la vita 8 anni dopo Voldemort

di ginny090
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cena tra amici ***
Capitolo 2: *** Un sostegno da Ginny ***
Capitolo 3: *** Il solito Ron ***
Capitolo 4: *** Sentimenti ritrovati ***
Capitolo 5: *** Tutto è bene quel che finisce bene ***
Capitolo 6: *** Ancora una cena tra amici ***



Capitolo 1
*** Cena tra amici ***



Capitolo 1: Cena tra amici.

 
Era il 31 ottobre, Hermione e Ron stavano camminando, mano nella mano, per una stradina di Londra in direzione della casa di Harry e Ginny. Avevano deciso che avrebbero trascorso la serata di Halloween insieme e i due, avevano optato per andarci a piedi, abitando a soli dodici minuti da lì. La strada sarebbe stata completamente deserta, non fosse stato per un piccolo gruppetto di Babbani travestiti, che bussava di casa in casa gridando "dolcetto o scherzetto?". All'apparenza quell'insieme sembrava un quadretto perfetto. Ed in realtà, adesso la vita sia nel mondo magico, che in quello Babbano, era proprio così.

Dopo la caduta di Voldemort, le cose non sarebbero potute andare meglio. Certo, c'era voluto del tempo per superare tutte le perdite, avvenute durante la guerra, ma ora a distanza di 8 anni, sembrava che tutti fossero felici, sempre e in ogni momento. Hermione sospirò guardando Ron che le camminava a fianco, impegnato a borbottare qualcosa su quella strana usanza Babbana, tutti tranne lei. Dopo che Voldemort era stato sconfitto, finalmente lei e Ron erano riusciti a dichiararsi il loro amore e lei non sarebbe potuta esserne più felice. Aveva amato Ron praticamente da sempre e per un primo periodo, le cose tra di loro furono perfette. Lei, Ron, Harry e Ginny non si lasciavano mai. Ogni occasione era buona per stare insieme a ridere e scherzare. In seguito però quando loro due s'erano decisi ad andare a vivere insieme, Hermione s'era resa conto che la loro vita, non fosse poi così bella.

Anche Harry e Ginny erano andati a vivere insieme, quasi contemporaneamente a loro, con la differenza che ora, a distanza di tre anni, erano sposati e 9 mesi fa avevano avuto la benedizione di un figlio. Ricordava ancora, quando Ron le aveva proposto d'andare a vivere insieme, l'era sembrato di aver finalmente realizzato il suo sogno. Nel giro di poco sarebbero stati sposati e si sarebbero costruiti una famiglia, o almeno era quello che sperava lei. Invece, secondo Ron, era ancora troppo presto per sposarsi o allevar un figlio. Così eccola lì, tre anni dopo senza uno straccio di anello al dito, ad invidiare la sua amica che a differenza sua possedeva una vita perfetta.

Harry l'aveva appoggiata sempre in tutto, persino nel periodo in cui era diventata una delle migliori Cacciatrici delle Holyhead Harpies, e quindi sempre piena zeppa di ammiratori. Hermione rammentava bene, cosa Harry le avesse detto quando gli aveva chiesto, se non gli desse fastidio, che Ginny fosse così piena di corteggiatori, "Non vedo perché dovrei, non ho nessun dubbio riguardo al nostro amore." Ed era quella sicurezza verso i loro sentimenti, che le dava tanto sui nervi. Quella frase l'era rimasta impressa nella mente e ora che le cose tra lei e Ron, le sembravano sempre così fiacche e ripetitive, si chiedeva se pure lei sarebbe mai stata capace, di non avere dubbi sulla sua relazione.

Per quanto ancora sarebbe stata in grado di aspettare che Ron si decidesse, facendole finalmente quell'agognata proposta di matrimonio? D'altra parte era sempre stato così. Era stata lei a capire per prima, di essersi innamorata di lui ed era stata sempre lei a baciarlo per prima. Di questo passo persino Neville e Hannah, che si frequentavano ufficialmente da appena due anni, si sarebbero sposati prima di loro.

"Speriamo che almeno questa volta Ginny abbia cucinato qualcosa di decente." Commentò Ron interrompendo i suoi pensieri. Hermione sospirò.
"Possibile che non sai pensare ad altro che al cibo!"
"Certo che penso al cibo! Se ci invitano a cena a che cos'altro dovrei pensare?" Hermione scosse la testa esasperata e prima di riuscire a trattenersi sbottò.
"E comunque se ogni tanto la smettessi di confrontare la cucina di tutti con quella perfetta di tua madre, ti renderesti conto che tua sorella non cucina poi così male." Ron a quell'esternazione la guardò perplesso. "O che comunque prova sempre a fare del suo meglio." Aggiunse subito con un mezzo sorriso, così da stroncare sul nascere l'inizio di una nuova discussione. Lui non commentò così i due rimasero in silenzio per tutto il restante tragitto.
"Beh eccoci arrivati." Disse Ron una volta davanti alla villetta.

La casa di Harry e Ginny, era la classica casetta bianca da coppia felice. Era stata Ginny a volere che il luogo in cui sarebbero andati a vivere, non avesse niente a che fare con parenti defunti o quadri con vecchie megere parlanti. Essendo in un quartiere abbastanza centrale di Londra, la casa non possedeva un gande giardino, ma solo un piccolo cortile d'ingresso. Al secondo piano però c'era un grande terrazzo sempre inondato di fiori. La casa era grande. Aveva quattro camere da letto; una di esse era riservata a Teddy Lupin. Egli viveva con la nonna Andromeda, ma qualche volta poteva capitare che dormisse lì da loro. Un tempo amava andare a trovare i due amici, ma adesso la sola vista di quell'abitazione, così immacolata, le procurava un forte bruciore allo stomaco. Ron bussò alla porta e un Harry con i soliti capelli spettinati e occhiali tondi andò ad aprirgli.

"Ciao Ron, Hermione entrate. Ginny arriva subito sta cercando di far calmare James." Disse lui. Dal momento in cui Ginny aveva smesso di giocare a Quidditch, ovvero da quando era rimasta incinta, per tenersi occupata, si era divertita a cambiare l'arredamento della casa e già dall'ingresso, si poteva vedere il tocco raffinato di una donna.
"Il piccolo James vi fa dannare?" Chiese Ron con uno sguardo che ad Hermione fece intendere, che ringraziasse il cielo di non avere ancora figli.
"È una piccola peste, deve aver preso tutto dal padre!" Esclamò Ginny sbucando dal piano di sopra. L'amica sembrava stanca, ma decisamente felice.
"Ha preso da entrambi. Nemmeno tu eri proprio una santa Miss Fattura Orcovolante. Dov'è adesso?" Domandò Harry cingendo la moglie alla vita.
"Nel lettino. Sono riuscita a farlo addormentare. Che ne dite se voi maschi vi mettete seduti in salotto, mentre noi andiamo in cucina a finire di preparare." Disse Ginny.
"Sicura che non hai bisogno di una mano?" Domandò Harry alla moglie.
"No, mi darà una mano Hermione vero?" Chiese lei all'amica. Hermione però era distratta, si stava chiedendo quand'era stata l'ultima volta, in cui Ron le avesse offerto il suo aiuto in cucina, mesi, forse anni! C'era da sottolineare però, che Harry non era affatto male in cucina, avendo spesso cucinato per i suoi zii, e che Ginny aveva iniziato ad avere questo desiderio di cucinare solo da quando non lavorava più.
"Cosa?"
"Puoi aiutarmi in cucina?"
"Si certo." Disse lei, seguendo Ginny nell'altra stanza. Mentre attraversavano il salotto, Hermione notò qualche giocattolo a sonaglio, una bacchetta finta dei Tirivispi Weasley e qualche peluche a forma di drago sparso per terra e quasi se ne rallegrò. Finalmente aveva trovato qualcosa di normale.

"Allora come va?" Ginny chiese all'amica una volta in cucina.
"Si va avanti, faccio la solita vita lavoro, casa, lavoro... Piuttosto dimmi te com'è fare la mamma a tempo pieno?"
"Beh, all'inizio è dura, ma penso lo sia per tutti. James non ci fa dormire la notte, ma Harry mi dà una grossa mano, lo devi vedere stravede per suo figlio."
"Si lo posso immaginare. Sono contenta per voi." Disse l'amica, cercando di sembrare convincente, ma Ginny sembrò comunque notare qualcosa.
"Hermione che cosa c'è che non va?" Chiese mentre controllava il forno.
"Cosa intendi?"
"Non lo so mi sembri strana, come se fossi immersa in chissà quali pensieri. Lo sai che io sono tua amica, con me ti puoi confidare." Hermione esitò, le sarebbe piaciuto potersi sfogare con qualcuno, ma che cosa avrebbe potuto dire? Che le sembrava che la sua vita stesse andando in pezzi. Che non era più sicura di niente. Che se quell'ottuso di suo fratello, non le avrebbe chiesto di sposarlo, lei avrebbe anche potuto mollarlo. Di sicuro Ginny, che a 24 anni, aveva già realizzato tutti i suoi sogni da bambina, non l'avrebbe mai capita.
"No è tutto a posto. Che hai preparato di buono?" Chiese Hermione avvicinandosi al forno.
"Arrosto di maiale alla birra con patate e poi una torta di mele." Disse la rossa.
"Speriamo che piaccia a Ron se no chi lo sente poi." Già aveva detto fin troppo sull'argomento.
"Posso sempre aggiungere altra birra nel suo piatto." Suggerì Ginny e l'improvvisa immagine di Ron ubriaco le fece ridere entrambe.
"Io ci sto." Disse Hermione decidendo che almeno per quella volta, avrebbe messo da parte i melodrammi e si sarebbe goduta la serata.
"Ehi mica starete ridendo di noi?" Urlarono i maschi dal salotto.
"No niente affatto." Urlò in risposta Ginny, facendo l'occhiolino ad Hermione. Tutto sommato il restante della serata procedette bene, James li disturbò due volte con il suo pianto, ma la cena fu molto piacevole e a furia di scherzare, tutti si divertirono. Ginny dovette confessare di aver comprato la torta di mele, persino Hermione pensava che fosse troppo buona per essere stata cucinata da lei.

"Sai ieri ho sentito Neville e mi ha detto che la professoressa Spite sta per andare in pensione e visto che lui è già il suo assistente, gli ha chiesto di sostituirla." Disse Ginny.
"Era ora che andasse in pensione. Insomma è brava e tutto, ma ormai comincia ad avere i suoi anni." Commentò Ron.
"Beh, anche la McGranitt è ancora lì e credo che lei sia ancora più vecchia, ma sono molto felice per Neville. Se lo merita." Harry disse.
"E come stanno Hannah e Neville? Tu li senti molto più spesso di noi." Domandò Hermione alla rossa. Ginny aveva legato con Neville molto più di quanto avessero fatto gli altri tre, specie dopo l'anno in cui, i due, avevano combattuto insieme contro il regime dei Carrow.
"Stanno bene tutti e due. Si sono decisi ad andare a vivere insieme, nell'appartamento di Hannah, sopra i tre manici di scopa." Le chiacchiere andarono avanti finché Ron non fece finta di sbadigliare.
"Beh, direi che si sta facendo piuttosto tardi. Forse è meglio tornare a casa." Disse ad Hermione. Era mezzanotte e mezza passata e i quattro erano seduti sul divano a parlare da parecchio, ma da un paio di minuti, Harry e Ginny erano intenti a lanciarsi occhiatine languide e Ron probabilmente aveva capito che era arrivato il momento di levare le tende.
"Si forse è meglio, grazie mille per la serata." Disse Hermione alzandosi insieme al ragazzo.
"Figurati, però alla prossima veniamo noi da voi." Disse Ginny mentre li accompagnavano alla porta.
"Si magari quando il bambino sarà un po' più grande." Rispose e dopo essersi salutati, i due si incamminarono verso casa.

Quella notte nel letto matrimoniale Harry e Ginny, seduti abbracciati, discutevano della serata. Ginny aveva la testa appoggiata sulla spalla del marito e giocherella con le dita sul suo petto.
"Ma secondo te Ron e Hermione sono felici?" Chiese a Harry.
"Perché me lo chiedi?"
"Non lo so, ho come la sensazione che ci sia qualcosa che non va tra loro e poi ormai convivono da tre anni, non ti pare strano, che non stiano pensando al matrimonio."
"Ma dai li conosci. Ci hanno messo una vita per dichiararsi, figurati quanto ci metteranno prima di pensare al matrimonio."
"Sarà, però questa sera Hermione mi sembrava un po' a disagio." Harry la guardò con aria sospetta.
"Ma non è che ti ha detto qualcosa quando eravate in cucina?"
"No è solo una mia sensazione. Lei dice che va tutto bene."
"Allora vedrai che non è niente."  
"Si forse hai ragione." Disse Ginny baciandolo dolcemente.

"Aspetta, aspetta! Senti?" Chiese il marito, allungando l'orecchio verso la porta chiusa.
"Io non sento niente."
"Nemmeno io, a quanto pare James ci vuole dare finalmente un po' di tregua." Disse con sorriso malizioso prima di darle un altro bacio decisamente meno dolce e più intenso del precedente.
"E sarebbe anche l'ora. Sono giorni che non dormiamo." Rispose una volta allontanatasi per sistemare il suo cuscino e girarsi di schiena.
"Io veramente avevo in mente un'altra idea. Credo che a James serva un fratellino o una sorellina con cui giocare." Disse Harry spostandole i lunghi capelli rossi e accarezzandole la schiena, lasciata scoperta dal lenzuolo. Ginny sorrise mentre spegneva l'abatjour, nemmeno quella notte avrebbero dormito.

Intanto in un altro letto, di un'altra casa, Ron chiacchierava animatamente con Hermione.
"Dico solo che secondo me hanno sbagliato ad avere un bambino così presto, lei ha solo 24 anni." Si lamentava Ron.
"Invece non capisco quale sia il problema, se loro sono contenti così buon per loro." In realtà ad Hermione, il fatto che Ginny avesse mollato il lavoro, un po' la preoccupava, ma non aveva niente contro il fatto, che i due avessero messo su famiglia, anzi... magari Ron glielo proponesse.
"Si è rovinata la vita."
"È questo che pensi? Che avere un bambino ti rovina la vita?" Chiese Hermione.
"Io non... Io non lo so, forse sono solo preoccupato all'idea che mia sorella un giorno se ne possa pentire."
"Già perché avere un bambino è solo una cosa di cui uno ci si possa pentire vero?"
"Cosa? No, io non volevo dire questo. Io volevo solo dire che... senti perché non lasciamo perdere per una volta. È stata una bella serata non roviniamola. Vuoi?"
"Si." Rispose lei accettando volentieri quella tregua. Ron le sorrise poi iniziò a baciarla, ma dopo poco Hermione intuendo le sue intenzioni, si scostò.

"Ron basta, fermati. Sta sera non mi va." A quelle sue parole Ron si staccò sbuffando.
"Sei arrabbiato?" Domandò lei, pur sapendo che era una domanda inutile.
"No perché dovrei essere arrabbiato. Sono mesi che non lo facciamo, neanche avessimo un bambino che ci sveglia tutte le notti!" Disse lui ironicamente, prima di alzarsi dal letto.
"Dove vai?" Domandò lei preoccupata.
"Di sotto, a bere qualcosa." Ma Hermione lo bloccò.
"Ron dai aspetta mi dispiace. Non volevo respingerti è solo che sono veramente stanca, ma ti prego non andartene."
"Dai andiamo a dormire." Disse lui rimettendosi a letto e spegnendo la luce. Hermione cercò più e più volte di prendere sonno, senza riuscirsi, si domandava se forse il problema tra loro, non fosse dipeso anche da questo, in fondo era da mesi, che non si concedevano un momento d'intimità. Sentendo che anche Ron era sveglio lo abbracciò dolcemente.

"Ron scusami per prima davvero. Non volevo."
"No scusami tu, hai ragione a respingermi, io mi inalbero sempre per tutto. Non sono un gran che come compagno." Ammise lui. Dal tono in cui lo disse, sembrava molto preoccupato di questa cosa, allora Hermione cercò un modo per rassicurarlo.
"Vero, ma anche io non sono da meno. In fondo per discutere bisogna essere sempre in due."
"Vero anche questo. Però se ci pensi, sono stati proprio i nostri continui battibecchi, che ci hanno fatto innamorare l'uno dell'altro." Disse Ron prendendogli il viso tra le mani. Hermione gli sorrise, consapevole che avesse proprio ragione. Ron la baciò di nuovo e sta volta Hermione non oppose resistenza. Quella notte fecero l'amore dopo tanto tempo. 




Note: Ok, ecco il primo capitolo di questa mia FF. Premetto col dire questa è una storia che ho scritto così, più per divertimento mio, ma che alla fine mi ha preso così tanto da decidere di pubblicarla.

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Capitolo 2
*** Un sostegno da Ginny ***



capitolo 2: Un sostegno da Ginny.
 
Era incinta, ormai ne era certa. Le sarebbero dovute venire già da una settimana, senza contare che da un po' di giorni si sentiva strana. Quest'oggi al lavoro poi, era stata male per tutto il tempo, passando gran parte della mattinata chiusa in bagno. Così durante la pausa, era passata in una farmacia Babbana, per prendere un test di gravidanza, che aveva solo confermato i suoi sospetti. Erano passate appena tre settimane, dalla sera in cui lei e Ron avevano ricominciato a fare l'amore e da quella volta, le cose tra loro sembravano essere migliorate, ma ora questo! Questo avrebbe sicuramente riportato a galla tutti i loro problemi.

Come avrebbe reagito Ron? Lui che aveva sempre criticato la scelta di Harry e Ginny, di farsi una famiglia così giovani. Come potevano pensare di tenere un bambino, quando non pensavano neanche, che si sarebbero sposati? Fino a un mese prima, le sembrava che tra di loro, non ci potesse più essere un futuro insieme e invece ben presto si sarebbero ritrovati con un bambino.

"Signorina Granger, c'è quel cliente per lei. Lo faccio entrare?" Le chiese la segretaria.
"No. Gli dica che mi scuso, ma che non mi sento bene e che devo tornare a casa." Rispose Hermione, c'era una persona con cui doveva andare a parlare. Sentiva di aver bisogno della sua migliore amica.
"Ma questo incontro era programmato da mesi e..."
"Lo so, ma ora proprio non me la sento. Per favore annulli tutti gli incontri di oggi." E senza aggiungere altro Hermione uscì dal suo ufficio al Ministero, per raggiungere una stradina isolata dove si smaterializzò.

Ginny stava allattando il bambino, quando sentì suonare al campanello. Rimettendo James nella culla, andò ad aprire.
"Chi è?" Chiese lei.
"Ginny, sono io Hermione." L'amica aprì subito la porta e alla vista della faccia pallida dell'altra si preoccupò.
"Hermione che ti è successo? Va tutto bene?" Domandò facendola subito entrare.
"Ti devo parlare. Harry è in casa?" Chiese guardandosi intorno, non voleva che lui sentisse. Dopo tutto Harry non era solo il suo migliore amico, ma anche quello di Ron.
"No è a lavoro. Ma che ti succede? Mi sembri così pallida." Disse lei facendola accomodare sul divano e prendendo il bambino nuovamente in braccio. "Scusa, ma lo stavo allattando James, non ti dispiace se continuo?" Chiese la Rossa.
"No fai pure." James sembrò ben contento di poter ricominciare a mangiare.
"Sembra sempre così tranquillo quando mangia."
"Oh lo è. Questo è l'unico momento in cui sta bravo. A volte mi chiedo se dargli il nome James Sirius non sia stato troppo. Voglio dire che sono due Malandrini in uno!" Hermione non disse niente, sentendo l'arrivo di un nuovo accenno di nausea, che grazie al cielo finì presto.

"Allora perché non mi racconti tutto." La spronò l'amica, dopo un attimo di silenzio. Hermione era nervosa, quasi come se si fosse pentita di essere andata lì da lei. La sicurezza che aveva avuto all'inizio era svanita, ma a qualcuno avrebbe pur dovuto dirlo.
"Ecco io credo di essere incinta." Disse lei tutto d'un fiato. Il volto di Ginny s'illuminò in un sorriso raggiante.
"Oh Hermione, ma è una cosa fantastica! Tu sei incinta, io ed Harry presto faremo il secondo, ti immagini come sarà bello avere la casa piena di bambini, che giocano tra di loro." Esclamò l'amica con un'aria sognate, ma Hermione non la stava più ascoltando. Aveva capito bene? Lei ed Harry volevano un secondo figlio?

"Come un secondo figlio?" Domandò Hermione, incapace di nascondere l'incredulità.
"Si noi ne abbiamo parlato e abbiamo pensato che sarebbe bello, poter dare a James un fratellino o una sorellina. Così stiamo provando a fare il secondo." La bruna, non riusciva a crederci, lei non sapeva nemmeno se avrebbe tenuto il primo e quei due stavano già provando a farne un altro? All'improvviso si accorse che gli occhi le stavano diventando lucidi. Una sola piccola lacrima, le scivolò giù lungo il viso.
"Ginny io non so nemmeno se lo tengo questo bambino." Disse lei. Allora Ginny capì e senza dire niente, mise James nella culla e l'abbracciò. James protestò non poco, ma la rossa l'ignorò.

"Sai negli ultimi mesi, avevo la sensazione che le cose tra me e Ron, non stessero andando poi così bene, anzi, e ora che nelle ultime settimane, tutto era un po' migliorato, succede questo e non so cosa fare." Disse la ragazza disperata.
"Ma perché non me ne hai parlato. Perché non mi hai mai detto dei problemi tra te e Ron?" Chiese Ginny.
"Perché tu hai una vita così perfetta, ero sicura che non mi avresti mai capito. Sai me ne vergogno, ma spesso ti invidiavo." Ammise lei.
"Tu credi davvero che la mia vita sia perfetta? Credi che sia stato facile per me mollare il mio lavoro come cacciatrice di Quidditch professionista, per occuparmi di pannolini e pappine? La mia vita non è perfetta."

"Credevo che ti piacesse fare la mamma. Insomma volete fare pure un secondo figlio."
"Si è vero mi piace, amo mio figlio." Disse Ginny mentre con un gesto della bacchetta, richiamava a sé un drago di peluche da poter dare ad un ancora protestante James. "Ma questo non vuol dire che tutto ciò non mi abbia comportato dei sacrifici."
"Ron non lo vuole nemmeno un bambino." Disse disperata.
"Te lo ha detto lui?"
"Apparentemente no, però pensa che voi due siate stati degli stupidi, a farne uno così presto, pensa come la prederà se io vado lì e gli dico sono incinta, ah e tua sorella e Harry stanno pensando di averne un secondo!" Ginny abbracciò nuovamente l'amica dandole delle pacche sulla schiena, per consolarla. Una parte di lei era scossa nell’apprendere che il fratello pensasse a James come ad un errore. La situazione di Hermione al momento però era più importante.
"Ascoltami qualunque cosa succeda, tu non pensare a Ron. Mio fratello è un deficiente! In questo momento l'unica cosa a cui devi pensare è quello che vuoi tu."
"Quello che voglio io? Vorrei che Ron capisse, che non desideravo altro che questo, vivere una vita felice con lui, mettere su famiglia. E invece sta rovinando tutto, come al solito!" Chissà perché la cosa non mi sorprende pensò Ginny, ma non lo disse.

"Vedrai che si sistemerà tutto. È vero, mio fratello riesce sempre a rovinare tutto, ma sono sicura che ti ama."

"Allora perché non mi vuole sposare?" Chiese Hermione all'amica. Perché è ottuso! pensò ancora la Rossa.
"Non lo so magari è solo spaventato da un così grande passo. Sai anche Harry lo era. Poco più di un anno fa mi ha confessato, che la sera prima del matrimonio, quando io ero andata a dormire alla Tana, per rispettare la tradizione, era venuto davanti alla porta, per dirmi che forse era meglio rimandare, ma poi non era entrato." Confessò Ginny. Hermione non riusciva a crede, che Harry avesse avuto dei dubbi sul suo matrimonio e che per di più non gliene avesse parlato.   
"E cosa hai fatto quando te l'ha raccontato?"
"Gli ho detto, beh spero che tu non abbia dei ripensamenti proprio ora, perché sono incinta. È svenuto sul colpo." Rispose Ginny, ridendo al ricordo della scena e pure Hermione, si lasciò scappare una risata tra le lacrime.

“Che cosa devo fare?” Chiese Hermione.
“Parlane con Ron, potresti rimanere sorpresa della sua reazione, può darsi che si comporti così, perché ha paura di ammettere che vorrebbe anche lui una famiglia.” Erano le uniche parole, che Ginny le potesse dire, per rassicurarla, ma sentirle avevano acceso in lei, un briciolo di speranza.

“Sei sicura di essere incinta?” Domandò l’amica per conferma.
“Si. Ho fatto un test di gravidanza ed era positivo.” Ginny la guardò con aria interrogativa.
“Un test?” Chiese. Solo allora Hermione, si ricordò che Ginny, non poteva sapere che cosa fosse, visto che era un oggetto Babbano.
“Si è un particolare bastoncino. Lo usano i Babbani, per sapere se sei incinta.” Spiegò lei.
“Che cosa strana. Se uno lo vuole sapere, basta andare dal guaritore!” Esclamò l'altra, come se fosse una cosa ovvia.

“Ti prego, non dire ancora niente a Harry. So che voi vi raccontate sempre tutto, ma non voglio ancora che lo sappia.” Disse Hermione.
“Non ti preoccupare. Ci sono un sacco di cose che non gli dico.” Disse salutando l’amica. Per un attimo Hermione fu tentata di chiederle quali cose, ma non lo fece.

“E promettimi anche, che non appena me ne andrò di qui, non ti precipiterai da Ron per fargli una sfuriata.” Aggiunse davanti all'ingresso. Ginny si morse il labbro, era evidente che le sarebbe tanto piaciuto poterlo fare.
“Promesso.” Disse a denti stretti.
“Ciao piccolo James.” Disse Hermione cercando di richiamare l’attenzione del bambino, che però ora che aveva tra le mani il suo draghetto preferito, regalatogli dallo zio Charlie, non la degnò nemmeno d’uno sguardo.
“Grazie per avermi ascoltato Ginny. Mi ha fatto davvero piacere.”
“Non dirlo neanche.” Dopo che Hermione se ne fu andata, Ginny prese James in braccio.
“Tu sei una vera peste.” Disse al figlio che sorrise. “Ma non sarai mai un errore.”

Avviandosi verso casa, Hermione si sentì più rincuorata. Aveva sbagliato a dubitare di Ginny, lei l’aveva sempre aiutata e consolata, dopo il Ballo del Ceppo, quando Ron stava con Lavanda, e anche questa volta, non era stata da meno. Fu solo quando percorse tutti gli scalini che la portavano all’appartamento condiviso con Ron, che tutti i suoi dubbi tornarono ad affiorarsi. Mentre arrivava davanti alla porta d’ingresso, per un attimo fu presa dal panico, ma poi facendo un grosso respiro, girò la chiave nella toppa ed entrò.



Note: Ed ecco il secondo capitolo. Questo capitolo è molto incentrato sul rapporto di amicizia che c'è tra Hermione e Ginny.

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Capitolo 3
*** Il solito Ron ***



Capitolo 3: Il solito Ron.
 
La casa di Ron e Hermione non era certo come quella indipendente di Harry e Ginny, ma essendo un appartamento spazioso all’ultimo piano con balcone e piccola mansarda, possedeva comunque il suo fascino. Era un peccato che la ragazza negli ultimi tempi faticasse a vederlo. Un tempo amava quella casa. Hermione varcò la soglia e si guardò in torno cercando Ron, poi si accasciò sulla poltrona dandosi della stupida. Era chiaro che non ci fosse, a quell’ora del pomeriggio si trovava ancora a lavoro. Cercando qualcosa da fare, si mise a leggere la Gazzetta del Profeta. Doveva calmarsi, o non sarebbe riuscita ad arrivare a fine serata. Senza contare, che da adesso in poi, avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi per due, pensò toccandosi la pancia. Non passò neanche mezz'ora, che un senso di nausea l’invase, gettando il giornale a terra corse in bagno a vomitare. Aveva dimenticato di chiedere a Ginny, quale fosse la speciale pozione utilizzata da sua madre contro le nausee.

Quella sera in casa Potter c’era un’aria tesa. Ginny aveva salutato il marito, ma da allora non aveva più detto praticamente niente, se non qualche frase di circostanza. La ragazza non riusciva a non smettere di pensare alla situazione di suo fratello e Hermione. I due giovani erano seduti a mangiare da appena 10 minuti, quando Harry, stufo di quel silenzio, poggio le posate e guardò la moglie.
“Cosa c’è che non va?” Ginny sussultò a quella domanda. Che Harry sapesse qualcosa? No era impossibile, Hermione non ne aveva fatto parola con nessuno, eccetto che con lei.
“Niente è tutto a posto.” Rispose lei sorridendo al marito. Di sicuro era stato il suo atteggiamento, ad insospettirlo. Sapeva bene di aver parlato meno di quanto facesse normalmente. Quanto avrebbe voluto, che James ricominciasse a piangere, come suo solito, per potersi dileguare. Quella sera però James era stranamente calmo. Era incredibile come quel bambino piangesse solo nei momenti meno opportuni e non in quelli in cui davvero servirebbe.

“Guarda che so già tutto.” Disse lui paziente, quasi a voler aspettare che fosse lei a dirglielo.
“Tutto?” Chiese Ginny incuriosita dalla sua risposta.
“Perché non mi hai detto, che una settimana fa hai incontrato Dean?” Disse Harry. Non c’era rimprovero nella sua voce, solo voglia di sapere la verità. A quelle parole Ginny tirò un sospiro di sollievo, che preoccupò il marito.

“Chi te l’ha detto?” Domandò lei.
“Lui. Oggi l’ho incontrato per caso, ma d'altronde vive nella nostra stessa zona di Londra e mi ha parlato della proposta che ti ha fatto, di lavorare nella sezione sportiva della Gazzetta del Profeta. Era convinto che io già lo sapessi!” Rispose Harry lanciandole un’occhiataccia.
“Mi dispiace non avertelo detto, ma sai quando me l'ha chiesto, ovviamente ne sono stata lusingata, ma ho anche pensato che fosse troppo presto per ricominciare a lavorare. Così visto che non volevo accettare, non pensavo fosse importante dirtelo.”
“La prossima volta però non vorrei venirlo a sapere dal tuo ex!” Disse Harry sottolineando un po' troppo la parola “ex”.
“Hai ragione, scusami. Avrei dovuto dirtelo."

“In ogni caso, credo che sia un’ottima opportunità di lavoro.” Aggiunse lui.
“La è, ma James è ancora piccolo e se vogliamo avere un altro figlio, per ora è meglio che io non ricominci a lavorare.” Harry annuì, ma sapeva benissimo quale fosse il reale motivo, per cui la moglie, non avesse accettato quella proposta. Perché pur avendo già smesso di giocare da un po', il ragazzo sapeva, che Ginny, non si sentiva ancora pronta, ad ammettere con se stessa, che il suo sogno di diventare una giocatrice di Quidditch professionista fosse già finito.

“Come vuoi. In questo modo non dovrò mettere in guardia Dean, su cosa gli succederebbe se anche solo ti toccare.” Disse ricominciando a mangiare.
“Allora ti ho fatto un favore.” Rispose Ginny sorridente. Sapeva benissimo che il marito stesse solo scherzando. Lui e Dean erano in ottimi rapporti. Senza contare che Dean da quasi quattro anni era felicemente fidanzato con la sua amica Demelza e il fatto che lei avesse i capelli castano rossicchi e due o tre lentigini non aveva niente a che fare con la loro felicità.

“Vorrei tanto avere una bambina.” Disse Harry con aria sognante poco dopo. “Così da poterla chiamare Lily. Che ne dici? In fondo è un bel nome per una femmina.” Ginny non poté non ridere divertita.
“Harry io non sono ancora incinta e tu pensi già ai possibili nomi?”
“Certo! Ho già calcolato tutto. Avremo tre o quattro bambini...” Ginny non gli fece finire la frase.
“Tre o quattro?” Roba da matti, forse avrebbe dovuto riconsiderare l’idea di lavorare, perché per quanto amasse tutta la sua famiglia, non aveva alcuna intenzione di diventare come sua madre. “E comunque sappi che la prossima volta sarò io a scegliere il nome del nostro bambino. Tu l'hai già fatto per questo.”
“Ginny io ti amo, ma tu hai chiamato due poveri animali Leotordo e Arnold.”
“E con ciò?”
“Leotordo e Arnold.” Ripeté Harry. Ginny fece per ribattere, ma proprio allora James iniziò a strillare. Harry sorrise grato del tempismo del figlio. “Sentito? James concorda con me! Due contro uno, tesoro.” Disse lui prima alzarsi per andare a controllare come mai il piccolo si fosse svegliato.

Nel frattempo Hermione nell’altra casa, stava finendo di apparecchiare la tavola, in attesa dell’arrivo di Ron. Aveva fatto del suo meglio, per preparare la miglior cena degli ultimi tempi, sperando che questo favorisse il buon umore del compagno. All’arrivo di Ron si precipitò all’ingresso.
“Ciao tesoro. Com’è andata la giornata?” Chiese lei accogliendolo con un bacio.
“Al solito. E la tua?” Chiese lui.
“Più strana del solito.” Rispose lei con sincerità.
“Davvero? È successo qualcosa a lavoro?” Chiese lui appendendo il cappotto.
“No ho dovuto solo rimandare degli appuntamenti, ma niente di grave.” O almeno lo sperava... "Perché non vieni a mangiare è già tutto pronto.” Ron annuì, ma alla vista di quella tavola imbandita, si fermò.

“E' il nostro anniversario e io me lo sono scordato? Non era in Giugno?” Chiese lui pensoso.
“E' solo che oggi sono tornata a casa prima, così ho deciso di cucinare un po’ di più.” Ron senza dire niente annuì e si sedette a tavola. A cena finita egli si toccò la pancia soddisfatto.
“Sono pieno come un uovo. Ed era tutto buonissimo!”
“Grazie. Sono contenta che ti sia piaciuto.” Rispose Hermione giocherellando con la forchetta, non riusciva stare ferma. Il ragazzo, accortosi del suo nervosismo, si alzò e le andò vicino.

“Che succede?” Hermione fece un grande respiro prima di rispondere.
“Forse è meglio se ti siedi.” Lui annuì e si sedette.

“Sono incinta.” Disse tutto d’un fiato. Non riusciva a capire l’espressione di Ron, ma quello che la ferì fu quello che disse.
“Ah, ok.” Era come se l’avesse pugnalata allo stomaco. Come poteva Ron rimanere così indifferente di fronte ad una notizia del genere?
“OK? Io ti dico che aspetto un figlio e tutto quello che hai da dire è OK?” Disse Hermione in collera.
“È solo che mi hai colto di sorpresa.” Era chiaro che cercava un modo per giustificarsi.

“E credi che io non lo fossi quando l’ho scoperto! Pensi che sia stata una cosa voluta? Che io l’abbia programmato?” Domandò Hermione strillando.
“No, ma…”
"Sia è tutto il pomeriggio, che mi tormento chiedendomi come avresti reagito alla notizia, ma non mi aspettavo che tu potessi essere così insensibile.” Disse Hermione tra le lacrime.

“Hermione davvero mi dispiace. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per assimilare la notizia.” Disse Ron cercando di abbracciarla, ma Hermione si scostò bruscamente.
“Sei sempre il solito. Prenditi pure tutto il tempo che vuoi! Fuori di qui!” Disse Hermione. Ron la guardò come se stesse scherzando, ma dalla sua espressione capì che faceva sul serio.

“Mi stai cacciando?” Chiese lui con aria terrorizzata.
“Si! Ho bisogno di stare da sola, almeno per sta notte.” Disse lei decisa, andando a prendergli il cappotto.
“Ti prego Hermione cerca di capire...” Ma lei non gli diede il tempo di finire la frase, aprendogli la porta di casa e porgendogli il cappotto.
“No cerca di capire tu. Ho bisogno di rimanere da sola.” Ron sembrava voler controbattere, ma prima ancora di iniziare parlare, prese il cappotto e sbattendo la porta se ne andò. Hermione rimase lì in piedi davanti all'entrata per qualche minuto, prima di accasciarsi a terra sconsolata e con un nuovo senso di nausea.

Era mezza notte passata, quando Harry e Ginny sentirono qualcuno bussare alla porta.
“Ma chi può essere a quest’ora?” Disse Harry poggiando il giornale sul comodino vicino al letto. Ginny scosse la testa. Quei rumori potevano significare solo una cosa: la chiarificazione tra suo fratello e Hermione non era andata bene.
“Vado io credo di sapere chi è.” Disse Ginny, ma proprio in quel momento James si mise a piangere.
“Lascia stare, tu occupati del bambino, vado io ad aprire.” Ginny annuì non troppo convinta.

“Harry?” Disse squadrando il marito, che già si stava precipitando giù.
“Si?” Chiese lui.
“Fossi in te non andrei ad aprire in boxer.”
“Giusto.” Rispose tornando in camera e prendendo i vestiti.

“Se è Ron non ti azzardare a farlo entrare!” Aggiunse la Rossa, prima di dirigersi verso la camera del bambino. Harry rimase sorpreso da quella affermazione, ma non chiese niente e mettendosi i vestiti scese di sotto. Fu proprio Ron quello che si trovò di fronte, quando andò ad aprire la porta. L’amico aveva una faccia sconvolta. Doveva essere successo qualcosa di molto grosso.
“Hermione mi ha cacciato di casa. Ti dispiace se passo la notte qui?” Chiese Ron all'amico. Harry annuì lasciandolo passare e facendolo sedere sul divano.
“Che cosa è successo avete litigato?” Chiese Harry, ma Ron non fece in tempo a rispondere, che Ginny arrivò con il bambino in braccio.
“Ti avevo detto di non farlo entrare!” Esclamò lei arrabbiata.

“Ginny, ma non vedi com'è sconvolto! Non potevo lasciarlo fuori.” Si giustificò Harry. Ginny vedeva bene in che stato fosse Ron, non era così cieca, ma il quel momento lei non riusciva a non pensare ad altro che alla sua amica da sola da qualche parte.
“Dov'è Hermione?” Chiese così a suo fratello ignorando suo marito. Ginny aveva uno sguardo così alla Molly Weasley, che si stupì che Ron non si spaventasse.
“Hermione te l'ha detto non è così?”
“Certo che l’ha fatto. Allora dov’è?”
“Penso sia ancora a casa.” Rispose Ron. Senza attendere che lui dicesse altro, Ginny diede il bambino ad Harry. Quest'ultimo passava lo sguardo dalla moglie a Ron, a quanto pareva lui era l’unico ancora all’oscuro di tutto.
“Io vado là. Occupati tu di James. Per qualsiasi cosa comunque sai dove trovarmi.” Harry annuì. “E tu non credere di passarla liscia! Ti va già bene che io al momento non abbia il tempo per fatturarti!” Disse al fratello prima di smaterializzarsi.

Harry sempre più confuso, rivolse l’attenzione su di Ron.
“Allora perché non incominci dall'inizio e mi dici che cosa sta succedendo?”

Ginny si smaterializzo in casa di Hermione e quando la vide, seduta a terra in lacrime, corse ad abbracciarla.
“Oh, Hermione mi dispiace così tanto!” Hermione alla vista di Ginny, ancora in camicia da notte e in pantofole di pelo rosa, uno dei tanti regali poco azzeccati di Harry, si lasciò scappare quasi un sorriso. 



Note Autore: Tutto quello che ho scritto su Dean è inventato da me, perché non si sà che cosa egli farà dopo la scuola, però si sà che ama lo Sport e così ho deciso per quel lavoro.

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Capitolo 4
*** Sentimenti ritrovati ***



Capitolo 4: Sentimenti ritrovati.
 

Harry e Ron erano a parlare da più di due ore, ma Harry non riusciva ancora a capire l’amico. I due erano rimasti seduti lì sul divano, fin da quando Ginny se n’era andata e dopo che egli fu riuscito a far addormentare James e un iniziale tentennamento, Ron gli aveva raccontato tutto.
“Ma perché non vuoi un bambino?” Continuava a chiedere Harry all'amico.
“Io lo voglio un bambino!”
“Ma allora perché ti comporti così, come se non ti importasse.” Harry era sempre più confuso.
“È che non credo di essere all’altezza. Non credo di poter essere un buon padre.” Disse con franchezza. Harry sorrise, felice che l’amico, per la prima volta, avesse ammesso la verità o per lo meno una parte di essa.

“È così per tutti la prima volta, lo è stato anche per me, ma alla fine ti rendi conto, che ti sei preoccupato per niente.” Disse cercando in qualche modo di rassicurarlo.
“Non credo di essere all’altezza di Hermione.” Disse con un filo di voce. Fu in quel momento, che Harry capì che la vera paura dell’amico, era quella di non meritare di stare con Hermione.
“Sai bene che questo non è vero.”

“Andiamo Harry. Che ci sta a fare con uno come me? Lei è intelligente, sveglia, bella… Ha un sorriso fantastico.” Disse con sguardo sognante.
“A lei non interessa se non sei perfetto. Ti ama così come sei, e se credi di non essere intelligente ti sbagli.” Com'era possibile che l'amico si sentisse ancora inferiore a Hermione dopo tutti questi anni? Ron, nel sentire quella risposta, sbuffò.
“Prima o poi, quando si accorgerà di aver fatto la scelta sbagliata, si troverà un altro.” Continuò Ron tetro.

“È per questo che non la vuoi sposare? Perché credi che prima o poi si stuferà di te e si troverà un altro?”
“Io la voglio sposare. Ho comprato l’anello mesi fa! Harry tu non capisci, tu sei il ragazzo ideale che tutte vorrebbero e Ginny ti ha sposato, perché ti ama sin dalla prima volta che ti ha visto.”
“Credimi lei ti vuole. Te lo dice uno che si è dovuto sorbire tutti i suoi piagnistei, mentre tu stavi con Lavanda, che l'ha vista piangere tutte le notti, perché ci avevi abbandonato in quella tenda.” Disse l’amico. Ron non rispose subito, restando per qualche secondo in silenzio. Ripensare a quell'episodio della tenda in quel particolare momento, lo fece stare ancora peggio di quanto già non si sentisse.

“Sai io non volevo davvero abbandonarvi è solo che non riuscivo a non pensare che...”
“Che non ci fosse qualcosa tra me e Hermione.” Concluse Harry per lui. Ron annuì.
“E che forse sareste stati meglio senza di me.”
“Ma non è stato così. E non c'è mai stato niente tra noi due, perché io sapevo di essere innamorato di Ginny e Hermione sapeva di esserlo di te.”

“Già, ho combinato un bel casino lasciandovi, e adesso ne sto combinando un altro. E' come se ancora una volta la stessi abbandonando. A quanto pare non imparo mai.” Disse Ron mettendosi le mani nei capelli.
“Ma sei ancora in tempo per rimediare. Va da lei.”
“Non credo voglia ancora rivolgermi la parola. Non dopo quell’OK che gli ho detto.”
“Invece credo che non aspetti altro. Ron state per avere un bambino, che anche tu vuoi. Va a chiarirti con lei.”
“Hai ragione. Grazie amico. E scusa per averti svegliato.” Disse.

“Non ti preoccupare, in realtà ero ancora sveglio.” Ron fu tentato di chiedergli il motivo, ma ricordandosi che era sposato con sua sorella, decise che era meglio non sapere cosa i due facessero ancora svegli a quell'ora di notte.
“Ron, io e Ginny ormai siamo pure sposati con un figlio.” Disse Harry all'espressione dell'altro.
“Lo so, ma che ci posso fare se a me continua far strano. D'altronde lei è o non è pur sempre la mia sorellina?”
“Si certo, ma al momento io non starei troppo vicino alla tua dolce sorellina.” Aggiunse lui, facendogli l’occhiolino.
“Credimi, so di che cosa lei è capace, quando si arrabbia e spero per te, che tu non lo debba mai vedere.” Rispose rabbrividendo, poi salutandolo si smaterializzò.

Arrivato nella loro appartamento, vide Hermione seduta sul divano con Ginny vicino che la consolava. Hermione non piangeva più, ma aveva gli occhi gonfi e arrossati.
“Hermione mi dispiace davvero tanto per prima. Vorrei poter parlare con te.” Egli iniziò, ma fu Ginny a rispondere.
“Ah adesso ti dispiace? Potevi pensarci un po’ prima!”

“Ginny lascia stare. Grazie per essere venuta, non immagini quanto l’abbia apprezzato. Adesso però credo che tu possa pure tornare a casa. Ho bisogno di parlare da sola con lui.” Ginny annuì. Dopo tutto sapeva che Hermione aveva ragione. Quelli non erano affari suoi e nonostante la sua ancora apparente rabbia, era sollevata che il fratello fosse tornato.
“Va bene, ma se ti serve qualunque qualcosa, basta che mi chiami ed io arrivo.” Disse lei prima di salutarla e sparire. Nei minuti seguenti alla sparizione della sorella, nessuno ebbe il coraggio di dire niente. Quel silenzio per Hermione era straziante, ma voleva che fosse lui a parlare per primo. In fondo, era stato lui a creare tutto quel casino.

“Hermione davvero scusami. Mi dispiace tanto!” Ripeté Ron.
“Questo l'hai già detto.” Disse lei.
“Ti ho fatto credere che non volevo un bambino, quando non è vero. Perché io lo voglio. Lo voglio da sempre.” Hermione non rispose, non riuscendo a credere alle sue orecchie. Se voleva tutto quello, allora perché si era comportato così?

“La verità è che, avere una famiglia con te, è la cosa che desidero di più al mondo, ma non credevo di meritarmelo.” Hermione fece per dire qualcosa, ma Ron la bloccò.
“Ti prego lasciami finire. Credevo di non meritarti, perché tu sei così perfetta e che tu potessi aspirare a una vita migliore, di quella che io posso offrirti.”

“Ronald Weasley, questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito.” Disse lei
“Credevo che fossi troppo superiore, per stare con uno come me.” Egli continuò, ignorando ciò che lei le aveva appena detto.
“Mi correggo, è questa la cosa più stupida che abbia mai sentito, perché io non sono superiore proprio a nessuno. E non sono nemmeno perfetta. Difatti se ricordi, io ti ho cacciato fuori di casa solo qualche ora fa.” Lui non disse niente così Hermione continuò. “Ron, io ti amo. Ti amo per quello che sei e voglio passare il resto della mia vita con te… E nostro figlio.” Aggiunse toccandosi la pancia.
“Lo so e ho sbagliato a dubitarne. Ti amo anch'io.” Disse andando a sedersi vicino a lei e abbracciandola teneramente. “Mi dispiace”.
“Dispiace anche a me. E non mi riferisco solo al mio comportamento di oggi. Ho esagerato ultimamente.”

“Non fa niente, Hermione. L'importante è che ci siamo finalmente chiariti.” Lei annuì alle sue parole. “Credi che possa dormire qui questa sera?” Le chiese poi Ron speranzoso.
“Oh Ron certo che puoi.” Hermione rispose ridendo tra le lacrime. “Inoltre, non credo che tua sorella, sarebbe troppo felice di vederti tornare da loro.” Aggiunse, facendo ridere anche quest'ultimo.
“No, decisamente no.” Concordò lui.
“Lei era arrabbiata solo perché era preoccupata per tutta questa situazione. Lo sai?”
“Si, o almeno lo spero.” Lo sperava anche lei.
“Credi che Harry se la sia presa per il fatto che io abbia raccontato tutto a Ginny anziché andare da lui?” Chiese Hermione.
“No, non credo. Sa perché l'hai fatto.” La rassicurò lui. “Ma domani magari vallo a trovare.” Aggiunse poi con una mano anch'egli toccò la sua pancia, ancora perfettamente piatta. Quel semplice gesto valse più di qualsiasi altra nuova parola.
Quella notte Hermione, accoccolata contro il petto di Ron, rimase sveglia fin quasi all'alba a pensare. Finalmente aveva capito, come facevano Harry e Ginny, ad essere così sicuri dei propri sentimenti, perché anche lei ne era sicura, amava Ron più di qualsiasi altra cosa al mondo e ora più che mai, ne aveva la conferma.
 
 
Era passato un mese da quella sera, in cui Ron e Hermione avevano riscoperto i sentimenti, che provavano l’uno per l’altro e tutto era tornato alla normalità, anzi le cose era addirittura migliorate. I due, erano diventati ancora più appiccicosi di Harry e Ginny, con loro disappunto.
Quella mattina, Ginny stava preparando la colazione, quando Harry scese di sotto.
“Buon giorno tesoro. Alla buon’ora!”

“Lo sai che quando non lavoro mi piace dormire. Ciao piccolino.” Disse lui andando a salutare James seduto sul seggiolone.
“Si altro che piccolino! Lo sai cosa ha fatto tuo figlio? Ha fatto volare quel vaso che era li.” Disse indicando il punto dove prima c’era il vaso.
“Perché ogni volta che fa qualcosa di male, diventa solo mio figlio? E comunque quello era un regalo di nozze di Fleur, ed era orribile. Anzi dovresti ringraziarlo, non piaceva nemmeno a te. Tant’è che l’hai subito buttato, senza nemmeno pensare di ripararlo. ” Disse il marito. Per quanto Ginny, avesse accettato la cognata, non riusciva ancora a non odiare i suoi bizzarri regali.

“Ok, ok hai ragione. Ma il fatto che sia ancora così piccolo e già faccia di queste cose mi preoccupa non poco.”
“Già.” E chissà cosa farà quando sarà ad Hogwarts, pensò Harry. Per fortuna mancavano ancora parecchi anni per quello.
“Ah, sai poco fa mi è arrivata una lettera di Luna. Dice che lei e Rolf sono in Nuova Zelanda, alla ricerca del Ricciocorno Schiattoso.”
“Interessante, ma non credo che lo troveranno!” Rispose Harry tra il serio e l’ironico.
"Mi manca sai, Luna. È da così tanto tempo che è via.”
“Lo so, amore. Manca anche a me.” Stava per prendere in braccio James, quando vide un gufo appostato alla finestra.

“Quello è senz'altro Leo.” Disse Harry ricordando l’ormai vecchio gufo di Ron.
“Va a vedere cosa vuole.” Harry si precipitò ad aprire la finestra e facendo entrare il gufo prese la lettera.
“Allora che c’è scritto?” Chiese Ginny, vendendo il sorriso stampato sulla faccia del marito.
“È l’invito alle nozze di Ron e Hermione. Finalmente hanno scelto una data.” Disse lui.

“Oh era ora che quei due si decidessero!” Esclamò Ginny.
“Si è proprio una bella notizia.” Concordò il marito. “E a quanto pare non vogliono perder tempo. Il matrimonio è tra soli due mesi.”
“Aspetta che lo venga a sapere mamma. Impazzirà alla notizia.”
“Perché finalmente si sposano o perché ci sono solo due mesi a disposizione per organizzare tutto?” Domandò Harry pur conoscendo già la risposta. Lui e Ginny avevano deciso di sposarsi quattro mesi dopo, che quest’ultimo le avesse fatto la proposta, e Molly si era lamentata, del troppo poco tempo a loro disposizione, per organizzare l'evento.
“Entrambe le cose.” Rispose Ginny.
“Ehi, magari Luna tornerà per il suo matrimonio.” Harry disse. Gli occhi di Ginny brillarono alla prospettiva.
“Deve! Ti ricordi il suo discorso al nostro matrimonio?” Chiese con un sorriso. Harry rise forte.
“È stato il migliore.” Ginny annuì, ricominciando a friggere le uova, ma dopo poco si dovette spostare. L’odore di fritto le dava la nausea. Forse era il momento giusto per dire anche la sua di novità pensò lei.

“Senti a proposito di belle notizie.." Cominciò Ginny.
“Si?”
“Sono incinta.” Non fece in tempo a girarsi, che sentì un tonfo. Divertita corse dal marito, che si trovava steso a terra. Ecco lo sapeva pensò tra sé, l’ha fatto di nuovo! Ginny scosse la testa poi, guardando verso il piccolo James, che con quegli occhioni verdi da furbetto e il viso sorridente, sembrava ridere della scena, disse:
“Che ci posso fare. Può anche aver sconfitto Voldemort, ma tuo padre è fatto così, non regge queste notizie!”.  

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Capitolo 5
*** Tutto è bene quel che finisce bene ***



Note Autore: Quinto capitolo di questa storia, dove Ron e Hermione finalmente sono una coppia sposata. In questo capitolo c'è l'introduzione di un personaggio già citato in precedenza. Spero che vi piaccia.

Capitolo 5: Tutto è bene quel che finisce bene.

 
Era un venerdì pomeriggio e Hermione, non lavorando, aveva deciso di far visita a Ginny. Tra viaggio di nozze e impegni vari, la ragazza era da tre settimane, che non vedeva la sua amica, e cominciava a sentirne la mancanza. A Hermione un po’ dispiaceva, doverlo ammettere, ma col passare del tempo, si era resa conto che a scuola, stando sempre insieme a Ron e Harry, non si era fatta tante amicizie femminili. Certo andava d’accordo con Luna, e la Rossa aveva provato a farle conoscere la sua amica Demelza, ma lei sentiva che la sua unica vera amica donna, fosse Ginny.  

“Allora com’è stato il viaggio di nozze? Chiese Ginny eccitata. “Com’è andata la prima notte? Ron ha fatto cilecca vero?”
“Ginny!” Esclamò Hermione scandalizzata per la domanda, ma con un sorriso enorme stampato in viso. Il viaggio era stato qualcosa di “magico” in tutti i sensi.
“Hai ragione, hai sposato mio fratello, meglio non sapere niente al riguardo. Ancora adesso non riesco a togliermi dalla testa, il momento in cui Audrey mi ha confidato quanto Percy fosse bravo a letto. E pensare, che prima che io scoprissi della sua storia con Penelope, tutti pensavano che fosse gay.”

“Già. Certe cose è meglio non saperle.” Concordò Hermione. ”Ma dato che siamo in argomento, Harry com’è?” Chiese lei, dopo un po’. “Indossa gli occhiali anche mentre lo fate?”
“Hermione!” Questa volta fu Ginny a scandalizzarsi. “Non ho alcuna intenzione di risponderti.”
“Oh, è così impacciato anche a letto?” Domandò la ragazza, divertita dalla reazione di quest’ultima.
“Cosa? No. E poi Harry non è impacciato.” Hermione a quella risposta gli lanciò un’occhiata che la diceva lunga. Diciamo che Harry, non le era mai sembrato un asso in fatto di donne, anche se pensandoci bene, forse Ron lo era ancora meno.

“Allora emoziona per oggi?” Chiese Ginny per cambiare discorso. L’amica istintivamente si accarezzò il pancione, non ancora così grosso, ma comunque visibile.
“Si, ma mai quanto Ron. Dovevi vedere com’era emozionato alla prima ecografia che abbiamo fatto.”
“Si anche Harry lo era stato alla prima visita. Ma sei proprio sicura di voler andare in un ospedale Babbano?” Hermione sospirò, a quella domanda, c'era già Ron preoccupato per questa sua decisione, ci mancava solo che cominciasse ad esserlo anche Ginny!

“Si lo sono. E tu a quando la prossima visita?” Domandò lei.
“Tra due settimane.” Rispose la Rossa, anche lei accarezzandosi la pancia, con un rigonfiamento appena percepibile, perché mentre lei si stava avviando verso il quinto mese di gravidanza, Ginny si trovava appena al terzo.
“Avete deciso se volete sapere il sesso del bambino?”
“Ron vorrebbe aspettare, tanto dice che con la magia, si più cambiare il colore delle cose per il bimbo facilmente. Io invece vorrei tanto saperlo. Vedremo una volta lì. Tu immagino vorrai una femmina?”
“Harry la vorrebbe tanto, per me è uguale, ma per come sta procedendo la gravidanza, penso proprio che potrebbe esserlo. Ricordo che con James era stato un incubo.”

"Si, eppure eccoti qui in attesa del secondo figlio. Non ti manca mai il Quidditch?" Chiese l'amica.
"Si, più di quanto pensassi, ma so che se anche tornassi indietro rifarei la stessa scelta, perché credimi avere una famiglia insieme ad Harry, in questo momento per me è la cosa più importante." Hermione comprendeva benissimo, il desiderio della ragazza di crearsi una famiglia, perché era lo stesso desiderio che provava lei. Ciò nonostante gli dispiaceva, che a causa di questo Ginny, a differenza sua, fosse stata costretta ad abbandonare il lavoro. Per anni aveva pensato che l'amica avesse una vita perfetta, ma improvvisamente gli sembra che, nonostante la ragazza ribadisse di essere felice così, quella ad avere la vita perfetta ora fosse lei e non Ginny.“Senza contare che, per quanto amassi il Quidditch, cominciavo davvero ad essere stufa d’avere sempre i giornalisti sotto casa. O di finire continuamente sulle riviste scandalistiche.”
“Sei sposata con il Salvatore del Mondo magico, nonché attuale capo degli Auror Ginny. Non puoi aspettarti di riuscire a sfuggire ai giornalisti. Infatti, sono più che sicura d’averne visto uno appostato dietro un cespuglio, mentre venivo qui.”
“Lo so, ma credimi il numero è diminuito, da quando almeno io ho smesso d'essere così famosa.”

“Beh, sarà meglio che vada, non vorrei fare tardi. Salutami Harry quando lo vedi.” Disse Hermione alzandosi dal divano. Ginny aspettò che l’amica uscisse, poi approfittando dell'assenza del marito e di James, fuori per compere, decise di farsi una doccia. La ragazza era ancora in accappatoio e con i capelli leggermente umidi, quando Harry si smaterializzo con in braccio il piccolo.
“Maledetto George!” Lo sentì esclamare lei.
“Harry? Cos’è successo?” Chiese la moglie, accorsa all’ingresso preoccupata.

“James ha parlato.” Disse Harry, ma invece di esserne contento il ragazzo sembrava irritato.  Ma irritazione o no del marito, il volto di Ginny, non poté non illuminarsi a quelle parole.
“Davvero?” Chiese Ginny eccitata. La sua prima parola. James aveva detta la sua prima parola. Peccato esserselo perso. Poi ricordandosi ciò che il marito aveva borbottato in precedenza chiese:
“Aspetta, ma che cosa c'entra George in tutto questo?” Harry non fece in tempo a rispondere, che James lo fece per lui.
“George!” Disse il piccolo ripetendo il nome dello Zio.

“Ecco cosa c'entra!” Disse Harry.
“George, George; George!” Ripeté il piccolo. “George!!” Improvvisamente Ginny capì, come mai il marito fosse così arrabbiato, ma nonostante questo non poté non scoppiare a ridere.
“Immagino che ne venite dal negozio di Scherzi?” Riuscì a dire lei, ancora tra le risate.
“Si. Io non so cosa ci trovi da ridere. Non poteva dire mamma o ancora meglio papà?” Chiese Harry. La ragazza alzò le spalle indifferente. Per la verità, la notizia che la prima parole di suo figlio, fosse stata il nome del suo zio preferito, non la sorprendeva più di tanto. 

“Non sarebbe stato da James.” Rispose Ginny accarezzando una guanciotta del figlio.
“Hai ragione.” Ammise lui.
“Andrà meglio con il prossimo.” A quella risposta, Harry sorrise alla moglie, toccandogli la pancia e fu allora che si accorse che lei era ancora in accappatoio.

“Scusa, io sono qui a lamentarmi e non ti ho nemmeno salutato per bene.” Disse lui spostandole una ciocca di capelli dal viso con la mano libera e baciandola. “Ti ho mai detto quanto sei bella in accappatoio?” Chiese.
“Non abbastanza.” Rispose lei sorridendo.
“Allora perché non lasci che porti James un po’ dalla nonna così te lo faccio vedere.”
“Mi sembra un'ottima idea.” Alla faccia di Hermione che sosteneva, che Harry fosse impacciato, pensò Ginny. Di sicuro, in quel momento non lo era per niente.
“George, George, George!” Disse ancora James, battendo le manine.
“Sia io non credo che lui voglia andare dalla nonna, credo che preferisca stare con lo zio.” Disse Ginny e questa volta anche Harry rise.
 

Intanto, a qualche isolato di distanza, Hermione e Ron si trovavano in un grosso ospedale Babbano di Londra, in attesa di essere visitati.
“Non capisco perché insisti nel voler venire in questi ospedali Babbani.” Disse Ron. “Sono così inquietanti.”
“Io non ci vedo niente di inquietante.” Rispose Hermione.
“Se lo dici tu. Ah, dimenticavo.” Disse Ron prendendo un sacchetto da terra. “Prima di venire qui ho comprato questo. Spero che ti piaccia.” Hermione prese il sacchetto e lo aprì. All'interno c’era una tutina rosa da neonato, con disegnate tante piccole roselline bianche.
“Oh, Ron è bellissima.” Disse Hermione abbracciandolo, commossa.

“Per la nostra piccola principessa.”
“E se fosse un principe?” Chiese lei.
“Mamma dice che sarà una femmina e l’unica volta in cui non ci ha azzeccato, è stato quando è nata Ginny.” Già e come poteva azzeccarci dopo sei figli maschi? pensò Hermione, ma le previsioni di Molly, non cambiavano la sua percezione.
“Per me è un maschio.” Disse Hermione.
“Io invece dico che sarà una femminuccia, me lo sento.”
“Non vorrai davvero cominciare a discutere su come sarà il sesso del bambino?” Chiese Hermione allarmata. Ron rise, alla sua preoccupazione.

“No, oggi niente potrebbe farmi arrabbiare con te.” Rispose Ron baciandola prima in maniera lieve, ma poi approfondendo sempre di più il bacio, incurante degli sguardi dei passanti.
“La signora Weasley?” Chiese un'infermiera, uscendo da una stanza.
“Si sono io.” Rispose Hermione, staccandosi dal marito, irritato per questa improvvisa interruzione.
“Mi segua. La dottoressa sarà pronta in un attimo.”
“Continueremo il discorso a casa, signora Weasley.” Gli sussurrò Ron in un orecchio mentre si alzava. Signora Weasley. Ripeté Hermione fra se. Spesso faticava ancora a crederci, ma finalmente lei, Hermione Jean Granger, era diventata la signora Weasley.
 
Quella sera Ron e Hermione optarono, di mangiare una pizza sul divano, guardando un vecchio film, alla televisione o scatola luminosa, come la chiamava il rosso. I due stavano l’uno nelle braccia dell’altro, con un cartone della pizza vuoto sul tappeto e una lattina di Burrobirra sul comodino.
“Alla fine sono contenta di aspettare. Sai per sapere il sesso del bambino. Sarà più bello quando nascerà.” Disse Hermione, interrompendo il silenzio che si era venuto a creare.
“Si sarà bello.” Concordò Ron. “Comunque per me è femmina.”
“Ti sbagli.” Gli rispose subito lei. Ron fece per ribattere, ma al suo sguardo ammonitore, decise che non era il caso di aggiungere altro. Ormai aveva capito che era meglio non contraddire una donna incinta. 

“Ron senti me lo faresti un favore?” Chiese Hermione.
“Si, cosa c’è?”
“Me la andresti a prendere un’altra pizza?”
“Adesso? Ma è già quasi mezzanotte!” Esclamò il ragazzo.
“E allora? Io la voglio adesso!” Rispose quest’ultima urlando.
“D’accordo, d’accordo vado!” Disse Ron, alzandosi dal divano, ormai rassegnato. “Come la vuoi?”

“Melanzane e peperoni. Grazie.” Rispose Hermione, anche lei alzandosi e raccogliendo il cartone di piazza vuoto dal tappeto.

“Aspetta un attimo. Tu odi i peperoni!” Disse improvvisamente Ron, davanti alla soglia. La ragazza a quella frase, lanciò uno sguardo di fuoco al marito.
“Il bambino vuole i peperoni! E se lui li vuole, tu me li vai a prendere e possibilmente senza discutere!” Gli urlò. Come faceva Ron a non comprendere che aveva bisogno di quella dannata pizza subito?
“Si ho capito. D’accordo.” E senza aspettare risposta, il marito uscì dalla porta, il più in fretta possibile. Allora erano questi i famosi ormoni della gravidanza dal quale Harry l’aveva messo in guardia? Non che Hermione, non ne avesse già avuto altri di sbalzi d’umore, ma questa era la prima volta che succedeva a causa del cibo.
 
Circa una ventina di minuti dopo, Ron stava appoggiato al bancone di una piccola pizzeria, situata non lontano dalla via di casa. Aveva appena finito di pagare, quando vide Harry entrare dalla porta. Nessuno dei due sembrava sorpreso di vedere l’altro.
“Harry anche tu qui eh?” Chiese Ron con un sorriso.
“Già! Sai com’è con una donna incinta.”
“Purtroppo l’ho appena scoperto. Giuro su Dio, che questo sarà il mio primo ed ultimo figlio!” Esclamò Ron.

“Lo dissi anch’io, mentre Ginny aspettava James, ma come vedi ho cambiato idea in fretta.”

“Anche troppo in fretta.” Sottolineo Ron, perché per quanto lui fosse contento per loro, il ragazzo era ancora convinto, che i due avesse aspettato troppo poco tempo per fare un altro figlio. “In fondo James ha compiuto un anno da appena due settimane.”
“Lo so Ron, ma credimi io e Ginny siamo davvero felici così.”

“Si, lo so.”
“E comunque credo che tua sorella stia riconsiderando l’offerta di lavoro di Dean.”
“Davvero? Credevo l’avesse rifiutata.”
“Si, è così, ma so che in questi ultimi giorni ci sta ripensando. Tua sorella ama il Quidditch e le manca.”
“E a te starebbe bene?”
“Sinceramente sì. Sono un po’ stufo di tornare a casa e trovarmi l’arredamento spostato per non parlare poi dei suoi esperimenti culinari e quello sarebbe un ottimo lavoro, anche se dovrebbe lavorare con Dean.” Aggiunse Harry alla fine anticipando la possibile domanda di Ron a riguardo. L’amico annuì. “Ehi, quasi mi dimenticavo. Com'è andato l'appuntamento dal medico?”
“Molto bene, il bambino è perfettamente sano. Allora, fammi indovinare pizza melanzane e peperoni?”
“No. Prosciutto e funghi. Sai Ginny ha detto che voleva qualcosa di un po’ più leggero.” Rispose il giovane, con evidente sarcasmo nella voce.
“Solo una donna incinta può considerare una pizza prosciutto e funghi leggera!” Esclamò Ron e ambedue i ragazzi scoppiarono a ridere. Loro stavano ancora ridendo, quando proprio Dean entrò nella pizzeria.

“Ciao ragazzi.” Li salutò lui vedendoli.
“Ciao Dean, che sorpresa. Come mai qui a quest’ora?” Chiese Harry.
“Sinceramente non lo so. Io e Demelza stavamo trascorrendo una tranquilla sera a casa. E stava andando tutto bene finché lei non ha cominciato arrabbiarsi per una sciocchezza e sbraitare che voleva una pizza iniziando pure a piangere e poi…” Harry e Ron si guardarono l’un l’altro e sorrisero.
“Cosa?” Chiese Dean alle loro espressioni. “Perché state sorridendo?”
“Oh credo che lo scoprirai molto presto amico.” Disse Ron, dando una pacca di conforto a Dean, prima di scoppiare di nuovo a ridere insieme ad Harry. Avrebbero potuto lamentarsi, per il fatto di ritrovarsi, ormai a mezza notte passata, ancora in giro, solo per prendere due pizze, ma in quel momento sia Ron che Harry riuscivano a vedere solo il lato comico della cosa, perché entrambi erano felici.


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Capitolo 6
*** Ancora una cena tra amici ***


Note Autore: Qualche giorno fa mi è tornata la voglia di scrivere, ma invece di una nuova FanFic sono finita per scrivere un nuovo capitolo per questa mia storia. La prima parte è un dolce momento Dean/Demelza (unica coppia immaginata da me). Nella seconda tornano Ron/Hermione e Harry/Ginny e un altro mio amato personaggio di HP. Ogni commento è come sempre apprezzato. PS: Per il titolo ho preso spunto dal terzo libro di Harry Potter dove il primo e l'ultimo capitolo hanno lo stesso titolo con la sola aggiunta di "Ancora".

Capitolo 6: Ancora una
cena tra amici.

Dean non diede peso alle risatine dei due suoi amici, ne a quelle ultime parole pronunciate da Ron, ma quel suo "lo scoprirai molto presto" non sarebbe potuto essere più vero. Egli se ne accertò appena venti minuti dopo, quando finalmente ritornò a casa dalla pizzeria. Dean aprì la porta dell'appartamento e cercò Demelza in quella che ormai era diventata la loro casa da più di due anni. La ragazza era andata a vivere lì da lui dopo due anni di felice frequentazione. Era stata lei a trasferirsi perché quel quartiere di Londra, era più vicino a Diagon Alley dove entrambi lavoravano. Inoltre, l'appartamento con il suo open space, le due camere da letto, il ripostiglio e un piccolo balcone non era ne troppo grande ne troppo piccolo. Perfetto per loro. Inizialmente, Dean aveva abitato lì con il suo migliore amico Seamus, ma tre anni fa, Seamus se n'era andato per andare a vivere e lavorare a Glasgow, città dove risiedeva anche la sua famiglia. L'appartamento nonostante l'arrivo di Demelza non era cambiato molto, era semplicemente diventato un po' più femminile. Era stato proprio lui a fare la modifica più grande, trasformando la vecchia camera di Seamus in uno studio. Dean chiuse la porta d'ingresso e chiamò Demelza. 

"Dem, sono io. Ho la tua pizza quattro stagioni." Nessuno rispose. Nonostante la TV fosse ancora accesa, il soggiorno era deserto. Egli poggiò la pizza sul bancone della cucina, spense la TV e si levò la giacca. 
"Dem, tesoro dove sei?" Chiamò ancora lui mentre si dirigeva verso il corridoio che conduceva alle altre stanze della casa. Fu allora che sentì dei singhiozzi provenire dal bagno. Stava piangendo di nuovo. Quella era la seconda volta in meno di due ore e sì, Demelza era una ragazza sensibile, ma quello era troppo anche per lei. Dean aprì la porta. Demelza era seduta sul pavimento, teneva qualcosa su una della mani, ma egli non riusciva a vedere bene cosa fosse. La sola cosa visibile erano i suoi occhi rossi e gonfi. In un secondo l'esasperazione di Dean si trasformò in preoccupazione. 
"Dem, cos'è successo? Ti prego dimmelo, perché adesso mi stai davvero spaventando." Disse andandole vicino. Fu allora che lei alzò la testa per guardarlo e mostrargli ciò che teneva in mano: un test di gravidanza.

"È positivo." Disse soltanto. Dean sapeva bene cosa quello significasse. Entrambi provenivano da famiglie Babbane. Se si fossero trovati ancora in periodo di guerra, loro sarebbero stati tra le coppie più ricercate da quelli del Censimento dei Nati Babbani. 
"Sei incinta?" Lei annuì e fu allora che egli capì che le sue erano lacrime di gioia. Ci fu un piccolo momento di silenzio in cui Dean non disse e fece niente, ma alle fine, l'abbracciò e la baciò finché entrambi non furono senza fiato. "Stiamo per avere un bambino." Disse prima di baciarla un'altra volta. Quando finalmente si staccarono lei sorrise.
"Sì, stiamo per avere un bambino." Confermò lei. Demelza era chiaramente felice per la sua reazione positiva. Lui l'abbracciò ancora. Fu solo allora che Dean si ricordò della frase detta da Ron e capì cosa le risate dei suoi due amici significassero.
"Oh, che bastardi!" Egli esclamò. Demelza si staccò da lui e lo guardò interrogativamente. 
"Chi? Di chi stai parlando?" Domandò lei.

"Beh è una lunga storia, ma posso raccontartela mentre mangi la tua pizza e tu magari puoi dirmi da quant'è che avevi il sospetto di essere incinta. O sei andata a comprare il test mentre io prendevo la pizza?" 
"No, non l'ho preso adesso. Ce l'avevo nella borsa da un po', ma non ho avuto il coraggio di usarlo fino a sta sera, dopo aver realizzato che le cose stavano degenerando e che ormai ero in ritardo con il mio ciclo da troppo tempo." Dean annuì, poi l'aiutò ad alzarsi e i due finalmente uscirono dal bagno. "Con l'arrivo di questo bambino la seconda camera da letto non potrà più essere il tuo studio."
"Lo so, ma la nostra camera è grande. Io potrei ricavare un piccolo studio da lì."
"Si è vero è grande e penso che potresti." Dean avrebbe voluto fare una battuta sul fatto che, per una volta, lei avesse subito concordato con lui, ma finalmente Demelza era ritornata ad essere di buon umore, così non lo fece. "Pensi che Ginny sia ancora sveglia? Lo so che è tardi, ma..."

"Oh, io penso che ci siano buone probabilità che sia ancora sveglia." Lei annuì prima di dirigersi verso il loro piccolo camino. Raccontare alla sua amica questa buona notizia attraverso un caminetto non era certo il massimo, ma al momento, Demelza voleva solo dirlo a qualcuno e non le interessava il modo con cui l'avrebbe fatto. 
"Ehi, ma che mi dici della pizza? Ormai sarà pure fredda. Vuoi che te la riscaldi?" Chiese lui.
"Scusa Dean, ma ora non mi va proprio." Dean la guardò sorpresa, poi scosse la testa mormorando qualcosa contro le donne incinte.

Circa tre settimane dopo quella sera, Hermione camminava avanti e indietro per la cucina, controllando che tutto fosse a posto. Per quanto negli anni fosse riuscita a migliorare le sue abilità culinarie, in quel campo spesso si sentiva ancora insicura. Diciamo semplicemente che era contenta che saper cucinare non fosse uno dei requisiti richiesti mentre si trovava ad Hogwarts. Quel pomeriggio Hermione aveva già dovuto buttare il suo primo tentativo perché troppo bruciato. Quando Ron comparve dall'altra stanza, egli non sapeva se ridere o preoccuparsi per lei, ma considerando che era incinta optò per la seconda opzione.
"Hermione rilassati. Questa è solo una semplice cena con Harry e Ginny. Stai iperventilando e nel tuo stato non so quanto questo ti faccia bene." Disse lui, prima di andarle vicino.
"Sto bene, Ron e lo so che questa serata non è niente di speciale, ma è anche da tanto che non vengono a magiare qui da noi. Questa è la prima cena a casa nostra da quando James è nato e io vorrei semplicemente che tutto fosse perfetto." Ron sentendo quelle parole, questa volta, non poté non ridere.

"Che cosa?" Chiese lei, distogliendo per la prima volta gli occhi dalla sua Shepard's Pie.
"Niente, è solo che questo fatto di voler sempre dare il massimo è così tipico di te." Lei iniziò a controbattere, ma Ron la prese tra le braccia e la baciò prima che potesse continuare e dopo un'iniziale sorpresa, Hermione si arrese rispondendo al bacio con ardore. 
"Hai apparecchiato la tavola?" Chiese Hermione, dopo che finalmente le loro bocche si staccarono l'una dall'altra.
"Si, l'ho fatto, ma se non ti fidi puoi sempre andare a controllare."
"No, no mi fido. " Asserì Hermione, ma mentre lo diceva non poté non mordersi il labbro inferiore. "È solo che te l'ho detto, voglio che questa sera tutto sia perfetto." Aggiunse lei e scusandosi si diresse a controllare il tavolo. Ron alzò lo sguardo verso l'orologio, mancavano ancora una diecina di minuti all'arrivo di sua sorella e del suo migliore amico. Egli pregò che i due si spicciassero. 

"Sei sicuro che James starà bene dai miei genitori?" Chiese Ginny a Harry, mentre camminavano, mano nella mano, in direzione della casa di Ron e Hermione. "Non credi che occuparsi anche di lui oltre che di Victorie e Dominique sia un po' troppo?"
"Starà bene. Inoltre i tuoi genitori hanno cresciuto sette figli, Ginny. Sono più che sicuro che possano gestire tre nipotini insieme." La rassicurò lui.
"Lo so che li possono gestire è solo che questa sarà la..."
"La prima notte che James non dorme a casa con noi." Concluse Harry per lei. Ginny annuì. "Mentre eravamo alla Tana ci ho pensato anch'io, ma prima o poi sarebbe dovuto succedere. E in questo modo non abbiamo alcun tipo di obbligo fino a domani mattina. Non è forse meglio così?"
"Si, lo è. E hai ragione, James starà più che bene dai miei." I due erano arrivati finalmente davanti al portone d'ingresso del palazzo dove Ron e Hermione abitavano. Harry suonò il citofono più volte.
"Comunque sei carina quando fai la mamma apprensiva."
"Io non faccio la... oh dio hai ragione! Sono proprio come mia madre. Sono diventata apprensiva. Come fai a sopportarlo?" Harry le diede un piccolo bacio.
"Perché ti amo e perché è una cosa perfettamente normale."

Nonostante tutte le preoccupazioni ed ansie di Hermione - davvero ingiustificate - il suo secondo tentativo culinario fu un successo. La cena fu splendida e come ogni volta i quattro si divertirono molto a chiacchierare del più e del meno. A metà della serata Ginny comunicò a suo fratello e Hermione di essere andata a parlare con Dean riguardo quella sua offerta di lavoro nella sezione sportiva della Gazzetta del Profeta. Lei e Dean aveva concordato che non aveva senso che iniziasse a lavorare adesso che era nuovamente incinta, ma egli le aveva assicurato che in seguito sarebbe stato più che felice di prenderla part-time.
"Part-time? E a te sta bene?" Chiese Hermione.
"Beh, con due bambini si, penso che sia la soluzione migliore e poi in seguito si vedrà."
"Con questo tuo nuovo lavoro pensi di potermi procurare i biglietti gratis per le partite dei Cuddly Cannon?"
"Ronald!" Esclamò Hermione, mentre Ginny ed Harry ridevano.
"Che c'è? Io ho solo chiesto!"  

La cena di Hermione si concluse con ben due tipi di dolce il Pudding al cioccolato e la Torta alla Melassa, che decisero di mangiare comodamente seduti sul divano. 
"Ok, ora che siamo finalmente al dolce devo chiedertelo, Ron. Quanto era in ansia Hermione prima che noi arrivassimo?" Chiese Harry, prima di sorridere affettuosamente alla sua amica.
"Parecchio, ma se ci penso credo di aver sopportato anche di peggio e anche tu Harry. Ricordi il giorno prima dei G.U.F.O. ad Hogwarts?"
"Si, lo ricordo perfettamente." Disse Harry, con un brivido.
"Oh quello era niente!" Intervenne Hermione. "Perché non chiedete a Ginny del giorno prima dei M.A.G.O. quando per esasperazione mi ha lanciato una Fattura Orcovolante." La Rossa intenta a bere del succo di zucca per poco non si strozzò.
"Che cosa?" Harry e Ron esclamarono spostando lo sguardo su Ginny. La ragazza non poté non lanciare un'occhiataccia alla sua amica prima di rispondere. 

"È stata la prima ed unica volta." Si difese. "Contro di lei." Aggiunse poi alla vista dello sguardo perplesso e decisamente divertito del marito. Egli ancora faticava a dimenticare di quella volta in cui per poco non si faceva arrestare per averne scagliata una contro un giornalista. "E comunque io me ne sono pentita l'attimo dopo."
"Vero." Confermò Hermione. "E poi ancora oggi sono convinta di essermelo meritato. Quel giorno ero davvero fuori controllo. Harry hai mai ricevuto una delle sue famose fatture?"
"No, non ancora." Ma era ancora in tempo per quello. Egli ancora non le aveva detto come aveva deciso di chiamare il loro bambino se fosse stato un'altro maschio. I pensieri di Harry furono interrotti da alcuni rumori provenienti dal pianerottolo. Qualcuno stava bussando alla porta.
"Stavate aspettando qualcun'altro?" Chiese Ginny. Sia Ron che Hermione scossero la testa. Il Rosso si alzò per andare a vedere chi fosse.

"Ciao Ron. Il portone era aperto. Come stai?" 
"Luna sei tornata!" Disse Ron abbracciandola calorosamente. Nessuno vedeva più la ragazza da quell'apparizione lampo nel weekand in cui lui e Hermione si erano sposati.
"Sono felice anch'io di vederti." Disse lei con il suo solito tono allegro.
"Luna!" Esclamò Ginny alzandosi per andare ad abbracciare la sua più cara amica. "Quando sei tornata?" 
"Poco fa. Stavo per venire a cercarti a casa tua, ma poi i Nargilli mi hanno consigliato di venire qui." Disse lei prima di salutare anche Harry e Hermione. "Ad ogni modo, io ho una splendida notizia."
"Hai finalmente trovato Ricciocorno Schiattoso?" Chiese Ginny. Il fatto che le avesse fatto quella domanda senza nemmeno un briciolo di sarcasmo era la dimostrazione quanto la loro amicizia si fosse consolidata negli anni.
"Beh, non così splendida, ma stai per diventare la mia damigella d'onore. Sono fidanzata." Disse mostrandole l'anello con una piccola pietra di topazio giallo, suo colore preferito. "Rolf me l'hai chiesto e io ho detto si." La Rossa l'abbracciò di nuovo, mentre anche gli altri si congratulavano con lei. Hermione sorrise, per una volta tutto era davvero perfetto.



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