l'ultimo sfogo.
«Perché piangevi?» Quanto sei idiota.
«Sono raffreddata, mi servirebbe qualcosa per riprendermi»
«Ah, ok. Perché piangevi?» Ti odio quando fai così.
«Sono cazzi tuoi?»
«Ovviamente, e.. sei di cattivo umore, per caso?» Ma hai problemi?
«Ahem, no, non sono cazzi tuoi e.. di cattivo umore? Perché dovrei?»
«Appunto, perché dovresti? Bacio bene, lo dicono tutte..»
Muori. Adesso. Prima che ti faccia soffrire io.
«Mars, sto scherzando. Ma voglio parlare» intanto si avvicinava pericolosamente a me, poggiandomi una mano sul braccio.
«Stai bene?» Idiota. Immaturo. Coglione. Stronzo. Puttaniere. Gay represso.
«Cosa vuoi che ti dica, sottospecie di scimmia dai capelli a cavolo? No. Non sto bene. Voglio tornare ad essere quello che eravamo prima, mi manchi. Ma che succede poi? Arrivi tu, cantandomi la canzone più bella del mondo, baciandomi su un palco, rubandomi dalle braccia del mio ragazzo e mollandogli in malo modo la tua ipotetica Barbie bionda. Fai la cosa più romantica che ci sia sulla faccia della terra, e non so cosa vuoi dirmi con questo. Ho bisogno di tempo, ho bisogno di te. Sei il mio pilastro, Harry, dannazione. Lo sai. Sei sempre stato tu a farmi stare bene, a risolvere i miei problemi, e adesso cosa succede? Mi manchi.»
Parlai velocemente e senza sosta, mentre con tutta me stessa cercavo di trattenere le lacrime.
«E poi c'è Louis, oh, Louis! Riesce a farmi stare bene, ma sai anche tu che non c'è.. la scintilla tra di noi, capisci? Non c'è. Ma sai cosa c'è? Mi fa stare bene, mi fa ridere. Cazzo, Styles, non ce la faccio più. Non riesco a sopportare questa situazione, mi sta uccidendo.»
Ero già scoppiata a piangere da un po', mentre lo fissavo lì, in piedi, con la sua faccia da “oh-cazzo,-quanto-vorrei-farti-stare-meglio, ma-sono-l'artefice-di-questo-casino-quindi-i-sensi-di-colpa-mi-stanno-mangiando-vivo” che non faceva altro che farmi stare peggio.
«Abbracciami, coglione» Sussurrai appena, ma fu sufficiente. In due secondi mi ritrovai nel suo abbraccio. Era l'unica cosa che poteva farmi stare meglio e peggio allo stesso tempo.
Che cazzo stavo facendo?
Prima ero arrabbiata con lui, ma nonostante tutto l'unica cosa che volevo era rivivere il momento sul palco, perché non mi ero mai sentita “al mio posto”, come in quel momento.
Vivi nella contraddizione, ragazza.
Già.
Mi passò una mano sui capelli, leggero come al solito, giocherellando con i miei boccoli fin quando non mi calmai completamente.
«Harry, forse ti chiedo troppo, ma.. potremmo dimenticare ciò che è successo?»
Si fermò, diventando rigido.
«D-dimenticare?» Voce rotta.
Oh, ti prego, non renderlo più difficile di quanto non sia già.
«Io ho bisogno di pensare, di stare vicina a te, ai ragazzi. E come primissima cosa ho bisogno del mio migliore amico»
Dire quelle parole mi fece male, maledettamente male; so che stavano ferendo entrambi, ma dovevo dirle.
«Certo, capisco. Vuoi un migliore amico? Avrai un migliore amico. Ma sei sicura? Non puoi tornare indietro dopo aver deciso» Sentì l'aspro del suo tono sulla lingua come un caffè amaro, ma non dovevo cedere. Tuttavia non potei far altro che pensare a cosa intendesse per “non puoi tornare indietro dopo aver deciso”.
«Sì, sono sicura» Era la decisione più egoista che avessi mai preso, ma era giusto così. Dovevo pensare, dovevo chiarire tutto ciò che avevo dentro. E per questo dovevo fingere di aver dimenticato quel bacio, di volerlo dimenticare, anche se non volevo.
Ed avrei continuato ad avere il mio migliore amico, no? Forse sarebbe tornato tutto normale..
Forse.
Harry si allontanò da me, aggiustandosi il ciuffo (lo faceva sempre, era diventata una cosa automatica per lui) e mi sorrise in modo stronzo.
«Bene, torniamo di là, migliore amica?» Accidenti, era arrabbiato. Si sentiva. E cosa peggiore: aveva un piano in mente. Cosa avesse intenzione di fare mi era però totalmente oscuro.
«Vai, ti raggiungo subito» Dissi, stringendo le labbra. Lui se ne andò subito, ed io fui travolta dai sensi di colpa.
Mi sfiorai il labbro inferiore con la punta delle dita, ripensando al bacio. Quella sensazione nuova, di appartenere ad un posto, a qualcosa, a qualcuno.
Ma la cosa non riguardava solo me ed Harry, c'erano i One Direction. C'era Louis. Cosa sarebbe successo se avessi scelto di baciare di nuovo Harry, per capire i miei sentimenti? Cosa sarebbe successo se avessi capito di amarlo, di amare il mio migliore amico fin dall'infanzia? Louis avrebbe sofferto, i One Direction si sarebbero sciolti, la Larry Stylinson Bromance sarebbe andata a puttane. Forse la mia decisione non era stata così egoista, ma a soffrire c'eravamo io ed Harry.
Mi misi le mani tra i capelli e chiusi gli occhi un'attimo.
Harry.
Bacio.
Migliore amico.
Louis.
Egoismo.
One Direction.
Confusione.
Era una lista di cose che non facevano altro che mescolarsi nella mia testa e rendermi la vita impossibile.
«Basta Martina, vai lì dentro e rendi tutto il più naturale possibile. Respira, inspira, respir-» il mio soliloquio venne interrotto dalla vibrazione del mio cellulare. Era un messaggio.
Sbiancai improvvisamente, e scappai nell'altra stanza. I ragazzi stavano ancora chiacchierando, Harry parlava allegramente con Valerie e Zayn. Quando videro la mia faccia si fermarono ed iniziarono a guardarmi con aria interrogativa.
«Ragazzi, devo andare in aeroporto .. Dominique ci fa una visita» Ipotizzai che la mia faccia in quel momento fosse tutta un programma. Probabilmente avevo una di quelle espressioni stile “ho visto un fantasma e mi ha offerto di mangiare carote insieme”. Ma Dominique era peggio di un fantasma. Era mia cugina Francese, una di quelle ragazze sexy e montate, che vivevano la notte, girando per le discoteche.
Il mio opposto, in pratica. Inutile aggiungere quanto fosse perfetta nei suoi lunghi e lisci capelli biondi e occhi blu notte.
Non andavamo esattamente d'accordo, no.
Tuttavia si avvicinava il periodo Natalizio, e non potevo far altro che sperare che anche Dominique fosse cambiata.. “A natale siamo tutti più buoni”, no?
 
 
Harry si era subito proposto di andare con me a prendere mia cugina, questo aveva costretto anche un Louis geloso ad accompagnarci, mentre i ragazzi avevano deciso di restarsene a casa e riposare. Non c'era molto rischio che venissero assaliti dalle fan: era un piccolo aeroporto, praticamente sperduto e nel bel mezzo del nulla, ne avremmo incontrate massimo due o tre, o magari nessuna.
Mi stupiva il fatto che mia cugina avesse scelto di essere “scaricata” in un aeroporto non-stra-lussuoso, come avrebbe fatto di solito. Suo padre, Morgan Vander, imprenditore ricco sfondato e rimasto vedovo da più di sei anni ormai, faceva di tutto per viziare la figlia e farla crescere nel lusso. Quindi, qualunque cosa dicesse la sua Dom Dom era un ordine.
Harry stava al caffè, sorseggiando una bibita calda, io e Louis aspettavamo seduti davanti ad un tabellone con gli orari di arrivo e andata di sì e no sette voli, uno per l'Italia.
Forse sarei potuta tornare a casa, per un po'. Stare con mia madre ed il resto della mia famiglia, non li sentivo da così tanto tempo..
Spostai il mio sguardo su Harry.
No, come potevo stare senza di lui? Io avevo bisogno di lui, quanto dell'ossigeno. Era la mia famiglia, era tutto. E valeva esattamente come un qualunque altro membro stretto della mia vera famiglia.
Mi strinsi nella mia sciarpa color sabbia, coprendomi quasi fino al naso, e decisi di raggiungere Harry. Guardai Louis che si era appisolato sul seggiolino accanto al mio e sorrisi: aveva quasi vent'anni, e si comportava ancora come un bambino.
Mi alzai, cercando di fare il minor rumore possibile, e raggiunsi Harry al caffè.
«Ehy» Sussurrai, infilando le mani fredde nelle tasche del cappotto beige.
«Ehy» Rispose a sua volta, porgendomi la sua bibita. Ne sorseggiai un po', scottandomi ed uscendo la lingua per cercare di non ustionarmi, e questo fece scoppiare a ridere il mio compagno di cioccolata.
«Quantho shei shtronzho!» Sbottai con la lingua ancora protesa, iniziando a sventolarle davanti la mano per raffreddarla.
La sua risata è stupenda.
«Potrei darti un bacino sulla bua, magari passa prima..»
«'Sta zitto, Styles!» Sbottai io, non appena ebbi riacquistato l'uso della parola. Almeno sorrideva, almeno non sembrava così arrabbiato. Non era tornato tutto come prima, ma stavamo parlando. E scherzando. E..
-Il volo Parigi-Londra LHR è appena atterrato-
Era arrivata. Sospirai rassegnata all'idea di dover sopportare mia cugina durante il periodo più bello dell'anno, quello Natalizio, ma non potevo farci niente. Se Dominique voleva qualcosa, doveva essere accontentata senza proteste.
Almeno, questo valeva per suo padre e per chiunque altro si lasciasse ingannare dai suoi occhioni blu, ma non per me.
Sapevo cosa era capace di fare, non la sopportavo e non l'avrei mai sopportata.
Ancora qualche minuto, e..
«OH, MIO, DIO, HARRY!» Quella fastidiossissima voce..
Corse incontro al mio migliore amico, con i suoi capelli biondi e perfetti, con i suoi vestiti stra-firmati, sembrava uscita da una pubblicità. Lo abbracciò, ed io mi sentì un calcio in pieno stomaco.
«Oh, cugina! Ciao! Che bello vederti, tesoro!» Si avvicinò sorridendo a me, stampandomi due baci sulle guance ed io feci di tutto per forzare un sorriso decente.
«Harry, ma stai benissimo! Non vedo l'ora di conoscere il resto dei.. com'è che vi chiamate? One Direction, giusto! Ho visto su youtube l'esibizione con il vostro singolo, siete stati stre-pi-to-si! Seriamente, potrei diventare la vostra fan numero uno!»
Dio, qualcuno mi dia la forza per non strozzarla. Per favore.
«Beh, lì c'è un membro della band.. che andrò subito a svegliare» Feci ridere Harry e mi diressi a scuotere Louis, lasciando quei due (o meglio, solo Dominque) a chiacchierare in modo logorroico.
Sarebbe stato un lungo, confusionario e terribile periodo Natalizio, oh sì.
 
 
I'm back. Again (?).
Ok, non odiatemi, l'importante è che sono tornata, no? çç
Ho avuto un periodo senza una ceppola di ispirazione,
MA FINALMENTE È TORNATA. Quindi amatemi uu
Mi dispiace per tutti i fan della Mars-Harry,
ma per farvi sorridere ho uno slogan stupendo:
“Altro che Cazza, io supporto la MAZZA”.
È stupendo, dai AHAHAHAHA
Per chi preferisce le cose dolci e pure (?) la coppia può chiamarsi “Marry” uu
Vi voglio tanto tanto tanto bene, grazie a tutti di tutto (?)
e soprattutto della pazienza çç
Davvero, io non merito tutte le recensioni, essere tra i preferiti, seguiti e cose così çç
Siete un amore, mi emozionate çç
Ora, mi piacerebbe fare un po' di pubblicità a delle FF STUPENDE.
Memories will come back. Di horansmile, storia che è tipo sfjanjgn. E lei è stupenda,
le voglio un mondo di bene, e merita un triliardo di recensioni.
Hi, I'm PrinceCharming93, and you are? Di __PleaseStay, che è di una carissima
amica e tra le più belle FF che abbia mai letto. Davvero, che siate fan dei One Direction o no,
la storia vi prende in una maniera assurda e maniacale, e presto impazzirete AHAHA.
Bene, è il momento dei saluti çç
Cercherò di essere più veloce la prossima volta, ve lo prometto!
Vi amo, ricordatelo.
Mars,

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Capitolo 10
*** I was the reason for that smile. ***




I was the reason for that smile •
 
 
 
Erano passati quattro giorni.
Solo quattro giorni, e la voglia di suicidarmi che cresceva a dismisura non dava segni di voler diminuire. La ragione?
Beh, il suo nome era Dominique. Una delle cose che odio di più al mondo, dopo i pollai.
Ok, sarà strano, ma io odio da sempre i pollai. Li odio proprio, non riesco a sopportarne né la puzza né la vista. Anche la parola “Pollaio” mi da fastidio. I polli, le galline, le piume..
Rabbrividì al pensiero. Ma tornando alla mia acerrima nemica: aveva, ovviamente, conquistato tutti e cinque i ragazzi in mezza giornata. Questo perché lei non era altro che una vipera, falsa e sfacciata. La odiavo, e basta.
Un giorno la sentì parlare al telefono con una sua amica (sorvoliamo sul fatto che lei avesse delle amiche mentre io no, probabilmente le aveva corrotte per sopportarla), e disse qualcosa tipo:
I ragazzi sono fantastici!”
I ragazzi? I miei ragazzi? No, cazzo, no. Sono i miei ragazzi, e al massimo posso dividerli con le fans, ma non con lei. Lei non è nessuno, è solo una stronza che non fa altro che la ruffiana.
E tutto l'odio che nutrivo nei suoi confronti non aveva ovviamente nulla a che fare col fatto che -ogni qualvolta si presentasse nella mia vita- cercasse in tutti i modi di scoparsi il mio migliore amico. O di rubarmelo, nella “migliore” delle ipotesi.
No, non aveva assolutamente nulla a che vedere con quello.
 
Puttana” Pensai, mentre la sentivo parlare vivacemente con Harry, nell'altra stanza.
Puttana, troia, figlia di- no, puttana di figlia! Magari sua madre non ha colpe. D'altronde, una ragazza sceglie di fare la puttana come mestiere, quindi è una sua scelta, quindi l'unica puttana qua è lei!” I miei monologhi interiori erano forniti di un linguaggio forbito quasi quanto quello di un camionista o di uno scaricatore di porto, e francamente me ne vergognavo. Non è bello sentire una ragazza parlare a quel modo, per questo pensavo in quel modo, senza far uscire quei pensieri.
Come se non bastasse, suo padre continuava a tempestarmi di email per sapere tutto sulla sua Dom Dom.
Sbuffai pesantemente, sentendo l'ennesimo urletto di Dominique, e mi fece molto, molto male sentire in risposta una risata sincera da parte di Harry. La trovava davvero divertente? Si era lasciato manipolare da lei?
.. Beh, se parliamo di quel coglione di Harry che durante il 70% della sua vita non fa altro che ragionare col cazzo, allora non è poi così strano. Sospirai, per poi trascinarmi dal letto al mio portatile, poggiato sulla scrivania. Il tempo esatto di poggiare il posteriore sulla sedia, che il mio telefono vibrò mostrandomi una mail da parte di un indirizzo che non conoscevo.
 
Ehi, sono Drew! Sai, la ragazza del concerto..
Non chiedermi come ho avuto la tua mail, non te lo dirò!
Beh, mi chiedevo se volessi incontrare me ed una mia amica
da Starbucks, oggi, verso le 15:40.. Mi piacerebbe davvero
conoscere meglio la “Mars” della quale moltissime Directioners parlano!
Fammi sapere, ok? xx.”
 
Rimasi per qualche minuto a fissare quella mail, abbastanza sconvolta. Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, che non facesse parte dei miei cinque amici coglioni. Che non dovessi mettere in difficoltà con una confessione, qualcosa (o meglio, qualcuno) che non riguardasse i One Direction.
E mi si stava presentando l'occasione perfetta.
 
Ciao! Beh, a dire il vero mi farebbe piacere un'uscita tra ragazze.
Ci sarò, contaci! x.”
 
Ed esattamente un secondo dopo aver mandato quella mail, me ne pentì. E se fosse stata un'imboscata da parte di qualche fan pazza con l'intenzione di uccidermi? Magari non era davvero lei ad aver mandato il messaggio, magari LEI era una pazza omicida. O lo era l'amica.
Ma dovevo rilassarmi, l'appuntamento sarebbe stato alle 15:30, pomeriggio presto, non poteva essere un'imboscata per uccidermi.
Martina, smettila di ragionare come tua nonna”
Dovevo. Decisamente.
Bene, a quel punto avevo ancora parecchio tempo prima dell'appuntamento, dato che erano solo le 11:40. Ed avevo proprio voglia di scoprire come quella ragazza avesse ottenuto la mia mail.
Dominique ride, Harry con lei.
Le mani iniziarono a tremarmi dal nervosismo.
«NIALL!» Lo chiamai, con un tono più alto rispetto a quello che avevo 'pianificato' di avere. Mi morsi forte il labbro inferiore fin quando non sentì il rumore di passi in corsa fermarsi di botto vicino a me.
«Che c'è, Mars?» Bingo. Era lui il colpevole, si sentiva dal tono di voce che assumeva ogni qualvolta nascondeva qualcosa.
Mi girai verso di lui, stringendo lo sguardo in modo minaccioso.
«Hai qualcosa da dirmi, Niall?» Strinsi lo sguardo, rendendolo quasi minaccioso. Lo vidi barcollare un po', alla ricerca di una via di fuga, e non trovandola sospirò.
«Ecco.. io..»
«Niiaaall, amico mio! Che ne dici di accompagnare Dominique a prendere qualcosa da mangiare?» Si intromise Harry, rovinando i miei piani praticamente perfetti. Ovviamente Niall afferrò al volo l'ancora di salvataggio lanciatagli dall'amico, e scomparse in men che non si dica.
«Styles, smettila di.. di ficcare il naso in faccende che non ti riguardano!»
«E tu smettila di mettere in crisi noi poveri, tristi, soli e teneri One Direction!»
Ed ecco che in un nano secondo, il cuscino del mio letto volò a mezz'aria fino a colpire il mio migliore amico in piena faccia.
«Poveri, tristi, soli e teneri? Vallo a dire ad una che non vi conosce come Niall conosce la dispensa, va'!»
Scoppiò a ridere in una risata che presto trasportò persino me. L'ho già detto che amo la sua risata, vero? Ma quella vera, non quella che a volte è costretto a fingere nelle interviste. La sua risata mette allegria, e mi piace quando ride così, in modo genuino, fresco.
 
Mi piace quando la ragione delle sue risate, sono io.
 
Ma questa è una di quelle cose che lui non sa.
La risata acuta e (secondo il mio modesto parere) stridula di Dominique ci disturbò. Merda, quanto la odiavo.
Ma Harry no. Lui sorrise in modo quasi.. dolce?
«Dominique è davvero simpatica..» Ma anche no. Che hai fumato, Styles? Con che razza di sostanza ti ha drogato? Lei. Non. È. Simpatica. È l'antitesi della simpatia. È l'antitesi di una 'brava ragazza'. È l'antitesi della ragazza che può piacere ad uno come te. Ma se ti piace, andate entrambi a fanculo. Vi ci mando io, biglietto di sola andata, treno senza interruzioni. Anzi, no! Aereo, prima classe, senza scali. A Dom Dom piace il lusso, no?
Cercai di trattenermi dal dire quelle cose, piene di odio e gelosia- Ah! Gelosia.
Martina, Martina.. lo vedi che sei gelosa?
Fanculo anche a te, vocetta interiore.
Vidi Harry sorridere beffardo, guardando verso la porta, e quello sguardo mi innervosì non poco.
«Per quale cazzo di motivo stai sorridendo, Styles?» Sputai, con poca grazia.
«Oh, passiamo ai cognomi, di nuovo? Comunque penso non siano affari tuoi, zuccherino
«Quanto sei gay quando fai così.»
«Ti voglio bene anche io, a dopo!» Sorrise raggiante, prima di uscire dalla mia stanza.
Mi vuole bene. Sì, lui mi vuole bene. Prima mi bacia, poi mi vuole bene. La cosa mi infastidiva, ma che cazzo pretendevo? Gli avevo chiesto di dimenticare il bacio, e lui l'aveva fatto. Puff. Svanito. Tutto come prima. Ne ero sollevata, ma stizzita allo stesso tempo. E per l'ennesima volta, l'unica cosa che avevo voglia di fare era prendere a testate il muro. Magari qualche bel colpo in testa mi avrebbe messo a posto le idee.
E forse il colpo in testa che mi serviva, l'avrei incontrato alle 15:40 a sorseggiare un Frappuccino.
 
 
Ok, ero in leggero ritardo -circa venti minuti- all'appuntamento con Drew e l'amica, e per questo stavo correndo per Berkeley Street. Mi sembrò quasi un'utopia vedere finalmente l'insegna Starbucks.
Non avevo nemmeno avuto molto tempo per rendermi presentabile come avrei voluto, ecco perché sfoggiavo una super sexy coda di cavallo che lasciava uscire qualche ciuffo, una felpa grigia enorme e dei jeans stretti presi a caso dall'armadio.
Più elegante di Michelle Obama, insomma. Appena varcata la soglia del negozio, mi guardai intorno cercando disperatamente le ragazze, per iniziare a scusarmi, e dopo una manciata di secondi il mio sguardo venne attirato da una mano che sventolava allegramente a mezz'aria. Ci misi poco a riconoscere la biondina del concerto, Drew, accompagnata da una mora.
Andai nella sua direzione, osservando bene attorno per un eventuale attacco a sorpresa dell'immaginario Killer dal quale dovevo guardarmi le spalle.
Martina, tu stai male.
Probabilmente, sì.
Mi avvicinai a loro, salutandole con un timido cenno della mano e sedendomi alla sedia che mi avevano tenuto libera. Potei osservare meglio e con discrezione l'amica (presunta assassina), ma non sembrava per nulla un'assassina, anzi. I capelli neri dalla media lunghezza, la pelle chiara e gli occhi profondi e castani, quasi neri, le davano l'aria di una bambina innocente. Una di quelle ragazze pacate, con le quali puoi parlare come se fossero dottoresse, che ti danno consigli sempre saggi e-
«Cazzo, che tempo di merda
Quella fu l'esclamazione che uscì dalla bocca della “Bambina innocente-Ragazza Pacata-Confidente-Dottoressa-Saggia”. E già l'adoravo.
Portai con un mezzo sorriso lo sguardo alla vetrina, ed in effetti aveva ragione: il cielo si stava oscurando.
«Oh, non vi ho ancora presentate! Lei è Nicole, o Niki» Disse Drew, rivolgendosi alla ragazza accanto a lei, che mi sorrise un po' titubante prima di porgermi la mano. Mi presentai a mia volta, visibilmente in imbarazzo, prima che calasse un silenzio strapieno di tensione.
.. Che il serial killer si stesse avvicinando a noi?!
Martina, piantala.
«Allora, Mars! Come.. come va?» Chiese Drew, cercando di intavolare un discorso, «Niall mi ha detto che- .. ops» Bingo!
«Niall, lo sapevo!» strinsi minacciosamente lo sguardo, bramando vendetta nei confronti del folletto Irlandese che sembrava davvero troppo interessato alla mia vita privata.
«Andiamo, non prendertela con lui.. vuole solo aiutarti, crede che ti servano delle amiche ragazze, e francamente io ho sempre voluto conoscerti meglio per capire se fossi o meno l'arpia che vieni definita dalle Directioner..»
Fantastico, mezzo mondo mi odiava.
«Pensano questo di me?» Chiesi, con voce leggermente rotta.
«Molte sì, alcune no. Altre se ne sono fatte una ragione, altre ancora.. beh, sono perfide.» Sembrava enormemente sconsolata nel riferirmi quelle cose, e la capivo. Fare il messaggero delle cattive notizie non era di certo una bella cosa, anche se non ti riguardavano direttamente.
Ma a me faceva fottutamente male, perché risvegliava in me ricordi che avrei voluto cancellare, momenti orribili della mia infanzia. Ma li vidi riaffiorare tutti.
 
«Non ti sopporto, non ti sopporto!»
«Nessuno vuole giocare con te, vattene.»
«Sei troppo strana!»
«Sei brutta e anche grassa!»
«Ti odio, Martina!»
 
Mi sforzai di non piangere, sfregandomi gli occhi con forza.
«Drew, lasciami dire una cosa, prima di tutto: sono una Directioner anche io, sono come voi. L'unica differenza è che io conosco Harry da quando giocava con le macchinine e faceva i dispetti a Gemma. Ricordo quando andammo insieme al primo giorno di scuola; quando mi diede la sua merenda perché io avevo dimenticato la mia, disse a sua madre che non aveva mangiato e lei lo punì, senza dire che aveva preferito far mangiare me. È il mio migliore amico da sempre, l'ho accompagnato alle audizioni per X Factor, sono stata la prima alla quale ha mostrato con fierezza i suoi nuovi quattro amici, e la prima alla quale annunciò che era diventato un membro effettivo dei One Direction» Feci una piccola pausa, evitando accuratamente di raccontare un altro ricordo, tra i più importanti per me, ma che mi avrebbe sicuramente fatta scoppiare.
«E mi piacerebbe se ricordassi alle altre “Directioner” che quei cinque ragazzi, prima di essere i “One Direction”, sono persone. Ed ognuno di loro è libero di vivere la sua vita come vuole, avere le amicizie che vuole e frequentare chi vuole» Spiegai, cercando di mantenere la calma e di dire qualcosa di sensato. Ed a quanto pare c'ero riuscita, perché Drew e Niki si guardarono, per poi rivolgermi un sorriso sincero.
«Tu sei fantastica! Dobbiamo essere amiche, per forza. Davvero, ti stimo in maniera allucinante!» Iniziarono a complimentarsi con me, ed io ben presto diventai rossa scoppiai a ridere.
Iniziammo un'epica conversazione, per conoscerci meglio. Principalmente parlammo dei ragazzi, di come fosse abitare con loro, essere la migliore amica di Harry e via dicendo. Ci scambiammo addirittura i numeri.
Scoprimmo di avere non poco in comune, le ore a chiacchierare con loro parvero volare e ben presto vidi che erano circa le 19 e 20.
«Porca carota, quanto si è fatto tardi! Devo proprio tornare a casa ragazze, mi dispiace!» Mi affrettai a dire, riponendo il cellulare nella borsa.
«Oh, non preoccuparti! Ci rivedremo, vero?» Chiese Niki, con uno sguardo leggermente minaccioso che mi fece ridere di gusto.
«Ovviamente!» Esclamai io, con trasporto quasi teatrale, e questa volta furono loro a ridere.
«Tieni il telefono acceso, che domani ti chiamo!» Mi avvertì Drew, con un sorrisone.
«Agli ordini! Ciao ragazze, è stato davvero un pomeriggio stupendo» Le salutai ancora, ed uscì dal caffé. Chiamai un taxi, e mi feci riportare a casa.
 
Appena aperta la porta del nostro appartamento, mi venne una splendida idea; sbattei con forza la porta, e camminai con pesantezza, in modo che i ragazzi, ma soprattutto uno, mi sentissero.
«NIALL. JAMES. HORAN. SCENDI. SUBITO.» Sentì un salto dal piano di sopra, e dei passi correre veloci e tremolanti giù per le scale. In una manciata di secondi, mi ritrovai Niall piantato davanti, sull'attenti.
Mi avvicinai minacciosamente a lui, per poi aprire le braccia ed abbracciarlo calorosamente.
«Grazie» Scandì con dolcezza, per poi uscire dall'abbraccio e scompigliandogli i capelli. Poverino, l'avevo sconvolto, era tipo pietrificato, con le guance rosse di imbarazzo.
Scoppiai a ridere e salì di corsa le scale, lasciandolo lì, e non appena arrivai nella mia stanza mi chiusi la porta alle spalle.
Sospirai, con ancora un sorriso stampato sulle labbra, e mi buttai sul letto. Mi ritrovai a fare il 'punto della situazione', a ripercorrere la giornata, quel pomeriggio, e tutto ciò di cui avevo parlato con le mie.. amiche.
Era strano chiamarle amiche, visto che non ne avevo mai avuta una.
Ripensai alle Directioner che mi odiavano, e sperai che dopo il discorso fatto a Drew e Niki cambiassero idea nei miei confronti.. non volevo essere odiata.
Non di nuovo.
Chiusi gli occhi, cercando di pensare ad altro, a qualsiasi altra cosa, ma non ci riuscì, ovviamente.
 
Estate del 2000, Londra.
«E quindi starai qui per tuuuutta l'estate?!» Esclamò Harry, con un sorriso enorme.
«Sì! Tuuuuuutta l'estate!» Annuì la piccola Martina, ed il bambino prese la sua mano.
«Voglio farti conoscere i miei amici! Vieni!»
 
«Ma sentila! Parla in modo così strano! non è normale!»
«Sei troppo strana.. perché parla così? Non è inglese.»
«Sei brutta e anche grassa! Non voglio che giochi con noi!»
«Ti odio, Martina! Ti odio! Sei strana, sei un mostro!»
 
«Smettetela!» Si intromise Harry, «Lei è perfetta!»
Prese la mano della bambina, ormai in lacrime, e la portò via dal parco giochi, fino a quando non arrivarono sotto un grande albero e si sedette accanto a lei.
«Sono solo invidiosi, non ascoltarli! Sei perfetta»
La piccola tirò su' col naso, fissando gli occhi verdi del suo migliore amico,
«L-lo pensi d-davvero?»
«Sì.»
 
E quando mi accorsi di aver vissuto di nuovo uno dei più brutti momenti della mia vita, era già troppo tardi.
Stavo già piangendo.
L'unica cosa che riusciva a farmi stare meglio, era pensare ad Harry. Il mio Harry, che c'era sempre stato.
Sempre.
 

HERE I AM, BABESSS.
Buon Natale/Capodanno/Epifania a tutti :3
Dai, non è passato poi tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato, no? Çç
E mi sembra che il capitolo sia uscito abbastanza bene éè
Credo, voglio, spero AHAHA.
Oh, avete visto la tag? Non è figa? *--*
L'ho fatta io, sì :3
A me piace, davvero sdflkjgn ora devo trovare il modo di metterla anche negli altri capitoli senza uccidermi (?)
Sappiate un'altra cosa: ho poche idee per il prossimo capitolo, quindii farò di tutto per tirare via qualcosa dalla mia testolina, ma sarà un capitolo di passaggio anche quello, sappiatelo éè
Ma inventerò qualcosa per renderlo interessante.
Grazie per le 80 recensioni, wow! *--* Siete fenomenali, vi amo da morire cwc
Grazie ovviamente anche per avermi messa nelle preferite, ricordate, seguite e via dicendo!
E se non mi avete ancora recensito, messa nelle preferite, ricordate, seguite e via dicendo, fatelo :3
Beeeh, nonsonounapecora, ma credo di aver finito, quindi vi mando taanti baci e amore ♥
Alla prossima,
Mars.

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Capitolo 11
*** All about you and me. ***


 

 
 
 
All about you and me
 
 
 
Mi svegliai di soprassalto, a causa di un terribile incubo che da qualche sera facevo. Ogni sera. E francamente ero stanca di svegliarmi nel bel mezzo della notte, per poi dormire un'altra mezz'oretta, e arrivata la mattina camminare come uno zombie. Mi passai una mano sulla fronte imperlata di sudore, per poi passare alle guance, bagnate a causa delle lacrime, e automaticamente mi sfiorai la gola, totalmente secca. Mossi alla cieca la mano, lì dove in teoria doveva trovarsi il mio lume da comodino..
Crash.
All'improvviso mi sentì come dentro un fumetto, dove ad un certo punto spunta l'onomatopea che non ti aspetti, ed accade qualcosa che squarcia la quiete di quel momento. Nel mio caso, era solo il lume che si sfracellava sul pavimento.
«Cazzo, cazzo, cazzo. Merda, merda, merda..» Imprecai a bassa voce, pregando che nessuno si fosse svegliato a causa di quel rumore, e portai lo sguardo all'orologio illuminato sulla parete. Erano giusto le due e mezza della notte, era improbabile che i ragazzi si svegliassero, anche dopo il rumore che avevo provocato, ma..
«Sei un disastro, lo sai?»
Harry Styles, il ragazzo che va contro ogni probabile improbabilità! O improbabile probabilità.. insomma, avete capito.
«Lo so, grazie. Mi spieghi perché non sei a fare sogni erotici su Dom Dom
«Razza di pervertita, non riuscivo a dormire!» Sbuffò, leggermente in imbarazzo (questo era strano, eh!) grattandosi la testa. «Che hai rotto? Il lume?» Chiese, avvicinandosi con cautela a me, dato che camminava sempre senza scarpe o con dei calzini; mai ciabatte, nonostante Liam gliene avesse comprate di tutti i tipi e colori. Da un po' era ossessionato dalle ciabatte, chissà per quale assurda ragione.
Annuì in risposta alla sua domanda, cercando di afferrare un pezzo di ceramica, prima di essere bruscamente fermata dalla sua mano.
«Ma vuoi tagliarti?! Non c'è nemmeno la luce accesa, e non ti conviene farlo, se Niall viene svegliato sono cazzi.» Aveva ragione: una delle caratteristiche di Niall, era che ogni qual volta qualcuno lo svegliava di notte, lui andava in cucina ed iniziava a mangiare tutto. Ma tutto, letteralmente. E fin quando non finiva, non tornava in camera sua, a costo di un'intossicazione alimentare. Era stato Zayn a svegliarlo per sbaglio, una volta, e da quel giorno (o meglio, da quella notte) ci eravamo severamente vietati di svegliarlo, anche per sbaglio.
«Vieni a dormire con me»
«COS-» per poco non urlai, e grazie al cielo fu Harry a fermarmi tappandomi la bocca con il palmo della sua mano. E tempo due secondi era a circa 5 centimetri da me.
Ringrazia Dio, Martina, che le guance rosse al buio non si vedano.
Rimasi a fissarlo dritto negli occhi per un tempo che mi sembrò interminabile, con il cuore che mi intimava di uscire fuori dal petto ed urlare “Ehi! Sono qua! Quando inizia il party?” per poi iniziare a ballare il tip tap insieme al mio amichetto cervello, che ultimamente si faceva sentire meno del solito.
Fanculo, Styles, smettila di guardarmi così. Subito! Potrei non riuscire a controllare le mie azioni. Smettila prima che ti strappi i capelli! O peggio.. Ti baci.
Mentre i miei pensieri inveivano pesantemente contro di lui, non riuscivo a capire. Volevo baciarlo? Seriamente? Provavo qualcosa per lui? Perché nella semi-oscurità della mia stanza, provavo il desiderio di stringerlo a me? Di avere la certezza che fosse reale, che ci fosse?
Perché quella sua 'domanda-affermazione', probabilmente del tutto innocente, mi aveva scatenato l'inferno dentro?
Spostò la mano dalle mie labbra, per poi spiegarsi «Eviterei di girare per tutta casa, accendere le luci, ripulire il pavimento e rimettere tutto in ordine a quest'ora, con il rischio di svegliare Niall. Prometto che non abuserò di te, ok?» Gli diedi un leggero pugno sul braccio all'ultima affermazione ridacchiando; ma mi morsi il labbro inferiore, titubante.
«Andiamo, Mars.. come quando eravamo piccoli!» Mi rivolse uno dei suoi sorrisi perfetti da mozzare il fiato.
Tesoro bello, non è come quando eravamo piccoli per due principali ragioni:
1. Non siamo più piccoli.
2. Tu mi hai baciata, ricordi?
Parve leggermi nel pensiero, per l'ennesima volta: «Mars, è stato solo un bacio, non per quello non devi fidarti più di me!» Incatenò il mio sguardo al suo, perché sapeva bene che non avrei potuto resistergli.
 
«Andiamo, idiota» Me ne uscì io, scendendo con il suo aiuto dal letto. Non volevo insultarlo.. ma non parlavo da un po', dovevo pur uscirmene con un commento interessante, no?
Girammo per casa in punta di piedi, senza farci sentire -se Lou si fosse svegliato ci sarebbero stati sicuramente moolti problemi, che francamente preferivo evitare- ed una volta in camera di Harry mi chiusi la porta alle spalle, accompagnandola lentamente.
Da troppo tempo non entravo in camera sua.
L'avevo sempre adorata, perché somigliava molto alla sua stanza ad Holmes Chapel: piena di fotografie, la maggior parte scattate da me. C'era persino un mobile diviso in scaffalature, colmo di cornici dei momenti più importanti della sua vita, ed almeno una foto su ogni scaffale era di noi due. Sorrisi, stringendo gli occhi per metterne a fuoco una di quando eravamo piccoli: stavo seduta sulla sua schiena, con le mani tra i riccioli che verso i sei anni gli erano già spuntati, e ridacchiai alla sua espressione tutt'altro che felice.
«Cosa ridi a fare? Vedi che io soffrivo!» Esclamò indignato, sedendosi sul letto.
«Appunto: tu soffrivi, io no!» Gli feci la linguaccia con aria stronza, e lui in tutta risposta mi lanciò il cuscino.
«Idiota! Non fare casino!» Gli intimai, sedendomi sul letto accanto a lui. Mi passò subito la coperta, con aria paterna. Si preoccupava sempre per me, nonostante a volte sembrasse davvero infantile.
«Perché mi hai chiesto di dormire con te? Era solo del vetro.» Chiesi, guardando con aria distratta le foto sulla parete.
«Ci deve essere per forza una ragione?» Mi chiese a sua volta, per poi stiracchiarsi e stendersi sul letto.
.. Ok, non stavo facendo fantasie sul corpo del mio migliore amico. Decisamente no. E chi diavolo aveva acceso il riscaldamento?!
«Tu perché eri sveglia?»
Spalancai gli occhi a quella domanda, ricordando l'incubo. «Un brutto sogno.. tanto, tanto brutto» Deglutì, stingendomi nella coperta.
«Che hai sognato di così brutto? Di restare pelata?»
Risi, scuotendo la testa «Nono, ho sognato te pelato. Davvero, eri qualcosa di orribile. Il peggiore incubo della mia vita»
«Smettila, stronza!» Rise lui questa volta, abbracciandomi. Mi fece scorrere i riccioli sul viso, ed io glieli scompigliai in risposta, facendolo ridere di nuovo.
Mi piace quando la ragione delle sue risate, sono io.
Quella frase mi ronzava in testa da un bel po'.
«Ehy, ci stendiamo? Se Niall dovesse sentirci.. penso ti mangerebbe anche un braccio!» Disse, per poi stendersi e tirarmi accanto a sé.
«Mi mancava terribilmente dormire con te. Non lo facciamo da..»
«Da quando sto con Louis» Conclusi la frase in un sussurro, abbracciandolo più forte.
«Vuoi parlarne?» Mi chiese, accarezzandomi la spalla.
«Louis.. te l'ho detto, mi fa stare bene. Fine del discorso, ti va di dormire? È abbastanza tardi..» Sospirai, non volevo parlarne, decisamente. Perché Harry mi confondeva, e non volevo trovarmi con più pensieri per la testa di quanti non ne avessi già.
«Non ho sonno.. Ehi, che ne dici di uscire domani? Io ed i ragazzi non abbiamo impegni!» Mise su un sorrisone dei suoi per convincermi.
«Io in realtà volevo andare a fare un po' di compere..»
«Perfetto, shopping sfrenato tra ragazze! Yay!»
«Sei un gay, lo sai?» Risi di gusto, per poi fargli la linguaccia,
«Non sei la prima persona che me lo dice.» Rise anche lui, stringendomi ancora un po', «Allora, usciamo domani?» Allentò la presa, per permettermi di voltarmi e guardarlo.
«Assolutamente sì!» Sorrisi di rimando e mi allontanai un po' da lui, sistemandomi sotto le coperte,
«Buonanotte Harold»
«'Notte cioccolato».
 
 
 
 
 
 
 
Ebbi un piacevole e rilassante risveglio, sbadigliai e mi girai alla mia sinistra, guardandola. Nonostante i capelli scombinati e davanti il viso, la faccia schiacciata contro il cuscino, la trovai adorabile. Dopo un po' mi accorsi che la sua mano era stretta nella mia, ed arrossì leggermente. Mi girai sul fianco, per guardarla meglio.
Quanto avrei voluto svegliarmi così tutti i giorni.
Ma lei stava con Louis.
Ed io ero semplicemente il suo migliore amico. Il migliore amico che aveva rifiutato.
Sospirai passandomi una mano sul volto, stanco.
Avevo realizzato, dopo anni ed anni, di essere.. innamorato della mia migliore amica. Perché sì, ero decisamente innamorato di lei. O comunque, ero ossessionato da lei, dalla sua voce, dai suoi occhi, dal suo profumo.
Quando l'avevo baciata, lei mi aveva in un certo senso rifiutato. Beh, non mi aveva proprio rifiutato, ma aveva detto di voler “pensare” e di avere bisogno del suo migliore amico. Quindi eravamo praticamente al punto di partenza.
Ma perché non potevamo semplicemente uscire, metterci insieme, fidanzarci ufficialmente, sposarci ed avere dei figli? Era così complicato?! Non capivo quale fosse il vero problema..
"Magari, molto semplicemente, non vuole stare con te.” Questo è un colpo basso, eh!
Ma magari la voce nella mia testa aveva ragione, forse voleva che restassimo amici e basta. Ma a me andava bene?
Prima che potessi analizzare ancora la situazione, la sentì mugugnare qualcosa e cercai di lasciarle la mano, ma la tenne stretta.
Si agitò leggermente prima di svegliarsi ed aprire gli occhi con uno scatto.
«Harry! Sei.. qui.» Disse, con sguardo vacuo. Strinse ancora la mano, ed io le accarezzai una guancia per tranquillizzarla.
«Certo! Dove dovrei essere?» Le sorrisi e lei parve calmarsi un po'. «Hai avuto di nuovo un incubo?»
Lei annuì piano, smettendo di guardarmi negli occhi come faceva prima.
«Certo che.. devo essere proprio brutto da pelato, per farti questo effetto!» La buttai sul ridere e mi sorrise a sua volta sussurrando un “scemo!”.
La cosa che detestavo di più, era non vederla sorridere. Non vedere i suoi occhioni ridenti, non vedere la linguaccia che tirava fuori dopo ogni insulto, non avere il suo “abbraccio di consolazione” dopo che lei stessa si era divertita a prendermi in giro.
Una vita senza la sua allegra risata, senza il suo costante canticchiare, senza le sue scemenze e le sue pazzie, sarebbe stata come una vita senza musica.
Assolutamente vuota.
Lei era la mia musica.
Mi persi ancora nei suoi occhi, occupati a guardare il soffitto, leggermente curvati dal sorriso che ero riuscito a strapparle. Questa era un'altra cosa che adoravo di lei: il modo in cui i suoi occhi diventavano più piccoli quando sorrideva, assumendo a loro volta la forma di due piccoli sorrisi rovesciati. Era adorabile. Le presi una ciocca di capelli per sentirne il profumo, e lei si girò verso di me con un sorriso innocente, e mi strinse la mano.
Dio, in quel momento mi sentivo così bene. Così in pace con me stesso, perché non c'era nessun altro posto nel quale volessi stare, se non con lei. E dovetti trattenermi per non sfiorarla, toccarla, baciarla e rovinare quel momento perfetto. Non volevo, non potevo perderla di nuovo.
Fu un rumore a riportarci sul mondo reale, più grigio e triste di quello in cui eravamo appena stati.
Passi.
Si allontanò velocemente da me, alzandosi dal letto. La osservai mentre si sistemava i capelli guardandosi nello specchio. Se fossi stato uno sconsiderato, pronto a giocarsi un'eterna amicizia per provare a conquistare l'amore della sua migliore amica, le avrei cinto i fianchi e baciato la parte del collo lasciata scoperta dai capelli, sfiorando il suo viso come si sfiora una rosa troppo preziosa per essere rovinata.
"Harry, sei virile quanto una principessa Disney, devo dire!”
Sospirai, scuotendo la testa, e mi alzai anche io dal letto. Mi sistemai in fretta i capelli, prendendo poi il cellulare per controllare l'orario.
«Cazzo, Mars! Sono le 15!» Spalancai gli occhi, avevamo dormito decisamente troppo.
«Sì, pigroni, sono le 15, ed era ora che vi svegliaste!» Liam si sporse appena oltre il bordo della porta, sorridendo.
Giusto: a nessuno sembrava strano il fatto che Mars avesse dormito me, a loro appariva totalmente normale, perché per loro era proprio la normalità. Non sapevano del bacio, e forse non immaginavano cosa provassi per lei.
Sospirai ancora e sorrisi a Liam, «Che ci fai a casa tu? Non esci?»
«Probabilmente tra un po' uscirò, sempre se non crollo nel divano..» Ridacchiai, per poi spiare Mars con la coda dell'occhio.
«Ma Dominique, invece? Non l'ho sentita ancora chiacchierare al telefono con qualche sexy amica francese, è strano!» Affermai, con aria assorta ma vagamente divertita. Vidi Mars sussultare leggermente e affrettare ogni movimento.. era la sua reazione, faceva così ogni qual volta si innervosiva. Sorrisi scuotendo la testa, per poi tornare con lo sguardo su Liam.
«È uscita presto oggi, boh» Alzò le spalle, per poi andare via. Io mi girai verso la mia migliore amica, guardandola con le labbra curve in una smorfia.
«Mars?»
«Che vuoi.»
«La mia stanza. Devo sbrigarmi, ed anche tu»
«Vaffanculo.»
Risi di gusto guardandola così arrabbiata, diventava incredibilmente buffa, perché non era mai seriamente arrabbiata con me, come io non avrei mai potuto seriamente arrabbiarmi con lei. Mi avvicinai e le poggiai una mano sulla testa, baciandole la fronte.
«Vai, altrimenti faremo tardi e non riuscirai a comprare niente» Sorrisi ancora e lei uscì dalla stanza con la testa bassa e passo svelto, probabilmente era arrossita.
Sentì i battiti del mio cuore diventare più veloci, le orecchie andare praticamente a fuoco. Mi scombinai i capelli, e chiudendo i miei occhi non immaginai altri occhi che i suoi. Quando sorrideva, era come se al mondo rimanessimo solo io ed il suo sorriso, così dolce, così perfetto.
 
 
Dopo una quarantina di minuti, ci trovammo al centro commerciale. Uno dei meno conosciuti centri commerciali di Londra, poiché volevo evitare che una mandria di fan mi assalissero e rovinassero il nostro bel pomeriggio. Per questo avevo deciso di mettere una felpa con cappuccio e degli occhiali da sole, faceva molto 'star di Hollywood-spacciatore di droga', ma ero costretto a farlo. Lei invece era semplice, con i capelli sciolti, dei jeans stretti e una camicetta a quadri piccoli, color salmone. Non era una malata dello shopping, raramente perdeva più di un quarto d'ora in un negozio, ed a me piaceva accompagnarla. Al momento, eravamo in un negozio di borse, e sapevo bene quanto ne fosse ossessionata.
«Harry! Guarda questa, non è assolutamente.. non so descriverla, ma è stupenda!» Mi mostrò tutta esaltata una borsa bianca e grande, ma dato che delle borse capivo praticamente solo la misura ed il colore, mi limitai ad annuire e sorridere leggermente.
«Certo che potresti essere più d'aiuto, mostra un po' di entusiasmo!»
«OH, MIO, DIO. Ma questa borsa è semplicemente fa-vo-lo-sa! Quanto ti invidio mia cara!»
Scoppiò a ridere in una sonora risata, e fu costretta a reggersi a me per non cadere. La stavo facendo ridere, la stavo facendo ridere davvero.. ero la ragione di tutte quelle risate.
"Chissà se Louis la fa ridere in questo modo, chissà se l'ha mai vista ridere così”
Mandai via quel pensiero come se ingoiassi un boccone amaro e le sorrisi, mentre lei cercava di riprendersi.
«Ok, ok.. dammi un attimo, vado a comprarla..»
«Posso comprartela io! Dai, non ti faccio regali da un sacco!» Lei mi guardò quasi indignata,
«Harry, i regali non si fanno così! Devono essere segreti, come i regali ad un compleanno.. e comunque, no grazie, ho paura che comprandola il tuo lato gay me la ruberebbe.» Così dicendo, girò i tacchi e si diresse verso la cassa.
Dopo ci dirigemmo verso alcuni negozi di vestiti, comprò alcune di quelle magliette larghe che amava tanto e prendemmo persino dei gelati, che mi permise di offrirle. Stare insieme a lei era la cosa più bella del mondo, non mi sarei mai stancato di dirlo. Anche se, ripensando alla mia situazione, mi facevo abbastanza pena.
Harry Styles, membro dei One Direction, colui che potrebbe avere praticamente qualunque ragazza, si innamora della sua migliore amica.. che non vuole stare con lui. Non c'era nulla di più penoso.
Quando entrò in un camerino per provare un vestito al quale non avevo prestato attenzione, mi guardai intorno fino a vedere uno specchio (che stava praticamente davanti il camerino), e mi ci specchiai. Avevo qualcosa che non andava? Mi levai gli occhiali da sole e sorrisi. Forse non le piacevano i miei capelli? Nah, mi aveva detto moltissime volte di amare i miei capelli..
"Magari, molto semplicemente, non vuole stare con te.”
Realizzai che la mia mente stava praticamente cercando il pulsante di autodistruzione.
«Come sto con questo?»
Mi girai a guardarla.
Boom.
Assurdo come qualcosa che non ti sfiora nemmeno per sbaglio l'anticamera del cervello, possa diventare improvvisamente la cosa più interessante nel pianeta, se ha a che fare con una persona importante per te.
In questo caso, era solo un vestito bianco, indossato dalla migliore amica della quale ero innamorato.
«S-sei.. mozzafiato» Deglutì, abbassando il cappuccio e passandomi una mano tra i capelli, mentre il cuore mi intimava di scappare via, o di simulare un'esplosione nucleare.
Arrossì leggermente, prima di rispondere «Davvero? Beh, in questo caso lo prenderò, quando sarò in grado di permettermelo» Sorrise amaramente, tornando nel camerino.
Mi poggiai una mano sul cuore, praticamente impazzito, e cercai di riacquistare una certa autonomia fisica e mentale, quando il telefono prese a vibrare, mostrando un messaggio di Dominique.
"Ehy, Harry, che fai domani sera? Xx”
Digitai velocemente, dando occhiate al camerino, nel caso Mars fosse uscita all'improvviso.
"Niente di speciale, perché?”
La risposta arrivò rapida e diretta, proprio come il messaggio che avevo mandato io.
"Perché, dato che sei libero, domani sera si esce!
Ho già contattato i ragazzi e sono tutti d'accordo..
Dillo anche a Marsì! x”
Deglutì leggendo il messaggio, perché sapevo che per Mars sarebbe stato qualcosa di terribile da sapere, ma.. magari ci saremmo divertiti.
 
 
«COSA. DIAMINE. HAI. APPENA. DETTO?!»
Dai, infondo l'aveva presa bene.
 
 
 
NON ODIATEMI, OK? çç
So che sono stata via per molto, ma l'ispirazione era andata via cc
Dai, perdonatemi, tra un po' è il mio compleanno c:
Ebbene sì, il 12 Marzo compirò 15 anni :3
Sono lieta di annunciarvi che il prossimo capitolo sarà mediamente importante..
insomma, supportanti (?) della Marry, vi piacerà uu
Quindi, non odiatemi troppo, sappiate che vi amo più di quanto..
di quanto amo il mio letto caldo in queste mattine gelide cc
Vi chiedo ancora scusa e vi ringrazio di cuore per la pazienza e la recensioni, grazie, davvero <3
Ps. Il vestito alla fine, quello di Mars, è questo, e ve lo faccio vedere visto che io non riesco proprio a descrivere i vestiti AHAHA.
Much love,
Mars.

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Capitolo 12
*** Centimeters. ***


 


Centimeters •

 

 Detestavo stare in quella situazione, lo detestavo proprio tanto. Detestavo dover vivere con mia cugina, che non ne voleva sapere di staccarsi da Harry solo e unicamente per farmi rodere, come aveva sempre fatto. Detestavo non riuscire a trovare il coraggio di parlare con Louis, di spiegargli ciò che provavo (o almeno, tentare di spiegarglielo) per paura di ferirlo, ma dovevo riuscire a parlargli, in qualche modo, no? Dovevo farlo per lui e per me, e sapevo di doverlo fare, ma ogni volta che me ne convincevo, arrivava lui e mi mostrava il ragazzo perfetto che era.

Perché lui non si era arrabbiato quando gli avevo detto di aver passato un’intera giornata con Harry, mi aveva sorriso per poi chiedermi “Ti sei divertita?”;
Tante piccole cose mi facevano pensare e ripensare a quanto quel ragazzo fosse adorabile e perfetto, e non sarei stata una completa idiota a perderlo?

 Forse è proprio perché è così adorabile e perfetto che merita una ragazza che lo ami, no?

 Fanculo, ok?
In quel momento mi ritrovavo buttata in malo modo su una poltrona a giocare col cellulare, in attesa Niall, Liam, Harry e Louis scendessero per vedere un film tutti insieme. Intanto Zayn guardava il soffitto con aria annoiata, pensando a mille cose diverse, quando d’un tratto parve illuminarsi come una lampadina.
«Mars, ma quando scoperete tu e Louis?»
Io per poco non trasalì, e il telefono mi saltò tra le mani «Che.. perché fai queste domande, che ti frega?!» gli ringhiai contro, mettendo poi su un broncio; sapevo di essere arrossita fino alla punta dei piedi.
«Boh, curiosità.. Ma detto fra di noi, non lo capisco proprio» Io lo guardai accigliata, e lui continuò «È un ragazzo, insomma. Ormai è passato parecchio tempo da quando lui ed Hannah si sono lasciati, e non fa sesso da un’eternità! Se continui a farlo aspettare, ho paura che passerà all’altra sponda.. o si cercherà una prostituta»
Ridacchiai insieme a lui ma poi portai lo sguardo in basso, crucciata.
«Sarebbe la mia prima volta, Zayn. È importante e non so se mi sento pronta..»
«Ed è davvero questo il motivo?» Mi rivolse un’occhiata seria, ma non ebbi il tempo di riflettere sulla sua domanda che i ragazzi scesero tutti insieme, pronti con patatine e popcorn per vedere il film. Harry fregò un pacchetto di patatine a Niall, che li teneva tutti tra le braccia, e Liam prese a sua volta le patatine conquistate da Harry, sedendosi accanto a Zayn. Louis, intanto, si avvicinò sorridente a me per poi baciarmi a lungo.
«Mh, e tutta questa dolcezza?» Sorrisi dolcemente, lasciando che prendesse la mia mano.
«Sei particolarmente bella oggi» Sorrise a trentadue denti per poi baciarmi di nuovo, con maggior trasporto. Inizialmente mi lasciai trasportare a mia volta, ma ricordai che il resto del gruppo era lì, Harry era lì, e mi bloccai. Strinsi i pugni, diventando rigida.
«Tutto bene?» Chiese Lou, con le sopracciglia aggrottate; annuì fingendo un sorriso.
«Sì, certo, non preoccuparti» Dissi, e lui sorrise tranquillo. Harry intanto si passava nervosamente una mano tra i capelli, più e più volte. Gli rivolsi un’occhiata confusa e mi liquidò con un gesto della mano.

 Quel giorno, tutti e cinque i ragazzi erano particolarmente strani.

A partire dalle domande di Zayn, che arrivavano vaghe e inaspettate come quella che aveva fatto mentre eravamo soli, al comportamento di Lou – che non riusciva a staccarsi da me – a quello di Harry, che invece pareva aver dimenticato anche il mio nome. Liam, invece, continuava a mangiare nervosamente le patatine di Niall mentre lanciava occhiate malefiche ad Harry e Lou.
E ciò che era più preoccupante, era che Niall lasciava che Liam gli rubasse le patatine. Non avevo mai assistito ad un fenomeno del genere da quando li conoscevo, ed era letteralmente sconvolgente.
«Mi spiegate che diamine vi succede oggi?» Chiesi, mettendo in pausa Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo. Ci fu un susseguirsi di “Cosa? Noi? Perché? No, niente!” da tutti tranne Harry, che non mi guardava nemmeno.
«Bene, io me ne vado.» Esclamai, alzandomi di scatto per poi salire in camera mia e chiudermi la porta alle spalle.
Sbuffai, buttandomi sul letto. Mi osservai intorno e presi le cuffie dal comodino, per poi attaccarle all’iPod. Iniziai a fissare insistentemente il soffitto, cercando di capire cosa diamine fosse preso a tutti, specialmente era il comportamento di Harry e Louis a preoccuparmi: sembrava quasi che i loro caratteri si fossero ribaltati, dandogli personalità opposte alle loro.
Sbuffai e mi sistemai di pancia sul letto, facendo partire qualche canzone random. Nemmeno il tempo di arrivare alla fine del primo ritornello che sentì delle labbra poggiarsi sul mio collo e delle mani prendermi i fianchi. Mi staccai le cuffiette e mi girai, fissando Louis con occhi sgranati.
«Mi spiegheresti, per cortesia, che cosa cavolo è successo a tutti?» Gli allontanai la mano, intenta a giocare col bordo della mia maglietta.
«Niente, che deve succedere?» Tentò di distrarmi accarezzandomi i capelli, ma non ci riuscì.
«Louis! finiscila-»
«Martina, non ce la faccio più. Zayn non ti ha detto niente? Non hai intuito nulla? È vero, io ho un fottuto bisogno di fare sesso. L’ho detto! Il dolce e timido Louis ha bisogno di farsi una scopata, perché sta con una ragazza stupenda che però non se lo fila di striscio e lo tratta come un qualsiasi amico. Che non è per niente presa da questa relazione e crede che io sia uno stupido, che non mi accorga di nulla. Beh, non lo sono. Capisco anche meglio di te come stanno andando le cose, e non mi venire a dire che non sai di cosa sto parlando. Non sono perfetto, ho un miliardo di difetti, e fidati: ne hai anche tu. Ma sai una cosa? Io ero pronto a sorvolare su tutti i tuoi difetti, per concentrarci su di noi. Ero pronto a farmi conoscere per davvero, ma non hai idea di quante barriere hai messo tra me e te, e non sto parlando del sesso. Tengo davvero tanto a te, voglio capirti a fondo, voglio infrangere le barriere e starti vicino. Voglio frequentarti da capo e  voglio essere considerato come.. come..»

Stava per dire “come Harry”, ma non ci riuscì.

Ed io non capì che si riferiva a lui.

Sospirò, guardando verso la finestra della mia stanza. Probabilmente si aspettava una risposta, una risposta che proprio non riuscivo a dargli. Così cercai di spiegargli ciò che mi confondeva, ciò che rendeva la mia mente un vero e proprio caos.
E lui uscì amareggiato dalla mia stanza, senza dire niente.
Spezzato.
E vederlo in quello stato, spezzò anche me.

 

Come se ciò non bastasse, quella sera sarei dovuta uscire con i ragazzi e Dominique. Avevo tentato di coinvolgere Drew e Niki, ma la prima doveva andare al compleanno della sorella, e la seconda doveva essere presente ad una cena di famiglia con dei parenti venuti direttamente dall’Italia.
Che ironia, dei parenti Italiani venivano in Inghilterra, quando ciò che avrei voluto fare io era proprio tornarmene in Italia. Sospirai, rotolando per l’ennesima volta sul letto. Nessuno dei ragazzi era più salito dopo la discussione avuta con Louis, e mi chiedevo se stessero parlando di questo.
Sperai fortemente di no, perché temevo che ciò avrebbe dato origine a delle liti tra Harry e Louis ed io non me lo sarei mai perdonato..
Sentì bussare alla porta, e successivamente aprire senza nemmeno aspettare il mio consenso.
«Sei un maleducato, lo sai? Non si fa così» Dissi, con la faccia ancora rivolta al materasso e non alla persona che era entrata.
«Sì, lo so, me lo dicono in molti!»  Disse, per poi concludere con una risata cristallina; «Stai bene, Mars?»
Mi voltai verso di lui, osservandolo (e pensando bene ad una risposta).
Stavo bene?
«Credo di sì, Harry. Anche se non riesco ancora a capirlo, non ancora. Come sta Louis?» Chiesi, non molto convinta della domanda. Lui in risposta fece spallucce,
«Non ne ho idea, dopo essere sceso da qua è uscito senza dir nulla.. avete litigato, per caso?»
«Qualcosa del genere.. comunque, io non credo che sarò dei vostri stasera, non me la sento di vedere Louis, o Dominique, o i suoi amichetti..»
«Ma tu devi esserci! Vedrai che ci divertiremo, non andiamo in qualche club tutti insieme da secoli, scommetto che non ti ricordi nemmeno com’è fatto!»
«Un ammasso di gente sudaticcia e per nulla sobria che si agita sotto luci psichedeliche. Rende l’idea?»
«Per nulla, hai dimenticato noi che ci divertiamo da matti! Immagina: una serata dove tutto può accadere. E in più è in maschera
«In maschera?» lo guardai con gli occhi illuminati da un intenso bagliore. Io amavo le feste in maschera. E lui lo sapeva benissimo, infatti mi rispose dandomi un bacio sulla fronte.. non è che quel bacio avesse molto senso, a dire il vero, ma era stato.. particolarmente gradito.
Sì, diciamo pure che il mio cuore aveva fatto un tonfo, per qualche strana ragione. Ragione che non conoscevo, che continuavo a non conoscere e che, probabilmente, non avrei mai conosciuto. Ero stanca dei miei film mentali, e per una sera, volevo lasciare il cervello a casa e divertirmi.
«Se è in maschera, ok. Anche se dovrò andare a comprare una maschera.. ed un vestito»
«Per la maschera non preoccuparti, te la daranno lì. Ed il vestito..» Mi mostrò un sorrisone a trentadue denti, prima di uscire dalla mia stanza e tornare una manciata di secondi dopo con una scatola rettangolare (abbastanza larga) tra le mani. Me la poggiò sul bordo del letto, incitandomi ad aprirla. La scatola conteneva il vestito bianco che avevamo visto al negozio il giorno prima.
«Vaffanculo, Harry!» Gli urlai contro, incrociando le braccia al petto.
«Di solito si risponde “grazie” oppure “Oddio, Harry, sei il mio eroe! Sei assolutamente stupendo in tutto e per tutto, ed anche incredibilmente sexy!”» Mi rimproverò imitando in malo modo la voce di una ragazza che, secondo lui (e solo secondo lui!), era somigliante alla mia.
«No, non ti ringrazio! Odio quando mi fai regali senza motivo, e lo sai!»
«Ma ce l’ho un motivo!»
«E quale sarebbe?!»
«Ti stava benissimo, diamine! Sarebbe stato uno spreco non prenderlo!»
«Sei una testa di cazzo!»
«Evidentemente ti somiglio!»
«CREPA!» Gli tirai un cuscino in faccia, con tutta la forza che avevo in corpo, tanto che lui ondeggiò e cadde a terra.
«Sei una stronza!»
«Ripetilo se hai coraggio!» Mi munì di altri cuscini e lo minacciai di continuare a picchiarlo.
«STRONZA!»

 

E da quel punto, ricordo solo un sacco di cuscinate e solletico, e mentre io davo tutta me stessa per colpirlo, lui cercava sempre di non farmi troppo male. E alla fine, mi trovai buttata sopra la sua pancia a ridere come una deficente.
«Ti odio, Mars! Giuro che ti odio!»
«Io ti odio di più, brutto gay che non sei altro!»
«Ma quale ‘brutto’, sono stupendo!»
«Quindi sei gay?»
«Anche se fosse?!»
«Scusami, signorina Harolda, non volevo colpirti nell’orgoglio»
«Non ti sei fatta scrupoli a darmi cuscinate sui testicoli, però!»
«Quindi i tuoi testicoli sono il tuo orgoglio?»
«Sono testimoni del mio essere prettamente etero, quindi sì!»
«Cazzo, mi sa che dovremo castrarti.»
«Vaffanculo!» Scoppiai a ridere, e lui con me. Mi spostò leggermente in modo da potermi cingere i fianchi.
«Mi è mancato urlarti contro, non lo facevamo da tantissimo tempo!»
«Hai ragione, stupida Marsupia!» esclamò, spostandomi definitivamente dalla sua pancia per poggiare i palmi delle mani ai lati della mia testa e smollarmi un bacio con tanto di schiocco sulla guancia. Io risi e gli diedi un bacio sulla guancia a mia volta, afferrandogli il volto con entrambe le mani. A quel punto lui smise di ridere, e mi guardò intensamente.
Avevo qualche ciocca di capelli fuori posto? Mi si era sbavato il trucco? Mi era spuntato qualche schifosissimo brufolo nel bel mezzo della fronte? Forse la mia faccia era diventata gialla/verde/blu a causa di qualche strana malattia.
Sì, doveva essere così, perché quella malattia sembrava avesse fatto accelerare anche il mio battito cardiaco.
Sembrava anche che mi facesse bruciare le guancie, e sentire lo stomaco sottosopra.
E.. che mi facesse venir voglia di baciare il mio migliore amico?
Anche quello faceva parte della malattia?

 

 

 

 

 

 

 

 

Non immagini nemmeno quanto sei bella quando ridi.
Non immagini nemmeno l’effetto che mi fai.
Non immagini nemmeno quanto provi la voglia di baciarti, in questo momento e sempre.
Non immagini nemmeno cosa passi nella mia mente, mentre mi ripeto “non puoi farlo”

 

Continuai a fissarla negli occhi, con le labbra ad una manciata di centimetri dalle sue. “Diamine, sono un ragazzo, non posso resistere ancora a lungo senza baciarla
Mentre il mio cervello elabora quel pensiero, le distanze si accorciano, e nella mia testa parte una sorta di conto alla rovescia.

 

15. Sì, saranno più o meno quindici, i centimetri che ci dividono. I suoi occhi sembrano luccicare di un bagliore particolare, ed il color cioccolato che ho sempre visto sembra sciogliersi e diventare cioccolata liquida, spumosa ed invitante. 

10. Ormai sono circa dieci centimetri, sento il suo respiro caldo su di me e sento le sue dita percorrermi le guancie con dolcezza, e si fa sempre più vicina. Avevo quasi dimenticato quanto potesse essere perfetta, sotto ogni piccolo e minuzioso dettaglio. 

5. Manca davvero poco, ormai sento la punta del suo naso sfiorare quasi la mia. Mi manca il respiro, perché tutto ciò che ho sempre voluto è proprio lì, tra le mie braccia, e non mi sta respingendo. 

Questo è il bacio che potrebbe cambiare tutto, questo è il bacio che potrebbe farla diventare la mia ragazza.

Questo è il bacio che potrebbe allontanarla da me di nuovo, e forse per sempre. Questo è il bacio con il quale potrei perderla una volta e per tutte.





Lo so che mi odiate, lo so. Davvero, lo so.
Non aggiorno da mesi, è praticamente inaccettabile. 
LO. SO.
Ma io vi amo davvero, davvero tanto,
e spero che riuscirete ad accogliermi con un dolce abbraccio,
e non con un calcio sulle noccioline che non ho.
E so anche che questo è un capitolo più corto dei precedenti,
MA, la cosa positiva è che è una sorta di 'prima parte' del capitolo che verrà
dopo, interamente dal POV di Harry. E, udite udite, la seconda parte dovrebbe
arrivare tra qualche giorno, devo giusto finirla <3
(Perché, in realtà, questo era un capitolo solo, ma visto che è uscito fuori qualcosa
come undici pagine di capitolo, ho pensato bene di dividerlo e rendere tutti felici, 
dandovi due capitoli in tempi flash.
Oh, and guess what? Ci sono novità nell'aria.
Quindi, mi perdonate? eh? çç
COOOMUNQUE, voi che pensate della fine di questo capitolo?
Si sono baciati? Non l'hanno fatto? Harry ha confessato di essere innamorato di una
Louis Vuitton? Fatemelo sapere, vi amo tanto ♥
Mars. 

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Capitolo 13
*** I'll be honest when I'll be drunk. ***



 
 

I’ll be honest when I’ll be drunk •

 

 

Questo è il bacio che potrebbe cambiare tutto, questo è il bacio che potrebbe farla diventare la mia ragazza.
Questo è il bacio che potrebbe allontanarla da me di nuovo, e forse per sempre. Questo è il bacio con il quale potrei perderla una volta e per tutte.




Ed è per questo che sviai la traiettoria, posandole un bacio sulla fronte, per poi allontanarmi da lei.
Non potevo rovinare di nuovo tutto, non potevo rischiare di perderla.
«Quindi ci.. vediamo alla festa, ok Mars? Stiamo prendendo tutti dei taxi diversi, per non farci riconoscere, il tuo dovrebbe essere qui alle 19:45! Tutto chiaro, giusto?» Parlai velocemente, mentre le guance andavano a fuoco e il cuore palpitava all’impazzata. In preda all’imbarazzo, uscì dalla stanza senza nemmeno guardarla.
“Harry, sei fottutamente gay! Vai al diavolo!”
Mi maledì mille e mille volte mentalmente per non averla baciata quando potevo. La paura di perderla e di vederla ancora lontana mi aveva sopraffatto, ed avevo rinunciato a baciarla. E adesso?
Adesso mi ritrovavo nel bel mezzo di una lotta tra la mente ed il cuore, e come arbitro corrotto un amichetto che alle nostre fans piace chiamare piccolo Edward.
 
 
I miei ricci erano decisamente troppo riconoscibili.
Era stato un trauma farli pettinare per circa un’ora per farli stare composti e all’indietro, ma dovevo rendermi almeno difficile da riconoscere. Per i vestiti, non riuscì a resistere all’impulso di indossare una giacca nera con maglietta bianca a maniche corte sotto e dei semplici jeans scuri. Il mio taxi arrivò per quarto: prima Dominique, poi Zayn, Liam e io. Dopo ci sarebbe stato quello di Niall e infine Louis e Mars, ma data la loro rottura avevamo deciso di separarli.
Anche se Louis non si era più fatto né vedere né sentire da quando era uscito, e la cosa mi preoccupava moltissimo.
Nonostante non fossi riuscito a sopportarlo molto da quando stava con Mars, era pur sempre uno dei miei migliori amici.. infondo. In ogni caso, tenevo a lui. Ed il fatto che fosse scomparso da parecchie ore mi preoccupava.
La festa si sarebbe svolta in un enorme (ma davvero enorme) club  di Londra, diviso in tre ‘aree’: la prima, quella luminosa, con un’atmosfera molto aristocratica e principesca; la seconda, quella buia, era praticamente il vero e proprio “club” misto ad una discoteca; la terza, era ovviamente quella rossa, fatta per.. insomma, avete capito.
Non appena arrivai, cercai di individuare Dominique. Ebbi qualche difficoltà a causa delle maschere, ma alla fine riuscì a riconoscere il suo accento francese ed i suoi capelli color del grano. Stava ballando con un ragazzo e sembrava divertirsi parecchio.
«Dominique?» Chiesi, avvicinando le labbra al suo orecchio. Lei si girò di scatto verso di me, squadrandomi da capo a piedi.
«Mh? Ommioddioquantoseicarino. Chi sssheei?»
Figo, era ubriaca persa.
«Non importa, sai se Mars è arrivata? O Louis?» Evitai di rispondere alla sua domanda, perché.. beh, avere un’identità nascosta per una sera poteva tornarmi utile.
In realtà, mi sentivo molto un infiltrato dell’FBI.
«Mhhh… Marshh? Loouuish? Ecchenessò! Sono tuttih massscherati!» Scoppiò in una fragorosa risata, cadendomi addosso, barcollai non poco prima di riuscire ad acchiapparla «Mi hai sshalvato! Quanto shei bello, fatti bassshiaare!» Esclamò, prima di buttare le sue labbra sulle mie.
Spalancai gli occhi, cercando di respingerla, ma era attaccata a me come una cozza allo scoglio. Spalancai ancora di più gli occhi quando riuscì ad aprirmi le labbra con la lingua, nonostante opponessi una grande resistenza. Aveva una forza paurosa quella ragazza! Ed un sapore terribile, qualcosa come vodka, gin, rum e.. coca cola, probabilmente. Uno schifo, mi chiedevo come avesse fatto a non vomitare ancora.
Finalmente si staccò da me, scivolando per terra. Bene, era completamente andata.
Me la caricai sulla spalla e la portai su dei divanetti nell’area luminosa, almeno qualche sobrio si sarebbe preso cura di lei. In fretta, sgattaiolai nell’area buia, cercando Mars con lo sguardo, ma con tutte quelle ragazze in maschera era fottutamente difficile, sembravano tutte uguali. In più, non ero sicuro che avrebbe messo il vestito che le avevo regalato, era troppo orgogliosa per cadere così. Ma, conoscendola, evitando di metterlo le sarebbero venuti i sensi di colpa.
Questo era Mars: un paradosso. Ma un paradosso sul quale mi sarei applicato per ore, giorni, mesi e anni pur di arrivare ad una soluzione.
Ma contemporaneamente, era un libro aperto. Almeno, per me lo era sempre stato. Tranne per il fattore ‘amore’, in quello non ero mai riuscito a capirla, forse perché non era mai stata realmente innamorata di qualcuno.. mi raccontava di ragazzi che le piacevano, ma riusciva sempre a trovargli un difetto e smontarli in un attimo, non era mai riuscita ad avere il classico batticuore o le farfalle nello stomaco. E con molte probabilità, non l’aveva avuto nemmeno con Louis.
Però mi aveva detto che la faceva sentire bene. Forse ne era innamorata e non l’aveva capito? Mi passai una mano tra i capelli frustrato, rischiando di scombinarli, ma poco importava. Mi avvicinai al bar e trangugiai la prima cosa che riuscì a vedere sul bancone, rendendomi conto dopo che era decisamente vodka resa ancora più pesante da qualcosa che non riuscivo ad identificare. Pazienza.
Cercai ancora di guardarmi intorno, ma non riuscivo proprio a vederla in mezzo a quella calca di gente. Improvvisamente ebbi un leggero giramento di testa al quale non badai più di tanto, e sentì delle braccia stringermi da dietro.
«Ti ho riconosciuto subito, sssstupido»
Cazzo.
Un’altra ubriaca.
Ed era Mars.
«Lasssciati abbrassciare. Non è b-bello quando scccappi dalla mia ssstanza prima di bacciarmi! Lo soo che mi vvvuoi bacciare!» Esclamò in modo quasi teatrale (accentuato ancora di più dal fatto che fosse totalmente ubriaca) stringendomi con maggiore vigore. Ma queste ubriache da dove trovavano tutta quella forza?
«Mars, che hai bevuto?»
«Nnnnon lo so. Era la prima cosa che mi è capitaata a tiro quando ho visssto te e Dom Dom bacciarvi. Non è staato cariino!» Biascicò, cercando comunque di darsi un certo tono (con scarsissimi risultati) e cercando di fare qualche passo inciampò sui suoi stessi piedi rischiando di cadere, ed a causa di un capogiro rischiai di cadere insieme a lei.
Avevo sempre sognato di trovarmela tra le braccia, ma non in quel modo, ecco.
«Ma hai bevuto tanto?»
«E che ne so!» Sembrava che un martello l’avesse colpita in testa. Capiva ciò che le succedeva attorno, ma in modo scostante.
E intanto vedevo la stanza girare vorticosamente.
«M-Mars, credo che dovremmo andare a casa, no?» Proposi, cercando di apparire affidabile e convincente, e lei parve felice di accettare.
«Sì! Così rimaniamo tuuutti sooli..» Mi buttò le braccia al collo, per poi cercare di.. toccarmi una chiappa?
Oh cristo. L’abbiamo persa.
In quel casino, iniziai a cercare Niall o Liam con lo sguardo, ma senza riuscirci decisi semplicemente di caricarmi Mars in spalla e portarla a casa in taxi, abbandonando quella bella e folle festa in maschera poco dopo l’inizio.
 
 
Dopo circa venti minuti, siamo sotto casa. Impiego poco tempo ad aprire le porte ed accendere le luci, nonostante Mars continui a dondolare dalla mia spalla, salgo il camera sua e la stendo sul letto. Si è addormentata mentre venivamo qui.
Non posso fare a meno di osservarla mentre dorme, rannicchiata in se stessa, con le labbra dischiuse.
Se sapesse che la sto guardando così, conoscendola, mi darebbe del maniaco. Ed io le darei ragione.
E poi inizieremmo a ridere, ed io prenderei una scusa qualunque per intrecciare le mie dita con le sue, abbracciarla o baciarle la fronte, così da inebriarmi del suo costante profumo di vaniglia.
Anche se tutto ciò non sarebbe stato così romantico quella sera, perché lei puzzava di alcol.
Rido leggermente, per poi alzarmi e dirigermi verso il bagno in punta di piedi, per poi chiudermi piano la porta alle spalle. Nel momento in cui mi guardo allo specchio, ricordo di avere ancora la maschera sul viso, così la levo e la metto su un mobile vicino il lavandino. Mi tocco i capelli e provo un immenso dispiacere nel costatare che tutto l’impegno nel portarli all’indietro era stato vano, e nello stesso momento, decido che è il caso di farmi una doccia, visto che Mars, ubriaca com’è, non si dovrebbe svegliare prima di domani mattina o comunque qualche ora.
Impiego circa dieci minuti a lavarmi ed asciugare i capelli con una tovaglia, rimanendo leggermente umido, ma è una sensazione piacevole. Faccio giusto in tempo ad avvolgermi un accappatoio intorno alla vita, che sento la porta del bagno aprirsi, per poi veder spuntare la mia migliore amica praticamente seminuda e coperta solo da un misero lenziolo.
Lenzialo. Lenziulo. Len.. lenzuolo, ecco.
«M-Mars?!» quasi urlo, e lei usa la mano libera (quella non-occupata a tenersi il lenzuolo di sopra) per zittirmi.
«Shh.. devo fare pipì. No! Devo fare la doccia.. credo. Non posso fare pipì nella doccia, vero?» Mi chiede, barcollando, e non riesco a trattenermi dal sorridere.
«No, non puoi fare pipì nella doccia, ma sei sicura di riuscire a farcela, nelle tue condizioni?» Le chiedo, come se avesse le facoltà mentali di rispondermi qualcosa di sensato.
«Ssì, credo, non lo so, magari faccio il bagno? Voglio fare pipì..» Barcolla ancora, cercando di avvicinarsi al water.
Ma il destino, quello stronzo del destino, che non riesce a non prendermi per il culo, fa in modo che inciampi sul lenzuolo e mi finisca addosso, senza niente a coprirla.
Non era la prima volta che la vedevo nuda, ma capitemi, aveva sì e no sei anni, a quei tempi, e le sue potevano essere definite in qualsiasi modo, tranne ‘forme’. Più che altro somigliava ad una spazzola con due spilli.
Ma ora non era più come quando aveva sei anni, oh no. Le aveva le forme, eccome. Non esagerate, ovviamente, ma le aveva. D’altronde, le ragazze con due tette somiglianti ad angurie e labbra a canotto le avevo sempre detestate. Troppo finte.
.. Ma che razza di pensieri fai, Harry?!
Giusto. Ho una ragazza nuda ed ubriaca appiccicata addosso, ed io stesso sono mezzo nudo. E la ragazza è la mia migliore amica, della quale sono innamorato.
Ma che bella situazione di merda.
Con una mano le prendo una spalla, per reggerla, e con l’altra cerco di afferrare un asciugamano, tenendo gli occhi chiusi. Dopo svariati tentativi, riesco ad afferrarlo e gliel’avvolgo intorno goffamente, e quando credo che sia mediamente coperta riapro gli occhi. Lei mi guarda con aria innocente, come se non vedesse niente di male in quello che era appena successo.
«Ti fa proprio tanto schifo il mio corpo, eh?» Dice, con aria amareggiata.
È impazzita o cosa?Lei voterebbe per ‘cosa’.
«Ma sei totalmente fuori di testa?» Sgrano gli occhi, guardandola interrogativo. D’altronde, “quando si è ubriachi si è più sinceri”, no? Magari riesco a farle dire qualcosa di.. importante. Mi sento uno schifo solo a pensare queste cose.
Scuote piano la testa, è ancora ubriaca ma sembra capire, «Eviti di guardarmi. Lo fai sempre. Sono pochi i momenti in cui mi sorridi, o lo fai solo quando siamo soli. Ti vergogni di me? Ti fa schifo il mio corpo, vero?» Sorride amaramente, e sembra sul punto di piangere. Ok, è ancora decisamente ubriaca e capisce ben poco. Nonostante ciò, sento che in quelle condizioni, posso essere sincero con lei.
Le prendo il volto tra le mani e la obbligo a guardarmi negli occhi, «Tu sei perfetta, capito? Sei perfetta in tutto e per tutto, non potrei mai immaginare qualcuno che possa anche sfiorare la tua perfezione» E sono serio, mentre le dico queste cose.
Lei mi sorride e si avvicina appena al mio orecchio, ed un brivido mi percorre tutta la schena.
«Harry.. devo fare la pipì e la doccia»
Oh.
È vero, quasi dimenticavo.
«Non preoccuparti, la doccia mi sveglierà un po’. Tu vai pure» Sembra convinta di quel che dice, eppure non le credo molto. L’idea di lasciarla da sola a farsi la doccia, quando potrebbe scivolare e cadere, mi preoccupa tantissimo.
«Facciamo così, tu fai la.. pipì, e dopo ti aiuto a sciacquarti la faccia e lavarti i denti, ma niente doccia, perché potresti farti male, ora come ora»
«Ma se la facciamo insieme, puoi reggermi tu, no?»
Mars. Piantala.
Non posso evitare che la fantasia galoppi e che mi dia una stupenda immagine di noi due che facciamo la doccia insieme, ed il mio amichetto a sud dell’equatore sembra gradire i pensieri.
«No, non posso reggerti io, perché ora non sei in te e se dovessi ricordare qualcosa, domani, mi odieresti a vita» Tento di spiegarle, ma senza alcun risultato, perché è intenta a guardare un altro punto.
Un ‘punto’ che si trova in mezzo alle mie gambe.
Oh.
«Il piccolo Edward non è di questo avviso, però» Mi rivolge un sorriso malizioso ed io cambio colore, diventando rosso di vergogna.
«S-senti, fai ciò che devi, ci vediamo dopo, ok?!» Quasi urlo, in preda all’imbarazzo, scappando fuori dal bagno. Ho il respiro affannato e le mani che tremano, e non riesco a capire cosa le sia preso.
Se fosse stata un’altra ragazza, ed io non fossi innamorato, non me lo sarei lasciato ripetere due volte.
Ma è la mia migliore amica, sono innamorato di lei ed è ubriaca. Se succedesse qualcosa tra di noi, con lei in questo stato, non me lo perdonerebbe mai. E nemmeno io riuscirei a perdonarmelo.
Mi rendo conto che sono ancora avvolto da un asciugamano, così vado in camera mia, per prendere dei boxer, i pantaloni del pigiama ed una canottiera, e quando ho finito torno in camera di Mars, pronto a prenderla in caso dovesse cadere vorticosamente per terra.
Intanto, afferro il cellulare per mandare un messaggio a Liam.
 
“Liam, Mars è ubriaca persa, invece di restare lì ho preferito portarla a casa, voi non preoccupatevi e divertitevi!”
 
Invio il messaggio e lancio il cellulare lontano da me, per poi iniziare ad osservare il soffitto e pensare a quella giornata assurda.
Avevo quasi baciato di nuovo la mia migliore amica, per poi non baciarla per la troppa paura di perderla di nuovo, ed avevo finito la serata ritrovandomela completamente nuda addosso.
Una giornata da scrivere sul diario segreto, no?
Sento la porta del bagno chiudersi ed aprirsi, e istintivamente deglutisco. La sento camminare avanti e indietro, aprire una porta, ed uscire qualche secondo dopo, poi ancora passi e, finalmente, torna in camera sua.
«Oh merda» è l’unico commento mi faccio scappare, quando la mia migliore amica mi si presenta davanti con solo una maglia grigia a maniche corte, che le veste in modo enorme, mia.
Devo aggiungere che, da quando voglio che sia più di una amica, ho sempre immaginato momenti come questo. Certo, nelle mie fantasie lei non è ubriaca ed è innamorata di me quanto io lo sono di lei, ma non si può avere tutto dalla vita.
Mi sorride in modo quasi malizioso, perché immagina a cosa sto pensando, e mentre cerca di camminare sensualmente verso il letto, manco a farlo apposta, cade con un tonfo con la faccia spalmata sul materasso, ed io non posso fare a meno di scoppiare in una grande risata.
«Non è divertente, lo saai?» Si lamenta, rialzando la testa ed avvicinandosi a me spingendosi sui gomiti. E mi si avvicina in maniera quasi pericolosa, per poi far sprofondare la testa sul cuscino, ma senza smettere di guardarmi. È coricata sul lato destro, è accanto a me ed è perfetta. Sento un fortissimo desiderio di baciarla, ma devo desistere, perché non posso semplicemente farlo. Non voglio rischiare di perderla, non posso, è più forte di me. Ma mentre io cerco di trattenermi, lei stringe un braccio intorno alla mia vita, tentando un goffo abbraccio, per poi tornare a fissarmi negli occhi. E dopo fa una domanda, una domanda inaspettata, che mi fa decisamente trasalire. E mi ritrovo a sperare che non l’avesse mai fatta.
«Harry, tu mi ami?» Nonostante sia ancora ubriaca, i suoi occhi sono seri. Non sta gongolando, biascicando con le parole, è semplicemente seria. Ed è una risposta seria quella che vuole, ma che non posso darle. Non posso perderla ancora, non posso.
Grazie a qualche miracolo divino, sento il mio telefono vibrare e lo prendo tra le mani con enorme interesse. È Liam che risponde al mio messaggio, dicendo che ho fatto la cosa giusta, sorrido e poso nuovamente il cellulare. Mars adesso guarda il soffitto con aria assente, ma ha gli occhi lucidi e le guancie arrossate.
«Hey, che succede?» le chiedo allarmato mettendomi seduto sul letto per guardarla meglio, e lei sposta l’attenzione dal soffitto ai miei occhi.
«N-non lo so, Harry.. voglio solo..» è costretta a smettere di parlare perché le lacrime hanno già inondato i suoi occhi e le scorrono lungo le guance. La faccio mettere seduta davanti a me, e poggio entrambe le mani sul suo viso, asciugandole le lacrime.
«Lo sai che non devi mai piangere, vero?» cerco di confortarla con un sorriso, nonostante questo sia parecchio forzato, perché non riuscirei mai a sorridere mentre lei piange. Mai.
Annuisce piano in risposta e tira su’ col naso, per poi mettere una mano sopra la mia e chiudere gli occhi, come per bearsi di quel contatto.
«Non so cosa mi sta succedendo, Harry» le lacrime ricominciano a scorrere ed io continuo a passare le dita sulle sue guance per asciugarle. Le do un bacio sulla forte, e ne approfitto per inebriarmi del suo profumo, decisamente migliorato rispetto a prima.
«Ascoltami bene: non importa cosa succede, a chi vuoi dare il tuo cuore. Va bene essere confusi, non è sbagliato. Sappi che ti starò vicino sempre, qualunque cosa accada»
Le apro il mio cuore con quelle parole, e lei sembra capirmi. Per un momento, dimentico che si sta ancora riprendendo dalla sbronza, e vorrei baciarla. Vorrei poter rispondere alla sua domanda con un “Sì, ti amo. Ti amo, ma riesco a dirtelo solo ora. Ti amo davvero. Ti amo sopra ogni cosa. Madison? Mai provato niente. Dominique? Uguale. Non potrei provare niente per loro, perché per me tu sei l’unica”. Già, mi piacerebbe riuscire a dirglielo. Mi piacerebbe non essere così codardo da tirarmi indietro ogni volta.
Mi abbraccia, o meglio, si tuffa tra le mie braccia, che l’accolgono e la stringono subito.
So che il posto della mia piccola Mars è tra le mie braccia. È sempre stato così. Come due pezzi di un puzzle che si completano a vicenda.
Ma c’è un problema, perché nonostante lei sia il pezzo capace di completare me, non l’ha ancora capito. Non ha ancora che ho bisogno di lei, e continua a cercare il pezzo con tutta se stessa. E, in attesa del pezzo mancante, unisce altre parti e forma la cornice, ma nonostante ciò pensa sempre al pezzo che non riesce a trovare.
Lentamente, poggio la schiena sul materasso e con la stessa lentezza faccio in modo che continui a sfogarsi sul mio petto, fino a quando ne ha bisogno, e le passo le mani sulla schiena, grattandola leggermente.
«Perché mi stai grattando la schiena?» Il tono che usa è pacato, forse un po’ sorpreso, ma è calmo e perfettamente in armonia col momento.
«Perché so che ami quando lo faccio, ti rilassa» Le poso un bacio sulla fronte, ridacchio e continuo a passare le dita sulla sua schiena.
«Ma non è vero..» Sussurra, con la voce impastata dal sonno, e da lì capisco che presto crollerà.
«Non è vero?»
«Io non amo quando lo fai, io amo.. te» Non so dove riesce a trovare la forza di muoversi, ma lo fa, ed in mezzo secondo le sue labbra sono sulle mie e la sua mano preme sulla mia guancia.
Boom.
La mia mente è in subbuglio, così come il mio stomaco. Il mio cuore ha deciso di mettersi ad imitare una batteria.. anzi, tutto un concerto. Non riesco nemmeno a realizzare quello che ha appena detto (e fatto), che abbasso lo sguardo su di lei e si è già addormentata, scivolandomi tra le braccia.
Mi ha baciato perché voleva farlo, oppure è stato un errore?
Mi ha detto di amarmi, oppure è stato solo un effetto dell’alcol?
Passo la mia mano dietro la sua schiena, accarezzandola, le bacio la fronte ed avvicino le mie labbra al suo orecchio, per rivelarle ciò che ancora non sa. Nonostante stia dormendo, io devo dirglielo, non riesco più a trattenermi. Non posso trattenermi, ora che il mio cuore va a mille e la mia testa è tutta in confusione, ho bisogno di dire a voce alta l’unica cosa che reputo certa nella mia stupida vita.
 
«Ti amo, Mars»


 

 
 
Buonciao, miei dolcetti  ♥
Avete visto? Non ho ritardato tanto, questa volta. Be proud.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, perchémi ci sono impegnata TANTO.
E.. che altro dire? La scuola èricominciata, bella merda. Avròmeno tempo per scrivere, senza contare che sono a corto di idee D:
Peròho intenzione di riempirvi di Larry. LARRY STYLINSON IS EVERYWHERE.
Ed io li amo.
Ovviamente, non per questo dovete smettere di shippare Marry/Mazza. Mai smettere di sostenerli, altrimenti io vado in depressione :c
Il prossimo capitolo? Non ho idea di quando arriveràcc Ho poche idee, purtroppo, ma spero di avere qualche illuminazione il prima possibile cwc
Oh, quasi dimenticavo: avrete potuto notare il cambio di narrazione, dal passato al presente. Beh, questo cambio non ha una ragione in particolare, ho solo scoperto di trovarmi decisamente meglio con le descrizioni al presente, che con quelle al passato, spero di non sconvolgervi troppo ahah :c

Bene, detto questo, vi amo. Continuate a dirmi cosa ne pensate e recensire, perchéle vostre recensioni mi rendono TAAAANTO felice e mi fanno venir voglia di scrivere ♥
Love ya all,
Mars.

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