Il paradiso e' lui

di AmhranNaFarraige
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Ancora non e' buio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Il sole e' nascosto nell'oscurita' ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Verso il paradiso ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: L'ultimo raggio di luce ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Il confine con l'ombra ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Perche' anche lui e' un angelo ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Fuga dall'inferno ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: La strada illuminata dal sole ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Caldi luccichii della notte ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Il sole, causa della tempesta ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Con la penna stretta in pugno e le parole che scorrono veloci nella mente desidero anzitutto premettere: questa storia non e' nata come una storia d'amore, anche se forse lo e' diventata, ma il principio dal quale fa la sua comparsa e' quello di raccontare la mia storia, perche' troppo ha appesantito il mio cuore e, perdonerete il mio egoismo, spero di alleviare il dolore dandone parte a voi.

Il mio nome e' Sakura Haruno, ho sedici anni e studio per diventare medico a Konoha, la capitale del Paese del Fuoco. La mia vita potrebbe sembrare a chiunque ricca e soddisfacente: vanto parecchi amici e qui la gente sembra mi voglia bene. Oltretutto sono alunna della niente-di-meno dell'Hokage del villaggio! Non ho nulla di cui potermi lamentare, nulla che possa in qualche modo rendermi triste. Eppure lo sono. E la cosa comica e' proprio che la mia tristezza nasce dalla gioia dei miei piu' cari amici. "Com'e' possibile?" vi chiederete, ma tutto dev'essere raccontato a tempo debito, ed io non ho tempo se non per affogare i vostri cuori assieme al mio nelle memorie di giorni passati. Oh, se solo non fossero passati, ne tantomeno da passare! La Dea ha voluto donarmi grandi cose, ma molte altre se le e' netute strette a se, in attesa di un piu' degno possessore... Una di queste cose era l'amore.

Ma ora smettero' di annoiarvi con i pensieri che si sono lentamenti accumulati nella mia mente dopo notti trascorse in pianti e gemiti, mentre altre due anime si univano, incollate da sentimenti che per loro erano giosi e teneri, mentre nei miei confronti si mostravano vili e perfidi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Ancora non e' buio ***


Finalmente ho trovato il coraggio di aprire la mia anima e farne fuoriuscire tutto cio' che di piu' oscuro conteneva. Sappiate solo che per me e' molto difficile raccontarvi di questi fatti, quanto dolore, quanta tristezza ancora provo nel ricondurli alla memoria. Tanto vorrei che si perdessero nei meandri della mia angoscia, un un buio cassetto contrassegnato con l'etichetta "Oblio: Fare attenzione a non ricordare!". Ma ora davvero basta, o adesso o mai piu', vi apro il mio cuore.

Benvenuti sul volo diretto ad un giorno di primavera di due anni fa, grazie per aver scelto la nostra compagnia. Raggiungeremo la destinazione tra due minuti, giusto il tempo di prendermi una tazza di te' e rilassarmi. Le uscite di sicurezza si trovano alla fine di questo paragrafo: se desiderate non condividere il mio dolore fermatevi a quel punto. Vi auguro un viaggio confortevole e ricco di emozioni, spero vi piaccia.

Il sole brillava gia' da un pezzo alto nel cielo, spavaldo spaventava le nubi che erano andate a ranicchiarsi all'orizzonte. Io attendevo appoggiata ad un palo della luce -come sempre ero in anticipo- che arrivassero i miei compagni. Principalmente aspettavo Sasuke! Oh, ma lasciatemi spiegare: visualizzate nella mente un metro e settantacinque di fascino tenebroso allo stato puro rinchiuso nel corpo di un giovane ragazzo ultraintelligente e misterioso, erede di una delle piu' potenti famiglie del villaggio. Capelli scuri e occhi ancora piu' scuri (potevo perdermici dentro tanto erano bui), fisico pauroso (questo e' molto importante, annotatelo) e dalla parola non facile. Ebbene, che dite? ammettetelo: nemmeno voi sapreste resistere a tanto! E infatti cadde nelle mie bramme, pensavo di iniziare ad amarlo, ormai che erano passati cosi' tanti anni da quando avevo iniziato a camminare nella sua ombra, seguendo ogni su passo con fare ammirato. Oh, davvero lo amavo! E lo amo tuttora. L'atro individuo che avevo la sfortuna di attendere era un certo Naruto. Tralascerei volentieri la descrizione se non fosse che in questo caso voi non sareste in grado di viaulizzarvi la storia correttamente nella vostra mente, ma lasciate che sia rapido ed indolore. Beh... Oddio e' difficile! E' un povero scemo, non so come sia riuscito ad arrivare al mio livello e a quello di Sasuke (soprattutto al suo!). Di lui salverei solamente gli occhi, blu come il cielo che sovrastava la mia testa, per il resto e' piuttosto basso, dai capelli disordinati e biondi, in contrasto eccessivo con la pelleabbronzata. Preferirei dire poco o nulla sul suo intelletto: "deficente" basta e avanza per descriverlo. Pultroppo temo di aver fatto colpo su di lui: da tempo continuava con moleste rischieste di un appuntamento... Uh, al solo pensiero sento ancora i brividi perscorrermi la schiena! Tuttavia anche lui era un mio comagno e come tale lo dovevo trattare, accettando di andare anche con lui nella biblioteca del villaggio per studiare (anche se "Naruto" e "srudiare" possono trovarsi nella stessa frase solo se intervallati dalle parole "non sa").

Ovviamente Sasuke arrivo' per primo, e ancora avremmo dovuto aspettare parecchio tempo prima che Naruto si unisse a noi, cosi' (dopo il tempo necessario a riprendermi dall'abbaglio che il moro aveva causato ai miei deboli occhi per la sua ingente magnificenza) colsi l'occasione e gli proposi di avviarci noi due da soli (eheh), cosi' che avremmo potuto iniziare a ricercare al materiale a noi necessario inatnto che il terzo componente faceva i suoi porci comodi. La risposta fu chiara e breve: un "ok" ricoperto di luce divina e polvere di stelle (probabilmente quello che si dice sulle visioni distorte degli innamorati e' proprio vero, ma vi assicuro, non avevo assunto nessuna sostanza strana!) Cosi' iniziammo a dirigerci verso il nostro nido d'amore, se cosi' si puo' chiamare una semplicissima biblioteca. Casualmente ad ogni passo io mi avvicinavo mepre di piu' al suo corpo di marmo, ma allo stasso modo il suo si allontanava dal mio, cosicche' ben presto mi ritrovai a spingerlo verso il muricciole che afficancava la stada. Allora, penso sia stata la prima volta in assoluto che la vidi, una sottile riga rossa gli coloro' il viso pallide e lo sentii stanamente pronunciare piu' di una parola:

-Allonatati, mi sei troppo vicina e non riesco a respirare.-

Dannazione, se n'era accorto! feci come mi disse, ma non mi persi d'animo. Ultimamente tra noi le cose andavano alla grande, da quando eravamo stati confinati nello stesso gruppo di studio per la preparazione dei nostri esami, sotto la tutela del professor Hatake. Costui e' un uomo piuttosto stravagante, sempre in ritardo, parla poco di se ma dal fare perverso. Ancora non sono riuscita a scoprire cosa contengano i libri arancioni che tanto ama, ma sinceramente non e' che ci tenga piu' di tanto. L'ultimo compito assegnatoci da Hatake era una ricerca sulla gerarchia della nostra societa', completa di storia ed attualita'. Qullo era il motivo della nostra uscita di gruppo pomeridiana.

Una volta che mi fui fatta da parte mi sentii un po' a disagio. Quella sottospecie di rifiuto un po' mi bruciava, ma avevo assolutamente intenzione di riparare! Presi con me tutto il mio coraggio e lo raggruppai sulla punta della lungua, nel tentativo di introdurre una discussione. L'effetto fu qello voluto! Presto Sasuke, all'inizio un poco riluttante, prese a raaccontarmi di se e della sua famiglia, spinto (suppongo) dal desiderio di liberarsi da un grave fardello. La sua storia era commovente e angosciosa, viveva nell'ombra del fratello che tutto era piu' di lui Tuttavia ebbi l'impressione che non mi stesse dicendo tutto, ma a me bastava, stavo parlando con l'angelo piu' bello del mio paradiso, colui che pensavo sarebbe stato in grado di superare Dio. In cambio io gli raccontai della mia vita, il mio progetto di diventare medico sembro' interesargli e lo sostenne. Lui sarebbe entrato nella polizia come ogni membro della sua famiglia, nonostante il mio desiderio gli piacesse molto di piu'.

Questo momento di puro piacere venne interrotto quando alla nostra vista comparve il contorno dell'edificio a cui eravamo diretti, che possente dominava l'isolato. Cio' ricondusse le nostre menti al nostro dovere: se volevo diventare medico e lui polizziotto dovevamo prima superare l'esame. Per noi in fondo non sarebbe stato difficile, se non fosse che dovevamo condividere il nostro voto con quel cretinetto di Naruto. E quando parli del diavolo ecco che spuntano le corna! Giunti ai cancelli laccati di nero che brillavano alla luce del sole ecco correre all'orizzonte un povero idiota vestito con una tua arancione, diretto verso di noi, che a meta' strada riusci' a far sapere a tutti presenti che noi lo conoscevamo (nostro malgrado) con un possente "Yooooo!". Ecco a voi, signore e signori, costui e' Naruto! Spero non appesantisca eccessivamente le vostri menti con le sue eterne lamentele ed i sui discorsi puerili, in quel caso fatmi un fischio che lo caccero' su due piedi via di scena!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Il sole e' nascosto nell'oscurita' ***


Ben ritrovati, cari lettori, nella platea del mio show. Questa scena si ritrova ambientata nella grande biblioteca del villaggio, lasciatevela descrivere: tre piani di pura cultura suddivisa in svariati libri di diverse misure, colori e temi. In poche parole il paradiso terrestre. ma non tutto l'edificio occupera' la scena, sarebbe folle! Noi prenderemo in considerazione una grande sala del secondo piano - sezione "Storeografia", rivolta ad est con le sue finestre ad arco sulla. davanti a queste un tavolo di legno circondato da sei sedie, due per lato e le altre due a capotavola. Quello fu il tavolo da noi prescelto per i nostri studi. Io presi posto in fondo al tavolo, Sasuke spalle alla finestra - cosicche' le sue sembianze nobili furono contornate da luce divina - e Naruto accanto a me, di fronte all'altro. Poggiai la borsa sul tavolo e ne estrassi un foglio immacolato, una penna candida ed un calamaio d'inchiostro blu profondo. Sasuke si offri' di andare alla ricerca dei volumi a noi necessari e, nonostante la mia insistenza, rifiuto' il mio aiuto, prendendo invece con se il nostro compare con la scusa di utilizzarlo come porta-libri. Rimasta sola e un po' delusa dall'ennesimo rifiuto mi aggrappai a cio' che solo poteva rendermi felice e presi a viaggiare in terre lontane, dove i sogni divengono realta', e il mio desiderio di un amore puro e casto veniva coronato.

Il mio sereno vagheggiare fu interrotto da un possente schianto sul legno del tavolo, due secondi per riprendermi dallo shock e mi voltai verso l'origine del frastuono. Qualche folle aveva avuto la malsana idea di sbattere un ingente numero di volumi a dua centimetri dalla mia faccia e quasi sbiancai nel riconoscere il volto del colpevole. Tirate ad indovinare... Ehhh... Giusto! Era stato proprio Naruto! Quale rabbia mi prese allora! Mi alzai velocemente dal trono dei miei sogni e presi a sbottargi contro tutta la mia collera, mutando quello che prima era pallore sul mio volto in un rossore che poco aveva di verginale e fanciullesco, ma pittosto di un grasso bevitore alla sua decima pinta che sostiene di poter proseguire a bere. Il rimprovero di Sasuke mi ricondusse nella sala della biblioteca. Io mi lasciai inondare da un forte sentimento di vergogna... Sasuke si era arrabbiato con me, oh, quanto mi dispiaceva! Mi ammutii immediatamente e tornai a sedermi, l'arrabbiato sembro' non prendersela piu' di tanto e anche lui si fece posto sulla poltrona e cosi' fece il terzo. Iniziammo allora a lavorare, se cosi' si puo' dire che solamente io e Sasuke lavoravamo mentre Naruto giocava fastidiosamente con una serie di penne.

Ci dammo parecchio da fare, senza troppa esitazione ed evitando al massimo di distrarmi a causa dello splendore che mi sedeva di fianco. Non vi disturbero' oltre raccontandovi di queste e quelle cose di cui scrivemmo, conducendovi cosi' attraverso un salto temporale di tre ore. Erano ormai giunte le sei del pomeriggio e la biblioteca si accingeva a chiudere. Riponemmo negli scaffali i libri che gia' avevamo consultato e chiesi il permesso di poter prendere in prestito quello che non avevamo fatto in tempo a leggere. Usciti tirai un sospiro: era stato un pomeriggio davvero sfiancante, avevo bisogno di rifocillarmi un momento, cosi' proposi al gruppo di fermarci al bar dietro l'angolo giusto per il tempo di una tisana, per poi dividerci e tornare alle nostre case. Accettarono di buon grado e, nel tempo di una manciata di minuti, ci ritrovammo accasciati sui cuscinetti rossi contornati di ocra del Frog Inn. Il cameriere aveva appena depositato sul tavolo una tazza di tisana alla malva calda ma in qualche modo rinfrescante, che mi precipitai ad avvicinare a me, una di cioccolata con panna e cacao - impossibile ma vero, Naruto era capace di bere cioccolata calda nel pieno della primavera - e un bicchiere di succo d'arancia per il terzo. Rimanemmo per breve tempo in un silenzio ristoratore, quando anch'esso venne interrotto da un vicino mugugnio. Naruto si stava passando ansiosamente le dita dei capelli mentre fissava la panna sciogliersi nella sua tazza e tingere la cioccolata di un marroncino tenue, e piano tentava di dire qualcosa che ancora non aveva chiaro in mente. Ero stanca e non tentai minimamente di aiutalo. Era chiaro che in qualche modo si sentiva imbarazzato: era diventato paonazzo in un modo che a confronto la rigolina rosata che era comparsa quel pomeriggio sulle guance di Sasuke era bianco neve. Ecco, forse ora era riuscito a pronunciare una sillaba: "sa...". Ok, stava cercando di ottenere l'attenzione di qualcuno di noi. Si', grazie tante, ma chi? Poteva benissimo essere sia "Sa-kura" che "Sa-suke". Ancora qualche istante... Ecco, ce la stava facendo. Quasi non mi sorpresi di scoprire che stava chiamando me. Oh, quel ragazzo sapeva proprio essere una palla al piede!

-Eh, che diavolo vuoi, dimmi!- Si', la finezza non e' una delle mie doti piu' spiccate.

-Senti... Volevo chiederti... Per gli esami... Ecco, temo di non essere molto preparato. Ehi no, aspetta, non arrabbiarti! Io cerco di studiare, ma c'e' qualcosa che non va, non so... Non ci riesco! Ho passato ore sui libri senza capirci nulla, e' cosi' difficile! Ti prego, non e' che potresti aiutarmi? Giusto un pomeriggio cosi' per capire l'essenziale!-

Oh mio Dio, segnatevelo, ci stava apertamente provando! Oh, ma non mi lascio fregare cosi', nossignore! Ho una dignita', sai?! E non pensare che mi lasci cosi' condurre a pieta'! Si', magari ci guadagnerei, dato che avrei dovuto condividere il mio voto con tale individuo, la Dea mi salvi, ma per favore, questo e' troppo! E temo che la mia risposta cosi' poco aggraziata - non vorreste risentirla, fidatevi - lo abbia in qualche modo buttato giu' di morale. Ehi, ma che dovrei farci? Piuttosto a me stupirono gli avvenimenti che seguirono. Sasuke si alzo' in piedi e, dirigendosi verso la cassa, con i soldi gia' in mano. Non si volse verso di noi, eppure parlo' a Naruto di spalle. Dio solo sa se aveva qualcosa sul viso che desiderava nascondere alla nostra vista, non lo mai saputo, ma col senno di poi lo sospetto.

Sasuke ci aveva decisamente lasciati di stucco, li' all'angolo del locale con le bocche aperte davanti alla sua figura che gia' aveva pagato ed era uscita lasciandosi dietro il nulla. Io mi ripresi per prima e realizzai che in qualche modo mi aveva invitata a studiare con lui. Questo mi riempiva immensamente di gioia, avrei superato ed addirittura doppiato il settimo cielo se non fosse per l'altra parte del suo discorso, quella rivolta a Naruto. Cercai di comprendere bene le sue intenzioni. Dunque, aveva detto che io e lui ci saremmo trovati per mettere assieme il materiale trovato qualche ora prima e ragionare sul grosso della relazione, in seguito sarebbe andato lui stesso da Naruto per spiegargli cio' che noi avevamo deciso in precedenza ed aiutarlo a memorzzarlo. Questo in qualche modo mi sconcerto'. cercai vivamente di sostenere nella mia mente l'idea che faceva questo solo perche' desiderava ottenere un voto piu' alto, in fondo lui era un tipo ambizioso, tuttavia si accese in me la fiamma del dubbio colorita di gelosia. Davvero ero gelosa di Naruto? No, non poteva essere vero, ma che volevo pensare? Mah, erano solo compagni di gruppo di studio, poi figuriamoci che Sasuke potesse interessarsi a un tale scemo... Pero' in qualche modo capii cosa c'era che non andava: io desideravo Sasuke solo per me, detestavo il fatto che si interessasse pure a lui. Lo detestavo, ma mi resi conto di stare esagerando con i viaggi mentali, o cosi' pensavo allora.

Infine anche il biondino si riprese, anche se un po' mi parve deluso. Certo, la sua intenzione non era di studiare, ma di passare del tempo con me - dannato porco! cerco' di non darlo a vedere, ma era imbranato in qualunque cosa e lo lascio' intravedere. Rendendosene conto pure lui si affretto' ad andarsene imboccando l'uscio e grindando dietro un saluo, lasciandomi sola con anche il suo conto da pagare. Non ci credevo... Aveva dimenticato di lasciare i soldi alla cassa! Con rassegnazione mi alzai e pagai, giurando di fargliela pagare prima o poi - piu' prima che poi. M'incamminai sulla via verso casa e tentai di liberare la mia mente. Troppi pensieri la stavano deturpando ed io ero davvero troppo stanca. Giunta alla mia semplice dimore mi lasciai cadere sul letto e immediatamente il sonno mi colse. Quella notte ebbi un terribile incubo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Verso il paradiso ***


I fiori di ciliegio fluttuando cadono danzando nel vento [Sakura hira hira maiorite ochite]

Stringo a me tutti i miei sentimenti tremanti [Yureru omoi no take wo dakishimete]

Riesco ancora a fare quel sogno che desiderai con te in primavera [Kimi to haru ni negaishi ano yume wa]

I fiori di ciliegio cadono danzando [Ima mo miete iru yo sakura maichiru]

Mentre ascoltavo questa canzone, che porta il mio nome, il mio cuore si apri' in uno schianto di emozioni. La mia mente orbitava attorno ad un unico fulcro da ormai troppo tempo, e gia' ne era passato molto da quando me ne accorsi e mi diedi per vinta a quel glorioso sentimento che mi nasceva nel cuore. Glorioso e ingiurioso, aggiungerei io. Cosi' schifosamente dannato, stava pesando ormai troppo sulla vita di una giovane studentessa. Sentivo fortemente il bisogno di liberarmene, e presto lo avrei fatto. Quella mattina non pensavo che il mio momento sarebbe arrivato cosi' presto, nell'arco di una sola giornata! Inconscia di cio' che sarebbe successo di li' a poco, mi rasettai come d'abitudine: mi alzai presto e mi preparai per andare a scuola, con la solita cura di tutti i giorni. L'ansia del giorno prima sembrava quasi del tutto passata, se non per un leggero ronzio che punzecchiava dentro il petto. Non saprei in che altro modo descrivere questa sensazione, ma scommetto che anche voi l'avete provata una volta o l'altra. Non e' diversa dall'eccitazione che si ha quando ci si sente cadere nel vuoto, ad esempio su una montagna russa o via discorrendo, quel qualcosa che lascia un certo senso di disagio o nausea. Tuttavia la tachicardia era passata e io mi sentivo tutto sommato bene. Riflesso nello specchio vidi un viso segnato da una nottataccia, ma comunque tranquillo, con i vividi occhi verdi che ancora brillavano ed i capelli di pesca che si piegavano al volere di un pettine d'osso senza fare troppe storie. Mi sembrai in qualche modo carina e dunque descisi di lasciare casa, diretta a scuola con la gran voglia di imparare che accompagnava la mia vita sin dall'infanzia. Il mio sogno era ambizioso, e avrei dato tutto cio' che era in mio possesso per renderlo reale. Tutto sembrava cosi' perfetto, e lo era stato finche' nella mia vita non s'era catapultato un angelo. Oh, un angelo oscuro e dannato! Meraviglioso e bello. Sasuke.

Il sole iniziava timido a rischiarare il cielo quando feci il mio ingresso nella spaziosa strada gia' popolata da ore da gente frenetica che volava da un negozio all'altro a fare consegne, o che lottava con una ramazza contro la polvere chedurante la notte s'era accumulata negli angoli piu' reconditi e sugli scaffali. Non invidiai il fruttivendolo che imprecava contro dei monelli che avevano grattato delle mele al suo banchetto sul lato della via. Io procedevo a passo lento: amavo quell'ora della giornata, tutto splendeva di vita, ma preannunciava che ancora mancava molto tempo da trascorrere fuori casa, e che la vitalita' del villaggio sarebbe durata ancora a lungo. I miei pensieri danzavano piroettando lungo i fiori e le panchine del parco quand'ecco che mi si presento' a fianco il fauno piu' grazioso che quel parco avesse mai avuto l'onore di adornare. Sasuke quel giorno era particolarmente loquace, le volte che mi aveva rivolto la parola primma ancora dell'inizio delle lezioni si poteva contare sulla punta delle dita, e quella era compresa. Lo stupore si fece piu' grande nel momento in cui spiego' quella particolare voglia di fare due chiacchere: il mio cherubino aveva intenzione di cominciare subito con l'addestramento intensivo in preparazione degli esami. Aveva intenzione di incontrarmi quel pomeriggio stesso per cominciare i lavori, cosicche' io potessi restituire il mio libro al piu' presto. Mai avevo pensato che fosse un ragazzo tanto premuroso! Forse lo avevo sognato, ma io sogno sempre molte cose e non c'e' da fidarsi parecchio. Che dire, io ero emozionatissima all'idea di raggiungerlo alla villa degli Uchiha quel pomeriggio, e se solo l'avessi saputo prima mi sarei anche acconciata i capelli in una qualche maniera che potessero farmi sembrare piu' adulta e affascinante. Oh, ma che importava, ormai, mi vedeva tutti i giorni, non potevo ceramente fargli cambiare idea su di me cosi' su due piedi! Oppure si'... Ma evitai di proseguire questo pensiero, avrebbe solo incrementato l'ansia che mi nasceva dentro. Oh doce devozione, mio piacere! Finalmente il mio grande amore devoto - forse parlare gia' d'amore potrebbe sembrare esagerato, ma fidatevi, non poteva essere una semplice cotta adolescenziale - riceveva qualche ricompensa!

Entrammo insieme nel complesso scolastico, con l'invidia che si materializzava sugli occhi e sulle guance delle ragazze che mi vedevano passare accanto a tanta perfezione. Le ore di lezione sarebbero passate cosi' tristemente lentamente al solo pensiero di cosa mi attendeva dopo. Dannato sia il tempo e con lui l'amore! Giunga sul piedistallo della lode solo la fortuna, che si mostrava ultimamente cosi' generosa nei miei confronti. Durante il nostro viaggio tra scale e corridoi io e Sasuke non parlammo, ma a me andava bene cosi'. Avremmo avuto tutto il tempo che desideravamo dopo la scuola. Varcammo la soglia dell'aula senza il rumore di un sospiro e prendemmo posto. Vidi Ino sbiancare alla vista di noi cosi' vicini, e un po' mi fece piacere. Non che avessi nulla contro a quella ragazza, ma cosi' volevamo far sembrare ai nostri compagni. Pochi sapevano della nostra grande amicizia, un peccato che si fosse smarrita a causa di Sasuke, ma ultimamente l'avevamo ritrovata per farci forza l'un l'altra laddove i nostri sentimenti non bastavano. Passarono alcuni minuti, che non trascorsi come tutte le mattine in un'insalata di chiacchericcio con le mio compagne, ma, a causa dell'affollamento di emozioni, preferii starmene piu' sulle mie, lasciando alle altre la possibilita' di scambiarsi le opinioni che avevano del rapporto tra me e Sasuke. Infine fece il suo ingresso nell'aula il professor Umino, cosi' dovetti ritornare sulla terraferma per conseguire i miei compiti da capoclasse. Feci alzare in piedi i miei copmagni e gridando "inchino" gli indicai di salutare il professore, dunque concessi loro di sedersi. Il professor Umino mi ringrazio' con un sorriso e mi invito' a procedere con l'appello.

Dopotutto le ore di lezione non furono cosi' lente e noiose come mi ero aspettata quella mattina, tuttavia mi sucitarono alcuni sospetti durante la pausa pranzo, qando vidi Sasuke avvicinarsi eccessivamente a Naruto. Chissa' che voleva dirgli. Pultroppo non ebbi l'occasione di starlo ad origliare a causa delle domande insistenti di Ino e delle altre, ma notai che non ero la sola ad avere qualche dubbio sulla strana conversazione che aveva preso i due ragazzi. Per Sasuke non c'erano problemi, lui spesso se ne stava solo, sulle sue, e non poteva vantare parecchi amici in classe, tuttavia Naruto s'era attirato addosso gli aguardi curiosi del suo gruppetto di scansafatiche, tra cui Shikamaru l'addormentato, Choji il ciccione - non ditegli che l'ho chiamato cosi', sarebbe capace di farmi fuori, quello -, Shino il taciturno e Kiba la bestia. Anche loro sembravano piuttosto stupiti, ma cio' non impedi' loro di cominciare a mangiare anche senza il loro socio. Il resto della giornata scolastica non fu affatto differente dal consueto, se non alla fine, quando suono' l'ultima campana che preannunciava l'uscita da scuola. Sasuke, quale nobile cavagliere che mi ero sempre immaginata, si era offerto di accompagnarmi a casa sua, senza lasciarmi il tempo di tornare prima alla mia per rasettarmi. Tuttavia l'idea non mi dispiaque, piu' tempo passavamo insieme, solo lui ed io, e piu' io mi sentivo in paradiso. Mancava poco alla comparsa di cherubini dalle fattezze femminee che cantavano in un coro di voci angeliche la mia gloria - o forse quella di Sasuke che m'illuminava. Gli cosi dietro e mi lascia condurre verso il quartiere nobiliare del villaggio. Non c'e' che dire, il suo clan era davvero altolocato, per non parlare della villa! Piu' che villa era una vera e propria reggia! era una costruzione su due piani in stile tradiozionale giapponese che non sembrava avere mai fine. Mi stupii del fatto che riusciva astarci pure un giardino! Mi sentii una principessa ricondotta al suo castello da un nobile principe, che meraviglia! Iniziavo gia' a sognare i miei giorni da moglie e madre in quella casa, non riuscivo a ficcarmi in mente che sarei rimasta li' solo per il pomeriggio. Vabbe', un pomeriggio sarebbe sicuramente bastato.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: L'ultimo raggio di luce ***


Non ci inoltrammo troppo nel labirinto dell'immensa abitazione. Sasuke si limito' a condurmi in una stanza che dava sul gardino, percorremmo un corridoio che da quella procedeva verso la parte opposta rispetto la strada - cosicche' potei notare il cortiletto inerno - facemmo il nostro ingresso in una seconda stanza per poi salire delle scale che conducevano ad un ambiente quasi privo di mobilio. Dall'essenziale potevo capire che si trattava di una stanza da letto. La trapunta futon che giaceva ordinatamente nell'armadio era appena visibile attraverso la carta che ne costituiva l'anta. Per il resto al centro vi si trovava un tavolino basso, non troppo largo, contornato da soli due cuscini di un bianco immacolato. Le tende alla finestra che si trovava alla mia destra erano dello stesso identico colore. Solo le pareti sembravano variare un poco, colorandosi di panna. Nel comlessivo l'intera stanza era staccata dan mondo nel suo candore. Anche la vista dalla finestra rispecchiava lo stesso senso di purezza: solo alberi e sabba ricurva intravista tra le fronde.

Posai i miei libri sul tavolino senza nemmeno aspettare che mi dicesse di farlo: la sola presenza di quello mi invitava di per se a tale atto. Una leggera brezza saluto' il mio arrivo attraverso la finestra, sparpagliando parte dei fogli per la stanza. Con frasi di scusa e di dispiacere il mio ospite corse verso quella per chiudere i vetri trasparenti, come se non ci fossero, per poi tornare verso di me e raccogliere il maggior numero di fogli prima che le nostre mani s'incontrassero su quello rimanente. Cio' non avvenne, nonostate io fremessi condotta dalle immagini da film che si accavallavano nella mia memoria. Succede sempre cosi', e quasi pensai che bastasse agire il fato perche' succedesse anche a me. pultroppo mi aveva gia' aiutato abbastanza dandomi l'occasione e non si sarebbe scomodato facilmente dal suo soffice letto di nuvole per accorrere in aiuto di una fanciulla innamorata. Peccato, non ci pensai prima, avrei dovuto crearmela da sola l'occasione perfetta! Ormai che dovevo farci?! Avrei agito piu' tardi: eravamo noi soli in una villa che si stendeva per chilometri - cosi' parve a me - avrei sicuramente trovato il modo di farmi cadere tra le sue braccia. Sakura, basta sognare ad occhi aperti! Su, voltati e cerca di avere un'aria meno rimbambita! Dio, quanto sembri scema, manco avessi visto un angelo sceso in Terra! Beh, in effetti l'effetto era quello. Cercai di dare piu' corda al mio cervello che gridava folle invece che al mio cuore che sii crogiolava nel suo brodo d'amore. Due secondi e tornai tra i comuni mortali, ringraziando il mio compagno per avermi aiutata nella raccolta dei miei manoscritti e li riposi nella loro posizione originaria sul tavolino, accanto al resto dei libri. Chinammo la testa e incominciammo il nostro lavoro.

Ufff, non avete idea di quanto fosse terribilmente complicato rimanere concentrata quando tanto splendore circondava la tua essenza e da ogni poro potevi percepire una fragranza floreale, una brezza marittima e un bagliore divino! Perdonatemi se vi dico che non resistetti a lungo, ma vorrei vedere voi al mio posto che avreste fatto. Dopo circa cinquanta minuti di lavoro esasperante supplicai per una pausa. All'inizio sembro' un po' colpito da tale mancanza di resistenza nello studio - ed io pure - tuttavia si arrese alle mie preghiere e mi indico' di tornare al pianterreno, mi avrebbe seguita immediatamente. Dio solo sa che avesse da are per non potermi accompagnare di persona, ma quando iniziai ad incamminarmi per le scale notai che entro' in un locale ulteriore, la casa sembrava proprio non avere fine. Tornai dunque nella seconda sala dell'intera dimora che avevo visto. Era un salottino un po' piu' all'occidentale rispetto tutte le altre stanze. Questo suppongo fosse dovuto alla presenza di un divano nei pressi del tavolino contornato da cuscini come sopra. La stanza era un poco piu' piena: un televisore enorme era di fronte al divano - indovinate un po' il colore del divano? Tutti quelli che hanno detto qualcosa diverso da "bianco hanno sbagliato! E dei cuscini? Come sopra! - Dietro al tavolo c'era un ripiano piu' alto che staccava l'ambiente da quella che apperentemente era una piccola cucinetta, con al centro un altro tavolo, ma stavolta occidentale, con sedie e tutto il resto. Non ebbi ulteriore tempo per osservare ill luogo, poiche' dalla porta oltre il cucinino fece il suo ingresso Sasuke, doveva essere sceso da un'altra scala, oltre la porta che aveva varcato quando c'eravamo separati.

Appena apri' bocca compresi il motivo della sua deviazione: era andato in una qualche specie di dispensa o simili e aveva portato a me varie tipologie di te', lasciando a me la scelta. Optai per un buon gelsomino, che tanto mi pareva avere a che fare con lo stile della casa e con tutto quel bianco luminoso che mi corcondava. Sasuke mi fece accomodare sul divano e quindi procedette verso i fornelli. Non sto a raccontarvi i cinque minuti successivi, nulla di che, l'unico rumore percettibile era quello dell'acqua che bolliva, io intanto mi stavo raggomitolando sul divano per l'imbarazzo. Saltiamo allora ad un periodo di tempo immediatamente successivo, in cui die tazze fumanti s'affiancavano sul tavolino e Sasuke sedeva di fronte a me su di un cuscino.

Forse fu perche' mi sentivo in imbarazzo a starmene tutta sola su un divano comodissimo mente il mio interlocutore era scomodamente seduto perterra e forse fu perche' venni trascinata dalle emozioni che ormai non riuscivo piu' a controllare, fatto sta che mi alzai con foga e quasi con la grazia di un marinaio mi accasciai letteralmente su un cuscino, alla sinistra del ragazzo, cosi' che ci trovammo allo stesso livello. Inizialmente mi guardo' un po' stranito, poi fece spallucce e cerco' di non badarci piu' di tanto. Questa noncuranza al momento la presi erroneamente come una voglia di diminuire le distanze. Quella era solo mia! Oh, scusate ogni genere di spoiler che ho fatto, spero seriamente mi perdoniate... Cercate di dimenticare tutto, ora proseguiro' con la storia cercando di non dirvi come va a finire - tanto lo sapete gia' - ma creando un po' di suspance. Presi una sorsata di te' e notai con piacere che lui fece lo stesso. Quella staticita' della situazione mi metteva terribilmente a disagio! Ora non riuscivo piu' sul serio a starmene sulle mie, sentivo che da un momento mi sarei alzata e avrei gridato ai mille venti i miei sentimenti! Tuttavia Sasuke mi precedette - lo so anche io che puo' sembrare strano, ma non ero sul serio in me per poterlo capire e saltai subito a conclusioni -. Infatti cio' che non avrei dovuto fraintedere - cacchio, non riesco proprio a non rovinarvi il finale! - fu il fatto che mi chiamo' per nome. Oh, lo disocno anche in Romeo E Giulietta: Cosa c'e' in un nome? Io ci trovai dentro l'intero universo! Pensai seriamente che avrebbe proseguito con qualcosa del tipo "penso che dovremmo uscire insieme" o "mi piaci" o "sposami"... Ora esagero, pero' il concetto e' quello, s'intende, no? Fattosta' che mi avvicinai esageratamente al suo corpo di marmo, allargai le mie braccia e le sentii aggrapparsi alla schiena di quello, arruffandogli la camicia. Inizialmente mi ritrovai con la testa poggiata sul suo petto, oh, se solo fosse finita li'! Gia' quella posa poteva essere piuttosto imbarazzante: ci conoscevamo cosi' poco e gia' mi permettevo di abbracciarlo in atle modo! Sapeste solo che profumo meraviglioso che emanava, quella fragranza mi spingeva ad avvicinarmi ancora di piu' di piu', sempre di piu', finche non potessi trovarmici dentro a quella dolcezza che colmava il mio naso! Il senso della vista non fu cosi' tanto corroto, poiche' nelle emozioni chiusi gli occhi e mi lasciai condurre dagli altri sensi, altrimenti avrei intavisto tramite la stoffa il corpo d'una statua classica, corpo d'angelo caduto dal cielo, corpo di un dio... Non riuscii a trattenermi e mi spinsi oltre - ora rabbrividisco al sol pensiero, ma mi formicola ancora in centro al petto una strana emozione she so descrivere solo come piacevole - olte: ecco che risalivo il petto forzuto e poggiavo le mani sulla roccia delle spalle. Oltre: il collo diritto e rigato dal sudore, unica cosa che lo accuminava a noi mortali. Oltre: il mento, le guance, la bocca. Oh, che bocca invitante, cosi' rossa e sottile! Non chiedetemi come, quando e perche', l'unica informazione che otterrete e che posai le mie labbra sulle sue in uno scoppio di luce brillante e sinfonie europee del rinascimento. Si', quello era proprio un bacio. Il mio primo bacio. Il mio primo bacio l'avevo donato a lui, a Sasuke.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Il confine con l'ombra ***


La luce del sole inondava il villaggio facendo risplendere ogni colore piu' del dovuto, la calure che faceva gocciolare la pelle preannunciava l'imminente arrivo dell'estate, mentre la primavera sfioriva dietro l'angolo, cercando di richiamare un'ultima volta l'attenzione su di se con gli ultimi fiori che tentavano di resistere al sole. La gente era in festa, e si preparava alla festa del fine settimana per augurarsi un buon raccolto svolazzando da una porta all'altra sulla strada. Tutta quella frenesia ebbra di gioia e impazienza mi parve particolarmente stomachevole: nulla della bellezza di quella giornata sembrava rispecchiare minimamente l'ambiente che s'era creato all'interno del mio corpo. sotto la pelle accaldata crescemano gelidi rovi che partivano tutti da un punto comune, al centro del petto, per portare dolore e sofferenza a tutte le parti del corpo. Ero indolenzita non dall'afa e dall'aria pesante di fritto che giungeva dal chioschetto di fronte, ma da un torpore delle carni lacerate da lame di ferro e fuoco, che si dibattevano sulle coscie stanche e nella testa. Lacrime di ghiaccio forzavano le palpebre riluttanti a lasciarle vedere la luce del giorno, mentre sul viso chiazze cremisi facevano la guerra ad altre pallide per il possesso di quello. A stento tentavo di trattenere la luce all'esterno della stanza, tirando le tende sulla finestra e tappando ogni singolo spiraglio di luce con quello che mi capitava per mano: qualche calza appoggiata al davanzale ed una maglietta appesa allo stipite. Tuttavia l'ombra che avevo creato ancora non mi bastava: io mi ero ranicchiata all'angolo della stanza, seduta sul letto sfatto abbracciata alle ginocchia, poggiando gli occhi turgidi sulle gambe ossute per il digiuno del giorno precedente. Tutta questa devastazione del corpo e dell'anima era dovuta unicamente ad un piccolo particolare del pomeriggio antacedente. Assurdo come un particolare apparentemente insignificante possa cambiare le cose im modo cosi' radicale! Eppure ecco li' la prova: mi aveva devastata!

Passo ora a spiegarvi questo piccolo fatto inatteso che aveva sconvolto i miei piani. Dunque, ricordate dove vi avevo asciati il capitolo precedente? Bene, non potevo riprendere direttamente da quello, vedete, ne sarebbe andata della suspance che gia' non so creare di mio. Ma ora prometto che smetto immediatamente di girarci attorno e vi racconto i fatti subito successivi a quel mio ba... Uhm, correggo, a quel mio gesto sventato. Dunque, non sto a ricreare tutta l'atmosfera magica e ultraterrena che mi avvolse i quel momento, servirebbe solo a rendere la mia disfatta ancora piu' terribile. L'immagine l'avevamo fermata nell'istante esatto in cui le mie labbra posarono sulle sue, dico bene? Ok, non avete idea di quanto mi affatichi raccontare l'immediato futuro, ma lo faccio per voi, ricordatevene in futuro! Fu una delle rare volte in cui era possibile scorgere un espressione di stupore sul viso che irraggiava candore del mio amato, neanche ve lo immaginereste quanto cio' era strano! Me ne accorsi troppo tardi, quando aprii gli occhi e tornai dal paradso al... Mondo terreno. Chiaramente era leggibile sul suo viso l'incapacita' di decidere come comportarsi, io stavo ancora peggio: l'aura d'oro che ci circondava un istante prima dandomi un piacevole torpore sulla pelle era diventata di ghiaccio che bruciava contro il mio corpo e ne feriva la carne. Mi ci volle un secondo appena percettibile e sibito mi staccai dal suo volto, senza avere piu' il coraggio di guardarlo negli occhi. Potrete percio' perdonarmi se non vi sto a raccontare come volsero le su espressioni e cosa si poteva intravedere dell'emozioni che risiedevano al suo interno, ma queste informazioni sono del tutto oscure anche a me. A volte penso che vorrei sapere come quel viso d'angelo s'era evoluto nel corso del tempo, ma ogni volta un brivido che percorreva la spina dorsale mi ricordava che mi avrebbe solamente distrutta ulteriormente. Cosi', invece che guardare in faccia i miei problemi, mi ritrovai a fissare il tappeto avorio - che ora sembrava di tonalita' sempre piu' fredde - con un blocco alla nuca che mi impediva di innalzare lo sguardo. Nella stanza ora si gelava letteralmente, io fremevo scossa dai brividi in continuazione, col desiderio di muovermi per ottenere un minimo di riscaldamento, ma con un vero e proprio blocco fisico che mi incatenava in quella scomoda posizione. Sperai in una reazione qualunque di Sasuke, ogni cosa che potesse in qualche modo smuovere la situazione e ridarmi cosi' la liberta' e il dominio del mio corpo. Gli ci volle un po', ma alla fine diede fiato alla bocca e parlo'.

-Dovresti andartene.

Tutto qui, due semplici parole. Al momento gli fui sinceramente grata, ora risentivo la forza nelle gambe per alzarmi e dirigermi verso la porta a grandi passi. Sulla soglia fui tentata di voltarmi un'ultima volta, come nei vecchi film, tuttavia temetti per due ragioni: 1. Avevo un terrore immane di come avrei trovato il suo volto. Mi ero gia' fatta qualche immagine nella mente di come sarebbe potuto essere il suo viso deluso, arrabbiata, spaventato o chessoio... Nessuna di queste eventualita' tuttavia gli donava particolarente, anzi, gettava un'onda d'imperfezione su di lui che proprio stonava; 2. I miei occhi non s'erano dati scrupolo nella produzione di lacrime, non mi sarei sorpresa se fossimo entramibi annegati li', in quella stanza, a causa di inutili secrezioni da parte mia, e infatti la prospettiva che tutto finisse cosi' non mi dispiaque particolarmente. Poi m'immaginai Sasuke piangere come stavo facendo io. Amai quell'immagine della mia testa, lo faceva sentire cosi' vicino a me, cosi' simile a me. Impossibile, tuttavia. Tentai di rimuoverla, ma mossa da compassione mi limitai a schiacciala nel buio cassetto delle utopie, in caso un giorno mi fosse servito come conforto in qualche modo rimirarla. Anche se dubito possa fornire un gran conforto. Un attimo di esitazione e allungai il passo. Mi stupii dell'accorgermi che speravo amcora che potesse proferire parola, ma non avvenne, come pensavo e tuttavia temevo.

Il resto non fu nulla di che, ma per amore della completezza vi raccontero' brevemente che accadde. Una volta uscita dalla villa riuscii a voltarmi indietro. Come avevo potuto fare un gesto simile? Pensarlo anche? E addirittura aver fantasticato sulla mia vita futura in quella dimora? Ebbi un capogiro e mi sentii sul punto di svenire, cosi' mi sedetti su di un muricciolo antistante, all'obra di un grande albero dalle foglie rosse e tentai di liberare la mente e le emozioni, dando sfogo totale alle lacrime senza piu' alcun tentativo di trattenerle, e poi una serie di immagini: l'incontro mattutino con Sasuke, le faccie gelose delle compagne, l'invito inaspettato, la villa, il divano, il te', un corpo, un viso... Respiravo forte e vedevo quel viso semprepiu' estraneo allontanarsi, oltre quelle foglie brune e brillanti. E' proprio strano che alle porte dell'estate ci siano ancora alberi che portano il peso di foglie di tale colore, non trovate anche voi? Sembrava di essere in autunno! L'inganno venne smentito da quel che era ancora piu' lontano: un cielo troppo limpido e caldo per poter appartenere all'autunno. Per qualche minuto fui in pace con me stessa, almeno finche' realizzai l'accaduto. Sasuke mi aveva rifiutata. Aveva rifiutato il mio amore! La disperazione torno' a prendere il possesso del mio corpo cosicche' compresi che dovevo allontanarmi da quel luogo il piu' possibile: non potevo piu' reggere quella vista!

Mi ritrovai ben presto a correre a gambe levate giu' per la discesa che condiceva lontano dai quartieri agiati del villaggio, verso le zone residenziali. Avevo il fiato corto, ma la forza della mia mente in quel solo momento si rivelo' piu' forte e mi spinse verso casa, tra una serie di viottoli quasi sconosciuti che sbucavano qua e la' nelle vie maggiori, una volta accanto ad un alimentari, un'altra nei pressi di una locanda in cui vecchi signori gonfi di birra iniziavano a rovesciare il contenuto bruno di ampie botti nei loro boccali di vetro, cosi' alzai gli occhi al cielo: si presentava ora di uno strano colorito tra l'azzurro ed il blu, molto bello ed affascinate, che segnalava l'arrivo della luna ed il calare della notte. Quanto tempo avevo rascorso nella dimora Uchiha? E sotto l'albero rubino? Oh, veramente non avevo piu' voglia di pensarci e preferii affrettarmi. Presto giunsi al mio umile appartamento, senza giardino e senza scale. Non avevo decisamente appetito, quella sera. Mi diressi alla mia camera da letto e mi posizionai come vi ho mostrato all'inizio del capitolo. Trascorso un giorno la situazione infatti non era cambiata granche'.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Perche' anche lui e' un angelo ***


Driiiiin!

Che diavolo? Me ne stavo ancora mollemente rannicchiata sul letto intorpidito dal mio corpo che a qualcuno saltava in testa la malsana idea di venire a suonare alla mia porta! Sai che ti dico? Va a quel paese e lasciami in pace! Vi pare che al giorno d’oggi non sia nemmeno possibile starsene a crogiolare nel proprio brodo di dolore e lacrime senza essere interrotti da qualcuno?! Da non credere! Oh, ma se la sarebbe vista brutta, credete a me, se solo avessi avuto voglia di alzare le mie cosce stanche dal letto. Ma non l’avevo. Mi ranicchiai ancora di piu’ nell’angolino maledicendo coloritamente chiunque fosse ad essere cosi’ attaccato al campanello. Che dite di una cosa tipo “Che venga mangiato da un gatto nero e il gatto mangiato dal diavolo” o giu’ di li’? Mi sentivo particolarmente fantasiosa. Ma pure generosa, poiche’ preferii non rispondere a cotale insistenza risparmiando la mia ira per scopi ben piu’ proficui, quali fare in modo che il dolore che provavo in quel momento s’intensificasse dentro me rendendo le lacrime sempre piu’ propense a rigarmi il viso. Vedete, penso sia successo pure a voi, magari da giovani fanciulline adolescenti, di sentire l’insano bisogno di star sempre peggio a causa di un rifiuto o di un chessoio di insensato. Beh, all’incirca era quello che stavo passando al momento, solamente non era insensato, anzi. So che e’ quello che sembra, ma vi posso assicurare che ogni tanto il mio cuore torna a battere tanto forte dal sentirsi all’esterno quando nella mia mente si affaccia il volto radioso di Sasuke. Pertanto abbiate fiducia nelle mie parole: quella non era la classica cotta adolescenziale che ti spezza in mille frammenti l’anima. La mia si era divisa in molti piu’ di mille. Dunque, il mio unico desiderio era di farla finita con le illusioni che mi ero abilmente costruita in anni di passione e rimpiazzare lo spazio lasciato vuoto con la cruda verita’, la tristezza, il dolore, la sofferenza. Oh, sia dannato Amore! Viene dipinto spesso come un cherubino paffuto e dolce, quando in realta’ sotto la sua pelle si nasconde il peggiore dei demoni dell’inferno, con tutto il mio rispetto per i demoni, non me ne vogliano. Che costava alla gente far finta che io non esistessi?!

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!

Come non detto! Quel dannato era ancora li’! Questo affronto non poteva piu’ passare inosservato, nel preciso momento nel quale ha pigiato il campanello ha firmato la sua condanna! Se la sarebbe vista proprio brutta, permettetemelo. Mi alzai controvoglia dal mio trono di coperte e cuscini con il volto ghiacciato nell’espressione piu’ terribile che potreste mai vedere. Se prima il corpo era gelido, ora il sangue mi ribolliva nelle vene e da queste penetrava nei muscoli indolenziti per incoraggiarli a reagire, eccome se avrei reagito, fremevo dalla furia! Non aspettavi lunghi discorsi o addirittura abili mosse adescatrici e dolorose, oh no, il mio attuale stato fisico parlava da se. Fortuna che non mi vidi in uno specchio, temo sarei potuta invecchiare di cinquant’anni in un solo secondo. Mi grattai la testa noncurante gettando i miei capelli nello scompiglio piu’ assoluto – come se prima non lo fossero… - mentre con l’altra mano tentavo di darmi un minimo di dignita’. Certo, il mio obiettivo era quello di terrorizzare chi fosse appollaiato sulla soglia di casa mia, ma non volevo certo lasciarlo secco! Infatti ero impegnata a tirarmi su i calzoncini che s’erano annidati molli piu’ in basso sulle cosce, lasciando in bella vista il nastrino azzurro della biancheria che mi cingeva i fianchi. Ero ormai giunta di fronte alla porta, con la sinistra aggrappata ad un’anca e la destra protesa verso la maniglia della porta, una smorfia di disprezzo misto a noia sulla bocca. Avrei aperto la porta lentamente e mi sarei messa a fissare il disgraziato se solo non avesse proferito parola prima del mio atto disperato di desiderio di star sola.

-Ehi, Sakura! Lo so che ci sei. Ti prego, qui si muore di caldo, sbrigati ad aprire! Eh, in effetti c’e’ una certa urgenza… Necessito di un bagno!

Nessun premi a chi indovina di chi si trattasse. Ma vi pare che la gente si presenta a casa di altri – per giunta NON amici – per chiedere di usufruire del bagno?! Naruto era proprio scemo… Non mi potette vedere, altrimenti notereste dubito la faccia delusa che questo ricordo mi fa assumere. Tuttavia devo ammettere che rimasi particolarmente sorpresa da quella visita inaspettata. 1. Che diamine ci faceva un tale individuo fuori dalla porta di casa mia? 2. Come faceva ad essere tanto certo che non fossi uscita? 3. Cosa provavo realmente per questo strano interesse nei miei confronti? Certo era strano… Io e lui avremmo avuto una conversazione quasi seria si’ e no una volta, quando tento’ di spiegare al professor Hatake i suoi progetti per il futuro. Quel folle pensava davvero che sarebbe potuto diventare Hokage, Dio ci salvi! Tuttavia le motivazioni che ci stavano dietro potevano anche avere un senso, anche se minimo e irrilevante, considerando chi era a pronunciare tali parole. Vi ho gia’ spiegato di quanto fosse insistente riguardo il duo desiderio di uscire con me, vero? Pero’ mai si era spinto fino a casa mia… Non credevo – ed ora lo so di per certo – che le due questioni fossero connesse. Ma allora cosi’ nulla aveva piu’ senso, non riuscivo a trovare un capo e una coda al groviglio che quell’interessa eccezionale mi aveva posto sul cammino. D’un tratto mi vergognai del mio stato, non so perche’, ma non volevo che Naruto mi vedesse cosi’. Tutta la mia rabbia e la mia furia in un momento deperirono e mi lasciarono solo un grande senso di disagio nel petto. Per chiarire i miei dubbi l’unica soluzione era invitarlo nella mia umile dimora e lasciare che si spiegasse da solo, ma non potevo permettere che entrasse. Allora trovai una soluzione, anche se poco cortese e ospitale. Aprii uno spiraglio tra la porta e lo stipite di legno rossiccio e permisi alla mia voce di fuggire tramite quel passaggio.

-Senti, Naruto… Che ci fai qui? Non sono nelle condizioni di vedere nessuno, ora…

-Oh Sakura, ti prego, lasciami entrare! Prometto che non diro' a nessuno cio' che vedro' in casa tua, sara' il nostro piccolo segreto, adesso, se non ti dispiace, potrei...

-Che?! Ma sei cretino o cosa?! Certo e' che io con te non voglio averci nulla a che fare! Dio mio... A che livelli siamo arrivati! Non ci posso credere... Ma ti pare di essere convincente a dire una cosa simile?!

Andai avanti cosi' per qualche minuto ancora, poi mi arresi al suo visino da cane bastonato e lo lasciai entrare. Un po' mi sentii in colpa per averlo fatto aspettare tanto, per iil resto continuai a rimproverarmi di avergli anche solo risposto. Sperai solo che non si facesse troppe domande, non avevo comunque alcuna intenzione di rispondergli. Entro di tutta fretta ringrazioandomi, poi getto' letteralmente una borsa enorme sul pavimento - suppongo fosse direzionata al divano - ed infine segui' la traiettoria segnalata dal mio indice verso la porta del bagno. Prima di entrarvi piego' un'ultima volta la testa verso di me riconoscente, quindi chiuse la porta dietro di se.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Fuga dall'inferno ***


Mi ritrovai sola, seduta sul divano, a fantasticare sul motivo di quella visita misteriosa. Ormai non tentavo piu’ di apparire un po’ piu’ bella. Si’, lo ammetto, all’inizio ci rimasi male, ero letteralmente uno straccio, pero’ Naruto non aveva detto assolutamente nulla, e la cosa mi rincuorava parecchio. Era ancora chiuso nel bagno mentre io fremevo ardentemente – per la prima volta in tutta la mia vita – dal desiderio che lui si sedesse accanto a me e mi raccontasse ogni cosa. Stavo iniziando a torturarmi le dita nell’attesa, ma poi trovai un occupazione migliore. Mi diressi verso la cucina di casa mia: una stanza piccola, piuttosto modesta, dalle piastrelle rosse e bianche e tendine ricamate a fiori… Lasciatemelo dire, tutt’altro che villa Uchiha! Ma al momento cercavo di non pensarci, era un ricordo piuttosto doloroso. Oh Sasuke, ancora non mi e’ del tutto chiaro il perche’ un amore che pensavo cosi’ meraviglioso e potente s’e’ dovuto necessariamente trasformare nell’incubo peggiore che spaventa una giovane ed ingenua fanciulla ogni notte. Sasuke, mio amore, mio piacere, sei tu ad aver distrutto quel sogno, spiegamene almeno la ragione! E mentre il mio cuore piangeva le mie mani posavano d’istinto la pentola ricolma d’acqua sul fuoco. Un paio di minuti e quella gia’ sfrigolava, ma il tempo era bastato perche’ la maligna malattia che aveva infettato il mio petto si propagasse su fino al volto, agli occhi, bruciandoli di rossa irritazione e annebbiandoli con nere lacrime. I singhiozzi si facevano strada su per il petto e risuonavano soffocati nella piccola stanzetta. Mai nessuno avrebbe dovuto vedermi in quello stato. Mai! E sottolineo Nessuno! Pultroppo ho scoperto abbastanza presto di essere una ragazza piuttosto sfortunata, che sa che raramente i suoi desideri vengono anche solo presi in considerazione. Infatti questo venne frantumato all’istante.

-Ehi, Sakura… C’e’ qualcosa che non va?

Ma bravo, Naruto, non solo compari sulla soglia nel momento peggiore che avresti potuto scegliere, ma anche fai domande idiote! No, guarda, va tutto a meraviglia, cosa potrebbe andare storto in un moment simile?! Che gioia che e’ la vita! – Spero abbiate notato il sarcasmo che c’era nelle mie parole… E’ fondamentale per comprenderne a pieno il significato - . A quel punto ero davvero a terra. Non gli risposi, non ce n’era bisogno, tuttavia tentai con una manovra disperata di nascondere il mio volto al suo, di tenere per me tutto il mio dolore. Tanto lui non avrebbe capito.

-Senti, lascia stare qui. Stavi preparando il te’, no? Beh, siediti in salotto, qui ci penso io. Tranquilla, non t’incendio la cucina! Non sono cosi’ incapace da non saper mettere qualche foglia secca in dell’acqua. Ehi, non fare quella faccia! Ti direi che sei una stronza, se non sarebbe cosi’ poco delicato in questo momento.

E si mise a ridere… Tranquilli, non ci feci troppo caso a quelle parole. Erano pronunciate da Naruto, ricordiamocelo! Scherzi a parte, sapevo perfettamente quando lui non fosse portato per le parole, e quel tentativo di tirarmi su il morale mi fece anche un po’ piacere. Ora non pensiate che io mi stia rammollendo, nient’affatto! Non sopportavo quel ragazzo prima, ne’ tantomeno lo sopportavo ora. Solo avevo un disperato bisogno di contatto umano, e lui era l’unico essere vivente a portata di mano. Oddio, forse sono davvero una stronza come dice lui… Infondo e’ anche venuto a trovarmi… Ehi, e’ vero! Ma come diavolo faceva a sapere tutto?! Ma no, non lo sapeva mica, scherziamo?! Pero’ ancora non mi aveva detto il motivo della sua visita. La Dea mi salvi, quel ragazzo era proprio andato! Quasi mi faceva tenerezza, nel tentativo di versare il te’ alla rosa selvatica in due grandi tazze che aveva trovato nella dispensa sopra ai fornelli. Mi misi a fissarlo da un verde cuscino del mio divano, mentre attorcigliavo le lunghe dita rese sgraziate dall’ansia attorno ad una coperta in tinta. Diciamo che era proprio buffo! Sempre il solito cretinetto! Dopo una lunga ed ardua ricerca – intervallata ogni due per tre da una mia imprecazione - trovo’ finalmente lo zucchero, dunque mi raggiunse in salotto, accoccolandosi tra i cuscini per terra.

-Guarda che se vuoi potrei anche concederti l’onore di sederti sul nobile divano Haruno!
/br> -Noto che le e’ tornato il buon umore, principessina… - Aveva un certo tono sprezzante, ma piuttosto divertito.

-Beh, le tua grandi gesta almeno qualcosa di buono lo hanno fatto, una volta su mille! – Un’occhiata laterale, poi un sorriso, ed infine, di nuovo, sprofondai nelle tenebre… L’allegria raggiunta era solo passeggera, gia’ era fuggita verso un’altra persona da salvare. Torna! Ancora non mi hai trascinata via dal pericolo! Ancora ho paura! Nulla da fare, ero un caso senza speranza. Malato terminale affetto da depressione cronica! Morira’ sola!

-Mi vuoi dire che c’e’?- Era maledettamente serio… E, e’ davvero difficile ammetterlo, anche quasi figo. Uh, ritiro subito quello che ho detto, ommioddio non e’ possibile, quella non sono io!

-Niente.

-Ah! Chi mai le capisce le ragazze! Dicono sempre il contrario di quello che pensano! Vabbe’, sai che ti dico io, che non ha importanza. Davvero, se ti va di parlarne io ci sono, Sakura. Per te sempre!- Un sorriso da un orecchio all’altro.

-Uff, Naruto… Con te non ci esco, ok?! Dimmi che diamine ci fai qui e falla finita!

-Oh, e’ vero, quasi dimenticavo!- Corse verso l’ingresso. La borsa! Ecco, la trascinava verso di me. –Oggi non sei venuta a scuola, eravamo tutti preoccupati, non e’ da te! Poi oggi pomeriggio io e Sasuke dovevamo trovarci per quella roba li’ dello studio, che mi avrebbe aiutato lui… Ricordi?- Senza preavviso lui arrossi’. Io non capii. –In ogni caso… Mi ha detto che ieri hai lasciato i tuoi libri a casa sua. Li aveva oggi a scuola per riconsegnarteli ma non c’eri. Non sembrava sorpreso. Allora mi ha chiesto di portarteli, dato che lui aveva da fare prima di venire a casa mia a studiare.

Studiare cosa, che non avevamo fatto assolutamente nulla?! Questa m’incuriosiva. E da quando Naruto era diventato lo schiavetto personale di Sasuke? Oh Naruto, come sei ingenuo. Ci pensai un secondo… Io avrei fatto la stessa identica cosa per il mio amato! Beh, ma era estremamente diverso, il nostro rapporto non era paragonabile al loro. I maschi tra loro scherzano, fanno gli scemi e via dicendo… Solo non sapevo che fossero diventati amici. No, impossibile. Sasuke era a dir poco perfetto, Naruto tutto il contrario. Sasuke… Avevo tentato per due giornii di scordare quel nome e tutto cio’ che lo riguardava, ed ora saltava fuori il primo cretino da dietro l’angolo e mi butta tutto all’aria! Naruto deve essersi accorto del mio rabbuia mento, perche’ mi parlo’ ancora con quel suo fare serio, a dir poco strano.

-Non fare la lunatica ora, la schizzinosa tanto meno. Hai un problema e ti si legge in faccia che hai solo bisogno di liberartene. Se vuoi non ti ascolterro’, dimentichero’ tutto, ma ti prego, lo faccio per il tuo bene, parla!

Rimasi ancora una volta scioccata da quel ragazzo… Certo che questo suo lato ce lo aveva nascosto per anni! Ero piuttosto titubante e ancora adesso non ne comprendo le ragioni, ma gli raccontai della sera prima. Non fate domande, non saprei rispondervi. Forse lui aveva ragione, dovevo solo sfogarmi. Peccato che dopo il mio racconto non povero di lacrime, singhiozzi e feroci pianti, quello piu’ abbattuto sembrava lui. Se solo allora ci avessi fatto caso! No, ero troppo concentrata su me stessa e sui miei mali.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: La strada illuminata dal sole ***


Trascorsero piu’ o meno due giorni, ora non ricordo bene, da quando Naruto aveva avuto la malsana idea di venirmi a trovare. Beh, in effetti potrebbe sembrare un pensiero carino da parte sua, si’, ma io so che aveva solo doppi fini, cercava di entrare nelle mie grazie, ma non e’ cosi’ facile, sai? Tolto questo particolare devo ammettere che poi m’ero sentita davvero meglio, non per merito suo, sia chiaro, ma a volte raccontare a qualcuno dei propri mali, scaricare cosi’ il dolore sugli altri, permettere loro di portare le proprie croci, puo’ essere davvero utile. Io l’avevo scoperto solamente quel giorno. Forse un po’ devo concederglielo, quella conversazione per me era stata davvero liberatoria. E non che ci tenga un granche’, ma avevo trovato in lui delle orecchie pronte ad ascoltare qualsiasi lamentela di una ragazzina capricciosa. Oh, okok, come volete, lo ammetto, mi dovetti decisamente ricredere sul biondino! La mia crisi era momentaneamente passata, ma non era detto che non avessi avuto bisogno ancora una volta –o magari piu’ d’una… Si’, cosi’ e’ verosimile- di quegli occhi cosi’ comprensivi, di quella bocca cosi’ capace di starsene ben serrata quando dovuto – specificando SOLO quando dovuto-. Era difficile per me all’epoca riuscire a vedere Naruto come amico, lo e’ anche tutt’ora, ma per una ragione ben diversa. Tuttavia era una cosa fattibile, almeno potevo provarci. Ed in effetti ci provai eccome! Ero tornata a scuola –la mia carriera immacolata era stata deturpata da un giorno di assenza… Non potevo crederci!- e tutto sembrava essere tornato alla normalita’. Almeno finche’ Sasuke non fece il suo ingresso nell’aula.

Le mie compagne mi avevano accolta rincuorate, vedendo che effettivamente stavo benone. Mi tempestarono di domande che liquidai in fretta con una scusa che non reggeva molto, ma nessuno oso’ contestare. Dissi loro che avevo avuto un mal di testa davvero fortissimo e che preferivo liberarmene in un giorno di riposo piuttosto che portarmelo appresso fino agli esami. Detta questa balla effettiva rivolsi lo sguardo al mio ex-compagno-piu’-odiato e lo vidi stamparmi di fronte un sorriso che andava da un orecchio all’altro, seguito da un “Sono felice che tu ti sia rimessa”. Non lo dissi, almeno non volevo farlo sembrare in pubblico, ma anche io ero felice di tutto quello che lui aveva fatto per me. Sperai solo che lui sapesse mantenere il segreto, ma ce lo vedevo troppo bene a vantarsi con i suoi amici dicendo che avevamo passato un pomeriggio insieme noi due soli e chi-sa-che-altro-era-capace-di-inventare. Dio, no! Che ribrezzo, non voglio nemmeno pensarci! Ok, potevo non odiarlo piu’ cosi’ tanto, ma questo sarebbe stato davvero troppo! Oddio, dov’ero rimasta? Non riesco a concentrarmi con idee simili che aleggiano per la mia povera mente… Ricambiai tuttavia il sorriso, curandomi che nessuno potesse in alcun modo farci caso, e bisbigliai un “Grazie” che parve non comprendere. Decisi allora di lasciar perdere e tornai a conversare amichevolmente con la timida Hinata che aveva tenuto da parte per me gli appunti delle lezioni del giorno precedente. Stavo chiedendo qualche chiarimento alla mia compagna quando uno spavaldo Sasuke scavalco’ a passi lenti la soglia. Isolai automaticamente il vociare caotico dei ragazzi e le risposte delle ragazze ali miei quesiti e concentrai tutta me stessa sulla figura entrante. Lo fissai con gli occhi piu’ crudeli con cui avrei potuto farlo, verso di lui –quindi neanche piu’ di tanto- e non notai alcuna espressione di stupore quando si volse verso la mia presenza. Inizialmente ci rimasi un po’ male, ma qualche tempo dopo avrei capito. Dopotutto allora non potevo saperlo. E pensate un po’ voi, figurarsi che il signorino si degnasse anche solo di rivolgermi la parola! Chiedimi almeno come mi sento, mostrami di essere almeno un pochino dispiaciuto… No, nulla! Tuttavia ne fui sollevata, proprio non mi andava di parlare con lui. Se proprio avessi dovuto far conversazione con qualcuno ora come ora avrei scelto Naruto, ma… Ehi, guarda un po’ il bastardino, fa tutto l’amicone con Sasuke! Che diavolo avranno avuto da parlare cosi’ tanto?! Toh, ridono anche… ‘Fanculo, non m’importava proprio. Avevo ben altro da fare: addirittura un giorno intero di assenza da recuperare!

La lezione procedette in modo piuttosto tranquillo, se tralasciamo svariate mie occhiate a quel ragazzo esageratamente figo che s’era impossessato del mio cuore cosi’ tristemente e qualche gomitata ben serrata nello stomaco a quel demente che non faceva altro che ronzargli attorno, manco fossero migliori amici. Beh, anche Sasuke ci dava dentro con le conversazioni, quel giorno. Mmm, piuttosto strano, che in fondo il mio bacio avesse scatenato in lui qualche strana reazione chimica rendendolo improvvisamente sociale? Mah… Crediamoci, cosi’ almeno un po’ mi sento piu’ tranquilla. Vabbe’ vabbe’, lasciamo le cose cosi’ come sono, potrei sembrarvi pazza da legare a raccontarvi di solo qui due! Oddio, non e’ che gia’ mi avete preso per una fissata, spero! Vi dimostrero’ ora che per almeno un paragrafo non pronuncero’ quel nome. Ed il paragrafo in questione…

Inizia ora. Dunque, saltiamo una bella manciata di giorni che proseguirono tutti piu’ o meno come questo. La mattina andavo a scuola e me ne stavo con le mie amichette a spettegolare su chiunque, il pomeriggio andavo a casa a studiare e… Beh, vi devo confessare che avevo iniziato ad uscire con Naruto. Non come coppietta, per l’amor di Dio, no! Diciamo solo che stavamo imparando entrambi ad essere buoni amici. Era iniziato tutto quando s’era intrufolato da me, proseguendo poi il giorno che ci rincontrammo a scuola, quando fu cosi’ intelligente dal capire che doveva assecondare le mie parole. Poi una cosa aveva preso l’altra ed eccoci seduti sulla panchina del parco dietro alla scuola, dopo le lezioni. Ero un po’ infastidita in effetti a quella richiesta cosi’ assordante del passare un po’ di tempo insieme. Mi aveva davvero annoiata questa storia. Va bene che mi sei servito un pomeriggio per riprendermi da una crisi che verra’ annotata nei libri di scuola, ma non significa affatto che ti mi piaccia, comprendi? Suvvia, alla fine mi arresi, d’altronde un po’ con me era stato carino, percio’ accettai, solo perche’ mi sentivo in debito, pero’. Mi accasciai sul legno alla distanza dovuta –su e giu’ mezzo metro- e parlai seccata.

-Su, sentiamo. Che diamine vuoi sta volta? Non e’ possibile che tu debba sempre infastidirmi cosi’ e bla bla bla…- Naruto non mi stava ascoltando, infatti m’interruppe presto, senza lasciarmi finire la frase.

-Sakura, ti prego. E’ importante!- Era stranamente serio. Decisi di fermare le mie lamentele e di provare a starlo a santire.

-D-d’accordo… Dimmi pure.

-Senti… Tu l’altro giorno mi hai aperto cosi’ tanto il tuo cuore da raccontarmi addirittura una cosa cosi’ riservata per te, cosi’ importante! Ecco, io mi sento in qualche modo in debito. Voglio darti motivo di fidarti di me, cosi’ che tu possa sapere che nessuno verra’ mai a conoscenza delle tue parole. Pertanto ti diro’ un mio segreto, una cosa che solo pochi altri sanno e di cui davvero ho bisogno di liberarmi. Pensi che potremmo fare questo patto? Un segreto per un altro segreto, cosi’ da creare fiducia reciproca?

-Ok, non ce n’era bisogno, sul serio, ma se senti il bisogno di parlarne io ci sono!

-Grazie davvero, sei una grande amica, sai?! Quello che volevo dirti e’ che… Ecco, non ti devi preoccupare per me, per quello che potrei fare e tutto il resto. Dio, non e’ per niente facile dirlo, ma vorrei che tu sapessi che non ci provo affatto con te. Non che tu non sia una bella ragazza, non e’ questo il punto, ma il problema e’ mio… Vedi… Penso che a me piacciaono gli uomini… Non pensare male di me, lo so che e' stano. Ma ci tengo tanto alla tua comprensione!

Rivelazione shock -so che per voi non lo e' stata affatto, ma io ero solo una ragazzina ingenua-. Rimasi li’ imbambolata a meta’ tra lo stupore per la notizia e la felicita’ per la fiducia che quel ragazzo cosi’ impacciato riponeva in me, e' sempre bello essere speciali per qualcuno. Era ovvio che quuel ragazzo provasse da parecchio tempo ormai qualcosa di importante per me, ma evidentemente non era amore, un particolare interesse che tuttavia non sfociava nel desiderio, solo un grande senso di limpida amicizia. Mi ero sempre sbagliata sul suo conto. Pensavo di essere tanto intelligente, eppure allora non capii. Non capii che quelle parole mi avrebbero dovuto fare davvero molto male, anzi, ero anche quasi felice che me le avesse dette. Non mi sentii mai vicino a qualcuno veramente fino a quel giorno. Avevo sbagliato ed ero intenzionata piu' che mai a riparare ad ogni mio errore. Dopo qualche istante si alzo’ e mi sorrise di nuovo, dopodiche’ ando’. Dopo quella volta lo vidi ogni pomeriggio, ma le nostre conversazioni non toccarono piu’ argomenti tanto profondi e personali. Ci limitavamo a chiacchierare amichevolmente del piu’ e del meno, io non avevo piu’ alcun timore a mostrarmi in giro con lui e mi fidavo cecamente. Una sera, infine, mi propose di andare assieme, anche con *** -vi ho promesso che non l’avrei pronunciato- alla festa per la raccolta del grano del giorno seguente. Avevo gia’ intenzione di andarci, e il pensiero di essere ancora una volta accanto a *** un po’ mi spaventava, ma c’era Naruto al mio fianco che mi faceva sentire piu’ tranquilla, cosi’ accettai la loro compagnia.

-Na-chan, penso che tu sia il mio migliore amico, grazie!

-Sakura, io penso lo stesso di te. Non mi devi ringraziare affatto.

Ho mantenuto la mia promessa ed ora che ho finalmente cambiato paragrafo lo dico: Ero terrorizzata al pensiero di uscire con Sasuke! Come mi sarei dovuta comportare? Il notro rapporto era definitivamente cambiato, questo e’ certo, ma sembrava essere cosi’ tanto amico di Naruto… Solo che lui riteneva me la migliore, me l’aveva detto e dopo quel discorso nel parco mi fidavo davvero delle sue parole. Che ingenua, mi direste… Ed avreste ragione. Tuttavia non ricordavo che ci potesse essere un qualche sentimento piu’ forte dell’amicizia sentita, in quel momento. Ed allora andai a quella dannatissima festa con il mio migliore amico e col ragazzo che tanto avevo amato, persa nell’idea splendida del poter essere ricambiata un qualche giorno.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Caldi luccichii della notte ***


L’atmosfera era davvero molto piacevole: luci arancioni e rosse di lanterne di carta, appese qua e la’ lungo le vie del centro, schermavano la parabola del cielo notturno tanto da impedire la visione delle stelle che spiavano il mondo. File di colorate bancarelle che facevano vibrare nell’aria profumi di prelibatezze orientali e musiche folkroristiche tappezzavano i muri degli alti edifici storici, nascondendo cosi’ alla vista dell’uomo la loro vecchiaia. Famigliole felici con fanciullini elettrizzati sfrecciavano tra le stoffe alla rincorsa dell’ultima attrazione avvistata dai figli; coppiette affiatate passeggiavano mano nella mano, spalle a spalle lungo le strade affollate; allegre compagnie di amici cantavano canzoncine a malapena orecchiabili sospinti dagli effetti benefici di bevande luccicanti. In tutta queste categorie di gente, tra tutti questi individui cosi’ gioiosi, io non mi distinguevo di per certo per l’umore. Volteggiavo cosi’ tra frivoli pensieri proprio nel medesimo modo della gente a me attorno. Ero seduta su una panchina di legno all’esterno del negozio di fiori del villaggio, ancora aperto nonostante l’ora tarda. Aspettavo da tempo indeterminato, incurante persino di questo stesso, giocherellando con un portafortuna appeso alla vita dello splendido yukata, fiori rosa su campo bianco, che indossavo. Sara’ stato tutto merito dell’abito combinato all’ambiziosa acconciatura tutta fili di capelli dietro la nuca che si intorcigliavano in volute, curve e nodi dietro alla nuca, o per la spensieratezza di quel momento, ma devo ammettere, modestia a parte, che quella sera ero davvero bella! Non lo dico tanto per dire, o perche’ voglia vantarmi, sia mai! E’ solo che sarebbero le parole usate anche da un narratore esterno, ne sono assolutamente certa. E fidatevi, giacche’ la mia solita autostima non e’ che fosse tanto un gran cosa… Tuttavia quella sera mi sentivo fortunata. Non ambivo a nulla in particolare, ma mi si scaldava il cuore al solo pensiero di quanto l’amicizia fosse piacevole. Atro che amore e amore… Parole per ragazzine che gia’ si credono grandi! Mi ero davvero stancata di questi sentimenti sciocchi, o almeno cosi’ pensavo. Sappiate che e’ impossibile riuscire a sfuggire a cotanta potenza delle emozioni. Credetemi, c’ho provato a lungo ed ancora il mio cuore e’ in catene, costretto ad una prigionia sempre piu’ dura ed angosciante. Potrete pensare che la distanza alleggerisce il peso, lo pensai anche io allora, ma ho avuto l’occasione di ricredermi. Triste il destino.

Giunsero infine i miei compagni di giochi, gli amici della serata, stranamente assieme. Non ci feci caso. “Avranno finito di studiare da poco” pensai ingenuamente. Naruto mi aveva detto che continuava il suo programma di studio con Sasuke nonostante la mia indisposizione nei suoi confronti. Mi ero stancata di come mi trattava, di come trattava tutti, o forse ero solo semplicemente offesa. Tuttavia sopportavo di sentire quella parola venire pronunciata dalla bocca del mio migliore amico. Lo facevo per lui, sembravano essersi avvicinati abbastanza in quel periodo -anche se non sospettavo tanto!- ed allora sopportavo quel grave fardello. Lui avrebbe fatto lo stesso per me, ed in passato aveva dimostrato di sapermi ascoltare, nonostante i miei interminabili discorsi complessati, pertanto desideravo ricambiare in qualche modo.
Questo ragazzo cosi’ comprensivo e logorroico quasi quanto me mi si avvicino’ correndo a braccia spalancate, sbraitando il mio nome a tutti i venti e dimostrando, come sempre, il suo grandioso entusiasmo per ogni cosa che facesse. Un tantino mi vergognai per l’attenzione che attirammo, ma quel suo modo di fare aveva iniziato a farmi piacere in una maniera incomprensibile, forse mi faceva sentire speciale per almeno qualcuno. Le mie gote si tinsero di un leggero rossore puerile, mente ridevo a denti scoperti nel vedere il mio amico inciampare cosi’ goffamente non si sa in che cosa lungo la strada. Appena si fu ripreso mi raggiunse, stringendomi in un forte abbraccio maschile, accompagnato da un delizioso aroma al muschio bianco. Solo allora vidi dietro alle sue spalle che l’alta figura in kimono lungo non s’era mossa di un solo centimetro. Sasuke ergeva, come inchiodato a terra, nello stesso posto che avevo scorso al suo arrivo, con la stessa espressione incomprensibile. Mai avrei capito, e mai capiro’,che cosa si celasse dietro a quegli occhi all’apparenza cosi’ gelidi e distaccati. Cio’ che nascondevano non era destinato a me. Dopo due stritolate o piu’ Naruto si stacco’ dal mio corpo ormai stremato per quello sforzo fuori dalla mia portata –lui era incredibilmente energico- e si volse verso il nostro terzo ed ultimo compagno. Gli stampo’ davanti un sorriso che lo invitava caldamente ad avvicinarsi alla nostra dolce scenetta e quello gli ubbidi’! Stentai pure io a crederci, lo so che e’ una cosa assurda, ma cosi’ fu’, giuro su cio’ che di piu’ caro ho al mondo. Croce su cuore. Una volta radunati, Sasuke ancora non aveva spiattellato la minima parola –da quanto e’ che non lo sentivo parare?-, fu l’altro a ravvivare la situazione che gia’ iniziava a raffreddarsi, portando in quella notte che si faceva sempre piu’ gelida un raggio di sole che solo lui era capace di richiamare. Poggio’ non troppo delicatamente le mani sui miei fianchi e inizio’ a spingermi lungo la strada che ci si apriva davanti, zoppicando ogni tanto nelle infradito di legno, mentre l’altro seguiva a distanza eccessivamente ravvicinata –come facevo a non capire?!- ogni suo passo.

-Dai, Sakura-chan, muoviti! No, non da quella parte, noi dobbiamo andare a destra!

-Ma come diavolo faccio a saperlo?! Mi vuoi dire dove stiamo andando?

-Ma come?! Ti sto portando in paradiso, in un posto superspecialissimo. Ci saranno tutti quanti!

-Che?! E da dove t’e’ salt…

Inutile dire che non mi lasciava parlare, ne tanto meno era intenzionato a darmi qualche informazione in piu’. Dio, quant’era testardo allora! Dovreste vedere che agnellino e’ diventato al giorno d’oggi. Pero’ devo ammettere che la sorpresa c’era stata. Girammo l’angolo ed entrammo nella piazza del mercato, quel giorno svuotata delle solite bancarelle di frutta e verdura, rimpiazzate temporaneamente da carretti di zucchero filato e venditori di stelle filanti. Al centro spendeva un maestoso albero in fiore, non troppo grande ma comunque elegantissimo, grazie ai nastrini colorati che ragazze speranzose nella realizzazione del oro desiderio avevano appeso a quelle fronde. Ma cio’ che davvero mi aveva stupita era la presenza di tutta quella gente a me tanto cara. Mi volsi in direzione di colui che aveva organizzato tale raduno per scoccargli un bacio affettuoso sula fonte per poi dirgli qualcosa come “Ma allora anche la tua testa bacata ogni tanto sa come si fa a funzionare!”. Quello nemmeno piu’ faceva caso ai miei insulti, ormai erano quotidianita’, e li tramutava immediatamente nelle parole di gratitudine che effettivamente avevo intenzione di riferirgli. Ricambio’ con uno di quei suoi sorrisi cosi’ carini ed infine mi lascio’ col resto dei nostri amici, piu’ che altro compagni di scuola. Se solo avessi girato lo sgurado un’ultima volta verso quei due mi sarei accorta che stavano abbandonando la piazza. Loro da soli. Loro che intrecciavano cosi’ teneramente l’uno le dita dell’altro. Ma non lo feci, e aggiungo, per fortuna. La cosa mi avrebbe rovinato la serata, che procedeva cosi’ dannatamente bene.

Non mi curai del fatto di non vedere piu’ i miei accompagnatori tra tutta quella folla. Certamente erano in giro a fare cose da maschi –non chiedete cosa sono… Non ne ho la piu’ pallida idea, essendo io femmina- con quei disgraziati che erano nostri amici. Poco importava, me ne sarei restata li’ a gongolare e a fare pettegolezzi su qualunque cosa possibile ed immaginabile con le mie amiche. Mi faceva cosi’ piacere vederle, temevo un po’ di averle trascurate a causa della mia amicizia da poco trovata, ma quelle se la passavano alla grande comunque. Tenten mi osservo’ con occhi spaventosamente indagatori, per poi esordire col suo discorso.

-Sakura, tesoro, allora… Come te la passi col caro Naruto?

-Bene bene, ci vediamo molto ultimamente, si e’ davvero riscattato!

-Uoh, la nostra Sakura-chan ha fatto centro!

-Eh? Nono, non e’ vero affatto, che stai dicendo?! Dio, non pensavo stessi parlando di quello… Tsk, non me lo sognerei mai nemmeno se fosse un incubo! Ok, siamo solo amici, null’altro!

-Seee, e noi ci dobbiamo fidare, vero?!

Da quando le mie amiche erano diventate cosi’ sospettose nei miei confronti? Certo, ultimamente passavo piu’ tempo con Naruto che con loro, ma i nostri rapporti erano comunque grandiosi ed avrei raccontato loro ogni cosa che non avessi promesso di mantenere segreta, come la situazione sentimentale del mio amico. Tenten continuava ad indagare sui nostri rapporti, sapendo che non c’era nulla davvero, ma divertendosi comunque un mondo a vedermi in imbarazzo, ma mai quanto la povera Hinata che si agitava cosi’ tanto per il tema della nostra conversazione. Guai mettere quel nome in una frase, potreste farla cadere a terra cosi’ miseramente! Oh, com’era dolce quella ragazza… Un po’ mi dispiaceva, ma non avevo la minima intenzione di distruggere i suoi sogni ne’ tantomeno di infrangere una promessa fatta. D’altronde era una bella immaginetta, noi tre a parlare cosi’ spensieratamente degli argomenti piu’ futili che potessero apparire sulle nostre labbra rosate. Era sciocco, ma comunque divertente. Una serata un po’ tranquilla, senza nulla di particollare, ci voleva davvero. Ce ne stavamo in un angolino della piazza bella ed illuminata, sedute su una panchina verniciata di rosso scuro, adornata da dei fiori di carta coloratissimi. Ma quella tranquillita’ venne spezzata da una figura in corsa che si fermo’ col fiatone proprio di fronte a noi. S’aggiusto’ i biondi capelli usciti dall’elastico che li legava in una lunghissima cosa con forcine nere recuperate da chissadove. Ino fece un tentativo di calmarsi respirando piu’ lenamente, per come poteva ed ancora con i polmoni che andavano a mille mi guardo’ negli occhi. La vidi allora. Una goccia luccicante, che rifletteva le luci calde e confortevoli della festa, le si era fermata su una guancia, mentre le altre lacrime continuavano a scivolare giu’ lungo quella pelle cosi’ incredibilmente perfetta. Gli occhi suoi belli come il cielo estivo s’erano arrossati ed un po’ erano diventati turgidi, mentre la linea di matita nera che li circondava s’era fatta un po’ sbavata lungo la scia che le lacrime si erano scavate al confine di quelli. Era una strana visione, certo, quella ragazza cosi’ bella non avrebbe mai permesso di rovinare cosi’ il suo bel visino. Mi feci subito preoccupata, per questo. Doveva essere successo qualcosa di davvero terribile, mi alzai dunque e cercai di chiederle dolcemente che fosse successo.

-Sakura… Devo parlare… Con te… Un momento…

Mi rivolsi alle mie precedenti interlocutrici e chiesi loro scusa per allontanarmi cosi’ in disparte con la bionda.

-Cosi’, va bene, non ci sentira’ nessuno. Ora dimmi perche’ ti ritrovo cosi’ in questo stato.

Le lasciai il tempo per calmarsi dopodiche’ trovo’ la forza di rispondermi.

-Oh, Sakura… Non ci crederesti mai, e’ terribile!- le lacrime ripresero a sgorgare copiosamente sulle sue gote in fiamme –Non posso dirtelo… Dovresti aver visto tu per capire!

-Cerca di spiegarmi, io mi fido davvero delle tue parole!

-Sasuke…- Oh, quel pianto era per Sasuke… Era stata anche lei, allora, nella mia medesima situazione -… e Naruto. Loro stavano…

Si blocco’, incapace di ripensare a cio’ che le si era mostrato davanti ai suoi occhi. Mi feci dunque forza, anche se le sue parole, il suo tono di voce, il suo viso mi mettevano una paura tale di quello in cui mi sarei imbattuta. Stressi tra le dita i lembi della gonna e cominciai a correre lungo i ciottoli levigati, giu’ per la via da cui la mia amica aveva fatto il suo ingresso, lasciandola alle cure amorevoli di Tenten e Hinata. Qualche minuto e finalmente anche io capii. Mi ero fermata proprio davanti alla panchina su cui prima li stavo aspettando e rimasi’ li’ bloccata, incapace addirittura di respirare.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Il sole, causa della tempesta ***


Sentii le ossa raggelarsi nella mia carne, tagliarla dolorosamente e farne fuoriuscire ogni possibile goccia del sangue al suo interno. Pensai di stare morendo, di lasciare questo mondo una volta per tutte. Ero troppo giovane, ma in quell’istante la mostre sarebbe davvero stata la cosa che piu’ avrei potuto sopportare. Non quella visione, non quell’incubo mai sognato, ma nemmeno immaginato minimamente. Sia maledetto il giorno in cui mai avevo deciso di fidarmi di qualcuno, di stare a sentire le parole della gente! Sia dannata la gente! Altro non aspetta se non il momento che ti volti di spalle per tirarti un coltello dritto in mezzo alle scapole larghe. E tutto questo per cosa? Divertimento? Sadismo? O solo crudelta’ infinita, verso chi ha ceduto ad un sorriso amichevole? Anche lui me ne aveva donati parecchi. Che fossero davvero tutti cosi’ falsi come pensavo in quel momento? D’altronde quale era stato il suo peccato, se non amare qualcuno? Aveva cercato di dirmelo, la prima volta. Aveva cercato di farmelo capire, quella sera, quando erano arrivati insieme, quando camminavano tanto vicini, quando erano spariti misteriosamente assieme. Allora ero io ad aver sbagliato? Ero stata cosi’ poco attenta da non accorgermi di quello che mi stava accadendo attorno, ero stata egocentrica e vedevo il mondo ruotare solo attorno a me. Avevo pensato che se io non potevo avere Sasuke allora non lo poteva avere nessuno. Ma non per cattiveria, era solo che non riuscivo a capacitarmi del fatto di fallire in qualcosa in cui qualcun altro poteva riuscire. Ero solo cosi’ dannatamente innamorata di quel ragazzo, non datemi la colpa se non tentai di farmi andare bene quella situazione, se mi arrabbiai e me la presi, se ci rimasi male. Suppongo sia un comportamento piu’ che normale, questo.

La scena che mi si prospettava di fronte era a dir poco agghiacciante. Io la notai subito, ma gli altri li’ attorno no. Sara’ che io cercavo proprio quello che i miei occhi si addentrarono per gli stretti vicoli che se diramavano dalla strada principale. In uno di questi, di fronte al negozio di fiori, ergevano due meravigliosi fanciulli. Data la vicinanza dei muri a loro non era possibile stare molto lontani l’uno dall’altro, ma non era questa la ragione della loro vicinanza quasi soffocante. I due erano uno in piedi di fronte all’altro, quasi appiccicati petto a petto. Il moro, piu’ alto e robusto, sovrastava la scena con la sua imponenza, col braccio forte appoggiato dietro la testa bionda e graziose mante spettinata dell’altro. Due occhi pece penetranti come mai li avevo visti fulminavano quelli blu e infiniti che luccicavano alla lontana luce della festa e tremavano insieme al resto del viso emozionato, colorato di un ampio rossore poco naturale. Il primo invece era immacolato, come sempre, nel suo pallore, il volto serio e sicuro, i capelli accompagnati da una brezza leggera da film. L’altro era il suo totale opposto: agitato ed ansioso, sembrava trovare qualcosa di sbagliato in quella circostanza, in quel non essere protetti da quattro mura e del tutto allo scoperto, agli occhi della gente per strada.

-Non ci vedra’ nessuno!- Ripeteva l’altro, costantemente, per tranquillizzarlo e ottenere cosi’ cio’ che da lui desiderava.

-Ma che diavolo dici?! Siamo in un vicolo, per strada, e due passi piu’ in la’ c’e’ un sacco di gente che passa. Impossibile che nessuno ci veda!

-Oh, ma quanti problemi ti fai? Ti vergogni forse di stare con me?!- S’interruppe per apprezzare a pieno il dispiacere del biondo che subito cerco’ di fargli capire che non aveva nulla contro di lui, anzi, che era felice di tutto quello che era accaduto a loro.

-E’ solo che cosi’… Davanti a tutti! Non sta bene, Sasuke! Perche’ non torniamo a casa? Possiamo andare da me. Li’ e ok, non c’e’ nessuno e possiamo starcene soli soletti io e te.

-Non dire cacchiate, io non posso piu’ aspettare, ormai. O adesso o davvero basta. Mi hai stufato, Naruto.- Il moro si stacco’ un attimo dal corpo dell’altro, sapendo che quello l’avrebbe presto richiamato indietro. Lo conosceva e dunque sapeva che si lamentava parecchio, ma che desiderava esattamente quello che voleva anche lui, sono che non era capace di ammetterlo. Le sue previsioni si avverarono e cosi’ l’altro parlo’ irritato:

-D’accordo, come se stasera gia’ non avessimo fatto abbastanza… Da quant’e’ che siamo spiaccicati dentro questo buco?! Ormai c’avranno gia’ visti tutti, che abbiamo da perdere?! Pero’ facciamo in fretta che poi voglio andare a casa. Si’, vieni anche tu, ok…

Il volto infuriato, per finta, di Sasuke s’illumino’ immediatamente come ravvivato da una giornata di splendente sole estivo. Era davvero stranissimo vederlo in quello stato, e mai avrei pensato che proprio il mio migliore amico sarebbe stato colui in grado di provocarlo. Pensate un attimo, solo un momento, ad una situazione simile creatasi tra il vostro piu’ caro amico ed il ragazzo a cui fate il filo da una vita e rabbrividirete! Dio santissimo, e’ una cosa davvero, ma davvero, assurda. Dunque, ero rimasta a quando Naruto aveva miseramente accettato quella proposto cosi’ oscena ma allo stesso tempo allettante. I due s’erano fatti ancora piu’ stretti –se possibile- e la tensione che producevano quei corpi cosi’ perfetti era palpabile nell’aria. Il piu’ timido tremava piu’ che altro per la paura di essere visto da occhi indiscreti, mentre l’audace era sospinto da una passione tale da mettere ansia a chiunque, capiamo il povero biondino, e, esaltato, s’accontento’ di quel gesto, anche se non abbastanza per placare il fremito dei fianchi. Per soddisfare quello avrebbe dovuto aspettare che la notte si fosse inoltrata. Le due figure si unirono dunque per mezzo delle loro labbra cosi’ differenti e nella mia mente scocco’ sonoro il rumore di un bacio, impercettibile nella strada. Non fu particolarmente passionale, se per questo nemmeno troppo casto, tuttavia mi fece un male paragonabile solo alle torture peggiori. Quei due se ne stavano cosi’ abbracciati in un vicolo oscuro, uniti da quello che si sarebbe potuto chiamare amore –sono molto scettica su questa parola- giocando a scappare dagli sguardi distratti della gente, al confine tra la luce della strada e l’ombra del loro nascondiglio segreto. Si erano baciati, questo e’ tutto. E non solo una volta! Mi promisi di appendere sopra quella panchina una lapide con incise le parole “Qui giacciono i sogni e le speranze di Sakura Haruno”. Loro le avevano decisamente uccise mentre il mio cuore era scomparso per morte violenta.

Immaginerete sicuramente l’espressione che comparve sul mio volto in quel istante. Ebbene, avreste completamente ragione. Non ero schifata, nient’affatto, ma piu’ che altro delusa. Delusa dal mio migliore amico, che mi aveva raccontato cosi’ tante cose se non questa. Delusa dal ragazzo che amavo, che mi aveva cosi’ tristemente respinta per un altro ragazzo. Delusa da Naruto, che conosceva i miei sentimenti piu’ profondi, che avevo confidato solo a lui, che tuttavia aveva stracciato nascondendomi i suoi, cosi’ simili ai miei. Delusa da Sasuke, che mai piu’ avrei potuto recuperare, mai piu’ avrei potuto sognare il suo amore, mai piu’ avrei potuto anche solo sognare con me. No, quella scena aveva brutalmente violentato ogni mio sogno. Oh, Ino, se solo tu fossi riuscita a parlare, se solo fossi stata in grado di spiegarti, se sollo avessi avuto le forse di fermarmi! Se solo non mi avessi detto nulla… Davvero preferisco l’ignoranza alla pura realta’?! Questo mai me lo sarei aspettato. Dovrei davvero condannare un’amica per essere stata tale fedelmente?! No. Cara Ino, ti ringrazio per quello che hai fatto, per avermi fatto aprire questi miseri occhi ingannatori di fronte alla pura realta’. Grazie per avermi resa una persona conscia dello schifo del mondo, in grado di farsi forza e combatterlo. Per questo rendero’ onore alla tua generosita’: mi faro’ forza e combattero’! Solo perdonami se mi lascero’ andare per ora, ho davvero bisogno di sfogarmi. Spero tu possa capire se il mio viso viene allagato dalla tristezza, cosi’ comprensibile all’esterno del mio stesso corpo. Dopotutto, anche se con preavviso, la mia situazione e’ uguale alla tua. Ho scelto la tristezza all’ignoranza, e te ne ringrazio.

Una palpebra timida s’apri’ lentamente nell’oscurita’ di un vicolo di paese, a pochi passi da luci festanti e ragazzi allegri e vivaci. Quella piccola palpebra diede cosi’ occasione ad un occhio azzurro come il mare d’estate di fare la sua comparsa nella stradina, di impietrirsi a cio’ che stava di fronte: la figura di una ragazzina in abito da festa impallidita di fronte un negozio di fiori, con le lacrime che sgorgavano a fiotti e le sbiadivano il trucco. Una ragazzina cosi’ bella, se solo non piangesse. Una ragazzina cosi’ felice e spensierata, se solo lui non avesse distrutto la sua gioia fanciullesca. Era stata tutta colpa sua. Lo sapeva bene. Io lo sapevo bene, ma, per mia mancanza di forza, non riuscii a reggere quello sguardo tanto spaventato ma allo stesso tempo tanto gioioso e affiatato. Una perfetta mescolanza di emozioni opposte, causate da persone differenti. Me e Sasuke. S’interruppe improvvisamente, lasciando triste e deluso il compagno di giochi, e si stacco’ un attimo da quello. Stette li’ immobile, in piedi, indeciso sul da farsi, sul come comportarsi. L’altro s’accorse di questa sua esitazione e si volse verso la sua distrazione con occhi di puro ghiaccio colmi di odio, finche’ non intravide i miei e dunque comprese. Lui non sembrava intenzionato a far nulla. Secondo lui le cose stavano cosi’, ero io a dovermi adattare alla situazione, certo non era colpa sua! Oh, ma non avevo la minima intenzione di torcerle nemmeno un capello, signorino! Ormai non avevo piu’ alcun rispetto per te. Solo ancora una fiammella eterna bruciava nel mio cuore per te. E sarebbe durata per sempre. Fidatevi. Ancora adesso ne percepisco il dolore.

Mani che si lasciarono. Una corsa feroce incominciare. Subito dopo altri piedi muoversi, correre dietro ai primi. Anche Sasuke si mosse da quel luogo a lui tanto caro e lascio’ li’ i suoi segreti all’inseguimento di qualcosa di piu’ importante, del suo innamorato. Corsi veloce, piu’ che potei, ma le mie condizioni non erano tali da permettermi di distaccarlo. Le mie gambe erano stanche e le mie membra afflitte, troppo presto mi fermai per prendere fiato e per piangere ancora. Dunque Naruto mi raggiunse ben presto, con viso colpito a pieno dallo sconforto e dalla delusione, non per me, ma per se stesso. Era profondamente dispiaciuto, non per gli avvenimenti del vicolo oscuro, non per avermi rubato il ragazzo –ok che non era il mio ragazzo, ma lui sapeva quanto a me piacesse ancora-, ma per non avermi detto nulla, per non avermi aperto il suo cuore. Si’, ci aveva provato, aveva pensato che io avessi capito, ma evidentemente aveva commesso qualche errore e non sapeva perdonarselo. Quando giunse l’altro rivide nei suoi occhi un barlume di forza e tento’ la sua carta col dialogo.

-Sakura… Volevo dirtelo, ho cercato in ogni modo di fartelo capire…

-E con questo? E anche se me lo avessi detto che cosa sarebbe cambiato? Rimane il fatto che tu sapevi ogni cosa, sapevi tutto quello che c’e’ in me, e te ne sei fregato alla grande! Hai fatto come se non ti importasse nulla di me ed ora temo che sia anche vero!- Ero decisamente infuriata. Scusatemi, ma dicevo cose che non pensavo veramente. Volevo solo farlo sentire un po’ in colpa. Quanto era giusto. Poi forse lo avrei perdonato.

-Ma… Per me e’ come per te, lo sai meglio di chiunque altro cosa si prova ad essere innamorati. Siamo sulla stessa barca, cerca di capire!

-Capire cosa? Il perche’ si e’ costretti a mentire?!

-Io non ti ho mai mentito!- Il suo viso divenne indignato e la sua calma svani’. Si arrabbio’ pesantemente con me.

-Si’, mi hai solo nascosto tutto!

-Tutto?! Ma se sai di me cosa che sappiamo solo io, te e…- divenne rosso, e se dico rosso intendo molto rosso, mentre si voltava verso Sasuke, io compresi all’istante cio’ che voleva dire –Comunque non dovresti dire che non sia stato sincero! Eh…- Quell’ultimo suo sguardo lo interruppe e si rivolse a lui, nel tentativo di riaverlo tutto per se e proseguire nel loro lavoretto. Aveva intenzioni ben piu’ alte, quello.

-Naruto, lascia perdere. Mi domando com’e’ che t’importi tanto di questa faccenda. D’altra parte una ragazza cosi’ bella non avra’ certo problemi a trovare la felicita’.

Quelle parole bruciarono in una maniera incredibile. Sembravano uni scherzo di cattivo gusto, dette da chi qualche tempo prima aveva rifiutato il mio amore e con esso la felicita’ che ne sarebbe sgorgata. Mi sentii malissimo, e la fitta che mi venne allo stomaco mi fece letteralmente piegare in due. Mi ranicchiai sul suolo e tentai almeno di nascondere la tristezza e il dolore del mio volto con le ginocchia. Naruto si spavento’ enormemente per la mia reazione, correndo verso la mia figura moribonda sul ciglio della strada e prendendomi in braccio, sussurrandomi nell’orecchio parole rincuoranti e gridando verso il suo “amico” –volutamente tra virgolette- che lo spronava ad andarsene via con lui.

-Ma non possiamo certo lasciarla qui! Non vedi in che stato e’?!

-Su, Naruto… Di mal d’amore non e’ mai morto nessuno, le passera’!

Un sospiro. Il fedele Naruto allora si riferi’ a me con un tono stranamente basso, quasi per non farsi sentire da Sasuke.

-Stai tranquilla, Sakura. Ti portero’ ora dalle tue amiche e spieghero’ loro come sta la situazione, cosi’ che possano aiutarti. Ora io davvero non posso starti accanto, ho da fare. Ed e’ seriamente importante. Tuttavia verro’ presto a vedere come stai e a darti tutto il mio supporto possibile. Quando ti sarai calmata, infine, parleremo.

Riprese cosi’ la sua corsa verso il suo angelo, scusandosi poco dopo a causa di una leggera deviazione della strada. Finche’ non fummo arrivate alla piazza con Hinata, Tenten ed Ino non mi lascio’ la mano, mai. Poi svenni, non appena anche i suo contatto si fece lontano. In quel momento mi sentii davvero sola.

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